Something that change my life

di Dreamer_Vampire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Afreid to start over ***
Capitolo 3: *** Unexepected meeting ***
Capitolo 4: *** His wonderful blue eyes ***
Capitolo 5: *** Save my life ***
Capitolo 6: *** Thousand question ***
Capitolo 7: *** The story of our life ***
Capitolo 8: *** Secret ***
Capitolo 9: *** The family ***
Capitolo 10: *** The dinner ***
Capitolo 11: *** That is yours ***
Capitolo 12: *** I don't deserve you ***
Capitolo 13: *** A trip ***
Capitolo 14: *** I don't know what i fell ***
Capitolo 15: *** Seriously, New York? ***
Capitolo 16: *** A normal date between a vampire and a human ***
Capitolo 17: *** Hello Brother! ***
Capitolo 18: *** The pain of the past ***
Capitolo 19: *** Welcome ***
Capitolo 20: *** The letter ***
Capitolo 21: *** Why you didn't tell me?! ***
Capitolo 22: *** She come back ***
Capitolo 23: *** I must find her ***
Capitolo 24: *** I'm going to help you ***
Capitolo 25: *** Game on! ***
Capitolo 26: *** I have to tell you something... ***
Capitolo 27: *** Far memories ***
Capitolo 28: *** Lifebelt ***
Capitolo 29: *** What is more beautiful that the graduation day? ***
Capitolo 30: *** Be selfish for love ***
Capitolo 31: *** People from the past ***
Capitolo 32: *** Bad sansations ***
Capitolo 33: *** Fight over the time ***
Capitolo 34: *** I fell the need to kill ***
Capitolo 35: *** Little girl with the braids ***
Capitolo 36: *** The city that care forgot ***
Capitolo 37: *** Is there someone else, in this damn universe, that is going to stop me, again? ***
Capitolo 38: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


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La lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere. Quelli uguali non contano.
(Luciano De Crescenzo, Panta Rei, 1994)

PROLOGO

Guardando le serie tv o i film ti accorgi di come i personaggi bramino la normalità, di come vorrebbero vite normali dove crescere e morire…

Allora perché io aspetto solo quel momento nella mia vita in cui arriverà quella cosa o quella situazione o quel qualcuno che cambierà ogni cosa, che stravolgerà tutto, che cambierà me e quello che ho intorno.

Perché la cosa che non mi piace della vita è l’abituale, monotona e noiosa normalità, la quotidianità e il fatto che per quanto tu nella vita di impegni e abbia delle aspettative alte e soddisfacenti arrivi sempre ad un punto dove quello che aspetti è una scossa che trasformi tutto.

“Elena sbrigati! È da un ora che sei in bagno. Quando abbiamo affittato questo appartamento con una vista fantastica ma con un solo bagno abbiamo fissato dei turni ricordi??! Non più di mezz’ora a testa. E dato che tra quindici minuti dobbiamo essere in facoltà hai sforato di un bel po’!”.

Il mio rimuginare è interrotto dalla mia coinquilina, una testa bionda e con gli occhi azzurri che del prototipo della stupida e superficiale non ha niente.

Si chiama Caroline ed è la mia migliore amica, ci siamo trasferite qui, a Londra, ormai da cinque anni e quest’anno ci dovremmo laureare in scienze del paranormale.

Siamo sempre state appassionate delle creature sovrannaturali, da quando eravamo bambine.

Veniamo da un piccolo paesino in Virginia Mistik Falls dove la parola monotonia è solo un eufemismo in confronto alle vite di ogni cittadino che da quando nasce è destinato a raccogliere l’eredità della propria famiglia insieme al lavoro che ti obbligano ad amare fin da bambino.

È per questo che siamo scappate, anche se io un motivo in più c’è l’avevo.

I miei genitori sono morti in un incidente stradale e dopo un anno dalla loro morte, rimanere in quella casa, piena di loro foto e ricordi di momenti felici, con mio fratello Jeremy e mia zia Jenna , sembrava un assurdità.

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Capitolo 2
*** Afreid to start over ***




 
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Afreid to start over

POV ELENA

Esco dal bagno con un sorriso stampato in faccia e delle scuse pronte, le solite scuse che le rifilo tutte le mattine, e do il buongiorno alla mia amica che mi guarda con uno sguardo assassino ed entra nel bagno come una furia.

Mi infilo nella mia camera.

È semplice, un letto a due piazze con un copriletto rosso è posizionato difronte al mio armadio, troppo piccolo per tutti i vestiti che Caroline mi costringe a comprare con la scusa che mi stiano d’incanto.

Una finestra molto grande, vicino alla mia semplice scrivania si affaccia nel pieno centro di Londra, nel quartiere alla moda di Kensington and Chelsea.

È stato un compromesso con Caroline pur di evitare di andare a vivere con suo padre gay , Bill, nel suo appartamento.

Oggi, come di mio solito, ho deciso di indossare i miei comodi jeans chiari, i miei anfibi neri e una camicetta nera.

Busso alla porta della camera barbie della mia amica per controllare che sia pronta. Indossa un vestito semplice chiaro, degli stivaletti marroni con poco tacco e i capelli biondi e mossi incorniciano un viso poco truccato, ma impeccabile, con in suo semplice lucidalabbra e la matita nera poco marcata.

La sua camera mi ha sempre ricordato quella della Barbie che avevo a sette anni. Le pareti sono viola, ma non tropo acceso, copriletto cuscino, persino il suo Mac, sono rosa. Per non contare il maestoso a dire poco armadio che potrebbe contenere ogni sorta di vestito da Chanel a Luis Vuitton.

“Care, io sono pronta. Prendiamo la tua auto?”.

Le dico sulla soglia della porta.

Dopo circa dieci minuti arriviamo in facoltà e dato che io e Caroline non abbiamo la stessa lezione e l’aula di storia è piuttosto lontana e sono anche in ritardo.

Mi affretto nel corridoio. Vado a sbattere contro qualcosa… o qualcuno??!

Alzo gli occhi e ad incontrare il mio sguardo sono due occhi nocciola e maliziosi che mi squadrano dalla testa ai piedi.

“Scusa. Sono in ritardo e non guardavo dove mettevo i piedi. Solo Elena”

Li dico imbarazzata.

Il giovane, abbastanza carino, non come il fatto che continui ad osservarmi, finalmente parla:

“Sono Kol. In che aula stai andando, potrei accompagnarti.”
Sorpresa da quella inaspettata affermazione ma troppo educata per darli un rifiuto dopo essere praticamente andata a sbattere contro di lui accetto e ci dirigiamo in silenzio verso l’aula dove sono diretta.

A rompere il silenzio, piuttosto imbarazzante, è lui:

“Allora ti capita spesso di andare a sbattere contro ragazzi carini come me quando sei in ritardo?”

Rido, non per la battuta, ma per la sua arroganza. Ma decido di non dargliela vita.

“Si, a dire la verità. Molto spesso”

Divertito dalla mia affermazione, ride anche lui e finalmente mi rilasso.

Arriviamo vicino la mia aula e con un aspettato bacio sulla guancia e un “spero che verrai a sbattere ancora contro di me così potrò rivederti”
che mi ha fatto arrossire decido di entrare in aula, dove tutti dalle loro postazioni mi osservano fin quando non arrivo alla mia.

A pranzo andiamo nel grazioso bar dove andiamo sempre quando andiamo all’università.

È piuttosto vicino e ci accomodiamo ad un tavolo fuori perché oggi stranamente non piove, e i pochi giorni in cui c’è il sole, bisogna sfruttarli.

La mia amica ordina un toast al prosciutto e un succo mentre io un tramezzino e un coca light.

Lei iniziando a parlare a raffica mi racconta della sua lezione di paraspichiatria.

“Oggi la Bennet ci ha parlato delle streghe e del loro odio per i vampiri. Pensa che molti ragazzi del nostro corso mi hanno detto che lei è una strega e che una volta hanno sentito pronunciarle un incantesimo in….”
non la sto ascoltando.. per quanto voglia credere a queste cose perché vorrei sul serio che la mia vita fosse movimentata da una qualche creature sovrannaturale, so che non né incontrerò mai una.

Sono distratta dai miei pensieri, quando Kol mi saluta e si avvicina.

“Ciao Elena. Due volte in un giorno, credo proprio che questo sia il mio giorno fortunato.”

Caroline mi guarda a bocca aperta e io mimo il gesto di spiegare dopo cosa sta succedendo.

“Kol, questa è Caroline. La mai coinquilina”

“Piacere Kol. Anche tu frequenti la GCU*?” non ti ho mai incontrato. Anche se non avevo incontrato neanche Elena prima dell’incontro di questa mattina”.

“Si io e Caroline non frequentiamo molto l’università, preferiamo studiare a casa”

“Perché questa sera non venite al MacBeth in Hoxton Street, suona un gruppo “The Original” musica rock. Vi và?”

Caroline risponde per me.
 
Evidentemente si è accorta che è da un po’ che non esco con un ragazzo e sta cercando di rimediarmene uno, ma sinceramente non è nei miei interessi uscire con un ragazzo.

Non perché non sia etero, ma per il fatto le non riesco a legarmi ad una persona molto facilmente. Specialmente con uno come Kol, la cui intenzione sembra solo quella di portarmi a letto.

Ma comunque è sabato e quindi in qualche pub dovremmo pur andare, e per non passare un’altra serata da terzo in comodo con Caroline, Klaus e il loro rapporto “non siamo fidanzati ci odiamo ma ci mangiamo con gli occhi lo stesso” potrei fare un eccezione.

Quindi sorrido a Kol, che ci saluta e ci da l’indirizzo esatto del locale.

“Perché non mi hai detto di aver incontrato un ragazzo figo e mi hai lasciato blaterare quelle assurdità sulla nonna di Bonnie per tutto il tempo”

“Non c’è niente da raccontare. Ci ho sbattuto contro mentre andavo a lezione. Non è avvenuto nessun incontro romantico nel tuo genere Caroline.

E poi lo sai che non è il momento di frequentarmi con un ragazzo.”

“Non lo è mai Elena per te. Ma prima o poi dovrà arrivare quel momento nella tua vita in cui ti innamorerai di un ragazzo con l’accento british e che si sappia vestire!”

A quelle parole scoppio a ridere.

“Stiamo parlando di Klaus ora?”

Appena pronuncio quel nome il suo sguardo cambia e riesco a sviare la conversazione sul mio futuro amoroso.

Ma prima o poi dovrò affrontare la realtà., Caroline ha ragione. Non posso scappare per sempre.

“Andiamo a fare un po’ di shopping prima di stasera. Non vorrai presentarti con i tuoi jeans e i tuoi anfibi vero?”

Mi dice con un dito puntato contro.

“Care non cambiare discorso. Nik ti piace, a lui piaci tu, non campisco perché non lo ammettiate. E se puoi farmi discorsi sul non scappare posso fartene uno anch’io”

Mi sorride, paghiamo il conto e ci incamminiamo verso la macchina.

Non le faccio altre domande, so perché ha paura. Non vuole affezionarsi ad un ragazzo come ha fatto con Tayler per poi essere mollata con la scusa di dover andare a sbrigare una questione di famiglia e non chiamrla più.

Sarei così anch’io probabilmente
.


GCU: è un università che esiste davvero a Londra ma la facoltà del paranormale non fa parte dei suoi programmi di studi. Quella si trova ad Edinburgo, quindi fate finta che sia così :D

NOTA AUTRICE:
ciao ragazze è la mia prima ff. quindi non sono molto brava. spero che vi piacerà il primo capitolo.. se sarà così posterò l'altro capitolo
recensite per favore.
Qualunque cosa. Anche negativa :D
Un bacio Ale =P

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Capitolo 3
*** Unexepected meeting ***





 
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unexpected meeting
 
POV DAMON

“Rick, sai che odio questo pub. Suonano sempre musica stupida, per non parlare di quegli stupidi umani che ballano e flirtano a vicenda senza ritegno”

“Ehi, primo sono umano anch'io, secondo ma se anche tu flirti con ogni ragazza che ti passi vicino. E poi Klaus ci aspetta”

“Ma io sono un vampiro. E sono bello”

Dopo la mia affermazione Rick parcheggia vicino al pub. So che non mi divertirò. In questo locale non vengono mai ragazze molto belle, ma almeno ci sarà da mangiare. A questo pensiero seguo Alaric ed entriamo nel pub.

Il locale è piuttosto pieno e noto una persona che conosco: Kol.

“Originale a ore cinque. Possibile che ci ritroviamo vampiri ovunque andiamo!”

Kol si avvicina.

“Damon che piacere. Ci incontriamo spesso ultimamente.”

“Ci hai seguiti. Sapevi che da quando Klaus e tu avete litigato lui è venuto a vivere da me”

“Si forse, e dov’è ora il mio fratellino. A strappare l’aorta a qualcuno”

Che stronzo.

Ho sempre odiato Kol, non capisco come faccia a essere il fratello di Klaus. Ma Klaus era cambiato da quando ci eravamo trasferiti qui. Mi ha raccontato che aveva conosciuto una ragazza a cui non voleva dire chi era veramente e che sarebbe cambiato pur di stare con lei. All’inizio ero scettico.

Come fa l’ibrido più forte del mondo a cambiare per una ragazza. e quando penso alla conversazione che abbiamo avuto un mese dopo essere venuto a Londra non ci credo ancora.

“Damon devi insegnarmi a nutrirmi solo di animali. Non voglio più bere sangue dalle vene delle persone. Né tantomeno dalla sacche di sangue. Quando sono con lei ho
paura di perdere il controllo. E non voglio farle del male”


E davvero non aveva toccato più una goccia di sangue umano. Io non ho ancora incontrato una ragazza per la quale comportarmi come ha fatto lui.

E non voglio trovarla e non voglio cambiare per lei. Forse una volta l’avrei fatto.
Prima di Kathrine.

Dopo di lei non mi sono innamorato di nessun’altra. E sono passati 142 anni, quindi da un po’. Per colpa sua ho perso anche mio fratello. E ho perso le mie amozioni.


POV ELENA

Klaus ci raggiunge con i suoi jeans aderenti, degli anfibi e una camicia e proprio non riesco a capire come Caroline faccia a resistergli.

“Allora Elena, dov’è Kol?”

Mi chiede la mia amica, distraendomi da l’arrivo di Klaus. Appena Caroline pronuncia quel nome Klaus cambia espressione.

“Kol. Da quanto lo conosci Elena? Vive qui a Londra?”

Sono un po’ stupita di quella domanda. Nik non si è mai interessato della mia vita amorosa.

“Si credo di si, l’abbiamo incontrato all’università oggi. Perché lo conosci?!”

Lo vedo abbastanza incerto e non sa come rispondermi. E non l’ho mai visto così. Sembra sempre così controllato con il suo sorriso e il suo sguardo malizioso.

È sempre stato molto sicuro di sé, e ora mi sembra perso. Ma prima che posso rispondermi vedo Kol che si sta avvicinando.

“Eccoti Elena. Ti stavo cercando. Klaus fratello , che piacere rivederti. Vedo che conosci Elena e Caroline.”

FRATELLO.. no aspetta mi sono persa qualcosa

“siete fratelli?” domanda Caroline scioccata.

Klaus è molto nervoso. Perché non ci ha mai detto di avere un fratello?

“Ciao Kol, si conosco Elena e Caroline è la mia fidanzata. Posso parlarti in privato?”

La sua fidanzata!!? Ma cos’è la sera delle rivelazioni scioccanti.

“Caroline?? Da quando state insieme? E quando pensavi di dirmelo!”

“Scusa Elena e che non era niente di ufficiale ancora”

Ma la mia attenzione è spostata su due ragazzi che sono appena entrati. Uno ha i capelli rossicci. È molto carino ma sicuramente troppo grande per me e l’altro..

Credo di non avere mai visto un ragazzo più bello nella mia vita. Indossa un paio di pantaloni scuri, degli anfibi neri e un t-shirt antracite. E oltre al suo modo di vestire che risalta un fisico perfetto la cosa che mi colpisce di più è il suo viso e soprattutto i suoi occhi.

Lui ha notato che lo stavo guardando e i nostri sguardi si sono incatenati per dei secondi durante i quali però un brivido lungo la schiena non è mancato.

Sono distratta da Caroline che sembra scioccata, e poi noto che Klaus è tornato ma Kol non è con lui.

“Quando pensavi di dirmi che avevi un fratello??” grida Caroline.

Ma prima che possa allontanarmi per andare a cercare Kol e lasciare un po’ si intimità alla “neo” coppia vado a sbattere contro qualcuno.

Ero più che convinta che fosse Kol dati i nostri precedenti ma i suoi occhi non sono marroni.

Sono l’azzurro ghiaccio più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita.



NOTA AUTRICE:
Buon pomeriggio.. sono di nuovo io.
So che ho già aggiornato oggi ma ho postato quest'altro capitolo per farvi entrare nella mentalità della storia e darvi un motivo per continuare a leggerla.
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio (e giuro di non rompervi più per oggi)
Ale :*

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Capitolo 4
*** His wonderful blue eyes ***





 
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His wonderful blue eyes
POV DAMON

Dopo aver visto Kol andare da Klaus probabilmente per metterlo in imbarazzo con la sua ragazza mi faccio avanti con l’intenzione di andargli a spaccare la faccia.

Ma il mio sguardo si posa su una ragazza che mi sta guardando.

Non so perché non riesco a smettere di fissarla e non credo di aver trovato mai qualcosa di cosi strano nello sguardo di una persona. Indossa un vestito piuttosto corto e ha delle gambe lunghissime slanciate da un paio di scarpe con il tacco nere.

È lei la prima a interrompere il nostro guardarci e noto che le si è avvicinato Kol con Klaus. La Barbie che ha appena urlato deve essere la fidanzata di Klaus così decido di avvicinarmi.

“ehi Rick vado da Klaus. Prendi da bere, arrivo”

E con quella frase mi congedo dal mio compagno di bevute per andare in soccorso ad un altro mio amico, quando mi scontro, letteralmente, con gli occhi da cerbiatta che tanto mi hanno colpito prima.

Per evitare che cada la afferro, ma il fatto più strano è che continuo a tenerla stretta. I nostri sguardi si incontrano per la seconda volta questa sera.

Fin quando la bionda con un colpo di tosse mi ricordi dove sono.

POV ELENA

Dopo che Caroline mi ha ricordato dove fossi mi sono scusata e sono letteralmente scappata di lì.

Non so cosa mi sia preso ma avevo bisogno di aria. Il contatto con quell’uomo mi ha fatto perdere lucidità. Esco dal locale e trovo il ragazzo che era entrato con quel ragazzo dagli occhi blu.

“Ciao sono Rick, sono un amico di Klaus, ho visto che eri con lui... Ehi tutto bene?”

Cosa avrei dovuto rispondere a quella domanda: -si sto bene, mi sono solo scontrata con il tuo amico e sono scappata perché.. non lo so neanche il perché-

“Si, grazie. Avevo solo bisogno di aria.”

“Fumi?” mi dice porgendomi il pacchetto di Camel.

No sinceramente non fumo. Ho provato una volta a sedici anni ma non mi è piaciuto. Comunque..

“Si, grazie. Allora come conosci Klaus?” li chiedo per cercare di tranquillizzarmi e avviare una conversazione che mi faccia scordare la sensazione di quegli occhi blu su di me.

“Dopo aver fatto lite con Kol e la sua famiglia a New York si è trasferito qui a Londra. È un amico di Damon. Abitano insieme. Me lo ha presentato lui e tu?”

Damon.. quel volto ha un nome. Niente di più appropriato.

“E’ il fidanzato della mia coinquilina Caroline.” Gli dico facendo spallucce.

“senti, ti va di bere qualcosa sto morendo di sete!”

Quella proposta mi fa sorridere.. non ci conosciamo neppure da dieci minuti ma essendo un amico di Klaus credo sia un tipo apposto. Così accetto e raggiungiamo il bancone del pub.

“Cosa prendete?” Ci chiede la barista. Una ragazza mora sulla trentina, con la divisa più sbottonata delle altre appoggiandosi sul bancone.

“Bourbon grazie.” Risponde Rick

“Cosmopolitan” Dopo averci servito da bere mi sento più tranquilla e il ricordo di quella strana sensazione sta svanendo.

“Allora cosa fai nella vita?” mi chiede curioso

“Studio scienze del paranormale. Quest’anno mi laureo.”

Dopo la mia risposta credo si stia stozzando con il suo drink.. ma poi si riprende e mi dice:

“Paranormale interessante. Io sono un insegnate di storia di uno dei licei della zona”.

Perché sta ridendo. Forse crede sia una pazza a studiare paraspichiatria.

Dopo venti minuti di chiacchiere, più che piacevoli, mi congedo.

“Scusa Rick. Vado alla toilette. Torno subito.” Gli sorrido e lui ricambia Salgo le scale che portano al bagno ma prima di entrare incontro Kol.

“Ehi Elena potresti venire di là. Caroline e Klaus ci stanno aspettando in una saletta.”

Lo seguo in un lungo corridoio e dopo aver svoltato a destra entriamo in una stanza illuminata da lampade al neon. Mi sembra un ufficio più che un privè.

“Kol dove sono Caroline e Klaus? Non li vedo da nessuna parte e…”

Sento il muro freddo dietro di me. All’inizio sono convinta che mi stia baciando il collo. Così cerco di strattonarlo, ma lui è molto forte.

Strano per la sua corporatura non molto massiccia.

Poi però mi accorgo che non mi sta baciando. Mi sta mordendo e la sensazione è tutt’altro che piacevole.


NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio :)
eccoci con un altro capitolo. Ho deciso di aggiornare ogni mercoledì e venerdì dato che ho i capitolo quasi tutti pronti.
Ma veniamo al capitolo..
Allora Elena conosce Alaric (Amo il Dalaric.. non poteva mancare nella mia storia :D) e tra di loro (ve lo dico in anticipo) si instaurerà una bella amicizia.
Damon ed Elena hanno il primo scontro (letteralmente) e nessuno dei due ne è rismasto indifferente.
Kol non è un umano e credo che questo l'abbiate ben capito dal finale del capitolo.
Volevo ringraziare Lucy Stoker che ha recensito la scorsa volta e vi invito a leggere la sua ff. che è bellissima (io l'ho fatto)
Recensite per favore, fatemi sapere cosa ne pensate.
A mercoledì baci :*
- Ale :P

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Capitolo 5
*** Save my life ***





 
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Save my life
POV DAMON

Dopo essermi scontrato con quegli occhi avevo bisogno di bere.

Mi avvicino al bancone e una cameriera senza pudore mi serve del bourbon che bevo tutto ad un sorso. Dopo il terzo bicchiere vado a cercare Rick. Anche lui è seduto ad uno dei tanti sgabelli vicino al bancone.

“Rick, andiamo mi sono stufato. Klaus e la sua bambola se ne sono andati. Che rimaniamo a fere qui. C’è anche Kol.”

“Ok. Ma prima devo aspettare una ragazza che ho conosciuto. È andata in bagno sta tornando. Sai Damon dovrei presentartela, è molto carina.”

“Andiamo Rick sai che le donne al bagno ci passano la vita”

Per ingannare il tempo bevo. Ma stufo di aspettare mi dirigo anch’io verso il bagno.

“Damon dove stai andando?” mi chiede con uno sguardo interrogativo e più che brillo dopo quasi una bottiglia di bourbon in due.

“Vado a prendere la ragazza. Te la riporto. La saluti e così c’è ne possiamo finalmente andare”

“Ma se non sai neanche che aspetto ha!!?”

“ehi Rick scommetto che neanche tu ti ricordi che aspetto abbia dopo tutto quello che hai bevuto. Io sono un vampiro, tu non lo sei non puoi bere così tanto” li dico a bassa voce.

Per risposta ho un pugno sul braccio e mentre mi allontano mi dice:

“Ha i capelli scuri e mossi e indossa un vestito bianco!”
E li capisco di chi si tratti.

Ancora più deciso ad andare a prendere quella ragazza dopo aver scoperto chi sia, salgo le scale che conducono al bagno. Ma sono distratto da un urlo soffocato che solo con un vampiro sentirebbe.

Proviene da una stanza. Mi avvicino a velocità vampiro e trovo quella ragazza sul muro con Kol addosso che le sta succhiando la vita. Con un gesto repentino butto Kol contro un muro e inizio a prenderlo a pugni in faccia, lui riesce a scappare e io mi affretto a soccorrere la ragazza che ora è seduta a terra con la schiena al muro.

Mi mordo il polso e glielo porgo ma dato che credo stia per svenire mi avvicino a lei le accarezzo i capelli e faccio scorrere delle gocce di sangue sulle sue labbra. È scossa da fremiti e sta piangendo.

“Sshh. Sta tranquilla è tutto a posto le dico. Ti porterò via da qui”

Così la prendo in braccio e la porto fuori. Apro la mia Camaro Azzurra e la adagio sul sedile del passeggiero.

Mi metto alla guida con l’intenzione di portarla a casa mia, ma dato che sono convinto ci sia Klaus decido di portarla in una tavola calda.
Il London Grill.


POV ELENA


Mentre ero al muro e avevo perso tutte le speranze sento un tonfo e Kol non è più sopra di me.

Cerco di aprire gli occhi ma quel che vedo sono due sagome nere. Una, più slanciata dell’altra sta prendendo a pugni l’altra, che un attimo dopo giaceva a terra ma l’altro era sparito.

Ora ero sicura di quello che era Kol.

Un vampiro.

Sono cinque anni che aspetto di incontrarne uno. Eppure ora trovandomelo davanti provo solo terrore e il desiderio di scappare più lontano possibile da lì.

Sento un fiotto caldo scendermi in gola. Quando sento il sapore ferroso capisco che è sangue.

Una mano cerca di tranquillizzarmi accarezzandomi i capelli. Il dolore è sparito, ma sono ancora stordita. Sento due braccia forti sollevarmi, e io mi aggrappo al collo, di quello che ho capito essere il misterioso ragazzo dagli ochhi blu, e annuso il suo buon profumo che mi impregna le mie narici.

Mi lascia sul sedile di una macchina, credo sua, e guida fino ad una tavola calda che conosco bene.

Ogni domenica io e Caroline facciamo colazione qui.

Caroline!! Se Klaus è il fratello di Kol questo vuol dire che anche lui è un vampiro. Cerco il mio telefono in preda dal panico. Devo avvisare Caroline prima che sia troppo tardi, ma una mano gentile mi blocca.

“Non preoccuparti. La tua amica sta bene. Klaus non è come Kol.. è come me.”

Mi tranquillizzo.. come me! Aspetta un secondo.

“quindi anche tu sei un vampiro” grido praticamente ancora più terrorizzata di prima. Di certo non sono più stordita. Ora capisco perché Alaric rideva quando gli ho detto che studiavo il paranormale. Non credeva fossi strana perché studiavo cose che non esistevano per lui, ma rideva per semplice motivo che lui era in contatto con molti di loro.

“ehi ragazzina calma. Vampiri! Come ci sei arrivata così facilmente” mi chiede con un sorriso sarcastico.

Ma cosa c’è da ridere. Sono in una macchina con uno sconosciuto per giunta vampiro, con il quale ho perso la lucidità al primo incontro con il suo sguardo di ghiaccio, il collo sporco di sangue e ride.
“Studio paranormale. Spero di incontrare tipi come te da tanto ormai.”

“e ora che c’è l’hai davanti sei spaventata?” mi chiede.

Rifletto prima di rispondere.

“no non sono spaventata. Non da te almeno, se mi avresti voluta morta sarei ancora su quel pavimento. Quindi..”

Per risposta ho un altro sorriso che questa volta coinvolge anche me. Mi porge una salvietta umidificata.

“tieni pulisciti il collo. Non vorrai spaventare la gente li dentro”

E con il mento indica l’ingresso del London Grill.

Dopo essermi pulita e essendo presentabile al pubblico seguo questo misterioso ragazzo. All’improvviso si gira e mi guarda divertito.
“Comunque sono Damon”

“Elena” li dico.

Entriamo nel locale e sono pronta a tempestare di domande questo vampiro dagli occhi blu che mi ha salvato la vita.



Nota autrice
Buon pomeriggio a tutti.
Rieccomi con un nuovo capito :)
Ma veniamo al capitolo...
Elena viene a conoscenza che Klaus, Damone e Kol sono vampiri dopo essere stata salvata da Damon.
I due hanno il primo dialogo, ma non interessante quanto saranno quelli dei prossimi capitoli...
questo come un po' il prossimo sono capitoli di passaggio dove i personaggi si conosceranno e scopriremo ALCUNE cosa su di loro perchè ALTRE saranno il mistero che si risolverà al termine del libro.
Grazie per la ragazza che ha messo la mia storia tra le preferite e ai lettori/lettrici che leggono silenziosamente e a cui invito a lasciare un commentino anche negativo, per capire cosa ne pensano della mia storia :D
Con questo vi lascio e vi do appuntamento a venerdì :)
Un bacione
- Ale =P

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Capitolo 6
*** Thousand question ***





 
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Thousand question
 
POV ELENA

L’odore di cornetti appena sfornati mi faceva venire l’acquolina in bocca..

Ma ora mangiare non era la mia priorità..

Prendiamo posto ad un tavolo appartato vicino ad una vetrata che da sulla strada. Lui con un gesto chiama la cameriera e ordina per me un cappuccino e un
cornetto. Proprio quello che volevo.. ma..

“Quindi dato che sei un vampiro puoi leggermi nel pensiero?” li dico con indifferenza nascondendo la mia curiosità dietro ad un broncio

“Ehi, vacci piano con quella parola.. e poi anche se sarebbe divertente farlo –dice più a lui che ha me- non sono Edward Cullen, non luccico e non leggo nella mente.
Questa e la realtà”
Sono divertita dalla suo risposta. Ma anche se vorrei solo rilassarmi dalla serata, non ancora conclusa, che sto passando, decido di continuare il mio
interrogatorio. “Perché non bruci al sole?” li chiedo.

Ma lui invece di darmi una risposta mi porge la mano e mi mostra un enorme anello con un lapislazzuli, credo, incastonato. Sono incuriosita da quello strano anello,
ne ho uno grosso anch’io, forse non così tanto ma comunque un gioiello che non passa inosservato.

“Grazie a questo” mi dice Dopo che la cameriera mi ha servito, mi gusto la mia “colazione”, se così si può chiamare.

Sono mezzanotte, ma non sono per niente stanca.. sarà l’adrenalina o il fatto che sento che la mia vita dopo oggi cambierà.

“sono vere le storie sulla verbena, si insomma.. se la indosso non mi puoi soggiogare, se la ingerisci e mi mordi ci resti secco??” li chiedo incuriosita.

Mi stupisce la sua faccia divertita con quel suo mezzo sorriso che inspiegabilmente fa sorridere anche me.

“Ehi ragazzina sei informata, si la verbena e nociva per noi, ma se la ingerisco non muoio, mi indebolisco. Ci vuole ben altro per uccidere un vampiro come un..”

non fa in tempo a finire la frase che lo precedo:

“un paletto nel cuore” affermo. Lui sorride, e insieme ridiamo.

Finalmente mi rilasso.

“allora quanti c’è ne sono qui a Londra di tipi come te” li dico dopo aver finito di mangiare il mio cornetto.

“Beh, tanti.. un centinaio. Che tu conosca, oltre me c’è Klaus… e Kol, anche se non so come tu faccia a conoscere uno stronzo del genere.”

“Ci sono andata a sbattere ieri mattina in università, veniva dall’aula della Bennet, io andavo a storia e..” mi interrompe “Bennet.. Sheila Bennet??!”


“Si beh, è la professoressa di paraspichi..” mi interrompe ancora

“Paraspichiatria.. l’ultima volta che ho visto Sheila era nel 90 a New York.. “
questa volta sono io ad interromperlo.

“Conosci la Bennet. Nel 90.. ma quanti anni hai?”

Sorride..

“25 dal 1864” Non sono stupita, in fondo sapevo a cosa andavo in contro quando li ho fatto quella domanda.

“Ah, credevo di peggio, pensavo fossi un vampiro millenario”

Ridiamo

“Klaus è millenario, lui e Kol e altri suoi fratelli che spero non conoscerai sono i primi vampiri della terra. Sono loro quelli che hanno vampirizzato gli altri, fino a me che ne ho meno di 200. Klaus in realtà non è un vampiro comunque”

Cosa.. e cosa diavolo è??! La mia conoscenza di creature sovrannaturali, oltre ai vampiri, comprende streghe e licantropi.

Davanti alla mia espressione stranita ride di nuovo e continua.


“è un ibrido. Mezzo vampiro, mezzo licantropo. È una storia lunga.. e noiosa.”

Sono esterrefatta.. anzi dirlo è un eufemismo.

“Quindi è Klaus che ti ha trasformato?”

A quella domanda si incupisce… quasi mi pento di aver spezzato l’atmosfera leggera che si stava creando anche se stavamo parlando ci cose che di certo non sono di tutti i giorni… almeno non lo erano per me.

POV DAMON

“Quindi è Klaus che ti ha trasformato?”

Non ci voleva questa domanda. In fondo, tranne l’incontro di Kol, stavo passando una bella serata in compagnia di Elena ed la sua curiosità che mi divertono.

Vedendo la mia espressione anche lei si è incupita, ma non voglio che reprima quel suo sorriso che mi rapisce tanto.

“No non è stato Klaus” Le dico semplicemente.

Ma vedendo la sua espressione insoddisfatta, anche se non vorrei coinvolgerla nel mio squallido passato, non mi rimane che pronunciare quel nome, che per questi
cento anni e più avevo cercato di reprimere in un angolo della mia testa.

“è stata Kathrine. Una vampira che oggi dovrebbe avere circa cinquecento anni, ma possiamo cambiare argomento non voglio rovinarti la serata parlando di lei.”

Ma non avevo messo in conto la sua curiosità riguardo a questo argomento..

“Non ti preoccupare per me, continua pure.. perché non vuoi parlare di lei?”

Ecco adesso al centro dei miei pensieri. Ad occupare quella parte di me che avevo represso in questi anni.

Ma dopo quello che ha fatto a me e a Klaus non si merita le mie attenzioni.. eppure rievocare quei finti momenti felici mi è naturale..

“Vieni a prendermi.. avanti Damon..”

“perché mi sfuggi sempre..” le dico, ma possibile che quando sono con lei riesco a dimenticare tutto e tutti. Nessuna ragazza mi ha mai fatto questo effetto.

“perché sono più veloce.. e perché non voglio essere acchiappata” ma con uno scatto riesco ad afferrarla e a poggiarla contro il tronco di un albero.

“dammi il tuo sangue, così potrò seguirti per sempre.”

“No Damon. Io non ti darò il mio sangue. Se lo vuoi devi prenderlo.”

E detto questo si sfila uno spillo dai capelli e se lo porta alla gola. Con un gesto ,apparentemente disdicevole per una donna di alta borghesia come lei, si porto l’ago alla gola e si incide un taglio da cui subito scorre un rivolo di sangue. Avvicino la mia bocca alla sua gola e bevo da lei. Non mi importa del sapore ferroso e disgustoso che mi sta scendendo per la gola. Penso solo che quando arriverà il momento io sarò come lei e vivremo una vita infinità insieme, e nessuno ci potrà separare.


“Ero davvero convinto di quello che facevo. Credevo che mi amasse veramente e speravo davvero che volesse trascorrere con me una vita felice.”

Non mi sono accorto di averlo detto ad alta voce. Di fronte alla sua espressione stranita e buffa mi viene da sorridere. È da tempo che non incontro una ragazza
così, anzi credo di non avere mai incontrato tipe come lei. E non sto parlando della sua indiscutibile bellezza, ma di quel carattere che ha mostrato con me sapendo
chi fossi davvero.

Un vampiro. Un mostro perché era quello ero.

“beh, anche questa è una storia abbastanza lunga.. ma di certo non è noiosa.”

“Ti ascolto.. non ti preoccupare” mi incoraggia.

E facendo un sospiro le racconto la mia storia.

“Erano i primi di giugno del 1864 a New York e io e mio fratello giocavamo in giardino.. io stavo”

“Aspetta… hai un fratello” mi interrompe.

“Si, si chiama Stefan ma..”

“Si chiama.. quindi anche lui è come te” sbuffo

“Si.. ma la vuoi sentire la storia o hai intenzione di interrompermi ogni dieci secondi?”

Mima il gesto di chiudersi la bocca come una zip e a quell’atteggiamento da ragazza spensierata anche se sa di vivere in un mondo pieno di demoni mi viene da
ridere. Ma torno serio e continuo con la mia storia.



Nota autrice
Buon pomeriggio ragazze :D
Oggi è uscita la 5x7 io ancora non l'ho vista, ma molti mi hanno detto che è bellissima e che morirà qualcuno... non vedo l'ora..
ma comunque veniamo al capitolo:
il capitolo gira intorno solo a Elena e Damon e vediamo un Elena molto curiosa che non ha fatto altro nella vita che sperare di incontrare un vampiro e un Damon, ancora scosso dal suo passato che decido comunque di raccontare a Elena.
Di certo Damon e Katrhine si sono lasciati per motivi che si verranno a sapere nei prossimi capitoli e non come il telefelm, perchè lei doveva scappare ecc. (come tutti sappiamo, presumo :D)
Non c'è altro da spiegare, volevo ringraziare le persone che mi hanno aggiunta tra i preferiti/ricordati e per i lettori silenzionsi che invito come sempre a lasciare un commento che possa migliorare me e la storia.
Prossimo appuntamento a Mercoledì
Un bacio
Ale =P

 

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Capitolo 7
*** The story of our life ***





 
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The story of our life
 

POV ELENA


“Si.. ma la vuoi sentire la storia o hai intenzione di interrompermi ogni dieci secondi?”

Mi zittisco ha ragione.. già non vuole raccontarmela…

“Allora era il 1864 e io e mio fratello Stefan giocavamo in giardino, li stavo insegnando una specie di gioco che avevo imparato da un soldato al militare… e sì Elena, prima che tu posso interrompermi ho fatto il militare”

rido mi conosce bene anche se stiamo parlando da non più di dieci minuti..

“Nostro padre a pranzo ci aveva avvertiti che sarebbe venuta a stare da noi una ragazza orfana, che aveva perso i genitori in un incendio. Ma quando la vidi… era la ragazza più bella che avessi mai visto. Iniziai ad interessarmi a lei, a conoscerla e lei dopo qualche tempo mi racconto la sua storia. Lei era un vampiro.. e mi raccontò che stava cercando qualcuno. Aveva saputo da qualcuno che esisteva una specie di incantesimo per far diventare un vampiro immortale a tutti gli effetti, nel senso che anche se qualcuno l’avesse uccisa ficcandole un paletto nel cuore non sarebbe morta, ma mi rivelò che per legare l’incantesimo serviva il sangue di qualcuno, fece il nome di una famiglia.. credo fosse Springs o qualcosa del genere, che aveva quel sangue nella loro discendenza, e lei lo stava cercando”

Sono scioccata, vorrei replicare ma preferisco non interromperlo. Anche perché la sua espressione sta cambiando. Sta diventando più triste.. più cupo.

“Il nostro programma era quello di sposarci. Lei mi avrebbe trasformato e insieme avremmo cercato quell’ultimo ingrediente per l’incantesimo e avremmo vissuto per sempre”

Poi si ferma, non continua. Chiede il conto e c’è ne andiamo.

“è tardi dovrei riaccompagnarti a casa…” mi dice.

Siamo quasi arrivati, ma non ha ancora finito di raccontarmi la storia. Non voglio pressarlo, in fondo chi sono io e per quale motivo dovrebbe raccontarmi cose che riguardano lui e la sua famiglia…

Apro lo sportello della macchina. Ma prima che possa scendere..

“Ah, Elena” mi porge il mio telefono “Questo è tuo.. l’ho preso per evitare che chiamassi il 911 perché credevo fossi terrorizzata.. ma, mi sbagliavo".

“Sono diversa dalle altre Damon” mi giustifico.

“l’ho notato.. Buona notte” mi fa quel suo sorriso che probabilmente aumenterà il riscaldamento globale..

“Notte.” Scendo dalla macchina e mi avvio verso il portone.

Chissà se Caroline sarà tornata.. né dubito. Lei e Klaus hanno molto da dirsi..

Come prevedevo Caroline non c’è.. così vado in bagno e mi faccio una doccia.

Dopo più di un ora sono nel letto, Care non è ancora arrivata. E non riesco proprio a dormire.

La storia di Damon mi ha destabilizzato. Non ha terminato il racconto e… perché tra lui e Kathrine è finita.

Decido di chiamare Caroline per avvisarla che sono viva ma.. nella rubrica c’è un nome che mi blocca. Sotto il numero di Caroline c’è ne uno nuovo.
 Damon.

Inconsciamente ho premuto il tasto di chiamata e il mio telefono è poggiato sul mio orecchio.

Tu, tu, tu

Non risponde nessuno, ma proprio mentre stavo chiudendo la chiamata, la sua voce mi interrompe.

“Pronto” io non rispondo, non so neanche perché l’ho chiamato..

“Elena, dimmi. Tutto bene??” ha salvato il mio numero.. devo parlare. ORA.

“Si, Damon tutto bene.. ti ho chiamato per.. ringraziarti. Ho dimenticato di farlo e..”
dico, in fondo non l’ho fatto.

“Ah, di niente. Kol è uno stronzo non credo che ti darà più fastidio. Ha paura di Klaus e di me. Sarà arrivato in Patagonia a quest’ora… se non c’è altro, buonan..”

Lo interrompo, non credo di riuscire a dormire se non finirà la sua storia..

“Damon aspetta! Perché tra te e Kathrine è finita?” li domando timida.

Lui sospira.. forse ho esagerato. Devo farmi i fatti miei ma con mia sorpresa..

“Sei sola?” mi domanda

“Si, Caroline non c’è ma perc…”

“Arrivo” e chiude la telefonata.

Sta arrivando.. mi alzo dal letto, corro in bagno.. ho ancora i capelli bagnati e dove sono i pantaloni della mia tuta.. Non posso certo aprire la porta in intimo.

Trovo un paio di short e una maglietta e me li infilo prima che arrivi di Damon.

Ecco la porta. Appena in tempo.

Apro la porta e lo trovo appoggiato contro lo stipite che mi fissa. Ha una bottiglia in mano e quando noto che la sto guardando..

“Bourbon, ero in un bar quando mi hai chiamato e ho soggiogato il barista…”

“Entra” li sorrido. Mi fa ridere il suo modo si fare.

“Perché hai portato del Bourbon?” li chiedo

Lui mi fa spallucce.

“Per affrontare questo argomento serve qualcosa di forte” si giustifica

“Damon, se non vuoi parlarne non c’è problema, in fondo io non sono nessuno per..”

“No, va tutto bene..” si dirige verso il divano e si accomoda. Io lo seguo

“Allora dove eravamo rimasti?” mi chiede.

“Tu e Kathrine dovevate sposarvi..”

“Ah giusto, io e lei dovevamo sposarci così avvertì mio padre ma mentre stavo andando a comunicare a Kathrine la data in cui la nostra vita sarebbe cambiata.. la trovai
a letto.. con Stefan.. mio fratello.”

Sono sconvolta. Ma come può accadere uno cosa del genere tra fratelli. Notando la mia espressione sconvolta Damon mi offre un bicchiere di quel liquido ambrato, che accetto più che volentieri mentre lui continua la sua storia..

“Mio fratello aveva una relazione con lei.. Kathrine promise a lui le stesse cose che promise a me.. ma lui non sapeva che avevamo una relazione, e io non avevo minimamente idea che lei ne avesse una con mio fratello.. così il giorno dopo andai da Kathrine e le dissi quello che pensavo di lei.. e mi disse che non mia aveva mai amato, come non amava Stefan. Lei ci stava usando per proteggersi da un vampiro molto vecchio che voleva ucciderla e cercava in me e mio fratello un riparo e una specie di incentivo nella sua ricerca, per diventare immune e non morire a causa di quello che poi si è rivelato essere Klaus.”

“Klaus??! E perché voleva ucciderla?” li chiedo scioccata

“Questa storia non la conosco molto bene.. Klaus odia parlarne ma penso centri qualcosa con Kol e il motivo per cui ha fatto lite con la sua famiglia.”

“e tuo fratello e tu come siete diventati vampiri?”

Aspetta un po’ prima di rispondere..

“Kathrine prima di scappare trasformò entrambi.. venne nelle nostre stanze e posandoci prima un bacio sulle labbra ci trafisse il cuore con un pugnale e dato che assumevamo regolarmente sangue da lei ci trasformo poi ci lasciò una lettera in cui scrisse che ci aveva fatto un dono e che era il suo modo di scusarsi per averci illusi”

Rabbrividisco.

“Ma che bastarda!” esclamo. Un commento spontaneo che sembra risollevarli il morale.

“Beh, dopo io e Stefan ci siamo nutriti e abbiamo preso due strade diverse.
Io e Klaus, che era arrivato a casa mia cercando Kathrine, ci trasferimmo qui a Londra, è da un po’ che siamo qui in effetti..”

“e nessuno si è mai accorto di niente?”

“Qui a Londra, in mezzo a milioni di persone affaccendate che non hanno neanche il tempo di pranzare?”

Ridiamo insieme.. mi piace quando ride. Il suo sorriso ti contagia inspiegabilmente..

“E tu Elena, qual è la tua storia. La mia l’ho raccontata.. ora tocca a te” sono sorpresa, in fondo non sono io quella interessante qui dentro. Sono solo un umana ma comunque..

“Non c’è niente di eclatante.. vengo da Mistik Falls, un specie di paese in Virginia, sono venuta qui cinque anni fa per studiare.. ma il vero motivo è che scappavo dai miei ricordi..” mi incupisco, non mi piace parlare di quella parte della mia vita. Anche se è passato tanto la perdita brucia ancora..

“I miei genitori sono morti in un incidente stradale.. e anche se non erano i miei genitori biologici era come se lo fossero dato che mi hanno trovato vicino alla porta quando ero appena nata.”

Il sorriso e sparito dalla sua faccia, probabilmente a causa di una lacrima involontaria che mi sta rigando il volto.

“Non ho mai scoperto chi fossero i miei genitori biologici, e credimi non mi interessa, se mi hanno abbandonato evidentemente non li interessava di me”

In un gesto che mi sorprende mi accarezza la guancia e con il pollice raccoglie la lacrima sul mio viso… quando all’improvviso un rumore di serratura ci fa voltare e Caroline con gli occhi spalancati guarda Damon ancora con la mano sul mio viso.

Entrambi imbarazzati ci voltiamo, io arrossisco e lui si alza dal divano si accovaccia e mi da la seconda buonanotte di questa lunga sera con un bacio sulla guancia che mi sorprende.

“Non sarai triste per sempre Elena” mi sussurra e con un sorriso e un semplice ciao esce dalla porta di casa mia lasciandomi con una Caroline alla quale devo raccontare quello che è successo nelle ultime cinque ore, di quella che non credo sarà più una vita monotona, grazie a quel ragazzo dagli occhi blu che è entrato nella mia vita.



NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte :D
allora oggi niente TO dato che è andato in pausa :/ peccato ma comunque eccomi con un altro capitolo della mia storia.
come avete letto in questo capitolo scopriamo molte cose riguardo il passato dei protagonisti ma NON è ANCORA TUTTO.
Durante i prossimi capitoli si scopriranno cose sconvolgenti sopratutto sul passato di Elena.
Ma... come d'altronde sempre succede Caroline interrompe il discorso di Damon e Elena :D ma in fondo amo anche queto del personaggio di Caroline.
Credo che sul capitolo non ci sia altro da dire.
Ringrazio come sempre le persone che mi hanno aggiuto ai preferiti/seguiti e alle numerose persone (e ne sono felice) che leggono silenziosamente. Ma sarei ancora più felice se queste recensissero quindi vi prego fatelo, anche critiche come vi dico sempre. In fondo so che sarebbero critiche costruttive sia per me che per la storia.
Con questo vi lascio e vi do appuntamento a venerdì con un altro capitolo.
Un bacio Ale =P

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Capitolo 8
*** Secret ***





 
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Secret


POV ELENA


“Elena.. chi è quel… ragazzo? Mi domanda con gli occhi sgranati mentre si toglie i tacchi e li posa vicino alla porta che ha appena chiuso Damon.

Cosa dovrei dirle, -no, nessuno in particolare. Uno dei tanti vampiri che vivono in questa città, in cui viviamo da ormai cinque anni ignare delle creature sovrannaturali che ci scorrazzano libere come la Bennet, (Ah, a proposito è una strega) che mi ha salvata da un altro dei tanti vampiri che mi stava succhiando la vita contro un muro in un ufficio di un pub, non che fratello del tua ragazzo, anch’esso vampiro, anzi no ibrido.. metà vampiro e metà licantropo, che conosciamo da quattro anni e del quale credevamo di sapere tutto. Niente di che- .

Non so neanche cosa sa riguardo a Klaus, e anche se vorrei raccontare tutto alla mia amica, a cui farebbe più che piacere sentire che le creature di cui parla il nostro piano di studi esistano davvero. Così rimando la conversazione su Damon sviandola.

“Niente è solo un ragazzo che mi ha riaccompagnata a casa.. è successo qualcosa con Kol e lui mi ha salvata..” almeno questo devo dirglielo.. non posso tenerla allo scuro di tutto…

Lei sgrana gli occhi ancora di più di quanto non c’è li avesse già, se è possibile, ma prima che mi faccia la domanda, che sono sicura che farà, la precedo con una risposta che non la faccia preoccupare, in fondo si sentirebbe in colpa perché mi ha lasciata sola e se ne andata con Klaus. Non è dicerto colpa sua, non poteva mai e poi mai sapere che il fratello del suo ormai ragazzo fosse un vampiro, quindi..

“Niente Care, niente di grave, non preoccuparti. A provato a baciarmi, ma io mi sono opposta e lui ha insistito. Damon passava di li, lo ha preso a pugni e mi ha portata a bere un caffè per calmarmi prima di riaccompagnarmi qui. È un amico di Klaus sai.. a proposito.. com’è andata con lui, avete parlato?"

Voglio sapere cosa sa Caroline su Damon, Klaus e Kol ma non voglio sembrare troppo interessata, potrebbe insospettirsi.

“Niente di che, dopo essercene andati mi ha portato a casa sua, e mi ha detto che non mi ha parlato della sua famiglia perché non ha più rapporti con loro e perché si vergogna. Ci credi che ha ben tre fratelli e una sorella..”
beh si ci credo dato che Damon mi ha raccontato perché esattamente Klaus si vergogni di loro… ma non posso certo dirle che abbiamo passato la serata a parlare di vampiri, facendo un resoconto tra quelli della realtà e da romanzo rosa, e di come Kathrine sia scappata da Klaus per aver rubato il segreto della sua famiglia, “gli originali”, su come diventare immortali ad un paletto nel cuore.

“Wow, e non ti ha detto più niente.. riguardo lui e la sua famiglia?” cerco di sembrare il più disinteressata possibile, ma come già sapevo, alla mia amica che mi conosce da una vita, forse meglio di quanto io conosca me stessa, non sfugge nulla.

“Perché sai qualcosa che io non so… Elena?”

“No! Come dovrei fare a sapere più di te sul tuo fidanzato” con questa frase mi avvicino e posandole un bacio sulla guancia le do la buonanotte lasciandola in salotto, con ancora la borsa in mano e un espressione stranita, mentre filo in camera mia e per la seconda volta ormai, questa sera e mi rifugio sotto le miei coperte pensando alla serata che ho appena trascorso che di certo, compreso lo “sgradevole incontro” di Kol, non credo di poter dimenticare mai.

POV DAMON

Parcheggio la mia Camaro nel cortile della mia casa, e noto le luci ancora accese. Sicuramente Klaus è davanti ad un bicchiere di whisky su una delle due poltrone del salotto e presto io sarò lì a farli compagnia, visto che anche io ho bisogno di bere. Non capisco cosa mi sia preso stasera. Damon Salvatore sinonimo di stronzo, titolo di cui vado più che fiero si era comportato in un modo… come definirlo… non da Damon.

Salgo le scale di quella che ormai è la nostra centenaria casa. E pensandoci non capisco perché sono ancora qui. E sono un vampiro, potrei avere quello che voglio, quando voglio e dove voglio, ma sono ancora qui.

A Londra.

La verità e che io, come Klaus, sono rimasto particolarmente incantato in questa città. Certo non è grande e imponente come New York ma ha il suo fascino che ti
porta a vedere il Big Ben ogni volta come se fosse la prima. Ed è strano, sono qui da cento anni, e anche se spesso ci ho pensato ad andarmene da qui, al punto che
a volte sono arrivato in aeroporto con le valigie, sono sempre tornato sulle mie idee e mi sono sentito un grande stupido, perché amare una città al tal punto da
non andarsene mai e vivere in una stessa casa da così tanto tempo non è assolutamente da me, e per coprire questo lato “sentimentale” di me, che di certo non
amo, a Klaus ho inventato mille scuse e me ne sono uscito con le battute più sarcastiche come: “Mi mancherebbe la troppo pioggia” o “Perché te ne vorresti andare da una città dove ci sono ancora persone che vestono come si faceva a New York quando ci siamo incontrati*”. E questo è andato avanti finché finalmente non ha
incontrato quella ragazza, che ormai so come si chiami: Caroline, e ha abbandonato ogni tentativo di fuga fin quando lei avesse vissuto qui. Klaus non mi ha mai presentato alla sua ragazza, e ora capisco perché. Certo lui con il fatto che si nutre di sangue di animale, da meno nell’occhio di me che.. sono vampiro al 100% e poi perchè lei studia paranormale. Andiamo ci vuole proprio la sfiga di Klaus ad incontrare l’unica ragazza che oltre Elena studi paranormale a Londra. E al solo pronunciare mentalmente io suo nome mi spunta uno stupido sorriso obliquo sul viso.

Al pensiero che le ho detto di non preoccuparsi e che ero diverso da Kol però l’espressione ebete che si è dipinta sul mio volto se ne va. Io sono esattamente come
Kol, forse meno coglione ma esattamente come lui. Ed è per questo che è meglio che lei stia il più lontano possibile da me. Non vorrei rovinare una vita piena di ambizioni come la sua anche se non è da me pensare prima agli altri che a me. E non voglio soffermarmi a pensare il motivo per cui lo voglio fare, so semplicemente che lo farò.

Non voglio coinvolgerla nello schifo del mio passato in cui ho lacerato le vene di non so quante persone solo perché ero fottutissimamente arrabbiato per quella stronza manipolatrice di Kathrine, quella donna che aveva segnato per sempre la fine del rapporto tra a me e mio fratello. Certo a entrambi è chiaro il fatto di essere stati con la stessa ragazza inconsciamente ma… da allora non siamo stati più li stessi. E anche se non lo ammetterei mai ad alta voce, soprattutto davanti a Stefan, mi manca quel fratello per il quale al tempo avrei dato anche la mia vita.

Apro la porta e vado in salotto, mi verso un bicchiere del mio solito Bourbon andando a fare compagnia al mio amico che di certo non ha avuto una serata migliore della mia.




Nota autrice
Buon pomeriggio gente :D e buon TVD day a tutti.. chi ha già visto la puntata?? Io l'ho fatto e... vedetela non faccio spoiler =P
Ma veniamo al capitolo...
allora questo è più che altro un capitolo di passaggio, non succede niente, ma volevo farvi capire che le cose saranno diverse d'ora in poi. In quello che avete letto si vede come Elena muoia dalla voglia di dire qualcosa a Caroline,e non sa praticamente niente di Klaus e comagnia bella (da qui il titolo del capitolo). Damon... anche lui è rimasto "stranito" (?) dall'incontro di Elena... si vede anche come si è imposto di non entrare nella vita di Elena perchè non vuole farla soffrire (chi sa se ce lla farà? =P)
Detto questo volevo ringraziare ragazza che ha censito la scorsa volta e tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate e invito quelli che leggono silenziosamente (che sono tanti stranamente :D) a lasciare un commentino :3
Baci a martedì
Ale =P

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Capitolo 9
*** The family ***





 
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The family
 

POV ELENA

Vivi a Londra, città dove piove 366 giorni su 365, il sole caldo è un miraggio e dalla tua finestra si nota sempre quella coltre di nubi seppure a volte non grigie come la pece, eppure dopo una serata passata a pensare a cose che fino a sole 24 ore fa potevano accadere solo nei telefilm e addormentandoti finalmente dopo ore passate a guardare il soffitto a rimuginare quell’unico raggio di sole spicca dalle tante nuvole da finestra, che ieri sera ho lasciato aperta, e viene a infastidire l’unico occhio non protetto dal cuscino e dalla mia chioma particolarmente ingombrante destandomi dalle poche ore di sonno che ho avuto stanotte.

Costretta ad aprire gli occhi che vorrei tenere chiusi possibilmente nel mio letto sotto il mio piumone rosso, mi alzo dal mio letto per raggiungere la cucina dove trovo un affaccendata Caroline, già vestita di tutto punto pronta ad uscire.

“Buongiorno, allora andiamo a fare colazione?”

Mi guarda con un sorriso strano, anzi quel sorriso strano che utilizza tutte le volte che vuole farmi una richiesta che alla fine so che accetterò… Evito di farle domande, avrò tutto il tempo di farlo mentre faremo colazione almeno avrò un argomento per distrarla e non portarmi su argomenti che non saprei come spiegarle.. come la mia chiacchierata con Damon e le sue inquietanti rivelazioni sul suo passato.

A quel pensiero un stupido sorriso ebete mi spunta, ma per fortuna Caroline non lo nota, lasciandomi libera dalle sue inquisizioni mattutine per una doccia.


Un ora dopo sono pronta e io e la mia amica siamo all’entrata del London Grill..

Troviamo posto ad un tavolo vicino alla vetrata, che è poi lo stesso tavole dove ero seduta meno di dieci ore fa..

Ordiniamo quello che prendiamo tutte le domenica: io un mega milk-shake alla vaniglia e la mia amica un succo di frutta e una brioche vuota.

“Allora Caroline, dobbiamo ancora girarci intorno o mi dirai cosa è quell’espressione da –devo dirti una cosa bellissima ma devo chiederti una cosa- che muori dalla voglia di dirmi” le dico ad un tratto stanca dello strano silenzio per Caroline che ha un discorso inedito per qualunque minuto della giornata.

Lei sorride e inizia a parlare a raffica.

“Klaus…” prende una pausa e continua “dopo una lunga chiacchierata con suo fratello Kol”
e a quel nome sussulto portandomi una mano al collo, nel punto dove mi aveva morso per controllare ci siano segni, ma non c’è neanche un raschio il che mi ricorda che Damon mi ha dato il suo sangue per curarmi.

Ma decido di prestare comunque attenzione al discorso che tanto sembra eccitare la mia amica..

“mi ha detto che ha deciso di chiarire con lui dopo tanto tempo e ha detto che darà una cena per l’evento dove sarà presente anche sua sorella.

“Ok Care, ma cosa centri tu in questo?” la guardo stranita e un po’ spaventata pensando ad un altro vampiro in circolazione che spero di non incontrare come mi ha suggerito di fare Damon.

Lei mi guarda come se non abbia capito l’ovvio ma poi chiarisce.

“Mi ha chiesto di partecipare a questa cena, ha detto che vuole presentarmi ai suoi fratelli, che sono quello che li rimane della sua famiglia perché per lui sono molto importante e…” si interrompe con faccia sognante..

“Ma mi spiegate come siete passati dall’odio all’amore, mi sono persa qualche passaggio ho hai evitato di raccontarmi qualcosa? Le chiedo

Lei per risposta arrossisce e chiarisce quello che credo di aver già capito.

“Beh sai.. hai presente quando la scorsa settimana dovevamo mangiare qualcosa alla pizzeria vicino casa, noi due e Klaus… tu ci hai dato buca perché dovevi finire la tua tesina per storia e noi siamo rimasti soli. Così abbiamo deciso di prendere la pizza e portarla a casa sua perché stava diluviando e..”

“Siete andati a letto insieme” concludo io con l’ovvio finale.

“Sai credo che io abbia sempre provato qualcosa per lui, come lui per me solo che entrambi avevamo qualcosa nel nostro passato che ci impediva di andare oltre per paura di rovinare il nostro rapporto..”

Beh certo, per il loro passato. Caroline ha sofferto a causa di Tayler e Klaus è un ibrido millenario che aveva paura di prosciugarli l’aorta.

“Allora Elena dobbiamo andare a fare shopping, dobbiamo trovare dei vestiti che siano adatti ad una cena così. Ci credi che conosceremo la famiglia di Klaus?” mi
dice eccitata.

Ma un sorso di milk-shake mi va di traverso..

“Caroline, e io che c’entro. Tu sei la sua fidanzata non io” le dico esasperata.

Non ho intenzione di rivedere l’uomo che stava per uccidermi..

“No, Elena. Non puoi farmi questo. Lasci la tua migliore amica, che c’è sempre stata per te in una situazione di vitale importanza come questa??!” mi fa la faccia da cucciolo ma davvero non posso accettare.. certo voglio bene a Caroline ma non posso mettere a rischio la mia vita.

Ma se Kol è Klaus si sono riappacificati e Klaus tiene a me quel poco che basta da proteggermi in caso suo fratello vorrebbe uccidermi, di nuovo, allora..

“Va bene Caroline, ma cucini e stiri tu per un mese!”

“una settimana” afferma con occhi da sfida.

“Due”

“Andata!” dice rassegnata e usciamo dal negozio, la mia amica esuberante e io preoccupata per quello che potrebbe accedermi.


POV DAMON


“Che cosa??!” urlo praticamente in faccia a Klaus.

“Ti rendi conto che hai intenzione di inviate a cena Kol e Rebekah. I due fratelli con cui hai litigato più di cento anni fa. Cosa ti ha fatto inspiegabilmente cambiare idea dopo un secolo!” sono infuriato.

Io c’ero quando hanno litigato.. litigato è un eufemismo.

Si stavano uccidendo, ma dato che sono immortali li “litigio” sarebbe durato parecchio.

“Lui mi ha giurato di voler riunire la famiglia e io voglio la stessa cosa. Mi mancano i miei fratelli, è anche se non meritano il mio perdono per me la famiglia è importante. E poi mi detto di essere venuto qui proprio per questo.” Mi dice tranquillamente.

“Ma sei al corrente che ieri sera stava per uccidere una ragazza!” lo guardo stralunato.

“Si Damon, mi ha detto che è stato un impulso. Mi sono arrabbiato anche io con lui, credimi perché Elena e una mia amica e ci tengo. Per fortuna c’eri tu.. Ma mi ha spiegato che era attratto da lei e.. sai come vanno le cose tra vampiri. Anche tu bevi sangue dagli umani.

Mi avvicino a lui guardandolo dritto negli occhi. Ma poi a corto di parole per la verità che quella frase, cioè quella di essere simile a uno come Kol mi ritraggo, decido di girare i tacchi e uscire da quell’immenso salotto che ora sembra starmi troppo stretto.

“Fai quello che ti pare, ma credo che dovresti esserci stasera dato che vedo che ti sta a cuore la sorte di Elena più di me. Sai lei e Caroline verranno qui questa sera.”

A quelle frase mi fermo.

Non capisco il motivo. Ho ucciso tante persone.

Ma al solo pensiero che qualcuno possa mettere le mani su quella ragazza, che ha perso tanto proprio come me, il mio istinto è quello di proteggerla.

A qualunque costo. Così torno sui miei passi.

“E tu, tanto innamorato di quella Barbie sei disposto a presentarla ai tuoi fratelli, che potrebbero rivelarle cosa sei veramente e magari mangiare lei come cena” li dico tranquillamente.

Questa volta è lui ad avvicinarsi.

“Credi davvero che starei a guardare. Io sono più forte dei miei fratelli e non lascerò che le accada niente. Ma come di ho detto non succederà nulla di tutto ciò perché non hanno intenzione di tradire la mia fiducia un ‘altra volta”.

Esco da quella stanza lasciando il mio amico con una semplice frase.

“Ok, ci sarò!”

*******

Sono in camera mia, dopo essermi fatto una doccia e aspetto l’arrivo di Kol e Barbie Klaus.

Al suono del campanello decido di scendere per aprire la porta e chiarire un po’ di cose con gli ospiti indesiderati..

“Ciao” ma quel saluto un po’ spaesato e sorpreso non proviene da Kol, né da Rebekah… ma da Elena.

“Ciao” accompagno il mio saluto, in ritardo dato che ho passato più di trenta secondi a squadrarla nel suo vestito corto che di certo non mi dispiace, con un sorriso che ricambia per poi sollecitato dalla bionda invitarla ad entrare.





Nota autrice
Salve gente, :D
Eccomi con un altro capitolo, nel quele non succede un granchè ma nei prossimi giuro che ci sarà più "azione". Questi sono ancora capitoli di passaggio dove si scopre QUALCOSA sui personaggi e sulla storyline che ci sarà.
In questo capitolo Damon ed Elena non si incontrano ma entrambi mostrano un certo interesse verso l'altro parlando con i rispettivi amici. Elena, alla quale le spunn sorriso ebete parlando con Caroline, pensando a Damon, mentre Damon con il suo instinto di protezione verso Elena, parlando con Klaus.
Non credo ci sia altro da dire...
Nel prossimo capitolo ci sarà la cena dove ci sarà l'incontro tra i due, che è già anticipato nelle ultime righe del capitolo :D
Ringrazio la ragazza che ha la pazienza di recensire e le persone che hanno inserita tra i preferiti/seguiti/ricordati. Invito poi come sempre a lasciare un piccolo commentino alle lettrici silenziose.
Titolo del prossimo capitolo "the dinner" (lo so, molto originale :D)
Prossimo aggiornamento venerdì
Un bacio Ale =P

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Capitolo 10
*** The dinner ***





 
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The dinner
http://it.luxuryestate.com/P9167515-Villa_in_vendita-Londra (Casa dove vivono Damon e Klaus)

POV ELENA

 “Caroline, smettila di guardarti allo specchio. Sei perfetta” le dico esasperata dall’infernale pomeriggio che mi ha fatto passare anche se quell’affermazione non è stata detta giusto per farla tacere lo credo veramente.

La mia amica indossa un vestito corto grigio stretto in vita da una fascia nera. La gonna è fasciata da una serie di balze non troppo appariscenti che le fasciano le cosce un po’ più sopra del ginocchio. Il tutto accompagnato da un paio di scarpe con in tacco e degli accessori che ha passato tutto il pomeriggio a scegliere.

Lei si volta, è ansiosa e questo si capisce dal suo atteggiamento e i gesti tremanti che compie con insicurezza per aggiustarsi i capelli di nuovo, e controllare la lunghezza del suo vestito per non sembrare sfacciata, di nuovo.

“è che, Tayler non mi ha mai presentata ai suoi, e anche se Klaus mi presenterà ai suoi fratelli che sono la sua famiglia io non vorrei farli fare brutta figura” mi dice con il tono di voce basso, come se avesse paura ad ammettere una cosa del genere.

“Care, tu non hai paura di niente. Ti ricordi quando hai dato uno schiaffo a Jessie davanti a sua madre il primo giorno, quando eravamo matricole, perché ti aveva toccato il sedere mentre sua madre era girata. Andiamo sei Caroline Forbes.. non hai mai temuto niente. Eri l’unica che non era preoccupata prima di un saggio a Mistik Falls.” Le dico andandole in contro.

Lei mi guarda e scoppia in una risata, che sembra più isterica. Ma almeno sono riuscita a farla ridere.

Dopo circa mezz’ora di dettagli ultimali, come gli ha definiti Caroline, siamo fuori ad un elegante cancello nero agganciato da entrambi i lati da muri fatti di mattoncini rosso chiaro che fanno da preludio ad un elegante poltrone che ha tutta l’aria di collegarsi ad interni raffinati.

Di certo è una delle più belle ville che abbia mai visto, e siamo solo all’esterno del cancello.

Suoniamo un campanello situato al lato di uno dei muretti e automaticamente esso si apre. Percorriamo silenziosamente il tratto di strada che ci separa dal portone e suono il campanello.

La porta si apre e a farlo non è Klaus, come mi aspettavo, ma Damon.

Evidentemente non avevo collegato il fatto che fossero coinquilini e sono piuttosto sorpresa per non dire felice di rivederlo.

“Ciao” lo saluto imbarazzata dal suo continuo fissarmi.

Certo è inusuale il fatto che indossi un vestito e che stranamente questa volta non è Caroline che mi ha costretta perché non volevo farle fare brutta figura con i miei soliti jeans, ma non credo di apparire una top model da meritarsi quello sguardo.

In fondo indosso un semplice vestito rosso, il mio colore preferito, che mi arriva a mezza coscia con una fascia di raso rosso vermiglio e una scollatura non troppo vistosa.

Al momento indosso un giubbotto di pelle nero e dei sandali neri con un tacco non troppo alto. I miei capelli sono come al solito, lisci e lunghi. Gli ho sempre portati così e amavo farmeli pettinare da mia madre quando ero piccola.

Caroline, piuttosto impaziente di entrare lo richiama con un colpo di tosse e all’improvviso come scosso dal continuo fissarmi, inchioda i suoi occhi azzurro cielo con i miei di cioccolato e mi saluta con il suo tipico sorriso obliquo che anche se lo conosco da poco ho già visto farlo troppe volte.

“Ciao” e con un gesto della mano ci invita ad entrare in una casa che ora classifico come la più bella che abbia mai visto, in assoluto.

È a dir poco strabiliante la grandezza del solo ingresso.

Il pavimento è fatto di marmo bianco e lucido, al centro delle'enorme stanza è situato un tavolino di vetro dove sopra c’è un centro tavola ornato di fiori che non riconosco.

Esattamente sopra di esso un lampadario pendente e enorme scende dal soffitto. In fondo alla stanza c’è una vetrata enorme che da sulla terrazza presumo e da contorno due scale illuminate conducono al paino di sopra, il tutto illuminato, oltre che dalla luce delle scale e del lampadario, da faretti ai lati della stanza che li conferiscono un colore blu tenue che mi ricorda tanto gli occhi di Damon.

Come scossa da quel pensiero mi volto e lo sorprendo a fissarmi.

“Ti piace, l’ingresso da quanto vedo” mi dice

“Si, è fantastico” li dico imbarazzata, evidentemente ha notato che oro incantata dalla bellezza della casa.

“Caroline, amore” entra Klaus da uno degli archi laterali dove c’è una cucina a dir poco enorme.

Si avvicina a Caroline e le da un leggero bacio sulla guancia che la fa arrossire.

I due ci conducono nel soggiorno, anche questo enorme e con lo stesso pavimento in marmo del soggiorno dove c’è un tavolo apparecchiato per sei persone e mobili bellissimi.

Pensando al costo che quella proprietà è venuta a costare a sole due persone, mi ricordo che sono nella cosa di due vampiri che possono avere tutto e subito e che presto ne arriveranno altri due di cui uno ha già provato ad uccidermi.

Sono però rincuorata dal fatto che ci sia Damon e che potrebbe salvarmi un’altra volta se tiene almeno un po’ alla vita di una ragazza conosciuta meno di 48 ore fa.

Vengo distratta dai miei pensieri dal suono del campanello e dall’entrata nella stanza di Kol e una bionda, presumo sua sorella, che salutano Klaus e si presentano a Caroline e me.

“Rebekah piacere, sono la sorella di Klaus” mi saluta la bionda, molto bella ma sono terrorizzata da lei e lei sembra notarlo dato che mi osserva con uno sguardo e un sorriso malefico che mi fa terrorizzare ancora di più.”

Fa lo stesso con Care ma sembra essere più simpatica con lei. Evidentemente Kol le ha raccontato del nostro incontro.

Klaus porta Rebekah e Caroline vicino al tavolo e le versa un bicchiere di vino e io rimango con Kol e Damon.

“Elena, contento di vederti” mi dice in modo che lo senta solo io, mi prende la mano e se la porta alle labbra, ma prima che possa depositare un bacio su di essa Damon lo allontana con una leggera spinta.

“Sta lontano da lei” li dice minaccioso, e con quel tono di voce spaventa anche me.

Io faccio un passo indietro spaventata da come potrebbe cambiare la serata se i due potrebbe scontrarsi, di nuovo.

Kol per risposta alza le mani come per scusarsi con un espressione che non ha niente dell’aria del pentito.

Damon mi sfila in giubbotto e lo appende ad una stampella, vicino ad altri, in uno stanzino che non avevo notato forse per il fatto che la porta si mimetizza completamente nel muro.

“Grazie” li dico imbarazzata e scottata da quel breve contatto delle sue dita sulla mia spalla.

“Andiamo” mi dice, e mettendomi una mano sul fondo della mia schiena, cosa che mi provoca un brivido che credo non noti, mi conduce vicino al tavolo dove sono il resto degli invitati.

Klaus invita a sederci e io mi accomodo vicino a Caroline.

Klaus e Kol sono a capo tavola. Klaus nella parte vicino a Caroline e Kol vicino me. Di fronte a me c’è Damon che non smette di guardare Kol con astio, e Rebekah che mi guarda con superiorità.

La tavola è piuttosto grande, e la cena è già servita nei piatti e frutta e dolci sono già predisposti sul tavolo.

Nel mio piatto ci sono i tipici
cornish pasties e roast beef con patate arrosto, verdure e salsa al rafano.

Klaus e gli altri hanno intrapreso una conversazione sulla tesina di Caroline, e iniziamo a gustare quello che risulta essere un piatto più che buono.

“E tu Elena, hai già pensato su cosa sarà la tua tesina” mi chiede ad un certo punto Klaus.

“Si, l’ho quasi finita.. parla dei vampiri e del loro rapporto con il mondo, leggenda, testimonianze, cose così’” li dico imbarazzata da quello che ho appena detto dato che sto mangiando con dei vampiri, eccezione per la mia amica.

Nessuno sembra scosso dalle mie parole, l’unica ad avere un espressione stranita e Rebekah che si ferma con la forchetta a mezz’aria per poi battere le sue lunghe ciglia e tornare a mangiare.

Continuiamo a parlare di cose riguardanti la scuola e di altri progetti tranquillamente e la cena scorre piacevolmente, cosa alquanto strana dato che sto cenando con persone che stanno tranquillamente mangiando cose da umani, alche se si cibano di sangue.

A quel pensiero il mio sguardo schizza in quello di Damon e mi chiedo come un essere così aggraziato e con movimenti eleganti come i suoi possa cibarsi di persone e come possa sembrare con i canini sporgenti e la bocca sporca di sangue.

Damon alza la testa evidentemente rendendosi conto che lo stavo osservando e io abbasso il viso dove spunta un sorriso stupido.

Dopo un piatto a base di frutta di stagione, sto mangiando un tipico brownies squisito con una elegante tazza di te.

Mentre sorseggio il te, la mano di Kol da sotto il tavolo arriva a toccare il mio ginocchio, e quell’improvviso contatto che forse è stato anche involontario mi spaventa facendomi cadere tutto il te sul mio vestito, che poi è di Caroline, sporcandomi tutta.

Kol sembra aver capito che è stato il suo gesto a spaventarmi dato che mi guarda con degli occhi divertiti.

Cerco di rimediare il danno con dei tovaglioli ma dato che sono di stoffa non faccio molto.

Così mi alzo dal tavolo.

“Scusate, mi sono sporcata il vestito, dov’è il bagno?" Chiedo educatamente.

“Vieni, non vorrei che ti perdessi in questa casa” mi dice con un sorriso Damon alzandosi dalla sua sedia.

Saliamo una delle scalinate dell’ingresso che portano al piano di sopra.

“Damon, la vostra casa è bellissima.” Li dico estasiata dall’enorme corridoio in marmo dove più di dieci porte si stagliano.

“E non hai ancora visto la piscina.. e il cinema” mi dice divertito.

“Addirittura un cinema, hai tutto quello che vuoi dalla vita a quanto vedo” li dico sorridendo

“Io ottengo sempre tutto quello che voglio” mi dice inchiodandomi con uno sguardo malizioso.

Io a quello sguardo arrossisco e mi mordo un labbro.

Finalmente apre una porta e mi fa cenno di entrare. Il bagno è grandissimo e tutto in marmo, pavimento e muri bianchi con una filigrana grigia mentre i sanitari sono di marmo nero.

Due lavandini uguali con due tappeti neri ai lati e due specchi della grandezza identica e una vasca da bagno bellissima, per quanto possa esserlo una vasca da bagno, sono messi di fronte al resto dei sanitari.

Nella parete di fronte alla porta c’è un mega specchio dove constato che le condizioni del mio vestito non possono essere recuperabili.

Esco dal bagno, trovando Damon appoggiato alla parete di fronte alla porta.

“Hai trovato la soluzione per il tuo vestito?” mi chiede

Io scuoto la testa

“Credo, che dovrò tenermelo per il resto della serata” li dico mortificata.

“Vieni” mi dice con un sorriso conducendomi in quella che credo sia la sua camera.

Anche questa stanza è piuttosto grande. Il triplo della mia.

Un letto che ha tutta l’impressione di essere comodissimo, pieno di cuscini bianchi e neri è messo al ridosso del muro. Due comodini neri con due abat-jour dorate e un armadio gigante per un uomo sono gli unici arredi della stanza occupata da una vetrata semi trasparente al posto di uno dei muri con davanti due sedie nere di pelle è un tavolino di vetro con gli stessi fiori dell’ingresso.

Damon si dirige verso uno dei cassettoni che possiede l’armadio e ne esce un maglione nero che mi porge con gentilezza.

“Lì puoi cambiarti, è abbastanza lungo da essere usato come vestito” mi indica un separé dove mi tolgo il vestito e indosso il maglione che mi arriva a metà coscia.

Per fortuna indosso le calze, anche se non molto scure.

L’odore del suo maglione è buonissimo, come quello di quando mi ha salvata e io ero tra le sue braccia, a quel pensiero arrossisco.

Esco dopo poco più di dieci minuti e mi dirigo verso lo specchio addossato ad uno dei muri della stanza.

“Grazie” li dico

L’effetto finale non è pessimo per fortuna e lui con uno sguardo di apprezzamento e prendendomi la mano, gesto insolito che però apprezzo stranamente, mi conduce al piano di sotto dove tutti mi osservano straniti dalla mia mise insolita.

Io guardo Caroline con uno sguardo di scuse per averla abbondonata per più di un quarto d’ora.

“Bel vestito” mi dice Kol

Damon lo guarda con un espressione che spizza astio da tutti i pori e stringendomi la mano come per rassicurarmi va a sedersi al suo posto, di fronte al mio.

Tutti devono essersi accorti del fatto che siamo entrati nella stanza mano nella mano, perché tutti ci osservano straniti.

“Che c’è tra di voi?” domanda Caroline rivolta a entrambi suscitando un sorriso del resto dei presenti tranne in me e Damon che ci guardiamo e pensiamo a cosa rispondere a questa domanda alla quale personalmente io in primis non so cosa rispondere.


NOTA AUTRICE

cornish pasties: pasticci di carne e verdure dentro alla pasta sfoglia e cotti al forno
Ciao a tutte,
ecco un nuovo capitolo.
Come si intuisce dal titolo, il capitolo parla della cena che si sta svolgendo per introdurre Caroline alla "famiglia" di Klaus.
Si nota come Damon mostri un'insolita dolcezza nei confronti di Elena... e chissà perchè Elena è felice di questo :D
Non dico altro, ringrazio la ragazza che recensisce tutte le volte e le persone che leggono silenziosamente (scrivetemi) :D
Titolo del prossimo capitolo: "This is yours" :D
A venrdì, un bacio
Ale =P

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Capitolo 11
*** That is yours ***





 
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That is yours
 

POV DAMON

“Che c’è tra di voi?” domanda la bionda non curandosi di essere davanti ad altre persone.

Comunque bella domanda... perché da quando i miei occhi si sono posati nei suoi, qualcosa è successo, ma non so come classificare questo sentimento, perché non l’ho mai provato durante la mia intera vita, anzi non-vita.

Perché c’è un motivo per il quale mi sono messo contro un originale per salvala, c’è un motivo per cui quella sera non sono tornato a casa e sono rimasto a bere qualcosa da solo in un pub.

Mi sentivo scombussolato, dai suoi occhi, e quando mi ha raccontato la sua triste storia l’immagine del suo viso con una lacrima intrisa di tristezza e rimpianto per non aver potuto fare niente per la morte dei genitori mi ha indotto mi ha fatto desiderare di proteggerla, da qualunque cosa possa farla soffrire, e questo in primis riguarda anche me dato che chi mi sta intorno è destinato a soffrire per causa mia… e con lei non voglio che accadi perché non se lo merita.

Il problema è che da quella sera non riesco a smettere di pensare a lei, e ora vedermela seduta di fronte con indosso uno dei miei maglioni e quegli occhi da cerbiatta che in questo momento mostrano insicurezza, ma che di solito sono determinati e forti, peggiora solo la situazione.

Ma ovviamente questa non è una risposta alla Damon, punto il mio sguardo in quello di Elena, che da quando la sua amica ha formulato quella domanda è saettato verso il mio in cerca di una via di scampo quindi mi appresto a indossare la mia maschera di sarcasmo.

Ma è Klaus a salvare la situazione

“ Caroline, tesoro ti va di visitare il resto della casa con me, vorrei farti vedere la piscina interna” le chiede.

Ecco le solite cose che fanno impazzire le ragazze.

POV ELENA

“ Caroline, tesoro ti va di visitare il resto della casa con me, vorrei farti vedere la piscina interna”

Per fortuna Klaus salva la situazione, ma se Damon l’ha scampata, quando tornerò a casa di certo Caroline non mi risparmierà l’interrogatorio.

Già so le domande che mi farà: -“Perché quando sono entrata ieri in caso ho trovato te in lacrime e lui che ti accarezzava il viso e questa sera vi tenevate la mano e tu avevi un suo maglione”-

Ma ora sono qui. E la reazione di Caroline al fatto che Klaus abbia una piscina in casa mi fa dimenticare temporaneamente il quarto grado che mi aspetta.

I suoi occhi si sono sgranati e le sue labbra si sono schiuse come a formare una piccola “O” sorpresa.

“Certo, scusate” si rivolge a noi e alzandosi dalla sua sedia segue Klaus che si dirige alla piscina passando sotto un altro degli archi che circondano l’enorme sala da pranzo.

Rimango con Damon, Kol e sua sorella che mi fissa in maniera sufficiente da quando abbiamo iniziato a mangiare.

Credo di non piacerle ma non mi interessa… quello era l’obbiettivo di Caroline e credo che ci sia riuscita.

“Damon sai ho visto Stefan, poco tempo fa. Se la passa meglio di quanto pensassi con la sua mania incontrollata di mangiare piccoli coniglietti” dice con un sorriso sornione Kol.

Damon lo fissa arrabbiato ma non lo risponde mentre io deglutisco pensando alla dieta di Stefan.

Vedendo nessuna reazione da parte di Damon, decide di divertirsi con me provocandomi…

“Allora Elena, come mai ti piacciono così tanto i vampiri, sono solo leggende” mi dice Kol con un sorriso divertito.

Probabilmente non sa che mi ricordo tutto. “No Kol, io ci credo e il fatto che ieri stavi per uccidermi contro un muro mi ha spinto a farlo di più” li rispondo schietta come se quell’accaduto no mi abbia scalfito minimamente.

Il suo sguardo passa dalla rabbia, al sorpreso e poi al divertito.

Damon sembra fiero della mia risposta perché mi guarda con degli occhi, quegli occhi che non so decifrare.

Rebekah si limita ad osservare tutti ma non proferisce parola.

“Ah Damon, mi stupisci come mai non l’hai soggiogata per farle dimenticare, o probabilmente lo hai fatto dato che non ha minimamente paura di te.”

Li chiede lui nel tentativo di farlo arrabbiare, cosa che a quanto pare riesce a fere bene dato che in un movimento impercettibile all’occhio umano Damon in uno scatto si alza dalla sua sedia e sbatte Kol contro il muro che sembra di essere soddisfatto della reazione che ha suscitato in Damon.

Le posizioni si ribaltano e Damon sembra in difficoltà.

Poi mi viene in mente il particolare che Kol ha mille anni e Damon ne ha meno di duecento così, non capisco neanche il motivo ma mi alzo e cerco di farli smettere per quanto la forza di un’umana sia al quanto insignificante rispetto a quella di un vampiro.

Ma prima di me Rebekah si è alzata e li ha divisi guardando Kol negli occhi.

“Kol smettila! Siamo qui per riappacificarci con Niklaus, non di certo per peggiorare la situazione!” e come chiamato in causa Klaus spunta dal nulla e Kol come riscosso dalla sua presenza si affretta a lasciare Damon con un sorriso di sfida.

“Dov’è Caroline?” domando preoccupata a Klaus anche se so che lui non le farebbe mai del male.

Lui mi guarda confuso. Poi mi osserva e mi dice:

“Elena, per la questione riguardo me e i miei fratelli, ti prego di non dire niente a Caroline. Troverò il modo migliore per dirglielo, sperando che non sia terrorizzata da me:” il suo viso si incupisce e mi dispiace per lo sguardo di accusa che li ho rivolto.

Di certo in questi quattro anni è stato un ottimo amico per me e per Caroline. Li rivolgo un sguardo comprensivo al quale lui risponde con un sorriso dolceamaro.

“Dirmi cosa?” arriva Caroline.

“Di quanto ti amo!” le dice Klaus schioccandole un bacio sulle labbra che mi fa voltare imbarazzata.

Con lo sguardo cerco Damon e lo trovo appoggiato al davanzale di una finestra assorto nei suoi pensieri.

“Allora Elena, andiamo si è fatto tardi” mi dice Care tra le braccia di Klaus.

Io per risposta annuisco e Klaus si affretta a precederci per condurci verso lo stanzino dove sono stati riposti i nostri giubbotti.

Damon non viene a salutarci così dopo aver salutato ci dirigiamo verso l’auto di Care.

Il tragitto in macchina è stato piuttosto silenzioso ma appena varcata la porta di casa… succede quello che sapevo sarebbe successo

“Allora Elena perché quando sono entrata ieri in casa ho trovato te in lacrime e lui che ti accarezzava il viso e questa sera vi tenevate la mano e tu hai addosso un suo maglione?” Ecco esattamente come pensavo.

“Indosso un suo maglione perché mi sono sporcata il vestito, ieri ho avuto un momento di debolezza e mi stava semplicemente consolando tutto qui. Ora Care sono stanca a domani”

“Elena tu non mi racconti tutto” mi grida dietro mentre mi allontano.

“Care, sei la mia migliore amica io ti racconterei sempre tutto” le urlo anch’io.

Vado in bagno mi infilo un paio di pantaloncini ma non mi tolgo il maglione. Mi piace il suo odore e mi sta comodo.

Ripensando alla frase della mia amica mi assale un po’ di tristezza pensando che d’ora in poi non potrò raccontarle tutto come prima.

Ora condivido un segreto con Klaus e Damon e fin quando Klaus non riterrà opportuno dire a Caroline di essere un vampiro.

Ma il leggero senso di tristezza che mi attraversa svanisce nel momento in cui aprendo la porta della mia camera trovo Damon sdraiato sul mio letto tranquillamente.

Ma da quanto era lì…

Quando mi vede avanzare verso di lui si alza e mi si avvicina.

Noto adesso che ha in mano il vestito rosso che evidentemente ho lasciato in camera sua.

“Questo è tuo” mi dice con un sorriso obliquo e un tono di voce da far sembrare quell’affermazione una proposta indecente.

Io sembro aver perso il dono della parola dato che sono immobile.

Occhi nocciola in occhi blu- ghiaccio.




Nota autrice
Salve a tutte,
mi scuso per venerdì ma la scuola negli ultimi tempi è molto pesante... quindi ho deciso si aggiornare una volta a settimana perchè anche se ho già alcuni capitoli pronti non voglio rischiare di rimanere senza e farvi rimanere a secco.
Riguardo al capitolo...
credo non ci sia niente da dire...
Klaus salva la situazione e Rebekah frena Kol dal fare... bhè quello che stava facendo xD
è piuttosto un capitolo di passaggio ma nel finale...
Damon è in camera di Elena,
aspettatevi delle belle nel prossimo capitolo.
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :D
Grazie alla ragazza che ha la pazienza di recensire e alle persone che mi hanno aggiunta tra i preferiti/seguiti/ricordati.
Con questo la smetto di scocciare xD
A mercoledì, un bacio a tutte
Ale =P

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Capitolo 12
*** I don't deserve you ***





 
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I don't deserve you

POV DAMON

“Ciao, grazie della cena” dice Elena prima di uscire dalla porta di casa mia, non prima di aver gettato un occhiata nella mia direzione per vedere se andavo a salutarla.

Non so cosa mi sia preso, dopo quella domanda, sono andato in confusione.

Perché dopo la domanda della bionda e le affermazioni di Kol, il mio umore è peggiorato.

Sono vicino una delle finestre del salone, con le mani appoggiate al davanzale e guardo il vuoto davanti a me pensando come mi sia entrata dentro una ragazzina, un umana, da meno di due giorni.

La vedo attraversare il giardino con la sua spumeggiante amica e raggiungere la macchina.

Poi il motore si accende e se ne vanno.

Stanco di pensare a queste sciocchezze, cos’ smielate che probabilmente mi arriverà il ciclo mestruale a fine mese, decido di andare in camera mia.

Ma dato che il caso è bastardo, trovo appoggiato al separé dove Elena si è cambiata, il suo vestito rosso.

Mi avvicino, anche se l’odore che emana quel semplice vestito, probabilmente dello shampoo che usa si sente già da debita distanza.

Lo prendo e mi ricordo del suo viso sorpreso ma di certo non dispiaciuto, nel momento in cui le ho preso la mano e insieme siamo scesi al piano di sotto.

Ci conosciamo da così poco eppure le ho parlato di cose che non sa quasi nessuno su questo mondo e questo mi fa domandare perché l’abbia fatto.

Ma la risposta mi spaventa... mi confonde

E il fatto che tema questa risposta mi fa pensare a dove sia finito Damon che se ne frega di tutti e di tutto, il Damon che pensa solo a se stesso e a nessun’altro.

Che antepone la sua vita a quella di tutti e che ha pochi amici con i quali si prende le migliori sbronze.

E in questo momento quel Damon mi manca, per il fatto che non voglio entrare nella vita di una ragazza che merita il meglio dalla vita.

Non uno come me.

Un vampiro.

Ma non so come mi ritrovo fuori dal condominio dove vive.

So che abita al primo piano e so anche qual è la sua finestra perché ieri sera dopo aver aspettato che si addormentasse sono entrato da lì e la ho osservata.

Ricordo di come, inspiegabilmente mi sia seduto alla scomoda sedia della scrivania e l’abbia osservata per ore intere e di come in un movimento nel sonno alcuni capelli le erano caduti davanti al viso e di me che mi ero alzato e con una carezza li avevo spostati dal suo splendido viso dalla carnagione olivastra.

Solo una volta ho provato dei sentimenti simili nella mia intera vita.

Ed è stato con Kathrine, ma sono due persone completamente diverse.

Elena è così innocente e dolce, curiosa e sensibile, mentre Kathrine è una manipolatrice insensibile e egoista. Una stronza. Proprio come me.

Ed è per questo che io non merito Elena.

È tardi, non gira nessuno da queste parti.

Elena non è in camera sua ma la sento parlare con Caroline.

“Allora Elena perché quando sono entrata ieri in casa ho trovato te in lacrime e lui che ti accarezzava il viso e questa sera vi tenevate la mano e tu hai addosso un suo maglione?” Le dice la bionda appena entrata dalla porta.

“Indosso un suo maglione perché mi sono sporcata il vestito, ieri ho avuto un momento di debolezza e mi stava semplicemente consolando tutto qui. Ora Care sono stanca a domani”

“Elena tu non mi racconti tutto” grida barbie.

“Care, sei la mia migliore amica io ti racconterei sempre tutto”

Io sono sdraiato sul suo letto in attesa che faccia il suo ingresso da quella porta.

Ed ecco le lascia il salotto e si dirige in bagno, probabilmente per cambiarsi.

Dopo poco sento i suoi passi avvicinarsi alla sua camera ed ecco che la porta si spalanca e lei entra con indosso ancora il mio maglione e nient’altro.

Io mi alzo e mi metto seduto sul suo letto.

Lei si avvicina ma non dice niente.

La sua faccia è sorpresa e dopo secondi passati a fissarmi, come accertarsi che io sia veramente in camera sua nota il suo vestito.

“Questo è tuo” le dico forse con troppa carica dato la sua mise che di certo non mi dispiace.

Certo è vero che era vestita così anche a casa mia, ma aveva le calze scure, ora le sue gambe sono nude e ora siamo in una camera piccola e in penombra.

Lei non fiata, perdiamo secondi interminabili a fissarci fin quando sono riscosso dai passi dell’amica che percorrono il corridoio quindi mi avvicino la porta e con un gesto faccio scattare la serratura.


POV ELENA

Sono ancora immobile, i suoi occhi incatenati ai miei, che vorrebbero dire tante cose ma che allo stesso momento non vorrebbero dire niente per pavinare il momento.

Lui però ad un certo punto distoglie lo sguardo e si avvicina alla porta chiudendola a chiave.

“Damon cosa..” li chiedo perplessa

“Sai non vorrei che la tua amica entrasse e svegliasse tutto il palazzo con le sue urla.” Mi dice con un sorriso.

Non si è cambiato ovviamente, indossa dei pantaloni scuri e degli anfibi neri e una maglietta grigia aderente che lascia intravedere la forma del suo fisico perfetto.

I suoi capelli sono più spettinati però e so che lo sono perché era evidentemente nervoso per qualcosa e si sarà passato le mani in quei morbidi capelli neri.

Come quando mi ha raccontato dell’amore della sua vita… Kathrine.

A quel pensiero una strana sensazione mi attanaglia lo stomaco ma non so bene definirla.

I lineamenti perfetti del suo viso mostrano ora un espressione preoccupata e pensierosa con la mascella indurita e quello sguardo inquisitore e profondo le quali emozioni sembrano cambiare apposta velocemente per non farti capire cosa stia pensando in questo momento.

“Grazie” li dico per spezzare l’atmosfera di imbarazzo che si sta venendo a creare.

“Per cosa?” mi domanda lui perplesso.

“Per il vestito… e per questo che sei qui, no?” li dico.

Sembra ricordarsi solo ora di averlo ancora in mano.

“Ah si.” Mi risponde aggrottando le sopracciglia.

“Damon… tutto apposto? Mi sembri strano” li domando preoccupata.

“Indossi ancora il mio maglione” afferma, sviando la mia domanda e osservarmi con uno sguardo da farmi sentire nuda.

A quel punto mi ricordo di indossare solo quel maglione e le mie guance si colorano di rosso perché lui si avvicina, alza la mano come a volermi accarezzare, ma si ferma con la mano a mezz’aria come pentito di quel gesto che mi fa sembrare ancora più strano il suo atteggiamento, che finora si è dimostrato sempre rilassato e schietto con tutti.

Ora è tutto il contrario.

“Si, è comodo… Come sei entrato”

E dico la cosa più stupida che potessi dire, ma davvero non voglio che se vada.

“Dalla finestra” si giustifica con un altro mezzo sorriso che mi tranquillizza un po’.

“Ecco il tuo vestito... Buonanotte Elena” mi dice posando il vestito sul letto e avvicinandosi alla finestra per uscire.

A quel punto non so se chiamarlo destino, karma o semplicemente stupidità la mia ma lo fermo.

“Aspetta Damon…” lui si blocca, si volta e credo sia sorpresa ma anche un po’ di felicità quella che leggo nel suo sguardo.

“C’è qualcosa tra noi Damon, qualcosa che non so definire e…” non ho il tempo di finire la frase perché ora le sue labbra sono sulle mie e ho dimenticato perfino cosa avevo intenzione di dirli.

Ci baciamo con trasporto, ma senza approfondire il bacio più di tanto.

È un bacio dolce che mi lascia sorpresa ma anche perplessa da quello che succederà in seguito.

Ma di certo ora del futuro non mi importa più di tanto.

Vorrei che questo momento non finisse mai.

Le sue labbra sono morbide e calde, le sue mani sono sul mio collo, io sono praticamente immobile con le braccia tese, non sapendo cosa fare e troppo imbarazzata per poter rispondere al bacio di un vampiro.

Perché si, sto baciando un vampiro ma di quello che è ora non mi interessa.

So solo che è un uomo che ha sofferto per colpa di una donna che li ha fatto perdere il legame speciale che tra fratelli si instaura, perché sì, per quanto poco possa conoscere quest’uomo, mentre mi raccontava la storia della sua vita, ho letto nei suoi occhi solitudine e tristezza, proprio come lo sono io.

Forse è per questo che mi è entrato così sotto pelle in così poco tempo.

Dopo alcuni minuti che per me sono stati pochi lui si stacca, apre qui suoi stupendi occhi oceano e guardandomi con un sorriso dolce come mai nessuno aveva fatto mi sussurra:

“Buonanotte Elena”

Io sono ancora immobile e lo guardo affacciarsi alla finestra e andarsene.

Improvvisamente preoccupata mi avvino al davanzale ma lo vedo atterrare in piedi, come se niente fosse.

I nostri sguardi si incatenano per la milionesima volta questa notte.

Ma ora vi leggo un espressione diversa.

Più felice, più libera.

Probabilmente lo è anche la mia, dopo così tanto tempo avevo scordato cosa si provasse a essere felici.

E posso ammattere che è una sensazione bellissima che mi è mancata...





NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutti scrittori/lettori :D
Allora chi è sopravvissuto alla 5x10 e alla rottura di Damon e Elena (spero di non aver fatto spoiler)
Ho letto da qualche parte che non sarà una rottura lunga ma arriveranno cose più grandi di loro che la complicheranno :/ ma noi Delena siamo abituate ormai...
Ma veniamo al capitolo:
é un capitolo completamente Delena, gli altri personaggi sono assenti tranne per il mini dialogo tra Caroline e Elena che avete già letto nel POV ELENA dell'altro capitolo :D
Il titolo oltre a essere il chiodo fisso di Damon in questo capitolo è anche il titolo della canzone che accompagna il loro bacio nella 5x2 :D (jgjfdj)
ALLORA :D
finalmente entrambi si sono lasciati andare (Dolcemente per il momento) Elena ha fatto il primo passo e Damon ha tappato la bocca a quella fastidiosa voce nella sua testa...
Non credo ci sia altro da dire... spero che il capitolo vi sia piaciuto e recensite per farmelo sapere :D (please!!!)
Ringrazio la ragazza che recensisce ogni volta (grazie per la pazienza che hai :D) e quelli che hanno messo la storia tra preferite/ricordate/seguite :D
Un bacio a mercoledì Ale =P

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Capitolo 13
*** A trip ***





 
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A Trip
 
POV DAMON

Arrivo in università dove spero di trovarla, con la mia Camaro.

Parcheggio sul ciglio della strada, scendo dalla macchina e la cerco con gli occhi.

La vedo sotto un albero seduta ad una panchina con la sua amica.

Mi concentro per ascoltare

“Elena la smetti di sorridere come una stupida e mi spieghi cosa ti prede oggi.

Non fai altro che sorridere e abbracciarmi.

Lo hai perfino fatto con quella stupida di April, che per giunta odi da cinque anni.”

Sento un leggero sbuffo da parte di Elena.

“Mhhh Caroline. Mi hai fatto questa domanda otto volte da questa mattina alle 7.30 e la mia risposta non cambierà… ma perché è così strano che io sia felice.”

Le risponde.

Allora non sono l’unico che ride come un ebete da questa mattina, ma non posso che essere amareggiato dal fatto che si stia affezionando, io non posso offrirle quello che vuole...

Ma ho deciso di fare l’egoista, cosa che sono, per la prossima settimana quindi mi avvicino.

“Buon giorno raggio di sole... Barbie” le saluto con un cenno della mano.

Elena sembra irrigidirsi, al suono della mia voce alza il capo e i suoi occhi si scontrano con i mie, credo che entrambi abbiamo la stessa espressione dato che Caroline tossisce, evidentemente si è resa conto che ci guardiamo da più di un minuto senza dire niente.

Elena si alza e getta la carta di quello che ho definito essere una busta di patatine in un contenitore della spazzature poco distante dall’albero.

Quando torna noto un certo imbarazzo nei suoi occhi, evidentemente si sta chiedendo cosa ci faccio in un’università.

Non capisco cosa mi prede, ma quando le sue labbra si schiudono leggermente sento il bisogno allarmante di bruciare le distanze che ci separano.

“Damon perché sei qui?” domanda quella testa bionda.

Ma quanto è irritante, mi chiedo per la milionesima volta cosa ci trovi Klaus in una tipa così

“Volevo dire una cosa ad Elena e… volevo fare questo” dicendo questo mi avvicino ad Elena e le poso un bacio leggero sulla guancia.

Ma la vicinanza è tale che il suo profumo mi inebria e… le nostre labbra sono incollate.

Ma se inizialmente il bacio è dolce, poi diventa qualcosa di più…

ma cosa sto facendo questo non sono io… ma mi piace quello che sono quando sono con lei.

Questa volta lei non si limita ad avere le mani ciondolanti sui suoi fianchi anzi, anche lei sembra aver agognato questo mio gesto.

Affonda le mani tra i mei capelli e il bacio diventa più profondo e la cosa più divertente è che il tutto sta avvenendo sotto lo sguardo scioccato di Caroline che ha le braccia aperte è un espressione che avrebbe fatto ridere chiunque.

Mi stacco a fatica e lei imbarazzata sorride e si porta una ciocca, sfuggita dalla sua coda dietro l’orecchio lasciando scoperto il suo collo che per un minuto mi fa deglutire dal desiderio, ma non quel desiderio tipico di un "normale" vampiro.

Per quanto l'aggettivo normale possa essere assegnato ad uno come me.

“Scusate, ma qualcuno mi può spiegare cosa sta succedendo!” urla Barbie suscitando le risate di entrambi.

“Scusa Barbie, ma ora non ho tempo di parlare” e dicendo questo prendo la mano di Elena che mi guarda interrogativa e la trascino nella mia macchina.


POV ELENA

“Scusate, ma qualcuno mi può spiegare cosa sta succedendo!” urla Caroline facendo ridere sia me che Damon.

Già bella domanda! Cosa sta succedendo??

Ma sinceramente, ora come ora della risposta non mi importa più di tanto

Riesco solo a mimare un “dopo ti spiego” ad una Caroline sulla quale non ho mai visto degli occhi più sgranati.

“Damon, ma dove mi stai portando?” chiedo ad un Damon che in questo poco tempo non ho mai visto più rilassato.

“Non cercare di estorcermi informazioni” mi dice mentre saliamo nella sua macchina sorridente

“sappi solo che saremo via almeno una settimana”

Lo guardo stupita, una settimana con un uomo per giunta vampiro che conosco da tre giorni. Ma la cosa non mi preoccupa minimamente…cosa strana beh, per me!

Ma con lui ho una tale sensazione di sicurezza da farmi dimeticare Elena Gilbert la persona con una tristezza cronica, da ormai tanto tempo.

“Damon, più di una settimana… e le mie cose, non ho un centesimo, per non parlare dei vestiti”.

“Ehi, ragazzina ti rendi conto di essere con un vampiro capace di soggiogare tutti” rido.

Giusto non ci avevo pensato

“Perché mi chiami ragazzina hai.. quanto due anni di differ… un secolo giusto” mi correggo quando a metà frase lui mi guarda divertito.

“Allora Damon, perché mi stai portando con te in questo viaggio del quale non so la meta” li dico

“Avevo bisogno di staccare, volevo passare del tempo con te e… voglio andare a trovare una persona” aggiunge a bassa voce.

Il suo sguardo si è rattristato e non voglio spingerlo a continuare, sembrava così di buon umore.

“Mio fratello, Stefan. Stiamo andando nella città dove spero abiti ancora”

Quella frase mi ha condotto a due conclusioni.

La prima è che Damon, nonostante fa finta di non avere sentimenti, tranne che con me, tiene a suo fratello dopo non so quanto tempo che non si vedono e secondo…

Non è una semplice gita…

andremo in un altro continente…

da quello che Damon mi ha raccontato Stefan è rimasto con loro padre per la sua restante vita mentre Damon era venuto qui… a Londra.

Quindi era chiara ora quale fosse la nostra destinazione.

New York







NOTA AUTRICE 
buonasera a tutti!
è il 31 lo so... ma non ho resistito a pubblicare perchè l'altra volta il capitolo è terminato in una situazione da lasciarvi abbastanza sulle spine quindi...
eccomi qui a pubblicare il 31 dicembre xD xD
Venendo al breve capitolo :D
Damon va da Elena al college perchè vuole passare del tempo con lei e bhè si... vuole andare a trovare Stefan
Non è un "piccio" del momento ma è dovuto al fatto che Kol gli ha detto che è andato a trovare Stefan e quindi si è preoccupato.
Mi sono divertita molto, soprattutto quando dovevo descrivere la reazione di Caroline ai gesti di Damon nei confronti di Elena :D
Detto questo, per il resto credo che il capitolo sia abbastanza chiaro e smetto di annoiarvi ulteriormente.
Grazie alle 3 ragazze che hanno recensito la scorsa volta (Si 3!! :D :D) e alle persone che continuano ad aggiungere la stori tra le preferite/seguite/ricordate e ai 554 lettori silenziosi che hanno letto la mia storia.
Vi amo tutti!!! :D e buon anno nuovo <3 <3
Ale =P a mercoledì

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Capitolo 14
*** I don't know what i fell ***





 
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I don't know what i fell

POV ELENA

Sono sveglia e forse non sono triste prima che il giorno sia iniziato.

Prima di aprire gli occhi lascio che il ricordo della sera appena passata rifiori nella mia mente.

Le sue labbra morbide sulle mie e la mia sorpresa in quel suo gesto, tanta da farmi rimanere come un pezzo di legno li impalata.

E a pensarci… avrei potuto immergere le mie mani in quei capelli corvini che richiamano la tua attenzione al tuo primo sguardo.

Non è stato un bacio particolarmente passionale, eppure nella sua dolcezza è stato magico, dolcezza che non credevo essere la caratteristica di un vampiro.

Apro gli occhi e mentalmente decido di voler andare all’università oggi, quindi scosto il piumone e poggio i piedi nudi sul pavimento, gesto che mi provoca un brivido di freddo lungo la schiena.

Vado in cucina dove non c’è traccia della mia amica, evidentemente dorme ancora… e lunedì, il giorno peggiore della settimana, eppure lo vedo come un inizio.

Un nuovo inizio.

Da cinque anni ormai non mi legavo particolarmente ad una persona, per paura di perderla, perché si sa nella vita una persona si perde comunque, e ci soffri se a questa ci tenevi particolarmente.

Ricordo ancora quando i miei genitori sono morti… ero distrutta e non ho parlato per un’intera settimana.

Oltre alla perdita era il senso di colpa quello che mi face male.

I miei genitori quella sera avevano deciso di portarmi a cena fuori per parlarmi di un argomento molto delicato.

Jeremy non era con noi, per fortuna, era andato da un amico a dormire quella notte perché i miei genitori dovevo parlarmi.


“Elena, io e tua madre abbiamo deciso che prima di partire per il college, dovresti sapere una cosa. Entrambi crediamo che sia giunto il momento di parlartene” mi disse mio padre con tono grave alternando lo sguardo tra il mio e quello di mia madre, seduta accanto a lui su una poltroncina di una pizzeria dopo il Wikery Bridge.

Io annuisco e mi preparo al peggio, che effettivamente si è rivelato essere tale.

“Tu… noi ti abbiamo adottato” segue un momento di silenzio in cui io non so cosa dire e credo di aver sentito male.

Sgrano i miei occhi puntandoli in quello che fino a poco fa ritenevo essere mio padre.

“Di qualcosa, Elena” implora mia madre ma io non sto ascoltando, sto riflettendo a quello che mi ha detto mio padre. In fondo mi hanno cresciuta, sono in effetti miei genitori, ma avrei voluto saperlo prima così avrei avuto la possibilità di cercarli prima di partire per Londra con Caroline. E di questo che sono arrabbiata.

“Chi altro lo sapeva oltre voi? Li dico passiva, cercando di non essere arrabbiata.

“I tuoi zii, era in famiglia. Jeremy non sa niente Elena, volevamo parlarne prima con te.”

Certo per quanto mi impegnassi era difficile smettere di amare tuo fratello, o tua zia o Caroline quindi optai per una scelta in cui mi ero imposta che d’ora in poi nella mia vita, non avrei inserito nessun’altro in quella cerchia di persone a cui volevo bene per limitare il dolore di una nuova perdita, perché non credo che il mio cuore ne avrebbe sopportata un’altra.

“Elena, che si fai sveglia a quest’ora” la mia amica mi desta dai miei ricordi, in tempo per farmi riflettere sul continuo di quella serata finita male, per la quale ora mi sarei rovinata l’umore.

La ringrazio mentalmente e penso a come lei ci sia stata in questi anni per me.

È l’unica persona a cui tengo in quel posto oltre a Jenna e Jeremy.

Mi avvicino e l’abbraccio pensando a quante volte ha pianto con me per i miei continui incubi.

Lei è l’unica che sa perché sto così male.

Avevamo i litigato e mio padre per le miei urla ha perso il controllo della macchina che è caduta giù nel ponte.

E la cosa più triste è che io ora sono qui… e loro no.

“Ehi, quanto affetto… che ti prende??” mi domanda la mia amica sorpresa dal mio gesto che non compio molto spesso.

Non sono un tipo molto espansivo.

“Niente, sono felice” le dico semplicemente

Lei per risposta aggrotta le sopracciglia, poi sorride e va a prepararsi il caffè.

“Care, io oggi vado in università, vieni anche tu?” le domando

“Ma è lunedì” mi guarda

“Si lo so, ma voglio uscire” le dico con lo sguardo da cucciolo che ho appreso da lei.

“Tu!!” mi punta un dito contro “cosa hai fatto alla mia amica asociale” mi dice prima di scoppiare in una risata che coinvolge anche me.

“Dammi mezz’ora e sono pronta” mi dice e sparisce nel bagno.

Dopo un’ora siamo in macchina di Caroline e stiamo andando in università.

“Elena sul serio mi sto preoccupando, cos’e quel sorriso ebete che ti ritrovi stampato in faccia da tutta la mattina” non posso ancora dirle di Damon per due motivi.

Per primo la mia amica si potrebbe benissimo domandare quando ci siamo baciati e non credo che dirle di Damon che sale nella mia camera da una finestra sia una buona cosa… e secondo non so neanche cosa c’è di preciso tra di noi… so solo che qualcosa c’è.

E quel qualcosa non credo di averlo mai provato.

“sul serio Caroline niente.. non è successo niente. Oggi mi sento solo più rilassata del solito.”

Le dico cercando di essere credibile.

Finalmente arriviamo in università e per fortuna abbiamo entrambe la stessa lezione quindi non rischio di incontrare un certo vampiro dagli occhi marroni che mi uccida.

Per quanto Klaus crede nella sua redenzione io non sono certa di questa, né tanto meno voglio scordare il fatto che stavo per morire per colpa sua… se non fosse stato per… lui.

Ci sediamo in due banchi vicini e la signora Bennet fa il suo ingresso e come suo solito accende il proiettore e posa la sua borsa sull’enorme scrivania di legno.

La lezione inizia e quasi a farlo apposta parliamo della storia dei vampiri, il tutto accompagnato da mostri bavosi e con i canini di fuori che di certo ora so, non essere come il mio vampiro dagli occhi blu.

Sono sorpresa dalla facilità con cui l’ho definito mio… eppure lo sento tale.

Mai nessuno mi ha guardato con quelli occhi. Mai…

“E dal tempo della guerra che si diffondono storie su queste creature della notte a differenza dei licantropi che invece esistevano già più di mille anni fa” dice la Bennet.

Certo io so che anche i vampiri sono creature millenarie dato beh… che Klaus è uno di loro.

Rido mentalmente… credo che potrò saltare le lezioni della Bennet per un bel po’ grazie a quello che mi racconta Damon.


POV DAMON

“Mi spieghi che cosa vuol dire quel ridicolo sorriso che hai stamattina?” mi chiede stranito Rick.

Siamo seduti in un bar e stiamo bevendo alle 13.00 cosa normale per noi, ma che non passa inosservata ai clienti e alla barista che continua a guardarmi male, ma non credo che sia solo per il Bourbon che sto bevendo di mattina.

Forse aspetta ancora una mia telefonata dopo la settima scorsa nella quale ha fatto “un salto” nel mio letto…

Ma dovrebbe mettersi in fila… rido mentalmente.

“Niente Rick, cosa vuoi che mi sia successo” li domando fingendo indifferenza chiedendomi se avrò un espressione da ebete ancora per molto in questa giornata, che mi accompagna dal momento in cui ho messo fuori dal letto questa mattina.

“Lo sai che Klaus mi ha detto di Elena vero?” mi chiede con la sua solita espressione – so più di te –

“Sentiamo e cosa ti avrebbe detto” sbuffo

“Niente che non abbia già capito dall’espressione che hai questa mattina” ride

“si vede lontano un km che provi qualcosa per lei".

“Ma sei scemo.. io non provo niente per nessuno” e capisco solo ora quanto sia una cavolata quella che ho appena detto… ma non so cosa provo esattamente e da tanto che non provo cose così…

Solo ora capisco di dover fare una cosa…

Scosto la sgabello dal bancone e mi alzo finendo quel che rimane dal mio bicchiere.

“Dove stai andando?” mi chiede perplesso il mio compagno

“Scusa Rick… devo fare una cosa… non mi cercare per almeno una settimana” e con quella frase accompagnata da un sorriso stupido esco da quel bar per dirigermi da lei e non m'interessa di aver lasciato il mio migliore con un spressione ebete e un conto sostanzioso da pagare.

Ora nei miei pensieri c'è solo lei.





NOTA AUTRICE
Buon Pomeriggio e BUON NATALE!!!
e si probabilmente sono l'unica persona su EFP che sta pubblicando un capitolo il giorno di Natale ma... :D
Allora venendo al capitolo...
Non succede niente, ma succede tutto nel senso che i personaggi non agiscono tra di loro ma con i loro pensieri e i loro comportamenti verso i loro amici capiamo che qualcosa sta pur succedendo.
Dove sta andando Damon? E cosa vuole dire o "fare" con Elena quando arrivverà?
LO SCOPRIREMO NELLA PROSSIMA PUNTATA XD
Detto questo finisco di scocciarvi nel giorno di Natale e spero che qualcuno che si annoia come me possa leggere questo capitolo :D
Recensite!!!!! :D
Un bacio e ancora Buon Natale :*
Ale =P

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Capitolo 15
*** Seriously, New York? ***





 
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Seriously, New York?
POV ELENA

 “Sul serio Damon, New York?” lo guardo stupefatta, ma felice di andare a New York, cosa che non ho mai avuto la possibilità di fare…

“Cos’hai contro i grattacieli?” mi chiede con il suo solito e bellissimo sorriso obliquo.

 Lo guardo sorridendo e lui distoglie lo sguardo dalla strada e lo punta nel mio.

Il suo sguardo è felice e divertito, emozioni che probabilmente si rispecchiano anche nel mio.

“Lasceremo la macchina in aeroporto e di lì inizia la nostra gita.”

 Mi dice chiarendomi le sue intenzioni, come se già non sapessi che per arrivare a New York ci vuole l’areo…

“Davvero Damon, credevo andassimo a piedi” li dico sarcastica.

“Elena, hai un sarcasmo più penoso del mio” mi dice divertito distogliendo ancora una volta lo sguardo dalla strada.

E da molto tempo che non mi sento così con una persona.

Così… felice.

Felice e spensierata.

Quando sono con lui non ho paura di niente e credo che non possa succedermi niente di male.

Mi sento a casa.

 Ed è bellissima questa sensazione ma… mi spaventa.

Questa felicità lo so… non durerà per sempre.

Il mio sguardo si sarà incupito perché lui se ne accorge e mi guarda, questa volta il suo sguardo è interrogativo.

“Dai Elena, so che sono uno stronzo, ma essere simile a me non è così male.”

Mi dice cercando di risollevare il mio morale.

 Decido di accantonare i miei presentimenti e godermi il momento.

In fondo stiamo andando a New York, e sono euforica.

Non di certo solo perché sto andando nella Grande Mela, ma anche perché sono sola… con lui.

“Perché hai deciso di andare a trovare tuo fratello… cosa ti ha spinto a farlo?” li chiedo curiosa.

In fondo è quasi un secolo che non si vedono.

 “Niente, volevo solo controllare se è ancora su questo pianeta” mi dice con un sorriso cercando di mascherare qualcosa che mi sfugge.

 “Damon, perché non ammetti semplicemente che ti manca tuo fratello” li dico

“Perché non è vero” mi dice fissando la strada e stringendo le mani sul volante.

“Damon, non ti conosco benissimo ma si vede lontano 1 chilometro che ti manca tuo fratello… e non c’è niente di male. Anche a me manca il mio.”

Non risponde e per un po’ scende un imbarazzante silenzio in macchina

“Kol” mi dice semplicemente come se la spiegazione sia una delle più facili del mondo.

“Kol?” arriccio le sopracciglia non capendo quello che ha appena detto.

“Alla cena, quando Kol lo ha nominato e mi ha detto che li ha fatto visita mi sono semplicemente incuriosito… e si Elena mi manca mio fratello.”

Pronuncia le ultime parole sottovoce come avesse detto le parole più difficili del mondo.

“E sei preoccupato per lui?” li dico

Non avendo risposta li pongo un’altra domanda.

“Perché non vuoi farmi vedere che provi dei sentimenti?” li chiedo curiosa per un comportamento che più volta mi ha dimostrato.

“Perché quando lo faccio, faccio soffrire le persone che mi circondano ma…” dopo un attimo di silenzio continua

“c’è una cosa che mi preoccupa… una cosa che non è da me…” mi dice in un sussurro mentre entra nel parcheggio dell’aeroporto e spegne il motore.

Lo guardo stupefatta, ho probabilmente gli occhi sgranati.

Lui si avvicina e in un gesto insolitamente dolce mi posa la mano su una delle guance e avvicina il pollice al mio labbro inferiore.

“Con te ho difficoltà a reprimerli... e stranamente questo invece di infastidirmi mi piace. Fai uscire fuori una parte di me che credevo morta per sempre, se è mai esistita” e detto questo posa leggermente le sue labbra sulle mie ma quel bacio dolce sfocia in un bacio più passionale che porta entrambi a cercare un contatto più profondo.

Io mi avvicino a lui e ficco le dite in quei suoi soffici capelli corvini, lui mi posa una mano su un fianco e l’altra dietro, sul fondo della mia schiena.

Una macchina entra nel parcheggio e impreca contro un’altra.

Un rumore di clacson ci interrompe, ma forse è meglio così.

In fondo siamo in un aeroporto.

 Ci stacchiamo, io ho un leggero affanno lui sembra più bello di prima invece.

“Andiamo, New York ci aspetta” mi sorride e mi guarda con uno sguardo malizioso.

Scendiamo dalla macchina e ci avviamo verso la biglietteria.

 


*****



Siamo seduti comodamente su due bellissime poltrone in prima classe e io sto ancora ridendo per il modo in cui Damon ha soggiogato quella donna.

Siamo andati in biglietteria e ha costretto quella povera ragazza a darci due biglietti prima classe per New York senza passaporti e senza un dollaro e lei con una faccia allibita e stranamente lusingata sbatteva le ciglia ammaliata da Damon.

“Ti sarebbe saltata addosso, se non c’è ne saremmo andati” li dico ancora ridendo.

Ma con un pizzico di gelosia infantile, che mi stupisco di provare.

“Sei gelosa?” mi dice anche lui ridendo.

Sento il sangue affluire sul mio volto, ma non gliela darò vinta.

“Oh io... non sono gelosa!!!”

Affermo guardandolo fisso negli occhi, cercando di essere più indifferente possibile.

“Elena, perché non vuoi farmi vedere che provi dei sentimenti?” mi chiede canzonandomi e cercando di imitare il mio tono di voce.

Per risposta io gli do un pugno sulla spalla, che non sembra scalfirlo per niente.

Anzi lo fa sorridere ancora di più.

 “Allacciate le cinture, l’aereo decollerà a momenti” ci dice una delle hostess, guardando più del dovuto Damon e sbattendo le ciglia.

 Ma dove è finita la dignità femminile.

Alzo gli occhi al cielo.

Sono sul sedile vicino al finestrino, quello nel quale siedo ognuna delle poche volte che prendo l’areo per tornare a Mistik Falls per una ricorrenza specifica, anche se sono quasi quattro anni che non ci torno.

 Anche quando ero bambina e mio padre ci portava con sé nei suoi viaggi di lavoro, prendevo questa postazione.

 Non ci certo su uno dei sedili di prima classa comunque…

Amo vedere il paesaggio da questa altezza soprattutto nel momento dell’atterraggio e del decollo.

Dopo circa dieci minuti la città è un qualcosa indistinto, quindi mi volto per vedere cosa stia facendo, il mio “amico”, “ragazzo”… direi più “conoscente” ma non credo che bacerei un passante qualsiasi.

Non so bene come definire quel poco che è successo in meno di una settimana, comunque non voglio assolutamente pensarci.

Ho deciso… durante questo “viaggio” voglio solo divertirmi, a New York, con Damon.

Non pensare ai problemi che sorgeranno quando tornerò a Londra, quando dovrò chiarire questa strana situazione vampiri umani… ma stranamente la cosa più divertente è che non sono assolutamente preoccupata dei vampiri che sono nella mia vita…

Non so neanche quante milioni di domande mi farà Caroline quando varcherò la porta di casa, o forse lo so, ma non voglio immaginarlo, anche perché probabilmente non saprei cosa risponderle.

Damon è intento a leggere un quotidiano.

Mentre lo fa lo osservo… non credo di aver mai posato gli occhi su un ragazzo più bello di così, le sue labbra sono scolpite, così come i tratti del suo viso, perfetti, al contrario dei capelli che sono disordinati ma tremendamente sexy.

È così assorto che non nota neanche che lo sto fissando da più di cinque minuti…

“Vuoi che mi giri così puoi squadrarmi anche dall’altro lato. Sai le foto con gli autografi li ho lasciati a casa” mi dice con l’ombra di un sorriso ancora fissando il giornale.

Poi mi guarda mi sorride ma, evita di mettermi ulteriormente in imbarazzo e non dice più nulla.

Io sbadiglio, è dura tener testa alle battute di Damon.

 Lui mi guarda… intenerito? si avvicina e mi da un bacio sulla fronte

“Buonanotte principessa” mi dice prima che mi addormenti vicino ad un bellissimo vampiro seduto comodamente sul sedile accanto al mio, su un areo diretto per New York, dove faremo visita al fratello di quell’uomo con il quale non so ancora definire che tipo di rapporto abbia, ma che per il momento preferisco pensare come Damon, il vampiro che mi ha salvato la vita e del quale credo di starmi innamorando.

Mi ero ripromessa di non amare nessuno oltre a quelli che erano già presenti nella mia vita, ma quando una persona arriva, non puoi comandare quello che senti nel tuo cuore.

Ed ecco perché capisco che sto ricascando nel tranello di quella che è la vita, che è più facile se si teme soltanto un giorno alla volta.




NOTA AUTRICE
Buona sera... o dovrei dire buona notte! :D
Si lo so... avrei dovuto pubblicare domani ma nei prossimi giorni mi era praticamente impossibile quindi hopreferito anticipare anzi ch posticipare.
Spero che ne sarete felici anche voi :D
Allora riguardo al capitolo...
Questi ultimi capitoli sono piuttosto brevi e incentrati soprattutto tra i protagonisti questo perchè con questi capitoli vorrei approfondire il rapporto che si sta venendo a creare tra i due anche perchè dopo il loro ritorno molte cose cambieranno... in peggio quindi rimpiangerete queste capitoli tranquilli.
L'azione arriverà e come se arriverà xD
Allora -16 a TVD e -7 a TO non vedo l'ora.
Avete votato per i PCA oggi era l'ultimo giorno per votare The Originals e avete saputo....
domani alla premiazione Ian Nina e Joseph saranno seduti vicini e dato che a mezza notte sarà il compleanno di Nina lei si troverà accanto a Ian....
hahah vabbè lasciamo perdere i miei sogni Nian e vi lascio impace ormai sulla soglia dell'8 Gennaio.
Vorrei ringraziare le due ragazze che recensiscono con costanza e le persone che mi aggiungono ai preferiti/ricordati/segiuti (sempre di più... sono felicissima ma vorrei che recensissero almeno quelli che mi hanno messa tra i preferiti... insomma se vi piace la storia perchè non dirlo xD)
Vorrei inoltre salutare Federica xD mia sorella che anche se non è inscritta su EFP entra ogni settimana per leggere la mia storia (Un bacio :*)
Buona notte :D
Un bacio Ale =P

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Capitolo 16
*** A normal date between a vampire and a human ***





 
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A normal date between a Vampire and a Human

POV ELENA

Il profumo di caffè mi strappa dalle braccia di Morfeo, riportandomi alla realtà.

Apro gli occhi e mi rendo conto di avere la testa poggiata su una maglia antracite con un profumo che facilmente conduce alla persona che lo ha.

Alzo la testa e mi rendo conto che mi sta guardando.

I nostri occhi si scontrano per un attimo e credo di poter interpretare tutti i pensieri che si celano dietro quegli occhi cielo.

Ma la sua maschera di serietà si dissolve dopo poco, facendo apparire un sorriso sghembo sul un volto bellissimo.

“Buongiorno” li dico in un sorriso

“Mi stavi sognando, hai la bava alla bocca” mi dice ridendo

“Oh Damon, la tua modestia non ha limiti” li dico e mi stacco a mala voglia dal suo petto rimettendomi comoda sul mio sedile.

“Cosa volete per la colazione signori?” ci chiede una hostess gentile

“Io una premuta d’arancia, grazie” le sorrido cordiale mentre Damon con un gesto la informa che è apposto così.

Dopo circa mezz’ora siamo in aeroporto e camminiamo verso l’uscita

“Allora qual è il piano ora?” li chiedo eccitata ma anche un po’ preoccupata per il fatto che siamo a New York senza un soldo, un documento e… un vestito.

“Elena tranquilla, goditi il momento” mi dice con un gesto della mano che mi invita a stare calma.

Mi prende la mano e mi trascina.

Io non rispondo mi limito a “seguirlo”

“Ma sai almeno dove andremo, sono le sette di sera e non abbiamo un posto dove dormire e…”

“Eccoci” mi dice voltandosi e indicando l’ingresso di un hotel: Il Manhattan at Times Square Hotel.

Alzo le sopracciglia chiaramente impressionata e stupita da quello che è solo l’entrata.

L’entrata è costituita da tre vetrate color ambra.

Quella al centro invece è una porta scorrevole dello stesso colore vicino alla quale un ragazzo sulla trentina, con un uniforme verde saluta educatamente una coppia ben vestita che esce dall’hotel.

Mi sento completamente inadatta dato che indosso un semplice paio di jeans a sigaretta, un paio di converse nere, una semplice camicetta nera, una coda ormai disfatta e una faccia che Dio solo che aspetto abbia.

Entriamo e l’aria elegante della hall mi accoglie.

Un lungo corridoio con il pavimento in marmo, ci conduce in un enorme sala dove gli arredamenti sono molto eleganti e i mobili in legno presenti sono sicuramente molto pregiati.

Una scrivania in legno si trova a destra, alla fine del corridoio e dietro di essa ci sono due eleganti segretarie che mi guardano con aria sufficiente, ma come biasimarle…

Mentre Damon le soggioga per farci avere una camera, mi perdo ad ammirare un enorme dipinto sul muro che raffigura due donne immerse nella natura.

Ma Damon mi riporta alla realtà.

“Andiamo” mi dice e ci dirigiamo verso uno degli ascensori

Quarto piano, quinto piano, sesto piano…

“Ma a che piano siamo?” li domando euforica.

Sono a New York in un hotel bellissimo e con un uomo bellissimo.

“Dodicesimo” mi dice sorridente.

Anche lui sembra felice, avevo proprio ragione… Stefan li manca.

Finalmente l’ascensore si ferma e un corridoio molto lungo si apre davanti a noi.

“Buonasera” ci dice un altro dipendente in uniforme.

Li sorrido cordiale, Damon non sembra farci caso.

Sembra saper già dove andare, infatti cammina spedito e si ferma davanti ad una porta di legno scuro con inciso il numero 184.

Damon fa passare la carta magnetizzata nella fessura e la porta si apre con un click.

La stanza è abbastanza grande, molto accogliente e con una vetrata enorme che si affaccia su questa fantastica città dove è calata la sera, ma che brilla comunque di luce propria.

Addossato ad una parete c’è un enorme letto con un copriletto bordeaux a tre piazze e accanto c’è un elegante comodino in mogano con una abatjour mentre vicino alla vetrata c’è una grande poltrona in pelle nera.

“Ti piace?” mi chiede Damon.

“è bellissima… ma non è la prima volta che ci vieni vero?” li chiedo

“No, infatti non è la prima volta. Ci sono stato già un paio di volte” mi sorride

“Per Stefan?”

“No, non parlo con Stefan da… troppo tempo. Venivo qui solo per far visita alla mia vecchia città” mente.

Si vede che mente.

So che dietro a quella maschera di indifferenza si nasconde un uomo dolce. Me l’ha dimostrato.

“Bene fatti una doccia e vestiti… stasera di porto a cena fuori” mi dice

“Certo… e con quali vestiti?” li chiedo ridendo e imbarazzata dal fatto che ceneremo da soli in chissà quale ristorante

“Tu lavati, prima che tu finisca ti prometto che avrai qualcosa da metterti” aggrotto le sopracciglia ma decido di fidarmi.

Mentre mi dirigo in bagno sento Damon fermarsi e dire:

“Sai Elena non dovresti fidarti di un vampiro che conosci solo da tre giorni”

Mi volto e li rispondo:

“Beh tu Damon non avresti dovuto portare una semplice ragazza conosciuta da solo una settimana in un altro continente e farle conoscere tuo fratello che non vedi da quanto… cento anni?” li dico sorridente per il mio modo di reagire davanti a lui.

Mi piace la persona che divento quando sono con Damon.

“Touché” mi dice, prima di voltarsi e uscire dalla porta della stanza.

Io mi chiudo in bagno e rido come un ebete senza alcun motivo.

O forse un motivo c’è e che non ho ancora capito qual è… ma in fondo ora non mi importa.



********

Ho indosso l’accappatoio, ho già asciugato i miei capelli e per quanto l’idea di uscire in questo stato dalla stanza mi mette in imbarazzo non sapendo se Damon e ancora via o no decido di uscire.

Per fortuna lui non c’è ma d attendermi sul letto c’è un elegante busta bianca con scritto “Barneys”.

Non sono pratica di queste cose ma sono abbastanza sicura di aver sentito pronunciare questo nome da Caroline una volta, il che mi informa che anche questa volta Damon ha soggiogato qualcuna.

Ma questo non può far altro che farmi sorridere, come da più di un quarto d’ora.

Accanto alla busta c’è un bigliettino scritto con una grafia pulita e chiara:

“Fatti bella, non che tu non lo sia già.
Ti aspetto al bar dell’hotel.
D.”


E cosa potevo fare se non sorridere?

Apro la busta e dentro trovo una custodia per abiti e all’interno un vestito corto che seppure nella sua eleganza è semplice.

Semplice e stupendo.

Un corpetto champagne incrociato sul seno semplice sul davanti e con dietro una sottile ricamatura in pizzo, il disotto è composto da una gonna bordeaux e una cinta nera di pelle che separa i due colori.

In una scatola poi sono riposti dei sandali neri con un tacco abbastanza alto e un cinturino sulla caviglia.

È semplicemente fantastico.

Mi vesto velocemente maneggiando però con cura il vestito.

Non credo di aver indossato mai niente di più costoso anche se in fondo questo non è stato pagato.

Lascio i capelli mossi anche perché non ho la mia piastra con me e dopo aver dato un’ ultima occhiata allo specchio sono pronta per scendere.

Percorro il corridoio lentamente, sono nervosa perché non so cosa aspettarmi e sussulto quando un bip mi avvisa che l’ascensore è arrivato.

Quando finalmente raggiungo la hall seguo un cartello che mi indica la zona bar, ma il nervosismo che provavo fino a pochi secondi fa viene sostituito dallo stupore nel vedere Damon tranquillamente seduto su uno sgabello vicino al bancone con in mano un bicchiere con un liquido ambrato.

È bellissimo... Indossa un paio di Levi’s neri, una camicia bianca, un blazer grigio e un paio di occhi azzurri da fare invidia a tutti.

Non mi ha ancora notata quindi mi fermo ad osservarlo ancora un po’, ma evidentemente si accorge del mio sguardo perché si gira e mi fissa con un espressione strana, sembra mi stia mangiando con gli occhi, e un brivido mi assale, ma è solo un momento prima che decida di spezzare questo gioco di sguardi, che seppure mi faccia piacere sta iniziando a essere imbarazzante, avvicinandomi lentamente per paura di cadere su questi altissimi tacchi.

“Ciao” li dico imbarazzata dal precedente momento e lui per risposta si avvicina al mio viso e credendo che stia per baciarmi chiudo gli occhi, ma invece di sentire le sue labbra sulle mie, le sento leggere sulla mia guancia.

Rido perché so che mi sta provocando, ma dato che sono una che le sfide non le perde decido di fare io il primo passo così proprio mentre il suo viso si sta allontanando dal mio mi aggrappo al colletto della sua camicia e incollo le mie labbra alle sue, ma mentre lui cerca un contatto più profondo io mi allontano e li sorrido.

POV DAMON

Sono dieci minuti che sono seduto su questo sgabello e di lei neppure l’ombra.

Sto pensando a quale delle sue faccette buffe possa aver fatto quando avrà letto il biglietto che le ho lasciato e avrà visto il vestito che le ho “regalato” e sorrido ancora inspiegabilmente come faccio ogni volta che penso al suo viso… o a lei in generale.

Ad un certo punto mi volto e la vedo all’entrata della sala che mi fissa chissà da quanto tempo, avrei dovuto sentirla ma ero assorto nei miei pensieri.

Non credo di aver mai visto una donna più bella di Elena, i suoi occhi così innocenti che non ti giudicano mai, anzi cerca sempre di capirti così come ha fatto con me.

La fisso e lei dopo un po’, probabilmente imbarazzata, si avvicina

“Ciao” mi dice in un soffio

E io faccio per baciarla ma mi limito a baciarle una guancia.

La mia provocazione, nella quale credevo di essere il vincitore, non si rivela più come tale quando afferrando il colletto della mia camicia mi bacia leggera.

Non c’è la faccio più a resisterle ma quando sto per approfondire il bacio le si allontana e mi sorride.

Non credo di aver incontrato una persona dolce ma allo stesso tempo coraggiosa e divertente come lei.

Sono sorpreso e divertito del suo gesto e sorridendole le prendo una mano e la porto fuori da quell’hotel prima di continuare a giocare con lei non riuscendo più probabilmente ad uscire da quel locale.

POV ELENA

“Dove stiamo andando?” li chiedo dopo un po’

Stiamo camminando da circa cinque minuti su una delle tante strade di New York

“Marea” mi dice.

Vedendo la mia espressione continua

“è un ristorante italiano, siamo quasi arrivati” mi sorride

“Italiano, amo la cucina italiana”

“Anch’io” sospira

“Vieni” mi conduce in un elegante ristorante con una sala illuminata da luci soffuse e da lampade arancioni poste vicino a delle colonne.

I tavoli sono quasi tutti pieni.

“Signor Salvatore, signora ecco il vostro tavolo” il cameriere ci conduce ad un tavolo a due, come quasi tutti gli altri, posto all’angolo tra due finestre.

“Sembro così vecchia da essere scambiata per una signora?” li chiedo divertita dell’affermazione del cameriere mentre faccio per sedermi, ma lui mi precede e scosta la sedia per farmi accomodare.

“wow che gentiluomo” li dico e mi siedo.

Lui accosta la sedia al tavolo e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurra:

“sei bellissima stasera” e mi bacia il collo Io rabbrividisco e lo ringrazio imbarazzata abbassando gli occhi.

POV DAMON


“Grazie Damon” mi dice sorridendomi dolcemente.

“Di niente, anche se probabilmente è una delle poche volte nella mia vita da vampiro che ho pagato” li dico

“Non solo per la cena, ma per questi due giorni… era da tanto che non ridevo così”

La guardo sorpreso e intenerito

“Anch’io non mi divertivo così da un po’ anche se il cameriere non la smetteva di sorriderti e guardarti le gambe” le sorrido pensando alle serate con Klaus e Rick nelle quali mi sono divertito ma non così serenamente.

Lei sta ridendo, ma davvero ero geloso in quel momento e credo che il cameriere si sia accorto dello sguardo non così amichevole che gli ho rivolto, perché a metà serata ha completamente abbandonato il suo intento.

“Adoro quando ridi” le dico spontaneamente e sorprendendomi del complimento che le ho fatto.

Ma dov’è finito il Damon stronzo e tenebroso che si fa avere il numero di una ragazza e non la richiama se non quando non li serve?

Ma in fondo l’ho capito di quanto Elena sia diversa da tutte le ragazze che ho incontrato nella mia vita.

E non so neanche cosa ma so solo che lo è.

Spinto da questi pensieri mi avvicino e faccio quello che avrei voluto fare dall’inizio di questa serata: la bacio.

È un bacio dapprima dolce che poi si trasforma in uno passionale che porta Elena ad indietreggiare per sorreggersi al muro.

Ma il momento, come quasi sempre d’altronde, è interrotto dallo squillo del mio cellulare.

Lo prendo e vedendo il nome di Klaus lampeggiare decido di rispondere.

Ma quando lo faccio una voce stridula e urlante grida dall’altro capo del telefono.

“Dimmi dov’è la mia amica, è un giorno che non la sento e giuro che se le hai fatto del male io…”

“ehi, ehi Barbie calmati Elena è qui…” non faccio in tempo a finire di rispondere che Elena mi strappa il telefono dalle mani e risponde.

“Caroline sto bene, non preoccuparti tra qualche giorno sarò a casa. Mi sono presa una piccola vacanza.

“Ma Elena sei scomparsa, è un giorno che provo a chiamarti e non rispondi al cellulare e poi perché Damon ti ha baciata e ti ha portato via e…” non c’è la faccio più a sopportare le urla di Caroline così mi riprendo il telefono

“Senti bionda, Elena è viva, non ha il suo telefono con lei e io non sono un pazzo non l’ho rapita”

“Fottiti Damon” mi dice

“E passa una buana serata anche tu Caroline” e così termino quella telefonata.

“Dove eravamo rimasti?” chiedo ad Elena avvicinandomi a lei di nuovo lei mi sorride e proprio quando le nostre labbra entrano in contatto il bip dell’ascensore ci avvisa che le porte sono aperte e una donna pomposa con un’orribile pelliccia sintetica ci richiama con un finto colpo di tosse.

“Ci scusi”

Elena imbarazzata le passa davanti mentre io guardo quel barile ambulante di traverso.



“Se cerchi qualcosa per la notte, nell’armadio trovi alcune delle maglie che ho comprato. Ho preso anche qualcosa per te. Domani gli darai un occhiata” le dico una volta entrati in camera.

Lei prende qualcosa dall’armadio e si chiude in bagno.

Dopo essermi cambiato e aver indossato una t-shirt e un pantalone di una tuta sono in piedi davanti alla finestra mentre ammiro il via vai della città che non dorme mai.

Quando Elena esce dal bagno indossa una mia maglia che le copre a stento le culottes nere e si avvicina al letto.

È stesa supina e guardando il soffitto mi chiede:

“ti va di parlare?” mi stendo accanto imitando la sua posizione ma voltando la testa dalla sua parte.

“E dimmi curiosa Gilbert, di cosa vuoi parlare?” le domando

“Com’era l’800” mi chiede voltandosi nella mia direzione e sorridendomi come fosse una domanda normale

“Pomposi, troppo sfarzosi e riservati per i miei gusti” ridiamo insieme.

“Sai Damon, so che non centra niente adesso ma quando parlavamo della mia storia quella sera, quando ti ho detto che non mi interessava di trovare i miei veri genitori ti ho mentito” mi fissa all’improvviso incupita da questo discorso.

Io mi volto di lato e lei mi imita ora ci troviamo molto vicini.

“Ho scoperto di essere adottata lo stesso giorno che i miei genitori adottivi sono morti e per molto tempo e a volte anche ora, mi attribuisco la colpa dell’incidente perché quella sera ero sconvolta e mio padre non notò qualcosa sulla strada e per scansarla siamo finiti in acqua. E la cosa che fa più male e che io non so in quale modo sono uscita viva da quel lago. Ero arrabbiata con loro perché sarei dovuta partire per Londra dopo pochi giorni e non avrei mai avuto l’opportunità di cercarli. Non perché avrei voluto una famiglia che fosse collegata a me per uno stupido DNA me per capire il motivo per il quale mi hanno lasciata sulla porta di casa di una famiglia sconosciuta” alcune lacrime sfuggono dai sui occhio e io mi appresto a raccoglierle.

Mi avvicino e l’abbraccio

“Elena, non è colpa tua se i tuoi genitori sono morti. Si chiama destino non sei stata tu. Probabilmente loro non te lo hanno detto perché non volevano farti soffrire. Non darti la colpa di quello che è successo… ti aiuterò.”

Le dico con un sorriso di conforto lei mi guarda smarrita

“Ti aiuterò a trovare i tuoi veri genitori” le dico

“Grazie, ma sarà impossibile quando mi hanno trovata non avevo niente con me. Nessun segno di riconoscimento, nessun biglietto. Niente.”

Mi dice triste.

“Chi altro sa che sei stata adottata?”

“Mia zia Jenna credo nessun altro” mi dice non capendo dove voglio arrivare.

“Okay allora domani dopo aver trovato Stefan ci andiamo” le dico

“Damon, non capisco. Dove dovremmo andare?” mi chiede continuando a non capire

“Da tua zia Elena… a Mistik Falls” le dico avvicinandomi e posandole un bacio leggero sulle labbra.

“buona notte” le dico e mi viene da ridere davanti alla sua espressione che passa dallo stranito, alla sorpresa e dopo alla felicità.

“buonanotte Damon” mi sussurra accoccolandosi su di me baciando la parte del mio petto dove una volta batteva un cuore.




NOTA AUTRICE

Damon: http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=ian+somerhalder+vestito+elegante&source=images&cd=&docid=wvrWpSMaSrJ89M&tbnid=uwlb2SioMB_5ZM:&ved=0CAUQjRw&url=http%3A%2F%2Fwww.melty.it%2Fian-somerhalder-le-foto-da-divo-per-icon-galerie-11250-2528299.html&ei=k4jAUuqKDobItAaQlIC4CA&bvm=bv.58187178,d.bGQ&psig=AFQjCNHW5K6i2UFPkOeKDQ5s7pkOYRiIqg&ust=1388435873026355

Vestito Elena: http://www.amazon.com/My-Michelle-Juniors-Belted-Surplice/dp/B00FALKK7M/ref=pd_sim_sbs_a_13

Ristorante: http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=marea+new+york&source=images&cd=&docid=vx9p9A7Dcfmo0M&tbnid=Ux0dFDck6J6QsM:&ved=0CAUQjRw&url=http%3A%2F%2Fwww.marea-nyc.com%2F&ei=PpLAUqidI47Kswbx7IDwCQ&bvm=bv.58187178,d.bGQ&psig=AFQjCNFu7hq6NAUhGHuUFXl8-DgoBn4YgA&ust=1388438456165724

Buon pomeriggio a tutti :D
Allora oggi finalmente TO... io non l'ho ancora vista la puntata ma conto di farlo presto.
Venedo al capitolo...
Credo che questo sia un capitolo un po' lungo, ma non aveva senso spezzarlo sarebbe risultato troppo corto... ma fatemi sapere se la lunghezza va bene :D
Allora ancora una volta è incentrato sui protagonisti tranne "per il piccolo quanto inopportuno intervento di Caroline" haha :D 
Non uccidetemi fuoco e fiamme arriveranno già nel prossimo capitolo :D
Allora Elena decide di parlare con Damon sui suoi sensi di colpa perchè capisce di voler condividere questo con lui e noi lo capiamo solo dal punto di vista di Damon.
Allora i due dopo Stafan hanno intenzione di raggiungere Mistik Falls e lì i nodi verranno al pettine purtroppo :D
Anticipo già il fatto, Damon non centra niente con il salvataggio di Elena da quel lago, è avvenuto tutt'altro che si scoprirà vivendo ;)
Volevo ringraziare le ragazze che recensiscono... vi adoro :* e le persone che continuano ad aggiungermi ai preferiti/ricordati/seguiti.
Recensite, ne ho bisogno :3
Detto questo vi lascio e vi do appuntamento a mercoledì con un nuovo capitolo 
Baci Ale =P

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Capitolo 17
*** Hello Brother! ***





 
Image and video hosting by TinyPicHello Brother!

POV ELENA

“Pronto? Chi è?”

“Eh… ciao Jenna, sono Elena”

“Oh Elena, da quanto che non ti sento, ma come stai tutto bene?? È successo qualcosa?”

“No zia è tutto okay, scusa se non ti ho chiamata prima ma…” mi interrompo non sapendo effettivamente che scusa trovare per questi quasi cinque anni in cui ci siamo sentite raramente.

“Elena... non fa niente” la sento sospirare, probabilmente anche lei si è resa conto che non so che dire.

Dopo un paio di sospiri provenienti da entrambe le parti mi decido a dirglielo, anche se non sono sicura neanche io di quello che sto per dirle.

“Senti Jenna tra un paio di giorni… verrò a Mistik Falls. Devo chiederti alcune cose e… mi manca Jer, mi manchi anche tu” dico in un sospiro.

È vero, mio fratello mi manca e anche Jenna, anche se da quando ho scoperto di essere stata adottata e che lei ne fosse a conoscenza me la sono un po’ presa con lei.

Avevamo un rapporto così profondo, data la nostra età molto simile.

Un urlo mi desta dai miei pensieri.

“Jeremy, Jeremy tua sorella sarà qui tra un paio di giorni” urla trafelata mia zia

Sento Jeremy dall’altro capo del telefono.

“Cosa, quando! Passamela!”

Sorrido… chissà com’è ora Jeremy.

“Elena… davvero? Non ci farei un bidone come due anni fa a Natale?” mi chiede

“No Jer, verrò questa volta. Devo chiedere alcune cose a Jenna e… mi mancate”

“Okay Elena, verrà anche Car a Mistik Falls?" mi chiede

Nel frattempo la porta del bagno si spalanca e una visione bellissima accompagnata da un sorriso di traverso contagioso appare.

Damon con un asciugamano legato in vita che mi fissa.

“No Jer, io non sono a Londra con Car. Ecco… sono a New York” gli dico imbarazzata.

“Ah New York… wow! Ma con chi?” mi chiede

Io guardo Damon e non so cosa rispondere: “Un amico?” “Un vampiro?” “Il mio fidanzato?” oh quante possibilità!!

“Ecco Jer, con… un amico” guardo Damon imbarazzata che mi guarda con un ghigno soddisfatto per il mio dovuto imbarazzo dovuto non soltanto alla risposta ma anche al fatto che è… quasi nudo!

“Oh certo Elena un "Amico"…” sghignazza Jer

Rido anch’io e lo saluto chiedendo la chiamata e fissando Damon.

“Hai intenzione di guardarmi ancora per molto, potrei consumarmi?” mi domanda con quel sorriso sornione.

Gli faccio una linguaccia e mi dirigo in bagno per farmi una doccia.

“Allora da dove partiamo per cercare tuo fratello?” gli chiedo.

Siamo per strada in una macchina “noleggiata” da Damon e siamo fermi ad un semaforo.

“Beh per quanto improbabile sia la cosa, direi di partire dalla nostra vecchia casa… poi vedremo… ma credo che lo troveremo lì mio fratello è uno a cui non piacciono i cambiamenti” mi dice con un sorriso concentrato sulla strada.

Rido fissandolo.

“Okay… sai sono curiosa si conoscerlo, chissà se vi somigliate” gli dico… probabilmente mi troverò davanti un paio di occhi azzurri come quelli di Damon, ma non più belli.

“Oh no Elena, non credo che ci avvicineremo” mi dice fissandomi cauto.

Lo guardo incredula, abbiamo attraversato un continente solo per guardare se suo fratello stesse bene, accertandocene da lontano.

“Stai scherzando vero?” li dico incredula.

“No Elena, non sto scherzando. Come dovrei presentarmi dopo cento anni che non ci parliamo. –Oh ciao Stefan, siamo passati per un saluto e per controllare come stai… sai ti ricordi Kol? Mi ha detto che era venuto da te e mi sono preoccupato.”

Mi guarda prendendo una strada piccola di campagna.

“E come speri di fare, ci apposteremo dietro un cespuglio e aspetteremo che esca fuori per buttare la spazzatura” gli dico

“Oddio Elena, ti fa male stare con me stai diventando sarcastica” mi giro scocciata verso il finestrino quando ad un tratto ci fermiamo in mezzo al nulla.

“Okay, rimani in macchina. Mi accerto che mio fratello stia bene. Vengo a prenderti e ce ne andiamo a Mistik Falls” mi dice prima si aprire la portella e incamminarsi.

Dovrei ascoltarlo?

Certo che no.

Apro la portella e lo raggiungo prendendolo a braccetto.

“Quando hai deciso di portarmi insieme non hai messo in conto la mia caparbietà” gli dico sorridendogli.

Si china e mi da un bacio sulla testa.

Ci incamminiamo verso un’enorme villa che dall’aspetto di essere stata bella un tempo, ma che ora è malandata e ci avviciniamo cautamente.

“Qui non c’è nessuno, non sento niente” mi dice dopo un attimo di concentrazione.

“Entriamo lo stesso? voglio vedere dove sei cresciuto”

“D’accordo, anche se di certo l’ultimo periodo in cui ho vissuto qui non è stato uno dei più felici” mi dice con un sorriso triste per poi condurmi verso una porta mezza rotta.

“Prego Madame” mi sorride e mi fa cenno di entrare.

“Oh grazie Signor Salvatore” gli dico per poi ridere con lui.

Camminiamo per un corridoio ampio che conduce ad un enorme stanza con ancora appeso lo scheletro di un lampadario ma per metà arredata.

C’è un enorme tappeto e un divano, un camino e un tavolo mezzo rotto vicino al muro.

“Questa era la sala da ballo. È qui che ho conosciuto Kathrine ed è qui che credevo di essermi innamorato di lei” sospira malinconico.

Così mi viene un’idea per sollevargli il morale.

“Signor Salvatore… vuole concedermi l’onore di questo ballo?” li domando con un sorriso ammiccante.


POV DAMON

Quanti ricordi che mi porta questa stanza.

È qui che ho conosciuto quella specie di donna che ha rovinato la mia vita e quella di mio fratello.

Qui litigai un volta tornato dal militare con mio padre e altre mille volte per motivi futili con lo stesso.

Qui io e Stefan abbiamo visto per l’ultima volta nostra madre mentre mio padre e i dottori la portavano via ormai senza battito.

Ma la mia malinconia e i miei ricordi non così belli sono spezzati da una voce che mi riporta al presente.

“Signor Salvatore… vuole concedermi l’onore di questo ballo?” mi dice con un sorriso e con l’intenzione di strapparne uno anche a me.

E inspiegabilmente ci riesce poiché le sorrido, le afferro la mano e la conduco al centro della stanza.

I nostri corpi si uniscono in una danza lenta senza musica, ma il ritmo è dettato dai battiti dei nostri cuori, anzi del suo, ma in questo momento con lei stretta al petto posso pensare a quanto sia bizzarro il destino.

Sono nella casa di famiglia, dalla quale sono scappato con Klaus più di un secolo fa e dove sono accadute cose che hanno inciso sulla mia vita così profondamente da cambiarmi radicalmente, stretto ad Elena, la ragazza con gli occhi grandi e pieni di coraggio e passione con dietro una storia familiare brutta quasi quanto la mia.

Lei mi sorride cercando di tirarmi su il morale e io non posso fare altro che osservare i suoi bellissimi occhi color cioccolato che mi hanno stravolto dalla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati.

Ed è così bella, sia fuori che dentro.

Amo che non abbia paura di me nonostante io sia un vampiro.

Ho solo paura che quando scoprirà che non sono il vampiro calmo e razionale che riesco a essere accanto a lei possa allontanarsi e a quel punto non so se avrò ancora la forza di rimanere a Londra ed averla così vicina, ma così lontana.

Come si dice: lontano dagli occhi lontano dal cuore… anche se non ho mai creduto a qualcosa di così stupido.

In fondo se qualcuno è innamorato non credo che la distanza possa servire per dimenticare una persona.

Okay… sono ufficialmente diventato pazzo.

Fino a poco tempo fa reputavo Klaus uno stupido per il fatto di essersi innamorato e ora senza rendermene conto con i mie ragionamenti contorti ho appena ammesso di essermi innamorato anch’io.

La fisso ancora una volta, ma il mio sguardo si posiziona sulle sue labbra e sono attratto inspiegabilmente da queste.

Le faccio fare una giravolta per allontanare questo desiderio ma quando torna nelle mie braccia e lei a sorprendermi e mi bacia.

Dopo un attimo si stacca e soffia ad un centimetro dal mio viso.

“Se non mi sbaglio ieri abbiamo interrotto un discorso” afferma maliziosa.

Fingo di pensarci, come se non ricordassi l’irritante bionda e quella donna con la pelliccia di puzzola che ci hanno interrotti nell’ascensore.

“Non ricordo… potresti rinfrescarmi la memoria” le dico.

“Vediamo… allora, se non mi sbaglio io facevo così” e dicendo questo mi bacia poi si stacca e mi sussurra…

“e tu facevi questo” e mi appoggia le mani sui suoi fianchi.

“Ah ecco, credo di essermi ricordato” e riprendo a baciarla.

La prendo in braccio e mentre continuiamo a baciarci mi avvicino a velocità vampiro al quella sottospecie di tavolo.

L’appoggio su quella superficie apparentemente non sporca e le metto le mani sulle cosce.

Lei mi sfila il giubbotto di pelle nero e accarezza le mie spalle.

Elena… così timida a tratti e così coraggiosa.

Mi sorprende ogni giorno sempre di più.

Prendo a baciarla con più foga ma proprio quando lei alza timida l’orlo della mia maglia bianca il rumore del portone mi distrae.


POV ELENA

“Damon che succede” gli chiedo trafelata.

Lui mi posa un dito sulle labbra e abbassa il vestito che ormai è arrivato alla parte alta delle cosce.

Appoggia la fronte alla mia e mi sussurra.

“È qui Elena.” mi dice con un sorriso che esprime tutta sua malinconia.

“Chi c’è” urla una voce.

Lui mi fissa indeciso sul da farsi perché non sa come comportarsi.

“Damon?” chiede una voce stupefatta che punta gli occhi nei miei interrogativo e poi in quelli del fratello.

“Ciao fratellino!” esclama Damon con una voce sarcastica e ora più che mai lo capisco, così triste e felice al tempo stesso che l’unica cosa rimasta da fare è indossare quella maschera d’indifferenza come unico modo per far finta di non essere particolarmente legato alle cose che prova e fingendosi tale mentre tutto dentro di lui si destabilizza.

“E lei chi è?” mi fissa ma non capisco bene cosa celi quello strano tono di voce.

“Elena… la mia ragazza” dice prima fissando Stefan e poi guardandomi con un mezzo sorriso.

E io non so per quale fatto essere più stranita… Perché sono su un tavolo impolverato aggrappata a Damon, per il fatto che mi abbia appena presentato come la sua ragazza o per l’espressione alquanto strana e bizzarra del fratello minore di Damon.

Ed ecco che le mie doti di stupida si fanno a galla.

“Vi va un caffè?” dico imbarazzata e un paio di occhi blu e un paio di occhi verdi mi fissano.

E non so se essere più imbarazzata per il fatto di essere sopra un tavolo aggrappata a Damon come un koala o del fatto che ho proposto una dose di caffeina a due vampiri.



NOTA AUTRICE
Buona sera a tutte :D
Damon non aveva intenzione di incontrare Stefan più che altro per orgoglio, ed ha ragione conosciamo tutti Damon xD
Ed Elena con l'ultima frase (alquanto stupida cerca di spaccare il ghiaccio xD)
Finalmente Stefan e Damon si sono incontrati... cosa accadrà tra di loro???
e non odiatemi, anche a me secca il fatto di averli interrotti sul più bello ma non mi piaceva l'idea di far trovare a Stefan dopo cento anni suo fratello nella propria casa che si accoppia xD
Sostanzialmente non accade niente di che tranne l'incontro tra i SalvaoreBros e il piccolo momento fuoco e fiamme tra Damon e Elena...
Ora mi rivolgo alle più esperte in quest sito, sono nuova e quindi non so regolarmi... 
dovrei cambiare il reating della storia da giallo ad arancione o lasciarlo così?? fatemi sapere ;)
Astrosfera dove sei finita?? Mi mancano le tue recensione divertenti... e le ragazze che recensivano abitualmente!! Che fine avete fatto xD.
Ringrazio la nuova lettrice che ha recensito la scorsa volta (=*) e saluto la mia migliore amica Michela che legge (contrariamente a quanto le avevo detto xD) la mia storia xD
A mercoledì ;)
Ale =D

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Capitolo 18
*** The pain of the past ***


 
 
 
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The pain of the past

POV ELENA

Di certo quando ho proposto un caffè non avevo messo in conto il fatto che accettassero…

Siamo nella macchina di Damon, lui è alla guida e Stefan gli è accanto io sono dietro e non so davvero come comportami.

Non vola una mosca e davvero non so se spezzare questo strano gioco del silenzio o meno.

Damon mi fissa ogni tanto dallo specchietto retrovisore come per rassicurarmi, ma quello che ha bisogno di una qualche tipo di rassicurazione è lui.

Stefan ha lo sguardo fuori dal finestrino e non ci degna di uno sguardo.

Non so davvero cosa mi sia passato per la testa quando ho fatto quella domanda.

Finalmente questo silenzio opprimente si spezza.

“Damon, facciamola finita perché sei qui?” domanda Stefan continuando a fissare non so che fuori.

“Dritto al punto fratello…” gli risponde sarcastico Damon

“Sa di noi? ...Elena?”

“Sì, sa tutto” risponde Damon fissandomi ancora una volta dallo specchietto.

“Allora, perché siete qui?” richiede Stefan probabilmente stufo di questa situazione

“Mi mancavi fratellino” dice Damon, di certo anche se parzialmente è la verità lo ha detto con un tono pieno di sarcasmo tipico di lui.

“Damon, sul serio cosa ti ha spinto dopo tutto questo tempo a venire qui”

“Passavo di qui… e ho detto –Perché no, chissà come sta Stefan-“

“Kol… gli ha detto che è passato da te e si è preoccupato” dico io stufa di questa commedia.

Entrambi si girano verso di me e io mi sento così ridicola che vorrei sprofondare.

“Damon perché non mi lasci qui, torno all’albergo e vi lascio in pace”

“Non se ne parla” Damon

“Forse è meglio” dice Stefan

“Dai Damon, non ti preoccupare mi sentirei solo di troppo.”

Siamo davanti all’ingresso dell’hotel e io apro la portella per scendere.

“A dopo” dico ad entrambi

“Non ti muovere dalla camera, tornerò presto!” mi dice Damon sorridendomi

“Grazie… Elena” dice Stefan titubante e non so se si riferisca al fatto che gli ho detto di Kol o perché gli ho lasciati soli.

Gli sorrido ed entro nella hall.

POV DAMON

“Allora Stef, che mi dici di papà” li dico cercando di far terminare questo assordante silenzio che è calato su di noi.

“è morto Damon” mi dice

“Mi sembra ovvio, intendevo dire com’ è morto, se al momento della morte mi riteneva ancora come un figlio snaturato e ingrato”

“Un infarto sulla soglia dei settanta, non credevo che avesse capito chi eravamo davvero, prima di morire mi ha detto una cosa” mi dice fissando un punto indefinito dietro al bancone.

Alzo le sopracciglia per invitarlo a continuare.

“Mi ha detto: cercate di essere demoni il più meno tali possibile, e di a tuo fratello che non l’ho mai odiato differentemente da come lui tuttora pensa. Vi voglio bene entrambi.”

Sono stupito per l’affermazione di quel padre che non mi ha mai dimostrato di essere tale, tranne che con Stefan.

Ma i miei stupiti pensieri vengono interrotti da Stefan.

“Io dopo la sua morte ho viaggiato per un po’, ho vissuto in Australia e poco tempo fa sono tornato qui. E tu, dove sei stato tutto questo tempo?” mi chiede questa volta rivolgendosi a me e rigirandosi tra le mani il bicchiere di whisky tra le mani.

“Sinceramente non ho viaggiato molto… dopo essermene andato da New York, sono stato un po’ in giro con Klaus e poi ci siamo trasferiti a Londra… è lì che vivo”.

“Ti sei rifatto una vita, vedo. È a Londra che hai incontrato Elena?” mi chiede con un sorriso amaro.

“Si solo poche settimane fa a dire il vero”.

“E Kol, che ci faceva lì?”

“Ti sembrerà strano... è venuto a chiedere perdono a Klaus, ma non mi convince più di tanto… mi ha detto che è passato da te pochi mesi fa, come mai?” chiedo, in fondo è principalmente per quello che sono qui.

“No Damon, non abbiamo parlato. È vero è stato a qui ma… non di certo ha parlato con me.” mi dice.

Cerco di interpretare la sua frase ma lui mi precede dicendomi quello che mai mi sarei aspettato…

“Kol stava parlando con Kathrine… non credevo che mi avessero visto” mi dice con una voce ancora carica di rabbia.

“E quando l’hai vista non hai pensato di fare qualcosa… che so… ficcarle un paletto nel cuore” gli dico rabbioso alzandomi di scatto dallo sgabello del bar e attirando l’attenzione di alcune persone poco lontane da noi.

“Si certo e magari così essere ucciso… Damon, Kathrine ha più di cinquecento anni e Kol più di mille, cosa avrei dovuto fare io contro di loro e non ti far venire strane idee, predi Elena e tornatevene indietro… vendicarsi non servirà a nulla”.

In fondo ha ragione lo so, ma io di certo non sono Stefan, il calmo e razionale Stefan.

Io probabilmente mi sarei fatto uccidere.

Mi risiedo sullo sgabello e finisco in un sorso il mio bicchiere.

“Allora ora che ti sei assicurato che Kol non mi abbia ucciso possiamo porre fine a questa sceneggiata e tu poi tornare alla tua vita dove cerchi di evitarmi” distoglie lo sguardo e lo punta nuovamente verso il vuoto.

“è quello che pensi?” gli chiedo.

So che non ci siamo sentiti per molto tempo, e ha perfettamente ragione…

“è quello che so Damon” mi dice sbattendo il suo bicchiere sul bancone e non degnandomi di uno sguardo.

Ed io, troppo codardo per affermare il contrario decido di alzarmi da quel posto e voltare le spalle a mio fratello ancora una volta.

POV ELENA

Quando ho promesso a Damon che sarei rimasta in camera non dicevo di certo la verità.

Sono a New York, non me ne starò di certo in una stanza a guardare il soffitto.

Sono appena uscita dall’hotel e mentre cammino sul marciapiede sono meravigliata dalla maestosità dei grattacieli.

Noto la macchina di Damon parcheggiata fuori ad un bar, tipico non si voleva allontanare troppo dall’hotel… sorrido

Decido di aspettarlo fuori, infondo è più di mezz’ora che è con Stefan, ma non ho intenzione di disturbarli.

Dalla vetrina trasparente noto due uomini seduti agli sgabelli intorno al bancone.

Damon e Stefan sicuramente, la chioma ribelle di Damon è inconfondibile.

Ad un certo punto mentre gli osservo, vedo Damon alzarsi di scatto e voltarsi verso Stefan, sembra essere arrabbiato.

Poi si risiede, Stefan non gli degna uno sguardo, poi senza salutarsi Damon si avvicina all’uscita.

Decido di nascondermi.

Aspetto che Damon prenda la macchina e si allontani e poi entro nel bar.

Stefan è ancora seduto allo sgabello di spalle e sussulta quando gli tocco lo spalle e mi siedo sullo sgabello dove prima c’era Damon.

“Damon se ne andato due minuti fa” mi dice freddo.

“Sono qui per parlare con te” dico.

Lui mi guarda stupito e addolcendo lo sguardo mi chiede:

“Che cosa vuoi dirmi?”

“Ho visto Damon uscire come una furia, non vi siete riappacificati vero?... e non rispondere non voglio impicciarmi dei fatti vostri, non sono nessuno per interferire. Volevo solo dirti che a Damon manchi davvero e anche se non lo te dimostra ti vuole bene. E credimi lo conosco da molto poco ma l’ho capisco. So che probabilmente quello che ti sto dicendo ora ti sembrerà stupido e mi prenderai per una pazza ma volevo darti questo”.

Gli porgo un bigliettino che ho scritto velocemente prima di entrare.

“07 125 087 1447 Elena
07 967 369 142 Damon
Kensington and Chelsea Street 186 Elena
Windsor House Damon”


“Sono i nostri numeri di telefono e i nostri indirizzi se mai un giorno vorresti venire a trovarci e non sapessi come fare” gli dico imbarazzata e volendo sprofondare… mi sembro una tale stupida, così decido di allontanarmi prima di sembrarlo ancora di più ma sono trattenuta da Stefan che mi tiene per un polso.

Mi volto non sapendo cosa mi aspetti

“Grazie Elena, ci penserò. Damon è davvero fortunato” mi sorride dolce lasciandomi il polso“.

“Ciao Stefan, spero di rivederti” gli dico prima di voltarmi e uscire dal bar.





NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte :D
Allora, chi è sopravvissuto al 100° episodio!!
Non commento sono ancora arrabbiata con Julie... sono felice solo per Klaus e Caroline (Njgghdhgdu :D)
Allora venendo alla storia...
Tra Damon e Elena non succede niente più che altro loro interagiscono con Stefan, che non sopporto molto, ma serviva per la finalità della storia (lo capirete in seguito).
Comunque Damon e Stefan non hanno risolto niente e dal loro "dialogo" capiamo che Kathrine non è scomparsa come sembrava ma è con Kol (ricordatevi questo particolare è molto importante).
Elena cerca di aiutare Damon in macchina, e mi sono divertita molto a scrivere la parte iniziale hhahaha xD ma anche dargli una mano per farmi riappacificare al bar...
Nel prossimo capitolo (Già scritto :D) ci sarà un salto temporale dove vedremo i personaggi arrivare a Mistik Falls...
Si scopriranno alcune cose importanti sui genitori di Elena e vedremo Damon fare qualcosa di impulsivo... cosa?
Lascio a voi immaginare e fatemi sapere le teoria xD
Ringrazio le ragazze che recensiscono ogni volta e vi suggerisco di leggere la storia di AleDic "This is my life", prologo bellissimo ;)
Recensite a fatemi sapere che ne pensate
Un bacio Ale =D

 

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Capitolo 19
*** Welcome ***


 
 
 
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Welcome
POV ELENA

Sono nervosa, è da cinque anni che non varco quella soglia e non so davvero cosa aspettarmi e come comportarmi.

“Ehi, va tutto okay… sono qui con te, non ti lascio” mi rincuora Damon.

Siamo sul pianerottolo fuori l’ingresso della mia vecchia casa.

Siamo a Mistik Falls e non ho ancora trovato il coraggio di suonare il campanello.

“Damon, forse dovremmo andarcene. In fondo a cosa servirà… non li troverò mai… e poi sono una sorella pessima. Non chiamo mio fratello da quasi cinque anni. Sono stata una vera stupida”.

Faccio per voltarmi ma Damon mi afferra e mi fa voltare facendomi scontrare con i suoi occhi blu.

“Elena, stai parlando con uno che non chiama suo fratello da più di un secolo, cosa vuoi che siano cinque anni... e poi non è vero li troveremo i tuoi genitori. Fidati”.

Ed è lui a suonare il campanello allontanandosi e posizionandosi al mio fianco. Mi stringe una mano come per rafforzarmi ma poi la lascia, probabilmente per non farmi sentire in imbarazzo, più di quanto non lo sia già.

La porta si apre e una trafelata Jenna apre la porta con la cornetta del telefono incastrata tra la faccia e l’incavo del collo e uno strofinaccio che continua a rigirarsi tra le mani.

Quando mi vede allenta la presa sul telefono che cade rovinosamente a terra, sorte che fa anche lo strofinaccio prima che mia zia mi salti letteralmente addosso gridando come una pazza e stritolandomi.

“Elena, oddio Elena, come sei cresciuta e come…” s’interrompe notando Damon alle mie spalle che guarda mia zia divertito.

Raccoglie lo straccio e il telefono e asciugandosi le mani ne porge una a Damon presentandosi.

“Sono Jenna, la zia di Elena e tu sei?” lo guarda con una faccia tra il meravigliato e lo stupore.

“Damon Salvatore, sono il fidanzato di Elena” mia zia gli sorride e sparisce dentro casa.

Io entro tranquillamente ma Damon rimane fuori.

“Allora, che fai non entri fidanzato?” li chiedo divertita

“Elena, non posso entrare. Tua zia mi deve invitare, è lei la proprietaria della casa giusto?” mi chiede.

“No mio fratello…” come termino di pronunciare il suo nome Jeremy scende le scale e corre ad abbracciarmi.

“Elena, mi sei mancata.... è lui il tuo “Amico”? mi chiede mimando delle virgolette alla parola amico e abbracciandomi.

“Si Jeremy è lui il mio amico” li rispondo ridendo

“Bene amico, che fai lì impalato entra” dice rivolto a Damon che si presenta ed entra

“Stavo giusto preparando la cena, rimanete con noi vero?” dice Jenna verso di me e Damon che siamo appena entrati in cucina con Jeremy.

Io sono indecisa, ma è Damon a rispondere prima di un qualche mio rifiuto.

“Certo, Elena vado a prendere le valige in macchina” mi dice prima di fare un cenno a Jenna e uscire per prendere i nostri bagagli.

Si perché ora abbiamo anche delle valigie, riempite naturalmente di tutte le cose che Damon ha “comprato” grazie al soggiogamento.

“Elena, la tua camera è ancora come l’hai lasciato, ovviamente è pulita, potrete dormire lì tu e Damon se volete… oh e a proposito che figo!” mi dice prima di voltarsi per sfornare quello che ha tutta l’intenzione di essere un’ottima cena.

“Allora Damon, che fai nella vita?”.

È l’ennesima domanda che Jenna e Jeremy fanno a Damon, gli stanno facendo il quarto grado da quando ci siamo seduti a questo tavolo e stranamente Damon risponde alle domande tranquillamente senza dare segni di essere infastidito, anzi, sembra quasi che sia felice delle attenzioni che gli stanno mostrando, questa cosa mi sorprende.

Come tutto di lui del resto.

 “Beh, sono un barista, niente di che insomma” sorride verso mia zia.

“E come vi siete conosciuti, tu ed Elena?”

“Ok zia ora basta… sembra sotto un interrogatorio” dico io, stufa della situazione.

“è da molto che non ci vediamo Elena, sono curiosa di sapere cosa hai fatto questi cinque anni” sbuffa mia zia prima di riportare l’attenzione sul suo piatto.

“In un bar, io l’avevo notata già da un po’ e dopo una chiacchierata lei ha accettato di uscire... così eccoci qui” dice Damon facendo riportare l’attenzione di tutti su di lui.

Mia zia sorride e si alza per sparecchiare la tavola ed io le do una mano, prima di uscire dal soggiorno sento Jeremy proporre a Damon una partita alla play station e non posso che sorridere per quest’assurda situazione famigliare che non mi dispiace per niente.

“Allora Elena, al telefono mi hai detto che dovevi chiedermi delle cose… dimmi” mi sorride dolce mia zia prima di riporre i piatti nel lavandino.

“Jenna, prima di tutto volevo chiederti scusa, sono stato una persona orribile. Hai fatto tanto per me e per Jeremy ed io dopo essermene andata mi sono comportata davvero male… non ti ho chiamata quasi mai e… mi dispiace davvero” le dico imbarazzata e con gli occhi lucidi di fronte al suo comportamento dolce perché non me lo merito affatto.

“Elena, non preoccuparti. Capisco che questi anni siano stati difficili per te, come lo sono stati per me e per Jeremy. Ora che lo hai capito magari a Natale potresti venire qui” mi sorride ed io di slancio l’abbraccio.

“Allora basta con questa piagnisteo e dimmi… cosa c’è che non va?” dice Jenna anche lei con gli occhi lucidi.

Siamo state sempre molto legate, mi è molto mancata in questi anni e solo ora l’ho capito.

“Ti sembrerà fuori luogo dato che ormai sono passati più di cinque anni ma… tu oltre a zio John e i miei genitori, sei l’unica che sa che sono stata adottata, e volevo chiederti se c’è qualcosa che magari loro non mi hanno detto perché non ne hanno avuto il tempo. È passato molto tempo ma, ho capito da poco che ho la necessità di capire le motivazione che gli hanno spinti ad abbandonarmi sulla soglia di questa porta” le dico timorosa della sua reazione.

Lei tentenna un po’ prima di rispondermi, si asciuga le mani e scosta una sedia del tavolo sedendosi.

“Vedi, Elena io ero con loro quella sera d’inizio settembre, qualcuno ha suonato alla porta e quando abbiamo aperto c’eri tu in fasce che dormivi beate in un cesto. Accanto a te c’era solo quell’anello” mi dice indicando il dito su cui ho sempre portato uno strano anello con un drago d’argento disegnato su una pietra nera.

“Poi noi ti abbiamo presa e ti abbiamo accolta… tua madre e tuo padre stavano cercando di avere un bambino, così ti hanno tenuta e hanno detto che eri figlia loro per far si che non ti togliessero da loro e che ti spedissero in chissà quale convento” continua prima di distogliere lo sguardo e tornare al lavandino per sciacquare i piatti.

C’è qualcosa di strano ne suo sguardo non mi sembra sincera, non del tutto almeno ma prima che possa farle altre domande lei mi dice senza voltarsi:

“Elena, non ti preoccupare finisco io qui. Va pure a riposarti” io mi alzo e mi dirigo verso la mia camera ormai stanca di tutto questo.


POV DAMON

“Poi noi ti abbiamo presa e ti abbiamo accolta… tua madre e tuo padre stavano cercando di avere un bambino, così ti hanno tenuta e hanno detto che eri figlia loro per far si che non ti togliessero da loro e che ti spedissero in chissà quale convento”. Si sente lontano un chilometro che sta mentendo, almeno in parte.

C’è qualcosa che non le sta dicendo.

“Damon ci sei?” mi chiede Jeremy che sta vincendo più di 6-0 su Fifa14, anche se il termine vincere è l’ho usato per evitare di dire che se volessi lo straccerei… ma sono troppo impegnato ad ascoltare.

“Elena, non ti preoccupare finisco io qui. Va pure a riposarti” le dice infine Jenna, ed Elena non facendoselo ripetere due volte se ne va.

“Damon, vorrei darti la rivincita ma devo incontrarmi al bar con la mia ragazza, ci vediamo” mi dice alzandosi e andandosene.

Ok Damon, adesso o mai più.

“Allora Jenna per quanto tu mi stia simpatica glielo devo ad Elena quindi ora per favore siediti” dico a Jenna avvicinandomi velocemente e guardandola negli occhi.

Lei come un automa scosta la sedia dal tavolo e poggiando lo strofinaccio su di esso, si siede.

“Allora, Jenna dimmi cosa è successo quella sera di settembre quando avete trovato Elena fuori da quella porta” lei tentenna un po’ ma poi, come è ovvio a seguito del soggiogamento continua.

“Abbiamo preso Elena e l’abbiamo portata dentro” mi dice con una voce assente.

“E dopo?”

“Abbiamo preso l’anello, quello che ora porta al dito e lo abbiamo conservato dentro la stanza di Grayson e Miranda”.

“Avete trovato qualcos’altro dentro il cesto oltre l’anello?”

"Non posso dirtelo... l'ho promesso" 

"Cosa avete trovato in quella cesta Jenna?" le dico avvicenandomi ulterirente

“Una lettera”





NOTA AUTRICE
Buonpomeriggio a tutte :D
Lo so sono in anticipo ma domani mi era praticamente impossibile continuare...
Allora... evito di commentare la scors puntata di TVD altrimenti probabilmente questa nota sarà più lunga del capitolo quindi... (Odio Kat D:)
Venendo al capitolo...
Non succede niente di che... il capitolo è stato diviso in due perchè volevo farvi stare sulle spine per la lettera hahah sono cattiva (non odiatemi )
Allora la lettera... 
vi aspettate qualcosa? Credete di aver capito che c'è scritto? Fatemi sapere...
Damon preferisce una bella schiacchierata stile... Damon invece di parlare normalmente ma lui è Damon xD
Jenna non le ha detto niente perchè lo ha promesso ai genitori adottivi di Elena come c'è scritto e lei rimarra sconvolta dal contenuto come Damon...
Allora recensite e fatemi sapere, grazie a chi già lo fa e chi mi aggiunge tra i preferiti/seguiti/ricordati :D
Un bacio alla prossima :D
Ale 

 

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Capitolo 20
*** The letter ***


 
 
 
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The letter

POV DAMON

“Altro?” le chiedo sbrigativo.

Elena sta scendendo probabilmente sta venendo a cercarmi.

“Nient’altro, io non ho letto quella lettera Grayson la teneva nella cassaforte dietro il quadro nella sua stanza” mi dice infine.

So che ho sbagliato ma l’ho fatto per Elena, spero almeno che capirà.

“Ok, Jenna ora…” le dico avvicinandomi di più “dimentica questa chiacchierata”.

Ed io mi alzo e sparisco dalla sua vista.

“Damon, dov’eri?” mi chiede Elena perplessa.

“Giocavo alla play station con tuo fratello e ti stavo venendo a cercare, sono stanco… ti va se andiamo a letto?” le chiedo.

Devo andare a leggere quella lettera!



Sono nel letto, con Elena tra le mie braccia, e anche se vorrei rimanere così per sempre, devo fare questo per lei.

Si è addormentata già da un po’ ed io prima di alzarmi mi scosto e la osservo dormire prima di andare a leggere quella dannata lettera che probabilmente cambierà la vita di Elena, quella ragazza cresciuta troppo in fretta… che si meritava molto di più dalla vita.

Mi alzo dal letto e cerco la camera dei genitori di Elena.

È facile trovarla e dopo essere entrato mi dirigo verso il grande quadro appeso ad una delle pareti e lo sposto forzando la serratura della piccola cassaforte che si trova dietro di esso.

Al suo interno trovo la lettera...


POV ELENA

“Jenna non ti preoccupare, ho capito tornerò a trovarti” le dico rassicurandolo, questi tre giorni a Mistik Falls mi hanno fatto davvero bene… anche se Damon è strano dall’altro ieri.

Non ci siamo parlati molto, è sempre preoccupato per qualcosa…

forse è solo una mia impressione comunque.

Anche se sono stata bene, non vedo l’ora di tornare a Londra, mi manca Caroline, mi manca la mia città.

Chiamano il nostro volo ed io saluto un un’ultima volta Jenna prima di seguire Damo verso il nostro gate.

“Damon, c’è qualcosa che non va? è dall’altro giorno che non parliamo molto” gli dico una volta seduti al nostro posto.

Lui mi guarda, mi sorride, ma non mi convince ancora.

“Tutto bene” si avvicina e mi bacia prima di rimettersi comodo sul suo sedile e l’areo decolli.


“Ti va una cena a casa mia, Caroline e Klaus sono a casa vostra e non mi va di rivedere l’irritante barbie bionda” mi dice.

Sembra essere tornato il solito Damon, forse gli mancava la città…

“Certo perché no”

Siamo nell’enorme villa Windsor e mi sembra più bella dell’altra volta…

Dopo che Damon ha preparato un’ottima cena per due mi sta facendo fare il giro della casa.

Dire che non mi aspettavo una piscina così grande in una casa è dire poco, ma la cosa che “mi preoccupa” al momento è il fatto che Damon si stia avvicinando a me con uno strano sorriso e gli occhi con un luccichio malizioso.

“Ti va un bagno?” mi chiede divertito dalla mia faccia altrettanto stranita.

“Non ho un costume” gli faccio notare ma appena termino quelle parole mi ritrovo catapultata in acqua con jeans, maglione e scarpe.

Lancio un grido sorpreso e guardo Damon arrabbiata, ma la rabbia sparisce quando vedo Damon altrettanto bagnato e vestito in acqua con me, almeno non sono l’unica…

“Gilbert questo non dovevi farlo” mi dice dopo che io l’abbia schizzato.

Ed inizia ad inseguirmi per la piscina con l’intento di “vendicarsi”.

Inutile dire che sia più che scontato il fatto che mi prenderà, infatti succede dopo poco.

Inizia a farmi il solletico e nel breve tempo che i miei occhi fissano i suoi, succede l’inevitabile.

Lei mie labbra sono incollate alle sue e lui con delle carezze leggere porta le sue mani a lambirmi il collo.

Dopo poco le nostre magliette annegano sul fondo della piscina ma prima che possa succedere di più Damon si stacca e mi dice:

“Non qui” e prendendomi in braccio mi porta a velocità vampiresca nella sua camera.

Si ferma ai bordi del letto ed io con una spinta lo faccio cadere su di esso, ma lui afferrandomi fa cadere anche me.

È divertito dal mio inaspettato modo di prendere posizione ed io sono più che felice di vedere i muscoli scolpiti di Damon denudati dalla maglieta che ho ancora visto poche volte.

Dopo pochi minuti anche il resto dei nostri vestiti e solo un miraggio e finalmente senza interruzioni da parte di Caroline o strane signore con pellicce altrettanto strane ci concediamo il nostro momento più che meritato...




***


Sono abbracciata a Damon, siamo ancora sul letto e lui continua ad accarezzarmi il braccio in modo dolce.

Sono felice e sembra esserlo anche lui.

Capisco che in questo momento, su questo letto, ho tutto quello di cui ho bisogno e proprio quando decido di esternare i miei sentimenti per lui, mi chiede:

“Dovresti avvisare Barbie, non vorrei che tornasse qui con Klaus e ci trovasse come mamma ci ha fatti sul letto” mi dice divertito.

Rido anch’io e Damon si alza lasciandomi un bacio sui capelli prima di vestirsi e uscire dalla stanza, presumo per bere il suo solito bourbon.

Mi alzo anch’io con l’intenzione di prendere qualcosa di pulito di Damon dalla valigia.

Quando la apro nascosta sotto una maglia nera trovo una lettere con scritto con un elegante grafia

“Per Miranda e Grayson”.

Decido di prenderla e prima che Damon possa scoprirmi mi nascondo in bagno leggendo silenziosamente… anche se probabilmente non avrei dovuto farlo…

“Cari Miranda e Grayson,

Purtroppo ci ha trovati, abbiamo provato a cambiare casa, paese ma è stato inutile.

Non ci resta che andare in contro al nostro destino, ma prima di farlo vi lasciamo nostra figlia Elena.

Sappiamo che è una grande responsabilità e che per voi sarà un grande rischio ma speriamo che almeno con voi possa

avere un futuro non segnato da sangue e dall’ovvia morte.

In onore della nostra vecchia amicizia, vi lasciamo anche questo anello, è un potente talismano regalatoci da una

strega nostra amica, porta in vita una persona dalla morte causata da una qualsiasi cosa sovrannaturale.

Altre volte il consiglio cittadino ha difeso me e mia moglie da quel vampiro e per questo ve ne siamo grati come per il

fatto che crescerete nostra figlia…

Sappiamo di lasciarla in buone mani.

Vi preghiamo di scusarci per il rischio a cui vi esponiamo ma è l’unica via che ci è rimasta.

Un ultimo favore...

Non parlate ad Elena di noi, non ditele la verità, non merita di sapere in che mondo viviamo ha già passato troppo.

Preferiamo si ricordi di noi come dei cattivi genitori piuttosto del ricordo di due genitori prosciugati pur di far

vivere ad un immortale una vita ancora più lunga…

Con infinito affetto e ringraziamento

 
Evelyn e Chris Springs






 
NOTA AUTRICE
Buona sera a tutte :D
Lo so, lo so...
ho già aggiornato questa settimana ma non ho resistito...
Mercoledì vi ho lasciata con una famosa lettera e un grande punto interrogativo ed ecco svelato una parte del segreto...
Elena è una Springs... qualcuno ricorda questo cognome? :D
Qualcuno l'aveva intuito? 
Fatemi sapere.
https://www.facebook.com/pages/Something-that-change-my-life/291922404265996?skip_nax_wizard=true
Questa è la pagina dove potrete avere degli spoiler se gli volete ovviamente :D
Mettere mi piace se volete informazioni o altro.
Un bacio alla prossima :D

 

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Capitolo 21
*** Why you didn't tell me?! ***


 
 
 
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Why you didn’t tell me it?!
 

La vita è terribile.
E' lei che ci governa, non noi che la governiamo.
(Oscar Wilde)



POV ELENA

Rileggo la lettera velocemente…

Non posso credere a quello che ho appeno letto.

Mi sto sbagliando, sicuramente mi sto sbagliando…

È impossibile che i miei genitori siano degli Springs…

Credo di aver sentito pronunciare questo nome da Damon la sera che ci siamo conosciuti…

È il nome della famiglia che Kathrine cercava, quella il cui sangue serve per quello strano incantesimo che è in grado di rendere un vampiro immortale a tutti gli effetti…

Ma non può essere così, è impossibile.

Mi accascio contro una parete del bagno e inizio a singhiozzare, stille salate rigano le miei guance e sto sudando freddo…

Ho paura… paura che possa capitarmi la stessa sorte dei miei genitori e di chissà quante altre persone della famiglia che non mai conosciuto.

“Elena tutto apposto? Perché stai piangendo?” Damon, bussa alla porta insistentemente con un tono di voce preoccupato.

Mi asciugo le lacrime velocemente e mi schiarisco la gola prima di parlare.

“Perché non me lo hai detto, avresti dovuto dirmi la verità” gli dico sempre più arrabbiata.

“Dirti cosa Elena? Apri ne parliamo” mi dice sempre più preoccupato.

“Sono una Spring” la mia non è una domanda e ne ho l’ulteriore conferma dal fatto che l’incessante bussare sia terminato.

“Elena… apri la porta” il suo tono sommesso mi intristisce per un momento ma non mi lascio ingannare.

“Da quando lo sai? Da quando mi nascondi questa lettera?” gli dico.

“Apri per favore… ti spiegherò tutto” mi dice e sembra che si stia spazientendo ma non mi interessa.

Sento un rumore e capisco che si sia seduto a terra con la schiena rivolta verso la porta.

Dopo un sospiro lo sento parlare:

“Non lo so da tanto Elena, l’ho scoperto la prima sera che eravamo a Mistik Falls” mi dice con tono sommesso.

“Dove hai trovato la lettera?”

Sospira pesantemente e dal rumore che sento capisco che ha abbandonato la testa sulla superfice della porta.

“Non arrabbiarti più di quando già tu non lo sia… l’ho fatto per te” mi dice prima di continuare:

“Quando hai parlato con tua zia vi stavo ascoltando e si capiva chiaramente che lei ti stava mentendo così, quando tuo fratello è uscito e tu sei andata in camera tua… l’ho soggiogata e mi ha detto delle cose…” pronuncia l’ultima frase con un tono di voce più basso e capisco che è pentito…

Non so se essere arrabbiata o grata del gesto che ha fatto…

Avevo chiaramente capito che mia zia mi nascondeva qualcosa ma non volevo che Damon la costringesse…

è pur sempre mia zia.

Sento dei rumori e capisco che Damon si sia alzato… così trovo la forza di alzarmi e di asciugarmi con un gesto rabbioso queste stupide lacrime dagli occhi.

“Che altro ti ha detto?” gli chiedo spalancando la porta e dipingendomi una maschera di indifferenza probabilmente smentita dalla mia faccia devastata.

Ma credo che aver scoperto di possedere il sangue di cui sono in cerca molti vampiri e che la mia famiglia venga trucidata per generazioni sia un’ottima scusante.

Lui tentenna prima di rispondere, probabilmente non si aspettava questo tono duro da parte mia.

“Niente che tu non abbia scoperto dalla lettera, tua zia non ne sapeva niente… non ha mai aperto la lettera ma da quello che c’è scritto credo che i tuoi genitori adottivi sapessero che i vampiri esistono.”

“La sera che ci siamo conosciuti mi hai detto che Kathrine scoprì questo incantesimo da Klaus… questo vuol dire che prima di Kathrine gli originali uccidevano la mia famiglia per berne il sangue?”.

Lui sembra stupito della mia domanda ma voglio capirci di più.

Ne ho diritto.

“è una storia lunga Elena…”.

Stufa di questi continui misteri e punti interrogativi mi dirigo all’uscita…

Lo scoprirò da sola infondo Klaus è un originale.

“Aspetta… siediti” mi dice ed io faccio come mi dice.

“Tieni” mi porge un bicchiere di bourbon e si siede accanto a me prima di iniziare il racconto.

“Klaus e la sua famiglia non sono nati vampiri, il loro stato è il risultato di una potente strega che ossessionata dall’idea di
perdere i propri figli decise di attingere alla magia nera pur che questo non accadesse. Questa specie di ossessione era dovuta al fatto che uno dei suoi figli era stato ucciso da uno dei fratelli, Klaus, perché innamorato come lui di una ragazza. Esther, questo era il nome della loro madre e anche odiando Klaus quando trasformò i suoi figli in vampiri ha dovuto trasformare anche lui perché l’incantesimo implicava che il sangue dei fratelli per quella notte doveva essere unito. Come sai già per creare un vampiro bisogna morire con il sangue di uno di questi in corpo e nutrirsi di sangue umano.”

“E la mia famiglia in tutto questo che centra?” lo interrompo non capendo ancora il mio legame con il racconto.

“La ragazza di cui erano innamorati Klaus e suo fratello era una tua ava ed Esther non volendo uccidere il figlio, come punizione usò il suo sangue per trasformare definitivamente i figli in vampiri. Ma comunque gli originali a differenza dei normali vampiri sono immortali a tutti gli effetti perché sono stati trasformati con il sangue della tua famiglia quindi non hanno bisogno di berlo per diventare “più immortali” perché lo sono già.”

“E l’unico modo per un vampiro normale di diventare “immune” ad un paletto nel cuore e evocare l’incantesimo che ha creato gli originali utilizzando il sangue della mia famiglia” termino io deducendo il finale del racconto.

“Esatto” mi guarda stupito.

“Ma Kathrine come lo ha scoperto se non ne avevano bisogno?”

“Kol era innamorato di Kathrine ma lei non lo era cercava solo il modo di scoprire come diventare un originale e quando Klaus capendolo lo disse al fratello, Kol si rifiutò di crederci e disse come fare a Kathrine senza dirlo ovviamente a Klaus temendolo dato che era più forte di lui.
Ma Kathrine dopo averlo saputo fuggi, per secoli è stata alla ricerca della tua famiglia fino a quando non raggiunse la mia famiglia e di qui la storia la sai…” termina scolandosi in un sorso il contenuto del bicchiere ancora pieno.

Una lacrime scende sul mio viso al pensiero dei miei veri genitori uccisi per lo strano rito di qualche sadico vampiro al quale non bastava la “normale immortalità"

mi sento anche in colpa… probabilmente anche i miei genitori adottivi sono morti a causa mia ma non saprò mai la verità.

Damon mi asciuga il viso ma questo gesto dolce mi provoca altre lacrime.

“Elena non devi avere paura… ci sono io e non permetterò a nessuno di toccarti” mi dice accarezzandomi il viso.

“No, tu non mi proteggerai, non permetterò che un’altra persona muoia per colpa mia” gli dico alzandomi di scatto e dirigendomi verso la porta… ho bisogno di stare sola.

“Cosa stai dicendo, per colpa tua. Credi che sia per colpa tua che i tuoi genitori sono morti?” mi dice alzando il tono di voce e raggiungendomi.

Io indietreggio, non permetterò che un’altra persona a cui tengo muoia per me.

“No Damon io non lo credo, ne sono più che certa”.

“Allora correrò il rischio” mi dice addolcendo il tono della voce.

“Ah no! tu non correrai nessun rischio” gli dico voltandomi definitivamente e uscendo dalla porta.

Ma una mano mi blocca afferrandomi il polso.

“Cosa ti fa pensare che ti ascolterò!” mi dice gridando.

Non credo di averlo mai visto così arrabbiato...

ma non sono intimorita da lui... non lo sono mai stata.

“Damon ci conosciamo da poco più di due settimane cosa conto per te! Perché dovresti rischiare la vita per me!” grido anch’io ma la mia non è una domanda ma lui interpretandola tale mi risponde.

“Forse perché Ti amo” mi grida contro.

Io a quelle parole strabuzzo gli occhi e mi volto sorpresa…

“Cosa…” ma lui non mi lascia il tempo di finire…

La sua bocca è incollata alla mia in un bacio dolce… probabilmente il più dolce che ci siamo mai dati…


“Oh ma che bella scenetta romantica” sento una voce sconosciuta.

Ci stacchiamo sorpresi, Damon si volta e dalla sua faccia capisco che conosce la donna appoggiata allo stipite della porta del bagno.

“Elena… credevo di averti uccisa cinque anni fa, è un piacere rivederti… o forse no”







NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio :D
Allora chi sarà la misteriosa donna? credo che sia abbastanza scontato ma... ditemelo voi xD
Non vi nascondo che questo finale è stato bellissimo da scrivere e dopo le ultime puntate di TVD le dita sono praticamente scivolate sui tasti...

Da ora in poi ci saranno guai a non finire... per non parlare di vecchi e nuovi personaggi... ma non vi dico niente
Probabilmente rimpiangerete le divertenti e romantiche giornate a New York :D
Nel prossimo capitolo ci saranno molte rivelazioni sul passato di Elena, tutte portate da questa nuova comparsa.
Non mi dilungo ulteriormente...
ringrazio come sempre le ragazze che recensiscono e che mi hanno aggiuta tra i preferiti/ricordati/seguiti e saluta la nuova ragazza che mi ha lasciato una recensione la scorsa volta (That_Girl =*)
Questo è il link della pagina facebook dalla fanfiction, quando vedrò che qualcuno metterà mi piace sarà attiva con spoiler e foto :D
Ho deciso di cambiare giorno di pubblicazione... mi era impossibile in settima per via dello studio quindi ho deciso per il sabato :D
inoltre ho cambiato il reating della storia per lo scorso capitolo... non si sa mai :D
a sabato
un bacio
Ale =D


link pagina facebook:

www.facebook.com/pages/Something-that-change-my-life/291922404265996?skip_nax_wizard=true

 

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Capitolo 22
*** She come back ***


 
 
 
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"quando ved i la veità fiorire dalle labbra del tuo nemico,
devi gioire,
perchè questo è il segno della vittoria"
(Giorgio Almirante)
She come back

 

 
POV DAMON

Elena mi guarda smarrita non capendo cosa stia succedendo.

“Kathrine” affermo gelido puntando i mei occhi nei suoi.

Elena collegando il nome alla mia razione probabilmente capisce quale sia l’identità della donna e mi guarda spaventata.

“Damon… non credevo di rivederti” mi dice avvicinandosi e posando l’indice sul mio petto.

Io la scanso con un gesto schifato e le afferro il polso…. e lei ride…

Lei ride… ride!

Si presenta dopo un secolo e mezzo dopo avermi trasformato e aver fatto vivere una vita di merda e me e mio fratello e lei ride!

E non ci vedo più, la voglia di uccidere che avevo abbandonato a causa della presenza di Elena se ne va.

Spacco una sedia e ne ricavo un paletto di legno pronto per essere utilizzato.

Ma lei è più veloce di me, inverte i ruoli e conficca il paletto nel mio stomaco.

Ed ora dovrei darmi dello stupido dato che è una settimana che non mi nutro e sto lasciando Elena nelle mani del diavolo…


POV ELENA

Kathrine si muove e va verso il tavolino dove poco fa Damon si è riempito un bicchiere di bourbon e lo fa anche lei.

Guardo Damon accasciato a terra che cerca di sfilarsi il paletto dallo stomaco con scarsi risultati…

Chissà da quanto non si nutre e non faccio altro che pensare che questa è inevitabilmente colpa mia…

“Sai Elena, credevo di essere arrivata finalmente al mio obbiettivo quando mi era venuta voce che Evelyn e Chris Springs abitavano a Mistik Falls ma quando sono arrivata erano già morti…” mi dice con un tono leggero e una semplice alzata di spalle come se la cosa che ha appena detto non sia assurda.

“Così mi sono detta –Hey Kathrine avranno pur fatto una figlia- e così dopo quasi vent’anni di ricerca ti ho trovata… sai ci ho messo molto… l’ostacolo più impegnativo è stato quello di capire a chi ti avessero affidato e dopo un po’ di morti e soggiogamenti sono venuta a conoscenza di Grayson e Miranda Gilbert… adorabili… ma prevedibilmente in una cittadina come la tua la conoscenza di vampiri streghe eccetera era più che diffusa”

mi dice sorridendo alla mia espressione sconvolta.

Lei ha ucciso i miei genitori.

“Eri tu quella sera sul ponte… è colpa tua se la macchina dei miei genitori è sbandata” le dico arrabbiata.

Ho passato anni a darmi la colpa dell’incidente ed era sua…

Solo sua anche se lei non sarebbe venuta in città se non fosse stato per me.

“Si è stato un piacevole equivoco… sai ero passata alcuni giorni prima a casa tua ma i tuoi genitori con l’aiuto di una potente strega trovarono il modo di mandarmi via… così sono andata via… almeno così credevano” ride e finisce il contenuto del bicchiere sbattendolo sul tavolo.

Il mio viso è bagnato ma non voglio sembrare debole a lei…

Rivolgo lo sguardo a Damon che mi guarda sconvolto dalle informazioni che Katrhine mi ha dato.

“Come hai fatto a tornare?”

“Sai le streghe… e i loro ingredienti, tu ne sei un esempio vivente, ci ho messo un po’ di anni ma alla fine sono tornata. Vi ho seguiti e la storia la sai” alza le spalle per sottolineare l’ovvietà.

“Avrei dovuto essere immortale già da un pezzo…”

Taccio, la risposta la so ed è sul mio dito indice.

“Andiamo Elena, non dirmi che non ti ricordi di me… sono passati solo cinque anni” mi guarda interrogativa e facendo un giro intorno a me.

Dalla mia faccia perplessa lei ride e continua il suo racconto… se così può chiamarsi.

“Ho fatto cadere la macchina dei tuoi genitori nel lago ma ti ho fatto uscire e ti ho succhiato via la vita fino all’ultima goccia… credevo di essere immortale… fino a pochi mesi fa”.

“Non mi ricordo di te… “ le dico arrabbiata.

Oltre ad uccidere i miei genitori mi ha uccisa e perché non ricordo niente.

Probabilmente questo strano gingillo magico ha poteri psichici oltre che avere il dono della resurrezione.

“Ti ho preso da quella macchina e portata da alcune streghe, poi ti ho dissanguata e ti ho riportata su quel ponte… e tu non ricordi niente dell’accaduto?” mi chiede spazientita, forse avrebbe voluto che avessi un ricordo più crudele di lei.

“Oh non importa, rivivrai presto l’esperienza” mi dice recuperando il buon umore e sorridendo per qualcosa di divertente che evidentemente prova solo lei.

“Come hai fatto a trovarmi?”

“Una vecchia conoscenza mi ha fatto visita, e scoprire che non ero immortale non è stato piacevole ma ho fatto un accordo e quando ho capito che non ero immortale ho capito anche che non ti avevo uccisa… quindi sono tornata a Mistik Falls e chi ho trovato? Elena Gilbert, vi ho seguiti ed eccoci qui” dice indicando Damon, infuriato dall’altro lato della stanza.

”Sono andata dalle streghe che facero l’incantesimo e le ho interrogate” mima le virgolette all’ultima parola

“sull’accaduto e loro mi hanno rivelato che eri in possesso di un potente anello magico che ti ha riportata n vita” dice prendendo la mia mano con violenza e sfilandomi l’anello buttandolo non so dove nella stanza”


POV DAMON

Kol… ecco che ci faceva a New York con Kathrine.

È lui la vecchia conoscenza che le ha fatto visita e quel bastardo è tornato e qui a Londra per questo altro che perdono.

Quello stronzo ha appena guadagnato un biglietto per l’inferno… devo solo riuscire a trovare un modo per uccidere un originale… e uno per levarmi questo stupido paletto!

Kathrine sfila l’anello ad Elena e lo getta sul pavimento.

“NO!” urlo cercando di sfilarmi questo coso dallo stomaco.

Elena e sbiancata, mi guarda in cerca di aiuto ed io non posso fare niente…

Sono bloccato.

Probabilmente la porterà via ed io non posso permetterlo.

Non a lei… non dopo tutto quello che le ha tolto.

Katrhine afferra Elena, che per la paura ha urlato, e le fa chinare il collo di un lato per morderla.

“E che mi dici della tua immortalità se la uccidi” le dico cercando di distrarla per trovare la forza di alzarmi.

Lei ghigna e mi rispode:

“Sai Damon hai ragione” mi dice rispondendo al mio tono con uno altrettanto subdolo.

Si avvicina lasciando Elena sulla soglia della porta…

Sa che è inutile scappare… sa quanto siamo veloci e correre aumenterà solo il divertimento di Kathrine.

Ad ogni passo che l’avvicina a me la mia voglia di uccidere aumenta ma quando finalmente riesco a trovare la forza di sfilarmi il paletto lei me lo punta verso il cuore affondandolo nel mio torace sfiorando il muscolo che una volta batteva e che da poco grazie ad Elena aveva riprovato a battere.

“Damon!” urla Elena in lacrime ed io le sorrido di un sorriso amaro.

“Andrà tutto bene… ti troverò” mimo con le labbra.

“Ti amo” mi dice lei in lacrime.

Ed è l’ultima cosa che sento prima che sparisca dalla mia vista e una lacrima dopo tanto tempo scenda sul mio viso.









NOTA AUTRICE
Ciao ragazze :D
Non odiatemi hahha :D
Allora Elena è stata rapita da Kathrine e lei le ha rivelato molte cose sul suo passato.
Allora lo pseudo padre di Elena ha sbandato con la macchina per una  figura che c'era sul punto (Kathrine) quindi morendo con la madre di Elena.
Kathrine ha tirato fuori Elena per fare l'incantesimo uccidendola ma l'anello dei Gilbert l'ha fatta tornare in vita facendole scordare lo spiacevole inconveniente xD
Quindi ora Katrhine la rapisce per fare l'incantesimo.
In questa storia c'è una piccola ma sostanziale differenza con la "realtà" di The Vampire Dieries...
i vampiri soffrono molto di più quando vengono colpiti con un paletto di legno, ecco spiegata l'incapacità di Damon di aiutare Elena.
Ora la smetto di blaterale... se non è chiaro qualcosa scrivetemi :D
Lavoro per voi ;)
Grazie alle ragazze che recensiscono...
a quelle che mi hanno aggiunte alle preferite/ricordate/seguite e a quelle che mi hanno aggiunta come autore preferito :*
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :D
Un bacio a sabato :D
Ale (-6 a Tvd yeee :D)

 

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Capitolo 23
*** I must find her ***


 
 
 
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I must find her



Senza amore l'uomo è come se fosse perduto in un deserto di sabbia, fra sete, rabbia e odio.
(Romano Battaglia)




POV DAMON

"Elena!" urlo ma nessuno può sentirmi...

Sono solo, di nuovo.

Klaus è da Caroline e io sono qui solo con un paletto ficcato nel petto.

"Elena!" questa volta non urlo... è un suono rauco consapevole di quanto lei sia in pericolo ed io non abbia potuto fare niente.

"Damon? che ti è successo?" una voce familiare varca la soglia della porta ma non riesco a definirla a causa della patina di lacrime che mi offusca gli occhi.

Un dolore lancinante poi niente... il paletto non c'è più.

Una mano mi aiuta ad alzarmi ed io sbatto le palpebre per poter ringraziare Klaus... ma non è lui quello che mi ritrovo davanti.

"Stefan? Che ci fai qui?" gli chiedo perplesso e piacevolmente sorpreso se devo dire la verità...

"Elena, dopo il nostro incontro nel bar è venuta da me... abbiamo parlato e mi ha dato degli indirizzi dove avrei potuto trovarvi in caso avessi voluto... ed eccomi qui. Ma perchè tu eri... a terra e... dov'è Elena?" mi chiede.

Al suo nome un'altra fitta mi attraversa lo stomaco... devo trovarla!

Scanso mio fratello e mi dirigo nello scantinato dove conservo la verbena e le sacche di sangue non prima di raccogliere l'anello di Elena e metterlo al dito.

"Damon... mi spieghi cosa sta succedendo" mi chiede Stefan che giustamente non sta capendo niente.

Io non mi fermo così lui mi raggiunge e mi blocca un polso intimandomi a spiegare meglio la situazione.

Abbasso lo sguardo su quella stretta e lui mi lascia.

Lo guardo prima si spiegarli velocemente cosa sta accadendo e chi è l'artefice di tutto.

Al termine del mio racconto lui mi guarda scioccato.

"Ora scusa fratello, ma devo andare a salvare la mia donna da quella spicopatica" dico continuando la mia strada verso la cantina.

"Damon, non puoi andare da solo, non puoi metterti contro i Viaggiatori" mi dice raggiungendomi di nuovo.

Io mi blocco... e chi altro sono questi Viaggiatori!

"Chi?" dico perplesso verso mio fratello.

"Katrhine, non ti ha raccontato tutta la storia vero?" mi chiede stranito dal fatto che non sappia di cosa stia parlando.

Lui mi guarda e sta zitto.

"Stefan, parla non ho tempo da perdere".

"Katrhine cercava quel sangue perchè era l'ingrediente di un incantesimo ma non un semplice incantesimo fatto da una strega ma uno più potente fatto dai Viaggiatori. Loro non sono streghe e per fare i loro incantesimi hanno bisogno di incanalare la loro magia in un sacrificio e legarlo con il sangue... Klaus non ti ha detto che sua madre era un viaggiatore e non una strega?"

"No... ma me lo spiegherà presto" dico strappando da un lato la busta di sangue e bevendola tutta in un sorso ne prendo una e la porgo a Stefan che la accetta di buon grado.

"E Stefan amico della natura?"* chiedo sarcastico.

"é imbarazzante il fatto che tu riesca a fare umorismo adesso"

"Sono felice che tu sia qui..." gli dico e lui è sorpreso quanto me di quello che ho detto.

Ma che cosa ho detto... non credo alla mie parole.

"Ok Damon ora mi stai spaventando... Elena fa un bel effetto su di te" mi dice dandomi una pacca sulla spalla.

"Devo trovarla Stef"

"Verrò con te" gli sorrido ringraziandolo solo con quello, senza aggiungere altre parole...

Per oggi ho fatto abbastanza sentimentalismi.

"Allora andiamo" gli dico prima di andare verso l'uscita.

 
****

"Barbie apri questa porta" urlo sbattendo i pugni sulla porta dell'appartamento di Caroline e Elena.

Ad aprire la porta è Klaus come speravo che si chiude frettolosamente la cerniera dei pantaloni e si riabbottona la camicia.

"Damon... ma che vuoi?!" mi dice scocciato il mio amico fissando prima me poi mio fratello

Io lo sorpasso entrando in casa e ma Stefan rimane bloccato.

"Barbie, vieni qui ho portato mio fratello... te lo faccio conoscere" dico sarcastico.

"Se è come te Damon... non ci tengo a conoscerlo" urla la bionda da un'altra stanza.

"Oh Caroline non preoccuparti è testimonial del prozac**" dico fissando barbie sulla soglia della cucina che sta guardando Stefan

"Su entra" dice Caroline rivolta e Stefan che si affretta ad entrate e a chiudere la porta.

"Stefan" dice Klaus facendo un cenno del capo verso mio fratello.

"Klaus, non possiamo perderci in convenevoli e mi serve l'imbrido più forte del mondo se voglio salvare Elena delle grinfie di quella pazza spicopatica e da quella specie di streghe... i turisti o qualcosa del genere"

"I viaggiatori" mi corregge prontamente mio fratello squadrando Klaus.

La testa bionda ci guarda con una strana espressione e si morde il labbro inferiore per trattenere una risata.

"Ok... avevo capito che eri un tipo strano ma i viaggiatori.... sul serio? E poi sono io quella che frequenta una scuola di parapsicologia?" dice Caroline fissando prima me e poi Klaus.

Quest'ultimo mi guarda malissimo e si volta verso Caroline che non riuscendo più a trattenere le risate scoppia.

Io la guardo malissimo, non credo che sia il momento di ridere.

"Barbie non credo dovresti ridere, la tua amica è stata rapita da una vampira di cinquecento anni e non di certo per coinvolgerla in un torneo di ping-pong".

"Oh anche i vampiri... Klaus ma che compagnie ti scegli" guarda il suo fidanzato ma la sua faccia non è più divertita anzi sconvolta... probabilmente vuole non crederci.

"Barbie guarda... questi sono i denti di un vampiro" mi avvicino a lei velocemente mettendo in mostra i miei denti da predatore e i miei occhi rossi iniettati di sangue.

Lei mi guarda spaventata e indietreggia...

"Klaus, ma cosa..." non ha il tempo di finire la frase perchè lui si è avvicinato a me in un soffio e mi ha sbattuto contro il muro facendo cadere una piccola mensola di legno con delle tazze che si rompono inevitabilmente.

"Stronzo... non doveva saperlo così" ringhia Klaus verso di me indicando una Caroline sconvolta che si regge al muro con le lacrime che le rigano il volto.

"Oh andiamo che differenza fa... lo avrebbe scoperto comunque prima o poi"

"Caroline, ti prego ascolta posso spiegarti" dice ora rivolto alla bionda facendo rientrare le sue zanne.

"Cosa vuoi spiegarmi... sei un vampiro, non c'è niente da spiegare!" urla la bionda verso Klaus che si avvicina prontamente a lei per calmarla.

"Non mi toccare" gli dice barbie prima di raccogliere la sua borsa e il cappotto e avvicinarsi alla porta.

"Elena lo sa?" chiede invece a me con la voce rotta dal pianto.

Io non rispondo e questo le fa intendere la risposta, poi esce sbattendo la porta che si chiude con un rumore forte alle sue spalle.

"Ops" dico rivolgendomi a Klaus.

Sia lui che Stefan mi guardano con uno sguardo da rimprovero, solo che il primo è più incazzato del secondo.

"Come hai potuto" ringhia Klaus verso di me.

"Non avrebbe dovuto scoprirlo così... non se lo merita!" continua

"Klaus, hai pienamente ragione ma ora dobbiamo andare a salvare Elena" dice Stefan intromettendosi tra di noi.

"Perchè dovrei aiutarlo" dice rivolto ancora a Stefan.

"Perchè Elena è tua amica e la conosci prima di me" rispondo invece io.

Lui lascia la presa che stringeva il mio collo e va a versarsi un bicchiere di non so cosa.

"Per favore" dico io chinando il capo vergognandomi probabilmente per la prima volta di quello che ho detto.

Lui mi fissa incredulo.

"Cosa vuoi sapere?" mi dice ed io mi apro in un sorriso di speranza.

Lo so vedrò Elena di nuovo.


POV ELENA

Le mani mi fanno male...

Sono pesanti...

I polsi sono legati da una spessa corda dietro la schiena e sono seduta su questa dannata sedia da quasi un giorno ormai...

Forse.

Ho perso la cognizione del tempo e ho sete... troppa sete.

Sento dei passi avvicinarsi alla stanza dove Kathrine mi ha rinchiusa e mi preparo al peggio.

Quando la porta si apre non riesco a credere ai miei occhi...

Una figura familiare avanza verso di me con una pagnotta di pane ed una bottiglietta d'acqua.

Mi slega le mani ma non si degna di alzare il volto nella mia direzione.

"Perchè... perchè collabori con loro?!" vorrei urlare ma dalla mia gola esce una frase sconnessa ma comprensibile.

"Andiamo Elena non avrai creduto a tutte le sciocchezze che ti ho detto... e anche grazie a me che Katrhine ti ha trovata".

Mi dice dirigendosi verso la porta.

"Non avrà mai il mio sangue!" questa volta riesco ad urlare.

Si avvicina e mi tira uno schiaffo facendomi cadere dalla sedia dove ancora ero e facendomi sbattere violentemente la testa sul freddo pavimento nero.

"Ora sta zitta, altrimenti ti uccido" mi dice avvicinandosi pericolosamente al mio volto.

"Non potresti, altrimenti potresti dire addio all'immortalità" dico in un impeto di coraggio che mi pento subito di aver avuto.

"Hai ragione, ma alla fine sarai morta comunque" dice sorridendomi in modo cattivo prima di uscire e chiudere a chiave la grande porta grigia.







*La frase di Damon si riferisce alla dieta di Stefan
** Prozac è un antidepressivo o qualcosa del genere, è una frase che viene usata da Damon anche nella serie TV
Ho deciso di dare un volto "vero" a Katrhine ed è quello di Blake Lively (è anche sul Banner) (Serana di Gossip Girl per chi non la conoscesse)


NOTE AUTRICE
Buon pomeriggi a tutte :D
Allora? Quante di voi hanno gridato "FINALMENTE, CI SIETE ARRIVATI!!" ieri sul finale della puntata?
Bhè io si hahaha :D
Vabbe riguardo al capitolo...
Non odiatemi sappiamo tuti che Damon quando è arrabbiato fa cose che non dovrebbe fare o dice...
Klaus vi sembrerà un po' OCC, infatti il vero ibrido originale avrebbe soggiogato Car senza problemi invece qui la lascia andare sconvolta...
Caroline sarà un personaggio molto importante ora che Elena "Non c'è" quindi ci saranno alcuni suoi POV nei prossimi capitoli e mi serviva farle conoscere la verità perchè sarà di grande aiuta ai nostri protagonisti con le sue lezione di paranormale xD
Presto entrerà in scena anche un nuovo personaggio... che conosciamo benissimo nella serie TV
Chi sarà mai?
E con chi sta parlando Elena nell'ultima parte?
Supposizioni? Fatemi sapere qualunque cosa vi passi per la testa ;)
Ho fatto un Benner... tutto da sola :D
Quindi perdonatemi se fa pietà ma è la prima volta che ne faccio uno :D
Grazie come sempre a chi mi sostiene con le sue recensioni (AleDic e Sere99 vi amo hahaha :*)
e a chi mi inserisce tra i preferiti/ricordati/seguiti
RECENSITE! e fatemi sapere cosa ne pensate (anche del Banner) 
A sabato 
Baci :D
Dreamer_Vampire

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Capitolo 24
*** I'm going to help you ***



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I'm going to help you


POV KLAUS

"Caroline, so che non vuoi parlarmi ma hai bisogno di una spiegazione... io ho bisogno di spiegarti. Quello che ha detto Damon è vero... Elena è stata rapita e domani sera la andremo a salvare. Volevo avvisarti... Chiamami ti prego"


POV DAMON

“Allora Rick quante armi sono rimaste nel tuo appartamento?” chiedo ad Alaric seduto con Stefan su uno dei due divani imbottiti del salone.

“Non saprei, credo che oltre ai normali paletti intrisi di verbena, alcune balestre e un paio di granate di verbena” mi risponde Klaus non stacca gli occhi dal telefono e ogni tanto lancia occhiate verso di me.

Credo che sia ancora arrabbiato per la questione di Caroline.

“Non credo che delle normali armi possano danneggiare i Viaggiatori”

“Caroline” dice stupito Klaus avvicinandosi alla ragazza appena entrata nel salone.

Ma lei prontamente lo scansa e si rivolge a me.

“Non voglio avere niente a che fare con voi, ma Elena è mia amica e ho intenzione di aiutarla, anche se mi ha mentito”.

Si dirige al centro della stanza e poggia una cartina sul tavolo di mogano.

“Caroline, per favore ascoltami” le dice Klaus di nuovo avvicinandosi a lei.

"No ora ascoltami tu" dice Caroline puntando un dito verso Klaus

"Io aiuterò Elena e tu non mi vedrai mai più. Uscirai dalla mia vita e tu" dice questa volta indicando me.

"Uscirai dalla vita di Elena"

"Altrimenti Barbie?"

"Ficcheró un paletto nel tuo cuore"

"Sto tremando Buffy" dico io scoppiando in una fragorosa risata

"Faresti bene a farlo... Non hai idea delle conoscenze che ho. Ma ora ascoltatemi" dice mettendo alcuni oggetti per fermare il foglio che ha steso sul tavolo

"I viaggiatori sono creature antichissime, al pari del mondo. In origine erano normali streghe fino a che..."

"arriva alla parte salvare Elena" dico io canzonandola

"Ci sto arrivando" dice guardandomi storto

"Come dicevo... Erano streghe fino a che una di loro si ribellò al potere degli spiriti perché voleva creare un incantesimo per far diventare un essere umano, sovrannaturale, alcune si aggregarono a lei altre si misero contro di loro. Le streghe bianche crearono un incantesimo in grado di togliere il potere che derivava dagli spiriti alla streghe nere, rendendole vulnerabili alla acqua, al fuoco, all'aria e all'acqua. Con il tempo le streghe nere trovarono il modo per riacquistare il loro potere perché una delle streghe bianche fu ammaliata da uno stregone nero. Le credenze popolari hanno attribuito alle streghe nere il nome di viaggiatori perché sono in grado di mutare il loro corpo in un altro per ammaliare chi gli sta di fronte e non usano la normale magia proprio perché non la possiedono ma la attingono dai sentimenti delle persone ammaliate e dal sangue umano, considerato forza vitale"

Segue un attimo di silenzio in cui tutti fissano Caroline sorpresi dalle sue conoscenze.

"E tu come fai a sapere tutto questo?" chiede Stefan

"Studio questo"

"Quindi come le uccidiamo?" chiede Alaric

"Dobbiamo organizzarci, le attireremo in un determinato luogo, creeremo un cerchio nel terreno e le isoleremo con acqua e fuoco, poi interverrà una mia amica"

"E chi sarebbe?" chiedo io

"Bonnie Bennet"

"La nipote di Sheila?!"

"Si, lei. Fino a ieri non credevo alle persone che dicevano che le Bennet erano streghe... Ma visto gli ultimi trascorsi... " dice fissando Klaus

“Okay andiamo” dico io dirigendomi verso la porta.

Alaric mi segue ma Caroline ci blocca.

“Dove credete di andare?” chiede

“A salvare Elena mi sembra chiaro, dove hai detto che posso trovare la strega?”

“primo io non te l’ho detto e secondo non possiamo agire questa sera, se aspetti finisco di raccontarti il mio piano” dice Barbie dirigendosi nuovamente verso il tavolo.

“L’incantesimo può essere effettuato solo con la luna piena, cioè tra due giorni, quando la luna raggiungerà il suo apice tu e i tuoi amichetti dovrete raggruppare le streghe in modo tale che Bonnie faccia un cerchio nel terreno e userà gli elementi per sottrarre ai viaggiatori i loro poteri il tempo che basta perché voi possiate ucciderli”.

“Come?” chiede Alaric perplesso quanto me dallo strano piano.

“Una leggenda dice che l’unico modo per uccidere una strega è quello di privarla del suo cuore e bruciarlo…

“O bruciarle vive” dico io

“…dovremmo chiedere a Bonnie” continua intanto Caroline, fulminandomi con lo sguardo.

“Siete certi che la strega collaborerà?” chiede Klaus

“Credo di si, infondo è una amica di Elena, anche se presumo odi i vampiri… credo dovremmo andare a parlarle, andiamo ma non tutti… Damon vieni con me” dice fissando prima Klaus e abbassando la testa…

Mi sarei rifiutato abdicando per il mio amico ma… ora mi importa solo di Lei.

“Andiamo allora” dico io dirigendomi alla porta e prendendo le chiavi della Camaro dal tavolino vicino la porta.

***


“Allora è questa?” faccio un cenno della testa in direzione della casa azzurra affiancata alla strada.

“Si, scendiamo” dice Caroline scendendo dalla macchina e dirigendosi a grandi passi verso l’ingresso.

Una ragazza bassa e con la carnagione scura apre la porta.

“Caroline… che ci fai qui?” chiede la ragazza con il viso a cuore guardando Caroline e me dubbiosamente.

“Bonnie, devo parlarti. Io… lui è un vampiro, ma è… buono, più o meno” dice la bionda imbarazzata verso l’amica il cui sguardo è saettato verso di me.

“Mi dispiace Car, ma non posso” dice la ragazza chiudendo la porta…

Ma io la blocco.

“Senti strega, non mi devi niente ma Elena è tua amica no?”

“Che cosa centra Elena?” chiede lei chiudendosi la porta alle spalle e uscendo in giardino.

“Elena è in pericolo. E quando dico che è in pericolo dico che c’è il 90% di probabilità che muoia entro stasera, quindi ora tu ci fai entrare, sfogli il tuo ricettario da strega e fai abra cadabra”

“Per favore” aggiunge Caroline, guardando prima me e poi l’amica.

“Non posso farvi entrare, mia nonna non c’è” afferma lei

“Allora vieni con noi” dice Caroline supplicandola con lo sguardo

Dopo circa dieci minuti siamo di nuovo a casa mia e trovo fortunatamente ancora tutti li.

“Allora spiegatemi cosa è successo” dice la strega sedendosi su un divano imbottito del salotto.

“Elena è stata rapita da una vampira, Kathrine, di cinquecento anni che da secoli cerca il sangue di Elena e della sua famiglia per far compiere dai viaggiatori un antico rito per acquisire l’immortalità” dice Stefan con calma sedendosi di fronte a lei.

“Sappiamo la storia dei viaggiatori e di come le streghe bianche li abbiano resi vulnerabili agli elementi ma... come potremmo ucciderle?” chiede invece Caroline seduta accanto a lei.

Io fisso la scena poggiato al legno accanto al camino non perdendomi un passaggio della discussione

“Bruciandogli il cuore, ma è praticamente impossibile dato che non permettono a nessuno di avvicinarsi a loro... sono molto potenti perchè la loro magia è infinita... loro non hanno i limiti imposti dagli spiriti come gli abbiamo noi streghe"

“Ma come facciamo a sapere che Elena non muoia prima di questi tre giorni?” chiede mio fratello.

“Sembrerà una cosa da storia dell’orrore ma per fare l’incantesimo i viaggiatori, come sapete, devono attingere al sangue e quindi alle persone e dato che praticano magia ancestrale l’unico modo per fare un incantesimo del genere è farlo in un cimitero oggi giorno… ma mi chiedo quali siano gli altri “ingredienti dell’incantesimo… è impossibile che ci voglia il sangue di una sola persona in vita” si domanda la strega pensierosa.

“Mia madre ha usato il sangue di una sola persona e ha trasformato me e tutti i miei fratelli… ed era sola” dice Klaus rimasto in disparte vicino ad una finestra.

“Tu sei Klaus vero?” chiede la strega

“In persona” dice Klaus con un ghigno

“Tua madre ha usato l’incantesimo della prima viaggiatrice… Caroline vi ha raccontato la loro storia… il suo nome era Minerva era una semplice strega fino a che si innamorò di un umano, che la usò solo per farlo trasformare. Lei voleva dargli la vita eterna trasformando sia lui che lei ma quando le altre streghe lo scoprirono esiliarono le streghe che la aiutarono e tolsero loro i poteri. Ma le streghe bianche non sapevano che l’incantesimo era stato già scritto e che si è tramandato in generazioni e in generazioni fino a che mille anni fa tua madre…” dice indicando Klaus

“Non lo ha utilizzato per creare te e i tuoi fratelli” termina.

Segue un attimo di silenzio nel quale tutti cercano di assimilare le informazione date dalla strega.

“Come facciamo a sapere in quale cimitero agiranno? C’è ne sono sette a Londra e come facciamo a sapere che non si stia già allontanando?” chiede Stefan.

“Non lo sappiamo… ma ho un piano” dice la strega

“Ma è pericoloso e non abbiamo nessuna certezza che funzioni” termina io mi avvicino sedendomi vicino mio fratello tenendomi la testa fra le mani…

Oggi è stata una delle giornate peggiori della mia vita…

“Io posso fare un incantesimo di localizzazione per vedere se hanno lasciato la città o meno, ma… per capire dove agiranno servirà qualcuno che si infiltri. Il problema è che io sono una strega e mi riconoscerebbero subito così come Damon, Stefan e Klaus che sono vampiri”.

“Restano Alaric e Caroline” termina mio fratello.

“Vado io, le streghe non si fidano degli uomini” dice Barbie.

“Non se ne parla proprio” dice Klaus fissando Caroline.

“Non credo che tu debba decidere per me” ribatte la bionda

“Caroline tu non andrai. La discussione è chiusa!” alza la voce Klaus.

“Fai l’incantesimo” dice Caroline a Bonnie.

Klaus esce dalla stanza rabbioso… non lo vedevo così da tanto.

“Damon hai qualcosa di Elena qui?” mi chiede la strega.

Io fisso l’anello che ho al dito… è suo.

Mi scappa un sorriso amaro.

“Questo è suo” dico e glielo porgo.

Lei mi guarda in maniera strana ma non so definire il suo sguardo…

Passano minuti in cui lei è assorta con gli occhi chiusi.

Tutti gli occhi sono puntati su di lei.

“Forza Bonnie” dico io dopo dieci minuti di estenuante attesa

“è in una casa abbandonata nel quartiere di Notting Hill vicino Buchanan Bond”*.

 
******


“Damon posso parlarti?” una figura si presenta sulla porta della mia stanza.

Io rimango sorpreso dalla sua presenza ma comunque devo ammettere che senza di lei ora sarei senza un piano e sarei probabilmente morto

“Dimmi Barbie” le dico facendole cenno di entrare.

“Devo chiederti un favore”







NOTA AUTRICE
Buona sera ragazze...
scusate del ritardo di un paio d'ore ma ero impegnata a comprare il regalo per la mia migliore amica :D
Comunque alzi la mano chi sta ancora gioendo per la morte di Miss Bitch Pierce...
Non so se c'è qualcuno che tifava per lei ma io... ultimamente la odiavo :D
e come mi ha detto qualcuno nelle recensioni....
"Kathrine fatti una vita!!" xD
Finalmente Elena è tornata... come rippar ma è tornata xD
Ma riguardo al capitolo (la smetto di blaterare :D)
Allora in questo capitolo non succede molto più che altro c'è una delle riunioni, stile casa Salvatore (camini e divani), nella quale si vengono a scoprire un paio di cose...
Allora i viaggiatori non sono come nel telefilm, sono molto più potenti e nettamente differenti, lo capirete meglio in seguito.
Caroline, che in questo capitolo si comporta come vorrei si comportasse nel telefiml (da vera amica) decide di accantonare in parte la sua rabbia nei confronti di Klaus e Elena per aiutare l'amica...
Klaus è arrabbiato più  che mai ma non interferisce per non peggiorare le cose...
Quale sarà il favore che Caroline chiede a Damon??
Supposizioni? fatemi sapere :D
Allora ringrazio come al solito le ragazze che recensiscono e quelle che mettono la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Ho cambiato di nuovo banner... quello non mi soddisfava particolarmente (Si, sono pazza... ma credo che ormai lo abbiate capito xD)
Che ne pensate? quale preferite tra i due? :D
A sabato 
Un bacio e buona notte
Dreamer_

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Capitolo 25
*** Game on! ***


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Game on!



Mai si può veramente ben conoscere il pregio e l'utilità d'un amico verace, quanto nel dolore.
Vittorio Alfieri

 


POV DAMON

“Hai preso la verbena?” chiedo a Caroline

“Si Damon, per la centesima volta. Ho preso la verbena!” risponde lei

“Allora ricapitoliamo” dice invece Stefan

“Ancora, basta! So tutto a memoria” grida lei esasperata.

Ma allo sguardo truce di mio fratello si affretta a ribattere…

“Sono in cerca di vendetta visto che il mio ex fidanzato Damon mi ha mollata per Elena, quindi io le do delle informazioni sul nostro piano e mi offro in suo aiuto. A quel punto lei mi soggiogherà per vedere se dico la verità ma io avrò la verbena in corpo e quindi fingerò di dire la verità” dice lei in modo cantilenante.

“Sapete che non funzionerà mai vero? Kathrine è astuta, non si fiderà mai di un’umana che conosce da venti minuti per non parlare che potrebbe ucciderla… cosa che a me non dispiacerebbe, ma c’è un originale di là che è pronto a far saltare un paio di teste e non credo che convenga a nessuno avere Klaus in questo stato” ribatto io scambiandomi una sguardo complice con Caroline.

“Sarei dovuto andare io” dice invece Alaric che accompagnerà Caroline a Notthing Hill.

“Va bene così” dice invece lei.

Entrambi si dirigono verso la porta.

“Caroline aspetta” Klaus scende frettolosamente le scale dirigendosi verso la bionda.

“Klaus non mi farai cambiare idea… so cavarmela da sola” dice lei invece schietta.

“Sai che se volessi ti costringerei a non andare” ribatte lui.

Lei abbassa la testa guardandosi la punta dei piedi.

“Ma non lo faccio perché so che ce la farai solo… sta attenta, non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa…” conclude lui mettendole una mano sul viso.

Lei alza il capo verso di lui ed entrambi si scambiano strani sguardi.

È la prima volta che vedo qualcosa simile al terrore negli occhi di Klaus.

Lei si apre in un grande sorriso e si avvicina dandogli un bacio sulla guancia.

“Non ti ho ancora perdonato comunque, mi hai nascosto per quattro anni chi sei veramente” afferma lei allontanandosi di poco.

“Non ho mai finto con te” ribatte lui.

Lei lo guarda un ultima volta sorridendogli prima di voltarsi e dirigersi verso Rick che le tiene aperta la porta.


POV CAROLINE

Alaric mi lascia ad un isolato di distanza, sarebbe rischioso andare fin lì con la macchina.

Mi incammino silenziosamente verso la casa abbandonata vicino l’edificio che mi ha indicato Bonnie.

Mentre cammino guardandomi la punta delle mie Converse non posso non pensare a cosa stia andando in contro.

Mi sto mettendo in gioco per Elena e so che lo avrebbe fatto anche lei ma non posso che provare un po’ di paura anche se la chiacchierata che ho avuto ieri sera con Damon mi ha tranquillizzata.

Credo che non sia tanto male dopo tutto…

Mi sto avvicinando al sentiero ciottolato per bussare sulla grande porta in legno della casa ma la trovo aperta e una donna bionda indiscutibilmente attraente è sulla soglia di essa.

“Kathrine presumo” dico io

“L’unica e sola” mi dice prima di scaraventarmi contro un muro strangolandomi con una sola mano e non facendomi toccare il suolo.

Cerco di strattonarmi ma inutile dire che sia impossibile dato che è più forte di me.

“Chi sei e chi ti manda” mi ordina di parlare.

“Mi.. chiamo… Caroline” dico sussurrando a causa del mancato ossigeno.

Mi lascia probabilmente accortasi che non la risponderei morta…

“Eh cosa vuoi da me Caroline” dice pronunciando il mio nome con un tono canzonatorio.

“Sono qui per aiutarti” dico io facendomi forza.

“Tu aiutare me! E sentiamo a proposito di che cosa?” mi dice in tono malleabile e con un sorriso che di sincero non ha niente.

“Voglio aiutarti ad uccidere Elena” dico scontrando i miei occhi verdi nei suoi glaciali.

E non dello stesso azzurro di Klaus, nei quali aleggia sempre una fiamma, questi sono di un azzurro freddo, che ti portano a sentirti a disagio e a temerli…

Ed il mio pensiero va a lui…

So già che lo perdonerò, so già che è praticamente impossibile che, come gli ho già detto, voglio che lui esca dalla mia vita ma non posso che essere arrabbiata con lui ora.

E non per il fatto che per quattro anni mi abbia nascosto la sua natura ma per il fatto che abbia avuto timore a dirmi la verità per paura che io lo avrei lasciato…

E non posso credere che lui abbia dubitato così di me.

Mi conosce, sa benissimo che non ho paura di queste cose... ci vivo praticamente.

“Come sai di lei?” mi dice distraendomi dai miei pensieri.
 
Ha perso il suo sorriso e adesso mi osserva in modo stupido e curioso di sapere cosa nascondo.

E io non posso che sorridere felice di aver fatto provare questa sensazione ad una “stronza manipolatrice” come è solito chiamarla Damon.

Brutta mossa…

“Cosa hai da ridere?” mi dice in tono minaccioso puntandomi un dito contro.

“So di Elena perché mi ha rovinato la vita e merita di morire” cerco di pronunciare con disprezzo la mia affermazione per sembrare credibile.

“Wow Wendy, cosa ti ha fatto la piccola e dolce Gilbert?” mi dice mettendo sul suo viso il ghigno di poco fa.

“Mi ha tolto Damon, mi ha tolto la felicità” dico.

“Ma non vedo come tu possa aiutarmi” mi dice invece lei voltandosi e indicandomi l’uscita.

“è qui che ti sbagli” ribatto io raggiungendola e invitandola a voltarsi nuovamente verso di me.

“Di cosa stai parlando esattamente” dice lei stufa del mio tergiversare.

"Damon e Klaus stanno cercando un modo per uccidere i viaggiatori” dico io certa di stupirla.

“Come sanno dei viaggiatori?” chiede lei perplessa.

“Aspetta, ti dirò tutto quello che vuoi sentire ma prima voglio vedere Elena” cerco di essere convincente non mostrando alcuna traccia di ansia nella mia frase.

Ma lei evidentemente capisce la mia apprensione nei confronti della mia amica e si avvicina repentinamente.

“Cosa mi nascondi?” mi chiede avvicinando il suo viso al mio penetrandomi con i suoi specchi di ghiaccio.

“Niente” cerco di essere apatica per rendere la mia recita credibile.

“Bene” sentenzia lei allontanandosi nuovamente e invitandomi a seguirla.


POV ELENA

Sono stanca, ho bisogno di sgranchirmi le gambe.

Il collo mi pende da un lato, è indolenzito… come tutto.

Ho paura.

Ho paura di non rivederlo.

Paura di non rivedere i suoi occhi azzurri che riescono a leggerti dentro.

Gli manco?

Si sarà già dimenticato di me?

Infondo perché dovrebbe rischiare la vita per una semplice ragazza conosciuta due settimane fa.

Ma cosa sto dicendo.

Ha detto che mi ama… e anch’io gliel’ho detto!

Ma mi avrà sentito?

Mi manca la voce squillante e acuta di Caroline.

Che starà facendo ora?

Avrà scoperto la verità?

Se mai uscirò di qui la prima, o forse la seconda, cosa che farò sarà quella di raccontarle tutta la verità.

Ma uscirò mai di qui, forse ci uscirò ma non certo viva.

Sento dei passi avvicinarsi alla mia cella e sono spaventata.

Spero non sia arrivata la mia ora, anche se da una parte lo spero, così da far cessare questa lenta e straziante agonia.

Chi sarà questa volta?

Kathrine o la persona che per i primi anni aveva costituito un punto di riferimento per me e per Caroline?

Chiudo gli occhi, sperando di non sorbirmi altri supplizi da parte loro.

Ma sentendo una voce che tanto ho pensato in questi giorni, le palpebre scattano all’insù.

“Caroline?” domando incredula e non posso impedire ad un paio di lacrime di rigare la mia faccia ancora bagnato per le precedenti mai asciugate.

Mai consolate da nessuno.

A questo pensiero ne sgorgano altre.

“Caroline?” domando di nuovo ma nessuna risposta.

Entrambe sembrano divertite ma negli occhi della mia amica scorgo un po’ di tristezza che non capisco.

“Ora che l’hai vista mi darai altre informazioni su Damon e Klaus” domanda gelida Kathrine guardando Caroline con complicità.

“Non vedo l’ora” replica lei prima di seguire Kathrine fuori dalla porta.

Prima di uscire la mia amica si volta verso di me con gli occhi lucidi accompagnati da un sorriso amaro.

“Ti salveremo” mima con le labbra, timorosa che la vampira posso sentirla.

Un macigno si leva dal mio cuore.

Sapevo che Caroline non mi avrebbe tradita ma non posso che essere triste per il fatto che abbia scoperto la verità nel peggiore dei modi.

Spero che non si cacci nei guai per colpa mia.

Spero… Sperare è l’unica cosa che faccio da quando sono qui.

Mi aggrappo a continue speranze, stupide e flebili che si riveleranno molto probabilmente nulle…

Ma cosa dovrei fare?

In fondo so che mi salverà… me lo ha promesso.

Cullata da questo pensiero le mie palpebre cedono abbandonandomi ad un sonno che è tutt’altro che ristoratore.


POV CAROLINE

Apro velocemente la porta di casa.

Ho solo voglia di sprofondare nel mio letto.

Involontariamente passo davanti alla camera di Elena.

La porta è socchiusa e posso notare delle maglie sparse sul letto.

Chiudo la porta è un moto di tristezza mi pervade.

Questa casa mi sembra così piccola senza di lei.

Un singhiozzo riempie il silenzio della casa.

È seguito da un altro, e poi da un altro fino a che il passare del tempo è dettato solo da essi.

Mi siedo sul bordo del mio letto e mi prendo la testa tra le mani passandole poi tra i miei capelli scompigliandoli.

È incredibile come il mio mondo sia cambiato in sole ventiquattro ore.

Klaus è un ibrido.

Damon è un vampiro.

Elena è stata rapita da un gruppo di viaggiatori che vogliono donare ad un altro vampiro immortalità permanente.

Bonnie è una strega, ma questo lo sapevano tutti, come lo è sua nonna Sheila.

Sento della braccia circondarmi e un moto di terrore si impossessa di me.

Il mio istinto è quello di gridare ma taccio quando riconosco la familiare fragranza di Klaus.

Alzo il viso per incontrare i suoi occhi che oggi mi hanno dato forza ed un sorriso triste si dipinge sul mio viso.

Gli getto le braccia al collo riprendendo a piangere e lui mi stringe di più a se.

“Ti va di dirmi cosa è successo?” mi chiede dopo un po’.

Io mi stacco da lui asciugandomi il viso con il dorso delle mani.

“Non ho potuto farle molte domande, si sarebbe insospettita mi ha detto le cose che già sappiamo e ha detto che sarei dovuta ritornare domani cos…” mi interrompe.

“Non volevo sapere questo volevo sapere cosa hai visto da averti ridotta in questo stato” mi chiede premuroso.

“Oh, vedi… Kathrine mi ha fatto vedere Elena e… era in uno stato pietoso. Piangeva, credeva l’avessi tradita e mi si è strinto il cuore a vederla così” dico riprendendo a singhiozzare.

“Era legata ad una sedia e vicino a lei c’era una bottiglietta d’acqua alla quale non può arrivare, aveva tutti i capelli incollati al viso…” lui mi blocca accarezzandomi il viso e abbracciandomi nuovamente.

“La salveremo, te lo prometto” dice dopo un po’.



POV KATRHINE

“Sei sicura di quello che fai” mi chiede Sheila pensierosa.

“Certo, io so sempre quello che faccio” rispondo spazientita dal suo modo di fare.

“Ma Caroline… sai benissimo che è la sua migliore amica. Sicuramente è tutto un piano” dice lei

“So anche questo, credi che non sappia che oggi era imbottita di verbena” ribatto io

“Come… ed hai intenzione di rivelarle il nostro piano?” domanda lei stupita.

“Ovviamente no, ma qualche dettaglio forse. Infondo diventa noioso il gioco senza un po’ di sana competizione” rido sommessamente e con me anche la mia “amica” strega di cui presto sono certa mi sbarazzerò, infondo solo una strega poteva fare un incantesimo di localizzazione e poi… me ne serviva una.

Rido tra me e me, so già che la ucciderò, così come quella stupida bambola bionda. Sono o non sono un vero genio!




















NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte! :D
Allora...
Finalmente si scopre chi è la misteriosa donna che consipira con Kathrine...
Sheila, nonche nonna di Bonnie...
Vi aspettavate di peggio eh hahaha ;D
Credevate davvere che Kathrine fosse così stupida da fidarsi di Caroline... no assolutamente.
Lei come al solito è un passo avanti a tutti.
Protagonista indiscussa di questo capitolo è Caroline.
Vediamo come all'inizio sia determinata a salvare la sua amica e come crolla verso la fine, dopo aver visto Elena legata come un salame...
Eh Klaus... quanto posso amarli insieme!
Spero anche voi siate Klaroline come lo sono io :D
Questa drammatica situazione passerà dalla padella alla brace e posso dirvi che un personaggio che amamiamo molto nei prossimi capitolo "morirà".
Secondo voi chi è?
Fatemi sapere....
volevo dire grazie a Sere99 e AleDic che mi supportano sempre e vi consiglio di leggere le sue storie....
Avete assolutamente da guadagnare! :D
Ringrazio inoltre le ragazze che mi inseriscono tra i preferiti/seguiti/ricordati (che inaspettatamente continuano ad aumentare!! :D)
e vi invito a lasciarmi anche un comment breve... ho davvero bisogno di saper cosa ne pensiate della mia storia.
Baci a sabato :D
Dreamer_




 



 

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Capitolo 26
*** I have to tell you something... ***



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I have to tell you something…


POV BONNIE

“Nonna” chiamo ma no c’è nessuno in casa.

Quindi mi dirigo frettolosamente in camera mia per prendere il grimorio che contiene l’incantesimo che userò domani sera per salvare Elena.

Salgo frettolosamente le scale, se mi scoprisse mia nonna mi chiuderebbe in casa.

Lei odia intromettersi tra vampiri.

Apro la porta della mia stanza e mi accovaccio sotto il letto.

Apro la piccola valigia che tengo nascosta sotto il letto, ma essa non contiene il libro che solo ieri sera ho consultato.

“Com’è possibile” dico tra me e me.

Guardo sulla scrivania, tra i fogli sparsi ma niente…

Mi accovaccio nuovamente per guardare sotto il letto ma ancora niente.

Così mi dirigo silenziosamente verso la camera di mia nonna…

Ho uno strano dubbio.

Guardo dappertutto ma rassegnata esco dalla stanza.

Prima di chiudere la porta mi viene in mente una cosa che mi mostrò mia nonna quando scoprì di avere delle doti da strega.

Mi dirigo velocemente verso l’armadio, apro l’anta sinistra e provo ad alzare l’ultima asse in legno dove mia nonna nascondeva della verbena o un po’ di strozza lupo…

Ed eccolo lì il libro.

Vicino ad esso c’è un altro foglio.

Lo leggo velocemente e quello che vedo mi gela il sangue nelle vene.

Sento un rumore. “Bonnie, sei a casa?” grida mia nonna dal piano di sotto.

Apro il libro e lo sfoglio velocemente arrivando alla pagina che m’interessa.

La strappo e la ripiego mettendola nella tasca posteriore dei miei jeans.

Chiudo il libro e risistemo tutto come ho trovato.

Esco frettolosamente dalla camera entrando nel bagno che abbiamo in comune ed uscendo dalla mia camera.

“Nonna” esclamo con ansia e timore che mi abbia scoperto

“Tutto bene?” mi chiede lei perplessa.

“Certo… dove sei stata?” dico fingendo non interesse.

“Oh niente di importante” dice lei nervosa.


POV DAMON

Siamo tutti nel mio salotto, di nuovo, ed io sto bevendo whisky, di nuovo.

Ed Elena è ancora lì ed io mi sento un grande stupido perché sono due giorni che me ne sto con le mani in mano….

Ma domani…

Domani sarà qui con me, riportando la luce in queste tenebre che quando l’hanno incontrata hanno trovato uno spiraglio di paradiso durato troppo poco.

Caroline spalanca la porta di casa e sento i suoi passi avvicinarsi al salotto.

“Allora Barbie, cosa dice Kathrine?” chiedo io finendo il contenuto del mio bicchiere e poggiandolo sul tavolino basso vicino al divano.

“Come sapevamo il sacrificio avverrà domani sera con la luna piena nel cimitero di Kensal Green non mi ha voluto dire altro” afferma lei non convinta lei stessa delle sue parole.

“Nient’altro?” chiede stranito Stefan

“Mi ha detto di tornare questa sera” dice lei dubbiosa.

“Per fare cosa?” domanda invece Klaus.

“Non lo so...” dice lei apatica.

“Caroline, dov’è la casa dove si trova Elena?” domando io, sapendo già la risposta ma intuendo la situazione.

“Non ve lo posso dire” aggrotta le sopracciglia.

“Seriamente?” dice Alaric probabilmente capendo che Caroline è stata soggiogata.

“Hai preso la verbena questa mattina?” chiede Klaus in procinto di arrabbiarsi.

“Si l’ho presa ieri sera, dopo che te ne sei andato” gli risponde lei.

“E allora perché non ricordi altro quello che lei ci vuole far sapere?” chiede ancora Stefan.

“Oh guarda non rispondere… scommetto che non lo sai” rispondo io alzandomi dal divano e scaraventando il bicchiere nel fuoco del camino che si frantuma inevitabilmente.

“Probabilmente ho capito cosa sta succedendo” dichiara la strega sfregandosi il mento.

“E allora parla” dico io spazientito.

“Una strega avrà aiutato Kathrine ha rendere il potere delle erbe nullo”

“Un viaggiatore” replica Stefan

“No… una strega. I viaggiatori sono contro natura. Sono esclusi da qualunque essenza naturale” dice la strega.

“è più complicato di quanto pensassimo” dice Alaric poggiandosi allo schienale del divano dove è seduto e sospirando.

“Sapete, a questo punto, che quello che ci ha detto è solo una scusa per distrarci vero? È impossibile che ci riveli il suo piano… non è stupida. La conosco, per lei è tutto un gioco” affermo io.

“Quindi cosa dovremmo fare adesso?” domanda Stefan.

“Io devo tornare da lei” afferma Caroline.

Tutti gli sguardi saettano su di lei.

“Dove credi di andare?” dice Klaus avvicinandosi.

“Ha detto che devo tornare” gli dice lei.

“Caroline sei soggiogata, se vai lì lei ti ucciderà” replica invece lui afferrandole il braccio.

“Lasciami mi fai male” la bionda inizia ad agitarsi anche se visibilmente la stretta di Klaus non è così ferrea.

Questi sono gli effetti di un soggiogamento.

“Klaus portala di sopra e chiudila a chiave” dico io.

Lui prende Caroline, che urla e punta i piedi come una bambina, e la porta di sopra.

“Allora quel è il piano” dice Bonnie.

“Quello di prima con qualche modifica” dico io e tutti mi guardano aspettando che continui.

“Domani sera ci divideremo, come sappiamo i cimiteri dove ci sono più persone sepolte sono due, quindi io e Klaus andremo a Highgate, mentre Alaric, Stefan e la strega a West Norwood, ovviamente lasceremo Caroline qui, dato che è soggiogata” mi fermo un attimo per verificare che tutti mi stiano ascoltando.

“Sei sicuro che siano solo quei due i cimiteri?” mi chiede dubbioso Alaric.

“Si credo di si, in tal caso Bonnie potrebbe fare un incantesimo di localizzazione così da individuarle, ma sarebbe già troppo tardi” affermo io incupendomi.

“Chi sarà a quello giusto chiamerà gli altri… a quel punto entrerà in scena Bonnie che farà l’incantesimo, io ucciderò Kathrine e uccideremo i viaggiatori e quella strega che è con loro. Prenderò Elena e la porterò qui” dico concludendo.



POV CAROLINE

“Ehi biondina” una voce mi desta dal mio sonno.

Mi guardo intorno ma noto solo la finestra con delle tende che svolazzano.

Così mi corico di nuovo, voltandomi dall’altro lato… ma quello che trovo mi provoca un urlo.

Stesa accanto a me c’è Kathrine che ride malignamente a causa del mio spavento.

Mi alzo in fretta e questo mi causa un giramento di testa.

Mi dirigo frettolosamente verso la porta ma è chiusa a chiave.

“Klaus” urlo più forte che posso.

Ma ormai è troppo tardi.

Vedo alberi scorrere velocemente intorno a me e capisco che Kathrine mi ha rapita.

Ci blocchiamo ad un certo punto, e mi ritrovo sul sedile posteriore di un auto a cui alla guida c’è la nonna di Bonnie, nonché mia professoressa.

“Oh grazie al cielo, Sheila. Come facevi a sapere dov’ero?” dico io felice di essere al sicuro.

Lei si volta sorridendomi, ma non è un sorriso sincero il suo.

Vedo la portella del passeggero aprirsi e Kathrine sale all’interno dell’abitacolo.

“Cosa… no! Sei tu la strega che la sta aiutando! Ma come hai potuto?!” urlo contro di lei che alla mia reazione allarga maggiormente il ghigno che le si era formato sul viso.

Riconosco la strada…

Mi stanno riportando in quella casa…

“Ora rimani qui… ci vediamo tra un po’” dice buttandomi nella cella dove c’è anche Elena.

“Caroline” urla la mia amica, cercando di strattonare le corde che la legano alla sedia non riuscendoci.

“Elena” mi rialzo velocemente per aiutarla.

Le slego le caviglie e poi i polsi, aiutandola ad alzarsi in piedi.

“Caroline mi dispiace, mi dispiace così tanto… è tutta colpa mia” dice piangendo sulla mia spalla.

“Ma cosa stai dicendo? Non è colpa tua… è solo colpa sua… solo sua. Usciremo di qui te lo prometto. Damon e Klaus ci salveranno” ribatto io singhiozzando, facendo fatica anch’io a credere alle mie parole.



POV KLAUS

 “Caroline” corro di sopra insieme a Damon.

Abbiamo sentito delle urla.

Quando apro la porta non trovo nessuno nella stanza.

La porta è ancora chiusa a chiave ma la finestra non è più sigillata.

Corro alla finestra guardando verso il basso ma non trovo nessuno.

Mi dirigo frettolosamente al piano di sotto.

“Cosa credi di fare?” mi urla dietro Damon ma io non gli rispondo.

“Strega” urlo arrivando in salotto dove è rimasta solo Bonnie.

Lei si alza in piedi spaventata dalle urla.

“Dov’è quella casa?” abbasso il tono di voce ma sono furibondo.

“Klaus” mi richiama Damon ma non mi volto.

“Cosa è successo?” mi chiede invece la strega.

“Klaus” mi richiama di nuovo il mio amico.

“Caroline… l’ha rapita” dico sommessamente.

La strega sgrana gli occhi che diventano più preoccupati e tristi di quanto già non lo fossero.

“Dimmi dov’è” grido nuovamente spaventandola ma non mi interessa.

“Klaus!” stavolta Damon mi strattona ed io mi volto per affrontarlo.

“Devo dirti una cosa” dice abbassando il tono di voce e anche la testa.

“COSA?!” grido

“Caroline… Ha il mio sangue in circolazione”










NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte :D
Allora come stanno le mie Delena dopo la 5x16 di ieri??
Beh inutile dire che ieri è stata una giornata fantastica per il delena, tra la puntata nuava e le due su la5 (3x9, 3x10) hahah ;D
Dichiaro ufficialmente il 20 marzo il Delena Day :D
Ora Fire Breather è diventata la mia nuova canzone preferita xD (colonna sonora ultimi minuti della puntata)
Vabbe la spetto di parlare della puntata altrimenti faremo notte...
Allora veniamo al capitolo.
è stato particolarmente di svolta per la storyline... i nostri protagonisti scoprono un po' di cose.
Allora Bonnie suppone che sia sua nonna ad aiutare Kathrine e si scopre che Caroline è stata soggiogata.
Allora per "motivi tecnici" di questa storia, le streghe sono molto più potenti del telefilm, e dato che hanno una connessione con i quattro elementi sono in grado di rendere nullo il potere della verbena.
Caroline viene rapita e Klaus è semplicemente nero... ma come biasimarlo...
Inoltre finalmente si viene a sapere cosa si sono detti Damon e Caroline un paio di capitoli fa.
Damon ha dato a Caroline il suo sangue come prevenzione...
Allora cosa ne pensate??
RECENSITE!!
Vedo che sono molte le lettrici silenziose e anche le ragazze che aggiungono la storia alle preferite/seguite/ricordate... quindi che aspettate a lasciarmi due parole..
Così capisco se la mia storia si può leggere o è meglio eliminarla da questo sito, non prolungando le brutte figure xD
Ringrazio Sere99 che recensisce sempre e tutte quelle che leggeranno questo capitolo.
A sabato :D
Dreamer_Vampire 

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Capitolo 27
*** Far memories ***





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Far Memories
 
 POV DAMON

“Ha il mio sangue in circolazione” dico chinando il capo.

Gli occhi sgranati di Klaus e della strega mi fissano colmi di rancore.

Klaus mi scaraventa al muro provocando un tonfo sordo.

“Come hai potuto?!” grida ancora scagliandosi contro di me.

“Klaus aspetta” dico io ma ormai lui è su di me.

Mi sferra alcuni pugni sul viso ma io non mi difendo.

Un dolore lancinante mi colpisce alla testa e anche Klaus sembra avvertirlo.

Si accascia a terra tenendosi la testa tra le mani ed io con lui.

“Smettetela” urla la strega.

Il dolore sparisce ed io e Klaus guardiamo sorpresi Bonnie.

“Cos’era quello?” domando stupito.

Ma non ricevo nessuna risposta.

“Me lo ha chiesto lei” affermo voltandomi nella direzione di Klaus.

Lui si volta verso di me ancora arrabbiato.

“E non hai pensato di avvertirmi?” mi dice con un ringhio.

“Mi ha chiesto di non dirti niente, sapeva che se lo avrebbe chiesto a te, tu avresti rifiutato…” dico in tono sommesso.

“Non permetterò che diventi un vampiro” dice alzandosi.

“Che cosa hai intenzione di fare?” domando io.

“Vado in quella casa” risponde con tono scontato.

“Ti uccideranno” dice la strega

“No, non possono uccidermi. Io sono immortale” ribatte lui sputando le parole con rabbia in direzione della strega.

“Non pensi ad Elena, salterà tutto il piano così” dice Bonnie.

“Il piano è già saltato! Caroline diventerà un vampiro! Questo non era nel piano!” urla lui scaraventando il tavolino dove c’erano delle bottiglie.

Bonnie indietreggia spaventata.

“Credo che anche senza il contributo di Damon, Caroline sarebbe diventata un vampiro comunque” dice sedendosi sul morbido divano.

“C’è una cosa che non vi ho detto” ammette la strega chinando il capo.

Entrambi ci voltiamo verso la strega cercando spiegazioni.

“Parla” si avvicina Klaus ed io con lui.

“Questa mattina nella mia stanza non trovavo il mio Grimorio, così sono andata a cercarlo in un posto che mia nonna mi aveva mostrato e lì dentro ho trovato una cosa” afferma lei.

“Per fare l’incantesimo, i viaggiatori non hanno bisogno solo del sangue di Elena e della forza vitale presa dalle persone sepolte nel cimitero, ma anche del sangue di un vampiro”.

“Cosa, perché di un vampiro?” chiedo io non capendo il nesso.

“I viaggiatori dopo aver incanalato la forza dal sangue di Elena dovranno usare il cuore di un vampiro per rendere immortale Kathrine a tutti gli effetti, aggiungendo alla sua immortalità quella del vampiro sacrificato”.

“Mia madre non ha utilizzato vampiri, non ne esistevano a quel tempo” ribatte Klaus.

“Certo, ma voi originali potete essere uccisi da un paletto di quercia bianca, mentre dopo questo incantesimo nessuno potrà avvicinarsi a lei” dice la strega abbassando lo sguardo.

“Quindi mi stai dicendo che Caroline morirà?” domanda Klaus con un tono talmente neutro da sembrare apatico, cosa che non è.

Lo si nota dai suoi occhi furenti.

Anch’io come la strega chino il capo, non so come agire… non so cosa fare.

E io odio essere impotente, schiavo di una situazione troppo complicata o con troppi ostacoli da non avere una soluzione a portata di mano.

Klaus si avvicina nuovamente alla porta, ma viene colpito da un dolore acuto che lo porta ad acchiapparsi la testa con entrambe le mani e a piegare le ginocchia fino a che non è completamente a terra in ginocchio.

Io mi avvicino lentamente ma quando guardo Bonnie che punta una mano con il palmo all’insù, capisco che è lei che gli sta provocando dolore, così mi fermo.

“Credi che non stia male anch’io per Caroline, è mia amica… ma lo è anche Elena e per quanto l’idea di vedere Caroline vampiro mi spaventi preferisco avere due amiche vive, anche se in parte che solo una umana e piangere la morte dell’altra” dice lei con le lacrime agli occhi sorprendendomi.

Abbassa la mano e Klaus si rialza velocemente e si avvicina alla strega che con sguardo fiero lo fronteggia.

“Dimmi perché non posso andare adesso, e magari salvarle entrambe prima che tutto accada. Caroline ha detto che c’è solo lei in quella casa” dice Klaus puntandole un dito contro e trattenendo a stento la rabbia.

“Non potresti entrare, sei un vampiro… siete entrambi dei vampiri” dice rivolgendosi anche a me questa volta.

“Potrei farlo io… ma sarei subito smascherata” continua questa volta abbassando lo sguardo verso il tappeto.

“Kathrine è un vampiro non ho bisogno di essere invitato” dice schietto Klaus.

“C’è un’ altra cosa che non vi ho detto” dice scuotendo la testa per cacciare via le lacrime.

Entrambi la guardiamo incuriositi dalla sua inaspettata reazione.

“Credo che mia nonna collabori con loro… forse è per questo che mi ha nascosto il Grimorio” dice mantenendo lo sguardo basso.

“Oh ma stiamo scherzando?!” dico io.

“Le streghe non dovrebbero essere le ancelle della natura, le eterne morali e detentrici dell’equilibrio?” chiedo io con un tono volutamente sarcastico.

“Non so perché lo stia facendo, e non glielo chiederò. Non ora almeno, magari quando finirà tutto questo” dice lei con delle lacrime in procinto di cadere.

“Quindi cosa facciamo?” chiede lei spezzando il silenzio che si era venuto a creare.

“Il piano continua… le salveremo” dice Klaus voltandosi verso di me e facendomi un sorriso amaro.

“Ho un idea” afferma la strega ed il suo viso si illumina di una momentanea felicità.

Fruga velocemente nella sua borsa e ne estrae una penna e un taccuino da dove strappa una pagina.

Raggiunge il tavolo e scarabocchia velocemente.

Klaus e Damon verranno a salvarvi.

-B


Dopo di che mi strappa l’anello di Elena, che non mi ero accorto di avere ancora tra le mani, e pronunciando qualche parola strana il biglietto inizia a bruciare fino a disintegrarsi.

“Le ho mandato un messaggio” dice sorridendo soddisfatta.

Mentre io e Klaus ci guardiamo e le nostre espressioni sembrano una lo specchio dell’altra.

Entrambi abbiamo le sopracciglia aggrottate e gli occhi sgranati ed è curioso come le nostre labbra riescano lievemente a curvarsi all’insù nonostante tutto.



POV ELENA

Caroline mi racconta velocemente e in silenzio quello che sa a proposito del rituale, del piano e di come Bonnie stia aiutando tutti, nonostante odi i vampiri come tutte le streghe… credo.

“Elena, non hai idea di come tu mi sia mancata” dice la mia amica abbracciandomi e dicendomi la stessa cosa che ormai ripete da mezz’ora abbondante.

“E quello cosa è?” mi dice afferrando qualcosa dietro la mia schiena.

È un foglio accartocciato lievemente bruciacchiato ai lati.

Klaus e Damon verranno a salvarvi.

-B


E anche se in parte lo sapevo, non posso che sorridere nuovamente strappando il bigliettino in mille pezzi per non destare sospetti.

La luna piena sarà domani ed io non posso che evitare di provare paura, oltre che per me, per Caroline e anche per i miei amici che stanno rischiando tutto per noi.

Il mio rimuginare è bloccato dal ticchettio di tacchi che si avvicinano velocemente alla porta sigillata, che viene aperta con uno scatto.

“Allora Barbie pronta a morire?” chiede Kathrine avanzando verso di noi e fermandosi ad alcuni passi di distanza, allacciando le braccia sotto il seno.

“Beh non conta, dovrai esserlo comunque" afferma stizzita avvicinandosi a Caroline che si stacca da me spaventata e indietreggia.

Kathrine si morde il polso e con aria maligna lo porge a Caroline che sempre più spaventata si accartoccia su se stessa, portandosi le ginocchia al viso.

“Devo fare tutto io” afferma Kathrine con tono stanco prima di avvicinarsi velocemente a Caroline, che per mancanza di ossigeno e costretta ad aprire la bocca per ingoiare quel liquido ferroso.

Io mi alzo di scatto raggiungendole, ma è tutto inutile dato che quando arrivo vicino alla mia amica, cercando di spingere via Kathrine, lei con uno schiaffo mi fa voltare ed io sbatto violentemente la testa a terra.

Caroline diventerà un vampiro.

Ed io non voglio… lei meritava tutto dalla vita.

Voleva una famiglia, un marito bellissimo ed un lavoro che le piacesse.

E dentro di me, c’è una voce, piccola ma fastidiosa, che mi continua a ripetere che la colpa è solo mia.

Indirettamente ma lo è.

L’unica colpa di Caroline è di essere stata mia amica.

L’ultima cosa che vedo prima di cadere in un’oscurità che non ha niente di tranquillo, sono gli occhi addolorati di Caroline e il viso stravolto dalle lacrime.

Poi le mani di Kathrine le stringono il collo in una morsa ferrea e la mia amica cade al suolo con il collo piegato in una posizione innaturale.




Giorno del sacrificio 17.30

Sbatto le palpebre cercando di abituarmi alla luce al neon che invade la stanza.

Riesco a focalizzare Caroline ancora stesa a terra e una luce penetrare dalla finestra.

Poi c’è Kathrine seduta su una sedia con le gambe accavallate che si guarda le unghie come se fossero la cosa più importante del mondo.

Ad un tratto Caroline si sveglia prendendo una grande boccata d’aria come se fosse stata in apnea tutto questo tempo.

“Ben svegliate principesse” dice Kathrine alzandosi e dirigendosi verso di me questa volta.

Cerco di alzarmi ma un capogiro mi costringe ad appoggiarmi al muro spoglio della stanza.

Prende il mio polso con forza e se lo porta alla bocca mordendomi e provocandomi dolore, che comunque ho già provato con Kol.

Mi strattona con forza verso la mia amica il cui sguardo saetta tra i miei occhi spaventati e il mio polso, dove sgorga un fiotto di sangue.

Quando una goccia raggiunge il pavimento Caroline si alza fulminea ma si ferma prima di dare voce ai suoi istinti.

“Su coraggio Caroline… so che non puoi resistere” dice la vampira sporcandosi l’indice destro con il mio sangue e avvicinandolo alla bocca di Caroline.

Lei suda freddo, è chiaramente combattuta.

“Caroline, ti prego non farlo” dico io con voce supplichevole.

Lei mi guarda triste e chiude i suoi occhi cercando di tenere a freno la morsa di fame.

Così Kathrine stufa le sporca le labbra con il mio plasma.

I suoi occhi s’iniettano di rosso e sotto di essi delle vene bluastre appaiono sulla sua epidermide, facendo tramutare il suo viso angelico.

Inebriata dal sapore del mio sangue Caroline si avvicina e con uno sguardo apparentemente privo di umanità si porta il mio polso alla bocca sfoderando i denti e lacerandolo ancora di più.

“Caroline, per favore” emetto un gemito di dolore che non riesce a placare Caroline.

Lei non sufficientemente sazia tira il mio braccio per avere migliore accesso al mio collo, ma prima che buchi la mia carotide Kathrine la ferma.

“Ehi bambolina, mi serve viva” dice portandomi aldilà di una linea immaginaria solcata da alcuni raggi di sole che penetrano dalla finestra in alto.

Caroline tenta nuovamente di avvicinarsi ma viene scottata dal sole e si ritrae contro il muro opposto della stanza schiacciandosi contro di esso.

“Elena” sussurra facendo sgorgare alcune lacrime dai suoi occhi ora tornati azzurri.

“Mi dispiace… io…” lascia morire li la frase non sapendo continuare.

Io per risposta mi limito ad annuire.

“Ti darei il mio sangue… ma sai… stanotte dovrai morire… quindi” dice con un sorriso cattivo.

“Tornerò quando il sole sarà calato e tu potresti essere mangiata dalla tua BF… è così che vi chiamate ora?” chiede divertita prima di uscire e chiudersi di nuovo quella maledetta porta alle spalle.

Io mi avvicino a Caroline, ma prima che possa sorpassare la parte nella quale sono al sicuro la voce rauca della mia amica mi blocca.

“Non ti avvicinare, Elena ti ucciderei” dice dura.

Così rimango immobile e decido di sedermi al limite guardando la mia amica che ora si è portata seduta con le spalle rivolte al muro.

“Come va?” chiedo ben sapendo di averle posto una domanda alquanto stupida.

“Come vuoi che vada Elena, sono un vampiro!!” urla esasperata agitando le mani in aria.

“Scusami” mi dice dopo poco.

“E’ solo che… ho fame… così tanta fame da aver voglia di uccidere la mia migliore amica… ma poi ti guardo e mi faccio schifo da sola. Ho paura Elena… io non voglio essere così” dice iniziando a singhiozzare.

“Tu non sarai mai così, Klaus ti aiuterà a controllare la sete, Bonnie ti farà un anello solare e vedrai andrà tutto meglio” dico io combattendo contro la voglia di andare ad abbracciarla.

“Siamo morte Elena, Kathrine è furba e credi che un gruppo di streghe potentissime abbia paura di tre vampiri, una strega e un cacciatore di vampiri che non ne ha mai ucciso uno probabilmente… andiamo Elena. Io sono un mostro e tu stai per essere sacrificata in una specie di rito sadico” dice rassegnata.

“No Caroline, ti sbagli” dico cercando di mettere enfasi in una verità che anch’io fatico a credere tale.

Ma devo farlo per lei, non le permetterò di spegnere la sua umanità come quando lo fece Damon.

Ricordo la conversazione che avemmo al tavolo, durante la nostra cena a New York…


Non ti piacciano i sottaceti?” mi domanda prendendoli da mio piatto con la sua forchetta e portandoseli alla bocca. “

Perché puoi mangiare, insomma… se sei…”

“Morto… andiamo Elena non è una parolaccia” dice completando la frase al mio posto.

“Affinché assumiamo abbastanza sangue il nostro organismo funziona come quello di ogni persona tranne per il fatto che non possiamo procreare…. Ma ci piace provare” dice con un sorriso malizioso che mi fa arrossire e abbassare la testa.

Trovo estremamente interessante, infatti, i ricami della tovaglia color panna…

“Sei sempre stato così…?” chiedo curiosa

“Così come? Attraente, incredibilmente affascinante e bello?” dice ridendo e guardandomi con i suoi profondi occhi azzurri nei quali mi perderei volentieri.

“No, intendo così… umano” dico sorridendo nella sua direzione.

Lui si incupisce e quasi mi pento di averli fatto questa domanda.

Ma si riprende subito dal suo stato di tristezza sorridendomi di rimando.

“No, non lo sono mai stato. Non lo sono neanche ora. Tu non sai come sono davvero” dice guardando la sua insalata di gamberi.

“Raccontamelo” dico io afferrando dolcemente la sua mano posta sul tavolo e stringendola in una presa di conforto.

“Non vuoi saperlo davvero… credimi” dice lui.

“Invece si” dico io sorridendoli ancora.

“Dopo Kathrine, ho spento la mia umanità per molti anni, non sapevo che farmene della mia immortalità senza qualcuno con cui condividerla, certo c’era Klaus ma… non era lo stesso. Per di più ero arrabbiato… con me, con mio fratello, con Kathrine… con il mondo” dice bevendo un po’ di vino bianco prima di continuare.

“Ho ucciso tanta gente Elena… e non me ne pento. Sai dovresti stare lontana ad me… io dovrei starti lontano…. Quando sono con te io mi sento…” interrompe la frase non sapendo come continuarla.

“Umano?” dico io.

Lui tace, ma dal suo silenzio capisco di aver centrato il segno.

“Perché non vuoi sentirti umano?” chiedo stupita.

“Perché gli umani sono fragili, Elena… soffrono e provano senso di colpa e pena… io non voglio sentirli”

“Ma tu lo fai già… solo non lo vuoi dare a vedere perché hai paura di ritornare ad essere fragile… Ma Damon… tu lo sei tutt’ora come lo sei stato da umano e come lo sei stato in quegli anni bui della tua vita. Hai solo paura di farlo vedere” dico io.

Lui sembra stupito, si alza e mette delle banconote sul tavolo prima di afferrarmi la mano e trascinarmi fuori dal ristorante.



“Come hai fatto a riaccendere i tuoi sentimenti?” chiedo dopo un po’ stringendomi nel giubbotto di pelle leggero che mi ha dato Damon.

Lui in un primo momento non mi risponde, ma dopo continua.

“Non credo di averlo fatto, in realtà un giorno mi sono accorto semplicemente che tutta l’angoscia, il dolore e tutti i sentimenti cattivi che provavo… che provo… erano ancora lì, facevo solo finta di non sentirli, ma quando l’ho capito gli ho provati tutti insieme è stato peggio di prima”.

“Uccidi ancora le persone?” domando un po’ intimorita dalla risposta che potrebbe darmi.

“In realtà è da un po’ che non lo faccio” dice ridendo.

“Perché ridi?” chiedo io con il sorriso sulle labbra.

Sorrido e non ne so neanche io motivo… bene.

“Per due motivi… il primo è per il fatto che non uccido una persona davvero da tanto e questo non è da me… no assolutamente, e secondo… mi fa ridere il fatto che tu mi ponga certe domande senza il minimo pensiero che quello che dici è davvero grave. Insomma sei uscita a cena con un pazzo serial killer e non ti preoccupi minimamente” dice fermandosi sul marciapiede isolato e guardandomi con un sorriso strano.

“Certo non sono felice per le persone che hai ucciso… ma sinceramente… non so neanche io perché non mi preoccupo. Certo so che tu non mi faresti mai del male ma… fatico a credere che tu sia un pazzo serial killer” dico, mimando delle virgolette sulle ultime tre parole, terminando così il mio discorso sconnesso.

Lui scoppia in una fragorosa risata prima di prendermi i fianchi e sbattermi contro la vetrina illuminata di un negozio la quale attività ora non mi sfiora neanche lontanamente il pensiero.

“Ah davvero credi che io non sia capace di farti del male” sussurra avvicinandosi alla mia bocca.

Io mi mordo il labbro inferiore per contenere il desiderio di baciarlo e assaggiare ancora le sue labbra morbide.

Lui fissa le mie labbra ed io le sue, la distanza diminuisce ogni secondo che passa sempre più, fino a che è lui a spezzare la distanza baciandomi appassionatamente.

“Tu non sei un mostro” sussurro staccandomi un attimo dalla sua bocca.

“Potrai dirmi quello che vuoi ma per me… non lo sarai mai”.

Lui mi sorride scuotendo la testa con un sorriso amaro che non avevo mai visto sul suo viso sempre così sarcastico e riprende a baciarmi.



“Caroline, tu non sarai mai un mostro” dico alla mia amica sorridendo a quel ricordo che ora mi sembra così lontano.

Ma veniamo interrotte dallo sbattere della porta.

“E’ quasi ora dolcezze” dice Kathrine sorridendo come solo lei sa fare.









NOTA AUTRICE
Buonasera a tutte :D
Allora il Delena ha rotto e quante come me credono che Elena abbia bisogno di una, anzi tante, sedute da uno psicologo... ma davvero bravo xD
Inoltre il promo della 5x18 non mi convince molto e per non parlare dei lunghi ed estenuanti 19 giorni che ci separano dal prossimo episodio.
Comunque...
allora questo è un capitolo un po' più lungo del solito, inialmente erano due ma ho deciso di unirli in quanto il secondo era troppo breve :D
Succedono molte cose...
Allora scopriamo altri indizi sugli "ingredienti" dell'incantesimo dei viaggiatori. Occorre anche il sangue di un vampiro e anche di un'altra cosa che scoprirete nel prossimo capitolo.
Quando Klaus dice "Non posso essere ucciso, io sono immortale" me lo sono proprio immaginato in quella scena dove mi ha colpito con il suo accento inglese *-*
C'è un bellissimo momento Delena, che ho scritto con molto entusiasmo immaginandomi la scena perfettamente.
Inutile dire che è uno dei momenti che preferisco di questa storia...
Caroline è vampiro e avrà problemi, non sarà semplice per lei e la sua mania di tenere tutto sotto controllo.
Ringrazio la mia amata xD sere99 e le numerose (si numerose :D) lettrici silenziose e le persone che mi aggiungono tra i preferiti/seguiti/ricordati e invito come sempre a lasciarmi due parole per motivarmi ad andare avanti e capire se c'è qualcuno a cui piace questa storia...
AleDic sei sparita? :D
A sabato :D
Dreamer_Vampire

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Capitolo 28
*** Lifebelt ***




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Lifebelt
 
 
POV ELENA

È una sensazione davvero strana…

Pensare che un attimo tu sia nel regno dei vivi e l’attimo dopo probabilmente sarai in quello dei morti.

La consapevolezza che non vedrai più lo skyline di Londra dal London Bridge e non trascorrerai più neanche un minuto con i tuoi amici, ricordando quello che avete fatto insieme… i bei anni passati.

Solo pochi mesi e mi sarei anche laureata, dopo cinque anni di studi interminabili.

Ed invece di stare a casa sotto un piumone con una cioccolata calda e il mio Mac poggiato sulle gambe, a terminare di scrivere la mia tesina, ora sono qui al centro di una specie di cerchio di fuoco magico, aspettando di essere sacrificata in uno strano rito sadico.

Caroline è poco distante da me, bloccata dalla stessa magia che mi impedisce di scappare lontano da qui.

Lo scenario è piuttosto lugubre e metterebbe i brividi anche al più temerario vampiro di questa terra.

Al centro del cimitero di Highgate, c’è un’enorme pietra, dove su di un lato ci sono delle persone incappucciate di nero con gli occhi chiusi.

Hanno i palmi delle mani rivolti al cielo, credo che, come mi ha detto Caroline, stiano invocando la forza della luna.

Dicono strane parole in una lingua completamente a me sconosciuta.

Dall’altro lato, c’è Sheila, la nonna di Bonnie, che discute con Kathrine di non so cosa.

Ogni tanto mi guardo intorno, sperando che qualcuno venga a salvarci, ma di lui nessuna traccia.

“è inutile che ti guardi intorno Bambi, nessuno verrà a salvarti. Sheila ha fatto un incantesimo al cimitero, la vostra amica strega non vi potrà mai rintracciare”.

“Cosa… Bonnie, vi sta aiutando?” chiede spaesata e spaventata Sheila avvicinandosi al cerchio di fuoco.

Io non rispondo ma deve aver inteso la mia non-risposta come un sì giacché si avvicina a Kathrine sussurrando delle parole che comunque riesco a capire.

“Avevi detto che non l’avresti messa in mezzo. È mia nipote Kathrine!” dice alzando il tono di voce e puntando un dito verso il petto della vampira.

“Andiamo Sheila, credevi davvero che mi importasse di te… o addirittura di tua nipote?” chiede sarcastica.

“Mi serviva una strega per i piccoli incantesimi e mi serve anche il cuore di una strega” afferma divertita e avvicinandosi minacciosamente alla nonna di Bonnie cha capendo il senso delle sue parole indietreggia spaventata.

“Credo di aver omesso la parte in cui veniva usato il cuore di una strega e quello del vampiro per connessioni mistiche di cui a me non importa più di tanto. È il risultato che conta no?” continua lei in tono canzonatorio.

La strega indietreggia fino a che non giunge al punto di congiunzione tra me e Caroline, cosicché si formi un triangolo equilatero.

A quel punto, le persone incappucciare, i viaggiatori presumo, alzano il tono di voce e cambiano per un instante la cantilenante filastrocca che stavano ripetendo con vigore.

Un cerchio di fuoco si racchiude intorno alla strega che, colta da strani spasi, cade a terra stremata.

“La luna è al suo apice, è il momento di iniziare” afferma un uomo, posto davanti al resto del gruppo.

Io guardo Caroline, e solo ora sembro realizzare a cosa veramente io stia andando incontro…



POV DAMON

“Cosa vuoi dire Bonnie?” dico io stizzito, arrabbiandomi con il telefono.

“C’è qualcosa che ostacola la mia magia, Damon, l’incantesimo non funziona. Mi dispiace dobbiamo procedere con il piano normale” dice lei abbattuta dall’altro capo del telefono.

Chiudo la telefonata e ripongo il telefono furiosamente nella tasca anteriore dei miei jeans.

È possibile che nella mia vita vada tutto storto!

“Klaus, la strega non può fare niente, stanno andando a Kansal Green. Noi scendiamo qui” dico aprendo lo sportello della macchina per scendere.

Siamo davanti al cancello di Highgate, nero lucido e a tratti arrugginito.

Il catenaccio è rotto e questo mi da un briciolo di speranza.

La luna piena fa da sfondo al palazzo in pietra da cui sbuca il cancello.

Inutile dire che sembra lo scenario di un film horror, e in parte lo è.

Spalanco il cancello e io e Klaus entriamo cercando di far meno rumore possibile.

Mi concentro ad ascoltare, ma è difficile individuare traccia di vita in un cimitero grande come questo.

“Dividiamoci” dice Klaus con la mascella indurita e uno sguardo severo e concentrato.

Io annuisco e mi allontano a velocità vampiro.

Dopo poco mi fermo e cerco di capire se in questo dannato cimitero ci sia un’anima viva.

Sembra una barzelletta… ma non è tempo di fare umorismo.


“Avevi detto che non l’avresti messa in mezzo. È mia nipote Kathrine!” sento una voce acuta e delle altre frasi sussurrate.

Sono ancora troppo lontane.

Ma quanto è grande questo cimitero?!

Prendo velocemente il telefono e chiamo Alaric.

Tu, tu , tu

“Dannazione Rick rispondi!” impreco contro il telefono.

Dopo più di dieci squilli il mio amico risponde.

“Damon, qui nien…”

“Sono qui, di a Bonnie di muoversi” dico io di fretta e cercando di controllare il mio tono di voce in modo tale da non essere sentito.

“Damon, aspettate noi. È troppo pericoloso” dice Bonnie.

“Strega, io intervengo. Ora! L’incantesimo è già iniziato” dico alzando di poco il mio tono di voce.

“Damon, aspetta noi. Siete in due e se vi vedono il piano salterà e si aspetteranno l’arrivo di me e Rick” dice lei implorante.

Ma io chiudo la chiamata.

“Klaus” dico sottovoce ma non sento niente.

“Klaus!” alzo di poco la voce.

“Le ho trovate” dice il mio amico a pochi metri da me.

“Bene, andiamo” dico io seguendolo.

Lo scenario è decisamente macabro, tutte questi antichi sepolcri e tutte queste statue di angeli senza ali e Madonne sfigurate metterebbero i brividi a chiunque.

Su un’enorme pietra ci sono circa cinque uomini incappucciati che recitano strane litanie in una lingua a me sconosciuta.

In piedi, all’apice di un triangolo fatto di cerchi di fuoco c’è Kathrine che alterna uno sguardo altezzoso alla luna ad uno spazientito a quelli che presumo siano i viaggiatori.

Ai tre vertici del triangolo, imprigionate dal fuoco ci sono tre donne.

Una presumo sia Sheila, la nonna di Bonnie…

Poi c’è una testa bionda che è accovacciata a terra in posizione fetale… Caroline.

E infine c’è lei… Elena.

Seduta a gambe incrociate al centro del cerchio di fuoco che si guarda intorno come per cercare qualcuno… Me.

A un certo punto i suoi occhi incontrano i miei e il suo viso tramuta espressione.

Si sforza di reprimere un sorriso e i suoi occhi sono sgranati, un po’ per la sorpresa un po’ per il timore.

Non veniamo notati grazie al trambusto che ci circonda, abbiamo ancora un po’ di tempo.

Spero Bonnie e gli altri facciano presto.

Cerco di sorridere nella sua direzione.

Cerco di inviarle tutta la rassicurazione possibile, anche se sono io il primo che ha bisogno di questo.

Ho paura, e non credo di averne mai provata.

“è tutto ok” cerco di mimare.

Lei annuisce ma non sembra convinta, poi distoglie lo sguardo intimorita dal fatto che qualcuno possa scoprirla.

Improvvisamente la litania finisce e il cerco di fuoco che circonda la strega si spegne.

Kathrine si avvicina prontamente, sembra felice e vorrei spaccarle la faccia, nonostante sia una donna.

“Ciao Sheila” dice sogghignando.

“Addio Sheila” dice strappandole il cuore dal petto e squatrandolo come fosse un pezzo da collezione.

La donna cade a terra inerte e con la bocca spalancata, come se volesse urlare, ma non ha più la possibilità di farlo.

Kathrine si avvicina all’uomo al vertice dei cinque viaggiatori e gli porge il cuore.

“Ecco a te, Trevor” dice porgendoli l’organo da cui sgorga ancora molto sangue.

Trevor prende il cuore senza degnare la vampira di uno sguardo e lo spreme fino a far cadere alcune gocce in una boccetta posta ai suoi piedi.

Poi lo lascia scivolare a terra e incurante ricomincia con la sua canzoncina rivolgendo adesso i palmi delle mani alla terra.

Ora è la parte in cui cercano aiuto nella forza vitale dei morti, credo.

Dopo la luna, energia magica per le streghe bianche è il turno della terra, abitata dai morti per accumulare potere per la non-morta… Caroline.

Dobbiamo agire ora. Non possiamo più rimandare.

Io mi volto verso Klaus, che non ha staccato per un momento gli occhi da Caroline... lei continua a guardarsi le ginocchia.

“Che facciamo? Sono in troppi” dico io avvicinandomi a lui per non farmi sentire.

“Attacchiamo loro, poi vediamo come va. Bonnie, Stefan e Alaric arriveranno… spero” dice lui per la prima volta impreparato a riguardo di una situazione.

Io mi limito ad annuire.

“Comunque grazie Klaus, per tutto” dico dandoli una pacca sulla spalla.

“Mi devi la tua non-vita” mi dice lui ricambiando la pacca.

“Allora al tre” dico io guardandolo.

“Uno… due” dice lui ricambiando lo sguardo.

“Tre” e scattiamo nella direzione di quelli strani tizi incappucciati.

Arriviamo da dietro e sia io che Klaus ficchiamo il braccio nella cassa toracica dei primi due che ci capitano sotto mano.

Gettiamo entrambi gli organi in direzione del cerchio di Caroline, il più vicino, così che brucino.

Lei sembra essersi svegliata da uno stato di trans e guarda Klaus ancora intimorita.

Noto ora le vene bluastre che circondano i suoi occhi iniettati di sangue.

I primi due li uccidiamo facilmente grazie al fattore sorpresa e anche gli altri due grazie alla nostra velocità.

L’ultimo si gira verso di noi e un dolore simile a quello che mi ha già inflitto Bonnie ma peggiore, ci colpisce, inducendoci a piegare le ginocchia fino a che non toccano terra.

“Bene, bene chi abbiamo qui! Il bad-ass al completo” dice Kathrine sorridendo malignamente.

“Damon!” urla Elena con la voce straziata.

Io cerco di voltarmi verso di lei ma il mio corpo non risponde ai miei comandi.

“Tu non puoi essere ucciso, almeno non per sempre… ma per il momento” dice spezzando il collo a Klaus che cade sulla pietra inerte.

“Brutta stronza” sibilo io a denti stretti.

“A te però posso ucciderti" dice ridendo e avvolgendomi con una mano il cuore.

“Damon!” sento gridare ancora Elena.

L’uomo inizia a ripetere le stesse parole di prima e il dolore è finito ma sono comunque condizionato dalla mano di Kathrine che non mi lascia scampo.

“Falla finita ora, dobbiamo continuare” dice l’uomo e come prima il cerchio intorno a Caroline cessa di esistere.

“Solo un attimo… in memoria dei vecchi tempi” dice ammiccante verso di me.

Ora riesco a voltare la testa e vedo Elena che continua ripetutamente a forzare una barriera invisibile che la circonda.

Abbiamo passato così poco tempo insieme ma lei è riuscita a capirmi più di chiunque altro… come se ci conoscessimo da anni.

Io le sorrido flebile e lei si ferma per un momento, per imprimere questo momento nella sua testa… come lo sto facendo io.

Mi concentro sui suoi occhi, cercando di imprimere nella mia testa tutti i dettagli del suo viso, che se pur stravolto dalla tristezza e dalle lacrime, rimane sempre bellissimo.

Le sue labbra sottili e rosee e quegli occhi che mi hanno colpito fin da subito per la loro lucentezza e passione che non smettono mai di brillare di speranza, neanche adesso che tutto sembra finito.

Quella stessa forza che mi ha tanto intimorito quella sera al pub ma che mi ha spinto comunque verso di lei.

“Prendi me” dico io rivolto a Kathrine.

Lei mi guarda stralunata non capendo cosa stia dicendo.

“Non serve che uccidi Caroline, uccidi me” dico.

Tanto mi sarei ucciso lo stesso se Elena fosse morta, niente avrebbe più senso.

Se negli anni ero riuscito a sopravvivere con Klaus era perché non avevo mai conosciuto la vera felicità, ed ora, che per un breve ma profondo instante l’ho trovata, non voglio accontentarmi di un eternità apatica.

E a quel punto potrei spegnere i miei sentimenti… Ma a cosa servirebbe!

Il dolore sarebbe sempre lì, più forte che mai ad attendermi come il nemico nella trincea.

“Oh, non lo so Damon” dice lei fingendo di rifletterci su.

“Facciamo scegliere alla dolce Elena” dice lei divertita dalla situazione che solo lei trova piacevole.

“NO!” urla Elena

“Non importa, avrei deciso io comunque” dice lei come a voler sottolineare che qui lei è l’unica che comanda.

“Kathrine” la sollecita l’uomo con le mani ancora attaccate al terreno.

“Bene Damon, a quanto sembra è arrivato il momento di dirci addio, per sempre questa volta” dice lei.

Io mi volto l’ultima volta verso di Elena prima di chiudere gli occhi per assaporare l’oscurità.

“Non chiudere gli occhi… ho sempre amato i tuoi occhi blu”.

“Fottiti Kathrine” dico io sprezzante.

Lei sorride e stringe ancora di più la presa attorno all’organo che ormai non batte più.

Sento una pressione tirare verso l’esterno… il dolore è acuta tanto da farmi gridare.

“DAMON!”

Elena grida ancora il mio nome ma questa volta non riapro gli occhi.

Ma proprio quando l’oscurità mi sta avvolgendo la presa attorno al mio cuore allenta abbastanza da farmi afferrare senza problemi il polso di Kathrine per indurla a lasciare il corpo.

“Vita smatis axilente, reverta smatis unvictus”

Ha la testa fra le mani e si piega sulle ginocchia.

“Che mi sta succedendo?” urla.

L’uomo si volta di scatto cercando di capire da dove provenga la fonte di magia.

“Reverta smatis invictus, reverta smatix” ulra Bonnie ma viene interrotta da altre preghiere dette dall’uomo incappucciato accanto a me.

Ora è una lotta tra streghe ed io non posso fare altro che quello che ho sognato per circa un secolo.

Klaus è accanto a me sorridendo dell’inaspettata piega che ha preso questa situazione inizialmente critica.

“Allora amico è arrivato il momento” dice.

“A chi andrà l’onere di uccidere l’inafferrabile Kathrine Pierce?” dice lei con una voce flebile dettata dallo sforzo che sto facendo a non strapparle il cuore ora.

“Non so potremmo farla soffrire per un po’ prima” dice Klaus ridendo subdolo.

“Oppure potremmo farla finita adesso” dice una voce che già conosco.

Una freccia si ficca dritta nel costato di Kathrine e lei si accascia in avanti.

La sua pelle è attraversata da vene grigie e questo mi da la sicurezza che sia morta davvero.

“Rick, toccava a me ucciderla” dico verso il mio amico che tiene in mano una balestra come Pocahontas.

“Ti sembra il momento di litigare” mi dice inducendomi a guardare Bonnie, stremata dalla troppa magia che sta consumando.

I viaggiatori sono molto più forti delle streghe è risaputo, ma ora che tutta la sua magia è indirizzata verso di Bonnie abbiamo la possibilità di strapparli il cuore e mettere fine a questo enorme spettacolo in stile Van Helsing.

Klaus strappa il cuore del viaggiatore e lo getta tra le fiamme che ancora circondano Elena.

Poi accade tutto così in fretta…

Caroline, libera dal controllo dello stregone scappa via verso il bosco e Klaus la segue rapidamente.

Il cerchio di fuoco attorno ad Elena cessa e appena questo accade mi corre incontro.

“Damon” dice sussurrando, come se non credesse davvero che tutto questo sia finito.

Mi getta le braccia al collo e piange lacrime silenziose.

“Damon, grazie a dio” dice con vece tremante.

“Va tutto bene” dico cercando di rassicurarla ma lei ancora non parla.

“Elena? Ehi… è tutto ok. È tutto finito” continuo.

“Di qualcosa, per favore” ma lei non dice niente…

Si stacca da me e fa scontrare in un gesto irruente le nostre labbra.

“Non hai minimamente idea di come tu mi sia mancato” dice guardandomi negli occhi.

“Se è quella strana sensazione che ho provato tutti i giorni da quando sei sparita, credo di sapere a cosa tu ti riferisca” dico io sorridendole di rimando.

Poi vengo complito da una strana visione.

Bonnie si accascia a terra e non la sento respirare.

Elena nota che ho lo sguardo perso oltre le sue spalle, come se non riuscissi a muovermi.

La verità è che ho paura che se Bonnie sia veramente morta questo voglia dire che Elena ha perso un’altra persona e questo non va affatto bene.

Lei si girà e nota l’amica distesa a terra.

Le corre in contro ma io arrivo prima.

Le tasto il polso e questo non sa segni di vita.

La sua pelle ambrata ha un colorito decisamente non da lei e i suoi occhi vispi non sono aperti come i nostri a festeggiare il momento, che senza di lei non sarebbe avvenuto.

Elena arriva poco dopo e mi guarda speranzosa negli occhi, come a cercare un segno del fatto che lei sia ancora viva, in mezzo a noi, cosa che non è.

“Damon lei è..” dice interrompendo la frase timorosa di continuarla.

Io annuisco e chino il capo.

Lei si getta a terra sulle ginocchia e prende il viso dell’amica, che sembra in pace, tra le mani scuotendolo violentemente.

“Damon tu devi aiutarla, dalle il tuo sangue, la guarirai” urla scuotendo ancora più forte il corpo di Bonnie.

“Elena non possiamo fare più niente” dico cercando di allontanarla dal corpo morto dell’amica.

“NO!” urla

“Non può essere morta, non anche lei. Non per colpa mia” dice abbassando il tono di voce e facendo scorrere altre lacrime sul viso dell’amica.

“Elena guardami” dico io cercando di allontanarla dolcemente.

Ma lei non si muove.

Ha smesso anche di piangere.

Guarda il viso di Bonnie come in trans.

Come ad accertarsi che quello che vede non sia vero.

“Elena guardami” dico più forte prendendoli il braccio in modo tale che si volti verso di me.

Lei mi guarda con degli occhi spenti che non le avevo mai visto indossare.

“Andrà tutto bene, io sono qui… con te. E non ti lascio, io non me ne andrò mai” dico prendendole il viso tra le mani.

“è morta Damon” dice come se si fosse ora resa conto della situazione.

“Lei è morta” ripete tra le mie braccia ricominciando a piangere.

“Shhh, lo so” dico accarezzandole i capelli cercando inutilmente di calmarla.

Lei ricambia la stretta e si addormenta sulle mie spalle, stremata da questa giornata che credo sia giunta al termine.

 Rick è rimasto distante dalla scena e mi guarda con uno sguardo comprensivo, che non mi ha mai rivolto.

Si avvicina e prende Bonnie tra le braccia.

“Torniamo a casa” dico io alzandomi dal terreno umido e rivolgendo lo sguardo alla luna, ora coperta da nubi da cui cadono gocce che si fanno sempre più pressanti, che lavano via da me… da tutti noi lo sporco di questa dannata giornata.












NOTA AUTRICE
Buona sera a tutte :D
Allora finalmente, si fa per dire, siamo giunti al giorno del sacrificio.
All'inizio vediamo Elena rendersi conto della situazione in cui si trova e Caroline come in trans, scombussolata da quello che le accade intorno a tal punto di esternarsi completamente.
Nella seconda parte Damon, un po' il protagonista di questo capitolo, agisce con Klaus per salvare entrambe.
Quello che nessuno sapeva e che a Kathrine o meglio ai viaggiatori serviva il cuore di una strega... Sheila.
Anche se lo meritava mi è dispiaciuto farla morire mentre non mi è dispiaciuto per niente uccidere Kathrine.
Qualcuno probabilmente si aspettava una fine epica ma ho voluto cambiare le cose con l'intervento del mio amato Rick :D
Vi aspettavate la morte di Bonnie? Non volevo che morisse ma da morta sarà un personaggio MOLTO importante.
Non vi nascondo che mi sono un po' commossa per la sua morte ma che devo farci.. sono entrata nella storia xD
Nel prossimo capitolo ci sarà la laurea delle nostre protagoniste e sarà un capitolo di pausa, dove succederanno cose belle :D ma mi dispiace dirvi che le cose brutte arriveranno :(
Ringraio le ragazze che recensiscono e quelle che hanno aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Recensite e fatemi sapere che ne pensate :D
Un bacio... a sabato
Dreamer_Vampire

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Capitolo 29
*** What is more beautiful that the graduation day? ***


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What is more beautiful that the Graduation day? 


 
Sei mesi dopo…


POV ELENA

“William Alegry” grida a gran voce il rettore dell’università”.

“Josh Brown” dice ancora saltando a malincuore la mia... la nostra, amica scomparsa.

“A lei sarebbe piaciuto questo giorno” dico sommessamente rivolta a Caroline, prima di me, nella fila diretta al piccolo palchetto allestito per l’occasione.

Lei mi guarda e annuisce triste, consapevole dei sei mesi passati, stringendoci entrambe nel dolore di una grave perdita.

Sei mesi, possono sembrare pochi o tanti, a seconda del punto di vista.

A me sono sembrati secoli…

È stato difficile proseguire normalmente, anche se normale ormai da otto mesi non è più niente.

Klaus e Caroline, dopo il trambusto della sua trasformazione hanno recuperato il tempo perso, dopo essere scappata nel bosco quella sera, di ormai tempo fa, è diventata una persona completamente diversa.

Anche se l’isteria è rimasta.

Io e Damon…

Beh dopo il sacrificio mi è stato molto vicino per la morte di Bonnie.

Continuando a starmi accanto nei momenti peggiori, dove odiavo me stessa per quello che era successo.

Lui continuava a ripetermi che la colpa era di Kathrine non mia ma… a chi voglio prendere in giro?

Possiamo dare la colpa a Kathrine, finalmente morta, possiamo dare la colpa alla nonna di Bonnie.

Se si sarebbe schierata dalla nostra parte, Bonnie avrebbe avuto un aiuto in più e magari ora sarebbe qui, con noi, a festeggiare questo giorno.

Possiamo dare la colpa all’universo e ai suoi modi contorti di organizzare le cose, ma la verità è che se io non sarei venuta qui tutte le persone che sono attorno a me sarebbero diverse.

I miei genitori adottivi sarebbero vivi, Jenna sarebbe in qualche città grande a capo di un importante giornale, Caroline sarebbe ancora umana, Bonnie sarebbe viva.

Come sottofondo della nostra inesorabile tristezza c’è il rettore che annuncia con fare fiero e orgoglioso i nomi dei ragazzi che dopo cinque, lunghi e sudati anni, sono arrivati a questo giorno tanto agognato.

Il giorno della laurea.

“Caroline Forbes” è arrivato anche il turno della mia amica, che un sorriso intriso di tristezza si incammina sulle scale e stringe la mano al rettore.

Mi guarda, per darsi forza e un po’ per darla anche a me prima di scendere dal palco e sedersi vicino a chi ha già conseguito la laurea.

“Elena Gilbert”

Rimango un attimo ferma timorosa di muovere un solo piede.

Improvvisamente bloccata sul posto, come se i mille pensieri negativi che mi affollano la testa si siano trasformati in un grosso macigno che mi lega al terreno.

“Elena Gilbert” ripete il sig. Smith cercandomi tra la fila di ragazzi alla base del palco.

Mi guardo intorno in cerca di un qualcosa che mi spinga ad andare avanti, a mettere un piede prima di un altro fino ad arrivare davanti alla breve scalinata in legno.

Cerco visi famigliari, qualcuno a cui dare questa soddisfazione ma non è rimasto più nessuno, fino a che non annego in un azzurro che di ghiacciato non ha niente.

Mi sorride da lontano rassicurandomi e annuendo leggermente con il capo incitandomi ad andare avanti.

E allora alzo leggermente il piede destro e subito gli segue il sinistro, e prima che il rettore ripeta per la terza volta il mio nome, salgo quelle scale e stringo la mano allo strano e tozzo ometto in giacca e cravatta.

Raggiungo Caroline che mi stritola con le sue ormai forti braccia.

“Ce l’abbiamo fatta, Elena” mi dice con gli occhi lucidi.

“Ce l’abbiamo fatta” dico io.

“Ce l’abbiamo fatta” dice una voce familiare nella mia testa e lo sguardo complice che mi getta Caroline mi porta a pensare che l’abbia sentita anche lei.

Bonnie è con noi, non fisicamente ma è con noi… e sarà sempre così.

Caroline mi getta le braccia al collo e mi guarda sorridendo.

“Lei è con noi Elena, non roviniamo questo giorno con queste stupide lacrime” mi dice dolcemente asciugando le ultime stille salate che le rigano le guance.

“Auguri Elena” sento una voce dietro le mie spalle.

Mi volto pronta per abbracciare anche Damon e lo trovo con una mano a mezz’aria e uno strano aggeggio in mano.

Me lo porge e lo chiude nel pugno di una mia mano.

“Damon, avevo detto niente regali” lo ammonisco ma non posso che essere felice di questo gesto.

Stendo le dita in modo tale da vedere il regalo di Damon e sorpresa trovo un portachiavi.

Ci sono diversi ciondoli…

C’è un cornetto, e questo mi collega alla prima volta che abbiamo mangiato insieme, quella sera al London Grill, dopo avermi salvata per la prima volta.

C’è la Statua della Libertà e una scritta “New York” che mi ricorda il breve soggiorno in America e poi c’è la dentiera di un vampiro in miniatura.

Tipico di Damon.

L’ultimo mi fa sorridere e getto le braccia al collo al mio vampiro preferito.

“Grazie… davvero.” dico staccandomi e poggiando le mie labbra sulle sue in modo casto.

“Guarda meglio, credi davvero che in uno dei giorni più importanti della tua vita ti avrei regalato solo un portachiavi?” mi dice staccandosi da me e fissandomi intensamente.

Guardo meglio e noto una chiave che prima non avevo notato.

Caroline mi guarda a bocca aperta stretta nelle braccia di Klaus.

Io sembro in uno stato di momentaneo sciock dato che sono immobile e fisso la chiave cercando di capire qualcosa…

Una grossa chiave nera è infatti appesa al portachiavi ed è così grande che mi sorprendo di non averla trovata prima.

“Allora non vuoi vedere il tuo regalo?” mi chiede ridendo della mia reazione.

“Tu sei pazzo!” dico io alzando il tono della voce un po’ euforica e un po’ arrabbiata per l’enorme dispendio di denaro.

Alcune persone si sono voltare verso di me e mi guardano alcune con sufficienza e altre divertite.

Mi prende una mano e mi trascina via dalla confusione, fuori dal massiccio cancello nero dell’università e nel parcheggio della scuola.

Ci blocchiamo davanti ad una macchina che riconosco essere una Lancia Delta bordeaux.

È semplicemente fantastica e non ho parole per commentare questo gesto espansivo ma dolce considerando che me lo abbia fatto Damon.

“L’ho comprata, non ho soggiogato nessuno per averla” mi sussurra all’orecchio.

Sussulto.

Non mi ero accorta che Damon è dietro di me e mi ha imprigionato in un abbraccio da cui di certo non voglio scappare.

“Posso guidarla?” chiedo io un po’ intimorita dalla mia nuova macchina.

“Certo, è la tua macchina” mi dice sorridendomi dolcemente.

Mi sento come una bambina il giorno di Natale che riceva la sua Barbie con il corredo completo di abiti e scarpette.

Salgo in macchina frettolosamente, levandomi con altrettanta velocità la toga e la mia mise da laurea.

Il mio corpo è fasciato da un elegante, ma non troppo, vestito di pizzo bianco e indosso un paio di decolleté bianche che levo frettolosamente quando salgo al posto del guidatore.

“Non vorrei causare incidenti” dico io un po’ imbarazzata per lo sguardo che mi ha rivolto Damon.

C’è qualcosa di triste nei suoi occhi oggi, ma non ne capisco il motivo.

Probabilmente è per Stefan, è tornato a New York dopo averci aiutato a sconfiggere Kathrine, andava tutto bene, poi un giorno Damon ha detto qualcosa che ha fatto arrabbiare a tal punto il fratello da farlo tornare nella sua città d’origine.

“Ti manca Stefan, vero?” chiedo io chinando il viso sui pedali.

“Cosa, no” mi dice lui alzandomi il viso con un gesto dolce.

“Damon!”

“Ok, si un po’mi manca” mi dice lui voltandosi verso il finestrino.

“Damon” lo riprendo ancora una volta in modo cantilenante.

“Ok, mi manca” dice lui visibilmente innervosito ma nascondendolo con un altro sorriso.

“Allora perché avete litigato? non me ne hai ancora parlato” dico io tornando su un discorso che abbiamo già affrontato milioni di volte questa settimana.

“Il suo ciuffo era un po’ moscio e io non gli ho prestato il mio gel, quindi si è arrabbiato ed è tornato a New York, tutto qui. Conosci Stefan” mi dice lui agitando una mano nervosamente.

Io lo fisso con uno sguardo di ammonimento e lui sbuffa spazientito.

“Elena, senti non roviniamo questo giorno. Cos’è più bello del giorno della laurea?” mi chiede lui ritrovando il suo ghigno sarcastico.

“Il giorno in cui non mi terrai nascoste le cose” lo provoco io non riferendomi a Stefan.

“Te l’ho già detto Elena, cose tra fratelli che risolveremo presto” mi dice.

“Non mi riferisco solo a Stefan, c’è qualcosa che non mi stai dicendo”

“E cosa te lo fa pensare principessa guerriera?” mi dice lui in modo sarcastico.

“I tuoi occhi, oggi sono tristi… quasi più dei miei e questa espressione non è il tuo look più affascinante” dico io sistemandomi meglio sul sedile e girando la chiave per partire.

“Eh sentiamo quale sarebbe il mio look più affascinante… rimedio subito” ribatte con sguardo malizioso.

“Non cercare di cambiare discorso” dico svoltando a destra e uscendo dal giardino dell’università.

“Te lo ripeto non roviniamo questo giorno, te ne parlerò domani, non è così urgente”.

Ed io mi rassegno momentaneamente.

“Accosta” mi dice dopo poco.

“Cosa?” dico stranita.

“Accosta” ripete in tono meno autoritario.

Faccio come mi dice e scendo dalla macchina.

“Allora?” chiedo io ad un passo da lui.

“Guido io” ribatte.

“Per quale motivo?”

“Devo portarti in un posto” mi dice scontato.

“Dove?” dico chiudendo gli occhi a due fessure.

“è una sorpresa” afferma lui facendo spallucce.

“Posso guidare io, indicami la strada” dico ansiosa di arrivare a destinazione.

“No, non puoi guidare perché tu avrai questa sugli occhi” dice prima di avvicinarsi velocemente a me e posizionandomi sugli occhi una benda nera che non sapevo avesse in mano.

“Dovrei laurearmi tutti i giorni, quanta dolcezza” dico sorridendo come un ebete mentre chiude la portiera del lato del passeggero e si appresta a entrare nell’abitacolo.

“Chiudi il becco, io sono sempre dolce” dice in modo scherzoso.

“Certo” ribatto io prendendomi gioco di lui.

“Cosa vorresti dire?” mi chiede continuando il gioco che ha iniziato lui.

“Che avvolte non sei come un normale fidanzato” ribatto io mentendo.

La cose che amo di lui è che è diverso da tutti gli altri… è una categoria a parte.

Lui è Damon e basta.


“Stai con un pazzo serial killer cosa ti aspettavi esattamente?” dice riprendendo la questione di New York.

Io mi tolgo la benda in un gesto secco correggendolo.

“Il mio pazzo serial killer!” dico ridendo e guardandolo in maniera dolce.

Lui torna triste per un attimo ma cerca di mascherarlo con sorriso.

“Non vuoi dirmi perché sei così triste oggi?” chiedo ancora una volta, cercando di capire dove stiamo andando dalle indicazioni stradali.

“Presto lo sarai, ma ora cinque minuti di pausa, quando torneremo i nostri problemi saranno ancora li ad attenderci” mi dice, fissando la strada davanti a se.

“Rimettiti la benda” mi intima.

“Da quanto vedo siamo piuttosto lontani, quando ci stiamo avvicinandomi la rimetto, promesso” dico incrociando le dita dietro la schiena come se avessi cinque anni.

“Ti ho visto” mi dice ridendo, ed è così bello quando lo fa.

Veniamo interrotti dallo squillo del mio telefono e dal nome capisco che è Caroline.

“Ehi” dico sorridendo.

“Elena volevo salutarti” dice felice.

“Dove stai andando?” chiedo io perplessa.

“Non lo so” dice ridendo.

Ma proprio quando penso che sia stata soggiogata anche se un vampiro, lei continua.

“Klaus mi ha solo detto di chiamarti prima di partire, faremo un lungo viaggio ma tornerò, promesso” mi dice con un tono un po’ triste.

E un po’ lo sono anche io… ma sono anche felice, dopo questo inverno pieno e freddo, in entrambi i sensi, se lo merita.

“Divertiti Care, e sta attenta” dico con le lacrime agli occhi.

“Ti voglio bene e salutami Damon” e non mi sorprendo della sua richiesta, lei e Damon sono diventati molto amici dopo la sua trasformazione.

“Ciao ciao biondina” ribatte Damon sicuro di essere sentito da Caroline grazie al suo udito sviluppato acquistato da poco.

“Comportati bene e non cercare di attirare altre disgrazie” mi dice in modo scherzoso.

“A presto Care” dico e due lacrime mi rigano il viso.

Sono davvero felice, Klaus sarà anche l’originario più temuto nel mondo ma è decisamente il meglio per Caroline.

Non sarà come il principe azzurro che ha sempre cercato ma ormai dubito che ci siano ancora dei principi azzurri in giro

“C’è assolutamente di meglio” penso tra me e me guardando Damon accanto a me.

Mi soffermo sul suo profilo, come ho fatto tante volte in questi mesi, ma ogni volta ci trovo dettagli diversi.

“Rimettiti la benda e smetti di guardarmi come se vorresti mangiarmi, siamo quasi arrivati” mi dice ridendo.

Io sbuffo e mi rimetto la fascia nera intorno agli occhi.

Dopo poco più di dieci minuti sento la macchina fermarsi.

“Non togliere la benda per nessuno motivo”

“Agli ordini” ribatto io.

Sento la portella aprirsi ed una mano afferrare la mia poi sento il cofano aprirsi e lo scrosciare di una busta.

Mi trascina per due minuti fino a che le scarpe alte, che mi sono rimessa, mi impediscono di andare avanti per il terreno ciottolato sotto di noi.

“Aspetta” dico chinandomi per togliermele ma lui mi sblocca.

“Aggrappati a me” mi dice posizionandomi dietro la sua spalla come un koala e io rido al ricordo di quella volta sul tavolo a casa di Stefan.

Scende velocemente le scale e mi poggia a terra questa volta però c’è sabbia sotto di me.

“Siamo al mare?” chiedo sorpresa e felice.

Sono anni che non ci vengo.

“Damon?” chiamo non sentendone più la presenza accanto a me.

“Sono qui” sussurra sul mio orecchio togliendomi delicatamente la benda e facendomi voltare verso il mare.

“Brighton” continua dopo sorridendomi sulle spalle.

Il sole è appena calato e il cielo è un arcobaleno di colori.

Dal blu intenso superiore si arriva al tenue rosso che caratterizza l’orizzonte.

“Certo se non avremmo discusso nel parcheggio dell’università saremmo arrivati in tempo per il tramonto ma…” dice ma non lo lascio finire.

Mi volto di scatto guardando i suoi profondi occhi azzurri e li avvolgo le braccia intorno al collo.

“Ti amo” dico in un sussurro sulla sua bocca.

“Ti amo anche io” mi dice lui guardandomi con occhi strani, che non avevo mai visto sul suo viso.

“Allora ti va un bagno?” mi chiede malizioso.

“Ma è buio ed io non ho il costume” dico io un po’ dispiaciuta.

Ma lui è qui con me è questo che conta.

“Ancora con questa storia del costume… siamo cresciuti per indossarlo” mi dice riferendosi alla piscina di casa sua.

“In questo caso, prima che ti mi butti in acqua con indosso il mio vestito preferito, me lo levo io” dico divertita allontanandomi da lui che mi guarda con sguardo divertito e famelico.

Arrivo al bagnasciuga, faccio cadere le spalline del vestito in pizzoo e di conseguenza il vestito cade a terra come in una delle grandi commedie d’amore.

Rimango in intimo, bianco anch’esso, ed entro in acqua.

Mi volto e lo trovo nella stessa identica posizione in cui l’ho lasciato.

“Allora, ti sei tirato indietro?” dico io con sguardo malizioso.

Lui si sbottona la camicia nera lentamente ed ogni bottone che slaccia mi fa inaridire la gola sempre più.

L’acqua sembra essersi riscaldata o forse sono io…

Fa scivolare il tessuto nero dalle sue spalle e dopo essersi tolto le scarpe si appresta a sbottonarsi la zip dei pantaloni.

Si sono decisamente io che rendo l’acqua bollente.

Faccio un respiro profondo e mi immergo sott’acqua per cercare di controllare il mio corpo che sembra essere tornato allo stato di una ragazza di quindici anni in piena crisi ormonale.

Quando riemergo non trovo più Damon sulla spiaggia mi volto ma non lo trovo neanche dietro di me.

Sento l’acqua muoversi davanti a me e mi volto con un sorriso stampato in faccia.

Certo non avevo calcolato che fosse così vicino a me, infatti, quello che stavo per dire mi muore in gola uscendo come un sospiro.

“Il gattino ha perso la sua grinta?” mi dice squadrando il mio corpo per metà coperto dall’acqua.

Mi sento vulnerabile ma di certo non imbarazzata dal momento che stiamo condividendo… ne abbiamo avuti di simili… e molti.

“Assolutamente no” affermo mettendo il palmo di una mia mano sul suo torace bagnato e mordendomi le labbra per cercare di contenere il desiderio che ho di lui.

Presto però questo prevale alla ragione e mi avvento sulle sue labbra morbide.

Lui risponde al bacio con passione spingendomi i fianchi verso il suo corpo.

Accade tutto molto in fretta, io mi aggrappo a lui e siamo fuori dall’acqua su un asciugamano che non avevo notato prima.

Mi distendo sotto di lui continuando a baciarlo con passione.

Presto il mio intimo è un lontano ricordo, come il suo che si leva aiutato da me.

L’aria è riempita dai nostri sospiri e dai nostri baci fino a quando lui non si distende accanto a me esausto come lo sono io.

Sono rapita dalle numerose stelle che caratterizzano questo cielo, rese più visibili dall’assenza della luna.

Mi volto dalla parte di Damon, che scopro intento a guardarmi, mi aggrappo al suo braccio mettendo il viso sul suo petto.

“Qualcuno potrebbe vederci” dico io divertita dalla situazione.

“E desidereranno essere al nostro posto” dice voltandosi verso di me ancora una volta.

“Stronzo” dico io sulle sue labbra.

“E’ per questo che mi ami” dice eliminando le distanze tra i nostri visi e unendo le nostre labbra ancora una volta.



Una settimana prima

POV DAMON

“E quindi Damon… non hai nessun diritto di farlo” dice mio fratello arrabbiato.

“Credi che io sia felice di quello che farò, la amo Stefan... più di qualunque altra cosa in questo dannato mondo, ma devo farlo per lei” dico io arrabbiato con mio fratello, cercando di farli capire le mie ragioni.

“Sei sicuro che lei lo voglia, che starebbe meglio senza di te? Non ha più nessuno Damon, non lasciarla da sola anche tu… non lo merita”

Tentenno un po’ dopo l’ultima frase…

Ho promesso che non l’avrei lasciata mai più sola… ma ho premesso a me stesso che avrebbe avuto una vita normale, senza di me e strane complicazioni dovute al sangue.

Vedendo la mia indecisione Stefan continua…

“Ti odierà per sempre Damon, non ti perdonerà mai” mi dice, triste per me.

“Beh non potrà se le farò dimenticare di me” dico io abbassando il viso.

“Vuoi soggiogarla… bene fai quello che vuoi, ma io me ne vado!” dice alzando il tono di voce allontanandosi anche lui da me.

So che soffrirò, so che farà dannatamente male, tanto non riuscire più a vivere ma pagherei qualunque prezzo per la sua felicità…













NOTA AUTRICE 
Buona sera a tutte :D
Non uccidetemi vi prego xD
Conosciamo tutte Damon e sappiamo come reagisce di impulso alle situazioni, ma noi lo amiamo anche per questo...
Sostanzialmente nel capitolo, più lungo del solito... spero non vi dispiaccia, non accade nulla e come vi avevo anticipato nella nota dello scorso capitolo c'è un momento di pausa in cui Caroline e Elena di laureano e i loro fidanzati sono con loro.
Damone e Elena passano una giornata a Brighton, al mare e fanno quello che hanno fatto.
La parte finale diciamo che rachiude un po' tutto, dato che per tutto il capitolo Damon ha avuto uno strano umore... ed ecco spiegato il motivo.
Vuole far dimenticare tutto ad Elena... Ma Elena glielo permetterà? E Caroline e Klaus??
Fatemi sapere le vostre supposizioni :)
Ringrazio come al solito le ragazze che recensiscono e quelle che aggiungono la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Lasciatemi un commentino, please :3
A sabato :D
Dreamer_Vampire

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Capitolo 30
*** Be selfish for love ***





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Be Selfish for love




POV ELENA

“Sta tranquilla, è con Klaus… starà bene” mi rassicura Damon disteso sul mio letto.

Sono già undici volte che chiamo Caroline ma lei non mi risponde.

“Se sta bene perché non mi risponde?” dico io cliccando ancora una volta il tasto di chiamata.

“Sarà impegnata” mi dice con sguardo malizioso.

Mi lancio sul letto accanto a lui guardando il soffitto.

“Sai è strano” dico sovrappensiero.

“Cosa?” mi chiede lui perplesso.

“E’ tutto normale”

“Ed è negativo?”

“Sai… prima di conoscerti la mia vita era… diversa. Tutti i giorni erano uguali, si attenevano allo status quo. Università, pranzo con Caroline e avvolte con Klaus, università, casa… certo il venerdì e il sabato uscivo, ma… era tutto così diverso. Credo che una parte di me sapesse cosa mi riservasse il destino, ero in perenne attesa di qualcosa che cambiasse la mia vita… che la stravolgesse… e poi sei arrivato tu” dico girando la testa e facendo scontrare i suoi occhi con i miei.

“Sai la normalità è bella, come fai a non dirlo dopo questi mesi. Stavi per morire in un sacrificio tra vampiri e pazze streghe e ora sei su un letto con un vampiro, tu più di tutti dovresti desiderare di tornare a otto mesi fa… quando la tua vita era normale” dice lui sorprendendomi con le sue parole.

“Hai ragione e sembrerò una pazza ma, anche nel momento più buio di questi mesi non mi sono mai sentita più viva. Anche mentre stavo morendo su un altare di pietra” dico io scrutandolo in cerca di una sua reazione.

“Io la pensavo esattamente come te prima, ma poi mi sono ricreduto e credo che non ci sia cosa più bella di una normale vita e tu la meriti tutta” mi dice accarezzandomi una guancia e mettendomi una ciocca ribelle dietro l’orecchio.

I suoi occhi tornano tristi per un istante, ma proprio mentre sto per farli una domanda a proposito di questo, mi squilla il cellulare.

“Caroline, finalmente!” esclamo all’altro capo del telefono

“Scusa Elena, ho appena trovato la tua chiamata… le tue chiamate, ero… impegnata” si giustifica lei ridendo.

“Allora dove sei?” le chiedo, sorvolando su “quell’impegnata”.

“Da qualche parte in Australia, credo… no Klaus” dice rivolgendosi al mio amico.

“Ok, vedo che sei fin troppo impegnata, ti… vi lascio soli” dico ridendo.

“No, aspetta… lui può aspettare… tu come stai?” mi chiede premurosa.

“Alla grande Care, siamo appena tornati da Brighton” dico io sentendo lo sbuffo di Klaus dall’altra parte del telefono.

“Wow, sono felice per voi… ora dove sei?” mi chiede, ma dubito che lo faccia per vero interessamento, credo che stia cercando di provocare Klaus.

“Ora… a casa” dico reggendole il gioco.

“Elena, non toccate il divano. Lo condividiamo e non ho intenzione di trovare sorpresine al mio ritorno” dice entrando in modalità autoritaria.

“Caroline!” esclamo imbarazzata.

“A proposito di tornare… sai già quando tornerai?” le chiedo.

“Non lo so di preciso” mi dice, ma sento un leggero cambiamento nel suo tono di voce… sembra più triste.

“Tutto ok? Mi stai nascondendo qualcosa Care?” domando incuriosita.

“Elena è tutto ok, davvero… ci facciamo sentire noi. A presto e salutami quel rompiscatole di Damon” dice Klaus con tono dolce e riattaccando.

Io rimango con il telefono a mezz’aria un po’ stranita per il suo comportamento ma decido di sorvolare.

“Damon, ti saluta Klaus” dico parlando con un letto vuoto.

“Damon?” chiamo ma nella mia stanza non c’è traccia di lui.

Scendo le scale del mio appartamento e un pizzico di ansia mi pervade…

Non so ma in questi giorni ho uno strano presentimento… è come se il mio corpo fosse in costante stato di allerta per prepararsi a qualcosa.

“Damon?” chiamo ancora sperando di ricevere risposta.

“Sono qui” mi dice una voce proveniente dalla cucina.

Lo raggiungo frettolosamente entrando in cucina e sedendomi su uno dei tanti sgabelli del piano.

“Che hai Elena? Sembra che tu abbia visto un fantasma” mi dice scrutandomi attentamente.

“Niente, solo un giramento di testa” dico sfuggendo al suo sguardo.


“Che fai?” cerco di cambiare discorso e sembro riuscirci.

“Preparo la colazione” mi dice lui ovvio, indicandomi la pastella che è sulla piastra fumante.

“Waffle?” chiedo sorpresa.

“Già, ti piacciono?” mi chiede invece lui.

“E’ da una vita che non li mangio” dico io sorridente.

“Anch’io, spero solo di ricordare come si facciano” dice lui ricambiando il sorriso e voltandosi nuovamente verso la cucina.

“Caffè?” domando io alzandomi e dirigendomi verso la macchinetta.

Lui annuisce e torna sorridente ai Waffle che sembrano avere un aspetto delizioso.

Porto il bicchiere alla bocca e assaporo quel liquido nero che mi darà la forza di affrontare una nuova giornata.

Assaggio la colazione che il mio ormai fidanzato ha preparato e sono felice di scoprire che oltre a essere incredibilmente bello e intelligente, è anche un ottimo cuoco.


“Allora che ne pensi?” mi chiede lui ridendo della mia espressione deliziata.

“Sono i waffle migliori che abbia mai mangiato… grazie” dico sorridente.

“Non c’è di che” dice lui rispondendo con un sorriso.

“Non solo per i waffle Damon, per tutto. Non so cosa farei se tu non fossi qui” dico.

Cala un lungo e per la prima volta imbarazzante silenzio tra di noi.


“Dobbiamo parlare” mi dice quando porto l’ultimo boccone alla bocca.

“E’ tutto ok?” chiedo perplessa.

“Lo sarà presto” afferma annuendo con sorriso dolceamaro.

Io mi alzo dalla sedia facendola stridere sul pavimento…

Avevo ragione e ora quella sensazione strana che ho da quando ho messo piede fuori dal letto stamattina si è accentuata.

Porto nervosamente il piatto nel lavello per rimandare un momento che sapevo sarebbe arrivato presto.

Riempio di acqua bollente il lavandino e ci immergo le stoviglie sporche.

“Elena” mi chiama lui.

Inizio a strofinare nervosamente con la spugna un piatto che sembra già pulito.

“Elena” mi chiama ancora.

Ma io non mi volto, ho troppa paura ed io non voglio più averne.

Calde lacrime si vanno a mischiare con il detersivo nel lavello, mentre continuo a strofinare con forza lo stesso piatto.

Ora capisco perché Klaus e Caroline sono partiti, capisco perché lei aveva un tono triste e capisco perché se ne sia andato anche Stefan…

Evidentemente non condivideva i metodi del fratello.

“Elena” mi dice ancora, afferrandomi un braccio e invitandomi a voltarmi verso di lui.

“No Damon, tu non puoi farmi questo. Non dopo tutto quello che è accaduto tra noi, non dopo tutto quello che abbiamo superato insieme” dico voltandomi di scatto e sfuggendo con un gesto rabbioso alla sua presa.

Cammino nervosamente sul parquet della cucina cercando le parole giuste per evitare che faccia quello che aveva intenzione di fare già da un paio di giorni.

“Tu non puoi farmi questo, sai quello che ho passato, non puoi lasciarmi anche tu. Non me lo merito Damon, come non lo meriti neanche tu” dico cercando di non incontrare i suoi occhi ormai troppo vicini.

So come funziona la compulsione.

“No Elena io so cosa meriti. Tu meriti una vita normale, trovare un lavoro che ti renda felice, un marito che ti ami e con lui avere dei figli stupendi, che con te diventeranno delle persone fantastiche, come lo sei tu” dice con gli occhi lucidi, ma io distolgo lo sguardo ancora una volta.

“Questo è quello che vuoi tu Damon, non io. Io ho trovato tutto quello che mi serve qui, con te” dico io, allontanandomi da lui.


“Andiamo Elena, come pensi che si svolgerebbe una vita con me. Di certo non ti permetterò di trasformarti e poi cosa accadrà? Tu vivrai una vita da umana mentre io rimarrò così per l’eternità” dice arrabbiandosi.

“E sei io decidessi di trasformarmi?” dico io con il viso ormai inondato di lacrime.

“E’ per questo che devo andare via” dice lui avvicinandosi ancora a me, ma io come scottata dal tocco della sua mano sul mio viso, faccio un passo indietro.

“NO! So come funziona il soggiogamento Damon. Tu mi togli tutti i ricordi che mi legano a te ma il sentimento rimane, solo non riuscirò ad esternarlo perché non saprò a chi appartiene” grido io fuggendo al piano di sopra.


“Ma alla fine quel sentimento se ne andrà e tu mi sostituirai come è giusto che sia” dice raggiungendomi sulle scale.

“E come hai intenzione di mascherare tutto. Conoscendoti mi farai dimenticare dell’esistenza dei vampiri… e di conseguenza del rituale. E come mi spiegherai che Bonnie è morta e che Caroline è un vampiro” dico con rabbia.

“Caroline è partita” ribatte lui con stizza.

“Ma tornerà! E quando lo farà lei mi farà ricordare tutto!” dico ancora più arrabbiata.

“Caroline starà via per un bel po’, è d’accordo con me. Anche lei vuole che tu viva una vita normale” dice improvvisamente apatico.

“Caroline non mi farebbe mai una cosa del genere” affermo io cercando di credere nelle mie parole.

“Invece ti sbagli, credi si sia mai perdonata per essersi nutrita di te quella sera?” dice avvicinandosi a me ancora di più.

“E Bonnie, come spiegherai la sua morte?” dico guadagnando tempo e arretrando sulle scale.

“Un incidente stradale”

“Hai pensato proprio a tutto eh?!” dico rabbiosa.

“Elena anche tu vorresti una vita normale con…” mi dice ma lo interrompo.

“No Damon e te l’ho detto poco fa! Una vita normale è quello che vorresti tu per me e questo mi dimostra quanto tu sia egoista” grido, ormai le lacrime sono finite.

“Si lo sono, ma non lo sono mai stato con te. Ho fatto tutte le scelte sbagliate ma mi rifiuto di farle con te. Ti amo Elena ed è per questo che non posso farlo… non con te” dice avvicinandosi e bloccandomi con i suoi occhi magnatici.

Le pupille si ingrandiscono e mi rapiscono del tutto.

“Avevi promesso che non mi avresti mai più lasciata sola Damon” riesco ancora a dire.

“Avvolte le promesse si infrangono per le persone che si ama” mi dice accarezzandomi il viso.

Una parte di me è incastrata dai suoi occhi ma l’altra vorrebbe spingerlo e urlare.

Ma quanto può una semplice umano contro un vampiro?

“Dimenticherai di aver conosciuto Kol, dimenticherai che io ti ho salvata quella sera al bar e che da quel momento io non ho fatto altro che pensare a te come tu non lo hai fatto con me, dimenticherai che Klaus è un ibrido e che Bonnie e Sheila siano delle streghe, Caroline è partita con il suo fidanzato ma non le chiedi di tornare perché tu non sei egoista e vuoi che si godi la vita che meriti. Ti dimenticherai di Kathrine e del pazzo rituale in cui ti ha coinvolto, Bonnie è morta in un tragico incidente stradale con sua nonna e tu sei addolorata ma devi andare avanti. I tuoi genitori adottivi sono morti perché la macchina aveva un guasto e non per colpa di Kathrine, sul Wichery Bridge a Mistik Fall e non conosci i tuoi veri genitori. Dimentica di avermi mai conosciuto, dimentica Stefan e la nostra gita a New York. Hai comprato la tua macchina come regalo per la laurea e dopo sei rimasta a casa. Dimentica la nostra gita a Brighton e il ritorno all’alba. Meriti tutto quello che vuoi dalla vita Elena… trovalo, fallo tuo e goditi una lunga vita da umana. Ti innamorerai di un bravo ragazzo e con lui avrai una bellissima famiglia e poi all’età giusta morirai com’è giusto che sia. Dimentica di vivere in un mondo pieno di demoni Elena, dimentica di amarmi e dimentica che io ti ami. E ricorda, tu non sarai mai sola. Ti auguro il meglio dalla vita Elena. Vorrei che non dovessi dimenticarlo… ma devi” dice una voce che ormai non ha più niente di famigliare.

Sento delle labbra salate appoggiarsi sulle mie, ma quando apro gli occhi nessuno è davanti a me...

Sono sola... di nuovo.













NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte.
Finalmente TVD è tornato ed evito di commentare xD 
Taaa daaa!
Damon ha deciso di soggiogarla alla fine andando contro il parere di Stefan e non odiatemi, conosciamo Damon e questo era un passo necessario per la storia, già nel prossimo capitolo scoprirete il motivo.
Caroline sa tutto, è vero e io non la giudico, guardiamo la storia dal suo punto di vista... conosciamo Moraroline, si sente in colpa per essersi nutrita di lei e vuole che tutto questo stia fuori dalla vita della sua migliore amica.
Nella prima parte del capitolo Elena dice a Damon cose davvero importanti che ci aiutano a capire meglio questo personaggio un poì OOC in questa storia.
La sua "filosofia" è alla base anche del titolo di questa storia... "Qualcosa che cambi la mia vita".
Non prendete Elena per pazza, di certo non è una pazza masochista che gode quando è coinvolta in rituali del sangue!
Nella seconda parte invece, vediamo Damon combattuto e bipolare xD
Alla fine la soggioga e non vi nascondo che ho pianto mentre lo scrivevo, forse perchè amo questa storia e la sento davvero mia.
Buona Pasqua a tutte e recensite per farmi sapere cosa ne pensate :D
A sabato baci,
Dreamer_Vampire

 

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Capitolo 31
*** People from the past ***


 
 
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People from the past…


Un anno dopo...

POV ELENA

“No!” urlo correndo attraverso un cimitero.

“Lasciami stare!” grido ancora.

“Cosa vuoi ancora da me!?” dico questa volta in un sussurro controllando la mia mano sinistra da cui fuoriesce un fiotto di sangue.

Un paio di occhi castano scuro mi si presentano davanti, ma subito vengono sostituiti da un altro paio di occhi, questa volta azzurri come il mare.

Mi sembrano così familiari ma non riesco proprio a collegarli a nessun viso.

Ad un certo punto non sento più la strana presenza che sentivo dietro di me, quindi mi alzo frettolosamente… ma non decidono le mie gambe dove andare.

È come se nel mio subconscio sapesse dove sto andando.

Giungo in una piccola radura, c’è una grande pietra al centro e sento odore di sangue dappertutto.

Sento anche una ragazza piangere e chiamare il mio nome.

“Elena!” dice una voce familiare a cui questa volta riesco ad attribuire un viso…

“Bonnie!” urlo cercando di capire da dove provenga la sua voce.

“Bonnie!” urlo ancora ma non sento più una parola… né un sospiro… né un sussurro.

Il mio corpo cammina da solo in luoghi già percorsi che il mio corpo riconosce ma la mia mente no…

Raggiungo un piccolo piazzale, dove c’è una pietra conficcata nel terreno… una lapide.

Ci sono dei fiori freschi… sembra nuova ma ci sono dei rampicanti che la circondano, come a non voler dar pace al corpo che giace all’interno.

Mi avvicino cautamente, timorosa del nome che leggerò sulla pietra.

Sradico lentamente e con gesti secchi le erbe che mi rendono sconosciuto il nome.

“Bonnie Bennet – Londra 18/7/1988 – Londra 7/12/2014”

“Elena niente è come sembra” mi ripete una voce.

Mi volto sorpresa ma non trovo nessuno.

“Cerca di ricordare… niente è come sembra, sei in pericolo non è ancora finita” ripete più volte.

Tutto diventa buio, l’unica figura nitida che mi si presenta davanti agli occhi sono un paio di occhi azzurro intenso…

“Bonnie!” urlo portandomi seduta velocemente sul mio letto.

Le lenzuola rosse sono appiccicate al mio corpo così come delle ciocche di capelli lo sono alla mia fronte, ormai del tutto imperlata.

Porto una mano alla fronte per cercare di calmare il respiro, regolare le palpitazioni… ma quando lo faccio sento una sostanza appiccicosa bagnarmi la fronte.

Riconosco l’odore… è lo stesso del mio incubo.

Accendo spaventata la piccola lampada sul comodino e quando riesco ad avere abbastanza luce per vedere con cosa mi sia sporcata, riesco a scorgere un taglio profondo… come quello che mi sono procurata nel sogno.

Lancio un urlo e corro verso il bagno.

Apro frettolosamente il rubinetto e sciacquo la mano.

Mi medico in fretta la ferita e mi lavo la faccia…

“Questa non sono più io” penso fra me e me, mentre mi passo violentemente le mani tra i capelli.

Che fine ha fatto quella ragazza?


“Caroline, ho bisogno di te. Non capisco più niente. Richiamami, ti prego. Ho bisogno della mia migliore amica” dico alla segreteria di Caroline ormai in lacrime, esausta della giornata che è appena iniziata.

Ma tanto so che non mi richiamerà, come non lo ha fatto per tutto questo anno.

È la prima volta che ho sognato Bonnie dopo la sua morte, ma non si può dire che nell’ultima settimana abbia fatto sogni tranquilli.

Un paio di occhi azzurri, che non riconosco, mi tormentano e sono i colpevoli di queste tremende occhiaia che mi ritrovo sotto gli occhi.

Torno nella mia camera con l’intenzione di rimettermi a letto.

Dovrei recarmi al giornale ma oggi è domenica quindi posso dormire…

“6.30” segna la mia sveglia sul comodino.

Guardo il mio letto e le lenzuola sfatte non mi attirano affatto, anche se i miei occhi stanchi reclamano un paio di ore di sonno…

ho troppa paura di chiudere gli occhi, perché so che quando lo farò un paio di occhi mi si presenterà davanti ed io non voglio provare ancora quella strana sensazione di abbandono.

Apro frettolosamente l’armadio in cerca della mia vecchia tuta… ho bisogno di correre!

Percorro il marciapiede appena fuori dal mio palazzo, mi metto gli auricolari e mi sintonizzo con la mia stazione radio preferita.

Corro come non ho mai fatto e le mie gambe sembrano andare per conto loro, guidate dalla voglia che la mia anima ha di sfogarsi.

Ma la mia corsa è bloccata da un locale a me familiare, la sola vista mi procura un dolore acuto nel petto e i miei occhi si riempiono di lacrime che non scenderanno… non più.

Mi dirigo all’entrata squadrando il cartello verde con inciso: “London Grill”.

Mi siedo a un tavolo appartato vicino alla vetrata… al tavolo in cui sedevo con Caroline e Bonnie ogni domenica mattina per il nostro rituale sacro della colazione… ma ho la sensazione che a questo tavolo siano legati altri ricordi che mi sfuggono.

Faccio roteare sul mio indice il mio portachiavi, aspettando che qualcuno venga a prendere le mie ordinazioni.

Nel farlo mi perdo ad osservare i ciondoli attaccati ad esso: un cornetto, una dentiera con i canini pronunciati, come quella delle creature che mi piacciono tanto ma so di per certo che non esistono, e la scritta New York con il simbolo della città che non dorme mai.

E non ricordo neanche per quale motivo ho comprato questi stupidi ciondoli… a New York non ci sono mai stata…

“Elena, è da molto che non ti vedo… cosa ti porto?” mi chiede Kelly, la cameriera con cui spesso chiacchieravamo la domenica.

“Elena?” mi richiama vedendomi assorta su uno dei ciondoli del porta-chiavi.

“Un cornetto” le dico sorprendendomi della mia scelta.

Mentre attendo che Kelly porti la mia colazione, l’immagine di Bonnie e le sue parole mi si materializzano davanti ai miei occhi.

 “Cerca di ricordare… niente è come sembra, sei in pericolo non è ancora finita”.

Guardo il posto di fronte a me e un inspiegabile sensazione si impadronisce di me, sarà Bonnie? Ma cosa vuole dirmi?

E perché non è ancora finita… niente è mai iniziato!

“Cerca di ricordare” ripete una voce non mia, dentro la mia testa.

“Bonnie” sussurro attirando un’occhiata strana da Kelly che dispone sul tavolo il cornetto e il mio caffè.

“Cos’ hai detto?” mi chiede perplessa.

“Bonnie” sussurro ancora non capendo a cosa si stia riferendo la mia amica morta.

Ci sono solo due occhi azzurri che si materializzano davanti a me ogni qual volta sbatto le palpebre.

“Sei in pericolo ancora, chiedi aiuto… cerca di ricordare” continua a ripetere come un mantra.

“Lasciami stare!” dico alzando di parecchio il tono di voce e attirando gli sguardi perplessi della poca gente all’interno del locale e quello preoccupato di Kelly.

“Elena va tutto bene?” mi chiede con sguardo dolce cercando di toccarmi un braccio.

Ma io come scottata dal contatto mi ritraggo in fretta.

Devo andare via da questo luogo… sto impazzendo.

Scappo via dal London Grill prendendo una grande boccata d’aria appena fuori dalla porta.

Mi sfrego le mani nervosamente sul viso e tra i capelli cercando di portare un po’ d’ordine nella mia testa.

Cosa mi sta succedendo… e perché Bonnie vuole comunicare con me dopo quasi due anni dalla sua morte?

Comunicare con me… ma mi sento!

Sembro una pazza.

Corro ancora, cullata dalle note di una canzone che sembra appartenermi così tanto.

What's wrong, what's wrong now?
Too many, too many problems.
Don't know where she belongs, where she belongs.
She wants to go home, but nobody's home.
I's where she lies, broken inside.
With no place to go, no place to go to dry her eyes.
Broken inside


cosa c'è di sbagliato ora? 

troppi, troppi problemi. 

non so a quale posto appartiene, lei appartiene. 

lei vuole andare a casa, ma la casa di nessuno 

è dove lei sta, distrutta dentro
senza nessun posto dove andare, nessun posto dove 
andare, per asciugare i suoi occhi,
distrutta dentro

Vorrei andare a casa, ma da quando Caroline se ne andata, assomiglia più ad un posto dove dormire, mangio sola, sono sempre sola e non riesco a trovare la forza di andare avanti. 



Open your eyes and look outside, find a reasons why.
You've been rejected, and now you can't find what you left behind.
Be strong, be strong now.
 
Apri i tuoi occhi e guarda fuori, 
cerca di trovare uno scopo 

sei stata rifiutata, e adesso non riesci 
a trovare quello che hai lasciato dietro 

sii forte, sii forte, adesso


Ed ha ragione Avril, con questa folle canzane, un po’ come lo sono io.
Devo essere forte, ma per chi dovrei farlo?
Per me stessa?
Ma non mi sembra una valida motivazione…

Her feelings she hides.
Her dreams she can't find.
She's losing her mind.
She's fallen behind.
She can't find her place.
She's losing her faith.
She's fallen from grace.
She's all over the place.




lei nasconde le sue sensazioni 

non riesce a trovare i suoi sogni
sta perdendo la testa 

sta cadendo in basso 

lei non riesce a trovare il suo posto 

sta perdendo la sua fede 
 sta perdendo il contegno 



Ed inizio a piangere, lacrime così bollenti da ustionarmi, con tutta la rabbia e l’abbandono che provo dentro.

Fuggo via da queste via affollate, da passanti che mi squadrano in modo strano, preoccupati alcuni e incuranti altri di una sconosciuta che piange… piange e neanche lei ne sa il motivo.

Svolto in una strada secondaria, infastidita dalla sensazione di essere guardata, ma essa non svanisce nemmeno quando arrivo in un vicolo ceco.

E rappresenta un po’ la mia vita questa strada, giunta ad un punto di collisione con il muro…

Non posso più andare avanti, non ci riesco, dovrei voltarmi, tornare indietro ma c’è qualcosa… qualcuno... che me lo impedisce…

Inizio ad ansimare per la stanchezza, come se il mio corpo si fosse reso conto ora di aver corso tanto...


“Elena” mi chiama una voce arrogante alla mie spalle.

Anche questa è una voce familiare, ma quando mi volto il suo viso mi è sconosciuto…

“Ci conosciamo?” chiedo impaurita allo scorgere dei suoi occhi che ho sognato questa notte.

“A dire la verità si, ma probabilmente tu non lo ricordi” dice schietto e sorridendo beffardo.

“Mi ricorderei di uno come te” affermo decisa un po’ piccata dalla sua arroganza.

“Beh non credo ci riusciresti dato che… ti hanno cancellato la memoria” continua a dire dipingendo un ghigno beffardo sul suo viso.

“Cancellato la memoria… e come?” chiedo io, ridendo dell’uomo che ho difronte.

“Questo è più pazzo di me” penso fra me e me.

“Lunga storia… vampiri, originali, streghe morte… immortalità e un epico amore finito per uno stupido vampiro egoista” dice, in tono canzonatorio.

Il suo aspetto non è affatto minaccioso ma la voce di Bonnie mi urla pericolo…

“Scappa” mi grida.

Ed io la ascolto, fino a quando le mie spalle, lasciate nude dalla canotta nera, non sbattono contro il muro ruvido e freddo dietro di me.

Lui mi guarda divertito e si avvicina lentamente a me.

“Stammi lontano, tu sei pazzo!” dico cercando con lo sguardo possibili vie di fuga.

“Damon ti ha davvero fatto dimenticare tutta la storia… Bravo Damon non sei per niente astuto” dice parlando da solo.

Damon… questo nome mi procura una fitta al cuore e quegli occhi azzurri, quegli dei miei sogni si materializzano davanti ai miei occhi ancora una volta.

“Damon” ripeto, in un sussurro non accorgendomi di aver parlato ad alta voce.

“Oh ma che dolcezza, il soggiogamento ti ha fatto dimenticare le azioni ma non i sentimenti… degno di un grande amore” continua il suo monologo in tono perfido, consapevole di una verità che conosce solo lui.

Soggiogamento so che cosa è…

Ma io non ho mai incontrato nessun vampiro… perché loro non esistono… lo so.

“Lasciamo perdere, forse la storia te la racconterò prima di ucciderti” mi dice avvicinandosi ancora e ridendo.

“Cosa vuoi da me?” chiedo impaurita.

“Niente di che Elena, le solite cose… vendetta cose così” dice, continuando ad avvicinarsi.

“Come fai a sapere chi sono? Io non ti conosco!” dico cercando di guadagnare tempo.

Non so per cosa però… chi mi verrà a salvare?

“Elena, te l’ho già detto tu mi conosci solo non lo ricordi…” dice questa volta trovandosi ad un palmo dal mio viso.

“Ti ricordi di me ora?” dice guardandomi negli occhi e scostando una ciocca ribelle dal mio viso.

“Kol” sussurro prima di cadere in un sonno profondo.










NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte :D
Prima di commentare il capitolo volevo condividere con voi un minuto di silenzio per Enzou :'( (XD)
Mi dispice davvero che sia morto, da quando Rick è morto (I miss you Alaric) era diventato uno dei miei personaggi preferiti...
 e anche se so che il suo "spirito" sarà presente sappiamo che non sarà la stessa cosa...
Riguardo al capitolo...
Allora c'è un salto temporale di un anno, in questo lasso di tempo Elena, come è stato accennato lavora in un giornale (i dettagli ci saranno in seguito, forse) e non sente Caroline da quell'ultima telefonata dello scorso capitolo.
Lei ha continuato a vivere "normalmente" in quella casa, con una costante sensazione di vuoto che non riesce a spiegarsi...
Ha cercato di andare avanti... ma non riesce a trovare una scusa o un punto di riferimento a cui aggrapparsi...
Chi di voi aveva pensato che il misterioso ragazzo della fine fosse Damon??
Bhe mi dispiace deludervi ma è Kol!!
Ve lo aspettavate?? Non credo xD
Ed ecco spiegato l'importante ruolo di Bonnie dopo la sua morte che continuerà ad esercitare anche con un certo ragazzo, il cui nome è menzionato alla fine, che in questo capitolo non è presente ma... non preoccupatevi... tornerà nel prossimo :D
Volevo ringraziare le ragazze che recensiscono :*** (vi adoro) e quelle che continuano a insirire la storia tra le preferite/seguite/ricordate e semplicemente quelle che la leggono ;)
Volevo invitarvi a leggere il primo capitolo, che preannuncia una storia fantastica, di AleDic: Romeo e Giulietta - Love is the most powerful thing. 
E' davvero molto bella e ben scritta :D
A sabato e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo :D
Un bacio :*
Dreamer_Vampire 
 

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Capitolo 32
*** Bad sansations ***





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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
E.Montale


Bad sansations

POV DAMON

“Avevi ragione” dice una voce femminile con un tono da oca giuliva 

“Te l’avevo detto no!” ribatte lui con finta modestia.

“E’ stato bello…” continua lei con voce ancora più irritante.

“Davvero?” chiede il ragazzo sicuro di aver centrato il segno.

Lei invece ride stringendo ancora di più la presa attorno al braccio di lui.

“Sono contento che ti sia piaciuto”

“Si… grazie per l’invito”

E quasi mi dispiace ucciderli, questo pseudo e momentaneo sentimento di amore reciproco che si sta creando tra di loro mi fa vacillare, mi riporta a galla ricordi che ormai da un anno cerco di chiudere in un cassetto remoto della mia memoria senza risultati, ma poi mi ricordo cosa ho fatto durante quest’anno e mi ricredo subito.

“Lo rifacciamo domenica?” le chiede speranzoso lui.

“Se avrai fortuna…” ribatte lei… come se non fosse ovvio che accetterà l’appuntamento che ne darà origina ad altri, ad altri e ad altri ancora…

“Oddio” singhiozza lei finalmente, rendendosi conto di me, disteso al centro di un marciapiede newyorkese insolitamente non affollato.

“E'… credi che sia morto?” chiede lei spaventata.

“Non lo so” balbetta lui avvicinandosi.

Già pregusto il sapore del loro sangue, che si mischierà a quello delle tante altre vittime di questa sera.

Si avvicina cautamente, timoroso di trovarsi davanti qualcosa di spaventoso… che si rivelerà essere tale, per loro…

“Resta lì” le dice voltandosi e cercando di sembrare coraggioso.

Questo mi basta per alzarmi e fare mia la prima vittima.

“Ahhhh” urla la ragazza mentre le recido la carotide.

Lui si volta spaventato, perdendo il finto coraggio che stava dimostrando fino a pochi instanti fa.

“Oh mio Dio!” dice avvicinandosi velocemente a quella che probabilmente sarebbe stata la sua fidanzata o il risultato di qualche scappatella mal riuscita.

Si volta cercandomi attorno, spaventato e arrabbiato allo stesso tempo.

Avanzo lentamente, con la bocca e il mento ricoperti di sangue, come se quello che ho appena fatto e quello che farò siano le cose più normali del mondo.

“Tu… tu… sei quel serial killer vero? Il figlio di Sam” mi chiede balbettando e indietreggiando lentamente.

“Il figlio di Giuseppe, ma… ci sei andato vicino” dico, sorridendo malignamente a questo stupido umano, prima di avvicinarmi e succhiare la vita anche a lui.


POV ELENA

“Damon?” chiamo finalmente associando ad un volto quegli incredibili e profondi occhi blu.

“Sei tornato… sei tornato da me” dico alla figura un po’ triste un po’ felice che si sta avvicinando al mio letto con stampato sul viso un sorriso dolceamaro.

Si siede su uno dei bordi del mio letto, toccandomi una guancia.

Io appoggio il mio viso alla sua mano finalmente felice di averlo di nuovo qui con me…

Di nuovo… Un attimo, io non conosco quest’uomo, quindi non se ne mai andato e allora perché dovrebbe tornare?

Scosto la sua mano, improvvisamente infastidita dal contatto che ritenevo essere più che gradevole meno di due minuti fa.

“Chi sei tu e perché sai chi sono… io correvo e poi… Kol” dico iniziando a balbettare, spaventata dall’ultimo incontro ravvicinato tra me e Kol, che ora ricordo.

Un momento Kol è un vampiro ma io SO che i vampiri non esistono e se ora sono qui vuol dire che in quell’occasione qualcuno mi ha salvata… ma chi?

Mi guardo intorno, cercando particolari familiari che possano fornirmi le informazioni necessarie per capire dove mi trovo, ma la stanza  mi è del tutto sconosciuta.

Quando riporto lo sguardo su quello che ritenevo appartenesse a Damon, sussulto nel trovarmi difronte quello di Kol.

Indietreggio fino a che la mia schiena tocca il freddo ferro dell’elegante ed enorme letto su cui sono seduta.

“Dove mi trovo?” chiedo spaventata cercando di alzarmi dal letto.

“A casa mia” dice lui compiaciuto dal timore che provo nei suoi confronti.

“Tu sei un vampiro ma io so che i vampiri, non esistono” affermo scostando le coperte, ma lui mi blocca e mi copre di nuovo con finta dolcezza.

“Stai a letto… ora ti racconto una storia” dice avvicinandosi alle mie labbra.

“Tu credi di sapere, ma come ti ho già detto, sei stata soggiogata da un vampiro, Damon, tralasciamo i particolari piccanti, perché ti amava troppo e diceva di non meritarti eccetera, eccetera ed eccetera”.

“Ma Damon era qui poco fa” dico pronunciando con fare incerto il suo nome e cercandolo in tutte le direzioni.

“Era una visione che ti ho procurato io, mi dispiace deluderti” dice con un finto broncio.

“Hai detto di volermi uccidere, perché sono ancora viva?” chiedo guardandolo attentamente e cercando di non mostrargli la mia paura.

“Che divertimento ci sarebbe se ti uccidessi subito”


POV DAMON

New York, c’è sempre di mezzo questa dannata metropoli così grande e così dannatamente piccola se cerchi di non incontrare tuo fratello incazzato nero con te.

Ma infondo me la sono cercata io, perché potrei trovarmi in qualsiasi altro posto del mondo in questo momento se non fosse per il fatto che mio fratello è rimasta l’unica cosa che ho… anche se ho spento i miei sentimenti.

Ma infondo a chi voglio prendere in giro?

I sentimenti che provavo li provo ancora, sono solo più nascosti agli altri ma non posso di certo prendermi in giro da solo.

Ho provato a togliermi dal dito l’anello solare ma non ci sono riuscito perché il pensiero di saperla ancora viva e di poter magari incrociare ancora una volta il suo sguardo di cioccolato fuso mi persuade dal farlo.

Penso a come possa essere adesso, ora dopo questo lunghissimo anno.

Chissà come impiega i suoi giorni.

Che lavoro fa o se ha trovato qualcuno degno di amarla come merita.

Penso alla sua vita che sicuramente procede lenta e felice, senza vampiri o streghe che ne dirottano il cammino, mentre io sono qui…

Su una scalinata in pietra, sorseggiando bourbon e guardando un cielo fatto di nuvole nere che rispecchiano pienamente il mio stato d’animo.

“Attento fratello, la tua umanità si vede” mi avverte Stefan sedendosi accanto a me sulle scale e strappandomi la bottiglia dalle mani, facendo un lungo sorso prima di restituirmela.

“Fottiti Stef” ribatto io, bevendo dalla bottiglia ormai quasi vuota.

Seguono momenti di pausa dove mio fratello apre e chiude la bocca in procinto di dire qualcosa che puntualmente non dice.

“Avanti Stefan, parla, fammi la tua morale da fratello maturo… sono qui. Ormai non ho più niente da perdere”

“Sai, qualsiasi cosa stia succedendo tra te ed Elena, devi risolverla. Lei è la cosa migliore che ti sia mai successa” dice velocemente come a volersi togliere dallo stomaco un peso che lo affliggeva da tempo.

“Che c’è? Pensi che io non lo sappia!?” dico ovvio.

“Non posso vivere senza di lei…” continuo dopo poco, riflettendo al cambiamento che mi ha portato a stare qui ora, a guardare un cielo che non mi è mai piaciuto.

“Ma se ci pensi bene, io non sono migliore di Kathrine. Elena sarà più felice senza di me” rifletto dopo poco, cercando di autoconvincermi del pensiero che mi ha fatto andare avanti nell’ultimo periodo.

“Che c’è sono altruista non guardarmi così!” dico dopo poco, notando lo sguardo di rimprovero che mi ha lanciato Stefan.

“Non ti sto guardando in nessun modo” ribatte lui celando un sorriso.

“E’ passato quasi un anno Stef, non la troverò con le braccia conserte vicino al davanzale della sua finestra, aspettandomi e poi lei non si ricorda più di me” pronuncio l’ultima frase con tristezza.

“Un amore del genere non muore mai, Dam” dice lui finendo l’ultimo sorso della mia bottiglia.

“Va bene, va bene… quando riavrò indietro Elena ricorda che sei stato tu… ad incoraggiarmi a non fare la cosa giusta per la sua felicità” dico io rassegnato al volere di mio fratello.

“Lo terrò a mente” ribatte secco, felice per la sua apparente vittoria.

“Fallo” dico voltandomi ancora verso il cielo, che ora sembra un po’ più chiaro.

“Damon?” dice dopo più di dieci minuti, sorprendendomi della sua presenza, più che voluta, ancora vicina.

“Non hai cambiato idea dall’oggi al domani per me, vero? Qual è il vero motivo?” mi chiede centrando anche questa volta il segno.

Io lo guardo un po’ sorpreso, un po’ intimorito da questa strana connessione che abbiamo sin quando eravamo piccoli.

“Ho uno strano presentimento Stef, Bonnie vuole che torni a Londra, dice che non è ancora finita” dico un po’ arrabbiato con me stesso per essere ancora qui a crogiolarmi nella disperazione.

“Allora perché sei ancora qui Dam?” mi chiede non capendo.

“Ho bisogno di mio fratello” ammetto, distogliendo lo sguardo dal cielo e puntandolo verso Stefan, sorpreso quanto me di quello che ho detto.

POV ELENA

È circa un’ora che sono sola in questa grande stanza in stile romano, senza che Kol entri da quella dannata porta a porre fine a questa lenta agonia.

Mi dirigo verso la finestra e noto con rammarico che buttarmi da venti metri da qui mi procurerebbe una fine abbastanza dolorosa.

Apro lentamente la porta, chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi sui rumori della casa che al momento sembrano non esserci.

Mi affaccio nel corridoio, scoprendo una casa davvero grande.

Sono al secondo piano quindi arrivo alle scale senza problemi, mi guardo intorno e mi sembra tutto troppo semplice.

Kol non mi avrebbe mai lasciata sola in casa.

Scendo le scale a chiocciola facendo meno rumore possibile, arrivo all’ultimo gradino e cerco di nascondermi dietro una piccola colonna in marmo per osservare la situazione.

Anche il soggiorno è deserto, e da qui alla porta sono meno di dieci metri, ma ho troppa paura di essere scoperta.

Accenno un passo, timorosa di farne un altro.

Ne faccio un altro con un po’ più di sicurezza.

Ne faccio un terzo raddrizzandomi sui miei passi e appoggiando una mano si un’altra colonna in marmo.

Mi appoggio ad essa, respirando a fatica nonostante i pochi passi incerti fatti fino ad adesso.

“Dai ci sei quasi Elena, non mollare” dice suadente una voce dietro di me.

Mi volto di scatto trovando Kol sorridente appoggiato alla colonna.

“Da quanto eri lì?” chiedo indietreggiando, notando un pugnale intagliato nella sua mano.

“Da un po’, ma mi divertivo troppo a sentire i tuoi battiti aumentare ad ogni passo che facevi verso l’uscita” sogghigna avvicinandosi a me e rigirandosi il manico del pugnale tra le dita.

“Questo.. oh beh anche questo ha una lunga storia, questo è il motivo per cui non potevo ucciderti prima... mi serviva questo” ride ancora vedendomi spaventata dall’arma nelle sue mani.

"Quando più di un secolo fa io e mio fratello stavamo litigando nel cortile dei Salvatore a causa di Kathrine, arrivò Damon e mi pugnalò con questo intinto con la cenere di quercia bianca” continua indicandomi il pugnale.

“Certo con te non servirà, non sei un originale… e neanche un vampiro, quindi ti basterà uno di questi nel cuore e sei morta” dice ridendo ancora.

Lo trovo snervante quel suo ghigno sadico e in questo momento lo odio ancora di più per il fatto che mi stia coinvolgendo in questioni in cui io non centro praticamente niente.

“Io non centro niente” dico abbassando il tono di voce e con esso anche la testa.

“Si che centri” afferma avvicinandosi a me e puntandomi la lama del pugnale sul cuore.

“Quando mi stavo spegnendo, a terra su quel cortile gli promisi che quando mi sarei svegliato avrei ucciso e tormentato la persona che lui avrebbe avuto più a cuore… e tu mia cara… sei la persona a cui lui tiene di più” continua premendomi la lama.

Sento un dolore acuto all’altezza della cassa toracica fino a quando questo non diventa così insostenibile da farmi cadere a terra, strisciando la schiena sulla colonna in marmo.

Combatto con la voglia di chiudere gli occhi, devo restare cosciente altrimenti morirò… lo so.

Ma è così bello e caldo il buio.

È così calmo apparentemente.

Così caldo con me come la vita non lo è stata mai.

“La porto via” dice una voce che pare ovattata alle mie orecchie.

“Dove?” ne chiede un’altra.

“La seppellisco da qualche parte” dice divertita la prima voce.

L’altra sogghigna e sento i suoi passi allontanarsi.

Due braccia mi sollevano da terra ma ormai i miei occhi sono quasi chiusi.

“Damon” sussurro impercettibilmente, non capendo cosa la mia bocca, dalla quale sta uscendo sangue, stia dicendo.

“No Elena, ma lo chiameremo… non preoccuparti” mi sussurra all’orecchio.

“Tra poco sarai sve…” ma non sento più niente.

Due occhi azzurri hanno riempito l’infinito buio che mi stava coinvolgendo e sento calore ovunque.

Sento delle lacrime bagnarmi il viso e poi più nulla…

Il vuoto…

E sono sola… come lo sono sempre stata, ma queste braccia amiche che mi reggono mi danno l’impressione che non lo sarò più da ora in poi…






La mattina, prima che Elena si svegliasse per l’incubo

Sento bussare alla porta con insistenza ma faccio finta di niente e continuo a stiracchiarmi nelle mie calde lenzuola rosse.

Toc, toc, toc

Ancora più forte e ancora più insistenti i colpi sulla porta.

Guardo la sveglia, maledicendo la persona che alle 5:35 della mattina non abbia altro da fare oltre che scocciare chi di ore di sonno ne ha già poche.

“Elena, so che sei lì dentro, ho bisogno di parlarti, ne va della tua vita” urla una voce che non conosco.

Scosto scocciata le coperte e a piedi nudi corro velocemente, per quanto si possa correre la mattina, verso la fonte del rumore.

Apro la porta con uno scatto con una faccia infuriata, pronta a mandare poco educatamente a quel pause chiunque ci sia fuori dal mio appartamento.

Quando la apro, trovo una donna bionda che non ho mai visto in vita mia.

È alta quanto me, di una bellezza semplice.

Ha un paio di jeans attillati, un paio di stivaletti con un tacco basso una canotta bianca, coperta da un elegante giacca con motivi dorati.

“Elena fammi entrare è urgente, Kol vuole ucciderti e…” dice velocemente premendo su una vetrata invisibile che non le permette di entrare.

“Ehi frena, chi sei e chi è questo presunto Kol che vorrebbe uccidermi” affermo guardandola con uno sguardo confuso e un po' divertito.

“Oh non ci posso credere, ti ha cancellato la memoria” dice fra se.

Io sto per chiudere la porta, scocciata da questa strana bionda con problemi mentali.

“Fammi entrare, Elena” dice guardandomi negli occhi, ed io ascoltandola e stupendomi di averlo fatto, pronuncio la parola che finalmente rompe quello strano muro che le impediva di entrare.

“Allora ascoltami, non ho tempo né voglia di raccontarti questa storia quindi stammi a sentire solo un attimo, e non farmi pentire di quello che sto facendo… se lui lo sapesse…” dice.

Sembra arrabbiata con se stessa e anche un po’ con me, cosa che non capisco.

“Ma si può sapere chi sei? Piombi a casa mia alle sei del mattino, dicendomi che un certo Kol vuole uccidermi e che non hai voglia di raccontarmi la motivazione! Tu sei pazza” concludo infine, abbandonandomi sulla poltrona stanca.

“Senti Elena, ti sto salvando la vita, letteralmente, e non ho davvero tempo… lui presto sarà qui e verrà a prenderti e il tuo anello c’è l’ha ancora quel genio di Damon” dice ansante, avvicinandosi a me, che sono scattata in piedi al suono di quello strano nome.

Si morde il polso ed io di conseguenza indietreggio spaventata dal fiotto si sangue che fuoriesce dalla sua mano.

“Perché lo fai?” chiedo scontrandomi con il bracciolo del divano.

“Perché non condivido i suoi metodi di vendetta, tu non centri niente… hai già sofferto abbastanza” dice avvicinandosi ancora a me, con uno sguardo un po’ più compassionevole.

Mi preme il polso sulla bocca, afferrandomi il collo per avvicinarmi al suo sangue.

Io mi dimeno in cerca d’aria, ma in mancanza di essa schiudo la bocca e permetto a questa sostanza ferrosa di entrarmi in gola.

Ne ingoio un po’ mentre calde lacrime di paura e rabbia scendono dalle mie guance.

Lei stacca il polso dalla mia bocca e quando lo fa mi pulisco la bocca cercando di eliminare dal mio organismo la sostanza che inevitabilmente, ho ingerito.

Sto ancora piangendo quando lei si avvicina ancora una volta a me, afferrandomi il viso per fissarmi negli occhi attentamente.

“Non avere paura di me… sul serio ti sto aiutando, lo capirai alla fine di questa storia” dice con una tristezza che non capisco.

“Chi sei?” dico, iniziandomi a fidare di questa tipa strana.

“Rebekah” dice, accennando un sorriso.

“Dimentica quello che è successo questa mattina e dimenticati di me fin quando non diventerai vampiro” dice prima di voltarsi e sparire dalla porta da cui non ricordo fosse entrata.













NOTA AUTRICE
Buona sera a tutte e scusate del ritardo :D
Chi vuole uccidermi mi contatti con un messaggio privato xD
Sere99 ti aspettavi che fosse Damon il soccorritore di Elena? :D mi dispiace deluderti e deludere quelle che ci avevano creduto ma non è così :D
La nostra principessa guerriera non è stata salvata da nessuno apparentemente infatti muore :(
Ma un piccolo flashback a fine capitolo ci informa cosa è successo la mattina prima che Elena si svegliasse...
Chi si aspettava che la nostra Bex sarebbe tornata?? C'era qualcuno che lo aveva capito?? xD
Andando in ordine...
La scena iniziale, non so se ve ne siete accorte, è tratta da quell'episodio della quarta stagione girato a New York, quando Damon degli anni 70 (?) uccide quei due ragazzi all'inizio puntata, come sottofondo immaginatevi Psyco Killer che amo :D
La scena di Damon e Stefan sul muretto invece è tratta dalla 5x11 e i discorsi sono quasi identici...
Ho amato quel momento, non so voi :D
Ringrazio come al solito quelle tre ragazza che vorrei fare Sante xD che recensiscono la mia storia e sono ancora qui, nonostante gli ormai 32 capitolo (Si, 32 :D non ci credo neanche io XD).
Ringrazio anche le ragazze che continuano a inserirmi tra i preferiti/ricordati/seguiti e quelle che mi scelgono come autore preferito (si strano, ma ci sono).
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa svolta che porterà inevitabili conseguenze, perchè di certo non sarà tutto rose e fiori d'ora in poi...
Baci a sabato
Dreamer_Vampire

P.S volevo invitarvi a leggere la mia one-shot che trovate nella mia pagina autore, una delena dal mio punto di vista (ringrazio in anticipo chi lo farà :D)

 

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Capitolo 33
*** Fight over the time ***





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Fight over the time

POV ELENA

Rumori ovattati, clacson e urla….

Un insieme di rumori e suoni che mi circondano, stordendomi… senza darmi tregua.

Accarezzo le lenzuola che mi circondano, trovando in esse un appiglio.

Cerco di aprire gli occhi ma le palpebre sono pesanti e non mi permettono di capire dove mi trovi e perché all’improvviso ho perso la cognizione del tempo.

A un certo punto i miei occhi trovano la forza di alzarsi e come se tornassi da una lunga apnea, mi porto a sedere su questo letto morbido su cui ora riconosco bianche lenzuola di seta.

Da un'unica ma grande finestra con le tende decorate con fini motivi dorati, entra una flebile luce che mi abbaglia con quel poco di lucentezza ed io come scottata distolgo lo sguardo.

Niente di questa elegante stanza mi è familiare, non lo è il piccolo e raffinato tavolino in vetro su cui ci sono fiori viola e non lo è la valigia colma di vestiti ai piedi dell’enorme armadio bianco, decorato con gli stessi motivi delle tende.

Mi affaccio alla finestra, attenta a non entrare troppo in contatto con la flebile luce crepuscolare che m’infastidisce inspiegabilmente ancora una volta.

Il panorama che si vede da questa enorme vetrata, a differenza della stanza, non mi è sconosciuto, infatti, scorgo il Big Ben in lontananza.

Londra… sono ancora qui, e questo è già un passo avanti.

Mi volto ancora una volta verso la stanza e raggiungo la valigia per scoprire se gli abiti contenuti da essa mi appartengono e magari io non ricordo di essermene andata di casa.

Una maglia rossa, non mia, è piegata accuratamente all’interno ed io come spinta da non so quale forza la afferrò e la porto al viso per vederne meglio il colore che mi attira.

“Questo è tuo” dice una voce suadente alle mie spalle, mi volto ma non trovo nessuno.

Quando mi volto ancora però, non riesco a credere ai miei occhi.

Ci sono io con un maglione nero che non ricordavo possedessi e una faccia strana.

E poi c’è un ragazzo…

“Damon” sussurro fra me e me, non capendo cosa sto dicendo.

“Aspetta Damon…”. La me, che in questo momento non sono io, parla, sputando quelle parole con rassegnazione e un po’ stupita dall’evidente coraggio non tipico da me.

Damon si blocca, si volta e sul suo viso felice e sorpreso si dipinge un sorriso bellissimo.

“C’è qualcosa tra noi Damon, qualcosa che non so definire e…” l’Elena davanti a me parla ancora ma la sua frase è interrotta da un bacio improvviso e ben voluto da entrambe le parti.

La visione svanisce e diventa un ricordo all’interno della mia testa, dove ora albergano nuovi, o meglio vecchi, ricordi di cui sono stata privata.

Ora ricordo come sono arrivata qua, Kol mi ha uccisa ma avevo il sangue di Rebeka in copro quindi ora sono… in transizione per diventare un vampiro!

La mia faccia è rigata da lacrime arrabbiate e la voglia di urlare aumenta con lo scandire fastidioso del tempo, dettato dalla lancetta dei secondi che vibra fastidiosa su quell’orologio asettico attaccato al muro.

Ma non urlo, non è ho la forza, le lacrime hanno creato un groppo in gola, attorcigliandomi le corde vocali e non permettendomi di pronunciare alcun suono.

Mi accascio a terra, strisciando la schiena contro il muro accanto alla finestra, in una stanza in cui ormai è calato il buio.

La mia testa è bombardata da ricordi, alcuni tristi, alcuni troppo per essere sopportati ma altri talmente belli da riuscire a darmi la forza di superarli e andare avanti.

Sguardi incandescenti rubati in pub, una sera noiosa e monotona come altre, in cui cercavo qualcosa di più che alla fine ho trovato, ma mi è stata rubato.

Tante immagini si susseguono nella mia testa, tartassandola e non lasciandola in pace per neanche un secondo.

Molti tasselli vanno al loro posto, come il London Grill e il posto vuoto difronte a me, al tavolo vicino alla vetrata dove ci siamo conosciuti meglio.

“Comunque sono Damon”

“Elena”


Ricordi di quando eravamo a casa mia, con Caroline, che ancora c’era, sconvolta, sulla porta dalla situazione davanti a lei.

“Non sarai triste per sempre Elena”

Baci rubati nel parcheggio di un aeroporto, prima di prendere un areo per New York.

“Perché non vuoi farmi vedere che provi dei sentimenti?”

“Perché quando lo faccio, faccio soffrire le persone che mi circondano ma… Con te ho difficoltà a reprimerli... e stranamente questo invece di infastidirmi mi piace. Fai uscire fuori una parte di me che credevo morta per sempre, se è mai esistita”

Discorsi fatti in strade sconosciute, altri in un ascensore, interrotti dalle telefonate di Caroline.

“Damon ci conosciamo da poco più di due settimane cosa conto per te! Perché dovresti rischiare la vita per me!”.

“Forse perché Ti amo”

La lettera, i miei genitori, l’anello che ora non porto più al dito, Kathrine… il sacrificio, tutto s’incastra come un enorme puzzle nella mia testa.

Bonnie la sua morte e la tristezza che la sua essa ha portato in me e Caroline, la sua presenza il giorno della nostra laurea e i giorni tristi, che hanno preceduto quel felice giorno ormai tanto lontano.

Il portachiavi e la macchina, che di certo non potevo permettermi e la gita a Brighton e fare l’amore su una spiaggia deserta in una notte senza stelle, scandita dai nostri sospiri e gemiti.

Poi c’è il ricordo più doloroso…

Quello nel quale lui mi ha fatto scordare tutto credendo di farmi del bene…

“Avevi promesso che non mi avresti mai più lasciata sola Damon”

“Avvolte le promesse si infrangono per le persone che si amano”

Rabbia, troppa rabbia!

Concentrata su un unico volto, un unico paio di occhi che vorrei odiare ma non ci riesco e allora odio me stessa.

Odio me stessa per quello che sto per diventare, odio me stessa per non riuscire ad odiarlo e odio me stessa perché nonostante tutto non riesco a smettere di pensare agli occhi azzurri che gli appartengono.

“No, no, no!!” riesco ad urlare ora prendendomi la testa fra le mani e acchiappandomi i capelli come a volerli strappare.

“Elena” mi chiama una voce dolce, entrando dalla porta della stanza con alcune buste, che scaraventa a terra quando mi vede accartocciata su me stessa contro un muro.

“Perché lo ha fatto, perché??! Mi ha lasciata sola, e io non volevo. Sono sola ancora una volta... per colpa sua” urlo ancora, alzandomi da terra e ponendo una domanda a Rebeka a cui ovviamente non può rispondere.

Lei non mi risponde ma mi abbraccia, sorprendendomi.

“Shh, ci sono io… ci sono io” mi stringe forte, come nessuno mi ha strinto mai…

Così forte che mi manca il respiro ma ne ho bisogno, ne ho dannatamente bisogno, così tanto che mi aggrappo a lei e piango, piango ancora sulla sua spalle.

Lei non fiata, aspetta che le lacrime cessino, poi si stacca mi sorride dolce e mi porge una cosa che all’inizio non riconosco.

Poi la mia gola arde e mi rendo conto solo adesso di quanta sete io abbia.

Lei annuisce come per darmi il consenso di prenderla.

Le strappo dalle mani la sacca di sangue e strappo anche il piccolo beccuccio di plastica che lo sigilla.

Premo forte la busta di plasma fino a che un fiotto di sangue mi scende lungo la gola, riscaldandola ma non saziandola.


POV DAMON

“Pronto fratello?” mi chiede Stefan, accanto a me squadrando il cancelletto nero del palazzo bianco nel quartiere di Kensington and Chelsea.

Io annuisco incerto prima di spalancarlo questo maledetto cancello nero e salire a due a due le scale che mi separano da lei.

Arrivo al quarto piano e busso con forza alla porta del suo appartamento ma nonostante i minuti passino lenti, nessun paio di occhi nocciola la apre.

Mi concentro per sentire piccoli suoni ma nessun rumore fuoriesce dall’appartamento.

Rimango ancora un po’ sulla soglia della sua porta, sperando qualcosa che non sembra arrivare, sperando che una cascata di capelli castani mi solletichino il volto, sperando che lei a piedi nudi con il mio maglione nero, che non mi ha mai restituito, spalanchi la porta e mi corri in contro, con il suo sorriso che contagia sempre gli occhi, quegli occhi che ho tanto amato, quegli occhi che continuo ad amare e credo che amerò per sempre.

Stefan mi guarda preoccupato per la mia faccia ormai schiacciata dal senso di colpa e dalla brutta sensazione che da giorni mi porto dietro.

“Sarà uscita” mi dice Stefan, ma neanche lui ci crede alle sue parole.

Sappiamo entrambi che le parole di Bonnie sono state chiare e di certo non me le sono immaginate…

“E’ in pericolo, lui è tornato, va da lei prima che sia troppo tardi”.

Non volevo crederci all’inizio ma dentro di me, quella scintilla luminosa che mi ha salvato dall’oblio, mi ha ricordato che se ero ancora vivo lo ero solo per qualcuno e che se quel qualcuno era in pericolo, io dovevo salvarlo.

È per questo che sono andato a New York da Stefan ed è per questo che chiamerò Klaus appena i miei dubbi saranno fondati, perché se Bonnie ha detto “Lui è tornato”, quel lui può essere solo una persona… Kol.

“Damon, dove stai andando adesso?” mi chiede mio fratello preoccupato, venendomi dietro in questo labirinto di scale.

Ma io non curante delle sue domande continuo a camminare verso la Camaro, diretto alla grande villa dove spero ci sia ancora Kol.

Apro furiosamente lo sportello e mi siedo sul sedile, aspettando impazientito che Stefan faccia lo stesso.

“Damon?!” mi chiama ancora stordito dalla mia impazienza di arrivare ad una destinazione che lui non conosce.

“Bonnie mi ha detto:“E’ in pericolo, lui è tornato va da lei prima che sia troppo tardi”, testuali parole” dico all’indirizzo di Stefan che ora mi guarda con una maggiore consapevolezza di quello che sta accadendo.

“Pensi che Kol sia tornato per vendicarsi?” mi chiede.

“Sì, e io sono stato così stupido da credere che si fosse scordato della suo promessa centenaria… spero solo che non sia troppo tardi” dico, ingranando la marcia rabbioso con Kol ma anche con me stesso per essere stato così ingenuo.

“Elena se la caverà, trova sempre un modo per cavarsela” dice Stefan, cercando più che altro di convincere se stesso.

Prendo l’autostrada e mangiando i metri arriviamo nei pressi della grande villa bianca, che Klaus una volta mi ha detto essere l’abitazione di suo fratello che se è andata come penso, presto sarà morto.

Parcheggio quasi sopra le eleganti scalinate bianche che anticipano la porta e scendo sbattendo ancora la portella della macchina.

“Damon, cosa pensi di fare… è un originale” dice Stefan, cercando di modulare il tono di voce per non essere ascoltato da Kol.

“Ci penserò quando sarò dentro” affermo io schietto, strattonando la presa in cui Stefan mi aveva bloccato.

“Non vedrò mio fratello morire” dice lui, bloccandomi ancora.

“Allora faresti meglio a rimanere fuori” dico, staccandomi ancora da lui e pentendomi un po’ del mio tono duro, quando scorgo una scintilla di delusione nei suoi occhi verdi.

“Chiama Klaus Stef, digli cosa è successo e fallo tornare… subito” dico, cercando di sembrare meno nervoso di quello che sono.

Gli lancio il mio telefono e salgo le scale velocemente, aprendo la grande porta e non voltandomi più indietro.

“KOL!!”

“KOL!!” urlo cercandolo in tutte le direzioni.

“Ehi non gridare, sono qui amico” dice ghignando, calcando la parola amico prendendosi beffe di me, ma ora non è il momento di pensare al mio orgoglio.

“Lei dov’è?” chiedo restando distante da lui, sapendo di non riuscire a controllarmi e sapendo anche che non avrei nessuna chance di sopravvivenza contro di lui.

“Che t’importa, non si ricorda neanche più di te” dice ridendo ancora, scendendo lentamente le scale vicino a sua sorella Rebeka.

Poi sento odore di sangue e ho un tuffo al cuore.

Ai piedi di un’imponente colonna di marmo, c’è una grande chiazza di sangue.

Lui nota i miei occhi assorti in quel liquido scuro, lottando contro la consapevolezza di essere arrivato troppo tardi, e ride ancora, più forte ora che finalmente si è vendicato.

“Cosa le hai fatto?” chiedo cercando di cacciare indietro le lacrime che minacciano di scendere.

“Cosa le hai fatto!” ripeto ancora, questa volta con rabbia, afferrandolo per la sua costosa maglia del cazzo e cercando di spegnere il suo ghigno che a dispetto di me, si allarga maggiormente.

Gli occhi di Rebeka mi cercano e la sua testa si scuote in un gesto di diniego impercettibile, accompagnato da occhi tristi che cerca di nascondere al fratello.

Io la guardo non capendo, troppo concentrato a odiare suo fratello.

“Credevo fossi più intelligente, Damon… infondo ho fatto quello che ti aspettavi. L’ho uccisa con quella stessa arma con cui tu hai ucciso me” dice, come non toccato minimamente dalla vicenda.

“Lei non centrava niente” dico io, mollando la sua maglia e voltandomi per cercare di controllare una lacrima che ha dispetto delle altre è scivolata via.

“Lei non centrava niente!” grido ancora, girandomi verso di lui, perché ormai della mia vita non me ne frega più niente.

Gli sferro un pugno sul suo viso dove ancora aleggia divertimento e lui indietreggia per niente sorpreso dal mio gesto.

Mi salta addosso colpendomi ripetutamente e io non rispondo, sono stanco di combattere, sono stanco di tutto.

Lui mi afferra il cuore stringendo la presa attorno al muscolo.

Io non grido, non grido perché non servirebbe a niente farlo e un po’ perché sono felice di mettere fine a questa agonia.

Forse io ed Elena ci incontreremo ancora, forse Dio esiste e mi farà passare con lei qualche ora prima di dannarmi l’anima.

Poi però penso ad Elena, al fatto che lei è morta senza ricordarsi il mio nome, senza ricordarsi che io la amo e che lei mi ama e che probabilmente la nostra storia, seppure è stata breve, è stata piena.

Piena di momenti felici  ma anche tanti tristi, che insieme abbiamo superato con la forza della connessione strana dei nostri occhi, già dalla prima volta che ci siamo incontrati.

E sapere che è morta in un lago di sangue, così atrocemente nonostante io abbia fatto di tutto per cercare di tenerla al sicuro da tutto e tutti, fa male.

Fa male più di questa mano conficcata nel petto che mi stritola il cuore.

E sono stato un coglione, davvero un coglione a pensare che senza di me sarebbe stata meglio.

L’ho lasciata sola di nuovo e ora sarebbe viva, accanto a me a illuminarmi la vita con i suoi occhi grandi e profondi.

Allora chiudo i miei immaginandomeli quegli occhi, sorridendo come un cretino.

Però il buoi non arriva, i miei occhi li apro e Kol davanti a me non c'è più.

C’è solo Rebeka con una faccia distrutta e stravolta dalle lacrime e poi c’è suo fratello riverso a terra con un paletto di quercia bianca nel petto.

“Elena non è morta Damon, Kol non lo sa ma… l’ho trasformata, ora è un vampiro”.















NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte :D
Stefan è morto! Cioè seriously?! xD
So che ritornerà, lo so perchè TVD senza Stefan non è lo stesso e la Plec non è così stupida da farlo rimanere dall'Altro Lato, ma comunque guardare quegli occhi verdi spegnersi e sentire le urla strazianti di Caroline mi ha devastata, come la scena finale Dalaric ieri sera du la5.
Poi guardando il promo ci sono rimasta ancora più male, non so se lo avete visto ma l'esplosione di Mistik Falls mi ha straziata.
Ho pensato a tutti i momenti che i nostri amati personaggi hanno passato e mi è scesa una lacrimuccia.
Ho pensato a casa Salvatore e alla Camaro di Damon che hanno accompagnato i momenti più belli Delena e ci sono rimasta malissimo :'(
Ma ora, parliamo del capitolo che è meglio...
Elena si è un vampiro! Si, ha scelto di trasformarsi e non ci ha neanche riflettuto...
Non giudicatela, ma la Elena della mia storia è un po' diversa...
Questo cammino è iniziato con lei che cercava qualcosa che cambiasse irremidiabilmente la sua vita e così, anche se in modo un po' strano, lo ha fatto.
Ora lei può avere tutto quello che la vita le ha tolto a cominciare dalla sua nuova amica, Bex.
Amo il suo personaggio e mi è sembrata la ragazza più simile al carattere della mia Elena in questa storia.
So che probabilmente molte di voi si staranno chidendo: "Rebeka non ucciderebbe mai suo frarello!" ed è così ma per ragioni che verrano spiegate nel prossimo capitolo, diciamo che questa sua scelta è resa plausibile.
Questo è stato il mio capitolo preferito fino ad ora, mi è piaciuto tantissimo scrivere di Elena che ricorda Damon e tutti i momenti che ha passato con lui.
Non so se vi ricordare, ma le frasi in corsivo sono prese da tutti i capitolo più significativi di questa storia :D
Detto questo spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi invito a recensire, mi fareste un grande favore :)
Inoltre rigrazio AleDic (che scrive storie fantastiche), Sere99 e astrosere che recensiscono sempre q e mi sono di supporto.
Grazie alle ragazze che continuano ad aggiungermi alle preferite/ricordate/seguite e a quelle che recensiscono semplicemente.
Un bacio e a sabato
(R.I.P Stefan Salvatore)
Dreamer_Vampire

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Capitolo 34
*** I fell the need to kill ***




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I fell the need to kill

POV DAMON

“Elena non è morta Damon, Kol non lo sa ma… l’ho trasformata, ora è un vampiro”.

Me lo dice così, senza badare al fratello morto a terra.

Mi fissa negli occhi, cercando nei miei qualcosa che non capisco.

“Sono andata da lei prima che Kol la rapisse e le ho dato il mio sangue” continua, cercando qualunque tipo di reazione da parte mia, che però non arriva.

Sono impietrito, gelato e frastornato.

Elena… la mia Elena ora è un vampiro…

Lei mi passa accanto guardandomi triste, come non l’avevo mai vista.

Mi sfiora un braccio impercettibilmente.

“Lei sta bene, si ricorda tutto ora, ma ha bisogno di riflettere su quello che è successo… Andremo via da qui” dice prima di voltarsi verso l’uscita.

“Dov’è ora?” chiedo in un sussurro restando voltato verso le scale.

“Damon… te l’ho detto, lasciala in pace per ora… merita almeno questo” mi dice girandosi ancora una volta nella mia direzione.

“Ma io non posso… devo vederla, tu non capisci… io… io… la amo” dico chinando il viso.

“Anche lei ti ama, ed è proprio per questo che devi lasciarla andare per il momento. Il tempo guarirà le ferite… ne avete molto a disposizione ora” poi se ne va ed io non la blocco più.

Rimango ancora un po’ qui, a fissare il corpo incenerito di Kol, ma neanche la sua morte mi da un po’ di pace.



POV ELENA

È strano come cambia la vita da un’ora a un'altra.

Un’ora fa, ero tra le braccia di Rebeka che piangevo, odiando me stessa e Damon per quello che mi era successo, ora sono su questo grande letto a preparare questa enorme valigia e caricarla di tutti gli abiti che Rebeka ha comprato.

Voglio andare via di qui, una volta per tutte.

Voglio lasciarmi alle spalle questa città delle opportunità che me ne ha date, davvero tante, ma contemporaneamente me ne ha tolte, più di quanto ne avessi.

Dovevo andarmene via da sola… era questo il piano di Rebeka, ma quando lei mi ha vista in questo stato lo ha cambiato… ha detto di voler venire con me.

Ed è per questo che ora sono sola ancora, ma questa volta ancora per poco, in questa stanza che ora so essere di un hotel di lusso in periferia, ad aspettare che la mia ormai amica torni, cercando di inventare scuse plausibili per staccarsi da suo fratello e lasciare questa città per sempre con me.

È curioso e allo stesso tempo strano immaginare quella sera, che ora mi appartiene di nuovo, a casa di Klaus e Damon quando ci siamo conosciute.

A primo impatto mi è sembrata fredda e crudele, un po’ come gli occhi cattivi di Kol, ma dopo ieri e oggi ho capito che la sua era una corazza con cui si proteggeva, solo perché, anche lei come me, si sentiva sola, usata dai suoi fratelli come arma di vendetta nelle loro faide familiari.

E sono così felice di averlo capito, e ora sono così felice di essere quello che sono, perché so che ho tutto il tempo del mondo per realizzare i sogni che fino ad ora non ho realizzato, perché so che tutto quello che ho trovato, lo troverò fuori di qui… perché la vera bellezza della vita, io non l’ho ancora vista.

E le metto a tacere quelle vocine dentro di me che mi urlano che sto sbalgiando… Che mi dicono: “chissà cosa direbbero i tuoi genitori di te”, tutti e quattro strappati a te crudelmente dalla vita.

Probabilmente sono delusi da me, sono un vampiro e loro hanno fatto tanto per impedire che morissi.

Hanno pagato con le loro vite la mia ed io ora sono felice…

Sono felice di essere un mostro, perché anche se sarà difficile controllare questa costante fame che sento, so che lo supererò e non dovrò più avere paura del domani, perché in fondo so che è questa la parte più bella dell’essere un vampiro.

Perché ti prendi quello che vuoi, quando vuoi e dove vuoi e non provi più la paura che tanto odiavo provare prima di oggi.

Poi penso a Damon, al fatto che ancora lo amo dopo tutto, e fa male sapere che un amore come il nostro sia finito, fa male pensare che lui non saprà mai che sono un vampiro ma ora fa ancora troppo male il cuore per pensare di cercarlo e chiarirmi con lui.

Perché quello che mi ha fatto brucia ancora e non credo di riuscire più a perdonarlo, anche se una parte di me lo ha già fatto, l’altra è troppo ferita per pensarci.

Rebeka sarà qui a momenti, lo so perché ora posso sentire i suoi passi sul pavimento del corridoio.

Guardo un’ultima volta il panorama di Londra della finestra di questa stanza, e so già che un po’ di nostalgia la proverò ma supererò tutto…

Perché sono un vampiro, è da oggi inizierò a vivere la vita, anche se sembra un po’ assurdo che inizi a godermi la vita da morta…

“Sono tornata, sei pronta?” mi chiede Rebeka, che preceduta dal rumore dei suoi passi, ha spalancato la porta.

Io mi volto, pronta ad accoglierla con un sorriso, ma la sua faccia non ne ha uno come la mia.

Ha la faccia stravolta e gli occhi gonfi e rossi dalle evidenti lacrime che deve aver versato.

“Reb, che è successo?” domando avvicinandomi a lei.

“Ho ucciso Kol” dice soltanto, sedendosi sul letto e prendendosi la testa fra le mani.

Io mi siedo accanto a lei e le metto una mano sul ginocchio, stringendola con una presa che vuole essere di conforto e invitandola a continuare.

“E’ da mille anni che mi muovo in simbiosi con lui, non mi lasciava libera di fare niente se non il suo volere, ha ucciso mia madre Elena… e questa volta non c’è l’ho fatta… quando ho visto che stava per uccidere Damon… io, ho ucciso lui” si ferma, resasi conto di aver pronunciato quel nome.

“Che ci faceva lì Damon?” domando non capendo, un po’ infastidita da questo stupido velo di lacrime che mi si è parato davanti allo sguardo alla sola pronuncia del suo nome.

“Cercava te, Elena. È entrato in casa e ha urlato come non ha mai fatto. Dovevi vedere come era ridotto… piangeva e dopo aver saputo che eri morta non rispondeva neanche ai pugni di Kol, era pronto a farsi uccidere, era sconvolto” mi dice guardandomi negli occhi, accantonando i suoi di certo più gravi problemi.

“Tu gli hai detto che…”

“Si gli ho detto che sei un vampiro e lui voleva vederti” mi dice cercando di sorridere.

“No… io non posso, non ora… non me la sento, è troppo presto” dico alzandomi in piedi e andando di nuovo vicino alla finestra, per non pensare ancora ai suoi occhi e al suo sorriso che tanto mi mancano.

“Lo so, lo so… è quello che gli ho detto” dice alzandosi anche lei e raggiungendomi.

“L’hai perdonato… lo vedo dai tuoi occhi, allora perché non vai da lui?” mi domanda toccandomi un braccio e sorridendomi dolce.

“Io non l’ho perdonato… ho bisogno di ritrovare me stessa… voglio andare via da qui”.

“Che ne dici di New Orleans? C’è una persona che non vedo da tanto e voglio presentartela” mi dice, prendendo la sua valigia in mano e uscendo dalla porta della stanza.

“Bourbon Street ci aspetta!” dico euforica, indossando il mio giubbotto di pelle marrone e raggiungendola con la mia valigia.

Nessun problema potrà raggiungermi lì… credo.


POV DAMON

“Damon, ti decidi a dirmi cosa è successo?” mi chiede mio fratello in tono esasperato.

“Kol è morto” dico semplicemente, versandomi l’ennesimo bourbon.

“Come? Ma non avevi nessun paletto di quercia bianca” dice, aggrottando le sopracciglia.

“Rebeka ne aveva uno e l’ha ucciso” affermo schietto, sedendomi sulla poltrona in pelle di casa mia.

“Rebeka ha ucciso suo fratello?” dice alzando il tono di voce, perplesso più di quanto già non lo era prima.

“Conosci Rebeka, amava la sua famiglia, maggiormente i suoi fratelli… ma Kol le ha sempre impedito di fare tutto, l’ha allontanata da Klaus per tutti questi anni facendole credere che era stato lui a uccidere la loro madre, quando invece è stato Kol. Di certo non era indifferente alla cosa, ma quando l’ha scoperto ha iniziato a provare rancore per Kol… lei ha sempre adorato Klaus e non ha accettato la decisione di suo fratello di vendicarsi… quindi ha preferito farlo lei” dico, sbattendo un altro bicchiere vuoto sul tavolino in legno accanto alla poltrona.

“E tu come fai a sapere tutte queste cose?” chiede ancora mio fratello, non capendoci niente.

“Ho detto io a Rebeka che è stato Kol a uccidere la loro madre, quando sono venuti a cena da noi, tu non facevi ancora parte dell’allegra famiglia”.

“Ed Elena, hai saputo qualcosa?”

“E’ viva, più o meno… lei ora è un vampiro” affermo, cercando di essere il più calmo possibile.

“Cosa?” chiede Stefan, sgranando gli occhi.

“Rebeka è andata da lei prima che Kol la rapisse e quindi ora anche lei è un vampiro. Ora lei è la sua nuova amichetta partiranno all’avventura” dico, ma neanche il sarcasmo riesce a nascondere la mia evidente ansia e paura.

“Perché non vai da lei?”

Lo guardo, aprendo le braccia in un gesto esasperato e stanco.

“Hai detto tu stesso che mi avrebbe odiato per sempre… eh no Stefan, non dire “te lo avevo detto”.

“Klaus non mi risponde, ho provato a chiamarlo più volte… e anche Caroline ha il cellulare spento” dice cambiando discorso con un accenno di sorriso.

Lo ringrazio mentalmente per avermi risparmiato un’altra predica e mi verso un altro bicchiere di whisky, unica mia distrazione in questo momento.

Penso solo ad Elena e a quello che è ora, dandomi la colpa di tutto, perché effettivamente è così, e allora bevo.

Bevo perché se non lo faccio penso ad una cosa sola… al sangue e all’incredibile bisogno che ho di uccidere… di squarciare la carotide di qualcuno.


POV ELENA

La sera dopo…

“E’ tutto chiaro?” mi domanda Rebeka per l’ennesima volta.

“Si Reb, non preoccuparti” le sorrido, cercando di non trasmetterle l’insicurezza che invece provo.

Lei mi sorride di rimando allontanandosi un po’.

Io faccio quello che mi ha detto, mi sdraio su questa strada poco trafficata, appena fuori questa nuova città in cui mi trovo.

Probabilmente New Orleans sarà una città di passaggio o forse ci fermeremo qui per un po’, ma non m’interessa… tanto ho tutto il tempo del mondo.

Nell’attesa che una macchina con a bordo il mio spuntino si presenti, guardo il mio anello solare.

Quando siamo partite era sera e nella hall dell’albergo Liv, una vecchia amica di Rebeka ha trasformato il mio anello di bigiotteria in un anello diurno…

Non ci credevo all’inizio, poi però quando sono scesa a terra e il sole splendeva alto nel cielo, mi sono ricreduta.

Guardo il cielo plumbeo e sorrido mentre una lacrima solitaria riga il mio viso.

E sembro una pazza, qui sdraiata su questa strada deserta, che rido e piango senza motivo.

Forse perché è il mio compleanno e forse è semplicemente l’aria di fine agosto che porta con sé un po’ d’estate è un po’ di autunno.

E sembra passata una vita dall’ultima volta che ho incrociato lo sguardo azzurro di Damon e che le mie labbra hanno provato le sue.

Dio, quanto vorrei che fosse qui in questo momento a illuminarmi la giornata con il suo sorriso contagioso, ad augurarmi buon compleanno e ad accarezzarmi il viso come solo lui sa fare…

Stupida, stupida, stupida.

Ecco cosa sono… possibile che dopo tutto io lo ami ancora?

Sento il rumore di alcuni passi avvicinarsi a me e capisco che una macchina si deve essere fermata e io non me ne sono accorta.

La voce di una ragazzo mi spinge a riaprire gli occhi e come mi ha detto Rebeka lo soggiogo:

“Non avere paura di me, non urlare e quando avrò finito scordati di avermi incontrata” dico, fissando attentamente gli occhi azzurri del ragazzo sulla trentina, inginocchiato sul mio corpo disteso.

Mi alzo in uno scatto, arrabbiata con lui per il colore dei suoi occhi.

Si Elena, è possibile che tu lo ami ancora.

Sento il battito del suo cuore accelerare alla vista delle mie zanne.

Affondo i denti nel suo collo cercando di controllarmi per non ucciderlo, ma quando entro in contatto con il suo sangue non posso che inebriarmi del sapore corposo che mi scende lungo la gola.

Ne voglio ancora.

Scaccio quella voce umana che dentro di me sta cercando di fermarmi e stringo le palpebre assaporando meglio il sangue della mia vittima.

So che se non mi stacco subito, lo ucciderò, ma è più forte di me.

Le forze del ragazzo sembrano venir meno e le mani che cercavano invano di staccarmi dal suo collo, mollano la presa e cadono pesantemente lungo i suoi fianchi.

“Elena fermati, tu non vuoi ucciderlo” dice seria una voce dietro di me.

Io non l’ascolto, continuo ad affondare i denti nel collo morbido.

Poi sento due braccia strattonarmi fortemente e il sapore del sangue nella mia bocca non lo sento più.

Il ragazzo cade pesantemente a terra e Rebeka mordendosi il polso, si precipita su di lui.

“Ce la fai a guidare?” domanda dopo poco al ragazzo.

Lui annuisce e corre spaventato verso la sua macchina.

Io lo fisso in lontananza e mi domando cosa ne è stato della vecchia Elena.

Continuo a guardare il punto in cui il ragazzo è sparito, un po’ perché mi vergogno di queste stupide lacrime che mi rigano il viso, un po’ per paura di incrociare lo sguardo di Rebeka che sento su di me.

Poi stanca di questo stupido gioco mi volto e scontro i miei occhi nei suoi.

“Mi dispiace… non so cosa mi sia preso… io… i suoi occhi” balbetto, con la voce impastata dalle lacrime.

“Si chiama rabbia Elena e ora che sei un vampiro è amplificata” mi spiega.

Mi volto un’ altra volta, cercando un appiglio in qualcosa che non trovo.

“Ci riproveremo, sta tranquilla… all’inizio ci sono passata anche io, poi riuscirai a controllarlo”.

“Stavo per ucciderlo, se non fosse stato per te quell’uomo ora sarebbe morto” dico inchiodando ancora una volta il mio sguardo liquido nel suo.

“Ma non è successo, quindi ora muovi il culo e seguimi ci sta aspettando qualcuno” mi dice, spizzando felicità da tutti i pori.

Io la seguo accennando un sorriso che però non ha niente di vero.

Entriamo in un locale pieno di gente e ci dirigiamo al bancone per ordinare qualcosa da bere.

Prendiamo due bicchierini di tequila e prima di trangugiarlo lo alzo in direzione del suo.

“Al mio ventiseiesimo compleanno, anche se ormai la mia età non conta più” dico sorridendo, ormai quello che è successo prima l’ho scordato.

Non sono diventata un vampiro per piangermi addosso.

Lo supererò…

Lei batte il suo bicchiere contro il mio ed insieme ne beviamo in contenuto sbattendo infine i bicchieri vuoti sul bancone.

Il mio si frantuma su di esso provocando risate in entrambe.

“Ops” dico ridendo accennando al barista un altro giro.

“La tua forza ora è…”

“Amplificata, lo so” continuo ridendo ancora e facendo ridere anche lei.

Ne beviamo altri due e poi altri ancora fino a quando il volto di Rebeka si illumina di sorpresa.

Io mi volto cercandone di capire la fonte ma non vedo nient’altro che gente che non conosco.

“Marcel” dice lei scendendo dallo sgabello e andando incontro a un uomo di colore con gli occhi castano scuro piuttosto carino.

Si abbracciano e si scambiano un casto bacio sulle labbra.

“Lei chi è?” domanda avvicinandomi a me.

“Elena” dico tendendoli la mano e sorridendo cordiale.

“Marcel” dice, stingendomi calorosamente la mano e scrutandomi attento.

Poi si dirige in uno stanzino dietro il bar e dato che Rebeka lo segue lo faccio anche io.

Getta due sacche di sangue nelle nostre mani e mentre Rebeka aspetta un po’ prima di aprirla, io lo faccio con foga, eccitata al pensiero di avere ancora quella sostanza nella mia bocca.

Marcel mi sguarda un po’ stranito, mentre Rebeka si avvicina a me con cautela.

“Ehi vacci piano, controllo ricordi” mi dice prendendomela dalle mani e restituendomela dopo che il mio respiro è tornato regolare.

“Come mai qui? Dov’è Kol?” chiede Marcel, sorvolando sulle mie condizioni di neo vampira.

“Kol è morto… l’ho ucciso io. È una lunga storia” dice invece Rebeka, chinando il capo, ancora provata ma sollevata dalla morte del fratello.

Lui spalanca la bocca, sorpreso dall’affermazione di Rebeka, ma dura un attimo.

Un grande sorriso si apre sulla sua bocca e un sospiro di sollievo esce dalle mie labbra.

“Ho una sorpresa per te Reb” dice dopo un momento.

Lei alza il viso e lo china da un lato, invitandolo a continuare.

“Non sei l’unica che ha deciso di venirmi a trovare e credo che come stanno le cose ora, finalmente potrete chiarirvi.

Rebeka spalanca leggermente gli occhi, capendo evidentemente di chi si tratta mentre io rimango in disparte, estranea all’argomento, ma sorprendentemente non mi pesa.

Marcel si dirige fuori dalla stanza ma non torniamo nella sala principale.

Da qui si estende un lungo corridoio e l’ultima porta a sinistra sembra essere la nostra meta.

“Sai credo che ora tu e Klaus possiate…” ma non finisco di ascoltare le parole di Marcel perché sono letteralmente ferma sulla porta, impietrita dalla vista che si presenta davanti a me.

“Caroline” sussurro pietrificata.

“Elena…”










NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte.
Scusate per questo capitolo così concentrato sul sangue ma dopo la puntata di ieri la voglia di uccidere è venuta anche a me.
Damon non può essere morto, TVD senza Damon è praticamente niente.
Plac, ma cosa hai in quella testa piena di ciambelle!
Vabbe, dai meglio lasciar perdere altrimenti inizio a piangere ancora per come è finita la stagione e per il triste addio Delena che mi ha praticamente lacerato l'anima.
Un capitolo un po' più lungo del solito, concentrato come ho già detto, sul sangue e sulla voglia che entrambi hanno di uccidere.
Anche se distanti provano le stesse emozioni contrastanti..
Elena è una neovampira ed è un po' "giustificata" ma le sue condizioni vengono peggiorate dall'enorme rabbia che prova in contrasto con la voglia di vedere Damon.
Damon invece, vuole andare da lei ma è combattuto, un po' perchè ha paura della sua reazione, un po' perchè ha capito che Elena ha bisogno dei suoi spazi.
In questo capitolo vengono chiarite le motivazioni di Rebeka ed entra un altro personaggio, Marcel.
Non avrà un ruolo molto importante, come non lo avranno le vicende di New Orleans, dimenticare The Original e trattate questa nuova città e Marcel come due cose completamente nuove.
Allora chi si aspettava Caroline e Klaus alla fine?
E cosa succederà ora?
Mancano ancora cinque o sei capitoli, poi a malincuore per me non so per voi, questa storia finirà e mi dispice molto.
Spero di finirla prima della fine della scuola per evitare che qualcuno vada in vacanza e si perdi il gran finale.
A sabato o forse prima :D
Dreamer_Vampire

P.S Rick è tornato, e almeno questa è una bella notizia.
Ho bisogno di "sfogarmi" con qualcuno per la puntata, fatemi sapere cosa pensate succederà a Damon.

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Capitolo 35
*** Little girl with the braids ***


 
 
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Little girl with the braids


"L'effetto dell'ubriachezza è di abolire  gli scupoli del sentimento"
 
POV ELENA

“Caroline” sussurro pietrificata.

“Elena…” dice lei, sgranando gli occhi sempre più in questi secondi interminabili.

Io rimango qui, sulla soglia della porta, impietrita davanti all’immagine della mia migliore amica, credo, che continua a fissarmi in cerca di qualcosa che evidentemente non trova.

“Elena” mi chiama ancora, ma sembra più una domanda la sua e capisco all’improvviso che ora sono un vampiro, che lei non lo sa e che la rabbia che sento salire e il sangue che sento riscaldarsi dentro di me, abbiano reso visibili le mie attuali condizioni.

È per questo che lei tenta di avvicinarsi a me, cercando di dare una spiegazione, piuttosto evidente, alle vene bluastre e agli occhi rossi che ormai sono padroni del mio viso.

Sento, la ormai familiare, sensazione di fame invadere ogni parte del mio corpo e so di per certo che è dovuta alla rabbia che sento montare in me sempre di più alla sola vista di quella mano tesa verso di me e di quegli occhi liquidi che ormai non riescono a trattenere più niente.

Rebeka, consapevole della mia situazione, si para davanti a me e mi intima di stare calma.

Io lo faccio, chiudo gli occhi e sento la sete un po’ diminuire, ma non la rabbia, quella rimane e aumenta, soprattutto quando la vedo aggrapparsi singhiozzante alle braccia forti di quello che fino a un anno fa, consideravo amico.

“Portami via di qui per favore, non voglio guardarla neanche negli occhi” dico a Rebeka.

Ma il mio sguardo sprezzante e le parole che sputo con rabbia sono rivolte a Caroline, che udendo la mia ultima frase, si è voltata verso di me per cercare nei miei occhi un qualcosa che le ricordi l’amica un po’ fredda ma che, lo ha sempre saputo, le ha voluto bene da quando, da bambine, aveva tirato le trecce a Hailey perché aveva strappato il vestito della bambola preferita di Caroline.

A quel ricordo lontanissimo e pur sempre felice sento i sentimenti negativi affogarmi ancora di più e decido di distogliere lo sguardo dai suoi, per evitare che lei veda un briciolo di tristezza per il mio tono cattivo, che in fin dei conti si è meritata.

Giro i tacchi non aspettando neanche Rebeka che, prima di guardare Marcel e Klaus con sguardo severo, mi raggiunge appoggiandomi una mano sulla spalla.

“Elena aspetta, hai ragione ma ascoltala probabil…” dice ma non la ascolto più.

Vedo solo porte scorrermi davanti e strade e pedoni che corrono intorno a me come fossero strisce indefinite, contorni sbiaditi, che rappresentano me in questo momento, in un corpo indistruttibile inevitabilmente rotto all’interno.

Non so neanche dove sto andando, corro veloce e non lo avevo mai fatto.

Sorrido al vento che mi sferza le guance e provo in brivido di freddo per l’aria che si attacca al mio viso bagnato di lacrime.

Poi inizio di nuovo a singhiozzare e mi sento ancora più estranea nella mia stessa pelle.

Rido piango, piango e rido, senza pensare che sono in strade affollate e non curandomi di prendere vie secondarie per la mia fuga sovrannaturale.

Ripenso a Caroline e al suo viso bagnato tanto quanto il mio ora e mi sento in colpa per non aver assecondato il mio istinto iniziale e stringerla a me come poche volte ho fatto.

Non sono un tipo a cui piacciono i contatti fisici, sono sempre stata del parere che il bene che tu vuoi ad una persona si dimostra in altri modi.

Ma questa volta quando l'ho vista lì, seduta, che mi guardava non ho potuto che pensare a questo anno senza lei, alle mille telefonate che lo fatto cercando un appiglio, qualcosa per andare avanti e qualcosa che mi chiarisse il motivo del mio enorme vuoto nel petto, quel peso che schiacciava il mio cuore e quel senso di abbandono.

Quante volte l’ho cercata, all’inizio preoccupata e un po’ invidiosa, della vita felice in giro per il mondo con Klaus e del fatto che lei mi avesse lasciata a Londra, sola, in quell’appartamento che ci ha viste crescere, noi e i nostri sogni, in quella piccola casa che mi ha vista piangere per il senso di colpa dell’incidente dei miei genitori e ha visto lei abbracciarmi e addormentarsi accanto a me con i visi inondati di lacrime, incollati, guancia a guancia, cercando di trovare un sostegno in lei che mi spingeva ad andare avanti e scordare il passato, perché - tanto il futuro, sarà migliore, lo so - mi diceva - .

E non è vero Care, mi hai mentito.

Il futuro non è migliore del passato perché ora oltre una me, sfocata in mille contorni e un vampiro originale come amica, non ho nulla.

Non ci sei più tu a gridarmi nelle orecchie di mettermi i tacchi e di truccarmi un po’ per uscire, noi ci sei quando rimango incantata alla finestra cercando qualcosa che non trovo, non ci sei più tu a dirmi di uscire dal bagno perché la mia mezz’ora è scaduta, non c’è Klaus, che spinto dalla solitudine, ci porta due pizze all’una di notte solo perché voleva litigare un po’ con te riguardo al film che avremmo visto sul divano e non ho più nemmeno Damon, che ora sono certa, starà bevendo un bicchiere di Bourbon in quel modo che a me piace così tanto.

Mi mancate tutti e sono davvero una stupida se credo di riuscire a superare tutto questo dolore che sento, da sola.

Potrei tornare in quel locale ora, stringerti forte facendoti capire quando male mi hai fatto con la tua assenza, Care, potrei scompigliare i capelli biondo cenere di Klaus come ho sempre fatto e potrei prendere un areo diretto per Londra e baciare Damon come non ci fosse un domani, perché un domani senza di lui io non l’ho mai visto, nonostante tutto.

Oppure potrei chiudere gli occhi e spegnere tutto come una volta ha fatto Damon, scordandomi di questo enorme fardello che porto sul cuore e tornando a respirare, facendo sciogliere il nodo costante di lacrime che ho fisso in gola che non mi ha abbandonato più.


POV DAMON

“Hai intenzione di bere ancora molto?” chiede mio fratello per l’ennesima vota questa sera.

“Credo di si” cerco di rispondere, ma non sono sicuro dei suoni distorti che escono dalla mia bocca.

Trangugio un altro bicchiere di alcool, ormai troppo ubriaco per rendermi conto anche di cosa sto bevendo.

“Un altro” dico, invitando lo stupido biondino senza cervello a versarmi qualcos’altro.

Lui mi guarda con pena e anche un po’ di disappunto, sono le undici e mezzo di sera, credo, ed io lo sto solo trattenendo in questa stupida locanda da quattro soldi, oltre l’orario di lavoro.

“Io credo che per stasera sia abbastanza” tenta, levando il bicchiere dal bancone per sciacquarlo sotto il piccolo lavabo.

“Io credo che dovresti chiudere quella fogna che hai al posto della bocca e versarmi da bere se non vuoi che ti uccida” dico, alzandomi con uno scatto infastidito dallo sgabello e prendendolo per la gola.
 
Lui si dimena spaventato, cercando di riportare i piedi per terra inutilmente.

Stefan si avvicina ma quando lo fa, ho già levato le mani dal suo piccolo collo sudaticcio pulsante di terrore e rabbia repressa.

“Damon, andiamo se stai così male perché non vai da lei… parlale, vedrai che capirà” dice avvicinandosi ancora di più e sedendosi sullo sgabello accanto a me.

Il biondino, senza speranze, getta lo strofinaccio sul bancone e se ne va con stizza in quella che dalla piccola porticina in legno, ho riconosciuto come una cucina.

Prendo una delle bottiglie dietro al bancone e un nuovo bicchiere, in cui verso quello che dovrebbe essere Bourbon di un’ottima annata… 1988.

Sorrido all'etichetta, lasciando perdere il bicchiere e bevendo direttamente dalla bottiglia.

1988… la sua data di nascita.

La immagino da bambina, con i folti capelli legati in due trecce e le guance paffute e piene, con gli occhi grandi e profondi che brillano sempre.

Sono davvero ubriaco, non ricordo l’ultima volta che ho bevuto così tanto… anzi credo di non aver mai bevuto più di questa sera.

Decido di abbandonare la bottiglia vicino alla mia testa, che pulsante si è poggiata sul legno freddo e duro del bancone.

Chiudo gli occhi, cercando di reprimere questo senso di vuoto e di inadeguatezza che mi squassa dentro, invano.

Premo forte le palpebre ottenendo l’effetto contrario così li apro e affronto due occhi inquisitori che mi fissano con rabbia e pena.

Pena... ma cosa mi è successo?

Il grande e grosso vampiro cattivo che si ubriaca, per chi? Per una ragazza!

Chi me lo avrebbe mai detto…

Se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarei stato su un bancone lurido e puzzolente, a bare fino alla nausea, a causa del senso di colpa per una ragazza, mi sarei fatto una grassa risata e avrei evitato persino di incontrarla.

Andiamo Damon, lo hai pensato davvero?

In quale universo tu avresti preferito non incontrarla e continuare con la tuo vuota e monotona vita a guardare le fiamme di un camino fin quando il legno non si sarebbe bruciato tutto?

In quale vita avresti preferito correre da un letto all’altro per alleviare il tuo vuoto, a otto mesi di pace e amore?

Si, amore Damon, perché ammettilo… è questo che senti e non vergognartene… te lo ha insegnato lei…

L’amore, come gli altri sentimenti, non si reprimono ma si affrontano perché scappare serve solo a peggiorare la situazione in seguito.

E allora perché sei ancora qua, testone di un vampiro?

Perché non vai da lei a stringerla e a dirle che sei stato un emerito cazzone a comportarti in quel modo?

Perché non ti alzi da questo fottuto sgabello e te ne vai pur in capo al mondo per gridarle scusa fino a quando lei, stanca di sentirtelo dire, ti bacerà per farti tacere?

Perché? Il perché è semplice Damon, perché sei un vigliacco!

Preferisci non affrontarle le situazioni e lasciare a lei la sua vita… perché la supererà e sarà felice molto di più senza di te.

Sento due mani forti prendermi per le spalle e portarmi ad una posizione eretta.

“Va da lei, nessuno di voi due si merita quello che state passando” dice lentamente per farmi capire ogni suo parola.

O forse non parla lentamente, ma al mio orecchio ubriaco sembra tutto più distorto.

“Non so dove sia, quando lo saprò ci andrò...” rantolo afferrando nuovamente la bottiglia che porta la data della sua nascita.

So che non è vero, anche se saprei dove fosse non ci andrei comunque.

Vuole i suoi spazi no? Chi sono io per entrarci?

“Sappiamo entrambi che stai dicendo un mucchio di cazzate, ma appena scoprirò dove si nasconde, stai certo che ti spedirò a calci in culo a chiedere scusa” dice divertito, dal mio goffo tentativo di stare in piedi.

“Certo Cristoforo Colombo, continua a cercarla” lo canzono aggrappandomi ad un tavolo poco distante da me per non cadere.

Il telefono comincia a squillare e io lo afferrò subito.

Quando leggo il nome sono tentato dal non rispondere, ma poi lo faccio.

“Klaus, che si dice li a NOLA?” dico, con un tono di voce che a me, sembra innaturale.

“Damon… sei ubriaco?” mi chiede lievemente preoccupato ma io non ne capisco il perché.

Faccio un segno con la mano, lasciando un po’ di spazio tra l’indice e il pollice.

Poi però ricordo di stare al telefono e che lui non può vedermi e mi affretto a rispondere.

“Damon?” ripete, con la stessa ansia nella voce.

“No, sono in formissima” dico, inciampando nella gamba del tavolo difronte a me e suscitando maggiori risate in mio fratello.

Rido anche io, strizzando gli occhi per mettere a fuoco la strada migliore per uscire da questo dannato bar.

“Allora, Klaus… Barbie è l…”

Stefan smette di ridere immediatamente e anche il mio finto sorriso svanisce dal mio viso.

Trovo lucidità all’improvviso, rimanendo a mezz’aria con il telefono che continua a chiamare il mio nome.

“Lei è qui Damon”.


POV ELENA

Chiudo gli occhi e cerco di ritrovare un contegno, cerco di trovare quel famoso interruttore che mi farà stare bene almeno per un po’.

Riapro gli occhi delusa anche da me stessa e incapace di trovare pace neanche per un secondo.

Guardo la luna incredibilmente rossa e rotonda che sovrasta il cielo e mi sdraio lungo la strada, facendo l’unica cosa che al momento ho imparato.

Ma non lo faccio per la fame, lo faccio perché lo facevo anche da piccola.

Quando la luna era piena o quando non c’era proprio in cielo e lasciava più spazio alle stelle per brillare solitarie.

Mi sdraiavo sul giardino della nostra piccola villetta a schiera e osservavo il mondo sopra di me.

Con le dita univo i puntini che sembravano così lontani e mi divertivo a creare forme nuove.

Ho continuato a farlo anche da grande, dopo la morte dei miei genitori.

Sorridevo e piangevo, un po’ come adesso, piangevo perché mi mancavano da morire ma sorridevo per loro, perché non volevo che si dispiacessero per me e si sentissero in colpa.

Sembravo strana ovviamente agli occhi degli altri ma non mi interessava.

Non sono mai stata una credente, non ho mai creduto nel Paradiso ma sono sempre stata convinta che qualcosa quel cielo infinito e complicato, un po’ come me, lo nascondesse.

Riapro gli occhi e rivolgo il mio sguardo ancora una volta alla luna, riemergo dai miei ricordi tristi e osservo le nuvole lente che coprono l’enorme palla rossa e la riscoprono con movimenti impercettibili a occhio umano.

“Elena” mi chiama una voce, ma io non mi volto, non stupita affatto dalla voce familiare alla mia destra.

Sento i suoi tacchi avvicinarsi ma poi non li sento più.

Un lieve fruscio di stoffa mi informa che si è sdraiata accanto a me, creando, come quando eravamo piccole, una nuvola unica di capelli biondi e castani.

“Sono fieri di te, ne sono sicura” afferma, rivolgendo anche lei lo sguardo alla luna.

“Lo credi davvero? Perchè la persona che sono diventata... credo di averli delusi” chiedo io, con una flebile voce distorta dalle lacrime.

“Ne sono certa” dice, girando il viso verso di me e sorridendomi triste.

Lo faccio a mia volta e una lieve nota del suo profumo dolce mi entra nelle narici.

“Perché lo hai fatto Care, non hai idea di quanto io sia stata male” dico, voltando ancora la testa al cielo e cercando di mascherare i miei occhi, ormai troppo bagnati per contenere ancora una lacrima.

“Elena, io… l’ho fatto per te” dice, con la voce inclinata dal pianto.

“Perché pensate tutti che io senza di voi starei bene?! Nessuno sta bene da solo” dico arrabbiandomi con lei e alzandomi con uno scatto in piedi.

“Dovete smetterla di decidere per me e di uscire dalla mia vita come se non fosse niente” continuo, portandomi una mano al viso per asciugare queste stupide lacrime che non voglio che cadano.

Mi volto dall’altro lato e la guardo negli occhi ma lei non risponde.

Si avvicina a me velocemente, non lasciandomi via di scampo.

Mi stringe, prima piano, timorosa che possa respingerla, e poi forte, così tanto da stritolarmi, ma io ho desiderato tanto questo abbraccio in quest’ultimo anno che non mi importa assolutamente.

“Elena, se non mi abbracci anche tu ora mi sento una stupida” dice lei, con tono dispiaciuto e la voce distorta dal tessuto dal mio giubbotto di jeans.

“Come faccio se mi blocchi le braccia” dico io, sorridendo per un attimo alla sua espressione buffa.

Allarga le braccia permettendo il passaggio delle mie, che la vanno a stringere con la stessa forza e urgenza delle sue.

La stringo e chiudo gli occhi, talmente forte da vedere tanti puntini neri nel mio sguardo.

Penso a quest’anno e a quanto il cuore si sia rotto in tanti minuscoli pezzetti che nonostante il tempo passasse non si sono incollati, nemmeno un pochino.

Ma ora, con il naso schiacciato nei capelli al balsamo alle fragole di Caroline e i nostri visi bagnati su cui i capelli si appiccicano, come una volta, penso che sì, Care hai ragione, il futuro, forse, è meglio del passato.













NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte :D
Eccomi di nuovo qui...
Questo venerdì, senza TVD è stato triste, mi manca di già e dobbiamo aspettaree ancora cinque mesi!!
Come faremo a resistere?!!
Ma, accantoniamo i miei deliri post 5x22 e passiamo al capitolo...
Diciamo che non succede nulla ma succede tutto.
Caroline e Elena si sono riavvicinate nonostante l'inizio non sia stato promettente e Damon, ha scoperto grazie a Klaus che la sua Elena è lì a NOLA.
Per chi non lo sapesse, Nola è il soprannome che molti danno a New Orleans accanto a "The city that care forgot".

Questo capitolo è uno dei miei preferiti, mi è davvero uscito dal cuore e spero che lo abbiate apprezzato.
Mi ha fatta riflettere e non vi naascondo che mi sono commossa nel scriverlo.
I vaneggiamenti di Damon spero gli abbiate capiti, era ubriaco ma si sa, in vino veritas.
Damon troverà il coraggio di andare da Elena?
Ed Elena ciabatterà Damon come merita? (astrosara, vorra partecipare sicuramente ;D)
RECENSITE e fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, il prossimo a differenza di questi, devo ancora scriverlo D:
La scuola mi sta prendendo tantissimo in questo periodo e devo darci dentro per lo sprint finale.
Spero di riuscire a trovare un pomeriggio libero per scrivere il prossimo, ma credo che per sabato ce la farò! :D
Detto questo, volevo ringraziare le ragazze che hanno la pazienza di recensire sempre e quelle che mi inseriscono tra le preferite/ricordate/seguite.
Ringrazio anche quelle che leggono semplicemente e voglio salutare una mia amica, Entela, che mi ha supplicato di farle leggere questa storia e che ora è più o meno al capitolo 15, ma arriverà prima o poi qui per leggere il mio saluto.
Il titolo significa: Bambina con le trecce
Un bacio :*
A sabato, spero
Dreamer_Vampire


 

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Capitolo 36
*** The city that care forgot ***




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Gli dei tenevano d'occhio New Orleans.
O così sembrava.
In che altro modo questa storica città costruita
sotto il livello del mare,
questo splendido gioiello incastonato in una palude,
era sopravvissuta?
(Erical Spindler)

The city that care forgot
 


POV ELENA

“Quello rosso!”

“No, quello giallo, risalta i tuoi capelli, fidati Elena”

“Ma quello rosso ti dona di più, fidati di una che ti conosce da una vita”

“Anche se la conosco da meno tempo di te non vuol dire che sia meno esperta sulla moda”

“Anche qui ti sbagli, Rebeka, io…”

“Basta, ragazze! Sul serio non ce la faccio più. Deciderò da sola” urlo, tirando la tenda del piccolo camerino con la tenda arancione.

È più di un’ora che siamo in questo negozio ed è circa un’ora che Caroline e Rebeka litigano per il vestito da farmi indossare questa sera.

Tiro la zip di quest’ennesimo vestito, nero in pizzo stretto e non troppo corto.

Porto i capelli da un lato e fisso la mia figura nello specchio.

Le occhiaie ci sono ancora e lo sguardo è sempre triste ma un po’ meno oggi.

Mi sono mancate le liti tra amiche quando facevo shopping, anche se prima al posto della bionda numero due c’era Bonnie, ma dire al posto suo è sbagliato… lei non potrà mai essere sostituita con nessuno.

“Ricordatemi perché lo sto facendo?” chiedo, ancora intenta a fissarmi allo specchio, indecisa su quest’abito davvero bello, ma… non da me.

“Perché ieri eri troppo impegnata ad odiarmi ed io troppo impegnata a farmi perdonare per farti gli auguri di compleanno” dice Caroline con la sua voce acuta.

“E perché non lo abbiamo festeggiato come si deve” continua Rebeka, prima di intimarmi ad uscire dal camerino una buona volta.

Faccio un respiro profondo e tiro la piccola tendina che mi nasconde dal mondo.

“Che differenza fa, tanto sono morta” dico voltandomi e uscendo definitivamente dal piccolo stanzino.

Loro stroncano sul nascere quello che doveva essere un rimprovero e mi fissano a bocca aperta per attimi interminabili.

“Beh?” domando con un sorriso a mezza bocca.

“Ti sta d’incanto” dice Caroline sorridendo come lo sta facendo Rebeka.

“Mi vergogno ad ammetterlo ma, sono d’accordo con Caroline” afferma invece la seconda bionda, scambiandosi uno sguardo complice con Caroline.

Sembra che si odino ma so che non è affatto vero, sono troppo uguali per non piacersi.



POV DAMON

New Orleans Elena, come ci sei finita laggiù?

In quel mare di gente colorata e senza preoccupazioni, senza limiti, così lontana da me…

Come ci sei finita qui Elena?

Me lo chiedo, mentre sorseggio pensieroso il terzo bicchiere di bourbon seduto a questo sgabello da due ore ormai, in un locale che ha lo stesso nome di quello che sto bevendo.

Un bicchiere e una vetrina, dove vedo passare file e file di turisti assorti dalla bellezza dei palazzi colorati e dai suonatori di jazz ai bordi delle strade.

Si è un po’ assopita la coda di gente straniera però, sono ormai le nove di sera ed è rischioso per loro andare in giro da queste parti.

Di giorno New Orleans è una delle più frenetiche città d’America e di certo lo è anche di notte, ma le persone che ci girano non sono umane… sono creature della notte, come me… e come te ora.

Anche tu sei in giro ora?

O anche tu fissi assorta da un vetro, una città che non hai mai visto?

La città che non ha preoccupazioni, è così che la chiamano.

Te la stai godendo, o perdi tempo con la tua codardia come me?

No, tu non sei vigliacca come lo sono io, tu sei coraggiosa, lo sei sempre stata, anche da umana… figuriamoci adesso che sei un vampiro.

Sento il mio telefono vibrare sul bancone, spezzando l’apparente quiete del piccolo locale.

Lo afferro e lo porto all’orecchio, strisciando il dito verso destra per ascoltare l’ennesimo rimprovero di mio fratello.

“Che vuoi ancora Stef?” dico con tono scocciato verso mio fratello.

“Come sta Elena?” mi chiede con finto tono curioso, più che altro desideroso di sapere se sono andato da lei o meno.

“Felice perché non sono ancora andato a disturbarla” affermo io, stampandomi sulla bocca il mio mezzo sorriso sfacciato che non servirà a niente questa volta.

“Damon…”

“Stefan…” ribatto io, canzonandolo.

“Hai intenzione di rimanere a bere bourbon tutta la serata?”

“Mi conosci fratello” dico, sbattendo il bicchiere sul bancone e uscendo in strada.

“Hai fatto un viaggio di dodici ore per bere?”

“Ehi, il bourbon di New Orleans è tutta un’altra cosa” dico ridendo e alzando la testa ad osservare le numerose lanterne arancioni appese ad un filo sottile per tutta la strada.

“Ci andrò Stefan, devo solo trovare un valido motivo” continuo dopo, perdendo il sorriso che mie ero imposto di mantenere.

“Quale valido motivo? Più di lei non credo che ti servano altri pretesti e sei in strada… lo sento. Andiamo Damon, da quando sei diventato così moralista?” dice, e non ha tutti i torti.

Mi manca il vecchio me, più o meno.

“E tu da quando sei diventato così… non Stefan?”

“Ho chiamato Caroline, stasera sono al Bourbon Head per festeggiare il compleanno di Elena, sei a Bourbon Street quindi non sei lontano da lì, chiedile scusa e riportala qui, anche con la forza”

Sospiro e lo ringrazio prima di chiudere la chiamata ed entrare in un negozio che fortunatamente non è chiuso.


POV ELENA

“Dai vieni a ballare” grida Caroline per sovrastare il rumore assordante della musica.

Io faccio un cenno di diniego e torno a sorseggiare il mio gin tonic, mordicchiando la cannuccia.

Lei fa spallucce e si dirige con Rebeka e Marcel in pista sulle note di una canzone che conosco ma il cui nome mi sfugge.

Rimango con Klaus al bancone, che sorseggia whisky guardando Caroline sorridendo.

“Glielo hai detto, vero?” chiedo continuando a fissare i miei amici, rivolgendo però la mia domanda a lui, seduto su uno sgabello accanto a me.

“Si Elena, credo sia qui già da oggi pomeriggio… ma conoscendolo ora starà seduto a bere Bourbon, stilando una lista dei pro e dei contro prima di venire da te” mi risponde, capendo il soggetto sottointeso della mia frase.

“Ha sbagliato è vero, ma non puoi nascondere che ai fini del suo gesto c’era solo il suo bisogno di tenerti al sicuro” continua dopo poco, voltandosi verso di me.

“Beh da come sono andate le cose…” dico, ma mi pento subito di quello che ho appena detto.

“So che non è colpa sua ma… lui non aveva nessun diritto di scegliere per me. Avrebbe dovuto parlarmene e non cancellarmi la memoria, cosa succederà quando litigheremo un'altra volta, verrà da te e ti chiederà di soggiogarmi ancora?” dico cercando di essere sarcastica per evitare di mostrarmi debole, perché ormai non lo sono più, credo.

“Quando ti sei innamorata di lui sapevi perfettamente a cosa andavi in contro e credimi se ti dico una cosa” dice, stringendomi il braccio in una presa decisa e consolatoria.

“Non l’ho mai visto così indeciso, cos’ timoroso di una rifiuto. Non ha mai amato nessuno più di te e se ora è lì, a trovare una sola ragione non è solo perché è un coglione che ha paura d’amare” dice ridendo e strappando un sorriso anche a me.

“Lo sta facendo perché ha paura di stravolgerti la vita e di cambiarti, perché ti ama troppo per permetterti di cambiare per lui, e non puoi biasimarlo, quando ami una persona è così” continua, questa volta serio, lanciando un veloce sguardo alla mia amica bionda che si agita felice e incurante dei molti occhi puntati su di lei questa sera.

“Cosa dovrei fare secondo te, Klaus?” chiedo, abbassando gli occhi sulle mie scarpe esageratamente alte.

“Niente per il momento, ma quando tutto il Bourbon di New Orleans sarà finito e lui trascinerà il suo culo da te, allora picchialo, urla, incazzati con lui e poi perdonalo e tornate ad essere quelli di prima se non migliori” dice lui tornando a ridere e a fissarmi ma distoglie lo sguardo dopo poco, imbarazzato dagli occhi lucidi sul mio volto.

Sbatto le ciglia più volte per scacciare via la patina salata davanti ai mie occhi ma è troppo profonda per essere cacciata via come se niente fosse.

Mi alzo, facendo stridere lo sgabello e mi rivolgo a Klaus che capendo le mie intenzioni annuisce rendendo la bocca, un’unica linea sottile.

“Vai, le avviso io” dice, poi toglie la mano dalla mia spalla e mi lascia libera per le strade di questa città.

Esco dal locale e mi addentro nella città, camminando lentamente sui marciapiedi discretamente affollati, tenendo lo sguardo rivoto al cielo, illuminato da lanterne arancioni e pieno di nuvole nere e tuoni che ne smuovono il colore.

Dopo un ennesimo tuono, stille di acqua cominciano a cadere dal cielo, prima lentamente poi più velocemente, fino a diventare un vero e proprio acquazzone.

Le città sono belle di giorno, lo sono ancora di più di notte… ma le città sotto la pioggia sono tutta un’altra cosa.

Ho sempre adorato la pioggia, penso che l’acqua che cade dal cielo, in qualche modo risvegli la città, come ha sempre risvegliato me.

È per questo che rallento il passo e mi tolgo le scarpe, sciogliendo la treccia laterale accuratamente fatta da Rebeka in occasione di questa serata, e lascio i capelli liberi di bagnarsi come il mio viso.

Il bello della pioggia è che grazie all’acqua che cade dal cielo non riesci mai a capire se il tuo viso è bagnato per quello o per l’acqua che cade dai tuoi occhi.

Ho sempre pensato alla pioggia come un compagno con cui piangere quando ti senti solo, il cielo piange con te e sai che il sole è dall’altra parte delle nuvole, così come il tuo sorriso.

Probabilmente Damon, stiamo camminando sulla stessa strada, magari come ha detto Klaus sei appena uscito da un bar sbattendo sul bancone il tuo bicchiere di bourbon e ora stai guardando le lanterne arancioni come me.

Hai trovato un numero di pro sufficiente per tornare da me e farti prendere a schiaffi per poi farti baciare e affondare le mie mani nei tuoi capelli?

Ti aspetto Damon, perché la pioggia si è calmata e il sole sta arrivando, lo sento…


POV DAMON

“Troppo tardi amico, dovevi deciderti prima” dice Klaus, non voltandosi neanche nella mia direzione.

Accanto a lui un uomo di colore, dal sorriso simpatico e lo sguardo sincero.

Sospiro stanco da questa corsa contro il tempo che sembra non avere una fine.

“Seriamente, dov’è ora?” domando passandomi una mano tra i capelli bagnati a causa della pioggia.

“Sono circa due ore che è andata via, prova in hotel, probabilmente è lì” mi dice, voltandosi per poi continuare.

“Evita di perdere altro tempo o la perderai ancora”.

So che non si riferisce solo ad una questione tempistica ma più che altro al fatto che Elena non mi aspetterà per sempre.

Annuisco prima di uscire dal locale e aprire il messaggio con il nome e la via dell’albergo che mi ha inviato Klaus.

“300 Bourbon Street, Royal Sonesta Hotel”

Percorro velocemente la via, godendomi il contatto con la pioggia che attacca la mia camicia leggera alla mia pelle e mi rilassa.

Arrivo nei pressi dell’hotel, finalmente deciso a chiarire questa dannata situazione e sperando di trovarla in camera.


L’hotel si trova in uno dei classici palazzi rossi ad angolo di questa città, è particolarmente alto e illuminato, come tutto d’altronde.

Entro nella hall fradicio, procurandomi sguardi di disapprovazione dalla cameriera che aveva appena finito di lavare il pavimento.

Evidentemente non si aspettavano visite a mezza notte.

Mi dirigo velocemente alla reception e poggio con stizza, non compresa, le mani sul bancone in legno.

“Cerco la signorina Elena Gilbert, è in camera?” chiedo, allargando gli occhi e soggiogando la receptionist rossa, dietro il bancone.

“Camera 717, quarto piano, è rientrata poco più di mezz’ora fa” dice atona, tornando al suo lavoro appena io mi dirigo verso gli ascensori.

Premo il bottone ma l’ascensore è troppo lento e questo va completamente in disaccordo con la mia attuale impazienza di vederla, ora che mi è così vicina.

Con un ringhio di rabbia vado verso le scale e salgo a velocità vampiro i quattro piani che mi separano da lei, incurante degli occhi che potrebbero vedermi.

Arrivo e rallento il passo, all’improvviso timoroso di vederla.

Scorro con gli occhi tutte le camere.

715

716

717

Quasi ho un tuffo al cuore quando sento i suoi passi dento la camera.

All’improvviso però si arrestano e so che si è accorta di me qui fuori.

Mi sono fermato anch’io, esattamente sulla soglia di questa porta bianca chiusa, che costituisce un piccolo muro tra me e lei.

Una volta che questo muro sarà superato le cose potrebbero andare tutte in salita o tutte in discesa.

E io sono troppo codardo per rischiare di peggiorare le cose e perderla per sempre, questa volta.



POV ELENA

Esco dal bagno, diventato troppo soffocante dopo il lungo bagno caldo che mi sono concessa.

Indosso un paio di pantaloncini rossi e grigi a quadretti e una maglia bianca a mezze maniche.

Ho i capelli ancora bagnati, ma sono troppo stanca per asciugarli così li tampono e guardo l’orario al cellullare prima di mettermi a letto.

“00.12”

Poi però sento dei passi in corridoio e la loro cadenza mi è così familiare che avrebbero fatto perdere un battito al mio cuore, se ancora battesse.

Anche lui si è accorto di me e si è fermato, indeciso come me, se aprire quella porta o meno.

Mi avvicino al muro bianco che ci divide e respiro più velocemente ogni minuto che passa e sento lui sempre più vicino.

Poi lo sento afferrare il pomello e stringerlo e lasciarlo ancora una volta, indeciso su cosa fare.

Sa che l’ho sentito e anch’io so che lui mi ha sentita.

Sembriamo due stupidi, entrambi con la maniglia della porta stretta e la fronte poggiata sulla porta.

Lo sento sospirare e staccare la fronte dalla porta e poi rimetterla nuovamente quando perde il coraggio di aprirla.

“Scusami principessa” dice e la sua voce mi entra così dentro da portarmi a chiudere gli occhi e crearmi un groppo in gola.

Principessa… da quanto non lo sentivo chiamarmi.

Un anno, è passato un anno.

Un anno senza il suo profumo ad impregnarmi il naso.

Un anno senza le sue battute a sollevarmi le giornate

. Un anno senza il suo – buonanotte principessa – e senza i suoi occhi azzurri.

Perché Damon, perché lo hai fatto? Perché te ne sei andato lontano da me per un anno.

Come hai fatto a non sentire il vuoto che ho sentito io, anche se non ricordavo i tuoi occhi?

Dimmelo Damon, perché davvero non lo so come sei stato.

“Ti odio” dico, con la voce distorta dalle lacrime e la mano un po’ più stretta al pomello.

“Lo so” mi risponde, sospirando e lo sento sorridere lievemente, stringendo di più la maniglia dorata.

“Tu non hai idea del vuoto che mi hai lascito dentro” dico stringendo gli occhi per liberarli dalla troppa acqua che mi offuscava lo sguardo.

“Se è la sensazione che ho provato io, ne so qualcosa” dice sorridendo ancora.

“Allora perché lo hai fatto?”

“Perché non ti merito”

“Lo pensi ancora?”

“Si” Rimango zitta, pensando a quanto lui si senta inadeguato non rendendosi conto della stessa cosa che provo io nei suoi confronti.

“Damon?” lo chiamo.

“Si?” dice in un sospiro.

“Sei davvero uno stupido” dico con rancore, alzando di poco il tono di voce.

“Lo so” risponde lui rassegnato.

“Ma non riesco a smettere di amarti” dico, versando ancora un altro po’ di lacrime.

“So anche questo e credimi, è la stessa sensazione che provo io” mi risponde sorprendendomi e lo sento sorridere ancora una volta.

Rimaniamo secondi forse minuti, in silenzio, con le mani strette sulla maniglia e le fronti poggiate sulla porta, entrambi indecisi se rompere l’apparente quiete che si è creata sapendo cosa ci aspetta se superiamo questo muro.

“Apri la porta” dico dopo un po’, incapace di fare il primo passo ma vogliosa di vederlo.

“Fallo tu” mi dice lui sorridendo e procurando un leggero sorriso anche a me.

“Facciamolo insieme” dico io.

“Al tre” ribatte lui, divertito dalla stupido gioco che stiamo conducendo.

Poi ritorna serio e stacca la fronte dall porta.

“Uno… due”

E il muro non c’è più, ci sono solo io, che picchio forte i pugni contro la sua camicia, bagnata come il mio viso e c’è lui, che con le braccia aperte mi circonda e mi lascia fare.

“Perché mi hai fatto questo?”

“Perché ci hai fatto questo?” continuo a urlare, continuando a colpirlo e continuando a piangere.

Lui continua a stare fermo, a non parlare e a non reagire.

Aspetta che finisca di sfogarmi prima di alzarmi il viso e con i pollici asciugarmi le ultime lacrime che fanno compagnia alla pioggia, lì fuori.

Poi i suoi occhi annegano nei miei e i miei nei suoi e ci siamo solo io, lui e le nostre labbra salate piene di voglia di noi, le troppe lacrime di rabbia versate in questo lungo anno nel quale al posto del “noi” c’era soltanto il vuoto.

E c'è lui, che mi spiange sul letto appena dietro di noi e che mi fa sua come tanto ci era mancato.

I miei capelli sparsi sul suo letto e i nostri respiri irregolari che si calmano con i reciproci sguardi, un po' lucidi per il desiderio di noi, ancora insoddisfatto, e la sensazione di piacere che sentiamo sul petto, finalmente libero da inutili flagelli e sensi si colpa.

 Ed eccolo il sole, arriva… la pioggia fuori è cessata…

Non sento più il rumore dell’acqua che ticchetta forte contro il vetro e scandisce il tempo, perché ora a farlo sono i nostri respiri che da tempo non si univano più.









NOTA AUTRICE
Buon pomeriggio a tutte :D
Quanto miele eh, spero di non avervi fatto venire il diabete xD
Finalmente i nostri due testoni si sono riappacificati ma le sorprese non sono finite.
Scusate anche per tutta quella pioggia ma l'altro giorno ho visto un film, che credo abbiate visto, che mi ha fatto innamorare della pioggia.
Midnight in Paris di Woody Allen davvero bello, mi ha un po' ispirato in certi momenti.
Inutile dire, che anche in questo caso  mi sia commossa, è diventata una costante ormai.
Mi sono entrati talmente dentro che... non so neanche spiegarvelo.
Ho amato scrivere la scena tra Klaus e Elena come tutte quelle di questo capitolo.
Non doveva andare così, non ve lo nascondo, ma le mani sono praticamente volate sulla tastiera e spero che il risultato non sia penoso.
Saluto la mia amica Entela, le ragazze che recensiscono sempre, quelle che hanno aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite e quelle che la leggono semplicemente.
Dopo di questo ci sarà un altro capitolo shock e l'epilogo (non ancora scritto, ma non ho il coraggio di farlo... la scritta Epilogo è lì da tre giorni ma non riesco prorpio a concludere xD)
Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate, vorrei che mi lasciaste un piccolo commento ora che la storia si sta concludendo con le vostre impressioni e probabili finali.
Secondo voi come finirà? :D
A sabato, baci :*
Dreamer_Vampire 


P.S. da poco ho creato un gruppo Whatsapp per le fan di Tvd (Delena) siamo in 6 per il momento e ci siamo "incontrate" su Twitter, chi volesse far parte mi contatti e vi aggiungo immediatamente :D

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Capitolo 37
*** Is there someone else, in this damn universe, that is going to stop me, again? ***




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"ci sono sempre ragioni giuste
 per fare le cose sbagliate"
 

Is there someone else, in this damn universe, that is going to stop me, again?


POV ELENA

È mattina, c’è il sole fuori e i tuoni e le nuvole di ieri sono solo un lontano ricordo.

Sbatto le palpebre più volte per abituarmi alla forte luce che penetra nella stanza dalla grande finestra affacciata su Bourbon Street e uno stupido sorriso spunta sul mio viso.

Getto la mano dall’altro lato del letto, sicura e più che felice di trovarci qualcuno accanto a me, oggi.

Tasto le lenzuola vuote più volte come a non voler credere che siano fredde già da un po’ e lui accanto a me non lo è più.

Non posso essermi immaginata tutto…

Sì, ho bevuto ma non così tanto da sognare me e Damon fare l’amore.

Scatto seduta sul letto e mi accorgo ancora di avere indosso la sua camicia nera che, proprio come questa stanza, sa di lui ma anche di me e di questa notte passata a toccarci, desiderosi di non lasciarci più andare.

Il sorriso è scomparso ma tiro un sospiro di sollievo quando sento lo scrosciare della doccia proveniente dal bagno.

“Damon?” lo chiamo e l’acqua si chiude.

Non sento alcun rumore se non il suo lieve respiro e mi viene da sorridere al pensiero di ieri sera e la nostra assurda paura, sulla porta.

Lo sento avvicinarsi e con un sospiro cado pesantemente sul letto chiudendo gli occhi.

“Buongiorno principessa” soffia a un palmo dal mio viso.

Apro gli occhi di scatto e me lo ritrovo su di me, dannatamente bello e… bagnato.

I capelli sono ancora imperlati di gocce d’acqua e colano sul mio viso provocandomi brividi di freddo.

Sorrido sulle sue labbra, afferrandolo dolcemente per i capelli e lo bacio chiudendo gli occhi per godermi il contatto.

“Cos’è quella faccia?” chiedo, sorpresa di vederlo così rilassato come non l’ho mai visto.

“Quale faccia?” chiede invece lui, scostandomi i capelli dal viso e sorridendo ancora.

“Quella faccia” ribatto, sorridendo a mia volta.

“Sono felice” mi risponde con naturalezza, avvicinandosi, in cerca di un nuovo contatto con le mie labbra.

“Sono ancora arrabbiata con te” dico, scostandomi di poco.

E in parte è vero, lo sono ancora ma è inutile negare che continuare a non vederlo mi procurerebbe solo più dolore.

A entrambi…

“In tal caso” dice, allontanandosi da me e avvicinandosi al comodino, dove giace una rosa rossa su un piccolo vassoio ripieno di varie leccornie.

Sono sorpresa, non l’avevo minimamente notato e strabuzzo gli occhi quando vedo lui afferrarlo e portarlo in mezzo a noi, ormai seduti a gambe incrociate su questo letto enorme.

Afferro la rosa e la porto al naso, la annuso e rimango sorpresa dalle incredibili sfumature nere che trovo disegnate sui suoi petali.

Poi vengo colpita da un’altra cosa, un bicchiere in vetro con una sostanza corposa color rosso vermiglio.

Ha l’odore inconfondibile del sangue e inconsciamente sul mio viso si dipingono le ormai classiche vene bluastre e i miei occhi s’iniettano della stessa sostanza presente nel bicchiere.

Il mio sguardo scatta imbarazzato verso di lui ma poi si ritrae subito, timorosa di mostrare un lato di me che io sto imparando ad accettare giorno per giorno.

Lui mi afferra il mento e dolcemente mi fa voltare il viso nella sua direzione, facendo scontrare i miei occhi impauriti con i suoi, seri, decisi e un po’ arrabbiati per il mio comportamento.

“Non ti devi vergognare di niente con me, soprattutto quando la colpa di tutto questo e solo ed esclusivamente mia” soffia vicino al mio viso, perdendo la faccia serena e rilassata che mi ha colpito tanto prima.

Abbassa lo sguardo, intimorito dal mio che lo scruta con determinazione e una punta di rabbia.

“Sarebbe accaduto comunque, Kol aveva in mente di farlo già da un po’ e tu non hai nessuna colpa se non quella di avermi lasciata sola per un anno intero..” dico, fissandolo con forza tale da spingerlo a rialzare lo sguardo tormentato dai mille pensieri che hanno fatto mutare l’azzurro dei suoi occhi in qualcosa di più scuro e profondo.

“Comunque, anche se non lo meriti affatto…” continuo, avvicinando ancora un po’ il mio viso al suo.

“Ti perdono, perché continuare a questo gioco… farà impazzire entrambi ed io ho troppo bisogno di te in questo momento” dico, sfiorandoli le labbra con un gesto leggero.

“Ma promettimi che è stata l’ultima volta che mi hai lasciata sola… promettimi che quando litigheremo o avrai un problema ne parlerai con me e insieme decideremo cosa fare, che non scapperai solo perché hai paura di affrontare la situazione o solo perchè credi, stupidamente, di non meritarmi… perché credimi non c’è nessun’altra persona in questo mondo con cui ho intenzione di passare il resto della vita”.

“Era quello che avevo intenzione di fare anch’io” afferma e noto qualcosa di insolito nei suoi occhi, tornati due pezzi di ghiaccio un po’ imbarazzati.

Si gratta una guancia nervoso e proprio non capisco perché ha quello stupido sorriso sulla bocca e quegli occhi così insicuri e spaventati.

Io piego la testa da un lato e la mia espressione deve essere qualcosa di estremamente curioso dato che lui si alza di scatto e si dirige verso il giubbotto di pelle volato, ieri notte, dall’altra parte della stanza.

Si china e cala la mano in una delle due tasche, cercando qualcosa che non ho idea di cosa sia.

Però veniamo interrotti dal vibrare del suo cellulare, che rompe l’atmosfera leggera che si era venuta a creare.

Lui sbuffa, abbandona quello che stava cercando e si alza, raggiungendo quell’aggeggio infernale e trascinando il dito per rispondere alla chiamata.

“Che vuoi Stef?” chiede scocciato, fissandomi con ancora quella strana insicurezza nello sguardo.

“Sei andato da Elena vero, perché altrimenti prendo un volo per New Orleans…” dice Stefan, tutto ad un fiato e un po’ arrabbiato.

Mi scappa un sorriso per la smorfia di Damon e per il tono di Stefan.

Ormai hanno recuperato completamente il loro rapporto e ogni volta che parlano sono sempre convinta che il loro legame sia davvero forte.

Non posso che non provare un briciolo di vanto in questo, d'altronde è anche grazie a me che hanno parlato a New York, se fosse stato per Damon sarebbe rimasto dietro quel cespuglio ad aspettare il ritorno del fratello tutto il giorno.

“Calma, calma… ci sono andato e tu hai interrotto quella che aveva l’aria di essere una conversazione davvero interessante” dice un po’ malizioso e fissandomi in maniera strana.

Odio quando non riesco a leggere i suoi occhi…

“Oh, capisco… quindi io ora chiuderei questa chiamata…” ribatte Stefan imbarazzato.

“Salutami Elena” continua veloce, prima che Damon possa allontanare il telefono dall’orecchio.

“Passa una buona giornata Stef” dice Damon, con il suo solito tono sarcastico che fa sbuffare il fratello.

Il telefono torna al suo posto e lui si dirige nuovamente verso il giubbotto ma inutile dire che la sua meta non la raggiunge neanche questa volta.

Il destino non è mai dalla nostra parte. Ma se fosse così cosa ci sarebbe di così bello nella nostra pseudo storia.

Sarebbe tutto scontato, tutto liscio e monotono e sono cose che ho sempre cercato di arginare dalla mia vita.

“Elena, sei qui dentro… ieri te ne sei andata dalla tua festa”

“Elena”

“Elena” continua a bussare forte sulla porta e mi meraviglio come questa regga nonostante i suoi ripetuti colpi.

“El…” non conclude il suo nuovo urlo e viene stroncata da Damon che, con stizza, ha aperto la porta in mutande e con uno sguardo più che infastidito.

Caroline è sulla soglia della porta, con una mano chiusa a pugno a mezz’aria, pronta per dare un nuovo colpo al muro bianco.

Ha la bocca ancora aperta per l’urlo trattenuto e non posso nascondere che tra il suo viso stupito e la rabbia su quello di Damon, la scena sia tutt’altro che divertente.

Non mi scomodo neanche a mettere i piedi fuori dal letto, troppo felice di vedere battibeccare ancora entrambi, cosa che mi era mancata e non poco.

“Barbie il tuo tempismo è davvero eccellente, tu e mio fratello potreste fare coppia fissa”

“Non mi sei mancato per niente Damon”

“Anch’io ti voglio bene Barbie”

“Non chiamarmi così, sai che lo odio”

“E’ proprio per questo che lo faccio” dice Damon, con le sopracciglia alzate in espressione che mi procura solo più risate.

Caroline, dietro la porta ormai chiusa, impreca contro Damon.

Il suo sbuffo è così forte che lo sento dal letto e non può che farmi piacere questo momento, anche se sono piuttosto curiosa dello strano pacchetto di velluto blu che Damon stringe tra le mani e porta nella mia direzione.

Ha di nuovo quel sorriso strano e quello sguardo imbarazzato che non fanno altro che aumentare la mia curiosità.

Quando finalmente è a un passo da me e la sua bocca si schiude per dire qualcosa che spiegherà la situazione imbarazzante che entrambi stiamo vivendo, un colpo alla porta, questa volta più delicato, ci interrompe nuovamente procurandomi sbuffi e occhi al cielo da entrambi.

“SII” urla Damon spazientito a quella che si rivela essere la cameriera.

“Sono quasi le 13.00 signore, credo sia ora per me di rifarvi il letto e dare una sistemata alla camera, tra poco sarà servito il pranzo” dice, cercando di mascherare il suo fastidio con finta cordialità e dolcezza.

“Torni più tardi, non mi sento molto bene e ho bisogno di riposare” dico io, alzando la voce affinché possa sentirmi.

Non voglio rischiare che Damon mandi a quel paese anche lei…

Sento i passi della cameriera allontanarsi, percorrere il corridoio rivestito con tappeti rossi e morbidi e premere il pulsante dell’ascensore.

Quando finalmente il suono metallico mi avvisa che le porte dell’ascensore sono chiuse e che nessun altro sia presente nel corridoio, mi decido a puntare lo sguardo in quello di Damon, che si è avvicinato un po’ di più con in mano quella famosa scatoletta che ora scopro essere di gioielleria.

“Sai che non sono bravo con le parole e io so che non lo merito affatto… ma so anche che io non credo di poter reggere ancora un solo secondo di questa vita lontano da te più di un metro” si interrompe, distogliendo lo sguardo a differenza mia che continuo a fissarlo, continuando a non capire cosa mi stia cercando di dire.

“Non so neanche cosa sto facendo Elena, so solo che quando ieri ho visto questo coso in vetrina non ho potuto fare a meno di pensarti e mi sono sentito così stupido perché il nostro amore non ha di certo bisogno di queste cose stupide per esistere davvero”.

“Sono confusa, non ti sto capendo Damon” lo interrompo, non riuscendo a connettere una sola frase di questo suo strampalato discorso con mezze frasi incomplete.

Lui si volta ancora, fissandomi con un timore che non riesco davvero a spiegarmi.

“Sto cercando di dirti” continua, roteando gli occhi spazientito dalla sua insicurezza che mi fa sorridere.

“Io e Klaus andiamo al Tipitina’s, venite con noi?” urla Caroline, tronata sorridente dopo il battibecco di prima, completamente passato.

“C’è qualcun altro in questo dannato universo che ha intenzione di interrompermi ancora?!” urla Damon, con lo sguardo rivolto al soffitto e a me, tutto questo non può che farmi ridere.

Fino a ieri non avevo niente, ora ho semplicemente... tutto.

“Sparisci Bionda e non farti vedere sulla porta di questa stanza ancora una volta oggi” continua Damon, procurandosi un altro sbuffo impazientito dalla mia amica bionda fuori dalla porta che gira i tacchi e fa lo stesso percorso che ha fatto la cameriera pochi minuti fa.

“Sto cercando di dirti” riprende con tono dolce ma allo stesso tempo nervoso.

Io lo incito con lo sguardo e un po’ impaurita da quella scatoletta che lentamente si sta aprendo.

“Ti sto dicendo che… Ti amo Elena Gilbert e proprio come tu non riesci a vedere persona diversa da me con cui passare il resto della tua vita non la vedo neanch’io. Probabilmente è il momento sbagliato, il posto sbagliato e la città sbagliata ma… io sono sbagliato… quindi” si blocca aprendo di scatto la scatoletta.

Io trattengo il respiro, capendo finalmente a cosa era dovuto tutto quell’imbarazzo decisamente non da lui.

Mi alzo da letto, arrivando vicinissima a lui. I miei occhi sono lucidi e lo sono un po’ anche i suoi…

“Cosa ne pensi se magari passiamo il resto della vita insieme e magari che con te possa diventare un po’ meno sbagliato?”

Ormai gli occhi non trattengono più, soprattutto quando sfila il piccolo cerchietto d’argento con pietre piccole e brillanti incastonate e me lo mette sotto al naso.

“Sposami” dice, sorridendo come solo sui sa fare, con il suo sorriso obliquo che mi ha conquistata dal primo attimo…

Proprio come i suoi occhi enigmatici e tormentati da un passato che ora non lo spaventa più, in un pub nella periferia di Londra dal quale sembra passata una vita... e forse è proprio così.

Perchè l'ho sempre saputo che quegli occhi azzurri mi appartenevano, l'ho saputo dal modo inconsueto con cui il mio cuore ha iniziato a battere da quanto il suo sguardo è sprofondato nel suo.

Ed hai ragione Damon sei sbagliato…. sei dannatamente sbagliato, ma sai che c'è?

Io sono sbagliata e insieme, io e tu, non possiamo che essere la cosa più giusta del mondo.










NOTA AUTRICE
Mi credete se vi dico che ho pianto ancora?
Si, credo che lo farete, in fondo da novembre credo che abbiate capito la mia pazzia dove arriva...
Non lo commento questo capitolo, sarebbe troppo triste farlo.
Questo è l'ultimo e quando vedrò che le solite lo avranno letto, pubblicherò l'epilogo di questo lungo viaggio fatto grazie a voi.
Non credo molte condivideranno questa idea... insomma Damon che chiede ad Elena di sposarlo...
In quale universo parallelo il loro amore ha bisogno di prove del genere per sopravvivere?
Ma, io sono io, e mi è sembrato così giusto farlo.
Spero che condividiate questa scelta :D
Mi sono divertita tantissimo a scrivere le varie interruzioni e le reazioni di Damon a queste, spero di aver strappato un sorriso anche a voi.
Ringrazio come al solito le ragazze che recensiscono e vi invito a leggere un'altra pazzia bellissima di AleDic, I'm lost now without you.
Ringrazio le ragazze che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e quelle che leggono semplicemente e saluto come sempre la mia pazza sostenitrice Entela :D
Per i ringraziamenti ci vediamo all'epilogo che pubblicherò appena sarà finito, se mai ce la farò xD
Grazie di tutto, baci
Dreamer_Vampire

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Capitolo 38
*** EPILOGO ***




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EPILOGO


POV ELENA

Chi lo avrebbe mai detto?

Io, Elena Gilbert, la ragazza che aveva deciso di non amare, quella alla quale la vita ha strappato tutto, quella che aveva deciso di non far battere il proprio cuore per nessun altro per timore di rimanere delusa ancora ora, sta per sposarsi.

Quella ragazza ora, indossa un vestito bianco con accenni di pizzo nero sul bustino e altri su l’ampia gonna candida.

Quella ragazza ora, sta sfilando come una principessa, su un tappeto blu, stretta al braccio con un uomo che ha avuto modo di conoscere meglio in questa settimana e che si ubriaca puntualmente con il proprio futuro marito.

Il timore che provavo fino a pochi minuti fa, sparisce totalmente alla vista dell’ampio sorriso esterrefatto del mio vampiro dagli occhi blu che mi fissa senza distogliere lo sguardo neanche per un secondo, senza pudore… con il più reverenziale amore.

Chi lo avrebbe mai detto?

Stringo con più forza il braccio di Rick che mi sorride cordiale prima di lasciarmi nelle mani del suo amico che, non curandosi minimamente del sacerdote dietro il piccolo altare, si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa.

“Sei bellissima” dice in un soffio, con un tono basso e roco che mi fa solo desiderare di andare a cosa in questo momento.

“Anche tu non stai male” affermo sorridendo maliziosa, prima di voltarmi verso il sacerdote agli occhi del quale sembra che io abbia fatto un imperdonabile peccato.

Allora credo che non voglia sapere quello che è successo ieri notte, nel letto di quella che ormai non sarà più casa mia domani.

Mi volto per un istante dalla mia parte destra e scorgo Klaus e Caroline nei loro abiti firmati.

Lui è tranquillo, sembra felice e non fa altro che passare fazzoletti a Care, che non la smette più di piangere, anche se la cerimonia non è ancora iniziata.

Poi mi volto verso la mia parte sinistra e vedo Stefan con Rebeka, che non smette di mangiare con gli occhi Marcel, seduto a una delle panche in legno della prima fila.

Inutile dire che tutto questo, compresa me, è opera della meticolosa Caroline che non ha fatto altro che sbraitare al telefono e prendersela con me per il poco tempo in cui ha dovuto organizzare il matrimonio, del quale si è eletta wedding planner dal primo minuto in cui gliel’ho comunicato.

Una sola settima in cui io e Damon ci siamo comportati come se non fosse successo niente.

Abbiamo girato per le strade di New Orleans senza sosta, come due innamorati in luna di miele e abbiamo parlato, parlato e parlato.

Di questo anno passato lontani, delle cose che sono successe a me e di quelle che sono successe a lui, compreso lo spiacevole resoconto delle sue vittime e di come ha spento i suoi sentimenti per il senso di colpa e il vuoto che credevo non provasse.

Ma chi sono io per giudicarlo?

Di certo non sono felice per le persone morte per mano sua ma ora so come ci si sente e non posso biasimarlo per averlo fatto.

Se fossi stata nella sua situazione, probabilmente avrei reagito nello stesso modo, in fondo lo stavo facendo quella notte, su quella strada di New Orleans.

È passata solo una settimana eppure sono cambiate così tante cose e di certo, me ne rendo ora che padre Kieren richiama la nostra attenzione con un colpo di tosse, sono felice, come non lo sono mai stata.



POV DAMON

“Vuoi tu, Elena Gilbert, prendere in matrimonio Damon Salvatore, e amarlo e onorarlo in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, finche morte non vi separi?”

“Sì, lo voglio” risponde Elena decisa, guardandomi per un istante con quel suo sorriso che non accenna a svanire dal momento in cui è entrata in questa piccola chiesetta, come il mio d'altronde.

“Vuoi tu Damon Salvatore, prendere in matrimonio Elena Gilbert, e amarla e onorarla in salute e malattia, in ricchezza e povertà, finche morte non vi separi?” mi chiede il prete, un po’ scocciato.

Sembra tutto tranne che un sacerdote… ha le maniche della camicia nera arrotolate sui gomiti, un paio di pantaloni dello stesso colore, molto simili ai miei, e la classica fascia bianca sul colletto della camicia, unico segno della sua vocazione.

Ma ora, sinceramente del tizio qua di fronte, non me ne frega niente.

Non vedo l’ora che questa messa finisca così come questo pomposo matrimonio al quale siamo stati costretti a partecipare come protagonisti.

Perché, io ed Elena non avevamo intenzione di sposarci in questo modo e di certo non oggi.

Lei mi si è gettata al collo e dopo il suo “sì” avevamo intenzione di volare a Las Vegas se necessario, come se una firma su una carta avrebbe potuto sugellare l’amore incondizionato che entrambi proviamo l’uno per l’altra.

Ma allora prete, che domande mi fai?

“Certo che lo voglio” rispondo risoluto, facendo ridere Elena e sbuffare il sacerdote.

“Signore, deve dire Sì lo voglio” dice scocciato, invitandomi a ripetere la formula di nuovo per la validità dell’atto.

“Sì, lo voglio” ripeto sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

“Bene, ora può..”

Con un bacio che non ha niente di casto, sugelliamo questa promessa che l’ha resa mia, per sempre.

Gli invitati ci guardano divertiti e risate generali non mancano.

“....baciare la sposa” continua il sacerdote, divertito anche lui dalla situazione.

Deve averlo capito anche lui che siamo strani… chi non lo ha capito.

Elena si volta per guardare suo fratello Jeremy e sua Zia che siede accanto al mio migliore amico.

Chi avrebbe detto che quei due avessero frequentato il college insieme e da una settimana oramai non si perdono di vista neanche per un secondo.

Ma soprattutto chi avrebbe detto che io a mi sarei sposato.

Sembra un paradosso accostare la parola marito a Damon Salvatore eppure sono qui, su un altare a beccarmi gli applausi della poca famiglia che ci rimane.

Mi volto e la trovo a fissarmi e lo continuiamo a fare, proprio come la prima volta che ci siamo visti, non capendone il motivo ma avendo l’urgenza di farlo.

Perché, nonostante le varie cose che sono successe, ho sempre saputo che lei sarebbe stata mia.

La bacio ancora, mai stanco delle sue labbra morbide nonostante il loro sapore non sia nuovo per me.

Non so cosa ci aspetti fuori, so di per certo che un lussuoso e pomposo banchetto organizzato dalla Barbie ci sarà sicuramente e mi viene voglia di scappare…

Quindi perché non farlo, chi me lo impedisce.

Infondo, ho con me tutto quello di cui ho bisogno.



POV ELENA

Sento Damon staccarsi da me all’improvviso, come folgorato da un’ idea brillante che non vedo l’ora di conoscere.

Mi afferra il polso e mi trascina lungo la lunga navata sotto gli occhi sbigottiti di Caroline e gli invitati.

La bionda ci chiama urlando, per il ricevimento al quale noi non parteciperemo.

“Occupatene tu Care, io non posso venire… al mio matrimonio” rido un’ultima volta, voltandomi verso la mia amica.

Lei sbuffa ma poi sorride e lo so che è felice per me, lo dimostrano quelle lacrime che le rigano il viso, come quello che bagnano il volto di Jenna e Rebeka e i sorrisi di mio fratello, Stefan, Klaus e Rick.

Loro sono la mia famiglia ed è allora penso che la vita non mi ha tolto proprio tutto.

Ho un marito bellissimo al mio fianco per l’eternità, tre amiche che resteranno con me anche se una c’è solo nei miei ricordi, un fratello fantastico e una zia che nonostante il mio carattere terribile, mi vuole bene.

Scambio uno sguardo complice con Klaus, Stefan e Rick che ridono conoscendo ormai la pazzia di Damon.

Ed io un po’ me lo aspettavo che non avrebbe resistito a stare come un pinguino per una giornata intera, sotto i riflettori e stando in mezzo alla gente, e ne sono felice perché è l’unica cosa che voglio è andare via con lui, impaziente di iniziare la nostra vita infinita insieme... che è vero sarà infinita ma non voglio perdermene neanche un attimo.

Mi lascio trascinare a bordo della nostra macchina azzurra, facendomi spazio nell’abitacolo con questo enorme vestito bianco.

Fosse stato per me e Damon, saremmo venuti in jeans e anfibi neri nell’esatto momento in cui il cerchietto argentato è entrato in contatto con il mio anulare sinistro.

“Damon possiamo andarcene dal nostro matrimonio?” chiedo ridendo, togliendomi i tacchi alti che non sopportavo più.

“E il nostro matrimonio quindi decidiamo noi” ride guardandomi di sbieco prima di accendere il motore e partire per non so dove.

“Dove stiamo andando?” chiedo, continuando a ridere felice.

“Non ne ho idea è questo il bello” sorride anche lui, prima di sfrecciare per la strada affollata di questa città che ci ha fatti riunire.

Guardando le serie tv o i film ti accorgi di come i personaggi bramino la normalità,
di come vorrebbero vite normali dove crescere e morire…
 
Allora perché io aspetto solo quel momento nella mia vita i
n cui arriverà quella cosa o quella situazione o quel qualcuno che cambierà ogni cosa,
che stravolgerà tutto,
che cambierà me e quello che ho intorno.

Io vita, quella scossa l’ho trovata e questa ha trasformato tutto, lo capisco ogni volta che affondo i miei occhi in questi pezzi di oceano, che mi sorridono sinceramente felici dopo tanto tormento, tanta oscurità che comunque porteranno sempre dentro, proprio come i miei.

Ma insieme un po’ di luce ci vedo… come quel qualcosa che inevitabilmente ha cambiato la mia vita.



FINE.













NOTA AUTRICE
Buonpomeriggio :')
Ciao ragazze, alla fine è arrivato l'happy ending e devo dire che all'inizio non era così.
Quando ho immaginato questa storia, il finale era tutta un'altra cosa.
Inizialmente Elena trovava in Damon quella scossa che tanto cercava ma loro si perdevano... ognuno sarebbe dovuto andare per la propria strada ed Elena cresceva, si sarebbe trasferita e niente, loro si sarebbero ricordati a vicenda per sempre ma più che altro come una bellissima avventura.
Ma non ce l'ho fatta...
Scrivere una storia vuol dire anche questo, mi sono così affezionata ai personaggi che non sono riuscita a regalarli finali incompleti o negativi.
Poi dopo Tvd non ce l'ho fatta proprio...
Inutile dire che chiudere questa storia è straziante, è stata la mia prima storia e vorrei davvero ringraziare tutti quelli che mi hanno supportata nel bene e nel male.
La storia finisce con le parole dell'inizio e riassumono in breve quello che è successo in questi due anni di amore e odio.
Vorrei ringraziare tutti, senza nessuno escluso, per le emozioni che mi avete regalato in questi mesi... tutte le singole visualizzazioni.

Grazie alle 17 ragazze che hanno aggiunto la storia tra i preferiti:
1 -
 
AleDic
2 - amit_yon89 
3 - 
angioletto95 
4 - 
anna2795 
5 - 
astrosara 
6 - 
cenicienta93
7 -
 Claudia11 
8 - 
DemiLovatocuore 
9 - 
GiuliaTvd98 
10 - 
Horse_ 
11 - 
JVero 
12 - 
kebi 
13 - 
loveorhate 
14 - 
MartynaChan 
15 - 
miatersicore23 
16 - 
pokevales 
17 - 
TVDTeamDelena 

Alle 7 che l'hanno aggiunta tra i ricordati:
1 -
 anna2795 
2 - 
BdbzB 
3 - 
clare3 
4 - 
Claudia11 
5 - 
LadyAngel2001 
6 - 
miatersicore23 
7 - 
star09 

E alle 26 che mi hanno aggiunte ai seguiti:
1 -
 anteniska 
2 - 
Atlantide08 
3 - 
Cipoletta90 
4 - 
clau98 
5 - 
damon_elena 
6 - 
delenamychoice 
7 - 
EvasedaAzkaban_Black 
8 - 
fallen in love 
9 - 
GraziSci 
10 - 
ile_nia49 
11 - 
Kaylee90 
12 - 
kikathefly 
13 - 
laly83 
14 - 
Luciconlai 
15 - 
miatersicore23 
16 - 
niandelove 
17 - 
pocaontas1979
18 - rackelitaa 
19 - 
rendb 
20 - 
rob_13 
21 - 
sere 99 
22 - 
Serena94 
23 - 
Sonia88 
24 - 
Sorrisone90 
25 - 
stefy89d 
26 - 
tina1 

E poi vorrei ringraziare ogni singolo lettore silenzioso.
Vorrei ringraziare maggiormente tutte quelle che hanno lasciato le 72 recensioni  grazie a loro questa storia è andata avanti.
Grazie maggiormente ad AleDic, Sere99 e astrosara.
Questo cammino è stato bellissimo e quando ho iniziato non credevo di concluderlo, poi ho notato che la storia, seppure a pochi piaceva, quindi ho continuato.
è stata la mia prima storia e anche se non ho avuto grandi risultati 
Volevo chiedervi scusa se avvolte avete sperato in scena più descritte tra Damon e Elena ma ho solo 15 anni e non ho nessuna esperienza in quel campo xD
Ora che è conclusa posso dirvi la mia età, prima non volevo farlo perchè avevo paura che facendolo magari pensavate che la storia fosse superficiale.
Mi chiamo Alessia e ho 15 anni, quasi 16 però XD
Invito tutte a lasciare un ultima recensione, magari facendomi capire se vi è piaciuta la conclusione... soprattutto a quelle che non lo hanno mai fatto :D
Ora concludo questa infinita nota con un ultimo ringraziamento alle mie amiche, Michela e Entela che mi hanno sempre sostenuto.
Baci e arrivederci :* (grazie per avermi sopportato)
Dreamer_Vampire

 

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