Cinque difetti a renderti perfetta.

di Notperfect
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to Holmes Chapel ***
Capitolo 2: *** Delicious ***
Capitolo 3: *** Shut up, Sam! ***
Capitolo 4: *** Catching feelings ***
Capitolo 5: *** He's a french idiot ***
Capitolo 6: *** Wanna die? ***
Capitolo 7: *** Can u feel the love tonight? ***
Capitolo 8: *** Party Hard ***
Capitolo 9: *** Am I perfect? ***
Capitolo 10: *** Five imperfections to make you perfect ***
Capitolo 11: *** Yes, we are in love ***
Capitolo 12: *** My boyfriend is a gentleman ***
Capitolo 13: *** The best day of my fucking life ***
Capitolo 14: *** Can't be true ***
Capitolo 15: *** Fuck off ***
Capitolo 16: *** Jawaad ***
Capitolo 17: *** I missed him ***
Capitolo 18: *** Forever ***
Capitolo 19: *** Everything's gonna be alright ***
Capitolo 20: *** Fuckin' that shit ***
Capitolo 21: *** It's over, again ***
Capitolo 22: *** I ain't going nowhere ***



Capitolo 1
*** Welcome to Holmes Chapel ***


Welcome to Holmes Chapel

-Samantha abbassa il volume della radio, sto guidando!-.sbotta mia madre infastidita.
Odio quando mi chiama così, Samantha è troppo formale, e la formalità è noiosa.
Sbuffo e faccio ciò che mi ha imposto.
Ci stiamo dirigendo a Holmes Chapel dal compagno di mia madre, Ron. L'ho visto poche volte ma mi sembra un tipo abbastanza apposto. Stanno insieme da un anno e mezzo e hanno deciso di fare il grande passo: convivere insieme. Non mi entusiasma molto l'idea ma mia madre mi ha ordinato severamente di non costringerla a mandarmi dalla nonna a Nottingham; quello è un paese popolato solo da anziani e uomini di mezza età divorziati. Che schifo.
Alla radio stanno trasmettendo 'Young,Wild and Free' di Wiz Khalifa e SnoopDog. Amo questa canzone, mi riconosco molto ma di selvaggio proprio non ho nulla. Anzi, al contrario, i miei capelli biondi e boccolati mi danno un'aria da angioletto impaurito, cosa che non sono affatto. Amo il rischio, amo l'avventura, amo divertirmi e tornare tardi la sera, ma ragazzi a letto non ne ho mai avuti. Ho solo dormito con la mia migliore amica qualche volta, conta lo stesso?
-Come fai a sentire questa roba? E' così...volgare-. Dice con aria ripugnata e facendo una smorfia, riferendosi alla canzone.
-Mamma, si chiama musica ed è meglio di quel cantante stonato vecchio che ascolti tu-.
-Si chiama Bob Dylan, Sam!-. Scuote la testa divertita.
Amo vederla ridere, da quando papà ha sposato Britney non lo è sempre stata. Poi ha incontrato Ron ed è stata la sua salvezza, forse anche la mia.
-Mi raccomando, ora che arriviamo non avere sempre quest'aria imbronciata...-. No, mamma, ti prego, la predica no. -...Ron e suo figlio avranno una brutta impressione di te-.
Già, Ron ha un figlio. Mia madre mi ha detto che si chiama Harry ed ha la mia stessa età, mi ha detto anche che è davvero adorabile. Per lei tutte le persone che hanno un legame di sangue con Ron sono perfette.
Annuisco distrattamente, intenta a guardare fuori dal finestrino: Holmes Chapel.
Siamo arrivate, che palle.
Parcheggiamo in un viale alberato. Le foglie secche gialle e marroni svolazzano qua e là al passaggio dell'auto. L'aria autunnale non mi mette di buon umore, è triste e fa riaffiorire nella mia mente i ricordi dell'estate calda e spensierata. Una villa bianca con porte e finestre in legno scuro si eleva davanti a noi; Styles è il cognome segnato sotto il campanello. E' molto moderna e le vetrate enormi che affacciano sul giardino di assenze e piante orientali di ogni tipo, mi ricordano la vacanza in Italia di qualche anno fa.
Scendo dall'auto seguita da mia madre che si reca immediatamente alla porta di ingresso dove Ron è già in piedi felice che si sbraccia animatamente.
Dio, sembra quei disperati e illusi che farebbero di tutto pur di farsi accettare dalla figlia della compagna.
Oh, aspetta...è così. Bene.
-Ciao Samantha, è tanto che non ci si vede-. Esclama contento avvicinandosi e allargando le braccia.
Vuole che lo abbracci? Se lo scorda.
-Sam...-. Lo correggo e sorrido indifferente, evitandolo. 
Mamma mi lancia un'occhiataccia furtiva per poi posare il suo sguardo su Ron che continua a sorridere come un ebete. Che nausea.
-Marie, la governante, prenderà le vostre valigie più tardi. Entrate-. Ron ci fa cenno di seguirlo in casa.
Davvero accogliente come casa, sembra molto costosa. 
-Mi sei mancata tanto, Beth-.
Mia madre che scambia effusioni d'amore con un altro uomo di mezz'età.
Aiutatemi, è un incubo.
-Samantha...-. Inizia Ron. Gli lancio uno sguardo di disapprovazione. Mi chiamo Sam! -...ehm, Sam...tua madre ti ha detto che inizierai scuola qui tra due giorni, giusto?-.
Acconsento col capo.
-Bene, ho fatto in modo che capiti in classe con mio figlio, ora tuo...fratellastro-.
Levati quel sorriso da imbecille dal volto, Ron!
Perchè lui è così felice di quella cosa ed io no? Insomma, riguarda me, non lui.
-Tesoro, dov'è Harry?-. Mamma si rivolge alla sua fiamma, naturalmente. Non mi ha mai chiamata Tesoro, fortunatamente; se lo facesse le vomiterei in faccia.
-Ritornerà a breve, starà studiando a casa di un amico-. Si volta verso di me. -Sono sicuro che ti troverai benissimo con lui, è un pezzo di pane. Poi ti farà conoscere i suoi amici e farai tante nuove belle amicizie qui nel quartiere. Sono tutti molto disponibili!-.
Oh, anche io sono molto disponibile: ad andare via.
-Ne sono sicura!-. Commento.
Si, sicurissima.

Inizio a riporre nell'armadio della mia nuova camera magliette e jeans. Marie è davvero molto cordiale, sembra essere l'unica normale qui dentro.
-Allora, quanti anni hai?-. Mi chiede sorridente mentre mi aiuta a sistemare le scarpe nella scarpiera rosa accanto al bagno.
-Diciassette appena compiuti-.
-Oh, hai la stessa età di Harry!-.
-Com'è questo Harry?-. Chiedo impertinente. Insomma, Harry di qua, Harry di là...voglio saperne di più.
-E' davvero un bel caro ragazzo. Sa essere molto gentile ed è molto educato, d'altronde il signor Styles è molto severo con lui, l'ha educato perfettamente. Va molto bene a scuola, porta sempre ottimi risultati a scuola e...-.
Un colpo di tosse, quello di mia madre, interrompe Marie. Che maleducata.
-Sam, al piano di sotto c'è qualcuno che dovresti conoscere. Su, vieni-.
'C'è qualcuno che dovresti conoscere'. Andiamo mamma, non fare la misteriosa, so già di chi si tratta. Non potrebbe salire lui?
Mi limito ad annuire e a seguirla al piano di sotto dove, seduto sul divano in pelle bianco in tinta con il mobile accanto alla tv al plasma, c'è un ragazzo dai capelli ricci e castani. E' di spalle; indossa una camicia a quadri rossa e blu ed è intento a scambiare qualche parola con il padre, seduto sulla poltrona di fronte.
Che imbarazzo, mi sembra una riunione di famiglia all' Happy Family.
Ron fa cenno ad Harry di girarsi. Quest'ultimo scatta in piedi non appena mi vede.
Ha degli occhi verdi e profondi meravigliosi, mi ci perdo quasi dentro.
-Ehm...ciao-. Saluto imbarazzata.
-Ciao, devi essere Samantha, io sono Harry-. Mi porge la mano mostrando un sorriso fantastico.
La stringo e ricambio il sorriso.
-Chiamami Sam...-.
Mi siedo sul divano seguita da mia madre; Ron è ancora sulla poltrona ed Harry è alla destra di mia madre.
-Allora...hai mai visitato Holmes Chapel-. Chiede.
-Non sapevo fosse una località turistica-.
Ride, mentre mia madre mi dà uno strattone, imprecandomi con lo sguardo di essere più gentile e opportuna.
-...cioè-. tossisco. -...No, mai. Non ancora, almeno-.
Mamma ride soddisfatta iniziando ad osservarci compassionevole.
-Beh, Harry portale a fare un giro della città. Inizierà ad ambientarsi e a fare nuove amicizie!-.
-Oh, è un'ottima idea!-. Commenta mia madre.
-In realtà dovrei finire di sistemare le mie cose e poi...-.
-Alle tue cose penserà Marie, su andate!-. Esorta Ron.
Ron e le sue idee del cazzo, buttatevi a mare. Oh, aspetta, ad Holmes Chapel non c'è il mare.
Harry sorride intimidito mentre ci avviamo verso l'uscita. Non so cosa dire, sono imbarazzata quanto lui, forse di più.
-Andremo a scuola insieme dopodomani...-.Inizia il discorso. Meno male, è intraprendente.
-Già...-.
-...avremo chimica alla prima ora. Odio la chimica, odio la scuola in realtà-.
Bene, abbiamo una cosa in comune.
Sorrido senza motivo. 
-Marie mi ha detto che sei bravo a scuola in tutte le discipline...-. Contraddico.
-Si, ma sono costretto da mio padre a studiare, è molto esigente. Spero non lo sarà anche con te-. Sorride.
Wow, che sorriso...perfetto. 
Sam, è il tuo fratellastro, frena i tuoi ormoni.
-Ah, capisco. Beh, non sarà necessario esserlo con me, studio autonomamente, senza che nessuno me lo ordini-. 
Ma cosa sto dicendo? Qual è stato l'ultimo voto in filosofia? Quattro? No, avrebbe rovinato la mia media di tre. Forse tre, si, è stato tre, sicuramente. 
-Oh, sei un topo di biblioteca, allora-.
-Ehm..non proprio-. 
Dopo qualche minuto ci fermiamo in una panetteria, che Harry chiama il suo paradiso. Ma lo è per davvero, si chiama 'Paradise'.
Ci sediamo e ordiniamo delle ciambelle. Amo le ciambelle, soprattutto quelle ricoperte di cioccolato e glassa. 
-Ehi, Louis!-. Harry chiama qualcuno in lontananza, un ragazzo appena entrato seguito da altri tre ragazzi. 
-Come va?-. Si avvicina al nostro tavolo e si siede sulla sedia vuota, imitato dagli altri.
Ha i capelli castani e gli occhi di un azzurro mare, bellissimi.
Tutti ricambiano il saluto io mi limito ad arrossire e ad abbassare lo sguardo. Sono timida, sin troppo.
-E lei chi è?-. Chiede un biondino indicandomi.
-E' Samantha...Sam, è la figlia di Beth, la compagna di mio padre. Ve ne ho parlato qualche giorno fa-. Spiega.
-Oh, interessante...Io sono Niall-. Mi porge la mano ed io gliela stringo. Morbida.
-Piacere, Louis-.
-Liam-. Che sorriso cordiale, induce fiducia.
-Io sono Zayn-. Pelle ambrata, bocca sottile e occhi color cioccolato. A differenza degli altri non mi porge la mano.
Lo guardo delusa e lui sembra intuirlo; sorride e poi chiama la cameriera per conferire lei le ordinazioni.
-Allora, Samantha...-. E' Niall, penso.
-Sam...-. Lo correggo. Perchè sono tutti fissati con questo nome? E poi Sam è più corto e più facile da pronunciare.
-...Si, Sam...Ora vivi qui, quindi presumo che verrai al college della città-.
Annuisco.
-Grandioso!-. Commenta.
Accenno un sorriso sforzato.
Sono tutti molto ospitali e gentile mentre mangiamo le nostre ciambelle, tutti ridono e scherzano sulle battute di Louis. Approposito, è davvero simpatico.
-Io vado, ragazzi-. E' Zayn. Si alza e va via, senza un sorriso, senza un saluto decente.
Harry mi guarda come se volesse scusarsi per l'atteggiamento dell'amico. -Oh, Zayn è sempre così, non considerarla una cosa personale-.
-Non c'è problema, dalle mie parti sono tutti freddi e indifferenti come lui-.
Tutti ridono anche se non ne vedo il motivo.
Nel tardo pomeriggio io e Harry rientriamo a casa.
Holmes Chapel non è male quanto pensavo.




 

Continuo a una recensione! :)

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Capitolo 2
*** Delicious ***


Delicious

Scendo le scale assonnata e svogliatamente. Non ho un pizzico di forza in corpo, sono stanca e non voglio fare nulla tutto il giorno. Voglio soltanto stendermi sul divano, accendere la tv, guaradare qualche film d'amore super sdolcinato, quelli strappalacrime e che ti fanno venire il diabete, mangiando biscotti al cioccolato e patatine. Il mio stomaco resiste a tutto e devo dire che ho un ottimo metabolismo, perchè ogni volta che inghiotto schifezze del genere corro in bagno e...
-Buuuuongiorno!-. Qualcuno si scaraventa contro di me, abbracciandomi.  
Per un attimo non ricambio, non capendo chi è la persona che mi ha tra le braccia, ma non tento neanche di liberarmi, sono troppo sonnolenta per reagire. Si scosta e riesco a guardarlo negli occhi; occhi blu meravigliosi, li ho già visti...
-Louis!-. Esclamo felice di vederlo. Cosa che è per davvero perchè ieri ho scoperto che ha la capacità di farmi ridere con una semplice parola. E' molto allegro e vivace a differenza degli altri amici di Harry e la sua simpatia mette di buon umore anche me. -Cosa ci fai qui?-. Chiedo confusa.
-Stiamo organizzando una festa per il prossimo sabato-
Stiamo? Mi sono persa qualcosa? O meglio, qualcuno.
Mi dirigo verso la cucina, ho fame, tanta fame, e devo fare scorta di cibo per l'intera mattinata. Rimango quasi pietrificata e sconvolta non appena i miei occhi ricadono su quattro figure, maschili precisamente. Harry sorride e saluta con il capo. Un biondino, Niall se non sbaglio, è intento ad inghiottirsi di biscotti. Molla l'osso, sono i miei!
!-Ciao Samantha!-. Sono troppo stanca per contraddire e correggerlo. Si vede che Sam non piace a nessuno come nome.
-Ciao...ehmm..Liam e ciao anche a te, Zayn-. Mi rivolgo al moro seduto sulla sedia accanto a Harry, intento a masticare lentamente e senza far rumore un cornetto alla marmellata. Penso sia di pesche, o di fragole.
Mi scrutano da capo a piede con aria intrigata e divertita mentre mi dirigo verso la credenza, i biscotti mi chiamano. Ricambio i loro sguardi, incerta e confusa dalla loro espressione, cosa c'è che non va? Mi guardo intorno spaesata per poi accorgermi che indosso solo una maglia extra large, che indossava sempre zia Maddie quand'era incinta. Mi piaceva, così me l'ha regalata.
-Oh...-. Sussulto osservando imbarazzata le mie gambe nude; mi passo una mano tra i lunghi capelli biondo cenere e sfoggio un sorriso debole molto sforzato. -...forse è meglio che mangi dopo-. Volto le spalle e raggiungo le scale, sentendo sghignazzare i ragazzi dall'altra stanza.
Che vergona. 
Sono sempre la solita idiota. Devo sempre mettermi in imbarazzo, con chiunque. Quei poveri ragazzi, conosciuti solo da un giorno, già avranno un'impressione di me non proprio...corretta. Però, pensando alle loro facce mi viene da ridere. Come se non avessero mai visto una ragazza conciata in quel modo. Loro mi sembrano tanto 'Siamo fighi, tutte ci sbavano dietro'. Soprattutto quel Zayn, quello dalla pelle ambrata. Devo dire che è davvero molto bello. E' così affascinante, così attraente, così...Smettila Sam! Lo conosci solo da un giorno e a stento ti ha rivolto la parola!
Faccio una doccia veloce, sperando che le gocce d'acqua possano sgombrare dalla mia mente la brutta figura appena fatta. L'odore del bagnoschiuma al cocco mi rilassa molto, è come se mi catapultasse in una realtà del tutto diversa e sconosciuta, come se mi teletrasportasse in una di quelle piccole e prestigiose isole del Pacifico. Indosso una t-shirt bianca caratterizzata da un disegno floreale color pesca sul centro; un jeans e converse bianche. Amo le converse, sono scarpe basse e non mi fanno apparire goffa. Sono troppo alta; allo specchio mi vedo come un manico di scopa con qualche fianco sporgente. L'unico elemento del mio corpo che adoro sono i miei capelli biondi, lunghi e mossi. Ma devo dire che anche i miei occhi potrebbero fare invidia. Ovviamente la mia è pura e semplice convinzione. Sono di un azzurro normale e comune.
Riscendo al piano di sotto intimorita di ritrovarli ancora là e con mia sfortuna, ci sono ancora. Stanno conversando allegramente tra di loro, penso su una partita di calcio che c'è stata ieri sera. Anch'io l'ho seguita, ha giocato il Chelsea, la mia squadra del cuore.
-Era un fuorigioco, comunque-. Commento, mentre Niall cerca di convincere a tutti i costi Louis del contrario.
Mi guardano con occhi sbarrati e con aria stupita. Di conseguenza mi volto per avere la certezza che dietro di me non ci sia un fantasma o qualche altro mostro soprannaturale. Harry e Liam ridono rumorosamente per la mia reazione, io ricambio il loro sorriso con sguardo incerto e smarrito.
-Ti interessa il calcio?-. Chiede Zayn divertito.
Annuisco inghiottendo un biscotto. -Secondo me l'arbitro era venduto-. Aggiungo. In effetti ha dato punizioni solo al Chelsea, nonostante erano i giocatori del Manchester a commettere falli. Inoltre il goal di quest'ultima squadra era un fuorigioco.
-Brava ragazza, ti stimo-. Niall mi scompiglia i capelli.
C' ho messo tre ore per aggiustarli, cazzo.
-
No, il Manchester ha meritato la vittoria. Non si discute-. Contraddice Louis con aria autoritaria e decisa.
-Si, e io sono Paris Hilton e sono sfondata di soldi. Guarda, il mio jet rosa privato è in giardino. Vuoi farti un giro più tardi?-. Scherzo.
Tutti ridono ed io mi unisco a loro.
-Sei simpatica, ragazza-. Afferma Niall trattenendo la risata, che risulta infatti essere un po' soffocata.
-Il mio nome è Sam!-.
Non è necessario che lo dica, se lo dimenticheranno in dieci secondi, forse in cinque. No, aspetta. 'Sam' è entrato da un loro orecchio ed è uscito dall'altro.
Il mio progetto perfetto per oggi è andato a farsi fottere con i biscotti al cioccolato che Niall ha finito in due secondi. Finalmente ho travato qualcuno che mangia quanto me.
-Sei pronta per domani?-. Mi domanda Liam.
-Eh?-. Eh? Effe.
-Domani inizia la scuola, sei in asia?-.
Ah, la scuola. Ho dimenticato che non sono relamente Paris Hilton e che sono costretta a fare qualcosa dalla mattina alla sera.
-Ehm...no-. In realtà mi spaventa un po' iniziare una nuova scuola. I nuovi compagni potrebbero essere odiosi, o magari quei tipi che farebbero di tutto pur di prendere il voto più alto. Nella mia vecchia classe ce n'erano ragazzi del genere, ma sai cosa perdi e non sai cosa trovi.
-Se avrai bisogno di qualcosa puoi rivolgerti a noi, capitano sempre imprevisti il primo giorno di scuola. Per esempio ricordo che Zayn non riusciva a trovare l'aula di biologia e, stranamente, si ritrovò nello spogliatoio femminile-. Dice Harry marcando quel 'stranamente'.
Tutti ridiamo.
-Non è colpa mia se ho un certo fiuto per certe cose-. Si difende sorridendo.
Wow, che sorriso. Ha sempre avuto quel sorriso perfetto, quegli occhi perfetti, quell'aria da persona...perfetta?
-In quale materia sei più portata, Sam?-. Chiede Louis.
-Eh?-. Eh? Chupa, Sam, di nuovo. Non posso farci niente se la luminosità del sorriso di Zayn mi abbaglia.
-Stai dormendo?-.
Sorrido. -No, scusa. Ripeti la domanda-.
Louis porta a termine l'ordine.
-Italiano, mi piace molto questa lingua e un giorno vorrei saperla parlare perfettamente-.
-Io sono negato in Italiano-.
-Chi non lo è tra noi?-. Domanda divertito Niall.
Nuovamente scoppiamo a ridere. Vorrei dire: 'Potrei darvi ripetizioni, se volete, soprattutto a te, Zayn', ma mi sembra inopportuno, quindi mi limito a stare zitta e a sorridere; è quello che mi dice di fare la mamma quando non so cos'altro fare. A proposito, dove sono mamma e Ron?
-Harry, dov'è mamma?-.
-E' andata a fare una passeggiata con papà. Pranzeranno fuori, quindi abbiamo la casa libera-. Risponde tranquillo e sereno, cosa che io non sono affatto, in quanto l'idea di stare in casa con il mio nuovo fratellastro conosciuto da solo un giorno, mi spaventa un po'. -Perchè non vi unite a noi, ragazzi?-. Propone rivolegendosi ai quattro amici.
No, dite no, dite no, dite no.
-
Per me è okay, per voi?-. Liam si rivolge agli altri che acconsentono con il capo.
-Ma Marie non c'è?-. Li interrompo esasperata. Mi è sembrata gentile, magari passerebbe questa 'bella' mattinata con me.
-No, oggi è domenica e non lavora-.
Santi numi, questa non ci voleva affatto.

-Dividiamoci i compiti. Harry e Louis apparecchiano la tavola, Niall non farà nulla perchè sarebbe capace di mangiare tutto prima dell'ora di pranzo e...Chi vuole cucinare?-. Chiede Liam.
-Io!-. Io e Zayn rispondiamo all'unisono. Ci guardiamo un attimo imbarazzati poi la voce di Liam riporta la nostra attenzione su di lui.
-Bene, voi due cucinerete. Non avvelenateci, mi raccomando-.
-E tu cosa farai?-. Domanda Niall pertinente, rivolgendosi a Liam.
-Mi accerto che tutto sia portato a termine!-.
Ma bravo Liam, complimenti. Consumerai tantissime calorie facendo questo.
L'orologio segna le dodici e venticinque. Harry, Louis,Liam e Niall sono ben appolaiati sul divano guardando uno stupido ed insensato programma alla tv, penso Jersey Shore udendo le mille parolacce dette in un secondo. La tavola è già ben apparecchiata ed io sono alle prese con i fornelli in compagnia di Zayn.
-Allora, cosa vuoi cucinare?-. Chiedo.
-Mmh...mi piace il pollo. So cucinarlo perfettamente e so preparare anche delle salse indiane squisite. Sai fare il pollo?-.
-Ehm...non proprio-. Io sono portata più per piatti nazionali. Piatti surgelati confezionati non vanno bene?
-Imparerai dal più grande chef di Holmes Chapel-.
-Holmes Chapel è un paese di circa quattro abitanti per 100 metri quadrati. Forse sei l'unico chef qui-.
Ride ingentemente mentre io mi sciolgo completamente. Che caldo che fa in questa cucina!
Inizia ad accendere un fornello posizionandoci sopra una padella di media grandezza. Aggiunge i pomodorini, del finocchio, della senape e del mascarpone per poi creare un'unica poltiglia. Lo ammiro quasi imbambolata, la sua bellezza mi sconvolge totalmente.
-Allora? Il pollo non si cuoce da solo-.
Ah, il pollo. Mi ha ordinato di tirarlo fuori dal frigo e posizionarlo nel forno...dieci minuti fa.
Faccio ciò che mi dice con fare maldestro. Non so neanche io perchè mi sia offerta di cucinare, non l'ho mai fatto in vita mia.
-Sei felice di esserti trasferita qui?-. Mi chiede mentre aggiunge del sale e dell'origano in padella. 
-Si, cioè no, cioè...non proprio-.
Sam, riesci a dire una frase di senso compiuto? Soggetto, predicato, complemento oggetto. Ricordi? L'hai studiato in prima media.
Non che fossi molto studiosa, ma è una regola fondamentale della grammatica, addirittura si sviluppa da sè, senza che lo si studi.
-E perchè?-. Chiede divertito.
-Non ho nulla contro questo paesino ma, mia madre non mi ha chiesto neanche cosa pensavo di questa scelta, non ha lasciato neanche che mi esprimessi con un 'no' o con un 'si'. Ha fatto tutto improvvisamente e senza preavvisarmi....D'altrone mia madre è sempre stata così...forse è solo troppo distratta e non è attenta a ciò che la circonda, non accorgendosi che...-.
-...anche tu hai un opinione-. Mi interrompe.
-Già..-. Metto giù la forchetta e inizio a guardarlo confusa e stupita. Come ha fatto a capirmi così in fretta? E' come se mi abbia letto dentro e mi conosce a stento.
Sembra aver capito cosa vuole esprimere il mio sguardo e mi sorride compiaciuto. Poi ritorna serio. -Anche io provo questo. Da quando mia madre è morta, mio padre non fa altro che buttarsi a capofitto nel lavoro e non ha più tempo per i suoi figli, per me-.
Siamo così diversi esteriormente, lui è un enigma agli occhi degli altri mentre io sono un libro aperto, forse solo ai suoi occhi perchè nessuno fino ad ora mi ha compresa in così poco tempo.
-Oh, mi dispiace-. Sussulto.
-Sono già quattro anni; ormai convivo con questo dolore da troppo tempo e mi ci sono quasi abituato-. Inarca le spalle con aria rassegnata mentre io sorrido fiocamente come un ebete. Sto diventando come Ron, ora lo capisco, come la bellezza di mia madre fa quest'effetto su di lui, la bellezza di Zayn fa quest'effetto su di me.
Cala il silenzio in sala qualche minuto, l'atmosfera è piena di imbarazzo ma Zayn sembra non dargli peso. Inizia a fischiettare un motivetto di una canzone. Mi sembra di averla già sentita.
-Ti piace Bruno Mars?-. Chiedo non appena capisco che quello che sta zufolando è 'The lazy song'.
-Si...è il mio cantante preferito, è il migliore. E il tuo cantante preferito?-.
-Non ho cantanti preferiti, mi piace la musica e basta-.
Sam e le sue frasi filosofiche: dal 21 giungo al cinema.
-Andiamo, ci sarà qualcuno in particolare che ti piace-.
-Ehm...Justin Bieber. So già che ora farai battutine acide e poco divertenti su di lui e sulla sua musica, ma per me è fantastico-.
-Ti sbagli, anche a me piace, anzi, mi piace molto-.
-Oltre ad essere carino hai anche un bel gusto musicale-.
L'ho detto per davvero? Doveva rimanere un pensiero, non dovevo esternarlo! Stupida bocca.
-
Hai detto che sono carino?-. Domanda divertito.
-N-no, io volevo dire che...c-che...-. Da quando balbetto? -...Insomma no-. Affermo quasi infastidita.
-Okay, farò finta di non aver sentito allora...-.
-Sei prespicace!-.
Di nuovo? Perchè non sto zitta?
Ride notevolmente per poi annunciare che il suo 'capolavoro' è  finito.
Finalmente, ho una fame da lupi. Mangerei anche lui stesso e devo dire che sembra davvero essere delizioso.
Sam, smettila con questi pensierini da depravata mentale.
Prende in mano la pirofila e ci dirigiamo verso la porta che dà sulla sala da pranzo.
-Comunque...- Inizia a parlare fissando ciò che ha di fronte, senza guardarmi, mentre io mi volto verso di lui con aria sognante. -...sei più bella di Paris Hilton-.
Apre la porta e invita gli altri ad accomodarsi a tavola.
Okay, ora posso anche morire.

 

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Capitolo 3
*** Shut up, Sam! ***


Shut up, Sam!

-Ma...mamma la nostra nuova casa è così bella, è così comoda...sarebbe un peccato abbandonarla-.
-Starai via solo per sette ore, non farne un dramma-.
-Si, ma il mio letto è troppo morbido, non posso abbandonarlo! E poi, guardalo! Mi sta implorando di restare con lui. Non vuoi che il mio letto cambi casa per mancanza di affetto, vero?-.
Sto cercando da più di venti minuti di convincere mia madre a non mandarmi a scuola, ma è tutto inutile! Sembra impassibile su tutto, persino quando ho proposto di aiutare Marie con le pulizie, in cambio di un salario naturalmente.
Mamma sbuffa e tenta di trascinarmi giù per le scale sotto lo sguardo divertito di Harry.
Ron è già uscito da un pezzo; l'hanno chiamato stamattina presto dicendo che c’è stata una perdita di acqua nel suo ufficio. Inizialmente ho pensato che per 'perdita', intendesse la morte del suo cervello, poi ho dovuto ricredermi, anche se a malincuore.
-Dannazione, Samantha Caroline Monroe, smettila e sii ragionevole! Hai diciassette anni ormai, non sei più una bambina!-. Sbotta mamma irritata guardandomi con aria minacciosa.
Questo sguardo non mi intima minimamente, non mi fa paura. Tanto so già che mia madre non sarebbe capace di fare del male ad una mosca, non mi ha mai sfiorata in diciassette anni. Penso sia una santa perchè con me ci vuole pazienza, fin troppa.
-Dai, Sam. Non fare la bambina-. Stuzzica Harry compiaciuto.
Gli lancio un'occhiataccia made by Sam, per poi ritornare a pregare mia madre. Ma non trovo nessuna scusa efficace, così sono costretta a salire nella Range Rover Evoque nera di Harry. Mi ha detto che il padre gliel'ha regalata per i suoi diciassette anni lo scorso febbraio. Beato lui e i suoi soldi.
Sbuffo mentre chiudo lo sportello e mi passo una mano tra i capelli, scocciata. Appoggio la borsa verde acqua sul cruscotto e apro il finestrino. Fa caldo nonostante sia metà ottobre.
-Perchè sei così annoiata di andare a scuola?-.
-Fai sul serio?-.
Harry ride girando la chiave dell'auto e facendo accendere il motore. Subito il mio sedile inizia a traballare minimamente.
-Beh, la scuola è noiosa, ma puoi conoscere tante belle persone! Non preoccuparti starai tutto il giorno con me, ti presenterò agli altri come mia sorella!-. Dice tutto d'un fiato allegramente.
Com'è dolce. E' davvero un caro ragazzo come dice Marie, la governante, e poi sembra molto disponibile. Devo dire che è anche un bel fusto di ragazzo. Le ragazze faranno a botte per lui, sicuramente, ed io potrò vantarmi di essere sua sorella.
-Harry?-.
-Mmmh?-. Mugugna intento a voltare in un vicolo a sinistra.
-Hai una ragazza?-.
Okay, sono troppo diretta, ma la curiosità prende sempre il sopravvento in me ed io non posso farci nulla. Il desiderio di sapere e di conoscere  mi invade in questo momento e non ho nessun mezzo per poter fermare la sua espansione nel mio animo.
Mi guarda stupito e confuso per la mia domanda, ma allo stesso tempo sfoggia un sorriso, debole, ma mozzafiato da far morire qualsiasi essere umano. Fortunatamente sono immune a qualsiasi forma di fascino da parte di un ragazzo; mi mandano soltanto in tilt, senza spegnermi completamente.
-Ehi, non pensare male. Sono tua sorella adesso e devo sapere tutto di te, no?-. Chiedo sulla difensiva.
 Annuisce. -No, non ho una ragazza. Tempo fa l'avevo ma non funzionava tra noi, era troppo possessiva e gelosa e a me le tipe così non piacciono. Ho bisogno di qualcuno che mi dia il mio spazio e soprattutto che abbia senso dell'umorismo. La mia ex ragazza era sempre imbronciata e si lamentava sempre dicendo che non rispondevo ai suoi messaggi. Ma lei me ne mandava in continuazione ed io non potevo sprecare i soldi del mio cellulare per cose tipo: 'Sono sulla tazza del bagno adesso, e tu?'-.
Rido involontariamente portandomi la mano sulla pancia.
-Capisci cosa intendo?-. Mi domanda in cerca di approvazione.
Quando acconsento con il capo riprende a parlare. -E tu, ce l'hai un fidanzato?-.
-La mia vita sentimentale fa schifo da mesi ormai, da anni in realtà. Alcuni ragazzi sono tanto belli quanto imbecilli. E di solito sono sempre gli imbecilli a voler rimorchiare ragazze con frasi tipo 'Ehi, stasera che fai? I miei non ci sono'. Ed io con l'ignoranza proprio non ci vado d'accordo...Capisci cosa intendo?-. Scimmiotto la sua voce, che devo dire è molto scura e particolarmente sexy, facendolo sorridere leggermente.
Dopo dieci minuti circa l'auto parcheggia in un viale con qualche pino qua e là, pieno di ragazzi e ragazze sul marciapiede, che aspettano il suono della campanella della scuola di fronte. E' una struttura abbastanza grande e molto accogliente. E' viola e blu con vetrate enormi e un grande cortile, ora popolato da alcuni studenti impegnati a parlottare tra di loro o a leggere qualcosa. La mia vecchia scuola è sicuramente cento volte più brutta di questa, praticamente frequentavo una casa caduta.
Vedo alcune ragazze scambiarsi qualche parola mentre Harry, con un gesto fluido e veloce, chiude lo sportello dell'auto, lanciandogli di tanto in tanto qualche occhiata furtiva, che lui sembra schivare completamente.
Patetiche.
-Noto che hai moltissime fan-.
-Non prendermi in giro-. Ribatte ridendo, guardando dritto dinnanzi a lui, mentre io lo seguo non sapendo dove siamo diretti.
-Non lo sto facendo. Ma quelle quattro oche non ti tolgono gli occhi di dosso-.
Si volta verso quelle quattro ragazze che continuano a mangiarselo con gli occhi -letteralmente-, mentre raggiunge un gruppo di ragazzi intenti a complottare tra di loro, senza che me ne accorga.
-Ehi, Styles! Finalmente, ti stavamo aspettando-. Niall mette un braccio attorno al collo di Harry, battendo la mano sulla sua schiena ripetutamente. -Oh, Sam, ci sei anche tu. Buongiorno-. Esclama sorridendomi.
-Ciao, Niall-.
-Dov'è Liam?-. Chiede Harry rivolto a Louis, che intanto mi saluta con uno dei suoi sorrisi incantevoli.
-Sta arrivando, ha avuto da fare con Danielle ieri sera e stamattina non ha sentito la sveglia-. Annuncia beffardo, scatenando le risate schernevoli degli altri presenti.
-Chi è Danielle?-. Domando impertinente.
-E' la fidanzata di Liam-. Risponde Harry.
-La sua troia di turno, in realtà-. Corregge Zayn, istigando nuove risate, dalle quali io mi astengo, naturalmente.
Harry prende un pacco di sigarette dal marchio a me sconosciuto dal taschino della giacca di Zayn. Ne prende una e l'accende, iniziando ad ispirare bruscamente della nicotina e buttarla fuori sotto forma di fumo.
-Cosa fai?-. Chiedo perplessa e meravigliata.
-Fumo-. Risponde in tono ovvio.
-L'avevo capito, genio. Ma...sembravi così...così...perfettino-.
Niall, Louis, Harry e Zayn ridono rumorosamente, mentre io rimango ancora scettica e sbalordita.
-Andiamo, è una sigaretta Sam! Non mi ucciderà-. Cerca di difendersi cacciando nuovamente una massa omogenea di fumo dalla bocca e dal naso.
-Non se finisci tutto il pacchetto...quindi non farlo!-.
-Oh, che sorellina premurosa che sei!-. Niall mi scompiglia i capelli con aria ironica.
-Lasciala stare, Niall!-. Esclama Harry quasi infastidito, abbracciandomi e trascinandomi con lui verso l'ingresso della scuola, seguiti dagli altri.
La campanella è suonata.
Ron ha detto che io e Harry abbiamo tutti i corsi di tutte le materie insieme, ma naturalmente ciò che dice non è mai ciò che è realmente.
Io e mio fratello abbiamo in comune soltanto Storia dell'arte e chimica. Perfetto.
-Salve a tutti, ragazzi-. La voce stridula e acuta di una donna sulla cinquantina invade l'aula ormai piena di ragazzi. -Io sono la nuova insegnate di Lettere. Potete chiamarmi Signora Smith-. Si siede alla cattedra e inizia ad appuntare qualcosa sul registro distrattamente, mentre il caos regna  in aula.
Bene, non farò nulla tutta l'ora.
-Tu sei nuova?-. Una ragazza dalla chioma rossa e liscia si siede accanto a me, appoggiando la sua cartella sul pavimento.
Annuisco. -Sono Sam, piacere-. Le dico allegramente porgendole la mano la quale lei stringe cordialmente.
-Io sono Miley, anche per me è questo è il primo giorno qui-.
Miley. E' un nome non molto comune e mi ricorda molto Hanna Montanah. Lo vedevo sempre quand'ero piccola, in realtà l'ho visto ieri pomeriggio dopo pranzo con Harry e i ragazzi. Hanno detto che per loro non era un problema se lo vedessi, quindi...
Sorrido e scorgo le migliaia di lentiggini che le tappezzano il viso, incorniciando due occhioni verdi. E' davvero carina.
-Mi sono appena trasferita da Manchester, per il lavoro dei miei-. Spiega mentre la professoressa non degna di una sguardo la classe. -Starai pensando: 'Wow, da Manchester a Holmes Chapel!', beh, non posso farci niente. I miei genitori lavorano in campo astronomico e Holmes Chapel è un paese di chef, mi dicono-. Esclama sorridente.
Improvvisamente ricordo ciò che ha detto Zayn il giorno precedente. Avevo torto, stranamente.
L'ora trascorre velocemente, in effetti la trascorro a conversare con Miley che sembra essere molto gentile e simpatica.
-Ora ho matematica, a dopo-. Saluto Miley e mi dirigo verso l'aula sulla sinistra in fondo al corridoio.
I banchi nelle ultime file sono già tutti occupati. Maledizione.
-Sam!-. Qualcuno mi chiama dal secondo banco. E' Zayn, lo saluto e fa cenno di accostarlo. Chiesto, fatto.
-Come va?-. Chiedo imbarazzata.
-Bene, e il tuo cagnolino come sta?-. Domanda ironico riferendosi alla faccenda di Paris Hilton.
Sorrido lievemente, poi il professor Thompson inizia il suo lungo e imbarazzante discorso.
-Vedo che abbiamo una nuova arrivata!-. Esclama allegro, portando l'attenzione della classe su di me. Che imbarazzo.
Sorrido sforzatamente e timidamente, mentre porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sento pressare le occhiate dei miei nuovi compagni di classe, ma quella di Zayn proprio mi incita a sotterrarmi. Ha uno sguardo troppo intenso e non so se la mia timidezza riuscirà a resistergli.
-Ehm...salve-. Sussurro.
Zayn si accorge del mio imbarazzo e ride lievemente, mentre mi affretto a tirargli un calcio sotto il banco.
-Vediamo, tu devi essere...-. Il professore scorre con gli occhi il registro di classe in cerca di un nuovo nome mai sentito prima in tre anni. -...Eccoti! Samantha Caroline Monroe-.
Zayn ride nuovamente, forse per il mio secondo nome. Naturalmente riceve un altro calcio.
-Spero ti troverai bene qui e ...studia se vuoi andare d'accordo con me-. Aggiunge il signor Thompson.
Studia.
Certo, come no. Inizio già a vedere risse tra me e il professore.
Thompson inizia a parlare di qualcosa, mentre inizio a scarabocchiare sul banco lettere indecifrabili, poco interessata alla lezione. Passo l'ora in questo modo.

Finalmente l'ora di pranzo attira tutti gli studenti in mensa. Cerco di superare la folla di studenti per raggiungere Harry, Niall , Zayn, Louis e Liam al tavolo vicino alla finestra, ma qualcuno blocca i miei movimenti afferrandomi per un braccio. Mi volto e vedo la figura di una ragazza in carne, mora, dalla carnagione scura e dalle labbra carnose. La guardo confusa e perplessa. Non l'ho mai vista prima e non ho idea di chi possa essere.
-E tu sei?-. Chiedo stizzita inarcando un sopracciglio.
-Hilary Young, presidentessa del corpo studenti, quarto anno, nella tua stessa aula di matematica-. Cantilena piena di fierezza in volto.
-Vuoi dirmi anche qual è il tuo gruppo sanguino o il nome del ragazzo con cui hai fatto sesso l'ultima volta?-.
-Stammi bene a sentire ragazzina, non voglio che ti avvicini più a Zayn. Ho visto come lo guardavi oggi in classe. Non voglio che una stronzetta rovini il nostro rapporto o sarò costretta a rendere la tua vita un inferno. Ti è chiaro il concetto?-.
-Sei fuori-. Volto i tacchi e mi dirigo verso i ragazzi, lasciando Miss Perfettina delusa e sconvolta. Direi che sarebbe perfetta per Harry se non avessi scoperto che non è più un possibile candidato al ragazzo più perfetto dell'universo.
-Cosa ti ha detto Young?-. Mi domanda preoccupato Harry non appena mi siedo accanto a lui.
-Mi ha minacciata di morte-. Esagero rimanendo comunque sul vago.
-Cosa?-. Tutti strabuzzano gli occhi, ma Zayn sembra essere più sconvolto degli altri.
-Non allarmatevi!-. Spiego loro la breve conversazione avuto con Miss Perfection 2012 per poi udire sghignazzare i ragazzi. Sembrano molto divertiti.
-Brava, ragazza! L'hai risposta a tono!-. Commenta Niall ancora ridendo.
-Zayn, tu e lei state insieme?-. Chiedo scettica.
Zayn strabuzza gli occhi e per poco non si affoga con la sua stessa saliva.
Che idiota.
-Neanche morto. Mi fa il filo da un po' ed è convinta che io ricambi!-.
Un senso di piacere e soddisfazione mi invade e tra le platee della mia mente il pubblico urla di gioia.
Un momento.
Perchè sono felice che Zayn non abbia una fidanzata? Non voglio pensarci, e metto a tacere il caos nella mia testa.
Scopro che io e Zayn avremo un’altra lezione in comune, questa volta ci saranno anche Niall e Liam. Insieme ci dirigiamo verso l’aula di filosofia, la mia materia forte.
-La professoressa Tyler non si renderà conto neanche che sei nuova. Non è portata per la scuola, non capisco perché ci lavori-. Afferma Niall.
Liam e Niall si siedono insieme all’ultimo banco; Zayn mi invita a raggiungerlo al banco dopo in penultima fila. Come aveva previsto Niall, la lezione si svolge diversamente da come dovrebbe procedere. Nessuno spiega e di conseguenza nessuno ascolta, e nessuno sembra voler prendere la situazione sotto controllo. Sarà un’ora interessante.
-E così il tuo secondo nome è Caroline-. Dice Zayn tra un sorriso beffardo e una smorfia.
-Non capisco cosa ci trovi tanto da ridere. Si, è orribile, ma non posso farci niente-. Apro un quaderno e inizio a scrivere il mio nome più volte, lo faccio sempre quando sono annoiata o, in questo caso, imbarazzata.
-Oh, nulla. Il mio secondo nome è Jawaad-. Mi confida in tono rassegnato, come se anche lui non sia contento di avere questo secondo nome.
-Jawa che?-. Chiedo perplessa e incapace di pronunciarlo.
-Jawaad. Ho origini Pakistane e mio nonno si chiamava così. Ma non devi dirlo a nessuno, lo sanno solo i ragazzi ed ora anche tu-.
-Perché vuoi che non lo sappia nessuno?-.
-E’ una storia lunga-.
-Io ho tempo-. Appoggio i gomiti al banco verde poco curato e inizio a guardarlo interessata. E’ davvero un bel ragazzo. La pelle ambrata e gli occhi color cioccolato mi affascinano molto.
Sorride divertito e un po’ meravigliato dalla mia attenzione nei suoi confronti. Fa un sospiro, scorre con gli occhi l’intera aula per un attimo e poi si passa una mano tra il suo ciuffo nero ben laccato. Non mi piace la lacca, utilizzandola sembra che i capelli siano appiccicati e dà un senso di sporco.
-Prima che inizi, voglio consigliarti di non utilizzare troppa lacca, potrebbe danneggiare i tuoi capelli-. Indico il ciuffo con espressione molto seria sul viso.
Mi guarda un po’ titubante e un po’ sorpreso. –Va bene, accetto consigli da belle ragazze-.
A questo punto il mio cuore può anche cessare di battere, sono in piena crisi ormonale. Aiuto.
Deglutisco abbassando lo sguardo sul foglio pieno di ‘Sam Monroe’ e poi cerco di sfoggiare un sorriso. Sembro un ebete, lo so.
-Comunque…-. Riprende il suo discorso intuendo il mio imbarazzo. -…Sono stato espulso da due scuole prima di venire qui. Tutti mi accusavano di terrorismo date le mie origini; addirittura qualcuno mi aveva soprannominato ‘il talebano’. Io ci stavo male, molto male ma ovviamente tentavo di andare avanti e non badare a ciò che dicevano. Ma scoppiavo sempre, ogni volta, e...facevo a botte con chiunque osasse farlo ripetutamente-.
Lo guardo strabiliata, mentre lui sembra essere molto tranquillo e disinvolto anche se c’è un non so che di doloroso nel suo sguardo, sembra quasi che provi rimorso nel suo passato e in ciò che ha dovuto subire. Naturalmente lo capisco ma davvero non saprei cosa dire in questo momento.
-Ah…-. Sussurro.
-Lo so, mi vedi come un ragazzo aggressivo, come un cattivo ragazzo ma…-.
-No!-. Lo ammonisco. –Non sto pensando affatto a questo. Anzi, ti capisco e devo dire che sono sbalordita dal fatto che tu ti fidi di me a tal punto da dirmi queste cose. Eppure ci conosciamo da soli tre giorni. Mi…lusinga-. Questo sarebbe stato perfettamente uno dei pochi pensieri rinchiusi nella mia mente, ma, ovviamente, la mia bocca fa sempre le cose frettolosamente ed io ne devo subire le conseguenze. Brava Sam, complimenti.
Mi guarda con un sorriso plasmato sul volto e con aria compiaciuta.
-Ti prego non muoverti, sei fantastico in questa posizione-. Sussurro con aria imbambolata accasciandomi completamente sul banco per poi accorgermi che ho dato voce a un altro dei miei stupidi pensieri. Mi rizzo immediatamente in piedi allarmata dalla situazione sotto il suo sguardo divertito e confuso. –Cioè, volevo dire…non muoverti perché…hai una zanzara sulla spalla-. Do un colpetto sulla sua spalla destra impacciatamente.
-Ma non ci sono zanzare ad ottobre-. Contraddice.
-Beh, ma…-. Il suono stridente della campanella mette a tacere le mie parole. Sorrido istericamente, saluto con una mano, prendo lo zaino e mi dirigo verso l’uscita dell’aula, lasciando Zayn seduto sulla sedia del banco in terza fila con i suoi dubbi e i suoi commenti confusi sulla mia stranezza.
Quando si dice ‘salvata da una campanella’. 

 

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Capitolo 4
*** Catching feelings ***


Catching feelings

I giorni sono passati dal mio arrivo ad Holmes Chapel e Harry e i suoi amici sono davvero simpatici, siamo diventati molto uniti. Anche con Miley sto allacciando un bel rapporto anche se non vorrei riporre molta speranza in lei e nella sua amicizia, perché un po’ mi terrorizza affezionarmi alle persone.
Avete presente quando, dopo una lunghissima giornata di sole pensi di aver raggiunto un’abbronzatura perfetta, color oro e non troppo scura, quella che sfoggiano le modelle sui cataloghi di bikini, e poi, guardandoti allo specchio, vedi un enorme peperone  fluttuante ?
Bene, ho provato una sensazione del genere quando  Zayn questa mattina mi ha chiesto di dargli ripetizioni di francese oggi pomeriggio. Dopo domani avrà un compito e vuole prepararsi per bene e, frequentando lo stesso corso di francese, ha notato che me la cavo davvero bene in questa materia. Non per vantarmi, ma è così.
Naturalmente, l’idea di stare sola con lui mi mette un po’ di ansia e di agitazione, in quanto, sapete perfettamente, quante stupidaggini saprei dire in un secondo, o in una fazione di secondo. Ho paura di poter dare di nuovo una brutta impressione di me. Secondo me, proprio come ho detto ad Harry l’altra sera, Zayn mi considera un po’…stramba. Beh, posso capirlo. Due giorni fa, mentre ero nella palestra della scuola e lui era intento a svolgere trenta flessioni ogni minuto, ho casualmente versato del frullato alla fragola sulla sua maglietta bianca pulitissima. Gli ho letteralmente urlato contro che avrebbe dovuto togliersi la maglietta e quando l’ha fatto sono scivolata sul frullato caduto a terra.
Alle quattro in punto qualcuno bussa al campanello. Mi alzo dal divano di scatto e come un fulmine mi dirigo verso…lo specchio. Devo apparire carina se voglio che Zayn pensi qualcosa di carino su di me, cosa improbabile. Mi do una sistemata ai capelli e metto un filo di mascara. Come una furia omicida mi dirigo verso la porta di casa. Esito un attimo sull’uscio pensando a come accoglierlo. ‘Ehi Zayn, come va? Accomodati’. Aspetta, forse gli piacciono le ragazze aggressive, magari burbere. ‘Ciao stronzo, porta le tue chiappe molli sul divano di questa baracca, cane furioso sarà pronto a darti lezioni di quella lingua morta’.
Cane furioso? Davvero?
Ma cosa sto dicendo? Non so neanche cosa significhi…
-Ciao Zayn!-. Mostro un sorriso a trentadue denti capace di fare invidia al lampadario di una casa di riposo per ciechi.
-Sam!-. Esclama arrecandomi un bacio sulla guancia.
Un groviglio di emozioni miste si inietta nel mio stomaco come un razzo, portandomi a trattenere il respiro e a socchiudere la bocca; sono meravigliata, scioccata, sconvolta.
Quanto affetto, Zayn!
Non che mi dispiaccia…
-Allora…hai portato i libri?-.
Ma che domanda è? E’ ovvio che l’ha fatto, è venuto qui per studiare non per lavare il gatto della vicina di casa.
-Si-. Si siede sulla sedia accanto alla mia e tira fuori due libri dallo spessore enorme, appoggiandoli sul tavolo della cucina. –Harry non è in casa?-. Mi chiede distrattamente prendendo una penna dall’astuccio azzurro. Oh, l’azzurro è il mio colore preferito.
-No, aveva un appuntamento dal dentista-. Mi affretto a rispondere.
-Quindi siamo soli in casa?-.
-Ehm…si-. Rispondo incerta e titubante.
-Non farti strane idee, era solo un’informazione-. Sfoggia un sorriso malizioso per poi assumere un’espressione compiaciuta sul volto. A proposito, ho già detto che ha una pelle liscissima? Alla luce sembra ancora più morbida e vellutata, soprattutto sotto la luce di casa mia; dovrebbe passare più tempo qui. Quasi mi viene voglia di afferrare un pezzo delle sue guance e strapazzarle come fossero quelle di un bambino.
Inizio la lezione elencandogli le vari coniugazioni dei verbi. Inizialmente penso che abbia qualche problema con la memoria perché non riesce a registrare nulla di ciò che dico. Poi diventa sempre più fluido con la pronuncia, più attivo nel rispondere alle mie domande, più intraprendente nell’afferrare i vari concetti che gli spiego, e molto più bello.
Okay, questo non centra.
- Lorsque vous toucher pour la première fois ... Je le ferai avec mes lèvres-. Sussurro mentre scarabocchio annoiata sul libro. E’ una frase che ho letto poco tempo fa in un libro di poesie e mie è rimasta impressa. Penso che Zayn non mi abbia sentita, ma naturalmente mi sbaglio, come sempre.
-Eh?-.
-La voglia di risponderti con ‘Chupa’ è irrefrenabile, ma il rispetto che ho nei tuoi confronti mi frena-. Dico tutto d’un fiato.
Zayn ride rumorosamente ed io, come al solito, mi trovo le ovaie a pezzi.
-Allora? Cosa vuol dire?-. Chiede e sembra essere davvero curioso.
Non riesco a resistere ad una faccia come la sua, per questo decido di confessargli il significato di quella frase anche se non avrei dovuto pronunciarla, in quanto penso sia troppo…sdolcinata e fuori luogo.
-Significa: ‘Quando ci toccheremo per la prima volta, sarà con le mie labbra’-. Ritorno a scrivere qualcosa di incomprensibile sul foglio bianco sotto i miei occhi e sopra il tavolo in vetro, accorgendomi dello sguardo confuso, meravigliato e anche un po’ divertito di Zayn  sulla mia figura di fronte.
Dopo qualche istante, decido di rompere l’atmosfera imbarazzante ritornando a studiare.
L’orologio segna le sei e quarantacinque quando chiudiamo definitivamente i libri di francese soddisfatti.
-Hai imparato subito, bravo-.
-Oh, grazie, ma il merito è tuo. Sei stata un’insegnante eccellente-. Assume un’aria di finta superbia e batte un colpo sulla mia spalla.
-Ora mi sciolgo completamente-.
Sgrano gli occhi sbigottita, più che altro traumatizzata, dalla poca capacità di trattenere le mie idee e i miei pensieri al di fuori della zona in cui c’è Zayn. Forse è il suo viso, o la sua voce che mi istiga a dire tutto ciò che mi passa per la testa. Il suo sguardo mi mette in imbarazzo ma allo stesso tempo induce fiducia e sicurezza, quasi mi sussurrasse: ‘Parla’. O forse ho le allucinazioni.
La carnagione della mia pelle, da chiara e candida che era, diventa rossa anzi, rossissima. Mi passo una mano tra i capelli alludendo alla naturalezza e alla disinvoltura. Vedo Zayn sorridere impercettibilmente mentre guarda da un punto all’altro della stanza imbarazzato.
Sono capace di rendere ansiosi anche gli altri, sono un fenomeno.
Ricambio il suo sorriso, con uno più fioco e debole, quasi spasmodico; abbasso lo sguardo sul tappeto rosso e poi lo riporto su di lui che, con mia sorpresa, è intento a fissarmi.
-Ehm…hai fame? Io si…vuoi qualcosa da mangiare? Ho biscotti di tutti i tipi, brioche, merendine varie…ma se hai proprio tanta fame…beh, ti consiglio di andare in un ristorante perché non so cucinare nulla-. Confesso rassegnata e intimidita mentre sono in cerca di qualcosa da sgranocchiare nella credenza di casa. Ovviamente non c’è nulla di buono da mangiare e Marie ha dimenticato di fare la spesa stamattina.
-Sam, dei biscotti andranno bene-. Dice quasi in un sussurro guardandomi divertito.
Mi affretto a prendere dei biscotti al cioccolato, gli unici che dominano nel mobile. Fortunatamente Zayn ha gusti facili e semplici.
-Prima dove vivevi?-. Mi chiede mordendo un biscotto.
-A Londra-.
-A Londra?-. Ripete sbalordito.
Lo capisco, chi da Londra si sarebbe trasferito in un paesino sperduto e privo di servizi attivi di ogni genere?
Sospiro. –Mia madre ama molto Ron e per lei l’amore nei suoi confronti vale molto di più del prestigio delle città-. Prendo una pausa prendendo un altro biscotto. Questa pasta frolla è davvero deliziosa. Marie dovrebbe comprarli sempre. –Ma, devo dire, che è stato un bene trasferirmi qui. Almeno non vedo le mie vecchie conoscenti e le mie compagne di classe. Loro davano soltanto importanza all’estetica e non ad acculturarsi. Io penso che una delle cose più belle e fondamentali della vita di una persona sia il sapere, che potrebbe essere utile anche per trovare lavoro in futuro. Naturalmente io non voglio lavorare per essere qualcuno, per diventare famosa. Io voglio soltanto che, arrivata ad un punto della mia vita, possa dire: ‘Ho fatto tutto ciò che c’era da fare’, senza rimorso, senza rancore. E sarà la sensazione più bella in assoluto-. Articolo quelle parole con aria sognante e speranzosa, tra un morso e l’altro, gesticolando lievissimamente.
Zayn mi sorride con compassione dall’altro lato del tavolo, riuscendo a penetrarmi dentro. L’ho già detto che ha dei denti perfetti? Non sapevo fossero così bianchi da illuminare una stanza.
-E tu cos’altro hai di diverso dalle tue amiche di Londra?-.
-Conoscenti-. Correggo. –Preferisco chiamarle conoscenti. ‘Amiche’ è una parola troppo grossa per ragazze che si fulminavano con lo sguardo…e poi preferisco non avere amiche. Le amicizie possono deludere e quelle ragazze ne erano la prova. Insomma io non ero come loro. Io sono favorevole ai corpi formosi e con un po' di grasso in più, alle unghie poco curate e mai smaltate, ai jeans strappati, alle t-shirt larghe e alle enormi felpe. Approvo i centri commerciali e i negozi di poca qualità, il Mc'Donalds e il luna park. Loro trovavano difetto in tutto ed io non mi riconoscevo proprio in quella realtà-.
-Che tipo di realtà era?-.
Sembra davvero interessato e questo mi lusinga, nessuno si è interessato a me e ai miei pensieri come lui in questo momento.
-Una realtà in cui l’apparire contava più dell’essere. Chiaramente per me l’essere è più importante, perché è dall’essere che deriva il fare. Lo diceva mio nonno-.
-Sai Sam, sei una ragazza davvero in gamba, contrariamente a come mi aspettavo-.
-Quindi pensavi che davvero fossi stramba?-.
-Cosa? No, non l’ho mai detto!-.
-Harry mi ha detto il contrario-.
-Harry cosa?-.
Ops, una bugia non sarà mai un problema di troppo. E poi ne ho dette tantissime nella mia vita e sono ancora viva e vegeta, nessuno mi deve ancora punire.
-Niente-.
Mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso il frigo. Dopo mangiato si beve, naturalmente. Mentre ritorno verso il tavolo, Zayn mi scruta accuratamente da capo a piede. Faccio finta di niente anche se mi costa tantissimo.
-Sam, sei molto bella e sei così…-.
-Così come?-. Domando disinvolta come se quello che ha appena detto non mi abbia sfiorata affatto.
-Così diversa-.
-E’ un bene o un male?-.
-Decisamente un bene-.
-Siamo a casa!-. Harry e mamma entrano in casa sfacciatamente irrompendo in cucina come dei ladri.
-Ciao Harry, salve Beth-. Zayn saluta da perfetto gentiluomo.
Oh, che bel maritino sarebbe! Piacerebbe molto a mamma.
Basta, Sam!
-Zayn, per quanto riguarda la festa di sabato, vorrei che tu facessi il dj. Sei d’accordo?-. Domanda Harry.
-Certo-.
-Quale festa?-.Domando curiosa come se sia appena scesa dalle nuvole.
-Andiamo Sam, la stiamo organizzando da giorni e tu non ne hai sentito parlare?-. Chiede meravigliato Harry.
-Ehm…no-.
E’ possibile che non ne sappia nulla? Eppure ci vivo con quel ruba cuore di mio fratello.
-Naturalmente tu sei invitata-. Zayn mi lancia uno sguardo, devo dire, molto sensuale. –Arrivederci Beth. Ci vediamo domani, Sam-. Sorride lievemente. –Harry-. Saluta con il capo, prende i suoi libri e si avvia alla porta di casa chiudendola silenziosamente.
-Il dentista ha detto che Harry non ha nessun dente rotto, è soltanto una caria-. Annuncia mamma felicemente mentre tira fuori dallo scaffale una teglia per l’arrosto.
Cosa potrebbe importarmi del dente cariato di Harry quando Zayn ha detto che sono bella! L’ha detto convinto, perlomeno così sembrava. Vorrei salire sul tavolo e ballare come una cubista in discoteca o addirittura scalerei montagne alte quanto l’Everest per sentirmi di nuovo dire una cosa del genere immersa nel tono di voce sexy di Zayn
-E tu cos’hai fatto, Sam? Passata una bella giornata?-. Chiede Harry maliziosamente.
Sembra aver intuito qualcosa, forse sa della mia micro cotta per Zayn.
-Si, è stato un bel pomeriggio-.



 

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Capitolo 5
*** He's a french idiot ***


He's a french idiot

Stanotte ho sognato Zayn.
Non ricordo cosa esattamente ma ricordo il suo viso tremendamente meraviglioso.
Non so se sia un bene ma non posso controllare i miei sogni adesso. Certo, a me non dispiace averlo nella mia ottica anche quando dormo ma penso che sia quasi diventata dipendente da lui. Sembra quasi che faccia determinate cose solo per lui , per vederlo sorridere e parlare.
-Ciao Miley-. Saluto la mia compagna di banco allegramente.
Sono di buon umore questa mattina, forse perché ieri è stato davvero un bel pomeriggio.
-Ehi Sam, come stai? L’altro ieri volevo chiamarti poi ho ricordato che avevi da fare con quel tipo…ehm…come si chiama…Zayn!-.
Detto in questo modo sembra quasi che sia una prostituta e che ‘abbia avuto da fare con Zayn’ per soddisfare alcune sue voglie.
-Già…-. Mi limito a sorridere e ad annuire poco interessata a lei e a cosa sta dicendo.
-Sai quel biondino con gli occhi color ghiaccio che frequenta il tuo stesso corso di matematica?-.
-Intendi Niall Horan?-.
-Si, proprio lui…Sembra adorabile, potresti presentarmelo-.
Perché lei afferma queste parole con un luccichio negli occhi e come se sia un’idea grandiosa mentre nel mio stomaco il latte e i cereali di stamattina tentano di uscire fuori sotto forma di una poltiglia disgustosa?
Niall è adorabile?
E’ bello, è affascinante, è muscoloso ma adorabile, no!
Vorrei scoppiarle a ridere in faccia ma penso sia meglio non farlo e rimanere in silenzio, come una persona matura e normale.
Magari se le presentassi Niall si accorgerebbe di quanto sia insopportabile. Ultimamente ho conosciuto un lato del suo carattere che tende sempre a lamentarsi per qualunque cosa, persino per il sale sulla carne. Ieri sera è rimasto a cena da me e Marie ha cucinato una delle sue prelibatezze spagnole e Niall, che era ospite, ha osato criticare il suo modo di cucinare. Avrebbe dovuto ammutolire e mangiare senza neanche respirare solo perché gli era stato concesso di mangiare a casa mia…e di Harry.
-Mmh…ottima idea-.
Si certo, come no.
La professoressa Smith tenta di coinvolgere la classe in un interessantissimo discorso di letteratura inglese ma, naturalmente, gli sguardi persi nel vuoto e gli sbadigli silenziosi degli altri ragazzi in aula, fanno capire chiaramente che nessuno è intento a seguirla. La letteratura è un po’ noiosa, molto in realtà, e la voce della Smith è un inno alla morte.
L’ora passa in fretta, più veloce delle ore passate a non far nulla.
Mentre mi dirigo al secondo piano nell’aula di storia dell’arte noto una ragazza mora avvicinarsi con aria minacciosa verso di me; è la stessa di qualche giorno fa, la spasimante depressa in cerca di qualcuno su cui sfogare le sue pene che mi ha minacciata di rendere la mia vita un inferno.
Come se già non lo sia.
Con lei questa volta c’è una ragazza dai capelli biondo platino e tette rifatte, si vede da un miglio lontano e quando si avvicina noto che anche le sue labbra sono imbottite di silicone. Mi sa tanto di Barbie sul pisello. Aspetta, quella è la principessa.
-Monroe!-. Mi chiama urlando.
Mi volto verso di lei e accenno un sorriso più falso che mai. Schiocco la lingua e la saluto con la mano.
-Risparmiami queste scene da ragazza della porta accanto, so che mi odi…beh, faccio quest’effetto alle ragazze dato che i ragazzi hanno occhi solo per me-. Dice tutto d'un fiato.
-Oh, vedo che sei fottuta-.
-Eh?-. Chupa. –Da cosa sarei fottuta, ragazzina?-.
-Dalla convinzione-.
La folla dalla platea nella mia mente esulta e mi elogia come fossi una dea per le frasi fatte che dette da me risultano migliori, modestamente.
Young innalza un sopracciglio, sembra non aver accettato bene la mia affermazione.
Peccato, me ne farò una ragione.
Accenna un sorriso quasi isterico in volto per poi ritornare più seria.
Sembra quasi Sharpay Evans di High School Musica ma più grassa e bruna, insomma Sharpay la vendetta.
-Allora, mettiamo le cose in chiaro. Ehm…come si dice? Patti chiari amicizia lunga-.
-Con te non voglio avere nessun tipo di amicizia, quindi stammi alla larga-.
Mi volto e cerco di allontanarmi, ma miss Perfezione mi afferra per un braccio e sono costretta ad avere nuovamente la sua visione ripugnante nella mia visuale.
-Sei tu che devi stare alla larga da Zayn. Ti ho già detto che…-.
-…renderai la mia vita un inferno-. La precedo come se questo appena detto sia una filastrocca sentita e risentita. –Senti ma a chi vuoi darla a bere? Sei una psicopatica senza rapporti sociali normali con problemi mentali avanzati. Non ho intenzione di sprecare un altro minuto parlandoti anche perché sto cercando di crearmi una buona reputazione-. Tolgo la sua mano molto curata e smaltata di un rosso fuoco, volgare tra l’altro, mentre accenno un sorriso poco veritiero. –Sta’ tranquilla, Zayn ed io non saremo mai niente, ma posso scegliere i miei amici-.
Mi allontano come se stia camminando su una passerella per Dior illuminata dalla luce dei fari di ultima generazione. Nella mia testa vedo anche i miei capelli alzarsi al vento e una folla che applaude incessantemente.
Oh, che bella vita da star…se lo fossi.
-Ah!-. Mi giro nuovamente verso di lei come se abbia estromesso un particolare di fondamentale importanza nel discorso precedente. –Sembra che hai un procione morto in testa. Ti consiglio di utilizzare del balsamo, ai frutti tropicali precisamente-. Sfoggio un sorriso che arrecherebbe fastidio anche a me stessa se mi guardassi allo specchio in questo momento e la lascio di stucco, con Barbie al suo fianco intenta a limarsi le unghie.
 
-Eccolo!-. Miley indica Niall seduto al tavolo in fondo della mensa. –Ti prego, fammelo conoscere!-. Quasi mi supplica.
E’ davvero così disperata?
Ruoto gli occhi e la prendo per un braccio, trascinandola fino al tavolo dove oltre a Niall, ci sono anche Liam, Louis, Zayn e Harry.
-Ciao ragazzi, lei è Miley-.
Sembra tanto quei club di alcolisti anonimi: ‘Ciao io sono Miley’.
‘Ciao Miley, raccontaci la tua storia’.
‘Non bevo da…sempre e ne sono soddisfatta’.
‘Brava Miley’.
E applaudono con aria annoiata e poco interessata per vari minuti.
Miley stringe le mani di ciascun ragazzo con un sorriso da tonta stampato sul volto.
Dio, sembra Ron!
Spazzo via dalla mia testa l’immagine del corpo di Ron con la faccia di Miley, per poi sedermi alla sinistra di Harry e alla destra di Miley. Quest’ultima diventa particolarmente agitata e quasi isterica al contatto con la mano di Niall, il quale sembra reagire come se quella che ha davanti sia una mosca: le stringe la mano quasi sia un sacrificio farlo e ritorna a mangiare la sua amata omelette.
Peccato, non è stato colpito da un fulmine.
-Quindi tu sei un’amica di Sam?-. Domanda scettico Harry.
-Si, l’ho conosciuta il primo giorno di scuola. Andiamo molto d’accordo-. Risponde Miley tranquillamente mentre addenta una mela.
-Strano, Sam non mi ha mai parlato di te-.
Quasi mi affogo con l’acqua che sto bevendo.
Non voglio che Miley pensi sia una menefreghista e che la sfrutti perché non riesco a legare con altre ragazze. In un certo senso lo è, ma sotto un altro punto di vista, che ora proprio non mi viene in mente, è il contrario. Certo, Miley è un po’ oppressiva e anche un po’ chiacchierona e anche noiosa alcune volte, ma è pur sempre una brava ragazza e non voglio che soffra. Non che pensi che per me qualcuno possa soffrire, ma potrebbe accadere, magari ne rimarrebbe delusa.
Harry sembra aver intuito ciò che il mio leggerissimo calcio voglia significare e si schiarisce la voce più volte rumorosamente.
-Cioè, Sam non mi ha detto che oggi ci avreste presentati. Tutto qua…-. Si corregge.
Miley accenna un sorriso, confusa. Sembra che sia l’unica normale in un gruppo di pazzi psicopatici; beh, forse è così davvero, anche se gli altri ragazzi continuano a mangiare senza apportare minimo disturbo alla nostra conversazione, anzi, sembrano del tutto assenti.
Meglio così.
-Verrai alla festa di sabato?-. Chiede Louis improvvisamente rivolgendosi a Miley.
-Quale festa?-.
-Sam non te ne ha parlato? Sabato daremo una festa all’Heaven-. Interviene Harry.
Gli lancio uno sguardo infastidito ma lui sembra riceverlo come uno scherzo e addirittura mi sorride beffardo.
Odio quando fa così, sa essere tanto caro quanto irritante.
-Veramente no-.
-Stavo giusto per farlo-. Intervengo di scatto, quasi urlando per accertarmi che nessun altro dica qualcos’altro.
-Allora, vieni?-. Louis va subito al sodo, senza spiegazioni.
-Mmmh…-. Ci pensa qualche secondo, grattandosi un braccio. –Perché no? Sarà divertente-.
-Grandioso-. Esclama Louis soddisfatto e sembra essere molto divertito.
Tutti noi lo guardiamo sgomenti da questa sua reazione improvvisa ed io inizio a pensare che la bellezza di Miley abbia fatto colpo sulla persona sbagliata.
 
Uscita dalla mensa, raggiungo Zayn che è già diretto all’entrata dell’aula di biologia. Tocco la sua spalla in modo tale che si volti completamente verso di me per prestarmi attenzione.
Per poco non cado a terra spiazzata dal suo sguardo, meravigliato di vedermi.
-Com’è andato il compito, Zayn?-. Chiedo imbarazzata.
-Oh, una meraviglia. Dopo tutto ciò che abbiamo fatto l’altro ieri, oggi è stato un gioco da ragazzi-. Afferma sorridendo e con superbia, ficcando una cannuccia nel suo succo alla pesca.
Sorrido soddisfatta e mi faccio i complimenti mentalmente.
Complimenti, Sam. Potresti diventare un’insegnante di francese.
Oh, andiamo, è stato merito di Zayn che con il viso che si ritrova mi ha invogliato a spiegargli tutto ciò che so su quella materia.
Riprendiamo a camminare verso l’aula, dove ci accomodiamo al penultimo banco sulla sinistra.
Vedo Hilary Young guardarmi con aria minacciosa. Sinceramente non me ne può fregar di meno dei giochetti di quella complessata e decido di scansare i suoi sguardi e affrontare liberamente ciò che mi si pone in questo momento.
Zayn nota gli sguardi infuocati che Hilary gli lancia e quelli di morte che lancia alla sottoscritta. Sorride compiaciuto e poi si volta verso di me.
-Ti ha minacciata ancora, vero?-. Chiede come se già sappia la mia risposta.
-Ehm…si-.
-Pensa che si fa chiamare ‘principessa’, ultimamente-.
Rido pensando che quel nome non le si addica per niente. Andiamo, è un mostro.
-Certo, la principessa Fiona di Shrek-. Dico sospirando.
Sento Zayn ridere a crepapelle, che sbatte una mano sul banco per il divertimento. La sua risata contagia anche me.
E’ fantastico quando sorride; gli occhi sembrano delle stelle e le sue labbra, aprendosi in un sorriso, mi ricordano la forma della luna. Subito dopo mi viene in mente il film ‘Una luna da baciare’ e mi vien voglia di farlo.
Chiaramente freno il mio istinto e ritorno ad essere seria, prestando attenzione alla lezione.
Ma cosa sto dicendo?
‘Presto attenzione alla lezione’.
A chi voglio darla a bere?
 
 
-Perché non vuoi confessarmi che Zayn ti piace?-. Sbotta Harry scocciato non appena la porta di casa si chiude.
E’ da quando siamo usciti da scuola che continua a dirmelo ed è l’ennesima volta che rispondo allo stesso modo. –Perché non è vero!-.
-Ho visto come vi guardate e poi perché l’altro ieri l’hai invitato a casa mentre io non c’ero?-.
-Io non l’ho invitato. Mi ha chiesto se potevo dargli delle ripetizioni di francese perché avrebbe avuto un compito e lui non se la cava molto bene-. Rispondo sulla difensiva.
Penso un attimo su cosa ha detto precedentemente. Ho bisogno di qualche apparecchio acustico o ha davvero detto ‘vi guardate’, usando la prima persona plurale? -‘Vi guardate’?-. Ripeto allibita. –Come mi guarda esattamente?-.
Harry rotea gli occhi al soffitto e poi sbuffa scocciato e nel suo sguardo si intuisce che è anch’egli un po’ sconvolto. -Cosa? Ma cosa stai dicendo? Zayn sa parlare quella lingua come fosse un francese di natura, non avrebbe avuto bisogno di ripetizioni-.
Aspetta un attimo, qualcosa non quadra.
In effetti con il passare del tempo, l’altro ieri la sua pronuncia è diventata perfetta, migliore della mia.
Apro la bocca con l’intenzione di ribattere ma non ho nulla da dire in mia difesa.
Evito Harry e mi dirigo al piano di sopra dove Marie è impegnata a sistemare la mia camera. Io l’aiuto volentieri.


 

Spero vi sia piaciuto:)

Continuo a cinque recensioni 

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Capitolo 6
*** Wanna die? ***


Wanna die?

Mancano pochi giorni alla festa più emozionante dell’anno, come l’ha chiamata Harry.
Sinceramente non me ne frega una ceppa ma spero vivamente che abbia successo, in quanto voglio che Harry ne rimanga soddisfatto e soprattutto che sia fiero del suo lavoro. E’ stato lui a volerla organizzare e Liam, Niall, Louis e Zayn l’hanno aiutato a racimolare gente e prenotare nella prestigiosa discoteca di Mainly Street.
Sono a casa e fa un freddo tremendo, nonostante siano accese le stufe di ogni tipo. Ron ha comprato cinque tipi di stufe, due elettriche e altre tre funzionano a vapore. Certo, è un po’ eccessivo ma penso abbia fatto la cosa giusta perché soffro molto il freddo.
Pensate che anche in estate indosso magliette a maniche lunghe.
In televisione stanno trasmettendo Hannah Montana ed io lo guardo volentieri.
Shhh, non ditelo a nessuno, ho una reputazione da difendere.
Ingozzandomi di patatine al pomodoro vedo la porta di casa aprirsi bruscamente e subito dopo mi ritrovo il divano invaso da cinque sconosciuti.
No, aspetta.
Sono quei cinque scalmanati di mio fratello e i suoi amici. Potrei iniziare ad utilizzare l’aggettivo possessivo ‘miei’, perché abbiamo stretto davvero un bel rapporto, ma ho paura di affrettare le cose, magari non mi sopportano.
Ehi, dov’è la mia busta di patatine? L’avevo in mano un secondo fa…
-Niall, dammi le mie patatine!-. Urlo contro il biondino che intanto è scappato in cucina.
Non ho voglia di seguirlo, me ne farò una ragione.
Gli altri si posizionano sul resto del divano e sulla poltrona accanto come fosse casa loro.
Louis appoggia addirittura i piedi sul tavolino.
La voglia di mozzargli i piedi con la sega elettrica che Ron ha nel garage mi tenta, ma decido comunque di placare il mio animo, respirando profondamente e ripetendo mentalmente che l’omicidio è illegale.
-Zayn, per la festa…non preoccuparti, ti ho rimpiazzato come dj, così avrai tempo per ballare e scatenarti-. Conferisce Harry all’amico.
-O magari di chiuderti nel bagno con qualche bella signorina-. Aggiunge Liam ridendo, provocando le risate degli altri.
-Non sono come voi, pervertiti-. Si difende Zayn ammiccando un sorriso malizioso.
-Certo, ed io vivo a Manhattan con Blair e Serena e Chuck è il mio fidanzato-. Ribatte Louis ironico.
Scoppio a ridere a più non posso facendo cadere l’attenzione divertita dei cinque ragazzi su di me.
Non riesco a fermarmi, la pancia traballa ritmicamente e sento le lacrime scorrere sulle guance irrefrenabili, le quali sono diventate completamente rossastre. Quando inizio a ridere non la smetto più; neanche se mi dicessero che Justin Bieber è atterrato a pochi metri da casa mia con un elicottero e una scatola di cioccolatini solo ed esclusivamente per me, non smetterei. In realtà, se mi trovassi in una situazione del genere sverrei proprio.
-Calma, Sam!-. Urla Niall divertito.
-Prendiamole dell’acqua, magari si calma-. Suggerisce Liam.
-Ma non riuscirà a berla-. Ribatte Harry.
-Ma lui intendeva in questo modo-. Zayn versa dell’acqua naturale dalla sua bottiglietta su di me, facendomi gelare.
Mi rizzo immediatamente in piedi e i ragazzi possono notare chiaramente il cambiamento d’espressione sul mio volto. Quella risata spontanea e chiassosa si è trasformata in uno sguardo da serial killer, pronta ad uccidere con le proprie mani chi ha osato commettere quel gesto immaturo e irresponsabile.
Mi volto e scorgo la figura mozzafiato di Zayn che sorride beffardo e tranquillo. Gli lancio uno sguardo minaccioso e ringhio come una tigre.
Le tigri ringhiano? Boh.
-Come hai osato farlo?-. Sbotto infuriata.
-E’ un po’ d’acqua, non ti ucciderà mica-.
-Ma io ucciderò te se non ti levi davanti ora!-.
Lo scanso e mi dirigo in cucina, di fronte al frigorifero. Ma non fraintendete, la fetta di torta avanzata di ieri sera che ho appena preso non voglio mangiarla.
Ritorno nuovamente in soggiorno e noto che Zayn ha occupato la mia postazione, quindi è di spalle e non riesce a vedermi.
Bene, meglio così, renderà le cose ancora più semplici.
Mi incammino diretta verso di lui e spappolo, nel vero senso della parola, il pezzo di cioccolato e panna sulla sua capigliatura perfetta e sul suo viso.
Si alza di scatto e si volta a guardarmi spaesato e quasi incosciente, cercando di ripulirsi il viso e i capelli. Sfoggio un sorriso soddisfatto e sento gli ‘oh’ prolungati di Niall, Louis, Liam ed Harry che hanno assistito alla scena increduli e divertiti.
Mi volto verso le scale con l’intenzione di andarmene in camera per godere dei frutti di questa bella rivincita. In realtà sono un po’ impaurita per la reazione di Zayn, potrei aspettarmi di tutto.
Corre verso di me e non ho neanche il tempo di fuggire su per le scale, che mi eleva in aria e mi posiziona sulla sua spalla come un sacco di patate.
-Zayn, mettimi giù!-. Urlo esasperata.
Nessuna risposta.
Inizia a salire le scale, non ho idea di cosa abbia intenzione di fare ma i miei pensieri non si limitano a pensare che voglia soltanto aiutarmi a rifare il mio letto.
-Le scale so farle anche da sola-. Ribatto brusca. –Potresti andare almeno un po’ più veloce, devo andare in bagno, ho bevuto troppo-.
Sembra che non abbia intenzione di rispondere.
-Ma che palle, Malik!-. Stringo più forte la presa al suo braccio per poi dargli un pizzicotto. –Hai dei muscoli sexy-.
No, non posso averlo detto davvero.
Subito sbatto una mano sulla fronte delusa dalla mia poca capacità di ragionare.
Lo sento ridacchiare e questo fa sorridere anche a me.
-Allora? Dove mi porti? Alle Maldive? No, andiamo in Messico, mi affascina di più. Spero soltanto che ce la farai a trasportarmi fin lì o saremo costretti a pagare il biglietto aereo!-. Esclamo come fossi una bambina di tre anni che elenca la lista dei giocattoli che vuole da Babbo Natale, commentando anche le sue scelte.
Ride a crepapelle fermandosi improvvisamente e inarcandosi all’indietro. Per un attimo ho paura che mi faccia cadere poi mi ritrovo con i piedi a terra, finalmente, e un getto d’acqua mi scompiglia i capelli, rendendomi fradicia dalla testa ai piedi.
-Cosa?-. Grido allibita da dove mi ritrovi. –Una doccia, ecco dove stavamo andando! Ma bravo, ottima immaginazione-.
-Mai mettersi contro Zayn Jawaad Malik-. Si batte un colpetto sulle spalle come se voglia congratularsi con se stesso e accennando un’espressione di finta superbia.
-Sei patetico-.
-Perché?-.
-Mai mettersi contro Samantha Caroline Monroe-. Afferro il bordo della sua maglietta decisamente troppo aderente e lo trascino sotto la doccia con me.
Rido rumorosamente sentendolo lamentarsi, per poi accorgermi che il suo petto è incastrato perfettamente con il mio e i nostri nasi sono ad un millimetro di distanza.
Devo solo mantenere la calma e far finta che sia un koala…
Si, un koala, perché è normale che i koala ti si attacchino addosso mentre un esemplare di Zayn no.
Devo ammettere che questa situazione mi eccita parecchio, ma non lo do a vedere. Gli sorrido notando che anche lui lo sta facendo mentre mi toglie una ciocca di capelli appiccicosi dalla fronte e la porta dietro l’orecchio.
A questo punto sono indecisa se chiamare il pronto soccorso o direttamente una clinica psichiatrica.
Giuro che ora svengo, ora svengo, ora svengo…
-Ora svengo-. Articolo a bassa voce mentre i miei occhi sono ben posizionati nei suoi.
Dannazione! Avevo letto che più pensi una frase più ti viene voglia di pronunciarla ad alta voce.
-Eh?-.
Chupa, Jawaqualcosa.
-Niente-. Sorrido imbarazzata allontanandomi da lui impacciatamente.
-Dove vai?-. Mi chiede con aria di chi ha appena ricevuto la delusione più grande della sua vita.
-Di sotto, non possiamo stare tutto il tempo qui a non far nulla-. Rispondo in tono ovvio e deciso. –Ma se tu vuoi farti una doccia, non ci sono problemi!-. Esclamo felice.
Naturalmente faccio sempre in modo che la gente pensi che sia una pervertita o qualcosa del genere. Forse in questo caso mi sento proprio così ma è stato spontaneo e non me ne sono resa nemmeno conto.
Sorride malizioso, ma io mi volto verso lo specchio appannato e ci strofino una mano sopra in modo tale che possa vedermi.
Oh Dio, sembro uno scimpanzé bagnato che ha appena avuto rapporti intimi con un gorilla.
Inizio a pettinarmi i capelli arruffati e bagnati con la spazzola arancione per poi scorgere il corpo nudo di Zayn accanto a me.
Nudo? Oh Madre Misericordia, sogno o son desta?
Zayn si è appena sfilato la maglietta ed ora è a dorso nudo.
Bene, non è un problema, so frenare i miei ormoni, almeno credo.
-Oh, che addominali, Zayn!-. Sbotto tranquillamente quasi sia una scoperta rallegrante.
Lo guardo traumatizzata quasi ho paura che mi rida in faccia…va bè, ci sono abituata.
Contrariamente a come mi aspettavo, si gira verso di me e inizia a guardarmi con veemenza. Aiuto.
-Toccali-. Mi incita con aria calma e serena.
-Cosa?-.
-Dai, toccali, non ti mangiano. So che vorresti farlo-. Dice deciso.
Vedendo l’incertezza che c’è nel mio sguardo, afferra la mia mano e la posiziona su quegli addom…aspetta, ma è una tartaruga marina che ha al posto della pancia?
Sono durissimi e ben definiti, sembrano quasi che siano stati scolpiti con un martello e del marmo prestigioso.
Socchiudo la bocca e sgrano leggermente gli occhi…è ufficiale, ora sembro un imbecille a tutti gli effetti.
Sorride e mi regala un bacio sulla guancia improvvisamente, come se abbia avuto il desideri di farlo.
Innalzo gli occhi sul suo viso e…wow, che occhi.
Porto la mano che precedentemente ha sfiorato quella sorta di bene per l’umanità sul tratto della mia guancia dove ora c’è il profumo alla vaniglia di Zayn. Sorrido inconsapevolmente e involontariamente.
Mi sento un’idiota. Prima l’ho colpito con quella torta, poi l’ho trascinato sotto la doccia, poi tocco i suoi addominali ed ora sorrido come un ebete.
Di bene in meglio.
-Io v-vado dagli al-altri-. Borbotto spaesata e stralunata.
Distolgo lo sguardo dai suoi occhi e chiudo la porta alle mie spalle, lasciandolo da solo con la sua tartaruga Turtle, gli ho dato un nomignolo.
Cosa mi sta succedendo?
Sento una sensazione piacevole allo stomaco che si espande fino al petto e addirittura sfiora il cuore, che fino a due secondi fa, posso giurare di averlo sentito battere ad un velocità incredibile. Ma soprattutto, perché Zayn non ha detto nulla e non ha fatto altro che guardarmi dritta negli occhi?
Penso che stanotte non dormirò per niente. 


 

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Capitolo 7
*** Can u feel the love tonight? ***


Can you feel the love tonight?

Già da qualche minuto sono in cucina a preparare le frittelle che Harry mi ha chiesto di cucinare. Sono le 9:30 del mattino e no, non sono a scuola. Oggi ci sarebbe stata una di quelle stupide assemblee scolastiche; mi da un fastidio enorme solo a pensare di dover ascoltare una professoressa parlare in un orario extra scolastico.
Così io e Harry abbiamo deciso di non andare e di goderci una giornata a casa senza far nulla. Mamma e Ron sono a lavoro e abbiamo la casa libera, come al solito. Loro non ci sono quasi mai. Certo, io non mi lamento affatto pensando a quanti ragazzi vorrebbero essere nella nostra stessa situazione e che i nostri genitori lavorano per portare denaro a casa e rendere la nostra vita migliore; alcune volte però, quando non ho letteralmente nulla da fare, penso che forse sia sbagliato comportarsi in questo modo da parte di un genitore. Intendo dire che la presenza di una madre e di un padre è fondamentale nella vita di una persona soprattutto quando si parla di adolescenti. Magari potrei diventare come quei tipi freddi e asociali che si comportano come San Benedetto da Norcia dicendo che il loro modo di fare è la conseguenza di mancanza d’affetto da parte dei genitori. Sono sicura che non potrebbe mai accadermi una trasformazione del genere perché mia madre fa in modo che non mi manchi nulla…ma non si può mai sapere.
Il mio cellulare è appoggiato sul lavello, non badando al fatto che possa essere danneggiato dall’acqua.
Ho messo in riproduzione ‘Live my life’ di Far East Movement ft. Justin Bieber.
Mentre rompo le uova e verso della farina nella ciotola trasparente arancione, mi muovo a ritmo sulla voce angelica ma altamente profonda e che induce allo stadio successivo al primo bacio, di Bieber. L’ho già detto che lo amo? Mi pare di si.
Ballo facendo muovere il mio bacino a scatti, ma alcune volte ondeggiando delicatamente.
‘I’m gonna live…’.
Scatto col bacino a destra.
‘…my life…’.
Scatto col bacino a sinistra.
La canzone procede senza interruzioni, così come il mio ballo improvvisato. Devo dire che sono degna di un Oscar per la mia eccellente performance.
Aspetta, si ricevono Oscar per i balli migliori in assoluto?
Non voglio andare in fondo a questa faccenda.
Intono qualche parola accompagnando i miei movimenti e quando mi volto per prendere il latte dal frigo, noto che Harry è dietro di me con un sorrisetto divertito e malizioso stampato in volto e il suo cellulare è casualmente puntato su di me.
-Uoh…-. Esclamo pietrificata. –D-da quando s-sei qui, e-esattamente?-.
-Il tempo necessario per aver filmato tre minuti e quarantacinque di pura risata-. Sogghigna compiaciuto mentre posa il cellulare in tasca, dopo essersi accertato di aver salvato quello che per lui ora è un bell’affare: un ricatto. -…e devo dire che hai un movimento di bacino…sexy-. Aggiunge ridendo e avviandosi verso la sedia, dove si siede e inizia a mangiare le mie deliziose frittelle, già sfornate precedentemente.
E pensare che gli stavo preparando una colazione coi fiocchi, con tanto di frittelle ricoperte al cioccolato e un bel bicchierone di latte.
-Stronzo-. Stringo i denti e i pugni all’unisono per poi avvicinarmi di più al tavolo.
Mi guarda divertito e sul suo volto si plasma un’espressione di finta paura.
-Doppiamente stronzo-. Biascico.
Ride rumorosamente mentre addenta la sua amata frittella e non posso fare altro che pensare a come diavolo mangi! Mi sta facendo quasi vomitare. Quando si mangia si ha la bocca chiusa, questo lo sanno tutti.
Tranne Harry Styles.
-Okay, senti…-. Inizio il discorso pensando di poter portare Harry sulla buona strada per cancellare quel video, che sicuramente vorrebbe far vedere ai suoi amici. -…elimina quel video e vedrai che sarò la sorella perfetta che non hai mai avuto. Non farò mai la spia quando porti qualche ragazza a casa, non dirò mai che fai tardi la sera o che hai preso un brutto voto a scuola. Per favore, Harry…sai che ti voglio bene, un bene dell’anima…-.
Dai, posso farcela. Sembro abbastanza convincente.
-E poi semmai lo facessi vedere a qualcuno rovineresti non solo la mia reputazione, ma anche la tua! Tutti ti chiameranno ‘Harry, il fratello della tipa strana che balla come un cammello in calore’-. Sorride lievemente. –Ti prego, Harry…Ti supplico, ti scongiuro, farò tutto quello che vuoi da ora in poi, lo prometto!-.
Lo sto supplicando, non posso crederci.
Sono arrivata addirittura a strisciare sotto il mio fratellastro, il figlio di Ron.
L’aria di Holmes Chapel non mi fa molto bene.
Lo vedo pensarci su e per un attimo penso che forse l’ho convinto.
Mi sorride lievemente, si passa una mano tra i ricci folti e castani e riprende a fissarmi. –Ma io non voglio farlo vedere a nessuno che potrebbe rovinare la nostra reputazione, piccola-.  
Do un sospiro di sollievo non dando a vedere che quel ‘piccola’ mi ha un po’ allarmata. Si, sono sua sorella ma questo non vuol dire che può chiamarmi con quel soprannome ridicolo. Lo odio tantissimo.
-Certo, infatti non lo farò vedere a nessuno che non siano Niall, Louis,Liam e Zayn!-. Mi rinfaccia poi con aria soddisfatta e divertita.
Socchiudo gli occhi in due fessure e sbatto una mano sul tavolo, arrabbiata. Prendo prepotentemente il piatto di frittelle sotto il naso di Harry e lo getto nel bidone della spazzatura. Quello dell’umido  precisamente. A Holmes Chapel sono rigidi sulla raccolta differenziata, a differenza di Londra.
Prima mi guarda deluso poi un po’ svagato.
-La colazione preparatela da sola, ciao-. Chiudo la porta alle mie spalle e mi dirigo in tinello sentendolo sghignazzare da solo.
Salgo al piano di sopra e vedo Marie che stende il bucato. Vado in camera mia e mi chiudo dentro, gettandomi a peso morto sul letto.
Non che sia una cosa molto grave ciò che è appena successo, ma non voglio che gli altri ragazzi si prendano gioco di me, non voglio che mi prendano in giro. Risulterei come un fenomeno da baraccone e quest’immagine non mi si scrollerà mai di dosso con il passare degli anni. Come è successo a Zio Bill. Lui faceva il postino e un giorno è scivolato su una buccia di banana mentre attraversava il corridoio dell’ufficio postale. C’era quasi tutto il quartiere in posta quel giorno e al tempo Londra non era così poco riservata e grande. Era piccola e le voci giravano. Così zio Bill è stato soprannominato ‘Culo a terra’ e tutt’ora, che è ormai anziano, quando lo vedono qualcuno fa ancora battutine poco spiritose del tipo: ‘Sta’ attento a quella buccia di banana, Culo a terra, potresti romperti qualcosa’.
Non voglio che accada anche a me, dannazione. Sarebbe una vita di merda, fatta di offese e zizzania.
Decido di farmi una doccia, dopodiché indosso i miei jeans preferiti, quelli stretti, una felpona di Hollister color fragola e le mie amatissime converse, quelle che hanno la missione di non farmi apparire goffa. Lascio i capelli sciolti, amo i miei boccoli, e metto un filo di mascara, nel caso arrivano gli amici di Harry.
Non so il perché, ma voglio apparire carina sia esteticamente che caratterialmente con loro. Sul primo punto ho dei dubbi…in realtà anche sul secondo.
Quando scendo al piano di sotto noto che la mia previsione si è realizzata: Louis è seduto sul divano con i piedi appoggiati sul tavolino, naturalmente; Niall fa lo stesso con in mano una busta di popcorn; Liam parla a telefono con chi non voglio sapere e il moro dal ciuffo scuro perfetto, dalla pelle ambrata e dagli occhi che rapiscono l’anima è seduto sulla poltrona, intento a guardare la tv.
Perché per Zayn divento una specie di poetessa incompresa?
-Ciao!-. Saluto allegramente, sperando che Harry non gli abbia ancora mostrato il video.
I ragazzi ricambiano con i loro usuali sorrisi mozzafiato e un ‘ciao, Sam’ corale.
-Ehi, ragazzi, ho una cosa da farvi vedere!-. Annuncia Harry emozionato, come se la mia presenza gli abbia fatto ricordare la missione ‘Sputtaniamo Sam Monroe’.
No, no, no. Ti prego, fa che non lo faccia.
Mi rivolgo a Dio, naturalmente.
Tutti si rizzano in piedi e si posizionano dietro Harry che è seduto sull’altra poltrona, quella opposta a dove Zayn era seduto pochi attimi fa, non appena mio fratello estrae il suo sofisticato cellulare di ultima generazione e pigia ‘play’ per far partire un video, o meglio il video.
-Harry!-. Urlo, ma nessuno sembra aver udito. Tutti hanno già stampati dei sorrisetti da ebeti sui loro volti e cercano di soffocare le loro risate. –Ti odio, davvero! Sei un idiota, egoista, imbecille…sei tutto ciò di più odioso che esiste sulla faccia della terra!-.
Mi metto un cuscino sulla faccia per la vergogna e penso a quanto risulti ridicola ai loro occhi in questo momento.
Non avrei mai pensato che avrei detto queste parole a Harry. Lui è sempre stato dolce e gentile con me. D’altronde si sa che tra fratelli si litiga e si punzecchia sempre a vicenda. Noi non siamo un’eccezione, purtroppo.
-Wow, niente male!-. Commenta Niall alla fine, sghignazzando.
-Sai farci in queste cose, eh?!-. Provoca Louis.
-Magari potresti fare la cubista da grande-. Aggiunge Liam divertito.
-Siete degli idioti, non c’è nulla da fare! Harry, tu sei il primo e voi altri siete degli insulsi lecca piedi!-. Sbuffo indignata e mi dirigo al piano di sopra, in camera mia.
Mi meraviglio di come Zayn non abbia detto e neppure accennato qualche commento poco sarcastico sul mio conto. E’ stato l’unico. Devo dire che questo mi fa piacere ma immagino ora quanto mi trovi stupida. Lo sto persino facendo io in questo momento.
Non voglio pensarci, così prendo dallo scaffale il libro ‘I passi dell’amore’ di Nicolas Sparks, uno dei miei preferiti in assoluto, e mi perdo tra le parole dell’autore. Amo il modo in cui esprime ciò che provano i protagonisti delle storie e anche il modo in cui si svolgono tutte le sue storie. Hanno tutte una svolta drammatica alla fine, ma sempre l’amore prevale, nonostante ci siano problemi da affrontare come la morte o qualche terribile sciagura.

Sono le tre passate e ho letto l’intero libro in un paio d’ore.
Sono un fenomeno, devo ammetterlo.
Non ho mangiato a pranzo e non ho intenzione di scendere perché so perfettamente che non sarebbe bello stare in compagnia di cinque immaturi senza un po’ di contegno e ragione.
Propongo a me stessa un’altra sfida, quella di leggere un nuovo libro, ma subito i miei neuroni si rifiutano. Un libro al giorno è già troppo.
Dal silenzio che proviene dal salotto capisco che i ragazzi sono andati via, finalmente.
Sospiro rassegnata, consapevole dell’ennesima brutta figura fatta con loro, ma soprattutto una cosa mi ronza in mente: perché ho così tanta paura di ciò che pensa Zayn?
Mi vibra il cellulare e lo schermo si illumina per un secondo. E’ un messaggio. Lo apro e rimango stupita dal nome del mittente e dal contenuto.
‘Se stasera uscirai con me, giuro che non manderò questo video a nessuno. Zayn xx’.
E allegato c’è quel maledetto video girato da Harry questa mattina.
Sono allibita, meravigliata, sgomenta davanti al display del mio cellulare.
‘Perché uscire? Potrei pagare qualche altro pegno. Sam’.
Un momento, io non devo pagare nessun pegno. Lui deve eliminare quel video e basta senza scuse o ricatti meschini. Ho scritto un messaggio così insensato che quasi me ne vergogno.
Sembra quei call center di prostitute con voce sensuale e provocatoria, che tentano di appagare le voglie di un uomo tramite telefono. Sono talmente brutte che non vogliono neanche farsi vedere e il desiderio di denaro le spinge a fare questo squallido lavoro. Se un giorno fossi costretta a farlo, preferirei morire. Lo scriverò nel mio testamento.
Anche se penso tutto questo nel profondo, sto comunque al suo gioco, e sinceramente, non mi dispiace continuare. 
‘Una sera sola, non ti mangio mica. Alle 8 sono da te. Zayn xx’.
‘E se non volessi?’.
‘Togli quel ‘se’ e quel ‘non’. Tu vuoi. O, quel video farà il giro di tutta la scuola’.
‘Ti odio’.
‘Sii puntuale xxx’.
Involontariamente sorrido senza neanche rendermene conto.
Forse soltanto il fatto che abbia messo quelle due ‘X’ alla fine, mi lusinga. O soltanto vedere scritto il suo nome precedere quei segni che corrisponderebbero a dei baci, mi fa esaltare di gioia all’interno.
Non rispondo, sapendo già che non avrei avuto scelta.
In realtà dico in questo modo solo perché voglio che risulti veritiero. Io voglio andarci sul serio, ma voglio apparire come una ragazza difficile, anche con voi.
Sono le quattro e mezza e ho esattamente tre ore e mezza per essere pronta ed essere puntuale.
Vediamo….potrei indossare quell’abito rosso che mamma mi comprò per il matrimonio di zia Betty.
No, fa troppo ragazza nella prateria.
Magari potrei optare per un jeans e un top scollato e scarpe alte.
No, fa troppo ‘non sapevo cosa mettere e ho indossato delle cose a casaccio’.
Trovato!
Short a vita alta neri e top largo color corallo dentro i pantaloncini, che lascia una spalla da fuori.  Vorrei indossare scarpe col tacco ma mi rendo conto che sono troppo, troppo, troppo alta e sembrerei più alta di lui. Delle ballerine andranno più che sufficienti.
Piastro i capelli e noto che sono davvero lunghi dall’ultima volta che li ho stirati.
Un po’ di mascara e un filo di matita sbavato al contorno dell’occhio. Non mi piace la figura ordinaria e precisa, amo il caos anche nelle persone, così come voglio apparire.
Mi guardo allo specchio e…Wow, sono davvero carina.
Per la prima volta dopo tanto tempo me lo dico e mi rendo conto che lo sono per davvero. Prima era solo la mamma a dirmelo e qualche stupido idiota arrapato disperato della mia vecchia scuola. Io negavo sempre. Ora è diverso. Sono carina; bella, se posso dirlo.
Scendo giù impacciatamente mentre metto il cellulare e il lucidalabra al lampone nella pochette nera di mamma, che ho preso di nascosto. E’ Chanel, non voglio che se ne accorga o sarò costretta a riposarla nell’armadio.
Fortunatamente lei è ancora fuori e ci sono solo Ron e Harry seduti sul divano che guardano una partita di football.
Guardo l’orologio e sono le 19:45.
Quindici minuti.
Devo solo aspettare.
Lui sembra un tipo puntuale, preciso e abbastanza attento.
-Ohoh, come siamo carine stasera!-. Azzarda Ron sorridente.
-So che non lo pensi davvero, Ron-. Contraddico.
-Sam, sei davvero bella stasera, davvero-. Ecco Harry lo spavaldo.
Aspetta, mi ha fatto un complimento?
-G-grazie-. Balbetto incerta.
-Amo i tuoi capelli, hai usato una piastra professionale?-. Chiede Ron.
Rido a crepapelle pensando che voglia fare lo spiritoso.
Sembra quei gay che vogliono scoprire tutto del mondo femminile per ritrovarsi a far parte di esso, non come intruso.
Mi guarda torvo ed io intuisco che la mia era solo un’osservazione soggettiva.
-Ehm…si, l’ho comprata a Londra qualche mese fa-.
Sorride ed io ricambio titubante mentre noto Harry squadrarmi da capo a piedi e dalla sua espressione sembra essere un po’…preoccupato.
Si alza e, prendendomi per un braccio, mi trascina in cucina, chiudendo la porta.
-Dove vai conciata così?-. Domanda.
Sembra…geloso, e anche un po’ infastidito.
Innalzo un sopracciglio.
-Geloso di tua sorella, Styles?-.
-Forse-.
E’ la risposta che volevo sentire. E’ una bella sensazione pensare che qualcuno tenga a me realmente, che si ingelosisca quando mi vede in compagnia di un ragazzo con cui non abbia legami di sangue o di parentela, che si infastidisca quando sa che farò tardi la sera …mi piace avere un fratello che provi il giusto affetto nei miei confronti.
Sorrido e lo abbraccio affettuosamente, per poi staccarmi e arrecargli un bacio leggero ma ricco d’amore sulla guancia.
-Allora, dove vai e soprattutto con chi?-. Scandisce bene le ultime parole.
-Vado a cena con Zayn-. Rispondo spontanea.
Strabuzza gli occhi, quasi si sente in un’altra dimensione. Penso che non abbia capito bene ciò che ho appena detto perché lo vedo boccheggiare senza però trovare parole da dire, un po’ confuso e stordito.
-Cosa?-. Esclama poi.
-Hai sentito bene. Non vuoi che vada?-. Chiedo innocentemente.
L’ho chiesto con sincerità e spontaneamente perché sarei davvero disposta a non andare se lui non vuole…anche se è stato lui l’artefice di tutto. E’ stato Harry a filmare il mio balletto ritmato ed è stato Harry a farlo vedere a Zayn.
Ci pensa un po’ su, poi ritorna tranquillo. –No, no…ma sta’ attenta. Non voglio che mia sorella finisca a letto con il mio migliore amico. Deve avere prima il mio consenso-. Strizza l’occhio e mi batte un colpo sulla spalla.
Lo strattono con un gomito, divertita. –Primo, non sono un oggetto per cui nessuno deve avere il consenso per fare qualcosa. Secondo, non finirò mai a letto con Zayn, non mi piace, te l’ho già detto. Esco con lui solo perché mi ha ricattata, dicendo che se non lo faccio lui farà vedere il mio video a tutta la scuola. Non posso stare al suo gioco per tutta la vita, capisci?-.
Sorride malizioso, e penso che abbia intuito che sotto c’è qualcosa che non va…nel comportamento di Zayn intendo.
Alle otto in punto qualcuno suona al campanello.
-E’ il tuo amore!-. Urla Harry dal tinello, facendomi arrossire.
-Non è il mio amore, idiota!-.
Apro la porta e rimango estasiata dinnanzi alla figura incantevole di Zayn. 
Indossa un jeans, una t-shirt caratterizzata da una scritta ‘I’m sexy and I know it’ - come se anche le magliette lo sappiano!-, e delle blazer blu, abbinate alla scritta della maglia. I suoi capelli corvini sono naturalmente chiusi in una perfetta cresta sul davanti che è rivolta leggermente verso sinistra stasera e questo gli da un’aria ancora più sexy. Ha usato il mio consiglio: non ha molta lacca tra i capelli.
Sorrido non dando a vedere che penso che sia altamente sbattibile al momento, su due piedi, senza pensarci due volte, e saluto con un ‘Ciao, Zayn’.
Immagino la mia faccia da imbecille.
-Sam, sei…sei…affascinante, stasera-. Dice, senza ricambiare il saluto, stranamente.
Arrossisco all’istante abbassando lo sguardo sulle mia ballerine. –Grazie-. Blatero sotto voce.
Si schiarisce la voce e mi scorta fino all’auto.
-Allora…come te la passi?-. Domanda girando la chiave della macchina.
-Ehm…bene, credo. Tu?-.
-Benissimo-.
Annuisco e per qualche minuto l’atmosfera si riempie solo di nostri respiri, nessuna parola. Mi sento in imbarazzo e sinceramente non mi piace. E’ vero, con Zayn non mi sento  mai alla sua altezza, paradossalmente una nana nei suoi confronti, ma è pur sempre un mio amico e in questi giorni l’ho conosciuto meglio.
Pensando a questi giorni, ricordo ciò che mi ha detto Harry l’altra sera: ‘Zayn sa parlare quella lingua come fosse un francese di natura’.
La tentazione di chiedere e volere delle spiegazioni per quanto riguarda le inutili ripetizioni di francese, quasi mi innervosisce, ma decido di tacere per non rovinare questo momento…di silenzio.
-Perché mi hai chiesto di uscire, Zayn?-. Domando come d’impulso.
Come sapete, le cose non le tengo mai solo per me e per la mia mente contorta.
No, mai.
Il socialismo non mi è mai piaciuto in effetti.
Sembra imbarazzato, quasi intimidito e questo mi sorprende un po’. Non pensavo che Zayn fosse in grado di diventare rosso dall’imbarazzo e iniziare a grattarsi la nuca per il nervosismo.
-Qualcosa non va?-. Chiedo.
-No, è solo che…-. Interrompe la frase mentre svolta a sinistra e ci ritroviamo nel parcheggio di un ristorante.
 Sembra lussuoso, nonostante ci troviamo a Holmes Chapel, isolata dal resto del mondo. Sull’insegna c’è scritto ‘Evangeline’ ed è costituito da tantissime vetrate che affacciano su un giardino di orchidee e rose. Le piccole aiuole circondano un immensa piscina di circa 12 metri, sul fondo della quale è inciso il nome del ristorante.
-Siamo arrivati!-. Esulta soddisfatto.
Ed ecco che ha letteralmente schivato la mia domanda con un’esclamazione che renderebbe gay anche George Clooney.
Dio, se non è bello.
Da vero gentiluomo mi apre lo sportello e mi conduce all’entrata del ristorante. All’interno mi accorgo che è davvero troppo elegante e sia io che lui non indossiamo abiti adatti a quest’ambiente così…mondano.  Dalla sua espressione mi accorgo che anche lui non si aspettava di trovare così tanti papillion e vestiti lunghi di seta drappeggiati sull’orlo.
Tutti ci guardano strani alcuni sembrano nauseati e disgustati, come quale crimine avessimo commesso. Mi sembra proprio di ritornare nel mio vecchio quartiere di Londra ed essere giudicata sotto lo sguardo ripugnato e severo di vari occhi indiscreti illuminati dalla scintilla del diamante che portano al dito. Nel mio vecchio quartiere delle periferia di Londra, come ho già detto, vivevano solo persone ricche con tanto di salario da reali. Anche mia madre, fortunatamente, aveva la possibilità di guadagnare molto, ma io non avevo mai amato quello stile di vita e neanche in questo momento, con Zayn al mio fianco, la mia mente pensa il contrario.
-Usciamo di qui-. Dico esasperata, prendendo Zayn per mano e dirigendomi al di fuori di quell’inferno.
-Che ti prende?-. Mi chiede, confuso.
-Andiamo da qualche altra parte, per favore. O, se non vuoi stare più in mia compagnia, riaccompagnami a casa-.
Il suo sguardo è smarrito, spaesato, sconvolto, quasi meravigliato dalla mia risposta; ma il suo sguardo è sempre così ammaliante da farmi perdere il respiro e mi sento quasi sul punto di svenire.
Chiudo gli occhi per ritornare in me e distogliere la mia attenzione da quella specie di trappola umana astratta, alias gli occhi di Zayn, per poi dirigermi spontaneamente verso l’auto. Chiudo la portiera e aspetto che l’autista si posizioni al mio fianco.
-Allora, dove vuoi andare?-. Mi chiede.
-Pensavo che mi considerassi strana a questo punto e volessi riportarmi a casa-. Confesso senza imbarazzo.
Sorride divertito. –No, certo che no. Non ti considero affatto in ques…beh, forse un pochino si, ma infondo mi diverto con te-.
-Pensi che io sia…stramba?-. domando disinvolta.
Curva la testa su una spalla e schiude gli occhi, come se , sia con la mente che con gli occhi, voglia mettere a fuoco ciò che sono e ciò che ho appena detto. Continuo a guardarlo come se nulla fosse anche se un po’ intimidita e mi complimento e meraviglio per quanto risulti matura in questo momento.
-Perché dovrei pensarlo?-.
-Oh, andiamo!  Non sono stupida, so cosa faccio e so che non è molto normale alcune volte. Insomma chi idiota ti ricoprirebbe il viso e i capelli con un pezzo di torta? Chi idiota ti verserebbe del frullato sulla maglietta spontaneamente durante l’ora di educazione fisica?-. Quasi urlo, come se mi stia liberando da un peso che ricopriva il mio stomaco e la mia schiena da decenni e decenni. Davvero non riesco a capire la sensazione di questo momento, ma non penso sia il momento giusto per rifletterci su e trovare una spiegazione.
Non che io rifletti molto, eh, che sia chiaro…
-Davvero, Sam, non l’ho mai pensato e poi…un momento…mi hai versato il frullato alla fragola addosso di tua spontanea volontà?-. Domanda scettico e divertito al tempo stesso.
-N-no…-. Balbetto. -..Volevo dire…Zayn, non è questo il punto, non cambiare argomento! Andiamo al McDonald per favore!-. Sbotto infastidita.
-Se non te ne sei resa conto, hai appena cambiato argomento-. Constata sicuro e compiaciuto, sfoggiando uno dei sorrisi più belli che abbiano mai perforato i miei occhi.
Sbuffo e giro il viso verso il finestrino e guardo gli alberi, gli ostelli e i supermarket che vi sono sulla strada sferrata fin quando non approdiamo da McDonald.
Ordiniamo e in men che non si dica i nostri panini sono già pronti.
-Che ne dici di andare a mangiare in auto. La mia ha il tettuccio decappottabile e potremmo guardare le stelle-. Propone.
-Sarebbe bello-.
Sembro quasi…dolce.
Ci posizioniamo sui bordi del tettuccio dell’auto appoggiando i piedi sui sedili posteriori. Non è molto comoda come posizione ma mi basta avere Zayn al mio fianco e sento che sarebbe in grado di sorreggermi semmai cadessi.
-Parlami un po’ di te-. Dice serio.
Eh?
Chupa.
-Cosa? Di me?-.
Annuisce addentando il suo panino.
-Cosa vorresti sapere esattamente? Non c’è nulla di interessante in me-. Ribatto sicura.
-Ne dubito-.
Ammetto che ciò che ha appena detto mi ha sconvolta totalmente, ma non vedo perché debba farmi sfuggire un’occasione del genere. Ho l’opportunità di sfogarmi e dire ciò che penso su ciò che mi circonda. Già mi è capitato una volta con Zayn e penso che una seconda non farebbe male.
-Molte volte…-. Inizio imbarazzata, ma poi sembra che gli occhi fiduciosi di Zayn mi diano coraggio a parlare e a buttare fuori ogni particella che compone i miei pensieri. –Molte volte, voglio convincermi di essere quel tipo di ragazza priva di sensibilità, quella acida e mai contenta, forse solo per sembrare più…figa. Ma in fondo, so che sono la noiosa ragazza moralista, timida e introversa alcune volte e anche un po’ sfacciata…Insomma non sono ciò che vorrei essere e questo un po’ mi fa stare male-.
-Non hai bisogno di cambiare, Sam. Penso che tu sia perfetta così come sei-.
Sgrano gli occhi senza pensarci due volte, non importandomi dell’immagine da zombie pietrificato che do in questo momento. Mi sembra di essere in un film…o forse devo solo aspettare che qualcuno esca dal cofano dell’auto con una bandiera enorme che sventolerà ai quattro venti con su scritto ‘Sei su scherzi a parte’.
Si schiarisce la voce e il rossore che ora predomina le sue guance mi fa intuire che è davvero intimidito in questo momento. Non lo pregiudico, anzi…
-Cioè, intendo dire che…nessuno è perfetto, ne tanto meno tu devi pretendere che tu lo sia…tutto qua-. Sorride e si volta dall’altra parte, forse imbarazzato, per prendere la coca cola alle sue spalle, appoggiato sul tetto dell’automobile.
-Cosa ti piace fare nel tempo libero?-. Domando per spezzare quell’atmosfera di imbarazzo.
-Mi piace molto disegnare e comporre testi, non so se siano testi poetici o semplicemente stronzate che scrivo su di un foglio, ma facendolo mi sento meglio perché è una sorta di sfogo, mi libero dai pensieri e dai problemi che ho in testa, ed è una bella sensazione-.
-Dovresti farmeli leggere qualche volta-.
Mi sembra proprio di essere in quei libri di Nicolas Sparks.
Cavolo, dire che non mi tremano le gambe è come dire che Platinette è bella.
Aspetta, devo usare il maschile o il femminile per Platinette? Per lei? Per lui? No, per lei…per lui.
Oh, dannazione, lasciamo perdere.
-Puoi contarci-. Mi strizza l’occhio ed io mi sciolgo, sorridendo, come il ghiaccio nel bicchiere della mia coca cola. –E a te cosa piace fare?-.
-Amo suonare la chitarra. Farei solo quello dalla mattina alla sera anche se qui a Holmes Chapel non ho potuto portarla perché la mamma diceva che era ingombrante. Ma amo anche leggere. Divoro migliaia di libri all’anno-.
-Che genere ti piace leggere?-.
Mi stupisco dell’interesse che prova nei miei confronti in questo momento. I libri sono una cosa noiosa per la maggior parte degli adolescenti della mia età –io sono l’eccezione-, e penso che anche parlarne in questo senso lo sia. Ma Zayn sembra attento e questo non fa altro che arrecarmi piacere.
-Storie d’amore-.
Mi lascio scappare da bocca queste parole con aria sognante e contratta, rimpiangendo di averlo fatto.  Non voglio che pensi sia lunatica o cose del genere, voglio che pensi che abbia la testa ben piantata sul collo e i piedi a terra, anche se non posso giurarci.
-Non ci avrei scommesso-. Confessa grattandosi la nuca.
Neanche io, a dir la verità.
Continuiamo a mangiare in silenzio, guardando il cielo stellato che si impone su di noi come un manto e ci scambiamo delle occhiate imbarazzate di tanto in tanto.
Oh, guarda: la Stella Polare, una costellazione, Zayn, due stelle che sembrano due orecchini, un’altra costellazione che sembra formare un uomo che fuma una pippa, Zayn, delle stelle, la luna, Zayn, i crateri della luna, la galassia, Zayn…
Sicuramente è uno spettacolo magnifico quello di stasera, anche se risulto esausta in questo momento.
-Sam, devo farti i complimenti!-.
-Per cosa?-. I miei occhi si illuminano ed io mi sento un nodo allo stomaco. Se si scioglierà penso che vomiterò tutto ciò che ho appena inghiottito.
-Per saper ballare così bene!-.
Si riferisce al video.
Ah, ah, ah, simpatico.
Nota la mia espressione delusa e un po’ infastidita, mista alla rassegnazione, e mi scompiglia i capelli. Odio quando qualcuno lo fa, ma in questo caso sembra essere la cosa più bella che mi sia mai capitata.
-Oh, andiamo. Hai un movimento di bacino davvero sensuale…non sto scherzando, lo giuro! Davvero, potresti andare in tv, in quei programmi dove si trovano i talenti con il fattore X. Beh, penso che tu lo abbia. Sai muovere il sedere come nessun altro. Non sono mai stato più sincero in vita mia-. Si posa una mano sul cuore e l’altra la rivolge al cielo.
-Sei un idiota-. Scuoto la testa rattristata per la delusione appena avuta, scoprendo che è un idiota, appunto.
-Sam, non prendertela…-. Mi prende una mano e mi alza il viso delicatamente facendo in modo che debba forzatamente guardarlo negli occhi. Penso che tra un momento all’altro Dio mi chiamerà a sedermi alla sua destra perché davvero vedo tutti unicorni e nuvole di zucchero filato in questo momento attorno a me, a noi. –Ci sono tantissime persone che hanno talenti strani, tu sei una di quelle-. Conclude alla fine con aria compiaciuta.
Lo odio, l’ho già detto?
Scendiamo dall’auto attirati dalla musica di una chitarra e da una voca soave. E’ una ragazza dai capelli lunghi castani poco curati, ha gli occhi color miele e un profumo di arrosto. Penso che passi il suo tempo nei ristoranti come barbona, o qualcosa del genere. Forse i proprietari dei ristoranti provano compassione nei suoi confronti e la ospitano a stare da loro.
Parallelamente, la sua chitarra e la sua voce intonano ‘Be alright’ di Justin Bieber.
Bene, bene, bene.
Ci avviciniamo a lei e la guardiamo per qualche secondo mentre socchiude gli occhi per trovare la nota giusta, che inconfutabilmente, arriva sempre. E’ davvero brava, dovrebbe avere successo.
Improvvisamente, Zayn si volta verso di me e mi porge la mano. Lo guardo confusa e interrogativa.
-Hai mostrato il lato trasgressivo stamattina…penso che dovresti concedermi un lento, adesso-. Scrolla le spalle e sorride timidamente.
Oh porca carota.
Ma che cosa ha appena detto?
Cioè, io ho udito benissimo ma…
Okay, mi serve acqua e zucchero o sverrò tra qualche minuto.
Ma dove trovo acqua e zucchero in questo momento e in questo posto?
Non acconsento né con il capo né con una sillaba, ma lui sembra intuire il mio ‘si’ dallo sguardo, anche se un po’ confuso e timoroso.
Stringe la sua mano alla mia e la trasporta delicatamente sulla sua spalla, non cessando di guardarmi dritto negli occhi, intimidito; l’altra la pone lentamente sul suo fianco. Dopodiché mi cinge la vita con entrambe le mani.
Mai come in questo momento non ho parole da dire, niente è capace di compensare quel gesto, se non qualcosa di più di un semplice abbraccio.
La canzone è ormai a metà ed io mi muovo impacciatamente con andatura lenta, seguendo i suoi passi. Ho un sorriso stampato sul volto; questa volta non è da ebeti, è solo sincero ed esprime la vera felicità di questo momento. Oltre ad essere felice, sento anche un sensazione di soddisfazione, di piacere, di beatitudine. Il suo profumo mi rinfresca l’animo e il suo sguardo mi incenerisce posandosi nel mio. Zayn ha degli occhi davvero molto particolari. Sono di un comune marrone, cioccolato più che altro; la forma è un po’ allungata, quasi a mandorla e sono ornati da due grandi sopracciglia. Nonostante abbia degli occhi così modesti, cattura con lo sguardo anche un uccello di passaggio. Forse perché il suo è uno sguardo profondo, penetrante…guardare nei suoi occhi è come guardare un pozzo senza fine e mi da quasi una sensazione di smarrimento. Non è brutta da provare, con il tempo ci si abitua; è piacevole ed io passerei ore a guardare i suoi occhi.
-Sono una frana, scusa-. Dico.
-Non devi scusarti. E poi non sei tanto male, anzi…-. Mi prende per mano e mi lascia fare una giravolta un po’ maldestra.
Alcuni passanti si sono fermati a guardarci. Sono soprattutto anziani e uomini e donne di mezza età che ci guardano compassionevoli, forse ricordando le vecchie vicissitudini d’amore dei loro tempi.
Un’altra giravolta, poi un’altra.
Io rido, rido a crepapelle e non ne capisco il motivo. Sento solo di doverlo fare perché mi sento felice, ed è una sensazione che non provavo da molto ormai.
Lo fisso per un po’ mentre ancora ci ciondoliamo avanti e indietro sul posto mani nelle mani. –Sai ballare-. Commento un po’ stravolta. Insomma, non l’avrei mai immaginato.
-Si, me la cavo-.
Mi prende per mano e nuovamente mi lascia girare su me stessa sotto il suo braccio. Un’altra e un’altra ancora e…
-Scusa-. Sussurro quando perdo l’equilibrio e inciampo su di lui, incontrando il suo petto, che frena la caduta,  e soprattutto il suo sguardo.
-Non fa niente-. Sorride e non fa altro che guardarmi…dritto negli occhi, intendo!
Il suo sguardo, per la prima volta, mi mette un po’ in soggezione. Sembra che sia troppo intenso e la mia timidezza non sarà capace di resistere a lungo. Lo sento ancora pressare su di me ed io mi scindo in tante piccole bolle di sapone. Mi sento proprio come una bolla in questo momento, sul punto di scoppiare. 
Non voglio riconoscere che il suo sguardo e la sua presenza mi mettono sotto pressione, non voglio che qualcuno mi manipoli in questo modo, non voglio che qualcuno abbia questo tipo di influenza su di me. Inizio a pensare che sia la voce di quella ragazza a farmi gelare e a farmi sentire brividi infrenabili su tutto il corpo, mentendo a me stessa.
-Si è fatto tardi-. Dico spostandomi una ciocca di capelli color miele dietro l’orecchio, un po’ imbarazzata.
-Già, ti riaccompagno a casa-.
Ci avviamo verso l’auto e lo sento dire qualcosa. –Mi sono divertito stasera, grazie-.
-Grazie a te-.
Mi apre lo sportello e richiude non appena mi siedo sul sedile; fa il giro dell’auto e lo seguo con gli occhi, non potendo fare altro che chiedermi come abbia fatto a innamorarmi di Zayn Malik.
Ah, no.
Zayn Jawaad Malik.

 

 Babies!
Spero vi sia piaciuto…nei prossimi capitoli succederà il ‘boom’
della storia. Continuo a tre recensioni! 


 

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Capitolo 8
*** Party Hard ***


Party Hard
La sveglia sta suonando da più di due minuti ormai, ma non ho la forza di alzarmi e metterla a tacere anche se mettessi tutto l’impegno e la volontà nel farlo.
Tutte le mattine sembro una morta vivente, ma chi non lo sembra a quest’ora? Tutti si svegliano con i capelli arruffati, la bava che fuoriesce viscosamente dal labbro inferiore e il mascara colato sulle guance; è normale, è da tutti, almeno per tutte le ragazze che la sera si annoiano di togliersi il trucco prima di andare a dormire.
Sento dei passi avvicinarsi al letto provocando lo scricchiolio del parque.
Vorrei alzarmi e avere la certezza che non sia un ladro o un serial killer, ma la debolezza che vige ora in me non mi darebbe la forza neanche per scappare se questo qualcuno sia un maniaco sessuale.
Lo sento sbuffare e premere sulla sveglia appoggiata sul mio comodino, dopodiché il ‘din’ cessa di invadere le mie orecchie e di infastidire il mio sonno.
-Saaam!-.
Urla come un impossessato dal demonio il mio nome, portandomi a rizzare a mezzo busto e andare a sbattere contro la mensola installata sulla parete poco più in alto del capezzale del letto. Ogni mattina mi ricordo di dover avvisare Ron di far spostare quella maledetta mensola ma ogni giorno qualcosa o qualcuno fa piazza pulita nella mia mente, portandomi a non ricordare addirittura che viva con Ron e mia madre.
Strofino gli occhi sbadigliando per poi scorgere la testa riccia di Harry di fronte, appena seduto sull’estremità del mio letto comodissimo. Mi sorride ed io ricambio buttandogli un cuscino in faccia.
-Come hai osato svegliarmi così presto? E’ sabato, non c’è scuola!-. Sbotto furiosa.
-Sam, sono le tre del pomeriggio. Stai dormendo da ieri sera. Penso che non sia normale. Forse sarà per la serata passata con il tuo Zayn-. Ride compiaciuto passandosi una mano tra i boccoli e schivando il cuscino.
Prima, con questa mossa Harry avrebbe potuto mandarmi all’ospedale; ora che il nostro rapporto è diventato come uno normale tra sorella e fratello, resisto, o almeno tento di farlo.
Mi volto verso la sveglia, non badando al fatto che abbia detto ‘il tuo Zayn’, -gli darei corda se lo facessi e continuerebbe a stuzzicarmi-,  e vedo scritto ’15:22’.
Oh merda.
Questa sera ci sarà una festa e non so cosa indossare, inoltre sono già le tre e mezza.
Vediamo, ho da comprare un vestito nuovo, lavarmi, truccarmi e andare all’Heaven per le otto di stasera.
Posso farcela; forza e coraggio.
Non appena Harry mi lascia sola compongo il numero di Miley sperando che non risponda la sua stupida segreteria telefonica.
Ciao sono Miley Sheenan. In questo momento sono a fare una manicure o sono dal parrucchiere. Per qualsiasi cosa, lasciate un messaggio. Pib’.
-Ciao Sam! Immagino che ti sia appena svegliata-. La voce meccanizzata della mia amica lascia soddisfazione e felicità nel mio animo.
Meno male.
-Passo a prenderti alle quattro e mezza. Ci aspetta un lungo pomeriggio di shopping-. Metto giù il telefono senza neanche ascoltare una sua risposta, lasciandola udire la serie di ‘Tu, tu, tu’.
Non dovrebbe neanche lamentarsi. Io amo quando ascolto quella serie di ‘Tu’; posso fare mille domande come: ‘Chi è la più bella del Regno Unito?’ o ‘Chi ha più senso dell’umorismo tra me e Hilary Young?’ e la risposta sarebbe sempre ‘Tu’.
So già che ha accettato e si starà già preparando.
Faccio una doccia velocissima per poi indossare dei jeans, un maglione di lana beige a mono spalla e una canotta nera che fuoriesce dalla spalla sinistra, le mie fedeli ballerine nere e la mia borsa di pelle marrone a scacchi. Me l’ha regalata Harry qualche giorno fa, pensando fosse il mio compleanno, sbagliandosi completamente.
Per chi volesse saperlo, il mio compleanno è a giugno, il venti precisamente.
Sono le quattro e venti mentre mi dirigo verso casa di Miley. La mia e la sua casa distano pochi chilometri e in dieci minuti sono già arrivata.
Busso alla porta e mi accoglie una ragazza dalla pelle chiara e dalla chioma rossa che indossa una t-shirt color terra di Siena e stivaletti dello stesso colore, alias Miley.
-Puntuale-. Esclama felice.
-Mi chiamavano ‘Samantha la svizzera’-.
Ride e ci incamminiamo verso il centro commerciale a due isolati da qui, intraprendendo una conversazione in cui l’argomento principale non è una cosa ma una persona: Niall Horan. Davvero non capisco cosa ci trova di così tanto adorabile in quel ragazzo. Mangia addirittura con la bocca aperta…non le darebbe fastidio? E se alla cena in cui lo presenta ai suoi genitori divorasse l’anatra all’arancia come Homar Simpson mangerebbe dopo un mese passato nel deserto? Sarebbe una figura madornale…beh, problemi suoi.
Il centro commerciale è affollatissimo, più del solito.
Entriamo in un negozio sulla sinistra, attirate dalla vetrina popolata da manichini con chiome bionde e folte, vestite da prostitute.
Dovremmo sembrare tali se vogliamo rimorchiare qualcuno stasera.
Naturalmente Miley prova un miliardo di vestiti ma, vedendoli troppo corti, decide di cambiare negozio. Io la seguo scocciata.
A me basta che sia un pezzo di stoffa di un bel colore, anzi, anche color puffo, e potrei andare ovunque. Non mi importa di nulla ne tantomeno dei commenti delle persone che sicuramente stasera giudicheranno spudoratamente chiunque.
Dopo due ore e mezzo di sfrenata ricerca, entrambe riusciamo a soddisfare i nostri desideri.
Ritorno a casa felicissima e soddisfatta di aver acquistato una gonna nera aderente e un top abbastanza largo verde acqua. Non amo mettermi in mostra, ma stasera, con questo look, spero di farlo. Questo non significa che farò la troia con Zayn, questo mai, non mi abbasso a certi livelli, ma farò in modo che sia Zayn a voler flirtare con me.
Ceeeerto, sono davvero molto convinta.
In realtà voglio parlare con Zayn e basta, senza nessuno scopo, come la scorsa sera.  Voglio soltanto bearmi quando ascolterò la sua voce e vedrò il suo sorriso incresparsi sul suo volto. E’ una mia necessità.
 
-Sam, ti stiamo aspettando da tre ore. Quanto tempo ci vuole ancora?-. Harry continua ad urlare dal piano di sotto in compagnia di Niall, Liam, Louis e Zayn.
-Sono pronta, sono pronta!-. Urlo rasserenandoli, scendendo impacciatamente le scale.
Questi tacchi sono peggio di una mazza da baseball ficcata su per il c…
-Come siamo belle stasera!-. Commenta Ron compiaciuto, seduto sul divano mentre guarda una partita di calcio.
Sorrido lievemente notando l’espressione meravigliata e allibita dei cinque pesci lessi che mi ritrovo di fronte.
Mi passo una mano tra i capelli e mi gratto lievemente il cuoio capelluto; sono imbarazzata, molto imbarazzata.
-Wow Sam, sei uno schianto!-. Esclama Niall facendomi letteralmente una radiografia.
Naturalmente lo ringrazio cordialmente e ci dirigiamo verso l’auto parcheggiata in garage.
A guidare sarà Louis, meglio stringere le cinture di sicurezza.
-Se non fossi tuo fratello, ti scoperei ora su due piedi, anche in quest’auto-.
-Harry!-. Lo ammonisco provocando le risate degli altri presenti.
Vedo Zayn scrutarmi da capo a piede ma senza dire una parola, sembra quasi non ne abbia.
Devo dire che è particolarmente casual questa sera. Jeans, camicia e giacca nera tirata sui gomiti. Perfait.
Okay, basta con il francese, ne ho abbastanza.
Ora che ci penso, Zayn deve ancora spiegarmi un paio di cosette per quanto riguarda le ripetizioni di francese. Mi sono informata ed è davvero come ha detto Harry: Zayn ha il massimo dei voti in questa materia. D’altronde il francese è una lingua raffinata e delicata e Zayn ha una certa eleganza che sfoggia normalmente.
Sinceramente non ho idea del perché abbia voluto avere delle ripetizioni, ma non voglio introdurre l’argomento in questo momento, è inopportuno.
Dopo dieci minuti scarsi ci troviamo fuori un enorme edificio con su scritto ‘Heaven’ a caratteri bidimensionali.
L’Heaven è una delle discoteche più cool di Homles Chapel, in realtà è l’unica.
Dei laser di mille colori, provenienti dal punto più alto del grande stabilimento, si intersecano nel cielo, creando sfumature di vari colori e regalando, a mio parere, uno spettacolo meraviglioso, al quale anche le stelle contribuiscono.
Da fuori si sente già la musica ad alto volume che rimbomba anche per tutto il quartiere e dentro una mandria di ragazzi impazziti si scatena a più non posso.
Miley sarebbe dovuta arrivare già da un pezzo, ma di lei nessuna traccia fino ad ora.
Non ho intenzione di starmene seduta su uno di quei divanetti delle discoteche stile ‘Sono depressa, nessuno mi invita a ballare’. Questa sera ho intenzione di buttarmi nella mischia e dare il meglio di me, come ballerina naturalmente.
Mi immergo in pista trascinata da un gruppo di ragazzi alquanto sexy, alti e sembrano muscolosi, sotto lo sguardo divertito di Niall e Louis e quello preoccupato e un po’ infastidito di Harry e Zayn.
La gonna sta facendo il suo effetto.
Meno male.
Mentre mi scateno sulle note di ‘Starship’ di Nicki Minaj, intravedo Liam chiacchierare con una ragazza alta dalla pelle mulatta, con una scarola riccia al posto dei capelli. Non l’ho mai vista prima, ma la associo immediatamente alla sua ‘troia di turno’ di cui parlava Zayn due settimane fa.
Dopo una mezz’ora trasgressiva, sicuramente non made by Sam, decido di andare a prendere un drink. Non so decisamente per cosa optare, acqua o coca cola? Non bevo alcolici ne tantomeno inizierò a farlo stasera.
-Una birra media, per favore-. Ordino al barista biondo che ho di fronte, che mi lancia un occhiolino malizioso.
So che la birra non fa ubriacare, la beve anche la mamma qualche volta. Lei è troppo perfettina per ubriacarsi.
Compongo velocemente il numero di Miley sperando che risponda in fretta.
-Pronto? Sam?-.
-Miley!-. Esclamo felice di sentire la sua voce. Almeno è viva. –Dove sei? Ti sto aspettando-.
-Ehm…è questo che volevo dirti-. Il suo tono di voce sembra dispiaciuto e il mio entusiasmo si trasforma nel presentimento di passare la serata sola. –I miei mi hanno messa in punizione perché ho preso quattro all’ultima interrogazione di biologia. Scusami, non sai quanto mi dispiace-.
-Cos’hai detto? La musica è troppo forte, non si sente nulla-. Attacco infastidita con la prima scusa che mi viene in mente. Non voglio dirle nulla, non voglio disperarmi perché la mia unica amica non verrà questa sera al party più esclusivo dell’anno.
-Un Jack Daniel’s-. La voce di Zayn, rivolto al barista, mi riporta alla realtà, portandomi a scoprire che la mia birra è pronta e aspetta sul bancone di essere bevuta dalla sottoscritta.
Mi volto verso di lui sorseggiando quel liquido giallognolo dal boccale in vetro con uno stemma rosso e bianco.
Che schifo.
Faccio una smorfia nauseata.
-Cosa ti succede?-. Mi chiede divertito.
-La birra fa schifo-. Sbotto quasi infuriata e come se abbia scoperto una delle cose che fino a questo momento è stata nascosta all’umanità.
Sorride lievemente, mentre prende il suo bicchiere dalle mani del barista. Quest’ultimo mi guarda malizioso mentre asciuga con un canovaccio alcuni bicchieri vuoti appena lavati.
-Ehi, bellezza. Stasera i miei non ci sono in casa-. Il biondino mi lancia uno sguardo, a suo parere sensuale, sperando che ammicchi.
Lo guardo secca e sconvolta per la poca originalità della sua frase, ormai vecchia di cent’anni. Inoltre sono totalmente spiazzata dal fatto che a trent’anni viva ancora con i genitori. Che mammone.
-Interessante…Chiudi bene la porta a chiave-. Consiglio.
Sul volto del ragazzo si instaura un’espressione delusa mentre Zayn sghignazza silenziosamente.
-Cos’hai da ridere?-. Domando brusca.
-Niente. Sei buffa-.
Buffa a me? Sta scherzando?
Non lo rispondo, ingoiando un altro po’ di birra che anche se mi disgusta, mi rinfresca.
-Ieri è stata una bella serata, non è così?-. Dice.
-Si, mi sono divertita, grazie ancora, davvero-.
Mi giro i pollici varie volte e sbuffo silenziosamente.
-C’è qualcosa che non va stasera, Sam?-.
Oh, niente, oltre al fatto che un barista arrapato ci prova con me in una discoteca accanto al ragazzo che mi piace e la mia amica mi da buca con una scusa sentita e risentita.
-Niente-. Sforzo un sorriso e lo lascio solo, mentre mi guarda compiaciuto sorseggiando il suo drink.
-Non guardarmi il culo, Malik!-. Urlo voltandomi.
Zayn alza le mani sorridendo beffardamente e girandosi dalla direzione opposta.
Bene, ora posso proseguire la mia passerella stile Tyra Banks.
 
Sono passate due ore e mezzo ed è stato uno spasso incredibile.
Non pensavo che in discoteca si abbordassero ragazzi così facilmente. I miei tacchi e la mia minigonna hanno attirato tantissimi ragazzi, mentre Harry mi ha implorato più volte di raggiungerlo sul divanetto accanto a lui. Ma lui è stato sempre in compagnia di una ragazza, a mio parere sciatta, e sinceramente non mi andava di fare la candela. Penso sia un po’ geloso e soprattutto protettivo nei miei confronti.
Però, c’è qualcosa che mi disturba, è tipo un rimorso. Forse è l’uscita di ieri con Zayn che desta un senso di colpa in me, perché dopo tutto ciò che è successo ieri sera, io e Zayn sembriamo quasi due estranei. Insomma, ci siamo confidati e abbiamo ballato, mi sono divertita e ho sorriso come non mai. Ma neanche lui si è degnato di avvicinarsi a me in queste ore ed io non sono mai quella che fa il primo passo.
Mi dirigo verso l’uscita dello stabilimento per prendere una boccata d’aria, ma fuori c’è troppa gente e non mi va che mi fissino.
Esco dal retro su un cortile secondario. Rabbrividisco quando una folata di vento mi scompiglia i capelli, portandomi a strofinare lentamente le braccia con le mani.
L’ho detto che il vestito è troppo corto!
Sento qualcuno farfugliare qualcosa di incomprensibile dal muretto in fondo. Avanzo lentamente e scorgo la figura di Zayn appoggiato con la schiena al muro e una bottiglia di un qualcosa a me sconosciuto in mano penzolante. Inizialmente temo che ci sia qualche troietta con lui, ma il silenzio che domina mi convince del contrario.
Sospiro felice.
Perché sospiro felice? Non c’è Justin Bieber mezzo nudo che mi incita a saltargli addosso.
-Zayn! Che ci fai qui?-. Urlo avvicinandomi maggiormente.
-Sam! Vieni, siediti qui al mio fianco!-. Esclama titubante e capisco che è letteralmente ubriaco.
Mi siedo accanto a lui e gli strappo la bottiglia da mano, vuota tra l’altro. –Sei ubriaco, Malik!-. Lo rimprovero acida.
-Ma no, era soltanto un goccio, nulla di che. Tu piuttosto, sei davvero carina stasera, anzi, sei davvero provocante-.
Sorrido lievemente e arrossisco violentemente nonostante sappia perfettamente che sia ubriaco fradicio e domani non ricorderà più nulla.
-Lo sai..-. Riprende con il tipico modo di parlare spezzato da ubriaco. -…E’ da un po’ di tempo che vorrei dirtelo e anche ieri sera, che devo dire è stata una serata meravigliosa, ho tentato di dirtelo più volta, ma non ci sono mai riuscito!-.
-Cosa?-. Chiedo divertita.
Meglio una risata che stare zitti e non far nulla.
-Mi piaci molto, penso che sei una ragazza molto bella e soprattutto molto intelligente. Io vorrei una ragazza come te, saprebbe essermi d’aiuto in qualunque situazione-.
-Io non voglio un ragazzo che non sappia guidare una moto-. Cerco di metterlo in difficoltà per scoprire quali sono i suoi limiti di stupidaggine, alludendo al fatto che poco tempo fa ho scoperto che non sa ancora guidare una moto, nonostante sappia guidare un’auto.
-Ma…ma…Oh, insomma!-. Sbotta quasi infuriato. –Sam, io ti voglio davvero, come ragazza intendo-.
Sembra un bambino in piena crisi isterica la cui mamma non ha voluto comprargli il giocattolo desiderato.
-Ci sono tantissime ragazze in giro più belle di me, Malik-.
-Le altre non sono te-.
Mi si forma un nodo in gola e allo stomaco, capace di raggruppare tutte le emozioni di quell’attimo in un groviglio di ansia e tensione. Non so perché lo sia in questo momento, so solo che manca poco a qualcosa che mi mandi in tilt.
E gli altri non sono te, Zayn.
-Ma io ho paura di amare, non l’ho mai fatto realmente-. Butto sul melodrammatico. Cerco di stare al suo gioco ma in fondo, ciò che ho detto, è pura verità.
-Non preoccuparti, tutto andrà bene se avrai me al tuo fianco. Io saprò essere la tua ancora, la tua salvezza…sarò tutto ciò di cui hai bisogno nei momenti difficili e...davvero, credimi. Devi soltanto darmi la mano e tutto sarà perfetto, come ieri sera, quando stavamo ballando e ci tenevamo per mano-.
-Per te ieri era perfetto?-. Domando confusa.
-Si, era più che perfetto perché c’eravamo io, tu e il cielo pezzato di stelle. Spero sia sempre così d’ora in poi, solo io e te. Che ne dici?-.
-Sei ubriaco, Zayn. Domani penserai addirittura il contrario-. Scuoto la testa, sgomberando la mente da un pensiero: per un solo attimo ho creduto che ciò che ha appena detto fosse vero.
Che stupida.
-Ora lo sono, ma domani tu sarai comunque bellissima-.
-Oh, Zayn, queste frasi funzionano solo nei film-.  
Rido rumorosamente facendo ridere anche lui.
-Perché stiamo ridendo?-. Domanda confuso.
-Perché sei buffo, Zayn-.
-Ehi! Non copiarmi. Tu sei buffa, io sono affascinante, ammettilo-.
Mi porto una mano sulla fronte esasperata accennando un sorrisetto compiaciuto.
Mi stupisco di quanto sia capace di controllare i miei pensieri poco opportuni su Zayn in questo momento. Eppure potrei urlargli in faccia di quanto sia dannatamente sexy e di quanto vorrei averlo solo per me, come un gioiello da custodire, e lui domani non ricorderebbe nulla.
Non mi importa della sua razza, della sua religione o della sua cultura io voglio Zayn Jawaqualcosa Malik. Anzi, a dirla tutta, le sue origini mi intrigano ancora di più facendo nascere in me la voglia di conoscerlo meglio, di viverlo completamente, a tutti i trecentosessanta gradi.
Stiamo per un po’ in silenzio quando improvvisamente Zayn si alza traballante.
-Sam, credo che…-. Un liquido viscoso biancastro fuoriesce dalla sua bocca come fosse acqua di una cascata, sicuramente inquinata, interrompendo le parole che stava per dire.
Mi scosto in tempo e inizio a sorreggergli il capo con la mano destra e con quella sinistra tocco la sua spalla.
Bravo Zayn, vomita.
-Spero vivamente che tu stia vomitando per l'alcool e non per la mia presenza-. Ironizzo.
Lo sento ridacchiare mentre si asciuga con la mano la bocca, provocandomi un leggero disgusto. L’odore del vomito mi crea un vuoto nello stomaco che si trasforma in una sorta di spirale capace di far muovere tutti i liquidi al suo interno. Manca poco e rimetto anche io.
-Su, andiamo a casa-. Lo incito ad alzarsi e metto il suo braccio attorno al mio collo, sperando che riesca a sorreggerlo e a trasportarlo fino all’auto.
Fortunatamente Harry decide di allontanarsi da quella gatta morta e andarsene, seguito da Louis, Niall e Liam, il quale, ho saputo, ha avuto una piccola lite con la sua presunta fidanzata.
-Zayn sei ubriaco marcio e puzzi, allontanati!-. Urla Niall con aria ripugnata, scostando Zayn verso il finestrino dell’auto.
-Ma io ti voglio bene, come voglio bene a tutti voi, io amo tutti, pace e amore, soprattutto a te, Sam!-. Mi punta il dito contro ed io non posso fare altro che fare finta di crederci e mandargli un bacio con le mani, che lui sembra afferrare e posare nel taschino della sua giacca.
In realtà ci spero un pochino e, nel profondo, so che sono una emerita idiota.
 
 
 
 


Babies!
Spero vi sia piaciuto! Nel prossimo capitolo
ci sarà una novità, quindi…non dovete assolutamente perderlo!
Se però recensiste di più, mi sentirei più soddisfatta
e motivata a scrivere questa storia, perché
sembra che la stia scrivendo per nessuno. A me piace
molto e se qualcuno mi appoggiasse di più sarei felicissima.
Ringrazio comunque le ragazze che hanno recensito lo scorso
capitolo. Vi saluto.
Un bacio,
notperfect

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Capitolo 9
*** Am I perfect? ***


Am I perfect?
Mamma e Ron oggi non ci saranno. Ron è stato invitato ad una cena di lavoro e non può mancare. Deve assolutamente lusingare il capo per ottenere quella dannata promozione. Non che guadagni poco, ma ottenendola, sarebbe a un passo dal diventare il nuovo capo dell'azienda edile in cui lavora. Sarebbe una bella soddisfazione per lui.
-Questo è il numero della polizia, questo quello dell'ospedale e questo quello del ristorante in cui stiamo andando! Quindi, se succede qualcosa dovete assolutamente chiamare qualcuno!-. Mamma scandisce con tono autoritario le ultime parole indicando dei biglietti attaccati al frigorifero grigio in cucina con su segnati una serie di numeri.
È molto preoccupata di lasciarci soli in casa, soprattutto da quando i vicini sono stati derubati due giorni fa.
-Beth, abbiamo diciassette anni!-. Esclama Harry.
Beh, capisco perché non abbia paura: con i suoi bicipiti riuscirebbe ad uccidere chiunque provasse ad avvicinarsi alla casa, anche con una semplice strusciata di addominali. Si allena molto in palestra e, nonostante siamo fratellastri, le mie idee erotiche non si fanno da parte. Okay, non dovevo dirlo così sfacciatamente.
Comunque, non sono una pervertita.
-Andiamo tesoro, i ragazzi se la caveranno. E poi non è la prima volta che li lasciamo soli!-. La rimprovera Ron.
Per la prima volta ha detto una cosa sensata, finalmente. Ci ha impiegato un po' di tempo, ma alla fine ce l'ha fatta. Dovrei complimentarmi ma non vorrei apparire irrispettosa.
Trascino mamma con un braccio nel garage di casa dove Ron ha già messo in moto l'auto. Sono già in ritardo e questo significherebbe perdere un punto in favore di Ron.
-Ciao e divertitevi!-.
Chiudo lo sportello dell'auto scocciata e saluto con la mano fin quando vedo scomparire l'auto blu metallizzata dietro una pineta a sinistra.
Rientro in casa, salgo le scale a due scalini alla volta e mi rintano in camera.
Mi annoio e non ho nulla da fare. Io, una diciassettenne in piena crisi di astinenza in tutti i sensi, non posso uscire il venerdì sera perché mia madre è una rompipalle della mal ora. Accendo la tv e passo dieci minuti guardando uno stupido programma su E! In realtà amo questo canale; tratta sempre di gossip e di celebrità. Quando dico 'celebrità' intendo Justin Bieber. Mi interessano solo i servizi inerenti la sua vita e la sua musica. La sua voce mi trasmette sicurezza, fiducia. Si impossessa della mia mente quasi prepotentemente e, dolcemente, mi porta a vivere qualcosa che non è mai esistito e che mai esisterà. Le sue canzoni mi fanno sentire bene, quasi mi fanno accettare me stessa. Io sono molto critica nei miei confronti e tento di mascherare questa mia debolezza con la sfacciataggine. Non so se sia il metodo migliore per farlo, ma di sicuro so che sarebbe meglio non crearmi dei problemi su me stessa e sul mio modo di essere e di fare. Ho intenzione di chiamare Miley, non l'ho chiamata tutto il giorno e di solito lo faccio continuamente. Magari vuole farmi compagnia ed essere depressa quanto me, voglio invitarla a casa.
Che bella vita, Sam.
Prima però, voglio chiederlo a Harry. Può darsi che non la sopporti o magari non vuole che qualcuno venga in casa stasera. Devo farlo se voglio guadagnarmi la sua stima e il suo rispetto. Non che non lo nutri già adesso nei miei confronti, ma non voglio che il nostro legame cambi. È molto dolce ed è diventato molto protettivo nei miei confronti. Mi sembro sua sorella a tutti gli effetti. Sembra disposto a tutto per me e questo mi rallegra. Inoltre, devo dire, che è molto sexy. Quegli occhioni verdi, quel sorriso smagliante e quella faccina dolce farebbero rimanere sveglia la notte qualsiasi ragazza al mondo.
Mi affretto a scendere le scale e con mia sorpresa, e non sfortuna, noto cinque ragazzi seduti sul divano di fronte il televisore. Non mi impegno a riconoscerli in quanto sono sicura al cento per cento che siano gli amici di Harry. Ultimamente sono diventati anche i miei in realtà e sono molto felice che lo siano. Sono molto divertenti e mi fanno sentire a mio agio, quindi stare in loro compagnia non è un problema.
-Ciao principessa!-. Louis si sbraccia animatamente sfoggiando un sorriso fantastico, quasi mi abbaglia. I suoi occhi hanno una scintilla negli occhi che potrebbe fare invidia ad una stella e noi siamo illuminati dalla luce artificiale del soggiorno di casa mia in questo momento.
-Ciao Sam-. Liam, Niall e Zayn salutano coralmente alzando una mano.
-Ciao ragazzi-. Ricambio i loro sorrisi con il mio, sicuramente meno ad effetto del loro.
Spero vivamente che Zayn non ricordi nulla della sera precedente, anche perché non vorrei che le cose tra noi cambino.
Certo, ho scoperto che provo qualcosa nei suoi confronti non più pari alla semplice amicizia ma voglio che la cosa maturi con il tempo, magari approfondendo la nostra conoscenza.
Mi dirigo in cucina per prendere i miei amati e fedeli biscotti, ma non ci sono. Non sono né sul tavolo né nella credenza.
Un momento...Niall Horan è a casa mia!
-Niall! Hai preso tu i miei biscotti?-. Urlo avvicinandomi al divano dove scorgo una busta di cartone bianca e rossa tra le sue mani. -Dammi i biscotti al cioccolato e, giuro, che non ti succederà nulla!-.
Ridono tutti, tranne Niall che sembra davvero impaurito.
-Sono finiti-. Sussurra.
-Cosa? Ora ti uccido!-.
Perché doveva prendere i miei biscotti? Cosa c'è nell'espressione 'i miei biscotti' che non ha capito? L'aggettivo possessivo?
Niall ride rumorosamente mentre la mia espressione non cambia, infuriata e infastidita.
-Niall, sono seria. Corri!-. Incito, ma lui non si muove.
-Ho la pancia piena, ho mangiato troppi biscotti-.
Sbaglio, o vuole stuzzicarmi? Beh, ci sta riuscendo.
-Sei...sei un maiale!-. Urlo scatenando le risate degli altri ragazzi, compresa quella di Niall che sembra aver attutito l'offesa con leggerezza.
Meglio così.
Mi butto a peso morto sulla poltrona accanto al divano, provocando un tonfo abbastanza forte. Zayn e Harry mi guardano divertiti ed io ricambio i loro sguardi roteando gli occhi.
-Non avete mai visto una ragazza con la grazia di un ippopotamo?-. Chiedo, sbuffando.
-No, ma abbiamo sentito parlare di una certa Samantha Monroe-.
Ah, ah, ah.
Divertente.
Dovrei ridere, Harry?
Sfilo il telecomando dalle mani di Louis per mettere un film, Dear John. È un film d'amore ed è il mio preferito.
Seppure non appaia come una ragazza lunatica, piuttosto acida e insensibile, ho migliaia di sogni e progetti d'amore nel cassetto che alimento con film sdolcinati del genere.
Quando qualcuno mi fa qualche complimento reagisco quasi aggredendo chi ha osato farmelo. In realtà dentro gioisco e mi rallegro e quella che uso è soltanto una maschera che nasconde la rinnegata sensibilità di una ragazza qualunque. Forse il mio è anche il desiderio, anzi, l' esigenza, di risultare diversa rispetto alla massa. Esternamente potrei anche riuscirci ma dentro so perfettamente che anche io pagherei per quegli squallidi principi azzurri che si dice facciano tardi a raggiungere le loro principesse perché cadono continuamente dal cavallo. Purtroppo so di essere uguale ad altri sei miliardi di ragazze rincoglionite e l’unico suggerimento che potrei dare a me stessa è: ‘Svegliati, Sam!’
-Ehi! Stavo guardando la partita!-.
-Niall, non lamentarti sempre-. Lo ammonisco.
-Harry dì qualcosa!-.
-Amico, non mi permetterei mai di contraddirla. Mi sta già fulminando con lo sguardo!-. Ribatte quest'ultimo sulla difensiva.
Lancio uno sguardo di soddisfazione a Niall inarcando il sopracciglio destro, rinfacciandogli che sono sempre io a vincere, per poi sorridere ad Harry, compiaciuta. Mi rallegra che lui sia così complice nei miei confronti. Siamo davvero una bella squadra insieme, siamo...fratello e sorella.
-Beh, a me non dispiace questo film. L'ho visto l'altra volta...-.
-L'hai visto l'altra volta?-. Ripete sbalordito Harry, interrompendo Liam.
-Cioè, volevo dire...-. Quest'ultimo si schiarisce la voce imbarazzato. -...l'altra volta mia sorella Ruth lo stava guardando ed io casualmente mi sono trovato in soggiorno e mi ha pregato di farle compagnia. Stava piangendo per le immagini d'amore del film, non potevo lasciarla sola! E così, per sbaglio l'ho visto-.
-Wow, che immaginazione-. Commento.
Harry e Zayn sghignazzano rumorosamente mentre Louis e Niall tentano di trattenersi dal ridere nel rispetto dell'amico. Apprezzo molto questo loro atteggiamento mente Harry e Zayn sono due bamboccioni, belli ma stupidi.
Dopo pochi minuti Niall, naturalmente, non è ancora completamente soddisfatto.
-Ho voglia di mangiare una pizza-. Confessa, come se quello che ha appena detto sia una liberazione da un peso enorme.
-Vai in pizzeria!-. Zayn lo prende in giro per un po’ per quanto riguarda la quantità del cibo che mangia Niall solitamente e soprattutto per la frequenza con cui lo fa ed io, beh, non posso fare altro che ridere e assecondarlo.
Non conoscevo questo lato divertente di Zayn.
Improvvisamente Harry si alza dal divano, mettendo a tacere i due litiganti. Mi volto verso di lui interrogativa.
-Dove vai?-. Domando.
-In pizzeria a comprare delle pizze. Non posso più sopportare un lamento umano come Niall!-.
-Oh, andiamo che vuoi mangiare anche tu una pizza!-. Ribatte il biondino.
Harry sbuffa scocciato e si dirige in garage, seguito da Louis e Niall che ancora si lamenta. Liam ritorna a guardare il film come un bambino guarda un cartone animato la mattina presto, assonnato e interessato al tempo stesso. Zayn inizia a giocare con il suo cellulare distrattamente.
Decido di salire al piano di sopra con la scusa di dover prendere 'un'effetto intimo personalissimo'.
In realtà ho vergogna, tanta vergogna.
La presenza di Zayn mi imbarazza e il suo modo di guardarmi e parlarmi mi intimidisce. Non posso farci niente anche perché non né capisco il motivo. So solo che molto spesso il suo sguardo è più potente di un carro armato di ultima generazione e mi spiazza al suolo completamente.
Compongo velocemente il numero di Miley. Non l'ho vista per l'intera giornata, forse ha il raffreddore, o la febbre.
-Sam?! Che fine hai fatto oggi? Non mi hai chiamata neanche per chiedermi cosa fosse successo!-.
-L'ho appena fatto, idiota-.
-Dettagli-.
-Cosa ti è successo?-. chiedo a cantilena.
-Ho avuto mal di testa, grazie per l'interessamento. Che stai facendo ora?-.
-Sto aspettando mio fratello e i suoi amici che portino le pizze, ho una fame da...-.
-Aspetta...tuo fratello? I suoi amici?-. Sbotta meravigliata e allarmata allo stesso tempo, ma nel suo tono c'è un qualcosa che allude al divertimento.
-Quindi...-. Riprende come se abbia avuto un colpo di genio. -...a casa tua c'è Niall Horan! Oh Santo Cielo! Dovevi avvisarmi prima, così mi presentavo a casa tua con un tubino leopardato e tacco dodici-.
-E magari sventolando delle manette tra le tue mani mentre un ventilatore ti scuote sensualmente i capelli-.
Ride rumorosamente per poi iniziare a parlare di quanto siano belli gli occhi color ghiaccio di Niall, del suo sorriso smagliante e di quanto sia tremendamente affascinante.
Vorrei dirle che Niall è un cinghiale incallito che non fa altro che stendersi sul divano e mangiare schifezze su schifezze, ma non vorrei che ci rimanga male. Ha alimentato un mito nei suoi confronti, magari questa confessione spezzerebbe tutti i suoi principi e tutti i suoi ideali.
Le racconto tutto ciò che è successo tra me e Zayn ieri sera in discoteca e la sera precedente ma lei sembra porre poca fiducia in ciò che sta ‘nascendo’ tra noi due.
-Ma io posso giurare di aver sentito un colpo quando mi ha guardata dritto negli occhi!-. Sbotto quasi infastidita ma al tempo stesso spero di convincere a credere ai miei sentimenti. Mi sentirei più soddisfatta se qualcuno pensi che tra me e Zayn potrebbe nascere qualcosa.
-Un colpo di fulmine?-. Domanda scocciata.
Ora è anche annoiata? Vorrei strofinare la sua faccia con una spugnetta alludendo che sia un piatto sporco da lavare urgentemente per rinfacciarle tutte le ore passate ad ascoltarla mentre parlava di Niall in questi ultimi giorni.
-No, io non credo ai colpi di fulmine-.
-Cosa intendi allora?-.
-Vedi, è stato più un colpo al cuore-.
Qualcuno bussa alla mia porta per poi aprirla senza che io gliel'abbia concesso. Sarà sicuramente un mal...Malik!
È Zayn!
Devo solo stare calma e non andare su di giri se sorride.
Tutto chiaro, Sam? Sono poche e semplici regole ma di fondamentale importanza.
-Ti richiamo dopo, Miley. A dopo-. Attacco con fare sbrigativo e lancio il cellulare sul letto.
-Scusa, pensavo fosse il bagno-. Dice quasi per difendersi, per poi chiudere la porta alle sue spalle e sfoggiando un sorriso; ma non un semplice sorriso, uno da mozzare il fiato, da sbarrare gli occhi, da contrarre i muscoli, un sorriso da...Wow.
Ed io mando all'aria le regole prestabilite.
-Malik, questa scusa la usava Ron per abbordare ragazze ai tempi dei pantaloni a zampa di elefante e delle salopette-.
Perché parlo sempre? Non so neanche se sia davvero una scusa per trovare il bagno; forse lo cerca davvero. In fondo perché avrebbe voluto me? Il bagno è più interessante ed è anche più...suggestivo del mio viso.
Accenna un sorriso lieve sul volto perfettamente curato mentre si avvicina lentamente alla poltrona su cui giaccio, accanto allo specchio a figura intera.
Prende dei cd dallo scaffale in legno bianco per poi iniziare a scorrerli uno dietro l'altro.
-Oh, vedo che ti piace Adele...e anche Katy Perry-. Nè prende un altro. -...E anche Nicki Minaj e...-.
-Conosco i miei cd-. Lo interrompo brusca, sforzando un sorriso. Poi riprendo più tranquilla e serena e anche un po’ imbarazzata –Zayn, per quanto riguarda ieri sera, ricordi cos’è successo?-.
-Mmmh, non proprio. Ricordo solo di essermi scolato una bottiglia di vodka e successivamente…buio-.
Sospiro leggermente, delusa che non ricordi i complimenti regalatimi ieri sera. Beh, d’altronde me l’aspettavo, anche se vorrei mandare all’inferno a calci in culo quel malato mentale che ha osato dire che quando si è ubriachi si dice sempre la verità.
-Posso farti una domanda?-. Chiedo incerta augurandomi che dica ‘si’.
-Certo, dimmi pure-.
Mi passo una mano tra i capelli un po’ sconcertata, poi rialzo lo sguardo su di lui che mi guarda con attenzione e interesse.
-Perché il primo giorno in cui ci siamo incontrati eri così…incurante e quasi non mi hai rivolto la parola?-.
Si guarda prima attorno, accenna un sorriso appagato e ritorna a fissarmi.
-Perché faccio fatica a legare con le altre persone, vedo sempre il lato negativo delle cose e penso sempre che una persona possa arrecarmi molto più male che bene. Fin da piccolo ho riposto poca fiducia nelle persone ma…-.
-Ma?-. Lo invito a continuare impaziente.
-…Ma con te sento che posso farlo, sei matta e questo mi piace-. Sorride e inarca le spalle.
-Io non sono matta!-. Gli lancio il cuscino della poltrona, un po’ irritata ma nel mio tono di voce c’è un non so che di divertente e che allude al sarcasmo.
Zayn afferra il cuscino e me lo rilancia, come fosse una palla da baseball.
Lo scanso e inizio a ridere come…una matta.
Lo guardo, più che altro lo ammiro, mentre avanza lentamente verso di me specchiandosi di fronte. Noto l'espressione soddisfatta e fiera che sfoggia osservandosi allo specchio.
-Che stai facendo?-. Domando come folgorata dalla sua bellezza.
-Molti dicono che sia vanitoso. Beh, forse lo sono e la mia abitudine di specchiarmi potrebbe dare fastidio a molti, ma è più forte di me-.
-Cosa è più forte di te?-.
-Guardarmi allo specchio!-. Si scruta per altri secondi poi distoglie lo sguardo da se stesso per posizionarlo su di me. -Il mio motto è: 'Guarda uno specchio e sfoggia la tua dentatura, sarai sicuramente consolato dal sorriso perfetto che vi è riflesso'-.
Inarco un sopracciglio, meravigliandomi della sua naturalezza e della sua disinvoltura.
-Wow, vorrei essere come te-.
Perché i miei pensieri non rimangono mai tali?
-E perché?-.
-Io, dopo aver passato una delle giornate più belle della mia vita, mi guardo allo specchio e...tutto mi si ritorce contro. Un senso di tristezza e di nausea mi invade-.
-Perché?-. chiede ancora una volta.
-Perché sono...orribile-. Ammetto a malincuore.
Fa una smorfia per poi avvicinarsi ancora di più alla mia figura, accovacciandosi a ridosso del bracciolo della poltrona. Per poco non mi sfiora una coscia con la sua mano. L'ansia mi travolge e mi catapulta in uno stato in cui inizio a non essere consapevole se sia sogno o realtà. Rabbrividisco non appena, con un gesto fluido e delicato, volta la mia testa verso lo specchio cosicché sono costretta a guardarmi. Vedo anche lui tramite lo specchio e noto che vicini, io...sfiguro totalmente.
Lo guardo interrogativa e lui sembra intuire la mia confusione.
-Trova almeno due difetti-. Indica la mia figura riflessa.
Naturalmente la mia confusione e il mio smarrimento sono ancora visibilissimi, ma cerco di far trasparire l'imbarazzo e la timidezza, rinnegabili stando sotto gli occhi penetranti di Zayn, plasmando un sorriso debole e forzato sul mio viso.
-Zayn c-che cosa stai dicendo?-. Ci risiamo con il balbettio.
Occorreva Zayn per farmi diventare dislessica.
-Dai, hai capito benissimo. Trovameli-.
Lo osservo ancora un istante e lui, contrariamente a me, sembra sorreggere il mio sguardo come fosse una piuma. Sorrido nuovamente, poi mi faccio coraggio.
-Hai tempo?-. Chiedo ironica.
Almeno ho senso dell'umorismo; usare l'ironia mi ha sempre portata ad essere meno ansiosa. Spero che anche questa volta funzioni.
Annuisce impercettibilmente accennando un sorriso, quasi sembra in estasi mentre si mette comodo ad osservarmi.
-Allora, innanzitutto vorrei avere un naso più piccolo, il mio è troppo grande e poi è all'ingiù. Dovrebbe essere all'insù, giusto?-. Cerco approvazione con lo sguardo e con l'intonazione.
Abbassa il capo e si perde in una risata paradisiaca...per me naturalmente, è una cosa soggettiva.
-I miei occhi non sono male, ma se fossero più...più normali, sarebbero più ipnotizzanti-. Imito una voce che più da donna, sembra da trans, provocando altre risate dall'unico presente.
Il fatto che rida per ciò che dico mi fa sentire un fenomeno da baraccone ma allo stesso tempo mi rallegra perché grazie a me, per un minuto, il mondo intero gode di una delle esperienze più belle da vivere, ovvero guardare con aria sognante il sorriso perfetto di Zayn.
-Per non parlare del mio corpo! Lo odio. Ho dei fianchi troppo sporgenti e sembro una pera-.
-Una pera?-.
-Bello, le domande alla fine. Mi hai chiesto di fare una lista, non interrompermi-. Dico brusca ma alludendo all'ironia.
Alza le mani al soffitto in segno di scusa e mi lascia parlare.
-Vorrei anche avere un seno più piccolo-. Confesso.
Cazzo, non dovevo dirlo. La mia mente proprio non funziona. Posso capirla, la visuale di Zayn manda in tilt tutti i meccanismi al suo interno.
Quest'ultimo ride rumorosamente osservando la mia espressione scioccata. Lo sono perché non posso credere che l'abbia detto per davvero.
-Cosa? Sei l'unica ragazza sulla faccia della terra a volere questa cosa-.
-Si ma...-.
Posso dirlo? Dai, si.
In fondo è solo Zayn.
Appunto stupida cogliona.

Ci mancavano le vocine nella mia testa.
-...quando indosso il costume sembro una spogliarellista arrapata in cerca di un bagnino con cui liberare...ehm...passione-.
Zayn scoppia in una risata poco soffocata.
Uh, una tonsilla, guarda.
La sua voce ricopre ogni angolo della casa, ed è così chiassosa che mi chiedo come mai Liam non se ne accorga. Lo vedo mentre batte un piede a terra più volte e si trattiene la pancia. Ho solo detto ciò che pensavo, è da me, Made by Sam.
Si appoggia nuovamente con il braccio alla poltrona e ritorna a guardarmi. Sembra quasi...imbambolato. Forse sono le mie lentine che non stanno posizionate correttamente.
Aspetta, io non porto le lenti a contatto.
Mi fa cenno di continuare il mio memorabile discorso, così proseguo senza timidezza. Sembra che quest'ultima mi abbia abbandonata completamente.
-Stavo dicendo... La mia bocca è troppo piccola, la vorrei più carnosa, più sensuale-. Accenna un sorriso al quale mi sciolgo completamente. -...Hai presente una bocca solo 'da baciare'?-.
-Si, penso di si-.
-Ecco, la voglio così-. Ingrosso il labbro come se voglia dare un bacio...all'aria.
La mia bocca è ancora un groviglio di pieghe quando noto che la figura di Zayn si fa sempre più vicina.
Lo guardo impassibile, senza fare e dire niente.
La sua risata, scatenata precedentemente da questa mia impeccabile mossa, diventa man mano un sorriso sempre più debole, fino a scomparire del tutto.
Le mie labbra si ammortizzano, senza però diventare normali totalmente. Il mio respiro si fa sempre più affannato e forte, quasi ansimo.
Il cuore, tra le ossature del mio corpo, tenta di uscire fuori dal petto come una furia omicida.
I miei occhi sono diventati due macchie azzurre, sono sbarrati ed emanano confusione, solo confusione.
Cosa sta succedendo? Cosa ha intenzione di fare?
Mi sorride nuovamente e noto la scintilla nei suoi occhi, quasi come sia una stella cadente atterrata nei miei.
Si accosta delicatamente al mio viso, sfiora il naso poi la guancia.
-Penso che i tuoi occhi siano perfetti, il tuo naso anche, la tua bocca altrettanto. Per non parlare del tuo corpo, sei...-. Sospende quella frase per poi avvicinarsi maggiormente all'orecchio. -...sexy-.
Posa i suoi occhi nei miei ed io mi perdo completamente e non riesco a trovare via d'uscita, sono come un labirinto. Non riesco a distogliere lo sguardo anche con tutto l'impegno e la volontà possibile. Sono come due grandi stelle fluttuanti ed io non riesco a non esprimere un desiderio: vorrei che rimanessimo in quella posizione per sempre, come in una fotografia e magari...
Oh Santo Cielo! Ha davvero posato le sue labbra sulle mie o sto immaginando che un polipo mi stia succhiando l'aria dall'interno del mio corpo?
Non siamo in apnea quindi presumo che sia la prima opzione. Bene, sto calma, tranquilla e disinvolta, come se non me ne infischi minimamente di chi stia baciando. È tutto liscio come l'olio, l'avevo previsto, è tutto sotto controllo.
Uno, due, tre...collasso.
Okay, sono morta. 



Babies!
Spero davvero che vi sia piaciuto e,
come al solito, aspetto vostri commenti…vale a dire
RECENSIONI.
Grazie soprattutto alle dolcissime
ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo!
Continuo a cinque recensioni.
Questa è una one-shot che ho scritto
su Zayn. E' drammatica, ma spero vi piaccia!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1186627&i=1
  Bacioni,
notperfect xxx 



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Capitolo 10
*** Five imperfections to make you perfect ***


Five imperfections to make you perfect 

Abracadabra e…no, sono sempre incollata alle sue labbra.
Non sono Cenerentola, devo farmene una ragione.
Vorrei allontanarmi da lui apparendo meno goffa possibile, ma non ho idee. Devo solo aspettare che rilassi i muscoli della sua bocca e mi faccia ritornare a respirare regolarmente.
Ora conto.
Magari contando porterà a far passare il tempo più velocemente.
Uno, due, tre, quattro, cinque…
Finalmente!
Era ora, Jawacoso.
Lo guardo perplessa e spaesata, quasi intimorita. Noto nei suoi occhi una luminosità maggiore e un sorriso incerto stampato sul volto. I miei occhi saettano dai suoi alla sua bocca, non riuscendo a credere di averla toccata realmente.
Beh, devo dire che è un bravo baciatore…nel senso che bacia normale. Per esempio c’era un tipo a Londra che mi ha letteralmente fatto la pulizia dentale. I miei denti erano così puliti che alla fine gli ho chiesto: ‘Ehi amico, quanto ti devo?’ , alludendo che fosse il mio dentista.
L’ansia predomina il mio stato d’animo in questo momento ma provo anche un pizzico di rabbia. Insomma, non può aspettarsi che sia io a parlare per prima, eppure è ancora impalato di fronte che mi guarda speranzoso, sembra quasi che mi stia implorando di non lacerargli la guancia con una pinzetta.
-Zayn…c-cosa significa?-.
Naturalmente sono sempre la stupida della situazione e a parlare per primo sono io.
-Lorsque vous toucher pour la première fois ... Je le ferai avec mes lèvres, ricordi?-.
Giuro che ora svengo e solo per farmi fare la respirazione bocca a bocca da Zayn.
Do a ognuno di voi cinquanta sterline se mi trovate un ragazzo più dolce di lui.
E’ una sfida.
Via!
-Io penso che sia chiaro-. Riprende poi in tono ovvio.
Che genio!
Ma io voglio una di quelle dichiarazioni romantiche e principesche, quelle che si vedono solo nei film, quelle da far piangere o addirittura svenire per la commozione.
Okay, non esagerare, Sam.
Si schiarisce la voce abbassando lo sguardo sul tappeto per poi riportarlo nuovamente su di me, sicuro e deciso. –Non sono portato a dire frasi d’amore poetiche, quindi arrivo dritto al punto…-.
E la dichiarazione?
Sospira come se voglia trovare coraggio tra il silenzio che vige in questo momento nella mia camera da letto chiudendo gli occhi per poi riaprirli due secondi dopo. –Sam, semplicemente mi piaci e sono bastati quei cinque difetti, che hai accennato poco fa, a renderti perfetta, ai miei occhi-.
Non so cosa dire, rimango sbalordita dalle sue parole, incapace di dirne altre a mia volta.
Mi sento come quando avevo nove anni e le vecchie prozie, vedendomi, esclamavano: ‘Samantha, come sei cresciuta, sei diventata davvero una bella signorina!’, ed io rimanevo a guardarle in silenzio, accennando un sorriso sforzato e imbarazzato, e magari arrossendo.
-Eh?-. Sussurro incredula.
-La voglia di risponderti con ‘Chupa’ è irrefrenabile, ma il rispetto che ho nei tuoi confronti mi frena-. Ripete la mia frase detta qualche giorno fa, scimmiottando il mio tono di voce, invano.
Rido inconsapevolmente, abbassando lo sguardo e sentendo le guance andare a fuoco.
Non sono abituata a queste cose. Ho avuto solo due ragazzi precedentemente a differenza delle mieconoscenti che invece cambiavano fidanzato come fosse un paio di perizomi (loro non indossavano mutande normali).
-Voglio provarci, Sam-. Appoggia la sua mano sulla mia coscia ed io reagisco istintivamente rabbrividendo.
-Fa caldo qui dentro, devo dire a Ron di accendere i climatizzatori!-. Sbotto improvvisamente alzandomi dalla poltrona e iniziando ad andare avanti e indietro.
-Ma siamo a inizio novembre!-. Contraddice divertito, raggiungendomi nell’angolo della stanza dove mi sono fermata pochi istanti fa.
Mi afferra i fianchi, mi guarda un istante compiaciuto ed io, guardandolo dritto negli occhi cioccolatosi, mi sembra di leggere un libro. Righe di parole d’amore, di speranza, di desiderio si susseguono una dietro l’altra. Ho già cinto il suo viso con le mie mani e con il tatto riesco a sentire la barba che tende a crescere ma non è un problema e, insicura, inizio ad accarezzarlo. A quel contatto Zayn chiude gli occhi, come se voglia memorizzare quella sensazione. Sorrido soddisfatta e assumo un’espressione di beatitudine, che è anche il mio stato attuale. Non ho desiderato nient’altro che questo dal nostro primo incontro.
-Ho sognato scene del genere qualche volta con te al mio fianco-. Confesso imbarazzata.
-Davvero?-. Chiede perplesso e al tempo stesso divertito, schiudendo lentamente le palpebre.
-Si…certo, nei miei sogni erano belle immagini ma nella realtà è ancora meglio-.
Sorride, poi io riprendo il mio discorso. –Alcune volte, quando mi guardi negli occhi, posso soltanto avere un’esigenza che io pongo a me stessa sotto forma di una sola parola: ‘Baciami’. Vorrei urlartelo in faccia senza pudore, senza vergogna, ma mi risulta difficile, e muoio dentro aspettando che tu te ne accorga; però non lo fai, non mi baci. E’ una cosa stupida, lo so, ma devo essere sincera con te adesso, no?-.
Annuisce sorridendo compiaciuto. –Beh, ma ora ti ho appena baciata-.
-Lo so, ed è stata la sensazione più bella che abbia mai provato. Sembro un’ebete in questo momento, me ne rendo conto, ma desideravo questo momento da tantissimo tempo. Forse desideravo te e basta. Penso che per tutte le mie stranezze tu te ne sia accorto-.
-Penso proprio di si-. Ride facendomi sussultare per la bellezza che il suo sorriso è.
-Ottimo…-.
Socchiudo leggermente le labbra avvicinandole alle sue e lui sembra starci.
Avete presente quando date un morso ad un toast leggermente abbrustolito completamente ricoperto di cioccolata cremosa e una sensazione di piacere vi invade l’animo? Beh, la sto giusto provando in questo momento.
Ciò che ho appena detto è un po’ strano perché mangiare nutella dovrebbe arrecare goduria alle papille gustative, non all’animo. Se però la nutella funge da metafora e viene sostituita dalle labbra di Zayn, beh, è tutto normale.
Non c’è nulla che possa perdere e non c’è nulla di sbagliato se proviamo a stare insieme. E’ una cosa normale, succede tra ragazzi che si vogliono. Io penso di volerlo completamente. Amo tutto di lui e spero se ne renda conto. Amo il suo sorriso, i suoi occhi, il suo modo di camminare, il suo accento pakistano misto a quello dell’Inghilterra meridionale, la sua voce profonda e soprattutto, il suo modo di pensare. Insomma, pensa bene e correttamente se mi reputa…carina.
-Voglio provarci anch’io, Zayn e semmai andasse a finire male…-. Sospendo quella frase ancora meravigliata per la sua abilità come baciatore.
Potrebbe aprire una locanda con su scritto: ‘Baci a cinquanta sterline l’uno’. Si arricchirebbe subito.
Davvero, sono seria.
-Cosa succederebbe?-.
-Beh, sono cazzi amari…per te, naturalmente-. Gli do un leggero colpetto sulla spalla, per poi abbandonarlo e sedermi nuovamente sulla poltrona.
Lui ride ingentemente sedendosi sul parque scuro davanti la poltrona e iniziando a guardarmi con aria…devo dire sembra quasi sognante e questa volta posso giurarlo perché sono sicura di non portare le lenti a contatto.
-Cosa saresti disposto a fare per me?-. Chiedo impertinente.
Naturalmente esterno sempre i miei pensieri e ,in questo caso, le mie esigenze.
Oh, andiamo, non ho chiesto nulla di male, forse un po’ ridicolo, ma è ciò che voglio sapere.
In fondo lui sembra prendere quella domanda come una cosa normale, quindi non vedo perché debba preoccuparmi.
-Per amore intendi?-. Specifica inarcando un sopracciglio.
Sorrido leggermente mentre annuisco.
-Innanzitutto sarei disposto a imparare a guidare una moto-. Risponde ironicamente riferendosi a ciò che ci siamo detti l’altra sera, quando lui era ubriaco.
Un momento…
Questo vuol dire che lui ricorda perfettamente quella sera anche se mi ha detto il contrario.
Bravo Malik, iniziamo con le bugie già da ora?
No aspetta, Sam!
Non voglio sembrare come una di quelle fidanzatine gelose e possessive, magari potrebbe stancarsi di me e lasciarmi…ed io non voglio che accada, no, senza dubbio. Quindi decido di stendere un velo pietoso su questa vicenda e non dire nulla.
Le mie labbra si aprono in un sorriso facendo intravedere i miei denti bianchi e uniformi; posso quasi dire che sono perfetti ma non voglio sembrare troppo vanitosa. Mi limiterò a dire che sono ‘okay’.
-Devi dirmi una cosa-. Affermo decisa.
-Tutto ciò che vuoi-.
Oh, così mi farai arrossire, Malik.
-Perché hai voluto ripetizioni di francese quando sai parlarlo perfettamente?-. Inarco un sopracciglio e incrocio le braccia al petto, iniziando a sbattere il piede a terra con un certo ritmo.
Si passa una mano tra i capelli e noto che è imbarazzato e anche un po’ incerto per ciò che risponderà. –Beh…volevo stare con te, conoscerti meglio-.
Abbozzo un sorriso da rimbecillita e arrossisco prepotentemente.
Accorgendomi del pomodoro che mi ritrovo come faccia, porto una mano sul viso per coprirlo.
Lo sento ridere e, con un gesto delicato, stacca la mano dal mio viso.
-Voglio guardarti, Sam. Sei perfetta e mi rallegro quando osservo la tua bellezza-.
-Ora mi sciolgo, davvero-. Sbotto spontaneamente.
Zayn inizia a ridere leggermente per poi ritornare a guardarmi con aria compiaciuta e soddisfatta.
-Posso chiamarti Jawaad?-. Chiedo speranzosa nonostante sappia perfettamente a quanto tenga alla segretezza del suo secondo nome.
Mi guarda come se non avesse voluto che introducessi quest’argomento ed io intuisco che la sua risposta sarà un no.
–Andiamo, Zayn! Cosa ti importa degli altri? Se loro avranno qualcosa da dire, che se la vedano con me. Con un pugno li stendo tutti, non preoccuparti-. Gli lancio un occhiolino imperfetto, facendolo ridere. –E poi non dovresti vergognarti delle tue origini, sono tutto ciò che sei e non puoi lasciare che dei ragazzi ignoranti ti giudichino per il tuo secondo nome!-.
Sembra quasi cambiare idea e colgo l’occasione per aggiungere:- E poi tutti ti chiamano Zayn, io voglio…distinguermi, come ho sempre fatto-. Ribatto decisa, schioccando la lingua.
Ride involontariamente chinandosi più in avanti verso di me e abbracciandomi.
Ha delle braccia e delle spalle enormi…mmh.
Okay, Sam e i suoi pensierini fuori luogo vanno a farsi fottere.
-Ti sei mai innamorata prima?-. Domanda.
Aspetta, ha cambiato argomento, di nuovo!
-Penso di no…più che altro era attrazione fisica. E tu?-.
-Non lo so, forse no. Cosa intendi per attrazione fisica?-.
-Che non c’era nulla che superasse il desiderio. Il termine ‘amore’, lo associo a quella persona che tenga a me più del dovuto, più di quanto mi sia dovuto. Capisci cosa intendo?-. Chiedo.
Approva con il capo.
-E beh…-. Continuo. –Io non ho mai trovato una persona del genere-.
-Forse questa è la volta giusta-. Dice fissandomi negli occhi con quello sguardo che solo lui sa fare e che mi provoca tante farfalle nello stomaco in preda al panico.
-Può darsi-. Scrollo le spalle e abbasso lo sguardo.
Un’altra volta, con un gesto fluido e delicato, mi alza il mento con un dito, portandomi a guardarlo incessantemente negli occhi.
E’ bellissimo.
Per non parlare del suo sorriso. Dio, tra poco mi sciolgo come un ghiacciolo.
Troppo banale come frase, lo so.
Ha un sorriso che mi fa venire voglia di…
-Pizzaaaa!-. Liam urla dal piano di sotto, incitando a raggiungerlo.
Siamo costretti a sciogliere il nostro abbraccio e a dirigerci in sala da pranzo.
Naturalmente ora non so come comportarmi e qualcosa mi dice che la serata non passerà in fretta.
Giù, Harry, Niall e Louis stanno già sbranando le loro pizze, mentre Liam, tanto caro ragazzo e soprattutto educato, ci sta aspettando con pazienza. Sorride e non appena ci sediamo, anche lui azzanna la sua prima fetta di pizza con tanto di mozzarella filante.
-Ehm…Allora, come va? Tutto okay? Come vi va la vita?-. Urlo ai miei commensali come se fossi un venditore ambulante di occhiali Ray Ban falsi sulla spiaggia.
Zayn mi da un calcio da sotto al tavolo, pregandomi con lo sguardo di stare zitta. E’ chiaro che non vuole far sapere della nostra…ehm…storia? Posso chiamarla così?
Almeno per ora.
Sorrido sotto gli sguardi incerti e confusi dei presenti che mangiano le loro pizze quasi in santa pace.
Trascorriamo la serata serenamente, durante la quale Zayn tenta più volte di toccare il mio sodissimo sedere mentre gli altri sono distratti, ma ogni volta io mi ritraggo volontariamente. Addirittura ha cercato di baciarmi mentre stavamo guardando il nuovo episodio di Hannah Montana su Disney Channel.
Ah, non dite a nessuno che vediamo questo telefilm, Zayn non vuole perché pensa che la sua reputazione possa andare a rotoli. Anche se io la trovo una cosa dolce e adorabile.
 
Ora sono stesa sul mio letto soffice e comodo e sento ancora il profumo di Zayn nell’aria. Mi inebria totalmente le narici e mi si increspa un sorriso da ebete sul volto. Mi sento così stupida. Con ‘stupida’ intendo ‘innamorata’ perché, come diceva il mio saggio nonno, l’amore è per gli idioti, mentre bestemmiava tutti i pokemon per aver sposato nonna Katy.
Cerco di pensare a come dire a Harry e agli altri ragazzi di me e di Zayn e, sinceramente, spero che sia Zayn a farlo.
Prendo una penna e un foglio.
Ho l’ispirazione stasera, la mia fonte è Zayn, sicuramente, e tento di appuntare qualcosa. Magari potrei scrivere un romanzo d’amore intitolato ‘Zayn Jawacoso Malik e il suo adorato Pakistan portano l’amore a casa di Samantha Monroe’.
Il titolo è lungo perché ho intenzione di realizzare una vera è propria saga, come quel film di vampiri e di quella ragazza bianca come la neve che sembra sempre sul punto della morte o in pieno orgasmo.
 
‘Quando si sentono movimenti ambigui all’interno dello stomaco, quando la tua mente è piena e un attimo dopo non lo è più, quando smetti di respirare per un secondo e quando senti un fischiettio nelle orecchie…non preoccuparti, non stai morendo, sei solo innamorata di un sexy figo di un pakistano che sembra un cioccolatino pronto da addentare e…’.
 
Okay, non ho più ispirazione, ho sonno.
Spengo la luce e chiudo gli occhi.
‘Movimenti ambigui’….ma questi paroloni da dove sbucano? Ho una mente geniale.
Buonanotte, Sam!







Babieeeees!

Come state? Spero bene. 
Come avrete capito questo è il
capitolo 'boom' di cui vi parlavo.
Naturalmente ce ne saranno altri
del genere nel seguito della storia.
Lo so, è un po' stupido però...
boh, facciamoci una risata.
Vi do un'anticipazione sul prossimo capitolo:
si chiamerà 'Yes, we are in love',
non perdetelo...e RECENSITE, per favore.
Continuo a cinque recensioni!
Questa è una One-Shot che ho scritto
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1186627&i=1 
Se vi va date un'occhiata....anche al mio
profilo -notperfect-.
 
  

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Capitolo 11
*** Yes, we are in love ***


Yes, we are in love
Il giorno dopo, chiudo lo sportello dell’auto di Harry con un tonfo molto forte che fa destare sospetti a quest’ultimo.
-Sam? Qualcosa non va? Non hai detto nulla per tutto il tragitto-.
-Niente Harry, davvero-. Accenno un sorriso e Harry posa tranquillamente un braccio sul mio collo.
Ci dirigiamo verso un gruppo di ragazzi, il solito gruppo di ragazzi.
-Ciao fratelli Styles!-. Saluta Niall pimpante.
‘Styles’.
Fino ad ora nessuno mi ha chiamata con questo cognome nonostante sia conosciuta come la sorella di Harry Styles.
E’ strano sentirselo dire ora, ma lo è ancora di più non esserlo stata chiamata dagli altri studenti.
Zayn mi sorride indifferente ed io non posso fare altro che imitarlo.
-Ciao Sam!-. Qualcuno mi saluta in lontananza.
Questa voce mi è molto familiare ma non riesco ad associarla a nessuno dei cinque ragazzi.
Mi giro e vedo Cameron Roosvelt del quarto anno. Frequenta lo stesso corso di chimica con me e Harry e quello di matematica con Zayn, Niall e Louis; l’ho conosciuto alla festa di sabato sera, mentre danzavo come un elefante.
Sventolo allegramente la mia mano per poi notare l’espressione infastidita di Zayn, che continua a guardarmi interrogativo.
Scrollo le spalle e mi avvio in classe al suono della campanella.
Insomma, se vuole mantenere top secret la nostra relazione deve accettarne anche le conseguenze. Non posso far finta di non avere un ragazzo ed evitare tutti gli altri come una tredicenne tenta di non avere rapporti sessuali con il fidanzato sedicenne.
Ho matematica alla prima ora, questo significa che Zayn starà nella mia stessa aula.
Entro in classe e noto che Liam ha già occupato il posto accanto al pakistano dei miei sogni, così sono costretta a sedermi accanto a Niall al banco dietro di loro.
-Bene ragazzi, tra poco ci saranno i vostri scrutini…-. Inizia il professore che, dalla faccia, si direbbe in piena crisi matrimoniale. Beh, penso sia razionale con la faccia che si ritrova. –Devo interrogare alcune persone per confermare il loro voto-.
Sono tranquilla, molto tranquilla perché ho già avuto due interrogazioni e nonostante sia il primo anno in questa scuola, ho riscattato il mio ruolo da studentessa modello…per i poco studiosi, naturalmente.
Tuttavia il professore ha già i miei voti, non gliene servono altri.
Inizio ad incidere distrattamente una ‘Z’ sul banco con una penna nera mentre il professore scruta il registro di classe con attenzione, accompagnando i suoi occhi con una matita.
Sento Niall sussurrare: ‘Non chiamare me, non chiamare me, non chiamare me’ , e ridacchio silenziosamente.
Penso proprio che non abbia studiato.
-Green e…Malik!-. Annuncia poi i nomi degli interrogati, mentre Niall dà un sospiro di sollievo, felice e soddisfatto di essersi sottratto al carnefice e aver fatto parte della schiera dei sopravvissuti.
Guardo Zayn contorcersi le mani e mordersi il labbro ripetutamente, torturandolo.
Green si avvia verso la cattedra sicuro e con un sorriso stampato in volto, il classico secchione.
Odio i secchioni.
Non che odi studiare o acculturarmi, ma odio il loro atteggiamento. Loro passano pomeriggi interi sui libri senza un minuto di tregua, eliminando rapporti sociali di ogni tipo, e inoltre pensano di essere dei geni.
I geni sono quelli che hanno intuito e istinto, non degli asociali con mente ristretta e chiusa alle poche righe di un libro.
Zayn non si è ancora alzato.
Sono preoccupata per lui ed ho la certezza che neanche lui abbia aperto libro ieri.
-Posso venire al posto di Malik, professor Tyler?-. Chiedo improvvisamente attirando l’attenzione di tutti gli studenti.
Niall mi guarda scioccato, così come il professore, che abbassa gli occhiali da vista sul naso e aguzza la vista verso di me.
Sorrido e ripeto nuovamente la domanda.
-Beh, se proprio vuole signorina Monroe…Malik se l’è scampata, per oggi!-. Annuncia quasi divertito.
Mi alzo e mi dirigo verso la lavagna, pronta a rispondere alle domande del professore.
Non ho paura, anzi…La matematica mi ha sempre affascinata per questo la studio volentieri. Le materie letterali invece, non mi vanno giù. L’umanistica, la filosofia, la letteratura…sono sciocchezze, a mio parere.
 
La campanella è appena suonata e si prevede una mangiata stratosferica.
Lo stomaco languisce già da un bel po’ e non vedo l’ora di abbuffarmi, anche di schifezze.
Mi dirigo in mensa e quando sto per varcare la soglia dell’entrata con aria trionfante per aver raggiunto il paradiso, qualcuno tira l’orlo del mio maglione, facendomi sobbalzare e andare a sbattere contro il petto di qualcuno.
-Zayn!-. Articolo, quasi incredula che mi abbia cercata. –Non toccarmi in pubblico, o le persone penseranno che stiamo insieme-. Dico, prendendolo in giro ma nelle mie parole c’è un pizzico di fastidio e indifferenza.
-Sam, sei arrabbiata per questo? Sai che voglio stare con te, ma voglio trovare il momento giusto per dirlo a tutti…quando quel momento arriverà sarò disposto anche ad andare sul punto più alto del mondo e gridarlo a squarciagola!-.
Sorrido involontariamente.
Riesce sempre a lusingarmi e, in un certo senso, a manipolarmi.
-Perché oggi hai voluto sacrificarti al posto mio?-. Chiede accarezzandomi una guancia e portandomi la massa di capelli su di un lato.
-‘Sacrificarmi’!-. Ripeto paranoica. –Non sono stata uccisa. Sapevo che non avevi studiato e ho preferito andare al posto tuo, così non aggiungevi un altro tre alla tua lista-.
-Ehi, non giudicare la mia lista di voti, è sacra e ci tengo molto-. Ribatte ironico. –Grazie, comunque-.
Mi afferra una mano e mi trascina con lui.
Lo seguo nonostante abbia una fame da lupi…lui sembra più invitante.
-Uno sgabuzzino?-. Domando scettica prendendo un manico di scopa a terra e riportandolo a far avere un normale equilibrio.
-Lo chiamano lo ‘sgabuzzino del sesso’-.
Sgrano gli occhi preoccupata.
Non voglio perdere la mia verginità qui, a scuola. Certo, con Zayn si, ma non qui, non ora.
Sorride compiaciuto. –Non preoccuparti, noi lo inaugureremo con un altro nome-.
-Quale?-.
-Lo sgabuzzino di Zayn e Sam o…beh, non ci ho ancora pensato-. Confessa.
Sorrido leggermente mentre vedo che si siede a terra appoggiando la schiena al muro rovinato. Io lo imito.
-Esattamente da quando hai deciso di volermi dire quelle cose?-. Domando incuriosita riferendomi a ciò che ci siamo detti ieri.
-Da quando ho incrociato i tuoi occhi la prima volta-.
-Sarebbe a dire?-.
-Dal primo giorno -.
Sussurro un ‘ah’ incerto e imbarazzato mentre Zayn scruta attentamente il mio viso, quasi abbia paura che scompaia da un momento all’altro.
-Zayn…-. Lo chiamo dolcemente, indecisa se parlare o meno.
-Dimmi-.
-Ho paura-.
-Di cosa?-. Chiede titubante e confuso.
-Di poter innamorarmi completamente di te-. Prendo una pausa, sospirando e allontanandomi leggermente dal muro, in modo tale che possa guardarlo negli occhi. –Insomma, tu sei bello, affascinante, intelligente e gentile…sarebbe da stupidi non innamorarsi di te. Ma io ho paura di poter soffrire. Io non ho mai sofferto per amore anche perché non ho mai creduto nell’amore. Ma semmai dovessi provare vero amore nei tuoi confronti e tu dovessi spezzarmi il cuore, sappi che non sarebbe una bella cosa-. Scrollo le spalle e lo vedo sorridere impercettibilmente, forse compiaciuto. -…sicuramente per te-. Aggiungo.
Ride divertito dalle mie parole e penso sia anche un po’ sorpreso per il coraggio che ho avuto nel dirle.
Chi stupida avrebbe detto qualcosa del genere a Zayn Malik in uno sgabuzzino del sesso?
Presente.
-Senti, Sam…-. Imita la mia posizione: siamo uno di fronte all’altro ed io penso che tra poco vado a farmi un giro in paradiso. –Anche io sono d’accordo sul fatto che non è ancora amore ciò che ci lega ma…potrebbe accadere-. Mi prende una mano e la stringe forte alla sua.
Riesco a sentire un ‘oh’ di tenerezza e compassione dalle platee della mia mente e il mio cuore sciogliersi come un cioccolatino su un fornello.
Lo guardo come se sia spaventata da ciò che potrebbe dire perché, in fondo, l’amore mi induce paura e timore. Non so se sia normale, ma penso di aver paura d’amare.
Lo so, fa tanto ‘ragazza dalla porta accanto’, ma non posso farci niente, è più forte di me.
Ritorna alla sua posizione iniziale con aria serena e tranquilla.
-Si dice che quando si è innamorati si farebbe di tutto per la persona di cui lo si è-. Dice spavaldo.
-Sei d’accordo?-. Chiedo tranquilla.
-Beh, se mi innamoro di te tra un po’, cosa probabile…-. Sorrido intimidita. -…sarei disposto a fare tutto per te…quindi, si, sono d’accordo-. Fa una pausa. –La vita è una continua lotta contro le situazioni che ci si pongono davanti, giusto?-.
-Giusto-. Approvo.
-Io sarei disposto a lottare anche contro le tue, se me ne darai l’occasione-.
Socchiudo le labbra e per poco una lacrima non mi sfiora la pelle. Nessuno ha mai detto una cosa del genere nei miei riguardi e penso che nessuno sarebbe disposto a fare ciò che ha appena detto lui. E’ già tanto sentire la voce di Zayn inebriarmi l’anima e il cuore, ma il fatto che la sua voce pronunci frasi del genere mi rende completamente pazza. Di lui intendo.
Si, penso di esser diventata pazza di lui, dell’amore, della sua voce, del suo sorriso, dei suoi occhi…
Aspetta…ho detto ‘amore’?
Io non sono innamorata, non ancora…forse.
Mi abbraccia affettuosamente ed io ricambio stringendolo forte a me, come se non possa farne a meno, ed è così realmente.
-Posso dirti una cosa?-. Chiede incerto.
-Certo-.
-Con te, felicità o rammarico è la stessa cosa. E’ da un po’ che ci penso e da quando ti ho conosciuta non faccio altro che sentirmi felice, anche nei miei momenti ‘no’. Come ti ho detto qualche settimana fa, mio padre è molto assente e quindi alcune volte sono un po’ giù di morale. Ma ogni volta mi bastava incontrarti tra i corridoi della scuola o magari venire a casa tua con la scusa di incontrare Harry e tutto mi sembrava…bello. Il tuo sorriso mi illuminava la vita, in un certo senso, come ora-.
Okay, devo solo stare calma e tutto andrà bene.
Che diamine di sensazione è quella che sto provando in questo momento?
Neanche i sensori del mio cervello riescono a captarla e riconoscerla.
Sta succedendo tutto così in fretta, come se niente fosse ma pensare che io e Zayn siamo qualcosa di più che semplici amici mi rende felice e smarrita al tempo stesso. Non so se voglia fare sul serio con me e, al contrario, non so se io sia disposta a perderlo quando ormai avremo istaurato un rapporto d’amore vero e proprio.
Il fatto è che io non riesco a capire come due persone si lasciano dopo una relazione, lasciandosi  alle spalle sentimenti come l’amore e avendo avanti un varco di indifferenza. Insomma, è anormale che accada tutto questo ma, accade… e potrebbe succedere anche a me, forse. Io non sarei in grado di affrontare una situazione del genere perché, nel profondo, so di avere un cuore sin troppo grande, e perdere Zayn sarebbe come perdere una parte fondamentale di me, quando ormai saremo uniti dall’amore.
-Mi piacerebbe essere ciò che vuoi, Zayn-. Dico come se fosse un qualcosa che abbia dentro già da tempo.
-Perché dici questo, adesso?-.
-Perché mi sto accorgendo che forse, provo qualcosa in più della semplice attrazione fisica nei tuoi confronti. Certo, questo mi spaventa perché amare mi spaventa in generale, ma al tempo stesso, non voglio allontanarmi da te. Perciò, se tu vuoi il contrario, io potrò essere ciò che vuoi per te, affinché saremo fianco a fianco per sempre-.
Mi rendo conto che ‘il per sempre’, esiste solo nelle favole. Sfortunatamente vivo nel mondo reale e non tutto nella vita reale ha un lieto fine. Sono una pessimista del cazzo, lo so, ma è più forte di me pensare in negativo.
-Sei…sei…-.
-Sono?-.Lo incoraggio.
-Sei perfetta per me-.
Ecco cosa c’è nella mia mente: dksnpkojpsoij.
Eccitazione.
Meraviglia.
Felicità.
Piacere.
Commozione.
Emozione.
Amore.
In effetti, se non voglio ancora ammetterlo a lui e soprattutto a me stessa, penso di provare un sentimento ancora mai provato fino ad ora da me: amore. Devo forse preoccuparmi?
Sbuffa rumorosamente e mi fa riemergere dai miei pensieri. Incrocia le braccia al petto e inarca un sopracciglio. –Da quando conosci Roosvelt?-. Domanda infastidito, improvvisamente.
-L’ho conosciuto alla festa di sabato-. Rispondo sbattendo la schiena contro il muro.
-Ho notato che il tuo saluto conteneva un po’ troppa allegria stamattina-.
-Che c’è? Sei geloso, Jawaad?-. Articolo l’ultimo nome con maggior tono di voce per provocarlo, stendendo ogni componente della mia faccia.
Sorride e si avvicina al mio viso; sfiora delicatamente il suo naso con il mio e mi accarezza la guancia destra. Il bacio che segue non è altro che la cosa più emozionante, strabiliante, commovente, eccitante che abbia mai provato.
Infila una mano sotto il mio maglioncino, arrivando fino al laccetto del reggiseno.
Dei brividi percorrono la mia schiena da su a giù come siano formiche esasperate in cerca di cibo in piena estate, mentre il mio cuore non fa altro che battere a ritmo incessante e sembra si sia dato alla pazza gioia.
Solo quando Zayn mi è davanti reagisce in questo modo.
Bastardo.
Sento alleggerire la presa delle sue labbra sulle mie, per poi staccarsi completamente.
Lo ammiro estasiata leccarsi il labbro superiore, il quale si apre in un leggero sorriso da far diventare gay persino Chuck Bass.
-Non sono geloso, ma se una mano ti sfiora e non appartiene a me, apparterrà sicuramente a quel povero diavolo che ucciderò con le mie mani-.
Rido lievemente e gli lascio un colpetto sulla spalla destra, prima di porgergli la mano e tirarlo su di peso per poi avviarci in classe accompagnati dal suono stridulo della campanella.
Mi rallegra il fatto che lui sia geloso. Tutti sanno che la gelosia nei confronti di una persona, ben diversa dall’invidia, non è altro che una delle tante forme sotto cui si manifesta l’affetto o l’amore per una determinata persona. Insomma, si è gelosi perché si ha paura che si possa perdere qualcosa, o in questo caso, qualcuno.
-Comunque…-. Dico mentre camminiamo, attirando il suo sguardo su di me. -…possiamo inaugurare lo sgabuzzino con il nome ‘Lo sgabuzzino del sesso di Zayn e Sam’-.
-Mi stai provocando, Caroline?-.
-Può darsi, Jawaad-.
Sorride malizioso strattonandomi, poi svolta nell’aula a destra, quella di fisica.
A me aspetta filosofia, grandioso.
 
2 giorni dopo
 
Oggi Zayn ha detto che mi porta al mare dopo scuola. L’idea mi piace ma fa freddo e tira vento, la sabbia si insinuerà sicuramente e danneggerà i nostri occhi. Ma non fa niente, non è un problema se Zayn mi è accanto.
Ciò che mi ha detto l’altra volta nello sgabuzzino della scuola mi ha fatto aprire gli occhi, mi ha fatto capire che, in un modo o nell’altro, finirò nella trappola dell’amore. Non che mi dispiaccia perché Zayn è una persona meravigliosa, però sono preoccupata per me stessa, per il mio cuore.
-Dove stai andando?-. Mi chiede Harry incuriosito, notando la sveltezza nei mie passi mentre mi dirigo alla porta.
-Da Miley, studieremo insieme oggi-.
Io e Zayn vogliamo che arrivi il momento giusto per parlare di noi ai nostri amici e soprattutto ad Harry, per questo mi limiterò a mentire ancora per un po’, anche se a malincuore.
-Torna presto!-. Si raccomanda per poi ritornare a guardare la tv.
Apro la porta ma di Zayn non c’è nessuna traccia. Guardo a destre e a sinistra ma non scorgo la sua cresta perfetta neanche in lontananza. Un senso di ansia mi invade, facendomi agitare come non mai. E se mi avesse dato buca? No, non può essere.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi dirigo verso il cancelletto all’entrata della villa. Sul viale ci sono vari vicoli senza uscita, dove, solitamente, ci sono gatti randagi e la spazzatura. Mentre percorro l’intero vialetto che affaccia sulla strada vera e propria, una mano sbuca da uno di quei vicoli, mi prende una mano e mi attira a se.
-Zayn!-. Sobbalzo impaurita.
-Ehi, sta’ calma, sono solo io-.
Come se non abbia detto nulla! I suoi occhi mi fanno morire ogni volta che li guardo e la sua bocca mi fa fremere, sperando che tocchi la mia.
Mi da un bacio che dura più del dovuto mentre le sue mani sfiorano i miei glutei.
-Andiamo-. Mi prende per mano e ci dirigiamo verso l’uscita di quel viale caratterizzato da villette come le mie.
Sulla strada è parcheggiata la sua auto, una BMW decappottabile bianca. E’ costosa, questo lo si nota anche senza sapere il marchio o la provenienza. Subito mi chiedo che lavoro faccia suo padre e il desiderio di chiederglielo mi prende alla sprovvista ma decido comunque di non dire nulla, per non sembrare impertinente.
-Perché stiamo andando al mare?-.Chiedo disinvolta mentre appoggio un gomito sul finestrino.-Fa freddo e non c’è nessuno-.
-Il romanticismo non lo conosci affatto, vero?-. Domanda lui a sua volta, ridendo.
-Mmh, penso di no. Me lo farai conoscere?-.
-Penso proprio di si-.
Bene.
-Harry ti ha chiesto qualcosa quando sei uscita di casa?-. Chiede poi, mentre si passa una mano sui capelli e l’altra è fissa sul manubrio.
-Si. Io gli ho detto che stavo andando da Miley. Non si è preoccupato più di tanto-.
Da un sospiro di sollievo, ma noto che ancora non vige quiete in lui, il che è strano, non c’è nulla di cui lui debba preoccuparsi.
-Sam, io noto come lui è diventato protettivo nei tuoi confronti. Non lo biasimo affatto, perché tu sei sua sorella ora e inoltre, chiunque ragazzo lo diventerebbe nei tuoi confronti perché sei dolce e sorridi sempre e penso che questo vada a tuo vantaggio. Proprio per questo sono spaventato di dirgli di noi. Siamo molto amici io e lui ma non penso che la prenderebbe bene se venisse a sapere che…-.
-Che ci amiamo?-.
-Esatto!-. Ritorna a guardare la strada dinnanzi a lui, vedendo le macchine che sfrecciano alla velocità di novanta chilometri orari. Poi fa una smorfia di confusione. –Un momento…hai detto ‘ci amiamo’?.-. Domanda poi portandomi a notare la confusione anche nelle sue parole.
-Si-.
Non sono il tipo di persona che si rimangia le parole. Se l’ho detto ci sarà un motivo, anche se spaventoso per un carattere come il mio.
-Cosa significa?-.
Faccio un respiro profondo. Penso che sia necessario che sappia cosa provo realmente nei suoi confronti. Se all’inizio volevo solo provarci con lui, ora so per certo che mi piace da impazzire, e che già sto correndo verso l’amore, forse l’ho già raggiunto.
-Senti, Zayn…mi piaci, questo lo sai benissimo, forse lo sai dal primo giorno in cui ci siamo incontrati. Ora che siamo qualcosa di più che semplici amici, mi sto rendendo conto che forse, nel profondo, so di essere innamorata di te. Certo, ‘amore’ è una parola grossa, ma io provo questo quando ti guardo e quando tu mi stai vicino. E’ una strana sensazione, piacevole se posso dire, e mi rendi felice. So solo questo-.
‘Stiamo insieme’ da soli tre giorni, ma ho le idee chiare già da un po’. Le persone si innamorano anche con un colpo di fulmine, forse anche noi ci siamo innamorati in questo modo, nonostante pensi che sia una cosa ridicola, e non ci è voluto molto che lo capissimo. Sarà una storia breve da raccontare ai nostri nipotini.
Noto che non ha nulla da dire. Forse è solo imbarazzato o forse non prova ciò che provo io e questo mi delude un po’.
Quando ci fermiamo al semaforo rosso, improvvisamente appoggia la sua mano sulla mia coscia, afferra la mia mano e la stringe forte alla sua. A questa stretta, mi volto verso di lui per capire quel gesto inaspettato. Lui fa lo stesso. Per un momento ci guardiamo solo negli occhi, poi mi sorride come mai l’ho visto fare. In questo sguardo e in questo sorriso c’è tutto ciò che voglio intuire, tutto ciò che lui mi vuole comunicare. Capisco che questo è un gesto d’amore e, non a caso, è proprio ciò che lui prova nei miei confronti.
Non posso fare altro che ricambiare la stretta di mano, non come quella tra uomini d’affari, e aspettare che le ruote dell’auto tocchino la sabbia fredda della spiaggia.
-Eccoci-. Annuncia soddisfatto.
Scendiamo dall’auto e lo vedo stiracchiarsi e ispirare profondamente l’odore di salsedine che aleggia in questa zona. Penso che questo sia un posto che gli ricordi qualcosa di molta importanza, forse qualcosa riguardante la sua infanzia.
Proprio come ho pensato, la spiaggia è deserta e c’è una brezza leggere alla quale però si può resistere.
Ci incamminiamo verso la riva dove ci sediamo l’uno accanto all’altra, ammirando le onde crearsi da lontano e scomparire vicino alla riva, mentre altre si infrangono sugli scogli dominati da gabbiani poco rumorosi.
-E’ bellissimo qui-. Commento estasiata.
-Lo so, ci venivo sempre quand’ero piccolo con mia madre. Venivamo qui quando papà non tornava a casa per il lavoro e le mie sorelle erano a scuola. Era un posto solo per me e per lei, era nostro, come ora. Però lo voglio condividere anche con te-.
Esito un attimo prima di parlare.
Mi rendo conto che sembro un idiota mentre lo guardo imbambolata mentre lui osserva il paesaggio, ma proprio non riesco a distogliergli gli occhi di dosso. E’ bellissimo. Zayn è di una bellezza sconvolgente, da farti togliere il respiro. Come quando il secchione e la capo cheerleader si fidanzano e lo scopri tramite la professoressa; insomma è una cosa incredibile.
-Zayn, io non so cosa dire. E’ la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me da…sempre. E’ un posto di tale importanza per te e tu porti me. E’ fantastico, grazie-.
-Non devi ringraziarmi. Mi sentivo in dovere di farlo perché prima di morire, durante una delle nostre ultime permanenze qui, mia madre mi disse di portarci sempre e solo persone importanti per me…e beh, voglio rispettare la promessa che ho fatto, tutto qui-.
Respira e inspira, Sam. Se lo fai, non muori all’improvviso.
L’istinto mi dice di abbracciarlo e così faccio. L’istinto mi porta sempre sulla buona strada.
Sento il suo braccio circondarmi il collo, il mio viso incastrato nel suo collo e la sua testa appoggiata sulla mia. Resterei così per sempre se solo Dio mi desse quest’opportunità. Ma ci sarebbero comunque tante altre cose belle da fare con Zayn, tipo in camera mia, sul mio letto.
Okay, basta.
Il fatto è che Zayn, anche solo sfiorandomi, mi induce sicurezza e fiducia. Io mi fido di lui, molto, e sarebbe bello se anche lui lo facesse. A me piace quando le persone si aprono con me, si fidano di me ed è una bella sensazione, mi fa sentire importante in un certo senso. E’ come se già conosca il suo tatto e che sia come una specie di muro di cemento, pronto a difendermi dagli attacchi di cattiveria degli altri. Non so perché, ma sento che lui abbia un istinto protettivo nei miei confronti, e ne gioisco vivamente.
-Quindi, per te sono importante, Zayn?-. Chiedo disinvolta, ma c’è un pizzico di insicurezza che caratterizza la mia voce.
-Si-.
Sembra sincero.
Sorrido lievemente anche se lui non può vedermi e lo stringo ancora più forte al mio corpo. Sento il battito del suo cuore e sembra irregolare. Non pensavo di poter fare un effetto del genere a qualcuno…questo mi lusinga.
-E quando l’hai capito?-.
-In realtà da quando ti ho conosciuta per quella che sei davvero. Ma alla festa dell’altra sera, quando tutti quei ragazzi ti si avvicinavano e ballavano con te, la gelosia si è fatta spazio in me e non ho potuto fare altro che chiedermi perché lo fossi nei tuoi confronti e beh, la notte non ho dormito e ho trovato la risposta che cercavo-.
-Sarebbe?-.
Si distacca leggermente da me senza però eliminare il contatto visivo. Prende il mio mento tra le sue mani e avvicina il mio viso al suo, per poi appoggiarci le sue labbra sopra. Mi sfiora lentamente le labbra, poi le guance, e traccia una scia di baci per tutto il viso. Seguo il loro percorso con gli occhi chiusi, per assaporare fino in fondo ogni suo tocco.
-Penso di starmi affezionando a te, Sam-. Mi sussurra.
-Sei spaventato?-.
-Molto-.
Riprende a baciarmi, ma questa volta è un bacio più intenso. Percepisco il desiderio, e la passione arde sempre più. Diventa quasi un bacio forzato, ma non gli do peso in quanto anche io ci sto. Lo bacio e mi sembra che lo stia facendo per la prima volta. E’ una sensazione indescrivibile perché le emozioni che provo per lui in questo momento sono fin troppe per essere decifrate.
Ci distacchiamo e ritorniamo alla posizione iniziale.
-E poi…-. Riprende ancora assordato dal bacio di prima. -…anche le chiacchierate che abbiamo fatto da quando ci conosciamo, mi hanno fatto capire che sei una persona meravigliosa, più di quanto mi aspettassi. Sei spontanea, hai senso dell’umorismo, sei dolce  sensibile. Penso che qualsiasi ragazzo al mondo ti voglia solo per se, per questo farò di tutto per conquistarti e tenerti vicino-.
-Ma sono già tua-.
Tua.
Per un po’ rifletto su questa parola e mi soffermo su ciò che voglio intendere. Quando la si usa, in genere si indica un oggetto. Ma io non mi sento affatto un corpo inanimato con lui, anzi, tutt’altro. Mi sento la persona più felice, più viva, più spensierata al mondo. Se solo mi da la mano, o mi sfiora, mi sento in grado di conquistare il mondo. Mi da forza e questa è una capacità che in pochi hanno.
-Spero che sarà così per sempre, Sam-.
-Non devi preoccuparti per questo-.
-Perché, devi sapere, non ho mai conosciuto una persona come te. Sei tanto dolce quanto matta. Insomma nessuno farebbe ciò che fai tu solitamente, ed è per questo che ti voglio più che mai-.
-Tu mi vuoi, Zayn?-. Domando come se sia in trance.
-Si, a tutti gli effetti-.
London Tipton è una star, è una star, è una star, London Tipton è una star e i suoi fan la amano di più, sempre più!
Non so perché, in mente mi risuona questa canzoncina adesso. Forse perché mi sento stupida come lei, mi sento come se non abbia un cervello. Ma non posso farci niente, ciò che dice Zayn, unito al suo tono di voce, al suo sguardo e alla sua bellezza, mi fanno completamente dimenticare che ogni essere umano è portatore di ragione e di intelletto. Ora non capisco niente, purtroppo. Ma penso che nessuno pretenda che sia in vena di azionare il mio cervello in questo momento…insomma, Zayn mi ha detto che sono importante, poi che spera che sarò sua per sempre, poi che mi vuole a tutti gli effetti….sinceramente mi sento già morta e che alloggio in paradiso.
-Ho paura, Zayn-. Sussurro flebile, aggrappandomi alla sua t-shirt.
-Tutto andrà bene, Sam…se avrai me al tuo fianco-. Mi accarezza il viso e mi da un bacio sui capelli biondi, che con questo vento si muovono stile Tayra Banks in un servizio fotografico.
Rabbrividisco, non solo per le parole di Zayn ma anche per la folata di vento che ci ha appena travolti in pieno. Incrocio le mani sulle braccia per iniziare a strofinarle velocemente affinché mi portino calore.
-Hai freddo?-. Mi domanda preoccupato.
-No, non preoccuparti-. Sto mentendo.
-Oh, andiamo. Non fingere. Tieni-. Si sfila la felpa e me la posa delicatamente sulle spalle.
-Grazie-.
Mi accoccolo ancora di più tra le sue braccia, sperando che lui non abbia freddo. Mi sentirei in colpa pensando che per colpa mia prenda un raffreddore.
-Come va con tuo padre?-. Chiedo poi, sperando di non aver toccato una nota dolente. –Se per te è un problema parlarne, non fa niente-.
-No, sta’ tranquilla. Con te posso parlare di tutto-. Mi da un bacio sulla fronte, guardandomi con uno dei suoi sguardi da far impazzire chiunque. Ha degli occhi magnifici, l’ho già detto?
-Va male, comunque-. Riprende poi e noto che nella sua voce c’è un non so che di dolore.
-Perché?-.
-Perché non siamo uniti come un padre e un figlio dovrebbero essere. Sta sempre nel suo ufficio a Londra e quando ritorna sta sempre per conto suo, non badando a me o alle mie sorelle. Se solo rivolgesse un po’ d’attenzione alle mie sorelle, tralasciando me, sarei felice lo stesso, perché loro meritano un po’ d’affetto da parte di un padre-. Fa una pausa. -Sarò felice di presentartele. Le mie sorelle, intendo-. Aggiunge poi, e intuisco che vuole cambiare discorso.
-Io sarò felice di conoscerle. Scommetto che sono belle come te-.
-Forse loro lo sono di più-.
Vedo che le vuole un gran bene e da questo penso anche che sia molto geloso di loro. Amo i ragazzi di questo genere, gelosi e protettivi, così com’è nei miei confronti. 
Mentre vediamo il sole rosso fuoco andare a picco nel mare, decidiamo di ritornare a casa. Ricorderò questa giornata come una delle migliori in assoluto. E’ stato stupendo oggi, grazie a Zayn, non lo dimenticherò mai.
Quando l’auto di Zayn parcheggia nel vialetto, ci accorgiamo che Harry, Liam, Louis e Niall sono in giardino a chiacchierare tra loro, forse di ragazze ma quando ci avviciniamo capisco che il loro argomento siamo noi, io e Zayn.
-Che diavolo di fine avete fatto? E poi perché state insieme? Tu non dovevi andare da Miley?-. Harry è rivolto a me facendo domande a raffica.
Lo guardo spaventata, poi guardo Zayn che sembra ancora più impaurito di me. Sembriamo due ladri colti sul fatto.
-Ehm…ehm…-.
-Allora?-. E’ Niall questa volta. Sembra incuriosito, come tutti quanti gli altri.
-Penso che vi dobbiamo delle spiegazioni-. Dice Zayn alla fine, deciso e determinato.
Finalmente il momento giusto è arrivato!
-Si, lo penso anche io-. E’ Harry e sembra aver capito tutto, e sembra anche un po’ arrabbiato.
-Io e Sam abbiamo deciso di…di…oh, al diavolo…senza giri di parole: io e Sam ci vogliamo bene come più di semplici amici-.
Il fatto che non abbia usato il verbo amare al posto del ‘ti voglio bene’, mi rasserena un po’, ma non ne capisco il motivo. Probabilmente perché capisco che non ha intenzione di correre con me, che vuole scoprire ogni singola parte di noi, i nostri punti deboli e forti, i nostri limiti e la quantità d’amore che ci unisce. Vuole andare con calma e questo mi rende anche molto felice perché intuisco che ci tiene davvero tanto a me e che sprecherebbe il suo tempo per vivermi in pieno.
-C-cosa?-. Balbetta Liam confuso.
-State insieme, quindi?-. Domanda schietto Louis.
Io annuisco, mentre Zayn si avvicina ad Harry un po’ intimorito e fa ricadere la sua attenzione su di lui.
-Harry…-. Lo chiama Zayn.
-Quindi quando mi hai chiesto se Sam avesse un ragazzo non era solo per prenderla in giro come volevi farmi credere-. Constata Harry sicuro.
Penso che questo dettaglio mi sia sfuggito. Non sapevo di questa conversazione tra Harry e Zayn.
-Beh, si…ecco, volevo dirtelo prima che accadesse ma avevo paura che mi dicessi di no, che me lo vietassi ed io non ce l’avrei fatta a perdere te e Sam in una sola volta. Spero che capirai ciò che io e Sam proviamo l’uno per l’altra…Ho intenzione di andare in fondo con lei perché mi piace tanto, più di quanto avessi mai immaginato-.
-Non mi devi spiegazioni-. Lo interrompe Harry. Non sembra arrabbiato né deluso. Sembra solo…contento e questo mi risulta strano. –Sono felice che state insieme adesso, davvero. Tu sei il mio migliore amico e Sam è mia sorella…io voglio il meglio per mia sorella. Sono solo un po’ deluso che tu abbia tralasciato quest’argomento a me e ai ragazzi. Ma avrai tempo di raccontarci i tuoi atti di romanticheria un’altra volta-.
Sul volto di Zayn si stampa uno dei sorrisi più belli che abbia mai fatto e so, che per qualche motivo, è anche merito mio se sta caratterizzando il suo viso adesso.
-Grazie, amico-. Zayn stringe in un abbraccio Harry, il quale ricambia.
-Ma, ti avviso: se so che l’hai trattata male o che ha versato lacrime per uno stronzo come te, ti vengo ad uccidere con le mie stesse mani-. Annuncia in tono scherzoso.
-Sta’ sicuro che se si allontanasse da me, sarei capace di darmi fuoco da solo-.

 
  
Babiesss!
Spero che questo capitolo vi sia
piaciuto. Inizialmente dovevano essere
due capitolo poi…boh, li ho uniti e TADAAA’!
Fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto
non perdetevi il prossimo capitolo!
Questa è un'altra one-shot
che ho scritto...datele un'occhiata,
se vi va naturalmente!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1225631&i=1 
Un bacio, notperfect. 

 
 
  

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Capitolo 12
*** My boyfriend is a gentleman ***


My boyfriend is a gentlemen

Sono in veranda seduta sulla sedia sdraio a leggere ‘Come un uragano’, di Nicolas Sparks. Si, leggo solo i suoi libri.
Sono a pagina centoventisei. Al secondo rigo c’è scritto ‘zaino’.
Mi soffermo sulla parola.
Zaino.
Zain.
E se sostituissi la I con la Y?
Zayn.
Mmhh, molto meglio.
Metto una stanghetta sulla ‘o’ e metto due gambe alla ‘i’.
Sorrido soddisfatta e ritorno alla lettura del mio libro.
-Ehi, Sam, che stai facendo?-. Urla Harry dal tinello.
-Leggo-.
-Capisco…devo farti una domanda-.
Oh, cazzo.
-Dimmi, fratellone-. Sfoggio un sorriso enorme che arriva fino a sotto gli occhi. Sembro Pamela Anderson dopo un intervento plastico facciale.
-Zayn è vergine?-.
Eh? Effe, gi, acca, i, elle, emme, enne, o…
-N-non, lo s-so-. Balbetto. –Ma a te cosa interessa? E poi dovresti saperlo, è un tuo amico!-. Esclamo infuriata.
-Intendevo il segno zodiacale, idiota-.
Oh.
Devo assolutamente aggiornare #lemiepiùgrandifiguredimerda sul mio profilo Twitter.
-Si, anche io…-.
-Si, certo. E’ che ho visto quei braccialetti porta fortuna con il proprio segno zodiacale sopra e avevo pensato di comprarlo ai ragazzi. Sei sempre la solita-.
-Non è vero! Guarda che avevo capito benissimo!-. Sbotto infastidita, notando la sua espressione delusa ma al tempo stesso divertita.
-Vado a fare un giro. Non aprire a nessuno e accertati che sia tutto chiuso in casa. Torno tra un po’-.
-Dove vai?-.
-In giro!-. Ripete stizzito dalla mia domanda.
Ultimamente sembra sempre irritato qualunque cosa gli dicano, anche da parte mia o da parte dei suoi migliori amici. Forse perché io ho messo la testa a posto e lui no.
Okay, era una battuta.
Io non sarò mai normale, ammettiamolo.
Squilla il cellulare. Alzo gli occhi dal libro e mi accorgo che il cellulare è sull’estremità del tavolino opposta alla sedia su cui giaccio.
Sbuffo sonoramente pensando a quanti chili perderei se facessi quel movimento. Dovrei solo scostare il libro, mettere i piedi a terra e mettere in moto le mie ossa. Sembra difficile e lungo detto in questo modo ma vi assicuro che è più facile e veloce del previsto.
Scosto il libro, ma non voglio muovermi più di tanto, sono annoiata e senza forze.
Il cellulare squilla ancora e la voce di Carly Ray Jepsen sulle note di ‘Call me maybe’, inonda l’aria in questo momento. 
Forse se allungo un braccio e mi sporgo più avanti senza però muovere il bacino di una virgola, posso arrivarci. Se strizzo l’occhio il cellulare sembra essere ancora più vicino.
Si, dai, posso farcela.
Uno, due, tre.
Allungo il braccio e la mano più che posso e tendo anche la schiena più avanti, ma non ci arrivo. Un ultimo sforzo e …
Boom, sono a terra.
Santo Cielo devo essere sempre così imbranata? Perché ogni volta sono io a testare le sfighe del giorno? Cose del genere potrebbero capitare anche a Hilary Young. Va be’, lei è già costretta a sfoggiare la faccia che si ritrova. La natura è già stata abbastanza crudele con lei. Poverina.
Mi rialzo impacciatamente e afferro il telefono ancora squillante, facendo però cadere il bicchiere di thè, che era vicino al telefono.
-Fanculo-. Dico tra me e me, mentre premo il tasto verde dell’aggeggio.
-Oh, ciao anche a te, Sam!-. E’ Zayn e dalla voce sembra contento.
Se è contento è in forma. Immagino quindi i suoi addominali e i suoi bicipiti bagnati sotto la luce del sole. A Holmes Chapel non c’è mai sole quindi me lo immagino in costume con uno scenario spagnolo, ad Ibiza magari.
Oh Mio Dio…si, sarebbe meraviglioso.
-Non volevo dirlo a te, scusa. Comunque…ciao Zayn!-. Dico pimpante.
Lo sento ridere e immediatamente immagino i suoi denti perfetti, il bagliore che crea e… okay, basta con questa fervida immaginazione, potrebbe finire male, potrei andare in coma per anni.
-Ti trovo di buon umore. C’è qualcuno in casa?-.
-No, sono sola-.
-Bene, tra cinque minuti sono da te-.
Tu, tu, tu…
Cosa? Cosa vuole fare con me in casa da soli? E per di più mi ha attaccato il telefono in faccia senza che io mi esprimessi.
Pulisco il thè sul pavimento e rientro in casa; mi specchio dinnanzi allo specchio che c’è in soggiorno. Ho detto un miliardo di volte alla mamma che secondo me deve toglierlo da lì perché gli specchi sono cafoni; devono stare solo nelle camere da letto e in bagno.
Ma, sinceramente, ora mi è di grande aiuto.
Mi guardo impaurita, non per ciò che Zayn ha intenzione di fare, più che altro mi spavento per il mio aspetto!
Sono oscena. Orribile. Obbrobriosa. Non scopabile. Terrificante. Terribile.
Insomma, non può vedermi conciata così: indosso un paio di pantaloncini di qualche taglia più grandi color carota, una canotta aderente turchese e delle ciabatte di lana di mamma che, in realtà, sembrano di nonna Katy. E per finire, i miei capelli sono uniti in uno chignon mal fatto dal quale spuntano capelli ribelli.
Quando torno da scuola di solito indosso questi completini stile celebrità che quando vengono fotografate sembrano sempre appena svegliate da un sonno profondo, indossando gli indumenti più brutti che abbiano mai avuto nei loro armadi.
Corro al piano di sopra e quasi cado per la velocità che caratterizza il mio passo sincronizzato.
Apro l’armadio e indugio un po’, prima di afferrare degli short di jeans chiaro con delle borchie sulle tasche e una maglia extralarge nera con una croce sopra che richiama le borchie dei pantaloncini alti; le mie fedeli ballerine nere e un filo di mascara e matita. Sciolgo i capelli e immediatamente un’infinità di boccoli biondi si fa spazio sulla mia testa.
Mi guardo soddisfatta per poi scendere al piano di sotto e aspettare che Zayn il-fidanzato-di-Sam Malik, arrivi.
Sam Malik.
Non suona male.
Il campanello suona ed io mi affretto ad aprire. Non ho neanche aperto a metà la porta che Zayn si fionda sulle mie labbra e mi stringe a sé fortissimo.
Ahhh, che bella vita, Sam.
Non posso fare altro che ricambiare il suo affetto e sinceramente non mi dispiace affatto.
-Mi sei mancata-. Sussurra poi, facendomi sorridere.
-Anche tu-. Lo stringo ancora più forte tra le mie braccia premendo il viso sul suo petto. E’ più alto di me ma non è un problema, anzi…è bello prenderlo in giro quando riesco a sentire il battito irregolare del suo cuore quando gli tocco il sedere improvvisamente.
-Vieni-. Mi prende una mano e mi trascina fuori casa, verso la sua auto.
Apre lo sportello e prende un enorme oggetto, la cui forma mi è molto familiare.
I miei occhi brillano e un sorriso si plasma sul mio viso non appena si volta verso di me.
-Zayn, Dio mio, non dovevi!-. Strappo dalle mani quell’oggetto in pelle, lo appoggio a terra e lo apro. –E’ la chitarra più bella che abbia mai visto! Ti sarà costata una fortuna! Grazie!-. Esclamo.
Mi alzo e circondo il suo collo con le mie braccia, dandogli mille baci uno dietro l’altro. Lui sorride e mi sfiora la vita e con le mani traccia il profilo dei miei fianchi fino ad arrivare ai glutei.
-Grazie, Zayn-. Sussurro nuovamente al suo orecchio.
Mi da un bacio sui capelli e poi ci stacchiamo l’uno dall’altra.
Rientriamo in casa e ci dirigiamo in veranda. Appoggio la chitarra sul tavolino ed io mi siedo sulla sedia sdraio, imitata da Zayn su quella affianco alla mia.
-Ora dovresti suonarmi qualcosa-. Dice, guardando prima la chitarra e poi me.
Come al solito il suo sguardo mi spiazza. Giuro che non ho mai trovato qualcosa di più profondo e forte dei suoi occhi e sono sicura al cento per cento che mai lo troverò.
Penso che quando sarò più adulta, magari già sulla sessantina, e i miei nipotini mi pregheranno di parlargli di come ho conosciuto il loro nonno e di come ci siamo innamorati, io sprecherò un’oretta, se non di più, soffermandomi sui suoi occhi. Potrei scrivere più di una pagina per quanto riguarda il suo sguardo e di ciò che provo quando mi guarda.
-Ho vergogna-.
-Di me?-. Domanda meravigliato.
-Di te-. Approvo sconcertata e rassegnata.
-Dai, solo qualche nota! Anzi, una sola canzone, quella che vuoi tu-.
-No-.
-Qualcuna di Justin Bieber?-.
Sa che Bieber è il mio punto debole.
-No-.
Non mi freghi, Malik.
-Adele?-.
-No-.
-Demi Lovato?-.
-No-.
-One Direction?-.
-One Direction? Chi sono?-. Domando scettica non avendo mai udito quel complesso musicale.
-Non lo so, stanotte non riuscivo a dormire e mi è venuto in mente questo nome se per caso un giorno volessi creare una band-.
One Direction. Che nome stupido.
‘Una direzione’? Che razza di nome sarebbe?
-Ma tu non sai cantare-. Ribatto sicura.
-Non ci giurerei-.
Mmhh, sembra convinto di ciò che dice. Mi spaventa.
-Allora, se tu canti, io suono-.
Sono io a dettare le regole, come al solito.
-Ci sto-. Risponde determinato.
-Bene-.
-Bene-.
Senza smettere di fissarmi si posiziona comodo sulla sedia e inizia a cantare.

‘If I was your boyfriend, I’d never let you go. I can take you places you ain’t never been before. Baby take a chance or you’ll never  ever ever know. I got money in my hands that I’d really like to blow. Swag, swag, swag, on you. Chillin’ by the fire while we eatin’ fondue I dunno about me but I know about you, so say hello to falsetto in three, two swag’.

Boyfriend di Justin Bieber.
Okay, l’ha fatto apposta.
Devo dire che se la cava, anzi, è proprio bravo. A dir la verità ora muoio completamente. La sua voce è qualcosa di incredibile e mi provoca brividi alla schiena, all’addome, dappertutto…perché fermarli?

‘I’d like to be everything you want. Hey girl, let me talk to you.
If I was your boyfriend, I’d never let you go. Keep you on my arm girl, you’d never be alone. I can be your gentleman, anything you want. If I was your boyfriend, I’d never let you go, never let you go’.

E quell’acuto da dove viene?
Oh Mio Dio!
E’ incredibile.
Ha una voce incredibile, non l’avrei mai detto.
Fino a questo momento ho pensato che soltanto Justin Bieber potesse cantare questa canzone divinamente e farmi rabbrividire. Ho dovuto ricredermi, proprio ora, in questo momento.
Per non parlare del suo sguardo.
Come fa a cantare e guardarmi dritto negli occhi incessantemente, senza abbassare mai lo sguardo? Io non riesco a sorreggere il suo, è troppo penetrante, è troppo…troppo.
-Wow-. Commento poi alla fine, accorgendomi solo ora che, mentre lui cantava, mi ha stretto una mano e l’ ha unita alla sua fino ad ora. Ero troppo presa dal suo sguardo. –Mi sbagliavo-.
Sorride compiaciuto per poi dare un bacio sulla mia mano e staccarla completamente dalla sua.
-Complimenti-. Continuo. –Sei…sei…spettacolare. Davvero, non pensavo avessi una voce del genere ne tantomeno pensavo che potessi farmi rabbrividire-.
-La mia voce ti ha fatto venire i brividi?-. Chiede sbalordito.
-N-no, certo che no. Volevo dire…insomma…-. Qualche suggerimento? -…Oh, beh….Si-. Confesso poi alla fine intimidita.
-Davvero?-.
-Non farmelo ripetere-. Sibilo.
Mi scompiglia i capelli e mi da un bacio sulla guancia.
-Di quale band parlavi prima?-. Domando per non fargli ricordare che ora che lui ha cantato, io devo suonare la chitarra.
-Oh, niente di che. E’ un mio sogno nel cassetto. Ho sempre voluto creare una band con i miei migliori amici e mostrare il mio talento. Non che sia molto talentuoso, eh…ma, diciamo che me la cavo e quando canto provo emozioni meravigliose che vorrei condividere con qualcun altro-.
-Oh…-. Sussurro.
Capisco che la musica e il canto sono davvero molto importanti per lui e per ciò che è e che vuole essere. 
-Ora tocca a te!-. Esclama dandomi un colpetto sulla spalla.
Oh, accidenti.
Prende la chitarra e me la porge.
-Zayn, ho vergogna, davvero. E poi non saprei cosa suonare-.
-Beh, canzoni di chi sai suonare?-. Chiede e sembra avere una pazienza incredibile.
-Ehm…Adele, Justin Bieber, Bruno Mars…-.
-Bruno Mars va benissimo!-.
Sospiro rassegnata, chiudo gli occhi, li riapro, do un’ultima occhiata infastidita a Zayn e poi incomincio.
Just the way you are…di Bruno Mars, appunto.
Quando suono mi sembra di volare, di essere più leggera di quarantotto chili.
E’ come se la musica facesse parte del mio DNA e che il suono melodico della chitarra non sia altro che l’emozione di quel momento sotto forma di note musicali. Dolore, gioia, felicità, soddisfazione, goduria, ansia, confusione, rabbia…qualsiasi emozione provi, la musica sa esternarla, sa materializzarla. E’ proprio grazie alla musica che mi risollevo nei momenti ‘no’.
-…‘Cause girl you’re amazing, Just the way you are-. Zayn accenna qualche parola della canzone mentre la mia chitarra emette il suono della base musicale.
Se avessi una bella voce canterei ma proprio non voglio fare brutte figure. La mia voce è simile a quella di Perrie Edwards quando ha le mestruazioni. In realtà la sua voce sembra sempre quella di un cammello stitico dopo aver  ingerito un BigMac al McDonald mentre è al secondo giorno di mestruazioni. Io ho sempre pensato che Dio mi abbia regalato la capacità di saper suonare la chitarra perché non voleva che sperimentassi il canto e la recitazione.
Beh, in questo caso la recitazione non conta ma sono del parere che anche il commissario Montalbano su Rai3 sappia recitare meglio di me. E vorrei precisare che il pelato non azzecca mai una parola giusta, ci manca sempre una lettera alla fine o nel mezzo. Non è bello da sentire e neanche da vedere in effetti…dovrei mandare una lettera di lamentela alla televisione italiana.
Un altro punto da scrivere nel mio testamento.
Alzo lo sguardo su di lui e gli sorrido involontariamente. Lui ricambia ed io ritorno alla mia chitarra.
Terminata la canzone, do un colpetto alla chitarra, sospiro nuovamente e inizio ad osservarlo. Lo vedo mentre mi guarda compiaciuto e quasi imbambolato, cosa improbabile perché sono un water vivente.
-Sei magnifica-. Articola lentamente in tono dolce e deciso al tempo stesso. –Dico sul serio. Non ti mentirei mai-.
Sorrido solamente, senza dire e fare nulla. Non saprei cosa dire. Un ‘grazie’ sarebbe troppo banale e scontato e inoltre farebbe capire che io creda realmente che sia brava.
Io non sono brava in nulla, se non ad amarlo.
Mi butto –nel vero senso della parola- su di lui, cingendo il suo collo con le mie braccia e travolgo le sue labbra con le mie, non lasciandogli il tempo di prendere un ultimo soffio d’aria. Le nostre lingue si cercano disperatamente e quando si trovano si intrecciano come i rami di un’etera.
Sprofondiamo sulla sedia per poi finire a terra completamente, ma nonostante ciò, continuiamo a baciarci, sentendo il pavimento freddo sorreggerci.
Amo il sapore delle sue labbra, amo la sensazione che provo quando sto con lui, amo il sorriso che si increspa mentre ci baciamo, amo il suo profumo, amo il tatto delle sue mani coprire ogni parte del mio corpo, anche quelle proibite.
Lentamente le sue mani si infilano sotto la mia maglietta e sfiorano i miei seni, facendomi gemere.
Siete in veranda, Sam! Almeno andate in camera da letto. 
Scivolano poi sulla zip dei jeans e sta per tirarla giù quando i passi di qualcuno si fanno sempre più vicini.
-Che cosa diamine state facendo!?-. E’ Harry e sembra molto arrabbiato e infastidito.
-Niente!-. Risponde subito Zayn.
Subito ci ricomponiamo e ci alziamo.
Inizio a grattarmi il cuoio capelluto e a guardarmi intorno per non incontrare lo sguardo di mio fratello.
-Quindi vorreste dirmi che stavate testando se il pavimento fosse resistente agli umani?-. Chiede scettico.
-Esatto!-. Esclama Zayn convinto.
-Cosa diavolo dici?-.
-No, no!-. Si corregge, notando la nota di disapprovazione che vi è nel tono di Harry. –Non stavamo testando il pavimento!-.
-Oh, andiamo. Ci stavamo baciando e se non fossi arrivato tu avremmo fatto qualcos’altro!-. Li interrompo brusca e scocciata.
Zayn strabuzza gli occhi e il livello di rabbia di Harry sembra esser arrivato alle stelle.
-Zayn, penso che sia arrivata ora di andare per te-. Dice poi, quasi sia un ordine.
-No, lui non va da nessuna parte. E’ il mio ragazzo e ha tutto il diritto di baciarmi. Cazzo, Harry, sei diventato paranoico, se non ridicolo! E’ la mia vita questa e lasciami fare ciò che voglio-.
-Non davanti a me…-.
-Non avevamo intenzione di fare sesso davanti a te! Saremmo saliti in camera mia, di sopra!-.
-S-s-s-s-sesso?-. Domanda sbalordito Harry. –Stavate per farlo?-.
Nessuno dei due accusati risponde e, a dirla tutta, Zayn sembra impaurito.
-Non puoi farlo, Sam!-.
-Si che posso, ho diciassette anni, Harry. E poi io a te non lo vieto!-.
-Ma tu sei mia sorella!-.
Sbuffo e mi allontano da Harry. Vedo Zayn avvicinarsi a lui e dirgli qualcosa. Mio fratello sembra calmarsi e anche la pura in volto di Zayn sembra scomparire.
Bene, meglio così.
-Ci vediamo domani, Zayn-. Schiocco un bacio troppo spinto sulle labbra di Zayn, mentre Harry distoglie lo sguardo da noi.
Salgo le scale e mi dirigo al piano di sopra lasciando soli i due amici.
Sono le 22:30, ho bisogno di dormire.
Devo prendere forze e ristabilirmi per ciò che è successo prima, sono ancora un po’…sconvolta?
Sbalordita?
Meravigliata?
Scioccata?
Insomma, io e Zayn stavamo per fare sesso!
 
 
 
 
Babiesss!
Spero che il capitolo sia
stato di vostro gradimento! Mi raccomando,
non perdete il prossimo e, per favore,
lasciate una recensione. Thanksssss.
Okay, basta.
Passate qui, se volete:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1225631&i=1
Un bacio, notperfect. 

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Capitolo 13
*** The best day of my fucking life ***


The best day of my fucking life

-Insomma, da quando sbattere il culo e i capelli a ritmo di ‘tunz tunz’ è un lavoro?-. Chiedo scettica più che altro a me stessa, infatti continuo a parlare senza che Zayn dica qualcosa. –Lo so, le veline ballano, ma io preferisco chiamarle ‘praticanti dell’arte della prostituzione’! Sono ridicole. Se mia figlia un giorno mi dicesse: ‘Mamma voglio fare la velina’, giuro che la chiudo in un convento in Svizzera senza farle avere una vita sociale-.
Zayn ridacchia leggermente mentre attorciglia una ciocca dei miei capelli con l’indice.
Siamo sdraiati sull’erba del giardino del parco comunale di Holmes Chapel. Di solito è pieno di bambini perché ci sono molte giostrine, ma alle sette del mattino dubito che i loro nonni li accompagnino.
-Oh, ammettilo, sei solo gelosa di loro-.
-Ma anche no. Io ho una dignità, a differenza loro-. Ribatto convinta.
Mi da un leggero schiaffo sulla guancia, per poi mettersi su di un lato e iniziare a fissarmi pensieroso.
Quant’è bello.
Ha dei lineamenti marcati e perfetti al tempo stesso, che farebbero invidia a Brad Pitt. Anche se sono due bellezze differenti, devo ammetterlo. Brad sembra un tedesco con un’abbronzatura da muratore, mentre Zayn sembra essere uscito da un centro estetico abbronzante mal funzionante.
Brad è Brad, non posso dire niente. Ma anche Zayn è Zayn.
Ed io sono Sam.
Comunque, ritornando alla sua bellezza…è di quella bellezza che non si vede solitamente. Nel senso che, quando si vede un tedesco, per esempio, si esclama: 'Il suo aspetto è tipico della Germania’; quando invece vedi Zayn non puoi dire ‘La sua bellezza è tipica del Pakistan’ perché in Pakistan sono tutti cessi. Lui non è comune agli occhi di nessuno, è di una bellezza tutta sua, mai vista prima. E’…unico.
Certo, la bellezza non è tutto.
Lui è anche simpatico, dolce, sensibile e smisuratamente vanitoso, ma ha pur sempre un cuore d’oro e in questi giorni ho scoperto che piange per i film d’amore drammatici.
L’altra sera per esempio, siamo andati al cinema a vedere Titanic in 3D.
Non l’avessimo mai fatto!
E’ stato più di un quarto d’ora a piangere davanti agli altri spettatori del cinema che vi erano in sala. Io ho cercato di calmarlo dicendo che era solo un film, ma non ha funzionato. Ha consumato i miei tre pacchi di fazzoletti che solitamente porto in borsa e due della signora accanto a noi.
Gli do un bacio a stampo e ritorno alla posizione di prima.
-A cosa stai pensando?-. Chiedo.
-A come abbia fatto ad innamorarmi di te-.
-Cosa?-. Esclamo sbalordita. Sarebbe un’offesa, giusto?
-Non fraintendere. Premetto che non mi sono mai innamorato di nessuno realmente e quando poi c’era solo attrazione fisica le ragazze erano tutte stupide e ignoranti. Tu no, sei diversa. Tu hai un cervello e sei anche sexy. Insomma, sei fuori i miei schemi-.
-Oh…-. Sussurro. –Quindi dovrei esserne felice?-.
-Dipende da come vedi la cosa. Io lo sarei perché vuol dire che tengo davvero tanto a te, tanto da cambiare abitudini-.
Oh, che carino.
Guardo l’orologio: sono le 7:45.
-Dovremmo andare o faremo tardi a scuola-. Annuncio alzandomi e stiracchiandomi.
-Ormai siamo abituati ai ritardi-.
Beh, in effetti è da un po’ che io e Zayn passiamo per questo parco prima di andare a scuola e molto spesso arriviamo dieci minuti dopo il suono della campanella e sono passati nove giorni da quando io e Harry abbiamo avuto quella specie di discussione animata ed è da nove giorni che io e Harry non ci rivolgiamo la parola. Lo so, è da stupidi perché in fondo nessuno dei due ha ragione, ne tanto meno nessuno dei due ha torto. E’ stata una discussione inutile e ridicola e senza dubbio potevamo risparmiarcela.
Naturalmente io non andrò a chiedergli scusa anche se sto iniziando a pensare che sarebbe meglio se mettessi l’orgoglio da parte per una volta nella mia vita e so che mi costerà più di quanto mi aspetti.
Viviamo nella stessa casa ma è come se un muro separasse i nostri movimenti. Quando ci incrociamo per i corridoi io distolgo lo sguardo dall’altro lato e lui fa lo stesso; a tavola non abbiamo più una conversazione e il fatto che mamma e Ron non siano mai in casa alimenta questa situazione così critica.
Entriamo in macchina e quando Zayn la mette in moto mi sento in dovere di chiedere cosa lui e Harry si siano detti nove giorni fa, quando io mi sono allontanata per poi salire al piano di sopra.
-Zayn…-. Sussulto dolcemente.
-Dimmi-.
-Posso farti una domanda?-.
-Certo-.
-Cosa hai detto ad Harry circa una settimana fa, quando abbiamo litigato?-.
Sta in silenzio per qualche secondo, tenendo salde le mani sul manubrio e guardando dritto davanti a se, poi sembra che si risvegli dal ‘coma’. –Gli ho detto che non ti avrei sfiorata almeno fin quando non saremo stati sicuri di amarci al cento per cento-. Si passa una mano tra i capelli e non muove di una virgola la sua posizione.
Cosa diavolo ha fatto?
Per questo Zayn non mi ha toccato come l’altra volta fino ad oggi.
Da un lato però lo rispetto per questo. Insomma, ha fatto una promessa al suo amico e la sta mantenendo. Dall’altro però avrei voluto che me ne parlasse.
-Sei…arrabbiata?-. Domanda timidamente.
Penso sul significato della domanda appena postami e…no, non sono arrabbiata. Insomma come faccio a provare un sentimento come la rabbia quando ho un fratello geloso e protettivo e un fidanzato altrettanto che mantiene le promesse?
-No, più che essere arrabbiata sono…fortunata-. Rispondo con disinvoltura.
-Fortunata?-.
-Si, perché sono circondata da persone come te-.
-Ed io come sarei?-. Chiede scettico e compiaciuto al tempo stesso, impaziente di sentire la mia risposta.
-Perfetto-.
Sorride lievemente per poi posare una sua mano sulla mia e stringerla forte, come mai ha fatto. Noto con la punta dell’occhio che mi sta fissando in questo momento, nonostante stia guidando.
Ecco cosa amo di lui: trova sempre del tempo per me, anche quando guida e mi fa sentire speciale ogni volta che mi guarda, proprio come ora. Non è che io ora mi senta speciale perché sono Sam Monroe, nient’affatto. Mi sento speciale perché lui sta al mio fianco e so di poter contare su di lui. Sono speciale perché sono innamorata di Zayn Malik.
-In questi casi dovresti dirmi ‘Grazie’!-. Scherzo voltandomi verso di lui con un sorriso da ebete stampato sul volto.
Ecco, ci risiamo con questi sorrisetti odiosi, come quelli di Ron.
A proposito di Ron, quattro giorni fa è diventato il capo dell’azienda edile in cui lavora. Abbiamo festeggiato con una torta disgustosa al cioccolato fatta da mamma, appunto.
Ora Ron è anche più serio e al tempo stesso felice e sinceramente non mi crea più fastidio la sua presenza in casa, anche se la casa in cui vivo è sua.
Va be’, dettagli.
-Grazie, Sam-.
-Prego, Jawaad-.
Dopo dieci minuti scarsi arriviamo a scuola. La campanella non è ancora suonata e gli studenti sono ancora in cortile che chiacchierano e scherzano. In lontananza vedo Harry, Louis, Niall e Liam in compagnia di Roosvelt.
Si, il ragazzo di cui Zayn sembra essere geloso.
Geloso.
Zayn.
Roosvelt.
Mi piace ripeterlo, mi sento importante sapendo che qualcuno è geloso di me, soprattutto se io amo quel qualcuno.
Le chiavi cadono sotto l’auto così Zayn si accovaccia e inizia a cercarle. Io mi avvio verso il solito gruppo di amici sbarra fratello, ma qualcosa mi blocca. Dico ‘qualcosa’ perché Hilary Young non è una persona bensì un armadio con i capelli lunghi e una bocca per parlare con una voce talmente stridula da fare invidia ad un uccello. Naturalmente, mi blocca con un braccio, come è suo solito fare. E’ un animale questa ragazza e ne ha anche l’aspetto.
-Monroe!-.
Stronza. –Young-. Faccio cenno con la mano e col capo, per poi liberarmi dalla sua stretta.
-Ho saputo che tu e Zayn state insieme-.
-Come? Io e Zayn stiamo insieme da quasi due settimane e tu lo scopri solo ora?-.
Assottiglia gli occhi e mi sembra quasi di vedere del fumo uscire dalle orecchie e dal naso. Il toro si sta scaldando, fortunatamente non ho indossato qualcosa di rosso stamattina.
-Senti, ragazzina…-.
-Non chiamarmi ragazzina, sono Sam e se proprio non vuoi usarlo, non parlarmi-. La interrompo brusca.
Adesso mi ha rotto le scatole, per non dire qualcos’altro.
Lei non è nessuno per stoppare la mia camminata con una strattonata ne tantomeno può criticare il mio atteggiamento e, soprattutto, non può dirmi cosa fare e cosa non fare; quindi, non può dirmi di stare alla larga da Zayn perché è il mio ragazzo e lui non la guarda neanche!
-Senti, Sam…-. Scandisce bene il mio nome, che detto da lei sembra orribile. -…Penso di essere stata chiara all’inizio dell’anno quando ti ho detto di non avvicinarti a Zayn. Come la promessa che ti ho fatto allora, la tua vita sarà un inferno a partire da ora-.
-La vita di chi sarà un inferno?-. La voce di Zayn mi ricorda che c’è ancora qualcosa di bello per cui continuare a lottare contro questa insulsa sgualdrina.
Mi è piaciuta la sua entrata improvvisa, devo ammetterlo, soprattutto ora che vedo l’espressione desolata della Young.
-Oh, Zayn…ciao! Io stavo dicendo che…insomma…che…-. Adoro vederla arrampicarsi sugli specchi.
La guardo divertita innalzando un sopracciglio.
-Stavi dicendo?-. Continua Zayn e sembra infastidito, sin troppo.
Mi cinge il collo con un braccio ed io allungo la mia mano verso la sua così che lui me la possa stringere. –Ti dico io cosa stavi dicendo...-. Riprende più convinto che mai. –Che da oggi in poi tu non darai più fastidio alla mia ragazza ne tantomeno a me. Smettila di mandarmi lettere anonime a casa, ne ho abbastanza. So che sei tu! Solo tu metti i cuoricini sulle ‘i’ in questo istituto e solo tu sei così disperata da mandarmi lettere! Se non ti dispiace noi andiamo-.
L’ho già detto che sono fiera di lui? Anzi, fierissima.
Certo, se non fosse perché mi stava difendendo, penserei che sia un maleducato a parlare in questo modo ad una ragazza. Ma ha ragione, insomma ci sta importunando da troppo tempo quella specie di essere vivente ancora non identificato.
E poi…dove ha preso queste scarpe?
Sembrano scarpe ortopediche rialzate di qualche centimetro.
Misericordia, dove andremo a finire?
Chiamerò Enzo e Carla di ‘Ma come ti vesti?!’
Non voglio che miei occhi vedano altro, hanno già sofferto abbastanza.
-Grazie-. Sussurro mentre ci avviamo verso i ragazzi ancora abbracciati, con le mani intrecciate, ed ora che ha acceso questa sigaretta mi sembra ancora più…figo.
-Questo ed altro per te-. Mi schiocca un bacio sulla guancia per poi aspirare nuovamente nicotina dalla sigaretta e liberarla nell’aria sotto forma di fumo.
Non sono d’accordo che fumi, ma ora posso permetterglielo, mi ha difeso.
Da domani però, si ritorna alle vecchie regole!
Ci avviciniamo a Liam, Louis, Harry e Niall e li salutiamo normalmente.
Da quando io e Harry abbiamo litigato io e Zayn stiamo sempre più in disparte perché lui sa che io e mio fratello non abbiamo buoni rapporti ultimamente.
-Ehi, piccioncini-. E’ Louis.
Mi scompiglia i capelli e da una pacca sulla spalla a Zayn, che ricambia con un sorriso.
Anche gli altri ci salutano allo stesso modo, ad eccezione di Harry.
Beh, l’avevo immaginato.
Anche stamattina, come tutte le altre, quando sono uscita di casa per andare al parco con Zayn, non mi ha degnato neanche di uno sguardo o di un saluto. Di certo non posso dire che sia una bella cosa ma non saprei davvero come sistemarla.
-Sam, possiamo parlare per favore?-. Chiede Harry improvvisamente passandosi una mano tra i ricci, come se abbia letto nei miei pensieri.
-Possiamo farlo a casa dopo scuola, non ti sembra il caso?-. Domando a mia volta come se quella di Harry sia stata una stupidaggine.
-No, parliamo ora-. Sembra deciso e determinato e lo si nota soprattutto nel suo tono autoritario. Non l’ho mai visto così.
Sbuffo e mi allontano dagli altri, che ci hanno guardati come se avessimo commesso un crimine per tutto il tempo, e Harry mi segue.
Vedo Zayn che mi guarda preoccupato, ma subito distolgo lo sguardo.
-Allora? Cosa vuoi dirmi?-. Chiedo scocciata incrociando le braccia al petto.
-Mi dispiace…-.
-Cosa?-. Ho sentito bene?
-Mi dispiace!-. Ripete più ad alta voce roteando gli occhi. –Non devo dirti cosa fare, sono stato un stupido l’altra volta. Hai diciassette anni e puoi fare ciò che vuoi, non superando certi limiti naturalmente. Il fatto è che tu…tu sei diventata importante per me in pochissimo tempo, è come se tu fossi mia sorella da una vita. Ti voglio bene, Sam e si, sono un po’ geloso-.
Solo ‘un po’?
-Quindi, mi stai dicendo che hai fatto quella scenata l’altra volta per gelosia?-.
Annuisce impercettibilmente col capo.
-Bene-. Dico.
-Così…tu e Zayn ancora non l’avete fatto…-.
Non è una domanda ma neanche un’affermazione. Cerca soltanto un’approvazione.
Sorrido lievemente capendo a dove vuole arrivare con questo giro di parole.
-No, Harry, non l’abbiamo fatto-. Rispondo rassegnata, voltando gli occhi al cielo.
Sorride soddisfatto e allarga le braccia. –Ora puoi abbracciarmi-.
Roteo gli occhi ma non posso trattenermi da una risata poco rumorosa per poi buttarmi tra le braccia di mio fratello.
Ritorniamo dal resto del gruppo, da oggi li chiamerò ‘One direction’ -alludendo a ciò che mi ha detto Zayn l’altra volta-, poi la campanella suona.
Quando gli One Direction si avviano dentro, escluso Zayn, quest’ultimo mi ferma prendendomi per mano. –Vieni-. Sussurra.
-Cosa? La campanella è suonata-.
-Non succede nulla se per un giorno marini la scuola-. Dice in tono ovvio.
Oh, andiamo non ci sarebbe nulla di male, giusto?
Giusto!
Oh, Zayn mi farà proseguire su una brutta strada.
Diventerò come una di quelle ragazze tatuate e con i pearcing dappertutto, che fanno le bullette a scuola con gli studenti più piccoli. O magari, diventerò complice di Zayn in rapine alla banca e omicidi insensati da psicopatici mentali per fuggire poi con la nostra decappottabile blu metallizzata verso un nuovo paese per diffondere nuovamente panico e terrore.
No, okay, basta.
Mamma l’ha detto che vedo troppe puntate di Criminal Minds.
Inizia a trascinarmi per un braccio verso l’auto. –Dove stiamo andando?-. Chiedo spaesata.
-Mettiamola così: ti piacerà-.
‘Ti piacerà’.
Bene.
Cosa potrebbe piacermi? Ci sono tantissime cose che potrebbero piacermi. Per esempio un tempio dedicato a Justin Bieber o la casa di Justin Bieber; un parco pieno di alberi di soldi o magari di cioccolato. Si, di cioccolato! Ma un tipo di cioccolato che non fa ingrassare…Sarebbe bellissimo mangiare e non mettere su chili, è il sogno di tutte le ragazze della terra. Peccato che Hilary Young non sia una ragazza terrestre.
Salgo in macchina ancora confusa ma non faccio domande, non voglio essere fastidiosa, voglio soltanto aspettare e scoprire in quale posto magnifico ci stiamo dirigendo.
-Senti Sam…-. Inizia a parlare e sembra un po’ titubante. –Avevo pensato che se non ti dispiace…-. Prosegue dosando le parole che pronuncia cautamente. -…Stasera potresti venire a cena da me…Mio padre è appena tornato da Londra e hai detto che vorresti conoscere le mie sorelle. Sarei felice se vi conosceste ed entraste in buoni rapporti-.
-Oh…-. Sussurro solamente con espressione meravigliata e stupita.
-Insomma se non vuoi non sei costretta, questo è ovvio!-. Sembra quasi che voglia giustificarsi, che non voglia sembrare che mi stia costringendo a fare qualcosa.
-No, Zayn, ne sarei grata, davvero!-.
-Quindi è un si?-. Chiede speranzoso.
Annuisco prendendolo per mano mentre lo vedo sorridere a trentadue denti.
Il tragitto in auto è di circa quindici minuti e per il tempo impiegato capisco che non siamo più ad Holmes Chapel perché lì in quindici minuti ti giri tutto il paese, percorrendo anche i vicoli ciechi.
Entriamo in un enorme edificio che quasi cade a terra, circondato da altri due stabilimenti più piccoli che sembrano essere abbandonati.
-Zayn…cosa vuoi fare qui? Stuprarmi e non far sapere nulla a nessuno? Perché qui non mi sentirebbe nessuno se urlassi, quindi è ottimo se…-.
-Chiudi quella bocca, Sam!-. Esclama divertito e mi da un colpetto sulla nuca.
Ahia!
Rido e lo seguo.
-Sai, però l’idea dello stuprarti non sarebbe male-. Aggiunge compiaciuto, sorridendo maliziosamente.
Sto per ribattere quando la porta dell’edificio si apre magicamente.
Ah, no, è Zayn che l’ha aperta.
-Wow-. Sussulto.
Vi è un enorme spiazzale privo di oggetti, se non di quadri appesi ai muri resi indecenti dall’umidità e da alcune tele incomplete poste accanto a dei barattoli di vernice di ogni colore.
-Cos’è…cosa sarebbe questo posto?-. Domando stupita, guardandomi attorno.
-Ci vengo spesso quando voglio riflettere e disegno. Mi sembra di averti parlato della mia passione per l’arte…-.
-Già…ma non pensavo facessi cose del genere-. Indico un quadro appeso alla parete dove vi è rappresentato il profilo di una donna aggraziata dai capelli lunghi e biondi.
-Oh, questa sei tu-. Annuncia tranquillamente.
-Cosa? Io?-.
-Si, tu. L’ho iniziato qualche giorno fa ma l’ho finito soltanto ieri. Ti piace?-.
-Ma…Zayn, questa donna è bellissima, non sono io-. Dico distrattamente non badando alla domanda che mi ha posto.
-Guarda…-. Indica un punto del quadro. -…questo è il neo che hai sotto l’occhio destro, e questa è la voglia che hai sul collo-.
-Oh Dio, è vero…-. Esclamo sbalordita.
Non posso crederci, mi ha ritratta!
Mi volto verso di lui e lo vedo passarsi una mano tra i capelli perfettamente acconciati; ricambia il mio sorriso e poi mi si avvicina.
-Beh…-. Inizia lentamente e con un tono di voce talmente dolce da far venire il diabete, mentre si gira verso il quadro. -…forse non ho riscattato al massimo la tua bellezza perché chiaramente tu sei più bella, ma c’ho provato-. Si volta verso di me e per un minuto circa ci guardiamo negli occhi, entrambi persi in quelli degli altri.
Farei un bagno di cioccolato negli occhi di Zayn, se potessi.
Magari un giorno potrei invitarlo a casa e riempire la vasca di cioccolato al latte (quello fondente non mi piace), e farci un bagno nudi; così ricreerei l’atmosfera che ci sarebbe negli occhi di Zayn se fossero di dimensione più grande.
Ottima idea, Sam.
Una cosa del genere l’organizzerò per San Valentino.
-Dici sul serio?-. Chiedo civettuola e mi sento proprio come quelle stupide cheerleader dei telefilm americani che ci provano col capitano della squadra di football.
-Mai stato più sincero-.
Ci lasciamo andare in un bacio passionale e spinto, molto spinto, tanto che cadiamo insieme su alcuni pezzi di stoffa macchiati di vernice che forse Zayn utilizza per i suoi quadri.
Sento il desiderio e la passione ardere in me e penso che anche Zayn sia in uno dei suoi momenti migliori.
In ogni suo tocco, in ogni suo bacio, in ogni suo respiro c’è qualcosa che mi lega a lui più che mai, che mi da la consapevolezza di essere sua al novanta per cento e quel dieci per cento rimanente sta per andare a farsi fottere.
Le sue mani scivolano sotto la mia maglia e iniziano ad accarezzare con pressione la mia schiena e i miei fianchi per poi arrivare al seno.
Improvvisamente sento freddo e mi rendo conto che Zayn mi ha appena sfilato la maglietta e sta pensando già ai jeans.
Dannazione, sta succedendo qualcosa.
Certo che sta succedendo qualcosa, Zayn mi sta spogliando!
Sfilo anche la sua di t-shirt maldestramente e timidamente strofino le mane sui suoi addominali.
-Zayn…-. Sussurro.
-Mmmhh-.
E questa sarebbe una risposta?
Si ferma un attimo e mi fissa attentamente. –Sei sicura, Sam?-. Mi chiede poi in modo spontaneo.
-Io penso di amarti Zayn…tu mi ami?-.
Indugia un attimo guardandomi dritto negli occhi, con quello sguardo profondo e penetrante che solo lui sa fare. –Più di ogni altra cosa al mondo-.
-Bene-. Sussurro prima di fiondarmi nuovamente sulle sue labbra.
 
Quando mi sveglio sono completamente nuda avvolta in un lenzuolo con piccole macchie qua e la di vari colori. E’ stata l’esperienza più bella di tutta la mia vita e non devo dirvi il perché. Insomma, io, Zayn, il pavimento…avete capito.
Mi volto verso di lui e noto che è sveglio e mi sta fissando sognante.
-Ehi-. Dico in un soffio di voce che quasi temo non mi abbia sentito.
-Ehi-. Ripete accarezzandomi una guancia e i capelli. -…stavo per svegliarti. Sono le due e un quarto, dovremmo ritornare a scuola dagli altri-.
-Già…-.
Mi alzo in piedi seguita a ruota da Zayn, coprendomi con i lenzuoli.
-Sam…-. Mi chiama mentre raccolgo i miei indumenti sul pavimento.
-Si?-.
-E’ stato…fantastico-.
Sgrano gli occhi anche se lui non può vedermi perché sono intenta ad abbassarmi al pavimento per racimolare i miei abiti, e arrossisco lievemente. Sorrido senza accorgermene e sento che Zayn si fa sempre più vicino. Mi volto e il mio petto si scontra con il suo. I suoi occhi nei miei sono lo spettacolo più bello che abbia mai visto e…
Oh Santo Cielo, indossa soltanto i suoi boxer, che devo dire gli stanno d’incanto.
Non dovrei scandalizzarmi così tanto perché ci sono appena andata a letto, ma prima ero troppo presa da altro per ammirare il suo corpo scolpito.
Lo sguardo mi cade sui boxer e poi risale sugli addominali e infine al suo viso. Arrossisco ancora di più, sentendomi avvampare.
-Puoi guardare, se vuoi-. Dice ironico, ridendo.
Sorrido involontariamente e mi passo una mano tra i capelli. –Sei un idiota-.
-Beh, ti capisco, anch’io mi guarderei sempre-.
 L’ho già detto che è tremendamente vanitoso?
Mi scosto da un lato per sorpassarlo e iniziare a vestirmi ma lui mi ferma prendendomi per mano e attirandomi nuovamente al suo petto, per poi lasciarmi un bacio sulle labbra e una scia di baci sull’incavo del collo. Schiudo leggermente gli occhi e la bocca e mi sento come se fossi in paradiso.
Ci allontaniamo l’uno dall’altro e ci ricomponiamo.
Prima di uscire dall’enorme edificio, ammiro i vari quadri esposti e quelli ancora incompleti.
-Sono bellissimi, Zayn, davvero…-. Commento allibita.
-Grazie-.
-Da quando vieni qui a dipingere?-.
-Da quando avevo quindici anni-.
-Oh…-. Sussulto. -…e come trovi l’ispirazione solitamente?-. Domando disinvolta come se sia una cosa a cui io sia abituata già da tempo.
-Beh, alcune volta da fatti che mi succedono, altre volte ancora dalle persone che amo, come le mie sorelle o…te-.
Mi volto di scatto verso di lui e lo fisso per un po’ imbambolata. Lui fa altrettanto, ma avvicinandosi. Mi da un bacio a stampo e poi mi prende per mano per dirigerci fuori. A tutta velocità raggiungiamo scuola e non posso fare altro che ridere mentre il vento scompiglia i miei capelli e quelli di Zayn, divertendomi quando Zayn vuole fare lo spericolato correndo ad una velocità di centottanta chilometri orari.
Arriviamo fuori scuola alle tre e mezza, giusto in tempo per il suono della campanella. Naturalmente gli altri ragazzi ci tempestano di domande, chiedendoci come mai abbiamo saltato scuola e cosa abbiamo fatto tutta la mattinata. Io non rispondo, ovviamente, notando soprattutto l’espressione infastidita ma anche rassegnata di Harry.
Mi sembra così strano che siano passati già due mesi da quando sono arrivata qui ad Holmes Chapel. Chi l’avrebbe detto che in un paesino del genere avrei trovato la felicità in così poco tempo?
 
 
-Mamma, Ron! Vado a cena da Miley-. Annuncio ai miei ‘genitori’ seduti per la prima volta insieme sul divano di casa, guardando la tv.
Mi sembra quasi una scena surreale vederli insieme a casa come una vera coppia di genitori.
Peccato che io stia uscendo.
-Non vorrei che creassi disturbo, tesoro-.
-Mamma se mi ha invitata penso che non ci siano problemi di questo tipo, no?-. Chiedo con ovvietà.
La mamma si limita ad annuire.
Esco di casa arrivando dopo pochi minuti di fronte ad una villetta bianca dallo stile vintage e con un grande giardino sul davanti.
Il garage aperto lascia intravedere una BMW blu metallizzata e una Land Rover nera.
Si, è la casa giusta.
Naturalmente ad accogliermi non è Miley ma il mio sexy Pakistano.
-Sei arrivata, ti stavamo aspettando!-. Annuncia allegramente facendo cenno di entrare.
-Mi state aspettando da tanto?-. Chiedo timorosa e preoccupata.
-No, a me mancavi, tutto qua…soprattutto dopo la bellissima mattinata passata con te-. Sorride malizioso ma al tempo stesso in modo affettuoso e premuroso.
Mi scorta fino al salotto della casa dove, seduti su un divano in pelle rosso ci sono due ragazze con qualche anno di differenza, una bambina dall’aspetto molto socievole e deliziosa e un uomo dai capelli corvini e dagli occhi castani. Mi sembra la fotocopia di Zayn: stesso colore della pelle, stessa pettinatura, stessi occhi grandi, stesso sorriso.
Mi fa quasi paura.
-Salve-. Saluto imbarazzata, accennando un micro saluto con la mano destra.
-Oh, tu sei la famosa Sam! Finalmente ti conosciamo, Zayn è diverso da quando ti ha conosciuta-. E’ il padre a parlare, mettendo in imbarazzo suo figlio. –Io sono Yaser-. Mi porge la mano, sorridendo.
Gliela stringo ricambiando il sorriso.
-Loro sono Doniya, Waliyha e Safaa-. Mi indica il volto delle tre sorelle man mano che dice i loro nomi.
Doniya è la più grande ed è un po’ più in carne delle altre. Ha anche lei lo stesso sorriso di Zayn, è bellissima.
Waliyha sembra avere quasi la mia età, forse è di un anno più piccola. Ha dei lunghi capelli neri che le cadono morbidi sulla schiena. Gli occhi a mandorla mi ricordano molto lo sguardo del mio fidanzato dall’aria perfetta.
-Ciao, Sam! Sei davvero carina, più di quanto mi aspettassi-.
-Oh, grazie-. Rispondo alla tenera bambina che mi ritrovo di fronte. E’ paffuta e molto graziosa al tempo stesso. E’ quella che somiglia di meno al resto della famiglia.
Ci accomodiamo al tavolo in cucina per cenare una gustosa cena a base di pesce, mentre Yaser ci intrattiene con i suoi aneddoti divertenti e passate esperienze della sua vita.
Zayn mi ha sempre detto che è stato un padre assente e poco indulgente, che è sempre fuori per il lavoro che svolge e che non presta molta attenzione ai bisogni dei loro figli. Eppure mi sembra così cordiale e gentile che davvero non riesco a vederlo in quel modo.
-Zayn ci parla molto spesso di te, in realtà ultimamente sei l’unico argomento delle sue conversazioni-. Annuncia Waliyha, sorridendo a suo fratello.
-E ci ha detto che suoni bene la chitarra-. Aggiunge Doniya, prendendo un sorso dal bicchiere d’acqua appoggiato sul tavolo.
-Già…è una passione che ho nel sangue, penso me l’abbia trasmessa mio nonno-. Dico, sorridendo ai miei commensali come se li conoscessi da una vita.
In effetti è proprio così. Zayn mi parla molto spesso delle sue sorelle che mi sembra di conoscerle già e che questa sia solo una rimpatriata tra vecchie amiche.
-Non vedevamo l’ora di conoscerti, devo ammetterlo-. Esclama Yaser, mandando un’occhiata a suo figlio che invece sembra voler sprofondare sotto terra.
Sembra imbarazzato, molto direi.
Terminiamo la cena, parlando del più e del meno, fin quando al dessert la situazione cambia sfondo.
-Beh, so di non essere il padre migliore del mondo ma ai miei figli non manca nulla-. Constata convito il signor Malik, voltandosi verso Zayn.
Quest’ultimo abbassa lo sguardo e sembra che una lama affilata lo abbia appena trafitto. Si contorce le mani e si tortura il labbro, per poi alzare la testa e fissare il padre dritto negli occhi.
-Papà ciò che ci manca è amore, niente di più-. Dice alzando la voce di un’ottava. –Non riesco a capire come tu non riesca a leggerlo nei nostri occhi-.
-Zayn, non penso che questo sia il momento giusto di parlarne, non trovi? E poi…-. Prende una pausa, fissando il vuoto dinnanzi a lui. –Era tua madre quella esperta in queste cose ed ora che non c’è più io mi sento perso-.
Seguono dei secondi di silenzio imbarazzanti, durante il quale non riesco a dire o fare nulla, non saprei davvero come reagire in una situazione del genere.
-Beh, io inizio a sparecchiare-. Doniya si alza in piedi di scatto, portando l’attenzione di tutti su di lei, esclusa quella di Zayn.
-Oh, ti aiuto-. Mi propongo, affrettatamente.
-No, lascia perdere, faccio da sola-.
Naturalmente la mia testardaggine non ha limite così mi alzo e inizio a togliere qualche piatto sporco.
Io, Doniya e Waliyha stiamo in compagnia in cucina, lavando i piatti e parlando come delle amiche.
Sono davvero simpatiche ed hanno proprio i miei stessi problemi, le mie stesse paure…e mi rendo conto che poi non sono così diversa dagli altri o semplicemente non lo sono affatto.
Zayn entra in cucina, schiarendosi la voce. –Vedo che vi state divertendo-. Commenta, facendomi voltare verso di lui.
Che visione.
Quella t-shirt stretta che gli fascia gli addominali e i bicipiti, mi fanno pensare che sia un incrocio tra modello di Amercombie e un dio greco.
-Si-. Approvo, asciugandomi le mani ancora bagnate con un canovaccio e abbassandomi le maniche della maglietta.
-Vieni, andiamo a fare due passi-. Mi propone.
Mi avvicino per poi ritrovarmi il suo braccio come una sciarpa, intorno al collo. La mia sciarpa preferita, quella che vorrei mettere tutto l’inverno e che non vorrei mai buttare, quella che non finirà mai per pizzicarmi il collo o per ingrinzirsi.
Usciamo di casa scontrandoci con l’aria fresca di fine inverno, quella che non è poi così fastidiosa.
-Scusami per prima, non avevo programmato quella scenata-. Mi dice quasi in un sussurro.
-Non fa niente, davvero-.
-E non avevo programmato neanche di farti passare la serata lavando piatti e bicchieri-.
-Non è stato un problema, Zayn, l’ho fatto volentieri e poi Doniya e Waliyha sono fantastiche; per non parlare di Safaa, è adorabile quella bambina. Ora capisco perché ne parlavi sempre-.
Lo sento sorridere e respirare sui miei capelli, mentre lo stringo ancora più forte.
-Penso che oggi sia stata una delle giornate più belle della mia vita-. Dichiaro, arrossendo.
-Anche per me, sai a cosa mi riferisco-. Consegue malizioso.
Lo strattono con un braccio, allontanandomi da lui.
A questa mattina, ecco a cosa si riferisce! Non che a me dispiaccia di averla passata in quel modo, che sia chiaro.
-Oh, andiamo, Sam, sai che scherzo-. Si difende divertito.
-Lo spero-. Mi riavvicina a lui, guardandomi incessantemente e profondamente negli occhi.
Mi bacia, -finalmente-, attirandomi a sé prendendomi per i fianchi.
-Si è fatto tardi, meglio che vada-. Informo, allentando la sua presa.
-Ti accompagno-.
Si, non c’è che dire: è stato il giorno più bello della mia fottuta vita.


 
 
Babieees!
Questo capitolo è…boh, definitelo voi!
Spero vivamente che non vi abbia deluso
e non perdetevi assolutamente il prossimo capitolo.
In quelli che seguiranno la trama si
infittirà e ci saranno momenti in cui la
nostra Sam sarà molto più seria.
Se vi va date un’occhiata al mio profilo; ho scritto varie OS. Spero che le leggiate e che vi piacciano!
Un bacio, notperfect. 

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Capitolo 14
*** Can't be true ***


Can't be true

Se qualcuno decidesse di scrivere un libro sulla mia vita e se qualcun altro la leggesse, quel qualcun altro direbbe che la mia vita è perfetta e magari mi invidierebbe.
No, adesso non mostrerò la parte pessimista del mio carattere, non dirò che stavo scherzando perché sono felicissima per davvero, come mai sono stata. Ho un fidanzato da urlo e che mi ama follemente, un fratello protettivo che  mi vuole bene, amici sempre disponibili e con un cuore d’oro anche se a volte rompono i coglioni e…beh, vorrei dire lo stesso di mamma e Ron. Si, lo so, loro mi vogliono bene, come ne vogliono ad Harry, ma non sono mai presenti e questo un po’ mi rattrista. Certo, critico Ron in tutti i momenti della giornata in cui mi è possibile ma sono passati ormai sei mesi da quando sono qui ad Holmes Chapel e non c’è stato un giorno in cui abbiamo trascorso una giornata come una normale famiglia di un paesino sperduto del sud dell’Inghilterra.
Ritorniamo a cose più serie…siamo a metà aprile e tra due mesi e mezzo dovrei andare al mare e sfoggiare il mio fisico bestiale.
Devo mettermi in forma, dannazione! Sembro una foca in orgasmo quando mi vedo nuda allo specchio. Non che odi il mio fisico perché, sinceramente, non me ne importa nulla se poi mi viene il diabete e muoio; ciò di cui mi preoccupo è che Zayn potrebbe lasciarmi vedendomi in costume!
Si, si…è vero, io e Zayn in questi sei mesi una volta abbiamo fatto sesso…okay più di una volta, ma non si è mai soffermato a guardarmi attentamente in quanto era preso da altre cose in quei momenti. Non dico cosa.
Fatto sta che devo mettermi a dieta e fare attività fisica almeno due volte a settimana se voglio ritornare quella di un tempo.
Ma chi voglio prendere in giro?
Sono sempre stata una porcellina, sin dai tempi dell’asilo quando mangiavo la mia merenda e poi rubavo quella di Tommy Sullivan. Non potevo farci niente se lui portava sempre i biscotti al cioccolato che a me piacevano!
-Sam, puoi portare tu la spazzatura fuori?-. Mi chiede Harry mentre si sdraia sul divano e accende la tv.
Abbiamo appena finito di cenare e stiamo aspettando Ron e mamma che ritornano; questa mattina sono usciti presto ma hanno lasciato un biglietto con su scritto ‘Abbiamo una sorpresa per voi da dirvi’.
Ci ha fatto stare in ansia tutto il giorno e spero solamente che questa ‘sorpresa’ varrà almeno il doppio di tutti i biscotti che ho mangiato questo pomeriggio per il nervosismo provocato dall’attesa.
Okay, vi ho mentito quando ho detto che voglio mettermi a dieta.
Non sono il tipo di persona che mantiene le promesse, più che altro le creo e poi le lascio perdere.
-Va bene-. Rassegnata mi carico sulle spalle la busta di plastica nera che puzza di topo morto ed esco nel vialetto fuori casa per gettarlo nel bidone.
Pensando ai topi morti, mi viene in mente quell’idiota di Niall che ha finalmente chiesto a  Miley di uscire. All’inizio sono rimasta un po’ stravolta. Insomma, Niall non aveva mai mostrato interesse per Miley prima d’ora, e due giorni fa ha fatto questa grande mossa. Naturalmente Miley ha accettato nonostante sapesse che Louis abbia una cotta per lei, ma allo stesso tempo lui ha trovato una nuova ragazza, Eleanor, un’adorabile ragazza che abita poco più distante da lui.
Oh Santo Cielo, mi sembra di essere la nuova Gossip Girl.
Parlando di Miley…oggi a scuola, ho fatto una delle mie solite brutte figure.
Stavamo camminando per il cortile della scuola ad ora di pranzo quando due ragazzi si fermano e ci indicano. Inizialmente non ho rivolto lo sguardo a nessuno dei due; poi però, i loro sguardi non si posavano su nessun altro se non su me e su Miley.
‘Ehi, Miley, guarda quant’è brutto quel ragazzo!’. Indico uno dei due.
In effetti era veramente osceno, non potevo guardarlo che mi veniva una colite acuta di primo grado con ematoma allo stomaco. E aveva un sacco di brufoli. Certo, conosco l’acne adolescenziale, ma, davvero il volto di quel ragazzo ne era pieno, era come un giardino con tanti rilievi di terra creati dalle talpe.
‘Quello è mio fratello’. Mi risponde, disinvolta.
Cazzo.
‘Oh, ma io intendevo l’altro’.
‘Quell’altro è mio cugino’.
Cazzo cazzo.
A quel punto l’ho lasciata lì, da sola, come un idiota e in lontananza l’ho vista mentre si avvicinava ai due ragazzi.
Comunque…Zayn l’altra sera mi ha regalato un ciondolo d’oro con una nota musicale uguale al suo a causa della passione per la musica che in un certo senso ci lega ancora di più di quanto lo siamo; è meraviglioso e lo indosso sempre.
Mi sento felice con Zayn e ogni volta che sto con lui mi sento soddisfatta, come se finalmente abbia fatto qualcosa di buono per me e per chi mi sta accanto. Non sono più una rompiscatole fastidiosa, ora ho ben altro a cui pensare.
Fuori tira un po’ di vento e proprio vicino al quartiere dove vi sono i contenitori della spazzatura c’è un gruppo di cinque o sei ragazzi, intenti a parlare e a scherzare tra loro.
Intravedo anche Roosvelt, quello della squadra di football della scuola, nei confronti del quale Zayn è un po’ ostile.
Cosa sta facendo qui, in questo quartiere, nel mio quartiere?
Estraggo il cellulare dalla tasca per fingere di stare a telefono mentre mi avvicino abilmente a quei ragazzi alti e ossuti; con la mano sinistra mantengo la busta dell’immondizia.
-Si si, capisco…mmhh, si, sono d’accordo, completamente…senza dubbi…hai pienamente ragione…già, è vero…-. Continuo con una serie di esclamazioni del genere fin quando getto la busta nel contenitore sotto lo sguardo interessato di quei ragazzi.
Mi giro e sto per andarmene quando…
‘Ehi, I just met you and this is crazy, but is my number, so call me maybe…’.
Accidenti.
Solo a me può capitare una cosa del genere: suona il cellulare mentre sono immersa in una scena teatrale improvvisata in cui non è previsto lo squillare del telefono.
Complimenti, Sam.
Seconda brutta figura del giorno.
Quante ancora mi aspettano?
Allontano il cellulare dall’orecchio e metto a tacere la suoneria. Guardo i ragazzi e mostro un sorriso quasi isterico e spasmodico, a mo’ di suicidio.
-Ciaaaao-. Sussurro come un ebete, allungando la ‘a’ nel mezzo più del dovuto e ciò alimenta la mia immagine da demente.
-Ehi, Sam, come va?-.
-Ciao Cameron, va tutto bene…cosa ci fai da queste parti?-.
Tento di iniziare una conversazione in cui io non sia la protagonista di qualche altra figuraccia made by Sam, mentre noto che uno dei ragazzi in sua compagnia mi sta fissando il culo.
-Un mio amico abita qui-. Indica una casa poco distante dalla mia. -…e ho cenato a casa sua. Poi abbiamo deciso di fare due passi e ci siamo fermati a parlare un po’-.
-Proprio davanti alla spazzatura? Wow, bel posto-. Commento seria, eppure quell’idiota di Roosvelt e i suoi amorevoli compagni ridono come degli imbecilli.
Accenno anch’io un sorriso sforzato per non sembrare un’intrusa per poi accorgermi che quel ragazzo mi sta ancora fissando.
-Senti, vuoi che faccia una foto al mio culo e poi te la invii? Decidi tu da che lato. Da destra è il suo profilo migliore-. Dico sarcastica.
Cameron ride come mai l’ho visto fare, seguito a ruota dagli altri ragazzi presenti, escluso l’accusato.
Non è stato divertente per lui.
Peccato, me ne farò una ragione.
-Io vado, ci si vede-. Saluto e mi divulgo nel buio cupo che aleggia nell’aria questa sera, caratterizzato da…
No, okay, basta.
Non sono un meteorologo ne un’autrice di poesie riguardanti la natura.
Sto aprendo la porta di casa quando, non vedendo uno scalino, inciampo e cado a terra.
Il vocio dei quattro ragazzi sparisce e si sentono solo i versi dei grilli in sottofondo.
Passano alcuni secondi; mi guardo intorno, mi alzo, mi volto verso i ragazzi che mi stanno fissando, soffocando una risata.
-Tranquilli, sto bene-. Annuncio, allargando le braccia e annuendo con il capo.
Ecco l’altra bella figura che mi aspettava!
Complimenti, Sam, di nuovo.


Quando ritorno dentro, Harry sta guardando Jersey Shore.
Odio questo programma e nonostante io sia un’acida odiosa, penso che sia troppo diseducativo e che debba essere censurato. Dicono solamente parolacce e nel mentre fanno sesso con chiunque si ritrovano davanti.
-Ancora guardi questo programma?-. domando infastidita ad Harry che non mi degna neanche di uno sguardo.
Mi dirigo in cucina e mi siedo sullo sgabello in legno, aspettando che mamma e Ron ritornino.
Digito il numero di Zayn, che mi risponde dopo pochi secondi.
-Ehi, piccola-. Sento la sua voce e sorrido involontariamente.
-Ehi-. Ripeto sognante.
-Tua madre ti ha dato la notizia che aspettavi?-.
-Non ancora, la sto aspettando-.
Oggi anche Zayn ha dovuto subire la mia stressante attesa a scuola. Non ho fatto altro che parlare di quanto odio mia madre quando agisce in questo modo e di quanto Ron si vesta male.
Va be’, questo non centra.
-Oh no, non mi avrai chiamato per dirmi quanto facciano schifo i nuovi mocassini di Ron, vero?-. Chiede allarmato e allo stesso tempo divertito.
-Sei un idiota, il caso è chiuso-. Dico solamente, passandomi una mano tra i capelli e sorridendo come un ebe…beh, sapete come sorrido ormai.
-Lo sai che ti voglio bene-.
-Lo sai che non stavo scherzando e che sei un idiota seriamente-.
-Lo sai che ti amo-.
-Lo sai che…aspetta…mi ami? Okay, anche io mi amo-.
Lo sento ridere e di conseguenza lo faccio anch’io.
-Prima ho incontrato Cameron Roosvelt mentre gettavo la spazzatura-. Lo informo.
In realtà è solo una tecnica per farlo…ingelosire.
Lo so, è da stupidi farlo ma è più forte di me.
-Cosa? Roosvelt? Quel palestrato senza un cervello? Che ci faceva fuori casa tua? Ti ha parlato? Cosa ti ha detto? Ti ha fatto qualcosa? Ti si è avvicinato più del dovuto? Gli hai dato un calcio nelle…-.
-Zayn!-. Urlo scocciata. –Falla finita, basta! Ci siamo solo salutati-.
Tralasciamo la caduta, grazie.
-Sicura?-.
-Cosa? Non ti fidi di me?-. Lo accuso, infastidita.
-No, no…è solo che…lascia perdere-.
-Sei adorabile quando ti ingelosisci e subito dopo non sai cosa dirmi quando capisci che hai torto-.
Lo sento ridere e subito dopo il garage si apre e il rombo del motore dell’auto invade la casa.
-Sono arrivati!-. Esclamo pimpante.
-Chi?
-Mamma e Ron!-.
-Oh, finalmente-. Sospira rasserenato.
-Ti chiamo dopo per darti una bella notizia, sicuramente-. Attacco e mi catapulto nel tinello, posizionandomi vicino ad Harry sul divano e aspettando mamma e Ron che fanno la loro entrata trionfale.
Cosa vorranno dirci?
Vogliono per caso portarmi ad un concerto di Justin Bieber? No, perché se è così devo seriamente mettermi a dieta.
Però ad Harry non piace Justin quindi presumo che sia qualcos’altro. Per rendere Harry felice basterebbe dire che Pamela Anderson nuda è in garage che fa la strip dance. No, con questa notizia rimarrebbe direttamente incinto prima che la veda.
-Siamo a casa-. Urla mamma che ci raggiunge in salotto seguita da Ron.
Poggiano sul pavimento le loro borse e appendono i loro cappotti, poi sorridenti si avvicinano al divano dove io e Harry li stiamo contemplando scettici.
Sembrano troppo felici ma al tempo stesso il loro sorriso contraddice la loro serenità e sembrano quasi nervosi.
Devo preoccuparmi?
Oh, spero di no.
-Allora? Cosa dovevate dirci? Di quale grande sorpresa si tratta?-. Domanda Harry paranoico.
-Beh, l’abbiamo deciso già da qualche settima ma abbiamo preferito non dirvelo fin quando non ne saremmo stati sicuri-.
Odio quando mamma fa la vaga, mi rende solo più stizzita!
-Già…speriamo proprio che vi piaccia ciò che faremo-. Aggiunge Ron.
-Volete smetterla con questi giri di parole e andare dritto al sodo?-. Chiedo imbestialita.
-Sam…-. Mamma si volta verso di me. -…Harry-. Ora è rivolta verso Harry e ci sta guardando preoccupata. Oh, maledizione. -…ci trasferiremo a Londra!-. Il suo sorriso diventa una vera risata quasi spasmodica e ci abbraccia affettuosamente.
Anche Ron sembra essere contento.
‘Ci trasferiamo a Londra’.
‘Ci trasferiamo a Londra’.
‘Ci trasferiamo a Londra’.
Questa frase rimbomba nella mia mente un paio di volte e sembra quasi che mi manchino le forze per dire qualcosa, per ribattere quest’affermazione così sciocca, così sbagliata.
No, sarà sicuramente un errore ciò che ha detto mamma; un errore del mio cervello che ha capito male o della bocca di mamma che spara cazzate.
-Abbiamo già trovato una casa in periferia, dicono che sia il posto ideale per viverci. Non è fantastico?-. Chiede Ron eccitato.
No che non lo è!
Bene, quindi ho capito benissimo.
Magari sto sognando…se mi do un pizzico forse mi sveglio.
Ahia!
No, sono ancora qui nel mio salotto con due idioti che ridono senza motivo, alias Beth e Ron Styles.
Questo vuol dire una nuova casa, un nuovo quartiere, una nuova scuola, nuovi amici; perdere la vecchia casa, abbandonare questo quartiere, lasciare la scuola, allontanarsi dai miei amici e…no, non può accadere, non esiste, non accadrà: non voglio separarmi da Zayn!
Io e Harry ci guardiamo per qualche secondo confusi poi, infuriati e infastiditi, ci voltiamo verso i nostri ‘presunti’ genitori.
-Cosa?-. Esclamo urlando.
-Come ci trasferiamo a Londra?-. Domanda Harry ancora più ad alta voce.
-Io non voglio ritornare a Londra! Non voglio abbandonare i miei amici-.
-Andiamo, non fatene un melodramma. Londra è la città dei sogni, è una città perfetta. Inoltre io e Ron avremmo più opportunità di lavoro lì-. Dice mamma cercando col tono di voce di calmarci.
-Ecco di cosa si tratta: del lavoro! Voi pensate solo a lavorare e a non badare a noi! Siete dei maniaci del denaro-. Li accusa Harry e sembra veramente al limite della sopportazione. Penso che tenesse questo pensiero dentro già da un po’ ed ora si stia liberando.
Beh, è proprio ciò che penso anche io.
-Cosa? Noi lavoriamo notte e giorno per farvi vivere nel migliore dei modi e voi ci ripagate in questo modo?-. E’ Ron adesso ed è molto infuriato. –Non dovreste neanche lamentarvi, non vi manca nulla!-. Aggiunge.
-Ci manca il vostro affetto, cazzo, non ve ne rendete conto!-. Contraddice Harry, sul cui viso vedo scendere una lacrima proprio ora.
Il silenzio predomina per qualche secondo poi Harry se ne va al piano di sopra senza dire una parola e senza guardare in faccia nessuno.
Che bella situazione di merda.
-Sono d’accordo con Harry!-. Sbotto improvvisamente raggiungendo mio fratello al piano di sopra.
Mi chiudo nella mia stanza e chiamo Zayn.
-Ehi-.
Ecco, il suo solito ‘ehi’ sexy e quasi mi scende una lacrima.
Ora mi tocca dirglielo, devo trovare la forza per farlo.
Potrei anche andarmene senza dire nulla inviandogli una mia foto per fargli capire che sono viva, per non sentire un ‘addio’ e non sentire il cuore fare ‘crack’.
 -Zayn…-. Sussurro.
-Ehi, c’è qualcosa che non va? Cos’è successo?-.
Zayn parte sempre con le domande a raffica quando è preoccupato per me ed è una delle cose che mi piace più di lui.
-Va tutto bene…non preoccuparti-.
No che non va tutto bene!
-Allora cos’è successo?-. Domanda e sembra non avere la pazienza di aspettare, sembra quasi che da un momento all’altro compaia dal telefono stesso.
-E’ difficile da dire, Zayn…-.
-Sam!-. Urla irritato.
-No, sono seria…non è facile e…-.
-Samantha!-. Sbraita nuovamente.
-Mi trasferirò a Londra!-. Dico tutto d’un fiato, chiudendo gli occhi, nonostante non lo abbia davanti.
Non lo sento parlare e neanche respirare; non sarà mica morto?! No, non può morire, il mio pakistano preferito non può lasciarmi così senza almeno averci detto un ultima volta che ci amiamo e che io avrei tanto voluto avere due figli: un maschio più grande, Justin, e una femminuccia, Sophie.
E poi ai funerali dovrei andare fino in Pakistan? No, sarà celebrato qui in Inghilterra; ho paura dell’aereo, sono come Michael Jackson.
-Zayn?!-
-Cosa? Ho capito bene?-. Domanda incredulo. –E’ uno scherzo…si, è uno scherzo. Vero Sam? Brava, per un attimo c’ho creduto. Complimenti, potresti fare l’attrice oltre che la ballerina-.
-No, Zayn, sono seria. Vado a vivere di nuovo a Londra-.
Per la prima volta nella mia vita ho un tono di voce normale, caratterizzato da coscienziosità e malinconia al tempo stesso.
 





Babieees!
Beh, spero che vi sia piaciuto!
Il prossimo sarà mooolto ‘boom’.
E anche quello dopo! Quindi…non perdeteli!
Recensite, per favore!
Se vi va, passate sul mio profilo…ho scritto varie OS.
Un bacio, notperfect. 
  


 

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Capitolo 15
*** Fuck off ***


Fuck off

Nonostante le mie proteste e i miei pianti drammatici, la mamma e Ron non hanno cambiato idea.
Siamo già in viaggio verso Londra, che tutti chiamano e considerano la città dei sogni. Eppure i miei li ha distrutti in un attimo, come se fosse una persona che con uno schiocco di dita abbia fatto crollare il mondo proprio addosso a me, quella che, addirittura, non voleva trasferirsi a casa del nuovo compagno della madre, quella che voleva andarsene il primo giorno in cui aveva messo piede in quella piccola Holmes Chapel, quella sempre con il broncio perché non voleva frequentare la nuova scuola, quella che è finita per innamorarsi decisamente di tutto ciò che componeva le sue giornate.
E’ strano come tutto ciò che odiavo e disprezzavo, si sia trasformato in qualcosa di cui ora non posso fare a meno. E’ anche stupida come cosa e sembra quasi insensato da pensare, eppure è proprio la situazione in cui mi trovo io.
Londra è una città fantastica, certo, ma Holmes Chapel è la mia città dei sogni.
Vi starete chiedendo: e Zayn, che fine farà?
Beh, non lo so neanche io. E’ una domanda a cui neanche io ho saputo dare una risposta.
Quando ho lasciato casa con l’auto e Zayn, Louis, Liam e Niall erano lì fuori che ci salutavano compassionevolmente, posso aver giurato di aver sentito una lacrima scendere sulla pelle del mio volto, cosa che capita raramente ad una persona come me. Non è made by Sam. Niente di tutto ciò che è successo ad Holmes Chapel è stato made by Sam.
Ho conosciuto una parte di me che fino ad ora mi è stata sconosciuta ma, sinceramente, penso sia stata una cosa positiva, anzi la cosa più bella che mi sia potuta capitare perché, per la prima volta e finalmente, ho imparato ad amare e ho provato la sensazione migliore del mondo: essere amata.
Il bacio d’addio di Zayn è stato proprio come me l’aspettavo: lento, dolce e passionale.
Ciò però non vuol dire che tra me e lui sia finita, senza dubbio no.
Manterremo una relazione a distanza; non sarà difficile, penso.
Spero solo che mi sia fedele e che non mi nasconda nulla perché è proprio ciò che farò io.
Ho le cuffiette alle orecchie, ascoltando Fall di Justin Bieber.
Ma solo a me sembra di stare in un videoclip quando sto in macchina con le cuffie?
-Allora? Siete contenti?-. Domanda mamma allegra, facendo un cenno con la mano per incitarmi di togliermi le cuffie dalle orecchie.
Nessuno risponde alla sua domanda.
Io e Harry non diciamo una parola mentre dal finestrino ammiriamo il paesaggio urbano che inizia a farsi sempre più frequente man mano che ci avviciniamo alla grande metropoli.
-Oh, andiamo: basta con questi visi imbronciati! Voglio vedere un bel sorriso, su!-. Esclama Ron, ancora più pimpante.
Perché sono così felici? Io non ci vedo nulla di entusiasmante in ciò che ci sta capitando.
Se chiedessi ad un comune ragazzo della mia età la stessa domanda a cui si presenti un’occasione del genere, ovvero trasferirsi a Londra, salterebbe di gioia, questo è poco ma sicuro.
Io no. Harry neanche.
Probabilmente siamo due fratellastri con problemi mentali, ma a me non interessa affatto ciò che potrebbe pensare la gente se lo venisse a sapere.
Io voglio ritornare ad Holmes Chapel, chiusa la discussione.
-Ron ha ragione. Suvvia non state partendo per la guerra!-.
-Mamma smettila! Sai che non cambieremo mai idea su questo, sapevate anche perfettamente che noi volevamo rimanere a Holmes Chapel. E smettila di rendere questa situazione semplice, non lo è affatto. Smettila di essere allegra e felice perché, sinceramente, non vedo felicità e allegria nel nostro futuro a Londra-. Urlo esasperata, come se abbia appena detto ciò che voglio dire da ormai tanto tempo.
Cala il silenzio per un po’. Mi addormento fin quando l’auto parcheggia in una piccola traversa a Ealing Brodway, a nord-est di Londra.
-Bene, siamo arrivati-. Annuncia mamma con rassegnazione nel tono di voce e un pizzico di pazienza nei suoi lineamenti tesi.
Arrivo fuori la porta della casa che, sfortunatamente, sarà il tetto sotto cui io, Harry, mamma e Ron vivremo.
Se avete notato, Ron l’ho menzionato per ultimo in quanto mi sta ancora tremendamente sulle palle e il trasferimento qui a Londra non ha fatto altro che diminuire il livello di sopportazione nei suoi confronti.
La casa è abbastanza grande: è a due piani, due balconi e un porticato sul davanti. Ciò che noto per primo è la mancanza di verde: non c’è un po’ d’erba o di fiori ad ornarla.
Dopo aver scaricato tutti i bagagli, Ron mostra a me e ad Harry la nostra stanza.
Già, io e Harry dormiremo insieme.
-Vi lascio disfare i bagagli-. Dice Ron per poi chiudere la porta.
Getto le valige sul pavimento; mi avvicino alla piccola e unica finestra e sposto le tende dalla visuale.
-Che panorama di merda-. Sbotto disgustata osservando il negozio cinese di antiquariato che predomina la parete del muro difronte casa.
Harry si avvicina e anche i suoi occhi vengono trucidati a morte dai colori sgargianti dell’insegna della bottega.
Fa una smorfia, si allontana e si butta a peso morto sul suo letto.
Ci sono due piccoli letti, un armadio con due ante di fronte e un televisore di circa diciannove pollici sul cassettone vicino alla porta.
Sta’ calma, Sam, non morirai per spazi ridotti.
Dopo aver sistemato i nostri averi, litigando per chi dei due doveva avere la mensola di sopra e chi quella di sotto dell’armadio, ci sdraiamo sui nostri rispettivi letti e accendiamo il televisore.
Trascorriamo il pomeriggio in questo modo, non sapendo davvero cosa fare.
Due ore e mezzo di film, cinquanta secondi di sesso…indovinate quando è entrato Ron?
-Girate questo canale porno immediatamente! Harry, Sam, cosa diamine state guardando?-.
Oh, maledizione.
 
E’ sera, sono già nel mio scomodissimo letto con lenzuola di raso.
Odiose.
Tralasciando questi dettagli sgradevoli, mi arriva un messaggio.
E’ Zayn.
 ‘Sai Sam, mi piace la notte; sarà perché mi consola dicendomi che, chi vorrei, non è qui con me perché sta dormendo. Mi manchi già, Zayn xx’.
Oh, che amore.
Per poco una lacrima non riga il mio volto nonostante sappia perfettamente che sicuramente ha preso questa frase su qualche sito internet tipo ‘frasi d’amore bellissime’ o ‘frasi per far venire il diabete’.
‘Sarà difficile essere felice senza te al mio fianco. Penso che non sorriderò molto quando sarò qui a Londra, Sam xxx’.
‘Sorridere non significa semplicemente che sei felice; alcune volte significa che sei forte ed è proprio ciò che sei tu. Sii forte, Sam, riusciremo a superare anche questa e alla fine ci ritroveremo. Sorridi, fallo per me, tutti devono gioire almeno un po’ per la bellezza del tuo sorriso’.
‘Cazzo, Zayn, così rendi ancora più difficile resistere senza te. Non essere così…affettuoso!’
‘Giura che moriresti se scomparissi dalla tua vita’.
Cosa?
-Ma…che…-. Farfuglio confusa, distrattamente.
-Cosa c’è?-. Domanda Harry girandosi verso di me, un po’ stordito.
Forse stava dormendo ed io l’ho svegliato.
Brava Sam, complimenti.
-Oh, no niente, dormi!-.
-Dottor House è meno psicopatico di te! E poi dici che Hilary Young ha problemi-. Mugugna sottovoce mentre si rigira nuovamente dall’altra parte, portandosi le coperte fino alle orecchie.
Non bado a ciò che è appena successo, più che altro mi affretto a rispondere anche se Zayn sta parendo troppo…ridicolo.
O forse è strano accorgersi del suo inguaribile romanticismo diabetico di primo grado.
‘Giuro. E tu promettimi che verrai a trovarmi’.
‘Promesso’.
Ah, ora posso morire felice.
No, è ancora presto perché muoia. Meglio solamente dormire felice.
Si, dormire.
Riproviamo.
Ah, ora posso dormire felice.
Si, molto meglio, senza dubbio.
‘Ti amo, Zayn’.
La tentazione di inviarglielo è stata forte, così l’ho fatto.
Non posso farci niente, è la verità ed io dico sempre la verità, i miei pensieri diventano sempre parole, -in questo caso lettere-, e questo lo sapete anche voi!
‘E’ scontato dirti che io ti amo di più, ma lo faccio comunque. Già mi manca vederti ogni giorno e bearmi della tua bellezza. Vorrei raggiungerti e stare con te’.
Vi è mai capitato di guardarvi allo specchio e di reputarvi carine per poi sentire la tua coscienza dire ‘C’è ne sono altre meglio di te’ ?
Beh, a me succede spesso perché purtroppo sono la persona con l’autostima più bassa al mondo ma cerco comunque di andare avanti e di non pensarci. Eppure Zayn , con le sue parole, mi toglie ogni dubbio, mi lascia pensare che io sia bella per davvero.
So che è solo un suo pensiero non del tutto veritiero forse, ma è pur sempre qualcosa di cui non posso infischiarmene facendo finta di non aver capito.
Ci auguriamo la buonanotte reciprocamente e successivamente mi addormento felicemente.
 
 
 
E’ il pomeriggio di due giorni dopo. Io e Harry ci stiamo dirigendo da Ambercombie&Fitch a Picadilly Circus per fare compere.
Harry ha detto che ha urgentemente bisogno di nuovi jeans e felpe e anche io devo aggiornare il mio guardaroba.
All’entrata ci sono, come al solito, due bellissimi modelli palestrati con tanto di occhi verdi e capelli folti e fluenti.
-Oh cazzo…-. Esclamo ammirandoli e posso giurare di sentire la bava fuoriuscire dal labbro. -…saranno sicuramente italiani, sono estremamente hot!-.
I due ridono solamente e capisco che non parlano la mia lingua.
A gesti mi chiedono se voglio fare una foto con loro ed io, naturalmente, accetto senza farmelo ripetere due volte.
Uno di loro si interessa ad altre ragazze –stronze-, mentre l’altro mette un braccio dietro il mio collo ed io appoggio la mia mano dietro la sua schiena.
-Dai, Harry, scatta!-. Incito al mio fratellastro che, sbuffando, prende il cellullare dalle mie mani, scocciato.
-Se potessi, metterei la mano ancora più giù-. Annuncio spavaldamente.
-Se vuoi, puoi anche farlo, tanto mi pagano-.
Non è Harry che ha parlato e sono sicura di non soffrire di allucinazioni.
Mi volto verso il modello da stupro in due minuti per scoprire che quest’idiota parla la mia lingua.
Perché mi faccio sempre supposizioni sbagliate prima di fare qualcosa? Lo sanno tutti che alla fine faccio brutte figure con chiunque.
-Ma…ma…sei inglese?-. Chiedo stupita e anche un po’ imbarazzata.
-Si, vengo da Leeds, precisamente-.
Oh, bene. E’ anche colto!
Sento Harry sghignazzare per poi trascinarlo dentro per la manica della sua felpa.
-L’offerta è ancora disponibile!-. Esclama il modello super bello.
Ho fatto la rima.
Okay, non importa a nessuno.
Metto più velocità nel mio passo per scomparire completamente dalla vista di quel ragazzo.
Un gatto nero mi attraversa la strada mentre entro nel negozio.
Possibile che sia così sfigata?
Penso che se mettessi la mano in un pagliaio mi bucherei con l’ago.
E…a questo punto, una domanda mi sorge spontanea: Ma ai gatti neri porta sfortuna se una persona gli attraversa la strada?
Mi ritrovo poi davanti al reparto femminile; da qui, le strade, quella mia e quella di Harry, si separano completamente fino a tre quarti d’ora dopo.
Beh, ho comprato parecchie cose, non giudicatemi.
 
 
Dopo pranzo chiamo Zayn. Mi manca già tantissimo e sono solo tre giorni che le sue labbra non sfiorano le mie, le sue mani non accarezzano il mio viso e il mio corpo e il suo profumo non inebria il mio animo.
Si può essere più sfortunato di così? Date le mie ricerche la risposta è: no.
-Ehi, piccola-. Lo sento sussurrare non appena apre la chiamata. Avrà riconosciuto il numero.
-Ehi-. Ripeto.
-Come stai oggi?-.
-Come vuoi che stia? Sono in un posto dove non voglio vivere e l’unica persona con cui voglio stare si trova a centinaia di chilometri da qui….Sto bene-.
-Mi dispiace così tanto. Non sai quanto vorrei stare lì con te. Sono tre giorni che non ci sei e la voglia di suicidarmi è salita dell’ottanta per cento-.
Rido lievemente e sento lui che mi imita.
Ah, mi è mancata la sua risata, il suono più bello che abbia mai udito.
-Non puoi immaginare la figuraccia che ho fatto ieri a casa di Niall!-. Esclama poi e mi sembra di parlare con una mia amica pettegola e casinista al tempo stesso.
Ed è proprio questo che amo del nostro rapporto: siamo migliori amici ed è questo il motivo per cui non smetteremo mai di volerci bene.
-Racconta-. Lo incito curiosa.
-Beh, sono andato lì per studiare e ad un certo punto Niall mi dice: ‘Sai che mia zia sta per avere un bambino?’, ed io rispondo: ‘Oh, è fantastico. Io pensavo fosse solamente grassa!’, e Niall: ‘Veramente lo deve adottare’-.
Scoppio a ridere come mai mi è successo. Davvero Zayn è capace di fare queste brutte figure? Sta superando la maestra.
-No, non posso crederci!-. Articolo stupita e meravigliata tra un verso strano e una risata poco soffocata.
-Devi crederci, invece!-. E sento ridere anche lui.
Mi asciugo qualche lacrima per poi ritornare più seria anche se nella mia mente si raffigura sempre la scena in cui Niall dice quelle cose a Zayn.
Oh, Santo Cielo, si può essere più idiota?
-Allora? Sei ancora arrabbiata con i tuoi genitori?-. Mi domanda poi.
-Ehm…si, loro non avevano il diritto di trascinarmi qui senza il mio consenso! Mia madre agisce sempre in questo modo, come quando ci siamo trasferite ad Holmes Chapel sei mesi fa!-.
-Ma quello non è stato un errore, giusto?-.
-No, senza dubbio perché…perché…insomma lo sai il motivo-.
Lo sento ridere lievemente.
-Ed ora cosa pensi di fare?-. Domanda incerto.
-Se facessi qualcosa ogni volta che sono arrabbiata in questo modo, ora avrei migliaia di ergastoli da scontare, quindi preferisco non fare nulla e lasciare che il tempo scorra…vedrò come si mette la situazione-.
-Mi stupisci alcune volte-. Ammette meravigliato.
-Perché?-. Chiedo con interesse.
-Perché se non ti conoscessi così bene ora direi che qualcuno ti stia suggerendo le parole. Insomma tu reagisci sempre d’impulso!-.
-Si, è vero. Ma sono maturata, devi riconoscerlo-. Dico con un pizzico di superbia nel tono di voce.
-Ah, ma falla finita!-.
Ridiamo entrambi per poi salutarci e staccare.
Mi è mancato chiacchierare in questo modo con l’unica persona che mi rende felice.
 
Faccio una doccia. Indosso l’intimo per poi andare un attimo al piano di sotto per prendere il mio cellulare. Non c’è nessuno in casa oltre me e Harry che però è in camera da letto, quindi posso camminare liberamente come mi pare e piace.
Scendo lentamente le scale, mi dirigo in cucina, prendo un sorso d’acqua, afferro il cellulare sul tavolino in soggiorno e poi risalgo.
Scorro la fila di messaggi sul mio cellulare.
 
Miley: ‘Sam, mi manchi! Appena puoi chiamami, è urgente!’.
OperatoreTelefonico: ‘La informiamo che il suo credito sta finendo. Ricaricare il telefonino per non rimanere senza parole!’.
JustinBieber: ‘Oggi faccio più tardi, la cena è nel frigo’.
 
Non allarmatevi, Justin Bieber è solamente il nome che ho dato a mia madre. Mi sento soddisfatta e realizzata quando leggo il suo nome, per un attimo mi sento come se lui mi abbia cercata davvero e ne gioisco. Poi leggo il contenuto del messaggio e mi viene voglia di andarmene in un deserto senza acqua e senza cibo convivendo con degli allevatori di lama.
Sto andando in camera con l’intento di chiamare Miley e scoprire cosa è successo di così tanto importante quando sento una voce meccanizzata esclamare: ‘Che culo!’.
Mi volto dietro e non c’è nessuno, avanti neanche, a destra c’è la parete vuota e a sinistra la mia camera da letto dove c’è Harry, che è intento a fare una videochiamata con Louis.
-Ma sei un idiota!-. Sbotto infuriata, rivolgendomi ad Harry. –Dovresti chiudere la porta quando fai queste cose!-. Mi copro con un asciugamano lasciato precedentemente da me sul letto, per poi chiudere la porta e andarmene di nuovo in bagno.
-Che imbecille-. Sussurro tra me e me mentre apro la porta del bagno e mi ci chiudo dentro.
 
I giorni sono passati così velocemente dal ritorno qui a Londra che quasi mi sembra di non essermene mai andata.
I compagni a scuola sono così dannatamente noiosi.
Vorrei che dicessero almeno un quarto delle stupidaggini che Niall e Louis dicono solitamente e vorrei conoscere almeno una ragazza con la stessa sensibilità e dolcezza di Liam.
Senza parlare di obbrobriosi ragazzi che pensano di essere una schiera di una sorta di divinità greche dalla bellezza sconfinata.
Sono tutti convinti di ciò che non sono.
Le ragazze, poi.
Dio, quelle sono insopportabili.
Alcune volte vorrei rapirle, portarle a casa e ucciderle però poi mi rendo conto che, nonostante siano così rovinate psicologicamente, sono essere umani e non voglio che il pavimento si sporchi di sangue.
Io e Zayn continuiamo a sentirci ogni giorno via sms o per telefono ma non è più lo stesso.
Insomma, tra noi c’è sempre sintonia e quella sorta di ironia che ci ha legato sin dal primo giorno ma, ultimamente, mi sono resa conto che il nostro rapporto è cambiato sin troppo e anche la fiducia sta scomparendo lentamente.
Alcune volte, quando sono sola in casa o durante le lezioni in classe, mi capita di ipotizzare che se la stia spassando ogni sera con ragazze diverse o che, addirittura, abbia trovato un’altra!
Lo so, mi sento sudicia e stupida pensando che il mio fidanzato possa avermi tradita ma, sinceramente, è più forte di me e tutte le commedie romantiche di George Clooney dove se ne faceva una ogni tre quarti d’ora, non fanno altro che alimentare questa mia supposizione.
Sto guardando la televisione mentre alterno attimi piccolissimi di studio intenso.
Odio la filosofia, lo sanno tutti, anche voi ormai.
E poi a cosa serve studiarla se io ho una mia filosofia di vita?
Insomma, per me conta solo quella, mi sembra ovvio.
Il cellulare vibra.
E’ una messaggio…da parte di Zayn.
‘Dobbiamo parlare’.
Senza ‘x’ o  un cuoricino?
Ed è qui che chiudo i libri completamente, mentre l’ansia mi travolge in pieno.
 
 
Non so cosa Zayn voglia dirmi, non ne ho la più pallida idea ma di solito quando voleva parlarmi non mi ha mai mandato un messaggio d’avviso, mi chiamava e basta.
Non voglio pensare al peggio ma non voglio neanche fantasticare pensando che magari voglia regalarmi un biglietto per il concerto di Justin Bieber con addirittura i pass per il backstage.
Wooh, quello si che sarebbe una sorpresa coi fiocchi, sarebbe l’esperienza più bella della mia vita, dopo quella passata con Zayn naturalmente.
Aspetto che la campanella dell’ultima ora di lezione suoni prima di essere completamente libera e chiamare il mio adorato pakistano dall’aria di un cioccolatino al latte.
Mi dirigo verso l’uscita della scuola dove solitamente mi aspetta Harry mentre digito il numero di Zayn.
Non capisco perché sia così ansiosa e agitata, insomma, mi ha solamente avvertito che avrebbe dovuto parlarmi, tutto qui, nulla di allarmante.
Eppure sono più preoccupata del solito, come se abbia un brutto presentimento.
Naturalmente Harry è in compagnia delle solite oche che importunano il nuovo arrivato, il nuovo ‘gioiellino’ da sfruttare e poi conservare nella cassettiera in mansarda, ormai passato di moda.
Purtroppo Harry è quel tipo di ragazzo che farebbe di tutto per portarsi al letto una ragazza ma al tempo stesso è tanto fragile e dolce, ed io non voglio che soffra.
-Ciao Sam!-.
-Ehi…ehm…-.
-Troy!-.
-Oh, certo…Troy-. Come ho fatto a non ricordarlo?
Troy è un ragazzo che frequenta i miei stessi corsi di biologia e chimica, capitano della squadra di nuoto e fottutamente affascinante.
Potrebbe fare il modello da Amercombie così almeno quando andrò a fare compere sarò completamente consapevole che parla la mia lingua.
Ma…cavolo, che razza di nome è Troy?
La mamma doveva avercene di corna per aver scelto questo nome.
-Come va?-. Mi chiede incerto.
-Bene, a te?-. Domando a mia volta distratta, giocherellando con i bordi del cellulare.
In realtà non mi interessa affatto, voglio solo fare in fretta e chiamare Zayn.
-Bene…-. Fa una pausa, durante la quale si gratta il cuoio capelluto con fare insicuro e quasi spasmodico. –Stavo pensando…-. Riprende poi improvvisamente, come se abbia trovato le parole giuste da dire. -…insomma…se vuoi naturalmente, se…-.
-Se…?!-.
-Se ti andava di uscire con me questa settimana!-. Risponde tutto d’un fiato, guardandomi speranzoso.
Wow, non me lo sarei mai aspettato.
Forse non sa che sono impegnata con il pakistano più sexy di tutto il Pakistan.
Non avrei mai immaginato che Troy Cross avesse la sensibilità tale da contorcersi le mani e mangiarsi il labbro per l’attesa snervante per una risposta ad un suo invito.
L’ho sempre visto circondato da ragazze super attraenti che gli sbavavano dietro, seguendolo ovunque.
Si da anche moltissime arie perché pensa di essere il più figo dell’universo solamente perché non ha ancora conosciuto il mio ragazzo.
Penso che se si incontrassero, diventerebbe gay all’istante.
Troy intendo, naturalmente.
-Ecco, vedi Troy, io vorrei ma…-.
Insomma, lui è bello e affascinante ma io ho un fidanzato per cui altre ragazze farebbero a capelli e non solo.
La mia attenzione ricade sul cellulare che ha appena vibrato.
 
‘Penso sia meglio porre fine alla nostra relazione. Addio, Zayn’.
 
Scuoto la testa e sbatto le palpebre più volte per capire se sia sogno o realtà.
Non posso crederci, non può accadere per davvero.
Avete presente quella sensazione amareggiata e delusa che si prova quando ritornate da scuola e, guardandovi allo specchio, dite: ‘Ho avuto quest’aspetto per tutta la giornata?’.
Beh, in questo caso… ‘Ho avuto a che fare con questo stronzo per tutto questo tempo?’.
Nella mia testa ho sempre saputo perfettamente che alla relazione tra me e Zayn non poteva esserci fine, speravo in un rapporto eterno perché finalmente ho trovato qualcuno che mi capisce sul serio, che mi sa prendere sempre nel modo giusto e che sia davvero destinato a proteggermi e ad amarmi completamente.
Mi sbagliavo.
Mi sbaglio.
E’ come se il mondo mi sia crollato addosso come un uragano sommerge la baita di una spiaggia abbandonata, portandosi via tutto, spiazzando qualunque cosa, riducendo quel terreno a zero.
Ed è proprio così che mi sento: vuota.
E’ bastato un attimo e la mia vita è diventata l’esatto opposto di ciò che era due minuti prima.
E, cosa più importante, non posso credere che Zayn me l’abbia detto tramite uno stupido messaggio! Non è da uomini ed io ho sempre pensato che Zayn lo fosse.
Mi fa solamente pena e l’unica cosa con grande significato che vorrei urlarci in faccia in questo momento è: vaffanculo.
Vaffanculo per averti conosciuto.
Vaffanculo per essere stato così enfatizzante da rimanere stregata da te.
Vaffanculo per essermi innamorata di te.
Vaffanculo per avermi illusa.
Vaffanculo per avermi fatto credere di amarmi.
Vaffanculo perché esisti.
Noleggerei un elicottero con uno striscione sul retro con su scritto : ‘Vaffanculo stronzo’ con magari dei palloncini a forma di dito medio che cadono mentre passa sul tetto di casa sua.
Non mi importa quanti soldi sprecherò, io devo farlo!
Per un momento sento quasi pizzicarmi gli occhi come se delle lacrime vogliano uscire e rigarmi il volto.
Devo farmi forza, è solamente uno stronzo, non si piange per gli stronzi.
Eppure non avrei mai aggiudicato questa parola a Zayn.
Lui è sempre stato così dolce, così sensibile, così affettuoso e protettivo.
Quanto può ingannare l’apparenza?
Tanto, purtroppo.
-Allora?-. A farmi trasalire è la voce scura e potente del belloccio che ho davanti che mi guarda confuso per questa mia reazione ma al tempo stesso sfoggia un sorriso meraviglioso, proprio come quello dei modelli sui cataloghi di Hollister.
Ci penso un po’ su, indugiando su ciò che è appena successo con Zayn e ciò che mi ha appena chiesto Troy.
Mi passo una mano tra i lunghi capelli biondi. -Sono libera venerdì sera, passi a prendermi tu?-.
 
 
 
 
 
 








Non voglio commentare il capitolo, lascio a voi
la parola! Non voglio neanche preannunciarvi nulla però,
sappiate che a me piacciono i lietofine..!
Ho scritto due nuove OS. Date un'occhiata, se viva.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1279040&i=1 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1278369&i=1 

Un bacio, notperfect. 
 

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Capitolo 16
*** Jawaad ***


Jawaad

Sono passati quarantadue giorni, sedici ore e ventidue minuti da quando io e Zayn abbiamo rotto.
Ora diciassette.
Non posso credere a ciò che ci è successo, a ciò che Zayn ha avuto il coraggio di fare e della mia inconsueta reazione.
Se fosse capitato tempo fa, forse avrei reagito d’impulso, ritornando ad Holmes Chapel a riempirlo di botte, anche se dubito che la mia forza riesca a superare quella dei suoi enormi bicipiti, quelli che la maglietta a mezzemaniche mette in risalto, quelli che brillano alla luce del sole, quelli che, bagnati, mi fanno fare pensieri poco decenti, quelli che…
Oh, insomma…avete capito.
Amo le sue braccia, okay?
Nulla di strano o di terrificante perché a chiunque piacerebbero, purtroppo. Io non voglio che Zayn conosca altre ragazze che sicuramente lo troveranno drammaticamente sexy e affascinante.
Eppure, ora che sono cresciuta e maturata, dopo un mese e mezzo, sto frequentando un nuovo ragazzo, Troy Cross.
Il belloccio della scuola, si proprio lui.
Il termine giusto non è proprio ‘frequentare’, più che altro è una sorta di cotta passeggera, da parte sua e mia.
Certo, Troy è molto bello ed ha un fisico da paura, un carattere aperto e allegro ed è molto atletico.
Tuttavia queste caratteristiche non servono a far svanire in me l’amore per Zayn.
Già, è ancora amore ciò che provo nei suoi confronti seppure si sia comportato da emerito stronzo.
Non avrei mai immaginato di chiamarlo con questo nome, ma questo è il risultato se si è comportato da…stronzo, appunto.
-Cucciola..-. Troy si avvicina, accarezzandomi la guancia.
Cucciola? Ma stiamo scherzando?
Per non parlare degli altri nomignoli che mi ha assegnato: micina, gattina, pollastrina, amorina, tesorino del mio cuoricino…. Insomma ha un amore platonico per i diminutivi.
Dio quanto mi stizza quel sorriso da ebete stampata sul suo volto in questo momento, tanto che non riesco a guardarlo negli occhi semplicemente perché non sono quelli in cui voglio specchiarmi, non sono quelli di chi amo per davvero.
-Ciao…-. Saluto con quel pizzico di indifferenza che è sempre presente quando sono in sua compagnia.
-Che ne dici se oggi vieni a casa mia? I miei non ci sono, sono ad un convegno a Leeds-. Mi sussurra, sfiorandomi con le labbra l’orecchio, mordicchiando il lobo.
-Scusami…-. Appoggio le mani sul suo petto per respingerlo. -…Oggi è il compleanno di mio fratello, non vorrei che ci rimanesse male se non mi presentassi alla sua festa-.
Potrebbe sembrare una scusa, ma non è vero, anche se ammetto che mi è stato di grande aiuto.
Oggi Harry compie realmente diciotto anni, me l’ha ricordato giusto questa mattina dicendomi che non devo assolutamente mancare alla festa di stasera.
In realtà non è un vero e proprio party; ha solamente invitato Josh, un amico che ha conosciuto qui a Londra, e i ragazzi.
Già, Niall, Liam, Louis e Zayn verranno qui a Londra questa sera per festeggiare il compleanno del loro migliore amico e rimarranno qui per tutto il fine settimana, a casa mia.
I miei genitori non ci saranno per l’intero weekend in quanto si sono regalati una vacanza alle Maldive.
Beati loro.
Ho davvero detto ‘i miei genitori’?
Da quando considero Ron mio padre?
-Ehi, piccola…cos’hai oggi?-. Domanda avvicinandosi ancora di più, toccando la mia parte più intima.
-Non chiamarmi piccola!-. Sbotto infuriata, divincolandomi dalla sua presa. –Non sono la tua piccola…e non toccarmi mai più, chiaro?-.
Gli volto le spalle uscendo dal vicolo dietro la scuola in cui ci appartiamo di solito.
Non fatevi strane idee, a stento ci siamo baciati.
Non so neanche io il motivo per cui abbia reagito in questo modo. E’ come se abbia avuto il bisogno di avere accanto a me persone che amo davvero e che mi amano realmente. Lui non mi vuole neanche bene, figuriamoci se prova qualcosa in più e se anche me lo dicesse, io non ci crederei mai e poi mai, dovesse cascare il mondo!
Non sono così stupida da non accorgermene: sta con me solo per portarmi a letto.
Tutti se ne sono accorti, esclusa me.
E’ arrivato il momento di svegliarmi e di darmi una mossa, non posso essere così ingenua…un tempo l’avrei anche permesso, ma adesso basta, sono al limite della sopportazione.
-Idiota….-. Farfuglio tra me e me, augurandogli di morire mentalmente.
Come ho fatto a ridurmi a questi livelli?
Una risposta ce l’avrei, ma è così stupida e insensata che me ne vergogno.
Io sono uscita con Troy solo perché volevo considerarmi più figa, più trasgressiva. Volevo convincermi che Zayn è un fottuto idiota che merita di essere dimenticato; eppure, ogni volta che Troy mi bacia, mi tocca o mi parla, io non vedo l’ora che tutto finisca e , anzi, vorrei tanto che sia Zayn a fare e dire tutte quelle cose, che a stento ascolto o ricambio.
Il problema è che ancora non ho accettato la nostra separazione, non ho ancora metabolizzato l’accaduto e penso che ci vorrà ancora un po’ di tempo affinchè ciò accada.
E cosa ancora più grave: Zayn sarà ospite da me questo fine settimana e davvero non so come comportarmi.
Spero vivamente che anche lui si stia facendo questi complessi.
Mi avvio a casa a piedi, troppo nervosa per aspettare Harry.
Sbatto la porta alle mie spalle, gettandomi a peso morto sul divano.
Accendo la tv e metto quelle radio televisive.
Gli argomenti sono la donna e i vari problemi che può avere.  A parlare è una ragazza sulla ventina e mi chiedo come mai non abbiano assegnato il suo ruolo ad una donna con più esperienza.
‘Dovete agire come signorine ma pensare come un uomo, ragazze mie! Apparire come ragazze e lavorare come un boss!’
-Si!-. Urlo, assecondando la presentatrice radiofonica.
 ‘Se indossate una minigonna e il vostro compagno vi chiede se state andando alla fiera della porchetta, questa è la radio adatta a te! I consigli e i suggerimenti più adatti li abbiamo noi’.
Oddio, esiste davvero gente così fallita?
Gliela pago io una visita dallo psichiatra o magari da un dietologo.
Mi lascio scappare una risata rumorosa, tanto da riempire l’intera casa immersa nel silenzio totale.
‘Il vostro ragazzo vi ha lasciate tramite sms e non ne sapete il motivo? Fategli capire che non siete uno zerbino e…’.
Oh, al diavolo!
Spengo la tv, irritata.
Possibile che anche una perfetta sconosciuta conosca la mia situazione? Certo, da una parte è bene perché capisco che ci sono altre ragazze che come me hanno lo stesso problema e…oh Santo Cielo, non pensavo di essere così depressa.
Sembro la protagonista di una delle canzoni di Taylor Swift.
Mi faccio paura.
Ora che si avvicina l’estate, -mancano solo undici giorni a giugno-, vorrei fare una lista di cose da fare.
Si, è un’idea brillante.
Prendo carta e penna e inizio a scrivere.
 

  1. Dimagrire almeno otto chilogrammi, con gusto naturalmente.
  2. Comprare un cane da allevare a sbranare teste di stronzi.
  3. Trovare una migliore amica, degna di questo titolo.
  4. Riuscire a toccare il naso con la lingua. (sono tre anni che ci provo)
  5. Trovare una conchiglia parlante come nella pubblicità della RoyCarrabien che mi faccia trovare biglietti gratis per una vacanza ai Caraibi.
  6. Guardare Titanic senza piangere.
  7. Comprare un nuovo paio di scarpe a Ron.
  8. Imparare a non perdere la metropolitana ogni Santo giorno.
  9. Ritornare a sorridere.
  10. Dimenticare Zayn Malik.
         
Rileggo nuovamente la lista, soffermandomi sui vari punti e riflettendo se posso sostituirli o meno. Alla fine decido di lasciarla invariata, senza apportare nessuna modifica.
Si, tutti gli obbiettivi sono raggiungibili e lo farò entro l’inizio di giugno, o forse alla fine.
Fatto sta che ci riuscirò; riuscirò finalmente a diventare la ragazza che ho sempre sognato di essere, felice e spensierata, senza problemi da gestire o pesi sullo stomaco.
-Sam, i ragazzi sono arrivati!-.
Ecco, appunto.
 
-Ciao Liam, come stai?-. Lo saluto cordialmente abbracciandolo, per poi passare a quello successivo.
Stanno entrando uno alla volta in fila indiana, come se debbano ricevere un riconoscimento per non so cosa.
-Ehi, Sam, che bello rivederti!-. E’ Niall. Lo abbraccio istintivamente; nonostante è un rompipalle madornale e abbia un carattere un po’ infantile e da idiota, mi è mancato, devo ammetterlo.
-Principessa!-.
-Louis!-. Esclamo pimpante, abbracciandolo e sorridendo, non rendendomi conto che subito dietro di lui c’è Zayn.
Mi irrigidisco non appena i nostri sguardi si incontrano.
Rimaniamo fermi sulla porta un istante, poi scuoto la testa e trovo la voce e il coraggio.
-Ciao-. Saluto fredda.
-Ciao, Sam-. Ricambia, sfoggiando un mezzo sorriso.
Ricambio in certa, notando solo dopo alcuni secondi che gli altri stanno assistendo alla scena incuriositi e interessati.
Posso dire che quel minuto in cui ci siamo guardati dritto negli occhi, in cui i nostri occhi erano incollati gli uni agli altri, in cui mi è mancato tragicamente il respiro e che mi ha letteralmente spiazzata ricordandomi quanto era bello farlo con la consapevolezza che mi appartenessero, è stato il tempo determinato più lungo e bello della mia completa esistenza.
Naturalmente, escludendo i momenti in cui io e il poster di Justin Bieber ci fissiamo intensamente.
Con un gesto automatico e improvviso mi giro verso gli altri, andandomi poi ad accomodare in cucina, su uno degli sgabelli.
Da qui sento i loro saluti e le parole che migliori amici si direbbero quando non si vedono da tantissimo tempo.
Solo io so quanto Harry è stato male quando ha dovuto abbandonarli e solo io so quanto Harry vorrebbe ritornare a stare in loro compagnia, ad Holmes Chapel.
Forse lo capisco perché  è proprio ciò che voglio anch’io, sono mie esigenze.
Harry spalanca la porta.
-I ragazzi stanno sistemando le loro cose-. Spiega, prendendo dell’acqua dal frigo. –Perché non ci raggiungi dopo?-.
Sto per rispondere quando, non trattenendomi più, sento una lacrima scorrere sul viso.
Me l’asciugo frettolosamente con la speranza che Harry non faccia domande.
-Ehi, ehi, che fai? Piangi?-. Mi domanda avvicinandosi, accarezzandomi il volto e i capelli.
Troppo tardi.
-Sam, che c’è che non va, cos’è successo? Sai che a me puoi dirlo-. Mi prende il mento con le mani, forzandomi a guardarlo negli occhi.
Questo si che è qualcosa di cui ho bisogno: uno sguardo e una carezza fraterna accompagnati dal bene e l’affetto che ci lega.
E’ questo ciò che amo di Harry, lui è premuroso e protettivo nei miei riguardi perché sa che il suo bene è ricambiato.
-Niente, davvero…è solo che…-. Mi blocco, non sapendo cosa rispondere, cosa dire.
-Cosa?-. Mi incita.
-Vedere i ragazzi mi ha ricordato quanto eri felice quando stavi con loro, perché ti divertivi con persone che volevi bene per davvero ed ora che ci siamo trasferiti qui…-. Prendo una pausa, trovando finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. –Insomma Harry è tutta colpa mia se ci siamo trasferiti qui!-.
Oh, finalmente.
Lo vedo assumere un’espressione confusa e negatoria al tempo stesso.
-Ma cosa ti salta in mente? Non dirlo neanche per scherzo…!-.
-No, Harry, è così! E’ stata sicuramene un’idea di mia madre questo maledetto trasferimento e quindi la colpa è anche mia perchè…-.
-Basta, ho sentito abbastanza-. Mi interrompe.
Fa un sospiro, si passa una mano tra i capelli per poi accovacciarsi e avvicinarsi ancora di più. –Senti Sam, non riesco ad immaginare come sarebbe ora la mia vita se tu non ci fossi entrata. Sei la sorella che ho sempre voluto, la mia bambina, quella da coccolare, viziare e proteggere ma soprattutto da amare. Io ti voglio un bene indescrivibile, non puoi neanche immaginarlo. Sai che per te farei di tutto, solo per vederti sorridere per davvero. Non devi assolutamente pensare una cosa del genere. Tu non hai la colpa di tutto questo, devi mettertelo in testa. Ci siamo intesi?-.
Annuisco impercettibilmente mentre una lacrima mi scende silenziosa sul volto, penso sia l’ultima.
Il mio viso è ancora intrappolato tra le sue mani, così come i nostri sguardi sono intrappolati gli uni negli altri.
-Grazie-. Sussurro.
Mi sembra il minimo che possa dirgli.
-Non devi dirmi grazie, sono io che devo farlo per essere ciò che sei-.
-Ti voglio bene, non dimenticarlo Harry-.
Ci abbracciamo come mai abbiamo fatto, talmente stretti che riusciamo a sfiorarci le costole e a sentire un battito in meno nei nostri cuori.
-Ehi Harry, abbiamo finito ora…Oh, ho interrotto qualcosa, scusatemi-. Liam sta per richiudere la porta della cucina quando lo blocco.
-No, non fa niente, entra-.
Si avvicina a noi, sedendosi accanto a me.
Dopo un po’ ci raggiungono anche Niall, Louis e Zayn.
Bene, perfetto.
-Allora, come va la vostra vita qui a Londra?-. Chiede Niall allegramente, notando comunque una certa aria formale e distaccata tra noi.
Tutti ormai sanno della rottura tra me e Zayn e tutti ne sono scioccati quanto me, credo.
-Oh, non possiamo lamentarci, vero Sam?-. Risponde Harry, appoggiando una mano sulla mia spalla.
-Già…-. Dico solamente, asciugandomi un po’ il volto in cui traspaiono ancora lacrime versate precedentemente e lo si può dedurre dagli occhi arrossati e le guance bagnate.
I ragazzi parlano un po’ dei loro impegni e delle loro attività in questo periodo mentre io poso costantemente lo sguardo nel vuoto, distrattamente.
Il cellulare suona: qualcuno mi sta chiamando.
Leggo ‘Troy’ sullo schermo e subito attacco, sbuffando.
-Dannazione quell’idiota di Troy ti cerca ancora? Non ha capito che deve starti alla larga!-. Esclama infuriato Harry.
Alcuni giorni fa, Harry ha intimato me e Troy di farla finita con la nostra ‘micro storia’ perché non gli piaceva il suo atteggiamento.
Naturalmente, testarda e cocciuta come sono, io ho continuato a vederlo, anche se Harry sa il contrario.
Annuisco solamente, guardando sottecchi la faccia meravigliata e un po’ infastidita di Zayn, che continua a giocherellare con l’orlo del centrotavola in pizzo.
-Chi è Troy?-. Chiede Louis curioso.
-Nessuno!-. Mi affretto a rispondere.
-Un idiota che la tormenta, è una specie di stolker-.
Grazie Harry, di nuovo.
-Non è vero!-. Contraddico.
-Oh, come lo chiami tu? C’è un altro modo con cui posso definirlo? Non posso credere che tu l’abbia baciato!-.
Santo Cielo, vuole chiudere quella boccaccia o vuole che lo faccia io con una banana?
Vibra nuovamente il cellulare; questa volta è un sms.
 
Troy C. ‘Non abbiamo finito, io e te’.
 
Cosa sarebbe? Un’intimidazione? Una minaccia?
Se vuole spaventarmi…beh, non ci è riuscito affatto, no, senza dubbio.
Roteo gli occhi leggendo il messaggio, sbuffando nuovamente in modo silenzioso.
Alzo gli occhi per accertarmi che nessuno abbia assistito alla mia reazione, vedendo Zayn distogliere velocemente lo sguardo su di me.
Di bene in meglio, si.
-Io vado di sopra-. Annuncio, uscendo dalla stanza sotto gli occhi di tutti i presenti.
 
Dopo una cena silenziosa e molto imbarazzante con la compagnia anche di Josh, l’amico di Harry, esco fuori per buttare la spazzatura.
Sono davvero disgustata dall’atteggiamento di quello stronzo del pakistano che man mano perde il suo ruolo e la sua importanza nei miei sogni.
Mi ha lasciata via sms spezzandomi il cuore ed ora non ha neanche la decenza di parlarmi, di dirmi qualcosa, di spiegarmi ciò che prova realmente nei miei confronti e soprattutto il motivo per cui ha agito in quel modo.
Eppure non faccio altro che vedere solo lui.
C’erano cinque ragazzi in quella stanza pochi minuti fa ed io riuscivo a vedere e sentire solamente lui, percependo addirittura i suoi respiri e il battito irregolare del suo cuore che ora definirei pieno di merda.
-Sam!-. La voce di Troy mi fa trasalire, portandomi alla realtà.
Mi giro in direzione di quella voce, iniziando a preoccuparmi.
Cosa ci fa qui? Avrei dovuto seriamente preoccuparmi quando ho letto quel messaggio, non scherzava.
-Che vuoi? Che sei venuto a fare?-.
-Sono venuto a trovare la mia ragazza e a fare ciò che avrei dovuto fare da tanto tempo-. Risponde strafottente con un ghigno sul volto.
-Mi sembra di essere stata chiara oggi a scuola, non mi sembra di parlare arabo o sei solamente un ebete senza intelletto-.
-No, sono solamente testardo e parecchio stronzo, piccola-. Calca quest’utlima parola, originando un senso di nausea allo stomaco.
Mi giro verso casa che dista solo alcuni passi dai bidoni stradali, ma la stretta di Troy mi trattiene.
Guardo la sua mano incollata al mio braccio, chiedendomi come abbia fatto a raggiungermi così velocemente.
Inizio seriamente ad avere paura.
Troy è alto e muscoloso con una forza tripla alla mia. Potrebbe combattere contro un lottatore di sumo e non sentirne la sconfitta anche perché vincerebbe.
-Lasciami-. Sibilo impaurita, non dandolo a vedere.
Mi guarda solamente, sorridendo maliziosamente.
Che idiota.
-Te l’hanno mai detto che hai un sorriso da ebete?-. Come Ron, aggiungo mentalmente.
-E a te hanno mai detto che sei davvero sexy?-. Mi palpa il sedere, avvicinandomi a sé con una spinta da dietro la schiena.
-Certo-. Lo sfido.
Mannaggia a me e al mio orgoglio che in questo momento potrebbe andare a farsi fottere.
-Allora andiamo-.
Andiamo? Si, è proprio convinto.
-Non sono dell’umore giusto, Troy, lasciami in pace, ho da fare!-. Ribatto convinta e determinata.
-Allora abolisci gli impegni perché ora stai con me-.
Sgrano gli occhi intimorita, cercando di allentare la presa che lui ha sul mio corpo.
Ma Troy è davvero il triplo di me, il quadruplo addirittura e gli anni di nuoto non hanno decisamente migliorato le cose…per me intendo.
Mi trascina per un braccio dietro un vicolo più avanti mentre oppongo resistenza, inutilmente. A quest’ora della sera non c’è mai nessuno in questo quartiere isolato se non degli ubriaconi che non si rendono conto neanche che gli stiamo passando di fianco.
-Troy, smettila, lasciami stare-. Ripeto varie volte invano.
Mi sfiora l’intimità, facendomi gemere. Inizia a toccarmi dappertutto, sfiorandomi il collo con dei baci poco desiderati. Mi incatena al muro quasi a pezzi stringendo i miei polsi così prepotentemente da non farmi sentire addirittura il dolore. Mi tocca, mi bacia, mi umilia in un quartiere popolato solamente dai suoi respiri e dalle mie lamentele, dalle mie imprecazione e dalle mie urla.
Passano minuti, in cui addirittura cerca di spogliarmi, abbassandomi la zip dei jeans.
Vorrei che qualcuno compaia magicamente dietro l’angolo e mi salvi, qualcuno che amo, qualcuno che mi ha promesso di fare qualsiasi cosa per me e che ci sarebbe stato nel momento del bisogno.
Ora dove sei, Zayn, quando ho il disperato bisogno di te?
Suona il suo cellulare, si distrae per un attimo e riesco a dargli un calcio proprio in mezzo alle gambe, arrecandogli molto dolore. Indietreggia ancora con il cellulare in mano e si accovaccia, bestemmiando.
Esco da questo vicolo correndo non riuscendo a credere che sia davvero accaduto.
Mi sento così poco dignitosa che mi seppellirei.
Sento delle lacrime rigarmi il volto e la dignità andare a pezzi.
Sento il collo un po’ umido, lo tocco e subito mi ritrovo delle dita imbevute da sangue.
Quasi perdo il controllo di me stessa vedendo il colore di questo liquido che tanto mi spaventa.
Mi fermo un secondo guardandomi attorno. Sono a circa cinque metri dalla porta di casa quando decido di aspettare lì fuori il tempo necessario di ritornare stabile.
Non voglio che Harry si preoccupi, sarebbe un altro peso per lui e per me.
Apro la porta di scatto, ritrovandomi addosso gli sguardi di tutti i presenti.
Noto che Josh se n’è andato.
Meglio così.
Li guardo stravolta e sul punto di perdere le forze a accasciarmi a terra mentre mi guardano confusi e preoccupati.
-Cosa ti è successo, Sam?-. Harry quasi urla mentre mi si avvicina.
Si vede che i segni di quell’episodio sono ancora visibili sul mio volto e sul resto del corpo.
Scopro solo ora che la mia maglia ha qualche buco in prossimità dell’orlo e il mio reggiseno si vede notevolmente tramite la manica smollata della t-shirt. I capelli spettinati e il mascara sciolto di sicuro non migliorano la situazione e mi sento realmente sul punto di svenire.
-Niente, non è successo niente-.
Mi precipito immediatamente al piano di sopra piangendo, chiudendomi nella camera da letto.
Vedo due valige appoggiate sul letto di Harry. Saranno dei ragazzi.
-Sam! Apri questa porta, maledizione!-. Sento Niall urlare e bussare violentemente la porta, con il rischio che ceda da un momento all’altro.
Sento questa frase ripetuta più volte da Liam, Niall e Louis. Sembrano seriamente preoccupati per me.
-Apri questa maledetta porta, dannazione! Hai incontrato Troy, non è vero? Cosa ti ha fatto, Sam? Dimmi che non ti ha sfiorata!-. Urla Harry esasperato, speranzoso e infuritato al tempo stesso. Prende una pausa durante la qualche ne io ne lui pronunciamo una parola. –Dimmelo!-. Urla con un tono di voce che mi fa sobbalzare, prendendomi un accidenti al cuore.
-Sam…-.
Ho sentito bene? Il mio nome immerso nella voce di…Zayn?
-Sam…-. Ripete cautamente, come se voglia acquietare le cose. –Sam ti prego aprimi…sono solo io, Zayn-.
Un motivo in più per non aprire questa dannata porta.
-Ricordi quando ti ho detto che con te potevo parlare di tutto? Beh, io pensavo che la cosa fosse reciproca quindi…apri la porta e fammi entrare, voglio solamente accertarmi che tu stia bene e giuro che se quel figlio di…-. Si blocca e sento sbattere due pugni sulla porta, come se con quel gesto abbia messo a tacere la sua rabbia, sfogandosi sul pezzo di legno che ha davanti e che ci separa.
Perché dovrei aprirgli la porta? Lui mi ha spezzato il cuore con una frase, nient’altro. Non si è degnato di darmi spiegazioni e neanche io sono costretta a farlo.
Lui ha chiuso il suo cuore a me, che gli ho promesso amore a non finire e lui ha fatto la stessa promessa. Ed io chiudo la porta a lui.
Bilanciato, no?
Eppure c’è qualcosa in me che mi da la forza di alzarmi e di avvicinarmi alla porta, quel briciolo d’amore e di speranza che ancora mi lega a lui ma che è contrastato da un po’ d’orgoglio, di rabbia e di disprezzo.
Mi appoggio distrutta alla porta, respirando affannosamente. Le lacrime scorrono sempre lente e dolenti, calde e prepotenti tanto che inizio a sentire un certo bruciore alle guance rossastre che mettono in risalto i miei due grandi e vispi occhi azzurri.
-Sam apri la porta o giuro che la butto a terra a calci e se…-.
Non gli do il tempo di proseguire la frase che mi ritrovo faccia a faccia con lui, Zayn, che seppure mi abbia fatto stare male lo considero ancora mio.
Quello che mi è mancato come mai nessuno prima d’ora.
Quello che con uno sguardo riusciva a capirmi ed ora mi sembra un estraneo.
Quello che mi sorrideva quando facevo qualcosa di buffo o di stupido.
Quello che mi accarezzava e mi abbracciava quando voleva sentire tra le sue mani il suo tesoro più prezioso.
Quello che mi baciava quando ne aveva l’esigenza.
Lui è la cosa più cara che abbia mai avuto e per cui io abbia mai lottato e sperato, è stato la mia salvezza, la mia ancora, il mio punto di riferimento per quanto è bastato a capire che è uno stronzo…che amo ancora, con tutta me stessa, forse più di prima.
-Sam-. Sussurra quando incrocia il mio sguardo stanco e desolato travolto dalle lacrime.
Gli faccio cenno di entrare mentre lui fa cenno di non entrare agli altri ragazzi. Evito i loro sguardi, soprattutto quello di Harry, mentre mi propago verso l’interno.
Zayn chiude la porta alle sue spalle, voltandosi verso di me incerto e titubante, anche un po’ intimidito.
-Cos’è successo, Sam?-. Mi chiede compassionevole e al tempo stesso allarmato.
Lo guardo per un po’, scrutando ogni centimetro del suo viso e del suo corpo così bello e in forma che quasi mi vien voglia di uccidermi per averlo perso.
Mi avvicino a lui guardandolo incessantemente negli occhi.
Quando sono dritta di fronte a lui, abbasso lo sguardo sulle maniche della mia felpa e scopro i polsi  e le mani, lasciando vedere i lividi e i graffi.
-Chi te li ha fatti?-. Chiede incredulo e agitato.
Gli mostro anche quelli sul collo e sulla pancia.
Vedo i suoi occhi ingrandirsi e farsi pieni di rabbia mentre osservano increduli quei simboli di un episodio che avrei voluto tanto evitare.
-Sam, chi ti ha fatto tutto questo?-. Ripete, ancora più inquieto, mentre ritorna a guardarmi dritto negli occhi.
Mi dimentico del dolore e di ciò che è successo poco fa nel vicolo di fronte casa, perdendomi nell’immensità dei suoi grandi occhi color cioccolato.
Dio solo sa quanto mi sia mancato quello sguardo, quella voce, quella presenza forte e amorevole nei miei confronti.
Il problema è che Zayn non è come una canzone che se ascolti ripetutamente finirai per odiarla…No! Più lo guardi e più ti piace…è l’esatto contrario, purtroppo.
-Troy-. Rispondo in un soffio di voce che addirittura non mi rendo conto di averla detta.
-Troy? Quel bastardo che ti tormenta? -.
Annuisco mentre lo vedo andare avanti e dietro per la stanza con i pungi e la mascella serrata, accumulando rabbia e sdegno nel suo animo. Le vene del suo collo si fanno più sporgenti quando dice qualcosa sotto voce che non riesco ad udire.
Mi siedo sul letto e lui mi imita.
-Si è spinto oltre?-. Chiede poi, guardandomi preoccupato e speranzoso in una risposta negativa.
Sembra essere così affettuoso e protettivo ora nei miei confronti, ora che sono distrutta, ora che ho subìto ciò che nessuno vuole affrontare. Non sono un cagnolino in difficoltà, non voglio un passante amorevole a cui faccio tenerezza o, ancora peggio, pietà.
-No-. Mi limito a sillabare prendendo un grosso respiro.
Si acquieta e questo rende più calma anche me.
-Non meriti tutto questo, Sam…-. Mi prende una mano e la porta sulla sua gamba. -…Mi dispiace che stia passando questo brutto momento, io…-.
-Risparmiami questa scena, per favore-. Lo interrompo brusca, come se lo spavento e il dolore siano spariti.
-Sam, io non capisco. Lo so, sono stato un idiota a lasciarti con quel messaggio, me ne pento ogni volta che lo leggo…è doloroso vederti soffrire in questo modo perché soffro anch’io-.
Lo vedo avvicinarsi a me con un certo desiderio, riconoscibile soprattutto dalle sue labbra.
-Non.avvicinarti-. Sillabo a denti stretti, tenendo basso lo sguardo sul tappeto.
Fa una smorfia confusa, quasi delusa e dispiaciuta. Ma nel suo sguardo c’è anche la rassegnazione e la consapevolezza che ciò che ha fatto è stato davvero ridicolo e insensato e che la mia reazione è totalmente giustificata. Me ne rendo conto anch’io che è lui stavolta ad aver torto, io che ho l’autostima più scarsa al mondo, io che mi creo sempre complessi inutili, io che mi sono sempre sottovalutata e sentita inferiore agli altri.
Sbuffa per poi allontanarsi di qualche centimetro. –Scusami-. Borbotta, intimidito.
-La cosa che più mi sconvolge è come tu riesca ad essere così naturale e disinvolto con me dopo tutto ciò che è successo, o meglio, che tu hai fatto modo che accadesse…-. Sbotto improvvisamente, come se la tristezza e lo sconforto di ciò che è accaduto in quel vicolo con Troy sia stato un brutto sogno, un incubo. -…eppure non ti avrei mai considerato così dannatamente stronzo. Meriti un Oscar degno di un idiota con la faccia tosta di presentarsi in camera mia e dire cose del tipo ‘mi dispiace’ o ‘non meriti tutto questo’…-. Mi azzittisco vedendo l’espressione tormentata e cupa di chi ho davanti.
Eppure, nonostante gli sti rinfacciando tutto ciò che mi ha fatto, tutto il male e il dolore che mi ha procurato, lo sento ancora mio.
Il mio Zayn.
E’ da tanto che non lo consideravo in questo modo.
E, cosa ancora più stupida, io gli voglio un bene che penso non scomparirà mai perché mi rendo conto che il cuore mi batte a mille e lo stomaco ha lasciato entrare il branco di elefanti che ormai erano chiusi in gattabuia.
In effetti con Troy non ho mai sentito le guance andare a fuoco e lo stomaco rovesciato, come invece accadeva e sta accadendo con Zayn.
Possibile che ne sia ancora innamorata?
-Pensavi che avrei iniziato a mangiare chili di gelato al cioccolato, appollaiata sul divano guardando stupide telenovela e fiction argentine? Beh, ti sbagliavi di grosso…-. Lo accuso, senza nemmeno aver sentito la risposta alla mia domanda. -…già, hai calcolato male i conti, Jawaad-.
Sento le ginocchia cedere nonostante stia seduta e quasi una lacrima non inizia nuovamente il suo percorso fino al mento.
Jawaad.
Da quando non pronuncio questo nome? Eppure l’ho articolato con dolcezza e dolore che ha contrastato con il disprezzo e l’odio posto nelle mie precedenti affermazioni.
Al sentire questo nome, anche Zayn alza lo sguardo su di me, come se abbia trovato uno spiffero di luce in quella dimensione nera e buia.
-Sei arrabbiata con me perché ti ho lasciata via sms e non ne sai il motivo-. Constata sicuro ed è come se lui stesso stia elaborando ciò che dirà in seguito.
-Bene, ti dirò ciò che vuoi ascoltare-. Prende un lungo respiro per poi iniziare a parlare, torturandosi il labbro inferiore. –Le relazioni a distanza non sono mai state il mio forte anche perché non mi sono mai ritrovato in situazione del genere e per me era una cosa talmente nuova che ne ero spaventato. Quando te ne sei andata, quando sei partita e mi hai lasciato fuori casa tua, una fitta mi ha trafitto il petto, fino ad arrivare al cuore ed è stato come morire. La tua assenza mi ha ucciso, mi ha spiazzato, capisci? Così ho riflettuto e ho dedotto che l’unica cosa da fare era quella di dividere le nostre strade e lasciare che le cose cambiassero con il tempo perché pensavo che se non fossi stato più dipendente da te a dal mio amore nei tuoi confronti, avrei sofferto di meno. Secondo ciò che immaginavo avrei dovuto dimenticarti in poco più che una settimana, eppure, il tempo non ha fatto altro che peggiorare le cose e…-. Lo vedo sospirare nuovamente e abbassare lo sguardo. -…e non ho badato al fatto che io ti…amavo, e continuo a farlo, e mi sono ritrovato così solo e spaesato che non mi riconoscevo più-.
Lo guardo incredula e stupita ma anche con compassione e un certo luccichio negli occhi mentre stringo la mano in un pugno dalla presa così potente che quasi le unghie mi perforano la pelle.
Dio solo sa quant’è il bene che provo nei suoi confronti, quanto amore mi lega a quest’idiota.
Vedendomi incerta e titubante sul da fare, mi precede nel parlare. –Non sei costretta a dirmi nulla, non ora, non in questo stato. Voglio solo che tu ci rifletta e che quando ti sentirai pronta a parlarmi di nuovo come la Sam che ho conosciuto e che amo, sai dove trovarmi-. Si alza, voltandosi verso di me.
Alzo gli occhi e il capo per avere meglio una sua visuale che, se devo esser sincera, mi spiazza, come al solito.
Ho dimenticato quant’è bello perdersi nei suoi occhi e quella sensazione di piacere ed estasi che si prova ammirando la sua inconsueta bellezza che, schiettamente, mi fa venir voglia di dimenticare tutto e abbracciarlo, baciandolo dolcemente.
Ma no, devo esser più forte di lui e resistere a ciò che i suoi occhi mi istigano.
-Dirò ad Harry che ti sei addormentata così ti lascerà riposare fino a domani mattina. Sai com’è protettivo nei tuoi confronti e quant’è geloso, ti manterrebbe sveglia tutta la notte imprecando contro quell’imbecille-. Noto una certa ripugnanza mentre articola l’ultima parola, quella che dovrebbe riferirsi a Troy.
Si accascia e mi lascia un  intenso e lungo bacio sulla fronte e un tocco leggero sulla guancia per poi lasciarmi sola, tra i miei dubbi e i miei tormenti.
Ricordo che l’ultimo punto della mia lista è: ‘Dimenticare Zayn Malik’, non ‘Rinnamorarmi nuovamente del sexy figo pakistano dei miei sogni che ho perdonato proprio in questo momento’.
Non che l’abbia perdonato, sia chiaro; è semplicemente una supposizione che devo ancora prendere in considerazione.
Non penso che dormirò stanotte, e non saranno sicuramente le bestemmie di Harry a non farmi chiudere occhio.







 Babieees!
Spero vi sia piaciuto moltissimissimissimo.
Però, ragazze vi chiedo solo una cosa: recensite,
perché io aggiorno ogni settimana ma se voi
non vi mostrate ‘attive’ mi sembra inutile.
CCComunque, spero che seguirete il resto
della storia e che vi piaccia.
Ho scritto altre OS, se vi va,
datele un’occhiata.
Un bacio, notperfect. 


  

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Capitolo 17
*** I missed him ***


I missed him

Stanotte ho dormito in compagnia di Harry e Niall mentre Zayn, Louis e Liam hanno dormito in camera di mamma e Ron, nel letto matrimoniale.
Se avessi dormito qualche ora in più questa notte, probabilmente non avrei le occhiaie e non farei concorrenza ad uno zombie ad una festa di Halloween.
Ieri sera, quando Zayn mi lasciata sola in camera, non mi sono sentita solo improvvisamente sola perché contemporaneamente, lui mi ha lasciata anche di stucco.
Insomma, ciò che mi ha detto, il suo sguardo, i suoi modi di fare…ero confusa, letteralmente, tanto da accusare un forte mal di testa contribuito dai lamenti e dalle minacce di morte che Harry augurava a Troy.
Ritornando a ciò che è successo con quel lurido verme, non riesco ancora a credere che sia davvero successo; è stato tutto così in fretta, così surreale, così…disgustoso. Ad un certo punto, prima che il suo cellullare squillasse, ho pensato addirittura che avrebbe raggiunto il suo scopo.
Eppure, ciò che riguarda quest’accaduto, non mi allarma e non mi fa stare male quanto le parole di Zayn e ciò che mi ha fatto intendere.
Il motivo è anche dovuto al fatto che Troy è talmente nauseante e repellente che voglio mettere una pietra su quest’ abominevole episodio. Non che dimentichi del tutto ciò che mi ha fatto. La deve prima pagare e poi posso ritornare a vivere felice.
-Buongiorno-. Dico quasi in un sussurro, con la voce ancora impastata dal sonno, ai cinque ragazzi che trovo a fare colazione in cucina.
-Sam, ti sei svegliata!-. Esclama Harry con tono agitato e premuroso, avvicinandosi verso di me per poi abbracciarmi.
Chiudo gli occhi a quel contatto, come se è proprio ciò di cui ho bisogno, ciò che mi fa stare meglio.
-Sam, io…-. Niall tenta di dire qualcosa con aria dispiaciuta, come se voglia farmi una creanza riguardo ciò che è accaduto ieri sera, in quel vicolo.
-Niall, non devi dirmi niente-. Constato sicura, sorridendo lievemente.
-Zayn ci ha detto ciò che è successo e giuro che se qualcuno non mi ferma oggi quel bamboccio ripugnante farà un brutta fine, posso giurarlo sul mio nome-. Annuncia Harry non appena entrambi ci sediamo a tavola sotto lo sguardo un po’ compassionevole di tutti.
Ecco, proprio ciò che volevo evitare: fare tenerezza.
Io non voglio che la gente provi pena nei miei confronti, non voglio passare per una vittima…io non lo sono!
Sono solo una stupida che ha creduto alle parole di un idiota come Troy e mi sono ritrovata inciampata nella trappola che ho costruito io stessa.
-No, Harry…ciò che mi ha fatto di sicuro non è stato bello e non deve permettersi di rifarlo ma è così ottuso e idiota che non merita tutte queste attenzioni e poi, anche se ci facessi qualcosa, non cambierebbe nulla…sarebbe comunque uno stronzo-.
-Con un occhio nero, però-. Aggiunge Louis, stringendo i pugni.
Non sembra stare scherzando, cosa strana, stranissima.
Di solito, in altre circostanze, ad una frase del genere da parte di Louis avrebbe seguito una risata generale.
Ora no, non sta accadendo e questo mi fa pensare che per loro sia davvero una cosa grave, qualcosa su cui non si può posizionare una pietra.
Tutto quest’interesse da parte loro nei miei riguardi e la loro rabbia nei confronti di Troy, mi fanno pensare che forse, almeno un quarto del loro cuore, è occupato da me. Insomma, loro mi vogliono bene.
-Allora, cos’hai in serbo per noi oggi?-. Domanda entusiasta Niall, che sembra voler cambiare argomento per alleggerire l’aria che sicuramente si è fatta troppo tesa, rivolto ad Harry.
Quest’ultimo sembra indugiare un po’, guardando la sua tazza di latte senza però berla, come se voglia assimilare questo cambio di argomento.
-Mmh, non saprei…-. Risponde controvoglia, un po’ assorto nei suoi pensieri.
-Magari potremmo andare a Picadilly e fare shopping! Ci sono tantissimi negozi e potresti portare anche qualcosa alle tue sorel…-. Mi blocco completamente, boccheggiando, accorgendomi che sto parlando totalmente rivolta a Zayn.
 Lo vedo mentre accenna un sorriso incerto e miserevole al tempo stesso, aguzzando la vista verso di me.
Non capisco perché sia sempre così ingenua.
Non ho un bigliettino con su scritto ‘idiota’ per cui Dio debba sempre creare situazioni in cui io debba sempre sembrare un’idiota, appunto.
Stavo consigliando a Zayn di comprare qualcosa alle sue sorelle, quelle che ho conosciuto qualche giorno prima la mia partenza!
-Cioè…-. Riprendo dosando le parole. –Volevo dire…potremmo fare shopping tutti insieme e passare una bella giornata… se vi va, naturalmente-.
-E’ un’idea fantastica-. Commenta Liam che non ha ancora aperto bocca fino ad ora.
-Già…sarà bello-. Aggiunge Niall.
-Per me va bene-. Si limita a dire Louis.
Harry annuisce solamente e mi guarda dubbioso, portandomi a capire che forse ha già capito tutto, che sa già cosa sta succedendo, come al solito.
Lui sa sempre tutto, intuisce sempre tutto; è come se sia telepatico o qualcosa come Edward di Twilight.
Alcune volte mi spaventa, devo ammetterlo. Ma devo ammettere anche che nessuno mi conosce meglio di lui oramai.
Neanche Zayn pronuncia una sillaba, forse un po’ scosso da ciò che stavo per dire nei suoi riguardi e penso anche per il cambiamento d’umore che abbia avuto rispetto alla sera precedente.
 
Mentre mi vesto e mi preparo, sono così emozionata e preoccupata all’idea di passare l’intera giornata con Zayn che per poco non dimentico di indossare l’intimo.
Perché Jawaad mi fa quest’effetto? Perché divento così ebete e maldestra in sua presenza?
Continuo a ripetermelo fin quando scendo al piano di sotto dove noto, con grande sconforto, che Zayn non c’è ed è l’unico che manca all’appello.
Spero che non se ne sia andato solo perché deve passare una giornata in mia compagnia, non sono così sgradevole.
O magari non vuole avere più niente a che fare con me perché, nonostante lui abbia dato voce ai suoi reali sentimenti, io sono stata in silenzio, non gli ho detto che mi manca e che forse lo amo ancora….cioè, che gli voglio bene!
Sì, che gli voglio bene, è così, senza dubbio.
Certo che non sto mentendo!
No, non ho la coda di paglia.
-Dov’è Zayn?-. Mi viene spontaneo chiedere, meritando occhiate confuse e divertite dagli altri ragazzi.
-E’ uscito mezz’ora fa mentre tu ti stavi vestendo con la scusa di voler fare due passi…ma non è ancora tornato. Forse dovremmo chiamarlo-. Mi risponde Liam, con aria insolitamente preoccupata.
Lui non è mai allarmato perché ha sempre tutto sotto controllo e la situazione non gli sfugge mai di mano…eppure è come se abbia un presentimento e posso notarlo dalla sua aria cupa e inquieta che, per la prima volta, gli vedo in viso.
Non dico nulla, nonostante sia dannatamente curiosa di sapere che fine ha fatto il mio Zayn.
Il mio Zayn?
No, aspetta…non posso dire così, non posso definirlo ancora mio, lui non lo è, come io non sono sua.
Giusto?
Beh, a questa domanda io risponderei tranquillamente ‘Si, giusto’; eppure una parte di me, quella irrazionale e istintiva, quella che segue il cuore e devia il cervello, mi spinge ad avere una considerazione soggettiva di Zayn: lui è mio, non c’è nulla da dire, nulla da aggiungere, nulla da dismisurare.
Ma, cosa incredibilmente da deficienti, penso che non avrò mai e poi mai il coraggio e la forza di dirgli ciò che provo per lui realmente.
Brutto segno: la confusione non porta mai sulla buona strada e mi lascia pensare che sia ritornata ad essere completamente dipendente da lui.
-Scusate, mi sono intrattenuto per strada-. Zayn entra di sobbalzo in casa, lasciando tutti meravigliati dalla sua entrata.
Sembra che abbia corso perché ha l’aria sfinita ma anche soddisfatta; è un atteggiamento un po’ ambiguo, ma per non lasciar trasparire il mio interesse mi limito a distogliere lo sguardo dalla sua bellissima e imponente figura statuaria degna di una divinità greca.
-Bene, andiamo-. Incita Niall pimpante.
 
La giornata non può volgersi in modo migliore: sto sorridendo un po’ spontaneamente, Harry sembra aver dimenticato la faccenda di Troy o è solo la mia impressione, Louis e Liam continuano a stuzzicare i passanti con le loro stupide battute che però , stranamente, mi fanno sorridere; Niall mangia come un indemoniato del demone di tutto ciò che è commestibile e Zayn se ne sta in disparte pensieroso, voltandosi qualche volta verso di me con un’espressione indecifrabile.
E’ stato strano tutta la giornata, sempre con quell’aria misteriosa che ha avuto prima a casa, al suo ritorno da chissà dove.
Tuttavia, oltre a sguardi fuggevoli e furtivi non c’è stato nulla tra di noi, nessuna parola, nessun contatto fisico, niente di niente.
In metropolitana sto quasi per addormentarmi dato che dopo una giornata così estenuante e attiva, tredici fermate sono veramente un inno al sonno, quando il cellulare vibra.
Lo cerco esasperata nella borsa e quando lo trovo e leggo il contenuto, spalanco la bocca, rimanendo spiazzata e, inconsciamente, un senso di timore e brutti presagi si insinua nel mio animo.
 
Troy: ‘Sei una troia. Fai i complimenti a quel coglione che mi ha rotto il naso. Digli da parte mia che un osso rotto non mi renderà un santo’.
 
 
 
 
-Harry, ti avevo specificato che non volevo che picchiassi quell’idiota! Mi sembra di avertelo detto varie volte!-. Urlo imbestialita non appena entriamo in casa.
Il viaggio è stato estenuante e di sicuro il senso di rabbia nei confronti di mio fratello per aver fatto qualcosa che non avrei voluto accadesse, ha reso il tragitto ancora più lungo ed insopportabile.
-Di cosa stai parlando?-. Chiede spaesato
Ora mente anche!
Penso che abbia fatto dei corsi intensivi di recitazione perché sembra veramente confuso e che non sappia nulla.
-Guarda tu stesso!-. Gli porgo il cellulare sotto lo sguardo curioso degli altri ragazzi che tentano di dare un’occhiata al display del telefono.
Vedo gli occhi di Harry seguire le parole scritte sullo schermo e posso giurare che abbia letto più di una volta perché lo vedo contemplare e indugiare.
Quando finalmente si decide ad alzare lo sguardo, lo fisso indignata.
-Sam, ti giuro, io non ho fatto niente, non lo vedo da due giorni e...-.
-Harry, per favore, non mentirmi-.
-Non ti sto mentendo, è la verità! Non l’ho toccato, non gli ho tolto neanche un capello….puoi chiederlo anche ai ragazzi, sono sempre stato con loro-.
Lo osservo mentre tenta di difendersi e dai suoi modi decisi e determinati e il suo tono pacato e giustificatorio capisco che forse sta dicendo la verità.
-Sam, credimi, io non centro nulla in questa storia, non stavolta-. Aggiunge, avvicinandosi e appoggiando le sue mani sulle mie spalle, per poi farle scendere a metà braccio.
Mi sta fissando negli occhi, dubito che stia mentendo perché non ci riuscirebbe se mi guardasse in questo modo.
La cosa inconsueta è che non riesco a capire perché io sia così ostinata a non voler fare del male a quel sadico sessuale, se così posso già chiamarlo, perché chiaramente è sulla strada per concorrere i serial killer di Criminal Minds.
Quel bamboccio mi ha umiliata e toccata come se fossi una bambola, un pezzo di stoffa da sfruttare dato che c’era.
Sbuffo impercettibilmente. –Allora chi è stato?-. Non è una domanda normale in quanto la ripongo a me stessa, perché nessuno in questa stanza sarebbe in grado di rispondere.
-Vado in cucina per prendere un po’ d’acqua, qualcuno ne vuole?-. Domando disinvolta, dopo esser trasalita dai miei ragionamenti su chi possa esser stato a rompere il naso a quell’imbecille.
Anche se l’idea di vederlo con una benda sul naso, tutto dolorante che cammina per i corridoi della scuola, impuntato dalle offese e dai pettegolezzi degli altri studenti, non è così sgradevole.
Anzi, se devo esser sincera ringrazierei chiunque l’abbia ridotto in quel modo, gli farei una statua d’oro, davvero e magari lo sposer…
-Sono stato io, Sam-.
Ecco, come non detto.
Mi volto e scorgo che ho capito perfettamente da chi arrivasse questa voce così scura e profonda e così maledettamente familiare.
-Come, scusa?-. Chiedo confusa, quasi frastornata, girata verso Zayn.
-Potete lasciarci soli?-. Domanda a sua volta, rivolto ai suoi amici, soprattutto ad Harry che, con grande sorpresa, si dirige in cucina con gli altri.
Il suo sguardo profondo ed intenso non si posa altrove, è sempre fisso su di me, così come il mio, sempre fisso sul suo corpo e sul suo volto, accusatorio e quasi fulmineo ma al tempo stesso confuso e scombussolato.
-Come sarebbe a dire che…-.
Zayn non mi lascia terminare la frase in quanto lo vedo avvicinarsi e tenta quasi di stabilizzare un contatto fisico facendo sfiorare le nostre mani.
Ma, per paura di una mia reazione improvvisa, le ritrae. –Quando stamattina sono andato a fare due passi mi sono fermato in un bar e mentre aspettavo il mio caffè, ho sentito un idiota sghignazzare con un altro imbecille sul fatto che avesse quasi raggiunto ciò che voleva con una certa Sam Monroe e…beh, se la matematica non è un’opinione e due più due fa sempre quattro…Sam,  lì non c’ho visto più. L’ho aspettato fuori per poi portarlo più in disparte e…il resto lo sai già-. Conclusa la sua spiegazione, mi guarda supplichevole e speranzoso, come se io debba perdonarlo.
Io abbasso solamente lo sguardo, in preda ad una crisi mentale.
E’ strano come io non riesca più a guardarlo negli occhi quando circa un mese e mezzo fa non riuscivamo a toglierci gli occhi di dosso. E’ strano anche stare in silenzio e avere però un miliardo di cose da dire, sentimenti, emozioni.
-So che avevi specificamente detto che non volevi che Harry lo andasse a cercare per dargli una bella lezione, ma, quando me lo sono ritrovato davanti e l’ho visto ridere per ciò che ti ha fatto, io non ho distinto più cosa fosse giusto o sbagliato. Ma, sinceramente, rifarei tutto ciò che ho fatto riguardo stamattina…-. Prende una pausa, scrutandomi accuratamente e con la punta dell’occhio, riesco a notare che fa una smorfia, come se voglia che io lo guardi.
Ma non lo faccio, sono troppo intimidita per alzare lo sguardo.
-…Riguardo altri momenti della mia vita invece, ritornerei indietro e sistemerei determinate cose che mi hanno reso triste e quasi scontroso con chiunque. Il fatto è che c’è stata la perdita di una persona troppo importante per me ed è stato così infliggente e doloroso vederla andare via che mi sono sentito…stupido e maledettamente stronzo-.
Si riferisce a me, lo capisco da come ha cambiato il tono di voce.
Finalmente riesco a guardarlo. Mi perdo nel suo sguardo enfatizzante e magnetico, deglutendo per la sorpresa che ho avuto quando una scarica elettrica mi ha scossa letteralmente mentre il suo sguardo si è incrociato con il mio.
Non deve accadermi, non sono più presa da lui perché è stronzo, come ha detto lui, ed io sono sempre stata alla larga da persone del genere.
-Sam io…insomma…io ti ho lasciata perché ti amavo troppo! In realtà non ne sono felice e…-.
-Dire ‘ti ho lasciato perché ti amavo troppo’ è come dire ‘ti prendo a sprangate in faccia perché hai delineamenti bellissimi-. Constato.
Non sa cosa dire, lo percepisco da come si contorce le mani e come posiziona lo sguardo nel vuoto.
Eppure…non posso fare altro che chiedermi come sia nato un ragazzo così bello sulla faccia della terra. E non è tutto: io sento ancora qualcosa che mi lega a lui, in realtà ne sono sempre stata sicura, sin da quando ho incontrato il suo sguardo ieri mattina. Lo amo, non c’è nulla da fare e penso che nulla in futuro riuscirà a cambiare questa situazione.
-Mi manchi…-. Dico in un sussurro.
Accidenti, l’ho detto.
L’istinto è sempre a parlare, non ho chance in questo gioco insensato d’amore.
Non mi muovo di una virgola, così come il mio sguardo rimane fermo nel suo, pieno d’amore e di rassegnazione.
-Nessuno sa quanto mi manchi-. Prendo una pausa, meritata tra l’altro. –Mi manca come eravamo abituati a parlare e ciò che eravamo abituati a fare insieme. Cerco di convincere me stessa che non mi sento ancora in questo modo...-.
-In quale modo?-. Mi interrompe dolcemente, comprendendo la difficoltà con cui la timidezza e l’imbarazzo nel dire queste cose mi stiano abbandonando.
-Persa-. Dico solamente, spiazzandolo con il mio sguardo.
Già, per la prima volta sono io a disorientarlo con il mio sguardo, infliggente e doloroso, come se, tramite esso, abbia voluto rivelargli tutto il dolore e la sofferenza provata durante la sua assenza. Come se voglia anche farlo sentire in colpa di ciò che ha fatto e penso di esserci riuscita, notando la tristezza nel suo volto ed è come, mentalmente, si stia accusando e bestemmiando da solo.
-Sam, io…mi dispiace così tanto e…-.
-Nessuno sa che continuo a svegliarmi la mattina pensando a te e …mi manchi, davvero. E avrei fatto qualsiasi cosa affinché la situazione cambiasse ma…-. Mi blocco, ritornando a distogliere lo sguardo dal suo.
E’ tutto un gioco di sguardi e occhiate veloci che mi sta letteralmente uccidendo. Sa che i suoi occhi sono il suo punto forte e il mio punto debole, sa che ho una dipendenza dal suo sguardo e che è l’unica cosa a rendermi impotente.
-Ma…?-.
-Ma adesso è troppo tardi. Ciò che è successo, è successo ed io sto imparando ad accettarlo-.
Ma cosa diavolo sto dicendo?
Certo che non lo accetto!
Io sono ancora innamorata di lui, non ho mai smesso di amarlo come ho iniziato ad odiarlo.
L’odio che provo per lui mi costringe ad amarlo perché non c’è odio senza amore. Lo sanno tutti, ed io faccio parte della massa, purtroppo.
-No, Sam, non è tardi!-. Sbotta allarmato, prendendo il mio viso tra le sue mani e stringendolo più che mai.
Qualche lacrima inizia a scendere sul mio viso, lenta e sofferente.
-Non è mai troppo tardi-. Continua asciugandomi il volto da qualche riga d’acqua salata.
-Non cambierebbe nulla, non trovi?-. Gli faccio notare. –Insomma, staremo comunque lontani e tu per DISPERAZIONE mi lasceresti andare, di nuovo-. Constato, marcando la parola ‘disperazione’, come se lo stia accusando di qualcosa così stupido che addirittura è ridicolo ragionarci su.
In questo momento mi accorgo, con grande sorpresa, che in questo mese non ho smesso di pensare a lui neanche nei momenti in cui io e Troy passavamo a stuzzicarci, senza però mai arrivare al sodo, naturalmente, e che, nonostante lo abbia pensato costantemente, non ho mai temuto che mi avesse tradita, che avesse trovato un’altra ragazza.
Certo, io non sono né bellissima né figa né affascinante…continuo a credere che mentre Dio distribuiva l’autostima io ero accovacciata in un angolino a ripetermi ‘Non ce la farò mai, non ce la farò mai’; è abbastanza chiaro?
Ma l’ho amato come ho fatto con nessun altro, gli ho dato tutto, gli ho donato il mio cuore, tutta me stessa e sono convinta che lui ne sia consapevole.
Quindi, secondo me, non avrebbe potuto trovare nessuna ragazza che con cui potesse rimpiazzarmi.
Non ne so esattamente il motivo ma i miei dubbi sono sempre gli stessi: è stupido lui di natura o ha davvero detto la verità.
Non riesco a pensare che mi abbia rimpiazzata, è più forte di me.
-Non questa volta, te lo prometto-. Insiste.
-No, Zayn, non posso…è troppo…doloroso e…-. Non riesco a terminare la frase, che comunque è iniziata con fatica, in quanto qualcosa di umido e morbido si posa sulle mie labbra, portandomi a chiudere completamente gli occhi.
Quanto mi è mancato il suo sapore!
Quanto mi è mancato il suo tatto!
Nessuno può capirlo, nessuno sa cosa provi nei suoi confronti perché è infinito e penso che ancora in pochi abbiano trovato l’amore in se per se.
Alcuni dicono addirittura che l’amore non esiste ma io, nonostante abbia solo diciassette anni, posso giurare di averlo baciato.
Ci stacchiamo dopo circa un minuto, storditi.
Scuoto la testa col fine di ritornare alla realtà.
Non devo farmi mettere nuovamente i piedi in testa. Non voglio che mi consideri un idiota.
-Zayn…tu mia hai…tradita?-. Domando timidamente, ma con indifferenza e freddezza nello sguardo.
-Certo che no!-. Si affretta a rispondere, cingendomi nuovamente il viso con le sue mani grandi e possenti, calde e morbide, premurose e familiari.
Non posso lasciare che le cose vadano in questo modo, non è giusto nei miei confronti.
Sarebbe troppo facile così.
Deve lottare, ovviamente, se vuole ciò che desidera.
-Io e te non siamo niente!-. Esclamo furibonda, spaesandolo per il cambiamento d’umore e di tono. Mi libero dalla sua presa, assumendo uno sguardo quasi malinconico. -…Non più, ormai-. Aggiungo sconsolata.
-Guardami negli occhi e ripetimelo!-.
-Cosa?-.
-Dimmi che non vuoi avere più nulla a che fare con me, guardandomi negli occhi-. Spiega, ed io la vedo più come una sfida.
-No! Non vedo il motivo per cui debba farlo-. E sono una codarda, aggiungo mentalmente. –Quel che provo te l’ho già detto, non voglio ripeterlo…e…non ne vedo il motivo!-. Ripeto.
-Te lo dico io, il motivo: non guardandomi negli occhi ti risulta facile mentirmi-. Prende una pausa per mettermi a fuoco. Mi guarda intensamente, con quello sguardo che mi lascia di stucco ogni volta, quello sguardo con cui mi ha resa sua dal primo giorni in cui ci siamo conosciuti. –Tu nutri ancora qualcosa per me, lo capisco da tuo sguardo! Non mentirmi, Sam, e soprattutto, non mentire a te stessa-.
Non riesco davvero a capire come sia facile leggere i miei occhi, il mio sguardo. Sono diventata davvero così prevedibile o sono io che mi espongo come un libro aperto dinnanzi a Zayn e alle persone che amo?
-Ah, ma falla finita!-. L’orgoglio, questo maledetto orgoglio che parla! –Se fosse affetto o bene ciò che ci lega non staremmo discutendo in questo momento!-.
-Appunto-.
-Appunto…cosa?-. Domando spaesata, guardando il suo sguardo enigmatico e misterioso, quello che mi ipnotizza, quasi mi paralizza.
-Noi non siamo legati da affetto o bene perché ciò che ci lega è amore-.
Nel momento esatto in cui sento questa parola, mi manca quasi il respiro e una vampata di calore mi travolge in pieno come se un camion mi investa ed io non stia camminando sulle strisce pedonali.
Lo guardo confusa ma con la consapevolezza che ha pienamente ragione.
I suoi occhi sono il mio punto debole, ormai anche lui stesso lo sa, e non permetterò che un incidente di percorso mi ostacoli l’intero cammino. Riuscirò a scansarlo, questa volta.
Non posso dirgli la verità, non ora, non così!
-Io e te, insieme, siamo il niente-. Ripeto disprezzante, con l’intento di offenderlo e mettere fine a questa discussione.
Non voglio più avere questo battibecco con lui, con Zayn, il mio Zayn.
No, cancelliamo l’ultimo aggettivo utilizzato.
Ma lui non mi sembra dispiaciuto, nient’affatto.
-Se quel niente per te ha un significato uguale a quello dell’amore-. Constata sicuro ed io mi irrigidisco.
-Lo so, è tutta colpa mia se adesso hai costruito questi muri intorno a te, al tuo cuore-. Inizia, accarezzandomi la guancia giungendo fino al collo scoperto dalla scollatura della maglia. –Ma, per favore, tirali giù e lascia che io ritorni a far parte della tua vita. Con te al mio fianco mi sentirei sicuramente meglio. Sei…tu…io…ti amo-. Dice dolcemente con un soffio di voce, così basso che quasi faccio fatica a distinguerlo da un normale respiro.
Io lo amo, certo che lo amo! Ed è proprio questo il motivo per cui sto tremando così violentemente e il cuore mi batte all’impazzata senza apparente motivo.
O meglio: Zayn è l’apparente motivo.
Ma tralasciamo i dettagli.
-No, dannazione! Io.non.sono.un.burattino-. Sibilo. –Non puoi fare di me ciò che vuoi. Un minuto prima dici di amarmi poi mi lasci e successivamente mi ami ancora! No, non sto alle tue regole e ai tuoi sbalzi d’umore, cazzo. Non più-. Esclamo irritata, voltandogli le spalle e salendo al piano di sopra.
Non riesco a capire come sia così indifferente dinnanzi ad una dichiarazione del genere. Mi ha detto che mi ama, non che ha comprato un gatto e l’ha chiamato Micia, porca miseria.
Mi chiudo in camera e mi getto a peso morto sul letto, non potendo fare altro che ricordare il sapore delle sue labbra, così morbide e calde, così appaganti e gratificanti.
Mi è mancato tutto di lui, proprio come quel suo bacio. 
















Babieeees!
Spero sia stato di vostro gradimento!
Non voglio dire nulla di più, lascio a voi
i commenti! Non perdetevi il prossimo capitolo
perché succederanno cose che….non potete perdere, appunto.
Ho scritto altre OS. Se vi va, date un’occhiata!
Un bacio, notperfect.  

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Capitolo 18
*** Forever ***


Forever

Mamma e Ron sono ritornati proprio la mattina dopo, quando Zayn, Louis, Liam e Niall hanno lasciato casa nostra.
E’ stata dura salutarli, soprattutto per Zayn.
Non solo perché mi era fottutamente mancato ma anche perché ero molto imbarazzata e disagiata al pensiero di doverlo sfiorare e guardarlo.
-Allora, com’è andato il fine settimana?-. Chiede Harry ai due adulti intenti a scaricare l’auto.
-Benissimo, ci siamo divertiti molto. Non dovreste essere a scuola, voi due?-. Domanda Ron a suo figlio.
-I tubi dell’acqua sono esplosi così ci hanno mandati a casa per allagamento. Dio che stizza! Avrei potuto svegliarmi a mezzogiorno invece delle sette. La scuola è inutile, perché nessuno riesce a capirlo?-. Sbotta Harry.
-E ci hanno gentilmente rassicurato che la scuola sarà chiusa fino al ventinove maggio; dopodiché inizieranno le vacanze estive!-. Annuncio esaltata.
Finalmente relax per una come me che…non ha studiato tutto l’anno.
Beh, devo ammetterlo, mi sono stancata molto quest’annata tra televisione, libri e dvd.
-Beati voi­-. Si lascia scappare mamma, mentre rientriamo tutti e quattro dentro, ognuno con una busta in mano.
-Noi lavoreremo anche nei fine settimana a partire da questo mese quindi ci vedrete ancora di meno, ci dispiace molto-. Proferisce Ron, in modo teatralmente drammatico.
Non che sia una sorpresa vederli di rado, ma non vederli del tutto è ancora peggio.
-E il tuo compleanno com’è stato? Vi siete divertiti? I ragazzi sono venuti?-. Domanda mamma a raffica, sistemando alcuni indumenti in lavanderia, rivolto ad Harry.
-Si, ci siamo divertiti. Se ne sono andati giusto questa mattina, ma Zayn ha deciso di rimanere qui a Londra nell’appartamento di suo padre. Sai, lui lavora qui ed ora che non c’è, se ne sta approfittando-. Avvisa pimpante e allegro ma, improvvisamente, si volta verso di me con sguardo cupo e dispiaciuto, come se si sia accorto che io ero la sua ragazza un tempo.
-Oh, sarebbe bello se una sera lo invitaste a cena! Anche se dubito che io e tuo padre ci saremmo-.
-Sarebbe fantastico, gli chiederò di venire qualche sera, grazie Beth-.
Nulla da dire sul rapporto che si sta pian piano creando tra mamma e Harry; sono sempre più uniti e intimi, si assecondano a vicenda e si parlano come fossero realmente uniti dal sangue. Mi stupisco di come sia nato questo rapporto quando tra me e Ron a malapena c’è un saluto o un sorriso…da parte sua, naturalmente.
Noto sempre che lui tenta un approccio nei miei confronti ed io lo evito costantemente, proprio come faccio con Zayn.
Ma ciò che gli ho detto ieri è proprio ciò che penso e che provo. Mi manca, ma al tempo stesso non posso far finta che non sia successo nulla, non posso farmi manovrare secondo ciò che lui vuole. Non voglio sentirmi manipolata o influenzata dal suo fascino.
 
Il mattino successivo, consapevole di non dover andare a scuola, mi alzo alle undici e un quarto.
Scendo al piano di sotto per il brunch, quando, sul tavolo in cucina noto un mazzo di rose rosse e un bigliettino.
 ‘Buongiorno sole mio, spero che oggi avrai una bellissima giornata. Zayn xxx’.
 Spalanco la bocca ma la chiudo giusto in tempo per vedere Harry comparire dall’entrata.
-Cosa…cos’è…chi ha portato questi fiori?-. Chiedo insensatamente.
‘Ma sono idiota?’, domanda la giovane fanciulla a se stessa.
‘Penso di si, il nome è scritto sul bigliettino, fatti una visita psichiatrica’, si rispose amaramente.
Si, avrei davvero bisogno di stare qualche giorno in una clinica, dovrei riprendermi da shock del genere.
-Zayn, mi sembra ovvio-. Risponde con ovvietà.
Ritorno a fissare il mazzo di rose, poi il bigliettino.
La cosa peggiore è che sto sorridendo come un ebete, proprio come i primi tempi.
 
 
Il mattino successivo ancora suona il campanello alle dieci e mezzo in punto. Capisco che nessuno è in casa o che Harry stia contando i peli sotto le ascelle perché il campanello viene suonato più volte.
-Si si, arrivo…un attimo!-. Esclamo infastidita avvicinandomi alla porta.
-Salve, devo consegnarli alla signorina Monroe, è in casa?-. Un ometto sulla sessantina dalla barba rossastra con le sopracciglia in tinta e dai denti giallastri, mi accoglie alla porta.
O meglio: sono io ad accogliere lui perché sono io che ho aperto la porta di casa, anche se lui sembra decisamente più in forma di me in questo momento.
Lo guardo per un po’ ancora stordita dal sonno, poi fisso il bouquet enorme di rose rosse, simile a quello mandato la mattina precedente.
-Oh, mi scusi…mi dia pure-. Li prendo, chiudendo la porta con un piede, e mi dirigo in cucina.
Li sistemo in un vaso pieno d’acqua e lo appoggio proprio accanto a quello con i fiori del mattino precedente, sulla mensola in soggiorno.
Sperando solamente che nessuno della famiglia sia allergico alle rose, si metterebbe male.
 'Buongiorno luce dei miei occhi, spero che oggi passerai una bella giornata. Zayn xxx’.
 -Oh, maledizione…-. Impreco tra me e me, leggendo le parole del biglietto.
Ho forse maledetto qualcosa perché Zayn sta riuscendo nel suo intento di riconquistarmi?
 
 
-Un altro?-. Esclama Harry scendendo al piano di sotto quando, dopo cinque mazzi di fiori, aggiungo il sesto alla fila sulla mensola in soggiorno.
-Non è colpa mia!-. Mi giustifico, sorridendo.
Sto sorridendo.
Non posso crederci.
Ho davvero inarcato gli spigoli delle labbra in un sorriso…spontaneo?
Mi ricompongo notando l’espressione meravigliata e stupita di mio fratello, anche lui non più abituato a vedermi ridere.
Schiarisco la voce, ritornando più seria. –Cioè…dovresti dirlo al tuo amico, non a me!-. Acida e incerta, l’unione che permetterà ad Harry di scoprire la verità su cosa provo per Zayn.
Riesce sempre a capirmi, ci lega la telepatia, oltre all’affetto.
 ‘Buongiorno tesoro bello, spero che oggi passerai una bella giornata. Zayn xxx’.
 
 



La scuola è, sfortunatamente, cominciata. Tuttavia manca meno di una settimana al termine per le vacanze estive.
Non vedo l’ora!
Per poco non starnutisco passando davanti ai dodici bouquet di rose rosse.
Si, sono dodici giorni che Zayn mi spedisce mazzi di fiori e bigliettini, augurandomi il buon giorno e una bella giornata.
Forse avrà recepito il messaggio che ho tentato di dirgli quando abbiamo discusso: deve riconquistarmi, se rivuole di nuovo me nella sua vita.
Non credevo che avrebbe insistito…poi mi sono ricreduta.
Quanto lo amo e lo voglio, nessuno può immaginarlo.
A scuola è tutto normale, le solite facce viste e straviste, le solite aule, i soliti bagni, i soliti teppisti.
Non sono riuscita a socializzare in questa scuola, forse perché ho sempre cercato di crearmi una corazza per non permettere a nessuno di compromettere il mio rapporto con Zayn, come se lui non avesse voluto che io mi cercassi nuovi amici perché a me bastava lui.
In realtà era una mia convinzione che, sfortunatamente, si è rivelata vera.
Una cosa di cui mi stupisco, perché le mie supposizioni o constatazioni si sono sempre rilevate false, falsissime!
Le sette ore di lezione passano in fretta.
Harry mi avverte che ritornerà da solo perché ha una commissione da svolgere mentre io mio avvio verso casa, a dieci isolati da qui.
Ci metterò minimo dieci-quindici minuti, come al solito.
Penso e ripenso alla conversazione avuta con Zayn quella domenica sera, al suo sguardo, alle sue parole, al suo viso, al suo corpo….penso e ripenso ai dodici mazzi di fiori esposti nel mio salotto e il significato che hanno per me…penso e ripenso ai bigliettini che ha continuamente mandato per dodici giorni, ricordando a memoria ogni singolo nome con cui mi ha chiamata, l’ultimo dei quali è stato ‘bocciolo mio’.
Mi ha fatto sorridere, di nuovo.
E’ un nome buffo e non mi si addice perché non sono così delicata e dolce, in fin dei conti. Sono acida e scontrosa, solo grazie a lui però, questo dev’essere chiaro.
E’ strano come però stia ritornando ad essere la Sam di un tempo, quella scherzosa e sarcastica, dolce alcune volte e con un cuore grande quanto un continente. Ed è ancora più strano che stia avendo nuovamente questa inconsueta metamorfosi grazie alla stessa persona che mi ha trasformata inizialmente, rendendomi ciò che non ho mai voluto essere.
Non so con precisione se Zayn sia ancora qui a Londra nell’appartamento di suo padre. Spero di si, e non ne so il motivo.
Soltanto il fatto che io e lui condividiamo lo spazio di una città e che magari abbiamo percorso lo stesso tratto di strada o che stiamo respirando la stessa aria, mi fa sentire meglio, mi fa sentire più vicina a lui.
Tuttavia anche lui dovrebbe andare a scuola quindi ne dubito.
Mi fermo, guardando il mio riflesso tramite il vetro di un’auto parcheggiata vicino al marciapiede.
Mi scruto accuratamente, anche se i lineamenti e i colori non sono molto definibili in quanto il cielo di Londra è sempre cupo e nuvoloso, permettendo così di penetrare a pochissima luce.
Seguo con un dito i lineamenti del viso, per finire a toccarmi i capelli, aggiustandoli. Me li scuoto parecchie volte con un gesto secco, mentre con l’altra mi sistemo la camicetta, tirando gli orli verso il basso.
Ad un tratto il finestrino della macchina si abbassa per poi vedere la testa di un ragazzo, sorridente. –Stai benissimo, ragazza!-. Esclama pimpante, facendomi l’occhiolino e un’okay con il pollice della mano destra.
Lo guardo per un po’ sconcertata per rendermi solamente dopo della grandissima figura da idiota che ho fatto.
Rido anch’io, involontariamente, portandomi una mano alla bocca.
-Grazie-. Farfuglio tra un sorriso e l’altro, facendo cenno con la mano.
Ricambia il saluto per poi riprendere a camminare.
Ritorno a guardare dritto davanti a me. Ci sono pochissimi passanti e qualche auto sulla strada. A quest’ora sono tutti a lavoro e i turisti da queste parti scarseggiano.
Assorta nei miei pensieri, riesco a riconoscere una faccia, purtroppo, conosciuta.
-Troy-. Sibilo tra i denti, fermandomi di scatto e osservandolo mentre si avvicina a passo felpato.
Mi ha riconosciuta, mi sta raggiungendo, ne sono sicura.
Mi volto dall’altro lato, da dove sono venuta, iniziando ad accellerare il passo. Mi giro parecchie volte per vedere la distanza che ci divide e un fitta allo stomaco mi invade quando noto che è a pochissimi metri da me.
Devo correre, soltanto così riuscirò a seminarlo, forse.
Oltrepasso addirittura la mia scuola ritrovandomi dall’altra parte della città. Non so a quale fermata precisamente ma in lontananza riesco ad intravedere una metropolitana.
Bene, prenderò la prossima.
Mi dirigo spedita verso il grande stabilimento, ma mi accorgo che lui è troppo vicino e mi raggiungerebbe lì dentro. Stare vicini nella stessa metropolitana non è poi così conveniente.
Giro nel vicolo affianco ad uno Starbucks, rendendomi conto di essere ormai in trappola: è un vicolo cieco.
Sono spacciata.
Troy avrà finalmente ciò che voleva da tanto tempo: vendetta.
Deglutisco quando me lo ritrovo di fronte, rabbrividendo.
-Sam, finalmente! Non ti vedo da tanto e sai perfettamente che abbiamo alcune cose in sospeso, io e te-. Mi dice, facendomi una totale radiografia, con malizia e perversione.
-N-non pen-penso proprio-. Balbetto impaurita.
Lo vedo avvicinarsi e accarezzarmi con l’indice l’intero profilo del viso. A quel contatto chiudo gli occhi, ricordando ciò che è successo due settimane fa, nel vicolo di fronte casa mia.
Non so cosa fare, la paura mi ha letteralmente conquistata, tanto da perdere la voce.
Cerco di fuggire, ma mi afferra per un braccio, tirandolo con forza e violenza. Sbatto con la schiena contro il muro, gemendo per il dolore e accasciandomi a terra.
E’ sopra di me, ha l’espressione di un guerriero che ha appena vinto una battaglia e aspetta solamente di uccidere il re del popolo avversario, che è proprio sotto di lui, che occupa proprio la mia postazione.
-Ti prego, lasciami andare, non lo dirò a nessuno, promesso-. Articolo con un soffio di voce.
Si lascia scappare una risata chiassosa, talmente rumorosa che mi chiedo come mai nessuno lo senta.
-Sei così ingenua, Sam. Hai davvero pensato che avessi una cotta per te? Non siamo undicenni, abbiamo una certa età, renditene conto-. Il ghigno divertito è sempre su quella faccia di cazzo che si ritrova.
Lo guardo, fulminandolo con gli occhi, non rendendomi conto delle reazioni di Troy che potrei scatenare. Ringhio quasi mentre tento di alzarmi ma, con un gesto secco e deciso, mi spinge nuovamente a terra.
Si accovaccia e inizia a lasciarmi vari baci sul viso e sul collo.
-Mi è mancata…-. Un bacio. -…la tua…-. Un altro. -…pelle-.
Continua ad accarezzarmi e baciarmi dappertutto ed io, disgustata ed impaurita come sono, non faccio niente di niente. Rimango così, a maledire quel giorno di merda in cui l’ho incontrato per la prima volta, a quando quell’idiota di Zayn mi ha mandato quello stupido messaggio ed io mi sono resa conto solo adesso che ho sbagliato ad accettare il suo primo invito.
Guardo rassegnata davanti a me il vicolo in cui mi trovo; la visuale mi è permessa grazie alla posizione di Troy che si trova con la faccia ficcata nel mio collo, scendendo verso il basso.
Cerco di divincolarmi dalla sua presa, senza successo.
-Troy, basta, lasciami…-. Tento di spingerlo ma è troppo forte per me, è alto e robusto quanto una montagna. –Smettila…mi stai facendo male…io…ZAYN!-. Articolo sconvolta quando, all’entrata del vicolo, vedo avvicinarsi Zayn, il mio ragazzo.
Troy non sembra neanche fare caso all’esclamazione di prima tanto che continua indisturbato, provocandomi un dolore assurdo dappertutto, soprattutto al cuore.
-Sam!-. Zayn urla, venendomi incontro e tirando per entrambe le braccia il ragazzo che ho a cavalcioni su di me.
-Ehi..-. Esclama Troy, apparentemente infastidito.
Si volta verso Zayn, per spingerlo più in la e ritornando a ricoprire gran parte del mio corpo.
Lo strattono, invano.
-Lasciala stare-. Urla Zayn a denti stretti, colpendolo alla nuca con una sfranga di ferro che fino a pochi secondi fa, era appoggiata al muro quasi diradato.
-Zayn-. Lo chiamo nuovamente allibita, stupita e meravigliata di trovarmelo difronte, vedendo Tory darsela a gambe con espressione da cucciolo bastonato.
-Sam-. Ripete lui, abbracciandomi e cingendomi la vita per tirarmi su.
Quando ci ritroviamo faccia a faccia tutto mi sembra così surreale e paradisiaco che faccio fatica a distinguere sogno e realtà. So perfettamente che l’aggressione di Troy c’è stata perché ho sentito ogni movimento delle suo mani, gemendo per la sofferenza. Ma l’apparizione di Zayn non riesco a spiegarmela perché è quasi un’apparizione divina. Non solo per la sua bellezza ma anche per la sua missione: mi ha salvata, di nuovo, è stato il mio eroe.
Lui è il mio eroe.
Mi asciuga le lacrime sul volto ed io mi perdo nei suoi occhi.
Dejavu.
-Non permetterò mai più che qualcuno ti sfiori, lo prometto. E scusami se sono arrivato troppo tardi…-.
Come? ‘scusami’?
Se non altro sono io a dovermi scusare per il mio infantilismo acuto per ciò che è successo quando abbiamo discusso.
-Io…-. Cerco di dire qualcosa, in maniera del tutto confusa e allibita. –Grazie-. Articolo poi a mezza voce, ma con tutta la sincerità e l’amore possibile.
A questa parola mi stringe a se, baciandomi tra i capelli e accarezzandomi la schiena, provocandomi mille brividi dappertutto.
-Ti porto a casa-. Mi dice, prendendomi in braccio.
Allaccio le mani al suo collo, appoggiando la testa sul suo petto, afflitta dopo ciò che mi è successo.
Ispiro il suo profumo e per poco non mi rimetto a piangere, pensando a quanto tempo è passato da quando non lo abbraccio in questo modo. Mi sembra una vita.
Una vita scontata a rimuginare su cose fatte in passato e sulla sofferenza provata in questo mese.
-Dove stiamo andando?-. Chiedo quando, invece di proseguire verso la metropolitana, entriamo in un palazzo proprio sulla destra dell’uscita del vicolo.
-Andiamo prima a casa mia, così ti riprendi un po’-.
Per ‘casa mia’ intende sicuramente la casa di suo padre.
Annuisco solamente appoggiandomi nuovamente al suo petto, troppo stanca per dire qualcosa, troppo debole per contestare, troppo stordita per ritornare a casa da sola.
Ma lui non sembra nemmeno accorgersi del mio peso tra le sue braccia. Sembra che sti trasportando una busta di plastica. E’ così calmo e a suo agio che non appare come se stia trasportando una persona.
-Eccoci-. Annuncia quando apre la porta di un appartamento al quarto piano.
Accende la luce, che si presenta molto fioca e soffusa, e appoggia le chiavi sul tavolo. Mi trasporta fino al divano al centro della stanza e mi ci appoggia sopra, come se sia una piuma.
O io sono dimagrita senza accorgermene o lui è andato in palestra ultimamente.
-Mi dispiace che abbia dovuto subire tutto questo di nuovo…-. Mi confessa, sedendosi al livello della mia vita, accarezzandomi i capelli con una delicatezza tale da farmi addormentare se solo avessi la consapevolezza di non star già sognando. –Non te lo meriti…tu sei…mia-. Mi è sembrato che ha fatto fatica a dire quest’ultima parola…eppure a me sembra esser la frase più scontata del mondo. Io sono sua, lui è mio. Questo si sa già. –Nessuno deve toccarti d’ora in poi-.
-Solamente tu-. Mi lascio scappare da bocca, ma troppo abbattuta per rimangiare queste parole.
Non sento più la sua carezza e neanche il suo respiro per un secondo, come se l’abbia trattenuto, per poi ritornare a sentirlo regolarmente.
Ripenso a tutto ciò che è successo, dal mio ritorno qui a Londra, non facendo altro che essere delusa da me stessa per essere stata così fragile.
Sento gli occhi pizzicarmi mentre li ho saldi al pavimento e una lacrima scende sulla guancia, seguita da altre.
Sotto lo sguardo attento e vigile di Zayn, nulla si da per scontato, così inizia nuovamente ad accarezzarmi.
-No Sam, non piangere…sorridi: sorriderò anch’io -.
-Non ci riesco-. Sussulto, trovando finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Provaci, per me-.
-Non sono così forte, mi lascio abbattere facilmente-.
-Non sei la Sam che conosco, allora-.
-Mi hai cambiata tu-.
Quest’ultima affermazione sembra colpire in pieno Zayn, in realtà colpisce il suo orgoglio, tanto che sento il ‘crack’ del cuore.
Non so se si tratti del mio o del suo.
-Scusa, io non volevo…-.
-Hai ragione-. Mi interrompe con sguardo cupo e consapevole. –Ti ho cambiata senza il tuo volere, ne il mio in realtà. Sono stato un idiota, uno stronzo. Non finirò mai di chiederti scusa come non finirà mai il mio senso di colpa. Semmai dovessi ritornare indietro, sappi che non farei nulla di tutto ciò che ti ho fatto, Farei soltanto in modo che tu sia felice perché sei il mio sorriso, Sam, e da quando non ci sei più non mi sono mai sentito allegro come un tempo. Ti amo così tanto Sam! Quand’è che te ne renderai conto?-.
-Suona più come un rimprovero-. Commento, sorridendo, ancora con gli occhi un po’ socchiusi per la debolezza.
Sorride anche lui di rimando.
Questo sorriso mi è mancato più di ogni altra cosa al mondo, più del mio cellulare quando sono rimasta una settimana senza perché era in assistenza.
Giuro che questa è l’ultima volta che io e Zayn stiamo così lontani, così distaccati, così freddi e indifferenti.
-Perché hai mandato dodici mazzi di rose per dodici giorni? Sei pazzo…-. Commento, con voce fioca e sguardo basso.
-Perché sono pazzo, appunto…di te! Era solo un modo per non farti dimenticare di me e del mio amore. L’avresti fatto se fossi andata per quella strada, eri così convinta l’altra sera quando mi hai detto di non provare più nulla per me che per poco non ho intrapreso una vita da eremita sulle montagne dell’estremo Oriente-.
Sorrido, di nuovo.
Cosa mi sta succedendo?
-Avevi ragione…-.
-Su cosa?-. Mi chiede con sguardo spaesato e confuso.
-Non riuscivo a mentirti guardandoti negli occhi. Non capisco come tu mi abbia creduta…stavo morendo dentro dicendoti quelle cose-.
-L’ho capito dal tuo sguardo, ma la tua voce sembrava così decisa e determinata e…mi sono sentito crollare il mondo addosso-.
-Anche a me è successo…quando ho letto quel messaggio-.
Lo vedo girare lo sguardo altrove, come se questo peso sia troppo grande da sopportare anche per lui, come se si dia dell’idiota da solo. –Io ti ho detto che l’ho fatto per un motivo che un mese e mezzo fa mi sembrava giusto. Solo Dio sa quanto ho sofferto per aver fatto quella scelta e quanto sono stato stupido. Ecco cosa sono: uno stupido! Ho rovinato tutto ciò che si era creato tra di noi per un motivo così idiota che me ne vergogno. Scusami Sam, tu non meritavi di stare male per me in questo modo-.
-Sei un idiota, mi fa piacere che tu lo sappia già-. Commento, con tono sarcastico ma al tempo stesso così debole da indurre al sonno profondo.
-E tu sei la ragazza che amo, spero che tu lo sappia già-.
-Ne dubito-.
-Non dubitare delle mie parole, Sam. Solo con te riesco ad essere sincero-. Prende una pausa durante la quale si sofferma con lo sguardo sulle mie labbra, per poi ritornare a guardarmi negli occhi, deciso. –Chiudi gli occhi-. Mi impone autoritario ma al tempo stesso dolce e premuroso.
-Perché?-.
-Ti fidi di me?-.
‘Certo’, vorrei rispondere, ma non voglio che pensi che l’abbia perdonato.
-Allora? Ti fidi?-. Ripete speranzoso.
Do un respiro profondo e chiudo gli occhi.
Sono sicura al cento per cento che sta sorridendo in questo momento perché in un certo senso è come se abbia risposto alla sua domanda, positivamente.
Si, che mi fido, Zayn.
Sento che si avvicina a me, lentamente. Non c’è un vero e proprio contatto tra i nostri corpi, ma riesco comunque a sentirlo vicino.
-Cosa senti?-. Domanda, come se sia la cosa più normale del mondo quella che sta facendo.
-Il tuo profumo-.
-E adesso?-. Appoggia le mani sul mio viso, iniziando ad accarezzarlo delicatamente.
Sorrido impercettibilmente a questo contatto, così voluto e sognato ormai da tanto tempo.
-Brividi…-. Che sento ogni volta che mi sfiori o mi tocchi, aggiungo mentalmente.
-Benissimo piccola…ed ora cosa senti?-. Sfiora il suo naso con il mio.
Rabbrividisco, di nuovo, iniziando quasi a tremare.
-Sento…-. Mi blocco, aprendo gli occhi. –Dove vuoi arrivare?-.
-Fidati…-. E’ la risposta che mi da.
Passa la mano sui miei occhi, portandomi a chiuderli di nuovo.
-Allora? Cosa senti?-.
-Il tuo naso sfiorare il mio-. Rispondo divertita da questo suo atteggiamento, che però non mi dispiace affatto.
-Perfetto…-. Sussurra.
-Abbiamo finito?-.
-Adesso si…-. Sento le sue labbra premere sulle mie, sentendo una scarica di adrenalina percorrermi l’intero corpo, dall’addome alle gambe, dalle mani alle spalle e alla schiena.
Non riesco ad allontanarmi, non per la stanchezza ma per l’attesa ed il desiderio che ho avuto fino ad ora.
Ho sognato di toccare le sue labbra sin da quando mi ha appoggiata sul divano.
Io lo amo, Dio se non lo amo!
Vorrei tanto spiegargli quanto amore mi lega a lui ma neanche io saprei definirlo; è una cosa così profonda ed infinita che può essere paragonata solo alla vita stessa. Stare con lui è come stare in Paradiso e godere la vita eterna. Lui è la mia vita, la mia luce, la mia felicità.
Ci stacchiamo da questo lungo bacio per tornare a guardarci negli occhi, quelli che mi ipnotizzano, mi fulminano, mi stregano.
Stiamo in silenzio per qualche secondo, contemplandoci a vicenda. Dopo un po’ lo vedo mentre si passa una mano tra i capelli, distoglie lo sguardo per poi riposarlo nuovamente su di me.
-Ricordi quando ci siamo incontrati la prima volta?-. Domanda, sorridente e sconvolto, come se si sia appena svegliato dopo aver sognato un bellissimo sogno.
Annuisco, confusa.
-Io ho subito pensato che tu fossi una ragazza superba e viziata perché pensavo che tutte le persone di Londra fossero così. Poi però, mi sono ricreduto. Per non parlare della tua bellezza; mi ha stravolto non appena ci siamo guardati negli occhi, al bar-. Parla come se stia raccontando gli idiomi di una vita, come se stia descrivendo tutte le emozioni provate durante il suo passato. –E quando ti ho trascinato sotto la doccia? Te lo ricordi? Beh, in quel momento ero già innamorato perso di te. Ma il mio momento preferito in assoluto è stato quando ti ho detto per la prima volta che ti amavo…e continuo a farlo-. Prende una pausa, regalandomi un sguardo così profondo da farmi rabbrividire. –Ero così nervoso ed è stato difficile dirlo più di quanto è sembrato. Ti ho guardato dritta negli occhi e te l’ho detto. Tu eri sconvolta, poi hai sorriso e ricordo che vederti ridere è stata la cosa più bella che mi sia potuta capitare. Ricordo quel sorriso anche adesso e lo ricorderò per sempre. Sei una meraviglia, e non te ne rendi conto-.
Io vorrei piangere, urlare, saltare da un ponte, buttarmi sotto un treno, impiccarmi e sgozzarmi.
Possibile che sia così…così…perfetto?
Sento scendere una lacrima sulla guancia.
Ciò che ha appena detto mi ha ricordato quante cose abbiamo condiviso insieme in sei mesi, quanto amore ci legava e ci continua ad unire, quanti bellissimi momenti abbiamo passato e quanti ancora ne vivremo.
-Zayn….posso chiederti una cosa?-. Domando dolcemente, stringendogli la mano involontariamente.
-Certo-. Riesco a notare la sorpresa nel suo tono di voce, determinata da questo gesto improvviso da parte mia. Mi asciuga una lacrima con l’indice, facendomi sussultare.
-Lo sai che una ragazza così stupida da ritornare con un ragazzo anche dopo che l’ha lasciata e ferita, è una ragazza da tenere stretta a sé e non lasciarla più andare?-.
-Si-.
-Allora stringimi tra le tue braccia, per sempre-. 




Forse è un po' stupido ciò che è
accaduto in questo capitolo però...beh, spero
vi sia piaciuto!
Se vi va, passate sul mio profilo!
Ho iniziato a scrivere una nuova FF:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1331371&i=1
Un Un bacio, notperfecu 

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Capitolo 19
*** Everything's gonna be alright ***


Everything's gonna be alright

Noto un luccichio nei suoi occhi; un bagliore che non vedo da tantissimo tempo nel suo sguardo eppure così intenso da spiazzarmi, completamente. Ha uno sguardo sorridente, capace di innescare un sistema di sorrisi interminabile. E' un sorriso perfetto; uno di quei sorrisi da immortalare in una foto e poi appenderla in ogni angolo della propria casa con la speranza che renda di buon umore anche gli altri alla sola vista.
E’ un mostro.
Non fraintendete le mie parole. ‘Mostro’ è un termine che si associa ad esseri capaci di fare qualcosa di soprannaturale, potente e misterioso.
E’ proprio ciò che Zayn è con questo sorriso stampato sul volto.
E’ un mostro, così forte da farmi fare qualcosa che non ho mai pensato di voler fare, così intenso da rendermi sua schiava, così surreale da farmi riflettere prima di stabilire se sia sogno o realtà.
La mia prevedibilità è sin troppo scontata, infatti sto sorridendo anch’io, anche se impercettibilmente, ma nel mio sguardo c’è qualcosa che contrasta con il mio sorriso: decisione e fermezza.
Sono sicura di ciò che gli ho appena detto e lui sembra esserne sorpreso e felice.
-Se abbracciarti è l’unica cosa che ti renderà mia per sempre…beh, io…-.
-Falla finita e abbracciami-. Lo interrompo brusca ma al contempo sorridente e spontanea.
Ritorna ad innalzare gli angoli della sua bocca, dando maggiore intensità allo scintillio nei suoi occhi, così profondi e splendenti.
Sento le sue enormi e possenti braccia circondarmi la vita, per poi salire dietro la schiena. Mi da un bacio sulla fronte, stringendomi a se ancora di più, lasciando un altro bacio tra i capelli, un altro e un altro ancora.
Chiudo gli occhi, immergendomi tra le sue carezze e i suoi baci, delicati e passionali al tempo stesso. Io lo stringo a me fortissimo e aumenterei ancora la stretta fino al punto da non farlo respirare se avessi la forza necessaria.
-Io…ti amo, Sam, ti amo-. Sussurra con dolcezza e fermezza al tempo stesso, sfiorandomi col viso la guancia, baciandola.
A quelle parole il mio cuore perde un battito per poi darsi una carica maggiore, ba più velocemente di qualche secondo fa.
Sembra che sia la prima volta che me lo dica, sembra che sia come quando circa sei mesi e mezzo fa ci siamo dichiarati e promessi amore eterno.
Detto in questo modo sembra che ci leghino i valori del matrimonio; eppure amore eterno è proprio il termine con cui definirei i miei sentimenti nei suoi confronti. Non c’è concetto o parola migliore.
Ho la struggente necessità di guardare i suoi occhi meravigliosi, e così faccio: mi allontano di qualche centimetro da lui riuscendo finalmente a vederlo negli occhi, quelle due grandi stelle sgargianti in uno spazio infinitamente scuro e luminoso al tempo stesso.
Poso il mio sguardo sulle sue labbra, ma guardarle solamente non mi soddisfa. Mi avvicino a lui sotto il suo sguardo intenso e sorridente, sfiorando lievemente le sue labbra.
Ci gioco un po’, mordendole e lasciando piccolo baci agli angoli della bocca, facendolo sorridere.
Rido anch’io, proprio sulle sue labbra, sul suo sorriso causato da me.
-Mi sei mancato così tanto…-. Sussurro sognante, aprendo gli occhi per un istante e scontrando il suo sguardo.
Mi spiazza, come al solito.
Restiamo a contemplarci per un po’, fin quando sento la sua mano posarsi dietro la mia nuca, facendo pressione.  Mi ritrovo incollata alle sua labbra, travolta dalla passione e dalle emozioni che mai avrei pensato di riprovare dopo tanto tempo. Eppure mi sembra che non sia successo mai niente tra di noi, come se tutto ciò che è accaduto sia stato un lungo incubo di transizione nei miei sogni più belli, di cui Zayn ne è sempre il protagonista principale.
 
 
Tra me e Zayn c’è comunque un certo imbarazzo ora che, seduti composti sul divano, stiamo parlando di noi.
E’ come se sia la prima volta in cui ci incontriamo ed esploriamo noi stessi, portandoci a conoscere la parte migliore e peggiore dell’altro. Io so già tutto di Zayn, ma c’è qualcosa che mi intimidisce, forse il tempo trascorso da quando non passo un momento del genere con lui al mio fianco.
-Come hai fatto a trovarmi? Insomma…tu sei comparso all’improvviso, eri lì davanti a me…sei comparso quasi per magia come se già sapessi che stava succedendo qualcosa-. Dico a raffica, gesticolando lievemente.
Noto che è da quando ci siamo baciati che continuo ad avere questo stupido sorriso da ebete, stile Joana Rivers in seguito ad un lifting facciale…l’ennesimo lifting facciale.
Sorride, abbassando lo sguardo per poi riposarlo su di me. –Io sono il tuo supereroe, capisci?-. Domanda, cercando di trattenere una risata.
Mi prende anche in giro adesso?
-In realtà stavo ritornando a casa. Ho sentito delle urla e mi sono sporto nel vicolo.-. Aggiunge poi, allargando le braccia in un gesto di rassegnazione. –Ringrazio mio padre per aver comprato un appartamento proprio in questa strada-. Prende una pausa, dopo la quale assume un’espressione più seria, quasi turbata. –La pagherà per averti sfiorata di nuovo. La prima volta non gli è bastato, la seconda avrà pane per i suoi denti quell’idiota-. Chiude le mani in un pugno, accumulando tutta la sua rabbia. –Non poteva toccarti, non può toccarti…tu appartieni a me, a nessun altro-.
A queste parole, mi viene naturale abbracciarlo e stringerlo come mai ho fatto, rischiando di ucciderlo. Cosa improbabile data la mia potenza.
Poggia la sua mano sulla mia schiena mentre io appoggio il viso sul suo petto e distendo i piedi sulla parte rimanente del divano. Inizia ad accarezzarmi i capelli e scommetterei che adesso sta sorridendo.
Mi da un bacio tra i capelli e riesco a sentire il suo respiro proprio sul punto in cui ha appena lasciato quel bacio.
-Mi è mancato tutto di te…-. Comincia in tono delicato e basso. -…la tua spontaneità, la tua testardaggine, la tua acidità, il tuo sorriso perennemente acceso e…ogni singola cosa che ti compone-.
Chiudo gli occhi sentendo queste parole così profonde e significative per me, stringendo la sua mano sinistra alla mia.
Ricambia la stretta delicatamente facendo però un po’ di pressione.
Vorrei dirgli che sono qui con lui adesso e che non ci sarà niente al mondo a farmi cambiare idea, non ci sarà nessuno in grado di separarmi da lui perchè lo amo con tutto il cuore.
-E’ incredibile che casa di tuo padre è proprio accanto a questo vicolo-. Commento.
-Già…avevo voglia di una birra, così sono andato al bar qui di fronte. Stavo ritornando quando ho sentito dei rumori e delle urla. Mi sono affacciato e…beh, ti ho vista li, con quel bastardo e non c’ho visto più-.
-Io non voglio che ne parli con Harry. Sai com’è protettivo nei miei confronti e sai quanto ci tiene a picchiare Troy-.
Mi fa una certo effetto pronunciare questo nome, mi risulta faticoso ma al tempo stesso mi nausea fino a sentire un rigurgito nello stomaco.
-Ma…-. Tenta di ribattere, vanamente.
-No, Zayn…non voglio che tu ne faccia parola con lui o con chiunque altro-.
Sospira rassegnato, ritornando ad accarezzarmi la schiena regolarmente.
E’ da tanto che non sento questi brividi provocati dal suo tatto leggero e oppressivo al tempo stesso, come se io fossi sua, anche al costo di essere considerata un oggetto.
Squilla il mio cellulare, riportandomi alla realtà.
-Pronto?-. Esclamo con il solito tono di voce che uso quando rispondo al telefono.
Non voglio che qualcuno sospetti qualcosa.
-Sam, dove cazzo sei finita?-. Sbotta allarmato Harry dall’altra lato del telefono.
-Ho incontrato una vecchia amica di Londra e mi sono fermata a prendere un gelato con lei-.
Mi risulta troppo difficile mentire ad Harry, soprattutto in un momento del genere, perché lui c’è sempre per me, mi considera il suo primo pensiero.
-Avresti potuto avvisarmi!-. Nel suo tono di voce si nota un pizzico di severità e furia ma al tempo stesso sembra essersi acquietato.
-Lo so, io…scusami-. Abbasso lo sguardo, come se Harry sia proprio di fronte a me.
-Okay, per questa volta non fa niente…ma se succede un’altra volta, mi faccio afferrare per pazzo-. Non sta scherzando: non sta ridendo, non sta emettendo suoni di nessun genere.
Si sente solo la fermezza e la decisione che dominano le sue parole, che mi arrivano dritto al cuore.
Lui sarebbe capace di far tutto per me, ed io me ne rendo conto solo adesso. Solo lui mi vuole così bene, nessuno mi ha mostrato quest’affetto fin ora.
Ed io non faccio mai nulla per lui, eppure gli voglio un bene incredibile.
-Torni a casa adesso? Dove sei? Vengo a prenderti-. L’ultima non è una domanda, bensì un’affermazione.
Proprio ora trova tutta quest’energia negli arti per alzarsi e giungere alla sua auto in garage per poi metterla in moto?
-Posso tornarmene anche da sola-. Ribatto convinta.
-No, vengo a prenderti io. Dimmi solo dove sei-.
Zayn mi guarda un po’ confuso, notando l’espressione esasperata che ho in volto. Non so cosa dire a mio fratello e arrampicarsi sugli specchi non è il mio forte.
-Sono a casa di Zayn-. Dico poi alla fine in una sola emissione di aria.
Non dice nulla per un po’ e riesco a sentire solo il suo respiro.
Non dovrebbe arrabbiarsi, sa che io e Zayn abbiamo troppe cose in comune per dividerci e sa da sempre che prima o poi ci saremmo riappacificati.
-Bene, aspettami lì-. Attacca senza aspettare una mia risposta, permettendomi di sentire solo la serie di ‘tu’ meccanizzati.
Alzo lo sguardo dritto di fronte a me, sentendo lo sguardo di Zayn sempre più pressante. Mi volto verso di lui: sembra preoccupato.
-Era Harry-. Lo informo e vedo i suoi lineamenti distendersi, più tranquillo. –Ha detto che tra un po’ sarà qui e mi porterà a casa. A proposito…-. Non lo lascio parlare neanche per un secondo, troppo presa da ciò che voglio sapere. –Come fa a sapere dove abiti? Insomma non mi ha mai detto che ti ha visto in questi giorni…-.
Harry non può avermi nascosto qualcosa, lui non lo fa mai. Non è da lui fare una cosa del genere nei miei riguardi e semmai l’avesse fatto io…
-Ci siamo visti in questi giorni. Non ti ha detto nulla?-.
Ecco, appunto.
-No-. Rispondo perplessa.
Non posso crederci: Harry mi ha mentito.
-Beh, abbiamo passato qualche giorno insieme dopo che ho lasciato casa vostra. Poi sono ritornato ad Holmes Chapel per tre giorni circa-.
-E perché sei qui a Londra adesso?-. Chiedo, interessata.
-Hanno appena aggiustato le tubature dell’acqua e mio padre voleva che io dessi un’occhiata perché lui non poteva, essendo impegnato ad Holmes Chapel-. Spiega scorrevolmente.
-Oh, capisco-. Sussurro. Prendo una pausa, guardandomi attorno. –Quindi tu e Harry vi siete incontrati in questi giorni…-. Affermo più a me stessa che a lui.
-Già…strano che non te ne abbia parlato-.
-E perché non ti sei mai fatto vivo?-. Domando spontaneamente.
-Pensavo che la mia presenza ti desse fastidio, così diceva Harry. Quindi ho iniziato a mandare mazzi di fiori-.
Sussulto a questa sua risposta.
‘Così diceva Harry’.
Mmmh, davvero?
Trascorriamo alcuni minuti in silenzio, senza che nessuno faccia o dica qualcosa.
Tossico lievemente, portandomi una mano alla bocca mentre vedo Zayn turbato da qualcosa. Lo leggo nei suoi occhi che c’è qualcosa che vuole dirmi, eppure qualcos’altro lo invoca a tenere la bocca chiusa, fungendo da contrasto.
-C’è qualcosa che non va?-. Domando dolcemente, aguzzando la vista verso di lui e mostrandomi molto confusa.
-No..-. si affretta a rispondere, alzando lo sguardo su di me di scatto. –Non potrebbe capitarmi nulla di meglio in questo momento. Tu sei qui, io accanto a te e finalmente ritorno a stringere tra le mie braccia ciò che mi è dovuto e che amo-.
Sorrido, arrossendo lievemente.
Le sue parole mi fanno comunque un certo effetto dopo tutto il tempo che è passato dall’ultima volta in cui ci siamo parlati in questo modo.
Eppure, nonostante mi abbia confermato che non c’è nulla che lo turba guardandomi negli occhi, noto una nota di preoccupazione nel suo tono di voce e un certo sconcerto nei suoi occhi, scuri e penetranti. E’ come se stesse affrontando qualcosa di così grave e doloroso da farlo stare male fino al midollo.
Ma non c’è niente che potrebbe frustarlo in questo modo, almeno che io sappia e questo mi rende inquieta e allarmata.
Suona il citofono, facendomi sussultare.
Zayn si alza, andando ad aprire.
Dopo qualche secondo sull’uscio della porta c’è Harry in tutta la sua imponenza.
-Andiamo, Sam!-. Mi incita a raggiungerlo con un gesto secco della mano.
Mi sembra stizzito per qualcosa che non riesco a capire e la cosa più strana è che non ha degnato di uno sguardo Zayn.
Tralascio questo particolare, obbedendo al suo ordine.
Mi imposto al suo fianco e dopo aver guardato i due amici in maniera confusa per il loro ambiguo comportamento, vedo Harry girarsi dall’altra parte e avviarsi verso le scale.
-Allora…ci vediamo-. Dico impacciatamente non guardando Zayn negli occhi.
Non so come salutarlo, come reagire, cosa fare.
Non so se baciarlo o semplicemente lasciarlo qui, sull’uscio della porta come un idiota.
Non so neanche lui cosa farà nei giorni successivi. Non so se ritornerà ad Holmes Chapel o se rimarrà qui a Londra ancora per un po’. Non abbiamo parlato di questo, ci siamo solo detti ciò di cui entrambi avevamo bisogno di sentirci dire.
-Ci vediamo domani-.
Ecco, ora so che domani continuerà a respirare l’aria di Londra.
Resto immobile a fissarlo per un po’, senza fare o dire nulla.
Dopo qualche secondo mi allungo verso di lui lasciando un tenero e piccolo bacio proprio all’angolo della sua bocca.
Lui socchiude gli occhi a quel contatto, ispirando profondamente.
Mi volto, per poi raggiungere Harry e sentire il suono secco della porta chiudersi.
Salgo in macchina e vedo Harry guardarmi con uno sguardo indecifrabile, misterioso. Non riesco a capire cosa vuole comunicarmi eppure è devastante guardarlo con quest’aria ambigua in volto.
-Non voglio che tu e Zayn vi vediate ancora-. Afferma con un unico soffio di voce, fermo e deciso.
-Cosa?-. Esclamo allibita.
-Tu e Zayn avete condiviso moltissime cose, lo so…ma è meglio se mettete fine a tutto questo perché alla fine chi ci rimetterà sarai solo tu-.
Mette in moto il motore, partendo in quarta.
Le sue parole mi spaventano, tanto da iniziare a pensare che c’è qualcosa che non va, qualcosa di grave a quanto vedo.
-Perché dici questo?-. Domando spontaneamente, rattristata.
-Non voglio parlarne, voglio solo che tu smetta di vederlo. Zayn è uno dei miei migliori amici e lo conosco troppo bene…troppo, forse-.
Il nostro discorso si chiude qui, lasciando la mia mente piena di dubbi e di perplessità per quanto riguarda ciò che Harry ha cercato di dirmi con queste sue parole.
 
 
 
La mattina seguente, qualcuno bussa il campanello.
-Harry, vai ad aprire!-. Urlo, troppo stanca e assonnata per alzarmi.
Il campanello continua ad emettere il solito suono assordante e fastidioso e nessuno però porta a termine il mio ordine.
Capisco che in casa non c’è nessuno, così mi alzo, mi stiracchio e scendo le scale lentamente fino a raggiungere l’ingresso.
-Sto arrivando, un att…-. Mi blocco, sorpresa di vedere Zayn a quest’ora fuori casa mia. –Zayn…-. Sussurro.
Mi sorride radioso, avvicinandosi e schioccandomi un bacio a stampo. Ciò fa sorridere anche me, felice di questo suo gesto spontaneo.
-Buongiorno!-. Esclama pimpante. –Va’ a vestirti, questa mattina la trascorriamo insieme-.
Non è una proposta, ne un ordine. E’ semplicemente un’affermazione di cui  non trovo nessun motivo per contestare.
Entra in casa, guardandosi attorno.
-Harry non è in casa?-. Mi domanda furtivo.
-No…aspettami qui, scendo tra un secondo-.
Mi catapulto al piano di sopra, chiudendomi in bagno per prepararmi.
Sono leggermente stupita dal suo comportamento: ieri era turbato da qualcosa a me ignoto e molto enigmatico soprattutto all’arrivo di Harry; ora invece si presenta gioioso a casa mia, dicendomi di dover trascorrere la mattinata con lui.
Ciò non  mi dispiace affatto, anzi…
Però mi crea qualche dubbio.
Naturalmente il mio secondo corrisponde ad una mezzoretta.
-Scusami…-. Dico scendendo le scale, raggiungendolo.
-Non fa nulla, so come sei fatta e so quanto tempo impieghi a prepararti-.
In effetti non sono mai stata puntuale ne ho cercato di esserlo qualche volta. Semplicemente mi annoia la puntualità e la precisione.
L’essere attenta, precisa e critica non fa parte del mio essere perché il mio punto di vista è diverso e soprattutto migliore di quello che si basa su questi tre punti. Non voglio essere noiosa, preferisco essere considerata una pazza svitata, cosa che sono davvero, soprattutto grazie a Zayn.
C’è un certo imbarazzo tra di noi, lo si può percepire liberamente.
-Dove stiamo andando?-. chiedo una volta salita in macchina, mentre lui mette in moto il motore.
Conoscendolo, so perfettamente che non mi darà una risposta ben precisa; in fondo è stato grazie alle sue soprese che abbiamo vissuto momenti indimenticabili insieme.
Di lui mi fido sotto questo punto di vista: so sempre che farà la scelta giusta.
-Lo vedrai-.
Come non detto.
 
Dopo dieci minuti circa, l’auto si ferma parcheggiando dinnanzi ad un edificio poco curato i cui muri sono imbrattati di scritte e disegni di ogni genere, quei graffiti che i ragazzi creano di nascosto.
Mi guardo attorno, un po’ confusa e curiosa.
Non ci sono altri negozi, se non un’autofficina sulla sinistra.
-Vieni-. Mi prende una mano e mi trascina lì dentro.
Sento immediatamente un odore aromatizzato misto ad un forte odore di fumo di sigaretta. Le pareti sono colorate di colori caldi e scuri che si alternano dal viola al sangue di piccione. Vi sono vari quadri appesi raffiguranti disegni astratti; delle lucine decorano gli spazi vuoti dei muri, creando un ambiente opaco e soffuso, ma molto intimo.
-Ehi, Zayn!-. Un omone dai capelli scuri e lunghi, da una pacca sulla spalla al mio ragazzo che sembra quasi cedere.
Lui è minuto e fragile rispetto a quest’uomo, alto e possente; eppure ha un sorriso molto cordiale e amichevole.
-Max, come stai amico?-.
-Non sono nei miei periodi migliori ma...sto bene. E’ da tanto che non ti vedo da queste parti. Come mai qui?-. Chiede incuriosito.
Sembra che i due si conoscano già da tempo e che, addirittura, abbiano un buon rapporto.
Non lo vedo proprio Zayn amico di un uomo come Max.
Sembrerebbero lo spaghetto e un cannellone.
Una televisione da due pollici e una da sessanta.
Un appartamento e una reggia.
Una mazza di scopa e una lavastoviglie.
Insomma, sono…incredibilmente diversi dal punto di vista del fisico.
-Io e la mia ragazza vorremmo farci un tatuaggio-. Risponde, guardandomi sorridendo.
La mia ragazza?
Tatuaggio?
Non so quale delle due espressioni sia il motivo principale del mio sussulto spontaneo ma poco evidente.
Da quando io voglio farmi un tatuaggio? E da quando l’ho confessato a Zayn?
Non soffro di alzheimer…non ancora.
Almeno che io sappia…o che ricorda...
Oh Santo cielo!
Non sarà che soffra veramente di questa malattia e non lo ricordo?
Farò immediatamente degli accertamenti…a meno che non dimentichi anche questo.
Sorrido forzatamente a Max che mi scruta accuratamente in ogni mio minimo particolare.
Non capisco come si permette ad osservarmi in questo modo così critico quando lui è un omone che pesa sulla centinaia, dai lunghi e viscidi capelli neri che svolazzano sulle sue spalle nude piene di tatuaggi di ogni genere…e per di più indossa un gilet da motociclista in pelle nero, decorato da alcune borchie e spille ai lati. Inoltre potrebbe farsi quella barba che scende in un pizzetto nero, disgustandomi.
La barba lunga mi arreca fastidio e nausea perché mi da un senso di sporco e logoro.
-Seguitemi-. Dice poi, ritornando a guardare Zayn e facendo un gesto con la mano.
Lo seguiamo fino al retro del monolocale, dove vi è un lettino e un mobiletto di legno nero su cui sono appoggiati vari aggeggi.
Dovrei protestare, dicendo a Zayn che non ha il diritto di decidere per me…eppure non trovo la forza per farlo, come se sia sotto il suo incantesimo…di nuovo.
E ci risiamo: mi manipola di nuovo involontariamente, non accorgendosene.
Non sa quanta influenza ha su di me il suo fascino e soprattutto l’amore che provo per lui.
-Cosa volete tatuarvi?-. Domanda Max, iniziando a preparare i vari strumenti.
-Mmmh, una frase per te va bene? O preferisci un disegno?-. Zayn porge questa domanda a me come se mi stia chiedendo quale forma di pasta deve cucinare.
Per lui è una cosa normale e questo mi spaventa, non poco.
Annuisco solamente, facendolo alludere al fatto che voglio tatuarmi una frase.
-Bene-. Esclama, guardandomi intensamente negli occhi. –Max voglio che ci tatui questa frase-. Gli porge un bigliettino in modo tale che Max possa vedere il contenuto.
Si limita solamente a fare un gesto col capo e ritornare a fare ciò che stava facendo qualche secondo fa.
Mi avvicino a Zayn, con l’intenzione di scoprire quale frase vuole che il suo caro amico ci tatui sulla pelle.
-Vuoi dire anche a me questa frase o vuoi che rimanga all'oscuro anche di questo?-. domando sottovoce, facendolo sorridere. –Sai, la pelle è mia…se su di esse è impressa una frase stupida e idiota come quelle che si sarebbe tatuate Max, non sarebbe una bella cosa-. Aggiungo, vedendo nuovamente un ghigno sul suo volto.
-Voglio che sia una sorpresa. Ti giuro che c’ho pensato a lungo ed ho deciso questa frase…mi piace e so che piacerà anche a te. Ma aspetta che te la incida prima-.
Ma sta scherzando?
Sgrano gli occhi non riuscendo a credere a questa situazione?
Un uomo di dieci taglie più grandi di me con il tatto di un gorilla sta per imprimere sulla mia pelle con un ago una frase che non conosco  e che non potrebbe piacermi?
-Zayn…dimmi di cosa si tratta o non mi farò toccare da questa specie di scimmia obesa-.
Lo vedo ridere non facendosi vedere da Max che ne frattempo sta preparando i vari inchiostri da usare.
-Dai, Sam! Fidati di me-. Esclama esasperato.
-L’ultima volta che l’ho fatto non è finita bene per me, ricordi?-.
Mi riferisco al suo messaggio, quello con cui ha posto fine alla nostra relazione.
Le mie parole lo colpiscono al cuore come una lama pungente e gelida. Mi guarda rattristato e come se in un secondo abbia perso tutte le forze che aveva in corpo.
-Fidati, ti prego-. Mi sussurra flebile, stringendomi la mano.
Non capisco perché per lui è così importante che io non sappia ciò che vuole farmi imprimere sulla pelle.
E’ da matti.
Sorreggo il suo sguardo ancora per qualche istante, dopodiché cedo…come al solito.
-Okay-. Sbuffo sonoramente, posizionandomi sul lettino marrone in pelle.
Questa stanza incute terrore per i suoi colori, altro che allegria e felicità.
-Allora? Dove lo vuoi?-. Mi chiede Max, accendendo quell’affare che tanto mi terrorizza.
Ci penso su, guardando prima Zayn poi Max.
-Proprio qui-. Indico l’estremità della mia pancia, proprio sotto il ventre, un po’ più a destra.
Alzo la maglia, lasciando scoperto quel poco di pelle scelto.
Mi stendo, chiudendo gli occhi.
L’ago che trafigge la mia pelli così delicata mi impaurisce, rendendomi nervosa.
Sento Zayn avvicinarsi e stringermi la mano.
E’ vero che io esagero le cose, ma il modo di fare di Zayn fa sembrare quasi che sia incinta e stia sul lettino dell’ospedale per partorire!
Dopo qualche minuto, non sento più l’ago sfiorarmi la pelle e quel rumore assordante della macchinetta finalmente cessa di invadere le mie orecchie.
Mi alzo lievemente a mezzo busto, aguzzando la vista verso il tatuaggio che è comunque indecifrabile.
C’è ancora un po’ di sangue e Max lo copre con della carta morbida bianca.
Dopo dieci minuti circa anche Zayn termina ‘l’operazione’ nonostante lui non possa sembrare incinto.
Zayn ringrazia Max e lo paga, uscendo dal negozio seguito da me.
Si accende una sigaretta, iniziandomi a guardare con aria divertita.
-Che c’è?-. Domando brusca, incrociando le braccia al petto.
-Non sei curiosa di sapere quale frase ho scelto?-.
In effetti dovrebbe interessarmi.
Alzo la maglia, togliendo il pezzetto di carta, riuscendo finalmente a leggere la frase.
Everything’s gonna be alright.
Ma che razza di significato potrebbe avere una frase del gen…
Aspetta un attimo…
-Tutto andrà bene-. Sussurro, ripetendo la frase e continuando a sfiorarmi il punto tatuato più volte.
-Ricordi che questa è la frase della canzone che ascoltammo insieme da quella barbona? Era il nostro primo appuntamento, era ufficiale ed io provavo già qualcosa nei tuoi confronti. E poi, se tu starai al mio fianco ed io farò altrettanto, tutto andrà bene perché per essere felici, entrambi abbiamo bisogno dell’amore dell’altro. Tu sei una mia necessità ed io, beh…io sono la tua necessità-.
Lo guardo impassibile, allibita ed estasiata al tempo stesso.
Non pensavo che Zayn ricordasse ancora quell’appuntamento ne tanto meno pensavo avesse un punto di vista del genere.
Ed è vero, tutto ciò che ha detto è fottutamente vero: io devo averlo al mio fianco se voglio che tutto vada bene, fino alla fine.
 
 
  

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Capitolo 20
*** Fuckin' that shit ***


Fuckin' that shit

Chiudete gli occhi. 
Pensate a Justin Bieber in boxer, appena dopo aver fatto una doccia, interamente bagnato. 
Dopo averli riaperti, che espressione avete in volto? 
Bene, quest'espressione è stata proprio quella che ho fatto quando Zayn mi ha chiesto di passare qualche giorno ad Holmes Chapel con lui...a casa sua. 
Beh, inizialmente pensavo stesse scherzando perché invitare la propria ragazza il fine settimana in casa propria senza genitori mi fa pensare a qualcosa di perverso. 
Naturalmente terrò le mie idee per me. 
Se poi volete saperne di più, contact me all'associazione di belieber anonime troppo dipendenti da Justin.
Tre giorni fa io e Zayn ci siamo 'Rappacificati' e addirittura abbiamo fatto lo stesso tatuaggio. 
È stato il mio primo tatuaggio e penso l'ultimo in quanto per me è molto significativo essendo una frase così profonda e importante per il rapporto che ho con Zayn e voglio che solo tatuaggi così importanti per me siano incisi sulla mia pelle.
No, sto scherzando. 
Sarà l'ultimo tatuaggio che farò perché ho provato troppo dolore mentre l'ago me lo imprimeva sulla pelle. 
-Sam, quante borse vuoi portarti? Sono solo due giorni!-. Esclama Zayn, intento a caricare l'auto delle mie cose. 
-C'è tutto lo stretto indispensabile lì dentro!-. 
-Quand'è che indosserai i sette paia di scarpe che hai portato?-. 
Ci penso su qualche istante, sperando che mi venga in mente una scusa decente e convincente ma la mia non è una mente allenata. 
-Muoviti a caricare e parla di meno!-. Sbotto alla fine un po' stizzita. 
Dopo aver caricato la macchina di tutte le nostre cose ci dirigeremo alla fermata del pullman che porta ad Holmes Chapel. 
Le due città sono troppo lontane perché Zayn guidi tutto il tragitto. È rischioso per un ragazzo di diciotto anni soprattutto quando al posto del passeggero dovrebbe esserci una sventola come me. Insomma, si distrarrebbe troppo guardandomi, la mia bellezza lo sconvolgerebbe al punto tale da fargli perdere i sensi e chissà verso quale albero andremo a sbattere.
-Pronta?-. Mi chiede mentre ci sediamo entrambi in auto. 
Ovvio che lo sono, non mi starei sedendo al posto del passeggero se non lo fossi. 
Ma penso che questo 'Pronta?' sia una domanda che si riferisce più all'esperienza che stiamo per trascorrere insieme che al significato letterario della parola stessa. 
-Io sono sempre pronta-. Faccio una smorfia un po' strana, facendolo ridere. 
-Ehi! Non prendermi in giro!-. Ribatto divertita e infastidita al tempo stesso. -Non è colpa mia se non so fare l'occhiolino!-. 
Qualche minuto dopo siamo ancora in macchina verso il punto in cui dovremmo prendere l'autobus. 
-Come l'ha presa Harry quando gli hai detto che saresti venuta da me ad Holmes Chapel?-. Mi chiede e sembra essere molto turbato ed é come se d'un tratto la sua espressione si sia rattristata, come se un'enorme nuvola grigia si sia fatta spazio in ciel sereno. 
Lo guardo un po' confusa da questo suo cambiamento di morale per poi rispondere alla sua domanda. 
-In realtà non gliel'ho detto-. 
-Come sarebbe a dire che non gliel'hai detto?-. 
-Ho avvisato solamente mia madre dicendole che sarei stata qualche giorno da Miley, ma ad Harry non ho detto nulla. Glielo dirà mamma-. Spiego. -E poi avresti potuto dirglielo tu! Siete migliori amici, no?-. 
Zayn sta per dire qualcosa, boccheggia e poi ritorna a stare in silenzio come se qualcosa lo abbia fermato. 
Si volta verso di me, poi di nuovo verso la strada dritto davanti a lui. 
-Certo-. Sussurra incerto e dal suo tono di voce capisco che c'è qualcosa che non va e che mi tiene nascosto. 
 
 
-Preferisci il giallo o l'azzurro?-. 
È l'ennesima domanda che pongo a Zayn che inizia con il termine 'preferisci' da quando siamo saliti su questo pullman. 
È per smorzare il tempo, non c'è nulla che possiamo fare di fisico qui dentro.
È una specie di test delle preferenze che lui ha, sotto vari aspetti. 
Quand'ero una bambina di cinque anni facevo questo genere di test a chiunque. Ora solo a quella persona che cerco di voler conoscere completamente perché sapendo la preferenza tra colori caldi e freddi si può capire molto più di quanto si può immaginare di una persona. 
-Mmh, l'azzurro-. 
-Preferisci me o Hilary Young?-. 
Si volta verso di me con uno sguardo stravolto e compiaciuto. -Hilary Young, ovvio!-. Risponde poi ironico dandomi un piccolo schiaffo sulla guancia. 
Innalzo un sopracciglio, sorridendo. 
-Sei proprio idiota, non c'è nulla da fare!-. 
-È diventata davvero carina-. Commenta convinto. 
Mi volto verso di lui sorridendo ma vedendo la sua espressione seria capisco che non sta mentendo. 
-Davvero?-. 
Cerca di trattenere una risata, singhiozzando silenziosamente per poi sfociare in una risata molto chiassosa che desta l'attenzione di tutti i presenti. 
-Sei doppiamente un idiota!-. Esclamo divertita ma al tempo stesso cerco di essere seria, invano. 
Vederlo ridere di gusto come è accaduto adesso è davvero gratificante ed è soprattutto fonte di beatitudine per me perché è uno spettacolo meraviglioso. Lui è bellissimo già da se e quando sorride non posso fare altro che riflettere per pensare ad un aggettivo che lo rispecchi, inutilmente. 
Si avvicina, dandomi un bacio a stampo sulle labbra che si trasforma poi in un bacio più passionale, fungendo da spettacolo gratis per i due bambini seduti sui sedili paralleli ai nostri. 
-Non capisco perché ti odi quella ragazza. Sei così adorabile!-. Sussurra in tono ironico, sorridendo sulle mie labbra. 
-Non prendermi in giro. E poi io non posso farci niente se lei mi odia. Il fatto che lei lo faccia mi è indifferente, significa solamente che ha cattivo gusto-. 
Scoppia in una risata, lasciandomi un altro bacio sulle labbra e un altro ancora sulla fronte.
-Insomma...-. Riprendo divertita. -A me non interessa di ciò che pensa la gente di me, ne tanto meno quello che pensa Hilary Young. A meno che quel qualcuno non pensi che io sia fantastica ed estremamente attraente. Beh, in quel caso avrebbe ragione-. 
Zayn scoppia a ridere di nuovo, standomi sempre addosso come se fossi un albero e lui un koala, e guardandomi negli occhi compiaciuto. 
Questa posizione non mi dispiace affatto, anzi...
Ho sempre pensato che la mia risata fosse odiosa e che il mio viso da vicino apparisse osceno. 
Eppure lui è ad un millimetro da me che mi fissa accuratamente ed io faccio altrettanto nei suoi confronti ed io non provo imbarazzo e non mi intimidisco. Succede solo con lui. 
-Io trovo che tu sia perfetta, sei d'accordo?-. Mi domanda ancora sorridente. 
-Mmh...-. Faccio finta di pensarci, per poi tornare a guardare le sue grandi iridi scure. -Beh, la perfezione non esiste-. 
-Lo so, tu sei piena di difetti, eppure appari e apparirai sempre perfetta per me. Qualunque sia la tua voce, il tuo jeans, la tua maglietta, i tuoi capelli, il tuo trucco...sarai sempre bellissima-. 
Abbasso lo sguardo su di lui, che é appoggiato al mio petto. 
Lui alza il suo sguardo verso di me, sorridendomi lievemente. 
Mi sporgo verso di lui, baciandolo delicatamente. 
Si, l'ho perdonato sicuramente. 
Ritorna a sedersi composto e ad avere lo sguardo dritto davanti a se. 
Mi giro verso il finestrino abbandonandomi completamente sullo schienale del sedile. 
-Preferiresti respirare o...-. Inizio nuovamente il mio test, facendolo sorridere e sbuffare al tempo stesso. Ci penso su, facendomi scappare una risatina. -...o stare con me?-. 
Sorrido nuovamente come un ebete, come al solito. -Beh...-. Aggiungo. -Sto scherz...-. 
- In realtà non mi interessa perché quando sto con te, mi togli sempre il fiato-. Mi interrompe come se niente fosse, come se ciò che ha appena detto sia una cosa normalissima. 
Lo guardo meravigliata. 
È stata la prima cosa che mi è passata per la mente, la cosa più stupida che io abbia mai detto eppure lui l'ha presa seriamente. 
Sorrido impercettibilmente, rimanendo a fissarlo allibita. 
-Che c'è? Ti ho tolto il respiro?-. Domanda ironico. 
Rido involontariamente gettandomi tra le sue braccia. 
Mi bacia i capelli e inizia ad accarezzarmi una guancia fin quando entrambi cadiamo in un sonno profondo. 
 
 
 
A svegliarmi è la suoneria del mio cellulare. 
Mi guardo intorno, ricordandomi dove mi trovo e cosa sto facendo qui. 
Alzo lo sguardo verso Zayn che continua a dormire beatamente. Sembra un angelo, il mio angelo. 
Bello come il sole. 
Dolce come una crêpes. 
Okay, le crêpes non sono l'esempio più profondo ma sono il mio dolce preferito, il mio cioccolato preferito, la qualità di zucchero migliore, le uova della gallina più fertile, l'olio delle olive più...più...beh, non so come definire delle olive ma sono...cool. 
Okay okay, mi avete scoperto: ultimamente sto seguendo un corso di cucina con un noto cuoco italiano, Alessandro. Stare in cucina con Ale è davvero divertente anche se cerca di assomigliare in tutti i modi possibili a Johnny Depp. 
Questo mi arreca fastidio perché Johnny è Johnny, imparagonabile a nessun altro uomo sulla faccia della terra. 
-Pronto?-. Rispondo a telefono, scostandomi da Zayn, con la voce ancora impastata dal sonno. 
-Sam! Mi spieghi perché stai andando ad Holmes Chapel e non me ne hai parlato? Per di più con Zayn!-. 
Oh, Harry. 
-Beh, sai Harry...-. Inizio con voce calma e delicata per poi assumere un tono più alto e indispettito. -...Zayn è il mio ragazzo!-. 
-Avresti potuto dirmelo prima!-.
-Perché? Così avresti potuto impedirmelo?-.
-No, così ti avrei detto...-. Si blocca sul colpo, improvvisamente. 
-Mi avresti detto cosa?-. Chiedo incuriosita. -Harry, cosa devi dirmi? È da tutta la settimana che sei strano-. 
-Avrei potuto dirti la verità, Sam!-. Prende una pausa, sospirando. -Non è opportuno parlarne a telefono-. 
-Bene, allora ne parlaremo tra tre giorni, quando ritornerò-. 
Attacco senza sentire una sua risposta. 
La verità?  
La verità su cosa?  
Questo suo atteggiamento misterioso e superbo mi ha letteralmente stancata.
Se ha da dirmi qualcosa, questa maledetta 'verità', che me la dica! 
Non mi piacciono questi giochetti stile asilo nido. 
-Ehi, piccola...che succede?-. La voce di Zayn mi riporta alla realtà, facendomi voltare verso di lui. 
Ha gli occhi ancora impressi dalla stanchezza e le labbra indolenzite. Ha il segno del cuscino su una guancia e i capelli sono leggermente spettinati. 
Sorrido alla sua visione. -Niente-. Dico in un sussurro. -Niente di importante. Però, siamo arrivati-. Annuncio, indicando il cartello con su scritto 'Holmes Chapel' al di fuori del finestrino imbrattato di gocce d'acqua. 
Naturalmente il tempo è piovoso e nuvoloso e in cielo non c'è neanche un uccello.
Dopo aver recuperato i nostri bagagli, intravedo Niall in una mini country color cioccolato. 
Lo saluto con la mano, sorridendo. 
Lui ricambia, altrettanto felice. 
-È venuto a prenderci, l'ho chiamato io. Ci accompagnerà a casa-. Spiega Zayn, mentre afferrando i due bagagli con la mano destra, con l'altra mano mi abbraccia il collo. 
-Ciao Niall!-. Saluto pimpante il biondo al posto guida, mentre Zayn si sistema al posto del passeggero ed io in uno dei due posti posteriori. 
-Ehi, Sam...come stai?-. 
-Bene, benissimo direi-. 
-Sono contento per te, allora!-. 
-Basta chiacchiere!-. Sbotta Zayn mettendo a tacere entrambi. -Ho freddo e un letto, una coperta e la mia principessa mi aspettano a casa-. 
 
 
-Zayn-. Esclamo divertita quando il nominato mi prende per i fianchi e mi getta, nel vero senso della parola, sul letto, come se fossi un sacco di patate. 
Come avevamo previsto,la casa è vuota. Il padre e le sorelle di Zayn sono a Londra per l'intero week-end. 
Questa situazione è buffa perché è come se ci fossimo dati il cambio di città. 
-Lo sai che staremo per tre giorni insieme, da soli, vero?-. Mi domanda malizioso. 
Sorrido, avvicinandolo a me con una spinta.
Si ritrova su di me, completamente spalmato, come la nutella su di un toast. 
Beh, noi siamo più invitanti. 
Le nostre labbra si toccano, così come le nostre lingue. I nostri respiri si fondono in uno e tutto ciò che segue non è altro che l'ennesimo colpo al cuore e all'anima, oltre che al corpo. 
 
Zayn è bello, sexy, affascinante, incredibilmente perfetto e davvero non posso fare altro che chiedermi perché lui voglia stare con me. 
Mi ha fatto sentire per due ore la ragazza più bella e voluta di tutto il mondo; durante queste due ore è stato come se mi avesse desiderato da tempo, come se fossi la sua fonte di beatitudine e di piacere per eccellenza. 
È scontato che io dica che lui rappresenta proprio la stessa cosa per me. 
-Sam...-. Mi sussurra flebile.
-Mmh-Mmh-. 
-Sei fantastica-. 
Sussulto lievemente, chiudendo gli occhi. 
Voglio memorizzare quest'episodio nella mia mente per sempre, vorrei che ogni singola parola che mi sussurra sia impressa nella mia mente e nel mio cuore fino alla fine dei miei giorni. 
Mi stringe a se più forte, allacciando un suo braccio attorno alla mia vita. Gli stringo la mano e mi accovaccio a lui come se io fossi una tartaruga e lui il mio guscio. Il che è vero. Lui è la mia corazza, la mia salvezza, colui che mi difende da tutto e da tutti. È il mio supereroe. 
Le nostre gambe si uniscono, combaciando l'una con l'altra e i nostri cuori si fondono in uno. 
Appoggio la mia testa nell'incavo del suo collo e sento il suo respiro caldo su di essa. 
Gli lascio un bacio sul petto, facendolo rabbrividire. 
-Vorrei che fosse così per sempre, vorrei che tu non mi lasciassi mai solo-. Sussurra. -Mi piace la nostra intimità, il nostro rapporto. Se ti perdessi di nuovo io sarei perso. Farò anche l'impossibile per far si che non accada-. 
Mi racchido in lui ancora di più, tanto da non avere più aria per respirare. 
-Ti amo, Zayn. Tu..-. 
Il 'bip' del suo cellulare mi blocca. 
Ha un messaggio in segreteria che inizia ad essere trasmesso. 
Smetto di respirare per un secondo quando noto che la voce di chi parla è femminile. 
'Ciao Zayn, sono Perrie. Mi chiedevo se ti andava di venire a casa mia stasera, sono sola. Non ci vediamo da una settimana, mi manchi. Richiamami'. 
Sbarro gli occhi di sbotto, allontanandomi istintivamente da lui. 
-Che cazzo significa tutto questo?-. Esclamo furibonda e confusa, osservando Zayn imbianchirsi in volto. 
-Io, io posso spiegarti, veramente!-. 
Mi alzo, iniziando a racimolare i miei indumenti e ad indossarli. 
-Cosa vuoi spiegarmi? Quanto sei Stronzo? Inizia con il numero di bugie che mi hai raccontato nell'ultima settimana-. 
-Sam, non è come credi-. 
-Allora dimmi come stanno le cose, Zayn!-. Incrocio le braccia al petto, picchiettando col piede sul pavimento. 
Lo guardo negli occhi ma lui continua a distogliere lo sguardo dal mio. 
Brutto segno. 
-Io...beh...-. 
Sento gli occhi pizzicarmi e una lacrima inizia a scendere dolorosa, lenta e silenziosa sulla mia guancia. 
-Ti spiego io cosa succede!-. Sbotto infuriata. -Succede che sei un grande stronzo, un grande bugiardo e un grande imbecille. E succede anche che io sono l'esempio umano che la stupidità esiste. Io...io...-. Mi metto una mano tra i capelli, esasperata. -Io non posso crederci...mi sono fidata di te, di nuovo-. 
Infilo il jeans impacciatamente mentre Zayn fa altrettanto. 
-Sam, io ho passato solo qualche nottata con lei. Era solo per distrarmi e dimenticarti!-. 
-Zayn tu mi hai confermato di non aver fatto nulla con nessuna ragazza durante tutto l'arco di tempo in cui non ci siamo visti. Me l'hai detto guardandomi negli occhi, avevi un'espressione seria e decisa in volto! Posso affermare che tu sei un grande bugiardo, un grande attore! E chissà quante altre bugie mi hai detto guardandomi negli occhi, risultando così convincente-. 
Mi appoggio al letto e infilo entrambe le scarpe mentre lui, dall'altro lato del letto, mi guarda impassibile. 
In effetti non c'è nulla che lui possa fare in questo momento. 
-Sam tutto ciò che ti ho detto, ogni singola parola che ti ho sussurrato è vera, proviene dal profondo del cuore. Ciò che provo per te non è una bugia, il nostro Amore non è una bugia-. 
-Smettila!-. Urlo come se fossi indemoniata. -Smettila di illudermi!-. Un miliardo di lacrime iniziano a scendere parallelamente sul mio volto, coprendolo interamente.
Con le lacrime arriva anche il rossore, come al solito, ed io mi sento di scoppiare, di perdere le forze, di morire. 
Non riesco ancora a mettere In ordine tutti gli eventi e a darci un senso. Tutto del nostro rapporto oramai non ha un senso. 
-Sai che ti dico? Passali da solo questi tre giorni, magari con un'altra principessa. Io sono quella sbagliata, a quanto pare-. 
Prendo il mio borsone, che fortunatamente non ho ancora disfatto, e mi dirigo al piano di sotto. 
Zayn mi segue correndo, esasperato. 
-Sam io ho sbagliato, lo so...ma per favore, non lasciarmi proprio adesso. Sei la mia vita, io..io ti amo!-. 
Mi lascio scappare una risata rumorosa, quasi spasmodica ed isterica. 
-Certo, e questa è...qual'è? La duecentesima bugia? Non ti sei stancato di dire cose che non pensi, che non provi?-. 
-È la verità! Io ti amo e...-. Si avvicina a me, prende il mio viso tra le sue mani e mi asciuga una lacrima. -...e farei qualsiasi cosa per te-. 
-Allora fammi questo piacere, Zayn: esci fuori dalla mia vita-. 
Mi ritraggo dalla sua presa ed esco da casa sua. 
La pioggia fortunatamente ha cessato di cadere ma non ho la minima idea di dove andare, cosa fare. 
Sento le lacrime scavare ferite sulla mia pelle, lasciandomi stravolta. 
Io mi fidavo ciecamente di lui, non trovavo nessun difetto nel suo modo di fare e di essere. Lui era il mio prototipo di principe azzurro, nonostante sapevo perfettamente che il ragazzo perfetto non esiste. Ed ora lo so per certo, ne ho la conferma. 
Mentre esco dal cancello della casa, mi imbatto contro qualcuno. 
-Sam!-. È una voce familiare, troppo familiare e mi viene istintivamente voglia di abbracciarlo. 
-Harry!-. Sussurro. 
-Ehi, ehi...non piangere-. Mi accarezza la testa e mi stringe forte a se. -Vieni ritorniamo a casa-. 
Saliamo nella sua macchina. 
Appoggio il borsone davanti ai miei piedi per poi scoppiare in un pianto disperato. 
Harry guarda dritto davanti a se, senza dire niente come se voglia che io mi sfoghi. 
-Era questo il motivo per cui non volevi che stessi con Zayn, vero? Ed è questa la misteriosa verità che volevi dirmi, giusto?-. Chiedo tra un singhiozzo e l'altro.
Mi volto verso di lui, lui fa altrettanto.
-Da quanto sapevi che Zayn scopava tutte le sere con un'altra?-. Domando senza aver sentito una sua risposta alla domanda precedente. 
-L'ho sempre saputo. Louis me l'ha detto il giorno del mio compleanno, quando i ragazzi sono stati a casa nostra ma non volevo che soffrissi più di quanto stavi già facendo-. 
-Così hai pensato di tacere e di lasciare che le cose andassero in questo modo, illudendomi. Ma il mio viso stimola i ragazzi ad illudermi, a mentirmi?-. Chiedo più a me stessa, che a lui. Mi asciugo qualche lacrima. -Scusami...-. Riprendo in tono più dolce. -...tu non c'entri nulla. Hai solo cercato di proteggermi-. 
Si accovaccia verso di me, abbracciandomi. 
Mi sento così bene tra le sue braccia. Lui è la mia famiglia ed è l'unico su cui posso contare per davvero, l'unico di cui possa fidarmi.
Lascio ancora per un po' che le lacrime fuoriescano dai miei occhi, accompagnate da tutto il rimorso, la rabbia e il rancore che provo nei confronti di Zayn. 
-Come facevi a sapere che sarebbe successo proprio stasera tutto questo? Perché sei stato così puntale?-. Domando flebilmente. 
-Io non lo sapevo...mi sono messo in viaggio qualche minuto dopo la nostra telefonata. Non volevo che continuasse ad illuderti. Ho fatto solo ciò che ritenevo giusto-. 
-Tu fai sempre la cosa giusta, soprattutto quando si tratta di me-. 
-Perché ti voglio bene e, che tu voglia o no, sei solamente del tuo fratello ne!-. 
Sorrido impercettibilmente stringendolo a me con una forza ancora più forte. 
-Ti voglio bene-. Sussurro. 
-Non c'è bisogno che te lo dica anch'io, lo sai già-. 
Ci stacchiamo dall'abbraccio, ed Harry mette in moto l'auto. 
Sento picchiettate al finestrino dell'auto. Mi volto e vedo Zayn con un'espressione esasperata e rattristata fissarmi. 
Ha ripreso a piovere e lui è fradicio, sia fuori che dentro, nel cuore. 
Harry fa per scendere, ma notando l'espressione infuriata che ha in volto, lo fermo. 
-Per favore, andiamo. Non voglio vederlo più, per sempre-. 
Harry preme il piede sull'acceleratore e dopo pochi secondi Zayn scompare dalla mia visuale anche dallo specchietto laterale dell'auto.
-Ho sempre sperato che la mia vita prendesse una svolta importante...-. Inizio mentre Harry ha lo sguardo fisso sulla strada che ha davanti che inizia ad essere avvolta dal buio della tarda sera. -Mi sono trasferita ad Holmes Chapel. Tu sei diventata la parte più importante della mia vita. E poi anche Zayn ha iniziato a farne parte ma...sai una cosa? Sperare troppo fa male. Sognare che tutto vada per il verso giusto sotto tutti gli aspetti fa male, una volta che inizi a riprendere il contatto con la realtà...beh, ti ritrovi nella merda-. 






 

come al solito spero vi sia piaciuto!
Non vi aspettavate una cosa del genere, vero?
Beh, lascio a voi i commenti!
Fatemi sapere cosa ne pensate e vi dico solo una cosa:
io non amo i finali tristi...quindi don't worry!
Un bacio, notperfect.

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Capitolo 21
*** It's over, again ***


 It' s over, again

Avrei bisogno di una sveglia che al mattino cessasse di suonare, mi abbracciasse e mi dicesse: 'Shh, tranquilla, va tutto bene'. 
La mia invece sta continuando a suonare con uno stupido motivetto di un pezzo di una canzone di un cartone animato. 
Alzo il busto di sbotto, ancora con gli occhi chiusi e premo 'off' su questa lurida scatoletta rosa e gialla appoggiata sul comodino. Nonostante abbia gli occhi chiusi so perfettamente dove si trovi questo tasto in quanto sono abituata a farlo ogni mattina, e ogni mattina mi sembra sempre un'impresa incredibilmente faticosa e soprattutto involontaria. 
Apro gli occhi, ricordandomi che vivo ancora a casa mia con Harry, Ron e mamma. L'impatto con la realtà dopo aver dormito è sempre una sensazione odiosa. Quando dormo non ho nessun tipo di problema, nessun pensiero, nessuna emozione. 
Alcune volte vorrei proprio essere come quelle persone che non usano le faccine quando scrivono messaggi perché sembrano dei robot, ed i robot non hanno sentimenti. 
Scendo al piano di sotto dove Harry sta facendo già colazione. 
-Buongiorno!-. Esclama pimpante. 
-Ehi!-. Sussurro, accostandomi a lui e abbracciandolo intensamente. 
Abbracciare Harry è sempre una bella sensazione; mi sento protetta, amata, apprezzata. Lui è l'unica persona in grado di mostrare il suo affetto nei miei confronti e forse è l'unico a provarne. 
Mi è stato molto vicino in queste due settimane in cui non ho fatto altro che pensare a ciò che ha fatto Zayn.
Due settimane non bastano a farmi dimenticare di lui e so che sarà difficile andare avanti ma aver al mio fianco Harry rende più facile la situazione. 
-Hai dormito bene?-. Domanda, addentando un toast ricoperto di marmellata alle fragole. 
-Certo-.
-Bene, sono contento. Hai sognato qualcosa?-. 
-No-. Mi limito a dire, sorridendo impercettibilmente. 
Vorrei dirgli che sognare non rientra più nei miei canoni. Non sono più in grado di farlo e anche se sapessi farlo, mi limiterei a smettere di dare sfogo alla mia fantasia perché ho imparato a non credere nei miei sogni, nei miei desideri. 
Sarebbe una perdita di tempo sognare, non ho più nulla in cui sperare oramai. 
Prendo un coltello e inizio a spalmare un po' di nutella in un cornetto vuoto confezionato.
Dopo alcuni minuti di silenzio, Harry si schiarisce la voce appoggiando la sua tazza di caffè latte sul tavolo.
-Zayn mi ha chiamato di nuovo-. Dice in tono neutro. -Volevo solamente che lo sapessi-. Aggiunge, ritornando a consumare la sua colazione.
Non dico nulla, non lo guardo nemmeno. Se lo guardassi negli occhi in questo momento darei sfogo a tutta la mia debolezza e alla mia fragilità. Gli occhi di Harry mi incitano a pensare che sono in un posto sicuro con qualcuno di cui posso fidarmi ed io libero le mie emozioni solo con chi mi fido. Harry mi arreca una strana sensazione di conforto e affetto che mi spinge a credere di vivere felicemente, tranquillamente; una sensazione indecifrabile che mi dà la capacità di pensare che tutto è al suo posto, tutto va per il verso giusto. E invece non é così, per niente. 
-Sai che continua a chiamarmi da più di una settimana, giusto?-. Domanda improvvisamente con premura. 
Annuisco, addentando il mio cornetto. 
-Sam, sai perfettamente che in questo momento lo odio più di qualunque altra persona al mondo, ma non pensi sia giusto parlargli e chiarire una volta per tutte?-. Mi guarda speranzoso e mi afferra una mano, stringendola forte. 
-Stai dicendo che dovrei far finta che non sia successo niente? Che devo perdonarlo?-. 
-No!-. Si affretta a rispondere, portando indietro il busto. -Sarebbe l'ultima cosa che ti consiglierei di fare. Dico soltanto che dovresti...parlargli e spezzare per sempre questo legame che vi accomuna. Capisci cosa intendo?-. 
Indugio un po', tenendo lo sguardo basso. 
So che Harry ha ragione, lui ha sempre ragione! Ma non so se sono in grado di affrontare Zayn e poi non vederlo più per il resto della mia vita. 
Non potrei farcela, sarebbe troppo doloroso. Ma doloroso è anche ciò che sto facendo da circa due settimane: pensare a ciò che abbiamo passato insieme, a tutti i momenti, le emozioni e i sentimenti che ci hanno tenuti uniti per tutto questo tempo e chiedermi come è stata possibile una fine del genere. 
Faccio un sospiro, alzo lo sguardo su Harry e inarco le spalle. -Va bene-. Sussurro poi, ritornando a mangiare. 
Sinceramente non mi interessa più nulla, neanche di me stessa, del mio futuro. Zayn era il mio futuro, la mia speranza più grande e avrei tanto desiderato che non mi deludesse. Ma, si sa, le persone sono fatte per deludere ed è questo che facciamo da sempre: deluderci reciprocamente. Ma con Zayn! Beh, io non avrei mai fatto un torto a Zayn. Nonostante sia stata creata per deludere, per me Zayn rappresentava l'eccezione alla regola. Lui era contro ogni mio schema, ogni mio ideale. Lui è lo sbaglio più grande che abbia mai commesso, eppure non ho nessun rimorso. 
-Bene-. Esclama Harry. -Zayn è già qui a Londra. Stasera vi incontrerete in un pub e tutto sarà finito per mezzanotte. Lui scomparirà dalla tua vita e tu dalla sua per sempre. È questo che vuoi?-. 
Bella domanda, Harry. 
Sono così abituata ad avere accanto Zayn che non riesco a vedermi sola, senza di lui. Lui era come la mia aria: se non era sicura che lui mi fosse stato affianco, io non avrei fatto niente. Nulla. E il nulla è proprio ciò che mi sento di essere. 
-Sei sicura?-. Domanda nuovamente, sporgendosi vero di me. 
Riprendo nuovamente a mangiare il mio cornetto, bevo un sorso di succo all'arancia. -Sicurissima-. 
 
 
 
-Sei sicura che non vuoi che venga?-. 
-Harry è la centesima volta che me lo chiedi. NO, non voglio che mi accompagni. So cavarmela da sola-. Rispondo brusca, prendendo la borsa e scendendo al piano di sotto. -Il pub e proprio qui vicino, non mi serve neanche il passaggio!-. Aggiungo, affrettandomi ad andare verso la porta. 
Harry esita per qualche secondo, poi si decide a parlare. -Però promettimi che quando hai finito la...la tua 'seduta' con Zayn, mi chiami; così vengo a prenderti-. 
Sbuffo, annoiata da tutte queste sue attenzioni. -Promesso-. 
Esco di casa, dirigendomi verso il pub sulla dodicesima. 
È un pub piuttosto intimo e tranquillo, perfetto per parlare. 
È stato Harry ad organizzare tutto; lui ha chiamato Zayn per informarlo dell'indirizzo del pub e lui ha prenotato un tavolo al locale.
Non so come reagirò vedendolo di fronte a me, con la sua solita espressione fiera in volto, con lo sguardo profondo e le mani nelle tasche dei suoi jeans. Solo a pensarci mi fa uno strano effetto. 
Apro la porta del locale che si presenta proprio come l'avevo immaginato: vi è una luce soffusa e opaca, il pavimento in legno e le pareti colorate di un rosa pesca scuro. Un bancone si trova alla sinistra dell'entrata e a destra vi sono vari tavolini e sedie coordinate. 
Non è esattamente un pub, è una specie di locanda. 
C'è un forte odore di caffè ed è semipieno. 
Mi guardo attorno, sperando di vedere Zayn ma non di incrociare i suoi occhi. Ci Sarebbe la disfatta del mio orgoglio se ci guardassimo negli occhi. 
All'ultimo tavolo in fondo alla sala è seduto un ragazzo con gli stessi capelli corvini di Zayn. Mi avvicino lentamente; sento le mani che mi tremano e il respiro che si fa sempre più affannato. Riconosco l'estremità del tatuaggio che fuoriesce dalla maglietta, quel tatuaggio che ha proprio dietro al collo, dove terminano i capelli. 
Si, è decisamente lui. 
Mi posiziono di fronte a lui e richiamo la sua attenzione schiarendo la voce. 
Zayn alza lo sguardo, che si illumina non appena mi vede eretta davanti a lui. 
-Sam...-. Sussurra. 
Mi metto a sedere, senza degnarlo di uno sguardo. -Oh, pensavo venissi in compagnia di Perrie. Come mai non è qui?-. Domando sarcastica e acida al tempo stesso. 
Vedo Zayn boccheggiare per un istante, dopodiché sembra rinunciarci e si avvicina di più all'orlo del tavolo. 
-Ciao Sam-. Saluta in tono dolce. 
Ignoro del tutto il suo saluto, prendendo il cellulare dalla borsa per appoggiarlo sul tavolo. 
-Allora? Cosa vuoi dirmi? So che vuoi parlarmi-. Lo incito a dire ciò che deve e finirla una volta per tutte. 
Nonostante sappia perfettamente quanto ci tenevo a lui, so anche che devo riuscire ad andare avanti e a rifarmi una vita...senza di lui. 
Zayn sembra molto inquieto e dispiaciuto, e anche stranito dalla mia freddezza e indifferenza nei suoi riguardi. 
-S..si-. Risponde poi, incerto e titubante. 
Penso si sia accorto di quanto sia grave ciò che ha fatto, e soprattutto di quanto sia incredibilmente sbagliata e cattiva la conseguenza che ha avuto su di me. 
Non dice nulla per qualche secondo, mentre si contorce il labbro inferiore e mi guarda con un'espressione indecifrabile sul volto.
-Sto aspettando, sono a tutto orecchi-. Esclamo, sempre con quest'espressione seria e decisa, dalla quale non traspare nient'altro che disprezzo e sofferenza. 
Abbassa lo sguardo, per poi rialzarlo dopo un secondo esatto. Sembra spaesato, amareggiato e un po' sofferente. 
Sto facendo tutto il possibile per non scoppiare in lacrime, ma sono sul punto di cedere.
Nonostante mi abbia tradita e resa senza una dignità, io gli voglio ancora un gran bene. Perché il bene non può essere dimenticato da un giorno all'altro. Il bene non si dimentica. 
-Io...io voglio chiederti scusa per ciò che ho fatto, per come ti ho fatta sentire, per come mi sono comportato. Io sono un vigliacco, un codardo...sono tutto ciò che c'e di più brutto sulla faccia della terra e me ne rendo conto...-. 
-Aspetta, aspetta, aspetta...-. Lo interrompo. Lo guardo meravigliata. -Non ti sembra di aver già vissuto questa scena?-. Domando, non dandogli la possibilità di alluderlo a qualcosa. 
-Cosa vuoi dire?-. 
-Voglio dire che sono stanca delle tue scuse! Quante volte ancora devo soffrire per stare definitivamente in pace?! È successo già una volta questa specie di inconveniente. Non voglio più sentirti dire cose che non provi perché se provassi davvero amore nei miei confronti, non mi faresti tutto questo male, non mi faresti soffrire in questo modo!-. Mantengo comunque un tono calmo ma pieno d'odio e di dolore. 
Gli altri clienti non si accorgono nemmeno di noi. Siamo così insignificanti. 
-Non era mia intenzione farti soffrire. Io...tu non potresti neanche immaginare quanto ti ho amata e quanto ti amo. E sicuramente continuerò ad amarti per sempre perché hai lasciato qualcosa in me che non mi abbandona più. Sono quindici giorni che non faccio altro che pensarti, non dormo più! Chiamo Harry ogni volta che mi è possibile per avere tue notizie. Mi manchi e non sono sicuro di poter andare avanti senza di te-. 
-E quando scopavi con quella a tutto questo non ci pensavi?-. Domando. 
Non mi risponde, rimanendo a fissarmi solamente con un'espressione triste e dispiaciuta in volto. 
-È ovvio che non mi rispondi! Non hai nulla a tuo vantaggio, niente di niente. E sei proprio il nulla per me adesso. Non riesco neanche più a guardarti-. Prendo una pausa durante la quale neanche lui articola una sillaba. -Insomma...-. Aggiungo, lasciandomi scappare una risata isterica, decisamente un tipo di risata che sostituisce un pianto liberatorio. -...tu mi mandavi rose la mattina mentre la notte ti scopavi un'altra ragazza! Che razza di persona farebbe una cosa del genere? solo una persona falsa e meschina, così sicuro di se stesso da non riuscire a pensare che le persone attorno a lui lo abbandonino. Eppure guardati adesso. Sei solo, senza il tuo migliore amico e senza...beh, non so come definirmi. La scema di turno?qualunque cosa sono stata per te, adesso non lo sono più-. 
Continua a guardarmi sconvolto, rattristato e deluso. Deluso da se stesso e da quanto schifo racchiude in un corpo umano.
Sento gli occhi pizzicarmi e, improvvisamente mi alzo. -Me ne vado-. Esito un attimo prima di dirigermi verso l'uscita del locale e chiudere la porta alle mie spalle. 
Faccio qualche passo, decisa a ritornare a casa fin quando sento la voce di Zayn chiamarmi. 
Mi fermo e mi volto verso di lui. Lo vedo mentre si avvicina, mi sfiora una guancia, asciugando una lacrima. 
-Sapevo che stessi piangendo-. Afferma, non staccando i suoi occhi dai miei. -Tu sei troppo dolce e sensibile per dirmi una cosa del genere e non scoppiare in lacrime-. 
Scuoto la testa, come per convincermi di non cascarci di nuovo. Non posso permetterlo questa volta, non devo. 
-Senti, Sam...io non rispondo mai ai messaggi dei miei amici, non sistemo mai la mia camera, non aiuto mai mio padre nel suo lavoro, non rispetto mai i professori, non faccio quasi mai i compiti...ma, l'unica cosa che so fare, è amarti. Io sono me stesso solo quando sto con te. Tu fai uscire fuori la parte migliore di me. Non posso rinunciare a te. Non posso arrendermi così, senza aver lottato. Perché tu vali più di ogni altro tesoro al mondo, tu sei il mio tesoro, quello che tutti invidierebbero-. Mi accarezza nuovamente il viso, cingendolo forte tra le sue mani possenti e delicate al tempo stesso.
-Devi fartene una ragione, Zayn. Smettila di pensarmi, soffrirai di meno e...-. Non riesco a continuare la frase. Sento la voce morirmi in gola e una cascata di lacrime invadermi il viso. Non potevo più trattenermi. 
-Ecco, vedi! Stai piangendo perché tu non credi davvero nelle parole che hai appena detto!-. Esclama convinto e speranzoso. -Sam, ti prego, perdonami. Io non riuscirò ad andare avanti senza te, sei la parte più importante di me da quando ti ho conosciuta. Farei qualsiasi cosa per...-. 
-Ascolta Zayn...-. Lo interrompo, tranquilla e con la voce tremante, prendendo le sue mani con le mie. Mi sembra un gesto così naturale e spontaneo che non me ne rendo neanche conto. Lui sussulta a questo contatto, non facendo notare troppo la sua meraviglia.  -L'amore è fiducia...e tu hai appena tradito la mia. Come pensi di andare avanti adesso che non mi fido più di te? È come ripartire da zero, io non potrei farcela-. 
Zayn sta per ribattere, ma io lo blocco di nuovo.
-No, Zayn...io...io devo andare-. Lo scruto due secondi, giusto il tempo di imprimerlo nella mia mente e di notare ogni suo piccolo dettaglio che lo rendono così completo, così perfetto. 
Mi allontano da lui, svincolandomi dalla sua prese e mi volto dall'altro lato. 
Addio Zayn, addio per sempre. 







Come al solito, spero vi sia piaciuto!
Come vi ho già detto, a me non piacciono i finali tristi, quindi
aspettatevi un altro colpo di scena. Non perdete
il prossimo capitolo quindi recensite! Grazie a chi segue e recensisce
questa storia!
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo...spero non vi deluda!
Ragazze ho iniziato a scrivere una nuova ff
che aggiornerò al più presto! se vi va, datele un'occhiata
e passate sul mio profilo!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1390828&i=1
 
Un bacio, notperfect. <3

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Capitolo 22
*** I ain't going nowhere ***


 I ain't going nowhere
Zayn è scomparso dalla mia mente. Dico sul serio. 
Non lo vedo dalla sera al pub, da circa due settimane. 
Sono felice di star affrontando questa situazione così serenamente, senza pesi sulla coscienza o altro. Lui non vale nulla per me, almeno non più. Che si scopi Perrie tutte le volte che vuole. 
Ho saputo che si è tinta i capelli di viola. 
Buon per lei! 
Ora ha per davvero l'aria da cretina. 
Apro il cioccolatino che Harry mi ha appena offerto, trovando un piccolo foglietto trasparente con su scritto "Vieni, posa la testa sul mio petto ed io t'acquieterò con baci e baci". 
Sento uno strano rigurgito salire in superficie dal fondo dello stomaco. 
Aggrotto i sopraccigli, facendo una strana smorfia. 
Stupidi bigliettini d'amore. 
Perché ne mettono ancora nei cioccolatini? Non sono per niente utili e neanche apprezzati. 
All'interno dei cioccolatini dovrebbero esserci frasi del tipo: "Stai ingrassando, idiota!". 
Ecco, questa si che sarebbe una frase ad effetto e molto apprezzata da noi donne. Ci aiuterebbe a capire che i ragazzi non possono renderci così dipendenti da loro, o dalla cioccolata! Loro non possono e non devono avere il potere di indurci ad ingrassare. 
Eppure sto inghiottendo quintali di cioccolatini da varie settimane. 
Dovrei mettermi a dieta perché appena il tempo qui a Londra lo permetterà, andrò in piscina. 
La scuola è finita e non vedo il motivo per cui non debba divertirmi. 
A Londra soprattutto ci sono un miliardo di attività da svolgere, posti da visitare e ragazzi da rimorchiare. 
Insomma, qui a Londra in questo periodo dell'anno ci sono migliaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo e di tutte le età. 
-Andiamo in piscina sabato?-. Chiedo ad Harry spontaneamente. 
Sembra essere molto incuriosito da ciò che sta osservando dal display del suo cellulare. Alza impercettibilmente la testa e mi regala un sorriso. -Certo-. Risponde distratto. 
-Cosa stai guardando?-. Mi avvicino verso di lui, scorgendo la figura slanciata di una ragazza in costume sul suo cellulare. 
Innalzo un sopracciglio, dandogli un colpetto sulla spalla. 
-Ahia!-. Esclama imbronciato, guardandomi confuso. -Che c'è?-. 
-Stai guardando la foto di una ragazza in bichini!-. 
-E quindi? Non posso farlo?-. 
Spalanco gli occhi, stupita. 
-Certo che non puoi! Sei uguale agli altri ragazzi di questo pianeta. Ti reputavo diverso-. 
Harry sembra essere meravigliato dalla mia risposta e l'espressione che assume in volto mi fa pensare che l'abbia presa troppo sul serio. 
-Hai ragione-. Dice poi flebilmente. 
Smette di guardare quelle foto e appoggia il suo cellulare sul tavolino da caffè. 
-Harry io non volevo farti sentire in colpa, stavo scherzando!-. Ribatto sorridendo, accarezzandogli una mano. 
Lui scrolla solamente le spalle, accendendo la tv. 
Non capisco perché se la sia presa in questo modo. Io gli ho solo parlato ironicamente con lo scopo di farlo sorridere. E anche se fossi stata seria, non avrebbe dovuto rimanerci così male. É una sciocchezza. È una cosa stupida e insensata. 
-E comunque...-. Inizio a parlare con tono serio. -...se in una ragazza guardi solo petto e cosce, tanto vale invitare un pollo a cena-. 
-Sei un idiota!-. Esclama divertito, scoppiando a ridere. 
 
 
 
 
-Harry, muoviti o non riusciremo a prendere i posti sul bordo piscina!-. Esclamo infuriata, imprecando Harry di andare più veloce con questa sua nuova maledettissima auto. 
Pensa di non dover sfruttare troppo i cavalli dell'auto, secondo lui potrebbe cedere da un momento all'altro non essendo abituata a velocità molto alte. 
-Non preoccuparti, Josh e Holly sono già li, hanno occupato posti anche per noi-. 
Josh é l'amico di Harry, quello del compleanno. 
Holly è la sua ragazza. 
La odio. 
La odio nel vero senso letterario della parola e lei è odiosa come nessun'altra ragazza sulla faccia della terra.
Josh è un ragazzo gentile e simpatico e davvero non capisco come abbia fatto ad apprezzare una ragazza superficiale e vanitosa come Holly.
Dopo una decina di minuti circa, parcheggia l'auto di fronte all'entrata della piscina pubblica nella periferia di Londra. É un acqua-park aperto di recente. Si trova più a sud del paese, dove le temperature sono più miti. 
È stata un'idea carina creare un acqua-park in Gran Bretagna anche se non sono sicura al cento per cento del suo sfruttamento. 
Fortunatamente oggi c'e un sole accecante ed alto in cielo, fa caldo per davvero. 
Dopo aver intravisto Holly e Josh da lontano, ci incamminiamo verso di loro. 
-Ehi ragazzi, finalmente!-. Esclama Josh dando una pacca sulla spalla ad Harry. 
Mi sorride lievemente ed io faccio altrettanto. 
Salutando Holly mi accorgo che c'è un piccolo chiosco di bevande proprio dietro di lei. 
-Ragazzi vado a prendere da bere. Preferenze?-. Chiedo.
-Ho voglia di un tè al limone ghiacciato-. Risponde Holly, spalmandosi dell'abbronzante sulle gambe. 
Le sorrido forzatamente, voltandomi poi verso Harry e Josh intenti a chiacchierare tra di loro su una partita di calcio che c'è stata ieri sera. 
-Due birre per noi-. 
Gli sorrido in segno di approvazione, avviandomi verso il chiosco. 
-Vuoi una mano?-. Mi chiede Holly in lontananza. 
Mi fermo di sbotto, non facendo prevalere il mio stupore. 
Da quando è così disponibile e gentile?
-No, non c'è problema, faccio da sola-. 
Do le mie ordinazioni al barista che è davvero carino. 
Non indossa una maglietta o una canotta; è a petto nudo ed ha un fisico da surfista australiano. È di carnagione scura ed ha degli occhi enormi color miele. I capelli un po' lunghi e spettinati gli danno l'aria da...fico. 
Aspetto che porti a termine la mia ordinazione e nel mentre lo guardo estasiata. 
È davvero una visione paradisiaca la sua. 
-Ecco a te-. Mi sorride, facendomi avvampare. 
Mi porge le due birre e i due tè al limone, facendomi l'occhiolino. 
-Potresti darmi una busta? Devo arrivare fino a quel lettino e ho paura che mi cadano-. Gli indico la mia postazione, sorridendo. 
Lui fa altrettanto, annuendo con il capo. 
Sto davvero flirtando? 
Questa non sono io, non è made by Sam. 
-Grazie mille-. Gli dico sorridendo, avviandomi verso Harry, Holly e Josh. 
Mentre cammino, mi perdo ad osservare per bene l'intero spazio. 
È enorme. 
Ci sono varie piscine qua e la, ornate da piante artificiali di vario genere. Ci sono delle aiuole vicino alle estremità delle entrate e dei gradini che spuntano dall'erba che portano ad un altro piano. Li vi sono piscine molto più grandi e dotate di scivoli di vario genere. 
È tutto molto colorato e questo fa stare di buon umore chiunque a prescindere dalla sua situazione. 
Anche chi è triste qui potrebbe ritornare a..
-Ehi!-. Sbotto infuriata e un attimo dopo mi ritrovo a terra.
Ho urtato contro qualcuno ed ora mi ritrovo sopra lei o...lui. 
Non lo guardo in faccia, cerco solamente di rialzarmi per urlargli contro quando la mia attenzione ricade sul suo petto. 
Faccio una smorfia confusa, sorpresa e tremendamente spaventata. 
Tocco quel punto; quel punto sul quale qualche settimana fa è stata incisa la stupidissima frase 'Everything's gonna be alright'. 
Quante probabilità ci sono che sia lui?
Quante possibilità ci sono che un altro ragazzo abbia avuto l'idea di tatuarsi quella frase a quella stessa altezza? 
Spero tantissime. 
Tutto ciò avviene in una fazione di secondo, dopodiché , facendomi coraggio alzo lo sguardo sul viso, visibilmente scioccata. 
Migliaia di fuochi d'artificio esplodono nel mio stomaco e un'esplosione di adrenalina mi travolge in pieno. Sento ogni minima particella del mio viso andare a fuoco sotto il sole e le palpebre sbattere velocemente. Veloce è anche il battito del mio cuore, sempre più irregolare nei movimenti. 
-Zayn...-. Sussurro flebilmente, meravigliata. 
-Sam, io non sapevo che tu fossi qui, davvero...-. 
Mi alzo, ancora allibita. 
-Io, davvero...sono qui con Niall e Liam e non pensavo ci fossi anche tu ma questo è...-. 
-Zayn!-. Esclama Harry e sembra esser meravigliato quanto me. -Che ci fai qui?-. 
-Ciao Harry-. 
Nessun abbraccio? Nessuna pacca sulla spalla? Nessuna battuta fuori luogo? 
La loro amicizia deve essere davvero finita. 
-Sono qui con Niall e Liam. Abbiamo pensato di passare una giornata qui e...non pensavo ci foste stati anche voi-. 
Harry lo scruta per un po' con aria superba. 
È un atteggiamento che non mi piace molto ma non posso fare altro che stare zitta e restare a guardarlo. 
-Beh, è fantastico. Dopo saluterò anche Liam e Niall-. Si volta verso di me, raccogliendo la busta contenente le bibite che mi è caduta durante lo scontro fisico. -Holly e Josh ci stanno aspettando. Andiamo Sam!-. Mi afferra per un braccio, trascinandomi verso la nostra postazione. 
Mi volto a fissare Zayn per qualche secondo mentre vado verso Holly e Josh e noto che anche lui sta facendo altrettanto. 
 
 
L'incontro con Zayn mi ha letteralmente sconvolta. Non pensavo che l'odio accumulato fino ad ora sia svanito con la sua visuale. Quando l'ho riconosciuto, avrei voluto abbracciarlo, stringerlo a me forte; avrei voluto baciarlo e accarezzarlo. Il desiderio è stato simile a quello che avevo la prima volta in cui l'ho incontrato. 
Io non so se ciò che provo per lui sia ancora amore, ma so per certo che io e lui siamo ancora una cosa sola, io dipendo ancora da lui. 
-Sam, vieni in acqua con noi?-. Holly mi sta fissando con aria superba e vanitosa, aspettando impaziente la mia risposta. 
La guardo distratta, accennando un sorriso. -Magari tra qualche minuto-. 
-Noi non rimarremo in acqua tantissimo tempo, potrebbe intorpidirsi la mia pelle-. 
-Non preoccuparti, non è necessaria la tua compagnia-. Mostro un sorriso sforzato, ritornando a leggere il mio libro sotto i raggi del sole. 
Ondeggiando, Holly raggiunge Harry e Josh che sono già in acqua.
Alzo lo sguardo, sbuffo e alzo i miei occhiali sulla fronte. 
Con lo sguardo cerco Zayn, ma non lo vedo. Sarà sicuramente dall'altra parte del parco. 
Mi alzo, dirigendomi verso il bordo piscina. 
In fondo non posso starmene qui seduta leggendo un libro smielato d'amore mentre tutti gli altri che mi circondano si divertono, mentre Zayn si diverte.
Davvero non avrei mai pensato di incontrarlo qui e non avrei mai pensato che quest'incontro mi procurasse queste sensazioni. 
-Sam!-. Sento chiamarmi da una voce tremendamente familiare ma gli schiamazzi dei bambini non mi lasciano distinguerla correttamente.
Mi giro verso destra e vedo Liam sorridermi con la sua solita espressione amichevole e confortevole e Niall a pochi centimetri da lui che ha in mano una bibita e sta mangiando velocemente delle patatine. 
-Liam!-. Gli corro incontro, abbracciandolo. 
Lui ricambia la mia stretta e dal suo tocco percepisco tutto l'affetto che nutre nei miei confronti. 
Abbiamo passato bei momenti insieme ad Holmes Chapel e la faccenda di Zayn non rovinerà anche il nostro rapporto. 
-Come stai?-. Mi chiede, sorridente. 
-Direi...bene-. Sforzo di apparire allegra e felice nonostante sappia perfettamente che Liam leggerà ogni mio pensiero. Lui è come Harry: capisce sempre tutto. -E tu? Come stai?-. 
-Oh, alla grande!-. 
Niall tossisce e si schiarisce la voce più volte per far destare l'attenzione su di lui.
-Niall! Mi sei mancato!-. Esclamo felice di vederlo, voltandomi verso di lui. 
Si lascia scappare una risata, abbracciandomi. 
-Continui a diventare più bella tu!-. Mi sussurra. 
-E tu ad essere un bugiardo, oltre che ad un grande mangiatore!-. 
Ride nuovamente, bevendo un po' di coca. 
Mi guardo attorno con la speranza di vedere Zayn. È strano che lui non ci sia se è venuto con Niall e Liam. Sarà solo in questo momento...
Oh, aspetta un attimo. 
Sarà con Perrie. 
-Sai che c'è anche Zayn con noi, vero?-. Domanda Liam in tono neutro. 
Annuisco. -Si, ho avuto il piacere di incontrarlo prima-. Rispondo sarcastica. 
Niall accenna una risatina mentre Liam, dopo aver indugiato qualche secondo, mi afferra per un braccio trascinandomi verso una direzione a me sconosciuta. 
-Senti Sam...-. Inizia continuando a camminare, seguiti da Niall. -...Zayn è di una noiosità incredibile ultimamente. È diventato depresso. Venire qui è stata un'idea di Niall per farlo distrarre e divertire un po' e  La fortuna ha voluto che ci fossi anche tu. Questa non è una coincidenza, questo è il destino, il tuo destino, il vostro destino, tuo e di Zayn. Voi siete fatti per stare insieme. Scommetto la mia casa e la mia auto che sei stata malissimo in queste settimane. E vuoi sapere perché ne sono sicuro? Perché Zayn completa te e tu completi lui. Siete anime gemelle, siete...siete come Niall e il cibo, come la pizza e le patatine. Siete fatti per stare insieme, per farvi compagnia a vicenda-. Si ferma di sbotto, mettendosi di fronte. Lo guardo confusa, stupita, senza una parola da dire. -...voi siete fatti per amarvi, e questo tu lo sai. Quindi, per favore, ascolta il tuo cuore questa volta-. 
Questa volta? 
Quale volta? 
Da dietro una pianta compare Zayn, accompagnato da Niall. Sembra non sapere della mia presenza in quanto continua a parlare normalmente con Niall. 
Liam mi stringe la mano che tiene ancora tra la sua, per poi lasciarla definitivamente. Mi guarda un'ultima volta con un'espressione che tende a significare: 'Fa' la cosa giusta e non deludermi'. 
Ci penso su, indugiando. 
Alla fine annuisco perché io farò la cosa giusta questa volta, non deluderò me stessa di nuovo, farò ciò che sarà necessario per la mia felicità. 
Liam mi sorride, andando verso Niall che nel frattempo mi indica. Zayn si volta verso di me e d'un tratto il suo sorriso si trasforma in un'espressione più seria, non triste o arrabbiata o disprezzante, solamente un'espressione di chi sa che sta facendo la cosa giusta venendomi incontro. 
Niall e Liam ci lasciano soli e Zayn si fa ancora più vicino. 
Cerca il mio sguardo ma io mi volto sempre altrove. Se lo guardassi negli occhi scoppierei a piangere e li abbraccerei così forte da stritolarlo. 
-Ciao-. Sussurra prendendomi una mano e incastrandola con la sua; la porta al petto e poi la bacia. 
A quel contatto chiudo gli occhi, imprecandomi mentalmente di non essere troppo sensibile. 
Non gli rispondo, la mia voce sarebbe mozzata dalle lacrime. 
-Come stai?-. Continua lui, aguzzando la vista verso di me. 
Continuo a tenere lo sguardo basso, con espressione indecifrabile. 
Inarco le spalle e mi sento una bambina di tre anni davanti al suo giocattolo preferito che la mamma non vuole comprare. 
-Beh, io non sto bene-. Dice, cambiando tono di voce. 
Se prima sembrava un padre intento ad assecondare la sua figlioletta, adesso è intento ad ottenere ciò che vuole da sua figlia: il suo rispetto che, nel nostro caso, è tutt'altro. 
-Non sto bene da quando tu mi hai detto quelle cose al pub, da quando te ne sei andata-. Continua, in tono afflitto. 
Alzo lo sguardo di sbotto verso di lui. Lui sembra trattenere il respiro per qualche secondo come se non si aspettasse un'azione così improvvisa da parte mia e non sia stato preparato a reagire. 
-Ti ho parlato in quel modo perché ne avevo un motivo, tu perché mi hai mentito?-. Domando con improvvisa acidità. 
-Perché pensavo di perderti-. Risponde con voce trafitta dal dolore. -Ma alla fine il risultato è stato lo stesso-. Inizia a mordersi il labbro inferiore come è suo solito fare quando è nervoso. 
Passano alcuni attimi di silenzio così imbarazzanti che mi vien voglia di scomparire nonostante sia con la persona con cui voglio stare. 
-Beh...-. Sbotto improvvisamente. -... in fondo lei è più bella di me, più magra, più divertente, più carina...-. 
-Smettila!-. Mi afferra le estremità delle spalle e mi scuote prepotentemente. 
-...non preoccuparti, anche io non mi sarei scelta-. Concludo non badando al suo gesto. 
-Per favore, Sam: smettila! Smettila di dire stronzate. Non si tratta di una scelta tra te e lei. La scelta non esiste per niente perché per me ci sei solo tu. Lei non contava e non conta tutt'ora-. Sembra essersi arrabbiato. 
-Okay, ci sono andato a letto qualche volta ma è stato per puro divertimento non perché provavo qualcosa per lei. L'ho fatto per dimenticarti ma non ha funzionato e alla fine mi sono ritrovato in questa situazione di merda e ho incasinato anche te. Scusami. Non finirò mai di dirtelo-. 
-Non conta più ormai-. Affermo decisa. 
Assume un'espressione buia, cupa; sembra aver capito la cosa sbagliata. 
-Io sono disposto a tutto pur di...-. 
-Hai presente una bottiglia d'acqua dopo aver sudato o un goal ai mondiali?-. Lo interrompo improvvisamente in maniera del tutto spontanea. -...o il giorno prima del tuo compleanno? Cantare? Correre? Gridare? Le speranze o l'America?-. 
Aggrotta le sopracciglia, confuso. 
-Beh...-. Aggiungo. -...incontrarti oggi è stato molto meglio di tutto ciò-.
Mi scruta ancora ed io faccio altrettanto con aria seria in volto. Dopodiché, lasciandosi scappare un mezzo sorriso si catapulta tra le mie braccia, stringendomi così forte da non riuscire più a sentire il sangue circolare nel mio corpo. 
Mi lascia un bacio sulle spalle nude e nell'incavo del collo, sulla guancia destra e infine un bacio lento e pieno di passione sulle labbra. 
Lo stringo a me più che mai, assaporando il suo sapore dolce e che sa di buono. 
Ci sediamo sullo spazio di erba che vi è in questo posto più isolato del parco e ci raccontiamo, come due bambini, tutto ciò che abbiamo provato in quest'arco di tempo in cui non ci siamo visti, non tralasciando nulla. 
Nelle ore successive abbiamo spiegato ad Harry la situazione e lui, bene o male, l'ha apprezzata e lui e Zayn si sono dati un grosso abbraccio. 
Mi mancava vederli così uniti ed è stata un'iniezione di gioia quell'abbraccio per me. 
Abbiamo trascorso la giornata insieme, scherzando tra di noi in piscina e ricorrendoci per poi finire sdraiati sull'erba. 
È stata sicuramente la giornata perfetta che aspettavo di trascorrere da tempo. 
 
-Ci vediamo la prossima settimana-. Sussurro all'orecchio di Zayn, lasciandogli un bacio nell'incavo del collo. 
-Sarò a Londra questo sabato e sarò il primo a scendere dall'aereo-. 
-Ci conto-. 
Mi stringe in un abbraccio per poi raggiungere Niall e Liam. 
-Zayn!-. Lo chiamo forte d'impulso. 
Lo raggiungo correndo mentre mi guarda confuso. 
-Cosa c'è?-. Chiede preoccupato. 
Lo fisso per un po' negli occhi e, quando mi lascio scappare sorriso, assume un'espressione disorientata, come se pensi che sia pazza.
-Ti amo-. Dico determinata e decisa.
I suoi tratti del viso diventano più morbidi e mi sorride.
-Mi ami più di Justin Bieber?-. Innalza un sopracciglio, divertito.
-Whoa...-. Esclamo. -Dovresti sapere i tuoi limiti-. 







Lo so, forse è un finale un po'...'strano' ma era quello più conveniente.
Non ho scritto il prologo perchè non ne ho avuto tempo ma spero che
questa storia abbia lasciato qualche 'ricordo' in voi! Grazie a tutte le ragazze che
l'hanno messa nei preferiti, nelle seguite e quelle da ricordare! Grazie anche a chi ha recensito!
Spero vivamente che non vi dimentichiate di questa storia perchè, scrivendola, mi si è
incisa sulla pelle! Un bacio grandissimo, Notperfect.
Sto scrivendo una nuova ff, questo è l'intro:

Queen ha 17 anni e convive da circa dodici anni con un problema e un'angoscia costante: suo padre. La maltratta e la rende insignificnte, inutile; la fa sentire poco dignitosa e sempre sporca. Come in ogni favola, c'è un principe azzurro. Ma Justin non è un principe azzurro tradizionale, lui è una persona scontrosa, violenta e menefreghista, ma sarà l'unico che riuscirà salvarla.
***
Gli raccontai tutto, di ciò che mio padre mi aveva fatto in quegli anni e ciò che continuava a fare. Per la prima volta notai che nei suoi occhi c'era un pizzico di tenerezza e compassione e, nonostante l'ultima cosa che volevo era fare pena, l'unica cosa che riuscii a sussurrare fu una disperata richiesta d'aiuto. -Salvami, Justin-.

se vi ha incuriosite, questo è il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1837653&i=1
Mi farebbe piacere se mi diceste cosa ne pensate!

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