Aftershock di Harryette (/viewuser.php?uid=237756)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Plan. ***
Capitolo 2: *** unbroken. ***
Capitolo 3: *** do you trust me? ***
Capitolo 4: *** romantic sea. ***
Capitolo 5: *** alone. ***
Capitolo 6: *** blue moon. ***
Capitolo 7: *** medical division. ***
Capitolo 8: *** j. ***
Capitolo 9: *** save me. ***
Capitolo 10: *** fuck. ***
Capitolo 11: *** my hands are made to your. ***
Capitolo 12: *** a big party. ***
Capitolo 13: *** masochist. ***
Capitolo 14: *** scars. ***
Capitolo 15: *** even angels cry. ***
Capitolo 16: *** without the love. ***
Capitolo 17: *** wherever you will go. ***
Capitolo 18: *** the dream is true. ***
Capitolo 19: *** goodbye. ***
Capitolo 20: *** i'm trying to save you. ***
Capitolo 21: *** i wanna save that light. ***
Capitolo 22: *** it’s where my demons hide. ***
Capitolo 23: *** don't stress,don't cry, we don't need no wings to fly. ***
Capitolo 24: *** do you believe in love?. ***
Capitolo 25: *** audition. ***
Capitolo 26: *** lovely sunset. ***
Capitolo 27: *** aftershock. ***
Capitolo 28: *** epilogue. ***
Capitolo 29: *** AVVISO. ***
Capitolo 1 *** Plan. ***
Capitolo Primo- Plan.
''hai mai visto il sole spegnersi solo perchè pioveva?''
***
Corsi per le scale della scuola con le lacrime agli occhi.
Mi facevano male le gambe ma non mi importava. I miei corti capelli biondi ondeggiavano con me, leggermente umidi per le mie lacrime.
Finalmente raggiunsi quella classe maledetta . Non pensavo al mascara colato, o alle mani tremanti e nemmeno alla mia faccia sconvolta. Volevo solo vederlo.
Non chiedevo altro.
Mi venne risparmiata la figuraccia di entrare in classe e chiedere alla professoressa se potesse uscire perché era già lì fuori che fumava, fregandosene altamente del fatto che non si potesse fare.
Non appena mi vide gli si illuminarono gli occhi e io mi asciugai le lacrime e il mascara sopravissuto con il palmo della mano.
Mi avvicinai a lui spedita. Non mi importava della sua reputazione da bullo, da puttaniere, da narcisista. In quel momento era solo lui.
'‘Hey bellezza ,posso esserti utile?'' chiese spavaldo, non guardandomi in faccia ma ‘altrove’.
''Che strano'' scherzai ''Dovresti ricordarti di me visto che sono amica di Devonne. LO ERO''. Pronunciai quelle parole con un groppo in gola.
‘'Devonne? Gilbert?'' ammiccò.
''Si ,proprio lei’' sputai nervosa.
''Ah, e come posso aiutarti?'' si avvicinò poggiando la mano calda sul mio fondoschiena.
Avanzai vanitosamente, finche i nostri petti non si scontrarono.
''Secondo te?'' ammiccai, portando una mano dietro il suo collo.
Poco più di una spanna ci divideva le labbra.
''Non mi ricordo di te , biondina, ma stasera dò una festa da me. Vieni e continuiamo questo discorso''. Sorrise, portando la mano più giù. Non feci caso agli sguardi dei collaboratori scolastici. Chissà con quante ragazze era stato in quella posizione quel bastardo.
''Ma tu non stavi uscendo con una certa Bella?''.
''Non essere paranoica. Non ti si addice'' terminò, con la mano sul mio sedere.
''Giusto, tu sei abituato a far soffrire le ragazze, no?''.
Sbiancò a questa mia domanda, e ritirò la mano. ''Che vuoi?'' . La sua voce era dura.
''Io? Nulla’'sentenziai.
''Mi danno su i nervi le ragazze che offendono''.
''Tu offendi sempre razza di verme''.
A quelle parole mi percosse un brivido. Chissà cosa mi avrebbe fatto ora. Il suo volto si contrasse ma poi sorrise. ''Amo le ragazze difficili''. Lo presi per il collo della maglia bianca e lo spinsi al muro. Eravamo di nuovo vicinissimi. I miei occhi cioccolato dovevano far paura.
''Muori Malik .Tanto te la faccio pagare''.
Me ne andai, rossa di rabbia. Quel cafone non l'avrebbe passata liscia. Gliel'avrei fatta pagare cara. Nessuno trattava male la mia migliore amica. Nessuno la induceva al suicidio.L'avevo persa, ed era stata TUTTA colpa sua. Devonne mi mancava. La sua assenza era nell’aria. Arrivata, finalmente, a casa sospirai ,sesa sul mio letto. La nostra foto insieme, che avevo in mano, mi stava seriamente ustionando la pelle. La sentivo bruciare attraverso la carta.
Lei era sempre stata fragile.
Troppo.
Io non avevo saputo proteggerla.
''Tranquilla Dev, ti giuro che quel verme avrà quello che si merita''. Non avevo paura. So che mi avrebbe sempre protetta. E con lei, in qualsiasi forma fosse, non avrei temuto nulla.
***
Avevo indossato un abito rosso cortissimo e delle scarpe nere vertiginose, abbinate alla borsa. Non ero magrissima, ma quel vestito mi stava bene. Sospirai tre volte prima di bussare alla porta.
Mi aprì proprio lui.
''Ciao biondina'' ammiccò.
Avrebbe dovuto essere incazzato nero con me e invece sorrideva. Quando sentii puzza di alcool capii perché: non era in se, era ubriaco. Lo superai ed entrai in casa sua senza dir nulla. La musica era assordante, le persone erano accalcate le une sulle altre ed erano tutti ubriachi.
O quasi tutti.
''Ora che ci penso ,non so neanche il tuo nome, biondina'' disse Zayn, spostandomi una ciocca di capelli dal viso, ma lo allontanai.
''Dovresti ricordarlo visto che Devonne ci presentò''.
''Basta con questa tizia , dolcezza''.
''Non chiamami dolcezza. Anzi non chiamarmi affatto''.
''Ma che hai?'' chiese, sbandando.
''Santo Dio Malik, Devonne è morta per colpa tua!'' quasi urlai.
Lui sbiancò di nuovo. ''Io non ho fatto nulla a quella ragazza'' disse. Poi scomparve. Eclissato. Come se avesse avuto paura. Paura di me, e faceva bene ad averne. Dio, quanto lo odiavo. L’unico motivo per cui ero andata a quella festa era per cercare di capire quale fosse il suo punto debole. E colpirlo. Tante volte quante le lacrime che Devonne aveva sprecato per lui.
Mi avvicinai alla cucina alla ricerca di qualcosa da bere ma c’era solo birra, e mi nauseava. In realtà, l'alcon in generale mi nauseava.
''Scusami c’è dell’acqua?'' chiesi ad un ragazzo lì vicino.
''Zayn non beve acqua'' rise. Ubriaco di merda, in quella festa non c'èra una persona che si salvasse!
Sospirai.
Prima che me ne rendessi conto era spalmato addosso alla sottoscritta, e mi fece sobbalzare in aria,di tre metri. ''Hey ,vai via'' mugolai. Ma era incollato. Le mani sul mio sedere e la testa nell’incavo del mio collo. Odiavo la sua puzza di alcool.
''Staccati ti prego'’ sussurrai. Mi avrebbe buttata a terra, di questo passo.
''Profumi così tanto''.
Sembrava un maniaco. Cercai di spingerlo via, ma nulla. La paura aveva attanagliato ogni mia cellula, ero a dir poco terrorizzata. La sua puzza pungente di alcool mi penetrava nelle narici, rendendomi impossibile anche solo respirare.
''Mai sentito parlare di bagnoschiuma?'’. Rise ma sono sicura che non capì la battuta. Poi cominciò a spingermi. Così forte che sbattei contro la cucina.
''So dov’è la camera di Zayn’''sussurrò ''Se vuoi ti ci porto''.
Mi voltò lo stomaco e intanto lui continuava a spingermi contro la cucina, senza rendersi conto che era stracolma di birre vuote, e piatti che mi si stavano conficcando nella carne.
''Mi stai facendo male'' balbettai, spaventata. Sapevo che sarebbe stata una cattiva idea andare a quella festa. Me lo sentivo, maledetta me e la mia testardaggine.
''Sei così morbida''.
Cominciò a baciarmi il collo insistentemente fino ad arrivare alla mia bocca , ma mi voltai giusto in tempo per evitare quel suo bacio malato. ''Ti prego''. La paura era aumentata così tanto che agii senza pensare. Afferrai una bottiglia vuota di birra dietro la mia schiena mentre lui continuava a spingere e a leccare la mia pelle. Mi feci coraggio. Ripensai al cadavere di Devonne, della mia migliore amica, non potevo morire anche io. Con la bottiglia di vetro lo colpii dietro la testa e lui cadde a terra sanguinando. Lasciai cadere l’unico pezzo di bottiglia ancora intatto dalla mia mano,sconvolta e frastornata.
Fu in quel momento che Zayn mi trovò, e impallidì quando vide l’amico a terra.
''Puttana’' disse il ragazzo, alzandosi sanguinante, e andando via. Ero sicura che ora sarebbe stato Zayn a farmi cadere nel terrore, ed ero anche sicura che il ''ragazzo della cucina'' si sarebbe vendicato molto presto.
''Gli ci voleva proprio una bella lezione'' concluse Zayn,sorridendo. Oh dio mio, non aveva difeso l'amico?
''C-cosa?''.
''La prossima volta impara a disturbare le mie ospiti. Lo sa che le sue sono quelle in salone, quelle in cucina sono mie''. Mi arrabbiai ancora di più. E così il punto debole di Zayn erano le ragazze? Bene.
''Allora cosa stavamo dicendo stamattina prima che mi augurassi di morire?''.
Si avvicinò. Troppo. Mise la sua mano viscida sulla mia spalla. Il mio cuore aveva ripreso a battere all'impazzata, ed ero a serio rischio infarto.
''Camera mia è libera’' sussurrò.
''MAI''. Si avvicinò ancora di più ,poggiando la testa nell’incavo del mio collo.
''E invece credo che ti farebbe proprio piacere. Non puoi immaginare quanto sia bravo, io''.
''E tu non puoi immaginare di quanto me ne freghi!'' dissi allontanandolo.
''Mi pregherai di farlo un giorno''.
''Prima berrei candeggina, fidati''.
Mi allontanai, anche perchè io e quel pakistano ubriaco non avevamo più nulla da dirci e il suo squallore aumentava di minuto in minuto. Per tutta la serata non feci altro che guardarmi in giro e ballare con due o tre ragazzi, per evitare altri problemi. Poi, quando presi il giubbotto per andarmene, notai che dall’altra parte della stanza il ''ragazzo della cucina'' mi stava fissando. Il suo sguardo rabbioso mi spaventò. Sarei dovuta uscire da sola per fermare un taxi e avrebbe potuto raggiungermi. E non c’era campo per il mio samsung. Dovevo trovare una soluzione.
Avevo paura.
Una pura e insana paura. Sconosciuta alla sottoscritta, e distruttiva. Poi sentii una voce familiare nella camera alla mia destra, quasi buttai giù la porta. Zayn Malik era letteralmente spalmato addosso una finta bionda mezza nuda, con le gambe spalancate. Che schifo.
''Malik devo parlarti''.
''Ti sembra i momento, bimba?'’ si intromise la ragazza.
Mi sentii una stupida. Che credevo di fare?
''Lasciate stare'' dissi, richiudendo la porta. Che ingenua. Zayn non era meno pericoloso dell’amico. Avrei chiamato un taxi e al diavolo la paura. Ma mentre mi recavo verso l’uscita qualcuno mi bloccò per il polso.
Tremai, era lui.Il ragazzo rabbioso che sicuramente avrebbe sfogato la sua rabbia in qualche modo malsano e doloroso. Su di me.
''Cosa c’è, biondina?''.
Ringiovanii quasi quando capii che era solo Zayn. Solo…
''Nulla''. Si era capito che ero orgogliosa, insomma.
''Se non parli crederò che lo hai fatto di proposito perché sei gelosa''.
''Pff'' sbuffai. ''E’ mezzanotte passata Zayn…volevo solo…un passaggio a casa'' . Mi sentii ridicola a chiederglielo, dopotutto lo odiavo e glielo avevo anche detto. Ma non potevo fare altrimenti, perchè preferivo di gran lunga ridicolizzarmi piuttosto che sopportare lo sguardo di quel pazzo un secondo di più.
Rise.
''Cazzo ti ridi?''.
''Oh calma bellezza. Sei fortunata''. Non avevo per niente voglia di stare ai suoi giochetti, quella sera particolarmente.
''Perchè?''. Giurai che se avesse detto una delle sue battute squallide l'avrei schiaffeggiato.
''Perchè stai per vedere una delle auto più belle del secolo''.
***
''Fallo innamorare di te no?'' concluse Liam al bar, il giorno dopo.
''E perché Payne? Illuminami''.
Liam ed io eravamo migliori amici dall'alba dei tempi, tanto che probabilmente sapeva più cose lui di me che io di me stessa. Ed era la persona più gentile ed adorabile sulla faccia della terra, nonchè un bellissimo ragazzo. Non che fossi attratta da lui, ovviamente, ma era un dato di fatto. La bellezza in generale è un dato di fatto, no?
Incontrarmi con Liam al bar prima dell'inizio delle lezioni era una specie di rituale da quando avevamo tredici anni, anche se Liam era troppo intelligente da irritarmi- a volte,
''Perché lo molli ,Melinda, e lui ci rimane di merda. Come con Devonne. Stessa moneta''.
Mi ci volle poco che ragionare su quello che aveva detto. Stavo cercando vendetta no?
''Dio sei un genio, Payne'' quasi urlai, stringendolo forte. Lo sentii sorridere.
Mi alzai dalla sedia e, dopo averlo salutato con un bacio casto sulla guancia, presi la felpa blu e mi recai a scuola per il corso di musica, a cui partecipavo. Probabilmente, l'unico che mi interessasse e di cui mi fosse importato in quattro anni.
Suonare il piano mi rilassava. Mi sfogavo. Devonne lo adorava. Il piano della scuola prendeva la polvere in un’aula abbandonata, così dopo le lezioni di musica, ci rimanevo di nascosto e suonavo. Fu mentre suonavo che mi venne un’idea. Conquistare Malik non sarebbe stato facile, anzi… ma forse potevo fare qualcosa. Non appena uscii da scuola andai a rinnovarmi il guardaroba.
‘MUORI MALIK’.
__________________________
CIAO RAGAZZINE :)
HO SPESO MOOLTO TEMPO PER QUESTA FF QUINDI SPERO VI PIACCIA. LASCERESTE UNA RECENZIONE? GRAZIE MILLE ;)
CHE DIRE? SICURAMENTE INTRIGANTE, VOI COSA PENSATE CHE ABBIA IN MENTE LA PROTAGONISTA? MHMM CONTINUATE
A LEGGERLA E VEDRETE! CE NE SARANNO DELLE BELLE *sorriso perfido*
BACI, VI AMO :)
Harryette.
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Capitolo 2 *** unbroken. ***
Capitolo 2- unbroken.
''non sei stanca di vivere, sei stanca di morire ogni giorno in questo modo''.
***
''Piccole puttane crescono'' esclamò mia madre quando mi vide scendere le scale ,la mattina dopo per andare a scuola.
''Grandi troie si intromettono'' sputai. Poi presi lo zaino rosa e uscii di casa sbattendo la porta.
Piccolo dettaglio: quanto potevo odiare mia madre? QUANTO?
Per la strada verso l'autobus non feci altro che abbassarmi la miniminimini gonna che avevo, praticamente inesistente. La maglia trasparente lasciava intravedere il mio reggiseno nero in pizzo. Mi ero contenuta e non avevo indossato i tacchi, solo per decenza, anche se a scuola c'era chi faceva di peggio.
Nell'autobus incontrai Payne, come tutte le sante mattine. ''Hey Melinda''.
''Hey Liam''.
Mi squadrò dalla testa ai piedi interessato. ''Ehm, dove devi andare stamattina? In un bordello?'' scherzò.
''Ma quanto sei simpatico'' ironizzai ''tu hai avuto l'idea di conquistare Zayn ,quindi taci!''.
Dal suo volto capii che solo ora aveva compreso la mia idea. A Zayn piacevano le ragazze facili? Lo sarei diventata.
''Genio'' concluse ,sorridendomi.
''Lo so, grazie''
***
Arrivati a scuola ci salutammo e ci recammo vicino i nostri rispettivi armadietti, distanti anni luce.
Quando chiusi l'anta notai la figura slanciata di Zayn che mi passava accanto. Tossii per farmi notare , e quando lo fece sgranò gli occhi.
''Wow'' disse solo.
''Ciao anche a te ,Malik!''.
''Ora che ci penso, biondina, non so neanche il tuo nome'' cambiò di scorso.
''Melinda'' sussurrai quasi ''Melinda Gomez''
''Spagnola?''
''Messicana'' lo corressi. Un sorriso malizioso comparve sul suo viso.
''Non ti avevo mai vista in questa 'versione' ,biondina'' sogghignò.
Mi avvicinai lentamente a lui, respirando il suo profumo aspro. Portai le labbra a sfiorare il suo orecchio sussurrando ''se vuoi puoi vedermi anche in un'altra versione''.
Ero allusiva, e lui aveva colto le mie intenzioni. Sorrise malizioso.
''Sapevo che prima o poi me lo avresti chiesto!'' ammiccò. Volevo dargli uno schiaffo ma mi trattenni e glielo lasciai credere. Che narcisista. Gli presi la mano, che era bollente, e lo condussi verso il bagno delle ragazze quando piantò i piedi a terra e mi bloccò.
''Cosa c'è?'' chiesi. Zayn Malik che rifiutava una sana scopata? Assurdo.
''Come mai hai cambiato idea?'' mi chiese ''sbaglio o fino a ieri mi odiavi e mi davi dell'assassino?''.
In quel momento capii che non era solo un bastardo senza anima ma non evava neanche la conoscenza dei propri limiti. Pensai a Devonne. DOVEVO portare a termine il piano, punto.
''Nella vita si può cambiare idea ,no?''.
''Certo, ma stai attenta biondina'' ammiccò ''tai giocando col fuoco. Potresti bruciarti''. Non stava scherzando, era semplicemente serissimo. Mi avvicinai di più al suo corpo muscoloso.
''SONO INDISTRUTTIBILE ,ZAYN''.
''Lo so'' sentenziò, prima di voltarsi e andarsene.
Lo vidi allontanarsi fino ad entrare nella sua classe. Mi aveva rifiutata. Non ci potevo credere. Avevo praticamente speso un capitale per quei vestiti, porca miseria! Dovevo trovare un altro modo, era inutile ritentare. Se aveva voglia di scopare con me ora saremmo chissà dove. E io avrei perso già la mia verginità. Non che fossi una santa, anzi. Non che mia madre fosse una di quelle religiose incallite che obbligano le figlie ad aspettare il matrimonio, anzi. Volevo SOLO il ragazzo giusto.
Era una specie di sogno, come il matrimonio credo... Ma non mi importava fare sesso con Zayn e infrangere il mio sogno, se potevo vendicare la mia migliore amica. Poi, sempre mentre suonavo il piano di nascosto, mi venne un altro lampo di genio. Mi alzai di scatto e corsi in detenzione. Sapevo che Zayn era stato punito per la 26384920 volta per essere stato beccato dalla preside metre fumava nei corridoi, l'avevo visto recarsi in presidenza quella mattina, e non ne usciva senza un cartellino arancione con la scritta 'DETENZIONE'. Spalancai la porta dell'aula. Alla cattedra un professore di un centinaio d'anni, annoiato, mentre leggeva il giornale. Notai Zayn seduto all'ultimo banco, da solo, con l'ipod nelle orecchie.
''Signorina, anche lei in detenzione?'' mi chiese il prof.
''In realtà volevo solo dire una cosa all'alunno Malik. Posso?''
Cercai di fare la carina ma quando il prof vide come ero vestita (da prostituta) cambiò idea. Perchè cavolo non mi ero messa il pigiama?
''Il signor Malik è occupato. E poi la scuola non è il luogo adatto per 'queste cose' ''.
''Quali cose? Voglio solo dirgli una cosa!'' mi giustificai. Vecchio.
''Non mi interessa, esca signorina. E ...si copra'' sputò.
''Senta un pò...'' stavo perdendo le staffe, poi però Zayn venne in mio aiuto. ''Prof possiamo uscire un attimo?''.
'
''Mi sembra di aver già risposto a questa domanda'' rispose lui. Sospirai.
''Non rompa i coglioni. Io esco. Vada a fanculo'' disse prima di prendermi per l'avambraccio e portarmi fuori, sbattendo la porta. Il professore non venne neanche a cercarlo, mentre mi conduceva in un posto più appartato.
''Cosa vuoi?'' chiese.
''Innanzitutto, ciao''.
''Oh Melinda parla!''.
Alzai gli occhi al cielo. ''Volevo solo chiederti una cosa'' conclusi.
''Cosa? Devo tirartela fuori con il cucchiaino?''.
Stronzo.
''Qualcuno è nervoso oggi ,eh?'' temporeggiai.
''P A R L A''.
Decisi di dire tutto d'un fiato, senza pensare. ''Ti andrebbe di uscire con me, venerdì?''. Mi sentivo ridicola, ma non sapevo più che pesci prendere con lui. La sua risata mi colse alla sprovvista.
''Cazzo ti ridi?''.
Lui si avvicinò pericolosamente a me. ''Dimmi perchè dovrei accettare''.
Sospirai. ''Perchè lo vuoi anche tu'' replicai, ovvia.
''E tu cosa ne sai, biondina?''.
''Lascia perdere'' dissi, prima di sottrarmi alla sua stretta anoressica e andandomene via. Stronzo al cubo.
***
Sentivo mia madre che blaterava cose senza senso dalla mia stanza. Cercavo di coprirle con la musica ad alto volume ma sembrava che le mie orecchie volessero sentire solo quello. 'Maledetto alcool' pensai.
Era da quando mio padre l'aveva mollata -ci aveva mollate- scappando con la sua segretaria di ventitre anni, che si ubriacava tutte le sere. Esattamente tre anni e due mesi. Non faceva altro che urlare e si riduceva ad uno straccio. La mattina dopo era inguardabile e dormiva fino al pomeriggio. Poi sentii un rumore sordo e corsi in cucina ,spaventata. Si stava divertendo a rompere, sbattendo a terra, tutti i piatti di porcellana dalla credenza. Il rumore era assordante.
''MAMMA SMETTILA!'' urlai. Ma non mi dava retta.
''Finiscila!'' continuavo ad urlare, finchè non le bloccai con le mani i polsi. Ma lei si liberò, dandomi un sonoro schiaffo in faccia.
''Scompari dalla mia visuale, Melinda! VATTENE!''. Sembrava una matta. Sentii gli occhi pizzicare, e le lacrime cominciarono a scendere a fontane, silenziose.
''Che cazzo piangi a fare ora? E' colpa tua se tuo padre se ne è andato!''.
Sapevo che quello che diceva non aveva senso e che non lo pensava, ma faceva male lo stesso.
Corsi fuori da quella casa, nel vento gelido di Londra. Con addosso solo una tuta. Corsi a perdifiato fino a raggiungere un ponte abbandonato vicino casa mia, che dava su di un laghetto. Un tempo c'erano delle oche lì dentro, mio padre mi ci portava sempre da piccola.
Piansi.
IO NON PIANGEVO MAI.
Ma quella sera piansi, e mi sentii più libera. Piansi per tutte le cose su cui non avevo pianto, per tutte le cose su cui avevo trattenuto le lacrime per sembrare forte. Piansi per Devonne, per mio padre, per mia madre, per tutte le volte che ero stata ferita da persone e parole stupide. E mi ritrovai a piangere anche per delle cose futili. Le lacrime scendevano e non volevo fermarle.
Poi mi strappai dal collo la collana che io e Devonne avevamo comprato uguale in terza media, una stellina d'argento, e non ci eravamo mai tolte, e la lanciai nel lago urlando.
La stella si perse nell'acqua gelida e colò a fondo. Non mi pentii di averlo fatto. Ero arrabbiata con Devonne.
''Tu eri l'unica che conosceva i miei problemi. L'UNICA PORCA TROIA!'' urlai al mare, come se potesse sentirmi. ''Perchè hai deciso di andartene? Eh? Perchè hai mollato tutto? PERCHE' CAZZO MI HAI LASCIATA SOLA, DEVONNE?''.
Mi sentii meglio anche stavolta. Sospirai, poi decisi di ritornare a casa. Prima però sussurrai di nuovo al mare.
''Io avevo ancora bisogno di te''.
ALLORA RAGAZZE PIACIUTO IL CAPITOLO?
SINCERAMENTE IO LO AMO! NON PREOCCUPATEVI ,CAPIRETE PRESTO CHI E' DEVONNE :))
CHIEDO SCUSA SE CI SONO ERRORI MA VADO DI FRETTA, QUINDI NON HO TEMPO DI RICONTROLLARLO LOL
CHE NE PENSATE DELLA PIEGA CHE STA PRENDENDO LA STORIA?
NEL PROSSIMO CAPITOLO VI MOSTRERO' COME IMMAGINO MELINDA GOMEZ, CI STO ANCORA PENSANDO:)
ORA EVAPORO, MA PRIMA VOLEVO RINGRAZIARE TUTTE LE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO E CHE RECENSIRANNO C':
BACI
H.
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Capitolo 3 *** do you trust me? ***
alla mia migliore amica :')
Quella mattina ero davvero impresentabile nel vero senso della parola.
Cercai di truccarmi alla meglio e indossai una felpa blu dell’hard rock con un fuson nero. Mi truccai pesantemente cercando di nascondere le occhiaie ma era tutto inutile, così ci rinunciai.
Quella era una giornata no: nell’autobus c’era una vecchia donna che voleva fare ‘conversazione’ ma non mi lasciava dire neanche una parola, e per giunta, parlava con la gomma in bocca in bella vista.
Arrivata alla fermata quasi mi catapultai fuori.
Corsi dentro scuola per non essere vista da nessun’altro in quelle condizioni, se non dai miei ‘amici’.
‘Ti è morto il gatto? Cos’hai?’ mi chiese Payne.
‘ N I E N T E .Devo per forza avere qualcosa? Eh?’.
‘Oh, oh calma Melinda’.
E Payne non fu l’unico che trattai di merda quella mattina. Oh no. Trattai male anche i professori e tutte le mie amiche. Ora mi odiavano, ci mettevo la mano sul fuoco.
A metà giornata decisi di andare in bagno e di rimanerci per un bel po’: non me ne fregava nulla di quello che avrebbe detto la prof. tanto era una cretina, quella di arte.
Mi accesi disperatamente una sigaretta, che avevo chiesto ad una ragazza che aveva appena smesso di fumare li’ vicino. Poi se ne andò e rimasi sola.
Pensai a quello che era successo la sera prima al ponte e mi pentii di essere stata così debole. Così ‘femminuccia’, così disperata e piangente. Insomma non era da me! Scacciai dalla testa la mia immagine stravolta riflessa nell’acqua del ponte e decisi che non ci avrei pensato mai più. Anche perché mi aveva fatto stare bene in QUEL momento, ma ora era esattamente come prima, e se anche avessi pianto come un’ossessa di nuovo non sarebbe cambiato un bel niente.
In un batter d’occhio la sigaretta finì e mi ritrovai a guardare le ragazze che passavano per i corridoi, cercando di distrarmi e di perder tempo: chi aveva il giubbotto sporco, chi aveva un bel po’ di pancia da smaltire, chi aveva degli occhiali enormi, chi dei capelli che erano un misto fra i ricci e i lisci. Mi chiedevo se ogn’una di loro andasse bene a scuola o meno, e così passò un quarto d’ora: ecco un buon esercizio per non pensare SENZA piangere!
Porco cazzo Melinda, sei un fottuto genio!.
Poi eccolo lì: in tutta la sua spavalderia proprio lì di fronte a me. Certo era bello. Bello e dannato. Più dannato che bello, però.
‘Melinda!’ ammiccò.
‘Zayn…Ricordi anche il mio nome ora? Credevo che la tua mente fosse limitata’.
‘Sei divertente, eppure ieri non la pensavi così’.
Mi venne alla mente l’immagine di me che cercavo di sedurlo, e capii che avevo un piano da portare a termine. Me ne ero quasi scordata.
‘Bhè, hai ragione Malik. Ma io stavo scherzando’ dissi avvicinandomi vertiginosamente a lui ‘tu non scherzi mai?’.
‘Io scherzo sempre’.
‘Bene’ sorrisi, dentro invece urlavo.
‘Dimmi un po’, vale ancora il tuo invito per venerdi?’ chiese. E mi colse di sorpresa, insomma davvero non me lo aspettavo. Che ragazzo bipolare! Seriamente aveva qualche problema mentale ,non poteva comportarsi così!
Ovviamente colsi l'occasione.
‘Certo, vale sempre. Quindi ci stai?’.
‘Dove andiamo?’ domandò. Ed mi fece chiaramente capire che la risposta era si.
‘Questa è una sorpresa ,Zayn’ ammiccai.
‘Devo fidarmi?’ sorrise. Certo che il suo era proprio un bel sorriso. Il sorriso di un diavolo, che avrei distrutto. Ma così sembro io la
cattiva!
‘Tu ti fidi di me?’ domandai di rigetto. NO NO NO NO NO. Dì NO!
‘No’.
‘Perfetto, perché nemmeno io mi fiderei mai di una persona come te, amore’ gli sussurrai all’orecchio, prima di girarmi e andarmene ,mentre lui mi fischiava dietro. Che uscita ad effetto Melinda!
Poi mi rigirai di botto ,e gli urlai ‘Ci vediamo qui fuori venerdì alle nove!’.
E lo sentii chiaramente ridere sotto i baffi.
***
Un anno prima
‘Devonne!’ urlai ,incontrandola a scuola e saltandole in braccio.
‘Hei Melinda, a cosa devo il tuo buon umore?’ sorrise ,scansandomi.
‘Indovina? Ieri sono riuscita a finire la nostra canzone’ conclusi fiera, riferendomi alla canzone che io e Devonne stavamo scrivendo da circa due mesi, ma che non riuscivamo a concludere.
Lei suonava la chitarra e io il piano. Una bella coppia eh?
‘Ma dovevamo finirla insieme, Mel! L’abbiamo iniziata insieme e dobbiamo concluderla così’ si lamentò, ma sapevo che era contenta, perché non era molto creativa.
‘Oh andiamo Dev, è bellissima. Devi sentirla. Oggi da me alle cinque ok?’.
Fece finta di pensarci un attimo, spostando indietro i suoi capelli rosso fuoco. Che tappetta che era.
‘Aspetta, devo controllare la mia agenda’ scherzò.
Gli diedi una gomitata. ‘Ma smettila’ risi.
E poi ecco che il nostro ‘momento’ era rovinato dall’entrata trionfale di quella specie di individuo pakistano: Zayn Malik. Era mozzafiato, ma bastardo dentro. Ne parlavano tutti, si era fatto mezza scuola.
Devonne lo guardò con gli occhi a cuore mentre lui le si avvicinava e le scoccava un bacio a stampo, per poi sussurrarle ,abbastanza forte perché potessi sentire ‘buongiorno bellissima’.
Lei arrossì come un peperone. Io alzai gli occhi al cielo.
‘Non mi presenti la tua amichetta?' Le chiese ,squadrandomi.
Devonne mi prese la mano e mi spinse più avanti. Senza accorgermene avevo indietreggiato. ‘Certo! Lei è Melinda Gomez, la mia migliore amica. Ti ho parlato molto di lei Zayn, ricordi?’.
Lui mi guardò ancora. ‘Veramente no. Comunque piacere’.
Gli presi la mano e fissai intensamente i suoi occhi. Erano così scuri, così tenebrosi. Mi percosse un brivido. All’instante cominciai a credere a tutte le cose che si dicevano sul suo conto in giro, e che Devonne aveva smentito. Ma lei era troppo buona, troppo innamorata per vederlo DAVVERO. Capii subito che l’avrebbe fatta soffrire e so che l’avrei fatto anche io se glielo avessi detto, ma l’avrei fatto. Finsi di dover andare in bagno e me la filai.
Arrivata in bagno sentii una ragazza piangere, piegata disperata a terra.
‘Tutto bene?’ le chiesi.
Quando mi guardò negli occhi notai il mascara colato e le mani che tremavano. ‘No’ sussurrò.
‘Che succede?’ le chiesi.
‘Il mio ragazzo ieri mi ha lasciata e l’ho appena visto che baciava un’altra’ singhiozzò.
Odiavo quando una ragazza piangeva per un ragazzo. Erano così inutili. Dopo la ‘partenza improvvisa’ di mio padre avevo smesso di credere nel principe azzurro e nel fatto che esistesse l’amore vero. Anche mio padre diceva di amare mia madre, ma non era stato così. Tutte cazzate. E loro erano degli enormi cazzoni.
‘Che stronzo. Non dargli retta, ok?’
Lei annuì debolmente. ‘Io amavo davvero Zayn. Stavamo insieme solo da due settimane ma mi piaceva davvero’.
E quella fu la prova del nove.
‘Devonne in che guaio ti sei andata a cacciare?’ pensai.
CIAO RAGAZZUOLE (?)
IL CAPITOLO E' UN PO' CORTO LO SO, MA NON HO PROPRIO ISPIRAZIONE ULTIMAMENTE LOL MI FARO' PERDONARE NEL PROSSIMO OK? GRAZIE A CHI HA RECENSITO IL SECONDO CAPITOLO, SIETE LA DOLCEZZA!
SPERO CHE ANCHE QUESTO VI GARBI, IO INTANTO ME NE VADO (?)
FATEMI SAPERE CHE COSA NE PENSATE, ANCHE PERCHE' SI INIZIA A CAPIRE UN PO' IL PERSONAGGIO DI DEVONNE *.* DETTO CIO' EVAPORO. AH E PER CHI VOLESSE IMMAGINARLA ,MELINDA E' SIMILE A DEMI BLONDEVATO (?)
UN BESO!
VI AMO.
H :) |
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Capitolo 4 *** romantic sea. ***
A VOI.
Indossai una abito nero lungo fino a meta’ coscia, ma decisi di non mettere i tacchi, optai quindi per delle ballerine nere lucide.
Legai i capelli in una coda ordinata, e mi truccai leggermente. Se la parte della ragazza volgare non aveva funzionato, provai con la parte della ragazza semplice e gentile.
Misi una giacca bianca abbinata alla pochette, giusto per spezzare. Sospirai e scesi, per dare spiegazioni a mia madre. Dopo la scenata della volta scorsa non le avevo più parlato.
‘Dove vai, Melinda?’ chiese.
‘Esco con un ragazzo. Ti interessa?’
Non rispose , e tornò a dormire sul divano. Ovvio. Erano le nove ed ero in ritardo, così cominciai a camminare a passo svelto, per raggiungere il liceo.
Zayn era lì fuori, con la schiena appoggiata alla porta della sua Range Rover nera. Indossava una camicia di lino bianca, leggermente aperta sul petto, e dei jeans scuri a cavallo basso. Poi ,naturalmente, il solito ciuffo. Certo che era proprio sexy.
SCACCIA VIA QUEL PENSIERO, GOMEZ.
‘Buonasera ,biondina!’ ammiccò.
Sorrisi, ma non era un sorriso poi tanto finto. ‘Buonasera’ sussurrai.
COS’E’ QUESTA TIMIDEZZA ,ORA?
‘Allora, dove pensi di portarmi? Sai guidare almeno?’ disse.
‘Certo che so farlo! E comunque, non te lo dico. Mi dai le chiavi della macchina?’.
Mi porse le chiavi, ma le lasciai cadere come una cretina. OH ANDIAMO MELINDA!
Le raccolsi da terra ,facendo finta di nulla ed entrai al posto del guidatore. Intanto Zayn era già seduto di fianco a me , che attendeva
con un mezzo sorrisetto.
Mi faceva leggermente paura.
Misi in moto e cominciai a guidare. Quella macchina non aveva nulla a che fare con la macchina sgangherata di mia madre! Era un
bolide leggerissimo.
‘Bella macchina’.
SEI ANCORA INTIMIDITA MELINDA?
Zitta maledetta voce interiore.
‘Grazie, ti piace?’.
Annuii. Avevo già deciso il giorno prima dove l’avrei portato. Dovevo farlo innamorare no? Il ristorante che avevo scelto era su un lago enorme, e aveva una vista splendida, visto che le pareti erano di vetro. C’ero stata alla comunione di mia cugina e l’avevo
amato.
Avevo speso tutti i miei risparmi per pagare in anticipo!
Avevo prenotato un tavolo appartato vicino una pianta di tulipani, e che dava sulla parete con la vista più bella del luogo.
BENEDETTO ROMANTICISMO!
‘Siamo arrivati’ dissi, parcheggiando e spegnendo il motore, ridandogli le chiavi.
Quando entrammo Zayn rimase a bocca aperta. Era ricco di sicuro, ma non c’era mai stato in quel posto, si vedeva.
‘Non sapevo nemmeno dell’esistenza di questo ristorante, Melinda. Un punto in tuo favore’ sorrise.
GLI PIACEVA, GRANDE MEL!
Poi arrivò un cameriere in ghingheri e ci scortò al nostro tavolo. Tovaglia bianca, tovaglioli di seta con inciso ‘Romantic sea’ (il nome del ristorante), piatti di porcellana color crema,posate d’argento e bicchieri di cristallo. Era esattamente come lo ricordavo: spazioso, pitturato di bianco e azzurro e con quelle magnifiche pareti di vetro che davano sul lago illuminato. Me ne innamorai di nuovo.
‘Sei romantica, Gomez’ disse Zayn.
FORZA, INIZIA LA CONVERSAZIONE.
‘Non mi definirei proprio così, ma grazie per il complimento. Perché era un complimento spero!’ scherzai. Via la pesantezza e l’antipatia stasera.
‘Si, era un complimento ’ sorrise lui.
Poi arrivò un altro cameriere e ordinammo entrambi un piatto di ostriche ,seguite da pasta con vongole e frutti di mare vari. Poi ovviamente, la frittura di pesce.
‘Parlami di te’ disse poi Zayn.
‘Di me?’ domandai.
‘Si. Non so nulla di te ,Melinda’.
‘Bè, forse non c’è nulla da sapere’.
‘Non credo’.
Fu così che mi venne in mente di mia madre ,che or era sicuramente a casa a bere. Abbassai lo sguardo, non so bene perché.
‘Va tutto bene?’ chiese.
MA COME CAVOLO FA?
‘Si, va tutto bene. Comunque su di me non c’è molto da sapere. I miei sono divorziati’.
‘Anche i miei se è per questo. Si odiavano a vicenda’ sorrise.
‘Invece a me andava tutto bene, fino a che mio padre non è scappato con una ragazza che potrebbe essere mia sorella’.
MA PERCHE’ DIAVOLO GLIELO STAI RACCONTANDO ,MEL?
‘Ah. Bè,mi dispiace.
‘Anche a me. Ma a volte le persone bisogna mandarle a quel paese ,no?’
Rise. ‘Credo di si’.
°°°
Arrivò il dessert. Tiramisù. Mi ci voleva proprio. Per tutta la sera io e Zayn avevamo parlato del più e del meno, sputtanando i nostri genitori. Ovviamente non gli avevo detto di mia madre , ma sapeva che erano divorziati, quindi era già un passo avanti. Mi sentii meglio dopo aver parlato con qualcuno. Sembrava addirittura avere…un cuore.
‘Pratichi qualche hobby?’ domandò, mentre si portava alla bocca un pezzo di dolce.
‘Suono il pianoforte da quando avevo sei anni’.
‘Davvero? Non ti ci vedo a suonare il piano’.
‘Perché?’ chiesi, sorridendo.
‘Non lo so. Ti vedo rockettara. Suoni in una band?’
Scoppiai a ridere.
‘No’ dissi, cercando di non strozzarmi. ‘odio le band’.
‘Ti piace suonarlo?’
‘Credo sia semplicemente la mia vita. Forse sono nata per questo. Hai mai avuto l’idea che tu sia nato per fare qualcosa?’
‘In verità ,no. Non credo di aver ancora capito perché solo nato’ sorrise.
‘Lo capirai, prima o poi’.
Notai che entrambi avevamo già finito il dolce. Inizia il piano B.
Mi alzai dalla sedia, aggiustandomi il vestito. Sorrisi.
‘Dove vai?’ mi domandò.
‘Ti và di venire con me?’.
°°°
La sabbia sotto i miei piedi era freddissima e sussultai, mantenendo le mie ballerine in mano.
‘E’ gelida questa sabbia del cazzo!’ urlai, ridendo. Odiavo il freddo.
‘Sei esagerata ,Mel!’ disse Zayn.
MEL??
‘Come mi hai chiamata?’ domandai. Ad un certo punto della sabbia congelata non mi importava più nulla.
‘Mel. Ti dà fastidio?’ domandò, interrogativo.
‘No. Anzi, mi fa piacere’ sorrisi.
Lui si avvicinò di più a me ,sorridendo. ‘Tanto meglio così’.
Poi mi prese in braccio, a stile sposa. Le ballerine caddero a terra, ma non mi interessava. Lì c’eravamo solo noi due. Basta.
‘Zayn mettimi giu’!’ sbraitai. Lui rise ma non lo fece.
‘La sabbia non era gelida?’.
OH CAZZO, ZAYN HA DAVVERO FATTO QUALCOSA DI CARINO?
Dopo un po’ arrivammo a riva . ‘Zayn puoi mettermi giù ora’ sussurrai.
Lui stavolta obbedii. L’acqua era caldissima, ma di solito è così di sera tardi. Era mezzanotte passata.
Sospirai guardando l’acqua.
‘posso sapere una volta per tutte che cosa ti viene in mente ogni tanto? All’improvviso diventi triste’.
CAZZO.
Parlai, continuando guardare il mare. ‘Tante cose’.
Sussultai quando mi poggiò il braccio sulla spalla, avvicinandomi a lui.
Il mio cuore batteva a mille. Improvvisamente Zayn Malik non mi stava più sulle palle. Oh no. NO NO NO NO NO NO. Non potevo pensarlo davvero. Scacciai quel pensiero: aveva indotto Devonne ad uccidersi!
‘Posso farti una domanda ,Zayn?’.
‘Dimmi’.
Sospirai e presi coraggio. Si sarebbe arrabbiato. ‘Amavi Devonne?’.
Si girò di scatto, e sperai che almeno si ricordasse di lei. Dai suoi occhi, che si indurirono ,capii che era così.
‘Melinda…’
‘No, Zayn. Io voglio saperlo. Ne ho il diritto non credi?’
‘L’amore è un’altra cosa ,Gomez’.
Che razza di risposta era? Quindi non l’amava? Ah, che tipo di merda! Sospirai.
‘Non sospirare come se fossi un cazzone che spara stronzate’ mi richiamò, irritato.
‘Ma lo sei!’.
A quel punto ritirò il braccio dalle mie spalle, arrabbiato. Senza che avessi neanche il tempo di rendermene conto mi prese il polso e lo strinse così forte che cominciò a farmi male.
‘Zayn ,mi stai facendo male’ sussurrai, spaventata.
Sottospecie di maniaco violento, lasciami subito o ti denuncio!
Ma lui non mollò il mio polso, anzi lo strinse ancora di più, se era possibile. ‘Ascoltami bene Melinda, io non sono il tipo di ragazzo che non dice o fa’ nulla solo perché sei una ragazza ok? Stai molto attenta,puttanella’.
Ok, era sensibile all’argomento ‘Devonne’. Ma ,aspetta, lo ero anche io!
Tirai ,improvvisamente, il mio braccio così forte che lui lo lasciò. ‘Io sto sempre attenta Zayn! E ,per la cronaca, puoi incolparmi di tutto ma non di essere una puttanella’.
Poi mi girai, e cominciai a camminare per andare a prendere la borsa e le scarpe a terra.
‘Dove vai ora?’ urlò, mentre correva per raggiungermi. La sabbia mi diede vantaggio e riuscii ad arrrivare per prima al parcheggio. ‘Mel!’’.
Mi girai di colpo. ‘Non chiamarmi più così Zayn’.
‘Dove vai ora?’ chiese.
‘A casa. Prendo un taxi e me ne vado’ dissi ,mentre componevo sul mio cellulare il numero del taxista.
Lui mi tirò di colpo il samsung da mano, e chiuse la chiamata. ‘Ti accompagno io a casa’ disse.
‘NO!’ ringhiai.
‘SI!’.
‘Vuoi saperla la verità Zayn? Anche se tu stavi solo ‘scherzando’ con Devonne, lei era davvero innamorata di te! Dalle scuole medie, porco cazzo! Ed era stata così contenta quando l’hai invitata al ballo di fine anno’.
Non mi accorsi che le lacrime,silenziose,cominciavano a scendere sulle mie guancie.
‘Lei ti amava, razza di ottuso! Quando l’hai lasciata con un SMS ,dicendo che volevi solo divertirti un po’, come credi che sia rimasta lei? Con chi credi che abbia pianto per giorni? Chi l’ha confortata ,secondo te? IO! Ci sono tanti modi per lasciare una ragazza Zayn, tu hai usato il peggiore. Sei un insensibile! Per chi credi che Devonne abbia cominciato a farsi complessi? Ovunque andasse veniva ricordata come ‘la ragazza che Zayn Malik ha mollato’. Aveva solo sedici anni! Sedici! Era debole, fragile. Non ha retto, semplicemente!’ ormai singhiozzavo, ed ero sicura che avevo tutto il mascara colato.
‘Sai chi l’ha trovata in bagno con una cintura al collo? LO SAI? Io.’ Stavo urlando. ‘Io ho trovato la mia migliore amica morta per colpa tua! Hai distrutto una vita innocente Zayn, hai distrutto una famiglia, per sempre. E non c’è nulla che tu possa fare per
rimediare’.
Zayn aveva una faccia bianchissima, e mi ascoltò per tutto il tempo senza dire una parola. L’avevo fatto sentire in colpa? Bene. Asciugai le lacrime con il palmo della mano e mi ricomposi.
‘Io chiamo un taxi ,Zayn’ dissi, riprendendo il telefono dalle sue mani, gelate. Ricordai quella sera, alla festa a casa di Zayn, quando quel ragazzo cercò di violentarmi. Avevo pensato che non volevo morire nello stesso modo in cui era la mia amica: per la stronzaggine di un ragazzo di merda.
Chiamai il taxista e rimisi il cellulare in borsa.
Feci per andarmene , ma Zayn mi bloccò per un polso. Lo stesso che prima aveva stretto violentemente, e che mi faceva ancora male.
Gemetti e lui capì che era ancora dolorante, quindi lo lasciò subito. Sussurrò un ‘mi dispiace’ poi disse ‘Melinda, ti prego non andartene ‘.
Lo guardai negli occhi, sembrava sincero. Ma non mi sarei lasciata incantare dalla sua bellezza sovrumana. Oh no.
‘Come fai a rovinare una serata così facilmente?’ chiesi.
Lui non rispose. ‘resta con me ancora per un po’, ti prego ’.
Le lacrime cominciarono a scendere di nuovo. E che cazzo Melinda, piangi sempre! Con mia sorpresa lui si avvicinò e mi strinse in un debole abbraccio, come se avesse paura di stringermi troppo forte e di farmi male.
Io non ricambiai l’abbraccio, ma non mi sottrassi. Sembrava…debole?
Sentii il motore di un’auto e capii che era arrivato il taxi. ‘Ti prego, Mel’.
Mi staccai dolcemente dall’abbraccio e sospirai. ‘Ci vediamo in giro Zayn’.
RAGAZZEEEEE
GRAZIE PER LE COSE CARINISSIME CHE MI SCRIVETE, VI ADORO. COMUNQUE HO DECISO CHE LA PARTE DI DEVONNE VA ASSEGANTA AD ARIANA GRANDE (?) CAGATE IL CAPITLO ,E’ IL MIO PREFERITO (: SCUSATE PER EVENTUALI ERRORI MA LA TASTIERA SI E’ DROGATA LOL UN BACIO !
H. |
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Capitolo 5 *** alone. ***
''se ti mostrassi i mostri che ho dentro, piangeresti insieme a me''.
ZAYN’S PROV
La odiavo solo perché mi aveva fatto sentire in colpa, come non mi ero mai sentito.
E poi non dovevo abbracciarla, è stata una cosa stupida da fare, è solo che mi ha fatto tenerezza.
In verità non sapevo se mi aveva fatto tenerezza lei oppure la storia della sua amica. Io ricordavo benissimo Devonne, e le due settimane e mezzo in cui eravamo stati insieme.
Eppure non mi era sembrata una ragazza debole e fragile, sembrava….cosa? normale! Come tutte, insomma. Forse era quello il punto: voleva essere ‘di più’ delle altre? Voleva che la amassi nel vero senso della parola? Non so. Avrebbe dovuto sapere che non lo faccio mai. E’ stato un suo errore. Io cosa potevo farci? Come facevo a sapere che si sarebbe uccisa?
Quando venni a sapere che era morta non mi ci ficcai più di tanto. Non potevo immaginare che fosse stato per causa mia, nessuno lo sapeva a parte Melinda.
Ah ,Melinda.
Possibile che non ricordi neanche quando Devonne me la presentò? Eppure è abbastanza carina. Non come tutte le ragazze con cui sono uscito, certo. Ma aspetta: sbaglio o sono uscito con lei? Bè ,non glielo avevo mica chiesto io!
Mi sorpresi a pensare queste cose nella mia Range Rover mentre mi recavo a scuola. L’avrei rivista? Che cosa le avrei detto? Mi sentivo imbarazzato dopo il
mio comportamento ‘dolce’.
Eppure volevo davvero che lei rimanesse, quella sera.
ZAYN HAI GIA’ IL TUO BEL COFANO DI PROBLEMI, NON AGGIUNGERNE ALTRI.
Mi venne in mente mia madre. Dovevo davvero fare qualcosa per aiutarla a superare la morte di mio fratello. Scacciai via anche quel pensiero, e mi accorsi di essere arrivato a scuola.
Mi diressi silenzioso verso il mio armadietto quando Emily mi raggiunse. ‘Buongiorno Zayn’.
‘Giorno’.
‘Allora? Sabato sera usciamo di nuovo?’ disse maliziosa. L’ultima volta, sabato scorso, ero da lei approfittando dell’assenza dei genitori per vedere un film, e non era esattamente finita in questo modo.
‘Vedremo’.
Lei sorrise, sapeva che avrei accettato e lo sapevo anche io. In un certo senso farlo con qualsiasi ragazza mi…distraeva. Non pensavo, e almeno per qualche ora non mi torturavo.
Fu in quell’istante che la vidi entrare a scuola sotto il braccio di quello lì….come si chiamava? Liam mi pare.
Indossava semplicemente un jeans strappato e una canotta bianca. Era sorprendentemente bionda, sperai non finta.
La vidi che salutava ‘l’amico’ con un leggero bacio sulla guancia, prima di dirigersi verso il suo armadietto. Non fui sicuro se mi vide o no. Fatto sta che liquidai Emily, che mi sarei semplicemente scopato sabato, e mi diressi verso di lei.
Quella ragazza era una calamita, cazzo! Sarà che mi divertivo a litigare con lei.
‘Zayn’ disse non appena mi vide. Il suono della sua voce mi risuonò familiare, anche se era nascosta dall’anta dell’armadietto.
‘Devo dirti una cosa, Gomez’ credo che il mio tono fosse duro, perché chiuse subito l’anta e mi fissò ,in attesa, con quei suoi occhi color cioccolato.
‘Mi dispiace per quello che ho fatto’ dissi ,indicando il polso che aveva un livido leggermente viola. Davvero, non volevo.
‘Ho subito di peggio’ ironizzò. Quella ragazza cambiava umore in continuazione!
‘Comunque volevo dirti un ‘altra cosa; di solito non sono come…si, insomma…come mi sono comportato ieri sera. Io non prego nessuno’.
‘E quindi?’ .
Odiosa.
‘Quindi non ricapiterà più. So che non ti importa ma ci tenevo a dirtelo. Di solito sono le ragazze ad abbracciarmi e a supplicarmi di restare, non il contrario ’.
‘Bene. Lo metto al terzo posto delle cose di cui non mi importa un cazzo’ sputò acida. Dio quanto era complicata! Non poteva semplicemente dire ‘okay’ e andarsene?
‘Tieni anche una lista ora?’
‘Si ,e al primo posto ci sei tu!’
Scrollai le spalle. Sinceramente, non mi importava.
‘Brava ,fai bene, così magari ti tieni allenata e non dimentichi come si scrive’.
Mi guardò bruciandomi con gli occhi. Ero indistruttibile anche io, che credeva quella stronzetta?
In realtà avevo accettato di uscire con lei solo perché speravo in un ‘dopocena’. Che alla fine non c’era stato quindi…
‘Zayn, davvero non so cosa ci trovano di bello in te tutte!’
‘Non lo sai, perché non l’hai ancora provato’ ammiccai, sottolineando un chiaro doppio senso.
‘Non ci tengo minimamente, grazie lo stesso’. Mi diede una spallata, accidentalmente ne sono sicuro ,prima di andarsene. Certo che aveva un culo niente
male, se non fosse stato per la sua lingua biforcuta!
°°°
La giornata passò in un modo o nell’altro. Misi in moto la macchina e mi recai a casa, sospirando. Dio, aiutami ora!
Non appena varcai la soglia sentii il pianto rotto di mia madre, dal piano di sopra. Non mi sorprendevo più. La raggiunsi e rimasi sulla soglia ad osservarla.
Dimagrita, sembrava diversa dalla donna che mi aveva cresciuto. Un ‘altra persona. I capelli neri le ricadevano dolcemente sulle spalle e facevano da cornice
ad un viso disperato, segnato dalle occhiaie e dal dolore.
Avrei tanto voluto aiutarla. Avrei tanto voluto avvicinarmi e stringerla forte ,sussurrandole che andava tutto bene, ma davvero non potevo. Non quando ero la causa di tutti i suoi mali. Mi sentii malissimo in quel momento, e non avevo nessuno.
Nessuno a cui parlare, con cui confidarmi . Davvero non mi ero mai sentito solo, avevo sempre trovato il modo di sentirmi …bene. Ma ultimamente mi risultava complicatissimo. Non avevo intenzione di parlarne con i miei amici, non avrebbero capito e poi erano dei cazzoni assurdi. Nessuna ragazza avrebbe mai potuto comprendermi, anche se ne avevo ai piedi decine.
Fu allora che casa mia cominciò a sembrarmi davvero enorme. Lo era davvero in realtà, solo che non ci avevo mai fatto troppo caso. L’avevo sempre dato per scontato. Con tutti i soldi che la mia famiglia aveva avrei potuto comprarne altre cento ,di case come quella. Ma in quell’istante capii che avrei potuto comprare di tutto: case, ville, aziende, cellulari, tecnologie varie, ma non avrei mai potuto comprare la felicità di mia madre.
Quella non si pagava, non era in vendita. Mio padre era al lavoro nella sua enorme casa discografica, e non capiva che mia madre aveva bisogno di compagnia. Altrimenti avrebbe tentato il suicidio, di nuovo. Ed il divorzio era stata un'idea a dir poco pessima.
Sospirai a andai in camera mia, sperando che quella giornata finisse presto.
MELINDA’S POV
A casa ,inaspettatamente ,mia madre non c’era. A volte pensavo che fosse stato meglio se avesse iniziato a cercare un lavoro, invece che accontentarsi delle spese che pagava mio padre mensilmente, ma non mi dava retta.
Andai in camera mia ed iniziai a sentirmi male. Ero sola. Tremendamente e terribilmente sola. Dopo la morte di Devonne mi era rimasto solo Liam, ma ora stava frequentando una ragazza quindi non poteva stare tutto il pomeriggio con me.
Liam era l’unico, a parte Dev (che si era portata il segreto nella tomba), a sapere tutta la mia storia. E mi aiutava ,certo. Ma avevo veramente bisogno di altro, di qualcuno che ci fosse sempre. Ma sapevo che era impossibile quindi scacciai questo pensiero e aprii facebook.
Solite puttane, soliti puttanieri, solita merda. Poi ricordai che in passato, quando Dev me lo presentò, aggiunsi Malik fra gli amici, per tenerlo sotto controllo. Così controllai la sua bacheca.
SOLO CUORI DI RAGAZZE! Ma come diavolo faceva ad assecondare tutte? E che ci trovavano di bello in lui? Ce l’aveva così lungo?.
Poi vidi che era in linea, oh cazzo. Ed io avevo messo mi piace alla sua immagine del profilo: lui che rideva sotto un albero, forse di casa sua considerando che era ricco da fare schifo! Quale ragazzo di diciassette anni possiede una macchina di 23.000 sterline? LUI.
Notai che ricambiò il mi piace.
Non cambiavo la mia immagine del profilo dalla morte di Devonne, e la foto raffigurava un primo piano di noi due insieme. Notai i suoi bellissimi occhi neri e mi mancò ancora di più. Poi mi osservai meglio, e capii che da allora, pochi giorni prima della sua morte, non avevo mai più sorriso così.. con quella luce felice e spensierata negli occhi castani.
Un brivido percosse la mia schiena e lottai contro l’impulso di piangere. Dovevo distrarmi. Dovevo chiamare qualcuno. Liam era con la sua ragazza e non volevo disturbarlo quindi…. Notai con orrore che non avevo nessun’altro da chiamare e mi sentii ancora più di merda.
MELINDA DEVI SERIAMENTE FARTI DELGI AMICI!
CIAO RAGAZZE!
INNANZITUTTO VOLEVO RINGRAZIARE TUTTE QUELLE CHE RECENSISCONO.
VISTO CHE E' LA MIA PRIMA FF CI TENGO MOLTO. IN PARTICOLARE VOLEVO RINGRAZIARE Ches CHE E' STATA LA MIA PRIMA RECENSISTRICE (?) GRAZIE A TUTTE ,COMUNQUE!
DETTO CIO' MI DILEGUO, MA NON PRIMA DI DIRVI CHE QUESTO CAPITOLO MI STA ANTIPATICO, SOLO PERCHE' NON SUCCEDE NULLA DI CHE.
COMUNQUE SERVE PER CAPIRE MEGLIO I PERSONAGGI, SOPRATTUTTO ZAYN ;)
BHE' DETTO CIO', EVAPORO LOL
BACI, VI AMO
H. |
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Capitolo 6 *** blue moon. ***
''E' la regola della vita, che tutto ciò che hai sempre desiderato arriva nel secondo esatto in cui smetti di cercarlo.''
Capitolo 6
Quella sera Liam mi invitò ad andare a bere qualcosa con la sua ragazza e alcuni suoi amici.
Ovviamente accettai. Quale occasione migliore di conoscere qualcuno?
Indossai un pantalone nero con una camicia scura ,con le borchie. Optai per un paio di tacchi rosa, giusto per abinarli alla borsa.
Sospirai.
Liam mi presentò Kally, la sua fidanzata, ufficiale a quanto pareva. Era molto scura di pelle, con un carre’ castano. Era simpatica, comunque.
Con Kally c’erano due ragazzi. Uno di loro era magrolino e biondo, si chiamava Gill, l’altro era alto e muscoloso, simile a Taylor Lautner, e guarda caso si chiamava Jacob!
Gill era taciturno e chiuso ,ma Jacob parlava anche per lui.
Decidemmo di andare al ‘blue moon’ ,visto che comunque ci andavano tutti.
Io ordinai un succo d’arancia, ma tutti loro vodka alla fragola. Io odiavo l’acool, da quando mia madre faceva il contrario.
Jacob ci provava deliberatamente con me, ma io non gli davo corda più di tanto. Era simpatico, carino e tutto il resto ma non era il mio tipo.
Le prime due ore trascorsero abbastanza tranquillamente, e ci conoscemmo meglio un po’ tutti. Gill non disse una parola.
Ad un certo punto notai ,due tavoli più in là, una figura conosciuta. Oh no. No ,ti prego non stasera! Non poteva essere Zayn.
Davvero non poteva, cazzo! In quel momento rise e riconobbi subito la sua risata squillante. Era lui, lui lui lui lui. Porca puttana.
Ma con chi diavolo se la faceva? Tre puttanelle, conosciute a scuola per essersi scopati mezza Londra, e due buzzurri. Due di quei tipi cafoni e maleducati. Dio, non mi sorprendo che lui sia così, allora!
Ma decisi di ignorarlo. Al diavolo Zayn per stasera. Troppi ricordi e troppo…odio? Rabbia? Pena? A metà serata ,però, mi stava scoppiando letteralmente la vescica, ma per andare al bagno dovevo passare per quel maledetto tavolo!
Dio mio, volevo solo passare una serata tra amici tranquilla.
Poi decisi che davvero non potevo resistere più a lungo. ‘Ragazzi, scusate un secondo, vado alla toilette’ dissi.
‘Che educata che sei diventata ,Mel!’ mi canzonò Liam.
Sospirai. ‘Ragazzi vado al cesso’ mi corressi, sorridendo e allontanandomi. Magari non mi avrebbe vista , se avessi fatto piano.
Ma in quel dannato momento Zayn mi vide e mi fece l’occhiolino. Cristo, che sbruffone!
La ragazza bionda finta che era seduta di fianco a lui vide tutto e mi gelò con lo sguardo. Cazzo voleva ora quella? Me ne sarei andata semplicemente in bagno facendo l’indifferente, se la biondina non mi avesse fatto lo sgambetto!
Fortunatamente la vidi e quindi non caddi a terra come una mela cotta. Lei sogghignò lo stesso. La guardai arrabbiata, e credo che lei si gelò un pochino. Poi presi un drink dal loro tavolo e glielo versai completamente in testa, rendendo i suoi capelli chiari ,verdi.
Sogghignai anche io, divertita. Fanculo.
‘Come cazzo ti permetti?’ urlò, superando con un acuto il volume della musica.
‘E tu come ti permetti?’ reagii.
Quella sera non ero in cerca di guai, ma lei mi spinse e io ricambiai con una tirata di capelli incredibile, e così, non so neanche
come, finimmo per fare a botte.
Quei deficienti uomini presenti nel locale cominciarono a ridere e ad urlare, ubriachi. ‘Sangue ,sangue’ e qualcuno fece anche un commento poco carino su di noi. Gente di merda e posto di merda!
Poi, quando stavo davvero per farla male, qualcuno mi fermò, prendendomi per le braccia. Riconobbi il suo odore. Liam Payne.
Sgranai gli occhi quando vidi che Zayn aveva fatto lo stesso con la finta bionda, tenendola ferma per il busto.
‘Basta, oh!’ sbraitò Liam ‘Non siate immature. Piantatela ,cazzo!’.
Mi calmai un po’, e forse anche lei. Riuscii a sentire quello che Malik le sussurrò all’orecchio. ‘Stai calma, Emily. Sta’ calma!’.
Sbuffai. Al diavolo la serata divertente, era finita una merda! Fortuna che il proprietario del locale non ci aveva buttato fuori, me lo sarei aspettato e l’avrei anche capito.
‘Io te la faccio pagare, stronzetta’ mi ringhiò contro Emily. La sua minigonna rossa era dello stesso colore della sua faccia, ora.
‘Stai attenta, finta bionda!’ risposi.
‘CAZZO SMETTETELA! Melinda basta’ soccorse Liam. Che figura che stavo facendo con Kally e i suoi amici!
Poi Liam mi lasciò, capendo che mi ero rilassata e lo stesso fece Zayn.
‘Ne riparliamo, Melinda. Ne riparleremo presto’ mi minacciò Emily.
‘Ora smettila, Emily. Basta ,sul serio. Ti stai comportando come una bambina capricciosa. Non sei nessuno per trattare così
Melinda ,okay? Limitati ad aprire le gambe e stai zitta’ ringhiò Zayn.
Dio non ci credo! Mi aveva appena difesa o sbaglio? Aveva appena dato della puttana indirettamente alla sua amichetta o sbaglio? Cavolo, stasera era sceso un santo dal paradiso e si era rincarnato in Zayn.
Emily lo guardò malissimo e fece lo stesso anche con me e con Liam prima di andarsene. Anche Payne era scioccato!
‘Melinda, credo sia ora di tornare a casa, andiamo’ disse il mio migliore amico ,prendendomi per mano.
Sbaglio o l’espressione di Malik si incupì?
‘L’accompagno io a casa’ disse , infine, e i suoi occhi neri si illuminarono.
Sgranai gli occhi. COSA? Mi accompagnava a casa? CHE?
‘No, grazie Malik, ma la riaccompagno io’ rispose Liam.
ASPETTA, PERCHE’ MI DISPIACEVA? OH NO.
‘Credo che debba decidere Melinda’ contrattaccò Malik. Oh porco cazzo. Oh mio dio. No no no. Mi feci rossa.
‘Liam staremo stretti nella tua macchina, vado con Zayn non preoccuparti ’ sibilai. Liam mi guardò incuriosito, poi si rilassò. Penso che pensò che faceva parte del mio piano. Che tra l’altro ,non ero sicura di voler continuare. Forse dovevo lasciare in pace Zayn. Lo salutai con un abbraccio e feci lo stesso con Jacob, Gill e Kally, scusandomi per lo spettacolo. Mentre ci dirigevamo verso il parcheggio Zayn non disse nulla, e neanche io. Non avevo voglia di litigare ancora.
Mise in moto la macchina e partì, mentre gli spiegavo brevemente la strada. Non era lontana casa mia, anzi…
‘Perché mi hai difeso?’ domandai.
‘Perché avevi ragione. E poi Emily è una vera stronza’.
‘Ah. Strano d parte tua, stronza o no lei è tua amica e io…’
‘Non è mia amica’ mi interruppe ‘è solo una puttanella da scopare quando serve’.
SANTO DIO, CHE INSENSIBILE!
‘Bene. E comunque…grazie, per avermi difeso’ sussurrai.
‘Difendo sempre chi ha ragione. Non mi piacciono le ingiustizie’.
‘Capisco. In entrambi i casi, me la sarei cavata benissimo da sola’ dissi.
‘Lo so’ sorrise, divertito. Facevo anche ridere ora? Che irritante.
‘Perché hai voluto riaccompagnarmi, scusa?’.
‘Non lo so. E’ colpa mia se avete litigato quindi penso sia per questo, e anche perché volevo fare un torto ad Emily ,e farla morire di rabbia’,.
Ecco ,desso si spiegava la sua gentilezza. Stronzo. ‘Sei uno stronzo senza cuore ,Malik’.
‘So anche questo’.
‘Ti odio lo sai?’ esclamai. Il suo volto di indurì. Che diavolo aveva ora?
‘Davvero?’ disse, guardandomi negli occhi, e distogliendo lo sguardo dalla strada.
Mi intimoriva. ‘Si’ sussurrai, e mi sembrò più triste ,mente continuava a fissarmi e mettermi in soggezione. Poi vidi solo sue fari
abbaglianti dinanzi a noi,e un forte suono del clacson.
Poi il buio.
HEY BELLE !
GRAZIE GRAZIE GRAZIE A TUTTE VOI CHE RECENSITE, MI FATE TOCCARE IL CIELO CON UN DITO (?) DETTO CIO', IL CAPITOLO FINISCE CON UN PO' DI SUSPENSE, MA AGGIORNERO' PRESTO...SPERO LOL CHE NE DITE? RECENSITE :) COMUNQUE NEMMENO IO HO UNA SPIEGAZIONE AL COMPORTAMENTO DI MALIK HAHAHHA .BENE, MI DILEGUO
VI AMO
H. |
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Capitolo 7 *** medical division. ***
''Preferisco averti contro che al mio fianco perché almeno ti combatto finché io non sono stanco.''
Capitolo 7
Sentii uno strano odore nelle narici. Era aspro, forte, mi entrava fin dentro le ossa e mi stuzzicava polmoni. Disinfettante. Mamma si era data alla pulizia della casa? Di solito lo facevo io… Non riuscivo ad aprire gli occhi, le palpebre mi pesavano in una maniera assurda. Forse era stato il succo .
MA COSA CAZZO PENSO?
Non riuscivo neanche a muovermi. Davvero, una sensazione di impotenza orribile. Poi trovai la forza, da qualche parte nel mio
corpo, e lottai con tutta me stessa, CONTRO tutta me stessa, per aprire gli occhi. E chi riuscii. Peccato che quella non era la mia camera, non era casa mia. Mamma non aveva lavato dappertutto, era un ospedale.
Li odiavo gli ospedali, ci venni un paio di volte quando mia madre, ubriaca, aveva avuto degli incidenti.
La stanza era tutta bianca, il letto pure, la finestra era aperta e filtrava una flebile luce. C’era un mazzo di margherite sul comodino alla mia sinistra. Chi me le aveva portate? Perché ero lì? COSA DIAVOLO ERA SUCCESSO??
Poi ricordai la litigata al locale con Emily, io e Zayn che ci dirigevamo verso la macchina in parcheggio, noi due che litigavamo, lui che mi guardava a fondo distogliendo lo sguardo dalla strada. I fari luminosi dinanzi a noi. L’oscurità, la paura. Ero convinta che sarei morta. Non avevo nemmeno urlato, e neanche lui, mi pareva.
Sbattei le palpebre più volte, e quando cominciai a riconquistare la sensibilità del mio corpo, sentii un peso sulla coscia sinistra. Mi voltai lentamente, verso quella presenza.
NO!
Me lo stavo sognando, di sicuro. Sbattei ancora le palpebre ma nulla, la figura di Zayn era ancora lì, al mio fianco, seduto sulla poltroncina della stanza, con la testa e mezzo busto steso sul letto. Dio mio, era reale o no? Forse eravamo morti entrambi ed eravamo in paradiso. Poteva essere.
Poi mossi impercettibilmente la gamba su cui era poggiato, perché si era leggermente addormentata. Lui si svegliò di colpo, come se stesse attendendo il mio risveglio da molto più tempo di quello che pensassi.
‘Melinda’.
Quando risposi la mia voce era impastata, come se non parlassi da un po’. ‘Zayn ma che….?’
‘HAI IDEA DI COME MI HAI FATTO SPAVENTARE? Come al solito, per pensare a discutere con te, ho combinato un guaio’.
‘Allora è come ho pensato? Un incidente?’ sussurrai.
‘Si…’.
In quel momento lo vidi meglio. Era distrutto, aveva un aria preoccupata e tormentata. Mi fece tenerezza, poverino.
‘Zayn mi dispiace’.
‘Per cosa?’ domandò.
‘Per… non lo so. Mi dispiace e basta’.
Sorrise impercettibilmente e mi venne in mente una domanda. ‘Da quanto tempo sei qui?’
‘Da quando hai cominciato a dormire’.
‘E quando l’avrei fatto?’ a quel punto la domanda sorgeva spontanea.
‘Tre giorni e sei ore’.
CHE? COSA? PREGO?
‘Cristoddio, così tanto? Dovevo essere proprio stanca… mi dispiace’.
‘Ti stai scusando da ore, Mel’.
‘Mi sento in colpa!’ ribattei.
‘Non farlo, non è colpa tua. Stavo guidando io’. Poi notai che aveva un graffio enorme e profondo sulla guancia, ancora piuttosto arrossato.
‘Cosa hai fatto…?’ allungai la mano, ma lui si ritrasse.
‘Nulla di grave in confronto a quello che è successo a te. Hai una caviglia slogata, fratture craniche e due costole inclinate’.
‘Tutto qui?’ domandai. Non pareva molto, non pareva nemmeno grave. Sarà che non ne capivo molto.
‘Tutto qui?’ rise , stavolta sonoramente ‘Ti pare poco? Volevi andare in coma? Volevi morire? Io non ce lo voglio avere un altro
morto sulla coscienza, Gomez’.
Quella affermazione mi colpì. NON CE LO VOGLIO AVERE UN ALTRO MORTO SULLA COSCIENZA. Ce l’aveva con Devonne?
Decisi di cambiare argomento. ‘Quelle margherite…?’
‘Liam, mi ha dato il cambio un paio di volte’ mi anticipò.
‘Ah’ non so perché ma speravo me le avesse portate lui. Pazienza. ‘Mia madre è mai venuta?’
‘Non mi pare, no’.
Sospirai. Certo, non poteva essere altrimenti, era troppo impegnata. ‘Tutto bene?’ mi chiese Malik.
‘Sono o non sono la malata Zayn? Voglio almeno mettere il broncio’ scherzai.
E TUTTO QUEL BUON UMORE, ORA?
‘Voglio suonare’ affermai.
‘Eh?’ sembrava sconvolto.
‘Quando venni qui per stare con mia madre, dopo un suo incidente ,per far passare il tempo andavo in una specie di sala d'attesa’ sorrisi ‘ci sono bambini, anziani, adulti, e c’è anche un pianoforte. Ci andrei da sola, ma non mi sento le gambe’.
‘Sei impazzita? Tu non ti muovi di qui, e poi non mi va di accompagnarti ’ .
‘Malik ti ricordo che ,a detta tua, sono qui per colpa di un certo pakistano, quindi sei mio schiavo ok? Vorrei TANTO andare a
suonare!’ esclamai con voce autoritaria.
Sospirò. ‘E va bene’.
Le mani di Zayn erano calde quando mi aiutò a scendere dal letto. Praticamente mi faceva male tutto.
‘Ah’ mugolai.
‘Che ti avevo detto? Ritorna a letto, dai’.
‘NO’.
Portai il mio braccio sulle possenti spalle scure di Zayn e mi tenni alla sua t-shirt verde. Lui mi cinse la vita con il suo. Cominciò a
battermi forte il cuore, era imbarazzante. Con non poche difficoltà arrivammo alla stanza per lo svago. Era quasi vuota, c’era solo una donna con una flebo che leggeva un libro e un anziano signore malandato che parlava con una bambina pallidissima, sui 14 anni. Appena vide Zayn arrossii. In effetti, il ragazzaccio non era niente male.
Mi poggiò sullo sgabello di un piano bianco. Somigliava al mio, solo che non aveva la coda. Fortunatamente c’erano degli spartiti di alcune musiche di Bach e Mozart, ma io sapevo a memoria quella che volevo suonare.
Sarà stata banale, ma mi rilassava tantissimo. La colonna sonora di Twilight, Rivers flows in you.
Incominciai. Da quanto tempo!
Le mie mani scorrevano veloci sul piano, melodiose. La mia vita, la mia vita era ritornata indietro, finalmente.
ZAYN’S POV
Non si poteva descrivere come suonasse. Non c’erano parole.
Era semplicemente meravigliosa quella musica, dolce e rilassante. Non ero un tipo che si lasciava trascinare facilmente ma lei, o meglio quella musica, c’era riuscita.
Divina, nel vero senso della parola. E Melinda sembrava così a suo agio, la vedevo molto meglio ora. In quell’istante sembrava una dea, una musa. Non pareva umana.
Smise troppo presto.
‘Puoi risuonarla?’ domandai, titubante.
‘Cosa?’ chiese sorpresa, non si aspettava che mi piacesse.
‘Puoi mettere replay?’ scherzai.
Lei mi sorrise, e mi sentii meno in colpa per quello che le avevo fatto. Ricominciò.
Approfittai per pensare. Ringraziai Dio che non le fosse successo nulla. Non perché ci tenessi o altro, semplicemente perché non volevo commettere un altro omicidio, se così si può chiamare.
Non volevo causare un’altra morte. Bastavano due.
Non mi sentivo in colpa per la morte di Devonne prima di incontrarla. Maledizione! Come se quella di mio fratello non fosse già
abbastanza!
La melodia gliela feci ripetere altre tre volte, ma lei sembrava felice. Sorrideva mentre suonava, a volte. Notai solo allora che era in
pigiama, senza trucco e con i capelli biondi selvaggi. Non ci avevo fatto caso, prima.
Poi smise e mi disse che era stanca e che voleva ritornare in camera, e stavamo per farlo ,prima che notasse un bambino senza
capelli che la stava osservando meravigliato.
MELINDA’S POV
‘Ciao piccolo. Ti piace il piano?’ gli chiesi sorridendo. ‘Avvicinati’. Lui le si avvicinò lentamente, un pò intimorito. Poi gli presi la mano e gli sorrisi .’Lo suoni?’.
Scosse la testa, ma si vedeva che era affascinato. ‘Ti va’ di farlo con me?’.
Annuì. ‘Come ti chiami?’ chiesi.
‘Jonathan’ sussurrò. ‘io sono Melinda, ma puoi chiamarmi Mel, e lui è Zayn ,un mio amico’.
Lui sorrise. Che carino che era. Non aveva i capelli ,quindi era facile immaginare cosa avesse. Suonammo ‘tanti auguri a te’ e una
canzoncina facile. Lui si sciolse, e sembrava felice. Zayn rideva con noi. Poi arrivò quella che doveva essere la mamma.: era bassina e grassottella, con lunghi capelli neri.
‘Jonathan è l’ora della terapia, ti ho cercato dappertutto’. Sorrise vedendomi.
Mi alzai e lo feci scendere dalle gambe. ‘Piacere signora, sono Melinda Gomez’ dissi prendendole la mano. ‘Gail Blue’ rispose.
‘Zayn Malik’ disse lui, ricambiando il gesto.
‘Jonathan vai dall’infermiera che ti aspetta, ti raggiungo’ . il bambino obbedì ma non prima di sorridermi e dire ‘Ci vediamo domani’. La mamma sembrava meravigliata. ‘Oh signorina Gomez, grazie’ disse , abbracciandomi. Anche Zayn rimase perplesso.
Spalancai gli occhi. ‘Per cosa?’.
‘Grazie per avermi ridato il mio piccolo bambino’.
Era in lacrime.
RAGAZZE VI PREGO SCUSATEMI PER IL RITARDO <3
COMUNQUE CHE NE PENSATE ? IO LO TROVO CARINO C: FATEMI SAPERE. CHE NE DITE DI JONATHAN? NON E' LA TENEREZZA? OK, MI DILEGUO ,UN BACIO.
VI AMO
H.
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Capitolo 8 *** j. ***
‘Dove tu sei, quella è casa’.
Capitolo 8
Jonathan era il bambino più dolce che io avessi mai visto in assoluto.
Per i successivi tre giorni in cui rimasi all’ospedale sotto osservazione, diventammo inseparabili. Era un bambino dolcissimo, con una voglia di ‘farcela’ assurda, ci credeva addirittura più della madre. Anche se i medici gli avevano dato poche speranze, e stavo malissimo per questo.
Non ero mai stata una grande religiosa, ma la sua famiglia lo era tantissimo, e alla fine finii per pregare anche io per lui, tutte le sere. E Jonathan sembrava davvero stare meglio.
Sembrava stare bene.
Anche Zayn ci diventò amico, forse anche più di me, e ridevano come due matti quando erano insieme. Zayn era addirittura dolce con lui. E Zayn dolce….non so se mi spiego!
E’ anche vero che quando erano insieme mi prendevano anche spudoratamente in giro. Mi chiamavano ‘miss nervosismo’, ed era ovvio il perché. Avevo praticamente sempre i nervi a fior di pelle!
Un pomeriggio, nel giardino dell’ospedale, Jonathan mi chiamò ‘MEL’ e la cosa mi rallegrò parecchio.
‘Come sai che gli amici mi chiamano così?’ domandai.
Lui indicò Zayn. ‘Lui ti chiama sempre così’. Zayn sorrise. Era tenerissimo quando c’era Jonathan, sembrava buono.
Allora gli sorrisi di rimando e Jonathan lo vide. ‘Ma voi state insieme?’.
Che razza di sfacciato!
Sgranai gli occhi, e Zayn scosse violentemente la testa. ‘ASSOLUTAMENTE NO’ dicemmo in coro.
‘E perché?’
Zayn scoppiò in una fragorosa risata, e poi disse ‘E chi la sopporterebbe!’.
‘Guarda che sono io che non ti sopporterei, Malik’.
‘Comunque stareste bene insieme. Per me , da ora in poi, state insieme!’ sentenziò.
Lo volevo strozzare ma mi trattenni. Da allora , per Jonathan, fummo una coppia. Dio mio che cosa ….ripugnante! Eppure l’avevo addirittura sognato un paio di volte, ma non ricordavo nulla.
Quando fui dimessa dall’ospedale gli promisi che sarei andato a trovarlo spesso, e Zayn giurò di andarci tutti i pomeriggi. Ed entrambi mantenemmo la promessa, sempre.
La mia vita era ritornata normale, a parte qualcuno che continuava a chiedermi come stavo, tipo Liam. Che però non ascoltava nemmeno la mia risposta perché era troppo impegnato a messaggiare con Kally.
Zayn si era offerto di accompagnarmi a casa ogni giorno fino a che la caviglia non sarebbe guarita, sempre perché si sentiva in colpa, il bastardo. Ed io accettai, odiavo l’autobus.
‘Come sta Jonathan? Ieri non sono potuto andare a trovarlo’ mi domandò ,un giorno, in auto.
‘Ehm…considerando come dovrebbe stare, sta bene. Speriamo migliori, la terapia non sta funzionando…’ sussurrai.
‘CHE?’
‘La terapia non funziona! Me l’ha detto ieri la madre, è inutile. Lo stanno solo facendo soffrire, io direi di mandarlo a casa’ sputai.
‘Ma che cazzo dici Melinda?’ quando era arrabbiato non ero più ‘Mel’ ma MELINDA. ‘Non possono mandarlo a casa. Morirebbe, lo capisci o no?’.
‘No, non lo capisco! Non esistono altre terapie per adesso, Zayn. Sei tu che non capisci. Le ha provate tutte e non è cambiata un’emerita minchia! Sono finite, stop, fine del repertorio. E’ inutile continuare a tenerlo in quell’ospedale angusto, sta solo male lui. Me lo dice sempre che vorrebbe tornare a casa sua, dai suoi amici, a scuola, all’aria aperta. Lui vorrebbe una vita normale! Che senso h tenerlo chiuso lì dentro se non gli fanno nulla? Se non c’è una cura e sta sempre come prima,eh? Ti pare giusto questo per un bambino di otto anni?’.
‘Non si può fare altrimenti, lì lo tengono sotto controllo. E poi non dare importanza a quello che vorrebbe un bambino, cazzo!’ urlò. Era suscettibile all’argomento ,e lo ero anche io.
‘Ed invece è proprio quella la cosa che conta!’ urlai anche io .‘E’ Jonathan Hale che sta male, che ha il cancro, non sua madre o la sua famiglia. E nemmeno tu! E’ lui, solo lui. Conta quello che vuole lui, quello che è meglio per lui, non per voi!’.
‘Ma lo capisci che lo diciamo per il suo bene?’ ringhiò, parcheggiando l’auto per guardarmi negli occhi. Non voleva di certo fare un altro incidente.
‘Zayn ma che ne sai tu del bene di una persona? Tu non hai un cuore!’ sentenziai.
Si fece verde di rabbia. ‘Si ,forse è vero, non ho un cuore. Ma voglio bene a Jonathan come ad un fratello ,e voglio solo che lui stia bene. Tu ,piuttosto! Che ne sai tu di come può stare una persona? Sai solo giudicare ,Melinda, solo questo. Non capisci nulla, dall’altro dei tuoi diciassette anni credi di sapere tutto?’.
‘No’ sbraitai ‘Io non so proprio nulla. E neanche tu. Solo, non sei la persona adatta a prendere queste decisioni,a fare queste scelte. Tu vai a puttanelle ogni weekend, che ne vuoi sapere di un bambino?’.
Avevo esagerato, glielo lessi negli occhi.
‘Bhè, però mi risulta che la tua migliore amica fosse una di queste puttanelle!’ sputò.
Aveva esagerato anche lui. Non doveva neanche nominarla Devonne. Gli diedi un sonoro schiaffo in faccia. Ma lui non disse nulla, mi guardò solo. Fisso. Aprii la portiera e scesi dall’auto. Tanto mancava poco a casa mia. Lui scese e mi corse dietro. Il vento scompigliava i capelli ad entrambi.
‘Dove vai ora?’ chiese.
‘A casa. Non voglio più sentirti, basta’.
Mi bloccò per un polso, costringendomi a fermarmi e a girarmi verso di lui.
‘Non volevo offendere Devonne, mi dispiace’.
Pareva sincero, ma ero ancora troppo arrabbiata. Sapeva come mi faceva male, come mi dava fastidio.
‘Ti perdono. Ora lasciami andare’ affermai, sperando di convincerlo a lasciarmi il polso. Ma fu inutile.
‘No, non ti lascio andare’.
‘Zayn, lascia stare, non fa niente. Ora però voglio stare da sola. E pensa pure ciò che vuoi di Jonathan, tanto sai benissimo che saranno i genitori a decidere’.
‘Lo so, ma io sono convinto che daranno ragione a me’.
‘Ancora? Ti farò un elenco delle cose che Jonathan vorrebbe fare prima di….lasciamo stare. Vorrebbe correre, giocare, ridere, scherzare, sentire l’odore dei pini, urlare a squarciagola nel parco, fare i castelli di sabbia a mare, mangiare tre gelati contemporaneamente, e quando crescerà comincerà a voler andare ai concerti, alle manifestazioni, al liceo, comincerà ad innamorarsi, a voler uscire con una ragazza, a baciarla, a fare l’amore con lei, a dichiararsi, vorrà altro, vorrà…’.
Leggevo nei suoi occhi la confusione, sembravo un treno. Era esasperato. Ed era triste ,perché infondo sapeva che Jonathan quelle cose non avrebbe potuto farle in ospedale. Ma soprattutto, gli faceva un gran male la testa. Doveva trovare un modo per farmi tacere.
E lo trovò.
Eccome se lo trovò. Con violenza mi si buttò addosso, facendomi appoggiare la schiena sulla renge rover. I nostri visi erano distanti un velo d’aria. Ed ero imbarazzata. E non dovevo! Perché non era la prima volta che eravamo così vicini. Ma stavolta era diverso, Zayn era diverso. Leggevo nei suoi occhi….desiderio?
‘Vuoi chiudere un attimo quella boccaccia?’ sussurrò.
Teneva le mie mani bloccate sulla macchina, nelle sue. Calde e morbide.
MA A CHE PENSI MEL?
‘Perché dovrei farlo?’ chiesi, con un filo di voce.
La mia mente stava pensando ad altro. Avanti che aspetti Zayn? Che cazzo stai aspettando ,la benedizione del prete? BACIAMI! Volevo solo quello. E non era normale.
D’un tratto lo vidi per quello che era davvero: un ragazzo bellissimo. Un dio greco. E lo vidi così perché mi piaceva. E avrei potuto continuare a negarlo per sempre, ma non sarebbe cambiato nulla. Il cuore batteva comunque ,e le farfalle nello stomaco erano decise a non smettere di svolazzare.
BACIAMI.
BACIAMI.
BACIAMI.
Lui si avvicinò un altro po’, se era possibile. Sapevo che lo voleva anche lui, e allora perché non si muoveva? Non
potevo fare io il primo passo, era contro natura. E poi c’era l’orgoglio, e la paura. Paura che non gli sarebbe piaciuto, che mi avrebbe allontanata o presa in giro.
Quegli attimi sembravano eterni.
Poi mi guardò teneramente, e non avevo mai visto quel suo sguardo, se non con Jonathan.
‘Melinda sai che sto per fare ,vero?’.
Perché diamine me lo aveva chiesto? Aveva paura anche lui? Non risposi, ma lasciai intendere che avevo capito, e che non mi sarei sottratta. O almeno sperai che lo avesse capito. Poi lentamente, le sue labbra scure sfiorarono le mie, all’inizio delicatamente, poi ,non so neanche come, gli misi una mano dietro il collo, e lo spinsi più giù, fin quando la mia lingua non incontrò la sua. Ed eccolo, il momento.
Ci baciammo.
E fu tremendamente bello. La mia mano era ancora dietro il suo collo, la mia schiena sulla macchina e l’altra mano ancora nella sua ,sopra la testa. Lentamente poi, lui portò l’altra sua mano sul mio fianco destro. E lo strinse forte, solo che non sentivo nulla, solo il suo odore inebriante.
OH NO MEL, QUESTO NON E’ AFFATTO UN BUON SEGNO!
Quando ci separammo il bacio mi sembrò breve. Lui mi guardò come se aspettasse che gli dicessi qualcosa, ma feci l’unica cosa che ero in grado di fare. Mi sistemai e gli saltai letteralmente addosso, baciandolo con foga. E lui, con la bocca sulla mia, sorrise, ricambiando il bacio.
Poi mi prese la mano, e mi sussurrò.
‘Rimani stanotte’.
HOLAAAAA CHICAS!
CHE NE DITE? FINALMENTE SI SONO BACIATI SXHFCBSDICES, CONTENTE? E CHI CREDETE CHE ABBIA RAGIONE SU JONATHAN? MEL O ZAYN? FATEMI SAPERE. GRAZIE A TUTTE PER LE SPLENDIDE RECENSIONI, VI ADORO SAPETE? ALLA PROSSIMA
H.
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Capitolo 9 *** save me. ***
ATTENZIONE: IL CAPITOLO E’A RATING ROSSO. SE VI FA SCHIFO NON LEGGETE, E ASPETTATE IL PROSSIMO CAPITOLO.SE SEI MIA CUGINA: NON LEGGERE!
’L’avrei mandato al diavolo, all’inferno,e in qualunque altro posto, ma giuro, sarei sempre andata a riprenderlo’’.
Capitolo 9
‘Rimani stanotte’.
Le emozioni che stavo provando erano completamente contrastanti fra di loro.
Davvero, non sapevo che fare, ero indecisa al massimo. Il punto e’ che volevo davvero rimanere con lui ma toccarlo, e baciarlo anche solo un’altra volta, mettendo in conto che non si sarebbe dispiaciuto per nulla, mi faceva stare una merda.
Erano le stesse identiche labbra, lo stesso identico corpo, la STESSA IDENTICA PERSONA che Devonne aveva toccato, e baciato. Ed erano anche andati oltre. Me lo aveva raccontato come la cosa più romantica del mondo, la perdita della sua verginità, con lui ,nella sua stanza, nel suo letto. Lo stesso in cui stavo andando io. Ed in principio dovevo farlo per vendetta, e non mi sentivo in colpa. Ma per me non era più un vendetta e questa consapevolezza mi stava mangiando l’anima.
Avrei perso la MIA verginità nello stesso identico letto, nella stessa identica stanza, ed era frustrante.
Io e Devonne avevamo condiviso tutto, anche gli assorbenti, ma ci eravamo giurate che mai e poi mai avremo condiviso un ragazzo. Ed io stavo infrangendo la promessa, anche se teoricamente lei non avrebbe mai potuto farlo dalla tomba.
Sbiancai come un lenzuolo, e Zayn lo notò. Ma non fece nulla, neanche un misero gesto per aiutarmi a scegliere. Era una cosa mia e se ne era praticamente lavato le mani.
Ma io volevo stare con lui, e quel sentimento era davvero troppo forte.
Non potevo paragonare l’adorazione per una ragazza morta, seppur la mia migliore amica al mondo, con l’adorazione per una persona viva, calda, con il sangue cremisi che corre nelle vene.
Per troppo tempo avevo rifiutato la compagnia di persone che non fossero Liam o mia cugina Miley, avevo alzato un muro e avevo barricato il mio cuore per paura di affezionarmi a qualcun altro ,che poi se ne sarebbe andato. Perché se ne andavano tutti ,e anche mio padre ne era una prova.
Ora volevo vivere, nel vero senso della parola. Volevo provare piacere, sorridere, piangere. Volevo SENTIRMI viva. E non mi bastava più la sensazione delle lacrime salate che rigavano il mio viso ogni domenica sulla bara di Devonne per poterlo fare.
E proprio quando Zayn stava per arrendersi ,gli strinsi la mano. Volevo sorridergli ma davvero non ero dell’umore adatto. Ci pensò lui a farlo.
Ed era il sorriso più bello e spaventoso dell’universo.
VAI, MEL, ORAMAI HAI SCELTO.
Ed era vero, avevo scelto. Solo che non avrei mai saputo se avessi preso la giusta decisione ,perché Devonne non poteva di certo risorgere e dirmi ‘TE L’AVEVO DETTO’, anche se forse potevo guardarmi allo specchio e dirmelo da sola.
***
La casa di Zayn era enorme, nel vero senso della parola. Alla festa non l’avevo vista bene a causa delle tante persone. Era minimo di tre giganteschi piani, con pareti color pesca e mobili antichi.
Non potei far a meno di notare un pianoforte di legno color ciliegia, di fianco ad un orologio a pendolo che aveva tutta l’aria di essere molto costoso.
I divani in pelle scamosciata poi,sembravano davvero molto comodi,anche se ce ne erano abbastanza per far riposare una squadra di basket.
‘I tuoi suonano il piano?’ domandai.
Lui si incupì, e temei di aver detto qualcosa di sbagliato. In verità ero molto più agitata di quel che volevo dare a vedere, e non per il pianoforte.
‘Mio fratello prendeva lezioni, se ti avessi conosciuto prima l’avrei convinto a prenderle da te’ scherzò, ma si vedeva che stava soffrendo.
‘Zayn tutto a posto?’.
‘Certo, come sempre. Vieni, ti faccio vedere la mia camera!’ disse prendendomi per mano.
La sua mano, al contrario delle altre volte, era gelida. Sapevo benissimo dove voleva andare a parare, e stavo morendo di ansia.
Sarebbe stata la PRIMA volta, e avrei potuto fare qualcosa di stupido e avventato. E poi…dovevo dirglielo o no?
Non so bene quante scale salimmo, ma finalmente arrivammo davanti ad una porta enorme di legno, che Zayn aprii. Non potei fare a meno di pensare a quante ragazze erano state lì dentro.
La camera era ancora più grande di come me la aspettassi, con pareti di un bianco panna,e un letto matrimoniale giusto al centro, con a lato due comodini mogano. E un lampadario molto più sobrio rispetto a quello delle altre stanze. E il suo armadio
era gigantesco!
‘Cos’hai in quell’armadio? Un negozio? ‘domandai, sorridente.
E TUTTO QUEL BUON UMORE? DENTRO STAI MORENDO, MEL!
Lui rise. ‘Quasi, ci manca pochissimo’.
‘Sei peggio di una ragazza,lo sapevo’.
Lui si avvicinò a me, sempre sorridendo. ‘Allora, non credevo che ti piacessero le ragazze’ ammiccò.
‘Infatti non mi piacciono. Sei così sicuro di piacermi, Zayn?’ ammiccai, a mia volta.
Lui posò una mano sul mio fondoschiena. ‘Ne sono abbastanza sicuro, si’.
‘La convinzione fotte’ scherzai.
‘Io non vengo mai fottuto da nessuno Mel, credevo l’avessi capito. Semmai è l’inverso’.
‘Ah, capisco. Mi scusi allora’ scherzai.
Ma il tempo di scherzare era finito e lo capii dal suo sguardo. Era arrivato il momento. Respirai a fondo, silenziosamente. Ce la
potevo fare, mi piaceva no? La verità era che continuavo a pensare a Devonne. Maledizione.
BASTA MEL.
‘La scuso,non si preoccupi’.
Poi mi baciò, in modo più violento rispetto a prima, e avvolse le mani attorno il mio girovita. Io le avvisti attorno al suo collo.
Improvvisamente non avevo più paura.
Improvvisamente mi sentivo capace di dirgli la verità.
‘Zayn io…’ iniziai a dire, ma lui mi bloccò con la voce.
‘Stai tranquilla, non ti faccio male’.
E non poteva dire parole più giuste, che agirono su di me come un tranquillante.
Lentamente, mi spinse sul letto, facendomi stendere e sdraiandosi su di me. Il mio cuore batteva fortissimo, e riuscivo a sentire il suo attraverso il tessuto della t-shirt ,che batteva normalmente. Profumava di Zayn e non c’era cosa più bella. Le sue mani erano
sopra la mia testa ,mentre mi baciava dolcemente, scendendo poi sull’incavo del mio collo. Io chiusi gli occhi, era una sensazione favolosa. Poi prese l’estremità della mia maglietta rosa e l tirò, mentre io alzavo le braccia per aiutarlo. Ero in reggiseno nero, sotto di lui, e lui sembrò osservarmi un secondo prima di iniziare a baciarmi fin giù le natiche.
Gemetti.
‘Sei bellissima’ sussurrò. E quelle parole mi fecero andare le guance in fuoco, per la prima volta in vita mia.
Poi trovai il coraggio di parlare. ‘Zayn avvicinati’. Lui risalì subito, trovandomelo ad un velo d’aria dal viso, e feci con la sua t-shirt lo stesso che lui aveva fatto alla mia maglietta. Zayn aveva un fisico perfetto, non c’erano altri aggettivi per descriverlo. Ecco un altro motivo per cui era così popolare fra le ragazze, la sua dannata e indescrivibile bellezza.
Quando passai le mani lentamente sul suo petto, ansimò e fui felice di provocargli quell’effetto. Improvvisamente lessi nei suoi occhi il desiderio, non c’erano dubbi. Voleva andare diritto al sodo. Così ,di mia spontanea volontà, mi slacciai i pantaloncini e lui ,facendomi spazio, mi permise di gettarli a terra. Sorrise malizioso, e io ricambiai il sorriso. Lui fece lo stesso con i suoi pantaloni. Dio, la paura era ritornata!
‘Non preoccuparti ,non ti faccio male’.
‘Non ho paura di te’ mentii. Io avevo una paura matta di lui, ora come ora.
Poi, con le sue mani freddissime, mi slacciò il reggiseno. Ora ero nuda, almeno per metà. Lui passò lentamente la mano sui miei seni provocandomi spasmi di piacere, poi iniziò a torturare i miei capezzoli prima con le dita, poi con le labbra. Gemetti ancora.
Le sue mani risalirono fin dietro la mia schiena. Lo volevo, tanto.
Non so dove trovai la forza, ma mi girai, facendolo ritrovare sotto di me. La scena si era invertita. Era divertente,tutto sommato. Anche se avevo le guance ancora un po’ rosse.
Mi chinai leggermente, facendo sfiorare i nostri petti, e iniziai a baciargli leggermente i pettorali e poi scesi più giù, fino alla pancia. Poi ,quando iniziò a dimenarsi sotto di me, risalii veloce e baciai nell’incavo del suo collo. Il profumo lì era così invitante che iniziai a succhiare, così forte che dopo un po’ iniziai a sentire il sapore metallico del sangue. Ma lui non fece nulla, anzi spostò leggermente la testa, per permettermi di fargli un succhiotto più facilmente. La sua mano destra era sul mio sedere mentre la sinistra mi stringeva il braccio, così forte che sicuramente si sarebbero fatti i segni. Poi, con un movimento rigido, spostò il viso, rivolgendolo verso di me, che lo guardai intensamente.
‘Mel?’ chiese.
Io non risposi ,e continuai a baciare la sua spalla destra, stavolta. ‘Mel?’.
‘Mhm?’
‘Baciami’ sussurrò. E in quel momento lo vidi senza quel muro di cemento armato, volubile e indifeso. Alla fine non era poi tanto forte, forse ero io più forte di lui.
Obbedii con piacere, baciandolo con foga. Poi sentii che mi stava abbassando le mutandine. Ma ero troppo impegnata a baciarlo per dirgli qualcosa. Solo dopo due minuti capii che ben due dita di Zayn erano dentro di me , e non era poi tanto doloroso come
lo descrivevano. Zayn non mi stava facendo male. Zayn non voleva farmi male. Poi iniziò a muovere le dita, davanti e indietro. E il mio corpo le seguiva. Gemetti rumorosamente, e cominciai a capire.
Non potevo venire così facilmente, con due dita dentro, che ogni tanto stuzzicavano il mio clitoride. Ma stavo venendo, e Zayn doveva saperlo. Era questa la regola no? Non ero poi tanto esperta.
‘Zayn…’ansimai.
‘Shh’ mi disse lui, nell’orecchio. ‘Stai tranquilla’.
E venni così. E rimasi davvero sconvolta quando Zayn ritirò le due dita, coperte da una sostanza biancastra, per poi portare alla bocca e succhiarle. In quel momento fui governata dagli impulsi. Lo riportai sopra di me, e io ritornai a stare di sotto.
Scesi lentamente ,fino a raggiungere i suoi boxer, dove la sua erezione cominciava a stare stretta. Glieli sfilai lentamente, guardando la su lunghezza. Rimasi sconvolta. Ecco un altro motivo per cui era così popolare fra le ragazze. Con un certo timore, portai le mie mani sul suo membro, facendole scorrere su e giù, in un movimento confuso. Prima lentamente, poi quando lo sentii gemere, più velocemente. Lo sentivo muoversi sotto di me, ed ero felice di procurargli piacere. E il mio repertorio non era finito.
Con un coraggio innato, lo portai alla bocca, e inizia a succhiare. Zayn era la personificazione del piacere, e ne godevo,ansimando insieme a lui.
‘Mel allontanati’ disse ,solo. Capii che stava venendo anche lui, ma non volevo andarmene e glielo feci capire stringendogli la mano in un gesto convulso. Quando venne, succhiai tutto. Sentivo scendere la sostanza fin giù la gola, ma non era cattiva. Era buona ,tutto sommato. E quando finì tutto, mi pulii la bocca con il palmo della mano libera, visto che l’ltra l’aveva ancora Zayn, e lo raggiunsi. Lui mi guardò sconvolto.
‘E questo dove l’hai imparato?’ domandò, sorridendo.
‘Ho le mie fonti’ ironizzai.
A mia sorpresa mi ribaciò, m stavolta più dolcemente. Poi mi sussurò ‘Te la senti?’ .
E quella era una bella domanda: me la sentivo, di farlo entrare DENTRO di me?
‘Non ti farò male, te lo prometto’.
Annuii impercettibilmente, ma lui capì subito. Mi girò verso di sé, e mi guardò negli occhi. Il suo sguardo mi fece un po’ paura, non sembrava più lui. Era…terrorizzato.
‘Tutto bene?’ gli domandai. Ma non ottenni una risposta. Zayn, all’improvviso salì sopra di me, e spinse dentro il suo membro. E
fu così irruento che mi provocò un dolore cane. Urlai ,stringendogli forte il braccio. Il suo volto era nascosto fra i miei capelli.
Sembrava non sentirmi. Spingeva sempre più forte ,e ancora più dentro.
‘Zayn ,ti prego’ supplicai.
Ma nulla. Solo molte lacrime dopo lui uscì. Mi sentivo male, per il dolore avevo anche conati di vomito. Era stato tutto perfetto fino al quel momento…
Poi vidi che Zayn stava piangendo, e una volta uscito da me, si era messo lateralmente, e non mi toccava neanche più con una mano. Mi spaventai a morte.
‘ZAYN CHE DIAVOLO HAI?’ urlai quasi.
Lui non mi guardava neanche in faccia. Io ebbi il terrore che avessi fatto qualcosa di sbagliato.
‘Zayn ti prego, per favore, dimmi che ho fatto’ sussurrai, con voce tremolante.
Lui mi guardò, finalmente, con un ‘aria afflitta. Non parlava,cazzo! Piangeva, e non l’avevo mai visto piangere.
‘Mel…’ sussurrò, lentamente.
‘Sono qui, parlami’.
‘Mel..’ singhiozzò. Mi si spezzò il cuore. Perché non si esprimeva?
‘Dimmi’.
‘SALVAMI’.
RAGAZZEEEEEEEEEEEEE (?)
ALLORA, E’ SUCCESSO, AMATEMI LOL CHE NE PENSATE? MI SONO SENTITA IN IMBARAZZO A SCRIVERE, SONO STATA BLOCCATA SULLA PAGINA BIANCA PER TRE ORE HHHHAHHAHAHAH SPERIAMO NON SIA STATO TANTO BRUTTO (?) DETTO CIO’ GRAZIE A TUTTE ,VI AMO! FATEMI SAPERE SE HO FATTO CAGARE TANTO L
H.
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Capitolo 10 *** fuck. ***
ATTENZIONE: I COMPORTAMENTI E LE COSE CHE PENSANO I PERSONAGGI NON SONO
DA IMITARE E NON CORRISPONDONO AL LORO REALE CARATTERE.
‘’Si
vive d’istanti e d’istinti, ma anche distanti e
distinti’’.
Capitolo 10
Zayn stava dormendo da più o meno un ora. Dopo la sua ultima
parola: salvami, mi era rimasto un vuoto dentro, anche
perché non sapevo di cosa stesse parlando e lui aveva subito
cambiato discorso. Sembrava così innocente quando dormiva,
quasi avvolto da un’aureola. Quasi come se splendesse di luce
propria, come se fosse una specie di angelo. Ma stavo davvero
fantasticando troppo, e mi costrinsi a scendere con i piedi per terra.
Non sapevo Zayn che avesse intenzione di fare, e sinceramente non lo
sapevo nemmeno io. Forse sarebbe stato meglio dimenticare tutto, per
quanto bello fosse stato.
Eravamo troppo uguali in tutto, e si sa che gli opposti si attraggono.
Solo gli opposti. Forse era meglio lasciare tutto com’era,
senza rischiare di far crollare quel poco di amicizia che avevamo
costruito con non poca fatica. Già, era sicuramente
così…
La mia mente ne era convinta, ora dovevo solo condizionare il cuore.
Lo guardai dormire con la testa piegata verso sinistra ,e il petto nudo
adagiato sul candido materasso, per non so quanto tempo. Poi, facendo
attenzione a non svegliarlo, andai in bagno.
Sulla mutandina si leggevano i segni. La prova che avevo perso la mia
verginità. Eppure, anche se fosse stata solo una scopata, io
non me ne ero pentita e non l’avrei fatto mai.
Perché non ero stata costretta, l’avevo voluto
anche io. La cosa che più mi turbava era che forse a Zayn
non era piaciuto. Dopotutto ero inesperta e incompetente in materia, e
lui era una specie di veterano.
Dovevo parlargli, dovevo togliermi tutti quei dubbi che mi stavano
divorando. Avevo seriamente bisogno di un doccia, fredda
possibilmente. Senza pensare mi sfilai la t-shirt di Zayn, che avevo
messo la sera tardi, e le mutandine e mi catapultai sotto il getto
gelato dell’acqua. Mi sentivo indolenzita e mi faceva male
tutto. Probabilmente colpa di Zayn, al momento più bello era
stato così duro e violento che a ripensarci mi venivano le
lacrime agli occhi dal dolore lancinante.
Non avevo avuto il coraggio di chiedergli il perché della
sua irruenza perché era praticamente scoppiato a piangere
fra le mie braccia. E mi aveva fatto una tenerezza immensa. Dovevo
capire anche quello. Decisi di bagnarmi anche i capelli, non mi
interessava più di tanto. Dopo una mezz’ora buona,
in cui pensai a tutto quello che era successo nell’arco di un
giorno, con un ragazzo che conoscevo da un insulso mese.
MA CHI VUOI PRENDERE IN GIRO MEL?
Zayn mi era piaciuto dal primo momento, da quella mattina a scuola,
quando l’avevo sbattuto in faccia al muro e gli avevo
promesso che gliela avrei fatta pagare cara. Ed era difficile
ammetterlo per un’orgogliosa di merda come me.
Improvvisamente giustificavo il fatto che Devonne si fosse pazzamente
innamorata di lui,anche se lì per lì
l’avevo sgridata.
Già, Devonne…mi sentivo un verme. Ma non ebbi il
tempo di pensare a quello, preferii concentrarmi su come asciugarmi al
meglio e su come strizzare bene i capelli. Tutto pur di non pensare a
lei. All’improvviso il mio riflesso nello specchio era
divenuto interessantissimo.
Non sentii neanche la porta del bagno aprirsi.
Mi accorsi che Zayn era entrato (e fortunatamente ero avvolta nella sua
asciugamano) solo quando mi abbracciò da dietro,
stringendomi forte, e posizionando la testa nell’incavo del
mio collo. Mi morsi le labbra e sorrisi.
‘Buongiorno biondina’.
‘Buongiorno a te, pakistano’ ironizzai. Non mi
aspettavo quel gesto da lui. Non era così affettuoso Zayn!
Ma forse- e sottolineo FORSE- gli piacevo, no? Poi mi voltai verso di
lui e lo guardai fisso. Era troppo bello, tanta perfezione
dovrebbe essere proibita.
‘Zayn…’
‘Shh’ disse, posizionandomi l’indice
leggermente sulle labbra ‘Ti prego, non dire nulla. Ti
prego’.
‘Ma…’ iniziai.
Lui si avvicinò di più a me, poggiando la mano
sul mio fianco. ‘Non fare domande, per
favore’.
‘Almeno una?’
‘Per favore…’.
‘SOLO UNA’.
Sospirò. ‘Dimmi. Ma solo una!’.
Ci pensai bene. Avevo solo una domanda, e mi sembrava eccessivamente
troppo poco. Ma dovevo farmela bastare o sarei finita nella sua lista
nera e si sarebbe incazzato a morte con me, sicuramente.
PENSA.
PENSA.
PENSA.
‘STAI BENE? E non rispondermi di si solo perché di
solito è quello che la gente si aspetta che tu
dica’. E l’avevo chiesta con il cuore, anche se
poteva sembrare stupido. Forse ero solo piena di complessi. Lui non
rispose subito e la cosa mi mandò in agitazione.
‘SI. E non lo dico solo perché è quello
che la gente si aspetta che dica’ sussurrò quasi.
Amen. Sorrisi, visibilmente più sollevata.
COS’ERA TUTTO QUELL’INTERESSE ORA, MEL?
‘Grazie, comunque’ disse poi.
‘Di niente’.
''non
c'è fuoco o gelo che possa sfidare ciò che un
uomo può immagazzinare nella sua anima''.
ZAYN’S POV
‘STAI BENE? E non dire di si solo perché
è quello che la gente si aspetta che tu dica’ mi
chiese.
In verità non sapevo risponder proprio per niente a quella
domanda, e aspettai un po’ prima di parlare. Stavo bene?
Quando qualcuno stava bene si sentiva un peso sul petto? Aveva paura di
ritornare a casa ,dopo scuola? Se la risposta era positiva, allora si.
Stavo bene.
‘SI. E non lo dico solo perché è quello
che la gente si aspetta che dica’.
Sorrise, sollevata e la ringraziai.
‘Di niente’ disse.
Mi dispiaceva per lei, era stata sfortunata ad incontrarmi. A rimanere
travolta dall’uragano che avevo dentro. E mi pentivo
tantissimo per quello che avevo detto la sera prima.
COME AVREBBE POTUTO SALVARMI SE NON RIUSCIVA NEANCHE A SALVARE SE
STESSA?
Mi dispiaceva anche per averla usata. Dopotutto era carina e quando
voleva anche dolce, non se lo meritava di certo. Sapevo benissimo che
voleva sembrare dura, e ci riusciva anche , ma non lo era davvero. Un
po’ come me.
Troppo simili, comunque.
La verità era che il sesso mi distraeva, non pensavo
a nulla. Niente era più importante in quel
momento, e per qualche ora riuscivo a non torturarmi con subdoli
pensieri. Come il fatto che ero un assassino per esempio.
O una cosa del genere.
E fino ad allora mi bastava sorridere ad una ragazza per
portarmela a letto e dimenticare tutto il resto per un
po’. Con lei era stata tipo una sfida, una caccia. E
amavo il pericolo. E prima o poi Melinda sarebbe diventata
come le altre ,sarebbe diventata noiosa e avrebbe finito per non
distrarmi più per nulla.
Era sempre così, niente fidanzamenti e stronzate
del genere e automaticamente nessun problema. Però quella
notte Melinda era riuscita a farmi dimenticare tutto più
delle altre ragazze , e avevo anche dormito senza incubi. Era come un
calmante, anche se ero sicuro che l’avesse fatto con me solo
per divertimento. Non potevo piacerle, anche se era stata la sua prima
volta.
‘Melinda devo dirti una cosa’iniziai.
Lei capì subito dove volevo andare a parare e mi
guardò confusa.
Volevo farlo di nuovo con lei prima o poi, ma non volevo nessun legame
affettivo, e dovevo dirglielo. Magari avrebbe accettato visto che non
le piacevo.
‘Parla’ mi incitò.
‘Non so come dirtelo, così lo farò
velocemente, senza giri di parole…. Io non voglio legami
affettivi, non voglio impegnarmi con nessuno e…’
‘Tranquillo’ mi interruppe, con una faccia
abbastanza felice. ‘Neanche io mi sento pronta. Quindi, amici
come prima’. Eppure c’era qualcosa di falso in
quelle parole, nascoste da un sorriso. Ma che mi importava?
‘No, aspetta Mel… non ho finito. Io non voglio
che quello che è successo stanotte non succeda
più’ sperai che avesse capito.
E dalla sua faccia disgustata capì che era stato
così.
‘Mi stai chiedendo di diventare una specie di
scopamica?’.
‘Una specie’.
In quell’istante mi sbattè fuori dal bagno e dopo
due minuti ne uscì vestita. Era come se fossi invisibile.
‘MEL?’
Ma non mi cagava minimamente! L’avevo offesa così
nel profondo?
‘Melinda non volevo offenderti’.
Lei si girò furiosa verso di me, mentre prendeva la borsa.
‘Cerca di capirlo dalla mia faccia’.
E non diceva nulla di buono. Poi ,mentre stava per andarsene, mi fece
una domanda che mi spiazzò.
‘Ti sei reso conto di quello che hai detto? Io non sono la
tua puttanella ,Zayn! E credevo che ti piacessi almeno un
po’. Credevo che avessi paura di una relazione non che
volessi solo scopare! Per curiosità, mi hai mai visto come
una ragazza e non come una vagina ambulante?’.
Era isterica, okay.
In realtà la risposta era NO. Ma rispondere con un
‘non lo so’ fu meglio. Forse…
‘Addio’sputò, andandosene via e
sbattendo la porta.
‘Quindi è un no?’ urlai.
‘VAFFANCULO!’.
''o Dio non esiste o è
incredibilmente crudele''.
MELINDA’S
POV
Stavo male è dire poco.
Non l’avevo dato tanto a vedere ma mi sentivo usata e
sfruttata a proprio piacere, ed era una sensazione orribile.
Non gli piacevo, voleva solo darci dentro,cazzo!
Ma per chi mi aveva presa?
Stupida. Stupida. Stupida. Stupida. Ero una stupida.
Come avevo fatto a fidarmi? A credere ai suoi sorrisi? Come cazzo avevo
fatto a scegliere lui anche solo al ricordo di Devonne? Che ridicola
che ero, non avevo capito nulla di lui. Avevo cercato le cose positive,
e le avevo anche trovate, ma erano solo lati negativi mascherati ben
bene. Ingenua e stupida al cubo. Zayn era bastardo, e non si salvava
nulla di lui. Niente. E io che avevo anche pensato che stesse male, che
avesse qualche problema, che dovessi aiutarlo. Bhè ,senza
dubbio doveva farsi dare una mano, ma da uno strizzacervelli. Ma
vaffanculo.
Una verginità sprecata.
Mentre mi dirigevo a fatica verso l’uscita, dopo averla
cercata per minuti, sentii uno strano rumore, che mi
immobilizzò.
Sembrava…. Sembrava che qualcuno stesse piangendo di
là, forse in cucina. L’istinto di infermiera,
quale era mia madre prima di gettare la spugna e alzare il gomito, ebbe
la meglio e mi diressi verso la fonte di quelle lacrime. Avevo ragione.
Su di una sedia in cucina, una stanza che equivaleva
all’insieme di tutta casa mia, c’era una donna
sulla cinquantina con capelli biondo chiaro spruzzati di bianco, molto
magra, che piangeva amareggiata.
Singhiozzava di brutto, anche se cercava di non farsi sentire, e
stringeva qualcosa in mano.
Mi avvicinai. ‘Si sente bene? Và tutto
ok?’ domandai, esitante. Quando la donna alzò lo
sguardo e mi vide, si affrettò ad asciugarsi le lacrime con
un fazzoletto, e mi rivolse un timido e sofferto sorriso.
‘Certo, cara, scusami. Sei la nuova domestica?’
domandò.
‘Ehm…’ cosa dovevo dire? Che cazzo
dovevo fare? ‘No. Sono…sono Melinda.
Un’amica di suo figlio. Dovevamo fare un lavoro
scolastico….’.
Se mi avesse chiesto cosa ci avevo fatto con Zayn tutta la notte, e
cosa ci facevo a casa loro alle dieci di mattina gli avrei detto la
verità.
‘Ah, va bene. Vuoi un caffè?’ chiese. Ma
si vedeva che voleva che andassi via per ritornare a piangere.
‘No ,grazie mille. Io andrei a casa…si sente
bene?’guardai il foglio che aveva in mano. Era una fotografia.
Lei notò la mia curiosità.
‘E’ mio figlio. Era…’ riecco
la voce rotta.
‘Era?’.
‘E’ morto tre anni fa. Un incidente sulla
moto’ lei ritornò a piangere e mi sentii male. Era
identica a Zayn, e il fratello era la sua fotocopia. Mi avvicinai
cautamente, e lei mi osservò meglio. ‘Sei davvero
carina lo sai? Gli saresti piaciuta’ disse, con
l’amaro in bocca.
‘G-grazie. Allora …arrivederci’ feci per
andarmene.
‘Aspetta Melinda!’ mi raggiunse. ‘Me la
fai una promessa?’
‘Certo’ dissi. Ma non pensi alle conseguenze. Mi
faceva troppa pena .
‘Veglia su Zayn, io non ce la faccio, mi ricorda Jasper. Ti
prego. Zayn non è cattivo, si nasconde soltanto dietro una
corazza di ferro, ma non aveva mai portato qualcuno a casa prima
senza…come dire? Doppi fini. Mi sembri davvero una ragazza
carina, dico sul serio. Me lo prometti?’.
Mi raggelai.
‘Glielo prometto’ dissi, richiudendomi la porta
alle spalle. Quella villa portava solo guai.
HOLA CHICAS (?)
ALLORA, OGGI SONO DI UMORE PESSIMO. IL MIO IDOLO, LA DEVONNE,
INDOVINATE DOVE VA'? A MILANO! E CHE CAZZO PERO', NON E' GIUSTO PER
NULLA, DI NUOVO! CERCHERO' DI CONVINCERE I MIEI GENITORI, MA DUBITO CHE
CI RIUSCIRO', SFIGATA COME SONO ... COMUNQUE PREGATE PER ME
HAHAHAHHAHA
RITORNANDO AL CAPITOLO: CHE NE DITE? SI LO SO, E' ORRIBILE MA NON
SAPEVO PROPRIO COME INTRODURRE LA COSA CHE VOGLIO INTRODURRE (LA
GRAMMATICA ARGG) (?)
COMUNQUE NON FATECI CASO SE CI SONO ERRORI,SOLO CHE NON HO MANCO LA
VOGLIA DI RILEGGERE. SONO PROPRIO DISPERATA LOL
COMUNQUE SIA, SIETE FAVOLOSE! NON MI SAREI MAI ASPETTATA TUTTE QUESTE
RECENSIONI, VISTO CHE LA STORIA E' BRUTTINA E IO SONO ISCRITTA A EFP
SOLO DA TRE MESI CIRCA HAHAHHAAHHA GRAZIE MILLE RAGAZZE, SIETE IL MIO
SOLE, NON POTETE CAPIRE CHE PERIODO STO PASSANDO :( VOI RIUSCITE SEMPRE
A STRAPPARMI UN SORRISO, SIETE SPECIALI <3 <3 <3
<3
BHE',VI RUBO SOLO UN 'ALTRO SECONDO. VOLEVO RINGRAZIARE TUTTE VOI CHE
RECENSITE, COLORO CHE LEGGONO IN SILENZIO E CHI HA MESSO LA STORIA FRA
LE RICORDATE/SEGUITE/PREFERITE <3
ORA MI VOLATILIZZO CHE HO GRECO DA STUDIARE HAHAHAHAHAHAH
VI AMO!
H.
PS: VOLEVO RICORDARVI
CHE SE VOLETE CHE LEGGA O PUBBLICIZZI LE VOSTRE FF BASTA CHIEDERE :)
|
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Capitolo 11 *** my hands are made to your. ***
‘’ha la mente pericolosa di chi ha amato troppo gli
altri e odiato fino allo sfinimento se stessa’’.
Capitolo 11
DUE SETTIMANE DOPO
Oramai io e Liam ci vedevamo pochissimo, perché
lui stava praticamente sempre con Kally, e la cosa stava cominciando ad
infastidirmi, anche se non glielo avrei mai detto. Che cavolo, ero
ancora la sua migliore amica, se non che l’unica rimasta, no?
Come poteva abbandonarmi così? Come?
Io lo dico che tutti se ne vanno. E’ inevitabile. Come la
pioggia d’inverno. E Liam mi mancava come l’aria,
ma non gli avrei mai detto neanche questo. Bè, almeno Kally
era simpatica.
Erano passate circa due settimane dall’ultima volta che avevo
‘visto’ Zayn, da quando me ne ero andata via come
una furia, mandandolo a quel paese non molto cordialmente.
E all’inizio, tutto sommato, non mi mancava, mi distraevo a
pensare alla scuola o ad altre stronzate simili, ma ora che anche Liam
aveva trovato ‘l’anima gemella’ mi
sentivo come un orso polare fra i cammelli nel deserto. E infondo, e
neanche poi tanto infondo ,mi mancava. E avevo ancora il volto di
quella donna davanti agli occhi, che mi chiedeva di promettergli di
prendermi cura di Zayn. Ma Zayn di cosa aveva bisogno? Ero sicura che
c’era qualcosa che non sapevo, qualcosa che riguardava il
fratello, Jasper.
Comunque sia, non potevo continuare ad evitare di passare davanti a
casa di Zayn, o evitarlo nei corridoi della scuola, o fingere di non
conoscerlo se lo vedevo per strada.
PERCHE’ MI PIACEVA, CAZZO!
Mi piaceva uno stronzo bastardo di un pakistano di merda. Benissimo!
Il bello era che non avevo neanche il suo numero, e quando dovevo
andare in ospedale a trovare Jonathan ,chiedevo prima alla madre se in
camera ci fosse Zayn, e se diceva di si le chiedevo di chiamarmi quando
se ne fosse andato.
E Jonathan me lo chiedeva sempre, cosa avessi.
‘Niente’ rispondevo. Non potevo mica dirgli che mi
mancava da morire il mio migliore amico? Che una brunetta se lo era
portato via,lontano? Non potevo mica dire ad un bambino di
nove anni che ci aveva azzeccato? Che mi piaceva quello che lui da
tempo considerava il mio ‘ragazzo’? dio
magari…
BASTA,MEL.
Un pomeriggio, mentre ero in autobus per tornarmene a casa, vidi che
c’era un volto nuovo lì dentro. E sapevo benissimo
di chi fosse. Maledetta stronza!
Era Emily, la finta bionda che mi aveva messo lo sgambetto al
‘blue moon’ tempo prima. La ,così detta,
fidanzata attuale di Zayn.
Ma conoscevo fin troppo bene Zayn, e sapevo bene che non la amava, la
usava per dimenticare. Che strano modo che aveva per farlo.
Il bello era che pareva che ad Emily stesse bene!
Mi squadrò dalla testa ai piedi, e ringraziai Dio di essermi
messa qualcosa di carino quella mattina, o avrebbe usato la mia
mancanza di stile a mio sfavore. Infondo, era pur sempre la
mia maglietta preferita, e l’abbinamento non era
male.
Mi avvicinai a lei, quando vidi che mi fece spazio per sedermi. Se
voleva intimorirmi non ci era riuscita.
‘Guarda chi si vede’ disse, ironica.
‘Già, piccola Londra vero? Ah aspetta,
frequentiamo la stessa scuola’.
Lei rise, una risata spudoratamente finta. ‘Senti un
po’ ragazzina, io non sono antipatica. Forse scateno troppa
invidia, comunque sia Zayn è di mia proprietà. E
non te lo sto dicendo per fare la bastarda, mi piace davvero. Credo che
sia l’unica cosa buona che abbia mai fatto nella vita,
l’unica cosa positiva. Mi sento felice, mi sento
bene’. Sussurrò.
Mi si strinse il cuore. Ero troppo sensibile, dannazione!
Forse Emily non era poi così male,era solo
un’altra povera ragazza caduta nella trappola di Zayn
sono-figo-e-lo-so Malik.
‘Io non voglio stare con Zayn. Emily puoi stare
piu’ che tranquilla. Non mi piace’ mentii. Ma non
potevo fare altrimenti.
‘Bene, meglio così. Non mi sembri una ragazza
messa male, puoi trovare di meglio di Malik’ disse. Quella se
la poteva risparmiare, certe volte diceva cose assurde.
‘Ehm…grazie’ balbettai.
‘Comunque, Emily, anche tu ti meriti di meglio. Non credevo
che l’avrei mai detto ,ma…non sei poi tanto
male’ sorrise. Era proprio una bella ragazza, non
l’avevo notato mai. A parte quei capelli biondi scambiati.
‘No, non credo di meritare di meglio. Zayn mi merita, sono
una stronza anche io ,sai?’ almeno lo sapeva. Però
mi faceva tenerezza. Dopotutto si era convinta di essere cattiva e
bastarda quanto Zayn, forse anche lei aveva delle storie alle spalle,
poco carine.
Fu in quel momento che notai, che con il caldo che faceva, Emily aveva
una maglia a maniche lunghe, ma lì per lì non ci
feci molto caso.
‘Io non credo. In entrambi i casi, lo so che sei una
stronza’ scherzai, e lei sorrise.
‘Melinda, posso farti una domanda?’ chiese, dopo
pochi minuti di silenzio.
‘Spara’.
‘Devonne…come è morta? A scuola ne
hanno parlato tutti per un po’, ma nessuno ha mai dato la
certezza di nulla. Alcuni pensavano addirittura che fosse immischiata
con una banda criminale’ disse.
Oh no. Non di nuovo quella storia. Però era vero, giravano
solo voci. La verità la sapevamo solo io e Liam, e
ora anche Zayn.
‘Si è impiccata in bagno’ dissi solo. E
sperai che se lo facesse bastare. E infatti, forse dalla mia faccia,
capì che era meglio non interferire oltre.
‘Mi dispiace, so quanto eravate amiche. Lo sapeva tutta la
scuola. Tu Liam e Devonne eravate una cosa sola’.
Sospirai. ‘Vorrei poterti dire che sono cose che succedono e
che sto bene, ma mi manca un pezzo. E non credo che Liam mi basti
più, anche perché si è fidanzato e non
ha più tempo per me’.
PERCHE’ TI STAI SFOGANDO CON LA RAGAZZA CHE POCO FA
ODIAVI, MEL?
‘Se hai bisogno di qualcosa…’.
Quell’affermazione mi sorprese non poco, ma sorrisi.
Dopotutto l’avevo giudicata male, e non la conoscevo neanche.
Poi l’autobus si fermò e lei disse che doveva
scendere. L vidi alzata ed era ancora più sexy e bella,
anche se io non mi sarei mai
vestita così per andare a scuola.
‘Allora ci vediamo in giro, Melinda’
esclamò ,sorridente.
‘Certo. Ah e, Emily? Chiamami Mel’.
‘A presto Mel’.
***
’’il
viaggio non finisce mai. solo i viaggiatori
finiscono’’.
Era un pomeriggio come gli altri, noioso e monotono. E fuori pioveva a
dirotto dopo giorni di caldo e afa asfissiante. Ero in camera mia a
studiare biologia, per quel poco che riuscivo a fare. Avevo
praticamente un programma intero arretrato!
Mia madre era di sotto che parlava da sola, o forse alla tv. Sentivo la
sua flebile voce. Probabilmente i postumi di una forte sbronza. Ero
così stanca.
Stanca di scendere la sera tardi, quando lei dormiva esausta, e pulire
il disastro che aveva combinato. Stanca di mantenerle i capelli quando
vomitava perfino l’anima, in bagno. Stanca di litigare, di
evitarla, di essere trattata male.
Ma soprattutto ero tremendamente stanca di giustificarla. Di
giustificare ogni cosa che facesse, anche quando non esisteva
giustificazione. Cercavo di convincermi che stava così male
perché papà lo amava veramente ,ma poi mi
chiedevo come fosse possibile che una donna così riuscisse
ad amare fino a questo punto. Diceva di amare anche me, in passato. Ma
dubitavo anche di quello. Se qualcuno ti vuole bene, se cade si rialza
ad ogni costo. Non ti fa vivere nell’inferno solo
perché si sente tradita da un uomo che non l’ha
mai amata. Perché mia madre sapeva benissimo che mio padre
non l’aveva mai amata. Che l’aveva sposata solo
perché lei lo aveva ‘incastrato’
,rimanendo incinta di me. Quando era particolarmente sbronza mi
sbatteva addirittura in faccia il fatto che mi avesse fatto nascere
solo per tenersi mio padre, che in realtà non mi aveva mai
voluto. E cominciavo a crederci anche io.
Quel guscio di donna non era, non POTEVA essere ,mia madre.
Improvvisamente squillò il cellulare, ma il numero che
compariva sullo schermo non apparteneva alla mia rubrica. Chi mi
cercava alle sei del pomeriggio?
Risposi, stanca.
‘Pronto?’
‘Melinda? Preparati, sto passando a prenderti, è
urgente. Ti spiego quando arrivo’.
‘Ma…’obbiettai.
‘NON FARE POLEMICHE PROPRIO ORA. Preparati e basta’
e attaccò.
La voce di Zayn mi rimbombava ancora nelle orecchie. Che voleva da me?
Che volesse parlare? Che volesse dirmi che voleva stare con me senza
doppi fini?
IMPOSSIBILE, MEL.
Esattamente dieci minuti dopo, il tempo di pettinarmi i capelli e
lavarmi i denti, sentii un clacson fuori il mio condominio, e
affacciandomi riconobbi la sua range rover.
Corsi giù per le scale e urlai a mia madre che uscivo, ma
lei non mi sentì,credo. Uscii di corsa e mi infilai sul
sedile anteriore della sua auto. Profumava di pulito lì
dentro.
Lui era ancora più bello di come lo ricordassi . Possibile?
Avevo il fiatone . ‘Mi hai fatto spaventare! Si
può sapere che cosa cazzo è successo?’
ringhiai, infastidita.
Dovevo sembrare una ragazza a cui non importava nulla di tutta quella
storia, una ragazza che non sembrasse innamorata.
‘Jonathan’.
Appena pronunciò il suo nome mi si gelò il sangue
nelle vene. Pregai in tre secondi che stesse bene, che non gli fosse
accaduto nulla. L’avevo visto ieri, e stava bene!
‘Sta bene?’ lo aggredii quasi.
‘No. E’ in coma farmacologico, si è
sentito più male delle altre volte. Lo stanno operando
d’urgenza’ disse ,mentre metteva in moto e
sfrecciava a tutta velocità verso l’ospedale.
‘Me lo ha detto la madre, prima’ aggiunse.
Mi sentii male.
Dio , ti scongiuro, non Jonathan. Non quel bambino innocente e dolce
che non aveva fatto nulla di male. Non lui, che era l’unico
casto in tutta questa storia. Non riuscii a parlare per metà
del viaggio, e quella mezz’ora di macchina sembrava non
volesse finire più.
Improvvisamente mi balenarono davanti agli occhi tutte le scene che
avevo vissuto con Jonathan. Non stava accadendo davvero.
Io amavo troppo quel bambino, non poteva andarsene anche lui.
NON POTEVA LASCIARMI SOLA!
Senza che me ne accorgessi i miei occhi marroni si riempirono di
lacrime, che scivolarono salate sulle mie guancie. Zayn mi
guardò solo allora, per due nanosecondi, prima di girare la
testa e continuare a guardare la strada ,guidando.
Stava male anche lui, glielo leggevo negli occhi. Riuscivo a leggere
nei suoi meravigliosi occhi scuri, e non stava bene. Oh no.
‘Zayn…starà bene?’ domandai,
ingenua. Quel silenzio mi stava logorando.
‘Si, si certo che starà bene, Mel’.
Mi aveva chiamato Mel, finalmente.
Quando finalmente arrivammo all’ospedale ,ci dirigemmo furi
quella stanza che conoscevamo molto bene, e non potei fare a meno di
ricordarmi della prima volta che avevo incontrato
quell’angelo di bambino, mentre suonavo il pianoforte.
Era stato lui ad avvicinarci, ed eravamo diventati inseparabili con il
suono melodioso del piano come colonna sonora.
DIO PER FAVORE, SE LO SALVI GIURO CHE NON SUONERO’ MAI
PIU’.
Fuori la porta ,seduta su di una sedia, c’era la madre di
Jonathan, distrutta.
‘Signora, vedrà che starà
bene’ la rassicurò Zayn.
Dove trovasse tutto quella positività non lo sapevo. Rimasi
sorpresa quando Zayn abbracciò la donna. Non ci restava
altro da fare che aspettare.
***
Erano passate due ore. La mamma di Jonathan era al bagno, ed io ero
seduta accanto a Zayn. Erano le otto di sera passate ed ero stanca. A
distruggere il mio silenzio ci pensò la voce di Zayn, che
avvertì la madre a telefono che avrebbe fatto tardi. Mia
madre non si sarebbe preoccupata.
‘Vuoi chiamare anche tu?’ mi chiese Zayn,
porgendomi il suo iphone.
‘No, grazie’.
Lo rimise in tasca. ‘Melinda io…’
‘Zayn non è il momento’ tagliai corto.
Non volevo parlare con lui. Volevo Jonathan.
Lui sbuffò ma non disse niente.
‘Vado fuori a prendere un po’ d’aria, sto
morendo qui dentro’ aggiunsi.
Fuori l’aria era fredda, così fredda che mi pentii
di non aver messo il cappotto. Rimasi a fissare le macchine
che sfrecciavano sulla strada per non so quanto tempo. Forse un minuto,
forse un ‘ora.
Poi sentii il morbido tessuto di una giacca di pelle nera sulle spalle,
e mi voltai di scatto. Zayn.
‘Credevo ti avessero rapita’ disse.
‘Sono ancora qui, per sfortuna vostra’.
Lui osservò le macchine come me. Sembravamo statue.
‘Zayn e se l’operazione fallisse? Se rischiasse la
vita? Se…?’.
‘Non morirà. Semplicemente non può
morire’ mi interruppe.
‘Ma se succedesse?’.
Lui si girò arrabbiato, mi strinse forte gli avambracci e mi
spinse al muro. Aveva il fuoco negli occhi.
‘Non essere
paranoica. Non ti si addice’ ringhiò.
Sorrisi.
‘Perché sorridi?’ domandò,
irritato.
‘Questa è esattamente la stessa cosa che
mi hai detto la prima volta che ci siamo incontrati, a
scuola’.
‘E tu te lo ricordi?’ domandò.
‘Certo che me lo ricordo’ dissi, con le lacrime
agli occhi. ‘Hai ragione, comunque. Non può
morire’.
Lui allentò la presa, pur tenendomi sempre incollata al muro.
Poi vidi anche i suoi occhi farsi lucidi. ‘Zayn stai
piangendo?’.
‘Mi sarà entrato qualcosa negli occhi’
disse. Ma sapevo benissimo che stava piangendo, annegavo nelle sue lacrime.
Era così vicino a me, eppure così lontano. Avrei
tanto voluto baciarlo.
‘Andrà tutto bene’ dissi, cercando di
convincere più me stessa che lui.
‘Mel mi dispiace’.
‘Per cosa?’.
‘Per tutto’.
Quella risposta mi spiazzò, ma avrei accettato le sue scuse.
‘Lo so’ esclamai ,solo.
‘Ora ,puoi lasciarmi andare?’ chiesi. Mi teneva
ancora incatenata al muro e avevo ancora freddo . Volevo rientrare
dentro.
‘Preferisco stare così ancora per due minuti,
almeno ti tengo sotto controllo e non combini altri
guai’.
‘E cosa avrei combinato?’.
‘Per iniziare hai parlato con Emily. Me lo ha raccontato e mi
ha addirittura detto che sei simpatica. Che cazzata’
ironizzò.
‘Infatti lo sono, sei tu che non capisci il mio senso
dell’umorismo, perché sei ottuso. E poi dovresti
essere felice visto che io e la tua fidanzata non ci prenderemo
più a capelli’.
‘Ma è contro natura!’ esclamò.
‘Contro natura, cosa?’.
‘Che due ragazze innamorate di me siano amiche!’
replicò ovvio.
‘Sei ancora convinto di piacermi, eh Zayn?’ chiesi.
Dio se era vero.
‘CERTO’.
‘Ad ogni modo non importerebbe. Perché tu stai con
lei, per un motivo o per un altro, e io non ti piaccio quindi
lasciami andare’.
‘Possiamo almeno essere amici? Senza la parola
‘scopa’ davanti?’.
In quell’istante uscì fuori la mamma di Jonathan.
‘Jonathan si è svegliato!’
urlò in preda alla gioia. Io piansi, ma erano lacrime
diverse, lacrime felici. E Zayn si limitò a fare un sorriso.
GRAZIE DIO.
HEY GIRLS
<3
CIAO! GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI DEL CAPITOLO PRECEDENTE, SONO
CONTENTA DI SAPERE CHE LA STORIA VI PIACE GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE
HANNO MESSO LA FF NELLE PREFERITE O NELLE RICORDATE O NELLE SEGUITE,
SIETE MOLTE DI PIU' DI QUELLE CHE MI ASPETTAVO!
88 RECENSIONI IN TUTTO?
MUOIOOOOOO LOL
COMUNQUE SENTITO LA NOTIZIA DEL PARTY DI DEMI? CHE AMAREZZA
çç
IN ENTRAMBI I CASI, NON MI AMMAZZATE PERCHE' POI NON SAPRETE COME VA' A
FINIRE HAHAHAHHAHA TRANQUILLE PER JONATHAN, STA BENE <3
ORA MUOIO IN PACE
ANYWAY
H.
|
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Capitolo 12 *** a big party. ***
‘’E’ quando incontri persone con ferite
simili alle tue che inizi a renderti conto che non sei sola,
c’è qualcuno che può
salvarti’’.
CAPITOLO 12
‘Promettimi che starai bene, d’ora in
avanti’ esclamai, singhiozzando.
Eravamo entrati nella camera di Jonathan da circa un ora, e
tralasciando la magrezza e la pelle pallida, pareva stare abbastanza
bene. L’intervento aveva funzionato, il bello era che non
avevo neanche capito di che intervento si trattasse, mi bastava il
fatto che stesse bene.
Ero sdraiata sul letto di fianco a lui, la madre e il padre
erano andati a casa a farsi una doccia, dopo che io e Zayn li avevamo
convinti, e tranquillizzati, dicendogli che a Jonathan ci pensavamo noi.
Zayn era seduto sulla sedia di fianco al letto, e ci osservava
sorridente.
‘Te lo prometto, Mel’ disse Jonathan. Lui non aveva
capito come eravamo stati in bilico, preoccupati. Per lui era tutto
insignificante, una sciocchezza. Ma quella era la bellezza di avere
nove anni.
Lo abbracciai di scatto, stringendolo a me. Era così magro
che in quel letto, con lui, ci potevo ballare.
‘Melinda, diventi la mia ragazza?’ mi
domandò. E in quel momento provai davvero
l’impulso di baciarlo. Jonathan, il mio Jonathan, era il
bambino più bello e dolce del mondo. Come potevo amare
così tanto una persona che conoscevo da un mese circa? Ma la
verità è che i bambini si fanno amare subito.
Jonathan era il fratello che non avevo mai avuto, la persona che mi
faceva stare più bene di tutte, l’amico che mi
mancava ,e volendo anche l’anima gemella che
cercavo. Chi lo dice che l’amore deve essere per forza fatto
solo ‘ti amo’ e sesso?
‘Certo che divento la tua ragazza’.
Zayn sorrise felice, non riusciva a nascondere il sollievo nel sapere
che Jonathan stava bene. La cotta per lui dovevo urgentemente farmela
passare, perché non sarebbe successo mai nulla fra di noi.
Non sarebbe stato amore,almeno.
Ce ne andammo alle dieci, quando terminò l’orario
per le visite, lasciando Jonathan alle amorevoli cure di genitori e
parenti. E poi era arrivato il momento di tornare a casa. Il
viaggio di ritorno mi sembrò molto più breve.
‘Come facevi a sapere che sarebbe stato bene?’
domandai.
Zayn alzò le spalle. ‘Certe cose una persona se le
sente,e poi ho un sesto senso, io’.
Annuii. ‘Comunque…grazie per la giacca’
dissi, sfilandomela e porgendogliela.
‘Puoi tenerla, così ti ricordi di stasera per
sempre’.
‘Non lo scorderei comunque’ sorrisi.
‘Nemmeno io’ aggiunse, sorridendo.
‘Melinda, quello che ti ho detto fuori l’ospedale
,lo penso…mi dispiace per tutto’.
‘Non fa niente Zayn, pensa ad essere felice. E’ la
cosa che voglio di più’ mi lasciai scappare. Mi
portai una mano sulla bocca, come per zittirmi. Maledetta boccaccia!
‘Come?’.
‘NIENTE’ mi affrettai a dire. Ma ero davvero poco
credibile.
‘Hai detto che vuoi che io sia felice?’ . Ok, aveva
capito tutto, ma infondo lo sapeva che mi piaceva quindi…
‘Cosa c’è di male in questo? Non ho mica
detto che ti voglio morto’.
‘Hai detto anche questo,in passato’
ironizzò. Bhè, ora di certo non lo volevo
più. Calò un silenzio imbarazzante, poi
finalmente arrivammo fuori casa mia. Tira un sospiro di sollievo.
‘Ci vediamo in giro ,Zayn’ dissi, prima di aprire
la portiera. Lui rise.
‘Perché ridi?’.
‘E’ la stessa cosa che mi hai detto la sera in cui
mi portasti in quel ristorante sul mare’.
Sorrisi anche io. ‘E te lo ricordi?’ chiesi,
retorica.
‘Certo che me lo ricordo’.
‘Zayn, prima di andarmene, posso farti una
domanda?’ chiesi. Eravamo parcheggiati a lato della strada,
io avevo addirittura la portiera aperta, ma la richiusi.
‘Dici’.
‘Tua madre…come sta? La incontrai a casa tua
quando…’.
‘Sta come sempre’ mi interruppe. Improvvisamente i
suoi occhi si erano dilatati e oscurati. Tasto dolente.
‘Mi dispiace per tuo fratello’.
‘Anche a me’ soggiunse. Stava male. Stava male e
non potevo fare nulla. Stavo male anche io se lui stava male.
Improvvisamente, senza pensarci, gli presi la mano e gliela strinsi.
‘Ti capisco, lo sai vero?’.
Lui non ricambiò la mia stretta, ma non si sottrasse.
‘Si, lo so. E dispiace anche a me per Devonne, non
volevo farle del male, era l’ultima cosa che avrei voluto
farle’.
‘Sono più che sicura di questo, Malik. E io non
dovevo darti tutta la colpa, non lo meritavi e…’.
‘Melinda stai tranquilla, non hai detto nulla che non fosse
vero. Purtroppo io sono così: io non ho più un
cuore,si è ghiacciato’.
Leggevo la disperazione nei suoi occhi, e mille altre emozioni. Era
pentito, dispiaciuto… era un ragazzo di diciannove anni
distrutto, e in parte era colpa mia, che gli avevo messo strane idee in
testa.
‘Zayn il tuo cuore non si è ghiacciato’.
‘Dove lo trovi il coraggio di dirlo ,Mel? Ti ho fatto
così male, eppure tu sei ancora qui a dirmi che sono buono?
Dove trovi la forza di dirmelo? Io sono crudele, ho il cuore
ibernato’.
Non sapevo che dire, non sapevo cosa dovessi dire per farlo calmare.
Era sbagliato quello che stava pensando, si odiava troppo per vedere le
cose in modo oggettivo.
‘Io non me ne andrò Zayn, e lo sai che ti ho
perdonato, per tutto. Tu non sei cattivo,non hai ibernato proprio
niente’ avevo le lacrime agli occhi. Io dovevo essere la
ragazza forte, e guardatemi ora…
‘Ne sei così sicura?’.
‘Si. E poi, comunque, non importa che tu abbia il cuore di
ghiaccio’.
‘Perché?’.
‘Perché ce l’ho abbastanza caldo per
entrambi’. Mi pentii subito di quello che avevo detto, e ne
era una prova il rossore sulle mie guancie. Senza accorgermene una
lacrima irrigò la mia guancia arrossata. ‘Melinda
non piangere per me, ti prego’.
‘Non piango solo per te. Piango per tutto. Ultimamente non
faccio altro’.
Fu allora che lui strinse forte la mia mano,e mi provocò un
brivido. ‘Mel?’.
‘Sono qui’.
‘Salvami,
ti prego, salvami’.
Quelle parole mi riportarono alla mente il ricordo bruciante di quella
notte,e di quello che mi aveva detto. DA COSA? DA CHI?
PERCHE’? Era una tortura sapere che stava male, ma non sapere
perché.
‘Da cosa?’.
Strinse ancora di più la mia mano, e il mio cuore prese a
battere all’impazzata. Anche i suoi occhi oramai erano
lucidi, ed era la seconda volta che li vedevo così, eppure
non scendeva mai neanche una lacrima.
‘Salvami da me stesso. Salvami da mio fratello, non vedo via
d’uscita. Salvami’ sussurrò. Era
così fragile in quel momento che mi venne voglia di
abbracciarlo, ma mi trattenni.
‘C’è sempre una via
d’uscita ,Zayn. Ti salverò ,te lo
prometto’.
‘Lo so’.
Poi, tentennando, feci la fatidica domanda. ‘TU MI
SALVERAI?’
‘Ti giuro che ti salvo’.
°°°
‘’avevano
avuto bisogno di perdersi per qualche tempo per capire che si sarebbero
mancati per il resto della vita’’.
LIAM’S POV
Quella mattina a scuola, mi recai verso l’armadietto di Mel e
la vidi lì, in tutta la sua bellezza. Dall’ultima
volta che l’avevo vista era leggermente ingrassata, ma stava
divinamente. E pi adoravo quando si legava i capelli. Fu allora che mi
accorsi di come mi era mancata. Quella settimana senza sentirla era
stata vuota.
Ma forse dovevo scusarmi con lei. Non appena mi vide sorrise,
dolcemente e mi abbracciò. Melinda poteva sembrare dura e
forte ma sapevo benissimo che in realtà
aveva solo bisogno di essere amata, e di qualcuno che la proteggesse. E
per quando triste sia, quel qualcuno non sarei potuto essere per sempre
io.
La strinsi forte.
‘Ti sei fatto sentire ,eh?’ domandò,
staccandosi. La presi per mano e gliela strinsi delicatamente.
‘Scusami’.
‘Sei perdonato, solo perché oggi è il
tuo compleanno! Auguri’ urlò, saltandomi di nuovo
addosso.
‘Oh, te lo ricordi?’.
‘Come potrei dimenticarlo?’soggiunse.
‘E sai anche che stasera do una festa in discoteca a cui
prenderà parte tutta la scuola, e vorrei che tu
suonassi?’.
Sembrò leggermente shoccata. Sapevo che Mel non amava
esibirsi in pubblico, ma per la mia festa poteva fare un
‘eccezione, e poi era troppo brava per rimanere nascosta.
‘Liam, io non me la sento’.
‘Fallo come un regalo di compleanno, per favore’ la
supplicai.
Sospirò . ‘E va bene, ma non mi assumo la
responsabilità di nulla’ ironizzò.
‘Grazie’ risposi, schioccandole un sonoro bacio
sulla guancia. Fu in quell’istante che entrò in
atrio Zayn e passò accanto a noi, per poi scomparire tra la
folla. Lo sguardo che si scambiò con Melinda mi sorprese,
sembravano addirittura amici. E mi venne in mente della scommessa.
‘Non esiste più nessuna scomessa Liam, ci rinuncio
’.
Non chiesi oltre.
Ma ero preoccupato. Preoccupato che Zayn mi portasse via
l’altra parte di me, come già aveva fatto. Non
avrebbe toccato più nessuna mia amica . Glielo avrei
impedito.
Non avevo potuto proteggere Devonne, ma non avrei mai commesso lo
stesso errore con Melinda. Lei, potevo ancora salvarla.
Dovevo salvarla.
‘’viviamo
in un mondo in cui ci si nasconde per fare l’amore, mentre la
violenza e l’odio si vedono alla luce del
sole’’.
MELINDA’S POV
Suonare ad un compleanno di diciannove anni.
E avevo accettato. E ci sarebbero state solo coppiettine sdolcinate.
Volevo morire soffocata con uno spaghetto. Mai in vita mia avevo
suonato davanti a tanta gente. Riposi tutta la mia speranza nel
sandwich che stavo mangiando a mensa.
VAMMI DI TRAVERSO ,TI PREGO.
Era Devonne la talentuosa, l’intrattenitrice, quella che
suonava la chitarra e cantava davanti a mezzo mondo, quella che si
prendeva i complimenti per canzoni che avevo scritto io,
perché lei era priva di idee ogni volta. Però me
lo chiedeva di suonare con lei, solo che rifiutavo sempre.
L’unica volta che avevo accettato avevo vomitato sul palco
alle scuole medie,e mi avevano preso in giro per mesi
chiamandomi ‘la vomitosa’.
Ed ora ero in un vicolo cieco, e Liam contava su di me. E ci sarebbe
stato anche Zayn.
Mi sarei distratta quel pomeriggio da Jonathan e gli avrei chiesto un
consiglio. Lui era uno dei pochi che mi aveva sentita suonare e
cantare, poteva giudicare. Non volevo fare una figuraccia.
‘A cosa pensi?’ mi domandò Emily,
sedendosi accanto a me. La cosa non mi sorprese, mi shoccò.
‘Ciao Emily. Alla festa di Liam…’
divagai. Non volevo dire ancora nulla a nessuno.
‘Si lo so. Liam ha detto a mezza scuola che sei un talento e
che canterai’ esclamò, sinceramente felice.
FANCULO.
‘Ah bene’.
Sarebbe stata una lunghissima giornata.
°°°
Stavo tranquillamente suonando di nascosto il piano della scuola ,tre
giorni dopo la notizia che avrei suonato alla festa di Payne.
Suonai ‘te amo’ di Rihanna e provai a cantarla per
due volte di fila. Tutto sommato mi veniva bene, ed era nelle mie
corde. Poi descriveva proprio come mi sentivo in quel momento. Forse
avrei cantato quella e magari solo un’altra, anche se Liam mi
aveva pregato di cantarne almeno quattro o cinque. Da quel giorno a
scuola diventai una specie di star. Quando finii di cantare per la
terza volta ‘te amo’ abbastanza soddisfatta dei
progressi che avevo fatto, sentii applaudire e mi voltai di scatto
verso la porta.
Era Zayn.
Le mie guancie andarono in fuoco. Mi aveva sentita cantare cazzo! Una
cosa era sentirmi suonare, e un’altra sentirmi suonare e
cantare.
‘Che ci fai qui?’ domandai.
‘Potrei farti la stessa domanda, ma lo so cosa stai facendo
di nascosto’ scherzò.
NON E’ IL MOMENTO ,ZAYN.
‘E sai anche che canterò alla festa di compleanno
di Liam?’ ringhiai quasi. Eppure non potevo prendermela con
lui, non aveva fatto nulla mai come quella volta.
‘Certo che lo so. E so anche come andrà a
finire’ terminò.
‘E come?’.
‘Non canterai Gomez. Non hai abbastanza palle per
farlo’ si avvicinò.
‘Ne sei così sicuro?’.
‘SI’.
‘Allora ti giuro su quel bastardo di mio padre che lo faccio.
Ma solo per darti uno schiaffo morale, Malik’ sputai.
Lui sorrise ,beffardo. ‘Non vedo l’ora di
sentirti,Mel. Sempre sperando che non ti caghi sotto’
aggiunse.
TI GIURO CHE LO FACCIO ZAYN.
‘Non accadrà. Mi conosci. E comunque ora lasciami
provare in pace, i miei fans si aspettano il meglio da me’
ironizzai, stizzita.
‘E va bene, me ne vado. Prima però devo chiederti
una cosa…’.
‘Sbrigati’ aggiunsi.
‘Ti và di venirci con me alla festa di
Liam?’.
AVEVO SEMPLICEMENTE SCORDATO COME SI FACESSE A RESPIRARE.
BELLISSIME <3
ECCOMI QUI’ CON UN NUOVO CAPITOLO, MOLTO MELYNOSO
HAHAHHAHAHAAHA HO CREATO LA FUSIONE DEI NOMI COMUNQUE(?) MELYN J CHE NE
PENSATE? SU QUESTO CAPITOLO NON C’E’ MOLTO DA DIRE,
A PARTE SULLA PARTE INIZIALE IN CUI ZAYN SI LASCIA ANDARE
CBNUJSDCBUSDJC. RECENSITE IN TANTE, MI RACCOMANDO;)
COMUNQUE SIA ,SONO UN PO’ GIU’ IN
QUEST’ULTIMO PERIODO, NE STO PASSANDO DI TUTTE I COLORI E LA
FF E’ L’UNICO MODO CHE HO PER SFOGARMI LOL SPERO
CHE APPREZIATE IL CAPITOLOJ
VI AMO
H.
PS: questa ff è cndsibcvdusjvbwusdjk http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1720490&i=1 passate se vi va,
ricambia <3
ah e per chiunque volesse chiedermi qualcosa, su twitter sono
@demjstears
ANYWAY
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Capitolo 13 *** masochist. ***
‘’ Lei è solo un po' troppo spaventata
ad avvicinarsi perché tutti coloro che le hanno detto che ci
sarebbero stati, se ne sono andati.’’
CAPITOLO 13
AVEVO SEMPLICEMENTE SCORDATO COME SI FACESSE A RESPIRARE.
‘Cosa?’ balbettai.
Lui sorrise. ‘Hai capito Mel, non farmelo ripetere’.
‘RIPETILO’ ordinai.
Non riuscivo a credere a quello che aveva detto, non era da lui.
‘Ci vieni alla festa di Liam con me ,si o no?’.
NON ME LO ERO IMMAGINATO ,ALLORA.
Avrei voluto saltargli in braccio e urlare all’infinito di
SI. Ma ,non sapevo perché, stavo ancora pensando. Era
impossibile.
‘Dici davvero?’.
Lui sorrise ancora. ‘Ti sembra così
assurdo?’.
‘Ed Emily?’.
‘L’ho chiesto a te, non a lei. Allora?’.
Ma proprio mentre stavo per rispondere ,sentii una voce
dall’altra parte della stanza. ‘Melinda non
verrà mai alla festa con te’.
Liam.
Era LIAM. Perché cazzo faceva così? Io volevo
andarci alla festa con Malik! Si avvicinò, sotto lo sguardo
arrabbiato di Zayn, e sotto i
miei occhi sgranati.
‘Liam credo che questo dovrebbe deciderlo Mel’.
Non sentivo più il cuore. Liam mi aveva ignorato per una
settimana intera, e non se ne era fregato di nulla. Né di
come stessi ,né se avessi avuto bisogno di aiuto.
Semplicemente aveva troppo da ‘fare’ con Kally, e
io ero passata in secondo piano. E mi irritava a morte il fatto che
,improvvisamente, si sentisse in dovere di decidere per me. Soprattutto
quando non volevo che si intromettesse. Lui odiava Zayn, tanto quanto
lo odiavo io all’inizio, ma questo non lo giustificava. La
verità era che gli era andato di traverso il fatto che
avessi lasciato perdere la vendetta.
‘Melinda, non ci andrai alla festa con lui, vero?’
mi chiese, a bruciapelo.
Io per poco non soffocai con la mia stessa saliva. Porca trota poteva
entrare nella mia vita di nuovo, in un momento migliore?
‘Liam ti cambia qualcosa se ci vengo con Zayn? Non mi pare
che conti poi così tanto per te’ sentenziai.
‘Certo che conti per me ,Mel! Credevo avessimo chiarito. E
poi lo sai benissimo il motivo per cui non voglio che voi due vi
avviciniate’.
Avevamo escluso Zayn dalla conversazione, ma dovevano confrontarci una
volta per tutte.
‘Liam per tutta questa settimana dove eri?’.
‘MI DISPIACE. Te l’ho già detto. Melinda
io NON voglio che ti avvicini a Zayn. Non ho potuto proteggere Devonne
, ma proteggerò te!’.
Stavamo urlando. Credo che le parole di Liam ferirono a morte Zayn. Si
odiava già abbastanza senza che qualcuno gli ricordasse di
Devonne. E pensare che solo un mese fa, non avrei mai pensato quelle
cose su di lui.
‘Liam io non ho bisogno di essere protetta’.
Poi sentii i passi di Zayn avvicinarsi a noi due.
Parla ! Ti prego Zayn, difendimi. Dì qualcosa. Qualsiasi
cosa, basta che tu non dia ragione a Liam. Lui non ha capito nulla di
te. Non ha capito nulla di quello che penso.
NON HA CAPITO NULLA DI NOI.
Anche se quel ‘noi’ non esiste. Non ancora, almeno.
‘Payne, sta pure tranquillo. Non c’è
bisogno che tu protegga nessuno, io non le farei mai e poi mai del
male’.
Le parole di Zayn mi sorpresero , e rischiai di nuovo di soffocare.
Tossii violentemente, mentre mi rifacevo rossa.
‘Ah davvero Malik? Non la penseresti così se
avessi un’amica morta’ ringhiò Liam. Non
l’avevo mai visto così, nei suoi occhi
c’era un misto di odio e preoccupazione inquietante.
‘Credi che permetterei a Melinda di impiccarsi?’
affermò Zayn. Non avevo mai sentito così neanche
lui. Sembrava sinceramente… interessato. Ma forse mi
sbagliavo, come sempre. Ero pessima su queste cose, e anche sui ragazzi.
‘Tu non sai cosa vuol dire amare davvero una
persona,Malik’. Liam pronunciò quelle parole con
una vena amara che non gli avevo mai sentito, a parte quando aveva
fatto a botte con Zayn il giorno dopo il funerale di Devonne. Li
avevano separati a fatica.
‘Forse è così. Ma so cosa vuol dire
voler bene a qualcuno’. Mi voleva bene? Stavo per svenire.
‘E vorresti bene a Melinda?’ infierì
Liam. Non credevo che l’avrei mai pensato, ma in quel momento
volevo che Liam sparisse. Stavo preferendo Zayn Malik anche a Liam
Payne? Era così? Non bastava che l’avessi
preferito a Devonne Gilbert? Dio mio. Gli amici erano più
importanti, e li stavo abbandonando tutti per qualcuno a cui non
piacevo ,e non sarei mai piaciuta.
‘SI’ esclamò Zayn.
Liam si avvicinò pericolosamente a lui, con la mascella
contratta, tanto quanto quella di Zayn. Le cose non si stavano mettendo
bene. Oh no.
‘MELINDA E’ MIA’.
Zayn sgranò gli occhi, e lo feci anche io. Liam doveva
seriamente smetterla, era davvero troppo. Che se ne andasse da Kally!
‘E chi lo dice?’ rigirò il coltello
nella piaga Zayn.
‘Lo dico io. L’ho vista nascere ,e non
lascerò che una persona spregevole come te la tocchi con un
solo dito!’.
‘Ma lo sai cosa abbiamo fatto ,io e la tua amichetta del
cuore?’ sputò Zayn, governato dalla rabbia. Il
doppio senso di quelle parole era chiaro, ma sperai che Liam non avesse
capito. Solo che a giudicare dalla sua faccia, era l’esatto
contrario.
‘Mel?’ mi domandò Liam, come a sperare
che negassi. Ma non potevo negare con lui, e poi non ero buona per
niente a mentire.
‘Liam questa è la mia vita, non ti riguarda quello
che faccio, ho quasi diciotto anni’.
Liam cambio trenta colori in un secondo. Mi odiava in quel momento, ne
ero certa. Anche perché sapeva che non esisteva
più alcuna vendetta, e che quindi l’avevo fatto
perché lo volevo.
‘Melinda, ti supplico, dimmi che non è vero. Dimmi
che non ti piace Zayn Malik’.
Mi sentivo imbarazzata, ma non valeva più la pena mentire.
Avrei solo illuso Liam e me stessa. Avrei tanto voluto che Zayn uscisse
da quella stanza per rispondere alla domanda, ma era impossibile. Mi
guardò interrogativo anche lui, come se la risposta gli
interessasse.
Io arrossii ancora, maledizione.
Sospirai. ‘Si, mi piace Zayn Malik. Mi dispiace
Liam’.
Zayn sembrava scosso a tal punto che mancava poco che crollasse. Di
certo avrebbe ritirato il suo invito da ‘amici’
,ora. Di certo non gli piacevo, e si sarebbe allontanato,ma a che cosa
sarebbe servito mentire? Le cose non sarebbero comunque cambiate.
Gli occhi di Liam si riempirono di lacrime, e mi sorprese.
‘Io non ce l’ho con te,Mel. Tu sei troppo
sensibile, ti affezioni troppo alle persone. Ce l’ho con
qualcuno che ha finto, di sicuro, di essere dolce e
buono’ sibilò. Ce l’aveva con Zayn, si
era capito.
‘Io non ho finto proprio nulla, Payne’ soggiunse
Zayn.
‘Non può essersi innamorata di te per come sei
veramente. Non può essersi innamorata di un mostro. Devi per
forza aver finto’.
Zayn si voltò verso di me, questa volta afflitto.
‘Melinda su questo Liam ha ragione. Come puoi esserti
innamorata di QUESTO me?’ domandò.
Mi tremò la schiena. Zayn non aveva idea di che brava
persona che fosse. Non si vedeva quando parlava con Jonathan? O quando
parlava di sua madre, come una donna da proteggere? Non si
sentiva in quei suoi rari momenti di dolcezza? Non lo capiva che aveva
un cuore d’oro?
‘Io mi sono innamorata di QUESTO Zayn, e non
c’è niente di meglio’. Non sapevo dove
avevo trovato il coraggio di dire quella frase, ma l’avevo
fatto. Liam si limitava a scuotere la tesa, Zayn a guardarmi sconvolto.
Non lo sapevo neanche io cosa avevo detto. Mi ero lasciata andare come
mai prima d’ora. L’avevo ammesso.
Avevo ammesso DAVANTI A ZAYN che mi ero innamorata di lui. E mi sentivo
una stupida, perché sapevo che lui non ricambiava.
Che ,comunque fosse andata, non avrebbe mai ricambiato. Che stava con
Emily, anche se la usava di sicuro. Se gli fossi piaciuta almeno la
metà di come lui piaceva a me, l’avrebbe lasciata.
Ma non sarebbe successo mai, e lo sapevo.
E faceva un male cane. Però almeno potevo stare con Zayn
dietro la scusa della promessa fatta alla madre,anche se prendevo solo
in giro me stessa.
Forse era vero che Zayn non aveva un cuore. Forse era anche bipolare.
Un minuto prima si confidava, e quello dopo mi mandava al
diavolo. E non sapevo neanche come facesse a piacermi un tipo
così.
‘Zayn mi dispiace’ interruppe il silenzio Liam
‘Ma credo sia meglio che tu non venga alla mia
festa’.
Bum.
Lo sapevo. Fanculo.
‘Credo anche io che sia meglio’ concordò
Zayn, e fece per andarsene ma lo interruppi con la voce.
‘Se Zayn non ci viene, non ci vengo neanche io
Liam’.
Liam sembrò sorpreso, ma credo che si aspettasse quella
risposta. Poi guardò di sottecchi Zayn, e gli disse
‘Non la meriti. Lo sai?’.
Oh Liam basta ti prego!
‘Lo so’ rispose Zayn. Oramai non mi sorprendevo
più di niente.
‘Liam, stanne fuori!’ ringhiai, ora arrabbiata.
‘Io me ne vado’.
Presi la borsa e corsi fuori. Ero stanca di tutta quella storia. Liam
che si preoccupava a fare? Non c’era futuro fra me e Zayn,
punto.
Presi a correre come una matta verso casa, con il freddo che mi entrava
fin dentro le ossa. Quando arrivai fuori il mio cancello, mi
fermai a riprendere fiato.
Fu allora che senti dei passi dietro di me. Qualcuno mi aveva rincorsa,
e avevo paura di vedere chi fosse. Feci una specie
di scommessa mentale: se fosse stato Zayn voleva dire che
avevo fatto la cosa giusta a litigare con il mio migliore amico, e non
sarei andata alla sua festa. Ma se fosse stato Liam voleva
dire che non avevo capito nulla, e che sarei andata alla sua festa, e
magari avrei anche conosciuto qualcuno. E cosa più
importante, avrei dimenticato Zayn. Per sempre.
Decisi di non voltarmi, ma di aspettare che parlasse, col cuore in gola.
‘Mel, ti prego, parlami’ disse, dopo minuti di
silenzio.
Il mio cuore riprese a battere dopo molto tempo.
Lo sapevo che era lui. Me lo sentivo.
HALLO(?)
RAGAZZE CAGATEMI IL BANNER, CI HO MESSO TRE MILLENNI PER FARLO
çç VI PIACE?<3
GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE RECENSISCONO, COMUNQUE DNCSDNVJSDVN.
RAGAZZE SENTITO LA NOTIZIA DEI 1D NEGLI STADI? SONO FELICISSIMA PER
TUTTE QUELLE DIRECTIONERS CHE VOLEVANO VEDERLI:) CI ANDRETE?
DETTO CIO', MI LASCIO CON UN PO' DI SUSPENSE LOL CHI CREDETE CHE SIA IL
RAGAZZO?
VI AMO
|
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Capitolo 14 *** scars. ***
‘’amare
qualcuno ed essere costretti a dimenticare tutto, è un
po’ come amare la vita ed essere costretti a
morire’’.
CAPITOLO 14
Mi voltai verso di lui, finalmente.
Lui allargò le braccia, come a dirmi di avvicinarmi e di
abbracciarlo. E io lo feci. Piansi fra le sue braccia, anche se ero
stanca di farlo. Gli bagnai tutta la maglietta di lacrime e gliela
sporcai di mascara colato, ma non gli sarebbe importato.
Mi sentivo nuda.
Scoperta, davanti a lui.
Lui mi strinse quasi a stritolarmi e io piansi ancora di
più. Dovevo seriamente smetterla. Poi lui
incrociò le sue dita alle mie, molto dolcemente. Con
l’altra mano asciugò le mie lacrime nere, e salate.
‘Shh’ sussurò ‘non piangere,
Mel’. Fu in quel momento che mi accorsi di come suonasse bene
il mio nome pronunciato da lui. Troppo bene. Io finii di asciugare via
le lacrime rimaste. ‘Hai ragione, basta piangere’
dissi.
Lui sorrise. Amavo il suo sorriso, l’avevo sempre amato.
Avevo provato a salvarlo. Non sapevo ancora come, ma l’avrei
salvato comunque. Ero pronta a fare di tutto per dargli un
po’ di pace, quella che serviva a farlo stare bene di nuovo.
Avrei venduto me stessa per vederlo felice.
Io VOLEVO salvarlo.
Il problema era che lui non avrebbe mai salvato me. Non poteva
salvarmi. Non VOLEVA salvarmi. Le sue erano solo parole, e faceva male
rendersene conto.
Perché se avesse voluto aiutarmi sarebbe tornato indietro.
Mi avrebbe stretto a sé, e avrebbe intrecciato le nostre
mani. Ma aveva preferito rimanere lì, non muoversi. Forse
perché non contavo nulla per lui.
Ero solo un modo come un altro per dimenticare.
Se non fosse stato così, Zayn mi avrebbe ricorso come aveva
fatto Liam.
Stavolta, era finita davvero.
°°°
…Te Amo
Te Amo
She says to me
I hear the pain in her voice
Then we danced underneath the Candelabra
She takes the lead
That's when I saw it in her eyes
It's over
Then she says Te Amo
Then she put her hand around me waist
I told her no
She cried
Te Amo
I told her I'll never run away
But let me go…
In quei quattro minuti di canzone dimenticai tutto.
Un po’ come succedeva a Zayn quando faceva sesso.
Perché dubitavo fortemente sul fatto che Zayn avesse mai
fatto l’amore. Su una cosa aveva ragione: non aveva un cuore.
Non ce l’avrebbe mai avuto.
Mi ero bruciata, stando con lui.
Mi aveva svuotata. Su tutto.
Gli avevo dato tutto, persino la mia verginità, ma lui non
aveva saputo apprezzare niente. Era un mostro, Liam aveva ragione. Ero
caduta nella sua trappola, imprigionata nella sua ragnatela, e mi aveva
mangiata. Lentamente e dolorosamente. Non avevo mai provato per nessuno
quello che provavo per Zayn , e lui non aveva capito nulla. Aveva
rifiutato l’unica persona che l’avrebbe amato
davvero per quello che era. In quell’istante capii come si
sentisse Devonne. Come lo amasse anche lei. Come quel bastardo fosse
capace di farsi voler bene.
Gli applausi ricevuti quella sera, sul palco, erano solo un rumore
lontano. Un fischio di sottofondo. Quando mi alzai, e tornai fra la
folla ,ricevetti centinaia di complimenti, ma non ricordo neanche il
volto di una sola persona che me li avesse detti. Ero altrove.
Mi sentivo strana.
Mi sentivo…sola. Ma non solo per Zayn. C’era
qualcosa che non andava, ma non capivo che cosa. Mi scoppiava la testa.
A fatica, riuscii a trovare il bagno in quella discoteca enorme. Il mio
riflesso era pessimo. E non mi piaceva per nulla come mi stava quel
tubino blu. Meno male che non avevo messo le scarpe alte, ma un paio di
comodissime ballerine.
Cercai di sistemarmi il trucco alla meglio ,e feci lo stesso con i
capelli. Sospirai. Volevo solo andare a casa, non mi importava delle
urla di mia madre. Volevo solo tornare a casa. E dovevo ancora cantare
l’ultima canzone.
Non appena uscii dal bagno, Liam mi venne in contro. ‘Dai
Mel, cantaci l’ultima canzone’. Era felice, non
potevo rovinargli la festa. Gli volevo troppo bene. Salii di malavoglia
sul palco, e mi sedei davanti al piano. Avrei cantato ‘hey
there delilah’ .
Il piano mi sembrava l’unica cosa bella in quella sala. Non
mi accorsi che mentre cantavo mi scese una lacrima.
POTEVA IL VUOTO RIEMPIRMI COSI’ TANTO?
Al momento non notai una figura elegante alla mia sinistra, ma quando
feci per scendere dal palco, mi bloccò sulle scale.
‘Salve signorina Gomez’.
Quella voce, e quel volto mi sembravano vagamente familiari.
‘Lei chi è ,scusi?’.
Mi porse la mano, caldissima ,e io gliela strinsi. ‘Tito
Malik, piacere’.
Oh mio dio. Per poco non collassai. Cosa diavolo voleva il padre di
Zayn da me?
‘Bhè,a quanto pare lei conosce già il
mio nome, piacere. Come mai mi cercava?’.
Lui mi guardò di sottecchi. Quell’uomo
già mi stava sulle palle. Che cazzo voleva a mezzanotte di
sabato?
‘Mio figlio mi ha sempre parlato molto bene delle sue doti
musicali, e così ho pensato di venire a verificare io
stesso. E devo dire che non è niente male’.
‘E lei si diverte a sentir cantare le persone? La pagano, per
caso?’.
‘Sono un produttore discografico, Melinda. Mi manda mio
figlio. Non si era sbagliato, il ragazzino’.
Credo che il mio cuore perse due o tre battiti. Un produttore
discografico? Per questo a casa Malik fioccavano bigliettoni? Zayn non
poteva aver parlato bene di me, era improbabile. Eppure il
signor Malik era lì, con il suo biglietto da visita in mano.
‘Sarei sinceramente interessato a sentirla cantare in
privato, e seriamente. La mia casa discografica è in cerca
di nuovi talenti, se le interessa’ disse porgendomi il
biglietto da visita ‘mi chiami’.
‘G-grazie’.
‘Si figuri. Arrivederci, e buon proseguimento di serata,
signorina Gomez’.
Mi lasciò lì, con un numero scritto in grassetto
in mano, con il trucco colato, e con la speranza di ricominciare. Altro
che Zayn.
Lui non poteva e non voleva salvarmi.
La musica POTEVA E VOLEVA.
Lei si che ci sarebbe sempre stata.
°°°
‘Mamma sono a casa’.
Erano l’una di notte, e non sapevo neanche perché
avevo pronunciato quella frase. Forse perché accadeva sempre
così nei film, e nella vita di una persona normale.
‘FINALMENTE’.
Pronunciò quelle parole con una tale rabbia che mi
sconvolse. Mia madre non poteva essere sveglia a quell’ora ,
non poteva avermi aspettato. Anche perché io non gli avevo
detto della festa. Mia madre non se ne fregava nulla di me, non poteva
essere.
La vidi lì, in cucina, seduta sul divano, avvolta da una
felpa che era stata di mio padre, con la tv accesa.
‘Credevo che avrei trovato tue notizie in un telegiornale! Si
può sapere dove cazzo sei stata?’ urlò.
Quello era davvero ,davvero strano. Non era da mia madre, a stento
ricordava il mio nome. E non era ubriaca. Per la prima volta, di sera,
non era ubriaca. Era …preoccupata. Aveva le lacrime agli
occhi. Volevo Liam. Mi sentivo così sola.
‘Tu…mi stavi …aspettando?’.
‘Cosa credi? Una madre che dovrebbe fare?’ era
fuori di se. ‘Mancava poco che chiamassi la polizia! Si
può sapere che fine hai fatto?’.
‘Sono andata alla festa di Liam e…’.
‘POTEVI AVVISARE’.
‘Mi avresti ascoltata? Mamma io per te non esisto
più da quando papà se ne è andato, e
ora non fare la parte della madre premurosa. Non ti si addice per
nulla’. Corsi in camera mia. Mi aveva irritata a morte.
Speravo che venisse a vedere come stessi, ma non lo fece, tipico di lei.
OH MAMMA ,TI PREGO, SALI E SGRIDAMI. HO BISOGNO DI SENTIRTI URLARE CHE
TI SEI PREOCCUPATA A MORTE.
Crollai sul letto stanca morta. Oh Devonne ,non ho mai desiderato
così tanto raggiungerti come ora!
‘’ma
tu non preoccuparti. Siamo nati tutti sotto una stella, solo che la tua
non hai ancora capito quale sia la tua. Ti voglio
bene’’ -DA
UN ANNO PRIMA
DEVONNE’S POV
‘Devonne ,ma dove mi stai portando?’
domandò Zayn, mentre camminavamo per mano. Lo avevo bendato
con un foulard e lo stavo portando in un posto bellissimo.
Gli avrei detto ‘ti amo’ per la prima volta.
‘Ora puoi togliere il foulard’ dissi.
Quando lo fece, si ritrovò su di un terrazzo, con davanti il
più bel panorama del mondo. Si vedeva tutta Londra, e le
stelle brillavano in cielo come lucciole.
Sgranò gli occhi. Zayn era un tipo di poche parole, ma mi
piaceva proprio per questo.
‘E’…’ sussurrò.
‘Bellissimo?’ lo anticipai ‘Tanto quanto
te’. Mi brillavano gli occhi. Forse stavo correndo un
po’ troppo, ma che importava? Ci amavamo no? E con lui mi
sentivo bella. Non avevo bisogno di niente altro.
‘Grazie’ disse, imbarazzato.
‘E’ magnifico’.
Mi avvicinai a lui ,e lo baciai dolcemente.
‘Zayn…ti amo’.
Lui non rispose, e alla fine lo ribaciai. Ma non mi importava,
perché sapevo che provava le stesse cose per me.
‘Va tutto bene?’ domandai.
Lui esitò a rispondere. ‘Credo di si’.
Ma non feci domande, perché sapevo che con me sarebbe sempre
stato bene.
°°°
Non appena tornai a casa, quella sera, dopo la festa di diciassette
anni di Melinda, andai in bagno e mi feci la doccia. Poi mi guardai
allo specchio Ero grassissima. Non capivo come Zayn potesse stare con
una come me. Ero orrenda. E avevo mangiato tantissimo. Mi avvicinai al
wc. Odiavo quel posto. Odiavo la bilancia che era posta al suo fianco,
e odiavo il numero ‘40’ che leggevo sopra ogni
volta.
Odiavo me stessa.
Bastò un minuto. Due dita in gola, e cacciai via tutto,
anche quell’orribile sensazione di non sentirmi mai
abbastanza. Perché non potevo essere forte come Melinda?
Non ricordo per quanto tempo vomitai.
Rose due minuti, forse due ore. Fatto stà, che rimasi
così fino a che dalla mia bocca non usciva più
nulla. Il vuoto.
Non appena finii di sciacquarmi il viso, ritornai sulla bilancia.
Segnava ’39 e mezzo’. Maledizione
,perché non riuscivo mai a raggiungere i trenta?
Perché non riuscivo ad essere magra? A smaltire quella
pancia orrenda?
Mi inginocchiai a terra ,e piansi.
Come tutte le sere, da quando avevo iniziato le scuole superiori.
Perché anche se non lo dicevo a nessuno, anche se tutti
credevano che la mia vita fosse perfetta, nessuno ,neanche Melinda e
Liam, sapevano che ogni volta che si allontanavano due ragazzi ,sempre
gli stessi, si avvicinavano e mi picchiavano a sangue.
E mi ricordavano che non valevo nulla.
Che non ero nessuno.
Ed io ero stanca di trovare mille scuse e di inventare mille cadute.
Ero stanca di vivere. L’unico motivo per cui resistevo era
per l’amore che provavo per Zayn.
Lui non mi avrebbe mollato mai.
Non mi avrebbe lasciato annegare.
Lui poteva salvarmi,ed ero sicura che lo avrebbe fatto.
TI AMO, ZAYN MALIK.
RAGAZZE
<3
GRAZIE GRAZIE GRAZIE :) NON SAPETE COME SONO FELICE QUANDO LEGGO LE
VOSTRE RECENSIONI. DETTO DIO' MI DISPIACE DI CUORE PER TUTTE COLORO CHE
NON SONO ANDATE A VERONA, MIA SORELLA SI STA DEPRIMENDO DA GIORNI
:(
MERITATE TUTTE DI VEDERLI,ARRIVERA' PRESTO IL VOSTRO MOMENTO, NE SONO
SICURA <3
NON MI UCCIDETE VI PREGO AHAHAHAHA TUTTE SI ASPETTAVANO CHE FOSSE ZAYN
MA...SORPRESA LOL
VI AMEEEEEEEEEEEEEEEEEE
H.
PS: MI CAGATE IL TRAILER? https://www.youtube.com/watch?v=fwza6ZMGBX4
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Capitolo 15 *** even angels cry. ***
ATTENZIONE: FANCIULLE (?) MI CAGATE IL TRAILER? https://www.youtube.com/watch?v=fwza6ZMGBX4
‘’Noi,
siamo come il mare e gli scogli. Ci scontreremo sempre, ma non ci
abbandoneremo mai l’uno all’altra. Forse
perché, infondo, non vogliamo’’.
CAPITOLO 15
MELINDA’S POV
Vedevo Jonathan tutti i giorni, ma prima di presentarmi
all’ospedale mi assicuravo che Zayn non ci fosse.
Sarà che stavo male, che avevo mille idee negative per la
testa, ma mi pareva che Jonathan non facesse altro che dimagrire e
peggiorare ancora di più. Eppure sorrideva. Io lo amavo. Ma
era sicuramente una mia impressione. Fu in quel periodo che decisi di
chiamare finalmente il padre di Zayn ,e accettare di fare
quella specie di provino.
‘Mi fa molto piacere ,signorina Gomez’.
‘Il piacere è mio, signor Malik’.
Con mia madre non ci avevo più parlato, e mi stava bene
così. Mi era sempre andato bene, perchè non
sarebbe dovuto essere così ancora?
°°°
Quel pomeriggio faceva un caldo assurdo, così
decisi di mandare al diavolo i compiti e andare a farmi una
passeggiata. Londra era sempre bellissima, anche alle sette passate di
sera. Le strade erano poco popolate perché c’era
un’importante match di football, mi pareva. Ma era meglio
così, volevo stare sola.
Ero completamente assolta nei miei stessi pensieri. Sospirai. Che razza
di vita!
Liam, dopo la sua festa, non mi aveva lasciata sola un secondo, e
chiamava ogni giorno. Era diventato ossessivo, e possessivo. Ma sapevo
che lo faceva perché aveva paura che mi riavvicinassi a
Zayn, non aveva capito che era impossibile. Non volevo più
vederlo, quel tizio!
‘Certo che
è un po’ difficile, visto che stai per fare un
provino nella casa discografica del padre!’
pensai.
Non c’era neanche una macchina per strada, così
potevo evitare di camminare solo su i marciapiedi, e potevo scendere un
po’ più giù. Successe in un attimo: non
vidi l’auto sfrecciare nella mia direzione, sgranai gli occhi
ma era troppo tardi anche per spostarsi. L’auto
frenò in un modo molto brusco, tipo come succede nei film, e
io rimasi lì: pietrificata, con i fari lucenti che mi
illuminavano il volto. Ripresi a respirare dopo molto tempo.
PORCA PUTTANA ,MEL, HAI RISCHIATO DI MORIRE!
Era un miracolo che l’auto avesse frenato in tempo.
L’uomo nell’autovettura scese, arrabbiatissimo.
‘Ma si può sapere dove hai la testa?’.
Porca miseria. Dio ,ti prego, se esisti fa che abbia sentito male. Poi
mi guardò bene. ‘Melinda?’.
‘Papà’ sussurrai. Madonna mia.
Aiuto.
‘C-cosa…cosa ci fai a Londra?’ domandai.
‘Affari di lavoro. E tu ,perché diavolo cammini
per strada come un’ubriaca? Sei ubriaca?’.
Ora il padre premuroso non poteva proprio farlo. Ma cosa
c’era in giro? Un’epidemia di ‘voglia di
amare la propria figlia’?.
‘No, papà, non sono ubriaca. Ho solo
sonno’.
‘Sali in macchina, ti accompagno a casa’.
No. A casa con lui non ci volevo andare. Mia madre l’avrebbe
visto e le sue condizioni sarebbero peggiorate ancora di
più. E poi faceva male perfino a me vedere la fede al suo
dito.
‘No, grazie. Ti…sei sposato?’.
Lui la guardò con me, la stava consumando con gli occhi .
‘Mi dispiace Mel’.
‘Non devi. Hai la tua vita ora, di certo non ti ho mai
chiesto di non fartene una. Però, volevo che non
dimenticassi di avere una figlia’ sussurrai. Avevo le lacrime
agli occhi, tanto per non cambiare. E improvvisamente volevo sparire.
‘Io non sarei stato comunque un buon padre per te’.
Non era cambiato per niente. Era sempre il solito menefreghista, sempre
la stessa persona egoista e lavativa. Non sarebbe cambiato mai, e mi
odiavo per essere scesa di casa quella sera. Non volevo vederlo mai
più, era uscito dalla mia vita e non gli avrei dato il
permesso di ritornarci.
‘E’ facile pensarla così’
risposi.
Lui si sorprese. ‘Melinda, non parlarmi così, non
è stato facile scegliere di andarmene ,lo sai’.
‘NO NON LO SO. Perché non mi hai mai parlato, non
te ne è mai fregato nulla. Neanche se mi avessi investita te
ne sarebbe importato. Tu non hai sensi di colpa, non hai pudore. Sai
solo scappare, papà. Solo questo! ‘.
Mi arrivò un sonoro schiaffo in faccia, uno di quelli
leggeri e indolori che però ti fanno spostare di lato la
testa, improvvisamente. Forse perché non è la
potenza dello schiaffo che ti fa muovere, ma la potenza della persona
che te lo da. Come se avessi voglia di voltare lo sguardo, e non
vederla più.
Basta.
Mio padre non era mai stato un tipo violento, non ricordo una sola
volta in cui mi avesse sgridato. Ma quella volta mi aveva dato uno
schiaffo,e leggevo il dispiacere nei suoi occhi.
‘Scusami’.
GRAZIE PAPA’. GRAZIE PER AVERMI PICCHIATO. GRAZIE
PERCE’ TI HO SENTITO. PER LA PRIMA VOLTA IN DICIASSETTE ANNI
TI HO SENTITO.
Forte e chiaro.
‘Io me ne vado’ dissi, facendo per andarmene, ma
lui mi bloccò per un polso.
‘Melinda io ti voglio bene, domani sarei venuto a salutarti.
Mi dispiace per tutto, ma…non sono bravo con queste
cose’.
Sperava che lo abbracciassi e che gli dicessi che andava
tutto bene? Che poteva farsi sentire una volta ogni tre anni,
e lo avrei trattato come un padre?
Sbagliava.
Ero stufa marcia delle persone. Se avessi potuto farlo, me ne sarei
andata.
‘Neanche io’ dissi, liberandomi dalla sua stretta.
‘Buona vita papà. Ti auguro il meglio’.
Lasciai dietro di me solo un ombra sbiadita. Non sarei mai tornata
indietro. Non lo avrei mai perdonato per avermi abbandonato. Lui era la
causa della rovina della mia famiglia. Lui era disposto a darmi tutto
quello di cui non avevo bisogno. Io volevo solo qualcuno che mi amasse
per quello che ero, per la mia storia.
Volevo qualcuno che per una volta, una sola, scegliesse me. Che
scegliesse le mie scenate, i miei sorrisi, la mia voglia di dimenticare
e di ricominciare. Che scegliesse il mio passato difficile, che
scegliesse di convivere con una ragazza che viveva dietro il ricordo
dell’amica morta. Che scegliesse di amarmi e rispettarmi, che
mi abbracciasse quando stavo male, e mi desse un pugno quando stavo
sbagliando tutto. Qualcuno che avesse ,finalmente, cura del cuore che
gli avevo donato. Che non lo stritolasse nella sua stretta anoressica,
che non lo calpestasse ,neanche quando avrebbe smesso di battere.
Non seppi come, ma mi ritrovai fuori casa di Zayn. Non me ne ero
accorta. O forse si. O magari la mia testa davvero non se ne era
accorta, solo che il cuore lo aveva fatto. Rimasi lì ad
osservare quella reggia immensa, e notai che la luce della camera di
Zayn era accesa. Chissà cosa stava facendo, se mi stava
pensando.
OH MEL, CHE ILLUSA!
Notai che di fronte la casa di Zayn c’era una vista
panoramica. Mi affacciai lentamente. Londra. Conoscevo bene quel posto.
Me ne aveva parlato Devonne per giorni. Era il posto in cui aveva detto
a Zayn ‘ti amo’. Improvvisamente mi sentivo gelosa.
E poi, lei era riuscita ad avere una relazione con lui, in un modo o
nell’altro. Io invece ci ero solo andata a letto ,e la cosa mi
deprimeva non poco.
Non mi accorsi neanche che non avevo smesso un secondo di piangere,
silenziosamente. Le lacrime silenziose sono le più
pericolose.
Significa che non sei triste, ma che sei stanca. Ma non di quella
stanchezza che passa dopo due o tre ore di sonno, io intendo la
stanchezza dell’anima. Quella non passa tanto facilmente, non
esistono rimedi o medicine. Solo le persone possono alleviare il
dolore. Solo le persone che vuoi.
Ma che magari sono troppo lontane.
‘Stai tranquilla Mel, ci sono io con te. Stai calma, vedrai
che andrà tutto bene’.
Sentivo la voce di Devonne nelle orecchie, che rimbombava. Stavo
impazzendo. Ero matta.
‘MA TU NON ESISTI PIU’,DEV’.
‘Melinda, io ci sono sempre. Non mi vedi ma ci sono. Ti
voglio bene’.
‘Anche io’.
‘COSA FAI ORA? PARLI DA SOLA?’ quella non
era la voce di Devonne. Era una voce ‘reale’ ,
proveniente da una persona vera. Era la voce di Zayn. E mi era mancata
tanto quanto lui. Perché non riuscivo a dimenticarlo?
Mi voltai di scatto. ‘E se anche fosse? Problemi?’.
Il mio rancore nei suoi confronti ,però, non era diminuito.
E mi sfogavo col trattarlo male, quello potevo ancora farlo.
‘Oh, che hai stasera? Nervosa?’ aggiunse,
affacciandosi di fianco a me. La vista era mozzafiato.
‘Si ,e pure molto. Non parlarmi che mordo’.
Dovevo andarmene, dovevo mantenere la mia promessa di non vederlo mai
più. Ma i piedi non si muovevano da terra!
‘Allora parlo per dispetto’ blaterò.
‘Vaffanculo, Malik. Non è serata. E poi non dovrei
proprio parlarti’.
‘Perché? E già che ti trovi a dare
spiegazioni, mi dici perché mi stai evitando da una
settimana?’.
Che ottuso. Che ottuso stupendo, sotto la luce tenue delle stelle.
‘Non sono cose che ti riguardano’.
‘Come vuoi, non parlarne’.
‘Ho incontrato mio padre, dopo circa tre
anni’sussurrai. Maledizione.
‘E..?’ mi incitò.
‘E niente. L’ho mollato lì. Io non
voglio più vederlo, Zayn. E’ solo un uomo senza
palle, sono stanca di perdonarlo. Se ne è andato? Bene. Me
ne sono andata anche io ora’.
‘Non credi ce dovresti parlagli?’
domandò a buciapelo.
‘No. Tu che hai? Ti è morto il
pappagallo?’ solo allora notai che aveva un’aria
….amareggiata.
‘Ma come fai a capire quando sto bene e quando invece
no?’ chiese.
‘Non lo so Zayn. Lo capisco e basta. Ti capisco, ti leggo
nelle iridi. Che hai?’.
Non rispose. Io gli avevo raccontato di mio padre, doveva parlarmi
anche lui. ‘Zayn?’.
‘Ho litigato con mia madre ieri, e non ci parliamo
più’.
‘La rabbia passa, Zayn’.
‘Non è solo arrabbiata. Mi odia ,Mel. Mi odia
perché h ucciso suo figlio’ si confidò.
Quell’affermazione mi scosse.
‘’NON LO VOGLIO UN ALTRO MORTO SULLA COSCIENZA,
MELINDA’’ mi aveva detto quando ero ricoverata in
ospedale. Era a questo che si riferiva? A suo fratello? E a Devonne?
‘Cosa è successo davvero a tuo fratello,
Zayn?’ chiesi.
Avevo paura della sua risposta, che arrivò due minuti
più tardi.
‘Avevo…avevo scoperto che Jasper era coinvolto in
un giro di droga, l’avevo capito subito. Così una
sera lo seguii e ne ebbi la prova. Quando gli chiesi spiegazioni mi
disse che l’aveva usata solo due o tre volte, che avrebbe
smesso, che gli serviva per rimanere sveglio e studiare per gli esami.
E ci ho creduto. Che stupido. Jasper non smise mai di farsi, e quando
lo scoprii era troppo tardi. I tossici non ti ascoltano più,
Melinda. E provavo una tale rabbia verso quella roba che lo stava
facendo colare a picco che non immagini. Mi fece giurare di non dire
nulla a mamma e papà. Una sera andò a comprare la
polvere in motocicletta, e lo seguii per fermarlo. Litigammo
così tanto quando scendemmo dalle moto che lui ,davanti ai
miei occhi, si drogò. Diceva che non gli faceva niente,che
era forte ,che stava bene. Io lo lasciai ritornare a casa. Nel viaggio
di ritorno andò in overdose e fece un incidente.
Morì sul colpo, e io vidi tutto. Ogni singola scena
è impressa nella mia memoria, come fosse ieri. Quando lo
dissero ai miei genitori, quasi ebbero un infarto. Jasper era perfetto:
bello ,ricco, intelligente. Loro all’inizio non ci credevano,
che fosse un drogato. Hanno divorziato per disperazione.E’
stata colpa mia,Mel. Se lo avessi detto ai miei genitori avrebbero
fatto qualcosa, e Jasper sarebbe ancora vivo!’.
Piangeva. Zayn stava piangendo davanti ai miei occhi, e mi sentivo
peggio di lui.
‘Zayn non è stata colpa tua. Tu volevi solo
aiutare tuo fratello. Non potevi sapere cosa sarebbe
successo… tu hai solo cercato di proteggerlo’.
‘No, io l’ho ucciso’.
‘NON HAI UCCISO NESSUNO ,ZAYN’.
Lui mi guardò, piangevamo entrambi.
Ma io non sapevo più bene per cosa mi stessi disperando.
‘Sono un mostro’ sussurrò.
‘No, non lo sei’.
‘Si che lo sono. Anche tu ti sei allontanata da me. Persino
tu!’.
Quelle parole corrosero il mio cuore. Che stronza che ero.
Mi fiondai su di lui, e lo strinsi forte. Come non avevo mai fatto
prima, e piansi sulla sua spalla. E lui sulla mia. Perché
per la prima volta, Zayn ricambiò il mio abbraccio.
‘Io non mi allontanerò mai da te’ dissi.
Lui mi strinse ancora più forte. ‘Volevo che tu lo
facessi ,Mel. Volevo che te ne andassi, che uscissi dalla mia vita.
Volevo farmi odiare. Perché quando odi è tutto
più facile. Per questo non ti ho seguito la settimana
scorsa. Ma io non ce la faccio da solo’.
‘Non sei solo’.
‘Neanche tu’.
‘Lo so’.
Sentivo il calore di Zayn sulla mia pelle. Sentivo il suo odore nelle
narici. Volevo sentirlo. Perché lo amavo, questo non poteva
cambiarlo nessuno. L’avrei amato anche se fosse stato un
serial killer, o un pazzo. L’avrei amato allo stesso modo.
Perché amavo la persona che era. Le cose che faceva. Le cose
che diceva.
Amavo amarlo. Nonostante tutto il resto.
Quando ci separammo, avvicinai il mio viso al suo. Non mi importava di
quello che avrebbe potuto fare o pensare. Ora comandavo io. E io volevo
baciarlo. Non gli lasciai neanche il tempo di sottrarsi,
perché avvicinai le nostre labbra, e annullai la distanza
fra noi.
Zayn ricambiò il bacio. E il mio cuore esplose di gioia. Non
volevo essere in nessun altro posto, in quel momento. Quando
ci staccammo ero pronta a tutto. Anche ad un rifiuto, ma Zayn non disse
nulla.
‘Zayn mi dispiace’ dissi.
Ero pronta ad andarmene se me lo avesse chiesto. Ero pronta ad uscire
dalla sua vita, se questo l’avrebbe fatto stare bene.
‘Non dispiacerti’ mi rispose.
Sospirai . ‘Credo sia meglio che io torni a casa,
ora’.
Ma non mi lasciò andare via, perché mi
prese la mano, e intrecciò le nostre dita. Prima di
avvicinarsi ed abbracciarmi di nuovo.
‘Zayn…’.
‘Shh’ mi zittì ‘abbracciami e
non parlare’.
Ed obbedii.
Non ricordo quando tempo passammo aggrappati l’uno
all’altra, forse secoli. Nella mia mente contorta
quell’abbraccio era più che un’
abbraccio . Ma lasciai perdere quel pensiero.
‘Zayn?’.
‘Mhm?’.
‘Se ti dico una cosa ,prometti di non prendermi per
pazza?’.
‘Non ti prenderei mai per pazza, Mel’.
‘Sicuro?’ mi assicurai.
‘E’ una cosa così grave?’
domandò, palesemente interessato.
‘Molto grave’.
‘Ti giuro che non ti prendo per pazza, fidati’.
Eravamo ancora abbracciati quando glielo dissi, e lo sentii congelarsi
all’istante.
‘Ti amo’.
HALLO <3
ALLORA, AMATEMI, PERCHE' MEL HA DETTO TI AMO AHAHAHAHAH
DICO DA SUBITO CHE AMO QUESTO CAPITOLO, ANCHE PERCHE' SI CAPISCE MOLTO
DI PIU' SU ZAYN. COME PENSATE CHE REAGIRA'?
MEL GLI HA DETTO 'TI AMO' NELLO STESSO POSTO IN CUI GLIELO DISSE
DEVONNE çç
RECENSITE <3
GRAZIE A TUTTE, E PREGATE CHE DOMANI TROVI IL CD DI DEMS LOL
VI AMO
H.
PS: PER CI SE LO CHIEDESSE, IL TITOLO DEL CAPITOLO SIGNIFICA 'ANCHE GLI
ANGELI PIANGONO'. E VI AVVISO ,SE VI INTERESSA, CHE PRESTO POSTERO'
UN'ALTRA FF SU NIALL <3
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Capitolo 16 *** without the love. ***
‘A volte si diventa diavolo, solo perché hanno
umiliato l’angelo che eri ’.
CAPITOLO 16
‘Ti amo’.
Non lo sussurrai. Lo dissi ad alta voce, fiera. Non c’era
più motivo di nascondersi, di mentire. Sapevo che mi avrebbe
rifiutata, o sgridata o avrebbe tirato fuori una delle sue frasi tanto
insensate. Ma la mia mente era altrove. Non solo
l’avevo baciato. Gli avevo detto di amarlo.
OH, MEL, IL BACIO NON TI BASTAVA? E POI, PERCHE’ DIAVOLO NON
SEI PENTITA? DOVRESTI ESSERLO, VISTO CHE E’ ANCHE FIDANZATO!
Fui io a sciogliere il nostro abbraccio, tre secondi dopo. Sbuffai. Ora
volevo che dicesse qualcosa, ma mi fissava come incantato. Gli passai
la mano dinanzi agli occhi. ‘Ci sei?’.
‘Credo di si’.
‘Zayn io lo so che non provi lo stesso per me, e forse ho
anche fatto una sciocchezza a dirtelo, ma che senso avrebbe continuare
a fingere? Io sono sempre stata sincera. E lo sarò sempre.
Se non mi vuoi vedere più io lo capisco, davvero. Capisco
che sei fidanzato, che ho approfittato di un tuo momento di debolezza e
mi dispiace. Ma non sono pentita di quello che ho fatto’.
Lui non rispose. ‘Zayn?’.
‘Non ti chiederei mai di andartene,lo sai’.
‘No, non lo so. Mi chiederesti mai di andarmene?’.
‘No’.
‘Neanche dopo quello che ti ho appena detto? Non ti fa paura
neanche un po’ la parola ‘ti
amo’?’.
‘Ci vuole di peggio per convincermi a lasciarti andare,
Melinda. A te fa più paura che a me, quella
parola’.
Era vero. Forse perché lui non provava ,non aveva mai
provato, amore. Come faceva a capire quanto spaventasse?
‘Ti fa’ paura?’ mi chiese.
‘Tantissima’.
‘E allora eliminala dal tuo vocabolario. Non dobbiamo per
forza complicare tutto’.
Che diavolo voleva dire? Che stava insinuando? Come si faceva a non
amare? Il cuore si spegneva? Evidentemente il suo non si era
mai acceso.
‘Mi spieghi il senso di quello che hai detto?’.
‘Melinda, io…non sono capace di amare’.
‘E chi lo dice?’.
‘Ancora deve nascere la ragazza che mi farà dire
‘ti amo’, credimi ’.
ORA LO AMMAZZO.
Poi lesse la rabbia nei miei occhi. Credo che fu la paura di perdermi
che lo portò a dire ‘Io sono innamorato di te,
Mel. Lo sono, e non mi è mai successo. Ma non serve
l’amore se si è diventati cenere’.
‘Tu mi stai dicendo che ti sei innamorato di me ,ma che non
mi amerai mai?’.
‘In un certo senso. Come faccio a dirti che ti amo se non so
cosa voglia dire? Come faccio a capire quando devo dirlo? Posso amare
anche un cane, eppure dicono che non è lo stesso. Io non
amerò mai,Mel. Ora la domanda è: sei disposta a
stare con un ragazzo che non ti dirà mai ‘ti
amo’?’.
Davvero bella domanda, Zayn. Bingo.
‘Si. Sarei disposta a tutto pur di stare con te. Sei
innamorato di me?’.
‘Si’.
‘Allora del ‘ti amo’ non mi
interessa’.
°°°°
ZAYN’S POV
Attraversai quel corridoio che conoscevo come le mie tasche, con una
sigaretta in bocca. Che importava delle regole della scuola? Quando ero
nervoso fumavo, punto.
Dovevo parlarle. Dovevo dirle che era finita, ammesso che fosse mai
cominciata. La discussione che avevo avuto con Melinda il giorno prima,
non mi era piaciuta. Perché ero uscito allo scoperto. Quando
sei nascosto è tutto maledettamente semplice, il mondo reale
è troppo contorto.
Avevo dato appuntamento ad Emily con un messaggio , per incontrarci
fuori scuola.
Lei era lì, con i capelli biondi spettinati, con una
minigonna e la camicia bianca che mi piaceva tanto, perché
lasciava intravedere il reggiseno. Solo che quella volta non mi faceva
nessun effetto. Emily non mi faceva più nessun effetto.
Non appena mi vide, fece per baciarmi ma voltai la testa.
‘Zayn và tutto bene?’.
‘Emily dobbiamo parlare’.
Non si sarebbe uccisa anche lei no? Lei capì che era una
cosa seria e mi fece cenno di continuare.
‘E’ FINITA. Mi dispiace’.
Non ero bravo con le parole, e odiavo i preliminari, che senso aveva
ritardare la notizia? Gli occhi di Emily si riempirono di lacrime. Non
credevo che gli interessasse fino a questo punto.
‘Cos’ho fatto di sbagliato Zayn? E non dire la
solita frase che sei tu, non io’.
‘Non sei la ragazza giusta’.
‘Non te ne è mai fregato nulla della ragazza
giusta. Cos’hai Zayn? Chi ti piace?’.
‘NESSUNO’.
‘E’ Melinda non è vero? E’
lei?’.
Maledizione.
‘Non sono cose che ti riguardano’.
‘SI CHE MI RIGUARDANO. Quella puttanella ha fatto anche finta
di essermi amica. Cosa ti ha dato, Zayn? Quante volte si è
offerta di venire a letto con te, eh? Ti paga anche i
preservativi?’.
Quello era troppo. Al diavolo l’autocontrollo. In tre secondi
gli strinsi le mani attorno al collo, come a soffocarla.
‘Non permetterti mai più di parlare
così di Melinda, chiaro? Se qui c’è una
puttana quella sei proprio tu, Emily. Sciacquati la bocca prima di
parlare di lei, o ti giuro che la prossima volta ti ammazzo’.
Le lasciai il collo, e lei riprese a respirare a fatica, ansimando, e
portandosi le mani a massaggiarlo.
‘Ma che cazzo ti ha fatto? Che ha più di me
,Zayn?’.
Ora sembrava una fontana, tanto che piangeva.
‘Non mi ha fatto proprio nulla. Vuoi davvero sapere la lista
di tutte le cose che ha più di te?’.
‘SI’.
‘Si chiama Melinda Anne Gomez, e per questo ha già
vinto’ conclusi, girandomi e andandomene.
Non mie ero neanche reso conto di quello che avevo detto. Sapevo solo
che Mel mi piaceva. Per tutto. E avevo una paura cieca che lei si
stufasse di stare con qualcun che non sarebbe mai riuscito ad amarla.
Potevo dirle un finto ‘ti amo’, ma avrei preso in
giro entrambi, e lei non se lo meritava.
COME POTEVO AMARLA, SE NON AMAVO PRIMA ME STESSO?
Oh dio, Mel, cosa mi
hai fatto ,davvero!
''I mio amore
è come una stella, non puoi sempre vederlo ma io sono
lì.''.
MELINDA’S POV
Non ci credevo.
Non poteva essere vero.
Stavo con Zayn Malik, proprio io. Melinda Gomez. Cosa avevo fatto di
così buono da meritarmelo? Cosa? Però non
c’era giorno i cui non mi tormentassi pensando a Devonne, a
come avrebbe reagito. E a come avrebbe reagito Liam. In
verità mi ero comportata da vera bastarda, ma non riuscivo a
rinunciare a Zayn.
NEANCHE PER I TUOI MIGLIORI AMICI,MEL?
Non sapevo rispondere a quella domanda e non volevo farlo. Preferivo
ridere e scherzare con Liam, e andare a trovare Devonne ogni domenica,
magari con due lacrime agli occhi. Ero una persona pessima, anche
perché prima o poi anche Emily l’avrebbe saputo. E
avrei fatto una di quelle figure di merda colossali, quelle indelebili,
che non ti dimentichi più fino alla fine della tua vita.
Proprio ora che avevamo iniziato a conoscerci.
Fanculo.
Non potevo innamorarmi di Kevin Trash, il capitano della squadra di
basket? Quello che amavano tutte? O di Brian McLeod, il più
muscoloso della scuola? O anche di George Michael, il centrocampista
della squadra di football?
No.
Dovevo innamorarmi del bulletto ,del puttaniere, e soprattutto di
quello che faceva impazzire tutte con un solo sguardo, più
di Kevin ,Brian e George messi insieme.
Ah.
La lezione di scienze poi era di una noia mortale. Da tagliarsi le
vene. Mi rintanavo all’ultimo banco, da sola, nascosta dietro
un mio compagno alto tipo tre metri. E scarabocchiavo su un foglio,
dormivo, pensavo. Tutto ma non seguire la lezione, se
l’avessi fatto sarei stata proprio alla frutta. Fu mentre la
professoressa spiegava la differenza fra organismi pluricellulari e
unicellulari che qualcuno bussò alla porta, e tutti la
guardarono speranzosi.
FA CHE SIA IL BIDELLO CHE AVVERTE CHE C’E’ UN
INCENDIO!
Forse era meglio la persona che era venuta. Oh si, molto meglio.
Mentre chiedeva qualcosa alla professoressa lo guardavo estasiata. Era
TROPPO bello. E ,soprattutto, aveva gli occhi di tutte le ragazze
puntati addosso.
Ehy!
Ecco la parte peggiore dell’essere fidanzata con un dio: che
tutte vorrebbero rubartelo.
Solo poco dopo realizzò che ,con la sua voce graffiata,
aveva chiesto GENTILMENTE alla professoressa di farmi uscire. Il punto
era che Zayn non scatenava solo gli ormoni delle ragazze, ma di
qualsiasi donna, perfino la preside. Era tutto troppo facile per lui. E
la parte del bravo ragazzo sapeva recitarla bene. La prof si era persa
nei suoi bicipiti, e per poco non le diedi uno schiaffo per svegliarla.
Ma almeno potevo uscire. Mi sentivo fissata.
E sentivo le papere della mia classe chiedersi come mai conoscessi
Zayn. Rosicate stronze. Appena fuori dalla classe mi assalì
il panico. E se dovesse dirmi qualcosa di grave? Se volesse lasciarmi
dopo tre giorni?
‘Zayn va tutto…?’
Ma non mi fece concludere la frase perché mi strinse forte,
davanti agli occhi delle ragazze e dei ragazzi che passavano per il
corridoio. Era una specie di rituale a scuola nostra: se ti abbracciavi
stretta con qualcuno voleva dire che ci stavi insieme.
Era come se Zayn avesse ufficializzato il nostro rapporto. La mia gioia
era incontenibile.
‘Ho parlato con Emily’ mi sussurrò, una
volta staccati. Con quello potevo anche morire in pace.
Amen.
‘E…l’hai lasciata?’.
‘Avevi dubbi?’.
Spalancai gli occhi.
Era ovvio che ne avevo no? Lui era Zayn Malik ed io ero… ah
basta con questa storia, e basta con questi pensieri smielati sul mio
rapporto con il pakistano.
‘Dici sul serio? E che ha detto?’.
‘Meglio non saperlo. Tu comunque, non preoccuparti. Non
c’entri niente’.
Gli saltai di nuovo al collo, sorridendo e saltellando, e urlando
‘ODDIO’.
Lui rise sonoramente.
‘Calma’.
‘Come faccio a stare calma?’ dissi, una volta scesa
da dosso a lui.
Lo vidi ridere ancora di più.
‘Perché ridi così?’.
‘PERCHE’ NON STAI RESPIRANDO E SEI VIOLA.
Respira,Mel’.
Cazzo,era vero. Obbedii e mi sentii meglio. Ecco perché mi
sentivo svenire. Che cretina. Scoppiai a ridere anche io.
‘Non ci posso credere, Emily è bellissima, una
fotomodella e…. tu l’hai lasciata’.
‘Non mi serve una fotomodella’.
‘Non te ne pentirai?’.
‘A cosa mi serve una fotomodella se ho accanto a me
un’eroina?’. Rimasi spiazzata e lui, dalla mia
faccia, capì che ero confusa.
‘Tu mi stai salvando Mel, ora so per certo che puoi
farlo’. Non mi trattenni e lo bacia, lì ,davanti a
tutti.
Perché infondo non mi importava che non mi avrebbe mai detto
‘ti amo’ o che non mi avrebbe mai amata sul serio.
A me bastava sapere che gli piacevo. Il resto delle convinzioni e del
mondo, fuori!
HOLA(?)
SCUSATEMI PER IL RITARDO RAGAZZE, MA SONO STATA FUORI CON MIA ZIA IN
QUESTO GIORNI, E HO SCORDATO DI PORTARE LA PENDRIVE CON IL CAPITOLO,
AMATEMI LOL
DUNQUE, MOLTE DI VOI SI ASPETTAVANO CHE ZAYN LA RIFIUTASSE. MA COME
SEMPRE, IO DEVO SORPRENDERVI (SAI CHE BELLO LOL) E QUINDI H FATTO
L’ESATTO INVERSO. ANCHE SE NON SO SE UNA RELAZIONE SENZA
‘TI AMO’ SI PUO’ CONSIDERARE UNA VERSA
STORIA.
MA ,UN CONSIGLIO: NON VI AFFEZIONATE, PERCHE’ IO HO SCRITTO
LA STORIA FINO AL CAPITOLO 28 E CE NE SARANNO DELLE BELLE AHAHAHAHA
DETTO CIO’, GRAZIE COME SEMPRE, E A PRESTO<3
AH E DOMANI O DOMENICA POSTERO' LA MIA NUOVA FF 'ANGELS AMOGN US'. E'
MOLTO DIVERSA DA 'AFTERSHOCK' MA LA AMO<3
ANYWAY
VI AMO
H.
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Capitolo 17 *** wherever you will go. ***
ATTENZIONE: IL CAPITOLO
POTREBBE FAR VENIRE IL DIABETE!
‘’Non
è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada.
E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no.
Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi.
Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei
desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il
dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i
desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti
salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo,
alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti
accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del
male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di
scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la
rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne
esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta
la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi
nemmeno immaginare’’.
(Alessandro Baricco- oceano mare)
CAPITOLO 17
Waking up I see that everything is ok
The first time in my life and now it's so great
Slowing down I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
I wouldn't change a thing about it
This is the best feeling
This innocence is brilliant, I hope that it will stay
This moment is perfect, please don't go away, I need you now
And I'll hold on to it, don't you let it pass you by….
-Avril Lavigne; innocence
Cantai con tutta l’anima, con tutta la voce che avevo in
corpo.
Non ero mai stata in uno studio di registrazione prima d’ora,
con le cuffie sulle orecchie e con un microfono enorme davanti. Non
avevo mai provato la sensazione di vedere due uomini dietro un vetro
dinanzi a me ( tra cui uno Tito Malik) che mi guardavano, e muovevano
delle manovelle nere su di un mixer. Mi sembrava impossibile.
Quando finii di cantare mi guardarono sconvolti. E non sapevo se fosse
un bene o no, perché il mio pezzo forte era il piano e non
l’avevo. Zayn era in fondo alla stanza, appoggiato
con la schiena al muro, e guardava fisso suo padre, come in attesa di
una risposta. Che stavo aspettando anche io. Poi Tito e il suo
collaboratore entrarono nella stanza dov’ero io.
L’ansia si tagliava con un’accetta.
‘Signorina Gomez’ disse ‘Io sono
sconvolto’.
‘E’ andata tanto male?’ lo interruppi.
Solo allora notai che anche Zayn era entrato nella stanza, e stava
ascoltando. Oh dio, ti prego, fa’ che non mi umili
più di tanto.
‘Male?’ intervenne il suo collaboratore
‘Lei è una ragazza prodigio’.
Per poco non mi caddero a pezzi tutte le parti del corpo. Nessuno me lo
aveva mai detto nessuno, e volevo saltargli al collo.
‘D-dite davvero?’.
‘Certo. Ci farebbe davvero molto piacere che lei firmasse un
contratto con la nostra casa discografica. Che ne pensa?’ mi
chiese il padre di Zayn, che guardai di sottecchi. Sembrava felice.
‘E me lo chiede anche ? Certo’.
‘Bene . allora le presento il dj Kylie Brown’
aggiunse ,indicando il suo collaboratore.
Gli strinsi la mano. ‘Piacere’.
‘Che ne dice di cantarci almeno un’altra canzone?
Così capisco che tonalità e stile devo prendere
con lei’.
Annuii.
°°°
‘ZAYN TI GIURO CHE STO PER CROLLARE’ urlai, mentre
andavamo al parco a piedi, appena usciti dalla
‘Malik’s disco’.
‘Io lo sapevo che ce l’avresti fatta’.
‘Dici sul serio?’.
‘Certo’.
‘E perché non mi guardi negli occhi?’.
Di scatto si fermò e si girò per guardarmi.
‘Chi credi che abbia parlato di te a mio padre?’.
‘Hai ragione. Però mi irrita quando non mi guardi
in faccia’.
‘Lo sai che sei bravissima, non hai bisogno che te lo dica
io’.
‘E invece ne ho bisogno. Lo sai che sono insicura’.
‘No che non lo sei!’.
‘Si che lo sono’.
‘A me non sembra proprio. Dillo chiaramente che vuoi sentirti
dire che hai talento!’.
Quella frase fu come un schiaffo in faccia. Zayn lo sapeva benissimo
che ero molto insicura nel canto perché suonavo meglio il
pianoforte. Perché mi NASCONDEVO dietro
il pianoforte. Mi aveva ferito, in un certo senso. Così
ripresi a camminare senza aspettarlo, a passo veloce. Credevo che non
mi seguisse, invece lo fece.
‘Melinda’.
Ma continuavo a camminare.
‘Melinda ti prego fermati’.
Mi voltai di scatto. ‘Cosa
c’è?’.
Sospirò. ‘Scusami’. Non mi aspettavo
neanche quello da Zayn ho-sempre-ragione-io Malik. Eppure si stava
scusando, e credei di aver sentito male.
‘Per cosa ti stai scusando esattamente?’.
‘Per tutto. Per quello che ti ho detto. Tu sei
bravissima,davvero. Non lo meritavi’.
La cosa che mi faceva più rabbia era che sapevo benissimo
che l’avrei perdonato. L’avrei perdonato per
qualunque cosa. Non sarei mai stata capace di mettere il broncio, e la
cosa mi faceva imbestialire. Dove era finita la Melinda Gomez forte e
tosta? Se l’era mangiata? O forse aveva semplicemente
mangiato il suo cuore.
‘Devo riflettere se perdonarti o meno’
sentenziai, ma mentre lo dissi mi comparve un sorriso sulle labbra.
Cazzo. Mi ero tradita da sola, perché dopo pochissimo
scoppiammo a ridere entrambi.
E non ci eravamo neanche accorti che stava piovendo. O meglio,
diluviando.
‘Perché dobbiamo sempre litigare, anche ora che
stiamo insieme?’ chiesi, rimanendo di fronte a lui, e
fregandomene della pioggia.
‘Perché io non sono capace di non litigare. Devi
scusarmi Mel, ma non so come vanno queste cose, e finisco sempre per
dire qualcosa di sbagliato’.
‘Allora d’ora in poi non darò
più retta a nulla di quello che dici’ esclamai,
sorridendo.
‘Però potrei anche dire qualcosa di carino e
sincero, e tu non gli daresti retta’.
‘Non dirai mai qualcosa di carino e sincero, Zayn, chi vuoi
prendere in giro?’.
Lui si avvicinò di più a me , e mise la mano sul
mio fianco. Eravamo bagnati fradici,e avevo una canotta
bianca, quindi si vedeva esattamente tutto il reggiseno. Che vergogna.
‘Invece ne sarei capace’.
Mi avvicinai di più anche io, e sussurrai ‘Non ti
credo, Malik’.
Lui mi guardò a lungo negli occhi. Non avevo mai visto bene
i suoi occhi. Non erano neri, erano color mogano con delle screziature
dorate. E ,soprattutto, erano puliti. Zayn poteva odiarsi e darsi
dell’assassino per sempre, ma sarebbe stato comunque un bravo
ragazzo, almeno per me. Io ci morivo in quegli occhi. E ci annegavo
nelle sue lacrime. Le sue labbra poi, erano magnifiche. Le avrei
baciate per l’eternità.
‘Ti adoro’ mi sussurrò.
Ed era tanto. Era tanto perché semplicemente non era da
Zayn. Niente di quello che mi stava succedendo era da Zayn, neanche la
più piccola parte.
‘Anche io ti adoro, tanto’.
‘Lo so, e sto ancora cercando di capirti’.
‘Non c’è nulla da capire. Ti adoro e
basta’. Gli lasciai un leggero ed umido bacio a stampo. Gli
presi la mano e intrecciai le nostre dita. ‘Che ne dici di
andare a trovare Jonathan?’ chiesi.
Lui sorrise.
‘Andiamo’ aggiunse.
***
“Lei ci
era nata col gelo dentro. E per quanto provasse a cercare qualcuno che
fosse in grado di riscaldarla, finiva sempre a tremare dal freddo,
sotto strati di coperte e delusioni.”
ZAYN’S POV
Eravamo usciti dall’ospedale da un po’, ed eravamo
a casa mia a mangiare una pizza,visto che mia madre era da
un’amica , e progettavamo di vedere un film. Era incedibile
come le cose più semplici, con Melinda potessero diventare
incredibili. Lei era proprio così: imprevedibile e
incredibile.
Ed era innamorata di me. Si, proprio di me. Assurdo. Ma forse aveva
ragione quando diceva che mi odiavo troppo per giudicare in modo
oggettivo. Ci speravo che fosse così. E speravo di non farla
soffrire ancora.
Mentre Melinda mangiava, in un suo raro momento di silenzio, la guardai
a lungo. Con il jeans stracciato e sporco di pizza, e la canotta ancora
un po’ umida, e i capelli biondi arricciati
dall’umidità.
‘Perché mi guardi come se avessi un cammello in
testa?’ domandò con la bocca piena, e la fetta di
pizza in mano sul punto di cadere. Non potei non scoppiare a ridere.
‘Non ho il permesso di guardarti?’.
‘Certo, ma raramente mi guardi così a
lungo’.
‘Mi piace come stai’.
‘Con il pantalone sporco, senza trucco, e con una maglietta
bagnata? Si lo so, sono proprio Miss Mondo in questo
momento’. Ridemmo entrambi, poi le dissi ‘Ma sei
bella comunque’. Le sue guance si colorarono di rosso, e
sorrise dicendo ‘GRAZIE’. Poi
posò la fetta di pizza e mi si
avvicinò, con un sorriso malizioso sulle labbra.
‘Che film trasmettono stasera?’ chiese.
‘Non lo so’ ammiccai ‘penso qualche film
d’azione , che dici?’.
‘Dico che sarebbe molto meglio vedere un film
romantico’. Eravamo seduti a terra, e poco più di
un velo d’aria ci divideva, così io mi avvicinai a
lei e annullai la distanza fra di noi.
‘Io opterei per spegnerla proprio la televisione’
dissi. Ma lei prese il telecomando e girò su mtv.
‘Ho voglia di sentire musica’ ammiccò,
baciandomi. All'istante partì 'MY HEART WILL GO ON' di
Celine Dion. E, per la cronaca, quello fu di sicuro il bacio
più bello che ci demmo. Eravamo sinceri. O almeno lei lo
era, io solo per metà ma era già tanto. Di getto
le sfilai la maglietta. Non era bella da morire, era bella da vivere.
‘Te la senti?’ le domandai.
‘Con te posso andare ovunque’ rispose, prima di
spingermi sul letto e di sfilarmi la canotta.
°°°
MELINDA’S POV
Non avevo idea di che ora fosse, ma non avevo più sonno da
un po’. Mi ero svegliata circa un’ora prima e avevo
osservato Zayn mentre dormiva per tanto tempo. Sembrava un angelo. E la
notte precedente era stato così dolce e delicato che
stentavo a crederci. E’ proprio vero che le seconde volte
sono le migliori.
*FLASHBACK*
‘Mel posso chiederti una cosa?’
sussurrò, mentre mi baciava dappertutto.
‘Tutto quello che vuoi’ ansimai.
Eravamo già nudi, l’uno sull’altra, e
non avevamo più nessuna fretta.
‘Dopo la volta in cui sei stata con me…
l’hai mai rifatto con qualcun altro?’.
Quella domanda mi spiazzò.
‘Perché?’.
‘Perché tu sei mia’.
Sorrisi.
‘No, sei stato il primo e
l’ultimo’.
‘Allora dimentica quella volta. Iniziamo
daccapo’.
*FINE FLASHBACK*
Mentre pensavo alla sera precedente, non notai neanche che Zayn si era
svegliato e mi stava osservando. Sorrisi.
Ci copriva solo un lenzuolo sottilissimo. Ci guardammo non so neanche
io per quanto tempo, forse millenni. Con Zayn il tempo non aveva
più importanza. Avrei sprecato
tutta la mia vita a cercare di conquistarlo. Perché ero
sicura che fosse innamorato di me, ma ero altrettanto sicura che
‘’la ragazza che gli avrebbe fatto dire ti
amo’’ non
fosse ancora nata.
Ma mi sarei accontentata. Sempre.
‘Buongiorno biondina’.
‘Buongiorno’.
Se il buon giorno si vedeva dal mattino, avrei sempre voluto svegliarmi
con lui.
‘Vieni qui’ mi disse, allargando le braccia. Mi ci
fiondai dentro, e lui mi strinse forte. Sentivo il suo respiro sulla
nuca, sentivo battere il suo cuore.
‘Orecchio sul cuore’ dissi. ‘Lo sento
battere. Non è più tanto ghiacciato,
allora’.
Lui sorrise e mi strinse ancora più forte.
‘Già. Orecchio sul cuore’. Avvolsi le
mie braccia attorno al suo corpo caldo,e piansi. Non lo so
perché. Piansi per Devonne, per mia madre, per mio padre,
per la reazione di Liam, per Zayn, per sua madre. Per troppe, troppe,
cose.
‘Hey’ mi sussurò
‘perché stai piangendo?’.
‘Non lo so. Per tutto. Per mio padre, per mia madre, per
te… per Devonne’.
‘Mel non sei morta anche tu quel giorno, chiaro?’.
‘Si’.
‘Ora non piangere più ti prego’.
Rimanemmo abbracciati a lungo, e le mie lacrime finirono per asciugarsi.
‘TI ADORO’ disse,poi.
E non poteva dire una cosa migliore in un momento migliore.
Perché dovevo avere la certezza che la mia scelta fosse
stata giusta. Avevo scelto lui a Liam, e a Devonne. Non risposi,
perché mi stavo cullando nelle sue flebili parole. Ma lui
sapeva che l’adoravo, e non solo. Che
l’amavo.
Come risposta alla sua affermazione, incrociai le nostre dita.
‘Mel?’.
‘Mhm?’.
‘Mi mancheresti anche se non ti avessi mai
conosciuta’.
HALLO
BABIES (?)
ALLOOOOORS. HO PUBBLICATO LA MIA NUOVA FF, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1867877&i=1 MI FAREBBE
PIACERE CHE PASSASTE, RICAMBIO SE VOLETE C':
QUESTO CAPITOLO E' MOLTO MELYNOSO ,AMATEMI LOL
VABBE' MIA MADRE MI STA RECLAMANDO, MA PRIMA VOLEVO RINGRAZIARVI TUTTE
,VI AMO, QUANDO HO PUBBLICATO QUESTA STORIA NON PENSAVO DI AVERE TUTTE
QUESTE RECENSIONI <3
GRAZIE!
LOVE U
H.
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Capitolo 18 *** the dream is true. ***
RINGRAZIO @aqua_
PER IL MAGNIFICO BANNER <3
‘’Dai tuoi occhi ho imparato una cosa speciale: che
ad essere se stessi non c’è niente di
male’’.
CAPITOLO 18
Devonne mi guardava stravolta. Delusa. Piangente.
Tutto quello che volevo era che stesse bene, ed invece stava soffrendo
per colpa mia.
‘Come hai potuto farmi questo Melinda? Come
hai potuto?’.
Piangevo anche io. Ero
distrutta, volevo solo che ritornasse a volermi bene come prima. Che
ritornasse tutto come prima.
‘TI PREGO DEVONNE ASCOLTAMI’.
‘Non ho nulla da ascoltare. Non voglio
vederti mai più, sei un essere spregevole’.
Asciugandosi le lacrime, si girò e
cominciò a camminare per andarsene, ed io volevo
rincorrerla. Volevo farlo davvero, ma i miei piedi erano incollati a
terra. Ed urlavo con tutta la voce che avevo in corpo per fermarla, ma
lei era già troppo lontana. Attorno a lei cominciava a farsi
tutto nero.
Buio. E poi
ecco un raggio di luce.
‘DEVONNE NON ENTRARE LI’
DENTRO’. Ma lei non
ascoltò neanche quello. E scomparve, mangiata da quel buco
luminoso. Per sempre. E se ne era
andata con un rancore immenso nei miei confronti. Ero seduta a terra e
singhiozzavo come una bambina. Avevo bisogno di qualcuno.
E poi ecco Liam, che si avvicinava.
‘Liam ,abbracciami. Se ne è
andata’. Ma Liam non mi
degnò di uno sguardo, e corse via da Kally,
dall’altra parte della strada. Mi aveva abbandonata. Anche
lui. E avevo bisogno di qualcuno.
Oh Zayn, dove diavolo sei? Non c’era. Non
ci sarebbe stato mai. Avevo perso
i miei due migliori amici per un fantasma. Un ragazzo assente e
incurante. Avevo dato il mio
tutto, per ricevere in cambio un immenso niente.
°°°
Mi svegliai di soprassalto, con i capelli bagnati dal sudore e le
lacrime gli occhi. Solo un sogno. Solo un maledettissimo e bruttissimo
sogno. Camera mia sembrava troppo piccola, come la mia gola. Come il
mio naso, che sembrasse convinto a non voler respirare. Cercai di
calmarmi. Erano solo le tre di notte.
E avevo una paura immensa di riaddormentarmi e rifare quel sogno. I
sensi di colpa mi stavano divorando, e stavo ancor più male
perché Liam non sapeva della mia relazione con Zayn. Ma lo
avrebbe saputo presto perché le voci giravano, soprattutto
quelle su Zayn. E pensai che fosse meglio che lo sapesse da me che da
qualcun altro.
Era molto meglio. Anche se ero sicura della sua reazione in entrambi i
casi.
°°°
‘’Quando
perdi una persona ti rimane dentro. E’ come se fosse
lì per ricordarti quanto è facile
soffrire’’.
LIAM’S POV
‘Si può sapere perché tutta questa
fretta di vedermi Mel? Mi hai fatto spaventare. Stai bene?’
le domandai, quel pomeriggio al bar.
‘Si. Dovevo…devo dirti una
cosa…’ sussurò quasi.
Avevo un pessimo presentimento. Melinda sussurrava solo quando aveva
qualcosa di grave o brutto da dire. E io non ero pronto
psicologicamente.
‘Che succede?’. Torturò la sua
cioccolata calda fino allo sfinimento prima di parlare.
‘Ehm… hai presente Zayn?’. Non
c’era bisogno che andasse avanti. Avevo già capito
tutto, anche se pregavo che avessi capito male. Non di nuovo, dio, ti
prego. Non anche all’altra mi migliore amica.
Non un altro funerale. Non altre lacrime. Melinda non era
abbastanza forte per stare con Zayn. Lui aveva il potere di
distruggere, e l’avrebbe distrutta.
Sbriciolata.
‘E allora?’ chiesi, improvvisamente di pessimo
umore.
‘Prometti che non ti arrabbierai?’.
‘No, non te lo prometto. Non prometto nulla’.
Lei sospirò. ‘Stiamo insieme’.
Se mi avesse detto che avevo il cancro sarebbe stato meglio. Mi sarei
rassegnato e sarei morto in pace. Ma non lei.
No.
Cosa aveva quel tizio di tanto attraente e accattivante?
‘Ti prego, dimmi che stai scherzando’.
‘Vorrei tanto potertelo dire, ma non sto
scherzando’.
Ero rabbioso e lei lo capì. Mi alzai di scatto dal tavolo e
la raggiunsi dall’altro lato, stringendogli il polso. Lei si
spaventò ,non mi aveva mai visto così arrabbiato.
‘Melinda, giuro che non lo permetterò’.
‘Non puoi fare niente ,Liam. E ora mollami’
aggiunse, sottraendosi alla mia stretta.
La guardai come solo una persona che ti ha deluso profondamente si
poteva guardare. Aveva dimenticato cosa aveva fatto a Devonne, Zayn?
Come era stata male? Come siamo stati male noi?
Aveva dimenticato tutto il dolore, l’odio e le lacrime? Aveva
dimenticato che la sua migliore amica era morta per colpa del ragazzo
con cui voleva stare?
‘Melinda, io non voglio perdere anche te’.
Lei mi raggiunse e mi si avvicinò, con cautela.
‘Liam, Zayn è buono. E’ cambiato. Non
devi preoccuparti, fidati di me’.
‘E’ di lui che non mi fido’.
‘IO INVECE SI. Fidati solo di me, allora. Fidati, non
succederà niente. Te lo prometto’.
Non volevo litigare, ma quella promessa non bastava. Volevo troppo bene
a Melinda per lasciarla andare in questo modo, senza fare nulla. E
odiavo troppo Zayn per potermi fidare almeno un po’ di lui.
‘Mi conosci ,Mel. Lo sai che non mi arrenderò
tanto facilmente’.
‘Ti chiedo solo di provarci’. La guardai
improvvisamente speranzoso, quando le chiesi ‘Non sei mica
andata di nuovo a letto con lui?’. Lei non rispose ,e chi
tace acconsente. Quello era troppo anche per me.
‘Io gliela faccio pagare ,a quel bastardo’ urli,
correndo fuori dal bar. Credevo che Melinda mi rincorresse, o mi
dicesse qualcosa. Ma rimase lì. Immobile, come pietrificata.
Zayn stava congelando anche il suo cuore. Gli stava succhiando via
tutta la sua lucidità, la sua sfrontatezza. La stava
divorando lentamente. E Melinda era troppo innamorata per rendersene
conto. Tempo un’altra settimana e l’avrebbe
mollata, facendola crollare. Perché era questo che faceva
ogni volta.
Ovunque passasse, Zayn lasciava solo lacrime. E non gli avrei permesso
di toccare ancora L’UNICA AMICA che mi aveva lasciato.
Se quella era una guerra avrei vinto io.
Stavolta l’avrei battuto.
°°°
‘’A
volte le persone non sanno dirsi ‘’ti
amo’’. Il massimo che sanno fare è
stringerti la mano, andarsene e girarsi solo quando sei
lontano’’.
MELINDA’S POV
Liam mi aveva fatto un male incredibile, ma me lo aspettavo.
Ero preparata al peggio, ed era arrivato molto presto. Il punto era che
non volevo perderlo, ma avevo paura che si allontanasse da me. Che
non volesse più vedermi. Io capivo il suo dolore. Era lo
stesso che avevo io all’inizio di tutta questa storia. Ma le
persone cambiano. Liam dovrebbe fidarsi di più, e pensare di
meno al peggio. Era sempre stato troppo negativo.
Troppo. Sperai che mi perdonasse, un giorno. In quel momento volevo
solo vedere Jonathan, perciò presi un taxi e mi feci
accompagnare all’spedale. Ormai ci andavo così
spesso che la puzza del disinfettante non mi faceva più
alcun effetto.
‘MEL’ urlò Jonathan non appena mi vide,
saltandomi addosso. L’infermiera non faceva altro che
sbraitare, dicendo che doveva stare attento alla flebo e atri aghi
vari, ma lui si muoveva come un’anguilla. Pensai che fosse
corretto che sapesse di me e Zayn, che forse la bella notizia lo
facesse migliorare. Stare bene, finalmente.
Per poco non pianse di gioia.
‘Io lo sapevo’ disse
‘dall’inizio ero convinto che vi sareste messi
insieme!’.
°°°
Il tono di Zayn per telefono quella sera non mi era piaciuto.
Mi era sembrato troppo freddo e distaccato anche per uno come lui, e
poi era da tutto il pomeriggio che non rispondeva alle mie chiamate e
ai miei messaggi. Non appena uscii dall’ospedale mi
assalì un terrore assurdo.
Credo che il mio cuore perse circa dieci battiti, e che morii mille
volte almeno quella sera. Ma io ero sicura di non aver fatto nulla di
sbagliato. Forse era nervoso per cavoli suoi. Ma perché
prendersela con me?
OH ANDIAMO MEL, E’ IL TUO RAGAZZO, VA’ DA LUI.
No.
Non dovevo cercarlo sempre e solo io. Se aveva bisogno di me conosceva
casa mia e il mio numero. Non poteva sempre trattarmi come una
bambolina. Un giocattolo.
MA STATE INSIEME! MAGARI STA’ MALE. VA’ DAI LUI!
E stavo davvero per farlo, stavo davvero per fermare un taxi e farmi
accompagnare a casa sua, ma vidi da lontano una figura conosciuta, che
usciva anche lei dall’ospedale.
Emily.
‘Emily’ la chiamai.
‘Melinda, guarda chi si vede’
ironizzò,avvicinandosi a me. Solo allora notai che aveva i
polsi fasciati.
‘C-cosa hai fatto?’.
‘NON SONO CAZZI TUOI. Dov’è Zayn ? che
c’è? Già ti ha mollata?’.
Non la biasimavo. Meritavo di essere trattata così anche
mille volte, ma ero seriamente preoccupata per lei.
‘Mi dispiace Emily. Comunque io non ho mai finto di essere
tua amica e…’.
‘NON VOGLIO SENTIRTI’ mi interruppe ‘non
mi interessa. Sappi solo che ti auguro di stare male come sto male io,
e di tagliarti disperatamente fino ad andare in ospedale, come faccio
io. Solo che spero che ,senza rendertene conto, tu spinga la lametta
così in basso da morire dissanguata’. Quella fu
l’ultima sera in cui vidi la figura scheletrica e provata di
Emily Dickson.
Ed ora mi sentivo ancor di più da schifo. Possibile che non
ne facessi una giusta? Al diavolo tutti i miei complessi, dovevo andare
URGENTEMENTE a letto. Mi mancava da morire camera mia. La raggiunsi
solo dopo un quarto d’ora imbottigliata nel traffico.
NON PIANGERE.
NON PIANGERE.
NON PIANGERE.
E ci riuscii. Per tutta la notte, passata sveglia sentendomi una vile,
non versai neanche una lacrima. Basta piangere. Dovevo riprendere in
mano la mia vita. Dovevo ritornare a stare bene. Solo una domanda
affollava la mia mente : NE VALE LA PENA? PERDERE TUTTO E TUTTI PER
ZAYN MALIK?
Io avevo perso tutto, ma lui non perdeva mai.
Avevo uno stranissimo presentimento.
°°°
La mattina dopo, a scuola ,decisi che ne avevo abbastanza.
Era da due giorni che Zayn non rispondeva a chiamate e messaggi, e
quella volta che ero andata a casa sua non aveva aperto la porta, anche
se la luce in camera sua era accesa. Stavo morendo dentro e fuori.
Avevo perso un kilo, e tutto il tempo mi sentivo sbagliata e fuori
luogo. Con una paura tremenda che mi lasciasse. Ma a questo punto era
ovvio che c’era qualcosa sotto. Ed ora stavo andando verso il
suo armadietto sperando che parlasse. Che mi chiamasse in tutti i modi
che voleva ma che mi dicesse PERCHE’ mi stava trattando
così. Non ci fu bisogno di richiamare la sua attenzione
perché mi vide subito.
‘Me lo dici qual è il tuo problema?’
domandai. Non mi importava che ci stavano guardando tutti, e che
stavano per iniziare le lezioni.
‘TU. Ed ora lasciami in pace’ cercò di
andarsene ma lo fermai per un polso.
Che diavolo aveva?
‘Parlami Zayn’.
‘vuoi che ti sputtani qui davanti a tutti?’.
‘NON ME LO DIRESTI ALTRIMENTI’.
‘E va bene. Fai tanto la parte della santarellina, ma non ti
credo più Gomez. E’ finita, anche se per te non
e’ mai neanche iniziata. Io le odio le persone come te. La
prossima volta, per vendicare la tua amica non portarmi a letto, per
conquistarmi e poi lasciarmi, perché la verità
viene sempre a galla. Ammazzami e basta’.
Si sottrasse dalla mia stretta e fece di nuovo per andarsene, sotto gli
occhi curiosi di tutti, ma lo bloccai con la voce ‘Zayn
all’inizio era una vendetta. Ti giuro che poi mi sono
innamorata veramente, non ho mai finto’.
Lui si girò verso di me, furioso. ‘Non ti credo
Melinda’. Poi si avvicino sempre di più a me, fino
a che ci separava solo una spanna.
‘Sei solo una puttanella senza palle’. A quel punto
non ce la feci più, e mi scesero silenziose lacrime. Enormi.
‘Zayn, io non credevo che…’.
‘Zitta’ esclamò ‘Non parlare
più. Basta. Scompari dalla mia vita, non voglio rivederti
mai più’.
‘ZAYN TI PREGO NON LASCIARMI’.
Lui scoppiò a ridere, ma si vedeva che ci stava male. ‘Ti
sto facendo un favore. Non puoi fare nulla ,Melinda. Arrenditi, basta.
Sei riuscita nel tuo scopo alla fine. Mi hai distrutto,
congratulazioni’. Scossi la testa mille volte,
piangendo, mentre diceva quelle parole.
‘No, Zayn, ti scongiuro, non dire così. Io ti amo.
Ti amo davvero. Perdonami, per favore’.
Ero disperata. Come non mai. Ma Zayn stava per andarsene, stavolta per
sempre. E feci la prima cosa che mi venne in mente. Davanti a lui,
davanti a tutti, con il suono della campanella di sottofondo, mi
inginocchiai. Lo guardai negli occhi. Non era possibile che non vi ci
fosse neanche un po’ d’amore. Rivolsi il mio
sguardo al pavimento, non riuscendo a reggere il suo.
‘Zayn perdonami. Perdonami’. Lui
si avvicinò di nuovo a me e si abbassò fino ad
avvicinare il suo viso al mio.
‘Addio Melinda’. E scomparve fra la folla
interessata e sconvolta. In realtà eravamo
distrutti entrambi. E non riuscivo neanche a
trovare la forza di rialzarmi da terra. Non riuscivo a capire come
l’avesse scoperto. Il mio incubo si era avverato ,solo che
non era Devonne ad essersene andata via ,perché delusa da me.
Era Zayn.
CIAO!
RAGAZZE SCUSATE PER IL RITARDO ASSURDO, LO SO SONO PESSIMA, EPPURE LA
SCUOLA E' FINITA, PERDONATEMI çç
IL CAPITOLO E' ORRENDO ,SO CHE ARRIVATE ALLA FINE AVRETE AVUTO VOGLIA
DI SPARARVI E VI CAPISCO, SOLO CHE SONO DI UMORE PESSIMO, E COME AVRETE
CAPITO, MELINDA HA I MIEI STESSI SENTIMENTI.
SCUSATE SE NON MI DILUNGO MA NON SONO DELL'UMORE ADATTO. HO APPENA
SAPUTO CHE MIO CUGINO VUOLE ANDARE A VIVERE AL NORD E IO NON SO CHE
FARE SENZA LUI! SCUSATE ANCORA PER L'ANTIPATIA E IL CAPITOLO.
SONO PROPRIO PESSIMA.
VI AMO,SEMPRE.
H.
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Capitolo 19 *** goodbye. ***
ATTENZIONE:
GUARDATE QUESTO VIDEO, E' UN TRIBUTO A DEVONNE E MELINDA
<3 http://www.youtube.com/watch?v=2zzi3kGxSJ4
‘’E’
SEMPRE MEGLIO BRUCIARE IN FRETTA PIUTTOSTO CHE SPEGNERSI
LENTAMENTE’’.
CAPITOLO 19
ZAYN’S POV
C’era da aspettarselo. Dovevo aspettarmelo, e invece ci avevo
creduto. Non so neanche io in che cosa avevo creduto, ma
l’avevo fatto.
Ed ora ero distrutto.
Questo succedeva quando ci si legava ad una persona. Le persone
deludono inevitabilmente e pericolosamente. Ti tolgono il respiro pian
piano, ti succhiano via tutta la tua vita. E poi se ne vanno, senza
restituirti assolutamente nulla. Le persone son fatte così,
ed e’ inutile illudersi che ne esistano di diverse. Melinda
non era e non sarebbe stata mai ‘diversa’.
Quando,due giorni prima, Liam era venuto furioso fuori casa mia e mi
aveva detto tutto, con un odio profondo nelle iridi, non avevo voluto
crederci. Ma una parte di me lo sapeva dall’inizio che
Melinda era falsa. Falsa fino al midollo, e soprattutto, completamente
e irrimediabilmente bugiarda.
Aveva mentito sin dall’inizio.
Lì per lì, non dissi nulla a Liam. E lui mi
lasciò solo. Non ebbi il coraggio di vederla, né
di sentirla. La volevo solo fuori dalla mia vita, come tutti gli altri.
Ma quella mattina, a scuola, mi aveva urtato a tal punto che
ero scoppiato di rabbia. Ma non verso di lei. Verso di me.
INGENUO.
Mi odiavo perché mi ero aperto, mi ero confidato, con
qualcuno che mi odiava forse di più.
La detestavo.
E, sopra ogni cosa, detestavo il fatto che non riuscissi a detestarla.
Nemmeno un po’. Nemmeno niente. Io non ero mai stato
così. Cosa diamine mi aveva fatto?
Sapevo solo che non volevo rivederla mai più, volevo
dimenticarla, e cancellare dalla mia vita il suo ricordo. La scia che
aveva lasciato la sua esistenza. E quel silenzio che seguiva ogni volta
che pronunciavo il suo nome ,mi inghiottiva. Non conoscevo silenzio
più assordante né più rumoroso.
Dal giorno in cui la lasciai, per sempre, non la vidi mai
più. O meglio feci finta di non vederla e di non sentire il
suo nome. Di non sentire la
gente vociferare nei corridoi, e di non ascoltare le mille strie che si
inventavano del perché io l’avessi lasciata. E
alla fine, Melinda era passata davvero per una puttanella. Era
considerata così da tutti, e forse quella era la mia
vendetta. La sera stessa in cui venni a sapere che Melinda ,insieme
alla casa discografica di mio padre, avrebbe fatto
un’intervista in televisione e avrebbe fatto i provini di
‘’x factor’’ come pupilla della
malik’s disco ,mi recai a casa di Emily.
E non per vedere un film e mangiare un trancio di pizza. Dovevo dimenticare
,disperatamente e immediatamente.
‘’E’
vero che a volte i chilometri sono un problema. Ma ci sono cose
peggiori. Ad esempio, quando hai accanto una persona ma la senti
assente. Perché un luogo lontano lo si può sempre
raggiungere, ma un cuore lontano non lo si raggiunge
mai’’.
MELINDA’S POV
UN MESE DOPO
Mi sembrava impossibile che fossero già passati
due lunghissimi anni. 820 giorni fa, morì Devonne nel suo
umido bagno. Con una cintura
di cuoi marrone stretta al collo, e la pelle del colore della
porcellana. Anche da cadavere era bella. Era maledettamente perfetta,
lei.
La sua famiglia non si era ancora ripresa, soprattutto suo fratello,
che a 20 anni aveva lasciat l’università
perché era caduto in una tremenda depressione. E la sua
famiglia era sempre stata anche la mia. Laura era come una madre per
me, e Kevin era il padre che non avevo mai avuto. George ,poi, era MIO
FRATELLO. E stavo malissimo per loro, dalla morte di Devonne
ero andata a trovarli solo tre o quattro volte, perché non
ce la facevo proprio a vederli soffrire, come se io non soffrissi
abbastanza. E poi loro erano troppo chiusi a gusci nel loro dolore per
accorgersi di me. E li capivo fin troppo. Per questo motivo, quando
Laura mi chiamò sul cellulare e mi invitò al
ricevimento che aveva dato in onore dei due anni dalla scomparsa della
figlia, fui sorpresa. Non era davvero dai Gilbert, dare un ricevimento.
Loro erano chiusi, timidi e dignitosi. Non avevano neanche mai pianto
in pubblico.
‘Laura
ci sarò, di sicuro’.
Sarebbe stato durissimo e lo sapevo bene. Ma dovevo farlo per loro, per
Devonne. Quando lo dissi mia madre, giusto per parlarne con
qualcuno, mi disse che sarebbe venuta anche lei.
Infondo voleva molto bene a Devonne, quando era sobria. Forse
più di quanto non ne volesse a me. Liam sarebbe venuto a
prenderci alle sei, e saremmo arrivati un po’ prima per
aiutare Laura e Kevin. Pensai che fosse corretto vestirmi di nero, e
convinsi anche mia madre a farlo. Liam era stravolto dal dolore quasi
quanto me. Quell’avvenimento aveva portato a galla vecchie
sensazioni e vecchi dolori che erano nascosti dentro di noi, ma che non
erano mai scomparsi. Anzi, si preparavano a tornare
all’attacco ogni volta che si nominava DEVONNE.
Era un po’ quando si nominava ZAYN. Era da un mese che mi
evitava,e io avevo preferito lasciar perdere.
Ero convinta al cento per certo che fosse stata Emily ad averlo
scoperto, e che glielo avesse subito detto. Non so come
l’avesse saputo, ma aveva le sue fonti, e rimaneva sempre una
ragazza tosta e caparbia. Ma avevo deciso di dimenticare Malik per
quella sera. Per una volta-una sola- Devonne Gilbert doveva essere il
mio unico pensiero fisso. Glielo dovevo.
La casa era addobbata con drappeggi e palloncini viola, e anche le
scale che portavano al piano superiore erano rivestite con un tappeto
dello stesso colore. Quando, verso le sette, cominciarono ad arrivare
gli invitati, Laura e Kevin li salutavano e li ringraziavano di essere
venuti, molto dignitosamente. Ogni tanto gli scendevano delle lacrime,
ma si chiudevano nella loro facciata da bravi padroni di casa. Di tanto
in tanto, Liam mi stringeva debolmente la mano. Il ricevimento era
appena cominciato ed entrambi non ce la facevamo più.
Quando l’enorme casa si popolò, Laura tenne un
discorso, stringendo il braccio del marito. George non
l’avevo visto per l’intera serata, e lo capivo. E
mia madre, invece, era in giro. Il discorso di Laura non lo
sentì. Mi bastò sentir pronunciare dalle sua
labbra il nome della figlia per collassare. Non l’aveva mai
pronunciato dalla sua morte.
Era troppo per me.
Mi voltai e scappai al piano di sopra. Anche perché
giù c’era anche tutta la scuola, e quindi anche
Zayn. Seppur non l’avevo visto. E proprio in quel momento non
ci tenevo a farlo. Entrai nella camera di Devonne, senza neanche
chiudere la porta, e mi gettai a peso morto sul suo letto. La madre e
la domestica non avevano toccato nulla. Mai. Il materasso della mia
migliore amica era morbido come lo ricordavo. Chissà se
aveva ancora il nostro album di fotografie sotto il letto, era da tanto
che non lo sfogliavo.
Ce l’avrei fatta?
Sospirai. Avevo bisogno di sentirla in qualche modo, non con le
lacrime. Mi accasciai a terra, e guardai sotto il letto.
L’album rosa c’era ancora, come sempre, ma la mi
attenzione si rivolse ad un cd, lì accanto. Quando lo presi
notai che sopra c’era scritto ‘PER
MELINDA’. Non l’avevo mai visto. Ne ero sicura. E
tutto ciò sembrava un film dell’orrore, dove il
morto cerca di parlare con i vivi. Che fosse un segno?
OH ,ANDIAMO MEL, TU NON CREDI A QUESTE COSE.
Dovevo vederlo, anche perché c’era qualcosa che mi
spingeva verso il dvd. Solo che da sola non l’avrei mai
visto. Chiamai Liam, e con una scusa, lo portai sopra. E fu mentre
salivo le scale con lui, che vidi in basso Zayn Malik, che mi fissava e
poi voltava subito lo sguardo. C’era un tale clima di
tensione tra noi, che guardarlo era diventato insopportabile.
Come se mi
bruciassi. Come se lo bruciassi.
Dovevo assolutamente imparare di nuovo ad odiarlo, così
sarebbe stato tutto più semplice. Fu Liam a inserire il cd
nel dvd e a farlo partire, mentre io ero già seduta sul
letto di Devonne, davanti a quella televisione azzurra che le avevano
regalato quando aveva compiuto 16 anni Quando il video
partì, e vidi il suo volto attraverso lo schermo, mi si
riempirono gli occhi di lacrime, e un forte brivido mi
provocò la pelle d’oca. Era lì. Davanti
a me , di nuovo. Seppur virtualmente. Anche Liam stava tremando, e
guardava la tv shoccato. Quando Dev iniziò a parlare, piansi
liberamente e silenziosamente. Era da troppo tempo che non sentivo la
sua voce melodiosa e sottile. Ma dovevo capire che cosa stava dicendo.
Che cosa mi stava dicendo.
‘CIAO MEL. Eh si, sono proprio io. So che ci siamo appena
salutate e potevo parlarti di persona, ma non ne ho avuto il
coraggio e perciò ho deciso di registrarti questo video. Non
so se faccio bene a dirtelo o meno, ma ho bisogno di parlarne con
qualcuno. Liam voglio tenerlo fuori ,perché se lo scoprisse
potrebbe perdere il controllo. Io non sono quello che pensi Melinda,
non sono per nulla la ragazza popolare e carina della scuola. Quella
che si ama e che quando si guarda allo specchio sorride. Io
sono…sono solo io. E non sai come vorrei essere
più magra, più bella. E ci sto provando. Vorrei
tanto essere come te, sai? So che non sarà facile da
accettare ma… uso lassativi. Mi infilo anche due dita in
gola se con quelli non vomito abbastanza, e non credere che mi stia
bene. Io sto male. Sto tanto male. E quando ,oggi, mi hai detto che
Zayn non mi meritava e che aveva fatto bene a lasciarmi in
pace, ho annuito ma non ti h creduto. Lui ha fatto bene a lasciarmi,
è vero, ma non perché lui non mi merita ma
perché sono io che non merito lui. Sono io che non
sarò mai abbastanza. Che non sono abbastanza bella.
Abbastanza carina. Abbastanza intelligente. Abbastanza magra.
Abbastanza niente. Ed è esattamente questo quello che mi
dicono i ragazzi dell’ultimo anno, quei due biondi tanto
carini, che sanno essere di un crudeltà incredibile. Mi
picchiano quasi tutti i giorni sai? So che è sconvolgente e
so che forse penserai che sto scherzando, ma davvero non è
così. Perdonami, perdonami perché sono
così e perché non riesco a parlarti in faccia.
Scusami. E’ che mi sento tanto inutile, e mi vengono in mente
pensieri orribili. E le domande che mi frullano in testa sono oscene, e
so che non dovrei neanche pensarle ma… SE ME NE ANDASSI, MANCHEREI A
QUALCUNO?’.
Lei nel video era in lacrime, e io non ero da meno. Non poteva essere.
Mi sentii cadere il mondo addosso, e sentii tutta la sua
crudeltà e
tutta la sua malvagità. Il mondo non era un posto adatto per
gli angeli, non era un posto adatto per Devonne. E ,giuro, che se me
l’avesse detto, l’avrei aiutata. Lo giuro. Liam era
un fiume e io un lago
‘PERCHE’ NON ME LO HA DETTO?’
singhiozzai. Stava diventando tutto veramente troppo deprimente.
‘Non lo so. Ma quando trovo quei due biondi
dell’ultimo anno giuro che li ammazzo’. Ma
c’era qualcosa nella voce di Liam che mi diceva che
c’era un altro motivo per cui era così arrabbiato.
Come se fosse arrabbiato anche con se stesso.
‘Io…non l’avrei mai immaginato. Giuro
che si era sempre comportata bene’ urlai
‘perché Liam? Non era abbastanza sapere che si era
uccisa? Dovevamo per forza scoprire anche il VERO
‘perché’? io…mi sento
così dannatamente inutile ora’. Lui mi
abbracciò e finimmo di lacrimare insieme.
‘Allora non è stata colpa di Zayn’
sussurrai,quando ci staccammo.
‘No’.
‘Liam stai bene?’.
‘Melinda io so chi ha detto a Zayn della vendetta’.
Lo lessi nei suoi occhi. Lessi che era colpevole. Lessi che era
pentito, ma pur sempre colpevole.
‘TI PREGO LIAM, NON DIRLO’.
‘Mi dispiace, non lo sapevo. Neanche io l’avrei mai
immaginato, il perché della morte di Dev. Scusami ti
prego’. Mi allontanai di scatto da lui. ‘Non avresti dovuto
farlo comunque!’.
‘Io
non sono pentito’.
‘Come cazzo fai a dirlo? Mi hai distrutta Liam, come se non
fossi già stata in pezzi!’.
‘No Mel! Tu ora non lo capisci, ma ti ho salvata. E anche se
Zayn non c’entra nulla con la morte della nostra migliore
amica, l’ha sempre lasciata e fatta soffrire. E’
stato comunque la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ti ho
protetta,e sono convinto che un giorno mi ringrazierai’.
Allora, per la prima volta, ebbi la potente voglia di dargli uno
schiaffo. E non ci pensai minimamente quando lo feci. Lui
spostò la testa di lato, ma non disse né fece
nulla.
‘Non devi neanche dirlo. IO AMO ZAYN MALIK, ti è
così difficile da capire? Anche se mi facesse soffrire,
anche se mi picchiasse a sangue, lo
amerei allo stesso identico modo. Ed ora hai avuto la prova che non ha
indotto Devonne al suicidio. Il signore è grande e
misericordioso! Si
è vero, l’ha lasciata in un modo orribile ma si
è pentito ed ha capito il suo errore. Quando stavamo insieme
è andato di persona da Emily
per lasciarla, lo sai? Ti basta questo? Non hai prosciugato lui, hai
prosciugato me’.
Lui mi guardò sconvolto, tanto che non riusciva neanche
più a piangere.
‘Non sai quello che stai dicendo’ sputò.
‘Si che lo so. Mi hai ferito Liam. Tu! Alla fine
l’unico che mi ha ferito sei stato tu. Non hai avuto neanche
un briciolo di fiducia in me? Credevi che mi uccidessi anche
io?’.
‘SI. E non volevo perderti, cazzo!’.
‘BHE’
,MI HAI PERSO’.
Sul suo volto si dipinse il panico, ed iniziammo a tremare entrambi.
Amavo tanto Liam. Ma stavolta aveva esagerato. Ed era difficilissimo
per me dire quel che volevo e dovevo dire.
‘Che diavolo vuoi dire?’ mi incitò.
‘Che non voglio vederti mai più. Ti voglio fuori
dalla mia vita, per sempre’. Ebbi l’impressione che
mi si spezzasse il cuore mentre parlavo. E che fosse lo stesso anche
per lui.
‘Ti prego, Mel, non dire così. Non lasciar
scorrere tutto per qualcuno che non ti merita. Resta, ti
prego’.
‘Non posso’.
Feci per andarmene ma mi fermò con la voce.
‘Melinda io ho bisogno di te. Non andartene’.
Mi voltai lentamente, con gli occhi rossi e lucidi. ‘Anche io
avevo bisogno di te. Ma non ci sei mai stato. Credi che sia stato
facile per me ammettere di essere innamorata del ragazzo che CREDEVO
avesse ucciso la mia migliore amica? Sai quanto volevo che tu mi
confortassi e mi dicessi che sarebbe andato tutto bene? Ma tu non ci
sei stato, hai preferito voltarmi le spalle. Perciò,ti
prego, non sorprenderti ora se faccio lo stesso’.
E quella fu
l’ultima cosa che gli dissi prima di andarmene, e speravo di
trovare il coraggio per farlo per sempre.
°°°
‘’Se
ami trovi ,da qualche parte, in coraggio di lasciar andare’.
L’intervista fissata per martedì, con
COSMOPOLITAN, mi sembrava irreale. Era tutto troppo bello per essere
destinato a me.
In un mare
di negatività, ti sorprendi se trovi qualcosa di positivo.
E non fu neanche così difficile e lunga. Mi
sembrò addirittura il contrario. Mi fecero domande su di me,
sul mio futuro, su come avessi iniziato a suonare e cantare, e come
avessi fatto ad avere un contratto con un delle case discografiche
più popolari di Londra.
E io recitai la arte della 17enne felice , che ha tutte le porte aperte
e un prospero futuro davanti. E sinceramente speravo fosse
così. Mi faceva solo un po’ paura il servizio
fotografico, che alla fine venne benissimo. Da quel giorno di settembre
niente per me fu più lo stesso. Divenni improvvisamente
popolare a scuola, e per strada mi fissavano e mi indicavano tutti. Non
era nulla di che, e forse era tutto nella mia testa però. Il
mese successivo avrei fatto il provino per ‘x
factor’ e speravo che almeno qualcosa mi andasse bene.
Ovviamente evitai e non parlai più con Liam. E Zayn faceva
lo stesso con me. A scuola si era addirittura diffusa la voce che
avessi avuto un contratto con la casa discografica del padre di Zayn,
perché ero andata a letto con lui. E quella era la cosa che
mi irritava più di tutte. La musica era la mia vita,e non mi
avevano mai sentita cantare, quindi non potevano giudicare. Dovevo
parlare con Zayn. E ,quel pomeriggio, mi recai appositamente a casa
sua. Mi aprì la madre,e dopo averla salutata cordialmente,
mi recai in quella stanza che conoscevo molto bene.
Zayn stava ascoltando musica steso sul letto, e quando mi vide si
alzò di scatto. ‘Cosa ci fai qui?’.
CALMA MEL, NON FARTI IMPRESSIONARE DALLA SUA BELLEZZA.
‘Devo chiederti una cosa. Giuro che ci metto tre
secondi’.
‘Uno ,due ,tre. Ciao’.
‘Zayn per favore’.
Sospirò .’ Che vuoi?’.
‘A scuola stanno girando strane cose. Dicono che ho firmato
un contratto con la ‘malik’s disco’
perché sono venuta a letto con te’.
‘No, sei venuta a letto con me per altro’.
‘Zayn non sto parlando di noi! Ti prego smentisci tutto. Non
mi ascoltano. Possono chiamarmi in tutti i modi, ma sono arrivata qui
con le mie sole forze. Aiutami, solo tu puoi farlo’.
‘E va bene ti
aiuto, ma solo perché sei tu’.
HOLAAA
SCUSATEMI PER LA MERDA DI CAPITOLO, MA L’ESTATE MI AMMAZZA
AHAHHAAHAH çç
ALLORA, QUI SI CAPISCE CHE ZAYN NON HA FATTO NULLA E CHE ERA LIAM LA
PERSONA CHE AVEVA DETTO A MALIK DELLA
VENDETTA , MA LO AVEVATE CAPITO J
ANYWAY, CHE NE PENSATE?
VI PREGO NON FATEMI TROPPO UNO STRACCIO :((((
LOVE U
H.
|
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Capitolo 20 *** i'm trying to save you. ***
ringrazio @aqua_ per il
banner asdgh <3
MI
STO FACENDO UNA MAREA DI COMPLESSI: NON VI STARO' MICA ANNOIANDO? AH, E
POI VOGLIO DEDICARE QUESTO CAPITOLO A TUTTE LE RAGAZZE FAVOLOSE CHE
RECENSISCONO,E MI FANNO SORRIDERE <3 SOPRATUTTO A @LARRYSPICS, CHE MI
SOSTIENE TANTO. GRZIE <3
“Se guardi
indietro potresti ricordare qualcosa che non tornerà
più. Se guardi avanti potresti pensare a qualcosa che non
arriverà mai. Chiudi gli occhi e riaprili solo quando avrai
la forza di tornare indietro senza piangere e guardare avanti
sorridendo.”
CAPITOLO 20
‘Dici davvero? Mi aiuterai? Smentirai tutto?’.
‘Si. Infondo ti si può dir tutto ma non che hai
comprato mio padre. Almeno spero’.
Rimasi sconvolta. Allibita.
Quelle parole erano state come lame, che mi avevano tagliato la gola in
mille pezzi. Non aveva il diritto di trattarmi così.
‘Che vuoi dire?’ chiesi.
‘Che spero che non sei andata a letto anche con lui, per
altri fini personali’. Sgranai gli occhi. Allora avevo capito
bene.
‘Zayn tu non hai il diritto di trattarmi così, non
me lo merito’.
‘Ne sei così sicura?’.
‘Si. Non ho fatto nulla di sbagliato, e te l’ho
detto. All’inizio era una vendetta ma… insomma
alla fine non è stata neanche colpa tua. Devonne era
bulimica!’. Mi coprii d’istinto le labbra con la
mano. L’avrebbe saputo ma non volevo dirglielo
così.
‘COSA?’.
‘Nulla’.
‘PARLA’.
‘Era bulimica. Ho trovato un video che voleva darmi ma che
non ha mai fatto. Ti giuro che sono rimasta…allibita. Non
è stata colpa tua. Lei era bulimica ed era vittima di
bullismo. Tu sei stato solo il colpo di grazia. Se la colpa
può essere attribuita a qualcuno ,quella sono io. Ero la sua
cazzo di migliore amica e non ho capito nulla!’.
NO. NON POTEVO PIANGERE.
‘Oh mio dio’.
‘Si, è così che ho reagito
più o meno io, a parte qualche urla in
più’ mi strofinai gli occhi lucidi e aggiunsi
‘comunque… mi dispiace’.
Lui si limitò a sospirare. ‘Non è stata
neanche colpa tua’ aggiunse.
Perché non mi prendi a parole? Perché non mi
offendi e non mi dici che è stata TUTTA colpa mia?
Perché cazzo non lo fai? Mi renderesti tutto più
semplice. Abbandonerei ogni speranza di un tuo cambiamento e lascerei
scivolare via il tuo ricordo. Ma non dirmi così. Non dire
sempre la cosa giusta nel momento giusto.
‘Non dovresti
dire questo Zayn. Dovresti dirmi che ho ragione, così mi
faresti male. Mi puniresti una volta per tutte, visto che non
l’hai ancora fatto’.
‘Non spetta a
me punirti’.
‘E a chi spetterebbe?’ a quel punto non riuscii
più a fermare le lacrime.
‘A chi avrà il coraggio di farti del
male’.
Stavo annegando. Ero stanca di nuotare e nessuno tirava un salvagente.
A nessuno interessava. Ed in quel momento si fece spazio
nella mia testa l’idea che ero sola. Che sarei sempre stata
sola.
‘E tu non ce l’hai questo coraggio? Eh?’
singhiozzai. Mi avvicinai vertiginosamente a lui e gli presi la mano
calda, portandola al mio collo ed incitandolo a stringere.
‘Avanti,
strozzami. Che aspetti Zayn? Fammi male. Forza! Riversa in
questa mano tutto l’odio che hai per me e per quello che ti
ho fatto. Avanti!’.
Ero fuori di me, per tutto. A mia sorpresa, dopo molte lacrime, lui
iniziò a stringere. Lentamente. Bene, il dolore lento
è il migliore. E dovevo sentirmi viva in qualche
modo.
‘Stringi più forte. Non mi difenderò,
giuro’. E stava stringendo davvero. Me lo aspettavo da lui.
‘CHE
DIAVOLO MI STAI FACENDO ,MELINDA?’
ringhiò, mentre mi spingeva al muro e stringeva sempre
più forte. ‘IO NON POSSO
INNAMORARMI DI TE’. Tra le lacrime
trovai il coraggi di parlare. ‘E invece lo sei Zayn, non
negarlo. Come lo sono io di te. Forza, visto che mi odi
perché ti ho fatto innamorare, stringi cazzo!’.
Lui obbedì, e sarebbe bastata un po’ di potenza in
più per impedirmi di respirare. Per sempre. Non riuscivo
neanche più a piangere, ma solo a guardarlo negli occhi.
‘E’ questo il problema. Io non ti odio’.
‘Ma stai stringendo lo stesso’.
‘E’ il mio modo di
dimostrare…’ si bloccò.
‘Cosa? Dimostrare cosa?’.
‘Che potrò solo farti male. Sei disposta a correre
questo rischio…per me?’.
‘ANCHE
MILLE VOLTE’. Ma ora davvero non
riuscivo più a parlare. Mi mancava il fiato, Zayn stava
stringendo ancora più forte. Poi, improvvisamente,
mollò la presa, e io boccheggiai.
‘Perchè ti sei fermato?’ chiesi,
portandomi le mani al collo livido.
Lui non rispose.
‘Zayn?’ .
‘NON CE LA FACCIO, BASTA’. Mi voltò le
spalle e si sedette sul letto ,esasperato.
‘Di cosa non ce la fai più?’.
‘Di vederti così, basta! Stai per diventare
famosa, lascia perdere il passato. Volta pagina, dimentica tutto e
tutti’.
‘Tipo?’.
‘Dimentica me, Liam, Devonne, tuo padre e vai via con tua
madre’.
Sorrisi ironica ‘Proprio con lei, no’.
‘Perché?’.
‘Forse un giorno te lo spiegherò Malik’.
Lui sbuffò. ‘VOLTA
PAGINA’.
‘Dimenticherei anche te se lo facessi, lo sai questo
vero?’.
‘Lo so’.
Mi ferì. ‘E ti farebbe stare bene?’.
‘Farebbe stare bene te’.
‘Ti sbagli. Io ho sempre scelto te Zayn, e
l’ho rifatto. Non parlo più con Liam
perché ti ha detto della vendetta, che avevo annullato da
tempo’.
‘Davvero?’.
‘Si.
Zayn possiamo ricominciare. Io volto pagina ok? Però la
voltiamo insieme. Dammi un’altra possibilità,
permettimi di amarti’.
‘Melinda perché stai facendo tutto questo? Dammi
una ragione per cui dovrei ascoltarti’.
‘Perché
io non ho bisogno di te per vivere ma tu hai bisogno di me per
sopravvivere’.
Zayn mi guardò sconvolto. ‘Che
c’è?’ chiesi.
‘Hai…hai dannatamente ragione’. Mi
avvicinai di nuovo a lui e lo guardai negli occhi. ‘Zayn sto
cercando di salvarti’.
‘Anche io’.
‘Allora permettimi di stare insieme a te. Provaci,a fidarti,
ti prego’. Lui si allontanò di scatto.
‘Che hai?’ domandai ancora.
‘Esci
subito da questa stanza’.
Se mi avesse detto che non era innamorato di me sarei stata meglio. Se
fossi uscita da quella stanza sarei uscita anche dalla sua vita, e lo
sapevo. Non ero sicura che fosse quello che volesse, ma non potevo
restare se non voleva.
Al diavolo.
‘Io ci ho provato’ sussurrai, prendendo la borsa da
terra e facendo per andarmene.
Lo sentii sussurrare ‘Sto cercando di
salvarti’.
°°°
Non appena mia madre seppe che avevo un contratto con una casa
discografica e che avrei fatto i provini per un programma televisivo,
fu orgogliosa. Non sapevo perché, e non volevo illudermi, ma
secondo me sarebbe migliorata. Forse avrebbe ridotto l’alcol
e tutto sarebbe tornato come prima.
Lo speravo tanto, forse troppo.
°°°
ZAYN’S POV
L’avrei solo fatta soffrire comunque. Io ero fatto
così, non ero fatto per far stare bene le persone. E volevo
troppo bene a Melinda per trascinarla giù nel mio buco nero
personale.
Era troppo.
Un giorno, forse, mi avrebbe ringraziato. Melinda meritava di stare con
qualcuno che l’avesse amata con tutto se stesso, ce le
avrebbe garantito pace e serenità. Meritava di sorridere in
ogni secondo della sua vita, e di invecchiare con pienezza e fierezza
della propria vita. Senza rimpianti né congetture mentali. E
avrei fatto di tutto perché questo sarebbe potuto accadere,
anche lasciarla DEFINITIVAMENTE. Quella sera, non scesi neanche a
mangiare. Non volevo vedere il volto magro e depresso di mia madre,
né volevo vedere le domestiche. Fu allora che presi
un’importante decisione.
Mio padre abitava a due isolati dalla
‘malik’s disco’, da quando lui e mamma
avevano divorziato. E casa sua era molto più lontana dalla
scuola e dalla casa di Melinda. Se dovevo dimenticarla ,dovevo farlo
per bene. Ed Emily non mi aveva aiutato questa volta. Il pensiero di
farle del male, come avevo fatto con Devonne, anche se non era stata
colpa mia alla fine, mi distruggeva.
Mi uccideva.
Ma preferivo morire senza
di lei, piuttosto che morire con lei.
Ero innamorato di lei, come prima.
Forse non l’amavo davvero,e non l’avrei mai fatto,
ma ero innamorato di lei. Per intero. Non c’era parte che
avrei voluto cambiare. Era dannatamente perfetta nelle sue
imperfezioni. Così decisi che quella sera ne avrei parlato
con mia madre, e me ne sarei andato a vivere da mio padre il giorno
seguente.
°°°
LIAM’S POV
L’avevo persa. Nel vero senso della parola.
E non c’erano parole per descrivere come mi sentissi. Come
male stessi. Mi sentivo uno scarafaggio, il peggior ragazzo
dell’universo, e
forse era così. Ma non riuscivo neanche per un attimo a
pentirmi di ciò che avevo fatto. Ero sicuro di aver fatto la
cosa giusta, tanto prima o poi l’avrebbe lasciata comunque.
Zayn poteva solo portare male. Melinda mi avrebbe perdonato,con il
tempo. Melinda perdonava tutto e tutti, perché non avrebbe
dovuto perdonare me? Infondo me lo
meritavo.
L’avrei aspettata.
L’avrei sempre aspettata perché sapevo che sarebbe
tornata. Lei sarebbe sempre tornata da me, qualsiasi cosa fosse
successa.
Melinda era la classica ragazza che ritorna sui suoi passi, che non
prende mai una decisione definitiva. E poi non poteva amare davvero
Malik. Era solo un’infatuazione, ne ero più che
convinto. Perché quello che non sapeva era che anche io
avevo miei problemi sentimentali.
*FLASBACK*
‘Kally qualcosa
non và? Ti vedo strana’ le dissi, a casa sua.
I suoi occhi verdi si
fecero lucidi all’improvviso. ‘Liam, mi dispiace ma
io non ce la faccio’.
Mi allarmai .
‘A fare cosa? Stai bene vero?’.
Lei annuì
impercettibilmente, e mi prese la mano indicando il braccialetto che
avevo al polso. Era un bracciale che avevamo comprato io e Melinda ad
una festa, due mesi dopo la morte di Devonne, e ci eravamo
scambiati.
Sul mio
c’era scritto ‘MEL’ e sul suo
‘LIAM’.
‘Io non ce la
faccio a combattere contro di lei!’.
Capii . ‘Ma tu
non devi combattere contro di lei. Lei è la mia migliore
amica’.
‘Lo so. Ma
è troppo importante per te, e mi sento schiacciare da questo
peso. Ti prego perdonami ,ma non ci riesco’.
‘Ma…Kally
io ti amo’.
‘Non ne dubito.
Ma ami di più lei’.
CIAO (?)
ALLORA, SICCOME MI ANNOIO IO STESSA A LEGGERE QUESTA FF, HO DECISO CHE
NEL PROSSIMO CAPITOLO SUCCEDERA’
QUALCOSA DI ECCENZIONALEEE (?)
INNANZITUTTO, QUESTO E’ UN CAPITOLO DI PASSAGGIO ,QUINDI NON
SPAVENTATEVI SE FA CAGARE <3
POI,NON SO COME VOGLIO CONTINUARE LA STORIA DI ‘LIAM E
MELINDA’, QUINDI MI DATE CONSIGLI? GRAZIE !
POI, AMATEMI PERCHE’ HO AGGIORNTO SUBITO, SOLO
PERCHE’ SIETE INCREDIBILI!
13 RECENSIONI A CAPITOLO? IO MUOIO!
RINGRAZIO ANCHE LE RAGAZZE CHE L’HANNO MESSA NELLE
PREFERITE\SEGUITE\RICORDATE <3 SIETE ASDFGJ
E OVVIAMENTE, TUTTE LE LETTRICI SILENZIOSE.
DETTO CIO’, VI LASCIO E VI AMO
H.
PS: RECENSITE IL
CAPITOLO? E VI PREGO, SE VI STA ANNOIANDO
DITEMELO…..
|
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Capitolo 21 *** i wanna save that light. ***
ATTENZIONE: IL CAPITOLO E’ A RATING ROSSO. CHI ODIA QUESTE
COSE ,EVITI DI LEGGERE. SE SEI MIA CUGINA: FERMATI! E VI TUTTE, NON MI
UCCIDETE VI PREGO.
“Ho
bisogno di chi resta, non di qualcuno da ricordare.”
CAPITOLO 21
MELINDA’S POV
‘Che diavolo vuoi dire?’ domandai, scettica.
L’ultima cosa che volevo fare era parlargli. Mi ero imposta
di non rivederlo mai più, e non importava che
l’avevo perso per qualcuno cheaveva voluto perdermi.
Perché questa è la verità. Che tutti
si accorgono che sei importante nel momento esatto in cui te ne vai, o
decidi di tagliare i ponti con tutto e tutti. Ed era esattamente quello
che desideravo fare in quel momento.
‘Melinda, dimentichiamo tutto. Ti prego dammi una chance per
dimostrarti quanto sei importante per me’ sussurrò.
‘Liam non insistere ,basta’. Mi si
avvicinò tantissimo, e poggiò la sua mano gelida
sulla mia spalla. ‘Ti prometto che non mi
intrometterò mai più nella tua vita’.
Mi ricordava me. Ma io non volevo essere Zayn. Improvvisamente capii
come si sentiva: esattamente come mi ero sentita io, quando avevo
parlato con lui. E sapevo come si sarebbe sentito dopo il mio
rifiuto.
‘Liam esci dalla mia camera, subito’.
Liam non sapeva quanto sforzo mi erano costate quelle parole. Capivo
che stava soffrendo e che non era d’accordo con la mia
decisione, ma quello che fece mi spiazzò letteralmente. Mai
e poi mai mi sarei aspettata che mi baciasse. Mai e poi mai mi sarei
aspettata di ricambiare il bacio.
Non capii perché lo feci, forse perché mi sentii
amata per la prima volta. Amata di quell’amore che non avevo
mai ricevuto da nessuno, neanche dai miei genitori, neanche da Devonne,
neanche da Zayn. Perché ora era tutto molto più
chiaro: Zayn aveva tremendamente ragione quando diceva che non sarebbe
mai riuscito ad amare. Perché non sapeva come si facesse , e
non si insegna ad amare. Perché era capace di accettare di
buon grado tutto quello che eri disposto a dargli, ma non riusciva a
dare mai nulla in cambio. Perché Zayn aveva dato tutto il
suo amore al fratello, che ora era stato mangiato dai vermi,
così come Devonne.
Perché eravamo tutti e due troppo attaccati a qualcuno che
non c’era più, e che non sarebbe mai ritornato
indietro.Perché l’oscurità
deve essere placata e affievolita dalla luce, ma che succede se non
c’è luce? Se c’è SOLO buio?
Il bacio con Liam fu dolce e sereno, senza lacrime trattenute,
e pensieri negativi. Senza pensare alle conseguenze e senza aver paura
di una reazione. Il bacio con Liam fu come tutti i baci che si
scambiano le coppie normali, senza richiesta d’aiuto, senza
paura di annegare.
E fu anche tremendamente sbagliato.
E lo sapevo, maledetta me, lo sapevo. Anche perché mentre
cingevo il suo collo con le mie braccia e passavo le mie dita nei suoi
capelli ramati, sentivo dentro le ossa il profumo di Zayn, il suo
sapore aspro e maledetto. Mi mancava già dopo una settimana.
Mi mancava tutto di lui.
Perfino i suoi demoni.
Ma dovevo dimenticarlo. Stavolta dovevo farlo davvero,
perché mi aveva rifiutato più volte, e non potevo
soffrire così, per quanto masochista fossi. Quello era
troppo anche per me. Dovevo dimenticarmi di lui, e far sbiadire il suo
ricordo. Dovevo cancellare dalla mia mente ogni immagine di lui, ogni
immagine con lui. Dovevo lavarmi fino a strapparmi la pelle a pezzi,
pur di far scomparire il suo odore. Dovevo sturarmi le narici con
l’acido. Dovevo dimenticare il suo tocco freddo sulla mia
pelle, i suoi baci umidi sul mio collo.
DOVEVO VOLTARE PAGINA.
DOVEVO DIMENTICARE.
E chissà, magari il metodo di Zayn funzionava.
‘Melinda, io…’ iniziò Liam,
quando ci staccammo.
‘Shh’ lo zittii ,con un dito sulle labbra.
‘Liam, stà zitto e baciami’.
Comunque, ero la persona e l’amica peggiore di questo mondo.
°°°
Dopo alcuni minuti, spinsi Liam sul mio letto, e mi arrampicai su di
lui, con una gamba da un lato e l’altra dall’altro.
Lui si lasciò sbottonare la camicia a quadri neri e rossi, e
mi aiutò a sfilargliela. Con le mie mani gli accarezzai
tutto il torace muscoloso, per poi baciarlo di nuovo, stavolta con
molta più foga. Lui mi spinse sotto, salendomi sopra e
sfilandomi il top, per poi avvicinare la testa nell’incavo
del mio collo e succhiare avaramente. Eppure era incredibilmente dolce
anche quando mi faceva un succhiotto.
Gemetti e lui mi seguì poco dopo. Con la mano destra
accarezzava delicatamente la mia pelle. Profumava di vaniglia. Persino
fare sesso con lui profumava di vaniglia. Avvolsi le mie braccia
attorno al suo bacino e lo avvicinai di più a me,
ricambiando il favore e facendogli un succhiotto a mia volta. Lui
sorrise. Solo che io fui molto più violenta, e sentii il
sapore del suo sangue ,dopo pochi secondi. Maledizione, anche il suo
sangue aveva il sapore del miele! Non potei fare a meno di paragonarlo
a quello di Zayn, ovviamente molto più aspro. Il sangue di
Zayn Malik era il sangue di un diavolo trovatosi per sbaglio in
paradiso, quello di Liam era il sangue di un angelo
nell’inferno.
Strinsi il suo bicipite fino a farmi le nocche bianche. La mia era una
richiesta d’aiuto, e sapevo che alla fine l’avrei
chiesta a Payne, solo che non avrei mai immaginato il modo. Ero in
reggiseno, con solo un jeans, e lui lo stesso. Fu allora che gli
sbottonai la cerniera del pantalone nero a cavallo basso, e glielo
sfilai lentamente. Gemette. Salii di nuovo sopra di lui, come se fosse
un gioco, e davanti ai suoi occhi, mi sedei e mi sbottonai da sola il
reggiseno verde, facendolo cadere a terra.
Lessi nei suoi occhi il desiderio, non appena mi vide mezza nuda. Ma
non avevo ancora finito.
Mi alzai dal letto e mi posizionai dinanzi a lui. Mi sfilai il jeans, e
molto lentamente, anche le mutandine. Lui rimase a dir poco sconvolto
dal mio comportamento, e lessi nei suoi occhi…ansia. Si
alzò anche lui dal letto, senza aspettare che lo
raggiungessi, e mi si lanciò letteralmente addosso,
sbattendomi contro il muro e baciandomi con foga.
Poi, gli sfilai il pantalone.
°°°
Liam era appena entrato dentro di me, dopo due ora di preliminari.
Eravamo stesi sul mio letto, con un semplice lenzuolo rosa a coprirci,
e lui nascondeva la testa fra i miei capelli biondi. Aveva incrociato
le nostre dita, perché aveva paura di farmi male.
‘Sta tranquilla, non ti faccio male’.
No ,per favore. Tutto ma
non quella frase. Mi pervase un senso di vuoto incredibile.
‘Liam , per favore, fammi male’. Lui mi
guardò sconvolto e dubbioso. ‘Cosa?’.
‘Fammi male, ti prego’. Non disse più
nulla, ma non mi fece male comunque. Avevo sopportato molto di peggio,e
quello non era proprio nulla al confronto. Piansi lo stesso. Ma non per
il dolore, anche se Liam non se ne accorse, e credendo che fosse
perché mi stesse facendo male, uscì subito da me.
Non appena lo vidi in faccia piansi ancora di più e lo
strinsi a me. Lo strinsi forte, e quello non era un semplice abbraccio.
Erano delle scuse.
‘Liam, voglio sentirti, rientra ti scongiuro’.
Lo dovetti convincere per un bel po’, ma alla fine
obbedì. E dopo molte lacrime, raggiungemmo
l’orgasmo insieme, solo che dalla mia bocca non
uscì nessun gemito. Neanche più lacrime, dai miei
occhi. Perchè mentre venivo, avevo ansimato
‘Zayn’.
°°°
‘’
Ti cercavo per averti. E più ti trovavo, meno eri
mio’’.
ZAYN’S POV
Non ricordavo neanche quale fosse il suo nome. Emily a casa non
c’era. Aveva i capelli rossi, era magrissima, e potevo
spezzarla. Ma non mi interessava. Entrai dentro di lei con una violenza
incredibile, anche dopo che lei mi disse ‘sto tranquilla, ma
non farmi male’. Forse fu quella frase a farmi scattare. O
forse ero ritornato ad essere il solito vecchio me. Crudele e
puttaniere. Senza Melinda non ero nessuno. Ma era meglio essere
nessuno, che essere qualcuno per lei.
Lei urlò e pianse fino allo sfinimento, supplicandomi di
uscire. Ma non la stavo ascoltando, e non l’avrei mai fatto.
Era solo una puttana, non meritava alcun tipo di rispetto. Quando uscii
da lei, senza che nessuno dei due fosse venuto, la vidi rossa anche in
viso, con gli occhi rossi e gonfi, e le mani tremanti. Con la voce
rotta, mi sussurrò ‘sei un
mostro’, prima di raccogliere i suoi vestiti e
andarsene, senza neanche prendersi i soldi.
Fanculo. Non avevo neanche dimenticato un bel cazzo di niente.
°°°
MELINDA’S POV
Morire.
‘’Sta morendo’’.
Che significato aveva quel verbo? Che voleva dire?
NESSUNO MUORE DAVVERO SE VIVE NEL CUORE DI CHI RESTA.
Odiavo correre e odiavo gli ospedali, eppure stavo correndo in un
ospedale. Coerenza al massimo. Odiavo anche piangere, ma stavo facendo
anche quello. E non solo quel giorno, ma da molto tempo a questa parte.
E poi l’immagine di Liam nudo su di me, continuava a
ripresentarsi nella mia testa bacata. Avevo sbagliato e non avevo
dimenticato proprio nulla. L’avevo lasciato a dormire nel mio
letto, gli avrei scritto un messaggio più tardi.
Ma l’avrebbe fatto chiunque avesse ricevuto una chiamata
dalla madre del bambino che ami, che ti dice in lacrime
‘E’ in rianimazione. Sta morendo. E’
finita’.
DIO TI PREGO, NON LUI. Quella scena l’avevo già
vissuta, comunque. Speravo nello stesso finale. Quando arrivai fuori
quella dannatissima stanza 104, vidi solo Zayn seduto, con i capelli
arruffati e il classico aspetto post-coito. Un’idea orrenda
si fece strada nella mia mente. Con chi era stato?
SMETTILA MEL, PENSA A JONATHAN.
Con non poco imbarazzo mi avvicinai a lui, e mi sedetti accanto.
Sospirai, con le lacrime agli occhi. A ripensarci, da come mi
squadrò, mi resi conto che anche io dovevo avere
più o meno il suo aspetto. Ti prego, non capirlo! Ma da come
mi gelò con lo sguardo capii che era stato il contrario. Ci
eravamo ‘traditi’ a vicenda, la stessa notte. La
notte in cui Jonathan stava rischiando di morire.
‘La madre è in rianimazione con lui’ mi
disse.
Quando mi era mancata quella voce…
‘Stavolta non ce la fa, Zayn’
dissi ,in preda al pianto e alla depressione ‘non
ce la fa’.
°°°
Mi svegliai di soprassalto per colpa di un’infermiera
cicciona e rossa, che per poco non mi strappò un braccio. Ci
misi poco per capire dove fossi, e perché. Ci misi poco per
capire in CHE posizione fossi. Io e Zayn ci eravamo addormentati dopo
due ore di attesa inutile. E la mia testa era sulla sua spalla, mentre
la sua testa sulla mia.
‘COME STA?’ chiesi di soppiatto
all’infermiera.
‘Vuole vedervi’ disse,prima di scomparire. Forse
stava bene. Oh dio.
Svegliai Zayn
‘’delicatamente’’, urlandogli
un ‘alzati testa di cazzo’.
°°°
‘Sto bene, è la quinta volta che me lo
chiedete’ ansimò Jonathan. Ma non stava bene. Non
l’avevo mai visto così bianco e così
magro. Con così tanti fili e flebo attaccati a quel
minuscolo braccino. Parlava a fatica, e avevamo dovuto convincerlo a
lasciare andare in bagno la madre. Anche Jonathan aveva paura, seppur
non lo dimostrava. Aveva paura di morire.
Ma la madre non poteva salvarlo, e nemmeno noi. Parlammo per dieci
minuti circa, prima che lui si addormentasse esausto, come se avesse
sorso una maratona. Era comprensibile. Quando all’improvviso
non capii più nulla. Le macchine cominciarono a fare un
rumore strano, inquietante e sinistro. Tutto stava
cambiando. Jonathan aveva iniziato a boccheggiare e tutto stava andando
a rotoli. Guardai Zayn sconvolta, sperando che lui sapesse che fare
‘CORRI A CHIAMARE UN MEDICO MELINDA, IL CUORE SI STA
FERMANDO, STA MORENDO’.
°°°
Con gli occhi lucidi e le mani tremolanti uscii
dall’ospedale, e vidi Zayn lì fuori. Sospirai.
‘E’ finita’ disse lui, tirando un sospiro
di sollievo. E lo imitai.
‘Sali in auto. Ti do un passaggio’ mi
ordinò. Perché quella non era una domanda, ed
erano le sette del mattino. Quando mise in moto la macchina e
partì gli domandai come stesse.
‘Sono vivo’ rispose. ‘Tu?’.
‘Sono viva anche io’. Poi, lessi qualcosa nei suoi
occhi. Come se volesse farmi una domanda ma non ne avesse il
coraggio.
‘Za…’ lo incitai.
‘Sei andata a letto con qualcuno stanotte?’
domandò di soppiatto. Lo sapevo che aveva capito.
‘Si’. Nella mia mente perversa sperai di farlo
ingelosire, ma i suoi occhi non lasciavano trapelare alcun tipo di
emozione.
‘Lo conosco?’.
‘Si’.
‘Non voglio sapere chi è’.
‘Perché?’.
‘Perché potrei spaccargli la faccia in mille
pezzi,e poi lo farei anche a te quindi non cercarmi e non parlarmi
almeno per una settimana’.
Mi irritò tantissimo. ‘Tu sei geloso di me, ma mi
lasci andare? Come ragioni? E poi vuoi farmi credere che tu non sei
andato a letto con qualcuna?’ urlai.
‘ERA UNA PUTTANELLA MEL!’ sbraitò lui,
ancora più forte. Piansi di nuovo. No basta.
‘Ferma questa macchina, voglio scendere’.
‘MAI’. Non mi resi neanche conto di quello che
feci. Mentre la macchina era ancora in moto aprii lo sportello.
‘SE NON TI FERMI ,MI BUTTO’.
Non ci pensò due volte a parcheggiare, e io scesi
dall’auto furiosa e delusa. Mi sarei fatta a piedi anche
tutta Londra ,pur di stare lontana da lui. Ma lui mi seguì.
E avevo già vissuto anche quella scena. Mi fermò
per un polso, ma mi staccai . ‘Mollami Zayn, è
finita perché mi segui?’. Lui mi bloccò
di nuovo,ma stavolta con molta più forza e mi
attirò a se, spingendomi poi sulla parte anteriore della sua
range rover. I nostri respiri erano affannati e solitari.
‘Ti seguo perché ti voglio,Melinda. Ti ho sempre
voluto’.
Non mi diede il tempo di dire nulla perché mi
baciò. Un bacio furioso e possessivo. Quando ci staccammo
notò il succhiotto sul mio collo. Quello di Liam.
‘Sei stata bene con lui ,tanto quanto con me?’.
‘No’.
‘Tu mi appartieni Mel. Sei mia’.
Hai visto Jonathan? Alla fine avevi ragione quando dicevi che ci saremo
sempre messi insieme. Eravamo come due calamite, due forze opposte che
si attraggono. E si distruggono. Perché ci saremo sempre
distrutti a vicenda, qualunque cosa fosse accaduta. Nonostante tutto
però, sono felice per te. Perché ora stai bene, e
sei sereno. E non avrei più altri problemi. Nonostante tutto
meriti questo, anche se è difficile da accettare. Se
stai bene tu, sto bene io.
Forse adesso starò bene.
Veglia su di me ,angelo.
Lo so che mi stai guardando.
Mi mancherai come l’aria.
PIANGO....
OODIO QUESTO CAPITOLO, DOVEVA ESSERE EMOZIONANTE ,E FORSE LO
E’, MA SE NON SUCCEDEVA TUTTO QUESTO NON POTEVO
PiU’ SEGUIRE LA TRAMA .
INNANZITUTTO, HO AGGIORNATO COSI’ PRESTO PERCHE’
NON CI SARO’ FINO A LUNEDI’ E NON POTEVO FARVI
ASPETTARE COSI’ TANTO<3
JONATHAN E’ MORTO, PER CHI NON L’AVESSE CAPITO
(CAPITAN OVVIO) E NON CREDETE CHE STIA BENE. E’ STATO MOLTO
DIFFICILE SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, ANCHE PERCHE’ LO AMO. ED
E’ GRAZIE A LUI, E AL DOLORE A LUI LEGATO, CHE FORSE MEL E
ZAYN SI STANNO RIAVVICINANDO. OVVIAMENTE CI SON STATE INCOMPRENSIONI, E
SONO ANDATI TUTTI E DUE A LETTO CON ALTRI (TRA CUI LIAM) PER
DIMENTICARE.
MA SI DIMENTICA UN AMORE COSI’ GRANDE?
H.
PS: PER IL MOMENTO HO INTERROTTO LA MIA STORIA ‘ANGEL AMONG
US’, PER IL SEMPLICE MOTIVO CHE VOGLIO DEDICARMI A QUESTA.
CHE FINIRA’ PER LA FINE DELL’ESTATE, E STO
PIANGENDO GIA’ DA ADESSO. PREVEDO CHE SARANNO
UN’ALTRA DECINA DI CAPITOLI <3
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Capitolo 22 *** it’s where my demons hide. ***
I MIEI
CONTATTI,POTETE CHIEDERMI QUALUNQUE COSA <3 AH, LEGGETE LA NOTA
D'AUTORE IN BASSO,IL PUNTO 3 E' VERY IMPORTANT (?)
TWITTER: https://twitter.com/demjstears
ASK: http://ask.fm/crediciidai
VOLEVO RINGRAZIARE
TUTTE VOI, SIETE INCREDIBILI.
''io non so
spiegarti cos'è l'amore. so solo che non appena mi dici
''devo andare'', sento un nodo alla gola e mi inizi già a
mancare''.
CAPITOLO 22
‘’Caro
Jonathan
Ricordi quando
dicesti che volevi essere il mio ragazzo? Non ti ho neanche dato un
bacio quando te ne sei andato, scusami. Ti ho dedicato un sacco di
canzoni ,sai? E ho deciso che ti dedicherò anche quella che
canterò al provino. Veglia su di me, mi fido.
Sembrerà strano, ma non sono triste. Infondo tu sei un
angelo, e gli angeli non sono fatti per stare sulla terra. Non ho mai
creduto tanto in Dio, non sono religiosa e credo che non lo
sarò mai,ma forse qualcuno lassù ha deciso di
farci incontrare, ed è stato un miracolo. TU MI HAI SALVATA
,JONATHAN. E non volevo scrivere una lettera strappalacrime, ma sto
piangendo come una stupida.
Forse è stato un bene che te ne sia andato, così
non sentirò più la tua voce squillante perforarmi
i timpani, e non condividerò più il MIO
pianoforte con nessuno.
Però non scomparire.
Pensami qualche volta e appari nei miei sogni.
Hai presente il detto ‘’chi trova un amico trova un
tesoro’’? ho avuto l’onore di arricchirmi
improvvisamente e di lavarmi con le banconote da 500 sterline.
Sei grandioso,Jonathan. E NON PARLERO’ MAI AL PASSATO.
Ovunque tu sia, con chiunque tu sia ,angelo, non dimenticarti
mai di noi diavoli sulla terra.
TI VOGLIO BENE
Melinda Gomez
PS: salutami Devonne e Jasper. E
NON MANGIARE TROPPA CIOCCOLATA’’.
Quando finii di leggere la lettera che avevo scritto a Jonathan Hale
,da quella chiesetta sulla collina si levarono fortissimi applausi, e
abbassando lo sguardo, avevo alzato il mio vestito nero ed ero
ritornata sulla panca a sedermi, vicino Zayn.
Voleva nascondere il suo dolore ma non ci riusciva granchè.
Quando la mamma di Jonathan mi aveva chiesto di leggere qualcosa
sull’altare, dopo di lei, avevo accettato senza pensarci. Non
lo avevo neanche salutato ,il figlio. Glielo dovevo, a lei e a lui.
Ovviamente l’aveva chiesto anche a Zayn, ma lui aveva
rifiutato, e la donna non aveva insistito oltre.
Avevo trattenuto le lacrime per tutto il tempo, in modo che la mia voce
non fosse rotta dal pianto, ma non appena mi ero seduta ero crollata.
Collassata.
Subito scesero dai miei occhi migliaia di lacrime silenziose, che
portarono via il poco trucco che avevo. Fu in quel preciso istante che
Zayn mi strinse la mano, intrecciando le nostre dita, mentre guardava e
ascoltava il prete . Lo guardai per un secondo. La mascella contratta,
l’altra mano stretta in un pugno, e irrigidito. Stava
trattenendo le lacrime.
E riuscì a non piangere per tutta la durata del funerale. I
suoi occhi si fecero lucidi solo nell’istante in cui la bara
di Jonathan fu portata fuori la chiesa. E io strinsi la sua mano ancora
di più.
Quel semplice gesto significava tanto per me.
Per tutta la cerimonia le
nostre mani restarono intrecciate. Come se si ompletassero a
vicenda. Come se ci avessero salvati entrambi.
°°°
‘La tua è stata davvero una lettera toccante.
Neanche tanto pesante. Grazie, sono sicura che avessi un ottimo
rapporto con mio cugino’ mi disse una ragazza rossa
fuori la chiesa,alla fine del funerale.
Mi ricordava vagamente
Devonne, nella sua camicia e gonna nere.
‘G-grazie. Si,
avevo un ottimo rapporto con tuo cugino’.
‘Piacere, sono
Jade’ esclamò, allungandomi la mano. I suoi occhi
erano gonfi e arrossati, segno che aveva pianto per tutto il tempo, e
non somigliava per nulla a
Jonathan.
Forse mi stavo
condizionando, ma sembrava la copia sputata di Devonne Gilbert.
Davvero.
‘Melinda
Gomez’.
Lei sospirò e
guardò la madre di Jonathan da lontano, distrutta mentre
ringraziava i parenti per le condoglianze.
‘Sai Melinda,
mio cugino è sempre stato fiducioso. Jonathan era convinto
di farcela, e non voglio neanche pensare alla sua faccia quando si è reso
conto che stava per andarsene’. Sussurrò.
‘Lo so. Sono
stata con lui per due mesi interi, quasi tutti i pomeriggi. Soffro
tanto per lui’.
‘Che teste di
cazzo che sono questi qui’ esclamò, indicando
tutti gli ospiti. ‘Alcuni di loro hanno visto Jonathan
l’ultima volta quando aveva tre anni, ed hanno le
palle di presentarsi e piangere’.
Capii subito che Jade era
una tipa molto sveglia, e abbastanza divertente, nonostante il suo
dolore.
Sorrisi.
‘Bhè, hai ragione, ma non spetta a noi decidere
chi lo volesse bene davvero’.
‘Eh’.
Poi notai che stava
fissando qualcosa, o meglio qualcuno. E chi poteva essere?
L’unico ragazzo
in camicia bianca e pantaloni a cavallo basso che attirasse
l’attenzione, anche quando faceva le condoglianze.
‘Oh mio Dio, che
Jonathan mi perdoni, ma chi cazzo è quel tizio?’.
‘Chi?
Zayn?’.
Okay, mi stavo irritando e
non sapevo neanche perché. Infondo Jade era simpatica!
‘Lo
conosci?’ domandò, scioccata.
‘S-si
è…’.
‘Ti scongiuro
presentamelo’ mi interruppe, sorridendo. ‘So che
non è il luogo opportuno, ma quel ragazzo è una
scopata!’.
Scopata?
SCOPATA? E va bene, ritirai tutto. Era irritante quella
ragazza. Una scopata? Solo io potevo scopare Zayn!
‘Ehm, non credo
sia una buona idea’ dissi.
Mi guardò
sconvolta e delusa. ‘E perché?’.
‘Perché
Zayn è il MIO ragazzo’ mentii. Dopo quel bacio, mi
feci riaccompagnare a casa, e non dicemmo più una parola. E
cominciavo a pensare che forse avevamo
sbagliato a non chiarirci.
E a proposito di
chiarimenti, dovevo ancora parlare con Liam.
OH MIO DIO MEL, CHE
DIAMINE DICI? SEI AD UN FUNERALE!
‘Oddio, scusami,
non l’avevo capito. Mi dispiace, i ragazzi delle mie amiche
sono ‘out’ per me’ sorrise ‘Mi
perdoni, Mel?’.
MEL? MEL? MEL?
Ero così
prevedibile?
Sorrisi, con sforzo.
‘Certo che ti perdono’.
Poi notai Zayn
incamminarsi nella mia direzione. Oh no, tornatene indietro! Proprio
ora doveva degnarmi di uno sguardo? Che figura di merda che si prospettava.
‘Zayn’
balbettai.
‘Si, mi chiamano
così’ rispose acido lui. Quando guardò
alla mia destra e vide Jade le sorrise, ma quel sorriso non era neanche lontanamente paragonabile
a quelli che riservava a me ,nelle sue giornate
‘si’.
‘Ciao’
accennò lei.
‘Ciao’.
Zayn parlava con lei, ma
guardava me. Mi guardava negli occhi. Bravo Zayn, continua
così.
‘Mel noi dovremo
tornare a casa ora’ sussurrò, nervoso.
I funerali erano
particolarmente deprimenti. A me ricordavano quello di Devonne, e a lui
quello del fratello, Jasper.
‘Si’
risposi, ringraziando Dio. Poi mi rivolsi cortesemente a Jade.
‘Allora io vado, ci vediamo in giro’.
‘CERTO’
esclamò lei, mentre mi abbracciava di getto. Rimasi
sconvolta e stritolata da quell’abbraccio. Somigliava sempre
più a Dev quella donna!
Quella donna che sarebbe
morta se non avesse smesso subito di abbracciare il MIO Zayn. Anche lui
rimase sconvolto e non ricambiò l’abbraccio,
anche se non si sottrasse.
‘Ci vediamo
Zayn’ esclamò lei, sorridente. Ero sicura che
dietro quel gesto non ci fosse malizia, ma mi urtò comunque.
Mi urtò ancora di più quando mi porse un
biglietto da visita con il suo numero sopra.
‘Chiamami,
così magari in settimana facciamo un giro’.
PERCHE’ DIAVOLO
L’AVEVA DATO ANCHE A ZAYN ALLORA?
°°°
Il silenzio che
seguì nella sua range rover fu addirittura imbarazzante e
carico di tensione. Stavamo malissimo entrambi per la morte di quel
bambino innocente, che aveva portato luce nelle nostre vite.
Ero
a terra, psicologicamente e fisicamente, e non c'era nulla che le
persone potessero fare per tirarmi su di morale. Jonathan era andato
via, morto, e nessuno poteva riportarlo indietro.
NESSUNO
AVEVA POTUTO SALVARLO.
E
mi sentivo praticamente impotente, perchè non ci ero
riuscita neanche io. Sarebbe stato inutile anche provare.
Dovevo distrarmi e smetterla di torturarmi con pensieri malsani.
‘Se non butti
subito quel bigliettino da visita giuro che ti trucido’
ringhiai, in auto.
Lui sorrise sotto i baffi.
‘E perché dovrei? Jade è
così carina’.
Che bastardo, voleva farmi
arrabbiare appositamente?
‘Zayn anche io
sono carina’ sputai. Al diavolo la timidezza, era proprio
arrivato il momento di chiarire una volta per tutte.
‘Anche Jade lo
è, però’. Era proprio un cretino
patentato.
‘Zayn quale
parte della frase ‘’brucia quel cazzo di
numero’’ non ti è chiara?’
replicai.
‘MELINDA, SEI
GELOSA?’ scherzò lui, ridendo.
‘Zayn non
c’è nulla da ridere’.
Tra le risate
riuscì ad articolare una frase di senso compiuto, e disse
‘Sei così carina quando fai la fidanzata
gelosa’.
‘Non sono
né la tua fidanzata, né gelosa’
replicai, fredda. Che si fottesse.
Avevo il ciclo, e si
vedeva comunque.
Lui si calmò.
‘Melinda non sai scherzare per nulla’
scherzò.
‘No infatti,
sono nervosa’.
‘Perché?’.
‘Forse
perché siamo appena stati su un carro funebre?’.
‘Si è
tristi ,in quel caso, non nervosi. Hai il ciclo, per caso?’
ironizzò.
‘SI’.
Lui tacque e trattenne a
stento le risate.
Poi arrivammo, finalmente,
fuori casa mia.
‘Ci sentiamo
Malik’ ribattei, scendendo e chiudendo la portiera. Lui
abbassò il finestrino e mi fece segno di avvicinarmi di
nuovo.
Lo raggiunsi.
‘Il
bigliettino l’ho buttato fuori la chiesa, comunque’.
°°°
MELINDA’S
MUM’S POV
Certe volte avevo una
maledettissima voglia di cambiare.
Di iniziare tutto daccapo.
Ma c’era qualcosa, qualcosa che non riuscivo ancora a capire,
che mi trascinava di nuovo giù ogni volta che cercavo di risalire a
galla.
Volevo bene a Melinda, lei
era la cosa migliore che mi fosse mai capitata. Eppure, quando ero
ubriaca, non riuscivo proprio a trattenere quelle parole che,sapevo,
l’avrebbero ferita a morte.
Melinda non meritava una
madre come me, e io non meritavo una figlia come lei.
Quella notte, dopo tre
anni di sonno tormentato da incubi continui e cupi, avevo sognato.
Avevo sognato mia madre, la mia adorata mamma. Quella che era morta per
quel maledetto incidente stradale ,otto anni prima.
Credo che da quel momento
fosse iniziata la mia depressione ,e che il mio matrimonio fosse finito
proprio per quel motivo.
Mi aveva detto,
sorridendo. ‘HANNAH ,RIPRENDI IN MANO LA TUA VITA. RIPRENDI
IN MANO LA VITA DI MELINDA, LEI HA UN DISPERATO BISOGNO DI TE’.
Ed era proprio quello che
avevo intenzione di fare. Per questo motivo, e per tanti altri, il
giorno seguente chiamai una clinica di disintossicazione.
‘Qual
è il suo problema,signora?’ domandò
un’infermiera, per telefono.
‘Sono
un’alcolista e non posso continuare ad esserlo. Mia figlia ha
un disperato bisogno di me’.
°°°
Dovevo sottopormi ad una
visita medica specializzata al torace , per vedere in che condizioni
fossero il mio stomaco e il mio intestino, prima di entrare in
riabilitazione.
Quando prenotai la visita,
e mi recai nello studio del medico, c’era solo una donna
davanti a me. Doveva aver avuto i capelli biondi, che ora erano sommersi da uno
strato di capelli argentati.
Era magrissima, e aveva un
volto ancora più stanco del mio.
Mi sedei accanto a lei,
abbastanza sicura che non volesse fare conversazione.
Ed invece la buona
educazione ebbe la meglio, e parlò. ‘Che visita
deve fare?’ mi chiese.
‘Allo stomaco e
all’intestino, lei?’.
‘Mi fa molto
male la schiena ultimamente, devo solo farmi dare
un’occhiata’ sussurrò. Doveva essere una
donna dolce, scura di pelle.
‘Piacere, mi
chiamo Hannah Calder’ esclamai ,porgendole la mano, che
subito afferrò.
‘Trisha. Trisha
Malik’.
°°°
Stavo bene, a parte
qualche rimprovero da parte del medico, stavo bene.
Potevo curarmi.
Per tutto il tempo avevo
parlato con Trisha, che si era rivelata una donna d’oro.
Sebbene si vedesse che stesse male, era sempre sorridente.
Ci eravamo addirittura
date un appuntamento il giorno seguente al parco, per fare una
passeggiata insieme. Era la mia prima amica dopo tanto tempo.
Forse quello era un nuovo
inizio, per me e per Melinda.
°°°
MELINDA’S POV
‘Perdonami Liam,
ma…’.
‘Ma siamo come
fratelli’ concluse lui. Mi sorpresi.
Lo facevo più
tosto.
‘Melinda ,Kally
mi ha lasciato perché era convinta che ti amassi, e ne ero
convinto anche io. Per questo voglio dirti grazie’.
‘P-perché?’.
‘Prima di tutto
perché mi serviva uno scossone, e poi perché ho
capito. Ho capito che non ti amo. Che avevo distorto quel sentimento di bene profondo che ho nei
tuoi confronti. Quando abbiamo fatto l’amore ,io non ho
sentito quello che si dovrebbe sentire…’.
‘Non hai sentito
le farfalle nello stomaco e le mani tremare’ lo anticipai.
‘Esatto. Nulla
di tutto questo. Mi è servito per capire, e credo sia
servito anche a te. Poi, quando sono entrato dentro di te, hai
sussurrato il nome di Zayn’.
‘Lo
so’ ammisi,imbarazzata.
Lui si avvicinò
di più a me, e mi abbracciò. ‘Mi
dispiace tanto Mel, per tutto quello che ti ho fatto passare. Hai la
mia benedizione, infondo Zayn non è
proprio perfido’.
‘E tu come fai a
saperlo?’.
‘Gli ho parlato
,stamattina’.
Per poco non svenni. Cosa?
Oh cristo, che aveva fatto?
‘EH?’.
*FLASBACK*
LIAM’S
POV
‘Zayn
non sono pentito di averti detto la verità, ma Melinda ha
ragione quando dice che si è innamorata davvero’
sussurrai.
‘Come
mai ,tutto ad un tratto, la difendi?’.
‘Ti
ama Zayn. Te lo posso assicurare. E mi dispiace, per tutto’.
‘Sei
stato tu ,vero?’ domandò. E io non capii.
‘A
fare cosa?’.
‘Sei
stato a letto con lei?’. Era inutile negare, tanto
l’aveva capito.
‘Si,
ma ci siamo pentiti entrambi, ne sono convinto. Quando…si
insomma quando… comunque ha ansimato il tuo nome’.
Lui
si pietrificò.
Era
così difficile per lui ammettere che Mel lo amasse? Era una
ragazza straordinaria.
‘E
cosa dovrei fare ora, Payne?’.
‘Non
lo so. Ma sappi che tu sei l’aria che respira’.
‘Non
la merito’.
Mi
avvicinai a lui, e gli poggiai una mano calda sulla spalla.
‘Si che la meriti’.
*FINE
FLASHBACK*
MELINDA’S
POV
‘Liam mi hai
fatto fare una figuraccia’ sbuffai.
‘Non gli ho
detto nulla che lui già non sapesse’.
Ed era maledettamente e
completamente vero. Ma cosa dovevo fare ora? Qual’era la cosa
giusta da dire?
‘E ora che cazzo
faccio?’.
Lui parve pensarci un
attimo,prima di darmi una leggera spinta. ‘Vai da lui,
diglielo tu stessa che lo ami’ ordinò.
‘Ma…’
‘VAI’.
Presi di scatto la mia
borsa ,e feci per uscire dal locale dove stavamo bevendo un succo.
Prima però mi voltai verso di lui, verso il mio migliore amico, e
sorridendogli ,mimai con le labbra un ‘GRAZIE’.
HERE I'M(?).
ALLORS:
SCUSATE PER IL RITARDO, SOLO CHE COME SAPETE HO AVUTO DA FARE LOL.
COMUNQUE DEVO DIRE ALCUNE COSE:
1- GRAZIE MILLE! 17 RECENSIONI! 17! IO
MUOIO. GIURO CHE MUOIO HAAAHAAHAHA.
2- CHE NE PENSATE DEL CAPITOLO? AMATEMI,
ANCHE PERCHE’ ANTICIPA UN GRAAAAANDE CAPITOLO C:
3- ASCOLTATE
BENE: SU FACEBOOK HO CREATO UN GRUPPO ‘EFP’ PER
PUBBLICIZZARE FF, CHIEDERE CONSIGLI E CONOSCERCI MEGLIO, QUINDI SE MI
MANDATE LA RICHIESTA E MI CHIEDETE DI AGGIUNGERVI, LO FACCIO<3 I
MIEI CONTATTI SONO IN ALTO AL CAPITOLO <3
CON QUESTO TOLGO IL DISURBO, PERCHE’ VI HO GIA’
ROTTO LE COGLIE ABBASTANZA HAHAHAA.
SE AVETE CRITICHE NON ESISTATE A FARMENE, GIURO CHE
MIGLIORERO’, DOPOTUTTO SONO ANCORA INESPERTA LOL
BACI, VI AMO
H.
|
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Capitolo 23 *** don't stress,don't cry, we don't need no wings to fly. ***
ATTENZIONE:
VOLEVO RINGRAZIARE @aqua_ PER IL BANNER MAGNIFICO <3 CHE NE
PENSATE?
AH, QUESTO E' IL MIO FACEBOOK, PERCHE' SICCOME NON HO TEMPO DI
RISPONDERE ALLE RECENSIONI, SE AVETE QUALCHE DOMANDA VI RISPONDO QUI'
: https://www.facebook.com/harryette.efpwriter.3
“Mi
sei rimasta accanto, passeggiando tra le schegge di una vita in
frantumi. Macerie, resti. Ma c’eri e resti”
CAPITOLO
23
Esistono
due tipi di sorrisi.
Quello
automatico, che ti scappa ogni volta che ascolti una barzelletta
divertente o una battuta di un tuo amico. Quello che appare
nell’istante in cui vai a scuola e vedi la tua pagella senza
nessun quattro. Oppure quando ti regalano il computer che volevi da
tanto tempo.
Anche
quando vai al concerto del tuo idolo, ti stampi sul volto
quell’esatto sorriso.
Poi
ci sono quei sorrisi che ti scappano nelle situazioni più
rare. Quando vedi un’amica che ti mancava tanto, quando
scopri di essere stata
ammessa all’università in cui volevi andare,
quando scopri che la persona che ami è guarita dalla
malattia che la tormentava.
Quel
sorriso che ti spunta ogni volta che il ragazzo che ami ti dice
qualcosa di carino, e il tuo corpo viene attraversato da brividi di
gioia.
Ed
era quell’esatto sorriso che avevo stampato in volto, mentre
correvo per le strade di Londra, diretta a casa di Zayn.
Quando
la domestica, sulla porta, mi disse che si era trasferito dal padre per
poco non svenni. Non sapevo dove diavolo abitasse Tito, e
non potevo aspettare di vederlo nella casa discografica per
chiederglielo.
Mi
feci estorcere l’indirizzo, anche se all’inizio la
domestica non voleva darmelo. Ero più che sicura che fosse
stato Zayn a chiederglielo.
Ma
perché non me lo aveva detto?
Insomma,
il padre abitava anche lui a Londra, non se ne era mica andato in
Florida? E allora perché non me ne aveva parlato? Forse era
vero, quello che diceva all’inizio. Forse davvero non contavo
nulla per lui. Si, non stavamo insieme, ma credevo che mi considerasse
almeno come un’amica.
NO,
MEL, STAVOLTA NON CI CASCHI. VAGLI A PARLARE!
°°°
Sarebbe
stato molto più facile scovare il bunker segreto di Bin
Laden piuttosto che quella reggia.
Era
praticamente ai confini della città, nascosta in un giardino
immenso, circondata da alberi secolari altissimi. E prima della porta
principale, c’erano due cancelli.
Oh
mio dio, forse Tito Malik è un dipendente della NATO!
Bussai
delicatamente per tre lunghissime volte ,davanti al primo cancello. E
solo dopo il quarto squillo qualcuno rispose al citofono,
probabilmente la domestica.
‘Cosa
cerca?’ domandò,acida.
‘Sono
un’amica di Zayn, ho bisogno di parlargli, potrebbe aprirmi
il cancello?’.
‘Non
faccio entrare persone sconosciute in casa e poi il signorino Malik
è uscito stamattina presto’.
‘E
dove è andato?’.
‘Non
è compito mio dirglielo, torni a casa ragazzina.
Arrivederci’.
E
attaccò.
Stupida
megera, ma perché diamine non parli? Oh, bene, ero nella
merda. Feci per andarmene, tanto era inutile rimanere lì
impallata.
Mi
ero fatta mezza Londra a piedi, correndo, e avevo consumato tutti i
miei soldi per prendere un taxi per LUI.
Per
dirgli che lo amavo.
E
non era neanche a casa, anche se dubito che mi avrebbero fatta entrare.
Mentre
camminavo, lentamente stavolta, sul marciapiede diretta a casa MIA,
vidi da lontano due ragazzi che si dirigevano verso di me. Che
volevano questi tizi alle unici e mezza del mattino?
Solo
quando furono vicini abbastanza riconobbi uno dei due. Zayn. Santissimo
e benedettissimo Zayn Malik! Non ero mai stata tanto
fortunata, ma quello era forse era un mio giorno
‘si’.
E
accanto a lui c’era…
Oh
santo Gesù Cristo, un ragazzo che era… se ci
fosse stata Jade l’avrebbe etichettato come
‘scopabile’ senza timore.
Aveva
dei capelli ricci scuri meravigliosi, morbidi da un miglio di distanza,
e gli occhi di un verde bottiglia più belli che avessi mai
visto in vita mia. E poi era alto e muscoloso e… insomma
perfetto.
Sperai
non avesse lo stesso carattere di Zayn, essendo suo amico, altrimenti
eravamo nella merda.
Prima
che mi si avvicinassero, mandai un messaggio a Jade, essendomi salvata
il suo numero in rubrica, dicendole di raggiungermi subito.
Così magari sarei stata sicura al mille per mille che non si
sarebbe mai più avvicinata a Zayn. Ovviamente, mi rispose
subito,
dicendomi che stava arrivando.
Non
potei fare a meno di pensare che fosse identica a Devonne.
ZAYN’S
POV
‘Che
diamine ci fa’ Melinda lì?’ chiesi,
riconoscendola ad un kilometro di distanza. I suoi capelli biondi non
passavano mai inosservati. Non
ai miei occhi, almeno.
‘Ah,
e così è quella la famosa Melinda
Gomez?’ ironizzò Harry.
Dio,
quando faceva lo spavaldo mi veniva una voglia immensa di strozzarlo
con le sue stesse palle.
‘Si,
è lei. Rallenta’.
‘PERCHE’?’
urlò.
‘Vuoi
abbassare la voce, testa di cazzo?’ sputai.
‘Zayn
,la ragazza ti piace proprio tanto. Peccato che da così
lontano non riesco a vederla bene’ disse.
Meglio
così, Harry versione ‘puttaniere’ faceva
leggermente paura.
Quando
ci avvicinammo un po’ di più, espresse le sue
opinioni. ‘Alla faccia di tutti i cazzi del mondo,
è proprio bona’.
Ricevette
una gomitata nello stomaco quasi subito. Lo sapevo,io.
‘Hey
amico, calma. Ho solo detto che è carina’ si
giustificò.
‘No,
ha detto che è bona’.
‘E’
la stessa cosa, minchione’ sorrise.
‘No
che non lo è’.
‘Si
che lo è. Ed ora andiamola a salutare’
esclamò.
Prima
che potessi dire o fare qualunque cosa, mi strattonò per un
braccio e mi condusse a passo svelto verso di lei, che ci stava ormai
osservando accigliata.
‘Zayn’
disse, piatta.
Mi
avvicinai e le scoccai due baci sulle guance, sussurrando
‘Melinda’.
Non
ebbi il tempo materiale per dire nulla, che Harry si fece avanti
allungando la sua enorme mano.
‘Piacere
sono Harry Styles, il suo migliore amico’.
‘Si
fa per dire’ lo corressi io, e lui ricambiò la
gomitata.
Melinda
sorrise. ‘Piacere, Melinda Gomez, ma puoi chiamarmi
Mel’.
‘Oh
lo so. Mi manca poco e saprò anche il tuo codice fiscale,
Zayn mi ha gonfiato le palle’ scherzò.
‘CHI
HA GONFIATO LE PALLE A CHI?’.
Bene,
ci mancava solo Jade Hale, ora.
°°°
MELINDA’S
POV
Harry
era simpatico e carino, fatto al cento per cento per Jade. E infatti
andarono subito d’accordo.
Un
applauso a Styles, che aveva avuto la magnifica idea di andare a mare,
costringendo me e Zayn con la forza. Ovviamente, Jade non
vedeva l’ora di passare una giornata con lui.
‘Scopate
in piedi da un’altra parte’ sbraitò Zayn
quando, arrivati a mare e avendo già affittato due
ombrelloni, Jade ed Harry si stavano
asportando le tonsille a vicenda. Neanche mezza giornata, e
già si baciavano? Certe persone sono proprio strane, e Harry
era molto
diverso da quello che voleva far credere utilizzando quella sua faccina
da angelo smarrito.
Zayn
andò a farsi il bagno, in un’acqua pulitissima ma
troppo fredda per i miei gusti, quasi subito. E stette a mollo per un
‘ora! E lui era
quello che non voleva venire a mare.
Mentre
Jade ed Harry erano andato al lido a comprarsi un gelato. Certo, come
se ci credessi. Ed io ero tranquillamente stesa sul lettino
azzurro in compagnia di un libro che avevo iniziato a leggere da poco,
‘’Il buio oltre la siepe’’, che
ci era stato assegnato per le vacanze
estive.
Ero
così impegnata a leggere che non feci caso a Zayn, e al suo
corpo assurdamente perfetto, che usciva dall’acqua, bagnato
da tante
gocce gelate. Non si asciugò neanche. Ma non aveva
freddo,cazzo?
Feci
finta di non notarlo, anche se lo sentivo benissimo, e sentivo anche
che mi stava perforando il cranio con lo sguardo. Improvvisamente
mi vergognai di essere in costume, anche perché prima di
allora, ero andata a mare solo con Dev e Liam.
All’improvviso
gelai. Ma gelai di brutto, per poco non divenni un cubetto di ghiaccio.
E perché? Perché Zayn Malik si era steso di sua
spontanea volontà di fianco a me.
‘Ah’
urlai ‘Zayn scendi subito da questo lettino, sei gelido e
bagnato!’.
‘Lo
so’ rise, sotto i baffi.
Che
bastardo, madonna mia. Doveva infastidirmi anche in spiaggia?
‘Zayn
ti prego’ piagnucolai, cercando di fare la dolce e
impietosirlo, ma non funzionò, anzi peggiorò la
situazione. Perché per dispetto Zayn
mi strinse forte a se, incastrando la mia testa nell’incavo
del suo collo. Cercai di divincolarmi, ma era inutile. Zayn era troppo
forte per una
come me. Così mi bloccai, sperando di abituarmi presto a
quel freddo.
E
dopo un po’ di tempo mi ci abituai.
‘Rosica
Malik, mi sono abituata al tuo gelo!’ ironizzai.
‘So
anche questo’.
Ebbi
come l’impressione vaga che non si riferisse solo al freddo
del suo corpo dopo il bagno, ma al freddo che c’era dentro al
tuo cuore.
Così
esclamai ‘stai diventando caldo’.
‘Dici
sul serio?’ domandò, alleggerendo la presa per
permettermi di guardarlo negli occhi scuri. Erano bellissimi,
più di quanto ricordassi.
‘Orecchio
sul cuore’ dissi, riavvicinandomi a lui e poggiando
l’orecchio sul suo cuore. Ora stava battendo particolarmente
veloce. Sorrisi.
‘Già’
sussurrò.
OH
MEL, FORSE HA USATO LA SCUSA DI FARTI DISPETTO CON IL CORPO FREDDO PER
ABBRACCIARTI.
Ma
a cosa pensavo? Assurdo.
‘Zayn?’.
‘mhm?’.
‘Stamattina
sono venuta a cercarti. Perché non mi hai detto che ti eri
trasferito da tuo padre?’ chiesi, balbettando.
‘Perché
è stata una decisione improvvisa’.
Era
diventato improvvisamente piatto e freddo.
‘Zayn,
non voglio che tu ti trasferisca per causa mia, ok? Se l’hai
fatto per me, basta che tu lo dica. Se ho fatto qualcosa di sbagliato
non lo
rifarò mai più, giuro. Se vuoi posso uscire per
sempre dalla tua vita, ma non voglio sentirmi in colpa
e…’.
Mi
zittì stringendomi ancora di più e annusando
l’odore dei miei capelli.
‘Non
l’ho fatto per te ,ma per me. Non c’entri nulla,
fidati. E poi sai benissimo che non ti chiederei mai di
andartene’.
Quelle
parole mi scaldarono il cuore in un modo incredibile e mai provato. Ed
anche allora spuntò ‘quel’ sorriso vero.
‘Grazie’
sussurrai, sulla sua spalla, lasciandogli un bacio proprio
lì. Finsi di non dar retta ai miei pensieri, che
continuavano a ripetermi che
ci stavamo comportando come due fidanzati. Quanto avrei voluto che
fosse stato vero!
‘Melinda
Anne Gomez’.
‘Presente’
scherzai.
‘Vuoi
venire a fare un bagno con me?’.
‘Assolutamente
no’.
Naturalmente
non era quella la risposta che voleva, così mi prese sulle
spalle, cogliendomi di sorpresa. A nulla servirono i miei schiamazzi,
perché mi gettò a peso morto nell’acqua
completamente gelata.
‘Vaffanculo
Malik, dio santo quanto ti odio!’ urlai, nuotando e cercando
di scaldarmi. Un momento: perché lui non era ancora in
acqua? E
così era fredda anche per lui, bene. Andai
sott’acqua e ,prendendolo per la caviglia sinistra, lo tirai
giù, facendolo immergere in mare.
Quando ritornò a galla, mi guardò sornione. ‘Non
riusciresti mai ad odiarmi tanto quanto ti odio io’.
‘Tu
non mi odi Zayn, tu sei innamorato di me, non potresti’.
Non
appena pronunciai quelle parole, si avvicinò
vertiginosamente a me. ‘Anche tu sei innamorata di me,
Gomez’.
‘Non
l’ho mai negato,mi pare’ ironizzai.
Lui
sorrise.
‘Zayn,
ti manca?’ domandai, di soppiatto, spezzando il nostro
rumoroso silenzio.
Zayn
capì subito che mi stavo riferendo a Jonathan. Dopotutto
erano passate solo due settimane dalla sua morte, ed era inutile dire
quanto
mi mancasse.
Solo
che Jonathan non avrebbe voluto che mi deprimessi ,come dopo la morte
di Devonne. E neanche lei l’avrebbe voluto. Chissà
a cosa
stava pensando ora, vedendo me e Zayn in quel modo. Solo un anno prima
non avrei mai immaginato di poter andare a mare con Zayn
Malik ed un suo amico fighissimo, e desiderare ardentemente che mi
baciasse.
‘Sempre’.
‘Anche
a me . Mi sento così sola senza di lui’mi
lasciai sfuggire. Zayn non sapeva di mia madre e di come stessi in pena
per lei. Era da
due giorni ,però, che la vedevo quasi…bene. Solo
che non volevo illudermi.
‘Non
sei sola’.
‘No?
Persino tu te ne sei andato’.
‘Io
non me ne sono andato’.
‘Si
che lo hai fatto. Zayn ho persino rovinato la mia amicizia con Liam,
anche se lui dice il contrario. Per me non sarà mai
più come prima,
non dopo che l’ho portato a letto’.
Lui
si avvicinò, e poggiò le sue mani fredde sui miei
fianchi, attirandomi di più a lui.
‘Io.
Non. Me. Ne. Sono. Andato. E non parlare più di te e Liam,
perché mi infastidisce terribilmente’.
‘Zayn
ti sei trasferito!’ gli ricordai. ‘Se tuo padre
avesse avuto una casa a New York anziché a Londra
saresti andato lì’.
‘Non sarei mai andato a New York. Non sarei mai andato via da
Londra, se questo avesse significato andarmene anche da te. Non sarei
mai andato neanche nella panetteria di fronte casa mia se tu non ci
fossi stata’.
Non
credevo a quello che aveva detto.
Era
stata senz’altro la cosa più dolce e carina che
mia avesse mai detto da quando lo conoscevo. E sapevo per certo che
l’aveva detta con il
cuore in mano.
Lo
abbracciai di rigetto, spingendolo quasi sott’acqua.
‘Me
lo prometti? Che non andrai neanche nella panetteria di fronte casa tua
,se non ci sarò io?’.
‘Te
lo prometto’.
Improvvisamente
tirai fuori un coraggio spudorato, dicendogli ‘Ci stiamo
comportando come due fidanzati’.
Lui
mi strinse ancora di più, se possibile.
‘Zayn,
vuoi essere il mio fidanzato?’.
Non
rispose. Lo sapevo che non dovevo dirglielo, maledetta la mia
boccaccia. Avevo rovinato tutto ,ancora una volta. Era sempre colpa mia.
Dopo
minuti che mi sembrarono ore, finalmente parlò, sussurrando ‘oh,
amore mio’.
E
quello lì fu sicuramente il bacio più bello che
ci eravamo mai dati fin’ora. Perché ce ne
sarebbero stati sicuramente altri. Ora era certo.
E
se per lui non lo era, avrei fatto di tutto per farglielo diventare.
JADE’S
POV
Era
maledettamente bello.
Non
riuscivo per nulla ad immaginare come cazzo avessi fatto ad
incontrarlo. Dovevo fare santa Melinda, subito!
E
poi Harry era così sexy quando mangiava il gelato. Penso che
fosse l’unico essere vivente sulla faccia del globo a cui
piaceva il gelato a
pistacchio e puffo! Ma dico, che razza di gusti sono questi?
Molto
meglio il mio ,a cioccolato e stracciatella.
Avrei
baciato quelle labbra per tutta la vita.
Avrei
assaggiato il sapore del suo sorriso.
Ci
si può innamorare di un sorriso?
‘Harry,
che genere di musica ascolti?’ domandai,di soppiatto, per
fare conversazione.
‘Mhm,
mi piacciono molto gli Oasis e anche gli Imagine Dragons non sono male,
le loro canzoni sono molto profonde’.
‘Ti
piacciono le canzoni profonde?’.
Dio,
perché non leccava me invece che quel maledetto gelato?
‘Suppongo
di si’ sorrise ‘a te?’.
‘Vediamo…mi
piacciono molto le canzoni di Adele e Rihanna. Si ,direi che ascolto
loro due, ma mi farebbe piacere conoscere qualche altro
cantante, magari un volto nuovo. Ci vorrebbe una svecchiatina nel mondo
dei vip’.
Che
sorriso, che fossette!
Scopabile
al centouno per cento.
E
non solo.
Non
potevo davvero aver voglia di avere una storia seria! Non dopo quello
che mi aveva fatto Stefan. Il solo pensarlo mi fece zittire, e mi
rattristai pensando al vuoto.
A
come ero stata male.
Poi
mi venne in mente anche Jonathan e mi venne voglia di sprofondare.
‘Jade
va tutto bene?’ mi domandò Harry.
‘Ehm…si’.
‘Qualcosa
non va?’.
‘Pensavo
a …mio cugino’ confessai. Preferii tacere su
Stefan, era ancora un tabù per me.
‘Mi
dispiace tanto, Zayn mi ha raccontato. Vedrai che adesso
starà sicuramente meglio, ne sono convinto’.
‘Dici?’.
‘Certo’.
Che
carino. Lo adoravo ogni secondo di più, ed era sicuramente
meglio di tutti i ragazzi con cui ero uscita, piacevoli come una
bottiglia
conficcata nel culo.
‘Harry
grazie, mi hai tirato su di morale. Ti devo un favore’.
‘Potresti
restituirmelo uscendo con me ,sabato sera’.
Me
lo ero sognato. Sicuro. Troppa acqua nelle orecchie.
‘Jade?’.
Oddio
,era vero?
‘SI.
CERTO, è…OVVIO’.
Sorrise
sotto i baffi. L’aveva capito tutto il lido, e anche tre lidi
dopo ,che mi piaceva. Ero così
‘estroversa’.
‘Ah
e… Jade ,ho considerato anche questo come un
appuntamento’.
HEREEEEE(?)
PRIMA
DI TUTTO VOLEVO SCUSARMI PER L'ORRIBILE RITARDO.
LO SO SONO PESSIMA HAHAHAHAHHAHA
OVVIAMENTE RINGRAZIO TUTTE LE RAGAZZE CHE STANNO RECENSENDO ,CHE HANNO
RECENSITO, E CHE RECENSIRANNO (?) POI, CON
LE LACRIME AGLI OCCHI, VI ANNUNCIO CHE LA STORIA E' AGLI SGOCCIOLI , MA
NON TIRATE UN SOSPIRO DI SOLLIEVO, PERCHE' LE
SORPRESE NON SONO ANCORA FINITE HAHAHAHAH
MANCANO PIU' O MENO CINQUE O SEI CAPITOLI, E LO SO CHE NE AVEVO
PROGRAMMATI DI PIU' MA POI L'FF DIVERREBBE TROPPO
DISPERSIVA:(
MA...NON VOGLIO FARE QUESTO DISCORSO ORA, PERCHE' CI PENSERO'
ALL'EPILOGO ,PERCHE' CI SARA' UN EPILOGO HAHAHAHAHAH
LOL.
HO UNA NOTIZIA BOMBA: HO GIA' SCRITTO IL PROLOGO DI UN'FF SU JUSTIN
BIEBER, E MI PIACE UN BOTTO ,QUANDO LA POSTO VI
AVVISO? ASDFGHJ
PERLANDO DEL CAPITOLO, FINALMENTE (SIA LODATO IL SIGNORE E LA MIA
TASTIERA DROGATA) MELINDA E ZAYN SI SONO FIDANZATI
*ESULTA*, NON SONO LA DOLCEZZA?
PER QUANTO RIGUARDA IL RESTO: AVETE VISTO? HO INSERITO IL NOSTRO RICCIO
PREFERITO HAHAHAHAHAH LUI E JADE NON SONO
ASDFGHHJ? AMO GLI ''JARRY'' LOL. NEL PROSSIMO CAPITOLO SI PARLERA'
ANCHE UN PO' DI LORO <3
VABBE', SICCOME QUESTO SPAZIO AUTRICE STA DIVENTANDO PIU' LUNGO DEL
CAPITOLO, VI LASCIO, SPERANDO DI NON AVERVI
DELUSO .
E OVVIAMENTE LE CRITICHE SONO BEN ACCETTE <3
VI AMO
H.
PS:
VI RICORDO CHE IL TRAILER E' QUI, PER CHI NON L'HA ANCORA
VISTO: https://www.youtube.com/watch?v=fwza6ZMGBX4
IL VIDEO SU MEL E DEV E' QUI: http://www.youtube.com/watch?v=2zzi3kGxSJ4
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Capitolo 24 *** do you believe in love?. ***
‘’Tu
sei il controsenso del ‘mi piaci da morire’ e
‘sei la fine del mondo’. Perché tu mi
piaci da vivere, e sei l’inizio del mio
mondo’’.
CAPITOLO 24
‘Vuoi svegliarti?’.
Mi rigirai con la testa dall’altro lato del letto, sbuffando.
Sentii qualcuno che mi strattonava un braccio e continuava a ripetermi
‘Melinda su le chiappe’.
Grugnii, come un cane rabbioso, convinta a non aprire i miei occhi per
nulla al mondo.
‘Melinda ti prego, alzati da questo letto, devo cambiare le
lenzuola’.
In quel momento sussultai e mi alzai di scatto. ZAYN NON POTEVA
CAMBIARE LE LENZUOLA. Solo quando ripresi completamente coscienza capii
che quella che parlava era mia madre.
‘Finalmente’ esclamò, con le mani sui
fianchi. Non aveva più le occhiaie o sbaglio? Nuovo
fondotinta? ‘Ah, Melinda la prossima volta che porti un
ragazzo a casa abbi la decenza di non farmelo trovare in mutande, e nel
tuo letto!’.
Oh cazzo. Zayn! Ma cosa prendeva a mia madre? Alle dieci di mattina era
nel bel mezzo del suo sonno tormentato. ‘Mamma ma
che…?’.
Non mi diede il tempo di finir di parlare ,perché si sedette
di slancio di fianco a me. ‘Mel, bambina mia, il ragazzo non
è niente male ma l’ho mandato a casa’.
‘Non volevo chiederti questo, la prossima volta a lui puoi
anche dargli un calcio in culo’ scherzai. E lei rise. Avete
idea da quanto tempo non vedevo la risata pulita di mia madre? Da
quanto non sentivo la sua voce non impastata? Il suo alito senza tracce
di alcool?
Ma che diavolo stava succedendo?
‘Mamma, come…come mai ,tutto ad un tratto, sei
così…?’.
‘Premurosa?’.
‘Esattamente’.
Lessi nei suoi occhi la delusione, come se fosse triste per tutto
quello che aveva fatto nell’arco di quegli orribili tre anni
d’inferno. Per me e per lei. ‘Melinda, mi dispiace
tanto, per tutto. Sono stata una madre pessima, mi sono comportata
malissimo con te e non lo meritavi. Io lo so che non si può
iniziare tutto daccapo all’improvviso, ma vorrei davvero
azzerare tutto e ripartire da zero. Non so se sarai
d’accordo, ma ho pensato che forse…forse dovremo
recuperare anche il nostro rapporto, non solo le nostre
vite’.
L’unica cosa che fui in grado di fare fu sgranare gli occhi,
e rimanere scioccata per un bel po’ di tempo, almeno fino a
che non parlai. ‘Io non
me lo aspettavo. Certo che voglio ricominciare, sono perfettamente
d’accordo mamma’.
Non pensai alle conseguenze quando l’abbracciai, anche se
l’avrebbe fatto lei se non avessi agito io. Avevo dimenticato
quanto fosse buono il suo dolce profumo di cannella, era da tanto che
non lo sentivo. Era da tanto che non abbracciavo mia madre, e che lei
non ricambiava l’abbraccio.
La sentii piangere e rimasi ancora più sconvolta, incapace
di dire una parola.
‘Melinda mi dispiace così tanto, mi sono persa tre
anni della tua vita. Perdonami’.
Mi fece una tenerezza immensa, e la strinsi ancora più forte
a me. La gioia nel mio cuore era incontenibile. ‘Mamma non
devo perdonarti perché non sono mai stata arrabbiata con te.
Non piangere, ti prego’.
Senza sciogliere l’abbraccio mi disse una cosa che mi
gelò. ‘Sono fiera di te, e di tutto quello che hai
fatto con quel bambino’.
‘Come fai a sapere di Jonathan?’.
‘Sei andata a trovarlo per mesi, ero ubriaca non
scema’.
A quel punto piansi anche io. Era un ricordo ancora troppo vivido nel
mio cuore per riuscire a trattenere le lacrime, che scivolarono lungo
il mio viso, umide e silenziose.
‘Mi manca così tanto’ soffiai.
‘Lo so’ aggiunse lei, accarezzandomi con fare
protettivo la schiena. ‘Sta bene ora, sai?’.
Annuii impercettibilmente ma lei mi capì, infondo
l’aveva sempre fatto. ‘Ora non piangere
più Mel’.
Quando ci staccammo ci asciugammo le lacrime nello stesso momento e
nello stesso identico modo, così scoppiammo a ridere, anche
se era una risata amara.
Quello ,era per me il giorno delle confessioni.
‘Mamma ,un po’ di tempo fa ho visto
papà’.
Lei si pietrificò, e mi guardò a fondo prima di
sussurrare ‘Dove?’.
‘Qui a Londra, e ci ho litigato. E’ finita,
stavolta è finita davvero’.
Mi riabbracciò di nuovo, come se volesse scusarsi da parte
sua. ‘Tu non lo meriti Melinda. Tu meriti di meglio. Meriti
ciò che questo mondo non può darti’.
°°°
La mia felicità era alle stelle mentre correvo,diretta a
casa di Zayn. O meglio ,a casa del padre. La stessa domestica acida
della volta scorsa, questa volta mi aprì la porta
e mi sorrise sorniona. ‘Buon pomeriggio signorina’.
Zayn gli aveva fatto una bella ramanzina, eh?
‘Buon pomeriggio a lei’ sputai, guardandola di
traverso. Lei mi accompagnò fino alla porta della stanza del
‘’signorino’’, visto che non
sapevo neanche dove fosse. Quando se ne andò ,di fretta,
capii che a Zayn non piaceva quando qualcuno entrava nella sua stanza.
Così bussai molto lentamente.
‘Melinda entra’ urlò lui,
dall’altro lato della porta. Tirai un sospiro di sollievo, e
abbassai la maniglia. Come se stessi andando alla forca, mi recai verso
di lui a passi di formica. Era steso sul letto ,senza maglia, con i
tatuaggi sul braccio in bella vista ed era davvero un attentato alla
mia salute.
‘Ti faccio paura adesso?’ scherzò, prima
di alzarsi e aprire le braccia ‘Vieni qui’.
Mi ci fiondai ,nelle sue braccia, come se fossero un’ancora
di salvezza. Mi strinsi forte a lui, facendo trapelare tutta la mia
allegria e il buon umore per il mio rapporto
‘’recuperato’’. Lo sentii
sorridere sotto i baffi, mentre respirava il profumo dei miei capelli
biondi.
‘Che succede?’ domandò, sorridendo, e
guardandomi negli occhi nocciola.
‘Nulla’ sussurrai, troppo velocemente per essere
almeno un po’ credibile.
‘Melinda, parla!’ scherzò.
Forse avrei seriamente dovuto prendere in considerazione
l’idea di raccontargli di mia madre. Dopotutto non avevamo
segreti, o almeno non più. Ma mi vergognavo troppo, un
po’ come quando si deve ammettere che ci si taglia, o che ci
si sente troppo soli per combattere. Eppure non avrei dovuto sentirmi
così! Insomma, ora avevo tutto quello che volevo: stavo con
Zayn, avevo chiarito con mia madre, mi ero lasciata alle spalle mio
padre, avevo incontrato Jade e stavo per fare un provino che
–forse- avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
Perché ,allora, c’era qualcosa che mi bloccava?
‘Zayn…non è niente. Davvero’.
Lui avvicinò il suo volto abbronzato al mio e ,a fior di
labbra, mi sussurrò ‘Lo sai bene che puoi dirmi
tutto,tu’.
Avrei tanto voluto che le sue parole fossero bastate. Che macchina
complessa che era la mente umana!
‘Zayn lo so. Tranquillo’.
‘E allora perché non parli? Avanti Mel,
c’è qualcosa che mi nascondi’.
‘MIA MADRE E’ UN’ALCOLISTA. Lo era. E
ieri ha deciso di andare in riabilitazione’ risposi,
velocemente. Giurai che se avesse detto di non aver capito nulla non
l’avrei ripetuto.
‘Ehm… mi dispiace Mel. Perché non me lo
hai mai detto?’ sussurrò, sinceramente imbarazzato.
‘Mi vergognavo. Mi vergogno ancora ,in realtà, ma
almeno ha deciso di farsi curare’.
‘Ti vergogni anche con me?’.
‘Mi vergogno soprattutto con te’ ammisi.
‘Perché?’ sussurrò.
Sembrava… non so, forse triste? Afflitto? Deluso? O forse
tutte e tre le cose assieme.
‘Perché non so mai come puoi reagire, che
cosa diavolo puoi dire. Sei imprevedibile, e
l’imprevedibilità mi fa incredibilmente
paura’.
Non ero mai stata sincera con nessuno ,in quel modo, in vita mia.
‘Io non sono imprevedibile, sono così
scontato’.
‘Ti sbagli Zayn. Sei ancora un mistero per me, giuro. Non
riesco proprio a …leggerti dentro’.
Era strano dire quelle cose mentre ci tenevamo ancora per mano. Era
strano dirsi quelle cose e basta, in verità.
‘Forse perché dentro non c’è
nulla’ soffiò.
Gli strinsi la mano ancora più forte, fino quasi a
stritolarla. ‘Questo non è vero, e lo
sai’.
‘Dici?’.
‘Dico. Sei un ragazzo meraviglioso, con dei sentimenti, vuoi
mettertelo in quella testa? Se non fosse stato così, ora non
staremo insieme. Se non fosse così non avresti
paura’.
Sorrise sornione. ‘PAURA DI CHE COSA?’.
‘Di me. Paura di amare. Cerchi sempre di alzare un muro di
pietra ogni volta che qualcuno si avvicina a te, tenti di spaventarlo
in tutti i modi,e magari ci riesci anche, ma con me non funziona Zayn.
Cambia tattica, davvero’.
‘Ti diverti a fare la psicologa,ora?’
replicò ,piatto. Ora si era arrabbiato, benissimo. Poi aveva
anche il coraggio di dire che non era imprevedibile!
‘Non sto facendo la psicologa. Sto cercando di aiutarti,
cazzo!’.
‘Non ci riesci. E poi non ho bisogno di aiuto’
urlò, mentre lasciava bruscamente la mia mano. Perfetto.
‘Zayn ma che ti prende?’.
‘Niente Gomez. Voglio stare solo, esci per favore’.
Ma non avevo intenzione di lasciarlo lì. Non avevo capito
che cosa gli era preso, e probabilmente non l’avrei capito
mai ,ma non l’avrei mai lasciato da solo. Le
persone che negano un aiuto sono quelle che ne hanno più
bisogno.
‘Non mi muovo. Se ne hai il coraggio trascinami con la forza,
e ti avviso che sono molto pesante’.
Lui sbuffò, e tonò a sdraiarsi sul letto,
guardando il soffitto bianco come se fosse la cosa più
interessante del mondo. Non mi guardò per un’ora
buona. Non disse nulla. Io mi sedei sulla sedia della sua scrivania e
aspettai. Avrei aspettato anche cento anni, tanto prima o poi gli
sarebbe passata.
‘Zayn hai intenzione di evitarmi ancora a lungo?’
mi lasciai sfuggire, dopo circa un’ora e mezza.
‘Mhm’.
‘Stai bene?’.
‘Mhm’.
‘Sicuro?’.
‘Mhm’.
‘Potresti smetterla di rispondermi a monosillabi?’
domandai ,stizzita.
‘Mhm’.
A quel punto persi davvero la pazienza. E non è che ne
avessi mai avuta granchè. Mi tuffai sul suo letto
matrimoniale e mi accovacciai esattamente sul suo bacino, portando una
gamba da un lato e l’altra dall’altro. Lui mi
guardò sconvolto, di certo non si aspettava questa reazione.
E rimase ancora più sconvolto quando avvicinai i nostri
volti e sussurrai ‘Io dico che hai smesso di parlare come un
dislessico’.
‘Melinda lasciami…’sussurrò,
ma non credei neanche per un secondo che lo pensasse davvero,
altrimenti non avrebbe mai stretto così forte le mie
natiche. Sapevo di aver ragione su Zayn. Sapevo che voleva allontanare
tutti solo per paura di amare, per paura di non esserne capace.
‘Zayn tu hai paura’ ribattei, convinta.
‘Io non ho paura di niente’.
E allora perché non mi guardava negli occhi? La mia tesi era
corretta, ci avrei messo la mano sul fuoco.
‘Zayn guardami’. Lui non rispose e non si mosse.
Era intenzionato ad evitarmi? Non mi sarei arresa stavolta. Con la mano
gli voltai di scatto la testa, fino ad incatenare il suo sguardo al mio.
‘Guardami’ soffiai. ‘Non avere paura. Non
c’è motivo per averne’.
‘Melinda quante cazzo di volte devo dirti che NON ho paura?
Paura di cosa poi?’.
‘Zayn mi hai detto che non devo vergognarmi con te. Tu
però fai lo stesso, ti prego’.
‘Io non mi sto vergognando’.
‘Si che lo stai facendo. Vuoi farmi arrabbiare
così me ne andrò e ti lascerò solo,
giusto? Prima di tutto, scordatelo perché non lo
farò mai. Poi non hai motivo di mentire. Lo so che hai
paura’.
‘MA PAURA DI COSA?’ urlò.
Okay, avrei perso le staffe, era certo come la morte. ‘PAURA
DI ME. HAI PAURA DI ME’ urlai a mia volta,ancora
più forte.
‘Io non ho paura di te, e ora scendimi di dosso’
ringhiò.
‘Si,è vero. Non hai paura di me. Hai
paura di quello che provi per me’.
‘E COSA PROVEREI PER TE? ILLUMINAMI!’
urlò.
‘TU MI AMI,ZAYN. Hai paura di me perché mi
ami’ sbraitai.
Lui mi guardò shoccato, e sbiancò. Mai in vita
mia l’avevo visto in quello stato, se non l’avessi
conosciuto fin troppo bene avrei addirittura avuto paura di lui.
Improvvisamente mi sentii stupida, e scesi di scatto dal letto,
prendendo la mia borsa dalla scrivania. Ora perchè cazzo
avevo gli occhi lucidi? Lo odiavo, Zayn, lo odiavo davvero. Nessuno
come lui era capace di farmi stare bene e male allo stesso tempo, di
farmi sentire in paradiso e l’attimo dopo
all’inferno, a marcire fra le fiamme. Lo odiavo
perché aveva il pieno controllo della mia vita, delle mie
azioni. E lo sapeva benissimo, e se ne approfittava fin troppo.
Perché sapeva che sarei sempre tornata, maledetta me. Sempre.
Scesi le scale ,che mi avrebbero portato al piano di sotto, come una
saetta. Ora nulla fermava più le mie lacrime.
Nulla mi impediva di uscire da quella casa e non tornarci fino a che
Zayn non si fosse calmato. Nulla mi impediva di chiudermi nella mia
stanza e fare delle ricerche su ‘’disturbi
mentali’’.
Nulla ,tranne Zayn. Era sceso anche lui, e mi aveva bloccato
trattenendomi per un polso. Mi strattonò, facendomi
girare,in modo da guardarlo negli occhi. Quando mi vide piangere
sgranò i suoi.
‘Mel ,non piangere’.
‘Non sto piangendo’ singhiozzai.
Lui passò i suoi pollici sulle mie guance umide, fino ad
asciugarle quasi del tutto.
‘Io davvero non ti capisco,Zayn. Hai la capacità
di esasperarmi e sei irritante’.
‘Mi dispiace, veramente. E’ solo
che…’.
‘Forse hai ragione tu’ lo interruppi
‘forse è vero che non riuscirai mai ad amare nel
vero senso della parola. Forse è vero che la ragazza che ti
farà dire ‘’ti amo’’
non è ancora nata’.
‘Mel, mi dispiace tanto, ma non riesco a prenderti
in giro…’.
‘Lo so’ lo interruppi ‘e lo apprezzo.
Seriamente’.
Lui sospirò e sorrise, avvicinandosi di più a me.
‘TI ADORO’ mi sussurrò.
‘Anche io ti amo’ esclamai, prima di baciarlo con
foga e passione. In pochi minuti ci ritrovammo di nuovo nella sua
camera ,stesi sul suo morbido letto. Che
profumava…d’amore.
CIAO.
ALLORA, INNANZITUTTO
GRAZIE PER LE RECENSIONI, SIETE TANTISSIME PER ME FCNSDJVCBNSIDJ.
POI, SICCOME IERI HO SCOPERTO CHE MI AVEVANO PLAGIATO ‘ANGELS
AMONG US’ MI SONO INCAZZATA DI BRUTTO. ANCHE SE HO CHIARITO
CON L’AUTRICE, QUESTE COSE MI MANDANO IN BESTA. IO CI PERDO
LE ORE CON LE MIE FF, E NON MI SEMBRA GIUSTO PER NULLA QUESTO
COMPORTAMENTO. CERTE COSE DANNO DAVVERO FASTIDIO.
PER QUESTO MOTIVO AVEVO DECISO DI CANCELLARMI DA EFO, E MI SONO
ISCRITTA A FANWORLD. SOLO CHE NON MI SEMBRAV CORRETTO NEI CONFRONTI
DELLE RAGAZZE CHE LEGGONO LE MIE STORIE, E COSI’ HO DECISO DI
NON CANCELLARE QUESTO ACCOUNT. PERO’,PENSO, CHE DOPO
AFTERSHOCK PRENDERO’ UN PERIODO DI PAUSA. CREDO, NON LO SO,
DIPENDE..
COMUNQUE, VISTO CHE NON VE NE FREGA (?), CHE NE PENSATE DEL CAPITOLO?
SCUSATE SE FA CAGARE GLI STITICI MA SONO NERA AHAHHAHAHA. NEL PROSSIMO
CAPITOLO SI PARLERA’ ANCHE DI JADE ED HARRY E SARA’
MOLTO PIU’ DOLCE (?).
DETTO CIO’, SPERO CHE NON SMETTIATE DI LEGGERE LE MIE FF, CI
RIMARREI DI MERDA. NON LASCIATEMI ANCHE VOI LOL
AH, AGGIUNGETEMI SU FACEBOOK,PERCHE' METTO SPOILER BFDBFVHS https://www.facebook.com/harryette.efpwriter.3?ref=tn_tnmn
VI AMO,SEMPRE
H.
PS: HO DECISO DI CONTINUARE ‘ANGELS AMONG US’
(SPERANDO CHE NON LA COPINO ANCORA) PASSERESTE? MI RENDERESTE PROPRIO
CBNUSDBFVSD <3
HO ANCHE POSTATO IL TRAILER. DURA DUE MINUTI, LO VEDETE, PLS? http://www.youtube.com/watch?v=5i50ZIQSg4w&feature=share
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Capitolo 25 *** audition. ***
''Perchè
forse ,in fondo, è vero che per capire cosa siamo dobbiamo
allontanarci e poi vederci da lontano''.
Capitolo 25
‘’Qual’è il tuo più
grande desiderio?’’ mi domandò Zayn,
mentre mi accarezzava il braccio nudo con la calda mano.
Eravamo svestiti, coperti solo da uno strato sottilissimo di lenzuola
bianche. Avevo la testa appoggiata sul suo cuore, sentivo i suoi
battiti, che andavano coordinati con i miei.
Non importava che fossero le otto del mattino, anche perché
avevo mandato un messaggio a mia madre dicendole che non rincasavo.
Mi sarei sorbita la su strigliata da NUOVA MAMMA PREMUROSA un altro
giorno.
‘Diventare…qualcuno. E comprare una casa a
Brooklyn,proprio vicino al ponte’’ sorrisi.
‘’Perché Brooklyn?’’.
‘Non lo so’’ ironizzai
‘’forse ,da piccola, vedevo troppo i
Robinson’’.
Lo sentii ridere. ‘’Si, li vedevo anche
io’’ esclamò,baciandomi la nuca.
‘’Il tuo?’’ chiesi di soppiatto.
Sospirò e non mi rispose. ‘Zayn?’.
‘’Che mia madre stia bene’’.
Mi si strinse il cuore. Avrei tanto voluto aiutarlo, aiutarla. Ma non
sapevo cosa fare.
‘’Starà bene’’
soggiunsi ‘’Te lo prometto’’.
‘’Mel, hai intenzione di salvare anche
lei?’’ scherzò.
‘’Non credo che ci riuscirei’’
risposi ‘’Credo che si salverà da
sola… presto’’.
Mi strinse palesemente più forte a se,quasi a stritolarmi,
come se avesse paura che potessi scomparire da un momento
all’altro.
‘’Grazie’’ sussurrò.
Ero più che sicura che l’avesse detto fra se e se,
e che non volesse farmelo sentire.
‘’Non si ringraziano le persone che ti
amano’’ risposi, arrossendo leggermente. Ora come
ora avevo paura della sua reazione.
Fu allora che notai i suoi miliardi di tatuaggi, il braccio era quasi
completamente coperto. 'Zayn non hai sofferto come un cane quando te li
sei fatti, tutti quei tatuaggi?'' chiesi, curiosa.
'Giusto un pò, ma ci ho fatto l'abitudine. Ho speso un
patrimonio per tutti questi cosi, anche se non posso dire di non
potermelo permettere' sorrise.
'Sono troppi'.
'Meglio averne tanti che non averne neanche uno' ironizzò,
sottolineando che ce l'aveva con me. In realtà un tatuaggio
ce l'avevo anche io, piccolo, ma l'avevo sempre tenuto nascosto anche a
mia madre.
'Chi ti dice che non abbia neanche un tatuaggio?' sorrisi, maliziosa.
'Ti ho vista nuda più di una volta, Mel, e posso garantirti
che non hai niente di niente'.
E così Zayn mi reputava troppo paurosa per fare un tatoo? Mi
alzai improvvisamente i capelli biondi, mostrandogli il retro del mio
collo, dove c'era una piccola scritta, con un carattere semplice.
'Incassa il colpo Malik' sorrisi.
Lui si avvicinò e osservò meglio il tatuaggio,
leggendo cosa c'era scritto. Non riuscivo a vedere il suo viso, visto
che ero di spalle, ma sapevo che non credeva ai suoi occhi . 'Come
facevo a vederlo ,se hai sempre e costantemente i capelli sciolti?'.
'Li ho sempre sciolti appunto per nasconderlo. E' un segreto, lo
sapevano solo Liam e Devonne'.
Poggiò una calda mano sul mio fianco, avvicinandomi di
più a lui. Poi lesse la scritta ad alta voce. 'NON SEI MAI
SOLA, QUALCUNO PUO' SEMPRE SALVARTI. Che cosa vuol dire?'
domandò.
'E' il pezzo finale di una canzone che avevamo scritto io e Devonne'.
'Di che parlava?'.
Sospirai, non l'avevo mai detto a nessuno. 'Lo so che
sembrerà strano e cretino, ma parlava di due migliori
amiche. Una di loro viene mollata di colpo dal fidanzato e l'amica
decide di vendicarla, ma si innamora del ragazzo anche lei. E deve
scegliere: la migliore amica, o il ragazzo' sussurrai.
Lessi l'incredulità negli occhi del mio ragazzo, non ci
credevo neanche io. Con la sola eccezione che Devonne era morta, era
tutto maledettamente identico.
'Wow' soffiò 'E alla fine chi sceglie la ragazza?'.
'Io e Devonne avevamo idee differenti. Lei voleva che la ragazza
scegliesse il ragazzo, io la migliore amica. Così abbiamo
deciso di non farlo capire, chiunque l'ascolta decide il finale'.
Faceva ancora male parlare di tutto quello.
'Come si chiamava la canzone?' sussurrò.
'AFTERSHOCK'.
Rimanemmo in
silenzio per non so quanto tempo, anche perchè Zayn sentiva
che stavo soffrendo, che stavo male. Poi parlò.
‘’Melinda promettimi che non te ne andrai mai.
Neanche se dovessi chiedertelo io stesso’’.
Mi spiazzò.
Dopo tutto quel tempo ancora non aveva capito che non avevo intenzione
di andarmene?
‘’Te lo giuro su chi vuoi’’.
‘’Per esempio?’’.
‘’Te lo giuro su Jonathan, su mio padre, su mia
madre. Te lo giuro su Devonne’’.
No.
Non ero pentita neanche un po’ di quello che avevo detto,
perché lo pensavo realmente. Fino ad allora avevo pensato
che non avrei mai potuto amare nessuno come amavo la mia migliore
amica.
Era un amore platonico.
Ma mi sbagliavo.
Ora, per quanto egoista fosse, il mio pensiero era un altro: non avrei
mai amato nessuno come amavo Zayn Malik. Il mio Zayn.
Mio.
‘’Melinda?’’.
‘’Dimmi’’.
‘’Io ti…’’.
Il mio cuore su bloccò all’istante. Lo guardavo
sconvolta, sperando che pronunciasse presto quelle fatidiche parole.
‘’Io ti ringrazio. Melinda tu sei la mia luce, se
mi lasci io ritorno nel buio’’.
Dopotutto non importava che non mi avesse detto
‘’ti amo’’, perché
quelle parole per me contavano molto di più.
Non erano da Zayn.
‘’Non
ti lascio Zayn. Ti giuro che non ti lascio
più’’ sussurrai.
‘’Posso farti una domanda?’’.
‘’Mhm’’.
‘’Come hai fatto a capire che ero davvero
innamorata di te,dopo che hai scoperto della vendetta?
Credevo… che non mi avessi perdonata mai
più’’.
‘’Non
l’ho scoperto’’ sussurrò.
‘’L’ho sempre saputo’’.
°°°
Indossai i miei jeans e la mia tshirt ,di fretta, diretta a casa mia.
Erano le dieci, e alle undici e mezza avevo le prove per il provino a
facto, stavo morendo d’ansia.
‘’Oggi, dopo le prove,
chiamami’’ disse Zayn, ancora a petto nudo, mentre
mi osservava come…come se fossi la cosa più bella
del mondo.
‘’Ovvio’’ risposi.
‘’Tu verrai a vedere il provino,
vero?’’.
‘’NON
ME LO PERDEREI PER NIENTE AL MONDO’’
esclamò, avvicinandosi a me e baciandomi con dolcezza.
Per me era molto importante che venisse.
Avevo espressamente vietato a mia madre di accompagnarmi,
perché lo stesso giorno aveva il primo incontro con il
gruppo di alcolisti anonimi.
Avevo invitato solo Zayn, Liam e Jade, che si sarebbe sicuramente
portata dietro anche Harry, visto che ora erano inseparabili.
‘’La canzone…te la
dedico’’ balbettai, per la prima volta sinceramente
imbarazzata.
‘’Che canzone è?’’.
‘’Quella che trasmise MTV la seconda volta che
abbiamo fatto l’amore’’.
‘’Grazie’’ mi
sussurrò, a fior di labbra. ‘’Ti adoro.
Meriti di veder realizzati tutti i tuoi desideri’’.
‘’Anche tu’’ sorrisi.
‘’A dopo’’.
Poi, a sorpresa, mentre stavo per uscire dalla sua stanza,
tirò un lembo della mia maglietta e mi attirò a
sé.
‘’Stanotte è stato incredibile. Sei
meravigliosa, e sei mia’’ esclamò ,con
un sorriso sornione e leggermente pervertito sul volto.
Arrossii come un peperone, ma non persi la mia sfacciataggine e
così gli sussurrai ‘’Se supero i provini
festeggiamo per bene,Malik. Ti faccio vedere io quanto sono
meravigliosa e tua’’.
Lui sorrise sornione, poi cambiò discorso. 'Stasera mia
madre ha...invitato un'amica a cena, quindi non penso che potremo
vederci'.
'Ma è meraviglioso' esclamai 'Ehm,non che non ci vediamo ma
che tua madre ha invitato a cena un'amica. E'...meraviglioso' sembravo
una cretina.
'Si, sono incredulo e felice anche io. Forse è...una svolta'.
'Ne sono sicura, amore'.
AMORE? L'AVEVO CHIAMATO AMORE? ODDIO MIO.
'Come mi hai chiamato?' sorrise.
'Ehm...non farci caso. Ci...ci vediamo domani'.
'A domani AMORE'.
Fu così che me ne andai, fingendo di non notare la leggera
pacca che mi diede sul sedere, mentre sorridevo maliziosa.
La giornata passò abbastanza lentamente, anche
perchè le prove mi avevano distrutto. La canzone che avevo
scelto era 'My heart will go on' di Celine Dion, canzone che -tra
l'altro- mi era sempre piaciuta.
Quando tornai a casa, distrutta, trovai mia madre tutta in ghingheri,
con un vestito rosso che non metteva da quando usciva il giorno di San
Valentino con mio padre. O meglio lo costringeva ad uscire. ERA PERFINO
TRUCCATA!
'Mamma ,cosa sta succendo? Esci?' domandai.
'USCIAMO ,IN VERITA',MELINDA' sorrise.
Era felice e spensierata come non la vedevo da molto, ed era positivo
ma non avevo affatto voglia di uscire. Volevo solo fare una doccia e
andare a dormire, magari dopo aver chiamato Zayn. 'Dove, scusa?'.
'A cena da una mia amica, voglio presentartela' esclamò
contenta.
Oh mio dio, volevo morire. Una cena? Con un'amica? Ero felice che
avesse un'amica ,ma che non mi coinvolgesse!
'Mamma ho sonno, voglio dormire'.
'Ti prometto che torneremo presto Mel, ti prego. E' importante per me'.
Sapevo che avrebbe sempre vinto lei.
Il ristorante che avevano scelto 'insieme' era abbastanza vicino, ed
era bellissimo. Mi ricordava vagamente qualcosa. Poi ricordai,
improvvisamente.
Era il 'romanitc sea' ,il ristorante dove io e Zayn eravamo andati la
prima volta.
Avevo già
deciso il giorno prima dove l’avrei portato. Dovevo farlo
innamorare no? Il ristorante che avevo scelto era su un lago enorme, e
aveva una vista splendida, visto che le pareti erano di vetro.
C’ero stata alla comunione di mia cugina e l’avevo
amato.
Avevo speso tutti i miei
risparmi per pagare in anticipo!
Avevo prenotato un
tavolo appartato vicino una pianta di tulipani, e che dava sulla parete
con la vista più bella del luogo.
BENEDETTO ROMANTICISMO!
‘Siamo
arrivati’ dissi, parcheggiando e spegnendo il motore,
ridandogli le chiavi.
Quando entrammo Zayn
rimase a bocca aperta. Era ricco di sicuro, ma non c’era mai
stato in quel posto, si vedeva.
‘Non sapevo
nemmeno dell’esistenza di questo ristorante, Melinda. Un
punto in tuo favore’ sorrise.
Mi percosse un brivido. Sembrava passata una vita. Ma le soprese non
erano ancora finite, perchè quando entrai sotto braccio con
mia madre, con il mio vestito viola e i capelli sciolti e arricciati
con la schiuma, riconobbi la donna e il figlio seduti al nostro tavolo.
'Melinda?' mi chiese Trisha, quando mi riconobbe.
'Zayn?' chiesi io, guardandolo.
'Ma questo non è il ragazzo che trovai quella mattina nel
tuo letto?' domandò mia madre, portando le braccia in vita.
La scena era comica e cercavo di non ridere. Alla fine scoppiammo a
ridere tutti e quattro, e la serata non fu poi tanto tremenda.
Non che io e Zayn-seduti vicini- sentissimo le nostre madri
più di tanto. Zayn era troppo impegnato ad accarezzarmi la
coscia, e io troppo impegnata a stringergli la mano. Avevamo fatto
anche le presentazioni ufficiali, ora.
'Sei bellissima' mi sussurrò.
'Tu lo sei sempre'.
°°°
''Le mezze misure
sono per le mezze persone''.
JADE’S POV
‘’Stanotte è stato incredibile. Sei
meravigliosa e sei mia’’ mi sussurrò
Harry, mentre eravamo sdraiati e nudi sul suo letto.
‘’Se mi vuoi, sono tua’’.
‘’Ti ho sempre voluta’’.
Quello fu sicuramente il terzo bacio più bello della storia
dei terzi baci. Harry era perfetto, e stava con me!
Impossibile.
‘’Poi ,magari, un giorno mi lascerai piastrare i
tuoi bei ricci’’ esclamai, accarezzandoli e
torturandoli ripetutamente.
‘’Mai Hale’’ sorrise ,per poi
stringermi a se.
‘’E’ un po’ presto se ti dico
che ti amo?’’ mi chiese dolcemente.
‘’E’ un po’ presto se ti dico
che ti amo anche io?’’ ribattei sorridente.
‘’Harry però non farmi soffrire anche
tu’’ mi lasciai scappare, e me ne pentii
all’istante.
‘’Chi ti ha fatto soffrire?’’.
Sapevo che l’avrebbe chiesto e sapevo anche che questo
momento sarebbe arrivato. Parlarne, e riaprire quella ferita a stento
cicatrizzata.
‘’Si chiamava Stefan. Siamo stati insieme per due
anni,ma…’’.
‘’Ma?’’.
‘’Ma un giorno ho scoperto che non mi era mai stato
fedele. Nonostante lo amassi, ero
‘’troppo’’ per lui. O almeno
così mi ha detto quando mi ha mollata, senza giustificare
nulla. Sai chi era l’amante?’’.
‘’Chi?’’.
‘’La mia migliore amica’’.
Senza accorgermene, avevo gli occhi lucidi.
‘’Io lo ammazzo quello
stronzo’’ ringhiò.
‘’Harry è passato un anno, ormai. Sto
bene’’.
‘’IO TI FARO’ STARE BENE, TE LO
GIURO’’.
‘’Lo so’’ sussurrai.
‘’Vieni con me alle audizioni di Melinda, domani?
Ci sarà anche Zayn’’.
‘’Non me le perderei per niente al mondo. Non ho
mai visto Zayn così innamorato. In verità non
l’ho mai visto innamorato e basta’’
ironizzò.
‘’Melinda è la ragazza giusta.
E’ perfetta’’ conclusi.
‘’Spero siano felici, lo
meritano’’.
‘’Già. Soprattutto Zayn, dopo tutto
quello che ha passato. Spero solo che duri’’.
‘’Perché non dovrebbe
durare?’’ domandai, scettica.
‘’Non conosci Zayn, J. Non lo conosci per niente.
Per quanto possa voler bene è distruttivo. Non sa amare, non
ama neanche sua madre’’.
‘’Sei esagerato’’ replicai
,convinta.
‘’Sono realista. Spero che Mel non si bruci, non se
lo merita’’.
‘’STARANNO INSIEME PER SEMPRE, HARRY. SI
SA’’.
‘’Pregherò per
questo’’ scherzò.
‘’Da quando sta con Melinda, Zayn è
cambiato. E’ molto più aperto, simpatico e
altruista. Ha messo da parte tutto il suo egocentrismo. Credo
seriamente che quella ragazza l’abbia cambiato
radicalmente’’.
‘’Non l’ha cambiato
Harry’’ lo corressi. ‘’MELINDA
LO HA SALVATO’’.
ONE DAY LATER
MELINDA'S POV
Every night in my dreams
I see you, I feel you,
That is how I know you go on
Far across the distance
And spaces between us
You have come to show you go on
Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on
Cantai come se fosse
l'ultima cosa che avessi dovuto fare.
Non avevo neanche il coraggio di guardare dietro le quinte, mentre i
miei amici facevano il tifo. Quando finii di cantare, visto che non mi
avevano permesso di suonare il piano, il pubblico si alzò in
piedi e io piansi, sorridendo.
'Allora' iniziò a dire Katy Perry 'Sei davvero brava, per me
è si'.
Brivido.
'Sei davvero prodigiosa' esclamò Louis 'Mille volte si'.
Secondo brivido. Ero già dentro, mancava solo Simon ma due
si bastavano.
'Sei troppo piena di te ,per i miei gusti. Dico seriamente'
iniziò Simon Cowell 'Credi di sapere tutto dall'alto dei
tuoi diciassette anni? Scendi dal piedistallo, ragazzina'.
E' inutile dire che quelle parole non mi avessero ferita. Mi avevano
ferito a morte, anche perchè Simon non sapeva nulla di me,
di cosa avevo passato ,e non aveva il diritto di dire quelle cose. Non
sapevo che dire, così rimasi in silenzio, sconvolta. L'unica
cosa che sentivo erano i rumori del pubblico, che non era d'accordo con
Cowell.
Oramai ero sicura che fosse un no, così sospirai. 'MA...'
esclamò all'improvviso Simon 'Quando canti esprimi qualcosa,
trasmetti cose che non riesco a spiegarmi. Si capisce che hai sofferto,
che hai attraversato periodi bui. E ,per quanto riguarda il tuo
egocentrismo, potremo lavorarci. Tu non hai un talento, biondina. TU
SEI UN TALENTO'.
Riuscivo solo a sorridere e ringraziare tutti loro. TRE SI!
Quando andai dietro le quinte persi il conto di tutti gli abbracci che
ricevetti. Mia madre mi mandò un messaggio per sapere come
fosse andata, e gli risposi con tutta l'allegria che avevo in corpo.
Uno dei miei desideri si stava avverando.
Ma fu allora che mi resi conto che mancava qualcuno, lì
dietro le quinte.
ZAYN.
Fitta al cuore.Sapeva quanto fosse importante e non era venuto. NON ERA
VENUTO. Mi sentii male, davvero. Scansai Jade, che mi stava
abbracciando per la 73647 volta, e mi recai verso l'uscita sperando che
fosse lì.
Sentii una presenza dietro di me, e mi voltai speranzosa, ma era solo
la rossa.
'Melinda mi dispiace. Abbiamo provato a chiamarlo ma probabilmente ha
il telefono scarico e...' iniziò Jade.
'Non giustificarlo' sorrisi.
Era il sorriso più finto e tirato che avessi mai fatto, ma
dovevo far credere che stavo bene anche se dentro esplodevo di rabbia.
'MI ACCOMPAGNATE A CASA? NON VEDO L'ORA DI RACCONTARLO A MIA MADRE'.
Ma non sapevano che ,una volta arrivata a casa, mi chiusi nella stanza
e iniziai a piangere come una bambina. Mi sentivo ferita e usata.
Stavolta mi avrebbe sentita.
Quando sentii il campanello ,aprii di slancio la porta. Sicuramente era
mia madre. Ma mi trovai dinanzi la faccia scura e dispiaciuta di Zayn.
AH, VAFFANCULO.
'Vattene' sputai, facendo per chiudere la porta, ma lui la
bloccò con un piede ,esclamando 'Ti prego, Mel, fammi
spiegare. Ti scongiuro'.
Sapevo che alla fine l'avrei fatto entrare. La solita deboluccia!
'Hai tre secondi per giustificarti. Uno...'.
Lui non parlò, cacciò semplicemente un foglio
dalla tasca, dicendo 'Quella stronza dell'agente immobiliare mi ha
fatto perdere una marea di tempo'.
'Che c'entra ora l'agente immobiliare?' ringhiai.
Mi avvicinò il foglio sotto gli occhi, per farmelo leggere.
Era un contratto. Un contratto immobiliare.
'Zayn ma che...?'.
Il libro che avevo in mano mi cadde ,con un botto. Lui sorrise, e i
miei occhi si riempirono di lacrime. 'MI HAI COMPRATO UNA CASA?'
sussurrai, incredula.
'Non una casa qualsiasi. Una casa a Brooklyn, con la vista sul ponte
più bella di tutta la città'.
Lo abbracciai di slancio,piangendo.
'ZAYN ,TI AMO'.
'Lo so' sorrise lui. 'Realizzerò ogni tuo desiderio, te lo
giuro'.
NON
MORITE CON IL FOTOMONTAGGIO!
ECCOMI!
SCUSATEMI
PER IL RITARDO, MA NON SONO A CASA HAHAHAHAHAH L'HTML NON MI
FUNZIONAVA, HO DOVUTO FARE UN CASINO PER POSTARE, QUINDI AMATEMI LOL
VOLEVO
RINGRAZIARE TUTTE LE RAGAZZE CHE RECENSISCONO, VI ADORO DAVVERO TANTO,
TROPPO.
19
RECENSIONI? VOLETE FARMI MORIRE?
MORTA
LOL
GRAZIE,
VERAMENTE.
CHE
NE PENSATE DEL CAPITOLO? E DI SIMON? DHJFBHGBHDFBG
SCUSATE
SE E' UN PO' LUNGO, MA E' IL TERZULTIMO E QUINDI SARANNO UN PO' PIU'
LUNGHETTI LOL
DETTO
DIO',MI LEVO DALLE PALLE <3
BACI
H.
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Capitolo 26 *** lovely sunset. ***
A Jonathan. Grazie,
mi manchi.
A mia madre,
che mi supporta e sopporta quando sclero per i capitoli.
A mio padre.
Mi manchi tanto,torna.
A mia sorella,che
è la peggiore ma anche la migliore. Grazie.
Capitolo 26
ZAYN’S POV
TWO MONTH LATER
‘’Non credo di averti mai amato,
Zayn’’ esclamò,
portandosi le mani sui fianchi. I suoi occhi azzurri mi traforavano la
pelle, e scavavano a fondo dentro di me.
Non credo che l’avessi mai guardata in quel modo da quando la
conoscevo.
Non credo che lei mi avesse mai guardato in quel modo da quando mi
conosceva.
Incontrarla per caso si stava rivelando un suicidio. Credevo di aver
chiuso per sempre quel capitolo della mia vita, credevo non si facesse
più vedere, dopo che se ne era andata dalla scuola. Eppure
eccola lì, con le sue solite minigonne di pelle nera e le
sue camicie di seta scollate.
Aveva sempre il solito,vecchio profumo di fragola. Sempre le unghie
lunghe laccate di nero, i capelli biondo platino palesemente tinti che
le ricadevano sulle spalle, con l’aggiunta di ciocche rosa.
‘Cosa?’ domandai.
‘Da quando me ne sono andata da quella maledetta scuola, che
sembrava più uno zoo, ho capito cosa significa avere degli
amici veri, che non
stanno con te solo perché sei popolare o perché
gliela dai. Ora sono fidanzata ufficialmente e ne vado fiera. Ho
capito cosa significa amare una persona tanto da non riuscire a
respirare, e mi sono resa conto che non ti ho mai amato ,infondo. E che
ho solo fatto male a me stessa per far star bene te, e non lo meritavi.
Non sei buono, Zayn. Non lo sarai mai. E anche se sono la prima ad
essere stronza, fidati, tu superi di gran lunga i miei
standard’.
Mi guardava come se fossi un assassino, mentre cominciava a piovere e
il parco si spopolava lentamente. C’era solo odio nei suoi
occhi, non era rimasto nulla di quella ragazza che
–un giorno di tanto tempo fa- aveva pianto quando
l’avevo lasciata. In modo brutale, ancora una volta.
Forse aveva ragione, non riuscivo ad essere buono. Per quel motivo non
dissi nulla, non risposi, non parlai, non mi difesi neanche per un
secondo. Mentre lei mi osservava, in attesa di una risposta. O magari
credeva che avrei provato di nuovo a strozzarla, come quel giorno.
‘Dimmi, stai ancora con la super star che è
arrivata in finale ad xfactor, o ti ha già lasciato per
farsela con i suoi amici vip?’ chiese, sadica.
Allora risposi. ‘Si, sto ancora con lei. E non credo che mi
lascerà per stare con i suoi amici vip’ sputai,
imitando la sua voce.
Volevo solo che se ne andasse, che scomparisse, che non parlasse
più.
Forse perché quello che aveva detto era la mia
più grande paura, perché anche io ci avevo
pensato e mi ero tormentato per giorni. Ero convinto che Melinda
avrebbe vinto xfactor, non era mai andata al ballottaggio neanche una
volta, e il pubblico da casa la amava. AVREBBE VINTO. Quella era una
specie di certezza, e seppur non fosse stato così, sarebbe
diventata famosa lo stesso perché stava già
incidendo il suo primo album con la casa discografica di mio padre.
E se la ragazza davanti a me avesse avuto ragione?
Se Melinda avesse voluto davvero cambiare vita e frequentare persone
famose come lei?
Se si fosse stancata di tutte quelle voci sadiche degli
‘haters’ che dicevano che era diventata qualcuno
solo perché si era portata a letto il figlio del suo
produttore?
Non importava cosa lei facesse, scrivesse su twitter o dicesse. Le
persone che la odiavano, che poi erano quelle che odiavano anche tutti
gli altri vip, non avrebbero mai cambiato idea.
Se mi avesse lasciato non solo avrebbe iniziato un nuovo capitolo della
sua vita, ma avrebbe addirittura messo a tacere quelle voci.
Ed io?
‘NON DURERA’,ZAYN’ sputò lei.
Volevo seriamente ammazzarla, ora.
‘Vattene Emily, stavolta è finita per
sempre’ sussurrai.
Lei mi si avvicinò. ‘Non vedevo l’ora,
Malik. Seguirò la vostra vita privata sui giornali, e quando
vi mollerete riderò di gusto’.
Allora non ci vidi più, e gli strinsi il polso fino quasi a
stritolarlo. ‘Tu sei malata Emily. Ti diverti a vedere le
persone soffrire? Fatti curare’.
Lei rise, una di quelle risate stridule adatte alle streghe nei cartoni
animati, e mi strattonò la mano con un movimento rigido,
liberandosi dalla mia pressione. Avrei
voluto tapparmi le orecchie per non sentirla ridere a crepapelle.
‘Zayn, non l’amerai mica?’ rise
ancora, poi mi poggiò una mano viscida sulla spalla.
‘Melinda sarà famosissima, ancor di più
di come già non sia, nel giro di poche settimane. Quando
uscirà il suo disco la gente impazzirà ancora di
più per lei, la
ragazzina diciassettenne che ha conquistato il mondo. Con
tutto il tuo fascino e la tua bellezza, Zayn, pensi che
resterà con te? Anche quando la reclameranno da tutte le
parti del mondo? Credi che ti metterà in una valigia e ti
porterà con lei in tour?’.
Quelle parole erano vere e proprie lame. E non avrei dovuto ascoltarla,
perché in città giravano strane dicerie sul conto
di Emily. Pareva fosse impazzita, che non fosse andata in un altro
liceo ma in un ospedale psichiatrico. Pareva che neanche il fidanzato
e le amiche di cui parlava fossero mai esistite. Tutto nella
sua testa bacata. Eppure era incredibile quanto le cose che avesse
appena detto fossero vere.
Quanto mi incutessero un’atroce paura.
Terrore.
Tuttavia non mi mostrai scalfito minimamente da quelle parole. Spostai
la sua mano dalla mia spalla con un tonfo, e mi allontanai da lei.
‘Rispondimi’ urlò, improvvisamente,
attirando gli sguardi di quei pochi passanti.
Eravamo bagnati fradici entrambi ,ma non muovevamo un dito.
‘LA AMI?’ chiese.
‘Come si fa a capire di amare una persona?’domandai,
a mia volta.
Lei sembrò addolcirsi. Lessi nei suoi
occhi…tranquillità. Era incredibile come
cambiasse umore velocemente.
‘Capisci di amare una persona quando la
guardi dormire tutta la notte’ sussurò.
Guardò a terra, come se ci fosse qualcosa di interessante
sul pavimento. Poi si toccò i capelli e capì di
essere bagnata. I suoi occhi ingrandirono, le pupille si dilatarono,
poi iniziò ad urlare.
Per strada non c’era più anima viva, altrimenti
l’avrebbero presa per…pazza.
Urlava a squarciagola, e mi spaventai non poco.
‘EMILY?’ urlavo ,anche io. Ma non mi ascoltava,
continuava ad urlare, tappandosi le orecchie con le mani. Dopo un
po’, si accasciò a terra ad iniziò
a..singhiozzare. Urlava e piangeva come un’ossessa. Io ero
ancora più spaventato. Che cazzo dovevo fare?
In un istante mi accasciai anche io a terra, di fronte a lei ,e la
abbracciai forte. Lei si dimenò, fece di tutto per staccarsi
da me, ma ero troppo forte per lei, così – dopo un
po’- si arrese.
Iniziò a piangere sulla mia spalla, macchiandomi di mascara
la maglia bianca. Sotto la pioggia, con lei tra le braccia-
così debole, ed in lacrime- mi sentii…buono.
Con la mano destra gli accarezzavo la schiena, sperando di calmarla,
mentre con la sinistra la tenevo stretta a me. ‘Va
tutto bene Emily, ci sono io adesso’ sussurrai, al
suo orecchio.
Forse era un’impressione ,ma mi sembrò che
piangesse un po’ di meno. Mi strinse , ad un certo punto,
così forte che ebbi paura che mi bloccasse la circolazione.
‘TOGLIMELO, STO MORENDO’ sussurrò,
cominciando di nuovo a singhiozzare. ‘MI FA MALE’.
‘Cosa? Che cosa devo toglierti?’ domandai, scosso.
Lei scoprì il suo polso, alzando la camicia a maniche
lunghe. Che poi, non aveva caldo?
C’era un bracciale nero. Semplice. Aveva sulla superficie due
palline verdi che brillavano e ,affinando l’udito, sentii che
stava vibrando. Mi ci volle poco per capire che ad ogni vibrazione di
quell’aggeggio Emily saltava, o piangeva ,o si contorceva tra
le mie braccia.
Dentro quel bracciale ,apparentemente normale, c’era un
microcip. Che ,bagnato dal getto della pioggia, aveva iniziato ad
emanare corrente. Scosse elettriche. O forse non era per la pioggia,
visto che prima era coperto. Forse Emily era…
‘Sei scappata dall’ospedale?’ domandai.
Mi guardò a lungo, con il mascara e la matita colati, i
capelli arruffati. Non rispose, soffiò solo un flebile
‘mi dispiace’.
Non ci pensai un attimo quando ,con tutta la forza che avevo in corpo,
glielo strappai dal polso, gettandolo a terra. Vidi delle scintille su
di esso, e quando si bagnò abbastanza, smise di vibrare.
Come fosse morto.
Emily aveva smesso di piangere, e mi stringeva ancora. Poi sciolsi
l’abbraccio ,e l’aiutai ad alzarsi ,tendendole la
mano. ‘Dispiace anche a me. Per tutto quello che ti ho
fatto’ risposi.
Lei si asciugò le lacrime, in un momento di
lucidità, poi mi guardò. ‘Hai mai
mangiato un cuore?’ mi chiese.
Sospirai. ‘No’.
‘Io si. E’ buono’.
Mi levai la giacca e gliela poggiai sulle spalle esili, avvolgendo
anche un braccio su di esse. ‘Ti riaccompagno in
ospedale’.
‘No ,ti prego’ urlò. ‘Non
riportarmi di nuovo lì’.
‘Emily…devo’.
Lei sospirò, poi iniziò a guardare il cielo.
‘Chissà com’è vivere su di
una stella’ esclamò.
La presi per mano e la trascinai fino alla mia range rover. Anche se
lei non oppose resistenza.
In macchina ,mentre guidavo diretto all’ospedale
psichiatrico, lei si addormentò, poggiando la testa sulla
mia spalla.
Forse le voci su di lei non erano poi tanto false.
Parlò nel sonno per tutto il viaggio, e in men che non si
dica si fece mezznotte. Non capii neanche un parola di quello che
disse, visto che parlava a bassissima voce, e il rumore della pioggia
sull’auto attutiva e ovattava tutto il resto.
Sentii solo una frase.
‘Capisci di amare una persona quando la
guardi dormire tutta la notte’.
°°°
Era l’una di notte, e stavo ritornando a casa. Non appena
Emily aveva messo piede nell’ospedale, appoggiata a
me, due infermiere l’avevano riconosciuta e portata
via.
‘Grazie’ mi aveva detto una di loro.
‘Stavolta è stato semplice trovarla’.
Quella fu l’ultima volta che vidi il corpo traviato di Emily.
E non ne parlai mai con Melinda, neanche una volta.
Quando stavo per raggiungere casa mia, cambiai improvvisamente
direzione. Tanto mio padre non si sarebbe accorto della mia assenza. In
caso contrario ,se ne sarebbe fatta una ragione.
Arrivai, senza neanche rendermene conto, fuori casa di Melinda.
Bussai alla porta nel modo più dolce che conoscevo, per non
far preoccupare nessuno. Se non mi avessero aperto ,me ne sarei andato.
Ma Hannah, dopo un bel po’, aprì.
‘Zayn? Cosa diavolo ci fai qui? E’ successo
qualcosa?’ mi domandò, non appena mi vide sulla
soglia.
‘No, Hannah, stia pure tranquilla. Va tutto bene. Dovevo
solo…vedere Melinda’.
Mi sentii uno stupido a dire quelle cose. Era l’una di notte
ed io volevo vederla? Mi avrebbe sicuramente preso per pazzo, e
sbattuto la porta in faccia.
‘Ti sembra l’ora?’ mi
richiamò. ‘Zayn, sei come un figlio per me, e
personalmente non ti farei mai uscire a quest’ora’.
‘La prego, è…importante.
Credo’.
Lei sospirò, sistemandosi la camicia da notte bianca e
facendomi entrare. ‘Io vado a letto, però, che
domani ho un colloquio di lavoro. Comunque Melinda sta dormendo, ha
avuto una giornata tremenda e non ha toccato cibo. Quel Simon Cowell
del cavolo la sta facendo dannare, non gli và mai bene
nulla!’ esclamò, esasperata.
Sorrisi. Amavo quando si preoccupava così della figlia.
‘Lo so, vedo anche io le puntate’ ironizzai.
‘Grazie’ soffiai poi, salendo le scale e
dirigendomi verso quella stanza che conoscevo bene.
Quando aprii lentamente la porta di legno bianca, entrai
silenziosamente nella sua camera, notando che i poster di Kally
Clarckson –il suo idolo- erano raddoppiati.
Lei era adagiata sul letto, coperta da un lenzuolo verde. Con i capelli
biondi sparsi sul cuscino, senza trucco e con le labbra a forma di
cuore sembrava una dea.
E ,in quell’istante, ebbi la certezza che non mi avrebbe mai
lasciato. Perché l’aveva promesso,
perché ci teneva troppo a me. Tutti i miei dubbi scomparvero
nel nulla quando la vidi.
Mi avvicinai a lei, sdraiandomi cautamente di fianco al suo corpo,
reggendomi con il gomito, per mantenere la testa alzata.
E la osservai.
Sentivo il suo respiro come se fosse amplificato, vedevo i suoi morbidi
capelli incorniciarle il volto paffuto, vedevo le sue labbra rosee, che
avevo avuto la fortuna di baciare. Seguii con l’indice il
profilo del suo volto, il naso piccolo, le guance rosate, la fronte
larga.
Osservai le sue mani.
Pensai a quando suonava, a cosa era capace di fare con quelle mani
esili. Pensai a quando l’avevo sentita suonare per la prima
volta. Forse fu allora che mi innamorai di lei.
Vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi ,ritmicamente. Vedevo il suo
collo sottile, che avevo accarezzato spesso. Sentivo addirittura il
sangue scorrerle nelle vene.
Sentivo il battito flebile del suo cuore, avvolto dal silenzio.
Avevo una voglia matta di stringerla a me e non
lasciarla andare mai più, ma l’avrei
svegliata e non volevo.
Così restai ad osservarla.
Per tutta la notte.
‘Rispondimi. La ami?’ mi aveva
chiesto Emily.
Forse.
Forse l’amavo, magari un giorno glielo avrei detto con il
cuore in mano. Ed ero certo che quel giorno sarebbe arrivato, prima o
poi.
Non chiusi occhio, mi bastava guardarla per dormire con
lei.
‘Ti accorgi di amare una persona quando la
guardi dormire tutta la notte’.
°°°
‘’Baciami,
ho voglia di scambiarci le labbra per sapere che non te ne andrai. O
almeno che ritornerai’’.
MELINDA’S POV
La sveglia sul comodino mi svegliò bruscamente dal mio
bellissimo sonno. Quella notte avevo dormito meglio delle altre volte,
senza sognare la faccia di Simon che si divertiva a torturarmi e darmi
delle canzoni impossibili. Soprattutto quella per la finale, era
svenante. Mi alzai di malavoglia, spegnendo in malo modo la sveglia.
Quando mi alzai, decisa a non restare in quel letto un
secondo in più o ci sarei rimasta per tutto il giorno, urlai.
Che diavolo ci faceva Zayn ,comodamente steso di fianco a me? E che
cazzo aveva da ridere?
‘CHE CAZZO STAI FACENDO A CASA MIA ALLE OTTO DEL
MATTINO?’ chiesi, esasperata.
‘In realtà sono venuto stanotte’
scherzò.
Sperai che scherzasse.
‘MIO DIO’ esclamai. ‘Sei fuori di testa o
cosa?’.
‘Cosa’ ironizzò lui.
Gli arrivò una cuscinata in faccia. ‘Non puoi
avermi vista in pigiama’ piagnucolai, indicando il mio
pigiama rosa con i coniglietti.
E dico: coniglietti.
‘Quante storie’ disse, stendendosi più
comodamente sul letto, visto che –alzandomi- gli avevo fatto
spazio. ‘Sei bellissima anche così
amore’.
‘Amore?’ sorrisi.
Lui si alzò e mi raggiunse, cingendomi la vita con un
braccio muscoloso. ‘SI ,AMORE’.
Sorridemmo come due cretini, poi sciolsi il nostro abbraccio, e mi
recai verso l’armadio, cercando qualcosa di comodo da mettere
per le prove. Mi venne l’ansia solo a pensarci.
Mi pareva ieri che avevo fatto le audizioni, ed ora ero in finale. E
,dopo xfactor, mia madre mi aveva dato il permesso di trasferirmi nella
casa di Brooklyn.
‘Non ho voglia di andare negli studi televisivi e provare
fino a quando non mi si spezzano le corde vocali. E non ho voglia di
vedere la faccia da minchia di Cowell. Mi ha resto tutta la stagione di
xfactor impossibile! Un incubo. Lo odio,seriamente. Si diverte a
vedermi soffrire’ soffiai.
‘E tu non pensarlo’.
‘Sembra facile, è il mio maestro!’.
‘Allora oggi non andarci,alle prove’ mi
suggerì lui.
‘Sei impazzito? Domani c’è la finale, e
se non ci vado Simon mi ucciderà davvero. Sicuramente mi
candiderà per l’eliminazione domani’.
‘E tu canta bene lo stesso. Dimostragli che vali anche senza
di lui, non potrà eliminarti se spacchi tutto’.
‘Io non spacco nulla’ esclamai ,infilandomi il
jeans scuro, e poi la maglietta grigia a pipistrello.
‘Ora vengo con te agli studi, e spacco il naso a questo
coglione’ ringhiò.
‘Ti prego Zayn , non peggioriamo le cose’.
‘NON ANDARCI. FACCIAMO FILONE, MARINIAMO…LE
PROVE’ sorrise.
Oh, quel sorriso! Avevo una voglia matta di passare un’intera
giornata con lui, senza pensare al canto, a Simon, ad xfactor e via
dicendo.
Forse… insomma, tanto Simon voleva eliminarmi ugualmente. E
poi non volevo passare il compleanno con lui.
‘Dove andiamo?’ domandai, sorridendo.
‘Non passerò il mio diciottesimo compleanno con
Cowell’ mi lasciai sfuggire.
Oh no.
‘IL TUO COMPLEANNO?’ urlò Zayn.
‘PERCHE’ DIAVOLO NON ME LO HAI DETTO?’.
Sapevo che avrebbe reagito così.
‘Zayn ho passato gli ultimi tre compleanni della mia vita con
Liam e Devonne, mentre mio padre era in giro con la sua amata segretaria
e mia madre a bere chissà quale porcheria. E ,ti ricordo,
che il mio ultimo compleanno l’ho passato a piangere
perché due mesi prima era morta la mia migliore
amica’. Lui si incupì. Sapeva che avevo ragione a
non volerlo festeggiare. E poi la reputavo una cosa estremamente
materialista e stupida. Bastavano tutti gli auguri dei miei fans su
twitter, e tutti i video e le lettere che mi avevano mandato.
Era anche troppo.
‘Però fai diciotto anni,Mel! E non ti ho neanche
comprato un regalo’.
‘Non mi serve’.
‘Posso ,almeno, portarti in un posto?’
domandò, speranzoso, ed io sorrisi. Quanto lo amavo.
‘Sono tutta tua’.
‘TI FARO’ RICORDARE QUESTO COMPLEANNO PER
SEMPRE’.
°°°
Nella macchina di Zayn, con gli occhiali da sole e il capello della
felpa per non farmi riconoscere, stavo estremamente bene. Avevamo fatto
un picnic e ci eravamo divertiti tutto il giorno. Mi aveva perfino
cantato ‘tanti auguri a te’, con me che ridevo come
una matta. Ma ,quando credevo che stessimo andando a casa, mi disse che
voleva portarmi in un posto ‘segreto’.
‘Dove stiamo andando?’ domandai, per la 34567 volta.
‘Tanto non te lo dico’.
Sbuffai, sorridendo.
Dopo poco tempo arrivammo in un parco. Era bellissimo, non avevo mai
visto tanto verde in vita mia. Sorrisi e scesi dalla macchina in
sincrono con lui.
‘Che carino!’ esclamai.
‘Cretina, non è questa la sorpresa’
disse, con un ghigno sul viso.
‘Ah, no?’.
‘NO’.
Tirò fuori dalla tasca un foulard rosso, e mi
bendò gli occhi, con fare teatrale.
‘Ma che..?’ iniziai a chiedere.
‘Shh’ mi zittì. ‘Non
lamentarti sempre ,e seguimi’.
Mi prese di scatto la mano,e gliela strinsi forte. Mi faceva paura non
riuscire a vedere nulla. Ma mi fidavo di lui, così lo seguii
senza fiatare.
Camminammo per non so quanto tempo, poi ci bloccammo di colpo. Sentivo
il vento che mi accarezzava la pelle del viso, caldo e silenzioso.
Sentivo l’odore di..viole? rose? Non riuscivo ad
identificarlo. Ma quello di Zayn era inconfondibile.
‘Siamo arrivati?’ domandai.
Lui non rispose, ma mi tolse il foulard davanti agli occhi. Quando li
riaprii ci misi un po’ di tempo per riabituarmi alla luce
calda del sole.
Quello che vidi dinanzi a me era…indescrivibile.
Si vedeva praticamente tutta Londra, le case, i grattacieli, le scuole.
Tutto. Si vedeva tutto ,contornato dalla luce dorata del sole. il
tramonto più bello che avessi mai visto. Mille sfumature di
arancione si estendevano davanti ai miei occhi.
Non riuscivo a parlare, sgranai solo gli occhi.
‘Mi ci portava sempre mio fratello da piccolo, su questa
collina. Era…il nostro segreto’ sussurrò,rompendo
il silenzio.
‘Il vostro segreto?’
chiesi, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel paesaggio.
‘Ora è il nostro segreto’.
Non sapevo che dire, Zayn stava condividendo con me una parte
importante della sua storia. Di suo fratello. Sapevo quanto lo amasse,
e leggevo nei suoi occhi quanto gli mancasse. Le nostre mani erano
ancora intrecciate,così gliela strinsi.
‘E’…PRODIGIOSO’ balbettai.
Lo sentii sorridere, e lasciò la mia mano, raggiungendomi da
dietro e cingendo la mia vita con entrambe le braccia.
Posizionò il suo volto nell’incavo del mio collo,
fra i capelli.
Sentivo il suo cuore battere all’impazzata.
‘Tanti auguri, amore mio’ mi sussurrò,
nell’orecchio.
I miei occhi divennero lucidi. Perché piangevo sempre ogni
volta che era dolce con me?
‘G-grazie’ sorrisi. ‘Ti amo,
Zayn’.
‘Ridillo’.
‘Ti amo’.
‘Ancora Mel, ti prego’ soffiò, mentre
pendeva a baciarmi il collo.
‘Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo’.
Non parlò, non disse nulla per i successivi minuti. Il mio
cuore perse tantissimi battiti, mentre mi stingeva di più a
sé.
‘Sai una cosa?’ disse, poi.
‘Cosa?’.
‘Diciotto anni fa, in questo giorno, nacque la ragazza che mi
ha fatto dire ‘’ti
amo’’.
Mi si gelò tutto.
Anche il cuore.
‘Cosa signif..?’.
‘TI AMO’ mi interruppe, intrecciando di
nuovo le mie mani,e guardando con me il tramonto.
‘Dimmelo ancora’ soffiai, incredula.
‘TI AMO. TI AMO. TI AMO’.
Stavolta piansi davvero, e mi girai improvvisamente, abbracciandolo di
getto. Singhiozzando.
‘Grazie’ balbettai.
‘Non si ringraziano mai le persone che ti
amano’ rispose.
ZAYN E
MELINDA!
MELINDA E DEVONNE.
CIAO (?)
ALLORA, INIZIO CON IL
DIRE CHE ALLA FINE DI QUESTO CAPITOLO VI SI ATTANAGLIERA’ LO
STOMACO, MA SON DETTAGLI C’:
COME AVETE POTUTO NOTARE, CI HO MESSO UNA MAREA DI TEMPO A SCRIVERLO,
NON VOLEVA PROPRIO USCIRE FUORI E MI INNERVOSIVO NON POCO.
PROBABILMENTE ,A CASA, AVREBBERO VOLUTO BRUCIARMI VIVA PER TUTTE LE
VOLTE CHE LI HO ASSILLATI LOL
PER GIUNTA LA TASTIERA E’ SEMPRE PIU’ DROGATA, E MI
FA PASSARE LA VOGLIA DI SCRIVERE HAHAHAHA.
COMUNQUE, HERE I’M E QUINDI…CHE NE PENSATE? SIATE
CLEMENTI *FACCIA DOLCE*.
EBBENE SI, QUESTO E’ IL PENULTIMO CAPITOLO
E STO SOFFRENDO COME UN CANE, O UNA CAGNA (?). CE NE SARA’ UN
ALTRO E POI L’EPILOGO. IN
ENTRAMBI I CASI, MI STANNO VENENDO STRANE IDEE (?) QUINDI, SICCOME NON
VOGLIO ESSERESCONTATA, POTETE
DIRMI SINCERAMENTE
COME FINIRA’
,SECONDO VOI? ANCHE SOLO DUE RIGHE <3
MI FAREBBE PIACERE FCVNDJSVNDFJ <3
ORA MI DILEGUO, IN BASSO CI SONO I MIEI CONTATTI. METTO TANTI SPOILER E
SONO SEMPRE DISPONIBILE, SU FACEBOOK. E SU ASK VI RISPONDERO’
SINCERAMENTE, SE NON AVETE NULLA DQAA FARE DOMANDATE. DETTO
CIO’, SE VI STUFATE DI SCRIVERE UNA RECENSIONE (SE SIETE
LETTORI SILENZIOSI)
POTETE SCRIVERMI IN BACHECA, NON DISTURBATE. FA SEMPRE PIACERE <3
BACI, E MI CONSERVO IL DISCORSO STRAPPALACRIME PER L’EPILOGO
çç
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Capitolo 27 *** aftershock. ***
A tutte voi, che mi avete sempre spronata a dare il meglio. Scusatemi se non vi merito, spero che il mio amore immenso basti per farmi perdonare.
Capitolo 27
Porque no escuchas lo que
está tan cerca de ti
sólo el ruido de afuera
y yo, que estoy a un lado
desaparezco para ti
No voy a llorar y decir
que no merezco esto porque
es probable que lo merezco
pero no lo quiero, por eso
Me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti y
me voy, que lástima pero adiós
me despido de ti.
Avevo deciso di cantare una canzone spagnola per omaggiare il mio paese, che mi mancava. Su quel palco, quella sera, con l’agitazione a mille e le gambe che tremavano, diedi tutta me stessa.
Nonostante Simon mi stesse perforando con lo sguardo perché avevo saltato le prove, nonostante il pubblico urlasse così forte
da coprire la musica, nonostante i cartelloni con sopra scritto il mio nome –contornati da mille cuori rossi- mi distraessero.
Nonostante gli altri due giudici si aspettassero tanto, forse troppo, da me. Cantai come se tutto dipendesse da quello. E mentre il
fumo di scena mi avvolgeva, mi sentii finalmente libera. Libera perché tutto stava ,finalmente, andando per il verso giusto. Libera
perché per la prima volta nella mia vita, sentivo che sarebbe sempre stato così. Sentivo che mi sarei crogiolata ancora a lungo nel mio stato di completa innocenza. E non sarei mai più stata sola.
Mai più.
Alla fine dell’esibizione, il pubblico si alzò in piedi e -con mia sorpresa- anche tutti i giudici. Tranne Simon ,ovviamente. Per lui
quell’esibizione avrebbe fatto schifo comunque, perché non mi aveva ‘’preparata’’ personalmente. Ma nulla, neanche lui, avrebbe
potuto rovinare quel momento.
°°°
Quando il presentatore alzò di scatto la mia mano sinistra, come segno evidente che avevo vinto, si levò nello studio un urlo da stadio.
Io ero in lacrime, immobile. Non riuscivo a capire più niente. Avevo vinto. Io, una ragazzina diciottenne, avevo trionfato ad
xfactor. Io.
Contro un uomo che studiava canto da una vita. Contro quella marea di haters che attribuivano la mia fama al fatto che stessi
con Zayn Malik. Contro Simon,che mi aveva messa in difficoltà fino all’ultimo, ma che poi mi aveva votata, e avevo vinto grazie al
suo voto. Contro il desiderio di lasciar perdere tutto, perché quella vita non faceva per me.
Ma avevo vinto.
E me ne stavo lì impalata, mentre le lacrime rigavano il mio viso, a fissare il pubblico e a seguire con lo sguardo tutte le persone
che conoscevo.
Mia madre.Mamma, non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che hai fatto: mi hai dato la prova schiacciante che ci si
può sempre risollevare da terra, come un grattacielo. Per tre anni della mia vita, ho scordato che sapore avessero i tuoi abbracci
e le tue carezze. Avevo dimenticato la tua dolce voce, quella che mi sussurrava -la sera- nell’orecchio. Grazie, mamma, per
avermi ridato indietro mia madre.
Liam.Oh, Liam, credo che –ora come ora- non potrei amarti più di così. Tu non mi meriti, amico mio. Sono stata così stronza
con te, che al solo pensiero mi si accappona la pelle. Ma tu mi hai perdonata, mi hai fatto capire che ci sarai sempre, e non potrò
mai ringraziarti abbastanza per questo. Sei la persona più dolce e buona che conosca, meriti di essere felice. Grazie, Liam, per
avermi insegnato che errare è umano, e perdonare è divino.
Trisha.Non avrei mai pensato di affezionarmi subito –e così tanto- ad una persona. Meriti di guarire, di uscire dalla tua
depressione Patricia, e so benissimo che ci riuscirai. Sorridi sempre, perché lassù qualcuno vuole così, e prega che tu stia bene.
Grazie ,Trisha, per avermi fatto capire che la speranza è SEMPRE l’ultima a morire.
Jade.Oh rossa, a volte giuro che ti strapazzerei. Ma strapazzerei anche chiunque ti toccasse. Mi ricordi così tanto tuo cugino, che
a volte non riesco a guardarti negli occhi. Grazie, amica mia. Grazie perché ci sei sempre, e so che ci sarai eternamente. Grazie ,J.,
perché grazie a te ho capito che è possibile ricominciare a vivere.
Harry. Spenderò solo due parole su di te ,riccio: fastidioso e irritante. Eppure la tua faccia angelica affermerebbe il contrario! Chi
l’avrebbe mai detto che saresti diventato uno dei miei migliori amici? Stai attento a te, Hazza, perché potrei ammazzarti da un
momento all’altro, se non fai il bravo. Sei bellissimo, non farla soffrire. Grazie, Harry, perché riesci ad illuminare le mie giornate con
un solo sorriso.
Zayn.Amore mio, ti amo. Ti amo perché mi fai stare bene, ti amo perché con te non ho bisogno di fingere, ti amo perché riesci a
leggermi negli occhi come fossero porte aperte,ti amo perché mi fai sorridere, ti amo anche quando litighiamo. Ti amo perché sei
TU la mia luce,e non il contrario. Ti amo perché so bene che QUESTO è amore. Ti amo perché sei bellissimo fuori come sei
bellissimo dentro. Ti amo perché sei umile, e realista. Ti amo perché mi hai sempre supportato e spronato a dare il massimo. Ti
amo perché se non esistessi, penso che ti inventerei. Ti amo perché riesci a farmi fare le cose più improbabili ,con un sorriso
stampato sul viso. Ti amo perché anche le lacrime che spendo per te, mi sembrano più dolci. Ti amo perché senza questo amore
sarei persa. Ti amo perché mi hai distrutto, ma hai avuto il coraggio di tornare in dietro e rimettere insieme i pezzi. Ti amo perché
ogni notte rivedo nei miei sogni tutte le nostre scene, tutte le volte che ci siamo baciati o che abbiamo fatto l’amore. Ti amo
perché ricordo ancora il giorno in cui ti vidi per la prima volta ,dopo la morte di Devonne. Ti amo perché ti amavo già allora. Ti
amo perché, nei tuoi confronti, non potrei provare nessun altro sentimento. Grazie, Zayn, perché mi hai fatto capire che l’amore
non è poi così male, e che il principe azzurro –forse- esiste. Orecchio sul cuore ,Zayn, batte all’impazzata.
Credevo che le persone che fossero venute a vedermi fossero finite. Ma ,seduta due rampe più indietro, c’era ancora qualcuno.
Mentre sorridevo, la vidi. Non sarebbe mai passata inosservata ai miei occhi. I suoi capelli rossi erano ,a dir poco, appariscenti.
Sorrideva, sembrava…felice. applaudiva fino a rompersi le mani.
Devonne.Oh, Dev, mi manchi così tanto. Scusami se non sono stata una buona amica, scusa se scrissi il finale della nostra
canzone senza di te. Scusami se , a volte, mi sono comportata male. Perdonami. Perdonami se sono stata acida, se –a cinque
anni- non venni al tuo compleanno per vedere ‘’i fantagenitori’’. Scusami se ,a dieci anni, ti rubai il fidanzato. Scusami se ,a dodici
anni, non ti invitai alla mia festa di halloween perché avevo paura che ,il ragazzo che mi piaceva, si sarebbe innamorato di te.
Perdonami se ,a quattordici anni, cantai al matrimonio di mia zia e non ti invitai. Scusami se, a quindici anni, non ti passai le
soluzioni del test di matematica, perché ero nervosa. Scusami se ,a sedici anni, ti ho dato della ‘puttana’ solo perché avevi detto
che ,stavi pensando, di fare sesso. Scusami se , a diciassette anni, ti ho lasciata impiccare e non ho capito nulla. Perdonami se
non ho capito prima che eri bulimica, e che eri vittima di bullismo. Sono stata cieca, o forse non ho voluto vedere. Scusami se
non ti ho salvata, amica mia. Scusa se mi sono innamorata di Zayn, se ho sfiorato le stesse labbra che hai sfiorato tu. Scusami. Ti
voglio un mare di bene. Grazie, Devonne, perché –per merito tuo- ho conosciuto la persona più importante della mia vita.
Sempre –e per sempre- nel mio cuore.
Mi sorrise ripetutamente, come se avesse sentito tutto quello che avevo pensato. Ma non era sola. Fu in quel momento, mentre
il presentatore continuava a parlare con i giudici e il pubblico, che vidi che accanto a Devonne Gilbert c’era qualcun altro.
Jonathan.Angelo mio, sei così bello. Mi manchi come l’aria, come l’ossigeno. Sei nella mia testa ventiquattro ore al giorno. Come stai? Meriti di stare bene, spero sia così. Non hai più la pelle bianchissima e trasparente. Non sei più scheletrico. Non hai nessuna
flebo attaccata al braccio. Hai i capelli, finalmente. Non stai tremando, non stai tossendo. Riesco a sentire il tuo respiro regolare.
Di un po’, hai corso fino a perdere il fiato? Hai sentito l’odore della pioggia? Hai capito che cosa significa essere libero? Ci
rivedremo ,un giorno, te lo prometto. Grazie, Jona. Grazie perché mi hai fatto capire che l’amore và oltre. Oltre qualsiasi cosa.
‘’Questo è il primo capitolo di un grande storia’’ soffiò il presentatore, seguito dall’ennesimo- fortissimo -applauso.
TWO MONTH LATER
“Dieci milioni? Vogliamo scherzare?’’ disse Zayn, tuffandosi a peso morto sul mio letto. Avevo deciso che andarmene da Londra,
per raggiungere Brooklyn , era troppo affrettato. E poi mia madre aveva ancora bisogno di me. Così avevo optato per l’anno
prossimo.
‘’Ti giuro. Me l’hanno appena detto. Il disco ha venduto dieci milioni di copie ,in un mese!’’ esclamai, sorpresa e al settimo cielo.
Non mi aspettavo tutta questa fama, tutto questo supporto. Avevo inciso il mio primo album la settimana dopo xfactor. Con la
‘’malik’s disco’’ ,ovviamente. Avevo scartato tutti i titoli che mi avevano proposto, accettando –però- di buon grado la richiesta
di inserirci anche ‘’aftershock’’. La canzone mia e di Devonne. Fu così che mi venne un’idea.
In poche settimane l’album di debutto ‘AFTERSHOCK’ aveva scalato tutte le classifiche ,e sentivo i miei singoli in ogni radio.
Avevo dato una decina di concerti ,in giro per l’Inghilterra, accompagnata da Jade, Harry e Zayn. La proposta di un tour era
ancora abbastanza lontana, visto che era ancora ‘troppo presto’, ma mi stava benissimo anche così.
In men che non di dica, tutta l’Inghilterra conosceva la mia storia, di cui avevo parlato durante l’intervista. Il singolo aftershock’
era incentrato su quello, quindi volevo rendere partecipi i miei fans di tutto quello che –per me- significava.
Avevo parlato di mia madre e dei suoi problemi, con il suo consenso, ovviamente. Avevo parlato di mio padre, che –comunque-
non si era degnato di farsi sentire. Avevo parlato di Devonne, che divenne abbastanza ‘popolare’. In un certo senso, avevo
realizzato il suo sogno. Avevo raccontato loro di Zayn, e di come era successo tutto il resto, omettendo la storia della sua
famiglia. Era restio a farla sapere, e rispettavo la sua scelta.
Così, le mie fans si affibbiarono un nome. Stronger.
Camminare per strada ,senza occhiali enormi e cappelli, era diventato abbastanza impossibile, ma ero felice anche di questo.
‘’Sono fiero di te, Melinda’’ esclamò Zayn, abbracciandomi.
‘’Grazie’’ sussurrai ‘’Grazie di tutto ,Zayn’’.
‘’Io l’ho sempre saputo’’.
‘’Lo so’’.
Poggiai la testa sul petto muscoloso e scuro di Zayn, sorridendo. In quel periodo ,sembrava andarmi tutto maledettamente
bene.
‘’A che pensi?’’ mi domandò, mentre disegnavo cerchi immaginari sulla sua pelle nuda.
‘’A me. A te. Ho fatto uno strano sogno stanotte’’.
‘’Che hai sognato?’’.
‘’E’ strano…ho sognato che avevi un incidente in auto ,mentre venivi a prendermi ad un concerto’’ sussurrai. Quel sogno mi
aveva reso la notte un inferno. Non facevo altro che vedere quella scena dinanzi ai miei occhi, io che urlavo disperata quando
venivo a saperlo. Sentivo ancora il dolore di quella notizia.
‘’Melinda, una bella grattata di palle’’ scherzò lui, mimando il gesto. Il che, mi fece sorridere di sottecchi. ‘’Perché diavolo fai questi
sogni?’’.
‘’Non lo so’’ ironizzai. ‘’Sarà che ti voglio morto’’.
‘’Se morissi io, moriresti anche tu. Lo sai bene’’ decretò, sorridente.
Era vero. Avevo dimenticato come si facesse a vivere senza Zayn. Senza il suo odore, senza i suoi baci, senza le sue carezze.
Avevo completamente scordato come si facesse a sorridere ,senza di lui. Ed ero spaventata, perché –alle volte- questo amore mi
sopraffaceva.
‘’Si,è vero’’.
‘’Uh uh’’ sghignazzò lui. ‘’Che onore. Sono fidanzato con la ragazzina più famosa d’Inghilterra’’.
‘’Ora non esagerare’’ dissi, colpendolo leggermente sul braccio.
‘’No, seriamente’’ continuò ‘’Hai idea di quanti ragazzi- e ragazze- vorrebbero essere al mio posto, ora?’’.
‘’Per vedermi senza trucco, e nuda?’’ ironizzai.
‘’Così sei ancora più bella,biondina’’ sussurrò ,prima di baciarmi con passione. Non mi sarei mai abituata ai suoi baci, mi facevano
sempre uno strano effetto. Come se non li meritassi.
‘’Ti amo’’ soffiò. ‘’Ti darei qualunque cosa. Scusami se ci ho messo un po’ a capirlo’’.
‘’Un bel po’, direi’’ ironizzai. ‘’Io l’ho sempre sputo, da come mi guardavi. Avevo solo bisogno che lo dicessi ad alta voce’’.
‘’Allora…’’ iniziò. ‘’TI AMO’’.
Urlò con quanta più voce aveva in corpo. Benedissi mentalmente mia madre, che era in clinica, e non aveva sentito. Poveri
vicini.
‘’Zayn, ma che urli?’’ sorrisi.
‘’TI AMO. TI AMO. TI AMO. TI AMO!’’.
‘’Non urlare’’ affermai, ridendo come una matta e mantenendomi la pancia per non morire dalle risate.
‘’LO URLEREI AL MONDO. TI AMO MELINDA GOMEZ. TI AMO’’.
‘’ANCHE IO TI AMO, ZAYN MALIK. TI AMO’’ ricambiai, urlando ancora più forte.
Poi ,calò il silenzio. Avevamo le corde vocali distrutte.
‘’Il mio professore di canto ti ammazzerà, altro che incidente in auto’’ scherzai.
Lui mi strinse in un abbraccio caloroso. ‘’Grazie, Mel’’ mi sussurrò. ‘’Grazie di tutto’’.
°°°
Su quel palco, con un caldo pazzesco, cantai tutte le mie canzoni con un’energia inaudita. Vedevo migliaia di ragazze e ragazzi
dinanzi a me, che urlavano, piangevano, cantavano a squarciagola.
Era quasi inutile che cantassi io, con tutti loro presenti.
In ogni acuto, in ogni nota, in ogni singola parola di ogni singola canzone, ci mettevo tutta me stessa. Suonavo, cantavo, mi
commuovevo per il calore che i fans mi dimostravano. E ,ogni volta che vedevo sul braccio di ogn’uno di loro la scritta
STRONGER, sorridevo fino ad avere una paralisi facciale.
Arrivata all’ultima canzone, iniziai a parlare, cercando di sovrastare le urla. ‘’Questa canzone, aftershock, la dedico ad una
persona molto speciale, che sicuramente ci sta guardando. Ti voglio bene’’.
Capirono che parlavo di Devonne, e molti di loro iniziarono a piangere.
Alla fine del concerto, si levò un urlo. ‘WE LOVE YOU’.
‘’Sono io che vi amo’’ urlai. ‘’Vi amo da impazzire’’.
°°°
‘’Zayn non urlare! Sai benissimo che ,se potessi, ti porterei in valigia!’’.
‘’Non dovrei urlare? Non dovrei urlare? Stai andando in tour, e ci starai per tre fottutissimi mesi’’ ringhiò.
Credeva che per me fosse facile andarmene? Credeva che non mi costasse nulla chiedergli di venire con me, quando doveva
andare all’università?
‘’Zayn non è colpa mia! Non ti chiederei mai di venire, e lasciar perdere l’università! Oxford è il tuo cazzo di sogno’’.
‘’Tu sei il mio cazzo di sogno, Melinda! Non me ne frega nulla di Oxford, se tu non ci sarai. Non mi interessa, okay? Io vengo con
te in tour, punto’’.
‘’NO’’ urlai ‘’Non ti permetterò di buttare via tutto! Ti rendi conto di quanti sacrifici hai dovuto fare, di quante ore hai dovuto
studiare ,per essere ammesso? Io non ti permetterò di rovinare tutto’’.
‘’Tu STAI rovinando tutto, per una scuola! Melinda, io non ci sto tre mesi senza di te, hai capito? Oxford me la ficco in culo’’’.
‘’Calmati!’’ sbraitai. ‘’Zayn, neanche per me è facile! Ti prego, ti scongiuro. Capiscimi ,mi sentirei responsabile per il resto della mia
vita’’.
‘’Non me ne frega un cazzo!’’ esclamò, passandosi due mani nei capelli, con fare disperato. ‘’Melinda chiedimelo. Chiedimi di
restare, di non partire con te. Dimmi che non vuoi che venga, e io non ci verrò. Però guardami negli occhi, e non mentire’’.
I suoi occhi erano inespressivi. Non stava urlando neanche più. Avrebbe capito se avessi mentito, l’avrebbe fatto di sicuro. Ma
non potevo rovinare il suo futuro, non potevo chiedergli di partire con me e di lasciare andare il suo sogno di cinque anni, per soli
tre mesi.
‘’Quando ami qualcuno ,a volte, devi lasciarlo andare’’mi aveva sempre ripetuto mia madre.
Sospirai, con gli occhi lucidi e il cuore che rischiava di uscire fuori dal petto.
Torturai le mie mani per un tempo infinito, senza neanche rendermene conto. Non riuscivo neanche a guardarlo negli occhi per
più di tre secondi. Vedevo i castelli che avevo costruito ,in tutto quel tempo, cadere vorticosamente. Bruciare. E la parte
peggiore era che lo sapevo che sarebbe arrivato, quel momento. E se Zayn, al mio ritorno, non mi avesse perdonata? Se non
avesse avuto più voglia di vedermi? Come avrei fatto? Cosa avrei fatto?
‘’Z-zayn’’ balbettai.
‘Rispondimi’’ mi interruppe, con il ghiaccio negli occhi e nel cuore.
‘’I-io… io non voglio che tu venga con me. Non voglio che rinunci a cinque anni, per tre mesi’’ sussurrai, così piano che mi chiesi
se avesse capito.
Ma aveva capito, glielo leggevo negli occhi. Ora ,il suo sguardo, era…deluso. Un misto di delusione e frustrazione
‘’Bene’’ aggiunse, e sospirò. ‘’Mi sembra inutile dirti altro’’. In men che non si dica, prese la sua felpa nera e il suo iphone. Si girò e
fece per uscire dalla mia stanza, ma lo bloccai con la voce ,rotta dal pianto.
‘’Zayn, ti prego. Non mandarmi via dalla tua vita, se mi ami non farlo’’.
‘’Io ti amo ,Melinda. Sei tu che mi hai mandato via dalla tua vita’’ chiuse la porta con un tonfo.
Mi accasciai a terra e continuai a piangere e singhiozzare, rumorosamente. L’avevo fatto solo per il suo bene, se ne sarebbe
pentito per sempre. Lo sapevo quanto contava OXFORD per lui. Non potevo essere così egoista, l’amavo troppo per farlo.
Hai mai amato una persona così tanto da decidere di star male per lei?
Non so bene quanto tempo passò, prima che arrivasse mia madre e venisse in mio soccorso.
Se ami qualcuno, a volte, devi lasciarlo andare.
°°°
ZAYN’S POV
Corsi a perdifiato. Di questo passo l’aereo sarebbe decollato. Il vento mi graffiava il volto, mi spingeva nella direzione opposta. Ma
non era lì che dovevo andare.
Non avevo più aria nei polmoni, ma non mi sarei fermato mai.
Quando arrivai all’aeroporto, buttando per l’aria un bel po’ di gente, chiesi ad una hostess dove fosse il jet privato di Melinda
Gomez. Disse che non poteva dirlo, che se avrebbe lasciato passare me doveva lasciar passare tutti gli altri fans.
‘Sono il fidanzato’’ ansimai.
Comunque, dovetti pagarla profumatamente per convincerla di questo. Persi cinque minuti preziosi della mia vita. Non appena mi
disse il numero della pista, mi ci fiondai come se fosse la cosa più importante della mia vita.
Ma quando arrivai in quello spazio immenso notai che l’aereo camminava veloce sulla pista, a pochi secondi dal decollo.
‘’MELINDA’’ urlai. ‘’MEL, TI PREGO, SCENDI’’.
Troppo tardi. Era fottutamente troppo tardi. Non mi avrebbe sentito ,di certo. Mi maledissi mentalmente per averci messo tanto
a decidere di andare a fermarla. E pensandola, i miei occhi divennero lucidi.
‘’MELINDA’’ provai di nuovo, ma sapevo che era inutile.
Stavo per andarmene, davvero, quando l’aereo atterrò di nuovo. Ripresi a respirare, non mi ero accorto che in tutto quel tempo
non l’avevo fatto. Si era fermato, cazzo. L’aereo si era fermato, e le porte si erano aperte. Vi scese la ragazza più bella che avessi
mai visto. I capelli biondo platino, un vestito viola e le zeppe nere. Era meravigliosa.
Ma…come aveva fatto a sentirmi?
Non appena mi vide, mi corse in contro con gli occhi lucidi ,e si fermò ad un velo d’aria di distanza.
‘’Zayn, cosa ci fai qui?’’ chiese.
‘’Non potevo lasciarti andare, ti amo troppo. Scusami per la mia reazione, ma davvero non posso permettere che tu te ne vada
senza di me’’ ansimai, col fiato corto.
Bastarono quelle parole per ritrovare le sue labbra sulle mie, e le sue braccia attorno al collo.
‘’Ti amo anche io’’ sussurrò.
‘’Come hai fatto a sentirmi?’’ domandai.
‘’’Non ti ho sentito’’ rispose ,sorridendo. ‘’Ero scesa perché stavo correndo da te. Non immaginavo che mi avresti preceduta’’.
RAGAZZE BELLE (?)
QUESTO E’ L’ULTIMO CAPITOLO, MA NON VOGLIO FARE ORA QUEL DISCORSO LACRIMOSO LOL ANCHE PERCHE’ VADO DI FRETTA, QUINDI CI PENSERO’ ALL’EPILOGO HAHAHAHAHAH <3
VI HO SPAVENTATE ,EH? LO SO, SONO PERFIDA *RISATA MALEFICA*. MA SONO TROPPO BUONA ,E AMO TROPPO I MELYN PER FAR FINIRE MALE LA STORIA ,ANCHE SE CI AVEVO PENSATO (NON AMMAZZATEMI)
CHE NE PENSATE?
L’HO SCRITTO DI GETTO, PRIMA DI ANDARE DA NONNA LOL ANZI, PER LA FRETTA NON POSSO NEANCHE RICONTROLLARLO, QUINDI SCUSATE EVENTUALI ERRORI!
VI AMO! 20 RECENSIONI? IO MUOIO AHAHAHA SIETE ADORABILI, E SCUSATE SE NON RISPONDO MA SONO SUPER IMPEGNATA. COMUNQUE LE LEGGO TUTTE, SIETE FCJSDNFEJ GRAZIE <3
IL CAPITOLO LO DEDICO A TUTTE VOI, FIORELLINE HAHAHAHAHA
UN BACIONE IMMENSO
H.
PS: CHI E’ ‘’STRONGER’’ CON ME? HAHAHAHAAHA
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Capitolo 28 *** epilogue. ***
TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=fwza6ZMGBX4
Alla
mia fonte di ispirazione, Demetria
Devonne Lovato e
a Zayn Jawaad Malik. Con la
speranza che ,un giorno, i Melyn possano
essere un po’ più veri.
A Cory
Monteith. Vola,
angelo.
Alle mie tre migliori amiche.
Siete la mia aria.
ATTENZIONE: VI PREGO, LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, O SOLO QUELLO
IN GRASSETTO.
Epilogo
Linda.
Corsi per le scale della scuola con le lacrime agli occhi.
Mi facevano male le gambe ma non mi importava. I miei capelli
–ora tinti di nero- ondeggiavano con me, leggermente umidi
per le mie lacrime.
Finalmente raggiunsi quella classe maledetta . Non pensavo al
mascara colato, o alle mani tremanti e nemmeno alla mia faccia
sconvolta. Volevo solo vederlo.
Non chiedevo altro. Mi venne risparmiata la figuraccia di
entrare in classe e chiedere alla professoressa se potesse uscire
,perché era già lì fuori che
fumava: fregandosene altamente del fatto che non si potesse
fare.
Non appena mi vide gli si illuminarono gli occhi e io mi asciugai le
lacrime e il mascara sopravissuto con il palmo della mano.
Mi avvicinai a lui spedita. Non mi importava della sua reputazione da
bullo, da puttaniere, da narcisista. In
quel momento era solo lui. E non mi toccava
più di tanto il fatto che indossassi una felpa
grigia (che era stata sua) e che fossi coperta da un cappello e dagli
occhiali da sole. Considerando che ero in un università.
Almeno non vedeva i miei occhi lucidi. E ,almeno, non venivo assalita
da fans urlanti.
Quando mi notò, non mi riconobbe. Non lo sfiorò
neanche l’idea che quella ragazza dinanzi a lui
(più magra, con il viso coperto e i capelli scuri) potessi
essere io. Ma ,dopotutto, chi l’avrebbe capito?
‘’Hey bellezza, posso esserti
utile?’’ chiese ,spavaldo. Quella scena- TUTTA
QUELLA SCENA- mi sembrava maledettamente familiare, come se
l’avessi già vissuta, anni addietro. Due
anni prima, con la precisione. Ricordavo ancora benissimo quel giorno,
la prima volta che avevo conosciuto –e aggredito quasi- Zayn
Malik.
Decisi che –tanto valeva- comportarsi esattamente allo stesso
modo. Mi avvicinai a lui, con un sorriso leggermente perverso stampato
sul volto, e incollai i nostri petti.
‘’Secondo te?’’ ammiccai.
Non fu facile parlare. Mi sembrava di essere ritornata indietro, e
rividi dinanzi ai miei occhi tutte le volte che avevo pianto per Malik.
Tutta la gioia che era esplosa in me quando mi aveva detto
‘’ti amo’’. Quando
l’aveva urlato a tutto il mio palazzo, e quando avevamo
marinato le prove di xfactor. Sembrava una vita fa, eppure
erano passati solo tre mesi.
Ripensai a quando era corso da me, all’aeroporto. A
come avevamo passato la giornata insieme, fregandocene di tutto e di
tutti. Alla decisione -da personemature -che
avevamo preso. Discutendo e chiarendoci, avevamo capito che non fosse
giusto che uno di noi due dovesse rinunciare al proprio sogno. E con la
promessa di sentirci tutti i giorni, e magari vederci nel
week-and, io ero partita per il mio tour europeo, e lui era andato ad
Oxford. Ora, guardando quella struttura (di cui tutti parlavano) mi
resi conto che non era poi questa gran cosa. Sembrava una chiesa.
Lui mi poggiò la mano sulla schiena, e il sorriso scomparve
dal suo volto. Per un secondo, pensai che mi avesse riconosciuta. Ma
quando chiese il mio nome, capii che non era così.
‘’Linda’’ risposi, fredda come
una lastra di marmo. Avrei voluto tempestarlo di domande, fino a fargli
fischiare le orecchie, ma mi trattenni. Dovevo stare calma, dopo avrei
detto tutto ciò che volevo. E l’avrei fatto
seriamente piangere, a furia di offenderlo.
‘’Che bel nome’’
sussurrò ‘’Io sono
Lucas’’.
RAZZA DI BASTARDO IMPENITENTE , SO BENE CHE SEI ZAYN MALIK.
‘’Anche il tuo è un bel
nome’’ risposi ,vaga. Finsi di non notare
che la sua mano scendeva sempre più in basso, e che non era
più sulla mia schiena. Possibile che non mi riconoscesse? La
cosa mi repelleva. Io avrei riconosciuto il suo profumo
ovunque. Ma ,d’altronde, io ero anche la ragazza che per DUE
INTERI MESI lo aveva tempestato di chiamate e messaggi, a
cui lui non aveva MAI risposto.
Poteva dirlo, se non se la sentiva di intraprendere una relazione a
distanza! Anche se erano solo tre mesi, comunque. Io ero addirittura
pronta a comprare (per noi) una casa vicino
l’università, e vendere quella di Brooklyn, al mio
ritorno. Che stupida.
‘’Stasera do una festa, nella mia stanza al campus.
Sei invitata, così continuiamo questo
discorso’’.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Con un gesto secco, mi
staccai da lui, in modo da permettergli di osservarmi. Oh, andiamo.
Riconoscimi!
‘’Ci siamo già visti? Hai un viso
familiare’’.
Bhè, meglio di niente.
‘’Forse. Ho un’idea, che ci
aiuterà a scoprirlo’’ risposi,
avvicinandomi di nuovo a lui. Presi la sua mano calda, mente il suo
tocco mi bruciava la pelle, e la portai sul mio cuore.
‘’Che cosa stai facendo?’’
domandò confuso. ‘’Non riconosco una
persona per i suoi battiti’’.
‘’Non è questo quello che voglio farti
vedere, idiota’’ esclamai.
‘’Abbassami la felpa sulla spalla sinistra, e vedi
cosa c’è vicino al cuore’’.
Lui sorrise ,in modo alquanto inquietante, prima di obbedire. Mi
abbassò delicatamente la felpa grigia sulla spalla, e
osservò cosa c’era all’altezza del
cuore. Se non l’avesse capito, giurai che me ne
sarei andata seduta stante.
‘’Melinda, cosa ci facciamo da un
tatuatore ?’’ domandò, spiazzato, non
appena entrammo in quello studio pieno di foto di tatuaggi, sparse in
giro e appese al muro.
‘’Io voglio un tatuaggio’’
replicai. ‘’Ho bisogno di supporto. Quello dietro
al collo mi fece abbastanza male’’.
‘’Ah…va bene. E cosa vuoi farti
tatuare?’’ domandò, mentre si aggirava
per lo studio e osservava tutti i tatoo presenti.
‘’E’ un segreto’’
sussurrai, prima di baciarlo.
Non mi sarei mai aspettata che, dopo che me lo fossi fatta, se lo
sarebbe fatto anche lui. Identico.
Non seppi decifrare l’espressione sul suo volto, non appena
vide la sua iniziale tatuata in prossimità del cuore. Non
era stato tanto doloroso, e il tatuaggio non era poi tanto
grande né troppo eccentrico. Una semplice
‘Z’ stilizzata.
Di sicuro, la sua faccia era dello stesso colore di un lenzuolo bianco
uscito dalla lavanderia.
‘’Mel? Sei tu?’’. Non era una
domanda, era una costatazione. Non era sconvolto, di più.
‘’Ci sei arrivato, finalmente. E pensare che questa
è anche la tua felpa’’ replicai ,acida.
‘’M-ma…che cosa…ci
fai…qui?’’ balbettò. Non
seppi dire se fosse felice o meno. Forse avevo rovinato i suoi piani.
Forse voleva che non ci vedessimo mai più.
‘’Il tour durava tre mesi, nel caso non
l’avessi capito. Sono ritornata’’. Volevo
chiedergli 45789 miliardi di cose, ma in quel momento la voce mi
morì in gola. Non riuscivo neanche più a
ricordare una sola ,delle domande che volessi fargli. Ero come
pietrificata, immobile. Sperai che almeno lui dicesse qualcosa, tanto
per rompere quel silenzio distruttivo.
‘’Ah, capisco’’ disse solo. Non
ero delusa, ero solo…arrabbiata. Avrebbe dovuto spiegarmi
CHE COSA GLI ERA PRESO, perché mi aveva
‘’amata’’ per il
primo mese, e ignorata nei successivi due.
Perché, nei successivi sessanta giorni dalla mia partenza,
fossi scomparsa dalla sua testa.
‘’Non credi di dovermi dare delle
spiegazioni?’’ domandai, truce.
Lui non rispose, ma mi afferrò un polso portandomi fuori
dall’istituto. ‘’Non
qui’’ disse solo. In men che non si dica, ci
ritrovammo in un giardino (probabilmente
quello dell’università). Se la struttura
della scuola non mi era piaciuta, questo mi piaceva di certo. Era i
giardino più curato e fiorito che avessi mai visto.
Profumava. Eppure, non era poi tanto grande.
‘’Allora?’’ domandai,
spronandolo a parlare. Oh, andiamo!
‘’Cosa vuoi sapere ,di
preciso?’’. Sembrava…triste, forse anche
avvilito.
‘’Cosa voglio sapere di
preciso?’’ ripetei
‘’Bhè, tanto per cominciare
perché mi hai evitato come se avessi la peste
bubbonica’’.
‘’Io non ti ho evitato come se avessi la peste
bubbonica! Ma ,la sai una cosa Linda?’’
mimò il segno delle virgolette con le dita
‘’Forse aveva ragione Emily’’.
‘’Cosa c’entra lei,
ora?’’.
‘’Le parlai tempo fa…non te
l’ho mai detto, ma fu rinchiusa in un ospedale
psichiatrico’’.
Mi si gelò il sangue nelle vene. Sembrava un film
dell’orrore scadente.
‘’Fu?’’ chiesi, sottolineando
il verbo usato al passato.
‘’E’ morta la settimana scorsa. Ci sono
tante, troppe, cose che ti sei persa’’
sussurrò.
Se prima stavo male, ora stavo anche peggio. Non avevo avuto il tempo e
l’occasione di chiarire con Emily, e sapere che era morta non
mi faceva fare i salti di gioia.
‘’M-mi dispiace’’ balbettai.
‘’Ma cosa ti disse Emily?’’. Io
non riuscivo a capire perché l’avesse
tirata in ballo nella conversazione.
‘’Che ti saresti dimenticata di me, che saresti
andata in tour e avresti scordato tutto quello che c’era a
Londra. Ed aveva maledettamente ragione, anche quando diceva
che non sarebbe durata. Mondi troppo differenti’’.
‘’Ma sei tu che ti sei dimenticato di me, non il
contrario!’’ esclamai, sgranando gli occhi. Avrebbe
potuto dire tutto, ma non che fosse stata colpa mia. Non
lo meritavo, questo. ‘’E queste parole
sono solo una marea di minchiate, con tutto il rispetto per Emily. Era
malata! Tu stai cercando di dirmi che mi hai depennato
dalla tua rubrica perché hai dato ascolto a quello
che ti ha detto?’’. Ero furiosa,
così tanto che tolsi via gli occhiali da sole ,con un gesto
secco. Al diavolo i fans, lì non c’era nessuno.
‘’COSA? NO! Non avrei mai dato ascolto ad Emily,
nemmeno se fosse stata sana di mente!’’ stava
urlando.
‘’E ALLORA PERCHE’ HAI FATTO QUELLO CHE
HAI FATTO?’’.
Non riuscivo proprio a capire, con tutta la buona volontà di
questo mondo. Si passò le mani nei capelli neri, con fare
disperato. Dovevo essere io la disperata!
‘’Questo dovresti dirmelo tu! Rivelare ad una
rivista di essere single non è stato proprio
carino!’’.
‘’Ma lo sai che i giornali inventano tutto! Ma sei
scemo? Io non ho mai detto quelle cose, sono un cofano di bugie. E tu
hai creduto ad un giornale di una sterlina, invece
che a me? Invece che chiedere a me?’’.
Avevo le lacrime agli occhi. Avrei preferito che dicesse che non mi
amava più, o che non gli piacevo e non gli ero mai piaciuta.
Ma non questo. Noi due non eravamo come tutte le altre coppie
‘popolari’, l’avevo sempre pensato. Non
poteva aver creduto a questo.
‘’Io l’avrei chiesto a te, idiota! Se tu
non mi avessi lasciato il giorno prima’’
sussurrò.
Cosa?
Non avevo più parole, così balbettai
‘’Io non ti ho lasciato’’.
‘’Non di persona, ovvio. Ma avrei preferito perfino
una e-mail, piuttosto che essere mollato tramite la
modest’’. C’era ira nei suoi occhi. In
quel momento mi odiava, glielo leggevo nelle iridi scure.
‘’La modest?’’ domandai
‘’Lo sapevo. Dovevo
immaginarlo’’ aggiunsi, più a me stessa
che a lui.
‘’Melinda ,io devo tornare in classe
,permesso’’.
Lo bloccai per un braccio, tre secondi prima che mi trapassasse. Avevo
collegato tutto, non ci voleva nulla a fare due più due,
quattro. Alla modest (la mia attuale casa discografica), Zayn
non era mai piaciuto. Lo consideravano uno dei motivi principali per
cui gli haters mi attaccavano, lo consideravano una palla al piede.
E lo odiarono addirittura, quando partii per il tour con un
giorno di ritardo.
Avevano approfittato della mia assenza per fare quello che avevano
sempre voluto che facessi io. Giurai che li avrei denunciati a tutte le
riviste del mondo.
‘’Zayn, io non ho fatto nulla. E’ stato
tutto un piano della modest, per liberarsi di te’’
sussurrai. Mi sarei aspettata una parola di conforto, anche solo un
cenno affermativo. Ma non fece nulla di tutto questo. Si
limitò a tirare il braccio, che mollai, e a guardarmi.
‘’Le persone non aspettano sempre e solo te, Linda’’.
Il disprezzo che sentii da quelle parole mi era nuovo. Non
poteva… non mi credeva?
‘’Non mi credi?’’ domandai, con
gli occhi lucidi e una speranza –dentro essi- che andava
affievolendosi.
‘’No’’.
‘’Ma…io te lo giuro Zayn. Sono venuta
qui, contro ogni logica, perché volevo che mi dicessi il
motivo della tua repulsione verso di me. Pensi che sarei venuta, se
ti stessi mentendo? Pensi che avrei continuato a chiamati per
i successivi due mesi del tour? Pensi
…che sia capace di mentirti guardandoti negli
occhi?’’.
Forse risultai pietosa ,o forse ridicola. Non me ne resi neanche conto.
Sarei stata pronta ad inginocchiarmi di nuovo, se sarebbe servito a
qualcosa. A giurare con il mio sangue.
‘’A stare con lo zoppo, si impara a zoppicare. Non
sai quanti ‘zoppi’ ci sono, nel mondo dello
spettacolo’’ disse solo. ‘’Tu
sei cambiata, Melinda. Sul serio. Ho cercato di non fartelo
notare, ma l’ho sempre pensato. Questa è stata la
prova del nove. E le persone non sono pedine nelle tue mani, prima te
ne renderai conto, e meglio sarà per te. Non puoi
andartene ,ritornare e pensare che torni tutto come prima
e…’’.
‘’Allora è questa la vera radice del
problema?’’ lo interruppi ‘’Mi
trovi cambiata? Bhè, non lo sono. Fidati. Tu non sei
arrabbiato per la questione della Modest, anche se non mi
credi. Tu sei arrabbiato con me perché sono un personaggio
di fama mondiale, perché hai paura che possa lasciartidavvero,
magari per Justin Bieber! E’ questo il tuo vero
problema… credevo che mi conoscessi almeno un po’. Io
sono sempre la stessa, sei tu che mi vedi con occhi
differenti’’.
Ora, di certo, non ero risultata pietosa. Anzi, addirittura sicura,
anche se dentro tremavo.
‘’Tu non sei la ragazza di cui mi sono
innamorato. Non lo sei più’’.
Quella fu una vera e propria pugnalata al cuore. Aveva toccato un nervo
scoperto, e stava vincendo.
‘’Lo pensi davvero?’’ suonai
acida perfino alle mie orecchi otturate. ‘’Attento
alla risposta che dai, Zayn. Attento’’.
‘’Si’’. Non c’era
nessuna esitazione nella sua voce, sicuro della risposta come quando ti
domandano come ti chiami.
A quel punto lo guardai in cagnesco. ‘’Credevo
avessi fiducia in me’’.
‘’Ce l’ho. Ce
l’avevo’’.
‘’Prima di chiudere questo discorso…
puoi rispondere a due o tre domande?’’ soffiai.
‘’Va bene’’.
Sospirai, e pensai alla prima. Probabilmente non avrei più
avuto quella possibilità. ‘’In
cosa…in cosa ti sembro cambiata?’’.
‘’Vorrei che smettessi di sorridere
sempre, per paura che i paparazzi ti fotografino mentre non stai
ridendo. Vorrei che tornassi a suonare il piano con la stessa
intensità di prima, per far felice te stessa, non gli altri.
V0rrei che non dovessi sempre pesare le parole che dici o che scrivi.
Vorrei che tu facessi e cantassi quello che piace a te, senza
paura del giudizio altrui. Vorrei che tornassi a mettere le felpe, come
questa, che mettevi una volta. E i tuoi jeans strappati e
scambiati. Vorrei che sostituissi i vestiti di Louis Vuitton con un
semplice vestito rosa. Vorrei che accantonassi le rayban, e tornassi ai
tuoi vecchi occhiali da sole. Vorrei che tornasse la ragazzina
con i capelli biondi che suonava di nascosto a scuola, e che aveva un
tatuaggio nascosto dietro i capelli. O che ,almeno, tornasse
una parte di lei’’.
Le lacrime erano irrefrenabili. Singhiozzando, chiesi
‘’Rimuoverai quel tatuaggio?’’
indicai il suo cuore, dove c’era tatuata una
‘M’.
‘’Tu rimuoverai il tuo?’’.
‘’Se anche ti rimuovessi dalla pelle, nel cuore
quella lettera rimarrebbe’’ risposi.
‘’Comunque, no’’.
‘’Nemmeno io’’ rispose.
Presi fiato, pronta per l’ultima domanda. Forse, la
più importante. ‘’Ora come ora, mi
odi?’’.
Lui si gelò. ‘’Non potrei mai
odiarti’’.
Bhè, almeno era già qualcosa. Sistemai i capelli
neri con le mani, e rimisi le rayban agli occhi.
‘’Posso chiederti un ultimo favore, prima di
andarmene?’’ chiesi.
Lui non rispose, ma mi lasciò intendere che fosse un
‘si’.
‘’Non… non dimenticare. Niente,
neanche il nostro più piccolo litigio. Perché chi
dimentica, rimpiange. E io non voglio che rimpiangiamo nulla. Neanche
questo momento’’.
‘’Melinda…’’.
‘’Promettilo’’ lo interrupi,
brusca.
‘’Te lo prometto’’.
Mi sentii meglio. Sospirai un’ultima volta, prima di
voltargli le spalle. Forse era vero. Forse ,ORA, appartenevamo a due
mondi troppo diversi. Forse, avremmo solo sofferto entrambi.
Era come se ogni cosa, anche il mio solo respiro, fosse dannatamente
ancorato al suolo. Come se un potente uragano avesse spazzato
via tutto, senza pietà. Sentivo la testa scoppiare,
ma quello non mi importava. Perché sentir scoppiare
-contemporaneamente- anche il cuore, quello si che era
un grave problema.
°°°
‘’Allora Melinda, ci sono novità in
campo sentimentale?’’ domandò Ellen, una
giornalista, durante un’intervista.
Sempre la stessa domanda, incredibile. Mancavano proprio di fantasia.
‘’No, sono innamorata dell’amore, ma lo
tengo a debita distanza’’ scherzai.
‘’E come va con le riprese del film sulla tua
vita?’’.
‘’Molto bene. Dovrebbe uscire a febbraio, di
quest’anno’’ sorrisi. Quanti sacrifici, e
quante ore di prove che avevo fatto.
‘’Siamo molto felici per te. A venti anni, sei
già molto lontano. E –come disse il presentatore
di xfactor ,alla finale- questo
è il primo capitolo di una
grande storia’’.
°°°
EXSTERNAL’S POV
Chiuso nella claustrofobica stanza del cinema, al buio, Zayn fissava i
titoli di coda di quel film, con sottofondo una canzone che conosceva
bene.
Aftershock.
Il ragazzo, nel film , che interpretava lui non poteva essere
più diverso, comunque. La stanza si svuotò
velocemente, anche se prima era gremita di persone. E non era
neanche la prima! Ma lui restò lì, a fissare lo
schermo per un tempo che gli parve infinito.
Era passato un anno dall’ultima volta che l’aveva
vista. Era cambiata parecchio, pensò. I capelli, ora, erano
molto più lunghi e scuri. Gli sembrava che si fosse
addirittura allungata, ed era dimagrita. Forse per lo stress.
Però, sembrava così felice.
Così soddisfatta. Anche sulle riviste, nelle interviste in
tv. A volte, per farsi male, cercava su goolge ‘Melinda
Gomez’, e si perdeva fra i video dei suoi concerti e le sue
foto.
Eppure, anche lui era andato avanti. O almeno, si era imposto di farlo,
come lei. Ora stava bene, a confronto con i primi tempi. Ora aveva
,quasi, voltato pagina.
Ma ,tutte le notti, sognava la voce di Melinda, per paura di
dimenticarla. Si faceva dinanzi agli occhi la ragazzina di diciassette
anni di cui si era innamorato, per paura che cambiasse
ancora. Pensava a quella ragazzina biondissima che l’aveva
amato, e che aveva amato. A
quella ragazzina che l’aveva salvato, in tutti i modi in cui
una persona può essere salvata.
E, nonostante tutto, non aveva rimpianti. Si accontentava di vederla
felice da lontano. Stando insieme avrebbero sofferto, non sarebbe stato
facile.
‘Quando ami qualcuno, a volte, devi lasciarlo
andare’gli disse una volta, sua madre. Di certo
,non poteva dire di non averla amata. Forse l’avrebbe amata
per sempre.
Ed ora, che studiava ed era diventato un ‘ragazzo
modello’ (proprio come era Jasper, tempo prima), avrebbe
tanto voluto ringraziarla, ma non si azzardava a farlo.
Perché non sarebbe stato dov’era senza Melinda, ed
ora benediva tutto quello che lei aveva fatto o detto. Avrebbe baciato
la terra su cui camminava, solo per sentire di nuovo il suo sapore.
Solo per sentirla ancora vicina, visto che adesso lei viveva
a Los Angeles.
E , finalmente, avrebbe anche potuto dirgli ‘’‘’Non
dimentico. Niente, neanche il nostro più piccolo litigio.
Perché chi dimentica, rimpiange. E io non voglio
rimpiangere nulla. Neanche questo
momento’’.
CIAO ,RAGAZZE MIE.
INIZIO QUESTO
MONOLOGO DICENDOVI CHE CONOSCEVO IL FINALE DA QUANDO POSTAI IL PRIMO
CAPITOLO ,E MI DISPIACE. SPERO NON MI ODIERETE, MA NON CREDO
NEL ‘FINALE FELICE’. SCUSATE.
MI
RISULTAVA FALSO SCRIVERE QUALCOSA CHE NON SENTO MIO.
SAPERE
CHE, ORMAI ,QUESTA FF E’ GIUNTA AL TERMINE MI DISTRUGGE. NON
CREDEVO CHE MI SAREI AFFEZIONATA COSI’ TANTO A MELINDA E A
TUTTI GLI ALTRI PERSONAGGI. VI GIURO
CHE STO PIANGENDO.
DICIAMO
CHE, QUELLO NELLA STORIA, E’ IL MOTIVO PER CUI TANTE COPPIE
REALI SI LASCIANO. E’ MOLTO REALISTA, COME COSA, SPERO
ABBIATE APPPREZZATO. OVVIAMENTE,
ADESSO, SONO ENTRAMBI FELICI,
PERO’…CHISSA’.
ORA
INIZIO I RINGRAZIAMENTI.
AD
OGN’UNA DI VOI, ANCHE A CHI HA LETTO UN SOLO CAPITOLO: VI
PORTO NEL MIO CUORE. GRAZIE.
GRAZIE
A CHI HA RECENSITO SOLO IL PRIMO CAPITOLO, O L’ULTIMO.
GRAZIE
A CHI LI HA RECENSITI TUTTI.
GRAZIE
A CHI MI HA SCRITTO SU TWITTER E SU FACEBOOK.
GRAZIE
A CHI MI SEGUE.
GRAZIE
A CHI HA LETTO IL PRIMO CAPITOLO E HA CHIUSO IL PC ,PENSANDO ‘CHE
SCHIFEZZA E’ MAI QUESTA?’.
GRAZIE A CHI MI HA SPRONATO
A CONTINUARE.
GRAZIE
ALLE LETTRICI SILENZIOSE, SE CI SONO. FATEVI AVANTI, ALMENO
ALL’EPILOGO C:
GRAZIE
A CHI HA CREDUTO SEMPRE IN ME.
GRAZIE
A TUTTE LE RECENSIONI NEGATIVE E NEUTRE.
GRAZIE
A CHI MI HA DATO CONSIGLI.
GRAZIE
A TUTTI, DAL PROFONDO DELLA MIA ANIMA.
QUANDO
DECISI DI POSTARE QUESTA FF, ERO SICURA CHE AVREI CANCELLATO TUTTO. LA
SCRITTA ‘EPILOGO’ SULLA PAGINA
ANCORA BIANCA DI WORD
MI HA COMMOSSO.
FORSE
QUESTA STORIA NON E’ DELLE MIGLIORI, MA E’ LA
PRIMA. NON E’ UN CAPOLAVORO,E FORSE QUANDO
SCRIVERO’ ‘’COMPLETA’’ NON SE
LA CAGHERA’
PIU’ NESSUNO, MA RIMARRA’ IMPRESSA NELLA MIA MENTE.
PERCHE’
IO SONO MELINDA,
E MELINDA E’ DENTRO DI
ME. E COSI’, LA MIA PRIMA FF E FINITA. CHE ANSIA!
RAGAZZE,
RICORDATE CHE VI VOGLIO BENE ANCHE SE NON VI CONOSCO. E CHE SCLERARE
CON VOI E’ MERAVIGLIOSO. PER QUESTO, VI CHIEDO UN FAVORE: NON
PERDIAMO I CONTATTI. SOLO QUESTO. SENTIAMOCI SU TWITTER, SU FACEBOOK,
TRAMITE ALTRE MIE STORIE ,MA NON PERDIAMO I
CONTATTI, SUL SERIO. MI DISPIACEREBBE. DIVENTARE VOSTRA AMICA MI
RIEMPIREBBE DI GIOIA!
DETTO
QUESTO, VI AVVISO: FORSE- E SOTTOLINEO FORSE- SCRIVERO’ UNA
OS SUI MELYN, ANNI DOPO QUESTO MOMENTO. DIPENDE SE A VOI FARA’ PIACERE, E SE SIETE
INTERESSATE<3 CHE NE DITE? MI SFORZERO’ PER UN FINALE
MENO DA CANI HAHAA.
DETTO
QUESTO, ME NE VADO (NON PER SEMPRE LOL). VI LASCIO IN BASSO I MIEI
CONTATTI, SCRIVETEMI PURE. ANCHE IN BACHECA <3 VI
LASCIO ANCHE IL LINK
DELLE MIE STORIE !
GRAZIE MILLE, ANCORA. E ,PER
CHI VOLESSE SAPERLO, AFTERSHOCK E’ NATA GRAZIE A QUESTA
CANZONE DEL MIO IDOLO.
http://www.youtube.com/watch?v=XGQ4CRQmxFM
BACI! PER SEMPRE
VOSTRA
HARRYETTE.
TWITTER: https://twitter.com/demjstears
FACEBOOK:https://www.facebook.com/harryette.efpwriter.3
ASK: http://ask.fm/crediciidai
AVVISO: ECCOMI QUI DOPO UN MESE DALLA FINE DI
QUESTA STORIA HAHAHA VOLEVO AVVISARE CHE LA OS L'HO SCRITTA. IN BASSO
IL LINK <3
LONG SU NIALL.
OS SU ZAYN E
MELINDA.
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Capitolo 29 *** AVVISO. ***
ATTENZIONE!
HO SCRITTO UNA ONE SHOT AMBIENTATA CINQUE ANNI DOPO IL MOMENTO DELL'EPILOGO, CHE CHIARISCE UN PO' LA CONDIZIONE E LA FINE CHE FANNO MELINDA E ZAYN HAHAHA!
VI LASCIO IL LINK QUI, SE VI VA PASSATE (CLICCATE SUL TITOLO).
SE VI PIACE QUESTO FINALE, E SIETE MASOCHISTE, NON LA LEGGETE <3.
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