New Planet

di xmeinwonderland
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Emios. ***
Capitolo 3: *** Le due lune. ***
Capitolo 4: *** In pizzeria. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



     
                                        



                            
                             



                          New Planet
 



                 Prologo__
 
 
3069
 
Salve a tutti,il mio nome è Charlotte McDylan e questa è la mia vita.
 
Sembra una storia come tutte le altre e invece NO, questa è diversa.
 
Sono nata il 7 gennaio del 3051 a New York.
La mia nascita è stata programmata.
Proprio così,diciamo che tutto il mondo sapeva che sarei nata.
Mio padre è un astronauta e a casa non c’è quasi mai.
Mia madre non lavora,o meglio,non lavora più. Prima era cuoca nelle navi più lussuose ma,avendo tre figli,ha lasciato il lavoro.
Ho un fratello e una sorella,entrambi più grandi di me.
Mio fratello si chiama Lucas,ha 35 anni e lavora in un bar. Lui si è fatto una famiglia: una moglie sempre disponibile e una figlia,Grace. Quest’ultima ora ha 15 anni,è quasi più grande di me.
Mia sorella si chiama Katrine. Io preferisco chiamarla Kate. Lei ha 32 anni ed è sposata.
Io… Beh,io ho solamente 18 anni.
Gli Stati Uniti sono sempre stati al primo posto in fatto di tecnologia. Infatti durante il secolo 2900/3000 hanno inventato delle navicelle spaziali in grado di andare dalla Via Lattea ad un’altra galassia in,non poco tempo,ma neanche tanto.
Ed ecco che,nel 3050, entra in gioco Henry Hassel. Lui è il proprietario,se così si può chiamare,della più grande e tecnologica azienda astronauta a New York. E’ anche il capo di lavoro di mio padre.
Al signor Hassel serviva un bambino nato tra gli anni 3050/3060 che avesse abbastanza fegato per viaggiare nello spazio per minimo due anni.
Questa sua idea fece il giro del mondo ma nessun genitore era disposto a ‘donare’ il proprio figlio allo spazio. Nessun genitore tranne i miei. Mio padre disse che nello spazio ci sarebbe andato suo figlio. Il signore Hassel non capì: mio padre aveva due figli troppo grandi e mia madre ormai non poteva farne più altri.
In un giorno del 3050 mia madre andò all’ospedale dicendo alla dottoressa che voleva un altro figlio. Al tutto ci pensò un infermiere. Così,il 7 gennaio 3051,sono nata io. Ho vissuto sei anni in una scuola privata a New York che insegnavano ai bambini come stare nelle astronavi. A me è stato tutto ‘potenziato’. A me di certo non potevano dire come dovevo stare nelle astronavi. A me dovevano spiegare come VIVERE nelle astronavi. In questi dieci anni non ho avuto molti contatti con il mondo esterno: i miei familiari mi venivano a trovare nella scuola.
 
Ed ora eccomi qui,a parlare della mia vita...



ciaooo!
Non so,però in questo periodo ho voglia di pubblicare! lol
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Questo è un piccolo prologo che presenta una storia fantasy.
Non è prorpio "fantasy" è solo una mia idea del futuro.
Che è diverso,almeno per me... c:
Spero che vi piaccia!
RECENSITE,PLEASE!
Sayonara.

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Capitolo 2
*** Emios. ***


 


                          




Capitolo 1.  "Emiòs."


"Mh, ​​a planet with life.
A new planet."

 
3071
 
La navicella in cui ormai vivo da due anni è atterrata.
Purtroppo no,non è atterrata a casa mia.
Purtroppo no,non è atterrata a New York
Purtroppo no,non è atterrata in uno dei paesi sperduti degli U.S.A.
Purtroppo no, non è atterrata sulla Terra.
Purtroppo no,non è atterrata su Marte.
Sinceramente non so dove è atterrata ma non è nella Via Lattea.

Scesi dalla astronave e mi girai verso Steven,nonché mio accompagnatore.
<< Ehi Steven,dove siamo atterrati? >>
<< Siamo su Stronk,un pianeta poco più piccolo della Terra,situato nella galassia di Andromeda. >>
Non capivo perché dovevamo per forza visitare i pianeti.
Ricordo che una volta il signor Hassel mi disse ‘Charlotte,ricordati che viaggi nello spazio per trovare pianeti con caratteristiche molto simili alla Terra. Per esempio la vita’.
Quindi sono su questo pianeta per trovare vita. In 18 anni ho visitato tre pianeti della Via Lattea e in nessuno di questi c’era vita. Ecco,ho perso anni della MIA vita per trovare VITA su altri pianeti.
<< Charlotte,andiamo >>mi chiamò Steven. Lo seguii e notai che potevo respirare. Notai che c’era la forza di gravità. Notai che sotto ai miei piedi c’era l’asfalto. Questo pianeta era identico alla Terra.
<< Magari qui troviamo qualcuno >>Dissi a Steven. Lui si girò verso di me e annuì,poi alzò gli occhi al cielo,indicò il sole e continuò a camminare.
Anche io alzai gli occhi al cielo e notai una piccola palla viola chiaro.
<< E’ il sole. >>mi disse Steven,fermandosi qualche passo dopo per ammirare una fontana.
<< Acqua >> sussurrai.
<< Acqua >>Ripeté Steven ad alta voce.
Una vecchietta si diresse verso la fontana per riempire la bottiglia che aveva con sé.
Poco dopo arrivò un cane che leccò l’asfalto,nel punto in cui la vecchietta stava facendo cadere tutta l’acqua dalla fontana, per bere.
<< Turisti? >>Una voce di un vecchietto mi fece girare.
<< Si >>rispose Steven << Ci serve una casa. Sa dove posso trovare il sindaco? >> continuò.
<< E’ davanti a lei signorino. Sono il sindaco in carne ed ossa. >>rispose a Steven il vecchietto. Un signore sulla settantina,capelli brizzolati,alto più o meno 1.60 e vestito in giacca e cravatta color marrone.
A New York non avevo mai visto persone vestite in giacca e cravatta.
<< Ci serve una casa. >>Ripeté Steven al sindaco.
<< Mi segua giovanotto.>> Il sindaco ci fece strada fino ad una piccola villetta.
La visitammo: all’esterno era bianca,il tetto blu ed era circondata da un grazioso giardino. Dentro il pavimento era bianco/celeste chiaro;dritto a noi c’era il salotto: tavolino in legno con sei sedie,una poltrona bianca,un divano a quattro posti bianco,un mobiletto in legno con sopra la TV e le pareti erano decorate con qualche quadro. A destra del salotto c’èra la cucina: Un tavolo rotondo con quattro sedie,un mobile con una piccola TV e tutto quello che di solito c’è in cucina. Davanti al salotto c’era una lunga scalinata celeste che portava al piano di sopra: c’erano due bagni, tre camere e una porticina in cui c’era una scala che portava alla soffitta.
Io e Steven decidemmo di comprare quella casa ma a Stronk il dollaro non si usava.
Dopo aver cambiato i soldi alla banca più vicina potemmo comprare la casa.
<< Tu disfa le valige,io cucino. >>mi disse Steven.
Aprii la prima porta che mi trovai davanti e… era il bagno.
Aprii la seconda e decisi che quella sarebbe stata la camera di Steven così,se mai dovessero entrare i ladri, avrebbero prima ammazzato lui e io avrei avuto tutto il tempo per scappare.
<< E’ pronto >>urlò Steven dal salotto.
Scesi giù di corsa,avendo tantissima fame.
<< Ho sistemato tutto. >>gli dissi,iniziando a mangiare quello che mi ritrovai nel piatto.
<< Dobbiamo trovarci un lavoro.>> mi disse Steven,iniziando anche lui a mangiare.
Annuii<< Cos’è questa roba? >> dissi indicando il cibo nel piatto.
<< Non so come si chiama. E’ una ricetta di questa città,me l’ha data il sindaco. >>
<< Come si chiama? La città intendo. >>
<< Emiòs. >>mi rispose Steven.
Finimmo di mangiare e andammo a guardare la TV.
<< Charlie,andiamo. Dobbiamo cercare lavoro >>mi chiamò Steven. Avrei voluto rimanere un altro po’ sdraiata sul divano ma,a quanto pare,non potevo.
Girammo tutta Emiòs in cerca di uno stupido lavoretto.
Sfiniti,entrammo in un bar per prendere il cappuccino.
Al bancone una signora mentre serviva i caffè parlava con un signore,intento a girare il suo cappuccino.
<< Troppi,ci sono troppi clienti in questo locale e io da sola non ce la faccio >>disse la signora,servendo un cornetto ad un bambino.
<< Ti toccherà mettere un annuncio di fuori. Così credimi,troverai un aiutante >>Le rispose il signore che aveva finito di bere e ora stava pagando.
<< Scherzava o le serve davvero un aiutante? >>Chiese gentilmente Steven alla signora.
<< No caro,non scherzavo. Vuoi lavorare qui? >>Le chiese la signora.
<< Si,vorrei trovare un lavoro. Quante persone prende? >>
<< Non più di due,caro >>rispose la signora.
<< Allora possiamo lavorare io e lei? >>Steven indicò prima sé stesso e poi me.
La signora annuì << Ci vediamo domani qui alle 6.00,siate puntuali. >> Salutammo la signora ringraziandola infinite volte e uscimmo dal bar. Si erano fatte le 19.00 e il sole,se questo era il suo nome,era diventato una palla viola scuro.
Per fortuna il sindaco ci aveva dato un pollo già cucinato,era solo da riscaldare.
Per fortuna a Emiòs il pollo esisteva.
Mangiammo solo il pollo. Finita la cena accesi la TV. Diciamo che feci zapping con in telecomando tra i canali per vedere un programma decente. Film normali? Serie tv normali? Un qualsiasi programma normale? In TV non c’era nulla.
<< Io vado a dormire. Buona notte. >>dissi a Steven.
<< Buonanotte >>mi rispose.
 
Emiòs non era come New York. Emiòs era una normale città. A Emiòs le auto avevano tutte le ruote. A Emiòs non c’era molta tecnologia.
A New York le auto venivano chiamate ‘uccelli-spara-fuoco’. In pratica erano auto che non toccavano la terra. Erano tipo aerei ma non si alzavano più di un metro dalla terra. A New York ovunque ti giravi c’era qualcosa di tecnologico.
Infondo stiamo nel 3071. Ora mi chiedo: Emiòs con la tecnologia non è per niente paragonabile ad una qualunque città della Terra.
Dunque,in che anno stiamo?
 






My space

Ehi,bellezze!
Bene,eccomi con un nuovo capitolo.
Spero vi piaccia.
RECENSITE,please. 

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Sayonara!

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Capitolo 3
*** Le due lune. ***



         

                             




Capitolo 2. -Le due lune.

 
Sentii la sveglia suonare. Era uno strano rumore,eppure quella sveglia ce l’avevo da un bel po’ di tempo. Aprii gli occhi,ancora assonnata, e notai che erano le 4.30 del mattino. La sveglia sarebbe dovuta suonare alle 5.00 e non alle 4.30.
Mi alzai dal letto,tanto il sonno era passato e andai verso la finestra.
Spostai le tende bianche e l’aprii. Il cielo era blu scuro,quasi nero,contornato da migliaia di stelle con una luna rossa. Una luna rossa? Ma che caspita di pianeta è mai questo? Chiusi la finestra e decisi di andare da Steven,o meglio, decisi di svegliare Steven.
La porta della sua camera era chiusa ma all’interno sentivo qualcuno parlare.
Le cose erano tre:
 
  1. Stava parlando da solo
  2. Stava parlando nel sonno
  3. Stava parlando con qualcuno.
 
Quel ‘qualcuno’ poteva essere un ladro o,peggio ancora,un assassino.
Meno male che sono andati prima ad ammazzare lui.
Bussai. Nessuna risposta, o meglio, non sentii nessuno dire ‘avanti’. Bussai di nuovo e questa volta Steven disse ‘che vuoi?’
<< Ti devo dire una cosa >>gli risposi.
<< Va beh dai,entra. >>
Entrai e,con mio stupore (ok dai,non mi ero stupita.),stava parlando al telefono.
<< Che vuoi? >>mi chiese,appoggiando il cellulare sul comodino.
<< Perché la luna è rossa? >>
<< Perché credi che sappia tutto? >>
<< Tu rispondi alla mia domanda e poi io risponderò alla tua >>
Steven sospirò e rispose << Non so perché la luna è rossa. Da noi è color argento e qui è rossa,semplice. >>
<< Il sole è viola,la luna è rossa: questo pianeta è davvero strano >>
<< Non pensi che possa essere la Terra quella strana? >>Mi chiese Steven.
Feci le spallucce e andai verso la finestra,aprendola. La luna non era più rossa,ora era diventata gialla.
<< Allora:o sono daltonica, o la luna ha cambiato il colore >>Dissi rivolta a Steven,che ora era vicino a me ammirando il cielo della città.
<< Oppure ci sono due lune >>mi disse Steven.
<< No,impossibile. >>Scossi la testa,in segno di ‘no’. Steven si sporse e indicò a sinistra una luna, la luna rossa.
Sospirai << Grazie al cielo. Pensavo di essere diventata daltonica. E tu che credevi che era la Terra quella strana >> Dissi a Steven,che intanto si sdraiò sul letto.
<< Per noi questa città è strana. Per gli abitanti di Emiòs è strana la Terra >>Disse Steven.
<< Una cosa:se gli abitanti della Terra si chiamano Terrestri,allora gli abitanti di Stronk si chiamano Stronkesi? >>dissi,iniziando a ridere contagiando anche Steven. Lui si era alzato dal letto ma, ridendo troppo, ci si ributtò. Dopo una decina di minuti passati a ridere,ci avviammo verso la cucina.
<< Cosa mangiamo? >>Chiesi a Steven.
<< è rimasto un po’ di bacon con le uova,le vuoi? >>
Annuii e,mentre Steven apparecchiava la tavola per la colazione,andai a prendere il cibo nella borsa.
Mangiammo due uova a testa e un bel po’ di bacon.
<< Vado in bagno. >>dissi a Steven.
<< Ok ma muoviti,sono già le 5.30 >>rispose lui.
 Impossibile che fosse già passata un’ora da quando mi ero alzata dal letto. Eppure era così. Mi lavai i denti e il viso. Uscii dal bagno e andai in camera mia. Aprii la valigia e le prime cose che trovai le indossai: maglietta,jeans,scarpe da ginnastica e cappotto. Scesi in salotto e trovai Steven davanti alla porta,con le chiavi in mano.
<< Com’è possibile che tu hai fatto prima di me a prepararti? Quando io ero uscita dal bagno tu eri ancora in cucina. >>chiesi.
<< Destino. Il destino vuole che siano gli uomini a essere i primi. >>mi disse Steven.
<< Toglimi una curiosità: sicuro che la bevanda che hai bevuto prima era succo e non un liquore? >>domandai. Steven mi guardò male e per non farmi uccidere aggiunsi << Andiamo dai. >> spingendolo fuori dalla porta. Camminammo velocemente,per non arrivare in ritardo. Era anche vero che erano le 5.45 ma non avevamo la più pallida idea di dove fosse il bar. Mentre Steven chiedeva ad un uomo dove era il bar che cercavamo (non sapevamo neanche come si chiamava) mi fermai a guardare il cielo. Esso stava diventando chiaro,davanti a me vedevo il pezzo sopra del sola viola e le lune stavano scomparendo insieme alle poche stelle.
<< Andiamo. Ho trovato la strada per il bar. >>disse Steven.
Arrivammo alle 5.58 e entrammo nel locale.
Non c’era nessuno,eccetto per una donna che doveva essere la padrona.
<< Eccovi finalmente. Andate ad indossare i due grembiulini laggiù >>CI disse la signora,indicandoci due grembiuli neri sopra ad una sedia. Ne presi uno,mettendolo attorno alla vita e allacciandolo dietro alla schiena. Notai una scritta color oro sul grembiule ‘Roxy bar’. In poche parole? Il nome del bar era ‘Roxy bar’. Andammo dietro al bancone,dove la signora stava sistemando alcune lattine nel frigo. Ecco,persino in questo pianeta esiste la Coca-Cola.
<< Piacere,io sono Piple.  >>la signora ci porse la mano e io la strinsi
<< Piacere,io sono Charlotte e lui Steven >>dissi,indicando prima me stessa e poi Steven.
<< Gli orari di lavoro sono scritti in questo foglio. Leggeteli su quella sedia. >>Piple ci consegnò un foglio e ci indicò una sedia. Mi sedetti,seguita da Steven e lessi il foglio.
<< Gli orari di lavoro sono i seguenti: 7.00/ 12.30. Pausa pranzo dalle 12.30 alle 13.00. 13.00/ 20.00 la sera. >>
<< Dovremmo lavora per tantissime ore. Che Dio ci aiuti. >>disse Steven.
<< Chissà se credono in un Dio. >>Dissi a Steven che mi guardò con la bocca spalancata.
<< E poi boh,da dove caspita ti escono queste frasi? >>mi chiese.
Iniziai a ridere,dopotutto era una normale riflessione la mia ma la sua faccia era buffissima. Sentii di nuovo lo strano suono di questa mattina. Stavo per dire a Steven se si era portato dietro la sveglia ma lui estrasse dalla tasca dei jeans il cellulare. Ottima suoneria ragazzo,è bellissima,credimi. Ma chi vogliamo prendere in giro,la sua suoneria era terribile. Parlai un po’ con Piple.
A quanto pare aveva 45 anni e era sposata da 20 anni. Aveva solo una figlia,Kim,di 16 anni.
<< Voi siete nuovi. Da dove venite? >>chiese Piple a me e a Steven.
Guardai quest’ultimo, come per dire ‘Gli diciamo tutta la verità?’
Steven tornò a guardare la signora e iniziò a parlare della nostra storia.
<< Charlotte ha 18 anni e io ne ho 20. E’ vero,siamo nuovi, ma non veniamo da nessuna delle città di questo pianeta. Noi veniamo dalla Terra,un pianeta che si trova nella Via Lattea. Abbiamo viaggiato con un astronave per due anni,alla ricerca di un pianeta simile alla Terra. >>Steven diede a Piple alcune foto della Terra.
<< La luna non è né rossa né gialla e ce ne è una sola. Il sole è giallo. Il vostro pianeta è molto strano. >>Aggiunse Piple.
<< Che caso strano: stamattina ero dell’opinione che ‘strano’ era un aggettivo adatto a questo pianeta e non alla Terra. >>dissi a Piple.
La signora fece le spallucce e si alzò dalla sedia,avanzando verso la porta del locale. Girò il cartello nel senso di ‘aperto’ e disse << Al lavoro ragazzi >>
La mattina il locale fu pieno. Andavo di tavolo in tavolo,prendevo ordinazioni e dovevo accontentare anche le persone che stavano seduti davanti al bancone.
Questo non è tutto,il pomeriggio fu ancora peggio. 





Ehiiiii :)
Ho aggiornato,visto?
Allora,cosa dire?
Niente,se non che questo capitolo mi piace particolarmente. 
E,spero che siate anche voi della mia stessa opinione. Lol
Recensite recensite.

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Capitolo 4
*** In pizzeria. ***





             In pizzeria


L’orologio a cucù appeso al muro segnò le 20.00.
Il mio turno per quel giorno era terminato.
Corsi dietro al bancone e aprii una porta. Slacciai il grembiulino e lo appesi all’attaccapanni.
Steven e Piple stavano parlando e con loro c’era anche una ragazza. Mi avvicinai, per ascoltare la conversazione.
<< Oh, Charlotte. Eccoti finalmente. >> Mi sorrise Piple.
<< Stavo parlando con Steven del fatto che domani è sabato e c’è molta più gente qui. Mi chiedevo se potevate lavorare fino alle 24.00. Verrete pagati di più. >> Aggiunse. Guardai Steven. Il nostro turno normale già ci prendeva tanto tempo, fino alle 24.00 era il colmo.
Steven scrollò le spalle, poi annuì. << D’accordo, a domani. >> Salutammo Piple e uscimmo dal bar.
<< Quindi domani lavoreremo tutto il giorno. Sarà così anche il prossimo sabato, e il prossimo ancora, e anche quello dopo. >> Dissi una volta arrivata a casa.
<< E noi, tutti i sabato che verranno, lavoreremo fino alle 24.00. >> Mi avvisò Steven.
<< Cosa? No! >> Scossi la testa.
<< Si, Charlie. Comunque, c’è una sottospecie di pizzeria qui vicino, vai a comprare la pizza. >> Sbuffai, prendendo i soldi e avviandomi.
Spinsi la porta, e subito fui invasa dal caldo del locale.
Mi avvicinai alle teglie della pizza e ne ordinai due con il pomodoro.
Un ragazzo alto, occhi verdi e capelli ricci le mise in due scatole di cartone e me le porse.
Pagai e uscii.
A metà strada mi sentii chiamare, quando mi voltai vidi il ragazzo riccio porgermi dei soldi.
Spalancai la bocca, non capendo.
<< Hai dimenticato il resto >> Trattenne una risata, sbuffai e presi i soldi.
<< Grazie. >> Abbozzai un sorriso e continuai per la mia strada.
Arrivata a casa, uno Steven sorridente mi prese le pizze, portandole poi in cucina.
<< La vicina ci ha portato una torta. >> Disse.
<< Una... torta? >> Domandai incredula... Allora esisteva ancora la gentilezza in una parte dell’ Universo.
Steven annuì, sedendosi e iniziando a mangiare.
Lo seguii, ma appena presi la pizza, dovetti lasciarla bruscamente nel piatto.
<< Cazzo, scotta. >> Mi soffiai sulle dita e bevvi un sorso d’acqua.
Finito di mangiare, Steven prese la torta. Era con la panna e il cioccolato ed era veramente buona.
<< Non mangiavo una torta così da... non ho mai mangiato torte così, io >>
Mi corressi subito, perché in effetti era vero. Sulla Terra le torte le facevano nelle fabbriche e solo Dio poteva sapere cosa ci mettevano dentro.
Salii nella mia stanza, e mi sdraiai sul letto guardando il soffitto.
Pensai al nuovo pianeta.
Alle strade ben asfaltate e pulite che aveva quella cittadina.
Alle persone gentili che lì vivevano.
Al cielo strano che aveva.
Mi piaceva quel posto.
Era così tanto diverso dalla Terra.
Così tanto diverso da New York.
Dal quartiere dove abitavo.
Dalle persone in generale.
Avrei potuto farci l’abitudine a viverci.
Ma... prima o poi anche i sogni finiscono, soprattutto quelli che amiamo.
Mi addormentati, svegliandomi solo la mattina dopo per colpa della sveglia. Mi alzai dal letto, scendendo in cucina per la colazione. Il latte con i cerali era già pronto sul tavolo. Lo bevvi e quando finii, mi avviai in bagno per lavarmi. Mi truccai, pettinai, indossai un paio di jeans, una maglietta e le converse e fui pronta per lavorare.
Uscii di casa, dove mi aspettava alla fine del vialetto Steven con la sua auto.
Salii e partimmo per il bar.
<< Ci aspetta un’intensa giornata. >> Steven sorrise. Certo, lui basta che vedeva le puttanelle di turno nel locale. 



Ciao a tutti, belli e brutti!
Scherzavo, volevo solo fare rima. lol
E dopo... quanto tempo? Tre-quattro mesi?
... Sono riuscita ad aggiornare. Applausi, yeeee
Scusate gli eventuali errori.
E scusate per il ritardo):
Se avete tempo, e soprattutto voglia, passate in un'altra delle mie FF((:


OS originale ----> Witch
FF su Harry Styles e una ragazza ---> Iniziò tutto da qui
OS originale ---> I can't change. 
FF su Zayn Malik e Avril Lavigne ---> She's not afraid


RECENSITE, please.

Sayonara!

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