Innamorata dell'idea dell'amore

di irwinsjuliet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tears ***
Capitolo 3: *** death is part of life ***
Capitolo 4: *** New light ***
Capitolo 5: *** Vegetables ***
Capitolo 6: *** you hate him! ***
Capitolo 7: *** Kiss You ***
Capitolo 8: *** Finally the truth ***
Capitolo 9: *** Fever ***
Capitolo 10: *** Never give up ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Li avevo riempiti quasi tutti, mancava solo quello più vicino alla sua foto, ma era così maledettamente lontano per le mie braccia stanche.
-Se vuole l’aiuto signore- una vocetta timida mi fece voltare la testa, una giovane ragazza con i capelli castani e gli occhi azzurri come  miei mi stava tendendo una mano per aiutarmi
-Grazie cara, puoi metterli lì?- dissi e accennai a l’unico vaso vuoto porgendole i fiori
-Nessun problema.- sorrise mostrando sue adorabili fossette e sistemò le magnifiche rose rosse che le avevo dato.
-Ha bisogno d’altro?- chiese premurosa
-No piccola, ma perché ti preoccupi per me? Ci conosciamo?- era strano in effetti, e speravo che la mia debole memoria non mi stesse giocando brutti scherzi.
-No signore non ci conosciamo, l’ho vista in difficoltà e ho pensato avesse bisogno d’aiuto. Tutto qui.
-bè grazie, non se ne trovano molte di ragazze come te, buona giornata.- disse e feci per voltare la mia sedia e andarmene, ma lei non aveva finito
-Deve essere molto importante per lei.- disse la ragazza continuando a fissare per terra –se fa tutta questa fatica solo per portarle dei fiori.
-Importante non è abbastanza.- sospirai voltando di nuovo la sedia e fissando a mia volta la sua tomba.
-Le va di raccontarmi perché?- chiese e i suoi occhi luccicarono
-Davvero ti interessa??- chiesi sbalordito
-Sì.- disse
-Perché?-
-Non lo so.- sospirò
Rimasi per un momento a fissare quella strana ragazzina che mi aveva appena chiesto di raccontarle la parte più importante della mia vita, ma alla fine scrollai le spalle, da troppo tempo non parlavo con nessuno e comunque non ero mai riuscito a capire i giovani di oggi.
-è una storia lunga.- dissi
-Ho tempo.- rispose lei decisa
-Sei strana ragazzina.-
-Lo so.- si accovacciò per terra davanti alla mia sedia a rotelle.
-Tutto iniziò nel 2010 quando feci i provini per Xfactor, era un programma molto popolare allora.- dissi ridendo della sua faccia confusa
-Mi scartarono dicendomi che non ero pronto, infransero i miei sogni, ma proprio quando sembrava che tutto stesse andando male rientrai in gioco grazie a quattro fantastici ragazzi, formammo una band e rientrammo nello show, ci chiamavano i One Direction, forse non ci hai mai sentito, non mi stupirei
-No, in effetti no, scusi.- disse lei mortificata
-non fa niente davvero.- sospirai –è tanto che abbiamo smesso di fare musica-
-Perché?-
-Incomprensioni.- dissi semplicemente –è complicato noi…
-Niall!! Su forza è ora di andare.- vidi Jodie che da lontano mi faceva ampi gesti con la mano
-Chi è?- mi chiese la ragazzina
-L’infermiera che mi ha portato qui, mi dispiace devo andare piccola.- dissi dispiaciuto
-No, non ci pensi nemmeno, voglio sapere come continua la storia.- sorrisi confuso dall’interesse di quella ragazzina
-Io vivo al Goldsborough Estates sulla Ladbroke Terrace, sono sempre solo, puoi venire a trovarmi ogni tanto.-
-Ci conti.- sorrise e mostrò di nuovo le fossette –comunque io sono Charlotte, ma mi chiami Charlie.- e mi porse la mano
-Niall Horan.- risposi stringendogliela. –e dammi del tu.-


Ecco finalmente la FF su Niall che vi avevo promesso!! no non è vero, questa è un'altra ancora che mi è venuta in mente ieri e così ho messo da parte l'altra!! ;) perdonatemi se fa schifo, ma non so neanche se la continuerò ditemi un po' voi!! un bacio

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Capitolo 2
*** Tears ***


 
Aprii gli occhi di scatto e mi guardai intorno, quando posai lo sguardo sulla sveglia notai che erano appena le sei, era normale per me svegliarmi a quell’ora.
Mi misi a fissare il soffitto finché non arrivò un’infermiera
-Niall?? Sei già sveglio? Perché non hai chiamato?-
-Io…non ti volevo disturbare…-
-Sempre la stessa storia eh? Io sono qui apposta!-
-Mi aiuti?- sospirai
-Certo!- rispose Katy e mi scoprì, poi con delicatezza spostò le mie gambe fuori dal letto, mi cinse le spalle con un braccio e mi aiutò ad alzarmi e a sedermi sulla carrozzina.
Ormai non potevo fare praticamente più niente da solo, le forze mi avevano abbandonato da anni, e, non avendo più una famiglia, mi ero dovuto rifugiare qui.
-Vieni a fare colazione?- chiese Katy dalla porta
Storsi il naso, qui per colazione intendevano un paio di gallette e una tazza di tè, come per pranzo c’era sempre il minestrone, questo non rientrava nelle mie abitudini.
-Sì certo Katy arrivo.- dissi infine
Katy se ne andò e io spinsi la sedia a rotelle fino al bagno dove mi guardai allo specchio;
La vecchiaia  aveva lasciato solchi profondi sulla mia fronte, intorno ai miei occhi e alla bocca, ciocche bianche mi incorniciavano il viso, gli occhi erano sempre gli stessi ovviamente, ma avevano perso luce, d’altra parte era normale, la mia vita non aveva più un senso.
Mi allontanai dallo specchio cercando di non pensare a tutto questo e spinsi quell’odiato aggeggio in direzione della mensa, ma a metà strada cambiai idea e decisi di saltare la colazione, tanto quelle misere gallette non mi avrebbero certo riempito lo stomaco.
L’aria mattutina era fresca, ma piacevole, mi fermai in un angolo del grande giardino e sospirai, buttai la testa all’indietro e chiusi gli occhi, lasciando, contro ogni mia abitudine, i pensieri liberi di vagare.
Pioveva e faceva freddo, era una brutta giornata, stavamo preparando il nuovo tour e lo stress e l’agitazione erano alle stelle, entrai nel centro commerciale per comprarmi la cena, presi cinque pizze e una vaschetta enorme di gelato, sperando che bastasse, quando la vidi.
Era nel reparto surgelati, teneva in mano una busta di verdure e una pizza gigante e si mordeva il labbro indecisa, alla fine sospirò e rimise apposto le verdure allontanandosi. Senza pensarci mi avvicinai sorridendo
-Ottima scelta.- dissi, lei si girò di scatto e mi sorrise, due stupende fossette le comparvero agli angoli della bocca
-Dici? Forse la verdura era più salutare…-
-forse, ma non ti darebbe la stessa soddisfazione della pizza.-
-Touché, comunque piacere sono Rachel.- e mi porse la mano che mi affrettai a stringere
-Niall.- la guardai negli occhi, erano verdi e bellissimi, mi persi a guardarli
-Ok Niall adesso puoi anche lasciarmi la mano.- disse ridendo e mi accorsi che gliela stavo stringendo da mezzora, la lasciai abbozzando un sorriso.
-Bè visto che siamo d’accordo sul cibo, ti va se ci mangiamo insieme queste pizze?- chiesi
-Ehm…mi piacerebbe, ma una mia amica mi aspetta per mangiare.- sorrise imbarazzate e avvampò
-Rachel?- dissi e la guardai eloquentemente –hai preso solo una pizza.-
-Ok mi hai scoperto, ma non mi va di mangiare con uno sconosciuto, per quanto ne so io potresti essere uno stupratore o un assassino-
-Non fa una piega.- ammisi –possiamo almeno rivederci?-
-Uhm…dipende, se sarà destino.- disse e io la guardai confusa
-Che vuoi dire?-
-Se il destino ci farà incontrare di nuovo mangerò una pizza con te, promesso.-
-Ma è praticamente impossibile.- farfugliai –Ti rendi conto che viviamo a Londra? Una città con milioni di abitanti, se non mi dai il tuo numero le probabilità di rincontrarci sono…-
-Niall guarda là.- disse e indicò un punto alle mie spalle. Mi voltai, ma non vidi nulla
-Ma che…- iniziai, ma lei era sparita.
Qualcuno che mi stava battendo sulla spalla mi scosse dai miei pensieri
-Oggi salto la colazione Katy- risposi senza neanche aprire gli occhi
-Bè peccato, vuol dire che questi cornetti me li mangerò da sola.- non era Katy, non riconoscevo quella voce anche se mi sembrava familiare, aprii gli occhi: Charlie mi fissava agitando un sacchettino bianco.
-Charlotte.- sussurrai –sei venuta-
-Certo te l’avevo detto no?- sorrise –allora li vuoi o no questi cornetti?-
-Ovvio, dammeli.- dissi e ne addentai uno.
-Allora ti va di raccontare?- si accomodò sull’erba davanti a me
-Sì, ma prima mi devi dire perché ti interessa.- dissi smettendo per un attimo di masticare
-Non posso, ma ti prego racconta.-
Non chiedetemi perché, vi assicuro che non lo so, forse per quello sguardo implorante, o per quegli occhi azzurri pieni di vita che mi ricordavano tanto i miei, l’assecondai.
-Dove ero rimasto?-
-Chi c’era nella tomba? Perché è così importante per te?-
-Lei era la persona più importante della mia vita.-
-Come si chiamava?-
-Rachel.- e a sentire quel nome Charlie ebbe una strana reazione, annuì come se avesse capito tutto e dopo un secondo tornò a fissarmi.
-Perché era così importante?- ripeté
-L’amavo.- risposi semplicemente
-cos’è l’amore Niall?-  chiese improvvisamente
-Quello che crea la vita Charlie, ma come la crea la può anche distruggere.-  Quelle parole in qualche modo la colpirono, giocherellò per un minuto con l’erba prima di tornare a fissarmi ancora.
-Parlami di lei.-
-No, non sono ancora pronto Charlie, ti posso dire solo che è stato il destino a volerci insieme, il destino ha giocato con le nostre vite fino alla fine.-
-Allora parlami della tua band, dei tuoi amici dove sono?- quella domanda fu come una pugnalata dritta al cuore.
-Me li hanno portati via tanti anni fa.- risposi mentre una lacrima seguiva il profilo del mio viso.

Ciao belle ecco il primo capitolo! lo so che è una merdina, ma domani ho il compito di greco sono molto agitata e mi è uscito solo questo perdonatemi :C questo capitolo descrive un pochino la vita di Niall nella casa di riposo e facciamo la conoscenza di Rachel, nel prossimo capitolo parlerà a Charlie dei ragazzi, cosa sarà successo?? ok adesso smetto di rompervi e me ne vado, se volete dirmi cosa ne pensate con una recensioncina (anche negativa) non mi offendo mica eh?! ok vado Besos

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Capitolo 3
*** death is part of life ***


-Cosa è successo??- anche i suoi occhi erano lucidi –Niall ti prego.- mi esortò quando vide che non parlavo.
-Dovevamo andare a Singapore.- iniziai –era l’ultima tappa del nostro quindicesimo tour, quando mi telefonò mia madre agitata “Niall vieni subito la nonna ci ha lasciati” mi ricordo ancora che mormorai un “arrivo mamma” e guardai i ragazzi e Rachel con aria mortificata, loro mi dissero che non c’erano problemi, loro sarebbero partiti subito e io li avrei raggiunti il prima possibile, li abbracciai tutti e dissi a Rachel di andare con loro, ma lei non ne volle sapere di lasciarmi, e venne con me, prendemmo un aereo e andammo a casa mia in Mullingar, mentre i ragazzi presero il primo volo per Singapore. Mia madre ci accorse in lacrime e io cercai di consolarla, mi dispiaceva davvero tanto per mia nonna, ma lei aveva vissuto la sua vita il più possibile, insomma prima o poi tutti moriamo. Diedi l’ultimo saluto alla nonna, poi io e Rachel ce ne andammo, mi ricordo benissimo la scena, per tutti questi anni è rimasta impressa nella mia memoria.- feci una pausa e guardai Charlie, non batteva ciglio e continuava a fissarmi, continuai.
- Il telefono squillò. Guardai il display, era Paul, risposi pronto a una ramanzina “Paul lo so che sono in ritardo, ma vedi mia nonna…comunque sto arrivando” cercai di giustificarmi “Niall, non importa, non so come dirtelo, ma…” La voce di Paul tremava, era davvero strano, un brutto presentimento mi si gonfiò nello stomaco. “Che c’è Paul?” “L’aereo. È caduto.” Lasciai la mano di Rachel e caddi in ginocchio nel vialetto di casa mia, Rachel intanto mi scuoteva chiedendomi cosa fosse successo, ma in quel momento non potevo risponderle “Loro sono…” farfugliai spaventato “Sì. Non c’è stato nulla da fare.” L’urlo che lanciai squarciò la calma mattutina del mio quartiere, Rachel mi strappò il telefono di mano e iniziò a parlottare con Paul, mia madre uscì in fretta di casa spaventata, tutti i vicini si affacciarono curiosi. Un velo di nebbia cadde davanti ai miei occhi, o almeno mi sembrò, tutti i mei sensi, specialmente la vista e l’udito erano come ovattati, mi distesi sulla ghiaia del vialetto e mi tenni le gambe con le braccia, non chiedevo altro che perdere i sensi in quel momento, ma qualcuno lassù aveva deciso che avrei dovuto soffrire fino alla fine e non esaudì il mio desiderio, Rachel si sedette accanto a me e riprese la mia mano, le lacrime le rigavano il viso copiose, non so per quanto tempo rimanemmo in quella posizione. A un certo punto qualcuno cercò di farmi alzare e di portarmi in casa, ma una molla scattò dentro di me
“No lasciatemi!” urlai “Devo andare subito, loro mi aspettano” quasi scappai da casa mia e quando mi voltai vidi che Rachel mi veniva dietro, ovviamente. Aprii la portiera della macchina sbattendola e mi misi al posto di guida, Rachel dolcemente staccò le mie mani dal volante e mi fece scivolare nel sedile del passeggiero, poi partimmo per l’aeroporto, l’aereo era caduto in una pianura del Kazakistan, erano quasi arrivati.
Stemmo lì finché non ritrovarono tutti i corpi e non riuscimmo a portarli a Londra, dovevano avere la loro tomba, era l’unica cosa che potevo fare.- la voce mi si strozzò in gola, le lacrime avevano bagnato tutto il colletto della mia camicia, guardai Charlie, aveva ancora gli occhi lucidi, ma non piangeva, non la reputai cinica, era solo il suo carattere.
-E poi cosa accadde?- chiese
-Il finimondo.- risposi –Le fan impazzirono e cominciarono a diventare sempre più invadenti, non potevo più uscire di casa, non che ne avessi intenzione. Io caddi in depressione. Fu davvero dura, a volte mi sembra di non esserne ancora uscito, se non fosse stato per Rachel, adesso non sarei qui a parlarne, tentai più volte il suicidio.-
-che cosa? Il suicidio?- Charlie sembrava sconvolta
-Quei quattro ragazzi erano molto più che amici o fratelli per me, non c’è una maniera per descrivere l’affetto che io provavo nei loro confronti. Senza di loro il mondo mi sembrava finito.
-Il suicidio non avrebbe risolto nulla.- disse
-Lo so. Adesso, ma in quei momenti mi era così difficile ragionare, comunque Rachel riuscì a non farmi uccidere, ma dopo un po’ anche lei perse il controllo su di me, sono entrato in brutti giri Charlie, pensavo non ci fosse più nulla per me che la mia vita fosse finita.-
-E Rachel? Non pensavi a lei?-
-è complicato, non credo che tu possa capire, in quel momento io non sentivo e non vedevo più nulla, è come se i miei sentimenti per lei fossero avvolti da una nube nera che me li nascondeva.-
-Io non posso crederci.-
-Devi capire che non c’è solo l’amore a questo mondo Charlie, a volte l’amicizia può essere forte allo stesso modo.-
-Ma insomma lei ti è stata accanto, credo che anche lei fosse dispiaciuta no?-
-Sì certo che lo era, ma tu prego smettila di rimproverarmi, credo di averlo fatto abbastanza da solo.-
-Adesso devo andare, mia mamma si chiederà dove sono.- Sì alzò e si passò le mani sui pantaloni per pulirli.
-Non sa che sei qui?- chiesi
-No pensa che sia a scuola.- rispose lei come se nulla fosse
-La prossima volta torna di pomeriggio allora.- dissi serio
-Ok.- abbozzò un sorriso, di colpo era diventata fredda, facendomi sentire in colpa, ma lei non poteva capire.
 
Charlie’s POV
 
No forse non potevo capire, o non volevo, non avevo mai provato un’amicizia come quella che Niall aveva con gli altri ragazzi.
Iniziò a piovere. Perfetto, pensai mentre gocce enormi mi bagnavano i capelli, stetti un quarto d’ora circa ad aspettare l’autobus, ero bagnata fradicia.
Entrai e mi sedetti rubando il posto sotto il naso a una vecchina che mi guardò acida. Pensavo che quella fra Niall e Rachel fosse la storia perfetta invece…sveglia Charlie, non esistono storie perfette, io lo sapevo bene. Forse non sarei dovuta tornare più a trovarlo, scossi la testa, dopo mesi di ricerche dovevo scoprire tutta la verità.
Entrai in casa e buttai lo zaino in un angolo, sentii un buon profumino arrivare dalla cucina.
-Charlie?? Sei tu?- urlò mia mamma
-Sì mamma, vado in camera mia!-
-Ok, ma fra dieci minuti è pronto-
Entrai in camera mia e tirai fuori la scatola dal mio armadio, centinaia di foto di cinque ragazzi sorridenti mi fissavano, tolsi le foto e i cd e presi il diario sul fondo della scatola, iniziai a scrivere
Martedì 4 dicembre
Facciamo progressi, Niall comincia ad aprirsi e a fidarsi, oggi mi ha parlato dei ragazzi, poverino mi ha fatto tanta pena. Domani tornerò, ma di pomeriggio meglio assecondarlo per ora.
Chiusi il diario con un tonfo, presi una foto fra tutte quelle sparse sulla scrivania e con un pennarello rosso feci un cerchio intorno alla sua faccia
-Ah, Niall.- dissi fra me e me –Quando potrò dirti la verità?-

*si nasconde dietro un angolo* Ta daaaaa secondo capitolo! una merda assoluta! ho fatto morire i ragazzi mi odierete adesso lo so e vi capisco Sul serio che ve ne pare? se non vi piace non continuo nemmeno :)

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Capitolo 4
*** New light ***


Mi svegliai di soprassalto tutta indolenzita, mi resi conto di essermi addormentata mentre scrivevo il racconto di Niall e di aver passato la notte piegata sulla scrivania, che cosa carina pensai, guardai il diario, non avevo finito di scrivere, ma non potevo rischiare di dimenticarmelo, alzai le spalle e lo infilai nella borsa insieme ai libri, rimisi le foto dentro la scatola e la riposi nell’armadio come sempre, le grida di mia madre mi fecero sussultare
-Charlie!! Accidenti sei di nuovo in ritardo! Sbrigati! L’autobus sarà qui a momenti!-
Guardai l’ora e inorridii, mi cambiai svelta presi la mia borsa, e passando dalla cucina diedi un bacio a mi madre mentre prendevo una fetta biscottata.
Salii sull’autobus e mi sedetti in fondo, sola come sempre, ma quel giorno era meglio così, tirai fuori il diario e riiniziai a scrivere, non volevo dimenticarmi nemmeno un dettaglio.
Ero concentratissima, quando, all’improvviso il diario sparì e io rimasi con le mani a mezz’aria, alzai gli occhi e vidi Mattie che leggeva con gli occhi sgranati.
Mattie era l’unico che mi avesse mai rivolto la parola, la mia scuola era piena di ochette scodinzolanti e io di certo non volevo mischiarmi a loro quindi me ne stavo in disparte, non ci avevano messo molto a affibbiarmi l’etichetta di “emarginata”, adesso tutt’al più mi ignoravano e a me andava bene anche così. Con Mattie invece era diverso, lui era più o meno il “fighetto” della scuola, però non si era mai montato la testa, lo conoscevo dall’asilo e mi era sempre rimasto amico, avevo un debole per lui da sempre però in quel momento l’avrei volentieri fatto sparire, cercai di prendere il diario, ma lui, cento volte più forte di me, mi mise una mano sul petto e mi fermò, così io dovevo stare lì a guardare mentre lui leggeva tutti i miei segreti più profondi.
-Non posso crederci Niall Horan, gli One Direction…- disse alla fine
-Li conosci??- chiesi
-Ovvio, come non potrei, hanno fatto la storia della musica, la morte di Harry Liam Zayn e Louis è stata un durissimo colpo per tutti, mia madre mi ha raccontato che ha pianto per giorni, le fan sono andate sul luogo dell’incidente per aiutare nelle ricerche dopo che l’aereo è caduto. È stata una perdita gravissima per il mondo della musica.
-Ma noi non eravamo ancora nati…- sussurrai
-E questo cosa c’entra? Alcune cose vivono per sempre.- disse semplicemente e mi tirò un buffetto sulla guancia
-Nessuno ha più notizie di Niall da tantissimi anni e adesso tu dici…
-ZITTO!!- urlai interrompendolo, attirando su di me tutta l’attenzione, perfetto
-Non lo devi neanche dire ok? Nessuno deve saperlo.- dissi a voce più bassa
-Va bene, ma ne sei sicura??- chiese
-Sicurissima.-
-Oggi andrai a trovarlo?-
-Sì-
-Vengo con te.-
-Scordatelo.- quasi ringhiai, non lo feci di proposito, ma ero sconvolta, Mattie voleva venire con me? Era fuori discussione.
-Charlie ti prego!- chiese, quasi implorando
-No, Mattie, non è possibile, già fatica a fidarsi di me, e poi come potrei spiegare la tua presenza?-
-Charlie…
-Mattie lascia stare quell’asociale dai vieni qua!- Helen Johnson. La regina delle ochette stava facendo dei segni a Mattie per farlo sedere accanto a lei e alle sue tirapiedi.
-Non adesso Helen.- sospirò Mattie liquidandola con un cenno della mano e facendomi sogghignare, Helen mi incenerì con lo sguardo.
-Non verrò con te, ma da adesso devi tenermi aggiornato chiaro?- chiese ma era più un’affermazione
-Va bene.- mi arresi, ma non gliel’avrei data vinta tanto facilmente.
Finalmente il pullman arrivò a scuola sbuffando, presi il diario, lo cacciai nella borsa e corsi fuori cercando di evitare Helen con il suo seguito.
Erano già passate due ore dall’inizio delle lezioni, ma me ne aspettavano ancora tre prima di essere libera, non pensavo che le nozioni sulla pressione osmotica mi sarebbero servite nel prossimo futuro, quindi strappai un foglio dal quaderno e mi misi a disegnare, finché una mano rugosa non mi accartocciò il foglio sotto al naso e lo lanciò nel cestino, no, a quanto pare il mio insegnante non era della mia stessa opinione.
Quando uscii un fiocco bianco mi si posò sul braccio, e mi accorsi con piacere ce stava nevicando, presi di nuovo l’autobus e andai alla casa di riposo, ovviamente Niall non era in giardino come le altre volte quindi entrai lì dentro per la prima volta.
Fui subito assalita da un abominevole odore di minestrone, uhm…stando alle mie ricerche Niall amava il buon cibo, la prossima volta avrei dovuto portargli qualcosa, mi avvicinai a una specie di portineria dove una moretta dall’aria acida mi guardò dall’alto in basso.
-Eh tu saresti?- chiese
-Ehm… Charlie, sono qui per Niall.-
-Sei un parente?- che ficcanaso
-Uhm…no…-
-Allora mi dispiace non è orario di visite, torna domattina.-
-Ma io…-
-Domattina-
Che troia, come facevo a tornare la mattina?? Idiota. Uscii e mi guardai intorno, vidi Niall affacciato da una finestra del secondo piano, guardava l’orizzonte, pensieroso e triste come sempre.
Bè il secondo piano non era poi così in alto, e io dovevo vederlo quindi, mi misi la borsa a tracolla cominciai ad arrampicarmi su quel vecchio edificio.
Quando Niall mi vide strabuzzò gli occhi e aprì svelto la finestra nella quale io entrai battendo i denti.
-Charlie ma sei pazza?? Come…-
-Sotto non volevano farmi entrare così…- mi giustificai
-Ma è pericoloso! Potevi cadere!- disse lui scandalizzato
-Da quando ti preoccupi per me?-
-Da quando tu sei l’unica persona che si interessa a me.- quelle parole mi scaldarono all’istante, mi accovacciai sul letto vecchio e malandato, mentre Niall si calmava e riprendeva la sua solita espressione depressa.
-Allora?- chiesi dopo un minuto di silenzio
-Allora cosa?-
-Sei pronto? Per parlarmi di lei intendo.-
-Sì.-
E iniziò a raccontare di come l’aveva conosciuta e di quello che lei gli aveva detto, ma avevano rilasciato molte interviste negli anni e io sapevo già più o meno tutto, comunque ascoltai con piacere perché mentre parlava di lei i suoi occhi si accesero di una nuova luce che  mi fece capire che non avrebbe più smesso.
 
 
 Salve! allora in questi due giorni sono stata a casa perchè non stavo molto bene e ho partorito sto capitolo che a parer mio è bruttissimo e inutile, ma l'ho messo lo stesso perchè nello scorso capitolo ho ricevuto un sacco di recensioni fudnfdfij grazie! fa proprio schifo lo so, ma perdonatemi non stavo bene!! un bacio

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Capitolo 5
*** Vegetables ***


Niall’ POV
 
-Niall guarda là.- disse e indicò un punto alle mie spalle. Mi voltai, ma non vidi nulla
-Ma che…- iniziai, ma lei era sparita.
-Wow non ho parole.- Charlie mi fissava stupita, le avevo appena raccontato del mio primo incontro con Rachel, l’avevo colpita.
-No, è stata molto chiara, chissà cosa ha pensato di me.- sorrisi
-Vai avanti, come l’hai rivista?- mi esortò
Presi il tè che avevo sul comodino e spinsi la sedia a rotelle di nuovo accanto al letto, sospirai.
Nei giorni successivi la cercai, chiamai tutte le Rachel sull’elenco telefonico, e fidati, erano tante, ma lei non c’era, mi ero un po’ fissato in realtà, non tanto per lei, ancora neanche la conoscevo, ma più per il fatto che inconsciamente avevo fatto una specie di scommessa con me stesso.
A un certo punto i ragazzi si sono anche arrabbiati con me, oltre ad aver ridotto notevolmente la mia vita sociale, non prestavo neanche più tanta attenzione al lavoro, al tour da preparare, mi ricordo come fosse ieri una discussione fra me e Liam.
-Niall stai esagerando.- disse serio
-Perché? Cosa ho fatto?-
-Cosa hai fatto?? Dimmi quand’è l’ultima volta che sei uscito?-
-Ehm…io…non mi ricordo.- farfugliai imbarazzato
-Appunto, Niall tu questa non la conosci nemmeno, non puoi rovinarti la vita per una sconosciuta.-
-Forse hai ragione.- ammisi
-Certo che ho ragione. E stasera c’è una festa, tu verrai.-
-Ma io veramente…- accennai all’elenco alle miei spalle
-Niall non ricominciare. Verrai. Su vatti a preparare-
Uscii dal salotto ed entrai nella mia stanza, presi una camicia e un paio di jeans neri, Liam non mi aveva detto che di tipo di festa era e non volevo rischiare di essere troppo elegante, scesi le scale ed entrai in cucina.
-Ma guarda chi si vede, lo zombie è tornato fra noi.- questo fu il saluto di Harry che mi diede una pacca sulla spalla, sì avevo decisamente esagerato.
-Allora ragazzi andiamo?- mi sforzai di sorridere
-Sisi certo, vedrai biondo, ti devo presentare una rossa che sono sicuro ti farà scordare quella tipa- Zayn ne sembrava davvero convinto così lo assecondai
-Ne sono sicuro.- dissi
La festa era in discoteca, appena arrivati Zayn mi presentò la famosa rossa, carina sì, ma aveva l’aria un po’…come dire, da ragazza facile, quella sera non cercavo un’avventura, così dissi a Zayn che gliela lasciavo volentieri e mi avvicinai al bar.
-Una birra.- dissi al barista, che me la servì quasi subito
-Pizza, gelato birra uhm…mi sa che tu non sei proprio un tipo salutista.- mi voltai innervosito per rispondere a tono a quel rimprovero, quando vidi due occhi grandi e verdissimi che mi fissavano, quando vide la mia faccia sbalordita Rachel, arrossì e si aprì in un sorriso mostrando quelle fossette che, mi accorsi in quel momento, erano mancate davvero tanto,
-Rachel!- esclamai sorpreso
-Ciao Niall, mi sa che ti devo una pizza.- si scostò i lunghi capelli neri dalla faccia, la osservai, indossava solo una t-shirt e dei semplici jeans come me, ma era bellissima.
-Solo se non ti dispiace.- dissi, non volevo obbligarla ad uscire con me.
-Andiamo?- sorrise, io mi alzai di scatto e la seguii fuori, prendemmo un taxi
-12-14 Heddon Street.- Rachel diede le indicazioni all’autista e poi sorrise soddisfatta
-Dove andiamo?- chiesi curioso
-Al Tibits, lo conosci?-
-No.-
-Lo immaginavo.-
Arrivammo in pochi minuti, pagai l’autista e segui Rachel in quel ristorante sconosciuto.
Appena entrai vidi un bancone circolare su cui erano posati tantissimi piatti, mi avvicinai per guardare il contenuto, carote, broccoli, melanzane, ma dove diavolo mi aveva portato?
-Rachel, che razza di posto è questo??-
-Un ristorante vegetariano.- rispose ridendo sotto i baffi
-Oh no.- sospirai
Dopo pochi minuti eravamo seduti a un tavolino appartato in un angolo della sala, e ci stavano servendo una pizza con qualcosa di strano sopra
-Ehm…cos’è??- chiesi imbarazzato
-Verdure ovviamente.- Rachel non aveva smesso un attimo di ridere
Con tutto il coraggio che avevo presi una fetta e diedi un morso, masticai e deglutii velocemente
-Ehi, ma è buona!- dissi dando un altro morso
-Ci avrei scommesso.-
-Ehm...Rachel? scusa, ma te lo devo chiedere, l’altra volta sei scappata da me con una scusa stupida, e stavolta invece…
-Non era una scusa stupida.- disse interrompendomi –Io ci credo davvero nel destino.-
-Oh, capisco.- dovevo ammettere che quella ragazza era strana, insomma era veramente difficile starle dietro, ma nello stesso tempo mi affascinava.
Dopo mangiato insistette per pagare la sua parte e uscimmo, nevicava proprio come oggi, chiamammo di nuovo un taxi e stemmo lì ad aspettarlo tremando
-Allora, visto che il destino ci ha fatto rincontrare, posso avere almeno il tuo numero?- Azzardai
-Si credo che te lo meriti.- sorrise beffarda e ci scambiammo i numeri, quando il taxi arrivò ci salimmo e Rachel insistette per andare prima a casa mia, quando le chiesi spiegazioni rispose semplicemente –Hai avuto il mio numero, mi sembra presto per il mio indirizzo.- non provai nemmeno a controbattere, avevo capito che era inutile. Mentre andavamo a casa, pensavo a come ci saremmo salutati, anch’io volevo sorprenderla per una volta, così quando il tassista frenò bruscamente davanti al vialetto le baciai la mano e uscii svelto dall’automobile.
Tossii stanco
-E poi cosa successe??- Charlie mi guardava impaziente
-Charlie, sono stanco, è tardi e guarda, sta nevicando sempre di più se non te ne vai adesso finirai per rimanere bloccata.
-Ok, ma domani tornerò ti avverto!- disse sorridendo
-Ci conto.-



Ciao pricipesse!!!
Ecco il nuovo capitolo! e qui la storia diventa veramente inverosimile perchè Niall scopre che gli piacciono le verdure ahahahahah
Vabbè più che altro in questo capitolo volevo venisse fuori il carattere molto originale di Rachel e credo di esserci riuscita.
Mi avete fatto notare che ho la tendenza ad essere leggermente catastrofica perchè nell'altra storia ho quasi fatto morire Harry e qui vabbè non ne parliamo neanche! ma che ci volete fare amo le storie in cui sono tutti felici e contenti, ma proprio non riesco a scriverle c:
E adesso un po' di pubblicità perchè bho mi va
Una storia che ho scoperto da poco ma che trovo FA-VO-LO-SA è  quella di GLoves che trovate Qui
Poi i miei "vecchi" amori sono le storie di wild_strawPerry, LittleYolo e ProudOfMe che trovate Qui, Qui e Qui
Grazie mille alle 17 persone che hanno messo la storia fra i preferiti, i 5 che l'hanno messa nelle ricordate e le 29 che l'hanno seguita
e ovviamente a tutte quelle che recensiscono jdfnefijefgntj grazie!
Adesso smetto di scartavetrarvi le palle e me ne vado giuro
Un bacio

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Capitolo 6
*** you hate him! ***


Charlie’POV
 
Riuscii a evitare l’infermiera all’ingresso e uscii dalla casa di riposo, la testa mi faceva male, per fortuna che quel giorno mi ero portata dietro il diario, salii sull’autobus e mi misi subito a trascrivere le parole di Niall.
La loro storia sembrava perfetta, anche se sapevo che non lo era, non potevo fare a meno di invidiarli, io non avrei mai avuto una relazione come la loro.
Chi mai mi avrebbe voluta, non ero certo dolce come Rachel, o bella come le ochette della mia scuola, ero una ragazza assolutamente normale, con una vita che faceva pena.
Scacciai quei pensieri quando mi accorsi di essere arrivata alla mia fermata, uscii dall’autobus, il freddo pungente mi assalì facendomi rabbrividire, mi feci strada nella neve ormai molto alta e entrai in casa.
Cercai mia mamma in cucina, non c’era. Strano, a quell’ora non lavorava. Alzai le spalle e andai in camera mia, quando spalancai la porta, la vidi che frugava in una scatola bianca con le lacrime agli occhi.
-Mamma! Ma che stai facendo??- chiesi scandalizzata
-Charlie! Cosa rappresentano queste foto? Perché ne hai così tante?- se io ero scandalizzata lei era terrorizzata, sapevo il perché, ma lei non sapeva che io sapevo, così le diedi l’opportunità di uscire da quella situazione
-Perché? Conosci quei ragazzi?- chiesi facendo l’indifferente
-Ehm…io…sì- farfugliava –erano molto famosi quando io ero giovane.-
-Bè lo sono ancora, c’è qualche problema se io ho le loro foto?- mentre parlavo stringevo il diario attraverso la mia borsa, ancora una volta grata di non averlo lasciato insieme alle foto quella mattina.
-No tesoro, non c’è nessun problema.- disse, si asciugò le lacrime e si alzò in piedi, venne verso di me, mi abbracciò e mi stampò un bacio sulla testa
-Nessun problema.- ripeté
Quando uscì, mi buttai sul letto e tirai un sospiro di sollievo
-Ah mi sa che dovrò trovare un nascondiglio più sicuro per te.- dissi picchiettando sul diario
Andai in bagno e mentre uscivo mi guardai allo specchio.
Ero magra, forse anche troppo, i capelli biondi mi sfioravano le spalle, li toccai erano secchi e sfibrati, anche la mia pelle quasi sempre perfetta in quei giorni mi aveva tradito, la mia guancia destra era costellata da brufoletti rossi che scendevano quasi fino al collo. Il collo. Scostai i capelli per guardarlo meglio, sempre a destra vidi un piccolo rigonfiamento che non avevo mai notato, probabilmente prima non c’era. Lo toccai, faceva male ma non tanto. Valutai se fosse il caso di dirlo o no a mia madre, Uhm…se l’avessi detto a mia madre lei, ansiosa com’era, mi avrebbe trascinato dal medico, e se il dottore avesse detto che non stavo bene mi avrebbe fatta stare a casa, e stare a casa voleva dire non andare da Niall. No per il momento non le avrei detto nulla.
Indossai il mio solito pigiama, canottiera e pantaloncini anche se eravamo a dicembre, e senza neanche cenare andai a letto.
Presi una pila mi infilai completamente sotto il piumone e finii di scrivere il racconto di Niall. Quando finii iniziai a pensare a dove avrei potuto metterlo per non farlo scoprire a mia mamma, alla fine decisi che era più sicuro se lo portavo con me, certo oggi Mattie mi aveva scoperta, ma alla fine nessun altro parlava con me quindi non correvo altri rischi. Spensi la luce e provai a prendere sonno.
La mattina dopo ero abbastanza in orario, quindi feci le cose con calma, mentre ero in bagno mi controllai il collo, quel piccolo rigonfiamento era ancora lì e sembrava ancora più grande, una parte di me aveva un brutto presentimento, ma non ero mai stata una persona esattamente ottimista quindi non ci feci molto caso.
Mentre mi lavavo i denti per sbaglio sfiorai la lametta di mia mamma, mi guardai il dito, il taglio era molto piccolo e superficiale, ma un secondo dopo il sangue iniziò a uscire abbondante, troppo abbondante per un taglio piccolo come quello, cercando di non farmi prendere dal panico inutilmente, era solo un po’ di sangue no? Mi sciacquai il dito, tamponai la ferita  e ci misi un cerotto, mi sforzai di sorridere e entrai in cucina per fare colazione.
-Buongiorno tesoro dormito bene?- anche lei si stava sforzando di sorridere, ma gli occhi gonfi rossi la tradivano, doveva aver pianto per tutta la notte.
-Certo mamma.- risposi e facemmo colazione in silenzio.
Quando feci per uscire, mi fissò per un attimo negli occhi e poi scoppiò a piangere
-Sei bellissima- disse fra i singhiozzi.
Io uscii cercando di non piangere anch’io a mia volta. Mi dispiaceva così tanto per lei, mia madre mi aveva cresciuta da sola, non mi aveva mai parlato di mio padre e io non le avevo mai chiesto nulla, i suoi genitori l’avevano abbandonata da piccola, era cresciuta con un coppia che inizialmente le era sembrata gentile, ma a lungo andare le aveva fatto passare le pene dell’inferno.
Nonostante per lei fosse tutto così difficile, non le aveva mai fatto mancare nulla e Charlie le era tanto grata, ma in quel momento stava cadendo in depressione e lei stava facendo il possibile per aiutarla.
Aveva pensato di andare a scuola a piedi, ma si sentiva così stanca e le faceva così freddo che cambiò idea e a malincuore salì sull’autobus.
Si sedette in fondo, e dopo pochi minuti Mattie scivolò silenziosamente nel posto accanto al suo
-Buongiorno.- esclamò allegro
-Buongiorno.- mugugnò Charlie
-Tutto bene Charlie? Sei…pallida-
-Sto benissimo.- non era vero un cazzo, aveva dormito più di otto ore come al solito, ma si sentiva uno straccio, aveva uno strano presentimento e neanche lei sapeva bene che cosa e in più sua madre stava peggio, ma l’ultima cosa che voleva era lamentarsi con Mattie quindi lasciò correre.
-Non sembra.- insistette lui, ma quando vide che Charlie non rispondeva cambiò discorso
-Allora l’hai visto anche ieri?- chiese quasi emozionato
-Sì.- sospirò Charlie
-e…-
-e cosa Mattie?-
-Ma come? Mi avevi promesso che mi avresti raccontato tutto.- disse deluso
-Mattie non posso…non mi sembra giusto.-
-Charlie tu lo odi! Lo odi! E adesso ti preoccupi di quello che è giusto per lui!-
-Lo odiavo Mattie, ma adesso che l’ho conosciuto meglio non lo so…non credo sia giusto incolparlo per cose successe tanti anni fa.-
-Ieri non la pensavi così.-
-Mattie cerca di capire non ho detto che adesso lo adoro, ma sono confusa.-
-Mattie? Perché sei seduto lì? Gli altri posti erano per caso tutti occupati?- Una voce cinguettante seguito dal rumore inconfondibilmente fastidioso dei tacchi dodici, Helen li guardava dall’alto in basso.
-Helen l’autobus è mezzo vuoto.- disse Charlie a denti stretti.
-Oh povera piccola Charlie, pensi davvero di interessare a Mattie? Gli fai solo pena tesoro!-
-Helen lei è mia amica!- esclamò Mattie
A quelle parole Helen lanciò a Charlie un’occhiata sprezzante tanto profonda che Charlie diede una leggera spintarella a Mattie
-Vai non sei obbligato a stare con la sfigata.- gli sussurrò
-Charlie io…- Mattie provò a parlare ma Helen gli afferrò il polso e lo trascinò qualche fila più avanti.
Charlie si sforzò di sorridere, alla fine Helen gli aveva quasi fatto un favore, così non avrebbe dovuto dare spiegazioni a Mattie e, con un po’ di fortuna, sarebbe riuscita ad evitarlo anche all’uscita, ma allora perché si sentiva così male? Ho uno strano bozzolino sul collo e sono stanca morta. Ricordò a se stessa.
Quel giorno la scuola le sembrò infinita e tirò un sospiro di sollievo quando sentì la campanella dell’ultima ora, schizzò fuori per non incontrare Mattie e saltò sull’autobus.
Questa volta alla portineria della casa di riposo c’era una simpatica bionda che la lasciò passare senza problemi, menomale pensò Charlieperché non ce l’avrei mai fatta ad arrampicarmi di nuovo
Salì le scale, ma prima di entrare si fermò davanti alla porta bianca e fece un grosso respiro.
Mattie aveva ragione, lei lo odiava e doveva ricordarsi il motivo per cui era lì senza farsi prendere dalle emozioni.
Non troppo convinta, bussò.


Ciao Principesse!!
Nuovo capitolo trallala!! ormai avrete capito che ci sarà un capitolo dal punto di vista di Niall e uno dal punto di vista di Charlie, quindi nel prossimo ci sarà un altro flashback!!
In questo capitolo si capisce che a Charlie Niall non sta proprio simpatico anzi per niente chissà perchè? ;)
Se volete leggere delle storie veramente belle vi consiglio quelle di wild_strawPerry ProudOfMe e LittleYolo che trovate qui qui e qui
In più una che mi ha colpita tanto in questi giorni è quella di MissTostaPayne che trovate qui
Un saluto speciale a quell'idiota di LouisPerfectionTomlinson ho scoperto che mi fa pubblicità!! ti amo, ma se non pubblichi la tua os ti spezzo le ossicine ok? al prossimo capitolo!
Un bacio!!
Twittah!

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Capitolo 7
*** Kiss You ***


Niall’s POV
Le quattro e venti. Di solito arrivava alle quattro. Ecco lo sapevo, si era stancata, non sarebbe più venuta.
Non credevo avrei mai potuto aprirmi così tanto con qualcuno, ma da quando avevo iniziato a raccontare non ero più riuscito a fermarmi, forse era Charlie, quella ragazza aveva qualcosa di speciale.
Toc toc. Sorrisi, finalmente.
-avanti.- mormorai
-Ciao Niall.- disse con un sorriso comparendo sulla porta.
-Hei Charlie, come stai?-
-Bene.- rispose, ma dopo averla guardata capii che non era vero, era pallida e stava sforzando il suo viso molto scavato di sorridere.
-Cos’è successo??- chiesi
-Niente figurati, dormo poco in questi giorni.- questa fu la sua risposta e io feci finta di crederci.
-Charlie…lo so cosa vuoi chiedermi ora, ma io credo sia meglio finirla.-
-Cosa perché??- chiese preoccupata, sembrava ancora più fragile del solito.
-Un giorno ti stancherai di stare a sentire uno stupido vecchio, ma io mi sto abituando a te e mi farà male perderti.
-Ma Niall cosa dici?? Finché mi vorrai qui io non me ne andrò- disse decisa
-Fra un po’ di tempo non la penserai più così, ti dimenticherai di me.-
-Facciamo così, ti do il mio numero così se succederà mi ricorderai tutto tu ok?-
-Va bene.- acconsentii e lei scribacchiò qualcosa su un foglietto prima di passarmelo
-E adesso tocca a te!- esclamò e si accomodò sul mio letto, mentre io mi avvicinavo con la sedia.
-D’accordo, dove eravamo rimasti? Ah sì la cena vegetariana.- mentre Charlie annuiva io mi persi ancora una volta nei miei ricordi.
Entrato in casa andai dritto in camera mia, senza rispondere a nemmeno una delle numerose domande poste dai ragazzi.
La mattina dopo mi svegliai di buon umore, fischiettavo. Andai a farmi una doccia, quando uscii vidi Liam che guardava fuori dalla finestra.
-Che è successo?- chiesi curioso
-C’è una ragazza qua sotto, da parecchio, ma non ho idea di chi sia.-
-e di che ti preoccupi sarà una fan no?- risposi semplicemente
-Già, forse hai ragione.-
-Che succede qui?- chiese Harry irrompendo nella stanza.
-Liam si preoccupa perché c’è una fan qui fuori.- dissi prendendolo in giro
-Uh? Una fan? Carina?- Harry era improvvisamente interessato
-Bho guarda tu.- risposi. E mentre Harry si avvicinava alla finestra Liam esclamò:
-Ehi biondo, guarda che il tuo telefono tra un po’ scoppia.- cercai il cellulare con lo sguardo e quando lo vidi sul tavolo stava vibrando furiosamente.
-Sì proprio carina.- osservava intanto Harry. –credo che scenderò un attimo-
Mi avvicinai al telefono, quattordici chiamate perse, quando vidi l’autore di tutte quelle chiamate feci due più due.
-Harold Edward Styles! Fermo lì!- gridai a Harry che stava già uscendo.
-Che ho fatto?- chiese sorpreso
-Nulla, ma credo che scenderò io.- risposi prendendogli le chiavi di mano e uscendo in fretta, mentre scendevo le scale pensai a come Rachel avrebbe reagito “all’interesse” di Harry. Mi sorpresi a ridere.
Quando la vidi era bellissima come sempre, ma la sua espressione era quasi furiosa.
-Niall!! Finalmente! Ma ti sembra questa l’ora di arrivare?- chiese scocciata
-Rachel? Ma che dici?- chiesi cercando di ricordare cosa mi ero dimenticato
-è quasi un ora che ti aspetto!!- mi prese per un braccio –forza andiamo siamo già in ritardo!!-
-Ma in ritardo per cosa?- ero confuso, ma più che sicuro che la sera precedente non ci eravamo dati nessun appuntamento.
Rachel mi spinse su un taxi.
-Ci porti sulla Ladbroke Terrace e faccia in fretta.- farfugliò all’autista
-Rachel perfavore puoi dirmi dove stiamo andando?- chiesi cercando di apparire il più calmo possibile
-no, non credo che lo farò, dovrai fidarti.- rispose allegra, le feci notare che non avevo altra scelta mi aveva praticamente costretto a salire sul quel taxi.
L’autista intanto le aveva dato retta e sfrecciò per le vie di Londra fino a inchiodare davanti a una grande villa circondata da un giardino ben curato.
Pensai di chiederle dove eravamo, ma poi rinunciai sapendo che tanto non avrei avuto risposta.
Rachel si avvicinò al cancello, ai lati di questo c’erano due colonne e sopra due gargoyle in pietra…
-Ladbroke Terrace?? Gargoyle?? Niall ma…- Charlie mi interruppe
-Sì Charlie, Rachel mi portò proprio qui tanti anni fa, ma lasciami andare avanti.-
Quando entrammo una ragazza vestita di bianco venne incontro a Rachel
-Tesoro, finalmente!!- esclamò abbracciandola, poi mi rivolse un’occhiata curiosa –e questo tuo amico? Non credo di conoscerlo.-
-Lui è Niall Tracey, oggi mi aiuterà.- ma aiutarla a fare cosa? Io non ci capivo più niente.
-Oh molto gentile da parte tua Niall.- non ce la facevo più, mi avvicinai a Rachel e le sussurrai in un orecchio.
-Ti prego dimmi cosa ci facciamo qui.-
-Niall, ma è ovvio, guardati intorno.- lo feci tanti anziani seduti sui divani o sulla sedia a rotelle, la loro espressione era triste e non si erano neanche accorti della nostra presenza. Deglutii. Volontariato.
Passammo tutta la mattina con quegli anziani gli portammo da mangiare, giocai con loro a tombola, gli strappai qualche sorriso con le mie battute senza senso, e contro ogni aspettativa mi divertii, Rachel era molto più che contenta, ogni tanto si girava verso di me e mi faceva uno splendido sorriso.
Verso l’ora di cena ce ne andammo, mentre aspettavamo un taxi davanti alla casa di riposo vidi che Rachel rabbrividiva, in effetti era molto freddo, così presi la mia giacca e gliela misi sulle spalle.
-Di solito non sono così strana sai?- disse all’improvviso
-Cosa?-
-Di solito non sono così, è solo che volevo metterti alla prova per capire che tipo di ragazzo fossi, e devo dire che l’hai superata, insomma hai passato un’intera giornata con una quasi sconosciuta per fare volontariato, meglio di così.- sorrise
-Uhm…grazie credo.- risposi leggermente scioccato. Rachel mi diede una pacca sulla spalla
-Dai su non fare quella faccia! Guarda è arrivato il taxi.-
-eh? Oh sì certo.- dissi e entrai
Durante il tragitto Rachel appoggiò la testa sulla mia spalla, quel contatto improvviso mi mise un po’ a disagio, ma non ci feci caso.
Quando l’autista accostò sotto casa mia feci per uscire, ma Rachel  mi prese la mano
-aspetta un secondo, non ti ho ancora ringraziato per essere stato con me oggi.-
-Oh non impor…- tentai, ma Rachel mi zittì sfiorando le mie labbra con le sue.
-Adesso siamo apposto disse lei sorridendo.
Feci un cenno con la testa e uscii.
Quella ragazza mi stava scombussolando la vita.
-Bè direi che per oggi può bastare, si è fatto tardi- dissi abbozzando un sorriso
-Ci vediamo domani ok?- rispose sorridendo a sua volta. Si alzò e andò a prendere la sua borsa sul tavolino, mentre lo faceva le si alzò leggermente la manica della maglietta e quello che vidi mi scioccò, mi avvicinai a lei e le presi il braccio.
-E questa?- chiesi indicando la macchiolina rossa che aveva sul polso
-è solo una voglia, ce l’ho da sempre.- rispose lei confusa
Non poteva essere.
 
 

Buonasera principesse!!
Direi che ci siamo, finalmente Charlie dirà a Niall la verità dovrete aspettare solo qualche giorno per saperla!!
vi volevo segnalare come al solito le mie storie preferite che sono quelle di ProudOfMe LittleYolo e wild_strawPerry che trovate Qui Qui e Qui
e come storia che mi ha colpita di più in questi giorni "I'm a free bitch baby!" di _Destiny_
Un bacio e al prossimo capitolo!!
Twittah!

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Capitolo 8
*** Finally the truth ***


Niall’s POV
 
Quella non era una semplice voglia, quella macchiolina rossa mi era fin troppo familiare, i ricordi mi assalirono.
Stavamo passeggiando mano nella mano per le vie di Londra, quando vidi un uomo che vendeva delle rose in mezzo alla strada, lasciai la mano di Rachel e mi avvicinai.
-Vorrei una rosa per favore.- chiesi al venditore
-Certo ragazzo, ecco a te, sono due sterline.- rispose sorridendo
Pagai e portai la rosa a Rachel, lei alzò la mano per prenderla, ma nel farlo le si scostò leggermente la manica del cappotto giallo.
-Cos’è questa?- le indicai il polso
-Una voglia. Carina vero?-
-Sì è carina.- risposi e le diedi un bacio sulla guancia.
Quei ricordi felici mi avevano quasi fatto dimenticare della realtà, ma quando guardai Charlie negli occhi, vidi i miei occhi e trasalii
-Charlotte chi sei?- chiesi alla fine.
-C-come chi sono?- balbettò sconvolta, e se prima sospettavo avesse qualcosa da nascondere, adesso era chiaro.
-Hai la stessa voglia di…Rachel, nello stesso identico punto.- dissi tremando
-Q-questo non vuol dire nulla.- adesso era quasi spaventata
-Ti prego Charlie.- all’improvviso gli occhi di Charlie si rilassarono e il suo viso assunse un’espressione…rassegnata.
-Prima o poi doveva arrivare questo giorno.- sospirò lasciò cadere la sua borsa e si sedette di nuovo sul mio letto.
-Prima di venire da te in quel cimitero, sono stata mesi, anni a fare ricerche su di te, su Rachel, sui One Direction e su tutto quello che vi riguardava.- iniziò
-Ma avevi detto di non conoscerci…-
-Ho mentito Niall. Ho mentito su tutto.-
-Ma non ti chiederò scusa per quello che ho fatto, forse tu dovresti chiederla a me. A noi.-
-Io? Per cosa? E poi a voi chi?- la sommersi di domande, ma lei mantenne un’espressione indecifrabile.
-Mia madre, si chiama Caroline Roads, ha vissuto i primi anni della sua vita con la sua famiglia biologica, poi è stata scaricata in un orfanotrofio e dopo qualche anno è stata adottata da Mark e Julie Roads, le persone più gentili del mondo all’apparenza, ma dopo qualche mese di felicità mia madre ha vissuto le pene dell’inferno per anni e anni. A sedici anni è scappata di casa, ma non aveva niente ed è stata costretta a prostituirsi per non morire di fame, dopo due anni sono nata io e mia madre ha deciso di cambiare vita e, Dio solo sa come ha fatto, c’è riuscita. Quando poi sono morti Mark e Julie ha ereditato la loro casa e lì mi ha cresciuto.-
Recitò quelle parole, molto tranquillamente come se fosse un paragrafo di storia che aveva imparato a memoria, nonostante questo io ero sconvolto.
-Niall…ti devo parlare.- Rachel si sedette sul divano accanto a me
-Dimmi amore.-
-Non so da dove cominciare…tu hai vent’anni, io diciotto, sei un cantate famoso pieno di impegni, fra tour, interviste non sei mai a casa. Stiamo insieme da poco io…
-Rachel mi stai lasciando?- la interruppi
-No! No certo che no, non lo farei mai.- disse quasi spaventata all’idea
-e allora che succede?-
-Io…sono incinta.- disse infine
-Sei sicura?- chiesi sconvolto
-Sì.-
-Oh- sospirai
-Adesso sei tu che vuoi lasciarmi?- disse piangendo
La guardai e presi le sue mani fra le mie.
-Rachel non ci pensare nemmeno. Siamo giovani è vero, ma io ti amo e crescerò questo bambino con te. Te lo prometto.-
-Io non so che dire.- dissi evitando lo sguardo di Charlie
-Perché Niall? Perché?- quasi urlò
-Noi non volevamo, all’inizio avevamo deciso di tenerla, ma eravamo giovani, e fra la mia carriera e tutto non eravamo mai a casa, Rachel stava diventando depressa, io non ce la facevo più a vederla così. Abbiamo pensato che con un’altra famiglia sarebbe stata più felice.-
-Bè ti sbagliavi!- urlò
-Charlie.- la guardai negli occhi. –Da quando è successo non passa giorno in cui io non mi penta di aver lasciato Caroline in quell’orfanotrofio.
-Rimpianti…sai cosa ce ne facciamo io e mia madre dei tuoi rimpianti?-
-Dopo poche settimane siamo tornati all’orfanotrofio, Rachel stava ancora peggio da quando non avevamo più la bambina, volevamo riprendercela, ma l’avevano già adottata e la sua nuova famiglia non ci ha fatto più neanche avvicinare a lei.-
-Oh davvero? E immagino che tu abbia rinunciato subito ad averla.- disse sarcastica
-Questo non puoi dirlo.-
-Oh certo mi immagino quanto avrete lottato per vostra figlia!- urlava isterica
-Ho smesso di lottare quando Rachel si è suicidata.- risposi e le mie parole mi crollarono addosso, non le avevo mai dette a voce alta.
-Rachel si è tolta la vita perché aveva perso la sua bambina.-
 


Buonasera principesse!!
Sconvolte? no dai non credo ve lo potevate benissimo aspettare da una tragica come me no?
Comunque, voi non immaginata quanto ci ho messo a scrivere questo capitolo ogni volta non andava bene non volevo deludervi non so se ci sono riuscita!
E lo so che è un po' corto, ma avevo scritto anche un appassionante e macabro flashback sul suicidio di Rachel, ma poi ho capito che stavo esagerando e ve l'ho risparmiato contente? ;)
Come al solito Qui, Qui e Qui trovate le storie di LittleYolo wild_strawPerry e ProudOfMe, quest'ultima ha appena aggiornato c:
Come avrete capito amo leggere le FF quindi se volete consigliarmi le vostre scrivetemelo nelle recensioni e visto che ora ci sono le vacanze e ho un po' più di tempo libero saprò come impiegarlo!!
Un bacio e al prossimo capitolo!! Twittah!!

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Capitolo 9
*** Fever ***


Charlie’s POV
 
-Rachel si è tolta la vita perché aveva perso la sua bambina.-
No, questo non me l’aspettavo. Come si risponde a una cosa del genere?
Tutta la rabbia repressa che stavo riversando su Niall si era trasformata in…confusione, non sapevo cosa dire o cosa fare, tutto d’un tratto non mi sembrava più così colpevole, lo guardai, fissava un punto indefinito fuori dalla finestra, non piangeva, ma i suoi occhi erano vuoti.
-Niall io non so che dire…- tentai
-Non dire niente.- sussurrò
Presi la mia borsa e feci per andarmene, per davvero questa volta. Niall mi osservò
-Lo so che tu mi odi, ma sei tutto quello che mi è rimasto, ti prego non  mi abbandonare.- disse quando posai la mano sulla maniglia.
Lo guardai a mia volta mentre mi si riempivano gli occhi di lacrime, non sapevo cosa rispondere.
-Hai il mio numero.- risposi infine e uscii
Volevo correre via, scappare da quel posto e da tutti quei ricordi. Ma mi sentivo così debole. 
Cosa avevo in testa? Cosa credevo di ottenere cercando di conoscerlo, cercando di conoscere mio…nonno, deglutii mentre associavo a Niall quella parola. A parte mia madre non avevo mai avuto una famiglia, forse inconsciamente ne cercavo una, ma in quel momento non ero più sicura di nulla.
Mentre aspettavo l’autobus mi ritrovai a dovermi appoggiare alla fermata, ero così stanca, stavo quasi per…qualcuno mi prese al volo. Mi voltai sorpresa
-Mattie?-
-Charlie?! Che ti succede?-
-Mi ha scoperto Mattie, sa tutto.- mormorai
-Raccontami.- disse mentre mi stringeva a sé
-Andiamo a casa prima.- non ce la facevo più a stare a quel freddo.
Non fiatò più per tutto il tragitto mi lasciò piangere in silenzio accarezzandomi i capelli.
Girai la chiave nella toppa ed entrammo, mia madre non c’era, mi sentivo svenire quindi mi buttai sul divano, Mattie si sedette accanto a me.
-Vedi questa?- chiesi indicando il polso
-Certo è la tua voglia, l’ho sempre trovata così carina.- rispose accarezzandomi il polso
-A quanto pare anche Rac…mia nonna ne aveva una uguale. L’ha vista e mi ha chiesto spiegazioni.-
-Bè è solo una voglia, non sei l’unica ad averla.- mi fece notare lui
-Sono stanca di mentire Mattie, prima o poi doveva scoprirlo, ma non è questo il punto.-
-e allora qual è?-
-Lui non voleva abbandonare mia madre, hanno sbagliato e hanno provato anche a riportarla a casa ma poi Rachel…si è tolta la vita.- era incredibile quanto mi venisse facile parlarne con Mattie.
-Non posso crederci.-
-Anche io sono rimasta senza parole, è incredibile quanto ha sofferto.-
-Me lo farai conoscere un giorno?-
-Non so neanche se ci tornerò io.- sospirai
-Charlie come puoi dire questo? Lui è tuo nonno, fa parte della sua famiglia e tu sei l’unica famiglia che ha.-
-Non lo so Mattie, pensa a come reagirebbe mia madre se sapesse…-
-Non pensare a lei Charlie, lo so che tu non vuoi rompere il rapporto con Niall.-
-Lo dici solo perché vuoi conoscere la grande star dei One Direction!- scherzai cercando di alleggerire la situazione.
-Confesso.- rispose lui sorridendo. Iniziammo a scherzare finché improvvisamente Mattie si avvicinò pericolosamente, mise la mano destra sulla mia coscia, chiuse gli occhi…e suonò il campanello.
Mattie aprì gli occhi di scatto e andò ad aprire mentre io mi raggomitolavo sul divano.
Mia madre entrò in casa carica di buste.
-Matthew che piacere rivederti!- esclamò abbracciando Mattie –e dov’è Ch..Oh eccoti tesoro!- disse quando mi vide
-Ciao mamma.- la salutai
-Ho preso una cosa per te!- disse allegra, oggi era una giornata “sì” ma sapevo che sarebbe potuta crollare da un momento all’altro. Mia madre ci scrutò un momento guardando prima me poi Mattie e poi di nuovo me –Ho forse interrotto qualcosa?- domandò infine
-No no si figuri signora- rispose Mattie frettolosamente, mentre io arrossivo violentemente
-Allora visto che in questo periodo ti vedo un po’ deboluccia ti ho preso questa tisana vedrai che ti tirerà su.- mi passai una mano sulla fronte, mia madre e i suoi rimedi naturali.
-Bè allora io vado, arrivederci signora Roads-  Mattie mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.
-Che caro ragazzo.- disse mia madre con un sorriso mentre metteva l’acqua a bollire
-è il mio migliore amico.- il mio unico amico, aggiunsi fra me e me.
Bevvi la tisana di mia madre, ma ovviamente non mi sentii per niente meglio, ero ancora più stanca anche se sapevo che non era colpa della tisana, ma quando mi iniziò a girare la testa decisi di  andare a dormire.
Mi sentii bruciare la guancia, aprii gli occhi di scatto e vidi mia madre con gli occhi pieni di lacrime
-Scusa Charlie…ho dovuto tirarti uno schiaffo continuavi a urlare…- mia madre mi guardava mortificata.
Mi toccò la fronte e ritrasse di scatto la mano
-Charlie ma tu scotti!- disse sempre più nel panico e dopo un secondo mi infilò qualcosa di freddo sotto l’ascella.
L’ultima cosa che mi ricordo fu mia madre che guardava il termometro con occhi spaventati e afferrava il telefono, poi fu tutto buio.



Buongiorno principesse!!
Io dico solo una cosa, quando ho  iniziato a scrivere questa storia non avrei mai immaginato che si sarebbe evoluta in questo modo, e non so nemmeno io come siamo arrivati a questo tutta colpa della mia mente malata.
Come sempre qui ci sono le mie storie preferie ovvero quelle di ProudOfMe, LittleYolo e wild_strawPerry che trovate Qui Qui e Qui
In più vi consiglio caldamente la storia di spacciokebab "Dopo la pioggia c'è sempre l'arcobaleno" è una storia magnifica.
Non credo che riuscirò ad aggiornare prima di Natale quindi auguro buone feste a voi e alle vostre famiglie, mi raccomando abbuffatevi ;)
Un Bacio!!
Twittah!! (se mi seguite riseguo tutti basta che lo chiedete ;))

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Capitolo 10
*** Never give up ***


-Ma c-come è possibile? In così poco tempo…- sbattei le palpebre confusa e riconobbi la voce di mia madre, la testa mi girava e mi sentivo così debole… dov’ero? Cosa mi era successo?
-Purtroppo signora era tanto che diciamo…ce l’aveva dentro, queste cose possono scoppiare in pochi giorni.-
-Ma è così giovane….- la voce di mia madre era interrotta da forti singhiozzi; con chi stava parlando?
-Cosa succederà adesso?- mia madre continuava a piangere e io ero sempre più confusa.
-Ancora non lo sappiamo, intanto si deve svegliare…- silenzio. Forse lo sconosciuto a cui apparteneva quella voce calda e profonda stava consolando mia madre.
Dopo qualche secondo si spalancò la porta e la vidi.
Aveva i capelli arruffati e sporchi, era struccata e pallida, indossava una vecchia tuta.
Più che altro sembrava la brutta copia di mia madre.
Dietro di lei apparve…un dottore, mi guardai intorno per la prima volta: ovvio quelle lenzuola bianche e quell’arredamento così anonimo non potevano che appartenere ad un ospedale, nel muovermi notai anche che ero attaccata a dei fili. Molti fili. Cercai lo sguardo di mia madre piena di angoscia; lei intanto si era gettata verso di me senza fermare le lacrime che già le invadevano gli occhi.
-Charlie…bambina mia, sei sveglia!- esclamò riempiendomi la testa di baci
-M-mamma che succede?- parlai per la prima volta e mi accorsi di quanto mi risultava faticoso
-Come stai tesoro?- chiese evitando la mia domanda.
-N-non lo so.- in effetti non lo sapevo.
-Signora forse dovrebbe lasciarci un minuto soli.- il medico con la sua voce calda e rassicurante stava tenendo la porta aperta. La sua espressione era indecifrabile, ma dubitavo che il motivo della mia presenza lì fosse una semplice febbre, doveva esserci qualcosa sotto.
-Stai tranquilla Charlie andrà tutto bene…- mia mamma cercava ancora di rassicurarmi, ma io non riuscivo a capire quella situazione, mi sembrava tutto così surreale.
-Cosa andrà bene mamma?- qualcuno doveva dirmi qualcosa. Subito.
-Stai calma tesoro stai calma.- mia madre continuava a non rispondermi e a un colpo di tosse del medico uscì dalla stanza.
Il dottore chiuse la porta e si sedette sul mio letto prendendo il posto di mia madre.
-Allora Charlotte….- attaccò
-La prego dottor…Miller mi dica qualcosa.-
-Chiamami Bill cara.-
-Bill ti prego.- mi stavano portando all’esasperazione.
-Non ti sei sentita bene in questi giorni…- e continuava a girarci intorno. Avrei voluto alzarmi in piedi, urlare ma non ne avevo le forze.
-Ero solo stanca.- risposi alla fine
-Altri sintomi?- ma sintomi di che cosa? Mi toccai il collo
-Ho un rigonfiamento sul collo e…un’insolita quantità di brufoli sulla faccia.-
-Certo, certo tutto torna…-
-Ma cosa? La prego dottore!- stavo implorando
-Charlie mi dispiace ma…hai contratto una grave forma di leucemia.-  rimasi di sasso. Leucemia? Non poteva essere, no doveva esserci uno sbaglio.
-E’ sicuro?-
-Sì Charlie, mi dispiace.- mi crollò il mondo addosso, e adesso? Sarei finita così?
-Morirò?- chiesi mormorando
-Credo di no, ma ancora non sappiamo se l’abbiamo presa in tempo.- aveva uno sguardo pieno di apprensione, sarei morta ne ero certa.
-Io non voglio che succeda, non voglio rimanere incatenata a un letto per sempre, non voglio perdere tutti i capelli, non voglio che gli altri abbiano compassione di me io non voglio!- iniziai a piangere come una bambina viziata a cui hanno appena tolto il suo gioco preferito.
-Charlie non lo dire neanche per scherzo, solo combattendo potrai guarire.- il dottore mi guardò serio.
-Ma che senso avrebbe? Non servirebbe a niente lo so!-
Il dottore mi afferrò i polsi e mi guardò negli occhi:
-No questo non serve a niente, Charlie tu non puoi piangerti addosso, non te lo puoi permettere chiaro? Tu adesso puoi piangere, urlarmi contro, sfogati se ne hai bisogno, ma non ti arrendere mai!-
-M-ma io…- tentai
-No fammi finire, tu adesso inizierai la chemioterapia, lotterai, devi farlo per te e devi farlo per tua madre, lo sai quanto è fragile no? Pensi che sopravvivrebbe alla tua morte? Io non credo.-
Il dottore aveva usato parole dure, ma forse necessarie, non potevo arrendermi, aveva ragione: mia madre non ce l’avrebbe fatta senza di me.
-Io…non so che dire, ha ragione.- la sua espressione mutò all’improvviso e mi guardò dolcemente
-Stai tranquilla è normale che tu ti senta scossa, l’importante è che hai capito.- e mi abbracciò
Ero sconvolta, avrei lottato, ma questo non voleva dire che ce l’avrei fatta, la mia vita era così inutile che poteva finire così? Iniziai a singhiozzare, mi sfogai, ma dopo non mi sentivo affatto meglio.
Il medico aprì la porta e mia madre si fiondò nelle mie braccia, piangemmo insieme.
Quella sera bussarono alla porta, mia madre, dopo che avevo insistito per ore, era andata a casa per farsi una doccia ed ero rimasta sola.
-Avanti.- mormorai
La porta si aprì e il primo sorriso della giornata mi illuminò il viso.
-Ehi, che ci fai qui?-
-Io? Che ci fai tu qui! Mi hai fatto prendere un colpo.- rispose Mattie e mi porse un mazzo enorme di peonie, i miei fiori preferiti.
-Hai saputo?- chiesi facendo una smorfia
-Tua madre mi ha chiamato un’ora fa, sono venuto appena ho potuto.-
-è sconvolta.- sentivo che le lacrime stavano per scendere di nuovo.
-Tu come stai? Lo so che è una domanda sciocca ma…- arrossì
-Sono solo…stanca.- Mattie sospirò, aprì un armadietto nell’angolo della stanza, tirò fuori un vasetto polveroso, andò nel piccolo bagno annesso alla camera lo riempì d’acqua e lo mise sul mio comodino insieme alle peonie.
-Mattie posso chiederti una cosa?- chiesi dopo averlo osservato per qualche minuto.
-Certo.-
-Quant’è che sono qui?-
-Hai dormito per tre giorni.- mormorò angosciato
-Oh merda avrà pensato che mi sono dimenticata di lui!-
-Chi?- chiese Mattie sorpreso e quasi come se l’avessi invocato il telefono vibrò sul comodino facendo tremare anche le peonie.



Buonasera belle fanciulle!!
Capitolo peso. mi ci è voluto una vita a scriverlo e a dirla tutta non sono nemmeno tanto soddisfatta di come è venuto ma non riesco a scriverlo in altro modo quindi...
Qui qui e qui ci sono le storie di ProudOfMe LittleYolo e wild_strawPerry che sono la perfezione, no sul serio sono bellissime
In più vi consiglio tantissimo anche la storia di xtommosmile "Beside him" stupenda *w*
Un bacio e buone feste!!
Twittah!!

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