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Non riusciva a capire che luogo fosse… faceva
freddo ed era buio, il rumore di gocce d’acqua che s’infrangono riecheggiava
sordo… dov’era? Probabilmente sempre nello stesso posto delle altre volte.
Continuava a camminare senza meta, cercando con affanno qualcosa o qualcuno;
una forza misteriosa lo attirava e lui continuava a camminare, senza sapere
dive stesse andando. Improvvisamente cominciò a risuonare un pianto lieve e la
solita voce disgustosa e soddisfatta ammonì piano:
- Su, su, non piangere, presto finirà… e con la te
avrai presto delle amiche, tante, piccole, graziose e rare… ti faranno
compagnia…
Quanto avrebbe dato perché quella voce tacesse! La
odiava con tutta l’anima! Voleva farla sparire, distruggerla, ma perché non
capiva. E poi di nuovo quegli occhi belli e tristi che lo supplicavano…
Quiche si svegliò di soprassalto: ancora quello
stupido sogno… ormai era lo stesso ogni notte, ma ogni volta che si alzava non
riusciva a ricordare che immagini confuse e inafferrabili…
Innervosito, ben sapendo che non sarebbe più
riuscito a dormire, si tirò su e, cambiandosi, fece un giro d’ispezione per la
casa, ma nelle altre camere i letti erano vuoti e non c’erano né Pie né Tart:
“Non potrebbero aspettarmi per una mattina? Incredibili…”. Finì di vestirsi e
sospirò, uscendo nell’alba del pianeta Gaea. Respirò a fondo l’aria frizzante,
facendo scorrere lo sguardo tutt’intorno a sé: a quell’ora il suo mondo era
magnifico.
Quando erano tornati, solo due mesi prima, avevano
trovato un pianeta sconvolto e un popolo disperato e rabbioso, perché nessuno
di loro aveva adempiuto al compito di rimpossessarsi della Terra; ma con
l’aiuto della Mew Aqua, i tre amici erano riusciti a rendere vivibile
quell’ammasso di rocce e lava. Il giovane alieno sorrise, ripensando alle facce
stupite della sua gente quando potè finalmente uscire dalle città sotterranee,
all’entusiasmo con cui si erano messi a costruire dei villaggi che, in armonia
con la natura, potessero diventare la loro casa.
Tese un istante le orecchie, sentendo alcuni
mormorii provenire dalle case vicine. Pian piano si avviò verso le quattro
piccole abitazioni che formavano il villaggio di Iki, dove ora viveva; in
realtà casa sua era leggermente isolata dalle altre, ma era stata una decisione
di Pie: diceva che troppa gente intorno lo disturbava nel suo lavoro.
Effettivamente, ormai la loro notorietà era tale che non passava giorno che
qualcuno andasse da loro a ringraziarli e offrigli dei doni, se avessero
vissuto in mezzo al paese sarebbe stata la fine. Quiche camminò lentamente
sulla via principale, formando piccole nuvole di polvere intorno a sé, finchè
si fermò con sicurezza di fronte a quella che sembrava una stalla: il mormorio
salì, accompagnato da un armeggiare sommesso. Sorridendo bussò sullo stipite
dell’ingresso, appoggiandovisi:
- Buongiorno, piccoli, posso entrare?
mosse due passi senza attendere una risposta,
mentre due testate di lucidi capelli neri, una lunga l’altra cortissima,
sbucavano da una sorta di covone di fieno:
- Buongiorno signor Quiche! - dissero all’unisono
i due bambini
- Allora è venuto a trovarci davvero, signor
Quiche! ^-^ - sorrise raggiante una bambina, che doveva avere sì e no l’età di
Tart
- Beh, ve l’avevo promesso, no?
I due bambini, che erano gemelli, gli si
avvicinarono
- Te l’avevo detto – esclamò il maschietto,
rivolgendosi alla sorella – lui è un grande, mantiene sempre le promesse!
Quiche fece una smorfia che doveva essere un
sorriso: essere l’idolo dei bambini lo divertiva, ma a volte la loro eccessiva
adorazione risultava abbastanza imbarazzante e irritante.
- Meno male che è venuto – continuò il bambino –
così potrò farle vedere quanto sono diventatobravo ad usare la spada, mi alleno tutti i giorni, sa? Così, quando voi
dovrete affrontare un altro pericolo, ci penserò io a difendere il pianeta!
- Ha ragione, ma anch’io sono brava, sa? Riesco
già a teletrasportarmi!>>
- Sul serio? - il giovane ridacchiò, in fondo
ispiravano davvero tenerezza - Sentite, non è che per caso avete visto quegli altri
due? Stamattina a casa non c’erano…
- Intende il signor Pie e Tart? Non lo so…
- Io sì, Tart è passato sotto casa nostra
prestissimo, andava verso le colline laggiù…
- Bene, allora andrò a prenderlo. – l’alieno notò
gli sguardi delusi dei due bimbi – Ma tranquilli, dopo ritorno, così giocherete
insieme, che ne dite?
- Certo! Fantastico, signor Quiche!
Sorridendo, l’alieno fece un cenno con la mano e
si volse verso ovest, quando d’un tratto sentì i passetti veloci della bambina:
- Aspetti un momento, signor Quiche!
- Cosa fai ancora qui? Guarda che se scoprono te e
tuo fratello in piedi così presto saranno guai…
- E’ solo che volevo chiederle una cosa prima di
dimenticarmela. – rispose affannata – Senta, la mamma mi ha detto che hanno
chiesto a lei di dare il nome a questa città, ma perché proprio “Iki”? E’
strano…
Quiche si fermò di botto, la ragazzina a fissarlo
stupita. Già… perché quel nome? Quando gli avevano proposto di battezzare quel
gruppo di casupole, fu il primo che gli venne in mente. Eppure… Da due mesi
aveva lasciato la Terra e da due mesi tentava invano di dimenticare, di
dimenticarla, ma non ci era riuscito: nei suoi pensieri c’era ancora l’unica
persona dalla quale non avrebbe mai potuto avere l’amore che desiderava,
l’unica per cui aveva tradito perfino Deep Blue: Strawberry, lei, la sua
micina.
- Ecco.. solo perché “Iki” significa “gatto“,
nulla di più.
E senza aggiungere altro si allontanò.
- Due mesi… - sussurrò Tart - E’ già passato così
tanto tempo, da quando siamo tornati a casa?
Sdraiato su un prato, il piccolo alieno
contemplava le nuvole di Gaea, sempre di un colore più roseo rispetto a quelle
a cui si era abituato sulla Terra, a causa della debole luce del loro sole,
Disga. “ La Terra…” Meccanicamente, Tart si portò a sedere con lentezza, a
gambe incrociate, infilò una mano nella tasca e ne estrasse un oggetto piccolo
e rotondo, tutto colorato: una delle caramelle dategli da Paddy. Era l’ultima
che gli era rimasta, ma non l’aveva ancora mangiata; rigirò con cura il
dolcetto tra le mani, ripensando a tutto quello che era successo, alla Terra,
alle Mewmew… e a Paddy. Nella mente si affacciò l’immagine del visetto tondo e
sorridente della bambina, i suoi tentativi di portarlo dalla loro parte, il suo
sguardo triste quando loro dovettero ripartire “Forse è per questo – pensò –
che è meglio che non mangi questa… Non credo di poter…”
- Ciao Tart,
cos’hai?
- Umh? Ah, sei tu Quiche. No, niente, è solo che…
- Che?
- Ecco… No, niente… - rispose lui, guardando di
sottecchi la caramella che stringeva ancora nel pugno semi-chiuso. Quiche notò
che cosa aveva l’amico in mano e sorrise malinconico:
- Ti manca, vero?
- Chi?
- Come chi? Su pensaci: capelli biondi, muso da
scimmia, insomma la tua fidan…
- Non ci provare, non è vero >\\\\
- Ma non sai neanche cosa volevo dire.
- Invece sì, e NON E’ come pensi! E’ solo che,
insomma, siamo diventati amici, no? E un po’ mi manca, e poi – aprì il piccolo
pugno – se mangiassi questa, dovrei mantenere la promessa di tornare e non
posso.
Il piccolo alieno chinò un po’ la testa, mentre
Quiche gli faceva un buffetto sulla testa, in silenzio.
- Tart! Quiche! Vi ho trovati finalmente!
- Yo, Pie! ^-^
Da dietro la collina apparve il più anziano dei
tre amici, lo sguardo di solito impassibile ora corrucciato:
- Ragazzi, abbiamo un problema. C’è qualcosa che
si sta avvicinando a tutta velocità su Gaea, e non capisco cosa sia!
- Ma cosa stai dic…
Quiche non riuscì a terminare la frase, perché una
tremenda esplosione coprì le sue parole, facendo tremare l’intera Gaea.
<< Devo trovarle… così ci ha ordinato il
padrone… dobbiamo trovarle… sono qui, c’è qualcosa di loro qui… devo trovarle… >>
Eccociiii!!
New chappy! Qualche saluto… Gazie Dafne, sn contenta ti piaccia ^^! Se vuoi
leggere anke il seguito, vai su qsto forum http://www.forumfree.net/?c=31929,
dove sn già andata avanti! Commy tutti, vi aspetto!!
Cap. 2 – Una nuova
minaccia
- ATTENZIONE!
CRASH!
L’ennesimo piatto usato da Paddy nel suo numero
d’acrobata si fracassò a terra
- Lo sapevo… -_-‘. Paddy, perché non la pianti?! –
disse esasperata Strawberry
- Ma i miei numeri ormai sono un’attrazione fissa,
i clienti si aspettano uno spettacolo!! ^-^ (Gocciolone di Strawberry)
- Però, Paddy, ultimamente stai rompendo un sacco
di cose: prima eri solo un po’ vivace, ma ora esageri! – esclamò Pam
- Chiedo scusa ;-P Ma ora su AL LAVORO, AL
LAVORO!!! - esordì lei con un urlo spacca-timpani, dirigendosi tutta pimpante
in cucina.
- ……… gocciolone.
- Ehi Lory, che cos’ hai? – chiese la mewgatto,
notando lo sguardo pensieroso dell’amica
- Ragazze, non sembra anche a voi che ultimamente Paddy
sia strana?>>
- Strana?
- Sì… non vi sembra che, nonostante tutto, sia un
po’ triste? Come se si sforzasse di sembrare la Paddy di sempre.
- Sinceramente, era parso anche a me.
- Cosa potrebbe mai essere? – chiese titubante
Mina
Ma nessuna rispose: tutte sapevano che cosa
tormentava la più piccola del gruppo, una cosa chiamata nostalgia.
- EHI, ragazze, vi siete incantate?! – esordì Ryan
- Forza i clienti aspettano! (Solito rompiballe N.d.A. – Grazie mille -_-‘
N.d.Ryan)
Intanto Paddy stava aiutando Kyle a spostare sul
tavolo vari ingredienti.
- Prepari un’altra delle tue torte, vero Kyle?
Sono sicura che sarà buonissima! Posso essere io la prima ad assaggiarla? ^-^
- Ma certo piccola. Però senti…
- Umh?
- E’ tutto ok? Ultimamente mi sembri un po’ giù di
cord…
SBAM!
Con un tonfo, Paddy urtò improvvisamente la
bottiglia del latte; si poteva pensare l’avesse fatto apposta, tanto aveva
colpito grossolanamente il recipiente
- AAAAHH, cavolo, ho rovesciato tutto il latte!
Accidenti, corro subito a comprarne altro!
Così la bambina schizzò fuori dal Caffè con ancora
la divisa, afferrando al volo il borsellino dai suoi vestiti. Kyle sospirò,
pulendo il latte dal tavolino:
- Per quanto tu sia forte, non dovresti tenerti
tutto dentro…
“Auff, l’ ho scampata bella!” pensò la ragazzina
mentre camminava a passo svelto nel piccolo parco “Devo fare attenzione, Kyle è
molto sensibile e attento, potrebbe scoprire la mia recita e non voglio che lui
e le altre si preoccupino inutilmente.”
- Sono in gran forma!! Come sempre del resto, no?
- Si disse per farsi coraggio. Alzò lo sguardo al cielo, osservando quanto
fosse grande, distante, cercando di vedere attraverso di esso lo Spazio
infinito. Ed ecco che pensava di nuovo al suo amico Tart e si sentì di nuovo triste
- No, non è vero che non ho niente – dovette
ammettere a se stessa – la verità è che mi mancano i nostri amici, mi manca
Tart; abbiamo passato tante battaglie, e alla fine è andato tutto a posto,
però… - Sfiorò soprappensiero la piccola voglia rosata sulla fronte: il fatto
di possedere ancora i suoi poteri forse le aveva impedito per un po’ di sentire
lo scorrere del tempo, ma in realtà ne era passato tanto, forse troppo per lei…
- Ce n’è una padrone… ne ho trovata una…
- Eh?
Una voce metallica risuonò nell’aria e
contemporaneamente un raggio d’energia elettrica si diresse verso Paddy, che
schivò agilmente l’attacco.
- L’ hai mancata, idiota! - lo ammonì una voce
dura e fredda
- E voi chi siete?!
-Ragazze venite subito qui!
- Che succede Kyle?
- Sto rivelando qualcosa, è comparsa una
grandissima fonte d’energia, qui nel parco
- Cosa sarà?
- Non lo so… - rispose serio l’uomo – ma sento che
è qualcosa di pericoloso…
- Maledizione… Ragazze, raggiungete subito il
parco!
Davanti a Paddy si stagliavano due figure: una,
quella dalla voce metallica, sembrava un uomo, un uomo che forse un tempo era
stato forte e vigoroso, ma che ora appariva stanco e vuoto, come i suoi due
cupi occhi color smog; l’altro assomigliava a un ragazzo, con un fisico alto e
slanciato, i tratti regolari del viso incorniciati da una stupenda chioma nera
(Uao, ma perché i cattivi mi vengono sempre dei fighi? N.d.A.). il ragazzo
parlò:
- Io sono Tanir, mentre lui è Qur, ma non ti
servirà a molto saperlo, perché ora morirai
- Solita frase da cattivo da due soldi, non te lo
permetterò di certo! MEWPADDY METAMORFOSI!!!
- La cosa si fa interessante… vai Qur! Ma stai
attento a non rovinarla troppo.
Lo strano essere si gettò su Paddy a una velocità
spaventosa, provocando un piccolo cratere col pugno, nell’esatto punto dove la
ragazzina si trovava pochi secondi prima
- Credi di spaventarmi? PUDDING RING INFERNO!
Il bestione schivò però il colpo con una velocità
incredibile. La piccola scimmia cominciò a saltare di qua e di là per
seminarlo, ma lui non la mollava di un millimetro, schivando a ripetizione il
suo Pudding ring inferno. A un certo punto Paddy sentì qualcosa provenire da
dietro, che fortunatamente evitò, ma si fermò a fissare l’avversario a bocca
aperta
- Hai una coda a forma di frusta?! Cavolo, così
non vale bestione, io con la mia non ci riesco!!
Qur non disse nulla, ma sferzò con un gesto secco
l’aria, tranciando a frustate i rami degli alberi vicini.
- Sembra che vi stiate divertendo – disse maligno
– ma ora basta giocare. Scansati
Qur, DEATH WEB!!
L’enorme creatura svanì in un lampo e Paddy non
riuscì a evitare un fittissimo gruppo di cordicelle argentate che veniva
scagliato verso di lei e si trovò completamente immobilizzata; tentò di
liberarsi, ma i fili che le stringevano il corpo erano come filo da pesca, e
ben presto si trovò con molti piccoli tagli ovunque, dove le cordicelle avevano
premuto.
- Non sembravi così debole – sogghignò – Peccato,
Phiras e il mio signore avrebbero voluto partecipare al gioco…
- ATTACCO CLICK-CLACK!!!
Una strana arma colpì Tanir dritto alla spalla,
facendolo barcollare. Si voltò in alto, dove tre figure si stagliavano a
mezz’aria; il suo stupore svanì in fretta, lasciando posto ad una smorfia di
rabbia
- Come diavolo… avete fatto…?
- Sai com’è, siamo tipi dalle mille risorse! ^-^
Quelle voci… Paddy le conosceva… Sì, ne era certa,
le aveva già sentite! Ma non potevano…
- Perché ora non ti allontani da lei e sparisci?
- Potete anche…
Ma Qur lo fermò, poggiandoli fiaccamente una mano
sulla spalla ferita: i suoi occhi avevano cambiato colore:
- Il padrone ci chiama… dobbiamo andare… così
ordina il padrone.
- Maledizione… - disse a denti stretti – ma la
battaglia è appena cominciata. E ben presto la collezione del padrone sarà
completa, con le ultime cinque.
E con un sorrisino sadico svanì nel nulla con Qur.
Paddy era ancora confusa e osservava inebetita i
suoi salvatori, a bocca aperta
- MEWPADDY!
- Mewberry! Ragazze!
- Tutto bene? - chiese Lory premurosa.
- Benissimo! – disse, mentre un largo sorriso le
appariva in faccia – mi hanno salvata loro!
Le Mewmew si voltarono, rimanendo di stucco alla
vista di chi avevano di fronte
Nel frattempo Ryan e Kyle, dopo aver chiuso il
Caffè, aspettavano il ritorno delle ragazze
- Ma perché non tornano? – esclamò Ryan - Eppure
il segnale era chiaro, possibile che l’abbiano perso?!
- Non penso sia accaduto loro qualcosa, se si
fossero trovate nei guai avrebbero tentato di avvisarci. Mi stupisce solo che
quella grande fonte d’energia sia sparita così, all’improvviso.
- Hmnh…
All’improvviso qualcuno bussò energicamente alla
porta del locale
- Chi sarà? Non certo le ragazze, loro non lo
farebbero.
- Probabilmente è qualcuno che non sa leggere, -
borbottò il ragazzo biondo - visto che c’è un cartello enorme con scritto
“chiuso” proprio sulla porta. - intanto continuavano a bussare- Arrivo, arrivo…
- Ryan aprì la porta, abbastanza nervoso
- Scusa, non hai letto? C’è scritto che siamo
chiu…
- CIAOOO!! ^-^ - con un sorriso a trentadue denti
Quiche apparve sulla soglia
Ryan tacque per un attimo, poi chiuse la porta
SLAM!!
- Ma chi era?
- Un idiota, anzi, l’allucinazione di un idiota.
- Ehi vedi
di darti una regolata! – sbraitò l’alieno aprendo la porta – e comunque sei un
gran maleducato, non si chiude la porta in faccia alla gente, nononono!
- Non ci posso credere, ma sei proprio tu? Mi
pareva che stessimo quietando da troppo tempo…
- Che vorresti dire? >_<*
- Avanti, perché sei qui stavolta? Non dirmi che
avete fatto anche qualche casino con la Mewaqua che vi avevo dato.
- Non sono al tuo livello di deficienza.
- Su su
ragazzi, calma…
La porta del locale si aprì di nuovo un istante
prima che Ryan e Quiche si scannassero:
- Ma non ti si può lasciare solo un secondo,
Quiche! – disse esasperata Strawberry -Che fai?
- Sto ricevendo il tipico benvenuto terrestre -
rispose con un sorrisino ironico
- Vedi di finirla e dicci cosa diavolo ci fai qui.
- Ha salvato Paddy - rispose per lui Pam, entrando
- E che tempismo! – aggiunse Mina - Non saremmo
riuscite ad aiutarla, se lui e i suoi amici non fossero arrivati.
Le altre Mewmew entrarono, seguite da Pie e Tart
- Immagino vogliate delle spiegazioni – disse
calmo l’alieno dai capelli bluastri
- Possibilmente…
- Ryan! Su, è meglio se ci spostiamo di là,
staremo più comodi seduti.
Tutti seguirono Kyle, ansiosi di scoprire qualcosa
di più. Mentre si avviava, Lory incrociò per un attimo lo sguardo di Pie e gli
sorrise timidamente
- Ti ringrazio ancora per aver aiutato gli altri a
salvare Paddy, davvero di cuore - disse col suo solito tono incerto.
- Nessun problema. – rispose e le sorrise
gentilmente; Lory si sentì arrossire e girò lo sguardo verso il basso, ma Pie
sembrò non averlo notato e seguì gli altri.
- Dunquedunquedunque… - Quiche si mise comodo su
una sedia - Da dove posso cominciare?
- Dal comportarti seriamente e dal spiegare tutto
senza mezzi termini - gli rispose freddamente Pie
- Ok, ok… - il giovane si fece di colpo molto
serio – Noi abbiamo un conto in sospeso con quelle creature. E loro vi stanno
cercando, tutto qui.
- Tutto qui?! – esclamò innervosita Starwberry
- Ho un’incredibile capacità di sintesi, vero?
Pie, prima che il compagno venisse strangolato
dalla ragazza, prese la parola:
- Forse è meglio che continui io…
Pianeta Gaea, 3
settimane prima…
- Ma cosa diavolo era quell’esplosione?! - esclamò
Tart, molto spaventato
- N-non lo so – disse con voce lievemente
preoccupata Pie - però, da quella parte…
- C’E’ LA CITTA’!! – Quiche era sbiancato -
Qualcuno sta attaccando Fertenia!!
E detto questo i tre si precipitarono laggiù: chi
era quel maledetto che stava attaccando la prima città di Gaea, costruita con
tanta fatica e impegno?
- Niente, in questa zona non c’è. – disse Tanir
con aria di sufficienza, tirando un calcio a ciò che rimaneva di un muro - Sei
certo che il rilevatore non si sbagli, Phiras?
la creatura si stava rivolgendo a quello che aveva
l’aspetto di un bambino, che sospeso a mezz’aria ticchettava sulla tastiera di
un computer, scostando i ciuffi di capelli rosso-violetto:
- Non ci
sono dubbi, quella è stata qui! Però la traccia è debole, forse…
Il compagno sospirò rassegnato, mentre Qur, che
era con lui, si guardava attorno senza fare una piega. Tanir sospirò di nuovo:
- Chiediamo informazioni, no?
Così dicendo afferrò per il colletto un abitante
del villaggio che era rimasto steso a terra dopo l’esplosione e lo sollevò per
aria:
- Scusa, hai mai visto questa? - E mostrò al
poveretto un pezzo di carta ormai consunto
- Uffi, allora potrebbe aver già lasciato il
pianeta, magari ci si è fermata pochi giorni…
- Oh, ma che intuito Phiras! – disse l’altro,
ironico; quindi si voltò verso il poveretto che teneva ancora sospeso – Grazie
mille allora ^-^
Poi, con quel sorrisetto sul viso, lo dissolse in
un lampo luminoso.
- EHI TU, MALEDETTO!! – l’urlo di Quiche perforò
l’aria, mentre il giovane guardava inorridito le macerie e i corpi di coloro
che non erano riusciti a fuggire
- Cos ’hai fatto alla nostra bella città?! - gridò
con rabbia il piccolo Tart
- Oh-oh… sembra che abbiamo compagnia – disse con
tono piatto Phiras
- Già… Forse dovremmo andarcene – disse Tanir,
portando lentamente in aria la mano destra - …o forse no.
Un lampo accecante partì dal palmo della sua mano,
colpendo Pie in pieno
- PIE!
- Ora la paghi, bastardo!
Quiche si lanciò contro Tarin impugnando le sue
due lame, ma quello fu subito pronto con una spada, magicamente unita al suo
braccio. Quiche lo guardò furioso:
- Ma cosa diavolo sei?!
- Qualcuno che disintegra tutto ciò che lo
innervosisce!
Phiras si era intanto avvicinato a Pie e Tart, che
stava aiutando l’amico a rialzarsi
- Oh poverino, hai preso una bella botta, eh? –
disse con un sorrisetto cattivo – vi va di giocare un po’ con me? Ci divertiremo!
^-^
E così dicendo formò sulle mani due piccole sfere
verde marcio, dalle quali parevano fuoriuscire dei tentacoli lunghi e viscidi
- Spiacente, moccioso, ma ho altri progetti. – gli
rispose Pie, alzandosi a fatica; il ragazzino guardò i due amici puntargli
contro le loro armi:
- FLASH ATTACK!
Una fortissima scarica mancò per poco Phiras, che
smise di levitare e cadde per terra di testa:
- AHIA! Ma siete matti?! Che tipi violent… uhm?
Improvvisamente la scatolina che portava alla
cintura, che era un rilevatore, cominciò a suonare, come una sveglia digitale.
Nel frattempo Qur non si era mai mosso,
continuando a fissare il vuoto di fronte a sé; quando il rilevatore di Phiras
cominciò a suonare spalancò gli occhi e cominciò a borbottare:
- E’ qui… c’è qualcosa, qui, che interessa al
padrone… c’è qualcosa del suo desiderio, qualcosa che appartiene a loro…
Phiras lo guardò in silenzio, aprì di scatto il
rilevatore e lo guardò; poi lo richiuse e come un fulmine si precipitò su Tart
“Ma come fa?” pensò Pie “poco fa non era così rapido, che gli passa per la
testa?”; Phiras si bloccò a due centimetri dal viso di Tart
- Cos’ hai in tasca? Dammela.
- Eh?
- Quella cosa che hai in tasca. Non so cos’è, ma
mi serve, dammela.
- Scordatelo! Questa non la darò mai a nessuno, mi
hai capito?!
Per risposta, Phiras assestò un pugno nello
stomaco a Tart, che si piegò all’istante in due dal dolore, mentre l’altro gli
infilava la mano in tasca ed estraeva la caramella di Paddy
- Rid…ridammela…
- TART!
- Non distrarti idiota! – Approfittando della sua
deconcentrazione, Tanir assestò a Quiche un calcio nei reni, mandandolo a
sbattere contro il muro di una casa ormai distrutta.
- Ora vedrai…! - ma Qur si mosse velocissimo e
spedì Pie al tappeto, prima che potesse aiutare gli altri.
Intanto Phiras era volato accanto al bestione,
porgendoli la caramella.
- Questa è loro… - mormorò Qur, rigirandola
tra le mani - gli appartiene, possiamo trovarle… possiamo…
- E’ vero, capo! – esclamò felice Phiras,
schizzando da Tanir - E guarda, guarda – gli mostrò il computer – ho trovato
anche lei! E’ lì, sullo stesso pianeta!!
- Perfetto, qui allora abbiamo finito. Ah grazie
per il riscaldamento – disse perfidamente ai tre amici– siete stati un’
intrattenimento molto piacevole. Ora andiamo, il nostro padrone vuole
assolutamente quelle cinque.
- Co-cos…
- Andiamo, prossima fermata: pianeta Terra - e si
dissolse coi compagni nell’aria.
Quiche tentò inutilmente di alzarsi per fermarli,
ma loro erano già spariti:
- Ce l’ ha con loro! Dobbiamo avvisarle – sussurrò
con un filo di voce –dobbiamo avvertire… le Mewmew…
Nella sala c’era silenzio; nessuno riusciva a
credere al suo racconto, quegli esseri dovevano essere fortissimi, gli avevano
sconfitti in un attimo!
- Perché sareste venuti qua, però? Per vendicarvi
del fatto che hanno distrutto la città?
- Anche, Ryan, – rispose sincero – però…
- Ma anche per avvertirci, giusto? – esclamò Paddy
– in fondo siamo diventati amici, se quei tizi ci cercano è ovvio che loro
siano venuti!
- Già, proprio così ^-^ - sorrise Quiche
- E noi vi ringraziamo – disse Kyle cordiale – e
se vorrete aiutarci, ci fareste un grosso favore
- KYLE! Ma ti rendi conto di quello che dici? Gli
stai proponendo una…
- Un’alleanza, Ryan; e mi sembra un’ottima idea.
- Pam!
- Su, Ryan, non comportanti come un bambino. –
disse Strawberry - Ciò che è stato è stato, ormai non ci combattiamo più, siamo
amici, non ricordi?
Ryan non ribatté e si sedette di nuovo, in
silenzio
- Su, non arrabbiarti, Ryan-kun, facciamo pace
^-^?
- Piantala di sfottermi così, Quiche, fai
impressione……(gocciolone)
Il gruppo parlò ancora per alcuni minuti, e alla
fine si decise di cercare i nemici in città: se le stavano davvero cercando,
non sarebbero andati molto lontano.
- In ogni caso immagino che, ora come ora, non
abbiate un posto dove stare, giusto? – osservò Mina
- Beh, in effetti…
- Ed è ovvio che, se dobbiamo collaborale, non
possiate starvene nella vostra astronave isolati nè passare delle notti
all’addiaccio, e poi sulla Terra non sono ancora abituati ai tizi con le
orecchie a punta.
- Dobbiamo offenderci? – disse Quiche sarcastico
- Quindi – continuò, ignorandolo – mi sembra ovvio
che dobbiamo trovare un sistema per farvi passare non visti; inoltre, alcune di
noi dovranno ospitarvi.
- Ospitarci?
- BENE! Direi che siamo a cavallo! – esclamò
Quiche al settimo cielo - Ovviamente io sarò ospitato dalla mia micetta…
- E tu, Tart, potresti venire a casa mia, che ne
dici?
- Beh, va bene, Paddy, ma…
- In casa mia c’è una stanza in più – disse Lory -
posso ospitare anch’io…
- Per me non c’è problema, se decidete così… -
rispose tranquillo Pie
- Ehi, no, un momento, aspettate, perché dovrei
ospitare proprio te, Quiche?!! In fondo Mina ha una casa enorme, può ospitarvi
tutti lei!
- Scherzi?! Mio fratello Sergio è appena tornato
da un viaggio studio e si fermerà a casa per un po’, come farei a spiegargli
tutto? Credi che non mi chiederà niente quando vedrà tre uomini (si fa per
dire… N.d.A. – ce l’ hai con me, scusa?N.dTart – NOOOO!!! N.d.A.) in casa e per
giunta tutti e tre con le iridi da gatto e le orecchie a punta?!
- Continuo a pensare che dovremmo offenderci…
- E io invece, scusa?
- I tuoi sono partiti la settimana scorsa per un
viaggio: non sono scema, me l’hai detto proprio due giorni fa.
“ah… (gocciolone) beccata!”
- Beh – tentò di recuperare la mewgatto – alle
altre non ci pensi?
- Io vivo sola coi miei fratellini. – disse con
tono innocente Paddy – Non te lo ricordi?
- E io posso gestirmi facilmente la situazione ^^.
- Ah beh… (gocciolone) – mormorò sconfitta
- E’ deciso! – disse Kyle - Ora però forse
dovreste cominciare ad avviarvi, è quasi il tramonto e non vorrei che subiste
un attacco col buio. Domani penseremo al da farsi.
- Allora andiamo micetta? ^-^.
“Ma perché tutte a me devono capitare?! T-T
miauuu…”
In quell’istante la porta si aprì e Mark entrò di
colpo nella stanza, tutto trafelato
- Strawberry!
- Mark!
- Uffa, è arrivato il paladino dell’universo… -
sussurrò Quiche, per essere zittito da una gomitata nelle costole da Mina
- Tutto a posto? – continuò Mark, non avendolo
sentito – Il trasmettitore ha cominciato a suonare all’impazzata, così mi sono
preoccupato e sono corso qui.
- No, tranquillo, va tutto benissimo… ^\\\^
(super-felice)
- Oh, ciao. – disse notando Quiche e gli altri – e
voi che fate qui?
- Gita turistica… - disse sarcastico l’alieno
- Quiche! No, Mark, vedi, - Strawberry lo trascinò
a forza di fuori, per parlare tranquilla - ora ti spiego…
Dopo un veloce chiarimento…
- Capisco… Quindi per un po’ adesso sarai
impegnata, vero?
- Beh, forse, un pochino…
- Stai tranquilla. Però fammi sapere tutto, e
chiamami se ti troverai nei guai, ok? Forse non sarò di grande aiuto, ma
qualcosa voglio provare a farla.
- D’accordo!! ;D
- Allora ciao. - le schioccò un bacio sulla
guancia e corse via
- Avete finito voi due o facciamo notte? – disse
maligna Mina dalla soglia.
Strawberry la fulminò con uno sguardo e rientrò,
mentre Ryan stava consegnando due pacchi a Pie e a Quiche
- Se usciste così vestiti in pieno giorno dareste
un po’ nell’occhio, con questi forse riuscirete ad “agire in incognito”; sono
miei e di Kyle, quindi a taglia dovremmo esserci.
- Bene, - disse Quiche - non avevo per niente
voglia di passare il mio soggiorno sulla Terra chiuso tra quattro mura.
- Guarda che questa non è una gita, ricordalo. –
lo rimproverò Pie.
- Tenterò…
- Ehi, e io? Non riuscirò mai a mettermi quei
vestiti, come faccio?
- Potresti indossare qualcosa di Paddy… -
sogghignò Quiche
- CHE?!?
- Lascialo perdere – sospirò Ryan – tieni questi;
sono alcuni miei vecchi vestiti di quand’ero piccolo, ma sono ancora buoni,
usali tranquillamente.
- Ma… che significa? Volete dirmelo?
- Starwberry, l’abbiamo già detto prima: finché
non sapremo qualcosa di più su quei tizi, dovremo cercare le loro tracce in
città, ed è meglio non farsi notare troppo. Tanto con questi, se non si mettono
troppo in mostra, dovrebbero passare inosservati.
E ora andate, è già tardi.
- Come fatto! ^-^ - disse con enfasi Quiche - su,
andiamo micetta!! – e così prese Strawberry sottobraccio e corse via. Gli altri
si lasciarono sfuggire un sospiro unanime:
- Speriamo bene…
Un ringraziamento a Dafne e a Sandy
x L’incoraggiamento ^^! Mi impegnerò al max!!!
Eccooomiii
(Come la song degli 883 ^^)! Salutoni a: Ichigochan, Dark Magician, Merenwen
Vèneanàr, Chihiro (Grazie 100000, mi farò coraggio ancora di + ^^!), Sandy (Sai,
anke le mie… Probabilmente è una cospirazione!) e Dafne (Ricevere i comply da
una che scrive così bene è imbarazzante… ^\\\^ Spero di riuscire ad andare
avanti, sto accumulando le idee e rivedendo le bozze dei cap.).
Vabbè, ho finito la pappardella,
godetevi quest’altro chappy!
Cap. 5- Quando giunge la sera… (prima parte)
Lungo la strada verso la casa di Strawberry,
Quiche continuò a trascinarla, incurante delle sue proteste:
- Insomma Quiche, vuoi lasciarmi andare?! So
camminare da sola!
- D’accordo micetta ^-^.
- E NON CHIAMARMI PIU ’ MICETTA!! - sbraitò,
dirigendosi a passo marziale verso la sua abitazione.
Una volta arrivati, Strawberry lo condusse nella
stanza degli ospiti.
- Però già che ci siamo – disse lui malizioso –
potremmo dormire insieme nella stanza dei t…
SBAM!
Non completò la frase perché la ragazza gli sbatté
furente la porta sulla faccia
- Vado a far la cena – disse lei a voce un po’
troppo alta – se quando sei pronto scendi va bene, se no pace!!
- Ahi… mi sa che si è arrabbiata…
Una ventina di minuti dopo Quiche scese in cucina;
si era già messo in abiti terrestri, con un paio di jeans comodi e leggermente
scoloriti e una semplice T-shirt verde smeraldo, ma si era lasciato le fasce
sugli avambracci
- Hmmm… che odorino, ma hai davvero cucinato per
me, micetta?
- Purtroppo… - rispose freddamente e si sedette a
tavola. Dopo un lungo silenzio il ragazzo parlò:
- Vuoi tenermi il broncio ancora per molto?
- … …
- Andiamo, non dirmi che di colpo sei diventata
permalos…
- Perché fai così?
- Cosa?
- Perché mi stai sempre appiccicato e mi tratti
così? Non ti avevo detto chiaro e tondo che non mi interessi?!
- Guarda che lo so! – ribattè lui, con un velo di
malinconia: “Ma anche se non mi ricambi io…”
- Senti, non fare così, per favore, rendi tutto
più complicato.
- Eh?
- Neanche a me piacerebbe amare qualcuno senza
essere ricambiata, ma a questo punto non potresti rinunciare? Sono certa che
troverai la persona giusta, e ti assicuro che non sono io.
Lui la fissò un istante, per poi scoppiare a
ridere:
- Cosa c’è di così buffo?! – disse lei stizzita
- HA, HA, HA, ma dai, ti preoccupi per me? Ti sto
solo prendendo un po’ in giro.
- MA ALLORA SEI UN IDIOTA! Stramaledetto…
- Su, su, calmati, he, he…
La ragazza si risedette sbuffando e Quiche si
calmò; forse aveva ragione era ora di rinunciare… “Ci proverò… Ma credo che non
esista la persona adatta a me…”
- Vabbè, per stavolta potrei anche perdonarti… -
sospirò Strawberry, guardando di sottecchi l’alieno
- Anche se dicessi che la cena fa schifo?
- COOSA?!
- Eddai, scherzavo, ma sai che è davvero
divertente prenderti in giro? ^-^
- Insopportabile…
“Però” pensò la Strawberry “Anch’io in fondo sono
contenta di rivederlo”
- E ora perché sorridi?
- Così…
*_______
Lory era in sala da pranzo e stava apparecchiando
tavola, Pie nel frattempo era di sopra. Da quando avevano lasciato il Caffè non
aveva più parlato, neppure quando gli si erano presentati davanti i genitori di
Lory : “Beh” pensò la ragazza “forse è stato meglio così, sono riuscita a
convincerlipiù facilmente.”
Si stupiva solo che non le avessero fatto nessuna
domanda sulle orecchie o sugli abiti dell’amico. Sorrise, finalmente poteva
considerarlo un amico: aveva sempre cercato di comprendere il freddo alieno
dagli occhi scuri, ma nelle battaglie ognuno dei due era troppo occupato a
battersi per la propria gente; sospirò, ora ci sarebbe stata un’altra
battaglia…
In quel momento finì di apparecchiare e contemplò
qualche secondo la sua opera: le aveva fatto uno strano effetto apparecchiare
solo per due persone “Solo per due…”
Le tornò in mente all’improvviso il sorriso di Pie
e si sentì avvampare le guance “M-ma che mi prende?! In fondo era solo…”
- Tutto ok? - Pie era arrivato: indossava dei
pantaloni blu notte un po’ attillati e una camicia bianca, aperta sui primi due
bottoni.
- S-sì, tranquillo… ti…ti stanno bene quei
vestiti…
- Grazie.
I due si misero a mangiare, in silenzio. Lory si
sentiva nervosa, aveva paura di risultare fastidiosa a parlare, ma anche quel
silenzio era piuttosto pesante
- Ah, scusami… - disse alla fine sottovoce – non
sono di gran compagnia, vero?
- Stai tranquilla, è molto più piacevole cenare
così, che non con quei due casinisti
- Tart e Quiche?
- Sì… in confronto a loro due insieme a tavola, un
troll ha la grazia di un principe… (gocciolone).
Lory fissò l’espressione del giovane, che
esprimeva una sofferta rassegnazione; le venne da ridere:
- Pfff…
- Uhm? Che c’è, ti è sembrata buffa?
- Un pochino…pff, pff… Ah, ma non è perché ti
trovo ridicolo!
- E’ la prima volta che qualcuno ride mentre io
parlo, è un evento!
- Beh – disse lei, impacciata – forse perché a te
si addice di più… come si può dire… il ruolo del “fratello maggiore”, serio e
tutto d’un pezzo, credo che si possa dire così…
- Era un complimento? - Lei fece timidamente segno
di sì con la testa
YO! RIEKKIMEEE!!! Vai che sn una
grande ^^! (Ma dove? ndTutti).
Ringrazio come sempre tutti quelli che mi recenzizcono,
VVTTB ^\\\^! X Sandy, purtroppo (O x fortuna? Decidete voi…) è un po’ lunghetta,
sto lavorando sulle bozze dei prx chap e sn pronti, adesso, fino al 20, ma c’è
ancora un po’… ^___^’ (X usare un eufemismo… ndFratellino - …. ^____^””””).
Bacioni!!
Nota: i nomi dei fratellini di Paddy sono quelli dell'anime in italiano, non so se corrispondono all'originale o se sono poi nomi maschili (visto come sn strani ^^""), a parte Eika che è l'unica femminuccia, cmq io mi sn basata su quelli ^^.
Cap. 6 – Quando giunge la sera… (seconda parte)
- Insomma, quanto manca? – chiese Tart spazientito
- Tranquillo siamo quasi… eccola!
La casa di Paddy si ergeva bella come sempre, in
stile orientale antico, dentro un grande cortile ed era tutta illuminata; Paddy
era in ritardo, probabilmente i suoi fratellini dovevano essere in pensiero.
Quando furono sull’ingresso…
- SORELLIIINAAA!!!- Un urlo a 180 decibel investì in pieno
Tart, che cadde per terra con un mega gocciolone sulla testa
- M-ma che… - il piccolo alieno sgranò gli occhi,
mentre quella che sembrava una folla di cuccioli umani si era lanciata su
Paddy, abbracciandola
- Finalmente sei arrivata, eravamo in pensiero –
disse uno dei bambini
- Scusatemi piccoli, ma ho avuto da fare al Caffè
- Sai, sai che abbiamo già preparato la tavola? –
esclamò orgoglioso un altro
- E’ venuta anche la maestra di Eika – disse il
terzo fratellino, tirandole la manica - e ha preparato un po’ di cena, perché
diceva che saresti stata stanca dopo il lavoro!
- E’ davvero gentile – rispose Paddy; le faceva
sempre piacere quando l’aiutava la maestrina di Eika, assomigliava molto alla
sua mamma
- Sorellina, sorellina, lui chi è?
La piccola Eika stava indicando uno
spaventatissimo Tart, che non riuscendo a capire cosa stesse succedendo era
rimasto a terra a fissare inebetito la scena
- E’ un mio amico! ^-^ Sarà nostro ospite per un
po’, quindi comportatevi bene, intesi?
- Intesi!!! – urlarono in coro i piccoli
- Ora però dovrò scaldare un po’ la cena, si sarà
raffreddata, voi intanto accompagnate Tart nella camera di papà.
I bambini non se lo fecero ripetere e preso Tart
per la mano lo tirarono a forza dentro
Dentro casa, Tart fu condotto al secondo piano,
dove rimase solo assieme ad Eika, che continuava a fissarlo:
- Senti – gli disse all’improvviso – ma davvero…
Tu ti chiami Tart?
- Sì, perché? - rispose lui, un po’ stupito dalla
domanda; la piccola per risposta gli corse incontro e gli salì sulle spalle
- ALLORA SEI PROPRIO TU QUELLO CHE HA SALVATO LA
MIA SORELLINA!! GARZIEGRAZIEGRAZIE!!!
- Eh? O.o?!
- Sissì, l’ hai salvata tempo fa, ce l’ha
raccontato, quando era nei guai allo stadio e tu l’hai aiutata!! ^-^
- Nei guai? Che genere di…
- Ma sì, quando lei passava da quelle parti e lo
stadio stava crollando, non so perché… e tu l’hai aiutata!! Grazie mille!!
- Ah, già…- il piccolo alieno si sentì un po’ in imbarazzo: in realtà, se il Tokyo
Dome stava crollando era colpa sua…
In quel momento un dei fratellini di Paddy sbucò
dalla porta della stanza:
- Eika! Lascialo stare, hai sentito Paddy? Forza,
vieni giù che tra poco è pronto!
- D’accorrdooo… Ciao ciao, a dopo ^-^
Tart, ancora un po’ confuso, cominciò a guardarsi
intorno: la stanza del padre di Paddy era abbastanza spoglia, ma con un
bell’armadio lungo la parete e una grandissima locandina su carta di riso; si
concentrò per riuscire a leggere la scritta in ideogrammi sul piccolo
manifesto:
“Suprema
scuola di arti marziali Wong”
Nella stanza c’era anche un comodino, con sopra
incorniciata la foto di famiglia “Quindi questi sono i suoi genitori…” pensò
Tart “ma dove sono? Non qui, se mi fanno dormire nella loro stanza…”.
Poco dopo scese a cena. Gli abiti di Ryan gli
andavano un po’ larghi, sia i pantaloni della tuta da ginnastica, sia e
soprattutto la T-shirt gialla e rossa, e per nasconderlo si era messo sotto
un’altra maglia che gli avevano dato, azzurra a maniche lunghe “Dovrei aver
visto alcuni terrestri portarle così…”. In sala da pranzo c’era un gran
vociare, ma nonostante ciò i bambini erano proprio educati con lui e seguivano
alla lettera le indicazioni della sorella
- Senti – gli chiese a un certo punto uno dei
bimbi – ma queste sono vere? - e cominciò a stuzzicare le orecchie di Tart, che
lui fece roteare innervosito
- Naka! – lo sgridò Paddy
- Lascia stare… comunque sì, sono vere.
- Fortiiiisssime!! *-* - disse con gli occhi
lucidi -…Uhm?
Dalla porta della sala era entrata un’altro
bambino, che fino ad allora Tart non aveva visto
- Chinka, come va? – chiese premurosa la sorella –
ti è un po’ passata la febbre?
- Un po’ (snif) però ora ho fame…
- Siediti, bollo ancora un po’ di riso per te - e
scappò in cucina
Il bambino si sedette vicino a Tart e cominciò a
squadrarlo da capo a piedi, come non avesse mai visto nessuno:
- Sei un ospite?
- Già.
Il piccolo sembrò riflettere a lungo; poi disse
con calma e gentilezza:
- Sei il fidanzato di Paddy?
Per risposta, Tart quasi si strozzò con il tè che
stava bevendo
- M-ma che cavolo dici?!!??!! Ma che idee ti
vengono?! E ti sembrano domande da fare?!?!
- Scusami, non volevo metterti in imbarazzo
- M-A CHE IM-BARAZZO…!!! >\\\\
In quell’istante Paddy diede il riso al
fratellino, e il discorso finì lì.
Più tardi, Tart era seduto sul portico, nel
silenzio; dopo qualche minuto lo raggiunse anche Paddy
- Auff, che fatica…
- Dove sono i marm…emh i tuoi fratellini?
- Ora dormono. Dovevano essere esausti.
- Mai quanto te, sembri distrutta. Ma devi badare
a tutte quelle pesti tutti i giorni da sola?
Paddy si accigliò un po’ per il “pesti”, ma poi
sorrise di nuovo:
- Già, proprio così. ^-^ Il mio papà è spesso in
viaggio per allenarsi, così io bado alla casa; però per me non è pesante, mi
diverto un mondo! E loro sono dei bravi bambini, ne sono orgogliosa!
- Sarà… ma scusa, tua madre non c’è?
- E’ morta tempo fa. – Tart si morse un labbro,
dandosi dell’idiota:
- Ugh…! Scusami, io…io…
- Stai tranquillo, non potevi certo saperlo. E poi
non sono triste, mi protegge e mi sta accanto comunque dall’alto.
- …….
- E tu i tuoi genitori?.
Per un istante, il ragazzino s’incupì; poi fece
spallucce:
- Boh? Non li ho mai conosciuti, mi hanno
cresciuto Pie e Quiche. Praticamente sono loro la mia famiglia.
- Gli sei molto affezionato, vero?
Tart non rispose e fissò la mezzaluna nel cielo.
Anche Paddy stette zitta per un po’, poi all’improvviso lo abbracciò.
- MA COSA CAVOLO FAI?!! °\\\\°
- Sono davvero felicissima che tu sia tornato!!
Sono felicefelicefelice! ;DDD
- Quello che vuoi, ma staccati!! - Strepitò, tutto
rosso in viso – Dovresti darti una calmata, sai?
- Ora voglio che mi parli del tuo pianeta – disse
lei, che non l’aveva neanche ascoltato – voglio sapere TUUUUTTO!! Forza,
racconta, racconta!
Tart la fissò con una mega-gocciolona sulla
testae sospirò:
- D’accordo…
Cominciò a raccontarle di Gaea e della vita lassù
e lei ascoltava senza dire niente, annuendo. A un certo punto si fermò:
- Sai – disse – stavo pensando che è la prima
volta che parliamo così, senza dover lottare o essere in situazioni
drammatiche… - “Ma che cavolo dico?!”
- La colpa è tua che sei testardo, - disse lei con
sufficienza - altrimenti saremmo amici già da parecchio tempo.
- Ehi, ma che vuoi? Mi stai dando dello scemo?!
- Forse…
- Vuoi lottare, scimmietta?!
- Ma allora cerchi guai?!
I due si fissarono un attimo, poi scoppiarono a
ridere:
- Certo che… ha ha … sei davvero buffa…
- Ma senti chi parla, he he…
I due continuarono a parlare ancora a lungo alla
luce della luna.
Sn stra-felice, sembra proprio che “il collezionista” piaccia ^^
Sn stra-felice, sembra proprio che “il collezionista”
piaccia ^^!! Xciò rieccomi, cap.7! Cominciamo ad andare davvero…
Cap. 7 – I chimeri
segugio
Due occhi lo fissavano pieni di lacrime, lacrime
amare che cadevano sul viso mentre parlava:
- Ti prego aiutami… - lo supplicava - Aiutami…ti
scongiuro, aiutami… - voleva farlo, voleva andare là…
Anche quella mattina Quiche si svegliò all’alba,
sempre a causa del solito sogno: stavolta era stato più preciso, aveva
chiaramente sentito una voce supplicarlo… Si asciugò la fronte imperlata di
sudore e si vestì in silenzio, poi scese le scale e andò in cucina, cercando
qualcosa da mangiare; trovò quelle che Strawberry gli aveva detto chiamarsi
“brioche” e cominciò a mangiarle, nell’assoluto silenzio: “Meglio evitare di
svegliarla” pensò “se al mattino è suscettibile come quando la prendo in giro,
potrei rischiare una morte prematura… |-P”.
Quando ebbe finito di mangiare, tese le orecchie
per sentire qualche movimento dalla stanza della ragazza, ma niente. Sbuffò,
non aveva voglia di stare lì ad aspettare il suo risveglio, inoltre continuava
a pensare a quel dannato sogno.
Così, controllando che nel suo aspetto, se non si
osservava attentamente, non c’era niente di anormale (eccetto per le orecchie)
uscì tranquillamente.
*_______
- Come sarebbe a dire che è uscito da solo?! -
esclamò Pie, furioso.
- Significa che quando mi sono svegliata, non
c’era più e non ho la più pallida idea di dove sia! – ribadì Strawberry
- Idiota….
Quando la ragazza era arrivata al Caffè, aveva
trovato solo Pie, Lory e Kyle, mentre gli altri erano andati alla ricerca di
Tanir e compagni
- Probabilmente è da sciocchi andare a cercare il
nemico – aveva detto Kyle – ma quelli non hanno mezzi termini e non abbiamo la
più pallida idea della loro strategia, potrebbero fare del male a qualcuno.
Perciò è meglio trovarli prima che trovino noi.
- Forse anche a noi conviene cominciare le
ricerche… - suggerì Lory
- E magari cercare quell’altro stupido, sperando
che non si sia messo nei guai.
- Non sperarci troppo, Pie…
- Allora è meglio se andate verso la zona ovest
della città,- suggerì Kyle - è l’unica
ancora priva di truppe d’esplorazione.
Pie fece segno dì sì col capo e uscì, seguito da
Lory
- Tu no, Strawberry – disse alla ragazza che stava
per raggiungerli – ho bisogno del tuo aiuto, devo fare una ricerca.
*________
Città di Tokyo, zona sud
La temperatura si stava alzando e i vestiti da
terrestre gli tenevano un pò caldo; però erano davvero utili, perché nonostante
stesse gironzolando per la città da ore, ben pochi avevano notato le sue strane
orecchie e i suoi occhi felini, nascosti dal suo aspetto terrestre agli occhi
frettolosi dei passanti. ”Questi umani sono sempre distratti, non riesco
proprio a capire tutto questo loro agitarsi…”
Voltandosi, vide nella penombra di un vicolo un
essere muoversi rapido, un essere che lui ben conosceva. Stupito scrutò la viuzza,
ma non c’era più nulla:
- Non è possibile… non può essere un…
*_________
Città di Tokyo, zona ovest
- Trovato niente? – chiese Pie
- Nulla, il trasmettitore di Kyle non rileva né la
traccia di Quiche né di nessuno dei nostri avversari.
- Maledizione, dove saranno? Non avranno
ancora lasciato il pianeta…
Frush, frush… all’improvviso un lieve
fruscio giunse alle acute orecchie di Pie, che si fermò ad ascoltare: “……cos’è
questo rumore?”
In quel momento il ciondolo di Lory, collegato al
computer di Kyle, cominciò a lampeggiare
- Aspetta! Ricevo un segnale, ma non capisco cosa…
- Nasconditi, presto!!
L’alieno prese la ragazza per un braccio e si
nascose con lei a ridosso di un cespuglio del parco dove si trovavano, mentre
l’essere che aveva sentito arrivare sbucava da dietro alcuni alberi. Lory non
riusciva a credere ai propri occhi… Era un chimero!
- Co-cos…
- Shhhh. - il ragazzo le portò la mano alla bocca
e le fece segno di non muoversi. Lory si irrigidì dal disgusto alla vista della
creatura: assomigliava vagamente a un topo, ma le dimensioni erano almeno venti
volte maggiori; al posto degli occhi c’era pelle grinzosa, di un color mela
marcia e dall’immensa bocca sbavante si intravedevano dei denti giallastri e
appuntiti. Continuava ad annusare l’aria con foga, come cercando qualcosa. La
ragazza ebbe un sussulto… e se stava cercando loro?
- Stai tranquilla – le sussurrò Pie - siamo
sottovento, non può trovarci.
-Eh?
- Shhh, parla sottovoce; questo è un Chimero
segugio, anche se privo d’occhi ha un olfatto eccezionale e un buon udito, se
sentisse qualche rumore cercherebbe di fiutare chi o cosa l’ ha prodotto e
sarebbero guai.
- L’avranno mandato Tanir e gli altri?
- E’ probabile.
- M-ma come hanno fatto? Credevo che…
- …Solo noi potessimo creare dei chimeri? In
realtà è un’abilità rara perfino tra la mia gente, ma sono certo che siamo il
solo popolo nella galassia a saperlo fare.
- Quindi uno di loro deve essere un’abitante di
Gaea?
- Per logica sì, ma… - all’improvviso, con loro
sorpresa, il chimero smise di muoversi e sollevò il muso verso Sud;
contemporaneamente apparve un’altra dozzina di chimeri come lui, che puntava
nella stessa direzione. Il primo chimero emise un verso stridulo e continuo e
si lanciò in quella direzione a tutta velocità, seguito dagli altri.
- E ora dove vanno?
- Non ne ho la più pallida idea.
In quell’istante il trasmettitore del ciondolo di
Lory cominciò a gracchiare:
- Lory… fzzzz… Lory mi senti?
- Ryan! Sì, ti sento forte e chiaro.
- Sono nella zona nord, un intero battaglione
di strane creature è apparso dal nulla e ora si sta dirigendo verso sud .
- Sono chimeri, - disse Pie - anche qua ce n’era
un gruppo, ma stanno tutti andando verso quella direzione.
- Ragazzi mi ricevete? Fzzz…
- Pam! Tutto a posto?
- Sì. Ho sentito il vostro discorso, anche qui
quelle bestiacce si stanno muovendo, sembra abbiano trovato qualcosa.
- fzzz…Ehi ragazzi!
- Tart!
- Pie, cosa cavolo sono questi chimeri?! Da
dove sono sbucati?
- Non lo so, ma temo di sapere perché sono qui e
chi li ha mandati…
Un pensiero fulminò Pie che per un secondo
sbiancò:
- Tart, non è che Quiche è lì con te, vero?!
- Quiche? Non lo vedo da ieri.
- Neanche noi, - disse Pam - e io e Mina
abbiamo setacciato tutta la zona.
- Maledizione… quindi è nella zona Sud!!!
- Ragazze, Pie, Tart, dirigetevi subito dietro
a quei chimeri, sento odore di guai.
- Ricevuto!
- Non possiamo seguirli a piedi, Lory, sono troppo
veloci!
- Non puoi teletrasportarmi?
- Non so il punto esatto dove sono diretti. Forza
vieni, ci andremo volando.
E presa Lory per la vita, i due volarono a tutta
velocità dietro ai chimeri-segugio.
*________
Quiche si era messo a correre all’improvviso,
tentando di scorgere qualche altro chimero. “Ma com’è possibile? Non possono
essersi creati da soli e non credo proprio che siano opera di Tart o Pie, ma
allora significa… che uno di quelli là è un abitante di Gaea…?”
- Aaah, è inutile, anche correndo non riuscirò a
rintracciarli! Non mi resta che la levitazione!
Così si portò da una parte della via per non
essere visto e spiccò il volo; anche così, però, non era semplice trovarli…
In quel momento sentì delle urla provenire dalla
strada e scese di nuovo. Si guardò intorno, in tempo per vedere un esercito di
chimeri correre verso la sua direzione e alla loro testa, che tentava di
fuggire, c’era una ragazza, con mantellina e cappuccio;
gli passò a fianco senza voltarsi e si diresse
rapidamente verso una piazza, mentre la gente cominciava a scappare. Quiche
allora corse loro dietro, impugnando i suoi tridenti.
Giunta nella piazza, la ragazza era stata
circondata dai chimeri e non aveva più vie di fuga:
- Sei finita ormai - disse Tanir, apparendo a
mezz’aria
- Non ancora… - rispose lei in un filo di voce:
sembrava stremata
- Ehi, posso giocare anch’io? ^-^ - disse Quiche,
comparendo in mezzo alla piazza e portandosi davanti alla ragazza per
fronteggiare Tanir
- Bene, guarda un po’ chi c’è…
- Immaginavo che fossero opera tua queste
bestiacce.
- Ma che bravo, ottimo intuito ^-^!
- E dovresti spiegarmi come diavolo hai fatto, tu
non sei di Gaea…
- Ma neppure un umano, ti pare?
- Vattene…! – disse la ragazza a Quiche – tu non
centri, questo qui è molto pericoloso!
- Stai tranquilla, lo conosco; e poi lo
affronterei comunque, abbiamo un conto da regolare.
- Dalle retta – disse con fare fraterno – e poi io
non sopporto chi serba così a lungo rancore…
- E io non sopporto né chi distrugge le città
altrui né chi attacca le mie amiche, per qualsiasi motivo!
- Ma davvero? Eppure anche tu hai una certa
esperienza in queste cose…
- Cosa?
- Ora basta, chimeri ADDOSSO! -Tutti gli esseri,
all’ordine, attaccarono e Quiche si ritrovò sommerso dai chimeri; cominciò a
menare fendenti, tranciando le creature con colpi netti e precisi, mentre la
ragazza si difendeva a fatica evitando i colpi e dando qualche calcio
- Non… ce la faccio… - ansimò lei - ma non posso
sprecare energia… - un chimero più rapido la colpì di striscio, facendola però
finire facilmente al tappeto; lei si rialzò tenendosi il fianco, da cui
gocciolava sangue
- Ma tu sei ferita! – esclamò Quiche e
afferrandola di peso la portò fuori dalla mischia, poco distante
- Lasciami, non serve…
- Certo che serve, ma ti sei vista? Sei pallida
com… - il ragazzo si zittì: il cappuccio della ragazza le era scivolato via del
tutto, rivelando un viso incorniciato da una stupenda chioma argentata, lunga e
liscia, e due occhi blu cobalto, occhi fantastici ma tristi, occhi che
conosceva: “Non può essere…”
- Lascia… fare a me… - a fatica si alzò e si mise
in posizione, gambe divaricate e braccia tese in avanti, a palmi aperti
- LAME… DI VENTO!!! - improvvisamente si formarono
delle falci d’aria, un nugolo di falci che si scagliarono sui chimeri,
tranciandoli in mille pezzi. Dopo qualche istante non ne era rimasto nessuno.
- Uao… - disse piano l’alieno.
Ma doveva
essere stato un grande sforzo, perché lei si accasciò al suolo esausta
- Ehi! - Quiche prese al volo la ragazza ormai
priva di sensi e l’appoggiò piano per terra; ecco però che Qur si stava
lanciando verso di lei a tutta velocità:
- Lei… è del padrone!…
- Di quello che vuoi, bestione, ma tu non la
tocchi! - urlò, buttandosi contro di lui, e gli diede un colpo micidiale. Qur
si bloccò, poi una ferita abbastanza profonda gli apparve sul petto e lui
cominciò a sputare sangue.
- QUR, MALEDIZIONE!
- I vostri nemici sono miei amici – disse – e poi
penso che sia lei quella per cui avete fatto tutto quel casino a Fertenia,
giusto?
Tanir non rispose, ma digrignando i denti raccolse
il compagno in spalla e si dileguò
“Però” pensò Quiche “ ne deve avere di forza
fisica per sollevare quel bestione”.
- QUICHE!!!
- Tart? Pam? Mina?
Paddy? E voi che fate qui?
- Come cosa facciamo, scemo? – esclamò il piccolo
alieno - C’era un esercito di chimeri se non te ne fossi accorto.
- Beh, ora non ci sono più.
- Non ci sono più?
- Esatto. Li ha distrutti lei… e si inginocchiò
accanto alla ragazza
- E lei chi è?
- Non lo so – disse prendendola in braccio – ma è
ferita, dobbiamo aiutarla!
- Beh era logico! – esclamò – Forza, avvertiamo
gli altri e torniamo al Caffè!
Continuo a scrivere cn tenacia (poveri noi) e sn felice xkè ho tanti
fans ^^ (Ma dove
Continuo a scrivere cn tenacia (poveri noi) e sn felice xkè
ho tanti fans ^^ (Ma dove?) GAZIE A TUTTI!!!
Bea_chan, il tuo commy mi ha fatto
piacerissimo: sai, qndo scrivo quello che voglio fare è dare proprio l’idea di
una storia “vera”, ne l senso come se fosse farina del sacco del vero autore
dell’anime/manga; significa che (VAGAMENTE!) ci sto riuscendo… ^_____^!
Ok, bando ai convenevoli!! Si
riparteeeee!!!
Cap. 8 – Ritorno al Caffè
- Sei uscito senza dirmi nulla mentre la città era
invasa dai chimeri, MA COME SI FA AD ESSERE COSI’ IMBECILLI?!?! – urlò
Strawberry
- Dai, non arrabbiarti… Pie-chan aiutami, ti
prego!!
- Non contarci, Quiche, te lo meriti. - rispose
lui gelido
- Cattivo… T_T
Una volta trovato Quiche, Mina e gli altri avevano
avvisato Ryan, Lory e Pie ed erano tornati di corsa al Caffè.
- A proposito… quella ragazza chi è? – chiese ad
un certo punto Starwberry, interrompendo la sua caccia a Quiche, che continuava
a teletrasportarsi da un punto all’altro per sfuggirle.
- Non lo sappiamo con certezza, - le rispose Pam -
ma a quanto sembra era lei che cercavano i chimeri.
- Sul serio?! E’ così Quiche? – alla domanda lui
non si voltò, continuando a fluttuare in aria con lo sguardo vacuo:
- Così sembra…
- E ora che hai? - gli chiese, visto che si era
incantato a guardare la scala che portava al piano superiore
- Uhm? No, nulla, pensavo una cosa… - e tornò a
fissare un punto indefinito di fronte a sé, con un solo dubbio in testa: quegli
occhi… Sì, gli aveva già visti, ma dove?
- Ora la ragazza dov’è? – domandò Pie,
distogliendo l’amico dai suoi pensieri
- Lory la sta medicando, la ferita era leggera ma
da non sottovalutare.
- Forse è meglio che vada ad aiutarla, Kyle, -
disse Strawberry - aveva detto che le avrebbe anche sistemato i vestiti. - e
salì di sopra.
- Si preoccupa molto degli altri… - disse Pie a
bassa voce
- Di chi parli? – chiese Ryan
- Di Lory. Si preoccupa sempre di tutti, e cerca
di aiutarti in ogni modo…
- Già, è davvero una persona fantastica.
L’alieno non aggiunse altro, ma per un istante,
solo per un istante, Ryan aveva creduto che lo stesse guardando torvo.
*_______ Ore dopo…
Sentì qualcosa di soffice sotto di lei e della
stoffa appoggiata sopra: c’era un bel tepore a stare lì, sdraiati. Quando tentò
di aprire gli occhi le parve bruciassero, la luce del Sole al tramonto entrava
dritta nella stanza sul suo viso… tramonto? Pian piano la sua mente mise a
fuoco gli eventi: no, non era il tramonto quando si era addormentata, anzi no,
era svenuta… stava fuggendo ed era circondata, sì… aveva usato le Lame del
vento nonostante la ferita, l’aveva fatto anche per proteggere quel ragazzo che
l’aveva aiutata… Chi era? Non un terrestre di certo, le orecchie erano come
quelle degli abitanti di Gaea… Gaea, i chimeri…Tanir! L’avevano catturata?
Terrorizzata la ragazza si tirò su di scatto, ma
il taglio sul fianco la fece chinare dal dolore. Passate le prime fitte alzò
lentamente la testa e si guardò intorno: no, non era il “suo” castello, ma
allora dov’era?
- Ah, ti sei ripresa! Meno male!
Sulla soglia della stanza era apparsa una ragazza,
con le trecce e gli occhiali a nascondere un’espressione un po’ timida.
- E tu chi sei? – le chiese
- Un’amica, stai tranquilla, mi chiamo Lory.
Quiche, dopo che l’ hai aiutato, ha cacciato via i tuoi inseguitori, poi tutti
insieme ti abbiamo portata qui.
“E’ il ragazzo di Gaea!”
- La tua ferita per fortuna era poco profonda, -
continuò Lory - guarirà in poco tempo e secondo Kyle non rimarrà neppure la
cicatrice!
- Kyle?
- E’ un altro mio amico, è il gestore di questo
posto, il “Caffè Mewmew”.
L’altra ragazza si illuminò, sentendo il nome:
“Mewmew…!! Possibile che…?”
- Ciao! Allora ti sei svegliata finalmente! –
qualcun altro sbucò sulla porta: stavolta a parlare fu una ragazza coi codini,
i capelli rossi e lo sguardo vivace; reggeva in mano una serie di indumenti
- Questi sono i tuoi vestiti, - le disse
porgendoglieli Strawberry - siccome mentre ti medicava Lory ha visto che erano
sporchi e strappati in alcuni punti, abbiamo pensato di sistemarli. Tutte
insieme abbiamo fatto presto, ora puoi metterli.
- Ah, grazie… - Solo in quel momento la ragazza si
accorse di avere indosso solo una maglietta.
- Quella è del nostro amico Ryan – disse notando
il suo sguardo stupito – è il proprietario di questa stanza e del Caffè, però
tranquilla, non ti ha cambiato lui!! ^-^
- Strawberry…!! >\\\< non devi dire così!
- Scusa, hai ragione Lory: non farò più battute su
di lui ;-D - e ammiccò maliziosa verso l’amica, che arrossì ancora di più.
- Scusatemi…
- Uhm?
- Voi… siete per caso le Mewmew?
Quando la ragazza fu pronta, Strawberry e Lory
scesero al piano di sotto, per avvertire gli altri
- Allora come sta? – chiese Mina
- Benissimo, sta venendo giù… eccola.
Quiche sentì il cuore fermarsi per un attimo, non
aveva mai visto una ragazza così: di cero non era umana, e se lo fosse stata
era davvero particolare.
Era poco più bassa di lui, ma aggraziata e
armoniosa, anche nei lineamenti del viso. Indossava degli stivaletti a ¾ beige
col risvolto e dei fuseaux neri, non eccessivamente aderenti, sui quali era
appoggiato un vestitino in stile indo-cinese azzurro cielo dal collo alto e
senza maniche, con le rifiniture sulle aperture alle spalle, ai fianchi e il
bottone, sul petto, color oro; da sotto sbucava una maglia a maniche lunghe
blu, dai riflessi biancastri; i lunghi capelli d’argento erano tenuti sciolti,
se non per alcuni ciuffi legati con un fermaglio dietro la nuca. Dalla frangia
sottile, se si osservava bene, si intravedeva un affusolato diadema d’oro, con
un diamante perfettamente sferico al centro.
- Salve… - disse. Anche la sua voce era
bellissima, ma aveva un non so ché di triste.
- Il mio nome è Selena. Piacere di conoscervi,
squadra Mewmew.
*_________
- Le ha raggiunte? – disse severamente una voce
dal nulla
- Temo di sì, capo… - la voce tacque
- Tanir, vedi di non farmi perdere la pazienza… Ho
già dovuto spendere il mio prezioso tempo e le mie energie per guarire Qur, ti
conviene catturare quelle creaturine entro il tempo stabilito.
- Agli ordini! – e così dicendo, Tanir scomparì,
riapparendo sopra al tetto di uno dei grattacieli di Tokyo; lasciò vagare lo
sguardo sulla città in cui cominciavano a risplendere le luci dei lampioni e delle
insegne. Sorrise:
- Non deluderò il capo… E potrò finalmente avere
la mia ricompensa!
- Tu… sai cosa sono le Mewmew? – le domandò
stupita Mina
- Già, anche se non per un motivo piacevole -
disse incupendosi – però, a parte Strawberry e Lory, non so ancora bene i
vostri nomi…
- Beh, presentiamoci! ^-^ io sono Paddy, mentre
questo qui è il mio amico Tart ^-^
- Ciao!
- Quello lì tutto serio – indicò – invece è Pie.
- Lieto di conoscerti.
- Io mi chiamo Mina, molto piacere.
- Sono Pam.
- Mentre il ragazzo biondo e quello coi capelli
lunghi – concluse la mewgatto - sono i due che ti abbiamo detto prima, Ryan e
Kyle. E per finire lui è Quiche.
- Ah, il ragazzo che oggi mi ha aiutato! - Gli si
avvicinò sorridendo, mentre Quiche si tirava su di scatto dalla sedia e la
guardava
- Ti ringrazio molto… – disse – Tu però non ti sei
ferito, vero?
- N-no… - si sentiva strano, cominciava ad
avvertire il suo stomaco stringersi e le guance arrossarsi. Cosa stranissima
per lui, cosa cavolo aveva?
- Meno male… - sospirò sollevata lei, sorridendo
ancora: un sorriso gentile, ma terribilmente malinconico.
- Non vorrei sembrarti sgarbato – intervenì il
ragazzo biondo – ma potresti chiarirci meglio la situazione? A quanto sembra
sai molte cose su di noi…
- Sei sempre così tu?! – esclamò l’alieno, quel
ragazzino terrestre era davvero irritante - Aspetta un attimo, magari è ancora
debole e…
- No, lascia in fondo ha ragione. - ma mentre
diceva così Quiche vide che la sua espressione era mutata.
Dal canto suo, Selena ripassò attentamente ciò che
doveva dire, per essere sicura di non sbagliare: se si fosse lasciata sfuggire
qualcosa su di lei, sarebbe stata la fine.
La ragazza si sedette, prese un bel respiro e
cominciò a parlare.
- Quelli che vi cercano sono le stesse persone che
cercano me. Loro ci voglio catturare, anzi, sarebbe meglio affermare che
dovrebbero catturarci, visto che sono disposti ad ucciderci, per portarci dal
loro capo, cioè… - Quiche notò che Selena dovette fare uno sforzo per dire quel
nome - …Shorai, meglio noto come “Il collezionista di vite”.
- Come dice il nome, Shorai è in effetti un
collezionista, ma il suo interesse non ricade sugli oggetti, bensì sulle
creature viventi. Voi siete le sue nuove prede assieme a me.
- Colleziona… creature viventi? – sussurrò
Strawberry inorridita. La giovane annuì.
- Esatto. Va sempre alla ricerca di creature
diverse, perché vuole possedere un’intera collezione d’ogni essere mai esistito
nell’universo, ed è attirato soprattutto da coloro che hanno subito mutazioni o
che hanno una qualche caratteristica completamente diversa dai loro simili, per
questo voi lo affascinate.
- Certo… - disse sommessamente – se colleziona,
come dici tu, “rarità viventi”, noi lo incuriosiamo sicuramente, possediamo i
geni di cinque animali diversi nel nostro DNA umano>>
Selena aveva in volto un sorriso amaro:
- Già.
- E’ per questo che cerca anche te? – le domandò
Lory
- No, no… - disse in fretta, abbassando il capo –
io… non so perché mi cerca…
Quiche, vedendo che la ragazza sembrava
improvvisamente spaventata, suggerì:
- Beh non è importante, perché non ci dici qualcosa
sui suoi schiavetti?
Lei lo guardò e a lui sembrò un’occhiata piena di
gratitudine
- D’accordo… tanto per cominciare, in tutto Shorai
ha solo tre subordinati: Phiras, Qur e Tanir, il più pericoloso.
- Phiras?
- Tu non l’ hai mai visto, Paddy, ma noi l’abbiamo
già affrontato.
Selena continuò:
- Phiras non ha una gran forza, ma è molto scaltro
e ha poteri incredibili; anche se si comporta sempre come se stesse giocando
non dovete sottovalutarlo.
- E’ vero… quando ci siamo scontrati su Gaea,
all’inizio non sembrava, ma poi all’improvviso si è rivelato essere
velocissimo.
- Mi dispiace per ciò che hanno combinato quelli
su Gaea, ma mi ero dovuta fermare per riposarmi, ed era il primo pianeta che
avevo visto sul radar…
- Non pensarci, non è stata colpa tua…
- Ha ragione, continua.
Lei annuì:
- Qur è il risultato dei primi esperimenti
genetici di Shorai: è, o forse è meglio dire era, un essere umano, ora privato
completamente della volontà, ha una forza mostruosa ed è particolarmente
pericolosa la coda a frusta che gli è stata messa, perché è lunga e flessuosa,
ma molto tagliente. Inoltre sembra che Shorai gli abbia inserito un comando per
ricevere i suoi messaggi e per trovare tracce della preda del momento, per
esempio, nel nostro caso, degli oggetti che ci appartengono; poi sono
utilizzati da Phiras per scoprire la locazione del proprietario col suo
portatile.
“Ecco” pensò Tart “come ha fatto quello lì a
trovare la caramella di Paddy e per quale motivo gli serviva.”
- Tanir è quello che è considerato il vice-comandante;
è stato completamente creato in laboratori da Shorai, unendo i geni di varie
razze, anche animali. Come geni base ha utilizzato quelli umani e quelli degli
abitanti di Gaea…
- …con cui crea i chimeri.
- Esattamente. Poi i suoi attacchi sono nati
grazie alle caratteristiche del popolo di Ki, un pianeta dove gli abitanti
hanno imparato a trasformare la propria energia e riescono a manipolarla.
- Capisco… sei stata molto furba a raccogliere
tutte queste informazioni – le disse Ryan.
Selena fece un sorriso un po’ sforzato: “Bene, e
questa è andata bene…”
- Scommetto – esclamò Paddy - che poi ha in sé
anche i geni di un ragno, giusto?
- Sì, ma come fai a saperlo?
- Mi ha immobilizzata così quando mi ha attaccata
ier…
- Vi hanno già attaccate?! - le ragazze annuirono
sorprese
- Oh, no… e dire che, quando ho scoperto le
intenzioni di Shorai, ero venuta qua apposta con Keris per avvisarvi…
- Keris?
- E’ la mia compagna di viaggio. – disse al
ragazzo biondo - Purtroppo con l’attacco dei chimeri ci siamo divise, quindi
ora non so dove…
Come per risponderle, la porta del Caffè saltò in
aria e sulla soglia apparve quella che pareva una ragazzina.
- EHI VOI! – sbraitò – Sono Keris, dove avete
nascosto Selena? Ditemelo se non volete finire mal..
SDENGG!!!
Il suo discorso fu interrotto da un calcinaccio
che, dal soffitto, le era caduto sulla testa.
- AHIA!! – ululò la strana ragazzina - Fai piano,
ahi, un po’ di delicatezza con quella benda!!
Accidenti!
- Su su Keris, non è colpa
di Lory se ti sei presa quel calcinaccio in testa, non serve che ti arrabbi con
lei.
- Ma fa male Selena…
sniff ç_ç
- Che mocciosa… - disse
sprezzante Quiche
- Quindi, ehm, lei
sarebbe la tua compagna Selena? – domandò Starwberry,
con un super gocciolone sulla testa
- SIIIIIIII!!!!! – urlò Keris alzandosi di scatto
– Sono la super-mitica-extra-straordinaria
Keris, che aiuta la migliore amica dell’universo Sel-chan! Che ovviamente ha
scelto il meglio!!! ^-^
- Evviva la modestia e la sanità mentale…
- Ehi tu, - disse rabbiosa lei, rivolgendosi a
Quiche - è da prima che provochi, vuoi la lite??!! –
disse andando a passo da mitragliere verso di lui - Se sì ti accontento subito,
non ho il minimo probl…
PAFF!! Quiche allungò la mano e gliela poggiò
sulla testa per bloccarla, cosa che fece con molta facilità, dato che era
abbastanza bassa: “Niente da fare, è davvero una mocciosa…”
- MA CHE CAVOLO STAI
FACENDO??!!!?!?!
- Ti fermo, i bambini non
dovrebbero essere così violenti.
- GRRRRR, LASCIAMI SUBITO, BRUTTO… - e cominciò a
menare pugni a vuoto, digrignando i denti.
- Ora basta, Ki-chan! – l’ammonì
Selena – Dovresti ringraziarli, invece, sono i miei salvatori.
- I tuoi… salvatori? - la ragazzina guardò con
tanto d’occhi l’amica, che annuì; poi si voltò verso Quiche, che la vide
sbattere gli occhi dalla meraviglia
- Ma… TU SEI DI GAEA! - e lanciò un urlo da spaccare i timpani – Allora anche i tuoi
amici… siete tutti e tre come me!
Solo allora Quiche notò che dall’accecante chioma
a caschetto arancio fluorescente con le meches viola
spuntavano due orecchie a punta come le sue; anche gli occhi, che lo fissavano
con vivace curiosità, erano dorati e con la pupilla verticale da gatto.
- Anche tu saresti nata su Gaea?!
- Esatto! ^-^
- Con quella zazzera??(gocciolone) Guarda che la nostra gente ha i capelli scuri,
qualcuno raramente ce li ha biondi, ma arancioni…
- E invece vengo proprio
da lì! I miei capelli sono semplicemente tinti; non mi sono mai piaciuti al
naturale, il castano è una tinta così comune! E poi
con questo colore, anche se viaggio su pianeti diversi, pochi notano le mie
orecchie.
- Certo, quei capelli sono molto più appariscenti…
(gocciolone). – mormorò Lory (Quella che ce li ha verdi!!
No comment… nda)
- E con quel caratterino, - sottolineò
malignamente Quiche - anche delle orecchie così passano come una stranezza
secondaria…
- Loro sanno già tutta la nostra storia - proseguì
Selena rivolta a Keris – e, fortunatamente, queste cinque ragazze sono anche
quelle che cercavamo.
- MA E’ FANTASTICO!!Che bello, allora sarete voi i nostri alleati?
- Già ^-^ - le rispose allegra Paddy
- Anche se tu mi sembri quella con meno bisogno
d’aiuto… - disse Tart - Guarda che hai fatto alla
porta…
- Ora ti ci metti anche tu? Guarda che dovresti portare
rispetto agli adulti.
- Adulti? Ma se avrai sì
e no un paio d’anni più di me!
- Per la verità – intervenne piano
Selena – lei ne compie sedici il mese prossimo.
- 16?!?!?!
- Questa mocciosa nana?
- RIPETILO E TI STRANGOLO!!!
Maledetto!!
- Invece di discutere sull’età – disse un pò scocciato Pie – non dovremmo ragionare su cosa
fare ora?
- Prima Sel-chan mi deve dire
cos’è successo oggi! – trillò Keris con voce lamentosa.
- Umph…(gocciolone)
- Povera Selena, - disse quando
l’amica ebbe finito - mi dispiace che ti abbiano ferita, è tutta colpa mia!
- Ma cosa dici, Ki-chan?
- E poi – la rassicurò
Lory - l’importante è che ora stia bene, no?
Keris sorrise, dopo si mise a passeggiare per la
stanza avanti e indietro, pensierosa:
- Finora cercavate di stanare i nostri nemici,
vero? Direi che potete anche smetterla, perché così
facendo I°: dovreste dividervi, e II° sarebbe inutile, perché verranno loro
quando e come vogliono.
- Appena arrivata e già
rompe… - sussurrò Quiche
- CHE HAI DETTO?!
- Per prima cosa – disse Pie, ignorandoli – dovremmo raccogliere più informazioni possibili su di loro
grazie a quello che ci ha detto Selena e a quello che abbiamo visto
combattendo…
- Mi spiace di non potervi dare
altre informazioni…
- Ma figurati ^-^ - le
sorrise Strawberry
- Senti, Kyle, tu…
- Stavo già provvedendo a
raccogliere dei dati.
–Immaginavo…
L’uomo aprì il suo PC portatile facendo cominciare
a scorrere delle lunghe colonne di numeri, lettere e grafici, che Pie osservava
attento:
- Questi che sto facendo apparire sullo schermo sono i dati che ho raccolto su Qur dalla nostra
prima battaglia; oggi, con l’aiuto di Strawberry, ho confermato quello che ci
ha detto Selena, e inoltre che i geni di quel bestione sono stati alterati con
lo stesso sistema che abbiamo utilizzato noi.
- Quindi…
- Quindi, se mi aiuterai,
potrò riuscire a creare una macchina per provocare il processo inverso, per
disinserire i geni estranei.
- Nessun problema.
- Ricerche scientifiche… Pie ci va
a nozze…
- Allora è perfetto! – esclamò Keris
– Mentre i due cervelloni ( -Cervelloni?… O_o’) si occupano delle
ricerche su quella schifezza mutante, noi aspetteremo che contrattacchino!!
- E intanto che facciamo?
- … Ehm, non ci ho ancora pensato XP
Caduta di gruppo generale.
- Beh, se ti va, potresti aiutare le ragazze… Anche se solo di copertura, questo è un Caffè,
un’aiutante in più fa sempre comodo.
- Sul serio? Fantastico!! XD
- E così ripagherà la
porta…
- Allora anche io potrei aiutare… - propose Selena
- Nonono, mi dispiace! –
Quiche si accorse troppo tardi che la sua bocca si era mossa da sola; la
ragazza lo fissò stupita – Insomma… eri ferita, non ti conviene riposarti per
alcuni giorni? – Selena sorrise:
- Forse hai ragione.
Quiche tirò un sospiro di
sollievo: maledizione, l’aria della Terra doveva fargli qualcosa di
strano, si sentiva agitato ed impulsivo… Ma fortunatamente, nessuno sembrava
averlo notato troppo. Nessuno eccetto Keris.
- Comunque non potete
dormire qui al Caffè; venite a casa mia, la stanza dei miei è libera e non sarà
un problema per voi.
- Ma ti creerei disturbo, non mi hai detto prima
che ospiti già Quiche? Inoltre, potrebbero cercarmi
ancora coi chimeri-segugio…
- Non preoccuparti, nessun disturbo!
- Ok… - però sembrava ancora preoccupata.
Finalmente i nostri uscirono dal caffè, quando
qualcosa si materializzò a mezz’aria
- Salve, ci si rivede.
- PHIRAS!! – esclamò Keris
- In carne e ossa ^-^!! -
Poi scosse la testa
- Certo che siete stati davvero poco carini a
ferire così Qur, non va proprio bene.
Qualcun altro apparve al fianco di Phiras
- Perciò…
- C’è anche Tanir!
- …Visto che mi state
complicando il lavoro, devo proprio punirvi…
Il ragazzo tese le mani di fronte a sé e cominciò
a rotearle come se stesse plasmando qualcosa e dal nulla… apparve un chimero.
- NO! – Pie non credeva ai propri occhi
- Non è possibile, come ha fatto?!
- Per creare un chimero – mormorò allibito Quiche
- è necessario un animale o una pianta in cui inserire il germe alieno
parassita – si rivolse a Tanir – come diavolo hai fatto?!
- Segreto professionale ^_^… ATTACCALI!!
L’enorme creatura, che sembrava un immenso lupo
rosso a tre occhi, grosso come un furgone, si lanciò contro il gruppo, pronto a
divorare tutti; quando lo vide, Keris ebbe quasi una crisi isterica:
- IIIHHH, ma quant’è brutto, non potrebbe farne
qualcuno più carino?!?
- Anche se brutto non ci
spaventa! – disse Strawberry - Pronte ragazze? - annuirono
- MEWMEW… METAMORFOSI!!
- Tu resta qui Selena, sei ancora debole.
- Però… senza lasciarla
finire, Keris si era già lanciata verso il chimero con gli altri.
La battaglia era accanitissima; improvvisamente
accanto a loro apparve Phiras:
- Tsktsk, non siete per niente gentili, prendervela con un
povero cucciolo. Temo che dovrò insegnarvi qualcos…
- Fermo tu! – gridò Tart parandoglisi
davanti – Ho ancora un conto in sospeso con te!
- Ma bene, fatti sotto
allora!
Selena osservava preoccupata in alto, quando sentì
sopraggiungere Tanir; la ragazza si portò in difesa, ma lui ridacchiò:
- Non opporre resistenza – le disse
dolcemente – tanto non potete sconfiggerci.
- E se invece ci
riuscissimo? - Quiche, che era rimasto vicino a
Selena, gli era apparso alle spalle, puntandogli contro le sue lame.
- Sembrano taglienti… - disse
- Vuoi provarle? – lo sfidò il ragazzo
- Sulla tua pelle! – e così dicendo, Tanir fece
riapparire lasua
spada e cominciò a combattere; anche per gli altri lo scontro era duro
- Fuu Rai Sen!
- RIBBON STRAWBERRY
CHECK!
- RIBBON MINT ECHO!
- PUDDING RING
INFERNO!
- RIBBON LETTUCE RUSH!
- RIBBON ZAKURO PURE!
Ma fu inutile: ogni attacco fu annullato dalla
creatura, che scagliò il gruppo al suolo, vicino a
Selena.
- RAGAZZE! PIE! State bene?
- Sì… ouch… ma quel
bestione è davvero robusto…
- Perché è stato creato
con un sistema speciale…
- Eh?
Selena si mordicchiò il labbro: era rischioso, con
Tanir nei paraggi… Ma non poteva lasciarle nei guai
con un mostro di quel genere.
- Sentite, voi provate a distrarlo per alcuni
minuti, poi quando ve lo dirò allontanatevi da lui.
- Ma non puoi combattere!
– disse preoccupataKeris
– La ferita potrebbe non guarire più se la sforzi! E
poi…
- No Selena, - disse Strawberry - non posso
permettertelo,è troppo risch..
SBRRRSBAM!! In quell’istante anche Quiche era
stato scagliato a terra.
- Che ti succede, tutta
qui la tua forza? – lo schernì Tanir
- Dannato…
- Sei ancora intero? – gli chiese l’amico
- Credo di sì.
- Dobbiamo cercare una soluzione. – disse
preoccupata MewMina
- E io ce l’ ho, ma
bisogna fare un lavoro di squadra.
- Cosa vorresti fare? –
le chiese Pam
- Ho un’idea per fermare quel chimero; è lui il
problema principale, Tanir e Phiras non credo siano qui per ordine di Shorai,
se no avrebbero creato molti più chimeri, quindi se ci
facessero del male lui gli ucciderebbe perchè non sopporta le iniziative
personali.
- E come fai a saperlo? –
le chiese ancora la mewlupo; lei la fissò solamente:
- Fidatevi. - Quiche la osservò qualche istante,
poi sorrise:
- D’accordo.
- QUICHE!!
- Su Strawberry. Sono sicuro che ha in mente un
buon piano. Però – la guardò dritta negli occhi – non fare nulla che ti possa mettere in pericolo, ok?
Selena sentì per un secondo il cuore accelerare:
perché l’aveva guardata così?
- V-va bene…
- E a distrarre quei
simpaticoni – guardò Tanir e il chimero dietro di lui – ci pensiamo noi.
Tutti annuirono e si lanciarono decisi verso i
rispettivi avversari.
Nel frattempo Tart aveva continuato a lottare, ma
Phiras schivava con agilità ogni sua mossa
- Sembri un po’ nervosetto, che cos’ hai? Non dovresti essere così stressato alla tua età..
- Stai zitto!!
- Oh, non sarà mica per quella cosa che ti ho
preso in prestito su Gaea, vero? - disse con tono innocente
- Invece è proprio per quello!!!
Voglio che tu me la ridia, subito!
- Deve essere molto importante, vero?
- QUESTI NON SONO AFFARI TUOI!!
>\\\\< - e prese a bersagliare di colpi l’avversario, senza successo
- Se la vuoi, puoi prenderla – e rigirò la
caramella tra le dita – ma non so se riuscirai a
prenderla…
- Vedrai! ATTACCO CLICK-CLACK!!
Phiras però evitò per un pelo anche quest’attacco,
per poi lanciarsi su Tart e afferrarlo per il collo
- Mi sa che la partita è conclusa.
- Già… - disse con voce soffocata; poi sorrise
malignamente - …ma non come credi tu!
L’arma di Tart, come un boomerang, era tornata
indietro colpendo violentemente Phiras alla schiena; il ragazzino urlò di
dolore per poi fuggire, lasciando cadere il dolcetto che Tart infilò
prontamente in tasca:
- Dannato! Ma me la
pagherai cara…!
- Bravissimo Tart! ^-^, L’ hai battuto! – esclamò
Paddy, che aveva seguito tutta la sfida
- CHEEESE ;-D
- Sembra che il tuo amichetto ti abbia
abbandonato. - disse Quiche schernendo il suo avversario.
- Maledizione…
==Tanir!==
Una voce risuonò come da un altro mondo
- Padrone!
Anche Quiche sentì quella voce; ed era una voce
che conosceva
==Tanir,
torna immediatamente alla base!!==
- Ma…
==Ora!==
Senza aggiungere altro, Tanir svanì. Quella voce
che Quiche aveva appena sentito… era di Shorai? Non
capiva, ma era certo di una cosa: non era la prima volta che l’ascoltava.
“Anche Tanir è scomparso” pensò Selena guardando
in alto “Allora forse è davvero venuto qui di sua
iniziativa: come se non sapesse cosa lo aspetterà ora…”
- Selena! Allora come procede? – le chiese Quiche,
atterrandole vicino
- E’ tutto pronto, devo solo
recitare la formula.
- Formula?
Lei fece di nuovo quel suo sorriso malinconico:
- Per favore, non chiedermi niente, non ancora.
Lui annuì.
- Sei sicura che non ti succederà nulla? - “Ma perché mi sto preoccupando così?”
Lei lo fissò un istante:
- Stai tranquillo, oggi ero ferita, ma ora posso
farcela. Vai ad aiutare gli altri.>>
- Obbedisco!! ^-^
“Che tipo…”
Poi Selena si concentrò: prese un bel respiro e,
pregando di farcela, iniziò l’invocazione. L’aria intorno a lei sembrò
cominciare a vibrare e le apparve sospesa di fronte l’immagine di una stella a
cinque punte.
- Colui che domina gli
spiriti dell’aria stabilì la legge; che il sigillo sul male venga posto. -
L’aria divenne pian piano un insieme di mulinelli, che poi si fusero in un
unico vortice tra Selena e il disegno della stella; Selena sentì il sigillo che
stava per distruggersi, ma doveva stringere i denti, mancava qualche minuto
alla fine.
L’energia intorno a lei aumentò
ancora, non avrebbe resistito! Keris aveva ragione, era ancora debole…
“Accidenti!! – pensò digrignando i
denti – Forza, ce… la devo…”. Si concentrò ancora di più, finchè sentì
che la sua forza stava confluendo regolare nelle mani:
- Sono colei che è nata
per governarti e per servirti, e tu sei il mio servo e il mio padrone. – c’era
riuscita! finalmente era pronta!
- RAGAZZI, SCANSATEVI! – al suo comando tutti
quanti si allontanarono dal raggio d’azione del chimero
- Sii posto, WIND SEAL!!
Un vortice d’aria investì la creatura, che lanciò
un ruggito terrificante per poi dissolversi nel nulla.
Selena tirò un sospiro di sollievo: era stata
durissima, ma aveva impedito che il sigillo si infrangesse…
- UAO, avete visto? – sussurrò Tart a bocca aperta
- Ve l’ ho detto che
Sel-chan è fortissima! ^-^ - “Meno male, c’è riuscita…”
Strawberry le si lanciò
al collo, sorridendole:
- Grazie davvero – disse
abbracciandola – e scusa se non mi fidavo a lasciarti fare, sei stata davvero
in gamba.
- E’ anche merito vostro, avete fatto un ottimo
lavoro.
KERIS: <<E’ perché ormai siamo una squadra!
- disse tutta felice Keris
- Una squadra?
- Già! Noi siamo… I FANTASTICI DIECI!!! ^-^
- …………gocciolone collettivo
- Beh, un nome non ci serve. – cercò di sviare
Lory
- Anche perché quello lì
è terrificante…
- Ma abbiamo davvero
agito come un gruppo compatto, penso proprio che otterremo delle grandi
vittorie.
- Però, dopo la lotta,
bisogna assolutamente recuperare le forze, quindi… ANDIAMO A MANGIARE, A
MANGIARE! FAMEFAMEFAMEFAME!!!!! ^-^ Andiamo o no, Sibi-chan? e
presa per mano Strawberry cominciò ad avviarsi a passo svelto fuori dal parco.
- ………… altro gocciolone collettivo
- Temo che ti sia cacciata nei guai Strawberry. –
disse Quiche volandole accanto
Qsto chappy mi piace tanticcimiccimo, ditemi voi che ne pensate ^\\\\^
Qsto chappy mi piace
tanticcimiccimo, ditemi voi che ne pensate ^\\\\^!!
Cap.
11 – Momenti di pace
Quel giorno, quando la luce del mattino fece
capolino nella stanza, Pie era già sveglio da un pezzo: al solito aveva passato
una nottata tranquilla, senza sogni né incubi, e forse doveva ringraziare di
questo, gli avrebbe detto Quiche, la sua totale mancanza di preoccupazioni.
Aprì le tende un istante, ma non appena il sole entrò con più decisione nella
stanza, le richiuse, lo stare troppo davanti a computer e macchinari l’aveva
reso sensibile alla luce diretta.
Una volta vestito, scese lentamente al piano di
sotto avviandosi in cucina, ma si accorse troppo tardi che c’era già la madre
di Lory; si fermò tre gradini prima della fine della scala, ben deciso a
tornarsene di sopra ed andare al Caffè col teletrasporto, ma la signora lo
fermò:
- Aspetta, dove vai? Su, vieni…
- No, lasci, non ce n’è bisogno.
- Ma di cos’ hai paura? Forza.
L’alieno tirò un leggero sospiro irritato, non gli
andava proprio di mettersi a mangiare con un’estranea che non avrebbe fatto
altro che fissarlo per le orecchie e gli occhi felini. Di malavoglia, in
assoluto silenzio, si servì di pane dalla credenza e si sedette a mangiare.
- Prendi solo quello?
- Sì, la ringrazio. (irritato, ma sempre educato
^^)
Quando anche lei si fu seduta, alzò un secondo gli
occhi verso il giovane, che evitò accuratamente di rispondere all’occhiata, e
sorrise:
- Sei preoccupato?
- Come? – la donna indicò le proprie orecchie; Pie
mosse appena le sue come a conferma di aver capito
- Senza voler essere sgarbato, ma non m’importa
molto se mi considera strano per queste. – rispose senza mutare espressione
- E’ un bene. – disse lei; lui la guardò
sollevando un sopracciglio, dubbioso
- Dico davvero. Non sono il tipo che considera la
gente da come appare, e non comincerò ora solo perché tu hai le orecchie di una
forma un po’ particolare.
- Capisco…
- Posso tradurlo come un
“grazie”? – il ragazzo la fissò per un istante sorpreso, poi fece spallucce,
indifferente. Lei sorrise di nuovo.
- Mia figlia mi ha detto che sei qui in viaggio di
studi, vero?
Pie capì di dover stare al gioco: ma che scusa si
era inventata Lory?!
- Infatti.
- Stai tranquillo, puoi fermarti qui per tutto il
tempo che desideri ^-^.
- …La ringrazio.
Pie finì di mangiare, si alzò salutando la signora
e fece per uscire.
- Senti… Pie, giusto? Volevo ringraziarti.
- Per cosa?
- Per essere amico di mia figlia. – l’alieno la
guardò impassibile, come sempre.
- Vedi, è sempre stata molto chiusa, ma da un po’
di tempo mi sembra che riesca a lasciarsi finalmente andare… E credo che ciò si
debba soprattutto a voi, te e le ragazze del Caffè, che siete suoi amici.
Pie la guardò ancora qualche istante, poi
sorridendo uscì:
- Sono io che devo ringraziarla…
*________
- Pie? Buongiorno, cosa fai già qui al Caffè?
- Volevo passare in un posto, Kyle, ma prima avrei
bisogno che mi analizzassi queste. – disse l’alieno, porgendo all’uomo delle
piccole capsule beige.
- Saresti capace di confermarmi se il corpo le
mantiene in circolo per più di due ore?
- Certo, ma a cosa ti servono?
- Niente di speciale…
*______ Più tardi, Caffè Mewmew…
Tutti quanti si erano radunati tranquillamente nel
salone principale del locale, dove Kyle aveva servito una mega-torta per
festeggiare la recente vittoria e la loro alleanza. Chiacchieravano tutti
tranquillamente, tranne Paddy che cercava inutilmente di acchiappare Tart, il
quale approfittando della chiusura del locale ai clienti, si stava divertendo a
svolazzare tranquillo per la stanza. Mancavano solo Pie e Lory, che entrò
proprio in quel momento:
- Buongiorno, ragazze.
- Ciao Lory. Ma non sei assieme a Pie?
- Stamattina si è alzato presto, ieri mi aveva
detto che sarebbe venuto al Caffè, ma non c’è?
- E’ passato prima – disse Kyle sbucando dalla
cucina – Ha detto che andava alla biblioteca.
- CHE? O_O – chiese Strawberry allibita
- E che fissato… Secchione…
- Tart… -_-‘
- Non ci credo, poi dice a me che sono
un’irresponsabile…
- Per tua informazione, Quiche – puntualizzò Ryan
– LUI ha con se una ricetrasmittente che, nel caso vi fossero dei pericoli,
suonerà e lo farà correre qui, e LUI è andato a cercare informazioni per noi.
- Sempre io la pietra dello scandalo, eh?! –
chiese irritato il ragazzo – Ma ora hai rotto, vado anch’io a farmi un giro! –
e così dicendo sparì teletrasportandosi
- QUICHE!! Torna immediatamente qui!! – gli urlò
Strawberry senza risultati – Aaaah, accidenti, ma perché tu lo stuzzichi così,
Ryan?!
- Io dico solo la verità.
- Col solito modo garbato e gentile!!
La ragazza cominciò a strepitare contro Ryan, che
la fissava indifferente; le altre fecero finta di niente, solo Keris e Selena
erano allibite:
- … … O_o… Sel-chan, ma che alleati ci siamo
trovate?
- Sei un’irresponsabile, Ryan – continuava
Strawberry - Ora, Quiche è andato in giro da solo, non è chequella testa calda si caccerà nei guai?
- C’è un’alta probabilità…
- MA NON DIRLO COSì!!!! Anche se non ci vai
d’accordo, è un nostro alleato e un nostro amico!
- Guarda che è amico tuo…
- Però forse è meglio andare a cercarlo. – disse
Mina
- Sì. Allora andate.
- INSOMMA!! Prima fai il casino e poi lasci la
patata bollente a noi?!? Sei impossibile!!!
- Se vuoi – disse Selena – vado io, Strawberry.
- Assolutamente no, è meglio se ti riposi ancora
qualche giorno. – la ragazza sospirò:
- Va bene… - ma non avrebbe resistito per molto.
Infatti, pochi minuti più tardi…
- Lory…
- Uhm? Che cosa succede, Selena?
- Senti, mi faresti un favore?
*________
Nel silenzio composto della biblioteca, Pie
girovagava tra i vari scaffali, attraversati a tratti dalla luce fuligginosa
che proveniva dalle finestre. Passando davanti ad una zona un po’ più
affollata, calcò con più forza il cappello che gli aveva prestato Kyle sulla
testa: anche se aveva preso le pastiglie, di sua invenzione, per mutare la
forma delle orecchie, rimanevano in ogni caso con una forma più affusolata di
quelle umane; sorrise lievemente, e pensare che le aveva progettate per una conquista
della Terra, per mescolarsi agli umani, mentre ora le stava usando per trovare
un rimedio agli invasori del pianeta. Arrivò dall’altra parte della sala senza
che nessuno gli lanciasse occhiate stranite, solo qualche ragazza che lo fissò
mormorando e ridacchiando: orecchie a parte, era un bel tipo per i canoni
umani…
Posò con un lieve sospiro il libro che aveva
preso, senza che questo gli avesse dato alcuna notizia utile, e riprese a
cercare con attenzione tra gli altri della sezione “Scienze/Ingegneria
genetica”, ma ciò che leggeva era anni e anni indietro rispetto al Progetto m di Ryan e Kyle o
al mostro Qur.
Rimesso nello scaffale l’ennesimo volume inutile,
decise di dedicarsi al motivo “futile” della sua visita. Si diresse verso il
reparto “Letteratura” e cominciò a sfogliare a casaccio vari tomi: chissà se
avrebbe capito qualcosa di più su quegli umani…
Erano un popolo strano, non c’era alcun
dubbio,e anche egoista, bastava
pensare a cosa avevano fatto alla Terra: non n’avevano avuto cura e l’avevano
sfruttata per secoli e ora si stavano sforzando di salvare, con scarsi
risultati, quel poco che era rimasto; erano avari ed ipocriti, nonché privi di
qualunque potere particolare, e giudicavano per aspetto e origini. Eppure
alcuni di loro lottavano per ciò in cui credevano con ogni energia, soffrivano,
gioivano, sapevano creare opere d’inimmaginabile bellezza, come i libri che
stava sfogliando, ed erano capaci d’azioni incredibili, e per certi versi
sconsiderate, solamente per amicizia o amore… In fondo, non erano molto diversi
dalla sua gente. Ma forse da lui sì, lui non sarebbe stato capace di fare cose
come morire per amore, anche perché, lo sapeva, non aveva la più pallida idea
di cosa volesse dire “amare”; o semplicemente non voleva capire di poterlo
fare…
- Finalmente ti ho trovato! – il ragazzo si voltò,
sentendo quella voce familiare
- Lory? Cosa ci fai qui? Ti hanno mandata a
cercarmi?
- No, ma diciamo che ho fatto un favore ad
un’amica, così gironzolando mi sono ritrovata qui davanti e sono entrata.
- Capisco… Ma che favore avresti fatto?
- Beh, Selena aveva voglia di uscire, così con la
scusa che Quiche non tornava…
- Quell’idiota è uscito di nuovo senza dire né
dove andasse né come farsi trovare?!
- Ecco… ^-^’
- E’ veramente scemo.
- Si è messo a litigare con Ryan.
L’alieno non aggiunse altro, riprendendo a
sfogliare il libro: “Se ha litigato col biondino, allora non lo sgriderò.”.
Doveva ammetterlo, non gli piaceva molto quel tipo.
Si soffermò un istante sulla pagina che aveva
appena svoltato, leggendo a mente:
Ama
chi ti ama,
non amare chi ti sfugge,
ama il cuore che per te si distrugge,
non t'ama chi amor ti dice,
ma t'ama chi ti guarda e tace
- Che cos’è? – chiese Lory
- Sembrerebbe una poesia… - Pie allora vide che
anche la ragazza aveva sottobraccio un libro; Lory notò che l’alieno lo stava
fissando:
- Ah, questo è un libro di fotografia. Sai, mi
piacciono molto, questo è il mio preferito, lo prendo sempre quando passo di
qui. Ci sono immagini fantastiche! – lei si fermò dopo qualche istante, dopo
aver visto Pie guardarla un po’ stupito,nei precedenti 5 secondi aveva parlato a raffica con l’entusiasmo che
può avere un bimbo per un giocattolo nuovo; Lory arrossì un poco:
- S-scusa, forse per te è un argomento puerile…
Chinò il capo, nascondendo più che poteva lo
sguardo dietro gli occhiali, e Pie sorrise lievemente, sedendosi su una sedia
lì vicino:
- Perchè non me lo fai vedere con calma?
*________
Quiche svolazzava mollemente sopra i tetti dei
grattacieli di Tokyo, si stava proprio annoiando; ora che gli era passata
l’arrabbiatura con quell’odioso di Ryan, non sapeva che fare, finchè una figura
nota attirò la sua attenzione: “Ma che ci fa lei qui?”.
Selena camminava un po’ incerta tra le strade e le
viuzze, continuando a guardarsi intorno: “Ma dove si è cacciato quello?”
- Cerchi qualcuno?
- QUICHE! Che paura, ma da dove sei sbucato?
- Magia… ^^ - rispose lui, che si era
teletrasporto al fianco della ragazza, senza essere visto, e ora la guardava
con aria innocente, fluttuando a testa in giù
- Ma quanto siamo spiritosi, uff, ho rischiato di
morire…
- Non mi hai risposto,
eri venuta a cercarmi? – Selena rivolse lo sguardo verso di lui, non molto
sicura della risposta da dare
- Sì, – evviva la
sincerità –ma non per farti la
predica. Anzi, ti ringrazio per essertene andato a zonzo, così sono riuscita a
convincere Lory a farmi uscire.
- Voglia di libertà ^^?
- Abbastanza… - rispose
piano; lo sguardo le s’incupì un istante – Non mi piace sentirmi in prigione…
Ora era Quiche a
fissarla, come mai quel rattristamento improvviso? Selena sembrò però
riprendersi subito:
- Il problema è che
questo pianeta, anzi questa città, è troppo affollata. Non so dove andare!
- Ah, per quello ci
penso io, ti va?
- Eh? – senza aspettare
risposta, il giovane alieno le prese delicatamente la mano e si teletrasportò
via.
I due riapparvero
qualche secondo più tardi, in un piccolo parco panoramico alla periferia della
città.
- MA SEI IMPAZZITO?! –
disse lei atterrando – Che ti salta in mente di teletrasportarti in mezzo alla
città?
- Paura che ci vedano?
- Non gli abitanti, ma
le spie di Shorai… - il suo tono era davvero ansioso: quel tipo doveva
terrorizzarla fuori da ogni criterio.
- Beh, però non ce
n’erano a quanto sembra, vero? Su con la vita ^^!!
- Che tipo sconsiderato…
(gocciolone)
- E dai, girati e
guarda.
Solo allora Selena
cominciò a guardarsi un poco intorno: Quiche l’aveva portata su una sorta di
collinetta, sotto la quale si poteva vedere un minuscolo parco giochi, di
quelli piccoli ma ordinati tipici delle città poco affollate, cosa strana se si
parla di Tokyo; guardando di fronte a sé, la ragazza poteva vedere tutta la
città, bagnata dalla luce arancione del tramonto, con l’oceano che luccicava di
riflessi blu, azzurri e d’oro come un gioiello prezioso. Selena osservava a
bocca aperta quello spettacolo, respirando a pieni polmoni l’aria fresca di
quell’ora.
- Che bello…
- L’ ho scoperto quando
sono venuto sulla Terra la prima volta, mesi fa. – si sedette comodamente
sull’erba, imitato dalla ragazza:
- Avevo bisogno di un
posto che mi facesse sentire completamente libero. Se fossi dovuto sempre
rimanere alla base, sarei impazzito.
- Base? – a quella
domanda, Quiche avrebbe dovuto parlarle di tutti gli avvenimenti di due mesi
prima, ma decise di non farlo:
- Beh, sì, dove stavo
con Pie e Tart. Non farci caso…
- E’ la verità?
- Ma certo!
- A me sembra una mezza
bugia… - lui la fissò ammutolito: come faceva a…
Selena sorrise:
- Fa lo stesso. Ognuno
ha i suoi segreti.
- Tu inclusa?
- Forse… - Quiche cercò di
trattenere un risolino:
- Neanche tu sei brava a
dire bugie.
- Allora forse ci
assomigliamo ^^.
I due si sorrisero a
vicenda: e per la prima volta da mesi, Quiche non pensò più a Strawberry.
Stava correndo. Doveva assolutamente raggiungerla.
Ed eccola lì, col capo chino: piangeva; a terra, rannicchiato su una pozza di
sangue, c’era il corpicino inerte di un bambino. Lei singhiozzava,
accarezzandogli la scompigliata chioma nera dai riflessi verdastri, dalla quale
spuntavano due piccole orecchie a punta.
- Fratellino… - e poi si girò, quegli occhi così
tristi a fissarlo – non ho… potuto proteggerlo… Anche lui… hanno preso anche
lui…
Improvvisamente l’immagine scomparve e rimase solo
la solita voce crudele:
- Sai cosa devi fare, piccola… Il mio piccolo
giocattolo, la mia arma… Ora tocca a te…
- NO!! - Quiche si tirò su di scatto, urlando:
stava tremando e le sue mani stringevano così forte le lenzuola da aver reso le
nocche bianche. Si riappoggiò piano sul cuscino, passandosi una mano sulla
fronte madida di sudori freddi, per cercare di calmarsi: “Ancora quel sogno…
no, stavolta era diverso…” voltò il capo verso la finestra, era ancora buio, se
non per la linea rosea dell’alba, ancora un filo sottile sulla città.
Dopo qualche minuto, ancora un po’ scosso, si
alzò, indossò i suoi vecchi abiti e uscì dalla stanza, per salire sul tetto:
aveva scoperto il passaggio alla mansarda la sera prima e lassù avrebbe potuto
tranquillamente prendere una buona boccata d’aria, senza dover uscire ed
incorrere nelle ire di Strawberry.
Chiuse gli occhi, mentre l’aria fresca lo
accarezzava sul viso, e tentò di riflettere sul suo sogno, però più ci pensava
e più la faccenda non lo convinceva: cosa significava, e chi era quella
ragazza? Assomigliava incredibilmente a Selena… “Ma è impossibile! – pensò
deciso - L’ ho incontrata ieri per la prima volta in vita mia.” In quel momento
gli venne in mente il viso della ragazza coi capelli argentati e non riusciva a
scordarsi quella vena di malinconia che lo segnava; sentì una stretta, lieve
lieve, prendergli il petto: “Ma perché… Quello sguardo?”.
*_____
Molto più tardi, una volta che anche le ragazze
furono sveglie, andarono tutti al Caffè, dove Keris avrebbe cominciato ad
aiutare come cameriera insieme con le altre.
- Ed ecco qua il completo per la nostra nuova
cameriera ^-^. – disse Kyle e sventolò davanti alla ragazza una divisa color
giallo limone col grembiulino bianco, come quello delle altre
- Ma è un amooore!! *-* - strillacchiò Keris con
gli occhi lucidi, quindi lo strappò dalle mani di Kyle e filò a cambiarsi.
-Ma è
sempre così? – chiese Quiche, con un gocciolone enorme sulla testa
- Sì, in effetti, è un po’ esagitata… - rispose
Selena; lui alzò un sopracciglio in un’occhiata alla non-lo-si-era-notato, poi
si rivolse a Kyle:
- Che cosa facciamo noi?
- Per adesso credo sia meglio non fare mosse
avventate, - disse Ryan - ma cercare di trovare il punto debole dei nostri
nemici, completando le ricerche di Kyle.
- Immagino che io – disse Selena con tono un po’
dispiaciuto – dovrò stare buona buona tutto il giorno, vero “Dottoressa Lory”?
- Temo proprio di sì, è meglio che non ti sforzi.
– la ragazza la guardò con sguardo eloquente: in fondo, l’aveva già fatta
andare a zonzo il giorno prima, era meglio che ora si riposasse. Selena tirò un
sospiro: “Di nuovo in gabbia, da sola…”
SBAM!!! La porta si spalancò con un botto
incredibile:
- SCUSATE IL RITARDO, ECCOCI!!
- Paddy. Tart. Vi stavamo dando per dispersi! – si
lamentò Mina; i ragazzini erano senza fiato:
- Scusa… puff… - sbuffò Paddy - è che… panf… hanno
chiuso l’asilo d’Eika per un giorno intero, e non sapevo dove lasciarla… puff…
così… - da dietro di lei sbucò il faccino di una bimbetta di circa quattro
anni, tutta intimorita.
- Te la sei portata al lavoro?! – chiese allibito
Ryan
- Cosa potevo fare? Non certo lasciarla sola in
casa.
- Tart poteva fargli da baby-sitter…
- Ti sembro… hanf… il tipo? E poi servo anch’io
qui…
- Ho una soluzione, Paddy. – intervenne Selena,
accovacciandosi di fronte a Eika – Visto che sono stata messa in convalescenza
per tutta la giornata, potrei badare io alla tua sorellina.
- Davvero?
- Non ti conviene, puff, i suoi fratellini sono
micidiali. - Paddy lanciò a Tart un’occhiataccia, costringendo il ragazzino a
mordersi la lingua.
Selena sorrise e continuò:
- Possiamo restare al piano superiore o nel parco
qui fuori – poi si rivolse alla bambina – e quando la tua sorellina avrà
finito, andrai a casa con lei, che ne dici? - Eika annuì timidamente.
- Se non ti stanchi troppo, accetto volentieri
^-^.
- D’accordo. Allora vieni piccola? - Selena tese
una mano che la bimba, dopo un po’ d’esitazione, prese tutta contenta; le due
salirono velocemente, incrociando Keris che si era appena cambiata:
- Ma chi è quella bambina? – chiese la piccola
aliena
- La sorellina di Paddy; - le rispose Lory -
siccome oggi dovrà stare qui, Selena si è offerta di accudirla.
- Capisco… - e lanciò uno strano sguardo alle
scale: sembrava preoccupata. Poi notò che Quiche le stava letteralmente
svolazzando intorno, guardandola dubbioso:
- Che cavolo fai? Tra poco Kyle aprirà il locale,
se ti vedono levitare… - il ragazzo la fissò disgustato:
- Mamma mia, che orrore!
- Che?! >\\\<
- La divisa. Sembri una mocciosa che deve andare
alla festa della nonna. – la ragazza lo squadrò con sguardo omicida:
- COME TI PERMETTIIII?!!?!! – Keris tentò invano
di prenderlo a pugni, ma Quiche ti teletrasportò fuori della sua portata: si
stava divertendo come un matto a stuzzicarla!
- Grrrrrr, vieni qua, maledettooooo!!!
- Sognatelo ^^!
- Allora, che facciamo oggi? – chiese Tart,
ignorando i due che bisticciavano
- Beh, l ’hai detto tu, servi qui…
- NO, NO E NO, NEANCHE PER IDEA!!
- Ma dai, perché no Tart, in fondo non staresti
malissimo ^-^.
- Ve lo sognate che indossi questo vestito: è
tremendo! - e indicò l’abito da cameriere che Kyle reggeva in mano. – Dovrei
anche prendere quelle schifezze inventate da Pie, mi rifiuto!!
- E allora cosa vorresti fare tutto il giorno? –
chiese Ryan
- Qualunque cosa, ma io quello non lo metto!
- Bene, allora verrai con noi ad aiutarci nelle ricerche!
Tartsi
zittì e fece un rapido calcolo: “Ricerche noiose + il ragazzo antipatico e
quello mieloso + Pie = noia al cubo!!”
- Ripensandoci, forse è meglio servire qui…
- Troppo tardi. – disse Pie e lo sollevò di peso.
- Ma che fai? Su, mollami, Pie!
- No. E poi è meglio che tu aiuti noi, le mie
pillole per nascondere le orecchie sono tarate su un adulto, non su un
moccioso.
- Ora ci conviene andare, - disse il ragazzo
biondo - tra poco arriveranno i clienti e noi non dobbiamo farci trovare qui,
abbiamo molto lavoro da fare.
- Hai bisogno di una mano? – chiese gentilmente
Lory
- No, voi ragazze pensate a gestire il locale e
tenetevi pronte. In ogni caso ti ringrazio - e rivolse un sorriso dolcissimo
alla ragazza, che divenne rossa all’istante; Pie si accigliò, lasciando andare
a peso morto Tart
- Ehi, ma che ti prende?! – chiese innervosito il
ragazzino
- Ti ho lasciato andare, no? - e si avviò al
sotterraneo senza aggiungere altro.
- Uhm? Ma che gli succede così di botto? Si è
arrabbiato all’improvviso…
- Mah, chi lo sa… - disse con tono falsamente
ingenuo Quiche, accennando un sorrisetto malizioso.
- Tu, piuttosto, ora cosa fai? – gli chiese la
mewgatto
- Ovvio, vado a farmi un giro, non sono il tipo da
ricerche. Bye bye! ^-^ - e scomparve.
- M-ma… Grrrr QUIIIICHE!! Accidenti a te!!! -
sbraitò imbufalita.
- Sempre il solito…
In realtà Quiche non era andato da nessuna parte,
si era solo seduto su un immenso albero di quercia che sorgeva proprio dietro
al Caffè su uno dei rami più nascosti, a riflettere sul suo sogno. Quel bambino
che aveva visto era di certo uno di Gaea, ma la ragazza? Non riusciva mai a
vederla distintamente se non per gli occhi, inoltre non ricordava neanche il
suono della sua voce, ma la tristezza che gli trasmetteva assomigliava molto a
quella che leggeva sul viso di Selena.
Quiche trascorse sull’albero quasi tutta la
giornata, appisolandosi di tanto in tanto o svolazzando lì intorno, finchè vide
Selena uscire dalla porta sul retro accompagnata da Eika, che reggeva
sottobraccio un album da disegno e dei colori; le due si sedettero sotto la
quercia e la bimba aprì tutta contenta l’album.
- Sai, Selena, - disse la bimba - io sono molto
brava a disegnare, mi piace fare soprattutto i fiori!
- Sul serio? -Rispose lei sorridendo.
- Sì!! ^-^. Senti… - disse poi con fare titubante
– posso… posso provare a farti un ritratto?
- Un ritratto? - lei annuì:
- Credo che tu sia davvero bella, sorellina
Selena, così voglio provare a fartelo ^-^.
“Però, buoni gusti la piccina.” Pensò Quiche.
- Ti ringrazio ^\\\^ – rispose compiaciuta – fai
pure, non c’è problema.
La bimba allora aprì i suoi pennarelli e cominciò
a disegnare, la lingua tra i denti in una smorfia di concentrazione; Quiche
notò che Selena la stava guardando con molta dolcezza.
- Ecco fatto, finito! ^-^ - disse una ventina di
minuti dopo e mostrò tutta fiera il suo lavoro a Selena.
- E’ veramente bello. - disse felice. Poi guardò
la bimba, che stava sbadigliando
- Non dirmi che hai già sonno!
- Un pochino… yamh, stanotte non sono riuscita a
addormentarmi così…
- Sei rimasta in piedi a giocare invece che a
cercare di dormire, vero?
- Sì… ‘\\\’ - ammise con tono colpevole; Selena
sorrise:
- Allora rientriamo. - e presala in braccio si
avviò di nuovo nel locale.
Quiche, non sapendo bene per quale motivo, decise
di seguirle e si teletrasportò nel corridoio del 2° piano del Caffè. Da una
porta socchiusa intravide Selena, che poggiava Eika sul letto di Ryan.
- Per ringraziarti, ti va se ti canto qualcosa per
farti addormentare?
- Sì! ^-^ - e Selena cantò: cantò una canzone
molto triste, ma con una voce dolcissima, come il canto degli angeli
I have lost you,
for eternity
But I can remember,
I want remember
You was
my little treasure
I want remember
you.
And who has broke
my heart,
Who leave me
It’s who take you
far away me.
- Ma cos’è questa canzone? - chiese una delle
clienti al piano sottostante
- Non lo so ma è bellissima… - disse sognante
un’altra
- Ma in che lingua è? – chiese una terza ragazza -
Non la capisco.
- E’ ovvio che non la capiscano – sussurrò Keris –
Questa… è l’antica lingua della mia gente…
I nostri si guardarono, poi volsero tutti lo
sguardo verso Keris, che sorrise triste. “Oh, Selena…”.
Di sopra, Selena continuava a cantare: le parole
arrivavano alla sua bocca come fossero state foglie su di un fiume, c’era tutta
la sua anima.
I can remember, I
want remember
You, my little
But I want forget
him
Him, my pain and my
love
And I can’t
But I’ll close my
heart
For never cry again
And I’ll forget him
I’ll forget love
Nobody’ ll able to
enter here
Because I close it
I close my hearth
Quando la canzone finì, Eika si era addormentata.
Selena la coprì bene, poi si avviò verso l’uscita posteriore e Quiche, non
visto, la seguì.
Suspence! E ora? Hu hu… (E diccelo,
disgraziata!).
Ps la canzone di Selena (purtroppo)
me la sn inventata di sana pianta, nn linciatemi… ç_ç
Pensavo di lasciarvi a mangiare le unghie dall’ansia x sapere come va a
finire dallo scorso chappy (E chi è che si pena
Pensavo di lasciarvi a mangiare le unghie dall’ansia x
sapere come va a finire dallo scorso chappy (E chi è che si pena? O.o ndTutti)
ma sn buona quindi eccomi qui ^^ (E meno male che 6 buona! Ma cosa abbiamo
fatto di male T_T ndTutti – Maled… >___<*). CIAOOOO!!!!
Cap. 13 – Frammenti di
passato
Selena si sedette nuovamente sotto la quercia,
poggiò la testa al tronco e chiuse gli occhi, inspirando l’aria fresca della
Terra: per quanto ne dicesse la gente, per lei era davvero un bel pianeta.
- Anche tu fai un pisolino?
- Quiche! – sussultò la ragazza, vedendosi
all’improvviso l’alieno di fronte - Mi hai spaventata.
- Scusami, non volevo.
- Va bene… ma sta diventando un’abitudine!
- Potrei cominciare a divertirmi ^-^
- Oh, no, per favore… - l’alieno atterrò
lievemente di fronte a lei:
- Posso sedermi? - Selena annuì.
Passarono alcuni minuti in silenzio; fu Quiche il
primo a parlare:
- Ho notato che ti piacciono i bambini, è vero?
- Sì, ma come…?
- Ho visto prima come guardavi la bambina mentre
disegnava.
- Mi stavi spiando?
- Non volevo, ero solo appoggiato a quel ramo
lassù… - tentò di scusarsi
- Tranquillo, ho capito ^-^.
*______
- Hanno smesso di cantare… - disse una delle
clienti del Caffè
- Che peccato, era una voce così bella… - aggiunse
la compagna sospirando
Le ragazze si stavano guardando tra loro, in
silenzio.
- Keris – sussurrò ad un certo punto Strawberry –
quella voce era di Selena, giusto?
- Sì… - la ragazzina si fissò verso le scale - Ha
voluto immaginare per un istante che ci fosse ancora…
- Come?
- No, no, niente, parlavo da sola.
*_____
Selena e Quiche, intanto, erano ancora sotto la
quercia
- Sai che hai una bellissima voce?
- Eh?
- Ti ho sentita cantare prima. - lei non rispose.
- A chi si riferiva… quella canzone? - ora lei lo
osservava stupita - Non ho capito tutto, in realtà, visto che era la lingua
degli abitanti di Gaea di trecento milioni d’anni fa, ma dicevi che hai perso
qualcuno… - lei abbassò il capo e si morse piano il labbro: possibile che
avesse capito quello che aveva cantato? “Ah, certo, lui viene da Gaea…”
- Non vuoi dirmelo?
- N-no… è solo che… - Non sapeva se ci sarebbe
riuscita, e soprattutto non voleva raccontare di nuovo quella storia… Ancora…
- Se non ti va, non ti chiederò più nulla, era
solo…
- No! No, non è così… Però, dopo, dovrai
rispondere ad una mia domanda, ok?
Lui annuì. Selena si appoggiò di più al tronco
della quercia e volse lo sguardo di fronte a sé, sorridendo appena.
- Vedi… anni fa io avevo un fratellino minore che
si chiamava Kin, doveva avere più o meno l’età d’Eika; io e lui non eravamo
propriamente fratelli, perché lui era il figlio della seconda moglie di mio
padre, insomma il mio fratellastro. Però gli volevo un mondo di bene, eravamo
affiatatissimi. Ma la mia matrigna non voleva che io e lui giocassimo insieme,
così quando ero in casa mi chiudeva a chiave nella mia stanza; però lui imparò
a teletr… cioè trovò un sistema per entrare e stava con me. - Quiche ascoltava
in silenzio: era una sua impressione o stava per dire “teletrasportarsi”? In
quel momento l’espressione di Selena mutò: - Poi, un giorno, ci scoprirono. Mio
padre non fece niente per impedirlo, così la mia matrigna potè mandarmi via,
presso un’altra casa; i miei erano ricchi, così se ne potevano permettere due.
Alla fine, non vidi più Kin per due mesi.
Un giorno che la mia matrigna non era in casa, io
riuscii a contattarlo e gli dissi che volevo vederlo; lui mi rispose che era
troppo pericoloso, ma io mi arrabbiai, fui egoista e pensai solo a quanto mi
sentivo sola, così lo sgridai. Lui allora decise di raggiungermi, ma - Selena
strinse forte la stoffa dell’abito – quel giorno, per colpa mia, ebbe un
incidente e… - tacque qualche secondo – e morì. E io non potei proteggerlo in
nessun modo.
“Non ho potuto proteggerlo…” Le parole
della ragazza del sogno risuonarono nella testa di Quiche: stava per chiedere
qualcosa a Selena, ma ci ripensò.
- Credo – continuò lentamente la ragazza – che
forse sarebbe stato meglio se non fossi mai stata con lui; in fondo non avevamo
un legame di sangue completo, non eravamo fratelli…
Quiche la fissò in silenzio, non sapeva cosa dire,
ma vederla così triste…
- Ma per te… Conta così tanto che non foste
propriamente fratelli? – al solito, la sua indole diretta aveva preso il
sopravvento
- Credi che, se tu che Kin foste stati fratelli di
sangue, le cose sarebbero andate diversamente? – lei lo fissò un po’ accigliata:
- Sai, io sono orfano – disse lui; lei cambiò
espressione. – Non so se lo sai, ma un tempo Gaea non era così, come l’ hai
vista tu; la mia gente ci andò per necessità, ma si trattava di un globo
sconvolto da eruzioni, terremoti ed un clima massacrante: il mio popolo dovette
costruire delle città sotterranee per vivere, ma eravamo tanti, e spesso queste
città erano molto distanti l’una dall’altra.
A quanto mi risulta, il mio villaggio fu uno di
quelli più remoti ed isolati; pochi anni dopo la mia nascita vi fu una scossa
che lo distrusse quasi tutto, come accadeva spesso e, per quanto ne so, uccise
anche i miei. – Selena lo guardò un po’ triste, mentre lui soffocava un
risolino amaro – Non ho mai saputo chi erano.
Dopo l’accaduto, il villaggio fu abbandonato ed io
con esso. Non avevo una casa, ma camminavo cercando un posto dove stare, mi
sarebbe andata bene anche una casa in comunità.
- Casa in comunità? – lui annuì:
- Te l’ ho detto, allora erano davvero tanti i
villaggi che erano distrutti dai movimenti sismici di Gaea, e gli sfollati
abitavano in delle specie di caserme immense, ognuno badando a sé stesso. È
stato proprio in un posto del genere che ho conosciuto Pie…
è
Una decina d’anni prima…
- Tu chi sei? – chiese il piccolo Quiche; gli
rispose un bambino poco più grande di lui, dallo sguardo serio, che lo stava
fissando:
- Mi chiamo Pie… tu cosa fai qui fuori al freddo?
- Cerco una casa, perché sono solo. – il bambino
grande annuì, poi indicò il fagottino che Quiche aveva in braccio:
- E’ tuo fratello lui?
- No… ma era solo anche lui ed è ancora piccolo,
così ho pensato di trovargli una casa.
- Vuoi venire con me? Pure io sono solo, anche se
dove vivo c’è tanta gente.
- Sì ^-^!! – sorrise allegramente il bimbo -Tu che
ne dici piccolo?
- Nghè!
- Ha detto di sì ^-^ - Pie li guardò sorridendo
- …Senti, come vi chiamate?
- Io sono Quiche, lui… ecco, non lo so…
- Se resteremo insieme, che ne dici di dargli noi
un nome?
- Grande idea!! Uhm… che ne dici di Taras?
- Oppure… Tart! Che te ne pare? – esclamò Pie
- E’ davvero bello! – Quiche sollevò un poco il
piccolo Tart, per quanto glielo consentivano le braccia - Allora d’ora in poi
tu sarai Tart, il nostro fratellino. Contento? ^-^ - il neonato sorrise
contento.
à
Presente…
Quiche tacque qualche istante, ripensando
divertito a quel giorno.
- Nessuno di noi tre è davvero fratello
dell’altro, ma personalmente non l’ ho mai considerato un problema.
Abbiamo sempre avuto modi d’agire e pensare
differenti, a volte addirittura abbiamo commesso delle sciocchezze tra di noi,
ma non mi pentirò mai di considerarli miei fratelli, né lo considererò mai uno
sbaglio. – Selena lo fissava stupita.
- Sei davvero un tipo che non ha peli sulla
lingua, eh?
- Mi piace dire quello che penso ^-^. – lei
sorrise:
- Grazie… Sai, è la prima volta che mi dicono
così.
- Preferivi una smielata consolazione con tanti
fazzoletti e abbracci? – le disse lui ironico
- He, he, per niente, infatti ti ho ringraziato…
- Ma guarda, stai ridendo… A metà, ma stai ridendo
^-^! – Selena sorrise e lo fissò, scotendo la testa:
- Sai, la cosa che più mi fa star male è che ciò
che è successo a Kin è stato causato dal mio il mio egoismo. Sì, insomma…
- …Ti senti responsabile?
- Un po’… ma poi penso che Kin mi avrebbe detto
che mi sbagliavo, che non era successo per causa mia.
- Gli avresti creduto?
- Forse…
- E se te lo dicessi io?
- Mah, non so… Con
quel finto faccino angelico…
- Sono un amore, vero ^-^?
- Eh, sicuro! – i due risero.
Poi Selena riappoggiò la nuca al tronco, guardando
l’erba piegata dal vento:
- Però sono sicura che Kin mi sgriderebbe per
quello che ho fatto oggi.
- Cioè?
- Ho immaginato per qualche istante che Eika fosse
Kin… insomma che lui fosse ancora con me.
- E’ comprensibile.
- Dici?
- Sì. ^-^ - Selena lo guardò sorridere e sentì le
guance arrossarsi, così si tirò su di scatto e si avviò verso il Caffè:
- E’ meglio andare, se Eika si sveglia e non mi
vede magari si preoccupa…
Quiche la guardò allontanarsi, sorrise e la seguì.
Mentre stavano per entrare - Senti, non è che tuo fratello era…
- Uhm?
- No, niente… Ah, non dire quello che ti ho detto
a Pie e Tart, mi prenderebbero in giro fino alla morte.
- Ah, giusto… Quiche, aspetta un secondo.
- Uhm?
- Senti… Tu, Pie e Tart siete già stati sulla
Terra, giusto? Come mai?
Il ragazzo la guardò un istante, poi voltò lo
sguardo per terra:
- Beh… Non ce un motivo particolare. È stato un
caso…
- Sul serio? – chiese lei poco convinta.
- Sicuro! ^-^ Ora è meglio se rientri, che poi
Strawberry ti becca qui fuori con me e ci massacra entrambi.
- Per la verità credo che massacrerebbe solo te…
- Uhm… Sì hai ragione ^-^. – Selena lo squadrò con
un mega-gocciolone in testa ed entrò con l’alieno senza aggiungere altro.
Eccomi, eccomi!! Vedo che siete
sopravvissuti a 4 cap tutti insieme ^^ (‘Nzomma… =___=“” ndTutti – XP
Antipatici!).
X tutti quelli che leggono anke
senza commy: Gazie, me commossa ç__ç!! (Xò commentate x favore… - Pretenziosa!
NdTutti)
X Sandy: stavolta il chappy è uno
solo, ma spero tu sia cmq contenta ^-^
X Bea_chan: Eeeeh, chi lo sa… Ti
dico solo che, dopo questa fic, le fan di KisshuXIchigo mi vorranno linciare…
^^”
Voilà, chappyno nn molto
movimentato, ma bello bello!! ^^ (Modestiaaa… ndPai – Nn ce l’ho XP! NdRia – Si
nota! NdTutti)
Cap. 14 – Ciò che non può
nascere
La giornata scorreva lenta e il caldo d’inizio
estate non migliorava certo la situazione: le ragazze erano stanche,
soprattutto Strawberry (Sai che novità… NdMina – Stai zitta tu, che stai sempre
seduta!! NdStraw), ma continuavano a lavorare come sempre. Quiche nel frattempo
aveva provato ad aiutare i ragazzi con la ricerca, ma riprendeva sempre a
gironzolare nel sotterraneo, senza concludere nulla
- Se non riesci ad aiutarci, potresti almeno
piantarla di vagare come un’anima in pena? – disse esasperato Ryan
- ……
- Ehi Quiche!
- Uhm? Oh scusa, Tart, ero distratto…
- L’avevo notato… che cavolo hai?
- Non lo so… - ed era vero: si sentiva agitato, ma
non riusciva ad inquadrare quale pensiero l’angustiasse.
- Forse dovremmo fare una pausa – disse Kyle
levando gli occhi dallo schermo – volete mangiare qualcosa?
- EVVAI!!! – esclamò il piccolo alieno e si gettò
a velocità supersonica sulle scale, fiondandosi in cucina, seguito da Ryan:
- Voi non venite?
- No, - rispose per entrambi Pie - voglio vedere
ancora una cosa. - Il biondino non aggiunse nulla e salì.
Calò il silenzio per un po’, interrotto solo dai
BIP BIP del computer su cui Pie lavorava
- Qual è il problema? – disse ad un certo punto
- Ma sei sordo? Ho detto che non lo so…
- Ma qualcosa devi avere, non è da te essere così.
- Beh…
- Allora? - Quiche tacque di nuovo per qualche
istante, infine sospirò
- Prima ho parlato un pò con Selena…
- E allora?
- Nulla, ma… ecco, quando parlo con lei… mi sembra
sempre così triste, con quell’espressione così malinconica… - “E maledettamente
bella…” fu un pensiero che non potè trattenere. Pie lo osservò in silenzio
- Sai, l’avevo notato da un po’, ma ti dico solo
questo, stai attento. Sai bene quello che è successo l’ultima volta. – disse
poi freddamente – Sono capitati tanti guai, per te e per tutti noi.
- Successo… cosa?
- Ti stai innamorando di lei. - Calò il silenzio;
Quiche osservò l’amico allibito e rifletté:
- Forse… - lo doveva ammettere, quella ragazza lo
affascinava moltissimo;
Pie lo fissò di nuovo, ma il suo era uno sguardo
d’accusa
- Lascia stare. Quella ha qualcosa di strano, è
pericolosa.
- Ma cosa diavolo stai dicendo?! – l’amico
sospirò:
- Quando si tratta di donne
non vedi di là del tuo naso, eh? Rifletti un istante: perché questa è corsa fin
qui per aiutare delle tizie che non aveva mai visto né sentito?
- Ma sei stupido! – ribattè Quiche, cominciando a
scaldarsi – Ce l’ ha detto lei stessa, per aiutare le ragazze.
- Non essere così ingenuo – lo ammonì – Chi è quella
persona che, inseguita dagli sgherri di quello che sembra essere un pazzo
scatenato, si premura di avvisare dello stesso pericolo persone che si trovano
ad anni luce di distanza, correndo il rischio di essere catturata? E come
diavolo faceva, poi, ad avere tutte quelle notizie su Shorai e compagni? –
Quiche si stava arrabbiando sul serio
- Sei impossibile, come fai ad essere così
cinico?! Vabbè che al posto del cuore hai una pietra, ma neghi pure
l’evidenza?! Ti ricordo che ci ha aiutato a sconfiggere quel mostro dell’altro
giorno!
- Comunque sia, lasciala perdere. Il tuo carattere
focoso sarebbe un problema in una situazione del genere, con una tipa che
sembra un’ombra in tre dimensioni.
Quiche era furibondo: evitando di mandare a quel
paese Pie, girò sui tacchi e si avviò, sbattendo, alla scala. Pie sospirò:
- Non riesci mai a distinguere un sentimento vero
da una fiamma infantile.
- Ma perlomeno io riesco ad ammettere ciò che
provo!
- Cosa?
- Sto dicendo che non mi nascondo come fai tu! - e
senza dire nient’altro salì.
Quella sera, mentre tutti si avviavano a casa,
Quiche si tenne a distanza dalle ragazze, osservando furente per terra.
- Ti stai innamorando di lei.
- Non riesci mai a distinguere un sentimento vero
da una fiamma infantile.
Le parole di Pie gli echeggiavano ancora nella
testa: cosa ne sapeva lui? Cosa ne voleva sapere? Proprio lui, quello sempre
freddo e spietato, quello che aveva seguito fino alla fine Deep Blue, sempre
cieco di fronte ad ogni cosa che non potesse spiegare con i suoi amati
computer?! Quel suo atteggiamento di superiorità l’aveva sempre seccato
terribilmente, anzi lo faceva imbestialire: “Accidenti a lui…”
Arrivati a casa cenarono tutti insieme, con
Strawberry e Selena che parlavano e Keris che strillacchiava, strafogandosi con
la cena:
- Che buono!! ^\\\^. Questo è passabile, questo è
squisito!!! Gnam! – Quiche però restò in silenzio tutta la serata e appena ebbe
finito di cenare salì di sopra.
- Chischà cof’ ha ftafera puello lì… GLOM, tu che
dici Sibi-chan?
- Eh?
- Traduco… - sospirò Selena – Ha detto “Chissà
cos’ ha stasera quello lì”.
- Aaaah! Non so… ma perché continui a chiamarmi
Sibi-chan, scusa (gocciolina)?
- Ma è ovvio! – rispose Keris, pronta - Siamo
amiche, quindi ci vuole il “chan”, ma “Strawberry-chan” è troppo lungo, così
fai S-traw-B-erry + chan… cioè Sibi-chan!!!
- Capisco… (gocciolone più grosso).
Selena continuava a rigirarsi piano nel letto,
senza riuscire a dormire; sentiva un forte senso di colpa, e sapeva a cosa era
dovuto: eppure ormai doveva esserci abituata… “Non potevo dirgli la verità, non
tutta almeno”, ma si sentiva a disagio. Stufa di stare lì, si alzò pian piano,
per non svegliare Keris che le dormiva a fianco ed uscì. Nel corridoio, avvolto
nel più profondo silenzio, udì improvvisamente un lieve passeggiare e vide
Quiche avviarsi verso una porticina sul fondo: nella debole luce notturna
vedeva ancora la sua espressione preoccupata e istintivamente, quando passò la
porta, lo seguì, fermandosi di botto ai piedi della scaletta che portava al solaio.
“Ma cosa sto facendo?! – pensò, bloccandosi - Qualunque cosa abbia, in fondo
non sono fatti miei, magari vuole solo stare solo…” ma qualcosa le diceva che
doveva andare su; esitò ancora qualche istante e poi salì. Lui non si accorse
neanche di lei all’inizio, tanto era assorto nei suoi pensieri.
- Quiche? Tutto a posto?>
- Uhm? Ciao. Sì certo, sto solo pensando ad una
cosa… - lei lo osservò un po’ dubbiosa
- Posso sedermi?
- Certo. - per un po’ calò il silenzio.
- Senti – iniziò titubante – se hai qualcosa che
ti preoccupa puoi parlarmene, sai? In fondo tu hai ascoltato tutta la mia
storia deprimente, quindi… - poi si zittì “Ma cosa sto dicendo, sono
impazzita?!” Quiche intanto la fissava: si stava per caso… preoccupando per
lui? Sorrise
- No, stai tranquilla; non era niente, anzi, ora
sto bene. Pensavo solo ad una cosa che mi ha detto Pie oggi, ma adesso sto
meglio. - E sapeva il motivo, un motivo che stava seduto a fianco a lui. Si
voltò:
- Grazie ^^. – lei le sorrise per la prima volta.
- Ah! Hai sorriso! – lei lo fissò un istante
stranita
- E’ incredibile, non ti ho mai visto sorridere
così! Quanto sei carina!
- Ma smettila \\\! – disse lei imbarazzata – Ma ti
diverti a prendermi in giro?
- Guardache sono serissimo! – lei non rispose, ma incurvò appena le labbra;
l’alieno sorrise ancora alzando lo sguardo verso le stelle,non gli importava di quale fosse la vera
identità di Selena e non gli importava nulla dei sospetti di Pie, sapeva solo
che ora doveva impegnarsi per farla sorridere di nuovo.
I due restarono così, seduti, mentre Selena
cominciava ad osservare attentamente la volta celeste.
Dopo un po’ la ragazza scorse più attentamente il
giovane: la luce della luna seguiva piano il suo profilo, facendo dei giochi di
riflessi sui capelli verde scuro; era davvero bello…
Come fulminata da qualcosa, Selena si tirò su con
un sussulto e si avviò alla mansarda:
- E’… è tardi, mme-glio che provi ad andare a
dormire… - e corse via; ma a cosa stava pensando? Non si era forse fatta una
promessa? “Ho già perso troppe cose – pensò alla fine, risoluta – non succederà
più” ed entrò in camera.
Nel frattempo Quiche, stranamente rincuorato, si
era alzato e avviato anche lui al piano di sotto, nel corridoio, dove per poco
non prese un colpo vedendo sbucare all’improvviso da un angolo Keris.
- Ehi, piccoletta, vuoi farmi morire d’infarto?!
Lei non rispose, lo stava guardando malissimo.
- Ma cos’ hai ora?
- Senti – disse arrabbiata indicandolo – non
m’importa di cosa tu voglia fare, ma devi smetterla di ronzare intorno a
Selena, hai capito? Tanto lei non può ricambiarti.
- Non può… cosa?!
- E anche se ti sei innamorato di lei sinceramente
– continuò imperterrita – cosa che dubito, considerando che sei antipatico,
linguacciuto e svitato, ci sono troppe cose che non capiresti, quindi lasciala
perdere. - e senza aggiungere altro girò i tacchi e se n’andò.
- Ma cosa cavolo volete? Perché nessuno si fa i
fatti propri?!? - e furioso entrò nella sua stanza.
Poco dopo, Keris rientrò in camera, dove Selena
sembrava dormire già; la ragazzina sospirò poggiandosi sul letto:
- Guarda che lo so che sei sveglia. – nessuna
risposta. - Ti conviene smetterla di lasciare che quello lì di ronzi intorno,
non voglio che si faccia strane idee.
- Ti stai preoccupando per me o semplicemente ti sta
antipatico?
- Entrambe le cose. – silenzio.
- Senti, Keris, non devi preoccuparti, ho imparato
la lezione. Ormai non potrò cascarci mai più.
- ^^ Se lo dici tu ci credo. – Selena sorrise
appena, comprensiva.
- Dai, mettiti a dormire, buonanotte.
*_______
- Come va la ferita, Phiras? – chiese Tanir,
entrando silenzioso nella grande stanza dalle pareti azzurrognole, dove il
piccoletto sedeva imbronciato, tirando le lenzuola del letto rotondo.
- Come vuoi che vada?! – disse stizzito – Voglio
tornare in azione e disintegrare quel pidocchio di…
- …Tart. Si chiama così.
- Quello che è!
- Su, su, calmati… Piuttosto ho una cosina
interessante da farti vedere.
Il giovane infilò un CD dentro uno dei numerosi
computer della stanza, che proiettò sulla parete spoglia le immagini del loro
ultimo scontro. Phiras sembrava irritato:
- E allora?
- Guarda qui… - al gesto di Tanir, i tasti della
tastiera si mossero da soli, zoomando sull’immagine: la figura di Quiche
ricoprì lo schermo.
- Osserva attentamente… - i tasti si mossero
ancora, e l’immagine perse i colori, tranne che per un alone blu che ricopriva
interamente Quiche e, di fianco a lui, Selena. Phiras spalancò gli occhi:
- Incredibile… E’ lui?
- Sì. – disse con un ghigno – la creatura che
potrà aprire il secondo sigillo. La mocciosa non ha scampo.
Ecco, ora sto veramente andando nel demenziale… Oddio, il cap15, mamma
miiiaa…
Ecco, ora sto veramente andando nel demenziale… Oddio, il
cap15, mamma miiiaa…
Prego, coloro che sn armati di mazze
e fruste a destra, quelli di testate nucleari a sinistra. A, voi avete delle
armi batteriologice? Prego, in prima fila… ndQuiche
Grazie, ma come sei caro… Maledetto
b******o!!! ndRia
Ehi, vacci piano! Ce la censura! NPie
E TU NON DIFENDERLO O VEDI CHE TI
COMBINO! (Mostra bozzetti x i new chappy…)
NOOOO, pietà!!! NdPie_nel_panico –
Coshi va meio ^^ ndRia – Maled… ç__ç** ndPie
Un besio a: Bea_chan, che con Dafne_chan si sta dimostrando
una mia best fan (Me commoccia ^^! Cmq, vedrai che vorrai linciarmi… Ma, del
resto, “ama chi t’ama”… ^-^) Sandy (Uhm, oggi facciamo 2 cap, ma nn di + xkè
poi esaurisco il materiale e dovreste aspettare una vita) e a tutti quelli che
mi seguono! BYYYEEE!!!
Cap. 15 – La trappola
- Perdonami ancora per non averti potuta aiutare
l’altro giorno con Eika, ma purtroppo ho avuto un problema, così…
- Non si preoccupi signorina, - disse allegra
Paddy, rivolgendosi alla maestra d’asilo - una mia amica mi ha aiutata, vero
Eika?
- Sì ^-^! Senti sorellina, perché dopo non vieni a
prendermi con Selena? Daidaidai!
- Vedremo. – la maestra sorrise.
- Paddy, senti, - chiese ad un certo punto la
maestra, sussurrando - ma quel ragazzino laggiù… è un tuo amico? - e indicò un
Tart abbastanza scocciato che aspettava dall’altra parte della strada, con le
braccia dietro la nuca;
- Sì, un mio carissimo amico ^-^. Ora scusi, ma
dobbiamo andare. Ciao tesoro – e schioccò un bacio sulla guancia alla bambina –
a stasera!
- CIAO PADDY!
La ragazzina corse da Tart e i due si
allontanarono, mentre Eika e la maestra entravano nell’asilo. In quell’istante
apparve Phiras nell’aria:
- Guarda. guarda… - sussurrò – Ho scoperto una
cosa interessante…
*___________
- Mi spieghi perché devo accompagnarti tutte le
mattine, da quando sono qui? Non puoi andarci solo tu? – chiese Tart irritato,
mentre lui e Paddy erano quasi arrivati al Caffè
- Vorresti lasciarmi a gironzolare da sola? Cosa
farei se mi attaccassero?
- Mi suona un po’ come una scusa… - ma il loro
discorso fu interrotto da Strawberry che, tutta trafelata, appariva sull’uscio
del locale:
- Ragazzi! Per fortuna siete qui!
- Che succede Strawberry? - dietro di lei
comparvero anche le altre, insieme a Quiche e Ryan;
- Venite subito dentro, - disse preoccupato il
ragazzo biondo - sta succedendo qualcosa di grosso.
Nel locale non c’era nessun cliente nonostante
fosse ormai ora di apertura, solo una fortissima luce azzurrognola, proveniente
dal laboratorio, si proiettava lungo le pareti rosa e beige; la porta del
sotterraneo era aperta e dall’interno Pie e Kyle osservavano preoccupati lo
schermo gigante collegato al computer.
- Ci siete tutti, vedo…
- Cosa succede Kyle?
- Guardate voi stessi – e fece apparire sullo
schermo l’immagine di Phiras, con vari diagrammi – Mentre stavo continuando le
ricerche sui nostri avversari ho scoperto un’anomalia: Tanir e Qur, siccome
sono entrambi mutazioni genetiche, hanno delle caratteristiche simili alle
vostre, come ho potuto accertarmi grazie all’aiuto di Strawberry dell’altro
giorno.
- Ah, è per questo che non cercavi con noi Quiche?
– sussurrò Lory
- Esatto.
- Ma stranamente, - continuò Kyle - Phiras non ha
nulla di simile.
- Cosa?
- Proprio così, Tart – continuò Pie – Credevo che
anche su di lui fossero state compiute delle trasformazioni, invece sembra che
ogni sua dote sia innata. E questo è preoccupante, perché le creature fatte
finora erano opera sua.
- Ma che dici? – disse Mina col suo tono altezzoso
- Abbiamo visto tutti Tanir creare anche quel chimero gigante…
- Quello non era un chimero.
- Sul serio?! – sia Strawberry che gli altri erano
sempre più confusi; solo Selena e Keris, stranamente, sembravano più che altro
preoccupate.
- Sì. – disse piano Pie - Ok, siamo certi che
Tanir ha, come ha detto Selena, una parte del DNA degli abitanti di Gaea dentro
di sé, ma per creare un chimero avrebbe per forza dovuto avere un animale o una
pianta da modificare, non si possono assolutamente creare dal nulla. Infatti vi
ricordate che una volta abbattuti quei mostri anche dell’altro giorno non
apparivano gli alieni parassiti che solitamente escono dai chimeri?
- E’ vero! – esclamò Tart – Non ci avevo fatto
caso!
- E allora cos’era quella bestiaccia?
- Purtroppo non lo so…
All’improvviso il monitor del PC si oscurò e sullo
schermo gigante apparve Phiras:
- Ciao carucci – sorrise perfido – come
va? E’ tanto che non ci vediamo ^-^
- Cosa vuoi, specie di ranocchio coi capelli ad
asparago lesso?! – gli sbraitò contro Tart
- Oh, da te nulla, ma volevo che la tua amica
salutasse una persona… - indicò Paddy, che lo fissò, poi si scostò di lato
e dietro di lui apparve qualcuno, completamente immobilizzato; Paddy impallidì:
- EIKA!!! - la bimba guardò la sorella; stava
piangendo:
- Sorellina… ho paura…
- Cosa le hai fatto?!! – disse disgustata
Strawberry, folgorandolo con lo sguardo
- Niente, per ora – rispose Phiras,
sorridendo di nuovo – ma potrei giocare un po’ con lei se non venite a
prenderla.
- Dimmi dove sei, schifoso, e vedi se non
vengo!!!! – gli urlò la mew-scimmia
- Spiacente, dovrai scoprirlo da sola: hai 30
minuti, la sfida a tempo è iniziata e io me la godrò come allo stadio; trova
l’indizio e a presto! ^-^ - e lo schermò si oscurò di nuovo.
- AH!
Paddy rimase in piedi, immobile, fissando lo
schermo: era pallida.
- Che bastardo, prendere in ostaggio una bambina!
– urlò Keris, battendo il pugno per terra.
- Se le fa qualcosa giuro che…!!
- Ma non le farà niente! – esclamò Strawberry e
guardò gli altri – forza, andiamo a cerc…
KAPOOOOOW!!!
Un’esplosione improvvisa, che fece tremare il
caffè, la interruppe.
- E ora che c’è?! – chiese Mina esasperata
- Tanir e Qur! – disse Kyle preoccupato - Stanno
attaccando la zona est!
- Dovete fermarli! – disse Ryan perentorio
- Ma non possiamo abbandonare la piccola Eika! –
esclamò Selena
- Voi andate. – disse piano Paddy, in un crescendo
di rabbia – quel maledetto lo rintraccio io. – cominciò a correre di sopra – E
SI PENTIRA’ DI QUELLO CHE HA FATTO!!
- Vengo anch’io!
- Lascia stare, Tart, tu non..
- Non cercare di convincermi, voglio aiutarti. -
lo osservò con uno sguardo pieno di gratitudine:
- Grazie.
- Vengo anch’io!
- Lory!
- Non vi farò affrontare quel tipo da soli! –
sorrise – E poi sarà più semplice se a cercarlo saremo in tre…
- Quattro.
- Pie?! – esclamò Tart, fissandolo a bocca aperta
- Ti cacci sempre nei guai – gli diede un colpetto
sulla testa – e non vorrei che mettessi in brutte situazioni anche loro due. -
guardò con espressione indecifrabile Lory, che sorrise.
*__________
Così, mentre Strawberry e gli altri correvano ad
affrontare i chimeri, Paddy, Tart, Lory e Pie cercavano disperatamente la
piccola Eika.
Ma a 5 minuti dall’ora X non erano ancora riusciti
a trovarla.
- E’ inutile, in questa zona non c’è, ma dove può
essere?!
- E’ quasi scaduto il tempo… - singhiozzò Paddy
lasciandosi cadere a terra – ma come ho potuto lasciare che la rapisse?!
- Coraggio Paddy, siamo ancora in tempo… - cercò
di consolarla Lory
- PIANTALA!!! – e cominciò a singhiozzare più
forte, tenendosi la testa con le mani – Come faccio a farmi coraggio?! La mia
sorellina è prigioniera da qualche parte, spaventata, magari è ferita etra poco potrebbe essere…
- Paddy… - la ragazzina cominciò a piangere
convulsamente, piegata in due
- Eika, perdonami… Eika…
- ORA BASTA!!!! – urlò Tart, inginocchiandosi di
fronte a Paddy e sollevandola per le braccia – Ma cosa stai facendo?!? Certo
che se continui così tua sorella ci lascia le penne, tirati su!!! - sembrava
furioso; Paddy lo guardò, sorpresa da quella reazione improvvisa
- Coraggio… - il suo tono era meno duro – Non è da
te fare così.
Lei si asciugò una lacrima e sorrise:
- Grazie… ^-^
Solo allora Tart si accorse che la stava tenendo a
pochi centimetri da lui; rossissimo la lasciò di botto, voltandosi.
- Ora ragioniamo… - disse Pie, indifferente alla
scena - cosa ha detto quel tipo esattamente?
- Qualcosa come trova la traccia, o gli indizi,
non ricordo bene… - mormorò Lory
- E prima?
- …… - poi si illuminò – “Io osserverò tutto come
se fossi allo stadio”… Ma certo, è allo stadio!
- Al Tokio Dome!
- Il tempo è quasi scaduto, andiamo!
I due alieni afferrarono le due ragazze e, visto
che sapevano bene dove andare, si teletrasportarono.
Il Tokio Dome sembrava deserto, ma le porte
completamente sfasciate lasciavo capire che qualcosa non andava. Il gruppo
entrò con circospezione, avviandosi piano nel corridoio buio. Arrivati nel
centro dello stadio si guardarono intorno, ma non videro nessuno, finché Phiras
non comparve sugli spalti; gli stava applaudendo divertito:
- Ma bravi, alla fine ce l’avete fatta! ^-^
- Pochi scherzi, ridammi la mia sorellina!!
- Oh, ti riferisci forse a questa? - con uno
schiocco di dita il computer di Phiras, comparso a fianco a lui, cominciò a
ronzare, proiettando l’immagine di Eika completamente legata:
- Aiu… fzzzz… sorel… fzzz… iu…so… paura… fzzz…
- COSA?!
- Era un ologramma?
- E’ UNA TRAPPOLA, USCIAMO DI QUI!!
- Spiacente, ma non andrete da nessuna parte! -
schioccò di nuovo le dita e ogni più piccola fenditura dello stadio si chiuse
ermeticamente.
- Ora siete nel mio mondo – sogghignò - non serve
che tentiate di usare né i vostri poteri né il teletrasporto, sono inutili.
- …… Ha ragione, non funziona! – sussultò Pie
- E io non riesco a trasformarmi!
- Ve l’ ho detto ^-^! – squadrò Tart da capo a
piedi – Tu l’altra volta mi hai fatto molto male, così avevo deciso di
vendicarmi e ho chiesto il permesso a Tanir di eliminare te e i tuoi amichetti.
Ma stai tranquillo, non sono un tipo che serba a lungo rancore, così ho deciso
di perdonarti, a patto che tu giochi con me. E visto che siete quattro,
potremmo fare il mio gioco preferito ^^ !!!
- Un… gioco?!
- Sì, e voi avete appena superato il livello 0,
START!!!!
Nello stadio uno strano rumore, simile a un
computer in accensione, cominciò a risuonare sommesso, per poi aumentare sempre
più di volume; sulle pareti comparvero lunghe colonne luminescenti di numeri, 1
e 0, e simboli strani che si muovevano a velocità pazzesca su e giù.
- Cosa sono quelle? – chiese Lory, decisamente
spaventata
- Sembrano il codice binario dei computer, - rispose
Pie, incerto - maquegli altri… sono
simboli inventati…
- PIN – PON, sbagliato ^-^!! Sono simboli magici!
- CHE?!?! – Tart lo fissava come fosse un fantasma
- Esatto, mi hai capito benissimo. – sulle mani
formò due sfere verdastre, le stesse che aveva cercato di creare quando era su
Gaea. – essere un genietto dell’informatica ha i suoi vantaggi, ma se puoi
unirla con qualche trucco magico è il massimo! ^-^ - le sfere si ingrossarono
ancora di più ed emanavano elettricità.
“Cosa diavolo vuole farci?”
- ILLUSION WORLD!!! - le sfere, lanciate a tutta
velocità, colpirono il gruppo, che non potè assolutamente schivarle.
Qualcosa sugli schermi di Kyle si spense
improvvisamente;
- Cosa… OH NO!
- Fzzzz… Strawberry, mi senti?
- Kyle. Cos… COME?!
- Cosa succede? – chiese Keris alla ragazza
- Kyle… N-non… non rileva più gli altri, sono
scomparsi!
- Cosa?! - la ragazza fu interrotta da Qur, che
tentò di colpire lei e Strawberry con la sua coda; nel frattempo, a mezz’aria,
Quiche e Tanir si affrontavano con furia
- Dovresti cambiare avversario, cominci ad
innervosirmi. – disse la creatura, sferzando l’aria con la spada
- Sul serio? Io mi diverto. - le loro lame
sfregarono l’una contro l’altra, facendoli allontanare un secondo.
- QUICHE! Non ricevo più Pie e gli altri, sono
scomparsi dalla ricezione dei trasmettitori di Kyle!
- Eh? - Tanir si fermò di colpo e sorridendo
ripose la spada.
- Bene, allora siamo a posto. Andiamo Qur. - il
gigante si fermò dov’era, a 3 centimetri dal viso di Keris, e scomparve.
- Voi restate ancora un po’ a divertirvi ^-^ -
disse dissolvendosi a mezz’aria, rivolgendosi ad alcuni chimeri veri, creati da
un gruppo di gatti;. Le creature attaccarono più decise, ma vennero facilmente
eliminate da Selena, Pam e Mina, mentre il piccolo robottino Masha (finalmente
tornato in azione ^-^ N.d.A.) raccoglieva rapido gli alieni parassiti.
Poi corsero tutti da Strawberry, per vedere che
non si fosse, come speravano, sbagliata.
Tanir riapparì un istante e sorrise:
- Meno quattro.. - e poi scomparì.
*__________
Tart non voleva alzarsi: aveva male dappertutto e
si sentiva la testa pesante; no, sarebbe rimasto lì ancora un po’, in fondo
quell’erba era così morbida… “Erba? - aprì piano gli occhi e venne accecato dal
sole, ma quando riuscì a guardarsi intorno vide che il paesaggio era mutato,
diventando un’immensa distesa di colline verdeggianti – Ma dove sono?” anche i
suoi vestiti erano cambiati, tornando ad essere quelli che indossava di solito.
Poi riuscì a connettere i pensieri: sicuro, Phiras, la trappola! Si girò e vide
Paddy stesa a terra, sembrava svenuta.
- Paddy! E’ tutto a post…
STONK!! La ragazzina si tirò su di scatto e lo
prese in pieno sotto il mento.
- Ahia ahi, che male… Tart ma che fai?
- Dovrei chiedertelo io… mamma mia che botta… >
_#
- AH HA AHA HA, siete proprio buffi, sapete?
- la voce di Phiras echeggiò intorno a loro
- E’ il pazzoide!!
- Dove sei?! Fatti vedere!
- Mi spiace, ma non posso, devo dirigere il gioco,
e il Game-master non può stare insieme ai giocatori ^-^.
- Il “Gheime”… che? (gocciolone)
- G-A-M-E M-A-S-T-E-R! E’ il mio ruolo in questo
gioco.
- Ma cosa dici?
- Calmi, ora vi spiego… vedete, in questo momento
voi siete in un mondo virtuale, per la precisione nel mio videogioco preferito,
“The Labyrinth”: qui voi, ossia i protagonisti, dovete trovare la strada
attraverso un mondo-labirinto, dove quasi non esistono città o altro, solo
spazi aperti e incontaminati; una volta arrivati in fondo, superando tutti i
livelli, avrete vinto ^-^.
Ovviamente io non vi lascerò vincere così
facilmente, anzi, in qualità di Game Master farò il possibile per impedirvi di
sconfiggermi. Se riuscirete ad arrivare in fondo, vi libererò… Anche perché a
quel punto il mio incantesimo non avrà più effetto.
- Incantesimo?
- Certo! Non ci arrivi? Che senso avrebbe
rinchiudervi in un semplice mondo virtuale, anche se vi feriste basterebbe un
calo di corrente per interrompere tutto e riportarvi alla realtà senza alcun
danno. Ma siccome sono un tipo davvero in gamba ;-D, con l’aiuto di Shorai ho
imparato la magia; mi hanno aiutato anche altre due persone, ma diciamo che non
l ’hanno fatto molto volentieri. – sul suo volto apparve un ghigno perfido –
Così ora, anche se questo è un videogioco, posso intrappolarvici dentro e
renderlo reale.
- Stai dicendo che se ci accadesse qualcosa qui
sarebbe completamente vero?!
- Già scimmietta^-^. E la cosa più bella è che
nessuno può aiutarvi, perché ho creato una distorsione spazio-temporale
tutt’intorno al Tokio Dome, così nessuno può arrivare qua! - cominciò a ridere
di gusto.
- Non ha importanza! – gridò Tart arrabbiatissimo
– Forza, dicci da che parte dobbiamo andare e vedrai che ci arrivo in un
attimo, così dopo posso spaccarti la testa a suon di pugni!!!
- Un momento… dove sono Lory e Pie?! - solo allora
si accorsero d’essere solo in due;
- Dove sono gli altri, CHE NE HAI FATTO DI LORO?!
- Rilassati, su ^-^ - Tart lo guardò digrignando i
denti – Ora ve li faccio vedere…
Davanti ai due ragazzini comparve una mappa
immensa: in cima c’era scritto “Labyrinth Lands”, mentre in basso, a sud,
lampeggiavano due faccine deformed, una raffigurante Paddy e l’altra Tart.
Accanto alla mappa comparve anche un ologramma di Phiras, anch’esso in versione
deformed.
- Come potete vedere – indicò con un bastoncino
sbucato fuori del nulla – voi siete qui, alle Green Hills; i vostri amici
invece sono qui – indicò nuovamente, su un punto alla fine della mappa, a
destra – a Next village. Tutti voi dovrete percorrere tutto questo percorso,
fino ad arrivare, - sulla mappa s’illuminò un punto rosso, sotto l’intestazione
– alla Black Rock.
- Che nomi originali… (gocciolone) (Scusa, stai
facendo dell’ironia?! N.d.A. – Beh scusa, potevi trovarne di più decenti! –
Un’altra parola e ti affido alle cure di Strawberry, sai che intendo… <-
sorrisino perfido – Ugh…!)
- Se ce la farete, vi lascerò andare. Ognuna delle
due coppie ha un diverso percorso, missioni e difficoltà diverse, ma man mano
che andrete avanti mi verranno in mente ^-^! Ah già, se vorrete vedere che
direzione prendere, basterà dire “Mappa” e schioccare le dita, così apparirà
automaticamente. Fate tutto con calma, tanto il tempo fuori nella realtà scorre
più lento, anche adesso qui sono passate già 5 ore, mentre fuori solo una
decina di minuti. In più, anch’io potrò seguirvi solo con la mappa, quindi
divertitevi tranquillamente ^-^! - e senza aggiungere altro sparì.
- EHI aspetta!
- Troppo tardi, è sparito…
- Cavolo! Io non c’ ho capito niente, in che posto
assurdo ci ha spediti?! – Tart si sedette sconfortato e innervosito. I due
restarono un momento in silenzio, finchè alla fine Paddy sorrise
- E va bene, ormai siamo qui, allora arriviamo in
fondo ^-^!
- Eh?
- Coraggio, sono sicura che ce la faremo, e anche
Pie e Lory se la caveranno alla grande; perciò, se non vogliamo che ci battano,
dobbiamo sbrigarci!
- Battano? Ma cos’è diventata, una gara?
(Mega-gocciolone)
- SU, FORZA >DDD!!! - e afferrato Tart per il
braccio cominciò a correre.
*________
Quando Lory aprì gli occhi era quasi il tramonto;
era sdraiata su una specie di coperta, mentre sopra aveva una vecchia maglia,
che le sembrava famigliare.
-Ben svegliata.
- Pie…? Ma dove siamo?
- In un mondo virtuale; ci siamo finiti dopo
l’attacco di Phiras, ma tu devi aver cercato di respingerlo, perché sei
crollata esausta appena siamo apparsi qui e ti sei addormentata. - solo in quel
momento Lory si accorse che Pie aveva di nuovo i suoi vestiti, ma gli mancava
la maglia, che invece era appoggiata sopra di lei.
- Mi sembrava avresti avuto freddo lì per terra…
- Ah… scusa… - gliela porse imbarazzata
-Tutto ok.
- Senti, ma cos’è successo? Hai detto mondo…
virtuale?
Pie annuì:
- Prima quel moccioso mi ha spiegato la
situazione: per quanto sembri assurdo, pare sappia usare la magia per rendere
reali dei videogiochi o roba simile e creare delle dimensioni parallele.
- COSA?! – lui annuì di nuovo:
- A quanto sembra, ora siamo completamente isolati
dalla realtà, fuori del tempo e dallo spazio della Terra…
- E quindi senza possibilità che ci rintraccino né
di tornare?
- Purtroppo… E sembra anche che ora non abbiamo
una meta precisa, dobbiamo solo camminare.
- E’ incredibile…
- Infatti. In ogni caso ora dobbiamo dirigerci
verso ovest, a quanto sembra c’è un villaggio; ci conviene non muoverci di
notte, non so cosa ci aspetterà da adesso in poi.
Lory assentì e i due cominciarono il viaggio
nell’aria fresca della sera.
*___________
- Insomma, quanto manca? Sono stuuufaa….!! –
piagnucolò la mewscimmia – Ormai è da stamattina che camminiamo…
- Anch’io, è tutta la mattina che gironzoliamo, ma
quella stupida mappa per me è difettosa, c’era scritto che a 10 minuti da qui
c’era un villaggio, ma sono ore che camminiamo!
- Non sarà mica come ieri sera, vero…?
- …… (gocciolone)
La
sera prima…
- Tart, guarda un po’
la mappa, non vorrai passare la notte all’aperto, vero? Dobbiamo trovare un
posto dove poter dormire. – disse Paddy
- Sempre che qui in
giro ce ne siano, ricordi che lo svitato ha detto che in pratica non ci sono
città? Comunque… MAPPA! - e schioccò le dita.
Sulla mappa apparve una
scritta con una piccola freccia, che indicava l’immagine di una casettina.
- Dobbiamo girare al prossimo
angolo.
- Bene non ne potevo
proprio pi…
Ma davanti a loro si
era presentata una specie di capannuccia malandata, con sopra un cartello “Ritenta e sarai più fortunato. Firmato
Game-master (Phiras)”.
Presente…
- Grrrr… - ringhiò il piccolo alieno, ripensandoci
- quel dannato ci sta solo prendendo per il naso… (vena pulsante in crescita).
In fondo aveva ragione: da quanto erano giunti in
quel luogo, il pomeriggio precedente, non avevano fatto altro che vagare a
vuoto nonostante quella mappa, senza neanche mangiare.
- Su, calmati… (gocciolina)
- Ma scusa! Insomma, prima ci attira in una
trappola e c’imprigiona in un mondo virtuale, poi ci fa dormire in una specie
di capanna piena di spifferi, e ora dobbiamo farcela a piedi per chissà quanto!
Ma se lo prendo…
- Beh, se ti scoccia tanto camminare perché non
voli?
- E tu come fai? – disse senza voltarsi. Paddy
sorrise, a suo modo era gentile.
- Potresti portarmi tu ^-^. – disse poi.
- PREFERISCO ANDARE A PIEDI. – rispose con voce
tombale Tart.
- Ti vergogni ^^?
- No, - ghignò maligno – non vorrei rompermi la
schiena sotto il tuo peso.
- EEEEhi! Antipatico >__<*!! – lui le fece
una linguaccia e continuò a camminare, ignorandola.
*___________
- He, he è davvero uno spasso vederli faticare
così! – sghignazzò Phiras, comodamente spaparanzato sugli spalti dello stadio
semidistrutto, gli occhi fissi allo schermo del suo computer - E’ il bello è
che non possono assolutamente scappare!
- Phiras, allora, a che punto sei?
- Tanir. – disse un po’ stupito il ragazzino,
fissando il compagno nella penombra - Da dove sei sbucato? Il campo che ho
posto attorno allo stadio avrebbe dovuto fermarti.
- Il tuo incantesimo non ha molto effetto su di
me. – Phiras si accigliò un poco - Allora?
- Sono tutti dove li volevo io. – esclamò,
tornando allegro - Mi sto divertendo un mondo!! ^-^ Non sanno neppure che io
posso vederli perfettamente!
- Non hai alcun’intenzione di eliminarli subito,
vero? – sospirò un po’ rassegnato Tanir
- Proprio no!! Shorai mi ha dato il permesso e ora
mi diverto un po’! E poi – osservò lo schermo su cui vedeva Tart e Paddy – devo
farla pagare allo scocciatore, il colpo che mi ha lanciato fa ancora male! –
tacque, poi sollevò lo sguardo in un’espressione da fanatico – Nessuno… NESSUNO
FERISCE IL GRANDE PHIRAS!!!
*________
- Tart non correre, per favore!
- E no, ora basta! Me ne frego della mappa,
cercherò da solo in posto dove andare, ho una fame pazz…
SBAMM!! Tart cadde all’indietro: aveva battuto la
faccia contro qualcosa di molto duro, ma davanti non c’era nulla
- E ora che c’è?
Una voce femminile, fredda e metallica, risuonò
forte:
- Salve giocatori, eccovi al primo livello.
- EH O__o? – disse Tart, guardando verso l’alto,
da dove sembrava provenire la voce, con espressione completamente inebetita.
- Credo che sia il programma del videogioco… -
disse Paddy; vide Tart sempre più confuso:
- Non ricordi? Phiras ha detto che questo mondo
virtuale viene da un videogioco, probabilmente il programma del gioco ha questa
voce per dare istruzioni.
- Ah… - passarono alcuni secondi di silenzio:
- Ma tu sai cos’è un videogioco?
- MASSI‘ CHE LO SO!! – sbraitò Tart stizzito
- Benvenuti giocatori – continuò la voce - a
Solinaria, l’unica città presente nel settore Sud-ovest di queste terre. -
Tart guardò meglio, ma di fronte a sé non c’era nulla, neppure in lontananza.
- Ehi tu, guarda che qui non c’è niente, solo una
specie di muro invisibile!
- Guarda che non ti sente… Credo…
Silenzio.
- Per continuare, dovete effettuare un
avanzamento, è il regolamento; - disse il programma - ingerite le Upper level
Candy.
- Che cosa?! - come per rispondergli, davanti a
lui e a Paddy apparvero due piccole caramelline viola scuro, tonde e lucide.
- E queste a cosa servono? - in quell’istante
apparve anche l’ideogramma di Phiras
- Ma siete tonti? – disse Phiras, mentre
l’ologramma versione deformed appariva davanti ai due - Ve l’ ha appena
spiegato il computer.
- E abbiamo capito, secondo te?!
- Che ignoranti – Tart l’avrebbe volentieri ucciso
– Ad ogni modo, grazie a quelle muterete leggermente d’aspetto e diventerete
più forti. Ah, e state tranquilli, non sono avvelenate, potete mangiarle
serenamente.
- E perché dovremmo farlo, scusa?! Ci sottovaluti
fino a 'sto punto?!
- Ufffaaaa, che diffidente! Te l’ ho già detto,
siete in un videogioco e io devo seguirne le regole, anche se sono il Game
Master e quindi posso mettere tutte le trappole e trabocchetti per voi,
- Ma che tesoro… (gocciolone)
- …e nelle regole c’è scritto che, passando per il
villaggio di Solinaria, bisogna essere dei giocatori di livello 2 e voi siete
solo livello 1. – Tart lo squadrò come fosse scemo:
- CHE?
- Ma certo… - sussurrò Paddy – Questo videogioco è
un RPG, giusto?
- Risposta esatta ^^!
- Ti spiacerebbe spiegarmi?!
- RPG, ossia un gioco di ruolo; non c’è uno scopo
preciso, bisogna solo avanzare nel mondo aumentando il livello del giocatore.
- Il passaggio dal livello 1 al 2 in questo videogioco
è molto semplice, - continuò ignorandolo - diciamo che invecchierete di qualche
annetto. Beh, ora vado… ah dimenticavo, tu biondina, perché faccia effetto dopo
aver mangiato quella caramella devi trasformarti, e ricorda che finchè sarai
qui avrai quell’aspetto. Bye!
- Ehi, aspetta! Dimmi perché non riesco a volare!
– gli urlò dietro Tart
- Troppo tardi, è sparito di nuovo…
I ragazzini fissavano diffidenti le caramelline,
non sapendo che fare:
- Non mi fido… per me c’è sotto qualcosa…
- Senti – suggerì alla fine Paddy – io mi metto
dietro quei cespugli, la mangio e mi trasformo, subito dopo la mangi tu, ok?
Così se fosse qualcosa di strano eviteremmo di avvelenarci entrambi.
- Ma è rischioso… e poi perché vuoi farlo lì
dietro? – disse fissandola stranito
- Beh, se per caso funzionasse… non mi fido molto
di come cambierebbe il mio aspetto, mi vergogno un po’… ^\\\^
- Ok, sei matta… vabbè, fai come vuoi.
Quando Paddy fu al suo posto, ingerì la caramella
e recitò la formula per la trasformazione; poi calò il silenzio per qualche
minuto:
- Tutto ok… ora tocca a te…
- Non esci da lì? – chiese il ragazzino
- Dopo… prima prendila tu…
Tart alzò
le spalle e mando giù la caramella: aveva un sapore molto dolce e dentro c’era
una specie di liquido tiepido, che sentì quasi rilasciare calore in tutto il
suo corpo. Quando la sensazione finì, si guardò con circospezione in una
pozzanghera lì vicino, e spalancò gli occhi:
- UAO!.
Riflesso nell’acqua c’era un ragazzo di circa
14-15 anni, orecchie a punta e occhi gialli, il fisico alto e slanciato, anche
se forse un po’ magrolino. Indossava il suo solito gilet rosso, appena più
lungo, ma era scomparso il fiocchetto nero sul petto; i pantaloni bluastri
arrivavano alle caviglie, lasciando intravedere le scarpe alla cinese. Tart
osservò più da vicino e notò che anche il suo volto era cambiato, i lineamenti
erano leggermente più maturi, anche se circondati dai soliti ciuffi castani,
legati nei soliti codini alti perché troppo lunghi. “Però… diventerò sul serio
così tra qualche anno?”.
- Tart? Tutto ok?
- Direi proprio di sì. Allora esci da lì dietro o
no?
- Ok… ma non prendermi in giro, eh?
Pian piano Paddy uscì e per poco Tart non venne
colpito da un infarto: davanti a lui c’era una ragazza carinissima, all’incirca
della sua età; aveva il viso di Paddy, le sue orecchie da scimmia e la sua
coda, ma non poteva essere lei! Insomma…
- Che c’è? – chiese, con un’espressione
spaventatissimo, e guardò riluttante nella pozzanghera per osservarsi meglio:
al collo c’era il suo collarino con lo stemma delle Mewmew, mentre sulle
braccia e sulla gamba destra c’erano ancora gli elastici di stoffa che aveva
sempre; portava una gonna corta alla marinara, degli scaldamuscoli e una
T-shirt, con aperture sulle spalle, che lasciava scoperto l’ombelico, il tutto
come di rigore giallo canarino con i bordi arancioni.
- Fiuu, credevo molto peggio… Cosa c’è? Sei tutto
rosso… - Tart si accorse tardi che la stava fissando;
- Allora, sto bene vero? ^-^
- …sì…
- Come?
- PROPRIO NO >\\\
- Sei davvero antipatico! Cattivo… ç_ç.
Una volta arrivati in città i due cominciarono a
cercare una locanda o un qualunque altro posto per mangiare, finchè alla fine
non poterono finalmente riempirsi la pancia: anche se era solo un mondo
virtuale, la fame la sentivano…
Proprio mentre stavano per uscire dalla locanda,
la terra tremò e dalla strada si sentirono urla e schiamazzi; i ragazzi
uscirono e videro un immenso mostro nella via principale: questa volta era
simile ad un grosso rospo a due teste.
- BLEAH, ma è davvero vomitevole!
- E’ meglio se ci leviamo da qui… - ma si accorse
di non riuscire ad indietreggiare, una specie di barriera invisibile, come
quella che prima l’aveva bloccato sulla strada, gli impediva di allontanarsi
dal raggio d’azione del mostro.
- Spiacenti – disse Phiras apparendogli di fianco
– ma ho deciso di cominciare un po’ ad allenarvi, quindi ora combattete da
bravi. ^-^ - come ad un ordine convenuto il mostro attaccò i ragazzi, che
spiccarono un balzo di lato.
- Paddy! Tu attaccalo di fronte, io lo prenderò
dall’alt… - ma bloccò il salto per spiccare il volo a metà, riatterrando
stizzito
- Che c’è?
- E’ vero, dannazione… Ehi, pazzoide, - urlò
rivolto a Phiras - perché non riesco a volare?!!
- Te l’ ho detto. – sogghignò – Quando capirete
che qui le regole le faccio io? Se decido che la ragazza-scimmia deve tenere quell’aspetto
fino alla fine sarà così, se decido che tu non puoi volare, non volerai ^-^!
- Brutto…
SBAAAM!! Un colpo violentissimo scaraventò Tart a
qualche metro da dove si trovava.
- TART!!! - la ragazza fronteggiò il mostro –
Prendi questo, bestiaccia… PUDDING RING INFERNO!!! - l’essere fu immobilizzato
nella trappola gelatinosa di Paddy.
- Brava… Ohi… - disse rialzandosi – ora
concludiamo!
- Ma sei ancora vivo?! – esclamò Phiras, stupito e
furibondo
- Certo! BECCATI QUESTO!!
La creatura, non potendo muoversi, venne investita
dall’attacco del ragazzo, esplodendo.
- Ce l’ hanno fatta… - mormorò Phiras - anche se
ho limitato i loro poteri… - il bimbetto fece un’orrenda smorfia di rabbia e
cominciò a sbraitare – MA NON FINISCE QUI! Vi renderò la vita impossibile, non
riuscirete a scappare come ha fatto lei!!!
- Lei…?
- Di chi parli? - ma il ragazzino non aggiunse
altro e scomparve.
Et-voilà! Hu, hu, nn aggiungo altro,
vi lascio un po’ di suspence (W i bastard-inside! ^^)
Vi avverto, se fin’ora avete ritenuto la mia fic delirante
e/o anormale, cn questo mi cercherete x linciarmi! Xciò “statteve accurte!” (Ma
cm parli?! NdQuiche – Già, nn 6 di Genova? NdTart – Mi diletto cn altri
dialetti ^^ ndRia - … >____>””)
Cap. 17 – Il sogno
- Non li perdonerò… - urlò Phiras, la voce
rimbombante tra le mura deserte del Tokyo Dome - Non possono vincere! - il
ragazzino battè violentemente i pugni sulla tastiera del suo computer – Ma gli
insegnerò che con me non si scherza…
- PHIRAS! – la perentoria voce di Tanir non lo
scosse minimamente e Phiras continuò a fissare rabbioso il suo pugno chiuso,
sulla tastiera.
- Che cosa vuoi?
- Per la verità qui le domande le faccio io, che
ti prende?
- Ci riesce… - disse piagnucolando il mocciosetto
– riesce a lottare anche senza poter volare…
- Ti riferisci al moccioso alieno? - lui non
rispose e chinò il capo ancora di più. - Piantala di stuzzicare solo lui, sono
in quattro lì dentro e il capo ti lascia perfino utilizzare i tuoi mostri, mentre
qui fuori ci sono rimasto solo io, vedi di distruggerli senza crearmi delle
grane. E poi sai bene che, se perdessi il controllo…
- NON M’IMPORTA UN FICO SECCO DI QUELLI LI’!Che il mio incantesimo gli risparmi pure, o
che gli uccisa! - urlò furioso – L’unico che voglio distruggere è quel Tart e
chissenefrega se il capo non…
- Phiras… - il volto di Tanir s’irrigidì in
un’espressione terrificante – Fai quello che ti ho detto. O vuoi che mi
arrabbi?
Il ragazzino guardò terrorizzato il compagno:
quando usava quel tono, così calmo e allo stesso tempo così minaccioso, aveva
sperimentato sulla sua pelle che era meglio ubbidire.
- … Va bene…
Tanir tirò un sospiro di sollievo: se Phiras
avesse perso del tutto le staffe, avrebbe cominciato ad usare i suoi poteri in
maniera incontrollata, e avrebbe potuto anche rendere l’universo da lui creato
una deformazione persistente e concreta, coesistente col mondo reale per
l’eternità; il capo non gli avrebbe certo perdonato un simile pasticcio.
- Vedi di restare calmo. – disse dandogli un
buffetto sulla testa - Ci vediamo. - e scomparve.
Phiras strinse forte il pugno sulla sua coppola
verde ramarro, gli occhi lucidi:
- Non è giusto…
*___________
- Non hai ancora trovato niente, Kyle? – chiese
Strawberry ansiosa
- Nulla, dannazione, non riesco proprio a capire
cosa sia successo.
La rossa si guardò intorno preoccupata. Come
Phiras aveva detto a Tart e gli altri, il tempo fuori dal suo mondo virtuale
scorreva in maniera diversa: era ormai più di un giorno e mezzo che, nella
realtà, le ragazze e Quiche gli cercavano senza avere risultati.
- Ciao ragazzi…
- Pam! Mina! Trovato niente?
Pam scosse la testa:
- Non riusciamo a rintracciarli, sembrano
scomparsi nel nulla. E voi?
- L’unica cosa che abbiamo rilevato – disse Kyle
con tono sconfortato - è che qui, intorno al Tokyo Dome, c’è qualcosa che
interferisce con i miei sistemi, ma non capisco cosa… - gli altri guardarono il
monitor, da cui il Dome sembrava una macchia luminescente verdastra.
Selena lo osservò per bene e si morse il labbro: e
se fosse stato…
- Vado in cucina a prendere qualcosa da mangiare,
- disse la ragazza dai capelli argentati - è tutto il giorno che non tocchiamo
cibo.
Gli altri annuirono solamente, tutti presi dal
computer di Kyle, con cui speravano di trovare i loro compagni; solo Keris
seguì l’amica, ma invece di puntare al frigorifero, si sedette su una sedia e
la guardò, in silenzio.
- Sel-chan…
- Uhm?
- Tu credi che…
- Temo di sì, quell’interferenza cogli strumenti
elettronici di Kyle è data senza dubbio da un incantesimo, e, a meno che sulla
Terra non cui sia qualche mago che si vuole divertire a rompere le scatole, è
senz’altro opera sua. Ed è solo colpa mia se gli altri sono rimasti coinvolti,
come per Kin.
- Non è colpa tua e non lo è mai stata, lo sai
benissimo.
- Invece sì! Se gli avessi avvisati…
- Non potevi saperlo.
- Neppure per Kin, vero? Lascia stare, so bene
quando prendermi le mie responsabilità; per quanto sia tu che Quiche me lo
diciate…
- Quiche? Che centra? - Selena si portò una mano
alla bocca: “Cavolo, mi è scappato…”
- Non gli avrai detto la verità, vero?
- Ovvio che no! – Keris tirò un sospiro sollevato
- Però… Quando gli ho detto quella bugia, ho
avvertito una strana sensazione… - “Come… se sapesse che mentivo…”. Sorrise un
po’ amara – Forse mi sono sentita un po’ in colpa… - Keris passò da
un’espressione sorpresa ad una arrabbiatissima, facendo subito pentire Selena
delle sue parole.
- Non ricordi più?! – sbraitò – Non puoi fidarti!
Soprattutto di uno come lui! E’ uno di loro, anzi, considerato il carattere da
schifo che si ritrova, è anche peggio! Lui, che è uno di loro… credi che ti
accetterebbe per quello che sei? - Selena chinò la testa: aveva ragione…
Keris si sentì in colpa e le mise una mano sulla
spalla:
- Scusa, non dovevo arrabbiarmi. Comunque…
- Stai tranquilla ^-^, è tutto a posto. E poi hai
frainteso tutto, guarda che è solo che non mi sono mai abituata alle frottole
^^! Ora torniamo di là, ci daranno per disperse.
Keris però la fissò pensierosa, non era molto
convinta di quelle parole.
Infatti Selena, appena uscita dalla cucina, si
mise in un angolino buio, chiudendo gli occhi: se era davvero lui la persona
che poteva aiutarla, doveva farlo adesso…
Al piano superiore Quiche dormiva: Strawberry
l’aveva costretto ad andare nella stanza di Ryan e a riposarsi, visto che da
quando gli altri erano scomparsi, non aveva fatto che cercarli senza fermarsi e
senza lasciarsi sostituire nelle ricerche; non voleva ammetterlo, ma era
davvero preoccupato…
Mentre dormiva, ricominciò a sognare: il solito
sogno, sempre lo stesso, a volte più particolareggiato, altre completamente
differente ma sempre con lo stesso soggetto, quella ragazza che piangeva.
Ma stavolta c’era qualcosa di diverso: per la
prima volta, era come se fosse per davvero in quella grotta fredda e
soffocante, anche se questa, ora vedeva bene, era in realtà una prigione; in
lontananza avvertì dei suoni confusi, che man mano che si avvicinava
diventavano catene cigolanti e le voci di due ragazze, una che urlava di
dolore, l’altra che piangeva dietro le sbarre di una cella.
- Ti prego, basta… lasciala andare - urlava
disperata quella che doveva essere una ragazzina di appena quattordici anni,
dietro le sbarre; un uomo stava picchiando l’altra ragazza, incatenata per i
polsi alla parete – Lasciala stare, BASTA!!
- ZITTA!! – urlò l’uomo, che sembrava abbastanza
giovane, ma crudele.
Quella voce… Quiche la conosceva, era la stessa
che ogni notte sentiva minacciare la ragazza del sogno, ed era la stessa che
aveva ordinato a Tanir di rientrare: era Shorai.
Shorai colpì di nuovo la ragazza incatenata, che
battè violentemente la testa contro il muro.
- Piccola ingrata… così imparerai che non ci si
ribella al proprio padrone!
- Tu… - sussurrò questa, velenosa - non sei… il
mio padrone… non… sei niente… - Shorai le tirò un schiaffo come se volesse
ucciderla, ma lei gemette soltanto.
- Basta, ti supplico… - gemette l’altra ragazza.
- Ne vuoi anche tu?! – si voltò verso la ragazza
incatenata – lo capisci che è inutile? Non puoi fuggire, non puoi niente… - le
sollevò il viso tra pollice e indice, sogghignando – Su, tesoro, non vorrai
farmi arrabbiare sul serio?
Quiche osservava la scena disgustato e con rabbia
crescente; stava stringendo i pugni così forte che le nocche erano bianche.
La ragazza nella cella cominciò a piangere piano:
- Perché…? Perché non la lasci in pace? Non le hai
già levato tutto ciò che aveva?!
- Levato? – disse l’uomo con tono innocente –
Semmai le ho donato una vita, un amore. Cosa credi che sarebbe successo,
altrimenti, a un ibrido come lei? Rispondimi Keris.
KERIS! Quiche non credeva alle proprie orecchie,
ma ora, osservandola bene, vedeva che era davvero Keris; si avvicinò
velocemente alla cella:
- Keris?! Sei tu?! Ma
che cavolo sta succedendo?! - ma né Keris né Shorai sembravano averlo notato;
l’alieno rimase così sospeso a mezz’aria di fronte alle sbarre, fissando
alternativamente il viso coperto di lividi di Keris e l’altra ragazza, il volto
in ombra.
- Lei… NON E’ UN IBRIDO! - disse Keris quasi
urlando, mentre stritolava le sbarre
- E’ comunque una sciocca. – si avvicinò alla
ragazza incatenata – Se mi avessi ascoltato, tesoro, lui ci sarebbe ancora e
non avrei dovuto punirti…
Quiche non resistette più e si lanciò su Shorai
pronto a riempirlo di pugni:
- Perché non taci, RAZZA DI BASTARDO! - ma invece
di centrarlo, il suo colpo lo attraversò, come fece il resto del suo corpo –
Ma… cosa… - “Ma perché non riesco a toccarlo e non mi vedono?” tentò di
colpirlo ancora, ma i suoi pugni gli passavano attraverso come non esistessero.
Forse perché era un sogno? “Perché è un sogno… Vero?”.
- CAAPOO!! – una vocetta stridula rimbombò nel
sotterraneo:
- Uhm? Cosa vuoi Phiras?
- Capo, i poteri del mocciosetto sono incredibili!
– si rivolse alla ragazza incatenata – Hai fatto bene ad insegnarli la magia,
sai ^-^? - lei non rispose, ma lo squadrò come se volesse polverizzarlo.
- Per oggi credo che possa bastare. – disse Shorai
allontanandosi - Vedi di riflettere su ciò che hai fatto. Phiras, ti affido la
sua sorveglianza, datti da fare. - e sparì.
- Agli ordini! – si girò verso Keris – Torno più
tardi, fate le buone, ok? Ciao ^-^!
Calò il silenzio: Keris si lasciò scivolare lungo
le sbarre, mentre Quiche la osservava a bocca aperta.
- Perdonami… - disse Keris all’altra ragazza – E’
tutta colpa mia, se ti avessi lasciata scappare…
- Non sarebbe servito. – cominciò a singhiozzare
anche lei – Non serve, dovunque io vada… mi troverà… - Quiche s’inginocchiò di
fronte a lei: non sapeva il motivo, ma vederla piangere lo faceva stare male,
molto male…
-Ti prego, non piangere… - le accarezzò, o almeno
tentò, il viso per asciugarle le lacrime, e scoprì che riusciva a toccarla. Lei
aprì gli occhi stupita e alzò la testa, ma siccome era nella penombra Quiche
non la vedeva bene;
- Tu chi sei?
- Riesci a vedermi? – esclamò stupito
La prigione, come per incanto, sparì inghiottita
dal buio, se non per un debole fascio di luce bianco-giallastra proveniente
dalla finestra sopra le teste di Quiche e della ragazza; lei continuava a
fissarlo:
- Ti prego… se puoi sentirmi sul serio, aiutami…
ti scongiuro…
- Tranquilla, lo farò, io… - si zittì di botto,
quando lei scostò la testa sotto la luce “No… non ci credo…”. Eppure era lei,
senza dubbio, anche se completamente trasformata, coi capelli sporchi e
scompigliati che ricadevano sul viso bagnato di lacrime, sangue e polvere, ed i
polsi magri, segnati dai ceppi di metallo.
- S-Selena?
La ragazza non rispose, ma all’improvviso lei e il
resto della prigione scomparvero; Quiche, rimasto solo nell’oscurità si guardò
intorno, finchè scorse di nuovo Selena, in piedi in mezzo al nulla.
- Perché? Perché sono stata così ingenua? -
s’inginocchiò e guardò in alto – se avessi capito, se non fossi stata così
stupida… sarebbero ancora vivi… Anche ora…
- Hai ragione. - Shorai era apparso all’improvviso
dietro di lei, che lo guardò impietrita. – Sei stata davvero stupida… Sei la
mia stupida arma. Il mio piccolo ninnolo, il mio piccolo, prezioso
giocattolino… Lo sai, nessuno, nessuno verrà ad aiutarti…
Fece per allungare una mano verso la ragazza.
- FERMO! – Quiche corse verso Selena e
s’inginocchiò di fronte a lei, ma stavolta sembrava che Selena non riuscisse a
vederlo. Quiche non sapeva che fare, quel sogno, anzi, quell’incubo, diventava
sempre più incomprensibile; all’improvviso sentì Selena sussurrare:
- Non lo permetterò… - l’alieno si voltò: accanto
a lui non c’era più nessuno, ma in lontananza vedeva la ragazza, l’aspetto
d’adesso, lo sguardo deciso e fisso in avanti - … Non lascerò che porti via
qualcun altro per colpa mia… - la voce era lontana, quasi fosse un pensiero - …
Anche a costo di andare da Shorai…
- No…
- Anche a costo di affrontarlo da sola!
- NO!! - Quiche si tirò su di scatto, urlando.
- Quiche! Tutto a posto?
- Eh? – l’alieno fissò un istante, confuso, lo sguardo
preoccupato di Strawberry e vide anche che aveva tutt’intorno i suoi amici,
pure loro a fissarlo; mancava solo Selena. E forse sapeva perché.
- All’improvviso ti abbiamo sentito gridare e
siamo corsi qui, - disse Mina - ti dimenavi come un ossesso ma non riuscivamo a
svegliarti… Cos’è successo?
Quiche non rispose, ma con un’espressione
incredibilmente seria si rivolse a Kyle:
- Dove hai rilevato per l’ultima volta ieri gli
altri?
- Come? – chiese stupito il ragazzo -Beh, al Dome,
ma ora non riesco più a rilevare niente in quella zona…
- Keris, dov’è Selena?
- Eh? Beh, era di sotto e… - senza lasciarla
finire Quiche si lanciò fuori dalla stanza e corse al piano di sotto, ma Selena
non c’era, così corse fuori e spiccato il volo si diresse a tutta velocità
verso il Tokyo Dome.
Credeva di sapere cosa voleva fare Selena. E
doveva fermarla assolutamente.
Grazie, grazie mille x gli applausi (Ma
quali?! NdTutti – I vostri, no? *___* ndRia_MOOOLTO_minacciosa – Oh, ma ceeerto
^^””! ndTutti_terrorizzati).
Riekkime, allora allora…
X Bea_chan: Ehm, temo che ci sia
vicina ^^.
X Dafne: TESSSSOOOORO ^\\\^!!! Recensisci
anke qui? Gazie cuccetta ^^! Cmq nn so dov’è Oregina, + verso Ponente o Levante?
Preparatevi, chappy molto confusionario, diciamo 1° parte
del cap 19 (Hu, hu, bello chiappino il 19 ^\\\^!!)
Cap.
18 – Il segreto di Selena
- Uff, che noia, non succede mai niente… - si
lamentò Tanir, fluttuando sul tetto distrutto del Tokyo Dome - Uhm? –
all’improvviso qualcuno gli apparì a fianco
- Qur! – esclamò Tanir, alla vista del bestione -
Vedo che ti sei ripreso, che ci fai qui?
- Il capo dice… – sussurrò la creatura, lo
sguardo fisso in avanti – Il capo dice… “Sta arrivando”…
- Sul serio? Era l’ora! – esultò l’altro, una nota
malevola nella voce
- C’è anche… lui…
Tanir sorrise malignamente:
- Allora ci sarà da divertirsi…
Selena stava correndo a perdifiato verso il Tokyo
Dome, il cuore che le pulsava nelle orecchie per la corsa. Fortunatamente non
si era sbagliata, se Quiche non fosse stato compatibile col suo incantesimo
d’invasione, non sarebbe riuscita a distrarre gli altri ed a uscire di
nascosto; sorrise amaramente, questa Keris non gliel’avrebbe mai perdonata, ma
in fondo era la cosa giusta. Ma se era così, perché avvertiva quel leggero
senso di colpa bruciarle nel petto? Forse era dovuto all’espressione che aveva
visto sul viso di Quiche quando, viaggiando tra i suoi ricordi, l’aveva vista
nella prigione? Probabile…
“Ma cosa sto pensando?! – si disse, scuotendo
energicamente la testa – Che scemenza! Concentrati, Selena, devi riuscire a
liberare Lory e gli altri prima che Phiras faccia la solita scenata!”.
Finalmente arrivata tentò ad entrare nello stadio,
ma la barriera eretta da Phiras le ostruiva il passaggio: nulla, né uomini né
animali, e neppure oggetti spinti dal vento riuscivano ad avvicinarsi alle mura
dello stadio oltre cinque metri. “Come immaginavo… Maledizione!”.
- LAME DI VENTO! – la ragazza lanciò inutilmente
un incantesimo, che si schiantò a mezz’aria, scontrando, all’apparenza, il
nulla; provò diverse volte, ma la barriera era troppo potente per lei, almeno
in quello stato.
- Perché non levi il sigillo?
- Tanir! – la ragazza sobbalzò spaventata,
voltandosi: i suoi begli occhioni azzurri si specchiarono in quelli freddi
dell’avversario, che la fissava ghignando.
- Cosa c’è, hai paura che i tuoi nuovi amici ti
scoprano? Effettivamente, - sussurrò, avvicinandosi mentre le tendeva una mano
verso il diadema – non credo che ti tratterebbero tanto coi guanti, se
sarebbero COSA sei…
- NON TI AVVICINARE! - una raffica di vento partì
verso Tanir, che però la schivò in tempo; il colpo, privo di bersaglio, ruotò a
vuoto per alcuni istanti, finendo poi a tranciare di netto la cima di un
albero.
- E’ inutile – disse sogghignando, riapparendo a
pochi metri da Selena – sai bene di non potermi battere… - lei non l’ascoltò
nemmeno: continuò ad attaccarlo con tutti gli incantesimi che conosceva,
utilizzando anche calci e pugni quando le si avvicinava troppo, ma lui schivava
o annullava tutto senza fatica.
- Testarda… - Tanir, con un sospiro, si portò a distanza
di sicurezza, facendo apparire nella sua mano un alieno parassita; Selena lo
scrutò spaventata – Vorrà dire che ti convincerò a modo mio.
L’essere lanciò l’alieno parassita in un uccellino
che volava lì vicino, trasformandolo in una specie di tacchino gigante verde e
blu. Selena ridacchiò con tono di sfida:
- E vorresti spaventarmi con quello? So benissimo
che quelli che abbiamo affrontato finora non erano i tuoi chimeri, ma i mostri
magici di Phiras: Shorai gliel’ ha fatto fare perché i tuoi mostri erano
debolucci, o semplicemente perché ti ritiene un’incapace dopo che non mi hai
fermata appena sono fuggita?
Tanir mostrò i denti e lanciò il chimero
all’attacco, furente. Selena schivava agilmente gli attacchi del mostro, ma
quello, per quanto grosso, era molto veloce e non riusciva a colpirlo; dopo un
po’ era completamente stremata
- Dannazione… devo trovare una soluzione… -
all’improvviso le venne un’idea e si allontanò un po’ dal mostro, per recitare
un’altra formula; era rischiosissimo, un incantesimo in cui doveva riversare
tante energie, spompata com’era, se avesse fallito sarebbe stato il suo
contratto per essere la cena del chimero, ma non le rimanevano molte
alternative: “O la va o la spacca!”.
- Signore di tutti i venti, chiedo il tuo aiuto e
quello dei miei fratelli, dominatori dell’aria, perché riceva la vostra forza.
CRASH!
Le cabine del telefono, dietro alle quali si era
nascosta, erano state staccate di netto dal marciapiede a cui erano
imbullonate: il chimero, fiutandola, aveva deciso che era l’ora di farsi uno
spuntino; ma lei era pronta:
- WINDY DRAGON! - un immenso dragone, fatto di
denso fumo bianco, colpì il chimero, facendo saltare in aria sia lui che
l’alieno parassita, appena prima che si trasferisse in un altro animale.
Selena si appoggiò sul ginocchio, col fiatone,
c’era riuscita!
- Ottimo lavoro… - sussurrò Tanir; la ragazza alzò
la testa di scatto, ma non riusciva a vederlo – Ma sembra sia servito a poco…
In quell’istante, Tanir le comparve alle spalle,
immobilizzandola:
- Scacco matto, principessa…
La creatura, un braccio alla gola della ragazza,
la costrinse a piegarsi leggermente all’indietro per non soffocare, e sorrideva
perfido, ben vedendo che, in quello stato, non sarebbe riuscita a liberarsi;
cominciò a sfiorare con la mano libera il diadema sulla fronte di Selena,
avvicinandole le labbra all’orecchio: lei tremò disgustata.
- Sai,
sinceramente ti preferisco quando non hai questo coso. – disse, malignamente -
Peccato che tu sia di proprietà del capo…
- Lasciami, altrimenti…!
- Altrimenti, cosa?
- ALTRIMENTI TI AMMAZZO!! – Tanir sollevò lo
sguardo, cercando il proprietario di quella voce, e ghignò: Quiche era comparso
a mezz’aria, un’espressione furibonda in volto:
- Mollala… SUBITO!!
- Ma guarda…
- Quiche! - Selena cercò di vedere in volto
l’alieno, quasi per accertarsi che fosse lui, ma la sua attenzione fu subito
ricatturata da Tanir, che ora aveva le dita saldamente attaccate al suo
diadema; la ragazza sbiancò:
– No, Quiche, vai via, non avvicinarti!
Tanir guardò Selena, tremante, poi Quiche, tra il
furente e il confuso:
- Oh, ma allora non conosce il tuo piccolo
segreto? – ridacchiò; lei lo fissò col terrore negli occhi – Ma si rimedia
subito…
- NOO!! - troppo tardi: con un gesto deciso, Tanir
le sfilò la coroncina dalla fronte e si allontanò di qualche passo:
- Mostrati per ciò che sei…
Selena si inginocchiò a terra, mentre folate
d’aria cominciarono a girarle intorno; mano a mano che passavano i secondi, i
vortici divennero un unico cono ventoso che la cinse, mentre lei pregava con
tutto il cuore di riuscire a fermarsi. Ma sapeva che era inutile.
Quando tutto finì, stava guardando Quiche con
un’espressione piena di panico, tentando di nascondere, inutilmente, un bel
paio di orecchie a punta, identiche a quelle dell’amico; lui, dal canto suo,
non le spostava gli occhi di dosso, fissando le due pupille feline della
ragazza, uguali alle sue.
- Selena…
- No… NO, VAI VIA! – Selena si rannicchiò su se
stessa, completamente nel panico – Non guardarmi, ti scongiuro, NON MI GUARDARE!
- Hai visto, Quiche? – disse, Tanir,
materializzandosi a fianco – Selena è come te, o meglio, lo è per metà.
- Stà zitto, STA’ ZITTO! – gli urlò Selena, stando
sempre raggomitolata per terra
- Una Gaeiana, ma contemporaneamente
qualcos’altro… - sorrise perfido Tanir – Però tu dovresti saperlo, no?
Quiche non disse nulla, continuava a fissare
Selena, tremante sul marciapiede: non era possibile che fosse una… Insomma, non
ne esistevano più! Però, cos’altro poteva essere? Non certo una Gaeiana, non ce
n’era nessuna coi capelli argentati! “Impossibile…”. Il suo sguardo fu
catturato dalla fronte della ragazza: sparito il diadema, era apparso un
tatuaggio, una piccolissima mezzaluna, affiancata da una specie di esse
allungata, e capì; per certi versi, assomigliava a quello che ognuna delle
Mewmew aveva sul corpo, ma per i Gaeiani voleva dire tutt’altro: significava
“Sangue misto”.
- Ma questo sembra la infastidisca un po’. –
continuò Tanir, discostandolo dai suoi pensieri - Forse dipende dal fatto che
di solito la gente allontana gli ibridi? O che, da sempre, la tua gente ha
cacciato come animali quelli come lei?
- CHIUDI QUELLA BOCCACCIA! - senza alcun
preavviso, Quiche aveva tentano di colpirlo con le sue lame, ferendogli
l’occhio destro.
L’urlo lacerante di Tanir, che indietreggiava
tenendosi l’occhio sanguinante con la mano, trapassò l’aria circostante come un
proiettile; l’essere non ebbe però neppure il tempo di riprendersi, perchè
Quiche cominciò ad attaccarlo con foga, senza lasciargli respiro
- Se ti avvicini ancora a lei, ti ammazzo! Stalle
lontano! – Tanir, colto alla sprovvista e ferito, evitava malamente gli
attacchi, venendo anche colpito un paio di volte; Selena, intanto, osservava la
scena a bocca aperta, decisamente confusa.
Messo alle strette, Tanir fu costretto a
rifugiarsi su un albero, teletrasportandosi:
- E’ proprio come nelle ricerche fatte dal capo… -
disse, asciugandosi il sangue da un lato della bocca.
- Che vuoi dire? - Quiche smise per un secondo di
aggredirlo, fissandolo.
- Semplicemente che, dopo il nostro scontro su
Gaea e il primo sulla Terra, il capo ha deciso di prendere informazioni su di
te e i tuoi amici. – sorrise – Non avrei mai immaginato che un tipo come te
avesse cercato di distruggere questo pianeta, sai?
- Ha tentato… di distruggere la Terra…? – a quella
rivelazione, Selena prese ad osservare i due con gli occhi sbarrati; Quiche
vide il suo sguardo e abbassò leggermente le orecchie: “Maledizione…”.
- HA, HA, HA, allora siete in due ad avere un
segreto, eh? – rise sguaiatamente Tanir, notando la faccia amareggiata di
Quiche.
- E con questo? -ribadì l’alieno, acido – Cosa vorresti dire?
- Nulla, Quiche, solo che sono stupito. E anche il
capo, sinceramente, ma, proprio indagando su di te, ha anche dimostrato di
stimarti molto.
- Stimarmi? - Tanir lo guardò con fare complice
- Perché non ti unisci a noi? Saresti un ottimo
alleato.
- COSA?
- Rifletti: otterresti senza alcuna fatica questo
misero pianetucolo, quello che la tua gente brama da millenni. – Quiche lo
lasciava parlare senza batter ciglio; Selena era traumatizzata:
- Non ascoltarlo Quiche, non ascoltarlo!!!
Tanir fece un sogghigno, scrutando con sguardo di
sfida la ragazza da sopra la spalla di Quiche:
- E poi, amico mio, potresti avere tutte le
ragazze che vuoi senza avere guai, se non sbaglio l’ultima volta che hai perso
la testa per qualcuna è finita maluccio, eh ^-^?
- Tu non la chiudi mai la bocca, invece, eh? –
disse l’altro, sempre più irritato.
- Dai, non potevi mica pretendere, in fondo la
mewgatto aveva il compito di proteggere la Terra proprio da voi, non credi
fosse un po’ pretenziosa l’idea di portartela su Gaea?
“La mewgatto?! – pensò Selena – Strawberry?!
Quiche amava Strawberry?!” stranamente, benché la situazione fosse critica per
mettersi a pensare a certe sciocchezze, Selena avvertì una leggera stretta alla
gola, continuando a guardare i due.
- Ma perché non vi impicciate dei fatti vostri?!
- Coraggio, perché non ci rifletti? E’ una buona
proposta…
Quiche tacque, squadrando con le pupille feline, ben
evidenti, Tanir, che non si scompose: se si fosse lasciato convincere,
finalmente ce l’avrebbe fatta.
- Posso aspettare, sai? Ma ti conviene rifletterci
in fretta, perché l’offerta ha una scadenza. Avanti… - disse, parandoglisi
davanti – Pensa, la Terra! Ciò che sognate da sempre! Altro che quel pianeta
spoglio, da costruire partendo da zero! Inoltre, potresti avere anche la tua
amata mocciosa…
- Prima rispondi. – disse l’altro, apatico. Su
Tanir apparve un ghigno trionfante, com’era facile manipolare quel tipo!
- QUICHE! – Selena ora era completamente terrorizzata: “Cosa diavolo vuoi
fare?! Sei impazzito, Quiche?!”.
- Gli altri… Pie, Tart e le due ragazze, dove
sono?
- Qui, nel Dome; o meglio, nel mondo virtuale
creato da Phiras all’interno del Dome. Stai tranquillo, se arriveranno in fondo
al percorso saranno liberi. – “Sempre che Phiras mantenga il controllo…”.
Quiche rimase in silenzio.
– Fidati. Hai la mia parola. E comunque non puoi
entrare in alcun modo.
- Dice la verità, Selena? - lei annuì senza capire:
dove voleva arrivare?
- Ora voglio una risposta.
- Una risposta? – fece un sorrisetto perfido –
ECCOTELA!!!
Fulmineo, Quiche si lanciò contro Tanir,
colpendolo con un affondo all’altezza del petto; Tanir, con gli occhi
spalancati e sputando sangue, si piegò in due, tenendosi con la mano tremante
la ferita:
- Agh… ah… - Quiche lo fissò con uno sguardo di
ghiaccio, pronto al colpo finale.
Ma Tanir, anche se ormai privo di forze, fece in
tempo a scappare, lanciandogli un’occhiata di odio puro.
Il giovane alieno fece sparire i suoi tridenti e
si avvicinò a Selena, che era rimasta muta per lo stupore; quando Quiche le fu
quasi di fronte, si chinò nuovamente, tenendo le mani ancora più serrate sulle
orecchie.
- Tieni…
- Eh? -le
stava porgendo il suo diadema
- Se ti vergogni così tanto, rimettitelo… - lei lo
prese, titubante, senza staccargli gli occhi di dosso
- N-non… non ti faccio impressione?
- No. – lei chinò la testa dall’altra parte:
- Bugiardo. Non esiste Gaeiano che non tremi di
schifo vedendo una come me.
- L’ hai appena trovato. – Selena si voltò
sconcertata – Non sono un tipo così gentile da dire delle frottole per
gentilezza, se penso una cosa, la dico e la faccio.
- Sul serio? – annuì:
- Io invece, ti faccio paura dopo quello che ha
detto Tanir?
- …No.
- Perché credi sia una bugia?
- No, non… non ho paura e basta. – era la verità,
per quanto avesse scoperto una cosa davvero preoccupante, quell’alieno dagli
occhi dorati non le faceva assolutamente paura. Anzi…
- Perfetto!!! ^-^ - lei lo guardò stupita – Forza,
ora torniamo, gli altri saranno preoccupati. - e così dicendo la prese in
braccio
- Ma che fai >\\\\?!!
- Beh, anche se non sono arrabbiato, questa è la
punizione per avermi mentito finora.
- Quiche, piantala, mettimi giù >\\\\
- Allora siamo pari, ma questo è il mio premio per
averti salvato la pelle ^^.
- Smettila di dire cavolate, mettimi giù!
- Nono, mi dispiace piccola ^-^! – e si
teletrasportò, tenendola stretta.
*__________
- Insomma Selena, ma che ti è saltato in mente?! –
disse Strawberry, arrabbiatissima
- Beh… (gocciolina).
Una volta tornati al Caffè Mewmew Quiche aveva
spiegato a grandi linee cos’era successo (omettendo la trasformazione di
Selena) e così, poi, Ryan aveva praticamente ordinato a tutti di andare a
riposare, dicendo che l’unica cosa che potevano fare era aspettare notizie
degli altri.
Ora, a casa di Strawberry, le ragazze stavano
facendo la predica a Selena, con Keris sull’orlo di una crisi di nervi:
- Potevi rimanerci… - fece due enormi occhini
pieni di lacrime – Cos’avrei fatto io poi, Sel-chan? SNIFF… ç_ç
- Dai, ora calmati Ki-chan… (gocciolone).
- Vabbè, - disse la rossa sospirando -
l’importante è che tu stia bene ^-^.
- Sono perdonata? – chiese Selena timidamente
- Sì, direi di sì. Però dobbiamo ringraziarti,
Quiche, senza di te sarebbe andata male.
- Tutto merito del mio intuito e dei miei
riflessi; hai perso un bel partito, micetta ^-^.
Per un istante, solo per un istante, Selena avvertì
di nuovo quella morsa alla gola.
- Sempre il solito… (gocciolina). – disse
Strawberry rassegnata - Ora siediti e mangia, forza.
- E preghiamo ancora per sopravvivere…
- QUIIICHEEE !!
Le altre cominciarono a ridere di gusto, mentre
Strawberry tentava inutilmente di tirare contro Quiche ogni oggetto le
capitasse a tiro; il diretto interessato, tra un piatto e una padella che
evitava, fissò un istante lo sguardo su Selena: presto, molto presto, sarebbe
venuta l’ora delle spiegazioni.
Ommamma, oggi nn mi fermo +!! Un altro
cap?! (E BASTA!!! NdTutti). Ok, fermi, stop, pausa! Procediamo cn ordine…
X
Bea_chan: Hnm… Nn tanto VS, quanto credo “Oddio_ke_schifo”.
Motivo? Read qsto
cap ^^. Taruto, Purin, Retasu e Pai
purtroppo dovranno aspettare, sopratutto i primi 2… (Tranqui, xò, faranno un
mega-dolce ritorno ^^ ndRia – Oddio, sua come una minaccia, nn so xkè! NdTart O.o””
– Hi, hi, hi… ndRia – E nn ridere che mi inquieti di +!!!! >____<”””
ndTart).
Va bene, e qsta è fatta! Poi, x un po’
forse nn aggiornerò, xkè 1)sn malata, 2) mia madre ha sotto sequestro il compu
x i miei voti di lat scritto e lavoro clandestinamente, 3) altrimenti mi
ritrovo senza chappy da pubblicare ^^”.
1 BESIO A TUTTE!!!
Ps chi mi lincia x un Kisshu mezzo
romantic? (NOI! NdFans_di_Kisshu – Su, su ragazze… Giù quelle accette ^^”””…
ndRia).
Cap. 19 – Ancora
spiegazioni
Dopo cena andarono tutti in camera e ben presto su
casa Momomiya cadde un profondo silenzio.
Ma Selena non dormiva; immobile, cercando di
prender sonno, stava rannicchiata sotto le coperte, riflettendo, ma più pensava
e meno ci si raccapezzava; si sedette lentamente, per non svegliare Keris:
perché Quiche non aveva detto agli altri della sua trasformazione? Certo, non
c’erano Pie o Tart che potessero capire, ma lei aveva comunque mentito,
conosceva Shorai e combriccola e possedeva un segreto, perché allora era stato
zitto? “E poi…”. Involontariamente, la ragazza pensò a quel pomeriggio, quando
l’alieno l’aveva presa in braccio, stringendosela contro: avvampò
letteralmente. - Sel-chan, tutto ok? Sei rossissima… - disse una vocina ancora
assonnata affianco a lei
- Keris? Non dormivi? – chiese la ragazza
- Sì, ma non cambiare argomento.
- E chi cambia argomento? (gocciolina) – chiese
Selena voltandosi dall’altra parte con nonchalance; l’amica la guardò facendo
una smorfietta:
- E’ un tuo brutto vizio, questo.
- BLEEEH!! /-P
Le due tacquero qualche istante, Selena appoggiata
alla spalliera del letto, Keris sdraiata, i capelli scompigliati e il viso
letteralmente affondato nel cuscino.
- Senti… oggi Quiche ti ha visto senza diadema, vero?
– Selena sobbalzò, fissandola:
- Te l’ ha detto lui?
- No, no giuro! – ribadì la ragazzina; Selena
sospirò sollevata, più per la reazione positiva dell’amica che per il silenzio
di Quiche… O forse era il contrario?
- E’ solo che ho visto come lo guardavi di
sottecchi stasera: avevi quello sguardo anche quando ti scoprì Shorai.
Selena si bloccò, guardando con durezza le
lenzuola, mentre calava un silenzio improvviso. “Acc… Gaffe…”
- Lì era diverso. – ribattè – Per Quiche non provo
niente. Credo… - si portò la mano alla bocca arrossendo: “Ma che sto dicendo?!”
Keris la guardò sorridendo maliziosa:
- Certo che hai gusti pessimi…
- Ki-chan, piantala! E non dire cavolate, ti ho
detto che per me Quiche non è niente! Giusto un amico.
- Ok, ok…
- E smettila >\\\\\
- Certo! Però…
- Però? - la ragazzina stette un momento in
silenzio:
- Ascolta, so che ho fatto delle scenate sia a te
che a Quiche…
- A Quiche? Quando?
- Beh… (gocciolone) Comunque… credo che dovresti
fidarti di lui. Perché vedi…
- Non posso. – rispose, interrompendola decisa, e
alzandosi dal letto – Non posso più, Keris. E non ne ho bisogno. – e, indossato
il suo vestito sulle braghe nere, uscì nel corridoio.
Keris tirò un sospiro e si sdraiò, guardando il
soffitto:
- Invece ti sbagli, Selena… - sospirò più forte;
certo, Quiche era insopportabile, dispettoso, maleducato e pure troppo focoso
di carattere per i suoi gusti, ma forse era quello giusto, l’unico che poteva
aiutare la sua amica: “Perché con lui, dopo tanto, hai sorriso, Sel-chan…”.
Sul tetto, Quiche scrutava il cielo, pensieroso e
un po’ agitato; se c’era un momento della giornata che odiava era proprio la
sera, era troppo fiacca per lui. Ma stavolta era qualcos’altro a non farlo
dormire, un pensiero fisso dal pomeriggio: e più prendeva forma la certezza,
più gli sembrava assurda.
“Cosa vuol dire questa storia?!”
- Sapevo di trovarti qui. – una voce famigliare lo
distolse dai suoi pensieri: Selena era appena salita sul tetto.
- Ciao! Sei venuta per me o perché la mocciosa
tira calci? – disse sogghignando l’alieno
- Eddai… comunque buona la prima, a metà… - la
ragazza si sedette di fianco a Quiche e si passò un dito sulla coroncina:
- Perché non hai detto niente a nessuno?
- Perché sapevo che non avresti voluto. – si
sdraiò, senza fiatare, ma si sentiva più agitato di prima.
Selena non parlò per alcuni minuti, stringendosi
le gambe al petto e giocherellando con le dita.
- Sei una Tian*, vero?
La domanda, o più semplicemente la constatazione,
fece sussultare visibilmente la ragazza; Selena incrociò lo sguardo del
ragazzo, che la guardò sollevando una delle palpebre chiuse, e si voltò
dall’altra parte, mormorando un “sì”.
- Un’antica abitante della Terra, come la mia
gente… La stirpe che condivideva questo pianeta con noi.
- Esatto. – rispose piatta lei.
Quiche la fissò sollevando appena un sopracciglio.
- Credevo che fossero morti tutti dopo pochi anni
di vita sul nuovo pianeta, perché il clima per loro fu letale. – Selena fece un
risolino amaro:
- Hmp, è questo che ti hanno raccontato?
- Sempre. Ma è una balla, vero? – Selena annuì;
Quiche sbuffò ironico – Immaginavo. Tra i Tians e gli attuali Gaeiani non è mai
corso buon sangue. He, he, non credo che i miei antenati vedessero di buon
occhio un popolo che sapeva usare la magia.
- Infatti. Proprio per questo… - Selena poggiò il
mento sulle ginocchia – I bambini nati da un Gaeiano e un Tian erano detti dei
mezzosangue e portavano questo simbolo sulla fronte. – concluse schifata,
passandosi una mano sulla fronte. Il ragazzo notò l’espressione di Selena,
avvertendo una strana morsa al petto.
- Oh, sì, che erano considerati dei mostri… -
continuò lui; poi rise – Non ho mai sentito una scemenza più grossa.
Selena lo fissò con tanto d’occhi: un Gaeiano… Che
diceva così?! La fine del mondo era vicina…
- Beh, devo dirtelo, se i “mostri” sono tutti
belli come te, allora ben vengano ^-^!
- Ma che dici o\\\\O?!? – la ragazza arrossì un
bel po’, non se l’aspettava.
- Ma è la verità!
- Insomma >\\\\
- Scusa, scusa… E’ che mi sembravi un po’ triste,
parlando di questa storia…
Lei non disse niente, sospirando.
- Scusa. – disse di nuovo, più serio, Quiche – Ora
sto zitto. Però, mi dovrai dire tutta la verità.
Selena si girò, il ragazzo aveva un’espressione
maledettamente seria; sospirò:
- Va bene…
Quello che hai detto fin’ora è giusto, a parte il
fatto che i Tians giunsero su Gaea con il tuo popolo e, fin da subito, scattò
la lotta per la sopravvivenza: la mia gente, disponendo della magia, poteva
creare piccoli villaggi protetti dai terremoti e dal clima terribile del
pianeta, ma senza la tecnologia del tuo popolo non poteva sopravvivere; al
contrario, voi ve la sareste comunque cavata.
I Tians, sostanzialmente, si prepararono la fossa
con le loro mani e i Gaeiani diedero il colpo di grazia, lottando con loro
quando era possibile.
Rimasero pochissimi, un unico villaggio, così,
benché comunque isolati dagli altri, dovettero adattarsi a vivere in prossimità
dei Gaeiani.
C’era però un altro problema, che riguardava le
rarissime coppie miste: i tuoi non permettevano assolutamente alle coppie
“ibride” di vivere tra loro, mentre i Tians ammettevano solo il figlio, se
c’era, della coppia e il genitore della loro gente. Papà e mamma, ovviamente,
non accettarono nessuna delle due proposte, così cominciarono a vivere distanti
da tutti. Purtroppo mamma morì molto giovane perché fuori dal villaggio
protetto dei Tians il clima per lei era troppo ostile, così papà si risposò.
- E nacque Kin. – aggiunse Quiche.
Lei annuì:
- La mia matrigna, come del resto praticamente
tutti gli altri Gaeiani, mi odiava, mi faceva anche indossare questo diadema,
pur di non vedere il mio vero aspetto; così, contro il volere di mio padre,
vivevo segregata nel baraccone dove stavamo, con lei che stava ben attenta a
non farmi avvicinare da Kin. – sorrise dolcemente, ricordando il fratello
minore - Ma lui era un bimbo in gamba: contro il volere della mamma, imparò a
teletrasportarsi ed ogni trucchetto possibile per incontrarmi e nacque un
legame strettissimo.
Tutto finì quando papà, purtroppo, se ne andò, e
la mia matrigna dovette sorvegliare da sola Kin: un giorno, infatti, lo scoprì
e mi punì, accusandomi della “cattiva condotta” di mio fratello.
Fui mandata al villaggio dei Tians. Qui, benché
sempre isolata, potevo però vivere senza essere trattata come un mostro,
imparai perfino la magia.
Mi costruii una casa tutta per me, ma non riuscii
più a vedere in alcun modo Kin. Le cose andarono meglio solo quando conobbi
Keris: lei era scappata di casa ed era entrata nella città di nascosto, così
venne a vivere con me.
Si fermò un istante. Stava per arrivare la parte
difficile…
- Ma ero sola. Anche con la compagnia di Keris,
ero sola; la mia famiglia non c’era più, mi era rimasto solo Kin, e non potevo
vederlo.
Parlava, prendendo pause sempre più lunghe, e
Quiche cominciava ad avvertire più forte quella tristezza che veniva fuori
dallo sguardo di lei.
- Poi un giorno, arrivò sul pianeta un naufrago:
la sua astronave, una piccola capsula di salvataggio, si era schiantata proprio
nei pressi del villaggio dei Tians.
Lo curarono e rifocillarono, ma non aveva una
casa… - fece un sorrisetto un po’ imbarazzato – Gli offrii un alloggio senza
pensarci.
Quiche grugnì, quel tipo cominciava a stargli
antipatico
- Forse è come diceva Keris, un colpo di fulmine…
Rettificò: quel tipo gli stava antipatico.
- Era una persona incredibile! Gentile,
disponibile sia con me che con Ki-chan, ci persi letteralmente la testa.
Ora gli stava davvero molto antipatico.
- Un giorno, addirittura, riuscì a far entrare Kin
nel villaggio: sapeva che la mia matrigna non avrebbe mai osato entrare per
venirselo a riprendere.
Andava tutto a meraviglia, riuscii anche ad
insegnare a Kin un po’ di magia, finchè lui non scoprì il mio vero aspetto: ero
terrorizzata al pensiero della sua reazione, ma non fece nulla, prese
semplicemente la coroncina e me la porse; poi… - la sua voce divenne un
sussurro appena percettibile – Mi disse “ti amo”…
Se quel tipo fosse capitato ora nel raggio
d’azione di Quiche, sarebbe stato massacrato.
- E io – continuò Selena, con una risata ironica e
amara – gli credetti come una stupida.
Un mese dopo mi disse che aveva riparato la sua
astronave e che voleva ripartire sul suo pianeta, portando me, Keris e Kin con
lui: alla notizia spiccai un salto di gioia degno di un campione olimpico.
Ma quello fu l’inizio dei miei guai: appena
decollammo, lui fece saltare in aria il villeggio dei Tians.
- COSA?!? Ma perché?! – lei fece una smorfia
sofferente:
- “Perché non voglio che esistano altri come te, o
la mia collezione perderà valore.”. così mi disse.
Quiche rimase un attimo ammutolito, cercando di
capire perché il suo cervello stava connettendo un pensiero così stupido:
- C…collezione? N-no, aspetta, non mi dirai… - lei
annuì appena:
- Era Shorai. – l’alieno la fissò a bocca
spalancata: quei sogni… No, impossibile!
- Quando scoprì – proseguì lei - che era apparsa
un rarissimo “esemplare” – disse l’ultima parola con asprezza – di Gaeiana-Tian,
non ci pensò due volte a fare in modo di averla. In più, pensa, avrebbe anche
ottenuto de Gaeiani puri, un vero affare…
Più il discorso andava avanti, più le mani di
Quiche si stringevano a pugno, facendo diventare le nocche bianche.
- Non so perchè non ci ha uccisi subito – continuò
Selena, più lentamente e con fatica – forse perché allora non aveva ancora
Tanir e Qur, che sono nati durante la nostra prigionia.
Ma forse sarebbe stato meglio essere uccisi
subito, quello che ci aspettò fu un vero inferno.
Fummo tutti imprigionati e Shorai tentò più volte
di metterci al suo servizio, per via delle nostre abilità, ma ovviamente
rifiutammo sempre. Poi scoprì che non solo sapevo usare la magia, ma che potevo
anche insegnarla, visto che l’avevo fatta imparare a Kin, così provò a
costringermi a fare la stessa cosa con Phiras, ma era una follia: quel moccioso
era già troppo pericoloso! Provai quindi a scappare, ma Keris fu ferita e ci
presero; per punizione… - strinse forte i pugni, abbracciandosi le gambe con la
testa appoggiata alle braccia – uccise Kin: così, disse, avrei imparato la
lezione; e poi lui non gli serviva, quindi poteva eliminarlo tranquillamente.
Quiche ascoltava, in silenzio, fissando la
ragazza: sembrava talmente fragile e stanca da frantumarsi da un momento
all’altro.
- Inoltre, con le sue macchine, trasferì i poteri
di Kin a Phiras; non è un processo che coinvolge il DNA, per questo Kyle non
l’aveva rilevato coi suoi computer.
Anche dopo questo, però, non mi lasciò andare:
aveva deciso che sarei rimasta sua prigioniera finchè non avesse completato la
sua “collezione”, e poi ne avrei fatto parte anch’io.
- Ma non volevo arrendermi, così chiesi aiuto:
lanciai messaggi telepatici nello spazio, ma solo una persona, solo una, è
riuscita a captarli.
- Messaggi telepatici? – annuì:
- I miei ricordi, i miei pensieri di allora.
Quiche si bloccò, ora tutto gli era chiaro, ma
come faceva a non essersene accorto prima?!
- Ma quando sono scappata, due mesi fa, ho smesso
di lanciarli; - sospirò rassegnata - che ti devo dire, sembra che io sia
riuscita a fuggire prima che qualcuno gli captasse…
- Ti sbagli.
- Eh?
- Io… Ti ho vista, in quella prigione…
- Cosa?! D-da…
- Da poco meno di due mesi, ogni notte, ma i sogni
erano sempre offuscati.
Lei lo fissò: ecco perché l’incantesimo
d’invasione era riuscito alla perfezione, loro due si erano già contattati
telepaticamente più volte!
- Beh, sembra che per una volta, il mio intuito ci
abbia azzeccato…
- In che senso? – lei sorrise impacciata:
- Oggi, quel sogno che hai fatto… E’ stata colpa
mia, ho cercato di creare un diversivo per uscire…
- Oh, ma che gentile! Ti ringrazio davvero tanto!
– disse, sarcastico
- Ehi, ti ho chiesto scusa, ok?!
- Sì, sì… Però, t’infiammi velocemente, eh?
- Di solito no… - disse piano – E’ che sono un po’
scoraggiata…
- Perché? – lei tacque qualche istante:
- Prima Kin, poi Keris e ora gli altri… Dovunque
vada, non faccio che portare un sacco di problemi a tutti… E alla fine, rimango
sola…
Rimase in silenzio per qualche secondo, per poi
accorgersi che stava cominciando a piangere; subito, anche se con scarsi
risultati, prese ad asciugarsi le lacrime, ridacchiando:
- He, he… Ma che mi prende così, di botto…
Lasciami perdere, dico un sacco di scemenze…
Per alcuni secondi, Selena non sentì alcuna
risposta; poi, senza preavviso, un braccio la prese da dietro per la vita:
Quiche la stava abbracciando. Il motivo era semplice: voleva fermare quelle
lacrime, assolutamente.
- C-che… ‘\\\\’ – ma lui le fece segno di tacere;
con la mano libera cominciò a giocherellare con un ciuffetto argenteo, mentre
teneva il viso accostato alla sua nuca, respirandone piano il buon profumo.
Selena era completamente paralizzata, si sentiva
la testa vuota, e il premere del petto del ragazzo contro la sua schiena non
migliorava le cose.
Lui, dal canto suo, sentiva dentro come un
esplosione: dolcezza e passione lo stavano invadendo in contemporanea, veloci
come un fiume, travolgendolo; voleva restare così, tenendola stretta,
semplicemente per sentirla, ma anche per farle sentire di non essere sola, per
farle sentire che c’era lui.
“Tu non sei sola” voleva dire “Non lo sei più.”.
- Ti stai innamorando di lei…
Selena era ancora immobile, anche se sentiva il
viso di Quiche scenderle vicino alle orecchie: perché non reagiva?! Perché?!
- Non ci riesci… - le disse una vocina
nella testa – O non vuoi?
No che non voleva! No… ma allora perché il suo
corpo non si ribellava?
- Sel… - la voce del ragazzo le vibrò vicino al
viso, facendola tremare appena – Io ti…
Prima che concludesse la frase Selena, come
svegliatasi da uno stato di trance, si staccò da lui con uno strattone e corse
verso la mansarda, senza voltarsi.
Quiche la guardò scomparire, poi si girò
nuovamente pancia all’aria:
- Uff, sembra proprio che neanche tu abbia intenzione
di farti prendere facilmente… Ma non mi arrendo certo per così poco. – sorrise
– Purtroppo per te, piccola, sono un tipo molto testardo.
*_____________
In un punto imprecisato dello Spazio, su un
satellite orbitante, nel suo castello, Shorai stava in piedi, silenzioso: la
sua attenzione era tutta rivolta alla vasca ovale che copriva tutta la distanza
tra pavimento e soffitto ed occupava mezza stanza, nella quale giaceva, in un
liquido verde trasparente, Tanir.
- Un colpo all’altezza del cuore… - disse con
calma Shorai – Rapido. Preciso. Letale, se non ti fossi spostato di qualche
centimetro. - la maschera del respiratore di Tanir emise qualche bollicina, ma
lui non aprì gli occhi.
- Uno, anzi, il migliore dei miei subordinati
ferito quasi mortalmente; il più giovane e focoso obbligato a seguire i nemici
intrappolati nella sua rete, con un forte desiderio di trucidarne solo alcuni,
desiderio a cui so che cederà, provocando una deformazione spaziale fra le
dimensioni; il mio uomo-macchina costretto a fare il lavoro di tre persone, a
combattere da solo degli avversari che sono apparsi molto pericolosi e
soprattutto costretto ad usare la propria mente, di cui io l’ ho opportunamente
privato. - Tanir emise un altro fiotto di bollicine, gli occhi ancora chiusi.
- Le cose non potevano andare meglio - anche se
non aveva parlato, sembrò che Tanir si fosse zittito di colpo
- Quel Quiche mi sta già togliendo metà del
lavoro, il mio piano non poteva avere basi migliori! Non mi resta che far
distruggere a Phiras i nostri amici a modo suo. - Tanir spalancò gli occhi: se
il capo avesse lasciato campo libero a Phiras, sarebbe stata la fine. Shorai
sorrise:
- Tranquillo, non gli permetterò di esagerare. A
te… – sussurrò – a te invece darò carta bianca. – lo sguardo di Tanir si fece
vacuo – potrai vendicarti come vuoi. - sorridendo con espressione folle, Tanir
richiuse gli occhi. Shorai vagò per il sotterraneo, avvicinandosi alle catene
che per tanto avevano imprigionato Selena:
- Riesci sempre a irritarmi, sai? – ne strinse una
con la mano – Ma stavolta ho perso la pazienza. Collezione completa o meno,
farò in modo che tu non mi possa più scappare. -poi si allontanò, lasciando
andare la catena - Mai più.
Uno strano sfruscio risuonò appena nel
sotterraneo: la catena ora pendeva lungo la parete, completamente sbriciolata.
X Kaho-chan: CIAO TESSOROOO!! Anche qui?
Gazie, TVTTB ^-^!!
X Bea_chan: tranqui, momento così,
nn lo sarà + (He, he… ndQuiche – Glom… °\\° ndSelena)
X JunJun: Me felice che ti piaccia! Meno
male che hai cambiato idea su Sel ^^! Keris, beh, a me piace moltissimo, ma ne
farà di casini… ^-^ (già che ci sei racconta tutto, deficiente! NdFratellinoMinore).
Cap. 20 – Piani e
decisioni
Seduto sulle gradinate del Tokyo Dome, Phiras
guardava accigliato il suo computer: da una parte del monitor c’erano Tart e
Paddy, che stavano affrontando l’ennesimo gruppo di mostri agguerritissimi,
dall’altra invece Pie e Lory, contro i quali aveva mandato solo due o tre
mostriciattoli, che camminavano tranquilli.
- Uffa!! – sbuffò il ragazzino - Anche se il capo
mi ha detto di sistemarli, non so proprio cosa fare contro quei due lì; ho
impostato addirittura la loro partita su “Facile”, e in questo gioco in quella
modalità non c’è niente, neppure se a fare il Game Master sono io! – si sdraiò
sui sedili, le mani dietro la nuca - In fondo non me ne frega niente, quello
che voglio disintegrare è solo quel piccolo deficiente con la sua amichetta…
- Allora perché non lo fai? – la voce, fredda,
calma, dura e spaventosa, fece voltare Phiras con uno scatto tale che sbattè il
naso contro lo schienale del posto a sedere.
- C-C-CAPO?!?!!! - il piccolo guardò, terrorizzato
e pallidissimo, quello che aveva tutto l’aspetto di un bell’uomo dai capelli
castani, ma i cui occhi neri erano carichi di un odio e di una follia
spaventosi. Come faceva ad essere lì, visto che non usciva mai dal castello da
quando c’erano lui e Tanir?!
- Co-come hai detto…? – tremava di fronte a
quell’uomo, ma gli dava del tu: c’era da chiedersi se la sua fosse
sfacciataggine o coraggio…
- Perché non lo fai? – continuò Shorai, tranquillo
- Perché non ti occupi solo del moccioso?
- P-perché sei stato tu a dirmelo, capo… - Shorai
sorrise, un sorriso senza gioia
- Vedo che sei il solito bravo ragazzo… Comunque,
ti do il permesso di divertirti, ma ad una condizione: - tirò fuori dalla tasca
una boccetta con dentro un liquido bianco-rosato – dovrai fare in modo di
eliminare anche gli altri due con questa.
A Phiras brillarono gli occhi, mentre afferrava
titubante l’oggettino:
- E’… è quello c-che penso…?
- Sì ^-^. Ho deciso di dare sia a te che Tanir la
mia fiducia, ma ti avverto – lo fissò con sguardo di ghiaccio – non devo deludermi.
- Phiras deglutì a vuoto.
- P-però… - mormorò il ragazzino – Non so come…
come posso usarla, gli ho chiusi dentro un videogioco, non posso interagire
fisicamente…
- Oh, sono sicuro che troverai un sistema. A
proposito… - disse lui, dando le spalle a Phiras – Non sai cos’ ha fatto
l’amico dell’alieno spilungone a Tanir?
Il bambino sbiancò:
- Cosa… cosa ha fatto?
- Diciamo che per un po’ non vedrai il tuo
compagno, almeno finchè non uscirà dalla vasca rigenerante.
- LA VASCA RIGENERANTE?! – strillò lui, nel panico
– Ma cosa gli ha fatto per costringerti a metterlo lì?!
Shorai non rispose, ma si indicò il petto, poco
più in là del cuore. Fissò sorridendo la faccia sbigottita di Phiras:
- Beh, devo proprio andare, vedremo se Tanir se la
caverà.
L’essere si volatilizzò, mentre Phiras rimase
immobile: quello… era riuscito a ferire così gravemente Tanir?
- Bastardo… - strinse la boccettina in una mano,
nell’altra il berretto – BASTARDO!!!
All’istante, il corpo del piccolo iniziò a
rilasciare una valanga d’energia, mentre le mura del Dome tremavano
pericolosamente. Nello stesso momento, il computer cominciò a mandare rumori
allarmanti, tanto che destarono Phiras dalla sua trance, facendo cessare
l’emissione energetica. Ma era troppo tardi.
- Oh ho… - il ragazzino, preoccupato, fissò il
monitor dove prima c’erano Pie e Lory, in un mondo virtuale. – Maledizione, che
casino! L’ ho fatto di nuovo!
La dimensione virtuale, difatti, non c’era più:
ora, il suo computer era il portale verso un’altra dimensione, reale e parallela
alla sua. E Pie e Lory erano lì.
- Cavolo… - poi, però, il ragazzino fissò la
boccetta che teneva ancora in mano, e ghignò – Forse, capo, ho trovato il
sistema per utilizzarla…
*________
Quando quella mattina Selena si svegliò il sole
era sorto da un pezzo; Strawberry e Keris non l’avevano svegliata, anche perché
il Caffè quel giorno rimaneva chiuso per permettere a Kyle di continuare le
ricerche e avevano deciso di incontrarsi solo in tarda mattinata.
La ragazza si alzò di malavoglia e cominciò a
vestirsi, analizzando con calma gli avvenimenti e i pensieri della sera prima
che le attraversavano la mente come se non fossero stati suoi, e più li
esaminava e più si convinceva di essere una stupida: “Cosa cavolo mi è preso?
Non posso lasciarmi abbindolare dalle moine del primo tipo che passa!!” in
fondo non era la prima volta, da quando era scappata dalla tana di Shorai,
aveva toccato almeno una ventina di pianeti, fermandosi anche per lungo tempo e
spesso le era capitato di avere dei corteggiatori; ma alla fine, per un motivo o per l’altro, o fuggivano per il suo
aspetto reale, oppure erano solo degli stupidi che avrebbero accettato
qualunque essere di sesso femminile e lei gli aveva sempre respinti, tutti. Perché
allora non aveva respinto Quiche?
- Forse perché non volevi farlo… -
le disse una vocina nella testa.
- Perché lui non ti ha considerata un mostro,
anche dopo aver visto il tuo aspetto normale, come hanno fatto gli altri… -
Selena scosse energicamente la testa e si fissò nello specchio, sistemandosi i
capelli col suo fermaglio, ma quando stava per indossare il suo diadema, che
come ogni notte si era sfilata, si fermò, riposandolo sul comodino: “Se lo
facessi, come reagirebbero?”. Non era sicura dell’idea che le stava nascendo in
testa, aveva imparato abbastanza del carattere delle ragazze, non credeva che
le avrebbero perdonato quel silenzio voluto e tutti quei segreti, e l’ultima
cosa che voleva, in quel momento, era perdere l’affetto che quelle ragazze le
stavano mostrando. Loro, che ormai considerava amiche…
Proprio in quel momento la porta si spalancò di
botto ed entrò Quiche, un sorriso radioso sul volto:
-
Buongiorno dormigliona! Credevo che avremmo dovuto chiamare l’esercito per
svegliarti!
- Quiche! Guarda che non si entra così nella
stanza di una ragazza! – disse, stizzita, finendo di calcarsi ben bene il
vestito sui fianchi
- Non dirmi che ti stavi cambiando…
- Ovvio, scusa.
- Nooo, che occasione mancata!! – disse lui,
battendosi una mano sulla fronte
- MA CHE DICI, scemo >\\\\
- CIAO, Sel-chan! – la voce pimpante di Keris
rimbombò forte, mentre la ragazza compariva sulla porta con una pila di almeno
20 toast su un piatto
- ’Giorno…
ma quelli cosa sono? (gocciolina)
- Ho
pensato che era meglio salvarti un po’ di colazione, visto che ‘sto qui e
Strawberry avevano quasi finito tutte le scorte ^-^! – sorrise lei
- Quella che mangia sempre tutto sei tu, piccola
tritatutto. – disse Quiche, in un sussurro udibilissimo.
- COOOSA??! Vuoi litigare, Orecchione?
- Non chiedo di meglio! – i due si squadrarono a
vicenda, lei con un’espressione furibonda, lui sempre sorridendo, ma con una
venuzza pulsante in testa.
- Dai ragazzi basta! - esclamò Selena irritata:
niente di peggio di due che ti litigano nelle orecchie, quando sei sveglia da
meno di un quarto d’ora. Quiche la guardò e sorrise con aria da monello:
- Ai tuoi ordini, piccola! Ci vediamo dopo ^-^!! -
e se ne andò. Selena tirò un sospiro e si sedette sul letto, il piatto di toast
e il diadema sulle ginocchia, e cominciò a sbocconcellare una fetta di pane;
Keris le si sdraiò a fianco puntellandosi sui gomiti e le fissò la fronte:
- Tu e Orecchioni siete già così intimi che ti fai
vedere sempre senza diadema?
- Non dire scemenze! – ribadì l’altra, innervosita
- Quiche è entrato prima all’improvviso e non ho fatto in tempo a mettermelo.
- Va bene, scusa… ^-^. – Selena la fissò
accigliata, non capiva se la stava prendendo in giro o se semplicemente la
assecondava per non bisticciare.
Dopo un po’ che mangiucchiava distrattamente il
toast, i suoi pensieri ricominciarono a correre, smise di mangiare per un
istante e guardò di fronte a sé. Keris rimase in silenzio, aspettando che
parlasse.
- Senti Ki-chan… Se io dicessi alle ragazze la
verità… Intendo su di me, sulle mie origini, credi che mi accetterebbero?
- Ovvio ^-^!! – rispose allegra – E poi ormai sono
tue amiche, no? Mi sembra giusto che sappiano la verità! – Selena la fissò
qualche istante, poi ricambiò il sorriso.
*___________
Al Caffè, benché fosse chiuso, c’era un gran
fermento: tutti quanti, con ogni mezzo, tentavano di aiutare nelle ricerche:
certo, grazie alle (poche) informazioni di Quiche sullo scontro del giorno
prima, sapevano che adesso il Dome era protetto da una barriera, ma volevano
assolutamente trovare il modo per distruggerla.
In tutto quel tran-tran, Selena tentò più volte di
fermate le ragazze per parlare, ma ogni volta si bloccava: “Sono solo una
codarda…”. In fondo, però, forse era meglio così, non solo parlando avrebbe
rovinato tutto, ma si sarebbe di certo aizzata contro Ryan, che le avrebbe
chiesto come mai non gli aveva avvisati dei poteri di Phiras e di come mai non
diceva loro cos’era successo agli altri, e probabilmente non avrebbe mai
creduto alla storia che lei non sapeva con esattezza cosa stava accadendo la
dentro, anche se era la verità. “Cosa devo fare?”.
Quiche, intanto, aveva notato lo strano
comportamento della ragazza, e non negava di essere preoccupato, ma era
normale: amava quella figurina dai capelli argentati, l’aveva capito e lo
sentiva sempre più.
- Cos’è successo a Selena, Keris? – chiese ad un
certo punto alla ragazza
- Ha deciso di dire la verità anche alle altre, -
disse lei, fissando di sottecchi l’amica - ma credo che abbia paura…
- Paura?
- Di come reagirebbero. Francamente, anche se l’
ho rassicurata, credo anch’io che non la prenderebbero molto bene…
- Uhm… - il ragazzo si avvicinò a Selena,
sorridendole, e le mise un braccio intorno alla spalle; la ragazza sussultò
visibilmente, mentre Keris rimase a bocca spalancata: “Ma che accidenti fa?!”.
- Ehi ragazzi, - disse allegro l’alieno portandosi
in mezzo alla sala - credo che Selena debba dirvi qualcosa.
Tutti fissavano Quiche e poi Selena, che guardava
il giovane rossa come un pomodoro
- Su, coraggio! ^-^ - lei allora annuì decisa: a
modo suo, l’aveva aiutata. “Grazie.”. Così, levatasi il suo braccio dalle
spalle, si sfilò il diadema dalla testa.
Quando ebbe finito di parlare, tutti la guardarono
senza dire una parola.
- Allora – disse Strawberry, seria – finora tu ci
hai mentito, giusto?
- Ah… ecco… - Selena chinò il capo,
mordicchiandosi il labbro; sapeva che sarebbe andata così, una come la mewgatto
non accettava questi segreti molto facilmente…
Strawberry le si avvicinò accigliata, mentre Keris
osservava preoccupata la scena.
- Quindi finora ti sei tenuta dentro tutto?
- Su Strawberry, ora non esagerare… - anche Quiche
stava cominciando a preoccuparsi, Strawberry da arrabbiata faceva paura, ma
quando era così poteva essere anche peggio! La rossa alzò una mano come per
tirare uno schiaffo a Selena
- STRAWBERRY!!
SQUEEEZE!
Ma la voce di Mina si spense subito, alla scena:
l’amica aveva afferrato Selena per la guancia e ora gliela stava tirando:
- Non hai ancora capito che puoi fidarti di noi?
- Ah… (gocciolone).
- Strawberry… (gocciolone)
- Lo immaginavo… - disse Ryan, sospirando
- Sei davvero incorreggibile… - continuò la
mewgatto, lasciandole la guancia e sorridendole – Dovresti saperlo che ormai
siamo amiche.
- Ha ragione. – disse gentilmente Pam – Capisco
cosa potevi provare, e credo anche che tu sia rimasta in silenzio per semplice
timore, ma che avresti voluto aiutarci di più, sapendo la verità.
- Scusatemi, avrei dovuto farlo davvero…
- Non importa, ora puoi farlo. – Selena sorrise
alla mewlupo, ammirava davvero tanto quella ragazza taciturna ed elegante.
Quiche, invece, notando gli sguardi d’intesa delle due, si preoccupò un po’:
quella Pam era una tipa che non scherzava, meglio non diventasse troppo legata
a Selena o gli avrebbe dato più noie della mocciosa (X questa affermazione,
rivedetevi l’episodio “Il compleanno di Momoka”: c’è da ridere ^^… nda – X te
forse, maledizione! Quel pugno fa ancora male… ndQuiche – Impari a non farmi
arrabbiare, la prossima volta ndPam - … … >__> ndQuiche)
- Sì… - Selena si massaggiava la guancia
sorridendo timidamente – Scusatemi…
- Te l’avevo detto, Sel-chan!! ^-^ - sorrise Keris
- Per la verità, mocciosetta, eri più preoccupata
di lei…
- QUICHE, CHIUDI IL BECCO!!!
Poco dopo scesero nel sotterraneo, per seguire gli
sviluppi della ricerca di Kyle.
- Sei riuscito a contattare gli altri?
- Purtroppo no, però osservate qui. – sul monitor
apparve la mappa della città e, sul Tokyo Dome, due puntini luminosi – Sono
riuscito a rivelare due dei nostri amici.
- Sei riuscito a rivelare due di loro?! – esclamò
Selena, osservando a bocca aperta lo schermo
- Non avrebbe dovuto farlo? – chiese Quiche
- Proprio no! Quello che Phiras ha creato intorno
al Dome è una barriera magica impenetrabile, a meno che…
- A meno che? – domandò incuriosito Ryan
- A meno che Phiras abbia smesso di concentrarsi
sulla barriera.
- Come?
- Chi pratica un incantesimo così a lungo termine,
se non ha molta forza magica, deve mantenere sempre un alto livello di
concentrazione, bisogna darci sempre un’occhiata, in parole povere. Ma anche se
fosse distratto da qualcos’altro, sarebbe impossibile rintracciare gli altri,
se ha fatto quell’incantesimo…
- C’è un’altra cosa, - disse Kyle – ma non credo
sia per niente una buona notizia.
- Cos’è successo?
- Stamattina, prima che arrivaste, ho rivelato
quella che sembrava una lieve scossa di terremoto che aveva il Dome come
epicentro, ma in realtà era causato da un’energia, sempre proveniente dal Dome,
che non avevo mai rivelato.
- Sei sicuro? – chiese Selena, visibilmente
preoccupata – Mi fai vedere i dati?
Il bruno annuì, e sullo schermo comparì una serie
di colonne in codice binario, ma con simboli sconosciuti tra una serie di zero
ed uno e l’altra; tra questi, c’era il simbolo che Selena aveva in fronte.
Ok, la situazione mi sta sfuggendo di mano… (Di nuovo
Ok, la situazione mi sta sfuggendo
di mano… (Di nuovo? NdQuiche – Taci! >___<** ndRia).
Cmq, grazie x il sostegno, VVB! Special
thanks to: JunJun, Bea_chan (Che
entusiasmo, sn commossa ^\\\^!! - + che altro mi sembri compiaciuta... >____>””
ndTart – Piccirì, xkè nn sparisci?! NdRia – Nevrotica… °__-“””), Sandy e Kaho-chan
(He, he, gazie tesssoro!); salutone specialissimo anche a Dafne, che nn
commenta qui ma da un’altra parte (piccina, 6 grandissima ^\\\^!!!)
Cap. 21 – Il
rapimento di Lory
Strawberry, Selena, Keris e le altre, già
trasformate, si stavano dirigendo a tutta velocità verso il Dome, seguite in
volo da Quiche e poi da Ryan, trasformatosi nel gatto Art.
- Non dovevi seguirci, testone, potresti finire
nei guai! – gli sbraitò dietro Strawberry
- Miau mao, mia miao!! (trad.: Non si sa mai, un
aiuto in più fa sempre comodo!)
- Ma come fa a capirlo? – chiese Keris, fissandola
come se fosse pazza
- Merito dei geni del gatto Selvatico. – rispose
tranquilla Pam
- GENTE, CI SIAMO! - davanti a loro apparve il
Dome, completamente deserto e transennato dalle forze dell’ordine che,
ovviamente, non erano riuscite ad entrare.
Art fissava corrucciato l’edificio, sembrava tutto
troppo incredibile! Eppure…
Mezz’ora
prima, Caffè Mewmew…
- UN’ALTRA DIMENSIONE?! – l’urlo di Strawberry e
delle altre ragazze aveva rimbombato sonoramente per la stanza, facendo quasi
rintronare le orecchie a Keris.
- Già… - annuì seria Selena; aveva un’espressione
davvero preoccupata.
- Ma sei sicura? – chiese Mina, speranzosa del
contrario
- Purtroppo sì.
- M-ma come…
- … E’ successo? Semplice, quella pulce di Phiras
non ha per niente padronanza dei suoi poteri; probabilmente c’è stato qualcosa
che l’ ha fatto infuriare, così ha perso il controllo: l’emissione magica
eccessiva, quella che ha provocato il terremoto, deve aver interferito con
l’incantesimo che c’impediva di comunicare con gli altri.
- Non ti seguo molto… (gocciolone) – disse
Strawberry
- Non mi sorprende… - sussurrò Ryan con un sospiro
- Ehi >___<***!
- Va pure avanti, Selena. – disse il ragazzo,
ignorando la rossa; Selena annuì.
- Credo che il moccioso avesse ricevuto l’ordine
di rinchiudere da qualche parte gli altri, ma non penso di ucciderli,
altrimenti non si sarebbe dato tanta pena per creare una barriera attorno al
Dome.
Perdendo il controllo, però, ha creato uno
squarcio dimensionale, creando un nuovo universo, collegato al nostro da un
passaggio proprio nel Dome. E lì ci sono finiti i ragazzi.
- E… questa era la cattiva notizia della
situazione? – chiese Quiche; Selena voltò lo sguardo per non fissarlo negli
occhi – Ovviamente no, vero?
- No… Quella cattiva è che in quell’universo,
Phiras può agire più liberamente.
- Ma così i ragazzi sono ancor più in pericolo!
- Non ci vuole un genio, Strawberry.
- Taci, Ryan! Freddo e cin… - ma la mewgatto non
terminò la frase, fissando l’amico: gli si leggeva negli occhi che era
preoccupatissimo.
- La buona è che possiamo avvisarli.
- Davvero?!
- Ma certo! – esclamò Pam – Se gli strumenti di
Kyle gli rilevano, riusciranno anche a localizzarli le nostre trasmissioni
radio.
- Ma dobbiamo trovare un modo per liberarli
comunque, tutti quanti! E credo che l’unico sia provare ad infrangere la
barriera creata da Phiras. – disse Quiche
- Ma Sel-chan ci ha già provato e non ci è
riuscita!
- Non da sola, - disse Strawberry, che aveva
capito le intenzioni dell’alieno – ma tutti insieme!
Tutti annuirono decisi. Kyle sorrise, cordiale
come sempre:
- Voi allora andate, io tenterò di mettermi in contatto
coi ragazzi.
*-----
Strawberryfissò decisa lo stadio, muovendo la coda felina; poi si voltò verso gli
altri, estraendo la sua arma:
- Ok ragazzi, diamoci da fare!
La sirena metallica del computer di Phiras
cominciò a risuonare ritmicamente, perdendosi per le stanze vuote dell’edifico.
- Cavolo, proprio ora? – mugugnò Phiras, vedendo
sui suoi monitor il gruppo di amici che, con tutti gli attacchi possibili,
tentavano di disintegrare la sua barriera - Non ho tempo per quei rompiballe! -
schioccò le dita e tanti piccoli mostri gli apparvero tutt’intorno – Pensateci
voi, e vedete di darvi da fare.
All’ordine, le creature corsero zampettando fuori.
Phiras osservò un’altra volta estasiato la boccetta datagli da Shorai.
- E’ ora di mettere in atto il mio piano. ^-^
Di fronte a lui apparve un immenso buco nero e
viola, simile ad un tunnel, che girava vorticosamente. Il ragazzino chiuse gli
occhi, tendendo la mano con il flacone di Shorai verso il buco, e questo si
allargò pian piano, mostrando un bel paesaggio boscoso; Phiras cominciò a
sussurrare qualcosa a fior di labbra, mentre dal tunnel partì a risplendere una
vivida luce bianca. Quando questa cessò, la boccetta scomparve lentamente dalla
sua mano e Phiras scoppiò in una risata sguaiata:
- Finalmente potrò divertirmi come dico io!!
*___________
- Va tutto bene? Vuoi che ci fermiamo? – chiese
Pie a Lory
- Sta tranquillo, Pie, sto benissimo ^-^. –
rispose gentilmente, come sempre, la ragazza.
- Chissà quanto manca… Camminando, la cosa è mille
volte più lunga; se solo riuscissi a volare…
- Oh, non è un problema, camminare non mi stanca,
e poi siamo già stati fortunati a subire pochi attacchi, non credi?
- Uhm… - per la verità, Pie trovava
quell’atteggiamento sospetto: dato che gli aveva intrappolati lì, perché non
eliminarli? Inoltre, già da un po’ aveva notato che c’era qualcosa di diverso
attorno a loro; non solo nell’aria, ma anche nella terra, nei boschi, come se
quel luogo che, benché reso reale tramite un incantesimo, rimaneva frutto di un
universo virtuale, avesse preso all’improvviso “vita”. E, purtroppo, non era
per nulla distante dal vero…
Growlnn…
Un borbottio sommesso risuonò nell’aria: Lory
divenne paonazza
- Perché non hai detto che avevi fame?
(gocciolone) – chiese il ragazzo, facendo una smorfia un po’ rassegnata.
- Beh, ecco… °\\\\\°
Pie tirò un sospiro:
- Vieni, mi sembra di aver visto una specie di
frutteto laggiù…
I due ragazzi si sedettero sotto un albero carico
di frutti simili alle mele e, visto che avevano già provato che erano buoni, ne
fecero una bella scorta. Pie si sdraiò sul prato, mentre Lory mangiucchiava
soprappensiero uno dei frutti: “Sono proprio scema – si disse – Come faccio a
fare sempre figuracce del genere?!” diede un altro morso al frutto guardando
Pie di sottecchi: da quando erano lì, ormai più di una settimana, i due non
avevano parlato moltissimo, ma aveva scoperto che era una persona con cui si
conversava piacevolmente ed era sempre gentile. Il problema era che lui restava
tranquillo anche se rimanevano a lungo in silenzio, mentre lei dopo un po’
cominciava a sentirsi a disagio, come in quel momento.
- Pie…? - la ragazza si voltò verso l’alieno “Che
si sia addormentato?”. Lory si avvicinò un po’ di più; il ventoscompigliava leggermente i capelli del
ragazzo, gli occhi chiusi e il respiro tranquillo: sembrava che stesse proprio
dormendo; alla ragazza sfuggì un sorriso, anche se Pie si sforzava sempre di
sembrare impassibile ed instancabile, quei giorni di marcia continua dovevano
averlo stremato davvero.
All’improvviso Lory si accorse di essere quasi
china su di lui e si allontanò all’istante, rossa in viso:
- AH…!!!
- Uhm? Cosa c’è? - disse lui aprendo appena gli
occhi, senza accorgersi di nulla.
- N-no, n-ni-niente… ^\\\\\^ - Lory tentò di
sembrare naturale, ma c’era decisamente qualcosa che non andava, cosa diavolo
era successo?! Il suo corpo… si era mosso da solo…
Pie la guardò un po’ dubbioso, poi sorrise e si
sedette.
- C-cosa facciamo, ora?
- Beh, potremmo riposarci ancora un po’… Uhm?
- Co-cosa c’è °\\\\° ?
- Ferma, hai un insetto sulla spalla. - Pie prese
con due dita quella che sembrava una coccinella e la posò sul prato, mentre
Lory sussultò un istante, schifata.
- Ah, grazie (gocciolone)! Meno male che te ne sei
accorto, a me quelle bestioline fanno un po’ schifo, se me ne fossi accorta
prima io come minimo mi sarebbe venuta una crisi di panico e non sarebbe stato
un bello spettacolo (Uao, mai detta una frase così lunga, complimenti Lory!
NdRia). - e rise, un po’ imbarazzata; Pie la guardò e sentì una strana
sensazione, come un peso sullo stomaco. Sì voltò di scatto e si girò su un
fianco, mormorando solamente:
- Non c’è di che.
Più tardi i due stavano di nuovo camminando verso
la Black Rock, ma Pie, già taciturno, lo era anche più del solito: cos’era stata
quella sensazione di prima? Non riusciva a capire, e se c’era qualcosa che lo
infastidiva era proprio non capire.
D’altra parte, aveva già notato che, in presenza
di quella ragazza, cominciava a comportarsi in modo strano, istintivo se si
poteva dire… Ma era impossibile, istintivo lui?! Rideva di sè per un pensiero
così assurdo! Da sempre aveva imparato che l’istinto e i sentimenti non portano
altro che guai, per questo aveva imparato a celarli, anzi, a cacciarli, perchè
solo con la sua impassibilità, solo diventando forte sarebbe riuscito in ogni
suo obbiettivo, perché, lui l’aveva capito, al mondo esistevi tu e basta, eri
abbandonato a te stesso, perché solo tu potevi capirti. E non sapeva quanto si
sbagliasse.
Lory, infatti, a poco a poco, ci stava provando,
stava provando a comprenderlo. Ormai, da tanto tempo, già quando si erano
scontrati sulla Terra, Lory aveva provato a capire il perché di tutta quella
rabbia cinica e fredda, perché voleva distruggere la Terra senza ascoltarle.
Ancora ora, poco alla volta, quegli occhioni verdi scavavano, pian piano,
andando sempre più giù nell’anima di Pie, per vederne le ombre e la luce, ma
lui, se gli sentiva andare troppo a fondo, gli respingeva, richiudendosi a
riccio.
Ma lui sembrava non averlo capito, o, più
semplicemente, non voleva capirlo.
- Pie, è tutto a posto? - lui fece solamente segno
di sì con la testa.
Lory lo fissò un po’ preoccupata, ma prima che
potesse dire qualcosa sentirono qualcuno avvicinarsi.
I due vennero accerchiati da una decina tra uomini
e donne, tutti con uno strano cappuccio in testa e una mantella biforcuta color
crema; avevano una divisa bianca e portavano tutti in mano un lungo bastone
argentato.
- E questi chi sono? - chiese preoccupata
- Non ne ho la più pallida idea.
Uno degli strani tizi mosse qualche passo in
avanti, poi si lanciò, puntando il bastone contro di loro; Pie allontanò Lory
con uno spintone e saltò di lato, ma subito l’incappucciato gli fu di nuovo
addosso e il ragazzo non potè far altro che difendersi. Cosa non facile, dato
che non poteva volare; per di più, quello lo attaccava con tale rapidità che
non riusciva a contrattaccare.
Ad un certo punto Pie sembrò scivolare e
l’avversario ne approfittò, ma non fece in tempo a colpirlo che un getto
potentissimo d’acqua lo colpì alla schiena, sbalzandolo via: Lory,
trasformatasi, era corsa in aiuto di Pie, colpendo il nemico alle spalle. I
ragazzi si misero schiena contro schiena, per fronteggiare gli avversari, ma
quelli smisero di attaccarli e si misero tutti da una parte.
- L’uomo con le orecchie a punta non ci interessa.
– disse una delle figure più massicce, probabilmente un uomo.
- L’obbiettivo è la ragazza. – rispose una donna
del gruppo
- La straniera dell’altro mondo… - sussurrò un
altro uomo, la voce anziana – Così ci è stato detto. È lei che ci serve.
Lory ebbe un sussulto: volevano lei? E cosa voleva
dire “dell’altro mondo”? Non sapeva bene il motivo, ma in quelle persone c’era
qualcosa di strano, qualcosa che, in quell’universo virtuale, le sembrava fuori
posto…
Pie si mise davanti a lei, come a far da
scudo(Uaaaaaahh, Lory, facciamo cambio *\\\*!!! NdRia - … … -___-“” ndPie):
- Se è Lory che volete, vi conviene rinunciare
subito.
Uno del gruppo, una donna, si voltò verso di loro:
- Tu, ragazza, sei stata scelta per l’unione con
Sunset, sommo spirito di questo mondo, al tempio delle Stelle; per adempiere a
questo grande onore devi venire con noi Sacerdoti.
- EEEH?! O.o”” – Lory fu decisamente presa dal
panico, e Pie sembrava più confuso di lei. Quella storia stava prendendo una
piega strana…
Gli altri sacerdoti si lanciarono su Pie,
atterrandolo, mentre la donna si portò alle spalle di Lory e la colpì, senza
darle il tempo di reagire e facendola cadere per terra, immobilizzata; la
ragazza riuscì appena a mettere le mani davanti per non battere il viso, ma
tentò comunque di rialzarsi.
- Non sforzarti – le disse tranquilla – ti ho
bloccata completamente, se provi a muoverti ti fai male.
Aveva ragione: appena Lory provò a muoversi, sentì
i muscoli duri e pesanti come l’acciaio e dovette lasciarsi cadere, trattenendo
un gemito. Riprovò una seconda volta, ma stavolta il dolore fu più acuto, tanto
che Lory tornò al suo aspetto originale, lasciando cadere sull’erba, con un
rintocco sordo, il suo ciondolo.
La sacerdotessa, intanto, emise un fischio
modulato e i membri del gruppo smisero di attaccare Pie.
- Abbiamo la ragazza.
I nove annuirono e, scaraventato Pie contro un
albero, presero Lory e scapparono, correndo a velocità incredibile verso la
foresta. Lory, bloccata e terrorizzata, tentava inutilmente di divincolarsi, ma
il sacerdote che la portava stringeva forte.
- Non temere – disse dolcemente la sacerdotessa
che l’aveva bloccata – stai per diventare la divina Dawn.
Passarono parecchi minuti prima che Pie riuscisse ad
alzarsi; quando ricominciò a muoversi, la voce di Phiras echeggiò beffarda:
- Si vede che ti sei rammollito, vero? E’ bastato
un attacco combinato di un paio di nemici per metterti KO. Povero ^-^!
L’alieno alzò dolorante il capo, furioso, pronto a
vedere l’ologramma del mostriciattolo, ma rimase paralizzato quando scoprì che,
di fronte a lui, c’era il vero Phiras, in carne ed ossa.
- Sorpreso di vedermi ^^?
- Come… Diavolo…?!
- Oh, diciamo che non tutti i mali vengono per
nuocere. Non dice così un vecchio detto terrestre?
Pie provò a mettersi in piedi, ma sembrava che
quei tizi avessero avuto la mano pesante, perché riuscì solo a portarsi in
ginocchio.
- Uffa… - si lagnò Phiras – Come sei debole! Già
così mal ridotto! Non mi divertirei neanche a vederti morire! Che noia… andrò a
vedere i due rompiscatole.
E così dicendo, si volatilizzò, prima che Pie
potesse bloccarlo.
L’alieno, ancora dolorante, si alzò, e appena
riprese la perfetta mobilità delle gambe, afferrò il ciondolo di Lory e spiccò
una rapida corsa nella direzione in cui erano fuggiti quei tizi.
Dopo pochi minuti, la ricetrasmittente si attivò:
era Kyle.
- Ragazzi… fzzzz… Mi ricevete?
- Kyle?! Come hai… Ehi, Kyle, sono Pie!
- Pie! Com’è la situazione?
- Male, Kyle, da schifo, ad essere sinceri… Ma
come hai fatto a contattarci? Cosa sta succedendo?
- Phiras ha perso il controllo dei suoi poteri.
Adesso vi trovate in un’altra dimensione, coesistente con la nostra. Un mondo
vero, insomma, non tratto da un videogioco, e quindi privo di regole o cose simili.
- COSA?!
- Phiras lì può agire liberamente, purtroppo.
– disse con voce forte ma preoccupata – Dovete cercare di resistere, i
ragazzi sono già al Dome e stanno cercando di venire ad aiutarvi.
- Beh, che si sbrighino, allora, perché qui
abbiamo un problema.
Così dicendo, l’alieno buttò giù la comunicazione,
infilandosi il pendente in tasca: “Un grandissimo problema…”.
Ok, giusto xkè sn buona (ed entro alla 2° ora e nn ho un c*… da fare)
aggiorno un pueco, BACIONI E COMMY
Ok, giusto xkè sn buona (ed entro alla 2° ora e nn ho un c*…
da fare) aggiorno un pueco, BACIONI E COMMY!! (Ma chi ti commenta? NdPai – Un’altra
parola e giuro che mi farò odiare da Dafne x tutta la vita, xkè ti ammazzo!! –
Ok, ok… -___-“”” <- pauuuraa).
Cap. 22 – Il Tempio delle
Stelle
Intanto, fuori dal Dome, la battaglia era
accesissima. Appena la squadra di salvataggio si era avvicinata, era stata
attaccata da un esercito di mostriciattoli, più insidiosi per il numero che per
la forza; ormai il gruppo era allo stremo, ma non demordevano.
- RIBBON STRAWBERRY CHECK!! – con un colpo, altri
6 mostri furono disintegrati
- E’ inutile, sono troppi! – esclamò Pam
- Non riusciamo neppure ad avvicinarsi
all’ingresso!
- Per lo meno, sono deboli… - disse Ryan, tornato
umano(*), a denti stretti, mentre atterrava una coppia di mostri.
- Ma non possiamo…
- Fzzzz… - il medaglione di Mewberry prese
a ronzare – Mewberry, mi senti?
- Sono in ascolto, Kyle.
- Ascoltatemi, ragazzi, dovete sbrigarvi!
- Che succede, Kyle?
- Ryan, sembra che nella nuova dimensione ci
sia finito Pie assieme a Lory, ma temo siano nei guai!
- COSA?! – Mewberry fissò l’amico biondo, la
preoccupazione che gli attraversava di nuovo lo sguardo.
- Cosa suggerisci, Kyle?
- Ho trovato un’anomalia nella zona isolata del
Dome – disse Kyle; Mewberry avvertiva distintamente il suo ticchettare
sulla tastiera del computer – se riusciste a concentrare il quel punto i
vostri attacchi, potreste riuscire ad introdurvi dentro e distruggere
completamente la barriera dall’interno.
- Qual è il punto esatto?
- L’ingresso sud.
- Ricevuto! – esclamò la mewgatto – Mewmina!
Quiche! cercate di distrarre quei mostri!
- D’accordo! – disse la mewuccello
- Mewpam, Selena, voi venite con me!
- Andate voi, - disse la ragazza dai capelli
argentati – io servo più qui; i miei attacchi multipli posso risultare
utilissimi.
- Sei sicura? – chiese Quiche, un po’ preoccupato
– Hai già combattuto di recente, ma non credo che la ferita al fianco sia
guarita del tutto…
- So cavarmela da sola. – ribadì lei, con tono
risoluto. Lui la guardò sospirando, poco convinto.
- Per me va bene. – disse Mewberry – Coraggio ^^!
*________
- Panf, paff, panf… - Paddy, senza fiato, stava
correndo a più non posso, mentre un gran numero di mostri li seguiva a tutta
birra.
- Accidenti, quanto sono veloci quei cosi!
(gocciolone) – esclamò Tart, accelerando la corsa
- Uffa, non ce la faccio più, ma quanti mostri ci
ha mandato quello svitato?! – piagnucolò la ragazza
- Non lo so, ma se lo prendo lo strangolo! (E strangolo
pure l’autrice di ‘sta fic, che sono ben 7 capitoli che mi tiene rinchiuso in
‘sto mondo del… ndTart – Ehm… ^-^’“ ndRia).
- Oh, insomma!! Perché non gli affrontiamo?! –
esclamò Paddy, voltandosi verso di loro; Tart, sbiancando, fece appena in tempo
ad afferrarla per il colletto e trascinarla via, poco prima che lei venisse
schiacciata da uno di quegli affari, simili a dei piccolissimi elefanti.
- MA SEI SCEMA?! Corri, accidenti!
- Non chiamarmi scema, scemo >___<***!
- Hai, ragione, sei una scimmia da circo! Una
scimmia scema >_____<****!
Il tonfo sordo di una di quelle bestiacce alle
loro spalle, gli fece smettere, facendo scappare un grido ad entrambi.
- CAVOLOOOO!!!
- Corricorriiii… Mammaa!!! – e ripresero a correre
più veloci che mai (Ma come si fa a bisticciare quando hai dei mostri alle
spalle che tentano di accopparti?! NdRia – E che ne so! La fic l’ hai scritta
tu, mica io… -___-‘ ndQuiche – Ma sembra che manco l’autrice sappia bene cosa
sta scrivendo… ndPai – INFATTI! NdTutti – Cattiviiii… T____T ndRia).
*___________
- LAME DI VENTO! – l’attacco di Selena, preciso e
veloce, polverizzò una decina delle creature di Phiras.
- Tutto a posto, piccola? – chiese Quiche,
comparendole affianco
- Certo, ne dubitavi? - ribattè lei, tra il
divertito e lo stizzoso
- Ovvio che no, bambolina ^-^! A proposito… - le
si avvicinò pericolosamente – ieri poi sei scappata…
- Non mi sembra né il luogo né il momento, Quiche
>\\\
- Beh, scoprirai presto che io sono uno che non aspetta
necessariamente il momento e il luogo adatto… - rispose, un sorrisetto
infantile e malizioso sul viso; il cuore di Selena cominciò a correrle in gola:
- Una cosa certo l’ ho capita: sei scemo!
- Grazie ^-^!
- Guarda che non era un complimento… - sospirò lei
- Davvero? – fece lui, fintamente ingenuo; a
Selena scappò un risolino.
- Già passata l’arrabbiatura, bambolina? – tacque
un secondo, tendendo le orecchie - Uhm, mi sa che dovremmo continuare dopo… - e
così dicendo schivò due bestiacce che gli si erano scagliate contro, comparendo
dal nulla.
La battaglia continuava: quelle creature, molto
simili a coccinelle troppo cresciute, nonché zannute (… … C’è bisogno di
commenti?! NdPai =_=”” – ç_ç Me incompresa… ndRia), non davano tregua a
nessuno.
Soprattutto Keris era nei guai, i mostri non la
mollavano un attimo: “Sembra che ce l’abbiano con me, accidenti!!” pensò la
ragazza; all’ennesimo mostro, stufa, tirò fuori la sua arma: nunchaku(**).
- Beccatevi questi, schifosi! – cominciò a ruotare
l’arma, ma sembrò che i mostri lo prendessero come un gesto di sfida, perché
aumentarono l’intensità dei colpi.
- Ehi, piano (gocciolone)! Mi rovinate il vestito
da battaglia! L’ ho messo appena stamattina! – non che fosse rimasto molto
dell’abito: ormai la gonna a pieghe era stata strappata lungo tutto il bordo,
come uno dei due nastri, simili a quelli dei vestiti di Quiche e compagni, che
non c’era praticamente più; anche la maglia, del tutto identica a quelle
indossate da Quiche e Co., con lo stesso colletto scuro, chiuso da un
cerchietto giallo, era strappata in più punti; si salvavano solo i manicotti ¾
che aveva ai polsi e quelli sulle gambe, chiusi da cerchietti alle ginocchia e
alle caviglie.
All’improvviso, uno dei mostri la colpì alla gamba
e Keris finì contro le transenne erette attorno al Dome dalle forze
dell’ordine, che non erano più riuscite ad avvicinarsi; la ragazza si tirò su
faticosamente, per vedere una di quelle creature che le era quasi addosso, a
fauci spalancate. Selena si bloccò:
- KERIS!
- UUAHHH!! – Keris chiuse gli occhi, ma il morso
del mostro non arrivò mai; quando riaprì gli occhi, vide Ryan che finiva di
allontanarlo a calci
- Eh? – lo fissò, non se l’aspettava!
- Tutto a posto? – chiese gentilmente il biondino
- Sì… Ah, guarda! - i mostri stavano cominciando a
riattaccare, ma Ryan prese in braccio Keris, saltando su un albero e poi dietro
alcuni cespugli, dove posò la ragazza.
- Scusa, dovevo fare in fretta. – disse lui,
controllando che avessero, almeno momentaneamente, perso le sue tracce.
- Niente… Sei agile per un umano. – disse ammirata
- Grazie. Ora sta ferma e fatti medicare la gamba,
sei ferita.
- Ah, è vero… Grazie. – mormorò titubante, mentre
il biondino le fasciava la gamba; rabbrividì appena, sentendolo sfiorarla.
- RYAN!
- Cosa c’è Pam?! – chiese Ryan, vedendola arrivare
tutta trafelata
- Abbiamo un problema, devi venire subito.
- Ok. – accarezzò Keris sulla testa, con fare
fraterno – Tu resta qui, d’accordo?
La ragazza avvertì un forte calore sul viso:
- Va bene… ‘\\\\’
*__________
Pie stava correndo ormai da ore.
Il silenzio del bosco, che fino a poco prima lo
soffocava, aveva lasciato il posto al battito del suo cuore, che gli pulsava
nelle orecchie per lo sforzo, e al suo respiro affannoso; forse aveva ragione
Quiche, avrebbe dovuto passare meno tempo sui computer, era decisamente fuori
allenamento. Se si poteva considerare fuori allenamento essere stanchi dopo ore
di corsa.
Uno strano fruscio sugli alberi vicini lo fece
fermare e accucciare all’ombra, una mano sulla bocca per non far sentire il
fiatone: dopo pochi secondi, scorse uno di quelli di prima, divisa bianca e
mantella color crema, che era sbucato come per magia sopra un ramo; rimase
immobile qualche istante, guardandosi attorno e, credendo di essere solo, riprese
la sua corsa, balzando di albero in albero. Appena ripartì, Pie gli si accodò,
furtivo; era tutto il tempo che inseguiva quei tizi, ne aveva già pedinati tre
gruppi da cinque o sei persone ,sembrava che si stessero tutti radunando da
qualche parte.
Finalmente, distrutto, arrivò al limitare del
bosco: in mezzo a una valle poco profonda si ergeva una piramide a gradoni,
rilucente di un color bronzo nella luce del tramonto ormai imminente; in cima
vi era un braciere di rame, affiancato da due statue che ricordavano vagamente
degli angeli con scettro, in cima ad ognuno dei quali si distingueva una
stellina dorata. Ai piedi della piramide c’era una folla di tizi vestiti di
bianco, che si riunivano attorno all’entrata.
Pie scese di soppiatto nascondendosi tra alcuni
degli arbusti e alberelli che ricoprivano tutto il crinale della valle,
avvicinandosi quanto più potè alla folla: “Maledizione… - pensò – Come diavolo
faccio a confondermi tra questi qui? Vestito così non passerei certo
inosservato…”. Subito, però, vide uno di quei sacerdoti allontanarsi dal gruppo
per andare ad accogliere, sul limitare del bosco, alcuni nuovi arrivati. “E’
quel bastardo che quasi mi ha fatto fuori, oggi!” Pensò l’alieno, furente.
Sentì il sacerdote ammonire gli altri per il ritardo, per poi indirizzarli con
un gesto secco verso la folla. Vedendolo solo, a Pie venne un’idea: “In fondo
ora siamo in un mondo reale. Forse potrei riuscirci…”. Si concentrò,
scomparendo in un istante: il teletrasporto era riuscito! Apparì alla spalle
del sacerdote cogliendolo di sorpresa:
- Ehilà!
Afferrò l’uomo per il collo, trascinandolo via ed
immobilizzandolo. Dopo pochi secondi riapparve da dietro gli alberi, mentre
finiva di allacciarsi la mantella al collo:
- Grazie mille, amico. ah, a proposito…
Fulmineo, si girò di nuovo verso il sacerdote,
tirandogli un gran destro in pieno viso.
– Te lo dovevo. Ci vediamo! (Sì, vai Pie, stendilo
XDD!! NdRia).
Poi si mise il cappuccio del mantello sulla testa,
facendo attenzione che i suoi vestiti fossero ben coperti, e scese a valle. Si
mescolò con noncuranza a tutti i presenti, che mormoravano tra loro eccitati;
Pie notò che l’abito, che gli era sembrato identico per tutti, era adornato
differentemente per alcuni di loro, forse i sacerdoti di rango più alto.
Ad un certo punto il mormorio aumentò rapidamente,
per poi bloccarsi di colpo; tutti i sacerdoti si voltarono verso la piramide
della valle, con tanta velocità che Pie si coprì istintivamente il volto col
cappuccio. Sull’ingresso, costeggiato da due leoni alati in pietra, apparve
quello che sembrava un vecchio e che probabilmente era il capo dei sacerdoti.
Alzò in alto le mani e i sacerdoti si inginocchiarono, imitati subito da Pie:
calò un silenzio innaturale.
- Mie cari confratelli – esordì con voce roca –
Oggi è giorno di festa per noi, poiché è stata trovata la sposa delle stelle. -
Vi fu un unico vociare d’assenso.
- La straniera venuta da lontano, che ha scelto,
con nostra grande gioia, di risorgere come la divina Dawn. - Altro coro
d’assenso. Pie si accigliò, quella storia stava diventando sempre più
preoccupante…
- Perché la santa trasformazione avvenga, la sposa
del divino Sunset dovrà liberarsi delle sue spoglie mortali.
“COSA?!” un pensiero terribile bloccò Pie lì
dov’era.
Un rullo di tamburi echeggiò per la vallata,
mentre i sacerdoti si alzavano in piedi; il gran sacerdote aumentò il volume
della voce – Il sole è quasi tramontato, l’ora di Sunset è vicina!
- SACRIFICO! – l’urlo dei sacerdoti, fece
sobbalzare l’alieno, che li fissò ad occhi spalancati – SACRIFICIO! SACRIFICIO!
Aveva ragione, quegli svitati volevano sacrificare
Lory! Ecco perché quella pulce di Phiras non si era premunito di ucciderli non
appena creato quella dimensione: ci avrebbero pensato i suoi abitanti a farli
fuori!
“Merda!”.
Si portò un po’ fuori dal gruppo,
teletrasportandosi velocemente nell’ingresso del tempio. Ora doveva trovare la
ragazza: “Sì… Fosse facile!”.
Lory si sentiva stanca, la testa pesante come un
macigno; probabilmente era ancora buio, se non si riaddormentava non sarebbe
riuscita ad alzarsi, la mattina dopo… Socchiuse appena gli occhi, ma gli
sfocati colori che le apparvero davanti erano più confusi dei suoi pensieri.
Quando poggiò la mano aperta affianco a sé, però, avvertì qualcosa di freddo e
leggermente ruvido, come la pietra: di certo non era il suo letto! Aprì
completamente gli occhi, fissando un soffitto altissimo, piramidale, aperto
sulla cima, da dove scorgeva un cielo dorato e arancio.
Spaventata, fece per alzarsi, ma scoprì di essere
legata con delle funicelle ad una sorta di altare di pietra. Inoltre, qualcuno
le aveva cambiato i vestiti, perché ora in vita aveva una gonna bianchissima,
con due spacchi laterali, una maglia bianca anch’essa che le lasciava scoperte
tutte le spalle, dalle maniche svasate; ai polsi aveva due ceppi dorati e
finemente lavorati, così come i calzari marroni da schiava, intrecciati con
cura fino a metà polpaccio.
- Bene, si è svegliata, mia signora. – disse una
voce alla sua destra. Lory, con uno guizzo spaventato, si voltò, scorgendo un
ragazzo che non doveva avere che tredici anni, guardarla con reverenza e al
contempo con una sorta di distacco gelido. La ragazza si augurò con tutto il
cuore che a darle quel “cambio di look” non fosse stato lui.
- Si è alzata? – disse un’altra voce, stavolta
femminile. Lory sollevò appena la testa, verso l’ingresso di fronte a lei, da
dove vide entrare la donna che l’aveva immobilizzata.
- Dove sono?! – chiese spaventata la ragazza –
Perché mi avete portata qui?!
- Mi sembra di avertelo già detto. – disse la
donna – Sei stata prescelta per diventare la divina Dawn, la sposa di Sunset.
- Ma cosa accidenti significa?! Per favore,
lasciatemi andare! – la sacerdotessa non l’ascoltò, avvicinandosi:
- Il nostro spirito protettore – cominciò con fare
solenne – è Sunset, il dio del Tramonto. Ma egli, ora, nonostante ci abbia
sempre protetto, è molto adirato per la solitudine.
Perciò, al fine di preservare la sua benevolenza,
noi gli offriamo una sposa in dono, ma questa deve essere scelta dalla voce
dell’oracolo.
A queste parole, una voce famigliare risuonò per
l’alta stanza, mormorando parole incomprensibili per Lory. Ma Lory la riconobbe
subito.
- Phiras?! Lui cosa c’entra?!
- L’oracolo ti ha scelta – continuò la
sacerdotessa – Sei tu la futura Alba del nostro popolo, Dawn.
- CHE?!? E-ehi, guarda che ti sbagli! Senti, non
so che cosa vi abbia detto che tipo, ma è uno pericoloso! Altro che oracolo!
- L’emozione per l’evento ti annebbia la vista,
mia signora – disse il ragazzo di prima – ma vedrai, tra qualche minuto, quando
Sunset arriverà, ti sarà tutto chiaro.
Lory rabbrividì, alzando gli occhi al soffitto:
era quasi il tramonto…
*__________
- Allora, com’è la situazione? – chiese Ryan,
appartandosi un istante per riprendere fiato
- Non buona, - disse Pam, affannata - siamo ormai
allo stremo. Ma siamo riusciti ad aprire un varco nella barriera.
- E quindi? – chiese il ragazzo
- Quindi, zuccone – disse Quiche, comparendo
affianco ai due; Ryan lo squadrò da capo a piedi – tu puoi entrare li dentro e
inserire questo in una delle piante dell’ingresso. Strawberry mi ha detto che
ce ne sono. - e così dicendo porse a Ryan un piccolo alieno parassita
- Dovrei creare un chimero?! – esclamò il ragazzo
disgustato -Stai scherzando?!?!
- Hai una soluzione migliore? Sei l’unico che può
entrare lì dentro.
Ryan digrignò i denti: poteva sopportare tutto,
anche allearsi con quel rompiballe d’alieno, ma chiedergli di creare un chimero
era troppo! Suo padre e lui stesso avevano lavorato sodo per distruggerli, e
proprio suo padre era stato ucciso da un chimero.
- Ci… panf… penso io… panf… - disse una voce
ansante alle loro spalle.
- Mocciosa?
- Keris?!
- Non chiam… puff… non chiamarmi così… Orecchioni…
- Ti avevo detto di restare nascosta, sei ferita!
- No… panf… devo combattere anch’io…- s’inginocchiò per riprendere fiato; poi si
rivolse a Ryan:
- L’ ho capito… panf… quando hai visto quei
chimeri… uscire dagli animali… Ti disgustano al massimo… - gli strizzò l’occhio
sorridendo – Tranqui, ci penso io ^-^!
Ryan sorrise,poi le poggiò una mano sulla spalla:
- Vedi di stare tranquilla tu ora, va bene? - e
così dicendo ridivenne gatto e, tenendo in bocca il chimero, s’insinuò nella
barriera.
(*) X chi nn se lo ricordasse, la trasformazione
di Ryan in Art è di soli 10 min. trascorso questo tempo, se non torna umano
rischia di rimanere gatto.
(**) – basta note, sn odiose!! - … T__T perdono… -
Cmq, i nunchaku sn delle armi da arti marziali: si tratta di due bastoni, non
molto lunghi, uniti da una catena e di cui uno viene fatto ruotare velocemente,
mentre l’altro va tenuto con la mano.
X Bea_chan:
Mamma, che commentane! Mi sn quasi spaventata O.o”…
Ma gazie 1000 ^\\\^ (Ruffiana! NdTutti). Sn felice ti
siano piaciuti i miei chappy! Allora, x Pai-chan e KisshuX… Beh, vedrai presto ^^! E
x Keris… Pure! Mi disp, ma nn posso annunciare nulla!
Nn odiarmi e attendi fiduciosa, ok?
X Kaho-chan: Ma va benissimo anche
così, tesssora, se mi fai
sempre qsti commy! Tessoraaaa… ^\\\^!!(Ha fuso… =___=”” ndPai).
X piccola-chloe: Hmmm…
nn so xkè, ma so che mi vorrai uccidere da qsto chap
in poi… x favore, nn linciarmi qualunque cosa tu legga su Retasu,
ok? Ti PREEEEEEGOOOO ç____ç!!! In quanto ad altri
suggerimenti… x Keris vedi sopra; Tart & Paddy? He, he, corri al prox chap…
^___^ <- ghigno furbetto.
UN BESIO A TUTTTIIIII!!!
Cap. 23 – Escape!
Il Dome
era in uno stato disastroso: sia il pavimento che le pareti erano solcati da
grosse e profonde spaccature, le porte completamente sfondate mandavano leggeri
scricchiolii ad ogni spiffero che entrava da fuori; il tutto sembrava bell’e
pronto per crollare sulla testa di Art, se non si fosse sbrigato.
“In che guaio mi sono cacciato…”. Strinse di più
la presa sull’alieno che aveva tra i denti, accidenti a quell’idiota di Quiche,
non gli aveva detto che quell’affare si sarebbe
dimenato tanto! E poi, cavolo, era davvero sicuro che
sarebbe riuscito a creare un chimero? Lui era un terrestre…
Camminò rapido, i frammenti di mattonelle che gli
scricchiolavano sotto le zampe, finchè giunse davanti all’ingresso distrutto e
lì vide, fortunatamente ancora integre, due piante da interno; Art, o meglio Ryan, sorrise, avvicinando l’alieno ad uno dei
vasi: “E ora vediamo…”.
La terra cominciò a tremare. Mewberry,
che stava atterrando dopo un salto acrobatico, per schivare un mostro, quasi
perse l’equilibrio e finì faccia a terra:
- Oooh, ma cosa diavolo
succede?!
Anche Quiche atterrò,
girandosi verso lo stadio. Sorrise furbo:
- E ora cominciamo a
ragionare…
*_____________
Lory, ancora legata all’altare, stava tentando in
tutti i modi di liberarsi, ma sembrava impossibile, quelle funi la stringevano
troppo stretta; in più non riusciva a trasformarsi e il tramonto era ormai
imminente…
- Senti, per favore, - disse ad un certo punto,
supplichevole, al ragazzo di prima – capisco che vogliate donare alla vostra
gente un destino felice, ma ti assicuro che non otterrete niente dando retta a
quel matto di Phiras! – “E soprattutto sacrificando
me!” pensò, un po’ disperata.
- Io capisco il vostro timore –
disse lui, con fare cordiale – ritenete di non essere degna di questo
grande onore.
- Non credo proprio… (gocciolone)
- Ma non temiate, mia
signora – continuò il ragazzo – il sottoscritto, il giovane Servant,
umile sacerdote novizio, vi assicura che, al momento di prendere il Nettare di Sunset, le vostre paure svaniranno ^^.
- Il che O.o?! Smettila, per favore, lasciami…
Ma le sue parole
furono coperte da un sonoro rimbombo, il portale della sala era stato aperto,
lasciando entrare la sacerdotessa di prima, con altri quattro o cinque
sacerdoti al seguito; la donna teneva in mano una piccola ampolla, contenente
un liquido bianco-rosato, ma il suo bel colore non rassicurò per nulla Lory.
- L’ora è giunta! – disse solenne la donna – E’ il
momento che la divina Dawn si liberi
della sua spoglia mortale!
Lory tremò: la spoglia mortale?!Ora sì, che aveva davvero paura…
La donna si avvicinò all’altare, mentre i
sacerdoti si disponevano attorno ad esso in circolo,
il volto coperto dai cappucci.
- Che la cerimonia
cominci!
SBWAAAAAAMMMM!!!
Un’esplosione improvvisa fermò tutti quanti: una forte scossa fece tremare il tempio fin nelle
fondamenta, mentre un sordo cadere di pietre accompagnava i gemiti di quelli
che erano fuori.
- Cos’è questo chiasso? – chiese stizzita la donna
- Servant…
Il ragazzo annuì, ossequioso: si portò il
cappuccio in testaed
uscì, veloce. Dopo pochi secondi, si udì un altro scoppio, stavolta seguito in
sottofondo da un lieve sfrigolare, come di scarica elettrica. Servant rientrò all’istante, con un’espressione terrorizzata:
- SACERDOTESSA! Un demone deve
aver preso possesso del cuore del tempio, le pareti e i soffitti della zona est
stanno crollando da soli! Inoltre, è comparso un mostro orribile!
- COSA?! – la donna guardò verso il soffitto, era ormai l’ora.
- Non possiamo annullare il rito. Voialtri andate
a vedere meglio cosa succede, qui ci penso io.
Gli altri sacerdoti annuirono ed uscirono,
impugnando i loro bastoni, assieme a Servant che,
tutto tremolante, gli indicava la strada. Alla fine la sacerdotessa rimase sola.
- Maledizione… Questi sono chiari segni dell’ira
di Sunset. – si voltò verso Lory, lo sguardo quasi
vacuo – Scusami, ragazza, fosse per me ti eviterei
questa pena, ma è necessaria…
Portò una mano al collo di Lory, premendo su un
lato; subito, la ragazza avvertì un dolore fortissimo, poi la vista le si annebbiò, finchè perdette i sensi.
- Così, il tuo passaggio da creatura mortale a creatura divina sarà più rapido…
Portò con delicatezza la testa di Lory un poco
indietro e le aprì appena le labbra, avvicinandovi la boccetta.
- Fossi in te non lo
farei…
Una voce sconosciuta fece
sobbalzare la donna e una mano la centrò fulminea, con un colpo di
taglio, tra capo e collo, facendola finire a terra.
- Ti avevo avvertita… -
disse Pie, sfilandosi il cappuccio. Un gran fracasso di urla
e ringhi, dai corridoi, lo fece voltare un attimo; sorrise: “Per fortuna ho
trovato quei topolini a girovagare per il tempio, altrimenti non sarei riuscito
a creare un diversivo con un chimero.”
In quell’istante, riportando lo sguardo verso
Lory, notò a terra la piccola ampolla, ormai frantumata; sfiorò, accucciandosi
accigliato, con un dito ciò che rimaneva del contenuto, impallidendo
quando lo annusò: veleno!
Con uno scatto, si rialzò e fissò Lory, vedendo
una goccia di quel liquido scenderle dalle labbra lungo la guancia: “MERDA!”.
- Lory! Ehi, Lory! – scosse un poco la ragazza, ma
non ottenne alcuna reazione – Lory…! – fissò il viso della ragazza, decisamente pallido, deglutendo a vuoto; avvertì la
sensazione che si prova quando si cade da un punto molto alto, vide che gli
tremavano un poco le mani: “Ti prego, fai che non l’abbia bevuto, ti prego…”.
Non era logico, per lui, preoccuparsi. Ma lo fece comunque.
Un piccolo mugolio della ragazza lo fece
sobbalzare:
- Hnnh…
- Lory?! – lei socchiuse appena gli occhi, faceva
fatica a mettere a fuoco:
- P…Pie? Che ci… fai…
- Ti salvo, no? – disse, col
solito tono tranquillo; ma, stranamente, sorrideva appena.
Estrasse dalla cintola che aveva preso al
sacerdote un piccolo pugnale e tranciò di netto le funi; Lory, ancora un po’ indolenzita, scese dall’altare, guardandolo con occhi
pieni di gratitudine.
- Ora andiamo… - lei annuì, ma non fecero in tempo
ad allontanarsi di cinque metri che Pie, fulmineo, la
spostò di lato, impedendo che fosse colpita da una piccola sfera d’energia blu.
I due si voltarono, lui arrabbiato lei spaventata, e videro la sacerdotessa
puntargli coi palmi delle mani aperti, un’espressione
furente in viso:
- Maledetto blasfemo, non porterai la sofferenza
al nostro popolo! QUELLA RAGAZZA DEVE ESSERE SACRIFICATA! E tu… Tu, dannato, le
farai compagnia!!
- Prova a prendermi. – disse, con tono di sfida.
La donna, lo sguardo fiammeggiante, si lanciò
fulminea sui due, ma loro la schivarono; Pie,
velocemente, lanciò a Lory il suo medaglione:
- Che ne diresti di darmi
una mano?
- Certo ^^! MEWLORY… METAMORFOSI!
- COSA?! – la
sacerdotessa era allibita
- RIBBON LETTUCE RUSH! –
la donna fu quasi investita dal colpo della ragazza, ma questo non la intimorì;
rapida, si scagliò su Lory.
- Fuu Rai Sen! – il colpo elettrico di Pie,
immediato, colpì la sacerdotessa al fianco, scagliandola contro la
parete; la donna si accasciò, ferita e priva di sensi.
- Uff… - sospirò Lory, sollevata – Ce l’abbiamo fatta ^-^!
- Non credo… - disse Pie; Lory scrutò il compagno
e lo vide fissare la parete dove la sacerdotessa si era schiantata: una
grandissima crepa si stava allungando per tutto il muro, mentre il pavimento
ricominciava a tremare, stavolta decisamente più
forte.
- Oh ho… (gocciolone)
- Direi che abbiamo
esagerato…
*_____________
- E QUELLO CHE DIAVOLO E’ O___O?!?
– esclamò Keris a pieni polmoni.
Di fronte a loro, era apparsa una specie di pianta
mutante, immensa, che si contorceva e dimenava come un ossesso.
- Ottimo lavoro, Ryan-kun
^^! – disse Quiche (Piantala… =__=”” ndRyan) – Ora
direi che possiamo cominciare, anche se i chimeri-pianta non sono il mio forte…
VAI!
La creatura, all’ordine, cominciò a menare
fendenti a destra e a manca, disintegrando tutti i mostriciattoli di Phiras e
sfondando con un colpo secco la barriera attorno al Dome;
poi, con un gesto enfatico, Quiche riprese l’alieno parassita dalla pianta,
atterrando di fronte all’ingresso del Dome:
- Prego signori, a vostra disposizione ^^!
- Sei grande, Quiche! – esclamò Strawberry, entrando
- Grazie del complimento, micetta
^^.
Per un istante, solo un istante,
il cuore di Selena si strinse appena.
Un fracasso incredibile disturbò Phiras dal suo
giocherellare di fronte allo schermo del computer:
- Che succede, ora?! –
esclamò, sorpreso ed irritato. Poi, una strana sensazione lo colpì fulminea,
facendolo sobbalzare:
- Merda! La barriera!
- Non era granchè solida, eh. moscerino? – disse
sarcastico Quiche, comparendo sugli spalti sopra il ragazzino. – Benvenuti,
signori e signore! Primo piano, spalti da stadio e
mostriciattoli pazzoidi ^^! (Ma che s*******e che mi
fai dire?! =___=”” ndQuiche – Nn è vero, questa era
carina! NdRia).
- L’alieno bastardo!
- Ma che gentile…
- PHIRAS! – urlò Mewberry,
entrando col solito fare teatrale – Ti conviene ridarci i nostri amici, se non
vuoi finire nei guai!
Il ragazzino digrignò i denti, facendole poi uno
sberleffo:
- Manco morto, befana XP!!
- BEFANA A CHI?!?!
>____<****
- Non mi romperete le uova nel paniere proprio adesso!
– strillò Phiras – Quei mocciosi sono nei guai fino al
collo, e tra poco l’occhialuta sarà nostra! FERMI LI’!
Uno strano brivido attraversò le Mewmew e Ryan, che rimasero bloccati dov’erano:
- Ma cosa succede?! –
esclamò Mewpam
- N-non riesco a muovermi!
Phiras portò le mani sopra la testa, formando con esse un’enorme sfera rossa e bianca, che mandava scintille:
- BECCATEVI QUESTA!!!
- Che diavolo è quell’affare?!
– esclamò Mewmina, decisamente
spaventata
- CLOUDY SHIELD! – Selena, pochi
secondi prima che il colpo raggiungesse i suoi amici, creò un immenso
scudo d’aria, contro il quale la sfera si scontrò fragorosamente, generando
scariche elettriche che si propagarono per tutto il pavimento.
- HA, HA, è inutile! – esclamò
divertito il ragazzino – In quello stato, non resisterai per più di un minut…
Prima che Phiras terminasse
la frase, la sfera si dissolse con un risucchio assordante, lasciando il
marmocchio a bocca aperta; e il suo stupore aumentò quando vide Selena
fissarlo, adirata, nel suo aspetto originale.
- EHI, perché non hai il diadema?!
Non vale, non puoi combattere senza sigillo! O non te ne frega niente di quelli che ti guardano,
mostriciattolo? – Quiche fu tentato d’infilzarlo. Invece lei non disse nulla,
riportando le braccia lungo i fianchi e fissando seria il ragazzino:
- Non ho più bisogno di nascondermi,
vermiciattolo. Non più.
Phiras la guardò spaventato e arrabbiato, pronto
ad attaccarle di nuovo, ma quando una lama fredda gli sfiorò il collo si
bloccò:
- Ti consiglio di non riprovarci… - disse Quiche maligno – Sai, queste fanno cambiare idea molto facilmente…
Il ragazzino fissò prima con la coda dell’occhio l’alieno, che non accennava ad abbassare l’arma,
tenendolo bloccato da dietro, poi nuovamente la ragazza dai capelli argentati,
furibondo.
- Dov’è il passaggio? –
chiese Selena fredda.
Phiras fece solo un cenno col capo, sconfitto,
indicando il centro della sala. Selena si avvicinò al punto segnato, allungando
una mano di fronte a sé; facendo ciò, tutti videro chiaramente che l’aria
attorno alla sua mano tremò, come d’estate col caldo.
- E’ qui… - si voltò verso i compagni, sorridendo
– Lasciate fare a me.
La ragazza allargò le braccia, chiudendo gli
occhi; la sua voce risuonò chiara e limpida per tutto lo stadio:
- Spiriti che tesseste il
tempo, spiriti che tesseste lo spazio, vi chiamo. Che
la porta si apra.
Un vortice scuro le apparì
davanti, generando un vento fortissimo. Le Mewmew e Ryan fissavano il tutto
allibiti, mentre Quiche stava ben attento a non farsi scappare Phiras.
“Vi prego, ragazzi – pensò Selena, mordendosi un
labbro – ditemi che siete salvi…”.
*__________
Il tempio stava crollando rapidamente, le urla dei
sacerdoti si perdevano tra il fracasso delle pareti e del soffitto che
crollavano.
- Maledizione! – esclamò Pie,
digrignando i denti – Non riesco a trovare l’uscita!
Una parete che franava fece sobbalzare lui e Lory,
che indietreggiarono.
- Non ci resta che teletrasportarci fuori di qui…
Sperando di riuscirci! – Lory annuì, ma poi si voltò di scatto, fissando un
punto indefinito del corridoio alla loro destra: “C’è qualcuno che piange…”.
- Che ti prende, dobbiamo
uscire!
- Tu va avanti! – disse la ragazza, cominciando a correre – Io ti raggiungo! –
e sparì nel corridoio.
- LORY! - ma lei non si
fermò, accelerando la corsa – Accidenti!
Un altro pezzo di parete rischiò di crollarle
addosso, ma Lory non ci fece caso: doveva trovare chi
stava piangendo e portarlo fuori di lì.
Qualche istante dopo, finalmente, vide un’ombra
rannicchiata sotto un tavolo di pietra, unito al muro: “Non mi sono sbagliata –
pensò Lory – era davvero la voce di un bambino.”. La ragazza gli si avvicinò,
ma lo vide ritrarsi, fissando dubbioso i due nastri che le uscivano dai
capelli.
- Non avere paura ^^ - sorridendo, tornò al suo
vero aspetto – non voglio farti del male.
- T-tu… - sussurrò lui, il respiro ancora a
singhiozzi – Sei la ragazza… che viene da un altro mondo…
- Sono così famosa ^^?
- Ne parlavano… gli altri sacerdoti… - il crollo
vicino di un’altra parte di soffitto fece capire a Lory di doversi sbrigare
- Perché sei qui?
- Sniff… stavo scappando, ma mi sono fatto male…
alla gamba… - la ragazza notò che la caviglia del piccolo era tutta gonfia,
probabilmente una brutta slogatura – H-ho… ho paura… non posso uscire…
- Coraggio, sono venuta a portarti via. Vieni ^-^.
Il bambino guardò titubante la mano di Lory, per
poi afferrarla speranzoso; la ragazza lo tirò fuori, prendendolo in braccio:
- E ora filiamocela…
CRASH! Un numero incredibile di pietre si staccò all’improvviso dal soffitto, troppo rapidamente perchè Lory
potesse schivarle.
“NO!”. Chiuse gli occhi, stringendo a sé il
piccolo, ma avvertì solo le pietre caderle attorno ai piedi. Qualcuno le era
arrivato vicino:
- PIE?! – la ragazza fissò allibita l’alieno, che
reggeva il suo ventaglio, ingigantito, a mo’ di scudo; il suo braccio, a
stretto contatto con l’oggetto, faceva un rumore preoccupante.
- Hai finito di cacciarti nei guai?! – disse, un po’ stizzito – Ma
guarda un po’ se dovevi metterti a fare l’eroina…
- Non potevo certo lasciarlo qui, ti pare?! – ribattè lei, con tono irritato – In
fondo, è solo un bambino!
Pie fissò lo sguardo risoluto della ragazza, che
sussultò appena incrociando gli occhi azzurri dell’alieno. Pie sospirò:
- Andiamo…
Qualche secondo dopo, tutti e tre erano apparsi a
mezz’aria, nei pressi del bosco. Appena a terra, il bimbo
guardò in fondo alla valle, dove il tempio stava finendo di crollare.
Aveva un’espressione triste:
- Cos’ hai? – chiese
Lory, premurosa – Per caso è rimasto qualcuno dei tuoi amici lì dentro?
- No… E’ che ora ricomincemo
a viaggiare, perché il gran sacerdote non vorrà rimanere qui e ricostruire il
tempio…
- Ti dispiace? – continuò, accucciandosi a fianco
a lui
- Un po’… Mi piaceva questo posto…
In quel momento, una voce femminile risuonò
disperata, chiamando a gran voce qualcuno. Il bimbo s’illuminò:
- La mamma!
- E’ quella signora? – lui annuì,
eccitato – Allora vai, no ^-^? Ce la fai?
- Sì ^^!!
Il piccolo cominciò a scendere pian piano lungo il
crinale, facendo attenzione alla caviglia,, fermandosi
solo un istante:
- SIGNORINA! – disse, voltandosi – GRAZIE MILLE!
Lei sorrise. Quando si
voltò verso Pie, però, vide che stava fissando accigliato in fondo alla valle.
- Pie? – “Probabilmente è arrabbiato perché l’ ho
messo nei guai…” pensò, mordicchiandosi il labbro; lui si girò:
- Andiamo? – sorrideva.
- Sì ^-^!
In quell’istante, uno strano rumore sopra
di loro gli fece sussultare: “No, ti prego, basta guai!”.
Esattamente sopra di loro, videro un immenso cerchio scuro, una sorta di buco,
che si stava aprendo a vista d’occhio.
- E quello che cavolo è?!
- RAGAZZI!
- Uh?
- E’ la voce di Selena! – esclamò Lory, felice. E infatti, al centro del vortice, i due videro chiaramente la
ragazza, che li guardava sollevata.
- Entrate veloci, non so quanto riuscirò ancora a
tenerlo aperto!
Pie non se lo fece ripetere: afferrò Lory per la
vita, spiccando un volo rapidissimo verso il vortice; dopo pochi secondi, i due
apparvero al centro del Dome, mentre Selena chiudeva
definitivamente il passaggio.
Lory sospirò sollevata:
- Finalmente siamo fuori!
- Già… - la ragazza si voltò un secondo verso Pie,
diventando rossissima: lui ormai aveva lasciato la presa, ma lei, che
istintivamente gli si era stretta per la salita troppo rapida, gli stava ancora
attaccata; si allontanò all’istante, nel panico.
- Scu… scu-scu-scusa… >\\\\\<… -
Pie fece solamente spallucce
- LORY-CHAN!!! – l’urlo
di Mewberry riecheggiò per tutto lo stadio, mentre
lei e le ragazze correvano dall’amica.
- RAGAZZE!
- Come stai? – chiese Mewmina stranamente premurosa (Cosa
vorresti dire >___<*** ndMina – Mina cara, non è che sei sempre il
max della premura… ndRia – Con Strawberry ndMina – Ti ringrazio, eh!
>____<*** ndStraw).
- Tutto a posto, tranquille ^^…
- Ma come sei vestita? –
chiese Pam
- Beh, (gocciolone) è una lunga storia…
- Gente, qui abbiamo un altro problema. – disse
Quiche ad alta voce – Ora che ne facciamo di questo
marmocchio?
- Ci facciamo dire come liberare Tart e Paddy. – disse
Ryan, con un tono da Mi_sembrava_abbastanza_ovvio; Quiche lo fulminò con
un’occhiataccia.
- Phiras, dove gli hai imprigionati? – chiese
Selena, con voce un po’ fioca; Quiche notò che sembrava stanca.
- Scordatelo, non te lo dirò
mai! Ho fatto una faticaccia per rinchiudere appositamente
quel moccioso e…
- Io credo che ti convenga dircelo… - disse l’alieno, stringendo la presa; Phiras avvertì un
sottilissimo rivolo caldo scorrergli lungo il collo – Potrei stringere un altro
pò…
- V-va bene… bene… - sussurrò il ragazzino, spaventatissimo – S-sono… sono
dentro a quel videogioco…
Selena si avvicinò ai computer di Phiras,
scrutandoli accigliata:
- Quiche, per favore, portalo qui.
- Agli ordini bambolina ^^! – Selena fece
un’espressione indifferente, ma arrossì appena sentendosi chiamare così.
L’alieno apparve all’istante al fianco della
ragazza, stringendo saldamente il marmocchio.
- Lascialo pure… - Quiche ubbidì, levando il
braccio, che il ragazzino finì di allontanare con un gesto di stizza
- Falli uscire. – disse, perentoria.
- Mica facile. – disse Phiras – L’incantesimo te
lo annullo anche subito, ma quelli non potranno uscire
che tra due ore.
- Un incantesimo con annullamento ritardato?! – esclamò lei – Come diavolo…
- Merito di dove gli ho
rinchiusi. – disse, con un ghigno soddisfatto - Se decido di fargli uscire, devono arrivare per forza ad un punto di “Salvataggio
partita” e il prossimo, se vanno avanti così, è tra due ore.
Selena fissò accigliata uno degli schermi, dove
ora scorrevano rapide righe e righe di numeri e
lettere.
- Ehi, moccioso, non è che ci stai contando una
balla?! – chiese Quiche con rabbia
- Temo di no… - disse Selena – L’incantesimo ora
non c’è più per davvero, ma occorreranno altre due ore perché scompaia del
tutto. - sospirò – Va bene. Phiras, devi disattivare
però le trappole di questo coso.
- Fossi scemo! – disse ridacchiando – Ora l’incantesimo è andato, ma quelli,
in due ore, possono ancora lasciarci le penne! Un’occasione da non perdere ^^!
- CHE?!
- Ciao, ciao ^^! – e così dicendo scomparve, prima che potessero fermarlo.
- PHIRAS!
- Merda! – disse Quiche a denti stretti – Quello
schifoso! Se lo prendo…!
- Aspettate, forse c’è
una soluzione. – disse Ryan – Strawberry, contatta un
po’ Kyle, per favore.
La mewgatto annuì. Dopo pochi istanti, il
trasmettitore emise uno strano ronzio:
- Che succede,
ragazzi?
- Mi senti, Kyle?
- Forte e chiaro, Ryan.
- Qui è tutto a posto, ma dobbiamo far uscire
Paddy e l’altro alieno.
- Avrebbe un nome, sai! – disse Mewberry acida
- Dovresti collegarti coi
computer presenti qui nel Dome e tentare di manipolare il programma del
videogioco che c’è dentro, eliminando mostri e trappole varie, ce la fai?
- Tranquillo.
Subito, dalla sua postazione nel Caffè, Kyle
cominciò a ticchettare freneticamente sulla tastiera, mentre sullo schermo
apparivano e scomparivano grafici e finestre a non
finire.
- Ci siamo, Masha.
- Pii!!
- Ryan! Sono riuscito praticamente
a cancellare tutto il programma, ormai è ridotto in uno stadio pietoso.
- Perfetto! – disse il biondo – I ragazzi sono lì dentro, ma così, anche uscendo tra due ore, non
avranno problemi.
- Purtroppo è rimasta attiva la parte che
permette fenomeni naturali vari, non sono riuscita a
disattivarla.
- Non importa, sono certo che se la caveranno.
- Mi spiego cos’è
successo lì dentro? Ho rilevato un mucchio d’emissioni energetiche esagerate…
- Più tardi, quando torniamo. Ora dobbiamo
aspettare gli altri.
- D’accordo.
Il biondo chiuse la comunicazione, mentre tutti si
sedevano, sospirando: non rimaneva che aspettare…
NON DICO ASSOLUTAMENTE NULLA, TRANNE CHE
ADORO QSTO CHAPPY E… LO ADORERETE ANKE VOI A GIUDICARE DAI COMMY!
(Ma xkè tutte a noi T\\\\\T ndTart&Paddy)
VAI!
Cap.24 – First kisses
Nello stadio era sceso il silenzio, interrotto
solo dai leggeri suoni provenienti dai computer di Phiras; le Mewmew, che
avevano ripreso il loro aspetto originale, sedevano senza aprir bocca, così
come Quiche, a gambe incrociate sospeso per aria, Ryan e Keris, che si passava
distrattamente una mano sulla gamba ferita. Solo Pie e Selena erano ancora in
piedi, lei controllando che il marmocchio non avesse nascosto qualche altro
trucchetto magico per loro, lui tentando ancora di distruggere definitivamente
il software del videogioco da lì.
- Inutile… - disse poi l’alieno – Kyle ha fatto
davvero tutto, ormai anche da qui è impossibile manomettere quel programma.
- Incantesimi non ce ne sono più. – continuò poi
la ragazza – Perciò non dobbiamo far altro che asp… HU!…
Selena, per un istante, barcollò, come stesse per
svenire.
- Sel-chan?!
- Selena, che hai? – anche Quiche si era alzato,
preoccupato
- Niente, ragazzi, davvero… Solo un lieve capogiro
^^…
- Forse ti conviene sederti. – le disse premurosa
Lory
- Tranquilla, ho detto che sto bene ^-^. Esco a
prendere una boccata d’aria, ok?
La ragazza si avviò all’uscita, tentando con tutte
le sue forze di mantenere una postura dritta, benché le gambe le tremassero
come due budini.
- Ma sta davvero bene? A me sembrava pallida… -
disse la mewgatto
- Ma sì che sta bene ^-^! – esclamò Keris – Ha
solo bisogno di un po’ d’aria fresca!
Le altre annuirono, ancora un po’ incerte, mentre
Keris si mordicchiò il labbro, cercando di essere naturale: “Accidenti a te,
Selena, questa è l’ultima volta che ti copro!”.
Quiche, però, scrutando con gli occhi felini la
ragazza, capì che non era tutto a posto e decise di seguirla. Anche per restare
un poco da solo con la sua nuova bambolina.
Selena si sedette a peso morto su uno dei gradini davanti
allo stadio, portando indietro la testa con un sospiro e lasciando che il vento
le scompigliasse la frangia argentea; adorava sentire il soffio dell’aria
giocare coi suoi capelli, accarezzarle il viso, portarle ai sensi i suoni e i
profumi più disparati. Del resto, era l’unico tocco gentile che avesse ancora
per sé.
Prese un bel respiro, cercando di farsi passare il
giramento di testa: era stanchissima, non immaginava di sfinirsi tanto con
quello scudo magico.
- Tutto a posto, bambolina?
La voce famigliare dell’alieno coi capelli verdi
la fece sobbalzare; alzò il capo, trovandoselo davanti che galleggiava a
mezz’aria:
- Quiche! Cosa ci fai qui?
- Sono venuto a vedere come stavi ^-^. Sei stanca?
– la ragazza si appoggiò più comodamente al gradino:
- Un po’… Era da tanto che non usavo la magia
nella mia forma normale.
- E quindi? – chiese lui, con espressione smarrita
- Spreco molte più energie, perché la mia magia è
più forte.
- Aaaah… - Selena trattene un risolino, strizzando
gli occhi divertita, la faccia dell’amico era davvero buffa.
- Il mio orgoglio: riesco a farti ridere! – disse
Quiche, con tranquillità. – Devo ammetterlo, sono davvero il migliore!
Selena aprì gli occhi per ribattere con una
battuta, ma avvampò, trovandoselo a meno di qualche centimetro dal viso:
- C-CHE… O\\\O?!
- Anche tu sei stata brava oggi, sai? – continuò
sorridendo – Un premio speciale per te…
Senza che Selena potesse evitarlo, Quiche le
afferrò il mento tra le dita, baciandola a fior di labbra.
Lasciò praticamente subito la presa, allontanando
il viso con un’espressione compiaciuta come quella di un bambino.
- Hai davvero un buon sapore, sai? Ci vediamo dopo
^-^!
L’alieno sparì, schivando appena in tempo il
ceffone che la ragazza tentò di lanciargli:
- MALEDETTO CRETINO >\\\\\\
Però, dopo qualche secondo che passò ad imprecare
contro l’alieno, Selena si portò una mano al petto, sentendo chiaramente il
cuore batterle all’impazzata; si sfiorò soprappensiero la bocca, mentre si
rivedeva davanti gli occhi ambrati del ragazzo. Arrossì di nuovo: “No… Non ci
credo…”.
*__________
Nel mondo virtuale era appena cominciata la
mattinata, e sembrava che per il momento non ci sarebbero state brutte
sorprese.
Almeno, questo stando a quanto diceva Paddy:
- Vedrai, Tart, me lo sento, oggi sarà una
giornata tranquillissima, scommetto che riusciremo pure a tornare a casa ^-^!
- Uh, hu…
- Ma che hai? – gli chiese; lui, però, non
rispose, sfuggendo al suo sguardo. Paddy gonfiò le guance arrabbiata,
mettendosi di fronte a lui:
- Insomma! È da quando siamo qui che mi eviti, si
può sapere che ti prende?!
- Evito?! Come faccio ad evitarti, sei sempre qui!
- Non intendevo in senso letterale… (gocciolina).
- Per me sei fuori, ti stai costruendo dei
castelli in aria e basta!
Senza aggiungere altro, il ragazzo sorpassò Paddy,
che lo scrutò innervosita, le mani sui fianchi.
In realtà aveva ragione, erano giorni che Tart
evitava accuratamente di guardarla in faccia. Non che fosse arrabbiato o altro,
era che si sentiva strano: ogni volta che la guardava, si agitava, gli si
stringeva lo stomaco e il viso si scaldava nella zona delle guance, come avesse
la febbre. E quella cosa non gli piaceva per niente!
Inoltre, era certo di aver già provato quella
sensazione, ma non ricordava né dove né quando…
- Ehi…
- Cosa c’è, scimmietta da circo?
- Non chiamarmi così! – disse a voce un po’ troppo
alta – Comunque, ho una fame pazzesca, ci fermiamo?
- Scherzi?! Dobbiamo continuare, vedi di
resistere!
- EEEH?! Ma io sto morendo di fame… ç_ç – piagnucolò
la ragazza
- Accidenti, ma non sei una scimmia, sei un
tritarifiuti!
- Modera i termini, marmocchio!
- Marmocchio?! A chi hai dato del marmocchio?! –
la situazione stava degenerando.
- A te! Sei più piccolo, quindi sei un marmocchio
XP!
- E invece sono più grande di te!
- Ah sì?!
- Certo! Quanti anni hai?!
- Nella realtà? – chiese lei, calmatasi un secondo
- E dove sennò?! (gocciolone) – rispose esasperato
- Dieci.
- HAI LA MIA ETA’? Marmocchia il doppio, allora,
visto che ti comporti come una bamboccia!
- Se abbiamo la stessa età non chiamarmi
bamboccia, moccioso!
- MOCCIOSO?! – Tart odiava essere chiamato così;
divenne rosso per la rabbia, urlando a squarciagola – NON CHIAMARMI MAI PIU’
MOCCIOSO!!!
Stavolta, però, l’urlo fu troppo forte: sentirono
l’eco della voce di Tart propagarsi per tutta la zona rocciosa dove si
trovavano, seguito da un innaturale quanto allarmante silenzio.
I due ragazzi si squadrarono un po’ spaventati,
voltandosi verso la collina da cui erano arrivati e da dove ora veniva un cupo
rimbombo.
- Oh ho…
- Cos’è questo rumore? – chiese Paddy preoccupata
- Dai, non preoccuparti, non è nient…
La terra sotto i loro piedi prese a tremare;
quando rialzarono lo sguardo, videro un mucchio di massi e rocce varie che gli
stava franando addosso.
- Ok, comincia a preoccuparti! (gocciolone di
proporzioni megalitiche).
- VIAAAAA!!!
I due ragazzi cominciarono a correre
all’impazzata, schivando alla bene meglio gli ostacoli che si trovavano di
fronte.
- Ma perché accidenti ti sei messo ad urlare?!
- E che ne sapevo che veniva giù la montagna?!
- Fai sempre le cose senza pensare! (Mi sa di
scena già vista… ndRia)
- IO?! Da che pulpito viene la predic…
SBRAAAM!! Una roccia, rotolando più veloce delle
altre, si schiantò proprio tra Tart e Paddy, che fecero un balzo di lato,
continuando a correre:
- Senti, che dici se continuiamo a bisticciare
dopo?
- Approvato (gocciolone)! (Sì, l’abbiamo già vista
‘sta scena, da qualche parte… -__-“ ndTutti – Autrice priva di fantasia! NdTart
- … ç___ç ndRia).
I ragazzi continuarono la loro corsa, finendo in
un piccolo avvallamento roccioso; alcune delle rocce, stringendosi il
passaggio, si scontrarono contro le pareti del canyon, ma la maggior parte
venne incanalata lungo la strada come l’acqua in un imbuto, aumentando la
velocità.
“Accidenti, perdiamo terreno!”.
- OMMAMMA, Guarda là!
Tart spalancò gli occhi, bloccandosi assieme a
Paddy: erano arrivati in un vicolo cieco!!
- Oh, porca…!
- Tart, che facciamo?! – l’alieno si guardò un po’
attorno, agitato, se c’era una cosa che non voleva era finire spappolato da
delle pietre!
- LA’! – Tart indicò una fenditura nella roccia
qualche metro indietro – Muoviamoci!
I due spiccarono una corsa verso quella sorta di
buco, entrandoci un attimo prima dell’arrivo della frana.
I secondi successivi, avrebbe raccontato Paddy,
furono terribili: attorno tremava tutto, c’era un polverone irrespirabile, e
per di più un rumore tale che dovette premere le mani sulle orecchie con tutta
la forza che aveva. Quando finalmente anche l’ultima pietra arrivò a
destinazione, i due ragazzi tirarono simultaneamente un sospiro di sollievo.
- FIUUU! Salvi anche stavolta!
- Già… ^-^
Solo con la calma ritrovata, Tart si accorse che
c’era qualcosa che non andava; o meglio, c’era qualcosa che si trovava nel
posto sbagliato, precisamente appiccicata a lui.
“O\\\O!!!!?!”.
Anche Paddy era in difficoltà: ti credo, quella
fenditura era talmente stretta che si trovava completamente appoggiata al petto
di Tart! Il tutto era anche più imbarazzante considerando che, con
quell’aspetto, la testa di Paddy arrivava sì e no sotto al collo del ragazzo.
- D-direi che è meglio uscire…
- DECISAMENTE >\\
I due ragazzi cominciarono, però, a spingere e a
tirarsi in su e in giù, perché erano completamente incastrati, senza coordinarsi
minimamente. Così, per caso, Tart tentò di abbassarsi nell’esatto istante in
cui Paddy si stava alzando, mentre si voltavano l’uno verso l’altra.
Le labbra di Tart si poggiarono su quelle della
ragazza per qualche istante. Qualche istante di troppo.
I due si allontanarono insieme, completamente
ammutoliti.
Paddy fissò il ragazzo decisamente rossa in viso,
ma mai quanto lui: avrebbe fatto concorrenza a un peperone; in più, aveva gli
occhi come due uova al tegamino, tra l’imbarazzo e un leggero panico.
Forse fu con quel panico che, miracolosamente,
riuscì ad uscire dalla fenditura, cadendo in ginocchio per terra.
“Non è possibile, NON POSSONO SUCCEDERE TUTTE A
ME! – pensò, portandosi le mani nei capelli – Ma perché?! Che ho fatto di
male?! Maledizione, perché, perché tra tutte le persone che ci sono su questa
Terra IO DOVEVO BACIARE PADDY >\\\\\\\\\\\\\\\\\!?”.
Scesero minuti di silenzio che ad entrambi parvero
un’eternità; Paddy continuava a giocherellare con l’orlo della gonna:
- O\\\\O C-C…C-Ch… - aveva momentaneamente perso
l’uso della parola
- A… Andiamo?
- V… V-va b… b… °\\\\° - Tart si sentiva la lingua
come fosse di cartongesso.
Il pomeriggio fu decisamente estenuante, anche se
quasi comico, visto con occhi esterni: entrambi stavano nel più completo
silenzio (E VORREI VEDERE >\\\\\\
Quando finalmente arrivò la sera, nel mondo reale
era trascorsa poco meno di un’ora.
Come molte delle sere che avevano trascorso lì, i
due si prepararono per dormire all’addiaccio, accendendosi il fuoco. Ma quella
sera non si sentirono né le lamentele del ragazzino per doversi accampare come
gli umani, né le frasi senza senso di Paddy, ma solo un fastidioso silenzio.
Fu la ragazza la prima a tentare di parlare:
- Ehi…
- … … …
- Ti sei tagliato la lingua o semplicemente non
vuoi parlarmi per i prossimi vent’anni?
- … … Uhm…
- Insomma, dai!
- Dai un tubo! – sbraitò lui, accigliato; poi vide
che lei aveva preso un’espressione rattristata – Scusa…
- Niente… Quando si è arrabbiati capita di alzare
un po’ la voce ^-^.
- Non per quello >\\\\\\\\<, insomma, te
lo giuro, non l’ ho fatto appo…
- Fa lo stesso ^-^!
- …sta. – concluse la frase d’un colpo, bloccato
dalla sua risposta - FA LO STESSO O.o?!
Paddy sorrise, tranquilla. Tart la fissò,
stranito, voltandosi poi ancor più rosso di prima:
- Te sei tutta scema… -\\\\-
Passarono le ore, ed ormai era arrivato il momento
di dormire.
Ma Tart, sdraiato con le mani dietro la nuca, era
sveglissimo e agitato.
- Fa lo stesso ^-^!
“Ma come fa a dire *Fa lo stesso*?! E dire che ho
cercato di essere gentile, mentre è stata l’esperienza più traumatica della mia
vita! (Esagerato… ndRia). Accidenti, ho sempre pensato che le mancasse qualche
rotella, ma a ‘sti livelli no!!”.
Un leggero movimento accanto a lui lo fermò dallo
strapparsi i capelli a suon di passarci le mani in mezzo: sembrava che Paddy,
che dormiva già da un po’, nel sonno si fosse mossa di lato, finendogli più
vicino, pancia all’aria.
Vedendosela a quella distanza ravvicinata, Tart
sobbalzò, cercando poi di tranquillizzarsi: “Si può sapere che hai, idiota?! –
si disse – Sta dormendo, è solo la solita stupida scimmietta! Anche oggi, in
fondo forse ha ragione, è stato un incidente! Datti una calmata!”.
Scrutò la ragazzina di sottecchi, sembrava così
tranquilla quando ronfava in quel modo! Invece, lui lo sapeva bene, era una
peste, un demonietto scatenato, per di più, ogni giorno ne era sempre più
convinto, con qualche rotella fuori posto!
Come quella volta che si erano trovati sotto al
Tokyo Dome, che stava per crollare: lei continuava a sorridere allegra, benché
lo stadio stesse praticamente per caderle in testa.
A Tart scappò un sogghigno, era lì che, anche se
non l’avrebbe mai ammesso, erano diventati amici…
- Avanti, ammetti una buona volta che hai paura!
- … E se invece non avessi paura?
- Non ci credo!
- Io non sono sola, non ho motivo di essere spaventata.
Qui accanto ho un amico e questo mi dà coraggio.
- Un amico, dici?!
- Sì! Tu e io ormai siamo diventati grandi amici,
non sei d’accordo?
- No che non sono d’accordo! Tra noi non c’è
nessuna amicizia, sono stato chiaro?! UH?!
- He, he ^-^!
Già… anche quella volta, sorrideva. Era sempre
allegra, con quel sorriso forse un po’ ottuso in faccia. Doveva ammette che a
volte l’aveva irritato non poco. Però, anche così, ci si era affezionato, tanto
da salvarle la pelle, nonostante fossero avversari.
“Ora che ci penso… Quella strana sensazione che ho
da giorni… - con uno scatto sollevò la testa – Lo provata anche allo stadio?!
No, non è possibile!”.
Un leggero mugolio della ragazzina lo fece
sussultare di nuovo; la fissò, doveva fare un bel sogno, aveva un’espressione
davvero beata:: “Certo… Che è carina davvero…”.
- Ti ringrazio davvero, sai ^^?
- Eh?
- E’ stato molto carino da parte tua venirmi a
liberare! Ecco, aspetta solo un secondo… Tieni ^-^!
- Che cos’è?
- Una caramella per ringraziarti ^^!
- E’ per me?
- Sì ^-^.
- Ti manca, vero?
- Chi?
- Come chi? Su pensaci: capelli biondi, muso da
scimmia, insomma la tua fidan…
- Non ci provare, non è vero >\\\\
- Ma non sai neanche cosa volevo dire.
- Invece sì, e NON E’ come pensi!
Il lieve frusciare dell’ala di qualche uccello
notturno gli fece riaprire gli occhi, rimasti chiusi per tutto il corso dei
suoi pensieri.
Non l’avesse mai fatto!
Gli venne un colpo, quando si vide quasi
completamente chino su Paddy, a meno di due millimetri dalle sue labbra.
Scattò all’indietro, tenendosi una mano sulla
bocca per trattenere un urlo, e strisciò più lontano che potè, praticamente
bordeaux in viso e col cuore che gli batteva come un tamburo: “MA
CHE CACCHIO STAVO FACENDO?!?”.
Due minuti dopo era con la testa infilata in una pozza
d’acqua gelida lì vicino, tirando ritmicamente su il viso col respiro
affannato:
- Che accidenti mi è preso?! Queste cose le può
fare Quiche, non io!!
Si passò una mano sulla fronte cercando di
riflettere, ma l’unico pensiero che rispondeva alle sue domande gli sembrava
talmente assurdo che lo scartò a priori senza neanche rifletterci.
- Che cosa stai facendo? – la vocetta impiastrata
di sonno di Paddy, alle sue spalle, lo fece sobbalzare non poco, tanto che finì
con un sonoro tonfo nell’acqua.
- AH! O__o?!
Il ragazzo riemerse praticamente subito,
tossicchiando:
- E che…! Paddy! Si può sapere perché mi devi
spuntare sempre alle spalle così?!
Lei non rispose, ma tentò, con scarsi risultati,
di trattenere una risata; lui la guardò irritato e confuso:
- E ora che hai?!
- Pffff… G-guardati in testa… Hu, hu… - Tart alzò
lo sguardo, scorgendo una pianta acquatica spiaccicata sulla sua testa, a ‘mo
di cappello.
- Ti fa tanto ridere >\\\!
- Pfff… HA, HA, HA!
- Sembra di sì… (gocciolone).
- Si può sapere come hai fatto a cadere in quel
modo? – gli chiese poi la biondina, mentre lui si stava asciugando alla bene e
meglio di fronte al fuoco – Ti faccio tanta paura?
- Solitamente, le persone normali non compaiono in
quel modo alle tue spalle, sai com’è!
- Ti sei arrabbiato ^-^? – Tart non rispose; Paddy
sorrise:
- Dai, asciugati adesso, ok? – afferrò il pezzo di
stoffa che erano riusciti a recuperare da un villaggio e che si portavano come
coperta (usata a turno) e cominciò a strofinarlo con energia sui capelli
completamente sciolti del ragazzo.
- Però, ce li hai lunghi per essere un maschio!
Coi codini non si nota.
- E questo che vuol dire (gocciolina)?
- Niente. Era così per dire… - poi ridacchiò
- E adesso che hai?
- Niente… Pensavo che se te li fai crescere ancora
un po’, poi sembreresti una ragazza.
- Che discorso disgustoso! – ribattè Tart,
decisamente schifato
- Già XP!
- Guarda che l’ hai cominciato tu (gocciolone più
grosso). Ti rendi conto di dire cose senza né capo né cosa?!
- Perché? – chiese lei innocente; Tart sospirò:
- Inutile, scimmia sei e scimmia resti…
Lei, per risposta, li tirò la stoffa sulla testa
come un cappuccio, dandoci poi un pugno secco.
- AHI! Ehi, che cavolo ti prende?!
- Non devi prendermi in giro, hai capito?! Scemo!
- CHE?! Senti, tu… - ma non continuò, tirando un
altro sospiro – Ma che parlo a fare? Tanto, non cambierai mai…
- Quindi? – Paddy stavolta lo scrutò quasi
preoccupata
- Quindi niente. Dormi, dai.
Tart si sdraiò, ora a debita distanza, e Paddy
fece altrettanto. Parlò di nuovo, alcuni minuti dopo:
- Tart?
- Che c’è, ora?
- Senti… Ma tu vorresti che cambiassi? – il
ragazzo si tirò su, voltandosi dalla sua parte:
- Che discorso è questo, adesso?
- Rispondimi. – Paddy aveva un tono stranamente
serio. Tart si sentì decisamente a disagio.
- … … No. – rispose, sincero.
- Perché?
- E che ne so? So solo che tu vai bene così. Ora
piantala, e vedi di non rompermi più le scatole che sto morendo di sonno!
Così si tirò di nuovo giù, senza aggiungere altro.
Paddy lo fissò un po’, poi, sorridendo, si mise anche lei a dormire.
*____________
- Uffaaaa… - mugugnò Keris, stufa – Ma quanto
tempo manca?
- Ancora mezz’ora, se i nostri calcoli sono
giusti.
La ragazza sbuffò, scrutando di sfuggita tutti i
presenti. Indugiò solo un istante su Ryan, che stava parlando con Lory:
- Si può sapere perché ti hanno conciata a quel
modo? – le chiese divertito
- Beh, è una storia abbastanza complicata…
(gocciolina).
- Vorrà dire che poi me la racconti con calma, va
bene?
I due sorrisero, Lory un po’ (un bel po’) rossa in
viso, lui con uno sguardo gentile che Keris non gli aveva mai visto. E sentì
una morsa alla gola. Scostò il viso, a disagio, scorgendo in un angolino Pie;
anche lui sembrava arrabbiato: “Che sia…”.
La ricetrasmittente di Strawberry prese a suonare
all’impazzata, mentre la voce di Kyle riecheggiò per lo stadio silenzioso:
- Ragazzi! Mi sentite?
- Che succede, Kyle?
- Guai grossi! Quel maledetto programma aveva
un virus!
- Un virus?!
- Esatto. Predisposto ad esplodere a mezz’ora
dalla disattivazione del programma stesso, in questo caso, temo, l’annullamento
dell’incantesimo!
- E quindi?! – chiese Quiche
- Quindi sperate che i ragazzi siano abbastanza
in forze, perché stanno per finire davvero nei guai!
*_____________
Il nuovo giorno era ormai sorto da un pezzo nel
mondo virtuale e alla fine dell’incantesimo mancava solo un quarto d’ora.
Ma, purtroppo per Tart e Paddy, i guai non erano
ancora finiti.
Avevano camminato tranquilli dall’alba,
chiacchierando di tanto in tanto, anche se Tart era ancora rigido come uno
stoccafisso (Sbaglio o in ‘sto cap sto facendo la figura dell’imbecille? NdTart
- ^____^ ndRia); alla fine, erano arrivati su un ampio prato, che da un lato si
affacciava su uno strapiombo.
- Brrr… Immagina cadere lì…
- Ma perché dovrei immaginare una sfiga del
genere?! Forza, teniamoci a distanza e andiamo…
STUMP! Un cupo colpo rimbombò nell’aria.
- Cos’è stato?
STUMP! Un secondo colpo, più vicino.
- Non lo so, ma non mi piace.
Un’ombra si allungò sui due: un enorme mostro,
simile ad un gigantesco dragone, li squadrava minaccioso.
- Orca…!
- Stavolta Phiras ha fatto le cose in grande, eh
(gocciolone)?
- Non mi sembra il caso di lodarlo… (gocciolone
mega-galattico).
Il mostro, dopo qualche istante d’osservazione,
partì a menare zampate contro i due, che, nonostante la stazza, erano
rapidissime.
- ATTENTA!
Il colpo andò a vuoto, lasciando sul prato solo il
profondo solco degli artigli del mostro.
- Ma che razza di antipatico che sei,
mostriciattolo! (MOSTRICIATTOLO?! O.o?! ndTutti) – esclamò Paddy – Beccati
questo! PUDDING RING
INFERNO!
- ATTACCO CLICK-CLACK!
Il dragone, come niente, evitò il colpo di Tart,
ma rimase imprigionato dal Pudding Ring Inferno di Paddy.
- EVVAI! L’abbiamo battuto ^^! – divertita, la
ragazza si avvicinò all’ormai mostro-budino, con fare baldanzoso – Non eri poi
così forte, vero ^-^?
- Paddy, vieni via, è pericoloso lì!
- Ma che dici? Se fosse stato in grado di
liberarsi, doveva averlo già fatto ^^. Tranquillo, ormai è completamente blocc…
Fu un attimo: il Pudding Ring Inferno si
disintegrò completamente, mentre il dragone, ruggendo, tirò una zampata
micidiale alla ragazza, troppo vicina e sbalordita per schivarla.
- UAAAAAGH! - Il colpo la spedì dritta verso il
precipizio e lei si ritrovò appesa sullo strapiombo.
- PADDY!
- TART! Aiutami, ti prego!
Il mostro, che sembrava aver intuito che sarebbe
stato molto più semplice papparsi la ragazza, ora inerme, si diresse a passi
pesanti verso di lei, che tentava disperatamente di tirarsi su.
- Ehi, tu! – urlò Tart correndo verso il gigante –
Non ti avvicinare o finisci male! – con uno scatto, lanciò la sua arma contro
il mostro, colpendo esattamente alla base del collo; quello doveva essere un
punto molto sensibile, perché il dragone barcollò, gemendo con un verso
assordante, per poi cadere e rovinare giù nel burrone, a qualche metro da
Paddy.
Muovendo negli ultimi spasmi la coda, però, colpì
il ragazzo, scagliandolo lontano.
- Tart! Ngh… - Paddy si portò a fatica col busto
sul prato – Tutto a posto?
- Insomma… - mormorò lui, tenendosi la pancia.
Ma i guai non erano finiti: il punto dove Paddy si
era aggrappata cominciò a cedere e lei, lanciando uno strillo, si ritrovò
appesa per una mano.
- PADDY!
Tart spiccò una corsa, tenendosi ancora un braccio
sullo stomaco, più velocemente che potè, ma Paddy perse l’appiglio, cadendo
giù.
- NO! – “NO, NO! Andiamo, stramaledetto corpo,
vola, dannazione!”. Tentò di concentrarsi, sperando con tutto il cuore di
riuscire ad alzarsi da terra; e ci riuscì:
- SI’! – terminato l’influsso diretto di Phiras,
anche l’ostacolo al volo era sparito.
Accelerò il volo, ma quei tre secondi che impiegò
per raggiungere il burrone gli parvero infiniti: se non fosse riuscito a
salvarla, non se lo sarebbe mai perdonato!
BOING!
- Ciao ^^!
A meno di due centimetri dallo scendere in
picchiata nello strapiombo, Tart fu bloccato da una Paddy che, tranquillissima,
spiccava una capriola per aria e atterrava in piedi.
STONF!
L’alieno cadde a terra dallo stupore.
- E TU COME CAVOLO… O.O?!
- Ciao ^^! – ripetè lei
- MA CHE CIAO!! Come diavolo hai fatto a tornare
su?!
La ragazza indicò tutta soddisfatta il burrone e
Tart si sporse, sempre per terra: sopra un rilievo della roccia, spuntava il
Pudding Ring Inferno.
- Quando sono caduta ho visto quella sporgenza –
disse – e l’ ho colpita col mio attacco. Poi l’ ho usato come un trampolino, ed
eccomi qua ^^!
Tart la fissava con sguardo allucinato. Lei gli si
inginocchiò davanti:
- Un’altra geniale idea di Paddy ^-^!
- Non – posso – credere… - sillabò lui, attonito –
Che tu… che tu l’abbia fatto sul serio…
- Eh?
- Sei, in assoluto!… La persona più scema e pazza
che abbia mai conosciuto…
Senza riflettere minimamente, il ragazzo
l’abbracciò per le spalle:
- Razza di cretina, mi hai fatto venire un
infarto!
Paddy non disse niente, stupita ed imbarazzata, ma
non si allontanò, lasciando che Tart la stringesse.
Lui, del resto, in quel momento se ne stava
fregando di tutto, sarebbe potuto anche apparire Quiche a rompergli le scatole,
che non si sarebbe staccato: era troppo felice di sapere che lei stava bene.
Aveva creduto di morire, quando l’aveva vista cader giù, gli era crollato il
mondo addosso. Perché aveva sentito che rischiava di perderla, di perdere la
persona a cui voleva più bene. Sì, ora l’aveva capito, che non era un pensiero
completamente sfasato, quello che aveva avuto: lui, a quella piccola, simpatica,
schizzata, dolcissima e carinissima ragazzina, voleva un bene dell’anima…
Dopo un po’, l’allontanò appena, quanto bastava
per guardarla in faccia:
- Se mi fai un altro scherzetto del genere finisci
nei guai, sono stato chiaro?
- Uuuh, che paura ^__^ - ridacchiò lei
- Ah, sì? – per ripicca, Tart le afferrò entrambe
le guance tra due dita, tirandogliele simultaneamente; prese anche a
canticchiare – Dan-na-ta scim-miet-ta…
- Molhami shubito >___<**!! - biascicò lei,
arrabbiata, allontanando le mani del ragazzo con due schiaffetti – Odio che mi
si facciano i ganasciotti sulle guance.
- Buono a sapersi, lo farò più spesso ^^!
- Non provarci, sai >___<***!
All’improvviso, avvertirono entrambi una strana
sensazione di calore e si scrutarono istintivamente a vicenda: emanavano un
leggero bagliore e stavano tornando piccoli.
- Ehi, che succede?!
- E che ne so, io?!
*________________
Le due ore erano passate.
Uno strano luccichio cominciò a provenire dagli
strumenti di Phiras e tutti balzarono su, sorpresi:
- Ci siamo! – esclamò Selena, rientrando in quel
momento
- Guardate là! – a mezz’aria, proprio sopra di
loro, si stava formando un vortice simile a quello da cui erano usciti Pie e
Lory, ma questo era affiancato da strani simboli, che brillavano sospesi nel
vuoto:
- E che roba è O.o?! – chiese Strawberry con gli
occhi a palla
- Non ne ho la minima idea… (gocciolone). – disse
Ryan – Ma ormai non mi stupisco più di niente.
Proprio in quell’istante, il vortice si spalancò
di botto, lasciando cadere (letteralmente) come due sacchi di patate Tart e
Paddy, nel loro aspetto originale.
- SONO LORO! – esclamò Keris
- Paddy!
- Lory-chan! Ragazze!!!
– la ragazzina corse dalle amiche, tutta sorridente, mentre quelle cominciavano
a tempestarla di domande, a cui lei rispondeva un po’ sì e un po’ no,
divagando.
- Ehi, Tart – disse Quiche, comparendo accanto al
ragazzino, che fluttuava per aria – a quanto pare sei stato in buona compagnia,
in questi giorni, vero ^^?
- Finiscila, cretino >\\\\
- Penso proprio di aver ragione…
- I casi sono due: o taci o ti uccido
>\\\
Selena si appoggiò ad uno dei sedili dello stadio,
sospirando: “Uff, è andato tutto bene…”.
- Si è risolto tutto alla fine, vero? – le
sussurrò Quiche all’orecchio
- Quiche! la pianti di spuntarmi vicino così
all’improvviso >\\\!
- Ma è il bello del teletrasporto, altrimenti non
mi diverto ^^! – lei lo guardò storto, sbuffando:
- Mi sbagliavo proprio su di te, sei un’impulsiva
testa calda!
- Già, proprio così ^-^! – disse soddisfatto. Poi
le si avvicinò con fare provocante e Selena sobbalzò, arrossendo – Credo che
qui vorranno festeggiare il ritorno degli altri, sembra proprio che
parteciperemo ad una festa umana!
- Ma davvero? – chiese con sufficienza
- Così potrò finire il discorso dell’altra sera,
bambolina… - le sussurrò malizioso – A modo mio…
Lei non ribattè. Alzandosi stizzita si diresse
dagli altri, mentre Quiche la osservava divertito:
- Sei battagliera, bambolina. Mi piaci un sacco…
- Quiche, fammi un favore: chiudi il becco
>\\\\
Lui ridacchiò, vedendo la sua faccia arrabbiata e
imbarazzata assieme: “Un po’ mi sfuggi e un po’ vieni da me… Mi stai
stuzzicando a giocare sul serio, bambolina, lo sai?”.
SHIALVE!! Allora, scusate il ritardo
(nn odiatemi) ma sn in crisi da troppe interrogazioni (ieri 3), troppi compiti
in classe (la sett prx 4!! BUHAHHAAAA T___T!!!) e troppo poco tempo. Me
disperata!
Ma siccome lunedì faccio 17 anni
(Tanti auguri a me ^^!!) ho deciso di essere buona e pubblicare un bel chappyno
very special (avviso: è il I° di una sequenza che si svolge, in sostanza, in 2
giorni, ma muy special… Hu, hu ^___^ <- sorriso furbetto).
QUANTI COOOOMMY!! Un super regalo di
comple, GAZIE 1000 XDDDD!!! E sembrate tutte stra-entusiaste che continui, me
felicizzimaaaa e commossa ç\\\\\ç!!!
Allora, ringraziamo:
X piccola-chloe: Ok, lo so ke mi odi
xkè io nn uccido Retasu… Ma abbi pietà, in fondo compenso cn le altre couplet,
no ^^”? dai ke mi perdoni, lo so che mi vuoi bene anche tu… *___* (<-
sguardo da cucciola – Ruffiana! NdPai – Zitto, o la fic diventa di botto una
Yaoi! NdRia – NO! TUTTO MA QUELLO NO! NdPai – Allora zitto! “Scherzo, nn potrei
mai fare una roba del genere”!). x quegli altri 2… Beh, qsti chappy sn un po’
particolari (L’ hai già detto. NdQuiche – Taci tu, o ti elimino dalla fic!
NdRia), ma usciranno, trenci! Poi tornerà il loro moment… ^^.
X Sandy: Eccoti servita, contenta
^^? (Come una Pasqua, povera… ndPai – Tu stai rischiando grosso… NdRia). Cmq,
sì l’ ho letto, ma nn credo che si bacino proprio, sembra, ma nn
succede. Al max, se mai io l’ ho interpretato così e chiedo perdono XP!
X
Kaho-chan: Look, tessssora ^___^! (Mamma, nn
la finiranno mai... -____-“ ndTutti).
X purin chan (ma anke x tutte le
fans – vd sopra – di TartXPaddy): Mi sn venuti bene, vero ^^? Gli adoro qsti 2
XDDDD!!!
X Bea_chan: dalla faccia che hai
fatto, forse ci speri, vero ^^”? mi disp, nn arrivo lì, ma… (Ma che?! Nn farle
venire idee strane >\\\\
Ok, ho finito le chiacchiere! (Sia
lode…! NdTutti). Se volete il prox chap (e lo vorrete, una volta arrivati in
fondo… ^^) TANTI COMMY, OK? BACIOOOONII!!
Cap. 25 –
Dichiarazioni, guai e macchinazioni (atto I)
Quando il gruppo tornò al Caffè, ormai era pomeriggio
inoltrato.
Kyle, allegro come sempre, vedendogli tornare si
mise di buona leva a tirare fuori praticamente tutti i dolci che aveva nel
locale, con somma gioia di Keris, Tart e Paddy.
Posò fuori dal Caffè il cartello con scritto
“chiuso” e tutti cominciarono a rilassarsi.
Ovviamente, principale argomento di conversazione
furono le (dis)avventure dei ragazzi nel mondo creato da Phiras.
- E poi, GNAM, - disse Paddy a bocca piena – c’è
stata una frana incredibile, credevo di lasciarci la pelle!
- Ma dai, davvero?!
- Ragazzi, ho qui qualcosa per voi! – disse
allegro Kyle
- Kyle, ma quello…
- Sta tranquillo, Ryan, è solo spumante ^^!
- UAO, lo fai bere anche a me *__*? – chiese Paddy
speranzosa
- Solo per questa volta ^^.
- Uao, cos’è? Fammelo assaggiare!
Kyle versò a Keris una generosa porzione di
bevanda, che la ragazza si scolò tutta di un fiato.
- Ki-chan, vacci piano… - disse Selena preoccupata
– Tu non reggi l’alcool.
- Tsz, - mugugnò Quiche – che bamboccia…
- Non sono una bamboccia, alieno rompiballe!
Scommetto che tu lo reggi meno di me XP!
- Vogliamo provare? – rispose, con fare
battagliero
- Una sfida?
- NON AZZARDATEVI! – sbraitò Selena furiosa – IL
PRIMO CHE RIPROPONE UNA SFIDA ALL’ULTIMO BICCHIERE LO APPENDO AL SOFFITO, SONO
STATA CHIARA?!?
- Cavoli, si è arrabbiata… (gocciolone) – mormorò
l’alieno
- Credo sia per me. Il problema è che quando mi
ubriaco non sono cosciente delle mie azioni... – sussurrò Keris colpevole
- Ma perché, quante altre volte ti sei ubriacata,
mocciosa?
- Beh (super gocciolone)… Ehi, non sono fatti
tuoi! E non parlarmi come fossi un’alcolizzata >___<*!!
- Chissà cosa hai fatto passare a quella
poveretta. – sospirò; Keris era furibonda:
- TI UCCIDO, ALIENO MALEDETTO >_____<***!!!
- STA ZITTA! SEI UN’ALIENA PURE TU >___<**!!
- Non vi metterete mica a litigare adesso, vero?!
– chiese Strawberry allibita, ma sembrava che quei due ne avessero proprio
l’intenzione.
- Lasciali perdere… (gocciolone) – Ryan fissò i
due con un sospiro: “Sono incredibili…”.
- Ma perché non la pianti di starnazzare, befana?
- COME MI HAI CHIAMATAAA
>_____<******!!???!?!?!!!
La ragazza prese ad inseguire Quiche per tutta la
stanza, e Ryan si bloccò: per un istante, quel suo modo di perdere le staffe
gli aveva ricordato Strawberry…
- Sel-chan, perché non ci canti qualcosa? – chiese
ad un certo punto Paddy
- Eh?
- Dai, lo sappiamo che hai una bellissima voce, ti
abbiamo sentita l’altro giorno ^^!
- Ah, sì? – la ragazza squadrò Keris: “Perché non
me l’ hai detto?!”.
- Anche se non ho capito una parola – continuò la
mewscimmia – avevi una voce stupenda!
- Ha ragione, non è una brutta idea!
- P-però ragazzi… So solo quella canzone, è una
ninnananna…
- Aspetta, c’è la storiella della “Dama di
ghiaccio”! – esclamò Keris
- Quella? Ma è una filastrocca per bimbi…
- E che c’importa? – disse Strawberry – Tanto la
tua lingua non la capiamo…
la ragazza sembrò rifletterci su, poi sorrise:
- Ok, per me va bene ^^!
Quella era una storiella che le piaceva molto. In
fondo, era anche il suo desiderio…
There was a lady
A young lady
Young kind lady
With an ice hearth
Ice hearth
She was our queen
Come, knight, come
Save our queen
Melts her heart,
Knight,
Melt hem, knight of
sun!
Opposite
character,
Opposite elements,
Opposite lives,
One heart’ll burn!
And one day,
One day,
A knight came
And he saved the
queen,
Saved the queen,
Our young kind
queen!
La filastrocca fu seguita dagli applausi di tutti,
tranne di Pie e Quiche.
- Quiche… Lei è…
- Sì.
- Da quanto lo sai?
- Ieri. Almeno, qui era ieri.
- Uhm…
- Andiamo, non avrai gli stupidi pregiudizi della
nostra gente?! Dopo tutto quello che abbiamo passato qui!
- Non mi sembra di aver detto questo. – per chi
non lo conosceva, quella risposta poteva sembrare come tutte le altre. Ma per
Quiche, Pie era d’accordo con lui, seriamente.
- Così si fa! Imparare dalle esperienze ^^!
- Ma senti chi parla… (gocciolone).
I ragazzi continuarono a festeggiare fino a sera
e, alla fine, tutti avevano assaggiato almeno un bicchierino di spumante; i
ragazzini erano mezzi addormentati, mentre Keris ormai era completamente fuori:
- She mi dischi un’altra volta una cosha del
genere… HIC… Iuro che mi arrabbio!!!
- Ki-chan, te l’avevo detto, hai esagerato…
- N-no, tranqui Sel ^-^! – esclamò lei, dandosi
quasi un ceffone per restare sveglia – Sono a postissimo.
- Non direi… - disse l’altra sospettosa
- Massì, trenci ^-^!!
L’amica alzò le spalle, andandosene senza
aggiungere altro.
“Scema che sei, Keris! – si disse la ragazza – Non
puoi certo farti stendere da un bicchiere (UNO?! NdTart – Facciamo dieci ndQuiche
– Esagerati XP ndKeris) di spumante, c’è una cosa che devi fare!”.
Si dice che alcune ragazze siano creature capaci
di progettare ogni tipo di piani e trame sentimentali alle spalle degli altri,
ma soprattutto che abbiano una rete d’informazioni maggiore di quella
dell’Interpool. Keris era tra queste. Per di più, con l’alcool in circolo, si
sentiva in grado di sconvolgere il mondo e forse, in scala minore, avrebbe
davvero sconvolto qualcosa, quella sera.
Scorgendo Lory che, finalmente, si trovava da
sola, si diresse verso di lei a passo svelto e con decisione: era il momento di
porle le sue domande.
- Ciao, Lory-chan.
- Keris. Cosa succede?
- Mah, niente, ti ho vista sola soletta… - alzò
con indifferenza lo sguardo, controllando che tutti, specialmente Quiche,
fossero a debita distanza, tranne Pie, che fortunatamente scorse lì vicino, a
portata d’orecchio. E, sarà stata una sua impressione, ma le sembrava molto
attento ai discorsi della ragazza al suo fianco.
- Senti, Lo, volevo chiederti una cosa…
- Uhm?
- Ma tu e Ryan state assieme?
Lo spumante che Lory stava bevendo finì tutto a
circa mezzo metro di distanza, mentre la ragazza partiva a tossire a più non
posso, rossissima in volto.
- Ah… (gocciolina) – Keris l’aiutò a non
strozzarsi, voltandosi un poco: si sbagliava o anche lì accanto Pie rischiava
di soffocarsi con quello che stava bevendo?
- MA COSA DICI >\\\\!? – esclamò Lory – Ma
come ti è venuta in mente quest’idea?!
- Beh, sai… Mi sembrate così…
- Siamo amici, va bene?! Lui mi ha sempre aiutata
molto, ma basta! Come hai fatto a pensare…
- Ma lui ti piace, no? – chiese l’altra, con tono
più d’accusa che scherzoso. Lory non rispose, chinando la testa rossa come un
pomodoro:
- N-n… No… - la ragazza non aggiunse altro,
stringendo più convulsamente il bicchiere. Pie, invece, si mosse dal muro a cui
era appoggiato con calma, gli occhi più glaciali del solito:
- Io esco.
- E dove vai, scusa? – gli chiese Quiche
- Sull’astronave. Ci vediamo. – e così sparì
- Uhm? Ma che gli è preso? – chiese Mina che era
lì vicino
- Boh… Sembrava arrabbiato…
- Chissà perché Pie è andato via così
all’improvviso… - si domandò a voce alta Lory, con tono un po’ ansioso. Keris
scrutò l’espressione della ragazza:
- Che hai? Sei preoccupata?
- No! No… ^\\\\^ - sorrise lei, poco convincente –
E’ che oggi credo si sia fatto male, volevo essere sicura del contrario…
- Uhm… - Keris parve riflettere; poi s’illuminò:
- Allora è lui che ti piace!
- INSOMMA >\\\
- Ma certo ^^! – rispose l’altra; Lory vide che
all’improvviso sorrideva.
- Sei strana… Non sarebbe meglio che smettessi col
bere?
- Ma dai, stasera è festa ^-^! – la ragazza la
fissò, con un sorriso un po’ forzato.
- Comunque… - continuò poi – Anche se Ryan mi
piacesse, non avrei possibilità. – Keris notò che si era rattristata appena:
- E perché?
- Perché lui vuole già bene a qualcuno, anche se
non è ricambiato e avrebbe dovuto gettare la spugna da un pezzo. E quel
qualcuno non sono io.
Keris le si avvicinò, sentendosi un po’ in colpa:
forse aveva toccato un nervo scoperto…
- Chi è quella persona?
- Eh?
- Su, mi dici chi è? – nonostante il senso di
colpa, però, sentiva che non doveva demordere: aveva una strana sensazione
addosso e credeva anche che, in fondo, per Lory non sarebbe stato troppo
doloroso continuare.
- Beh, ecco… - la ragazza con gli occhiali sollevò
appena la testa, fissando la rossa del gruppo;Keris sussultò:
- STRAWBERRY?! –
Lory annuì.
A Keris non sembrava vero, Ryan amava Strawberry?
Ma bene! Perché capitavano tutte a lei?!
Con rabbia si alzò, prese un altro bicchiere di
spumante e lo mandò giù, tutto in un colpo.
- Uff, sono davvero a pezzi! – esclamò Strawberry
con un sorriso, sedendosi accanto a Selena – Ma questa festa ci voleva, abbiamo
passato dei momenti davvero d’ansia!
- Già ^^.
- Meno male che Mark si è preso l’onere di badare
ai fratellini di Paddy… Anche con una scusa, non potevamo certo abbandonargli
al loro destino!
- Mark? Chi è?
- He, he… ^\\\^ - la rossa gongolò un poco – Il
mio ragazzo.
- Davvero? Beata te che ce l’ hai ^-^! (cn uno
così… ndRia – Meglio nn averlo! NdFratellino – Toh, è arrivata pure la scimmia!
NdTutti – SPARITE!)
- Uhhhm
X\\\3 – annuì felice - Sa tutto delle Mewmew, un tempo combatteva anche al
nostro fianco, sai?
- Sul serio?!
- Sì… Ma lasciamo perdere, è una storia troppo
lunga ^^”!
- Combattevate… Contro Quiche e gli altri, giusto?
- Tu come lo sai? – chiese sorpresa la mewgatto
- Me l’ ha detto Tanir quando ci siamo scontrati;
sembra che Shorai si sia informato su di loro…
- Davvero? – ora il tono di Strawberry era
preoccupato: quell’interessamento non gli piaceva per nulla…
- Tu e Quiche siete molto amici? – chiese, senza
alcuna malizia, l’argentata
- Beh, ora, ad essere sincera, gli sono affezionata…
- disse un po’ titubante – Ma in passato… Uff, quanta fatica! Mi ha fatto una
corte spietata ^^!
- Sul serio? – Strawberry non se n’era accorta, ma
Selena si era leggermente incupita; in fondo lo sapeva già, ma voleva
sentirselo dire dalla diretta interessata.
- Altroché! – era un’impressione dell’amica o la
rossa era abbastanza orgogliosa del suo successo? – Pensa, la prima volta che
l’ ho incontrato mi ha baciata, spuntando dal nulla.
- Cosa? – Selena avvertì una fitta al cuore:
l’aveva baciata cogliendola alla sprovvista? Proprio… come aveva fatto a lei…
- Già, purtroppo… ero rimasta di stucco, sai? Poi
lui non è il tipo che dice le cose con eleganza; subito dopo il bacio, ha avuto
anche il coraggio di dirmi che sapevo di buono, o roba del genere…
Il cuore di Selena perse un altro battito.
- Hai davvero un buon sapore, sai?
- Ho perso il conto delle volte che ha cercato di
portarmi dalla sua parte; non che lo facesse per gioco, credo, ma anche se non
fossimo stati avversari non era davvero il mio tipo, è troppo impulsivo!
La cosa più buffa era come mi chiamava; a pensarci
ora mi viene quasi da ridere, ma allora quei suoi “micetta”, “piccola” e
“bambolina” mi mandavano in bestia!
Stavolta, il cuore della ragazza di battiti ne
perse tre.
- Così potrò finire il discorso dell’altra sera,
bambolina…
- Ai tuoi ordini, piccola! Ci vediamo dopo ^-^!!
- Tutto a posto, piccola?
- Certo, ne dubitavi?
- Ovvio che no, bambolina ^-^!
- Sei battagliera, bambolina. Mi piaci un sacco…
- Selena, che hai? Sembra che tu abbia visto un
fantasma. – disse Strawberry, vedendo la sua faccia
- No, no, niente… Sono solo stanca…
- L’ ho notato da oggi… Come mai?
- La mia forma originale, mi fa sprecare un
mucchio d’energie.
- Capito ^^. – la rossa diede un altro morso al dolce
che aveva davanti, ma Selena non si mosse: aveva lo stomaco serrato, oltre ad
una gradevolissima sensazione in bocca, come qualcosa d’amaro.
- Senti, io vado a casa, va bene?
- Sì, forse è meglio se vai, se sei così stanca.
Ti ho dato il doppione delle chiavi ieri, giusto?
- Sì, tranquilla. Ci vediamo, ragazzi!
Gli altri la salutarono, vedendola uscire, ma non
le chiesero nulla.
- Che dici, Tart… - biascicò Paddy, la voce
assonnata – Andiamo pure noi? Aoyama-san sarà stufo di tenere a bada i miei
fratelli…
Il ragazzino annuì, la testa nel pallone:
evidentemente non reggeva l’alcool neanche lui… Kyle, mosso a compassione (o
forse più preoccupato che le due pesti si andassero a cacciare nei guai) gli
accompagnò a casa.
- Tra poco ci converrà avviarci pure noi… - disse
Mina – Domani alzarsi sarà una faticaccia.
- Già… YAHM…
- Ehi, a proposito, dov’è Keris?
- L’ ho vista fino a poco fa. – disse Pam –
Probabilmente se n’è andata con Selena.
- Uhm…
- E’ sparito anche Quiche! – esclamò Strawberry –
Accidenti a lui, dove si sarà cacciato?!
- Non si perde… - disse Ryan con sufficienza – E
credo sia abbastanza grande da poter vivere senza la balia. Sarà andato a casa
anche lui.
Ma si sbagliavano. Né Quiche né Selena erano a
casa.
L’alieno, per la precisione, si era
teletrasportato quando la ragazza era uscita, seguendola, finchè lei non si era
fermata ai piedi della quercia dietro il Caffè. Aveva un’espressione molto
malinconica.
E lo era. Selena si sentiva davvero malissimo,
come avesse una pietra sullo stomaco e un nodo alla gola. Un pensiero la
tormentava da prima, ma non voleva dargli respiro, era davvero una cosa troppo
squallida…
- Qualcosa non va? – le chiese l’alieno,
comparendole alle spalle; lei però non fece una piega:
- No. Lasciami sola, per favore.
- Ehi, cos’ hai? Sei strana… - Quiche atterrò,
portandosi vicino a lei – Sei arrabbiata?
- No… - era una bugia; era furiosa, ma non sapeva
con chi di preciso…
- Dai, non fare quella faccia triste… - le
sussurrò, girandole il viso verso di lui – Sei molto più carina quando sorridi
^^!
- Piantala, per favore! – disse, stizzita; lui ci
rimase quasi male:
- Si può sapere che ti prende?!
- NIENTE! Va bene?! – gli diede le spalle, con uno
gesto iroso: basta, perché non la lasciava in pace?! Stava già malissimo, senza
che lui le ronzasse attorno! Cercò di trattenere le lacrime che sentiva
pungerle gli occhi, e che volevano uscire senza un motivo apparente.
- Se non hai niente, perché fai così? – il tono di
Quiche era più serio; Selena si girò, voltando gli occhi in basso sotto lo
sguardo inquisitore di lui.
- Non lo so… Neppure io…
Senza preavviso, avvertì una mano afferrarle il
fianco, facendola appoggiare con uno scatto al tronco della quercia:
- Non indagherò, perché tanto non mi diresti cos’
hai… Ma posso finire il discorso dell’altra volta ^^!
Selena sollevò lo sguardo, incrociando quello di
Quiche, il viso a pochi centimetri di distanza e il braccio appoggiato
all’albero, sopra la sua testa.
- C-che vuoi dire -\\\-? – fece lei, evitando di
guardarlo in faccia
- Non fare finta di niente, sai benissimo di cosa
sto parlando ^^! – disse con fare divertito – Ti stavo parlando, l’altra sera,
ma tu sei scappata via. Poi ho continuato ad avvicinarti, ma non sono mai
riuscito a finire…
- So già come vuoi finire, e ti dico subito che
hai preso un abbaglio! Io…
- Un abbaglio? Dici? Non credo proprio. – ora era
tornato serio; era sereno in volto, ma serio nel tono. Selena sentì le gambe
irrigidirsi.
- Io sono certo, anzi, sicuro al 100%, di essere
innamorato di te.
Selena pregò perché fosse abbastanza buio da non
riuscire a far distinguere al ragazzo i colori, perché era letteralmente
avvampata in viso:
- Co-cosa dici così, all’improvviso?! Smettila,
avanti >\\\
- Non ci penso neppure! – disse lui, semplicemente
– Proprio adesso che ho trovato una come te, che per giunta ha un debole per
me! Non ci penso proprio!
- Un… CHE COSA O\\\O?!? Ma cosa stai dicendo?!
- Andiamo, perché allora non mi eviti alla grande?
Non sei una che fa tanti discorsi per queste cose, l’ ho capito, sai? –
cominciò a farle delle carezze lungo tutto il fianco, sfiorandola con le dita:
Selena era paralizzata – Anche ora, vedi? Non ti sto tenendo, allora perché non
te ne vai ^-^?
Non lo sapeva nemmeno lei. Non capiva. Capiva solo
che, per qualche improbabile e misteriosa ragione, non poteva muoversi da lì.
- Non mi sfuggi, perché non vuoi… ^-^.
- Smettila, Quiche >\\\\\
Non finì neanche la frase, che lui prese ad
avvicinarla a sé, poggiando la fronte alla sua:
- Se penso una cosa, la dico. Se sono certo di
qualcosa, a maggior ragione. Per questo, ti dico che ti amo. – avvicinò
pericolosamente la sua bocca a quella di Selena. Lei si stupì della velocità a
cui poteva arrivare a battere il suo cuore, ma batteva per paura… O per
qualcos’altro?
- E ormai – continuò lui - non ti lascio andare
più, micetta…
- MICETTA?!
Qualcosa dentro alla ragazza le fece malissimo:
avvertì una fitta incredibile, che la sciolse dalla paralisi e la fece
divincolare dalle braccia del ragazzo, che venne spinto via.
Quiche scrutò Selena senza capire quella reazione
improvvisa, mentre lei tentava invano di trattenere le lacrime: si sentiva
morire…
- E ora che succede? – le chiese
- Non… avvicinarti… mai più!
- COSA?! Ma che stai dicendo?! – fece qualche
passo verso di lei, poggiandole una mano sulla spalla, che lei però scostò con
uno scatto:
- TI HO DETTO DI NON AVVICINARTI! – Quiche la
fissò, sussultando: stava piangendo!
- Sel…
- E NON CHIAMARMI PIU’ COSI’!
Era furibonda e triste: possibile… possibile che
non se ne rendesse conto?!
- Ma non capisci?! Io non sono lei!
- Come?
- Tu… Tu ti comporti esattamente come con lei! Hai
fatto le stesse cose, mi chiami allo stesso modo… Ma io non sono lei! Tu ami
lei, non me! Perciò smettila di starmi addosso!
E, senza lasciargli altre spiegazioni, cominciò a
correre verso casa, tenendosi una mano sulla bocca.
Finalmente, aveva capito.
Quiche non si era innamorato di lei, semplicemente
rivedeva in lei la sua micina… Rivedeva Strawberry.
Ma lei non era Strawberry. Lei era Selena. Anche
se l’avesse chiamata come lei per tutta la vita, non sarebbe mai stata la
mewgatto, ma solo Selena.
Arrivò a casa, ci si fiondò dentro e chiuse la
porta della sua stanza, lanciandosi sul letto. Strinse forte il cuscino,
scoppiando poi in singhiozzi disperati.
Le faceva male il cuore.
E sapeva perché. Perché la persona che credeva
l’amasse non amava lei, ma il riflesso che vedeva in lei.
E, purtroppo, la dolce Selena, di quella persona,
se n’era innamorata.
Cap. 26 –
Dichiarazioni, guai e macchinazioni (atto II)
Ama chi t’ama,
Non amare chi ti sfugge
Ama
il cor che per te si strugge […]
Il Caffè era diventato improvvisamente silenzioso.
Ormai tutti erano andati via.
E Ryan era solo.
Non che la cosa lo turbasse più di tanto, c’era
abituato.
Ma da un anno, ormai, quando era solo, sentiva un
profondo senso d’inquietudine, avrebbe tanto voluto averla vicino… No, doveva
smetterla! Per lei era un amico, un amico rompiscatole, ma nient’altro. Lei
aveva scelto Mark, non lui.
E lui non poteva scegliere Lory, perché
quell’amicizia non bastava.
Era solo, e solo sarebbe rimasto.
Con un sospiro salì le scale, verso la sua stanza,
sussultando però quando scorse una figura in piedi nel corridoio buio.
- Chi è? – disse, un po’ scocciato: ci mancava il
rompiballe della sera…
La figura si avvicinò e Ryan capì che era una
ragazza, una ragazza con una delle divise del locale.
- E tu quella dove l’ hai presa?!
La ragazza si avvicinò un altro po’. Ryan credette
di rimanerci stecchito, che ci faceva lì?!
- Str… Strawberry?!
La figura era ancora confusa, nella penombra, ma
era senz’altro lei: la stessa divisa, lo stesso viso, gli stessi capelli
rossicci che, forse per effetto della luce che proveniva dalle scale,
sembravano un po’ troppo lucidi, come bagnati.
- Si può sapere quando sei venuta qui?! – il
ragazzo fece per accendere la luce, ma lei lo bloccò:
- No. Lasciala così.
Il biondo ascoltò meglio quella voce: non era
quella di Strawberry. Molto simile, ma non lo era. Cercò di vedere meglio gli
occhi, ma con quel buio scorse solo una pupilla troppo sottile.
Capì.
- Cosa stai facendo conciata a quel modo? – disse,
freddo – Se è uno scherzo, ti avverto, è pess…
Non completò la frase. La falsa Strawberry lo
prese per la maglia, tirandolo a sé e baciandolo con tutta la forza che aveva.
Ryan rimase bloccato. Poi, però, in quell’ombra,
gli sembrò che a baciarlo fosse proprio la vera Starwberry…
La testa momentaneamente nel pallone, strinse a sè
la ragazza, aprendole appena le labbra con le sue, rendendo il bacio ancora più
profondo: lei non oppose la minima resistenza.
Quando però i due si allontanarono un istante, lui
prese le distanze, riprendendo lucidità:
- Si può sapere che ti è saltato in mente, Keris?
La ragazza spalancò gli occhi, mettendosi sotto la
luce:
- Come hai fatto a capire? – la voce, Ryan lo notò
solo allora, era un po’ strascicata: Keris era ubriaca fradicia.
- Gli occhi. – disse semplicemente – A vederti
così, ora sembri proprio Strawberry, ma lei non ha gli occhi gialli.
- Ah…
- Hai trovato le pastiglie di Pie per far sparire
le orecchie? Le conoscevi?
- Sì… Ho sentito Kyle parlarne. Ne ho trovate due,
nel laboratorio. Kyle le aveva lasciate lì per sbaglio. - lui sospirò:
- Keris, ma che ti è preso? Sei ubriaca marcia!
- Si nota? Eppure ho fatto in modo di non puzzare
d’alcool…
- Hai la voce di un morto che cammina, ci se ne
accorge sì. Ti sei pure tinta i capelli?
- Poco fa… Avevo una boccetta di colore con me,
per caso. Prima ero rossa anch’io.
Lui non disse altro. Si voltò, facendo per
avviarsi alla sua stanza.
- Perché non mi hai respinta? – lui rimase in
silenzio, bloccandosi in mezzo al corridoio – Hai voluto credere che fossi
Strawberry?
- Se anche fosse? – stavolta tacque lei – Perché
questa messinscena?
- Non sapevo… Se amavi lei o Lory. – disse, piano;
lui la fissò – Non capivo. Da come parli sempre con Lory, credevo lei, ma poi
mi hanno detto che… Beh, un’altra cosa.
- E così ti sei travestita da lei per vedere la
verità?! – chiese scioccato
- Un po’…
- Ma sei scema?! Che razza di giochino è?
- Se l’avevi capito, perché hai continuato? È
piaciuto anche a te questo mio “giochino”.
- Cosa stai cercando di dirmi? – Ryan si stava
arrabbiando e, allo stesso tempo, sentiva di stare per perdere di mano la
situazione.
- Posso essere io la tua Strawberry, se vuoi.
- Ma cosa stai dicendo?!
- Non tutti ragionano lucidamente da sobri, io, ad
esempio, ci riesco solo quando sono completamente fuori. – disse, come fosse la
cosa più naturale del mondo – Non sei il tipo che si lascia avvicinare, lo so.
Non riuscirei mai a raggiungerti. Sei gentile, anche con me, ma non guardi
nessuno con dolcezza. Nessuno.
- Non ti capisco.
- Era l’unico modo per venirti vicino! – esclamò
lei, la voce spezzata: stava per piangere – So benissimo che sembro una
mocciosa, ma volevo arrivare a te…
- Smettila. – le ribattè, gelido – Tutto così, di
botto? Vai a casa, Keris.
La ragazza lo fissò allontanarsi, scoppiando a
piangere in silenzio. Si lasciò cadere, ormai la vista e la mente annebbiate
dall’alcool, sentendo le orecchie mano a mano tornare normali: “Dovevano essere
le pillole sbagliate, quelle che Kyle ha scartato, maledizione!”.
- Perché mi tratti come una mocciosa?! – gemette,
col capo chino
- Perché ti sei comportata da mocciosa. – rispose
Ryan, voltandosi; fece una gran fatica a rimanere impassibile. – E stai
continuando. Credevi che saresti stata felice, se ti avessi scambiata sul serio
per Strawberry? – tacque qualche secondo:
- No…
- Allora perché?
- Non lo so… NON LO SO… - ormai singhiozzava senza
ritegno.
Ryan, con un sospirò, le andò vicino: stava
crollando. Con gentilezza la prese in braccio, mentre lei praticamente gli si
addormentava addosso, la poggiò sul letto e chiuse la porta, andando di sotto.
“Scusa, Keris. – pensò – Tu hai fatto una cretinata. Io sono stato un vero
bastardo.”.
Con calma, alzò la cornetta del telefono e fece il
numero di Strawberry.
- Strawberry? Sì, sono Ryan. Niente. Senti, Keris
era rimasta qui, ora si è addormentata. Lasciatela dormire qui per stanotte,
ok? Sì, sì a domani.
Poggiò la cornetta, sbuffando rassegnato; afferrò
una sedia dalla sala, se la mise in spalla e salì in camera: per stanotte si
dormiva lì.
Ama chi t’ama,
Non amare chi ti sfugge
Ama
il cor che per te si strugge […]
*______________
Selena era ancora nella sua stanza, rannicchiata
sul letto come un gatto, aveva gli occhi gonfi e respirava a scatti.
Non sapeva da quanto fosse lì. Le sembrava una
vita.
Aveva sentito Strawberry rientrare, ore prima, ma
doveva essere sola, perché aveva sentito solo i suoi passi, quindi mancava
Keris (Quiche non stava certo a trastullarsi con le chiavi, si teletrasportava
e faceva prima).
Il telefono aveva squillato quasi subito, appena
la rossa era arrivata; non aveva capito la conversazione, ma aveva sentito il
nome “Ryan”. Chissà che voleva il ragazzo a quell’ora.
- Sel, sei sveglia? – la voce di Strawberry,
quando bussò alla sua porta, l’aveva fatta sussultare appena – Ha chiamato
Ryan, dice che Keris si è addormentata lì, quindi non preoccuparti se non
arriva.
- Ok…
- Tutto a posto?
- Certo, tranquilla. Ora vado a dormire,
buonanotte.
Aveva sentito la ragazza risponderle dall’altra
parte ed avviarsi nelle sua stanza.
“Sarà meglio che mi metta a dormire davvero…”.
Con un sospiro, Selena si alzò dal letto,
preparandosi per la notte. Si sfilò fermaglio e stivaletti, poi si slacciò il
vestito; senza quello il suo abbigliamento dava tutto un altro effetto: la
maglia che portava sotto, benché avesse le maniche lunghe, le lasciava
completamente scoperta la pancia piatta e le prendeva le spalle con una
scollatura tonda ed elegante, tutto armonizzato coi pantaloni a vita bassa.
“Sarannoanche vestiti comodi, ma meno
male che porto sempre questo sopra… - ridacchiò - Temo che un alieno di mia
conoscenza altrimenti sarebbe già stato…”. Si arrestò, stringendo con forza
l’abito e gettandolo poi per terra: perché pensava a quell’idiota?! Accidenti!
Si portò le mani sul viso, maledicendo il giorno
in cui aveva incrociato quegli occhi ambrati: “Perché finisce sempre così?! –
pensò con rabbia – Shorai non mi amava, Quiche mi prende per il riflesso di
un’altra! Basta, non ne posso più! Eppure mi ero giurata di non innamorarmi
più…”.
Si diresse verso lo specchio, guardandosi con fare
scettico: “Mi spiace, mamma, ma ti sbagliavi…”.
- Mamma, perché mi hai chiamata “Selena”? E’ un
nome strano…
- Ma no, tesoro, è di buon auspicio!
- Buon auspicio?
- Vedi, “Selena” significa “Luna”.
- Luna? Quella strana cosa che ruota attorno alla
Terra, il pianeta dove sono nati i nostri avi?
- Esatto ^-^! La Luna, sai, brilla durante la
notte, ma non di luce propria.
- Non di luce propria?
- No. È il Sole che la fa brillare.
- Ooh…
- La Luna è stupenda. Non l’ ho mai vista dal
vero, ma i miei genitori mi raccontavano spesso di questo globo luminoso e brillante,
nel cielo notturno. Dicevano che era qualcosa di magico, di magnetico.
Ti ho dato questo nome, tesoro, perché credo che
tu sia proprio come lei. Sei il mio angelo già così, ma per brillare davvero
hai bisogno del Sole.
- Del Sole?
- Qualcuno che riesca a farti splendere ancora di
più.
Un giorno, sono certa che lo troverai. Per questo,
ho voluto augurartelo chiamandoti così.
- Non capisco, mamma.
- Non importa, adesso. Su, ora dormi ^-^.
“Ora ho capito davvero, mamma… Ma per me non
esiste il Sole. Come non c’è cavaliere che possa salvarmi.
La mia gente non c’è più. I Gaeiani mi odiano. Gli
altri hanno paura di me. E l’unica persona che mi guardava senza il terrore
negli occhi, non ama me.
Non esiste il sole per la tua Luna, mamma.”.
Amareggiata, la ragazza chinò il capo a terra,
asciugandosi l’ennesima lacrima. Quando però risollevò la testa, vide un’ombra
alle sue spalle: il cuore le partì in gola.
- Scapperai anche stavolta o ti sei decisa a
parlare?
- QUICHE?! – abbassò bruscamente il volume, per non
farsi sentire – Quiche! C-Come…
- Parla pure più forte, la stanza è isolata
acusticamente.
- L’ hai fatto tu?! Ma sei scemo?!
- Forse. – lei sospirò, innervosita:
- Mi spieghi come accidenti sei…
- Entrato? Facile, Sel, mi sono teletrasportato
dentro. Non ci vuole un genio.
- Ti ho già detto di non chiamarmi più a quel
modo. – disse con astio
- D’accordo, bambolina.
- Né tantomeno così! – sbraitò - Vattene!
- No.
- Come sarebbe a dire?!
- No. Ossia non me ne vado. – le andò incontro, lo
sguardo serio, facendola indietreggiare; Selena avvertì la distanza tra lei e
il muro diminuire – Perché sei scappata, prima?
- Perché?! – sbraitò, arrabbiata – Mi chiedi anche
perché?! Mi sembra di essere stata fin troppo chiara!
- Oh, quello che hai detto era chiarissimo,
sintatticamente…
- Ma dai, conosci anche parole tanto complicate?!
– non voleva essere così velenosa, ma vederselo di fronte e così vicino le
faceva troppo male; lui, però, sorvolò:
- Bella battuta. Comunque, ti faccio un annuncio,
non aveva senso.
- Non aveva senso?! Ma ti rendi conto di quello
che stai dicendo?! – lui la fissò senza controbattere – Ma non ti vedi? Non
vedi che quando mi parli, i tuoi gesti, fai tutto come se io fossi Strawberry?
Non te ne rendo conto?!
- … …
- Tu mi hai preso per lei, mi tratti come lei, ti
sei di nuovo innamorato di lei! Ma io non sono Straw…
- Lo so benissimo! – disse, arrabbiato; stavolta
Selena sussultò guardandolo, sembrava davvero furioso – Ma con chi pensi di
aver a che fare?! Credi che sia cieco?! O stupido?! Lo so benissimo che tu non
sei lei, e ringraziamo per questo!
Il ragazzo mosse qualche altro passo avanti e
Selena sentì il muro sulla schiena: era bloccata.
- E’ proprio perché non sei lei… - mormorò – Che
ti amo.
- SMETTILA! Non m’incanti! Ma non te ne accorgi?!
- Di cosa? Che ti ho baciata come ho baciato lei?
O che ti chiamo bambolina?!
- Ah… - lo guardò, allora lo sapeva?
- Quel soprannome l’ ho sempre usato. È solo un
vezzeggiativo come un altro, esattamente come micetta. Ma quello preferisco non
usarlo…
- Perché ti fa male, visto che ti ricorda chi so
io? – chiese Selena, un po’ sprezzante
- No. Perché mi irrita. – oramai erano l’uno di
fronte all’altra.
- E ti ho baciata per un semplice motivo: mi piace
farlo, avevo voglia di baciarti, punto.
- Quindi baceresti chiunque se ti va?! Ma che
discorso è?!
- No. Bacerei te e basta.
Selena non rispose, Quiche le era praticamente
addosso; aveva lo sguardo serio di chi, solitamente, non ce l’ ha, e non sapeva
come rispondergli.
- Tu non sei Strawberry. – disse calmo – Siete
diverse. Tu sei gentile e sembri un po’ fredda, ma non lo sei per niente, anzi,
t’infiammi facilmente, se la situazione degenera. Sei triste, sempre, hai un
velo di tristezza… - le afferrò un polso con la mano – E hai paura di essere
amata.
- Cosa?!
- Te lo leggo in faccia. Cosa credi, che ti
abbandonerò come ha fatto quell’altro bastardo? Non sono così.
Selena teneva saldamente piantati gli occhi blu in
quelli ambrati del ragazzo, sentendosi di nuovo paralizzata; scostò la testa in
imbarazzo:
- Piantala. Che ti prende, non sei il solito
Quiche, così serio!
- Hai ragione, infatti, la parte seria è finita
^-^!
- Eh? – lui era ancora più vicino.
- Se non sei davvero convinta che ti amo –
sussurrò – Non mi resta che dimostrartelo…
- EH O.o”?
Con un gesto deciso portò il braccio che teneva di
Selena sopra la testa della ragazza, bloccandolo al muro; con la mano libera
prese ad accarezzare la pancia nuda, mentre le baciava l’incavo delle spalle ed
il collo.
- QUICHE! che fai, piantala >\\\\
- Smettila… - Però, le piaceva…
Scosse la testa energicamente, cosa stava
facendo?! Riprovò un’altra volta a liberarsi, ma Quiche strinse di più,
stringendosela al petto; ormai ogni suo bacio lasciava il leggero segno dei
canini un po’ troppo aguzzi.
- Perché non ti liberi? – le sussurrò malizioso
all’orecchio – Non sto stringendo quasi niente, sai?
Era vero, ma lei non trovava la forza per
staccarsi, si sentiva tutti i muscoli rigidissimi.
- Perché non l’ammetti, che ti piaccio ^-^?
- P-piantala… >\\\\\<
- Non sei ancora convinta, eh?
Convinta? Che ne sapeva? Aveva troppe cose in
testa. Voleva liberarsi, ma allo stesso tempo restare lì; sentiva chiaramente
il suo cuore che batteva come un ossesso, ma sentiva anche di aver paura. Che
avesse ragione lui?
- Hai paura di essere amata.
- Vorrà dire che te lo farò capire… - il cuore di
Selena si fermò, così come ogni singolo nervo del suo corpo: “Cosa vuole…”.
- Io ti amo.
Melts her hearth,
Knight,
Melts hem, knight
of sun!
Opposite
character,
Opposite elements,
Opposite lives,
One heart’ll burn!
Fu come se una scarica elettrica le attraversasse
tutto il corpo. Appena la bocca di Quiche, semichiusa, cominciò a premere sulla
sua, i sentimenti del ragazzo le esplosero dentro.
Avvertì il suo respiro nella sua bocca, era la
cosa più bella che avesse mai provato.
“Non… riesco… A respingerlo… - allentò la presa
sul braccio e la resistenza alla sua stretta – Non… voglio farlo…”.
Selena portò le braccia dietro al collo di Quiche,
lasciandosi stringere con forza.
Sentendola rispondere, Quiche non potè fare a meno
di sorridere.
Continuò a tenere un braccio sotto la sua maglia,
sfiorandole la schiena, mentre con l’altro passava sulle spalle e dietro la
nuca. Sentì le mani della ragazza passare tra i suoi capelli e il collo, il suo
petto appoggiato a lei.
- Credo di essere in paradiso, bambolina…
- Scemo…
La baciò un’altra volta, se possibile più appassionato,
indietreggiando mentre la stringeva.
Alla fine, la stese a pancia in su sul letto,
mettendosi a cavalcioni. Lei divenne rossissima:
- No, aspetta, Quiche, quest…
Lui non l’ascoltò, riprendendo a baciarla; Selena
avrebbe voluto perdersi in quell’abbraccio, ma non voleva andare troppo avanti.
Sentì chiaramente la mano del ragazzo esplorarle sotto la maglia, per poi
scendere fino alla vita. Quando però tentò di andare ancora più giù, lo bloccò:
- Aspetta! Questo no! – lui la guardò un istante –
Per favore…
Quiche diede un sospiro rassegnato: era diventato
più arrendevole ultimamente…
Si sdraiò accanto a lei, continuando a cingerle la
vita:
- Mi spieghi perché? Tanto Keris non torna…
- E tu come lo sai?!
- Origliavo ^-^.
- E, per informazione, visto che da allora sono
passate quasi due ore, che hai fatto?!
- Aspettavo che ti calmassi. Sai com’è, volevo
evitare ferite a lungo termine. – lei rimase in silenzio, rossa in viso, mentre
il ragazzo se la stringeva al petto:
- Non me la sento…
- Ok, ok… - sì, decisamente era diventato più
arrendevole. Con calma, Quiche prese ad accarezzarle i capelli, baciandola
sulla nuca.
- Però potrei anche restare a dormire qui…
- E’ meglio di no… - rispose, calma
- Uhm… Già, forse con te così vicino non avrei
pensieri proprio purissimi… ^-^!
- QUICHE >\\\\\\
- Su ^^! Certo che ti arrabbi facilmente XP! –
disse, sollevandole il viso verso il suo
- Sei tu che sei irritante… - sussurrò,
sorridendo; lui ridacchiò.
Quiche se la strinse al petto, sorridendo. Non gli
sembrava vero.
Finalmente, era felice, per la prima volta…
Sentiva il respiro calmo della ragazza, la sua testa poggiata nell’esatto punto
del cuore. Avrebbe voluto andare avanti, ad essere onesti, ma avrebbe
rispettato la sua volontà.
“Che strano… - pensò, sbuffando beffardo – Io che
non cerco di prendermi a tutti i costi qualcosa…”. Era cambiato, doveva
ammetterlo, ma la cosa, tutto sommato, non gli dispiaceva, anzi, lo rendeva
felice, come lo rendeva felice quel nuovo amore che provava; per Selena nutriva
un sentimento del tutto diverso da quello che aveva sentito per Strawberry, non
era più quella passione forte ma dolorosa, logorante, che gli consumava
l’anima; lui, ora, non stava lottando per conquistare qualcuno che non
l’avrebbe mai amato, ma aveva raggiunto l’amore.
“Che pensieri romantici… Mamma, mi si sono già
cariati tutti i denti… XP.” Pensò, divertito da sé stesso.
Rimasero così per un po’, poi Quiche si alzò,
scorgendo il grigiore dell’inizio dell’alba dalla finestra:
- Allora non mi lasci restare? – chiese, con tono
supplichevole
- No. – disse, voltandosi dall’altra parte con
fare da bambina arrabbiata.
- Uffaaa… Va bene…
Fulmineo, si chinò su di lei, baciandola a fior di
labbra:
- Finirò la prossima volta ^-^. - fece per
allontanarsi ed andarsene, ma lei, che lo fissava un po’ accigliata, lo
afferrò, baciandolo come si deve.
- Così si bacia, scemo XP. – disse, sorridendo
alla sua espressione un po’ stranita – Prova a darmi una cosa come quella di
prima e son dolori. – lui rise:
- Sissignora ^^! Ci vediamo ^-^.
- Ciao…
Il ragazzo si teletrasportò, lasciandola sola.
Selena si sdraiò sul letto, un sorriso beato in
faccia, sospirando: non credeva di poter passare dall’inferno al paradiso nel
giro di un’ora.
Mamma, quanto zucchero in ‘sto cap!! @___@ (‘Nzomma…).
CHECARUCCIQUEIDUEEEEE!!! MAMMA MIIIIIA ^\\\\\^!!! Era l’ora! (Guarda che l’autrice
6 tu, mica è colpa nostra… ndQuiche&Sel).
Allora, x 1° cosa, voglio dire un
SUPER-MEGA-EXTRA-IPER-GALATTIC-ISSIMO-GRAZIE a tutte le mie lettrici, che mi
hanno fatto gli
Allora, x 1° cosa, voglio dire un
SUPER-MEGA-EXTRA-IPER-GALATTIC-ISSIMO-GRAZIE a tutte le mie lettrici, che mi
hanno fatto gli auguri x i my 17 ^\\\^!!!
Seriamente, vi ringrazio sul serio,
e nn solo voi, ma anche tutti i miei amici e parenti, che mi hanno fatto
passare un bellissimo comple, VVdavvero1Manzi1KDB!!!
Poi, tornando normale (ossia, fuori
di zucca), MA ALLORA?! Che è, avete preso la my posta x commy x una sala
dibattiti?!? Ekkè >______<***!!! (No, sto a scherzà – Sei genovese, parla
genovese, abelinà! NdFratellino – Zitto, bakaryo!! NdRia) Davvero, scherzo! +
che altro speravo fossero nuove lettrici… Me triste… T___T (Ma chi legge ‘sta
roba ? ndPie – tu 6 arrabbiato xkè 6 ancora zitello, vero? NdRia – 1) Ti
fumi? A me che me frega; 2) nn si dice zitello, “scapolo”, al max “celibe”,
zitello nn esiste. – E’ il maschile di zitella. Rende di + l’idea ^^ ndRia –
maledetta… =___=** - Cmq, trenci, verrà il tuo momento… ^^ ndRia - …. -\\\\-
ndPie). Xò, che lo vogliate o no, a me Retasu piace, nn sarà un genio ma mi è
simpa, ed è l’unica che vedo bene cn un certo mister-ghiacciolo… (EETCIUUUUM!!!
NdPie – Raffreddato? ndQuiche).
Ok, giuro che nn ero arrabbiata
(Seeeee… ndLettrici_terrorizzate), mi disp x le fans di Zakuro se in qsta fic
appare poco, ma è un personaggio che nn riesco a cogliere molto bene. Ok,
salutini (sn l’ultima cosa, promesso, poi stacco!):
X _Umi_: Che bello, che ora c’è fissa anche Umi!! ME HAPPY ALLLA 1000° POTENZA!!!
E, come vedi, anche a me piace Retasu, tutto ok, e sempre come puoi vedere, ho
postato ^^. X il prox chap attendete fiduciose, ho un dilemma se fare quel che
voglio fare in un cap solo o 2… (E che vorresti fare? -__°”” ndPie_sospettoso –
Eeeeh, sapessi… ^^ <- Maligna);
X Kaho-chan & Dafne: CICCINEEE
CIAOOO!!! ^____^ alloooora, le risposte ai vostri annosi dilemmi… al prox chap
^^ (Niu!! NdDafy&Kaho – Eeeh, è la vita. NdRia – 6 te che 6 str****!! NdTart).
X Sandy: Ciao cara, grazie dei
commy. Ma una cosa sola… YAOI?!? MA SCHERZI?! Cn tutto il rispetto x chi lo è,
e x chi legge yaoi, io sn un’ anti-yaoi nata!!! Sorri, ma l’è cushi! (Mamma,
che delusione… ndAlcuni_anzi_quasi_tutti_i_lettori – Ok, xò nn ve ne andateee…
ç___ç ndRia).
X piccola-chloe: la mia lettrice +
vivace (Si fa x dire… ndTutti) cmq, rispetto la tua idea, nn uccidermi x quello
che leggerai da qsto cap in poi (Sn io che dovrei ucciderti >\\\\\\\\\\
Ok, ho finito davvero! Baci, bacini
e bacetti e a rivedoooorciiii!!!
Cap. 27 –
Dichiarazioni, guai e macchinazioni (atto III: Riflessioni)
La stanza dove si trovava era buia e piccola;
nella penombra, scorgeva come mobilio solo un computer e il letto su cui era
sdraiata. Lui non c’era.
“Che cretina…”. Girò lentamente la testa, tendendo
le orecchie: la voce di Ryan proveniva dal piano di sotto, ovattata, dialogando
senza che qualcuno desse risposta; probabilmente era ad uno di quei cosi che
gli umani chiamano telefono.
Si sdraiò completamente a pancia in su, ancora
intontita dall’alcool e dalla brevissima dormita: “Sono davvero una deficiente!
- pensò, con rabbia – Che cosa volevo fare?!”. La sbronza le stava passando e
Keris cominciava a sentirsi infantile e stupida, si faceva davvero pena. Già
perdere la testa col classico “colpo di fulmine” era patetico, ma per un umano
era davvero incredibile! E poi fare una scemenza del genere! “Davvero, posso
vincere il premio come *Miglior idiota intergalattica*, accidenti!”
Sospirò, asciugandosi una lacrima, e, dopo aver
controllato di avere sotto qualcosa, si levò la divisa di Strawberry, rimanendo
in canotta e pantaloncini corti.
Sentì i passi del biondo che, da sotto, salivano
le scale, e si gettò sul letto, fingendo di dormire. Lui entrò con una sedia in
spalla, la mise per terra e ci si sedette sopra, senza fiatare. Keris non si
mosse.
- Lo so che sei sveglia. – disse dopo un po’. Lei
non fece una piega.
– Non sono arrabbiato. Non molto, a dire il vero.
Ancora nessuna risposta.
- Si vede che l’alcool ti fa davvero uscire di
testa.
- Lo so. – rispose, piatta.
- Se lo sapevi dovevi regolarti, non credi? –
passò qualche istante di silenzio.
- Quindi… credi che abbia agito solo per effetto
dell’alcool?
- No. Ma in buona parte. – lei strinse
convulsamente le lenzuola, senza muoversi.
- Mi verresti a dire che avresti agito così anche
da lucida?
- Non mi sarei umiliata vestendomi da Strawberry.
Quando l’ ho fatto, è vero, ero fusa.
- Per lo meno lo ammetti.
Keris si girò, con uno scatto, gli occhi gonfi di
lacrime:
- Senti, ma sei venuto apposta per farmi la
predica?! Allora esci, grazie!
- Uno: questa è la mia stanza… (gocciolone). Due:
se tu dormi sul mio letto, dove sto io?
- Se ti dà tanto fastidio posso anche andarmene! –
ribattè, facendo per alzarsi
- Non ci provare, sei ancora fuori fase completa.
- Meglio rischiare di perdersi mezze sbronze sulla
Terra che stare a sentire la tua predica. – sibilò, velenosa.
- La predica è per entrambi. – disse, senza aprire
gli occhi; Keris lo scrutò un istante – Mi ero accorto che eri tu, anche prima
che mi baciassi, ma ho voluto credere che fossi…
- Strawberry? – sorrise amaro:
- Dovrei staccarmi da lei, ma non ci riesco. Come
vedi, siamo entrambi infantili…
Keris tacque, fissandolo: con quell’aria
sorridente ma triste, sembrava anche più bello.
- Ora vedi di dormire. – disse, tornando serio –
Resterai qui, è troppo rischioso girare di notte a quest’ora.
Così dicendo si appoggiò allo schienale, chiudendo
gli occhi; dieci minuti dopo, ronfava della grossa.
La ragazza, invece, non si mosse, ma stare lì la
faceva sentire troppo a disagio. Aspettò che Ryan si fosse addormentato e fece
per uscire, quatta, quatta. Quando stava per girare il pomello della porta,
però, si bloccò.
- E’ troppo rischioso girare di notte a
quest’ora.
Tremò appena, girandosi verso il ragazzo. Con un
sospiro tornò indietro, poggiando su di lui la coperta che era ai piedi del
letto. Lo fissò in viso, in assoluto silenzio, sfiorandoglielo con una mano.
Lo baciò di nuovo, prima di rimettersi a letto:
“Sono completamente scema…”.
*____________
L’astronave di Pie, Quiche e Tart, orbitante
attorno alla terra, era avvolta nel silenzio, solo i comandi principali
lampeggiavano nell’oscurità della sala di pilotaggio.
Ma, nella stanza più interna, le luci erano tutte
accese; lo schermo ultrasottile, su cui i tre avevano lavorato per più di un
anno nella lotta per la Mew Aqua, riproduceva immagini di combattimenti e
avversari, sotto lo sguardo vigile di Pie.
Finalmente, arrivò l’immagine che cercava, presa
direttamente dalle telecamere ancora integre del Tokyo Dome: Selena
trasformata.
L’alieno cominciò a digitare sequenze di numeri e
parole sulla strana tastiera di fronte a sè, mentre file e colonne
indecifrabili scorrevano sul monitor a velocità supersonica. Alla fine, trovò
qualcosa che sembrava interessante, e cominciò a leggere mentalmente:
“Tians: detto “Popolo del cielo”, era la più
prospera delle razze, ai tempi della vita terrestre, capaci di magie legate
prevalentemente ai venti e all’aria, da qui il nome.
Quando gli antichi terrestri furono costretti ad
abbandonare il pianeta, i Tians non…”.
- No, questo non mi interessa. – disse tra sé e sé
Pie – So benissimo cosa accade ai Tians e cos’è leggenda e cosa realtà.
Riprese a digitare, più velocemente: non era della
stirpe di Selena né della sua vera natura che voleva essere informato, ma di
quello strano simbolo che aveva in fronte. Sapeva che nella sua lingua voleva
dire “Sangue misto”, ma…
- Trovato!
Sullo schermo, apparve l’ingrandimento di quella
che sembrava la pagina di un libro antico, scritto con degli strani caratteri.
“Dovrebbe essere qui…”. L’alieno cominciò a leggere velocemente la pagina,
cercando il punto che gli interessava: era certo che, tra i vari libri che
aveva letto, ce ne fosse uno che riguardava le antiche razze terrestri, e, se
ricordava bene, c’era anche qualcosa sui Gaeiani-Tians.
- Eccoti qui…
Lesse il testo, scritto e firmato da un certo
Agnus, che pareva quasi una poesiola:
“Coloro che nascono sotto il Sole dai figli
dell’Aria, questi sono da temere.
Per comune accordo, essi saranno segnati, che li
disprezzino la mia gente e che li temano i loro.”
Pie digrignò i denti, un po’ schifato: la
stupidità era dei Terrestri quanto dei Gaeiani, pareva.
“Sangue misto leggerà colui che ha occhi di
felino. Colui che domina i venti...”. seguiva poi una parola, troppo malscritta
per riuscire a leggerla con esattezza immediata.
Pie si fermò, vigile, rileggendo la frase,
soffermandosi su quella parola, lievemente cancellata dal tempo; i caratteri
antichi non gli facilitavano il lavoro, ma era sicuro che potesse dire due
cose: “Oscuritàoppure Pericolo.”.
Ma perché?
Tentò di leggere il resto del testo, ma la pagina
era pressocchè distrutta.
Con un sospiro, Pie resettò il sistema: in fondo,
aveva ragione Quiche, che gli importava? Probabilmente, allora, i loro antenati
temevano e consideravano impuri a tal punto i sangue misto che avevano voluto
enfatizzare ogni cosa.
Una fitta di dolore al braccio lo fermò,
costringendolo a guardarlo: l’avambraccio su cui aveva poggiato il ventaglio
quel pomeriggio, per salvare Lory e quel marmocchio, sembrava ustionato;
perfino il suo copri-avambraccio viola era quasi completamente disfatto, anche
se solo da una parte, come se fosse stato raggiunto da delle fiamme.
Con un gesto stizzito, girò l’indumento in modo
che la parte distrutta rimanesse più nascosta, poi tirò un sospiro: che razza
di idiota, aveva agito d’impulso ed ora era ferito, un comportamento degno dei
fratelli, non suo!
“Agito… d’impulso?”. Si fermò a quel pensiero.
Aveva fatto proprio così, ma…
Non capiva. Come non capiva, ricordandosela,
quella strana sensazione che aveva provato, quando aveva salvato la ragazza,
nell’istante in cui aveva creduto fosse morta: quella era stata chiaramente
paura. Ma lui, paura? E per giunta per un’umana? “Devo essere impazzito…”.
Avanzò verso lo schermo, digitando quasi in trance
un’altra sequenza di parole e numeri. Come per magia, apparvero tutti i dati
che, ai tempi, avevano preso sulle Mewmew. Si soffermò su una lunga serie
d’informazioni, riguardanti i loro scontri, finchè non trovò quello avvenuto
sul fiume Sumida.
Ricordava bene quella volta: sembrava che nelle
acque ci fosse dell’Aqua Mew, perché il fiume emanava luce ed era pulitissimo,
privo d’inquinamento; lui e Tart erano andati a vedere, poi al solito erano
arrivate loro e avevano cominciato a lottare. Qualcosa di diverso però c’era
stato.
- Perché volete sterminare la gente che abita
qui sulla Terra? Anche i vostri antenati sono nati su questo pianeta! – gli
aveva chiesto Lory, andando verso di lui.
- Perché ce l’ hanno ordinato. – aveva
risposto, con sguardo freddo, ma sincero.
Non ricordava con esattezza cos’altro fosse
successo poi; l’unica cosa che gli era rimasta impressa nella memoria era il
suo sguardo, che aveva incrociato anche prima di andarsene assieme a Tart: non
era con rabbia, che lo guardava, ma con incertezza. Cosa voleva davvero sapere,
quella ragazza? Di sicuro, non era felice di lottare, ma non voleva neppure che
la Terra fosse distrutta.
“Una persona… Che lotta al massimo solo se è
convinta di ciò che fa…”.
Un lievissimo schiocco alle sue spalle lo fece
voltare: qualcuno si era teletrasportato sull’astronave. Con un gesto rapido,
resettò ancora lo schermo, avvicinandosi al nuovo venuto:
- Quiche, cosa ci fai qui?
- Ciao, Pie… - l’alieno cogli occhi scuri fissò il
compagno, che galleggiava sdraiato, le mani dietro la nuca e un sorriso
abbastanza ebete in faccia.
- Che hai combinato? – chiese un po’ stupito Pie
- Ero agitato e non sapevo che fare, così sono
venuto a cercarti. Sai che è quasi l’alba?
- Non ti ho fatto questa domanda… - sospirò
l’altro
- Mi hai chiesto tu prima cosa ci facevo qui ^-^ -
rispose Quiche, sorridendo infantile
- Come vuoi… Risponderesti alla mia seconda
domanda? – fece Pie un po’ innervosito. Quiche si mise a sedere a gambe
incrociate, sospirando felice:
- Ho appena passato l’ora più fantastica della mia
vita, quindi neanche il tuo nervosismo riuscirà ad irritarmi ^-^.
- Per la verità, sembra che non ci riesca mai…
Cos’è successo?
- Hu, hu ^-^… Sono andato a trovare Sel-chan…
- In che senso? – chiese l’altro
- Uffa, in queste cose sei di un’incompetenza
incredibile! Bisogna farti uno schemino?! – Pie emise un altro sospiro:
- Allora avevo capito giusto. Inevitabile, con uno
come te, il discorso è sempre quello…
- Ti spiacerebbe evitare di trattarmi come un
maniaco (gocciolone)? – chiese Quiche – Comunque, non ho fatto nulla di quello
che pensi. E non guardarmi così, - sbraitò, sotto lo sguardo inquisitore del
compagno – è la verità!
Pie alzò le spalle, tornando a lavorare sul
monitor: in realtà non aveva più niente da fare, ma non aveva voglia di tornare
a casa.
- Vuoi passare un’altra notte in bianco? – Pie non
rispose.
- Sai, dovresti staccarti un po’ da quel computer,
non ti troverai mai una ragazza se continui così.
- Non ho bisogno di una ragazza, io. – rispose
freddo, senza voltarsi.
- Ma davvero? – chiese malizioso – Eppure, mi
risulta che tu abbia un certo feeling con una ragazzina che comincia per “L” e
finisce per “or…
Non terminò la frase perché, con uno scatto iroso
e un sonoro crepitio, Pie spense tutto, sgusciando a passo nervoso a fianco del
compagno:
- Menchemeno di quella ragazza, sono stato
chiaro?!
- Ok, non scaldarti. – disse Quiche, quasi
spaventato dal gesto dell’amico. Ma si riprese subito:
- Perché allora non vai a casa? – Pie sembrò aver
ritrovato la calma:
- Non ho sonno. Per rigirarmi in un letto senza
fare nulla, preferisco lavorare.
- Sei irrecuperabile…
Scese il silenzio, mentre Pie guardava con
attenzione una mappa molto particolare, posta a forma di sfera su un
piedistallo, che lui sfiorava con un dito per volta, attento ad ogni
cambiamento.
- Vorresti dirmi che non ti sta nemmeno un po’
simpatica?
- Se non hai niente da fare se non rompermi
l’anima, perché non te ne torni da Selena? – chiese irritato Pie
- Inutile, tanto ho deciso che ti stresserò ancora
un po’ ^^:
- Puoi anche piantarla subito, o la tua vita si
accorcerebbe parecchio.
- Uuuh, che cattivo che sei! Violento! – disse con
sorriso da monello. Pie non gli diede neppure retta – Eddai, mi hai detto tu
che è stata lei a farti cambiare idea sugli umani!
- Non girarti la frittata come vuoi. – rispose Pie
– Ti ho detto che alcune sue domande mi hanno fatto riflettere, ma mi sono
convinto da solo.
- Se, improvvisamente, dopo che avevi perfino
fatto fuori Tart…
Pie si voltò di scatto, squadrandolo con rabbia;
dopodiché si teletrasportò, senza una parola.
- Zuccone XP!
*_______________
Casa Midorikawa era silenziosa. Ma era una cosa
abbastanza normale, alle cinque del mattino.
Lory, nonostante fosse rientrata tardi dalla festa
al Caffè, non aveva per niente sonno, anzi, era rimasta ben sveglia fino
allora, nella sua camera, uscendo solo di tanto in tanto per vedere se Pie era
rientrato, ma la stanza era rimasta sempre vuota.
La ragazza cominciava a preoccuparsi, stava
iniziando a credere che si fosse cacciato nei guai.
Ora era seduta in cucina, una tazza di tè caldo a
scaldarle le dita, anche se non faceva per niente freddo, rigirando
distrattamente il cucchiaio con un dito.
- Lory… - una vocina flebile alle sue spalle la
fece voltare: suo fratello minore, sulla scala, si stropicciava gli occhi,
assonnato.
- E tu cosa fai qui? – chiese lei sorpresa nel
vederlo lì.
- Ho avuto un incubo… - mormorò lui; Lory
s’intenerì:
- Povero… Come va, adesso?
- Bene… Ma tu perché sei sveglia?
- Nono riesco a dormire. Avanti, vieni, ti
accompagno a letto. Puoi dormire ancora un po’, no ^^?
Con calma e sorridendo, la ragazza poggiò una mano
sulla schiena del fratellino e, spingendolo un poco, lo portò nella sua
cameretta, mettendolo a letto.
- Ora dormi, ok? Andrò a dormire anch’io…
- Sorellina?
- Uhm?
- Dov’è il tuo amico, quello che dorme nell’altra
stanza? Non c’è…
- Ehi! Sei andato a curiosare?! Non si fa!
(Predica bene e razzola male… ndRia).
- La porta era aperta. – disse timidamente, in sua
difesa. Lory sospirò, con espressione preoccupata:
- Non so dove sia andato. Visto che non riuscivo a
dormire, avevo pensato… - non concluse la frase perché si accorse di quel che
stava, in concreto, facendo, e divenne rossa.
- Di aspettarlo? – concluse il fratellino
- Beh, ecco, insomma ^\\\\^””… - regola numero uno
nella vita: prima di parlare, pensare.
- Sei preoccupata? – chiese, furbetto
- Beh, abbastanz… - Lory si tappò la bocca, mentre
il fratellino rideva delle sue gote rosse. Regola numero due: meglio ancora, in
certi casi, non parlare proprio.
- Che problema c’è? – sorrise lui – E’ tuo amico,
no? Ah, a proposito!
Rapido, il ragazzino cominciò a frugare sotto al
cuscino, tirando fuori un bel libro di fotografie. Lory lo riconobbe, era
quello che avrebbe voluto prendere dalla biblioteca, giorni prima.
- Non l’avevi più preso, l’altro giorno. – disse
il bimbo – Il tuo amico l’ ha preso per te e mi ha detto di dartelo ^-^.
Lory perse un battito, prendendo il libro: Pie… Si
era ricordato di quel libro? Come mai?
- Tutto ok, Lory?
- Certo… - mormorò – Ora dormi, ok ^^?
Nella sua stanza, però, Lory non dormiva. Gli
occhi spalancati, le lenzuola tirate su fino al viso, ancora rosso, aveva la
mente affollata da mille pensieri. Non se n’era neppure resa conto, eppure era
vero che stava aspettando Pie e che era preoccupata. Perché così
all’improvviso?
- All’improvviso? Sicura? – le mormorò una
vocina nella testa.
La ragazza strizzò gli occhi, come a scacciare
brutti pensieri, finchè riaprendoli le caddero sul libro di foto, che giaceva
sul comodino.
- Non lo prendi?
- No, Pie, oggi non posso, purtroppo devo già
prendere questi libri per la scuola, e quello è di troppo… Verrò un altro
giorno ^-^.
Si era praticamente dimenticata di quando, uscendo
dalla biblioteca col ragazzo, non aveva potuto prendere anche quel libro. “Si è
ricordato… Che lo volevo…”. Probabilmente, l’aveva preso al posto suo, mentre
lei non guardava.
Si raggomitolò di più sotto le coperte, sentendosi
strana, una leggera agitazione la stava invadendo, si sentiva la mente confusa:
era da quella sera che era così, probabilmente era anche a causa dello strano
discorso di Keris; si morse il labbro, le era sembrato che le piacesse Ryan…
Scosse la testa sospirando per lasciar perdere
tutto e chiuse gli occhi. Pian piano scivolò in uno strano dormiveglia, mentre
tutte le avventure, che aveva vissuto con le Mewmew, le si materializzavano
davanti, rapide e sfocate…
Tokyo è distrutta. Macerie infinite
le si aprono davanti agli occhi.
Cos’è successo? Dove sono?
Una strana costruzione, una specie
di doppia piramide, galleggia sulla sua testa.
Ma certo, lo scontro con Deep Blue,
ora ricordo! Un ricordo, questo è il mio ricordo…
Si guarda intorno, ci sono tutte,
tranne Mewberry. Probabilmente è già là dentro. Affianco Mewlory ha perfino
Ryan.
Osserva le compagne: Mewmina e
Mewpam sono lievemente ferite, mentre Mewpaddy ha due striscioline argentee
sulle guance, lasciate dalle lacrime. Mewlory volta la testa, poco lontano, per
terra, c’è Tart.
Lo scontro sta per terminare, manca
poco…
Sente la terra tremarle sotto i
piedi. La paura le stringe lo stomaco.
Una luce incredibile la fa voltare:
un’immensa colonna d’energia sta per centrarle.
Non la possono né evitare né
respingere.
E’ la fine.
Poi qualcuno si porta di fronte a
loro, facendo da scudo.
Pie?! Cosa sta…
L’alieno resta immobile, senza dire
nulla.
Ma certo, quella
volta… Quella volta ci ha salvate…
Solo a pochi secondi dall’impatto,
l’alieno si volta, e fa una cosa che Lory non si sarebbe mai aspettata.
Le sorride.
Poi, la ragazza sente la sua voce, lo schianto
dell’impatto, infine più nulla. Quando apre gli occhi, l’alieno giace a
distanza, immobile, ma loro sono tutte vive.
Lory aprì gli occhi di scatto, tirando
su la testa dal cuscino: stava sognando…
Un leggero rumore dalla stanza degli
ospiti la fece alzare e vide, attraverso la porta, una sottile striscia di luce
provenire dalla camera: c’era qualcuno.
Pie atterrò con un leggero “Tap” nella
stanza che Lory gli aveva dato. Sospirando, innervosito dalla conversazione col
fratello, si sedette sul letto, scoprendosi il braccio ferito ed osservandolo.
“Accidenti a Quiche! – pensò, iroso – Se non rompe le scatole non è cont…”.
- Pie? – un sussurro dal corridoio
fece sollevare appena la testa dal ragazzo, che incrociò lo sguardo titubante
di Lory sulla soglia:
- Lory? Che ci fai ancora in piedi?
- E tu?
- Non riuscivo a dormire…
- Intendevo, dove sei sparito?- la
fissò un istante – Cioè, sei tornato adesso…
- Non dirmi che sei rimasta sveglia
finora perché non c’ero, perché non ci credo! – disse lui, con un tono che non
si capiva se fosse felicemente stupito o schifosamentescioccato (Uuuh, che brutta frase… XP ndPie –
Mi fai pure la lezione d’italiano?! Il senso si rendeva solo così NdRia –
Impara a scrivere! NdQuiche – Vai a… [censured]!!! ndRia).
- No, no ^\\\^! – mentì lei – P-però
non riuscivo a dormire, sono andata in cucina e ho visto la stanza vuota… - Pie
la fissò di nuovo in silenzio; Lory cominciò a balbettare – N-nel senso… L-la
porta era aperta, n-non ho frugato dentro…
Il ragazzo sorrise:
- Ho capito, ho capito… UH!… - facendo
per alzarsi, Pie mosse male il braccio ferito, stringendo un istante i denti
dal dolore.
- Cos’ hai? – chiese la ragazza
- N-niente…
- Beh, uno non fa “UH” per niente! –
ribattè, prendendo un po’ di coraggio - Hai qualcosa al braccio?
- Ti ho detto che non è niente… - ma
era tardi, Lory era già arrivata a controllare
- Ah, ma sei ferito! – esclamò lei,
mettendosi una mano sulla bocca – Accidenti… Resta fermo qui!
Senza lasciarlo replicare, Lory uscì
velocemente dalla stanza, mentre Pie si puntellava la fronte con una mano. Tirò
un sospiro: non sopportava di essere accudito come da una balia.
Qualche minuto dopo la ragazza tornò,
armata di tutto punto per medicargli la ferita. Si sedette a fianco a lui,
incurante del fatto che Pie stesse alzando gli occhi al cielo:
- Dai, fammi vedere il braccio ^-^.
Stranamente ubbidiente, il ragazzo
porse il braccio: sentì Lory trattenere un istante il fiato, vedendo la brutta
ferita.
Lei cominciò il suo lavoro e Pie,
guardando un punto imprecisato del pavimento dall’altro lato, divenuto
improvvisamente interessante, avvertì il lievissimo bruciore che il
disinfettante gli dava; non dicevano una parola.
- Sembra che il mio ventaglio faccia
davvero male… - disse, mentre gli stava fasciando il braccio con una benda, con
lo sguardo sempre voltato dall’altra parte
- Non è il momento di tentare di far
dell’ironia! – rispose lei, un po’ risentita
- Non volevo farlo.
Tacquero di nuovo.
- Ecco fatto… - con un ultimo nodo,
Lory terminò la cura. Il ragazzo, sempre in silenzio, si girò per rimettersi il
copri-avambraccio e notò che Lory sembrava triste.
- Che c’è?
- Scusa… - mormorò
- Uhm?
- Ti sei ferito quando hai protetto me
e quel bambino nel tempio, vero? – lui non rispose – Mi dispiace, è tutta colpa
mia!
- Non è il caso di farne un dramma. –
disse, piatto
- Però…!
- Ti ho detto che non è niente, no? –
disse, con tono che non ammetteva repliche -Avanti, smettila.
Lory fremette un istante, voltando lo
sguardo: si era arrabbiato…
- Ah, no, scusa, non ce l’ ho con te.
– disse Pie, qualche attimo dopo – Prima ho incontrato Quiche, ma, al solito, i
suoi discorsi senza senso mi hanno innervosito. – alzò lo sguardo verso la
ragazza, fissandola – Non è niente, ok?
Senza sapere bene il motivo, sorrise;
Lory arrossì visibilmente, ma ricambiò senza fiatare.
Pochi istanti dopo, Lory sgattaiolava
fuori dalla stanza, ben decisa a mettere momentaneamente quanta più distanza
possibile dal ragazzo, per non rischiare di rendersi ancora più ridicola, con
quell’espressione imbarazzata che aveva.
Si infilò rapidissima sotto le
coperte, mettendosele fin sopra la testa, chissà cos’era quell’improvviso
sorriso di Pie…
Sospirò, più tentava di conoscere quel ragazzo,
meno lo capiva. Prima faceva l’algido asociale, poi si scioglieva un po’ e dopo
ancora tornava come prima. Si bloccò un secondo; pensandoci, Pie assomigliava
moltissimo a Ryan: benché il secondo avesse una lingua tagliente e una
scioltezza negli atteggiamenti che probabilmente Pie non sarebbe mai stato in
grado neppure di imitare, entrambi sembravano due tipi insopportabili e freddi,
ma erano invece bravissime persone. “E poi… Sono decisamente belli entrambi… -
arrossì violentemente – Ma cosa sto pensando >\\\\\! Deve essere colpa
del sonno!!”.
Inevitabilmente, le tornò ancora in mente la
conversazione con Keris, ma soprattutto l’espressione un po’ rabbuiata della
ragazza: “Sì, sono convinta che le piaccia Ryan…”.
- E tu? – le sussurrò di nuovo una vocetta
nella testa – Piace anche a te… oppure no?
Chissà perchè, quella volta Lory non riuscì a
rispondere.
Ciao rega, scusate l’immane attesa (X noi potevi anke nn tornare…
ndTutti_i_personaggi)
Ciao rega, scusate l’immane attesa
(X noi potevi anke nn tornare… ndTutti_i_personaggi). Se volete (anzi, fatelo)
rileggete x favore i cap25, 26, dove ho corretto il mio PESSIMO inglese (Grazie
1000 a JunJun che mi ha fatto notare le schifezze che avevo scritto e che qsto
computer idiota nn mi ha corretto ndRia – Ma cosa vuoi?! Nn ho installato il
dizionari automatico d’inglese! NdComputer).
Cmq, finalmente sn riuscita a
“sbloccarmi” nel cap29, che ormai procede bene, così posso pubblicare trenci,
trenci il 28°. Forse è un po’ palloso, xò mi serve (Ma se è palloso, fai prima,
nn lo pubblichi, ci fai un riassunto… ndQuiche – Ed eviti di mettere ME nei
casini! ‘Cidenti >\\\\\NdTart – Hi, hi ^___^ ndRia).
Grazie come sempre dei commy, sn
tanti, VVTB a tutte (che, piccola nota, nn vorrei essere stata fraintesa
l’altra volta: mi fa STRA-PIACERE avere lettrici super affezionate, solo mi
piacerebbe qualche fan in +ndRia –
Pretenziosa! NdAmica_scrittice – E tu che vuoi, scrittrice fallita?!
Sparisci!).
X piccola-chloe: Noooo, piccola,
TVTTTB! I tuoi commy mi piacciono tantissimo, nn preoccuparti, nessuno ti vuole
male! (Xciò, o popolo dei commy – leggasi quelli che si firmano “NdTutti” –
TACETE!!). quindi, chloe, NON MORIRE!!! >_______<”””.
X Dafne: ^\\\\\\\\\\\\\^!!! Gazie…
X Bea_chan: riesci a resistere circa
un chappy x il ritorno di Purin? Grazie del commy.
X Kaho-chan: movimento, TESSSOORA?!
He, he, aspetta ancora un po’… ^-^ <- sorrisetto complice (……………
-\\\\\\\\\- ndLory_Pai).
X Sandy: non disperarti, ekkime qua
^^! (Dimostrazione che rovini le menti altrui, come si fa ad essere disperati x
‘sta fic? NdQuiche – Potrei diventare improvvisamente una fan di yaoi, nn
istigarmi… ndRia).
X JunJun: ma guarda chi si rivede!
CIAO CICCINA XDDD!!! Ah, grazie mille delle note (Che vergogna… ç___ç ndRia – Perché
lei non studia, Longinotti, le devo sempre dire come fare? Spengete la
luce, mentre vado alla console… ndProf_d’inglese_cretina_toscanaccia – NOOOOO!!!
VADA VIA, SPARISCA, MUOIA!!! PERSECUZIONE VIVENTE! CRETINA DECEREBRATA!!! <-
nn scherzo, è scema tronca sul serio ndRia). Sn felice che la pensi così sui
caratteri, il mio obbiettivo è proprio quello! Così (ora sparerò una
mega-tirata, nn uccidetemi) forse, ripeto, FORSE, sembrerà proprio un seguito
della storia vera. (Ok, e dopo questa sboronata, la signorina Ria, zitella a
vita, è pregata di suicidarsi. NdTutti).
In qsto chappy ci sn tre persone a
me molto care, a cui mando un super bacione (Ila, Cate, siete fortissime! Betta,
sarai sempre la my best friend, TVTTTTTTB!!!).
QUESTO CAPITOLO E’ DEDICATO AL MIO FRATELLINO, CHE
IERI HA COMPIUTO 10 ANNI. TI VOGLIO BENE, FEDE!
Cap.28 - Dichiarazioni,
guai e macchinazioni (atto IV)
Quella mattina Selena si svegliò decisamente di
buon umore, nonostante avesse dormito poco più di tre ore. Si stiracchiò,
stropicciandosi gli occhi con una mano, si vestì canticchiando e spalancò le
tende, facendo entrare il sole: “Sarà una bella giornata… ^-^”.
Scese in cucina a balzelli, trovando, seduta a
tavola, Strawberry, che sbadigliava sonoramente:
- ‘Giorno Sel… (YAHM!)
- Buongiorno, Strawberry ^-^! Uhm? Ma perché sei
vestita così? – chiese, notando la divisa grigia col fiocco sul petto.
- La mia divisa scolastica. Ormai le vacanze sono
alle porte, ma manca ancora una settimana alla fine della scuola.
- Ah, già, la scuola… - Selena si era dimenticata
che, al mattino, la rossa e tutte le altre andavano a scuola; del resto, ci
erano andate sì e no un paio di volte da quando era lì, per via del pericolo
“Shorai & Co.”…
- Adesso dovrò andare, è quasi ora… Mi sa che ti
toccherà andare al Caffè da sola.
- Uffa, non vedo l’ora che comincino le vacanze… -
Selena rise, sedendosi; Strawberry la fissò un po’:
- Ma che cos’ hai?
- Come?
- Sembri contenta… - la ragazza arrossì appena,
rannicchiandosi sulla sedia:
- Beh, ecco… -\\\-
Uno strano rumore le fece voltare: Quiche si era
appena teletrasportato nella stanza.
- Ciao Quiche…
- Ciao ^\\\^!
- ‘Giorno piccola! – sempre sospeso a mezz’aria,
il ragazzo schioccò un bacio sulla fronte a Selena, sorridendo allegro.
- Eddai… -\\\- - lo allontanò appena, fingendosi
arrabbiata, cosa non molto riuscita visto che sorrideva.
Strawberry li fissò un istante, senza capire:
- EH O___o?
Quiche la scrutò, quasi ghignando, mentre
stringeva la ragazza dai capelli argentati da dietro:
- Visto, micetta? Credo che avessi ragione ^^!
Strawberry taceva, la sua faccia diceva tutto:
aveva gli occhi come due uova al tegamino e la bocca spalancata in
un’espressione allucinata ( così -> O.O?!? La bocca nn ci sta tutta ^^ NdRia
– Uao, somiglianza perfetta! NdQuiche – Già… Peccato che quella faccia ce
l’abbia tutti i giorni NdMina - Gentile cm sempre… -___-** ndStraw).
- Quiche, dai >\\\
Strawberry continuò a fissarli, ora anche con una
mega-gocciolona in testa: da quand’è che Selena si era innamorata di Quiche?!
- Tu vieni dopo al Caffè, giusto? Sta tranquilla,
a far da scorta a Sel-chan ci penso io ^-^!
- Ma tu spii sempre tutti quando parlano?! –
chiese Selena; lui ridacchiò.
Strawberry ci mise qualche secondo a riprendersi,
poi, però, notando l’espressione di quei due, sorrise:
- Ok! Mi raccomando, eh?
Afferrò la cartella, strizzò l’occhio a Selena e
corse fuori, prima ancora che Sel potesse dire “bah”.
- Fate i bravi, ok ^^?
- STRAWBERRY >\\\\\\
La rossa marciava a passo spedito per le vie,
doveva ammettere che era rimasta sorpresa
“Ma pensa un po’ – pensò – Sel e Quiche… Non
l’avrei mai detto!” (E questo vuol dire essere ciechi, se n’è accorto il mondo!
NdMina – Di cosa? NdPaddy – Lascia perdere… -___-“ ndTutti).
- Sai una cosa, Masha? – chiese al robottino che
le svolazzava a fianco – Devo ammettere che sono contenta per entrambi.
- Pii?
- He, he, stamattina è stata la prima volta che ho
visto sorridere davvero Sel-chan…
Riprese a camminare tranquillamente, perdendosi
nei suoi pensieri: “Chissà se anche le altre riusciranno a trovare un ragazzo
per loro…”.
- Strawberry, Strawberry, sono le 9.00, le
9!
- COSA?! MA DIMMELO SUBITO! Ommamma, sono in
stra-ritardooo!!!
*______________
Tart si svegliò pian piano, cercando di rimettere
in moto il cervello, ancora semiaddormentato. La sera prima, quando Kyle aveva
portato indietro lui e Paddy, era stato un miracolo che non si fosse
addormentato sulle scale!
Si alzò, mettendosi i vestiti che gli aveva dato
l’umano biondo, e scese le scale; in cucina, con una specie di divisa, c’era
Paddy, già esuberante e al lavoro:
- Buongiorno, Tart ^-^!
- Ma come fai ad essere già esagitata a quest’ora
(gocciolina)? Io non so neanche come faccio a camminare…
- Sono una tipa energica ^-^!
- Non l’avrei mai detto… (gocciolone). Cos’è quel
vestito strano?
- Oggi devo andare a scuola. – disse tranquilla
lei – Uff, però ame non piace molto…
Ma è obbligatorio…
Il ragazzino fissò la faccia imbronciata della
biondina e dovette trattenere un risolino:
- Che c’è ^-°? – fece lei
- Niente… - Paddy sorrise, tornando al suo lavoro,
mentre Tart si voltò, imbarazzato: accidenti, odiava quella sensazione di
agitazione!
Rimase zitto per un po’ a riflettere, soprattutto
a cosa aveva fatto nel mondo virtuale: ripensandoci, se ne vergognava da
morire. “Però… Io…”
- Senti, Paddy…
- Uhm? – Tart cominciò a stritolarsi le mani,
anche se ci aveva rimuginato sopra tutta la sera, non era per niente sicuro che
fosse una buona idea; però ormai aveva deciso, glielo voleva dire.
- Ecco… -\\\\\- Tu m…
SBRADADANG!!!!
Un fracasso incredibile fece sussultare l’alieno,
che quasi cadde dalla sedia mentre entravano tutti i fratellini di Paddy nella
stanza.
- Sorellina, sei tornata!
- Ma dove sei stata?!
- Aoyama-san ci ha detto che avevi dei problemi e
non potevi lasciare il locale, cos’è successo?!
- Sei arrivata ieri sera?
- Su, su, calmatevi, Cinka, Naka, Raka, Onka,
Eika, avanti ^-^! (Sn tutti i suoi fratelli, nomi presi dall’anime! Nn
chiedetemi come ho fatto, xkè nn lo so manco io! Che fatica… ç___ç! Per inciso,
eccetto Eika sn tutti maschi, nn chiedetemi neppure come cn nomi simili =__=”.
NdRia)
Tart fissò la scena con gli occhi spalancati ed un
enorme gocciolone in testa: si era dimenticato che c’erano anche quei marmocchi.
Tirò un sospiro rassegnato: “Uffa…”
*____________
Nello stesso momento, Quiche e Selena erano
arrivati al Caffè, grazie al teletrasporto di lui.
- Buongiorno, ragazzi! – esclamò lei, entrando
- Buongiorno, Selena. – disse Kyle cordiale (Come
sempre, no? NdRia – Tanto che fa quasi impressione… ^^”””
ndTutti_personaggi_maschili) – Ti sei alzata di buon umore, stamattina?
Selena si voltò, incrociando lo sguardo di Quiche,
che gli sorrise complice:
- Già;-P.
Senti, ma Keris dov’è?
- Dorme ancora. Ryan è salito adesso a svegliarla.
La giovane aliena, nel letto, socchiuse gli occhi,
ancora assonnata: “Dove mi trovo?”. Si tirò su, lo sguardo vacuo e con le
palpebre a mezz’asta di fronte a sè. Si sfiorò con un dito gli occhi, cercando
di ricordare dove fosse, ma aveva un mal di testa incredibile: “Ma certo, ieri
sera mi sono ubriacata…”.
Guardò di sbieco la finestra, decidendo di
sdraiarsi ancora un po’. “Magari riesco a ricordare meglio quel sogno che stavo
facendo…”. Aveva sognato di baciare il ragazzo che le piaceva, travestita dalla
tipa che piaceva a lui, ma poi era stata scoperta. “Che sogno strano…”.
- Finalmente ti sei alzata. – la voce di Ryan,
alla sua destra, fece spalancare gli occhi a Keris e la fece alzare di scatto:
altro che sogno! “Accidenti…”.
Fissò il biondo con un’espressione decisamente
nervosa ed imbarazzata, ma lui rimase impassibile.
- Ehm… Ciao ^-^” (gocciolone gigante).
- ‘Giorno. – con calma, senza neppure guardarla,
Ryan lanciò sulle sue gambe una maglia ed un paio di pantaloni:
- Non credo che sarebbe il massimo girare coi tuoi
vestiti, visto che li ho trovati completamente distrutti. Ma ieri, poi, hai
combattuto contro un mostro o contro un paio di forbici impazzite?
- Uuuh, che battutona! – disse sarcastica –
Aspetta che rido!
Fece una smorfia rassegnata, afferrando la Tshirt
con un braccio, mentre Ryan faceva per uscire. Keris fissò la maglia che aveva
preso: “La maglietta di Ryan-kun… ^\\\^ ”.
Si accorse appena in tempo che il ragazzo si
voltava a guardarla, per levarsi quel sorriso ebete dalla faccia:
- Che c’è? – chiese incuriosito
- Niente >\\\
- Ma sentitela, ha anche delle pretese
(gocciolone)! Comunque, è l’unico vestito che ho che possa andarti bene.
- Uhu… - Keris vide che le stava sorridendo – Che
cosa c’è >\\\\!
- Dovresti sorridere come prima, sai? Sei molto
più graziosa che con quel muso lungo.
- EH °\\\\°?!
Senza aggiungere altro, Ryan uscì, chiudendosi la
porta alle spalle.
Qualche minuto dopo, Keris scese le scale, ben
decisa a parlare ancora un po’ col biondo. “Se quel che è successo ieri è vero
– pensò – mi ha detto chiaro e tondo di no. Però…”.
- Ki-chan! – Selena era sbucata dall’angolo di
fianco alle scale, guardandola preoccupata.
- Sel! – esclamò la ragazza, vedendo l’amica – Come
mai già qui?
- Per la verità le domande dovrei farle io, e la
mia sarebbe “perché ieri sei rimasta a dormire qui”? Non potevi venire via con
me? Mi hai vista uscire, no?
- Beh, ecco… ^\\\\\^”””” (gocciolone) – Sel la
scrutò un attimo, senza capire; poi Keris, fulminea, l’afferrò per una manica,
trascinandola negli spogliatoi delle cameriere.
- Sel… - cominciò – E’ successo un casino.
- COME?! – esclamò l’argentata, alla fine del
racconto – Keris, ma sei completamente uscita di testa?!
- Ecco…
- Non potevi fare una scemenza del genere! Sei
impazzita?!
- No. – disse, un po’ dura – Ma mi sono
innamorata. È sbagliato, Sel?
L’amica la guardò, sospirando:
- Ovvio che no, scema… Ma avresti potuto chiedermi
aiuto, invece di sbronzarti!
La giovane aliena chinò il capo, mordendosi il
labbro:
- Tanto non ho chance… Temo proprio di no… - Sel,
vedendo la sua espressione triste, l’abbracciò comprensiva:
- Dai… Tanto non lo sai che Strawberry ha il
ragazzo? E mi sembra proprio innamoratissima, quindi tranquilla ^-^! – l’altra
sorrise appena, mentre a Selena scappò un risolino – Certo che Strawberry è una
vera rubacuori! (E che gusti, ragazzi miei… XP ndRia – Grrrrazziie…
>___<*** ndStraw) Quiche mi aveva detto che, prima di me, si era inna…
- PRIMA DI CHI?!? – Keris, all’improvviso, era
tornata vigile e attenta; Selena si tappò la bocca con la mano: “Ahi…”.
- Come lo sai?! Te l’ ha detto lui?
- Beh, prima mi ha b… - si zittì, notando lo
sguardo minaccioso di Keris
- Sì? Che cosa?
- E… Ehm… ^\\\^”
- Perché arrossisci?! – disse con tono spaventoso
la ragazza – Per caso… Mi nascondi qualcosa?
“Ahi, ahi… (gocciolone)”.
Selena mormorò qualcosa, a voce bassissima, e
Keris sbiancò:
- Sel… Mi sono un secondo persa, puoi ripetere
l’ultima frase?!
Trascorsero alcuni minuti, in cui il Caffè fu
avvolto da un totale silenzio. poi…
- CHE COSA HAI DETTOOOO?!?!?!?!?!?!?!?!?!?
L’urlo di Keris fece tremare tutto l’edificio.
- Ma che cavolo… - prima che Ryan completasse la
frase, la ragazza era uscita dalla stanza, spalancando la porta con sguardo
omicida e dirigendosi a passo marziale verso Quiche:
- Potevo sopportare tutto… - mormorò con tono
minaccioso – MA TRA TUTTI I DEFICENTI CHE CI SONO NELLA GALASSIA PROPRIO TUI
DOVEVI METTERTI SULLA STRADA DI SEL-CHAN?!
- Eh? – l’alieno la fissava, abbastanza
spaventato, senza capire
- Potevo lasciar correre che le andassi dietro,
m-ma… - agguantò il suo nunchaku, con fare omicida – SIA CHIARO, SEL-CHAN E’ LA
MIA MIGLIORE AMICA, E NON ACCETTERO’ MAI CHE STIA ASSIEME AD UN IMBECILLE COME
TE!!!
- Ki-chan… - mormorò Sel, cercando di far
allontanare Quiche prima che l’amica l’uccidesse – Ora esageri, sembri un papà
geloso… (gocciolone di proporzioni intergalattiche). E poi, non avevi detto tu…
- Ma non credevo che sarebbe successo davvero,
almeno non con lui! – fece con voce acuta – Insomma, tra tutti i cretini, sei
andata proprio a prenderti il peggiore… - mormorò depressa
- Ehi, mocciosa, ora esageri! – esclamò Quiche;
poi la guardò malevolo – O sei gelosa perché a te non ti fila nessuno?
- AHI…!
Sulla fronte di Keris apparve una venuzza
pulsante:
- IO L’AMMAZZZOOOOOOO!!!!!!
>__________<********
Ci volle del buono per ristabilire la calma, ma,
fortunatamente, all’arrivo di Pie e Tart, Selena e gli altri avevano impedito a
Keris di distruggere sia Quiche che il locale.
- ‘Giorno.
- Buongiorno, ragazzi.
- Ciao… Ehi, ma che cos’ ha Keris? – chiese Tart,
indicando la ragazza che, in un angolo, faceva cerchietti col dito, accucciata
per terra, borbottando:
- Ma tra tutti… ç___ç Perché, che ho fatto di
male?… Perché, perchè… Poverina lei…
- Ma cosa le prende (gocciolone)? – chiese Pie
- Niente. – disse Quiche tranquillo – E’
arrabbiata perché io e Sel ci siamo innamorati, tutto qui ^-^.
- CHEEEEE?! O.o?!
- Tart… -biascicò Quiche, premendosi le mani sulle
orecchie - Ha appena smesso di urlare lei, attacchi tu?
- Non ci credo… - mormorò il ragazzino – Te lo
dico francamente, Selena, sei davvero sprecata con uno scemo del genere. Del
resto, lo sarebbe qualunque ragazza…
Mentre Tart si beccava un pugno in testa dal
fratello, nel suo angolino Keris sollevò la testa:
- Concordo!
- Evviva la gentilezza… >___<**
- Cambiamo discorso, per favore. – sospirò Selena
– Pie, come mai non siete con Paddy e Lory?
- Sono andate a scuola. Almeno, così mi ha detto
Lory.
- Già… (AHI, la testa!) – disse Tart – Non credevo
che anche quella scimmietta andasse a scuola.
- Ma se loro sono a scuola… - disse Keris, che
provava a riprendersi – Il locale resta chiuso, no? Noi che serviamo qui?
- Ci aiuterete con il progetto che stiamo sviluppando
per bloccare alcuni dei nostri avversari. – disse Ryan
- Progetto per bloccare alcuni dei nostri
avversari?
- Ve lo spiegherò dopo con calma. Comunque, visto
quello che è successo l’ultima volta, oggi sarebbe meglio che andaste a
prendere le ragazze all’uscita da scuola e le scortiate fin qui.
- Come? E perché?!
- Per evitare che finiscano di nuovo nei guai,
Tart, era ovvio… - sospirò Quiche.
- Anche Kyle dovrà assentarsi dal Caffè, perché
Mina e Pam frequentano una scuola distante da qui e passerà a prenderle con la
macchina. Keris, credi di riuscire a gestire il Caffé da sola per quel lasso di
tempo in cui non ci saremo?
- Certo ^-^! – esclamò lei, pimpante
- Potrei aiutarla anch’io. – disse Selena – Questo
è un locale specializzato nella produzione di dolci, vero? Potrei dare una mano
in cucina.
- Sai cucinare? – chiese Quiche, per stuzzicarla –
Non ci credo!
- Invece è così. – disse lei, sorridendo con fare
di sfida – Anzi, se Kyle mi concede la cucina te lo dimostro subito!
- E’ tutta tua, signorina ^-^!
Sorridendo, Selena entrò decisa nella stanza,
seguita a ruota dall’alieno.
- Solo una domanda. – disse sommessamente Pie a
Ryan - Se loro sono cinque, e per giunta Kyle va a prendere due di loro, uno di
noi non deve andare per forza. Oppure mi sbaglio?
- … Tecnicamente…
- Allora chi resta?
Il biondo non rispose.
Nel frattempo Selena, dalla cucina, era già
all’opera, lavorando gli ingredienti velocemente e con abilità.
- Uh, sono davvero stupito! – disse Quiche
scherzosamente, continuando a fluttuare a gambe incrociate dietro di lei – Ma
sarà davvero commestibile quella roba che stai facendo?
- Che cafone! – ribattè lei ridendo, decisa a
stare al gioco – Se è così che la pensi, non assaggerai niente, sono stata
chiara?
- Questo si chiama ricattare la gente, lo sai?
- Hmh… Sì, può darsi XP. – risero entrambi.
Tart, Ryan e Keris fissarono la scena con una
smorfia:
- Disgustosi…
- Si stuzzicano come due fidanzatini… (Beh, sai
com’è, lo sono! NdRia – Mica ufficialmente ndTart – Ok, dovrò farti qualche lezione,
piccoletto, su certe cose… ndQuiche – Evitiamo, x favore! -_____-** ndRia –
Già, ci pensa già da solo ^^! NdPaddy – Che vorresti dire >\\\! NdTart
– Concordo cn lei °-^ ndRia – ALLORA! ndTart).
- Ma perché proprio quel deficenteee ç___ç?!
Sel-chaaan T___T!!! (Ma povero, come me lo smonti ^^”! NdRia – Esatto! Trattalo
bene!! NdFans_di_Quiche_armate_di_mazze_chiodate – S-sì, c-certooo ^^”
NdKeris_terrorizzata).
Trascorsero alcune ore, mentre le due ragazze
aiutavano Kyle in cucina (più che altro Selena) e gli alieni Ryan nel
laboratorio, anche se non capivano bene le intenzioni del biondino.
I dati fondamentali su cui stavano lavorando, notò
Quiche, riguardavano Qur e Phiras, ma non capiva perché concentrarsi su due
pesci piccoli, quando c’era il rischio che Tanir tornasse a vendicarsi del suo
trattamento: “Sono sicuro che non me la lascerà passare liscia con facilità…”.
Ad un certo punto l’orologio della sala di sopra
suonò vivace: le 15.30.
- Bene, tra poco Paddy dovrebbe uscire da scuola.
– disse, quasi tra sé, Ryan - Vai tu, Tart? Dov’è te l’ ho detto.
Quiche era già pronto a vedere la sceneggiata del
fratellino per la richiesta del biondo, ma Tart sbuffò solamente un “sì”
scocciato.
- Perfetto. Non state a perder tempo, ok? Tra poco
uscirà anche Kyle e Keris e Selena rimarranno sole.
Il ragazzino fece per andarsene, mentre Ryan si
allontanava, ma fu bloccato da Quiche:
- Ehi, ehi, cos’è ‘sta storia che non ti arrabbi?
- Per cosa?
- Come “cosa”? Sveglia, ti hanno obbligato ad
andare a prendere la scimmia! Quella scimmia, mi sono spiegato? – disse, con un
ghigno malizioso
- Finiscila, scemo -\\\-. – disse glaciale il
ragazzino
- Ehi, Tart! – il ragazzino si voltò in tempo per
afferrare due pastiglie, che Ryan gli aveva lanciato – Manda giù quelle, se vuoi
evitare occhiate fastidiose.
Tart obbedì e, dopo qualche minuto, avvertì una
strana sensazione ai lati della testa: gli si erano accorciate le orecchie.
- Vado…
- Eh no, aspetta un attimo! – insistette Quiche –
Non svicolare sempre, perché non mi rispondi? – Tart non lo degnò neanche di
uno sguardo – Non sarà che avete combinato qualcosa quando non c’ero che mi
vuoi nascondere?
Bingo! A quella frase, Tart perse quasi
l’equilibrio, rischiando di prendere una nasata per terra:
- C-c-che c-cavolo v-v-vorresti dire °\\\°?!
- Stai balbettando…
- N-no! Senti, sm-smettila, ok?! Punto primo:
Paddy non mi piace! (Grande balla ndRia – Ehi! >\\\< ndTart) Punto
secondo: non è successo NIENTE, ok? Niente!
- Ah, sì? – fece l’altro, con fare inquisitore;
Tart si stava agitando – Eppure a me risulta una cosetta…
Era una bugia, ma centrò il bersaglio. Tart diede
praticamente di matto:
- NON E’ SUCCESSO NIENTE >\\\\\\\\\
Il compagno lo guardò, sbattendo le palpebre: ora
cosa diavolo stava dicendo?
- Per la verità io non…
- Invece sì! – esclamò l’altro, imbarazzato e
arrabbiato – Ma ti sbagli! Io non ho mai bac…
- COME COSA?! – il ragazzo fissò Tart, che si
tappava la bocca con un sonoro ceffone, con un ghigno divertito: quanto gli
piaceva quando si tradiva da solo! – Tu cosa hai fatto?!
- Certo che poteva anche essere più gentile! –
esclamò in un sussurro Ilaria - Sono ormai le quattro del pomeriggio, fa un
caldo bestiale e pretende pure che stiamo attenti durante una lezione noiosa
come la vita nel Medioevo?! L’ ha ripetuto ormai quindicimila volte!
- SIGNORINA MC DUFF! Il discorso di stare attenti
vale anche per lei, mi sono spiegato?!
- Ma certo, prof ^-^”! – esclamò la ragazza, ma
mentre si rimetteva bene sulla sua sedia, borbottò qualcosa come “Che rompi, guys!
Accidenti XP!”.
Lory trattenne un risolino, tentando invano di
concentrarsi sul paragrafo 5 del suo libro di storia. Per la verità, non erano
né il caldo né la lezione noiosa a distrarla, ma il fatto che, all’improvviso,
si trovasse a pensare a qualcuno molto più del dovuto. Ma la cosa più strana,
almeno per lei, che aveva sempre avuto problemi di altro tipo, era che si
trattava di un ragazzo.
- Lory, allora, ci sei? – esclamò Ilaria, al suono
della campana
- Ormai ho finito, Ila.
- Oh, My God! – disse con enfasi lei – Come
fai ad essere così lenta, Lory-chan?
- Eddai, Ila-chan! – disse cordiale un’altra
ragazza, leggermente rotondetta e coi capelli nerissimi, al suo fianco – Tratta
bene la nostra Lory-chan! Sei sempre aggressiva!
- Ma dai, lo sa che scherzo, Caterine… - sorrise
Ila – Siamo amiche, no ^-^?
Lory ricambiò il sorriso. Era molto felice, da
quando frequentava Strawberry e le altre si era aperta molto di più ed era
riuscita a fare amicizia con alcune compagne di classe davvero in gamba!
Oltretutto, sia Ilaria che Caterine erano plurilingue, la prima perché aveva la
madre italiana e il padre irlandese, la seconda perché era di origine francese.
- Ragazze, allora, ci siete?! – disse una voce
allegra dal corridoio – Muovetevi o vi lascio qui!
- Arriviamo, Eli! – dissero in coro, rivolte ad
una bruna col viso tondo ma dall’aria un po’ stordita.
- Allora, oggi che facciamo di bello? – chiese
Elisabeth – Andiamo a fare un giretto a Shibuya(*)?
- Mi spiace, ragazze, ma oggi non posso proprio. –
disse Lory, un po’ dispiaciuta
- Ah, già, hai il lavoro al Caffè… - mormorò
delusa Elisa – Accidenti!
- Oppure devi cercare disperatamente di farti
guardare da quel tipo che stai ospitando? – disse una voce velenosa dall’angolo
del corridoio, vicino all’ingresso.
Il gruppetto sollevò lo sguardo, incrociando il
terzetto con cui, un tempo, Lory usciva, ma che ormai aveva abbandonato. La
ragazza le fissò accigliandosi appena, mentre Ilaria ed Elisabeth le si
mettevano di fronte, come due body-guards.
- Che volete, voi tre, da Lory-chan?!
- Che mi risponda. – ribattè la capogruppo, una
coi capelli lunghi e la faccia cattiva – E’ vero che ospiti un tipo stra-figo
che viene dall’estero?
- Come?!
- Non fare la gnorri! Un tipo alto, coi capelli
tinti di blu!
- Ah! – Lory sussultò un istante: come sapevano di
Pie?!
- L’abbiamo visto uscire dalla biblioteca l’altro
giorno, ci siamo informate e abbiamo scoperto che, secondo una voce, lo
ospiteresti tu.
- E cosa ci facevate in biblioteca voi tre? –
chiese acida Elisabeth
- … … Compito di punizione (gocciolone)… -
borbottò una delle tre, prima di essere zittita con due gomitate nelle costole
- Lory, è vero?! – chiese stupita Caterine
- Beh, sì, ma…
- Come mai non ce l’ hai detto?
- Probabilmente perché non è vero. – disse maligna
la ragazza di fronte a loro – Dicono che vi hanno visti assieme, ma quale bel
ragazzo girerebbe con una racchia come te? Scommetto che sei caduta per terra
passandogli davanti e, mosso a pietà, ti ha aiutata ad alzarti, vero?
- Ehi! – esclamò Ilaria furibonda - Ritira subito
quello che hai detto!!
- Beh, è la verità! Quale ragazzo uscirebbe mai
con lei?
Ilaria fece per balzare addosso alla ragazza, ma
un sussurro di Elisa la bloccò:
- Un ragazzo… Come quello?!
Tutte si voltarono, fissando il cancello della
scuola a bocca spalancata; del resto, avevano la stessa espressione tutte le
ragazze che passavano in mezzo allo spiazzo. Appoggiato ad un muretto laterale,
con le braccia conserte e gli occhi chiusi, c’era un bellissimo ragazzo: alto,
ben fatto, con indosso una camicia bianca ed un paio di jeans, teneva la testa
appena china in avanti, una gamba appoggiata al muretto, guardandosi attorno di
tanto in tanto (Basta, se parlo ancora un po’ vado in catalessi ^ç^!!
UAAAAHAA!!! ^\\^ ndRia – Fermatela… =__=”” ndPai). Probabilmente neanche Lory
l’avrebbe riconosciuto, se non fosse stato per il codino sull’orecchio sinistro
e i capelli bluastri.
- Che ci fa qui Pie? – mormorò in un sussurro
appena percettibile, quasi sotto shock.
- Lory, ma tu conosci quel ragazzo stra, anzi,
super-fighissimo O\\\\O?!?
- Ecco…
- Uao… °\\\° - Caterine era momentaneamente muta.
- E quello lo ospiteresti a casa tua? – esclamò
Elisa, sognante – Beata te… *\\\*
Lory non sapeva che dire.
- Tzs, vorresti dirmi che è lo conosci sul serio?!
– disse acida l’altra ragazza, mentre le sue due colleghe annuivano –
Dimostralo, avanti!
Con uno spintone improvviso, le tre cacciarono
Lory fuori dall’ingresso, che caracollò per quasi cinque metri, finendo poi per
terra.
PATAPUNFETE!
- Lory-chan!
Nello spiazzo qualcuno cominciò a mormorare,
qualcun altro a ridacchiare.
- Poverina…
- Si sarà fatta male?
- Però, che imbranata…
Lory rimase qualche secondo per terra,
vergognandosi a morte e pregando con tutto il cuore che quel ragazzo non fosse
davvero Pie.
- Ahi, ahi…
La ragazza si alzò, dolorante, scorgendo qualcuno
che le si avvicinava:
- Ciao. – gli incontri meno graditi sono quelli
delle situazioni imbarazzanti.
- Ci-ciao °\\\°! – balbettò, sotto lo sguardo
impassibile dell’alieno.
- Tutto ok?
- S-sì… C-che ci fai qui, Pie?
- E’ pericoloso per voi, dopo quello che è
successo, girare da sole. Sono venuto a prenderti.
- EEEEH?!? O\\\\o?!?! – anche le altre ragazze,
dall’ingresso, avevano spalancato la bocca scioccate – C-cioè, voglio, dire, ho
capito…
- … …Vieni?
La ragazza annuì, voltandosi un secondo verso le
amiche, che la fissavano sconvolte, per fare un cenno di saluto, e poi trottò
velocemente dietro a Pie.
- Non ci credo…
- Lo conosce sul serio!
- Beata lei… *\\\*
- Eli-chan, torna sulla Terra -__-“
- Beata lei… *\\\*
- =________=”””…
*______________
- Benvenuti al Caffè Mewmew, signori ^-^! –
esclamò Strawberry
- Solo per oggi – continuò Mina – dato il caldo,
servizio all’aperto nel giardino del locale ^-^!
- Con una nuova cameriera, la qui presente Keris!
Salve ^-^!!
- … … Scusa, Kyle…
- Dimmi, Quiche.
- Ma devono per forza fare quella scena ebete,
prima di aprire il Caffè? (gocciolone) – disse, indicando con una strana
smorfia le due Mewmew e Keris che, mentre le altre cominciavano a gironzolare
tra i tavoli, facevano quella presentazione idiota.
- Certo, da un tocco di novità e allegria
^_______^ (SMILE!)
- … (gocciolone di proporzioni bibliche).
L’alieno, abiti umani addosso ed orecchie opportunamente
ridotte, fissava stranito la scena delle sei ragazze che, indaffaratissime,
correvano qui e là, servendo una marea di clienti. Quiche notò che, inoltre,
c’era un alto tasso di ragazzi, cosa che di solito non era. “Probabilmente
perché, siccome i tavoli sono all’aperto, non devono per forza entrare nel
locale…”. Non gli dava torto, quel posto era decisamente troppo femminile.
Proprio mentre pensava questo, cominciò ad
osservare meglio le ragazze al lavoro.
- Scusi, cameriera… - chiese una ragazza di circa
vent’anni a Pam – Il mio caffè…
- Arriva subito. – sentenziò la mewlupo, con
sguardo spaventoso
- Ah… (gocciolone) Va benissimo… ^^”””” – mormorò
l’altra, terrorizzata.
- Buongiorno, siete tutti pronti per il nuovo
numero di Paddy ^^? – esclamò intanto la ragazzina – Via, “corsa sul monociclo
mentre salto sulla palla” ^-^!
- Paddy, per favore, fa attenz…
CRASH!
- Come non detto… (gocciolone). Insomma, poi
pulisco io ç___ç**!! - strillò Strawberry esasperata
- Avanti, non è successo niente di così grave, è
solo caduto un piatto. E poi siamo in cortile, che problema c’è?
- Devo pulire comunque! E poi parli bene, Mina, ma
tu come al solito te ne stai seduta a bere il tè! Accidenti >____<***!!!!
Tart e Pie, che avevano raggiunto Quiche,
osservavano con lui la scena a bocca aperta.
- … O_____O … … - l’alieno dai capelli verdi era
scioccato
- Ma quella scimmia di Paddy è così pure al
lavoro?! – disse Tart in un filo di voce.
- Il Caffè è sempre così… - disse Lory, fermatasi
da loro, con un sorriso tirato – Ma di solito ci sono anch’io che combino guai…
>\\\\^
- Non oso pensarci…
Quiche, però, non continuò la frase, perché ebbe
la gradevolissima sensazione che qualcuno lo stesse folgorando con lo sguardo.
- Io torno di sotto.
- Di già, Pie? – disse il piccolo alieno – Ma ci
siamo fermati apposta per riposare!
Ma il ragazzo non aggiunse altro e rientrò nel
locale, in silenzio.
- Uffa, ma che bacchettone!!
A Lory, però, sembrò che si fosse arrabbiato, e
quatta, quatta lo seguì.
- Pie…
- Uhm?
- E…Ecco -\\\\-… - “E adesso? Non credevo si
fermasse davvero…” – Insomma… V-volevo ringraziarti per oggi…
- Te l’ ho detto, ci siamo organizzati con gli
altri. Lascia stare.
- E… E anche per il libro °\\\°… - ma perché,
perché proprio adesso doveva balbettare così?! Quanto si sentiva cretina! –
Q-quello che hai dato… a mio fratello…
- Ah, sì… – sorrise. Lory ebbe la sensazione di
avere un mattone in gola - Di niente.
- Lory! – la voce di Ryan, dal corridoio, fece
sobbalzare entrambi - Che ci fai qui, c’è pieno di clienti là fuori!
- Ah, niente, stavo solo…
- Va pure, Lory. – disse Pie con tono piatto –
Torno giù.
Senza aggiungere altro, l’alieno sorpassò i due.
Lory, sempre con la sgradevole sensazione che
fosse arrabbiato, fece per fermarlo ancora un attimo, ma ci ripensò, portandosi
le mani in grembo con un sospiro lieve.
- Lascialo stare. – le disse Ryan – Tanto è più
cocciuto di un mulo, non riusciresti a scucirgli di bocca un’altra parola.
Il biondo le diede così una lieve pacca sulla
spalla, sorridendole, e Lory annuì timidamente.
Ma subito si bloccò, colpita da quello che era
successo.
Anzi, da cosa “non era successo”.
Di solito, le bastava aver Ryan a meno di due metri
di distanza per andare completamente nel pallone.
Invece, niente.
Niente batticuore.
Nulla di nulla.
- D’accordo, Ryan ^-^. – non capiva bene il
motivo, ma Ryan era diventato un ragazzo come tutti gli altri.
Lory uscì velocemente dal locale, mentre Ryan la
scrutava un po’ sorpreso.
- Che succede? – chiese Pam al ragazzo, mentre
questo si portava sulla soglia del Caffè.
- Uhm? No, niente…
La ragazza fissò prima lui, poi seguì il suo
sguardo dubbioso che si posava su Lory.
- Finalmente è passata.
- Cosa?
- Sembra che Lory abbia definitivamente rinunciato
a te, vero? Ma dalla faccia che ha, credo proprio che le sia semplicemente
passata la cotta… - il biondo la scrutò un secondo.
- E con questo cosa vorresti dire?
- Io? Nulla, do solo voce hai tuoi pensieri. Non
te l’avevo già detto?
E senza aggiungere altro tornò al lavoro.
“Quella ragazza è un po’ inquietante…
(gocciolone).
- E ora cosa farai? – gli chiese una voce
famigliare al fianco. Ryan sobbalzò per un istante, ma cos’era quella, una
truppa di spie scelte?!
- In che senso, Keris?
Lei lo scrutò con un sospiro; questo le costò una
grandissima dose di autocontrollo e fermezza.
- Beh, Lory non ti viene più dietro, Strawberry è
capitolo chiuso, cosa farai? – lui si voltò dall’altra parte: sperava pure che
le rispondesse?!
- Sai, non serve che mi ignori! – disse decisa;
gli si portò davanti con un sorriso di sfida – Tanto, io non intendo
rinunciare!
Così corse, sotto lo sguardo un po’ confuso del
biondino: “Non ho alcuna intenzione… Di chiudere quest’amore!”.
- Ehi, Ki-chan!
- Uhm? Che
c’è, Sibi-chan?
- La finirai mai di chiamarmi così (gocciolone)? –
chiese Strawberry – Comunque, avete visto Lory?
- Eh, sì… - sorrise Mina
- Vista, vista, vista ^^!!!
L’aliena osservò prima la mewgatto, poi tutte le
altre:
- Ragazze… Pensate quello che penso io?
Tutte sorrisero complici:
- Sicuro!
*___________
Quartier generale di Shorai.
Sotterranei.
- Hanf… Hanf…
“Sono sfinito… Non riesco neppure più ad
alzarmi…”.
- …UH!!! – con un tonfo sonoro, crollò
definitivamente a terra, rimanendo immobile: “Basta…”
- Che ti è successo, Phiras? – disse una voce alle
sue spalle – Ti hanno sconfitto?
Il ragazzino, con la forza del panico, si voltò,
gli occhi spalancati, tirando appena un sospiro di sollievo nel vedere il suo
interlocutore:
- Tanir!
- Credevi fossi il capo, che hai fatto quella
faccia? – Phiras non rispose, lasciandosi andare a terra nuovamente.
- Uhm… Direi che siamo stanchi, vero piccoletto? -
il ragazzino continuò a tacere, fissando il soffitto, con le braccia spalancate
a croce – Povero…
Tanir gli si avvicinò, squadrandolo dall’alto.
Phiras, nel vederlo più da vicino, sussultò:
- C… Panf… Che…
- Ho fatto? Diciamo che il capo mi ha dato il
sistema per vendicarmi del mio occhio.
Phiras fissò lo sguardo in quello di Tanir, riacquistando
pian piano un respiro più calmo.
Non ho resistito, appena ho finito di scriverlo DOVEVO pubblicarlo… (E
sai che sforzo… ndTutti)
Non
ho resistito, appena ho finito di scriverlo DOVEVO pubblicarlo… (E sai che
sforzo… ndTutti). Così, adesso, sn
nei casini xkè ho un sacco di roba da studiare e poco
tempo x scrivere e mi sn impelagata, cn una storia bloccata, un’altra con un chappy
a metà (“Psaico” di BB) e un’altra ancora che è nata
ieri e che anche adesso, avendo l’ispiration, sto
scrivendo a 100 all’ora (andavo a 100 all’ora x trovar la bimba mia, nenene, nennene… ndFratellino – Scimmia, questa potevi risparmiartela!
-___-“ ndRia). Sn un genio, eh ^^”? (Una pirla di 1°
categoria… ndTutti – ZITTI, BAKARYO! MORITE! NdRia – Ehi, quella battuta è mia! NdSanzo).
Cmq:
X purin-chan:
Cm 6 gentile, piccina? Gazie ^\\\^! (<- gongola…);
X piccola chloe:
Sai che anch’io quando commento tendo a perdere tempo x le intrusioni? (Quali
intrusioni? Siamo innocenti! NdQuiche&Co. – Vero!
NdTakao&Co. – Concordo in pieno. NdFratellino – BASTA, SPARITE >_____<***!!) Ci
assomigliamo! (Povera lei… ndMamma – Pure tu adesso?!
NdRia). Cmq (che brutto intercalare!) risp alle tue domande: n.ro 1, 3 e 4, leggi il cap (Che nn è una risposta e
nemmeno un’anticipazione ^^ - Fumata! ndTutti); n.ro
2, purtroppo no, mi hanno convinta a lasciarla vivere (Il che significa
che le fan di Strawberry – ma ha fans?! O.o? – mi
hanno minacciata con bombe, bazooka, mitra, armi biologiche e varie ed un Knigth Blue incazzato nero ndRia
– Sn nato x proteggerti! NdKnigth_Blue – Se, se,
l’abbiam capito… =___=”” ndRia); n.ro 5… Hmh, parlando seriamente (Giuro! Lo sto facendo!) far
parlare di + Zakuro x me è difficile, xkè credo sia
un personaggio molto + profondo di quello che appare, ma nella storia originale
nn ha molto spazio e nn
riesco a capirla bene, mentre Mint semplicemente in qstafic fa da “contorno” (Che
brutta detta così… ç___ç** ndMina)
ma sto appunto iniziando a scrivere una cosetta, su cui nn
dico nulla ma spero che piaccia ^^. Ah, un’ultima cosa… Ma fregno che
cavolo vuol dire?! Io ho capito figo, ma nn ne
sn sicura… Di dov’è?
X _Umi_ : Ma no, piccola, nn mi davano fastidio! Anzi, mi avete fatta divertire da
morire, siete grandi! Poi… Pie?! Leggi, leggi, va… (Io continuo a dire che
dovremmo avvelenarla, nn possiamo lasciarla fare!
>\\\\\\\\\NdTart – Comincio a pensarlo
anch’io… -\\\\\\\- ndPie).
X Sandy: Certo che conosco Sayuki,
compresa la piccola Lirin. Effettivamente, + che di
carattere, ho preso il modello generale… Oddio, guardando i disegni che ho
fatto (Sì, mea culpa, ho fatto anche i disegni, ma lo scanner nn mi funge… Spero me lo riparino prima che finisca la fic! NdRia) ci somiglia pure!
Madonna, sn proprio una copiona del cavolo… (L’ ha
ammesso! Facciamo festa! NdAmico – B, hai 3 secondi x
tacere o ti uccido!).
Ok, e dopo qsto sermone lungo come la
Quaresima (x stare in tema col periodo) CAP29!!!!
ATTENZIONE: CAP AD ALTO
CONTENUTO DI ZUCCHERI! (Vi giuro, anche + del 26!). I DIABETICI, I FANS DI PIE
E GLI APPARTENENTI AL CLUB “UCCIDIAMO RETASU” SN PREGATI DI SALTARLO SU DUE
PIEDI, X L’INCOLUMITA’ DELL’AUTRICE ^^”!!
Grazie e baci ^____^””””!
Cap. 29 – Sotto la pioggia…
[…]
non t'ama chi amor ti dice,
ma t'ama chi ti guarda e tace.
-Ragazze, forza, sarà meglio riportare
tutto dentro. – disse Ryan – Si sta rannuvolando.
Era ormai pomeriggio inoltrato, quando il
gruppetto trasferì tavoli e sedie di nuovo nella sala del locale.
“Che peccato. - pensò Lory – Era una così bella
giornata… Beh, per lo meno si è fatto brutto solo ora.”
- Ehi, sono quasi le cinque e mezza! Io devo
correre a prendere Eika! – esclamò Paddy
- Scusa, ma non c’è la maestra dell’asilo che si è
proposta di aiutarti? – chiese Mina curiosa
- Si, ma oggi ha un impegno. Accidenti, mi
conviene sbrigarmi!
Con uno scatto più da felino che da scimmia, la
ragazzina s’infilò nello spogliatoio, si tolse la divisa e corse fuori, afferrando
Tart per un braccio:
- Ciao a tutti ^-^! – ma, mentre usciva, la
biondina fece l’occhiolino alle altre ragazze, che ammiccarono. Quiche diede
uno sbuffo:
- Che furia quella mocciosa… (gocciolone).
- INSOMMA, LA SMETTI DI TIRARMI >____<***?!
– sbraitò ad un certo punto Tart, arrabbiato – Ma che ti è preso?!
- In che senso?
- Guarda che non sono scemo! Non avevi detto tu
che oggi i tuoi fratellini sarebbero tornati tardi da scuola e così te la
saresti potuta prendere comoda?!
La ragazzina fece un’espressione complice:
- He, he, ma c’è stato un cambiamento di programma
^^!
- Uhm O_o?
- Sai, di solito al Caffè quella che fa le
commissioni sono io assieme a Kyle, ma se nessuno di noi due può…
- Deve andarci qualcun altro. E allora?
Lei fece solo un altro sorrisetto furbo. Tart
sospirò esasperato.
- Basta, per capirti ci vuole il cervello di Pie…
E non credo neppure che basti!
- Senti, senti, Tart, - prese a dire lei,
saltellandogli davanti - perché non facciamo un giro ^-^?
- EH O.O?
- Dai, tanto ora anche se andassimo a casa non c’è
niente da fare, al Caffè non serve tornare, facciamo un bel giretto! Se noi mi
annoio ^^!
- Un giro… A piedi con te °\\\°? (Eh. No, guarda,
volando! NdRia)
- SIIIIIIII, ESATTO XDDDD!!! – esclamò, col suo
solito entusiasmo; il ragazzino la fissò un attimo:
- A te manca davvero qualche rotella…
*____________
Caffè Mewmew, h.18,25.
- UAAAAAHA, finalmente è finita, MIAO! – disse
Strawberry, stiracchiandosi
- Accidenti, è davvero massacrante lavorare qui dentro!
– esclamò Selena, uscendo dalla cucina – Come fate tutti i giorni?
- Semplicemente…
- … Arrivando in orario, Strawberry? – la
frecciatina di Mina sembrò centrare il bersaglio – Devo ricordarti che non lo
eri neppure oggi?
Una venuzza pulsante si formò sulla fronte della
rossa.
- D’altra parte, sei sempre in ritardo, anche nel
capire le cose…
- PARLI TU CHE STAI SEMPRE SEDUTA
>____<***!!! – urlò Strawberry, così arrabbiata che le erano anche
spuntate le orecchie – Linguacciuta!
- Avanti, ragazze… - fece Kyle, sorridendo
forzatamente.
TUMP! In mano a ciascuna delle due ragazze cadde
un oggettino tondo.
- Biscotti?
- Riempitevi la bocca con quelli, invece di
blaterale… Gli ha fatti Sel-chan ^^! – disse Quiche, masticandone uno.
- Uao, ma è buonissimo! –
esclamò Mina
- Complimenti!
Selena fece un sorriso da un orecchio all’altro
- Ehi, cos’è quell’espressione compiaciuta? – le
disse l’alieno dai capelli verdi, mettendole un braccio attorno alle spalle –
Ragazze, andateci piano o questa si gasa troppo!
- Ma davvero? – fece lei guardandolo – Sbaglio o
quello è il ventesimo che ti mangi?
- Lascialo perdere, Sel, sono buoni davvero. –
disse Strawberry con un sorriso
- Già, ma tra quelli e tutto quel che abbiamo
fatto oggi – disse Kyle – abbiamo quasi finito le provviste.
- Non vorrai dirmi che dobbiamo andare ANCHE a
fare la spesa! – fece la rossina con un’espressione afflitta
- Ah, no, mi spiace, io non posso proprio! –
esclamò Mina – Ho un impegno che non posso rimandare!
- Idem per me… - fece Pam atona
- Neppure io posso oggi. – fece il bruno con un
sospiro – E’ un bel problema…
Ad un certo punto Keris sembrò illuminarsi:
- Perché non ci vai tu, Lory-chan?
- Uhm?
- E’ vero, Ki-chan ha ragione! – fece Strawberry,
intuendo le intenzioni dell’aliena
- Beh, però… - Lory cercò Pie con la coda
dell’occhio: era tutto il giorno che aveva l’impressione che fosse decisamente
arrabbiato e fargli fare anche un pezzo, decisamente lungo, di strada a piedi
le dispiaceva.
- Ecco, per la verità…
- Allora è deciso ^^!
- EH O.o”?
-Assolutamente perfetto, Lory-chan! – disse Keris
con foga, battendo una mano sulla schiena della ragazza – Hai sentito, Pie? Va
ad ingollare quella roba per farti sparire le orecchie, RA-PI-DO XDD!
L’alieno la scrutò sollevando un sopracciglio: “Possibile
che qua dentro non ci sia nessuno di normale? (gocciolone)”.
*________________
- Aaaah, che buono che è
questo gelato ^-^!!! – fece Paddy contenta
- Se, se…
- Ma cos’ hai, Tart? – chiese la biondina,
fissando l’espressione corrucciata dell’amico.
- Niente… -\\\\\-
Il ragazzino riprese a camminare, facendosi un
secondo vento con la mano: stava arrivando un temporale e l’aria afosa era
satura d’umidità, ma non era quello il suo problema. L’unica cosa che voleva in
quel momento era tornare a casa della ragazzina con tutti quei mocciosi, perchè a stare da solo con lei si sentiva incredibilmente a
disagio. Non che gli dispiacesse, però… “Ma cosa sto pensando?! Sono
completamente impazzito?!”.
Paddy, intanto, continuava a fissarlo in silenzio.
- … … …
GRAB!
- EHI, MA CHE DIAVOLO FAI?! >\\\\\O – la
ragazzina, di botto, aveva preso sottobraccio Tart, cominciando a camminargli
al fianco.
- Beh, cosa c’è? – fece tranquilla
- Come “cosa c’è?”, ti spiacerebbe mollarmi il
braccio >\\\< ?!
- E perché? In fondo, l’altra volta tu mi hai
abbracciata o sbaglio?
- ERA UNA COSA DIVERSA >\\\\\< !! – fece
paonazzo – I-insomma… Io, non… Cioè, eri appena sbucata dopo che avevo creduto
ci avessi lasciato le penne… °\\\°
- E quindi eri felice di vedermi ^-^.
- Non fare quella faccia e non farti idee strane
>\\\\\< !
- Adesso sono preoccupata anch’io, è tutto il
tempo che hai quella faccia arrabbiata.
- COME, CHE?! Tu cosa sei O\\\\o?
- Preoccupata per il mio migliore amico, no? Non è
normale?
Si strinse di più al ragazzino, che rischiò
seriamente il collasso cardiaco.
- EDDAIMOLLAMI>\\\\\\\\\\\\\\\\< !!!!! – con uno strattone, si liberò dalla
presa della biondina – Accidenti, sei sempre la solita scema! Perché non la
pianti?!
- Eh?
- Insomma! – sbraitò lui, più imbarazzato che arrabbiato
– Possibile che ti debba comportare sempre così?!
- Perché ti arrabbi, uffa! Noi siamo a…
- Anche di dire sempre che siamo amici! Perché non
la smetti?! – si stava lasciando andare, troppo andare…
- Vorresti dire che non lo siamo?!
- NO, VA BENE?!
Trascorsero alcuni minuti di silenzio, in cui
Paddy fissò l’alieno con aria prima abbattuta poi risentita; lui si morse la
lingua:
- N-no, senti, scusami, io…
- Lascia stare, va tutto bene. – sussurrò con
amarezza, riprendendo a camminare. Tart le corse dietro, stupito dalla sua
espressione: non l’aveva mai vista così incupita.
- E-ehi, Paddy aspetta un momento! N-non pensavo
davvero quello che ho detto!
- Invece credo proprio di sì. – disse, alzando un
po’ il tono – Sono stata scema a pensare che fossi diventato meno zuccone da
quando siete andati via dalla Terra. Come sono stata scema a sentirmi contenta
che il mio primo bacio l’avessi preso tu.
Paddy sentì qualcuno afferrarle il braccio e,
voltandosi, incontrò un Tart con la bocca aperta e gli occhi spalancati,
rossissimo in viso:
- Puoi… °\\\\\\\\\\\° ripetere… - mormorò con un
filo di voce - Cos’ hai detto o\\\\o?!
SBRAAAAAAAAAAAANG!!!
Un’enorme esplosione impedì alla ragazzina di
rispondere. Le urla della gente ed i mormorii preoccupati accompagnarono un
leggero strepitio in lontananza, proveniente dal punto preciso da cui si levava
una colonna di denso fumo nero.
Senza rifletterci, la ragazzina corse da quella
parte, sfuggendo alla presa di Tart:
- EHI, Paddy, aspetta! – ma lei non si voltò neppure
– Accidenti, che testaccia dura!
Così anche il giovane alieno cominciò a correre.
*_________________
Il cielo ormai tuonava, grigio e scuro,
minacciando un bel temporale. Ma Lory e Pie, nonostante tutto, camminavano
tranquilli, nel silenzio più assoluto, da quasi mezz’ora.
Ormai la ragazza non ne poteva più: lui l’aveva
seguita docilmente, senza lamentarsi, ma non avevano scambiato neppure una
sillaba tra loro, quel silenzio la faceva sentire davvero in imbarazzo.
Lory tentò di guardare un’altra volta l’alieno,
soffermandosi su quegli occhi che, adesso, fissavano in avanti duri e freddi;
era uno sguardo che la metteva quasi più a disagio del silenzio. “Chissà cosa
hai, Pie…”.
- Cosa c’è? – chiese lui, senza voltarsi
- Ah…! N-niente… o\\\\o – mormorò la ragazza,
voltando il viso a terra.
- Scusami. – disse Pie, dopo qualche altro istante
di silenzio – Sono ancor meno di compagnia del solito, vero?
- N-no… - disse lei, fingendo noncuranza; poi
prese un po’ di coraggio e gli domandò:
- E’ successo qualcosa?
- … … No. – stavolta, Lory ebbe l’impressione che
a mentire fosse lui.
- C-comunque… - balbettò la ragazza – tra poco
saremo dal negozio, così una volta che avrò finito la spesa, potremo
teletrasportarti a cas…
- Non posso farlo quando prendo le pastiglie per
ridurre le orecchie. – disse calmo – I miei poteri sono normali, ma il
teletrasporto è inebetito da alcune sostanze che ci sono dentro.
- Ah…
- Dovremmo aspettare ancora un’ora e mezza che
l’effetto della medicina sparisca.
“Un’ora e mezza…”.
I due continuarono a camminare senza fiatare.
- Ah… Ecco il negozio! – esclamò la ragazza.
- Lory… - Pie la fermò qualche secondo prima che
entrasse – Dopo, invece di aspettare fermi che l’effetto delle pillole
svanisca… Ti va di fare una passeggiata assieme a me?
Lory credette di morire d’infarto: cos’aveva
detto?! (Ehi, Pie, sei proprio tu?! NdRia – Qui sta
avvenendo un fatto storico… ndQuiche – La pianti da
solo o ti accoppo io >\\! NdPie).
Dovette prendere un bel respiro per rispondere:
- D… - riuscì a sorridere solo dopo qualche minuto
– D’accordo ^\\\\^!
*______________
Paddy continuava a correre tra la folla più veloce
che poteva; quell’esplosione era stata provvidenziale: voleva mettere quanti più
chilometri possibili tra lei e quell’insopportabile di Tart.
“Accidenti a lui!”.
Dopo un paio di minuti arrivò in quello che un
tempo doveva essere un quartiere molto elegante, ma che adesso aveva lasciato
posto ad una larghissima voragine. Tutt’attorno, gente che scappava per
sfuggire ad alcuni mostri grigio-verdi, armati di tentacoli. “Ora non devo
pensare a quello stupido! – si disse risoluta – Non devo dimenticare il mio
compito di MewMew!”.
- MEWPADDY METAMORFOSI!
I mostri, come intuendo l’arrivo di una
piantagrane, lasciarono i loro posti e si diressero verso la mewscimmia,
ringhiando e sbavando.
- Credete di spaventarmi?! PUDDING RING INFERNO!
Il colpo raggiunse in pieno il bersaglio,
imprigionando tutte le creature, che dopo pochi istanti si disintegrarono.
- Ecco fatto ^^!
- Oh, sì, davvero un ottimo lavoro…
- Eh?
Paddy avvertì qualcosa stringerla interamente,
bloccandole ogni più piccolo movimento; la ragazzina tentò di liberarsi, ma
quella cosa che la stringeva, che assomigliava vagamente ad una mano gigante
semi-trasparente, la lasciava a malapena respirare: “Sto… soffocando…”.
- E adesso comincia il bello.
Tart aveva completamente perso di vista Paddy, ma
dove diavolo si era cacciata?!
Appena aveva cominciato a correre, l’aveva
distanziato al punto che era stato costretto ad intrufolarsi in un vicoletto e
a spiccare il volo. “Accidenti alla mia linguaccia! – si disse amaramente – Ma
perché?! Perché la muovo sempre?! Così adesso l’ ho pure fatta arrabbiare.”.
Ovviamente non pensava davvero quello che aveva detto, ma, chissà perché, ogni
volta che le sentiva dire la frase “siamo amici” si arrabbiava.
“Perché… dobbiamo essere solo amici?”.
Scosse la testa così forte che quasi cadde per
terra. Non era possibile, un altro pensiero delirante! Cavolo, doveva tornare
in fretta a casa, o avrebbe rischiato di finire dallo psicologo!
Finalmente trovò il punto da cui era provenuta
l’esplosione, ancora coperto da una leggera foschia; al centro, riconobbe
all’istante la figurina giallo canarino di Mewpaddy,
ma sembrava fissa in un punto: “Cosa accidenti…!”.
- PADDY!!
- T… Ta… - la ragazzina
emise un rantolio soffocato, stretta da quella morsa invisibile
- Ehi, chi diavolo sei, maledetto?! Lasciala
subito!
Urlò l’alieno alla persona dietro Paddy. Quello,
un ragazzino magrolino e con un ghigno perfido, sussurrò:
- Ma come, non mi riconosci? Sono davvero deluso…
Tart sussultò mentre il misterioso ragazzo lo
scrutava, riconoscendo i due piccoli occhi rosso rame:
- PHIRAS?!? CHE…
- Oh, solo un piccolo cambio di look…
Tart lo fissò a bocca aperta, quello che aveva
davanti sembrava tutto fuorché il ragazzino mezzo pazzo ma deboluccio che aveva
incontrato fino a quel momento: il corpo, con le ossa decisamente in evidenza,
era immobile, marmoreo, innaturale, se non per il braccio teso ed il pugno
chiuso che, probabilmente con la magia, simulava la presa che aveva sul corpo
di Paddy; la frangia lunga copriva appena gli occhi e, su di essi, un tatuaggio
di due linee rosse che, dalla fronte, arrivavano fin sopra ogni zigomo.
- Ma sai… - ghignò Phiras, svegliando Tart dalla
trance in cui era caduto – La cosa fondamentale, di questo cambiamento, è il
mio potenziamento in combattimento…
Tese anche l’altro braccio, stavolta verso il
giovane alieno, che subito fu avvolto da un’altra proiezione della mano di
Phiras; così, adesso, sia Tart che Paddy erano imprigionati.
- Ah… anf… - Tart tentò
di opporsi alla stretta, ma era completamente bloccato.
- Uh, non ti piace il mio trucchetto? – mormorò Phiras
– Guarda, con quest’incantesimo non devo neppure muovermi, mi bastano le mani
per bloccarvi entrambi.
I due ragazzini avvertirono la presa stringere su
di loro, Paddy addirittura sputò qualche goccia di sangue: “Non è possibile! –
pensò disperata – Come diavolo ha fatto a diventare così forte?!”.
- Sapevo che questa mocciosa sarebbe arrivata, non
appena qualcuno avesse minacciato la città. – fece una risatina bassa – Ligia
al dovere, eh?
- E poi tu, caro Tart, sei davvero la ciliegina
sulla torta. Anche se me lo sarei dovuto aspettare, visto che segui la tua
ragazza come un cagnolino…
- St…a… Hanf… zi… zitto
>\\\< !
- Oh, ma hai ancora la forza di rispondermi? Si
vede che non sto stringendo a dovere.
La stretta su Tart aumentò; stavolta fu lui a
sputare sangue, lanciando un grido di dolore.
“Non… non posso morire così! – pensò – Devo…
riuscirci…”.
- Urla pure, caruccio, tanto nessuno può aiutarti…
Sei, anzi, siete miei!
Ma in quell’istante Phiras si bloccò: Tart
sorrideva!
- Va… al diavolo…
Una liana, guizzando come un serpente, sbucò dal
terreno, stringendo Phiras al collo; una seconda ed una terza, subito dopo,
sferzarono il corpo del ragazzino, costringendolo ad accasciarsi a terra,
lasciando la presa da Paddy e Tart.
- C-cosa… Hai…
- Dovevi… coff… Dovevi
informanti meglio su di me, caro! – sghignazzò Tart – Non lo sai che
posso manovrare le piante?
L’alieno si sollevò, barcollando un poco,
avvicinandosi a Paddy:
- Tutto ok?
- Sì… - fece lei, alzando appena la testa.
Phiras era furibondo:
- Maledetti… MALEDETTI!
Il ragazzino fece per attaccare di nuovo, ma Paddy
era ben intenzionata a non lasciarglielo fare:
- Cosa hai in mente?! Non muoverti! PUDDING…
- Tzs! – ma prima che
completasse la frase, Phiras era scomparso.
- Accident…
Paddy riprese il suo aspetto, oscillando
pericolosamente.
- Paddy! Come va? – chiese il ragazzino
gentilmente, mettendosi il suo braccio attorno alle spalle.
- Bene… Bene… - fece lei, cupa, allontanandosi da
lui – Andiamo…
- Paddy, aspetta, fatti aiutare!
- No, sto bene…
- Barcolli! – ma la piccola continuò a camminare,
lentamente, sforzandosi di restare dritta – Sei arrabbiata con me?
- … … Sì!
- S-senti, i-io non le pensavo davvero quelle
cose, va bene? Te lo giuro, io…
La ragazzina si voltò a guardalo, con volto
inespressivo:
- Davvero? – Tart annuì:
- Scusami. Davvero, mi dispiace…… Da morire.
Paddy rimase in silenzio, ma poi sorrise. Tart
restò immobile, pregando di non essere arrossito come invece sentiva:
- Lo so. Sei davvero gentile, un vero tesoro ^^!
- MA CHE CAVOLO DICI >\\\\\\\\\\\\\°?!?!
- He, he…
- Insomma >\\\\\\\\
- Quale? – chiese innocente
- Quella lì, che eri contenta di… di… Ecco, non
so, quella cosa là >\\\< !
- Non capisco. – disse facendo una smorfia furba
- Sì che lo sai!
- Uhm… Forse XP!
- E… e quindi °\\\\°?
- Quindi? Volevo dire quello che ho detto,
nient’altro.
- C-CHE O\\\o?!? A-spetta un attimo!! – ma lei
aveva già ripreso abbastanza forze da correre – Paddy! Accidenti, fermati, scimmia
da circo >______< **!!
*______________
Ama chi ti
ama,
non amare chi ti sfugge,
ama il cuore che per te si strugge,
non t'ama chi amor ti dice,
ma t'ama chi ti guarda e tace.
Finalmente ero a casa, nella mia patria.
Senza più guerre né lotte.
E allora perché mi sentivo così solo?
Cominciai a pensare, a delineare quel pensiero
nella mia mente.
Era nato un vuoto…
Ormai alcune gocce rade toccavano di tanto in
tanto la punta del suo naso, alcune le colpivano le lenti degli occhiali, ma erano
talmente sottili che Lory non le notava neppure; e poi si sentiva così
beneche non vi dava neppure peso.
Era da più di un’ora che, assieme a Pie,
gironzolava per le strade di Tokyo, parlando (più che altro lei) del più e del
meno, ed era veramente piacevole. Adesso lui, benché sempre un po’ freddo,
sembrava sereno e la cosa l’aveva tranquillizzata.
- Sai, - disse ad un certo punto la ragazza – devo
ammettere che sono rimasta sorpresa, quando vi ho visti tornare. Per un
istante, avevo creduto che la MewAqua
che vi aveva dato Ryan non avesse funzionato.
- … … No, è stata provvidenziale. – Lory lo fissò
un attimo: sbagliava o si era rabbuiato?
- Sinceramente, adesso spero che questa minaccia
si esaurisca in fretta. Per quanto mi riguarda, non posso permettermi di
rimanere troppo a lungo qui.
Disse l’ultima frase con un tono molto duro. Lory
avvertì una strana sensazione, un leggero fastidio alla gola.
- B-beh… - disse confusamente – Immagino che su
Gaea ormai ci sia sempre bisogno di voi tre ^^.
- Uhm… - l’atmosfera si era fatta davvero pesante:
la sensazione di Lory aumentò, divenne come una puntura di spillo.
- E… e poi… - continuò – Siete stati davvero
gentili a venire ad aiutarci. Sì, insomma, davvero!
- Ve lo dovevamo. – disse Pie atono – Voi ci avete
aiutati una volta, noi abbiamo ricambiato. – non doveva dirlo, lo sapeva che
non doveva, non con quel tono, non così… - Niente di più.
Ma ormai l’aveva detto.
Lory avvertì il lieve dolore alla gola diventare
una stretta penosa.
- Niente di più.
- Ah…
Sentì la voce tremarle un poco, la pioggerellina
fine diventare d’improvviso fastidiosa e irritante, col suo andare e venire;
qualcosa le pungeva gli occhi: “P-perché adesso? N-non posso mica farmi venire
gli sbalzi d’umore adesso!”.
- S-senti… - balbettò con voce sottile – M-mi sono
ricordata che devo passare in un posto. Vai pure tu, ok?
E, senza aspettare risposta, afferrò i sacchetti
che portava con entrambe le mani e corse via.
Non si fermò, andando alla cieca tra la gente,
continuando a correre mentre la pioggia aumentava d’intensità. Forse fu per
quello che si accorse solo dopo qualche minuto che stava piangendo.
– Voi ci avete aiutati una volta, noi abbiamo
ricambiato.
“Perché? Stava andando tutto così bene, una così bella
giornata!”. Trattenne un lieve singhiozzo.
- Niente di più.
Pie non era tornato per aiutarle. Non era tornato
per aiutare nessuna di loro. Semplicemente, aveva ricambiato un favore,
nient’altro.
Continuando a correre, Lory era arrivata nella stradina
dove, abbandonato in un angolo, c’era uno scatolone con alcuni micetti randagi;
l’aveva scoperto alcune settimane prima, ma visto che non si lasciavano
toccare, aveva deciso di portare a quelle bestiole ogni giorno qualcosa. E mai
come in quel momento le era sembrato opportuno andare lì.
- Ciao, piccolini…
Si accucciò di fronte allo scatolone, mentre i
gatti la fissavano un po’ circospetti. Alla fine, mentre lei gli porgeva un
involto di carta con pesce ed altro, fecero le fusa e se lo tirarono dentro,
all’asciutto.
Lory invece rimase lì fuori, sotto l’acqua che
ormai cadeva fittissima, fissando le creaturine con un sorriso appena
rasserenato, ma gli occhi ancora umidi.
“Vabbè – pensò, dopo un po’ – sarà meglio
rientrare, prima che mi prenda un malanno…”.
Si alzò, portandosi un ciuffo dietro alle orecchie
soprappensiero, ma quando si voltò fu costretta a fermarsi: c’era qualcuno in
piedi alle sue spalle.
- Pie…!
Il ragazzo la fissava, in silenzio, con sguardo
quasi preoccupato. O forse se lo stava immaginando lei?
- Ah… C-cosa c…
- Perché piangi? – le domandò a bruciapelo
- Eh?
- E’… Per qualcosa che ho detto io? – era davvero
preoccupato; stava usando un tono dolce che Lory non aveva mai sentito. La
ragazza chinò il capo, decisamente in imbarazzo:
- I-io… Ecco…
Pian piano, cominciai a capire.
Il mio vuoto. Quello che avevo dentro, perchè non potevo vederti.
L’ ho capito, ormai…
Da tempo….
Per tutto questo tempo…
Ho desiderato… Di poterti rivedere…
Lory sentì qualcosa accarezzarle appena il volto,
asciugando una lacrima.
- EH °\\\\°?
Le dita del ragazzo le sfiorarono lo zigomo,
finchè tutta la mano non le si poggiò sulla guancia. Lory era paonazza, ma
completamente immobilizzata.
Pian piano, anche l’altra mano le prese il viso;
neppure Pie sapeva bene perché lo stava facendo, ma stavolta non si sarebbe
fermato a pensare.
Se non adesso, non potrò mai più.
Perché andrai via…
Dove io non potrò raggiungerti… Dove stavolta non
avrò una seconda occasione.
Siamo nati in quest’epoca, è andata com’è andata.
Ma ora ho una nuova opportunità.
E non voglio perderti più.
I loro visi erano così vicini che sentì i ciuffi
della sua frangia sfiorarle la fronte; ma appena le labbra di lui catturarono
le sue in un bacio dolcissimo, non sentì più nulla.
Né la pioggia che le scrosciava ormai sul viso, né
le macchine dall’altra parte del vicolo, né il passo frettoloso della gente.
Chiuse gli occhi, le guance talmente calde e rosse
che pensava ormai le avessero preso fuoco. Sentiva che il ragazzo tremava
appena, e forse anche un po’ lei, mentre si concentrava su quel sapore, quel
calore, pregando che quell’istante durasse all’infinito.
Purtroppo, dopo qualche minuto, Pie si allontanò,
guardandola con un leggero colorito roseo sulle guance: stava arrossendo?!
(Oddio, adesso le ho viste proprio tutte… O.ondRia). Voltò lo sguardo di lato, e adesso cosa avrebbe
fatto lei?
Di certo, Pie non si sarebbe mai aspettavo di vederla
sorridere mentre gli si poggiava al petto, un po’ titubante, senza dire nulla.
Anche lui sorrise, il primo sorriso vero da quando poteva
ricordare, cingendole le spalle, in quel silenzio che diceva più di tutto.
*_______________
- Accidenti… è davvero scoppiato un bel temporale!
- Già… senti, Keris…
- Che c’è Ryan?
- Mi spieghi cosa significa quella brandina
(gocciolone)?
Così dicendo, il biondo indicò il letto pieghevole
che Keris aveva aperto nella stanza del ragazzo, dalla parete opposta al suo
letto.
- Secondo te? – fece col tono con cui ci si
rivolge ad uno che capisce poco – Mi sto preparando il letto.
- Fin lì ci arrivo, ma perché qui? E perché nella
mia stanza?!
- Beh, non posso certo dormire nel laboratorio! E
la stanza di Kyle è troppo piccola ^^.
- Non è una spiegazione! – disse esasperato –
Insomma, come mai hai deciso all’improvviso di piazzarti qui?!
- Ma scusa, a casa di Strawberry devo dormire in
stanza con Selena e mica posso fare il terzo incomodo a vita! – “Non posso
credere di avere detto una balla del genere!”.
- Questa è una balla. – “Ah, sgamata
(gocciolone)!” – Mi risulta che tu non sopporti Quiche, o mi sbaglio?
Keris rimase voltata di spalle, sorridendo
forzata:
- No, non sbagli.
“Uho, si sta
arrabbiando…”.
- Se la tocca… Giuro che ammazzo quell’alieno
pervertito con le mie mani! Hu, hu,
hu… - mormorò, con lo sguardo minaccioso ed un
sogghigno malefico. (Meglio tacere… ^^” ndRia – Già,
o rischio la vita ^-^””!!! ndQuiche).
- Capisco… (gocciolone).
La ragazza, continuando a ghignare
pericolosamente, finì di prepararsi la branda, sprimacciando con cura il
cuscino.
- Senti… - disse ad un certo punto Ryan, sedendosi
sul letto dirimpetto a lei – Ma tu… Insomma, per caso tu e Selena siete sorelle
o qualcosa del genere?
- Perché vuoi saperlo? – chiese stupita
- …… Così. – non lo sapeva bene neppure lui, forse
voleva comprendere qualcosa di più su di lei; in fondo, non la conosceva quasi
per niente.
Keris si sedette sulla branda a gambe incrociate,
sorridendo:
- Vedi, io facevo parte di alcuni di quei soldati
che, dopo un’adeguata selezione, sarebbero stai inviati qui sulla Terra.
All’epoca, benché fossi una femmina, i miei avevano premuto perché entrassi a
far parte dell’esercito, visto che era l’unica attività che su Gaea consentisse
di mangiare tutti i giorni.
Quando terminai l’addestramento mi scelsero per
fare gruppo proprio con Quiche, Pie e Tart, anche se non li conoscevo neppure,
ma io rifiutai categoricamente: mi disgustava che, per la nostra salvezza,
dovessimo sterminare un altro popolo.
Così, fuggii dall’accademia e dalla mia famiglia,
travestendomi da vagabonda; alla fine, mi ritrovai nei pressi di quella che
mormoravano essere l’abitazione di una Gaeiana-Tian,
e presi la decisione che avrebbe scelto tutti i miei anni a venire.
à
Cinque anni prima…
- Ehi! – esclamò una ragazzina con un indumento
lercio addosso – Sei tu la Mezzosangue?
Selena, sollevando appena lo sguardo, le rispose
fredda:
- E se fosse?
- Senti, non è che avresti un posto dove farmi
stare? Sai, se mi beccano i soldati finisco un po’ nei casini…
- Ma chi sei? Ma sentitela, viene qui e fa anche
la pretenziosa, dopo avermi offesa! Poi con quel tono arrogante!
- Sì, lo so che sono arrogante ^^! Beh, comunque
mi spiace x il “mezzosangue”, ma qui intorno non mi hanno detto il tuo nome.
- Eh?
- Oh, non preoccuparti, hai l’aria simpatica, a me
che mi frega se sei metà Tian? – sorrise – Comunque,
io sono Keris.
- Keris e…?
- E basta. Meglio non saperlo, il mio cognome. Tu
invece?
- Io sono Selena. – rispose l’altra ragazza,
facendo un sorriso – Selena e basta.
*------
- Sel mi accolse senza chiedermi nulla di più
delle mie spiegazioni sul mio passato. È una ragazza d’oro, le voglio un mondo
di bene, e proprio per questo… - una venuzza pulsante le si formò sulla tempia
– Che non sopporto si sia innamorata di un tale idiota!!
Ryan trattenne un risolino, mentre la vedeva sfogarsi
contro il cuscino.
- Tornando al discorso di prima… - disse alla fine
– Perché accidenti ti sei piazzata nella mia stanza?!
- AAAAAH, se penso a quello scemo mi viene una
rabbia che… GRRRRR!!!!! Lo ammazzerei >________< ***!!!
“Questa non mi ascolta… (gocciolone immenso)”.
Con un sospiro, il ragazzo si alzò, andando verso
la porta.
- E adesso dove vai?
- A cenare, sono affamato.
- Ah, aspetta qui! – prima che potesse fermarla,
lei era già schizzata di sotto.
Rientrò dopo neanche due secondi, con un piatto di
fumanti polpettine beige.
- Takoyaki(*)!! ^^ - esclamò contenta – Mi ha
insegnato Kyle a farli! Dice che dovresti mangiare più spesso roba calda, ma
non sai cucinare…
- Ma davvero >__<**?
- Non fare quella faccia! Mangia e zitto!
E così
dicendo mollò letteralmente in mano il piatto al ragazzo, che si sedette
controvoglia sul letto e cominciò a mangiare.
- Però! Sono buoni!
- He, he… ^^. Kyle mi ha promesso che ora mi
insegnerà a cucinare per bene, visto che non sono capace.
- Senti, però stai continuando a non rispondere
alla mia domand…
- AAAH, COME SONO STANCA! – esclamò lei in uno
sbadiglio – Mi sa che mi metterò a dormire… Su, esci così mi cambio.
SALVESALVESALVEEEEE!! Credevate che fossi sparita eh? E INVECE
NO, MUHAHAHAHAHAHAHAH XDDDDDDDDDDD!!(Noooo, è finita la pace!! ndtutti).
A parte gli scherzi, vorrei scusarmi infinitamente coi miei lettori (a cui a proposito, rivolgo indistintamente
un grosso ed immenso grazie ed un bacione!) che mi hanno mandato e-mail,
messaggi e recensioni per continuare questa fic: sì, lo so che ormai mi avrete
data per morta e mi dispiace moltissimo averci messo tanto, ma la storia è
arrivata ad un punto fondamentale ed estremamente complicato e mi ci sarei
dovuta mettere molto sotto e d’impegno; purtroppo, vari impegni (tra cui motivi
personali molto gravi, purtroppo) non mi hanno permesso di farlo. Ringrazio
molto Jolly mask che, collaborando con me, mi ha permesso di iniziare un’opera
a quattro mani su beyblade, ma questa fic era un’opera
esclusivamente mia e ci tenevo a farla da sola, quindi senza aiuti è stata dura
continuare.
Ora però sono qui ^^! State tranquilli, purtroppo non posso
garantire la velocità degli aggiornamenti, anche perché quest’anno ho l’esame
di maturità (con la nostra GENTILISSIMA riforma -___-***… Poi mi chiedono
perchè politicamente non mi schiero, una manica d’imbecilli da tutte le parti!), ma cercherò d’impegnarmi al massimo, continuate a
seguirmi vi ringrazio moltissimo, i vostri commenti mi danno tanto coraggio e
mi rendono orgogliosa del mio lavoro, per quanto abbastanza basso sia! Grazie
mille ancora a tutti, VI VOGLIO BENE!
Bene, ora basta sproloqui ^^, vi lascio al cap: beh, la situazione
sembrava essersi tranquillizzata (si fa per dire…ndRia
– Dillo a noi! ndTart_Paddy – eddai che siete tanto
carucci voi due ^o^! – Vai a quel paese autrice incapace -\\-**!
ndTart), vero? MANCO PER NIENTE! Eh, no, cari, un
nuovo e più pericoloso progetto si sta delineando
dietro alle file nemiche; ma state certi che neanche i nostri eroi se ne
resteranno con le mani in mano, e sono pronti al contrattacco XDDD!
Cap. 30La nuova arma
Il
mattino dopo il temporale era solo un brutto ricordo. Un sole pallido illuminava
placidamente i tetti di Tokyo, e un cinguettare sottile accompagnava le ultime
gocce di pioggia che cadevano dalle foglie.
Anche in un certo Caffè era arrivato il mattino.
Ryan,
col viso rivolto alla finestra, sbattè le palpebre un
paio di volte, per abituarsi alla luce. Si passò una mano sul
viso, spostando la frangetta scompigliata, poi si lasciò cadere sul
cuscino di nuovo, sospirando. Fu allora che, con un sussulto, lo notò.
C’era
qualcuno coricato accanto a lui!
“KERIS
O___o”?!?”.
Al
suo fianco, sdraiata sopra il lenzuolo e accoccolata come un gattino, infatti,
c’era proprio la giovane aliena. Aveva indosso una vecchia maglia di Ryan
azzurra, che le faceva da camicia da notte e le lasciava scoperte le gambe fin
sopra al ginocchio, e portava i codini senza fermaglio, così che i capelli
erano un unico caschetto arancione. Aveva un’espressione infantile e molto
tranquilla, mentre sorrideva stringendo il pugno sul cuscino.
Ryan
sorrise guardandola; le scostò la frangetta soprappensiero, chinandosi un po’.
Fu
allora che Keris aprì gli occhi, fissandoli in quelli azzurro-ghiaccio
del ragazzo.
-
Ops… °-°”
-
KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!
La
ragazza lanciò un urlo tale che Kyle, al piano di sotto, fece cadere il bricco
per il caffè che aveva in mano e corse di sopra, temendo chissà cosa.
Arrivò
giusto in tempo per sentire Keris che strillava e
vedere Ryan sbattuto fuori dalla sua stanza che prendeva in pieno il pavimento
con la faccia.
-
SI PUO ’ SAPERE CHE MI HAI FATTO?! – sbraitò Keris da
dentro, avvolgendosi nel lenzuolo – PORCO >\\\\\\< !!!
-
IO >____o**?!? – fece Ryan allibito – Guarda che sei stata tu a metterti nel mio letto! Eri così quando mi sono svegliato cinque minut…
La
frase gli fu troncata a metà perché la ragazza lo centrò in faccia col cuscino,
ancor più paonazza io viso:
-B-beh…
- lei si alzò, piazzandosi davanti porta con fare minaccioso - E ALLORA TU
DOVEVI METTERTI SULLA BRANDA APPENA MI HAI VISTO >\\\\\\< **!!
Sbattè la porta con tutta la forza che aveva, chiudendola pure con la
chiave:
-
E ora entrerai solo quando io sarò già uscita,
MANIACO!!!
Ryan
fissò allibito la porta, una venuzza pulsante sulla testa, mentre Kyle faceva
uno dei suoi sorrisi di circostanza.
-
Quella maledetta… >____<***
-
E’ un pò impulsiva, vero ^^””?
-
UN PO ‘?!? – gridò lui. Kyle fece spallucce,
ridacchiando all’aria irritata di Ryan che andava, con passo da mitragliere,
nella stanza del moro per prendergli in prestito un paio di vestiti, visto che
non aveva la minima intenzione di darla vinta alla ragazza e aspettarla lì
fuori in calzoncini. (Mamminaaa *ç*… ndRia – 6
fidanzata , un po’ di ritegno -____-“ ndRyan).
Così,
furibondo e con addosso un paio di pantaloni neri ed
una camicia (probabilmente la prima e l’ultima che avrebbe messo nella sua
esistenza, dato che le detestava) se ne andò in cucina, dove Kyle gli porse con
fare comprensivo una bella tazza di caffè fumante.
-
Avanti ^^! – gli sorrise il bruno, con fare allegro –
Sono sicuro che adesso si calma. –
il biondo, per tutta risposta, sospirò seccato.
-
Se il buongiorno si vede dal mattino… (gocciolone) – poi
parve riflettere per qualche secondo – Un attimo… Ora che ci penso, mi spieghi
come ha fatto Keris a convincerti a farla dormire qui?
L’altro
lo guardò un po’ sorpreso:
-
Ma come, Strawberry non ne aveva parlato con te? – il
biondo lo scrutò senza capire - Keris mi ha detto che
tu, lei e Strawberry ne avevate parlato assieme e alla fine avevate deciso di
farla dormire qui da noi…
Il
ragazzo rimase qualche secondo in silenzio, senza battere ciglio. Poi prese a
stritolare la tazza nella mano, borbottando:
-
Quella ceffa contaballe maledetta…! – Kyle si lasciò sfuggire un risolino forzato.
Pochi
istanti dopo si sentì un allegro passeggiare sulle scale e la giovane aliena
piombò nella stanza, tutta pimpante; Ryan evitò accuratamente di voltarsi per i
primi cinque secondi per non insultarla.
-
BUONGIORNO!
-
Buongiorno Keris ^^. – le sorrise Kyle, che sembrava già aver dimenticato il
discorso di prima col biondo.
-
… ‘Giorno… - mugugnò lugubre l’altro.
-
Mamma, sei di cattivo umore stamattina? – lo punzecchiò, afferrandogli la tazza
dalle mani – Se è per prima, mi spiace ma te l’eri
meritato!… BLEAH! Com’è amaro, ma ci metti lo zucchero?!
–
-
Per prima cosa – sibilò – il caffè mi piace così amaro
perché mi sveglia. Secondo, E PER LA CENTESIMA VOLTA, io non ho… -
Si
bloccò, voltandosi a guardarla. Lei ridacchiò:
-
Eh, eh, sono carina vestita così, vero ^^? –
In
effetti, stava molto bene: aveva una camicetta a maniche lunghe con righe
bianche e gialle, annodata sotto il seno a lasciarle scoperta la pancia, e un
paio di pantaloni bianchi a tre quarti di tela, stretti alla fine con due
lacci.
-
Sono i vestiti che hai chiesto a Pam ieri? – le sorrise Kyle, complimentandosi;
lei annuì compiaciuta.
-
Vorresti dirmi che te li sei fatti prestare da Pam? –
chiese Ryan scettico.
-
Da una sua collega modella. – rispose stizzita, notando lo sguardo inquisitore
del biondo scrutarla da capo a piedi – E non fare quella faccia, lo so che sono
una tappa in confronto a lei >\\< !!
“Tu
l’ hai detto, mica io…”. Pensò, evitando di rispondere.
La
ragazza sbuffò, poi gli si portò davanti al naso,
battendo un palmo sul tavolo.
-
Forza, muoviamoci! –
-
Come? – lui la fissò di sottecchi, un po’ confuso.
-
Credi che ti possa perdonare per avermi messa nel tuo letto? – disse con fare
accusatorio.
-
IO NON TI HO MESSA NEL MIO LETTO, PORCA MISERIA!! –
sbraitò esasperato.
-
No che non ti perdono, non ne ho intenzione! – continuò, incurante delle
proteste del ragazzo – Perciò devi trovare il sistema
di chiedere scusa ^^!
Ryan
tacque. La sua espressione completamente inebetita lasciava trasparire la
speranza di aver completamente frainteso le parole dell’aliena.
-
EH O___O””?
-
E io so già qual’è ^-^!
*______________
Zona
imprecisata dello Spazio, satellite orbitante artificiale 573.
Un
castello. Il suo.
Silenzio.
Freddo.
Attorno
ad esso, c’era solo freddo.
Shorai
camminava lentamente, quasi assaporando la desolazione attorno ai suoi occhi,
scendendo le scale fino ai sotterranei. Passò una stanza, poi un’altra,
un’altra ancora. Il laboratorio, la prigione. Le prigioni, in verità. Come
previsto, non trovò Phiras. Ovvio, aveva fallito. Probabilmente era nascosto da
qualche parte a disperarsi, o a temere una sua punizione, o a lanciare
incantesimi a casaccio per sfogarsi; forse tutt’e tre le cose.
Beh,
l’avrebbe lasciato fare, quell’agitarsi non avrebbe
fatto altro che fomentare il processo che aveva installato nel ragazzino.
Certo,
per il suo piano sarebbe stato meglio avere un’altro come Tanir, a cui la forza
si fosse ormai risvegliata completamente, ma in fondo
Phiras era un bambino.
“Un
bambino…”.
Shorai si fermò, cominciando a ridere sommessamente, poi
scoppiando a sghignazzare sguaiatamente: un bambino! Ma che pensiero stupido
stava facendo?! Phiras non era un
bambino, era il suo servo! La sua arma! Come Tanir, come Qur.
Macchine e basta.
Come
lei.
Riprese
a camminare. Stavolta scese ancora più giù del laboratorio e delle prigioni,
ancora più a fondo, nelle viscere del pianeta. Attraverso una stretta scaletta
a chiocciola, con le pareti che trasudavano muffa e umidità, arrivò
di fronte a quello che, nella penombra, sembrava solo un vicolo cieco. Sorrise
soddisfatto.
-
Apriti.
All’ordine
un immenso portone scuro si spalancò, apparendo quasi magicamente dalla parete,
dove tutto lo sporco l’aveva celato per quelli che sembravano anni. Il
sotterraneo risuonò di un assordante cigolio, grosse carrucole arrugginite
rimbombarono nell’aria ferma e stantia, aprendo la porta su un paesaggio
mostruoso: decine e decine di teche cilindriche, piene
di una gelatina color sangue, sembravano racchiudere ogni genere di creatura,
ve n’erano così tante che sembrava impossibile stabilirne un numero. Shorai
sorrise, soddisfatto a quel macabro spettacolo dei corpi immobili e straziati di ogni essere, e cominciò ad attraversare la stanza,
osservando le teche con sufficienza; moltissime delle creature lì presenti
venivano dalla Terra, quel luogo era una vera miniera di pezzi da collezione!
-
Peccato che l’uomo abbai fatto tanti danni alla Terra. – mormorò,
falsamente dispiaciuto – Ho perso così tanti esemplari…! –
Rise
spietato, scrutando i lati della stanza, che pareva così grande da attraversare
tutto il satellite; in lontananza, addossate alle pareti, si intravedevano
vetrine molto più grandi di un autobus, in alcune parevano esserci anche
animali simili a bizzarre balene, e forse c’erano davvero delle balene
terrestri.
La
passeggiata crudele di Shorai fu però arrestata di colpo. Sorpreso, l’uomo
guardò in fondo al corridoio della stanza, scorgendo Tanir, ritto in piedi di
fronte ad una teca infranta.
-
Non mi sarei mai aspettato di trovarti qui. – ghignò, avvicinandosi.
-
La tua voce è cambiata… La trasformazione ha avuto
successo, deduco.
-
Esatto, signore. – con un sorriso strano Tanir si fissò le mani magre e smunte,
poi il resto del corpo, anch’esso con un aspetto smagrito, ma
contemporaneamente spaventosamente potente.
-
Volevi immergerti un po’ nei ricordi? – continuò Shorai, fissando il suo
subordinato scostarsi la frangia; lui sbuffò divertito, mettendo in risalto la
cicatrice rosa cupo che aveva sopra l’occhio destro chiuso.
-
Non possiedo ricordi. – disse freddo – Guardo solo la
stupidità delle persone.
-
Sei sicuro di non averne? – lo schernì – Eppure non mi risulta…
- il moro lo fissò inespressivo – Non vuoi forse possedere la Terra? Non è forse
questo un desiderio che possiedi tal tuo DNA di Gaeiano, Tanir? –
L’altro
annuì.
-
Possibile… Ma non m’interessa tenerla. – continuò con voce
minacciosa – Voglio spazzarla via. Solo questo. Mi irrita.
-
Ooooh! – rise l’altro, perfido – E perché?
-
Non lo so. – rispose semplicemente – Ma non
m’interessa.
Shorai
prese a sghignazzare come un pazzo, Tanir era davvero il suo strumento meglio
riuscito! Quasi gli faceva paura!
“Quasi.”
Quando si fu calmato prese anche lui a fissare la teca rotta,
scrutandone altre sei, lì accanto, ancora intonse.
-
Senti Tanir… - cominciò allegro – Ti andrebbe di fare una bella riunione di
famiglia?
*______________
-
Aaaaaah, che bella mattinata che è stata! – esclamò Strawberry, camminando a
saltelli – Non mi sono addormentata in classe, non mi hanno
interrogata di niente e per di più ora sono talmente in forma che posso anche
andare al Caffè senza preoccuparmi di quanto sarà faticoso! CHE
MAGNIFICA GIORNATA XDD!
La
rossa fece una piroetta su se stessa, ridendo, e si voltò a guardare il suo
ragazzo che le camminava accanto.
-
Non credi anche tu Mark ^^?
-
Sì… Sì… - ripetè, poco convinto.
-
Uhm? Ma cos’ hai? – premurosa, la ragazza si fermò,
prendendolo sotto braccio – Lo ho notato, sono giorni che sei giù… E’ successo
qualcosa?
Lui
non rispose subito, sospirando. Beh, doveva dirglielo, non aveva molta scelta!
-
Ecco, vedi… Io stavo pensando di andare a studiare
all’estero.
La
ragazza rimase impietrita dov’era, gelata da quelle parole: all’estero…? Cioè… lontano, non in Giappone?
-
E… Perch…? –
-
Vedi… - continuò, tentando di parlare con più dolcezza possibile – Io… voglio
fare una ricerca sugli Animali Codice rosso!
Il
gatto selvatico di Iriomote, il Lorichetto blu, la
Neofocena, la Scimmia leonina, il Lupo dal pelo grigio… Grazie ai loro
straordinari poteri, voi siete riuscite a salvare la Terra. E
ora voglio essere io a salvare loro, per la Terra e per il nostro futuro! -
Strawberry
tacque. Il viso di Mark, che mentre parlava brillava felice, era tornato
triste.
-
Però adesso io…
-
E’ meraviglioso! – esclamò saltando al collo del moro – E’
un sogno fantastico!
Mark
la scrutò sorpreso. La rossa, immobile, sorrideva, ma aveva gli occhi lucidi.
-
Se questo… E’ il tuo sogno… - mormorò con voce un poco
tremula – Allora farò il tifo per te!
Mark
sospirò, abbracciandola.
-
Per ora non c’è niente di sicuro. – le disse piano – E comunque
non ho intenzione di partire prima che questa storia di Shorai e dei suoi
scagnozzi non sia finita. -
Strawberry
annuì, ricambiando l’abbraccio: sì, non doveva rattristarsi, se quello di
partire per studiare all’estero era il suo desiderio, lei doveva solo
sostenerlo.
“E
comunque c’è ancora tempo…”.
Pochi
minuti dopo, deciso tra loro di non dire ancora nulla alle altre, Mark e
Strawberry arrivarono al Caffè; dentro, già con addosso la
divisa, c’erano le ragazze assieme a Kyle.
-
Buongiorno a tutti ^^! – sorrise la mewgatto, entrando.
-
Benarrivata Strawberry ^-^. – le sorrise il bruno
dalla cucina.
-
Sei di nuovo in ritardo… - sospirò Mina un po’ seccata - Oh, ciao Mark.
-
Eh he, ciao ragazze.
-
Mina, insomma, non starmi sempre addosso! Sono puntuale per una volta
>____<**! – replicò la rossa stizzita, salutando Mark che usciva.
-
Di ben cinque minuti, a dirla tutta. – puntualizzò l’altra acida.
Strawberry
si trattenne dall’azzannarla.
-
Ciao Strawberry, sei arrivata! – esclamò Selena, sbucando all’improvviso
assieme a Quiche.
-
Oh, eccovi! Mi chiedevo dove foste finiti!
-
Da quando ho bisogno della balia per andarmene a zonzo? – chiese ironico
Quiche.
-
Da quando ti cacci costantemente nei guai? – chiese con stizza la rossa.
L’alieno fece spallucce sorridendo innocente e si portò le braccia dietro la
nuca.
-
Sei incorreggibile… (gocciolone) – sbuffò esasperata.
Selena trattenne una risatina rassegnata – Piuttosto, Kyle, dov’è Lory? Non è tardi?
-
Oggi Lory aveva un impegno con la scuola, - rispose per lui
Pam - è arrivata alcuni minuti fa.
-
Scusami, ti ho fatto aspettare, ma dovevo
assolutamente completare quella faccenda per l’assemblea degli studenti … -
disse la ragazza, timidamente, uscendo dallo spogliatoio.
-
Nessuno problema. – rispose tranquillo
Pie.
Lory
si sistemò la divisa continuando a guardare in basso e non aggiunse altro,
rossa in viso.
Era
ancora confusa, non era sicurissima di quel che era successo il
giorno prima, là nel vicolo, sotto la pioggia: Pie… L’aveva baciata, e
poi si erano abbracciati… Erano tornati indietro, in silenzio, lui che le
teneva con delicatezza la mano… Le sembrava tutto incredibile!
-
Io vado di sotto. – disse all’improvviso il ragazzo, distogliendola dai suoi
pensieri – Il progetto di Kyle è quasi ultimato, prima lo completiamo meglio sarà.
-
D…D’accordo… - disse impacciata.
Mosse
un piccolo passo indietro, facendo per girarsi, ma prima che se ne andasse, Pie si chinò e la baciò teneramente su una
guancia; poi si voltò, sorridendole dolcemente, e le fece un cenno con la mano,
avviandosi al laboratorio.
Lory
rimase imbambolata qualche istante, rispondendo con un sorriso trasognato al
saluto, e poi andò saltellando verso il salone del locale, felicissima: non se
l’era sognato, Pie le voleva davvero bene, era innamorato di lei, proprio…
“Come
me…”.
Divenne
talmente rossa in viso che quando Kyle la vide quasi si preoccupò.
-
Tutto a posto Lory? – chiese ansioso – Sei tutta
rossa…
-
Sì, sto benissimo Kyle ^\\^!
-
Dal tutto sorriso si direbbe – fece Mina, guardandola
poi maliziosa – E’ successo qualcosa di bello? – Lory divampò di nuovo.
-
N-no… N-niente, davvero…!
L’amica le sorrise, mentre le altre trattenevano una risata
intenerita.
-
E Mr.simpatia? – chiese ad un certo punto Tart.
-
Parli di Ryan? – chiese la mewlupo con indifferenza.
-
E di chi se no? – puntualizzò ironico l’altro alieno.
-
Ora che ci penso è da quando siamo arrivate che non lo
vedo… - fece eco al ragazzino Paddy. Kyle rimase un istante in silenzio.
-
Kyle?
-
E’ uscito.
-
E con chi esce quel rompiballe? – ridacchiò perfido
Quiche.
-
Quiche!
-
Scusa, Sel…
-
Come sarebbe a dire? – fece Mina, sorpresa, ignorando il ragazzo dagli occhi
ambrati.
-
Beh, diciamo che è stato convinto ^^”(gocciolone)… -
tutti lo fissarono senza capire – E’ fuori con Keris.
-
CON CHI
O____O?!?
*___________
- UAAAAAH, CHE MERAVIGLIA! – trillò
la ragazza – E’ davvero stupendo!
Con aria estasiata guardò l’immenso
luna-park che si estendeva di fronte ai suoi occhi, splendente sotto il
cielo limpido, e trattenne un altro urletto di gioia: una musichetta vivace e
un po’ infantile si mescolava ad un’altra più tecno, l’odore di zucchero filato,
panini e pop-corn invadeva invitante l’aria e i colori delle giostre brillavano
debolmente, offuscate dalla più allegra e accecante luce del sole.
- E’ fantastico…! EHI, RYAN! VIENI DAI!
Con fare giocoso Keris si voltò verso il ragazzo
che, le mani in tasca ed in piedi all’ingresso del luna-park,
la guardava tra l’accigliato e il rassegnato: ma come aveva fatto a cacciarsi
in quel guaio?! Come aveva fatto a lasciarsi convincere ad uscire con lei, per
farsi perdonare l’incidente del letto (che tra l’altro non era neppure colpa
sua)?! Certo la ragazza se l’era davvero progettata a
puntino, aveva una mente che Ryan non sapeva se ammirare o temere!
- Finiscila di fare tanto rumore (gocciolone)! – sbuffò – Non sono mica sordo!
Keris fece finta di niente e sorrise, guardandolo
un istante: portava un paio di pantaloni grigi ed una maglia scura, molto
simile a quella nera che portava di solito, col collo alto e lasciata per un
pezzo aperta davanti, ma le maniche erano lunghe e tenute con un risvolto sopra il gomito; pensava fosse davvero carino, e
per di più era così solo per lei.
“Hu, hu… Sola, in giro con Ryan-kun.. ^\\^ (D’accordo, l’accoppiamo +___+?! NdFans_di_Ryan).
Camminando praticamente a
balzelli l’aliena si avvicinò al biondo e lo prese sottobraccio, con evidente
disappunto di lui che la guardò storto.
- E questo (gocciolone)?
- Beh, sei uscito con me, no ^^? – gli rispose
sorridendo.
- Non è una spiegazione… (gocciolone).
Keris però non aggiunse altro e continuò a tirarselo
dietro; Ryan, rassegnato, sospirò e prese il suo passo.
Di malavoglia Ryan si lasciò “accompagnare”, per
non dire che fu trascinato (^o^), per tutto il parco,
ma mano a mano che Keris lo costringeva ad aspettarla mentre faceva un giro su
una giostra (lui non ci sarebbe salito neanche morto!) o saltellava da una
bancarella all’altra guardando tutti i premi esposti o le cibarie, sentì che la
rabbia se ne stava andando e sorrise appena: quella ragazza pareva una bambina
tanto era contenta di essere lì! Inoltre…
“Ok, ok, lo ammetto, è molto graziosa
oggi, d’accordo?”.
- Uhm? Che c’è?
Mentre camminavano l’aliena si
era fermata ed ora lo fissava, tenendo in mano un bicchiere di plastica alto
almeno quindici centimetri con dentro lo stesso livello di frappè al
cioccolato.
- Hai sorriso…
- Come?
- Che bello, hai sorriso
^\\^! – esclamò ancora la ragazza raggiante – Meno male, è tutto il tempo che hai una faccia…! – Ryan si limitò a
fissarla – Beh, so di averti portato qui un po’ di malavoglia…
- Fai la spiritosa (gocciolone)? – chiese
sarcastico.
- Ok, molto di malavoglia, va bene ^^”? però… Nonostante tutto speravo che alla fine ti saresti
divertito, ma fin’ora sembravi molto tentato di ammazzarmi alla prima
occasione…
Ryan non rispose. Con calma s’infilò le mani in
tasca, alzò un secondo lo sguardo verso il cielo e poi riguardò Keris, che lo
fissava un po’ trepidante.
- Allora ora dove andiamo?
- Eh?
La guardò e Keris sentì il cuore farsi leggero
come un palloncino, di fronte a quel sorriso.
- Dove andiamo adesso?
- La ruota panoramica!! –
strillacchiò prendendolo sottobraccio – Ti prego, ti prego,
andiamo lì!
- D’accordo, d’accordo… - sospirò senza però
smettere di sorridere – Però non bloccarmi la circolazione al braccio -_-“”…
*__________
- Insomma, cos’è che dovete farci vedere con tanta
urgenza?
Con aria stizzita Mina scrutò severa
Pie e Kyle, che avevano trascinato lei e tutto il resto del gruppo nel
laboratorio. Mentre scendevano di sotto, Selena ebbe
un fremito, i posti così le portavano alla mente troppi ricordi spiacevoli…
- Tutto ok? – le chiese premuroso Quiche,
smettendo di fluttuare e prendendo a camminarle affianco; lei annuì appena.
- Se non altro ora decisamente
meglio. – sussurrò con un sorriso, prendendogli la mano.
Premendo un pulsante Kyle accese una fonte
luminosa sopra il tavolino al centro della stanza; il fascio si riflettè sulla
superficie lucida di quella che aveva tutta l’aria di essere una
insolita pistola, dalle linee curve e sinuose e, curiosamente, pareva
essere stata creata in un solo pezzo da qualche materiale blu-argento.
- Che cos’è? – chiese
subito Paddy con gli occhi lucidi di curiosità.
- L’arma con cui sconfiggeremo
Qur.
- L’arma per sconfiggere Qur? – domandò Lory; Pie
annuì e, premuto un altro bottone della tastiera adiacente il
muro della stanza, accese il monitor. Sullo schermo comparvero un istante una serie di dati e grafici, per poi mostrare
un’immagine del mostro di Shorai con varie annotazioni battute al computer
accanto ad essa.
- A differenza di Tanir, - fece Pie - che è stato
creato praticamente da 0, e di Phiras, per cui è stata
utilizzata una procedura che fin’ora non siamo riusciti a scoprire, Qur è una
creatura nata essenzialmente secondo lo stesso principio con cui avete ottenuto
voi i vostri poteri.
Le Mewmew e i tre alieni seguivano con attenzione
la spiegazione, scrutando la strana pistola che ora aveva preso in mano.
- Se mi avesse spiegato certe cose in maniera così
semplice quando lavoravamo qui sulla Terra… - borbottò
Quiche a denti stretti.
- Eddai! – lo rimproverò Selena con una gomitata.
- Quest’oggetto si chiama Meltsgun. –
riprese Kyle – L’abbiamo progettata utilizzando un
materiale che sulla Terra ormai non esiste più da millenni… -
- Ma che sul nostro
pianeta invece noi abbiamo importato e che usiamo ancora ampiamente, come per
le astronavi.
– intervenne l’alieno dagli occhi oltremare; il bruno annuì:
- E’ resistente ed è l’unico materiale in grado di
contenere in forma liquida il DNA inverso. –
- L’inverso CHE?! –
esclamò Tart guardando Kyle confusissimo.
- Si tratta del liquido che, in forma vaporizzata,
abbiamo usato io e Ryan…
- Su di noi, vero? – intervenne Pam laconica.
- Esattamente. Basandoci sullo stesso principio,
abbiamo pensato che, conoscendo il DNA con cui è stato modificato quello di
Qur, avremmo potuto riportarlo allo stato originale. Ma per poterlo fare non ci bastava prelevare un campione del
suo codice genetico dai vostri vestiti dopo una battaglia.
- Avevamo bisogno – continuò Pie – di avere un
campione sia del DNA di Qur, che del vostro.
- Del nostro?
- Sì.
- Non capisco. – fece Sel
titubante – Non vi sarebbe bastato avere il DNA di quel bestione? – Pie
fece un cenno di diniego.
- Devi sapere che ogni specie vivente ha un numero fisso di cromosomi, minuscole parti presenti nelle
nostre cellule dove è registrato il nostro DNA. Ogni essere vivente, ogni essere umano, benché diverso dagli altri, ha in numero
fisso di cromosomi, non uno di più non uno di meno.
- Altrimenti potrebbero
esserci malformazioni, ok, questo lo so anch’io. – intervenne Strawberry.
- Lo sai anche tu? Che miracolo è mai questo?!
- Tart, pidocchio, chiudi il becco!
- Chiudilo tu vecchiaccia!
- Finitela! – li zittì Mina.
- Però – continuò
l’alieno più grande come se nulla fosse – per voi ragazze e Qur c’è un
problema.
- E cioè? – chiese Quiche
svogliato.
- … Voi possedete un “cromosoma fantasma”.
- Che cosa?!
- E’ quello che si è formato nello stesso istante in
cui avete ottenuto il vostro potere Mew; non è propriamente un cromosoma, è una
sorta di “doppione” che è unito a qualcuno dei cromosomi del vostro codice
genetico originale e che permette l’unione tra questo e il vostro DNA animale.
- Mi sta cominciando a venire il mal di testa -__-“””…
- Quiche, finiscila!
- Non è unito in una maniera definita e non è
uguale per ogni soggetto, inoltre non è ancora chiaro come agisca, potrebbe anche essere instabile e muoversi attraverso il
DNA.
- Chissà perché se lo dici così, Kyle, mi spaventi
(gocciolone)… - mormorò la Mewscimmia.
- Però abbiamo scoperto che il cromosoma fantasma
reagisce a quello di altri soggetti simili.
- Ora ho capito perché avevate bisogno del mio
aiuto! – si illuminò Strawberry, che finalmente capiva
la necessità della sua presenza, nei giorni precedenti, in laboratorio.
- Quest’arma deve essere usata da una distanza non
molto elevata – concluse Kyle – ma è efficace al 100%
se Qur verrà colpito dal raggio, non avrà possibilità.
- Fantastico!! – si esaltò Paddy – Se batteremo
quel gorillone con la coda a frusta, anche quella sorta di super-Phiras non
potrà batterci!!
- Super-Phiras?
– chiese incuriosita Selena – Paddy, ma di che parli?
Tutti gli sguardi si rivolsero sulla biondina; lei
fissò un secondo Tart che si battè una mano sulla fronte, che stupido! Se l’era quasi scordato!
- Ieri è successa una cosa.
*_________
- Uhaaaaaaaa, che bello, che bello!
– strillacchiò Keris, seduta in ginocchio sul sedile della ruota panoramica –
Non immaginavo che Tokyo fosse così bella dall’alto!
- Già…
Sorridendo l’aliena voltò lo sguardo dall’altra
parte della cabina, verso Ryan: seduto con le gambe accavallate e le braccia
conserte, fissando fuori dal finestrino con un sorriso
appena accennato, gli occhi azzurri sereni e i capelli dorati a sfiorarli
appena sulla cima.
“Quant’è carinooooooooo *\\\\\*!!!!!!!!”.
- Che c’è?
- Eh?
La domanda del ragazzo colse l’aliena
completamente alla sprovvista: ancora inebetita lo fissò sbattendo le palpebre
per alcuni secondi, per poi voltarsi impacciata verso il finestrino.
- N-niente, niente… - “Che scemaaaaaa!!! Keris, sei scema, scemascemascema!!!”.
Divenne rossa come un pomodoro; nel vederla, Ryan
trattenne un risolino e Keris, da imbarazzata, si offese e lo fissò minacciosa.
- C-che c’è?! – sbottò
acida.
- Niente… - sorrise lui – Stavo solo pensando che con quella faccia sei carina…
Keris lo fissò con tanto d’occhi: che aveva detto?!
“EEEEEEEH O\\\\\\\\\\\O?!?!”
– I-io…
Un enorme esplosione interruppe bruscamente la
conversazione: la navicella della ruota dove i due si trovavano vibrò
paurosamente e ci vollero un paio di minuti perché, tra le urla e la
confusione, i ragazzi potessero provare a capire cosa fosse successo.
- Che cavolo è successo?!
– sbraitò Keris, furente per il brusco contrattempo.
- Non lo so… - fece grave Ryan –
ma ho come l’impressione che lo scopriremo presto.
*____________
Nel sotterraneo del Caffè Mewmew, intanto, Kyle
aveva rivelato lo scoppio; preoccupato l’uomo si era messo freneticamente alla
ricerca dell’epicentro dell’esplosione, sotto gli occhi nervosi delle ragazze.
- Che succede? – domandò
Pam seria.
- Ho scoperto un’anomalia nella zona ad est del
parco vicino ad Ikebukuro (zona di Tokyo ndRia).
- Una scossa di terremoto? – chiese preoccupata la
Mewgatto, con un paio di orecchiette nere che le
spuntavano dalla chioma rossa – Mi è parso di sentire tremare qualcosa…!
- Strawberry, sei nervosetta (gocciolone)?
- Sono i tuoi sensi di gatto… - assentì il bruno
quasi riflettendo – E non ci sono andati molto lontano, c’è stata
un’esplosione!
- Sarà meglio che andiamo a vedere! – esclamò
Mina.
- Direi di sì – continuò
Kyle – rilevo qualcosa, potrebbero essere Tanir e gli altri.
- Allora andiamo!
Seguendo la rossa il gruppo si lanciò su per le
scale; nel frattempo Kyle continuava a battere frenetico i tasti del computer,
con aria sempre più preoccupata.
“Non ho mai rivelato un’energia così forte e poco
definibile – pensò con aria seria – possibile che… Sia
ciò di cui ci hanno parlato Paddy e Tart?”.
*___________
Nel Luna park era scoppiato il pandemonio: la
gente, spaventata, correva qui e là, urlando e strepitando, mentre
dall’ingresso ovest del parco, da cui si sollevava una densa nube grigia,
provenivano ancora rombi di piccole esplosioni e rumori inquietanti.
In mezzo a quella ressa Keris correva come una
disperata proprio verso quell’ingresso, seguita a ruota da Ryan.
- Keris! – con uno scatto il biondo riuscì ad
afferrarla per un braccio e a fermarla – Dove pensi di
andare?!
- A vedere il responsabile di questo macello e a
fargli un occhio nero, mi pare logico! – esclamò lei.
- Sei impazzita?! Manca
ancora un quarto d’ora prima che le pastiglie terminino
il loro effetto, non puoi combattere in queste condizioni!
Era vero: per riuscire a godersi quella giornata,
Keris aveva fatto scorta delle pastiglie di Kyle per farle svanire le orecchie
e l’effetto dell’ultima coppia non era ancora
terminato: ma finchè queste avessero fatto effetto, anche se lei non possedeva
particolari poteri, la sua capacità di levitazione e la sua forza sarebbero
rimaste pari a quelle di un sasso!
- Ho ancora la mia arma e la mia
agilità – fece decisa – non preoccuparti, le altre avranno già rilevato questo
pasticcio, lo tratterrò solo ^^!
E si liberò velocemente
dalla presa del ragazzo, che la perse di vista nella folla.
- Keris…! Accidenti!
- Che noia… Questi umani sono proprio patetici… -
Con uno sbuffo Tanir mosse il avanti le mani e alcune piccole sfere luminose
apparvero di fronte ad esse: alcuni chimeri iniziarono
a fluttuare vorticando nell’aria, gettandosi velocemente dentro a tutto ciò che
di vivente trovarono, piante, animali nei baracconi, riempiendo in un lampo il
piazzale di fronte all’alieno di creature urlanti e completamente scatenate.
La gente prese a correre spaventata di qua e di
là, allontanandosi dal luogo delle inquietanti apparizioni.
- TANIR!!! -
Un urlo famigliare distrasse l’alieno dal suo
rimirare annoiato il devastante spettacolo dei suoi mostri; sulle labbra di
Tanir si formò un ghigno per nulla rassicurante.
- Ti aspettavo. -
-
Guardate! – con un urlo, MewPaddy indicò un gigantesco chimero che avanzava
minaccioso nel luna-park.
-
Sembra che siamo arrivate proprio al momento giusto! –
sospirò Pam.
-
E pronte alla battaglia! – esclamò
MewBerry, facendo trillare il campanellino posto sulla coda – ANDIAMO! –
-
Diamoci dentro…! – sorrise Quiche divertito; poi si voltò verso Selena, con
aria seria – Tu però fai attenzione, va bene? –
Lei
annuì decisa.
Il
gruppo si lanciò contro la bestia, alta almeno una decina di metri e
dall’aspetto di una grossa balla di liane legata ad un tronco marrone scuro
largo e contorto.
-
Un chimero-pianta, questa è roba tua tart! – ridacchiò Quiche, staccando uno
dei tentacoli vegetali alla creatura.
-
Mai fatti così brutti! – protestò il ragazzino.
-
Anche di peggio! – lo beffeggiò MewBerry, mentre dava
a pam il segnale di bloccare il chimero con la sua frusta. In pochi istanti la
bestia fu bloccata e a nulla valsero i suoi ruggiti lamentosi e il suo dimenarsi.
-
Sei fregato, bestione! – ridacchiò la mewgatto – Preparati!:
RIBBON… -
Improvvisamente
la voce della rossa si arrestò: si avvertì uno scoppio sordo e una nube di fumo
rosato si sollevò da dove la ragazza si trovava in piedi pochi istanti prima,
oscurandone la vista per alcuni minuti.
-
MEWBERRY! –
MewLory
corse verso l’amica, mentre MewPam tentava di non perdere la presa dal chimero,
aiutata dagli altri.
-
MewBerry! – la ragazza cominciò a cercare l’amica, accecata e soffocata dal fumo
che sembrava non volersene andare, quando un campanellino attirò la sua
attenzione; tirò un sospiro sollevata – Oh, eccoti! Che cosa…? –
-
Meeeeeoww…? –
-
Eh o_o? –
Si
sentì la mewfocena lanciare un grido, che più che di paura o
di spavento, sembrava di puro stupore.
Intanto,
gli altri erano riusciti ad abbattere il chimero, ma l’urlo della compagna gli
rimise all’istante in allerta.
-
LORY! – strillò Mina verso la nube di fumo, che finalmente stava scomparendo – Cosa succede?! –
La
ragazza uscì. Con lei Strawberry non c’era, ma tra le sue braccia c’era un
tesserino piccolo e dal pelo nero lucido, con due grossi fiocchi rossi al collo
e alla coda e due occhini rosa.
La
reazione del gruppo fu unanime e ovvia.
-
STRAWBERRY
O_____O?!?!–
-
Meuuuuw!!! -
E ora?! Eh he, bastard inside, vi lascio la suspence ^o^! (ma
quanto sei…? Eh?! ndtutti – Sorry, non potevo fare
diversamente! ndRia – E perché?! – Xkè se no il cap
veniva lungo 30 pagine! – Ah, ok O__O””…).
Cosa sta succedendo? E
che è successo a Strawberry? Per saperlo, dovrete aspettare il prox chappy,
cercherò di completarlo prima che posso, UN BACIONE E
ANCORA GRZIE A TUTTI!!!
Nota: Mi sento in dovere di
scrivere queste cose in quanto riprendo una parte della storia originale del
manga di MewMew (quindi non sono idee mie originali,
ma inserite nella mia storia per integrarla maggiormente): la decisione di Mark, infatti, è spiegata nell’ultimo numero della 1a
serie, mente quello che è successo a strawberry nel 1° della 2a serie, “Tokyo MewMew à la mode” (mi auguro che
nessuno di voi l’abbia letto per non rovinare la sorpresa ^^, ma se qualcuno
l’ha fatto, state tranquilli che rispetterò fedelmente la storia ^^.) CIAO CIAO!!
Che bello, sn già riuscita a ripubblicare
XD! Me felice felice
XDXDXDXD!!! Alloooora, visto che non l’ho fatto l’altra volta, direi di
ringraziare (nome x nome) tutti quelli che mi hanno recensito, qsto cap e lo scorso/i
(anche quando nn c’ero ^o^!). grazie a:
kashia: sono contenta che ti abbia appassionata ^^! Beh, aggiornare c’ho messo un po’, ma ora continuerò, e spero che anche tu
continuerai a seguirmi!
darkangelodette92, tania: molto concise,
ma molto carine ^°^! Gazie!
Killkenny: Addirittura
nove XD?! Non ho mai preso 9 d’italiano, questo devo farlo vedere alla mia prof! (Hai
visto, eh dannata?! Ank’io ho talento! – ma dove -___o?!
ndtutti)
Fedy, ka_chan
91: sul serio vi è piaciuta tanto O-O?!me onoratissshima ^\\^! Eccovi
qui un bell’aggiornamentino XD…
Purinsun, Danya91: come sopra
(XDDD) e grazie anche dei comply x il cap scorso, ma davvero è così bella la
mia storia? Comincerò a montarmi la testa ^^! (tu nn
fare proprio un c***o o se no ci mandi in qualche casino! ndQuiche
– te chiudi il becco che il tuo momento non è ancora arrivato! ndRia – ma che me frega?! C’ho
Sel-chan, mi vado ad ammazzare quel bastardo di Shorai e sono a posto, meglio
di così! ndQuiche – C’hai voglia bello mio ^o^, ne
avrai ancora di lavoro da fare… ndRia – NIU ç___ç! ndQuiche_disperato
– perché suona come una minaccia? ndtutti)
Kaho_chan, piccola-chloe: ECCO ALCUNE FEDELISSIME! Amori, ciao, allora non mi avete
abbandonata! (eravamo tentate di farlo disgraziata
tanto c’hai messo ad aggiornare! Nd_Kaho_chan&piccola-chloe_armate_di_scimitarra – Ok, ho
capito, non aspetterò più un secolo, ma non m’ammazzate ^^””””””!!!
ndRia).
Sapete una cosa? Ho appena scoperto che
il nome di Quiche ricorda un piatto genovese! Sapevo già che veniva da una
pietanza (non chiedetemi che cavolo di pietanza fosse
xkè nn lo so assolutamente +) come Pie e Tart (la tartina XDDDD! – spiritosa
-\\\- ndTart) ma l’altro giorno m’è venuto in mente
che il nome originale dell’alieno verdolino (che cavolo di soprannome è?! ndQuiche – 6 nella mia storia, oggi sn stanca e ti maltratto
un po’ come mi pare! ndRia_sadica - … Se non fosse ke
m’hai fatto incontrare Sel-chan vorrei tanto strozzarti -__-*… ndQuiche)
Ossia “Kisshu”, ricorda tanto la “chisseua” (si legge “chissoa” con la “o”
chiusa) che è una specie di piadina col pesto… (xkè come lo dico io sembra una
schifezza invece è buona da Dio? Mah…). Quiche, sei una focaccetta XD! (Ma che cacchio sta dicendo?! ndQuiche
– Niente, suoi soliti deliri mentali, lasciala perdere ndJolly_Mask –
AMOREEEEE, quando 6 arrivato ^\\\\^♥♥♥?! ndRia_innamorata – 5 secondi fa… Non
strozzarmi, piccola, grazie ^^””” ndJM – No, pure il fidanzato no! ndTutti_pers – CHIUDETE IL BECCO +___+!! ndRia
– S-scusi signora… *paruuuuuraaaaaaa*!!!).
Va bene, basta cavolate (anche xkè non
gliene fregava a nessuno! Ndtutti) e passiamo alla storia ^^! Vi avverto, la
situazione si sta complicando decisamente! A dirla
tutta qsto cap mi piace pochino, xò serve xkè altrimenti non possono prendere
piede i casini dei prossimi cap ^^! (e qsto sarebbe un
bene?! ndTutti_pers). Vi lascio alla lettura!
Cap. 31 - Piani
incomprensibili
Osservò
la ragazza con aria inquisitoria, squadrandola centimetro per centimetro: i vestiti, i capelli, il viso, il corpo, gli
occhi che ora lo fissavano arcigni e minacciosi. Sembrava davvero un essere
umano.
Il
ghigno di Tanir si allargò ancora.
-
Ma guarda chi c’è… - fece, fintamente innocente – Come
stai, piccola Keris?
-
Chiudi il becco, dannato! – sbraitò arrabbiata – Sei arrivato proprio nel
momento sbagliato, quindi ti avviso, non la passerai liscia
né per il macello che stai combinando, né per aver rovinato il mio
appuntamento! –
L’alieno
la scrutò, trattenendo una risata. Keris lo seccò con un’occhiata velenosa,
indugiando poi un istante sul suo aspetto e fu scossa da un brivido, non capì
perché, ma Tanir le faceva immensamente paura in quel momento.
-
Oh, invece sono arrivato nel posto e nel momento giusto! – ribattè, con fare
accondiscendente – Aspettavo proprio te.
-
Che cacchio vuol dire “Meuuuuw”?!è
l’unica cosa che hai da dire?!
-
Miao mia! Meow mieuu!!(E che dovrei dirti, Mina?! Ci capisco meno di te!!)
La
mewuccello teneva la piccola gattina nera sotto alle zampette
anteriori, scrollandola a mezz’aria con aria chiaramente esasperata.
-
Mina, così le fai male (gocciolone)… - mormorò Selena cercando di levarle la
mewgatto dalle mani.
-
Ma come hai fatto a trasformarti?! – sospirò Quiche –
Se non sbaglio, questo non ti succedeva quando ti
emozionavi troppo?
- MIAO! Meow
miew, miaomaomiao!(Infatti! Eppure, adesso, all’improvviso, ho avvertito una
strana sensazione e sono diventata un gatto!!)
L’intero
gruppo guardò la gattina con aria dubbiosa. Lei prese a miagolare ancora più
forte:
-
Mieuuuw, miao meo miao!!!
Mauuuuuw… miao mieo mao?!?(Cavolo, è vero! Voi
non mi capite…! Uffa, dov’è Ryan quando serve?!?)
-
E’ inutile che ti sgoli, io non capisco una parola di quel che stai dicendo! –
la sgridò Mina.
Proprio
nello stesso momento si avvertì il frastuono di un crollo: le grida
terrorizzate della gente in fuga squarciarono l’aria con la rapidità di un
proiettile, mentre un altro chimero lanciò il suo strillo acuto comparendo tra
la polvere delle macerie. La mora digrignò i denti:
–
Accidenti, ci mancava anche questa!!
-
Miao miau, miao mao!!(Dai, veloci,
aiutatemi a trovare qualche gatto in giro da baciare, così posso tornare
normale!)
-
Insomma Strawberry! – sbottò nuovamente Mina – Perché ti agiti
adesso?!
-
Forse vuole cercare di ritrasformarsi… - intervenne Lory.
-
Non abbiamo tempo adesso! – fece seria Pam – Inoltre, qui è troppo pericoloso per lasciarti andare a gironzolare da sola.
-
MIAO MIAO, MIAU MIAW?! (E
IO COSA DOVREI FARE, RESTARMENE COSI’?!)
-
Tart. – con fare perentorio, Pie prese la gatta dalle
braccia di MewMina e la schiaffò tra quelle del piccolo alieno – Prendi il
robottino di Strawberry e avverti Kyle.
-
Cosa?! – protestò il brunetto – Io dovrei fare da
baby-sitter a questa palla di pelo di una vecchiaccia?!
-
Appena sei riuscito a capirci qualcosa raggiungici ok?
– continuò imperterrito; gli altri, acconsentendo senza lasciare al ragazzino
possibilità di replica, annuirono e seguirono l’alieno verso la zona degli
scontri, lasciando Tart e Strawberry con un palmo di naso.
-
Ma che cavolo….! EHI!
-
Mieuuuuuuaw!(Non
potete abbandonarci così!)
-
Strawberry, siete nei guai, Piii!
-
Miao miau miew!(E
tu falla finita Masha!)
-
Aspettavi proprio me?! – Keris si portò le mani ai
fianchi con aria divertita – Ma fammi il favore! A te
basta fare un bel casino in giro, vero?!
-
Pensala come vuoi… - sospirò lui, rassegnato.
Poi
sollevò una mano sopra alla sua testa: i chimeri che in quel omento
stavano devastando il luna-park si fermarono di colpo, voltandosi verso il loro
padrone.
-
Distruggetela.
Un
ringhio fece tremare l’aria attorno alle bestie, che presero a dirigersi verso
la ragazza che non potè non guardare tanir con aria un po’ disperata.
-
Ehi, non ti sembra di esagerare (gocciolone)?!?
Le
sue parole furono interrotte da un grosso chimero-uccello dalla coda vagamente
simile ad una lancia, che prese a colpirla con punte acuminate fuoriuscenti
dalla punta della cosa stessa.
Keris
prese a saltellare di qua e di là con difficoltà, accidenti a lei e alla sua
testaccia…! Anche se aveva detto a Ryan di possedere
ancora la sua agilità, in realtà sembrava proprio che le pastiglie speciali di
Kyle l’avessero diminuita di parecchio e senza quella contro quelle specie di
sfilate horror ambulanti, avrebbe avuto non pochi problemi.
-
Accidenti… E STATEVE A CUCCIA, BESTIACCE SCHIFOSE!
Colpì
un paio di quegli esseri col suo nunchaku, ma l’effetto che aveva previsto fu decisamente minore; avvertì un brivido percorrerle la
schiena:
“Anche
la mia forza è ridotta?!”.
Mentre la ragazza combatteva faticosamente, Tanir se ne restava
immobile a fissare la scena. Non potè non sorridere compiaciuto quando vide
l’espressione preoccupata di Keris, era pronto a scommettere che stesse pensando di essersi indebolita: se avesse saputo che
invece erano le sue creaturine ad essere più forti! Ma
in quel momento non doveva preoccuparsi di quelle sottigliezze.
“Dai,
fammi vedere, Keris – pensò maligno – Mostrami che non
hai dimenticato…”.
L’aliena
lanciò un grido più forte, mentre un grosso chimero dalle sembianze feline la
bloccava terra con una zampata. Tanir sbuffò:
-
Accidenti, che delusione…
-
Insomma, sei riuscito a contattare quello là?! –
mormorò Tart disperato, schivando l’ennesimo blocco di cemento che qualcuno dei
chimeri lanciava come proiettili lungo il suo tragitto di distruzione.
Strawberry miagolò terrorizzata.
-
E tu non lamentarti! – le rimbrottò contro il
ragazzino – Cosa credi, che io mi stia divertendo?!
-
Fssshhh! (Certo
stai meglio te che ti muovi con le tue gambe!)
-
Bzzz… Strawberry? Sei tu? Cosa succede?
-
KYLE! – esclamò il piccolo alieno, sospirando sollevato – Alleluia, non ci speravo più!
-
Miao mao *-*!(Ciao
Kyle, mio salvatore *-*!!)
-
Tart?! – fece il bruno dal Cafè,
sorpreso – Ma che succede?!
-
E’ quello che dovresti aiutarci a capire! – strillò tart arrabbiato – La
vecchiaccia qui all’improvviso si è trasformata in gatto, mentre stava
combattendo! Ahio, e non graffiarmi! – sbottò, guardando arcigno la gatta.
-
FSSSSH!(Così
impari a darmi della “vecchiaccia”!).
Dal
microfono di Masha non uscì alcuna risposta.
-
Oh no… - mormorò poi Kyle, con fare decisamente preoccupato.
-
Che c’è?
-
Tart… Ti prego, cerca di tornare prima
possibile con gli altri qui, d’accordo? E, per favore,
bada a Strawberry, mentre tu fai attenzione va bene? – concluse,
rivolgendosi alla gatta.
-
Aspetta, Kyle, che sta succedendo?!
-
Ora non posso spiegarti, ci metterei troppo e non mi sembra che la situazione sia molto
favorevole.
Contemporaneamente,
Tart evitava l’ennesimo detrito gigante.
-
Non hai tutti i torti…!
- Per favore, fai come ti
ho detto!
Tart
annuì con un grugnito. Strawberry, invece, che fino ad un
secondo prima sembrava non attendere altro che l’istante in cui si
sarebbe potuta liberare dell’abbraccio forzato del giovane alieno, si
rannicchiò tra le sue braccia: era innegabile che il tono di Kyle non l’avesse
preoccupata, peggio!
-
Miau… (Andiamo?)
Tart,
curiosamente, parve capire.
-
Ora li raggiungiamo. Tu resta ferma ok? – poi guardò Masha – Tu raggiungi già Kyle,
scommetto che dalla tua memoria troverà qualcosa di interessante,
va bene?
Il
robottino pigolò in segno di assenso.
*___________
Kyle
si appoggiò allo schienale della sua sedia, sospirando preoccupato. Era
successo proprio quello che più lui e Ryan temevano, e
proprio nel momento sbagliato!
“Strawberry
sta per perdere il controllo sul suo gene Mew…”.
*___________
-
RIBBON MINT ECHO!
-
Cosa?!
Un
velocissimo lampo di luce, seguito dal gemito strozzato del suo mostro, scosse
Tanir dal lamentarsi; piegò le labbra in una smorfia pericolosa che
assomigliava vagamente ad un sorriso.
-
Voi, piccoli vermicelli striscianti…
-
Ridillo e il prossimo colpo sarà per te! – sibilò MewMina,
puntando il suo arco verso di lui; intanto, il resto del gruppo lo fissava
con odio.
-
Stai bene Keris? – chiese Lory premurosa, mentre l’aiutava ad alzarsi.
-
Sì, grazie Lory-chan… - poi sorrise – E tra poco starò anche meglio.
Avvertì infatti un lieve formicolio provenire dalle sue orecchie,
l’effetto delle pillole stava finendo.
-
Ma guarda chi si rivede! – esclamò Quiche maligno – Mister “occhio vispo”!
Inutile
dire che la faccia di Tanir arrivò quasi a deformarsi
dalla rabbia.
-
Stai tranquillo… - sussurrò minaccioso – Tra poco avrai lo stesso segno…
peccato che il tuo sarà sul cuore.
-
Oh, ma davvero? – rispose ridendo per niente intimidito, facendo comparire le
sue armi – Vediamo se ci riesci!
Tanir
si lanciò contro Quiche urlando a pieni polmoni; la lama che creava dal braccio
cozzò contro i gemelli dell’alieno dagli occhi d’oro, generando una marea di
scintille e un acuto stridio.
Quiche
strinse i denti serrando la presa sui manici delle sue armi, quel maledetto era almeno cinque volte più forte rispetto al loro ultimo
scontro, faceva fatica anche solo a restarsene fermo e a non farsi schiacciare.
-
Che ti prende Quiche? – ghignò Tanir con aria tranquillissima, quasi non stesse lottando – Sei
stanco?
Con
destrezza tirò indietro il braccio e diede una stoccata netta contro i gemelli
che l’altro alieno teneva incrociati di fronte a sé, rompendo la sua guardia e
schiantandolo a terra col contraccolpo.
-
QUICHE!
Selena
corse incontro al giovane che si stava rialzando a fatica, mentre Tanir
sembrava essersi semplicemente liberato di un insetto fastidioso e ignorò
completamente l’avversario, lanciandosi verso Keris.
-
FERMO! – urlò MewPam – RIBBON ZAKURO PURE!
Il colpo della mewlupo fu però schivato agilmente; senza
perdersi d’animo la mora e le sue compagne si scagliarono contro di lui, ma Tanir
non sembrava dell’idea di affrontarle: si teletrasportò un paio di volte,
evitando i colpi delle ragazze, poi, con fare scocciato, portò le dita alle
labbra e mandò un fischio acutissimo; per un istante il fracasso provocato dai
chimeri che aveva creato cessò, per trasformarsi in un rimbombo cupo.
-
Che succede?! – fece agitata MewMina.
-
Non lo so, ma non mi dice niente di buono… - sussurrò MewPam.
-
Laggiù!
Il
gruppo si voltò nella direzione indicata dalla mewscimmia,
scorgendo i mostri di Tanir che, di gran carriera, puntavano contro di
loro.
-
Occavolo…!
La
situazione stava rapidamente per precipitare. MewLory tentò di aiutare Keris ad
alzarsi e ad alzare i tacchi, ma la ragazza se la
scostò di dosso sorridendo grintosa.
-
Stai tranquilla! – esclamò; le pupille dei suoi occhi tremarono un istante,
assottigliandosi – Se quell’idiota vuole giocare con me, che si accomodi!
Strinse
decisa i suoi nunchaku, mentre due vivaci orecchiette dalla forma affusolata
spuntavano da sotto il caschetto fluorescente: l’effetto delle pastiglie era
finito, ed ora voleva proprio vedere se Tanir avrebbe continuato a fare in
gradasso!
-
Ohi ohi… - con fare lamentoso Quiche si tirò in piedi,
mentre Selena continuava a guardarlo preoccupata:
–
Stai bene?
-
Sì… Ma quello schifoso ha la mano pesante! – alzò gli occhi ambrati verso
l’avversario, intento a godersi lo spettacolo della squadra Mewmew in lotta coi suoi mostri; digrignò i denti con rabbia – Ora lo uccido
sul serio!
-
Stai attento Quiche, ricorda cosa ci hanno detto Paddy e Tart! – cercò di
calmarlo la ragazza – Se Phiras è diventato così forte forse, anzi,
probabilmente Tanir è peggio!
Lui
la guardò un istante, lo sguardo della ragazza pareva terrorizzato all’idea di
vedere lui, stavolta, soccombere con un pugnale piantato nel petto com’era
successo al loro nemico(*). Sospirò con un sorriso, accarezzandole una guancia:
-
Stai tranquilla, va bene? L’ho
sconfitto una volta, posso rifarlo ^^!
Selena
prese un profondo respiro, non sembrava convinta, ma annuì.
-
Dai! – continuò lui – Sono mica così deboluccio!
Lei
sorrise appena, premendosi la sua mano contro il viso, era inevitabile che si
preoccupasse, erano in guerra e ogni volta che si combatteva c’era il pericolo
che lei lo perdesse, ma non poteva essere così catastrofica, Quiche sapeva il
fatto suo e anche lei avrebbe fatto di tutto perché
non gli succedesse niente.
-
Guarda che non ti permetto di mollarmi da sola, sono stata chiara? – ridacchiò
con tono dolce.
-
Trasparente, signorina ^^!
-
Ehm, scusate se vi interrompo…! – fece con un risolino
forzato MewMina, atterrando in salto di fronte a loro – ma
potreste darci una mano (gocciolone)?!
In effetti la situazione non era granchè rosea, a giudicare
da come Pam stesse faticando a tirare a terra un grosso bestione bavoso e da
come Paddy saltellasse attorno ad una sottospecie di grossa piovra.
-
Certo che si impegna con la fantasia per queste
bestioline… (gocciolone)
-
Quiche, non mi pare il momento di fare del sarcasmo (gocciolone)!
-
MEWMINA, RAGAZZI, ATTENTI!
La
grossa zampa di una delle creature si schiantò rapidamente nel punto dove si
trovavano i tre ragazzi due secondi prima, sollevando un gran polverone.
-
Uff… Grazie MewLory!
Nel
frattempo Keris stava ingaggiando una lotta serrata con Tanir, che non le lasciava
assolutamente respiro; in quello scontro, però, benché concentrata, la ragazza
notò che c’era qualcosa che non andava. A differenza del solito, Tanir la stava
attaccando con ritmicità e precisione, seguendo quasi uno schema predefinito:
le sembrava di essere tornata ai tempi dell’accademia e alle lezioni di
combattimento, cosa stava combinando quel tizio? Keris tentò di scuotersi,
mentre schivava un altro affondo, ma fu costretta a premersi un istante la mano
sulla tempia, quella mossa, quei colpi, erano troppo
famigliari…
“Ma che sto dicendo…! – si rimproverò poi – Sono solo le
tecniche che insegnano da sempre a TUTTI i soldati di Gaea, non ci vuole uno studio per impararle, avanti!”.
-
Ahia, ma che è adesso?! – mormorò tra sé e sé – Che
male la testa…!
Serrò
gli occhi e si premette un istante le tempie, quel formicolio fastidioso e
pulsante aumentava d’intensità.
-
KERIS!
-
Eh?
La
ragazza si voltò, le era sembrata la voce di Ryan, ma tra i chimeri che venivano abbattuti e la polvere non vedeva niente; un’altra
fitta la prese alla testa, costringendola a chiudere gli occhi, le sembrava le
tremasse la terra sotto i piedi, ma che stava succedendo?!
-
KERIS, MA CHE FAI?!
-
Ryan!
Successe
tutto molto rapidamente. Il biondo, che era appena sbucato tra la polvere e
sembrava aver corso parecchio, fissò sopra la testa di Keris un minaccioso
Tanir, che aveva un’aria estremamente soddisfatta.
Ne aveva ben diritto, stava andando tutto alla perfezione.
-
Insomma, vieni via! – Ryan afferrò Keris per il braccio e fece per tirarla via
dato il suo stato apparentemente confuso.
-
Tzs tsz… Lasciaci giocare ancora un po’.
Con
un gesto secco Tanir colpì il ragazzo allo stomaco con una sfera d’energia
biancastra, gettandolo a cinque metri di distanza.
-
RYAN!
La
ragazza non ebbe tempo di preoccuparsi di lui, perché Tanir ripartì all’attacco
e fece per colpirla, ma lei lo schivò.
A
quel gesto Keris si bloccò: era impossibile… Quel colpo, lei… Sapeva che
avrebbe usato quel colpo…
“Ma… Come…?”.
Anche
il suo avversario si fermò; l’ennesimo, inquietante sorrisetto compiaciuto
comparì sul suo volto mentre faceva sparire la sua
arma e un istante dopo anche lui si dileguò. Keris invece restò immobile,
completamente frastornata,cercando di fare mente locale.
-
Keris, stai bene?! – le urlò Selena, mentre stendeva
assieme agli altri l’ultimo chimero.
-
S-sì… Io… - “Aspetta… Ryan!” – RYAN!
Sbloccatasi
dallo stato di trance la giovane aliena corse dal
biondo, che solo in quel momento cominciò ad alzarsi, tenendosi la pancia con
aria sofferente.
- Ryan! Oh no, Ryan! Ryan, come stai?!
-
Mai stato meglio… - sibilò sarcastico; Keris si strinse il labbro inferiore in
una sorta di morsa e lui sospirò con fare rassegnato – Non è niente, scemotta.
-
Ragazzi, tutto bene?!
-
Sì, Lory tutto a posto…
-
Io sì, ma tu no! – sbottò il ragazzo prendendo Keris per le
spalle – Questo deve fare male…!
Lei
voltò confusa il viso verso il punto in cui il ragazzo le stava sfiorando il
braccio, c’era un bel taglio profondo e il sangue stava colando copiosamente fino
al gomito; sbattè un poco le palpebre, erano successe troppe cose tutte assieme
e non se n’era nemmeno accorta, eppure, ora che ci faceva
caso, quella ferita faceva anche molto male.
-
Ah… Deve essere stato Tanir… - bofonchiò appena; Ryan sbuffò:
-
Dai, vieni qui!
Rapidamente
le fasciò alla bene e meglio il taglio con un
fazzoletto, poi le alzò un poco il viso tenendole due dita sotto il mento.
Keris divampò quasi istantaneamente.
-
Non ti sei ferita da qualche altra parte, vero?
-
N-n-no… °\\\\°
-
Bene ^-^.
-
Ehi, dov’è finito quel bastardo di Tanir?! – sbottò
Quiche atterrando; Keris scosse la testa.
-
Non… Lo so, prima stavamo lottando, poi è sparito….
-
Accidenti a quel maledetto…! – incrociò le braccia, prendendo
a mormorare maligno - Aaah, ha preferito lottare contro una mocciosa che
con me!
-
CHE HAI DETTO?!
-
Dai, Ki-chan, lascialo perdere (gocciolone)…
-
Invece di dire scemenze, perché non ci aiutate un pò?!
– sbottò MewMina – Qui è pieno di chimeri-parassita, dateci una mano a
prenderli prima che si creino di nuovo quei mostri!
-
Wow, guardate come sono piccolini!
-
Paddy, non giocarci (gocciolone)!
Le
ragazze cominciarono a cercare di acchiappare i piccoli chimeri, solo Pie prese
a guardarsi attorno con aria seria. C’era qualcosa di strano: perché Tanir
aveva voluto affrontare Keris e non Quiche, con cui avrebbe dovuto avercela a
morte? Perché fare tutto quel casino con una dozzina
di chimeri per poi andarsene? E poi, perché sparire
così, di colpo? Non sapeva dare una risposta alle prime due domande, ma per la
terza, era quasi sicuro che in realtà quel maledetto fosse ancora nei paraggi.
Non
sapeva quanto avesse ragione.
A
neppure venti metri di distanza dal gruppo Tanir, come se nulla di quel che era
successo lo riguardasse, fluttuava con aria tranquilla, le braccia conserte.
“Splendido.
– pensò soddisfatto – Assolutamente perfetto. Non credevo che faticassero tanto
con le mie creature, evidentemente la mutazione del signor Shorai è risultata
più efficace di quanto avessimo pianificato.”. Sogghignò
perfido, anche quella cosa era andata alla perfezione…
“Solo
un ultimo tocco.”.
Tanir
spalancò il palmo della mano. Su di esso comparve
quello che a prima vista poteva essere un piccolo scorpione: il corpo
segmentato si affusolava sulla coda terminante ad artiglio, la corazza era
lucida al sole e le zampette piccole e ricurve ticchettavano frenetiche sulla
pelle del ragazzo come i piedi di una ballerina; su quella che era la testa
dell’insetto, però, c’era una piccola sfera lucente che pareva pulsare di vita
propria. L’esserino fece schioccare le chele minaccioso
e Tanir ridacchiò, quell’affarino si chiamava shàdigar e sul pianeta di cui era originario tutti gli altri esseri
lo evitavano come fosse la peste. Presto, anche quelle ragazzine avrebbero capito
perché.
-
Sarà divertente…
-
Davvero? Posso unirmi alla festa?
Tanir
sobbalzò, nascondendo velocemente la mano. Il suo sguardo si corrucciò:
-
Pie Ikisatashi… - fece squadrando il ragazzo di fronte a lui che gli puntava contro la sua arma minaccioso – Quale onore!
-
Cosa stai combinando? – domandò
brusco senza troppi preamboli – Voglio saperlo. Adesso.
Tanir
si lasciò sfuggire una risata acida; Pie non smise di
fissarlo serio, cercando di imprimersi nella testa l’aspetto mutato
dell’alieno:
“Cosa diavolo gli è successo?”.
-
Non credo che siano fatti tuoi.
-
Benissimo. – continuò atono – Allora non ti spiace
giocare con me!
Con
uno scatto improvviso Pie lo attaccò. Tanir schivò il colpo, ma avvertì lo
shàdigar cominciare ad innervosirsi nella sua stretta e le sue
zampette muoversi sempre più frenetiche, doveva liberarsene subito!
-
Levati dalle scatole, Ikisatashi!
Lanciò contro Pie una sfera d’energia, ma a differenza di
Ryan, lui non aveva grandi problemi a sparire e ricomparire.
“Maledizione!!”.
-
Fuu Rai Sen!
-
D’ez-an(**)…!!
Con
una specie di ringhio Tanir si chinò, evitando per un soffio l’Elettrosiluro di
Pie, e in extremis lanciò lo shàdigar di fronte a sé; questo, un piccolo
proiettile nel cielo terso, compì una parabola sulle teste dei due sfidanti,
scomparendo poi tra il fogliame di alcuni alberi.
Tanir prese ad imprecare nuovamente:
-
Oh, no! D’ez-an, d’ez-an… D’ez-an!
Latrò
dalla rabbia come un cane ferito e con uno schiocco scomparve. Pie restò a
fissare il punto in cui lui si trovava fino a pochi istanti
prima e i suoi occhi blu si ridussero a due fessure, qualunque cosa
fosse quella che aveva lanciato doveva essere davvero importante, o non si
sarebbe arrabbiato tanto.
Con
calma si diresse verso la zona in cui aveva visto sparire quel puntino scuro,
ma l’area era troppo vasta ed era impossibile ritrovarlo.
-
Che stai cercando, Pie?
-
Quiche… - si voltò appena il compagno, vedendoselo spuntare affianco; sbuffò
arrabbiato – Niente… D’ez-an… (Ti ci metti pure tu?!ndRia – Autrice, ci faresti il piacere di dirci che chispios
vuol dire?! ndtutti – e ora, un attimo…!).
-
Ohi, vacci piano! – esclamò l’alieno dai capelli verdi – Alla faccia del
“niente”, mi sembri bello nervosetto!
-
Che ha detto? – domandò candida Paddy.
-
Meglio se non sai (gocciolone)…
-
Pie… - stavolta Quiche lo guardò serio – Che c’è?
Pie
scosse la testa, non lo sapeva neppure lui. Certo, sarebbero stati guai.
Non
poteva immaginare quanto grossi.
(*) vedi cap. 18 (è un po’ che non scrivo, quindi magari è
meglio fare due o tre richiami ^o^! – certo, chi è che si ricorda qcsa di ‘sta
schif… ndtutti – Riditelo e vi accoppo dal 1° all’ultimo +___+! ndRia_cn_il_nervoso_xkè_ha_trascorso_la_sett_di_pausa_a_lavorare
– Ok, perdono O___O”””! ndtutti_terrorizzati]
(**) Termine (ovviamente inventato da me ^o^!) intraducibile,
più che altro perché altrimenti ci censurano XD!
Naturally, bastard-inside ^o^… e adesso? Al prox cap! (quanto 6 s*****a! ndtutti).
Tranquilli, il cap 32 è già in lavorazione e lo pubblicherò a
breve, anche se non tanto xkè ho un sacco da studiare (E meno male, porca vacca
-\\\- ndRyan – che c’è, Ryan ^^? Qualche cosa da
nascondere ^^? ndRia_sorniona – Proprio niente ndRyan
– Se, se…).
Yo
yo yo XD!! Hola gente, sn tornata ^o^! lo so, lo so, sn in ritardo, ma ho la
scusa eh ^^? E anche un regalino x voi ^^ (vedi in fondo alla pag – mazza che
bel regalino -___-“” ndQuiche – taci te o ti faccio defenestrare!! ndRia).
Siccome
questo cap è bello lunghetto e denso di cose ^-^, qui mi limito solo ai
ringraziamenti, due commy in fondo ^^:
Danya91, Purinsun, Killkenny, Mary Cry e ka_chan91 e tutti quelli che hanno letto senza commy ^^ (se
lasciate anche 2 parole xò mi fate piacere ^^…) scusatemi se sn così
sbrigativa, ma sn stanca =__= e voleo pubblicare questo cap prima di doma che
ho l’ultima tornata di studi, alla prox prometto sarò + prolissa ^^! (Ma nn ce
n’è bisogno -___-“”! ndTutti) vabbè, lasciamo perdere -___-*...) Buona lettura ^o^!isogno
-___-"i studi, alla prox prometto sarò + prolissa ^^! bblicare questo cap
prima di doma che ho l'^^:
buon un ghigno pe
Cap. 32 - Respiro
nella notte
Un
acuto miagolio risuonò nell’aria tiepida della prima sera, ma nessuno nel
parco, tra i rari passanti che tornavano a casa per la cena, parve farci caso,
anzi, nessuno avrebbe fatto caso ad un comunissimo e tranquillo miagolare di un
comunissimo gatto.
Peccato
che la signorina che avesse miagolato non fosse propriamente un comunissimogatto.
-
Miao miaah?! Miao miau! (e allora?!
Ti ci vuole ancora molto?!)
-
Vuoi chiudere il becco, vecchiaccia?! – sbottò Tart, ormai all’esasperazione –
Non è così semplice!
Strawberry
soffiò, piccata, agitando in un concerto argentino i campanellini che portava
al collo e alla coda e facendo ondeggiare il pelo con aria superba, quel
moccioso era in assoluto la creatura più insolente che avesse mai incontrato!
-
TART! Tart, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta, ne ho preso uno!!
Spalancando
gli occhi per la gioia il ragazzino fluttuò come un razzo verso la piccola
Paddy, che teneva stretto tra le braccia un bel gatto tigrato che aveva tutta
l’aria di volersi levare dalle scatole il prima possibile; per dirla meglio,
pareva terrorizzato.
-
Lassù qualcuno mi vuole bene! – sospirò con fare liberatorio Tart – Non ne
potevo più!
In
effetti era tutto il pomeriggio che lui e Paddy cercavano qualche gatto per far
tornare Strawberry al suo aspetto originario, dato che lei si era rifiutata di
scegliere qualunque altro animale e nessuno del gruppo si era offerto
volontario (Spiacente, gattina, ormai non sn + disponibile ^^! ndQuiche –
Guarda, la cosa mi turba spiritualmente -___-“””… ndStraw – da una che sta cn
quel carciofo di Aoyama non dovrebbe esserci un tono tanto sarcastico -___-!
ndRia).
-
Miao! Maio miao! (Perfetto! Vieni
qui, piccino, dai, è un attimo!).
Con
un sorriso Paddy porse la povera vittima alla gatta nera, che gli schioccò
rapidissima un bacetto; subito si udì uno scoppio ovattato e finalmente la
mewgatto ricomparve di fronte agli altri due, mandando un sospiro soddisfatto.
-
Aaaaah, che bello! Non ne potevo più! – esclamò, poi abbracciò il gattino che
aveva appena dovuto “partecipare” alla sua trasformazione, che sembrava ancor
più spaventato di prima – Grazie piccolino ^^♥ !
Tart
si sedette per terra sbuffando, lei non ne poteva più?!
-
Però non capisco una cosa Strawberry. – fece la ragazzina bionda, sedendosi a
terra a gambe incrociate – Invece di fare tanta confusione, non potevi chiamare
Mark per farti tornare al tuo aspetto originale?
Scese
il silenzio. D’improvviso Strawberry si fece triste e seria, tanto che anche
Tart la fissò sorpreso.
-
… Hai sentito quello che ha detto Kyle quando siamo tornati, vero? – domandò
con un sorriso malinconico; Paddy annuì appena – Io… Vorrei non far preoccupare
Mark, proprio adesso che sta arrivando una battaglia e lui non è più in grado
di aiutarci “in concreto”… temo possa fare qualche sciocchezza. –
-
Strawberry… - Tart osservava le due senza proferir verbo.
-
Stai tranquilla, va tutto bene ^^! – sorrise la rossa – E comunque non è nulla
di appurato, perciò stai tranquilla anche tu, va bene?
La
biondina annuì, stiracchiando un sorriso. Tart, invece, continuò a tacere.
-
………… “Che stupida vecchiaccia…”.
à Due ore prima; Cafè Mewmew.
-
Perdendo… Il suo potere mew?! – la voce di Mina era rotta dallo stupore – ma
che stai dicendo, Kyle?!
Il
moro sospirò con aria grave. Nessuno apriva bocca, compresa la diretta
interessata, ma d’altra parte non avrebbe potuto dire molto; al massimo, avrebbe
potuto emettere un miagolio, ma quello che uscì in quel momento fu più un
rantolo.
-
Sapevamo già che il gene del gatto selvatico di Iriomote, per qualche curioso
motivo, era instabile: basti pensare che, contrariamente a tutte voi,
Strawberry è l’unica che si trasforma nell’animale che la rappresenta quando si
emoziona troppo.
-
Sì, ma perché ora sta facendo così?! – esclamò Mina agitata; Kyle scosse la
testa.
-
E’ questo il problema, non lo sappiamo. – si sedette con aria sconfortata sulla
sedia – …Cercheremo di trovare qualcosa, ma per il momento… Posso fare solo una
diagnosi… E darti un consiglio, Strawberry.
Si
avvicinò alla gattina che se ne stava rigidamente seduta sul tavolo del
laboratorio.
-
Purtroppo… Temo che quel che è successo oggi potrebbe ripetersi, e che il tempo
della tua trasformazione potrebbe diminuire ancora. – la gatta lo fissò con
occhi vacui e spalancati, come se non volesse, o non potesse, improvvisamente
capire cosa stava dicendo l’amico – Cerca di stare attenta e trasformarti solo
se è necessario, d’accordo?
Ci
fu ancora silenzio. Undici coppie di occhi preoccupati fissarono la mewgatto,
che, come in trance, mandò un miagolio appena udibile, facendo tintinnare il
campanello della codina.
-
Miaa… (sì…)
*______
-
Cerca di stare ferma adesso, non ti farò male.
Keris
annuì e con delicatezza, Ryan cominciò a fasciarle il braccio ferito.
Ora
i due si trovavano nella stanza del biondo; Keris non aveva voluto andarsene di
sopra finchè non avesse saputo qualcosa di più su quello che era accaduto a
Strawberry e che se ci fossero state novità sul piano di Tanir, ma alla fine
Ryan l’aveva costretta a salire a forza, perché la medicazione provvisoria
stava cominciando a cedere.
La
garza fece un altro giro. La ragazza prese ad osservare con attenzione le mani
di Ryan che si muovevano lentamente, sfiorandola appena per paura di farle male
alla ferita che le stava facendo pulsare tutto il braccio di dolore, ed ogni
volta che sentiva il contatto con quelle dita avvertiva un’impercettibile stretta
all’inizio dello stomaco; alzò gli occhi ambrati sul viso del ragazzo,
apparentemente impassibile e concentrato e la stretta le si fece più forte: si
morse il labbro e voltò appena la testa dandosi della stupida, non era certo il
momento di lasciarsi andare a stupidi sentimentalismi, aveva problemi molto più
grossi ed incomprensibili a cui pensare. Risollevò lentamente lo sguardo.
Sospirò, era inutile, non era così semplice non pensarci.
Eppure…
Si sentiva così stupida! Stupida perché aveva sempre agito impulsivamente e da
cretina con lui, da quando aveva cominciato a pensare che le piacesse; stupida
perché ora capiva che non le piaceva, ma qualcosa di più forte, così forte che
pareva la soffocasse; stupida, perché non sapeva cosa fare, perché era la prima
volta che si innamorava.
-
Ho finito.
-
Come…? – sbattè un paio di istanti le palpebre, confusa – Ah, grazie…
-
Tutto bene?
-
Perché…? – domandò lei, cercando di essere più naturale possibile.
-
Non mentire. – continuò lui asciutto – E’ da quando siamo arrivati che sei
strana, anzi, da quando combattevi con Tanir.
-
Ero solo impegnata a combattere! – fece con un sorriso per nulla convincente –
E adesso ero preoccupata per Sibi-chan, che altro avrei dovuto avere ^^
(gocciolone)?!
Ryan
la fissò serio senza dire una parola; lei non battè ciglio, pregando che sotto
quegli occhi chiari il tumulto che sentiva dentro non venisse a galla.
-
Va bene. – assentì alla fine lui alzandosi – Come vuoi.
Senza
aggiungere altro il biondo si avviò verso la porta con espressione
indecifrabile:
-
Riposati pure se vuoi. Ci vediamo più tardi.
Si
chiuse la porta alle spalle con assoluta indifferenza. Dentro, Keris fissò un
istante la porta e sentì gli occhi cominciare a pungerle fastidiosi: chinò un
secondo la testa nascondendo lo sguardo con la frangia, mentre una piccolissima
lacrimuccia scivolò via; si morse il labbro trattenendo un singhiozzo:
-
Ma che… Mi sta succedendo…?!
Intanto,
Ryan si era fermato un istante nel corridoio, le mani in tasca, fissando un
punto improvvisamente interessante del pavimento; pian piano si avviò verso le
scale, fissando di fronte a sé con aria truce.
Non
riusciva a capirla, perché ora si comportava così?! Forse agli altri sarebbe
riuscita a darla a bere, ma lui era molto più sospettoso e aveva un cervello
dal Q.I. elevatissimo, ingannarlo non era così semplice.
“Lei…
Mi ha mentito.”.
*____________
Più
tardi prese a piovere. Le ragazze, che stavano chiudendo il locale, lavoravano
silenziosamente, aiutate da Selena che aveva riaccompagnato Strawberry a casa
per riposare in anticipo.
-
Uff, che giornataccia… - sospirò Lory stravolta, mettendo su l’ultima sedia.
-
Ho la schiena a pezzi…!
-
Quello perché non sei abituata a lavorare Mina ^o^!
-
Chiudi il becco Paddy >\\< !
Selena
diede l’ultimo colpo di ramazza per terra e mandò l’ennesimo profondo sospiro,
prendendo a fissare distratta di fronte a se.
-
Ehi, piccola… - con un guizzo Quiche le spuntò alle spalle fissandola
preoccupato – Tutto ok?
-
Uhm?… Oh, sì Quiche, tranquillo ^^…
-
Sicura? – la fissò con sguardo eloquente e lei sospirò ancora:
-
Sono… Solo un po’ preoccupata per tutta questa storia, come sempre.
Il
giovane le sorrise dolcemente, abbracciandola con tenerezza; lei si lasciò
cullare, rilassando le spalle e lasciandosi sfuggire un sorriso a fior di
labbra, mentre Mina mandava uno sbuffo seccato:
-
Tzs, la volete far finita di amoreggiare in ogni angolo?!
Per
tutta risposta Quiche sorrise maligno e le fece una boccaccia:
-
Nana invidiosa XP!
-
C-COME TI PERMETTI >\\\\< ?!? – sbottò lei indispettita.
-
La fate finita per favore? – chiese algida come al suo solito Pam.
-
Ha ragione, non stuzzicatevi a questo modo… (gocciolone) – mormorò Lory in
aggiunta; ma Mina continuava ad insultare l’alieno che, fregandosene altamente,
abbracciava gongolante la sua ragazza. (Effetto sfondo da shojo manga con tante
bolle e cuoricini, avete presente XP? ndRia – Disgustosi =__=”… ndPie)
-
Ho l’impressione che tu stia sprecando fiato Lory ^^””… - fece Paddy con aria
divertita; Lory sospirò rassegnata:
-
Già… Va bene, andrò a salutare Keris prima di andare.
-
Vengo con te! – esclamò la mewscimmia.
Pam
fece per accodarsi alle due (Mina era ancora troppo impegnata a litigare – a
senso unico – con Quiche per accorgersi dei discorsi delle compagne) quando
Kyle la fermò.
-
Tieni.
-
La Meltsgun…? – domandò lei
confusa – Perché la dai a me?
- E’ sempre meglio che la teniate voi. – rispose –
Qui non servirebbe a niente. E tu, nonostante il tuo lavoro, mi sembri la più
indicata a tenerla: Strawberry ora non è nelle condizioni di fronteggiare
direttamente Qur se scoprissero dell’arma, Paddy vive assieme ai fratellini e,
per quanto ritenga assolutamente valide Mina e Lory in battaglia, ritengo che
tu sia più preparata ad un eventuale attacco a sorpresa, visto che dopo aver ricevuto
il Potere Mew hai combattuto un certo tempo da sola(*).
La mora prese l’arma e la osservò attentamente.
- Mi dispiace caricarvi di un altro peso – fece
Kyle mesto – anzi, caricarti, direi, ma…
La ragazza fece un sorriso e nascose la Meltsgun
sotto al grembiule della divisa:
- Stai tranquillo, saprò cavarmela.
*_____________
Di sopra, Keris era rimasta per tutto il resto del
tempo immobile sul letto, tenendo la testa appoggiata alle ginocchia; Ryan non
si era più fatto vivo, ma lei non era del tutto convinta che si fosse bevuto la
frottola che stava bene.
La verità è che sentiva un’agitazione sottile
continuare ad attraversarle il corpo, oltre ad una terribile emicrania che le
percuoteva la testa.
“Basta, insommaaa…!”.
Quando
le ragazze bussarono alla porta l’aliena ebbe l’impressione di avere un trapano
nella tempia e fece una discreta fatica a rispondere “avanti” senza sembrare un
condannato sulla gogna.
-
Keris-chan!
-
Ciao, come stai ^-^? – chiese Lory premurosa.
-
Insomma… Ho un mal di testa da spavento…
-
Hai preso qualcosa? – chiese Paddy col solito tono esagitato, causando alla
fronte di Keris un dolore tipo martellata.
-
No… “Che doloreeeee @___@!!”.
-
In questi casi – intervenì Pam praticamente tappando la bocca alla biondina –
La cosa migliore è un pisolino.
-Sono
d’accordo @___-“” – mormorò l’aliena.
Pam
sorrise appena e prese con delicatezza le compagne, trascinandole fuori dalla
stanza:
-
Cerca di riposare adesso.
Keris
annuì. Quando furono uscite, obbediente, si distese sotto le coperte e cercò di
addormentarsi, con un pulsare continuo nella testa.
…orda…
-
Eh?
La
ragazza si tirò su di scatto, stropicciandosi gli occhi con fare allarmato: le
era parso di sentire qualcosa…
Tese
le orecchie, ma tutto quello che sentì fu il frastuono del vento che aumentava
e un cupo rimbombo di tuono, lontano.
“Me
lo sarò sognato… - sbadigliò tranquilla – Sono a pezzi…”.
Convintasi
si sdraiò di nuovo, addormentandosi quasi all’instante.
Ri……da…orda…… cor…ri…
*___________
Seduto
come in trono sulla scialba sedia della stanza, Tanir ridacchiava. Da quando
era tornato, non aveva fatto altro, con aria soddisfatta, seguendo sulla
proiezione del monitor sulla parete tutta una serie di analizzatori scritti in
una lingua sconosciuta.
-
Hai finito di gingillarti? – sbottò una voce famigliare alle sue spalle – Il
signor Shorai vuole sapere cos’hai combinato sulla Terra!
-
Phiras… - fece quello svogliato – allora sei ancora in giro, credevo fossi
scappato. Dopo il tuo fallimento(**)… - concluse maligno. Phiras digrignò i
denti:
-
Bada ai fatti tuoi!
-
In ogni caso… - continuò l’altro alieno ridacchiando sotto i baffi cattivo – Il
piano non poteva svolgersi meglio di così.
Premette
un dito sul bracciolo della sedia e l’immagine sullo schermo cambiò.
-
Vedi quel segno luminoso? – indicò col dito affusolato; Phiras s’illuminò:
-
Lo shàdigar…?!
-
Obbiettivo agganciato. – sogghignò Tanir – Presto ci sarà una bella sorpresina
per quei maledetti…
Schioccò
le dita e Qur comparve alle sue spalle con una sorta di guaito.
-
Trova lo shàdigar. – fece una pausa di silenzio – E portami la sua preda.
Con
un rumore sordo Qur scomparve; Tanir si voltò verso Phiras con aria seria:
-
Hai per caso cominciato quello che ti ho chiesto?
Il
ragazzino sorrise malignamente, annuendo:
-
Cominciamo la nostra cura di memoria: tanto pesce e… Un paio di paroline
notturne…
*___________
Lory
finì di riporre frettolosamente la propria divisa nell’armadietto, la pioggia
aveva cominciato a cadere più copiosa e lei non aveva voglia di costringere le
sue amiche ad inzupparsi, visto che tornavano indietro tutte insieme per
sicurezza.
-
Già… - fece lei vaga; calò il silenzio e lei si diede della stupida, dal giorno
precedente(**) ogni volta che parlava col ragazzo si sentiva cento volte più
impacciata di quanto lo fosse mai stata – T-tu invece resterai qui…?
-
Sì. – rispose conciso – Io e Kyle abbiamo scoperto qualcosa di strano nelle…
“Mutazioni” subite da Tanir e Phiras scaricando i dati da Masha e dalle notizie
di Paddy e Tart.
-
Qualcosa di strano…?
-
… Temo che la situazione si stia decisamente complicando. – disse, come a
rispondere ai suoi dubbi.
La
ragazza si mordicchiò il labbro: anche se quelli erano nemici ben diversi da
com’erano stati Pie e gli altri mesi prima, l’idea di affrontare un’altra
battaglia delle proporzioni di quella contro Profondo Blu la spaventava non
poco.
D’improvviso
si sentì stringere; si irrigidì come un sasso, sentendo la sua guancia premere
contro il petto di Pie, e prese a balbettare qualcosa di non ben definito.
-
Pi-i-e…?! C-c-che fai…@\\\@?! (Lory è nel panico XD! ndRia – Shhh, non rovinare
il momento topico! ndStraw).
-
Se ti da fastidio la smetto…… - la ragazza avvampò ancora:
-
N-no… Solo…
-
Mi è solo venuta voglia… Di stringerti un pochino… - disse lui a bassa voce.
Lory
non disse nulla, ma poteva sentire che anche lui era preoccupato e la cosa non
poteva che renderla felicissima. Poggiò le mani al petto del ragazzo e restò lì
ferma a godersi quell’istante (Loryyyyyyyy +________+****!! Preparati a morire
dolorosamente! NdTutte_le_fans_di_Pie_guidate_da_furiosa_gelosia_assassina).
Un
brivido gelido percorse in un istante la schiena della mewfocena appena sentì
la voce di Mina sulla soglia. Con uno scatto lei e Pie si separarono e nessuno
dei due (ovviamente qualcuno in dosi
molto meno elevate) aveva la faccia molto lontana dall’assomigliare ad un
papavero.
-
Lory, noi ti staremmo aspettando…
-
S-s-sì o\\\\o, eccomi…!
Pie,
mormorando unicamente un “ciao” in direzione della ragazza, si dileguò
all’istante evitando Mina, che li fissava entrambi col sorriso più divertito della
Terra, come se fosse stata trasparente.
-
C-c-ci sono…!
-
Lo sapevo che stamattina avevo indovinato…!
-
Eh o\\\o?
-
Quando ti ho chiesto se ti era successo qualcosa di bello! – infierì perfida;
Lory entrò nel pallone:
-
M-M-Mina, g-guarda che… O\\\O!
-
Da quanto?
-
C-come O\\O?
-
Da quanto state insieme ^-^?
-
EEEEEEH?!? – a sentirsi parlare in maniera così diretta a Lory quasi prese un
infarto – E-ecco… I-io…
Ma
Mina continuò a fissarla eloquente. Lory chinò la testa, bordeaux sulle guance:
-
I-ieri…
-
Da ieri cosa ^^? – esclamò Paddy entrando.
-
Una notizia grandiosa ^^! – ridacchiò Mina – Devi sapere che…
Ma
Lory le tappò la bocca con le mani, scorgendo con la coda dell’occhio Ryan
dietro le sue amiche:
-
(Zittaaaaa!!! <- puro panico) Niente, proprio niente, eh he (gocciolone)!
parliamone fuori ok?!
Come
una furia afferrò le altre tre e le trascinò fori dal negozio, ancora tutta
rossa in faccia:
-
Ci vediamo Ryan (gocciolone)!
Il
biondo fissò il quartetto sparire in un lampo sotto la pioggia e si grattò la
testa, pensieroso:
-
Non le capirò mai… (goccia).
Nel
frattempo, Pie era sceso nel laboratorio.
Si
passò con un sospiro due dita sulla fronte, quel suo nuovo agire impulsivo
stava cominciando a cacciarlo nei guai, doveva smetterla o si sarebbe ridotto
come Quiche (e dubitava che Tart avrebbe retto due fratelli casinisti).
“Ringraziamo
il cielo che quella di prima per fortuna era solo Mina -\\- …”. (Mah, io nn ringrazierei, povera Lory ^^””!
ndRia).
-
… Kyle… - l’alieno arrivò nel laboratorio senza che l’umano si voltasse, tanto
che dovette chiamarlo per attirarne l’attenzione.
-
Oh, Pie…!
-
Che succede? – domandò il giovane dagli occhi oltremare, incupitosi di colpo;
il bruno corrugò la fronte, levando le dita dalla tastiera:
-
Ho cercato di analizzare i dati delle mutazioni subite dai nostri nemici –
borbottò quasi tra sé – ma non ho scoperto nulla. Tranne forse…
Pie
lo fissò da sopra la spalla, dietro lo schienale della sedia. Kyle, mandando
uno sbuffo, si appoggiò a questo indietreggiando un poco.
-
Tranne cosa?
-
… Un sortilegio.
*______________
-
Certo che Mina a volte sa essere davvero insistente… (gocciolone)!
-
Avanti, non te la prendere Lory… - ridacchiò gentilmente Pam con tono fraterno
– E’ un modo per dimostrarti come sia felice per te.
La
mewfocena stiracchiò un sorrisetto, annuendo. Lei e la mora stavano percorrendo
l’ultimo pezzo di strada assieme, dopo aver lasciato il resto del gruppo un
paio di incroci più indietro. Quiche si era lamentato per quella “passeggiata
imprevista”, ma Ryan aveva esplicitamente ordinato di muoversi tutti insieme e
a piedi: non erano ancora sicurissimi se i nemici avessero dei sistemi per
rintracciarli durante i loro movimenti ed era molto meglio, se fosse successo,
riceve un attacco lungo la strada in cui avevi almeno qualche secondo per
accorgertene, specie se in gruppo, che ricevere una bella batosta appena
sbucati da qualche parte col teletrasporto.
Così
Lory, che abitava più distante, visto che Pie doveva restare ad aiutare gli
altri due cervelloni del gruppo, si era accompagnare da Pam, che poi avrebbe
ricevuto il passaggio in auto dalla sua manager.
Ad
un certo punto Lory avvertì una lieve fitta al braccia, che le fece sfuggire
una lieve smorfia di dolore.
-
Cosa c’è?
-
N-niente… - rispose tranquilla – Mi era… Sembrato di sentire un lieve
pizzicorio, ma non è niente ^^.
La
mewlupo fece spallucce e continuarono a camminare: Lory però, continuò a
massaggiarsi il braccio di soppiatto, cos’era stato?
“Più
che un prurito improvviso… - pensò dubbiosa – Mi è sembrato… Di avere qualcosa
che mi passeggiava sulla spalla…”.
*___________
Ormai
stava diluviando.
Nel
letto, Keris aveva preso a girarsi nel sonno, agitata, accaldata e tormentata
dagli incubi.
La testa, che male… Non
riesco a…
…cor…da…
Ancora…?! Cos’è…? Questo…
Ri… rda…
Quello… L’accademia per i
soldati…di Gaea?
Ric…a…
Ke…s…
Perché sto sognando…
Questo…?
Ord…
Eris…
Sì è proprio l’accademia…
…
cor…
No aspetta…
Non è l’accademia…
Ma allora queste mosse…
sono le stesse…
Dove…?
Ker…
Ma chi sei…?
E ora questo…? Che posto
è…?
Un laboratorio…?
Cos’è…? Non capisco… cos…
…
Keris…
La
ragazza si tirò su di colpo, tremante. Con gli occhi sbarrati cercò di
riprendersi, ancora frastornata, mentre un lampo illuminava a giorno la stanza;
con un gemito si tenne le tempie pulsanti, digrignando i denti:
“Che
male…! Che mi sta…?!”.
In
un lampo le passarono di fronte agli occhi le immagini che aveva visto in sogno
e la testa le diede una fitta. Se la strinse convulsamente dal dolore e,
intontita e spaventata, si alzò dal letto, in quella camera stava soffocando.
Non riesco a respirare…
Che mi sta succedendo…?!
Ke…ris…
Keris…
Cos’è…. Questa voce…?!
-
La mia testa…!
Non
riusciva più a capire: si trovava ancora nel corridoio del Caffè o era in
quello strano luogo che vedeva di fronte a sé?
Perché un laboratorio…?
Cos’è…?
Non capisco… Che dolore…!
…rda…
Keris…
*_________
-
Lory, tutto bene?
-
S-sì, Pam… - mormorò la ragazza – mi gira solo un po’ la testa… E sento ancora
quel formicolio… Mi è arrivato alla spalla
-
Forse è meglio se entriamo un secondo in un bar. – fece decisa la mora.
-
No, no… Ora mi passa…
*___________
Senza
che i ragazzi se ne accorgessero Keris era ormai uscita in strada, pregando che
la pioggia battente la rinfrescasse almeno un pò, ma neanche quella riusciva a
darle sollievo.
Cos’è… Questo posto…?!
Perché mi viene in mente così…?!
…Eris…
No… Basta…
E quella…?
Una teca di vetro…? E
dentro… Chi è…?
Una… bambina…? No…
Una ragazza…?
E lì a fianco…
Sor…
Chi è?!
Quella persona…
-
Sei tu che… Mi stai parlando…? – mormorò l’aliena, completamente frastornata, a
quell’immagine che non capiva se vedesse davvero o solo nella sua testa – Cosa…
Cosa vuoi?!
…orda…
Keris…
La
testa pulsò più forte e Keris si inginocchiò a terra con un gemito strozzato.
-
Sme-smettila…!
Ri…orda…
Keris…
…
corda…
*____________
-
LORY! Che cos’hai?!
-
N-non.. Non lo so… - gemette la ragazza tenendosi una mano al petto – Mi fa
male il cuo…
Keris…
Ricorda…
Sorella.
Due
urli si levarono contemporaneamente nel cielo nero di Tokyo. Tanir, da dove
scrutava il suo monitor, non poteva sentire il suono, ma riuscì ad immaginarlo,
e la sua bocca si piegò in un ghigno perfido:
-
Divertiamo adesso…
(*)
Ve lo ricordate? Nell’anime Pam appare addirittura sul giornale come “eroina
misteriosa” (infatti non aveva la minima intenzione di cercare eventuali
compagni/e ^^”””).
(**)
Vedi capitolo 29.
Oddio
che ho combinato in questo cap O__O””?! povera Lory, gliene tiro sempre una!
(infatti ç___ç! ndLory – Taci che mi sembra che manco io me la passo troppo
bene! ndKeris). E ora mi lascio un po’ di suspence ^-^… Hu hu hu…
(Bastardaaaaaa!! ndTutti).
No,
sul serio, cercherò di aggiornare presto, ma (come avete visto fin’ora ^^””)
non è semplice… Comunque dopodomani (aiutooooo!!) finisco la maturità, xciò ^^…
Dopo voglio divertirmi, in ogni campo ^^+… (Il che vuol dire + lavoro x noi
=___=”” ndTutti_pers).
Un’ultimissima
cosa: qui ora posto i link di alcuni disegni che ho fatto quando ho iniziato a
pubblicare questa storia (sì, non ci crederete, ma + che a scrivere io mi
diletto a disegnare ^o^! – E noi ne sappiamo qcsa ç___ç…
ndPers_di_beyblade_che_hanno_un_casino_di_fanart – Chiudete il becco, ingrati!
ndRia – E de che?!) cmq sn abbastanza bruttini -___-“””… anche perché ormai
risalgono a due anni fa, ma giudicate voi ^^! (Nota: siccome mi piace di +
mewmew disegno-manga che quello dell’anime – Ikumi 6 un genio! – i dis sn
ispirati al manga, che è appena appena diverso – ma si noterà? – inoltre x qsto
sn colorati con le matite, anche se io di solito uso il compu così se pasticcio
posso ricolorare… A me fanno un po’ pena, xò vabbè… Già che ci sn li metto…)
Selena e Quiche
(varie scenette, indovinate di che cap sn ^^)
Con sommo orrore,
mi sono resa conto di non aver mai completato dei dis su Pie e Lory o sui
cattivi ç___ç… ora ho finito con l’esame di maturità il 6, quindi mi rimetterò
in pista anche coi disegni, e magari la prox volta ce li metterò ^o^! Besos!!
Tacete ingrati =___=! Salve amici ^o^!
finalmente ho finito esami & tutto quello che
c’era dietro (sono un genio XD!), mi sn goduta la mia settimana di vacanza ed
ora sono tornata per stupire XD!
Mamma che gioia… ndQuiche
Taci o fai una brutta fine!
Bene ^^. Andiamo subito ai
ringraziamenti…
Danya91: eccoti
sciolta la curiosità ^^… qsto cap è un po’ più corto (si accontenti!
NdPie_decisamente_in*****o <- leggi il cap e capirai xkè ^o^…),
ma vedrai che è bello succulento ^^+…
Purinsun: davvero
ti sn piaciuti o\\o? me feliceeee XDDD!! (A proposito di dis, sai quelli che mi hai fatto vedere? Mi
sorge il dubbio siano proprio di Ikumi-sensei, sn uguali al suo stile ^-^!).
Stavolta nn sn riuscita a fare niente, ma al prox cappy dovrebbero esserci
tanti altri disegninI^^ (a proposito a chi venisse voglia di vederne andate al
cap precedente ^^…)
Killkenny: grazie
del voto XD! E dei complimenti ^^. Sì, in effetti temo
che entrambi abbiamo un po’ di vena bastarda +___+… (e lo dici ridacchiando
ç___ç**?! ndPers).
Vabbè, basta sproloqui! In questo cap
succede di tutto, ma… vabbè, non dico niente, leggete ^o^!
Cap. 33 – Shàdigar!
Tanir continuava a seguire gli ologrammi
che il computer proiettava sulla parete con assoluta calma, ascoltando
attentamente la voce metallica dell’apparecchio gracchiare un mucchio di dati
inutili.
- Come previsto? – gli domandò Phiras,
sollevando distrattamente una palpebra: da un sacco di tempo se ne stava così,
con gli occhi chiusi e con le gambe incrociate, sospeso a mezz’aria su un
curioso cerchio luminoso che ruotava pigramente a mezzo metro da terra.
- Assolutamente. – sorrise malignamente,
facendo tamburellare lentamente i polpastrelli gli uni contro gli altri – Ora non resta che… -
Si bloccò all’improvviso, come se avesse
ricevuto un colpo tanto forte da ammutolirlo; Phiras aprì completamente gli
occhi e lo guardò, dubbioso:
- Che ti prende?!
–
- NON MUOVERTI DA LI’! – sbraitò di
colpo Tanir – Resta lì e non interrompere il contatto con la sua mente! –
Phiras sussultò, spaventato:
- M-ma tanto, se tu ti agiti così…! –
- Tu non perderla! – berciò ancora,
furibondo.
Pallido in volto e senza
più degnare d’attenzione Phiras, Tanir fece apparire dal pavimento una
consolle dalla forma ovale, rilucente di alcuni simboli incomprensibili sulla
parte superiore, e cominciò a digitare qualcosa con fare frenetico; nella
stanza si diffuse il suono sincopato e sottile del macchinario che alla fine
terminò il suo lavoro con un trillo trionfante: Tanir impallidì ancora di più,
imprecando:
- Sono morto……! – mormorò alla fine in
un soffio.
Phiras lo guardò ancora più confuso:
- Tanir, si può sapere che…?
- Chiudi il becco e fa il tuo lavoro!
A quell’urlo Phiras chiuse le labbra in
una morsa e si rimise dov’era, cercando di obbedire.
Tanir
si lasciò cadere sulla sedia dove prima troneggiava soddisfatto, come se fosse
stato vuoto. Era finita: se Qur non fosse arrivato in
tempo per riprendere lo shàdigar prima che questo avesse completato il suo
compito, Shorai gli avrebbe fatto la pelle!
-
Ma come è potuto succedere?! – continuò a borbottare tra
sé sotto l’occhio vigile di Phiras; poi parve illuminarsi:
-
E se…?!
Prese
a digitare nuovamente sul pannello di controllo; al posto dei grafici, delle
mappe e del piccolo radar che aveva preso a lampeggiare pigramente in un angolo
dello schermo, apparvero colonne di dati e una serie di tracciati in cui, su
una stilizzata mappa di Tokyo, compariva un singolo puntino rosso: di questo,
erano stati evidenziati i movimenti da alcuni giorni e l’ultimo tragitto, che
conduceva dal Luna Park terrestre di Tokyo al Caffè Mewmew, riluceva d’arancio.
-
Oh, D’ez-an…! – battè con violenza i pugni sulla consolle, facendo sobbalzare
il compagno – Quel maledetto animale…!
*______________
Non
capiva. Fino a poco prima stava camminando assieme a Pam, stava tornando a casa…
Poi si era sentita male e ora…
Lory
lanciò un altro urlo, reggendosi il petto come se le stesse scoppiando. La
mewlupo, con gli occhi sgranati dall’ansia, le si inginocchiò
di fianco poggiandole premurosamente e con decisione una mano sulla spalla:
-
Lory, cerca di alzarti… - si interruppe di colpo: così
vicino, ebbe l’impressione che l’amica fosse improvvisamente diventata
bollente, ma il calore non proveniva dalla fronte, bensì dal petto; la mora
allungò gli occhi e le parve di intravedere un bizzarro rigonfiamento dove,
ricordava, Lory portava la voglia Mew – Cosa diavolo…?!
L’aria
fu attraversata da un leggero sfrigolio elettrico e dal corpo della
mewneofocena parve scaturire un’esplosione di luce. Pam fu scagliata lontano
dall’onda d’urto, sbattendo con un grido soffocato contro un muro della strada
laterale dove erano finite.
Lory
si issò tremante sulle gambe, guardando allarmata la compagna:
-
P-Pam…!
La
ragazza barcollò verso il fondo della stradina, schiacciandosi le mani dove le
doleva come a scacciare il male: strizzò gli occhi, aveva la vista appannata e
le veniva da piangere tanto forti erano le fitte e il bruciore, che sentiva
avvampare per tutto il corpo, attraversarle i nervi e correre quasi assieme al
sangue in ogni centimetro di muscolo. Mandò un gemito strozzato, confusa e con
la mente accecata dagli spasimi, connettendo solo confusamente che la sua
compagna era stata scaraventata via proprio da lei, senza avere la forza di
domandarsi come e perché.
Lory
avvertì un’altra scarica attraversarla dalla testa ai piedi, identica a quella
che aveva fatto volare via Pam: ci fu un lampo di luce
bianca e lei vide che, contro il suo volere, si era trasformata.
-
C-che s-succ… - i suoi borbottii strozzati furono soffocati da un urlo
stridulo. Anche Pam, che si era tirata faticosamente su, guardò senza riuscire
a dire una parola una creatura molto simile ad uno scorpione, con
un’inquietante sfera pulsante color sangue sul dorso, avvinghiato al petto
dell’amica nel punto in cui la sua voglia rosa avrebbe dovuto
apparire.
Rispetto
a quanto Tanir lo aveva liberato sulla Terra, lo shàdigar pareva essersi
ingrandito ed ora era lungo quanto la mano aperta di un uomo adulto. La
creatura pareva ingrandirsi man a mano che restava attaccata a Lory, mentre lei
si sentiva sempre più debole e continuava a rilasciare senza controllo e a
scariche irregolari il proprio MewPower.
Paralizzata
dal dolore e dalla paura, ormai spossata, Lory caracollò fino al punto cieco
della strada, appoggiandosi istintivamente al muro; Pam, ripresasi, si
trasformò a razzo e si lanciò verso l’amica, ma un’altra scarica la sbalzò di
nuovo lontano.
-
LORY!
*______________
Nel
laboratorio del Caffè gli strumenti di Kyle parvero impazziti: computer e
rivelatori mandavano “BIP” acutissimi e continui, quasi un unico suono,
spaventando non poco i ragazzi.
-
Che succede?
Kyle
non rispose alla domanda di Ryan e prese a ticchettare i tasti freneticamente.
-
Sembra… Che le ragazze stiano sprigionando il loro MewPower…!
-
Sei sicuro? – il ragazzo si sporse oltre lo schienale dell’amico con aria
allarmata; Pie tese le orecchie, attento.
-
Non mi sbaglio, i grafici confermano che è identico a quello che sono riuscito
a registrare quando lo hanno rilasciato per sostenere
il Tokyo Dome(*)… Ma a differenza di quello, questo è irregolare e le scariche
hanno tutte diversa intensità.
-
Non è possibile…! – fece Ryan deciso – Non avrebbe senso!
-
Eppure è così.
Ryan
tacque un istante. Pie, benché sempre impassibile in volto, serrò la mascella osservando
le mosse dei due umani.
-
Cerca di capire chi è delle ragazze…
Ma
Kyle stava già cercando.
Improvvisamente
il trasmettitore sulla scrivania, collegato ai ciondoli delle ragazze, gracchiò
soffocato:
- Ky…! Fzzz…R…An! S…no Pam…! Fzzz…
- Pam! – il moro afferrò il
trasmettitore con aria improvvisamente più apprensiva – Cosa
succede?!
-No… Non lo s… Qui… Aiutfzzz… - il ragazzo tendeva le orecchie per
capire le parole di Pam distorte dal segnale troppo disturbato, mentre Ryan
tentava di individuare la fonte del segnale.
- Trovato! – esclamò alla fine –
Coincide con la fonte d’energia…!
-Aiut… Abbiamo
bisogfzzz… d’aiuto… Lory…!
Il
trasmettitore ebbe un altro sfrigolio più acceso, poi si zittì.
-
Pam!
-
Dannazione, c’è troppa interferenza…!
Ryan
si lasciò sfuggire un “maledizione” parecchio
colorito, battendo il pugno sulla scrivania:
-
Pie, raggiungile subito, per favore! Noi intanto… - ma quando il biondo si girò l’alieno era già sparito. Kyle voltò appena la testa un istante, per poi rigettarsi sulla scrivania:
-
Contatto subito le altre.
*_____________
- Che succede Strawberry?
- Il mio ciondolo…
La mewgatto estrasse dalla tasca dei
pantaloni il ciondolo Mew, che aveva preso a lampeggiare, sotto lo sguardo
confuso di Selena. Quiche, che le stava svolazzando alle spalle sgranocchiando una mela beatamente sdraiato, si rizzò di colpo scendendo
con grazia a terra; le pupille dei suoi occhi si assottigliarono un poco e le
orecchie ebbero un fremito: aveva un brutto presentimento…
- Cosa?! – la rossa mandò un urlo che
fece sobbalzare i suoi compagni – Ma che succede?!
- Non
lo sappiamo – fece cupamente la voce soffocata di Kyle dall’altra parte – per il momento voi recatevi sul posto.
- Subito!
- Cosa succede? – domandò l’aliena dai
capelli argentati, preoccupata; Strawberry la fissò allarmata:
- Lory e Pam…!
*____________
Ryan si appoggiò stancamente alla
scrivania, guardando confuso gli schermi dei computer: cosa stava succedendo? Un
attacco? Una trappola? E perché adesso? Forse per cogliere le ragazze
impreparate?
Tutto era possibile, ma in quel momento
nessuna risposta gli sembrava plausibile.
All’improvviso fu scosso da un pensiero
inquietante: e se i nemici avessero progettato un attacco su due fronti? Quel
che stava succedendo poteva essere un attacco, ma dava anche un diversivo più
che sufficiente per permettere di colpire da un’altra parte durante la
confusione, e il biondo aveva già notato dall’ultimo scontro lo strano comportamento
di Tanir.
- ……Keris…!
Il nome gli uscì dalla bocca in un
sussurro talmente flebile che Kyle, a poca distanza da lui, non lo sentì,
accorgendosi solo dopo qualche secondo che il ragazzo schizzava di sopra come
un fulmine.
Al pian terreno Ryan notò all’istante
che la porta era aperta e sbatacchiava per via del vento, facendo entrare la
pioggia che ormai aveva già inzuppato il pavimento. Facendo gli scalini a due a
due arrivò fino alla sua stanza, gettando solo una minima occhiata che gli
bastò per appurare che fosse vuota; ridiscese affannato e per la seconda volta
frugò con lo sguardo il piano di sotto, ma questo era assolutamente deserto e
corse fuori.
La pioggia cadeva ormai fitta.
Semi-sdraiata sull’asfalto bagnato Keris
fissava di fronte a sé, la vista appannata e la testa che le doleva senza posa.
Le voci che aveva sentito fino a poco prima erano diventate un sussurro appena
udibile, come se le sue urla le avessero convinte a tacere, ma aveva ancora il
presentimento di una presenza che la osservava in silenzio. Si lasciò sfuggire una risatina amara:
“Sentire le voci… Sto impazzendo
completamente…”.
Si concentrò sulla sensazione della
pioggia che le inzuppava i capelli e i vestiti, sarebbe stato bello se l’acqua
avesse lavato via anche tutto quello che le vorticava in testa, non le sarebbe
dispiaciuto abbandonarsi nel suo abbraccio fresco senza pensieri, senza
assolutamente nulla nella mente…
In quello stato impiegò qualche istante
a rendersi conto di essere stata sollevata per un braccio e messa a sedere.
- Keris…! – la voce di Ryan le arrivò
come da un’altra stanza – Ehi, mi senti? –
- R…y… an… - l’aliena si accorse di
faticare molto a parlare.
- Cosa diavolo stavi facendo? – esclamò
cercando di scuoterla. Il suo tono era venato da una forte preoccupazione, ma
alle orecchie di Keris arrivò molto duro; la ragazza si accigliò per quanto le
poche forze rimaste glielo permettevano:
- M-ma… Per…chè… Devi… s-sempre
sgrid…UH…!
La ragazza si rizzò un istante sulla
schiena per poi piegarsi a tenersi con forza la testa, gemendo.
- Keris?! - lei non rispose, serrando i
denti e lamentandosi – Keris, cos’hai?!
- …smettere…
- Eh?
- Ti prego fallo smettere…!
Ryan la fissò un istante confuso:
- Cosa ti succ…
- FALLO SMETTERE! – urlò alla fine lei
con voce rotta – E’ ancora qui, cerca di parlarmi e non lo voglio sentire!
Fallo smettere!
Il biondo le strinse le spalle,
inebetito e senza sapere cosa fare, guardandola rannicchiarsi sempre più su se
stessa. Lei, invece si stava dando della stupida: premendosi le tempie e
pregando che quel mormorio sordo che aumentava sparisse, si maledisse per
essersi lasciata andare in una scenata simile.
Penserà che sono matta…!
“Non ho potuto trattenermi, mi faceva
troppo male!”.
Matta, completamente matta!
“Non ce la faccio più…”.
Stai zitta!
- Keris… - Ryan chinò appena la testa in
modo da riuscire a vederla in viso – Dimmi cos’hai…
- Non… Non lo so… - mormorò alla fine
lei con un singhiozzo – C’è… C’è qualcuno che continua a chiamarmi… Io… Io…
Il ragazzo non disse una parola, la situazione
era assurda, ma non se ne curò: aveva visto uccidere i propri genitori a soli
dieci anni, da un mostro che si potrebbe pensare esistere solo nella fantasia e
aveva aiutato alla nascita di ragazze combattenti apposta per sconfiggere le
creature come quella, ormai nulla poteva più stupirlo.
“Forse è così che hanno deciso di attaccare sul secondo fronte… - riflettè –
Ma perché Keris?”.
La ragazza fu scossa da un fremito più
deciso. Ryan la sollevò, singhiozzava veementemente e tremava come una foglia,
il volto rigato di lacrime che non si riuscivano a distinguere dalla pioggia.
Keris tirò sonoramente su col naso, la vista completamente appannata dalle
lacrime:
- Cosa… Mi succede…?
I singhiozzi si fecero più intensi. Il
biondo la fissò preoccupato, Keris lo distinse chiaramente nelle sue iridi
chiare e, a dispetto della situazione, non potè non provare una lieve scintilla
di contentezza per questo; lo fissò smarrita e confusa:
- Non sono più sicura… Sono io oppure…Mi
sono sognata tutto? – si morse il labbro, ormai parlava solo per pensieri
sconnessi - Ho paura… Ryan…
Senza pensarci, il ragazzo le cinse
piano le spalle, stringendosela forte a sé:
- Stai tranquilla, ora sono qui…
Keris si accoccolò sul petto del
ragazzo, inizialmente un po’ rigida, poi si lasciò andare e cominciò a
sfogarsi, piangendo copiosamente.
- Ora ci sono io…
Sì, ora è tutto a posto…
C’è Ryan.
Perciò va tutto bene.
*_______________
Phiras mandò un urlo e fu goffamente
scagliato via dalla sua postazione come da una mano invisibile; con un tonfo
atterrò a terra, mentre il suo cerchio magico scompariva.
Tanir, dalla sua poltrona, si riscosse
un istante:
- Che c’è?
- N-non lo so… - borbottò l’altro,
massaggiandosi la testa – All’improvviso il contatto si è annullato e qualcosa mi ha scagliato via dalla sua
mente.
Tanir imprecò. Si risedette e tornò a
fissare lo schermo, le mani strette in una morsa e le labbra ridotte a fessure,
senza neppure avere la voglia di prendersela col piccolo alieno.
“Se ha perso il contatto sarà difficile riprenderlo,
almeno fino alla prossima volta… - le
sue nocche fecero un rumore preoccupante - Qur… Almeno tu, non fallire…”.
*_____________
Quando Pie comparve alle coordinate
segnalateli dai due umani, ebbe per un secondo l’idea di essersi sbagliato.
Quel che aveva
di fronte sembrava tutto fuorché un quartiere di città terrestre.
Almeno due isolati erano praticamente
deserti: nessuno riusciva ad avvicinarcisi, anzi, la gente sembrava avvertire
la pericolosità della zona e se ne restava alla larga; da un incrocio, vedeva
fluire irregolarmente lampi di energia verde mare che impedivano di scorgere
pienamente la strada.
A quella vista ebbe un brivido:
“Lory…”.
- Pie…!
- Pam. – replicò l’alieno asciutto,
scorgendo la mewlupo in un angolo – Dov’è Lory?!
La ragazza lo fissò con aria contrita.
Alzò lo sguardo versò la fonte d’energia e per la prima volta nella sua vita
vide un’espressione di puro terrore sul volto dell’alieno.
La strada era divenuta indistinguibile.
La forza sprigionata in fondo ad essa faceva tremare
l’aria, come il caldo di un giorno estivo, e la colorava di tonalità
iridescenti; in un angolo Pie riuscì a scorgere proprio Lory, la testa piegata
di lato e gli occhi chiusi: lo shàdigar, che ormai doveva aver raggiunto i due metri, pareva averla
ancorata col proprio corpo al muro in cui le sue zampe curve e lucide si erano
fuse, e la sfera sulla sua schiena ormai risplendeva di un rosso brillante e
pulsava luminosa; di quanto in quando la creatura agitava l’uncino sulla coda e
la sua sfera assumeva un tono più acceso, mentre Lory mandava dei lamenti acuti
e pareva accasciarsi sempre più su se stessa.
Pie
digrignò i denti e si lanciò contro la creatura, incurante di Pam:
-
Aspetta Pie!
Appena
arrivò a nemmeno cinque metri dalla ragazza, l’alieno fu scaraventato
all’indietro come se avesse colpito un muro.
-
E’ impossibile avvicinarsi più di così. – gli disse la mora aiutandolo d
alzarsi – L’energia che stanno emettendo ha creato una barriera.
I
due fissarono un istante la scena impotenti: le nocche di Pie divennero
candide.
-
Secondo te… Cos’è? – domandò lei agitata – Un chimero?
-
No… Ne ho sentito parlare… - rispose lui, facendo un’immensa fatica a
mantenersi lucido – Uno shàdigar, “il mostro succhia vita” come lo chiamano sul
suo pianeta: si nutre dell’energia vitale dell’ospite e la prosciuga.
Pam
trattenne un secondo il fiato:
-
Evidentemente ha trovato qualcosa di più ghiotto per la sua pancia…
-
Il MewPower..?
-
Sì… - Pie agitò il braccio e provò a lanciare un Fuu Rai
Sen contro la barriera, ma questo si dissolse - Dannazione…!
-
Ma quando avrà finito con quello… - Pam s’interruppe.
-
Non vorrai aspettare che finisca vero?!
Senza indugi Pie si gettò all’attacco altre due o tre volte,
inutilmente:
-
Maledizione!
-
MEWPAM!
-
MewBerry! – la ragazza fissò con gratitudine l’amica atterrare aggrappata al
braccio di Quiche assieme a Mina, mentre Selena accompagnava Tart e Paddy.
-
MewPam, cosa…?!
-
LORY! – la piccola MewPaddy soffocò malamente un urlo,
mentre MewMina si tappò la bocca con entrambe le mani.
-
Cos’è quel coso?!
-
E’ troppo lungo da spiegare – chiuse velocemente MewPam – ora dobbiamo farla
uscire!
-
Assolutamente! – si unì Selena con un filo di voce – Uno shàdigar… Shorai è
impazzito ancora di più?!(Più
di quel che è già O.O”?! ndtutti – E’ duretta in
effetti -__o”! ndRia)
-
Avete finito di fare salotto?! – gli rimbrottò Pie velenoso.
Quiche
fece per ribattere, ma il compagno si era di nuovo scagliato contro la
barriera; questa per un istante sembrò accusare il colpo, ma poi respinse il
giovane senza troppi problemi, scagliandolo lontano.
-
Pie!
-
Ora smettila, non puoi romperla a questo modo! – fece
MewPam con decisione.
-
Sei impazzito?! Ti ci vuoi spaccare la testa?!
-
Quiche, chiudi il becco!
E
senza aggiungere altro Pie estrasse due ventagli e
incrociando le braccia si lanciò per l’ennesima volta, usando le sue armi come
un ariete.
L’elettricità
dei ventagli si scontrò con quella che la barriera produceva al contatto,
generando una marea di scariche che cominciarono a saettare contro il gruppo e
addosso a Pie stesso, che non fece una piega.
-
Pie, basta! – lo pregò Tart.
MewBerry
guardò il giovane e strinse i denti. Decisa estrasse la sua Strawberry Bell,
sollevò le braccia e sprigionò tutto il proprio MewPower contro la barriera.
-
MewBerry!
-
Forse così riusciremo a creare almeno un varco! – rispose sbrigativa alla
mewuccello – Dobbiamo assolutamente entrare!
La
morettina annuì.
Le
altre tre compagne presero le armi e scagliarono la loro energia contro la
barriera, che pareva piegarsi lentamente alle loro spinte e a quelle di Pie
come del vetro esposto al calore.
Selena
si morse un labbro, i suoi colpi erano inutili in quel momento, lo spazio era
troppo poco e avrebbe rischiato di colpire le ragazze. Allungò allora gli occhi
verso Lory e lo shàdigar. Pronta ad attaccare, ma all’improvvisò
lo notò: la creatura si era voltata infastidita e pareva non apprezzare per
nulla quei tentativi d’intrusione.
-
Ragazze, ATTENTE!
Gli occhi della bestia furono
attraversati da una luce sinistra. Di colpo, nell’aria si diffuse un fischio
acutissimo, che portò tutti a tapparsi le orecchie e anche Pie fu costretto ad
allontanarsi imprecando.
- Cos’è ‘sta roba?!
– sbottò Quiche.
- Non lo so! – digrignò Tart – Ma… sembra sparito…
Sbagliato.
Mentre i quattro alieni non sentivano
più nulla, le quattro mewmew si tappavano ancora le orecchie, cadendo a terra
con aria sofferente.
- Cosa vi succede?!
- Le mie… orecchie…! - gemette MewPaddy.
- Ah… Cos’è questo fischio terribile?!
- Non lo so…! – disse MewBerry
premendosi le ampie orecchie nere fra i capelli – ma
mi sta spaccando i timpani!
- Ma che state dicendo?!
– ridacchiò Quiche veementemente – Non c’è nessun rumore!
- … Ultrasuoni! – fu la risposa contemporanea di Selena e Pie; Quiche li fissò
confuso:
- Che?
- Rumori ad elevata frequenza. – disse
asciutto il giovane dagli occhi scuri – Gli umani non possono udirli e anche
noi che abbiamo un udito più sviluppato abbiamo difficoltà a sentirli.
- Ma gli animali li sentono eccome! –
esclamò Selena, correndo in aiuto di MewBerry.
- Non possiamo stare qui…! – strepitò
MewPam – Dobbiamo aiutare Lory!
- La barriera ha quasi ceduto… -
constato Tart svolazzandoci vicino; tentò un colpo, ma le sue sfere furono
respinte.
- Basterebbe un altro colpo… - mormorò
MewBerry; provò ad alzarsi ma ricadde goffamente –
UH…! È inutile, non riesco nemmeno a stare in piedi!
- Che dolore…! – MewPaddy si rannicchiò
su se stessa dolorante, mentre Tart la fissava senza sapere come aiutarla.
- Ho un’idea! – la mewlupo si alzò
faticosamente, tenendo le palme serrate sulle orecchie grigie – Selena, tu
controlli il vento: potresti disturbare la frequenza per qualche secondo, il
tempo di sfondare la barriera…!
- Ma certo…! – s’illuminò la ragazza dai
capelli argentei – Il suono si propaga attraverso l’aria, potrei riuscire a
creare una bolla di vuoto…
- Ah…! – MewPam sentì una fitta più
forte e cedette un istante, ma si rialzò stringendo i denti - …S-sì… Se riesci
a tenerla abbastanza, potrei sfondarla…
- Ti aiuteremo anche io e Quiche – fece
Pie con decisione – i nostri sono gli unici attacchi a lungo raggio, la terremo
aperta abbastanza da entrare.
La ragazza annuì.
- Quiche, poi tu è meglio se resti fuori
– continuò Pie – Potrebbero sorgere altri problemi e non so se le ragazze
riusciranno a combattere.
- Qualunque cosa ci sia
là dentro ho più resistenza di voi. – concluse laconica
l’altra.
- Non c’è più tempo! – esclamò Selena,
allarmata dai lamenti sempre più forti di Paddy – Indietro! –
Selena portò un braccio lungo il fianco,
l’altro lo piego al petto, l’indice e l pollice stesi
e le altre dita serrate, e chiuse gli occhi; tacque qualche secondo, durante i
quali a Quiche sembrò (anzi, fu quasi sicuro) di vedere il vento che le muoveva
i capelli rallentare.
- Silfidi(**), dame del vento, sogno
della notte, ascoltate la mia preghiera. – con gesti secchi prese a muovere il
braccio e magicamente tracciò in aria delle linee luminose, che andavano ad
intersecarsi di fronte a lei – Silfidi, respiro del mondo, ascoltate la mia
richiesta: - le linee si incurvarono le une sulle altre e presero a vorticare
in una sfera – Che l’aria si fermi!
Di colpo quei tratti magici si
diramarono nell’aria come onde nel mare e il vento cessò all’istante. Nulla si
muoveva nell’aria. Quiche ebbe l’impressione addirittura di faticare a respirare.
- ADESSO!
- Fuu
Rai Sen!
- Ribbon Zakuro Pure!
Anche l’alieno coi capelli verdi,
prontamente, incrociò i propri gemelli e generò una scarica d’energia
azzurrina. I tre colpi centrarono la barriera che tremò, per poi aprirsi come
carta velina che veniva tirata via.
Pam e Pie, che erano vicini al punto di
rottura, saltarono dentro come schegge. Quiche fece per seguirli, ma un’ombra
scura lo precedette.
L’aria fu attraversata da un colpo di
frusta e l’alieno mandò un urlo, cadendo rovinosamente a terra reggendosi un
braccio ferito.
- Quiche…!
- QUICHE, no…! – Selena corse dal
ragazzo, ma non senza scorgere con la coda dell’occhio la figura sgusciare
nella feritoia che si richiudeva; sbiancò - …QUR!
*____________
Pie atterrò in uno spazio stranissimo.
Pareva non vi fosse divisione tra
pavimento e pareti: queste erano un’unica entità sferica, dai colori cangianti,
e si chiudevano sulla testa dell’alieno nascondendo il cielo. Sembrava che
tutto potesse cambiare e muoversi sotto i suoi piedi da un momento all’altro.
Si scosse subito, doveva trovare Lory,
non aveva tempo.
- Pam, tu vedi niente?
Non ottenne risposta.
Si voltò, ma tutto ciò che vide fu quel
paesaggio indefinibile a perdita d’occhio.
Pam era scomparsa.
- Pie! – la mewlupo chiamò ancora il
ragazzo, ma sentì solo l’eco della sua voce – Pie, Quiche! Ci siete?
Niente.
La ragazza mosse la coda stizzita,
possibile che ci fossero sempre tutti quei problemi?!(Non è certo colpa dell’autrice ^^”””… ndRia - =__= ndPam)
Sospirò, era da sola, va bene, ma per lo meno quel rumore assordante era
scomparso: ora doveva trovare lo shàdigar e salvare Lory, se la sarebbe cavata.
Improvvisamente
avvertì qualcuno muoversi alle sue spalle. Strinse in una mano la sua frusta e
controllò che la Meltsgun di Kyle fosse ancora fissata alla sua cintura, quindi
girò la testa lentamente.
Fece
uno scatto quando ebbe conferma di avere alle spalle
un nemico. Qur, dall’alto della sua stazza, la fissava, senza dire una parola.
La mewlupo lo fissò arcigna, allungando la mano libera sulla nuova arma:
sperava funzionasse, perché benché si ritenesse perfettamente in grado di
affrontare un avversario da sola, quei mostri avevano
già dato troppe brutte sorprese.
Qur
però non mosse un passo. Restò a fissarla, con occhi vacui, come se fosse stata
trasparente.
-
Allora? Cosa vuoi da me, mostro?!
La
creatura aprì la bocca e ne uscì un rantolo soffocato. Pam rizzò le orecchie
animali e lo fissò con tanto d’occhi.
-
Har…o…
-
C-cosa…? – la ragazza era confusa, per un secondo le era
sembrato di vedere una luce viva negli occhi di Qur.
E di sentirgli pronunciare un nome.
-
…Ha…ru…ko…
(*) ep.40, “Pericolo allo stadio”,
ricordate ^o^?
(**) [diamo sfogo al mio – inutile – sapere su “fate&affini”
-> sn patita, nn fateci caso XD…] le silfidi sn piccole e delicate ninfe,
quindi spiriti elementari, che vivono nel vento; sono talmente evanescenti da
sembrare anch’esse fatte di vento (e a noi che mazza ce ne fregava? NdTutti – cattiviiii ç___ç ndRia)
E adesso? Hi hi… suspence! (ma quanto sn b***…!)
Ehi, ehi,
aspetta un secondo! ndQuiche
Che c’è?
Perché io compaio così poco?!
E noi allora?! ndPaddy_Tart_Mina_Tanir_Phiras_&_Strawberry
Ma che volete voi due (indica Paddy e Tart) mi avete fatto i
protagonisti per un casino di capitoli! Voi altri due siete i cattivi, quindi
zitti! Strawberry, ma se hai rotto x un capitolo e mezzo coi tuoi miagolii!
E io ç___ç?
ndMina
Pensa un po’
io, sono il cattivo e compaio quasi mai T_T… ndShorai
E io e
Sel-chan?! Non eravamo i protagonisti?!
Insomma bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!
(Ria sclera) OGNUNO AVRA’ IL SUO MOMENTO SE ROMPETE ANCORA UN Po’ LE PALLE VI
SBATTO TUTTI IN UNA A RATING “ROSSO” YURI, YAOI E PURE LEMON E A TRIANGOLO,
CAPITO!??!?!
…………………………Silenzio tombale……………………
Va bene
o_____________o””””””””… <-
Terrorizzati (Gli altri sono in un angolino e non parlano perché in fondo sono
apparsi un sacco fin’ora ^^””…)
Ehm, dicevo… Pamuccia è stata molto in questo cap, vero ^^? (Pure lei…! ndQuiche – Un’altra
parola e ti faccio morire alle prossime pagine +___+! ndRia)
Per la gioia delle fans, anche nel prox ci sarà parecchio ^^.
Fin’ora ho dato spazio un po’ a tutte… manca
solo Mina, ma per lei frulla un’ideuzza… Che però ora non dico o è spoiler ^^,
alla prossima e RECENSITEEEEEEEE!!!
Salve a tutti gente, la vostra Ria è
tornata XD! A dirla tutta questo doveva essere parte del prox cap, ma vaniva
troppo lungo quindi ho deciso di dividerlo ^^. È un capitolo parecchio
complicato (ditemelo se è scritto male ç___ç) e purtroppo per le spiegazioni
dovrete aspettare il prox (bastardaaaaaaa! Ndtutti)… Io non ci sarò per 3 gg,
ma siccome ho già tutto in testa e per fare questo ho messo solo 2 gg ^^…
Dovrei aggiornare presto XD!
Passiamo ai ringraziamenti così velo faccio
gustare in pace! (Ma chi legge ‘sta schifezza?! ndQuiche – Crepa!)
X Mary Cry:
+ che terrorizzato immaginalo… Con una faccia preoccupata e che più che altro spaventa
te XD! Ti riposto il link per l’immi, spero tu riesca a vederla ^^ -> http://img338.imageshack.us/img338/2874/tartpaddymy6.jpg
X Purinsun: Grazie
ancora dei complimenti ^\\^! In questo cap volevo mettere altri dis, ma non
sono riuscita a finirli T__T… Sarà per il prox ^^. E grazie dei complimenti post-esame ^^!
X Killkenny: addirittura
10 O\\O?!me commossa oltre
ogni limite XDDD! Beh, x la storia di Shorai & Co, siamo a posto ^^… E mi
disp, non posso ancora dare notizie su “Haruka”, ma al
prox cap tutto sarà svelato ^^!
X Danya91: scusami
onee-chan ç__ç!! Scusa, anche in
questo resti a bocca asciutta, sorry T__T….! avrei voluto concludere le
spiegazioni con questo cap, ma non è stato possibile, veniva troppo veloce… Mi
perdoni x stavolta *__*? <- occhini luccicosi
Una cosa sola ancora… Sono felicissima di quelli che mi recensiscono (vedi sopra
^^…. Azie ^*^!) ma dove sn finiti tutti gli altri ç__ò?!
Come ho detto anche solo loro mi fanno piacere, xò… Me un pochino giù ç___ç…
Smetti dis scrivere +___+?! ndPers_speranzosi
Ma manco per sogno
Sob T_________________T!
E ora andiamooooooooooooooooooo!!
Ps Ho dovuto alzare il rating x questo cap e alcuni successivi che saranno un pò + crudetti
Cap. 34 – Lotta e
rabbia
-
QUICHE!
Col
cuore che aveva preso a martellarle impazzito Selena
si inginocchiò accanto al ragazzo, che dopo il colpo ricevuto era rimasto a
terra tenendosi il braccio.
-
Come stai?! – domandò MewBerry raggiungendoli.
-
Eh… Una meraviglia…! – fece sarcastico l’alieno: la sua mano era inzuppata di
rosso e la ferita, anche se non sembrava profonda, sanguinava copiosamente –
Dannazione quanto brucia…!
Selena
si strappò un lembo di stoffa dalle maniche della maglia e, incurante del fatto
che Quiche continuasse a dire che non era niente,
gliela fasciò ben stretta, mentre gli altri si guardavano attorno agitati.
-
La barriera si è già richiusa…! – mormorò MewMina fissando la barriera che,
dopo l’ingresso dei loro amici, era divenuta opaca e
non permetteva di vedere più niente.
-
E quel bestione è lì dentro! – gemette MewPaddy –
MewBerry che facciamo?!
-
Ricominciamo col Mew Power – disse perentoria la
mewgatto – Ora che quel suono si è fermato, non avremo problemi.
-
Ma siete solo in tre! – esclamò Tart con fare di
rimprovero – Cosa vorreste fare?! E
ti ricordo che tu hai un tempo limitato di trasformazione…!
-
Tart ha ragione – fece Selena grave, aiutando Quiche
ad alzarsi – Se sprigioni tutta la tua energia, inoltre, il tempo si ridurrà
ancora… -
-…
E’ vero… E non possiamo neppure contare sulla Strawberry Bell Version Up… -
riflettè la rossa ad alta voce stringendo i pungi –
Siamo a corto di due elementi… -
MewBerry
tese le orecchie, le vibrazioni di energia che
venivano dalla barriera la infastidivano. Pensò a Lory, là dentro da sola, a
Pam e Pie che forse erano sotto attacco e pensò alla precarietà del suo potere:
non si era mai sentita un peso come in quel momento.
Innervosita
fece trillare il campanellino della coda, fissando decisa la barriera.
-
Sprigioniamo il Mew Power.
-
Cosa?!
-
Ma MewB…
-
Gli altri potrebbero essere nei guai! – esclamò seccata – Non importa se mi
trasformerò, se dovessi diventare un peso al massimo (anche
se non è granchè eroico) me la filerò, l’importante è distruggere questa
barriera e liberare gli altri!
Il
gruppo fissò la ragazza. Tart fece per protestare, ma Quiche lo fermò e guardò
la rossa sospirando:
Le
tre ragazze si misero di fronte alla barriera. Questa parve tremare un istante,
come se avesse intuito il pericolo.
-
FORZA!
*____________
Pie
si guardava attorno ansioso,
l’ambiente attorno era tutto uguale e la strana luce che lo avvolgeva gli
feriva gli occhi, oramai aveva l’impressione di camminare da ore senza scorgere
nulla.
“E’ impossibile…! – pensò irrequieto – Era
a nemmeno cinque metri da me! E anche Pam, mi ha
seguito subito…!”.
Estrasse il suo ventaglio per precauzione e si passò una mano tra
i capelli, cercando di ragionare, ma non era a mente fredda.
“Concentrati un secondo…”.
L’unica spiegazione plausibile che gli veniva per la creazione di
quello spazio, era che lo shàdigar non era stato in grado di assorbire il
potere di Lory e quest’ultimo, rilasciato, aveva cominciato ad “accumularsi”
attorno alla fonte, quindi Lory stessa e la creatura.
“Quindi, ragionando a questo modo, dovrei
individuare il punto in cui c’è più forza…”.
Alzò la propria arma, se quell’idea era giusta, per lo stesso
principio con cui l’energia aveva respinto i suoi fulmini, più si fosse avvicinato allo shàdigar e più i suoi attacchi avrebbero
dovuto rimbalzare, ma se avesse colpito Lory?
“Proviamo con questo…”
Sollevò il ventaglio sopra la testa, fissando un punto di fronte a
sé: forse non era la strada giusta, ma se ci si perde non è meglio andare
sempre dritti? 8E questo chi lo dice -___o? ndtutti)
- Fuu Shi Sen(*)!
Di fronte al ragazzo si formò una sorta di piccolo
tifone, che fu scagliato a tutto velocità verso
l’ipotetica fine di quel luogo.
Per qualche secondo non successe nulla. Poi, più o meno alla destra di Pie, arrivò una folata di vento di
ritorno, che lo costrinse ad indietreggiare.
- Di lì…!
Il ragazzo spiccò il volo come una scheggia; dopo
pochi istanti il paesaggio psichedelico mutò e lui riuscì nuovamente a
visualizzare la strada: Lory era là in fondo come l’aveva vista prima di
superare la barriera, bloccata al muro dallo shàdigar, e sembrava incosciente.
Pie atterrò con dolcezza per terra. Lo shàdigar,
avvertita la sua presenza, ruotò la testa coriacea verso di lui, i cattivi
occhietti neri che saettarono minacciosi.
Il
ventaglio di Pie sfrigolò minaccioso.
-
Non amo molto i discorsi, quindi, visto che so perfettamente che mi capisci, te
lo dirò solo una volta…
La
creatura fece schioccare le zampe anteriori.
-
Lasciala andare. ORA.
-
Haru… Haruka…?
Pam
fissò Qur confusa, perché l’aveva chiamata con quel nome? Aspettò che
l’avversario si muovesse, ma quello restò immobile a fissarla per istanti che
parvero infiniti; per tutto il tempo, MewPam riuscì a scorgere negli occhi
grigi la vita che, forse un tempo, lo aveva animato.
All’improvviso
Qur parve destarsi: scuotendo la testa chiuse gli occhi e, quando gli riaprì,
la mewlupo vide solo due specchi opachi e vuoti. La creatura gridò: si lanciò
contro la ragazza sferzando l’aria con la sua coda ad una tale velocità che lei
potè unicamente saltare all’indietro: Qur sbuffò e la sua coda, come un lungo e
sottile serpente nero, prese a seguire i movimenti della mora che restò qualche istante intontita, quindi con una capriola sopra la
testa del bestione estrasse la Zakuro's Whip:
-
RIBBON…!
Qur
fu più veloce e le assestò un colpo in pieno stomaco. MewPam fu scagliata via,
atterrando malamente sul pavimento che, se ne accorse
solo in quel momento, era tornato ad essere l’asfalto che era sempre stato.
Si
tirò su tenendosi il ventre con un braccio: il colpo le aveva indolenzito tutta la schiena e il punto colpito le bruciava
come il fuoco, ma non poteva arrendersi. Si tirò in piedi, le orecchie animali che
si agitavano come in segno di sfida, mentre Qur sembrò troppo intento a
saggiare quanto fosse letale la sua arma per notarla. In quei pochi secondi Pam
si guardò attorno: quando aveva estratto la sua frusta il paesaggio era tornato
normale almeno per un raggio di circa sei metri, quindi sfumava nuovamente in
quel panorama assurdo in cui era entrata.
“Che sia l’energia della mia arma che interferisce con quella
rilasciata da Lory e dallo shàdigar…?”.
Qur
si lanciò ancora all’attacco, ma stavolta la mora era preparata. Allungò il
braccio sinistro, attorno a cui si avvolse la lingua nera della frusta
avversaria, e contemporaneamente attaccò:
-
RIBBON ZAKURO PURE!
Ma Qur sembrava aver avuto la stessa idea e lasciò che il laccio
d’energia di Pam gli avvolgesse il braccio; rispetto al suo colpo, però,
l’impatto della Zakuro’s Whip fu molto più forte e il bestione si schiantò a
terra. La cosa non sembrò importargli: restò lì, bloccato in un gioco con
l’avversaria in cui il passo falso di uno avrebbe significato la sconfitta
dell’altro.
MewPam
si morse il labbro, cosa poteva fare adesso?
“Un
momento…!”.
Cercò
di allungare faticosamente il braccio sinistro verso la cintura senza perdere
la presa e sulle sue labbra apparve un sorriso: aveva ancora un’arma a disposizione.
Pie
fece un salto indietro, mentre l’uncino velenoso dello
shàdigar si conficcava con violenza per terra; il ragazzo tentò di folgorare la
coda della creatura al livello delle giunture, ma il colpo non parve sortire
alcun effetto e l’enorme insetto si limitò a scuotere la parte lesa e a
schioccare le tenaglie della bocca seccato, tentando nuovamente di colpire il
suo aggressore.
“Maledizione!
– pensò Pie atterrando a distanza di sicurezza, mentre lo shàdigar tornava
immobile – Non posso usare una scarica più forte,
rischierei di colpire Lory…! E una versione più potente del Fuu Shi Sen sarebbe
rischiosa…”.
L’emissione di energia si
era interrotta. Evidentemente lo shàdigar non era tranquillo se sapeva di avere
quella creaturina fastidiosa ad importunarlo, così continuava a far schioccare
le chele e a sfregare irritato le zampe contro la parete. Contemporaneamente il
ragazzo si guardava freneticamente attorno: in quel momento il suo ventaglio
non era un’arma molto utile e attorno non c’era niente che paresse utile. Poi
il suo sguardo fu attirato da alcune schegge piuttosto grosse che si erano
staccate dal muro quando lo shàdigar ci si era
ancorato e che ora giacevano sotto alla creatura e alla sua vittima. La mente
dell’alieno analizzò rapidamente la situazione, ma il piano che scaturì dalla
sua mente non era né sicuro né con qualche effettiva possibilità di vittoria.
Si lasciò sfuggire una
risatina:
- Per una volta spero di sbagliarmi…
*___________
- MEW POWER!
I tre raggi di luce colorata si stagliarono nel
cielo di Tokyo e i restanti componenti del gruppo Mew
scagliarono la loro energia contro la barriera: questa aveva, misteriosamente,
smesso si vibrare e ora sembrava non essere più alimentata dalla forza di Lory.
Dopo soli pochi istanti di emissione
di energia MewBerry cominciò già a sentire le ginocchia tremarle. Lo avvertiva
chiaramente, entro poco si sarebbe trasformata e non
erano ancora riuscite nemmeno a fare un buchetto nella
barriera.
“Dovrei baciare qualcuno per tornare normale, ma non
so quanto reggerei comunque… E in ogni caso qui in
zona ci sono solo Tart e Quiche (gocciolone), e io mi rifiuto di scegliere tra loro! – (anche perchè qualcuno ha già
favorito mi apre… ndRia – Già T__T ndStraw – Non
ricordarlo a Selena per favore ^^”” ndQuiche - … -____-*** ndSelena).
- Come va il braccio Quiche?
- Tranquilla Sel, va benissimo. – rispose
lui, stringendo un po’ i denti – Non preoccuparti, ora pensa ad aiutare
le ragazze.
Lei annuì poco convinta. L’alieno la guardò usare il
proprio potere verso un minuscolo spiraglio che si stava formando e che
sembrava proprio contrario all’idea di aprirsi di più, premendosi la mano sul
taglio: gli doleva più di quanto immaginasse e il sangue non accennava a
rallentare o a fermarsi. Strinse la stoffa che copriva la ferita fin quasi a
non sentire più il braccio, ma il sangue per lo meno si fermò.
Se
Quiche e Strawberry erano nei guai, anche le altre due Mewmew non stavano bene:
usare il proprio potere a quel modo e solo in tre era davvero faticoso e non
avrebbero resistito ancora molto.
- Eccolo! – l’esclamazione trionfante di Selena
colse tutti alla sprovvista.
Il buco nella barriera si era ingrandito abbastanza
da permettere l’ingresso comodo ad un bambino o a un
ragazzo o ragazza molto smilzi. MewBerry esultò:
- Ce l’abbiamo fatta!
La rossa fece per entrare rapida ed usare le ultime
energie per forzare la barriera dall’interno, ma un sibilo improvviso la
bloccò.
- ATTENTA!
L’avvertimento di Paddy arrivò alla mewgatto nello
stesso momento in cui si girava, in tempo per scorgere una lama d’energia
volare a tutta velocità verso la sua fronte.
- STRAWBERRY!
MewMina fece per raggiungere la compagna, ma questa
fu avvolta improvvisamente da un lampo di luce: mentre il suo urlo si spegneva,
la freccia d’energia si schiantò contro la barriera e balzò via e l’aria fu
attraversata da un trillo argentino.
- Strawberry…! – fece stavolta
sollevata mina, prendendo in braccio la gattina nera – Mi hai fatto
prendere un colpo!
- Mieuuuw… (mi sono spaventata così tanto che la trasformazione è avvenuta prima del
previsto…)
Tart fissò in alto stringendo i pugni con fare
rabbioso; le sue pupille divennero talmente sottili che sembravano pronte a
sparire:
- Phiras…!
- Mi spiace – fece laconico
senza neppure degnarlo di uno sguardo – ma non vi posso lasciar fare.
Il rossino si lanciò contro
Selena, che stava faticosamente tentando di non far richiudere la barriera, ma
in un lampo si ritrovò le bolas di Tart a bloccargli il braccio e uno dei
gemelli di Quiche troppo vicino alla gola.
- Mettiamola così – ghignò maligno; il braccio gli
doleva pulsava come un tamburo, ma decise di ignorarlo (Eeeh, facilissimo o__-“”! ndRia) – tu la tocchi con un’unghia, e io
ti stacco quella testa bacata dal collo.
- A me non dispiacerebbe. – sibilò Tart velenoso.
Phiras li fulminò con lo sguardo:
- Ci vogliamo provare?
*____________
Con un gesto fulmineo Pam estrasse la Meltsgun dalla
cintola e tentò di colpire Qur, ma la frusta che le avvolgeva il braccio le
rendeva difficile muoversi e lui, del resto, sembrava
intenzionata a non lasciarla fare.
Il primo colpo lo mancò di pochi centimetri, per il
secondo provvide a tirarla via con tutta la forza che
aveva in corpo. La mewlupo compì una parabola sulla testa del gigante come una
foglia al vento, ma riuscì faticosamente ad atterrare in piedi; Qur colpì
ancora e stavolta Pam lasciò che la sua frusta si avvolgesse attorno al braccio
destro.
“Non posso più usare il Ribbon… - pensò
concentrandosi per non perdere la presa - ma almeno
posso maneggiare la Meltsgun senza problemi.”.
Strinse i denti, dove la frusta stringeva
la pelle le bruciava, ma poteva sopportarlo. Prese più saldamente l’arma datale da Kyle e fece un sorriso di sfida verso il proprio
aggressore:
- E’ ora di finirla!
*____________
Selena fissava terrorizzata Quiche e Tart lottare
contro Phiras; il ragazzino non sembrava contento di quell’impiccio e tentava
di colpirli in tutti i modi, ma i due erano svelti. L’alieno dai capelli verdi,
però. Era diventato pallidissimo e la benda che gli fasciava il braccio era
ormai di un bel rosso amaranto.
La ragazza si morse il labbro, voleva aiutarlo, ma
se avesse perso il controllo sul foro nella barriera i loro sforzi sarebbero stati vani.
Quiche ebbe un attimo di sbandamento, forse dovuto a un capogiro per la perdita di sangue: Phiras lo colpì
rapidamente con un calcio allo stomaco, facendolo quasi precipitare.
- QUICHE!
- Accidenti…!
Mina strinse i pungi e
poggiò delicatamente Strawberry tra le braccia di Paddy, quindi spiccò il volo
in aiuto dei due ragazzi.
- Selena, tieni aperto il passaggio! RIBBON MINT
ECHO!
Il colpo sfiorò Phiras che fu costretto ad
indietreggiare, ringhiando, permettendo a Quiche di atterrare con calma. Aveva
il viso decisamente sfinito.
- Come va?
- Ho avuto momenti migliori… - ghignò alla
morettina.
Paddy gli osservò prepararsi a tornare all’attacco e
strinse appena la stretta attorno a Strawberry, preoccupata:
“Vorrei aiutarli… Ma ora il
mio attacco non servirebbe a niente e devo fare da palo per Sel-chan…”.
Per aria, intanto, Tart e Phiras continuavano a
lottare tra di loro:
- ORA MI HAI SECCATO!
Con un colpo più deciso l’alieno dai capelli rossi
allontanò l’avversario e si rigettò contro Selena. Mina tentò di colpirlo, ma
fu troppo veloce: fortunatamente paddy fece in tempo e lo bloccò, ma non
potendo usare il Pudding Ring Inferno perché aveva una
mano occupata, si limitò ad usare i suoi anelli come scudo.
- MIAO! Miau mao nya!(Mollami
Paddy! Non puoi lottare così!)
-
Non ci penso nemmeno! – fece lei, che misteriosamente l’aveva capita stringendo
i denti – Sel-chan, tieni la barriera, ci penso io…!
-
Paddy…!
-
Tu non mi seccare! – una sfera d’energia colpì MewMina scagliandola via; Quiche
provò ad assalirlo, ma il braccio ferito gli tremava e non riusciva a reggere
le sue armi:
“D’ez-an…!”.
Il
ragazzino continuò a premere l’avambraccio contro gli anelli di Paddy, che non
sembrava in grado di respingerlo:
“Ma
quanto è diventato forte?!.... – pensò quasi sfinita –
Non… Riesco…”.
Phiras mandò un gemito di dolore: Tart l’aveva colpito alla
schiena con le sue bolas, costringendolo a mollare la presa, ed ora lo fissava
a mezz’aria con puro odio:
-
Riprovaci e ti uccido…!
-
Ma davvero? – ridacchiò l’altro sarcastico.
Tart
lo fissò furibondo: avvertiva la rabbia e l’odio per quel maledetto
schiacciargli il petto come un macigno e l’idea che, probabilmente, quando era
stato rivale delle ragazze lui non doveva essere molto diverso, lo faceva
ancora più infuriare.
-
Se tocchi… Qualcun altro… - la rabbia gli salì fino
alla testa, gli sembrava esplodesse – TI UCCIDO SUL SERIO!
Come
un fulmine piombò su Phiras, assestandogli un pugno in pieno stomaco con tutta
la forza che aveva. Il rossino fu scaraventato via e atterrò malamente
qualche metro più in là, sputando appena qualche goccia di sangue.
Tart
lo continuò a fissare pieno d’odio, il fiato corto. Attorno era calato un
silenzio innaturale.
-
Tart…? – Quiche lo fissò come se non l’avesse mai visto.
-
CHE C’E’?! – sbottò quell’altro.
MewMina deglutì un poco:
-
Il tuo corpo…
Il
ragazzino si guardò le mani, improvvisamente diventate più grandi. Si fissò un
istante, allarmato: non capiva perché, ma aveva riassunto l’aspetto di
quindicenne che aveva preso nel mondo illusorio di Phiras(**).
L’alieno
dai capelli rossi si alzò, osservando incuriosito quel cambiamento
dell’avversario: sul suo viso, molto lentamente, comparve un tetro, sinistro
sorriso, che si allargò quando i suoi occhi
incrociarono quelli ambrati di Tart:
-
Forse sarà molto più divertente del previsto…
*____________
Lo
shàdigar osservò con cura ogni più piccolo movimento di
quell’inopportuno visitatore. Pie, infatti, si stava muovendo molto lentamente
verso di lui, le iridi blu oceano in quelle piccole e nere della bestia, come
se perdere quel contatto avesse potuto significare la fine.
All’improvviso
si teletrasportò. Lo shàdigar, non vedendolo più,
prese ad agitarsi, emettendo un fischio acuto non appena lo scorse nuovamente,
sotto di lui; Pie afferrò un pezzo di muro dall’aria decisamente
affilata, ma non fu abbastanza rapido: la creatura lo afferrò con due delle sue
sei zampe e, dopo averlo ancorato al muro con una, conficcò l’altra nel braccio
del ragazzo.
Pie
mandò un urlo strozzato. Il colpo era rimasto molto superficiale, ma lo
shàdigar sembrava pronto a rimediare: Pie avvertìla punta dell’arto premere più forte.
Gridò ancora, reggendo il braccio leso.
Alzò
faticosamente lo sguardo fissando lo shàdigar con aria di sfida. La bestia
emise un sibili sommesso e Pie sorrise:
-
Bestia idiota…
Con
un riso maligno il ragazzo impugnò come un pugnale la scheggia di muro nella
mano libera, quindi colpì con tutta la forza che aveva in corpo la sfera rossa
che si trovava sul dorso della creatura.
Lo
shàdigar emise un fischio assordante e prese a dimenarsi senza controllo,
mollando la presa dalle sue vittime. Pie cascò per terra alla
bene e meglio, afferrando per quanto poteva col braccio sano Lory,
ancora priva di sensi. Con non poca fatica la prese in
braccio, guardando disgustato l’enorme bestia contorcersi a terra sempre più
freneticamente e poi acquietarsi fino a rimanere immobile.
Pam
stava per colpire, quando la terra sotto ai suoi piedi
tremò: tutto l’ambiente circostante pareva preda di un terremoto.
La
mewlupo vacillò, ma il suo dito premette comunque con
forza il grilletto: un colpo senza controllo colpì Qur al petto, facendolo
accasciare a terra.
Pochi
secondi dopo il silenzio. La mora si lasciò cadere in ginocchio, il fiato
corto, fissando il corpo dell’avversario.
Ce l’aveva fatta?
Qur
sgranò gli occhi. Pam lo vide tenersi la testa e prendere a gridare parole
incomprensibili, tra le quali riconobbe unicamente, ancora, quel nome.
-
HARUKAAAAAAAAA!
Ci
fu una luce accecante. Poi il nulla.
(*) “Ventata Penetrante” (grazie a “L’unico sito Unico” di TMM
per le notizie ^o^…) è uno degli altri attacchi di Pie e genera una ventata
devastante (ma non si capiva dal nome =__=”!! Ndtutti – Zitti +_+! ndRia); nella serie italiana è stato tradotto solo in un
episodio (forse XD…) e in un altro modo, io ho preferito attenermi
all’originale ^^.
(**) Vedi cap. 16
Madonna che casino @____@!!(anke Ria è confusa). Gente, la storia sta cominciando a
sfuggirmi di mano, quindi questo cap lo chiudo qui
prima di fare altri casini! Ditemi che ne pensate e
tornerò a brevissimo con le spiegazioni ^o^! Baci8!!!
Bon suoir ^o^! non mi aspettavate così
presto eh ^^? La verità è che non me la sono sentita di lasciarvi troppo col
fiato sospeso, e visto che sono una donna mooooltoimpegnata (se non si capiva ero sarcastica -___-“) ho deciso di non
lasciarvi a rodere i fegatelli ^^… (Quelli sono un’altra cosa… ndQuiche ->
Ria lo ignora – Non trattarmi così male! Ç___ç**!!)
Allooooora, facciamo qualche ringraziamento…
Danya91: Crocodile
dandee O__o?!ma niu,
x carità T__T! (come sono stato
smontato ç__ç... ndPie) Poverino XD! Grazie cmq della pazienza tessera, qui c’è già qualche rispostuzza ai tuoi quesiti
^-^+…
MaryCry: Sono contenta si veda il dis ^^, ti piace XD? Cmq no, non attacca uguale solo
che… Ecco, come metterla in maniera carina ^^”? gli
sta unu pocu sulle balle XD! Quindi quando attacca non è che sta li tanto a fare il raffinato… legna e basta! (quanto lo odio… -___-*! ndTart –
Non si era capito -___-“”! ndTutti)
Purinsun: CHI
PICCHIA LA MIA ONEE-CHAN VERRA’ PERSEGUITATO A VITA
+___+!! (I pers si allontanano da Purinsun con l’aria
terrorizzata) Grazie piccina ^o^! sei un tesoro! In questo
cap, ripeto, qualcosa capirai, ma alcune precisazioni
dovrai aspettarle al prox ^^!
Killkenny: Sto
diventando prevedibile o___o”””! azzeccato
sì e no, al prox cap maggiori spiegazioni XD!
Va bene, vi lascio andare a questo cap dove ho sfiorato i limiti
della malattia mentale… Niente dis come invece volevo fare, quello sui miei
cattivoni è da finire e l’altro con pie e Lory (KYAAAAAAAAAAAAAAAH
^\\\\\\\\\\\\\\\\^!!! – E’ scema -\\-… ndPie – M-ma
non vorrai pubblicarlo sul serio @\\\@?! ndLory – al prox
^^… - AHAAAA @\\\\\\\\\\\@!!! ndLory) ha bisogno di qualche ritocchino, quindi
nisba -___-“”… Sorry! (ma meno male almeno quelli! ndTutti! -> Ria prende un bazooka e spara a caso sulla
folla).
Ehm, bene ^^! (<- angelica – Suonata direi o__O””! ndTutti)
vi lascio alla lettura, besooooooooooooo!!
Cap. 35Darkness
in present & past
Era
una sensazione completamente diversa dall’ultima volta.
Non
era solo l’aspetto: riusciva ad avvertire di essere
più forte, ogni muscolo del suo corpo era pronto all’azione; si guardò ancora le
mani e provò ad alzarsi in volo, restando qualche istante sospeso di una
ventina di centimetri da terra. Atterrò e formò un piccolo chimero parassita
sulla mano.
-
Tart…?
Il
ragazzo non rispose al fratello.
“Forte.”
Quella
sensazione gli riempiva la testa come una nube, cancellando tutto il resto.
“Abbastanza
da batterlo.”
Alzò
gli occhi verso Phiras, l’espressione che era divenuta un ghigno allarmante.
Selena
fissò Tart, attonita come tutti, ma i suoi occhi chiari furono attraversati da
un lampo di paura ancora più grande. Gli atri non potevano vederlo: nero e
lucente, sulla spalla del ragazzino, il simbolo di due archi incrociati.
“No…”.
-
QUICHE, NON FARLO ANDARE…!
Ma Tart si era già fiondato come una scheggia contro Phiras.
Non
lo videro neanche. In pochi secondi lo aveva già riempito di pugni e
scaraventato lontano, facendolo sbattere contro un lampione lì vicino.
Phiras
si alzò dolorante, pulendosi il labbro rotto e Tart sorrise:
sì, era davvero diverso dalla volta nel mondo illusorio, quella era stata
una vera trasformazione.
-
Tart, FERMATI! – gridò ancora Selena, affaticata dalla barriera che continuava
a reggere – Quello è un anatema, è uguale al suo!
Fermati!
Il
brunetto si bloccò, voltandosi a guardare la ragazza confuso;
da dietro, MewPaddy si mordicchiò un labbro:
-
Come… Il suo…?
-
Sì…! – la ragazza dovette concentrarsi un istante perché la barriera ebbe un
sussulto – Per favore, non… Affrontarlo…!
-
Tzs tsz tzs…. – Phiras fissò il suo avversario divertito, spolverandosi le maniche tranquillo – Povero, piccolo Tart… Sembra che non
si fidino molto del tuo operato… E tu forse hai troppa paura per fare di testa
tua.
-
Stai zitto.– fece lapidario l’altro.
-
Che c’è? – continuò il rosso
innocente – Sarà stata una mia impressione…! Eppure
prima eri così spavaldo…
-
Non ascoltarlo. – incitò frettolosamente MewMina, spaventata tanto dalla
trasformazione del piccolo alieno che dagli sguardi dei due avversari – Ti sta solo provocando…
-
Sì, Tart! – cantilenò ancora Phiras – Dai retta alle
tue sorelline…
-
Chiudi il becco!
-
Tart! – la voce perentoria di Quiche gli arrivò alle orecchie
molto distante – Torna qui.
-
Che vuoi fare allora, moccioso? – lo stuzzicò ancora
Phiras.
-
Tart…
-
PADDY STAI ZITTA!
La
ragazzina sussultò e si strinse al petto Strawberry, che mandò un miagolio di
protesta.
Tart
strinse i pugni: aveva ragione Selena molto probabilmente, ed effettivamente
lui si sentiva molto strano, pericolosamente strano.
“Però…”.
Avvertì
l’odio verso quel maledetto arrivare quasi a ronzargli nelle orecchie, perché
doveva aspettare?! Detestava quello schifoso, i suoi
colleghi suonati e quel sadico del suo capo, avrebbe dovuto lasciarlo lì
tranquillo?!
“NO!”.
Mandò
un urlo e Phiras bloccò il suo pugno due centimetri prima che gli rompesse il naso.
-
E allora giochiamo.
*_________________
Le
ci volle un pò a mettere a fuoco le immagini. Quando
riconobbe il suo viso, Lory provò a
chiamarlo, ma parlare le risultava difficilissimo.
-P…ie…
-
Ciao. – le rispose con un sorriso appena accennato.
-
Cos… è succes…so?...
-
Ora non c’è tempo per spiegarti. – fece con dolcezza
stringendola meglio – Stai tranquilla.
La
ragazza, sfinita, si accoccolò meglio contro il petto di lui
e chiuse gli occhi. Pie gettò un’ultima occhiata schifata allo shàdigar, che
aveva smesso di muoversi da almeno un paio di minuti senza che la barriera
cedesse.
“Evidentemente
qualcosa ha interferito tra la morte di questa bestiacciae la distruzione della barriera…”.
Sistemò
meglio Lory in modo da muoversi il più liberamente possibile: se voleva
riuscire ad uscire, aveva la netta sensazione di dover trovare Pam.
La
prima cosa che vide fu il bianco.
Un immensa, spaventosa distesa completamente bianca.
Non
c’erano né Qur, né lo spazio distorto creato dallo shàdigar, né le ragazze, né
Pie o Lory. Nulla.
Pam
ebbe un lieve sussulto, spaventata. Non osò muoversi per qualche istante, poi,
quando tentò di avanzare di un passo, il paesaggio mutò ancora. Ombre grigie e
vaghe presero a formarsi attorno a lei, assumendo man mano contorni sempre più
definiti. La mewlupo tese le orecchie, i sensi pronti all’attacco, ma non
accadde nulla. Dopo qualche minuto era apparso tutt’altro panorama.
Si
trovava in una strada dall’aspetto antico: negozi con grossi cartelli dipinti
sulla tela si affacciavano sulla via con la merce ben in mostra e locande con
le scritte incise nel legno sporgevano timidamente dagli angoli, con le loro
porte in legno scorrevole. MewPam
mosse qualche passo, osservando la mercanzia che consisteva
prevalentemente in cibarie e tessuti, accorgendosi che, straordinariamente,
nessuno sembrava in grado di vederla: passava tra la folla come se fosse stata
trasparente, fra gente vestita con sole casacche bianche e pantaloni larghi al
ginocchio o con kimoni dall’aspetto estremamente semplice, altri con raffinati
frac e donne con abiti tutti merlettati all’occidentale, cappellini ed ombrelli
parasole, Pam scorse perfino una coppia di geishe che camminavano elegantemente
al bordo strada, avvolte nei loro ricercati furisode.
Tutto
era avvolto da un’aria caliginosa ed appariva sfocato. MewPam guardò a destra e
a sinistra cercando di riflettere: quella era sicuramente Tokyo, ma quella
dell’Era Showa, forse quella dei primo anni venti o
anche prima, dato che non vedeva tante macchine in giro;perciò quella luce che aveva visto qualche
minuto prima (od ora, non era più sicura) l’aveva probabilmente spedita nel
passato. Sembrava inconcepibile, ma era la risposta assurda più ragionevole che le fosse venuta in mente.
“E ora?”.
All’improvviso
la sua attenzione fu attratta dalla brusca apertura di una porta.
Quello
che vide la pietrificò.
Dalla
casa uscì un uomo che non doveva avere più di quarant’anni. Robusto e dall’aspetto
elegante, aveva i capelli neri lievemente brizzolati sulle tempie e un sorriso
dolce che accentuava le poche rughe sul suo volto,
illuminato da due occhi grigi come le nuvole.
“No…
E’ impossibile…”.
Quando l’uomo si voltò meglio verso Pam, la mora sgranò gli occhi
dallo stupore.
“QUR!
Ma… come…?”.
Lui,
che come tutti gli altri sembrava non averla vista, si guardò attorno con aria
soddisfatta sospirando beato.
“E’
proprio lui…! – pensò la ragazza, allarmata – Ma com’è
possibile?! E poi…”.
Si
portò una mano vicino alla bocca, riflettendo: possibile che quello non fosse
il passato, ma un ricordo?
“Un
ricordo di questo… - stavolta faticò a pensare l’ultima parola – Mostro? È assurdo, non
ha senso!”.
Qur,
intanto, si era voltato verso l’ingresso della casa e aveva sorriso con
rassegnazione:
-
Haruka! Insomma, quanto ci metti?!
Ancora
quel nome! Pam si avvicinò, sempre circospetta, ma
quel che vide la scioccò ancor più che vedere Qur con quell’aspetto.
All’inizio
credette di aver di fronte uno specchio, ma si rese subito conto che la figura
che aveva davanti né indossava la divisa da mewmew né aveva coda ed orecchie;
inoltre, quella che le apparve davanti era una ragazzina che non doveva avere
più di quattordici anni. Il viso, però, era il suo: Pam vide una ragazza con
gli stessi capelli scuri, gli stessi occhi chiari e
gli stessi lineamenti che aveva lei, con indosso un semplice yukata con un
motivo a fiori, su cui splendeva un pendente trasparente dalla forma ogivale.
-
Quanto sei lenta! – rise Qur, ma
Pam era così sconvolta che non notò neppure quell’evento incredibile.
-
Scusa papà! – fece mortificata la ragazza – Non trovavo
i sandali…
Pam
ebbe un altro sussulto.
Papà?!quella
ragazza aveva chiamato Qur “papà”?
-
Dai, andiamo, la festa di Fine Estate non ci aspetta!
La
mewlupo li osservò allontanarsi, confusa, e ci mise un po’ a riprendersi
abbastanza da poterli seguire.
Sgusciando
attraverso la folla, Pam cercò di riflettere. Se
quelle immagini erano una proiezione di un ricordo, quelli erano davvero Qur e
figliola, e lui non solo era un essere umano, ma addirittura un giapponese.
“Ma com’è possibile? Insomma, mi è sembrato un normalissimo
genitore… Come ha fatto a diventare così…? E poi a
quest’ora dovrebbe avere più di 120 anni! Non è possibile…!”.
All’improvviso
Qur e Haruka scomparvero assieme alla città; Pam si ritrovò un
istante avvolta nel buio.
Lei è la mia vita…
È tutto ciò che ho,
l’unica persona che mi ama, l’unica persona che ha
bisogno di me.
Bambina…
La mia bambina…
“Questa
voce…”.
Nel
buio comparve un’altra immagine; invece di una città intera, ora Pam poteva
riconoscere unicamente l’interno spoglio di una casa dove, ricurvo su un
tavolinetto, Qur sembrava tutto intento a rammendare malamente
una divisa da studentessa.
La
porta della stanza si aprì di colpo, facendo entrare un ometto dalla testa
calva e dall’aria all’armata; sia Pam sia Qur ebbero un sobbalzo.
- Haruhiro…! – “Haruhiro”… Il nome di Qur di un
tempo? – Vieni, presto! La piccola Haruka…!
Pam fece appena in tempo a vedere l’uomo alzarsi
agitato dalla sedia, che la scena mutò ancora. Stavolta riapparve quasi subito.
La stessa stanza, stavolta gremita di gente vestita di nero: stavano tutti
disposti a semicerchio attorno al centro del locale, avvolto dai sottili fumi
dell’incenso. Pam allungò l’occhio verso lo spazio vuoto e si portò una mano
alla bocca: Haruka era stesasu un lettuccio di legno, immobile, un fazzoletto candido a
coprirle il viso che, anche da così, la mora riuscì ad intuire pallidissimo, e
sull’abitino verde bottiglia si apriva un grosso strappo, coi bordi macchiati
di rosso.
Pam avanzò, impietrita, scorgendo finalmente Qur,
l’aria distrutta, seduto accanto al corpicino inerme della ragazza. Le voci dei
presenti le arrivavano confusamente alle orecchie e anche i loro volti erano
vaghi, indistinti.
- Povera bambina…
- Dicono siano stati quelli del clan Akahito…
- Che terribile tragedia!
- Certo lei è stata sciocca…
- Ma che screanzato!
- Nessuno sano di mente si
metterebbe a girovagare nel territorio degli yakuza!
- Aveva solo quindici anni…
Quei discorsi diedero a Pam il voltastomaco, nessuno
sembrava provare il minimo rispetto per quella ragazza, si limitavano a
spettegolare come se fossero stati alla sala da the. Anche
Qur sembrava disgustato. Disgustato e inconsolabile.
Strinse disperatamente la manina di Haruka nella sua
e prese a piangere, ininterrottamente.
Attorno a Pam calò ancora il buio.
La
mia bambina…
Perché?…
Perché…?!
Vi
prego…
Ridatemela…!
Haruka…
Haruka…
La scena si fece di nuovo chiara.
La stessa stanza, lo stesso lettuccio in legno, lo
stesso Qur disperato a tenere la mano inerme della figlia; non c’era nessun
altro se non Pam, in un angolo.
La porta della casa si aprì, ma Qur non alzò neppure
gli occhi per guardare.
L’ospite era un uomo che non doveva
avere più di trent’anni, la pelle un poco scura, il corpo muscoloso e
affusolato fasciato in abito nero all’occidentale; entrò in assoluto silenzio,
scostando alcuni ciuffi della frangia dalla fronte, accese un bastoncino
d’incenso e si avvicinò alla defunta; Pam si corrucciò: ora lo vedeva bene e
quell’uomo aveva tutto tranne l’aria affranta.Lo osservò sistemarsi ancora i capelli, di un
marrone scuro e piatto, con sfumature di un colore che la mewlupo non riusciva
a definire, e fissare Haruka e Qur con due eleganti e gelidi occhi nocciola.
Sorrise e la mora avvertì un brivido gelido percorrerle la schiena all’istante.
- Le faccio le mie più vive condoglianze. – esordì
con voce falsamente addolorata. Pam trasalì:
“Quella voce… L’ho già sentita! Il secondo scontro contro Tanir, Phiras e Qur…!”.
Shorai.
Qur non diede segno di risposta.
- E’ stato… Davvero orribile! – continuò l’uomo
bruno – Uccidere così una povera bambina… Che mostri!
Pam aveva preso a tremare, confusa: era assurdo…!
Eppure…
“Non ascoltarlo… - provò ad aprire la bocca ma non uscì alcun suono – Qualunque cosa ti dica non
ascoltarlo…!”.
-
Dovrebbero proprio pagarla!
-
Ma lei… cosa vuole? – cominciò Qur
lugubre – Nessuno ha un po’ di rispetto? Nessuno muove
un dito, hanno troppa paura per fermare quei maledetti! Nessuno farà
nulla perché anche alcuni funzionari sono in accordi con gli Akahito, nessuno
farà niente! Almeno lasciatemi in pace!
-
Io voglio muovermi, signor Haruhiro. – Qur lo scrutò con le guance
rigate di lacrime – E posso darle la possibilità di
fare giustizia.
“No! Aspetta…!”.
L’immagine svanì di nuovo.
Pam tornò nel buio per minuti che le parvero
infiniti. Poi, di nuovo, la voce cupa e profonda di Qur rimbombò nel nulla e lei
potè vederlo, dritto in piedi nell’oscurità a darle le spalle, con un aspetto
assai simile a quello attuale, ma più prestante e dall’aria più sana.
Non mi ha voluto dire chi fosse…
Un mago? Uno scienziato?
Mi rispose “entrambi”.
Lui mi ha reso più forte.
Mi ha reso un guerriero.
E come guerriero ho fatto pulizia.
Per
un secondo Pam vide di fronte a Qur un’immensa magione che bruciava tra fiamme
poderose, cadaveri che facevano capolino tra le lingue infuocate, le mani
dell’uomo sporche di macchie amaranto.
Non sono pentito.
Non è vendetta.
È giustizia.
-
Non so come ringraziarla signor Shorai.
La
scena era cambiata ancora. Ora Pam e Qur si trovavano in un grosso salone in
pietra, con un immenso lampadario appeso al soffitto come unico arredamento.
-
Non devi! Tuttavia…
-
Uh…?
-
So che non sei ancora soddisfatto. – fissò Qur con quelle
iridi glaciali – Vorresti indietro Haruka, vero?
Qur
sospirò:
-
Ovviamente. Ma ho ancora abbastanza senno per
comprendere quando le cose sono imposs…
-
Io posso farla tornare.
Qur
rimase ammutolito quanto Pam.
-
Occorrerà del tempo, ma posso farlo. In cambio… Tu
dovrai diventare il mio combattente.
Fu
ancora il buio.
Una vita al servizio di un
altro…
Per la vita di mia figlia?
Avrei donato pure l’anima.
Ho accettato.
Sono diventato un
guerriero.
Un combattente.
Una guardia del corpo.
Un giustiziere…
… Un assassino…
- Come mai ci vuole così tanto?
- Che
succede?
- Perché
non posso riabbracciare ancora Haruka? C’è qualche problema, non è possibile…?!
- Sta andando tutto bene.
Abbi solo pazienza.
Pazienza…
Pazienza…
Tempo…
Ancora tempo…
Tempo…
Anni…
Quanti anni…?
Decenni…
Ho visto arrivare la
guerra, la guerra finire…
E ricominciare…
Anni…
Quanto ancora…?!
Quanto…
Haruka…
L’ambiente
apparve nuovamente. Stavolta era un salone oscuro e di cui MewPam non scorgeva
la fine, dall’altissimo soffitto a volta; Qur si muoveva circospetto,
probabilmente cercando di abituare gli occhi alla penombra.
Pam
lo seguì. Dopo pochi metri l’uomo si fermò e il suo volto divenne terreo. Urlò
con quanto fiato aveva in corpo e Pam fece lo stesso, voltando in fretta la
testa per non vedere.
Haruka
non era viva. Non aspettava nemmeno di tornare.
Era
su un lettino bianco come quelli degli ospedali e sembrava essere stata
sottoposta a parecchi interventi, tutti finiti male. Un forte odore di sangue
riuscì a giungere al naso della mora che dovette trattenersi dal vomitare.
-
Oh… - quando Shorai comparve MewPam era così tramortita che non lo notò – Come
sei entrato qui?
-
Mi hai mentito! – urlò Qur furibondo con gli occhi grondanti – Tu… bastardo…!
Cos’hai fatto alla mia bambina?!
-
Oh, non fraintendermi! – ghignò lui – La mia intenzione era
davvero riportarla indietro! Dovevo testare una cosina che ho
trovato cinque anni fa sulla Terra…
“Sulla
Terra? – Pam tese le orecchie – Di che parla?”.
-
Ma quando ne ho testato l’efficacia, mi serviva
qualche pezzo della ragazza per degli altri esperimenti, così…
-
LURIDO VERME!
Urlo
di disperazione. Rabbia. Rancore. Impotenza. Qur si gettò contro Shorai con
tutta la sua forza, mentre Pam, per quanto sapesse che sarebbe stato inutile,
gridò:
-
No, aspetta!
Un
fiotto di sangue inzuppò il pavimento di pietra nera. Pam osservò inorridita la
mano di Shorai trapassare Qur e quest’ultimo piegarsi con un gemito soffocato
sul braccio del padrone. Il bruno rise:
-
Vuoi saperla una cosa? – fece velenoso – Come ultimo desiderio, avrebbe voluto
rivederti…
Haruka…
Per
un’ultima volta. Buio.
Quando
le immagini tornarono Qur era diventato la creatura
che Pam conosceva. Smunto e con gli occhi privi di luce se ne stava ritto in
piedi di fronte a Shorai, che lo fissava soddisfatto.
-
Ridimmi chi sei.
-
Il suo servo, padrone.
-
Molto bene… Dimmi il tuo nome.
-
Qur…
Qur.
*_____________
MewMina
se ne stava ritta in piedi, ad arco teso, ma non riusciva a trovare il momento
per attaccare: Tart e Phiras continuavano a lottare ed erano ormai così veloci
da essere quasi difficili da vedere.
-
Tart…
-
Mieuuuw… (Paddy…)
Gli
occhioni della gattina fissarono l’amica, era la prima volta che la vedeva così
spaventata. In effetti nemmeno lei riconosceva più il
piccolo alieno dai capelli castani, era un’infinità di tempo che continuava a
fronteggiarsi con l’avversario praticamente solo con calci e pugni, e sembrava
divertirsi!
Selena
fissò la scena per l’ennesima volta, arrovellandosi su cosa avrebbe potuto
fare, ma era troppo sfinita e se avesse lasciato andare la barriera sentiva che
questa sarebbe implosa su se stessa.
-
Dannazione…! MINA! Non puoi aiutarla?!
-
Ci ho già provato Quiche! – rispose spaventata la morettina –
Ma ad ogni colpo che lancio Phiras lo intercetta, non posso fare
niente…!
L’alieno
dai capelli verdi strinse i pugni con violenza: Selena stava per cedere e anche
Tart, seppure non sembrasse badarci, era ferito.
-
INSOMMA, TART FALLA FINITA!
-
Stai zitto Quiche! Zitto, zitto!
Con
un gesto fulmineo Phiras estrasse un pugnale e colpì Tart al fianco; Paddy
trattenne il fiato, terrorizzata, ma il ragazzino sembrò non badarci e,
strizzati un istanti gli occhi per il colpo, riprese a
scazzottarsi con l’avversario.
-
Ora basta!
-
Quiche! – ma la voce di MewMina non fu ascoltata.
Il
ragazzo arrivò come un lampo alle spalle del fratello. Questo era troppo
impegnato per accorgersi di lui e fu afferrato con un
braccio per le spalle.
-
Vieni via, razza di deficiente!
-
NO! – Tart prese a divincolarsi con tutte le sue forze – Non le ha ancora buscate abbastanza!
-
Ha ragione… Non andatevene così in fretta!
Il
pugnale di Phiras perforò la ferita già malamente
fasciata di Quiche, che trattenne un grido di dolore; dovette ignorare il male
e fare una brusca discesa di un paio di metri per sottrarsi alla lama, con Tart
che continuava a dimenarsi.
- Quiche…! – Selena fissò il ragazzo nel panico,
mentre Mina teneva a bada Phiras col suo Tone Arrow,
ma quanto avrebbe resistito? E se non avesse
interrotto l’anatema anche Tart…
L’aliena sentì cederle le ginocchia,
“Non…
Resisto…! Uh?!”.
Si
scosse improvvisamente: avvertì un tremore sotto alle mani
e le gambe reggerla più saldamente.
“Ci
siamo!”.
*_____________
All’inizio
ebbe difficoltà a tenere gli occhi aperti, la luce glieli
feriva come una spada. Poi riuscì a rivedere quello
spazio multicolori in cui era entrata e Qur, sdraiato a terra e gemente;
la Meltsgun era a pochi passi da lei. Pam si morse un labbro, alzandosi
faticosamente col cuore gonfio di amarezza.
Le
sarebbe bastato un colpo. Uno solo e avrebbero sconfitto il primo nemico, ma
qualcosa la bloccava; le tremavano le mani.
“Come
ha potuto, quell’essere spregevole…!”.
Qur
si alzò goffamente, ringhiando e tentò un attacco, ma non centrò la ragazza
neppure di un metro; sputò un po’ di sangue e Pam potè sentirlo mormorare
continuamente, tra i latrati, il nome della figlia. La mora sentì una stretta
alla gola.
-
Scusami…
Dalla
pistola partì un colpo; stavolta MewPam lo vide avvolgersi attorno al corpo del
bestione, che si accasciò senza un solo lamento. Solo un piccolo,
impercettibile lampo di luce attraversò le sue iridi spente, prima che queste
si chiudessero definitivamente.
-……Grazie…
-
Eh?
Il
tonfo che risuonò colpì le orecchie di Pam come una fucilata. Guardò il corpo
del nemico senza dire una parola e si lasciò cadere in ginocchio, la Meltsgun
lungo il fianco.
Per
lunghi istanti tutto fu immobile. All’improvviso la terra sotto i piedi della
mewlupo tremò e le pareti parvero pronte a sgretolarsi.
-
Cosa succede?
*__________________
-
MINA!
-
Sel-chan?!
-
Colpisci qui! Adesso!
L’aliena
dai capelli d’argento si concentrò di più, permettendo al
foro nella barriera di reggersi qualche secondo da solo; contemporaneamente
allo scoccare della freccia di Mina contro quest’ultimo, Selena spiccò
il volo verso Tart e Quiche, scagliando il proprio attacco contro Phiras. Il
ragazzino indietreggiò per non essere colpito e lei afferrò la spalla di Tart
con forza.
-
Cosa fai?! – berciò lui, completamente senza
controllo.
-
Quiche, tienilo ti prego! – la mano della ragazza
prese a risplendere – Stai calmo… Contro-anatema,
sigillo di Orione!
A
queste parole Tart digrignò i denti dal dolore: il segno sulla sua spalla
svanì, come sela
luce della mano di Selena lo stesse stemperando via.
-
No! – Phiras ignorò i colpi di Mina che gli ferivano le braccia e si lanciò
contro il trio – Non lo farai!
-
RIBBON ZAKURO PURE!
-
Cosa?!
Il
rossino guardò la frusta luminescente della mora
volgergli il braccio e spostò lo sguardo in basso: la mewlupo lo teneva sotto
controllo, gli occhi gelidi a squadrarlo e anche Pie, nonostante reggesse Lory
in braccio, era pronto a fulminarlo alla prima mossa falsa. In un angolo lo
shàdigar giaceva a zampe all’insù e, subito dietro Pam, Qur
era al tappeto, sconfitto.
-
No…!
Contemporaneamente,
sembrò che l’incantesimo di Selena avesse fatto effetto: Tart si calmò e divenne
per un istante cereo, sputando fuori una piccola pallina colorata, la caramella
che aveva ingerito nel mondo illusorio di Phiras e riacquisì il suo aspetto
normale, tossicchiando. Phiras era fuori di sé:
-
No… No, no, MALEDIZIONE!
Con
stizza si liberò dalla presa di MewPam e spiccò il volo verso il cielo, per poi
sparire.
-
C-ce… L’abbiamo fatt…
-
Selena!
Quiche
afferrò la ragazza un secondo prima che cadesse giù.
La poggiò delicatamente a terra e la guardò preoccupato: aveva la fronte madida
di sudore, il viso stravolto e respirava a fatica.
-
Sto bene… - mormorò – Sono solo stanca…
Tart
atterrò lì vicino. Sentiva la testa girargli e si sentiva
parecchio confuso.
-
Tart… - Paddy gli si avvicinò timidamente, quasi avesse paura – Stai… Stai bene?
-
Sì… - bisbigliò – Solo…
Non
concluse la frase perché Quiche gli tirò un pugno
secco in faccia guancia, facendolo finire col sedere a terra.
-
DI’, MA TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?! – urlò
furibondo, il braccio ferito abbandonato lungo un fianco – Avevi
intenzione di farci ammazzare?!
Il
ragazzino si massaggiò la guancia, ma messo a fuoco la
situazione, non replicò: restò solo lì, a testa china e la mano sulla gota,
senza ribattere.
-
Cos’è successo? – domandò Pie atono.
Quiche ringhiò a mezza bocca:
-
Niente… Ora non è il momento.
-
MEWPAM!
MewMina,
col cuore leggero, trotterellò dalla compagna, che non si era ancora mossa:
–
Per fortuna stai bene…! – l’altra, però, continuava a fissare Qur; a Mina parve
per un istante di vederle gli occhi lucidi – M-ma cos’hai?
-
Niente… - rispose lei in un sussurro. Si avvicinò al cadavere che si stava
rapidamente mutando in polvere e prese con delicatezza tra le dita il piccolo ciondolo trasparente che spuntava dai
vestiti, lasciando che anche l’ultimo granello di quella creatura si
disperdesse nel vento – Quiche ha ragione… Meglio… Parlarne più tardi.
Suspence! E adesso? (e
se non lo sai tu! ndTutti –
a dirla tutta questa fanfic mi sta cominciando a sfuggire di mano ^^”””… ndRia - O__O””!).
I prossimi cap saranno più tranquilli degli ultimi (DECISAMENTE
XD!) è necessario chiarire due cosette e riprendere il filo della situazione…
Credo di aggiornare ancora abbastanza velocemente, alla prox!!
La vostra Ria è FURENTE, è + di una settimana che il temporale
mi ha bruciato il modem >___<**…! E questo cap in
attesa qui sul PC, una noia mortale! (x lo meno ho
così già imbastito l’altro ^^…).
Allora, questo cap (come il prossimo) sarà abbastanza tranquillo
(e un po’ zuccheroso ^^… - Non c’è bisogno di puntualizzare! ndPie_arrabbiato
– Perché scusa ^^? ndRia - … La ammazzo -\\\-… ndPie)
spero che avrete pazienza e leggerete cmq ^^, il puzzle finale della storia
manca ancora di alcuni tasselli… (oooh, che frase stavolta! Me la scrivo! – ma per
favore -____-“”… ndtutti).
Va bene, ora vi lascio stare, ci vediamo dopo!
Cap. 36 – Colpe,
risposte, silenzi: La Tavola del Drago
La
luce del grande ed indistinto lampadario che intravedeva dalle palpebre la
accecò un istante. Lory richiuse gli occhi con forza, quindi li
socchiuse appena tentando di mettere a fuoco l’ambiente, cosa non
semplice perché non aveva gli occhiali; mosse appena la testa, unica parte del
suo corpo che non sembrava contraria ad obbedirle, e gettò un’occhiata attorno:
era tutto confuso, ma riconobbe subito l’aspetto ordinato ed elegante della
casa di Mina.
-
Ben svegliata.
Si
girò pian piano, non dando grande peso all’insolito
tono dolce di quella voce perché, pensò, era così per effetto del suo gran mal
di testa.
-
Pie…
-
Ciao. – sorrise teneramente. Lory lo fissò un attimo, chinando poi lo sguardo
tutta agitata:
-
Ah… ehm, gli occhiali ^\\\^… - “Devo fare attenzione,
se non gli ho sul naso sono ancora più distratta ç\\ç…”. (AMMAZZA! Ndtutti –
Zitti va -__-“! ndRia).
Pie
fece un sorrisetto sotto i baffi e glieli porse.
-
Come ti senti?
-
Bene ^^… Sono solo stanca…
-
Davvero? Eppure hai dormito per quasi un giorno
intero!
-
A-Ah sì…? – mormorò in imbarazzo.
-
All’incirca dal pomeriggio di ieri… E sono le cinque… Eri
distrutta.
Lory
si fregò un secondo gli occhi. Poi, come un lampo, si ricordò
dello shàdigar e di tutto il resto: si rizzò a sedere sul letto e si sporse
verso il ragazzo, impallidita:
-
Quella creatura orribile! C-cos’è successo?!
-
Non preoccuparti, ormai è bello e che distrutto.
-
E Pam? E le ragazze? Le ho
viste arrivare, però…!
-
Lory – il ragazzo le mise una mano sulla spalla – Stanno
tutti bene.
Lei
annuì arrossendo un poco, era la solita agitata senza
speranza. Pie però non sembrava infastidito, anzi, dopo averla vista sotto le
grinfie di quello shàdigar schifoso e poi continuare a dormire per tutto quel
tempo, era troppo felice di vederla sveglia e attiva e non riusciva ad evitare di
sorridere.
Lory
sospirò, cominciava a ricordare cosa fosse successo,
ma da quando quel mostro l’aveva inchiodata al muro, molte cose erano confuse, doveva
anche aver perso i sensi. Distrattamente spostò lo sguardo di lato: sgranò gli
occhi e si portò le mani alla bocca trattenendo sonoramente il fiato.
-
Il tuo braccio…! – bisbigliò con voce strozzata, fissando la grossa fasciatura
e la macchia rosa chiaro proprio al centro dell’avambraccio del giovane.
-
Questo…? Niente di grave… - fece sbrigativo con tono incolore.
-
Non è vero! – replicò decisa – E’ stato quel mostro a fartelo giusto?!
Allungò
titubante una mano verso la ferita e gli occhi le si
inumidirono: Pie si era ferito un’altra volta per colpa sua, solo per
colpa sua.
“Come
sono stupida…!”.
Ritrasse
il palmo come se avesse preso la scossa e si rannicchiò sul letto, a testa
bassa:
-
Mi dispiace…
-
Ehi… - il ragazzo le sollevò gentilmente il viso con una mano – Guarda che non
è mica colpa tua.
Lory
scosse energicamente la testa, piangendo ormai senza remore.
-
Ora basta, su… - le lavò via le lacrime col pollice
senza staccare lo sguardo dal suo – Ascoltami: è stato un incidente, va bene? E
io preferisco cento volte essermi ferito un braccio, piuttosto che scoprire che
ti era successo qualcosa.
Lory
lo fissò un istante, diventando rossa fino alle orecchie, poi sorrise.
-
Siamo d’accordo?
-
Sì…
-
Brava.
La
ragazza si asciugò gli occhi lasciandosi sfuggire una
risatina:
-
Che c’è?
-
Non sono abituata a vederti così gentile…
-
E la cosa ti sembra divertente? – i suoi occhi blu
furono attraversati da una luce divertita.
-
Un pochino… - lo stuzzicò.
Pie
decise di stare al gioco. (Ommamma ci becchiamo Pie
“nuova versione” O_O!! ndQuiche – Evento! ndTutti_interessati – Posso continuare ¬_¬”? ndRia)
-
Vediamo se ridi adesso…
Inclinò
un poco la testa, avvicinando il viso della ragazza con la mano, quando la
porta si spalancò con un botto sonoro. (Ma perché?!
T__T ndQuiche – Momento storico infranto! ndTart – ma ve li fate lì fattacci vostri -\\\\-* ?! ndPie).
I
due si allontanarono alla velocità della luce, mentre quella che poteva essere
paragonata ad una carica unna entrava nella camera e si lanciava contro la
ragazza.
-
Lory-chan! X3!
-
Come stai?!
-
Paddy…! Strawberry…!
-
Quando me l’hanno detto ho creduto di prendermi un infarto, ma che mi combini?!
-
Keris… - guardò l’aliena squadrarla arcigna e inquieta assieme – Non c’era
bisogno di preoccuparsi tanto, sto bene (gocciolone)! Paddy, scusa, potresti
staccarti dal mio collo? Mi strozzi ^^”””…
-
Sì scusa ^^!
-
Stavamo venendo a vedere come stavi. – disse allegra Strawberry – Per fortuna ti sei svegliata!
-
Accidenti a me…! – borbottò Keris stringendo i pugni – Se non fosse successo sarei potuta venire ad aiutarvi…!
Lory
la fissò interrogativa:
-
Successo cosa?
L’aliena
per risposta sbiancò, tappandosi la bocca:
“Linguaccia
mia…!”.
-
B-beh, niente di grave (gocciolone)! – si affrettò a dire sorridendo
– Ma piuttosto, avrai fame vero?
-
S-sì, in effetti un pochino… Ma…
-
Non c’è problema ^^! – ridacchiò la mewgatto – Mina ha detto
che abbiamo a disposizione la cucina.
-
Fantastico ^ç^! – fu il coro di sottofondo delle altre due.
-
Ragazze, avete la bavetta (gocciolone)…
-
Dai, riposati ancora un pochino! – fece decisa Paddy – Ti
portiamo un boccone, così poi puoi venire alla riunione.
-
Riu-riunione?
La
biondina, però, era già trotterellata verso la porta.
-
Dobbiamo fare il punto della situazione (gocciolone). – sospirò
Strawberry in spiegazione – Arriviamo subito, tu non alzarti ok ^^?
-
Va bene ^^…
-
Ciao Pie.
L’alieno
rispose con un grugnito.
-
Aspetta un attimo…
-
Che c’è? Sibi-chan? – domandò la ragazza dai capelli
color arancia quando ebbe chiuso la porta.
-
Voi avete visto Pie entrare?
-
A dir la verità no…
-
Forse era dentro da prima…
Le
tre si guardarono un istante e ghignarono maligne, accostando poi con
circospezione le orecchie alla porta.
-
Che state combinando?
Le
ragazze sobbalzarono, sforzandosi di non urlare per lo spavento.
-
Ryan! – sbottò a denti stretti la rossa – Mi hai fatto
prendere un colpo!
-
Non mi hai risposto. – continuò lui incrociando le braccia – che state
combinando?
Le
tre assunsero l’espressione più innocente del mondo, rispondendo all’unisono angeliche:
-
Assolutamente niente (gocciolone)!
Il
biondo le fissò. Con un sospiro afferrò le due più grandi per le spalle e prese
a spingerle via, incurante delle loro proteste:
-
Finitela di fare le impiccione, avanti…!
-
Ma uffa, che noioso, nya!
*____________
-
Ora stai fermo, ho quasi fatto…
Tart
fece un lieve segno d’assenso, ma non fiatò. Mina sospirò, finalmente era
riuscita a convincerlo a farsi medicare, ma ormai era da
quando erano rientrati che il piccolo alieno non apriva bocca.
Subito
dopo lo scontro con Phiras tutto il gruppo avrebbe dovuto far ritorno alla base, ma Lory e Selena dovevano riposare e, come avrebbe scoperto
da Kyle e Ryan più tardi, anche Keris aveva dei problemi; così, non essendoci
abbastanza posto al Caffè, la morettina aveva dato a disposizione la sua enorme
cosa come rifugio provvisorio, approfittando del giorno libero della servitù.
La
situazione era però parecchio tesa.
Selena
era uscita malconcia dallo scontro, tenere aperta coi
suoi poteri la barriera creata dallo shàdigar le aveva prosciugato ogni
energia; lo stesso valeva per Lory, dal cui capezzale Pie non aveva voluto
saperne di allontanarsi: nessuno, del resto, aveva obbiettato. Strawberry e
Paddy stavano bene, ma entrambe erano piene di domande a cui, per decisone di Kyle, non avrebbero potuto avere risposte fino
al risveglio delle amiche: la cosa non era sembrata molto gradita alla
biondina, che vedeva vanificati anche i suoi sforzi per parlare con Tart; all’opposto
Quiche, addirittura, dopo la strigliata che gli aveva fatto, si era rifiutato anche
di curarlo.
Non
che al ragazzino sembrasse dispiacere: fino a quel momento aveva al punto cercato
di evitare gli altri che Mina, per prenderlo, si era dovuta trasformare e
salire in volo sul tetto, dove le ci era voluto del
buono per farlo scendere.
La
verità era che il ragazzino si sentiva un grande stupido. Subito dopo aver
ripreso l’aspetto da quindicenne si era accorto che c’era qualcosa che non
andava: i suoi colpi, la rabbia, c’era… Qualcosa di sbagliato. Ma aveva continuato a
combattere. Voleva distruggere Phiras ad ogni costo, tanto che aveva messo da
parte anche il buon senso. Si era meritato il cazzotto del fratello e le ferite
che si era procurato, era stato un idiota.
-
Hai intenzione di restartene con quella faccia ancora per molto?
Lui
non rispose, scostando semplicemente con stizza il braccio che la ragazza gli
lasciava libero. Mina sospirò:
-
Su, dammi l’altro…
Tart
obbedì senza fiatare, la testa affondata nelle ginocchia.
-
Anche Pam sta facendo esattamente come te. – continuò
la mewuccello, quasi soprappensiero – Non è mai stata molto ciarliera, ma dopo
aver combattuto contro Qur si è chiusa in un mutismo terribile…
Smise
un istante di medicare il braccio del brunetto. Lui la fissò un poco, quindi
riaffondò fino al naso nell’incavo delle gambe.
-
… Selena come sta?
-
Bene. aveva solo bisogno di dormire un po’ per
recuperare le forze.
Il
ragazzino annuì di nuovo, mordicchiandosi il labbro.
-
Ecco, ho finito! – fece soddisfatta la morettina.
-
… Grazie… - lei sorrise:
-
Di niente.
Qualcuno
bussò: Mina si alzò con un sospiro, raccogliendo tutto il materiale che non
aveva usato e andò ad aprire.
-
Kyle ci sta chiamando! – esclamò Strawberry facendo irruzione nella stanza; tra
le braccia aveva quel che restava della cena di Lory. Mina si accigliò:
-
Finalmente ci capiremo qualcosa.
-
Ryan…?
Keris
vide il ragazzo ammirare distratto il calar del sole fuori
dalla finestra; esitò un secondo ad avvicinarsi, stropicciandosi la maglietta
con entrambe le mani.
-
Ryan?
-
Oh…. Ciao Keris.
-
Ehm… Kyle ci stava chiamando – disse timidamente – Lory-chan e Sel-chan ora stanno bene, quindi…
-
Sì…
Si incamminò nel corridoio seguito subito dalla ragazza. Lei
prese a camminargli accanto senza dire una parola, stranamente a disagio: non
si sentiva molto in vena di chiacchiere dopo quel che le era capitato.
-
Sei sicura di stare bene?
-
Come?
Lui
tacque un istante:
-
… Dopo quel che ti è successo…
Keris
si stritolò le mani in una morsa:
-
Non mi va di parlarne. Non è successo niente.
Lui
la fissò di sottecchi, poi accelerò il passo stizzito:
-
Come ti pare…
Lei
lo vide sparire dietro l’angolo a grandi falcate e non tentò neppure di
fermarlo; chinò la testa e deglutì forte, per scacciare indietro una
lacrimuccia:
-
Accidenti…
*____________
Kyle
si sedette con un sospiro sulla sedia, sforzandosi di sorridere come al suo
solito. Non gli riuscì molto bene.
-
D’accordo… Ora che ci siamo tutti, direi di fare il punto della situazione. Innanzitutto, vorrei che ascoltaste quel che Pam ha dirvi…
La
mora si alzò da un angolino buio, la stessa
espressione triste e vuota che aveva da quando era fuggita allo spazio distorto
dello shàdigar.
E
raccontò tutto.
Di come avesse combattuto contro Qur, di come avesse visto i
suoi ricordi, della sua storia. Ogni parola che le usciva dalla sua bocca era
pronunciata lentamente e sembrava avere il peso di un macigno: la mora parlava
e parlava, inespressiva, come se il gesto che aveva
compiuto verso quella creatura fosse stato una colpa.
Ed era davvero pentita di quel che aveva fatto; aveva peccato
dello stesso errore di presunzione che lei e le altre avevano fatto verso gli
alieni all’inizio della loro lotta, considerando Qur nulla più che un mostro:
invece, era molto più simile a loro di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
-
Quando la barriera si è sciolta – concluse lentamente
– Qur era già morto. Il raggio ha distrutto le manipolazioni fatte da Shorai e,
evidentemente, per una creatura di più d’un centinaio
d’anni la cosa è stata letale.
Attorno
calò un silenzio tombale; sembravano tutti troppo sorpresi anche per mutare
espressione. Paddy tirò sonoramente su col naso, passandosi un braccio sugli
occhi.
-
E’ terribile… - il sussurro di Strawberry rimbombò tra le pareti silenziose.
Pam
annuì, tenendo lo sguardo basso. Fu Selena a poggiarle una mano sulla spalla e
a guardarla incoraggiante: in fondo lei per prima aveva provato rancore per
Qur; dopo un po’, la mewlupo sorrise appena.
-
Non c’è solo questo. – proruppe Ryan – Mentre voi
cercavate di sfondare le difese dello shàdigar, Keris è stata attaccata.
-
Cosa?!
Selena
sobbalzò, dirigendosi verso l’amica; lei, del resto, lanciò
un’occhiata sbigottita al ragazzo, maledicendolo per la sua linguaccia.
-
Niente di grave ^^! – sorrise all’altra – Credo… Che
Phiras abbia tentato qualche diavoleria magica… Ma sto benissimo ^^!
Ryan
la guardò senza dire una parola.
-
Sì, ma cosa ha fatto? – insistette Selena;
Keris sospirò, non poteva continuare a girarci attorno:
-
Beh., non saprei dire bene… credo abbia tentato un
attacco mentale, o qualcosa del genere… Ma non ha funzionato. – mentì.
L’amica
parve spaesata.
-
Attacco mentale? – sbottò Quiche all’esasperazione - Quella specie di foruncolo
schizoide fa pure questo?!
-
N-no… - mormorò Selena portandosi una mano alla fronte – E’ impossibile che
sappia fare ANCHE questo…
-
Forse non tanto.
Intervenne
Kyle. Con calma prese il portatile e incominciò a trasmettere le immagini al
proiettore.
-
Ieri cercavamo di sistemare i dati relativi alla
trasformazione di Tanir e Phiras – disse sbrigativo – quando il motore di
ricerca ha individuato alcune cose interessanti…
Sul
muro apparve l’immagine di una pagina web dalla
grafica molto insolita, molto cupa e ricca di simboli simili alle rune. Nel
vederla Strawberry sentì un lieve formicolio allo stomaco.
-
All’inizio non ho dato peso a quel che ho letto qui dentro – continuò
il bruno – fino a questo punto.
L’immagine cambiò: i caratteri della pagina si fecero più
leggibili e Kyle evidenziò un passaggio, che cominciò a leggere lentamente:
-
<< La mistica tavoletta, chiamata “Tavola del Drago” conferirebbe poteri
eccezionali a chi la possiede: vero e proprio tesoro, su di essa
sono incise formule che si credevano esistessero solo nelle favole.
I
più sono scettici su questo, a partire dal fatto che
da secoli di questo oggetto preziosissimo si sono perse le tracce, compresa la
sua unica, fantomatica copia; segue il fatto che, secondo alcuni studi, la Tavola
sarebbe ben più antica della nascita della prima civiltà umana: essa sarebbe infatti
stata creata all’incirca trecentocinquanta milioni d’anni fa… >>
-
Aspetta un secondo…! – lo interruppe bruscamente Quiche – Hai detto
“trecentocinquanta milioni”?!
-
E’ impossibile! – ridacchiò Strawberry.
-
Se parliamo di esseri umani – disse Pie laconico –
allora sì.
-
Non se parliamo di Gaeiani. – continuò il compagno dagli
occhi ambrati – A quell’epoca la nostra gente abitava ancora il pianeta.
-
Infatti. – annuì Kyle – e ora è anche più
interessante: << Non è stato possibile decifrare le scritte della Tavola,
sia perché l’originale è svanita nel nulla, sia perché i carattere riportati in
alcuni rarissimi codici… >>, ma questo non è importante… Ah, ecco:
<< La tavola era stata creata da coloro che erano
considerate le creature più vicine allo spirito del pianeta Terra. >>.
Kyle
fece una pausa, alzando gli occhi verso Selena:
-
<< Il Popolo del Cielo >>.
Selena
trattenne un secondo il fiato, fissando l’uomo come se lo vedesse per la prima
volta. Senza una parola si avvicinò al muro, poggiando una mano nel punto in
cui Kyle aveva fatto comparire l’immagine sbiadita e confusa della fantomatica
tavola: non era nulla più che un rozzo pezzo di legno squadrato, di un color
bruno rossiccio, inciso con segni incomprensibili ed un dragone stilizzato in
alto a sinistra, ma sembrava che la ragazza lo trovasse bellissimo.
-
Questa… L’avrebbero fatta i Tians…
Si
premette una mano al petto e chinò la testa. Quiche la fissò preoccupato,
stringendo i pugni e cercando di immaginare cosa volesse dire per lei vedere, proiettata
sulla parete, l’ultima cosa che appartenesse alle uniche persone che, bene o
male, l’avevano accettata, coloro che, ormai, non esistevano più(*).
-
Per quello ho tenuto le informazioni – continuò Kyle –
Forse potresti ricavarci qualcosa.
-
Avrei potuto… Anzi, sarebbe stato utilissimo…- fece
dispiaciuta Selena, asciugandosi furtivamente gli occhi appena inumiditi – Se
avessi l’originale, o perlomeno la copia qui tra le mani. Quest’immagine è solo una rappresentazione, i caratteri sono
illeggibili.
-
Dannazione…! – Ryan battè un piede per terra furioso.
La
stanza fu attraversata da sospiri rassegnati.
-
Paddy, che hai da fissare imbambolata? – sbottò Mina nel silenzio generale; la
biondina, che era rimasta con la bocca aperta, indicò la proiezione sul muro e
cacciò un urletto di sorpresa.
-
Io l’ho vista!!
-
COSA?! – in un secondo ebbe l’attenzione di tutti;
Selena la scrutò incredula ad occhi sgranati.
-
Sono sicurissima…! – continuò – Nel dojo della nostra famiglia, in Cina…! L’ho vista, papà me l’ha mostrata l’unica volta che mi ha portato
lì, ma lo so!
-
Stai dicendo sul serio?!
-
Massì, Strawberry! – sbottò – Papà mi aveva detto che
era una vecchia tavola indecifrabile e senza valore, ma la conservava
gelosamente perché era l’unico cimelio di famiglia.
-
Se è davvero la Tavola che Shorai ha usato, allora
quella che hai visto è la copia… - Selena abbracciò la ragazzina con foga,
prendendo quasi a saltellare - Sei grande…!
Quella
tavola, se davvero avevano preso la pista giusta, poteva essere la carta
vincente per sconfiggere Shorai; sapeva che entusiasmarsi così era azzardato,
ma voleva avere fiducia.
-
Però… Potrebbe non essere quella giusta. – fece più concreta
Mina.
-
Che noiosa che sei! – sbuffò Quiche – Miss Pessimismo!
-
Miss Realismo al massimo. – replicò altera.
-
In ogni caso è una possibilità. – intervenne Pam; gli altri annuirono.
-
Il mio papà in questo periodo dovrebbe essere ad allenarsi proprio laggiù!
Almeno stando alle sue ultime lettere…
-
Assolutamente perfetto!
-
Frena Keris. – la bloccò Ryan serio – Non possiamo partire tutti per la Cina, l’ultimo scontro non è stato leggero. E non possiamo nemmeno mandare solo te – fermò Paddy prima
che replicasse – da sola è fuori discussione, ma anche se Quiche, Pie o Tart ti
accompagnassero teletrasportandoti, mandare solo in due è rischioso. Non
sappiamo quali intenzioni abbia Shorai adesso, attacca
senza uno schema e non risparmia elementi nostri e suoi.
-
Vuole indebolirci. – sbottò Selena velenosa – Quel dannato si
sta divertendo…
Quiche
le prese la mano cercando di tranquillizzarla.
-
Comunque sia Ryan ha ragione. – concluse Kyle – se
dobbiamo spostarci, la cosa migliore è muoverci in gruppo.
-
Quindi? – sbuffò Strawberry – Illuminateci!
Ryan
fissò tutti uno per uno:
-
La squadra deve dividersi.
(*) vedi cap.19
Una
news, ho corretto una cosa al cap13 circa il “grado di parentela” tra Quiche e
gli altri: secondo un’intervista alla sensei-Ikumi, Tart e Pie sono fratelli di
sangue e solo Quiche è adottato (Me solo soletto ç___ç ndQuiche
– e quest’uscita o__-“”?! ndRia). Solo per essere puntigliosa,
non serve che andiate a rileggervelo ^^”””…
Anche senza azione un po’ di suspence ci
vuole XD… altrimenti chi legge + ç___ç? (hai paura ti
abbandonino vero? ndPie_maligno – Ah sì?! Bene, allora
io lo pubblico!)
Pie: O____O”””!! no, ti prego!
Oh, sì invece >____<*!
Lory:
Nyaaaaa °\\\\\\\\\\\\@!!!
Ecco qua ^o^! disegnino fresco fresco (metà compu metà matita… E’ orribile XP, ma giudicate
voi ^^ - IO LA UCCIDO -\\-*! ndPie – Aaaah @\\@! ndLory)
Il seguente disegno è stato creato con questi stati mentali:
… ^^(normale)…
… -_-”….(<- sguardo basso che
disegna)
… -_-””…
… -\\-…
… >\\<… (<- si sta concentrando a fare le orecchie di
Pie…)
KYAAAAAAAH, CHE CARUCCIIIIIIIIIIIIIIII
^\\\\\\\\\\\^!!!
Questo potrebbe far riflettere sulle condizioni mentali dell’autrice
^^””… ma sorvoliamo XD!
Ringraziamoooooooooooo:
Danya91: le
confidenze che vuoi onee-chan ^^! Cmq se ti è piaciuto
il risveglio di Lory, questo sarà anche meglio ^o^!
Killkenny: Mi unisco
a te +__+! E’ difficile creare pers tanto bast… senza odiarli!!
Vedrai, però, vedrai ^^+… (risatina satanica – Sta qui mi fa paura o__o””! ndShorai)
Ps aggiorna presto il tuo lavoro ok? E anche
i dis x quello, presto ti arriverà una sorpresina ^o^…
Purinsun: scusami
onee-chan (ma sono tutte onee-chan x te?! Ndtutti – ciii ^o^, sn tanto care e cmq sn più piccine di me XD! - … ndTutti) non ho aggiornato rpesto ç___ç… Cmq spero che tu possa aver pietà di me ^^”””…
MaryCry. Non preoccuparti, avrai un bell’aggiornamento
da leggere al ritorno ^^!
Buonasera gente ^^! Finalmente il mio modem ha deciso che può
funzionare senza intermittenze -____-**, ed ecco il
nuovo cap ^o^! MOOOOOOOOOOOOOOLTO romanticotto nell’ultima parte e abbastanza
incasinato, ma ora vi lascio alla lettura ^^!
Cap. 37 – Travagliati
preparativi di viaggio
(Solo per
stanotte…)
-
Mi dispiace chiederti ancora di aiutare Paddy con i suoi fratellini, Mark… -
Strawberry mandò un sospiro stanco – Purtroppo dobbiamo risolvere una faccenda
un po’ complicata e dobbiamo accompagnare Paddy da suo padre, e…
-
Non preoccuparti! – sorrise il moretto gentile – Sono
dei bravissimi bambini, mi diverto a stare con loro!(*)
La rossa sorrise.
-
Senti Strawberry…
-
Uh? Dimmi ^^!
-
… Sei… Sicura che vada tutto bene?
-
Come?
-
Voglio dire, il pericolo che ora state affrontando…
Anche se i miei poteri non ci sono più, riesco a sentire che è grande e… - si
fermò un secondo e la guardò dritto negli occhi – Non voglio che ti tieni tutto
dentro, se c’è un problema devi dirmelo!
La
ragazza fece uno sforzo immane per rimanere impassibile: non poteva proprio dirgli che il suo potere si andava riducendo, dopo aver
visto fino a che punto poteva spingersi quel pazzo di Shorai temeva troppo per
la vita del suo amato.
-
Non c’è proprio niente ^^! – sorrise allegra – Certo, la lotta è dura, ma stai
tranquillo! Andrà tutto benissimo!
Lui
la guardò ancora, poi parve persuadersi e sorrise.
“Non
devo sentirmi in colpa – pensò intanto lei con
decisione – Del resto, ho deciso di andare insieme a Paddy e Mina in Cina,
correrò un rischio minimo… Non gli sto nascondendo nulla.”.
Sospirò,
non ne era convinta neppure lei, ma non serviva
rimuginarsi sopra: doveva pensare solo al suo compito e aspettare solo che la
squadra in missione per la tavola si completasse.
“Chissà
che decideranno gli altri…”.
*_____________
-
No, è assolutamente fuori discussione!
-
Ma come?!
-
Ki-chan, Ryan ha ragione! – disse Selena risoluta – Non ho trovato traccia di altri anatemi su di te, ma devi riposare.
-
Io sto benissimo! – sbottò l’aliena sbattendo i piedi per terra.
-
Il discorso è chiuso. – fece il biondo lapidario.
Keris
lo fissò aprendo la bocca per replicare, ma non uscì alcun suono per qualche
secondo; poi serrò i pugni e prese a strillare a pieno
polmoni:
-
SO BENISSIMO COSA STAI PENSANDO! – gridò – BEH, NON
M’INTERESSA, NON HO BISONGO DELLA BALIA! LE MIE DECISIONI LE PRENDO DA
SOLA!
Continuò
a sbraitare alla schiena del ragazzo, che se ne stava ritto in piedi a braccia
incrociate senza nemmeno degnarla d’attenzione. Selena la guardò impotente,
aveva cercato di convincerla ma l’amica non aveva
voluto ascoltare nemmeno lei:
“Non
l’ho mai vista così arrabbiata…”.
- Ma che sta succedendo (gocciolone)?!
-
Ciao Strawberry… - mormorò Paddy scoraggiata mentre la
rossa entrava nel locale.
-
Che combinano (gocciolone)?
-
Stavamo definendo il gruppo che dovrà partire per la Cina,
– spiegò Mina tranquilla – ma quando Keris ha detto di volersi unire Ryan
gliel’ha proibito.
-
Sembra che l’attacco che ha subito l’altro giorno sia stato più serio del
previsto… - mormorò Pam.
-
Ah… - la rossa fissò Keris continuare a strepitare – A me
però non sembra provata (gocciolone)…
-
Non è quello il motivo vero…
La
mewgatto fissò la compagna con fare interrogativo, ma questa non rispose,
scrutando la coppia di litiganti:
“Keris
sta continuando a tenere nascosti i particolari di quella sera e a
crogiolarcisi sopra senza possibilità di sfogo, quindi mi sembra ovvio che Ryan
non ritenga adeguate le sue condizioni mentali… Inoltre…”. Le sfuggì un sospiro intenerito.
Strawberry
si soffermò un secondo sullo sguardo serio della mora e sospirò: non riusciva
mai a capire cosa le passasse per la testa, mentre aveva l’impressione che lei
capisse alla perfezione tutti quelli che le stavano attorno, compreso quell’imperscrutabile
di Ryan.
-
Lory è a casa? – domandò poi a Paddy, mentre Keris non accennava a calmarsi.
-
Già, era ancora molto stanca. Inoltre secondo Kyle non
potrà trasformarsi almeno per un altro paio di giorni, quindi ha Pie a farle da guardia del corpo.
-
Che carino…!
-
Quiche, non essere maligno! Piuttosto, aiutami a fermarli!
-
Hai chiesto al tipo sbagliato Sel, non ho la più
pallida idea di come placare quella furia (gocciolone)! – la ragazza si
mordicchiò il labbro:
-
Kyle…! Per favore…!
-
Su, Ryan… - tentò di blandirlo il moro, mentre le risposte di Ryan alla ragazza
si facevano più secche – Ora stai esagerando…
Ma i due sembravano diventati sordi.
-
Hai bisogno di un esercito di balie, data la tua tendenza a cacciarti nei guai!
-
Oh, guarda! – sbottò Keris sarcastica – Mi diverto a
cercarli!
-
Protesta quando vuoi, tanto non varcherai quella
soglia per partire, punto e basta!
-
NON PUOI DARMI ORDINI!
-
NON SEI IN GRADO NEMMENO DI ESSERE SINCERA! – urlò
alla fine anche lui – SEI SOLO UNA SBRUFFONA! E IO NON HO INTENZIONE DI CARICARE SULLE RAGAZZE IL TUO
PESO!
-
PENSALA COME VUOI, IO…!
Il
ragazzo battè con forza il pugno su un tavolinetto lì vicino, con un gesto così
improvviso che lei sobbalzò.
-
Tu… Non sei… in condizioni di andartene in giro…! NESSUNO PUO’ PERDERE TEMPO A
PREOCCUPARSI PER TE, MI HAI CAPITO MOCCIOSA?!
Calò
un silenzio pesante. Keris non ribattè, fissandolo ad occhi sgranati; poi
abbassò di colpo la testa, sentendo di stare per piangere e corse fuori dal locale spiccando il volo.
-
Keris! – Selena fece per correrle dietro, ma Pam la fermò, stringendole
saldamente un braccio con la mano.
-
Ryan, hai esagerato! – lo rimproverò Mina arrabbiata; il biondo per la ignorò
e, furibondo, salì la piano di sopra senza una parola.
Strawberry avvertì il sangue andarla alla testa:
-
Quel brutto…!
Lo
seguì con foga, incurante delle compagne ed entrò come una furia nella stanza
del ragazzo, dove lui si era già bell’e accomodato sul
letto.
-
Ma come hai potuto essere così crudele?!
-
Cosa avrei dovuto dirle? – rispose
atono – Non ha voluto raccontare la verità sull’attacco di Phiras, lo
avete capito no? Io non posso lasciare che venga assieme a voi, potrebbe ancora risentirne.
-
Oppure no…!
-
Non posso saperlo. – ribattè velenoso – Non vuole parlarne…
Quindi si arrangi.
-
C-capisco il tuo punto di vista – rispose lei, tentando di restare il più calma possibile – però tu…! Insomma…!
La
rossa avvertì le iridi cerulee di lui guardarla con indifferenza e s’infuriò
nuovamente, era un mostro d’insensibilità!
-
Sai benissimo che Keris si è innamorata di te! – urlò alla
fine – se ne sono accorti tutti! Non potevi evitare di ferirla coi tuoi soliti modi da orco?!
La
fissò con fare assolutamente glaciale:
-
Dovevo parlare di qualcosa che riguarda tutti noi e che lei stava sbagliando… Dovrebbe importarmi che si sia infatuata di me?
Scese
il gelo. Strawberry lo guardò a bocca aperta, non riusciva a credere a quelle
parole: aveva sempre creduto che in fondo Ryan fosse una brava persona sotto ai suoi modacci rudi, ma adesso…
-
Sei… Sei davvero…! Aaah…!
Non
trovando l’insulto adatto la rossa gli gesticolò contro andandosene via,
sbattendo i piedi con fare da soldato. Una volta da solo Ryan si affacciò alla
finestra, gettando un’occhiata fugace al parco tutt’attorno: nessuna chioma
color arancia all’orizzonte.
Diede
di scatto le spalle al vetro, lasciandosi sedere pesantemente sul materasso.
Nello stesso momento avvertì il famigliare “pii” di Masha che, seguita Strawberry,
si era fermato nella camera dell’ex-padrone e ora lo fissava un po’ triste.
-
Ryan, Ryan
pii…!
-
Ehi… - il ragazzo lo accarezzò con due dita mentre il
robottino gli si sfregava contro la guancia.
-
Sei triste, sei triste? Pii…
-
Un pochino, piccolo… - sospirò lui; poi ridacchiò, amaro – Non imparo mai…
La
giornata al Caffè scorse in un’atmosfera strana. Le ragazze lavoravano
normalmente col pienone di clienti, dato dal fatto che Kyle aveva deciso di
chiudere dal giorno dopo fino al ritorno dalla Cina,
ma in cucina non si proferiva parola: Strawberry era ancora furente con Ryan e
preoccupata per Keris, così come le altre; anche Tart era ancora parecchio
taciturno, anche se sembrava sentirsi meglio rispetto ai giorno precedenti, e
si era messo ad aiutare le mewmew nel retrobottega. Solo Quiche se ne stava in
panciolle senza che nessuno gli chiedesse nulla, a fluttuare in un angolino fissando Selena di sottecchi.
La
ragazza aveva continuato ad aiutare Kyle dalla fuga di Keris con aria
completamente assente, ma lui non riusciva a capire se fosse triste o
arrabbiata.
Furente
lo era di certo, detestava il fatto che Keris le
nascondesse qualcosa di cui lei non riuscivaa comprendere l’entità, e detestava come Ryan avesse trattato la sua
amica:
“Possibile
che i terrestri siano tanto imbranati nelle questioni
amorose?! – pensò stizzita, passando con un po’ troppa decisione il matterello
sull’impasto – Che zuccone…!”.
Ma
non era solo arrabbiata, Selena era anche molto preoccupata; per Keris, certo,
ma soprattutto per la missione che stavano per
intraprendere. Più ci pensava, più dividersi le sembrava una follia: era come
mettere le pecore a pascolare di fronte alla tana del lupo affamato, gettarsi
nelle braccia del nemico. Nulla confermava loro che la perdita di Qur avrebbe
fatto desistere per un po’ Shorai dalla sua caccia, poteva benissimo essere già
pronto con un altro piano di offensiva; sospirò, tra
l’altro, nessuno dei due gruppi sarebbe stato protetto a sufficienza: a casa
sarebbero rimasti Lory, che per un po’ non sarebbe stata in grado di
combattere, Keris, anche lei non in condizioni ottimali, Pie, ferito ad un
braccio, Mina e Pam, le uniche effettivamente in grado di lottare al 100%; per
la Cina, poi, sarebbero partiti ovviamente Paddy, Tart e Quiche che, seppur
lievemente (Quiche mica tanto, ma vabbè ^^””… ndRia – Un corno >__<**! ndQuiche), erano ancora feriti, Strawberry, che aveva
ritenuto che la perdita del Mew Power potesse fare meno danni svolgendo quel
compito, ed infine lei stessa.
“E’ troppo rischioso… - sospirò porgendo un vassoio a Kyle –
Ci vorrebbe qualcosa in più per difenderci, o almeno passare inosservati…”.
Quiche
vide i suoi occhi chiari illuminarsi.
Aveva
la soluzione!
“Ma certo…! Come ho fatto a non pensarci?!
– ma un altro pensiero gelò il suo entusiasmo; si
portò con aria assorta una mano la mento – Per farlo, però, io dovrei…”.
Allungò un occhio di sottecchi verso Quiche, che, annoiato,
aveva
preso a stuzzicare le ragazze impegnate nel lavoro. Selena si mordicchiò il
labbro.
-
Uuuuuuuuff, sono esaustaaaaa nya!
-
Andiamo Strawberry, non sai fare altro che lamentarti!
-
Come osi Mina…! – sibilò la rossa stringendo minacciosamente i pugni – Io mi faccio in quattro per coprire anche il lavoro che non fai tu!
-
Coraggio ragazze non litigate ^^. – sorrise Paddy allegra andando verso gli
spogliatoi – La giornata è finita in fondo!
-
Mi sorprende che tu abbia tanta energia nonostante sia così stanca… - ghignò
Quiche sarcastico.
-
Dannazione, cuciti quella boccaccia! – sbottò la mewgatto con tanto di orecchie nere e coda dritta per la rabbia.
Pam
scrutò gli amici da dietro lo sportello del suo armadietto: sembrava una scena
qualunque, un normalissimo battibecco come se ne potevano
vedere a bizzeffe tra quelle mura, ma l’ansia sottile che serpeggiava era quasi
palpabile e quella sceneggiata era oltremodo puerile.
Con
aria corrucciata chiuse lo sportello e si allontanò velocemente dal locale,
sotto le occhiate interrogative dei presenti:
-
Pam… Dove…?
-
Il mio turno è finito no? – fece semplicemente bloccando Mina
– Ho una cosa da fare. Ci vediamo.
*_____________
Il
sole che tramontava basso e luminoso sull’orizzonte
sembrò volerla scaldare con tutte le sue forze ancora per un istante,
incendiando le sagome scure degli alberi e degli edifici; Keris allungò il
collo, poggiando pigramente la schiena contro la panchina dove se n’era stata
seduta per tutto il pomeriggio, e assaporò quella benevola carezza che le
sfiorava il viso cercando, se fosse stato finalmente possibile, di estraniarsi
da tutto il resto.
La
cosa sembrò riuscire, tanto che non si accorse nemmeno che qualcuno le si sedeva di fianco.
-
Bel posticino…
L’aliena
ebbe un sobbalzo tale che quasi cascò per terra.
-
PAM! – mormorò portandosi una mano al petto – Sei impazzita?!
Vuoi lasciarmi secca?!
-
Non sia mai. – rispose imperturbabile.
Keris
fece ancora due smorfie seccate, cercando di ignorare lo sguardo eloquente
della giapponese, ma sapeva benissimo cos’era venuta a
fare. Le due restarono a lungo in silenzio, fissando assorte l’ultimo barlume
rossastro di giorno scomparire.
-
Ti va di fare due passi?
-
Capisco come ti possa sentire dopo quelle parole –
proferì la mewlupo dopo un lungo silenzio – ma non devi prenderle come oro
colato: Ryan ha un modo tutto suo di esprimersi.
Keris
non rispose. Continuarono a camminare mentre il buio
avanzava, in quella città insonne le cui luci variopinte si distorcevano tra le
vetrine illuminate e le strade sempre più scure.
-
Posso anche capire che tu non voglia approfondire quello che ti è successo mentre noi tentavamo di salvare Lory – continuò Pam
con pacatezza – del resto io stessa ero riluttante a raccontare la mia lotta
con Qur. Posso solo immaginare cosa tu abbia visto.
-
… No, non puoi.
-
… Forse hai ragione. – continuò – Però, devi ammettere
che, se davvero è stato così terribile, sarebbe stato giusto dirlo…
-
No invece! – sbottò l’altra fermandosi – Nessuno potrebbe
farmi niente… E se lo raccontassi a Selena potrebbe solamente cacciarsi nei
guai!
-
Capisco.
-
Io… Io so che Ryan è arrabbiato perché ho taciuto tutto…! – riprese camminando
velocemente – Ma lui non aveva… Non aveva nessun diritto di trattarmi così!
Voglio combattere anch’io per eliminare quello schifoso!!
-
Lo so. – sorrise Pam – E anche Ryan lo sa. Per questo non vuole farti andare.
Keris
si fermò ancora, fissando confusa la mora.
-
In parte è vero, l’attacco che hai subito potrebbe
renderti più vulnerabile e quindi un peso per la squadra…
-
Ehi (gocciolone)!!(Com’è
dolce questa ragazza -___-“”… ndRia – Soprattutto dotata di moooooolto tatto
-_____-“” ndtutti – Non è super *.*? ndMina - … =____=”””).
-
Ma più che per il gruppo in se, è evidente che Ryan
teme possa succedere qualcosa proprio a te.
Le
sue labbra si piegarono in un sorrisino malizioso. Keris battè un secondo le
palpebre come se non capisse le sue parole:
-
Staresti dicendo che tutto quel che m’ha detto si
potrebbe tradurre con un “per favore non andare a cacciarti nei guai perché mi
fai solo preoccupare”?! – sbottò sarcastica. Il sorriso di Pam si allargò e
Keris sentì la punta affusolata delle orecchie divenire stranamente calda.
-
Ma per piacere…>\\
-
Pensala come vuoi. – concluse con calma assoluta.
Come
se avessero chiacchierato del tempo Pam incrociò le braccia
al petto e si allontanò tranquilla, senza più guardare Keris che si limitò a
scrutarla camminare elegantemente per alcuni metri.
-
Ehi!
La
mora si voltò con naturalezza, senza mutare espressione; Keris le dava le
spalle.
-
Domani… Per la partenza… Ci sarò anch’io al Caffè, così se avete bisogno di
qualcosa me lo dite…
Pam
sorrise:
-
Ottima idea. – si rigirò, gli occhi chiari che ridacchiavano soddisfatti – A
domani.
*______________
Sapeva
che presto sarebbe arrivato: lo sapeva e lo aspettava,
tranquillamente, fissando la viuzza poco illuminata di fronte alla finestra
della stanza degli ospiti, immobile; solo pochi ciuffi di capelli argentei
facevano intendere che la ragazza non fosse una statua, muovendosi al suo
respiro regolare.
La
casa era silenziosa, loro erano ufficialmente andati a dormire, ma Selena
sapeva che lui stava aspettando che cessasse anche il leggerissimo scalpiccio
che le loro sensibili orecchie avvertivano provenire dal salotto. Strawberry
aveva detto che sarebbe uscita con le sue due amiche
Moe e Miwa(*), ma probabilmente anche Quiche aveva capito che si trattava di un
incontro organizzato in tutta fretta poco prima di cena: Strawberry aveva visto
che c’era qualcosa che non andava, l’aliena dai capelli argentati era stata
molto taciturna e scostante dal quel pomeriggio e la rossa aveva pensato che,
qualunque cosa nascondesse Selena, la prima persona con cui avrebbe dovuto
parlarne doveva essere Quiche.
Così,
pensa e ripensa, Strawberry aveva deciso che l’unico
metodo per lasciare totale campo libero era… Gentilmente togliersi dai piedi.
“Così
Selena potrà parlare con calma… E quando sarà pronta, sono
sicura che dirà tutto anche a noi. – pensò la mewgatto
chiudendosi la porta di casa alle spalle – Del resto lui è sicuramente
il più adatto… Oddio, Quiche come sostegno morale di qualcuno (gocciolone)! –
si portò una mano alla fronte ridacchiando appena – E’
il colmo!” (Che vorresti dire >_____<**? ndQuiche).
-
Strawberry,
Strawberry! Corri, corri, fai tardi! Pii!
La sorprese sentirlo bussare alla porta, si sarebbe aspettata
di più di vederselo sbucare davanti al naso con aria irritata, sbottando
qualcosa del tipo: “Che cavolo ti sta succedendo?!”.
Invece Quiche bussò. Aspettò che Selena gli desse
il permesso d’entrare e si sedette con calma sul letto che la ragazza aveva
spinto finsotto alla finestra,
prendendo ad accarezzarle con dolcezza la testa:
-
Tutto a posto? – lei restò con la testa appoggiata alle braccia, conserte sul
davanzale:
-
Non proprio… - fece sincera. Lui si lasciò sfuggire una
risata per quell’uscita così spontanea:
-
Dai… - riprese giocherellando coi suoi fili argentei –
Anche Keris sarà tornata, no? Non essere preoccupata.
-
Non ero preoccupata per questo… - rispose piatta, girando il viso; lui le
sfiorò la guancia nivea:
-
Ma non devi nemmeno per altre cose. – disse più deciso
- Andrà tutto a posto…
Lei
sollevò la testa e lo guardò, sorridendo un po’ maligna:
-
Stai cercando di fare il romantico?
-
Potrebbe essere. – rispose lui riprendendo il suo solito sorrisetto.
-
Ah, ecco, mi pareva… - alzò rassegnata gli occhi al cielo.
-
Ma che antipatica!
Quiche
ridacchiò, ma tutto quello che riuscì a Selena fu un sorrisetto stiracchiato.
-
Su… Ora è meglio se ti vai a riposare, piccola, domani vi teletrasporterò anche
io, ma non puoi cascarmi dal sonno ^^!
A
quella frase Selena s’incupì e scostò con calma la sua mano. Il ragazzo la
fissò senza capire.
-
Quiche… Io non verrò in Cina.
Scesero
secondi di silenzio gelido.
-
Come scusa? – la frase parve tanto assurda all’alieno che sembrò
stesse per scoppiare a ridere.
-
Partire a questo modo è troppo pericoloso. Saremmo
tutti esposti al pericolo.
-
Selena, non ti capisco…!
-
Mi sono ricordata di uno speciale incantesimo che posso praticare su più
persone – continuò imperterrita, ignorando il tono
sempre sarcastico e a poco a poco più alto di lui – è una sorta di schermo che
impedisce di individuare determinati soggetti da me scelti.
-
E allora?! – sbottò lui cocciuto – Non capisco dove vuoi andare a parare…!
-
Io non posso muovermi da un raggio di 10 Km da dove pratico quel benedetto
incantesimo! – fece innervosita.
-
Vieni in Cina e fallo lì!
-
Devo avere tutti i soggetti vicini a me quando lo
faccio! – iniziò a gridare.
-
E allora è inutile! Le ragazze sanno difendersi da sole!
-
Non nelle condizioni in cui siamo ora! Quest’incantesimo non risente della
distanza dopo che è stato fatto, è l’ideale per agire indisturbati…!
-
Non ti lascerò certo stare qui!
-
Farei l’incantesimo anche su di me! – sbottò lei come se stesse parlando ad un
bambino ottuso.
-
NON M’INTERESSA! – urlò lui alla fine, alzandosi in piedi; teneva i pugni
serrati e gli occhi ambrati fissavano Selena arrabbiati e confusi – NON MI
ALLONTANERO’ DA TE!
-
Quiche…!
Il
ragazzo, però, le afferrò improvvisamente i polsi, costringendola ad alzarsi;
lei lo guardò spaesata, ma cercò di restare risoluta:
-
Non fare il bambino! Cerca di ragionare…!
-
Tu sei stata preoccupata tutto il giorno per una cosa
del genere…? – fece a bassa voce, fissando il pavimento – Non volevi dirmelo
vero…?!
-
N-no…! – mormorò lei, presa alla sprovvista: era vero,
ci aveva pensato un istante all’inizio, ma aveva da subito scartato l’idea.
-
TI FIDI COSI’ POCO DI ME?!
-
No…!
-
Perché…? PERCHE’, DANNAZIONE, eh, me lo spieghi?! – Quiche passò a stringerle le spalle; Selena cominciava
ad agitarsi, non sapeva più cosa doveva fare – Perché… Devi sempre caricarti
tutto solo sulle tue spalle?!
-
Quiche…
Lui
scosse un poco la testa e da rattristato divenne arrabbiato:
-
Non m’importa un fico secco se vuoi fare l’eroina… Tu non resterai qui da sola… Senza di me!
-
Quiche, basta…!
Ma
lui la zittì imponendole un bacio a forza: un bacio totalmente diverso da
quelli che aveva dato a Selena fino ad allora, tanto che
la ragazza avvertì un brivido freddo saettarle sul collo. Quello non era Quiche, non il suo!
-
Quiche…! Fall… Mhm…! Falla finita! – sbottò cercando di liberarsi, ma lui la
baciò di nuovo.
Non
l’avrebbe lasciata scappare, non voleva più che
tentasse con tutte le sue forze di respingere una parte di se stessa per fare
la dura, non con lui!
-
BASTA QUICHE!
Il
giovane avvertì una spinta al livello dello stomaco e
strisciò coi piedi sul pavimento per un metro scarso. Sui due calò la calma,
avevano entrambi il fiato grosso: Quiche puntò gli occhi ambrati sulla ragazza
che si portava le mani alla bocca, pallida in volto.
“Ho…
Ho colpito Quiche….!”.
Piano,
certo, era stata appena una spintarella, ma aveva usato i suoi poteri sul
ragazzo che amava di più al mondo. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, mentre
il tatuaggio sulla fronte le pizzicava un poco, come aveva potuto?! Schizzò senza una parola verso la porta,
ma Quiche si teletrasportò di fronte a lei facendola finire tra le sue
braccia.
-
N-no…! No…! – cercò di divincolarsi, ma lui la strinse dolcemente,
sussurrandole all’orecchio per calmarla – Io… Io…! Scusami…!
-
Shhh… - aveva preso a cullarla, mentre lei scoppiava a piangere sommessamente –
No… E’ stata colpa mia…
“Quanto
sono deficiente! Bel lavoro Quiche, complimenti,
ottima psicologia e capacità di dialogo!”. Per la prima volta nella sua vita avrebbe voluto avere il sangue freddo di Pie, per lo meno avrebbe
evitato una cavolata del genere!
Restarono
qualche secondo così senza proferir parola.
-
Dai… Perdonami piccola…Ti ho fatto male…?
Selena
scosse la testa.
-
…… Ti ho spaventata…?
Lei
restò ferma un secondo, pro intervallò per qualche istante cenni positivi del capo ad eloquenti “no”. Quiche sentì una fitta
allo stomaco.
-
I-io… Volevo dirtelo… - mormorò la ragazza – Proprio perché non sapevo cosa
fare… H-ho paura anch’io a sep… Separarmi da te, ma…
Lui
le posò un dito sulle labbra e le asciugò con delicatezza il viso; aveva lo
sguardo triste.
-
Scusa. – disse in un fiato poggiando la fronte contro la sua – Scusa, scusa, scusa…! Io… Aaah…! Vorrei… Vorrei
solo poterti aiutare, accidenti…!
Selena
sollevò lo sguardo senza capire; l’unica cosa evidente era che Quiche si stava
sforzando con tutto sè stesso per parlare.
-
Tu… Ti sforzi sempre… Cerchi sempre di fare tutto da sola e io……! – restò un
istante in silenzio – Sai che ti amo vero?
-
Ma che domanda è…?! Sì…!
Lui
sorrise amaro.
-
Non so… Non sono il tipo da “chiacchieratina romantica” al chiaro di luna o
cose del genere, quello che capisce sempre i sentimenti altrui… Sai come mi comporto sempre, quel tipo, quell’umano odioso che sta
assieme a Strawberry, lui è quello per cose del genere…
-
Ma tu mi vai benissimo così come sei, ti amo come
sei…!
-
Però, anche poco fa, con questo mio modo di fare invece di darti rettami sono arrabbiato
e… Ti ho anche fatta piangere…
Selena
non rispose.
-
… Ti sei arrabbiato perché non ti ho detto subito la mia idea…?
- No… Perché ho paura di rivederti come nei miei sogni…(***)
-
Eh…?
-
Il pensiero che quel bastardo possa rimetterti le mani addosso…! Non voglio mai
nemmeno più pensare di rivederti come in quella prigione! – sospirò profondamente – Però io… Non so se sono abbastanza bravo
per… Proteggerti…
Fissò
in basso, serrando i denti dalla rabbia, era la prima volta che si sentiva
debole e non aveva fiducia nelle proprie capacità: il loro nemico era troppo
subdolo, troppo imprevedibile. E lui aveva qualcosa di troppo prezioso per fare lo sbruffone… e rischiare di perderla.
Selena
gli prese il viso tra le mani e lo fissò, facendo il sorriso più dolce che le riuscì.
-
Lo sei.– disse piano.
Sorrise.
Lui ricambiò, prendendole una mano tra la sua.
-
Posso affidarmi a lei signor Quiche? – ridacchiò.
-
Ovviamente ^^!
-
Ma guardatelo ora ride (gocciolone)!
-
Mi preferisci lagnoso ^-^?
-
Vorrei solo capire come hai fatto a passare in un quarto d’ora dal tentare di
consolarmi, al litigare per finire con la confessione spirituale…
-
Sono fatto strano!
-
Non avevo dubbi… - sospirò maliziosa.
-
Ah sì?
Con
un gesto veloce passò un braccio sotto alle sue
ginocchia e la tirò su di peso contro di sé.
-
Vediamo se ora fai ancora la spiritosa!
-
Ah, no, mettimi giù >\\
Lui
la guardò con la tipica lucina maliziosa nello sguardo:
-
No.
Selena
si abbandonò velocemente ai suoi baci, cingendogli con dolcezza il collo:
-
Ti amo…
La
sua voce sussurrata la fece inaspettatamente rabbrividire, mentre sentiva le
guance scaldarsi appena. Continuarono a baciarsi mentre
la ragazza avvertiva il materasso morbido sulla schiena:
-
Quiche…
-
Cosa c’è? – si bloccò bruscamente con aria preoccupata
– Non…
-
No, no…! – si affrettò a rispondere; sorrise – Ti amo anch’io…
Il
ragazzo sorrise di rimando, poi si chinò fino al livello del suo orecchio,
bisbigliando provocante:
-
Ti avviso che se non mi blocchi ora io non mi fermo…
-
Lo so.
-
Ma sentitela…
Non
voleva pensare a niente in quel momento.
Solo
per quella sera, poteva chiederlo vero?
Non
voleva pensare né alla loro guerra, né a Shorai, né a tutto quel che sarebbe potuto
accadere loro quando fosse sorto nuovamente il sole.
Voleva
solo assaporare quei baci e quelle carezze passionali, riempirsi la testa delle
sue dolci parole e di quelle risatine un po’ sceme alle sue battutine stupide
su quanto lei gli piacesse.
Sentiva
il cuore gonfio e leggero come un palloncino, le sembrava che riversasse
felicità per tutto il suo petto ad ogni battito: lo amava, lui amava lei con
tutto se stesso e lei lo sapeva.
Non
avrebbe potuto essere più felice di così.
Le
sembrava che tutti i problemi fossero vani e leggeri, come bolle di sapone.
Avrebbero superato tutto, sarebbe passato tutto; e quella felicità l’avrebbe
sentita sempre, finalmente. Era una certezza.
Ma
solo per quella sera, avrebbe fatto uno strappo alla regola e ne avrebbe assaporato già un po’.
Solo
un po’ di felicità.
(*) come ha fatto (che cattiva che sono! XD) tra i cap17 e 25… Poveraccio!
(**) cap. 15
(***) cap. 1 & 17
Ecco qui. Se devo dirvi la verità sono
stata molto incerta se pubblicare, non sono sicura di aver fatto un buon
lavoro… Devo dirvi la verità, la vostra Ria è una gran pasticciona e non è
sempre semplicissimo per me scrivere certi pezzi -\\\-… anche moooooolto soft,
può succedere di farlo troppo freddo e volgare (e non voglio assolutamente)
oppure troppo sdolcinato se mi limito ai pensieri: ho cercato di fare del mio
meglio, spero vi sia piaciuto -\\-“”…
Bando alle lagne XD! Ringraziamentiii…!
Purinsun: graziepiccina ^o^! xPurin e taru-Taru… he eh X3… NON AGGIUNGO ALTRO XD!
Killkenny: attendo
con ansia allora ^^! (x TMM reloaded
soddisfatta ^-^…) beh, anche Quiche e Sel sn pucci (a
modo suo anche lui, ma lo è XDDD) spero non ci sia troppo zucchero in questo
cap ^^! 8Ma l’immy è piaciuta a tutti O.o?! sul serio O___O?!)
Danya91: spiacente,
sembra che Sel resti ^^””… Ma avrai da divertirti cmq
nei proix cap, tranquilla XD!
Bene, ancora due cosine…
1. Forse il prox cap sarà preceduto da
un riassunto di quel che è successo fin’ora: approfitto del “momento di
distensione” per riordinare le idee, devono ancora succederne di cose e altri
pers devono fare il loro ingresso ^^ (non spoilerare
>__<*! ndQuiche). E poi mi sono stufata degli
asterischi delle note, voi no XD?
2. Un nuovo dis XD!I
nostri cattivoni Phiras e tanir (pre e post mutazione
^^) anche qui metà matite metà compu… Sarà meglio che mi converta solo a quello
và XD! (Ps nn è un errore mio
la pelle grigiastra, ce l’ha proprio così Tanir… Saaaaano
^^”””!!)
Capitolo 38 *** Riassunto delle puntate precedenti XD... ***
Rifacciamo un po’ il punto della situazione…
Rifacciamo
un po’ il punto della situazione…
Ola a tutti ^^!
La vostra Ria, per celebrare ben 38 cap de “Il Collezionista” (PEPPEREPPEPE’’’’!!!!xDDDDD) e per rimettere un po’
in ordine i fili della storia che NON SI AVVICINA alla sua conclusione ^^+
(Cos’è, una minaccia o___-“”? ndPersonaggi) ha deciso
di fare un bel riassunto delle vicende… tanto per vedere se è tutto chiaro a
tutti ^o^ e nella speranza che qualcuno, incuriosito ma magari demotivato dalla
mole di capitoli ^^””, s’incuriosisca almeno un po’ ^^!
LET’S GO!!
(Nota: gli
asterischi tra parentesi quadre indicano cose che sono prese dalla storia
originale ^^)
Sono passati circa due mesi dalla sconfitta di Deep Blue:
Quiche e gli altri sono tornati sul loro pianeta (ora ribattezzato Gaea) che grazie alla Mew Aqua è
tornato alla vita e i suoi abitanti hanno ricominciato un’esistenza tranquilla.
Nonostante la calma Quiche è tormentato da strani sogni: da quando è tornato a
casa ogni notte gli appare in sogno una ragazza imprigionata che gli chiede
aiuto, ma il ragazzo non riesce a trovare una spiegazione a questi incubi.
Anche sulla Terra le cose vanno
bene e al Caffè MewMew non è cambiato nulla, benché
le ragazze - esaurito il potere della Mew Aqua liberata da Deep Blue[*] -
abbiano riacquistato i loro poteri.
Un giorno la piccola Paddy, allontanatasi un istante dal caffè, viene attaccata da due strani tizi, Tanir e Qur; i due iniziano ad attaccare la bimba senza troppi
complimenti mettendola velocemente alle strette e dimostrandosi molto
pericolosi, ma in aiuto della mewscimmia giungeranno nientemeno che Quiche, Pie
e Tart.
Gli assalitori di Paddy, infatti, si erano fermati
giorni prima – con un altro loro compagno, un moccioso di nome Phiras - su Gaea alla ricerca di qualcuno, devastando molto
di quello che gli abitanti avevano faticosamente ricominciato a costruire. I
tre fratelli li avevano ovviamente affrontati, ma erano stati sconfitti
duramente, ascoltando però un’informazione preziosa: il terzetto avversario,
infatti, era anche alla ricerca delle Mewmew. Gli Ikisatashi quindi, partendo
all’inseguimento dei devastatori, erano tornati sulla Terra ed erano andati ad
avvertire il Mew Team, in ringraziamento di quanto
successo nella battaglia finale.
Dopo
l’arrivo di Quiche e degli altri Tanir e Qur scompaiono, ma la loro
pericolosità fa decidere al gruppo
alieno e alleMewmew un’alleanza
per scovare il nemico che non può essere lasciato a piede libero.
Il gruppo inizia così a setacciare la città (i tre
alieni camuffati da umani grazie all’aiuto di Kyle). Un giorno Quiche, uscito
da solo, scopre una cosa insolita: la città è stata praticamente
invasa da chimeri segugio;
velocemente, mentre il resto della squadra si allerta, Quiche segue le creature
per vedere a cosa stanno puntando. Alla fine scova una ragazza dai capelli argentati in fuga, ferita, che viene rapidamente accerchiata dai chimeri e da Tanir: Quiche
le va in aiuto (più che altro per prendere a botte Tanir ^^””) e, mentre lei
spazza via con le ultime gli ultimi chimeri con un colpo, il ragazzo ferisce gravemente Qur, costringendo
lui e i compagno alla fuga. La misteriosa ragazza perde i sensi e Quiche e gli
altri, che l’hanno raggiunto, la portano al sicuro.
Una volta ripresasi la nuova arrivata fa la sua
presentazione: si chiama Selena e la
sua presenza sul pianeta non è un caso (inoltre era anche la persona che Tanir,
Qur e Phiras stavano cercando). Infatti, lei si
trovava alla ricerca proprio delle Mewmew per avvertirle.
Con fatica Selena svela l’identità del capo di tutto: Shorai, un alieno
malvagio e psicotico che ha il sadico e crudele hobby… Di collezionare esseri viventi da tutto l’universo (tra cui loro,
terrestri ma col DNA fuso con quello animale, erano “pezzi” rari e preziosi);
da inoltre parecchie notizie sui suoi tre sgherri, ma
pare non sapere perché Shorai è anche alla sua ricerca. Nonostante le riserve
di Ryan sulla misteriosa Selena le ragazze accettano
volentieri l’aiuto della giovane e anche della sua compagna di viaggio, Keris, una Gaeiana disertrice dall’esercito e vagabonda.
La lealtà e il valore delle due vengono
subito messi alla prova, perché Tanir attacca nuovamente con un chimero: la
battaglia però è breve e Selena, benché ancora debole per la ferita, si
dimostra molto forte e capace di utilizzare straordinari incantesimi di vento.
Intanto iniziano anche i problemi di cuore: mentre
il piccolo Tart si trova sempre più in difficoltà a gestire l’esuberante
amicizia che gli dimostra Paddy, Pie cerca di non ricambiare con troppa
freddezza l’ospitalità di Lory ^^”” (infatti i tre
alieni hanno fatto campo sulla Terra, per non rischiare attacchi su più fronti
al gruppo) sempre incuriosito da quella “strana umana” che non voleva combattere
contro di loro. Anche Quiche ha i suoi dubbi: il
mistero e la malinconia che aleggiano attorno a Selena iniziano ad
affascinarlo, inoltre il ragazzo rivede nei suoi malinconici occhi azzurri
quelli della ragazza del suo sogno, rendendolo sempre più curioso e coinvolto a riuscire a disfare la barriera di riservatezza
che Selena sembrerebbe voler erigere per il proprio cuore; la cosa sembra in
parte funzionare, tanto che la ragazza gli racconta un doloroso episodio del
passato. Quiche è sempre più attratto da Selena e a niente valgono i moniti di
Pie di non combinare guai come con Strawberry [*] e quelli di Keris che (oltre
a non sopportare l’alieno con cui litiga di continuo) lo avverte che l’amica
non lo può ricambiare.
Accanto a questo però i nemici tornano all’attacco
e Phiras dimostra il suo vero
potere: grazie ad un tranello trascina Paddy, Tart, Lory e Pie al Tokyo Dome,
intrappolandoli poi con un incantesimo dentro ad un videogioco. I quattro vengono divisi, ma mentre Lory e Pie proseguono in quell’universo
digitale senza troppi problemi, Paddy e Tart (con cui Phiras è particolarmente
ostile) vengono bersagliati da ogni tipo di creatura, anche se riuscendo sempre
più o meno a cavarsela (con somma rabbia del piccolo alieno schizoide ^^””).
Intanto fuori il resto del gruppo non riesce a
trovare i quattro: Phiras ha infatti eretto una
barriera attorno al Dome e nulla può entrarvi. Selena riconosce però le onde
emesse da un incantesimo dagli strumenti di Kyle e decide che le Mewmew e gli
altri sono stati coinvolti troppo; decisa a sistemare
la faccenda approfitta del fatto che Quiche è stato costretto riposarsi (dopo
due giorni di ricerca ininterrotta) ed entra nella sua mente con un
incantesimo. Quiche inizia a sognare e i ricordi di Selena si rivelano non
essere altro che i sogni che perseguitano da mesi il ragazzo: Selena è la
ragazza che sognava. Spaventato il ragazzo corre al Dome,
dove trova appunto Selena che, mentre tentava di distruggere la barriera, era
finita tra le grinfie di Tanir. Quiche gli intima di
liberarla, ma Tanir sfila invece dalla fronte di Selena la tiara che la ragazza
porta sempre, facendole spuntare orecchie allungate e occhi felini: Selena è
una mezza Tian, un antico popolo co-abitante con quello di Quiche della Terra e
con cui erano sempre stati in conflitto, tanto da considerare “impuri” i
meticci dei due popoli. La ragazza s’inginocchia a terra terrorizzata e Tanir,
soddisfatto del lavoro, invita inoltre Quiche ad unirsi al gruppo: dopo essersi
fatto dire dove sono imprigionati Pie e gli altri Quiche, in
risposta, lo ferisce all’altezza del cuore.
Fatto ritorno al Caffè Selena deve dare una
spiegazione alle altre, ma né lei né Quiche accennano
alla sua trasformazione. Soltanto la sera il ragazzo si fa rivelare la verità. Inoltre scopre il motivo della conoscenza da parte di Selena
di Shorai: lui, infatti, l’aveva ingannata facendola innamorare e portandola
via da Gaea (dove lei viveva nell’ultimo villaggio Tians, distrutto poi da
Shorai stesso) come raro esemplare di Gaeiana-Tian e per i suoi poteri.
Imprigionata, la giovane aveva chiesto aiuto tramite messaggi
telepatici, ma soltanto due mesi prima, mentre lei era già in fuga,
erano stati avvertiti da qualcuno di “compatibile”: Quiche, per l’appunto.
Selena racconta e racconta, rivelando anche del
fratellino ucciso proprio da Shorai e Quiche, non sopportando di vederla così,
l’abbraccia. Appena sente che lui si sta dichiarando
Selena si scansa e se ne va, ma Quiche ormai ha capito di esserne innamorato.
Il giorno dopo sono spiegazioni anche al Mewmew Team, a cui Selena dice finalmente tutta la verità:
Strawberry la sgrida, dichiarando la loro amicizia.
Ma i guai riprendono:
Phiras, saputo che Tanir è stato quasi ucciso, libera incontrollatamente il suo
potere, rendendo parte del mondo virtuale (quella dove si trovano Pie e Lory)
un universo parallelo reale. Approfittando della situazione Phiras interagisce
con alcuni sacerdoti di un culto del nuovo universo e, spacciandosi tramite i
suoi poteri per un oracolo, li manda a rapire Lory per un sacrificio.
Pie cerca di salvarla, aiutato dal fatto che
(rispetto al mondo virtuale) riesce di nuovo ad usare i suoi poteri, mentre
riesce a contattare Kyle e ad avvertirlo di mandare in soccorso gli altri.
Fuoridal Dome, intanto, nella realtà, il gruppo attacca la
barriera di Phiras, riuscendo faticosamente ad entrare. Selena, senza più problemi a levarsi la tiara e quindi ad utilizzare
tutto il suo potere, costringe Phiras a dirle dove sono imprigionati gli altri:
riesce a far tornare subito Pie e Lory (salvata in entremix), ma Tart e Paddy
sono bloccati ancora da un altro incantesimo, da cui però riescono a salvarsi.
Il gruppo prende un po’ di fiato, almeno dalle
lotte.
Per quanto riguarda i sentimenti, invece, è
bufera. Tart non sa più come fare con Paddy perchè ha capito di volerle bene ma non sa come dichiararsi (senza contare il fatto che
nel mondo virtuale, per un incidente, i due si sono baciati); Pie invece
avverte qualcosa crescere per Lory, ma cerca di soffocarlo e Lory, da parte
sua, non sa se comincia a piacerle Pie o le piace sempre Ryan [AIUTO CHE CASINO
@___@! ndRia]; sarà solo con un piccolo stratagemma
delle ragazze dopo che i due si accorgeranno dei loro sentimenti.
Anche il biondino del gruppo si trova invischiato
in sentimenti contrastanti quando Keris (che si è
infatuata di lui), un po’ brilla, si traveste da Strawberry per scoprire se
piace al ragazzo e scambiandosi con lui un bacio appassionato.
Chi combina un pasticcio è Quiche. Selena,
infatti, parlando con Strawberry, scopre che non solo l’alieno una volta l’amava, ma che molti suoi comportamenti con lei sono gli
stessi che aveva con la mewgatto. Ferita al pensiero di essere presa come
sostituta della rossa e capendo troppo tardi di ricambiare il ragazzo Selena lo
respinge; saranno solo le parole del giovane dopo a convincerla della verità e
ad accettare i suoi sentimenti.
Shorai torna presto all’attacco con un piano
sempre più difficile da decifrare.
I primi ad essere attaccati sono Tart e Paddy da
un “potenziato” Phiras; poi, inspiegabilmente, il suo obbiettivo si sposta su
Keris e fa attaccare la ragazza da Tanir, anche lui potenziato e curato, come i
suoi chimeri che mettono sempre più in difficoltà il gruppo, senza contare il fatto che Straberry (oltre ai problemi di cuore
per la decisione di Mark di andare a studiare in Inghilterra [*]) sta perdendo
il controllo sul suo potere Mew e dopo pochi minuti di trasformazione di
trasforma in gatta [*].
Gli attacchi a Keris continuano e Shorai la fa
colpire con un incantesimo mentale che non fa che gettare ancora più confusione
nella mente della ragazza, avvicinandola però a Ryan.
Un imprevisto blocca però all’improvviso i suoi
piani. Uno shàdigar, infatti, una terribile bestiolina succhia-vita,
viene per sbaglio lanciata da Tanir su Lory invece che sull’aliena. Il
potere prelevato dalla ragazza è troppo e crea una distorsione dimensionale in
cui vengono risucchiati Pam (che si trovava con lei) e
Pie.
Nella distorsione Pam lotta contro Qur (entrato
dietro di lei) e lo colpisce con la nuova arma creata da Kyle, scoprendo che il
bestione un tempo era un uomo, utilizzato poi con
l’inganno da Shorai per i suoi esperimenti genetici.
Fuori le cose non vanno meglio: Selena tenta di
aprire la barriera che la forza risucchiata da MewLory ha creato, ma Phiras
cerca di impedirglielo. Quiche, ferito, è in difficoltà, così tart inizia ad
affrontare Phiras, ma inspiegabilmente si trasforma (come gli
era successo nel mondo virtuale tramite una caramella datagli da Phiras
stesso) ed assume l’aspetto di un quattordicenne. Ma
il piccolo alieno ha perso completamente il controllo: inizia a lottare
rabbiosamente con Phiras nonostante Selena, scorto il segno di un anatema sul
suo braccio, lo inciti a fermarsi. La situazione sta precipitando perché Selena
non riesce più a reggere la barriera (Mina è impegnata a tentare di colpire
Phiras e Strawberry è diventata una gattina, quindi non posso aiutarla) quando, all’interno, Pie uccide lo shàdigar.
Selena riesce a reggere la barriera appena un secondo in più perché Mina la
colpisca e la distrugga, quindi si lancia su Tart e lo
libera dell’anatema.
Lo scontro è stato più duro del previsto. Qur è
morto, dimostrando l’efficacia dell’arma di Kyle, ma
Pam ha scoperto la verità sul suo passato e non può che soffrire per la
creatura; Lory è ferita, come Pie e Quiche (seppur più lievemente) e Selena si
è esaurita per la fatica.
La situazione sembra in stallo, finchè Kyle non
mostra, nelle sue ricerche, ciò che potrebbe aver causato la mutazione di Tanir
e Phiras: una fantomatica tavoletta di incantesimi,
scritta dal popolo dei Tians, nota come Tavola del Drago.
Paddy la riconosce come un cimelio di famiglia e
la speranza si accende nel cuore di tutti; ma resta il problema dei danni ce il
gruppo ha subito e si decide di dividere il gruppo.
La situazione resta però anche così molto rischiosa, ma Selena ha un’idea: un incantesimo protettivo
che consenta a tutti di essere invisibili e introvabili a Shorai e compagnia.
L’unico problema è che, con questo stratagemma, Selena non può lasciare il
Giappone. Quiche, che si era aggregato al gruppo in partenza per la Cina, all’inizio si oppone fermamente, accusando anzi la
ragazza di caricarsi sulle proprie spalle tutte le fatiche e di non confidarsi
mai con lui, ma alla fine accetta la situazione e si prepara alla partenza.
Auff… Che faticaccia @___@!! Sono stanca morta! (Ecco, allora
muori così non pubblichi più! ndTart – Ti distruggono
i prox cap, vero +__+? ndRia – No >\\\\ndTart – Hi hihi…
ndRia – E non ridere, sadica!!)
Credete che sia finita ^^! Eh no +___+! Ecco le
schede dei nuovi personaggi!! YEPPAPPPAAA!! (Ma tu ciocchi come una lamiera O____O”””..! ndTutti) ps la struttura delle
schede dei pers le ho… prese in prestito da Killkenny, sorry onii-chan ^^””!
Nome: Selena
Cognome: Sagashi
Età: 15
Razza:aliena
meticcia Gaeiana-Tian/ Giniroma
Altezza: 1,68
Peso: 45 kg
Capelli: argentati
Occhi: azzurri
Ama: vivere con tranquillità, i bambini, Quiche (-\\\-)
Capacità: leggera telepatia (ma solo se il soggetto è
addormentato), incantesimi legati al vento e all’aria
Segni particolari: la tiara che le da un aspetto “non Gaeiano”
Carattere: all’inizio è un po’ chiusa, ma in realtà è allegra,
composta e gentile ed è pronta allo scherzo, senza esagerare. Ma non fatele perdere la pazienza…
Storia: Selena è nata su Gaea da un
Gaeiano e da una Tian. È rimasta presto orfana di madre e, alla
morte successiva anche del padre, la matrigna l’ha costretta a vivere da
sola nel vilaggio dei Tian. Incontra Shorai un anno fa e, innamoratasene, si fa
convincere ad abbandonare il pianeta, ma viene tradita
ed imprigionata e solo due mesi fa è fuggita. Anche se sembra una ragazza tutta
d’un pezzo Selena è anche molto sensibile e per certi
versi molto combattiva, inoltre sembra l’unica in grado di tenere a bada Quiche
senza perdere la pazienza. È abituata a trattare coi
bambini perché aveva un fratello minore (nato di seconde nozze) di otto anni
più piccolo.
Nome: Keris
Cognome: n/a
Età: 16 tra qualche mese (la storia ora si svolge a aprile, lei è nata in agosto)
Razza: Gaeiana
Altezza: 1,60
Peso: 42 kg
Capelli: in origine erano bruni, ma ora se li è tinti arancioni
con le meches viola ^^””
Occhi: dorati
Motto: “Se è possibile in teoria in pratica
lo faccio cinque volte meglio!”
Ama: fare confusione, stare con le amiche, stare con Selena, Ryan
Capacità: potenza fisica esagerata, levitazione, teletrasporto,
lotta coi nunchaku
Storia: Keris è piombata della vita di
Selena un anno dopo che la ragazza era andata a vivere nel villaggio Tian.
Addestrata all’accademia dei soldati di Gaea sarebbe dovuta andare anche lei
sulla Terra, ma ha disertato ed è diventata una
fuggiasca.
Keris non parla mai del
suo passato prima di incontrare Selena, ma il recente attacco mentale
che ha subito ha risvegliato qualcosa in lei e adesso è molto confusa.
Attaccatissima a Selena si comporta
come una sorellina minore gelosa, anche se in realtà la più grande è lei.
Nome: Tanir
Cognome: n/a
Età: n/a
Razza: Alieno di ceppo ignoto modificato geneticamente/Gaeiano (?)
Altezza: 1,80
Peso: 65 kg
Capelli: neri
Occhi: verdi-azzurri
Motto: “Se è un essere che respira, si può farlo smettere”
Ama: riuscire nel proprio compito… se con qualche bel gesto sadico
anche meglio
Capacità: levitazione, creazione di chimeri animali,
teletrasporto, creazione di tele di ragno, creazione di arma
da taglio dal braccio
DNA Ibridato: comune ragno dei prati (Araneus
diadematus),
Gaeiano (?), sconosciuto
Segni particolari: (dopo l’anatema della Tavola del Drago) i
simboli di un anatema sul petto, due archi incrociati
Carattere: freddo, calcolatore, estremamente
sadico e con un senso dell’umorismo raggelante quanto una lama nella schiena
Storia: Il suo aspetto potrebbe far supporre che sia originario di
Gaea, ma non ci sono certezze. Dotato di una crudeltà inferiore
solo forse a quella del padrone (verso cui prova un terrore profondo)
preferisce lasciare il lavoro ai suoi chimeri per saggiare la vittima (anche se sono più deboli di quelli di Phiras) e poi finirla. Odia a
morte Quiche che, oltre ad averlo ferito ed umiliato, gli ha accecato l’occhio
sinistro.
[Per la prossima
scheda si ringrazia Killkenny che l’ha fatta troppo carina in “Secret Wars!” e
io lo ripresa xD]
Nome: Phiras
Cognome: n/a
Età: n/a
Razza: Alieno di ceppo ignoto
Altezza: 1,05 circa (è più basso di Tart xD)
Peso: 30 kg
Capelli: rossicci
Occhi: neri/ (dopo l’anatema della Tavola) rossi
Motto: nessuno (preferisce i pugni alle frasi)
Ama: creare incantesimi, giocherellare con le sue vittime.
Capacità: magia, geocinesi, (dopo l’uso della Tavola) telepatia
Segni particolari: (dopo l’anatema della Tavola del Drago) i
simboli di un anatema
Carattere: infantile, crudele e megalomane.
Storia: Alieno di provenienza sconosciuta, ha ricevuto i suoi
poteri magici da Shorai. Per il resto, si sa poco di lui, a parte il fatto che
risulta odioso per il 98% delle persone che lo conoscono
Nome: Qur
Cognome: n/a
Età: n/a (se fosse un uomo normale 124 anni!)
Razza: umano modificato geneticamente
Altezza: 1,80
Peso: 80 kg
(e tutti muscoli…!)
Capelli: nero fumo
Occhi: grigi
Motto: nessuno. un’arma non ha bisogno di
avere un motto
Ama: la figlia Haruka
Capacità: teletrasporto, potenza muscolare esagerata, telepatia
(solo con Shorai), ricerca e pedinamento di un soggetto anche ad anni luce di distanza
Segni particolari: voce metallica, la coda a frusta
Carattere: essendo stato ridotto come un robot, Qur non ha un
carattere definito, si limita ad ubbidire agli ordini
Storia: un tempo un
essere umano (Haruhiro), Qur ha visto morire la figlia per mano degli Yakuza;
Shorai gli ha donato la forza di vendicarsi e, con l’inganno, l’ha tenuto alle
sue dipendenze con la promessa di far tornare in vita la figlia. Quando Qur ha però scoperto la verità. Shorai è stato
costretto a fargli il lavaggio del cervello e a cancellargli memoria e
personalità, in modo da non avere altre grane.
È Pam che, in maniera dolorosa, libera Qur dalle sue sofferenze,
colpendolo con l’arma di Kyle (la Meltsgun) che distrugge i legami genetici
mutati di Qur e lo conduce alla morte.
Nome: Shorai
Cognome: n/a
Età: n/a (ma l’ipotesi che abbia attuato esperimenti genetici
anche su se stesso fanno pensare a ben più di quelli che dimostra)
Razza: ultimo superstite degli abitanti di un satellite del
sistema di Proxima Centauri
Altezza: 1,87 (e’ alto come Pie O__O””)
Peso: n/a
Capelli: bruni
Occhi: nocciola
Motto: considerata la sua indole perversa, nessuno ci tiene a saperlo
Ama: niente e nessuno se non sé stesso
Capacità: straordinaria forza fisica, levitazione, rudimenti di magia,
manipolazione genetica; ha un QI due volte superiore a quello di Ryan
Carattere: maniacale, collerico, spietato, subdolo, perfido,
psicopatico. Chi non vorrebbe averlo come compagno di classe?
Storia: ignota. Shorai è apparso
all’improvviso diffondendo il proprio nome tra la peggiore feccia
dell’universo, che spesso usava per i suoi lavori sporchi.
La sua follia è pari soltanto alla sua crudeltà: per i suoi scopi non risparmia alleati e men
che mai nemici, ma preferisce lasciare questi lavoretti ai suoi leccapiedi e
concentrarsi sul suo lavoro in laboratorio; se scende in campo per i
malcapitati c’è un 98,8 % di possibilità di non sopravvivere. Sembra che
stia puntando a qualcosa oltre alla sua sadica collezione di esseri
viventi, ma le sue mosse non sono chiare.
Direi di aver detto
tutto ^^!
Uff, è stato più difficile del
previsto! E ho come l’impressione di aver tralasciato quasi tutta la storia per
accennare solo ai particolari romantici ^^”””… O è
solo un’impressione?
Beh, però direi di non dilungarci!
Chi aveva bisogno di un ripassino l’ha fatto xD e chi
invece era curioso si è incuriosito ancora di più, perciò AL PROX CAP A TUTTI!!
Correte subito ^o^!!
Ps per chi volesse vedere i disegni
(schifosissimi XP) di quest’autrice malata, faccia una capatina ai cap. 32, 36
e 37 ^-^
Finalmente le vacanze di pasqua!!
Salve gente, la vostra universitaria preferita è tornata ^o^! (Ma dove -___o?
ndTart – Io speravo ci restassi laggiù… ndQuiche – CATTIVI CATTIVI CATTIVIIIII
>,____,<***!! ndRia).
Come avete visto ho pubblicato un
riassunto della storia fin’ora, così possiamo concentrarci e proseguire senza
troppi richiami (e niente note sperando ^^””). I prossimi cap sn abbastanza
tranquilli (la calma prima della tempesta, hu uh +___+… ndRia – Ohi ohi O___O”””
ndTutti) ma faranno la gioia dei fan di Tart e paddy ^\\^!!! (No, ti prego
-\\\-!! ndTart – Evvai che me la rido! ndQuiche – dannato, crepa!). due
ringraziamenti per poi lasciarvi andare ^^:
x Purinsun: leggi sopra ^^… Cmq sì, frena il tuo
entusiasmo, in fondo hanno sl dieci anni ^^”””! sel e Quiche io gli adoro
sempre di più!
X Killkenny: tranquillo, non lo farò morire
sotto una serie di calcioni di kempo xD… Ma chissà cosa succederà +___+…
(Sbaglio o sei molto più sadica ultimamente -____-“”? ndTart)
X Danya91: Onee-chan *___*!! Sn tornata contenta! E lo
so, nn sn troppo pucci? (oddio, “pucci” detto a Quiche è come dire che è
coccoloso un coccodrillo o__o”! – Ma che gentile =____=*** ndQuiche); sempre
per Taru-Taru e Purin, leggere sopra ^^. Ma vedrete, vedrete, BUAHHAHAHA!!
(Ommamma O___O”””….! ndTutti)
X Mia Matsuoka: oddio, ma allora… Esisti O___O”””!
scherzo xD, come sono contenta che tu sia arrivata! Uuuh, quanti complimenti,
me gongola, gongola X\\3… (Che faccia stupida -_-. Ndtutti) ehm, è grazie della
svista segnata ^\\^””, se me la ricordo la correggo!
Ora vi lascio alla lettura!! Ci
vediamo in fondo!
Cap.
38 – Zuai Zuen Japan, Ni-Hao China!!
- Allora ci siamo tutti?
Selena gettò un’occhiata ai suoi amici, che
annuivano unanimi. Gli occhi azzurri partirono da Lory, seduta su una sedia con
aria stanca, passando per il resto del gruppo: Mina che si stropicciava l’orlo
della gonna con aria imbronciata, Strawberry che continuava a fissare attorno
nervosa, Paddy che si teneva vicina ad una Pam dall’aria seria e una Keris
assorta, fino all’angolino opposto della stanza, dove Quiche se ne stava ritto
in piedi con aria severa. Selena avvertì un lieve formicolio allo stomaco.
- Perfetto. Kyle…?
- Ecco qui.
Le passò velocemente un pezzetto di quel che sembrava
carboncino, su cui il brunetto aveva inciso una serie di precisi taglietti
secondo le indicazioni della ragazza. Selena fece segno a tutti di disporsi a
semicerchio attorno a lei. Quiche la fissò accucciarsi a terra e tracciare
rapidamente tutti i nomi dei presenti, quindi collegò questi con un ampio arco
che curvava n una linea arzigogolata fin davanti a lei; dopodichè collocò il
carboncino alla fine della traccia e ci poggiò sopra due dita, iniziando a
mormorare parole incomprensibili: improvvisamente la sua mano cominciò a
risplendere e quelli che sembravano fili di luce bianca attraversarono la linea
nera e le scritte, scintillando verso tutti i componenti del gruppo come
piccoli fiumi lattei. Mina indietreggiò un poco mentre li osservava sfiorarle
le punte dei piedi e il piccolo Tart sussultò quando vide quella stessa
luminescenza attraversare tutto il suo corpo e farlo splendere fino alla punta
dei capelli: tutta la stanza sembrava illuminata da una serie di lampadine
giganti.
- ASPÌDA!
In un istante le luci defluirono verso colei che
le aveva evocate e si dissolsero nella sua mano con un ultimo lampo, accecando
un secondo i presenti.
Con un sospiro Selena raccolse il carboncino e si
lasciò a sedere sulle ginocchia.
- A-allora?! – mormorò Strawberry che se n’era
rimasta immobile coi pugni serrati – F-finito?
- Tutto ok… - mormorò Selena col fiato corto,
rimirando il carboncino assorta.
- Con questo dovremmo essere protetti? – domandò
Pie asciutto.
Selena tacque un istante. Si alzò con aria un po’
sfinita e mostrò il misero bastoncino che aveva tra le dita:
- Solo da Shorai e dai suoi. – assentì seria – Qui
sopra ci sono incisi i loro nomi: noi non siamo pochi, ma il mio potere è
abbastanza forte da proteggerci per… - guardò ancora il bastoncino: questo
pareva essere bruciato per gran parte – Tre giorni.
Il ragazzo dai capelli scuri fissò le tre tacche
sul carboncino che lei indicava.
- Schermati da ogni cosa?
- Vista, rilevatori, incantesimi. Per tre giorni,
potremmo anche passargli sotto al naso e Shorai non ci vedrebbe.
- Ma allora non potremmo attaccarlo? – domandò
Tart con enfasi.
- Ho detto che non può trovarci. – fece Selena
severa – Credi che se lui non fosse in grado di difendersi anche da un nemico
che non vede non avrei usato prima questa strategia?
Lui s’indispettì un poco per il suo tono brusco,
ma non ribattè.
- Se sono solo tre giorni – esordì Ryan con
decisione – a maggior ragione dobbiamo muoverci.
Il gruppo si radunò velocemente nel cortile
posteriore, dove Kyle prese da parte Strawberry e Mina.
- Come mai hai deciso di venire anche tu in Cina?
– chiese la rossa alla mewuccello a bruciapelo.
- Quando Selena ha detto che sarebbe rimasta qui
ho pensato che vi sarebbe servita una mano. – rispose col suo solito tono un
po’ altero – D’altra parte tu non mi sembri propriamente la nostra punta di
diamante ora come ora vero?
- Sei la solita antipatica >___<*, nya!
Kyle le fece segno di tranquillizzarsi prendendo
la parola:
- Allora ragazze, ho pianificato una scusa con le
vostre famiglie, quindi non dovreste avere problemi. Strawberry, ho contattato
anche i tuoi genitori, loro dovrebbero tornare domani giusto?
- Oh, sì, accidenti (gocciolone)! Come glielo
spiego che ho ospitato due alieni (di cui uno è un ragazzo) in casa nostra mentre non c’erano?!
- Ti ho coperta io ^^, ho telefonato a nome della
scuola. A quanto pare la scusa degli studenti stranieri in viaggio di studio è
efficace! – sorrise come suo solito.
- Sei un genio Kyle ^o^!
- Ehm, non vorrei disturbare il vostro angolino
del the – sbottò Quiche brusco – ma potremmo muoverci?!
Il ragazzo sbuffò seccatissimo, quella faccenda lo
irritava ancora parecchio e aspettare peggiorava la situazione. Fu il tocco sulla
sua spalla da parte di Selena a fargli distogliere lo sguardo omicida da
quell’insopportabile umano tutto sorrisi che continuava a ripetergli di star
calmo. (Povero Kyle! ndRia – Qualcuno mi vuole bene, snif… ç___ç ndKyle).
- Tutto a posto? – gli domandò lei con aria
triste.
Lui fece un istante il sostenuto, poi sospirò e
prese ad accarezzarla sulla testa.
- Sì…
- Ehi… (gocciolone), ma sono un cagnolino?!
- Sì, cuccioletta ^-^! – (Bleah, fate schifo
@___@! ndRia – pensa a te quando amoreggi >_____<**! ndSel&Quiche)
Lei lo guardò male, ma non resistette molto alla
sua faccia divertita.
- Ok, fatela finita voi due ora!
Con un gesto brusco Keris allontanò i due
piccioncini, ma prima che lui potesse ribattere l’aliena afferrò il braccio suo
e quello di Tart, lì vicino, agganciando qualcosa ai loro polsi.
- Ki-chan, ma che…?
- E questo che cavolo è?! – sbottò il ragazzino.
- Sono bracciali portafortuna. – disse lei
candida, ma il suo sorriso angelico fece scorrere un brivido freddo lungo la
schiena di Quiche – Perché vada tutto bene e torniate sani a salvi^^!
Keris afferrò con fare augurale le mani
dell’alieno dai capelli verdi, ma nonostante il sorriso la sua voce fu
incrinata da una nota minacciosa:
- Specialmente tu…! Vedi di tornare sano e salvo –
il suo sguardo fu attraversato da un lampo di furia – specie dopo quello che hai combinato…
Quiche la guardò confuso, poi lui e Selena si
lanciarono un’occhiata di panico:
“L’HA CAPITO (gocciolone doppio)?!?”. Selena
divenne pallida:
- M-ma… Come…?! – tutto il resto del gruppo li
fissava senza capire nulla. Keris ghignò:
- Ooh, si capisce Selena, si capisce ^^… - Quiche
tremò:
“Aiuto… Questa mi fa fare la fine della porta del
Caffè (gocciolone)!!”
- Ehm, Keris (gocciolone)… quello, a dire il vero ^^””…
- Quello è quello,
Sel-chan ^^!
“AIUTO (gocciolone di panico)!!!!”.
Come la manna dal cielo Strawberry e Mina
comparvero alle spalle del ragazzo, fissandolo con aria seccata:
- Ma non eri tu quello che aveva fretta?!
Keris lasciò allora la presa dall’alieno,
fissandolo inespressivo darsela a gambe.
- Infatti (gocciolone)! Andiamo su!
Paddy si attaccò pimpante al braccio di Tart,
mentre Mina e Strawberry, con aria rassegnata, appoggiarono appena la mano sui
polsi di Quiche.
- Ehi, vi faccio così schifo (gocciolone)?
- Io non mi fido di quelle tue manacce! – fece
imperiosa Mina; Strawberry si limitò ad un’occhiata eloquente.
- Non hanno tutti i torti… - fu il commento
unanime di Keris e Ryan.
- Che voi due mi detestiate l’avevo capito, ma in
ogni caso… Punto numero 1: se sto con una persona – guardò la rossa seccato -
non allungo le mani su un’altra; punto numero 2: non sono così allupato! Punto
numero 3… - fissò Mina con un ghigno perfido – Mai piaciute le tappe.
Le due ragazze si zittirono, obbedienti, ma
continuarono a tenersi appena all’alieno; lui fece spallucce:
- Fatti vostri…
- Paddy, tu invece ti stringi troppo -\\\-“”! Mi
stai soffocando…!
- Così non cado =3!
Il ragazzino borbottò qualcosa d’incomprensibile,
mentre Ryan alzava gli occhi al cielo esasperato:
- Masha, seguili per ogni evenienza…
Il robottino emise un sonoro “Pii” d’assenso e,
rimpicciolitosi, si agganciò alla cintura di Strawberry. Il gruppetto scomparve
un istante dopo sotto agli occhi dei presenti, seguiti a ruota da Pie che
riportava a casa un’esausta Lory.
“Sono partiti… - sospirò Selena – Speriamo vada
tutto bene…”
Alzò lo sguardo verso un punto indefinito e non
potè non trattenere un sorriso intenerito.
… Te lo
prometto!
Qualunque pensiero passasse per la testa della
ragazza fu però distratto da Keris, che continuava a ridacchiare sotto i baffi
con aria perfida.
“Chissà cosa sta macchinato (gocciolone)…”
*________________
Una distesa infinita di colline e montagne brulle,
costellate da boscaglie fitte e spaccata dal corso luccicante del Fiume Giallo;
così, sotto un cielo azzurro e terso, si mostrava il solitario entroterra
cinese, avvolto dal pigro silenzio pomeridiano e dal pigolare di qualche
uccello.
- Ma che cavolo avete da strillare?!? – sbottò il
ragazzo tentando invano di preservare le proprie orecchie da danni permanenti.
- SEI AD ALMENO 30 METRI D’ALTEZZA!!! – strillò
isterica Strawberry – Scendiscendiscendiii!!
- Ad averlo saputo quand’ero venuto qui la prima
volta…! – sospirò ironico, mentre la mewgatto praticamente gli si avvinghiava
addosso – AHIO, Mina, mi strozzi!!
- Scendi… Subito!! – sillabò lei nel panico.
- Ma non sei un uccello?! Vola no?!
- Secondo te posso trasformarmi qui?!
- Come ti pare ma… AHI! Non stringere così
Strawberry! – ringhiò esasperato – tanto se cadi atterri in piedi!
- ANCHE SE SONO UN GATTO NON VUOL DIRE CHE CI
TENGA A CADERE!! – gridò con fare lapidario - E non è detto che succeda!!
- Che befana isterica… - sogghignò Tart maligno.
- Quiche – disse Paddy, che non sembrava affatto
curarsi dell’altezza – per favore, scendi…!
Quiche alzò gli occhi al cielo, mise con
delicatezza un braccio attorno alla vita di ciascuna delle due tremanti ragazze
e scese rapidamente a terra: quando fu quasi arrivato le due si staccarono da
lui alla velocità del fulmine e si gettarono giù in ginocchio con fare
liberatorio.
- Terra…!
- Grazie al cielo!
- Esagerate!
- Paddy, zitta! – sibilarono le due, ancora con
gli occhi fuori dalle orbite.
- Io vi avevo avvertite. – disse tranquillo Quiche
atterrando.
- Ammettilo che l’hai fatto apposta! – mormorò la
rossa coi lacrimoni.
- Non dire così! – lo difese la bimba.
- Grazie piccoletta ^-^! – ridacchiò il ragazzo
divertito.
-
Ehm, Paddy…?
-
Che c’è Tart?
- … Potresti mollarmi il braccio -\\\-? Siamo a
terra.
Lei guardò in rapida successione lui, le loro
braccia ancora a braccetto e…
- Va bene ragazzi, ora dobbiamo camminare un po’
^^!
“MI HA IGNORATO ò___ò””?! (gocciolone)”.
- Perché scusa? – domandò Mina – Non potremmo
teletrasportarci fin lì?
- Ha ragione, da qui possiamo vedere dove dobbiamo
andare e non ci sarebbero problemi.
- Vi dico di no, Quiche! – rispose decisa Paddy –
Fidatevi, poi lo capirete. Comunque, è solo un’oretta di marcia ^^.
Il ragazzo e la moretta sospirarono, senza capire,
mentre Strawberry si lasciò sfuggire un gemito rassegnato.
- Prendi Tart… - con aria mesta passò al ragazzino
e al fratello un paio delle pillole speciali di Kyle – Se le prendete adesso
almeno per un po’ staremo tranquilli…
Il brunetto mandò giù le pastiglie in un boccone e
corse dietro agli altri, arrancando un po’ goffamente sul sentiero di terra
battuta.
- Uffa, ma perché dobbiamo camminare?! – sbottò –
E poi questi vestiti sono scomodissimi!!
Protestò indicando il completo alla cinese che
Paddy gli aveva affibbiato.
- Secondo me vi stanno bene. – disse Mina
soprappensiero guardando lo stesso identico abito che aveva il fratello
maggiore.
- Beh, non dobbiamo andare ad una sfilata
(gocciolone)…
Shorai guardò ancora il suo monitor. Nulla. Calma
piatta.
Selena e le sue amichette parevano svanite nel
nulla.
Un orribile sorriso gli increspò la bocca, quando
tentò vanamente di rintracciarle per la terza volta:
- Quella piccola puttana…
- Signore…
Shorai non rispose al primo richiamo di Tanir. Lo
lasciò entrare nel salone senza muovere un muscolo e solo quando fu a una
distanza ragionevole si voltò.
- Dimmi.
- S-signore, io volevo…
- Che cosa, Tanir? – domandò amabile – Spiegarmi
perché lo shàdigar ha fallito il suo compito? O perché non riesco più a
rintracciare le mie prede?
Tanir non si accorse neppure di quando Shorai gli
serrò la mano attorno alla gola, ma non pensò fosse la sua stretta a levargli
l’aria, quanto il terrore di quei crudeli occhi scuri che lo trapassavano.
- Mi hai deluso per ben due volte. Quando ti ho
affidato lo shàdigar e adesso.
- C-c-c… Cos…?!
- Tu non hai fiducia nel mio piano. Perchè sei
venuto qui? – fece retorico – Per capire vero? Perché questi attacchi, queste
strategie, se alla fine non sferriamo un colpo decisivo? E se anche c’è un
piano sotto, perché non parlarvene?
Tanir emise un verso soffocato, sgranando gli
occhi. Shorai sospirò come se stesse rimproverando un’innocua marachella ad un
bambino:
- Che sciocco… Tu
avevi giurato fedeltà, obbedienza, a me! Tu
dovevi seguire me! Nell’istante in cui qualcuno dubita – sorrise, un sorriso
terribile – la fedeltà si spezza.
Affondò con violenza l’altra mano nel ventre del
giovane, che guaì di dolore. Shorai restò immobile, inespressivo mentre il suo
sottoposto si contorceva dal dolore e il sangue caldo gli bagnava la manica,
poi estrasse con violenza la mano e gettò Tanir nell’angolo opposto della
stanza; là il poveretto si accasciò come un sacco vuoto, mandando un pigolio
non ben definito.
Shorai scosse un poco la manica grondante di rosso
e come se nulla fosse prese a strizzarla:
- Phiras.
Il ragazzino, che aveva fissato tutta la scena da
uno spiraglio della porta, sussultò terrorizzato.
- Phiras…!
Alla seconda chiamata il rossino quasi capitombolò
per terra tentando di entrare. Si mise ritto in piedi di fronte al suo padrone,
le labbra serrate e gli occhi terrorizzati fissi sulle gocce amaranto che dalla
sua giacca bagnavano il pavimento: era pallidissimo.
- Convocali subito.
- S-sì s-s-ignore…! M-ma T-T-Tan…
- A lui ci penso io. – rispose l’altro tranquillo.
Phiras deglutì sonoramente.
- Vai. Muoviti!
Il ragazzino si lasciò scappare quasi un
singhiozzo e corse fuori, lo sguardo fino all’ultimo fisso sulla pozza di
sangue da cui il compagno tentava di alzarsi.
“E’ il momento di dare un’acceleratina al mio
piano…”.
*_______________
- Basta…! – gemette Strawberry lasciandosi
pesantemente cadere su un sasso – Io sono esausta…!
- Avanti, non puoi essere così pappamolle! – la
esortò Mina.
- Paddy aveva detto che avremmo camminato solo
un’ora! – protestò la rossa – Ma non aveva detto che sarebbe stata un’ora di
arrampicata!!
Tart sghignazzò maligno:
- Che vecchiaccia deboluccia!
- Che hai detto moccioso?!
- Insomma, finitela! – gli rimbrottò Quiche – Ehi,
scimmietta…! Manca ancora molto?!
- Siamo arrivati ormai. – sorrise Paddy, qualche
metro più avanti, e riprese a saltellare lungo il sentiero.
- Mi sembra molto su di giri… (gocciolone)
- L’ho notato anch’io. – sospirò Mina – Si sente
proprio a casa sua…
Con un ultimo balzo la biondina giunse in cima al
crinale della collina, dove si fermò di colpo mentre un largo sorriso le
spuntava sul viso.
Quando finalmente tutti l’ebbero raggiunta,
guardarono verso l’altro versante. Sotto di loro si apriva una valle non molto
profonda dall’erba rada, al centro della quale svettava un piccolo palazzotto
in stile cinese dall’aria abbastanza malconcia.
- Quella è la palestra della famiglia Wong? –
chiese Strawberry delusa.
- Me l’immaginavo più grande… - borbottò la
mewuccello.
- Certo non è questo castello per cui avremmo
dovuto passare inosservati! – sbottò Quiche sarcastico.
Paddy lo fulminò con un’occhiataccia e indicò
oltre la costruzione, ricominciando pian piano a camminare: lì, come un grosso
spillo nero, si ergeva un’altissima torretta dall’aria angusta e decisamente
instabile, che sembrava dominare tutta la valle e anche il territorio dietro la
montagnola, scrutando tutto dall’unica finestrella sulla cima.
- E quello che cavolo è?! – esclamò Quiche
fermandosi.
- La torretta di vigilanza! – sorrise lei.
- La che?! Senti, mocciosetta, puoi spiegarti
meglio una buona volta?!
- Questa un tempo era una valle attaccata dai
predoni – rispose tranquillissima – e quella serviva per evitare che
cogliessero di sorpresa gli abitanti.
- D’accordo, ma ora…?
Le parole di Strawberry furono coperte da un
assordante rombo, qualcosa di estremamente simile ad un corno da caccia che
tuonò per tutto il passo con tale forza che alla rossa spuntarono le orecchie
da felino.
- E ora che succede?! – mormorò, facendo trillare
spaventata il campanellino sulla coda.
- Uh…?
- Che c’è Mina? – domandò Tart.
- Non avete sentito una voce?
I due alieni fecero spallucce.
- …orina Paddy…!
- EH O__O”?
- Signorina Paddy!
- Shang!
Come un fulmine la ragazzina cominciò a scendere
il crinale, correndo verso una figurina ricurva che si avvicinava ad alta velocità
verso di loro. Strawberry nascose prontamente le orecchie con le mani e il
gruppo seguì Paddy giù per la discesa, trovandosi di fronte un vecchietto dalla
faccia rugosa come una prugna secca e una chioma di finissimi capelli bianco
neve.
- Vecchio Shang…! – esclamò ancora Paddy
abbracciandolo – Come sono contenta di rivederti!
Il vecchio rise di gusto dandole un paio di pacche
sulla schiena, quindi prese a scrutare tutto il gruppetto lisciandosi la
barbetta candida.
Quiche incrociò le braccia guardandolo meglio:
alto poco più di Mina, anche sembrava più basso per via delle spalle curve,
magrolino e, nonostante i capelli gli arrivassero a metà schiena, con una
lucida pelata proprio in cima alla testa; aveva un’aria gracile e l’alieno
pensò che avrebbe potuto frantumarsi solo se Paddy lo avesse stretto un po’ più
forte.
“Eppure mentre veniva verso di noi sembrava tanto
svelto…”.
L’uomo scoppiò nuovamente in una forte e grassa
risata:
- Oh, ma non mi sono ancora presentato, che
sciocco…! Io sono Shang Chiang(*) e sono il custode del dojo della famiglia
Wong.
- Molto piacere. – fece Mina con un cenno del
capo; i due ragazzi salutarono con un mezzo borbottio.
Shang sorrise e si avvicinò a Tart, fissandolo dritto
negli occhi. Il ragazzino indietreggiò un poco.
- Tu come ti chiami? – chiese cordiale con un
sorriso da un orecchio all’altro.
- Tart…
- Hu uh… - i suoi occhi furono attraversati da una
lucina furba – Tu e il tuo amico avete degli occhi particolari, sai?
- A… A sì?
Shang sorrise ancora. Quiche e le ragazze si
scambiarono occhiate furtive, forse cominciavano a capire cosa volesse dire
Paddy.
“Ho i miei seri dubbi che il nonnino sappia
qualcosa su di noi e le MewMew, ma credo che sia più sveglio del previsto… –
pensò l’alieno dai capelli verdi, mentre il vecchietto riprendeva a ridere di
cuore – Anche se sembra un po’ scemo (gocciolone)…”
- Non badare a me, sono solo un vecchio curiosone!
– esclamò Shang – Ma andiamo! Non vorrete restarvene qui vero? Il signor Wong
vi sta aspettando!
Il membri del gruppetto si guardarono ancora, ma
Shang sembrò ignorarli e scese velocemente per il crinale, distanziandoli in
poco tempo.
- … Ma cose, il nonno di Superman? (gocciolone) –
domandò Strawberry mentre, fatta sparire la coda, trottava dietro agli altri.
- Shang è stato per anni allievo del dojo – le
rispose Paddy – credo che sia anche imparentato con noi, ma alla lontana e
infatti la palestra è passata a papà… Comunque, Shang si occupa della scuola
quando non c’è papà, ma soprattutto è l’addetto alla Torre di Vigilanza.
Siccome è abituato a vedere tipi strani non si
stupisce di niente, ma ha una buona vista ed è un po’ sospettoso…
- Grazie per il “tipi strani” (gocciolone)… -
borbottò Quiche.
- Credi che possa scoprire qualcosa? – domandò
Mina, mentre raggiungevano il sentiero a valle.
- Non penso – fece la biondina – comunque meglio
evitare no?
La brunetta annuì.
La voce di Shang, ormai giunto all’ingresso nel
muro di cinta, che li chiamava attirò l’attenzione di tutti. A meno di dieci
metri da loro si ergeva il Dojo dei Wong: Strawberry dovette ammettere che così
sembrava più maestoso.
- Niente male davvero…! – disse Mina guardandosi
attorno con aria soddisfatta.
- Sì, ma non siamo qui per perdere tempo! Sbottò
Quiche – Dobbiamo…
- PADDY!
Dall’ingresso, accanto a Shang Chiang, era
spuntato un uomo con un abito grigio-blu e lunghi capelli castano rossicci
legati in una coda.
- Papà!
La ragazzina gli corse incontro placcandolo per la
vita; Mina e Strawberry sorrisero, mentre Quiche mandò un sospiro e fece
spallucce, in fondo poteva pazientare due minuti.
- Ouf…! Allenta la presa…! – protestò il signor
Wong sciogliendo un poco le grinfie della figlia – E ora, si può sapere che ci
fai qui? E i tuoi fratellini?
- Tranquillo, sono in ottime mani! – esclamò
Paddy.
Poi, come ricordatasi il perché fossero lì, si
allontanò dal padre e lo fissò seria:
- So che sei sorpreso, ma devo parlarti
urgentemente.
- Beh… Direi che sono necessarie delle
presentazioni. – disse il signor Wong sorridendo – Anche se nel mio caso forse
sono superflue ^^…! Mi chiamo Ein Wong.
Le due giapponesi risposero cordialmente. Quiche,
invece, era a dir poco nervosetto: tutta quell’attesa lo stava snervando,
voleva prendersi quella benedetta Tavola ed andarsene all’istante. E l’essere
stati accolti così cerimoniosamente dentro il dojo per lui era anche troppo,
non sarebbe neppure entrato se gli fosse toccato decidere!
“Calmo, devo stare calmo… (<- training autogeno
ndRia xD) In fondo Sel ha detto che il suo incantesimo dura tre giorni no? – si
disse prendendo un bel respiro – Devo fidarmi di lei e avere pazienza… Ecco,
per quella ci sono già più problemi (gocciolone)…”.
Anche Tart sembrava un po’ agitato. Doveva
ammettere che si era immaginato completamente diverso il signor Wong: si era
aspettato un tipo un po’ svitato come la figlia (EHI >____<**! ndPaddy),
invece sembrava un uomo gentile, ma tutto d’un pezzo.
- Papà – lo interruppe Paddy all’improvviso – noi
siamo qui per la Tavola del Drago.
“Usa un po’ più di delicatezza (gocciolone)!! –
pensarono Mina e Strawberry all’unisono – E ora come glielo spieghi perché?!”
- Il cimelio di famiglia? – chiese Ein tranquillo
– E perché?
La biondina si stritolò la stoffa dei pantaloni
nei pugni e serrò gli occhi, in difficoltà:
- M-mi dispiace… Però non posso dirtelo!! (CHE
O___O”””?! ndTutti+Ria)
“E TU SPERI CHE CE LA DIA (gocciolone doppio)?!?!”
La ragazzina chinò la testa quasi fino a terra:
non sopportava di mentire a suo padre, ma non poteva certo dirgli la verità!
- Ti prego, papà…! – lo supplicò – Lo so che non è
una grande spiegazione, ma è davvero importante!
Nella sala scese il silenzio. Il signor Ein guardò
un secondo la figlia, poi sospirò:
- Mi dispiace, Paddy, ma sai bene come sono le
regole del Dojo.
- Cos…!
Prima che Quiche facesse qualunque stupidaggine
Strawberry gli afferrò eloquentemente il braccio:
- Sei impazzito?! – sibilò pianissimo – Che vuoi
fare?!
- Non possiamo aspettare i loro comodi! – sbottò
lui a mezza voce – Noi…!
- Noi
abbiamo tre giorni, Quiche! Fidati di Paddy… e Di Sel.
Il ragazzo la fissò, quindi si risedette composto
sospirando: aveva ragione, e in fondo cosa si era detto fino a dieci secondi
prima? (APPUNTO -____-“. ndTutti)
La verità era che era troppo preoccupato… Sapere
di essere distante da Selena con quel pazzo di Shorai in giro non lo
tranquillizzava, anche se sapeva che erano schermati.
Intanto i due Wong sembravano non aver notato
nulla. Paddy, dopo un istante di tentennamento, fissò più decisa il padre:
- Allora ti sfido ad un incontro di Kempo! –
esclamò a pieni polmoni – Se vinco, prenderò la Tavola del Drago!!
I due alieni assunsero un’espressione dubbiosa,
mentre Strawberry e Mina sgranarono gli occhi preoccupate:
- K-Kempo (gocciolone)…?
- Cercate di spiegarvi meglio… - mormorò Quiche
col tono più calmo che gli riuscì – Mi stareste dicendo che dobbiamo lasciare
tutto nelle mani della scimmia?!
- Primo si chiama Paddy – rispose pacata Mina – e
secondo non abbiamo molta scelta!
- Pensa a riprendere la soluzione di Kyle per le
orecchie, sei tornato normale. – disse Strawberry indicandolo.
Quiche, che aveva preso a farneticare da quando
Shang Chiang li aveva scortati in un’altra sala, mentre Paddy e suo padre
discutevano, notò solo in quel momento di aver ripreso il suo aspetto normale.
Ghignò e, con un suono ovattato, sparì.
- QUICHE!
- E adesso dov’è?! – esclamò Strawberry arrabbiata
e preoccupata assieme.
- Temo che sia andato a cercare quella dannata
Tavola! – rispose Tart – Dobbiam…!
Non terminò la frase perché si sentì un altro
rumore e il piccolo alieno fu investito da una grossa massa non identificata,
che gli rovinò addosso con un lamento.
- AHIO…! Quiche, che cav…?!
L’alieno dai capelli verdi si massaggiò la testa e
si guardò attorno, confuso:
- Ehi… Ma perché sono ancora qui?
- E’ quello che vorrei sapere anch’io! – disse con
enfasi la rossa – Ma prima ti picchio, deficiente, poi cerco la spiegazione!!
Che cavolo pensavi di…?!?
- Brava
Sibi-chan, picchialo forte!!!
Ci furono due secondi di stasi, nei quali l’unico
rumore fu un corale “eh?” e il suono meccanico delle alette di Masha, che si
allontanava dalla cintura della mewgatto e riprendeva le sue normali
dimensioni:
- Una
chiamata, una chiamata Pii!! – fece la sua vocetta squillante.
Dai suoi occhi partirono due raggi di luce
bluastra e la voce che emetteva cambiò, mentre appariva un’immagine:
- Pestalo
per bene, quel dannato deficiente!!
- KERIS?!?
- E
chi volevate che fosse?
- Perché parli attraverso Masha? – domandò
Strawberry (ancora le mani al colletto di Quiche ^^”””) senza capire.
- Sì, tu che c’entri adesso? E tu lasciami
(gocciolone)!
- C’entro,
c’entro… Hu hu…
- l’immagine indicò Quiche con veemenza – Ben sapendo che questa testa calda e il suo degno
fratellino avrebbero creato delle grane…
- Ehi, io che c’entro?!
- Zitto
tappo! – lo
seccò Poi riprese a parlare sorridendo – Dicevo, ben sapendo questo, li ho dotati tutti e
due di un piccolo oggettino che aveva creato quel pazzo di Shorai e che io gli
ho gentilmente rubato prima di
scappare: questo, se viene tarato su certe persone, impedisce a chi lo indossa
di disubbidire a queste stesse persone. – sorrise pericolosamente, mentre i due alieni si
guardarono i polsi: il braccialetto che gli aveva dato alla partenza…! – Indovinate su chi ho
tarato i nomi?
- Oh, tu, brutta piccola…! – Strawberry fermò
Quiche prima che si avventasse su Masha, solo per far sparire la faccia di
Keris dalla sua vista.
- Ehm, Ki-chan, non ti pare di aver esagerato
(gocciolone)?
- Ti sembra il caso di difenderlo dopo questo
numero che ha combinato (gocciolone)? – sospirò Tart.
- Masha
doveva avvisarmi quando i miei ricordini si fossero attivati – continuò Keris
trionfante – e
se ora farete qualche altro casino vi bloccheranno!!
Sorrise diabolica. La vena sulla tempia del
ragazzo più grande era in procinto di scoppiare:
- Ma tu ce l’hai così tanto con me, nana?!?
- Certamente,
lurido porco!
- Non dirmi che hai fatto tutta questa scena per quello!! – fece esasperato; le due
Mewmew si guardarono preoccupate – E, a parte il fatto che sarebbero fatti miei
e di Selena, ti rendo noto che era consenziente!
- NON
M’INTERESSA!!
- Ommamma -\\\\-… - mormorò Strawberry, capendo ed
arrossendo per l’imbarazzo – Ma perché devo sempre essere partecipe di queste
cose?
- “Consenziente”…?
- Non sono argomenti per te Tart ¬\\\\¬.
- In
ogni caso…! –
concluse l’aliena con voce acuta – fate i bravi! Tanto quei cosi non si possono
rompere!
E ridendo scomparve insieme alla luce degli occhi
di Masha, che tornò a sorridere con un sonoro “Pii”.
Quiche si mise a sedere, massaggiandosi la fronte
con aria stanca:
- Io quella la uccido…
- Ma dici che davvero non si possono rompere? –
disse Mina scrutando il cerchio al polso di Quiche.
- Temo di no… - sospirò profondamente – E quella
tipa mi sfinisce troppo anche per provarci…
Il ragazzo mandò la testa all’indietro. Strawberry
gli poggiò una mano sulla spalla e gli porse la pillola di Kyle.
Appena in tempo, perché qualcuno aprì la porta. Il
gruppo si risedette composto a velocità supersonica, nella speranza che
finalmente sbucasse Paddy, ma invece apparve qualcun altro:
- Il signor Ein e la signorina Paddy mi chiedono
di scusarli per l’attesa, ma devono discutere alcune cose. Intanto questo è il
pranz… Oh!
- Oh, Yue Pin?
- Ciao Yue Pin! – esclamò Strawberry.
Quiche fissò il cinese ch entrava, seguito dal
vecchio Shang, con un grosso vassoio in mano, mentre Tart alla sua vista si fece
piccolo piccolo, nel panico.
“Accidenti, proprio quell’umano dovevo
incontrare?!”.
Anche se in quel momento aveva un aspetto del
tutto simile ad un ragazzino terrestre, Yue Pin l’aveva visto bene in
faccia(**) quella volta che era venuto in Giappone e dubitava che il “bel
ricordo” di quell’esperienza lo avesse già abbandonato.
“Se mi riconosce succede un bel guaio
(gocciolone)…!”.
- Discutere di cosa? – domandò intanto Strawberry,
mentre le venivano serviti una serie di piatti fumanti.
- Purtroppo non possiamo assistere – disse il
ragazzo – ma ritengo che sia per il motivo per cui vi trovate qui… E forse
altre faccende.
Concluse vago. I due finirono di servire il pranzo
e si congedarono.
- Beh, per lo meno conoscono l’etichetta questi
combattenti di arti marziali.
- Mina!
- E’ bene non lasciare a loro stessi gli ospiti,
in qualunque caso… - continuò imperterrita con fare saccente - E una gentilezza
come offrirci il pranzo, data l’ora, mi sembra d’obbligo.
- Non ti capirò mai (gocciolone)… - borbottò
lugubre la mewgatto.
Tart sospirò sollevato di averla scampata e
cominciò soddisfatto a mangiare, dato lo stomaco che reclamava. Quiche, facendo
buon viso a cattivo gioco, si aggregò.
- Sentite un po’ – disse dopo qualche minuto – non
che me ne freghi granchè, ma chi era quello?
- Uhm… L’allievo del signor Wong, se ricordo bene.
– disse Strawberry addentando un nikkuman.
- Sì, esatto. – confermò Mina – Era venuto in
Giappone per confermare il fidanzamento con Paddy, giusto?
Tart per poco non si strozzò.
- C… COFF…! C-CHE?!? – poco ci mancò che il riso
che stava mangiando gli cadesse d’in bocca dallo stupore.
- Ah, sì! – esclamò Strawberry ricordando – Se non
sbaglio aveva detto che per ottenere il diploma di insegnante…
- Doveva sconfiggere un allievo più forte di lui
designato dal suo maestro, ossia Paddy. Esatto. – continuò Mina sempre
mangiando.
- Ma se avesse vinto lui – riprese la rossa – non
aveva detto che avrebbe chiesto la sua mano?
Tart continuava a fissarle con gli occhi a palla.
- Sì, esatto – le due ragazze, invece, sembrava
chiacchierassero del tempo, con Quiche attento alla storia (se proprio non
poteva fare niente, tanto valeva passare il tempo no?) – ed è quel che ha
fatto, non ricordi?
Se c’era un livello più basso di “disperazione”,
Tart lo aveva appena raggiunto.
- Però Paddy s’era rifiutata di accettare il
fidanzamento o sbaglio?
- No, hai ragione, ma forse è per anche per quello
che ci mettono tanto… Forse il signor Ein non vuole accettare un rifiuto…
Le due ragazze si fissarono un istante.
- Però lui era proprio gentile vero? – fece la
rossa gongolante.
- Già, forse è per quello che lo respingeva,
probabilmente si sentiva confusa…
- Uuuh, sembra che qualcuno abbia un rivale! –
rise Quiche prendendo a pacche sulla schiena il fratello – Tra l’altro
ufficiale, come pensi di fare?
Ma Tart si limitò a fissare il suo piatto e a
riprendere a mangiare senza rispondergli.
- Uh? Ehi, che hai?
- Niente. – rispose asciutto e si infilò in bocca
un involtino primavera per non dover rispondere… E ustionandosi la lingua
prevenendo così risposte future.
In quel momento la porta si aprì di nuovo ed entrò
Paddy. Sospirò stancamente, ma sembrava allegra.
- Paddy…! Allora? – Domandò Strawberry eccitata.
- Ha accettato di sfidarmi. – fece con un gran
sorriso – Oggi al tramonto.
Quiche sospirò irritato:
- Dobbiamo aspettare tutto questo tempo?! – le due
ragazze più grandi lo scrutarono torve – Ok, ok…
- Scusate se ci ho messo tanto, ma alla fine
abbiamo chiacchierato un po’…
- Lascia perdere – disse il ragazzo all’improvviso
– non lo vedevi da parecchio, no?
Lei lo fissò un secondo e poi annuì sorridendo.
- Ehi, però adesso ho fame! – esclamò Paddy – C’è
qualcosa anche per me?
- No, scordatelo! – scherzò Strawberry.
Le due presero a bisticciare per gioco mentre Mina
le rimproverava di far troppa confusione e Quiche rideva, finalmente più
disteso. Ma c’era qualcun altro, invece, che non aveva per niente voglia di
ridere e, quatto quatto, uscì.
- Uh? Tart…?
- Ehi, dov’è andato Taru-Taru?
I tre ragazzi guardarono Paddy dubbiosi:
- “Taru-Taru”?
- Beh, che c’è? – domandò innocentemente.
- Lascia perdere (gocciolone).
Il ragazzino, intanto, era sgattaiolato fuori
velocemente. Anche se avrebbe dovuto condividere l’allegria degli altri perché
le cose procedevano tranquillamente, l’ultima cosa che voleva in quel momento
era ridere.
Si allontanò lungo il corridoio che avevano
percorso all’entrata ed uscì fuori nel piazzale interno, iniziando a percorrere
lentamente il cortile lungo i muri dell’edificio finchè non trovò un angolino
all’ombra e, quasi fosse improvvisamente esausto, si sedette schiena alla
parete tirando le gambe al petto; sospirò incrociandoci sopra le braccia e
affondando in esse la testa.
Gli sembrava impossibile che quel ragazzone di
prima fosse il fidanzato di Paddy…! E soprattutto gli sembrava assurdo
scoprirlo proprio in quel momento, che aveva capito quanto le volesse bene:
certo se non aveva prima il coraggio di dirglielo, ora era anche demotivato.
“Però Strawberry ha detto che Paddy s’era
rifiutata…”.
Ma quel pensiero non lo confortò, anzi, gli fece
rimbombare soltanto più forte nelle orecchie il seguito del discorso:
- Però lui era proprio gentile vero? – fece la rossa
gongolante.
- Già, forse è per quello che lo respingeva, probabilmente si
sentiva confusa…
Chi gli diceva che il signor Ein non la
convincesse a cambiare idea? E poi perché nonavrebbedovuto cambiare idea?
Si sentì così triste che non valutò nemmeno la più
semplice e felice delle risposte a quella domanda e serrò gli occhi nascondendo
il viso tra le braccia.
- Eccoti finalmente!
Non fu tanto il tono aggressivo che sorprese Tart,
quanto piuttosto la voce che aveva parlato.
Si rizzò in piedi come se l’avessero morso e,
pregando che i suoi occhi non fossero lucidi, fissò arcigno Yue Pin, che del
resto non lo guardava certo più amichevolmente.
- Che vuoi?
- Credevi che non ti avessi riconosciuto?! –
sbottò il cinese – Non so come ti sia fatto sparire quei due strani cosi, ma
non me la dai a bere!
- Con strani cosi non intenderai le mie orecchie
spero!! – ringhiò il ragazzino: “Come odio questo tipo!”.
- Non so perché tu ti trovi insieme alla signorina
Paddy e alle sue amiche – continuò Yue Pin imperterrito – ma non penserai per
caso che lasci impunito quello che hai combinato, vero?
- Se ci troviamo in gruppo un motivo ci sarà, non
pensi deficiente? – sibilò lui rabbioso – E ora lasciami perdere…
- Scappi? – gli domandò fiero – Sei anche un
codardo?
Tart si fermò dov’era senza voltarsi:
- Senti tu… Quanti anni hai?
Yue Pin lo fissò confuso, ma rispose lo stesso:
- Diciotto.
- DICIOTTO?!? – si girò l’alieno di scatto
fulminandolo con gli occhi – Dammi pure del codardo, ma tu sei un pedofilo!
Come puoi accettare una ragazzina che ha quasi la metà dei tuoi anni come fidanzata?!?
- Non penso che questo c’entri qualcosa. – rispose
l’altro asciutto.
- Invece sì!! – urlò Tart a pieni polmoni – Come
suo… Come suo amico non posso certo lasciare che succeda una cosa del genere!
- E io come suo futuro marito ho il dovere di vendicare
una sconfitta subita, per l’onore della palestra.
“SUO FUTURO MARITO UN TUBO!!!”. Pensò il brunetto
ad un passo dal seccarlo con un chimero.
- Bene! – sbottò poi – Se la metti così accetto la
tua sfida!
- Sei sicuro di volermi affrontare ragazzino? Potrei
farti male.
- Ha ha ha! – fece Tart aspro ridendo per finta –
Questo è da vedere, buffone! Ma se perdi lascerai stare Paddy!!
Yue Pin non rispose.
- Non possiamo affrontarci adesso, il signor Wong
non approverebbe una sfida per vendetta. – disse quasi tra sé – Ma si tratta
d’una sfida per il mio onore e quello di sua figlia, quindi mi sta bene.
“E falla finita con ‘sta storia!” pensò lui
paonazzo di rabbia in volto.
- Ti chiamerò io. Nel frattempo ti tengo d’occhio,
ragazzino.
I due si fissarono negli occhi alcuni istanti, poi
Yue Pin se ne tornò da dov’era venuto. Quando fu sparito dalla sua vista Tart
si passò una mano sulla fronte, gemendo:
- Sono impazzito…! Che cavolo m’è passato per la
testa…?!
“E ADESSO COSA FACCIO?!”
*___________
Nello stesso momento, Shorai sbuffava guardandosi
la manica insanguinata dell’abito: ecco perché normalmente lasciava i lavori di
ripulitura ai sottoposti, levare il sangue dai vestiti era così difficile…!
“Beh, stavolta non ha importanza. – pensò
accomodandosi meglio sulla sedia – E data la situazione è meglio che cerchi di
non pensare a particolari così superflui”.
Il suo piano aveva preso una piega imprevista dopo
che Tanir aveva fallito nell’applicare lo shàdigar a Keris, ma la forza che
aveva sprigionato MewLory lo aveva convinto a non desistere: adesso voleva il
MewTeam ancora più vigorosamente. E il bello era che, visti i risultati, non
era necessario che fossero vive.
“Avevo avuto delle riserve all’inizio, ma i
risultati con la piccola aliena mi rincuorano.” Sorrise. Ora che ci rifletteva
a sangue freddo forse l’errore di Tanir (e la sua punizione) gli sarebbero
tornati utili per testare l’ultima parte della Tavola, mentre l’incantesimo di
Selena, qualunque esso fosse, avrebbe tenuto a bada qualsiasi colpo di testa di
Phiras, anche se dubitava che dopo quello che gli aveva visto fare al compagno
fosse tentato di rischiare la stessa sorte: “E’ un grave difetto della Tavola –
sospirò deluso – ma data la situazione avrò tutto il tempo di analizzarla
meglio. E quei sette saranno un’esca perfetta.”.
Gli ultimi pezzi del puzzle che aveva creato
stavano tornando al loro posto.
La lotta tra le MewMew e i suoi servi aveva
fortificato le ragazzine proprio come voleva lui, come i tre Gaeiani: certo non
erano cavie eccellenti come le Terrestri, ma avrebbe potuto utilizzarle; infine
le analisi di Tanir e di Phiras gli avevano confermato la chiave per il Secondo
Sigillo. Ora non restava che costringere i pesciolini a gettarsi spontaneamente
nella sua rete.
- S-signore…?
- Phiras. – disse laconico Shorai dopo qualche
istante, evidentemente infastidito dall’intrusione – Cosa c’è?
- S-sono qui, signore.
Shorai si alzò con calma, sorridendo perfido.
Mentre il suo padrone si avvicinava alla porta
Phiras fece entrare tre persone; tutte indossavano una mantella verde cupo con
cappuccio, più probabilmente per il clima che per nascondersi data la
temperatura in superficie di quel posto. Quello in testa al gruppo sembrava condurre
gli altri: alto quanto Shorai aveva il viso scoperto nonostante il pastrano ed
avanzava con passo marziale, facendo risuonare passi pesanti di stivali; aveva l’aria
del capo. La figura al suo fianco invece era bardata dalla testa ai piedi, ma
dalle forme e dai lungi boccoli color miele che sfuggivano al cappuccio
s’intuiva che fosse una donna. Il terzo era un bestione alto almeno due metri:
a differenza degli altri si abbassò il cappuccio appena mise piede nella sala,
scoprendo un volto squadrato dall’aria truce e capelli tagliati malamente
corti.
- Benvenuti. – sorrise Shorai col suo fare falso –
Avete fatto presto.
- Per un cliente come voi, questo ed altro. –
rispose la donna con voce flautata. Il capo le fece bruscamente segno di
tacere.
- Quanti sono?
- Nove. Posso indicartene cinque di davvero
fastidiosi, ma ritengo che possiate gestirveli egregiamente.
La voce di Shorai non cambiò tono mentre parlava e
il suo sorriso non svanì, ma il gelo era piombato nella sala. I tre parvero non
scomporsi, mentre Phiras guardava alternativamente con apprensione il suo capo
e con rabbia loro.
- Che ne dobbiamo fare? Ammazzarli?
- Vi indicherò io alcuni soggetti, ma gli altri
gradirei riusciste a portarmeli qui vivi. – rispose con sufficienza.
Il capo del terzetto sorrise.
- Sembra che vi premano molto.
- Se no non vi avrei chiamati. – rispose con fare
velenoso l’altro, senza smettere di sorridere.
Ci fu un istante di silenzio.
- Duecentomila a testa per chi sopravvive. Cento
per chi ti ammazziamo. Quindicimila d’anticipo.
Shorai lo fissò un istante e sospirò, quasi con superiorità:
- Oh, dimentico quasi sempre che i mercenari
agiscono per denaro…
- Perché non ricorre ai suoi leccapiedi la
prossima volta allora, se sono tanto più nobili? – stavolta parlò il gigante;
il suo capo lo gelò con lo sguardo.
- Oh, suvvia! – rise Shorai – Sapete bene come
apprezzi il vostro operato, e in questo caso ho bisogno di un lavoro di fino.
Il capo annuì:
- Molto bene. Partiremo immediatamente, saremo
sulla Terra per domani sera.
- Perfetto.
Shorai schioccò le dita. Phiras trottò verso di
lui con in braccio un sacchetto colmo di qualcosa di non ben definito che il
bruno gli strappò di mano e mise nelle braccia del capo del gruppo:
- Vi manderò istruzioni.
I tre uscirono nuovamente senza una parola.
(*) Significa “generale” in cinese; una curiosità…
Mentre cercavo come chiamare il nostro Shang, ho scoperto che è un nobile nome
x i Chow Chow xDDDD!!!
(**) ep. 33… Sarà anche carino lui, xò non ho
ancora capito xkè Ichigo, Minto e Retasu gli sbavino dietro…
Et voilà! E così fanno
il loro ingresso (?) i nuovi pers… Chi saranno? Mi disp, ma dovrete aspettare
ancora un pochino ^^+! (Che crudele T__T*! lasciarci così in ansia per la
nostra vita! NdTutti_Pers – Ma non odiavate questa fic? ndRia_sospettosa – Sì,
ma vorremmo continuassi per poterla far finita! - … -______-***). Ora sono in
“ferie” una settimana, quindi cercherò di aggiornare il prima possibile!
Preparatevi al prox cap! (con disegnino, se riesco ^^””). Ah, lo so che il
soprannome “Taru-Taru” che usa Purin dovrebbe venire da Taruto e non da Tart,
ma è troppo carino >\\\\<….! Alla prossima gente!
Tart VS Yue
Pin e Ein Wong VS Paddy Wong! La nostra sorte nelle mani di due ragazzini di
dieci anni! ndQuiche_sarcastico
Kisshu:<< Ehi, ma
quella deficiente dell’autrice?! >>
Selena:
<< SHHH!! Abbassa la voce! >>
Kisshu:
<< Un CORNO!! EHI CRETINA, DOVE CAVOLO SEI?!? >>
Ichigo:
<< HA RAGIONE! È da pasqua che noi siamo bloccati in quel buco di
palestra in Cina, dov’è quella disgraziata?!? >>
… SIIIIGHH… cattiviiiiii… ç___ç
non è stata colpa miaaaa….!!! <- Ria piange
disperata
Kisshu:
<< Allora ci sei, demente!!! >>
Ma perché mi trattate tanto male
T__T?!guardacheiostudio,nonmigrattomica!!!
Taruto:
<< Ehi, tu, non farle troppo girare le scatole che poi tocca a me beccare
la sua ira in questo cap (gocciolone)!!!!
Kisshu
(in*****to come una belva e completamente incurante): << TU SEI SOLO UNA
CRETINA!!! TI METTI A SCRIVERE LE COSE POI NON RIESCI
A CONTINUARLE >____<****!!! >>
…. ç_ç***… <- Ria si sta
arrabbiando…
Kisshu:
<!! NULLATENENTE!! >>
Pai:
<< Dai, conosci insulti tanto complicati -_-?
>>
SCRITTRICE FALLITA?! SN 2 MESI CHE MI FACCIO UN C**O COSì
PER PREPARARMI AGLI ESAMI E CERCO CMQ DI LAVORARE PER LE MIA
FANFIC COSì DA LIBERARVI (dovresti ringraziarmi!!) E
MI PARLI COSì?!? E SIA *__*!!
IN QUESTO CASO IN QUESTO CAP SFOGERò LA MIA IRA SU TARUTO, MA VEDRAI NEI PROX
COSA TI COMBINO +___+!!!
Kisshu:
<< Ops O__O”””… >>
Taruto:
<< E IO CHE COSA C’ENTRO ç__ç?! >>
[mi scuso coi lettori per questa mostruosa ca…volata di
introduzione ^^””, m’è venuta così… seriamente, so bene di non aver aggiornato
da una vita, ma l’università m’ha tenuta molto occupata e nn sn proprio
riuscita a concentrarmi sulla pubblicazione del Collezionista… Cmq per farmi
perdonare posto 2 cap (Che gentile ç___ç*** ndTutti -
¬_¬….): altte news e
ringraziamenti alla fine del prox!!! A presto gente!!!]
Cap. 39 – Kou-En-Ji Kenpo! La sfida del Maestro e la
lotta dei Promessi Sposi
Mentre Quiche e
gli altri aspettavano l’evolversi degli eventi in Cina, in Giappone il resto
del gruppo poteva finalmente prendere un po’ di respiro.
Subito
dopo la partenza Selena e le altre erano tornate tutte a casa, dato che il
Caffè sarebbe rimasto chiuso; soltanto Keris, incurante delle richieste di Sel,
si era intestardita a voler rimanere lì.
Proprio a
questo pensava la ragazza dai capelli argentati mentre
stava per varcare la porta di casa Momomiya. Era quasi certa che l’amica
l’evitasse ed era altrettanto certa che la cosa
riguardasse quello che era successo la sera dell’attacco dello shàdigar.
“Ma
perché, cos’ha visto di così terribile?! – pensò preoccupata – Non capisco proprio…”.
Sospirò e
prese ad armeggiare con la serratura; in quei momenti il teletrasporto sarebbe
stato utile, quella dannata chiave doveva avercela con lei.
“A
proposito… - s’illuminò – La cosa che davvero ora mi preoccupa è quell’aggeggio che Ki-chan ha dato a Tart e Quiche. Non so
perché ma non mi fido molto… (gocciolone)”. (E non sai
quanto hai ragione -____-**! ndTart_e_Quiche – Hi hi
hi +____+ ndKeris - Ehm ^^”””… ndRia)
Sospirando
ancora entrò in casa, restando gelata sulla soglia: un uomo dai capelli scuri
se ne stava tranquillo sul divano del salotto a leggere il giornale, mentre una
donna dai capelli color ciliegia, sentendo aprirsi l’ingresso, si era
affacciata dalla cucina.
Sorrise
Selena tirata, maledicendo Kyle: le aveva detto che
sarebbero arrivati il giorno dopo, perché erano in casa?!
“E adesso
(gocciolone di panico)?!”.
-
Buongiorno! – sorride radiosa la donna – Ci ha
chiamato la scuola di Strawberry, tu devi essere Selena giusto? Io sono la
mamma di Strawberry.
-
P-piacere signora (gocciolone)… – “La scuola? Ma Kyle come fa a spacciarsi in
questo modo per chiunque?!?”
- Dammi del tu cara! – rise la donna – Mi chiamo
Sakura, e lui e mio marito Shintaro.
- Salve…
- fece la ragazza in direzione dell’uomo, cercando di essere il più naturale possibile.
- Mi
dispiace che non ci siamo potuti presentare prima –
continuò Sakura gentilmente – purtroppo noi eravamo in viaggio… Certo che è
stata una fortuna che la nostra Strawberry si sia offerta volontaria quando
sono successi tutti quei problemi con l’altra famiglia che avrebbe dovuto
ospitarti…
- Già
(gocciolone) – rispose ridacchiando agitata – proprio una fortuna…!
- Ma come mai sei da sola? – domandò a
bruciapelo Shintaro – Non dovrebbe esserci anche un ragazzo assieme a
te? E Strawberry?
Selena
s’irrigidì: “E adesso cosa mi invento (gocciolone)?!?”
- Eh…
Ehm, mi ha detto che doveva organizzare una cosa per
la fine della scuola (gocciolone)!! – s’inventò di sana pianta, pregando di non
dire delle sciocchezze – Probabilmente sarà una cosa lunga, quindi ha detto che si fermerà a dormire da un’amica.
- La
solita… - sospirò la madre dopo un pochino – Sempre le cose all’ultimo momento!
- E il tuo amico? – richiese il padre.
“Mi dia
tregua, un attimo (gocciolone)!” pregò Selena in preda al panico:
- Il… Il
nostro gruppo faceva una gita, ma io ero stanca così (gocciolone sempre più
grosso)…!
- Ma certo, capisco. – sorrise Sakura – Non preoccuparti.
Selena
sorrise, tirando di nascosto un sospiro di sollievo;
se l’erano bevuta: “Ora capisco come mai Kyle li ha convinti tanto facilmente
(gocciolone)…”.
- Beh,
dato che sei qui – continuò Sakura – te la senti di
mangiare qualcosa con noi? Stavamo per metterci a tavola ^^.
- Ah…
Certo!
Mentre la
donna tornava in cucina Selena prese a riflettere, ad essere
onesti i genitori di Strawberry in quel momento erano un bel problemino:
non poteva agire liberamente con loro in casa e avrebbe voluto invece
concentrarsi sul problema “Keris”.
“Vabbè – pensò rassegnata – per il momento starò al gioco. Speriamo
che i ragazzi tornino presto…!”.
*___________________
- Tu non
dovresti riposarti? – domandò Pie con aria di rimprovero.
- Non
preoccuparti, sto benissimo. Ancora questo e poi faccio un pisolino, ok? –
rispose Lory sorridendo.
Pie
sbuffò. Dopo aver riportato la ragazza a casa era tornato sull’astronave per
rianalizzare alcuni dati che aveva trovato, ma non cavandoci un ragno dal buco
aveva deciso di fermarsi un secondo e cercare di riordinare le idee; quando era
andato a trovare Lory per vedere come stava si era però arrabbiato, perché
l’aveva trovata tutta intenta a far qualcosa, invece di riprendere le forze.
- Anche
se ti senti meglio non dovresti sforzarti – continuò decisamente
innervosito – devo ricordarti che ci hai quasi lasciato le penne?
- Non è il
caso di arrabbiarsi così – replicò lei con calma – ti ho detto
che cinque minuti e la smetto, ok?
Lui
sbuffò senza replicare.
- Però
grazie di preoccuparti così per me. – gli sorrise lei,
un po’ in imbarazzo.
Pie
guardò dall’altra parte, mandando un monosillabico “uh” di risposta.
- Si può
sapere almeno cosa stai facendo? – le chiese con più dolcezza.
Alla
domanda lei nascose in fretta e furia quello che aveva in mano e prese ad
ammirare il muro dall’altra parte:
- NIENTE
>\\
Lui la
guardò prima sorpreso, poi con un’aria vagamente divertita:
- Ah sì?
- SI’ >\\\\
Scese
qualche secondo di silenzio, in cui Lory continuò a nascondere il
suo misterioso tesoro dietro il cuscino e a guardare da tutt’altra parte. Grave
errore, perché Pie le prese rapidamente l’oggetto dalle mani.
- Ah, NO!
Dai, ridammelo o\\\\o!! – gemette lei, rossa come un
pomodoro.
Lui
sorrise un po’ malizioso ed osservò cosa aveva preso, restando un po’
interdetto. Lory divenne ancora più rossa e, alzatasi, glielo strappò senza
troppi complimenti dalle mani, nascondendolo tra le braccia.
Pie restò
qualche istante a fissarla, incrociando le braccia; Lory, come intuendo il suo
sguardo inquisitore, si girò pian piano, tenendo lo sguardo basso.
- Un
pupazzo… - disse semplicemente lui. Lei annuì:
- Un
pupazzo. – ripetè a bassa voce.
- E ti vergogni?
Stavolta
lei non rispose, a disagio.
Lui mandò
un sospiro e, sorridendo, le prese con gentilezza nuovamente il bambolotto:
aveva un aspetto vagamente alieno, con le orecchiette
allungate e gli occhi giallo-oro, lo sguardo dolce ed un gran sorriso;
come vestito le era stato cucito un abitino bianco senza maniche con una
cinturina, lo stesso che Lory aveva visto nei dati che Masha aveva prelevato
dai computer alieni mesi prima(*).
- È
carino. – disse il ragazzo con calma.
- S-sul
serio? – balbettò lei. A Pie scappò un risolino:
- Perché ti stupisci tanto?
- B-beh…
- Lory prese a tormentarsi le mani – Pensavo che li avresti considerati…
Stupidi.
Lui fece
un’espressione più seria, avvicinandolesi:
- Mi credi
davvero tanto… - non gli venne un termine migliore – …“Bestia”?
- No…!
N-no… - rispose frettolosamente, agitandosi – S-solo che so
bene come sono di carattere, e-e a volte penso invece a come sei fatto tu e…
Pie
sospirò:
- Ho
capito. – con dolcezza la costrinse a guardarlo negli occhi –
Ma ti è mai passato per la testa che io mi sia innamorato di te perché sei così?
Lory non
rispose, ma la sua faccia s’infiammò istantaneamente.
“… Mi sa che
sono stato troppo diretto…” pensò lui, trattenendo una risata intenerita. (Direi che sei stato DECISAMENTE troppo diretto ^^””” ndRia
– Ci muore Lory così! ndTutti)
- Ora
però riposati, sul serio. – insistè ancora – Lo finirai più
tardi, va bene?
Lory,
ripresasi dallo stato catatonico, annuì vigorosamente.
*________________
- Uffa…
Che noia! – si lamentò Keris, la testa appoggiata ad uno dei tavoli del Caffè –
Non ho niente da fare…!
- Mi
sembra ovvio, dato che il locale è chiuso. – rispose saccente Ryan, alle sue
spalle – Perché non sei andata via con Selena?
Lei lo
fissò da sopra la spalla, senza sollevare la testa dal tavolo:
- Non
voglio che mi faccia domande. – rispose borbottando. Poi, assumendo
un’espressione triste, si voltò di nuovo.
Ryan sbuffò:
“Certo che mi da un bel po’ da fare…!”.
- Prendi.
- Eh?
Keris lo
fissò un istante:
- Perché mi dai le pastiglie di Kyle? – domandò, vedendo le
due specie di confetti che il ragazzo le aveva
appoggiato accanto. Lui non rispose e si allontanò verso la porta che dava al
cortile:
- Su,
vieni.
- E-ehi,
aspetta un secondo! – sbottò lei alzandosi – Perché dovrei
darti retta?!
Ryan si
fermò, ma non la guardò. Keris invece lo scrutò arrabbiata, anche se aveva
deciso di dare retta al consiglio di Pam era ancora arrabbiata con lui (e del
resto, non dava per nulla credito alle teorie della ragazza sui sentimenti del
biondo).
- Tu hai
mai visto il mare?
- Eh? –
la ragazza impiegò qualche secondo a capire la domanda.
- Hai mai
visto il mare? – le richiese Ryan. Lei fece un istante mente locale, per vedere
se aveva effettivamente capito, quindi scosse la testa:
- N-no… -
rispose timidamente, cercando di non smettere di guardarlo storto.
Lui si
girò e sorrise:
- Beh, è
un’occasione no? – e si avviò di nuovo alla porta –
Andiamo…
Keris lo
vide sparire in cortile. Restò qualche istante ferma e
poi, sbuffando, lo seguì.
- Mi
spieghi perché quest’idea all’improvviso? – si lamentò lei uscendo, cercando di
essere il più ostile possibile – E cos’è quell’affare?
- Si
chiama moto. – rispose Ryan asciutto allo sguardo disgustato dell’aliena, che
scrutava ben poco convinta il mezzo – Coraggio, sali.
- Su quel
coso?!? – sbottò – No, grazie!
Lui la
fissò un secondo e, senza dire altro, le lanciò in braccio un casco integrale
nero:
- Ti
conviene mandare giù quella roba. – continuò tranquillissimo come se lei non
avesse aperto bocca – Non credo che il mio casco sarà
molto comodo, altrimenti.
Lei
continuò a fissarlo con gli occhi che dicevano “non-salgo-su-quel-coso-manco-morta”,
ma Ryan accese tranquillamente il motore e la guardò di nuovo. Dopo qualche
istante Keris sbuffò, ma obbedì: in fondo era curiosa di sapere cosa stava
frullando nella testa del biondino.
- Ma più che per il
gruppo in se, è evidente che Ryan teme possa succedere qualcosa proprio a te.
- Staresti dicendo
che tutto quel che m’ha detto si potrebbe tradurre con un “per favore non
andare a cacciarti nei guai perché mi fai solo preoccupare”?!
Keris
scosse energicamente sulla testa mentre saliva sulla sella: le ci voleva
proprio che in quel momento le tornassero in mente i discorsi assurdi di Pam!
- Guarda
che ti conviene tenerti a me. – le disse intanto Ryan,
vedendola ancorarsi con le mani ai bordi della sella – Non andrò piano.
- Non
preoccuparti. – sbottò lei acida, voltando la testa – Non c’è bisogno che tu faccia per forza il gentile!
Lui fece
spallucce e partì, dando una tale accelerata che Keris si ritrovò semi-sdraiata
all’indietro; spaventata si rialzò di scatto e si aggrappò con tutte le sue
forze alla vita del ragazzo, serrando le gambe lungo i fianchi della moto.
- Io te
l’avevo detto! – urlò Ryan nel fracasso del motore, con aria divertita –
Reggiti, ora accelero.
-
Ancora?! – gemette lei.
Con
rapidità imboccarono la strada principale e la moto si perse in un istante nel
traffico.
*_________________
Nel
frattempo, in Cina, Tart era ancora in piena crisi; dopo il “simpatico scambio di opinioni” con Yue Pin gli ci volle del buono per
calmarsi, anche se non aveva trovato nessuna soluzione.
“Basta! –
si disse alla fine – Sarà quel che sarà! Del resto non
posso lasciare le cose come stanno…”.
Nella sua
testa si formò un’irritante (quanto inquietante) immagine di quella specie di
baccalà in nero assieme a Paddy:
- EH NO!
– urlò serrando i pugni.
A passo
di marcia tornò indietro, prendendo dei lunghi respiri per calmarsi. La cosa
fondamentale in quel momento era non dire niente a nessuno del pasticcio in cui
s’era cacciato, quando sarebbe stato il momento ci avrebbe pensato (e questa è
una soluzione -___o”””?! ndRia).
Quando fu
di fronte all’ingresso della stanza dove si trovavano gli altri inspirò profondamente un ultima volta, quindi aprì la porta
con discrezione, anche se le sue precauzioni furono eccessive: dentro Paddy e
Strawberry stavano facendo un tale fracasso che nessuno si sarebbe accorto di
lui.
- Ma
perché dovrei allenarmi io con te?! – strillò la rossa
scappando dalla bimba – E poi che serve allenarti a tre ore dallo scontro
(gocciolone)?!
- Non devo allenarmi, devo scaldarmi! – replicò
lei convinta – Dai, aiutami!
- No,
scordatelo!!
Le due
continuarono a discutere sotto lo sguardo sconsolato di Mina e Quiche, che
stava seriamente cominciando a pensare di amputarsi la mano col simpatico
regalino di quella mocciosa di Keris e andarsi a prendere la Tavola per i fatti
suoi. Il suo umore però sembrò migliorare moltissimo quando
entrò il fratello minore.
- Oh,
guardate chi è arrivato…! – ghignò vedendolo.
A
sentirlo dire così Strawberry interruppe la sua fuga e sia lei che Mina sorrisero maligne. Tart guardò i tre
ragazzi sospettoso:
-
Bentornato Taru-Taru! – ridacchiò in
coro il terzetto. Il ragazzino li fissò un secondo, prima di rispondere:
- Che
cavolo state dicendo (goccia)?
- TARU-TARU!!
– strillacchiò Paddy, gettandogli le braccia al collo e facendo un giro in
salto usando il suo collo come perno – Bene, così avrò un altro aiutante per
allenarmi!!
- Un che…?! E mollami!! – sbottò arrossendo
e staccando la biondina dal collo prima che glielo rompesse
a metà – E com’è che m’hai chiamato?!
- Eh?
Taru-Taru, perché?
- Ma sei
scema?! – sbottò lui, colorandosi ancora di più – E TU
FALLA FINITA!!
Urlò in
direzione di Quiche, che stava mal celando una prossima crisi di ridarella:
- Certo
che siete… Davvero teneri… - fece con una vocetta acuta rotta dalle risate.
- GIURO
CHE TI UCCIDO >\\\\\\\\<!!
*_______________
L’astronave
era finalmente entrata in assetto e il suo equipaggio potè infine rilassarsi.
- Aaah,
meno male! – sospirò una bella donna dai capelli lunghi, gettando con
malagrazia il pesante mantello verde cupo che aveva addosso alle sue spalle – Ma quel tipo lì… Shorai, o quel che è, non potrebbe
vivere da qualche altra parte? In un posto un po’ più caldo…! Per esempio… Un
pianeta che orbiti attorno ad una stella?!
- Non
lamentarti Bellatrix. – disse il giovane che era entrato con lei, levandosi
anche lui il mantello – con uno come quello, avremo un
bel guadagno.
- E un
gran divertimento Betelgeuse!! – strillacchiò un
ragazzotto sui sedici anni, seduto al quadro comandi,
mettendosi in piedi sulla sedia – Tu pensi troppo ai soldi.
- E voi due troppo a far casino, Alni.
- Noi non
facciamo casino! Vero, Alnilam? Già, non lo facciamo! – ripetè con fare da
bambino, facendosi eco da solo. Un uomo non molto
alto, seduto accanto a lui, mandò uno sbuffo.
- Tu
zitto, Mintaka! Ha ragione Alnitak, sei irritante! –
ringhiò il ragazzo, continuando a ripetere come un disco rotto.
- Voi due
allora non rispondete alle provocazioni, così eviterete
di irritarvi. – sentenziò l’uomo di malavoglia, il volto celato da una maschera
macabramente simile ad un teschio; quell’altro
incrociò le braccia e fece una smorfia sarcastica:
- HA, non
credere di essere così furbo, tu! Giusto, diglielo! – fece ancora.
L’uomo lo
ignorò.
- L’unica
cosa che non capisco è perché io abbia dovuto fingere di essere il capo. –
domandò nel frattempo Betelgeuse, voltandosi verso l’omaccione alto con cui
avevano colloquiato con Shorai - Ti fa così paura quel
tipo, Heka?
L’uomo si
accomodò su quello che sembrava il suo posto di comando e premette un pulsante
sul bracciolo, facendo apparire sul monitor centrale il percorso della navetta.
- Rigel,
a tutta velocità. Voglio arrivare prima di quanto abbiamo stabilito, sono stato
chiaro?
Da un
terzo sedile di affacciò un'altra figura, all’incirca della stessa età di
Betelgeuse, che fece un segno d’assenso e, ghignando, spinse al massimo i
motori.
- Heka!
- Non ho
paura Betelgeuse. – rispose alla fine, sorvolando sul tono sfacciato dell’altro – Ma vorrei evitare di finire sotto formalina come la
metà della gente che gli ho procurato.
Il
ragazzo non aggiunse altro, assumendo un’aria seccata.
- Ognuno
ai propri posti! – riprese Heka perentorio – Questo affare
ci metteràa posto per un po’, non
voglio errori.
*_______________
Keris non
sapeva bene verso che ora erano partiti, ma anche se le sembravano passate
ormai ore da quando Ryan l’aveva fatta salire sulla
moto, non doveva essere stato primo pomeriggio, perché il cielo cominciava
velocemente a dorarsi.
Per tutto
il viaggio lui non le aveva rivolto parola. Del resto,
anche se l’avesse fatto, la ragazza non sarebbe riuscita a sentirlo e, anche in
quel caso, lo avrebbe ignorato: non aveva intenzione di cedere, qualunque cosa
avesse in mente lei non avrebbe abbassato la guardia come al Luna Park,
abbandonandosi a fantasticherie romantiche. Cosa non
semplice, dato che per non cascare si stava reggendo con tutte le sue forze al
ragazzo.
Improvvisamente
com’erano partiti si fermarono. Ryan poggiò i piedi a terra e fece segno a
Keris di scendere, mentre spegneva il motore e metteva la moto sul cavalletto.
- Appena
in tempo, eh? – fece retorico mentre, sfilandosi il
casco, a Keris tornavano normali le orecchie.
Lei non
disse niente e lo fissò storto. Ryan però parve passarci sopra e si avviò al di là del guard-rail senza una parola.
La
ragazza battè un piede con rabbia: ecco un lato di lui
che la mandava in bestia, quel suo mutismo che includeva il tacito ordine di
seguirlo senza remissioni. Sospirò, ma del resto le piaceva anche perché era
così, fatto tutto a modo suo.
“E alla
fine io lo seguo -\\\-… Ma sarò fessa?”. (SI’! ndRia)
Oltre il
guard-rail si trovava un piccolo pendio poco scosceso, con l’erba rada che veniva velocemente inghiottita dalla sabbia. Keris raggiunse
rapidamente il ragazzo, guardando la spiaggia che le si
mostrava di fronte; il suo atteggiamento risoluto scomparve nel giro di
tre secondi:
- CHE
BELLO!! – esclamò a pieni polmoni –
È bellissimo! Guarda, non è magnifico?!
Continuò
euforica correndo verso la battigia. Ryan si limitò a sorridere un poco,
andandosi ad appoggiare ad una piccola staccionata in
legno che d’estate sarebbe servita ai bagnanti per appoggiare le tavole da
surf.
“Per
fortuna non c’è ancora nessuno in questo periodo… - pensò, osservando Keris
accucciata al limite dove si infrangevano le onde ad
analizzare con attenzione la schiuma - … (gocciolone)”.
Dopo
qualche minuto la ragazza trottò nuovamente indietro, un sorriso luminoso da un
orecchio all’altro sul viso:
- È
fantastico! – ripetè per l’ennesima volta, appoggiandosi con entrambe le
braccia alla staccionata – Grazie! Ma come facevi a
sapere che non avevo mai visto il mare?
- So che
il vostro pianeta vessava in pessime condizioni ambientali – disse
tranquillo – ho pensato che sarebbe stato difficile che esistesse un bacino
acquatico grande come un oceano, se il clima vi costringeva a vivere nel
sottosuolo.
- Davvero
un’ottima deduzione! – rispose allegra.
Il
biondo sorrise.
- Oh… -
come ricordandosi qualcosa Keris incrociò le braccia e si voltò improvvisamente
da un’altra parte, facendo uno strano broncio – Giusto, tu mi hai trattata malissimo ieri, sono ancora arrabbiata con te…!
- A me
non sembrava (gocciolone).
Lei non
rispose, arrossendo appena. Ryan sospirò:
- Senti…
Ma perché ti ostini a questo modo a non voler parlare
a nessuno di quel che ti è successo l’altra sera? – le chiese con dolcezza.
Keris lo
scrutò un istante, ma rimettendo prontamente il muso:
- Avresti potuto chiedermelo prima in questo modo, lo sai
-\\\-?
Poi
sembrò intristirsi e si sedette sulla staccionata, sospirando:
– Io ti ho raccontato un po’
della mia famiglia, ti ricordi?
-
Certamente. – fece con calma. Keris cercò di non dare a vedere quanto le facesse piacere che si ricordasse le loro conversazioni. (Qui c’è qualcuno che è cottooo! ndRia
– Ma come una pera! ndStraw)
- … Io
non ho dei bei ricordi dei miei. Beh, quando conobbi Sel-chan non li vedevo da
tre anni, ma… Non so come spiegare… - osservò un secondo un punto non ben definito
sull’orizzonte – Ciò che ricordo non sono persone
affettuose. Non erano cattivi, ma erano come… Freddi, meccanici. -
Il
ragazzo non disse niente, continuando a guardarla.
- Ma dopo… Quell’attacco, quelle voci che ho sentito… N-non so,
mi sembra tutto… Strano, diverso,
come se qualcosa di ciò che è stata la mia vita non sia giusto! - si strinse
con forza un lembo della gonna - So che probabilmente non riesco a spiegarmi,
però…!
- No, ho
capito. – disse atono. Lei prese a fissare la sabbia sotto di sé:
- Non
voglio parlarne a Sel, ho paura che si preoccupi… O peggio.
- In che
senso?
- Se… Se si venisse a scoprire qualcosa di brutto su di me? –
domandò con la voce incrinata – Qualcosa che non ricordo?
E se Selena e gli altri prendessero ad odiarmi?!
Sentì gli
occhi inumidirsi velocemente e chinò di scattò la
testa:
- Non
capisco da dove mi venga questa sensazione, ma se
fosse vero io…!
- Non
preoccuparti. – rispose a bruciapelo Ryan – Nessuno ti
odierebbe.
- Ma…!
- Credo
che lo scopo di quell’attacco che hai subito fosse
proprio questo – disse con fare analitico – Renderti insicura e riempirti di
dubbi. Non capisco il motivo, ma non vedo altra spiegazione.
- Ah sì…?
– chiese poco convinta, fissando ancora la punta dei suoi piedi.
- Ma anche se fosse non dovresti preoccuparti. – riprese con
dolcezza - Keris è solo Keris e sai che Selena ti vuole un gran bene, come le
altre. Qualunque cosa ti sia successa o succederà.
Lei lo
fissò un istante:
- Tu
dici? – lui annuì con decisione; la ragazza allora parve riprendersi e, dopo
pochi istanti, sorrise radiosa – Anche io voglio un gran bene alle ragazze!
Poi… - prese improvvisamente a contare sulle dita e a riflettere a voce alta –
Beh, Kyle è gentilissimo quindi m’è simpatico, anche
Pie anche se è troppo serioso per i miei gusti… Chissà cosa ci trova Lory-chan!
Tart è un piccoletto, se non fa il petulante è carino come fratellino … Quiche
mi sta antipatico!
- Solo
perché è il ragazzo di Selena (gocciolone)?
- No,
perché fa lo stupido! – sbottò inviperita, riprendendo poi a riflettere – Però
se fosse più gentile sarebbe simpatico anche lui… Diciamo
che potrei preoccuparmi se fosse seriamente in pericolo di vita… (Ma come sei
dolce -____-“””! ndRia – Già -____-*** ndQuiche)
Ryan la
osservò perdersi in quelle riflessioni astruse e, improvvisamente, scoppiò a
ridere. Keris lo guardò, diventando poi rossa per la vergogna:
- Che c’è? – borbottò stizzita.
- Ah…!
No, è che… - mormorò lui, calmandosi – È proprio vero che tu sei sempre tu…!
Lei
inclinò un poco la testa di lato, senza capire; quindi, sorridendo maliziosa,
scese e gli si mise in piedi davanti, le mani sui fianchi:
- E questa cosa sarebbe? – chiese per stuzzicarlo, con aria
spavalda, prendendo a cantilenare divertita – Una dichiarazione, signooor Shirogane?
Lui
sorrise:
- Già.
Silenzio.
- … EH
o\\o…?
“Mi
prende in giro?! – pensò lei, cercando di non
sorridere come una beota e fermare il cuore, che aveva già fatto un paio di
salti mortali e si era ancorato saldamente al suo stomaco – E perché ora sorride
a quel modo?”.
Pensò
ancora, ormai paonazza.
Furono
però gli ultimi pensieri (se così si potevano definire) razionali, perché
appena il biondo si chinò verso di lei per baciarla, la sua mente si congelò
istantaneamente.
- Pfff… -
quando si allontanò Ryan trattenne una risata, guardandola – Sei un po’ rossa,
lo sai?
- F-fai
lo spiritoso?! – sbottò lei, facendo una faccia
talmente buffa che il biondo dovette coprirsi la bocca con una mano per non
ridere – Sei davvero…!
- Davvero
cosa? – le chiese sorridendo.
Keris lo
fissò accigliata, ma al solito la sua fermezza cedette presto di fronte a quel
penetrante sguardo color ghiaccio; sorrise, gettandogli le braccia al collo (e
costringendolo ad abbassarsi per non finire strangolato, data la differenza
d’altezza) e lo guardò con aria radiosa:
- Sei
davvero – ripetè, mettendosi sulle punte per raggiungerlo meglio e baciarlo di
nuovo – il ragazzo più assurdo e terribilmente carino
che abbia mai incontrato…
*__________________
Cina
- E’ il momento,
signorina Paddy. – disse con garbo Shang aprendo la porta
della stanza – Suo padre la sta aspettando.
Con uno
scatto la ragazzina si tirò in piedi; fino a quel momento era stata tranquilla,
aveva cercato di distrarsi in tutti i modi, ma a quell’annuncio avvertì di
nuovo il peso della responsabilità che le aveva attanagliato
lo stomaco per tutto il tempo in cui aveva discusso della sfida con suo padre:
se avesse perso lo scontro avrebbe perso la Tavola e allora sarebbe stato un
disastro. E prelevarla, nel caso, senza il permesso paterno, era fuori
discussione, non ce l’avrebbe mai fatta.
Strawberry
le strinse incoraggiante una spalla. La biondina annuì con decisione e tutto il
gruppo si avviò dietro a Shang.
-
Finalmente! – non riuscì a trattenersi Quiche – Non riuscivo
più ad aspettare!
-
Speriamo che Paddy ce la faccia… - fece Mina tra sé e
sé.
- È
possibile che perda? – chiese Tart. La morettina fece spallucce.
-
Piuttosto – riflettè un istante la mewgatto, assumendo
un’espressione strana – Mi auguro che non sia un incontro come quello che
abbiamo visto contro Yue Pin (gocciolone)…
I due
ragazzi si guardarono senza capire.
La sala
dove si sarebbe svolto l’incontro era un ulteriore
cortile interno, il siheyuan,
racchiuso tra quello che si poteva definire il salotto, la stanza dove i
ragazzi erano stati fino a quel momento, le camere private del signor Wong e
degli allievi e la palestra vera e propria: il luogo era un quadrato perfetto
con una sottile erbetta verde, ancora rada, dove il signor Ein già li aspettava
assieme a Yue Pin, seduto a poca distanza; quest’ultimo, quando vide il gruppo,
gli fece segno di avvicinarsi. Nel raggiungere il cinese, Tart avvertì una
rabbia fortissima montargli nel petto.
Nel
frattempo, i due avversari si erano messi l’uno di fronte all’altro senza una
parola. Con sommo piacere Strawberry notò che nessuno dei due pareva
intenzionato a prendere dei piatti ed iniziare a farli volteggiare attorno alla
testa su dei bastoncini.
- È uno
scontro un po’ diverso da quello che avete fatto al Caffè tempo fa… -
puntualizzò anche Mina parlando al cinesino – O mi sbaglio?
- No, hai
ragione. – spiegò Yue Pin – Normalmente il Kempo prevede di mettere alla prova
anche le altre abilità dell’avversario, come nella mia sfida con la signorina
Paddy, ma in questo caso lei e il signor maestro hanno
stabilito delle regole prima dello scontro, quindi sarà una normale sfida di
arti marziali.
-
“Normale”? – domandò Strawberry sarcastica: “Sarò una profana
ma non ci vedo nulla di normale comunque io (gocciolone)!”.
-
Contendenti! – esclamò Shang con fare solenne – Saluto!
I due
avversari si inchinarono.
- Scontro
senza limiti di tempo: perde chi mette l’avversario al tappeto, chi si
arrendere o chi si ritrova impossibilitato a proseguire l’incontro.
- Sì! – fu la risposa unanime dei due.
Shang si
voltò alla sua destra, verso un grosso gong dorato.
- Com’è
che non ho visto quell’affare quando siamo entrati
(gocciolone)? – chiese Quiche un po’ dubbioso.
- Non lo
so, ma ormai dovremmo smetterla di stupirci
(gocciolone)… - rispose Strawberry con aria rassegnata.
- VIA!
Il
rimbombo del gong risuonò per un paio di minuti buoni nel piccolo spazio del siheyuan, ma i due contendenti non mossero
un muscolo: dopo aver assunto la posizione restarono completamente immobili,
fissandosi senza spostare un capello.
“Ma che cavolo stanno
facendo?” si chiese l’alieno dai capelli verdi, irritandosi.
Poi, in un attimo, i due sparirono per alcuni
secondi, riapparendo al centro del giardino mentre
entrambi bloccavano un calcio laterale dell’avversario. Con una capriola Paddy
saltò all’indietro, mentre il padre indietreggiò solo di qualche passo,
ridacchiando beffardo:
- Ti sei indebolita, eh Paddy?
- E tu sei lento, papà! –
esclamò lei slanciandosi contro di lui.
La piccola tentò di calciarlo di nuovo
lateralmente, ma il signor Ein si parò facilmente; Paddy cercò di limitare i
danni e atterrò abbastanza bene, quindi decise di sfruttare la posizione
accucciata in cui si era ritrovata e si diede una forte spinta
coi piedi, prendendo poi a sferragliarsi di pugni con lo sfidante, senza che
nessuno dei due indietreggiasse.
- M-ma quanto sono veloci? – balbettò la mewgatto
ad occhi sgranati – Non so voi ma non li vedo!
- Guarda che si vedono benissimo. – replicò asciutto
Tart – Sei tu che sei una vecchiaccia stupida.
- Cosa?!
- Certo che ne hanno di energie.
– disse Quiche a bassa voce, ignorando i due – Quanto potranno
andare avanti?
- Dipende. – s’intromise Yue Pin – Il signor maestro ha certamente più forza ed esperienza della
signorina Paddy, ma lei è più veloce. La questione è soltanto se lei riuscirà a
resistere abbastanza, o se lui riuscirà ad evitare tutti i colpi.
- In che senso? – domandò Mina
- Il nonnetto è stato colpito già due volte. –
rispose, inaspettatamente, Quiche – Ma la ragazzina si
è presa un calcio mica da poco, non so quanti altri riuscirà a pararne col
braccio destro.
- Cosa?
Strawberry guardò alternativamente lui e Tart, che
non scollava gli occhi dallo scontro.
- Ma come fai a…?
- Dimenticate che anche se non sembra, sono un
soldato (meno male che te lo dici da solo ^^””! ndRia – Io concordo -__- ndPie). Mi hanno allenato a
combattere.
La rossa riprese a guardare i due lottatori, decisamente più preoccupata: in quel momento, non le sarebbe
dispiaciuto che si fosse trattato di uno scontro coi piatti in equilibrio.
Gli
incontri di arti marziali non durano molto,
specialmente se si tratta di sfide di alto livello, perchè lo sforzo eccessivo
spossa velocemente i combattenti.
Eppure mezz’ora
dopo Paddy e suo padre erano ancora lì a combattere. Ormai si stava facendo con più evidenza scuro e finalmente sembrava che i colpi
avversari cominciassero a fare effetto, dato il fiatone di entrambi, ma nessuno
dei due pareva intenzionato a gettare la spugna.
-
Accidenti, non possono mica andare avanti così! – esclamò Strawberry
preoccupata.
-
Purtroppo le regole dell’incontro sono queste. – fece Yue Pin
grave – E se intervenisse qualcuno la signorina Paddy perderebbe
automaticamente.
Strawberry
strinse i pugni e guardò Mina, anche lei in ansia. Tart sembrava diventato una statua di sale tanto stava fermo. Quiche sbuffò prendendosi
il mento tra le dita:
“Possibile
che ora debba anche preoccuparmi per quella stupida scimmia (gocciolone)?!”.
- Ehi,
vedi di non perdere, hai capito?! – sbraitò
all’improvviso – Non voglio averti sulla coscienza! (E
TU TI STARESTI PREOCCUPANDO O__O””?! ndTutti)
- QUICHE!
- Che
stai dicendo, pezzo d’imbecille?! – fece Tart
arrabbiato.
Ma Paddy
sorrise:
- Tranquillo…
- disse piano, col fiato grosso – Non perdo…!
Con
agilità la ragazzina spiccò un altro balzo con un calcio frontale, che il
signor Ein evitò facilmente replicando con un colpo di taglio della mano; Paddy
evitò la serie di colpi successivi, ma sentì che stava per cedere.
“Devo
trovare un punto cieco, altrimenti…!”.
All’improvviso,
eccolo. Con rapidità Paddy si abbassò a livello del terreno, poggiò le mani e,
usandole come sostegno, allungò i piedi e colpì il padre in un punto scoperto
della guardia, all’altezza del torace. Il signor Wong indietreggiò, senza
fiato, e la figlia ne approfittò per balzargli addosso
ed atterrarlo.
Restò
tutto immobile per qualche istante. Poi Shang, con un gran sorriso, colpì con
forza il gong e la tifoseria esultò:
- SI’!!! – urlacchiò Strawberry saltellando.
- Sei
grande Paddy! – le fece eco la mora.
- Evvai!
La
ragazzina intanto lasciò la presa dal padre e si sedette pesantemente a terra,
esausta, mentre le amiche andavano a complimentarsi.
- Non ce
la faccio proprio più…! – si lamentò, aiutata dalla rossa ad alzarsi:
- Sei
stata davvero bravissima! – le disse quest’ultima con un gran sorriso.
- Bel
lavoro… - commentò appena Quiche.
La ragazzina gli sorrise e i due si mollarono un cinque.
- Da
quand’è che voi due andate così d’accordo (gocciolone)?
- Geloso
fratellino? – ghignò il ragazzo perfido.
- Morditi
la lingua >\\\<!!!
Prima che
i due si scannassero il signor Ein, anche lui
stravolto, si alzò in piedi e si diresse verso la figlia, porgendole la mano:
- Ottimo.
Grande sfida, complimenti.
Paddy gli
strinse la mano qualche istante, per poi gettarsi ad abbracciarlo. Lui sorrise:
- Sei davvero diventata forte, sono orgoglioso di te tesoro.
La
ragazzina lo strinse con più forza con aria gongolante.
- Bene,
bene, bene… - rise Shang – Direi che avete terminato
in tempo per la cena, giusto?
- Cena?
Le
mewgirls e i due alieni lo guardarono perplessi un istante. Quiche era già
pronto a rispondere un secco no, ma prima che potesse anche solo aprir bocca
Strawberry lo colpì con una secca gomitata:
- Anche se siamo di fretta, se facciamo così
s’insospettiranno! Non t’è passato per l’anticamera del cervello questo piccolo
particolare?! – sibilò a denti stretti.
- Ma più
tempo passiamo qui…!
- Abbiamo
tutto il tempo zuccone! – lo scrollò lei, tenendolo per il colletto –
L’incantesimo di Sel-chan dura tre giorni! Se partiamo
domattina avremo ancora più di un giorno di tempo!
Il
ragazzo la guardò storto, poi prese a fissare per terra. La rossa sbuffò, mentre
Mina e Tart cercavano di distrarre il signor Wong e Shang dal diverbio.
- Ma che combinano?
- Oh, è
solo una piccola discussione, non preoccupatevi
(gocciolone)!
- Stai
tranquillo, ok? – sussurrò nuovamente la rossa stringendogli il braccio – Lo so
che tutta questa storia da i brividi e tu sei
preoccupato, ma quel maledetto deve avere un punto debole e se vogliamo che
tutto finisca, dobbiamo avere pazienza.
Lui
sospirò, ma annuì. Rise dentro di sé per come si stava comportando, cominciava
a credere che lui avesse la tendenza ad innamorarsi troppo.
- Allora
che si mangia di buono? – esclamò Paddy iniziando a tirare il
padre per una mano – Mi è venuta una fame da lupi!
Il signor
Ein sorrise scuotendo la testa e fece strada a tutti
verso la sala da pranzo.
- Per lo
meno – sbuffò Quiche – forse si potrà fare una cena
più tranquilla…
Strawberry
lo guardò un istante e sorrise:
- Guarda
che ti capisco. – disse con gentilezza. Lui la fissò interrogativo. – Anch’io sarei preoccupata se fossi al tuo posto. E anche adesso, seppure non corra nessun rischio stavolta,
sono talmente in ansia per Mark…!
- Aaaah…!
– fece lui sarcastico – E io che credevo per un istante che avessi
capito l’errore di aver rinunciato a me!
- Nemmeno
in un miliardo di anni (gocciolone). (Non fare tanto la schizzinosa, sai, con l’ameba che ti
ritrovi +___+!! Nd_Fan_club_di_Quiche)
- Stavo
scherzando, non fare la schifata a quel modo (gocciolone)!
Lei
sbuffò:
- Diciamo che sei molto più simpatico da quando hai smesso di
creare e lanciarci contro chimeri e altro… E soprattutto da quando hai smesso
di farmi il filo (gocciolone). (Io l’avrei chiamata
corte spietata ^^”” ndRia - E anche quello mi sembra un eufemismo! ndTart – Tu stai zitto che ora ci divertiamo +___+… ndRia).
Quiche
scoppiò a ridere di cuore, gettando la testa all’indietro:
- Sei
buffa, sai nekonee-chan?!
- Rimangiatelo, ti supplico, che brividi (gocciolone)!
La cena
scorse con tranquillità, con grande sollievo di Quiche
che non avrebbe sopportato un altro pasto con contorno di scimmietta bionda in
vena di far confusione, anche se quella sera Paddy sembrava tutt’altro che
intenzionata a darsi ai festeggiamenti per la vittoria. Per tutta la serata,
anzi, la ragazzina se ne restò in silenzio a mangiare, rispondendo solo di
tanto in tanto alle chiacchiere con aria un po’ intontita, finchè alla fine,
appoggiandosi un istante al tavolo, crollò addormentata come una pera cotta: le
ragazze, non sentendosela di svegliarla, accettarono così la proposta del
signor Ein di fermarsi anche per la notte (anche se Strawberry dovette
ricorrere al braccialetto di Keris per impedire a Quiche di imprecare in
aramaico di fronte a lui).
Quando
venne a scoprire quel fuori programma Tart tornò
improvvisamente coi piedi per terra: con lo scontro tra Paddy ed il padre si
era completamente scordato della sfida che gli aveva lanciato Yue Pin, ma del
resto anche il cinese sembrava aver sorvolato sulla questione, visto che non
gli aveva più detto nulla.
Almeno è
quello che il ragazzino pensò, anzi sperò, fino a quando
non si avviò con tutti gli altri nelle stanze che gli avevano assegnato. A metà
corridoio Yue Pin lo fermò con discrezione
afferrandolo per una spalla, guardandolo con aria seria:
- Quando si saranno addormentati tutti, sarò alla pedana sul
retro della palestra…
E
altrettanto velocemente sparì, lasciando Tart a fissarlo imbambolato:
“Allora
se lo ricordava (gocciolone)… Ma ha davvero intenzione
di lottare contro di me? – pensò, preso da una leggera ondata di panico. Poi,
illuminatosi, ghignò divertito – Beh, dato che mi ha riconosciuto non ho bisogno di cambiare aspetto di fronte a lui, perciò…”.
La zona
interna alle mura di cinta della proprietà Wong era molto più grande sul retro,
anche se altrettanto semplice: tutto il pavimento era di lastroni di pietra
bianchi, decorato solo con due piccole aiuole addossate al muro di cinta e,
quasi al centro, subito dopo il piccolo porticato che dava sulla palestra,
c’era un largo ring quadrato; seduto su di esso,
quando uscì, Tart ci trovò Yue Pin seduto a gambe incrociate e con gli occhi
chiusi, concentrato. Non seppe perché, ma gli sembrò ancora più insopportabile.
- Ce ne
hai messo di tempo. – disse asciutto, alzandosi senza nemmeno guardarlo.
Tart non
gli rispose.
- Stavolta
non ti nascondi con nessuna mascherata? – gli domandò senza cambiare tono.
- Mi
sembrava inutile, dato che mi hai riconosciuto! – sbottò l’altro sarcastico;
poi sorrise sotto i baffi, salendo sulla pedana – Allora, che avevi in mente,
pinguino?
Yue Pin ignorò il commento, anzi guardò Tart con aria più di
sufficienza che di sfida:
- Dato
che tu non conosci il kempo sarebbe inutile proporti una sfida del genere…
- Sei
davvero un genio sai?! – sghignazzò il ragazzino
velenoso.
- Quindi la nostra sarà una sfida solo con le nostre abilità.
Tart lo
guardò confuso:
- Cioè, tu userai comunque mosse di kempo, giusto
(gocciolone)? – il cinese lo ignorò (Che parac***! ndRia
– Non so quanto saranno contenti i lettori se gli fai massacrare Tart… -____o””
ndQuiche).
-
L’incontro non ha limiti di tempo e perde chi cade dal campo, chi si arrende o
non può più combattere.
“Cosa che, dati i presupposti, rischierò parecchio
(gocciolone)” pensò Tart sempre più in ansia.
- Non si
possono usare armi… E se imbrogli ti considererò
sconfitto automaticamente.
- Non
sono così vile, sai?! – sbottò il brunetto irato.
Intanto,
però, un brivido freddo gli aveva attraversato la schiena: se non poteva
intrappolarlo con le sue bolas sarebbe stato troppo scoperto e dubitava che, se
avesse incassato i calci di Yue Pin, avrebbe fatto una
fine migliore del suo chimero-cactus.
- Fatti
sotto. – continuò imperterrito il cinese mettendosi in posizione.
“Però ora posso usare i miei chimeri – pensò ancora Tart,
sorridendo – qui attorno è tutta pietra, ma se mi conc…”.
Un
improvviso calcio circolare diretto alle gambe lo fece quasi cadere fuori dal ring e soltanto la sua prontezza di riflessi,
nonostante fosse distratto, gli permise di direzionare la caduta e prendere
solo una panciata a poca distanza dal bordo.
- Guarda
che l’incontro è iniziato. – fece il cinese con
fermezza – Non ci andrò certo leggero perché sembri un
ragazzino, so bene quanto sei pericoloso! Se non stai attento, la prossima
volta ti farò male sul serio.
- Mamma
che paura! - ridacchiò spavaldo.
Anche se c’era
poco da ridere, dato il dolore che sentiva alla gamba destra che aveva preso in
pieno il calcio.
Senza
troppe cerimonie Yue Pin scattò nuovamente verso di
lui: stavolta Tart spiccò il volo quasi all’istante, ma l’avversario non si
scompose per nulla e, interrotto di botto lo scatto, saltò verso l’alto e lo
colpì al petto col palmo della mano, schiantandolo di schiena a terra. Il
ragazzino si tenne la parte lesa stringendo i denti, mentre l’altro riatterrava
e riprendeva ad attaccarlo:
- Ti
avevo avvertito, mostriciattolo!
Tart
prese a saltellare e a svolazzare in giro apparentemente senza un senso logico,
ancora col fiato mozzo dal colpo. Come faceva sempre a cacciarsi in quei guai?!
“E tutto perché questa specie di maniaco col complesso della
Lolita…! – si bloccò dal completare la frase perché il nervoso non gli
confondesse ancor più le idee - Giuro che se la scampo lo offro a quell’altro [CENSORED!] di Phiras come antistress!”
- HA!
L’ennesimo
calcio di Yue Pin riuscì finalmente ad andare a segno,
colpendo Tart al fianco. Il ragazzino si lasciò sfuggire un
gemito di dolore, venendo scagliato dall’altra parte del campo; fu costretto ad
alzarsi un secondo a sei metri dal campo per evitare altri colpi e prendere
aria.
- Gnnnn…
Dannato bastardo…! – mormorò, serrandosi la mano attorno al fianco – Volevi
rompermi una costola?!
- Tu non
mi sembri uno che va molto più per il sottile. – disse Yue Pin
calmissimo – Se quella volta, al Tokyo Dome, non mi fossi sostituito alla
signorina Paddy, l’avresti uccisa con quel mostro!
Tart si
sorprese un istante, quindi assunse un’aria un po’ triste:
- Quella…
È… Era un’altra questione! – disse con più decisione –
E comunque poi la situazione è cambiata!
- Ah sì?
Tart
digrignò i denti e si teletrasportò alle sue spalle:
- SI’! –
“Beh, non lo batterò, ma almeno un colpo voglio
darglielo!”.
Yue Pin però fu più veloce e bloccò senza sforzo il pugno che
voleva centrarlo. Il brunetto lo fissò ad occhi sgranati:
Tart fece
una capriola malriuscita a mezz’aria e riprese a levitare, il fiatone e l’aria
impotente:
-
Accidenti…!
- Se la mettiamo sul piano di chi debba impicciarsi e chi no –
riprese il cinese – nemmeno tu dovresti ficcare il naso nelle decisioni del
Maestro.
Tart lo
fissò interdetto.
- Hai
detto di essere amico di Paddy – continuò – ma anche
in questo caso, che io sia il suo fidanzato o no non ti deve interessare.
Il
piccolo alieno lo fissò con odio:
- Invece sì!
Urlò
prima di tentare di colpirlo di nuovo, invano.
- No. –
replicò Yue Pin – Puoi non essere d’accordo, ma non
puoi metterci il becco.
- INVECE
SI’, DANNAZIONE! – continuò ad urlare, mentre l’avversario si limitava a
schivare i suoi deboli attacchi senza contrattaccare.
Esasperato
Tart lanciò due alieni parassiti oltre il perimetro del ring, ma era talmente
deconcentrato che riuscì ad ottenere solo alcune piccole liane che tentavano
vanamente di acciuffare il cinese, per nulla scomposto da quell’attacco.
- Non
avevamo detto niente gioco sporco?
- Hai
detto “usare le proprie abilità” – replicò Tart deciso
– e una mia abilità è questa! E STA FERMO!
Le
quattro rachitiche braccine vegetali sfrecciarono sul ring ancora e ancora, ma
non ci fu niente da fare.
- Dimmi la verità – fece improvvisamente il ragazzo – perché
ti interessa?
Tart
smise un secondo di attaccarlo, atterrando:
- Cosa?
- Perché ti interessa se la signorina è fidanzata?
Il
ragazzino arrossì appena, guardandolo torvo:
- Non mi interessa se ha il
ragazzo – mentì borbottando – come suo… Amico, non mi va che la costringano
a sposarsi con te!
Yue Pin mandò un grugnito d’assenso:
- Quello
che dicevo io, allora. – disse freddamente – Quindi, non sono
fatti tuoi.
Scattò
improvvisamente verso di lui: Tart non fece in tempo a manovrare le liane per
bloccarlo e dovette risalire di quota, un braccio ammaccato da un pugno preso
di striscio.
- Invece sono fatti miei! – sbottò ancora, sempre più
arrabbiato.
Yue Pin
lo guardò serio:
- Perché?
Il
brunetto si bloccò dov’era, senza saper rispondere:
- Perché… Perché io… - fu l’unica che riuscì a balbettare
prima di riprendere a sbraitare infuriato – CHIUDI IL BECCO!
Un altro
alieno parassita colpì il campo e scoppiò su di esso
come una piccola bomba, ma Yue Pin si limitò a saltare e a piazzarsi a qualche
metro di distanza. Tart quasi ringhiò.
- Ecco
perché dico che non mi fido di te. – sentenziò il cinese gelido – Un bugiardo non è affidabile.
- IO NON
SONO UN BUGIARDO!!
Gridò
ancora il ragazzino. Tentò di colpirlo di nuovo, ma l’avversario vanificò ogni
suo sforzo, costringendolo a ritirarsi dalla parte opposta del campo:
- Prendi!
Con un
colpo mandò all’attacco le sue liane per bloccare Yue Pin:
questa volta la cosa sembrò funzionare, perché queste riuscirono a cingergli i
polsi e le caviglie per qualche secondo, ma poi, con tutta calma, il cinese
diede uno strattone talmente forte da estirpare piante e para-para, che presero
a fluttuare mollemente attorno ai due avversari. Tart era senza parole dalla
rabbia:
- Ma brutto…!
- Vuoi
rispondermi sì o no?! – sbottò Yue Pin esasperato –
Allora?! Perché?
Tart lo
fissò. A quel punto non sapeva più che pesci pigliare: qualsiasi cosa aveva
provato, sembrava impossibile colpire quel maledetto se era in guardia, era
completamente impotente, e non sapeva neppure cosa inventarsi da rispondergli.
- Perché… Perché…! Aaah, maledizione! - strinse i pugni con
tutta la forza che aveva – PERCHÉ A ME PADDY PIACE >\\\\<!!!
Urlò alla
fine a pieni polmoni (L’HA DETTO o\\\o!!ndTutti), diventando di un colorito non molto distante
dall’amaranto. Yue Pin lo fissò senza dire niente.
- Sì è
vero, siamo stati avversari, e io non ho fatto delle cose… Diciamo molto
simpatiche…! – continuò esasperato, ormai aveva perso la testa
– Però poi le cose sono cambiate! Ho cercato di rimediare, di aiutare
sia lei che le ragazze! E
anche adesso stiamo combattendo assieme!
Tart non
la smetteva di strepitare, e anche se sapeva che metà del discorso che stava
facendo sarebbe risultato incomprensibile al cinese,
che non sapeva quasi niente delle Mewmew e nulla di Shorai, non gliene
importava niente.
-E se l’aiuto è solo
perché le voglio bene! – ormai era praticamente viola
fino alla punta delle orecchie – Perché non voglio che le succeda niente!
Più
parlava e più si pentiva di averlo fatto: si sentiva un idiota, parlare a quel
modo di fronte a quel pinguino in tenuta da kenpo…!
Volò velocemente verso di lui, ma Yue Pin si limitò a
scansarlo con gentilezza. Poi, senza alcun preavviso, scese con un balzello dal
ring.
- … EH
O__O”? (gocciolone di proporzioni titaniche)
Il cinese
guardò con un sorriso l’espressione sconvolta del ragazzino, non riuscendo a
trattenere una risatina:
- Sarai
anche sincero, ma sei davvero uno stupido, sai?!
- … Ma tu
che cavolo vuoi?!? – sbottò rabbioso con una venuzza
minacciosa sulla fronte: “Forse dovrei considerare ancora l’idea di portarlo
tra le grinfie di quello schizoide…”.
- Beh,
quello che volevo sapere l’ho scoperto. – concluse
velocemente Yue Pin, prendendo ad andarsene.
- E-ehi,
fermo! – gli urlò il brunetto – Si può sapere perché cavolo sei
sceso da solo?!
Il
ragazzo si voltò e sorrise:
- Te
l’avevo detto, no?
- Ma cosa
(gocciolone)?! Puoi farti capire o devo chiamare
rinforzi?!
- In fondo
non sei male… - riflettè l’altro quasi tra sé, ignorandolo – Comunque
puoi stare tranquillo, il fidanzamento è già annullato.
Tart lo
fissò ammutolendosi all’istante:
- … Eh
(goccia)?
- La
signorina ha discusso col Maestro – continuò Yue Pin calmissimo – e lui ha
convenuto che, se sua figlia è abbastanza matura per
badare a cinque fratelli più piccoli da sola, è anche abbastanza matura per
decidere se accettarmi come fidanzato o meno. Anche se
l’ho sconfitta.
Il
ragazzino lo fissava con gli occhi sgranati e la mascella a mezz’asta: “E NON
POTEVI DIRMELO PRIMA (gocciolone)?!?!?”. (Non intuivo che quella testa rossa avesse una vena tanto
bastarda ^^”””! ndRia – Potremmo andare d’accordo ^-^!
ndQuiche – Ti prego… -____-“”!)
- Credo
che in fondo sia contento, così gli eredi della sua palestra saranno due. Anche se la signorina non ha ancora il titolo di maestro…
Riflettè
ancora a voce alta, poi ridacchiò e guardò Tart di sottecchi. Il brunetto aveva
un’aria omicida.
- In ogni
caso – riprese Yue Pin allontanandosi – certi discorsi dovresti
farli a lei.
- Tu
pensa a…!
Ma il
cinese lo fermò, facendo un cenno con la testa verso le spalle del ragazzino. Quando si voltò verso la palestra, Tart passò rapidamente
dal bianco lenzuolo per il panico al rosso magenta.
“PADDY?!?!?”.
La
ragazzina stava fissando la scena da sotto il portico, con aria un po’
sorpresa. Mentre Yue Pin si allontanava, lei
trotterellò sul ring senza smettere di fissare Tart, che nel frattempo aveva
preso a camminare come un gambero, la mascella bloccata:
- P-P-Pa-a-a-d…… C-cos… T-tu…? – da come parlava,
sembrava che indietreggiare fosse l’unica azione che ancora riusciva a fare
correttamente.
La
biondina si limitò ad avvicinarsi un poco senza dire una parola. Tart era ormai
nel panico.
- Ti fa
male? – domandò Paddy all’improvviso.
Il
brunetto, interdetto, la guardò picchiettargli forte col dito sul braccio dove
Yue Pin l’aveva colpito e al contatto mandò un
singhiozzo strozzato.
- Deve
fare male, eh?
- E secondo te (gocciolone)? – sbottò, accorgendosi solo adesso, con la manica
un po’ sollevata, di avere un bel livido viola chiaro.
–
Piuttosto, perché sei qui?
- Mi sono
svegliata un secondo e ho sentito dei rumori. – lo guardò con fare severo - Si
può sapere che ti sei messo in testa?
Tart
evitò di incrociare il suo sguardo e voltò di scatto la testa:
- Niente di importante, non sono fatti tuoi. - rispose seccato.
Paddy
incrociò le braccia e lo fissò eloquente:
- Guarda
che non sono sorda.
Il cuore
del ragazzino perse almeno due battiti; dovette deglutire per riuscire a
formulare una frase:
- A-ah
sì…? – balbettò – E… quanto…?
-
Abbastanza. – rispose lei con un sorriso.
Se le sue
gambe non fossero improvvisamente diventate di piombo, Tart sarebbe volentieri
scappato come un fulmine.
- Senti –
mormorò poi Paddy, trattenendo un sorrisino; il giovane alieno era stupito, non
le aveva mai visto quella faccia impacciata – ma tu…
Pensavi davvero quello… Sì, insomma, quello che hai detto?
Lui la guardò basito, poi, aggrottò la fronte:
- Bah…! Ma
sei scema o cosa?! – sbottò, arrossendo: “Beh, a
questo punto -\\\-…” – Secondo te mi metto a scherzare su una cosa del genere
di fronte a quello stoccafisso?!
La
ragazzina restò in silenzio qualche secondo; poi fece un luminoso sorriso e,
ridacchiando, lo abbracciò, saltandogli praticamente
al collo.
- Anche
tu mi piaci tanto, Taru-Taru ^o^!!! – esclamò
contenta.
Tart
ormai aveva assunto una colorazione facciale identica ai capelli della
mewgatto. Paddy continuò a guardarlo senza smettere di sorridere, tanto che
alla fine anche lui accennò un sorrisetto impacciato.
- Scusa
se c’ho messo un po’… - borbottò alla fine. La
ragazzina fece spallucce – Forse la vecchiaccia non ha
tutti i torti a chiamarmi “moccioso”… Non dirglielo però!
Si
affrettò ad aggiungere irritato. La biondina sorrise:
- Guarda
che non è vero!
E, sotto
lo sguardo indagatore dell’altro, segnò con una mano il livello delle loro
teste:
- Vedi?
Sono due mesi che non ci vediamo, ma ora siamo alti uguali!
- … E allora (gocciolone)?
- Vuol dire che stai crescendo anche tu, no? – rispose col suo
miglior sorriso. Tart sospirò, ridendo:
- Io lo
dico sempre che ti manca qualche rotella (gocciolone)…
Lei lo
scrutò piccata e il ragazzino rise più forte. Quando
si calmò, notò che Paddy lo stava fissando e si agitò di nuovo:
- Senti, forse è meglio se…
All’improvviso,
avvertì “qualcosa” dargli una spintarella: preso alla
sprovvista Tart fece un passo avanti, ma data la scarsa distanza tra lui e
Paddy tanto bastò per baciarla.
Tre
secondi dopo Tart, prossimo all’infarto, tirò indietro
la testa come se avesse preso la scossa.
- AH
o\\\o…! S-scusa, io…!
Paddy si
limitò a sbuffare e a fargli segno di star zitto;
quindi, senza smettere di sorridere, si limitò a dargli un bacino sulla guancia
e, presagli la mano, a tirarselo dietro:
- Dai, è
meglio che mettiamo qualcosa su quel livido, o domani sentirai
che dolori!
Tart la
guardò un poco. Alla fine, sorrise:
-
Tranquilla, li sento già ora (gocciolone)…
- E vedrai domani!
- No, ti
prego, non dirmelo (gocciolone)!
Mentre i due
rientravano, dall’angolo opposto del cortile Quiche si teletrasportò in un
punto nascosto dal muro dell’edificio, ghignando divertito:
- Dopo
questo Tart mi deve un favore. – disse con decisione.
- Ma c’era il bisogno di spingerlo? – protestò
Strawberry – Non sei stato molto delicato!
- Io
l’avevo detto che altrimenti non combinavano niente!
-
Potresti evitare i tuoi viaggi mentali (gocciolone)? Ti ricordo che hanno
undici anni.
-
Ellallà, sarà una cosa così sconcia un bacetto!
- Anch’io
lo sapevo che non ce l’avrebbe mai fatta il ragazzino.
– sentenziò Mina con aria da saputella – Quindi mi devi
500¥ cara!
Strawberry
borbottò qualcosa di incomprensibile.
- Uffa, e
io che credevo di vincere…! – si lamentò poi – Ma possibile che non ci sia stato nessuno sviluppo da quando sono rimasti
intrappolati nel mondo illusorio di Phiras?!
- Se ce
ne fossero stati dubito che Tart avrebbe fatto tutto
‘sto casino… - sentenziò Quiche con aria convinta, anche se un sorrisetto
malizioso gli increspò le labbra.
- Cos’è
che sai che noi non sappiamo? – domandò curiosa la mewbird; lui fece spallucce:
E come
promesso, DOPPIO SHOT!!! Ci vediamo a fine capitolo gente!!! XD
Cap. 40 –
Una pace troppo breve: l’arrivo dei combattenti d’Orione
Il
mattino dopo, all’alba, finalmente il gruppo si decise a ripartire. Col sole
che faceva appena capolino dalle montagne si prepararono già a congedarsi, Mina
e Strawberry ancora addormentate (decisamente svegliarsi così presto non era il
loro forte) e Quiche in evidente stato di fibrillazione.
- Mi
dispiace che dobbiate già ripartire… - disse il vecchio Shang con un sospiro –
Potevate fermarvi ancora qualche giorno.
-
Purtroppo siamo abbastanza di fretta – tagliò gentilmente corto Paddy –
dobbiamo tornare al più presto.
- Oh…
Arriva tuo padre!
Tart le
diede un buffetto sulla spalla indicando alle spalle di Shang. Il signor Ein,
Yue Pin al fianco, si dirigeva verso di loro con qualcosa tra le braccia; con
delicatezza posò l’oggetto, poco più grande di una trentina di centimetri e
avvolto in un panno, tra le braccia della figlia e sorrise:
- Te
l’affido, mi raccomando Paddy. – la bambina annuì.
Poi il
padre si rivolse al gruppo:
- Spero
che possa aiutarvi davvero.
- Lo farà
di sicuro, signor Wong, grazie mille. – rispose Strawberry chinando la testa
per ringraziare.
Quiche
fece una smorfia: “Se pensava ci servisse sul serio non poteva darcela subito
(gocciolone)?!”.
Paddy
strinse la Tavola in modo da reggerla per bene, poi guardò il padre e sorrise:
- Grazie
mille, papà. – lasciò che l’uomo le accarezzasse la testa – Torna presto,
d’accordo?
- Lo farò
^^. Arrivederci, ragazzi.
La
squadra salutò rapidamente i tre uomini e si avviò verso le colline, dov’erano
atterrati il giorno precedente. Tart e Quiche (il primo, dato il dolore alla
gamba, con serie difficoltà) camminavano spediti, ben intenzionati a tornare in
Giappone al più presto e farsi levare il… Simpatico
giochino che quella mattoide di Keris gli aveva affibbiato.
- Se
prendo un’altra di quelle porcherie di Kyle – sbottò il maggiore dei due – come
minimo mi rimarrà quest’aspetto per tutta la vita!
- Non
fare il drammatico e cammina (gocciolone)!
- …È
sicuro che vada bene così? – chiese Shang, guardando di sbieco il signor Ein.
Lui chiuse gli occhi e prese un bel respiro:
- Paddy
non ha capito nulla – sentenziò soddisfatto – e anche così so che è diventata
molto più forte. E anche i suoi amici non mi sembrano male… Vero, Yue Pin?
Guardò il
ragazzo al suo fianco che annuì, sorridendo divertito.
- Ma
perché non dirle la verità? – continuò Shang; nel suo tono non c’era rimprovero
o altro, solo curiosità – Insomma, voi sapevate bene a cosa serviva
quell’oggetto o, per lo meno, potevate intuire che c’entrava qualcosa con la
squadra delle MewMew…
- Se le
avessi detto qualcosa – proseguì Ein – Paddy si sarebbe sentita in dovere di
darmi delle spiegazioni. Non è necessario che mi dica come o perché si è
ritrovata in quella situazione. Sono contento che Yue Pin mi abbia raccontato
cos’era successo in Giappone, ma se mia figlia non ritiene che sia ancora il
caso di dirmelo, non è necessario che lo faccia.
Si
interruppe un istante e prese a scrutare il cielo pensieroso.
- Inoltre
– riprese – quella Tavola è un oggetto molto prezioso, nonché pericoloso; Paddy
non sa che è stata data in gran segreto alla nostra famiglia per chiudere la
catena di omicidi che l’avevano accompagnata nei secoli per impossessarsene:
doveva dimostrarmi che ne aveva assoluta necessità.
Shang
annuì appena e guardò davanti a sé:
- Sono
sicuro che è così.
I due
tacquero un istante.
-
Comunque non è così male quel marmocchietto – disse Ein rivolto a Yue Pin – mi
è molto simpatico.
- A
quanto sembra… - sorrise il ragazzo sornione. Ein rise:
- Mia
figlia è decisamente precoce!
- Maestro
(gocciolone)…
- Un
padre normale non reagirebbe così (gocciolone)… - sospirò Shang – Ma forse per
la signorina Paddy è un bene avere un padre strano… - fissò Ein che continuava
a ridere - Forse (gocciolone)…
*___________________
- Allora?
Novità?
-
Strawberry ci ha appena chiamati con Masha – disse Kyle, mentre Ryan si
avvicinava a lui e al computer – hanno appena lasciato casa Wong, tra qualche
minuto partiranno.
Ryan
annuì:
- Vado a
dire a Keris di andare a prendere Selena.
- Sì,
d’accordo. Io contatto Pam.
Pie, che
era in piedi in un angolo, sparì senza una parola.
- Oh, a
proposito… - fece il bruno con un sorrisino; Ryan, già dalla porta, si fermò –
Cos’è successo ieri pomeriggio? Ki-chan mi sembrava molto di buon umore!
Ryan lo
fissò un istante stranito, quindi borbottò un “niente” e uscì. Kyle rise:
- Bene, davvero
molto bene…
Qualche
minuto dopo si udirono due schiocchi soffocati e, nel salone, comparvero Pie,
Lory, Keris e Selena.
- Come
scusa (gocciolone)? – chiese lui gelidamente, ma Keris parve non sentirlo:
- Ryan!
Siamo arrivati!!
- Guarda
che ho sentito… - sospirò rassegnato il biondo uscendo dal corridoio.
Keris
ridacchiò e di due si scambiarono un sorriso. A quella vista Lory e Selena si
fissarono un istante.
- Devono
essere qui a momenti. – sentenziò Ryan – Ci hanno messo più del previsto, ma
sembra non ci siano problemi.
Tutti
annuirono senza fare domande.
- Eccoli!
– esclamò Keris indicando fuori dal locale.
Fece per
lanciarsi fuori in corsa, ma Selena la rallentò un istante:
- Ehi
Ki-chan- le sussurrò all’orecchio – si
può sapere che ti prende oggi? Mi sembri anche troppo allegra…
L’amica
sogghignò.
- Non è
che mi nascondi qualcosa?
- Te ne
parlo dopo. – mormorò lei; poi assunse un tono più serio – E devo parlarti
anche di un’altra cosa…
La
ragazza dai capelli argentati la guardò confusa, ma annuì.
Fuori
Paddy aveva già cominciato a fare confusione: tutta contenta correva per il
cortile con la Tavola tra le braccia per festeggiare, mentre Strawberry e Mina
tentavano di fermarla:
- Paddy,
così la fai cadere!!
- Ma
guarda, appena arrivate e già fate chiasso?
- Fai
meno lo spiritoso Ryan! – sbottò la mewgatto – Ora ci manchi solo tu!!
Mentre le
ragazze fermavano la scimmietta, Quiche e Tart si avvicinarono con aria
minacciosa a Keris.
- Cosa
c’è? – chiese ingenuamente.
- E ce lo
domandi pure? – mormorò il brunetto con tono che annunciava un’imminente
esplosione di rabbia; non da meno del fratello del resto:
- Ti
ricordi di questi? – indicò i piccoli ceppi argentati che la ragazza gli aveva
affibbiato prima della partenza.
- Aaaah,
sì, giusto! – esclamò lei con tranquillità, battendo un pugno sul palmo
dell’altra mano.
- BEH,
TOGLIECELI, NO?!?!? – gridarono furiosi.
- Ok,
ok…! Calmatevi (gocciolone)…! – disse lei, sfilando i braccialetti.
- Cosa
sono quei cosi?
- Non
chiedermelo, Pie (gocciolone) – fece Quiche lugubre – l’importante è non
avercelo più addosso!
- Dai,
non essere così arrabbiato! – sorrise Keris divertita – Era solo uno
scherzetto!!
- Sì,
ceeeeerto! – sbottò Tart sarcastico.
- Ehi,
non è che hai combinato qualcos’altro? Sei troppo tranquilla e gentile! –
chiese Quiche sospettoso. Keris fece un sorriso abbastanza sciocco:
- No,
perché?
- Io
invece credo di sì (gocciolone)…
Selena
interruppe le sue congetture andando a salutarlo; quando la vide il ragazzo
assunse l’espressione di un condannato a morte che aveva ricevuto la grazia:
era stato un giorno agonizzante e mortalmente noioso e lui aveva avuto tutto il
tempo, oltre che di arrovellarsi il cervello, di far viaggiare la fantasia e
immaginarsi le situazioni più terribili per lei… Nonché le più assurde,
ovviamente.
- Mi sa
che sto diventando troppo ansioso (gocciolone)… - borbottò tra sé e sé.
- Cosa?
- Niente,
niente, lascia stare ^-^! – sorrise baciandola – Oh, che liberazione non avere
più quel coso!
-
…Ki-chan, ma si può sapere cos’hai combinato (gocciolone)?!
- Ma
niente, insomma! È lui che è esagerato (gocciolone)!!
Nello
stesso momento, Paddy aveva finalmente deciso che poteva concludere il suo
balletto per aver ottenuto la Tavola e zampettò da Selena, porgendole
l’involto.
-
Ec-co-la qu-u-u-i! – cantilenò allegra.
La
ragazza prese con delicatezza il pacco e lo fissò qualche istante con
espressione cupa. Quiche le strinse confortante una spalla:
- Vediamo
che c’è scritto?
Selena
annuì con decisione.
Alcuni
minuti dopo erano nuovamente nel locale, Pam compresa (dato che si trovava
nelle vicinanze aveva impiegato pochissimo a raggiungerli), tutti ad attorniare
il tavolo a cui Selena si era seduta. Fino a quel momento non aveva ancora
mostrato la Tavola e nel Caffè era piombato un gran silenzio carico d’attesa.
La
ragazza prese un bel respiro e levò la stoffa.
All’inizio
sembrò scoprire soltanto un piccolo rettangolo di legno piatto, senza alcun
segno o iscrizione. Poi, con una lievissima luminescenza azzurrina, comparvero
alcune parole in una lingua incomprensibile, almeno per un terrestre.
- C-che
succede? – balbettò Strawberry, spaventata: quel giochino luminoso sembrava
l’ideale in una storia di spettri, e lei ODIAVA gli spettri!
- “Porgi
la mano”? – lesse Quiche da sopra la spalla di Selena – Cos’è, una richiesta
per vedere se chi legge sa le buone maniere?!
- Non mi
sembra il momento per essere sarcastici. – sentenziò Pie lapidario.
Selena
però parve non aver ascoltato il discorso; guardinga, poggiò la mano sulla
superficie di legno: le parole svanirono e la luminescenza aumentò.
- Vi
avverto, se spunta qualcosa tipo un fantasma o uno spirito, io me ne vado! –
pigolò la rossa acquattandosi dietro Mina e Pam.
- Che
fifona! – sentenziò la morettina acida, ma anche nella sua voce si avvertiva
una decisa ansia.
La
luminescenza ebbe una sorta di picco e la superficie della tavoletta mutò in
pochi secondi, infossando di alcuni centimetri la mano di Selena e creando due
piccoli rami, che si serrarono come una morsa attorno al polso della ragazza.
Selena
sobbalzò, spaventata, e tentò istintivamente di liberarsi, ma più che di legno
sembrava avesse il polso in una stretta d’acciaio.
- Non… Mi
molla…! – fece a denti stretti, mentre la luce diventava tanto forte che
divenne impossibile tenere gli occhi aperti - … AHI!
- Sel…?!
- Aaah,
io lo sapevo che c’era qualcosa di strano!! – gemette Strawberry, le orecchie
feline che ormai svettavano tra i capelli.
-
Insomma, falla finita (gocciolone)! – urlò Mina, non si capì se più all’amica o
a se stessa, dato che aveva preso a tremare.
Con la
stessa velocità con cui la luce era iniziata terminò. Selena, ancora intenta a
tirare, cadde all’indietro colta alla sprovvista, finendo malamente per terra.
- Sel!
Stai bene?!
- S-sì,
Quiche…
- Prima
hai gridato… - fece lui preoccupato, aiutandola ad alzarsi.
- E’
stata solo la sorpresa…! – si scusò lei, portandosi un dito alla bocca –
Quella… Cosa, mi ha punta!
- Ti ha
punta?
Tutti
fissarono la Tavola: era tornata piatta e, sulla superficie, si vedeva solo una
goccia rossa.
Esattamente
come poco prima la tavoletta riprese a mutare: la goccia di sangue fu
praticamente “inglobata” dal legno e, su questo, dopo pochi secondi comparvero
le scritte enigmatiche che avevano visto sulla foto presa dalle ricerche di
Kyle, solamente che, stavolta, Selena parve capirci qualcosa.
- Sono un
po’ sfocati – disse Pie piatto – ma è la lingua dei Tians, vero?
Selena
annuì.
- Ma
c-che era quella cosa?! – fece Strawberry con voce strozzata.
-
S-sembrava viva! – sussurrò Lory.
- Era
semplicemente incantata. – spiegò Selena piatta – Un incantesimo di protezione,
credo…
- Quindi
serviva che “riconoscesse” chi dovrà leggerla, giusto? – dedusse Ryan con
calma. Pie e Selena, con aria pensierosa, annuirono.
-
Probabilmente se non si è dello stesso popolo di chi la creata – ipotizzò Pam –
non si può leggere la Tavola.
- Per
quello, tu dici, l’ha punta? – chiese Mina – Per vedere se… Aveva il sangue
“giusto”?
La mora
annuì.
- Ma se
così fosse – chiese Tart, mentre Selena, con aria grave, prendeva la tavoletta
in braccio – come ha fatto quel pazzo di Shorai a…?
- Ha
trascorso qualche tempo nel villaggio dove vivevo, prima di distruggerlo –
disse la ragazza dai capelli argentati, atona – non credo che avrebbe avuto
problemi a prelevare dei campioni di sangue, probabilmente gli ha usati anche
per qualche altro suo giochetto…
Tutti la
guardarono qualche istante, Selena s’era fatta di colpo triste:
- Ed ecco
perché sono meno nitide del previsto…
- Come? –
domandò la mewgatto.
- … Da
quel che leggo in questa prima frase posso già capire che l’intuizione di Pam è
giusta, probabilmente era un sistema per non farla leggere ai Gaeiani. –
sospirò mogia – Ed ecco perché si legge tanto male…
- Sel… -
Keris guardò l’amica preoccupata.
- Del
resto, devo averla… Mandata in confusione,
dato che non sono né gaeiana né tian. – il suo tono divenne quasi un sussurro,
mentre stringeva l’oggetto con più forza – Nessuno dei due…
Nessuno
disse una parola. Quiche l’abbracciò forte prima che continuasse:
- Basta
adesso. Ti prego…
Lei annuì
e si lasciò stringere: si sentiva già meglio.
- Riesci
a leggerla? – le domandò Lory qualche istante dopo con tono premuroso.
- Sì… -
rispose lei, calmatasi – Mi dispiace solo che, così com’è, ci metterò un po’…
- A dire
il vero sì… - disse Ryan, ricevendo due occhiatacce gelide dalla rossa e da
Keris – Ma possiamo anche aspettare. E voi due smettetela (gocciolone)!
- Ryan è
sempre il solito! – protestò Paddy.
Come
sempre, ripresero presto i loro soliti modi di fare e ripartì la baraonda.
- Che
pizza! – sbottò Quiche rassegnato – Ma non si stancano mai?!
Selena
sospirò, ma sorrise, in fondo era meglio che fossero così…
- Hai bisogno
di una mano? – chiese intanto Kyle a Selena; Pie, dalle sue spalle, la guardò
allusivo.
- No, no,
tranquilli! – rispose un po’ sbrigativa, non avrebbe resistito a stare in quel
tenebroso laboratorio per più di dieci minuti, le mancava l’aria all’idea.
Così,
quando il locale aprì (in anticipo, visto che erano tutte già lì) Selena si
piazzò in un bell’angolino ombreggiato e, affiancata dal piccolo Masha che,
opportunamente nascosto, registrava man mano che lei traduceva, iniziò a
lavorare.
- Buongiorno…
- … A
tutti!
- E
benvenuti al Caffè MewMew!
- Fa
piacere vedere due persone così attive – sentenziò Mina col suo solito tono,
guardando Strawberry e Keris che davano il benvenuto ai clienti – ottimo lavoro
ragazze.
- A noi
farebbe più piacere che tu ci aiutassi!! – sbottò la mewgatto furibonda.
- Già
infatti!
- Suvvia,
Keris, non ti vi metterai anche tu? – disse con tono quasi scandalizzato – Ah,
non c’è che dire, a quest’ora del pomeriggio il the migliore è senz’altro
l’Orange Pekoe!
- E NON
IGNORARCI!!
- Per una
volta devo dare ragione a loro, Mina – disse Paddy – con Lory ancora in
convalescenza e tutti questi clienti è impossibile che una di noi stia con le
mani in mano!
- A
proposito… - si aggiunse Pam – Qualcuno sa spiegarmi perché c’è così tanta gente?
- Non so…
Ed ora che me lo fai notare – fece stupita Strawberry – ci sono un sacco di
ragazzi!
- Che
strano… Anche se abbiamo portato i tavolini fuori è la prima volta che vedo
così tanti clienti uomini. – disse Keris confusa.
Il
gruppetto riflettè, quando all’aliena parve venire un’idea: cercò qualcosa con
lo sguardo, imitata dalle altre, e notò che anche gli sguardi dei ragazzi
sembravano fissare da qualche parte in particolar modo.
- Ecco,
lo immaginavo (gocciolone)!
Una
dozzina di discrete, ovviamente per modo di dire, occhiate maschili si stavano
catalizzando su Selena come calamite.
- Non
dirmi che è per (gocciolone)…?!? – esclamò la rossa scioccata.
Keris
annuì. Intanto le ragazze iniziarono, finalmente, a percepire il mormorio e i
commenti esaltati dei ragazzi, mentre i loro sguardi avevano creato ormai una
sorta di aura attorno a Selena che, beatamente… Continuava il suo lavoro come
se niente fosse!
“Ma come
fa a non accorgersene (gocciolone collettivo)?!”
- Beh,
non mi stupisce. – sentenziò Pam – Selena è una bella ragazza, e con quella
pelle chiara e gli occhi azzurri sembra straniera e questo attira i ragazzi.
(L’autrice concorda e pensa a tutti gli italiani che sbavano davanti alle
turiste -___-“” ndRia)
- Ma se
ha i capelli argentati (gocciolone)!
- Esiste
una cosa che si chiama “tinta”, Strawberry… - fece sarcastica Mina.
- …
Sempre la stessa storia (gocciolone)! – sbottò Keris esasperata – Sel-chan, non
prendere quel faccino innocente e beato quando sei concentrata su qualcosa!!
- Guarda che
non è mica una colpa (gocciolone).
- Cioè,
lei farnetica e tu le dai pure corda, Paddy (gocciolone)?!
Selena
intanto, incuriosita dal baccano, si era girata verso di loro:
- Uh…? Ragazze,
ma che succede? – chiese loro. Da notare che, appena aveva alzato lo sguardo,
tutti i clienti si erano istantaneamente voltati.
- A volte
non sono un po’ strane, Masha? – sussurrò al robottino.
- Strane!
Forse, forse, Pii!
Nel
frattempo, dall’ingresso del Caffè, due occhi dorati fissavano insistentemente
fuori da dietro il vetro:
- Non mi
sta bene per niente…!
- Quiche,
si può sapere che ti prende? – sbottò Tart, volteggiando con assoluta
noncuranza alle sue spalle – Hai una faccia strana…
- Io la
definirei corrucciata. – fece Pie col suo solito tono piatto, ma, curiosamente,
le sue labbra accennavano appena ad un ghigno.
- Non ho
niente. – replicò Quiche cupo. Ryan, che spuntò come sempre dalla cucina, fissò
la scena e sospirò:
- C’è
bisogno di fare tante scene per qualche occhiatina?
- Chiudi
il becco tu! – sbottò l’altro furibondo – Che discorsi sono?!? E poi mi
sembrano tutto fuorché occhiatine, quei maledetti maniaci si stanno passando la
mia Selena ai raggi X! – e calcò
l’accento sul “mia”, fissando il biondo scandalizzato.
- Certo
che una frase del genere detta da te ha del comico!
- Sta
zitto tappetto. – fece velenoso – Pensa alla tua scimmietta!
Tart
assunse un’aria indispettita:
- Che
c’entra Paddy adesso?!
-
C’entra, c’entra… - fece malefico Quiche: visto com’era arrabbiato aveva
proprio voglia di dare fastidio a qualcuno – Signor lottatore…
Il
ragazzino trattenne il fiato diventando color papavero.
- Di che
cavolo parlate?
- TU! SEI STATO TU! – urlò Tart incurante
della domanda di Ryan – Razza di perfido, dannato…!
- Se
aspettavo una tua iniziativa facevamo notte.
- Tu mi
hai spinto >\\\\\\< !! – continuò a strillare Tart, avvampando per la
vergogna – Impiccione bastardo!
- Ohi,
vacci piano! – il ragazzo sorrise – E poi non dirmi che ti è dispiaciuto…!
- … IO TI
AMMAZZO QUICHE >\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\
- Volete
farla finita? – disse Pie laconico – Poi tu, Quiche, finiscila di punzecchiare
Tart solo perché sei arrabbiato.
Quiche,
intanto, stufatosi di stuzzicare il fratello minore, si era re-incollato alla
finestra e tentava di fulminare i possibili spasimanti (Quanto viaggia la tua
fantasia!! ndRia) con occhiatacce omicide; a sentire parlare Pie si girò a
fissarlo minaccioso:
- Io non
sono arrabbiato, sono furioso!
Pie
sbuffò seccato:
- Quante
storie…! (Cos’è, fai eco a Ryan? Che siete gemelli -__o””? ndRia) Credevo che
il tuo unico difetto fosse essere maniaco e possessivo, non anche geloso.
- Ma
sentitelo! – sbottò l’altro offeso – Vorrei vedere te! Che faresti se adesso là
ci fosse Lory?!
Pie
continuò a fissarlo inespressivo, ma per come Quiche lo conosceva (e lo
conosceva anche troppo bene) vide che, impercettibilmente, il suo sopracciglio
destro aveva avuto un guizzo. Ryan nascose abilmente un sorrisetto e se ne andò
in silenzio, per evitare di essere coinvolto in qualche, possibilissima,
prossima litigata; anche se avrebbe ascoltato divertito ancora un po’ quei due
darsi noia a vicenda.
- Non
capisco cosa stai borbottando. – rispose intanto Pie, asciutto.
- A dire
il vero neanch’io. – bofonchiò Tart, che si era rapidamente ripreso (o meglio,
aveva furbamente deciso che era meglio lasciar perdere il discorso).
- Ehm,
Taru-Taru, papà adesso è occupato ad istruire il fratellone, poi ti spiega come
vanno certe cose…
- Ci
mancherebbe anche averti come papà (gocciolone)! – fece disgustato - E non
prendermi in giro!
- Per
quanto hai intenzione di fare discorsi senza senso?
- Non
sono senza senso Pie-chan, guarda che certe cose si notano!!
-
Insomma, ma di che cavolo state parlando?!? – Tart prese a gesticolare
arrabbiato, ma gli altri due parvero ignorarlo.
-
Illuminami, allora! – sbottò il maggiore, esasperato.
- Evita
di fare il sarcastico, sai? Non ti si addice (gocciolone) – disse Quiche – In
ogni caso, a parte il fatto che te l’avrò detto mille volte che SO che ti piace
la lattughina…
- E io
t’ho detto mille volte che hai preso troppe botte in testa da piccolo… -
replicò Pie indifferente, insistendo a negare: “E se la richiama a quel modo
cretino lo defenestro.”.
- A Pie
piacerebbe Lory?! – esclamò Tart sconvolto (Abbiamo a che fare cn un genio
-__-“”! ndRia – Una vera cima =___=!” ndTutti)
- Tart,
chiudi il becco. – lo seccò il fratello maggiore glaciale.
- …
Insomma, - continuò il mezzano dei tre incurante - vuoi venirmi a dire che in
tutto questo tempo non è successo
niente?! Dai, quando quella specie di insettone gigante ha attaccato la
lattuga, ti sei quasi fatto friggere contro la barriera che aveva creato!
- … La
smetti di usare quel soprannome irritante?
Quiche
sorrise soddisfatto, quando aveva così palesemente ragione era davvero
divertente molestare i suoi due compagni:
- Quale, Lattuga?
Pie lo
scrutò con uno sguardo talmente minaccioso che Quiche si ammutolì e pure Tart,
che già se ne stava zitto, offeso, mandò uno squittio spaventatoe serrò le labbra quasi a volerle sigillare.
L’alieno dai capelli scuri restò rigidamente a fissare Quiche per qualche
istante, poi scomparve nel nulla senza proferire parola.
-
Uao…Volevo stuzzicarlo un po’, non
credevo che fossero a questo punto! Bravo Pie-chan!
- Quiche…
ma di che cavolo parli (gocciolone)? (Se lo sta chiedendo pure l’autrice
o__o””! ndRia – la cosa è confortante -___-“! ndTart)
- Lascia
perdere… (gocciolone)
-
Finalmente…
- E’
finita, mya…!
- Avanti,
ragazze, non è il caso di fare tante scene…!
- MINA,
ORA BASTA, CHIUDI IL BECCO!
La mora stava
per replicare, ma alla vista dell’aria omicida che avevano assunto Strawberry e
Keris decise di limitarsi a voltare la testa con fare snob ed avviarsi negli
spogliatoi.
- Quando
fa così avrei tanto voglia di legarla mani e piedi e chiuderla in una cassa… -
grugnì la rossa, mezza sdraiata sul tavolo.
- Ti
darei una mano, dimmi quando… - si aggiunse l’aliena.
- Ehm,
non vi sembra di esagerare (gocciolone)? – chiese Selena, seduta lì accanto con
la Tavoladel Drago in braccio.
A quella
domanda le altre due si fecero attente. Selena sorrise:
- Masha è
in laboratorio con Kyle e Ryan a trasferire tutta la traduzione… – sentenziò allegra
- Domani
unendo quella coi dati raccolti, potremo finalmente fare il punto della
situazione.
Pam annuì
convinta. Paddy e Tart, invece, non sembravano così contenti alla notizia:
-
Domani?! – esclamarono all’unisono.
- Questo
vuol dire un’altra giornata passata con le mani in mano?! – sbottò esasperato
il brunetto.
- Se tu
dessi una mano in qualcosa – sentenziò Pam allusiva– qualunque cosa, non ti annoieresti tanto.
Il
ragazzino incrociò le braccia indispettito.
- E poi,
pensa, abbiamo un giorno in più per poterci rimettere in forze tutti quanti. –
fece positiva Strawberry – Del resto anche tu sei piuttosto ammaccato, ora come
ora…
Tart la
fissò prima sbattè un po’ gli occhi, confuso, poi un terribile dubbio gli
attraversò la testa
. No, non
poteva essere…
“Anche la
vecchiaccia…?!”
La rossa
lo guardò fissarla con gli occhi a palla ed impallidì, non facendo altro che
confermare il timore del brunetto. Continuò a fissarla con aria inebetita per
alcuni secondi, poi assunse un’aria furente.
- Io devo
andare a cambiarmi…! – pigolò la mewgatto dandosi alla fuga.
- DOVE
PENSI DI ANDARE, DANNATA VECCHIACCIA IMPICCIONA?! – urlò Tart gettandosi al suo
inseguimento – Io ti strozzo! Te e quell’imbecille di mio fratello!! TORNA
SUBITO QUI!!
Selena,
Pam, Keris e Paddy guardarono attonite Strawberry prendere a correre per tutto
il locale, col piccolo alieno che le svolazzava dietro urlandole imprecazioni
decisamente poco eleganti.
- Ti
faccio restare gatto per il resto dei tuoi giorni, brutta vecchia!
-
Piantala, moccioso, E NON CHIAMARMI VECCHIA! – strepitava lei, lanciando poi un
urlo più acuto mentre Tart le si teletrasportava di fronte bloccandole la fuga.
- Ora me
la paghi!
Neanche
il tempo di dirlo e lei era già sgusciata via. Mina, appena uscita dallo
spogliatoio, fissò la scena con aria scioccata, passandosi poi una mano sulla
fronte:
- Cielo,
che bambini…!
-
Quiche…! Quiche, ti prego, aiutami!! – piagnucolò la rossa, lanciando
praticamente il ragazzo, appena riemerso dal laboratorio per via del fracasso,
addosso al fratellino strattonandolo per una manica.
- Ehi,
che cavolo c’è?!?
- OH, SI’
ECCO! Fatti avanti anche tu! – continuò ad urlare quasi isterico Tart – Siete
due dannanti impiccioni, giuro che questa me la pagate!!
- E,
scusa, perché te la prendi solo con noi (gocciolone)? – chiese Quiche,
fissandolo un po’ allarmato dalla sua aria furibonda – C’era anche l’uccellino.
- N-non
mettermi in mezzo, sai (gocciolone)! – sbottò Mina, mentre l’altro la indicava.
- MA VI
SIETE MESSI D’ACCORDO?!? – urlò a pieni polmoni, talmente rosso in viso che
sembrava gli stesse per venire un colpo.
- Ma che
sta succedendo?
- Ah, non
chiedermelo, Ryan – mormorò Keris con aria sconvolta – perché non ci sto capendo
nulla (gocciolone)!
Anche
Kyle e Pie comparvero dalle scale. L’alieno più grande scrutò la scena qualche
istante sorpreso, fissando il fratellino gesticolare furente a mezz’aria, poi,
con un sospiro, lo prese per la vita e lo allontanò da Strawberry e Quiche
prima che gli lanciasse contro le sue bolas.
- Si può
sapere che gli avete fatto (gocciolone)? – domandò Selena, che continuava a
fissare il ragazzino dimenarsi come un ossesso; gli altri due finsero un’aria
innocente e Mina si limitò a borbottare qualcosa d’incomprensibile.
- Certo
che siete proprio antipatici, sapete?! – sbottò Paddy che, alla fine, aveva
intuito per cosa doveva essersi arrabbiato Tart e ora fissava il terzetto
severa.
- Non so
di cosa stai parlando! – ridacchiò Strawberry.
Selena e
la biondina incrociarono le braccia e li guardarono male.
- I-io
non c’entro! – disse Mina, sforzandosi di mantenere il tono altezzoso – Mi ci
sono trovata dentro!
- Sì,
certo! – fece Quiche sarcastico.
- E non
guardatemi così! – sbottò la rossa – Tu, poi, Paddy…! Sei sempre stata la prima
a farmi il terzo grado su Mark!
- Direi
che non c’entra niente! – sbottò la biondina.
- Come
non c’entra niente (gocciolone)?!
- Se
avete finito di parlare di sciocchezze – intervenì gelido Ryan, frapponendosi
tra le due – dovremmo dire alcune cose.
Le due lo
guardarono, ammutolendosi; subito, l’attenzione fu tutta per il biondo.
- Selena
è riuscita a tradurre tutta la Tavola. – iniziò laconico – Ma i dati che
abbiamo ottenuto sono più del previsto, ed alcuni contrastano con alcune nostre
tesi; Kyle ha iniziato a confrontare tutto, ma prima di domani non sapremo
nulla.
- Sì…
Questo lo sapevamo. – annuì Strawberry.
- C’è
un’altra cosa – intervenne però Keris – di cui dovremmo parlarvi.
Tutti la
fissarono incuriositi. La ragazza assunse un’aria preoccupata, lanciando
un’occhiata in tralice a Ryan, e dopo che lui ebbe annuito, prese a raccontare
dell’attacco che aveva ricevuto.
Ci volle
un po’ perché Keris dicesse tutto. Quando ebbe finito, lanciò un’occhiata a
tutti i presenti, che la fissavano senza dire una parola; Selena sembrava
sconvolta:
- Ma…
Perché… Non ce l’hai detto subito…?!
Keris si
mordicchiò il labbro inferiore, voltando lo sguardo, quasi spaventata a
guardare in faccia l’amica:
- Non so
cosa… significhi… - mormorò dopo aver preso un bel respiro, la voce appena
udibile – Se… Se per caso…
La frase
le morì sulle labbra; neppure lei era sicura di quel che voleva dire. Se ne
restò immobile coi pugni serrati e la testa al pavimento, tremando appena:
- Non voglio…
- sussurrò, un groppo che le serrava la gola - … Se ho fatto qualcosa di male…
Le sfuggì
un singhiozzo.
- … Non
voglio essere detestata…!
Avrebbe
voluto essere inghiottita dal pavimento in quello stesso istante, si sentiva
cretina ogni oltre limite, ma non mosse un muscolo per allontanarsi, aspettando
una reazione. Guardando per terra non si accorse che Selena si allungava per
abbracciarla.
- Scema…!
– ridacchiò –Ti voglio troppo bene per detestarti!
L’altra
la scrutò perplessa.
-
Sel-chan ha ragione! – esclamò Strawberry unendosi un secondo all’abbraccio e
poi guardandola ammiccante – Ki-chan è soltanto Ki-chan!
L’aliena
si sorprese di quella frase, non pensava di sentire dire dalla rossa qualcosa
di simile a Ryan.
- AU..!
EHI!
Keris
alzò la testa indispettita, mentre Selena continuava ad abbracciarla: Quiche le
aveva appena tirato un pugnetto in testa ed ora se ne stava in piedi di fianco
a lei, gli occhi chiusi.
-
Cretina. – si limitò a dire incrociando le braccia; la fissò con un sorrisetto,
aprendo un occhio – Non stare a preoccuparti troppo.
Lei era pronta ad insultarlo, ma si fermò a guardarlo coi
grandi occhioni dorati spalancati. Guardò gli altri, tutti le stavano
sorridendo, e sentì come se le avessero levato un mattone dallo stomaco.
- Keris è solo Keris e sai che Selena ti
vuole un gran bene, come le altre. Qualunque cosa ti sia successa o succederà.
Strinse
le labbra in una morsa e prese a piangere a dirotto, stritolando Selena e
aggrappandosi al collo di lei.
- Ecco,
ti pareva che non frignavi…! – rise Quiche portando le braccia dietro la testa.
Quando
ebbe finito di spazzolarsi i capelli Strawberry si lanciò sul letto, era
stanchissima…! L’unica cosa che voleva in quel momento era addormentarsi e
farsi una dormita epocale.
Sospirò,
stringendo tra le braccia il cuscino e prendendo a fissare il soffitto: quei
giorni di pausa le avevano permesso di pensare a tante cose, molte delle quali
non le avevano certo conciliato il sonno; le sfuggì una risatina, quel che
aveva scoperto quel pomeriggio l’avrebbe aiutata.
Certo,
dopo la notizia del suo attacco, nessuna di loro (nella sua mente si sottolineò
il femminile, visto che, alla fin fine, le interessate alla seconda notizia
erano state solo loro) si sarebbe aspettata che Keris prendesse ad urlare ai
quattro venti di esser diventata la ragazza di Ryan!
E, se da
una parte era felice per lei, non poteva che restare assolutamente sconvolta
per il biondino: lo sapeva che, nonostante la lingua lunga e i modi antipatici,
era un bravo ragazzo, ma non credeva ricambiasse i sentimenti dell’aliena. A
quell’ultimo pensiero il sorriso le si allargò, era convintissima che Keris
sarebbe stata rifiutata proprio per quel motivo… Perché era una Gaeiana, gli
alieni che avevano creato i chimeri.
Che
avevano ucciso i genitori di Ryan.
Era più
che convinta che il biondo continuasse a mantenere un certo distacco con Quiche
e gli altri per questo motivo, quindi non si sarebbe stupita più di tanto se
avesse respinto l’amica (specie dopo la scenata che le aveva fatto prima della
partenza per la Cina).
Mise il
cuscino sotto la testa e sospirò soddisfatta:
“Fortunatamente
sbagliavo…”.
- Su,
Masha, è l’ora di una bella e LUUUNGA dormita, nya!
Peccato
che la rossa non sapesse che i suoi piani notturni si sarebbero presto rivelati
sbagliati.
*__________________
Due
figure spuntarono poco sopra le cime degli alberi del parco ormai deserto. Non
una foglia, non un qualsiasi animaletto passava, tutto pareva congelato
nonostante l’aria tiepida; perfino le prime lucciole che avevano preso a
gironzolare, timide, attorno alla superficie del laghetto, sembravano essere
rimaste nascoste.
- E
questo sarebbe una di quelle… Cose
che ci ha dato quel moccioso? – sussurrò una voce femminile, un po’ schifata.
- Pare di
sì, Bellatrix.
La bruna
fece un verso di disgusto quasi infantile, facendo scorrere tra le dita una
curiosa medusa dai lunghi tentacoli, che emanava una luce ed un lieve suono
intermittenti.
- E’
viscido…! – squittì – Mintaka!!
- Vuoi
che escano dalla tana? – sentenziò l’altro da dietro la maschera funerea – O
pensi di sederti su quest’albero ed aspettare che ti passino sotto il naso?
L’idea è carina, ma non so quanto proficua.
Lei lo
guardò storto con due penetranti occhi verde prato:
- Come
sei spocchioso! Ehi, e ora dove vai?!
Senza
rispondere Mintaka scomparve, lasciandola sola. Lei scostò dei capelli dalle
spalle con aria superba, aggrottando la fronte: spesso si domandava perché,
dopo la morte del loro compagno Saiph, quello stupido di Heka avesse scelto
Mintaka come sottoposto! Che aiuto può darti uno che se ne va sul più bello?!
- Ah,
beh… - fece spallucce e allungò il braccio verso il laghetto; il chimero
parassita, che sembrava quasi inerme tra le sue mani, scivolò pigramente contro
la superficie piatta, increspandola appena mentre sprofondava – Vediamo che
succede di bello.
*__________________
Si
svegliò di soprassalto, un brivido che le attraversava la schiena. Prendendo a
respirare nuovamente con calma Selena si guardò attorno, non era la sua solita
stanza…
“Ah,
giusto, sono tornati i genitori di Strawberry… La seconda stanza degli
ospiti…”.
Si fregò
gli occhi, ancora un po’ intontita; non ricordava se fosse stato un incubo a
svegliarla, ma sentiva qualcosa.
- Tutto
bene?
- Quiche…
Lui era
seduto sul letto, un braccio a fargli da appoggio, e la fissava serio; Selena
impiegò qualche secondo a ricordare che gli aveva concesso di dormire di nuovo
in stanza con lei, a patto che, dati i signori Momomiya nelle immediate
vicinanze, non avesse avuto “strane intenzioni” (Scusa, autrice maniaca, cosa
intendi con “strane”? ndQuiche – Guarda che qui l’unico maniaco sei tu, e cmq
m’hai capito benissimo! ndRia - -___-… Malfidata ndQuiche).
- Hai
sentito qualcosa? – domandò; lei annuì appena – Anch’io. Credevo d’essermelo
sognato.
-
Strawberry è sveglia?
- Non mi
sembra… - disse vago, allungando un po’ il collo come a tendere l’orecchio –
Però…
Sentirono
la porta vicina aprirsi malamente con un botto, per poi venire richiusa
goffamente (e inutilmente ormai) cercando di non far rumore.
-
(gocciolone) come non detto…!
Selena
scese di scatto dal letto, afferrò la tunichetta azzurra ed andò ad aprire la
porta, un secondo prima che una trafelata Strawberry ancora in pigiama la
spalancasse.
- E’
successo qualcosa? – più che una domanda sembrava un’affermazione; la rossa
annuì, col fiato corto:
- Sì…! Mi
ha appena contattata Kyle e… E tu che ci fai qui dentro?! – esclamò vedendo
Quiche beatamente seduto sulla sponda del materasso.
- Io?
Proprio niente, dormivo. – rispose innocente.
Strawberry
però lo guardò storto. Passò rapidamente lo sguardo da lui a Selena e avvampò
come un peperone:
- Non
voglio sapere niente >\\\\\\<…!
-
Calmati, non serve che ti agiti, santarellina. – ghignò l’alieno divertito
dalla sua reazione.
Selena lo
guardò di sbieco:
-
Strawberry, guarda che non stavamo facendo niente -\\-.. E comunque, cos’è
successo?
- Ah…?
Ah, sì!! – esclamò cercando di calmarsi – Kyle! I suoi sistemi hanno rilevato
un chimero!!
- Un
chimero?
Quiche si
alzò di scatto:
- Sel, ma
il tuo scudo dovrebbe reggere ancora, vero?
- … C’è
qualcun altro che sta usando i chimeri. E non sono né Shorai né i suoi.
*__________________
MewBerry
e Selena si guardarono attorno nervosamente. Quiche le aveva teletrasportate al
parco da dove Kyle aveva percepito il segnale del chimero, ma non si vedeva
assolutamente nulla.
- Dove
sono le altre?
-
MewBerry!!
La
mewgatto alzò la testa e Paddy e Tart sbucarono poco sopra le loro teste; a
poca distanza anche Lory era apparsa dal nulla assieme a Pie e, dopo pochi
istanti, Keris comparì atterrando assieme a Mina e Pam.
La
mewlupo mosse impercettibilmente le orecchie, come a carpire il minimo respiro.
Pie strinse gli occhi scuri, con aria imperturbabile.
-
Qualcosa c’è. Troppo silenzio.
Detto
fatto.
Tutti si
voltarono contemporaneamente verso l’acqua, distratti da un impercettibile
sciabordio. Ma quel suono delicato si trasformò improvvisamente in un boato
d’acqua che sembrò esplodere dal laghetto, rivelando un mostruoso pesce dal
muso allungato, simile ad un’anguilla: la bestia spalancò le fauci zannute,
diretto verso Paddy, la più vicina alla riva, ma la scimmietta fu abbastanza
veloce da schivare; la bestia ruggì, facendo schioccare la mascella, quindi
riportò la testa in acqua, scomparendo completamente sotto la superficie.
-
C-cos’era quel coso?! – mormorò MewMina, senza fiato dopo essere scattata
lontano dal chimero.
- Non ho
mai visto un chimero fare così. – disse Quiche cercando di scorgere il mostro,
senza successo – Più che controllato da qualcuno, sembra un animale selvatico a
caccia!
Pie fissò
severo l’acqua.
- Non
credo tu stia sbagliando.
- In che
senso? – chiese Tart confuso.
- … Quel
chimero è senza controllo. Il parassita che ha dentro è stato lasciato al suo
destino e ha reagito… D’istinto, se
volessimo dire così. Anche se quei cosi non hanno istinto.
- Quindi?
– domandò Keris preoccupata.
Il
ragazzo estrasse il suo ventaglio, puntandolo in acqua.
- MewMina,
puoi lanciare una delle tue frecce in modo da tirarlo fuori?
- Certo.
– annuì la mewbird brandendo già la sua arma. MewPam alzò invece la frusta,
intuendo le intenzioni dell’alieno; anche MewBerry brandì la sua Strawberry
Bell, ma Pie la fermò.
- Stai
indietro.
La rossa
lo fissò senza capire, ma lui non sembrava intenzionato a darle risposta.
Gli altri
lo fissarono un po’ confusi, ma Mina scoccò comunque una freccia: il
pesciolone, da copione, cominciò ad agitarsi incuriosito, portando il muso a
pelo d’acqua.
- Ribbon Zakuro Pure!
La lingua
rosa della frusta tagliò l’acqua e prese il chimero, che si rivelò essere
enorme come sembrava: MewPam tentò di tirarlo fuori, ma sembrava impossibile e
fu quasi trascinata in acqua.
- MEWPAM!
Lory
allungò le braccia verso il lago. L’acqua parve sollevare il chimero ancora più
in alto, lasciandolo poi sospeso a mezz’aria a dibattersi. Pie la guardò di
sottecchi, avrebbe preferito non mostrassero tanto i loro poteri…
“Meglio
chiudere in fretta.”.
- Fuu
Rai Sen!
La scarica sfrigolò leggera, ma altrettanto non fu
il lamento del chimero, che le orecchie feline di Strawberry apprezzarono
quanto le unghie sulla lavagna; quando il fulmine si fu dissolto, però, la
bestia non scomparve, limitandosi a precipitare, inerme, contro la superficie
dell’acqua e a rimanere lì a galleggiare.
- C-cosa…? – Selena pensò di avere un’allucinazione,
quel mostro era sparito, no?
- Perché il parassita non lascia il corpo di
quell’animale? – borbottò Quiche confuso.
Nessuno gli rispose. Pie continuò a fissare la
bestia con sguardo gelido.
Improvvisamente avvertirono un altro rumore. Tutti
si voltarono verso la fonte di questo, sorpresi che sembrasse un battito di
mani.
Ed in effetti qualcuno stava applaudendo.
Una donna sulla ventina li fissava, seduto can le
gambe elegantemente accavallate, due beffardi occhi verdi che sogghignavano.
Nessuno di loro parve dare troppo peso al fatto che fosse appollaiata sulla
chioma dell’albero come se si fosse trovata su una comoda poltrona imbottita,
anche perché era più com’era vestita… Anzi, svestita,
ad attirare l’attenzione.
- Adesso si gira anche in costume da bagno?!? –
sbottò MewBerry stizzita indicandola.
- Mamma quanto sei puritana! – fece Quiche,
ghignando alla faccia arrossata della mewgatto e totalmente incurante della
mini-fascia che copriva il seno, decisamente abbondante, di Bellatrix e gli
slippini dello stesso color celeste slavato.
- Il prossimo giornale dove leggo che i nostri
costumi sono “eccessivi” prendo a frecciate chi scrive l’articolo (gocciolone)…
- borbottò Mina.
Selena, nel frattempo, continuava a fissare
Bellatrix severamente: senza dubbio quella non era un essere umano, ma non era
neppure una gaeiana.
“Da dove verrà…? E, se ha creato lei quel coso… Come
diavolo ha fatto?”.
Bellatrix rise forte, ignorando i commenti idioti
della rossa e dell’alieno dai capelli verdi:
- Certo che sei un vero guastafeste, tu! – disse con
fare infantile guardando Pie di sbieco – Ero curiosa di vedere cos’erano in
grado di fare le bambine…
Pie restò impassibile. Bellatrix si alzò in piedi,
assolutamente incurante di dove si trovava e del fatto di essere sotto tiro dei
suoi avversari.
- Sei stata tu a creare quell’affare? – domandò
Selena indicando il chimero, che nonostante fossero passati ormai alcuni minuti
continuava a galleggiare sulla superficie senza che il parassita se ne andasse.
Bellatrix sorrise e, senza rispondere, scomparve.
Il gruppo si mise all’istante sul chi vive.
- E’ ancora qui…! – sussurrò Quiche, i sai già
pronti nelle mani.
Le ragazze presero a guardarsi attorno, all’erta.
MewLory fece qualche passo indietro, preoccupata, quando avvertì qualcuno
portarle la mano al collo, da dietro.
- Sei stata tu a far uscire il mio pesciolino prima?
– chiese Bellatrix con lo stesso tono che si poteva usare con un bambino di tre
anni – Notevole!
MewBerry, che era la più vicina all’amica, scattò di
colpo non appena ebbe intravisto la chioma mielata di Bellatrix comparire, ma
quest’ultima si limitò a fare pigramente un saltello all’indietro:
- Non scaldarti micetta. – cantilenò sempre con quel
tono sarcastico di rimprovero – Non la mangiavo mica!
La rossa la guardò torva:
“Questa è pericolosa! – pensò, i campanellini sulla
coda che suonavano indispettiti – Aveva ragione Sel-chan: non riesco a capire
cosa sia, però ho una sensazione terribile…!”.
Bellatrix sorrise divertita. Si sollevò in aria di
alcuni metri e mosse elegantemente il braccio destro: solo in quel momento la
mewgatto notò che attorno a questo, dal gomito al polso, saliva un cinturino di
cuoio con attaccate alcune sfere di vetro colorato. Con calma la donna ne
staccò una, senza smettere di sorridere:
- E’ inutile, quelle bestiacce proprio non mi
piacciono… - sospirò con fare lacrimevole – Divertiamoci a modo mio!
Con un gesto fulmineo scagliò la sfera di vetro ai
piedi di MewBerry e, in un secondo, un denso fumo colorato si sollevò da terra,
avvolgendo la rossa. MewBerry si portò una mano al viso, tappandosi bocca e
naso, e allontanò con uno spintone Lory giusto prima che la nuvola la coprisse
interamente.
- MEWBERRY!
La rossa strinse la mano guantata sul viso, ma
avvertì comunque quel fumo entrarle sottile nei polmoni; sentì la bocca
asciugarsi, segno che quello in realtà doveva essere qualche strana polvere, e
un profumo mai sentito prenderle a stuzzicarle il naso.
Un profumo decisamente gradevole, doveva ammetterlo.
Tossì, per buttare fuori quella cosa.
Però era molto
buono…
Sentì le spalle rilassarsi, che strano, si sentiva
così tranquilla…
Chissà perché era così tesa prima! Ora c’era una
tale pace… quell’aria così tiepida e profumata… E quel tepore, come stare a
crogiolarsi sotto le coperte la domenica mattina…!
Miauuuu…
- MewBerry! Dove sei?!
Lory urlò un’altra volta, ma l’amica non si vedeva
più in mezzo al fumo creato da Bellatrix. Selena strinse i pugni e,
avvicinatasi, tese le braccia verso il punto in cui si trovava Strawberry e una
folata violenta di vento esplose contro il fumo.
Bellatrix, colta di sorpresa, si alzò ancora più in
alto, guardando confusa la ragazza dai capelli argentei, mentre il gruppo si
avvicinava a MewBerry.
- MewBerry! – esclamò Selena, avvicinandosi e
temendo di non aver fatto in tempo a far sparire quella robaccia - Stai bene?!
E l’altra rispose. Ma non proprio quello che lei si
aspettava:
- … Miaooo…
- … Eh O__O”” (gocciolone)?
Tutti allungarono il collo, mentre anche l’ultimo
sbuffo di polvere svaniva. Selena era già pronta a vedersi una gattina nera
tutta spaventata, invece Strawberry era ancora lì, sana come un pesce.
Beh, forse non molto.
Sembrava quasi ubriaca: sdraiata per terra faceva le
fusa e continuava a dimenarsi a destra e a sinistra inarcando la schiena,
passandosi i pugni chiusi sul viso, proprio come un gatto a cui il padrone sta
facendo le coccole.
- St-Strawberry?! Sei impazzita (gocciolone)?! –
urlò MewMina scandalizzata; l’amica, però, si limitò a girare la testa verso di
lei e a guardarla con occhi vacui e mezzi incantati:
- Miaaaa…?
- CHE CAVOLO DI RISPOSTA E’ (gocciolone)?!? – sbottò
l’altra.
- Sapevo che la vecchiaccia era matta, ma a questi
punti (gocciolone)…
Intanto, Bellatrix era scoppiata a ridere
sguaiatamente, quasi reggendosi la pancia:
- Se penso che quell’idiota ha pagato noi Combattenti
per queste mocciosette…!
Gli occhi dorati di Quiche saettarono, cos’aveva
detto?
- Quiche?!
Senza una parola il ragazzo attaccò. Bellatrix restò
ferma, accorgendosi troppo tardi del sai diretto contro di lei.
- FLASHING
ARROW!
Un lampo luminoso fermò Quiche dal trasformare la
nuova arrivata in un puntaspilli; stando a mezz’aria indietreggiò, l’aria che
sfrigolava; Keris mandò un urletto, mentre quella strana freccia, così simile a
quelle di Mina, le si piantava a cinque centimetri dal piede, mandando scintille
elettriche tutt’attorno. Quiche ringraziò che non avesse mirato a lui, non
credeva che stavolta il suo braccio gli sarebbe rimasto attaccato alla spalla.
- E ora cosa c’è?! – sbuffò Tart esasperato.
- Era
l’ora, Betelgeuse! – esclamò Bellatrix, tirando un sospiro di sollievo.
Al suo
fianco era apparso un ragazzo dai capelli castano scuri e la frangia lunga, con
indosso un lungo pastrano color avorio a cui era attaccata una grossa faretra;
teneva nuovamente sotto tiro Quiche, un arco lunghissimo in una mano e una
curiosa freccia la cui cocca, invece che fatta di piume, era in legno
intarsiato con simboli mai visti, nell’altra.
- Perché
non hai usato quel chimero, Bellatrix? – domandò senza nemmeno guardarla; lei
incrociò le braccia indispettita:
- Mi faceva
schifo! E non ubbidisce, guarda là! – ed indicò la carcassa nel laghetto –
Appena creato s’è messo a fare di testa sua!!
Lui non
rispose. Sotto i ragazzi non si muovevano (escludendo MewBerry che continuava a
miagolare), senza capire più niente di quel che succedeva.
Betelgeuse
scostò appena gli occhi nero notte verso la mewgatto:
- E
quella?
Bellatrix
non gli rispose.
Quiche
non muoveva un muscolo, ci mancavano solo quei piantagrane…! Betelgeuse parve
accorgersi della sua agitazione e lo guardò appena:
-
Andiamo.
- Cosa?!
– sbottò Bellatrix – Io volevo…!
Ma si
zittì, mentre lui continuava a fissare l’avversario, la freccia pronta allo
scocco; Bellatrix sbuffò e sparì, mentre lui portò la freccia al livello degli
occhi.
- Se
pensi che stia qui a farmi infilzare – urlò Quiche lanciandosi contro di lui –
ti sbagli!
Ma
Betelgeuse parve ignorarlo:
- Rai. Jin.BOMB ARROW!
Successe
tutto rapidissimamente: la freccia partì, sfiorando l’orecchio di Quiche e,
subito dopo, divenne un fascio di aria vorticante e fulmini che, mentre
l’arciere scompariva con uno schiocco sordo, si conficcava nel fianco del
chimero, facendolo saltare per aria con una colonna d’acqua al seguito, che
inondò i presenti.
Quiche
tossì un paio di volte, scrollandosi un po’ d’acqua dalle spalle, e cercò un
istante quel Betelgeuse: nulla.
“Dannazione…!”.
Sotto di
lui, gli altri sembravano aver preso più acqua; l’alieno atterrò accanto a
Selena, ancora un po’ frastornata, e la guardò preoccupato:
- Tutto
bene? – lei annuì:
- Tu?
- Beh, ho
evitato di finire infilzato. – sogghignò – Perciò benissimo ^^!
Lei evitò
di rispondere.
-
Insomma…! – sbottò intanto Keris, strizzandosi la gonna inzuppata - Qualcuno mi
vuol dire cosa sta succedendo?!?
- Un bel
casino. – rispose Quiche alzandosi – Da adesso…
Il
lamentarsi di MewBerry lo fermò un istante. La rossa, che sembrava essere
svenuta, aprì gli occhi con aria confusa:
- Che…
che è… successo?
- Succede
che ti sei appena fatta dare una legnata da un membro dei Combattenti d’Orione,
cara mia! – sbottò Tart con fare spavaldo, che però non nascondeva una gran
preoccupazione.
La rossa,
ancora gocciolante, lo guardò senza capire.
- E
questo cosa vorrebbe dire? – chiese Pam piatta.
- Che
tutti noi – mormorò Quiche serio – siamo appena finiti sulla lista nera dei
mercenari più forti di questa parte di dell’universo…
Et
voilà XD! Ehi, che capitolone! Chi è sopravvissuto?!
…
silenzio…
Ehm
^^””, vabbè, speriamo in bene… Allora, ecco che spuntano i tre famigerati
strani tizi che erano sbucati alla fine del cap. 38 (Ehi, chi sarebbero gli
strani tizi -__-**?! ndCombattenti) e altri tasselli del puzzle si aggiungono
al mucchio… insomma, invece di delucidare, sto complicando la situazione
^^””””!!! (Brava! Ma pensa un po’ -__-“”! ndPers). Cmq non crediate, molte cose
si esplicheranno già dal prox cap…
Cmq
ricordate che + commy ci sn prima aggiorno ^^+! (bugiarda! ndPers –
Ricattatrice!! ndTutti – dai scherzavo ^^””! ndRia - ¬_¬… ndTutti <- No, sul
serio scherzavo ^^!).
A proposito
di commy, due ringraziamenti!!!
Killkenny: ONII-CHAN XD!! Beh, x quanto
riguarda le tue 2stte conoscenze”, te l’avevo detto x e-mail… vedrai che saprò
stupirti ^o^!! (addirittura voto 10 O\\O?! tu mi lusinghi troppo ^\\\^!! –
Appunto, poverino, ormai devi averlo ridotto allo stato di ameba ambulante con
sta str… ndQuiche – CONTINUA LA FRASE, AVANTI +___*!! ndRia_MOOOOLTO_minacciosa
– Ehm, niente lascia perdere -___-“”)
love_love: Mi
disp tanto di nn aver potuto soddisfare al tua richiesta così entusiasta ç__ç,
cmq cn due cap un po’ mi perdonerai ^^?
lory_chan: o\\o
tutta in una vola?! Piccola, che dolce che sei ^^!! Un’altra che si è unita
all’ultimo, me troppo felice ^\\^!! Il dis.. lo so, qualcun altro me l’aveva
già detto -_-… Vabbè, qui ti riposto il link, spero si veda stavolta ^^! E’
diretto cn Photobucket (d’ora in poi li metterò li dentro) non dovrebbero
esserci problemi ^^!
http://i179.photobucket.com/albums/w307/shuiryu/Pie-Lory.jpg
Danya91: ehm…
Visto come ho aggiornato in fretta ^^””? (seeee…! Ndtutti – XP!) sorry, mi
disp, xò nn sn riuscita prima… Cmq spero di rivederti presto, piciola ^o^!
(ADDIRITTURA SENSEI O\\O?!?)
Ho quasi finito lo sproloquio, tranquilli ^^””!
allora… adesso sono in ferie 8si fa x dire) fino a settembre, quindi dovrei
riuscire ad andare avanti un bel po’… x prox cap xò volevo aspettare un attimo,
xkè ho fatto un bel po’ di disegni che vorrei finire e postare, quindi abbiate
pazienza ^o^!
Alla prossima!!!
[NOTA
IMPORTANTISSIMA!!!I personaggi dei
Combattenti d’Orione sono un’ideadi Jolly
Mask e sono stati poi creati in collaborazione, perciò qualsiasi
complimento e/o commento riguardo questi personaggi sn da fare a lui (nn sui
disegni xkè quelli sn opera mia ^^)]
HOLAAAAA!!! Ok, gente, so che mi davate x dispersa, ma ho una buona
ragione x essere sparita… Mi era partito il PC ç___ç!! Quasi 2 mesi senza! Me
era disperata!!!! X fortuna nn ho perso i dati ^^ (E sai che c***o -___-“”
ndTutti - +___+***!).
So che avevo promesso di mettere molti disegni cn questo cap, ma sn
successe un sacco di cose e nn sn riuscita a finirli! Xò, dato che sn indietro
con la pubblicazione ^^, ho deciso di mettere qsto cap, farvi rodere un po’ il
fegato e poi tornare col chappy e i dis promessi ^^+!!! (6 stronza sai? ndTutti
– ma perché ç__ç?! ndRia – VUOI LASCIARCI DI NUOVO CON L’ACQUA ALLA GOLA?!?
ndTutti – mmm… Sì ^-^+!! ndRia - -_____-***!).
Ringrazio subito i miei lettori!!!
Danya91: LA MIA ONEEE-CHAAAAAAN ^\\\\\\^!!! Me tanto contenta
che ti piacciano, ecco qui un chappy fresco frescofresco ^^!!! 8del resto, quasi hai assistito alla nascita,
xciò XD)..
Killkenny: Il mio
OOOONIII-CHAAAAN XDD!!! Tanto x restare in famiglia XD! Già, in effetti
bellatrix fa a gara cn loro… Xò è molto + st****a ^^””!!! sì, lo so, forse cn
Taru-Taru sn cattivella, ma nn è adorabile quando si arrabbia ^\\\\^?! (Nn è
che hai il complesso di Lolita? ndKisshu)
Beh, vi lascio alla lettura ora! Ci vediamo in fondo!!!
Cap. 41 – La
ragazza di Tokyo e la maestra dei profumi
-
Allora, Bella, hai scoperto qualcosa di utile?
La
bruna, sentendo il tono sarcastico di Alnitak, si accomodò meglio sul divanetto
su cui si era seduta e lo ignorò.
-
Ehi, ti ha fatto una domanda! – sbottò lui.
-
Per piacere…! Alnitak, Alnilam! – e guardò torva il ragazzo appollaiato su un
curioso pilastro a qualche metro da lei – Quando mi parlate non fatelo in due!
Mi date fastidio!
Il
sedicenne ridacchiò:
-
Non prendertela, Bella! Dai, Alnilam, le parlo io… - tacque un secondo poi
riprese come se nulla fosse – Allora, cos’hai scoperto?
-
Poco e niente. – rispose asciutta, rassegnata a quel mattoide del suo compagno
– Le ragazzine gaeiane non hanno fatto molto… Anche se la mezzosangue potrebbe
rivelarsi fastidiosa.
-
E le altre? – insistette Alnitak allungandosi verso di lei; Bellatrix fece
spallucce:
-
Nulla che non si possa fermare (quelle armettine sono proprio ridicole!) o che
non abbia già visto… A parte le code.
Poi
tacque un secondo, lasciando che qualche ciuffo le cadesse sugli occhi come
caramello fuso.
-
Ma è meglio stare attenti… Quella tipa goffa col vestito verde ha sollevato una
massa d’acqua notevole, anche se è un essere umano modificato: non vorrei che
anche le sue amichette ci facessero scherzi del genere.
-
Cos’hai, paura di rovinarti la piega, Bella?
La
donna si voltò indispettita verso la voce rauca che aveva detto quella frase e
fulminò con lo sguardo un uomo sulla trentina dai capelli grigio scuri:
agghindato con un gilet che lasciava intravedere una larga fibbia di cuoio sul
petto nudo e una grossa sciarpa chiara avvolta sulle spalle, la scrutava con
due sprezzanti occhi gialli, occhi crudeli che, benché lui sorridesse, non
potevano mettere allegria.
-
Taci, Rigel!
-
Heka non è molto contento del tuo comportamento – continuò incrociando le
braccia – hai scoperto le carte al nemico. Potrebbero prevedere qualche nostra
mossa.
-
Bella è scema! Bella è scema! – cantilenò Alnitak battendo le piante dei piedi
le une contro le altre come un bambino.
-
Non è stata colpa mia! – pigolò Bellatrix – secondo me quel mocciosetto di
Phiras ci ha dato dei… Cosi…!
-
Chimeri! Chimeri Bella! – ripetè Alnitak due volte.
-
VOI DUE STATE ZITTI! Vabbè, quei chimeri! Ce li ha dati truccati! Non mi ha
obbedito!
Rigel
continuò a sogghignare e Bellatrix si limitò a mettersi seduta con fare
altezzoso:
-
E comunque ho attaccato solo per scoprire qualcosa sui loro poteri! Ma quel
guastafeste di gaeiano…!
Si
bloccò, come ricordando qualcosa, e si calmò improvvisamente:
-
Rigel…
-
Uh?
Lei
lo fissava come una bambina a cui avevano annunciato che stava per ricevere il
regalo che desiderava:
-
Dei tre ragazzi gaeiani…
-
Chi, i fratelli Ikisatashi? Di fama dovresti conoscerli.
-
Sì, sì…! – sbottò lei, con un cenno per farlo tacere – Non m’interrompere!
Volevo sapere… Di quello coi capelli e gli occhi scuri…
-
Chi? Alnilam, tu lo conosci? – borbottò Alnitak, rispondendosi prontamente da
solo – Sì! Pie Ikisatashi!
Rigel
guardò prima il ragazzo e poi Bellatrix:
-
Che vuoi sapere?
-
Il capo cosa vuole?
Rigel
parve riflettere:
-
… Non ha dato disposizioni particolari, altrimenti lo ricorderei…
-
Se dovevi ucciderlo, lo ricordavi per forza, Rigel! – rise Alnitak; l’uomo lo
ignorò.
-
Quindi non dobbiamo portarglielo morto, giusto?! – esclamò Bellatrix alzandosi
a sedere.
Rigel
fece spallucce e lei si risdraiò sul divanetto, sorridendo compiaciuta.
*___________________
Ryan
si passò stancamente la mano tra i capelli biondi, sbadigliando: iniziava
davvero ad averne abbastanza di quelle improvvise sveglie notturne.
Il
laboratorio, contrariamente alle altre volte in cui vi si riunivano tutti
dentro, era ben illuminato; tutti i monitor erano spenti e, in un angolo, Kyle
aveva tirato fuori una piccola branda per le emergenze, sopra cui c’era
sdraiata Strawberry.
-
Ahiaaa… - mormorò per la trentesima volta, posando la mano sulla pezza umida
che le copriva fronte e occhi – La mia testaaa…!
-
Smettila di lamentarti Strawberry! – le rimbrottò Mina, asciugandosi i capelli
con un asciugamano datole da Kyle – Non passa di certo se continui!
La
rossa fece un indistinto verso di protesta, che Mina ignorò.
Si
erano dovuti tutti cambiare, erano bagnati fradici. Le ragazze avevano messo la
divisa, mentre Ryan era stato costretto a prestare qualcosa a Quiche e gli
altri.
-
Ti sta bene, la divisa, Sel-chan!!! – trillò Keris, passando un asciugamano
all’amica.
-
Grazie… Ma, Kyle, avete la riserva di queste (gocciolone)? – chiese, guardando
il suo completo che, a differenza degli altri, era tutto bianco – Quante
ragazze pensavate di aver trasformato (gocciolone)?
-
No, ti sbagli ^-^! Quella è solo per le emergenze, è solo il modello base ^-^!
-
Cominciavo a credere che avesse mutato in MewMew metà della popolazione del
Giappone! – rise Keris.
-
E cosa te lo avrebbe fatto credere scusa ^-^”” (gocciolone)?
Ryan
interruppe la discussione, porgendo a Kyle un foglio.
-
Allora? – piagnucolò Strawberry, mentre Paddy l’aiutava a mettersi seduta senza
farsi venire la nausea – Cos’hai scoperto?
-
Sono i dati della polvere che quella tipa ha lanciato? – domandò Lory, ma Kyle
non rispose.
-
… Sei proprio sicuro, Ryan?
-
Sicurissimo. – e fece una strana smorfia, come se ti trattenesse dal ridere.
-
Ah, beh (gocciolone)…
-
Allora? – chiese Pie innervosito.
-
Beh (gocciolone)… In quella boccetta non c’era nient’altro che un estratto di
vite, niente di grave (gocciolone)…
-
Davvero esplicativo! - sbottò Quiche sarcastico – Un ottimo motivo perché
Strawberry si sia messa a fare le fusa per terra!
-
Per piacere, non ricordarmelo (gocciolone)! Ohi, la testa…! – frignò lei
arrossendo.
Kyle
stiracchiò un sorriso:
-
Per l’esattezza è vite selvatica… Si trattava di matatabi (gocciolone).
Silenzio.
Strawberry
aveva gli occhi a palla.
-
Ma… Matatabi?
-
Vuoi dire – chiese innocentemente Paddy – quella che ha gli stessi effetti
dell’erba gatta?
Kyle
continuò con quel suo sorriso tirato e annuì.
Ancora
silenzio. Poi tutti scoppiarono a ridere:
-
NON CI CREDO…!! – riuscì a dire Tart mentre si rotolava per terra dalle risate.
Quiche
e Keris si stavano più o meno sganasciando, perfino Pie si stava trattenendo!
Strawberry divenne paonazza:
-
INSOMMA!!!!
-
Oh… Scusa Strawberry…! Hihi… - cercò di blandirla Lory, col risultato di fare
avvampare ancor di più la rossa.
-
KYLE!!! NON… NON POTEVA ESSERE SEMPLICE ERBA GATTA >\\\\\\
-
Infatti era matatabi. – le rispose con dolcezza, mentre gli altri riprendevano
un contegno.
-
MA E’ LA STESSA COSA ç\\\ç!! – si lamentò disperata.
-
A dire il vero no: il matatabi è almeno due volte più forte e la reazione dei
gatti all’actinidina che c’è dentro è
maggiore.
-
Acti-che?
-
Actinidina. È una sostanza che reagisce sul sistema nervoso dei felini, inebriandoli
per qualche minuto.
-
Praticamente sono stata drogata?!? – sbottò lei.
-
Beh, non eri così triste…! – la punzecchiò Quiche, che si era finalmente
ripreso. Lei lo fulminò con un’occhiata assassina.
-
E’ stata una reazione normale. – continuò Kyle in suo favore.
-
Non sembrava proprio (gocciolone)! – puntualizzò Mina.
-
La quantità di actinidina concentrata in quella polvere – spiegò il bruno – era
decisamente elevata; inoltre, quando l’ha aspirata, Strawberry era trasformata,
e i sensi del gatto selvatico erano più suscettibili a stimoli esterni.
-
Senza contare – si aggiunse Ryan – che queste piante hanno più effetto sui
gatti di grossa taglia.
-
E qui ne abbiamo uno di un metro e mezzo…
-
Insomma, Quiche, lasciala stare!
-
Ma Sel, altrimenti non mi diverto!
Strawberry
evitò di ribattere, il mal di testa che le trapanava il cervello, e si accasciò
sul lettino esausta:
-
Ma chi era quella suonata…?
A
quella domanda i tre alieni si zittirono; tutti gli sguardi puntarono su di
loro, che fissavano un punto indefinito con fare serio.
-
Quiche…? – Selena guardò il suo ragazzo con apprensione.
-
Ho come il sospetto che non fosse umana… - fece Pam sarcastica – O sbaglio?
Pie
scosse la testa:
-
Non mi stupisce che voi non li conosciate – disse – la Terra, essendo un
pianeta abitato ma isolato nel suo Sistema, non ha avuto grandi contatti con
gli altri.
-
Ma dato che nessun altro usa quell’appellativo – si aggiunse Quiche, rivolto al
fratellastro più che agli altri – non c’è dubbio che fosse una di loro…
-
Ossia? – chiese Ryan con tono brusco.
-
Sono un gruppo di mercenari che bazzica un po’ dovunque e lavora per chiunque.
Anche se il loro altisonante nome –
fece sarcastico il ragazzo – “I combattenti di Orione”, può sembrare una presa
in giro, quelli sono pericolosi.
-
Ehm… Per la precisione, quanto
pericolosi (gocciolone)? – domandò Keris con una smorfia.
Tart
abbassò appena lo sguardo e s’incupì.
-
Dipende da cosa gli ha ordinato il loro committente. – spiegò Quiche – Se ci
vuole vivi… Oppure se ci vuole morti.
Keris
deglutì.
-
Sì… Ora che mi dici il nome, forse una volta ne ho sentito parlare… - sussurrò
Selena spaventata – Ma non si sa quasi nulla su di loro, a livello di membri o
altro…
-
Il loro capo non è uno stupido. – sentenziò Pie freddo – Più gente sa di come
sai combattere, più è facile che tu fallisca.
-
Quel che so io – continuò Selena – è che il loro capo è stato per lungo tempo
un ricercato. Poi si è messo a lavorare per chiunque potesse pagarlo
abbastanza, e da allora lui e i suoi compagni sono come l’aria: tutti sanno che
c’è ma nessuno l’ha mai vista.
-
Un paragone davvero carino (gocciolone)! – fece Strawberry acida – Ma questo
non ci aiuta molto!
-
Sappiamo che è meglio stare alla larga da quella Bellatrix quando usa quelle
sue sfere coi profumi. – disse Pam – Ha fatto una sciocchezza, in un certo
senso, adesso siamo preparati.
-
Anche quell’altro, Betelgeuse, ha scoperto le sue carte… – replicò Quiche; poi
gli sfuggì una risata sprezzante - Ma non so quanto ci sia d’aiuto sapere che
può farci saltare in aria con le sue frecce.
*___________________
Un
cielo azzurro acciaio impallidiva sempre più nel chiarore dell’alba,
annunciando l’ennesima tersa e calda giornata. Nel silenzio del parco Pie
perlustrava la zona del loro scontro notturno con aria grave, silenziosamente,
mentre rifletteva.
Del
resto non aveva fatto che scervellarsi da dopo che erano arrivati al Caffè,
cercando un senso sull’arrivo dei Combattenti.
E
non ne aveva trovato.
Per
cosa aveva lottato fino a quel momento Shorai, se ora gli mandava dietro dei
mercenari? Non aveva assolutamente senso.
Guardò
ai suoi piedi, sospirando cupo, e raccolse uno dei frammenti della sfera che
Bellatrix aveva lanciato contro Strawberry:
“Niente…
- pensò seccato – Nessun segno, nulla di nulla.”
Andando
avanti di quel passo non avrebbero combinato niente: sapere che uno dei loro
avversari utilizzava veleni in polvere non gli avrebbe aiutati poi tanto a
prevenire i suoi attacchi, dovevano scoprire dell’altro!
Prese
a cercare attentamente nella luce fioca altri pezzetti della boccetta, ma
sembrava essersi disintegrata, ma riuscì comunque a raccogliere tre o quattro
frammenti abbastanza grandi da poterli afferrare con due dita; con cura prese a
rigirarli tra le dita, osservando attentamente due pezzi con un anello di
ferro.
“Un
momento…!”.
Il suo cervello analitico pensò in decimi di
secondo. Quella donna portava le boccette appese ad un bracciale, ma contro la
mewgatto ne aveva rotta soltanto una.
Una
mano volò a coprire al bocca, nell’altra apparve il suo ventaglio, ma non fece
in tempo a creare una folata che spazzasse via qualunque cosa ci fosse
nell’aria.
Sentì
la mano irrigidirsi così di colpo che dovette trattenere un gemito di dolore;
il ventaglio cadde mollemente per terra, mentre lui fu costretto a mettersi
inginocchiato perchè le gambe erano diventate pesanti e sembravano totalmente
intenzionate a lasciarlo cadere.
“Maledizione…
Sono stato imprudente! Non ho avvertito la sua presenza…”.
Mosse
faticosamente la testa un paio di volte, cercando di scorgerla, ma tutt’attorno
era completamente deserto. Quando anche il collo decise che non voleva piùobbedirgli, cercò in tutti i modi di
riprendersi il ventaglio: non che il braccio fosse più collaborativo, anzi, ad
ogni tentativo i muscoli tiravano più forte, ma lui non poteva restare lì,
fermo e disarmato, a farsi massacrare come uno stupido!
-
E’ inutile che ti agiti. – cinguettò la voce di Bellatrix divertita – La
tossina che hai respirato ti paralizza totalmente in meno di due minuti.
Pie
la fulminò con un’occhiataccia, sentendo che ormai non riusciva a stare nemmeno
in quella posizione.
-
Se opponi resistenza ti farai decisamente maluccio, quindi resta calmo e
lasciala finire il suo lavoro.
-
Piuttosto… Che darti questa soddisfazione… - mormorò furente, faticando quasi a
respirare – Mi distruggo il braccio.
Riuscì
a flettere il gomito, anche se il rumore che produsse e la fitta di dolore che
quasi lo accecò non lo rassicurarono granchè. Non seppe assolutamente
spiegarsi, in seguito, con quale forza riuscì a stringere la mano ormai
bloccata sulla sua arma.
Bellatrix
fischiò ammirata:
-
E’ la prima volta che qualcuno resiste tanto!
Non
parve minimamente preoccuparsi del ventaglio rosso che Pie stava per puntarle,
o almeno provare a puntarle, contro. Sorrise, facendo tintinnare il braccio
destro:
-
Ma ora che ne dici di fare la nanna?
*___________________
-
Strawberry, potresti evitare di sdraiarti sul tavolo (gocciolone)? – sbottò Ryan
guardando la ragazza con rassegnazione.
-
Sono sfinita… - mormorò lei lamentosa – Hai idea di quante ore sia riuscita a
dormire stanotte, tra quella pazza di Bellatrix e il mal di testa?!
-
Poche di sicuro… - biascicò Paddy lì vicino – Come noi, del resto…
Tart,
seduto accanto a lei, si limitò ad annuire mezzo addormentato.
-
Si può sapere come mai questa riunione mattutina? – borbottò Mina, trattenendo
uno sbadiglio.
-
Kyle-san e Ryan hanno finito di lavorare… I dati… - mormorò Keris, anche lei
poco sveglia – Quindi… Appena arrivano Lory e Pie… Possiamo fare un po’ il
punto…
La
risposta di Quiche fu un sganasciante sbadiglio stile ippopotamo.
-
Ehi… Sel… - chiese poi guardandola – Hai una faccia strana… Sonno?
Lei
sembrò non sentirlo e fissò ancora un punto indefinito di fronte a sé, come da
un minuto a quella parte.
-
Selena?
-
Uh?... Ah, scusami! – gli sorrise – Sì, sono un po’ stanca…
Lui
la guardò un istante:
-
E…?
-
… E stamattina – fu costretta a rispondere – Ho avvertito di nuovo
quell’orribile sensazione di stanotte.
Quiche
si svegliò di colpo, fissandola serio. Anche gli altri si misero su chi vive:
-
Ne sei sicura?
-
Quasi. Era molto più debole di stanotte…
Strawberry
si tirò improvvisamente in piedi:
-
Non è che…?!
Nello
stesso istante la porta del locale si spalancò di botto. La rossa sospirò
sollevata un momento, vedendo spuntare Lory, ma l’espressione preoccupata
dell’amica le fece sparire istantaneamente il sorriso.
Lory
prese due profondi respiri, tremando, sembrava aver corso una maratona da
quant’era esausta:
“Non
c’è…?”
Fu
Pam a parlare:
-
Cosa succede?
-
… Pie…
-
Eh?
-
Pie è sparito!
*___________________
Quiche
comparve ad una cinquantina di metri sopra il centro di Tokyo e sempre più arrabbiato
si guardò freneticamente attorno; gettò poi uno sguardo qualche metro più in
basso, tra la folla, scorgendo la chioma argentea di Selena: nemmeno lei
sembrava aver risolto qualcosa.
-
Allora?
-
Niente. – rispose laconico a Tart, apparso accanto a lui.
-
Dai…! Continuiamo! – replicò concitato.
Quiche
annuì ed entrambi sparirono.
*---
- Non può essere
semplicemente andato in giro senza dirvi niente?
A quella domanda Quiche
fulminò Ryan con sguardo risoluto:
- Non così.
L’alieno fece per uscire dal
seminterrato, ma il biondo lo fermò ancora:
- Tu dai troppo per
scontate varie cose, sai?
Quiche voltò appena la
testa.
- Come dai per scontato
che si debba fidare di una sensazione.
- Dimmi una cosa –
sussurrò l’altro gelido – tu non ti fidi di Pie, di me… Oppure di Selena?
Ryan chiuse gli occhi e
non rispose.
*---
Strawberry
si appoggiò faticosamente al palo del semaforo, ormai senza fiato.
-
Strawberry!
Sei stanca, piii!
-
Non preoccuparti… panf… - sbuffò sorridendo tirata; poi afferrò il suo ciondolo
– Ragazze, allora?
-
Niente di fatto! – gracchiò nella
ricetrasmittente la voce di Mina.
-
Neppure qui…! – le fece eco Paddy.
-
Pam, tu hai scoperto qualcosa?
-
Sono vicino al Inohara – si sentì
flebile la voce della mora – ti faccio
sapere.
-
D’accordo. Lory, tu che mi dici?
Nessuna
risposta.
-
Lory?
Il
ciondolo continuò a tacere. Strawberry si mordicchiò il labbro, stringendo
l’oggetto tra le mani:
-
Masha, cerca di rintracciarla, d’accordo?
-
La
rintraccio, la rintraccio, piii!
Il
robottino si issò rapido sopra la folla, sparendo rapidamente, mentre la rossa,
scattato il verde, riprendeva a correre.
“Speriamo
che Lory non si cacci nei guai!”.
*___________________
Nel
frattempo, tra i vari cassoni che le navi cargo scaricavano nel porto, Lory
correva come una disperata.
Quando
sentiva che i suoi polmoni non reggevano più si fermava pochi secondi e
prendeva due boccate d’aria, con la stessa foga di qualcuno che stava
soffocando, poi si guardava freneticamente attorno e ripartiva.
“Dove
sei?!”. Non faceva che domandarlo al vuoto da quando era partita, e il fatto di
non saper rispondersi non faceva che agitarla di più.
Fu
costretta a fermarsi sul serio, poggiando le mani sulle ginocchia:
“Non
ha senso andare in giro così! – si disse con rabbia – Insomma…! Io non ho la
più pallida idea di dove sia…!”.
Ricacciò
indietro due lacrime che minacciavano di uscire e si tirò su, pensare una cosa
del genere in quel momento non serviva.
-
Lory! Lory!
Piiii!
La
ragazza alzò lo sguardo di scatto, mentre la pallina di peluche rosa le
fluttuava vicino.
-
Masha! – lo raccolse sui palmi delle mani, fissando la sua espressione allegra
– Che ci fai qui?
-
Strawberry
mi ha chiesto di cercarti! – trillò – E io ti ho trovata, ti ho trovata! Piii!
La
ragazza sorrise un poco:
-
Grazie, sei stato bravo.
-
Sono bravo,
sono molto bravo! –
gongolò il piccino.
-
Forza! – esclamò la mewfocena, un po’ rincuorata – Andiamo!
Poco
lontano o, per meglio dire, a poco metri… In altezza, era sbucato anche Tart.
Si diede una rapida occhiata attorno, quindi serrò i pugni e li allungò seccato
lungo i fianchi, un altro fiasco!
“Ma
dov’è finito?!!”.
Si
accorse della presenza di Lory, poco distante. Da quanto si trovava lì? Se era
appena arrivata, forse in due sarebbero riusciti a trovarlo…
Fece
per scendere, quando qualcosa gli apparve di fronte e sobbalzò un secondo, per
poi sorridere:
-
Pie! Ma dov’eri sparit…?!
Si
bloccò quasi subito. Il ragazzo che aveva davanti aveva lo sguardo rivolto nella
sua direzione anzi proprio su di lui, ma sembrava non vederlo veramente; i suoi
occhi sembravano diventati di vetro.
-
Pie…?
Senza
rispondergli Pie gli passò accanto a velocità supersonica, avviandosi verso
quel che sembrava un vecchio deposito e scomparendo. Tart guardò confuso
l’edificio e fece per seguirlo, ma si bloccò:
“No…
C’è qualcosa che non va!”.
Si
portò una mano alla bocca e mandò un fischio con tutto il fiato che aveva in
corpo: a “pian terreno”, Lory si guardò attorno agitata, mentre Masha puntò
nella direzione del ragazzino, iniziando a squittire acuto. La mewfocena si
trasformò e saltò sul container più alto e vicino a Tart, che le planò davanti.
-
Abbiamo un problema. E bello grosso. – fece lui brusco senza lasciarla parlare.
-
E… perché? – si limitò a chiedere la ragazza, un po’ confusa.
Come
a voler risponderle da Masha partì un pigolio incessante, talmente acuto che
Tart fu costretto a tapparsi un secondo le sensibili orecchie:
-
CHE CACCHIO…?!?
MewLory
guardò il robottino che volava attorno alle loro teste, fissando sulla pallina
scura in fondo alla coda che, in quel momento, aveva preso a lampeggiare.
-
Giusto…! – esclamò – Masha, Ryan ti ha inserito un nuovo sensore, no?
-
PIIIIII!! – fu la sua risposta.
-
Ah, sì… - borbottò Tart, riprendendo pian piano a sentire come si deve – Quello
per rilevare gli odor…
Si
zittì e scrollò MewLory per una spalla:
-
L’avevo detto che ci sono guai! Accidenti a te e a quell’affare assordante…!
Vabbè…
-
Si può sapere cosa c’è? – replicò seccata, certo che quando quel ragazzino
muoveva la lingua sapeva come essere indisponente! (Non sono tutti bravi
bambini come te, Lory-chan ^^””! ndRia – Tu sei l’unica persona che non può
dire una cosa del genere, surrogato di un uomo con l’aspetto da donna! ndTutti –
CHE AVETE DETTO?!)
Tart
tornò serio:
-
L’ho trovato. Ma non so quanto sia un bene.
Due
minuti dopo anche gli altri li avevano raggiungi al porto. Selena fissava il
numero 56 sbiadito sulla facciata del capannone, respirando a fondo.
-
Non lo vedo da nessuna parte… - fece MewBerry seria.
-
Io però l’ho visto entrare! – sbottò subito Tart sulla difensiva.
-
Non abbiamo detto che ti sbagli. – rispose pacata MewPam. Poi scosse la coda
infastidita – Lo sentite?
MewBerry
e MewPaddy, che mutate avevano l’olfatto più fino, annuirono:
-
Non ho mai sentito questo odore… - borbottò la biondina schifata.
-
Quindi vuol dire che non è di queste parti. – intervenne Keris decisione. Paddy
annuì:
–
E’ talmente dolce da darmi la nausea!
Selena
scostò lo sguardo verso Quiche, i sai già in mano.
-
Non mi piace per niente. – disse flebilmente – Non penso sia una trappola.
-
Non so perché, ma non mi rassicuri granchè dicendomi così, piccola!
-
Non è il momento di fare gli spiritosi! – lo freddò MewMina.
Il
ragazzo la guardò male, ma evitò di rispondere. MewBerry fece trillare i
campanelli della coda:
-
Stiamo attenti. Masha, se i tuoi sensori avvertono qualcosa, diccelo
all’istante!
-
Certo!
Certo! Piii!
-
Entriamo!
Con
tutta la finezza di cui era disposto, Quiche segò in otto parti la serranda del
deposito, facendo entrare a schiera l’intera squadra MewMew.
Di
primo acchito sembrava proprio che non fosse una trappola. L’interno
dell’androne era deserto, completamente spoglio, solo qualche vecchia asse e
trave di legno, erose dalla salsedine e dalle intemperie, giacevano lungo le
pareti dalla vernice scrostata, e un paio di casse vuote e senza coperchio
comparivano da un angolo, come due fantasmi. Selena avanzò per prima, i passi
che suonavano ovattati sul pavimento polveroso, cercando di percepire un suono
o… Qualcosa.
Era
certa che Pie fosse ancora lì dentro.
-
E se fosse andato via? – le sussurrò Quiche, senza smettere di perlustrare
attorno con gli occhi dorati; lei fece un forte segno di diniego, per poi
guardare la sua espressione indecisa:
-
Non ti fidi?
Lui
rimase un po’ sorpreso da quella domanda. Sorrise:
-
No… - “Ma guarda…! E dire che me la sono presa con quell’umano solo oggi…!” –
Ma, normalmente, sono uno che crede solo a ciò che vede(*). Anche con te, non è
semplice per me…
-
Intendi credermi o perdere questa bruttissima
abitudine? – sorrise un po’ perfida.
-
… Mi sorprende sempre come possacomparire questo tuo lato, dato il bellissimo faccino (gocciolone)…
Masha
bloccò tutti, fischiando forte. I presenti si portarono una mano al viso e
fecero qualche passo avanti.
-
Paddy, guarda che ne basta una (gocciolone). – fece Tart a denti stretti,
vedendo la mewscimmia premersi entrambe le mani sul naso e camminando coi
gomiti all’infuori, come se stesse imitando una gallina.
Sentirono
dei movimenti e MewBerry indietreggiò un poco, la coda dritta: dovendo essere
onesti, l’idea di essere di nuovo “gassata” da Bellatrix non l’ispirava molto.
Poi, senza preavviso, Pie sbucò da un angolo buio, fissandoli inespressivo. Gli
occhi di MewLory s’illuminarono di sollievo:
-
Pie…!
Ma
MewPam la fermò, stava guardando l’alieno con un’aria che non prometteva niente
di buono. Anche Quiche aveva la stessa faccia; Selena si sporse un poco:
-
Pie-san?
Nessuna reazione. Quiche fece ruotare uno dei
gemelli nella mano e, senza alcun preavviso, si lanciò verso il fratello più
grande; il minore si contenne a stento dall'urlare il suo nome (allegato ad
un’alquanto raffinata imprecazione), trattenendo il fiato quando lo vide
bloccare la lama a due millimetri dl viso di Pie.
-
Ma sei… Ammattito?! – mormorò la mewneko, riprendendo anche lei a respirare.
Solo
MewPam parve non stupirsi più di tanto:
-
Non avevi un metodo meno teatrale (gocciolone)?
Lui
non rispose, abbassando le armi. Pie, per tutto il tempo, non mosse un muscolo.
-
Altrochè… - sussurrò Selena spaventata – Non è che non ci riconosce, non ci
vede proprio!
Quiche
digrignò i denti, cosa cavolo era successo a Pie?
Improvvisamente
qualcosa sembrò attirare l’attenzione di quest’ultimo. Sempre in silenzio si
allontanò di qualche metro dagli altri, senza mai dare segno di reazione.
MewPam dovette stringere più forte la mano sull’avambraccio di MewLory per non
farla correre dietro a lui. L’aria accanto all’alieno vibrò: Selena s’irrigidì.
-
Eccola! – esclamò MewMina, l’arco stretto nella mano.
Bellatrix
spuntò a fianco (per non dire praticamente addosso) a Pie:
-
Ecco dov’eri sparito…! – fece con tono civettuolo. Poi parve accorgersi degli
altri - T’ho…! Che ci fate voialtri qui?
-
Come sarebbe a dire “che ci facciamo”?! – sbottò MewBerry ed indicò Pie – Cosa
gli hai fatto?!
-
Io? – domandò innocente – Proprio nulla.
-
Non prenderci per scemi! – ringhiò MewLory.
-
Non è il caso di fare tanto le permalose. – disse lei maligna, scuotendo la
mano come a voler scacciare qualcosa – Sentite, oggi io non sono qui per voi,
d’accordo? Uccidervi non è un mio compito.
-
Che carina! – rise Quiche velenoso – Come rispetti bene i ruoli!
-
Non fare lo spiritoso, ragazzino. – fece lei fredda, fissandolo con gli occhi
socchiusi – Dovresti essere contento che almeno uno di voi si può salvare.
Stavolta
Quiche non rispose e Selena, istintivamente, gli si portò più vicino.
Pie,
intanto, sempre senza accennare ad accorgersi di cosa gli accadeva attorno,
allungò un braccio verso la vita di Bellatrix e se la strinse contro.
L’espressione
generale degli altri fu mascella a mezz’aria e gocciolone in testa.
-
Ommamma… E’ impazzito, Tart (gocciolone)!
-
Sul serio (gocciolone)!!
-
PIE-CHAN (gocciolone)?! (Keris, per favore -___-“!! ndRia)
Bellatrix
rise oca:
-
Ripeto, dovreste ringraziare! Tra l’altro me lo sono preso io, perciò…!
MewLory
serrò i pugni con forza:
-
Liberalo! Non so cosa gli hai fatto, ma devi lasciarlo andare!!
Bellatrix
sorrise con malizia, guardandola di sbieco:
-
Guarda che non serve urlare, mocciosa. Non vi sente.
E
si avvinghiò ancor più al ragazzo, facendo per allontanarsi. Tart si sollevò a
mezz’aria, facendo ruotare le sue bolas:
-
Ferma lì!!
-
Uh? Anche tu? – sbottò quella seccata – Ma insomma…! Vi lascio anche stare!
-
Sentimi bene, brutta vecchiaccia! Sarà anche insopportabile, ma quello lì è mio
fratello! E non mi piace vederlo trattato come un pupazzo!
-
Ma senti che bel predicozzo! – rise lei – Pensi di spaventarmi, moccioso, con
quelle palline?
In
quel momento sembrava che nulla la spaventasse. Effettivamente, così com’era
posizionata, qualunque attacco delle ragazze avrebbe ferito anche Pie; e
perfino per Quiche sarebbe stato difficile non rischiare di prenderlo, se si
fosse mosso.
“Però
– pensò Tart – Se lo colpisco solo con queste, forse lo riesco a svegliare…”.
Gli
altri parvero intuire, e Selena iniziò a prepararsi a lanciare una folata di
vento che allontanasse Bellatrix dal suo “ostaggio”, mentre il ragazzino prese
a far ruotare la sua arma sempre più velocemente sopra la testa.
Ma
questa gli cadde letteralmente dalle mani, quando, senza alcun preavviso, vide
Pie chinarsi verso Bellatrix…
-
Porca vacca! (Gli è proprio uscita dal cuore ^^””! ndRia – E SFIDO O__O””!
ndTutti_sconvolti)
Lory
sembrava diventata di sale. Fu come se le tirassero un pugno in pieno stomaco.
“Non
lo sto vedendo, non lo sto vedendo…”
Invece sì, scema!
“No…”.
Quello non è Pie… Non lo
è, dannazione!
Strinse
i pugni, mentre i due si separavano. Bellatrix rideva con fare talmente lezioso
che chiunque avrebbe voluto strozzarla:
-
Forse è meglio che me ne vada ♥!
Oh, no, tu non ti muovi da
qui, strega!!
MewLory
avvertì sempre più forte il suo potere scorrerle in corpo, mentre le sue
braccia erano tanto tese da tremare.
Intanto
MewBerry, ripresasi dallo shock, sentì un inquietante rumore provenire dai
muri, uno scricchiolio metallico e il frantumarsi di calcinacci, accompagnati
da uno sciabordio sempre più forte, come se le tubature interne avessero preso
a collassare.
-
Mollalo. – ripetè MewLory lapidaria.
-
Lory-chan (gocciolone)? – Keris fece un passetto indietro, la faccia dell’amica
non era confortante, ma Bellatrix non parve farci caso. Anzi, la guardò ancora
più in cagnesco di prima:
-
Come, scusa?
Il
rumore si fece più forte: ora era diventato udibilissimo, e anche Bellatrix
entrò in allarme.
-
TI HO DETTO MOLLALO!!
Stavolta
l’aliena non potè rispondere.Una
colonna d’acqua larga almeno due metri di diametro schizzò fuori dal muro come
un proiettile, trascinandosi dietro intonaco, resti di tubature ed assi marce e
travolgendo Bellatrix come un carro armato. Anche Pie, preso di striscio ma non
dando reazioni, fu spedito con malagrazia contro una cassa, fracassandola.
-
Accidentaccio (gocciolone)…!
-
LORY (gocciolone)?!
A
sentire il suo nome, la mewfocena parve riscuotersi:
-
C-cosa? MewBerry…
L’acqua
si fermò di colpo, prendendo a gorgogliare mesta dal buco nel muro.
-
WOW…! Se sei così quando perdi la pazienza non ti dirò mai più nulla, lattuga!
– mormorò Quiche tra l’ammirato e lo scioccato, contemplando i resti del getto.
-
E questo che soprannome cretino sarebbe?! – sbottò Keris velenosa.
Intanto
Pie sembrava riprendersi. Selena, Tart e MewPaddy gli si avvicinarono, mentre
lui prendeva a tossire con forza.
-
Ehi, come stai?! – il tono del fratello minore era brusco, ma sembrava
sollevato.
Pie
non rispose, tossendo ancora: dalla bocca gli uscì una strana pallina
limacciosa, che si spiaccicò sotto di lui con un tonfo. MewPaddy digrignò i
denti:
-
BLEAH…! Ma cos’è?!
L’alieno
prese faticosamente fiato, come se l’avesse trattenuto a lungo, e riprese a
tossire. Selena si scurì in volto e allungò appena un dito sulla sostanza:
“Una
spora di Chiake…”.
-
Pie…!
Il
ragazzo alzò finalmente gli occhi sul fratellino:
-
Tart…? Che ci… Fai… Qui…?
Selena
lo aiutò a tirarsi in piedi, sembrava molto debole:
-
Te lo spieghiamo dopo. Ora è meglio levarsi da qui.
Anche
Quiche andò ad aiutarla (Pie era un po’ troppo alto per lei) e lo prese in
giro:
-
Ecco cosa succede se si fanno notti di bagordi!
-
Evita… Deficiente…
-
Fiuuu, meno male, Pie-chan sta bene!
-
Ti prego… - mormorò il ragazzo flebilmente, guardando Keris imperscrutabile.
MewLory
guardò gli altri andargli ad aiutare, ma per quanto fosse sollevata non riuscì
a muoversi da dove si trovava e si limitò a vedere Pie riprendere pian piano a
reggersi sulle sue gambe.
-
EHI TU!!!
Sussultarono
tutti, si erano quasi dimenticati di Bellatrix! Del resto, Lory l’aveva spedita
praticamente dall’altra parte del capannone.
-
TU! DANNATA BASTARDA! Come ti permetti di usarmi come bersaglio!!
Riapparve
a poca distanza da solo, bagnata come un pulcino e sporca di polvere.
L’espressione era furente.
-
Ti faccio vedere io cosa succede a sfidare la mia pazienza!
Con
uno scatto fulmineo si getto contro la mew verde che, ancora un po’ intontita,
riuscì appena a saltare indietro; Bellatrix schiantò il pugno dove pochi
secondi prima c’era MewLory, creando un buco largo e profondo almeno una
ventina di centimetri. La MewMew impallidì.
Bellatrix
sembrò trovarlo divertente e puntò il piede a terra per ridarsi lo slancio e
lanciarsi di nuovo contro di lei; dove atterrò si formò un altro un solco:
-
TI FRACASSO QUELLE GAMBE TOZZE, SMORFIOSA!
-
Fuu Hyou Sen!
Il
braccio rivoltò al collo di MewLory fu colpito da miliardi di proiettili
ghiacciati. Bellatrix cacciò un urlo di dolore e terminò il salto di lato,
controllando che non ci fossero danni troppo gravi e che i suoi profumi fossero
al loro posto.
“Merda…!
Ho esaurito il controllo?!”.
Guardò
Pie. La stava linciando con occhi assassini, il ventaglio teso in avanti, e
sembrava disposto anche ad usare Quiche come stampella, bastava riuscire a
centrarla.
-
Ehi… Cos’è quella faccia? – tentò di ammansirlo mielosa – Non mi dirai che sei
arrabbiato, Pie!
“Forse
riesco a riprendere il controllo della spora…”
Per
tutta risposta una scarica elettrica le sfiorò la faccia.
-
Cerchi questa?
Bellatrix,
furiosa, guardò Selena spiaccicare sotto lo stivaletto quel che restava del suo
trucchetto.
-
Hai tre secondi – fece Pie gelido – per eclissarti, o provvederò a farlo
personalmente.
-
insomma, come sei permalos…
-
FUU RAY SEN!
Bellatrix
dovette schizzare in alto per non finire arrosto. Strinse i denti e guardò in
basso, le MewMew armate e pronte a colpire. Mise il broncio e prese a
strepitare come una mocciosa:
-
Insomma! Che razza di guastafeste!!!
Schizzò
verso un’apertura quadrata sul tetto, tutti insieme non poteva affrontarli, non
aveva abbastanza boccette utili.
Ma
MewPam non sembrava intenzionata a farla sparire così facilmente; la sua frusta
circondò rapidamente Bellatrix dalla coscia fino alla caviglia, e la mewwolf se
la tirò contro con forza.
“MERD….!!!”.
L’aria
vibrò ancora. MewPam si mise sul chi vive, ma non potè reagire: vide solo una
maschera scheletrica spuntare di fronte al suo viso, prima che un calcio nelle
costole la schiantasse nuovamente a terra.
-
PAM!!! – MewMina si precipitò da lei, gli occhi sgranati dalla paura.
-
MewPam! Tutto bene?!
La
mora annuì appena, tenendosi il braccio destro, su cui s’era formato un taglio.
MewBerry si voltò verso l’alto, la Strawberry
Bell nella mano.
-
Oh, meno male! Mintaka… – sospirò intanto Bellatrix. Il nuovo venuto non disse
nulla, guardandola semplicemente da sotto la maschera; lei fece una smorfia e
sparì.
Sotto,
la mewgatto fissava quella nuova grana.
Indossava
solo un grosso collare che gli copriva la parte alta del petto e le spalle e un
curioso gonnellino di metallo, da sotto cui spuntavano dei pantaloni bianchi;
aveva i piedi nudi e dei ceppi attorno alle caviglie e ai polsi, da cui
scendevano delle sezioni a trapezio allungate. Non era molto alto, ad occhio e
croce come lei se non meno, e aveva lunghi capelli castani, ma solo quello
riusciva a vedere, perchè la maschera da scheletro, a strisce celesti e nere,
gli copriva interamente il viso, lasciando intravedere soltanto gli occhi
chiari.
Senza
dire una parola, Mintaka fece apparire dal nulla un curioso oggetto rotondo, un
po’ più grande di una pallina da tennis, formato da un lungo pezzo di ferro
piegato e modellato a formare cerchi ed archi. Sempre in silenzio prese a farlo
ruotare sulla mano, anzi, poco sopra questa, come se la palla non risentisse
della gravità: continuòa farla girare,
sempre più velocemente, e questa prese piano a brillare.
“Non
mi piace… Che vuole fare?”.
Intanto
Selena era sbiancata; inarcata la schiena, tese le braccia lungo il corpo come
se si stesse preparando ad attaccare:
“Questa…
Sensazione…! È dieci volte peggio di quella che ho avvertito con Bellatrix!”.
-
Usciamo…
-
Cosa? – Quiche la guardò preoccupato, aveva un tono assolutamente terrorizzato.
-
USCIAMO DA QUI!! SUBITO!
Allarmati
dal tono di Selena il gruppo si precipitò fuori. Sempre in silenzio, Mintaka scostò
la mano da sotto la pallina e la colpì col fianco, gettandola di fronte a se.
L’intero
porto fu scosso da un terremoto violentissimo. L’onda d’urto sconvolse la zona
ancora per un buon mezzo chilometro e i ragazzi, che si erano a pochi metri dal
capannone un secondo prima che questo finisse polverizzato, furono scagliati
lontano: Quiche cercò di sorreggere il fratellastro, finendo contro un
container, mentre Paddy e Keris finirono direttamente nel molo; le altre furono
sbalzate a poca distanza, non si sa per quale miracolo evitando i resti del
deposito che volavano a terra come meteoriti.
-
P-Pam! – MewMina si avvicinò nuovamente all’amica, a terra e con aria malconcia
– Ti sei ritrasformata…! Come stai?!
-
Bene… AH…! – Mina fece per aiutarla, ma lei la fermò – Non è niente… Quel tipo
aveva la mano pesante…
-
Meno male che Selena ci ha avvertiti! – esclamò Strawberry, aiutando Paddy ad
uscire dall’acqua. Quiche sogghignò, voleva vedere cos’avrebbe detto adesso
Ryan!
“Di
certo, che portiamo sfiga. – pensò amareggiato – Ci mancava anche questo
tipo…”.
(*)
questa frase l’ho risentita da poco (da quando mi è resuscitato il PC ç___ç),
riscaricandomi la serie (non ricordo l’eppy preciso, cmq quando Kisshu comincia
a elaborare piani x ridare un corpo a Deep Blue…) l’ho messa xkè avevo paura di
andare un po’ OOC, xkè Kisshu cominciava a credere un po’ a tutto! Lo stavo
lasciando un po’ troppo andare cn Sel ^^””!
(**)
dire “le pianta la lingua in bocca” era troppo poco fine? NdKisshu - … Rileggi
la frase che hai detto e giudica -_-“”! ndRia - … Sì, forse… ndKisshu – Però
non dovrei stupirmi, visto il tuo linguaggio nella serie originale -____-“”!!!
(<- è andata a vedersi qualche eppy subbato su YouTube ed è ancora
sconvolta) ndRia – Sarò grande abbastanza x parlare come mi pare oppure no
-__o””? ndKisshu – NOOOO!! Pai onii-san, Kisshu dice le brutte paroleeeee!!
<- pianto da bebè ndRia -Questa è
malata… ndPai_e_Kisshu - Io cmq lo sapevo che per vederlo in una situazione del
genere doveva essere stato drogato! ndTaruto – Ma era ovvio! ndKisshu Siete due
[censura], ve ne rendete conto -_-***? ndPai
Sì, lo so, sn mefitica ^^+… Tranquilli, nn dovrei metterci molto ad
aggiornare ^^! (Seee, certo! ndTutti).
Oggi nn mi dilungo in chiacchiere, ma posto la scheda di un nuovo
pers, Bellatrix! Al prossimo, Betelgeuse e Alnitak! (o era Alnilam? Mah… -
ecco, pubblica in fretta perché ho intravisto i cap e nn ci sto capendo una
cippa quando c’è quel tipo che parla!! ndKisshu – Eeeeh, pazienza, abbi
pazienza… - Sei davvero fetente -___-**!).
NOTA
PRELIMINARE: tutti i combattenti portano nomi della costellazione di Orione
(quella vera XD); accanto al nome scriverò anche la traduzione e “cos’è” nella
costellazione (nelle immy c’è anche disegnato dov’è)
Nome: Bellatrix (vedi
immy) “la donna guerriera” o “Amazzone”; è la spalla sinistra di Orione.
Cognome:
n/a
Età:
25
Razza:aliena del pianeta M 57 (del sistema della
Cintura di Orione)
Altezza:
1,78
Peso: 65 kg
Capelli:
castani ondulati
Occhi:
verdi
Ama:
divertirsi, avere tanti soldi, manipolare la gente per ottenere quello che le
va, gli uomini (non è propriamente bisex, ma se una donna è bella – x i suoi
gusti, intendiamoci -___-“” – non è detto che la disdegni)
Capacità:
teletrasporto, levitazione, manipolazione mentale tramite le spore di Chiake
[spiegazioni al next chap ndRia], controllo e neutralizzazione degli avversari
tramite profumi e sostanze volatili, forza mostruosa (che dimostra di
malavoglia: le donne in fondo sono eleganti…)
Segni
particolari: nessuno ha notato come si veste?!
Storia: Bellatrix viene da un pianeta famoso per la
conoscenza di medicinali ed erbe da tutto il cosmo (che poi lei ne faccia uso
per scopi poco nobili, è tutto un altro discorso -_-“); è entrata nei
Combattenti a 16 anni, due anni dopo la loro formazione, attratta dalla possibilità
di fare soldi facili e copiosamente. È amica di Alnitak e Alnilam, mentre
detesta Rigel; con Mintaka e betelgeuse non si capisce, certo è grata loro
perché spesso Heka li manda a levarle le castagne dal fuoco. Anche se spesso
coi suoi modi di fare faciloni può risultare un peso per la squadra, Heka non
ci pensa nemmeno a disfarsene: non vorrebbe trovarsi drogato su un pianeta di
bestie feroci….
Nome:Betelgeuse (immy) il significato principale è “mano del gigante” o
“mano destra”, ma significa anche “l’annunciatore” (è la prima stella della
costellazione a sorgere); è la spalla destra di Orione
Buonaseeeera XD! Allora, gente, come
state? Chiedo venia per il ritardo, ma l’università sta ricominciando e ho
tante cose da organizzare… AIUTO ^^”!!
Kisshu: Invece di sparar cavolate, mi dici che cavolo è quell’introduzione
inquietante all’inizio della storia (gocciolone)?
Ti fa paura eh?
Kisshu: Spero che non sia io il moribondo!!
Chissà, chissà… ^^+
Kisshu: O__O””.
Comunque è solo provvisorio, finchè non
mi verrà in mente qualcosa di meglio ^^ (sinceramente quello di prima mi
deprimeva un pochino ^^””).
Oggi farò un po’ di sproloquio: tanto
per cominciare, per un motivo preciso (vedi sopra ç__ç) non ho ancora finito i
dis promessi… Lo so, lo so, sono una chiacchierona, ma concludo poco -___-“! Inoltre,
la settimana scorsa i miei sono partiti x le ferie 8porc… -____ç**) soli
soletti, come giusto che sia, se non fosse che mi hanno abbandonata qui con mio
fratello e mia nonna T___T (per rendervi l’idea, devo farmi ubbidire –
inutilmente – da uno zuccone tredicenne esentire continuamente i borbottii di una settantottenne a cui nn si può
dire nulla)… Quindi mi sto facendo una quantità di nervoso incredibile! Perciò non
sono riuscita a concentrarmi benissimo sui dis (infatti, sorry, non metterò
neppure le schede dei Combattenti d’Orione ç___ç). Diciamo che, in segno di
scusa, questo cap è all’incirca KILOMETRICO!
Kisshu: e questo sarebbe un modo per scusarti -___o”?!
Taruto: a me sembra una tortura…
Chiudi il becco nano!! Beh, lo è invece!
Finalmente metto in chiaro alcune cose, ma dato che non avevo voglia di fare un
altro cap “di spiegazione”, ho deciso di non dividerlo.
Zakuro: sadica…
Cattivaaa ç____ç!!! Dovreste essere
contenti, dato che siamo alla svolta!
Tutti: sì, certo…
Sul serio! Siamo alla tornata finale!
Tutti: ma dici davvero o___o?!
Sììììì!! Dopo questo cap mancano ancora
pochi capitoli (non penso più di una decina) e la storia finirà.
Kisshu: meno male che mancava poco!!
Taruto: Ma chi se ne frega! Basta che sia finita ç____ç!!! (commosso)
Ho detto tra un po’, non subito
-___-**!! Vabbè, passiamo ai ringraziamenti và… manica di ingrati!!! Meno male
che ci sono i miei lettori!
Kisshu: poverini…
CHIUDI IL BECCO >_________<***!!!
Danya91 : Hola nee-chan ^o^!! tu mi lusinghi troppo ^\\\\\\^! Ehi, se ti sei tanto
arrabbiata con Pai, ora che farai? Te lo mangi XD!!! Addirittura un mito
O\\\o?! troppa grazia, troppa grazia ^^!!
Killkenny: Dieci?!
Evvai XD!! Grazie onii-chan ^o^! + di Silke?! Non esageriamo, povera anche la
mia Bella ^^””! (Perché scusa? ndSilke – Ciccetta, te mi stai un po’ sui
cosiddetti, c’intendiamo ^^? -#@#@@[òèò!! ndSilke)
Mary_Cry: Ma guarda chi si rivede! Ciao piciola! Eeeh, lo so, succede sempre
così: guardi tutti i giorni, e non aggiorna mai nessuno, non guardi per un po’,
ti aggiornano tutti! (Per la verità, succede anche quando pubblico io, e la mia
fic finisce sempre in fondo alla pagina, che se uno nn ce la salvata sui
preferiti non la vede e se la deve andare a cercare… Se ne ha voglia -____-“”…)
Mitsutsuki_chan: Sono commossa che tu ti sia impegnata tanto per leggere la mia ficcy!
Sul serio, ti ringrazio ^^! E ti ringrazio anche per la tua vagonata di
complimenti, sono contenta anche perché spero di riuscire ancora a migliorare
grazie a questi. Continua a commentarmi!
Beh, direi che ora posso anche
chiudere il becco vero ^^”? vi lascio alla lettura, a dopo!!
Cap. 42 – I
preparativi di Heka, complicati sentimenti di ragazze e… Un doppelgaenger?!
Con leggerezza Keris atterrò nell’atrio del
Cafè deserto.
- Grazie del passaggio. – disse Selena,
lasciando il braccio dell’amica. Lei sorrise appena:
- Vado a vedere se Quiche e Tart hanno
bisogno di una mano.
Selena annuì.
- Io vado a parlare con gli altri…
Mentre Keris scompariva, Selena scese nel
sotterraneo; si sentiva stremata, e dopo una decina di gradini dovette reggersi
al muro con la mano, per via della testa che girava.
“Non va… Non va…! Come posso sentirmi così
debole, se non ho usato i miei poteri?! Non può essere semplice sonno arretrato…!”
Si passò una mano sulla fronte, era
fredda, solo il suo tatuaggio emanava un leggero calore. Si poggiò con la
schiena al muro. Andando per logica, la soluzione era una: aveva usato i suoi
poteri inconsciamente; e se così era, poteva solo immaginare che questi fossero
aumentati.
“Non è possibile… Non può essere,
maledizione!!”.
Sentì un moto di paura, se era davvero
così… Se fossero aumentati ancora…
Scosse la testa con energia, non era né il
posto né il momento per pensarci. Lei e le ragazze avevano bisogno di parlare
subito.
Scese velocemente l’ultimo pezzo di scale.
Nel laboratorio, Kyle stava servendo una tazza fumante a Lory, seduta in un
angolino con aria un po’ frastornata, e Mina e Strawberry aiutavano Pam a
sistemare una borsa del ghiaccio sul fianco: grazie alla sua agilità non aveva
preso in pieno il colpo di Mintaka, ma non era stato comunque piacevole.
- Ecco fatto. – disse la rossa – Comunque,
poi sarebbe meglio andare in ospedale a farti controllare…
- E’ tutto a posto.
- Però…! – fece Mina preoccupata.
- Ora dobbiamo parlare di cose più
importanti. – replicò con gentilezza la mewwolf – Poi chiederò a Kyle e Ryan di
accompagnarmi. È meglio non far sapere a tutti i giornali di Tokyo che mi sono
fatta male, non voglio che ficchino troppo il naso.
- Hai ragione…
- Sel-chan. – Paddy si voltò verso
l’aliena con aria preoccupata – Gli altri? E Pie-san?
- Sta bene. Più o meno… - rispose
sospirando – Non aveva ferite gravi, ma deve riposare; ed è meglio che ci
pensino i ragazzi a rimetterlo in sesto, hanno bisogno dei macchinari
dell’astronave.
- Keris dov’è?
- E’ tornata anche lei sull’astronave.
Quiche e Tart non avranno nessun problema, ma dato che io non so
teletrasportarmi è l’unica che può aiutarli.
Sulla sua sedia, Lory chinò la testa tristemente,
prendendo a fissare la tazza; Selena le si avvicinò e le strinse una mano
attorno alla spalla.
- Ma cos’era quella… Quell’affare
disgustoso che è uscito dalla bocca di Pie?! – domandò Paddy con una smorfia.
Selena si fece più seria:
-
Non proprio Paddy (gocciolone). Comunque sì, è una sorta di parassita, come la vostra
edera; normalmente cresce nelle foreste calde e si comporta proprio come una
pianta, attaccandosi ai tronchi degli alberi ed usandoli come dispensa; ma se
si è capaci di utilizzarne i semi si può usare come ha fatto Bellatrix.
-
Cioè?
-
Nel corpo di un essere vivente blocca la regione volontaria del cervello e
rende l’ospite allo stesso livello di u pupazzetto.
-
Ecco perché sembrava che Pie non ci vedesse nemmeno… - osservò Strawberry.
-
Ma come faceva quella a manovrarlo? – chiese Lory in un sussurro.
-
Questo forse posso ipotizzarlo io. – fece Ryan – Masha è riuscito a rilevare
due tipi diversi di polveri addosso a Pie, quando l’abbiamo trovato.
-
Bravissimo, Masha!! – strillacchiò Paddy.
-
Sono bravo,
sono molto bravo, piii!
-
Il primo – proseguì Ryan – E’ senza dubbio un gas nervino, ma non ne ho
individuato la composizione esatta; non credo sia terrestre.
A
quella frase Lory si tirò più su sulla sedia.
-
Comunque, pare che il fisico di Pie non ne abbia risentito molto – puntualizzò
Selena – almeno, da quel che mi ha detto Quiche.
Lory
parve rilassarsi un pochino.
-
Già… Penso che se fosse successo a noi sarebbe stato molto peggio.
-
Ora che ci penso… Non è che è dovuto al fatto che non sono terrestri? Non
ricordo che Quiche e gli altri avessero problemi a respirare sia nell’acqua,
sia in carenza d’ossigeno(*)…
-
Perché il nostro sistema respiratorio è diverso dal vostro. – spiegò Selena –
Non siamo molto diversi biologicamente con voi umani, ma cose che magari vi
ucciderebbero, a loro non fanno effetto.
-
E tu invece?
-
Beh, ad alcune probabilmente sono immune anch’io, Strawberry, ma ti ricordo che
sono una mezzosangue. Ad esempio, io sott’acqua soffoco (gocciolone)!
- Tornando a noi – le interruppe pacata
Pam – hai detto che Masha ha rilevato due polveri, vero?
Ryan annuì.
- La prima probabilmente spiega come ha
fatto Bellatrix ad inserire la spora dentro Pie…
- Sicuramente. Non è uno stupido. – disse
Selena.
- La seconda è un estratto di una pianta
terrestre, un’orchidea tropicale.
- Un’orchidea (gocciolone)? – Strawberry e
Paddy inclinarono la testa di lato, guardandolo stranite.
- Generalmente, questa emette l’odore
degli insetti femmina per ingannare api e farfalle, ma l’estratto che ho
analizzato era stato modificato.
- Un’orchidea… Che attira i maschi?!? –
Lory fece una faccia talmente stranita che per un secondo le ragazze temettero
facesse un ulteriore buco nel muro.
- Un secondo, un secondo (gocciolone)…! –
si affrettò a puntualizzare Selena – Ascoltate: la spora reagisce a colui o
colei che l’ha impiantata dentro un essere vivente…
- Quindi, in questo caso, respirando il
suo ospite il profumo dell’orchidea, la spora reagiva ad un essere femminile.
Ossia Bellatrix. – concluse Ryan con calma – Stavo per dirlo.
- Ma da come l’avevi detto sembrava tutta
un’altra cosa (gocciolone)! – sbottò Strawberry.
- Non capisco perché adesso ti arrabbi. –
disse ancora lui, freddo.
Strawberry prese ad abbaiargli contro,
furente, mentre Lory si voltò nuovamente verso la sua tazza, mordicchiandosi il
labbro.
- Non hai proprio rispetto per i
sentimenti della gente! – latrò la mewgatto.
- Ma di che parli (gocciolone)?
Selena sospirò, non c’era proprio niente
da fare con quei due. Cercò di riprendere la parola, aveva ancora una cosa importante
di cui informarle.
- Pie-san ieri sera probabilmente stava
cercando informazioni sui Combattenti – disse – perché abbiamo trovato questo
sull’astronave.
Porse in avanti quel che restava di un
bastoncino di media grandezza, mezzo bruciacchiato.
- Una freccia…? – domandò Mina, notandolo
meglio – E’ quella che ha lanciato quel tipo…!
- Betelgeuse? Già… - disse lei cupamente –
Pie aveva trovato qualcosa su queste. Si chiamano frecce Reaìjeta, vedete i
simboli sulla scocca?
Le MewMew annuirono.
- Cosa vogliono dire?
- Purtroppo non so leggerli… Ma sono
simboli di incantesimi. – continuò, indicando alcune incisioni – Queste frecce
possono prendere la forma desiderata dal padrone, come essere semplicemente
utilizzate così come sono.
- Che bella notizia. – borbottò Ryan
sarcastico – E quest’informazione come dovrebbe esserci utile?
- Falla finita Ryan! – fece seccata
Strawberry – Si può sapere che ti prende?! È un’informazione che invece
potrebbe giocare a nostro favore in battaglia!
Il biondo al fissò in silenzio. Scostò poi
lo sguardo su Selena e, sospirando, si passò una mano sugli occhi:
- Lo so… Scusatemi, ma non riuscire a
trovare un nesso tra tutto questo comincia a rendermi nervoso.
- Ormai il computer ha elaborato tutti i
dati. – disse gentilmente Kyle.
- E Quiche ha detto che Pie-san starà
meglio già domani mattina… Anzi, che conoscendolo vorrà stare meglio (gocciolone) – ridacchiò Selena – Quindi faremo
il punto al più presto.
Ryan stiracchiò un sorriso.
Strawberry sbuffò, non riusciva proprio a
capirlo quel tipo! Il suo sguardo fu poi catturato da Lory, ancora immobile
sulla sedia, e le si avvicinò preoccupata:
- Come? – la rossa la guardò sorpresa, ma
annuì comune – Certo…
Lory sorrise triste e si alzò.
*___________________
- E’ inutile, non ci sono scuse per il tuo
comportamento, Bellatrix.
La bruna non rispose, continuando a fissare
Heka inespressiva. Il tono dell’uomo non era aggressivo, ma carico di
rimprovero, e a lei questo dava più sui nervi che l’esser stata messa del sacco
da quegli altri mocciosi.
- Sai bene che, se svolgi il tuo lavoro,
non m’interessa che tu ti diverta – continuò senza cambiare tono – ma usare una
spora… Volevi per caso ammazzarlo?!
- No, io…
Heka le fece segno di tacere e continuò:
- Per di più, sei rimasta esposta assieme
al ragazzo. Hai rischiato grosso.
Lei si limitò ad annuire, mordicchiandosi
le labbra.
- Ti sollevo dalla missione fino a nuovo
ordine.
- … Sì, comandante.
Lui non aggiunse altro, mettendosi a
sedere più dritto su una curiosa sedia che sembrava spuntare dal pavimento.
Bellatrix, scura in volto, si diresse verso il suo posto, tra Rigel e Mintaka:
dal pavimento dell’astronave si sollevò una massa informe di materia, che si
solidificò poi sotto la donna.
- Io te l’avevo detto che finivi nei guai.
– le sussurrò maligno Rigel. Lei lo seccò con un’occhiata gelida.
- Perché ci hai convocati? – chiese
intanto Betelgeuse ad Heka, incurante della discussione degli altri due.
- Perché voglio un resoconto. – rispose
freddamente – Avremmo dovuto terminare questa missione da almeno un giorno. Si
può sapere cosa combinate?!
Si alzò di scatto dalla sedia,
squadrandoli male.
- Noi non siamo andati! – esclamarono
Alnitak e Alnilam, gesticolando in segno di difesa – Tu ci hai detto di non
andare a siamo stati bravi!
- Mintaka?
Heka osservò l’uomo di sbieco. Questo,
braccia conserte e sguardo nel vuoto, lo guardò da sotto la maschera, in
silenzio.
- … E’ difficile. – disse dopo alcuni
minuti, telegrafico – lavorano in squadra. C’è il rischio di ucciderli tutti.
- Se volete fare così – s’intromise Rigel
con un sorriso sadico – posso pensarci io.
- E i chimeri che ci ha dato l’aiutante
del Collezionista non funzionano. – proseguì Betelgeuse – Sembrano abituati a
gestirli, sono inefficaci contro di loro. Per di più, i tre gaeiani sono con
ogni probabilità dei soldati, non è semplice sorprenderli.
- Io ripeto, perché non possiamo ucciderli
e basta? – ripetè Rigel seccato – Ci pagherà un po’ di meno, ma tanto vale
finire ‘sta buffonata…!
Heka lo zittì con un gesto.
- Mi sembra di avervelo già detto, Shorai
non mi piace. E non mi piacciono le sue intenzioni. Preferisco non stuzzicarlo
– si risedette, rilassando le spalle – inoltre, dato che ci paga, non si
discutono le sue direttive.
Poggiò i gomiti sui braccioli e mise il
mento tra le mani, lo sguardo serio.
- Le tue mosse avventate ci hanno messo in
svantaggio, Bella. – disse severo; lei sbuffò, accavallando le gambe – Ora come
ora i tuoi profumi ci sarebbero molto utili, ma risulteranno inefficaci, si
saranno preparati.
- E quindi? – chiese Betelgeuse.
- … Voglio sapere esattamente come
combattono. Armi, doti, tutto. Tanto di quelli che Shorai vuole vivi che degli
altri.
- Che rottura di palle! – fu la risposta
di Rigel. Heka lo ignorò:
- Alnitak, Alnilam, spero che abbiate
capito come dovete fare, andrete voi due.
Il ragazzo del gruppo lo guardò con gli occhi
sgranati, poi si alzò in piedi sulla sedia e si mise a saltellare:
- Sul serio?! Sul serio possiamo?!
POSSIAMO?!
- Senza ucciderli. – specificò ancora
l’uomo. Il ragazzo prese a fare capriole a mezz’aria:
- Stai tranquillo!! – disse, e poi ripetè
- Sì, tranquillo, ci pensiamo noi!
E sparì in un lampo. Mintaka guardò per un
po’ la sua sedia vuota, quindi si girò verso Heka:
- … Ne sei sicuro?
- Bellatrix è fuori questione, e
Betelgeuse non deve esporsi troppo, almeno finchè non ne sapremo di più su di loro
e se per caso sarebbero in grado di rendere inutili le sue frecce. Poi… - fece
un sorriso maligno - Tu e Rigel non siete adatti per questi “lavoretti”.
L’altro annuì senza aggiungere niente.
*___________________
Poi secondi dopo il ragazzo spuntò sopra
il Cafè MewMew, mandando quasi subito uno sbuffo piagnucoloso:
- Ma è tutto spento, Alnilam! Non ci sono!
– disse; poi si rispose – Gli umani devono dormire molto se sono stanchi, pare…
Sono sicuro che è per colpa di Mintaka!
Ridacchiò e poi continuò a parlare da
solo:
- Hai ragione! Quello non sa andarci
leggero! / Senti, che ne dici, esploriamo la zona? /Esploriamo, esploriamo! / E
domani ci divertiamo!
Rise più forte e scomparve, mentre
prendeva a canticchiare:
- Uno
è due ♪, due è uno ♪… Io sono io e tu sei tu ♪ , io sono te e
tu sei me…♪
*___________________
Strawberry stese ilsecondo futon accanto al primo, con Masha che
le svolazzava attorno.
- Ecco fatto! – disse alla fine
soddisfatta – Così dovrebbe andare!
- Che bello,
c’è anche Lory, Lory, Piii!!!
La ragazza sorrise al robottino, che si
strusciò contro la sua guancia.
- Strawberry, guarda che non serve… -
disse poi all’amica, accarezzando soprappensiero la pallina rosa – Tu hai il
tuo letto…
- Ma cosa dici?! – esclamò – Sei mia
ospite, quindi dormo vicino a te!
Lory le sorrise un poco. La rossa saltellò
sul futon, sedendole vicino:
- E poi, oggi mi sembravi un po’ strana…
Lory non rispose:
- Ti va di parlarne?
- … Sono… Solo ancora un po’ confusa dalla
giornata. – balbettò – S-senti, sul serio… Avevo solo voglia di stare un po’
tranquilla, domani starò già meglio…
Strawberry la guardò, mandando un sospiro:
non che se la fosse bevuta, ma sembrava inutile insistere per il momento.
- Ok… Ma se ti va di parlare di… Qualunque cosa, dimmelo ok? – le
sorrise. Lory annuì – Beh, io ho sete! Vado a prendermi un bicchiere d’acqua,
spengo la luce?
- Sì, tranquilla.
La rossa spense l’interruttore ed uscì in
corridoio. Mentre Masha si accoccolò sul cuscino del futon, anche Lory si
stese, infagottandosi fino al collo nonostante la sera decisamente tiepida.
“Non c’è niente… Non c’è proprio niente.”.
- Come sta? – domandò Selena, mentre
Quiche si sistemava sul letto.
- Domani starà benissimo. – tagliò corto
ridacchiando – Io lo dico sempre che ha la pellaccia dura!
Lei stiracchiò un sorriso, poco convinto.
Quiche parve non notarlo:
- Ohi, ohi, mi sento davvero a pezzi…
- Un momento…! Cos’è QUELLO?!
- Uh?
Selena era impallidita. Si allungò sul
letto e sollevò un po’ la maglietta del ragazzo, da dietro:
- Ehi, aspetta un attimo (gocciolone)…!
Cos’è “cosa”?!
- Questa!! – sbottò lei – Dove ti sei
fatto questa bruciatura?!
In corridoio, Strawberry stava risalendo
dalla cucina. Sentendo il trambusto, fece per avvicinarsi e vedere se andava
tutto bene, ma la voce arrabbiata di Selena la fece desistere: stavano
bisticciando?
“Ma che combina quell’altro scemo?” (ma
perché dev’essere per forza colpa mia ç__ç?! ndQuiche – Perché È colpa tua, no
^^? ndRia – Autrice, ti odio ç__ç** ndQuiche).
Da lì non riusciva a capire cosa si
stavano dicendo. Diede una sbirciatina verso le scale e la stanza dei suoi
genitori, nessun movimento; in camera sua Lory sembrava essersi messa a
dormire. Troppo incuriosita, si appoggiò con l’orecchio alla porta della stanza
degli ospiti, facendo attenzione a non farsi sentire.
- Si può sapere perché ti arrabbi tanto?!
– fece Quiche seccato – E’ solo un regalino del nostro nuovo amico di oggi.
Mica muoio!
- Perché non mi hai detto che t’eri fatto
questa bruciatura?! – replicò lei più forte – E che sia grave o meno lascialo
decidere a me!
- Oooh! – fece sarcastico – Scusi, non
sapevo di doverle riferire tutto, mamma!
Detestava essere trattato come un
mocciosetto, anche se si trattava di Selena non aveva certo intenzione di
lasciarla fare.
Fuori dalla porta, Strawberry era
combattuta tra lo scappare in camera e l’entrare e spaccare la faccia a Quiche,
aveva davvero la lingua scollegata dal cervello! Come faceva ad essere così
insensibile?
“Sel-chan si sta solo preoccupando per
te!”.
- Ti preoccupi un po’ troppo! – disse
ancora il ragazzo, volendo chiudere il discorso.
- TU invece sottovaluti sempre tutto! –
urlò Selena – Quella poteva essere
qualcosa di molto più grave!
- Ma si dia il caso che non è così! – replicò
quasi esasperato – Si può sapere che ti prende adesso?!
- MI PRENDE CHE NON CE LA FACCIO
PIU’!!!!!!
L’urlo della ragazza fu così forte che
anche Strawberry si allontanò di scatto dalla porta per lo spavento, tornando
poi velocemente ad ascoltare, ormai troppo curiosa di sentire la fine del
discorso.
Quiche, dentro, guardava con gli occhi
sgranati Selena fissare il pavimento, tremando forte.
- Speravo… Speravo che venendo qui sulla
Terra, avrei risolto qualcosa… - iniziò a dire, con voce flebile – Invece, la
situazione è precipitata, ma credevo che si potesse risolvere…!
- Sel…
- Invece è sempre peggio! – iniziò a
singhiozzare – Ora anche quelli…!
- Selena.
-E
POI…! – continuò imperterrita, con voce rotta – Prima Lory-chan! E Ki-chan,
Tart, e adesso anche Pie-san!!! E TU! NON POSSO CONTINUARE A VEDERE TUTTO
QUESTO!
- Sel… - il ragazzo le si avvicinò,
accarezzandole la nuca; lei teneva il viso tra le mani e non lo guardò nemmeno:
- NON SAREI MAI DOVUTA SCAPPARE! NON
SAREBBE SUCCESSO NIENTE DI TUTTO QUESTO! Non sarei mai dovuta esserci qui! Non
avrei mai dovuto nemmeno esis…!
- NON DIRLO!
Stavolta fu l’urlo di Quiche a spaventare
Strawberry. Selena, a vederlo arrabbiarsi così, smise un istante di piangere,
fissandolo.
- Non provarci mai più!
La strinse. Nella stanza scese il silenzio
e Strawberry si riappiccicò ancora alla porta.
“È la prima volta che gli sento usare un
tono del genere…! – pensò sorpresa, aspettando che continuassero – Di solito è
malizioso… Oppure infantile, ma così preoccupato e gentile…!”.
Si bloccò un istante:
- Ti prego, piccola mia, non piangere…
- E va bene… Come vedi, mi arrendo! Continuerò per la mia strada da solo,
come ho sempre fatto. Uhu, che tristezza, vero?
Le era venuto in mente il giorno in cui
aveva scoperto la verità su Aoyama e Ao No Kishi; non spiccava certo nella sua
memoria come una delle migliori performance di Quiche (anzi, ad essere onesti
era stata una nelle volte in cui l’aveva spaventata di più) ma alcune sue frasi
le erano rimaste impresse, così come la sua faccia sconsolata.
A quel ricordo sentì una leggerissima
stretta in gola, senso di colpa?
“Perché dovrei sentirmi in colpa?! – si
rimproverò – Gliel’avevo detto chiaro e tondo che non l’avrei mai seguito! Mica
è colpa mia se si è ostinato…!”.
Anche se cercava di convincersi di questo,
sapeva benissimo che i sentimenti del ragazzo erano stati sinceri:
“Per quanto espressi - non potè
trattenersi dal puntualizzarlo - in maniera un po’ brutale (gocciolone)…”.
Ora che si trovavano dalla stessa parte,
non riusciva a non pensare di essere stata davvero crudele ad aggredirlo come
aveva sempre fatto.
Dentro, Selena singhiozzava piano:
- Scusami… - sussurrò – Solo che…Oggi mi
sono davvero spaventata, quel tizio…! Se penso che avrebbe potuto…!
Non terminò la frase. Quiche ridacchiò:
- Mica sono così rammollito da farmi
ammazzare dal primo che spunta!
Ma la battuta cadde nel silenzio, e Selena
su limitò a stringere più forte la maglia del ragazzo:
- Non voglio perderti… - disse, quasi
impercettibilmente – Per favore, non lasciarmi da sola anche tu…!
Quiche la fissò ad occhi sgranati:
- Ma che scemenze stai dicendo…?
Selena continuò a piangere, senza riuscire
a guardarlo in faccia:
“Fare una scenata del genere… Sembro una
bambina!”.
Quiche lasciò sfogare Selena per qualche
minuto. Si sentiva un idiota, aveva quasi messo da parte tutto quel che la
ragazza gli aveva raccontato sul suo passato e dei sogni che aveva avuto per
causa sua(**).
Quanto poteva essere doloroso per lei
anche solo l’idea di perdere qualcuno a cui teneva?
“Che scema sei…”.
- Io non posso lasciarti sola.
Le alzò il viso, guardandola serio. Selena
cercò di calmarsi un istante, prendendo due respiri tremuli.
- Pensa un attimo all’altra sera.
Lei lo fissò con tanto d’occhi e abbassò lo
sguardo, arrossendo.
- Non quello (gocciolone).
- Guarda che non mi ha dato fastidio… -
mormorò lei.
- Vorrei ben vedere!
- QUICHE!!!
- Sto scherzando.
- Ce la fai ad essere serio dieci minuti
(gocciolone)?
Quiche sorrise:
- Però ora non piangi più.
Selena tacque, in effetti aveva smesso di
singhiozzare. Prima che potesse sgridarlo di nuovo, Quiche riprese a guardarla
serio, sebbene con un mezzo sorriso:
- Ti ho promesso una cosa, ricordi?
Fuori, Strawberry stava facendo coincidere
il proprio orecchio col legno della porta, logorata dalla curiosità: di cosa
stavano parlando?
Selena, intanto, annuì con un sorriso
dolce:
- Certo…
*---
- Sel, ascolta.
La ragazza, accoccolata contro il suo petto a godersi l’abbraccio, ci mise qualche
secondo ad alzare la testa.
- Stavi dormendo?
Selena ridacchiò:
- Già.
Lui la fece mettere seduta. Selena lo guardò, un lembo di lenzuolo stretto
al petto, chiedendosi il perché dell’espressione allegra sul suo volto.
- Quando sarà finita tutta questa storia, vieni con me!
Selena sgranò gli occhi, ammutolita:
- Come…?
- Vieni con me su Gaea! – ripetè bello convinto – Resta con me.
Selena continuò a guardarlo con la bocca mezza aperta, senza dire niente.
- N-no… A-asp-aspetta… - prese a farfugliare, cercando d’impedire alla sua
faccia di sorridere – io sono… Sono una giniroma, una mezzo-Tian e tu… Sì, insomma, non fai
parte dell’esercito?! Cosa… Cosa succederebbe, sì, se…
- Guarda che a
me non importa un fico secco dell’esercito. – puntualizzò calmissimo – Io
faccio sempre quel che mi pare e quel che ritengo giusto. Che i vecchiacci
strepitino pure per delle cavolate, io me ne frego.
- Ma tutti…!
Insomma, tutti i tuoi cari, a casa…! Quiche, nessuno accetterebbe mai…
- A tua nota
informativa – continuò calmissimo, ma con espressione seria – se non per quei
due deficienti di Pie e Taruto, non c’è granchè di popolazione che mi aspetta
lassù.
Selena lo
guardò confusa.
- E anche se ci fosse tutto il pianeta imparentato con me – continuò – non
me ne potrebbe fregare di meno. Selena… Voglio che tu resti con me!
Sorrise, accarezzandole il viso:
- Perciò, se tu vuoi, ti prometto che quando staremo finalmente tranquilli
ti porterò con me ^-^!
Lei continuò a guardarlo confusa, ma sorrise impercettibilmente.
- Sì… Sì che vengo!!
*---
-
Pensi che possa rimangiarmi la parola? – le diede un colpetto sulla fronte –
Scema!
Selena
si fregò gli occhi ed annuì energicamente. poi ridacchiò:
- Se qualcuno ti avesse sentito, sarebbe sembrata
quasi una proposta di matrimonio… detta così…
- Ah, beh, se preferisci e ti convince di
più, per me va bene.
Silenzio.
- C-CHE O\\\O?!?
Anche Strawberry urlò, fortunatamente
quasi in contemporanea con l’amica, quindi Quiche si limitò a voltare un istante
lo sguardo alla porta e poi si rigirò verso Selena. Lei lo stava fissando
allibita, quasi viola in faccia, convinta di non aver capito.
- A dire il vero non mi sono mai granchè
interessato a come sia la tradizione da noi, ma se lo intendi in senso terrestre…
- continuò tranquillissimo – Sì, penso che tu possa anche definirlo così, dato
che non ho intenzione di mollarti tanto facilmente.
- A… A… - balbettò lei faticosamente –
Aspett…! Tu, dai…! Non sei proprio…!
- Il tipo da rapporto fisso? – la fissò
allusivo e lei si morse la lingua, ma dovette annuire impercettibilmente;
Quiche però si limitò a ridacchiare – Lo so, lo so… Che ci posso fare? Mi hai
incastrato!
In corridoio, coda ed orecchie dritte,
Strawberry ormai spiava senza alcuna remora di essere scoperta dalla serratura,
troppo sconvolta di aver sentito le ultime parole di Quiche.
“Insomma, come siamo passati dal litigio a
questo?!?” (Mica è colpa nostra se a
te piace un’ameba con assoluta mancanza d’intraprendenza mentale! Il max delle
sue prestazioni è stato raggiunto quanto vi siete messi assieme! E BASTA
-___-“! ndRia).
Selena non parlava più. non sapeva nemmeno
se doveva essere felice, come si sentiva, oppure continuare ad insistere per
fargli cambiare idea:
- Quiche, senti, io…
Lui però le fece segno di tacere:
- Guarda che puoi dire quello che ti pare,
non cambio idea. Non m’interessa di quante altre diavolerie ci manderà dietro
quel bastardo di Shorai, non me ne frega niente di quei Combattenti, delle
prediche di Pie e di quel che penseranno a casa! L’unica cosa che voglio è che
tu resti con me. Non voglio lasciarti ancora sola, Sel.
Selena restò immobile, senza sapere cosa
dire. Si limitò a sorridere.
- Pensa, rinuncio a tutte le altre ragazze
per te! – rise alla fine – Mi hai rovinato la piazza!
Lei ridacchiò, con gli occhi lucidi, prima
di abbracciarlo:
- Pare…
- Ti sei calmata adesso?
- Per la verità mi sento più nervosa di
prima!
- Se ti dicevo una bugia e ti dicevo che
ti ho fatto le corna magari ti calmavi ^-^?
- Se mi dicevi una cosa del genere –
sibilò minacciosa – ti aprivo la pancia. E da questa distanza mi basta un
incantesimo piccolo!
- Ok, ok, scherzavo (gocciolone)!
Lei scosse la testa e l’abbracciò più
stretto.
- Ah, giusto! – esclamò ancora lui – Devo chiederti
un'altra cosa. Aspetta un secondo…
E si teletrasportò via.
“E ora perché c’è tanto silenzio?”.
Strawberry si teneva con forza la coda,
per non far suonare i campanellini, ma dentro non sentiva più nulla. Sbirciò
dallo spioncino, ma Selena era sola.
- Sono qui dietro.
Alla rossa sfuggì un singhiozzo per lo
spavento: si girò di scatto, vedendo Quiche che la fissava inquisitoria e
divenne più rossa di un papavero.
- Si può sapere che stai facendo?
- I-io… - con uno scatto si alzò e scappò
nella sua camera, senza guardarlo – Non ho sentito niente! ‘Notte!
E si chiuse la porta alle spalle con un
gran tonfo, tanto che il piccolo Masha si svegliò e rotolò giù dal cuscino di
Lory.
- Strawberry!
Cosa c’è? Cosa c’è? Piii!!!
Lei restò appoggiata alla porta qualche
secondo, mordendosi il labbro:
“Accidenti…!!”.
Quiche tornò sospirando in camera,
massaggiandosi il collo: non è che gliene importasse granchè se Strawberry
l’aveva sentito, ma sperava che avesse il buonsenso di tenere la bocca chiusa…
Almeno per un po’.
- Tutto ok?
- Uh… Sì, certo. Avevo sentito un rumore.
Guardò Sel serio:
- Sel… C’è anche qualcos’altro che ti
preoccupa vero?
Lei annuì grave:
- I miei poteri stanno aumentando. – disse
preoccupata – E se dovessero continuare, ho paura che ne perderò il controllo.
*______________
Shorai aprì gli occhi. Ormai da ore se ne
stava seduto con le palpebre chiuse, di fronte a quella teca opaca. Alzò appena
lo sguardo verso di essa, scrutando la figura in penombra che vi si scorgeva:
avvertì il pulsare impercettibile del cuore che faticava a riprendersi, l’odore
del sangue che usciva dalla ferita che si cicatrizzava lentamente, quasi il
freddo delle membra.
- Devi resistere un altro po’. – disse
piatto – La nostra bambina ha finalmente ottenuto tutto ciò che aveva sempre
desiderato; ed ora, anche il suo corpo comincia a bilanciarsi come mi serve.
Si alzò lentamente, dando un colpetto con
due dita alla teca:
- Devo solo aspettare la prossima mossa di
Heka. E presto toccherà di nuovo a te.
*______________
Il mattino seguente, Caffè MewMew
- Ragazze…
- Cosa c’è, Mina? – chiese Keris mentre si
sistemava il grembiule.
- … È solo una mia impressione, o quelle
due oggi hanno un’aria un po’ tetra?
Ed indicò l’angolo opposto del locale.
Lory stava pulendo per la decima volta lo stesso tavolino, mentre Strawberry
spazzava tre centimetri per volta il pavimento; entrambe sospiravano come due
battelli a vapore.
- In effetti oggi mi sembrano fuori forma.
– disse triste Paddy, inclinando la testa di lato.
- A dire il vero Lory-chan mi era sembrata
giù anche ieri… Ma non era andata a dormire da Sibi-chan ieri sera? – chiese
ancora Keris, imitando la mewscimmia – Non dovrebbe sentirsi meglio?
Mina assunse un’aria scettica, vedendo le
due oggetto della discussione incupirsi ancora:
- Pare proprio di no…! Si può sapere che
hanno?
Pam non disse nulla, osservandole critica.
Beh, Strawberry non aveva cavato una
parola da Lory, quindi non sapeva cosa la preoccupasse, ma di certo sapeva cosa
le guastava l’umore.
Aveva dormito malissimo, pensando alla
figuraccia fatta la sera prima: non aveva rivolto la parola né a Selena né a
Quiche da quando si erano alzati, si sentiva stupida sopra ogni limite.
“E ora come faccio?!... – sospirò ancora,
poi battè con decisione un pugno sul palmo dell’altra mano – Con calma, basterà
scusarmi! Comunque ora non serve preoccuparsi tanto, con tutto quel che sta
succedendo non devo certo perdermi in simili sciocchezze!” si disse convinta
(Parac***! ndTutti).
- S-sentite! – cercò di dire alle altre
con noncuranza, sfoggiando il suo miglior sorriso – Pie e Tart? Dove sono?
Lory le scrutò appena da sopra la spalla.
- Stai bene (gocciolone)?
- Certo, Mina! Perché?
- Fino a tre secondi fa eri così depressa
(gocciolone)… - fece con tono rassegnato alla rossa.
- Hai sbalzi d’umore, Sibi-chan?
- Forse sei in quei giorni? – domandò Paddy allegra.
- Non si dicono certe cose a voce alta. –
disse lapidaria, arrossendo appena.
- Comunque, Tart è andato a controllare se
il macchinario dell’astronave avesse finito. – disse Keris – Pie dovrebbe
essersi già svegliato, saranno qua a momenti.
Detto fatto, alle loro spalle apparvero i
due ragazzi alieni. A vederli, Lory strinse con più forza lo straccio nella
mano.
- Hola, Pie-san!! – trillò Keris.
- Come stai?
Lui annuì appena.
- Già rimesso a nuovo! – rise Tart,
traducendo il silenzio – Pare che sia più duro di quel che pensassi!
- Non te n’eri ancora accorto? – rise la
voce beffarda di Quiche – Yo, fratellone!
- … “Yo” (gocciolone)?
- Il ragazzino biondo ha detto che il loro
cervellone elettronico ha finito di lavorare.
- Sul serio?! – esclamò Strawberry
entusiasta; quando incrociò gli occhi ambrati dell’alieno, però, sentì di
arrossire e girò la testa.
“Accidentiiiiiiiii ç______ç… Lo Sapevo,
non ce la faccio! MI SENTO TROPPO A DISAGIO!
TROPPO!!!! Perché non mi sono fatta i fatti miei?”.
- Sel deve spiegarci due cosette. –
continuò lui come se niente fosse – Forza.
Tutti si precipitarono di sotto, tranne
Pie e Lory. Lui, guardando la baraonda scatenata che correva giù per le scale,
si limitò a sospirare e a seguirli con calma, lanciando un sorriso alla
ragazza, ma lei chinò lo sguardo a terra all’istante.
- Io… Io vi raggiungo subito! – farfugliò
– Devo mettere a posto una cosa.
E sparì nel retro.
Lory comparve nel laboratorio cinque
minuti buoni dopo gli altri. Le ragazze lanciarono occhiate oblique
rispettivamente a lei e a Pie, comparso prima, da solo e con un’espressione
glaciale in volto, ma l’amica si limitò ad annuire, e lui a stare a braccia
conserte a fissare i due umani che davano voce al suo lavoro e al loro.
- Allora? Qual è il responso? – chiese
Strawberry, nervosa.
Ryan prese un bel respiro prima di
parlare.
- I dati che abbiamo raccolto fin’ora –
prese a dire, guardando i presenti ad uno ad uno – hanno messo in evidenza un
timore che da qualche tempo avevamo.
- Ossia? – chiese Quiche acido.
- Ossia – fece Pie laconico – Che la forza
di Phiras e Tanir non è dovuta soltanto a modifiche genetiche.
- Cosa?
Kyle accese lo schermo, e stavolta fu
Selena a parlare.
- A quanto ho capito, Shorai ha tentato di
mescolare il suo “lavoro” coi tre incantesimi che sono scritti sulla Tavola.
- Sono solo tre? – chiese Tart scettico.
Selena annuì:
- E meno male…! – aggiunse poi – Saltando
tutti i preamboli e le varie altre raccomandazioni scritte sopra, lì sono
incisi tre incantesimi: l’anatema della Vita, l’anatema della Forza e quello
dell’Anima.
- I nomi non sono allettanti! – fece Paddy
stringendosi la gonna.
- Quello della Forza – continuò Selena – è
l’unico che sappiamo usato con certezza. È quello che ha potenziato tanto
Phiras e Tanir dopo il nostro scontro nell’Illusion World(**).
- Quello che ha fatto comparire al
nanerottolo quell’affare sulla faccia? – chiese Keris; Selena annuì.
- L’altro, che probabilmente ha tentato,
ma non correttamente, di usare, è stato quello dell’Anima.
- E queste cose… Cosa farebbero? – domandò
Pam sottovoce. Selena tacque un istante:
- L’anatema della Forza l’avete visto.
Decuplica la forza del soggetto, ma questo perde gran parte del suo
autocontrollo e rischia di diventare violento.
- Era una battuta (gocciolone)? – borbottò
Tart sarcastico.
- L’anatema dell’Anima posso solo supporre
che abbia tentato di utilizzarlo su Qur.
A quel nome Pam socchiuse gli occhi.
- Usato correttamente, legherebbe l’anima
di chi lo compie al soggetto, in modo tale che questo possa morire solo se
muore chi l’ha formulato; ma Shorai non deve averlo completato, perchè loro due
erano collegati solo con la mente, altrimenti sarebbe già morto da un pezzo!
- E… E L’ultimo? – mormorò Lory
spaventata.
- … Speriamo di non doverlo mai vedere. –
mormorò Selena – Questo permette di rendersi praticamente invincibili, ma la
clausola è molto pesante: può essere usato solo da chi si trova in punto di
morte, e lo rafforza soltanto per un lasso di tempo brevissimo.
Prese un bel respiro e guardò Lory seria:
- Dopo si muore.
- Ma perché userebbe una cosa del genere?!
– chiese Strawberry sconvolta.
- Non ne ho idea. – mormorò Selena – E non
so nemmeno perché la mia gente abbia creato qualcosa di così terribile…!
Ci fu un istante di silenzio, col
sottofondo di Kyle che lavorava sulla tastiera.
- Abbiamo elaborato una teoria sui suoi
piani, però. – disse.
Sullo schermò comparve un diagramma. Nella
parte di estrema sinistra c’erano sei figurine stilizzate, che s’intuiva
rappresentassero le MewMew e Selena.
- Voi siete il suo obiettivo, giusto? –
disse il bruno – Fin’ora, però la sua strategia è risultata inutile. Quello che
crediamo, è che i Combattenti siano soltanto uno strumento per guadagnare
tempo.
- Guadagnare tempo? – chiese Quiche.
- Potrebbe – disse Pie – tentare di finire
di analizzare la Tavola. O cercare di perfezionare un sistema per rendere i
suoi tirapiedi abbastanza forti da spazzarvi via.
Selena chinò la testa:
- Temo che stia seriamente valutando di
non prenderci vive…
Scese un silenzio pesante, mentre lo
schermo si spegneva e tornava la luce. Strawberry guardò per terra, furibonda,
quindi loro avrebbero dovuto restare buone ad aspettare la prossima mossa di
quel pazzo?!
Strinse i pugni con decisione e si voltò
verso il gruppo:
- Andiamolo a prendere!
- Cosa? – Mina la guardò ad occhi sgranati
– Ma sei impazzita?!
- Io non ho la minima intenzione di
morire, tantomeno per mano di un folle come Shorai! – sbottò decisa – E non me
ne starò qui ad aspettare la sorte! Se le possibilità che i suoi piani siano
effettivamente questi, o forse peggio, andiamolo a prendere nella sua stessa
tana!!
Gli altri la guardarono ammutoliti, come
se fosse davvero impazzita. Selena, però, sembrava convinta:
- Se vai, vengo con te.
- SEL!! Poi sono io l’incosciente! –
protestò Quiche.
- Voglio che mantieni la promessa. – disse
lei con un sorriso – E anch’io mi sono stufata di scappare!
Le due ragazze si guardarono con
decisione, era ora di finirla.
- Io sono con voi.
- Pam! Ma cosa dici?! – pigolò la mewbird
sconvolta.
Quiche sospirò:
- Sembra proprio che non abbia altra
scelta…
- Se viene Sel-chan vengo anch’io! – esclamò
Keris attaccandosi al braccio dell’amica.
- Anch’io, anch’io!!! – saltellò Paddy.
- Guarda che non è una gita (gocciolone)!
– fece Tart – Vabbè, ho capito che dovrò venire anch’io…
- Bravo il nostro cavaliere-nanerottolo! –
lo canzonò Quiche.
- E lascialo stare (gocciolone)!
- … Ahhh, e va bene! – sbottò Mina – Ma se
ci cacciamo nei guai, Strawberry, me la paghi!
- Cosa?! Se vieni è solo una tua scelta,
non scaricare le responsabilità delle tue azioni sugli altri!!
Gli altri risero. Fu Pie ad interromperli:
- Piano fin troppo semplice, ma potrei
anche approvarlo… Se non ci fosse un problemino.
- Ossia? – chiese Quiche con fare
scocciato.
- Tu, Selena – continuò inespressivo –
sapresti ritrovare il pianeta su cui si trova Shorai?
- Beh… Ad essere oneste… - rispose lei, un
po’ confusa.
- No, vero? – la bruciò lui sul tempo –
Perché lui non si trova su un vero pianeta, ma su un’immensa costruzione
artificiale.
- E tu che ne sai?! – gli rimbrottò
Quiche.
- A differenza di te – disse severamente –
che sembri aver dimenticato come si usa il cervello, io so che la nostra nave è in grado di ricostruire il tracciato
spaziale di un’altra, benché con una certa approssimazione.
- Ho cercato di capire da dove fossero
partiti i Combattenti d’Orione, e ho localizzato un piccolo satellite, in una
zona a qualche centinaio di anni luce di distanza da questo sistema; ma per il
tempo in cui il sistema operativo dell’astronave ha fissato quel satellite, i
dati confermano che esso si è spostato su una linea non orbitante.
- Ehm, e per i mortali (gocciolone)?
- Significa semplicemente che non ruota
attorno ad una stella od un pianeta, Strawberry. – rispose Ryan con sufficienza
– Perciò non è naturale.
Pie annuì:
- Come sperate di localizzarlo? Anche coi
nostri sensori il segnale era debolissimo e si è perso dopo pochi minuti.
- … Potremmo “chiedere un aiutino” proprio
a quei Combattenti, non pensate?
- In che senso, Lory-chan?
- So che tu sei la pacifista-a-tutti-i-costi, ma a
giudicare come voleva farci saltare in aria quel tipo con la mascherina, non
credo che con quei tipi si possa dialogare. – fece Quiche sarcastico.
- Sto dicendo, che se sono dei mercenari
sono stati pagati no? E dovranno tornare da chi gli ha commissionato il lavoro,
giusto?
- Qual è la tua proposta, farci ammazzare
e poi portare dal loro capo oppure farlo solo ad alcuni di noi?
- Insomma…! Sto dicendo che loro sapranno
dove devono andare, no (gocciolone)?!
- Forse Lory non ha tutti i torti. – riflettè Selena – Se li portassimo allo scoperto tutti quanti
e riuscissimo a metterli alle strette, forse si ritroverebbero nelle condizioni
di dover tornare…
- Sono tutte teorie campate per aria. –
sentenziò Pie con un tono che non ammetteva repliche – Facendo un conto,
abbiamo circa un 3% di possibilità di cavare fuori qualcosa da quest’idea.
- Forse… Però è anche l’unica che abbiamo
per il momento, no?
Pie si sorprese del tono gelido di quella
risposta, specialmente perché era stata proprio Lory a replicare; lei non
incrociò il suo sguardo.
*______________
Strawberry sbuffò sonoramente, poggiandosi
allo stipite della porta:
- E così, anche dopo aver ideato questo
grande piano,m abbiamo le mani legate… - fece seccata.
- Che vuoi farci? – le rispose la voce
soffocata di Keris, la testa che tentava di uscire dal colletto della divisa –
Non possiamo di certo gettarci alla cieca in giro per la città chiamando quei
tizi, non ti pare?
- Direi che sarebbe parecchio stupido,
oltre che da masochisti. – fece altezzosamente Mina.
- Quindi gli unici che hanno gli strumenti
per rintracciarli – disse Pam laconica – sono Quiche, Pie e Tart, dato che i
computer di Kyle e Ryan riescono a rivelarli soltanto una volta che sono già in
azione.
- E se comparisse ancora il tipo con la
maschera da teschio sarebbe un guaio, lo so, lo so…
- Abbi pazienza – cercò di rincuorarla
Selena – anch’io andrei subito…
- Ehi ragazze!!!
Il gruppetto interruppe il discorso e si
voltò verso Paddy, che le chiamava con fare cospiratore:
- Venite subito a vedere!
Le cinque vennero condotte dalla biondina
fino in cucina, dove si misero a sbirciare da uno spiraglio della porta.
Lory era dentro, intenta a lavare i
piatti. Sembrava tanto concentrata, nonostante l’aria mesta, da non essersi
accorta che Pie le era spuntato alle spalle da almeno un minuto.
- Si può sapere che ti è preso?
La domanda la sorprese tanto che il piatto
che stava asciugando quasi le cadde per terra; dopo aver ballato un po’ tra le
sue mani, l’infingardo si fece prendere docilmente, e lei potè poggiarlo sul
lavello.
- Mi hai spaventata… - fece in un
sussurro.
- Che cosa ti è preso? – ripetè lui,
scandendo le parole. Lory non rispose, stringendo il grembiule tra i pugni, e
guardando per terra.
- Non capisco che vuoi dire. – mormorò
alla fine, con aria colpevole.
- Non prendere proprio me per un cretino.
– continuò freddo – Lo avrebbe capito anche un cieco che sei strana da
stamattina. Anzi, dalla faccia che avevi giurerei anche da prima.
Lory serrò le labbra e gli occhi, sentendo
montare la rabbia come il giorno prima:
- E’ solo…! Solo…
- Solo cosa?! – sbottò seccato.
- Non ce la faccio…! Io… continuo a vedere
quel che è successo ieri!
- Ieri?
- SI’!! e sono arrabbiata, va bene?!
- E per cosa?
- Come per cosa?! Perché tu e quella…!
Quella…!
- Aspetta, aspetta…! – la fissò quasi esterrefatto
- Tu saresti arrabbiata con me perché Bellatrix mi ha baciato
mentre non ero cosciente?
- Ah, ecco, allora c’era un motivo perché
ieri era così giù… - bisbigliarono Keris e Paddy.
- Shhhh,
chiudete il becco!
- Non ce l’ho con te…! – disse decisa –
Sono arrabbiata e basta.
- Sì, ma sembra proprio che tu ti stia
sfogando con me. – le fece notare con un tono di rimprovero che a Lory non
piacque per niente.
- Ti ho visto baciare un’altra! – il suo
tono era quasi disperato, non sapeva spiegarsi nemmeno lei – So che non eri in
te, ma come faccio a non essere arrabbiata?!
Pie tacque un istante.
- Più che chiederti questo, dovresti
chiederti semplicemente “perché arrabbiarsi”.
- Eh?
- Non vedo nessun motivo valido. – replicò
ancora, gelido.
- C-come nessun motivo valido?!
- L’hai detto tu stessa. Non ero in me,
non sono stato io a volerlo. Non vedo il motivo di tante scene.
Lory lo guardò a bocca spalancata,
chiedendosi se non la stesse prendendo in giro. Invece era serissimo. Sentì le
lacrime pungerle gli occhi:
- E’ NORMALISSIMO CHE IO SIA ARRABBIATA
INVECE!! – disse forte con voce rotta – Perché io t…!
Lui però le fece segno di tacere ancor
prima che finisse la frase, guardandola severamente.
- Cose così infantili sono assolutamente
senza senso. – disse con lo stesso tono freddo; le diede le spalle – Ma se la
pensi così, lasciamo perdere tutta questa storia.
E senza aggiungere altro scomparve.
Lory fissò qualche secondo il punto in cui
Pie si trovava senza muoversi, le braccia lungo i fianchi e quel poco di sapone
che le era rimasto sulle mani che gocciolava per terra.
Se la pensi così, lasciamo perdere tutta questa storia.
Lo spalancarsi improvviso della porta le
fece prendere il secondo infarto della giornata. Disincantatasi, vide le amiche
che erano rovinate per terra, e Strawberry alzarsi con gli occhi quasi fuori
dalle orbite e l’aria decisamente incavolata:
- Dov’èèèèèèèèèèèèèèèèèèè?!?
- Vieni
♪fuoriii♪Pie-saaaan♪… COSI’ TI STACCO LA TESTA!!! – strillò Keris, arrabbiata quasi quanto la rossa.
- Il solito cubetto di ghiaccio! Ma
stavolta ha esagerato! – sentenziò Paddy convinta.
- Questa gliela facciamo pagare…!
- Io invece penso che non dovremmo
intrometterci, Keris. – disse Mina, anche se guardava Lory apprensivamente. Pam
annuì.
- Aaaah, non
siate testarde! Quando ci vuole, ci vuole!
- Ki-chan… Ragazze…
L’aliena e le altre si voltarono verso
Lory, che sorrise tristemente:
- Non dovete preoccuparvi. È stata colpa
mia.
- Ma cosa stai dicendo?! – esclamò la
mewbird.
- E’ normale che tu ti sia arrabbiata. –
rincarò Strawberry – Se fossi stata al tuo posto, a quella strega avrei rotto
anche il naso…
Pam la interruppe con un gesto della mano,
avvicinandosi alla mewfocena.
- Sul serio, non preoccupatevi. – ripetè
Lory – Sul serio.
Sorrise, ma una lacrima le sfuggì
ugualmente. L’asciugò in fretta, ma pian piano iniziò a piangere senza
controllo.
Le amiche la guardarono preoccupate.
- Lory…
Pam le accarezzò la testa, mentre lei
tentava insistentemente di asciugarsi il viso:
- Io… Come al solito non so spiegarmi
bene… Così abbiamo litigato… - prese a dire, con una risatina nervosa – Solo
che… Solo che adesso…
Tacque, interrotta da un singhiozzo.
- Dai, - le disse Selena confortante – è
solo un litigio! Stai tranquilla…
Lory scosse forte la testa. Era quasi
sicura di non aver capito ancora molto di Pie, ma una cosa la sapeva, di
qualunque cosa si trattasse, era raro che affrontasse una questione senza
razionalizzare tutto. E nel suo modo analitico di ragionare, una reazione
simile era semplicemente assurda.
Lei lo sapeva. Quello l’aveva capito da
tempo.
Però credeva lo stesso che avrebbe capito,
ma sembrava di no. Forse si era sbagliata fin dall’inizio su di loro, e forse
lui l’aveva già capito.
Se la pensi così, lasciamo perdere tutta questa storia.
- Temo di aver rovinato tutto per davvero…
Prese a piangere più forte, mentre
Strawberry l’abbracciava.
*______________
- Oh, no!
- Che succede, Kyle?
- Prova ad indovinare… - disse amaramente
l’uomo, mostrando a Ryan lo schermo del suo computer.
- Un chimero? Ma… COSA…?! – il biondo si
sporse oltre lo schienale dell’uomo – Non può essere così grosso!
- Invece sì. – continuò Kyle grave – Corri
di sopra e chiama le altre.
*______________
- State scherzando?! – sbottò
affannosamente Quiche, volando qualche metro sopra le MewMew – Non esiste un
chimero tanto grosso!!
MewBerry sbuffò nella sua direzione,
saltando con un balzo l’ostacolo di un’auto parcheggiata.
- Eppure Kyle non si è mai sbagliato! –
disse con decisione.
- Io più che altro – protestò Tart –
vorrei sapere perché dobbiamo farci tutta questa strada…! Qualcuna di voi si
ricorda che possiamo teletrasportarci?!
- Non possiamo! Quel mostro occupa un’aera
lunga quasi 500 metri. – disse MewPam.
- CHE COSA?!
- Ma tu ascolti quando parlano gli altri
(gocciolone)? L’ho detto tre minuti fa!
- Quiche, stai zitto!
- Sappiamo che si sta muovendo circa
cinque metri sotto la superficie – disse Pie laconico – ma per il momento nn è
ancora uscito dal sottosuolo, se colpissimo alla cieca non saremmo in grado di
colpirlo in un punto sensibile. Mal che vada, li tranceremmo al massimo la
coda.
Improvvisamente le ragazze si fermarono,
avvertendo la terra prendere a tremare sotto i loro piedi.
Erano arrivati ai limiti di un piccolo
parco giochi, proprio dietro ad un quartiere periferico, ma decisamente
affollato.
Le scosse aumentarono, e la gente prese ad
urlare spaventata; qualcuno cercava riparo da possibili oggetti in caduta, i
più terrorizzati si limitavano ad ancorarsi con tutte le loro forze ad un punto
d’appoggio per restare in piedi.
- Eccolo!
MewMina indicò a circa una trentina di
metri da loro: lì, per una larghezza di circa tre metri, l’asfalto della strada
di incurvava e si alzava, spaccandosi, come se qualcuno lo spingesse da sotto.
- Abbiamo trovato la testa? – chiese
MewLory speranzosa.
- Non credo… - rispose Selena.
In effetti i segni del chimero indicavano
che qualcosa, effettivamente, si muoveva là sotto, ma l’enorme bozzo
sull’asfalto spuntava da un angolo della via e si infilava dentro un’altra a
poca distanza.
- Non è qui che inizia.
- DÌ LA!
Tart si lanciò all’inseguimento della
bestia senza dare il tempo a nessuno di replicare.
- Accidenti a quel…! TART!
MewBerry cercò di corrergli dietro,
assieme agli altri, ma sentiva le gambe di piombo:
“Accidenti… Ormai dura così poco la mia
forza di MewMew?!”.
- Tu avrei dovuto aspettare a
trasformarti. – la rimproverò Quiche, volando alla sua altezza – Se diventi
gatto ci metti nei casini.
- So badare a me stessa! – sbottò lei.
- Ellallà, come
siamo acide!
- Io non sono acida! – replicò – Non è il
momento di fare i deficienti, con la scenetta del finto offeso! E NON VOLARMI
COSI’ VICINO!
- Si può sapere che cavolo hai oggi? Oooh,
aspetta – fece un ghignetto divertito – Non ti
vergognerai mica per ieri sera?
La coda della mewgatto scattò irritata,
facendo suonare il campanellino.
- Aaah, ecco il motivo! – continuò a
ridere Quiche – Sei stata beccata con le mani nella marmellata, e adesso…
- SI PUO’ SAPERE PERCHE’ DEVI ROMPERMI LE
SCATOLE PROPRIO ADESSO?!? – fece lei quasi disperata – Senti, ne possiamo
discutere dopo? Potrai prendermi in giro quanto vuoi, ma dopo (gocciolone)!
Quiche sogghignò.
- E NON PRENDERE IN PAROLA TUTTO QUELLO
CHE DIC…!
Le sue ultime parole furono coperte da un
boato sordo. La strada di fronte a loro si spaccò in due, e mentre MewMina e
MewPaddy venivano sbalzate via, un’enorme creatura dalla testa serpentiforme
uscì dall’apertura, mandando un ruggito che si perdette in un sibilo acuto.
- Paddy! Stai bene?!
- Si, grazie Tart… Mina mi ha presa al
volo!
- Beh, per lo meno avevi ragione. – disse
la mewbird – L’hai trovato.
- Accidenti, quant’è brutto! – disse Keris
schifata.
- Quello che mi viene da dire, più che
altro – fece MewBerry sconfortata – è “accidenti, quant’è grosso”!!
Il chimero uscì con uno scatto improvviso
dal terreno, dimostrandosi sorprendentemente agile nonostante l’enormità del
corpo; in pochi istanti si gettò col muso contro il gruppetto di avversari più
vicino, mostrando un pericoloso armamentario di zanne decisamente affilate,
mentre sollevava rapidamente una grossa coda bipartita, armata di spuntoni.
- Cos’è, un incrocio tra un serpente, uno
stegosauro e un nekomata
(gocciolone)?!
- MEWMINA! Guarda in alto!
La morettina si girò appena in tempo,
evitando che uno dei denti del chimero le trapassasse la cassa toracica; tentò
di rendere pan per focaccia al mostro, ma questi scostò la testa dal raggio
d’azione del suo attacco, facendolo schiantare su un fianco.
Le due guardarono l’animale, che comunque
non sembrava aver incassato bene il Mint
Echo e adesso si contorceva, decisamente irritato, mandando il suo verso
stridulo.
- Fuu
Ray Sen!
La scarica del ventaglio di Pie colpì la
pelle del chimero, ma non sembrò sortire altro effetto che infastidirlo appena,
dissolvendosi rapidamente.
- Che cavolo di pelle ha quel coso?! –
sbottò Tart seccato – Andando avanti così non lo ammazzeremo mai!
- Innanzitutto dobbiamo immobilizzarlo! – disse
MewPam – O distruggerà la città con quella coda!
- Immobilizzarlo…? MewPam, non credo di
riuscire a prenderlo tutto! Il mio RingInferno non ha mai preso un chimero
così grosso!
- Aspetta… - Selena le guardò con aria
furba – M’è venuta un’idea!
Sul tetto di un palazzo lì vicino, un
ragazzo fissava la scena con un sorrisetto divertito.
- La ragazza coi capelli argentati mi
sembra intelligente, Alnilam. Mmm, sì, per ora non se la stanno cavando male. –
disse ad alta voce, apparentemente al vuoto - Ah, senti, senti, facciamo una
scommessa? Su cosa? Quanto ci mettono a batterlo! Ma dai, secondo me non ce la
fanno! Invece sì, altrimenti noi cosa ci siamo venuti a fare? Mmm, si hai
ragione!!
Si alzò in piedi e prese a gesticolare:
- Dateci dentro, così poi tocca a noi!!
- Ribbon
Zakuro Spear!
La frusta della mewlupo
si avvolse attorno alla coda del mostro, che colto di sorpresa si rovesciò
lateralmente, gridando al contatto della pelle squamosa con l’arma.
- MewMina, MewLory! Voi distraetelo! –
urlò Selena – Tu Paddy stai pronta!
- Agli ordini!
- RibbonMintEcho!
- RibbonLettuce Rush!
I colpi delle due ragazzi colpirono la
testa del mostro, che mandò un lamento acuto e prese a contorcersi, mezzo
accecato, con la lingua di fuori e le fauci spalancate come se gli mancasse
l’aria.
Seguendo il piano di Selena, appena il
mostro fu distratto MewPaddy prese ad attaccarlo. Come immaginava, i sui colpi
non riuscirono a contenere tutto il chimero, ma con qualche attacco riuscì a
bloccarlo in tre diversi punti: non era sconfitto, ma almeno non poteva
muoversi.
MewPam lasciò la presa dalla coda, pochi
secondi prima che il chimero la lanciasse via.
- Sta fermo lì, tu!
Tart lanciò le sue bolas attorno al collo
del mostro, prima che l’effetto dei colpi alla testa scomparisse; quasi
all’unisono, Pie colpì ancora col suo ventaglio. Il chimero gridò di nuovo, con
un verso così acuto che furono costretti a tapparsi le orecchie, poi si lasciò
andare a terra, respirando affannosamente.
“Ok – pensò Selena – i due attacchi
insieme almeno gli hanno fatto qualcosa…”.
- Tocca a te, MewBerry!
- Ci sono! Ribbon Strawberry Surprise!
La
luce accecante dell’arma investì in pieno il chimero, che ruggì cupamente fino
ad accasciarsi a terra con un tonfo. MewBerry lo guardò restare lì, immobile,
ma non si dissolse né tornò allo stadio originale.
-
Ma che…?
La
rossa guardò un istante la sua arma, che fosse per via dei suoi poteri che si
affievolivano?!
- Sembra proprio che i nostri attacchi non
facciano nessun effetto. – disse MewPam grave.
- Ma com’è possibile?! – domandò MewLory
agitata, vedendo che il chimero cominciava pian piano a riscuotersi.
MewBerry si rizzò in piedi di scatto,
guardando la bestia con aria di sfida:
“Non ti lascerò certo andare ancora in giro,
specie di biscia troppo cresciuta!”.
- Ribbon
Str…!
Senza preavviso, il chimero mosse di scatto la coda
puntuta, colpendo in pieno la rossa, che fu scagliata con un grido contro un
palazzo vicino.
Sentì le urla delle amiche che la
chiamavano, ma erano distanti e soffocate dallo scricchiolare di calcinacci e
dal ruggito del chimero, che tentava in tutti i modi di liberarsi delle morse
di MewPaddy. MewBerry si mise faticosamente in piedi, la vista annebbiata,
reggendosi un braccio: c’era un taglio profondo e pulsava tanto da non
muoverlo.
“Accidenti…!”.
- SIBI-CHAN! Stai attenta!
La rossa alzò lo sguardo in tempo per
vedere Keris respingere con forza la coda del mostro, che le sfiorò la punta di
un orecchio con un sibilo. L’aliena afferrò l’amica e la spostò dal raggio
d’azione del chimero, poco prima che questo finisse di fracassare la parete del
palazzo.
- MewBerry! Come stai?! – chiese MewLory
preoccupata.
- Insomma…
A poca distanza, Pie osservava con aria
critica il mostro. Socchiuse gli occhi, riflettendo, che fosse…
- Cercherò…Di colpirlo di nuovo!
- No, MewBerry! – esclamò Selena – Sei
ferita!
Il ciondolo di MewBerry gracchiò, facendo
uscire la flebile voce di Kyle:
- Fzzz…Ragazze, ho appena analizzato i dati su quel
chimero che mi ha trasmesso Masha.
- E allora? – fu la domanda secca di
MewPam.
- Corrispondono
a quelli del chimero di ieri. Sembra che l’alieno parassita all’interno sia
passato ad uno stadio di fusione corrosiva.
- Vorresti dire – domandò Pie – che il
parasita all’interno ha alterato definitivamente la struttura genetica
dell’ospite?
- Meno male che ‘sti due si capiscono
(gocciolone)… - mormorò Keris.
- …
Esattamente.
- Perciò come lo battiamo?! – esclamò
MewMina.
- Ragazze, troviamo una soluzione! – le
fece eco MewPaddy – Il mio Ring Inferno non reggerà ancora a lungo, e sembra
che su quel coso non abbia effetto niente!
A mezz’aria, Quiche digrignò i denti:
figurarsi se ora si faceva mettere i piedi in testa da un chimero taglia
extralarge!
“Forse fin’ora non ha funzionato niente –
pensò – ma magari due coltelli bene affilati sono meglio di qualunque altra
cosa!”.
Si lanciò a testa bassa verso la coda del
chimero, mentre questo tentava di colpirlo con l’ostinazione di qualcuno che
cerca di schiacciare una mosca fastidiosa.
- Iniziamo col levare questo gingillo, che
ne dici?
Sogghignò e tagliò in tre pezzi la coda
del mostro, che ruggì di dolore. Accecato dalla rabbia tentò di sbranare il
ragazzo, ma non riuscì a liberarsi ancora del colpo della mewscimmia, quindi si
ritrovò a dimenare come un ossesso la testa,
Quiche schivò le fauci del chimero per un
soffio e gli si portò sotto la gola, trapassandogliela con un gesto fulmineo.
L’animale si bloccò, mandando un verso simile a un guaito; sgranò gli occhi
verde acido e si accasciò al suolo, sollevando un gran polverone.
- Bleah, che
schifo…! Non credevo avrebbe perso tanto sangue…! – sbuffò schifato,
guardandosi le mani – Guarda che m’è toccato fare…!
Le MewMew guardarono il mostro con
espressione indecifrabile; MewLory aveva nascosto il viso tra le mani.
- Esattamente come ieri… - disse atona
MewPam.
- Già… - disse Quiche, facendo scomparire
i propri sai – Sembra proprio che questa fusione del parassita crei dei mostri
veri e propri.
MewBerry strinse i pugni. Quando combattevano,
Quiche e gli altri erano passati dal creare chimeri con animali e piante ad
usare la forza vitale degli umani: se anche Shorai e Phiras erano in grado di
crearli, e soprattutto di creare mostri come quello, cosa gli avrebbe impedito
di usare le persone? E se fosse successo, loro cosa avrebbero potuto fare?
“Combattere creature del genere – pensò –
significherebbe uccidere anche la persona a cui è stato inserito il chimero
parassita.”.
- Dobbiamo finire questa storia.
- Già. – fu l’unica risposta atona di
Selena.
La rossa la guardò, sembrava in ascolto di
qualcosa. Passò poi lo sguardo agli altri quattro alieni, anche loro avevano
quell’espressione.
- Sembra che avremo da divertirci ancora
un po’, eh? – ridacchiò Quiche.
Selena alzò il viso, guardandosi attorno:
- Ehi, tu! Lo sappiamo che ti sei nascosto
qui in giro! Esci subito!
Le MewMew si guardarono freneticamente
attorno, cercando ci individuare il nuovo nemico. In risposta ai loro sguardi,
sentirono qualcuno applaudire con forza e ridere sguaiatamente:
- Ma che brava, signorina!! Ci ha trovati,
hai visto?
Tutti alzarono lo sguardo al palazzo
vicino.
Ritto in piedi sul tetto c’era un ragazzo
che li guardava con aria canzonatoria. Eccettuando i semplici pantaloni color
sabbia e la maglia verde bottiglia, non c’era nulla nel suo aspetto che gli
avrebbe permesso di passare inosservato. Come coprispalle aveva due enormi
oggetti non ben definiti, simili a zanne d’elefante, che si incurvavano sopra
la testa; la frangia di capelli neri lascia intravedere una sfera grossa quanto
il pugno di un adulto, di color dorato, come i due segni triangolari che aveva
sotto gli occhi. Ma forse, più che questo, o il fatto che se ne stava quasi in
bilico sul parapetto senza cadere, a colpire erano proprio gli occhi: il destro
era color glicine, il sinistro era castano.
- Sono stati molto bravi, non trovi? –
continuò a dire – Sì, ma le umane sono un po’ stordite… Non ci hanno sentiti!!
Saltò giù e prese a planare, canticchiando
qualcosa a mezza voce. Sotto, i ragazzi si misero sul chi vive, osservandolo
attentamente:
“Ha detto “non ci hanno sentiti” – pensò
MewBerry, stringendo la sua arma nella mano dell’arto sano – quindi sono in
due? Ma dov’è l’altro?”.
Il ragazzo atterrò con una piroetta,
ridendo, e prese a scrutare i presenti con un ghigno.
- Bravi, bravi! – disse allegro – Davvero!
- E questo chi è? – fece Quiche maligno –
Heka prende tra le sue fila anche i mocciosi?
- Uno che ha in squadra due bambini non
dovrebbe dire certe cose! – lo rimbeccò l’altro con fare scherzoso – Comunque,
mi sembra giusto…
Fece un mezzo inchino continuando a ridere
sotto i baffi, portandosi una mano al petto e stendendo l’altra in fuori.
- Io sono Alnilam. – poi si tirò
nuovamente su e si re inchinò, stavolta stendendo il braccio opposto – E io
sono Alnitak.
- C-come…? – Keris lo guardò incrociando
le braccia – Aaah, ho capito! Un altro svitato…!
- Secondo te a chi si riferisce, Alnilam?
Di certo non a me, Alnitak!
“Ma parla da solo? – si chiese Selena,
facendo saettare attorno gli occhi chiari – O riesce a comunicare
mentalmente?”.
- Vorresti dire che io sarei svitato?! –
continuò il ragazzo – Sì, sì, non ci sono dubbi!
- Hai finito di prenderci per i fondelli?!
– sbottò Quiche – Finiamo subito questa storia!
Si lanciò contro di lui, sfoderando le sue
lame, ma l’altro si limitò a sorridere e, quasi con la stessa velocità, afferrò
i suoi coprispalle e parò il suo attacco.
- Mmm, allora sono quelle le tue armi? – gli
domandò il ragazzo dagli occhi ambrati, fissando l’impugnatura alla fine dei
coprispalle – Carine.
- Grazie mille.
Con forza prodigiosa il ragazzo allontanò
Quiche e si lanciò verso il resto del gruppo:
- Cominciamo con te, signorina in verde!
MewLory sollevò rapidamente le sue
nacchere; fortunatamente lo scudo di queste resse a sufficienza il colpo, e la
ragazza si limitò a finire qualche metro più in là, senza danni.
- Simpaaaaatiche
quelle cosine tonde! – rise di gusto – sanno anche attaccare decentemente?
- Fuu Shi Sen!
La ventata d’aria spinse l’avversario ben lontano,
costringendolo ad alzarsi in aria di qualche metro.
- Quel coso, invece – disse con fare allegro,
indicando il ventaglio rosso – è decisamente fastidioso.
Si alzò ancora più in alto, riponendo le sue armi
sulle spalle e portandosi una mano al viso come se stesse riflettendo.
- Torna subito qui! – gli urlò contro MewMina
inseguendolo – Ribbon Mint Echo!!
Ma la freccia non lo colpì, finendo per perdersi nel
cielo.
“Accidenti, è veloce…!”.
Altri tre o quattro colpi partirono dall’arco della
mewbird, ma lui schivava agilmente, senza sembrare minimamente preoccupato.
“I due gaeiani maschi hanno armi fastidiose – pensò,
evitando l’ennesima freccia – quel piccolino non è difficile da evitare…
Neppure questa tizia, ma le sue frecce sono pericolose. Ora, chi manca
all’appello…?”.
Con uno scatto improvviso si lanciò verso
MewPam, che prontamente lo colpì con la sua frusta poco sopra la spalla; lui si
lasciò sfuggire un ringhio di dolore e rotolò a terra, ma prontamente si rimise
in ginocchio, afferrò una delle sue lame e scattò in avanti. Invece di puntare
MewPam, però, corse a tutta velocità contro MewPaddy, che solo grazie alla sua
agilità evitò che le tranciasse le gambe.
- Oooh, brava bravissima, signorina in
giallo!! Complimeeenti vivissimi,
sono d’accordo!
Poi, senza che riuscissero ad agguantarlo,
si diede la spinta contro una parete di uno degli edifici vicini, quasi
frantumandola col piede, e si lanciò contro MewBerry:
- Manchi tu, bellezza!
Istintivamente, MewBerry creò una barriera
con la sua arma: questa respinse perfettamente il ragazzo, ma il contraccolpo
sul braccio ferito e su tutto il suo corpo, indebolito dal potere del Red Data
Animal che non faceva più il suo lavoro, scagliarono anche lei lontano,
lasciandola in ginocchio.
- Ohi ohi… - si
lamentò intanto lui – Quel coso è pericoloso!! Molto pericoloso, Alnilam,
pericolosissimo!
“Sei tu quello pericoloso! – pensò Quiche,
aumentando la presa sui sai – Ora basta!”.
- Quiche…
Selena gli lanciò un’occhiata allusiva. Il
ragazzo annuì e bloccò le lame dell’avversario con le proprie, guardandolo con
aria di sfida:
- Tu… O voi, come vi pare, fatevi sotto!
- Noi! Siamo noi! Sei duro di
comprendonio, deficiente?!
Quiche parò il colpo successivo e tento un
affondo, che andò a vuoto; con la coda dell’occhio guardò Selena, a terra, poi
sorrise:
- Pure il tizio con la doppia personalità,
ma pensa te!
- Temo che tu non abbia capito. È proprio
stupido, vero Alnilam?
L’alieno dagli occhi dorati digrignò i
denti.
- Noi siamo due. – ripetè l’altro – Non
siamo una persona pazza. Noi siamo due.
- Come ti pare…! – schivò un altro colpo,
poi si scostò quel tanto che bastava perché uno dei colpi di MewMina tentasse
di colpire l’avversario.
- Non si gioca sporco! – ridacchiò questo,
riprendendo il duello.
Dopo un po’, anche gli altri presero a
“disturbare” lo scontro, tutto per dare il tempo a Selena di preparare la sua
trappola.
“Lui voleva incastrarci con quel
mostro-serpente – pensò – e ora io sistemo lui”.
Non aveva ancora capito se quel tizio
fosse in realtà in contatto con un altro compagno o fosse davvero suonato, ma
in ogni caso, se non avesse potuto vederli non avrebbe dato problemi.
Nel frattempo, sopra di lei, gli altri
combattevano, col nemico che sembrava giocare. Dopo un po’, prese anche a
canticchiare:
- C’era
♪ una volta, una volta lontana… Sulla stella piccina piccina…
♪ Una culla ♪sola soletta,
una culla smarrita. Un corpo e un cuore, ♪un corpo e due menti, Alnitak e Alnilam, ♪Alnilam e Alnitak.
- Ora te la faccio passare io la voglia di
cantare! Gin Kiri, nebbia d’argento!
Una densa nuvola bianca si sprigionò da
sotto i piedi della ragazza, avvolgendo tutto nel raggio di almeno venti metri.
Come ad un comando prestabilito, le cinque MewMew si allontanarono dal banco di
nebbia, dentro cui rimasero soltanto Keris e i tre ragazzi alieni.
- Ehi, aspetta, perché mi hai tirato
fuori?! – protestò MewPaddy, che MewPam aveva trascinato fuori trattenendola
per la vita.
- I nostri occhi e le nostre orecchie non
sono buoni come i loro. – replicò l’altra laconica – Hanno più possibilità di
prenderlo.
- Mmmm… Queeeesta è fastidosa! – si lamentò infatti il ragazzo in
questione, nascosto nella nebbia – Sei davvero una seccatura, tu, bimba con la
testa bianca!!
Senza perdere tempo Pie, Tart, Quiche e
Keris si lanciarono contro di lui, individuando senza troppi problemi la sua
sagoma indistinta nella nebbia; ma quello non sembrò preoccuparsi troppo,
limitandosi a respingere attivamente con le sue due lame i loro colpi e
riprendendo a canticchiare.
- Io sono io Tu sei tu. ♪Io
sono te. Tu sei me. ♪Uno è due,
due sono uno. Alnilam è Alnitak, Alnitak è Alnilam.
“Devo trovare un buco nella sua guardia… -
pensò Quiche in fretta, cercando di volare il più possibile vicino
all’avversario; non era molto svantaggiato, ma comunque quella nebbia lo
rallentava abbastanza da stargli dietro – Attacca contemporaneamente con
entrambe le lame, perciò…”.
- ♪Uno eravamo. Due siam
sempre stati. Alnitak e Alnilam ♪!
Finalmente vide il suo punto cieco.
Sorrise e riprese a tallonarlo, senza che quello smettesse un secondo di
cantare.
- ♪Batterci non puoi! Se uno
non c’è siam uno, ♪se uno non
vedi siam due!
Il varco tra le braccia e le due lame che
si chiudevano a croce sopra il nemico. Lì, un secondo prima che i colpi
calassero sul nemico.
- Non puoi capire, ♪non ci
trovi! Ridiamo, perché batterci non puoi ♪! Prendici, prendici! Avanti! ♪Che aspetti?! Scemo! ♪Siam qui!
Un secondo troppo presto, e i fendenti lo
avrebbero colpito in pieno.
- Sei di troppo, mi sa che muori qui! Un, due e tu sei di troppo ♪!
Un secondo troppo tardi, e i suoi sai
avrebbero incontrato la guardia delle due lame incrociate.
“Non ancora… Non ancora…”.
- Alnitak e Alnilam ♪!
“Adesso!”.
Quiche si lanciò a testa bassa contro
l’avversario. Quasi a rallentatore, i suoi occhi dorati videro le due armi
alzarsi sopra la sua testa e sogghignò: da quella distanza non sarebbe riuscito
a coprirsi la guardia. Anche quel tizio doveva averlo capito.
“Vedrai se non la smetti di fare l’idiota,
canterino!”.
- Due ♪! Uno ♪!
Ma non smise.
- E tu ♪non ci sei più!
L’impatto dell’alieno col suolo fu
estremamente pesante. Forse troppo. Per quello, si disse, ora gli sembrava tutto
così confuso.
Eppure era stato attento. Con quelle due
lame enormi, e calcolando quanto il suo avversario aveva lunghe le braccia,
dalla distanza in cui si era piazzato non sarebbe dovuto riuscire a parare il
suo colpo.
Allora come aveva fatto a contrattaccarlo?
- QUICHE!!!
- … Sel…
La sua vista tornò a poco a poco più
lucida. Doveva dire che gli era andata ancora bene, era stato preso con un
attacco improvvisato, di difesa, e perciò colpito più col piatto che con la
lama.
“Se avesse mirato bene – pensò, mentre
Selena l’aiutava a mettersi seduto – mi avrebbe aperto in tre dalla spalla al
bacino…”.
- Quiche…! Come stai?!
- Passati momenti migliori. – disse con un
sorriso tirato.
- Insomma, ma allora non ascoltate
proprio, eh? – disse la voce del suo avversario da un punto vicino, al limite
della nebbia che andava diradandosi – Eppure la nostra canzone è così carina
come spiegazione!
-
Mi sa che non hanno l’orecchio musicale, Alnitak.
MewBerry ebbe un sobbalzo: si stava forse
sbagliando, ma adesso non era più la stessa persona che parlava da sola al
plurale, anzi, sembrava fossero…
“Due?”.
“Quindi il suo compagno è uscito? Ma
quando?!”.
Selena aguzzò la vista, mentre la nebbia
spariva completamente. Non fu l’unica, del gruppo, a restare con gli occhi sgranati
a guardare le due figure che si ergevano l’una accanto all’altra.
- Vediamo, ricominciamo da capo. – disse
una delle sue – Io sono Alnilam.
- E io – disse l’altra ridacchiando – sono
Alnitak.
All’inizio sembrò di vedere qualcuno che
si rifletteva in uno specchio. O meglio, quello fu il primo pensiero razionale
che colpì le loro menti, perchè era impossibile che esistessero due individui
talmente identici; per di più, ad entrambi era scomparso uno dei due segni
gialli sotto gli occhi, ognuno l’opposto dell’altro, così da sembrare davvero
uno specchio.
Le gemme sulle loro fronti, però, erano
mutate: una era rossa, l’altra giallo pallido, quasi bianca.
- Ci mancavano i gemelli! – fece Pie
velenoso.
- No, no, non confonderci con dei comuni
gemelli. – lo rimproverò muovendo un dito quello dei due che aveva detto di
essere Alnilam, il ragazzo con la gemma rossa – E non siamo nemmeno uno il
corpo vero e l’altro una banale copia.
- Sì, per chi ci hai preso?! – sbottò
Alnitak – Per dei comuni dilettanti?!
- Noi te l’abbiamo detto, eppure!
- Un corpo e un cuore, un corpo e due menti,
- Alnitak e Alnilam, Alnilam e Alnitak.
- Io sono io. Tu sei tu.
- Io sono te. Tu sei me.
- Uno è due,
- Due sono uno.
- Alnilam è Alnitak, Alnitak è Alnilam.
Sorrisero, puntando le loro armi, una
testa, verso il gruppo; le loro voci, così simili, parlando all’unisono
suonarono quasi cacofoniche, come un fastidioso effetto del mixer.
- Siamo Alnitak e Alnilam! Avanti, chi
gioca con noi?!?
(*)
ep. 19, ep. 44
(**)
mmm, vediamo… cap. 13/18 e… 1?!! mamma mia, il secolo scorso @____@””!!
Oddiiiiioo XP!!
Fattooooo!!! Mamma che fatica…
Finalmente ho ripreso il filo della
storia, è stata una difficoltà immane XD!! Bene, possiamo dire che con questo
cap si conclude la parte centrale della storia; non posso dirvi quando tornerò
col prossimo, intanto perché finchè non avrò internet all’uni potrò pubblicare
solo nei week-end, quando torno a casa, e poi voglio non solo riprendermi coi
famosi disegni promessi, ma voglio anche portarmi avanti con lo studio (quella
sarebbe la cosa fondamentale ^^””!!) quindi… Chissà! Per il momento vi saluto,
statemi tutti bene!
Ps ragazzi, volevo chiedervi una cosa:
io sono contentissima anche se mi commenta uno solo di voi, perché tutti i
vostri commenti sono dolcissimi e mi rendono davvero felice ^^! Però (e
ovviamente c’è il però ^^””), ci sono moltissime persone che prima commentavano
e sembravano così entusiaste, ma dopo il mio silenzio dopo il cap.30 sono
sparite. Chi conoscesse qualcuno (che magari pensava non pubblicassi più, o non
vede gli aggiornamenti perché la mia storia sparisce presto dalla pg iniziale
^^””) può dirgli che non sono morta ^^””? magari non voleva + seguirla, ma se
ancora volesse, RAGAZZI SONO QUIIII!! NON MI
ABBANDONATEEEE T_____________T!!! (XD).
Ora vado davvero, un bacione e grazie a
tutti quanti!!!
Hola gente XD!! È un bel
pezzo che vi faccio aspettare, lo so ^^”, ma mi sono voluta impegnare per
portare la storia ad un buon punto prima della fine dell’anno (e dei miei esami
di febbraio ç___ç). Come annunciato la storia sta scorrendo velocemente verso
la fine (Sia lode T___T! ndTutti – … -____-*** ndRia): il prox capitolo è già
in cantiere e ad un ottimo punto (non prometto niente, ma forse arriverà per
Natale ^^), lo stesso dicasi x i dis ma quelli non posso dire quando riuscirò a
pubblicarli: colorarli mi occupa un po’ di tempo e purtroppo non sempre ce l’ho
(ne tantomeno la forza di lavorare al pc quando torno dall’uni =____=”””…).
DUE RINGRAZIAMENTI!!!
Killkenny&Danya91: sempre
un grazie speciale al mio onii-chan e alla mia onee-chan ^o^, che mi seguono
tanto calorosamente e mi commentano sempre sempre sempre!! Un bacione!!
Mary_Cry: ciao tesshora ^o^! ti prego, perdonami
se ci metto sempre tanto ç___ç, abbi pietà di una povera studentessa
nullatenente XD… Lo so, con Alnitak e Alnilam ho fatto parecchia confusion ^^,
speriamo si sia capito un po’ di più con questo cap (mica ne sono sicura ^^””!)
Mitsutsuki_chan: sarà anche un commy senza
logica, ma a me fa piacerissimo ^\\^! Qualcuno che mi dice che finalmente su
quei due si capisce qcsa ^^””!e poi… Lo so, non sono adorabili quei dueeeee
X333333?!? (Ria pensa a Sel e Kisshu e sbava) (Maniaca! ndKisshu – zitto
antipatico >___>!!!). ehm, x quanto riguarda Pai ^^”””… Insomma…
(Pai-san, meglio se te la batti xkè mi sa che ora Mitsutsuki_chan t’accoppa ^^””” - ¬___¬”””
ndPai).
Isabel Lupin: *___*…! Una new entry!!! Scherzi
piciola?! Ma commenta quanto ti pare, sommergimi con commenti kilometrici
^\\^!! (megalomane -___- ndTutti). Ti ringrazio tanto! Resta in linea, eh! Che
io sembra che sparisca, ma ci sn sempre ^^””” (x nostra sfortuna…
ndTutti_i_pers – QUANTE VOLTE AL GIORNO DEVO MINACCIARVI DI
MORTE +___+?!? ndRia)
Sognatrice_91: la seconda
new entry *__*!! (Ria si commuove) sono davvero contenta che ti piaccia così tanto!
belli i miei disegni? Mah ^^”” (XD). Cmq io li coloro cn Photoshop, è facile da
usare ed ha un sacco di opzioni fantastiche tipo i livelli, e io mi ci trovo
benissimo ^^.
E
ora vi lascio al cap!!ci vediamo alla fine del prox!!!
Cap. 43 – Bianchi e neri
Io sono io. Tu sei tu.
Io sono te. Tu sei me.
Uno sono due,
Due è uno.
Non ci siamo sempre stati.
Una volta eravamo soli. Uno soltanto, solo in
quell’unico panno lercio dietro a quell’unico cassone di legno marcio che
nessuno guardava.
C’era uno solo.
Era solo Alnitak…
… o era solo Alnilam…?
È troppo triste pensarci. Non importa.
Eravamo uno solo.
E poi siamo diventati due.
- Avanti! Chi si fa sotto?!
Alnitak sorrise sornione,
prendendo a far ondeggiare mollemente l’impugnatura della sua arma tra le dita.
- Questi sono sconvolti! –
rise Alnilam – E’ divertente come sempre!
I due si scagliarono prima
contro MewPam e MewMina, che ancora confuse si limitarono a saltare via e ad
allontanarsi; poi, continuando a sghignazzare, puntarono su MewBerry. Lei
schivò il colpo, ma barcollò lateralmente reggendosi il braccio ferito.
- Sei stanca testa rossaa? – cantilenò Alnitak.
- Ma daaaai, giochiamo un pochino!
Entrambi infersero due
fendenti a terra. La spada di Alnitak generò un’onda d’urto che fece indietreggiare
la compagine avversaria, mentre quella di Alnilam squarciò il terreno sotto ai
piedi della mewgatto. MewBerry saltò di lato, cercando di coprirsi col braccio
buono il viso per ripararsi dalle schegge del terreno, ma un pezzo grosso come
un pugno riuscì a raggiungerla alla fronte. Lei mandò un gemito strozzato e
rotolò malamente al suolo.
- STRIKE UNO! – urlarono
divertiti i due ragazzi, facendo cozzare le lame tra loro.
Le loro risate rimbombarono
sorde nelle orecchie della rossa. Tentò di tirarsi faticosamente su, il braccio
ferito che tremava spasmodico, ma quel che riuscì a fare fu soltanto
inginocchiarsi. Prese altre due o tre boccate di aria polverosa e socchiuse gli
occhi, accorgendosi che nel destro colava copiosamente qualcosa: si sfiorò la
fronte con la mano, asciugando un taglio netto sul sopracciglio, ma questo
riprese subito a sanguinare. Strinse i denti, cercando di non perdere la calma
e di concentrare i suoi poteri in ogni muscolo, anche se ormai li avvertiva
così fievoli. Poi li vide. Due ciuffi di capelli le danzavano di fronte
all’occhio aperto, e le prese il panico: erano marroni. Si scrutò le braccia,
le gambe, si passò le mani sulla testa: niente coda, niente orecchie.
“Che fine hanno fatto i miei
poteri?!?”.
- Non distrarti testa rossa!
Strawberry vide con la coda
dell’occhio Alnilam e Alnitak con le armi puntate contro di lei. Un solo
pensiero le sfiorò la mente:
“Non potrò schivarlo in
tempo!”.
- WINDY SHIELD!!
le spade dei due ragazzi si
scontrarono contro lo scudo trasparente dell’aliena, finendo scaraventati via.
Selena, lo sguardo serio, lo dissolse pochi secondi dopo, finendo di diramare
la polvere e la nebbia.
- Come stai? – domandò alla
mewgatto. Questa annuì appena, mentre le sue amiche le correvano in aiuto.
- Insomma! – si lamentò
Alnilam.
- Non è divertente se
t’intrometti!! – fece il compagno di rimando.
Selena non si scompose,
guardandoli aggressiva. Anche gli altri, diramatasi la foschia sembravano
pronti a dar loro una lezione. I due, però, non parevano d’accordo.
- Non mi piacciono le loro
facce, Alnitak. – disse Alnilam inespressivo.
- Nemmeno a me.
Si sollevarono mollemente in
aria, rimettendo a posto i coprispalle. MewMina e MewLory fecero per
attaccarli, ma Selena le fermò con un gesto, scuotendo la testa.
Mentre la guardavano confuse,
Alnitak e Alnilam scomparvero. Le MewMew ripresero il loro aspetto e Mina si
voltò furibonda verso la ragazza dai capelli argentati, sbattendo con violenza
i piedi:
- Ma che t’è preso?!? E tutti
i piani che ci siamo fatti?! Era una buona occasione per…!
Pie le fece segno di tacere,
guardando immobile Selena.
- Ti spiegherò dopo. – disse
quindi la ragazza alla mora – Ora dobbiamo accelerare i tempi.
Le MewMew li guardarono
confuse: sembrava che solo Pie e Quiche avessero intuito a cosa si stesse
riferendo.
- Ki-chan, vai a chiamare
Ryan. E dì a Kyle di chiudere il Caffè e trovarsi un posto tranquillo.
- Come? E perché…?
- Keris, fallo e basta!
La ragazza sussultò al tono
dell’amica, ma annuì lo stesso.
- Ti aspettiamo nella nostra
dimensione. – stavolta fu Quiche a parlare.
- D-dove?!
La domanda di Lory cadde nel
silenzio, mentre l’alieno guardò di sottecchi Selena.
I giochi sono finiti.
*________
Ryan non era mai entrato nella
dimensione aliena. Così, quando Keris lo teletrasportò lì, non potè non
guardarsi attorno, sorpreso ed ammirato di come un posto enorme come quello
fosse stato schermato ai rilevamenti suoi e di Kyle.
La ragazza lo aveva fatto
scendere su un pavimento rotondo in mattoni che volteggiava in uno spazio
indefinito, e fin dove poteva arrivare il suo sguardo non si scorgeva nulla più
che una foschia di nubi verdi di tutte le tonalità. Alcune colonne si ergevano
maestose dal pavimento, ma non reggevano alcun soffitto, né si aprivano su un
qualche porticato o contro qualche parete; il biondo alzò lo sguardo, finchè i
suoi occhi non scorsero il centro di un soffitto a volta, i cui piedritti
scendevano per alcuni metri, per poi frantumarsi irregolarmente, restando sospese
a sostenere magicamente la cupola. Attorno, altri resti di pilastri fluttuavano
nell’aria.
- Vieni.
Keris gli fece cenno di
seguirlo. Alla sua destra si aprì dal nulla uno scuro corridoio, con strette
pareti color terracotta e il soffitto a botte, in cui la ragazza entrò senza
alcun timore; lui la seguì, guardingo. Camminarono per poco più di un minuto,
finchè non arrivarono in una sala rotonda, dall’aspetto decisamente più
“normale”: anche se il soffitto pareva perdersi nel consueto ammasso nuvoloso e,
anzi, farne parte, le pareti c’erano ed erano solide e concrete, e da una parte
c’era perfino un piccolo caminetto, totalmente incassato nel muro e con un bel
fuocherello scoppiettante; eppure, forse per l’aria cupa dell’ambiente o per la
cornice a sbalzo del camino stesso, che ricordava terribilmente la bocca
spalancata di un mostro, nel trovarsi lì dentro Ryan avvertì un brivido
impercettibile attraversargli la schiena.
- Oh, finalmente siete
arrivati!
La voce Tart lo riportò alla
realtà. Ryan vide il piccolo alieno venir loro incontro, con lui Paddy, Lory,
Mina, Pam e Selena. Quest’ultima aveva un’aria che al biondo non piacque per
nulla, anzi, se possibile lo agitò ancor di più.
- Dov’è Strawberry? E Pie e
Quiche?
- Quiche è con Strawberry. –
rispose Selena piatta – Sono andati via proprio ora. Leiaveva bisogno di farsi curare il braccio.
Pie-san è da un’altra parte, lo stavamo raggiungendo.
Ryan stava per chiedere come,
visto che c’era un solo corridoio, da cui venivano lui e Keris, ma la comparsa
improvvisa di un altro passaggio sulla parete opposta lo fece desistere dal
chiedere.
- Non stupirti. – gli disse
Keris con un sorriso – Questo posto è artificiale. È stato creato da loro tre,
ma anche se noi possiamo camminarci, toccarlo e vederlo, è solo un’illusione.
- Voi potete fare un cosa del
genere?! – esclamò, ma Keris scosse energicamente la testa:
- Mica tutti noi…! – fece con
una risatina forzata – Io, per esempio, non ne sono assolutamente in grado!
Ryan si fece pensieroso:
- … In fondo sono loro ad
essere stati scelti per venire sulla Terra…
Mentre finiva di parlare, di
fronte a loro si aprì un ambiente molto simile a quello dove erano atterrati,
soltanto le colonne erano disposte in modo diverso. Su un lato del pavimento
rotondo, c’era un piedistallo alto circa un metro, di fronte al quale Pie se ne
stava in piedi a digitare qualcosa sulla tastiera. Lo schermo sferico del
computer pulsava a poca distanza, a circa due metri da terra.
Si voltò a guardarli senza
aprir bocca, tutti avevano un’aria preoccupata. Fu Pam a parlare:
- Allora, volete spiegarci
cosa succede?
Appena era apparsa in quella
dimensione, Strawberry non aveva potuto fare a meno di notare come
assomigliasse al palazzo di Deep Blue, e questo le aveva provocato una stretta
alla gola. Ma lei non si era fermata con gli altri. Poco dopo aver dato alcune
istruzioni a Tart che lei, un po’ per il dolore che la ferita le procurava alla
testa, un po’ perché parlavano piano, non aveva capito, Quiche l’aveva portata
in un altro posto.
Per i primi istanti la rossa
credette di essere tornata sulla Terra: ai suoi piedi si apriva un prato
fiorito, che saliva dolcemente su una piccola collinetta, ombreggiata da un
albero dalla chioma verde e rigogliosa.
Quiche gettò un’occhiata di
sufficienza al panorama, quasi lo trovasse noioso, poi allungò il braccio
destro; sotto la sua mano apparve una sottile tastiera rettangolare, che lui
prese a digitare pigramente. Strawberry fece un balzo indietro, quando scorse
due sottilissimi raggi di luce tracciare una forma che lei non decifrò sotto
l’albero: li vide distintamente luccicare a mezz’aria, prima due strisce
luminose, poi quattro, sette, finchè di fronte a lei non comparve forse
l’oggetto più strano che avesse mai visto.
Aveva una base allungata, di
forma vagamente ovale, grigia e brillante, larga e alta abbastanza per una
persona adulta; la parte superiore era invece di vetro trasparente e si apriva
di lato: Strawberry pensò con terrore che le ricordava vagamente una bara.
- Questa macchina ti aiuterà a
rimetterti in forze e curerà i tagli – le spiegò senza lasciarle il tempo di
parlare – non so granchè dei vostri poteri, l’esperto è quel Kyle, ma di certo
ora non saresti in forze per combattere.
- … Ma… Cos’è…?
- Un dispositivo per il sonno criogenico.
La mia gente lo usò quando fuggì dalla Terra. Mantiene le funzioni vitali in
stato ottimale, non va bene per curare grandi ferite ma per le tue dovrebbe
bastare.
Il ragazzo si zittì e riprese
a lavorare. Strawberry lo fissò angosciata:
- Quiche…
Lui non rispose.
- Cosa sta succedendo?
- Vi ricordate la gemma che
Alnitak e Alnilam avevano in fronte?
Le MewMew guardarono Selena
con stupore. Mina incrociò le braccia con aria seria:
- Sì… In effetti era
impossibile non notarla.
- Quando erano uno solo era
dorata… - fece Lory sovrappensiero – Poi sono diventate rosse e gialle…
Selena annuì con convinzione.
- E’ proprio per quella sfera
che vi ho fermate, prima.
- Cosa?
- Si chiama gemma di Torèm.
– disse Pie laconico senza allontanarsi dal suo posto – La utilizzano alcuni
asceti di un pianeta vicino al nostro.
- E allora? – domandò Strawberry dubbiosa.
- In poche parole quest’oggetto, permetterebbe di creare un altro
individuo assolutamente identico all’originale in ogni aspetto, ma con forza
differente.
La rossa fissò Quiche con gli occhi sgranati.
- Quindi è come dicevi tu! Ha creato una copia di se stesso…!
- Sì e no.
- Come sarebbe a dire? – sbottò lei con tono nasale.
- La gemma crea un individuo
vero e proprio, un essere indipendente. Non è un semplice sosia momentaneo che
si spartisce la forza di chi lo crea, che poi è l’unica maniera per creare un
sosia. – disse Pie.
- Nasce un nuovo individuo con
la stessa forza. – continuò Selena con ansia; poi le osservò – Quei due avevano
raddoppiato il loro potenziale nell’esatto istante in cui si sono sdoppiati.
Eppure non ci hanno attaccati seriamente.
- Non ti viene da chiederti
perché?
Strawberry ci riflettè un
istante, ma si limitò a scuotere gravemente la testa.
- Ci hanno studiati. Indagati.
E ora quei due e i loro saranno pronti all’attacco.
*_________
Alnitak e Alnilam si sedettero
tronfi sulla loro sedia, ciascuno su un bracciolo, guardando Heka soddisfatti.
- Allora? – esclamò Alnilam –
Sono abbastanza informazioni?
Heka sorrise:
- Siete stati molto bravi.
Sono fiero di voi.
I due si diedero il cinque.
Poi Heka si fece scuro in volto e affondò il viso dietro le mani giunte.
- … Qual è il problema? –
domandò Mintaka con voce bassa. Heka non rispose, troppo intento a riflettere.
Le notizie di Alnilam e
Alnitak confermavano i suoi dubbi: era impossibile per loro portare i soggetti
richiesti al committente vivi, le loro armi non erano abbastanza efficaci per
un lavoro del genere, ma soprattutto contro soggetti del genere.
E Shorai lo sapeva. Lo sapeva
fin dall’inizio.
“Ci ha manipolati. – pensò –
Ma perché?”.
Aveva solo un modo per dare
conferma alle sue supposizioni: cercare di girare il manico del coltello dalla
sua parte.
Heka si alzò dalla sua sedia e
si accostò al monitor alle sue spalle. Dopo alcuni istanti di digitazione,
sullo schermo comparve il volto sorridente di Shorai; per Heka fu difficile
mantenere il ruolo di innocente vittima dei suoi piani.
- Cosa succede Heka? Qualche problema?
- Temo di sì. – tagliò corto –
I soggetti si sono rivelati più complicati del previsto. Temo che ci saranno
dei problemi a rispettare le sue condizioni.
- Oh… Che peccato! – disse Shorai – Mmm… Hai alternative da propormi?
- La prima sarebbe riportare
tutti i soggetti già eliminati, – fece l’altro con franchezza – ma ho come
l’idea che questa proposta non sia contemplata
- No. – Shorai sorrise gelidamente – Direi proprio di no.
Ci fu un attimo di silenzio,
poi Shorai riprese:
- Ma forse…! Forse…
Heka guardò inespressivo lo
schermo. Dentro, però, il suo cervello lavorava frenetico.
- Potreste diventare voi, diciamo, gli obbiettivi.
- In che senso?
- Fatevi seguire fin qui. Una volta arrivati sarete in un territorio più
agibile e soprattutto più favorevole.
- … È un’opzione molto buona.
- Certo! – rise l’altro con finto calore – Una volta qui, potremmo organizzarci in maniera adeguata.
“Ci ha usato. – pensò Heka con
rabbia – Era questo che voleva fin da quando ci ha chiamati. Siamo stati al suo
gioco senza sospettare nulla.”
Però non poteva ribellarsi.
Era troppo rischioso; del resto lo era anche continuare a lavorare per quel
tipo, stando così le cose.
Per il momento era meglio
stare al gioco.
- Il compeso sale in questo
caso. – disse tranquillo – Se avesse acconsentito all’uccisone di tutti
l’avremmo dimezzato, ma ora ci da un’aggiunta al lavoro.
- Non c’è alcun problema, dovevano averlo capito i tuoi sottoposti. –
e lanciò un’occhiata oltre la spalla di Heka, incrociando lo sguardo con quello
di Betelgeuse, che assunse un’aria piccata, ma tacque.
- Molto bene. Arriveremo il
prima possibile.
- Vi aspetto.
La comunicazione fu chiusa.
Heka guardò alcuni istanti lo schermo nero sotto lo sguardo dei suoi
subordinati. Non poteva dire loro la verità, che erano stati usati per un
motivo che non riusciva assolutamente a comprendere, che ormai la loro
posizione non era più contro quelle cinque terresti e i ragazzi Gaeiani, ma tra
essi e Shorai stesso.
Si voltò guardando gli altri
Combattenti serio. Sebbene non sapessero cosa stava pensando, intuirono tutti
che c’era qualcosa che non andava.
- Andate a cercarli. – disse
laconico – E fate in modo che ci seguano.
Rigel fece per ribattere,
alzandosi di scatto dalla sedia con aria furente, ma un gesto del suo capo
bastò ad acquietarlo; annuì assieme a tutti gli altri, scomparendo con essi in
un solo schiocco.
Heka aveva accettato la sfida.
Quella era una gara tra lui e quel folle, e dalla vittoria sarebbe dipesa la
sorte di tutti loro.
Non sapeva ancora di essere
entrato sempre più nel ruolo che Shorai voleva.
*_________
Anche Shorai fissò per qualche
minuto lo schermo nero del comunicatore. A differenza di Heka, però, sul suo
viso si era stemperato un sadico sorriso. Accavallò le gambe, accomodandosi
sulla sua sedia laccata, allungando pigramente una mano davanti a sé:
un’elegante scacchiera era predisposta per due giocatori, e sembrava che la
partita fosse già iniziata. Il lato opposto a quello di Shorai, però, era
vuoto.
Shorai afferrò uno dei sui
pezzi scartati e prese a rigirarselo tra le dita, guardando la sua immagine
distorta riflessa nell’ebano lucido:
-Alfiere. Cavallo. Torre e pedoni. Il re e la
regina. – elencò tra sé e sé – Un gioco affascinante, non trovi Phiras?
Il ragazzino, in un angolino
alle sue spalle, annuì timoroso.
- Elementi tanto diversi,
eppure così ben assemblati…! – sussurrò – Un passo falso, e ti ritrovi privo di
difese.
Diede un altro sguardo alla
scacchiera: dal lato opposto, c’erano quasi tutti i pedoni, un alfiere, le due
torri e un cavallo; il re e la regina non avevano ancora lasciato le loro
posizioni. Shorai mosse uno dei suoi pochi pezzi neri, poi sorridendo mosse
anche uno dei bianchi:
- Ma basta poco, e una volta
intuita la strategia avversaria, ti servono solo pochi movimenti e qualche…
Piccolo sacrificio…
Il cavallo bianco mangiò l'alfiere nero. Shorai afferrò il suo re, senza smettere di sorridere:
- E quando il tuo avversario
capirà di essere in trappola, sarà troppo tardi.
Sorrise compiaciuto, quella
partita era finita. Prese da accanto alla scacchiera una piccola scatola e si
mise in piedi, pronto a lasciare la stanza. Phiras lo guardò con aria ferita:
- E ora… Cosa farà?
Shorai gli sorrise appena da
sopra la spalla:
- Lo vedrai presto. – disse
mellifluo, accarezzando l’oggetto che teneva tra le braccia; dentro, qualcosa
zampettava sorda – Presto, non preoccuparti.
Se ne uscì senza aggiungere
altro. Phiras sospirò e lanciò una rapida occhiata al tavolo: qualunque mossa
avessero compiuto ora i pezzi bianchi, o sarebbero stati mangiati, o avrebbero
perso il re e la regina.
Scacco matto.
- Ormai non gli servo più… -
disse tristemente, guardandosi le mani ormai pallide e ossute - Farò anch’io la
tua fine? Sarò nuovamente una cavia…?
Lanciò uno sguardo verso una teca
cilindrica, in un angolo della stanza, ma questa restò muta. Il ragazzino
sospirò ed uscì anche lui dalla stanza, a testa bassa.
Nel cilindro, immerso in un
liquido viscoso, il corpo semi-cosciente di Tanir ebbe un fremito. La sua mente
ormai oscurata ebbe un lieve momento di lucidità, che gli permise di aprire gli
occhi quel che bastava per scorgere la figura indistinta di Phiras andarsene.
Richiuse pesantemente le palpebre, una lacrima rabbiosa che si perdeva nei
fluidi circostanti.
So… rel… la… Non… abbando… narmi… Anco… ra…
*_________
Quando Quiche comparve al
fianco di Selena, lei e Pie avevano già spiegato tutto alle ragazze e l’aria
era parecchio tesa.
- Come sta Sibi-chan? –
domandò Keris; Quiche fece un cenno d’assenso:
- Ora sta riposando.
- E nel frattempo noi cosa
dovremmo fare? – domandò Mina stizzita.
- Forse lo so. – disse Pam a
bassa voce; incrociò lo sguardo con quello ambrato del ragazzo, il volto teso –
Volete attuare il piano che Selena e Strawberry avevano proposto, vero?
- Vorreste dire che dobbiamo a
cercare i Combattenti e portarli allo scoperto?! – sbottò Mina – Ma se fino a
cinque minuti fa ci avete detto che siamo venuti qui proprio perché…!
- Se vi hanno studiati -
dedusse Ryan – Vuol dire che vogliono attaccarvi in grande stile. È meglio
precederli, prima di farsi sconfiggere.
- Una strategia logica. –
concluse Pie atono.
- … Quindi cosa dobbiamo fare?
– mormorò Lory timidamente.
- Ci vorrà almeno un’ora prima
che la macchina in cui Strawberry dorme sortisca qualche effetto. – disse
Quiche – Perciò dobbiamo sfruttarla appieno.
- La cosa più sensata che mi
viene in mente – disse Mina – è cercarli nella nostra Mew Form; del resto è
l’unica in cui siamo state viste.
Le altre MewMew annuirono.
- Verremo tutti quanti. –
disse Selena – Solo Pie-san resterà a controllare i sensori.
- Forse allora è meglio
lasciare qua anche Masha. – riflettè Ryan, mentre il robottino gli compariva di
fianco – Kyle si è rifugiato in un posto sicuro, lontano dal Cafè, ma sta
continuando a monitorare la città.
- … I sensori di questo
piccolino erano abbastanza buoni – fece Pie con sufficienza – E poi due teste
sono meglio di una: se setacciamo la città dal vero e coi computer, abbiamo più
possibilità di non essere colti di sorpresa.
Tutti annuirono concordi. Solo
Masha non sembrava molto convinto: a lui non stava granchè simpatico
quell’alieno alto, aveva ancora un terribile ricordo del loro ultimo incontro.
- Bene. – sospirò Quiche alla
fine – Vi riteletrasporteremo sulla Terra e inizieremo subito.
Altri cenni d’assenso. Keris
si avvicinò a Ryan, per portare anche lui indietro, ma il ragazzo l’allontanò.
Pie smise di lavorare, guardandolo di traverso:
Le MewMew lo fissarono con
tanto d’occhi, ma lo sguardo gelido che il ragazzo rivolse loro le fece
desistere dal dire qualcosa. Pie lo guardò con sufficienza:
- Se muori la colpa non è
nostra.
Ryan non gli rispose di nuovo.
Senza aggiungere altro, Quiche prese un braccio di Mina e uno di Selena e
scomparve; Tart fece per fare lo stesso con Pam e Paddy, ma la mora lo fermò:
- Voi due andate avanti. Noi
aspettiamo Keris.
I due bambini si guardarono
dubbiosi, ma obbedirono.
Lory guardò Pam senza capire,
ma la mewlupo sembrò non averla vista e si rivolse a Keris:
- Visto che resterà qui, tanto
vale che le teste diventino tre.
- A-ah, sì… - guardò Ryan di
sottecchi, ma lui non si mosse.
- Laggiù c’è un altro schermo.
– fece Pie senza guardarle – Possiamo sondare più attentamente zone diverse.
Ryan annuì. Keris, ancora
confusa, lo guidò verso un’altra zona della dimensione, accompagnata di
soppiatto dal piccolo Masha. Anche Pam li seguì, ma Lory si fermò dopo pochi
passi:
- Io… Vengo subito…
Lo mormorò più al vento che a
qualcuno di specifico, e mentre Ryan e Keris scomparivano, Pam la guardò
avvicinarsi timorosamente a Pie.
Le ci vollero due minuti
interi prima di riuscire a spiccicare parola; li passò a tormentarsi le mani e
a guardare la figura del ragazzo con la coda dell’occhio. Non capì se fosse
l’ansia o il silenzio che c’era tra loro, ma ebbe l’impressione che la sua
schiena fosse talmente grande che, qualunque parola avesse pronunciato, non
l’avrebbe sentita.
- A-ascolta… Pie… - non
ottenne risposta – I-io… Volevo chiederti… Per quello che è successo…
- Non è il momento. – la
freddò senza nemmeno voltarsi – Se ci sarà occasione, ne riparleremo.
La risposta suonò fredda e
lapidaria, come se Pie il discorso volesse chiuderlo lì e non riparlarne. Lory
rannicchiò le braccia al petto, indietreggiando tremante, e si limitò ad
annuire:
- Allora… Vado anch’io…
Scappò via, sentendo che stava
per mettersi a piangere e si diresse nella stessa direzione dei suoi amici. Non
si era nemmeno resa conto di passare accanto alla mewlupo, che la fissò con
aria cupa mentre scompariva.
- Hai intenzione di chiuderla
in questo modo? – domandò dopo qualche istante. La domanda cadde nel silenzio,
anche se Pie aveva capito perfettamente che si stava rivolgendo a lui.
- Non mi sembra un
comportamento molto corretto.
- Non si origliano i discorsi
altrui. – fece lui indifferente.
- Non cambiare argomento.
- Perché non ti fai i fatti
tuoi?
- Perché tu non mi rispondi? –
fu la domanda calma della mora. Pie sbuffò, con quella tipa spuntarla era
complicato:
- … Ho commesso l’errore di
lasciarmi coinvolgere. – rispose alla fine, rassegnato – Ma posso ancora
rimediare.
- … Immagino che sia perché
dopo tornerete su Gaea, vero?
- Perspicace.
- Non fare del sarcasmo con
me, non ti si addice.
Pie fece una risatina gelida:
- Non sei la prima che me lo
dice.
Pam tacque, fissandolo
indecifrabile:
- Molto egoistico.
- Ne sono consapevole.
- Non mi riferivo al fatto che
ve ne andrete. – lo corresse Pam, intuendo i suoi pensieri.
Pie, finalmente, smise un
istante di lavorare, e si girò appena verso di lei con aria interrogativa. La
mewlupo lo guardò con sguardo eloquente:
- Ti sembra giusto decidere da
solo?
- … Non mi sembra ci sia
granchè da decidere. – ribattè atono – E’ la soluzione migliore.
- Certo. Far soffrire
entrambi. Molto arguto.
- Evita tu, adesso, il
sarcasmo. – sibilò acido.
- Mi pare che tu non abbia
sufficienti dati su quest’argomento.
Continuò lei imperterrita. Non
aveva cambiato tono, ma sembrava decisamente arrabbiata; evidentemente non
aveva gradito scoprire le intenzioni di Pie:
– Lascia che ti illumini:
quando si è in due, in due si decide. Comportandoti in questo modo otterrai
esattamente l’effetto opposto a quello che vuoi tu.
- Finirò per farmi odiare. –
ribattè Pie come se fosse ovvio – Chi ti dice che non voglia questo?
- Il fatto che in fondo, per
davvero non lo vuoi.
- E tu che ne sai?
- … Intuito femminile.
L’alieno tacque qualche
secondo, guardandola stranito:
- Mi prendi in giro? Ti
avviso, non mi piace.
- Guarda che sono serissima. –
rispose Pam – E poi, Lory non è il tipo da odiare qualcuno. Non ne è capace.
La frase sembrò sortire
effetto: Pie si bloccò, per poi rigirarsi verso il suo lavoro. Non rispose.
- Legare è molto più facile
che sciogliere(*). – continuò sibillina la ragazza – Di questo, ormai, dovresti
esserne conscio perfino tu.
Pie continuò a non rispondere.
La mora chinò appena la testa e si avviò dall’altra parte:
- In fondo, la scelta spetta a
te.
Scomparve senza che lui le
rivolgesse più parola.
Pie restò immobile ancora per
un po’, stringendo con forza i pugni: non aveva bisogno della predica di quella
ragazza, lo sapeva benissimo anche lui.
Si passò una mano sugli occhi,
mentre battè con forza l’latro pugno sulla tastiera; lo schermo tremò:
- Dannazione…!
Keris guardò stupita Ryan
padroneggiarsi già perfettamente coi sistemi di ricerca alieni. Le sue mani correvano
rapidamente sulla pulsantiera come se non avessero fatto altro dalla nascita, e
le immagini dell’ologramma apparivano e scomparivano come se le fotografasse
istantaneamente nella memoria.
“Beh… Del resto è un genio!”.
Il piccolo Masha, che le svolazzava
vicino alla testa, la scosse un istante, facendole riprendere il filo dei suoi
pensieri: da quando gli aveva mostrato come fare, Ryan non aveva più alzato gli
occhi dallo schermo e non le aveva più rivolto parola. Gli occhi dorati della
ragazza si fecero tristi. Si avvicinò di più al biondo, prendendogli un lembo
della maglietta tra due dita; Ryan non si voltò, ma restò immobile, aspettando.
- Ryan-kun…
- Cosa c’è?
- … Perché lo fai? – chiese
lei senza troppi preamboli – Potresti morire!
- Sono pronto a farlo da
quando il progetto m è cominciato.
- Ma perché?! – pigolò lei –
Non ha senso!
- Tu cosa ne sai?! – sbottò
lui, girandosi di scatto – Io le ho
coinvolte! Io ho predisposto perché
il loro destino, le loro vite, fossero sconvolte!
Keris lo guardò spaventata,
mentre lui fissava il pavimento rabbioso:
- Già una volta hanno
rischiato di sacrificare le loro vite per questo pianeta. – disse con voce più
calma – Ora, che possiedono ancora quei poteri che non hanno mai chiesto,
stanno rischiando la vita per un pazzo.
Si appoggiò alla tastiera con
aria stanca, reggendosi la fronte con una mano. Keris lo abbracciò con gli
occhi lucidi:
- Non è colpa tua…
Ryan non rispose, passandole
una mano dietro la schiena.
- … Ma verrai comunque, vero?
– domandò poi lei, con voce tremula. Ryan le alzò il viso, con aria afflitta:
- Mi spiace.
Lei scosse la testa:
- Baderò io a te, allora! –
sorrise poi allegra.
Ryan stiracchiò un sorrisetto,
stringendola nuovamente.
- Ryan?
Il biondo non rispose,
accarezzandole la nuca.
Ovviamente era preoccupato
anche per lei, ma c’era anche qualcos’altro, oltre ai sentimenti che provava:
aveva come l’orribile sensazione che stesse per succedere qualcosa, qualcosa
che forse sarebbe stata molto peggio della follia in cui erano stati coinvolti.
- Ryan?
Keris lo chiamò di nuovo,
allontanandosi quel tanto che bastava per guardarlo in viso; non gli piacque
per nulla l’espressione preoccupata di quei due occhi chiari.
- Sto bene. – sorrise appena
lui, accarezzandole una guancia – Sto bene.
Keris non ne era convinta, ma
la sua replica fu interrotta dall’arrivo di Lory e Pam; la vista della prima
delle due bastò a distrarre l’aliena:
- Lory-chan! Cos’hai?! – le
chiese andandole incontro – Piangi?!
Lory scosse la testa
energicamente, sorridendo:
- E’ tutto ok.
- Però…!
- Va bene così, Ki-chan. –
disse Pam – Ora è meglio che andiamo. D’accordo?
Keris assunse un’aria un po’
imbronciata, non le piacevano quei segreti, ma annuì comunque, e fatto un cenno
di saluto a Ryan, sparì con le altre due MewMew.
*_______________
Dopo più di mezz’ora di
ricerche, non c’era stato ancora nulla di fatto: né gli strumenti di Kyle né
quelli di Pie avevano rivelato nulla, e le ricerche a terra degli altri per ora
si erano rivelate infruttuose.
“Possibile che ci abbiano
preceduti? – si chiese MewPam, saltando giù in un vicolo – Oppure sanno già
dove siamo e stanno aspettando il momento giusto per colpire?”.
Controllò che non ci fosse
nessuno nei paraggi (giusto perché, se fosse stata attaccata, non avrebbe
coinvolto nessuno) ed uscì dal vicolo. Vi rientrò quasi subito, scorgendo una
figura al limitare della strada deserta.
Capelli castani e una maschera
da scheletro sul viso.
“Il tipo del molo…! – pensò
allarmata – Mintaka…”.
La sua frusta le apparve nella
mano e la mora si mise in posizione d’attacco:
“Questo è pericoloso… E un
altro calcio nelle costole non mi va proprio.”.
Eppure, non attaccò.
Mintaka, infatti, non sembrava
assolutamente intenzionato a cercarle, o quantomeno intento a fare qualcosa per
la sua missione: se ne stava semplicemente in piedi, le spalle alla strada,
guardando il fiume con aria assente.
“Cosa sta facendo…?”.
Lo fissò per qualche minuto,
aspettando una sua mossa, ma Mintaka sembrava una statua. Poi l’attenzione
della mora fu attirata da un bimbo, proveniente dall’altro lato della strada,
tutto intento a giocare con la palla.
MewPam si accorse troppo tardi
che il bambino s’era messo a giocare in mezzo alla strada, come si accorse
troppo tardi della macchina che schizzava nella direzione del piccolo a tutta
velocità.
Eliminando il pensiero di
Mintaka, MewPam si lanciò verso di lui, pregando di fare in tempo, ma prima
dell’impatto il bimbo scomparve letteralmente da davanti ai suoi occhi; la mora
saltò di lato, evitando che la macchina stavolta investisse lei, e la guardò
allontanarsi coi suoi occupanti privi di preoccupazioni.
“Dov’è finito?! – si chiese,
cercando con ansia il bambino – Non me lo posso essere sognato!”.
Poi lo vide.
Dall’altra parte della strada,
Mintaka lo stava facendo scendere dalle sue braccia, il piccino che lo guardava
confuso.
- Non puoi giocare lì. – gli
disse. Aveva una voce estremamente calma e rassicurante – E’ molto pericoloso.
- … Lo so. – annuì il bimbo,
stringendo tra le mani la sua palla.
- Allora che ne dici di andare
a giocare da qualche altra parte?
Il bambino annuì. Non era
possibile capirlo, data la maschera, ma sembrò che Mintaka sorridesse.
MewPam guardava la scena
sconvolta: uno dei loro nemici, quello che tra un po’ le fracassa la cassa
toracica, che quasi li fa saltare tutti in aria, stava parlando con un bambino
di sì e no cinque anni come un qualunque adulto a cui piacessero i bambini. E
sembrava anche divertirsi.
- Grazie signore.
- Di niente. – rispose,
facendogli un buffetto sulla testa.
- Senti… Ma tu chi sei?
- Io? – domandò Mintaka
ingenuamente.
- Hai volato! Sei un
supereroe?
- Mmm… - fece Mintaka
teatrale, il piccolo che più aspettava più sembrava trepidante – Sì e no.
Diciamo che sto imparando.
Stava al gioco col bambino.
Stava giocando col bambino. MewPam non sapeva più se essere scioccata o ridere
per la faccia che aveva il piccolo.
- Però secondo me dovresti
cambiare costume. – disse il bimbo convintissimo – Quella maschera fa paura!
- Tu dici? – ridacchiò Mintaka
– Vedrò di ricordarmelo. Ora vai, dai!
Il bambino annuì e cose via
sul marciapiede, girandosi di tanto in tanto a salutare.
Mintaka girò nuovamente lo
sguardo verso il fiume. MewPam, invece, se ne restò ritta in piedi dietro di
lui, scrutandolo interrogativa.
- Cosa vuoi? – le domandò a
bruciapelo Mintaka.
- … Perché l’hai fatto?
- Fatto cosa? Ah, il bambino?
Si voltò lentamente verso di
lei, il viso sempre coperto; MewPam si sentì a disagio a scorgere solo una
parte del suo sguardo, le sembrava fosse più facile ingannarla.
– Avresti preferito lo
lasciassi morire?
- Io ti sto chiedendo perché.
– ribadì seccata.
- … Perché non avrei dovuto
farlo? – chiese lui in risposta – Quel piccolo non centrava nulla con voi o me.
Morire in un modo così stupido per colpa di qualcuno ancora più stupido mi
sembrava davvero…
- Stupido? – fece lei
sarcastica; immaginò che lui le avesse sorriso appena.
- Sapevi già che ero qui?
- Da quando sei sbucata da la
dietro. – disse lui calmo – Vuoi combattere?
MewPam non rispose.
- Perché sei qui? – domandò
poi.
- Ci hanno ordinato di
cercarvi. – rispose lui – Ma sinceramente, a me non interessa tutto questo.
- Come sarebbe “non mi
interessa”?! – sbottò MewPam seccata – L’ultima volta mancava poco che ci
uccidessi!
- Proprio per questo dico che
non m’interessa. – fece calmo, incurante che lei non potesse capire a cosa si
stesse riferendo – Io eseguo solo gli ordini.
MewPam lo guardò confusa, cosa
voleva dire?
- Ascolta, ragazza lupo. –
disse poi grave – Se fossi in voi lascerei perdere. Smettetela di cercarci o di
risolvere questa faccenda.
Si alzò in volò, gettandole
una breve occhiata:
- E’ meglio per tutti,
credimi.
E scomparve.
MewPam restò immobile a
fissare il cielo azzurro metallico dove era sparito, assumendo un’espressione
corrucciata.
- Kyle. Ryan. Pie. – fece poi,
stringendo il suo ciondolo tra le mani – Ho appena individuato uno dei
Combattenti, ma è scomparso: siete riusciti a rilevarlo?
- No Pam. – fu la risposta di Kyle – Abbiamo perso la traccia quasi subito.
Lei digrignò i denti.
- Tucontinuaacercare.
– fece la voce di Ryan – Sesappiamo qualcosa ti contattiamo.
- Ok.
La mewlupo schizzò sul tetto
più vicino e riprese a correre, senza più voltarsi indietro.
E’ meglio per tutti, credimi.
*_____________
- MA DOVE CAVOLO SI SONO
CACCIATI QUEI MALEDETTIII?!?
- Tart, per favore! – lo
rimproverò Keris, stufa del terzo urlo – Ma si può sapere che ti prende?!
- Mi sembra evidente, a
giudicare dal testo delle grida… - fece MewMina sarcastica.
- E’ quasi un’ora che giriamo
come dementi!! – sbottò il ragazzino alieno, livido di rabbia – Dove si sono
cacciati?!
- Calmati, dai (gocciolone)! –
cercò di tranquillizzarlo MewLory.
- Se è per questo, anch’io
comincio ad innervosirmi. – disse Quiche seccato – Già non mi piace questa
situazione, ma ora stiamo esagerando!
- Voi non avete trovato nulla?
– domandò Selena speranzosa.
- No… - disse dispiaciuta
MewPaddy – Abbiamo guardato dappertutto!
- In ogni caso, pare ci stiano
cercando anche loro. – disse MewPam grave.
- E tu come lo sai? – chiese Tart.
- Ne ho incontrato uno, il
tizio con la maschera. Ma è fuggito subito. – tagliò corto.
- Per fortuna non t’ha fatto
nulla! – sospirò MewMina sollevata – Quello è pericoloso!
MewPam guardò un punto
imprecisato davanti a sé:
- Già…
- Su, non demordiamo. – li
incoraggiò MewLory – Dividiamoci di nuovo e riprendiamo a cercare!
Appena ebbe finito di parlare,
Selena s’irrigidì: voltò di scatto la testa, guardando dalla parte opposta alla
loro.
- Laggiù…!
Scattò in quella direzione con
tutti gli altri a correrle dietro, ma lei era troppo intenta a restare
concentrata. Avvertiva chiaramente qualcosa: era una sensazione simile a quella
che si avverte se qualcuno ti fissa intensamente, ma meno ambigua, più chiara e
distinta.
Si fermò all’improvviso,
nonostante non ci fosse nulla attorno a lei.
“E’ qui.”. si disse convinta.
- Oooh, brava, brava!!!
La vocetta allegra di Alnitak
fugò ogni suo dubbio. Alzò lo sguardo e vide il ragazzo guardare lei e gli
altri divertito, la gemma in fronte che brillava dorata.
“Quindi sono in un corpo unico
- pensò Selena – Perfetto!”.
Infatti, nell’istante in cui
il ragazzo fece per sparire, MewPam lo bloccò, legandolo con la sua frusta.
Lui non sembrava molto
contento della cosa, e prese a dimenarsi e a scalciare imprecando, mentre
MewMina contattava velocemente Pie.
- Insomma…! – protestò ancora
il ragazzo – M-O-L-L-A-C-I!!!
Con un colpo secco riuscì a
divincolarsi dalla presa dell’arma della mewlupo, scomparendo con aria seccata.
- Accidenti…! – Tart battè un piede
per terra, furente. Quiche, invece, aveva un’aria preoccupata:
“Ci ha messo troppo a
liberarsi – pensò – non mi convince questa cosa…”.
- Pie è riuscito ad
individuarli! la loro astronave! – esultò MewMina.
Selena annuì convinta:
- Allora è meglio tornare
subito indietro, prima di perderli.
- Sì. – disse Quiche,
rinfoderando i sai – Muoviamoci.
“E speriamo che io mi stia
sbagliando…”.
*________________
- Allora vi hanno visti? –
domandò Heka serio.
- Sì, sì, sì!! – trillarono
Alnitak e Alnilam – Abbiamo anche aspettato un po’ ad andarcene, come avevi
detto!
Heka annuì. In un angolo
dell’astronave, Mintaka osservava la scena in silenzio.
- Ma secondo te cadranno in
una trappola così stupida? – domandò Rigel saccente – Non penso sia così fessi!
- Invece lo faranno. – rispose
per il capo Betelgeuse – Perché sanno che solo grazie a noi potranno arrivare
sul pianeta di Shorai. E il loro obbiettivo è quello.
- Sei sempre intelligente,
Betelgeuse! – cinguettò Bellatrix, più che altro per indispettire Rigel, che
non amava essere ripreso dagli altri membri.
- E’ esatto. – riprese Heka –
E se avessero ancora dei dubbi, nell’istante in cui ci verranno dietro con
l’astronave lo capiranno definitivamente. Ma vogliono raggiungere quel pianeta,
rischieranno comunque.
- Quindi noi cosa dovremmo
fare?
- Attenerci alle direttive,
Bellatrix. – rispose pacato – Per il momento. Una volta lassù, si vedrà.
- Che vuoi dire?
La domanda di Betelgeuse cadde
però nel silenzio.
*______________
Se addormentarsi in quello strano
macchinario fu semplicissimo per Strawberry, il risveglio fu altrettanto veloce
quanto molto meno delicato.
Nell’istante in cui la
macchina smise di funzionare, lei sgranò, malvolentieri gli occhi, trovandosi
accanto Quiche che la fece scendere a forza dal lettino.
- C-che c’è?! – borbottò lei
con la bocca impastata.
- C’è che stiamo per partire.
– tagliò corto il ragazzo facendola mettere dritta – Come ti senti?
La frase le morì sulle labbra,
perché l’alieno la teletrasportò via all’istante.
La rossa si ritrovò in un
ambiente angusto e dall’aspetto gelido; sembrava vagamente l’interno di un
camion per il trasporto merci, perché le pareti erano piatte e grigie.
- L’alloggio non è dei migliori.
– fece ancora lui, sbrigativo – Ma siamo di fretta.
Le fece segno di voltarsi, e
la mewneko vide tutto il resto della combriccola seduto su una scialba
panchetta incastrata del muro. Solo Tart e Pie mancavano all’appello.
- Io vado. – disse ancora Quiche,
già mezzo scomparso attraverso la porta della sala comandi – Voi reggetevi
forte.
Strawberry fece per bloccarlo,
ma lui era già sparito.
- Insomma…! Si può sapere che
succede?!
- Stai calma, adesso ti
spieghiamo. – fece Ryan pacato – Piuttosto, ho come la sensazione che ti
convenga sederti…
- Già (gocciolone), forse hai
ragion… EHI! E tu che ci fai qui?!
- T’ho detto di sederti! Ora
te lo dico…
- Calmati, Sibi-chan
(gocciolone).
Nella sala comandi Pie stava
lavorando freneticamente: ora che aveva rintracciato il segnale dell’altra nave
con così tanta difficoltà, non aveva intenzione di perderlo.
- Come andiamo? – gli domandò
Quiche sedendosi al suo posto.
- Complicato. – rispose
asciutto – Quella dannata nave è schermata bene…
- Sanno fare il loro lavoro. –
fece Tart semplicistico, ottenendo solo un’occhiataccia di Quiche.
- Dobbiamo riuscire ad
allacciarsi al loro segnale prima che partano, o rischieremo di perderli…
Gli strumenti mandarono alcuni
“bip” soddisfatti. Quiche sorrise:
- Bravo il nostro cervellone!
Pie lo ignorò.
- Forza, bellezza – continuò
il ragazzo battendo sul quadro comandi – facci vedere quello di cui sei capace.
La parte posteriore
dell’astronave prese a vibrare paurosamente, cosa che non piacque granchè agli
occupanti. Strawberry, orecchie e coda ben in vista, si ancorò letteralmente
con le mani al sedile, anche se la cosa risultava parecchio difficoltosa dati
gli scossoni e più di una volta si ritrovò a dover assecondare le scosse per
non finire faccia a terra.
- D’accordo che aveva detto di
reggersi forte - gridò Mina per sovrastare il rombo della nave – Ma così è
decisamente troppo!!
- Stiamo viaggiando molto più
velocemente del normale – spiegò Selena, impegnata anche lei a reggersi –
probabilmente è l’unico modo per stare dietro ai Combattenti.
- Sì, ma così è troppo! –
piagnucolò Keris, arroccata al braccio di Ryan.
- Siamo nello spazio! – sbottò
Pam – Non dovrebbe non esserci attrito?!
In tutta risposta Paddy e
Lory, saldamente strette l’una all’altra, mandarono un grido per l’ennesimo
scossone che quasi le fece cadere.
Ci vollero quasi dieci minuti
di traballamenti e sobbalzi prima che l’astronave tornasse immobile. Il
gruppetto si accasciò letteralmente sui sedili, riprendendo fiato; Strawberry
si lasciò letteralmente scivolare sul pavimento, sospirando:
- Grazie al cielo…!
- Mamma, che esagerata! – la
prese in giro Quiche. Lei gli rispose con un’occhiata omicida.
- Siamo arrivati…? – mormorò
Paddy con voce fievole.
Il ragazzo si rifece serio ed
annuì. Nella stanza scese un silenzio pesante.
- C’è solo un problema –
continuò poi – la percentuale di atmosfera respirabile per voi è molto bassa, e
dobbiamo ancora cercare il modo di entrare.
- Come? – chiese Strawberry –
Non abbiamo seguito quei tizi…?
- Riflettici un secondo – la
sgridò Ryan – secondo te tipi come quelli scappano proprio da noi?
- C-come…? – balbettò Lory -
M-ma allora perché…?!
- Dovevamo venire qui. – disse
atona Pam – Che sia già predisposta una trappola o che si preparino una volta
che ci abbiano scoperti, è assolutamente lo stesso.
Le due ragazze ci rifletterono
un istante, poi annuirono.
- Abbiamo preferito non
metterci direttamente in bocca al nemico.
- Giusto. – assentì la rossa –
Ma resta il problema: come scendiamo?
Istintivamente si voltò verso
Ryan. Il biondo, un sorriso sornione stampato in faccia, estrasse da sotto la
maglietta un contenitore cilindrico pieno di curiose caramelle blu(**):
- E’ il caso di dire che il
nostro Kyle una la fa, l’altra la pensa…
*_________________
Shorai osservò tronfio
l’intera squadra dei Combattenti presentarsi di fronte a lui in pompa magna;
ascoltò con calma il loro racconto, e man mano che le notizie gli venivano date
il suo sorriso si allargava.
“Perfetto.”.
- Dunque? – chiese alla fine Heka,
tentando di non tradire l’irritazione – Che piani aveva in mente?
Shorai si accomodò meglio
sulla sua sedia, facendo finta di riflettere. Tra i suoi ospiti, Rigel sbuffò
decisamente seccato: Shorai ghignò divertito.
- Allora. – esordì alla fine –
Vi premetto, se non ne eravate ancora a conoscenza, che questo luogo è enorme.
- Ce n’eravamo accorti. –
fecero Alnitak e Alnilam, venendo immediatamente zittiti da un’occhiata del
loro capo.
- Non è necessario,
normalmente, mettere delle protezioni: i miei aiutanti (e io stesso, nel qual
caso) siamo più che sufficienti per degli intrusi…
Heka annuì, un brivido freddo
che gli attraversava la schiena: era consapevole della sua forza, e la cosa non
gli piaceva.
- Ma, come vi ho detto quando
vi ho assunti, in questo caso ho bisogno di professionisti in lavori accurati.
Come voi, del resto.
Rigel fece uno sforzo per
trattenersi dal replicare, come se l’ultima frase per lui fosse un’offesa.
- Quindi? – tentò di tagliar
corto Heka.
Shorai sorrise. Si fece
porgere da Phiras la scatoletta che da un po’ non lasciava mai, e l’aprì.
Al suo interno c’erano sei
piccoli stemmi, grandi circa cinque centimetri, dai curiosi intagli simili a
quelli di un guscio di conchiglia.
- Gli ho perfezionati da poco
– disse Shorai soddisfatto – tramite questi potrete comunicare anche se vi
troverete a grande distanza.
- Cosa dovremmo fare,
insomma?! – sbottò Rigel furibondo.
- Rigel!! – il rimprovero di
Bellatrix non lo sfiorò nemmeno. Shorai sorrise ancora:
- Quello che vi chiedo è di
andare incontro ai nostri ospiti e bloccarli prima che giungano qui: in quel
caso, potrebbero rivelarsi fastidiosi.
- … Perché? – fu la domanda di
Heka.
- Ve l’ho spiegato! – rise
l’altro, come se parlasse a un bambino ottuso – Qui non ci sono barriere.
Inoltre, ci sono centinaia d’ingressi, e io non posso prevedere da dove
arriveranno.
Sorrise, per lo meno quella
era la verità.
- Inoltre – continuò – questo
è un ambiente assolutamente sconosciuto per loro, ostile. Specialmente per le
ragazze, che non sono state addestrate ad adattarsi rapidamente.
- Quello è il nostro lavoro. –
puntualizzò Betelgeuse serio. Shorai rise:
- Esattamente!
Bellatrix, considerando chiuso
il discorso, si allungò sulla scatola e afferrò uno degli oggettini, che si
agganciò ad una della fasce del petto. Di seguito, anche Betelgeuse, Mintaka
eRigel ne presero uno; Alnitak e
Alnilam, indecisi, ne presero uno in due.
- Heka…
L’uomo osservò scettico la
scatola che gli serviva Shorai: quello voleva fregarli.
- Grazie…
Con finta calma ne prese uno,
ma non lo indossò: se ne sarebbe sbarazzato al momento opportuno.
- Molto bene! – sorrise ancora
Shorai – Prego, da quella parte.
Alle loro spalle si aprì un
alto portone, dietro al quale si scorgeva un dedalo di corridoi. Mentre il
portone si chiudeva alle loro spalle, Shorai prese Phiras da parte:
- Fai in modo che Heka non mi
dia problemi. – disse con tono gelido – Quel piantagrane è molto più furbo di
quanto pensassi…
Appena usciti dalla stanza, Heka
diede ordine ai suoi di fermarsi. Si voltò a guardare la porta, poi scrutò lo
strano oggetto che Shorai gli aveva dato.
Lo sbriciolò nel pugno.
- Ora ascoltatemi bene –
esordì severo – levatevi subito quegli…
Si bloccò esterrefatto.Erano tutti scomparsi.
Si guardò attorno, nervoso,
accorgendosi che non erano loro ad essere spariti, ma lui ad aver cambiato
posto: non c’era più il portone, né i corridoi che li aspettavano, ma solo un
passaggio angusto e buio.
“Quel maledetto stronzo…!”.
Phiras, nascosto, sghignazzò.
Trasportandolo lì l’aveva messo in gabbia: Heka non sapeva dove si trovasse,
non sapeva come trovare i suoi compagni e non poteva nemmeno decidere di
fracassare tutto e aprirsi una strada tutta sua, perché avrebbe appunto
rischiato di colpirli. Aveva le mani legate.
“E ora te ne stai qui buono,
buono almeno per un po’.”
*____________________
Le rivelazioni di Quiche, Pie
e Tart si rivelarono esatte, e nell’istante in cui Strawberry usciva
dall’abitacolo, avvertì l’aria venirle quasi risucchiata via dai polmoni.
Il satellite artificiale dove
erano atterrati era davvero enorme: mentre scendeva dall’astronave, la mewneko
era più che convinta che, osservando lontano, avrebbe potuto scorgere
facilmente la linea dell’orizzonte, come aveva visto nei documentari sulla loro
Luna; invece la terra brulla sotto ai suoi piedi continuava, continuava,
continuava per chilometri, perdendosi in lontananza.
La rossa mosse incerta qualche
passo, valutando se avrebbe avuto difficoltà nei movimenti, ma sembrava di no.
Raddrizzò la schiena, intirizzita dal freddo, e si guardò attorno, avvertendo
una morsa allo stomaco alla vista della volta del cielo, talmente buia ed
immensa che le sembrò volesse schiacciarla. L’aspetto del planetoide certo non
la consolava. Non c’erano alberi, montagne, né tantomeno colline o qualche
sparuta roccia: tutt’attorno soltanto terra arida, rosso sangue, dalla
consistenza densa e spessa, quasi fangosa.
Ma se le MewMew e i tre alieni
non trovavano allettante trovarsi lì, Selena e Keris avrebbero volentieri
preferito trovarsi dall’altra parte della galassia.
Avanzavano circospette, quasi
si aspettassero l’attacco di qualcuno da un momento all’altro. Keris aveva
lasciato la mano di Ryan, che aveva tenuto fino alla discesa, e si era
avvinghiata all’amica, che era decisamente impallidita.
Vai via da qui.
Era l’unico pensiero che in
quel momento le rimbombava nella testa.
Vai via, vai via, vai via!
L’idea di riscendere nel
ventre di quel posto la terrorizzava.
Sussultò quando Quiche le mise
una mano sulla spalla, l’espressione decisamente preoccupata. Si guardarono un
istante, poi le prese un bel respiro ed annuì:
- Andiamo.
Capitolo relativamente
tranquillo, devo ammetterlo ^^””… Come ho già detto l’altro è per buona parte già
scritto, spero di riuscire a finirlo tra oggi e domani ^^””.
Lo so che sono una
bugiardona (quei cavolo di dis ancora non spuntano -___-“”), ma, come vi
dicevo, purtroppo ho sempre poco tempo, e mi piacerebbe finire presto la
storia, xkè altre due sono in cantier… Ommamma, l’ho detto O___O””?! ops ^^””…
Vabbè, ormai ^\\^”””. (Non ci dirai che tornerai a rompere i c******i?!
ndKisshu – Sì sì sì ^o^! ndRia – D’ho ç__ç! ndMewMew – Per lo meno a noi ci fa
quetare ^^”” ndSel_&_Keris - ^^+… ndRia – D’ho O___O””!!).
Vabbè, ora sto zitta xkè se
no spoilero davvero XD! Sotto, schede di Mintaka e di Alnitak/Alnilam con
relativi dis ^o^! inoltre, due dis che ho da qualche tempo nel pc (fatti a
matita, infatti fanno abbastanza schifo -___-“”…)
Nome: Mintaka (immy),
terza stella della cintura di Orione, il suo nome viene dall’arabo e significa
(appunto ^^””) “cintura”
Cognome: Ishtar (nome della dea mesopotamica dell’amore e della
guerra)
Età: 23
Razza: alieno della neo-colonia Hershel della Supernova 1987a (nella
Nube di Magellano)
Altezza: 1,72 cm (è alto come Zakuro… in effetti come uomo non è
una pertica ^^””)
Peso: 62 kg
Capelli: castani
Occhi: celesti
Ama: Alisea (no other data)
Capacità: levitazione, creazione di campi elettromagnetici ed
elettrici ad alto voltaggio (solo tramite la sua arma), teletrasporto,
addestramento base della guardia in forza a Hershel.
Storia:
sconosciuta. Si sa soltanto che era un pluriricercato del suo pianeta natale
(motivo ignoto); Heka, assoldato per catturarlo, lo ha preso tra le sue file in
quanto è stato l’unico guerriero ad aver combattuto alla pari col suo secondo
Rigel.
[NOTA: per questi due
schizoidi parlerò al plurale, ma se avete letto bene questo capitolo e il
precedente (e soprattutto se mi sono spiegata bene io ^^””) saprete che in
realtà sono una persona sola]
Nome: Alnitak, “cintura” oppure
“fascia”, e Alnilam, “fila di perle” (immy): sono due delle tre stelle che
formano la “Cintura di Orione”
Cognome: n/a
Età: 17
Razza: n/a
Altezza: 1,68
Peso: 65 kg
Capelli: nero fumo
Occhi: glicine (dx) e castano
(sn)
Ama: divertirsi, vincere
Capacità: levitazione,
teletrasporto, sdoppiamento del corpo, grande forza
Segni particolari: la gemma
rossa di Torèm che portano in fronte; affetti da forte psicopatia e sdoppiamento
della personalità (MA NOOOOOOO!!! -____o””” ndTutti)
Carattere: egocentrico,
dispettoso, infantile, con tendenze sadiche
Storia: sono nati su un pianeta riciclato come porto spaziale
(sulla Terra è conosciuto come Gliese 876 d(***) e lì sono stati abbandonati; Heka
gli ha trovati sei mesi dopo aver iniziato la carriera di mercenario.
Non si sa chi dei due fosse l’unico “ospite” del corpo, inizialmente;
senza dubbio soffrivano da sempre di una grave forma di psicosi che ha portato
alla nascita di due personalità, ma la cosa stramba è che queste non si
differenziano: Alnitak è Alnilam sono perfettamente identici, tanto
nell’aspetto che nel carattere. Questa particolarità ha fatto in modo che dopo
un po’ per una delle due personalità non “ci fosse più spazio” in un corpo
solo: Heka ha così provvisto i due della gemma di Torèm, che gli permette di
creare un corpo per ciascuna personalità (non è necessario che restino divisi,
ma ogni tanto devono assumere due corpi).
Alnitak e Alnilam fanno parte dei Combattenti soltanto per ringraziare
Heka, ma non gli importa né dei soldi né della gloria: si divertono a
combattere e a torturare i nemici, oltre che ha stuzzicare gli altri membri
appena possono.
Questi
due dis sono un omaggio ai capitoli che si svolgono in Cina ^^. Versione girl e
versione boys (dato che di ragazzi c’erano solo Taruto e Kisshu, a far loro
compagnia ho messo Masha XD!)
(*) questa
bellissima frase viene da Bleach (capitolo 98, volume 11) di Tite Kubo sensei
^^. Mi sono permessa di prenderla in prestito in quanto la trovavo adattissima
per questa situazione (e soprattutto per chi la pronuncia XD…)
(**) ep. . mai
frase fu pronunciata meglio -____-“””…
Salve gente! Seppure con venti giorni di ritardo ^^”, BUON 2009!!! (Potevi
risparmiartelo -__-“” ndKisshu – A ‘sti punti fai gli auguri di Pasqua!!
ndTaruto – Ma voi due dovete sempre rompermi le palle?! FILARE! SCIO’!!!). So
che avevo promesso di aggiornare verso Natale, ma se qualcuno di voi ha
presente la terrificante combinazione vacanze + famiglia NUMEROSISSIMA ç___ç”””…
Inoltre, da quasi un mese (è la dimostrazione che sono davvero rognata!) la mia
compagnia di internet m’aveva bloccato la sim della chiavetta… Fanno casino e
poi ci rimetto io T___T!
Vabbè, non disperiamoci! Alcune note: purtroppo, ancora (Ria si flagella in
un angolino) niente dis neppure stavolta (evviva! Pagate! ndKisshu – Sanguisuga
-___-“” ndTutti_con_soldi_in_mano – Io lo uccido sto qui +___+**!!! ndRia),
diciamo che non li ho + toccati ^^”” (esami all’orizzonteee… <- voce tipo
spirito maligno - HELP!!). vediamo se con la pausa del secondo semestre riesco un po’
a respirare, m’impegnerò in quelli e col nuovo cap (nella speranza dei progetti
estivi… Il demonietto-scrittore Ria sogghigna – Glom O___O”””! Ndpers). Dato che
non ci sono dis, non ci sono nemmeno le schede degli ultimi combattenti ^^”””… Gomen! Ah, ho dovuto aggiungere la nota “nn
x stomaci delicati” xkè, da questo cap, ci sarà qualche scena un po’ splatter
XP… Insomma se faccio un bel lavoro lo devo mettere (ma tu nn fai mai un bel
lavoro… ndKisshu – MA IO TI DEVO PROPRIO UCCIDERE?!?! ndRia).
Ringraziamooooo:
Sognatrice_91:Yo piciola ^o^! eh, lo so che dovrebbe dare
retta alla nostra Zakuro-san, ma sai com’è Pai… Ribadisco quel che ‘ho scritto
in “corrispondenza via mail”, Pai Ikisatashi: intelligenza, 10; relazioni umane
3 xP!
Killkenny: Il lavoro sarà più duro
di quel che immagini… (Ria si sintonizza sulla vena sadica di KK e ride). Certo,
i miei Combattenti in quanto a carognite coi tuoi Sette non rivaleggerebbero
mai! Ma ti potrebbero sorprendere ^_^+ (sorriso alla Xellos).
Danya91:sìsìsì! Siete i miei nee-chan e nii-chan XD! Picchia,
picchia Pai, ma non troppo forte che mi serve intero XDD! Eeeh, e vedrai,
vedraaaaai che svolta ^-^+… (intanto i personaggi stanno tentando la fuga in
preda al panico)
Mary_Cry: O___O?! (Ria rilegge il cap…) O___O”””?!?! M-m-m-ma
noooo, ma che idee ti vengono ^^”””?! … Ammettilo hai sbirciato nel mio pc con
un virus! Non posso essere così prevedibile ç___ç”””! vabbè, dai, ti rispondo
solo con un sì e no: vedrai poi… Per la cosa del respirare, risposta immediata
^^! Quelle pastiglie sono state progettate per le spedizioni subacquee, giusto?
In parole povere aiutano a filtrare l’ossigeno sciolto in acqua per farci
respirare. Ma loro si trovano su un pianeta quasi privo di atmosfera, quindi lì
fuori aria non ce n’è proprio molta! Insomma, quella roba è solo un palliativo
^^ (corner, corner! ndIchigo – Ti sei salvata in corner! ndMinto – Zitte pure
voi!!).
Finito! Ora correte a leggere, ci si vede in fondo!!
Cap. 44 – Bianchi e neri: la lotta dei Pedoni e la
strategia del Re
Ci volle parecchio tempo prima che
trovassero un passaggio per l’interno del satellite: il paesaggio era tutto
uguale ed era difficile individuare una qualche apertura, e Selena e Keris non
ricordavano molto del percorso che avevano compiuto durante la loro fuga.
- Non dovete preoccuparvi – aveva detto
loro MewBerry, sentendo le loro scuse – per voi era molto più importante
fuggire, che ricordare la strada.
Fu MewPaddy a trovare un accesso. Nulla
più che una spaccatura nel terreno, quasi una voragine, ma i gradini in metallo
ch scomparivano nell’oscurità fugavano ogni timore che fosse naturale. Nessuno
parlò mentre Selena e Quiche aprivano la strada.
- Accidenti…! – sussurrò lei
all’improvviso – E’ troppo buio! Finiremo per perderci, questo posto è enorme…!
Quiche ridacchiò, tendendo la mano: un
piccolo alieno parassita prese a fluttuargli sopra il palmo, mandando la sua
allegra luminescenza.
- Per lo meno, vedremo dove sono i muri! –
sospirò MewMina.
Avanzavano lentamente, uno dietro l’altro,
tentando di abituare gli occhi al buio; MewBerry, nonostante le doti feline, ci
mise più di cinque minuti prima di distinguere qualcosa.
Si trovavano in un corridoio alto un paio
di metri e largo poco più, ma non avrebbe saputo dire quanto lungo, perché la
luce del para-para non era assolutamente sufficiente ad illuminarlo tutto.
Sembrava essere stato scavato nella nuda roccia (benché, ricordava, fosse un
pianeta artificiale), e le pareti e il pavimento avevano un aspetto quasi
minaccioso, piene di sporgenze non lavorate e buchi: la mewneko iniziò ad
avanzare con la mano appoggiata al muro, pregando di riuscire a reggersi in
caso avesse inciampato.
Più scendevano, più Selena sentiva lo
stomaco contorcersi dalla paura:
“E’ una pazzia… Stiamo facendo una
pazzia!”. Continuava a ripetersi, pentendosi della sua decisione.
Ma ogni volta che lo pensava, lanciava uno
sguardo alle sue spalle. A Quiche e alle ragazze. E si convinceva che doveva
continuare.
Cercò di concentrarsi solo sui suoi passi,
guardando attentamente (per quel che poteva) il pavimento, e lasciando che l’aria
sempre più gelida le entrasse prepotente nei polmoni, cercando di isolare gli
altri pensieri e concentrarsi sul bruciore che le provocava in gola: una
distrazione come un’altra.
*________________
- Secondo me, tutta questa storia è una
gran stronzata!
Bellatrix, Alnitak e Alnilam si limitarono
a dare un’occhiata di traverso a Rigel, ignorando le sue imprecazioni.
- Avete intenzione di avanzare ancora
tanto?! – fece seccato – Perfino Heka se n’è andato! E quell’altro stronzo di
Mintaka s’è fermato un’ora fa!
- Ora falla finita. – lo rimproverò
Betelgeuse – Mintaka ha semplicemente deciso di appostarsi più in fondo nel
caso il gruppo ci sfuggisse. Se proprio ti sei stufato, fermati anche tu.
L’altro mandò una sorta di ringhio, ma non
ribattè.
A dirla tutta, anche Betelgeuse era
nervoso. Appena erano usciti dal salone dove avevano incontrato Shorai, Heka
era scomparso senza lasciare traccia. Non avendo ricevuto direttive aveva preso
lui il comando, come succedeva sempre (e, al solito, Rigel non aveva gradito,
dato che il secondo del capo avrebbe dovuto essere lui), ma era una vita che
camminavano senza meta.
- Sentite, sentite! – esclamarono
all’improvviso Alnitak e Alnilam – Laggiù c’è un passaggio. Noi andiamo da
quella parte, va bene?
Betelgeuse scrutò il corridoio
inespressivo: onestamente, non andava bene. Ma gli ordini erano ordini.
- Va bene. Ma avanzate assieme.
I due annuirono. Le gemme sulle loro
fronti scintillarono un istante, riunendoli; il ragazzo apparso si aggiustò i
coprispalle, soddisfatto, si sistemò lo strano stemma datogli da Shorai sul
petto e spiccò il volo nel tunnel, canticchiando.
- Per lo meno loro sono allegri! – rise
Bellatrix.
*____________________
Non seppero dire per quanto scesero. Ore
forse, il passaggio era sempre tutto uguale. Poi, all’improvviso, un bivio.
Due immensi corridoio larghi almeno il
triplo di quello da dove erano entrati e forse ancora più alti si diramavano in
due direzioni opposte, per poi ricominciare ad inabissarsi nell’oscurità.
- E adesso? – chiese MewLory con un
sospiro.
Selena guardò prima un passaggio poi
l’altro, il tatuaggio sulla fronte che formicolava appena.
- Sento qualcosa di strano provenire da
lì. – disse sicura, indicando il corridoio di sinistra.
- Allora andiamo di lì. – fece Pie
laconico.
- E perché, di grazia? – gli rimbeccò
Tart, decisamente nervoso da quando si trovava in quel posto inquietante.
- Fin’ora sembra che i poteri di Selena
siano riusciti ad individuare i nemici – spiegò asciutto – speriamo ci
azzecchino anche stavolta.
Il fratello minore lo fissò poco convinto;
Selena si lasciò sfuggire un sorrisetto:
- “Speriamo”?
- Non vedo alternative. – tagliò corto.
Senza altre repliche, entrarono del
corridoio sinistro.
*____________________
- Bene – sospirò Bellatrix maligna –
sembra proprio che questa missione sia nata sotto una buona stella…
Di fronte agli ultimi tre Combattenti si
aprivano tre diverse strade. Betelgeuse digrignò i denti, seccato: la logica
del piano gli diceva di dividersi, ma l’idea non l’allettava minimamente.
“Qui c’è qualcosa che non va…”.
- Sentite voi due – riprese la donna con
fare annoiato – io proseguo da questa parte. Se non vedo arrivare nessuno entro
due ore, me ne torno indietro.
- Bella, aspetta! – fece Betelgeuse
imperioso – Non penso che…!
Ma lei era già scomparsa.
- Aaaah, mi sono stufato! – berciò Rigel
dando un pugno alla parete – Senti, bellimbusto, tu fai pure il bravo bambino,
io mi sono rotto!
Schizzò nel corridoio centrale con tale
velocità che Betelgeuse non ebbe neppure il tempo di replicare. Il giovane si
passò una mano dietro al collo, sbuffando:
“Pare non abbia altra scelta…”.
Si fissò la placchetta al petto ed avanzò.
*____________________
Heka battè per l’ennesima volta i pugni
contro la parete, facendola tremare, ma non servì. Non si apriva nessun
passaggio, nessuna uscita, e il corridoio continuava, infinito ed immutabile.
Gridò con quanto fiato aveva in corpo, era
in trappola. S’era fatto fregare come un principiante.
- SHORAI!!! – sbraitò, quasi certo che lui
potesse sentirlo – TI AVVERTO, LURIDO BASTARDO, TOCCA I MIEI UOMINI E IO
T’AMMAZZO!!!
Un altro pugno alla parete che fece
sbriciolare un po’ di roccia sul pavimento.
Senza che Heka lo sapesse, seduto sulla
sua sedia, nel punto più profondo del pianeta, Shorai sorrise:
- Date le circostanze… E le tue opinioni –
fece con aria divertita, sistemandosi una ciocca dietro l’orecchio – Mi vedo
costretto a sciogliere il nostro contratto, Heka.
*____________________
Il corridoio che avevano preso divenne ben
presto una sorta di caverna. Strane strutture di forma geometrica mandavano
bagliori iridescenti dal soffitto e finalmente, nonostante l’ampiezza del
luogo, si riusciva a vedere a più di tre metri.
Quiche fece scomparire il para-para con un
suono ovattato. Scrutò attorno circospetto, poi guardò inevitabilmente Selena:
adesso la ragazza procedeva dritta e spedita, ma il viso era pallido e tirato,
lo sguardo perso nel vuoto.
Anche lui si pentì della scelta di
inseguire i Combattenti, se non per la pericolosità della cosa, quanto perché
vedere la ragazza in quello stato lo faceva stare male. Scacciò dalla mente le
immagini di Selena imprigionata in quel luogo e strinse i pugni:
“Giuro che pagherai anche quello,
bastardo…”.
Qualcuno gli diede un colpetto sulla
spalla. Si girò, incontrando lo sguardo di MewBerry, che stiracchiò un sorriso
d’incoraggiamento. Lui sfoderò il suo miglior sorriso da monello:
- Thank you, nekonee-chan.
- T’ho già detto di piantarla
(gocciolone). – sibilò lei – Non mi preoccuperò mai più per te.
- Uh? Cos’hai Paddy?
Sentendo la domanda di MewMina il gruppo
si fermò, guardando la ragazzina, il collo allungato all’infuori.
- Che cavolo fai (gocciolone)?
Ma la domanda di Tart non ebbe risposta,
mentre lei annusava concentrata:
- Sento uno strano odore. – sentenziò alla
fine, convintissima.
- Strano… Come (gocciolone)?
- “Strano” strano, Ki-chan! – esclamò come
se fosse ovvio – Metallico… Strano.
- Siamo su un pianeta artificiale –
puntualizzò Quiche – Mi sembra normale!
- No, aspetta…! – lo bloccò MewPam – Ha
ragione…
MewBerry la fissò un secondo e si
concentrò, annusando l’aria, e anche lei dovette annuire, allarmata:
- Sembra… Odore di…
- Sangue.
MewLory trattenne sonoramente il fiato
alla lapidaria frase della mewlupo. Selena si morse il labbro con forza:
- … Da che parte?
MewPaddy, però, sembrò diventata
improvvisamente restia a rispondere.
- Di là. – fece atona MewPam per lei, indicando
un punto lontano qualche metro da loro, dove la caverna sembrava restringersi
nuovamente.
- Allora non andiamo di lì.
- Selena…
La ragazza guardò appena MewMina, pallida
come un cencio:
- Cosa c’è… Là…?
Selena evitò lo sguardo:
- E’ meglio… Andare dall’altra parte…
*___________________
Li sento…
Sono qui.
Accanto a me…
Sento lo sciabordio del liquido per la preservazione degli organi.
L’odore dei medicinali, del metallo.
L’odore del sangue…
Sangue…
Sangue.
No…
Il mio sangue…
La ferita non guarisce…
Lui.
Non vuole guarirmi.
Mi abbandonerà…?
No…
Non posso…
Morire… Così…
Il silenzio del laboratorio fu trapassato
dal rumore di vetri infranti.
Come un sacco vuoto, Tanir si afflosciò
pesantemente a terra, lanciando un urlo di dolore: si girò sulla schiena con
uno scatto, in preda agli spasmi, stringendosi convulsamente il braccio
sinistro che, ancora indolenzito, non aveva sopportato la caduta e s’era
piegato sotto al suo peso, lasciando che le schegge della teca si conficcassero
nella carne. Stringendo i denti, Tanir tentò di sedersi, ma tutti i muscoli
tiravano e gridavano, incapaci di obbedirgli. Con immensa fatica iniziò a
scrutare il braccio leso, togliendo i frammenti di vetro più grandi.
Faticava a respirare. L’aria entrava nei
polmoni rarefatta, sfuggendo subito verso gli organi che reclamavano il suo
utilizzo e lasciandogli una terribile sensazione di soffocamento. Gli ci volle
molto tempo prima che riuscisse a smettere di boccheggiare.
Aveva la vista annebbiata, la testa gli
girava. Ogni singolo, minimo movimento del torace lo avrebbe volentieri spinto
a gridare fino a svenire.
Non devo…
Non ancora…
Non qui.
Finalmente si mise in piedi. Avvertì
subito il sangue ricominciare ad uscire dalla ferita:
- D’ez-an…
L’emorragia
si era ampliata così velocemente da dargli quasi allo stomaco; fu difficile non
vomitare.
“Se
lo facessi – pensò, intontito – crollerei senza sensi nel giro di cinque
minuti.”.
Iniziò
ad avanzare. Lentamente, quasi spasmodico. I suoi occhi saettavano in giro,
cercando di individuare concretamente tutti gli ostacoli che la memoria gli
faceva ricordare.
Mostri.
Esperimenti.
Pezzi da collezione.
Sangue.
Sangue.
Sangue.
Non io.
Non anche io!
Guardava
le sagome annebbiate dentro alle teche avidamente, quasi che quei cadaveri
avessero ancora abbastanza energia all’interno da poterla donare a lui.
Doveva
uscire. Doveva trovarla.
Ti troverò, ti troverò…
Per
poco non si schiantò sul trasmettitore che Shorai aveva usato fino a qualche
ora prima per comunicare con Heka. Scartò il quadro comandi, barcollando,
quando un nuovo capogiro lo fece cozzare contro il tavolino vicino.
Lanciò
un urlo strozzato, troncando l’esile figura in legno. La scacchiera posta sopra
il ripiano si rovesciò, spaccandosi praticamente a metà. Tanir, riverso sul
fianco, guardò inerme i pezzi bianchi e neri gocciolare rosso.
Rosso.
Rosso.
Sangue rosso.
Il mio sangue.
Morte…
Sto morendo…
-
No…!
Serrò
i denti in una morsa e si tirò su, reggendosi la ferita.
Tu verrai con me.
Una
risata amara gli uscì dalle labbra:
-
Tu… Tu scappi…! – disse al vuoto – Scappi sempre…! Ancora, e ancora…!
Insieme.
Già allora…
Insieme… Insieme…
-
Tu verrai con me, se proprio devo crepare!
Con
uno sforzo sovrumano riuscì ad aprire la porta del laboratorio. Lo sguardo
spiritato, guardò il corridoio di fronte a se, delirante:
-
SORELLA!!!
*____________________
-
Che ti prende, Phiras?
Shorai
guardò appena il ragazzino, con aria quasi annoiata. Lui, che era impallidito
di colpo, scosse la testa, vago:
-
No… Nulla.
Shorai
aveva già ripreso ad ignorarlo ed entrò in un’altra stanza. Phiras assunse
nuovamente l’aria spaventata di prima:
“Tanir…!”.
*____________________
-
Keris…?
-
Uh?
-
Tutto bene?
La
ragazza fissò inebetita Ryan ancora per qualche minuto.
-
… Sì… - disse poi, facendo un sorrisetto stiracchiato – Ero solo… Un attimo
sovrappensiero.
Lui
la guardò poco convinto.
- Questa specie di grotta non finisce
mai…! – sbottò MewMina – Comincio ad avere davvero paura…
- Solo adesso…? – mormorò MewLory con un
filo di voce. Pie le lanciò un’occhiata in tralice.
- HORA, HORA, HORA!!!!!!!!!
A quel grido, che rimbombò per tutta la
caverna, si bloccarono di botto.
- Ma questa voce…!
MewPaddy non terminò la frase che Quiche,
Pie, Tart e Keris avevano già le armi in mano, le altre al seguito.
- BEEEENVENUTIII!!!
- Guarda chi c’è… - ridacchiò Quiche – Lo
schizoide sdoppiabile!!
- Ehi, porta rispetto! Già, infatti!
- Sì, certo… - continuò lui velenoso – ah,
senti, quando siete così, devo chiamarvi Alnitak o Alnilam? Oppure Alni?
- Quiche non mi sembra il caso di fare gli
spiritosi (gocciolone)! – pigolò MewBerry. Il ragazzo apparso si scurì in
volto:
- Noi non siamo uno o l’altro. – fece
secco – Siamo Alnitak E Alnilam. Sempre.
Poi sorrise divertito, afferrando con
entrambe le mani i coprispalle:
- Ma se ci preferisci così…
La gemma sulla sua fronte splendette un
istante con forza, accecando i presenti. Subito dopo Alnilam e Alnitak li
guardavano con un ghigno dipinto in volto.
- Io te l’avevo detto che non era il caso
di fare gli spiritosi (gocciolone)!
I due ragazzi si lanciarono urlando contro
il gruppo, che si divise subito evitandoli. Alnilam si diresse verso Quiche, sparendo
quasi subito ingaggiando un duello a tutta velocità col ragazzo, mentre Alnitak
veniva attaccato dalle MewMew al completo.
Ryan, che si era un po’ allontanato,
guardò i due gruppetti con apprensione e strinse i pugni, domandandosi cosa
diavolo lo avesse spinto, in uno degli istanti di follia della sua mente, a
seguirli lassù:
“Sono assolutamente inutile…”.
Incrociò un istante lo sguardo di Selena:
aveva la sua stessa espressione, mentre guardava impotente Quiche ed Alnilam,
che comparivano ad intervalli sopra le loro teste. Le sembrava che il ragazzo
fosse in difficoltà e si mordicchiò il labbro, nervosa.
- Da qui non puoi aiutarlo. – disse Pie
laconico – Lascia stare. Non è uno stupido, sa quel che fa, in fondo.
Lei lo guardò senza rispondere, mentre Pie
si avvicinava all’altro avversario, alzandosi in aria di qualche metro.
- Fuu
Ray Sen!
Il colpo fu facilmente schivato, ma MewPam
approfittò subito della distrazione del nemico e gli avvolse una caviglia con
la sua frusta, sbilanciandolo.
- MewPaddy!
- Faccio io!
Alnitak tentò di liberarsi, o quantomeno
di levarsi dal raggio del colpo della mewscimmia, ma fu Tart a provvedere che
trovasse altro a cui pensare, e gli scagliò contro le sue bolas, disarmandolo.
Alnitak non fece in tempo a voltarsi che il Ring Inferno l’aveva già
imprigionato.
- Gran colpo! – esultò MewBerry. Ma il
sorriso le scomparve quasi subito dal viso, perché dopo pochi istanti il viso
immobile di Alnitak si piegò in un sorriso sadico e la gelatina gialla si
frantumò in mille pezzi.
- Sei davvero fastidiosa, sai, mocciosa?!
– gridò, ridendo.
In aria, Alnilam si bloccò, guardando il
compagno un istante preoccupato:
- Alnitak…?
Anche Selena aveva assunto un’aria
dubbiosa: nel momento in cui Alnitak s’era liberato, aveva avvertito un fremito
sordo, la stessa sensazione cupa che aveva cominciato a guidare i suoi passi in
quegli ultimi giorni. Poi, lo scorse:
“Cos’è quel luccichio?”.
Lo stemma di Shorai, sul petto del
ragazzo, si spense subito. Il sorriso di Alnitak si fece più largo:
- Chi è il prossimoooo?!
Per aria, Quiche fissò un istante
l’espressione preoccupata dell’avversario, per poi sbottare:
- Ehi, se hai tempo per stare a fare da
badante al tuo amico, pensa a te stesso!
Alnilam si riprese un secondo prima che il
sai del ragazzo gli sfregiasse la faccia:
- Vedrai che succede se invece sarò
intento ad occuparmi di te!
Sotto, invece, era calata una calma
gelida. MewPaddy, prima spavalda, indietreggiò timorosamente allo sguardo folle
di Alnitak.
Senza preavviso, e con una velocità almeno
doppia alla solita, Alnitak scattò di lato afferrando al volo la sua arma e si
scagliò contro Pie, che cadde malamente qualche metro più in là.
- Pie!
Selena tentò di andargli in aiuto, ma
Alnitak fu più veloce ed era già prossimo a colpirlo nuovamente prima che lei
avesse fatto due metri.
Fu MewLory ad intercettare il colpo. Le
sue nacchere crearono una barriera appena sufficiente per evitare di prendere
la lama in pieno, ma non il colpo, che la fece andare a sbattere contro la
parete.
- Lory-chan!
Pie, rialzandosi, fulminò l’avversario con
lo sguardo, ma lui parve ignorarlo.
- Fuu Rai Sen!
Alnitak si limitò a schivare il colpo continuando a
sghignazzare, poi, come un bambino che aveva trovato un giocattolo più
interessante, si limitò a snobbare i due e si lanciò a stuzzicare MewPam e
MewMina, che si ritrovarono a saltellare in giro a schivare i suoi colpi senza
riuscire a colpirlo.
Pie ne approfittò per andare ad aiutare MewLory,
ancora stesa a terra e anche lei con l’aria malconcia.
- Lory.
- Ehi… Come stai…?
- Dovrei chiedertelo io. Sei per caso impazzita?
Lei lo fissò inespressiva:
- Perché?
- Volevi per caso finire a fettine? – la rimproverò
col suo solito tono. Lei, però, sostenne il suo sguardo e, anzi, lo guardò
severamente:
- Come mai tutta questa preoccupazione?
Pie la fissò un istante sorpreso. Lory non battè
ciglio.
- Lory… - lui, intuendo dove voleva andare a parare,
sospirò, passandosi una mano sul viso con aria stanca.
- Non puoi decidere se posso volerti aiutare o meno!
– ribattè con voce un po’ tremula – Né se posso…
Si interruppe di colpo perché Pie la prese in
braccio, teletrasportandola via un secondo prima che Quiche, spinto da Alnilam
a terra, si schiantasse su loro due, lasciando questo piacere al pavimento.
- Sempre gentile, fratellone! – fece sarcastico,
lanciando un’occhiata acida a Pie mentre riprendeva a duellare. L’altro non
rispose neppure: allontanatosi in un angolo, posò MewLory a terra.
- Pie…
Lui scostò il viso dalla parte opposta. Non s’era
mai sentito così colpevole come sotto lo sguardo di quegli occhi chiari.
- Pie senti… UH…!
- Cos’hai?
- No… Niente…- disse lei, stiracchiando un sorriso – La gamba, ma passa subito.
Lui annuì appena.
- Pie. – la ragazza, approfittando del fatto che si
fosse voltato, lo costrinse a guardarla in faccia. Pie, però, sostenne la sua
aria seria:
- Ascolta, ti prometto che ne riparliamo. Però…
MewLory sorrise appena, annuendo:
- Mi bastava questo.
Nel frattempo erano stati raggiunti da Ryan che,
prontamente, aiutò la ragazza ad alzarsi per mettersi in un punto più riparato.
- Resta qui adesso.
Lory annuì di nuovo, mentre Pie, fatto un cenno
d’intesa col biondo, si teletrasportava.
*_______________
Una piccolissima spia rossa aveva preso a lampeggiare
sul monitor ultrapiatto spesso meno di un centimetro. Shorai, seduto con le
gambe allungate in avanti e le mani a sorreggerli il mento, contemplava quella
lucina, guardando di tanto in tanto distratto le altre zone della mappa quasi
invisibile apparsa sullo schermo, tracciata da linee bianche evanescenti.
Sorrise soddisfatto:
- Come immaginavo, sono i primi… Phiras.
Il ragazzino
si avvicinò a lui solerte, l’aria da cane bastonato che aveva da giorni ben
visibile in volto.
- Assicurati che non perda neppure un informazione.
Lui annuì timidamente. Era sul punto di andarsene,
quando vide Shorai scorgere qualcosa nelle strumentazioni: sudò freddo,
guardando i suoi occhi indurirsi fino a diventare due pietre nere.
- Tanir…
Si alzò di scatto dalla sedia, per poi risedersi con
calma alcuni secondi dopo:
- Non importa. Phiras, fai quello che ti ho detto,
poi vallo a cercare.
Lo fissò eloquentemente. Phiras deglutì a vuoto, ma
annuì ed uscì dalla stanza, obbediente.
*_______________
Alnitak rise con forza. Era da tanto che non si
sentiva così euforico: il suo corpo era leggerissimo, forte, e rispondeva ai
suoi ordini che era un piacere. Giocare con quelle umane e i loro amici era
divertente da morire! MewMina, MewPaddy, Keris e MewPam si fermarono un
istante, senza fiato e al limite della sopportazione.
“Non possiamo continuare così! – si disse la mewbird
– Questo si sta divertendo e noi siamo stremate!”.
Lì vicino, i restanti membri del gruppo non sapevano
cosa fare, lo scontro era così ravvicinato che ogni loro colpo avrebbe
rischiato di centrare anche i loro compagni. Pie, furibondo, digrignò i denti,
quei Combattenti sapeva il fatto loro:
“Il che vuol dire solo più noie per noi…”.
Improvvisamente Alnitak si fermò: quel gioco l’aveva
stufato, doveva trovarne uno più divertente. Fu così che i suoi occhi
inquadrarono MewBerry, e scattò.
- Stai attenta! – gridò MewMina volando in suo aiuto
– Ribbon Mint Echo!
Alnitak sbirciò appena la mora, facendosi passare la
freccia sotto la pancia e guardandola divertito svanire contro il pavimento, e
finalmente raggiunse il suo obbiettivo.
La mancò di poco, ridendo di gusto alla faccia
spaventata della rossa in fuga:
- Te la dai a gambe?!
MewBerry non aveva altra scelta. Sentiva chiaramente
che i suoi poteri la stavano abbandonando, se avesse usato la Strawberry Bell
contro di lui si sarebbe trasformata in gatto, e a quel punto sarebbe davvero
stata la sua fine.
Selena tentò di correrle in aiuto, ma appena Alnilam
scorse la ragazza tentare di attaccare il compagno abbandonò lo scontro con
Quiche e si precipitò contro di lei.
- Sta ferma dove sei!
- Sel-chan!!
La ragazza, fortunatamente, ebbe i riflessi
sufficienti per cambiare la direzione del colpo:
- LAME DI VENTO!
Circa un terzo delle lame furono schivate, ma le
restanti centrarono in pieno Alnilam, che fu costretto ad indietreggiare.
- Lascia stare la mia amica! – gridò Keris che, nel
frattempo, s’era scagliata contro il ragazzo e aveva rischiato di fracassargli
una spalla, se lui non avesse fermato l’attacco con la sua lama.
- Che rompipalle…!
- Ehi! – Quiche, come un lampo, gli ripiombò alle
spalle, costringendolo a riprendere lo scontro – Lascia perdere questo qui! Vai
da MewBerry!
Nel frattempo, infatti, Alnitak non s’era
minimamente accorto delle difficoltà del compagno e aveva continuato nel suo
gioco con la mewneko, per nulla intenzionata a fermarsi.
Keris si teletrasportò sopra all’inseguitore,
prendendo a ronzargli attorno senza riuscire a fermarlo. La seguirono MewPaddy
e Tart, ma nemmeno loro due sembravano d’aiuto.
- Insomma, ora basta! – urlò Alnitak dopo un minuto
– M’avete rotto adesso!
Agitò la sua lama con un colpo secco il pavimento sfiorandolo
con la punta: l’onda d’urto, accompagnata da un pezzo del pavimento largo
almeno quattro metri, furono sparati a tutta velocità verso i malcapitati, che
solo per pura fortuna evitarono di finire sotto forma di sogliole.
Calò un silenzio quasi di tomba. Alnilam, dall’alto,
si fermò un’altra volta, guardando il compagno senza dire una parola. Selena,
che Keris aveva teletrasportato di lato e che la teneva ancora abbracciata, era
quasi sotto shock:
“Come fa… A fare una cosa del genere…?”.
In quel momento rivide il bagliore di prima, debole,
provenire dal petto di Alnitak, che aveva preso a ridere lodandosi della sua
forza. Un brivido percosse la ragazza da capo a piedi:
- STRAWBERRY, SCAPPA! – urlò con quanto fiato aveva
in gola.
La rossa non se lo fece ripetere, anche perché
Alnitak le era nuovamente dietro.
Selena, senza dare spiegazioni, corse dietro ai due,
pallida come un cencio; gli altri, spaventati alla sua reazione, la seguirono.
“Qualunque cosa ci sia – pensò, correndo come una
disperata – devo fermarlo!”.
Ma, se MewBerry era svelta, il suo inseguitore lo
era almeno il doppio, e non aveva alcun problema a schivare i soccorsi della
rossa.
All’improvviso, MewBerry si trovò in trappola. Si
voltò terrorizzata, guardando il ragazzo fermarsi a breve distanza e caricare
l’attacco.
“Non mi rimane altra scelta. – pensò velocemente –
Posso farcela!”.
Ma mentiva. Mentre la sua campanella le compariva
nella mano destra, avvertì le ginocchia afflosciarsi come burro, ma almeno una barriera
doveva farla; si concentrò e radunò tutto il potere che le restava, pronta al peggio.
Nel giro di pochi secondi, Alnitak colpì.
Il salone fu invano da una luce accecante. Alnitak
gridò, finendo sbalzato dalla parte opposta e schiantandosi nella parete con un
rumore sordo.
- MewBerry…?
La ragazza, immobile, gli occhi serrati e le mani
strette come una morsa sulla sua arma, impiegò qualche istante a rispondere a
Mina. Aprì timidamente una palpebra, sorpresa di non sentire più le ginocchia tremare
e sobbalzando dallo stupore quando si vide la mano.
Il suo corpo aveva preso a brillare di una luce
azzurrina iridescente, mentre sulla Strawberry Bell, nel punto da cui di solito
partiva il colpo, sciamava uno sfolgorio bianco. Fu MewPaddy la prima a
muoversi, avanzando qualche passo verso l’amica con l’aria di chi aveva appena
visto un fantasma:
- Mew… Aqua…?
MewBerry la guardò altrettanto confusa, scuotendo la
testa meccanica alla sua domanda:
- Non è possibile…
Com’era apparso, il bagliore scomparve. MewBerry
sentì i suoi poteri tornare fragili, ma certo molto più saldi di qualche minuto
prima.
Fu il fracasso che Alnitak fece uscendo fuori dai
detriti del muro a riportarla alla realtà. Il ragazzo si tirò su con un urlo
rauco, battendo la sua lama contro la parete; ora lo stemma di Shorai che
portava addosso era ben evidente e risplendeva di un minaccioso bagliore
arancione.
- Come hai fatto, maledetta?!? – latrò furioso.
- Alnitak…! - Stavolta, alla reazione dell’amico,
Alnilam abbandonò del tutto lo scontro per correre da lui, fissandolo come se
non lo conoscesse – Ma che ti prende?!
- Che mi prende?! – gli urlò contro – Tu, piuttosto!
Combatti come una mezzatacca!!
- Cos’hai intenzione di fare?! Heka ci ha dato un
ordine preciso!!
- E io cosa sto facendo?! – rise aspro.
- Non quello che fai sempre, stupido!!
Gli abbassò con decisione l’arma verso terra,
guardandolo severamente:
- Dai! – gli sorrise poi allegro – So che ti fanno
girare, in effetti ‘sti qui sono una grana!
- Grazie del complimento (gocciolone).
Nessuno ebbe voglia di rispondere alla battutaccia
di Quiche.
- Però ora calmati, così mi fai quasi paura! –
ridacchiò Alnilam – Come sempre, io e te!
Alnitak lo fissò di sbieco senza muoversi. Per
risposta, girò il polso e fendé il compagno con la sua spada, spedendolo in
aria a due metri di distanza.
Alnilam si accasciò a terra con un grido strozzato,
tenendosi convulsamente il braccio.
- Il nostro compito è batterli! – continuò a ridere
quell’altro in un urlo stridulo – Ma ormai posso farlo da solo!!
Alnilam si tirò faticosamente su, guardandolo con la
confusione e il dolore dipinto degli occhi. Sembrava gli venisse da piangere:
- Alnitak…
Il compagno lo ignorò. Spostò l’arma sull’altra mano
e si lanciò contro i loro avversari, prendendo a saettare da una parte
all’altra senza un senso logico.
- E’ troppo veloce! – singhiozzò Keris, che agitava
da dieci minuti i suoi nunchaku a vuoto.
- Mi gira la testa… - mormorò MewPaddy.
- E’ quel coso che ha addosso! – disse Selena,
abbassandosi un secondo prima che la spada di Alnitak le facesse una sfumatura
più bassa del dovuto.
- Dobbiamo toglierlo.
- Grande deduzione! – sbottò MewBerry, stufa del
tono tranquillo di Pie – E come pensi di prenderlo?!
Creò una barriera appena in tempo per non finire a fette,
cascando goffamente per terra. Selena, nel frattempo, cercava di ragionare:
“Se solo capissi cos’è…! – pensò quasi disperata –
Saprei come toglierlo!”.
Ad un certo punto Quiche riuscì a vedere il
movimento di Alnitak; incrociò i gemelli di fronte a se, intercettando il
fendente nemico: strisciò sul pavimento coi piedi per qualche metro,
sforzandosi di non far vedere le braccia che tremavano per lo sforzo, e
guardano con un sorriso di sfida il ragazzo che aveva davanti.
“Ha gli occhi da pazzo. – pensò – Che è successo a
questo moccioso?”.
Alnitak sghignazzò, facendo ruotare l’impugnatura e
cercando di prenderlo dal basso. Quiche fu più svelto e si teletrasportò quasi
a pelo del soffitto, incrociando le lame: la sfera di energia bianca saettò
contro l’obbiettivo, ma Alnitak la schivò senza difficoltà.
- QUICHE!
A meno di mezzo metro dal ragazzo, però, Alnitak si
bloccò. Quiche credette subito ad una finta e non abbassò la guardia, ma dopo
un minuto buono che Alnitak se ne restava immobile, la lama penzoloni sulla
mano e la faccia pallida come un lenzuolo, abbassò i sai e lo fissò.
Alnitak prese a respirare affannosamente, serrandosi
la mano libera al petto; soffocò un urlo, si strinse le gambe e le braccia al
corpo come se volesse stritolarlo, poi piombò a terra senza opporre la minima
resistenza alla caduta. Incurante del colpo che aveva appena ricevuto, prese ad
urlare con quanto fiato aveva in corpo dimenandosi come un ossesso. Lo stemma
sul suo petto ora brillava ritmicamente.
- Alnitak…!
Alnilam, riuscito faticosamente ad alzarsi, gli si
avvicinò, guardandolo terrorizzato. Gli altri, senza capire più nulla, li osservavano
impotenti.
- Ehi tu! – chiese con fare disperato Alnilam
guardando Selena – Tu sai cos’ha, vero?!
- I-io… - la ragazza guardò Alnitak che continuava a
gridare e si portò le mani al petto – Non so come…
- Dacci una buona ragione per aiutarti. – sentenziò
Pie gelido.
- Pie-san!
Il ragazzo non battè ciglio all’espressione triste
di MewPaddy che, con gli occhi lucidi, s’era portata le mani alle orecchie e
guardava dall’altra parte, talmente s’erano fatte strazianti le urla di
Alnitak. Selena provò ad avvicinarsi:
- Tienilo più fermo che puoi.
- Sel! – la rimproverò Quiche – Che cavolo fai?!
Lei non parve sentirlo. Alnilam, troppo in ansia per
il compagno per discutere, le obbedì come se si trovasse al cospetto di un
vecchio amico; non fu semplice riuscire a tenere fermo Alnitak, dato che
sembrava avere delle molle al posto dei muscoli da come li dimenava, ma
finalmente Selena potè vedere bene cos’aveva addosso.
L’oggetto, piccolo circa cinque centimetri, dagli intagli a conchiglia, riluceva di una luce che
feriva gli occhi e mandava calore. La ragazza tentò di prenderlo, ma appena le
sue dita sfiorarono la superficie dello stemma le ritrasse con un grido di
dolore.
- Sel-chan…!
Keris corse affianco all’amica, che si era
rannicchiata su se stessa stringendo la mano al petto. Fece fatica ad aprirla
per vedere cos’era successo: su tutte le dita che avevano sfiorato lo stemma
c’era un taglio che andava dalla punta fin quasi al palmo, mentre questo era
arrossato e bruciava come se si fosse scottata.
- Ve l’ha dato… Shorai quell’affare…?! – domandò
dolorante, intuendo. Alnilam, però, non sembrò sentirla e restò fermo a stringere
con forza la mano libera di Alnitak, che continuava a gridare.
Improvvisamente si fermò. Sgranò gli occhi, restando
immobile, e guardò Alnilam:
- Gomen…
Tossì e un piccolo rivolo di sangue gli colò dal
lato della bocca. Poi si afflosciò a terra come un sacco vuoto, e non si mosse
più.
Keris trattenne il fiato, senza riuscire a staccare
gli occhi dal ragazzo; la gemma che aveva in fronte divenne rapidamente opaca,
mentre la placchetta sul suo petto di distruggeva in mille pezzi.
- È… È…
MewPaddy guardò Tart, ma lui si girò dall’altra
parte senza rispondere. Selena fissò il cadavere, un misto di rancore e
dispiacere in viso, ma si sforzò di far voltare Alnilam verso di lei: nemmeno
lui s’era più mosso.
- Ve l’ha dato Shorai? – gli domandò nuovamente,
incrociando il suo sguardo.
Lui, stavolta, annuì appena. Riabbassò quasi subito
la testa, lo sguardo vacuo e il volto senza espressione. Selena lo chiamò
nuovamente con gentilezza, ma lui sembrò non vederla e restò immobile come una
statua di sale, prendendo a piangere silenziosamente.
- Alnil…
Quiche la fermò prima che tentasse nuovamente di
chiamarlo. La tirò leggermente indietro dai due, scuotendo la testa, e la fece
alzare:
- Andiamo.
Sia lei che le altre si lanciarono occhiate
interrogative; MewPaddy stava per replicare, dicendo che non potevano lasciarli
lì, ma MewPam la trattenne:
- Non possiamo più aiutarli.
La biondina la guardò poco convinta, ma la mewlupo
non aggiunse altro e si avviò.
*_________________
La spia sullo schermo si era spenta. Shorai,
sospirando, guardò attentamente tutti i dati ottenuti, assumendo un’aria
critica.
“Come sospettavo. – si disse – Anche se posto sulla
loro forma unita, il mio kinshi(*) ha
sortito effetto soltanto su uno dei due ragazzi… Davvero dei soggetti
affascinanti”.
Sfiorò con un dito la consolle dei comandi, spegnendo lo
schermo.
“Non avrei voluto fossero loro i primi soggetti – pensò ancora
con rammarico – così giovani, era evidente che la loro resistenza sarebbe stata
minore… Ma pazienza.”.
Si preparò a contattare Phiras, ma si accorse che né lui né i
suoi strumenti lo rilevavano. Un lampo d’irritazione gli attraversò gli occhi.
Si alzò, raccogliendo uno dei pezzi della scacchiera che,
distruttosi il tavolino, aveva messo meglio che poteva su un angolo della
tastiera:
- Mossa sbagliata, piccolo.
*____________________
Il gruppo s’era fermato pochi metri dopo l’antro dove si erano
scontrati con Alnilam e Alnitak, in un angolo dove il corridoio si piegava in
una strozzatura e riprendeva la sua discesa. Quiche stava fasciando con un
fazzoletto datogli da Ryan la ferita di Selena, mentre Lory veniva aiutata
dalle amiche a vedere se la gamba aveva smesso di dolerle abbastanza da poter
camminare.
- … Perché ce ne siamo andati? – domandò dopo un po’
Strawberry con un filo di voce.
- Cosa avresti voluto fare? – le fece di rimando
Quiche senza guardarla.
Strawberry, in tutta risposta, la guardò
severamente, aspettando spiegazioni.
- … Vi ricordate quello che ci dissero la prima
volta che li incontrammo? – chiese la mewlupo. La rossa annuì – E quello che ha
detto Selena sulla gemma che portavano in fronte?
Strawberry annuì nuovamente.
- Se davvero erano, fisicamente, uno parte
dell’altro, nell’attimo in cui è morto Alnitak…
- Alnilam non ci vedeva nemmeno. – tagliò corto Pie
– Uccidere uno dei due è stato come distruggere parte del cervello di un
individuo.
Nessuno disse nulla.
- Cosa gli succederà adesso? – domandò Mina
guardando Pam. La mora fece spallucce.
- Con ogni probabilità – disse Quiche, terminando il
suo lavoro – Rimarrà così.
- In ogni caso, cosa importa?
La fredda domanda di Pie fu accolta da una serie di
occhiatacce, ma lui non parve farci caso.
- Vi ricordo che quei due, come i loro compagni,
sono mercenari col compito di ucciderci. – guardò Strawberry di sbieco – Avete
intenzione di soccorrere tutti quelli che vogliono farvi fuori?
- Che stupidaggine! – sbottò Mina – Però, mi sembra
ovvio che se accade una cosa del genere non si possa restare indifferenti!
Lo sguardo del ragazzo non mutò. Evidentemente, per
lui era invece una cosa molto semplice.
- Mi sembra evidente che anche i Combattenti siano
diventati parte del piano di quel maledetto. – mormorò Selena alzandosi – Ma, a
quanto pare, loro non lo sanno.
- Quindi continueranno ad attaccarci. – concluse
Tart.
- E, in ogni caso, non è detto che accada di nuovo.
– aggiunse Pam – Forse quello che è successo a quei due era un esperimento, o
un episodio isolato.
Selena annuì. Strawberry, Mina e Paddy furono
costrette ad unirsi, seppur poco convinte.
- Ciò vuol dire che non dobbiamo abbassare la
guardia… - disse Lory con tono triste.
Scese un silenzio pesante. Strawberry strinse con
forza i pugni, non s’era mai sentita così impotente.
- Forza. – disse Ryan laconico, avviandosi nel
corridoio – Prima proseguiamo, prima raggiungeremo Shorai.
*___________________
Tanir barcollò, accasciandosi contro la parete:
cercò di sostenersi al muro, stringendo la mano sulla ferita ormai
completamente riaperta e che lasciava una scia cupa dietro di lui. Imprecò,
serrando la mascella, la sua vista gli si stava annebbiando e in quelle
condizioni non era in grado né di volare né di teletrasportarsi.
Poi gli venne in mente quell’energia lontana che
aveva percepito qualche minuto prima. Sorrise:
“Una delle terrestri deve esserne entrata in
contatto… Bene. Se è così, deve averne ancora una traccia addosso.”.
Chiuse gli occhi, pregando che le gambe non gli
cedessero sotto lo sforzo di concentrazione, finchè la percepì. Sogghignò, era
passato così tanto tempo, dall’ultima volta che ne era entrato in contatto, che
temeva di non riuscire a trovarla.
“Che sciocchezza – si schernì, riprendendo ad
avanzare – entrare in contatto con l’energia di quella pietra è qualcosa di
indelebile. Dovrei saperlo meglio di chiunque altro!”.
- Sto arrivando.
*____________________
Phiras mandò un “tzs” scocciato, scrutando
l’ennesimo corridoio vuoto. Atterrò, scrutando il pavimento: c’erano altre
tracce di sangue, ma erano rade e non proseguivano che per un breve tratto:
- Merd…!
“Devo trovarlo prima che Shorai trovi me!”.
A quel pensiero si bloccò un istante, guardando un
punto indefinito per terra.
-
Questa è una promessa!
-
Soltanto se tu manterrai la tua. Dimostrami che ciò che dici è vero, e allora
ripenserò alla tua richiesta.
Strinse i pugni con forza:
“Tanto ormai quella promessa non vale più. – cercò
di convincersi – Non la manterrà! È da tempo che m’ha messo da parte! Ho altro
per la testa ora.”.
- Dove cavolo sei, Tanir?
Si rialzò in volo e scomparve.
*____________________
Avanzarono ancora per parecchio tempo: ormai tutti
gli ambienti erano illuminati, seppur fiocamente, e potevano proseguire senza
intoppi, eppure l’atmosfera tra loro era più tesa di prima e nessuno diceva una
parola.
- Stavo pensando ad una cosa… – fece all’improvviso
Keris, che stava aiutando un’ancora malconcia Lory a camminare – Cos’era quella
luce che prima è partita da Sibi-chan?
- A dire il vero – fece la mewneko, poco convinta –
non lo so nemmeno io.
- Ma come (gocciolone)?!
- O almeno, non può essere quello che sembra… -
disse Mina, quasi tra sé e sé.
Keris le guardò confusa.
- Hai mai sentito parlare della Mew Aqua? – le
domandò Quiche. Keris riflettè un istante:
- Sì… Ricordo qualcosa.
- È un cristallo che i nostri antenati lasciarono
sulla Terra quando furono costretti ad abbandonarla. – spiegò Pie rapidamente –
È in grado di accumulare e liberare una potentissima energia.
- I nostri poteri reagiscono alla sua presenza. –
precisò Strawberry – Però soltanto quando siamo in un certo stato emotivo.
- Però l’ultima Mew Aqua è stata utilizzata proprio
da Strawberry. Quindi è impossibile che lo fosse…
Keris guardò Lory poco convinta:
- Mmm… Sì, comunque ora che me ne parlate, mi sembra
che mi abbiano spiegato qualcosa del genere quando mi preparavo per seguire
questi tre(**)…
A quella frase Quiche, Pie e Tart si bloccarono,
guardandola confusi.
- Che hai detto?
- Sì, quando mi hanno annunciato che avrei dovuto
raggiungervi e…
- Ma è impossibile! – esclamò Tart – Soltanto noi
tre siamo stati selezionati per la missione sulla Terra!
- E addirittura – fece Quiche – all’inizio Deep Blue
riteneva non fosse necessario il loro intervento ed agivo da solo.
La ragazza li fissò sgranando gli occhi, poi si
accigliò:
- Non prendermi in giro! – sbottò – Guarda che…!
- Zitti!
Selena fece loro segno di smetterla e tese le
orecchie.
- Che succede? – domandò Lory timorosamente.
- Lo sentite?
- Sì… - disse Mina – Sembra una musica.
- Musica? Qui?! – esclamò Strawberry incredula.
Selena chiuse gli occhi, in ascolto. Non si
sbagliavano, era proprio una musica. Guardò il fondo del corridoio, un buco
oscuro verso l’ignoto, e sentì il freddo entrarle nelle ossa.
Poi, improvvisamente, fu il buio.
(*) “kinshi” (禁止 / されて) = “proibito”
(**) vedere cap. 29.
He he he ^^+… E ora suspense!!
(maledettaaaaa ç___ç!!!). giurin giuretta, cercherò di non farvi patire troppo,
ma voi resistete! Non aggiungo altro e ci vediamo al prox chappy!!
Yo yo
yo XD! Ça va bien? Salve gente sono ancora vivaaa @___@... (si fa per
dire). Mi dispiace di essere sparita per così tanto tempo, ma quest’estate per
me è stato uno dei periodi più terribili della mia vita, me ne sono successe di
tutti i colori, e capirete bene che non avevo molto la testa per finire il cap!
ora ho ricominciato il semestre e moltissime cose sono tornate a posto, perciò
a me la tastiera ^^!! (Era meglio se ti si rompeva il pc ndKisshu – Ria lo
picchia con la padella – ma perché ç__#?! ndKisshu – era la prima cosa che
avevo a portata di mano di contundente +__+*! ndRia). I dis degli ultimi
combattenti sono in fase di revisione, spero di riuscire a farli per il prox
capitolo.
Per quanto riguarda il capitolo ^^+…
Sarà molto divertente, non fatevi prendere dal panico se all’inizio si capisce
poco e niente ^^”, perché poi si spiega tutto (Kisshu: mi asterrò dai commenti
-___-**!); la bellissima canzone che ho trascritto è “At The beginning” cantata
da Richard Marx e Donna Lewis, dal film Anastasia. Lo so che esiste anche una
versione “italianizzata”, sempre bellissima, cantata da Tosca e Fiorello, ma il
testo originale è un po’ diverso e forse più bello, ma soprattutto più adatto a
Sel e Kisshu-chan ^^!
Risp alle recensioni a fondo
capitolo!
Attenzione, un ringraziamento
particolare va a Jolly Mask (grazie amore *kiss*! ^\\^♥) che mi ha aiutata in
maniera esagerata (^^”) a stendere il capitolo, che non ne voleva proprio
sapere di uscire in maniera decente!
Cap. 45 – Il flauto
dell’Alfiere e il sogno nell’oscurità
Ci
mise parecchio a riprendere coscienza di se. Con lentezza infinita tornò a
sentire le gambe, le braccia, le mani, il busto, la testa.
E
percepì il buio.
Non
c’era nient’altro. Distingueva solo quel buio assoluto che premeva contro le
sue palpebre chiuse e gli avvolgeva completamente il corpo, palpabile e denso
come damasco nero. Avvertì la paura stringergli lo stomaco quando capì di non
riuscire ad aprire gli occhi, né a parlare. La gola non emetteva suono, e lui
si sentiva troppo debole anche solo per socchiudere una palpebra, ma sapeva di dover capire dove fosse.
Tentò
un altro movimento, invano. La paura cresceva sempre più, mentre si rendeva
conto di stare scivolando lentamente verso il basso.
…ti…!
…glia…!
Di
colpo l’aria raggiunse i suoi polmoni e lui gridò, piegandosi in avanti; la sua
stessa voce sembrò volergli trapanare le orecchie e si strinse la testa tra le
mani, per proteggerla dalla fitta lancinante che quell’urlo gli fece rimbombare
nelle tempie. e Digrignò i denti e strizzò gli occhi, il fiato corto, e capì di
riuscire nuovamente a muovere ogni centimetro di sé con scioltezza.
Aprì
lentamente gli occhi e un’accesa luce mattutina glieli ferì con forza,
costringendolo a richiuderli di colpo. Tentò ancora la manovra, riprendendo a
respirare con calma, e cercò di mettere ordine nei suoi sensi ancora
frastornati.
In
primo luogo, era sdraiato. Come seconda cosa, vide che si trovava in un letto,
quindi dedusse di trovarsi in una qualche camera di una casa.
Facendo
due più due, si disse che doveva aver dormito, sì, dormito profondamente, e
mentre dormiva doveva essere stato assalito da qualche incubo. Qualche
terribile incubo, si disse, come non ne faceva da molto tempo.
Però
non ricordava di essersi addormentato. Né di essere entrato in quella stanza,
ovunque fosse. L’ansia riprese a salire lenta lungo il suo petto, mentre lui si
guardava meglio attorno in cerca di un indizio, di un elemento che spazzasse
via la confusione.
E,
osservando attento, si rese conto che quel posto gli era fin troppo famigliare.
L’inquietudine svanì di colpo, si trovava nella sua nuova stanza, su Gaea. A
casa.
Perché
allora aveva l’impressione che quello fosse l’unico posto dove non dovesse
trovarsi in quel momento?
-
Quiche!
Il
ragazzo, ancora stordito, si voltò appena nella direzione della voce che
l’aveva chiamato, e una ragazza saltò in ginocchio sul letto, facendolo
cigolare pesantemente:
-
Insomma! – ridacchiò lei, schioccandogli un bacio sulla guancia – Èmezz’ora che ti chiamo!
Quiche
sgranò gli occhi, sempre più confuso. La ragazza non smise di sorridere,
sistemandosi dietro all’orecchio un ciuffo rosso ciliegia.
-
Str… Strawberry…?!
-
Certo! Chi pensavi che fosse? Il Fantasma dell’Opera?!
Rise,
scendendo. Aveva indosso un abito tipicamente gaeiano, simile a quello del
ragazzo, e sembrava completamente a suo agio in quella stanza, sia in sua
presenza.
Quello era decisamente qualcosa
che non poteva aver senso. Quiche restò a fissarla con la bocca socchiusa, i
pensieri azzerati, come gli ingranaggi in un meccanismo inceppato.
-
Beh? Perché fai quella faccia? – gli domandò lei.
Il
ragazzo non rispose, un’unica certezza in quel momento, netta e chiara nella
mente: lei non doveva trovarsi lì. Non con lui.
Strawberry
inclinò la testa di lato, proprio come un gatto, e sorridendo sorniona gli si
avvicinò lentamente, baciandolo a fior di labbra. Lo stordimento di lui svanì
nello stesso istante, lasciando posto ad una serenità assoluta. Di colpo
dimentico dell’incubo e di tutto il resto, Quiche si fregò il viso con entrambe
le mani e rivolse un sorriso assonnato alla ragazza, che lo guardava raggiante,
le guance lievemente arrossate.
-
Niente, scusa. – sbadigliò – Sto ancora dormendo…
Lei
sbuffò e sorrise, allungandosi nuovamente verso di lui e fregandogli i capelli
con energia:
-
Allora svegliati, caro mio, perché è tardi!
E
ridacchiando sparì dalla porta, lasciandolo solo. Quiche si stiracchiò,
mandando un altro sbadiglio, e il sonno lo abbandonò mentre lui sorrideva a quella
che era la sua nuova, così agognata normalità.
Dopo
aver conquistato la Terra, il loro signore Deep Blue aveva deciso di non
sacrificare le risorse che Gaea nascondeva sotto i ghiacci. In un gesto di
profonda magnanimità, aveva deciso di risparmiare i terrestri rimasti in vita
dopo l’ultima battaglia, ed in cambio aveva convinto - anche se, bisognava
ammetterlo, con non poca fatica – la sua instancabile avversaria, la terrestre
Strawberry, a liberare la MewAqua che era imprigionata nel suo stesso corpo.
Quiche,
per lo meno, ricordava questo, seppur a grandi linee. Durante lo scontro era
rimasto ferito, e molti dei suoi ultimi ricordi erano parecchio confusi.
Ma
era andata proprio così, di quello era certo come della differenza tra giorno e
notte.
E,
ad essere onesti, non gl’importava moltissimo di ricordare i dettagli.
L’importante era aver completato la missione e, per lui, l’importante era
essere riuscito ad ottenere la cosa che più aveva desiderato in quei lunghi
mesi.
Strawberry.
Sospirò,
più rilassato, doveva aver dormito proprio come un sasso per aver pensato che
ci fosse qualcosa d’insolito. Quella, ormai, era la sua quotidianità.
“Assolutamente
normale.”
No che non è
normale!
Si
fermò, una gamba a ciondolare dal bordo del letto e l’altra ancora distesa. Si
guardò attorno, ma sia nella stanza sia nel corridoio accanto non c’era anima
viva. Eppure era sicurissimo di aver sentito qualcuno parlare. Scrollò le
spalle, credendo di esserselo sognato, poi la sentì di nuovo.
Un
brivido gli attraversò la schiena quando avvertì nuovamente quel debole grido,
perché stavolta fu certo di sentirlo.
Nessuno,
però, stava parlando, nessuno si era avvicinato alla stanza o stava per farlo;
la casa era avvolta completamente nel silenzio, eccetto che per Strawberry, che
trafficava un paio di stanze più in là. La ragazza però non stava parlando, né
canticchiando o altro, e tantomeno gridando.
La
voce, pensò un secondo Quiche con una nota di panico, sembrava provenire da
dentro la sua testa.
C’è qualcosa
che non va!
“Sto
ancora sognando!”.
Scrollò
la testa con decisione e si tirò in piedi con un gesto stizzito, vestendosi in
fretta. Era molto meglio mangiare e mettere un po’ di zuccheri nello stomaco,
il suo cervello quella mattina sembrava decisamente restio a lavorare.
Svegliati!
Nella cucina della casa c’era soltanto un tavolino
dall’aria malconcia come arredamento. Strawberry, con aria baldanzosa, aveva
preparato una colazione veloce, che Quiche spazzolò in pochi secondi. Quando
ebbe finito, stando attento a non farsi vedere per evitare domande, tese
leggermente l’orecchio, in ascolto: nessun rumore, nessuna voce.
“Stavo proprio sognando…!”.
Si stupì un pochino di quel suo continuare a
ribadire la questione, ma sorvolò su quel pensiero.
- Mi spieghi questa levataccia? – biascicò
sbadigliando alla rossa.
- Ti hanno convocato al Palazzo Bianco. – replicò
lei con dolcezza – E Pie-san ha già cercato di contattarti, dice che sei in
ritardo.
Lui alzò gli occhi al cielo e sbuffò, suo fratello
era più pedante di una vecchia zitella.
- D’accordo, d’accordo…
Borbottando si alzò, uscendo di casa con aria
svogliata. La rossa lo seguì e lo sorpassò, e assieme si avviarono attraverso
un sentiero in terra battuta che s’insinuava tra una boscaglia rada,
lasciandosi l’abitazione alle spalle.
Camminare era una scocciatura, Quiche lo diceva
spesso, ma da quando Gaea era rinato preferiva camminare.
Il paesaggio del pianeta era ancora parecchio
spoglio, i villaggi e le città sotterranee stavano risorgendo lentamente in
superficie, cosicchè si scorgevano molto più spesso come agglomerati di due o
tre case al massimo; lo stesso valeva per la vegetazione, che solo in poche
zone, più bisognose o con una conformazione geofisica pericolosa - come zone a
rischio di frane - era aiutata a nascere dalle molte tecnologie dei gaeiani.
Eppure, cresciuto tra anfratti rocciosi e metallo, Quiche trovava quel
paesaggio bello quasi come lo era stata un tempo la Terra, e voleva goderselo
quando più poteva.
I due ragazzi avanzarono verso una spianata d’erba
chiara, al limitare della quale s’intravedeva un’immensa costruzione bianco
avorio, che si adagiava con dolcezza lungo l’orizzonte, lucente e sinuosa come
una figura vivente. Strawberry trotterellò in quella direzione, tranquilla,
quando si accorse che Quiche s’era fermato. Il ragazzo fissava un leggero
dislivello alla sua sinistra, che finiva insinuandosi tra rocce aguzze e
glabre. Strawberry lo guardò preoccupata assumere un’aria torva, mentre
stringeva leggermente i pugni chiusi.
- Quiche…?
Lui scosse la testa e riprese a camminare senza
una parola.
Subito
dietro quelle alte pietre si apriva una voragine che non aveva nulla di
naturale, ma Quiche evitò di guardarla, scostando lo sguardo con aria quasi
ferita. Strawberry evitò le domande e aspettò che lui la raggiungesse,
prendendogli poi con delicatezza il braccio, in silenzio.
Giunsero
a destinazione una decina di minuti dopo. Il Palazzo Bianco era, da sempre, il
centro del governo e delle istituzioni di tutto il popolo degli antichi
terrestri e, in quel momento come migliaia di anni prima, veniva sempre
ricostruito nello stesso identico modo.
Tutto
l’edificio era circondato da alte mura, senza fronzoli di alcun genere, eccetto
che per alcune lesene disposte ad intervalli regolari lungo tutto il perimetro.
Su uno dei lati si trovava l’ingresso, un semplice trittico in pietre
rettangolari, sormontato da un timpano vagamente simile a quello dei templi
greci; il passaggio si apriva su un ampio giardino, ancora in parte spoglio, al
centro del quale si trovava una fontana incompleta, ma che presto avrebbe
raggiunto la raffinatezza di una statuetta di vetro soffiato.
Al
palazzo si accedeva attraverso una scalinata, dopo la quale si entrava in un
ampio salone a pianta circolare costellato di porte, alte almeno un paio di
metri ciascuna; ai lati dell’ingresso c’erano due lunghi corridoio dalle pareti
trasparenti, dietro a cui s’intravedevano quelle che un giorno sarebbero state
splendide aiuole.
Quiche
e Strawberry si diressero con sicurezza attraverso la porta dirimpetto
all’ingresso. Attraversarono spediti un ampio corridoio dal pavimento in pietre
grigie e dagli alti soffitti a botte, finchè non arrivarono di fronte ad un
immenso portone a due battenti dall’aria austera.
Lì
accanto, Tart se ne stava in piedi dondolandosi sui talloni, parecchio nervoso,
mentre Pie era completamente immobile, le braccia conserte; quando scorse il
fratello gli rivolse la migliore delle sue occhiatacce glaciali, sibilando:
-
Sei in ritardo.
-
Eddai, non arrabbiarti tanto! – cercò di blandirlo Quiche con un ghignetto –
Mica è la fine del mondo per cinque minuti in più!
Lo
sguardo di Pie si fece ancora più rigido, ma il ragazzo non aggiunse altro, e
Quiche fece finta di nulla, per evitare tediose discussioni. Con fare
cerimonioso Pie afferrò entrambi i battenti della porta. Tart si piazzò agitato
accanto a Quiche, dalla parte opposta di Strawberry, e portò le braccia lungo i
fianchi con tale foga che sembrava volercele saldare contro.
Il
portone si aprì con un cigolio. Dietro di esso si trovava una stanza altissima,
con almeno una decina di metri tra il pavimento e il soffitto, costellata lungo
tutte le pareti da altri scranni in pietra scura, simile all’ebano.
Quella,
un tempo, era stata la sala del Consiglio dei Trenta, l’organo governativo più
importante di Gaea. Trenta consiglieri, scelti dai gaeiani per valore e
intelligenza, indipendentemente dalla classe sociale, discutevano e decidevano
delle sorti della loro gente, garantendone la sicurezza.
Adesso,
però, la sala era vuota. Solo una figura si ergeva dal seggio centrale,
affiancata da due soldati dall’aria truce.
Appena
entrati, Quiche, Strawberry e gli altri due s’inginocchiarono rispettosamente,
e Pie prese la parola:
-
Deep Blue-sama…
Sentendo
quel nome Quiche avvertì un lievissimo giramento di testa. Una sciocchezza,
pensò, non centrava nulla col fatto che fosse al cospetto del suo signore.
“Perché
mai dovrebbe centrare?! Mi sono semplicemente chinato troppo velocemente, tutto
qui!”.
Ma
la vertigine restò, lievissima, anche quando Pie si fu rimesso in piedi – segno
che il loro signore aveva dato il consenso – e tutti gli altri ne ebbero
seguito l’esempio.
Deep
Blue fece un leggero segno di saluto con l’affusolata mano pallida, sorridendo
con gli occhi gelidi:
-
Pie, hai da farmi rapporto?
-
Sissignore! – rispose prontamente il ragazzo che, dopo il ritorno a casa, era
stato incaricato di seguire gli sviluppi della colonizzazione di massa della
Terra.
“Lo
ricordo perfettamente.”. si ripetè Quiche, fissando Pie in silenzio.
Eppure,
continuava a sentirsi strano. Fino a pochi secondi prima era tutto a posto,
tutto normale, ma…
“Appena
ho visto Deep Blue-sama…”.
Si
trattenne a stento dal digrignare i denti quando il suo sguardo passò sulla
figura del nuovo sovrano del pianeta, troppo impegnato ad ascoltare il rapporto
di Pie per badare a lui.
-
Ehi! – gli sussurrò Tart, dandogli una gomitata – Che faccia fai?! Vuoi
metterti nei guai?!
Quiche
non rispose, guardandolo di traverso.Era pur vero che in passato il suo comportamento col loro signore non
era stato dei più immacolati, ma gli sembrò strana tutta quell’agitazione da
parte di Tart: non era mai stato molto mansueto, neppure nei confronti di Deep
Blue.
“Eppure,
ora ne sembra terrorizzato.”.
È sbagliato.
Sussultò.
Guardò il fratellino, di nuovo rigidamente rivolto verso Pie, poi Strawberry,
attenta ad ogni parola che il ragazzo pronunciava: aveva sentito solo lui
quella voce?
“Me
lo sarò immaginato… Sì…”.
No.
Sgranò
gli occhi, guardandosi ancora attorno. Nessuno reagì, nessuno parve sorpreso.
Nessuno aveva sentito.
Perché loro non sono reali.
Tu sì.
Si
sentì di nuovo girare la testa. Chiuse un poco gli occhi e si passò una mano in
volto, le tempie che pulsavano.
-
Che ti prende, Quiche?
Il
ragazzo alzò stancamente lo sguardo verso Deep Blue, che lo fissava con
sufficienza. Pie lo stava fulminando con occhi feroci, mentre gli sguardi di
Strawberry e Tart erano un misto di dubbio e apprensione.
-
Stai male? – gli domandò in un sussurro preoccupato la rossa. Quiche annuì
lievemente.
-
Non ti sei ancora ripreso del tutto. Certe ferite non guariscono così
facilmente.
Asserì
convinto Deep Blue, con tono accondiscendente. Quiche non lo guardò, di che
ferite parlava? Che stava dicendo?
–
In fondo è stato un eccesso di zelo farti venire fin qui…
Quiche
non rispose. Ogni parola del suo signore gli sembrava strana, suonava falsa,
artificiale.
“Non
è possibile! È senza senso!”.
-
Sì… - bofonchiò poi – Non mi sento molto… In forma, in effetti…
Deep
Blue fece un rapido gesto con la mano:
-
Ritirati pure. Provvederò che ti sia riferito tutto ciò che discuteremo oggi.
Quiche
annuì e si slanciò fuori dalla stanza come se gli fosse ormai irrespirabile
l’aria all’interno. Si fermò pochi metri dopo la porta senza fiato, sentendo
che gli stava montando la nausea.
-
Quiche… Cosa succede? È la ferita…?
Il
ragazzo guardò Strawberry con fatica. Lei lo sorresse leggermente,
sorridendogli con una dolcezza che Quiche non le aveva mai visto.
-
Feri… ta? – chiese lui confuso, poi si toccò istintivamente il ventre.
-
Sì, non te lo ricordi?
Lui
scosse la testa:
-
Oggi mi sembra tutto… Così confuso…
-È
già successo, stai tranquillo. Sono le medicine che non ti lasciano dormire
troppo bene… – disse lei rincuorante – Hai rischiato molto dopo la battaglia, è
normale che tu sia ancora frastornato.
L’ascoltò
con la stessa attenzione di un bambino a cui si sta raccontando la favola
preferita. Medicine… Ferite… Perché non ricordava?!
-
L’ha detto anche Pie-san, - continuò la rossa - ci vorrà un po’ di tempo. Del
resto… Un colpo di spada di Ao No Kishi…!
Quiche
la fissò ad occhi sgranati.
-
Ao No… Kishi…?
“No,
non è vero! – pensò lui, allarmato – Quel bastardo mi aveva ferito, sì, ma
non…”.
Si
passò nuovamente una mano sull’addome e la sua testa gli diede una fitta
atroce. Si premette entrambi i palmi sulle tempie, ma il dolore non passò;
Strawberry gli passò un braccio attorno alle spalle, pigolando:
-
Oh, tesoro…!
Quell’esclamazione
causò al ragazzo una fitta ancora più forte.
È sbagliato, sbagliato!
“Taci…
Taci, maledizione!!”.
Scostò
la rossa con fare brusco e la fitta cessò. Nella sua testa tornò il silenzio, e
mentre Quiche si rimetteva dritto la rossa lo guardò confusa; lui le fece segno
di stare tranquilla:
-
È solo un gran mal di testa… È meglio che me ne torni a dormire.
La
ragazza gli sorrise dolcemente, accarezzandogli una guancia:
-
Sì, direi che è meglio.
Gli
prese con delicatezza una mano e lo guardò, allungandosi poi verso il suo viso.
Rimase
basita quando lo vide allontanarla, tenendola per le spalle:
-
Quiche…?
Lo
fissò guardarla stranito; lei lo squadrò arrabbiata, la voce che andava
incrinandosi:
–
Ma che ti prende?! Non è il fatto che non ti senti bene… È da questa mattina
che sei strano!!
Lui
scosse appena la testa, premendosi con forza la tempia:
-
Scusa…
Si
allontanò velocemente attraverso il corridoio senza guardarla, fermandosi solo
quando fu sicuro di essere da solo.
Si
passò una mano sul viso, l’aria di chi ha visto un fantasma, premendosi il
pugno sulle labbra.
Poco
prima, quando la rossa stava per baciarlo, aveva avuto una sorta di flash, il
ricordo vago di un viso. Il viso di una ragazza…
Un
viso che lui non conosceva.
Sì che lo conosci!
“Non
lo conosco!” si disse con convinzione.
Eppure,
anche se cercava di scacciare l’agitazione, sentiva che quella voce aveva
ragione: nell’attimo in cui aveva intravisto quel volto, aveva sentito una
stretta allo stomaco, come se baciare Strawberry sarebbe stato un tradimento
nei suoi confronti.
“
Di qualcuno che non… Conosco?! Oh, kami-sama,
sto davvero male!”
Si
domandò per l’ennesima volta cosa stesse facendo, perché tanti pensieri
assurdi?!
Era
a casa, sul suo pianeta, un pianeta vivibile. Avevano completato la loro
missione e Deep Blue era risorto. Aveva Strawberry!
Tuttavia…
Perché
era così sicuro che fosse quella, la
cosa strana?
Eppure
non lo aveva sperato? Non l’aveva desiderato così tanto da dannarsi l’anima?
Non aveva voltato le spalle a tutto, alla sua gente, al suo signore, ai suoi
fratelli, fregandosene del mondo intero solo per proteggere lei?!
Solo
per avere lei?!
E
allora perché gli sembrava sbagliato?!
Si
passò le mani nei capelli, esasperato, quasi che non dovesse essere lei ad
essere lì.
“Ma
qualcun altro… Qualcun altro… Come è stato qualcun altro a ferirm…”.
Ripensò
un istante a ciò che aveva detto prima Strawberry, e di colpo capì perché la
sua frase gli era parsa strana e perché il sentir parlare Deep Blue, poco prima,
gli era sembrato tanto assurdo.
Deep Blue era morto. Ed era stato quell’umano,
Mark, a distruggerlo, liberando la MewAqua da dentro il proprio corpo e
dissolvendo due esistenze, la sua e quella dello stesso Deep Blue.
E
lui… Certo lui…
“Io
ero… Morto…”.
Rivide
nitidamente la lama affilata di Deep Blue che gli perforava il torace,
ferendolo a morte. Il corpo che si faceva insensibile… Il freddo…
E
Strawberry… Certo, Strawberry che piangeva… Poi… La Mew Aqua che pioveva dal
cielo, lui che riprendeva a respirare… Strawberry morta…
Il
resto era ancora confuso, ma ricordava chiaramente che la ragazza s’era
nuovamente svegliata… Ed era rimasta laggiù, sulla Terra.
Come
poteva esserselo scordato?
“No,
non l’ho scordato… - si disse con convinzione – Non riuscivo a ricordarlo…”.
Allora,
se davvero le cose erano andate come ora le ricordava, perché Deep Blue, il
tiranno – sì, ora iniziava a ricordare la crudeltà di quell’essere – perché era
al governo di Gaea? E, soprattutto, perché lì accanto a lui c’era Strawberry?
Fece
un altro sforzo per rimettere le cose a posto nella sua testa, ma ottenne solo
una nuova fitta di dolore.
Cos’è
che doveva ancora ricordare? Perché non ci riusciva?! E quella ragazza che
aveva visto…
È la fuori che ti aspetta… Non
puoi restartene qui a dormire!
-
Non mi sembra proprio di stare dormendo…
Borbottò
a voce bassissima, tra i denti: “Perfetto, ora parlo pure da solo!”.
Non stai parlando da solo.
“Mi
rispondi pure?!”. pensò stizzito.
Se
stava davvero impazzendo, non era il caso di farlo sapere a tutti quanti; molto
meglio non parlare e perdere la ragione in solitudine.
Certo. Perché, cosa dovrei
fare?
“Ok,
starò al gioco: spiegami come starei dormendo, se sono sveglio! Anche se
comincerò a crederlo, dato che sento le voci…”.
Invece stai
dormendo…
Ma
se continui a farlo, non ti sveglierai più!
Quiche
restò in silenzio, sentendosi decisamente spaventato da quelle parole; ma per
quanto assurde, gli parvero molto più vere di quel mondo idilliaco che gli si era
presentato di fronte agli occhi al risveglio.
Improvvisamente
qualcosa gli arrivò alle orecchie: un suono lontano, indistinto, che si perdeva
nel silenzio del corridoio.
Lo senti?
“Non
sono ancora sordo.” Pensò seccato.
Avrebbe
potuto giurare di sentire quella voce ridere.
Allora sai dove devi andare.
“Ah,
ma davvero?” domandò sarcastico.
Sì.
Quiche
restò di nuovo in silenzio. Sospirò e si accorse, incredibilmente, che sapeva
in effetti dove andare.
Ti hanno fatto vivere
l’illusione sbagliata. Il tuo sogno non è questo, ma ti sta aspettando…Devi solo rimettere insieme i pezzi.
Senza
più stare a farsi tante domande, Quiche seguì obbediente le sue gambe, che lo
portarono ben lontano dal Palazzo Bianco, fuori, in superficie, e poi ancora
avanti, fino alla zona che poco prima lui e Strawberry avevano sorpassato e che
lui aveva così accuratamente evitato di guardare.
Avanzò
a passo sicuro: la melodia fioca di prima era ancora udibile e, anzi, s’era
fatta più distinta, anche se non riusciva ancora a capire cosa la producesse.
Improvvisamente,
di fronte ai suoi piedi si aprì una spaccatura, lunga almeno una ventina di
metri, che si allargava di colpo di una misura sufficiente per far passare tre
uomini adulti affiancati, per poi restringersi e svanire nel terreno.
Quiche
guardò l’apertura deglutendo, l’idea di scendere là sotto l’attraeva come
quella di farsi strappare i denti uno per uno senza anestesia.
“Non
ho molta scelta, però… “. Tentò di convincersi, con scarsi risultati.
Iniziò
a scendere lentamente, socchiudendo gli occhi per abituarsi alla luce fioca.
Si
trovava in una sorta di enorme caverna scavata nel ventre roccioso del pianeta.
Era impossibile dire quanto fosse grande, ma ad occhio e croce là sotto si sarebbero
potuti costruire quattro campi da calcio con tanto di gradinate. Il soffitto
era segnato in più punti da squarci come quello da dove il ragazzo era sceso,
che si aprivano come vecchie ferite verso il cielo azzurro: guardandole dal
basso, però, si notava che sotto ciascuna apertura c’erano dei pannelli
metallici, saldati alla volta da enormi fibbie d’acciaio nelle quali sembravano
poter scorrere e andare a chiudere le fenditure, come portelloni di una nave.
Quiche
atterrò dolcemente, eppure il leggero tocco dei suoi piedi sul pavimento sporco
rimbombò cupamente nell’aria ferma.
Si
guardò attorno, nulla era cambiato dall’ultima volta che l’aveva vista. La
vecchia città della sua gente, dove avevano vissuto per secoli, si ergeva come
lo scheletro di un mostro nelle viscere scure della grotta, avvolta in
un’immobilità e un silenzio sepolcrali. La polvere si era velocemente
impossessata di quel mondo cupo, ricoprendo le strade di un velo di sabbia
argentea, mentre gli edifici cilindrici, segnati dalle finestre buie, orbite
vuote di scheletri di pietre e acciaio che lo osservavano immobili nella
penombra. Quiche fu scosso da un brivido, nonostante il cambiamento del clima
quel posto era ancora gelido; guardò un istante la condensa del suo fiato a
mezz’aria, le colonne di luce polverosa che scendeva dalle spaccature sopra la
sua testa: sembrava di stare in un’immensa cattedrale abbandonata.
Prese
ad avanzare lentamente, senza sapere bene cosa stesse cercando. Qualcosa,però,gli
diceva che era lì che doveva andare,
e da nessun’altra parte.
Si
guardò attorno, scorgendo in ogni triste via un angolo, un anfratto, un
edificio, un muro, un nascondiglio famigliare; poteva rivedere la gente
disperata, gli sguardi vuoti, i volti scavati e intirizziti dal freddo, i bambini
ammucchiati agli angoli delle strade come oggetti abbandonati, e il suono che
aveva udito nel palazzo bianco rimbombava, indistinguibile e fioco, tra quegli
spettri del passato, come una nenia funebre. Avvertì un senso di vertigine e lo
stomaco che si contraeva, non sarebbe mai dovuto tornare lì sotto.
Si
bloccò di colpo. Improvvisamente, la musica era aumentata d’intensità: restò in
ascolto, ed indistinte sillabe di cui non coglieva il senso gli arrivarono
all’orecchio. Qualcuno stava cantando, ma non riuscì a capire da dove
provenisse la voce.
Sembrava
uscire da ogni angolo, quasi fosse l’aria stessa a cantare.
“Ok,
sono completamente impazzito…!”.
No, non sei impazzito.
“Oh,
ancora tu?! – pensò seccato – Mi vuoi dire chi cavolo sei? E soprattutto, che
cavolo sta succedendo?!?”.
Cosa succede è troppo lungo
da spiegare. Lo capirai a tempo debito.
“Grazie
tante!”.
Quel che devi sapere è che
una parte di te, quella che sta cercando di uscire da qui dentro, sa cosa deve
cercare. Devi solo darle retta.
“Grande
spiegazione!”
Avrebbe
voluto avere il proprietario di quella voce davanti, soltanto per tirargli un
destro sul naso.
“Ma
perché dovrei darti retta? Chi mi dice che posso fidarmi di te, se non so
nemmeno chi sei?! O cosa sei?! Oltre
a non vederti, certo… Già il fatto che mi parli nella testa m’infastidisce!”
Chi sono io non è importante.
Per quanto riguarda il fidarti di me… Non mi sembra tu abbia molta scelta. Ma
anche se così non fosse, mi daresti retta perché in fondo sai che non ti sto
mentendo.
Quiche
era sicuro di poter classificare quel discorso come il più sconclusionato della
sua vita, ma non ribattè. Perché sapeva che quella voce aveva ragione.
Sbuffò
e tentò nuovamente di concentrarsi, mentre il canto che sentiva si faceva
abbastanza chiaro da distinguere le parole.
Eravamo sconosciuti che
partivano per un viaggio
non avremmo mai sognato quello che sarebbe successo
Era
una voce di donna, ma non era in grado di dire se fosse giovane o vecchia.
Ripensò al volto della ragazza che aveva visto e si accorse che non ne
rammentava più i dettagli.
“Com’è
possibile?!”.
Concentrati.
“E
come?!”
Fai uno
sforzo. Se non vuoi restare qui per sempre, sforzati, o non potrai più uscire.
“Ma da
dove devo uscire?! Dov’è qui?!
Non capisco…”.
-
Mi vuoi aiutare?! – urlò al vuoto – Io non capisco!
Adesso siamo qui, ed io mi
ritrovo improvvisamente
all'inizio di tutto con te
Restò
immobile minuti che parvero eterni, mentre la sua mente lavorava frenetica. Era
come avere la riposta ad una domanda lì, pronta ad uscire, ma non trovare la
parola giusta per dirla.
“Perché
non riesco più a vederla?!”.
Prese
a correre, esasperato. Seguiva senza un senso logico quella voce che cantava e
che in alcuni punti risuonava più forte e in altri si affievoliva, cercando
qualcosa che neppure lui sapeva definire bene. La città era diventata un
labirinto spettrale e lui ci correva dentro disperato, senza sapere cosa fare.
Nessuno mi aveva detto che
ti stavo per trovare
quello che hai fatto al mio cuore era inaspettato!
Quando ho perso la speranza, e tu eri lì a ricordarmela
Questo è l'inizio.
I suoi occhi
scorsero un bagliore distante, provenire dal centro della città. Nella luce
polverosa delle spaccature c’era qualcosa che luccicava, qualcosa di metallico.
“No…”.
Qualcosa
di argentato.
Argento.
“Argento.
Capelli d’argento.”
Sì…
“Ma
non riesco a vederla!”.
Sforzati ancora un po’.
Quiche
alzò la testa senza riflettere, guardando il soffitto scuro come se potesse
scorgere la figura invisibile di chi stava parlando fluttuare a mezz’aria:
“Ma
perché non mi aiuti?!”.
La
voce tacque e con tono pieno di rammarico, sembrò scusarsi.
Non posso.
Non posso fare niente più di così.
Quiche
non disse niente, continuando ad ascoltare quel canto distante.
Esatto.
Riprese
la voce con fare incalzante.
Ascolta. Ascolta…
Ascoltare.
Ascoltare, canto, canzone. Voce… La sua voce…
“È
la sua voce!”.
Quella
presa di coscienza fu come una ventata d’ossigeno.
Accelerò
la corsa. La sentiva, lei era lì, in un angolo della sua memoria, ma qualcosa
cercava di ricacciarla indietro e tenerlo prigioniero, in quel limbo dove non
distingueva nulla fra realtà, ricordo ed incubo. Nulla, tranne quell’immagine
ancora fioca.
Quiche
si concentrò sulla voce che sentiva, furibondo a sentirsi così impotente.
Eravamo sconosciuti, in
un'avventura pazza
Non avevamo mai sognato che i nostri sogni
Sarebbero diventati realtà
Di
colpo, si fermò, ormai senza fiato.
“Sono
arrivato.”
Per
l’ennesima volta, non sapeva perchè, ma sentiva che era così.
Riconobbe
subito quel posto. Era la piazza principale della città, quella che aveva
intravisto prima.
Sul
bordo di quella che era la fonte comune, era seduta una figura di bambina. Gli
dava le spalle ed era coperta da un mantello con cappuccio, cosicchè Quiche non
poteva che scorgere vagamente il profilo della piccola bocca che si muoveva e
il lento ciondolio di quelle gambette corte contro i bordi della fontana.
Adesso siamo qui, non
siamo spaventati del futuro
All'inizio di tutto con te
La
confusione si impadronì di lui: quella bambina era la cantante? Dov’era la
ragazza dai lunghi capelli che cercava?
E' per scoprirlo che sei qui.
Cercò
ancora di ricostruire quanto più poteva l’immagine della ragazza nella sua
mente, avvertendo una curiosa dolcezza salirgli nel petto, un sentimento nuovo,
ma che conosceva già da parecchio.
Non
era l’amore per Strawberry, no… Era sempre amore, ma era diverso. Più gentile,
più avvolgente.
Ed
era maledettamente bello.
Lentamente
il ragazzo iniziò a camminare verso il centro della piazza con gli occhi fissi
sulla bambina, sempre più convinto che gli sarebbe bastato chiamarla e avrebbe
trovato la soluzione. Sì, doveva averla quella bambina, nessun’altro…
-
Quiche…
Si
bloccò, la sensazione che qualcuno lo stesse trattenendo. La voce che lo chiamò
era dolce e preoccupata, quasi quanto la stretta che avvertì sulla stoffa della
sua manica.
-
Strawberry…?
Sussultò
l'alieno voltandosi. Lei lo fissò con aria afflitta, gli occhioni color
cioccolata pieni di lacrime:
-
Perchè sei scappato così prima?
Il
ragazzo avvertì una morsa dolorosa stringergli la gola a quello sguardo, che
soffocò un istante la forza del sentimento per l’altra ragazza, mandandolo in
confusione.
-
Cos’è successo? Perché non me lo dici?!
Non
ascoltarla!
Lo
sapeva. Sapeva che non doveva, ma ad ignorare quello sguardo qualcosa si
agitava dentro di lui con tanta foga da fargli male, e altrettanto male gli
faceva distogliere l’attenzione dalla bambina sulla fontana.
-Non
sei reale… - balbettò incerto.
Sentiva
i bisbigli della voce, preoccupati e frenetici, ma ne capiva il senso di
pochissimi. Tentò di allontanare con scarsa convinzione la mano di Strawberry.
Anche se fino ad un minuto prima aveva considerato la voce che sentiva frutto
di pazzia, senza di essa sentiva di aver perso l’unico punto fermo in
quell’universo assurdo.
Strawberry
singhiozzò stridula:
-Ti
prego... torna in te. Vuoi lasciarmi sola, non è così?!
Lui
non rispose, sentendosi così smarrito che non riuscì a soffocare una nota di
panico nel proprio respiro.
-
Non dicevi sempre che mi volevi solo per te? Io sono qui! - strillò la mewneko.
Non ascoltarla! Quello che ti
offre non è la realtà!
-Quiche… - singhiozzò lei.
Forse
per la seconda volta nella sua vita, Quiche restò semplicemente immobile, senza
riuscire a reagire.
Avvertiva
una sorta di ronzio nelle orecchie, che si mescolava al canto incessante della
bambina, assolutamente incurante dei presenti. Cercava di non guardare
Strawberry, era certo che se l’avesse fissata un istante in più non avrebbe più
avuto il controllo sulla sua volontà, ma non riusciva a capire da dove venisse
quella consapevolezza, e questo lo lasciava incapace di fare alcunchè. La testa
prese a girargli, la sentiva pesante come un macigno, faticava a respirare.
“Come
nel sogno che stavo facendo stamattina…”.
Si
premette una mano sulla fronte, scostando la rossa che continuava a
piagnucolare, stretta al suo braccio.
E la vita è una strada e
io voglio continuare a percorrerla
L'amore è un fiume, voglio continuare a navigarlo
La vita è una strada, ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
Il
mondo iniziò a sfocare piano sotto il suo sguardo sempre più stanco, i suoni
presero a mescolarsi, il suo corpo sembrava non appartenergli più. Solo la
sensazione delle mani della rossa di fronte a lui e la voce candida della
bambina alle sue spalle persistevano, perfino la voce che l’aveva accompagnato
fin là sotto s’era fatta impercettibile.
Sarò lì quando il mondo
smetterà di girare
Sarò lì quando la tempesta sarà finita
Alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te
Guardala…
Pensaci bene… Non è… Lei…
Quiche
chiuse un momento gli occhi, ritraendosi con poca convinzione alla stretta di
Strawberry; si costrinse a guardarla in viso, tenendo sempre in mente
l’immagine sfocata della ragazza dai capelli lunghi, come se quella figura
fosse l’unico sistema per mantenere la lucidità.
Che
fosse vero o meno, la cosa parve funzionare: guardò la rossa attentamente e, di
colpo, non riconobbe più la dolce terrestre dagli occhi nocciola. Non quella
che aveva conosciuto lui, per lo meno. In quello sguardo spaurito, in
quell’aria supplichevole, di certo non c’era quella Strawberry di cui si era
innamorato.
E la vita è una strada è
io voglio continuare a percorrerla
L'amore è un fiume, voglio continuare a navigarlo
La vita è una strada, ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
Sarò lì quando il mondo
smetterà di girare
Sarò lì quando la tempesta sarà finita
Alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te
La
fissò serio, facendo scivolare via il braccio dalla sua stretta. Lei lo fissò
spaesata, poi si fece lentamente meno espressiva.
-
Quiche…
La
figura della ragazza divenne sempre più evanescente e si dissolse come nebbia.
Con
un tremolio l’ambiente circostante si disgregò. Attorno a Quiche solo bianco,
nessun orizzonte, nessun limite, e una strana sensazione di leggerezza: a poca distanza
da lui, la bambina continuava a cantare, seduta apparentemente sul vuoto.
Avvertì
chiaramente la voce che l’aveva seguito fino ad allora sospirare sollevata.
Va’ da lei. Sbrigati, il
tempo è quasi scaduto.
“Potevi
dirmelo che eravamo di fretta!” pensò sarcastico.
Si
avvicinò alla bimba con circospezione. Si accorse che sotto di lei
s’intravedeva ancora il contorno sfocato della fontana, ma questa svaniva poi
nel bianco accecante che li avvolgeva.
-Ehi,
piccola... - salutò piano.
La
bimba si voltò di scatto e il cappuccio le cadde: lo guardava stranita, con la
bocca socchiusa, ma la melodia ormai familiare riecheggiava ancora, senza che
nessuno cantasse.
Sapevo che c'era qualcuno
da qualche parte
Un nuovo amore nel buio
Adesso so che il mio sogno continuerà a sopravvivere
Ho aspettato così a lungo che
Niente riuscirà a separarci
E la vita è una strada è
io voglio continuare a percorrerla
L'amore è un fiume, voglio continuare a navigarlo
La vita è una strada, ora e per sempre, un viaggio meraviglioso
Sarò lì quando il mondo
smetterà di girare
Sarò lì quando la tempesta sarà finita
Alla fine voglio restare all'inizio di tutto con te
Occhi
color del cielo lo fissavano, capelli argento si muovevano come spinti da una
brezza leggera. Quiche, confuso, la vide fissarlo un istante con un leggero
sorriso. l’aria tremò ancora una volta, e la bambina prese a risplendere come
se fosse stata fatta di vetro. Parlò pianissimo, una sola parola così lieve che
sarebbe stata incomprensibile a tutti, ma Quiche capì.
“Sel...!”
- SELENA!
Ripiombò nell’oscurità totale. Spalancò gli occhi, ma quel che
vide gli fece dubitare seriamente di essere tornato alla realtà. Sperò proprio,
anzi, di stare ancora sognando, perché in caso contrario sarebbe stato davvero
nei guai.
Era immerso in un liquido nero come la pece, viscoso, che sembrava
appesantirlo e trascinarlo sempre più in basso. Si accorse di non riuscire a
respirare, quella sostanza gli tappava la bocca come una pellicola e allo
stesso tempo gli gocciolava lentamente in gola, entrandogli nei polmoni. Tossì,
creando una marea di microscopiche bollicine, poi alzò la testa: c’era luce,
lassù, e se c’era luce, forse c’era anche, e soprattutto, aria.
Tentò di risalire, muovendo le braccia come per nuotare, ma quella
roba sembrava scivolargli addosso senza dare la minima resistenza e non
riusciva a darsi la spinta. Non demordè, sentendo di essere al limite delle sue
riserve d’ossigeno, e avanzò verso l’alto di qualche centimetro.
Scorse un paio di mani protese verso di lui e la voce di Selena,
fioca e confusa, raggiunse miracolosamente le sue orecchie: diede altre due
bracciate con tutta la forza che gli restava, afferrandosi saldamente alla sua
mano.
Si sentì tirar su di peso, cosa che non doveva risultare semplice
alla ragazza. Allungò il braccio libero cercando un bordo, una sporgenza, e
quando le sue dita avvertirono l’aria fresca e toccarono una superficie
asciutta, ci allungò sopra tutto il palmo, si puntellò e spinse con tutte le
sue forze.
La sua testa bucò la superficie melmosa col rumore di una bolla
d’aria che esplode. Prese sonoramente aria, accasciandosi al suolo, immerso
ancora in quella roba dalla vita in giù e tossendo tutta - o la maggior parte -
di quella che aveva respirato.
- QUICHE! Grazie al cielo…! – sospirò Selena sollevata e con voce
fremente – Sei sprofondato di colpo… Oh, kami-sama,
grazie…!
Quiche, ormai senza fiato, la guardò appena, mentre lei l’aiutava
ad uscire completamente, intervallando l’operazione con leggeri abbracci
tremanti.
- Ma… Cosa diavolo… È successo…?
- N-non lo so… - mormorò lei, pallida e con gli occhi lucidi –
Prima abbiamo sentito quella musica… E poi si è fatto tutto nero…
- Sì… - borbottò lui, mettendosi carponi – Ora ricordo…
- Io devo aver creato istintivamente una barriera all’ultimo
momento – spiegò ancora – perché ho solo perso i sensi, e…. Vabbè, ti spiego,
dopo, ora vieni ad aiutarmi!
Quiche la guardò di nuovo; notò che anche lei era sporca di quella
strana melma, anche se ne aveva tracce solo sulle gambe. Poi si guardò attorno:
tutto il pavimento sembrava essere diventato una gigantesca pozza di catrame e
tutti, chi più chi meno, ci stavano lentamente sprofondando dentro.
- Oh, d’ez-an!
- Vieni ad aiutarmi! – gli disse nuovamente lei, correndo da Mina
che, priva di sensi, era già affondata fin oltre le spalle.
Stranamente loro, che erano svegli, camminavano su quella
brodaglia come se fosse stata una pozzanghera di un centimetro scarso; ma
quella pozzanghera si trasformava in una voragine scura vicino a tutti gli
altri, e nessuno sembrava rendersene conto. Selena si inginocchiò il più vicino
possibile alla mewbird, tentando di afferrarla; Quiche velocizzò i tempi e
prese a levitarle sopra, afferrandola sotto le braccia.
- Non… Riesco a tirarla su…!
Disse lui stringendo i denti, e si accorse che più opponeva
resistenza, più la melma sembrava appesantire il corpo di chi ci si trovava
dentro.
- Lo so…! – gemette Selena, spaventata – Mina! Mina, mi senti?!
Sono Selena, svegliati!
- Ehi!
Urlò Quiche, anche se intuiva che non sarebbe servito tanto il
tono; si sentì tirare sempre più verso il basso:
– Svegliati, Mina, maledizione!
La morettina strizzò appena gli occhi, mandando un mugolio
sommesso:
- Sel…? Quiche…
- Oh, meno male! – sospirò l’altra ragazza, ritraendosi.
Quiche, sentendo di nuovo di riuscire a contrastare la forza di
gravità, finì di tirare su Mina, poggiandola accanto all’amica; lei guardava
entrambi, confusa:
- Ma che è successo…? – mormorò, reggendosi la testa – Cos’è…?
- Non lo so Mina. – fece Quiche sbrigativo – Ma vedi di
riprenderti in fretta, ci serve una mano.
I minuti successivi furono frenetici. Nemmeno liberare gli altri
fu semplice e più tempo impiegavano, più chi era ancora imprigionato
sprofondava.
- Lory-chan, ti sei svegliata! – cinguettò Keris sollevata, sporca
anche lei quasi totalmente, mentre guardava l’amica preoccupata. Vicino a lei
Pie non aveva un’espressione migliore.
- Ki-chan… - sussurrò lei timidamente, guardando l’amica dal basso
in alto e accorgendosi di avere la testa appoggiata alle sue ginocchia –
Perché… Cosa succede…?
- Non dovresti parlare. – le disse Pie, tentando di non tradire il
tremolio nella voce – Stai giù, adesso.
Lei annuì appena, sorridendo. Selena, lì accanto, sospirò sollevata,
mentre aiutava la piccola Paddy, che stava finendo di tossire con forza quella
roba nera.
Poco distante Ryan, Pam e Kisshu tentavano di tirare fuori
Strawberry, a cui stavano tenendo forzatamente fuori la testa per non farla
affogare.
- Avanti! – disse Ryan a denti stretti, immerso nuovamente fin
quasi alla vita nel tentativo di tirare fuori la rossa.
- Dai, Strawberry, svegliati!
Fece Pam preoccupata, e nel mentre la rossa mosse appena le
palpebre, riprendendosi; la melma prese a scivolarle addosso come acqua e la
mewneko iniziò a sporgere col busto. Con un ultimo strattone la tirarono fuori;
Strawberry tossì freneticamente per un minuto, spuntando con aria disgustata la
melma.
- Bentornata tra i vivi. – sospirò Quiche con un sorrisetto.
- Bella domanda. – fece l’alieno sarcastico – È la quinta volta
che la sento.
- Ora pensa a riprendere aria. – sentenziò Pam con un sorriso.
Poi si sentì un urlo. Tutti si girarono verso Mina, che stava
tentando di far uscire Tart: la discesa del ragazzino si era accelerata di
botto e anche la moretta stava sprofondando sempre più rapidamente.
- Mina!
- Non lo tengo più!
Gemette lei in risposta con tono disperato, cercando di reggere il
bambino con tutte le sue forze: più che un bambino, sembrava stesse tentando di
sollevare un macigno.
Mina urlò di nuovo: le mani scivolarono da attorno alle braccia di
Tart, lei perse la presa e fu sbalzata all’indietro, mentre il brunetto piombò
giù con un risucchio sordo.
- TARU-TARU!
- Tart…!
Pie si alzò di scatto, ma Quiche fu più svelto. Imprecando scattò
verso il punto dove si trovava Mina, che tentava di afferrare inutilmente Tart,
e senza troppi complimenti si immerse.
- QUICHE!
Selena corse vicino a Mina, sporgendosi verso la polla di melma
dov’era mezza immersa. La mewbird continuava a guardare la superficie nera e
lucida con aria sconvolta.
- Quiche! Tart!
Tentò anche lei di scendere là sotto, ma Pam, anche lei accorsa,
la fermò:
- Non puoi sapere se perderai di nuovo i sensi, una volta là
sotto!
Ci furono alcuni secondi di stasi: tutti fissavano il punto in cui
Quiche era sparito, Mina che continuava a scuotere impercettibilmente la testa.
Poi, finalmente, un braccio sbucò come un fantasma dalla melma.
Selena si lasciò sfuggire un urletto, riprendendosi però quasi subito e,
aiutata dalle due MewMew, tirando su i due alieni. Quiche respirava a malapena,
ormai senza forze, e si accasciò bocconi sul pavimento, lasciando la presa sul
corpo di Tart e facendolo rotolare fuori dalla pozza senza troppe cerimonie.
- Oh, ma…?! Ma che ti passa per quella testa bacata?! – pigolò
Strawberry guardando il ragazzo, sostenuto da una Selena con gli occhi sgranati
dallo spavento – Volevi suicidarti?!
Quiche le diede un’occhiata maligna, accennando senza forze un
gesto con la mano per farla stare zitta; intanto Tart si stava svegliando,
sputando fuori tutto quello che aveva ingoiato, sorretto da Pam e Mina.
- Mi dispiace…! – mormorò la mewbird – Io… Io non so…! Non sono
più riuscita a…!
Pam le strinse una spalla con la mano, rassicurante, facendola
tacere.
Il ragazzino, nel frattempo, pareva riuscire a restare da solo in
posizione non supina. Si mise ginocchioni, Paddy che lo fissava con gli occhi
lucidi, lanciando un’occhiata inquisitoria al fratellastro:
- Sei… Diventato scemo…?
- Bel modo… Di ringraziare, tappo! – protestò lui, strizzandogli
l’occhio – Non ti permetto di crepare… Prima di me, è chiaro?
Il brunetto girò la testa, bofonchiando una sorta di grazie.
Intanto la melma nera, così com’era sbucata, si ritirò del tutto,
svanendo nel pavimento come risucchiata da migliaia di fessure invisibili.
Tutti si lasciarono cadere a terra, stremati. Quiche non provò
nemmeno ad alzarsi.
- Come stai? – gli sussurrò dolcemente Selena.
- Mai stato meglio. – rise lui; lei scosse la testa – Sel… Tu ci
hai capito qualcosa?
Scosse appena la testa. Il ragazzo si zittì qualche secondo,
prendendo fiato:
- A proposito… Grazie, piccola…
- Per cosa?
-Per avermi tirato fuori…
La ragazza lo fissò confusa:
- Come?
Lui stiracchiò un sorriso, chiudendo gli occhi:
- Ho seguito… La tua voce…
Quando si svegliò, la prima cosa che sentì fu un fastidiosissimo
cerchio alla testa. Il suo corpo non doveva aver digerito quei viaggetti in
apnea forzata che gli aveva fatto fare.
Si tirò faticosamente a sedere, massaggiandosi il collo dolorante.
- Ciao.
- Ciao Sel… - biascicò con la bocca impiastrata dal sonno – Solo
una domanda: siamo nella realtà o sto ancora sognando?
- Vuoi un pizzicotto? – ridacchiò lei.
- No, lascia perdere. – sorrise – Mi fido.
- Ben svegliato. – sentenziòglaciale Ryan, seduto a qualche metro di distanza – Dormito bene?
- Mai così bene. – sbottò sarcastico – Quanto ho dormito,
piuttosto?
- Solo una ventina di minuti. – sorrise gentilmente Lory, che
aveva ripreso colore.
- E c’è stata calma piatta per tutto questo tempo?! – domandò
sorpreso.
- Pare che il nostro avversario non ci consideri così abili da
uscire dalla sua trappola. – disse Paminespressiva.
L’alieno dai capelli verdi si sedette, poggiandosi sulle braccia e
mandando la testa all’indietro, sbuffando:
- Allora? Qualcuno ha da che illuminarmi su quel che cavolo è
successo?
- Pare che la musica che abbiamo sentito ci abbia fatto cadere in
uno stato d’ipnosi. – rispose Selena, il mento appoggiato alle ginocchia – Ha
manipolato i nostri ricordi…
- … Facendoci vivere un’illusione che, nel frattempo, avrebbe
permesso alla sua simpaticissima
trappola di farci secchi. – concluse per lei il ragazzo – Davvero carino!
- A quanto pare non pensa sia necessario affrontarci direttamente.
– commentò Pie senza scomporsi.
- Vedrà ora di che pasta siamo fatti, chiunque sia! – esclamò
Paddy decisa.
- Però era un sogno davvero bello… - mormorò Strawberry, rossa
come un papavero e con l’aria sognante.
- Ma sei scema?! Come puoi dire una cosa simile?! – la rimproverò
Mina; poi assunse un’aria disgustata – Ma posso ben immaginare…
- Se nomini quell’ameba di Mark vomito. – fece Quiche maligno.
- Beh, che c’è di male?! – disse la mewneko con foga, ancor più
rossa in volto – La tua è tutta invidia, Mina!
- Non ci giurare (gocciolone).
- E non provare più a dire una cosa del genere, tu! (Io direi di
peggio -___-“”! ndRia). – continuò, indicando Quiche - Non hai voce in capitolo
sull’argomento!!
- Eh, quanto la fai lunga! Ma sei così acida anche con lui?
- Saranno mica fatti tuoi?!
- Strawberry, guarda che ti sta provocando… - le fece notare Mina,
scrutando l’aria divertita dell’alieno; ma Strawberry la ignorò:
- E poi non ne vedrei il motivo, mica sono tutti dei maniaci come
te!
- È questa la definizione che mi daresti (gocciolone)? Che
cattiveria, neko‘nee-chan.
- Finiscila di chiamarmi così!!
- Insomma, come sei permalosa.
- Tu sta zitto Ryan!
La rossa prese a discutere col biondo, che come al solito la
ignorava con suo fare superiore facendole saltare del tutti i nervi. Quiche si
accomodò, bisbigliando divertito:
- Non sono così convinto che sarebbe stata tanto riottosa se le
cose fossero state diverse… Ma questa è meglio se non gliela dico o mi uccide!
Selena, che già si era un po’ incupita al battibecco dei due,guardò Quiche di sottecchi, abbassando lo
sguardo con aria triste.
- Ehi, che c’è? – le domandò dolcemente. Lei scosse la testa:
- Quiche senti… Tu… Ecco…
- Uh? Che ti succede? – lei si mordicchiò il labbro:
- Non stavi sognando me, non è vero? – mormorò appena.
Lui la fissò un istante:
- Tu sì invece?
- Non rispondere alle domande con altre domande. – borbottò – E,
comunque, te l’ho già detto prima, quando ho sentito quella musica ho creato
d’istinto una barriera… Troppo tardi, è vero, infatti mi sono svegliata solo
io, ma non ho sognato niente. Ho solo perso i sensi.
Quiche continuò a guardarla, sorridendo sotto i baffi, il rossore
che aveva sulle guance gli diceva che non era proprio tutto vero, ma per il
momento lasciò perdere.
- Non mi hai ancora risposto.
Il ragazzo sospirò, restando un po’ in silenzio:
- No, hai ragione. – rispose poi, piatto – Non ho sognato te.
Selena sentì lo stomaco contorcersi, ma restò in silenzio.
- Era ovvio che non succedesse. – continuò sorridendole – Tu non
sei un ricordo, né un’illusione. Tu sei la mia realtà, quindi perché devo
sognarti se ti ho qui davvero?
Selena lo guardò ad occhi sgranati, diventando rossa fin alla
punta delle orecchie. Quiche rise.
- È quando dici queste cose e poi mi prendi in giro che ti
prenderei a testate! – sibilò tra i denti, mentre lui le poggiava l’avambraccio
su un lato della testa, tirandola a se, e prendeva a baciarle i capelli.
- Ti amo…
- Tanto non m’incanti! – protestò lei, dandogli le spalle – E se
mi tieni così mi spezzi il collo.
- Allora girati.
- No! – sbottò con fare imbronciato. Lui rise ancora.
Quando si fu calmato, Quiche era pronto per riprendere il
discorso, ma avvertì qualcosa nell’aria. Una musica.
- Mi sa che dovremo riparlarne più tardi…
- Di nuovo quel flauto…! – esclamò Pam, trasformandosi.
- Insomma (gocciolone)! – singhiozzò Strawberry.
- Oh no, un’altra volta no! – fece Tart disperato – Io in quella
roba non ci torno!
- Tappatevi le orecchie! – esclamò Selena.
Stavolta non l’avrebbe sorpresa. Si mise in piedi dirimpetto al
corridoio, tracciando dei segni nell’aria con le mani:
- Silfidi, dame del vento,
sogno della notte, ascoltate la mia preghiera. Silfidi, respiro del mondo,
ascoltate la mia richiesta.
Com’era successo contro lo shàdigar(*) le linee tracciate dalle
sue mani divennero scie luminose che s’intersecarono di fronte a lei, ma stavolta,
invece di racchiudersi a sfera, si disposero quasi a formare una barriera.
- Scudo Del Silenzio!
Le linee sfrecciarono sopra la sua testa e alle sue spalle,
formando una cupola che si avvolse attorno a lei e agli altri; l’aria si rarefò
tanto da rendere davvero difficoltoso respirare. Quiche incrociò le braccia con
un sospiro:
- Ecco, rischio di crepare annegato e ora mi mettono anche nella
stanza sottovuoto!
Strawberry si chiese, se aveva tanto bisogno di aria, da dove
prendesse tanto fiato per fare quelle battute idiote.
Si scordò in fretta la domanda, quando scorse quella cosa e capì cosa era successo a lei e agli altri poco prima.
Una sorta di essere informe totalmente nero, che pareva fatto di
gomma fusa, sfrecciò nella loro direzione volando a un metro da terra e
tendendo lunghi tentacoli che si deformavano di continuo, accorciandosi e
allungandosi; sibilò verso di loro come un proiettile e si appiattì contro lo
scudo di Selena, avvolgendolo completamente con uno sciabordio sordo. La massa
nera restò sulle loro teste per alcuni minuti, poi, come se si fosse accorta
che non c’era nulla per cui dovesse operare, si afflosciò contro le pareti
della cupola, scomparendo appena toccò il pavimento. Strawberry si lasciò
sfuggire uno squittio disgustato.
La cupola si dissolse. Selena barcollò un istante, rimettendosi
però subito dritta.
- Tutto ok?
Lei annuì a Quiche con aria decisa.
- Temo che la nostra risposta non sia stata tanto apprezzata dal
nostro avversario… - commentò Pie piatto, estraendo il suo ventaglio.
Dal fondo del corridoio si udì una risata acida e sguaiata, che
non prometteva nulla di buono.
Corsero per un breve tratto, tutti con le armi in pugno, pronti ad
affrontare il nemico; si continuava a sentire una musica, ma stavolta non
accadde nulla.
“Ci sta aspettando.” pensò Selena, i pugni stretti.
- Eccolo laggiù!
All’esclamazione di MewPaddy si bloccarono.
Di fronte a loro il corridoio sembrava essere stato vittima di recenti,
quanto maldestri, “lavori di ristrutturazione”: la parete alla loro destra era
stata squarciata e pochi tristi detriti se ne stavano ai piedi di un foro largo
almeno cinque metri; più avanti quasi tuttoil muro era stato buttato giù, formando col foro un unico spazio
semi-buio costellato di macerie di pietre e metallo. In un angolino, appoggiato
ad una sporgenza sgraziata, c’era un uomo: evidentemente sulla trentina,
nonostante i capelli grigio scuri, non alzò neppure lo sguardo al loro arrivo, restando
concentrato a suonare un piccolo strumento in legno, di forma quasi quadrata.
- Che bel pezzo! – gli rise contro Quiche – Carino pure il
flautino, pifferaio.
L’altro s’interruppe un istante. Fece un ghigno malefico, quasi
animalesco, agitando con delicatezza l’oggetto di fronte a sé:
- Piccolo moccioso ignorante… Questa è
una siringa.
- Ooh! E pensa quanto me ne possa fregare! – sbottò velenoso.
- Come hai fatto prima? Anzi, cosa
ci hai fatto prima, con quel coso?! – domandò MewBerry.
L’uomo fece spallucce e suonò un altro piccolo movimento. La rossa
mosse la coda, irritata, ma né lei né gli altri si spostarono.
- Volevo essere gentile. – disse l’uomo con finto tono mortificato
– Darvi una morte indolore… O quasi. Non sarebbe
stato bello morire sognando?
- Parla per te! – gli ringhiò contro MewMina.
- Però pare non sia stato sufficientemente convincente…
- Stai tranquillo, per quello non c’è stato problema… - sorrise
maligno Quiche – Sei solo un pochino in ritardo coi tempi.
L’uomo gli rivolse una fugace occhiata indagatrice. Selena sorrise
appena.
- Beh, non importa. – disse l’uomo.
Si alzò, infilando lo strumento in una custodia appesa alla fibbia
che portava sul petto nudo e fissando il gruppo con aria divertita. Selena
avvertì un brivido gelido percorrerle la schiena sotto lo sguardo di quei due
occhi gialli.
- Si vede che siete abbastanza robusti da crepare in maniera più
decente.
Porse la mano verso di loro, come ad invitarli ad avvicinarsi;
inclinò la testa di lato e il sorriso si deformò in una smorfia sadica, che
mostrava la fila di denti lupeschi:
– E’ la mia giornata fortunata.
Gli ci vollero due secondi. Scomparve senza un fiato, ricomparendo
addosso alla mewneko, stringendole in una morsa la spalla sinistra.
Con una forza inaudita, senza che l’uomo mollasse la presa,
MewBerry fu spinta cinque metri più indietro, strisciando per altri tre con la
schiena contro il pavimento. Sentì il bruciore della caduta prenderle tutto il
torace, ma non ebbe tempo di preoccuparsi di questo: l’uomo le stava pressando
un ginocchio contro il busto, tenendola schiacciata a terra, la grossa mano
saldamente stretta al collo di lei.
- Non ci siamo capiti, bambina. – le disse ridendo mellifluo – Se
mi attacchi con quel giocattolo non ce la fai…
MewBerry aumentò la presa sulla sua campanella di peluche, l’altra
mano che tentava inutilmente di liberarsi da lui; mezza accecata e senza quasi
più fiato lo guardò in viso, tremando alla vista della sua aria divertita,
mentre lui la sollevava di peso portandosela sopra la testa.
- MewBerry!
MewMina scoccò un colpo in direzione del loro nemico, ma lui,
senza alcun problema, si girò appena, riuscendo ad afferrare la freccia
d’energia con la mano libera.
- Cosa…?!
Si sentì chiaramente il rumore sinistro dell’energia del colpo che
si scaricava sulla sua pelle, ma quello non fece una piega, anzi, sogghignò
divertito; l’altra mano non lasciava la presa da MewBerry, che ormai aveva
abbandonato anche la sua arma nel tentativo di liberarsi.
- Ripeto, non ci siamo capiti. – disse lui, sospirando – Così
morite, lo sapete, vero?
Quasi annoiato lanciò senza entusiasmo la rossa di lato; questa si
accasciò inerme, prendendo goffamente aria.
- Come sei noiosa! – sbuffò lui, dandole un calcio nello stomaco.
- Oh, brutto…!
Keris si teletrasportò alle sue spalle, i suoi nunchaku
pericolosamente vicini alla testa dell’uomo, ma questi non fece altro che
sorridere ancora: con una mano bloccò le armi della ragazza, che non fu
abbastanza pronta da lasciarle per fuggire o difendersi; la gamba di lui volò
fulminea verso il collo di Keris, che fu presa in pieno da una tallonata,
finendo dall’altra parte del corridoio.
- KI-CHAN!
- Keris!
- T’ho…
L’uomo, sorpreso, sorrise contento, ignorando MewMina, che con uno
scatto raggiungevano l’amica.
– Sei più abile del previsto…! Ti avessi presa bene ti avrei rotto
l’osso del collo.
Anche MewBerry, sforzandosi di restare in piedi, era andata in
aiuto di Keris: questa, infatti, sembrava parecchio frastornata dal colpo e non
riusciva ad alzarsi. Quiche strinse la presa sui suoi sai.
Ryan guardò prima Keris poi l’uomo, furente:
- Chi… cavolo sei tu, bastardo?!
- Le domande stupide abbondano tra voi, a quanto vedo. – rise
quello aspro – In ogni caso, dato che siamo qui… Mi chiamo Rigel bamboccio.
Avanzò lentamente verso di loro, l’aria da folle, facendo
scricchiolare forte le nocche:
- Le premesse non sono entusiasmanti, ma dalla mia trappola siete
scappati… Perciò, visto che è da quando sono sulla Terra che aspetto di
ammazzarvi, cercate di non farmi annoiare.
(*)
vedi cap. 33
Stop! Spiacente,
lo scontro alla prox puntata ^o^! (sì, sì, fai pure, non ti curar di noi
-___-**… NdPers). No, la verità è che il personaggio di Rigel è apparso davvero
molto meno rispetto a quel che m’ero programmata all’inizio, perciò fatemelo
durare un pochino ^^””!
Che dite? Mi è
venuto caruccio ^^?
Ma te che ti fumi prima di scrivere? No, dimmelo che per mettere in giro
ca**** del genere dev’essere roba buona… ndKisshu
Non si fanno
certi discorsi in pubblico!
Ed è per questo che ti arrabbi -__-“”? ndRyou
Piuttosto, che ti salta in mente di far sbaciucchiare Kisshu e Ichigo?!? ndSelena_con_aria_omicida
Faccio notare che io non c’entro niente, ero in stato confusionale
^^””””””!!!! ndKisshu
TU ZITTO! ndSelena
D’ho ç__ç ndKisshu
Ma è solo un
bacetto a stampo, totalmente innocente ^^”””!
Te lo do io il bacetto innocente +___+****… ndSelena
SWAAAAAAAAH!!!
Kyaaaaaaaaah!! <- Ria viene sbalzata da un colpo di Selena alla fine della
galassia, spiaccicandosi contro un satellite alieno vagante.
O__O””… ndKisshu
Forse è meglio che finisco io i ringraziamenti ndRyou
Anche perché non credo che Ria tornerà tanto presto ^^”! ndRetasu
Ryou: (colpetto
di tosse) Allora… anzitutto grazie a Killkenny
(ma dare 10 a quest’autrice invasata mi sembra eccessivo -_-); sinceramente di
casini mi sembra ce ne siano già fin troppi, ma spero che le tue predizioni non
si avverino o l’autrice ci fa crepare tutti! A Sognatrice91, non sarà un po’ esagerato questo tuo amore
spasmodico per Pai?
Ichigo: senti o
rispondi alle recensioni decentemente o lo faccio io!
Ryou: ok, ok
-_-“… (nevrotica)
Ichigo: CHE HAI
DETTO?!?
Ryou (la
ignora): cmq, se può consolarti credo che questa passione viscerale per quella
specie di mummia aliena ce l’ha anche Ria…
Pai: Farmi dare
della mummia da te lo trovo offensivo, sappilo -_-*.
Ryou
(imperterrito): Quindi, tutto bene. troppi misteri? E di questo capitolo che mi
dici?! Io ho capito solo metà… Spero che Ria ci faccia la grazia di spiegarci
qualcosa! per Danya91, Ria ti ringrazia tantissimo (ci credo, sei la sua
unica fan! – Ryou, finiscila! ndIchigo) e io concordo con te, sto tizio è un
insensibile e la nostra Retasu è una grande.
Keris: Vuoi che ti picchi +__+*?! (Pai: -_-***…)
Ryou: è un commento oggettivo!
Keris: Te lo do io!
Ria (risorta dallo spazio): BUONI, BUONI! Ci siamo
capiti, non vi si può lasciare da soli che alla fine delirate più di me! fatemi
finire, va!
Allora, nee-chan grazie mille ^\\^, troppa grazia,
troppa grazia! Spero ti piaccia anche questo ;) (ps sì, alla fine ho risolto
tutto ^^!). chiudiamo con Mary_Cry, sono contenta che tu l’abbia preso come
regalo ^^!! Sn davvero felice xD! Lo so, lo so, come cappy è strano, ma forse
questo è peggio ^^””! non ha limite la mia follia…
Vi lascio gente! Per consolarvi vi dico che ci sono
le bozze di altri 5 cap, quindi spero di aggiornare prima possibile (esami
permettendo -__-“). UN BACIONE A TUTTIIIIIIII!!
Yoooooohoooo!
Aggiornamento abbastanza rapido, non trovate ^^? A dire il vero questo cap era
già bell’e pronto da mò, ma ho dovuto ricorreggerlo parecchie volte… e Poi,
FINALMENTE, ecco le ultime schede dei Combattentiiii! (Ma come siamo felici
-___- … ndLettori_indifferenti – ç__ç d’ho!). Mi disp tra studio e tutto non
sono riuscita a fare i disegni T__T, ma tra 2 sett arrivano le vacanze ^o^! Mi
darà da fare è__é! (Ma se eviti siamo tutti più contenti… ndTutti –
ç_____ç*****!! ndRia)
Eccoci al
nuovo cap! Vi prego non ammazzatemi qualunque cosa leggerete ^^””! (cos’è una
minaccia o un avvertimento?! O__o”” ndPers_terrorizzati) libero sfogo al
sadismo e alla follia xDD! (autrice bastarda ç___-*****… Ndpers_disperati). Ci
vediamo in fondooooo!
Cap. 46 –
BishopBeast’sMadFrenzy
Selena
indietreggiò lentamente, rabbrividendo dalla testa ai piedi; nemmeno la vista
di Keris e la rabbia per ciò che aveva fatto alla sua amica la scossero.
Non aveva
mai incontrato un individuo simile.
Rigel non
era un bimbetto sadico come Alnitak ed Alnilam, né uno che giocava come
Bellatrix. Non era nemmeno come quei due tipi, l’arciere e il ragazzo con la
maschera da teschio.
No, Rigel
era di tutt’altra pasta.
Soltanto
guardarlo le gelava il sangue nelle vene: aveva la sensazione di trovarsi in un
vicolo cieco sotto le grinfie di una qualche bestia feroce, che al primo
respiro più forte le sarebbe saltata alla gola sbranandola.
- Quiche…
Strinse
un poco il braccio del ragazzo con mano tremante; lui non rispose, mantenendo
il suo solito sorrisetto sarcastico, ma sudava freddo. Lui e Pie si scambiarono
un’occhiata d’intesa:
- Ho
capito. – disse l’alieno dai capelli verdi – Strawberry!
-
C-cosa…?
- Come
sta Keris?
La rossa
scosse la testa, boccheggiando confusa.
- N-non…
Non lo so. – mormorò al suo posto MewMina, che reggeva a fatica una Keris
barcollante.
I tre
fratelli si guardarono un altro istante.
-
Allontanatevi. – disse Pie lapidario.
Selena e
le altre MewMew scrutarono i tre, ma non ottennero altro.
- State
indietro.
Confermò
Tart con decisione. Rigel ridacchiò:
- Non sta
bene ignorare così le persone…! – fece offeso, avvicinandosi ai tre – E vi ho
già detto che non dovete giocare con me… Cosa vorresti farmi con quelle, ragazzino?
Indicò le
bolas di Tart con un ghigno, ma lui non si scompose. Rigel scattò in avanti e
tentò di colpirli, ma lo slancio che prese fu troppo lento, e i tre ragazzi lo
evitarono senza difficoltà.
In
compenso, il pavimento incassò malamente il suo colpo, spaccandosi per una
lunghezza di due metri. MewLory non trattenne un urletto strozzato, e la vista
del buco convinse definitivamente lei e le altre ad indietreggiare,
raggiungendo Keris e lasciando ai ragazzi campo libero.
- Ho Rai Den(*)!
Tart,
approfittando della confusione, lanciò con tutta la forza le sue bolas centrando Rigel in piena schiena, e quest’ultimo ringhiò
roco, rotolando di lato con un gran fracasso. Tart sorrise soddisfatto:
- Cosa ti farò? Questo,
bestione!
Prima che Rigel si rialzasse Pie mosse il suo ventaglio e gli scaricò
addosso il Fuu Rai Sen: l’urlo dell’uomo suonò duro e
secco nell’antro, coperto poi dall’esplosione che le saette dell’arma avevano
generato sfiorandosi. Rigel, però, si rialzò e si allontanò dal loro raggio
d’azione; barcollò in avanti, cercando di non crollare svenuto, e ripresa
lucidità scorse il luccichio del metallo arrivare a venti centimetri dal suo
torace, appena in tempo per evitarlo e non farsi passare da parte a parte.
Il sai di
Quiche affondò in avanti: il ragazzo percepì chiaramente l’attrito con un corpo
vivo vibrare lungo la lama, ma il colpo non era andato completamente a fondo
come voleva. Il ragazzo si voltò rapidamente, riportandosi faccia a faccia al
suo avversario, che sorrideva guardando il taglio che si formava sul suo petto:
- Sei bravo, bimbo!
Quiche si protesse la faccia sovrapponendo le lame dei gemelli un
secondo prima che il pugno di Rigel vi si avventasse contro; ricevette un
contraccolpo pazzesco, ma non vacillò, continuando a fissare l’espressione
euforica di Rigel.
“Sta ridendo…! Quasi gli buco la cassa toracica e questo sta
ridendo! – pensò senza parole – E’ fuori…!”.
La mano di Rigel spinse i sai verso terra, costringendo Quiche a
sciogliere l’incrocio delle lame e a sollevarsi un paio di metri da terra:
“Se riesce a prendermi mi massacra.”.
Il bestione compì una rotazione sul busto e si lanciò contro Tart,
che non si teletrasportò in tempo. La sua caviglia sembrò un grissino stretta
nell’enorme mano di Rigel.
- Ciao cucciolo.
Il ragazzino fu scagliato come un proiettile al suolo, sollevando
un polverone grigiastro; non gli piacque troppo il rumore che fece il suo
braccio all’impatto.
- Taru-Taru!
MewPaddy, stufa, fece per andare in aiuto dei tre alieni, ma Pam
la trattenne per il polso.
- Lasciami!
- Non puoi andare là da sola! – la rimproverò MewMina – Non hai
ancora capito che tipo è quello?
La biondina si morse il labbro con forza, senza rispondere.
Intanto Tart si era tirato faticosamente in piedi, l’aria dolorante
e un po’ frastornata.
- Siete robusti. – commentò Rigel con un fischio – Mi piacete,
bambini!
Quiche osservò con maggior cura i movimenti dell’uomo,
all’apparenza così selvaggi, eppure così precisi e calcolati. Sudò freddo.
- Pie.
- Sì, ho visto. – fu il solo commento – Facciamola finita in
fretta.
- Ki-chan…!
- Come ti senti?
L’aliena riuscì finalmente ad aprire gli occhi, guardando confusa
prima MewBerry e Selena, che la sorreggevano, poi Ryan, che le stava
delicatamente pulendo il sangue dalla tempia.
- Bene… - bofonchiò lei – Ma… Cos’è…?
- Ti sei presa un bel calcione tra capo e collo. – sospirò il
biondo, sollevato di vedere che si era ripresa almeno un po’.
Le amiche l’aiutarono a mettersi per bene in piedi. Keris guardò
ancora confusa il combattimento tra gli altri quattro, aggrottando la fronte,
ed incrociò un istante lo sguardo con quello di Quiche: forse avevano avuto la
stessa idea.
- Ragazze…
- Che c’è?
- Quando vi do il segnale, colpite quel bestione con tutta la
vostra forza.
- Come?
MewLory la guardò senza capire. La ragazza fece per muovere un
passo verso lo scontro, ma Ryan la afferrò saldamente per un braccio:
- Dove vorresti andare?!
Lei rispose con un’occhiata eloquente, sorridendo decisa:
- Fidati di me.
Lui non cedette, ma alla fine la sua mano scivolò lentamente sulla
pelle dell’aliena, che scomparve un istante dopo; purtroppo, lui non poteva
aiutare nessuno, nemmeno lei.
Keris apparve nel punto cieco della visuale di Rigel. Lanciò
un’occhiata a Tart, ancora malconcio, e lui annuì, teletrasportandosi
velocemente fuori dalla portata di futuri colpi dei suoi compagni. Con un urlo
Keris si lanciò contro Rigel, che accortosi solo in quel momento della sua
presenza concentrò tutta la sua attenzione sul nunchaku diretto verso di lui.
- La prossima volta provvedo a staccarti il collo dal resto,
mocciosa. – sibilò minaccioso, il legno dell’arma stretto tra le mani.
Il suo sorriso svanì quando vide l’aria soddisfatta di Keris.
- ADESSO!
La ragazza si teletrasportò solo un secondo prima che i colpi del
ventaglio di Pie e dei sai di Quiche centrassero il loro bersaglio, il rombo
delle scariche che tuonò tra le pareti mentre il corpo di Rigel veniva spinto
lontano dall’esplosione.
- Forza ragazze! – esclamò MewBerry, brandendo la sua campanella.
Gli
attacchi delle cinque partirono in sincrono e colpirono Rigel senza che questi
riuscisse a reagire. Si udì uno schianto fragoroso e l’uomo centrò in pieno uno
dei lati della parete da cui era passato, sbriciolandone un’ulteriore pezzo che
si spaccò in un rombo sordo.
Scese il
silenzio. Il gruppo fissava il polverone creatosi dalle esplosioni, in mezzo a
cui faceva capolino la sagoma indistinta del corpo di Rigel, immobile.
-
L’abbiamo messo K.O.? – domandò Selena, per nulla convinta.
Nessuno
rispose.
-
Taru-Taru, come stai? – domandò preoccupata MewPaddy, mentre il ragazzino
spuntava vicino a lei.
- Bene –
rispose facendo spallucce – ho solo il braccio un po’ ammaccato.
Pie e
Quiche tornarono a terra. Quest’ultimo, sempre in silenzio, prese ad avvicinarsi
al corpo di Rigel, il sai stretto in mano:
- Respira
ancora. – fu il solo commento di Pie.
- Forza –
disse MewBerry senza fiato, guardando la sagoma che si andava definendo sempre
più con aria guardinga – andiamocene prima che riprenda conoscenza.
- Quiche!
Che vuoi fare?!
MewBerry
guardò MewLory, le mani alla bocca e lo sguardo spaventato, fissare l’alieno.
Questo brandiva il suo sai come un punteruolo, e sembrava del tutto
intenzionato ad usarlo per infilzare il torace di Rigel.
- Me lo
levo dai piedi prima che ci faccia fuori tutti.
MewBerry
gli fu in un lampo accanto, afferrandogli il polso:
- Ma non
puoi! – replicò sconvolta – Non lo puoi… Uccidere!
- Mica ho
chiesto a te di farlo. – puntualizzò lui – Sembra che debba farlo con le tue
mani!
- Non c’entra!
– disse lei con voce più stridula – Non…!
- Voglio
evitare di trovarmi questo stronzo tra dieci minuti pronto a fracassarmi il
cranio. – fece lui secco per chiudere il discorso – Quindi, levati.
MewBerry indietreggiò
inorridita. Cercò l’appoggio negli sguardi degli amici, ma MewPaddy, MewMina e
MewLory avevano la sua stessa espressione e non sapevano cosa fare. Il
ragionamento di Quiche non eradel tutto
sbagliato, Rigel era molto, molto più pericoloso di quanto lo fossero stati lui
e i suoi fratelli o gli altri Combattenti, però… Però uccidere…
“È
sbagliato! Punto e basta!”.
Guardò
Keris e MewPam, che si stavano limitando ad abbassare lo sguardo, come Tart;
Pie osservava la scena impassibile, come se fosse una cosa naturale.
- Sel!
La
ragazza la guardò triste.
Senza
attendere altre discussioni Quiche calò la sua lama. Questa, però, non trapassò
il petto dell’uomo, ma la sua mano, comparsa improvvisamente sulla traiettoria
del colpo di Quiche; con la stessa velocità il palmo si richiuse sulla lama,
incurante della ferita appena inflitta.
- D’ez-an!
- Cucù!
Successe
tutto in pochissimi secondi. Con la mano sana Rigel scagliò Quiche di lato come
fosse un fuscello, liberando l’altra mano dal suo sai; poi, con un calcio,
centrò MewBerry nello stomaco, facendola rotolare via.Subito gli altri saltarono addosso
all’avversario, ma la velocità di quest’ultimo sembrava raddoppiata: MewLory fu
schivata e centrata con una tallonata nelle reni, schiantandosi a terra, mentre
la frusta di MewPam fu afferrata e utilizzata contro la sua proprietaria, che
non pensando a lasciare la presa sull’arma fu usata come un peso appeso ad una
corda, travolgendo MewMina, Keris e Pie.
Rigel si
fermò un istante, sorridendo, e si leccò un po’ di sangue dalla mano:
- Siete
divertenti, bambini!
-
Maledetto bastardo…!
Selena,
furiosa, piegò le braccia dietro alla testa, scagliando poi le sue Lame di
Vento con quanta forza aveva. Rigel non si scompose e si limitò a pararsi il
viso e il torace con le braccia, aspettando che l’attacco si esaurisse
incurante dei nuovi tagli che gli comparivano sul corpo.
- Questo…
Fa maluccio! – rise con aria compiaciuta.
- Questo
ti farà peggio!
Una
specie di saetta gialla gli comparve di colpo davanti al naso, e la scarpa di
MewPaddy gli si stampò sulla faccia prima che lui pensasse anche solo a
fermarla.
- Paddy!
La
ragazzina guardò arrabbiata il loro avversario: se non serviva il MewPower, lei
aveva sempre un altro sistema per metterlo fuori gioco.
MewPaddy
sembrava una mitragliatrice. Crivellò Rigel di calci e pugni per due minuti
buoni, riuscendo sempre ad essere abbastanza rapida da schivare o da soffocare
i suoi fiacchi tentativi di contrattacco, e con un ultimo calcio spedì
l’avversario a distanza di sicurezza e per poi saltare indietro, onde evitare
ripercussioni; ormai era senza fiato.
- Uao
(gocciolone)… - mormoro Quiche - La mocciosa legna!
- Non mi
stupisco più che tu abbia quasi distrutto quel mio chimero, allo stadio
(gocciolone)… - gli fece eco Tart.
Gli altri
tentarono di rialzarsi rapidi, anche se Rigel non aveva avuto una mano per così
dire leggera. MewBerry si teneva ancora lo stomaco, tentando di non rimettere.
-
Stavolta almeno questo qualcosa deve avergli fatto…! – sussurrò Selena, già
pronta a colpire nuovamente.
Dopo
pochi secondi anche Rigel si alzò. Paddy sbuffò, esasperata:
- Ma di
cos’ha il corpo, cemento?!
L’uomo si
mise in piedi con difficoltà. Guardò quasi distrattamente il rivolo di sangue
che gli scendeva dal sopracciglio, poi prese ad ispezionarsi rapidamente il
corpo con una mano, come se ne saggiasse la consistenza per la prima volta.
- Una
costola… Due… - contò lentamente – Ah no… Beh, questa non è rotta… Spalla
lussata… Polso lasciamo perdere…
Sorrise.
- Siete
proprio divertenti! Finalmente portò giocare un po’ seriamente!
*_________________
Heka si
fermò un istante, stremato. Era impossibile uscire da quel labirinto, possibile
che non avesse ancora incontrato gli altri?!
“Quant’è
grande questo posto?!”.
Sbuffò, stufo,
non gli restava altra scelta. Voleva trovare i suoi subalterni prima che Shorai
gli giocasse qualche tiro sporco, anche a rischio di far crollare tutte le
gallerie di quel buco di satellite.
Afferrò
lentamente l’elsa di spada che gli spuntava da dietro le spalle e una lama
squadrata color grigio ferro gli si presentò davanti, affilata e lucente.
- Vuoi
giocare, Collezionista? Non chiedo di meglio!
La lama
emise un cigolio stridulo: quasi dal nulla, altre parti metalliche iniziarono a
spuntare dalla lama quasi fosse fatta di roccia fusa, scorrendo poi lungo il
filo della stessa come su un binario. Man mano le nuove parti di affiancavano e
saldavano da sole in posizioni ben definite, senza che Heka muovesse un
muscolo, e con una precisione tale da non rendere possibile capire quale fosse
la parte originale della lama e quale l’aggiunta; alla fine, la spada era
diventata una lastra di affilato metallo della lunghezza di quasi due metri e
largo una quarantina di centimetri, impossibile da maneggiare con una mano per
qualunque essere umano, eppure Heka la sorreggeva come se fosse stata fatta di
alluminio. Si udì un altro rumore secco e altre lame dalla forma di artigli
apparvero dietro ad Heka, posizionandosi come ali meccaniche lungo la curva
delle sue spalle. Dodici piume d’acciaio presero a galleggiare sopra la schiena
di Heka, senza sfiorarsi né con lui né l’una con l’altra.
- Giocare
con te è pericoloso… Ma dovresti saperlo che anche con me non si scherza.
Il
planetoide fu scosso da una violenta esplosione. Pochi secondi dopo, mentre il
comandante dei Combattenti d’Orione proseguiva la sua avanzata, circa cinquanta
metri dei corridoio della zona su-ovest erano stati ridotti ad un cumulo di
resti metallici, rocce e polvere.
- Se vuoi
scherzare, la pagherai.
*______________
Tutti
fissavano Rigel senza capire. Come poteva sorridere in quelle condizioni?
“Ha una
mano bucata! – pensò MewBerry terrorizzata – Ma chi è questo pazzo?! Forse non
sente il dolore?”.
Con tutta
tranquillità e senza smettere di sorridere, Rigel si portò la sua siringa alle
labbra. Selena fece per bloccare un’altra volta i suoni in modo che non
giocasse qualche tiro strano, ma dallo strumento uscì soltanto una nota,
acutissima e prolungata, che risuonò nel corridoio per un lungo, interminabile
minuto.
- Ma cosa
sta facendo?! – pigolò MewPaddy, premendosi le mani sulle orecchiette
scimmiesche.
-
Probabilmente vuole farci diventare sordi! – sbottò Keris.
Poi, di
colpo, la siringa cadde dalle mani dell’uomo. Rigel sorrise, un’aria folle in viso,
e il suo corpo prese ad emettere luce ed energia.
-
Giochiamo, dai!
Il primo
istinto di Selena fu di tentare di fermarlo, ma quell’energia era così forte
che la paralizzò dov’era dal terrore.
L’aria
prese a sfrigolare. Rigel, come se di colpo avesse cominciato a pesare il
doppio e le sue ginocchia non lo reggessero più, si lasciò andare a terra
gattoni, mentre la forza che sprigionava diventava quasi visibile, una rete di
elettricità accecante che gli sfiorava le braccia, le gambe, la testa.
L’uomo
trattenne un urlo evidente di dolore. Selena vide con ribrezzo che tutto il suo
corpo era scosso da spasmi terribili e prendeva ad ingrandirsi, tirando e
scricchiolando come la chiglia di un vecchio vascello consumato dalla
salsedine.
Le mani
di Rigel si dilatarono, raddoppiando di misura. Le braccia si irrobustirono,
diventando muscolose e tarchiate, quasi sbozzate; le gambe si allungarono,
entrambe le ginocchia si sporsero più in avanti e le cosce s’inspessirono di
volume, diventando larghe quanto il torace di Selena.
Rigel
ringhiò, sgranando gli occhi dal dolore, ma nonostante tutto non smise di
sorridere. Cacciò un urlo più forte e la sua schiena s’incurvò all’infuori, le
spalle divennero grosse almeno due volte la loro normale misura.
MewBerry
indietreggiò lentamente, le mani sulla bocca, senza quasi respirare.
Aveva
visto un sacco di cose strane, nell’ultimo anno. Un sacco di mostri, anche
parecchio orribili. Vedeva sé stessa, le sue amiche, prendere caratteristiche
animali che, passati i primi tempi, in fondo ormai trovava quasi graziose.
Nulla,
dunque, come quella cosa.
Come
quella cosa che aveva preso il posto di Rigel, quell’enorme mostro ricoperto da
una rada ed ispida peluria grigia.
Un’irsuta
coda grigio scuro, simile a quella di un lupo, si diramava spelacchiata dalla
schiena tanto curva dal sembrare una gobba; deformi orecchie a punta si
muovevano a scatti, pronte a cogliere il minimo movimento, e nel vederle così
aguzze e brutte la rossa - senza alcuna ragione - provò un moto di disgusto.
L’essere saggiò il pavimento con le enormi zampe dalle dita allungate, in parte
glabre, tastando con cura ogni sassolino con grossi unghioni neri ed affilati,
e MewBerry si fissò su quegli spicchi d’ebano lucente, grossi come tre sue
dita, che sembravano quasi impazienti di infilarsi in carne fresca, dilaniarla,
strapparla, aiutati dai disgustosi canini - troppo lunghi, troppo grossi,
troppo candidi - che apparivano sul volto trasfigurato dell’essere, né umano né
bestia, un orrido ibrido malriuscito attraversato da un sorriso pazzo.
L’essere
aprì la bocca emettendo un ringhio cupo, e la rossa avvertì un brivido gelido
percorrerla da capo a piedi:
“Non
riusciremo a proseguire…”.
*______________
Shorai
osservò lo schermo, tranquillo. Un sorriso compiaciuto gli incurvava le labbra,
benché i suoi strumenti avessero registrato una forte esplosione pochi istanti
prima.
Non se ne
preoccupò, aveva tenuto conto che i Combattenti avrebbero apportato dei danni
al satellite. Nulla d’irreparabile, sarebbe servita soltanto un po’ di
pazienza.
- Ora non
ho tempo di occuparmi di te, Heka. – sussurrò, fissando il puntino rosso del
comandante sullo schermo – Voglio proprio vedere come reagirà il mio kinshi con Rigel. Sono davvero curioso…
Le cose
si stavano rivelando molto interessanti.
Non
avrebbe mai sperato che tra le sue possibili cavie un giorno sarebbe riuscito
ad ottenere un esemplare dello stampo di Rigel. Doveva ammetterlo, era stato
colto impreparato, ma era quasi certo che i Lucin fossero stati tutti
sterminati.
Anche lui
sapeva poco sul loro conto.
Abitanti
di un planetoide semi-deserto, molti mercenari e quasi altrettanti ladri e
ceffi di vario genere, con uno pseudo governo la cui idea più geniale era stata
potenziare i propri soldati; per conquistare pianeti più ospitali, ovviamente,
non certo per meglio gestire il loro.
Dilettanti,
aveva sempre pensato Shorai. I Lucin, così furono chiamati i soldati a cui fu
modificato il processo metamorfico tipico della loro gente, divennero
rapidamente una minaccia: gli esperimenti attuarono un aumento
dell’aggressività che li trasformò in esseri violenti e sanguinosi, bramosi
soltanto di uccidere. Un terzo della popolazione fu trucidato dalla furia dei
Lucin, che non più intenzionati a farsi comandare erano fuggiti dai laboratori.
Poi, terminate le vittime esterne alla loro banda, i Lucin instaurarono una
sorta di lotta per la sopravvivenza: in pratica, presero a massacrarsi tra di
loro.
Ci
vollero sei mesi perché il governo catturasse tutti i superstiti dei Lucin. Di
questi circa metà furono uccisi (con difficoltà) negli scontri, gli altri
furono incarcerati e giustiziati; i pochi che riuscirono a lasciare il pianeta
si misero presto nei guai coi governi dei mondi limitrofi, che si assicurarono
senza troppe remore della loro eliminazione.
Il
risultato dell’esperimento sui Lucin furono ottocentosessantatre vittime
civili, duecentonovantuno membri del corpo di guardia e tutti i settecento
Lucin stessi.
“Davvero
un branco di dilettanti”.
In quel
periodo non era riuscito ad ottenere sufficienti informazioni per poter
eseguire una piccola ricognizione e, magari, convincere qualcuno dei Lucin a
venire dalla sua parte; con alcune piccole modifiche sarebbero stati perfetti.
Purtroppo non aveva fatto in tempo.
“Pazienza.
– sospirò – Ho un’arma assai più efficace, adesso.”.
Sorrise
estasiato e si costrinse a prendere due respiri profondi. Pazienza, ancora un
po’ di pazienza.
Scostò lo
sguardo su un altro schermo, completamente buio tranne che per un puntino
luminoso che si muoveva lento, fermandosi spesso. Aggrottò la fronte:
“Ti
conviene non intralciarmi, Tanir, o provvederò io stesso alla tua sorte.”.
Non
doveva interferire.
Non in
quel momento.
Non
quando era così vicino alla soluzione finale, al verdetto finale.
Finalmente
avrebbe attuato la sua missione.
“La nuova
alba dell’universo…”.
*______________
L’essere
si alzò sulle zampe posteriori. Quiche deglutì senza troppe cerimonie, quel coso
lo superava di almeno un metro e mezzo e, se solo avesse aperto la bocca,
avrebbe potuto staccargli la testa con un morso.
Rigel
sorrise. Senza una parola, un suono. Sorrise, scoprendo e schioccando appena le
zanne bavose.
Il
braccio destro si alzò rapido, allungandosi e compiendo un arco di fronte al
proprietario, bramoso di fare a pezzi qualcuno di quegli irritanti esserini.
Non mirò, tanto era uguale, sarebbe stato solo il primo, gli avrebbe massacrati
dal primo all’ultimo.
Beh, non
che non lo volesse fare fin dall’inizio, ma ora si era stufato di giocare.
Morti. Subito. Ecco cosa voleva.
La zampa
urtò qualcosa e Rigel avvertì un tremito di contentezza; scostò gli occhi
gialli, guardando soddisfatto il corpicino inerme di MewPaddy volare via,
schiantandosi contro la parete con un urlo strozzato e accasciandovisi poi
contro, inerme.
-
MEWPADDY!
L’urlo di
Lory fu coperto dal ruggito di Rigel e, prima che chiunque di loro muovesse un
passo, lui si era lanciato contro i suoi avversari, le zanne che si serrarono
attorno al braccio sinistro di Strawberry, mentre teneva a bada con gli artigli
anteriori gli altri membri del gruppo.
La rossa
gridò di dolore, avvertendo le zanne appuntite perforarle la carne, e disperata
si aggrappò al muso del mostro, in modo che il suo stesso peso non le
strappasse via l’arto dal corpo. Iniziò a colpire come meglio poteva il muso
della bestia col braccio libero, nel tentativo di liberarsi, graffiando,
tirando, prendendo a pugni, battendo e allo stesso tempo reggendosi a quella
peluria ispida con fare disperato. Finalmente infilò l’avambraccio libero tra
uno spazio appena più largo della dentatura che la stava dilaniando: trattenne
un istintivo moto di disgusto nel sentire il fiato caldo e bavoso di Rigel
sulla pelle, soffocandolo col dolore che le si ripercuoteva dal braccio al
cervello, e senza pensare usò le unghie feline per ferire l’interno della bocca
del mostro. Rigel aprì le zanne di scatto, ululando, e la mewneko fu sbalzata
via dal movimento brusco della testa, rotolando poco lontano.
Mina si
alzò in volo, cercando di raggiungerla, ma Rigel, leccandosi le labbra, non
sembrava intenzionato a lasciarla fare:
- Vieni
quiii, uccellino, vienii!
La colpì
con una zampata alla schiena, schiantandola a terra, quindi allungò il braccio
verso Selena, afferrandole la gamba e sollevandola a tre metri da terra:
- Vola,
bambinaaa…!
Si bloccò
ringhiando, mentre il sai di Quiche gli tagliava quasi a metà l’avambraccio; un
fiotto di sangue schizzò sul pavimento e Selena riuscì a divincolarsi, cadendo
a terra mentre il ragazzo, approfittando della distrazione data dal dolore,
gettava Rigel a terra bloccandolo con l’incrocio delle lame al collo:
- Se ci
riprovi, ti ammazzo! Ti ammazzo!
- Fallo e
basta, Quiche! – urlò Pie.
MewPam,
prontamente, lanciò la sua frusta per bloccare Rigel, ma lui non sembrava
preoccupato né dei sai dell’alieno né dell’arma della mora:
- Non
impari mai, eh bimba?
Rapidissimo
portò la mano sana al collo di Quiche, e con forza ancora maggiore di quanto
avesse fatto prima sollevò MewPam da terra, tirandola a sè e colpendola con una
ginocchiata nelle costole. Poi, sentendo la colorita imprecazione di Pie e
avvertendolo arrivare in aiuto, usò Quiche come proiettile, centrando in pieno
suo fratello prima che potesse tentare qualunque contrattacco.
Qualcuna
delle ragazze urlò il nome dei due, ma Quiche aveva la testa che gli girava
troppo per capire chi fosse stata.
Rigel si
rimise in piedi più dritto, leccandosi piano l’ampio taglio del braccio:
- Mi hai
quasi staccato la mano, stronzetto. – ringhiò cupo – Ora ho perso la pazienza.
- Paddy!
Dai, Paddy guardami, non farmi questi scherzi idioti!
- Tart,
non scrollarla!
Lo ammonì
Ryan. Con delicatezza scostò la biondina priva di sensi dalle braccia del
ragazzino, girandola pancia sotto: sulla schiena tre profondi tagli si aprivano
sotto al costumino giallo, perdendo sangue in maniera considerevole; Tart si
morse il labbro deglutendo:
-
Dobbiamo fare qualcosa.
- Certo!
– sbottò l’altro velenoso – Ma non vedo come!
Il brunetto
scrutò un secondo Paddy, incupendosi.
- La
MewAqua! – esclamò poi, speranzoso - Prima… Prima Strawberry ha reagito alla
MewAqua!
- Calmati
e ragiona! – lo sgridò l’altro – i suoi poteri ultimamente stanno dando i
numeri. Non possiamo essere sicuri che la MewAqua ci sia, e anche se lo
sapessimo come potremmo trovarla in un posto tanto enorme?!
- Ma non
possiamo lasciarla così! – protestò con gli occhi lucidi.
Ryan non
rispose, lo sapeva anche lui. Si scurì in volto, mai si era sentito tanto
inutile.
- RYAN!
Tart, levatevi da lì!
L’urlo di
Keris li riportò alla realtà appena in tempo. Fulmineo, Tart si teletrasportò
via con Paddy, un secondo prima che Rigel terminasse il suo lavoro, e Ryan si
trasformò allontanandosi di corsa. La mossa, però, parve rivelarsi a suo
sfavore perchè Rigel, scorgendo quella buffa mutazione, assunse un’aria
tutt’altro che rassicurante:
- Deciso.
Per primo, mi mangio il micio grigio.
- Non
toccare il mio Ryan, specie di palla di pelo fuori taglia!
Ryan si
allontanò più che potè, guardando preoccupato la figura cangiante di Keris
svolazzare attorno a Rigel come una mosca. Digrignò i denti, possibile non ci
fosse niente che potesse fare?!
Keris
urlò di nuovo. Rigel l’aveva bloccata contro la parete con l’enorme zampa e
stava sollevando l’altra, incurante che questa, dopo l’attacco di Quiche,
restasse attaccata al braccio per grazia ricevuta:
- Tu sei
fastidiosa, zanzaretta!
Keris
chiuse gli occhi spaventata, ma la zampata non arrivò. Avvertì invece la
stretta annullarsi di colpo, mentre Rigel lanciava un urlo disumano, prendendo
a contorcersi con le mani serrate sull’occhio sinistro:
-
Maledetto bastardo! IL MIO OCCHIO, IL MIO OCCHIO!!
La
ragazza guardò il gatto grigio, gli artigli ancora sguainati, zampettare
accanto a lei e riprendere le sue sembianze umane. La mano era sporca di
sangue.
- Keris,
stai bene?
- Ryan! –
guardò rapidamente la sua mano e poi Rigel – Sei stato tu?! Gran colpo!
Lui
accennò un sorriso e le fece segno di allontanarsi. Rigel, infatti, si stava
riprendendo e sembrava furioso oltre ogni limite, mentre fendeva scompostamente
l’aria col braccio sano, la bocca digrignata e che colava copiosa bava:
- Io…! Io
ti uccido maledetto! Ma prima ti cavo gli occhi, stronzo!!
- Ribbon Lettuce Rush!
- Lame di Vento!
Rigel schivò
senza problemi i due attacchi, cambiando bersaglio e lanciandosi contro
MewLory. La ragazza tentò di evitarlo, ma lui la travolse con tutto il suo
peso, lasciandola a terra stordita.
- Vi
ammazzo…! Vi ammazzo, vi ammazzo, VI AMMAZZO!
La
mewfocena si mise con fatica ginocchioni, accorgendosi che le sue nacchere
erano rotolate più lontano; tentò di prenderle, ma Rigel le bloccò il braccio
con l’enorme mano deforme:
- Non
provarci.
- FUU HYOU SEN!
Il colpo
fendette l’aria sibilando; la distanza da cui il ragazzo aveva attacco, però,
era sufficiente perché Rigel ribaltasse un’ennesima volta la situazione e Pie,
forse per l’orgoglio ferito che gl’intimava d’eliminare quella bestia, se ne
accorse soltanto quando Rigel balzò via lasciando la sua preda alla mercè delle
schegge gelate. Pie riuscì a raggiungere la ragazza appena un secondo prima che
venisse colpita, ma alcune schegge lo ferirono alla spalla.
Lory
gridò il suo nome e Rigel ringhiò più forte, sempre più furente, lasciandosi cadere
a terra e scattando verso di loro.
- Ora
basta! – gridò Mina furibonda – Ribbon
Mint Echo!
Di colpo
Rigel cambiò direzione e, schivata la freccia, puntò verso la morettina.
MewMina però non sembrò preoccuparsene, anzi, le prudevano le mani dalla voglia
di tirare uno o due pugni a quel maledetto; si concentrò, richiamando quanto
MewPower poteva, e si alzò in volo contro il nemico.
Di colpo,
Rigel si bloccò, cadendo a terra come se fosse esausto. MewMina restò sospesa a
mezz’aria, guardandolo senza capire, ma non sembrava un trucco; perfino lui era
perplesso.
L’uomo si
guardò il petto, da cui proveniva una lucina tremula e qualcosa di piccolo e
tondeggiante vibrava, come se stesse per staccarsi. Arrancò di un altro passo,
osservandosi meglio il torace, così che anche Mina riuscì a scorgere il
luccichio: era lo stemma che anche Alnitak aveva addosso.
-
MewMina! Continua ad emanare il MewPower!
La
moretta si voltò di scatto e fissò confusa Selena, che ricambiò con un’occhiata
decisa:
- Fidati
di me!
Selena
scrutò Rigel severa. Nel momento in cui Mina aveva utilizzato il MewPower, quel
coso sul petto della bestia aveva preso a brillare, e lui aveva smesso di
attaccare. Certo, Rigel era fortissimo, ma se indossa da prima lo stemma, era
probabile che avesse ottenuto un potenziamento come era successo ad Alnitak.
Anche
Mina parve intuire qualcosa ed obbedì, il suo Tone Arrow stretto in mano mentre
l’intensa luce blu che proveniva dal suo corpo risplendeva nella stanza. Rigel
continuava a restare a terra, incapace di reggersi in piedi, diventando poco a
poco meno confuso e sempre più arrabbiato.
Tutti
restarono immobili, guardinghi, mentre Selena prese ad avvicinarsi lentamente:
“Devo
riuscire a toglierlo… Se capissi cos’è, quando qualcun altro di loro lo avrà addosso
saprei come…”.
-
PIANTALAAAAAAA!!
Con
improvviso un colpo di reni Rigel si tirò su e colpì Mina col dorso della mano,
prima ancora che lei riuscisse a scoccare. Poi l’uomo si lanciò verso Pie e
Lory, i più vicini, bloccandoli: una delle zampe posteriori andò sulla gamba
destra del ragazzo, mentre Lory finì quasi schiacciata sotto il torace di
Rigel, le sue fauci pericolosamente vicine alla testa della ragazza.
Rigel si
voltò appena verso Mina, l’aria sofferente:
- Che mi
hai fatto?! – urlò roco – Che mi hai fatto, maledetta?!
- I-io
non ti ho fatto niente! – balbettò Mina guardando allarmata i due sotto le sue
grinfie.
- Non
contare palle!!
Schiacciò
la zampa e la gamba di Pie emise uno scricchiolio terribilmente udibile; il
ragazzo impallidì e si lasciò sfuggire un urlo soffocato, digrignando i denti.
- Dimmelo
o gliela spezzo!!
Quiche
strinse i suoi gemelli, guardandolo feroce, ma prima che riuscisse anche solo a
muovere un muscolo gli occhi gialli di Rigel saettarono nella sua direzione,
folli:
- Per il
tempo che ti avvicini le ho staccato la testa!! – gridò, scoprendo i denti
candidi in direzione di MewLory – Stai fermo! E ditemi che cazzo mi avete
fatto!!
Il corpo
dell’uomo tremò. Il suo respiro accelerò di colpo, mentre lui prendeva a
sudare. Il kinshi, ormai, stava cominciando ad avere effetto anche su un fisico
come il suo.
- Non
siamo noi! – spiegò Selena con voce più ferma possibile – È quella cosa che hai
addosso! Quella che ti ha dato Shorai!
-
Stronzate!
Urlò più
forte e la gamba di Pie ricevette un altro scossone. Il ragazzo cacciò la testa
all’indietro, la bocca stretta in una morsa, nel tentativo di non dargli la
soddisfazione di sentirlo gridare. Cercando di non perdere lucidità per il
dolore, allungò il braccio verso il suo ventaglio; sentì un brusco movimento
sopra di sé e si ritrovò faccia a faccia col muso di Rigel:
- Ti
conviene non fare stupidaggini, o ti rompo anche il braccio.
Schioccò
le fauci a dieci centimetri da Lory e Pie ritrasse completamente la mano, lo
sguardo omicida. Rigel, nonostante il dolore che sembrava patire, riuscì a fare
un deforme sorrisetto:
- Com’è
facile trattare voi poppanti!
Il suo
corpo ebbe un altro sussulto. Emise un ringhio che assomigliava più ad un uggiolio
roco, strisciando spasmodico le unghie contro il pavimento ferroso.
- Mollali
Rigel!
La bestia fissò di sbieco Selena, che lo
squadrava truce. La ragazza strinse i pugni finchè le nocche divennero bianche,
percepiva chiaramente il suo corpo che stava fremendo d’energia. Per riuscire a
cacciare Rigel dai suoi amici, solo lei in quel momento sarebbe stata in grado
di attaccare senza avvicinarsi, ma le occorreva molta più forza del solito.
E i suoi
poteri, di colpo, sembravano rispondere.
Rigel
piegò con fatica la testa di lato, muovendo solo un lato della bocca in quello
che sarebbe dovuto essere un sorriso di sfida:
- Dammi
un motivo valido per farlo.
Selena
fece un altro passo avanti. Il tatuaggio sulla sua fronte pizzicava in maniera
molto più fastidiosa di altre volte e la forza che avvertiva provenirle da
dentro la stava spaventando: era troppa, troppo forte.
“Non
potrei controllarla se la facessi uscire.”.
Eppure,
sollevò comunque il braccio verso Rigel. Nello stesso momento la paura fu
sostituita da una rabbia sorda, quasi un richiamo; lontano, antico, ma
sufficiente a non fermarla. Sorrise anche lei:
- Io.
Non servì
neppure concentrarsi. Il colpo che scaturì dalla sua mano centrò Rigel con la
precisione di un fucile da cecchino e la forza di una cannonata, sollevandolo
di peso e fracassando il suo corpo contro la parete come un sacco di carta
straccia; rimase una sagoma anche piuttosto definita sul muro, quando il
bestione crollò a terra con un tonfo.
Nello
stesso momento le ginocchia di Selena cedettero e lei si accasciò a terra,
rabbrividendo.
Non si
mosse neppure quando vide la mano di Quiche stringerle la sua, e sentì il suo
sguardo un po’ confuso fissarla. Non riusciva ad alzarsi, tremava da capo a
piedi, e l’energia che aveva sentito scorrere fino ad un istante prima dentro
di sé era scomparsa; solo il suo tatuaggio continuava a scottare:
“Ma come…
Ho fatto?”.
*________________
Il
sorriso di Shorai si allargò.
Perfetto.
Assolutamente
perfetto.
Quasi si
commuoveva al pensiero: anni di ricerche, esperimenti, fallimenti, e finalmente
il risultato delle sue fatiche era pronto.
“Pazienza,
abbi pazienza. – s’intimò – Il momento per cogliere il frutto dei tuoi sforzi
deve aspettare ancora un po’.”.
Fissò lo
schermo, soddisfatto. Non si sorprese di vedere Rigel rialzarsi, era evidente
che, finchè il secondo sigillo non avesse ceduto, non si sarebbero ottenuti
risultati soddisfacenti.
Tra le
spie del suo quadro comandi se ne accese un’altra e lo schermo fu invaso da un
grafico imprevisto. Shorai sorrise divertito:
- Oh… Il kinshi si è rotto!
*_________________
Rigel si
mosse lentamente, ogni fibra muscolare che gli doleva. Si rese conto di essere
tornato al suo aspetto normale e capì che, stavolta, non era riuscito ad
incassare benissimo il colpo.
Si alzò
con fare traballante. Nessuno dei presenti si stava muovendo, lo osservavano
tutti in silenzio, comprese la ragazza testa-verde - che stava reggendo il
gaeiano a cui, lo ammetteva, avrebbe volentieri terminato il lavoro alla gamba
- e la mezzosangue, che in quel momento sembrava più rintronata di lui.
Perfetto,
si disse, un occasione per romperle quella faccetta da cerbiatto. Piccola
vipera infida. E poi avrebbe finito di triturare la gamba al ragazzo alto, e
avrebbe staccato entrambe le braccia di quello con i capelli scuri a morsi, e
poi avrebbe spiaccicato il terrestre biondo, ma solo dopo avergli strappato gli
occhi. Oh, gliel’avrebbero pagata, tutti e quattro. Tutti quanti.
Ma non
potè fare nulla di tutto ciò.
Avvertì
una strana fitta al petto e un curioso rumore, come di qualcosa che si
sbriciola. Si sfiorò sovrappensiero il punto in cui aveva applicato quello
strano oggetto datogli da Shorai, rendendosi conto che stava lentamente cadendo
a pezzi.
- Avresti dovuto dare retta alla ragazza,
Rigel.
Tutti
sobbalzarono sentendo la voce metallica. Selena sentì che le succhiavano via
l’aria dai polmoni:
“Shorai!”.
Rigel
strinse i pezzi più grossi del kinshi,
ancora attaccati tra loro, per impedire che questo si distruggesse del tutto:
- Che
vuoi dire?
- I miei kinshi rafforzano il fisico per un
breve tempo. – spiegò – Purtroppo,
non ho avuto abbastanza tempo da perfezionarli, così mantengono un piccolo
difetto… Beh, non mi va di annoiarti con le spiegazioni, comunque…
Rigel
sentì di colpo di non riuscire più a stare in piedi: i muscoli si erano
irrigiditi, la testa gli girava e cominciava a percepire in bocca un famigliare
gusto metallico. Cadde carponi, madido di sudore:
- … Che
cazzo mi hai fatto?!
- Se fosse rimasto integro, data la tua forza
fisica, forse ti avrei salvato, nel momento in cui fossi arrivato al limite. Ma
ormai il kinshi si è distrutto, e credo che i colpi che aveva contenuto si
stiano riversando sui tuoi organi interni.
Rigel
tossì rauco, sputando qualche goccia di sangue. Le MewMew e i ragazzi
continuavano a restare immobili. Strawberry, reggendosi il braccio mezzo
lacerato, avrebbe voluto scostare lo sguardo, intuendo il seguito, ma i suoi
occhi sembravano incollati alla figura morente di Rigel.
- Temo che dovremo salutarci…
Non potevano
vederlo, ma chiunque tra loro avrebbe potuto giurare che Shorai in quel momento
stava sorridendo soddisfatto:
- Ormai l’emorragia avrà raggiunto il punto
critico.
Rigel
ebbe un ultimo sussulto. Poi, proprio come Alnitak, sgranò gli occhi e crollò a
terra, immobile.
MewMina
si lasciò sfuggire un singhiozzo secco, voltandosi.
Tornò il
silenzio, rotto solo dai respiri affannosi dei presenti. Quiche mandò un “tzs”
scocciato, tirando un calcio ad una roccia con tutta la sua forza.
- Ha
ucciso anche lui… - si sentì la voce laconica di Pam.
- Ma
perché?! – pigolò Lory, che non riusciva nemmeno a guardare il loro avversario
– Perché si comporta così?! Cosa spera di ottenere?!
Nessuno
seppe risponderle. La pazzia di Shorai era evidente, ma non li abbandonava l’orribile
sensazione che tutto quel che stava succedendo non era frutto di un insensato
delirio, ma di un piano ben preciso.
Selena si
alzò faticosamente: non riusciva a provare pietà per uno come Rigel, ma quella
morte le sembrava così assurda che non poteva evitare d’infuriarsi.
Quanta
altra gente sarebbe dovuta morire per quel mostro?! Perché dovevano morire per colpa sua?!
Lacrime
aspre scesero sulle sue guance mentre la scuoteva un tremito di rabbia: lo
avrebbe fermato, a qualunque costo!
“Qualunque
costo.”.
Il suo
tatuaggio bruciò ancora un istante, ma lei non ci badò: si asciugò con un gesto
brusco le lacrime e andò in aiuto di Strawberry e Mina, mentre Quiche
sorreggeva Pie assieme a Lory:
- Questa
è la seconda volta in pochi giorni che ti faccio da stampella… - lo schernì.
- Quiche,
cuciti quella fogna.
Intanto,
Paddy stava cominciando a riprendere i sensi.
- Ti fa
male da qualche altra parte? – domandò Pam con dolcezza, mentre controllava che
la piccola non avesse niente di rotto.
- No… Ma la
schiena basta per tutto il resto… - sussurrò Paddy cercando di ridere.
- Non mi
sembra il caso di fare le spiritose! – la rimproverò Tart, anche se sembrava
sollevato anche solo di vederla cosciente.
- Non
possiamo andare avanti così. – fece Ryan cupo – Dobbiamo almeno coprire le
ferite, o non riusciremo a fermare proprio nessuno.
- Un’idea
illuminante. – rispose Quiche sarcastico – E come avrebbe in mente di farlo, di
grazia?
Prima che
il biondo replicasse si udì un rumorino metallico, prima poco più di un
impercettibile cigolio, poi sempre più definito. Sembrava il suono di piccole
leve metalliche che continuavano a muoversi su e giù, un suono che le MewMew
conoscevano bene.
Strawberry
guardò sorpresa il corridoio da cui erano venuti, scorgendo a poco a poco nella
penombra la figura paffutella di Masha volare a zigzag verso di loro.
Allungò
il braccio ancora sano e prese il piccolino nel palmo; sembrava stremato.
- Masha!
– esclamò – Ma cosa ci fai qui?! Ti avevo detto di restare sull’astronave!
- Strawberry…
Strawberry pii…! – sbuffò il robottino – Vi aiuto
io, vi aiuto io!
Spalancò
la boccuccia e questa, allargandosi di almeno due volte, sputò fuori un
oggettino cubico a malapena di una quindicina di centimetri che piombò di botto
nella mano della rossa. Masha sembrò prendere fiato, come se l’operazione
l’avesse sfiancato del tutto, mentre la mewneko lo guardava sorpresa: gli aveva
visto far uscire dalla bocca i loro ciondoli(**), ma non credeva che il suo
cucciolo fosse in grado di portarsi dietro oggetti più grandi.
Keris
allungò il collo oltre la spalla della rossa, curiosa:
- Ma
cos’è?
- Sembra…
Una cassetta del pronto soccorso. Piccola, per di più.
Puntualizzò
Mina. Strawberry le rivolse un’occhiataccia severa.
- Kyle,
Kyle!
– pigolò Masha – Vi aiutiamo, vi aiutiamo piii!
-
Ricordatemi di fare un regalo a quell’umano, prima o poi. – rise Quiche.
Strawberry
portò rapidamente la cassetta a Ryan. Il ragazzo, aiutato da Pam, ripulì la
ferita di Paddy e gliela fasciò per bene, quindi pensò al braccio di
Strawberry.
- Riesci
a muoverlo?
- Sì… Fa
un po’ male, ma non dovrei avere troppi problemi.
- Vedi di
non strafare, è solo una medicazione provvisoria. – la ammonì Ryan.
- Pie, la
tua gamba…
- Sto
bene. – fece brusco in direzione di Lory.
- A me
non sembrerebbe!
- Selena,
non ti ci mettere pure tu. – la pregò.
-
Dovresti almeno steccarla per tenerla ferma. – disse Quiche con un sospiro
rassegnato – I rumori che ha fatto prima non mi dicono granchè di buono!
Il
fratellastro annuì.
- Ma non abbiamo
niente per…
All’obiezione
di Mina, Pie si limitò ad afferrare il pezzo di lamiera caduto più spesso e
meno appuntito che trovò, tentando di fissarselo da solo alla tibia; Lory,
però, stavolta non gli lasciò fare di testa sua e, con fare quasi prepotente,
gli prese benda e stecca e gli sistemò la fasciatura, incurante delle sue
proteste.
- Pensi
di riuscire a camminare?
In tutta
risposta, quando la medicazione fu pronta, il ragazzo si alzò in piedi e fece
qualche passo un po’ claudicante, dando solo un’occhiata eloquente all’alieno
dai capelli verdi.
- Come
non detto.
Terminate
le cure, Strawberry riprese la cassetta e la riporse a Masha, che la fece
nuovamente sparire con aria soddisfatta. La rossa gli grattò appena in mezzo
alle orecchie, facendogli sfuggire una risatina soddisfatta:
- Grazie,
piccolo mio. – disse gentilmente– Ora però, sarebbe meglio tornassi indietro.
Qui è pericoloso.
Lui emise
un “pii” più acuto, incupendosi.
-
Aspetta, forse è meglio che ci accompagni. – disse Lory timidamente – Forse
potremmo avere ancora bisogno… Cioè, prima di raggiungere Shorai…
Masha
annuì freneticamente, prendendo a svolazzare in circolo. Strawberry sospirò:
- Ok, ma
quando arriveremo in fondo tornerai indietro di corsa, sono stata chiara?
- Chiara,
chiarissima! Pii!
E felice
come non mai il robot si ridusse di dimensioni e si andò ad agganciare alla
cintura della mewneko, tornata in forma umana per risparmiare le forze.
Intanto, Tart aiutò Paddy a mettersi in piedi:
- Tu
riesci a camminare?
Le
domandò. Lei tentò di fare qualche passo, ma le ginocchia le cedettero quasi
subito:
- No…
Forse è meglio che vi aspetti qui…
- Fuori
discussione! – esclamò Strawberry con veemenza – Troppo pericoloso!
- Ma vi
rallenterò se vengo con voi! E non posso farmi portare in braccio, sarei…!
- Ti
porto io. – disse Ryan gentile – Tanto, in battaglia servo a pochino.
- Non è
vero! – esclamò Keris con aria sognante – Prima sei stato grandioso!
- Oh,
certo! – scherzò Quiche – La piccola palla di pelo…
- Ma tu
vuoi litigare anche qui?!
Ryan
sospirò, lasciando i due a stuzzicarsi: se avevano fiato per beccarsi,
significava che erano ancora in forze.
Si fermò
all’improvviso, avvertendo un rumorino metallico che fino a quel momento, col
trambusto della lotta, non aveva percepito. Si avvicinò ad una parete e
distinse chiaramente il suono famigliare di strumentazioni elettroniche e chip
in movimento; ci camminò a fianco finchè il rumore non divenne più nitido e
sfiorò la parete: questa si scostò di colpo, scorrendo una lastra metallica che
nascondeva un oggetto estremamente simile ad un quadro comandi.
- E
quella che roba è?! – esclamò Tart scettico.
- … Un
sistema di controllo… - rispose Pie vago.
“Ma
certo… - pensò Ryan - Questo pianeta artificiale non può galleggiare nello
spazio così, come per magia. Deve avere un sistema di controllo che gestisca
ogni punto del satellite… E forse…”.
- Guarda.
Pie,
dalle sue spalle, indicò un piccolo rettangolo nero. C’erano delle scritte che
Ryan non capiva, ma le luci intermittenti gli fecero intuire cosa fosse quel
pezzo, confermando i suoi timori:
- Un
localizzatore…
- Come?!
- Un
sistema di rilevazione. Quel maledetto sa perfettamente dove siamo, ogni
momento.
- Quel
tizio continua ad aumentare l’elenco di motivi per cui devo ucciderlo. – sibilò
Quiche.
- Se sa
ogni nostro minimo movimento – sussurrò Pam – Non solo perdiamo quel poco di
elemento sorpresa che potremmo avere nei suoi confronti, ma lui avrà modo di
direzionare i Combattenti contro di noi con precisione millimetrica.
- Esatto.
- E allora
che facciamo? – domandò Mina.
-
Potremmo semplicemente spaccare tutto. – propose Tart seccato.
- No,
potremmo manomettere tutto il sistema del satellite. – obbiettò Pie – La
gravità, l’ossigeno, non sappiamo cosa andremmo ad intaccare.
- E
allora?!
Quiche
gli tirò un pugno in testa:
-
Rifletti! Loro – guardò le ragazze e
Ryan con eloquenza – non respiranosenzaossigeno!
Ryan si
azzittì un istante, pensieroso, poi rivolse un’occhiata inespressiva a Pie. Lui
annuì e, dopo aver dato un’occhiata al quadro, indicò in silenzio un paio di
punti semi-nascosti tra i circuiti. Ryan si allungò verso di essi, iniziando ad
armeggiare coi piccoli fili grigiastri.
- Sono
affascinanti questi due… – disse maligno Quiche.
- Già,
riescono a sostenere un dialogo completamente muto! – rise Tart.
- In
effetti sono un po’ inquietanti (gocciolone)…
-
Strawberry, tu non ti sei mai vista in preda allo stordimento amoroso, vero?
- Che
vorresti dire, Mina?!
-
Guardate che vi sentiamo. – sbuffò Ryan – Fate un po’ di silenzio!
Pie si
astenne dal fare commenti.
Finalmente,
lo schermo imputato si spense del tutto. L’americano sospirò soddisfatto,
richiudendo il pannello con delicatezza:
- Un
piccolo vantaggio…
- Sarà.
- Quiche,
non fare sempre l’acido! – lo rimproverò Selena, mentre aiutava Ryan a
prendersi sulle spalle Paddy.
- Direi
che è meglio proseguire. – sussurrò Strawberry – Forza…
Il gruppo
si avviò lentamente verso la fine dell’antro, dove questo si stringeva e
ricominciava a scendere bruscamente verso il basso.
- Uhm?
Ki-chan, che ti prende?
Selena
guardò l’amica, rimasta praticamente immobile da un paio di secondi con sguardo
terrorizzato.
-
Ki-chan, cosa…? Oh, mio…!
Tutti si voltarono,
senza capire la loro agitazione, finchè non lo videro.
Rigel si muoveva.
- Come…
Cavolo…?!?
- Non è
possibile…
Eppure
era vero. Con uno sforzo immane l’uomo si sollevò sui gomiti, un ampio rivolo
di sangue che gli colava dalle labbra e lo sguardo allucinato; non riusciva più
a sentirsi le gambe e ogni respiro era come una coltellata nella gola, ma non
poteva permettere che quelli scappassero.
Il
Collezionista poteva pure averlo preso in scacco, ma lui avrebbe mandato a
monte i suoi piani, da vivo o da morto che fosse.
Sollevò
un braccio e questo prese a tremare spasmodico, riprendendo a mutare. Rigel
sentì una fitta accecante andargli al cervello, ma non poteva perdere i sensi,
gli bastava pochissimo…
Quiche
fece riapparire le sue lame nello stesso istante, guardandolo furente:
- Non ti
azzardare…!
Non
terminò la frase che Rigel schiantò il braccio al suolo.
Il
pavimento prese a tremare di colpo e violenti scossoni attraversarono in un
istante le pareti, scrollando i muri come se fossero di burro. Il buco che
Rigel aveva aperto nella parete iniziò a franare, coinvolgendo presto nella
valanga d’acciaio e roccia il soffitto, che cedette senza troppe resistenze.
Selena
riuscì a distruggere qualche roccia più piccola coi suoi attacchi, ma il suo
vento non era sufficiente per eliminare quella frana, e cominciò a correre
all’impazzata per non finire travolta. Si guardò attorno terrorizzata, cercando
di capire come stessero gli altri, ma c’era troppa polvere e detriti, e il
pavimento che continuava a tremare non permetteva di stare fermi abbastanza a
lungo per vedere bene.
- Sel!
Quiche la
teletrasportò un secondo prima che un pezzo di soffitto la centrasse. Ci fu un
altro istante di sobbalzi e fracasso, poi tutto fu immobile e silenzioso.
- Stai
bene?
- Sì… Sì…
- Selena restò stretta a Quiche ancora per qualche secondo, tentando di
riprendere fiato – Grazie…
Lui la
tirò in piedi con delicatezza, muovendosi attento ad altri scossoni:
- Certo
che quel bestione era coriaceo!
Lei annuì
inquieta. Prese a guardarsi attorno, erano finiti nel corridoio da cui Rigel
era arrivato, oltre il buco che ora si era richiuso. A quel pensiero, sbiancò:
- Quiche…
Gli altri dove sono?!
Lui
tacque un istante:
- Merd…!
-
KI-CHAN! – iniziò a gridare la ragazza spaventata – Ragazzi, ci siete?!
- Pie.
Tart!
Gridarono
per qualche secondo senza ottenere altro che l’eco delle loro voci nei vani
vuoti, finchè non sentirono una voce soffocata provenire da oltre la parete
appena franata. Selena sospirò di sollievo, l’avrebbe riconosciuta tra mille
altre:
-
Ki-chan! Ki-chan, mi senti?!
- Sì…
Sel! Sel-chan! Quiche! State bene?!
- Noi sì.
– fece forte la ragazza per farsi sentire – Chi c’è lì con te?!
- Ci… Ci
sono Mina-chan, Ryan, Tart e Paddy.
- Qui ci siamo
solo noi. – proruppe Quiche nervoso – Gli altri dove sono?!
- Non…
Non lo so…!
Selena si
morse il labbro, quando sentì la voce di Mina agitarsi e confabulare.
-
Lory-chan e Pie-chan stanno bene! – esclamò Keris – Qui c’è pieno di detriti,
sono rimasti oltre quell’altra parete!
- E
Strawberry e Pam?!
- Sono a
posto anche loro! – sorrise ancora Keris – Però sono bloccate, non hanno via
d’uscita.
Quiche
sbuffò, seccato:
- Non
possiamo tentare di buttare giù questa roba – fece, battendo il pugno sui detriti
– rischieremmo di farci cadere altri due piani in testa!
Dall’altro
lato ci fu qualche istante di silenzio, borbottii e ancora silenzio. Poi Keris
riprese:
-
Strawberry e Pam dicono di andare, che hanno trovato un punto in cui scavare
un’uscita e che se la caveranno. – spiegò – E sia noi che Lory-chan e Pie
abbiamo un passaggio…
- Anche
noi. – rispose Selena laconica.
Keris
tacque ancora.
- Sel…
Tutti i corridoi portano in un unico posto, ora che Shorai non può più
localizzarci staremo più tranquilli, no? Andiamo avanti ogni gruppo per conto
suo, ci rincontreremo in fondo!
Selena
sospirò, la cosa non la convinceva molto, ma anche Quiche aveva ragione,
tentare di aprirsi la strada in quel momento era pericoloso.
- …
D’accordo. – bofonchiò alla fine – C’incontreremo appena sarà possibile.
Keris
annuì, anche se sapeva che l’amica non la vedeva, e poi dalla sua parte della
parete non provenne più nemmeno un sussurro.
Selena si
allontanò dal muro, guardando Quiche preoccupata; lui le strinse la spalla con
una mano, mentre entrambi fissavano in silenzio la parete.
“… State
attenti.”.
*________________
Bellatrix
scese dal suo piedistallo su uno spuntone roccioso, dove stava riposando un
poco, e corrugò la fronte. Un’altra scossa. Stavolta però non era dovuta ad
un’esplosione, ed aveva fatto anche più danni della precedente.
In più,
poco prima aveva avuto una brutta sensazione; come se qualcuno, o qualcosa, di
estremamente pericoloso fosse vicinissimo a lei. E l’aveva sentita proprio
quando aveva percepito quell’odore…
“Sangue e
fango, non può essere altro che quel bestione di Rigel”.
Dato il
suo lavoro, era molto abile nel rintracciare i profumi, e su un pianeta spoglio
come quello qualsiasi odore che non fosse acciaio per lei era acuto come se
avesse avuto l’oggetto del profumo sotto il naso.
Fino a
poco prima il fetore lontano che quel maniaco omicida si portava dietro aveva
continuato a permeare il corridoio dov’era passato, ma adesso… Era scomparso.
Come se avessero sigillato il passaggio.
“Non mi
piace questa storia…”.
*________________
Betelgeuse
continuò a scorrere la mano lungo il corpo della sua freccia, sovrappensiero.
Cominciava ad annoiarsi, e la noia era nemica giurata della concentrazione.
“Non devo
distrarmi. Beh, certo, se quelli hanno già incrociato Rigel, non ho granchè da
aspettar…”.
La
freccia fu incoccata e scoccata di colpo, piantandosi in alto sulla parete.
Phiras, lì vicino, guardò storto l’arciere, bestemmiandogli contro. Betelgeuse,
che aveva attaccato d’istinto, abbassò l’arco con aria incuriosita:
“È il
moccioso di Shorai… Che vuole?”.
Phiras,
però, smise subito di prestargli attenzione, e dopo essersi guardato attorno
gemette:
- Ma
dov’è?! Eppure… Stava venendo da questa parte…!
Agitò i pugni
con fare esasperato e poi scomparve, imprecando ancora contro l’arciere.
*_______________
Un
poderoso pugno sfondò lo schermo, inondando il pavimento di frammenti vitrei.
“Dannato
ragazzino umano… Il tuo cervello mi fa gola, ma devo ammettere che è già troppo
tempo che mi dai noia!”.
Shorai
prese un bel respiro, tentando di calmarsi.
Non era
niente, non era niente, andava tutto bene. Avrebbe raccolto meno dati, non era
importante; Heka non risultava un problema anche se non poteva individuarlo, non
sarebbe riuscito a raggiungere i suoi uomini in tempo. Quanto ai suoi ospiti…
Era più che sicuro che se la sarebbero cavata.
Il
problema, a quel punto, erano loro due. Non aveva bisogno di seguire ancora i
movimenti di Tanir o non riuscire a scorgere quelli di Phiras per capire che
potevano essere davvero pericolosi per il suo piano.
Tirò
fuori la mano dallo schermo distrutto. Prima di tutto, avrebbe controllato i
suoi piccoli in laboratorio, voleva essere sicuro che le scosse non avessero
causato danni.
“Poi,
provvederò personalmente a voi due.”.
Nome: Heka
Cognome: Kayley
Età: 37
Razza: alieno del pianeta M 57 (della
costellazione di Orione)
Altezza: 1,98 cm (O___O””!!!)
Peso: 95 kg
Capelli: brizzolati
Occhi: neri
Ama: la battaglia
Capacità: levitazione, forza sovrumana,
combattimento conla spada,
addestramento militare dell’esercito di M 57 (grado di colonnello), ottimo
stratega
Segni particolari: ALTO! Punto!
Carattere: severo, determinato, combattivo,
indulgente quanto basta, crudele quando serve
Storia:
colonnello dell’esercito del pianeta natale (quinta guarnigione) fino all’età
di 23 anni, a ventiquattro diserta per aver scoperto che alcuni suoi superiori
si lasciavano corrompere per liberare dei criminali; animato da nobili intenti,
diventa un cacciatore di taglie al soldo dei governi dei pianeti, ma si rende
ben presto conto che spesso anche quelle missioni che gli vengono affidate
hanno un secondo fine, oltre la cattura dei ricercati. Si convince che nessuno
sia in grado di dimostrare di avere realmente onore se non coloro che vivono
costantemente tra la vita e la morte, così prende la via del mercenario al
soldo di tutti, con la volontà di visitare i bassifondi della galassia. Sei
anni dopo fonda i Combattenti di Orione (con scopi molto meno nobili) in cui
assolda soltanto i giovani e i ricercati più temibili dell’universo.
Nonostante l’autorità che dimostra e la freddezza con cui
compie le missioni affidateli, Heka possiede una qualche nobiltà di spirito
intrinseca che lo rende più alto rispetto agli altri cacciatori di taglie (o
forse solo più pericoloso). Ha a cuore i suoi membri, mantenendo un
atteggiamento quasi paterno con Alnitak e Alnilam (che ha raccolto) e
Bellatrix; Rigel è il suo secondo (ed Heka è anche l’unico che riescaa farsi ascoltare da lui).
Nome: Rigel (immy) nome derivante dall’espressione
araba “il
piede sinistro di Colui che è Centrale"; è il piede sinistro di Orione
Cognome: nessuno (ha abbandonato il proprio
all’età di dieci anni)
Età: 26
Razza: n/a
Altezza: 1,82 cm
Peso: 80 Kg (un ometto piccolo e gracile…)
Capelli: grigio scuri
Occhi: gialli
Ama: combattere e uccidere
Capacità: levitazione, ipnosi, mutazione del corpo
Segni particolari: n/a
Carattere: un puro, sadico e genuino assassino incallito
Storia: Ex-detenuto del carcere di massima sicurezza del
sistema della Cintura di Orione, scampato per tre volte alla pena di morte,
evaso e ricercato per sette anni con una taglia pari a tre volte la più alta
uscita fino alla sua fuga, Rigel si era sempre vantato di non poter essere
catturato da nessuno, e confermava questa sua convinzione massacrando tutti i
cacciatori di taglie che provavano a prenderlo. Soltanto Heka è riuscito a
piegarlo, e Rigel ha accettato di barattare la sua libertà per servire sotto di
lui (in cambio della sospensione della pena di morte). È un sadico patito della
battaglia. Il più grande disonore? Morire senza aver meritatamente lottato con
l’avversario, ma è lui a valutare se questo sia degno di tale onore…
Nome: Betelgeuse (immy) il significato principale
è “mano del gigante” o “mano destra”, ma significa anche “l’annunciatore” (è la
prima stella della costellazione a sorgere); è la spalla destra di Orione
Cognome: Enathael (dal latino natalis, significa “nascita”)
Età: 25
Razza: alieno del piccolo pianeta Gliese 581, orbitante attorno ad HO Librae (***)
Altezza: 1,80
Peso: 78 kg
Capelli: neri
Occhi: nocciola
Ama: riuscire nel suo lavoro
Capacità: levitazione, alta velocità (in realtà non
sa teletrasportarsi, sembra soltanto farlo), utilizzo delle frecce Reaìjeta [si
legge “raigeta”]
Segni particolari: n/a
Carattere: tranquillo, sicuro di se stesso, un po’
opportunista
Storia: un tempo faceva il cacciatore di taglie
per il piccolo governo del suo pianeta natale, ma non si conosce bene la
dinamica per cui poi abbia abbandonato tutto e sia entrato nei Combattenti.
Stima i suoi compagni, ma le sue azioni sembrano sempre molto calcolate: non si
capisce se stia con loro per uno scopo o semplicemente perché è il lavoro
migliore al momento…
(*) Ho Rai Den = “ velo di fulmini”…? Sorry
non sono sicura della traduzione, dato che l’ho letta su un fansub su YouTube e
non sono riuscita a trovare i kanji esatti da tradurre… in ogni caso è
l’attacco originale di Tart (proprio il lancio, nn i fulmini che crea ogni
tanto con le bolas… Mah -___-“”)
(**) mi riferisco all’anime. Non so se la pancia di Masha sia
un “porta-tutto” come dico qui ^^”, xò datemela per buona XP!
(***) esiste x davvero (2° atto xP)! Grazie Wikipedia XD…
I
ringraziamenti sono proprio finiti in fondo foooondoooo! (scusate sn in calo di
zuccheri…). Che ne dice? MUHAHAHAHAHAHAHAH @____@!!! <- Ria in piena crisi
di sadismo&perfidia_psicotica
Kisshu: Ehi, autrice maledetta >____<
**!
Sì che
c’è?
Tutti: E CE LO CHIEDI PURE?!? HA VISTO CHE CI HAI FATTO PASSARE IN UN CAPITOLO SOLO?!?
Kisshu: Ma è chiedere troppo raggiungere
quel @[][–#—-#ùè+pòl di Shorai e farmelo infilzare?!?
Sì!
Kisshu: =____=***…
Minto: Sono stufa di farmi spintonare e
scacciare come una mosca!!
Non che ci
sia tanta differenza…
Minto: COSA +__+**?!
Purin: Ahiaaaa ç___ç… Mi fa male
dappertuttooo…
Taruto: Ria ti ammazzo!
Tu non
fare il cavalier servente e sparisci, o la prox volta faccio menare te!
Ichigo: Mi hai fatto mordere il braccio
T___T**!
Da un
cane formato extralarge ^^! Non noti la sottile ironia?
Ichigo: NO.
Peccato!
Pai (in evidente stato di sofferenza): …
=____=****
E non
guardarmi così tu!
Retasu: Paiiii ç____ç!
Mica
gliel’ho fatta rompere la gamba!
Pai/Retasu: POCO CI
MANCAVA DISGRAZIATA!
Eddai,
ce l’hai ancora attaccata no?
???: +_______________+****… Riaaaaaaa…
o.O?
avverto strani sguardi assassini ^^”””….
RUUUUUMBLEEE!!!
SBABAMPOMPAM!!! <- Ria viene pestata a morte dalle fan di Pai
Aiutoooo
ç____ç!!!
Fan: Dove pensi di scappare +___+***?!?!?!
MAMMAAAAAAA
O____________ç””””!!!
Zakuro:……………
Ryou: … Ok -__-“”… Dato che Ria è
impossibilitata a ringraziare, lo facciamo noi…
Kisshu: Faccio io che te sei
un’insensibile!
Ryou: Che sarei io -___=””?
Kisshu: Allooora… A Dania91, non soffocarti stavolta eh?
Ichigo: Poi è Ryou l’antipatico…
Kisshu: L’aggiornamento è stato rapido, cmq
non preoccuparti non è che Ria sia così impegnata…
Grazie
tante -___#***!
Kisshu: Oh sei tornata?
Sì, ma
sto troppo male (ohi… ç___#””…) continua tu…
Kisshu; ok! A tYTy, grazie dei complimenti ^^. Anche se io vorrei essere meno tenero e più
qualcos’altro… Ma l’autrice non mi lascia spazio =___=! Fare sconcezze non mezzo ad un planetoide deserto con un pazzo alle
calcagna non mi sembra il massimo -___-“!
Kisshu: Uffa però ç__ç!
Selena: Kisshu -\\\-…
Kisshu: Vabbè… davvero questa è stata la
prima fic che hai letto? Siamo onorati ^-^! Phiras non lo chiamerei poverino
coi numeri che c’ha tirato (e nemmeno Keris visto quanto rompe -__-*, ma
sorvoliamo!); non so cosa fosse quella melmaccia schifosa, non c’è dato saperlo,
ma spero di non vederne più -__-*!
Chissà…
Kisshu: non farti venire strane idee!!! La
voce nel mio sogno? Per il momento mi è stato fatto fare voto di mutismo, non
posso dirti niente, tranne che non era di Sel-chan: lei stava cantando mentre
dormivo, ricordi ^^? A Miss Giulietta, seconda new entry ^^, very grazie (Ma
come parli, cosa strana?! ndMiss_Giulietta – Non ferirmi in questo modo, tanto
so che ti piaccio ^^! ndKisshu – Non glorificarti in questo modo -___-“”!
ndRia). Io di canzoni non me ne intendo, ma visto che mentre scriveva Ria l’ha
sentita tipo venti volte e sorrideva inebetita ad alternanza, deduco che valga
lo stesso per lei…
Sarò lì quando il mondo♪ smetterà di girare… ♪Sarò
lì quando la tempesta ♪sarà finita…! Alla fine voglio ♪ restare all'inizio di tutto con teeee ♪ !
Kisshu:
Ti prego che sei stonata!
D’ho
T__T!
Kisshu: =.=””… Comunque… Rigel
l’abbiamo messo a posto, ma i risultati puoi vederli… quanto menava quel
bestione! Tranquilla, il commy va benissimo, anzi, falli belli lunghi così sta
qui è più felice e più è felice prima finisce! A Killkenny,
l’altro nostro sadicissimo autore…
Non parlar male del mio nii-chan o ti picchio!
Kisshu:-___-… a Killkenny non so, si vede che nel
momento che ti metti a fare il ruolo dell’antagonista ti parte un pezzo di
cervello, perché ora che ci penso di avevano provato anche Pai eTaruto con ‘ste cose e non avevano
funzionato! Dieci? Tu sta qui me la vizi… a Sognatrice_91, non
preoccuparti non credo tu sia sola -___-”, è difficile tenere il passo con
‘st’autrice decerebrata! In ogni caso spero che il nuovo capitolo ti piaccia
^^. Ok… direi che abbiamo finito no?
Direi di sì… Allora alla prossima!!! Un
bacione a tutti ^___#!!
Quando Natale vien, quando
Natale vien ♪…! Salve gente! Buon Natale a tutti, anche se in anticipo ^^! Chi si
aspettava di vedermi tanto presto ^^?
Tutti: Nessuno, anzi, speravamo di non
vederti più -__-“!
Cattiviiii
ç___ç… e io che, col mio buon cuore, pensando che c’erano le vacanze e poi io avevo
gli esami e chissà quando avrei aggiornato, io, presa da spirito di carità, ho
aggiornato ben due fanfic!!
Tutti: ma che bel regalo =___=””…
Taruto: ma non ti si fulmina mai la
tastiera?
Minto: ma non hai i regali di Natale da
fare?
Ryou: le valige da preparare per le vacanze?
Retasu: gli addobbi da mettere…
Ichigo: … pulire casa…
Kisshu: … o levarti semplicemente dalle
palle?
T___T***
vi strangolo uno per volta… Vabbè, in questi casi è meglio ignorarvi! Gente! I nostri eroi
sono stati divisi! Che succederà? (Se non lo sai te… ndTutti – Ma era una
domanda retor… Ah, vabbè, ci rinuncio! ndRia). CI
VEDIAMO IN FONDO!
Cap. 47 –
Silenzioso duello a tre: la prima Torre
Con un sospiro
Mina si appoggiò alla parete, passandosi la fronte con una mano. Era madida di
sudore e stanca: stavano camminando da più di un’ora, forse due, ma quel
corridoio continuava interminabile in discesa verso il buio, senza alcun segno
di cambiamento.
- Siamo
sicuri – borbottò Tart – che non ci siamo persi?
- Non è
possibile. - disse Keris convinta.
- E tu
che ne sai?!
- Questo
posto è formato come un enorme nodo – spiegò lei spiccia – migliaia di fili si
uniscono in un punto: puoi percorrere quello che vuoi, ma muovendoti in
direzione opposta all’uscita raggiungerai un solo posto.
Tart fece
spallucce, troppo stanco per replicare.
- Ryan,
non sei stanco? – chiese Paddy con voce fievole – Se vuoi posso camminare un
po’, dovrei farcela…
- Non
fare l’eroina. – la rimproverò Tart – È già tanto se non ti stiamo portando in
giro a pezzettini dentro una scatola, come un puzzle!
Lei
sorrise:
- Grazie,
ma non c’è bisogno che ti preoccupi tanto…
Il
ragazzino sbuffò, voltandosi un po’ in imbarazzo.
-
Piuttosto, stavo pensando…
- Cosa
Ki-chan?
- Quando
siamo scappati alla trappola di quel Rigel, voi avete detto di essere stati
tutti rinchiusi in una specie di sogno, giusto?
Mina a
quella frase s’irrigidì un poco, ma annuì comunque:
- … E
allora?
- È
strano! – ridacchiò l’aliena – Io non mi ricordo cos’ho sognato!
- Sul
serio? – fece curiosa Paddy.
- Già.
forse è dovuto a quello scherzetto che mi han giocato qualche giorno fa(*),
devo avere ancora la testa sottosopra!
Ryan la
fissò un istante ridere nervosa, ma non disse nulla.
- Proprio
niente? – le chiese Mina.
Keris
riflettè:
- A dire
il vero una cosa sì, ma… Non aveva senso.
- Come
“non aveva senso”?
- Vedi, –
spiegò – ricordo che succedeva dell’altro, nel “sogno”, ma l’unica cosa che riesco
a visualizzarmi è un orologio.
- Un
orologio?
- Sì. Ne
ho visto uno simile quando sono arrivata sulla Terra, aveva la parte su cui si
muovono le lancette rotonda, e tante lineette tutte intorno, messe in modo
strano…
- Stai
parlando di un orologio con numeri romani. – dedusse Ryan – Le “lineette” in
realtà sono cifre per segnare le ore.
Keris
annuì, riprendendo:
-
Comunque… All’inizio le lancette si muovevano più veloci del normale. Poi, di
colpo, hanno cominciato a rallentare sempre più, sempre più finchè si sono
fermate.
Mina la
guardò incuriosita:
- Si sono
fermate?
Keris
annuì ancora e riprese:
- Dopo
ancora hanno ricominciato a girare, ma in senso antiorario. Prima lentamente,
poi velocissime…
Paddy si stava
sporgendo con tutto il busto da dietro la spalla di Ryan, rosa dalla curiosità.
- E
poi?
- E poi
niente. – rispose Keris facendo spallucce – Si sono di nuovo fermate di botto,
riprendendo a muoversi in senso orario e con la velocità giusta, ma dopo
nemmeno mezzo giro si sono fermate del tutto.
- Questa
storia è senza senso (gocciolone). – puntualizzò Tart.
- L’ho
detto anch’io! Però Mina-chan me l’ha chiesto…
-
Peccato, però! – sospirò Paddy - Mi sarebbe piaciuto sapere cos’altro hai
sognato!
- Guarda
che non è stata una cosa divertente, Paddy (gocciolone)!
- Perché,
tu che hai sognato Paddy? – le chiese Keris, ignorando il rimprovero di Mina.
- Sognavo
che il mio papà tornava a casa, e con noi c’era anche la mamma.
Ci fu un
secondo di silenzio a quella frase. Keris guardò la piccola senza parlare:
- …
Doveva essere davvero bello. – sorrise poi.
- Già! –
esclamò la biondina – E c’era anche Taru-Taru!
- E io
che c’entro?!
- Come
sarebbe?
- Non
coinvolgermi nei tuoi sogni assurdi! – sbottò paonazzo.
Keris e
Ryan scoppiarono a ridere, Mina sospirò:
- Pare
proprio che tu non sia maturato, nonostante tutto…
- Che
vorresti dire?! Chiudi il becco! Vecchiaccia numero 2!
- C-chi
sarebbe la vecchiaccia (gocciolone)?!
- Fatela finita,
vi prego. – fece Ryan – Mi fate venire il mal di testa…
La
morettina s’irrigidì ancora. Si riprese subito, scostando la testa di lato con
fare altezzoso:
- Niente
di che…
Tre paia
d’occhi presero a scrutarla dubbiosi. Tart fece un ghigno malevolo:
- Secondo
me era qualcosa d’imbarazzante.
- Il
fatto di avere per fratellastro quel maniaco ti fa male, Tart!
Lo
rimproverò Keris. Mina li scrutò indispettita:
- Non ho
sognato proprio nulla d’imbarazzante!
-
Scommetto che c’entrava un ragazzo!
- Paddy!
- Ah-ha!
Hai indovinato, Paddy-chan!
- C’è da
indovinare chi sia… - continuò la biondina.
Le
proteste di Mina furono inutili, e le altre due ragazze continuarono a
confabulare per dieci minuti buoni, accompagnate dai commenti maliziosi di
Tart. Ryan sospirò, si domandava se si ricordassero perché erano lì…
- Ci
sono! – esclamò alla fine Paddy – C’entrava Quiche!
Mina
divenne bianca in volto:
- Che
cavolo stai dicendo…?!
- Lei e
mio fratello (gocciolone)?
-
C’entrano l’uno con l’altra come i cavoli a merenda! – puntualizzò Keris.
-
Appunto, gli opposti si attraggono!
- Da
quando queste pillole di saggezza? – la schernì Tart. Mina era praticamente
muta.
- Mmm,
però in fondo non hai tutti i torti… - riflettè Keris – Mina-chan, se sei
interessata io t’appoggio, così mi liberi Sel-chan da quella zecca!
- Non sei
carina Ki-chan!
- MA CHE
CAVOLO VI PASSA PER LA TESTA A VOI TRE?!? – sbraitò
alla fine la morettina – GUAI A VOI SE DITE ANCORA UNA STUPIDAGGINE DEL GENERE!
Gli
interpellati sobbalzarono a quella reazione, annuendo mansueti:
- Sì…
Scusa…
- E ora
andiamo, su! – continuò con voce stridula – Abbiamo già perso troppo tempo con
queste scemenze!
E,
ritrovate tutte le energie, la mewbird si avviò a passo marziale nel corridoio,
lasciandoli indietro.
- Ma
perché s’è arrabbiata tanto?
- Boh,
Tart, non chiederlo a me!
*______________
Inciampò
goffamente, facendo due passi saltellando. Pie, qualche metro avanti, si voltò
appena, guardandola di sbieco:
- Stai
bene?
- Sì… Sì…
- mormorò Lory, fermandosi – Ho solo messo male un piede.
Lui
annuì, riprendendo a camminare in silenzio.
Lory
sospirò, era così da ore.
Silenzio.
Solo e sempre silenzio. Quella era stata la conversazione più lunga che si
erano scambiati da quando erano rimasti separati dagli altri, escludendo le
domande (quasi di circostanza) tipo “stai bene?”, che avevano fatto dopo il
crollo del corridoio.
Scosse la
testa, cercando di mantenere la mente concentrata sul loro obbiettivo, ma non
ci riusciva: quella situazione sospesa la stava mandando ai pazzi, non poteva
continuare così!
Si fermò,
sbattendo un piede a terra:
“Ora
basta!”.
Accelerò
il passo, superando senza fatica il ragazzo che avanzava lento per via della
gamba, e gli si piazzò davanti con aria corrucciata. Lui la guardò impassibile,
alzando appena un sopracciglio:
- Cosa
c’è?
-
Dobbiamo parlare.
-
Dobbiamo che?
- Avevi
detto che l’avresti fatto. – replicò lei, cercando di sembrare tranquilla.
- Sì, ma
non adesso (gocciolone).
- Invece
sì, adesso.
- Adesso?
- Adesso,
sì!
Pie
sospirò, fregandosi gli occhi con due dita:
- Lory…
- Prima
che tu mi dica che sono infantile, sciocca o insensata – lo bloccò – sappi che
lo so benissimo! Non è né il posto, né il momento più opportuno, comodo o logico
per farlo, ma è quello giusto!
- Hai
appena detto una frase senza senso.
- Pie, ti
prego…!
La voce
le uscì più acuta del previsto; non avrebbe mai creduto che i tipici
comportamenti indifferenti di lui un giorno le avrebbero messo un simile groppo
alla gola, ma si sforzò di non scoppiare in lacrime.
Si
fissarono negli occhi in silenzio per quasi un minuto. Alla fine Pie sospirò:
-
Fermiamoci un po’.
Si
appoggiò alla parete con aria stanca. Nel guardarlo Lory si strinse un poco il pugno
contro il petto, il ragazzo era in condizioni pessime: era pallidissimo, sudava
e respirava un po’ troppo forte, ed era chiaro che la gamba con cui Rigel aveva
giocato gli faceva molto più male di quanto dicesse.
- Non…
Sarebbe meglio se non camminassi? – gli domandò preoccupata – Anche se voli,
non devi preoccuparti per me se…
- Non mi
preoccupo, ma tu non sei in grado di starmi dietro.
Ribattè
gelido. Lory incassò il tono brusco senza una parola e lo fissò con occhi
tristi:
- Mi vuoi
dire che ti prende?
Lui non
le rispose, guardandola di sbieco.
- Pie…
-
Continuo a pensare che sia stupido parlarne adesso.
Lory lo
fissò arrabbiata, quella era la goccia che faceva traboccare il vaso:
- Ma io
non so più cosa devo fare!
Non
avrebbe voluto gridare, ma la sua voce aumentò di colpo il volume. Le sfuggì un
singhiozzo sordo e non riuscì a trattenere qualche lacrima, mentre lui la
fissava indecifrabile.
- Di
colpo sei tornato freddo… Poi però, quando c’è pericolo ti preoccupi per me, ma
se lo faccio io ti arrabbi e mi scacci!
Si fregò
il viso con una mano, non smetteva di piangere.
- Lo so
che non dovrei pensarci, almeno non adesso! E lo so che c’è un problema molto
più grosso a cui pensare – continuò con voce rotta – pensi che non l’abbia
notato, poco fa, che stavo per morire?! Stavano per staccarmi la testa!
Dovette
strofinarsi gli occhi con tutt’e due le mani per asciugarli almeno un po’.
- Però…!
Non posso non pensarci, non riesco a non starci male! No lo so, non ci capisco
niente…! Io…! Non… Forse sono… Stup… Non so…!
Si fermò,
era diventato troppo difficile parlare e tentare allo stesso tempo di
trattenersi dallo scoppiare in singhiozzi incontrollati.
Pie
continuò a tacere. Non avrebbe mai creduto che, nella sua vita, sarebbe stato in
grado di sentirsi tanto miserabile solo per aver fatto piangere qualcuno.
- Legare è molto più facile che sciogliere
Serrò la
mascella in silenzio, giurando che non avrebbe mai più fatto niente o detto
alcunchè in presenza di quella maledetta terrestre mora.
Allungò
due dita e fece una lieve carezza sui capelli di Lory, che sembrò non sentirlo
nemmeno. Dovette ripetere il gesto una decina di volte prima che la ragazza se
ne rendesse conto e si calmasse abbastanza da starlo a sentire.
- Senti…
Si fermò,
senza sapere bene come continuare. Lory lo fissava speranzosa e Pie si disse
che, per far arrivare entrambi a quel punto prima di decidersi a spiegare,
forse tra loro era lui ad essere quello insensato.
Prese un
bel respiro, cercando d’isolare per un poco in un angolo del cervello le fitte
di dolore alla gamba:
- Io… Non
volevo. Non volevo farti stare così, davvero… - l’ultima parte uscì in un
sussurro, era disabituato ad usarla – Mi spiace.
“Oh c…! Mi
dispiace?! Per favore…!”.
Lory però
si limitò ad annuire appena, continuando a scrutarlo in silenzio. Pie sospirò
ancora, le prese delicatamente il viso tra le mani e le accarezzò la guancia
col pollice. Lei gli strinse la mano:
- Lo so.
- Ah sì?
La guardò
sorridergli con dolcezza, serena, ed era così evidente anche per lui la
felicità che provava solo per aver ascoltato quella frasetta semplicistica, che
si sentì quasi in imbarazzo.
– E poi Lory non è il tipo da odiare qualcuno. Non
ne è capace.
Non
riuscì a non immaginarsi Pam a ridacchiare soddisfatta a quella scena.
- Il “mi
spiace” riguarda anche quel che mi hai detto al Caffè? – domandò lei.
- Intendi
sul fatto che ho considerato infantile che tu ti sia arrabbiata per il…?
- Sìsìsì.
– borbottò lei arrossendo un poco – Per Bellatrix.
Pie
sbuffò e la fissò indecifrabile. Era serio, ma a Lory sembrò meno triste di
prima, quasi divertito:
- No.
- M-m-ma
come?!
- Penso
sul serio che sia stata una reazione eccessiva.
- Cosa?!?
– Pie trattenne una risata vedendo quella sua faccia offesa – Non direi
proprio!
Il
ragazzo le rivolse un’occhiata eloquente:
- Se
vogliamo essere puntigliosi, avresti potuto evitare, dato che io su te e
Shirogane non ho detto nulla.
Lory lo
guardò qualche istante senza capire. Poi le venne in mente.
Ricordò
quel giorno alla baia di Tokyo, mentre stava tentando di salvare Ryan, gettato
in mare dal chimero che aveva colpito il motoscafo su cui si trovavano; e
ricordò di come lei, preoccupata, si era messa a cercarlo in mezzo alle
profondità marine, guidata dalla goccia di MewAqua che il biondo portava al
collo.
“E poi ho
incontrato Pie, e ci siamo scontrati… E io sono riuscita a raggiungere Ryan e…
E…”.
Trattene
un secondo il respiro.
Aveva
baciato Ryan davanti a Pie!
Divenne
pallida, poi terrea, poi rossa e infine quasi viola:
-
M-m-m-m-m-ma-a-a i-i-i-i-o…! Ci-cioè, non ero ancora…! Di te, intendo… E-e-e…!
Pie rise,
o meglio si lasciò sfuggire un sospiro divertito che assomigliava ad una
risata, ma Lory pensò che era il massimo che si potesse ottenere da lui.
- N-non
ridere! Guarda che io ti stavo parlando seriamente…!
- Lo so.
Aggiunse
pacato. Lei credette di capire dove voleva andare a parare, ma voltò comunque
la testa di lato, indispettita. Poi gli rivolse un’occhiata dubbiosa:
- Vorresti
dirmi che quel… Quell’episodio – tagliò corto a disagio – non
t’infastidisce nemmeno un po’?
Lo vide
irrigidirsi: non si aspettava una domanda del genere, l’aveva preso alla
sprovvista. Il ragazzo chinò lo sguardo, grugnendo qualcosa di non ben definito.
- Tu… -
Lory lo scrutò meglio e s’illuminò – Lo sapevo! Vedi che anche tu ti arrabbi?!
Sei geloso!
- C-cosa
sarei?!
- Sei
geloso del fatto che io abbia baciato Ryan. Vero?
Lui la
guardò storto, ma non replicò, limitandosi a brontolare un “falla finita”.
- Non
farmi la predica allora. – disse Lory alla fine; il suo tono divenne un
sussurro leggerissimo – Perché è normale che mi senta arrabbiata… Se vedo
un’altra persona che… Sì, insomma, che bacia…
Voleva
dire “la persona che amo”, ma si sentì così in imbarazzo solo a pensarci che le
si chiuse la gola.
Pie
sospirò, per quella volta l’aveva spuntata lei. Ma vederle quel rossore in viso
gli riportò di colpo alla mente quel che più le premeva dirle, e si rabbuiò di
colpo.
- Lory…
La
costrinse a guardarlo in viso; era così serio che la ragazza sentì subito
svanire il sollievo di poco prima. Pie lo notò e gli si strinse lo stomaco, era
davvero inevitabile che la facesse soffrire.
-
Ascolta… Ad essere sinceri, avrei preferito che tu prendessi ad allontanarti da
me e basta, ma…
- Cosa
c’è?
Pie le
accarezzò la guancia, così piano che Lory ebbe l’impressione che il suo corpo
fosse diventato di colpo di vetro e lui avesse paura di frantumarla, toccandola
con troppa energia. Parlò quasi tutto d’un fiato:
- Io
dovrò tornare. Quando voi tornerete a casa io… Anch’io dovrò tornare su Gaea.
non posso restare sulla Terra.
Come si
aspettava, la reazione di Lory fu di guardarlo basita, come se non avesse colto
bene il senso. Dopo qualche secondo abbassò la testa, lasciando la frangetta a
coprirle un po’ gli occhi, ed annuì nervosa:
- Sì…
Pie si
coprì la bocca con la mano, arrabbiato:
- La
colpa è mia… Non avrei mai dovuto avvicinarmi a te…!
- NO! –
lo fermò lei, poggiando una mano sulla sua – Non dirlo nemmeno!
Prese a
torturarsi le mani, sorridendo impacciata.
- Sono…
Sono davvero felice, sai? Che tu mi ricambi…
Pie si
trattenne dallo stringerla quando la vide così dolcemente rossa in viso. Non
era il momento di essere spontanei, ma di discutere; anche se, a dirla tutta,
lo sforzo per controllarsi fu molto più di quel che pensava.
- E
capisco, sì, capisco quel che volevi fare. – continuò lei, che finalmente aveva
chiari i suoi atteggiamenti degli ultimi giorni – Ma ascolta…
Le sue
parole furono coperte da una risata sguaiata e acuta, che la fece saltare in
piedi come una molla.
Pie gelò
l’inopportuno intruso con la sua migliore occhiata feroce:
-
Bellatrix…
- Va là,
va là, va là, ma che succede?! – cantilenò quella giuliva - Ho interrotto
qualcooosa? Qualche discorso importante?
Rivolse
un’occhiata maligna a Lory e si avvicinò ancora, ancheggiando come una modella
in passerella:
-
Pie-chan, non dovresti intrattenerti coi bambini!
Lory la
fulminò con occhi indignati, trasformandosi in un lampo.
Bellatrix
sorrise e staccò una delle sferette dal suo bracciale, prendendo a farla
rotolare da un dito all’altro:
- Proprio
voi… È il mio giorno fortunato!
La
boccetta s’infranse a meno di cinque centimetri dal piede di MewLory, ma Pie fu
abbastanza rapido da afferrarle il polso e teletrasportare entrambi a distanza
di sicurezza prima che il contenuto, qualunque esso fosse, gli arrivasse nei
polmoni. Lasciò andare la ragazza senza scendere a terra: poteva forse
camminare (o zoppicare che dir si volesse) con la gamba mezza fracassata, ma
non certo combattere.
Bellatrix
emise un verso di stizza. Heka aveva avuto ragione, scoprire le sue carte era
stata una mossa avventata: ora quei due non si sarebbero mai lasciati
avvicinare abbastanza perché uno solo dei suoi veleni avesse effetto, e
considerava entrambi pericolosi a sufficienza da non augurarsi uno scontro
diretto troppo lungo.
Aveva
solo un’ultima carta da provare prima di lanciarsi in un corpo a corpo. Guardò
con un sospiro le sue boccette e, senza smettere di tenere d’occhio i suoi
avversari, che la osservavano indagatori, mise da parte quelle più rare e
preziose, levandone una decina appena; gliene rimanevano quasi quaranta.
Sogghignò
e scomparve con uno schiocco. Riapparve vicino all’orecchio sinistro di Pie,
che avvertì il lievissimo sibilare dell’oggettino di vetro un secondo prima che
questo si spaccasse sul pavimento, liberando una nube verde chiaro dall’odore
acre e pungente.
MewLory
se ne allontanò rapidamente, ma Bellatrix le fu subito dietro, pronta a bersagliarla
con dell’altro. Stavolta la boccetta quasi centrò il bersaglio e la mewfocena
rischiò di farsi corrodere il braccio da una melma gialla e acida, che per
fortuna si limitò a bruciacchiarle la punta delle code del costume.
Bellatrix
sembrava inarrestabile. Nel giro di un minuto già una ventina di ampolle si
erano fracassate al suolo: il pavimento era diventato una fanghiglia polverosa,
costellata di pozzanghere dai colori accecanti, viscide, sibilanti e
gorgoglianti come se sotto di esse un fuoco immenso le stesse facendo
ribollire. Nuvole sporche di fumi avevano riempito l’aria, che era diventata
caldissima e quasi irrespirabile, e il Fuu Shi Sen di Pie era diventato
ormai inutile: non c’erano sbocchi in cui il suo vento potesse incanalare
l’aria, e anche se questa si disperdeva nei corridoi vicini non era mai
sufficiente ad allontanare i veleni.
Alla fine
MewLory non vedeva quasi più nulla. Le bruciava la gola, le lacrimavano gli
occhi e riusciva a distinguere solo in modo vago la figura di Pie, che saettava
di qua e di la tallonato da Bellatrix, senza riuscire a metterla fuori
combattimento; nel frattempo, notò la mewfocena, il ragazzo era intendo a
cercare di capire se lei stesse bene, dato che anche per lui stava diventando
impossibile vedere.
Lory
sentì la testa prendere a girarle, qualcuna quelle polveri doveva esserle
arrivata nei polmoni; tossì forte, cercando di buttare fuori tutto, ma ottenne
solo di farsi venire anche la nausea.
“Un’idea!
Mi serve un’idea…”.
Sentì Pie
lanciare un altro attacco, che andò a vuoto, e le venne l’illuminazione.
- PIE!
Vide in
maniere confusa il ragazzo schivare Bellatrix, che si stava gettando contro di
lui, quindi teletrasportarsi un paio di volte alla cieca e poi apparirgli al
fianco. Lei lo guardò decisa:
- Ascolta…!
Bellatrix
si mise le mani sui fianchi, sbuffando, che combinavano ora quelli? Memore
dell’ultimo scherzetto che le aveva giocato quella ragazza in verde si mise
subito alla sua ricerca, e quando la individuò con precisione comparve a meno
di un centimetro dalla faccia di Lory. Vide subito che era provata, mezza
soffocata e ormai accecata, e sorrise divertita:
- Beh?
Che vogliamo fare, piccina?
Lory la
fissò con aria di sfida, e le sue nacchere le comparvero nelle mani:
- Ribbon
Lettuce Rush!
Bellatrix
lo schivò facilmente e il getto d’acqua si disperse per la stanza; si allarmò
quando vide la ragazza terrestre sorridere soddisfatta.
- ADESSO!
- Fuu
Hyou Sen!
Bellatrix
si voltò di scatto. Anche questo se lo ricordava.
Scomparve
in un lampo fuori dal raggio d’azione del ragazzo, senza pensare neppure un
secondo che il bersaglio, almeno per il momento, non era lei. Fu troppo tardi
quando se ne accorse.
Il Fuu
Hyou Sen, infatti, creava schegge di ghiaccio, ma ghiacciava anche
tutta l’aria attorno, abbassandone drasticamente la temperatura.
“Acqua
nebulizzata e aria ghiacciata… Uguale…”.
Bellatrix
si lasciò sfuggire un’imprecazione degna del collega Rigel, mentre scorgeva
tutti i suoi profumi e veleni venire imprigionati in microscopici granelli di
ghiaccio(***), che si schiantavano al suolo come proiettili mentre l’aria
tornava pulita.
Lory
cadde bocconi, prendendo aria a grandi respiri. Anche Pie sembrava senza fiato.
Bellatrix
scese a livello del terreno, guardando seccata il proprio bracciale: aveva
finito le boccette utili.
“Merd…!”.
Scostò il
braccio di lato con stizza e guardò i due avversari:
-
Cominciate ad irritarmi voi due!
Si passò
con grazia una mano tra i ciuffi lucidi, facendo un sorrisetto maligno e
brontolando:
- Che rottura…
Odio comportarmi come un troglodita!
Guardò
Lory di traverso e il suo ghigno si fece più largo:
- Farò
un’eccezione giusto perché sei tu, eh?
*______________
- Sei
stanca?
- Morta.
– ridacchiò Selena – Ti prego, Quiche, fermiamoci un minuto! Non ne posso più…!
- Ok, ok…
I due
ragazzi si sedettero a terra, appoggiando la schiena alla parete. Selena
sospirò soddisfatta e chiuse un istante gli occhi, stremata.
- Scusami
– disse poi – ma ero al limite!
Lui si limitò ad annuire, sfiorandole una guancia con la mano:
- È da prima che sei pallida.
Disse piatto. Selena capì subito a cosa si riferisse quando diceva
“prima”, ma non rispose, facendo la vaga:
- Dici? In effetti avrei bisogno di una dormitina…
- Sel, non è certo perché sei stanca!
- Invece sì! – replicò lei, con voce forse un po’ troppo acuta –
Perché dovrei esserlo se no?!
Quiche le rivolse un’occhiata severa:
- Da quand’è che hai una forza del genere?
Selena cercò di voltare la testa, per non incrociare quegli occhi
dorati ed essere costretta ad ammettere che c’era qualcosa che non andava. Il
ragazzo riuscì ad afferrarle il braccio prima che lei gli desse le schiena:
– Sel… Che è successo?
Selena si mordicchiò il labbro; rannicchiò le ginocchia al petto e
assunse un’aria sempre più spaventata man mano che mormorava:
- Non… Non lo so… È stato… È stato come se i miei poteri avessero
agito da soli. Li ho sentiti così forti che mi sono spaventata, eppure…!
Quiche la vide stritolarsi le mani in una morsa:
- Eppure, ho attaccato. Non so nemmeno come ci sono riuscita,
Quiche! – affondò il viso tra le ginocchia – Però l’ho fatto.
- Calmati adesso. Non è un problema, ora, se i tuoi poteri stanno
aumentando…
- Lo è, invece! – replicò lei – Non è solo che non so se posso controllarli!
Non so nemmeno perché sta succedendo, perché così di colpo! Oh, Quiche…!
Lo abbracciò stretto. Era spaventata, terrorizzata da sé stessa,
ma ancor più era arrabbiata perché era così insicura delle sue capacità in un simile
momento, quando invece sarebbe dovuta essere pronta a tutto.
Quiche non sapeva bene cosa dirle. La cosa in effetti preoccupava
anche lui, ma se Selena fosse rimasta in quelle condizioni sarebbe stato
peggio.
- T’ho detto di stare tranquilla, va bene? – disse con decisione –
Ora riposiamoci un po’.
In quel momento, era molto meglio che lei riprendesse un po’ di
forze e si calmasse. Quando fosse tutto finito, si sarebbero preoccupati anche
dei suoi poteri.
Lei annuì, ma il ragazzo non riuscì a capire se l’aveva convinta o
se lei lo stava solo assecondando; sospirò appena, la lasciò appoggiarglisi
alla spalla e la guardò chiudere gli occhi per un poco, ormai esausta.
*______________
Lory
aveva sperato che il colpo che l’aveva quasi centrata al porto fosse un caso,
dovuto alla rabbia. Speranza vana.
Bellatrix,
per quanto si atteggiasse ad immagine dell’eleganza, aveva una forza mostruosa
e, per di più, ce l’aveva a morte con lei.
Non che
Lory l’apprezzasse, anzi, il suo astio era ugualmente condiviso, e doveva
ammettere che per una volta non si stava facendo molte remore a tentare di
colpire, e con forza. Ma Bellatrix era anche svelta, e Lory era in seria
difficoltà.
Pie tentò
un paio di volte di aiutarla, ma i colpi del suo ventaglio rischiavano ogni volta
i coinvolgerla, e l’unica volta che provò a fronteggiare di petto la
Combattente questa cambiò subito la traiettoria del suo pugno, dal torace della
mewfocena alla gamba mezza fratturata del ragazzo. La fitta di dolore fu così
forte che Pie non trattenne un grido di dolore e cadde a terra come un sacco,
incapace all’improvviso di volare, reggendosi l’arto con entrambe le mani.
- Sceeeemoooo!
♪ –
cantilenò la donna con aria divertita – Bisognava esser ciechi per non vedere
quella gamba!
Bellatrix
conosceva lo stile di Rigel, era assai raro che i sopravvissuti dei suoi
attacchi (ancora più rari) uscissero senza qualche pezzo rotto: aveva notato
subito la curiosa fasciatura, e per quanto malmenare quel bel ragazzo dalle
orecchie a punta non le andasse molto - del resto, un pensierino su di lui
stava continuando a farlo - non aveva voglia che s’intromettesse nella sua
lotta.
E così
Lory era bloccata in uno scontro frontale, incapace di controbattere.
I suoi
getti d’acqua continuavano a venire schivati con agilità, e Bellatrix intanto
si avvicinava: un pugno, un calcio, ancora un pugno… Il pavimento si era
riempito velocemente di bozzi e buche per ogni colpo fallito della bruna.
Lory
contrattaccò, riuscendo per miracolo a centrarla al plesso solare con un calcio,
ma Bellatrix si limitò ad indietreggiare di un passo per poi, col fiato ancora
mozzo, ricambiare il favore mirando alla testa della verde. La mewfocena lo
evitò per un pelo, tentò di parare un suo pugno e centrarla col suo Ribbon
Lettuce Rush, ma la donna cambiò idea e provò a centrarla col palmo
dell’altro braccio. Lory sentì le unghie di lei sfiorarla appena sotto la linea
del collo, poi l’altro pugno la colpì alla spalla; il colpo vibrò lungo tutto
il braccio – la ragazza ebbe anche l’impressione che da qualche punto dell’arto
fossero venuti fuori dei cupi crac - e in un gemito di dolore Lory perse
la presa dalle sue Lettuce Castanets, che rotolarono
ad alcuni metri di distanza. La ragazza scivolò a terra, rotolò sul fianco e
scattò di lato per tentare di recuperarle, tallonata dalla donna. Pie tentò di
approfittare del distacco per centrare Bellatrix, ma la sua scarica di fulmini
le sfiorò appena il fianco, mentre lei se la faceva scivolare addosso con un
movimento sinuoso degno di un pesce.
La donna rivolse un sorrisetto scaltro al ragazzo e allungò il
braccio, vicino alla caviglia di Lory; lei aveva appena messo le mani sulle sue
armi, che quella l’aveva afferrata. Lory impallidì.
- Ciao ♥!
Con un rapido movimento del braccio Bellatrix gettò la ragazza di
lato come se fosse un fuscello, facendola ruzzolare per un paio di metri sul
pavimento duro. Sorrise soddisfatta, ma prima che rincorresse la sua preda
avvertì qualcosa pungolarle il collo attraverso i ricci morbidi.
- Fuu Rai Sen.
Bellatrix
sentì rintronarle lo schiocco delle saette nelle orecchie, avvertì le scariche
bruciare mentre le sfioravano la pelle nivea e attraversavano i capelli,
elettrizzandoli. Lo sentì soltanto, e allora Lory pensò davvero che la fortuna
li avesse abbandonati, perché per schivare un tale attacco da quella distanza,
Bellatrix poteva solo essere stata benedetta dal cielo.
Qualcosa,
comunque, il colpo parve averlo sortito, e la donna se ne stette qualche minuto
a gemere e maledire i suoi avversari in un angolino a distanza di sicurezza.
Pie raggiunse subito Lory per controllare che stesse bene, benché fosse chiaro
che era lui quello al limite delle proprie energie.
Lory gli
si aggrappò al braccio, morta di preoccupazione, ma Pie, constatato che era
ancora intera, tornò a concentrarsi sui movimenti della Combattente. Questa si
era infatti alzata in piedi ed urlava, al limite della rabbia:
- Che
male! Ti avviso, se mi hai lasciato anche solo un piccolissimo segno…! –
si tastò il collo, ma parve non riuscire a capire l’entità del “danno” – Giuro
che te lo spacco, quel bel faccino!
In un
lampo fu di nuovo su entrambi. Pie afferrò Lory per le spalle e la scostò di
lato per evitarla, poi cinse la vita della ragazza col braccio e si sollevò in
aria. Bellatrix li fissò con un ghigno:
- Eh no!
E di
nuovo su di loro. MewLory sciolse in un baleno la stretta col ragazzo e saltò a
terra, attaccando nello stesso momento, e stavolta il Ribbon Lettuce Rush
colpì Bellatrix almeno di striscio, facendola sbandare scomposta verso la parete;
si fermò in tempo per non andarci a sbattere.
Lory la
vide riprendere a strillare, sempre più agitata, e mentre Pie ricominciava il
suo tiro al bersaglio notò che la donna andava sempre più veloce, sempre più
veloce… La ragazza terrestre avvertì un lievissimo brivido lungo la schiena.
“Potrebbe
essere…?!”.
Bellatrix
si scagliò su Pie, mirando alla gamba. Le dita affusolate sfiorarono appena la
stoffa dei pantaloni, ma era chiaro che ci avrebbe riprovato subito, forse con
l’intenzione di terminare il lavoro del compagno, e Pie attaccò:
- Fuu Shi
Sen!
La
ventata fu così forte che Bellatrix perse l’equilibrio e precipitò con uno
schianto fragoroso.
Lory
trattenne un’esclamazione entusiasta, forse erano riusciti finalmente a
bloccarla!
O forse
no.
- Ahiaaaa!
– Bellatrix si tirò su con un colpo di reni, il viso coperto dai lunghi capelli
– Ma sei proprio violento!
Si spazzò
un poco le braccia impolverate, incurante degli sguardi allibiti degli altri
due e, tornata calma, guardò con fare seducente l’alieno ancora sospeso a
mezz’aria:
-
Potrebbe risultare divertente…
Pie si
lasciò scivolare addosso il commento malizioso, assolutamente insensibile,
mentre Lory capì appieno per la prima volta cosa s’intendesse con l’espressione
“mi prudono le mani”.
Bellatrix
doveva ringraziare di non esserle abbastanza vicina.
La
donna compì una piroetta e li fissò coi lascivi occhi verdi. Si sentiva
energica oltre ogni limite, e si stava divertendo tanto che non le dava nemmeno
più fastidio dover combattere a mani nude. Scostò indietro i lunghi capelli
come fossero un mantello e Lory, con una punta di paura, vide la conferma al
suo dubbio: un curioso luccichio, grande non più di qualche centimetro, era
apparso sullo scarso vestiario della donna, all’altezza del petto.
Bellatrix
mosse appena un piede, pronta a lanciarsi ancora all’attacco, quando si bloccò
di colpo.
Aveva
avvertito uno strano pizzicore, o forse era meglio chiamarlo leggera fitta,
proprio al torace.
La
mewfocena tornò al suo aspetto normale. Pie, che si era accorto di cosa aveva
visto Lory, nello scorgere la reazione di Bellatrix fece scomparire il suo
ventaglio, sospirando col calma raggelante:
- E con
questa fanno tre…
Bellatrix
cadde in ginocchio, d’improvviso stremata. Si portò una mano alla bocca,
avvertendo il sapore metallico di qualcosa che le scivolava piano lungo la
lingua, e si accorse di sanguinare con forza dal labbro superiore.
Lory e
Pie non si muovevano più. La fissavano in silenzio, lui pronto al seguito, lei
senza sapere bene cosa fare.
E poi Bellatrix
gridò.
Si lasciò
andare con la schiena a terra e prese a contorcersi come un serpente, cercando
di aggrapparsi al pavimento come se fosse sull’orlo di un baratro e pregasse un
appiglio per non cadere, piangeva e strillava acuta.
Lory non
voleva guardarla, ma i suoi occhi sembravano di colpo incollati alla sua
silhouette nella polvere. Pie cercò di scuoterla, un po’ brusco:
- Avanti.
Non sarà un bello spettacolo, lo sai. Andiamo…
Iniziò a
camminare, anche se ormai zoppicava tanto da procedere saltellando, ma Lory non
si spostò.
Bellatrix
cacciò un altro strillo, prendendo a piangere:
Si
strinse le braccia al petto, chiamando ad uno a uno i suoi compagni con
piagnucolii gutturali. Lory strinse i pugni.
Si
ritrasformò in un lampo di luce azzurrognola e corse verso la donna senza
nemmeno voltarsi.
- Che
cavolo vuoi fare?! – chiese Pie disorientato quando se ne accorse.
-
L’aiuto. – fu la sola risposta di lei.
- Tu
che…?!
Ma Lory non
aggiunse altro.
Si
accostò a Bellatrix, che la notò solo quando le prese con dolcezza la spalla;
con l’ultimo briciolo di autocontrollo, la donna scacciò la mano di Lory con
ira, ma la ragazza ricambiò con severità l’occhiata arcigna:
- Senti,
io non piaccio a te e tu non piaci a me, è appurato.
Bellatrix
non rispose. Se ne stava rannicchiata con le braccia strette sulla pancia, il
viso rigato di lacrime e scossa in tutto il corpo da spasmi terribili che
tratteneva per pura ostinazione.
- Ma quel
coso – indicò lo stemma luccicante sul lembo di stoffa che, almeno in teoria,
doveva essere l’abito della donna – ti sta uccidendo. Sono già morti due dei
tuoi amici, se non te lo tolgo farai la loro stessa fine!
Bellatrix
potè quasi giurare che quella ragazza si stesse preoccupando per lei, ma poteva
benissimo sbagliarsi dato il dolore che le offuscava i sensi.
Pie
sbuffò con forza: “Kami-sama…!”.
La donna
lasciò vagare ancora un istante le iridi smeraldo in quelle appena più accese
della mewform di Lory. Si corrucciò ancora, poi scostò le braccia e si rimise
dritta per quanto poteva, permettendole di vedere il kinshi.
Lory si
strinse la mano al petto, titubando, e poi afferrò l’oggetto: trattenne a
stento l’istinto di scostare la mano al contatto con quella superficie rovente
e iniziò a concentrarsi.
“Con
Mina, quando ha affrontato Rigel, ha funzionato. – pensò – Speriamo che
funzioni anche così!”.
Il
MewPower l’avvolse nella sua rassicurante colonna di luce verde acceso.
Bellatrix urlò più forte, il kinshi aderiva alla sua pelle come un gancio
uncinato, minacciando di strappargliela se avesse tentato di toglierlo. La
donna si dimenò ancora e afferrò il polso di Lory, guardandola minacciosa:
- Falla
finita! Fa male, che cavolo stai facendo?!
Lei non
rispose, ignorando la stretta poderosa della bruna. Insistè ancora, e alla fine
il kinshi scivolò fuori dai fori che aveva praticato nel torace di Bellatrix,
restando nella mano di Lory.
La donna
si accasciò all’indietro con un rantolo, esausta, mentre Lory gettò in aria il
piccolo parassita e si strinse la mano con cui l’aveva tenuto, gemendo di
dolore.
Scorse
con la coda dell’occhio Pie raccogliere qualcosa da terra e frantumarla nel pugno,
per poi raggiungerla. La guardò severo, inginocchiandosi accanto, e strappato
un piccolo lembo di stoffa dalla sua maglia già malconcia le fasciò la mano che
aveva afferrato il kinshi e che ora sanguinava piano:
- Sei
davvero senza senso…!
Le disse.
Il tono era serio, ma non freddo come lo era di solito:
- Mi
spieghi perché fai queste cose?
Lei
sorrise e fece spallucce, guardando poi la fasciatura:
- Grazie.
- Poi mi
domandi… Come si fa a non preoccuparsi per te, che ti cacci sempre nei guai?!
Lory continuò
a sorridere in silenzio.
Bellatrix
guardò i due senza muoversi; il dolore stava scemando, il respiro era tornato
regolare e non sanguinava più. Vide che i ragazzi stavano per rimettersi in
cammino, senza più guardarla, e urlò con voce rauca:
- Aspetta!
Lory si
girò di scatto, sussultando, e Pie guardò Bellatrix con gli occhi ridotti a due
fessure affilate come rasoi. Lei parve non curarsene, si alzò in piedi
barcollando e guardò la ragazza con aria dubbiosa:
- Volevo chiedertelo
anch’io. – disse sottovoce – Perché mi hai aiutata?
Lory la
fissò un poco e poi le andò di fronte, l’espressione seria e ferma:
- Non lo
so. Forse perché non riesco a vedere qualcuno morire.
Non
aggiunse altro. Bellatrix la scrutò meglio per vedere se diceva la verità, e
appurato che era così fece un passo indietro, malferma sulle gambe:
- Sei
strana.
- Lo so.
Bellatrix
sogghignò:
- Puoi
mettere via quel giocattolo, Pie-chan. – fece un gesto vago con la mano
indicando il ventaglio che il ragazzo si teneva al fianco – Nello stato in cui
sono non ci penserei nemmeno a combattervi.
Si guardò
il petto, dove prima c’era il kinshi: la stoffa era bruciacchiata e sulla pelle
liscia come porcellana era rimasto un segno piccolo, ma evidente, una sorta di
morsicatura di insetto.
- E dopo
questo…! Non penso proprio di lavorare ancora per quello schifoso…!
Indicò un
punto imprecisato alle sue spalle, quindi guardò ancora Lory:
- I mie
compagni…
La
ragazza si strinse nelle spalle:
- Rigel è
morto, l’abbiamo affrontato prima. – per quanto sembrasse incredibile, il suo
tono era pieno di dispiacere, pure parlando di quella specie di bulldozer
assassino – E quando siamo entrati… Uno dei due ragazzi…
- Alnitak
e Alnilam?!
Bellatrix
la guardò piena di preoccupazione e Lory fece un cenno d’assenso:
- Uno dei
due è vivo, ma è lassù e non s’è mosso più dopo che…
Bellatrix
annuì grave, fermandola. Guardò verso il corridoio da cui i due erano venuti e
poi tornò ad osservare la mewfocena:
- Sei
proprio strana. – sentenziò convinta. Sorrise impercettibilmente – Grazie.
Guardò
alle sue spalle, stringendo i pugni con forza:
- Heka
aveva ragione a preoccuparsi…
- Che
vorresti dire?
Le
domandò Pie. Lei lo scrutò dal basso verso l’alto sospirando:
- Non si
fidava del Collezionista. Quando siamo arrivati qui, però, è scomparso subito
dopo aver parlato con Shorai, e ora non ho la più pallida idea di dove sia.
Pie non
diede segno di risposta e riprese lentamente a camminare. Lory passò rapida lo
sguardo da lui alla donna.
- I
vostri amichetti? Vi siete divisi? – riprese quest’ultima – Non è stata una
gran idea…
- È stato
il tuo amico con la faccia da cane rognoso. – puntualizzò Pie astioso,
fermandosi – Ci ha fatto crollare in testa metà del soffitto, e ci siamo
separati.
Bellatrix
ridacchiò:
- Sei
sempre simpatico…! – guardò di nuovo Lory, l’espressione per la prima volta
seria – Se può consolarvi, Betelgeuse e Mintaka sanno essere molto più
ragionevoli di lui. e Heka, come v’ho detto, ormai non si fiderà certo più del
Collezionista, dovreste potergli parlare…
Pie non
rispose, ma dalla sua faccia era chiaro che “parlare” era proprio una delle sue
ultime intenzioni.
Bellatrix
fece spallucce. Ammiccò a Lory, che ricambiò con un cenno della testa, e quindi
si avviò per la direzione da cui erano venuti i ragazzi, camminando con
andatura barcollante.
Lory e
Pie continuarono a guardarla finchè non scomparve nel buio del corridoio.
- Dove
starà andando, secondo te? – chiese la ragazza.
- Non
credo che sapere la cosa ci sia di qualche utilità…
Fu la
laconica risposta di lui.
Si
sedette, non riuscendo più a stare dritto, ed imprecò sottovoce: non potevano
starsene lì fermi! Lory ignorò la sua rabbia, gli tolse la benda improvvisata e
con gentilezza e pazienza gli rifissò per benino la stecca, stringendo un po’
di più; Pie diede solo un impercettibile sussulto quando lei strinse il nodo,
ma non disse niente.
- Ora
però tu voli. – disse Lory con decisione – O rischierai di non riuscire più a
farla guarire: puoi non appoggiarci sopra il tuo peso, è già qualcosa.
Pie si
limitò ad emettere un “uh” d’assenso. Certo, avrebbe dovuto sopportare il
carico dell’arto mezzo rotto e della stecca, ma la lamiera in fondo era sottile
e lui riusciva a muovere il ginocchio, così che l’insieme non sarebbe stato un
peso morto.
-
D’accordo.
Lei
l’aiutò ad alzarsi e lo abbracciò, impacciata; Pie le accarezzò la testa con
una mano, posando il viso tra i suoi capelli.
- Pare
che non potremmo finire il discorso… - mormorò la mewfocena triste.
Lo sentì
fare un cenno di diniego.
- Stava
per succedere di nuovo… Un altro morto…
- Uh…
- Ma
perché?! Io non capisco…
- Neppure
io… - e, forse, per una volta era felice di questo.
- … Ho
paura per gli altri… - sussurrò Lory amareggiata – E ho paura a proseguire…
Pie lo
sentiva benissimo. Sentiva anche quanto temesse per la sua incolumità, quasi
quanto ne temeva lui per lei; ma lui non era bravo a consolare le persone, non
era in grado di trovare le parole adatte, così si limitò a tenersela stretta,
come se lei potesse capire tutto solo col silenzio. Quando si sentì davvero più
tranquilla Lory si staccò un poco e sorridendo lo baciò appena, allungandosi in
punta di piedi per raggiungerlo. Pie sorrise lievemente, sfiorandole la guancia
con due dita.
- Andrà
tutto bene.
- Dovrei
essere io a dirlo a te… - puntualizzò lui a quella frase. Lory gli rivolse uno
dei suoi sorrisi radiosi:
- È come
se me lo avessi detto.
- E da
quando hai questa capacità di leggere tra le righe?
- Diciamo
che sto imparando. – concluse ridacchiando.
Lui
scosse un poco la testa e sospirò senza aggiungere altro, voltandosi verso il
corridoio buio di fronte a loro:
-
Andiamo?
Lory
annuì, tenendosi appena alla sua mano; la lasciò solo quando Pie, sollevandosi
in aria, fu troppo in alto per il suo braccio, e i due corsero svelti nel
passaggio, pregando di non incontrare nessun’altro.lorsy tualizzò lui a quella frase. guancia con due dita.
a tenersela stretta finchè non la sentì diventare
più tranquilla. che l
*__________________
Si lasciò
cadere a terra, stremato. Maledisse se stesso, Shorai, quel pianetucolo deserto
e quei maledetti ragazzini, perché ora non riusciva più ad avvertire le tracce
della MewAqua?!
Si strappò
un altro brandello della maglia e si fasciò ancora la ferita del torace: altre
due bende fai-da-te si intravedevano sotto la nuova, ormai intrise al punto da
non riuscire più a tenere la ferita chiusa.
Si faceva
pena.
Era un
cadavere che camminava. Probabilmente con quella sosta avrebbe decretato la sua
fine, non si sarebbe più riuscito ad alzare.
Tanir
rise. Scoppiò in una risata aspra che gli strappò solo altri colpi di tosse
ancora più rauchi, mentre dondolava la testa da una parte all’altra come un
burattino rotto:
- Sono
rinato per crepare in maniera così stupida…! – gridò al vuoto – E tu te ne
starai bella beata senza sapere nulla! Piccola, innocente sorellina maledetta!!
Ma
allora, per cosa aveva lottato fino a quel momento?
Aveva
giurato fedeltà all’uomo che gli aveva dato una seconda occasione. Aveva
ucciso, distrutto tutto per lui, per avere un’unica ricompensa. Quella
soltanto.
E ora,
abbandonato, tradito e traditore, se la stava lasciando scappare tra le dita
per l’ennesima volta.
- Sempre
insieme, promesso?
-
Promesso, fratellino!
-
Fratellino, mi fa male… Non riesco a muovermi…
- Nemmeno
io…
La
bambina iniziò a piangere debolmente.
-
Fratellino… Non lasciarmi sola… Ho paura…
- Non ti
lascio sola… Sono qui…
- Tu… Hai
paura…?
- Sì…
- Allora
resto con te… Con… t…
Lui tese
l’orecchio, perché vedeva muoverle la bocca ma non sentiva nessun suono, e poi
capì che non riusciva più a parlare. Le strinse allarmato la mano, ma lei non
si mosse più.
- Shana…?
Shana…!
- Come
sarebbe a dire?!
-
Significa semplicemente che la tua sorellina ha preso la via della fuga.
- No… Non
è possibile… Lei me l’aveva…!
L’uomo lo
guardò con un ghigno disgustoso dipinto in volto.
- Cosa
Tanir?
- … No…
Niente…
“Non importa
se sono cambiato. Non m’importa se ho perso tutto, se ho perso il mio cuore, la
mia sanità mentale, se ho perso la mia stessa vita per colpa di quell’uomo. Ma
prima… Prima che se la prenda, devo fare ancora questo.”.
Si tirò
su ancor più faticosamente di quand’era fuggito dal laboratorio. Aveva la
terribile sensazione che il suo piede sinistro non si muovesse più come natura
voleva, e a giudicare dal male lancinante che gli procurava era assai probabile
che si fosse rotto in un qualche punto, ma non lo guardò neppure. Doveva andare
avanti.
“Ogni
promessa che mi hai fatto, ogni patto che abbiamo stretto, ogni volta che
avresti dovuto aiutarmi…! Sei sparita! Ma ti assicuro che prima di crepare ti
porterò via tutto! Ti lascerò in una disperazione tale che nemmeno la morte ti
darà sollievo, Shana! Lo giuro!”.
*__________________
Bellatrix
sentì che man mano le stavano tornando le forze. Si sentiva ancora rintronata,
ma ormai camminava senza problemi.
Accelerò
il passo, voleva subito raggiungere Alnitak (o Alnilam, la ragazza terrestre
non gliel’aveva detto chi fosse rimasto dei due) e metterlo al sicuro: non
riusciva ad immaginare come dovesse stare quel poveretto, immobile ed impotente
di fronte al cadavere di quella che era la metà della propria coscienza. Pensò
con ansia agli altri suoi compagni: era quasi certa che Heka non avesse
indossato quei finti trasmettitori datigli da Shorai, ma invece Mintaka e
Betelgeuse l’avevano addosso.
“Io ho
incontrato quella ragazzina verde – si disse – che ha avuto la pietà di
aiutarmi! Ma se loro non fossero così fortunati?”.
Si bloccò
di colpo, percependo un odore famigliare.
Odore di
sangue.
D’stinto
guardò la parete alla sua destra, ricordando le parole di Pie su quel che aveva
combinato Rigel, ma l’odore non veniva da lì.
Guardò ai
suoi piedi e scorse, dall’imbocco con un altro corridoio, delle chiazze scure e
lucenti sul pavimento. Si avvicinò per scrutarle meglio, era proprio sangue,
fresco per giunta: qualcuno doveva avere una ferita piuttosto grossa, ma dato
che la traccia proseguiva in una scia regolare che s’inoltrava nel buio del
passaggio, chiunque egli fosse non sembrava intenzionato a fermarsi. Seguì la
scia con gli occhi, accorgendosi solo in quel momento che andava nella
direzione da cui era venuta.
Restò un
istante ferma ad ascoltare il silenzio, poi riprese la sua strada. Qualcosa le
diceva che quel sangue non proveniva dalle sue ex-prede, ma così non potè non
domandarsi chi altro ci fosse su quel pianeta, e chi fosse così disperato da
muoversi in quello stato.
(*)
capitolo 32
(**)
episodi 42 e 43, ma credo che se li ricordino tutti ^^”””
(***) intendo proprio dei micro-cubetti ghiacciati, quelli da
bibita ^^, non grandine! (Perché questa spiegazione idiota, scusa -__-“?
ndKisshu – perché qualcuno, GIUSTAMENTE, potrebbe obbiettare se dicessi che è
grandine, xkè quella è acqua ghiacciata 2 volte, non una soltanto! ndRia –
Aaaaaah =____=”””… ndKisshu)
Ok gente. Prima premessa:
siamo ormai agli sgoccioli! Seconda: l’autrice sottoscritta sta per perdere il
controllo della storia e non ho la più pallida idea di come finiranno questi
ultimi incasinatissimi cinque o sei capitoli!!
Kisshu: meno male che eravamo
agli sgoccioli!
Sono pochi, te l’assicuro,
per quel che succederà sn pochi…
Kisshu: … che cavolo hai in
mente -__o””?!
… +________+ Uhuhuhu…
Kisshu: °____°””” glom…
RINGRAZIAMOOOO!!
Danya91 : grazie a te nee-chan dell’entusiasmo,
mi commuovi ç\\ç! (Cioè, è contenta che ci hai fatti massacrare e tu la
ringrazi?! ndTutti – Certo ^^! - … =__=””!). dai che in questo chappy un po’ l’ho
risollevato il nostro acidone (che sarei io -__o? ndPai), ma non posso
garantirti che uscirà da qui intero ^^+… (Glom °__°””… ndPai)
Avly : OVVIAMENTE ti capisco, odio
Mark cn tutte le mie forze (cioè, già è antipatico, ma come l’ha doppiato e
reso nella versione italiana è cento volte + ameboide che nell’originale
-__-**!) ma Ichigo è troppo idiota per meritarsi quello strafigo di Kisshu,
quindi lui lo metto con chi merita ;), xkè OVVIAMENTE lo adoro ^^! Beh, io non
ci passo + spessissimo ma anch’io bazzico nel settore Beyblade, pensa che la
mia prima fanfic è di bey! Sono contenta che ti piaccia così tanto la mia
storia, spero che la seguirai fino alla fine ora ^^.
Killkenny : grazie mille nii-chan ^^! Se
vuoi ti presto anche Rigel xD, è divertente da massacrare no? Tanto non cricca!
(io non mi diverto mica così tanto -___-***?!? ndRigel_con_aureola). Eeeh, Ryou
è il nostro Ryou! Vedi che ho fatto bene a farlo andare con gli altri xD? (see,
la palla di pelo… ndKisshu – Piantala o al prox capitolo ti faccio ripiombare
nella melma di Rigel! ndRia – Ma è morto! ndKisshu – allora farò di peggio
+___+… - °__°”” mamma sta qui è fuori!)
Mary_Cry: non sono troppo forti xD? Quando scrivo non faccio che
immaginarmi scenette con questi due e Zakuro, sembrano attori di cinema muto! Sono
troppo inquietanti X°°°D! favolosi! Rigel, beh, un avversario coriaceo dovevo
metterlo ^^””! sì, sn carinissimi i due marmocchietti >\\< ! spero di
riuscire ad inserire altre scene pucciose cn loro due, ma visto come andrà la storia
non penso… Mi rifarò con GGM&ET (l’altra mia ficcy, ho già trovato l’abbreviazione
del titolo ^^! – E come cavolo fai a pronunciarla -__o”?! ndKisshu – Quanto sei
pignolo!)
Miss Giulietta: Non preoccuparti, non preoccuparti, io sn
contenta anche se mi recensite con una riga ^^! Eeh, lo so, c’è voluto tanto,
ma del resto il tempo per sconfiggere un nemico è proporzionato alla sua stazza
^^””! (almeno in questo caso..). i problemi, come potrai già leggere,
arriveranno A FROTTE! Ci sarà da divertirsi (Parla per te!! ndTutti)
Akly : Sul
serio?! Sn contentissima, grazie mille dei complimenti ^^! Continua a seguirmi
eh? Un bacione!
Mi dispiace
di non essere riuscita ancora a mettere i disegni degli ultimi combattenti e
gli altri che prometto da una vita, ma sapete com’è ç___ç… Al solito, spero che
queste vacanze siano più tranquille ^^! UN BACIONE TANTI AUGURI E BUON ANNO
NUOVO!!
Buona
seeeeraaaaa! Ma salve a tutti gente, quanto tempo ^^! Scusatemi tanto, ma anche
una sfaticata come me deve dare gli esami, non si scappa ç___ç… Ma stasera,
dato che non avevano assolutamente voglia di finire i disegni per costume
(posso dire senza rimorso che è a prima sera di ferie da lungo tempo!) la
sottoscritta, 22 anni compiuti di fresco (sn vecchiaaaaa T___T””!) pubblico un
nuovo capitoloooo!!
Oddio
che ho scritto O___O! il reame della depressione ç_ç! Questo capitolo è
stranissimo, me lo dico da sola °__°! Tanto perché ce n’era poca ^^””, metterò
un altro po’ di carne al fuoco… E sveleremo alcuni dilemmi! Il passato di
Keris! Il misterioso ricordo di Selena! Il ritorno di Tanir! La misteriosa
Shana! E finale con suspense, giusto xkè sn un po’ sadica ^^. Il tutto in 24
fantasmagoriche pagine di word!! XD!!
Ommammabella O___O”!! ndTutti
I
ringraziamenti in fondooo! Ps i pezzi in cui si cita un orologio, nelle parti
in cui parlo di Keris, sono riferimenti al sogno di cui lei parla nel cap
precedente ^^
Cap. 48 –
I due fratelli
Strawberry
si lasciò sfuggire un gridolino secco mentre scivolava per terra; si resse con
forza il braccio ferito su cui era caduta, stringendo i denti per il bruciore.
- Tutto
bene?
Le chiese
premurosa Pam. Masha, tornato nelle sue dimensioni normali, svolazzava accanto
alla mewneko con aria preoccupata.
- Sì… -
rispose questa con un sibilo – Ma questo buco non vuole saperne di cedere…!
E guardò
con rassegnazione la parete di fronte a loro, un solido ammasso di macerie: la
fuga dalla loro piccola prigione s’era rivelata più difficile del previsto.
All’inizio,
le due MewMew avevano detto agli altri di non preoccuparsi e proseguire, dato
che avevano trovato un accesso tra le macerie da cui era possibile procedere; una
volta superato questo, però, s’erano ritrovate il passaggio ancora ostruito, e senza
nemmeno lo spiraglio per far passare un topolino. Le due ragazze avevano allora
preso ad ispezionare le pareti centimetro per centimetro, cercando un punto
dietro a cui – speravano – avrebbero potuto crearsi un’uscita. Dopo quasi
un’ora, finalmente, avevano scoperto la posizione migliore dove cominciare il
lavoro, ma la cosa non era stata così facile: le rocce stavano le une sulle
altre per puro miracolo dell’equilibrio, e ogni spostamento causava un piccolo
smottamento o la scoperta di un altro cumulo da sezionare e spostare.
Dopo due
ore, completamente sporche di polvere, graffiate, sudate e senza fiato, le due
avevano aperto solo un buchino in cui avrebbero potuto a malapena infilare la
testa. Pam guardò il loro operato e sospirò:
-
Facciamo una pausa.
- Ma non
abbiamo tempo da perdere!! – replicò Strawberry.
La mora
le posò una mano sulla spalla, parlando con voce ferma:
- Sei
ferita. Siamo stanche tutte e due. Perciò ci fermiamo cinque minuti.
Strawberry
sbuffò, ma sentendosi esausta obbedì; se avessero continuato in quel modo
avrebbero consumato tutte le poche energie rimaste, ed era un’opzione
decisamente poco auspicabile.
Si
sedettero a peso morto sul pavimento spoglio. Strawberry cacciò la testa all’indietro,
asciugandosi la fronte madida:
- … E se
anche da quella parte fosse chiuso?
- Mi
stupisci, Strawberry. Non è da te essere così pessimista!
La rossa
sospirò e si guardò attorno sconsolata:
- È questo
posto che mi rende pessimista… Ce ne stanno capitando di tutti i colori!
Pam
annuì, senza nascondere un sorriso rassegnato.
- Pam,
senti…
- Dimmi.
- …
Secondo te, riusciremmo a battere gli altri Combattenti, se li incontrassimo
lungo la strada?
La mora
fissò Strawberry in silenzio, non l’aveva mai vista così abbattuta. Almeno, non
in battaglia, ma poteva capirla. La situazione era complicata e forse più
difficile di tutte le loro precedenti sfide, quindi era possibile che anche la
loro leader si sentisse scoraggiata.
- Penso
di sì. – rispose col suo tono materno.
- E quel
tipo, Mintaka? Quello con la maschera da teschio? – mormorò la rossa – A me fa
discretamente paura (gocciolone)! E sembrava forte quasi come quel Rigel.
A quella
frase Pam sembrò sorpresa. Strawberry la vide fissare il vuoto alcuni istanti,
senza darle risposta.
Ascolta,
ragazza lupo. Se fossi in voi lascerei perdere.
E’ meglio
per tutti, credimi.
- Pam?
La mora tacque ancora un secondo, le sopracciglia
corrugate con fare riflessivo.
- … No. – disse poi piano – Non credo sia
più pericoloso di lui.
- Cosa te lo fa credere? Dopo il calcione
che ti ha dato, poi!
La ragazza rimase a pensare in silenzio
ancora un po’, poi sembrò ricordare qualcosa, ma si limitò a rivolgere alla
rossa un altro dei suoi sorrisi da sfinge, senza rispondere.
- Su – disse poi – rimettiamoci all’opera.
- Ma…
Pam parve non sentire la sua replica, e sempre
in silenzio tornò alla parete e riprese a scavare, spostare e saggiare le
macerie sotto lo sguardo confuso dell’amica. Quest’ultima sbuffò più forte,
ormai aveva rinunciato a spiegarsi certi comportamenti della mora. Strawberry si
spazzò quindi il vestito con fare frettoloso e si alzò sospirando:
- Sì, d’accordo…
*______________
La prima volta che me lo
sono chiesta, fu quando sgattaiolai a curiosare in città, senza che voi lo
sapeste.
Mi chiesi subito perché,
di tutte quelle persone che assomigliavano tanto a me e a papà, nessuno avesse
i capelli come i miei o i tuoi. Quando te lo chiesi, tu ti limitasti a
rivolgermi un sorriso triste, perché avevi capito che era il momento di
spiegarmi delle cose. E farmi capire che io, in quella città, in quel mondo,
non avrei mai trovato posto. Piangesti un poco.
La seconda, fu quando
quell’uomo venne a casa nostra. Mi domandai perché somigliasse tanto a me e a
te e perché – chissà come – avesse così tanta… Paura di me…
- Asrai, non puoi restare qui!
A quell’urlo Selena si rannicchiò meglio
dietro la porta, spaventata dall’uomo. Sua madre mandò un sospiro rassegnato,
sorridendo:
- Credevo fossi venuto a salutarmi…
Selena strinse di più la maniglia della
porta, stando attenta a non farsi sentire. Quando quella persona era entrata in
casa loro pochi minuti prima, Selena era nella stanza di sua madre. La donna,
sentendo quella voce che la chiamava urlando e ordinando con voce dura e
perentoria, le aveva intimato di nascondersi; Selena, da brava bambina, aveva
obbedito, e si era rannicchiata oltre la porta della stanza vicina, mentre sua
madre – cosa rarissima – si era alzata dal letto, si era messa il soprabito e
poi si era riseduta sul materasso, l’aria seria e le spalle dritte, in attesa.
Ora l’uomo, dopo aver attraversato parte
della stanza a grandi passi, facendo svolazzare il pesante mantello coperto di
neve, stava guardando sua madre con aria di rimprovero.
- Sei pallida, Asrai.
- In effetti oggi mi sento abbastanza debole.
– sorrise la donna – È gentile da parte tua farmelo notare.
Selena aveva paura di quell’uomo al centro
della stanza. Avrebbe voluto ci fosse anche suo padre, ma non poteva andare a
chiamarlo, o quell’uomo l’avrebbe vista.
Lo guardò, spaventata ma anche curiosa. Era
molto più vecchio dei suoi genitori, con la faccia rugosa e un’espressione
severa. Era alto, magro ed elegante, e vestiva un mantello molto più pesante di
quelli che aveva visto indossare a suo padre e che sembrava non essere mai
stato usato, il cappuccio per metà tirato sui corti capelli bianco candido.
Guardandolo bene, Selena pensò che quell’uomo fosse uguale a sua madre. Non
come lo era lei, o come lei lo era con suo padre. Piuttosto come suo papà era
uguale agli abitanti della città, che erano tutti gaeiani.
Quell’uomo non lo era. Era come la sua mamma.
Intanto, l’uomo continuava a fissare Asrai
con gelidi occhi celesti, quasi con odio. Lei lo guardò con compassione e
sospirò:
- Non avrei mai creduto che saresti venuto
fin qui…
- So che hai avuto una figlia. – rispose lui
senza far trapelare la minima emozione.
Asrai sorrise dolcemente:
- Sì… Vuoi conoscerla?
La bambina, dal suo nascondiglio, fece per
entrare titubante, ma si rannicchiò di colpo appena sentì l’uomo tuonare:
- Asrai, non sei abbastanza forte per dare
alla luce un bambino e sopravvivere!
La donna non battè ciglio, come se quella
reazione fosse la più ovvia, e con medesima calma rispose:
- Questo lascialo decidere a me.
Lui continuò ad urlare, più come uno a cui è
stato fatto un torto che qualcuno di preoccupato:
- Il tuo corpo è troppo gracile! Morirai se
resterai qui!
- E cosa dovrei fare allora? – chiese lei aspra
– Continuare a vivere in un villaggio sterile, ad aspettare che il sangue della
nostra gente si indebolisca al punto di ucciderci definitivamente? Dovrei
vivere lontana dall’uomo che amo e da mia figlia?
- Stupidaggini!
L’uomo tagliò l’aria con una mano, quasi che
la donna avesse appena detto una sorta di bestemmia:
- E poi, la nostra stirpe non può
estinguersi!
- Lo sta già facendo, padre! – ribadì lei con
energia – E siete talmente stupidi e testardi da non poter chiedere aiuto!
- Non abbiamo bisogno di aiuto!
La donna alzò le mani al cielo, esasperata:
- Non avete sostentamento! Vivete dietro ad
un muro in attesa che una tempesta perenne si calmi, ma non accadrà mai! E
intanto…
Lui sollevò un sopracciglio disgustato:
- Dovremmo mescolare il nostro sangue
nobile?!
La donna scosse la testa con tristezza:
- Non hai capito nulla. Non è di quello di
cui sto parlando. E – lo fissò accigliandosi – ti pregherei di non fare questo
discorso nauseante quando ti rivolgi a me, e soprattutto di non riferirti alla
mia famiglia.
L’uomo mantenne la sua espressione disgustata
e sospirò, esausto:
- Sei una stolta. Mi vergogno a pensare che
tu sia mia figlia.
- Date le circostanze, la cosa non mi offende
granchè.
Il viso dell’uomo fu attraversato da un lampo
rabbioso e schiaffeggiò la donna con tutta la forza che aveva. Questa gemette e
scivolò malamente dal letto, cadendo per terra stordita; lui la fissò stringendo
i pugni furente, e sembrava del tutto intenzionato a riprendere:
- Razza di, ingrata…!
- MAMMA!
L’uomo si fermò di colpo e scorse finalmente Selena,
che si fiondò nella stanza correndo tra le braccia della donna:
- Mamma, ti ha fatto male?! Mamma…
La piccola abbracciò la madre con forza,
prendendo a piangere e baciandole la gota. La donna le sorrise, dandole un
buffetto sulla testa:
- Stai tranquilla, Selena, sto bene.
Rivolse uno sguardo fermo all’uomo,
stringendo la bambina a sé e rimettendosi sul letto, la piccola in braccio:
– Il signore se ne stava andando.
L’uomo, stranamente, a quella frase non
replicò; sembrava aver perso tutta la sua rabbia.
Invece fissava, pallido in volto, la piccola
Selena. Restò congelato, man mano che il suo sguardo si riempiva di paura mentre
la guardava, e poi indietreggiò tremante:
- Allora, l’hai fatto davvero…
Guardò Asrai solo di sfuggita e poi rispostò
lo sguardo su Selena, ma con fatica, come se fosse forzato a farlo; si portò
una mano al viso e cercò di nascondercelo dietro, terrorizzata:
- Quel segno sulla sua fronte…! Asrai… Un
essere del genere, tu…
Il volto della donna s’irrigidì. Asrai posò
la bambina, si alzò di scatto dal letto e Selena vide, per la prima ed unica
volta, i tranquilli e dolci occhi della madre diventare feroci, duri e gelidi
come il ghiaccio:
- Esci di qui! Immediatamente! – urlò,
puntando il dito affusolato contro l’uomo
Quello prese due profondi respiri, evidentemente
sforzandosi di restare ermo e composto:
- Non prima che tu venga con me.
- Nemmeno per sogno! E ora esci, padre, non
costringermi a cacciarti a forza!!
- Ragiona! Non vivrai a lungo in questo
posto! – ribadì l’uomo – E quella bambina…
Guardò ancora Selena con forte fastidio:
- Lo sai meglio di me…
- NON OSARE AVVICINARTI A MIA FIGLIA!
La donna fendette l’aria con un braccio,
generando una volata di vento improvvisa che spinse suo padre lontano da lei e
dalla bambina. Ma le forze l’abbandonarono di colpo e il vento cessò così
com’era arrivato, abbandonando l’uomo sull’ingresso della stanza, mentre Asrai cadeva
in ginocchio sul pavimento.
- Mamma!
La donna strinse la manina che la bambina le
poggiava sulla spalla, poi si accostò di nuovo il suo corpicino al petto,
facendo scudo alla piccola. Per quanto stanca e senza fiata, lo sguardo d’odio che
aveva verso suo padre era fermo e minaccioso:
- Non provare a toccarla.
Lui le rivolse un’occhiata di sufficienza.
Selena non riusciva a capire cosa stesse pensando, ma la stretta più forte
della madre la convinse che, se si fosse avvicinato di più, l’avrebbe afferrata
e l’avrebbe portata via. O forse peggio.
- Sei al limite, Asrai. – disse lui piatto - Non
essere ancora più sciocca.
La donna affondò il viso nei capelli della
figlia, e poi mormorò ansante:
- … Voi… Siete stati voi… A creare quella
cosa, ed ora… Ora vorreste continuare a
fare gli indifferenti…?! Accusando i bambini giniroma come mostri… Quando siete voi ad esserlo?!
L’uomo la guardò indifferente:
- Stai dicendo assurdità. E ora vieni con me,
forza.
Selena, ignorando la paura, si divincolò
dall’abbraccio della madre e si frappose tra i due, guardando l’uomo
battagliera:
- Non toccare la mia mamma!
L’uomo parve perdere la sua baldanza per un
istante. Le iridi cerulee scrutarono inquiete quel corpicino gracile, ma evitarono
d’incrociare lo sguardo della piccina, piene di timore. L’uomo voltò la testa di
scatto e digrignò i denti, quindi allontanò con fastidio gli occhi da Selena, porgendo
la mano ad Asrai senza muoversi.
- Andiamo. Non farmi…
Si bloccò, avvertendo qualcosa di freddo
sfiorargli il collo. Selena sorrise, saltellando di contentezza.
- Esca. Ora.
- Papà!
- Kel…
Il padre di Asrai si allontanò di scatto
verso la porta, furioso. L’uomo appena arrivato, un giovane gaeiano sulla
trentina dai capelli nerissimi e gli occhi color miele, si avvicinò lentamente
alla donna e alla bambina, camminando senza mai dare le spalle al visitatore, una
sorta di piccola sciabola stretta nella mano e puntata contro di lui. L’uomo
guardo Kel di straverso, stringendo i pugni:
- Tzs… Tu…!
- Le ho chiesto di uscire da casa mia. –
disse Kel lentamente – Non voglio usare le maniere forti.
L’uomo sibilò un paio di parole che Selena
non capì, ma che non le parvero gentili; poi, con uno scatto iroso, si sistemò
il mantello sulle spalle ed uscì, senza aggiungere altro.
Non avrei mai più rivisto quell’uomo,
neppure nel periodo in cui vissi al villaggio dei Tians.
Ma, senza sapere perché, me ne
dimenticai presto. Dimenticai anche le domande che, mentre guardavo mia madre
tornare serena e tentare di tranquillizzare mio padre, mi ronzavano in testa.
Cos’è “quella cosa”?
Perché quell’uomo aveva paura di me?
Aveva paura, vero mamma?
Perché?
Io…
- Sel,
svegliati.
La
ragazza impiegò qualche secondo a tornare alla realtà. Sbattè le palpebre un
paio di volte, guardando il ragazzo con aria stordita:
- Quiche…
- Ti sei
addormentata. – la stuzzicò – Non sarebbe meglio che ora ti muovessi, però?
Selena si
rimise in piedi lentamente, cercando di riprendere lucidità mentre si sfregava
gli occhi; non doveva aver dormito molto, ma certo era stato un sonno pesante,
perché si sentiva tutta indolenzita.
Cercò di
riflette un istante su ciò che aveva sognato, ma ricordò solo qualcosa di
confuso a proposito di sua madre:
“Non sarà
stato importante. – si disse con sufficienza – Poi me lo ricorderò…”
- Ma
perché non m’hai svegliata…? – chiese guardando il ragazzo.
- Ehm, lo
ammetto (gocciolone) – ridacchiò lui – mi sono appisolato anch’io.
- Ma dai
(gocciolone)…
-
Dev’essere l’età, di solito ho decisamente più autonomia, non mi stanco certo
per cosette come gli scontri di prima!
- Parli
come un vecchietto (gocciolone).
- È il
sonno, il sonno!
Selena
sospirò, a volte non capiva se si comportava così perché lo era, o se glielo
faceva apposta.
- Diciamo
che c’è andata bene se ci siamo svegliati – borbottò – della serie “incuranti
del pericolo”, dormire qui…
- Per
quello non è un problema, io dormo sempre con un occhio aperto. Sai, l’abitudine…
- E a che
(gocciolone)? Ma poi cosa sei, un procione?!
- Fai un
paragone con un animale più nobile, per lo meno (gocciolone)! Il procione…!
Selena si
lasciò sfuggire una risatina, si sentiva molto meglio: anche se non programmata
quella pausa l’aveva ricaricata parecchio.
-
Coraggio – disse poi Quiche tornando serio – è meglio proseguire.
- Uhm.
La
ragazza si spazzò lo il vestito alla ben’e meglio, liberandolo dalla polvere,
poi sussultò. Entrambi si voltarono di scatto.
- L’hai
sentito Sel?
- Un rumore…
Ma è molto distante – sussurrò la ragazza – non riesco a capire cosa sia.
Lo
sguardo del ragazzo s’indurì:
- Andiamo
a controllare.
- Sì.
*___________________
-
Ki-chan, rallenta ti prego! – le urlò Mina, quasi senza fiato – Non c’è bisogno
di correre!
Ma la
ragazza non l’ascoltava nemmeno.
Poco
prima aveva sentito qualcosa.
Più che
sentito, avvertito.
Un
crepitio, un muoversi leggero, una sorta di piccolo tremito che aveva
attraversato l’aria e le era risuonato cupo dall’orecchio fin dentro il petto,
provocandole un’ondata di freddo lungo tutta la schiena.
L’aliena
aveva spiccato un balzo e aveva preso a correre, attirata e terrorizzata da
quella sensazione, senza sapere bene nemmeno lei verso chi o cosa stesse
correndo; gli altri l’avevano seguita, confusi, ma quando il passaggio aveva
preso a scendere sempre più ripido verso il basso, Keris aveva iniziato a
correre aiutandosi con la pendenza, incurante della velocità e soprattutto
della gravità, sparendo alla loro vista.
- Ma
dov’è?! – sbottò Ryan, che faticava non poco a mantenere il passo con Paddy
sulle spalle.
- Non lo
so…! – replicò Mina seccata – Non la vedo!
Tart si
teletrasportò in uno schiocco, stufo di correre alla cieca, e riapparve accanto
a Keris che quasi non lo vide.
- Che
cavolo ti prende?! – sbraitò il ragazzino costringendola a fermarsi – Ti ha
morso una tarantola per caso?!
Keris,
trovandoselo davanti al naso, fu costretta ad inchiodare. Scoccò
un’occhiataccia al brunetto e si voltò, richiamata dalle voci degli altri; si
rese conto di essere senza fiato.
- Ma che
ti è preso?! – la rimproverò Mina – Cosa succede?!
L’aliena
la guardò boccheggiando e scosse la testa:
- Non…
Non so…
- Come
“non so”?! – fece la morettina indignata.
Ryan
guardò Keris dubbioso; lei non smetteva di fissare il punto verso cui stava
correndo, le sembrava che l’aria avesse preso un sapore elettrico:
- C’è
qualcosa lì. – sentenziò alla fine, pacata.
Tart
stava per risponderle in malo modo, ma Mina lo fermò: anche lei aveva notato lo
sguardo strano dell’amica, e dalla rabbia era passata di colpo
all’inquietudine.
Ryan si
affiancò a Keris e il gruppetto riprese a scendere, stavolta con calma. L’aliena
deglutì a vuoto, l’attrazione era di colpo svanita ed ora sentiva solo di avere
paura all’idea di proseguire.
“Ma io
devo andare lì.”.
Qualcosa
glielo diceva. Si avvicinò al biondo con fare titubante, prendendolo a
braccetto, e con un bel respiro accelerò il passo.
Le lancette corrono, corrono,
corrono…
Veloce, veloce, veloce…
Tum-tum… Tum-tum… Tum-tum…
Le lancette si fermeranno… Si
stanno fermando, si fermano…
Tum… T-tum… T…
La
discesa s’interruppe pian piano, riportando il corridoio a procedere in
orizzontale. I ragazzi si ritrovarono nel mezzo di un enorme incrocio di
passaggi, stretto e angusto, dove almeno sei corridoi partivano nell’oscurità,
come le bocce di un mostro.
Mina fu
scossa da un brivido:
- Non mi
piace qui… Muoviamoci, per favore!
Gli altri
annuirono. Fecero appena un passo, quando Keris si bloccò di nuovo:
- C’è
qualcosa lì…!
Indicò il
più largo dei passaggi, poco più in luce degli altri; tutti distinsero una
sagoma vaga spuntare dall’ombra, e subito Keris, Mina e Tart estrassero le loro
armi. Il brunetto fece roteare le sue bolas sopra la testa, gridando minacce in
direzione del nuovo venuto.
Questi
non gli rispose, muovendosi ancora verso di loro. Ryan fece un passo indietro,
cercando di proteggere Paddy:
“Ma chi
è?”.
Quando fu
nell’arco di luce del loro corridoio, Mina sussultò così forte da farsi quasi
cadere l’arco di mano. Keris lo fissò, inebetita dal suo stato pietoso:
- …
Tanir…?!
Sentendosi
chiamare il ragazzo alzò la testa di scatto e sorrise mostrando i denti,
candidi come latte in mezzo alla bocca piena di sangue:
- Ti ho
trovata…!
*__________________
Betelgeuse
si sistemò meglio la faretra sulla spalla, scrutando attorno guardingo.
Non gli
era piaciuto il comportamento del piccolo tirapiedi del Collezionista, e non
sopportava più di starsene fermo in attesa, così aveva ripreso a marciare verso
l’uscita.
Ma ora
qualcos’altro lo allarmava.
Aveva
trovato del sangue mentre camminava. Sangue fresco, perduto in gran quantità.
Non era
di Alnitak e Alnilam, erano saliti molto più su quei due rispetto alla sua posizione.
Né di Mintaka, se l’era lasciato alle spalle ed era certo che non si fosse più
mosso. Era di uno dei ragazzini? O di Bella, o di Rigel? Oppure Heka?
Niente
doveva essere scartato, in un posto inquietante come quello.
Accelerò
l’andatura. L’avrebbe scoperto subito.
*__________________
Keris
sussultò solo un istante quando si rese conto che Tanir stava parlando proprio
con lei.
Perché la
stava cercando?
“Mi sto
sbagliando. – si disse con convinzione – Forse guardava me perché quelle ferite
lo intontiscono…”.
Non
poteva essere altrimenti, Tanir era così malconcio che sembrava stesse per
morirle lì davanti. Aveva un grosso buco poco sotto al torace che aveva tentato
invano di bendare, ma che perdeva sangue come una valvola aperta; aveva tagli
sulle braccia (una delle due, soprattutto, sembrava aver delle schegge di vetro
dentro), sul viso, perfino su quel poco che poteva vedere delle gambe dove i
pantaloni erano strappati; il piede sinistro era piegato in maniera strana e un
rivolo di sangue scendeva dalla bocca lungo il collo.
Mina
tremò a guardarlo e dovette scostare la testa di lato.
- Ma che…
Hai fatto…?
Keris lo
chiese sovrappensiero, quasi non se ne rese conto. Ma bastò quella frase a far
scattare qualcosa dentro il ragazzo, che allungò la mano e gridò con voce
soffocata:
- Death
Web!
Un nugolo
di fili argentei sottili come seta e robusti come acciaio centrò le due MewMew,
Ryan e il piccolo Tart, bloccandoli a qualche metro di distanza da Keris che si
ritrovò sola, faccia a faccia con Tanir.
Lui
boccheggiò un istante, scivolando ancora piùa terra. Quel misero colpo era stato distruttivo come ore di lotta, ma
non poteva ancora morire.
“Non
ancora… Non ancora…!”.
Capì che
non sarebbe riuscito ad ucciderla e gli venne l’amaro in bocca. Ma che sapesse…
Almeno che sapesse…
Non
poteva vivere, per di più con la beata innocenza dell’ignoranza!
- Adesso
ti preoccupi per me?! – latrò con un gorgoglio – Non prendermi per il culo!
Keris
indietreggiò, ma poi gli rivolse un’occhiata battagliera, non doveva lasciarsi
intontire dai suoi deliri. Fece apparire i suoi nunchaku e si preparò per
saltargli addosso, ma Tanir aveva tenuto in serbo ancora qualche grammo di
energia e lo utilizzò per immobilizzare anche lei.
La
ragnatela indistruttibile bloccò la ragazza a terra per i piedi, facendola
sbattere col viso sul pavimento. Avendo la possibilità di muovere la gamba
dalla caviglia in su Keris si rialzò subito, borbottando, e tentò di liberarsi,
ma quella roba era poco elastica e molto appiccicosa, oltre che robusta. Tanir
sputò un po’ di sangue, tossendo rauco mentre rideva:
-
Cretina! Non mi faccio certo uccidere proprio da te, Shana!
Keris
ebbe un sobbalzo.
“Com’è
che mi ha chiamata?”
- Tzs… Sei
a corto di memoria?! – lo guardò storto – Guarda che mi chiamo Keris!
- Sei tu
quella a corto di memoria, temo…
Dietro di
loro, il resto del gruppo stava tentando in tutti i modi di liberarsi. Tart
tentò un paio di volte di teletrasportarsi, ma senza riuscirci, e aveva preso a
dimenarsi urlando tutte le parolacce e gli insulti che conosceva mentre,
puntualmente, veniva zittito da una scandalizzata Mina, intenta a cercare di
raggiungere il suo Tone Arrow, a pochi centimetri dalla sua mano. Paddy se ne
stava ferma, troppo debole per provare soltanto a liberarsi, mentre Ryan stava
cercando il nodo da sciogliere in quel garbuglio, troppo preoccupato di
lasciare Keris sola alla mercè di quel cadavere ambulante di Tanir.
Quest’ultimo,
intanto, stava caracollando verso l’aliena, un’espressione di folle
soddisfazione sul volto e lo sguardo sempre più vitreo.
- Sei
stata stupida – le sogghignò con voce bassa – entrare nuovamente in contatto
col cristallo… Cretina!
- … Di
che diavolo parli?!
Lui
cacciò la testa all’indietro e mandò una risata strozzata:
- Non ci arrivi nemmeno quando ti succede sotto
al naso! Sto parlando del cristallo che ridà la vita!
Mina
sobbalzò, ricordando quello che era successo a Strawberry contro Alnitak e
Alnilam:
- La
MewAqua?!
- Non è
possibile! – sbraitò Ryan, che stava riuscendo a divincolare un braccio dalla
ragnatela – L’ultima… L’ultima MewAqua è stata usata da Aoyama, qualche mese
fa, sulla Terra!
- E
infatti io non l’ho mai vista! – fu la protesta di Keris
- Non
fare la finta tonta. – sibilò Tanir; poi fissò Ryan – E comunque, sì, hai
ragione, era l’ultima… L’ultima rimasta ancora sulla Terra.
Il biondo
lo guardò interrogativo. Tanir cercò di riprendere fiato e disse:
- Circa
cinquant’anni fa… Shorai venne sulla Terra, attratto da qualcosa…
Mise
l’accento sull’ultima parola, continuando a fissare Keris con aria
inquisitrice; lei replicò con occhi gelidi.
- Nel
mentre, trovò anche il cristallo… Ne capì subito il valore, e lo prese.
Gli occhi
di Ryan si ridussero a due fessure, mentre ricordava alcuni particolari di quel
che Pam aveva detto del suo scontro contro Qur(*):
“Allora
ciò che testò sulla figlia di quel poveraccio era…?!”.
- Lo
studiò – continuò Tanir – lo sperimentò e lo conservò. Capì… Che la sua energia
non era eterna, ma poteva accumularsi in eterno… E lo tenne con cura,
riempiendolo di ogni grammo d’energia disponibile!
Ryan non
provò nemmeno a chiedere come facesse Shorai a “riempire il cristallo”,
terrorizzato all’idea di scoprirlo, ma continuò a fissare Tanir senza capire
ancora dove volesse andare a parare.
- Ed è
grazie a ciò se siamo qui, Shana!
Le lancette corrono, corrono,
corrono…
Veloce, veloce, veloce…
Tum-tum… Tum-tum… Tum-tum…
Le lancette si fermeranno… Si
stanno fermando, si fermano…
Tum… T-tum… T…
- Io non
mi chiamo Shana! – sbraitò Keris, spaventata – Sono Keris! Keris, maledizione!
Tanir
mandò un urlo rabbioso:
- Ma
com’è possibile?! L’attacco di Phiras avrebbe dovuto eliminare quel surrogato
di memoria che avevi!
- Attac…?
Parli di quello dell’altra sera(**)?! – Keris tentò di afferrarlo e picchiarlo,
furente – Che mi avete fatto?!
- Tentavo
solo di riportarti alla ragione, Shana.
- IO MI CHIAMO KERIS!
- Non è
vero! – urlò Tanir sghignazzando – Bugia! Fantasia! È tutto finto, cretina!
Approfittando
del fatto che nessuno si potesse muovere si diresse verso Tart, lo mise dritto
per quanto le sue forze e la ragnatela glielo permettevano ed indicò Keris con
foga:
- Dimmi,
non ve l’ha forse detto?! Non vi ha detto che sulla Terra ci sarebbe dovuta
venire anche lei?!
Tart
tentò di mordergli la mano che gli stringeva la spalla, ma a quella domanda si
bloccò. Guardò appena Keris e annuì:
- Sì…
Prima di scontrarci contro Rigel…
- Ed è
impossibile, vero?! – berciò Tanir quasi senza forze – Perché solo voi siete
stati scelti! Solo voi! Lei non sa
neppure creare un chimero!
Keris si
fermò a quella frase. Era vero, lei non ne era in grado, ma…
“Che
stupidaggine! Ricordo benissimo che mi hanno convocata…”.
Ma di
colpo non ne era più sicura.
Più ci
pensava, più quel ricordo le sembrava incongruente, come se lo avesse collocato
nel posto sbagliato della sua memoria. Sentì una fitta alla testa.
- È impossibile! – continuò Tanir
indicandola con mano tremante – Non è possibile, perché tu non c’eri! Tu eri qui, ed eri morta!!
Calò un
silenzio tombale. Keris sentì che le stavano strappando l’aria dai polmoni.
- Stai
delirando…
Fu il
solo soffio che riuscì ad emettere. Tanir sputò sangue e rise ancora:
- Ah sì?!
Ne sei convinta?! No, tu sai, lo sai maledetta!!
Si voltò
verso i suoi prigionieri ciondolando mollemente il polso:
- Non ve
lo siete mai chiesti perché il vostro Deep Blue sia comparso nei geni di un
essere umano e non di voi, che siete il suo popolo?!
- Come
fai a sapere anche di…?!
- Io so
tutto, omuncolo da strapazzo!
E tirò un
pugno, per quanta forza poteva metterci, dritto nella nuca di Ryan. Keris
strillò acuta:
- Non
toccarlo, bastardo!
Tanir le
rivolse un sorriso feroce. Si accucciò al livello dell’orecchio del biondo,:
- Perché
aspettava il ritorno della sua gente… A casa. - borbottò con tono teatrale –
Oh, ma li aspettava molto, molto prima…
Prese di
nuovo Tart, afferrandolo per il colletto, e con aria stralunata mormorò:
- Lo
avevamo trovato! Non con precisione, ma lo sapevamo… Sapevamo già allora che lui si trovava nei geni
della nuova specie! Te ne hanno mai parlato, marmocchio?!
Tart lo
fissò a denti stretti:
- Non so
di che cavolo parli!
Tanir si
lasciò sfuggire una risata amara e spinse il ragazzino di lato:
- Come pensavo…!
– si alzò con fatica estrema, avvicinandosi ancora Keris – Ma lo sapevamo! E
lui… Quello stupido prese tutti,
moglie e i figli e andò a cercarlo! A cercare sulla Terra il suo signore,
rinchiuso in chissà quale corpo di quale scarafaggio umano!
Keris
trattenne il respiro. Un lampo le attraversò le iridi dorate, spaventando Ryan
ancor di più.
- Era un
soldato… - disse la ragazza in un sussurro appena udibile – Gli affidarono…
- Non ha
senso! – ringhiò Tart – Pie o Kisshu l’avrebbero saputo, e io l’avrei scoperto!
Non so niente di questa storia!
- Era un
segreto…
Tart
fissò Keris, allibito che stesse dando corda a quello squilibrato. Tanir ghignò
trionfante e afferrò un polso della ragazza, che si gelò al contatto del sangue
contro il braccio.
- Ah, t’è
venuto in mente, maledetta?! – rise velenoso – Sì, era un segreto! E lui andò,
stupido! Prova ad immaginare cos’hanno fatto gli umani quando hanno visto un
oggetto volare dentro la loro atmosfera, dimmelo!!
Mina lo
guardava sempre più confusa; più che rispondergli, pensò ad alta voce:
-
L’hanno… Abbattuta?
- Hanno
abbattuto l’astronave… - mormorò Keris
- AH!!
Tanir
strinse ancora la presa sul suo polso e se l’avvicinò al viso. Keris sentì che
le veniva da vomitare, il suo alito sapeva di ferro, di sangue, di morte.
-
Ricorda, dannata! – latrò lui – L’astronave che cade! Il botto, e sangue, tanto
sangue! Te lo ricordi o no?!
Lei non
riuscì a reagire. Voleva urlargli di smetterla, tirargli un pugno e farlo
tacere, dirgli che stava dicendo delle sciocchezze, ma non le veniva la voce:
riusciva solo a starsene lì ferma a fissarlo, tremando da capo a piedi.
- RISPONDIMI
SHANA!
Quel nome
prese a tuonarle nella testa all’infinito, e lei sentì le tempie che le
rimbombavano come tamburi.
Shana…
Shana…
Shana…
Shana…
- … Ekhi?
Tanir
mandò un grido di vittoria:
- Lo
sapevo!
Keris,
però, dopo averlo fissato un istante confusa, accorgendosi della propria
reazione divincolò il braccio dalla sua stretta, terrorizzata:
- Che mi
hai fatto?!
- Io non
ho fatto nulla! – continuò lui a gongolare – Sei tu!
Keris fece
freneticamente segno di no, la testa che le scoppiava. Mina mandò un verso di
stizza ed insistè ancora a recuperare la sua arma, sempre più agitata:
-
Smettila! Cosa le stai facendo?!
- Nulla!
Nulla di nulla, proprio nulla! – cantilenò Tanir, delirando – Sta semplicemente
ricordando!
- Io non
devo ricordare niente!
Keris
ebbe l’impressione che la testa le si spaccasse in due; se la strinse tra le
mani, schivando senza troppa fatica la mano tremolante di Tanir che cercava di
riagguantarle il braccio:
- Stai
zitto… Falla finita!
Poi, in
un lampo, ricordò un’immagine.
Un sacco
di lamiere accartocciate. Fumo e fuoco.
Grida in
una lingua che non conosceva.
E poi
sangue…
Fratellino…
Keris
urlò tanto forte che perfino Tanir sobbalzò. La ragazza si piegò in ginocchio,
gridando di dolore, tenendosi la testa come se non potesse farne a meno. Ryan
tentò di allungare il braccio libero verso di lei, ma era troppo distante:
- Keris!!
- Papà,
perché ce ne andiamo?
- Perché mi è stata affidata una missione
importantissima, piccola. – disse l’uomo con un sorriso – e voglio che siate
tutti con me, quando avremo ottenuto la salvezza del nostro mondo.
-
Fratellino, io non voglio andare…
- Ma perché?! Andremmo via da qui, è tutto
ghiaccio e neve!
- Lo so…
- Io lo odio questo posto!
- Anch’io… - mormorò lei mesta – Ma ho paura…
Guardò il bimbo con occhi supplichevoli:
- Tu però starai sempre con me, vero?
Lui annuì deciso:
- Certo!
- Sempre insieme…
- Sempre.
Uno
schianto… La fiancata che si accartoccia, le urla dei grandi… Sobbalzi e fragore
del metallo che si rompe…
- Ekhi… Fratellino, dove sei…?
- Sono… Qui…
- Fratellino… Non
riesco a muovermi… - si guardò terrorizzata le gambe, che ormai erano scomparse
sotto alla carena della nave – Mi fa male…
Lui le prese la manina pallida nella propria,
tremando.
- Fratellino, mi fa male… - ripetè con voce
fioca - Non riesco a muovermi…
- Nemmeno io…
La bambina iniziò a piangere debolmente.
- Fratellino… Non lasciarmi sola… Ho paura…
- Non ti lascio sola… Sono qui…
- Tu… Hai paura…?
- Sì…
- Allora resto con te… Con… t…
Buio. C’è
buio, buio, tanto buio…
Fratellino, dove sei?
Una voce…
Chi è?
- Ben
svegliata, mia cara.
Keris
smise di urlare così come aveva cominciato. Pallida come un cencio e
rabbrividendo spostò lentamente le mani e si guardò i palmi, come se li vedesse
per la prima volta; sul suo volto c’era una smorfia di puro terrore:
- No…
- SI’!
Sì, sì, sì!!! – ripetè Tanir senza
controllo – Te lo ricordi?! Te lo ricordi?! Sei morta, morta, morta!!!
- Keris,
non starlo a sentire! Ha perso la ragione!
Ma le
parole di Mina la raggiunsero solo di striscio, e Keris non reagì. Ryan non le
toglieva gli occhi di dosso.
- … Io non ho dei bei ricordi dei miei… Non
so come spiegare… Ciò che ricordo non sono persone affettuose. Non erano
cattivi, ma erano come… Freddi, meccanici. Ma dopo… Quell’attacco, quelle voci
che ho sentito… N-non so, mi sembra tutto… Strano, diverso, come se qualcosa di
ciò che è stata la mia vita non sia giusto!
“Dannazione!”.
Il
ragazzo diede un altro strattone alla rete, liberando l’altro braccio, ma non
poteva ancora muovere le gambe, e quei fili erano troppo robusti per romperli a
mani nude.
Keris
singhiozzò piano. Ryan strinse i fili nelle mani, facendosi piccoli taglietti
superficiali.
- Allora,
Shana? Adesso ricordi?
- … S…
Sì…
Era quasi
impossibile sentirla tanto parlava piano. Tanir sorrise, al settimo cielo:
- E
dopo?! Dopo ricordi, vero?!
- Sì…
Ferme…
Stanno ferme, ferme…
Poi…
T-tum… T… Tum…
Gira, gira…
Indietro, indietro, indietro…
Veloce, veloce…
Tum, tu-tum, tu-tum, tu-tum, tu-tum,
tu-tum…
- Ma chi
è quell’uomo, fratellino? A me fa paura…
- Stai tranquilla, è colui che ci ha salvati!
È un mago!
- Un mago?
- Ci ha riportati in vita, non è una magia?!
-
Fratellino, io non voglio lavorare più per lui!
- Cosa?! – il ragazzo la guardò scandalizzato
– Ma sei impazzita?!
- Hai la più pallida idea di quello che fa?!
- CI HA SALVATO LA
VITA!
- Ma uccide la gente! Le persone, gli
animali! – sbraitò lei – E poi li mette nelle boccette come se fossero frutta
sotto spirito!
- Stai delirando!
- Tu deliri! Io non voglio averci più niente
a che far…!
Una fitta
al fianco.
Tutto sta tornando buio…
Fa male,
fratellino…
- Stai tranquillo, Tanir. Quando si
risveglierà, le saranno passate di mente tutte quelle sciocchezze di prima.
No…
Tu non mi toccherai… Mai più…
Il mio corpo che risponde…
Uscire… Devo uscire…
Uscire…
La teca che si rompe…
Scappare. Scappare, devo scappare…
Ma dove posso andare?
Casa…
Torno a casa…
- Pensavi
di essertela cavata così?! – ululò Tanir – Ma Shorai aveva previsto anche
questo!
Keris lo
guardò col viso rigato di lacrime e i canini aguzzi scoperti, disgustata:
- Non
voglio sentire altro! Taci!
- Come?!
Ma ora arriva la parte divertente! – sghignazzò – Dillo, dillo anche ai tuoi
amici!
Le
afferrò il viso tra le mani e la costrinse a voltarsi verso gli altri, che la
fissavano basiti. Per Keris fu una pugnalata al cuore.
- Ecco!
Ecco, è questo che volevo!!
Rise con
un cupo brontolio della gola, stritolandole le guance, e cantilenò:
-
Racconta della memoria finta che ti ha inserito dentro! Di come si è attivata
quando sei scappata! Di come ha cancellato i tuoi ricordi e ha creato la dolce
mocciosetta che sei, diglielo!
- Non è
vero, smettila!
- Oh,
invece sì, e lo sai! Cosa ricordavi, altrimenti, fin’adesso?!
-
BASTAAA!
Di colpo
Tanir le mollò il viso, gemendo e scattando all’indietro mentre si teneva la
mano; Ryan, in sembianze feline, gli soffiò contro e gli saltò di nuovo addosso
mentre prendeva a morderlo dove poteva, facendolo ululare di dolore. Quando,
indietreggiando, Tanir fu abbastanza distante, il micino si avvicinò a Keris e
finì di scuotersi di dosso gli ultimi fili argentei che gli erano rimasti
attaccati alla pelliccia, guardando l’altro che vacillava gemendo piano.
Si
ritrasformò e afferrò Keris per le spalle; lei aveva lo sguardo vacuo e
piangeva.
- Keris!
Keris, guardami!
Per qualche
secondo lei parve non vederlo. Poi, lasciandosi sfuggire un singulto, lo fissò
confusa:
- … Ryan…
- Ti sta
dicendo solo delle sciocchezze! – fece con foga – Guardami!
- … No… -
pianse lei piano – È la verità… Io…
Emise un
singhiozzo strozzato e lo fissò angosciata:
- È vero…
Mi ricordo… Tutto, tutto… E quando… Quando sono scappata, sono tornata su Gaea…
Ha preso a farmi male la testa, e s’è fatto tutto scuro… Poi… Poi non lo so… Mi
sono svegliata… Nella neve e… E sapevo delle altre cose…
Parlava completamente
sconnessa, guardandosi attorno come chi farnetica. Ryan le sfiorò la guancia
con la mano, asciugandogliela.
- E poi…
Poi sono andata… Sono andata a cercare Selena… Non so, sapevo che ci dovevo…
Andare… - si morse il labbro così forte che sembrò volesse farlo sanguinare –
Lui… È stato lui mettermi quell’idea
nella testa…
Ryan la
fissò senza rispondere. Ad un certo punto lei, come ricordandosi qualcos’altro,
gli si aggrappò alla manica del gilet, disperata:
-
P-però…! Non è vero quello che ha detto su… Su come sono! Io sono così! Davvero! Non ho mai, mai…!
Lui
l’abbracciò per tranquillizzarla, mentre lei pigolava:
- Anche…
Anche agli altri, diglielo! Io sono così! Mai, mai! Non ho mai finto! E voglio
bene a Selena, gliene voglio tanto, tanto! E a Sibi-chan… E a Minto-chan, a
Paddy-chan, a tutti quanti…!
Gli si
aggrappò alle spalle, agitata, mentre lui le accarezzava la testa.
- E ti
amo tanto… Tanto tanto, Ryan…
- Lo so…
Stai calma adesso…
Intanto,
Mina e gli altri, approfittando del fatto che la rete avesse perso tensione per
la fuga di Ryan, si erano liberati dell’impiccio: Paddy era corsa, nonostante
la ferita, ad abbracciare Keris mentre Tart e Mina stavano puntando le loro
armi contro Tanir, che non si muoveva quasi più.
-
Riavvicinati alla mia amica – sibilò la mewbird – e stai tranquillo che non
sbaglierò il bersaglio neppure di un centimetro!
Keris si
spostò appena da Ryan, guardando la morettina con gli occhioni sgranati:
-
Minto-chan…
- E mi
spieghi che avresti ottenuto con la pappardella che hai sparato? – rise Tart
canzonatorio – Stai parlando con uno che è già resuscitato una volta!
La faccia
di Keris era così indescrivibile e buffa che Ryan quasi scoppiò a ridere,
nonostante la situazione.
Tanir
ormai non riusciva ad alzarsi, e con un rantolo strisciò sulla pancia, per
riuscire a guardare i suoi nemici in faccia. Non si sentiva più la punta delle
dita, gli sembrava facesse molto più freddo di prima; vedeva poco, e sentiva
ancora meno.
Capì che
non si sarebbe alzato più. Emise un gemito strozzato e cercò la sorella con gli
occhi quasi spenti. E la vedeva tra le braccia di quello stupido umano, coi
suoi maledetti amichetti a farle da scudo.
Viva. E
protetta.
“Non ci…
Sono… Riuscito…”.
- Per…
chè…?
Lo
sguardo che rivolse a Keris era un misto tra l’ira più forte e la disperazione
più nera, e lei non riuscì a non sentire una fitta al cuore vedendolo.
- Tu… Mi
hai sempre… Abbandonato… Dovevi… Soffrire almeno… Un po’…E adesso… Guardat…
Si fermò,
dovendo sputare per non soffocare. Keris si strinse di più a Ryan, combattuta
tra la pietà, la rabbia e la tristezza:
- … Ekhi…
- Taci!
La minaccia di Tanir fu così flebile da sembrare uno
spiffero d’aria:
- Non voglio… La tua… Pietà…!
Percepì
il cuore rimbombargli nella cassa toracica, come poteva battere così veloce?
Guardò
ancora Keris e digrignò i denti.
Lei era
scappata!
L’aveva
abbandonato quand’era bambino, era scappata quando avrebbero dovuto combattere
assieme al fianco di Shorai!
Sempre!
- Mi hai
abbandonato… - mormorò – Per… Sor…
Si fermò,
come se avesse sentito qualcosa. Probabilmente solo grazie alla poca energia
mentale che gli restava girò di scatto la spalla, lanciando una sfera d’energia
così debole che si dissolse prima di centrare il bersaglio.
Si udì un
fischio, poi uno schiocco. Keris si lasciò sfuggire un grido, che soffocò
subito tappandosi la bocca, e Tanir si afflosciò in silenzio come un sacco
vuoto, una sottile lama lucente nel torace.
Ci fu un
secondo di stasi. MewMina si guardò un istante le mani, ma quella freccia non
era sua, e i suoi occhi e quelli degli altri saettarono verso il passaggio che
avevano di fronte.
Betelgeuse,
l’arco ancora in pugno, li stava tenendo sottotiro, guardando il cadavere con
aria rassegnata:
-
Poveraccio… Beh… - sbuffò, rilassando
le spalle - Almeno, ora so chi perdeva quel sangue…
Nessuno
replicò. Keris non scollava gli occhi da Tanir, scioccata:
- Ekhi…
Sentì MewMina che inveiva contro Betelgeuse, ma non
capì le sue parole. Le girava la testa, era successo tutto troppo in fretta, e
ora non riusciva a reagire. Ryan le diede un altro scossone, prendendole la
mano con dolcezza e lei prese a piangere in silenzio.
Si sentì il grido della mewbird e la sua freccia che
veniva lanciata, poi un altro schiocco in risposta del Combattente; i due presero
a bersagliarsi rapidissimi, MewMina coperta anche da Tart che, stufo, lanciava
le sue bolas da una parte all’altra con tutta la forza che aveva. Paddy invece
si mise in piedi di fronte agli altri due ragazzi, pronta a proteggerli.
Keris non smetteva di piangere, centinaia di
sentimenti contrastanti che le vorticavano in petto fino a soffocarla.
Odiava Tanir, uno sgherro di Shorai, il mostro,
colui che aveva fatto soffrire l’amica a cui voleva più bene al mondo, quella
che per lei era una sorella.
Ma Tanir era Ekhi, suo fratello.
E lei sapeva di aver voluto bene a suo fratello, ma
non sapeva più se dopo la sua fuga quel sentimento era mutato: non ricordava
ancora tutto con chiarezza, ed era difficile capire cosa era successo davvero e
cosa no.
Lui, di sicuro, la odiava, e questo le faceva male.
Come le faceva male l’idea di non essergli stata
vicino, quando gliel’aveva promesso.
Ma lei non avrebbe mai potuto servire Shorai, mai!
Guardò ancora il cadavere martoriato di Tanir e
singhiozzò più forte. Si rese conto che saperlo morto le causava un dolore
immane.
Ma non avrebbe potuto più fare nulla. Ryan la prese
per le spalle, stringendola:
- Keris…
Lei sembrò riprendersi. Si asciugò il viso con un
gesto secco e guardò Betelgeuse con aria minacciosa; si alzò in piedi,
continuando a stringere la mano al ragazzo, e fatti apparire i suoi nunchaku
schizzò in aria, intercettando una freccia del Combattente prima che questi la
scoccasse. Betelgeuse sorrise:
- Molto brava.
Keris gli rivolse un’occhiata feroce. Betelgeuse non
smise di sorridere, e Keris sentì chiaramente che la sua freccia iniziava ad
emanare calore.
- Ha. Jin.
– lei sentì una strana pressione sotto alle mani - Hell Arrow.
Con un
grido Keris fu sbalzata via, mentre un turbine di vento e fiamme le passava
così vicino al viso da rischiare di bruciarla.
La
ragazza atterrò con una capriola, mentre la freccia esplodeva in lingue di
fuoco contro la parete.
MewMina
mosse le alucce irritata:
- Ci
mancava anche questa!
Betelgeuse
tornò a terra senza essersi scomposto, fissandoli inflessibile; aveva già
un’altra freccia per le mani, ed era prontissimo a scoccare. Keris lo guardò
con odio:
- Non
pensare che mi arrenda! Me la pagherai per quel che hai fatto!!
Lui la
guardò senza capire. Poi i suoi occhi incrociarono un istante il corpo senza
vita di Tanir e si limitò a fare spallucce:
- Sarebbe
morto comunque, renditene conto. E poi, così ha smesso di soffrire.
- Non hai
capito nulla! – sbottò minacciosa, puntandogli contro la catena dei nunchaku –
Quel compito spettava a me!
Betelgeuse
le rivolse un’altra occhiata interrogativa. MewMina, Tart e Paddy lo imitarono,
ma Keris si limitò a guardare con gli occhi lucidi prima il corpo di Tanir e
poi Ryan, che annuì, capendo. Keris sussurrò:
- Almeno
questo…
Almeno
dargli la pace, e non quello, un colpo alla schiena come i vigliacchi; avrebbe
dovuto essere lei a liberarlo, non lasciarlo fare ad un estraneo.
L’arciere
fece spallucce, non comprendeva il senso delle sue parole e non aveva voglia di
starne a sentire ancora. Scagliò una freccia che divenne un’onda folgorante di
saette nere; Keris si alzò in aria di scatto, osservando il colpo che quando
centrò il sasso davanti a cui si trovava un secondo prima, lo dissolse.
Keris
deglutì con forza. Betelgeuse incoccò un’altra freccia…
- Fuu Rai Sen!
L’arciere
si allontanò appena un secondo prima che le saette lo centrassero in pieno. Pie
sospirò:
- Non c’è
proprio un attimo di pace…
- Pie-san! Lory-chan! – trillò
Keris.
L’aliena
riatterrò, mentre la mewfocena le correva incontro con un gran sorriso. Sobbalzò
quando vide il corpo:
-
Quello…?!
Keris
annuì cupa:
- Ma ti
spiegherò più tardi…
Il gruppo
si parò davanti al Combattente con aria determinata. Tart diede un’occhiata di
traverso a Paddy:
- Tu non
dovresti muoverti!
- Sto
meglio! – disse con tono che non ammetteva repliche – E voglio aiutarvi!
Lui
sbuffò, ma annuì.
Keris
diede un altro sguardo al fratello, stringendo il pugno:
-
Pie-san…
Il
ragazzo la guardò senza dare adito a risposte.
-
Potresti… Spostarlo…?
- Come
scusa? – il suo tono era piatto come sempre, ma si sentiva benissimo una nota
scocciata – E perché?
Lei
abbassò appena le orecchie appuntite, dandogli le spalle, e mormorò:
- Per
favore, Pie-san…
Il
ragazzo sbuffò, convincendosi sempre più di essere diventato troppo
accondiscendente in quell’ultimo periodo, e in silenzio teletrasportò il
cadavere in un punto abbastanza lontano dallo scontro perché un colpo sbagliato
non lo centrasse. Keris gli rivolse un grato sorriso che Pie non ricambiò se
non con un cenno.
Guardarono
ancora una volta l’arciere, le armi in pugno. Betelgeuse emise un verso di
stizza:
-
Comincia a farsi fastidiosa la cosa…
(*) vedi cap.35
(**) cap. 32-33
Te ammettilo che ti diverti ad essere puramente
sadica!! ndKisshu
Niu, ma perché
ç___ç?!
Perché?! ndTutti
Uffa, se
adesso mi chiamate sadica poi cosa mi direte?
Non spoiler
are e non farci spaventare, dannata è___é”””! ndTutti
^__^.
Ok,
gente, niente panico, so che può sembrare un gran casino e basta ma (come in
parte avete visto) nulla di quello che succede in questa storia, per quanto
strambo, è inutile… O quasi ^^””!
Tu si che sai come ammaliare i lettori…
ndRyou
Taci tu!
RINGRAZIO!!!
Avly: lo so, lo so, la nostra Retasu-chan è
troppo buona ^^! Solo lei poteva sopportare uno come Pai XD! (mi stai
offendendo o sbaglio -_-? ndPai – NOOOO! ndRia). Temo che Ichigo sia troppo
presa da quella sua ameba di ragazzo per accorgersi del MADORNALE errore che ha
fatto, ma sai… La speranza è l’ultima a morire! (col cavolo che le lascio
Kisshu +___+**! ndSelena – stai almeno tu, ti prego ^^””! ndRia – Piccola, quanto
ti amo!! ndKisshu – Bleah XP… ndRia). Ora su Tanir sai quasi tutto ;)… Aspetta
paziente, ci sarà dell’altro!
Sognatrice_91: uaaaaah, nn uccidermi ti prego se è tanto che non
aggiorno! Tipregotipregotipregoooo >.< ””””! xD lo so, Retasu ti adoroooo!
È troppo un mito quella ragazza, nn si può nn volerle bene! (Ora nn esageriamo…
ndKisshu – Tu hai un contratto per dire cattiverie o che =_=*? ndRia). La scena
cn Minto mi fa morire, m’è venuta così! Stavo pensando e me la sono visualizzata
talmente bene che ho dovuto metterla! (lo ammetto, ogni tanto ho fatto un
pensierino su una MintoXKisshu, li trovo carinissimi x3! Ma ormai c’è Sel ;)…)
Danya91: oddei, allora se prima eri confusa chissà che
casino ho fatto ora xD! Ok, qui si fonda ufficialmente un “Lory-fan club: pro
il decongelamento di Pai”! X°°°°D! che ne dici? Come idea nn mi dispiace! Davvero?
Tu e lui siete così? … Mmm, si vi posso visualizzare xD!
Killkenny: ok nii-chan, allora ti affido il mio bambinone ^^.
Appena avrò un po’ di respiro vedrò di mandarti anche un suo disegno (sempre se
mai riuscirò a finirlo ç___ç…). Grazie come sempre del voto ;)! Ehi, io aspetto
Secret War e TMM-reloaded, coraggio nii-chan! Sto per esplodere dalla curiosità
X333!
ilary_chan: Uhuuu, adoro le newentry
^^! Grazie mille dei complimenti piciola, a dire
il vero nn so da dove vengono le idee… Forseche i miei neuroni sn in libero movimento continuo e mi trovano le combinazioni
più assurde? XDD non ti fa vedere i disegni? Uffa, ora sn all’uni quindi ho la
connessione lenta, nn riesco a caricarli… Appena torno a casa li riposterò! Tanto
il rpox capitolo è quasi pronto, cercherò di pubblicarlo
tra questa sett e la prox e ce li metterò ^^.
Grazie mille a tutti! Ci vediamo presto, il nuovo
capitolo è quasi finito! CIAOOOO!
Salve a tutti quanti gente!!! Per chi
non avesse letto il messaggio che ho spedito a coloro che hanno ancora voglia
di leggere questa storia malatissima (se continuo così sarete sempre meno
^^””!) CHIEDO IMMENSAMENTE PERDONO PER L’INCOMMENSURABILE RITARDO!!! Non
vi romperò le scatole con tutti i casini giganteschi in cui è strapiombata la
mia esistenza, né la crisi esistenziale che mi ha assalito di brutta maniera,
voglio solo dirvi che mi dispiace davvero moltissimo di aver messo così tanto
tempo ad aggiornare, e che ringrazio in anticipo tutti coloro che avranno la
pazienza di non abbandonarmi.
Vorrei continuare a chiedervi scusa per
le prossime 158 pagine, e mi sembrerebbe il minimo, ma già che ho pubblicato un
capitolo penso vogliate quantomeno darci una letta ^^””, quindi vi lascio alla
storia.
Facciamo un piccolo cambio scena e
torniamo da Ichigo e Zakuro, che abbiamo abbandonato nei meandri del satellite
di Shorai! Cosa succederà loro?
Cap. 49 – Il lupo e il Cavallo
con la maschera da teschio
Piegò il braccio sul cuscino e si sorresse la
testa con una mano, scostando leggermente il lenzuolo su di lei con l’altra.
Le sue dita percorsero piano piano la linea
perfetta del viso, risalirono il mento e sfiorarono con dolcezza il profilo
delle labbra piccole e piene, così morbide e ben disegnate: le sfuggì un
sorriso sentendo la sua mano, e lui non potè che
ricambiarlo. Continuò a salire e le accarezzò le palpebre socchiuse, pensando
un istante di svegliarla solo per vedere quei suoi meravigliosi occhi scuri,
vivaci e caldi, poi prese a scostarle dal viso i lunghi ciuffi castani che ci
erano scivolati sopra nel sonno, portandoli dietro alle spalle minute.
- Non dovresti dormire…?
- Forse preferisco stare sveglio. – fu la sua
risposta laconica – Scusami, ti ho svegliata?
Lei gli prese la mano e se la premette sulla
guancia, scuotendo la testa:
- Forse
preferisco stare sveglia con te.
- A cosa stai pensando?
Quella domanda era ormai una routine; in una
giornata gliela poteva porre almeno una decina di volte, mentre lui fissava
distratto un punto indefinito. Anche la sua risposta era un’ abitudine, come il
sorriso sibillino che le rivolgeva:
- A niente.
Lei, come sempre, incrociò le braccia, lo
guardò rassegnata e sbuffò, per nulla convinta:
- Ah sì?
- Sì.
Sorrise, trattenendo un risolino alla vista
del broncio che aveva in viso.
- E non
prendermi in giro sai?!
- Oggi i bambini mi hanno fatto un regalo…! –
disse allegra, prendendo un piccolo rotolo di carta dal piano di lavoro della
cucina.
Mintaka allungò appena il collo, incuriosito,
mentre lei srotolava la carta. Il disegno di tozze figurine tutte colorate
comparve nella cornice bianca del foglio, sporcata da ditate, tracce mal
cancellate di matita e residui non soffiati via di gomma.
- Questa sono io.
Indicò la figura centrale, grande almeno il
doppio della altre: per corpo un quadrato, al posto delle gambe uno strano
tronco di piramide per fare una gonna; le braccia erano rettangoli sbilenchi
che terminavano con buffe palline rosate (Mintaka dedusse fossero le mani)
incrociate entrambe con quelle di altre due figurine piccole.
- Hanno detto che non avevano trovato il
colore giusto. – aggiunse un po’ tirata, mentre lui guardava scettico i capelli
della figura, metà marrone chiaro e metà neri.
Sorvolando l’argomento lei riprese ad
indicare ad uno ad uno tutti gli altri personaggi, elencando trasognata i nomi
dei suoi alunni.
- E questo sei tu. – ridacchiò infine,
indicando una figura a margine.
Anche questa era stata disegnata più grande,
con addosso un abbozzo di divisa da militare. Mintaka storse un po’ la bocca,
quasi offeso:
- Perché tutti sorridono e a me invece hanno
disegnato il muso?
Lei scoppiò a ridere, cercando invano di
trattenersi con una mano sulla bocca.
- Scommetto che sei stata tu a mettergli in
testa queste idee, Alisea! – le diede corda, guardandola serio.
- È tutta farina del loro sacco! – si sforzò
di rispondere nonostante le risa – Io non c’entro!
Un
brivido freddo lo riscosse. Mintaka si costrinse ad aprire gli occhi e a
guardarsi attorno, le iridi chiare a vagare distratte per quella strettoia
angusta.
Sentì
qualcosa provenire dall’unico passaggio per la superficie e corrugò appena la
fronte, pensieroso: era successo qualcosa.
“E’ già
la terza volta…”.
Osservò
il corridoio, ma questo restò deserto. Non erano ancora arrivati, ma
avanzavano.
Si
riappoggiò alla parete, la sua maschera in una mano e lo stemma di Shorai nell’altra.
Guardò l’oggetto e si corrucciò:
“Heka aveva ragione a preoccuparsi.”
Era
consapevole che fosse successo qualcosa ai suoi compagni, ma era anche convinto
che la colpa non fosse né delle ragazzine terrestri né dei tre gaeiani:
- Senza
dubbio, è colpa tua, vero?
Sollevò
lo stemma tra due dita e lo portò controluce, poi strinse la presa e un leggero
formicolio gli attraversò i polpastrelli; il suo sesto senso gli inviò un
gelido brivido di avvertimento lungo tutta la spina dorsale, e lui a stento resistette
alla tentazione di lanciare la strana spilla il più lontano possibile da lui.
Quell’affare
era molto più pericoloso di Rigel a piede libero.
Mintaka
sospirò a fondo e sorrise appena, con l’aria di chi è stato liberato di un
peso:
“Pare che
il momento sia arrivato.”.
Con calma
avvicinò lo stemma al petto nudo. Questo, come una ventosa, vi aderì e restò
saldamente ancorato, senza bisogno di alcun aiuto.
L’uomo
sospirò ancora, rimettendosi la maschera. Se c’era ancora tempo, voleva sognare
un altro po’.
Ricordare
quando lei c’era ancora. Ne aveva bisogno, o il pensiero di quell’ultimo
momento, che lo perseguitava di continuo, sarebbe diventata l’unica immagine
nella sua mente.
Sarebbe
impazzito.
Ma forse
era proprio quella la punizione che gli era stata assegnata.
*______________
Pam e
Strawberry correvano a perdifiato, agitate. Avevano perso tempo per fuggire
dalla loro prigione di detriti, e ora erano entrambe preoccupate per essere
state così a lungo separate dal resto del gruppo.
“Speriamo
che almeno gli altri si siano incontrati…”
-
Strawberry.
- Che
succede?
- Sei
sicura di riuscire a mantenere la MewForm ancora per
molto?
La
mewlupo diede alla compagna un’occhiata in tralice: dalla loro fuga era sempre
rimasta trasformata e temeva che potesse ritrovarsi senza forze nel momento
peggiore. La rossa, però, fece un segno di diniego e la guardò decisa:
-
Tranquilla, sto benissimo.
Era vero.
Di colpo si sentiva ricolma d’energia, e il suo MewPower
le riempiva il petto con la stessa forza di quando era diventata MewMew la
prima volta.
“Sì… È
merito di quella cosa. Quella di
prima… “
Era quasi
certa, si trattava di MewAqua, ma quel quasi non era sufficiente…
“Per
adesso è meglio non pensarci.”
Il
piccolo Masha svolazzava di fronte a loro, aprendo la strada; di colpo si
bloccò, mandano un acutissimo bip-bip:
- C’è
qualcuno, c’è qualcuno!
Le
ragazze si fermarono subito; fecero qualche passo avanti pian piano,
guardinghe, e sbirciarono dietro la curva da cui venivano stando bene attente a
restare nascoste. Strawberry sussultò:
“Mintaka!”.
Si tappò
subito la bocca, per trattenere lo strillo che stava per esploderle sulle
labbra, e sgattaiolò indietro saltellando:
Pam le
fece cenno di tacere; la voce dell’amica era stata poco più che un soffio, ma
non era sicura che quello bastasse per non farsi sentire dall’alieno. Chiamò
Masha con un cenno della mano e, sempre in silenzio assoluto, gli raccomandò di
non fare alcun rumore e di tornare indietro.
Il
robottino sembrava pronto a replicare con la sua vocetta acuta, ma Strawberry
riuscì ad afferrarlo e a stringerselo nelle mani prima che fiatasse.
- Se ti
sente siamo nei guai! – sibilò – È troppo pericoloso! Vai!
Lui la
guardò triste, ma la rossa fu irremovibile. Mogio mogio,
Masha se ne svolazzò lentamente verso l’uscita, lasciandole sole.
Strawberry
si voltò verso Pam, che non aveva più tolto gli occhi di dosso al loro
avversario.
- Che
facciamo?
Pam non
le rispose. La mewneko la vide serrare la mano
attorno alla sua frusta e quindi, senza alcun preavviso, farsi avanti nel
corridoio senza neppure tentare di cogliere Mintaka di sorpresa. Strawberry
serrò i denti per non gridare:
- Ma che faiiii?!?! (gocciolone)
La mora
non sembrò sentirla e si parò di fronte all’uomo senza una parola. Lui si
limitò ad alzare appena lo sguardo:
- Proprio
tu, eh…?
- Già.
- Non ti
avevo detto di lasciar perdere questa storia?
- Non mi
risulta che tu abbia qualche diritto di darmi consigli né tantomeno di darmi
ordini.
A lui
sfuggì una mezza risata:
- Non hai
tutti i torti.
Scese dal
suo piedistallo e si mise di fronte a Pam, senza che nessuno dei due reagisse.
Strawberry, che fino a quel momento era rimasta bloccata, scattò verso la
compagna, brandendo l’arma e pronta all’attacco. Nemmeno a quella vista Mintaka
ebbe una qualunque reazione visibile, e Pam sentì di nuovo salire l’irritazione
per quella sua maledetta maschera.
- Voi
due… Siete intenzionate a combattere?
- E tu?
Domandò
Pam brusca.
- È il
mio compito, ragazza lupo.
- E il
nostro è passare e raggiungere Shorai! – sbottò Strawberry agitando i suoi
campanelli. Mintaka rivolse ad entrambe uno sguardo rassegnato:
- Allora
non mi risparmierò.
Distese
un braccio e la sua sfera comparve roteando pochi centimetri sopra il suo
polso, riempiendo l’aria di scintille.
- Farò in
modo che la mia chac
vi uccida rapidamente…
Appena
terminò la frase la sfera partì a folle velocità verso le due ragazze, ma
s’incrociò dopo un istante con la frusta di MewPam;
la chac
cambiò di poco traiettoria in un mare di scintille, cozzò con botto fragoroso
sul soffitto e tornò indietro nelle mani del padrone, che l’agguantò a
mezz’aria.
Senza dargli
tregua, MewPam lanciò ancora la sua frusta in
direzione dell’arma di Mintaka, mentre MewBerry saltò
versò l’alieno con la sua campanella in pugno.
- Preso!
Prima che
riuscisse a colpirlo, Mintaka schivò la rossa, rispedendola a terra con un ben
poco galante calcio nei reni, ma non riuscì a schivare la frusta della mora. Il
laccio rosato gli si serrò attorno al polso come una tenaglia, facendogli
perdere la presa sulla chac
e costringendo la sua attenzione sulla mewlupo, saldamente piantata coi piedi a
terra e ben decisa a tirare anche l’alieno sul pavimento.
- Tutto
bene, Strawberry?
- Sì… -
si lamentò la mewneko, alzandosi con fatica.
MewPam diede un
altro strattone alla frusta e Mintaka fu costretto ad assecondare il movimento,
scendendo di un paio di metri.
- Ti
avviso – sibilò la mora – sono molto più forte di quello che sembro… Quindi
decidi, scendi con le buone o con le cattive?
Mintaka
non rispose e sollevò a stento il polso imprigionato fino al viso; né
quell’impiccio né i simpatici scambi di colpi di prima sembravano averlo
turbato, come se per tutto quel tempo se ne fosse rimasto seduto tranquillo a
sonnecchiare.
- Vedo… -
disse a bassa voce, pacato – Ma se io non volessi scendere?
Pam fece
per tirare ancora, ma Mintaka di colpo roteò il polso, afferrò la frusta e
fletté appena il braccio: quel piccolo movimento bastò per far compiere alla
mewlupo un salto in avanti di qualche metro.
- In
effetti qualche muscolo sotto a quel costume da bagno deve esserci. – continuò
gentile l’alieno, con tono divertito – Ma temo di averne di più io.
Tirò
completamente indietro il braccio e Pam fu tirata verso di lui, perdendo la
presa dalla sua frusta e atterrando in avanti. Mintaka si liberò del laccio,
mosse appena le dita della mano destra e la chac schizzò ad altissima
velocità contro MewBerry, centrandola prima che
questa potesse aiutare l’amica: Strawberry gridò di dolore in un crepitio di
elettricità, venendo poi scagliata in un angolo del corridoio.
-
STRAWBERRY!
- Ti
avevo avvisata, ragazza lupo.
MewPam, ancora
a terra, cercò di tirarsi su di scatto, ma una mano scivolò sul pavimento
sdrucciolevole e lei finì in ginocchio, mentre l’alieno le si avvicinava.
-
Dovevate lasciar perdere.
- Non
vedo il motivo. – sbottò lei di rimando alzandosi con fierezza e con quanta più
stabilità poteva, incurante del vistoso taglio che le pulsava sulla coscia –
Per quel che mi riguarda tu sei solo un ostacolo pericoloso, un nemico; non c’è
alcuna ragione sensata per cui dovrei dare retta ai tuoi “consigli”.
I due si
fissarono in silenzio per un lungo minuto, mentre attorno si sentivano solo le
ultime scintille del colpo che l’uomo aveva scagliato. In un breve istante, Pam
credette di scorgere un bagliore di rammarico in quelle iridi celesti, ma il
bruno si nascose nelle ombre della sua maschera veloce com’era stato
quell’istante, e la mewlupo tornò in guardia.
- Molto
bene.
Disse
Mintaka. La chac
riapparve roteando sul suo polso, mentre la frusta di Pam brillava ai piedi
della mora.
L’alieno
avvertì un lieve pizzicore al petto, dove si trovava la spilla di Shorai.
“Non mi
resta molto tempo.”
Non
vedeva l’ora che quell’agonia terminasse, ma per quanti sbagli avesse commesso
prima di allora, lui restava un uomo d’onore. Avrebbe rispettato il voto di fedeltà
verso Heka, e la volontà ferrea della sua nemica, ma
doveva sbrigarsi.
-
Facciamo come vuoi tu, ragazza lupo.
*______________________
- Trovala
e basta, sono stato chiaro? – fece lapidario – E’ l’ultimo esemplare
dell’esperimento, non ho voglia di perdere tutti quei preziosissimi dati!
Riportala viva.
La voce
di Phiras, dal trasmettitore, gracchiò un “sì”
spaventato, e la comunicazione si chiuse.
Shorai si
passò una mano sugli occhi, stancamente. aveva riparato una parte delle
strumentazioni rotte dall’intervento di Ryan e dal suo stesso pugno(*), e stava
tentando di localizzare i suoi kinshi
ancora intatti, nonché i suoi sottoposti.
Sapeva
che Heka, con ogni probabilità, aveva distrutto il
proprio. Il Lucin, Rigel, e i due ragazzi erano stati
distrutti dai suoi gingilli ore prima, e forse anche la ragazza dei veleni gli
aveva seguiti, perché non ne rivelava più la presenza.
Restavano
soltanto l’arciere e il guerriero con la maschera.
Due
ottimi soggetti, non credeva avrebbe avuto tanta fortuna!
“Quattro
braccia in più mi saranno molto utili.”.
Tanir era
scomparso dai monitor da tempo. Era inevitabile, il suo corpo era ferito in
maniera troppo grave, doveva essere collassato.
“Che
peccato! Avrei voluto conservare i risultati dell’esperimento con quel cristallo,
dovrò accontentarmi della sorella.”
Sempre
che Phiras non fallisse nel raggiungerla.
Finora
Shorai aveva ottenuto risultati più che soddisfacenti. I primi incantesimi
della Tavola lasciata dai Tians(**) erano stati più
che efficaci (sebbene Phiras e Tanir
non fossero stati in grado di sfruttarli) e l’ultimo, che aveva combinato con
la sua tecnologia sui kinshi che
aveva affidato ai Combattenti, erano praticamente perfetti.
Ora non
restava altro da fare che riprendere le ragazze terresti e l’esperimento con la
MewAqua, quindi gli ultimi combattenti.
Un
segnale del monitor lo fece sorridere. Uno dei kinshi era entrato nel punto
critico.
“Ora devo
andare, prima che muoia anche lui.”.
*______________________
MewBerry sollevò
piano la testa, sentendo tornare il dolore accecante sul braccio che Rigel le
aveva azzannato. Sentiva i rumori della lotta tra MewPam
e Mintaka, ma non riusciva ad alzarsi.
Strinse i
denti e si mise in ginocchio, cercando di mettere a fuoco. Sentiva ancora un
leggero tremore attraversarle i muscoli, e si stupì di non essere morta per
colpa della scarica che Mintaka le aveva lanciato contro.
“L’ultima
volta che aveva usato quella dannata pallina – pensò – ha fatto saltare per
aria un capannone del porto!”.
Cercò la
sua campanella con gli occhi ancora socchiusi, e quando le sue dita guantate
incontrarono il pelo dell’arma la strinse con tutte le sue forze, quasi questa
potesse darle più energie per alzarsi.
Si mise
in piedi barcollando paurosamente, continuando a tastarsi il corpo per
controllare la situazione, ma a sorpresa stava bene.
“Beh,
quasi… (gocciolone)”.
Sentì la
frusta di MewPam sferzare l’aria poco sopra la sua
testa. Sollevò lo sguardo e vide la mora compiere un balzo e puntare i piedi su
uno spigolo della parete, quindi lanciarsi all’inseguimento del suo avversario,
che non si risparmiava certo in tentativi di colpirla.
“E’
veloce…”
- Ribbon… Zakuro Spear!
La frusta
della mora centrò il braccio di Mintaka, facendogli perdere la presa sulla chac. L’arma
cadde a terra e rotolò via, mentre MewPam atterrava
e, ruotando di scatto le braccia, trascinava con sé il bruno.
- MewPam!!
-
Strawberry! – sospirò sollevata la mora – Stai bene!
- Sì…
Diciamo di sì.
La
mewlupo guardò l’amica un istante. Anche lei non potè
che pensare che l’amica stava fin troppo
bene, per essere stata colpita in pieno dall’attacco di Mintaka.
Le sue
iridi ametista si ridussero a due fessure mentre si avvicinava all’uomo, che si
lamentava sommesso rialzandosi da terra.
“Qualcosa
non torna.”
- Che ti
passa per la testa?
Mintaka
si rimise piano in piedi, guardando la mora in silenzio. Anche MewBerry, sebbene concentrata sulle mosse del nemico, fissò
esitante l’amica, senza capire il senso della domanda.
- Cioè?
- Perché
non hai usato la vera potenza dei tuoi colpi? A che gioco stai giocando?
L’uomo la
fissò in silenzio alcuni istanti, voltando poi la testa:
- … Avrò
sbagliato mira.
- Mi
prendi in giro?!
La
mewlupo serrò la mano attorno alla sua arma e gli saltò addosso, ma Mintaka si
parò con uno dei suoi bracciali. La frusta d’energia sfrigolò forte contro il
metallo.
- … Ami
così tanto combattere? – domandò cupo l’alieno.
- No. –
sentenziò lei – Ma non permetterò che tu o i tuoi amici ci giochiate qualche
altro scherzo vigliacco!
MewPam scartò
all’indietro, mentre lui l’allontanava con un gesto secco del braccio:
- Ti
caverò fuori la verità a forza!
La mora
si lanciò ancora contro di lui, che contrattaccava dirigendo la sua chac con rapidi
movimenti della mano. MewBerry cercò di riscuotersi,
e correndo a fatica cercò di accerchiare il nemico assieme alla compagna:
- MewPam, ora! Ribbon
Strawberry Surprise!
- Ribbon Zakuro Spear!
Mintaka,
colto alla sprovvista, cercò di schivare entrambi i colpi, ma accecato dalla
luce dell’attacco di MewBerry non vide la frusta di MewPam, che lo colpì in pieno volto.
L’uomo
mandò un urlo di dolore ed indietreggiò di scatto, scendendo di qualche metro.
Le ragazze lo sentirono borbottare qualcosa in una lingua sconosciuta:
- Uhmp… - sbuffò poi – Colpire su due fronti? Non male come
strategia, ragazzine.
Scostò la
mano dal viso e lasciò cadere la sua maschera, ormai distrutta dal colpo della
mewlupo.
Quando
alzò lo sguardo verso le due, Strawberry trattenne un sussulto spaventato.
L’uomo doveva
avere all’incirca l’età di Kyle, non di più; aveva bei lineamenti forti, e due
splendidi occhi celesti. In mezzo a quel bel viso, però, si scorgeva un’orrenda
cicatrice: netta e di un rosa spento, partiva dal centro del viso, poco sopra
il naso, diramandosi sopra e sotto gli occhi come un brutto ragno dalle zampe
tremule e grosse.
MewPam deglutì
a vuoto.
Mintaka
avvertì il braccio sinistro dargli un tremito secco e doloroso. Il tempo stava
per scadere, non poteva perdere altro tempo. Doveva continuare a tenere
impegnate quelle ragazzine con attacchi poco efficaci finchè
la spilla del Collezionista non avesse fatto effetto, e poi sarebbe stato
libero.
Scattò
verso la mewneko, costringendola a respingerlo con la
sua campanella. MewBerry, ormai incerta sulle gambe,
vacillò all’indietro, cadendo giusto un secondo prima che Mintaka la centrasse
con un calcio.
- MewBerry!
La frusta
di Pam sferzò l’aria dove un istante prima si trovava l’uomo, che contrattaccò
a suon di pugni. Ormai la sua chac giaceva a terra inutilizzata, ma lui sentiva che non
gli occorreva: il suo corpo era stranamente più forte del solito, più
resistente, più veloce.
È questo che fa quella
cosa?
Assieme
alla nuova forza, però, sentiva che i suoi muscoli stavano soffrendo: si
muoveva troppo forte, troppo veloce, e il suo corpo si
ribellava.
Schivò la
nuova frustata della mora e scattò verso l’alto con un balzo, cercando ci
colpirla da dietro.
Alisea…
E’ il momento? Finalmente… Lo è?
Non posso… Non posso più resistere.
Da quanto tempo sono vivo?
MewPam tentò di
colpirlo al busto con un calcio, ma Mintaka parò il colpo incrociando le
braccia di fronte a sé. Sorrise:
- Coi
tacchi è un po’ scorretto non trovi?
-
Affatto.
Scartò di
lato l’attacco fiacco di MewBerry e quindi salì di
nuovo di quota, lasciando la rossa indietro:
“E’
stremata… Per giunta ferita, non posso coinvolgerla nella lotta.”
Stava
sbagliando? Forse era sciocco non cercare il combattimento alla morte con
quelle ragazze?
Forse.
Ma erano
così piccole…! Beh, la ragazza lupo forse no, ma lui lo sapeva (oh, se lo
sapeva!) avevano visto così poco del mondo! Avevano vissuto così poco…! Che diritto aveva lui, di ucciderle? Che diritto aveva lui, di impedirgli di lottare per coloro a cui volevano bene?
Nessuno.
“Sono
certo che anche Heka, adesso, la pensi come me.”
Mentre
evitava lo Zakuro Pure, sorrise, forse invece Heka
l’avrebbe trovato stupido, ma cercò di convincersi di aver ragione.
Mi vergogno.
Desidero così disperatamente morire, quando
c’è chi invece ancor più ferocemente lotta per la vita sua e di chi ama.
Sono l’ultimo dei vigliacchi.
Incrociò
lo sguardo con quello ametista della mora, e sorrise di nuovo: mai vista una
ragazza così combattiva e cocciuta…
Avvertì
una fitta al petto, e il suo corpo si fece di colpo pesante. Precipitò come un
sasso e ruzzolò sul pavimento, mentre le due MewMew, dopo un sobbalzo in
iniziale, gli si avvicinavano.
Un
luccichio sommesso si spandeva dal petto dell’uomo, e Strawberry mosse la coda
spaventata:
- Anche
lui…
Il
tintinnio dei suoi campanelli ruppe il silenzio gelido che era sceso, e fu
subito coperto da un urlo straziante.
Mintaka
non si aspettava facesse così male. Si artigliò una mano al petto e affondò le
dita dell’altra nella polvere, cacciando la testa all’indietro.
Era come
se migliaia di spilli gli perforassero la cassa toracica, e un peso enorme gli
spappolasse gli arti; la testa stava per rompersi in due, mentre le ossa
scricchiolavano forte come legno secco.
Senza
smettere di gridare cercò di mettersi seduto, ansimando e cercando di
controllare il dolore in modo da rimanere vigile. Gli parve di vedere la
ragazza lupo chinata di fronte a lui.
- Che
vuoi fare, Pam?! – pigolò MewBerry spaventata.
-
Ripetere quello che è successo a Rigel col MewPower di
Mina.(*) – spiegò laconica.
La rossa
la fissò senza rispondere.
- Sarà
anche un nostro nemico, ma non posso lasciarlo morire per mano di Shorai.
Strawberry
annuì con forza.
MewPam si
accucciò accanto all’uomo che si stava calmando, ma non sembrava ancora lucido,
e allungò la mano verso il kinshi.
Trattenne tra i denti il dolore che quell’arnese infuocato le dava alla mano, e
sprigionò il suo potere.
Una
colonna di luce viola chiaro si innalzò fino al soffitto e la mewlupo prese a
tirare con delicatezza il kinshi, che sembrava artigliato al petto di Mintaka.
Di colpo l’uomo, quasi senza fiato, le bloccò la mano:
- NO!
Colta
alla sprovvista Pam cessò l’emissione del MewPower;
Mintaka gettò di nuovo indietro la testa, colto da un nuovo spasmo di dolore,
ma poi parve calmarsi e si lasciò andare a terra, sostenendosi su un braccio.
-
Lasciami… Lasciami qui.
- C-come?
Lo guardò
stranita, forse pensava volesse nuocergli?
In
effetti, anche Rigel aveva sofferto quando MewMina
aveva espanso il suo potere e, anche se non lo sapeva, lo stesso era accaduto a
Bellatrix con MewLory.
Guardandolo dritto negli occhi, però, Pam capì che Mintaka sapeva benissimo a
cosa stava andando incontro.
“Vuole
lasciarsi morire?!?”.
Sgranò
gli occhi chiari in un misto di stupore e orrore; lui si limitò a sorridere
stanco, un rivoletto di sangue che gli usciva dalle labbra, e sussultò di
nuovo.
- Pam…
Che succede?
La mora
non rispose e incurante dell’amica fissò Mintaka con aria truce:
- Non
posso lasciartelo fare.
- E
perché?
- Non ha
alcun senso! – sbottò lei – Come si può voler lasciarsi morire?!
MewBerry sussultò
a quella frase, avvicinandosi un poco all’uomo e fissandolo con gli occhioni
rosati sgranati dalla paura.
-
Aspettavo questo momento da tempo… - rispose lui piano, col fiato corto – Mi
secca soltanto che sia per mano di quel folle Collezionista che devo andarmene…
Sussultò
di nuovo, sputando sangue. MewPam continuò a
guardarlo con aria addolorata e confusa, senza sapere che fare.
-
Ascoltatemi… Dovete raggiungere quell’uomo prima che lui decida di uscire allo
scoperto e colpirvi. – si mise a sedere con fatica, lasciando il capo a
ciondolare – Muovetevi, prima che si accorga della mia morte.
MewPam a quella
frase emise un verso di stizza e riafferrò il kinshi, emanando meno MewPower ma
strappando comunque a Mintaka un urlo di dolore.
- Pam!
- Non
m’interessa! – sbottò più a lui che alla rossa che la chiamava – Non ho
intenzione di vedere morire qualcun altro per mano di quell’uomo. E non importa
se quel qualcuno sono le mie amiche o voi! Non gli lascerò più uccidere
chicchessia! E se posso ancora fare qualcosa per impedirglielo, lo farò!
Strinse
le dita attorno al kinshi ignorando
il dolore che quell’oggetto rovente dava.
Mintaka
aveva fatto esaurire tutta la poca pazienza di cui era dotata.
Combatteva
contro di loro senza volerlo fare veramente. Cercava di non far loro del male e
allo stesso tempo le affrontava con energia. Cercava di salvare loro la vita e
intanto si lasciava morire.
- Sei… Un
individuo… Completamente privo di senso logico!
Nemmeno
Pam sapeva spiegarsi perché si arrabbiasse tanto.
Lei era
sempre stata brava a capire gli altri, quasi quanto era altrettanto brava a
nascondere se stessa; con quell’estraneo, invece, si era ritrovata per la prima
volta dalla parte opposta.
Di sicuro
essere scrutata in quel modo, come se il suo agire fosse cristallino, e
sentirsi trattata come una ragazzina, la infastidiva non poco.
- Non ho
alcuna intenzione di lasciar morire qualcuno senza motivo!
Mintaka
serrò i denti in una morsa e le afferrò ancora il polso, stritolandoglielo; la
fissò dritta negli occhi, ormai senza fiato:
- Per…
Favore…
La
mewlupo s’irrigidì a quello sguardo, quasi supplichevole, ma non allontanò la
mano. Fece scemare il MewPower fino a smettere di
emetterlo, quindi lo fissò di rimando:
-…
Perché?
Lui si
riappoggiò sulle braccia, stremato.
- Perché
sto aspettando di morire… Da troppo tempo, per farmi delle remore su come
succede…
- Non è
una risposta.
Mintaka tacque
e Pam allungò di nuovo la mano sul kinshi. Lui osservò il suo sguardo fermo,
non lo avrebbe mai lasciato stare senza una risposta.
"Cocciuta
oltre il limite pensabile."
Aprì la
bocca come per parlare, ma si accorse che non gli usciva suono. Tremò per il
dolore sputando ancora sangue e si rese conto che non sapeva come spiegare,
come poter far capire il suo immenso desiderio di morire, senza sembrare un
povero vigliacco.
Prese due
respiri profondi, trattenendo i lamenti, e fissò ancora la mora dritta negli
occhi.
- Hanno
ucciso mia moglie.
Calma,
lapidaria. La frase uscì dalla bocca di Mintaka così, all’improvviso. Pam fermò
la mano, osservando il suo viso serio.
- …
Spiegati.
- Uh?
- Ho
detto spiegati. – ripeté Pam atona.
- …
Perché?
Pam non
rispose, limitandosi a guardarlo impassibile. Mintaka chiuse gli occhi con un
sospiro. Se questo poteva convincerla a lasciarlo in pace con se stesso,
l’avrebbe accontentata.
- Eravamo
due coloni di un pianeta insediato da un paio d’anni. Io ero un soldato semplice
mandato dal pianeta madre, lei una maestra volontaria.
La sua
voce era meccanica, eppure c’era una nota calda, dolce.
- Su un
pianeta neo-colonia non c’è granchè, nemmeno per
tirare avanti. – continuò disilluso – Non è neppure un posto sicuro.
- Posso immaginarlo.
Mintaka
guardò Pam inespressivo, cercando di capire se era la sola frase intelligente
che le fosse venuta in mente o se lo pensasse davvero. Non ottenne conferma di
nessuna delle due dai suoi occhi indecifrabili. Il suo corpo sussultò ancora per
il dolore, ma lui strinse i denti e riprese:
-Capita spesso che qualcuno tenti di derubare
alti ufficiali militari, o incaricati del governo del pianeta madre: anche ad
anni luce da casa, non sono certo poveri. Qualche volta anche i villaggi
vengono colpiti, ma c’è così poco da non far nemmeno lo sforzo.
Si fermò
un istante, prendendo con fatica fiato. Lo stemma sul petto ebbe un lieve
sussulto, e lui strinse il pugno cercando di cancellare il dolore dalla testa.
- Fummo
imprudenti, forse. Non ce l’aspettavamo… - la sua voce si incrinò appena –
Quando arrivarono, finii subito a terra.
Tacque,
guardando un punto lontano. Lo sguardo di Pam si soffermò un istante sulla sua
cicatrice e lui si limitò a fare un minuscolo segno d’assenso. La sua voce si
fece impercettibile:
- Avrei
preferito non riaprire più gli occhi, che vederla così.
Strawberry
si portò le mani alla bocca, gli occhi lucidi. Poteva quasi sentire il dolore
di quell’uomo; benché lui non si fisse scomposto né avesse versato una sola
lacrima, avvertiva quanto dovesse essere soffocante la sua tristezza.
- Come
mai… Sei finito qui? – domandò Pam piano. Lui la fissò:
-
Semplice. Sono stato un ricercato, ed Heka ha
preferito prendermi tra i suoi che consegnarmi.
La
mewlupo lo guardò allusiva:
- Tu… Ti
sei vendicato?
- Sì.
Pam non
smise di fissarlo negli occhi, il viso impassibile.
- Erano
in trenta. Tanti, stupidi e disorganizzati. Per quanto di basso rango, ero pur
sempre un soldato.
- Gli
hai…
- Uccisi?
Sì. – continuò senza il minimo cambiamento di tono – Tutti quanti.
La rossa,
nel suo angolino, fu scossa da un brivido.
- Non so
perché l’ho fatto. Alisea non avrebbe mai approvato.
Mentre
pronunciava il nome della moglie, la sua voce tremò appena.
- Volevo
soltanto che scomparissero. Non pensai a quanto sarei caduto in basso né ad
altro.
Di nuovo
silenzio. Pam, ormai, non apriva più bocca.
- Quando
tornai in me, mi limitai ad aspettare che le ferite facessero il loro compito e
portassero via anche me da questo schifo di mondo. – gli sfuggì una risata
amara – Eppure, non morii. Si vede proprio che la sorte ha un suo modo sadico
di divertirsi.
Gli
sfuggì un gemito rauco. Pam, però, non tentò di levargli lo stemma: aspettò che
si calmasse, ascoltandolo appena riprese.
- Mi
cercarono. Altra feccia simile, impressionati dalle mie gesta. – fece ironico – E decisi che, se proprio non potevo
morire da solo, sarebbero stati loro ad uccidermi.
- Per
questo sei diventato un ricercato? – chiese la mora. Lui annuì:
- Più
cercavo qualcuno in grado di uccidermi, più mi raggiungevano esseri così infimi
che non avrei mai permesso mi uccidessero; nemmeno con la mia colpa. Più
arrivavano, più ne combattevo, più la mia taglia aumentava.
- E poi è
arrivato Heka. – dedusse lei, pragmatica.
- Pensavo
fosse finalmente giunto il momento. – si limitò a rispondere – Non avrei avuto
rimpianti, anche se affrontai quel pazzo di Rigel, era Heka
a comandarlo, e morire per mano di un uomo d’onore mi avrebbe forse un po’
alleviato il peso di ciò che avevo fatto.
Strawberry
lo fissò un po’ scettica, “Heka” e “uomo d’onore” non
le sembravano parole adatte nella stessa frase, visto quel che avevano
combinato fino a quel momento i suoi scagnozzi, ma non intervenne.
Mintaka
riprese sottovoce:
- Ragazza
lupo… Io non ho alcun interesse a vivere ancora.
Pam non
rispose, guardandolo con lo sguardo di una sfinge; Mintaka emise un rantolo che
nascondeva un urlo di dolore e chinò la testa di lato:
- Sai
perché porto la maschera?
Lei fece
un lieve segno di diniego.
- Perché
non voglio che i miei obbiettivi mi vedano il viso, per il semplice fatto che
non voglio essere ricordato come loro carnefice. A me non interessa di loro,
della loro sorte, né di null’altro.
Pam
s'irrigidì stizzita:
-
Bugiardo.
Mintaka la
fissò, sorpreso del tono duro.
- Questo
non è vero.
Lo
rimbeccò ancora Pam, ma lui la ignorò.
- Non ho
più interesse ad esistere, - insistè - sto solo
aspettando il momento in cui mi sarà finalmente concesso di andarmene. E se
fosse adesso, anche in modo così miserevole, che succeda.
- Pensi
che lei lo vorrebbe?
La
domanda a bruciapelo stupì Mintaka. Guardò Pam sorpreso, senza saperle
rispondere.
- Hai
detto che ti disprezzi per la tua vendetta, che tua moglie non avrebbe voluto.
– disse, con un po’ troppo energia per il suo solito modo di fare – Pensi che
lei avrebbe voluto vederti mentre cerchi di autodistruggerti così?
Mintaka
la guardò in silenzio per un po’:
- E tu?
Le
orecchie da lupo di Pam fremettero.
- Che ti
è successo da non volerti affidare nemmeno alle tue compagne?
Strawberry
si avvicinò ai due a quella frase. Pam chinò solo un secondo lo sguardo,
quell'uomo era davvero insopportabile! Vedere che leggeva i suoi pensieri con
tanta facilità la faceva sentire quasi nuda.
Ebbe
l'istinto di tirargli un pugno.
Fissò
indispettita un punto dietro alle spalle dell'uomo, per tornare poi a guardarlo
dritto negli occhi:
- … Non
sono stata creduta. – disse flebilmente – E mi hanno portato via una persona
molto cara(***), senza che io potessi fare nulla.
Mintaka
continuò a guardarla in silenzio; Strawberry iniziò a preoccuparsi,
avvicinandosi ancora:
“Pam…”.
L’uomo
guardò la mewlupo con aria di rimprovero:
- Non hai
sofferto, forse? – sentenziò – Non hai mai desiderato rivederlo, punire chi te
lo aveva portato via?!
- Certo!
– sbottò lei secca; poi prese un respiro profondo e riprese – Ma poi… Ho
pensato che non avrebbe voluto.
A quella
frase Mintaka si zittì.
- Ho
pensato – continuò Pam – che quella persona, volendomi bene, non avrebbe mai
voluto che mi annientassi. Avrebbe voluto la ricordassi, certo, che piangessi
per la sua scomparsa, ma io ero viva. Sono
viva! E so che avrebbe voluto non buttassi al vento questo dono.
Guardò
Mintaka con severità, prendendo con delicatezza lo stemma che si stava fondendo
col suo petto:
- Penso
che tu ti sia punito abbastanza in tutti questi anni. – tagliò corto, seccata –
Ma se davvero persisti all’idea di voler morire, non lo farai qui e davanti a
me. Ah, a proposito… Ho un nome, io.
Lui non
riuscì a trattenere un sorrisetto:
- Lo so.
La mora
sprigionò quanto più MewPower poteva, e tirò con
tutta la sua forza. Mintaka urlò di dolore, tentando istintivamente di opporsi,
finchè alla fine la placchetta cedette agli sforzi
della mora e saltò via. MewPam si tenne la mano,
ferita, e guardò MewBerry intercettare l’oggetto a
mezz’aria e dissolverlo col suo attacco in un mare di luce.
La rossa
la guardò preoccupata:
- MewPam…
- E’
tutto a posto.
Disse
lei, cercando di muovere la mano. MewBerry la guardò
allusiva, non stava parlando solo della mano. Pam sospirò e la guardò gentile:
– Senti,
ve ne parlerò, d’accordo? Quando torniamo…
- Sì,
certo. – sorrise appena l’altra – Quando torniamo.
Guardarono
Mintaka, alle loro spalle: l’uomo si muoveva piano, ma non era più scosso dai
tremiti di poco prima.
- Non c’è
altro da fare qui. – sussurrò la mewlupo, anche se seguiva ancora con la coda
dell’occhio il bruno, che si stava alzando a fatica – Dobbiamo andare.
MewBerry annuì, voltandosi
già verso il passaggio successivo.
- Pam.
Entrambe
le ragazze si voltarono sorprese verso Mintaka: lui, i resti della sua maschera
in mano, guardava la mora con la sua solita espressione calma, come se non
fosse accaduto nulla.
Forse era
il dolore fisico a rintronarlo. Forse con quel kinshi, la mewlupo gli aveva
strappato via anche una parte del cuore, non ne era sicuro.
- …
Grazie.
- Non c’è
di che.
- Non per
avermi salvato la vita. – precisò lui, intuendo i suoi pensieri. Lei lo scrutò
interrogativo:
- E per
cosa?
Mintaka
si limitò a sorridere interrogativo, e Pam si accigliò:
- Non mi
piace non ricevere risposte.
- Sul
serio? – rispose senza smettere di sorridere – Lo terrò a mente.
I due si
guardarono qualche istante con aria indecifrabile. Strawberry prese a passare
lo sguardo dall’una all’altro, un po’ allarmata:
“Mi sono
persa qualcosa (gocciolone)?”.
Mintaka
si mise completamente in piedi, oscillando ancora debole sulle gambe.
Qualcuno
lo aveva costretto a vivere. Non per combattere, né vendicarsi.
Solo per
vivere.
- Dovete
andare da quella parte. – indicò un angusto passaggio alla sua destra – Non vi
manca molto.
Si
incamminò lentamente verso la direzione da cui le due ragazze erano venute e
non si voltò più. Strawberry lo fissò svanire e poi guardò l'amica, già mezza
voltata verso la nuova direzione, scambiarsi un ultimo dialogo muto con
l'alieno e incamminarsi in silenzio.
Doveva
esistere un linguaggio segreto per le persone come loro, ne era certa. E lei
doveva assolutamente procurarsi un dizionario.
*______________
Il
corridoio procedette completamente dritto per quelle che parvero ore,
allargandosi sempre più. Dopo un po’, MewBerry scorse
in fondo al passaggio quella che pareva una grossa sala vuota e, da una parte,
un enorme portone di metallo.
-
Quello…!
- Siamo
arrivate. – annuì MewPam con un sorriso sul viso
stanco.
Le due
accelerarono il passo: c’erano riuscite, erano arrivate al cospetto del loro
avversario!
Si
fermarono proprio di fronte alla porta, guardandosi attorno. Dai corridoio che
sbucavano lì non si vedeva ancora nessuno, né si sentiva nulla, e MewBerry sentì la preoccupazione crescere in pochi secondi:
“Dove
sono gli altri?”.
Dopo
qualche minuto di silenziosa attesa, si sentirono dei passi. Le due ragazze si
misero in allerta, scorgendo i loro amici raggiungerle a passo lento, in
silenzio.
Strawberry
non ci fece caso, fece sparire l’arma e corse loro incontro, il cuore che
batteva all’impazzata; abbracciò Mina di slancio e la guardò contenta, pronta a
domandarle come fossero andate le cose, quando si accorse degli sguardi di
tutti.
-
Perché queste facce scure?
Domandò.
La sua voce si abbassò di un’ottava, mentre vedeva gli occhi lucidi delle
amiche; incrociò lo sguardo con Selena e si accorse che la ragazza piangeva.
Strawberry
sentì il cuore sprofondarle nel petto. Guardò Pam, allarmata, e si accorse che
anche la mora aveva preso un’espressione spaventata.
Qualcuno
mancava all’appello.
- Cos’è
successo? – chiese di nuovo, terrorizzata – Dove
sono finiti?!?
(*) vedi
capitolo 46
(**) cap.
36 e cap. 40
(***)
vedere gli incomprensibili flashback
degli episodi 42 e 43… Mai fu spiegato cosa accadde e mai lo sapremo forse o_o”!
Ok, quanti di voi vogliono uccidermi
^^””? lo so, sono cattiva a chiudere i capitoli così…
No, sei una
grandissima s*****!!!! ndTutti
Ç_ç cattivi… Cmq non disperate, come avevo annunciato eoni fa, gli
ultimi capitoli sn praticamente pronti,
devo solo ricorreggerli. Cercherò di pubblicare il prima possibile ^^.
ORA RINGRAZIAMO I MIEI LETTORI ^W^!!!
Per Mary_Cry:… *Ria si rannicchia
in un angolino piangendo e facendo cerchietti* perdonoooooo!!
Non volvo metterci così tanto, perdono perdonissimo!
Giuro che stavolta il ritardo era per motivi più che seri T____T!!
Kisshu: Mi sembra il
minimo!
Taruto: Io ti avrei
già boicottata!
Ç____ç***… anvedi questi dannati T___T***… cmqMary_Cry, mi dispiace davvero molto, spero che almeno
l’aggiornamento ti piaccia ^w^. Ah, nello scorso capitolo Tanir
semplicemente diceva “perché sorella?”. Dici che ho fatto una frase troppo
criptica ^^”?
Per Killkenny: Nii-chan, tu sei sempre
in ritardo quindi mi perdonerai vero ^^””? vero?
Ryo: il bue che dice cornuto all’asino…
Taci tu! Povero Tanir,
devo dire che se accoppo un personaggio alla fine mi dispiace ^^!
Ormai
non mi prodigo nemmeno più in scuse, merito solo la morte T___T""!
Kisshu: Tranquilla provvedo io
+_+…
Cattivo ç_ç""!!
Mi
spiace presentarmi con un capitolo simile… NOOOO, cosa sto scrivendoooo ç___ç!
Mi odio da sola, che tristeeeee!!! cercate di non
uccidermi vi prego ^^"""!!
Cap. 50 - La scelta della seconda Torre
Mentre
Strawberry e Pam raggiungevano Mintaka, il resto del gruppo era impegnato nello
scontro con Betelgeuse.
L’arciere,
alla vista del plotone compatto di avversari, si corrucciò e scartò indietro
lanciando velocemente quante più frecce poteva, in modo da portarsi in
posizione di vantaggio per colpire e difendersi.
L’aria si
riempì di vortici d’acqua, vento e fiamme, mentre lampi e scoppi costringevano
le MewMew e i loro alleati ad arretrare per non essere travolti.
- Dannato
rompiballe!
Tart
tentò di colpire il bruno con le sue bolas, ma Betelgeuse si limitò a piegarsi
e schivò l’attacco contrattaccando con una freccia di lampi che mancò il piccolo
alieno di un paio di centimetri, sfrigolandogli sopra la testa.
Le MewMew
e Keris saltarono addosso al Combattente, scatenando un altro putiferio di fumo
e boati; solo Pie restò in disparte, cercando di studiare l’avversario e i suoi
colpi per capire come contrastarlo.
Quattro
frecce generavano acqua, vento, fulmini e fiamme; sia lui che le ragazze
utilizzavano degli elementi per attaccare, poteva combattere il fuoco col
fuoco.
La
freccia di vento veniva combinata originando un'esplosione di saette o vampe
micidiali, l’unico modo per affrontarle era schivare l’attacco e colpire nel
momento dell’esplosione, o impedire a Betelgeuse di scoccare.
Le più
pericolose erano certamente le frecce nere e bianche. Non erano ancora state
usate singolarmente, ma assieme creavano un devastante raggio sbriciolante che
disintegrava il suo bersaglio: trovarsi sulla traiettoria del colpo voleva dire
rischiare davvero la pelle.
- Paddy.
La
biondina si voltò stupita a sentirsi chiamare dall’alieno più grande, ma lui
non diede spiegazioni e si preparò al colpo avversario.
- Rai. Jin. Bomb Arrow.
Betelgeuse
scossò e Pie proruppe:
- Usa il
tuo attacco e bloccala, subito!
La
mewscimmia obbedì, rinchiudendo la freccia nel campo di forza; Betelgeuse
guardò allibito i fulmini sfogarsi inerti all’interno della barriera
gelatinosa, che si dissolse con un rimbombo sordo.
- Sì! –
Paddy fece una capriola a mezz’aria, guardando tronfia il nemico – Grande Pie
nii-chan!
Il
ragazzo sembrò non sentirla. Betelgeuse lo squadrò arcigno:
- Sei davvero
una seccatura, gaeiano.
Mirò
verso il ragazzo con una freccia di fiamme, che fu intercettata a mezz’aria da
un enorme getto d’acqua e MewLory si frappose tra i due, sorridendo verso Pie:
anche lei aveva capito la sua strategia.
Betelgeuse
digrignò i denti e prese a scoccare come un forsennato.
Non
poteva non nominare i suoi colpi, o l'incantesimo che ricopriva le frecce non
sarebbe scattato, ma anche senza dirlo ormai i suoi avversari sembravano in
grado di distinguere ogni freccia, e lo contrattaccavano efficacemente colpo su
colpo.
Evitò per
un pelo un calcio nei denti da parte di Mina, allontanandosi da lei di scatto;
con occhi furenti estrasse una freccia nera, era rischioso, ma non aveva tempo
per giocare.
"Speriamo
solo che questo pianetino non mi collassi sotto ai piedi."
- Kuro.
La
freccia sfiorò Mina, che non si curò del colpo. Trascorsa una frazione di
secondo però, proprio alle sue spalle, comparve un vortice d'aria e la moretta
si sentì tirare per le ali come da un uragano: la misteriosa forza sembrò
volerle strappare le piume dalla schiena, ma si limitò a schiantarla sul
pavimento mentre le pareti tremavano all'impatto.
I suoi
compagni le furono subito attorno, mentre lei tentava invano di alzarsi ancora
stordita. Sopra, Betelgeuse li fissava con gli occhi ridotti a fessura:
- Empty Arrow.
Pie lo
fulminò con odio, mentre l'altro gli sorrideva subdolo; Betelgeuse avvertì una
scarica di adrenalina attraversargli il corpo e, senza che lo vedesse, il
kinshi sul suo petto mandò un bagliore:
– Ora che
farete, Ikisatashi?
*____________________
Selena
accelerò il passo senza smettere di guardarsi attorno allarmata.
Stava per
succedere qualcosa. Ne era certa.
Ed aveva
paura.
Una paura
folle.
Devo stare tranquilla.
È tutto a posto.
Va tutto bene.
Sì… Tutto bene…
Continuava
a ripeterselo come una cantilena, mentre l'ansia le opprimeva sempre di più il
respiro.
- Da che
parte si va?
Selena
non rispose a Quiche, scrutando le gallerie con aria persa.
Dove?
Da chi
sarebbero arrivati?
Dalle
ragazze? Da altri Combattenti? O da Shorai in persona?
- Di qui.
I due
presero la galleria che sembrava scendere più velocemente e proseguirono.
Quiche non disse una parola in più e continuò a guardarla, senza poterle dire
che anche lui avvertiva un brivido gelido lungo la schiena.
"Spero
solo sia stata lei a contagiarmi."
*_______________________________
MewLory
lanciò uno strillo e cadde all'indietro, mentre una delle EmptyArrows creava una voragine nel punto
dove poco prima c'erano i suoi piedi.
- Lory!
Tutto bene?!
La
ragazza annuì e Mina scoccò di nuovo; intercettò una freccia di Betelgeuse e
un'esplosione di luce riempì il soffitto, accecando un istante tutti i
presenti.
Il
Combattente mandò un gemito di dolore e si coprì gli occhi, e i ragazzi
indietreggiarono tornando compatti. Mentre ricominciavano a vedere Ryan imprecò
sottovoce, fregandosi gli occhi.
-
Dannazione! Ma che ti salta in mente?! – sbottò Tart a denti stretti.
-
Scusate, non immaginavo una cosa simile…!
Il
piccolo alieno bofonchiò ancora insulti tra i denti; lui e il fratello si
fregarono gli occhi doloranti, la loro vista era migliore di quella dei
terrestri e il lampo era stato doloroso, ma Pie notò soddisfatto che anche
Betelgeuse sembrava parecchio sensibile agli occhi.
- Forse
possiamo sfruttarlo…
- Ma una
combinazione simile danneggia anche noi. – intervenne Ryan laconico, che aveva
colto l'intuizione dell'alieno – Forse ho una soluzione alternativa.
- Ehm
(gocciolone), scusate ma di che state parlando?
I due non
risposero a Keris, limitandosi ad un cenno d'assenso.
Mentre
gli altri discutevano, Tart lanciò un'occhiata in tralice a Paddy: era pallida
e con le gote arrossate per lo sforzo, e sudava parecchio; tentava di non far
vedere che la ferita sulla schiena le dava fitte intollerabili, ma il viso era
contratto dal dolore e sudava freddo.
-
Dovresti fermarti…
- Sto
bene, Taru-Taru! – trillò allegra; lui la fissò storto:
- Non
dirmi bugie.
Il
sorriso di Paddy si piegò un poco, Tart la fissava severo, ma anche molto
preoccupato:
- Ti si
sta riaprendo la ferita.
- Non
posso starmene in disparte! – fece risoluta.
- Così ti
farai ammazzare!
- Hanno
bisogno di me!
- Io ho…!
La voce
gli morì di colpo in gola e lui avvampò. Ringraziò che gli altri fossero troppo
occupati a tenere d'occhio l'avversario per stare a sentire lui.
"Io
ho bisogno di te."
Il suo
colorito prese un altro tono di rosso più acceso. Non poteva averle quasi detto una frase simile…!
"Sono
diventato scemo?!"
-
Taru-Taru…?
Lui tenne
lo sguardo basso, incapace di guardarla in viso, e rantolò:
- Se… Ti
succede qualcosa… Io poi che cosa faccio…?
-
Taru-Taru…
-
ATTENTI!
Si udì un
sibilo e l'intero gruppetto scartò ai due lati. Ci fu un risucchio e poi un
botto fragoroso, e le pareti tremarono per l'ennesima volta facendo cadere una
pioggia di sassetti. Tart, che reggeva Paddy in braccio levitando qualche metro
più in la, guardò con un brivido la voragine sotto di lui; la biondina lo imitò
e non poté evitare di stringersi un altro po' a lui, spaventata.
- Vi
conviene non farvi nemmeno sfiorare da quelle. – sussurrò Ryan - E non fategli
toccare nemmeno qualcosa di solido, o qualunque cosa che non sia aria, se non
volete implodere con loro.
- Molto
utile come consiglio! – sibilò Mina.
Betelgeuse,
gli occhi ancora socchiusi e affaticati, schioccò la lingua stizzito:
"Qui
finisce che spacco tutto prima di averli fatti fuori."
Anche con
quel pensiero, non potè non caricare subito un'altra freccia; scoccò e saltò di
lato, puntando le terrestri con ferocia: si sentiva stranamente bene e pieno di
energia, ma anche un po' sovreccitato.
"Qualcosa
non va."
Pensando
questo, il suo pugno tentò comunque di centrare Keris in pieno viso, che
rispose centrandolo nel plesso solare col fondo del nunchaku.
-
Guardate! – sussurrò MewLory allarmata – Il kinshi!
Indicò il
piccolo luccichio sul petto del Combattente e i compagni trasalirono.
-
Dobbiamo muoverci.
All'affermazione
di Pie, Ryan annuì e si tramutò in Art; la pallina di pelo schizzò verso
Betelgeuse e si artigliò alla sua faretra; l'alieno, infastidito, provò a
scrollarselo di dosso, ma Ryan gli saltò in testa e prese a graffiarlo sugli
occhi: Betelgeuse urlò di dolore e chiuse prontamente le palpebre, riuscì ad
afferrare il gattino per la collottola e lo scagliò lontano. Prima di schiantarsi
Ryan emise un acuto miagolio e Pie annuì:
-
Colpiamolo ora!
Betelgeuse
si teneva il viso con le mani, digrignando i denti: Ryan non era riuscito a far
altro che graffiarlo attorno alle orbite, ma sembrava che quella zona per lui
fosse particolarmente sensibile, e se ne stava ad agitarsi lamentandosi con
rabbia.
Il colpo
di Lory non lo vide nemmeno arrivare e si ritrovò soffocato dall'enorme getto
d'acqua che lo schiantava a terra; riuscì invece ad evitare la freccia di Mina,
rotolando di lato un secondo prima che un colpo del Tone Arrow lo centrasse in
testa, ma finì quasi bruciacchiato dall'attacco di Tart. Il bruno imprecò
sentendo montare la rabbia con sempre più foga, e si allontanò dal gruppo per
riprendere fiato: gli occhi gli facevano male e stentava ad aprirli
completamente, eppure la sua mano incoccò un'altra freccia, che andò a vuoto.
"Calmati.
Calmati. Calmati. Così non ottieni nulla."
Ma non
poteva calmarsi. Anzi, la sua rabbia cresceva di minuto in minuto:
"Che
cavolo mi sta succedendo?".
Intanto,
Keris aveva raggiunto Ryan, che si tirava a sedere gemendo per il colpo preso.
- Come
stai?!
- Tutto a
posto… - mentì – Non ti preoccupare. Ora pensate a colpire quel tipo prima che
riprenda a vedere bene, non gli ho fatto granchè…
Betelgeuse
lo guardò con odio, mentre un'altra freccia mancava MewMina di alcuni metri
buoni; l'alieno distingueva a malapena la figura di Ryan, lontana, ma la sua
mano tremava dalla voglia di centrarlo.
"Non
posso farcela in queste condizioni.".
Eppure
emise lo stesso un sibilo furente e allungò il braccio dietro la sua spalla:
- Questa
me la paghi, brutto moccioso umano!
Ryan non
sentì la minaccia, ma Keris sì. Vide la freccia di Betelgeuse venire incoccata
e non ci pensò oltre.
- Tsuki. Zero Arrow.
*_______________________________
Phiras
avvertiva la paura. Il terrore puro, che adorava così tanto far provare ai suoi
nemici, ora attanagliava le sue viscere.
Non la
trovava.
Non
trovava Keris.
"Il
capo vorrà la mia testa su un vassoio, se non gliela riporto intera!".
Lei era
uno dei suoi esperimenti più riusciti, come Shorai diceva sempre; ora che la
loro missione era quasi giunta al termine, ne aveva di nuovo bisogno per i suoi
studi sul Cristallo dei gaeiani.
Il
ragazzino avvertì un moto di rabbia a quel pensiero, ma lo cacciò dalla testa.
"Se
faccio tutto bene, dovrà riconoscere il mio valore!".
Finalmente
glielo avrebbe detto.
In fondo,
lui non era solo un agglomerato di DNA estratti da forme di vita inferiori, no?
No, la
matrice che lo muoveva era molto più nobile!
"E
me lo dirà! Sì, lo…"
Svoltò
una curva e gli parve che qualcuno gli avesse versato addosso dell'acqua
ghiacciata.
Non aveva
fatto in tempo.
Keris
vide la freccia bianco latte che le attraversava lo sterno, ma non avvertì
nulla; non le sembrò neppure che l'avesse toccata, ma anzi le parve che la
scocca, che stava diventando semi-trasparente, fosse apparsa sul suo petto per
magia.
Avvertì
uno scossone entro tutto il corpo, come quando Ryan l'aveva portata in moto,
poi sentì un rumore sordo come un tamburo.
Si sentì
vibrare più forte ed ebbe l'impressione di stare per avvertire un dolore
fortissimo, ma non provò nulla.
Anzi, non
sentiva più nulla.
Qualcosa
di caldo le scivolò fuori dalle labbra e sentì un sapore metallico e aspro.
Si accasciò
a terra, di colpo non aveva più forze.
Il suo
sguardo era sfocato, quindi non capì perché di colpo avesse il viso di Ryan
vicino al suo.
Forse era
tra le sue braccia?
Non
ricordava come ci era finita.
Il biondo
le parve preoccupato e Keris fece accarezzargli una guancia e tranquillizzarlo.
In fondo
perché essere preoccupati?
Lei non
stava male.
Non
sentiva dolore.
Non
sentiva nulla.
Mosse la
mano, ma sembrava pesantissima e riuscì a sfiorare appena il collo del biondo.
La mano
le scivolò sul fianco e non sentì più niente.
Mina urlò
il nome di Keris e la sua voce stridula e incrinata rimbombò attorno, come un
raggelante ululato. Vicino a lei, le mani sulla bocca, Lory scuoteva la testa
disperata, gli occhi gonfi di lacrime:
- No… Non
è possibile… No…
- KERIS!
Ryan la
scrollò un paio di volte, lo sguardo sbarrato per il terrore. Nessuno badò a
Betelgeuse, che con un gemito si era inginocchiato a terra e aveva preso a
sputare sangue: il kinshi aveva
cominciato l'effetto di ritorsione.
- Keris
non farmi questo…! – la voce di Ryan sembrava voler essere di rimprovero, ma le
sue mani tremanti e il viso pallido lo smascheravano – Non… Farlo!
Guardò
atterrito una chiazza rossa che si spandeva sul petto di lei, perfettamente
immobile.
La
consapevolezza finì il suo compito e lo schiaffeggiò con violenza, lasciandolo
disperato a stringere il corpo dell'aliena.
Non gli
avrebbe più risposto.
Non era
più lì.
Non c'era
più.
Non
sarebbe tornata più.
Gli
sembrò di urlare con quanto fiato aveva in corpo, ma non ne fu certo, perché le
orecchie gli ronzavano e nel suo cervello continuava a martellargli la voce di
Keris senza posa.
- Ho…
Sbagliato mira… - fu la constatazione gelida di Betelgeuse, che lentamente
prendeva a tremare dal dolore; toccò il kinshi – Questo coso… Non era previsto
succedesse questo…
Pie fermò
Tart che, nascondendo le lacrime, stava per lanciarsi furente contro l'altro
alieno.
- Lascia
perdere. – Lo blandì a bassa voce – Non serve che ce ne occupiamo noi…
Tart lo
guardò torvo, ma obbedì.
Il
ragazzo più grande si voltò di colpo udendo dei passi, e il suo sguardo già
rabbuiato divenne ancor più cupo: Selena e Quiche li avevano raggiunti.
Lì per
lì, la ragazza non emise un suono.
Si
avvicinò a Ryan, che sembrò non avere il coraggio di guardarla, e le ginocchia
le cedettero:
-
Ki-chan…
Poi anche
lei emise un grido strozzato e scoppiò in lacrime, afferrando il viso
dell'amica e continuando a ripetere il suo nome, disperata:
- Ki-chan…! Ki-chan… Ki-chan…!
- Mi
dispiace…
Ryan la
guardò di sottecchi, il capo chino e la mano a reggere la nuca inerme di Keris;
anche lui sembrava sul punto di scoppiare in lacrime, ma non era in grado di
sfogarsi, limitandosi a sussultare convulso:
- E'
colpa mia… Non l'ho protetta, mi dispiace… - gli sfuggì un singhiozzo soffocato
– Io… Keris non…
Mentre
venivano circondati dalle altre ragazze in lacrime, Selena lo abbracciò
scuotendo la testa e appoggiò il viso contro la fronte di Keris, che stava
diventando sempre più fredda.
Alle sue
spalle Quiche si era avvicinato ai fratelli, con in mano uno dei suoi sai. Pie
lo guardò di sottecchi:
- Ormai
quel tipo è già morto.
- Non
finchè respira.
- Quiche…
- Stai
zitto, Pie.
Le iridi
dorate dardeggiavano furenti. Pie osservò un istante il fratellastro, le labbra
strette in una linea e il volto livido, e abbassò lo sguardo senza una parola.
Quiche
roteò l'arma nella mano e scattò verso Betelgeuse, ma il suo colpo fu fermato
un secondo prima che centrasse l'arciere in piena fronte.
- Scusa,
ti dispiacerebbe non ucciderlo? Vedi… Lui mi sarebbe utile.
Selena
emise un pigolio di terrore. Lo sguardo di Quiche divenne affilato come le lame
che stringeva tra i pugni:
- Tu…!
Lory,
capendo, si portò le mani al viso ed emise un rantolo spaventato:
-
Shorai…!
L'uomo
ignorò le esclamazioni e rivolse a Quiche un sorriso candido e gelido,
guardando poi oltre la sua spalla:
-
Dannazione… - sospirò con sufficienza - Quindi è morta?
Ryan
strinse d'istinto Keris a sé, mentre Selena le si parava davanti continuando a
singhiozzare silenziosamente. Shorai parve non vederli e sospirò seccato:
- Tanto
lavoro per nulla…
Scostò la
lama di Quiche come fosse stata una mosca e il ragazzo fu spinto vicino agli
amici con la forza di una cannonata.
Gli occhi
di Shorai si fecero gelidi e cercarono una figura che fino a quel momento
nessuno aveva scorto, in un angolo buio.
- Alla
fine non l'hai recuperata, Phiras.
Il
ragazzino tremò da capo a piedi, pallido di terrore:
-
S-signore io…
- Hai
fallito.
- P-però
non è stata colpa mia! – gemette – E' stato quel tipo che…!
Shorai
mostrò il palmo aperto verso di lui.
Phiras
rimase immobile un istante.
Di colpo,
il corpo del ragazzino ebbe un sussulto e come se qualcuno lo avesse spinto,
scattò all'indietro: ci fu un secondo di immobilità totale, poi decine di tagli
si aprirono sul suo corpo. Da sotto i vestiti schizzò rosso ovunque e con un
grido straziante Phiras si accasciò in una pozza del proprio sangue, il corpo
che scattava negli ultimi spasmi.
Lory mandò
un grido di paura, coprendosi il viso con le mani. Selena rimase agghiacciata,
guardando il corpicino ora vulnerabile del ragazzino che restava immobile, la
stessa espressione confusa e disgustata di Tart.
- Quale
spreco del mio codice genetico! – sospirò Shorai piano, lo stesso tono di
qualcuno che perde un portachiavi carino, ma di scarso valore – Non importa…
Si voltò
verso Betelgeuse e cominciò:
- Invece,
con te, ho fatto in tempo. – gli sorrise amabile - So bene che stai soffrendo.
Io posso…
- Il mio
codice genetico…?
Shorai si
fermò sorridendo e guardò Selena con gentile sopportazione. Gli occhi azzurri
di lei erano un misto di disgusto, dolore e disprezzo e parlava con voce appena
udibile, quasi che il pianto le impedisse di emetter suono:
- Tu e lui…
- il verso che le uscì dalla bocca stava a metà tra una risata e un conato –
Come puoi aver fatto una cosa del genere…?!
- Di cosa
stai parlando?
Domandò
lui con semplicità. Betelgeuse sputò altro sangue e Shorai tornò aconcentrarsi su di lui, mentre Selena ansimò
orripilata:
- Sei
solo… Un orrido…!
- Non
credo che avrei potuto trovare base genetica migliore. – tagliò corto – Ma
forse ho fatto qualche errore nelle combinazioni successive…
Guardò
nuovamente Betelgeuse che, la bocca piena di sangue, stava bocconi e tremante.
Shorai lo aiutò a sollevarsi tenendolo per la spalla e disse mellifluo:
-
Ascoltami ragazzo: tu stai per morire, ma io posso aiutarti. – gli sorrise –
Sei ancora in tempo, il tuo corpo non ha ancora collassato. Ciò che devi fare è
solo venire con me. Sai, sono molto interessato a voi Combattenti, e visto che
sei ancora vivo…
- Non
farlo Bete!
Tutti si
voltarono. Da una galleria alle loro spalle, pallida e sudata, spuntò Bellatrix
che avanzava arrancando:
- Non…
Dargli retta! – pregò col fiato corto – Quell'uomo…! Quell'uomo ha già ucciso
Rigel e Alnitak, e Alnilam…!
Le venne
un accesso di tosse e fu costretta a fermarsi, reggendosi al muro. Betelgeuse
la guardò, scosso da spasmi più forti, e poi si voltò verso Shorai con gli
occhi offuscati. L'altro rispose con aria tronfia mentre lo vedeva trattenere
il dolore con sempre più difficoltà.
- È vero.
– ammise Shorai tranquillo – Ma il motivo è stato solo che non sono arrivato in
tempo per occuparmi di loro.
- Taci! –
Bellatrix arrancò un altro po' – Betelgeuse!
- I
kinshi hanno avuto un effetto interessante e un altrettanto interessante
(quanto spiacevole) effetto collaterale. Ma tu sei ancora in tempo per
sopravvivere.
Betelgeuse
cadde a terra con un lamento e il suo corpo si scosse con forza. Il bruno fu
colto da gelido terrore:
"Sto
per morire…"
- Ti
curerò. – continuò Shorai – Provvederò che tu riprenda forza. Dovrai soltanto
affidarti a me.
I
presenti trattennero il fiato: il silenzio era rotto solo dal respiro affannoso
di Bellatrix e dai singulti sofferenti di Betelgeuse.
L'arciere
soffocò un grido di dolore e scivolò ancora più giù, incapace di reggersi.
Ormai col volto a terra guardò Shorai con la coda dell'occhio e lo vide
porgergli la mano; Bellatrix guardò il compagno terrorizzata:
- No…
Non
appena Shorai gli toccò la mano, lui e Betelgeuse scomparvero.
Selena si
alzò di colpo e scattò di un paio di metri nella loro direzione, ma si bloccò
appena scomparvero; non potè trattenersi dall'urlare, ormai al limite.
Bellatrix
cadde in ginocchio esausta e con l'espressione sofferente. Si tenne la fronte
senza parole e si scambiò un'occhiata angosciata con MewLory: la verdolina era
pallida e piangeva silenziosamente, come MewMina; MewPaddy teneva la mano a
Tart singhiozzando e tirando su col naso.
- Lei…
Bellatrix
interruppe la frase a metà. Non aveva bisogno dello sguardo furente che le
lanciò Selena sentendo nominare Keris, alla bruna bastava guardare la ferita
sul petto dell'aliena per capire che ad ucciderla era stata una freccia di
Betelgeuse.
- E ora…
Che facciamo?
La voce
strascicata di Tart echeggiò senza risposta. Quiche si avvicinò a Selena che
sussultava in silenzio, scambiandosi con lei un occhiata eloquente.
- …
Raggiungiamo… Quel bastardo psicopatico.
Quiche le
strinse la spalla e annuì senza commentare.
- Io
rimango qui.
Tutti si
voltarono a guardare Ryan. Lui non gli degnò di troppa attenzione, lo sguardo
spento, e scostò la frangetta di Keris, che teneva appoggiata alle ginocchia.
- Ma Rya…
- Non vi
sarei di alcun aiuto Lory. – replicò gelido – Per favore…
La
mewfocena fece per avvicinarsi, ma Pie la trattenne.
Lui e
l'americano si scambiarono un'occhiata silenziosa: forse loro due non andavano
troppo d'accordo, ma sicuramente nessuno meglio dell'algido alieno poteva
capire la sofferenza che si agitava sotto l'apparente, calma sconfitta del
biondo.
- Ma è
pericoloso – mormorò Mina – restare qui da solo…
- Rimarrò
io.
La
mewbird guardò Bellatrix senza capire. L'aliena si avvicinò un altro po' a Ryan
senza interessarsi realmente né a lui né alla morettina, ma continuando a
guardare Lory:
- Ho
raggiunto Alnilam – disse piano – ma non sono riuscita a fare… Niente, per lui.
Si
sedette con grazia e prese due respiri profondi, stanca:
- Non
posso lasciare questo posto senza Heka o Mintaka. E poi, ho un debito con te. –
Lory non rispose – Sono ancora in grado di proteggermi. Provvederò io al tuo
amico.
Ammiccò
con la solita aria sorniona. Lory si limitò a sorridere.
-
D'accordo.
Quiche
diede una rapida occhiata dietro di sé e gli sembrò che tutti, più per
rassegnazione che per convinzione, fossero d'accordo a proseguire.
Le
ragazze stavano tentando di essere forti, evitando di incrociare Ryan e Keris
nel loro campo visivo; Tart faceva altrettanto, stringendo a sé Paddy; Pie,
come al solito, era insondabile nonostante il viso tirato.
Selena
cercò il suo conforto sfiorandogli tremante una mano. Il ragazzo annuì e cercò
di ignorare la voglia di stringerla e lasciarla sfogare, non avevano tempo.
-
Andiamo.
*_____________
Camminarono
per pochi minuti, nel silenzio interrotto solo dai loro passi pesanti.
Quando
giunsero al portone di metallo che sembrava dividere i corridoi dalla parte più
profonda del satellite, scorsero MewBerry e MewPam.
La rossa
si gettò al collo di Mina, radiosa nel vedere gli amici sani, ma quando notò le
loro occhiate devastate sentì il cuore sprofondarle nel petto. Guardò Pam,
allarmata, e si accorse che anche la mora aveva preso un’espressione
spaventata.
Quando si
rese contò che Ryan e Keris non c'erano, prese con prudenza le mani di Mina, la
voce bassa e terrorizzata:
- Cos’è
successo? Dove sono finiti?!?
La mora
non rispose e non riuscì a trattenere altre lacrime. Strawberry le lasciò le
mani orripilata e guardò le compagne, ma nessuna riuscì ad incrociare il suo
sguardo.
Fu Quiche
a guardarla affranto:
- Ryan è
rimasto indietro. – tacque un secondo – Keris…
Soppesò
con che parole continuare, ma non gliene venne in mente nessuna. La rossa
trattenne il fiato e cominciò a singhiozzare:
- No…!
Selena e
la mewgatto si scambiarono un'occhiata sofferente, ma negli occhi azzurri
dell'aliena c'era anche una rabbia profonda. Superò la rossa, camminando
rigida, e appoggiò la mano sul metallo gelato dello stipite:
- Sarà
l'ultima vita che gli permetterò di portarmi via.
Sì ok sono una maledetta! Non odiatemi ç_ç"!
Innanzitutto, prometto che aggiornerò tra poche
settimane. La tesi è stata data mesi fa, gli esami della specialistica sono
finiti e i capitoli sono pronti. Questo era lo scoglio più grande (scriverlo è
stato un vero calvario -.-""!) ma non avevo intenzione di non finire
il Collezionista! Ringrazio velocemente chi ha commentato lo scorso capitolo!
Danya: nee-chaaaaaan! Abbi pietà
di me ti supplico ^^""!! tu puoi capirmi no? Spero che non arrivi ad
odiarmi troppo e avrai la pazienza di seguire gli ultimi capitoli che ci
attendono (siamo a -4 :P!)
Akly: cara
nemmeno tu non uccidermi ^^""! non morirmi d'infarto plzniuuç_ç""!
Allora sì capisco che sn un po' incasinati
^^"", ora spiego…
Dunque, il gruppo si divide. Mentre Lory, Pie, Tart,
Mina e Paddy lottano contro Betelgeuse, Pam e Strawberry affrontano Mintaka;
nel mentre, Selena e Quiche stanno raggiungendo il primo gruppo. Dopo lo
scontro con Mintaka, Pam e Straw si avviano verso lo
scontro finale e pochi minuti dopo vengono raggiunte dalle altre, che hanno
concluso l'altro scontro. Comunque, con questo cap
spero di aver riunito tutti i tasselli, chiedimi pure tutti i chiarimenti che
ti servono ^w^!
Killkenny: onii-chan sntornata! Che bei voti azieeee *w*!!!
PinkTokyo: mi
dispiace di aver deluso le tue aspettative col ritardo T_T, spero che avrai
voglia di seguire Il Collezionista fino alla sua conclusione ^^.
Un grazie
ancora a tutti e scusatemi ancora, ci si vede esattamente tra 2 settimane!!
Ekkime! Avevo promesso, un
paio di settimane… Ed eccomi!
Ok non perdiamo
tempo e corriamo a ringraziare Danya (nee-chan! Non mi infartarexD! Zìììì,
lo so ho fatto una cosa orrendaaaaç_ç!! Ma temo che qui si vada sempre + nel delirio… Non
uccidermi ^^""!) e a Soul_Heart (cava
*w*! Sono felicissima della tua fedeltà, onoreeee
x333!! Commenta ancora eh?! ♥ Attendo speranzosa ^w^!)
La situazione sta
precipitando in fretta! E andremo sempre peggio!
Tutti: confortante °_°""!
Questo capitolo è
pronto da una vita! Non vedevo l'ora di pubblicarlo, finalmente vedrete Shorai
in tutto il suo splendore di emerito pezzo di BEEEP sadico BEEEP ed
emerito rifiuto umanoide ^^**!
Shorai: grazie cara.
Non erano
complimenti abominio -.-***!
Shorai: è uguale ^^! Tanto sono troppo figo!
No comment -.-"""… basta tentennare vi lascio
alla lettura (siete pregati di riporre asce, mannaie, coltelli e qualunque
altor oggetto contundente e/o letale per la mia persona nell'apposito scomparto
alla reception ^w^, grazie e buona lettura ^^!!)
51 – Il secondo sigillo si spezza!
Selena
spinse l'enorme battente che cedette a fatica, cigolando lugubre, e l'eco del
metallo stridente rimbombò come in una cattedrale.
Di fronte
al gruppo si mostrò un antro sterminato, immerso nell'oscurità; una luce fioca
si diffondeva uniformemente da un punto indefinito, delineando i profili di
inquietanti macchinari, lunghi cavi d'acciaio ed enormi schermi piatti. Il
pavimento metallico era opaco; le pareti scure e brulle sembravano di terra
viva eppure al tatto erano gelide e ferrose; sebbene dovessero trovarsi nel
punto più basso del planetoide, non si scorgeva un soffitto, ma solo un nero
senza fine che ricordava un cielo senza stelle né luna.
Mossero
pochi prudenti passi all'interno. Selena e Quiche aprivano il corteo, seguiti
da Strawberry, Pam e Mina, che si muovevano compatte; Lory era subito dietro di
loro, Pie che non le scollava gli occhi di dosso, in allerta; anche Tart, che chiudeva
la fila, non sembrava intenzionato a lasciare la mano di Paddy che pallida,
singhiozzante e dolorante, lo seguiva docilmente.
Sentirono
un leggero movimento poco più avanti, sulla destra, e sobbalzarono in blocco.
Selena afferrò d'istinto il braccio di Quiche e lo sentì stringere la propria
arma con forza.
Shorai si
fece avanti dalle ombre con tutta tranquillità, sorridendo amabile. Strawberry
soffiò sommessa.
-
Benvenuti. – sorrise l'uomo gelido – Finalmente siete arrivati.
Guardò i
volti spaventati dei presenti e la soddisfazione gli gonfiò il petto.
Era fin
troppo facile.
Talmente
facile che si sarebbe potuto quasi spaventare.
Invece il
suo cuore scoppiava di gioia.
Era fatta
ormai.
Guardò
Selena e il suo sorriso si allargò. Vide Quiche scostare con forza la ragazza e
metterla dietro di sé, protettivo, e il sorriso divenne un ghigno trionfante:
"È
fatta!".
Ora
doveva solo…
- Ribbon MintEcho!
Shorai si
scostò appena di lato sentendo soffiare il colpo nelle orecchie: osservò
MewMinaalzarsi in volo, lo sguardo
feroce e colmo di lacrime rabbiose, e subito dopo alle sue spalle saettò la
linea rosa luminescente della frusta di MewPam. Shorai si sollevò in volo
mollemente, mentre il gruppo gli si lanciava addosso.
Paddy
cercò di bloccarlo col suo attacco, ma il colpo gelatinoso si spiaccicò lungo
una parete mancando di poco MewBerry. Il Fuu
Rai Sen di Pie e lo Ho Rai Den di Tart si intrecciarono a mezz'aria assieme al Ribbon Lettuce
Rush, ma Shorai evitò pure quelli e gli attacchi investirono i macchinari
nella stanza, strappandoli con schianti secchi dal pavimento, in un fracasso di
metallo e vetro infranto. Nel frastuono Shorai distinse anche lo strepito delle
Lame di Vento di Selena, ma non ci diede peso e cercò con gli occhi il gaeiano
che le era a fianco: Quiche non pareva intenzionato a muoversi e stava usando i
suoi sai per lanciare scariche di energia.
Scrutò
ancora Selena, il volto lucido dallo sforzo e gli occhi ricolmi di energia.
Era quasi
fatta.
A quel
punto anche il minimo sussulto avrebbe potuto infrangerlo, ma non poteva
accontentarsi.
Doveva
esserne certo!
Gli
sfuggì un sorriso. Inoltre, vedere il viso di Selena contorto dalla rabbia e
dal dolore si sarebbe potuto rivelare un ultimo, piacevole diversivo.
"Manca
solo lui."
Shorai
strinse gli occhi scuri come pece, doveva portarsi più vicino al ragazzo
gaeiano.
Quasi si
fosse seccato di giocare, accelerò l'andatura e per prima cosa si lanciò contro
MewBerry, centrandola con un colpo svogliato, eppure fortissimo, di tibia nel diaframma
e scagliando la rossa contro una parete: la mewgatto emise un rantolo soffocato
e si accasciò a terra, l'impressione che le budella le si riversassero fuori.
-
MewBerry!
Le urla
di MewPam si spensero mentre Shorai la centrava nella mascella con un destro;
Mina le corse subito in aiuto, ma l'uomo sembrava di altro avviso e,
scomparendo in un lampo, si rimaterializzò di fronte alla moretta, ghermendole
il braccio sinistro:
- Ora
basta, bambina.
Strinse
la presa e nella sala rimbombò un crack
raggelante, seguito dallo straziante urlo di dolore di Mina: le aveva rotto il
braccio.
- Mina!
MewLory
corse incontro all'amica che sembrò svenire e precipitò a peso morto, afferrata
all'ultimo istante da Quiche prima che si schiantasse sul pavimento.
-
MewMina!
Il
ragazzo la posò delicatamente a terra e la ragazza, pallidissima, si lasciò
scivolare carponi scossa da conati, reggendosi piangendo l'avambraccio.
- Fuu Rai Sen!
I fulmini
si spensero ancora nel nulla e Shorai mirò al collo di Pie, ma Quiche lo
intercettò a metà strada; Shorai sorrise:
- Eccoti…
Ancora
una volta però lo interruppero e Shorai dovette indietreggiare per evitare le
bolas di Tart.
- Che
seccatura.
Paddy
fece per correre in aiuto del brunetto, che Shorai aveva afferrato per una
caviglia, ma l'uomo si limitò a schiantarla con una tallonata mirata alla sua
ferita, sulla schiena, e mentre la biondina centrava il pavimento sputando un
po' di sangue Tart la seguiva, gettato lontano come un pezzo di spazzatura.
-
Lasciali stare!!!
Selena e
Strawberry provarono a colpirlo, ma Shorai allontanò anche loro con poco
sforzo: le ragazze rotolarono poco lontano, la mewgatto che sembrava stordita e
Selena che si reggeva la mano su cui si era aperto un grosso taglio. A quel
punto fu Quiche a tentare di colpirlo, lanciando un grido furioso.
Shorai
sorrise.
"Ecco
fatto."
Si spostò
appena di lato evitando che la lama del sai gli bucasse il fegato, prese Quiche
per la gola e lo sollevò di fronte a sé; il ragazzo tentò di liberarsi, inutilmente,
e cominciò a rantolare soffocando.
- QUICHE!
Shorai
guardò Selena, gli occhi sbarrati dal terrore, senza smettere un secondo di
sorridere.
Il suo
braccio trapassò la spalla di Quiche, passando dal torace e sbucando fuori
dalla scapola.
Nessuno
si mosse, parve anzi che nessuno respirasse più.
Anche
Selena era immobile.
Fu come
se le avessero rubato i sensi.
Non
sentiva più alcun rumore, nessun odore; non c’era più la roccia e il metallo
sotto le sue mani, il sangue che usciva dal palmo ferito. Il suo stesso corpo
era scomparso, levitando in una dimensione in cui spazio e tempo erano dilatati
all’infinito.
In quella
sorta di incubo muto, soltanto i suoi occhi erano rimasti vigili, più acuti del
solito.
Vide
Quiche, inerme come un sacco vuoto, il volto pallido e gli occhi spalancati che
osservavano, più confusi che spaventati, il braccio di Shorai che scompariva
dentro la sua spalla destra, la manica dell’abito sporca di rosso.
Il tempo
riaccelerò di colpo. Con un sorriso Shorai tirò fuori il braccio, lasciando
cadere il corpo del ragazzo a terraquasi con fastidio. Non reagì quando vide Selena gettarsi verso Quiche,
piangendo disperata.
Le voci
degli altri arrivavano confuse alle orecchie della ragazza; lei non ci badò.
Cercò di sollevare appena Quiche, ma le mani le tremavano troppo forte. Le
sembrò di udire Strawberry vicino a lei parlarle, ma non sentiva bene.
“No… No,
no! Non Quiche! Ti prego, no…!”.
Il
ragazzo tossì sangue continuando a tenere gli occhi chiusi, quasi allo stremo:
il colpo non era andato contro gli organi vitali, ma il sangue che stava
perdendo era troppo.
Selena si
sentì paralizzare da un gelo orribile, che purtroppo conosceva bene.
Non
potevano aiutarlo.
Finchè
Shorai fosse stato lì, non sarebbero potuti uscire.
Non potevano
batterlo e non potevano scappare.
E anche
riuscendoci, avevano troppo poco tempo.
Non lo
potevano aiutare.
Non
poteva aiutarlo.
Non
poteva salvarlo.
- No…!
NO!
Le
orecchie che ronzavano, il cervello che si rifiutava di ragionare; gli occhi,
sgranati, annebbiati dalle lacrime, vedevano solo il sangue sulle sue mani
tremanti.
Sangue
non suo.
Non era
più in grado di respirare; una rabbia cieca le opprimeva il petto e la gola, le
serrava la bocca in una morsa che sapeva di metallo. Doveva anche averle asciugato
il sangue nelle vene, perché l’unico calore che sentiva era quello flebile del
corpo di Quiche.
Sollevò
le iridi celesti verso Shorai e si morse le labbra fino a sanguinare:
“Se tu
non fossi mai esistito… Tu… Tu, maledetto…”.
Da gelido
il suo corpo riprese di colpo calore, le sembrò bruciasse. Sentiva il tatuaggio
sulla sua fronte pulsare al ritmo del suo respiro frenetico, mentre le lacrime
ormai le inzuppavano il colletto del vestito e gocciolavano a terra.
“Perché?!
Perché anche Quiche?!”.
- Selena…
Voglio che tu resti con me!Perciò, se
tu vuoi, ti prometto che quando staremo finalmente tranquilli ti porterò con
me!
-
QUIIIIICHEE!
Dal nulla
si sollevò una colonna d’aria e luce, che vorticò verso l’alto ad una velocità
spaventosa. Strawberry, che stava aiutando Selena a sostenere Quiche, d’istinto
cercò di trattenere a terra sia se stessa che il corpo incosciente dell’alieno,
riuscendoci a stento nonostante la spinta spaventosa che sentiva arrivarle
contro.
La rossa
tentò di aprire almeno un poco gli occhi per capire. Il vento era fortissimo e
sollevava tanta polvere, così tanta che non riusciva più a distinguere la
figura di Selena, benchè fossero così vicine. L’unica cosa che sentiva, in
parte coperto dal frastuono dell’aria, era l’urlo incessante dell’amica,
straziante e dolente al punto di ferirle le orecchie.
Poi,
quando una volata più forte la distolse da quelle grida, la rossa si accorse
che il vento non veniva da dietro Selena, come l'era parso all'inizio.
Quel
vento la stava avvolgendo.
“Cosa…”.
Successe
in pochi secondi. L’aria cessò, andando un secondo nel senso opposto, come se
venisse risucchiata, poi esplose in fuori. Strawberry tenne con più forza
Quiche, avvertendo soltanto che qualcosa le passava sopra la testa.
Qualcosa
di grande.
Qualcosa
grande come una persona.
-
SHORAIIII!!
Frastornata
e quasi accecata dalla polvere Strawberry intravide qualcuno lanciarsi contro
l’uomo, che schivò il colpo con assoluta tranquillità. L’aggressore
indietreggiò con un balzo, sussultando come se il suo corpo fosse attraversato
da scosse elettriche irregolari.
- SHORAI!
Finalmente
Strawberry ricominciò a vedere bene. Shorai sorrideva, soddisfatto, una luce
quasi commossa negli occhi scuri:
-
Meraviglioso… Assolutamente meraviglioso…
L’aggressore
tentò ancora di ferirlo, ma Shorai lo precedette colpendolo in mezzo alle
scapole col taglio della mano; l’assalitore fu sbalzato parecchi metri più in
là, senza che Shorai avesse fatto il minimo sforzo.
Strawberry
fissava la scena allibita. Non capiva cosa stesse succedendo, cos’era stato
quel vento? Cos’era successo a Selena?
La vide
alzarsi, laggiù dove Shorai l’aveva scagliata. Non sembrava più lei.
I capelli
argentei erano pervasi di elettricità e le fluttuavano lievi attorno al viso;
ciocche nere dai riflessi bluastri erano apparse dal nulla come enormi
serpenti, sporcando la lucentezza della chioma. Le iridi celesti vibravano per
la tensione e la rabbia, le pupille simili a lame che pulsavano al respiro
affannato della ragazza; i canini più affilati erano messi in mostra come se
appartenessero ad un cane ringhioso, lucenti in quella bocca che mai la rossa
avrebbe pensato di vedere con quell’espressione di folle ira.
Strawberry
avvertiva chiaramente un’energia intensa e senza controllo avvolgere l’amica
come una bolla, mentre questa compiva piccoli passi verso Shorai.
I suoi
sensi di gatto sembravano impazziti: la coda le tremava, il pelo era dritto, e
nessuno dei suoi muscoli voleva saperne di obbedirle, bloccati da un puro
terrore.
“Quella non è Selena.”.
Cercava
di convincersene, ma quella era la sua amica. I suoi occhi le dicevano che non
si stava ingannando, eppure non riconosceva nulla dell’aliena in quella figura.
Di colpo Selena
balzò ancora contro il suo nemico, la mano spalancata per afferrarlo alla gola.
Shorai sorrise e le afferrò il polso, sostenendola per aria come se il suo
corpo non avesse peso.
- Ecco,
bambina… ancora un po’…
Selena
digrignò i denti. Un’altra ondata di vento e luce si sprigionò dal suo corpo,
mentre la ragazza mandava un urlo stridulo più simile ad un ringhio. Shorai
stavolta sembrò faticare a trattenerla, e il suo sorriso si allargò ancora,
mentre scrutava soddisfatto l’aliena.
- Ti
aspettavo.
Selena fu
scagliata via con forza inaudita, mandando un latrato sordo e strisciando con
la schiena al suolo per qualche metro. Shorai scoppiò a ridere:
-
Finalmente!
Strawberry
e gli altri guardavano quella scena inebetiti. La mewgatto non riusciva a
smettere di tremare:
“Cosa sta
succedendo?! Cosa sta succedendo?!?! Sel-chan…”.
- … el… S…
- Quiche!
Il
ragazzo fu scosso da un violento accesso di tosse e altro sangue gli uscì dalle
labbra, stavolta più copioso. Strawberry premette con forza sulla ferita di lui,
strappandogli un lamento soffocato, e sentì di stare entrando nel panico:
“Cosa
faccio?! Se resto con le mani in mano muore!”.
Non aveva
risorse, però. Non aveva aiuto, né una soluzione utile.
“Maledizione…! No, no!”.
Sentì il
sangue caldo che usciva dalla ferita inzupparle la stoffa dei guanti. Strinse
la presa della mano attorno al braccio di Quiche, chiudendo gli occhi come se
potesse annullare tutto solo senza vedere.
Le stava
venendo da piangere.
Quiche
stava morendo una seconda volta di fronte a lei, e una seconda volta lei si
stava limitando a guardare.
“Non
voglio!”.
Di colpo,
nonostante gli occhi chiusi, vide una grande luce, colorata e calda.
E veniva
da lei.
Aprì
piano le palpebre, trattenendo il fiato. Il suo corpo brillava.
“La
MewAqua!”.
-
MewBerry! – Lory guardò l’amica con gli occhi lucidi.
- Allora
c’è! – esclamò Mina, con voce flebile – C’è davvero!
Strawberry
cercò di calmarsi, nonostante il cuore che batteva all’impazzata.
MewAqua
voleva dire potere, potere di guarigione in quel caso. Il potere di salvare il
suo amico.
Sentì un
altro boato e urla. Si voltò un istante, Selena stava continuando a tentare di
colpire Shorai, senza successo, sempre con più foga e sempre più incurante
delle conseguenze, considerando i tagli che le si aprivano ormai un po'ovunque
su braccia e gambe, oltre al passo claudicante; sembrava aver perso la ragione.
La rossa
prese un bel respiro, concentrandosi in modo da non perdere la percezione del
cristallo. Prima di aiutare Selena doveva evitare che Quiche morisse.
Ma come
poteva fare? Sentiva la MewAqua, ma non l’aveva vicino, e non aveva neppure con
sé il Mew Aqua Rod per sprigionare il
potere del cristallo.
Il
ragazzo emise un rantolo e il suo respiro si affievolì ancora.
“Oh, al
diavolo! Provo lo stesso!”.
Strawberry
chiuse gli occhi e provò a configurarsi di fronte la MewAqua.
Ricordò
con cura la sfera lattescente che risplendeva dei bagliori dell’arcobaleno, la
sensazione di benessere ed energia che aveva provato la prima volta che l’aveva
toccata.
Mise le
mani su ciò che restava della spalla di Quiche, si sentiva un po’ stupida, ma doveva provare.
Immaginò
che il potere le scorresse dal corpo verso le mani. Le altre volte, la cosa era
avvenuta da sola, attraverso la sua campanella, ma adesso non era il MewPower
che doveva liberare, bensì l’energia positiva del cristallo.
Trascorsero
secondi interminabili, mentre cercava di ignorare le urla di Selena e le voci
delle compagnie, totalmente inermi per poter aiutare l’aliena.
Sentiva
il cuore pulsarle nelle orecchie; ormai era quasi pronta a rinunciare, quando
percepì un dolce formicolio alla punta delle dita e vide le sue palme brillare.
“Sta… -
non riusciva a crederci – Dai, ti prego!”.
Ci fu un
bagliore più intenso e la mewgatto avvertì l'energia della MewAqua
attraversarle il corpo; fu un colpo forte e l'energia molta, faticò a rimane
dritta, ma si sforzò di non perdere la concentrazione e si irrigidì
ostinatamente, strizzando gli occhi e tenendo la coda dritta.
Qualche
secondo, e vide con immenso sollievo che la ferita s’era richiusa. Quiche
inarcò la schiena e si mise di scatto seduto, prendendo a tossire come un
forsennato.
- Quiche!
La rossa
lo sorresse prima che si accasciasse a terra; quella “cura” era stata solo un
palliativo e, infatti, ora che osservava meglio la ferita vide che non era
guarita: si era arrestata l’emorragia, ma la pelle non aveva coperto del tutto
il taglio, che pulsava di carne viva.
“Mentre
il fendente di Deep Blue – ricordò la ragazza - dopo il contatto con la
MewAqua, non ha lasciato alcun segno.”
- Come
stai?
Lui non
la guardò, la vista annebbiata, boccheggiando:
- S… Sel…
Selena…
Strawberry
l’aiutò a mettersi seduto dritto, voltandosi allarmata verso l’amica: tra lei e
Shorai era piombato un inquietante silenzio.
- Oh… Sei
ancora vivo? – domandò di colpo l’uomo, guardando Quiche con un sorriso
divertito – Fortunato.
Il
ragazza lo fulminò con lo sguardo.
- Cosa…
Le… Hai fatto…?!
Shorai
gli rivolse un sorriso più ampio. Dietro di lui, incatenata da tentacoli
metallici spuntati dal nulla, Selena si dimenava senza posa nel tentativo di
liberarsi, i canini aguzzi digrignati in segno di minaccia e il viso inondato
di lacrime.
-
SHORAI!!
- Io non
ho fatto nulla, ragazzo. – disse l’uomo con calma, ignorando le urla della
ragazza – Sei statu tu.
- Che…
Cazzo dici, maledetto?!
- Sei tu
quello che non avrebbe mai voluto vedere morire – continuò parlandogli come se
fosse la cosa più semplice del mondo, indicando la ragazza incatenata – Sei tu
che lo hai spezzato.
- Di cosa
stai parlando?
Stavolta
parlò Strawberry. I suoi occhi rosati non si staccarono nemmeno per un secondo
dalla figura di Selena, che ormai si contorceva come una tigre in gabbia.
- Miei
cari signori – fece Shorai enfatico, lasciando spazio in modo che tutti loro
vedessero Selena – vi presento ciò che ho cercato per tutti questi anni. L’arma
finale, l’arma perfetta, il mio distruttore. Giniroma.
- “Dai
capelli argentati”. – disse Pie a bassa voce – Di cosa stai parlando, pazzo
maniaco?
- Nella tua
lingua. – puntualizzò Shorai – Ma non fu la tua gente a dare il nome ai mezzo
sangue. Furono i Tians.
Con un
rombo cupo Selena riuscì a liberarsi dalla sua prigione, spaccando le catene.
Strawberry mandò uno squittio terrorizzato e strinse d’impulso un lembo della
manica di Quiche.
Selena
non era così forte.
“Cos’è… Quella cosa?”
Gridando
con quanto fiato aveva in gola Selena si scagliò contro Shorai, che fu
costretto a bloccarla con un calcio allo stomaco. La ragazza fu sbalzata contro
la parete, ma parve incassare il colpo anche troppo bene, perché si limitò ad
alzarsi, scuotere la testa e a tentare ancora di colpire. Shorai sorrise e
allungò il palmo della mano verso terra: si alzò una colonna di acciaio e
roccia che si avvolse in pochi secondi attorno a Selena come un serpente,
bloccandola a terra con uno schianto.
- Mi
dispiace, ma dovrai aspettare ancora un attimo.
-
Sel-chan!
- Oh,
state tranquille. – rise guardando le MewMew – Non le farei mai del male.
Nonquando finalmente ho ottenuto un Giniroma.
- Di
cosa… Stai… parlando?
Scandì
Quiche velenifero. L’uomo indicò i tre ragazzi gaeiani:
- Voi e
la vostra gente avete sempre creduto che i Tians fossero un popolo pacifico e
tranquillo, che semplicemente si limitava a starsene per i fatti proprio per un
qualche stupido orgoglio razziale? – cacciò la testa all’indietro ridendo
allegro – Oh no! No, loro avevano paura. Per quanto i loro poteri fossero
tanti, erano consapevoli di essere più deboli di voi, di minor numero e con
minore unità di popolo.
Fece un
gesto teatrale con le mani, sorridendo:
- E se un
giorno aveste deciso di attaccarli? Poverini, non ce l’avrebbero fatta! – disse
con tono infantile – Così, crearono loro.
- Che
stai dicendo?
- Loro,
cara ragazza-uccello – continuò con aria soddisfatta – scoprirono che i bambini
di sangue misto erano più robusti. Più forti. E allora lo crearono, per loro.
Si
avvicinò a Selena, afferrandole il mento nel palmo della mano. La ragazza tentò
di morderlo, e lui rise:
-
Svilupparono un incantesimo di potenziamento, un vero e proprio agglomerato di
energia che avrebbero inserito nei bambini mezzosangue e che gli avrebbe
permesso di essere più forti. Forse tanto da eliminare la “minaccia” che voi
comportavate.
- È un
discorso assurdo. – disse Pam con tono fermo.
- Tu
c’eri, ragazzina? Tu sai? Io sì. – la
guardò sprezzante – Ma i Tians non pensarono che l’incantesimo creato non
sarebbe potuto essere trattenuto da un singolo individuo. I primi bambini
mezzosangue a cui fu impiantato impazzirono e distrussero tutto quel che
potevano prima di essere eliminati, o morirono da soli.
Strawberry
avvertì un brivido attraversarle la schiena. Quiche si dimenò dalla sua
stretta, barcollando in avanti:
-
Stronzate!
- Ma è la
verità. – rise Shorai – E ci fu un’altra conseguenza. Vedete, quell’incantesimo
non era come un oggetto estraneo o una qualche sostanza tossica, eliminabile.
Era permanente. Una volta inserito nei bambini, nello stesso istante causò una
mutazione in tutto il DNA dei Tians, anch’essi influenzati. Da allora tutti i
bambini mezzosangue avrebbero posseduto questo potere, volenti o nolenti.
- Non è
possibile una cosa del genere! – protestò Pie duro.
- Ah no?
E di lei che mi dici?
Indicò
Selena, che ormai quasi ringhiava; sembrava una bestia affamata, e voleva a
tutti i costi che il suo pasto fosse Shorai.
– È solo
la cruda verità. I Tians si condannarono da soli, costringendosi all’isolamento
totale e punendo i bambini mezzosangue con dei sigilli.
- Sigill…?
Shorai
sorrise a Strawberry:
- Due sigilli.
Il primo, dovreste ricordarvelo.
Quiche
sobbalzò, ricordando le parole di Tanir di fronte al Tokyo Dome(*).
- La
tiara.
Shorai
annuì, felice come un bambino:
- Il
secondo… Beh, quello era più difficile da eliminare. Reagisce alle emozioni del
giniroma,
sciogliendosi soltanto quando questo sente il bisogno di possedere un potere
maggiore, un potere tale…
- Da
distruggere…
Strawberry
non seppe perché era riuscita a concludere la frase di quell’uomo, ma di colpo
molte sue azioni prendevano un altro significato. Anche Quiche pareva essersene
accorto, e strinse i pugni finchè non divennero bianche le nocche.
La
distruzione del villaggio di Selena…
Le bugie…
La morte
del suo fratellino…
Poi la
prigionia, e Keris… E lui…
Quanto
dolore, quanto rancore doveva provare quella ragazza verso quell’uomo?
- Sudicio
sadico bastardo…
Shorai
sorrise contento come un maestro che sa di aver spiegato bene la lezione:
- Dovevo
trovare qualcosa che spezzasse il secondo sigillo.
Afferrò
Selena per i capelli, tirandole su la testa in modo che le si scoprisse la
fronte: pallida e pulita, come se non vi fosse mai stato nulla:
– E
grazie a te ci sono riuscito.
-
Bastardo!!
Selena
riuscì a liberarsi un braccio e afferrò la caviglia di Shorai. Sorrise
soddisfatta e dalla mano si sprigionò un moto di luce accecante: si udì
un’esplosione, e Shorai fu scagliato quasi dall’altra parte dell’androne.
Tutti
restarono muti, mentre Selena continuava a cercare in tutti i modi di uscire.
Strawberry la guardò spaventata:
- Selena…
Shorai,
intanto, si era rimesso in piedi tranquillo, come se non gli fosse accaduto
nulla. Zoppicava appena, ma per il resto sorrideva al colmo della gioia:
- Quella
che voi chiamate Selena – disse felice – era solo un involucro. Un guscio, che
aveva il compito di preservare la vera essenza del girinoma fino al giorno della
rottura.
Quiche
pregò che gli si avvicinasse solo per potergli aprire la gola da parte a parte:
- Non
dire più… balle.
- È
questo il suo vero aspetto. – sogghignò – Il Giniroma, “portatore di tempesta”.
Scese un
silenzio gelido, interrotto solo dai latrati di Selena che continuava a
bofonchiare a mezza voce il nome dell’uomo, cercando di raggiungerlo.
- Tutto
questo potere… Finalmente potrò attuare il mio progetto! – spalancò le braccia
come a voleri abbracciare tutti – Esultate! Libererò finalmente l’universo
dalla sua piaga più grande, sorgerà la sua nuova alba!
- La
piaga… Dell’universo?
Shorai
guardò Strawberry come se non aspettasse altro che quella domanda. Sorrise:
-
L’evoluzione.
(*) vedi cap. 18
E chiudiamo con un commento da puro aneurisma! Ok mi sono studiata
lo schema mentale delirante di questo tipo per moooooolto tempo… Sono riuscita
nell'intento?
Zakuro: no ti prego,
dimmi che ti fumi perché è roba buona °_°""!
Ichigo: ma che ti
dice il cervello?!?!?
Kisshu: ma perché io
sempre moribondo #___@?!?!
Keris *aureola in
testa*: e lamentati ç_ç***….
Selena: ……
*_____________* *ringhio sommesso*
Buoni ragazzi buoni ^^"""…
PAMBADAMAPAMPUUUUUM!!! *Ria viene spedita nello spazio cosmico
assieme a pc, tastiera e qualunque idea futura*
Shorai: oh, allora
posso chiudere io ^^? Un saluto a tutti miei cari, ci vediamo nel prossimo
capitolo… Probabilmente l'ultimo, con la grandiosa conclusione e vittoria ^^!
Tutti: CREPA!!!
*da un angolino nascosto dietro un asteroide* non preoccupatevi non
sarà così semplice @w@""…
Pai: non so perché,
ma visti i precedenti non so cosa sia peggio -.-""…
Salve a tutti!
Eccomi finalmente all'aggiornamento, siamo in piena battaglia finale!
Ok, ve lo dico, non
so neppure più io che sta succedendo @_@!
Tutti: confortante °_°"!
Non voglio annoiarvi
con troppe spiegazioni, perché sto già trattenendo Shorai che è pronto ad un
monologo terrificante -.-""…
Shorai: istruttivo se mai.
Tutti: taci @#é°çòèè#@]]!!!!
Ci vediamo in fondo
;)!
52 – L’arma finale
La
reazione fu quella che Shorai aveva previsto. Sbigottimento allo stato puro.
Un po’
meno si aspettava che il gaeiano più grande si riprendesse così in fretta,
limitandosi a guardarlo con sufficienza:
-
“Piaga”? “Evoluzione”? – sogghignò – Non mi sembrano parole da accostare.
Shorai
sospirò:
- Mi
dispiace. – disse scuotendo la testa – Speravo che uno col cervello come il tuo
intuisse…
- … Di
cosa stai parlando?
Shorai
guardò divertito Strawberry: il suoi occhioni sgranati e l’aria corrucciata
erano così carine da fargli venir voglia di impagliarla in quella posizione.
Sorrise
tra sé, l’animo del collezionista, si disse.
“Ma loro
mi servono vive. Per ora.”.
- Non è
necessario spiegartelo. – disse con sufficienza; Selena, dalla sua trappola,
lanciò un altro urlo cupo – Ma credo di poter aspettare ancora un minuto…
Si passò
una mano sui capelli, come se si stesse preparando prima di fare un gran
discorso di fronte ad una platea trepidante, e fece qualche passo guardando ad
uno ad uno i suoi ospiti.
Strawberry
tratteneva Quiche per le spalle, sentendo che, se avesse ceduto un attimo,
anche in quelle condizioni il ragazzo si sarebbe fiondato contro quell’uomo.
- So bene
che voi ragazze siete molto giovani – sorrise Shorai con finto fare affettuoso,
guardando le MewMew – e che la razza umana ha conoscenze relativamente limitate
in quanto a materie scientifiche… Beh, se si eccettuano soggetti come il vostro
amico, quello che vi ha create…
Alle
ragazze non piacque troppo il tono che aveva usato e lo squadrarono velenose:
Paddy cercò di mettersi in piedi, inveendo contro di lui e ruotando i pugni a
vuoto, mentre Mina si limitò a borbottare una sorta d’insulto. Shorai sorrise,
come se la loro rabbia gli facesse piacere.
-
Comunque, immagino che tutti sappiate che il vostro pianeta è stato, e sarà, se
avrò successo, il più grande laboratorio biologico dell’universo. Migliaia di
specie animali e vegetali sono cresciute sulla sua superficie, moltiplicandosi
e mutando costantemente.
Nessuno
commentò. Pam si corrucciò, stringendo la presa sulla sua frusta.
- Ma
c’era una costante, perché le specie che si susseguivano avessero, una rispetto
all’altra, maggiori possibilità di vita.
- Certo!
Si evolvevano! – replicò Mina stizzita – Non ci vuole il nobel
per saperlo!
Shorai
sorrise:
- Qui ti sbagli.
Non era quello il punto di forza. Il motivo era che, ciascuna specie, una volta
raggiunta la perfezione… Si estingueva.
- … Che
stupidaggine!
- Credi
davvero, Pie Ikisatashi? – replicò l’uomo sicuro di sé – Pensateci bene. La
vita s’è sviluppata proprio con questo processo. Prima sono scomparsi i
protozoi più deboli, sostituiti da anfibi più adatti a vivere più a lungo,
forme di vita più sviluppate. Poi certi pesci, e rettili più grossi gli hanno
soppiantati. Fino ai dinosauri.
Strawberry
seguiva il discorso un po’ confusa. Fino a quel momento non stava dicendo cose
troppo assurde, ma perfino lei, che odiava cose come scienze e biologia, non
ricordava quella “distruzione delle specie”.
“Sì, i
dinosauri si sono estinti, - si disse, ripensando ad una cosa che Mark le aveva
detto una volta(*) - ma ad esempio gli squali sono gli stessi da migliaia di
anni! E certe piante… Altro che estinzione!”.
Shorai,
apparentemente incurante o inconscio di quel punto focale, riprese:
- Più la
specie si evolveva, ovviamente, più impiegava ad estinguersi, ma per quanto il
processo possa essere considerato triste, ha portato la vita a mutare fino a
forme come quelle dei mammiferi. – allargò un braccio verso i tre alieni, con
un sorriso più largo – Fino a voi.
Quiche
digrignò i denti per quel che le sue poche forze gli permettevano, squadrandolo
con odio. Non voleva stare a sentire i deliri di quel folle, voleva sapere cosa
aveva fatto a Selena. Shorai gli rivolse un’occhiata divertita, e aggiunse:
- A
questo punto, però, è successo qualcosa che non avevo previsto.
Si sentì
Selena mandare un urlo più stridulo. Con fatica riuscì a tirare fuori quasi
completamente il busto e, facendo perno con le mani sul bordo della sua
prigione, prese a spingere come una forsennata. Shorai si voltò infastidito e
aprì di nuovo la mano verso di lei, facendo nascere altre due catene d’acciaio
dal pavimento che saettarono verso la ragazza e le si avvolsero attorno ai
polsi suoi con forza, strappandole un altro grido di dolore.
-
Accidenti, così perdo il filo…!
- Sel…!
Quiche
tentò di alzarsi, ma le gambe non lo ressero e cadde giù, retto solo dalla
presa della mewneko. Shorai lo fissò rassegnato:
- Ti ho
già detto che non le farò del male, ne ho bisogno.
- Ma per
cosa?! – singhiozzò Lory con voce spaventata – E cos’è questa storia della
“distruzione di specie”?!
- Ci
stavo arrivando. – rispose Shorai calmo – Vedete, quando il vostro pianeta è
stato scosso da quei cambiamenti climatici che hanno coinvolto i Gaeiani, non
ho pensato ci fosse da preoccuparsi: essi avevano raggiunto il massimo
splendore concesso alla loro razza, e così il popolo dei Tians, i mammiferi e
gli altri animali del pianeta.
Strawberry
seguiva il discorso con aria frastornata, non capendo se il fatto che
quell’uomo dovesse avere – dalle sue parole – chissà quante centinaia d’anni
fosse frutto della sua confusione o fosse davvero la realtà. Shorai
s’interruppe un istante:
- Ma è
successo l’irreparabile. La catena è stata spezzata.
Il suo
sguardo s’indurì mentre guardava Quiche:
– La
vostra gente è fuggita. Ha abbandonato la Terra, assieme al Popolo del Cielo.
-
Certamente. – commentò freddamente Pam – Non volevano, come posso spiegartelo
gentilmente… Ah, sì, non volevano morire!
Shorai
scosse appena la testa:
- È
questo il punto. Dovevano accettare la fine.
- Ma sei
scemo?! – gridò Tart a pieni polmoni – Crepa tu, se vuoi!
- Voi
avete spezzato la catena.
Disse
ancora lui sprezzante e puntò il dito verso i ragazzi gaeiani con fare
accusatore:
–
L’evoluzione non ha potuto continuare il suo corso.
- A te
manca davvero qualche rotella…
- Credi
davvero, Quiche Ikisatashi? – domandò l’uomo – Ma se può consolarti, non siete
i soli colpevoli. Quello della “sopravvivenza” è un male che è dilagato
ovunque, su ogni pianeta, in tutto l’universo!
Si
rannicchiò un poco su se stesso, con aria sofferente, passandosi una mano sulla
fronte:
- Le
specie viventi hanno smesso di “evolversi” e hanno cominciato ad “adattarsi”.
Sulla Terra, leoni, cani, gatti, uccelli, insetti… Dopo quel periodo non è nata
più alcuna specie, se non per incroci o selezioni fatte dall’uomo. Sempre le
stesse specie, nessuna miglioria!!
Guardò a
terra con aria mesta, sospirando:
- Anche
voi umani… Guardate, rispetto ai vostri predecessori! – indicò rabbioso
Strawberry e Quiche – Siete più deboli! Non possedete poteri particolari, né
avete le capacità per creare tecnologie avanzate! Il vostro livello
d’evoluzione è nettamente più basso, eppure esistete da millenni! Spiegatemi,
com’è possibile un tale scempio?! Com’è possibile che non ci sia stata più
alcuna vera evoluzione?!? La catena
si è rotta!!!
Scostò un
braccio di scatto ed una sfera d’energia esplose contro la parete. Shorai
ansimò alcuni istanti, per poi sistemarsi i capelli e fare due profondi
respiri, riprendendo con tono grave:
- Io… Ho
tentato, giuro. – disse, come a giustificarsi – Ho tentato di apportare
modifiche alle creature dell’universo. Io stesso mi sono sottoposto a dolorose,
ma necessarie, modifiche che mi avrebbero, mi hanno reso praticamente perfetto! Ma non posso applicare un
processo tale ad ogni creatura dell’universo, è un’impresa eccessiva anche per
me.
Strawberry
non seguiva più le parole, ma lo fissava ammutolita, sempre più convinta che
ormai quell’uomo delirasse. Shorai prese un altro bel respiro e sorrise:
- Poi,
seppi dei Giniroma, e di voi. – si
voltò verso le MewMew - E lì, l’illuminazione.
Guardò la
mewneko quasi con reverenza:
-
Guardatevi, siete meravigliose! Riflessi potenziati, capacità straordinarie,
eppure nessuna mutazione evidente!
Strawberry
fece una smorfia:
“L’avrà
notato che ho una coda e delle orecchie pelose?!”.
Shorai
sorrise ancora, al colmo della gioia:
- Armi
viventi perfette!
- Cosa?!?
- Noi non
siamo armi!
Protestò
Paddy, ma Shorai le fece un cenno con la mano, come a dire che sbagliava, ma le
perdonava la sciocca affermazione:
- Siete
armi stupende. E lì, ho capito!
Si voltò
verso Selena. La ragazza continuava a contorcersi per liberarsi, i polsi ormai
rossi e coperti di graffi.
- Se
fossi riuscito – mormorò Shorai eccitato – se fossi riuscito a spezzare tutti i
sigilli, a liberare il Giniroma dal
suo corpo di ragazzina, avrei potuto farcela! – si voltò a guardarli sempre più
infervorato – Non appena libererò il Giniroma,
questa mi seguirà anche in capo al mondo, solo per uccidermi! Non importa cosa
incontrerà, distruggerà tutto e tutti! Vuole solo la mia morte!
Rise
divertito, alzando gli occhi al soffitto e spalancando le braccia:
- Con lei
che mi cerca, inizierò la distruzione, e poi la completerò con voi!
- Noi?!
Pam evocò
la sua frusta in segno di minaccia, per nulla intenzionata a farsi mettere le
mani addosso da quel sadico. Lory si appiattì accanto a Pie, stringendosi al
petto la piccola Paddy.
-
L’universo inizierà da zero! – urlò Shorai, senza più controllo – Io lo
libererò dalla sua prigione, lo epurerà da questa piaga, e tutto potrà
ricominciare il suo ciclo di nascita, morte e sviluppo! Tutto ricomincerà!
Scese un
silenzio gelido, interrotto solo dalla sua risata. Strawberry lo fissava ad
occhi sgranati. Tremava:
“È folle!
È davvero convinto di quel che dice! – strinse i pugni – Dobbiamo fermarlo
assolutamente!”.
- Tu sei
suonato! – fece Tart aspro, ponendosi protettivo tra l'uomo e Paddy. Shorai
rise più forte:
- Il confine
tra genialità e follia è impercettibile, piccolo, e purtroppo spesso sono gli
ignoranti a confonderne i contorni. Dovresti studiare più la tua storia o
quella degli umani, vedresti quanti geni sono stati uccisi dai loro
contemporanei perché considerati folli!
Ci fu un
gran botto e un vento fortissimo prese a soffiare verso di loro. Shorai si
voltò con aria lievemente contrariata, incrociando lo sguardo furente di
Selena.
-
SHORAI!!!
L’uomo
sospirò, sgranchendosi le spalle:
- Ora,
dovete scusarmi un attimo… State tranquilli, sarò veloce.
Selena si
lanciò contro di lui, ma Shorai si volatilizzò un secondo prima che il colpo
della ragazza lo centrasse. Apparve una decina di metri più in alto di lei, le
braccia raccolte dietro la schiena e una lucina furba negli occhi:
- Dovrai
fare di meglio, bambina.
Selena
mostrò i denti e si alzò in volo ad alta velocità, sparendo assieme a lui
nell’aria pochi istanti dopo: sopra le teste dei presenti s’intuivano soltanto
due indistinte macchie di colore che saettavano da una parte all’altra senza
posa, accompagnate da scoppi sordi.
-
Dobbiamo fare qualcosa… - mormorò Lory.
- Ma cosa
possiamo fare?! – gemette Mina, stringendosi ancora il braccio rotto al petto –
Selena… Selena è…!
L’amica
si morse il labbro senza risponderle.
Strawberry
restò a fissare i due combattenti col naso all’insù per cinque minuti buoni.
Si
sentiva impotente, ma non le veniva nessuna idea decente per risolvere la
situazione.
Selena
non era in sé, ormai era evidente, ma se Shorai avesse avuto ragione?
“Se non…
Riuscissimo più a farla tornare…?”.
Scosse la
testa con energia, no!
Selena
non era l’involucro di chissà quale forza misteriosa, Selena era una sua amica!
E ora doveva aiutarla.
La
ragazza sobbalzò, mentre uno dei due contendenti veniva schiantato a terra a
poca distanza da lei e Quiche.
- SEL!
L’amica
però non rispose. Restò ferma qualche minuto, rantolando a terra, poi tentò
lentamente di alzarsi, senza smettere un istante di tenere lo sguardo fisso su
Shorai. Strawberry deglutì a vuoto.
- Non appena libererò il Giniroma, questa mi
seguirà anche in capo al mondo, solo per uccidermi! Non importa cosa
incontrerà, distruggerà tutto e tutti! Vuole solo la mia morte!
-
Strawberry…
-
Quiche…!
Il
ragazzo si tirò lentamente in piedi, aiutato dalla rossa.
- Che
vuoi fare?! – lo rimproverò lei – Sei troppo debole!
- … Mi
sento davvero patetico a chiedertelo, ma…
- Ma
cosa?
- Devi…
aiutarmi.
Lei lo
guardò confusa:
- Ma che
vuoi fare?
Lui fece qualche
passo in avanti, leggermente più sicuro sulle gambe:
- Devo…
Devo raggiungerla…
- Sei
impazzito?! – lo fermò, afferrandogli un braccio – È già tanto se ti reggi in
piedi!
-
Strawberry. – la guardò con decisione; lei si zittì – Ti prego.
La rossa
non rispose. Quello era proprio il colmo!
Quiche
che chiedeva aiuto, e lo chiedeva a lei!
Si sentì
un altro tonfo a terra. Era di nuovo Selena, e stavolta la ragazza sembrò
faticare di più ad alzarsi. Strawberry strinse i pugni:
- Cosa
devo fare?
- Basta
che mi aiuti a raggiungerla. – il ragazzo ridacchiò un poco - Non credo di
riuscire ad essere abbastanza veloce, conciato come sono!
-
D’accordo.
Prese il
braccio del ragazzo e se lo passò dietro le spalle, facendogli da stampella.
- Dopo
una cosa del genere – gli disse borbottando – come minimo devi scordare quel
che è successo l’altra sera(**)!
- Non
sperarci rossa. – sogghignò lui – È un’arma troppo allettante da avere in
arsenale!
- Sei
davvero antipatico (gocciolone)!
- Io
avrei usato un termine più colorito…
Lei
borbottò ancora sottovoce, ma lo fissò seria:
- Quiche…
Che vuoi fare?
- A dire
il vero… Non lo so…
Strawberry
lo vide guardare la ragazza che amava saettare da una parte all’altra come un
ossesso, e di colpo le parve triste e spaventato come non mai.
- Però… -
lui sembrò riprendersi un istante – Devo andare lì.
Il
ragazzo fissò la rossa con un’espressione che lei non seppe definire, ma che
sembrava poter scuotere anche una montagna. Lei gli sorrise:
- Forza!
Con un
balzo la mewneko si lanciò in avanti, Quiche che teneva il passo. Quando furono
vicini a Selena il ragazzo lasciò la presa della rossa, che invece saltò in
direzione di Shorai: doveva tenerlo impegnato quel che sarebbe bastato a Quiche
per allontanare Selena dal suo raggio d’azione.
- Ribbon Strawberry Surprise!
Shorai si
coprì il viso con le braccia, preso alla sprovvista. Sotto, intanto, Quiche era
riuscito a prendere Selena al polso; la ragazza, a quel contatto, si voltò con
aria feroce, ma non ebbe il tempo di reagire.
- Vieni
via.
- Cosa
gli passa per la testa a quei due?!
- Non lo
so Tart…
Disse
piano Pie; se ne stava in piedi appoggiato alla parete, la gamba fratturata
raccolta perché non toccasse terra, ed era così pesto e malconcio da sembrare
ancora più pallido del solito.
Lory gli
strinse con dolcezza una mano e lui si limitò a ricambiare piano il gesto,
guardando il fratellino:
– Ma
spero che sia una buona idea, o qui comincio a vederla grigia…
Selena si
dimenava come un’indemoniata, senza nemmeno guardare il ragazzo che la stava
tenendo per la mano.
Non le
importava chi fosse, né cosa volesse. Lei voleva solo una cosa, uccidere
quell’uomo maledetto che ora era sommerso da una colonna di luce. Lo chiamò,
ancora e ancora, con tutto l’odio che provava per lui, gridando così forte da
spaventare il ragazzo dai capelli verdi.
-
SHORAII!
- Fermati
Sel! – Quiche tentò di tirarla verso di sé, ma lei aveva una forza inaudita –
Ascoltami!
Lei mandò
un urlo secco e si piegò in due; si strinse le braccia attorno al petto e
digrignò i denti dal dolore, gemendo di rabbia.
Quiche la
guardò, aveva già notato qualcosa, ma ora ne aveva la conferma: qualunque cosa
stesse succedendo a Selena, le stava facendo male, molto male. Il ragazzo le
diede uno strattone e la prese per le spalle, costringendola a guardarlo negli
occhi:
- Selena,
guardami!
Lei parve
titubare un momento scrutandolo confusa. Poi i suoi occhi tornarono feroci e
vuoti, gli tirò un calcio al petto e si liberò, spiccando di nuovo il volo.
Quiche
finì quasi in ginocchio, boccheggiando, e vide la ragazza schiantare a terra
Strawberry che bloccava la strada tra lei e Shorai e quindi avventarsi
sull’uomo.
La
mewneko si tirò a sedere dolorante, Selena l’aveva colta completamente alla
sprovvista; imbracciò la sua campanella e scattò in alto:
-
Fermati!
Mirò
a Shorai per impedire che l'amica si scontrasse contro di lui, ma l'uomo si
scostò all'ultimo momento.
Fu
Selena a ricevere il colpo della mewneko; la ragazza si rannicchiò su sé
stessa, abbagliata, mentre alle spalle delle due Shorai scoppiò a ridere di
gusto:
-
Temo tu abbia sbagliato mira, cara mia!
Allungò
il braccio per afferrare Strawberry, ma il palmo delle sue mani cozzò contro
qualcosa di freddo e tagliente. Guardò appena la goccia di sangue che uscì
dalla mano, su cui si era aperto un lungo taglio, e sbuffò irato:
-
Cominci a diventare fastidioso, sai?
Quiche
sentiva le braccia tremare in maniera spaventosa sotto la spinta di Shorai e
temette di lasciarsi sfuggire i suoi sai da un momento all’altro.
-
Non costringermi ad usare il tuo cadavere, ragazzo.
Il
ragazzo gli sorrise:
-
Vediamo se ci riesci.
Shorai
si allontanò di scatto, evitando per un pelo il calcio di MewBerry. La ragazza
guardò l’alieno severa:
-
Quiche, tu vai! Ribbon Strawberry
Surprise!
Shorai
dovette indietreggiare ancora, mentre Quiche afferrava Selena e si
teletrasportava ancora una volta.
Quando
riapparve, stava stringendo Selena con entrambe le braccia, mentre lei tentava
in tutti i modi di liberarsi.
-
Selena, smettila, ti prego!
Lei
fu scossa da uno spasmo più forte, stringendo gli occhi per la fitta di dolore
ed urlò ancora.
-
Selena, ascoltami!
In
aria, Strawberry stava continuando a bersagliare Shorai. L’uomo non sembrava
subire troppo i colpi, ma dalla sua espressione l’accanimento della rossa
doveva infastidirlo parecchio. Alla fine, seccato, allontanò la mewneko con un
calcio che lei parò con la propria arma, poi lui sollevò un braccio e la palma
della sua mano prese a risplendere; Strawberry sgranò gli occhi.
-
Vorrà dire – sussurrò Shorai tra i denti – che ti userò da morta!
Il
colpo partì con velocità assurda. Strawberry stessa si chiese come riuscì a
schivarlo, saltellando indenne a terra.
Poi
si accorse qual era diventata la traiettoria del proiettile d’energia ed
impallidì.
-
SEL! QUICHE!
L’esplosione
fu molto contenuta rispetto all’energia che il colpo sembrava emanare, ma aveva
centrato il bersaglio con straordinaria precisione. Shorai, che si rese conto
solo quando si udì l'esplosione che il Giniroma
era allo scoperto e impossibilitato a scappare, parve ricevere un colpo al
cuore:
-
No!
Ci
fu qualche secondo di stasi, finchè la polvere non si diradò. Shorai sospirò
sollevato, il suo prezioso Giniroma
era ancora vivo e vegeto: il ragazzo gaeiano aveva ricevuto il colpo al suo posto.
-
Sei risultato più utile del previsto, alla fin fine…
Strawberry
guardò angosciata l’amico, che non aveva lasciato un istante Selena e si era
frapposto fra lei e il colpo con la schiena. La sua maglia era stata distrutta
quasi del tutto, e solo pochi lembi bruciacchiati coprivano ancora la pelle
diafana, che perdeva sangue sempre più abbondantemente.
Quiche
scivolò un poco a terra portando con sé anche la ragazza dai capelli argentati,
che non opponeva più resistenza, troppo concentrata sul dolore che le scuoteva
le membra. Quiche imprecò tra sé e sé, sentiva che non aveva quasi più forze e
la ferita che Shorai gli aveva inferto al petto poco prima gli doleva in
maniera lancinante, minacciando di riaprirsi.
-
Sel…
-
State rasentando i limiti del patetico, ragazzini. – commentò Shorai maligno –
Vi ho già detto che il guscio, quello che era la vostra amica, è scomparso. Non
aveva più utilità, quindi è stato eliminato.
-
Taci! – gli gridò contro Strawberry, gli occhi lucidi – Non può essere
scomparsa! Non si può eliminare così una persona! La sua mente, il suo cuore, i
suoi ricordi… Non può non esistere più!
Lui
chiuse gli occhi e sospirò:
-
Non mi stupisce questa tua affermazione, l’ignoranza dei processi fisici crea
spesso chimere a cui la mente possa affidarsi. – disse con sufficienza – I tuoi
avi lo facevano per la malattie fulminanti o incurabili, asserendo che erano
colpa di maledizioni e demoni. Ugualmente, quelli che tu chiami sentimenti non sono altro che
manifestazioni delle reazioni chimiche del nostro cervello e dei nostri
istinti. La rabbia e l’odio per distruggere ciò che mina la nostra
sopravvivenza; l’amicizia per la volontà degli individui più deboli di
risultare più protetti, più difesi; l’amore come manifestazione della nostro
desiderio di continuazione della specie, di attrazione verso l’individuo più
adatto per la condivisione del nostro codice genetico. Nulla ha a che fare con
quella scissione che voi definite “mente e cuore”: tutto è chimica, azione e
reazione, istinto di sopravvivenza.
-
TI SBAGLI!!
Lui
la ignorò, prendendo a scendere lentamente verso terra. S’era stufato di
giocare, ora voleva incominciare il suo lavoro.
“Uh?
Come mai il Giniroma ora è
immobile?”.
Sorvolò
su quel pensiero. Del resto, era consapevole che la mutazione sarebbe risultata
dolorosa, probabilmente ora il corpo aveva bisogno di una pausa.
Quiche
prese due respiri profondi, voltò piano Selena e la guardò di nuovo; aveva il
viso contratto dal dolore, eppure era più tranquilla di prima. le sfiorò una
guancia con la mano:
-
Sel…
Non
poteva non esserci più, non ci credeva, non poteva crederci.
Ormai
c’erano così vicini…
- Perciò, se tu vuoi, ti prometto che
quando staremo finalmente tranquilli ti porterò con me!
Non
sopportava l’idea di non mantenere quella promessa. Non era giusto.
Era
vero, forse lui si era meritato molti mali che gli erano capitati: poteva dirlo
tranquillamente, non era un santo, né un eroe, e non erano poche le volte in
cui non aveva esitato a fare del male. Forse non era neppure la persona più
giusta per Selena, e forse non la meritava.
Però
l’amava. L’amava tantissimo, come non s’era mai innamorato, come non aveva
amato neppure la mewneko, per quanto il suo sentimento fosse sincero. Amava
tanto quella ragazza dai capelli argentei che vederla così era più doloroso di
qualunque altra cosa, era come se gli stessero lacerando il cuore.
E
più la guardava, così sofferente, così insensibile alla sua voce o a quella dei
suoi amici, così triste e rabbiosa, più si sentiva morire.
Provò
a chiamarla ancora, ma la voce gli morì in gola. Lei restò immobile, anche se
al ragazzo parve di scorgere un impercettibile movimento delle labbra.
-
… ch…
Quiche
tese l’orecchio, credendo di esserselo sognato. Selena continuò a non muoversi.
-
i… e… Qu…
Anche
Strawberry, gli acuti sensi di felino in azione, si risollevò di colpo.
Qu. i. ch. e.
Quiche.
Shorai
trasfigurò in volto, prima terrorizzandosi, poi infuriandosi:
-
Ragazzino, allontanati subito dal mio Giniroma!
Quiche
non sentì neppure le sue minacce e sollevò con entrambe le mani il viso di
Selena: i suoi occhi celesti sembravano non scorgerlo ancora, ma una lucina di
autocoscienza ne illuminava le iridi adombrate.
Shorai
gridò a pieni polmoni e si scagliò contro di lui, la mano aperta come un
artiglio. MewBerry lo guardò furibonda:
- NO! Non
lo farai!
Si mise
dirimpetto all’uomo, la sua campanella stretta in entrambe le mani, e come prima
provò. Il suo MewPower l’avvolse con energia cinque volte superiore al solito,
e lei avvertì con chiarezza la forza limpida della MewAqua, nascosta chissà
dove su quella sfera d’acciaio orbitante, invaderle il petto e il cuore, mentre
la sua luce e la sua energia respingevano il Collezionista, che urlava di
rabbia e dolore.
- Non ve
lo lascerò fare! – berciò tra i denti – Il Giniroma…!
La mia arma!
A sentire
quella parola Selena parve ricevere una pugnalata. Si strinse di colpo le
braccia al petto e si piegò in due, gridando di dolore con quanto fiato poteva
avere in corpo, mentre Quiche tentava invano di sorreggerla.
MewBerry
si voltò allarmata e il MewPower perse vigore un secondo. Shorai sorrise e si
lanciò su di lei, che non avrebbe fatto in tempo ad evocare abbastanza energia.
-
MewBerry!
Shorai
cozzò contro un nuovo scudo di energia, e ancora fu respinto. Scrutò accigliato
sotto di sé, scorgendo la figura della mewlupo accanto alla rossa.
-
Maledette…!
- MewPam!
La mora
la guardò seria,i penetranti occhi blu
che dardeggiavano attorno cercando qualcosa che Strawberry non sapeva.
- La
MewAqua… C’è la MewAqua vero?
Domandò,
le tremava voce, avvertiva l’energia vibrarle in ogni fibra del corpo.
Strawberry annuì decisa:
- Sì, e
lui sembra non gradirla troppo.
Selena
urlò più forte. Quiche l’abbracciò, impotente, mentre lei piangeva e gridava, e
più urlava più lui la stringeva, parlandole all’orecchio e confortandola,
incurante delle due ragazze alle sue spalle e del folle assassino sopra di lui.
- Sel…
Sel, ti prego…
Poi il
corpo della giovane brillò un secondo.
Una
colonna luminosa si sollevò da lei, raggiungendo il soffitto; la ragazza si
calmò di colpo e allo stesso tempo si sentì un suono vago, lieve e dolce,
simile ad un canto. Allora Shorai si tappò le orecchie e digrignò i denti,
strillando iroso, come se il canto fosse per il suo udito odioso come unghie
sulla lavagna.
Quiche si
coprì gli occhi con un braccio, senza capire cosa stesse succedendo. Quando
riuscì di nuovo a vedere, si rese conto che la colonna luminosa avvolgeva sia
lui che le tre ragazze e, al suo interno, il canto sommesso era nitido e
argentino come il suono di una campanella, benché non se ne capisse per nulla
il senso;
Selena
non piangeva più e se ne stava immobile, gli occhi chiusi e il respiro lento,
mentre fuori dalla colonna luminosa Shorai berciava di far smettere chi
ragliasse quella nenia orrenda.
Non lo terrà
occupato per molto.
Quiche
sobbalzò, riconoscendo all’istante quella voce. Ora, però, poteva collegare
quella voce ad una forma, indistinta nella luce e fioca come nebbia, una forma
di persona. Il ragazzo emise un soffio iroso:
-
Sei tu…!
La
figura si fece man mano più nitida, e la melodia divenne più forte. Shorai
cacciò un altro latrato, bestemmiando ed imprecando.
Sì, sono io.
Nella
luce venne fuori una figura di donna, completamente bianca. Bianchi capelli le
arrivavano oltre metà schiena, lisci e sottili come fili di seta; bianco era
l'abito che indossava; la pelle era diafana. Perfino i suoi occhi, color ghiaccio,
avevano un che di latteo e evanescente. MewBerry squittì, impallidendo a quella
vista:
-
Un fantasma…! – disse in un sussurro lievissimo – Un fantasma, un fanta-a-asm-a…!
La
figura sorrise.
Non sono un fantasma.
Quiche
la fissò meglio, gli sembrò di conoscerla.
-
Tu… Assomigli a… No…
La
donna annuì e fece un cenno verso la figura di Selena, ancora in ginocchio.
Sono la sua mamma.
Strawberry
pigolò terrorizzata, parlando tanto piano che sembrò aver perso la voce:
-
L’ho detto…! Fantasma, fantasma, fantasma!
La
donna sorrise benevola, scuotendo la testa. Assomigliava davvero tantissimo
alla figlia, ma era così bella da mettere soggezione.
I fantasmi non esistono. Io sono solo… Potete definirmi un
ricordo, una parte dei poteri di Selena, dei suoi ricordi, comunque una parte
di lei. Sono ciò che da viva le ho lasciato di me stessa, ed ora vivo dentro di
lei.
-
Non esistono neppure queste cose. – ribattè Quiche scettico.
Certo che esitono. In ognuno di noi
c’è una parte del cuore dei genitori, che sono pensieri, ricordi, sensazioni,
parole. Io sono tutto questo, ma sono anche parte della magia che scorre in mia
figlia, perché da me e soltanto da me l’ha ereditata.
Quiche
la fissò di sbieco.
-
Quindi tu saresti stata sempre con lei?
Certo. Da sempre, dal giorno in cui è venuta al mondo.
Lui
si accigliò ancora un po’:
-
Se dici la verità… Perché sei comparsa solo adesso? Perché non sei stata
accanto a tua figlia quando ha avuto bisogno, quand’era sola e aveva bisogno di
conforto?!
MewBerry
guardò il ragazzo in silenzio, non potendo non concordare con le sue parole. La
donna chinò la testa.
Avrei voluto. Moltissimo. Ma ve l’ho detto, io non sono altro
che un frammento dei pensieri di mia figlia, non sono così forte da comparire
di fronte a lei come sto facendo ora. Se posso farlo, è solo grazie al Giniroma che sta tentando
di uscire.
-
Ancora questo Giniroma… - disse Pam
laconica – Ma cos’è?!
Non c’è tempo per spiegarvelo. Lo farà Selena, se e quando
uscirà da lì.
-
Da lì… Dove?! Ho idea che tu utilizzi
questa frase un po’ troppo spesso.
La
donna guardò Quiche e ridacchiò.
Non dovresti essere così scontroso. Se non fosse stato per i
poteri di mia figlia che stavano aumentando, non sarei riuscita a prendere
coscienza e non avrei potuto aiutarti ad uscire dall’incubo. E tu saresti morto
impazzendo, soffocato da quella melma nera.
Quiche
non replicò, la prospettiva gli gelò il sangue nelle vene. La donna riprese.
Ho pochissimo tempo. Vi basti sapere che ciò che quell’uomo
chiama Giniroma è
un potere, antico e crudele, creato dalla mia gente. Ora Selena sta per
affrontarlo, dentro il proprio cuore. Ma… Fin’ora
nessun bambino mezzosangue è sopravvissuto alla sua liberazione, e neppure
alcun adulto
MewBerry
deglutì, mordendosi poi il labbro.
Ma mia figlia ha molti aiuti. Ha me, che posso tenere
controllato il suo corpo mentre lei si libera del Giniroma, e io non
scomparirò prima che ciò avvenga; ha voi, ragazze terrestri, che con quel
vostro potere di poco prima e il cristallo che vi rafforza, potreste riuscire a
custodire il suo corpo fino alla fine.
Allungò
il braccio verso Shorai.
Prima che lui la tocchi.
Le
due annuirono.
E poi ci sei tu.
La
donna guardò Quiche intensamente; lui ebbe l’impressione di essere sotto lo
sguardo di una Selena adulta e si sentì a disagio.
Io posso tenere a freno il corpo di Selena perché non collassi,
ma non posso richiamare indietro la sua mente. Faccio parte di essa, come
faccio parte del cuore di Selena, e mi è impossibile interferire sulla sua
coscienza con così tanta forza.
Lo
guardò con un sorriso.
È qualcosa che puoi fare solo tu.
Il
canto sommesso attorno a loro cessò così com’era iniziato. La colonna di luce
si affievolì e la figura evanescente prese a sbiadirsi sempre più.
Fate presto!
Con
un ultimo guizzo e la colonna luminosa sparì, lasciando il gruppetto allo
scoperto.
Un
secondo dopo Shorai, in preda ad una furia assassina, si scagliò su di loro.
MewBerry e MewPam crearono lo scudo di energia, e quando Shorai vi rimbalzò
contro si resero conto che questo era davvero troppo forte perché lo avessero
creato solo loro due.
MewBerry
si guardò attorno frastornata e si accorse che altre tre persone brillavano
come lei e Pam, distanti nella stanza buia. Le parole della madre si Selena
avevano raggiunto le orecchie di tutti ed ora anche Lory, Paddy e perfino Mina
anche se col braccio fratturato, stavano richiamando le loro forze per creare
lo scudo. A quella vista, Pie e Taruto si scambiarono uno sguardo d’intesa.
-
Che dici, fratellone, ci proviamo? – chiese, guardando Shorai.
-
… Non credo che i nostri colpi facciamo granchè su di lui – soppesò Pie, e
sorrise appena con fare un po’ maligno – ma penso che gli daremo abbastanza
fastidio da impegnarlo per un po’.
Quiche guardò un secondo ciò che gli accadeva
alle spalle, ma tornò subito a pensare a Selena. Il corpo della ragazza emanava
una luce dorata e lei sembrava stesse dormendo, facendo chissà quali incubi.
-
Selena…
Una
cosa che poteva fare solo lui… Quella donna l’aveva fatta facile! Ma cosa
doveva fare di preciso?
Incerto,
cinse le spalle della ragazza con le braccia e prese a chiamarla, proprio come
se stesse cercando di svegliarla.
-
Sel…
Selena.
Si
svegliò così, solo con un suono. Ma che suono era stato?
Forse
un nome.
Non
lo ricordava già più.
Si
guardò attorno.
Non
si trovava in una stanza.
Era
un luogo ampio, ampissimo, quasi una caverna. Ma non c’erano rocce o sporgenze,
anzi, non c’era nulla.
Tutto
era nero, le pareti erano infinite e nere, il pavimento era nero, tutti i
riflessi erano di un nero splendente.
Si
guardò i piedi. Erano appoggiati su qualcosa, ma lei non avvertiva un peso su
di essi, e capì che era il suo corpo a non avere più peso.
Forse
era morta?
No,
sentiva di stare respirando.
E
sentiva male, le faceva male dappertutto; le braccia, le gambe, il petto, la
testa. Qualcosa, però, le diceva che ora non ci doveva badare.
Guardò
il pavimento. Era liscio come il vetro, ma non era freddo, né rigido al tatto.
Sembrava di camminare su un suolo di sottilissima di gommapiuma, ricoperta dalla
più fine seta nera.
Si
guardò, aveva l’impressione di indossare un abito bianco, ma la sua pelle
splendeva appena e sembrava bianca anch'essa, rendendo impossibile capire; i
capelli rilucevano argentei, tutto brillava tanto da sfocare i contorni; e non
avvertiva nulla sulla pelle, né della stoffa né freddo o caldo, perciò non
riuscì a capire se l’abito fosse reale o lei in realtà fosse nuda.
Oh, ti sei svegliata?
Selena
si voltò di scatto, domandandosi chi avesse parlato. Lì dentro era sicura non
ci fosse nessuno oltre lei.
Ma
qualcuno c’era.
A
meno di due metri, Selena vide un’altra Selena.
Aveva
lo stesso viso, gli stessi occhi, e il suo corpo splendeva anch’esso, ma i
capelli di quella Selena avevano riflessi blu e l’abito – perché lei ne
indossava senza alcun dubbio uno – era nero, un nero così assoluto che Selena
non l’aveva mai visto neppure nello spazio.
Ben trovata.
Disse
di nuovo l’Altra. Aveva una voce identica alla sua, eppure era atona,
totalmente inespressiva.
Selena
la scrutò un po’ allarmata.
-
Tu… Chi…?
Chi sei, voleva
chiedere, ma poi cambiò domanda.
-
Tu sei me?
L’Altra
Selena scosse la testa, sbuffando, ma la sua voce restò piatta.
Certo che no. Io vivo
dentro di te, ma non sono certo te!
-
E allora chi sei?
Io? Sono il Giniroma.
~*~*~*~*~
Shorai
schivò seccato i colpi dei due ragazzi gaeiani, mostrando i denti furente.
Non
aveva tempo da sprecare con quelle due zanzare, doveva mettere all’obbedienza
quelle ragazzine, e soprattutto doveva allontanare quel ragazzino impertinente
dal suo Giniroma.
Non
aveva senso, il Giniroma non avrebbe
mai dovuto tornare ad essere inglobato dal portatore. Com’era possibile allora
che si fosse fermato, e soprattutto che avesse smesso di dargli la caccia?
L’unica
spiegazione plausibile che potè valutare come esatta era che, infranto da
troppo poco il secondo sigillo, una piccolissima parte dell’entità nota come
portatore, ossia Selena, fosse ancora presente e avesse reagito di fronte al
ragazzo gaeiano. La reazione, per quanto piccola, doveva aver mandato in
confusione la sua preziosa arma, che ora si era bloccata.
Doveva
eliminare il problema. Una volta liberato, il Giniroma distruggeva rapidamente il corpo ospite, portandolo al
limite fisico, e così come era nato il Giniroma
moriva.
Se
fosse morto troppo presto il suo piano sarebbe fallito. Anni, secoli di lavoro,
di ricerche e fatiche distrutti.
No!
Fuori
discussione!
L’universo
intero doveva cambiare, aveva bisogno di cambiare!
E
solo lui aveva quel potere.
Sferzò
l’aria con un braccio in direzione di Pie e Tart. Questi si piegarono in due,
la sensazione di aver ricevuto una trave d’acciaio in pieno stomaco, e furono
spinti indietro rovinando a terra con un botto sonoro. Pie sentì che qualche
altro osso aveva fatto la stessa fine della sua gamba, e mandò un rantolo
rauco.
Shorai
schizzò verso le MewMew, lo sguardo determinato e pronto ad uccidere.
MewBerry
si sarebbe potuta spostare, ma capì che non avrebbe fatto in tempo.
Lo
scudo non avrebbe retto, stavolta.
Lei
non sarebbe nemmeno riuscita a contrattaccare, lui era troppo forte.
Ne
prese coscienza con la stessa lucidità con cui capiva la propria lingua. E
sentì il sangue fluire via dalla testa e dal cuore, riempiendola di gelido
terrore.
Sarebbe
morta.
Eccolo.
Due
secondi.
Uno…
Shorai
mandò un latrato che fece tremare l’intera stanza. MewBerry, gli occhi chiusi
per la paura, percepì il nemico allontanarsi di scatto e qualcosa di affilato
le sibilò di fronte al viso, curvando nella direzione dell’uomo che si agitò
ancora per qualche minuto, gettando poi qualcosa al suolo.
MewBerrysocchiuse appena gli occhi. Due persone
stavano in piedi a poca distanza da loro.
Un
uomo altissimo, quasi due metri e altrettanto grande di spalle, massiccio e
solido. Teneva teso il braccio destro in cui reggeva una spada che nessun
essere umano normale sarebbe mai riuscito a sostenere, e la sua schiena era
sormontata da una corona di lame ricurve, sospese a mezz’aria come uccelli
metallici, bellissimi, lucenti e feroci.
L’altra
figura era molto più bassa, a piedi nudi, mezza svestita, con un coprispalle
sopra il petto nudo e un gonnellino di metallo sui pantaloni chiari, che
risplendevano di migliaia di bagliori dorati alla luce del potere delle
terrestri. Osservò la scena di fronte a sé inespressivo, facendo ruotare sopra
il palmo della mano, con fare pensieroso, una piccola pallina metallica che
sfrigolava d’elettricità.
Gli
occhi di Shorai divennero due fessure:
-
Heka…
L’uomo
non gli rispose, limitandosi a far ondeggiare la spada da una parte all’altra, ascoltando
il sibilo del filo che tagliava l’aria. Dal gruppo di ragazze, MewPam guardava
i due ad occhi sgranati, osservando Mintaka con fare un poco sorpreso. Le sue
compagne ebbero un lieve sussulto nel vedere il volto dell’uomo senza maschera,
con quell’ampia cicatrice a segnarli inesorabilmente i tratti giovani.
-
Mintaka?
La
mewlupo lo chiamò con un sussurro, sovrappensiero; l’uomo si voltò appena verso
di lei e le rivolse un impercettibile sorriso, facendo un lieve cenno di
saluto.
Intanto,
Shorai stava scendendo piano verso terra, guardando Heka di sbieco:
-
Non saresti dovuto venire qui. – sentenziò con un sorrisetto – Avresti dovuto
raccogliere ciò che restava dei tuoi uomini ed andartene.
Heka
si lasciò sfuggire una risata sprezzante:
-
Ciò che restava?! Mi prendi per il
culo, Collezionista?!
Shorai
alzò i palmi verso di lui, come a chiedere una tregua:
-
Oh, suvvia! – replicò – Certo, ammetto di aver approfittato della disponibilità delle vostre forze, ma del
resto sono di parola: avevo promesso che vi avrei ricompensati, e come farei ad
attuare questo mio voto se vi avessi uccisi tutti?
Si
avvertì nitido il suono delle nocche di Heka che scricchiolavano nel silenzio,
stritolando l’elsa della spada per la rabbia. Shorai mosse appena un
sopracciglio, quel tizio non sembrava per nulla intenzionato a demordere, e
combatterlo era rischioso anche per lui.
“Proprio
adesso…!”.
Heka
fulminò l’uomo con un’occhiata disgustata, la mascella contratta in
un’espressione d’odio, e sollevò la punta della lama nella sua direzione:
-
Ora non sbaglierò mira.
I
due scomparvero alla vista nello stesso istante, ricomparendo ad una decina di
metri di distanza. Il cozzare dell’acciaio di Heka contro il corpo di Shorai fu
assordante come due blocchi di cemento che si fracassano, e l’onda d’urto del
colpo fu spaventosa. Strawberry strinse la sua campanella con più forza,
sentendo le mani che tremavano.
-
Pam.
La
mewlupo si voltò di scatto verso Mintaka. Non s’era resa conto che si fosse
avvicinato a loro, e neppure le altre lo avevano notato; del resto, lui
sembrava così tranquillo nonostante il fragore della lotta tra il suo capo e
Shorai da non poter essere quasi notato.
-
… Dovrò aiutare Heka. – riprese poi, monosillabico – Ci sarà parecchia
confusione.
Lei
lo fissò senza scomporsi e annuì:
-
Voi pensate a lui. Qui ci restiamo noi.
L’uomo
fece un cenno di risposta, non aggiunse altro e si alzò in volo. Scorse a poca
distanza gli altri due ragazzi gaeiani (che sembravano malconci quasi quanto
infuriati) volare nella sua stessa direzione e sorrise, prendendo a fare
roteare la sua sfera più velocemente.
Ora
non restava che darsi da fare. E sperare che, qualunque cosa stesse facendo la
giovane Girinoma, si sbrigasse a
terminarla, per la salvezza di tutti.
~*~*~*~*~
All’ultima
frase dell’Altra, Selena sentì d’impallidire. La sua voce s’incrinò:
-
Dove siamo?!
Siamo nel tuo cuore.
Sai, è la prima volta da almeno due secoli che parlo col mio portatore…
Selena
la guardò confusa:
-
Due secoli? Portatore?
Certo! Io esisto da millenni,
e da quando il Popolo del Cielo mi ha creato io vivo in ogni bambino o bambina
sanguemisto, nessun escluso.
Selena
annuì lentamente, anche se non riusciva a capire tutto c’ho che stava dicendo.
-
E… Perché ora sei venuta fuori?
Non darmi del lei. Io non sono una donna.
La
corresse. Selena lo guardò stranita.
Ora ho quest’aspetto,
perché è l’unico che tu potresti riconoscere con precisione. Ma io non ho
sesso. Sono qualcosa di molto più alto di un semplice maschio o femmina.
Selena
annuì di nuovo. L’Altra Selena annuì anch’essa.
-
Però non mi hai risposto.
Sono venuta a
salutarti, mi sembrava d’obbligo.
-
Ah sì? E perché?
Perché tu stai per
morire. E io svanirò con te, l’ultima erede del Popolo del Cielo.
(*) non
sa parlare d’altro quell’ameba =__=””!
(**) vedi
capitolo 42
Kisshu: ammettilo ti
stai divertendo a mollarci con l'acqua alla gola ç_-**!
Solo un po' ^w^!
Tutti: … astarda -.-****…
Che ne dite? Ditemi che almeno ci si capisce qualcosa
^^""! xD
Vorrei ringraziare Soul_Heart per il suo commento ;3 (non andarmi troppo in
agitazione ti preeegoooo >w< ! ) e chiedere a
tutti coloro che leggono di lasciarmi anche solo un commentino ok :D? Bacini
bacetti bacioni ci vediamo a settembre!
Yohohooooo!! Buongiorno gente,
settimana di aggiornamenti :3! Partiamo dal Collezionista, dirittura di arrivo
ci siamoooo!!
Ok… siamo a -3! Ho dei dubbi sulla conclusione, non xkè non so che scrivere… Ma xkè
c'è troppa roba ^^""! chiedo suggerimento a voi lettori/trici, preferireste un mega-capitolozzo
finale con tanto di epilogo attaccato, o spezzo? Attendo risposte…
Ok, basta ciarle!
Selena: anche perché
io sarei tra la vita e la morte, non so se ce ne rendiamo conto -.-!
Kisshu: Seeelç_ç"!
Ichigo: Se-chaaançwç!!
Questi sn partiti…
Minto: e dire che
non hanno nemmeno una aprte così fondamentale in
questo capitolo!
Voi ragazze non ce l'avete ^^! Kisshu sì.
Minto: grazie,
puntualizza la mia inutilità -.-**…
Dai, Minto-chan, il tuo è quasi pronto ^^+
Minto: di che parli?
^_^+
Minto: sn inquietata °_°"""…
Vi lascio al cap, saluti in fondoooo!!!
Cap 53 - Your voice, myspirit, ourheart
Selena
non rispose a quella frase. Il Girinoma,
impassibile, la guardò a lungo, aspettando metabolizzasse la sua affermazione.
- Morire?
– domandò alla fine la ragazza – Perché dovrei stare per morire?!
Il Girinoma
sospirò.
Perché i sigilli che mi tenevano
chiuso dentro di te si sono rotti. Tu hai voluto troppo potere, perché troppo
te ne sarebbe servito per uccidere quell’uomo, e quel che ti sarebbe servito è
troppo perché il tuo corpo lo regga. E ora morirai.
Selena
continuò a guardare il Girinoma senza una parola. Sentiva di essere spaventata,
ma ancor più della paura, in quel momento era la volontà di capire a riempirle
la mente.
- Ma
perché? Tu cosa sei, esattamente, se
la tua presenza mi ucciderà? No…
Si portò
due dita al mento, riflettendo:
- Detta
così non ha senso… Tu mi hai detto di essere da sempre dentro di me…
Vuoi che ti spieghi perché?
La
domanda la colse alla sprovvista. Selena guardò un istante il Girinoma con aria stranita, ma poi annuì
decisa.
Il tuo tatuaggio.
Selena
sbattè un poco le palpebre, senza capire. Annuì.
Tu sai cos’è?
- Dice
c’ho che sono. – replicò pronta la ragazza con tono amaro – Un sanguemisto.
No.
Selena lo
guardò interrogativa.
È un sigillo. Antico, antichissimo,
quasi quanto me.
Vedi, quando ancora erano sulla
Terra, i Tians non erano così forti come hanno voluto sempre far credere.
Certo, non era come su Gaea, né avevano una così breve durata della vita, ma
erano comunque deboli.
- In che
senso?
Il Girinoma si portò entrambe le mani al
petto, indicandosi.
I loro corpi. Pativano il freddo e
le malattie cinque volte di più dei loro vicini, quelli che ora si fanno
chiamare Gaeiani; avevano un’altissima mortalità infantile, e pochissimi
passavano i sessant’anni.
Erano fragili, come bambole di
vetro.
Erano consapevoli che il loro
popolo sarebbe vissuto solo un altro centinaio di generazioni, se non avessero
trovato una soluzione.
Il Girinoma
si zittì. Selena non disse niente e aspettò riprendesse.
E avevano paura.
- Di cosa?
Di chi, vorrai dire.
Selena
sbuffò un poco:
- Ok… Di
chi?
Dei gaeiani. Erano più forti, più
numerosi. I Tians vivevano ossessionati di essere un giorno eclissati dai loro
vicini, di essere conquistati o cancellati dalla faccia della Terra.
- Ma è assurdo!
Lo so.
Il Girinoma sospirò.
Ossessionati dal terrore, però, il
Popolo del Cielo era cosciente di un fatto: i bambini di sangue misto erano più
forti di loro, ma meno simili ai gaeiani di quanto si potesse credere.
Decisero che i bambini sanguemisto
sarebbero stati la loro salvezza. Potevano essere il nuovo Popolo del Cielo, la
nuova stirpe, il sangue nuovo che gli avrebbe rinvigoriti.
Selena
ascoltava, sempre più bramosa di sapere, ma si guardò dall’interromperlo.
Ma poi qualche folle lo propose.
Il Girinoma si zittì, incupendosi
improvvisamente. Selena fece un passo avanti, cercando di contenere
l’impazienza:
- Propose
cosa?
… Alcuni dei saggi dei Tians
sostennero che era inutile dare alla luce bambini più forti, se poi questi
avrebbero avuto sangue gaeiano nelle vene: voleva dire prolungare la loro
stirpe, non la propria, ed era quello che loro volevano evitare più di
qualunque altra cosa.
E qualcuno propose. Propose che i
dotti e i saggi raccogliessero una piccola quantità del loro potere magico, lo
radunassero con quello degli altri, e creassero un potente incantesimo.
- Un
incantesimo?
Il Girinoma annuì.
Un incantesimo che solo il corpo
robusto dei mezzosangue sarebbe riuscito a contenere.
I due si
guardarono in silenzio per quelle che parvero ore. Selena deglutì con forza, la
bocca secca:
- E…
Cos’avrebbe dovuto fare, l’incantesimo?
Il Girinoma la fissò in silenzio.
Distruggere i gaeiani, prima che
questi decidessero di distruggere il Popolo del Cielo.
La frase
fu così lapidaria che Selena sentì di non riuscire a respirare per qualche
secondo. Guardò il Girinoma, quasi
sperando che dicesse che si trattava di uno scherzo, ma non c’era ombra nemmeno
di un sorrisino sul suo viso pallido.
- Non
possono… Non… - prese a mormorare, sconvolta – Non devono averlo… Una cosa
così…!
Il
Girinoma scosse la testa e le rivolse uno sguardo addolorato.
E lo crearono. Ma pensarono che
l’energia dei saggi non bastasse, e chiamarono i soldati. Ma quella dei soldati
non era sufficiente, e allora chiamarono tutti.
Selena
trattenne nuovamente il fiato. Provò soltanto ad immaginare una ventina di
persone con la sua stessa forza magica, anche solo quella che aveva prima che i
sigilli si sciogliessero, e si sentì rabbrividire.
- Tutti…?
Tutti.Donne, uomini, bambini, vecchi, chiunque
disponesse di un po’ d’energia magica, la raccolse e lo portò al cospetto dei
saggi.
Finalmente furono soddisfatti e lo
misero nel corpo di un mezzosangue.
Selena
prese a tremare. Il Girinoma la
guardò indecifrabile.
Doveva avere la tua età, più o
meno.
Si girò,
dandole le spalle.
Erano certi della vittoria. Pronti
al successo. Ma furono ancora una volta troppo accecati dal proprio operato,
per rendersi conto dell’errore fatale.
Il giovane mezzosangue, dapprima, sembrò
assorbire l’energia senza problemi, ma già dopo qualche minuto prese a
risentirne con violenza.
Selena
fece un altro passo verso il Girinoma,
che aveva smesso di guardarla.
Urlava. Gridava, imprecava e
piangeva, tenendosi ogni singola parte del corpo dove le sue mani riuscivano ad
arrivare, in preda ad un dolore così forte che…
Si zittì,
prendendo fiato. Selena ebbe l’impressione che, all’improvviso, quell’etera
figura si fosse piegata ad un qualche antico sentimento, e vide il suo viso
coprirsi di rammarico e senso di colpa. Il Girinoma
riprese, sussurrando.
Perse la ragione. Iniziò a
massacrare tutti coloro che gli erano vicino, come una belva seviziata
finalmente libera di vendicarsi dei suoi carcerieri. Non erano in grado di
fermarlo.
Selena si
stritolò le mani, senza rispondere.
Per loro fortuna, il corpo del
giovane mezzosangue aveva subito troppi danni dall’incantesimo, e nel giro di
un paio d’ore, mentre lo tenevano bloccato in una parte della città perchè non uccidesse
nessun’altro, lui morì, esausto.
Fissò
Selena inespressivo. La ragazza ebbe l’impressione che vi fosse un’allusione al
suo prossimo destino e sentì lo stomaco contrarsi così forte da farle male.
E qui, i Tians commisero il loro
secondo errore.
La
indicò, avvicinandosi al punto da sfiorarle la fronte bianca con la punta del
dito.
Non pensarono minimamente che un
incantesimo del genere era assolutamente fuori controllo. E non pensarono alle
conseguenze di mettere tutti quanti una parte di sè
stessi dentro una persona sola.
L’incantesimo non si dissolse con
la morte del primo sanguemisto-Girinoma. No. Quando lui morì, tutta la magia
che aveva in corpo si disperse, tentando di tornare dal rispettivo
proprietario: ma tutti quei frammenti, ognuno in parte microscopica, conteneva
un frammento di tutti gli altri. Un insieme di minuscoli incantesimi, e tutti i
Tians se li ripresero indietro.
Selena lo
guardava inebetita:
-
Vorresti dirmi che…?!
Lui
annuì.
Io, il Girinoma, il portatore di
tempesta, quel potere infinito e terribile che crearono e di cui volevano
disfarsi, il Popolo del Cielo lo riaccolse senza saperlo dentro ognuno dei suoi
membri. E quell’incantesimo entrò dentro, nella pelle, nel corpo e nei geni, e
divenne patrimonio e condanna che essi avrebbero trasmesso ai figli dei figli.
Tacque
ancora, lasciando andare il braccio lungo il fianco. Selena lo fissò:
- Ma… Tu
hai detto che esisti da allora – puntualizzò – Non potevi… Sì, insomma…
Io non avevo ancora coscienza,
perciò non lo potei impedire.
Per qualche tempo il Popolo del
Cielo non seppe. Ma quando il successivo bambino mezzosangue venne al mondo,
capirono. E si disperarono.
I bambini mezzosangue nascevano con
un potere magico latente talmente forte da risultare pericolosi perfino in
fasce. Solo il genitore Tians poteva eliminare quella briciola di potere, ma
troppo spesso questi era troppo debole per un così arduo compito.
Neppure tua madre ci è riuscita.
Selena
perse un battito sentendo nominare sua madre e lo scrutò accigliata. Lui le
sfiorò ancora la fronte.
Allora i Tians crearono questo. Un
sigillo potente, che mi avrebbe diviso dal resto della vostra persona, come il
baccello di un parassita!
Si fermò.
Selena lo guardò dispiaciuta, ma lui ricominciò subito, nuovamente atono.
Fu una soluzione comoda, ma
crudele. I Tians, consci di cosa poteva accadere, presero a considerare i
bambini mezzosangue pericolosi e mostruosi, mentre i Gaeiani subirono la loro
paura e presero a discriminarli, spaventati da quel segno sulla vostra fronte.
A quella
parola Selena si passò due dita sotto la frangetta:
- Quindi
è stata la mamma a farmelo…
Il Girinoma la guardò in silenzio.
Non poteva fare altrimenti. Saresti
morta, o peggio crescendo avresti potuto perdere il senno dal dolore e uccidere
i tuoi cari, se non mi avesse sigillato.
Selena
ricambiò il suo sguardo. Il Girinoma
le sembrò triste ed avvilito, non più di un’ombra luminescente in quel
paesaggio nero.
Forse non ci saremmo neppure mai
incontrati, e tu saresti vissuta tranquilla, se il Collezionista non avesse
tentato in tutti i modi d’infrangere il sigillo.
Selena si
corrucciò e annuì, finalmente si spiegava molte cose.
Come mai
non avesse mai saputo nulla di quel che il Girinoma
le aveva detto; perché anche al villaggio dei Tians tutti avessero paura di
lei; di come quell’uomo, suo nonno, che aveva incontrato solo una volta, fosse
terrorizzato nel trovarsela di fronte; come mai i suoi poteri fossero aumentati
di colpo. A quell’ultimo pensiero trasalì, inorridita:
-
Vorresti dirmi – sussurrò – che tutto quello che ho passato… Che tutto quello
che Shorai ha fatto…!
Il Girinoma annuì.
Era per liberare me.
Selena
cadde in ginocchio, ammutolita. Prese a piangere pian piano, e avrebbe
volentieri urlato, battuto le mani per terra per sfogarsi, ma le forze le erano
mancate di colpo.
Pensò ai
Tians, a quanto erano stati stolti, e al villaggio che comunque l’aveva accolta
per tanto tempo; pensò agli altri mezzosangue e capì la loro rabbia, condivise
la loro solitudine e la sofferenza.
Pensò a Kin, a Keris.
Pensò a
Quiche, e le sfuggì un singhiozzo più forte. Il Girinoma la fissò imperscrutabile.
Ti chiedo perdono. Mi sembrava
giusto dirti tutto, benché ora tu sappia anche che la mia e la tua esistenza al
pieno della coscienza non è fattibile.
Selena
non rispose, piangendo ancora per qualche minuto con gemiti violenti. Quando
trovò la forza per calmarsi, si asciugò le lacrime, si rimise in piedi e lo
guardò, i pugni serrati:
-
Mettiamo le cose in chiaro – disse brusca, la voce ancora tremula – io non ho
la minima intenzione di morire!
Non c’è soluzione.
Ribadì il
Girinoma calmo.
Se io esisto, tu muori. Se non
esisto, morirai comunque, perché non saresti in grado di battere il
Collezionista. A te la scelta, cosa preferisci?
La pietà
che finora aveva avuto per quell’essere svanìin un istante. Selena avanzò verso di lui minacciosa:
- Non
voglio morire, punto e basta!!
Una parte di te sì. È per questo
che non sono ancora svanito.
Lei si
bloccò, senza capire che volesse dire. Il Girinoma
indicò un punto distante alle sue spalle, dove nel buio altre due sagome si
stavano facendo man mano più nitide. Selena guardò il Girinoma interrogativa.
Ti conviene sbrigarti, se proprio
vuoi uscire. C’è qualcuno che ti sta chiamando insistentemente da parecchio,
comincia a dare fastidio.
Selena
non si mosse. Non capiva, lei non sentiva nulla; scosse la testa e il Girinoma indicò le due figure distanti
con più energia.
La
ragazza, ancora confusa, obbedì.
Provò a
tendere l’orecchio, ma non sentiva proprio nulla, nemmeno il rumore dei suoi
piedi sul pavimento setoso.
Ascolta bene.
Lei si
girò scocciata per ribattere, ma il Girinoma
non si vedeva più.
Accelerò
l’andatura, furente, non capiva se quella creatura la volesse aiutare o meno.
Dopo un tempo
che le sembrò infinito raggiunse la destinazione.
Le due
figure parvero non notarla, almeno all’inizio.
Una era
poco più di una bambina e fissava l’altra senza una parola; singhiozzava un
poco e Selena ebbe l’impressione (non poteva dirlo con certezza, visto che là i
colori erano tutti sfalsati) che i capelli avessero un colore molto simile al
suo.
L’altra
figura si poteva scorgere solo in parte, attraverso uno squarcio nell’aria
simile ad una finestra sbrindellata. Alle spalle della figura, che Selena intuì
una donna, c’era un ambiente totalmente diverso da quello in cui la ragazza si
trovava: vi distingueva una casa con dei muri veri, un banco e una sedia su cui
la donna stava seduta, rannicchiata a borbottare e piangere.
Dopo
qualche istante la donna sollevò lo sguardo e la guardò: Selena la riconobbe
subito ed ebbe un tuffo al cuore.
Certo,
finora era stato tutto molto strano, ma vedere la madre di Kin, la sua
matrigna, guardarla furente era davvero troppo.
La donna
si alzò di scatto. Aveva la faccia stanca, rigata di lacrime, tesa in una
smorfia furente, i corti capelli corvini erano scarmigliati e avevano l’aria
trascurata, come i suoi vestiti. Indicò con dita tremanti nella direzione di
Selena e prese ad urlare con voce stridula:
- È tutta colpa
tua! Tu me l’hai portato via, piccolo mostro! Demone! Scherzo della natura!
Selena
indietreggiò appena. Ricordava perfettamente quelle parole e, in qualche modo,
dedusse di stare guardando una scena passata; e capì che la donna non indicava
lei, ma la bambina, e Selena rivide lì accanto se stessa a nove anni, il giorno
della morte di suo padre.
- Tua! Tua! Tua!– continuò la donna isterica – Setu non ci fossi mai stata! Per te… Oh, cosa non ha fatto
per te! Schifosa, schifosa bestiaccia!
Selena
strinse i pugni fino ad infilarsi le unghie nella carne. La Selena-bambina fece
lo stesso, sempre in silenzio.
- Come
quell’essere ignobile di tua madre…! Anche lei hai ammazzato! –
gridò acuta, e poi le sfuggì una risata crudele e nevrotica – Solo perché sei
nata!
Era
troppo. Selena, anche se era quasi certa che non avrebbe potuto sentirla, si
allungò verso uno degli strappi e lo tirò, chiudendo la finestra e urlando a
pieni polmoni:
- NON È
VERO!
- Invece sì.
Si voltò di
scatto, spaventata dal sentire la sua voce, la sua stessa voce, benché molto
più giovane, venire da qualcun altro. La Selena-bambina la guardò in lacrime:
- Che ci fai qui?!
Selena la
fissò ad occhi sgranati, rispondendo solo dopo un lungo silenzio:
- Sono
venuta…
Già,
cos’era venuta a fare? Poi ricordò le parole del Girinoma e trasalì:
- Saresti
tu… Cioè, saresti tu la parte di me che…?!
- Certo!–
urlò lei – Cosa
sei, venuta a chiedermi di aiutarti?! Nemmeno per sogno!
Battè i
piedi a terra, stritolandosi i lembi della maglia consunta nelle mani:
- Io ti odio! Ti
odio, ti odio, mi odio! E lo sai
anche tu! Perchè siamo delle assassine! Assassine, assassina!
Selena la
guardò ammutolita; doveva essere impazzita, non c’era altra spiegazione.
Eppure,
non riuscì a non sentire che quel che le stava urlando contro era veramente
qualcosa che lei aveva pensato, almeno una volta, ma averne coscienza la
spaventava:
- Che
stai dicendo…?
La
piccola scosse la testa e gemette forte, come se di colpo non riuscisse più a risponderle:
- Mamma! Mamma,
papà, e Kin! E Keris! Tutti, tutti, tutti! E gli hai uccisi tu!
Selena
indietreggiò, spaventata. Si tappò le orecchie per non sentire la bambina
strillare, ma era quasi impossibile.
E mano a mano
che l’ascoltava sentiva quella parte del suo animo, così piccola e triste e che
ora aveva trovato la forza e l’occasione per uscire e fronteggiarla, sempre più
forte; la sentiva riecheggiare con la sua voce in ogni angolo della sua mente,
le sue parole erano così vivide e dure da bloccarla dov’era.
- No…
- SI’! Lo sai, lo
sai!
Selena
continuò a scuotere la testa, non voleva sentire altro.
- Se non fossimo
nate – continuò la bambina – quanto ancora avrebbe vissuto la mamma?!
-
Piantala…
Selena lo
sapeva bene. Sua madre aveva vissuto poco, dopo la sua nascita, perché il suo
corpo s’era indebolito troppo. Certo che lo sapeva.
- Lo sai! Tanto,
tantissimo!
- Non è
vero…
- Invece sì!!– gridò la piccola tra i singhiozzi – Sarebbe viva! E papà sarebbe con lei, e starebbero bene
entrambi!
- Non
sono stata io a far cadere papà da quella trave!
Si
giustificò la ragazza con tono concitato.
- Papà s’è fatto
male perché faticava anche per noi! – ribattè la bambina – Perchénon gli davano la razione per te, e lui faceva il doppio
della fatica!
- Basta…
Piantala!
- Perché, lo sai,
lo sai vero?! Perché il cibo lo razionavano, e per noi non ce n’era! Perché
siamo mostri!
- Non ce
n’era perché non ci consideravano! – protestò Selena con amarezza
- E papà allora
faceva dei lavori per la gente, e riparava, e aggiustava dove gli chiedevano, e
tutto per mettere via due pezzi di pane da dare a te!
- Zitta!
- Era stanco, e tu
l’hai ucciso!
- Basta!
Ma la
bambina, imperterrita:
- E poi hai fatto
uccidere Kin!
- Stai
zitta!
- Gli avevamo
promesso di proteggerlo!
Selena
ormai gesticolava e strepitava, piangendo quasi quanto la piccola:
- Lo so
benissimo!!
- Ma non l’hai
fatto!!!
- Io…!
- E Ki-chan! E ora
Quiche…!
- STAI
ZITTA!
Le tirò uno
schiaffo con tutta la sua forza, sentendo nello stesso istante di riceverlo
anch’essa. Si tenne la guancia e vide la Selena-bambina fare la stessa cosa,
mezza sdraiata per terra.
Selena si
pentì subito del suo gesto, la raggiunse e l’abbracciò; la bimba non la
respinse, e lei la sentì tremare tra le sue braccia, piccola e fredda: e capì
che provava la stessa sensazione ogniqualvolta tentava di nascondere qualcosa a
sé stessa.
- … Perché…?
– domandò la piccina con voce flebile – Io… Non voglio più uscire…
- …
Anch’io ho paura.
- Succede… Succede
sempre qualcosa di male…!– pianse la bambina – Nonvoglio
più perdere nessuno! Non voglio più stare sola!
Selena
non rispose e restò immobile, sebbene un brivido gelido le attraversasse la
schiena.
- Non uscirò! Non
uscirò più! Morirò! Sparirò! Ma nessuno… Nessuno…! Non perderò nessuno!
Selena le
accarezzò la testa, gli occhi lucidi:
- Nemmeno
io, ma è per questo che dobbiamo uscire.
- Non voglio!
– pigolò l’altra.
Selena
sospirò con dolcezza:
-
Ascolta… Io… Non credo che mamma, papà, Kin o Keris sarebbero felici se
morissimo così. Se abbiamo anche solo una, minuscola possibilità di vivere…
- Ma non voglio
che succeda qualcosa alle ragazze!
- Nemmeno
io.
- Però Quiche…!
Quiche…
Selena si
zittì e la fissò triste.
- Se non c’è, che
senso ha uscire…?!?
La
ragazza aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse subito mordendosi le
labbra e voltò la testa.
- Io…
Selena.
- Cosa c’è?
Selena
non le rispose subito. Tese le orecchie cercando qualcosa, ma sembrò non sentire
nulla. Poi, incerta, si strinse le mani sul cuore e si mise di nuovo in
ascolto, chiudendo un secondo gli occhi; sobbalzò incredula e si sciolse in un
sorriso:
- Non
senti?
La
bambina si guardò un poco attorno; annuì per rabbuiarsi subito dopo:
- Te lo stai
sognando…
- Io dico
di no.
Concluse
Selena con voce ferma. La bambina si asciugò un poco il viso:
- Ci proviamo…?
Selena
annuì.
- Ci
proviamo.
La
bambina fece un segno d’assenso e affondò il viso contro il suo petto; Selena
la vide splendere un istante, per poi sentire quel piccolo frammento del suo
cuore tornare a far parte di lei.
Allora? Avete deciso?
Selena si
alzò in piedi. Il Girinoma era di
nuovo accanto a lei, sempre più evanescente, tanto che ormai lei non ne
distingueva che una sagoma luminosa e semi-trasparente.
-
Ovviamente.
L’essere
si avvicinò di più.
Sai, di solito i pochi mezzosangue
che riescono a parlare con quella parte di sé, alla fine si lasciano morire
senza neanche lottare.
Selena si
sistemò i capelli dietro un orecchio:
- Con
quella parte… Intendi la bimba?
Per te era la te stessa bambina.
Per altri è un amico, un genitore, un amore. Non ha importanza come lo
rappresentiate, ma è la parte del vostro cuore che più desidera la morte.
Selena lo
scrutò turbata, e le sembrò che l'essere facesse spallucce.
Tutti hanno una minuscola parte di
sé che, almeno una volta, desidererebbe farci sparire. Voi sanguemisto non
avete mai avuto una vita semplice, perciò non c’è da sorprendersi che la vostra
sia così forte.
Selena
non rispose:
- Forse.
Ma io voglio vivere – ripetè tranquilla – non cambio certo idea.
Ah no?
Le parve
che le sorridesse e ricambiò, chiudendo gli occhi:
- Mi sta
chiamando. L’ho sentito.
Davvero?
La
ragazza annuì:
- Mi ha
fatto una promessa, e voglio fargliela mantenere. È molto orgoglioso, sai?
Le parve
che l’essere sorridesse.
- Se mi
faccio chiamare un altro po’, mi lascia qui.
La
creatura fece un mezzo inchino e le porse la mano.
Allora vieni.
- Un
secondo!
Il Girinoma la guardò di sbieco.
Non c’è molto tempo…
- Lo so,
lo so, ma… Ascolta!
Prese le
sue mani, o per lo meno quelle che le sembrarono le sue mani, perché era ormai
indistinguibile nel buio, e lo guardò con aria decisa:
- Tu puoi
aiutarmi.
Il Girinoma ascoltò la sua proposta senza
dire nulla e alla fine le rivolse solo uno sguardo dubbioso.
È rischioso.
- Già.
Ed è strano che tu lo chieda a me.
- Ah sì?
Perché?
Di solito, i mezzosangue mi
additano e disprezzano, maledicendo la mia esistenza.
Disse
tutto come se fosse ovvio, ma la sua voce aveva una nota melanconica. Selena
sorrise gentile:
- Nessuno
ti ha chiesto di essere causa di tanto dispiacere. Non ne hai colpa. Però, se
davvero tu sei un potere così grande, e se davvero hai vissuto in me da quando
sono nata ed ora ti devo dire addio, ho solo un favore da chiederti.
Il Girinoma la fissò e Selena lo vide
sorridere.
D’accordo.
~*~*~*~*~
Le lame
di Heka si diffusero come uno sciame, volando nella direzione di Shorai
sibilando e ronzando. L’uomo digrignò i denti e schivò tutti i colpi,
vaporizzando quelle lame che gli passarono troppo vicine.
Heka si
accigliò, combattevano già da troppo tempo e quel maledetto non riportava
ancora nessun danno. Era un osso molto più duro di quanto pensasse…
Shorai
gridò a pieni polmoni e lanciò due sfere d’energia. La prima sibilò sopra la
testa del comandante dei Combattenti, l’altra si diresse precisa contro il
piccolo Tart, che la evitò per un soffio.
-
Toglietevi dai piedi! – urlò il Collezionista fuori di sé – Non ho tempo da
perdere con voi!
Per tutta
risposta, Mintaka lanciò la sua sfera contro di lui, generando un’esplosione
elettrica da parecchie centinaia di volt.Shorai urlò più forte, imprecò e sputò, sparando sfere energetiche in
ogni direzione, ormai al limite della follia.
Sotto, le
MewMew erano stanche. I colpi che la barriera stava ricevendo erano fortissimi
e continui, e loro sentivano di stare per cedere.
- Non ce
la faccio più…! – gemette Paddy
- Ti
prego, fai un altro sforzo! – cercò d’incoraggiarla Lory, ma anche lei era al
limite.
Mina era
una maschera di dolore, il braccio che sembrava volesse spezzarsi in altri due
o tre punti tanto le doleva.
Strawberry
guardò allarmata prima loro, poi alle sue spalle Selena e Quiche:
“Vi
prego… Non potremo resistere ancora per molto…!
Quiche si
sentiva stanco. Aveva perso molto sangue, e non sapeva da quanto tempo stava
continuando a chiamare la ragazza che stringeva tra le braccia, ancora e
ancora, ma lei non dava risposta.
Se ne
stava immobile, avvolta da quella luce che non l’abbandonava da prima, e il suo
respiro si stava affievolendo a poco a poco.
Quiche
stava per arrendersi, per la prima volta in vita sua pensò di non avere davvero
vie d’uscita. Avrebbe voluto lanciarsi contro Shorai e sfogarsi con tutta la
rabbia e il dolore che aveva in corpo, ma si costrinse a resistere ancora:
doveva provare a chiamarla ancora una volta… Ancora un pochino…
- Selena…
Il corpo
della ragazza ebbe un sussulto. La luce svanì e lei cedette un poco tra le
braccia di Quiche, il respiro così lieve da non riuscire quasi a sentirsi. Lui
sentì il cuore smettere di battere:
- Sel…!
Lei emise
un impercettibile mugolio e parve muoversi. Il ragazzo la tirò su con
delicatezza e le girò piano il viso, ricominciando a respirare solo quando le
vide socchiudere gli occhi.
- Qui…
che…?
Il
ragazzo non le rispose, anche perché era troppo impegnato a riprendere fiato, e
si limitò a sorriderle; lei lo guardò un istante da capo a piedi e poi gli
gettò al collo le braccia, prendendo a piangere:
-
Quiche…! Quiche, Quiche…! Stai bene…!
Lui
ricambiò la stretta e rise appena:
- Star
bene è un’altra cosa…
-
Credevo…! Credevo che fossi…! Mi sono sentita morire… - gli baciò le guance e
la bocca con fare tremante - Quiche!
- Ma non
dovrei essere io quello che si è spaventato? Mi hai fatto prendere un colpo!
Selena
trattene una risatina nervosa, mentre il ragazzo le asciugava le guance.
Poi una
sfera d’energia s’infranse a meno di un metro da loro, e lo sguardo della
ragazza tornò serio.
Con fare
malfermo si mise in piedi, accorgendosi di avere dolori dappertutto e le gambe
molli; Quiche, per quanto glielo permettevano le ferite, l’aiutò, e un po’
sorreggendosi un po’ facendosi sorreggere si rimisero entrambi in piedi. Il
ragazzo fissò un secondo Selena con fare interrogativo:
- Che
vuoi fare?
Lei
scrutò lo scontro tra Shorai e gli altri con durezza:
- Dargli
ciò che vuole…
Nello
stesso momento le ragazze si erano accorte che i due si erano rimessi in piedi.
Strawberry quasi saltò al collo di Selena scorgendola di nuovo in sé, ma si
trattenne nel vederla così debole.
L’aliena
sorrise:
- Grazie
di avermi protetta…
Le MewMew
sorrisero di rimando. Tutte loro, come Quiche, avvertivano una strana calma
attorno alla ragazza, e un’energia forte e definita che sembrava pronta ad
esplodere.
Selena
fece un altro passo avanti, camminando ormai da sola, ma senza lasciare mai il
braccio di Quiche; lui faceva altrettanto, quasi avesse paura che lei sparisse
di nuovo.
Selena
strinse il pugno, doveva concentrarsi come mai aveva fatto prima, aveva a
disposizione un colpo soltanto.
Sopra le
loro teste, la battaglia si era fermata di colpo.
Pie e
Taruto erano esausti, ma non erano certo degli ostacoli per Shorai. Neppure
Heka e Mintaka, per quanto forti, avevano fino a quel momento anche solo ferito
l’uomo.
Questo
s’era fermato da solo, fissando con orrore lo scempio sotto di sé.
Il Girinoma s’era fermato. Non c’era più.
Senza alcun motivo logico né plausibile, il Portatore aveva ripreso possesso
del corpo, e il suo Girinoma era
scomparso.
- No… È
assurdo…
Strawberry
gli rivolse un sorriso trionfante:
- Te
l’avevo detto che sbagliavi.
- NON È
POSSIBILE!!!
Shorai
emise un’onda d’energia dal proprio corpo che spinse via i suoi avversari. Col
viso contratto dalla rabbia fissò furente il gruppo sotto di lui, latrando fuori
di sé:
- LO RIAVRO’! A QUALUNQUE COSTO! LO RIAVRO’,
MALEDETTA! DOVESSI UCCIDERE TUTTI I TUOI AMICHETTI E MOSTRARTI LE LORO BUDELLA,
TI GIURO CHE TI FARO’ RISPUTARE FUORI IL GIRINOMA!
Le
ragazze indietreggiarono un poco, spaventate dalla forza e dalla ferocia che
deformava il volto dell’uomo. Selena, però, non mutò espressione, e protese il
braccio contro di lui, fissandolo con gli occhi ridotti a due fessure.
- Tu puoi aiutarmi.
Ah sì? Non vedo come…
- Hai detto di essere un potere. Un
incantesimo, una forza straordinaria.
… Sì, esatto.
- Se Shorai ti cercava, vuol dire che sei
qualcosa che lui non ha, giusto?
… Giusto.
- E hai anche detto che tu non puoi
coesistere con la mia coscienza, o morirò, giusto?
Giusto.
- Allora, ti chiedo questo, se puoi farlo:
esci, sì, esci da dentro di me, ma tutto insieme.
Tutto insieme?
- Un colpo. un colpo soltanto, con tutta la
forza che sei, e io scaglierò il colpo contro Shorai, e lo distruggerò.
Selena
guardò Shorai, una belva inferocita. Avvertì ancora un istante la presenza del Girinoma al suo fianco, e lo sentì
mormorare:
Stai attenta.
“Tranquillo,
non sbaglierò.”
… Hmph…
“Perché
ridi?”
Non rido, sorrido.
“E
perché?”
Perché anche se ho dovuto aspettare
quasi tre centinaia di secoli… Alla fine non scomparirò carico di rimpianti.
Alla fine ho avuto uno scopo, e ben più nobile di quello per cui sono nato.
Selena
scostò lo sguardo da sopra di sé. Le parve di scorgere una figura qualche metro
di fronte a lei, che assomigliava vagamente ad un ragazzo, un sanguemisto come
lei che le sorrideva; ma l’immagine era troppo indistinta e non seppe mai dire
se si fosse trattato di un miraggio o della realtà.
Shorai
mandò un altro urlo e, scacciando Heka e Mintaka che tentavano di bloccarlo, si
gettò verso Selena.
Vai adesso.
-
Restituiscimi la mia creatura!!
“E
tieni!”
Senza che
Selena pronunciasse alcuna formula, il colpo partì. Un’esplosione di luce
invase la stanza accecando i presenti ed investì Shorai con un frastuono tale
da coprire ogni altro suono, comprese le sue grida terrificanti.
Selena
percepì quella forza attraversarle il braccio come un fiume in piena, e il
rinculo la sollevò e la fece volare bruscamente all’indietro; avvertì la mano
di Quiche stringerla più forte e lei gli si aggrappò al braccio, incapace di
reggersi in piedi e senza riuscire ad aprire gli occhi un solo istante.
L’energia
scosse l’intero pianeta come se fosse stato fatto di paglia, ma non distrusse
nulla, concentrandosi tutta contro il suo bersaglio.
Quando la
forza smise di far tremare il pavimento e la luce scemò, scese un silenzio
denso, intervallato da respiri affannosi. Selena si ritrovò a terra e quando
riuscì finalmente ad aprire gli occhi si guardò attorno allarmata: non poteva
sapere come avrebbero reagito i presenti al suo attacco, la sua era stata una
scommessa.
O tutto o
niente.
I suoi
occhi celesti saettarono di qua e di là.
Di fronte
a lei le ragazze erano ancora frastornate e avevano l’aria distrutta,
accasciate a terra senza forse, ma sembravano quasi intere; Pie e Taruto, poco
più in là, non sembravano meno provati, ma erano salvi. Al suo fianco Quiche le
stava continuando a tenere la mano; stava seduto a fatica, era un ammasso di
ferite ed era così pallido da sembrare lì lì per svenire, eppure intrecciò le
dita con quelle di Selena e le rivolse il suo solito ghignetto sardonico:
- Mica
male…!
La
ragazza avvertì il suo cuore avere un fremito di felicità, ma era ancora tesa e
per nulla sicura che fossero in salvo. Scorse con la coda dell’occhio Heka (si
chiese cosa ci facesse lì, ma non domandò) che andava ad ispezionare in fondo
all’androne, là dove il colpo di lei s’era dissolto; lo vide sbirciare
qualcosa, poi fare un’espressione schifata e quindi ammiccare nella sua direzione.
C’era
riuscita…!
Selena
sentì di non avere più forze. Si lasciò cadere completamente a terra, esausta,
e iniziò a ridere e piangere assieme, abbracciando Quiche che si era chinato
per vedere cosa avesse.
La
ragazza passò piangendo e ridendo i minuti successivi, abbracciando al colmo
della felicità anche le MewMew, che le si fecero attorno una ad una.
- Io lo
sapevo, lo sapevo! – cantilenò Strawberry – Avevo ragione!
- Certo
che avevi ragione! – disse Minto – Perché parlavi di Selena-chan…
- Non mi
stai facendo un complimento, vero (gocciolone)?
Ci fu uno
scoppio generale di risa. Anche Pie e Tart li raggiunsero; Selena sorrise con
calore al ragazzo più grande, che ricambiò impercettibilmente, e abbracciò il
più piccolo. Lui sobbalzò un poco, non se l’aspettava!
- Scusa…
Fece poi
lei con una risata bassa; Tart fece spallucce con un mezzo sorriso:
- Vabbè…
- State
bene voi due, vero? – chiese ancora la ragazza guardando i due alieni.
- Mai
stati meglio!
- Non fare
lo spaccone, nanerottolo… - scherzò Quiche, mentre Strawberry l’aiutava a
camminare.
- Taci
tu! – gli rimbrottò – Io non ho un buco nella spalla!
L’altro
sospirò:
- Touché…
- Non
prenderla così sul ridere (gocciolone)!
- Puoi non
sgridarmi basta adesso, neko ‘nee-chan?
La rossa
scosse la testa esasperata.
-
Comunque… È stato una figata, onee-san!!
– esclamò il ragazzino, guardando Selena ammirato.
- Non
chiedermi di rifarlo…
Ci furono
altre risa, che s’interruppero solo quando i ragazzi videro Heka e Mintaka
avvicinarsi. Strawberry rivolse subito ai due il suo sorriso più caloroso e,
facendo un lieve inchino, disse:
- Vi
ringrazio moltissimo…! Senza il vostro aiuto…
- Dovevo
vendicare i miei uomini. – tagliò corto il comandante dei Combattenti –
Ringrazio voi di avergli tenuto così bene testa fino al mio arrivo.
Strawberry
non seppe che dirgli, e si limitò a fare un cenno col capo.
- Dovete
tornare dal vostro amico ora, vero?
A quella
domanda di Mintaka la rossa s’incupì, perché il pensiero di Ryan le fece venire
in mente solo un altro nome: Keris.
Anche
Selena sentì il sollievo svanire così com’era arrivato, e si morse il labbro.
- Sì… -
rispose comunque la mewneko – Dobbiamo tornare da lui.
- Verremo
con voi, allora. – sentenziò Heka – Vi dobbiamo un aiuto, avete salvato ben due
dei mie ragazzi: potrebbero esserci altri tranelli in quest’inferno di
gallerie, e voi siete tutti troppo stremati per affrontare alcunché.
I ragazzi
annuirono. Selena, che non riusciva più a stare in piedi, fu aiutata ad alzarsi
da Lory e Pam, mentre Tart si prese Paddy sulle spalle e Ichigo continuò a far
da stampella a Quiche, aiutata anche da Mintaka, e tutto il gruppo si
teletrasportò con uno schiocco silenzioso, svanendo in un istante.
Riapparvero
a una decina di metri dal terrestre biondo. Questo, sentendoli, non mosse
neppure la testa, continuando a tenere il capo chino sul corpo senza vita di
Keris; attorno a lui svolazzava Masha, che continuava ad emettere pigolii
angosciati senza posa.
Bellatrix,
lì accanto, sollevò appena gli occhi verdi:
- Heka! …
Mintaka…!
Esclamò
con sollievo. I due uomini le fecero un cenno d’assenso, e lei si rimise seduta
tranquilla.
- Quello…
È Alnilam?
La
domanda di Heka cadde in un silenzio gelido. Guardò ancora il ragazzino, che
Mintaka aveva recuperato poco prima di unirsi al suo capo contro Shorai e aveva
lasciato sotto la custodia di Bellatrix. Alnilam se ne stava seduto su una
sporgenza con lo sguardo perso nel vuoto ed Heka serrò le nocche: non c’era
bisogno di fare altre domande sulle sue condizioni, perché aveva già una
risposta per tutte, e tutte erano terribili.
Intanto,
il gruppo si era avvicinato a Ryan. Strawberry, con un nodo alla gola, lasciò
Quiche nelle mani di Mintaka, prese Selena e si avvicinò al biondo. La ragazza
dai capelli argentati si lasciò andare di peso in ginocchio, sfiorando la mano
ormai fredda dell’amica, e riprese a piangere in silenzio.
- Se…
Solo… - mormorò Strawberry col magone – Se solo… Sapessi che c’è ancora…
- Di che
parli…?
La rossa
guardò Mina, asciugandosi gli occhi con prepotenza:
- La
MewAqua! C’è, c’è su questo pianeta! L’avete detto voi, ne aveva parlato
Tanir…! E io, prima…! – indicò Quiche che si passò sovrappensiero la mano sulla
ferita semi-rimarginata.
- Ma
chissà dov’è. – puntualizzò Pie; il suo tono era pacato come al solito, ma
anche lui sembrava abbattuto – Questo posto è enorme, lo sai bene.
- E noi –
continuò Pam per lui, la voce fioca – reagiamo solo in determinati stati
d’animo al cristallo. Potrebbero volerci giorni per trovarlo, o anche più. E
allora…
Non
continuò, e Strawberry stessa le fece segno di tacere: non voleva neppure
pensare a come potesse diventare il corpo della sua amica, lasciato lì per
giorni e giorni. Emise un singhiozzo più secco e deglutì a vuoto.
-
Scusate…
Tutti si
voltarono verso Mintaka con aria frastornata, nessuno si aspettava un suo
intervento. L’uomo parve soppesare quel che voleva dire e poi aggiunse:
- Con
MewAqua… Intendete quella strana forza che avete utilizzato prima? Per creare
lo scudo?
- N-no… -
rispose Strawberry incerta – Quello era il MewPower…
Lui
scosse la testa:
- C'era
qualcos’altro. L’ho percepito chiaramente, c’era un’energia diversa, unita a
quella che ho sentito finora provenire dai vostri corpi e dai vostri attacchi.
La rossa
lo fissò ad occhi sgranati, sbalordita dall’acutezza dei suoi sensi. Annuì
appena, confusa.
L’uomo
riflettè ancora un secondo, poi fece appoggiare Quiche alla spalla di Pam e
sparì senza un rumore. Tutti si guardarono dubbiosi.
- Ma che
gli prende?
Chiese
Quiche, ma nessuno rispose. Mintaka ricomparve una decina di minuti dopo, con
una strana sfera luminescente in mano.
- Ecco.
Io parlavo di questa.
Strawberry
non rispose, trattenendo il fiato per lo stupore. Fu Paddy a rompere la
tensione, cacciando un grido di gioia:
- Il
cristallo!!
- Non può
essere…
- Ma come
hai fatto?!?
Esclamò
Strawberry con voce acuta. Lui fece spallucce:
- Sono
più bravo di voi a percepire le differenze d’energia, tutto qui…
Selena lo
fissò ad occhi sbarrati, attonita. Strawberry gli si avvicinò e con mano
tremante afferrò il cristallo, portandoselo al petto, gli occhi lucidi.
Era lei,
era proprio la MewAqua! Avvertì il leggero pizzicore della sfera sotto i
polpastrelli, si perse a guardare la luce cangiante della piccola bolla
all’interno della superficie sferica, e con aria ancora confusa si avvicinò a
Selena e a Ryan.
Guardò un
secondo le sue amiche, sembravano tutte più stordite di lei. Strinse con più
forza il cristallo, non era certa di come usarlo: sulla Terra era sempre stato
il MewAqua Rod a cambiare lo stato della gemma e a renderla liquida,
l’unica goccia di MewAqua che avesse mai visto era quella che Ryan portava al
collo.
“Prima,
però, c’ero riuscita…”.
Serrò gli
occhi, indecisa, ed avvertì la mano di Selena sulla propria; la ragazza la
guardava implorante:
- Per
favore… Provaci…
Strawberry
annuì con forza. Avvicinò un poco il cristallo al corpo di Keris, ma non
accadde nulla. Prese un bel respiro e ritentò, cercando di concentrarsi, e pregando
con tutto il cuore che la sua amica si svegliasse.
“Ki-chan…”.
Il
cristallo brillò con più forza, vibrando tra le mani della rossa, e poi si
spense di nuovo e tornò immobile. La mewneko, Ryan e Selena si sporsero appena
verso Keris, e anche se non dava segno di reazione, la ragazza dai capelli
argentati ebbe l’impressione che le sue guance fossero meno pallide; Ryan
credette che gli stesse per esplodere il cuore e le parole gli uscirono dalle
labbra troppo piano perché le sentisse qualcuno:
- Ti prego…
Guardami…
Keris
continuò a restare immobile. Poi, come chi esce dall’acqua e deve riprendere
fiato, la ragazza inarcò appena la schiena ed emise un gran sospiro,
socchiudendo gli occhioni dorati. Selena si mise le mani sulla bocca per non
strillarle nelle orecchie.
- Sel… Sibi… chan… Ryan…
Masha
mandò un acutissimo strillo e prese a volare in circolo come un forsennato,
canticchiando cinguettii. Al frastuono si unì la mewneko con un urlo così forte
da far sobbalzare Keris, che vide le amiche prendere a piangere di gioia e
abbracciarla:
- Ma che
vi prende…?!
Poi si
guardò un istante attorno, e incrociando lo sguardo di Ryan mormorò:
- Un
momento… Ma io sono… Sono viva?
- Di
certo sei lenta di comprendonio, nanetta.
Disse
Quiche maligno; lì per lì Keris gli rivolse un’occhiata furente, ma poi sorrise
e gli fece una linguaccia.
Le loro
reazioni furono così naturali che per un secondo a Strawberry e gli altri parve
di essere tornati a casa.
Un po'
meno naturale, almeno agli occhi della rossa, fu l'urlo di gioia che Ryan
lanciò mentre abbracciava Keris e la baciava; la mewneko arrossì vistosamente
quasi quanto l'aliena:
- Ryan,
ma che…?!
- Oh, dai
Strawberry!
La rossa
si voltò a fissare scandalizzata Lory che l'aveva sgridata, e che guardava
colma di gioia Kerisstretta tra le
braccia del ragazzo.
Selena
rise forte:
- Oh,
Ki-chan!
Quasi si
sdraiò sull'amica, incurante delle proprie ferite e del fatto che Ryan si
trovasse costretto a reggerle entrambe:
- Ehi, in
due siete pesanti (gocciolone)!
- Biondo,
giù le mani dalla mia ragazza!
- Taci,
alieno maniaco.
- Quiche,
non agitarti o ti si riapre la ferita (gocciolone)!
Alla
frase di Selena, Keris sciolse un poco il suo abbraccio e guardò il gruppo
impallidendo:
- Ma che
vi è successo?! Siete passati sotto un tritacarne (gocciolone)?!
-
Spiritosa… - fu la replica gelida di Pie.
- Ne
parliamo più tardi. – le sorrise Selena – Ora… È proprio il caso di tornarcene
a casa.
- Torniamo
a casa, casa! Piii!!
Sì sì sì lo so… sn troppo buona! Cosa posso
farci? Amo i finali felici :3!
Ombre oscure alle
sue spalle: +_____+…
Perché avverto un brivido ^^"?
SBAMBAMPAMPARADANGPAM! *Ria viene massacrata di legnate*
D'ho, ma perché #___ç""?! sn stata
brava, siete tutti vivi e vegeti!
Keris: brava?!?
Selena: ci hai fatti
massacrare! Questo è il compenso, aspettavamo solo di vedere cosa avresti
combinato per dartelo!
Huhiiiç___ç"""!
ma sn stata brava! Non uccidetemiiii
T___T""
Kisshu: infatti non
ti uccidiamo ^^+
Taruto: provvediamo
solo a maciullarti per benino
*rumore di fondo di ossa che si rompono*.
Ryo: *tossicchia*
bene, mentre gli altri riducono l'autrice a carne macinata (spero non troppo perché
deve mettere la parola fine con gli ultimi cap, sia
lode al cielo!) provvederò a ringraziare!
Le 60 persone che hanno fatto visita al capitolo precedente: grazie cari, ma
non è che lascereste anche un commento, disgraziati?!
Ryo, non si parla male ai lettori #___@""...
Ryo: tu taci e fatti
pestare da brava. Dov'ero…? Ah sì.
A Fujiko_Matsui97, grazie dello sforzo,
siamo commossi ^^. Sì, mi duole affermare che l'autrice legge molti fantasy…
Troppi fantasy a dire il vero -.-. studiasse sarebbe meglio…
Sei crudele!
Ryo: cmq *la ignora*
mmm… Non so Selena come Berry non vedo molto il nesso ^^", in cosa si
assomiglierebbero? Ora sn curioso, davvero ^^. Forse
per il capello lunghissimo? (io li preferisco corti…)
Keris: hihihi ^\\^
Kisshu: nessuno ha
chiesto la tua opinione, biondo!
Ryo: già… del resto
per te i capelli passano in secondo piano, eh? Interessa altro…
Kisshu: la pianti di
trattarmi come un maniaco sessuale?
Ryo: *lo guarda
scettico* continuiamo… Dici che è stato insensibile il (maniaco) Kisshu a
chiedere aiuto a Ichigo? *legge il commento pronto dell'autrice* "Forse è
più insensibile Ichigo, è tutta la storia che si comporta normalmente
insistendo a non filarlo di pezza, dopo che si è sacrificato per lei poteva
almeno chiedergli scusa -.-"!". stranamente mi trovo d'accordo, ma
del resto forse hai anche ragione tu ^^ Fujiko. Tranquilla,
anche l'autrice sbava per le accoppiate classiche, se vai a sbirciare i suoi
altri scleri avrai di che beartene -.-"""…
Lo dici con sufficienza *Ria da sotto alcune macerie*
Ryo: tra le coppie
classiche che non hai intenzione di contemplare oltre al maniaco con Ichigo
(perdonatela, ha un'allergia alla fragolina) rientro anche io?
Che?
Ryo: lasciamo
perdere -.-""… A Viola_Meridia_32,
ma addirittura perdere 3 giorni per leggere 'sta cosa?
Ryo, sei uno
s*****!!
Ryo: *continua ad
ignorare l'autrice* ti ringrazio comunque ^^, e concordo Shorai deve marcire
all'inferno atrocemente… Ma pare che ce ne siamo liberati, no? Keris è tornata
*sorride impercettibilmente, mentre dietro la schiena appaiono fiorellini* e il
maniaco…
Kisshu: E PIANTALA!
Ryo: ok, ok… E
Kisshu ora può spupazzarsi Selena quanto gli pare. Se non gli casca il braccio
da qui alla fine…
Kisshu: glom °_°"!
Ryo: grazie quindi
del commento, torneremo presto. Se davvero ti piace il lavoro di quella pazza
delirante di Ria… Oddio…
Tutti: che c'è?
Ryo *impallidendo*:
leggo qui che sta per pubblicare una storia nuova…
Tutti: no! TI prego
no °_____°"""!!
Ahaha! Mi avete già
picchiata, quindi non potete darmene ancora… vendetta!
A presto cari lettori ^___#, vado a farmi curare prima che quelli
si riprendano e continuino il massacro, ci vediamo nei prox
gg con nuovi aggiornamenti ;)!
Buongiorno
^^! Ok, ci siamo quasi, immagino che per nessuno siano i capitoli che uno si
aspetta (diciamo che sono barbosi :P) ma dovevano essere fatti, innanzitutto perché
dobbiamo dare conclusioni a parecchie intricate vicende sentimentali…
*Pai starnutisce*
In
secondo luogo perché… Perché… *sghignazza nell'oscurità*
Kisshu: quando fa così mi fa
una paura boia!
Selena: A chi lo dici
°_°""!
Ok,
poco da dire e poco da fare! Si rpeparino i
fazzoletti e le coppe di gelato da SPM, i diabetici si tengano alla larga e
gettiamoci nel penultimo (sì, avete capito bene! PENULTIMO!) capitolo de Il
Collezionista!
Tutti *suoni di trombette*: Evvivaaaa!! Gioia e tripudio ç_ç!!
Kisshu: non ci speravo più
T_T"!
Maledett… -.-***
Kisshu:
godetevi la fine delle nostre sofferenze!!
*Ria lo seppellisce sotto la sua astronave*
Cap. 54 – Neversay goodbye
Gli
ultimi membri dei Combattenti li lasciarono all'ingresso della loro navetta.
Bellatrix reggeva Alnilam, che muoveva lento passi
incerti obbedendo alla stretta, ma incurante tanto di lei quanto dei suoi
compagni, e Mintaka li seguiva in disparte, taciturno. Fu Heka a prendere
congedo, rivolgendo alle MewMew un inchino di ringraziamento; sembrava molto
provato, rabbioso e umiliato:
-
Vi ringrazio per aver aiutato i miei uomini – fece pacato – e per aver tentato
di salvare Betelgeuse.
Nessuno
aggiunse nulla; non sapevano quanto i suoi compagni gli avessero detto delle
decisioni dell'arciere, ma non era compito loro tirare in ballo l'argomento.
-
Grazie a voi per aver combattuto al nostro fianco, prima…
Rispose
titubante Strawberry. Non si sentiva molto in vena di elogiare Heka e i suoi,
visto che per colpa loro avevano rischiato molte volte la pelle, ma senza il
loro aiuto probabilmente non si sarebbero trovati lì ancora vivi.
L'uomo
non commentò e fece un breve cenno col capo, si avvicinò a Bellatrix afferrando
Alnilam e, messosi il ragazzo in spalla, si avviò
verso il piccolo orizzonte del planetoide diretto alla propria astronave. Si
fermò dopo pochi passi, perché Mintaka era rimasto immobile:
-
E tu?
Il
bruno non rispose. Guardò eloquentemente il suo capo, poi si voltò un istante
verso Pam; lei resse l'occhiata impassibile, l'espressione tranquilla, e sempre
senza una parola Mintaka si voltò di nuovo verso Heka:
-
Credo di aver bisogno di proseguire da solo.
L'altro
non replicò. Bellatrix guardò allarmata i due, confusa, ma nessuno le diede risposta
ed Heka si limitò a fare un cenno a Mintaka, riprendendo la sua strada senza
più voltarsi; la donna aspettò qualche istante, poi sospirando salutò Mintaka
con un cenno lieve, quindi se ne andò anche lei.
Quando
furono abbastanza lontani Mintaka rilassò le spalle e sospirò, facendo per
allontanarsi in una direzione ancora diversa. Fu Pam a bloccarlo:
-
Dove andrai adesso?
L'altro
la guardò come stupito dalla domanda e fece spallucce:
-
Per il momento, lontano da qui.
-
Ma sei ferito.
-
Me la caverò…
-
P-però…
La
domanda di Lory, che col suo istinto da crocerossina guardava allarmata l'aria
sfatta dell'uomo, cadde in un silenzio sordo. Mintaka le rivolse un sorriso
gentile e fece ancora per andarsene via, ma Pam lo fermò di nuovo:
-
Non cercherai di farlo ancora…!
-
Che intendi?
Lei
lo fissò allusiva e ribattè laconica:
-
Sei ferito. Siamo tutti feriti. Quindi…
Lasciò
la frase in sospeso. Fu Ryan ad intervenire, esasperato dalle loro mezze
parole:
-
Dai, vieni. Poi te ne andrai dove vuoi.
La
navicella vibrò molto meno rispetto al viaggio di andata: dato che nessuno dei
tre Ikisatashi era nelle condizioni di guidarla Pie aveva messo su pilota
automatico e tutti si erano seduti nel vano passeggeri, volendo soltanto poter
riposare.
Il
silenzio era ovattato, interrotto solo dai lievi scricchiolii metallici della
carena e da Strawberry, che a bassa voce raccontava a Keris cos'era successo.
Del resto era l'unica a voler parlare.
Mina,
il braccio finalmente fasciato e steccato, tentava di non cadere in balia del
sonno e ciondolava sfiancata la testa in avanti; accanto a lei Pam se ne stava
seduta, le braccia conserte e la testa appoggiata mollemente contro la parete
di metallo, guardando distratta un punto indefinito.
-
Siete esauste.
Guardò
senza rispondere Mintaka, seduto a poca distanza da lei; i suoi occhi chiari si
corrucciarono un poco:
-
Già…
Lui
sorrise sotto i baffi; non sapeva perché, ma riusciva ad innervosirla
facilmente, e doveva ammettere che la cosa era abbastanza divertente:
-
Se è per questo anch'io.
Ammise.
Pam lo esaminò a lungo, inespressiva.
-
Grazie del passaggio, comunque.
-
Ringrazia loro – replicò lei indicando Quiche e i fratelli – il mezzo di
trasporto non è mio.
Lui
sorrise. Pam studiò ancora di fronte a sé, poi girò appena la testa e lo fissò
dritto negli occhi azzurri:
-
Grazie per quello che hai fatto laggiù.
-
Grazie a te, Pam.
-
Oh, ora ti ricordi il mio nome?
-
Imparo in fretta.
La
mora si lasciò sfuggire un sospiro divertito e chiuse gli occhi per riposare.
Di
fronte a lei, Lory la guardò sorridendo con dolcezza. La mewfocena si
rannicchiò un altro po’ sul sedile e passò a guardare Pie, seduto accanto a
lei: il ragazzo era crollato pochi minuti dopo la partenza ed era rimasto
immobile, la gamba fasciata alla bene e meglio; si era addormentato sfiorandole
la mano e Lory si era limitata a ricambiare il gesto, pensando che di fronte a
tutti quello fosse il massimo segno di affetto che potesse rivolgerle. Gli si
avvicinò un po’, appoggiandosi al suo braccio e stringendo la stretta; si
sentiva felice, ma al contempo inquieta: non aveva scordato le parole di Pie
nei corridoi bui(*), né cosa sarebbe successo ora che quella disavventura si
era conclusa, e il suo cuore fu attanagliato dall'angoscia perché non poteva
sapere per quanto tempo ancora le sarebbe stato concesso di stringere quella
mano. Tentò di non pensarci e chiuse gli occhi, sperando di dormire un po'.
In
compenso, accanto a lei, Paddy e Tart non sembravano avere tormenti di alcun
genere e si erano addormentati beati, sdraiati su due sedili e leggermente abbracciati.
Selena
li guardò e si lasciò sfuggire un sorriso intenerito. Portò lo sguardo su
Quiche, che russava piano con la testa appoggiata alla sua spalla e il suo
sorriso divenne più largo; si sentiva stanca, spossata, e aveva l'impressione
che, con la scomparsa del Giniroma, una parte di sé fosse andata perduta per sempre e
con essa parte del suo cuore; ogni muscolo, nervo e cellula del suo corpo la
pregava di riposare, eppure lei non voleva dormire: era troppa la gioia di
sentire di essere viva, sentire il respiro calmo di Quiche al suo fianco, il
suo calore, avvertire la liberatoria sensazione di non avere più nessuno alle
costole, di poter andare finalmente dove voleva, di amare chi voleva. Accarezzò
sovrappensiero il ragazzo sulla nuca e poi vi si appoggiò con la guancia,
finchè le forze gliel'avessero concesso sarebbe rimasta ben sveglia a godersi
quella felicità.
*__________________
-
Ahi, ahi, ahi! Dannazione, fermati! Che male…!
-
Oh, insomma, quante storie!
Ryan
finì di stringere le bende attorno al torace di Quiche con un colpo secco,
strappandogli l'ennesimo lamento. Selena guardò la scena senza decidersi se
essere più preoccupata del dolore che poteva provare il ragazzo, o ridere
dell'esagerazione dei suoi guaiti.
-
Maledetto umano! Non puoi stare più attento?!
-
Hai una bruciatura degna di un anello di cipolla buttato nell'olio! – sbottò
Ryan esasperato – Vuoi che ti si infetti?! E allora taci e fatti medicare!
-
Mi aveva già medicato Sel!
Protestò
l'altro, indicando la ragazza che riponeva nella cassetta del pronto soccorso
un barattolo di pomata.
-
Ma bisognava fasciarti per bene, pezzo di imbecille. – sibilò ancora il biondo
– Ma se vuoi che ti si infetti e crepare tra qualche giorno, ti sbendo e ti
lascio fare!
L'altro
schioccò la lingua seccato e imprecò tra i denti, mentre Ryan rubava senza
troppi complimenti la cassetta dalle braccia di Selena e se ne usciva.
-
Quell'umano del…!
-
Dai, dai (gocciolone)… - Selena spostò un poco la sedia su cui era seduta e si
avvicinò al letto – L'importante è che la tue ferite siano ben medicate, no?
Lui
si sedette più comodo, borbottando: era certo che i modi di Ryan fossero dettati
più dalla vendetta che dal senso pratico, sia per quel che Quiche aveva fatto
in passato, sia perché in quel momento stava impunemente occupando la camera
del biondo.
"Beh,
irritarlo per irritarlo…"
Sempre
tenendo il broncio afferrò Selena per le braccia, la tirò su di sé e si sdraiò
accomodandosela sul petto. Lei arrossì un poco:
-
Quiche, la tua ferita…!
-
Sto bene.
Le
cinse la vita tra le braccia e la baciò, stringendosela contro; Selena si
lasciò andare al dolce ottundimento delle loro labbra, allontanandosi un poco
solo quando, senza accorgersene, premette troppo forte sulla spalla di lui
strappandogli un lamento soffocato.
-
Sto bene… - la rassicurò di nuovo – Stai tranquilla.
-
Non è vero. Dovresti riposare…
Per
tutta risposta lui si girò e la sdraiò supina, mettendosi sopra di lei:
-
Ma io non voglio riposare.
-
Quiche!
Selena
sentì da sola che le sue proteste non sembravano molto energiche, ma cercò di
essere ferma:
–
Guarda che se ti si riapre la ferita non ci sarà nessuna Mew Aqua, dovremo
ricucirti come un tacchino!
Lui
la baciò di nuovo appoggiandosi col dolcezza al suo corpo:
-
Fa lo stesso…
Selena
avvertì un prepotente brivido saettarle sulla pelle alla sua voce maliziosa, ma
cercò lo stesso di allontanarlo:
-
Quiche…
-
Negli ultimi giorni – sussurrò lui interrompendola – ho rischiato di morire
abbastanza volte per una vita intera. Ma ho visto anche te rischiare di morire
a sufficienza. Non posso… Non voglio
pensare che se anche una sola cosa non fosse andata per il verso giusto, ora
non ti avrei qui tra le mie braccia.
Fece
un'espressione dolente e Selena gli sfiorò la guancia, intristita:
-
Quiche, non dire…
-
Ma ora sei qui – sorrise – e sei viva, e…
La
baciò ancora con più trasporto e Selena ricambiò, capendo perfettamente quello
che sentiva: provava lo stesso desiderio di sentirlo vicino a sé, così vicino
da essere una cosa sola con lui e dimostrare al suo cuore che erano entrambi
vivi e potevano finalmente stare assieme.
Lo
strinse e fece scivolare le mani sotto la sua maglia, sfiorando con delicatezza
le bende; anche lui prese ad accarezzarla, inebriandosi dei lievi mugolii che
la ragazza mandava, del profumo della sua pelle e dei suoi capelli.
Selena
era lì. Era lì con lui.
Sentiva
il suo respiro piacevolmente irregolare e il suo cuore che palpitava e sapeva
che era sua.
Per
sempre. Nessuno gliel'avrebbe più portata via.
-
Sei mia vero?
-
E di nessun'altro.
Sussurrò
e il cuore di Quiche si gonfiò come un palloncino.
-
Ti amo…
-
Anche io… Ti amo tanto…!
Lui
cominciò a sfiorarle l'interno della bocca con la lingua e al dolce
sentimentalismo sentì unirsi un desiderio ben noto e piacevole: socchiuse
appena gli occhi dorati scorgendo lo sguardo di Selena, fremente e felice, e
prese a misurare la linea del fianco e della vita, aprendole i bottoncini
dell'abito azzurro e facendolo scivolare via, lasciando la ragazza con la corta
maglietta nera.
-
Aspetta!
Selena
si tirò un po' su, appoggiandosi al braccio e Quiche le mise il muso, c'era sempre
una qualche interruzione…!
Notò
però con piacere che nemmeno Selena sembrava troppo contenta di essersi fermata
e, nonostante l'aria imbarazzata, era evidente che avrebbe fatto qualunque cosa
pur di rimettersi subito a baciarlo.
-
E se entra qualcuno?
Lui
fece un ghignetto furbo e mosse un dito; Selena percepì una lieve vibrazione
attorno alla porta, dove si materializzò una barriera, e sentì il lucchetto
emettere un sordo clank.
Kisshu la ritirò giù e sorrise:
-
Nessuno… Solo io e te.
*_______________
Ryan
proruppe in uno starnuto sonoro e si strinse nelle spalle rabbrividendo.
-
Sei raffreddato?
-
No Keris… Ma ho un brutto presentimento (gocciolone).
-
Ti fai troppi problemi!
Ridacchiò
lei; lui le rivolse un'occhiata obliqua:
-
Tu invece te ne fai troppo pochi (gocciolone)…
-
Lasciala fare Ryan – sorrise Kyle gentile – in fondo Keris sta benissimo, la
sua vivacità è positiva e porta allegria.
Ryan
sospirò e fece un mezzo sorriso; ovviamente era felicissimo che Keris fosse
quella di sempre, ma era difficile per lui abituare i suoi ritmi a quelli
vertiginosi dell'aliena.
Kyle
però aveva ragione, la sua allegria in quel momento era un toccasana per tutti,
considerando com'erano usciti dallo scontro con Shorai.
Keris
era la sola ad essere tornata sulla Terra indenne, perché la MewAqua aveva
curato anche le sue ferite più superficiali; gli altri, invece, compreso Ryan,
avevano una collezione di escoriazioni, tagli e fratture degne di sopravvissuti
ad un incidente aereo. Strawberry, che non era troppo felice all'idea di
passare una lunga convalescenza in ospedale e tantomeno dare spiegazioni ai
genitori sul suo stato, aveva proposto prontamente il lettino per il sonno
criogenico in possesso di Quiche e degli altri(**), ma la solita voce
perentoria di Pie l'aveva interrotta subito:
-
Il suo uso prolungato rallenta la naturale capacità rigenerativa del corpo, –
aveva sentenziato – tu l'hai usata da troppo poco tempo.
La
rossa lì per lì aveva protestato, ma visto che anche a Quiche fu proibito di
usarlo perché ne aveva usufruito l'anno passato, durante gli scontri con le
MewMew, alla fine si rassegnò a farsi curare alla vecchia maniera assieme al
ragazzo e a Mina. Nonostante tutto lei e la mora non ebbero grandissimi
problemi a giustificare le ammaccature: Mina addusse la rottura del braccio ad
una caduta accidentale, e Strawberry poteva coprire senza problemi le piccole
fasciature e i cerotti coi vestiti lunghi, visto che faceva ancora freddo.
Lory
e Paddy invece furono costrette ad entrare nella capsula: le ferite della
bambina erano estese ed era pericoloso aspettare guarissero da sole,
considerando anche la vivacità della piccola; la mewfocena, invece, aveva
lottato duramente corpo a corpo contro Bellatrix e poteva avere lesioni interne,
il metodo più veloce e sicuro per controllare e guarire era la capsula. Non fu
semplice convincere Paddy, anche se fu molto divertente prendere in giro Tart
per le premure che rivolgeva alla bambina; in compenso nessuno osò emettere
neppure una risatina quando fu il turno di Pie per convincere con dolcezza Lory
ad entrare nel lettino, anche perché il ragazzo lanciò tali occhiate che
avrebbero congelato il sorriso di chiunque.
-
Piuttosto… - riprese Keris dopo un po' – Sibi-chan?
A
risponderle fu Pam, seduta su una sedia a sorseggiare un the portole da Kyle;
la mora sorrise all'uomo e bevve un altro sorso:
-
Credo che sia da Aoyama. – disse piatta – Penso volesse tranquillizzarlo su
tutto quello che è successo.
Keris
sorrise e annuì. Si voltò un momento, perché dalle scale per il sotterraneo
provennero dei passi, e vide spuntare Mintaka: il bruno non sembrò molto
contento di avere indosso gli abiti di Kyle e continuò a dimenarsi nella
camicia bianca dell'uomo, infilandone e sfilandone i lembi dalla cinta dei
jeans scuri.
-
Ancora non ho capito perché devo indossare questa roba… Senza offesa.
Si
affrettò a dire rivolto a Kyle. Quello rispose con la sua solita espressione
gentile, che causò un po' di disagio nell'alieno:
"Ma
non ha altra espressione (gocciolone)?".
-
Perché i tuoi ninnoli di metallo erano troppo ingombranti e pesanti per entrare
nella capsula di Quiche e degli altri – rispose Pam divertita – e a meno che tu
non voglia fare un lettino abbronzante all nude, o passare sotto le
manine non così delicate della nostra crocerossina Ryan…
-
Fai la spiritosa (gocciolone)?
Ryan
la guardò storto e Keris rise come una pazza. Mintaka non rispose, limitandosi
a tirare ancora più su i pantaloni leggermente lunghi: quella diavolo di una
Pam aveva la lingua lunga solo quando voleva.
-
Lasciamo perdere – sospirò poi – visto che mi avete offerto un aiuto per le mie
ammaccature, gradirei liberarmene presto.
Pam
sorrise e annuì. Si alzò e Mintaka non potè non notare che aveva fasciature un
po' ovunque, su braccia, gambe e perfino sul collo spuntava il lembo candido di
una benda; eppure la mora non tradiva alcuna stanchezza, anzi si alzò con la
sua consueta eleganza e si mise in piedi accanto al bruno poggiandogli una mano
sul braccio.
Si
scrutarono per alcuni istanti, immobili, cielo dentro l'oceano, entrambi l'aria
indifferente e tranquilla
-
Beh – fece lei – andiamo o no?
Gli
rivolse uno sguardo divertito e scomparvero entrambi verso la dimensione
aliena. Keris fissò qualche minuto confusa il punto in cui si trovavano e poi
si voltò verso Ryan:
-
Ma mi sono persa qualcosa per caso (gocciolone)?
*____________________
Paddy
si sporse di più sulle punte dei piedi con le manine appoggiate al vetro e
continuò a fissare Tart che dormiva, steso dentro la capsula rigenerante.
-
Manca ancora molto Pie onii-san?
Il
ragazzo non rispose subito, fissandola da sopra il pannello di controllo con
cui stava armeggiando; da quando erano tornati la bambina aveva preso a
chiamarlo a quel modo e non c'era stato verso di farla smettere: non che la
cosa gli desse particolarmente fastidio, né gli importasse più di tanto in
fondo, ma gli suonava ancora molto strano.
-
… Cinque minuti. – rispose alla fine piatto – Non agitarti troppo.
Lei
annuì e spiaccicò anche il naso sul vetro, alonandolo col proprio fiato. Lory,
lì vicino, ridacchiò sotto i baffi e Pie sospirò, aggiustandosi sulla corta
stampella su cui si stava appoggiando.
-
Non ti starai stancando troppo? – gli sussurrò dopo un pochino Lory.
-
Tutto a posto. – replicò – La capsula ha saldato l'osso senza problemi,
evitandomi la parte più lunga e scomoda della convalescenza. Ora devo solo
lasciarla a riposo per una settimana, cercando di non appoggiarci sopra del
peso.
Lei
fece piano segno di sì con la testa, ma la sua aria ansiosa non scomparse. Lui sospirò
paziente e le sfiorò la guancia con le dita, rivolgendole uno dei suoi rari
sorrisi:
-
Sto bene. Davvero.
Lei
ricambiò il sorriso e annuì con più decisione. Aveva l'impressione che in quei
due giorni che erano tornati sulla Terra Pie stesse più attento a quello che
lei provava, che fosse più dolce, e quell'impressione non faceva che ingarbugliare
il suo cuore tra gioia e ansia; doveva parlare col ragazzo, ma non c'era stato
un momento dal loro ritorno in cui si fossero trovati soli.
Ci
fu un sibilo e uno sbuffo secco e Lory fu costretta a distogliersi dai suoi
pensieri. Con un rumore metallico la teca del lettino si aprì lentamente e Tart
prese a svegliarsi, sbadigliando fin quasi a slogarsi la mascella:
-
Uffa, che sonno…! – borbottò – Ma perché sono dovuto entrarci anch'io?! Stavo
bene.
-
Precauzione – rispose Pie neutro – hai preso abbastanza botte per…
-
Taru-Taru!
La
frase fu coperta dall'urlo del ragazzino, su cui Paddy si lanciò travolgendolo
come una carica di rinoceronte e facendo quasi cadere a terra la capsula, che
ondeggiò paurosamente.
-
Taru-Taru! Come stai?!
-
Ma sei scema?! – strillò lui di rimando diventando color aragosta – Se non ti
stacchi dal mio collo, sicuramente starò male, perché me lo stai rompendo!
-
Ma ti sto solo abbracciando! – trillò lei – Perché sono contenta che stai bene!
Tart
continuò a cercare di staccarsela di dosso, o per lo meno di ridurre la sua
presa ad un abbraccio "normale" visto che lo stava strozzando sul
serio, eppure quando ottenne questo risultato smise di spingere e prese a
borbottare sottovoce, fingendo di arrendersi.
In
realtà era felice che la scimmietta lo stesse abbracciando, ed era felice di
poter stare con lei ancora un po': come Lory e Pie, anche lui sapeva che se ne
sarebbe dovuto andare, e stavolta i saluti sarebbero stati molto più lunghi e
dolorosi della volta prima.
"Lei
però sembra non curarsene affatto."
Sbuffò
tra sé e sé, mentre la biondina gli stuzzicava i codini per gioco; in fondo,
però, se Paddy non fosse stata Paddy, non si sarebbe innamorato di lei.
-
Uh? Che ti prende Taru-Taru? Stai diventando bordeaux…
-
I-io non sto diventando un accidente! – sbottò lui, maledicendosi per i
pensieri che faceva.
-
A dire il vero, credo sia più color prugna a questo punto…
-
D-da quand'è che tu fai delle
battute?! – inveì contro il fratello – Fatti i fattacci tuoi!!!
Le
proteste del bambino furono interrotte dall'arrivo di Pam e Mintaka, che
comparvero con un guizzo a poca distanza da loro. Il bruno osservò la scena e
si voltò verso Pie sollevando un sopracciglio:
-
Hai curato il piccolino o gli hai fatto venire un coccolone? Ha una faccia…!
-
"Piccolino" a chi?!
-
Lascialo perdere. – tagliò corto il ragazzo – Comunque, volevi usarla pure tu
no?
Chiese
indicando la capsula. Mintaka si avviò verso il lettino, tastandosi
sovrappensiero il torso e le braccia:
-
Già… Credo di avere una costola incrinata – trattenne un lamento e ritrasse la
mano dal fianco sinistro, passandola poi piano sul basso ventre – e qualcosa
qui sembra essere malconcio, ma non capisco bene cosa…
-
Ci penserà il sensore interno a fare una diagnostica – rispose Pie sbrigativo.
Mintaka
annuì e si fregò sovrappensiero la mano sullo sterno, guardando Pam con
un'occhiata obliqua:
-
Anche qui… Quello schifo di kinshi non era il massimo, ma qualcuno ci ha messo del suo.
La
mora rispose fulminandolo altera, ma senza batter ciglio. Lory ridacchiò piano,
mentre Mintaka si stese sul lettino con aria soddisfatta: aveva vinto lui.
Pie
digitò ancora qualche dato e la capsula piò e ronzò, finchè il guscio non si
mosse di nuovo con piccoli sbuffi e si chiuse su Mintaka, che cadde presto in
preda al sonno condizionato della macchina.
-
Non era conciato molto bene. – ammise Pie dopo qualche minuto – Ci vorranno
almeno un paio d'ore.
Senza
una ragione particolare concluse il discorso guardando Pam, che in risposta si
limitò a ricambiare lo sguardo con espressione impassibile. Lory invece
sentendo quelle parole, si agitò.
Un
paio ore. Era l'occasione ideale.
Per
Mintaka sarebbe stato come non esserci, visto che in stato di sonno criogenico
non si poteva essere svegliati da rumori esterni, e Pie non si sarebbe potuto
allontanare.
Aveva
quasi due ore a disposizione.
Peccato
per Paddy e Tart, che continuavano a gironzolare facendo un baccano assordante.
Sospirò
un po' disperata, con Pie era già difficile parlare normalmente, ma con quelle
due pesti che saltellavano e gridavano tutt'attorno era impossibile!
Come
molte altre volte, però, Pam parve capire il suo disagio e sorridendo prese
gentilmente Tart per una spalla (impedendogli di rotolare assieme a Paddy
contro una colonna) e chiese:
-
Vorrei vedere come sta Mina. Mi accompagneresti per piacere?
-
Eh?
-
Sì, sì! – cantilenò Paddy ei aggrappò al collo di Tart per l'ennesima volta,
abbarbicandosi sulla sua schiena – Vengo anch'io, vengo anch'io!
-
Va bene, ma staccati!
Protestò
lui; lei scese di malavoglia e Tart teletrasportò via entrambe, continuando a
brontolare sottovoce.
-
Quel ragazzino finirà per farsi venire un'ulcera (gocciolone)…
Pie
avrebbe potuto aspettarsi un commento del genere da chiunque, ma mai da Lory:
sentendo quella frase dapprima la fissò basito, poi si dovette premere una mano
sulla bocca per non scoppiare a ridere.
-
C-c-che ho detto?
Mormorò
lei arrossendo; Pie scosse la testa un paio di volte, respirando a fondo:
-
Non credevo che anche tu potessi dire cose simili…!
Convertì
un'altra risata in uno sbuffo, mentre lei lo osservò con un sorriso
imbarazzato. Il ragazzo la guardò con dolcezza, rendendo Lory sempre più
nervosa, finchè il suo sorriso divenne triste:
-
Davvero… Non sapevo…
-
Come?
-
Mi chiedo… Quali altre cose ci siano di te che non conosco…
Lasciò
la frase in sospeso e batté ancora sulla tastiera, ma lentamente e solo su
pochi tasti, quasi fosse più un movimento d'abitudine che fatto per un motivo.
Lory lo scrutò in silenzio con le mani raccolte al petto, aspettando
continuasse: le sembrò che il cuore fosse diventato di cemento e la stesse
scavando da dentro, tanto male le faceva ad ogni battito.
-
Io… Conosco bene solo MewLory. – ammise lui piano – Prima per la nostra lotta,
ma anche ora… Sono stato settimane con te, nella tua stessa casa, eppure non so
comunque nulla di te.
S'interruppe
e si sentì un idiota.
Nella
sua vita non si era mai preoccupato per nessuno di stupidaggini del genere, di
come vivessero le persone attorno a lui, di come si comportassero, di cosa gli
piacesse oppure no; non erano cose rilevanti, i suoi compagni soldati
combattevano, dagli insegnanti imparava, coi vicini e la gente del suo paese
condivideva le asprezze, prima, e, dopo, le gioie che portava il vivere su un
nuovo pianeta: cortesia e rispetto erano utili per operare bene, ma nulla
andava al di là di questo. Una leggera eccezione erano i suoi fratelli, ma del
resto erano la sua famiglia, anche se con gli anni aveva messo un po' di distanza
tra loro, per poter lavorare obbiettivamente assieme.
Ma
con Lory no. Non gli bastava più.
Voleva
conoscerla, sapere ogni cosa di lei e della sua vita; voleva che il suo modo di
ridere, di scherzare, di preoccuparsi, di piangere gli restasse impresso a
fuoco nella mente; voleva diventare capace, lui che non riusciva ad aprirsi
neppure per ridere con tutto sé stesso, di renderla felice.
Ma
si disse che doveva tornare a casa. E oltre che idiota, si sentì un verme.
Prese
un bel respiro profondo e la guardò fisso in quei pezzi d'oceano che erano i
suoi occhi; gli parve che le viscere gli si attorcigliassero alle dimensioni di
una pallina da golf.
"Su,
è semplice."
Almeno,
per lui sarebbe dovuto esserlo. In ogni caso l'avrebbe fatta piangere, quindi
tanto valeva non girarci troppo attorno.
Bastava
dirle che aveva delle responsabilità verso la sua gente, che doveva stare con
loro finchè il pianeta non si fosse mutato in un luogo florido e benevolo.
Quelle
parole, però, non vollero saperne di uscire.
-
Non voglio separarmi da te.
Ammise
sottovoce; Lory trattenne il respiro, ma non disse nulla, mentre Pie si morse
la lingua:
"Così
rendo tutto più difficile!".
Ma
era come il giorno dello scontro contro Deep Blue, quando si era frapposto fra
le MewMew e il colpo finale: la sua lingua si era mossa seguendo quello che
desiderava veramente dire, in barba a ciò che diceva il cervello, e lui si
trovò costretto a lasciarla blaterale.
-
Non voglio che… Questo sia un addio.
Continuò
a parlare a voce bassa, quasi avesse paura che alzando un po' il tono non
sarebbe riuscito a proseguire. Lory, per un motivo simile, restò perfettamente
immobile ad ascoltare, deglutendo piano.
-
Ti ho già detto addio quando Deep Blue è stato sconfitto. – continuò – E l'ho
fatto con leggerezza, senza pensarci troppo, ma quando sono tornato a casa…
Si
stupì di quel che stava per dire:
-
Non riuscivo a non pensare a te.
Lory
arrossì di colpo e sembrò ingoiare un rospo:
-
D-davvero?
Lui
annuì piano:
-
Non credevo ci fosse… Un motivo particolare. Credevo fosse per ciò che era
successo in quella battaglia, e altre volte prima… Tue frasi che mi avevano
dato da pensare. E ricollegavo il tutto a te.
Si
fermò incerto su come proseguire. Lory mosse un passo verso di lui con fare
trepidante, continuando a tacere.
-
Però forse mi sbagliavo. – sospirò con un sorriso amaro – In ogni caso, ora
invece l'idea di non vederti più mi sta facendo impazzire. Non riesco a
sopportarlo!
Strinse
la presa sulla stampella e guardò Lory con aria triste:
-
Vorrei restare qui con te.
Quelle
parole tolsero l'ultimo briciolo di aria che Lory aveva nei polmoni assieme al
suo autocontrollo. Scattò verso di lui e lo cinse per la vita, sentiva i bordi
degli occhi pungere fastidiosamente, e sebbene muovesse la bocca per dire qualcosa
non le uscì neppure un suono, perché il nodo alla gola era troppo stretto; Pie
le pose una mano sulla schiena e se la avvicinò contro, la sentiva tremare
appena ed ebbe la certezza che qualunque cosa avesse detto dopo, le avrebbe
scatenato le lacrime.
-
Detesto com'è diventato questo mondo. – disse amaro – La confusione, lo sporco,
il caldo… Le ferite che sono state inferte al pianeta sono così tante che non
potrei tollerare di viverci…!
Lory
trattenne male dei singhiozzi sordi e scosse la testa piangendo, il viso
nascosto nella maglia di lui. Quelle parole, anzi, tutto il tono che stava
prendendo il discorso preannunciava un terribile "ma" sulla sua
conclusione, che sarebbe stata definitiva, stroncante. E triste. E lei non
voleva sentire più.
-
Per te potrei, però, se me lo chiedessi.
La
ragazza avvertì il panico congelarle il cervello e la sua faccia ormai non
faceva altro che muoversi da destra a sinistra e viceversa, senza controllo.
-
Ma devo… - gli parve di pugnalarsi da solo – Tornare a casa.
A
Lory sfuggì un gemito più forte e smise di scuotere la testa, affondando ancor
di più la faccia nella maglia; Pie si sentì stritolare da un abbraccio
tremante.
-
Lo so…
Mormorò
lei dopo un po'.
-
Ci sono ancora tante cose da fare, da ricostruire.
-
Lo so…
Le
lacrime avevano inzuppato la stoffa dove si stava nascondendo e ormai anche la
sua faccia e la frangetta, ma Lory non riuscì a smettere.
-
Sono la mia gente – riprese Pie – devo stare con loro.
-
Lo farei anche io. – sussurrò lei tra un singhiozzo e l'altro – Lo farei
anch'io…
Ma
non riusciva a rassegnarsi, non più. Col primo pianto si era spalancato un
torrente di emozioni e non riusciva più ad arginarlo: sapeva quanto stesse
costando al ragazzo parlarle, quanto anche lui soffrisse, quanto l'amasse e
quanto fosse nobile e triste, e generoso per voler aiutare il suo popolo;
eppure, Lory avrebbe voluto urlargli di restare, che non serviva il suo aiuto,
che poteva anche essere egoista e voltare le spalle a tutti, bastava restare
assieme a lei.
Ringraziò
che, quantomeno, se il senso di colpa non le stava impedendo di parlare ci
stava pensando il suo piangere, talmente forte da non poter aprir bocca
abbastanza a lungo.
-
… E se…
Pie
s'interruppe bruscamente e schioccò la lingua irato, come se fosse stato sul
punto di dire un'eresia. Lory mandò un ultimo vigoroso singulto, prese un bel
respiro e lo guardò, più calma, sebbene ancora scossa dai tremori: lui era
pallido in viso.
-
Lascia perdere…! – le disse con vigore.
-
Cosa?
-
Non…!
S'interruppe
di nuovo scuotendo forte la testa, quasi scacciando un brutto pensiero. Non
poteva chiederle una cosa simile, era assurdo!
Lory
lo scrutò ancora e parve cogliere qualcosa. Lo osservò per qualche secondo ad
occhi sgranati e sussurrò:
-
Vorresti… Che io…
-
No…!
-
… Ti seguissi su Gaea?
Lo
sentì irrigidirsi, aveva indovinato. Pie saettò con lo sguardo per tutta la
stanza incapace di colpo di guardarla:
-
È… Una follia…! – farfugliò – Non puoi…! Non è quello il tuo posto! Il tuo
posto è la Terra…! E…
-
C'è la scuola. – ammise lei - E le ragazze. E la mia famiglia…
Pie
strinse i denti, lo sapeva bene che neppure quella poteva essere una soluzione;
preso com'era dal suo malessere, però, non connesse subito che la voce di Lory
era bassa, ma calma e pensierosa:
-
Ora sarebbe difficile – continuò lei – in fondo sono ancora una ragazzina…
Però…
Finalmente
lui si accorse del suo tono e la guardò allibito. Lory aveva smesso di piangere
e sembrava pensare sempre più freneticamente, le labbra appena increspate in un
sorriso:
-
Fra qualche anno… Non sarà facile, però… Sì, potrei resistere…
-
Stai scherzando!
Gli
rivolse un sorriso amabile e Pie sentì di sprofondare:
-
Lory, ragiona!
-
Ho ragionato benissimo.
-
Ti rendi conto di dove vorrei portarti?!
-
Assolutamente. E la cosa non mi spaventa. – fece con voce salda – Inoltre, non
è che non rivedrei più la Terra no?
Lui
mosse la bocca un paio di volte, troppo intontito dalla tranquillità e fermezza
con cui Lory stava parlando:
-
Penso… Sì! Ma non so quando e…
-
Sarà come essere all'estero! – sorrise lei - E sono certa che potresti trovare
un modo per comunicare da là fin qui, intelligente come sei…!
-
Non stai parlando sul serio!
-
Sono serissima!
Si
tirò su e si sporse in punta di piedi per guardarlo meglio:
-
Tu non vuoi dire addio? Beh, neppure io! – si sfregò le lenti degli occhiali,
ormai fradice – Io… Non so cosa sentivo, quando sei partito! Ma sicuramente mi
hai lasciato una confusione enorme dentro, andandotene senza che potessi
rivolgerti un ringraziamento, una parola, e ora vuoi lasciarmi nello stesso
modo?!
Lui
non rispose, dovette ammettere che non si aspettava la ramanzina; Lory prese un
bel respiro, non era abituata ad alzare la voce, ma non si era potuta
trattenere. Rialzò la testa verso di lui e gli rivolse uno sguardo tremante e
languido:
-
Io ti amo.
Pie
non si aspettò neppure quello; per la prima volta nella sua vita capì perché
Tart facesse tante scene per le attenzioni di Paddy, quelle parole da parte di
Lory gli fecero quasi esplodere il cuore.
-
Non ti voglio perdere! E non posso costringerti a vivere qui, né a stare
lontano dalla tua gente, lo so bene. – stiracchiò un sorriso timido – Io
invece… Certo, sentirò la mancanza delle ragazze, e di mio padre, mia madre, e
del mio fratellino, certo! E anche della Terra. Ma non significa che dovrò dire
addio. Posso… Anzi, sono certa di sopportare la nostalgia, ma non sono certa di
poter pensare di stare per sempre lontana da te.
Terminò
la frase e si zittì, divampando. Non sapeva da dove avesse tirato fuori la
forza di fare quel discorso, ma com'era finito era finita anche l'energia, e
ormai moriva solo d'imbarazzo e voleva che un tifone la spazzasse via.
Pie
rimase immobile qualche secondo, ancora incerto se avesse compreso o meno le
sue parole, e quando la vide rossa in viso, intenta a rigirarsi una delle sue
trecce tra le dita riuscì solo a tirarla a sé annullando la poca distanza
rimasta tra di loro per baciarla.
Lory
lo sentì stringerla così forte che le parve non volesse più lasciarla andare;
presto avvertì la mano di Pie sfiorarle la nuca e attirarla ancora a sé, gustò
il suo sapore, il suo respiro: prese a girarle la testa, il cuore che ormai
sfarfallava più che battere, e ringraziò che Pie fosse abbastanza alto e forte
da reggerla anche con la stampella perché di colpo le gambe non la stavano più
sostenendo.
Quando
si separarono Lory si accorse di avere il fiato grosso e arrossì di un altro
tono. Rimase immobile ammirando le sue iridi violacee, vibranti d'amore, ormai
aveva un tale caos dentro tra l'imbarazzo, la tristezza di prima, la gioia e la
confusione, da percepire con chiarezza solo la voce flebile del ragazzo:
-
Quand'è… Che voi terrestri siete considerati adulti?
La
domanda le parve strana, ma ripensando al discorso di prima e al bacio che si
erano appena scambiati le sembrò anche fraintendibile, e il tutto le causò
un'altra esplosione cardiaca:
-
D-d-dipende… Da paese a paese… Qui in Giappone a 20 anni, m-ma in altri posti…
Di solito a 18 anni…
Lui
mandò un brontolio d'assenso, fiorandole il viso col proprio. Lory pensò che
avesse deciso definitivamente di farle prendere un accidente, mentre Pie si
concentrò sul suo profumo, la morbidezza della sua pelle, l'umido delle lacrime
sulle guance, perfino il leggero e un po' fastidioso ingombro dei suoi occhiali;
anche lui era combattuto tra il sollievo delle parole che Lory aveva
pronunciato prima e l'impazienza: quanti anni che fossero, in quel momento
anche un mese gli sembrava un'eternità e voleva sentirla il più vicino
possibile, finchè poteva (o finchè il suo cervello non fosse tornato in
comando).
Gli
venne un dubbio e si allontanò quel che bastava per vederla bene in viso:
-
… Lory… Tu quanti anni hai?
-
Eh (gocciolone)?
Le
rivolse un'occhiata strana e la faccia di Lory raggiunse nuove inesplorate
vette di rossore: sapeva che Pie era più grande anche senza saperne l'età
effettiva, ma quanti anni di differenza avessero in concreto non se l'era mai
chiesto.
-
Q-q-q-q-quattordici… Q-quindici tra un paio di m-mesi…
Pie
parve rifletterci:
-
Tre meno di me…
-
T-t-tre? - Lory riprese a respirare con regolarità – L'hai chiesto come se ci
fosse una differenza di dieci!
Lui
continuò a fissarla con una strana smorfia e a lei scappò una risatina:
-
Non dirmi che ora ti fai dei complessi per questo…
-
Credevo solo che fossi più grande.
Spiegò.
Mandò un sospiro mentre le accarezzava la guancia:
-
Quindi tra quattro anni…
Lei
sorrise delicatamente:
-
Se vuoi venire prima per me va bene.
Pie
sorrise e prese a giocare sovrappensiero con la frangetta della ragazza.
Rimasero così, abbracciati e in silenzio, per un tempo che parve allo stesso
tempo troppo lungo e troppo breve, finchè Lory si decise a chiederlo:
-
Quando ripartirete?
Non
le rispose subito; provò a cercare una soluzione, ma tergiversare avrebbe reso
tutto solo più complicato:
-
Domani.
Lory
sentì qualcosa contrarsi. Era troppo poco, troppo presto.
-
Ho capito.
Ricacciò
indietro le lacrime che volevano uscire di nuovo, non voleva sprecare quelle
ultime preziose ore piangendo. Cercò di pensare a qualcos'altro di cui parlare,
ma le venne in mente solo un altro pensiero triste:
-
Tart lo sa?
Pie
non le rispose subito.
-
Credo lo sappia già. È un bambino molto più sveglio di quel che dia a vedere.
Lei
chinò il capo facendo segno di aver capito; gli prese la mano e non disse più
nulla, appoggiandosi al suo petto e restando immobile ad ascoltare il suo
respiro tranquillo.
"Domani…"
*___________________
-
Domani?!
Keris
guardò Pie, ma lui non fece una piega; disperata cercò sostegno in Tart, che
teneva bassi gli occhi lucidi, poi in Selena che evitò il suo sguardo, senza
sapere cosa dire, e alla fine si voltò perfino verso Quiche, che non potè far
altro che rivolgerle un sorriso sghembo, dispiaciuto.
-
M-ma…!
Anche
Strawberry guardò gli alieni triste, ma la decisione non sembrò avere
possibilità di replica; lei e Mina si scambiarono sguardi ansiosi, mentre Paddy
parve essersi congelata: si voltò verso Tart, ma lui rimase immobile a
squadrare di lato, e la bambina abbassò piano la testa senza una parola. Lory,
che già sapeva, si limitò a fregarsi il braccio nervosamente, con Pam che la
guardava di sottecchi senza mutare espressione.
-
Dobbiamo tornare. – continuò il ragazzo laconico; Strawberry ebbe l'impressione
che fosse molto stanco – Ho pensato che… Fosse abbastanza tempo.
Keris
sapeva che non aveva torto. Partire immediatamente sarebbe stato troppo
crudele, ma aspettare di più gli avrebbe spinti a voler aspettare un altro
giorno, e un altro, e poi un altro giorno ancora. Le iridi dorate della ragazza
saettarono su Ryan, che la guardava con la sua solita apparente flemma, ma il
volto rigido, e sentì gli occhi pizzicare.
Non
aggiunse altro e lasciò andare le braccia lungo i fianchi, quasi fosse esausta.
-
Allora stasera festeggeremo.
Tutti
si voltarono a guardare Kyle, che sfoggiava il suo solito sorriso cortese,
seppur un po' triste:
-
Non è il caso di salutarsi con facce lunghe e tristi addii. Mangiamo qualcosa
di buono, festeggiamo la fine di una brutta avventura e divertiamoci tutti assieme!
-
Kyle…
Ryan
fissò il suo tutore non potendo trattenere un sorrisetto.
-
Certo che sei l'umano più strano che abbia conosciuto, tu!
Quiche
ridacchiò e si mise in piedi, sfoggiando un sorriso divertito:
-
Ma l'idea non è male.
-
Sono d'accordo.
Selena
sorrise a Kyle gentilmente, la premura dell'uomo era incommensurabile e in quel
momento indispensabile:
-
È un'idea stupenda.
-
Facciamolo!
A
lanciare il grido furono Keris e Paddy assieme; quasi che entrambe avessero
trovato in quell'idea un motivo per sorridere qualche altra ora si tirarono
entrambe in piedi, le mani alzate e le espressioni di nuovo energiche,
prendendo ad agitarsi per tutto il locale:
-
Prepariamo un sacco di roba da mangiare! – proruppe Keris – Dolci e anche
salato! E un sacco di musica!
-
Credo che l'idea fosse di festeggiare – puntualizzò Ryan – non sfasciare il
locale…
Ma
le due parvero non dargli retta. Gli altri si guardarono un po' e si
scambiarono cenni d'intesa, Kyle aveva ragione: era inutile salutarsi con tristezza,
molto meglio se fossero stati in grado di sfoggiare un bel sorriso alla
partenza.
Le
ragazze presero a ciarlare frenetiche per organizzare il tutto, trascinando
nella confusione Tart e anche un non tanto convinto Ryan.
-
Ovviamente sei invitato anche tu.
Kyle
sorrise a Mintaka, che se ne era rimasto in disparte per tutto il tempo; il
bruno lo guardò sorpreso dall'affermazione, in fondo lui era rimasto fino a
quel momento solo perché sperava di ottenere un passaggio anche per il ritorno,
almeno per parte del suo viaggio.
-
Non credo che…
-
Si tratta solo di mangiare e bere qualcosa.
Mintaka
si voltò e vide Pam che si avvicinava a loro abbandonando la concitata
discussione sull'organizzazione della festa, mentre sfoggiava un sorriso appena
accennato:
-
Temi di non sopportare il nostro chiasso?
Terminò
la frase e si udì un fragoroso strillo di Tart e il frastuono di tavoli che
cadevano, quindi forti risate e le proteste colorite del bimbo. Mintaka guardò
allusivo la mora che emise uno sbuffo divertito e scosse la testa, sospirando:
-
Temo di finire più esausto di quando sono arrivato qui…
La
ragazza ridacchiò e l'altro ricambiò con un sorriso impercettibile:
-
Ci sarà almeno dell'alcol per gli adulti?
*___________________
Ryan
non si capacitava di come avessero fatto a riempirgli il locale con tutto quel
ben di Dio tra stucchini e bevande, per non parlare dei dolci che solo Kyle perché
era Kyle, poteva preparare in così poche ore in così grande quantità. Ma del
resto il suo amico e tutore (ormai ne era convinto da tempo) doveva essere un
mutante super potenziato, troppo pacifista per dedicarsi alla lotta contro il
male e per questo ridottosi a fare il pasticciere/scienziato.
"Oddio,
ma che sto pensando? Devo essermi rincretinito, sento la pessima influenza di
questa manica di pazzoidi."
Guardò
con un sospiro il gruppo, tutto preso dal cibo e da un'allegria contagiosa e
per un istante sorrise anche lui, sorseggiando la sua bibita distrattamente, finché
non incrociò la figura di Keris intenta a chiacchierare con Selena; qualcosa di
terribilmente disgustoso e amaro gli scivolò fin nello stomaco e dovette posare
il bicchiere, troppo nauseato per bere ancora una goccia.
"Beh,
a questo punto ne sono sicuro. Se lassù esiste qualcuno, sicuramente ce l'ha
con me".
Per
il suo primo amore, la sorte aveva scelto una ragazza già innamorata di un
altro, per cui non erano serviti a nulla i suoi tentativi di avvicinarla e che,
come nel copione del più scontato film sdolcinato, alla fine aveva appunto
scelto l'altro, quello perfetto, quello gentile, quello assolutamente
insopportabile. Ne aveva sofferto immensamente, rodendosi l'anima e il fegato
per mesi, poi era spuntata Keris, di cui mai, mai nella vita avrebbe potuto
pensare di potersi innamorare. Perché era un'aliena. Perché non voleva
innamorarsi ancora, una volta imparata la lezione. Perché erano due personalità
agli antipodi.
Così
al posto suo era stata lei ad innamorarsi e, come dice il poeta, lui si era
solo potuto arrendere dolcemente a quel sentimento.
Ma
era bastato un attimo per vedersela portare via, i fatti dicevano per sempre, e
un altro attimo per vederla tornare, viva, felice, tra le sue braccia. Troppi sussulti
ad un cuore che era abituato a rimanere calmo e compassato, ormai incapace di
reggere quelle scosse; ed ora ne avrebbe dovuta sopportare un'altra fin troppo
amara.
-
Che cosa farai?
Si
girò stupito nel sentire quella voce a cui non era abituato. Si scambiò
un'occhiata con Mintaka senza rispondergli e capendo che l'alieno doveva aver
intuito qualcosa.
-
Perché questa domanda?
-
Sono un curiosone.
-
Un impiccione.
Lo
corresse e Mintaka fece spallucce. Ryan incrociò le braccia al petto e torno a
guardare la stanza affollata, impassibile in volto:
-
La farò tornare a casa. Sul suo pianeta, dalla sua gente. Farò quello che devo
fare.
Come
sempre. Come con Strawberry, che aveva lasciato andare da Mark.
Sempre
la cosa giusta. Sempre a discapito suo.
-
Perché?
-
Perché è giusto così. – fece con tono più brusco, innervosito dalla stupidità
della domanda – Perché deve essere così.
-
Perché l'hai deciso tu o perché è davvero così?
Ryan
si bloccò, non sapendo che rispondere. Mintaka si limitò ad un sorriso sibillino
e si allontanò per andare a mangiare dell'altro, mentre Ryan sentì un brivido
di fastidio percorrergli la schiena.
"Pam
2 – la vendetta.".
-
Ki-chan, va tutto bene?
-
Certo che va bene, Sel! – rise l'altra – Forse mi sto solo divertendo un po'
troppo, comincia a farmi male la pancia!
Selena
non replicò, ma sapeva che le stava mentendo, la conosceva troppo bene. Immaginava
anche cosa la turbasse, anzi ne era certa, ma insisté a tacere ben sapendo che
non sarebbe servito a nulla parlarle in quel momento.
Keris,
infatti, stava cercando di scacciare con tutte le sue forze i pensieri che
continuavano a tormentarla, sforzandosi al punto che per l'amica sarebbe stato
impossibile non accorgersene.
Il
giorno dopo sarebbe tornata su Gaea, il suo pianeta natale, con la sua amica
più cara, la sua stessa famiglia; avrebbe dovuto essere felice, invece si
sentiva un topo in gabbia.
Tutto
quel che pensava di ricordare su di sé e sulla sua terra si era rivelato una
bugia, come poteva tornare? Come poteva affrontare qualcosa che sarebbe dovuto
appartenere ad un vicino passato, e invece era di un tempo più che remoto?
Certo,
ci sarebbe stata Selena con lei, e poteva benissimo sopportare la presenza di
Quiche, però…
E
con Ryan? Come poteva fare con Ryan?
Ingollò
un'altra sorsata di aranciata dietro a cui cacciò una manciata di patatine per
scacciare ogni forma di quei pensieri
Andarono
avanti a fare confusione per ore, finché non divenne notte fonda. Di malavoglia
e lentamente, tutti presero ad uscire, lasciando a poco a poco il locale vuoto.
Kyle sospirò, cercando di mantenere il suo sorriso e si guardò intorno ridendo
sotto i baffi:
-
Direi che per oggi possiamo considerare terminata la giornata. Domani teniamo
chiuso e mettiamo in ordine.
Ryan
non gli rispose, ma Kyle non ci badò. Fece un cenno a Mintaka, l'ultimo
rimasto, e lo condusse dove avevano piazzato una branda per ospitarlo per la
notte; rimasto solo Ryan tirò un altro sospiro, esausto, e fece per andarsene
in camere anche lui, più che per dormire (cosa che non era per nulla certo di
riuscire a fare) per riposare gli occhi.
-
Ryan…
Si
voltò appena, sorpreso. Sulla soglia, acquattata contro lo stipite, Keris lo
fissava imperscrutabile. Rimasero così alcuni istanti e il biondo, sorridendo
triste, le aprì le braccia in cui l'aliena si lanciò abbracciandolo senza
troppe cerimonie, avvinghiandosi alle sue spalle.
-
Posso restare a dormire?
-
Certo…
(*)
vedi capitolo 47
(**)
vedi capitolo 43
Kisshu:
cavolo… Siamo proprio scivolati nel tragico!
Minto *un
po' commossa*: abbastanza…
…. T_T…
Tutti:
eh O_O"?
BUHAHAHAHAHAAAAAAAAA!! T_T che tristeeee!
Che depressione, che tragedia, che bruttooooooo!!
Kisshu:
Che?! Ma sei tu l'autrice! È tuo questo drammone sovrastante!
Lo so, ma mi rende triste lo stessoooooç____ç!!!
Ichigo *trattiene
Retasu e Keris dal picchiarla*: ehm, ok, sei troppo sconvolta emotivamente
^^"", forse è meglio che legga io i ringraziamenti ^^""
*sniff!* grazie Ichi…
Per Viola_Merida_32: non hai idea di quanto
siamo contenti noi che quello schifoso (serie imprecisata di insulti in
giapponese) sia desaparesidos!
E che ovviamente sia tornata Ki-chan, mi sa che qui stiamo a piangere un po'
tutti ^^""… Beh, la cosa non mi riguarda ormai, perché la ficcy è quasi finita (mi dispiace che a te dispiaccia :P,
ma sai, facendone parte io provo sollievo ^^""!) e non dovrò più
esserne coinvolta!
*sniff!* credici…
Ichigo:
Che?!? V-vabbè, non ascolterò le minacce…
Per darklullaby88:
grazie mille dei complimenti e grazie del paragone coi manga ^^, tranquilla
rendi benissimo l'idea! Ma del resto Ria sarebbe un'aspirante mangaka, se non
riesce a rendere quell'effetto forse dovrebbe cambiare mestiere!
*sniff* che cattiveria!
Ichigo:
era solo un'ipotesi -.-! per la lunghezza del capitolo credo che alla fine la
nostra Ria opterà per un solo grande cap, almeno
dalle bozze che ho visto… Spero che ci seguirai fino alla fine ^^! A nome di
tutti, vi saluto e ringrazio, ci si vede tra un mesetto con LA CONCLUSIONE DE
IL COLLEZIONISTA!
Insomma! Non vi siete che lamentati fino ad ora e adesso
che siamo arrivati in fondo, piangete?!?
Tutti: …
Certo che siete incontentabili! Vabbè, lasciando perdere
questi dettagli… Ebbene sì, gente, questo è L’ULTIMO CAPITOLO de Il
Collezionista! Non ho molto da dire per presentarlo, solo… A voi la lettura, ci
vediamo in fondo :’)!
Cap. 55 – Il giorno in cui
ti incontrerò di nuovo
Era uno spettacolo
meraviglioso vedere l'alba indorare la superfice piatta del mare, accompagnata
solo dal ritmico sciabordio della risacca, ma in quel momento a Lory non
bastava quella visione per distendere i nervi tesi come corde. Strinse con
forza la mano che Pie le stringeva e non disse niente, smettendo di camminare,
per poi guardare con rabbia il sole che finiva di fare capolino dall'orizzonte.
Quando la sera
prima la festa era finita, non era voluta rientrare a casa. Non c'era un
motivo, qualcosa di importante da dire, o qualche posto particolare da
mostragli; voleva solo poter stare con lui ancora qualche ora. Gliel'aveva
chiesto e Pie, con sua sorpresa, non aveva protestato: docilmente l'aveva seguita
nel suo vagare, incurante della gamba ancora malconcia
Era solo uno
stupido espediente per illudersi di avere più tempo, assolutamente insensato e
inutile, ma lo aveva assecondato comunque.
Ora, però, il
tempo lo avevano esaurito tutto.
- Dobbiamo tornare.
Lory annuì
soltanto e lui la sentì stringergli la mano più forte. Lei lo guardò ancora,
senza una parola o una lacrima, e si allungò sulle punte dei piedi per baciarlo
un’ultima volta, sorridendo triste.
- Va bene.
*__________________
Alla fine quella
notte non aveva chiuso occhio, ma la cosa non lo sconvolgeva più di tanto; era
abituato a fare lunghe notti in bianco per motivi anche più inutili (o che,
almeno, in quel momento gli sembravano ben più inutili). Si mosse appena per
evitare che la luce del sole svegliasse Keris, raggomitolata contro il suo
torace, e prese a fiorarle distrattamente la pelle diafana della guancia.
Non l'avrebbe
svegliata. Non finchè non fosse stato necessario.
Keris stessa aveva
tentato di rimanere sveglia il più a lungo possibile per parlare e stare con
lui, per allungare il loro tempo, ma alla fine aveva ceduto alla stanchezza;
ora spettava a Ryan tergiversare, impedendole di svegliarsi.
Il biondo le
sfiorò la fronte con le labbra, scostando la frangetta di quel delizioso e
improponibile colore, lasciando sfuggire alla ragazza un mugolio soddisfatto.
"Finché dormi
qui con me, non puoi sparire."
Finché non se ne
fosse dovuta andare via davvero.
*__________________
Paddy prese due
respiri profondi e si schiaffeggiò leggermente il viso, facendo un sorriso:
“Ok, siamo
pronti!”.
Spalancò la porta
della camera e scese quasi trottando per le scale, piombando in cucina con un
sorriso da un orecchio all'altro. Tart se ne stava seduto con aria annoiata, le
gambe incrociate sulla sedia, e la fissò inespressivo:
- Eccoci qui! -
esclamò Paddy – Sei pronto, Taru-Taru?
- Sì, sì… -
borbottò lui con aria triste.
Il sorriso svanì
un secondo dal viso della biondina.
No, forza
Paddy, sorridi…!
- Dai, cos’è
quella faccia? - continuò allegra - Stai per tornare a casa, non sei contento?!
Lui rannicchiò le
gambe al petto e nascose la bocca dietro alle ginocchia, borbottando un “sì”.
- E allora perché
fai quella faccia? - chiese lei con voce meno decisa.
Tart si morse il
labbro:
- Niente… E’ solo
che…
- Solo che…?
Tart prese un bel
respiro e fissò il tavolo, arrossendo un poco:
- Solo che…! Un
po’… Tanto…! Vorrei…
“No lo dire, non
lo dire…!!!”
- Vorrei… Restare
qui.
Paddy lo fissò un secondo
e deglutì a vuoto, prendendo un altro bel respiro.
E allora resta,
no?!
- Ma Gaea è casa
tua, no? - si sforzò di sorridere radiosa - Non puoi mica restare qui!
- Però io…!
Paddy gli fece
l’occhiolino:
- Vedrai che
quando sarai lassù ti passerà la malinconia!
Lui la guardò per
niente convinto, ma Paddy si sforzò di non smettere di sorridere.
“Ti pass…!“?!
Ma che cosa sto dicendo?!
“La verità, non è
mica casa sua questa!”
Però…!
“Però niente, è
giusto così!”
Io… io però…
Non voglio… Non
voglio, non voglio!
- E-ehi, che ti
prende?!
- Eh?
Paddy sbattè un
secondo le palpebre, confusa; Tart la stava fissando preoccupato e lei si
accorse di stare piangendo:
- Ah…! No…! - si
sfregò gli occhi con decisione e fece un altro sorriso - Non è niente…!
- Come sarebbe non
è niente?! - replicò lui - Da quando la gente piange per niente?!
- Sul serio! -
rispose di nuovo - Niente…
Anche dicendo
così, però, non riusciva a smettere di piangere. Continuò a borbottare “non è
niente”, mentre si asciugava insistentemente le lacrime che non accennavano a
smettere.
Non voglio…!
Non voglio che
te ne vai via di nuovo!
- … Sta…
- Che
(gocciolone)?
A Paddy sfuggì un
singhiozzo e prese a piangere senza ritegno:
- RESTA! Non voglio che tu vada via! - fece
con tutto il fiato che aveva in gola - Non…
Non andare via!
Il ragazzino la
fissò attonito, la biondina che oramai sembrava non riuscire più a calmarsi:
- Se… Ripartite… -
mormorò - Di sicuro… Non ti rivedrò più…!
Tirò sonoramente
su col naso:
- Non andartene!
Tart arrossì,
guardandola piangere in silenzio. Le fece appena una carezza sulla testa:
- Dai, non
piangere… Paddy…
Cercò di calmarla,
ma ci volle del buono prima che smettesse di piangere abbastanza da ascoltarlo.
- Ti prego…! Pensi
sul serio che non mi vedresti più?!
Fece con tono
acido. Paddy lo fissò un po’ scioccata, ma poi lui sembrò addolcirsi:
- Guarda che
anch’io… Voglio rivederti, sai?
Fissò per terra,
rosso come un papavero.
- Sul serio?
- Ma sei scema
(gocciolone)?! - sbottò - C’è anche da chiedermelo?!
Lei si lasciò
sfuggire un sorrisino.
- Però… - replicò
poi - Come…?
Tart le fece segno
di tacere e le porse la mano destra, il mignolo alzato:
- E’ così che fate
le promesse qui sulla Terra, no?
Paddy annuì:
- Ti prometto che
ritorno! - fece un po’ brusco - Però tu la smetti di piangere, ok?
La biondina fece
un gran sorriso e strinse il mignolo:
- OK!
Poi tacque un
altro istante:
- Posso… Fare una
cosa?
- Uh?
La biondina si protese
verso di lui piano piano e lo baciò, gli occhioni umidi chiusi e la mano
stretta attorno alla sua; quando si rimise seduta dritta vide che Tart la
fissava ammutolito e un poco accigliato, rosso fino alla punta delle orecchie:
- … E questo?
- Questo cosa? -
domandò Paddy innocentemente con un gran sorriso. Lui sbuffò:
- Scema.
- Scusa, non lo
farò più!
Tart fece una
faccia strana e lei ridacchiò:
- Però ti
dispiacerebbe vero?
- CRETINA!
Si alzò di scatto
e si avviò a passo marziale verso l'uscita, ma Paddy lo bloccò dopo pochi
passi, stringendolo per un braccio mentre rideva:
- Non ti
arrabbiare dai!
- Certo che mi
arrabbio! – fece offeso – Mi prendi sempre in giro!
- Perchè tu non
sei onesto con me, ecco!
Sbuffò lei
gonfiando le guance. Tart arrossì un'altra volta e alzò gli occhi al cielo
esasperato, ma quella ragazzina era in grado di dire ogni singola microscopica cosa che le passava per quell'antro che aveva
tra le orecchie?!
- E che vorrebbe
dire?!
- Che dovresti
dire per bene "voglio rivederti perché ti voglio bene!"!
Ormai l'intero
incarnato di Tart e perfino i suoi capelli avevano cambiato colore e raggiunto
tutti i toni del rosso:
-
C-c-c-c-c-c-che?!
- È per questo che
io non voglio che vai via. – continuò seria – E perché ti bacio. Perché ti
voglio bene, perché mi piaci e mi mancherai troppo!
- T-t-t-tu come
cavolo fai a parlare in questo modo?! – mormorò lui – Vuoi farmi venire un
infarto?!
Lei però stavolta
non battè ciglio e rimase ferma a fissarlo. Tart si morse la lingua nervoso,
non era stato già abbastanza esplicito con la frase "guarda che anch'io
voglio rivederti"?!
Sospirò sotto lo
sguardo nocciola e un po' triste di lei, evidentemente no…
Chinò la testa,
chiaramente il suo cuore doveva aver passato tutti i muscoli e le ossa e si trovava
appena sotto la superficie della sua pelle, perché lo sentiva battere troppo
chiaramente.
Si rese conto che
Paddy non aveva mai lasciato la sua mano e la tirò piano verso di sé, perché
potesse sentirlo anche se stava sussurrando:
- Io… Non ci
riesco, a fare come te. – mormorò – Se ci provo… Ecco, mi sento stupido a dire
queste cose… Perché non so come dirle!
Lei sorrise e lo
abbracciò stretto:
- Non te lo
chiederò più. Ma visto che ci dobbiamo salutare per tanto tempo…
- Non sarà tanto tempo…!
– cercò di ribattere, ma la voce gli morì in gola – Non…
Paddy poggiò la
fronte contro la sua senza smettere di sorridere; Tart si morse il labbro e con
voce ancor più fioca continuò:
- Non voglio che
sia per tanto tempo. Perché… Ti voglio…
Si fermò e deglutì
talmente forte che sembrò ingoiare un sasso:
- Ti voglio bene…
Ti voglio bene, ti voglio così tanto bene…!
Paddy sorrise e
non disse niente. Restarono fermi così per qualche minuto, finchè pian pianino
la biondina non si allontanò e senza lasciare la sua mano si avviò fuori.
Non sarebbe stata
pronta all'ultimo saluto.
Ma forse, in quel
momento sarebbe stato meno peggio che in un altro.
*__________________
Selena, Quiche e
Strawberry arrivarono al Caffè per primi. La rossa li fece entrare grazie alla
sua copia delle chiavi e tutti e tre si accomodarono nel locale deserto e
quieto, senza rompere quel silenzio in alcun modo.
Quiche si
massaggiò il collo con un sospiro, l'aria era troppo pesante per i suoi gusti.
La felicità e la calma per i guai terminati, ma anche la malinconia dell'addio
erano palpabili e si mescolavano tra loro in una brodaglia malriuscita, cosa
che guastava l'umore perfino a lui. Come se non bastasse, c'era anche
qualcos'altro che turbava le due ragazze che aveva di fronte.
Quello che
preoccupava Selena sapeva bene di cosa si trattasse, ne avevano già parlato a
lungo; e a confermare ciò, la ragazza non faceva altro che guardare in alto
verso la cima delle scale, in attesa.
Non capiva invece
in alcun modo cosa potesse preoccupare Strawberry. Così, quando la rossa si
alzò e gli fece quella domanda, restò con la mascella a mezz'asta a fissarla
come un ebete.
- Scusa, Quiche…
Possiamo parlare un attimo?
- Eh?
Lei non rispose e
si scambiò una rapidissima occhiata con Selena, sorpresa anche lei, ma molto
meno di quanto ci si sarebbe potuti aspettare: incrociò lo sguardo cioccolato
della rossa, palesemente in difficoltà, e sorridendo come avesse capito (Quiche
si domandò come fosse possibile, ma preferì non chiedere) si alzò e disse:
- Vado a chiamare
Kyle.
Quindi sparì verso
il basso delle scale. Quiche fischiò piano trattenendo una risatina:
- Ragazze,
cominciate a spaventarmi…!
Strawberry non
reagìalla frase e restò in piedi con le
mani strette in grembo, guardando fisso a terra.
- Ohi – il ragazzo
era quasi intimorito da tutta quella rigidità – che ti prende?
Per tutta risposta
lei fece un mezzo inchino e mormorò:
- Scusami.
- Che?
- Per tutto
quanto. – continuò flebile – Per… Prima, ecco.
- Koneko-chan, giuro, non ti seguo più.
- Per Deep Blue! –
soffiò – Per Ao No Kishi e… E…
Le parole le
morirono in gola e non riuscì a guardarlo in faccia, pregando solo che Selena
tornasse subito.
Non era da poco
che pensava a delle scuse, ma doveva ammettere (sebbene non fosse molto bello
da dire) che non aveva mai avuto molta voglia di esprimerle; non perché se ne
vergognasse, o perché pensasse fossero una scocciatura, solo…
"Perché ho
ancora tempo".
Tempo.
Al di fuori delle
lotte e dei pericoli che dovevano affrontare, lei come tutti gli altri, aveva
trovato rapporti nuovi: amore, affetto, amicizia, legami che, in fondo, tutti
sognano essere slegati dal tempo.
Invece il tempo
era finito.
Finite le
battaglie, finita la festa, Strawberry aveva di colpo avuto l'impressione di
non avere più neppure un minuto, di trovarsi di fronte ad un addio, ed era
stata colta dall'ansia.
- Io… Non ti ho
mai chiesto scusa… Né detto "grazie"…
Scusarsi per non
aver dato credito al suo amore. Per aver dato la sua vita per lei.
Grazie per quello
stesso motivo, grazie per il suo amore.
Grazie per essere
diventato suo amico.
Così tanto da
esprimere e di colpo così poco tempo… Doveva essere semplice. Invece,
Strawberry riuscì solo a restare a testa china, le dita serrate sulla stoffa
della gonna, sentendosi immensamente stupida e cattiva.
Deglutì forte e
sentì una mano passarle con malagrazia fra i capelli:
- Era per questo?
- Quiche rise piano – Sei proprio scema, eh?
Lei fece per
protestare e sollevò un po' la testa, ma lui la interruppe ammiccando:
- E' tutto a posto.
Sai… Sono stato felice di essermi innamorato di te, anche se non mi hai
ricambiato.
Strawberry sgranò
gli occhi e lo guardò sorridere; il groppo alla gola le si sciolse di colpo e
si sentì più leggera.
- Qu… AHIA!
Si portò la mano
alla fronte dove lui l'aveva colpita col dito senza alcun preavviso, scoppiando
a ridere maligno:
- Uff, quanto sei
cervellotica! Mi fai paura sai?
- Mi… Mi hai
picchiata in fronte?!
- Ti ho colpito
con l'unghia, esagerata.
La corresse.
- Io ti stavo
facendo un discorso serio!
Sbottò.
– Guarda che non
devi fare quella faccia arrabbiata, che ti vengono le rughe.
- Tu…! Tu sei
davvero…! Un imbecille!
Lui rise
scatenandole un'altra ventata di insulti, che spaventarono non poco Selena,
Kyle e Mintaka in risalita dal sotterraneo.
- Ehm… Sibi-chan,
tutto ok?
- Sel! – la rossa
indicò furibonda il ragazzo di fronte a lei guardando l'amica – Portatelo via!
Su Gaea o su Marte, ma toglimelo dalla vista prima che mi arrabbi per davvero!
L'altra le rivolse
una smorfia tirata guardando poi Quiche, che rispose con un sorrisetto
sibillino e un'espressione divertita; Selena potè solo sospirare.
- Bene
(gocciolone)… Direi che sarà meglio andare a svegliare Ryan…
- Sono sveglio,
Kyle.
Il bruno si girò
verso le scale e incrociò il viso compassato del biondo, alle cui spalle
spuntava la Keris con l'aria più mogia che ricordasse.
- Vi ho sentiti
entrare.
Non era la solita
critica acida tipica di Ryan, ma più una constatazione, quasi una resa di
fronte all'inevitabile saluto. Strawberry sentì lo stomaco contrarsi per la
pena alla vista sua e dell'amica, avrebbe voluto dire qualcosa di adatto, di
confortante, ma non riuscì di nuovo a dire niente e si limitò a mordersi il
labbro frustrata.Selena invece, vedendo
quella scena si sentì ancor più risoluta e sfiorò un poco l'oggetto che portava
in tasca.
"Anche se… Mi
mancherai."
Nel giro di una
decina di minuti furono tutti riuniti. Poche parole, ancora qualche saluto,
mentre in lontananza cominciava a diffondersi il rumore distante del traffico.
Nessuno pronunciò
parole fatidiche come "è ora" o "dobbiamo andare",
sarebbero state inutili. Senza essersi detti niente gli alieni, Mintaka
compreso, si ritrovarono riuniti al centro della sala, pronti a partire; solo
Keris tentennò, sfiorando la punta delle dita di Ryan con le proprie, ma quando
finalmente prese risoluzione e si girò, Selena fece un passo avanti e la fermò,
sorridendole. Keris la guardò confusa:
- Che succede?
- Ho una cosa per
te.
Dalla tasca tirò
fuori la sua vecchia tiara; Keris continuò a studiarla senza capire e Selena le
prese una mano:
- Ki-chan… Lo sai
che ti voglio bene vero?
- Che scemenze
dici Se-chan? Certo…!
- E quindi – la
interruppe – quello che ti propongo non è per mandarti via, ma… Perchè so che
non saresti felice se ora partissi.
Keris la fissò
senza rispondere. La guardò porgerle la tiara e la prese titubante:
l’avevavista talmente tante volte sulla
fronte dell’amica da accorgersi subito che aveva qualcosa di diverso.
- Abbiamo saputo
tante cose… Sono successe tante cose.
Selena si fermò un
secondo e sospirò a fondo per acquietare il lieve tremolio della voce:
- Se ora tornassi
su Gaea tu… Non sarebbe giusto, ecco. Io… Vorrei che tu vivessi per te stessa,
pensando solo a te, almeno per un po’.
Keris aveva gli
occhi sgranati e le labbra dischiuse come a voler parlare, ma senza emettere
suono. Di colpo, come se avesse colto un senso nascosto nel discorso, prese a
scuotere la testa e cercò di restituire la tiara a Selena, ma lei le afferrò
entrambe le mani e le fece indossare il diadema: ci fu un lieve baluginio e in
un istante, non fosse stato per i curiosi abiti gaeiani, Keris apparve come una
qualunque ragazza umana.
- Sai dove abbiamo
lasciato l’astronave, no? – le ammiccò Selena con lo sguardo lucido e un tenero
sorriso – Quindi ogni tanto vieni a trovarmi.
Keris continuò a
tacere, attonita, guardandosi quasi non si riconoscesse; quando incrociò infine
lo sguardo di Selena strinse le labbra in un a morsa e, trattenendo le lacrime,
le saltò al collo stritolandola in un abbraccio soffocante.
Le lasciarono così
per alcuni minuti finchè, lentamente, Ryan non si avvicinò accompagnando Keris
perchè lasciasse l’amica.
Selena
indietreggiò senza smettere di sorridere e fece un cenno al gruppo di fronte a
sé, scomparendo nel tremolio del teletrasporto:
- Ci rivedremo
presto…!
Cinque anni dopo.
Tokyo.
- Sorellina, devi
sbrigarti! – urlò il ragazzino, rivolto alle scale – È tardi!
- Arrivo, arrivo!
Per l’ennesima
volta Paddy sbuffò, lo vedeva anche lei che era tardi: che poteva farci se la
scuola era il suo ultimo pensiero?
Quella mattina,
come sempre, s’era svegliata presto, aveva rassettato casa, sistemato le
camere, preparato la colazione per tutti e i bento per i fratellini e la sorella,
e si sarebbe anche messa a lavare i panni (sei persone producono un’esorbitante
quantità di vestiti sporchi), se uno dei suoi fratelli non avesse domandato
perché lei non si stesse vestendo, dato che quella mattina ricominciava il
trimestre.
Così Paddy,
lasciato cadere il cesto della biancheria pallida in volto, si era lanciata di
testa nell'armadio e saltellando si era cambiata e vestita nel giro di cinque
minuti.
“Per lo meno –
pensò, ridacchiando – ho battutoil mio
record personale.”.
Mentre finiva di
pettinarsi lanciò un’occhiata fulminea al suo orologio, aveva meno di venti
minuti per raggiungere a piedi la parte opposta della città.
“Vorrà dire che
per oggi niente bento per la sottoscritta – pensò, sistemandosi l’uniforme –
andiamo di panino in mensa. E forse anche un’oretta di fuori in corridoio coi
secchi (gocciolone)… (**)"
Si fermò un
istante, dando un’occhiata alla sua immagine nello specchio.
La piccola Paddy
che passava le giornate a fare acrobazie e saltellare sulla palla sembrava quasi
scomparsa, richiamata solo dai soliti, solari occhi castani e dai ciuffi biondo
grano che ormai le sfioravano le spalle, legati in una coda; si era alzata,
ovviamente, stringendosi in certi punti e ammorbidendosi in altri quel che
bastava perchè le sue forme, seppur minute, risaltassero armoniose, ma il suo
fisico restava quello forte ed agile di quand’era bambina. E, poteva dirlo con
un certo orgoglio, non c’entravano nulla certi geni da scimmietta che
possedeva, come le ripeteva la dolce voglia rosa che le spuntava da sotto la
frangia.
- Sorellina! Noi
andiamo!
- Ah…! – Paddy
fece ricadere lo sguardo sull’orologio, ora iniziava a preoccuparsi del ritardo
– Sì…! Andate, ci vediamo stasera!
- Non fare tardi!
– urlarono in coro i quattro bambini e la piccola Heicha, chiudendosi la porta
dietro.
Scendendo le scale
Paddy digrignò i denti, se quella era una battuta non faceva ridere.
Tenendo la sua
cartella stretta contro il fianco, Paddy correva come una disperata per le strade,
prendendo delle curve così a gomito che rischiò un paio di volte di investire i
passanti.
Maledisse il
giaccone che s’era infilata addosso e quel vento di settembre così freddo,
domandandosi se anche il tempo s’era messo contro la sua (scarsa) buona volontà
di finire il liceo e poter finalmente chiudere il capitolo “scuola”.
Non che fosse
stupida né ignorante, anzi, poteva considerarsi abbastanza intelligente, almeno
nella media; ma stare china sui libri era una cosa che non sopportava, le dava
quasi l’allergia.
Erano cose più da
Kyle, o Ryan…!
O da Pie.
Ecco, lui
l’avrebbe facilmente visto intento a sfogliare un libro.
Si fermò ad un
semaforo, esausta.
Ecco, aveva
nominato una delle poche persone che non
doveva, perché la sua testa aveva fatto nel giro di un secondo
l’inevitabile collegamento mentale.
Tart.
Negli ultimi tempi
ci pensava spesso, più del solito almeno. In quei cinque anni che non si erano
visti non aveva mai smesso di pensarci: prima con tenerezza, ma adesso quel che
sentiva era una nostalgia così bruciante che le si stringeva la gola ogni volta
che succedeva.
Il semaforo
divenne verde, poi ancora rosso, ma Paddy restò ferma. Guardò distrattamente
l’orologio che svettava sul palo di fianco alle strisce pedonali, la campanella
era suonata ormai da dieci minuti. Pazienza, sarebbe entrata alla seconda ora;
in ogni caso sarebbe stata punita, quindi tanto valeva prendersela comoda.
Aspettò ancora il verde e attraversò, osservando distratta la strada ai suoi
piedi, cercando di non pensare al suo “amico”. Speranza vana.
Certo, di tanto in
tanto, si erano sentiti, ma comunicare tra centinaia di anni luce di distanza
era complicato, e i messaggi che si scambiavano erano sempre così brevi e
difficili da inviare…
Quanto tempo era
che non poteva sentire la sua voce?
Qualche volta
aveva provato a parlare con qualcuno nei momenti in cui si sentiva più giù. Con
Strawberry e le altre, certo, ma non poteva certo relegare sempre i suoi sfoghi
al momento dell’incontro al Caffè; aveva dovuto parlarne anche con le sue
compagne di scuola, con quelle amiche lontane dal MewProget e tutto il resto.
Ovviamente, si era
limitata al quadro generale della situazione… Dire che il suo cruccio era un
alieno non credeva le avrebbe dissuase molto da chiamare il reparto di
neurologia dell’ospedale.
Qualcuna, molto
politicamente, le diceva di avere pazienza, che se era così convinta dei suoi
sentimenti allora doveva aspettare; qualcun’altra, forse un po’ più cinica, le
aveva detto di lasciar perdere, tentando di convincerla a seguirla ad un
appuntamento combinato (e ignorando l’aria dubbiosa di Paddy). Soltanto Mei,
quella che forse poteva considerare la sua più cara amica fuori dal gruppo
delle MewMew, sembrava averla ascoltata sul serio, anche se il consiglio che le
aveva dato era stato molto sgradevole.
- Capisco quel che
provi – aveva detto – ma, lo sai, le persone cambiano. Anche il loro cuore.
Potrebbe succedere che, magari, tra qualche tempo ti… Diciamo, rassegnerai. Paddy l’aveva guardata
storta. Mei aveva subito scosso la testa:
– Non dico che
devi rinunciare, ma se un giorno sentissi che i tuoi sentimenti sono cambiati,
mi devi promettere che non starai ancora ad aspettarlo.
Però, e
ogniqualvolta ci pensava Paddy si faceva sempre sfuggire una risatina amara, si
vedeva che il destino aveva deciso di prenderla per il naso.
Perché i
sentimenti della piccola Paddy non erano mai cambiati. S’erano trasformati,
rafforzati, ma non se n’erano mai andati.
Si avviò
sovrappensiero verso il parco in cui si era esibita tante volte da bambina. Le
piaceva quel posto, aveva incontrato lì le altre MewMew, lo era diventata lei
stessa, custodiva tanti ricordi tra quella panche e quei vialetti tranquilli.
A quell’ora del
mattino il posto era quasi deserto; meglio così, non le piaceva la confusione
quando si sentiva così giù di corda. Continuò a camminare senza meta,
inoltrandosi nei vialetti un po’ più isolati e continuando a fissare per terra
con aria assorta.
Così si accorse
che qualcuno la stava chiamando, solo quando questo qualcuno mandò un fischio
tanto forte da perforarle i timpani.
- Insomma! –
sbottò una voce maschile – Vabbè che sono cinque anni che non ci vediamo, ma
ignorarmi in questo modo mi sembra eccessivo!
Paddy restò
congelata in mezzo alla strada:
“No, non può
essere…”.
Si girò
pianissimo, quasi guardinga, col cuore che le martellava all’impazzata;
probabilmente non lo avrebbe nemmeno riconosciuto se non fosse stato per le orecchie
ferine e gli occhi color oro.
- Con tutta la
fatica che c’ho messo per trovarti…! – sbottò acido – Fin qui ho dovuto
seguirti!
Tart la fissò
seccato, pregando che quel che stava provando davvero non gli apparisse sulla
faccia come succedeva di solito.
Quando l’aveva
trovata il suo cuore aveva fatto un triplo carpiato dritto nello stomaco, per
poi rischizzargli in gola: insomma, quella che aveva davanti non poteva essere
Paddy, immaginava che fosse diventata più “adulta”, ma non poteva essere diventata…
Così bella! Avrebbe voluto abbracciarla, ma si trattenne.
Paddy continuava a
guardarlo basita senza reagire in alcun modo, e lui si sentì un po' deluso:
“Ecco… Lo sapevo
che dare retta a quell’idiota era una cattiva idea!”.
Pensò stizzito a
Quiche, che l’aveva minacciato di prenderlo a calci se non fosse salito su
un’astronave e se non fosse tornato subito sulla Terra.
- Sei abbastanza
grande perché io e Pie la smettiamo di farti da balie. – aveva detto con
decisione – Perciò, muovi quelle chiappe e fila dalla biondina, che se sta
ancora un po’ a sospirare per te diventerà un mulino a vento!
Tart non era
nemmeno sicuro che il fratellastro sapesse di preciso cosa fosse un mulino a
vento, né cosa gli desse tutte quella sicurezza nelle sue affermazioni, fatto
era che lo aveva ascoltato; probabilmente era successo solo perché Selena s’era
messa in mezzo, ed era altrettanto probabile che Quiche avesse premeditato il
suo intervento fin dall’inizio. Tart s’era molto affezionato alla ragazza, era
la sorella premurosa che non aveva mai avuto, quella che lo consigliava, stava
attenta che il fratello mezzano non gli rompesse troppo le scatole e traduceva
i silenzi del maggiore, che spesso, per via della sua fredda compostezza, non
riusciva a dire quel che avrebbe dovuto.
Così, per un
motivo o per l’altro, alla fine era partito.
Ed ora eccolo lì,
fermo a fissare come un idiota la ragazza di cui era innamorato, senza dire una
parola.
Cosa poteva dirle?
Come stai?
Banalissimo e
forse un po’ patetico.
Mi sei mancata.
Era un po’ troppo
riduttivo dirle solo così.
Mi sono innamorato di te più di prima!
Ecco, quella era
già un po’ più carina, ma non l’avrebbe detta ad alta voce neppure in punto di
morte.
Però era la cosa
che più si sentiva di dire, soprattutto vedendosela davanti in quel momento,
con quell’aria un po’ stupida e tremendamente carina.
All’inizio le era
mancata, gli era mancato sentire i suoi terribili schiamazzi, ridere assieme,
ma riusciva ancora a sopportare la nostalgia; poi era arrivato qualcos’altro,
qualcosa che gli pungeva il cuore ogni volta che leggeva quei maledettissimi
messaggi sullo schermo.
Com'era quel detto
terrestre…?
La lontananza
rafforza l'amore.
"Mai frase fu
più giusta…".
Il suo amore di
bambino si era rafforzato e trasformato, portando la sua tristezza ad un
livello impensabile.
Leggeva i messaggi
di Paddy, felice come non mai, e subito dopo si sentiva triste più di prima,
pensando a chissà quanto tempo avrebbe dovuto aspettare per leggerne uno nuovo;
vedeva il fratello felice con la ragazza che amava e l'invidia gli corrodeva lo
stomaco, non era giusto, perché lui non poteva stare vicino a chi desiderava?!
Alla fine si era
dovuto arrendere a se stesso: voleva poterla vedere; doveva vederla. Da vicino, non da un monitor o da qualunque altra
genialata di Pie, voleva esserle tanto vicino da poterla sfiorare, poterla
abbracciare, poterla sentire ridere, poterla (“oh, kami-sama…!”) baciare.
E ora l’unica cosa
che lo bloccava dal farlo era il semplice pensiero che lei non gli volesse più
bene… Non come lo intendeva lui,
almeno.
Forse aveva
trovato qualcun altro che le piaceva…
"No, me
l'avrebbe detto… Oppure no…?"
Forse ci stava
anche insieme.
“Magari è quel
pinguino di Yue-qualcosa…”.
La sola idea gli fece
salire una tale bile in corpo che si sarebbe volentieri avventato contro
l’albero più vicino per disintegrarlo, ma riuscì a restare immobile,
benedicendo i geni in comune con Pie che, almeno in minima parte, dovevano
essere anche quelli del sangue freddo.
Paddy, invece,
stava zitta semplicemente perché non era ancora sicura di averlo sul serio
davanti. Era cambiato tantissimo.
La sua voce,
innanzitutto. Qualche volta aveva provato ad immaginarla, pensando a com’era
cambiata a qualche suo compagno di classe, ma nessuna di quelle supposte
assomigliava alla sua; forse perché era proprio la sua, le sembrava più bassa e
allo stesso tempo dolce, affascinante. E poi era diventato bello. Ormai si
vedeva chiaramente la parentela con Pie: oltre ad essersi irrobustito un po’,
era diventato alto (“incredibilmente alto!” pensò un po’ incredula, dato che la
superava di almeno tutta la testa) e anche i suoi lineamenti erano diventati
quasi identici a quelli del fratello maggiore, sebbene a vederli sul viso di
Tart a Paddy facessero molto più effetto. Almeno, a giudicare da come i suoi
polmoni avessero deciso di entrare in sciopero. I codini che Tart portava
sempre erano spariti, anche se i capelli erano ancora un po’ lunghi e cadevano
attorno al viso in un caschetto scomposto di ciuffi castani, sfiorandogli gli
occhi con una frangia forse un po’ troppo lunga.
- T…
Non sapeva nemmeno
più come chiamarlo; forse se avesse usato il solito nomignolo si sarebbe
arrabbiato, ma quello le uscì da solo dalle labbra:
– Taru-Taru?
A quel nome
l’ansia di Tart scomparve in un istante. Rilassò le spalle, stemperando un
sorriso felicissimo:
- Da quant’è che
non mi sento chiamare così…!
Anche la tensione
di Paddy si ruppe e la ragazza, mollando la cartella e con le lacrime agli
occhi, gli si buttò addosso, abbracciandolo:
Tart ringraziò che
in quel momento non lo stesse guardando in faccia, perché la sua compostezza
era andata a farsi benedire:
- Sì, sono io… -
mormorò, rosso come un pomodoro – Me lo ricordo come mi chiamo.
Paddy lo guardò,
gli occhi ancora lucidi anche se sorrideva, spostò la morsa delle braccia dal
suo torace al collo e, allungatasi in punta di piedi, lo tirò verso di sé senza
una parola, baciandolo dolcemente.
- Bentornato…! –
sorrise poi – Taru-Taru, mi sei mancato tant…
Prima che
continuasse, Tart l’aveva baciata di nuovo. Non quei baci dolci che s’erano
scambiati fino a quel momento, ma adulto, impulsivo, desiderato; Paddy avvertì
un piacevole brivido passarle rapido sul collo, mentre lui le schiudeva appena
le labbra stringendola a sé, col braccio sull’incavo della sua schiena.
Lasciò la presa
dopo qualche minuto, allontanandola solo quel che serviva per guardarla in
viso: Paddy non gli aveva mai visto quello sguardo così dolce, così
evidentemente perso per lei, e le piacque da morire.
- E questo? – gli
domandò.
- Questo cosa?
- Dove hai
imparato a… Baciare a questo modo?
La guardò con
un’aria maliziosa che lo rendeva terribilmente simile a Quiche e Paddy pensò
che Pie avesse sempre avuto ragione: quel ragazzo dava pessimi insegnamenti.
Eppure Paddy non
riuscì a fare a meno di sentirsi le farfalle nello stomaco sotto gli occhi
ambrati di Tart.
- Da nessuna
parte…
Fece lui con
noncuranza; Paddy lo fissò un po’ più accigliata:
- Ah sì?
- Cos’è, sei
gelosa? – la prese in giro.
- Sì.
La sua espressione
imbronciata così buffa non bastò a non dare una stretta alle viscere del
ragazzo: la schiettezza di quella biondina era sempre eccessiva per i suoi
gusti.
- Da nessuno… -
mormorò, rosso in viso, persa la baldanza – L’ho fatto e basta.
- E vorrebbe dire?
- Niente…!
Insomma…
Lei lo guardò
eloquente, aspettando finisse; Tart si chiese dove fossero i geni del sangue
freddo, in quel momento:
- Volevo… Insomma,
volevo solo baciarti…! Non ti vedo da cinque anni, porca miseria! – sbottò in
imbarazzo – Se vuoi proprio saperlo, non ci stavo pensando! Stavo pensando…
- Al fatto che sei
felice di vedermi?
Gli sorrise. Lui
fece una faccia imbronciata ePaddy
sorrise di più:
- Bentornato!
Camminarono per un
po’, mano nella mano, con Paddy che continuava a parlare a macchinetta, ma Tart
la lasciava fare senza smettere di sorridere.
- A proposito –
s’interrupe ad un certo punto la ragazza – prima hai detto che mi cercavi?
- Sì – rispose –
sono passato a casa tua (per fortuna mi ricordavo dove stava!), ma non c’era
nessuno. Ho pensato che fossi andata a scuola, così…
- Non potevi
aspettare tornassi? – gli domandò inclinando la testa.
Tart voltò la
testa dall’altra parte, borbottando qualcosa d’incomprensibile. A Paddy bastò,
l’idea che si fosse messo subito a cercarla così freneticamente la rendeva a
tal punto felice che pensò potesse esploderle il cuore.
- Ti sei camuffato
bene – notò, guardando i jeans e la maglietta che Tart aveva addosso – ma non
hai freddo (gocciolone)?
- Io soffro il
caldo, non il freddo. – puntualizzò – E comunque sono io che ti chiedo come fai
ad andare in giro con quel giaccone!
- Spiritoso!
Si fermò,
allungando lo sguardo verso le orecchie del ragazzo: subito dopo aver indossato
uno strano orecchino, queste avevano preso la forma di quelle dei terrestri, e
anche i suoi occhi ferini erano diventati simili ai suoi, anche se erano
rimasti dorati.
- Come hai fatto?
- Me l’ha
costruito Selena nee-san – disse,
sfiorando l’orecchino – ha detto che funziona come la sua tiara, e che mi
sarebbe servito qui sulla Terra…
Lasciò la frase in
sospeso; Paddy lo guardò, sentendo la domanda che da alcuni minuti l’assillava
premere per uscire:
- Perché? –
domandò speranzosa – Per… Per quanto ti fermerai?
Tart si passò una
mano sul collo, impacciato sotto il suo sguardo nocciola:
- Beh… Non lo so…
- fece vago - … A dire la verità, forse potrei anche restare…
Bastò dire quelle
ultime tre parole che Paddy cacciò un urlo di parecchi decibel sopra il livello
standar della voce umana, facendolo sobbalzare dallo spavento.
- M-ma sei scema
(gocciolone)?!
- Resteresti?! – esclamò, al settimo cielo
– Qui?!
- Dovrei trovare
un posto dove stare – continuò a dire atono – Creare una dimensione da solo è
faticoso, e anche trovare un posto e crearci una barr…
- Verrai da me! –
continuò Paddy frenetica, interrompendolo – È grande, e poi c’è una stanza in
più!
- B-beh – si grattò
la guancia con un dito, continuando a fare l’indeciso – non so…
Paddy gli si
piazzò di fronte, risoluta mentre lo guardava con un leggero broncio; gli
occhi, però, erano tristi:
- Non ti permetto
di andartene di nuovo! – sbottò – Ti prego…!
Tart la scrutò in
silenzio; non trattenne un sorrisetto:
- Da quand’è che
sei diventata tanto piagnucolona? – le afferrò le guancie tra le dita, tirando
leggermente con aria divertita – Se non la pianti riparto subito!
- Molhami shubito! – biascicò lei – Te l’ho sgià detto che non lo shopporto!
Tart rise,
liberando la presa; Paddy si massaggiò le gote, arrabbiata:
- Sei il solito
antipatico!
- E tu sei
diventata noiosa. – disse, sfiorandole il viso col dorso della mano – Certo che
voglio restare, cretina. Mi sarei organizzato tutto ‘sto sbattimento di viaggio
solo per vederti due ore?!
Paddy sorrise un
istante, per poi gonfiare le guance arrabbiata:
- Mi hai presa in
giro!
- È la mia
vendetta per prima, noiosona. – la rimbeccò, facendole una linguaccia.
- Per cosa?!
- Perché mi prendi
sempre in giro tu, di solito.
- Io non ti prendo
in giro! – esclamò quasi offesa – Ma sei troppo carino quando diventi tutto
rosso.
- … A un sedicenne
non puoi dire che è carino (gocciolone)!
- Perché, cosa
devo dire?
- E io che ne so?!
– sbottò; lei fece un sorrisetto furbo:
- Vuoi che ti dica
sul serio quello che penso di te?
- In che senso?
- Chissà… - disse
misteriosa facendogli l’occhiolino – Chissà…
- E-ehi…! Mica
puoi chiudere il discorso così!
- Ah no?
- Sei antipatica,
nanerottola bionda!
- Io non sono una
nanerottola!
- Invece –
ridacchiò, scompigliandole i capelli – direi proprio di sì!
Gli urlò dietro
qualcosa in cinese, mentre lui, divertito, accelerava il passo proseguendo per
il vialetto.
Paddy, sbuffando,
lo raggiunse senza nascondere l’ennesimo sorriso: quel giorno nessuno avrebbe
potuto punirla per aver marinato.
*______________________
Canada. Isola di Terranova, zona
nordorientale della Penisola di Avalon
Con delicatezza Lory
si avvicinò all’animale, compiendo piccoli passi sulla sabbia umida della
battigia. Quando fu a meno di un paio di metri da lui si accucciò e sorrise
dolcemente:
- Stai tranquilla…
- sussurrò – Io sono tua amica. Voglio solo controllare come stai…
L’animale, una
foca grigia, sentendo la sua voce mosse un poco il muso, quasi sorpresa. Emise
un verso nasale simile ad un abbaio, che alle orecchie della ragazza suonò
all’incirca così:
- Io ti conosco…
Lory sorrise e
annuì, quindi si girò e fece un cenno alle sue spalle:
- Professor
Jersey! Venga!
Un uomo sulla
cinquantina, imbardato in una pesante giacca a vento e con una grossa valigetta
di cuoio in una mano, si avvicinò circospetto alla ragazza, guardandola con
ammirazione:
- Perfetto,
ragazza mia.
Aprì con uno
scatto la valigetta, tirandone fuori uno stetoscopio. Nel vederlo la foca emise
un altro mugolio, più spaventato, e fece per indietreggiare.
- No, no! Stai
tranquilla – la rassicurò Lory – Non ti farà niente…
L’animale sembrò
guardarla e si calmò un poco. Il professor Jersey indossò lo stetoscopio e le
accarezzò la pancia, grossa e rotonda come una luna piena:
- Buona bella…
Sentiamo come va…
Passò lo strumento
sul pelo lustro della foca, che si lamentò:
- E’ di ferro…! Non mi piace…!
- Sta controllando
come sta il tuo piccolo – le disse Lory, accarezzandole con due dita il muso
umido – abbi pazienza.
L’animale abbaiò,
muovendo la coda con fare un po’ seccato.
- Bene. –
sentenziò alla fine il professore – Entrambi in gran forma…!
- Quanto manca,
professore?
- Poco, poco…! –
gongolò lui, e prese a controllare la testa dell’animale, finchè non trovò un
piccolo orecchino di plastica, con attaccato un trasmettitore – Per fortuna c’è
ancora!
- Me l’ha messo lui quell’affare?! –
protestò la foca nasale.
- Così possiamo
sapere dove sei. – le spiegò Lory premurosa – E quando sarà il gran momento,
potremmo venire a controllare che vada tutto bene.
La foca sembrò
guardarla un istante e poi abbaiò in assenso; si voltò e si ridiresse
goffamente in acqua, zompettando nella spuma.
- Grazie!
- Fai attenzione!
La ragazza guardò
la foca finchè non scomparve tra i flutti, quindi si alzò e si voltò verso il
professor Jersey, che guardava il limite bianco delle onde con aria trasognata:
- Sarà il secondo cucciolo
in una settimana! I nostri dati erano giusti!
- Già. – gli
sorrise Lory di rimando.
- Per quanto
l’alichero sia una specie poco a rischio, ero preoccupato dei dati sulle
nascite dello scorso anno… - borbottò a mezza voce – Grazie al cielo la situazione
sembra in miglioramento!
Lory annuì egli trottò dietro, mentre con indifferenza
cercava di registrarsi per la centesima volta quell’altro assurdo nome della
foca grigia (che cavolo voleva dire, poi, alichero?!).
Il professore continuò a parlare praticamente da solo per dieci minuti, mentre
si dirigevano alla stazione di ricerca, e alla fine si voltò verso la
giapponese e sorrise:
- Tu, poi, ci sei
di grandissimo aiuto! – disse allegro – Hai un così buon rapporto con gli
animali…! Nemmeno ti capissero!
Il sorriso della
ragazza ebbe un tremito, ma lei riuscì comunque a restare impassibile,
limitandosi a ridacchiare.
Oh, invece la
capivano!
E lei capiva
perfettamente loro, come capiva le persone.
Lo aveva scoperto
circa quattro anni prima, quando aveva cominciato il liceo, durante le vacanze
in Egitto coi suoi: le era quasi venuto un colpo quando, per scherzare, aveva
rivolto la parola al delfino che saltellava accanto alla loro barca, e quello
le aveva risposto! Poi era venuta l’agitazione, il non sapere cosa fare, la
paura che le stesse succedendo quel che era accaduto a Strawberry (e l’idea di
trovarsi nella vasca da bagno con una coda alla sirenetta), il contattare Kyle
e Ryan dall’altra parte dell’oceano… Una gran confusione!
Ma alla fine ci si
era abituata, e aveva trovato anche un modo saggio di usare quella sua dote.
Appena preso il diploma, circa un anno prima, aveva iniziato a frequentare
l’università di biologia marina, e dopo sei mesi ed un paio di uscite sul campo
col professor Jersey, era arrivato quello stage nella città di St John’s, dove
ora aiutava il professore nella ricognizione delle colonie di foca attorno
all’isola di Terranova.
Una volta
raggiunto la stazione di ricerca, un centinaio di metri più su, verso la
scogliera, Lory e il professore si diressero un istante nel cortile
dell’edificio: era un quadrato di assi di legno ritagliato da una depressione
negli scogli, da cui si poteva accedere al mare attraverso una scaletta di
ferro battuto, e in un angolo dello spiazzo c’era una vasca di un paio di
metri, piena di acqua gelida, dentro a cui un esserino di nemmeno un metro
sguazzava allegro, giocando con altri due studiosi del centro, dei ragazzi
all’incirca di vent’anni.
Lory corse verso
la vasca con un gran sorriso, facendo un cenno ai ragazzi che le lasciarono il
posto: l’animaletto nella vasca, un cucciolo di foca comune di un paio di
settimane, nel vederla emise un uggiolio di gioia e si sporse oltre il bordo,
facendosi accarezzare il muso.
- Come va,
Shiro-chan?
Il piccolo abbaiò in
assenso. Lory sospirò deliziata, aveva battezzato quel cuccioletto “shiro”,
ossia bianco, ben prima di scoprire che il candido mantello che aveva addosso
sarebbe sparito quasi subito, ma ormai quel nome le piaceva e anche lui
sembrava apprezzarlo, da come rispondeva ai suoi richiami, quindi non lo
avrebbe cambiato.
- Hai fame?
Gli chiese
solleticandogli il musetto. Shiro abbaiò di nuovo e Lory afferrò un grosso
biberon posto vicino alla vasca; il cucciolo si allungò subito verso il cibo
fino a prendere in bocca la tettarella, mangiando avidamente.
Uno dei due
ragazzi alle spalle di Lory, i capelli color miele e un forte accento tedesco,
protestò scherzosamente:
- Che antipatico!
Finchè ci siamo stati noi non ha nemmeno voluto toccarla la pappa…
- E ora arrivi tu
con quei tuoi occhioni da principessa e lui si avventa sul biberon come uno
squalo!
Concluse il
secondo, un ispanico dai capelli neri e gli occhi nocciola. Lory li guardò
rassegnata:
- Hardwin-san,
Gomez-san, insomma (gocciolone)!
Il professor
Jersey scoppiò a ridere, imitato dai due ragazzi:
- Beh, non si può
dargli torto! Del resto sei stata tu a salvarlo…
Lory sorrise
impacciata e finì di dar da mangiare a Shiro. Quando aveva trovato quel
piccolino, un paio di mesi prima, sperduto e solo sulla spiaggia a gridare,
aveva creduto che sarebbe morto: sapeva che, per quanto potessero far pena, non
era mai un bene prendersi cura di animali selvatici, si rischiava di dargli
qualcosa che li avrebbe fatto male, o di non potergli più permettere di tornare
tra i simili, a causa dell’odore umano che gli si lasciava addosso. Ma il
professor Jersey l’aveva tranquillizzata e incitata a prendere subito il
cucciolo con sé. Le aveva spiegato che quello, probabilmente, era il secondo
piccolo di un parto gemellare, e se non l’avessero accudito loro sarebbe morto
di fame: le foce comuni non erano in grado di provvedere a due piccoli assieme,
così se nascevano due gemelli il secondo veniva abbandonato a piangere sulla
spiaggia; questi cuccioli, meglio conosciuti come “strilloni”, non erano
rarissimi e capitava spesso che gli abitanti della costa se li prendessero in
casa, lasciandoli liberi una volta adulti. La pappa? Latte di mucca e olio di
fegato: insopportabile per il naso, ma buonissimo per loro.
- Bene ragazzi. –
esordì all’improvviso il professore – Per oggi abbiamo finito. Tornate pure a
casa e riposatevi, domani ci sarà da lavorare.
I ragazzi
annuirono. Lory finì di dare da mangiare a Shiro, gli fece un’altra carezza e
lo guardò sgusciare fuori dalla vasca e sdraiarsi sulle assi, in un angolino
soleggiato, mettendosi a prendere il sole.
I tre ragazzi
risalirono a livello della strada, salutarono il professore che rientrava nella
stazione e si avviarono verso il centro città, passeggiando per la via che rasentava
la costa.
- Uff, sono stanco
morto! – protestò il ragazzo tedesco stiracchiandosi.
- Coraggio
Hardwin-san, non fare quella faccia!
- La piccola Lory
ha ragione, Aaron! – lo rimproverò l’altro – Anche se, devo ammetterlo, dopo
una giornata di lavoro farsi anche la strada di ritorno a piedi…
- E alla fine ti
lamenti anche tu Nadir.
- È solo una
passeggiata. – sorrise Lory – E poi è così bella la costa qui…!
-… Piccola Lory, sei così dolce! – mormorò
Nadir teatrale – La gemma in mezzo ad un villaggio di rozzi omaccioni che
passano la vita a pescare!
- Gomez-san
(gocciolone)…
- Nadir, piantala
di dire cretinate (gocciolone)!
I tre raggiunsero
l’incrocio che portava fuori dalla città in poco meno di un quarto d’ora.
- Bene. – disse
Lory – Allora ci vediamo domani.
- Un secondo
piccola Lory, sei sicura di non voler venire con noi? Andiamo a mangiare
assieme con gli altri del centro, dai!
- Davvero, ti
ringrazio Gomez-san – rispose gentile – ma sono stanca anch’io… Preferisco
andare a casa.
- E dopo cena?
Lory non rispose.
Nadir la fece allontanare appena da Aaron e la guardò fisso negli occhi,
stavolta serio:
- Ti va? Andiamo a
berci qualcosa, io e te.
Lory si mordicchiò
un istante il labbro, un po’ confusa da quel suo sguardo, ma poi scosse la
testa e gli sorrise dispiaciuta:
- Ti ringrazio, ma
non posso accettare.
Fece un lieve
inchino col capo e salutò sia lui che Aaron, avviandosi di corsa verso casa.
Nadir continuò a guardarla finchè non fu sparita dietro l’angolo, poi si voltò
verso l’amico:
- Mi ha scaricato!
– fece abbattuto.
- Visto che non
c’era ancora stato niente, non è il termine che userei (gocciolone)…
- Prendi pure in
giro! – sbottò – Guarda che ci sono rimasto male!
- Sì, sì…
Aaron gli battè il
palmo sulla spalla, mentre l’altro s’infilava le mani in tasca:
- Ma che ho che
non va?! – protestò.
- Proprio niente,
ma non sai che Lory ha il ragazzo?
- CHE?!
- Certo. – replicò
tranquillo – Da parecchio, anche.
- E tu come fai a
saperlo?!
- Me l’ha detto
lei, mi sembra ovvio…
- Ma come?! Non ne
sapevo niente!
- Guarda che io ho
cercato di dirtelo (gocciolone)…
- E come fai ad
esserne sicuro? – gli chiese Nadir con aria cospiratrice – Io non le ho mai
visto ricevere una chiamata o un messaggio da ‘sto tizio. Magari ci sta
mentendo perché le piaccio!
- Non penso
proprio (gocciolone).
- Eddai,
sostienimi almeno!
Con un sospiro
Lory si sedette alla scrivania e finì di scrivere l’e-mail per Strawberry, che
già da un quarto d’ora brillava sullo schermo, e la inviò; controllò che non le
fossero arrivati altri messaggi, poi spense il pc e il cellulare.
Non voleva sentire
né farsi sentire da nessun’altro, almeno fino al mattino successivo.
Prese la sua
adorata macchina fotografia, una magnifica Reflex comprata coi sudatissimi
risparmi del Caffè, e prese a visualizzare una per una tutte le foto che aveva
ancora nella memoria digitale.
Le era sempre
piaciuta la fotografia, ma fino a qualche anno prima si era limitata a
sfogliare libri con foto di altri, immaginando di essere nei magnifici luoghi
ritratti. Poi aveva voluto provare a farne lei delle foto, e aveva scoperto di
essere abbastanza brava, tanto da potersi permettere di usare quel gioiellino
senza pensare di fare solo scatti orrendi e sfocati. Da quando l’aveva presa
aveva fatto sempre più foto, anche la sua stanza lì a St. John’s ne era zeppa:
foto delle ragazze, del Caffè, della sua famiglia, col professor Jersey e gli
altri ragazzi del centro, delle sua amiche all’università, dei bellissimi
paesaggi dell’isola.
“Solo una persona
non c’è…”
A quel pensiero
Lory sentì una morsa allo stomaco, spegnendo la macchinetta. Se la strinse al
petto, incupita, certo avere una sua foto non l’avrebbe fatta stare meglio, ma
almeno avrebbe potuto vederlo.
Mise la macchina
fotografica nella sua custodia, spense la luce, s’infilò la giacca e, chiavi di
casa in tasca, uscì di corsa.
Prese a
passeggiare senza meta lungo la costa, fino a tornare alla stazione di ricerca.
Il professor Jersey era ancora dentro, e la ragazza sgattaiolò senza farsi
vedere fino al cortile; Shiro si svegliò subito sentendola, ma lei gli fece
segno di tacere:
- Non chiamare qui
il professore! – sussurrò – Non voglio che mi veda…
- Cos’hai Lory? Sei triste?
Lei gli accarezzò
il muso e annuì:
- Un po’…
- Non mi piace vederti triste!
Lei sorrise e giocò
un poco con lui, schizzandolo piano con l’acqua; sentì un brivido quando toccò
la superficie gelata con le dita.
- Senti Shiro…
- Sì?
- … Se io me ne
andassi, tu ti ricorderai di me?
- Certo! – esclamò il cucciolo.
- Anche se non
riuscissi più a capire quello che mi dici?
Lui uggiolò con
fare convinto:
- Certo! Anche se non mi capissi, io ti
riconoscerei e ti farei capire che sono io!
Lory sorrise un
poco. I cuccioli “adottati” di foca erano in grado di ricordarsi anche a distanza
di tempo di coloro che li avevano accuditi, ma le faceva piacere sentirselo
dire dal diretto interessato.
- Me lo dici sempre… Io però non voglio che tu
vada via.
- Ma un giorno tu
dovrai tornare a nuotare coi tuoi amici! – lo ammonì lei – E io…
Si fermò,
intristendosi nuovamente. Il cucciolo le battè il nasino umido contro il palmo
della mano e Lory lo abbracciò, per quel poco che riusciva ad afferrare del suo
corpo che non fosse immerso.
Salutò il
piccolino e scese dalla scaletta fino alla spiaggia. La maggior parte delle
coste della Penisola di Avalon erano a strapiombo sul mare, ma in quella zona
il confine tra terra e mare avveniva dolcemente, e lei poteva passeggiare per
quasi un chilometro prima di dover arrampicarsi sugli scogli.
Si sedette sulla
sabbia, un po’ più lontano del punto in cui quel pomeriggio avevano trovato
l’altra foca; la luce di una falce di luna, pallida e splendente, inondava la
spiaggia, la scogliera e le onde, comprendo tutto con un velo di seta
argentata. La ragazza raccolse le gambe al petto e si mise ad ascoltare la
risacca; quel suono la rilassava, l’aveva sempre fatto: la faceva sentire in
compagnia di un amico fidato a cui poteva confidare tutti i propri segreti,
sapendo che li avrebbe conservati gelosamente fino alla fine dei tempi.
Chiuse gli occhi,
respirando a fondo la salsedine e l’aria pungente, quando avvertì qualcuno
vicino a lei.
“Chi può essere?
Non mi sono accorta di nessuno…”
La figura dava la
schiena alla luna e lei non riuscì a vederla in viso, ma si rese conto che non
c’era una seconda fila di impronte sulla sabbia compatta dietro le sue spalle,
solo quella dei piedi di Lory.
Cosa impossibile.
Per tutti quelli
che conosceva, almeno.
Tranne per un paio
di persone.
Tranne che per
una.
La giapponese
sentì il battito accelerare tanto che quasi si spaventò. Forse si era
addormentata. O forse aveva le visioni.
- Ti prego… -
sussurrò – Se sei un sogno o… O una sorta di miraggio… Per favore, sparisci
subito, perché non credo di riuscire a sopportarlo…
- Non credo che si
possa soffrire di miraggi durante la notte.
Lory trattenne il
fiato, coprendosi la bocca con le mani:
- … Pie…
Lo vide annuire
appena; le sembrava anche sorridesse, ma era impossibile dirlo con certezza con
quella luce scarsa.
Lory deglutì un
poco, la bocca di colpo secca. Avrebbe voluto correre, abbracciarlo, ma le
gambe non le ubbidivano, permettendole solo di starsene ferma in piedi, a
fissarlo.
Pie si avvicinò
piano, quasi cauto. Lory lo lasciò fare, la vista che si annebbiava dietro le
lacrime e gli occhiali appannati, e sentì la sua mano prenderle la guancia. Pie
non disse nulla per un po' domandandosi perché lui, con la sua intelligenza e
la sua capacità di analisi, non riuscisse in quel momento a comporre una frase
di senso compiuto.
- … Ti sono
cresciuti i capelli…
“Ma che sto
dicendo?! Ti sono cresciut…?!”
Una frase di senso
compiuto, sì, ma possibilmente con un nesso logico alla situazione.
Nella sua testa
mandò un’imprecazione così pesante che se l’avesse detta ad alta voce perfino i
gabbiani sarebbero precipitati, anche se non ne capivano il senso.
Lory annuì in
silenzio, le labbra serrate, e afferrò la sua mano dandosi anche lei della
stupida, perché non riusciva quasi a guardarlo in faccia.
- … Sei tornato… -
sussurrò alla fine con voce rotta.
Lui prese un bel
respiro. Era inutile stare tanto a girarci attorno e stare lì con lei non
avrebbe fatto altro che farlo vacillare, non poteva avere ripensamenti. Erano
già cinque anni che l’aveva deciso.
O sì o no.
La scelta spettava
solo a Lory, lui non aveva scelte.
Una vocina maligna
nella testa gli diede una fitta al cuore:
E se dicesse no?
Già… Che avrebbe
fatto? Sarebbe finita così, e basta? Se ne sarebbe ritornato tranquillo su Gaea
a fare il bravo ragazzo, salvatore della patria, soldato esemplare e si sarebbe
lasciato tutto alle spalle?
La vocina maligna
(che, con suo sommo orrore, gli sembrava terribilmente quella di Quiche)
sghignazzò:
Se lo fai sei un emerito coglione!
Lo sapeva anche
lui… Ma che altro poteva fare?
Si sforzò di non
visualizzare sé stesso lì, su quel pianeta, accanto alla ragazza che amava, e
fece un altro respiro profondo.
- Lory… Mi
dispiace… Di averci messo tanto. – disse piano – E mi spiace di… Piombarti qui
così.
Si lasciò sfuggire
un sogghigno amaro:
- Non posso
fermarmi qui per molto tempo. – continuò imperterrito – Se sono venuto è solo
per…
Lory gli portò un
dito sulla bocca e fece il sorriso più dolce che era in grado di fare:
- Ti avevo già
dato la mia risposta l’ultima volta. -disse delicatamente – E non ho cambiato idea.
Pie la fissò
incredulo; poi la guardò più serio, convincendosi che una parte del suo
cervello amasse farlo comportare da masochista:
- … Ne sei sicura?
– le sollevò il mento con due dita – Dovrai lasciare la tua casa, la tua famiglia,
le tue amiche… la tua vita! Tutto quello a cui sei abituata.
- Non potrò
tornare?
Domandò lei
d’istinto; la sua voce era stata attraversata da una nota triste e Pie,
continuando a contraddirsi da solo e in barba al proposito di dissuaderla, fece
per tranquillizzarla:
- Beh, no… Però
non sarà semplice, hai visto quanto ci ho messo io. E poi…
- Sarà esattamente
come vivere all’estero. Come avevo già detto. – rispose candida sorridendo – E
comunicare non è impossibile, l'abbiamo fatto per anni senza problemi. E
comunque, anche stando qui… Guarda, sono sulla Terra e vedrò la mia famiglia si
e no una volta ogni due mesi!
- … Potrebbe
essere per più tempo… Sarà per più
tem…
- Vorrà dire che
quando andrò a trovarli mi fermerò più di una settimana.
Pie continuò a
fissare il suo sorriso disarmante senza parole. Non si era mai sentito così
felice, eppure non riusciva a spegnere quella parte del cervello che gli
ripeteva, incessante, che far lasciare a Lory la Terra per portarla su Gaea era
un puro esempio di egoismo, anzi no, follia.
“Almeno io devo
continuare a ragionare.”
No, tu devi farti una lobotomia al cervello e usare un po’ di
più quel muscolo congelato che hai in mezzo al petto, testa di cazzo!
- Lory…
- Non vuoi che
venga?
La domanda, così a
bruciapelo, lo lasciò confuso. Pie guardò l’aria ferita di Lory e decise che
era il momento che la parte razionale se ne andasse a quel paese; le prese il
volto tra le mani, baciandola:
- No. – disse
piano – No. No. Ma non voglio che tu poi rimpianga la tua scelta.
Lory ricambiò il
suo gesto e gli poggiò le mani sul viso, sorridendo con tutto l’amore che
provava:
- Questo mai.
Pie sorrise
finalmente disteso, e la baciò di nuovo. Non esisteva nessun’altro in tutto
l’universo capace di placarlo come faceva lei.
Alla buon’ora…!
“Chiudi il becco.”
- Ho il tempo di
fare qualche saluto?
- Tutti quelli che
ti occorrono. – rispose accarezzandole i capelli.
- Ma avevi detto…?
Per la prima e
forse unica volta nella sua vita, Lory gli vide fare l’occhiolino:
- A casa potranno
aspettare un po’ di più. Tu hai delle
cose più importanti da fare, prima.
Il modo in cui
disse quella frase, come se al mondo per lui non contassero altro che i suoi
desideri, fece arrossire Lory al punto che credette che gli occhiali le
sarebbero evaporati.
- Allora… Allora
comincio subito!
Lo prese per mano
e se lo trascinò dietro, incurante della sua aria scettica.
- Stai tranquillo
– ammiccò, interpretando il suo sguardo – Non lo spaventerà il tuo aspetto
alieno.
- Ah no?
- No… Ah, non hai
paura di un cucciolo di 50 kg vero?
*______________________
- E così Paddy si
è presentata con lui al Caffè senza dire niente? – la giovane ridacchiò,
sentendo il tono divertito dell’amica – E Strawberry ha fatto crollare il
vassoio?
Mentre Mina
descriveva il circense tentativo della rossa di non far fracassare per terra un
intero servizio da tè, in stile Lory (cosa che poi era avvenuta comunque, con
frustrazione di Ryan), la mora vide con la coda dell’occhio la sua agente
venirle incontro.
- Per oggi abbiamo
finito, Pam. Ora puoi… Ma va tutto bene?
La mora annuì e si
asciugò gli occhi umidi dal troppo ridere, mandando uno strano pigolio per la
risata trattenuta.
- Benissimo. –
fece, più composta – Devo andare Mina, ci vediamo dopo.
L’agente la guardò
un po’ confusa:
- O-ok
(gocciolone)… Ehm, comunque, ti dicevo, per oggi abbiamo finito, se vuoi che ti
accompagni a casa…
- Non occorre. –
ringraziò Pam con un cenno della mano – Ho voglia di fare due passi.
Indossò la giacca e,
senza darle tempo di replica, uscì dagli studi.
I servizi
fotografici la sfinivano sempre. Ore e ore in pose sempre diverse, acconciare
di continuo i capelli, le sedute interminabili di trucco; però era il suo
lavoro e a lei piaceva, poteva sopportarlo.
Shibuya a
quell’ora del pomeriggio era sempre affollata, centinaia di ragazzi si
disperdevano nelle sue strade rumorose e alla moda, e quando era così stanca
Pam era contenta di passeggiarvi in mezzo, anonima tra i tanti.
Sovrappensiero
urtò un passante con la spalla e, come chiunque altro, si limitò a gettargli
un’occhiata distratta e a scusarsi; ma quell’occhiata distratta bastò a
scorgere due occhi celesti intervallati da un triste sfregio, che la fermarono.
- … Yo.
La mora alzò un
sopracciglio e si abbassò gli occhiali scuri:
- E tu che ci fai
qui?
- Lavoro.
- Qui? – Pam fissò l’alieno dalla testa ai
piedi con aria allusiva – Io non credo.
- Cerco lavoro. –
precisò Mintaka.
- Dubito anche per
quello.
Lui mandò uno
sbuffo divertito, come a dirle che era sempre troppo sicura di troppe cose. Lei
si accigliò impercettibilmente.
- Dove vai?
- … A
Setagaya(**).
- Bene. – sorrise
lui – Se ci vai a piedi, c’è tutto il tempo di bersi un cappuccino.
Il grosso
contenitore di cartone cilindrico era già vuoto per metà, ma Pam sentiva ancora
tutto il calore della bevanda irradiarsi piacevole nelle mani.
- Spiegami come
fai a conoscere il cappuccino.
Mintaka fece un
sorriso sornione:
- Intuizione
divina?
Pam lo fissò.
- Avevo bisogno di
qualcosa che scaldasse per bene. – rispose ancora lui, alzando le mani in segno
di resa – E questa era la cosa che più riempiva il bicchiere e non sapeva di
sciacquatura per piatti amara.
Pam fece un lieve
sorriso.
I due camminarono
ancora in silenzio, mentre la zona attorno a loro si riempiva di belle villette
e giardini curati.
- Quindi sei
venuto a cercare “lavoro”. – disse dopo un po’ la mora – Più specifico?
Lui si limitò a
dare un’alzata di spalle:
- Quello che
trovo… Non sono schizzinoso.
- Niente più caccia
a criminali intergalattici?
Lui le mandò un
sorrisetto sghembo al tono canzonatorio:
- No. Non mi rende
abbastanza, faccio troppe eccezioni quando mi trovo davanti il “delinquente”.
Pam non rispose e
ridacchiò, prendendo un'altra sorsata di cappuccino.
- E che vorresti
fare?
- Non saprei.
Mintaka aprì il
coperchio del contenitore e girò un po’ in mano la tazza, sorseggiandone poi il
contenuto:
- Anche un lavoro
di bassa manovalanza mi va bene. Non mi spaventa la fatica, e da quel che mi
sono informato su questo pianeta servono tanti di quei pezzi di carta per fare
altri lavori più specializzati…
- Come la vedi
tragica!
- Mi sbaglio
forse?
- Dipende dal
lavoro…
- Non penso ci
siano posti per “insegnanti di combattimento corpo a corpo alieno”.
Pam rise. Finì di bere il suo cappuccino e sospirò soddisfatta:
- Grazie del caffè…
- Di nulla.
L’uomo buttò i due contenitori vuoti e i due ripresero a camminare in
silenzio, il sole che tramontava e il traffico sempre più lontano.
- Come mai proprio la Terra?
Mintaka la fissò con un sorriso imperscrutabile, le iridi celesti in
quelle cobalto di lei.
- Così…
- Quando menti così spudoratamente non ti sopporto!
Mintaka rise. Aveva una risata bassa e calorosa, eppure suonava sottile
come un sussurro, come se non la usasse spesso.
Pam sospirò
rassegnata, anche se un sorriso le incurvava le labbra:
- Beh, allora
buona fortuna. – si avviò verso una traversa, mentre lui accennava a proseguire
– La prossima volta ti offrirò una cioccolata calda, scalda meglio del
cappuccino.
- Perché, ci sarà
una prossima volta?
Pam girò appena lo
sguardo sopra la spalla e incrociò un altro sorriso sornione. Per tutta
risposta lei ricambiò con aria da sfinge e se ne andò senza una parola e senza
voltarsi.
La prossima volta.
Intanto, stavolta aveva vinto lei.
*______________________
Gaea
- Io dico che
torna da solo.
- Quiche, questa è
solo una cattiveria!
- Perché? È la
verità, sai com’è fatto il ghiacciolone…
- Figurati se Lory-chan
non viene! – sbuffò Selena seccata – E non ti azzardare a progettare cattiverie
da dirle quando arriva, sono stata chiara?!
- Cattiverie? –
fece Quiche innocente – Io?! E perchè mai?
Sorrise sornione e
strappò a Selena un sospiro, a cui seguì un sorriso rassegnato. La ragazza si
affacciò alla finestra e guardò il paesaggio notturno sotto di lei: il piccolo
e giovane bosco attorno alla casa era illuminato da una luce appena
percepibile, e tra le fronde verde scuro s’intravedevano bassi edifici puntellati
da calde lucine. Sovrappensiero accarezzò il legno dell’infisso sopra la sua
testa e sentì Quiche stringerle la vita, appoggiando la testa nell’incavo del
suo collo:
- Ti fa ancora
strano questa casa?
- Un po’… Mi
stupisce che sia venuta così bene.
- Penso che dovrei
offendermi.
- Beh, non evochi
proprio l’immagine di un buon muratore amore mio!
- Di un che?
- Lasciamo
perdere…
Lei ridacchiò e
Quiche la girò verso di sè bloccandola contro la finestra, le mani appoggiate
sui fianchi di lei:
- Preferisci
tornare all’altra casa e iniziare un’entusiasmante vita a quattro?
- Quando fai il
sarcastico diventi acido!
- E tu sei noiosa,
ad ognuno il suo.
Sussurrò
baciandole il collo. Selena ridacchiò e gli portò le braccia attorno alle
spalle, poggiando la fronte contro la sua:
- Adoro questo
posto. E’ grande e tutto nostro…
- Forse troppo
grande solo per due?
- Come?
Lui parve
riflettere e poi alzò le spalle:
- Mmm… No, per il
momento per due va bene.
- Ma di che parli?
Per tutta risposta
la prese in braccio e la portò fuori dalla stanza:
- Niente di che.
Cosa dici allora, se ti piace tanto ce la godiamo un po’?
- Il tuo
doppiosenso è palpabile, te ne rendi conto?
Borbottò lei con
un sorrisetto, arrossendo appena.
- Avevo
quest’impressione… Ma ho anche l’impressione che non ti dispiaccia troppo.
- Sei uno stupido.
- E tu sei
fantastica.
Selena rise piano
e lo baciò. Se esisteva la felicità nell’universo, lei era certa di averla
trovata.
- Allora potresti
mettere giù la tua fantastica ragazza, prima di rotolare sulle scale e romperci
entrambi l’osso del collo?
(*) Quiche lo dice
a Strawberry nel manga (volume 7, ultimo capitolo) prima di lasciare la Terra.
La frase mi sembrava più adatta qui che non in quel momento (che mi ha causato
una tracimazione di bile e un fortissimo desiderio di tirare una sassata nel
coppino alla micia e al suo fidanzato stoccafisso -.-***….)
(**) punizione
tipica giapponese… Non so quanto sia efficace stare fermi come pali coi secchi
in mano, mah ^^””…
(***) Uno dei 23
quartieri speciali, cioè quelle 23 municipalità che formano il centro di Tokyo.
Setagaya è uno dei quartieri più residenziali e qui risiedono molte celebrità
legate alla televisione
~ THIS IS THE END ~
Non so proprio che dire… Questa fanfic è cominciata nel
2005 e posso dire con tutta onestà che è cresciuta con me: si è trasformata,
mutata, ha seguito i miei umori e le mie vicissitudini, ha rischiato di essere
abbandonata per sempre, è stata sospesa, ma alla fine, forse perchè dentro di
lei c’è anche tutto l’amore che un autore può provare per una sua creatura,
grande o piccola che sia, sono riuscita a concluderla.
Il Collezionista ha molti punti che probabilmente ora rivedrei, ma è una cosa
che ho deciso di non fare; come ho detto dentro i suoi capitoli c’è tutto
quello che desideravo e sentivo il bisogno di metterci, revisionarlo mi darebbe
l’impressione di privarlo di quella genuinità che (probabilmente mal scritta,
ma a me cara) ne riempe le parole.
Amo profondamente Selena e Keris, due dei primi
personaggi originali che abbia mai creato. Un giorno mi piacerebbe poterle
affiancare a quelli che negli ultimi anni hanno popolato le mie storie manga,
renderle protagoniste di una storia originale e viva nel suo essere (anche se
mi piangerebbe il cuore separare Se-chan da Kisshu xD).
Ci sarebbero così tante altre cose che vorrei dire su
questa storia…! Eppure sento di aver già detto tutto.
L’unica cosa è un giudizio che chiedo a voi lettori, e
con cui vorrei lasciarvi prima dei ringraziamenti finali.
In realtà Il Collezionista avrebbe un seguito, per cui
nel tempo ho collezionato materiale, eprsonaggi, bozze e capitoli interi.
Quello che vorrei sapere da voi, e vi chiedo il più sincero dei giudizi, è:
LO PUBBLICHIAMO O NON LO PUBBLICHIAMO IL SEGUITO DE IL
COLLEZIONISTA?!?!
Tutto il cast di TMM: NO!!
Non l’ho chiesto a voi -.-!
Cari lettori, rispondetemi ^^! Nel frattempo, potrete seguirmi con Green-gold
memories & Emerald temptatione conCrossing(oltre che sulle mie pagine FB e dA, che trovate sul mio profilo ;P, per
vedere anche i miei lavori mangosi ;3).
Gli ultimi doverosi e sentitissimi ringraziamenti ^w^!
A Danya, darklullaby88 e mobo, che hanno commentanto lo scorso
capitolo commuovendomi enormemente per come si sono unite alle traversie
emotive dei protagonisti :’) (grazie millissime!!)
Ad Akly, alexandra995,
Ally_Lady_Lioncourt, angelika4ever, annina94, blackmoon007, blackmoon07,
CookieKay, Danya, darklullaby88, Freckles_, helmi, Killkenny, lalex, le 3
casinare, Mary_Cry, Mizuiro_Chan, mobo, Picci93, piccola_chlo, Purinsun, Selta,
Soul_Heart, tYTy, Viola_merida_32, zakuro_san, che hanno messo Il
Collezionista tra le fanfic Preferite <3
A Hypnotic Poison e _Alex99_ che l’hanno inserita nelle
fanfic da Ricordare
A andrea83 2007, Avly, blackmoon007,
Danya, dragon queen, Freckles, ilary chan, lovemanga93, marotti92, mobo,
vegeta12 che l’hanno inserito nelle fanfic Seguite
Grazie per tutte le 184 recensioni e per le migliaia di
visite!
Vi bacio e vi abbraccio tutti, vi auguro buone feste e
buon anno nuovo J! E
forse con un seguito nel 2014? Chissà… ;) Mi direte voi ^w^!!!