Rift

di Aliak
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Epilogo ***
Capitolo 2: *** Arrivo al villaggio degli Inu-youkai ***
Capitolo 3: *** Ritorno ***
Capitolo 4: *** Decisione ***
Capitolo 5: *** Le Prove ***
Capitolo 6: *** ... ***
Capitolo 7: *** L'ultima Prova ***
Capitolo 8: *** Risveglio ***
Capitolo 9: *** Riunione ***
Capitolo 10: *** Attacchi ***
Capitolo 11: *** Caverna ***
Capitolo 12: *** Il villaggio Musashi e uno sconosciuto ***
Capitolo 13: *** Ritorno di Inuyasha ***
Capitolo 14: *** Il demone dai capelli rossi ***
Capitolo 15: *** Inuyasha al villaggio ***
Capitolo 16: *** Il passato di Inuyasha Cap.1 ***
Capitolo 17: *** Il passato di Inuyasha Cap.2 ***
Capitolo 18: *** Il passato di Inuyasha Cap.3 ***
Capitolo 19: *** Il passato di Inuyasha Cap.4 ***
Capitolo 20: *** L'attacco ***
Capitolo 21: *** Inu no Kami ***
Capitolo 22: *** Tra Inferno e Paradiso ***
Capitolo 23: *** Labirinto ***
Capitolo 24: *** L'Essenza del Meidon ***
Capitolo 25: *** Sentimenti ***
Capitolo 26: *** Battaglia tra Titani ***
Capitolo 27: *** Verità ***
Capitolo 28: *** Rabbia e Dolore ***
Capitolo 29: *** Gemelli ***
Capitolo 30: *** Una Vittoria ***
Capitolo 31: *** Quiete ***
Capitolo 32: *** nell'Abisso ***
Capitolo 33: *** Riunione di Famiglia ***
Capitolo 34: *** Sull'Isola ***
Capitolo 35: *** The End... ***



Capitolo 1
*** Epilogo ***


Sapeva bene che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, l'aveva vista invecchiare anno dopo anno, mentre su di lui non sembrava mai passare il tempo, sapeva che era nella stessa natura umana quel percorso, ma non accettava che tutto terminasse lì in quel momento, non poteva lasciarlo dopo quegli anni passati insieme, non doveva lasciare lui, ne tanto meno suo figlio, era ancora troppo piccolo, avrebbe avuto bisogno della sua madre, invece lo aveva lasciato nelle mani di sua madre per il bene di lei per il bene del piccolo, e ora lui era così lontano e non poteva vederla per un'ultima volta. Sesshomaru dal canto suo la stringeva fra le sue braccia quel corpo che stava esalando un'ultimo respiro, e non avrebbe potuto riportarla indietro non questa volta, l'aveva già fatto troppe volte aveva rimandato la sua morte, e ormai il suo corpo non avrebbe potuto resistere di nuovo. 
  

***Flashback*** 

Il viso era imperlato dal sudore, contorto dal dolore che deformava la bellezza di quella creature, con un ultimo sforzo con le forze che ormai l'avevano abbandonata, la levatrice prese il neonato, fra le braccia imperlato del rosso sangue con ancora il cordone ombelicale attaccato, non piangeva non sentiva quell'urlo la madre temeva che i suoi sforzi fossero stati vani, che nel partorirlo l'avesse perso, ma la levatrice si allontanò da lei andando a lavare, e tagliando infine il cordone ombelicale lo avvolse in un lenzuolo e lo porse alla donna, che lo prese tra le sue braccia notando che era vivo, quel piccolo esserino lo guardava con gli stessi occhi ambrati di suo padre, presentava quei bei capelli argentei, una piccola falce di luna calante sulla fronte, e due strisce viola sulle guance, una per ogni guancia lo sguardo si spostò sulla testolina notando che non presentava le orecchiette da cane, bensì mostrava un aspetto simile a quello di un demone puro presentava anche la bianca pelliccia, che aveva suo padre la sfiorava delicatamente sentendo quel tocco soffice sotto le sue dita. 
- Mia signora è un bellissimo maschietto, che nome gli daremo?- gli domandò la levatrice mentre si voltava verso la porta della camera che venne spalancata di colpo rivelando la figura del suo amore più grande, era riuscito a arrivare in tempo, per vederlo nascere si sollevò con la schiena sedendosi sul letto, mentre lui si avvicinava a lei, e si sedette accanto. 
-Che nome gli diamo?- Gli domandò all'amato, porgendogli il piccolo pargolo, gli occhi di Sesshomaru mostravano il chiaro stupore, nel vedere quella piccola creatura, non credeva ai suoi occhi, quel bambino non era un mezzo demone come si era aspettato, essendo la madre una umana, quello che stava tenendo tra le braccia era un demone puro, lo poteva avvertire dal suo odore, dalla sua piccola aura maligna, per quanto fosse ancora un neonato ne era certo, com'era possibile?  
-Sesshomaru!!- Fissava il viso del suo amato perplessa di solito manteneva una compostezza, non mostrava mai emozioni soprattutto davanti a sconosciuti eppure vedeva, lo sguardo perplesso, lei ripoggiò lo sguardo sul suo neonato che allungo delicatamente le manine a afferrare una delle sue nere ciocche dei capelli tirandole, schiudeva la piccola bocca come a far capire che aveva fame, e notò solo ora le dita artigliate del suo piccolo e le zanne che comparivano sotto le sottili labbra.  
-Miei signori- Disse la levatrice fissando entrambi. 
-Vattene- Gli urlò contro il proprio compagno e la donna uscì di corsa dalla stanza, e poco dopo vide il suo piccolo servitore fidato far capolino nella stanza. 
-Ohhh- Fu l'unica esclamazione che uscì dalle labbra del piccolo demone, quando notò la coppia ma non tanto per loro ma per il pargolo che il suo signore teneva tra le braccia  
-com'è possibile?-  domandò al suo signore avvicinandosi con cautela 
- cosa succede?- chiese Rin mentre fissava i due, anche se incominciavano a sorgergli dei dubbi, sentì uno strattone tanto forte da fargli urlare dal dolore, se prima non aveva usato abbastanza forza per farsi notare, ora il suo bambino gli aveva tirato tanto i capelli da temere di rischiar che gli si staccasse la testa dal proprio collo, le lacrime uscirono dagli occhi con la testa ancora dolente, se la massaggiava gli bruciava il cuoio capelluto, come poteva un neonato avere tanta forza. 
-Iriumaru devi moderare la tua forza, o farai del male a tua madre- disse al bambino, ma come avrebbe capito un bambino tanto piccolo, di pochi minuti di vita quello che aveva detto suo padre, però lasciò delicatamente la presa e allungò una manina a cercar di sfiorare dolcemente il braccio della madre, come a cercar di scusarsi. Allungò delicatamente le braccia verso il suo compagno cercando quindi di prendere il neonato di nuovo in braccio, lo stesso non rifiutò lo lasciò nelle sue mani, lo avvicinò al seno prosperoso e pieno di latte, e il piccolo cominciò a poppare avidamente sentiva i canini contro la sua pelle, lo vide chiudere gli occhietti, poggiando le manine sul suo seno, sentì le labbra del suo amato sfiorargli la bocca, sentì quel dolce bacio sulle sue labbra, sorrise dolcemente. 
 
Erano passati qualche giorno e il piccolino già dimostrava capacità al di fuori del naturale, una mattina mentre faceva una passeggiata con sua madre, vedendo un leprotto nel prato del giardino, si illuminò l'istinto predatorio prese il sopravvento su di lui portandolo a mutare nella sua vera forma, quella di un demone cane. Rin rimase scioccata e interdetta da quello che era successo vedeva quel piccolo demone cane, che era già quasi più grande di un cane di taglia medio grande, muoversi deciso su quelle quattro zampe, senza nessuna difficoltà correndo all'inseguimento di quella creaturina, afferrandolo infine riuscendoci tra le fauci per poi mangiarselo come se niente fosse, era scioccata seguiva la scena ferma immobile in parte terrorizzata, mentre il bianco demone cane gli si avvicinava con le fauci ancora insanguinate, e i denti in bella mostra affilati come rasoi. La paura prese il sopravvento e svenni semplicemente. 
Quando si risvegliò era nella sua camera, era da sola non c'era ne Iriumaru ne il suo amato, sollevandosi dalla posizione di prima, infine si mosse in direzione della porta della sua stanza e solo in quel momento Jaken entrò. 

 -mia signora dove andate- chiese a Rin  

-dove sono Sesshomaru e Iriumaru- Gli domandò aspettando quindi una risposta, vide lo sguardo del demone rospo rattristirsi, e per un attimo il cuore si fermò  

- che cosa gli è successo?- gli domandò mentre stava per uscire di corsa dalla sua stanza, ma quello la fermò  

-non è successo nulla, ma nessuno dei due è a palazzo- si girò verso Jakken e gli domandò  

-dove sono andati?- ci fu un breve silenzio e infine il vecchio rospo parlò  

-Il padrone è andato a cercare un vecchio amico di suo padre per chiedergli spiegazioni- lo sguardo di Rin era perplesso, lui continuò a parlare  

-Iriumaru non è un semplice mezzo demone mia signora, come avete voi stessa costatato sembra essere un demone puro, cosa che dovrebbe essere impossibile, invece è successo ed è pericoloso per voi- ammise con un po' di rimorso  

- in che senso?- sospirò 

 -già un mezzo demone, può provocare danni a un essere umano notevoli, per quanto possa essere un neonato, ma un demone puro ne può creare ancor maggiori aveva paura che vi facesse del male, involontariamente per questo se n'è andato portandolo via con se, cercando aiuto- ammise, lei rimase stupita da quanto gli aveva detto il piccolo Jaken, e non sapeva che fare, ne che dire aveva paura per il suo bambino e il suo compagno, se gli fosse successo qualcosa durante il viaggio. 
  

**** 

Da tre giorni era in viaggio, solo lui e il suo bambino che attualmente dormiva sereno fra le forti braccia del padre, addossato alla sua bianca pelliccia, sentiva le mani di lui trattenere alcuni ciuffi, con fermezza aggrappandosi alla stessa, così piccolo e aveva già tale forza, si aspettava che alla separazione da sua madre piangesse, invece non  aveva fatto un fiato in realtà fino a ora non l'aveva mai sentito piangere, nemmeno quando aveva fame, era freddo si faceva capire in altri modi ma non era tipo da esprimersi con un pianto. Il pensiero volò alla sua Rin, alla paura che era sorta quando tre giorni fa l'aveva trovata nel giardino interno del suo palazzo, svenuta davanti a suo figlio che era mutato nella sua vera forma, che aveva le fauci sporche di sangue, all'inizio aveva temuto gli avesse fatto del male, a vede quella scena era entrato nel panico ma quando si accorse che l'odore del sangue era quello di una lepre e non quello di Rin si calmò, lo fece tornare nella sua forma umana e aveva portato sua moglie nelle sue stanze. Aveva quindi deciso di partire, lui e il suo bambino alla ricerca di una qualche spiegazione per quello che era successo, inizialmente aveva pensato di andare da sua madre, ma conoscendola se avrebbe saputo chi era la madre del bambino si sarebbe arrabbiata poi si ricordò del vecchio demone albero, e decise di andare nei suoi territori, dopotutto lui sapeva molto sapeva allora della trasformazione di Inuyasha di come fermarla il perché il padre aveva dato tessaiga al secondo genito, e lui poteva forse togliere i dubbi su quella nascita, non che non ne era felice, quando aveva saputo che Rin era incinta, si era rassegnato a avere un mezzo demone come il suo fratello minore, alla fine negli anni aveva imparato a apprezzarlo e non gli sarebbe dispiaciuto aver un figlio mezzo-demone, invece il caso il destino o la fortuna aveva portato a lui un demone puro, pure se la madre era una semplice umana. 
Arrivò nei pressi di quella foresta, atterrò cominciando a camminare per la stessa, per raggiungere il luogo dove risiedeva la vecchia magnolia, il piccolo si mosse nel sonno emettendo piccoli versetti, abbassò lo sguardo si di lui, mentre il piccolo aprì gli occhi ambrati, si incontrarono quelle iridi gemelle, mentre il piccolo gli fece capire che aveva fame.  

-siamo quasi arrivati dopo mangeremo- il piccolo lo guardò con uno sguardo di intesa, e si riappisolò in braccio a suo padre.  

-Sesshomaru è un piacere rivederti- Si avvicinò alla magnolia, fino scorgere il viso che usciva dal tronco mostrandosi  

-sapevi già perchè stavo venendo, allora saprai anche darmi una risposta-Lo sguardo della magnolia si poggiò sul piccolo pargolo che il suo padrone teneva fra le braccia.  

-non esattamente, in realtà avevo l'impressione che saresti un giorno tornato da me, ma non sapevo esattamente per quale motivo. Tuo padre sarebbe orgoglioso di vederti in questo momento-  donò un occhiata gelida alla vecchia magnolia poi disse  

-non sono venuto per mostrarti mio figlio bensì, per sapere per quale motivo è un demone puro- sospirò la magnolia  

-immagino che sia figlio tuo e di quella bambina che ti accompagnava, se non mi ricordo male si chiamava Rin. In realtà di norma l'unione tra un demone e un umano dovrebbe portare alla nascita, di un mezzo demone, mah..- si fermò per qualche istante a quelle parole  

-a volte succede che la natura di demone prenda il sopravvento su quella umana della madre, quando il bambino viene concepito, e in quel caso o la madre perde il bambino, perché il suo corpo alla fine rifiuta quell'essere contro la sua natura che sta crescendo nel suo ventre, o se sopravvive nascerà un demone puro, perché a annientato la natura umana.- ascoltò in silenzio le parole della magnolia, mentre la stessa allungò i rami in direzione di Sesshomaru, in un gesto eloquente. Non si mosse ne disse nulla. 

 -non gli farò nulla tranquillo, comunque ai visto anche tu con i tuoi occhi quello che è successo con Inuyasha, per quanto fosse nato mezzo demone, ora è a tutti gli effetti un demone puro, in quanto la natura demoniaca a preso il sopravvento alla fine su di lui annientando quella umana, il destino dei mezzi demoni è quello di riprendersi quello che realmente gli apparteneva- si creò per qualche istante un silenzio inquietante tra i due  

-lo sai però cosa è successo- annuì la magnolia mentre Sesshomaru gli porse il piccolo poggiandolo fra i rami della magnolia, in quell'istante lui aprì gli occhi, agitandosi fra i rami di quello non voleva stare lontano dal padre  

-l'hai più rivisto d'allora?- gli domandò, lo vide scuotere il capo, mentre il piccolo lentamente incominciò a mutare, ma fù il padre a fermarlo riprendendolo in braccio, e calmandolo alla fine  

-così piccolo e già controlla così bene la sua reale forma incredibile. Questo piccolo da grande farà grandi cose, potrebbe anche diventare più forte di te, e di anche vostro padre- notò un sorriso orgoglioso del demone cane, mentre sollevando lo sguardo verso il cielo, perché aveva percepito l'odore a lui noto, scorse la figura della Kami sopra le loro teste che sorvolava i cieli. 

 - a quanto pare ha avvertito il tuo odore- Un basso ringhio uscì dalle labbra di Sesshomaru, che si sollevò infine in cielo lasciando la magnolia, mutando avvicinandosi alla madre, scelsero un punto non troppo distante per atterrare in quella piccola radura, riprendendo la loro forma umana.  

-Sesshomaru è un piacere vederti di nuovo da queste parti.. - si voltò fissando sconcertata la piccola figura di suo nipote che si stava avvicinando di corsa nella sua forma originale, era ancora troppo piccolo per librarsi in aria ma di certo in quella forma era abbastanza veloce, a muoversi anche da terra. Un ringhio uscì dalle labbra di suo madre, e vide di colpo suo figlio fermarsi, aveva rizzato pelo e stava ringhiando a sua volta alla madre, seppur la coda era finita in mezzo alle zampe.  

-Smettila madre- disse mentre muoveva un passo verso quella  

-Ma guarda come sono spavaldi questi cuccioli ormai, gli Inu ormai non si da più una buona educazione sul rispetto di chi è più in alto nella gerarchia- Si stava avvicinando a suo figlio e aveva alzato la sua aura tanto da intimorirlo, schiacciandolo quasi a terra con la stessa come avrebbe punito un qualsiasi inu che avesse osato metterglisi contro, l'afferrò per un braccio scaraventandola infine lontano, l'aveva colta alla sprovvista e non fece nulla per fermarlo, rialzandosi disse  

-che cosa diavolo combini figlio mio, perché proteggi...- quando lo vide mutare, notò che era poco più di un neonato, così piccolo già mostrava tali qualità  

-chi è?- anche se nello stesso momento in cui  fece la domanda avvicinandosi notò due segni distintivi, delle loro dinastie, i segni viola del suo defunto ormai marito, e la piccola falce di luna sulla fronte del piccolo, quegli occhi dorati del neonato la sfidavano ora protetto da suo figlio, lo teneva saldamente tra le braccia con fare che non aveva mai visto in suo figlio, e capì chi era quel bambino.  

-non mi dici nulla? mi dai un erede e manco me lo mostri? mi odi così tanto- lui accarezzava suo figlio con molta delicatezza, cercando di tranquillizzarlo  

-non ti odio, semplicemente non sapevo come avresti reagito- sorrise avvicinandosi ai due ancora di più  

-oh sarò fredda gelida, ma nessun essere vivente non sarebbe contento dell'arrivo di un cucciolo del proprio figlio. Chi è la madre?- gli domandò -Rin- sentì quella risposta, perchè quel nome gli era familiare, ma non capiva il perchè i pensieri vorticarono nella sua mente ricercando il perché gli era familiare, poi arrivò la risposta, ma allo stesso tempo non poteva essere così  

-lui non è un mezzo demone, non può essere quella umana sua madre- Arrabbiato gli rispose  

-invece si, perchè dovrei mentirvi?- Non aveva del tutto torto, soprattutto perché avrebbe dovuto mentire sulla madre del piccolo  

-andiamo al castello- Sesshomaru non sembrò ribattere le parole della madre, arrivarono al castello per quanto quel luogo avesse diversi anni, rimaneva immutato era rimasto come allora quando lui stesso era piccolo, si mossero verso la sala del trono, intanto avevano parlato di quello che gli aveva detto la magnolia, e delle sue paure le aveva ammesse alla fine di fronte a lei, anche se non era del tutto convinto fosse la cosa giusta, ma non sapeva che altro fare. 

 -forse sarà meglio che me ne occupi io, è troppo pericoloso lasciarlo nelle mani di quella umana- sentì le parole della madre e ribatté 

-ci sono io a fianco a lei, non mi serve il tuo aiuto- disse mentre Iriumaru spostava lo sguardo tra la nonna e suo padre  

-ci sono cose che solo una inu come me può insegnargli e che un umano non potrebbe mai, e nemmeno tu Sesshomaru, per quanto sia un demone cane valoroso e abile non ci riusciresti- Non si fidava di lei non riusciva per quanto l'avesse allevato nel migliori dei modi, non sembrava essere sicuro di lasciarlo nelle mani di sua madre, il suo bambino  

-pensaci se vuoi, ma pensaci in fretta o te ne pentirai se succederà qualcosa alla tua compagna- a quelle parole si convinse, con riluttanza di suo figlio, lo lasciò nelle mani di sua madre, per la prima volta, lo vide versare lacrime, piangendo mentre si allontanava, promettendogli che sarebbe tornato al più presto, insieme alla mamma. 
  

***Fine Flashback*** 

Erano passati cinquant'anni e Iriumaru cresceva come un vero piccolo demone, ancora mostrava 5 anni mentre sua madre ormai andava per i 70, in quegli anni gli aveva fatto visita spesso insieme al proprio compagno, la Kami non era stata del tutto contenta, delle visite della suocera, eppure lui sprizzava gioia da tutti i pori ogni volta che lo vedeva, era forte quel ragazzino per quanto fosse così piccolo a parte il giorno che lo aveva lasciato suo padre in quel palazzo, non aveva mai più pianto neppure quando era stata servera con lui ne quando lo aveva punito per qualche marachella, o disastro fatto. Quando andò nella camera del piccolo si accorse che stava guardando fuori dalla finestra, di solito quando entrava si girava verso di lui e la salutava, ma questa volta era rimasto lì a guardare fuori con sguardo perso.  

-che succede Iriumaru?- Domandò avvicinandosi al piccolo notando solo ora da così vicino, che stava piangendo silenziosamente  

-Iriumaru!- Pronunciò quel nome prima che lui l'abbracciasse così forte da mozzargli il fiato, per la presa, di solito non usava tutta quella forza cosa l'aveva sconvolto a tal punto, fra un singhiozzò e un altro sentì quelle poche parole, decifrabili che uscirono dalle di lui labbra tra un singhiozzo e un altro mentre stava cominciando a piangere in modo copioso e senza accennar a fermarsi  

-è morta- sentiva il piccolo corpo del bambino tremare, era sconvolto non l'aveva visto mai così, e non capiva a cosa si riferisse.  

-chi mio amore?- sentì pronunciare solo un'unica parola, che la fece raggelare, capendo il perché di tanto dolore nel suo piccolo nipote.  

-mamma-

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Capitolo 2
*** Arrivo al villaggio degli Inu-youkai ***


Lentamente entrò nella casa del fabbro, ormai doveva essere pronta, gli aveva detto di aspettare 5 giorni, lo sguardo si poggiò sull'interno di quella caverna, fissando le varie lame, sparse qua e la ma non avvertiva l'odore di Totosai, che fosse scappato temendo la sua rabbia? ma lui non era come suo padre, doveva saperlo, se non era riuscito a finirla sarebbe tornato qualche giorno dopo gli sarebbe bastato saperlo per il tempo, sospirò mentre sentì pizzicargli qualcosa o qualcuno il collo, schiaccio con la mano per poi incontrare la piccola figura di Myoga sulla mano. -Signorino sono felice di vederla- ammise mentre lentamente si stava rigonfiando - Dovè il fabbro myoga?- domandò -E' uscito un'attimo ma dovrebbe tornare presto, mi a detto di avvertirvi che non dovevate preoccuparvi, che al suo ritorno vi avrebbe dato l'arma che avete chiesto- sospirando uscì lentamente dalla grotta, myoga ancora poggiato sulla sua spalla, lo sguardo del giovane poggiato contro il cielo -avete notizie del mio signore- Scosse il capo, la piccola pulce non potè fare a meno di sbuffare -non bastava solo quello che è successo al padron Inuyasha, ci mancava solo anche questa- Lui rimase in silenzio senza commentare le parole della pulce, non sapeva che dire, entrambi avevano perso le persone più care, e entrambi non avevano potuto far nulla, si morse con forza il labbro inferiore, infine decise di mutare la vecchia pulce rimase salda alla pelliccia del suo signore, non voleva lasciarlo. -Mio signore ma Totosai..- "non mi importa" -ma..- Sentì un ringhio di lui e si zitti, nascondendosi nella morbida pelliccia del collo. Erano in volo da diverso tempo, nemmeno lui sapeva dove erano diretti, si era allontanato di lì senza avere una vera e propria meta, al fine orfatto arrivavano gli odori di 5 demoni Inu, un brontolio uscì dalle proprie fauci, non gli piaceva non aveva mai percepito tante presenze di Inu insieme, scorse tre delle cinque figure poco sopra di lui che uscivano dalle nuvole, schivò l'attacco di uno dei tre, stava per attaccare la figura della Inu più vicina, una femmina dal pelo dorato -padrone si fermi- La femmina si era fermata per non si sa quale motivo e questo gli permise di sferzargli quell'attacco, ferendola a un fianco mentre gli altri due gridavano stavano per attaccarlo quando quella con una delle due code lo afferrò e quindi lo costrinse a scendere giù insieme a lei, e a mutare. Fissava la donna Inu ricoperta solo da un kimono da combattimento femminile del colore del cielo notturno primaverile, parte dell'armatura copriva il petto prosperoso, e alcune placche alle gambe i capelli lunghissimi biondi ricadevano su una spalla richiusi in una grossa treccia, gli occhi erano del colore dei suoi capelli argentei. La donna lo fissava attentamente, mentre le altre quattro figure la affiancarono, circondando il giovane. Maledì se stesso per essersi cacciato in quella situazione, guardò tutti e cinque gli avversari erano troppi per lui da solo, e erano di sicuro più preparati di lui in combattimento. Eppure la mancina andò a afferrare la lama che aveva alle sue spalle, per estrarla avrebbe voluto la nuova spada che aveva chiesto al fabbro in quel momento, ma doveva accontentarsi per ora, non poteva far altro. Sentì la piccola figura di Myoga sbucare di nuovo dalla sua pelliccia, cominciando a saltellare sulla sua spalla. -Aki, mia signora si fermi- Saltò dalla spalla sua per raggiungere la figura, della demone cane con un movimento rapido si avventò su uno dei inu che si trovava a destra sferrando un fendente improvviso che lo colpì senza che facesse in tempo a pararlo, gli altri si avventarono contro di lui, tranne la donna sembrava lei il capo di quel gruppo. Combatteva come al solito, senza mostrar paura ne cenni di stanchezza determinato senza abbassare mai il capo, eppure erano troppi e troppo forti, non poteva farcela da solo. Sentì un colpo che lo colpì dietro la nuca, sentì le forze mancargli in pochi istanti il buglio calò su di lui, non sapeva se era solo svenuto, o morto.

***
Camminava lungo il corridoio principale del palazzo, era appena tornata dalla missione che il consiglio aveva dato alla sua squadra, suo fratello portava in spalla la figura, del giovane inu, mentre le parole di myoga rimbombavano nella sua testa, aveva notato una certa somiglianza in quello sfrontato ragazzo. Si voltò a fissare Hiro mentre congedò infine gli altri -dobbiamo portarlo davanti al consiglio- gli disse il fratello -no non dobbiamo- vide lo sguardo di sua sorella era determinato -ci ha attaccato- affermò -non credo sappia chi siamo ne tanto meno qual'è il nostro compito- ammise, avvicinandosi al giovane inu, gli accarezzo dolcemente il viso scostò leggermente la frangetta notando la piccola falce di luna sulla sua fronte, allora quello che myoga aveva detto era la verità, notò con la coda dell'occhio che anche il fratello stava fissando quel ragazzo -anche se lo nascondessimo nel palazzo, credi che non lo scoprirebbero?- sorrise -pensavo di portarlo da Isonka- -la trovo un'ottima idea ma perchè siamo passati prima per il palazzo- Sospirò -perchè mi tocca per forza andare prima da quelli per fare resoconto della missione, e non potevo lasciarlo lì da solo- -lo ami ancora- Gli domandò ma sapeva già la risposta, ma lei non gli rispose, solo il fatto che non l'aveva ammazzato o che non l'avrebbe portato davanti al consiglio per il giudizio, voleva dire che amava ancora il padre di quel ragazzo, anche se gli aveva fatto molto male, anche se aveva sofferto per lui, anche se.. La vide entrare nella sala, rimase fuori si abbassò e poggiò la figura del ragazzo a terra, andando quindi a far poggiare la schiena di lui contro il muro, gli si affiancò accanto seduto, ora che lo guardava meglio si rese conto di quanto somigliasse a suo padre, quando aveva la sua stessa identica età, dopotutto avevano vissuto l'infanzia insieme, erano cresciuti in quel villaggio, avevano servito Inu no Taisho fino alla fine, scosse il capo allontanando quei pensieri, era annoiato, sapeva che quella riunione sarebbe stata lunga come le tante altre, si addormentò per qualche istante, o quanto meno gli parve così, venne infine svegliato da sua sorella, si caricò di nuovo in spalla il ragazzo e uscirono insieme dal palazzo muovendosi nei meandri del villaggio, fino a arrivare in una modesta capanna, ne piccola ne troppo grande, quella di Isonka, bussando entrarono infine nella stessa prima ancora di ottenere una risposta, vennero accolti subito dalla piccola figura di Mikio, che si accorse del ragazzo che i due portavano, svenuto e li accompagnò in una delle stanze, dove lo distesero su uno dei Futon. Ecco che la figura di Isonka entrò nella stanza, lo sguardo si spostò prima su Hiro e Aki per poi poggiarsi sulla figura del ragazzo. -perchè mi avete portato questo ragazzo?- domandò perplesso fissando colui che giaceva nel futon, perchè a guardarlo quel giovane Inu gli sembrava familiare, eppure non l'aveva mai visto in vita sua, ma doveva avere più o meno l'età di sua figlia, quindi circa 150 anni, era molto giovane non l'aveva mai visto al palazzo ne era sicuro -è il figlio di Sesshomaru- A quelle parole si destò di colpo, fissando quindi la ragazza, per quanto celasse le emozioni che provava, quando aveva pronunciato quelle parole, aveva sentito il dolore che aveva messo in quelle 5 parole, si grattò la testa non sapeva che fare ne che dire, era perplesso aveva portato il figlio del principe da lui perchè? si era stato il suo maestro ma era da lungo tempo che non lo vedeva, ne tanto meno sembrava farsi vedere da oltre 300 anni in quel villaggio, per quanto il consiglio avesse insistito per il suo ritorno per prendere il posto del generale defunto. -che cosa è successo?- come un fiume in piena le parole uscirono dalle labbra della Yasha rimase in silenzio a ascoltarla, lo sguardo di tanto in tanto si spostava sul giovane inu e su lei e suo fratello, quando terminò di parlare rimase per un po' in silenzio -non era meglio, lasciarlo nelle mani del consiglio-; -era quello che gli avevo consigliato io- ammise Hiro, conosceva la testardagine di Aki oltre ai sentimenti che provava per il suo ex compagno, e immaginava perchè volesse proteggere il figlio di lui, per quanto lo avesse avuto con un'altra donna, lei non era riuscita a aver un figlio da Sesshomaru, per quanto era rimasta diverse volte incinta, aveva perso sempre il bambino, si era allontanata da lui, perchè si era sentita colpevole di quello e dopo quello che era successo con il generale e la sua morte, si erano separati completamente e lui era scappato via, alla ricerca di Tessaiga, ma sapeva benissimo che quella donna ancora amava il suo principe. -allora cosa dovrei fare con lui?- ; -proteggilo- ; -perchè non l'hai lasciato allora dove l'avevi trovato se non volevi che finisse nelle mani del consiglio- ; -aveva attaccato il nostro gruppo e gli altri volevano portarlo davanti al consiglio, in modo che venisse punito severamente, ma io ho detto che l'avrei portato io, hanno alla fine accettato anche se diturbanti, ma non voglio che finisca nelle loro mani- sentì un verso uscire dalle labbra del ragazzo, e notò che stava per svegliarsi, non poteva aver già ripreso i sensi con quel colpo ben assestato avrebbe dovuto dormire per diverse ore, lo vide alzarsi lentamente a sedere, ancora stordito e scosso era sicura che non riusciva ancora del tutto a mettere a fuoco ciò che lo circondava, ma quando ci riuscì scattò in piedi, mentre la mano cerco la sua lama dietro la schiena senza trovarla, vide che la yasha ce l'aveva appesa al fianco, scattò in avanti cercando di riprenderla ma fu subito fermata da lei, che l'aveva preso per i polsi e sbattuto contro il muro, sentì un forte dolore alla schiena era forte molto forte non riusciva a sottrarsi alla presa di quella maledetta -calmati non voglio farti del male- gli ringhiò contro furioso -non mi sembra maledetta- ; -Modera i termini ragazzino- gli ringhio a sua volta quelle parole, Hiro era stupefatto non aveva mai visto sua sorella così arrabbiata, Isonka afferrò Hiro per un braccio insieme e lo stesso fece con Mikio. -se avessi voluto farti del male, saresti già morto, o ti avrei lasciato nelle mani del consiglio, che ti avrebbe punito e avresti preferito morire probabilmente piuttosto che nelle loro mani- lo sguardo di lui rimase impassibile, gli ricordava quello di suo padre era una piccola copia di lui, si trattenne dalla voglia di baciarlo, no non era Sesshomaru non era lui. -dove ci troviamo?- domandò infine cominciando a calmarsi o quanto meno apparentemente, ma lei non mollava la presa. -questo è il villaggio degli Inu-youkai- lasciò lentamente la presa, a dir la verita non si fidava a lasciarlo, non si mosse rimase inchiodato dove era prima, e la guardava -perchè non mi hai portato allora davanti a questo fantomatico consiglio?- domandò perplesso -sai cos'è? o di cosa si occupa?- ; -mi accennò qualcosa la Kami, dovrebbe essere un gruppo di anziani inu, che si occupa di gestire il villaggio se non c'è il generale- annui lievemente con il capo -perchè dovevi portarmi da loro?- ; -di solito è punibile con la morte, chi attacca la squadra dei dodici- ; -non mi hai risposto alla domanda- gli disse non capiva perchè quella yasha lo stesse proteggendo no non lo capiva, aveva ferito lei e una parte della sua squadra non ci era andato alla leggera. Sembrò anche a lei una scusa stupida quella che gli diede poco dopo -perchè inizialmente la squadra dei dodici era nata, con il solo scopo di essere la guardia del generale, e voi.. - vide lo sguardo gelido del ragazzo mutare di colpo, scorgendo la rabbia in quelle ambrate iridi. Si era spostato dalla posizione di prima con un movimento rapido, e si era mosso in direzione della porta, andandola a spalancare si trovò di fronte alla figura di Hiro, ma non c'erano solo loro ma anche gli inu della squadra della donna, e alcuni che non aveva mai visto, un brivido percorse la sua schiena, non sapeva perchè ma quella situazione non gli piaceva. -mi dispiace Aki non li ho potuti fermare- non ebbe il tempo di ribellarsi che le guardie lo afferrarono, e portarono via da quella casa, non riusciva a ribellarsi alla presa di quelli, era ferrea, legarono i suoi polsi e lo portarono in una sala enorme, sentiva l'odore di diversi inu tanti forse troppi, lo sguardo si spostò verso tutti, le ambrate scorrevano lungo ogni personaggio che sedeva in quella sala. Vide sollevarsi dal trono al centro della sala un uomo sconosciuto, era anche il più giovane di tutti, alle sue spalle sentì la porta spalancarsi e vide di colpo entrare la figura di Aki. -chi ti ha detto di entrare, non ti è permesso presenziare a una riunione del consiglio- ; -si fermi per favore mio signore- Lo sguardo si poggiò di nuovo sulla donna, che alla fine gli si affiancò -che ti succede come mai all'improvviso ti ribelli così al consiglio, sei stata sempre un'ottima guerriera consigliera un ottimo capo, e ora proteggi questo giovane inu pur sapendo quello che ha fatto- ; -si lo so quello che ha fatto, ma tutt'ora la mia squadra come le nostre squadre le squadre dei dodici, hanno il dovere di proteggere la famiglia reale, e per questo non potevo permettere che gli venisse torto nessun capello- Lo sguardo indagatore di Kitaro, si spostò sul ragazzo fissandolo attentamente -che cosa intendi con quello che hai appena detto?- sentiva un vociare estendersi nella stanza, rimase in silenzio per poco, e poi disse -lui è il principe Iriumaru, erede al trono delle terre occidentali, figlio del Gran Generale Sesshomaru, e nipote di Ino no Toisho- il mormorio aumentò per la stanza, sentiva gli sguardi di tutti comprese le guardie poggiati su di lui, non gli piaceva quella sensazione, odiava stare al centro dell'attenzione, forse fin troppo abituato alla solitudine e alla convivenza con la Kami. -alzati ragazzo- gli disse quell'uomo ma non accennò a muoversi dalla posizione in cui si trovava, ma Aki, lo spinse ad alzarsi imprecò contro se stesso per aver permesso di cacciarsi in quel problema, era stato un idiota, l'uomo si avvicinava sempre di più allungando la mancina verso la fronte scostando la frangia che la lasciava crescere per nascondere il simbolo della stirpe reale, lo stupore si diffuse per la stanza. -ci dispiace principe per il comportamento inopportuno, avuto nei vostri confronti, spero che perdonerai il nostro modo di fare- sentì finalmente che gli vennero liberate le mani, senza dire nulla si allontanò da quella stanza, non ne poteva più di quel luogo e villaggio, sentiva le voci che lo chiamavano ma nessuno ora osava mettersi in mezzo per fermarlo.

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Capitolo 3
*** Ritorno ***


Camminava per i corridoi del castello, molti sguardi erano puntati su di lui, quello dei servitori e degli inu del castello a ogni passo che faceva, sembrava perdersi sempre di più in quell'enorme castello, ma quanto era grande? Era più grande di quello della Kami, e di suo padre seppur si mostrasse solo su un piano, sentì di nuovo l'odore di quella donna, sapeva benissimo che continuava a seguirlo lungo tutto il palazzo, per quanto avesse cercato di seminarla a quanto pare sempre riusciva a raggiungerlo, anche perchè conosceva quel luogo meglio di lui, girò verso destra dove il corridoio principale lo conduceva, non c'erano altre vie, e si accorse di finire contro un corridoio senza uscita, l'unica porta era chiusa e protetta da una barriera anche volendo non avrebbe potuto buttarla giù. Sentì i passi di lei che si facevano sempre più vicini, l'odore intensificarsi sapeva che ormai era a pochi passi da lui, e non poteva scappare l'unica cosa era prepararsi a combattere, ma non aveva più le sue armi, l'unica cosa che aveva erano i suoi artigli velenosi, che aveva ereditato da suo padre, aspettò che comparisse la figura di lei per avventarsi senza nessuno scrupolo su di lei, ferendola a un fianco dove l'armatura finiva,  iniettandoli il proprio veleno ma come se se lo aspettasse, afferrò quel braccio e lo schiacciò a terra con un movimento così rapido da non permettergli di controbattere, non permettendogli di muoversi di mezzo millimetro. -sei proprio il degno figlio di tuo padre- avrebbe tanto voluto conoscere la madre di quel ragazzo, probabilmente doveva essere una Inu-youkai di qualche paese lontano, e molto potente visto che ormai l'unico clan rimasto, era il loro in quelle terre, e gli unici rimasti al di fuori dello stesso, erano la Signora madre Inu no Kami, Sesshomaru, forse avrebbe dovuto aggiungere anche il mezzo demone Inuyasha. -non parlare così di mio padre, non sai niente di lui- sentiva la rabbia nelle parole del ragazzo, e la leggeva negli occhi ambrati -lasciatemi in pace se in tutti questi anni non vi abbiamo cercato, ne tanto meno ci siamo fatti trovare perchè vi ostinate a cercarci- sapeva benissimo che la Kami, aveva fatto di tutto per tenere lontani gli inu dal suo palazzo, da lui dopo quello che era successo al suo defunto marito, se n'era andata da quel luogo non aveva più niente a che spartire con quel clan, si era isolata dallo stesso seppur gli avessero chiesto di tornare diverse volte. -conosco tuo padre meglio di quanto tu possa credere ragazzino- Notava che la donna cominciava a risentire del suo veleno, il respiro si era fatto più pesante, stentava a tenere gli occhi aperti, e cominciava a sudare, anche lei si era accorta del suo stato -maledizione- sussurrò a se stessa aveva sottovalutato Iriumaru, e la stava pagando cara - che cosa vuoi da me?- gli domandò lei lo guardò per qualche istante negli occhi fissandolo attentamente, non capiva perchè gli avesse posto quella domanda -mi volevi proteggere dal consiglio, e ora mi hai seguito perchè l'hai fatto? gli altri avrebbero potuto farlo ma non hanno osato toccarmi, anche perchè se mi avrebbero fatto del male, sapevano che sarebbero stati guai per loro, perchè ti ostini a seguirmi e a fermarmi?- lo guardò attentamente, aveva  forse capito qualcosa, così giovane ma così inteligente -non voglio che te ne vai- Notò gli occhi di lei diventare lucidi, rimase interdetto da quello che stava succedendo, sentì la presa di lei allentarsi, lentamente si mise a sedere, fissando la yasha -sei l'unico modo per rivederlo, per convincerlo a tornare- non riusciva a capire le parole di lei, di chi stava parlando, poi alla fine capì il sogetto di quelle parole, rimase interdetto dal fare di lei, che si era scostata e infine sollevata dalla posizione di prima, gli aveva allungato la mano sinistra per aiutarlo ad alzarsi -non ti posso aiutare- sentì le parole del ragazzo mentre accettò l'aiuto ormai era di fronte a lei inpiedi. -pe..- non ebbe il tempo di dire un'altra parola, che crollò fra le braccia del ragazzo ormai priva di forze il veleno cominciava a roderla dall'interno portandola allo stremo delle forze, l'unica cosa che vide erano le labbra di lui che si schiudevano donando parole, una risposta sembrava a quella domanda che si era fermata ancor prima di cominciare, e poi solamente buio.
 
****
L'ultima cosa che ricordava, è che era stata attaccata da Iriumaru, nel tentativo di fermarlo dallo scappare dal villaggio e dal castello, e che gli aveva inniettato il veleno, aprendo lentamente gli occhi notò con gran stupore, che era distesa nel proprio letto della sua stanza, che le guardie l'avessero trovata e portata lì? non ricordava come ci era arrivata ne tanto meno, cosa era successo dopo solo alcuni frammenti ricordava, lentamente si sollevò a sedere nel letto, gli girava ancora la testa per l'effetto del veleno ma era viva, a vedere la luce che traspariva dalla finestra era di nuovo giorno, a vedere dall'inclinazione dei raggi doveva essere passato un giorno, era molto presto e loro erano tornati il pomeriggio a palazzo, odiava se stessa l'unica opportunità che aveva era stata bruciata. Tornò a girarsi e solo allora notò la figura addormentata  addossata alla parete vicino alla porta scorrevole, non credeva ai suoi occhi era lui ne era certa, il suo odore lo confermava, non credeva fosse possibile che il principe fosse ancora lì dopo quello che era successo. Si mosse avvicinandosi, sembrava non essersi accorto di nulla infatti continuava a dormire, addossato alla sua bianca pelliccia che gli faceva da cuscino, lo sollevò lentamente da terra come se non pesasse, e lo portò sul proprio letto depositandolo su di esso, non si era mosso di un millimetro nel tragitto tra la porta e il letto sembrava dormire sereno senza preoccupazioni, in un gesto involontario quanto istintivo le labbra gli sfiorarono la guancia, per poi lasciarlo, si mosse per la stanza andando a arrivare fino alll'armadio che conteneva i vari kimoni, l'armatura era stata appoggiata al manichino accanto allo stesso, ne prese uno a caso e incomincio a togliersi quello che aveva indosso, notando la fasciatura che portava al fianco dove ormai non c'era segno della ferita che gli aveva inferto l'altro, cominciò a slegare le bende srotolandole facendola cadere a terra, fece cadere a terra quello che restava anche del kimono, i lunghi capelli biondi gli facevano da mantello coprendo e in parte celando il corpo femmineo e le sue forme, sfioravano la terra strusciando di qualche centimetro, sentì un movimento alle sue spalle, e girandosi notò che Iriumaru si era svegliato la guardava ma subito il viso di lui diventò paonazzo e si voltò a guardare da un'altra parte, abbassando lo sguardo si rese conto che era ancora nuda, andò afferrare uno dei tanti kimono e infine lo indosso, prendendo uno dei tanti Obi, per legarlo. -mi potresti aiutare a legare l'obi- gli chiese mentre l'altro ancora inbarazzato lentamente cercò di voltarsi temendo ancora di incontrare il corpo di lei nudo, quando notò che si era coperta annui semplicemente per poi avvicinarsi a lei aiutandola, aveva portato avanti alla sua spalla la chioma in modo che il ragazzo potesse essere più libero nei movimenti, sembrava comunque inpacciato forse per quello che era successo prima. -come mai sei ancora qua?- ieri non sembrava molto convinto di rimanere in quel luogo, sembrava voler scappare di corsa da lì, e tornare da dove era venuto. -non so dove mi trovo, non riconosco queste terre, e ne come tornare a casa- ammise -gli odori che porta il vento, non mi sono di grande aiuto- lo guardò per qualche istante infine sospirando. -dove si trova?- non ebbe risposta, che non avesse capito la domanda che gli aveva fatto, gli sembrava impossibile, allora perchè era rimasto in silenzio -ecco fatto- disse staccandosi dalla yasha -grazie- aveva capito che a quanto pare non voleva affrontare quel discorso, si voltò a guardarlo era quasi alto quanto lei probabilmente da grande sarebbe stato alto quanto suo padre, quindi minimo 25 cm più di lei, si allontanò da lui andando infine a infilare l'armatura e a riporre le sue armi al suo posto, solo allora notò che la spada del ragazzo ancora si trovava fra le sue, l'afferrò porgendogliela. -credevo te la fossi già ripresa- vide il ragazzo scuotere la testa -no alla fine non mi serviva- sentì la porta aprirsi alle loro spalle, notò la figura di Anzo entrare ma rimanere sulla soia della stessa, fissando i due alternando lo sguardo. -capitano scusate se vi disturbo, ma dovremmo occuparci di quei demoni al confine nord- rimase in silenzio aspettando -dammi qualche minuto, e partiamo subito- Con un inchino uscì dalla stanza richiudendo la porta dietro le sue spalle -che fai ci segui?- rimase interdetto da quell'invito -perchè dovrei?- sorrise lei delicatamente -potresti trovare il modo per ritornare da dove sei venuto- da una parte voleva tornare al palazzo della Kami, ma dall'altro incominciava a piacergli quel luogo. -se vuoi rimanere non credo ci siano problemi- aveva letto l'espressioni del volto dell'altro, come se fosse stato un libro aperto -no hai ragione forse è meglio che vi segua- a sentir quelle parole di Iriumaru voleva mordersi la lingua, avrebbe preferito starsene zitta.Alla fine tutti e due uscirono dalla stanza, arrivarono all'entrata del palazzo dove il gruppo della yasha li aspettava, rimanendo stupiti dal fatto che il principe l'accompagnava rimase in silenzio per tutto il viaggio, seguendoli in quella missione, a un certo punto riconobbe quei confini, sapeva dove si stavano dirigendo se si fosse spostato verso est, sarebbe arrivato dove aveva lasciato Ah-un, e dopo due giorni di viaggio continuo sarebbe arrivato al palazzo. Si fermarono per la notte, erano due giorni che stavano in viaggio lei e Anzo facevano la guardia al territorio circostante, mentre gli altri si riposavano, lui faceva finta di dormire in realtà era in uno stato di dormiveglia come sempre non si fidava per quanto aveva capito che non gli avrebbero torto un capello, non riusciva a rilassarsi non fra tutti loro, magari solo con Aki si qualcosa gli diceva che poteva fidarsi ma loro. Le ambrate si poggirono sul cielo, si erano formate diverse nubi temporalesche sopra le loro teste, ma il vento forte le faceva spostare forse non avrebbero preso tutta quell'acqua, si sollevò infine dalla posizione di prima e si cominciò a muovere in direzione dei due vide la yasha voltarsi in sua direzione ancor prima di arrivare al limitare della piccola radura, donargli un sorriso dolce -Anzo va a riposarti ci pensiamo io e Iriumaru a far la gardia- lo sguardo del soldato si spostò su di lui accorgendosi del suo arrivo -sicura?- gli domandò -si- senza dire altro si allontanò verso il gruppo donando un'ultima occhiata ai due. Rimase in silenzio addossandosi a uno dei tronchi più distanti dall'altra -io me ne vado domani- avvertì cominciando la conversazione con l'altra, notò lo sguardo della yasha cambiare, vide diverse emozioni comparire in quegli occhi argentei, capì che sperava tanto che non se ne adasse da lì che tornasse con loro al villaggio -ci rivedremo?- sentì  quella domanda ma non sapeva dargli risposta -forse- ammise semplicemente non sapeva dargli la certezza assoluta, non disse altro la yasha per tutta la serata, quando arrivò il momento di riposarsi lei, temeva che se avrebbe chiuso gli occhi, anche per un solo istante, non l'avrebbe più ritrovato ma la stanchezza prese il sopravvento e si addormentò.
 
****
Si muoveva rapido lungo il limitare della foresta, stava seguendo un demone minore che aveva osato varcare i territori propri, era anche un modo per allenarsi con la sua nuova spada, il fabbro l'aveva terminata e ora era nelle sue mani, doveva imparare a conoscerla e gestirla al meglio, la cosa lo divertiva sapeva di esserne all'altezza, era stato fatto con una delle sue zanne, la sentiva sua come nessuna delle sue armi avute fino a prima lo era stato, era giunto il momento che le sue zanne erano abbastanza forti, da crearla sentiva il suo potere contro il fianco destro fremeva attendendo di essere sfoderata e distruggere quel nemico. A un certo punto al fine olfatto arrivo un odore familiare, l'avrebbe riconosciuto tra tanti, era certo di chi fosse si fermò di colpo andando infine a cambiare direzione seguendolo, insieme a quello di lui avvertì un'altro altrettanto familiare, cosa ci faceva anche lei, affrettò il passo temeva che quella traccia scomparisse da un momento all'altro che fosse solo una illusione dettata da una vana speranza, ma lo vide era lui l'avrebbe riconosciuto tra mille anche se erano passati tanti anni -Aki cosa ci fai qui- si stava avvicinando sempre di più alla yasha, trattenendo ancora ben salda l'elsa della Bakusaiga, i metri che li dividevano vennero cancellati rapidamente da lei, che si avvicinò a Sesshomaru, abbracciandolo e lui sembrava ricambiare, se quando aveva parlato con quella donna gli era sorto il dubbio che ci fosse stato qualcosa tra i due ora ne aveva la prova, si morse il labbro inferiore, mentre rimaneva in disparte cercando di celare la sua presenza in quel luogo, si era messo anche contro vento in modo tale da sperare che il suo odore arrivasse ai due. Intanto lui aveva lasciato cadere la sua spada che si era piantata a terra, affondando nel terreno la punta, tenendosi in una posizione verticale. Notò che lo sguardo di suo padre si spostò nella sua direzione, rimase immobile pietrificato incerto sul da farsi, mentre l'altro afferrava Bakusaiga lasciando la presa su Aki, dallo sguardo che mandava in sua direzione sembrava non averlo riconosciuto, dopotutto erano passati troppi anni l'ultima volta che lo aveva visto era solo un bambino, e ora sembrava quasi un adulto. Ebbe il tempo di schivare l'attacco che gli aveva sferrato alzandosi in volo, la mancina afferrò l'elsa della sua spada, estraendo quella zanna, presentava lungo la lama venature blu, sembrava che nelle stesse scorresse qualcosa, con un movimento rapidissimo se lo trovò di fronte, mentre stava di nuovo per attaccarlo le due armi cozzarono le une contro le altre, mentre il suono metallico provocato dallo scontro delle due, risuonava nelle loro teste. Aki fissava la scena da dove l'aveva lasciata suo padre, non poteva riconoscerlo, una maschera copriva il volto celandolo facendo solo vedere le ambrate iridi, un cappuccio celava i lunghi capelli argentei e nascondeva sotto un'ombra il viso del ragazzo, ma il modo in cui combatteva gli sembrava familiare -chi diamine sei? cosa ci fai in queste terre?- come mai sua madre aveva permesso a un Inu di entrare nelle sue terre, portava l'odore di quelle sulle vesti del kimono, e del mantello non riusciva a vedere oltre quegli occhi ambrati, odiava quella maschera che l'altro indossava -non sono affari tuoi- la sua voce da allora era mutata era più maschile, non più infantile vide un baiore sprigionarsi dalla spada dell'altro e si mosse rapidamente per sfuggire a quel fendente se l'avrebbe colpito sarebbe stata la fine, si preparò a sua volta a attaccare quello che sembrava scorrere nelle venature della lama cominciò a fuoriuscire dalla stessa avvolgendola, stava per attaccarlo, quando la presenza della Kami si fece sempre più vicina, scorse la figura di lei che volava nei cieli, per poi discendere frapponendosi tra i due. Con la coda dell'occhio vide anche Aki avvicinarsi rapida a Sesshomaru -Ma guarda dopo tanti anni ti fai rivedere, e sei oltretutto accompagnato dalla tua ex compagna.. l'hai dimenticata così facilmente rifugiandoti fra le braccia di lei- il tono era freddo mentre lanciava occhiate a Aki, sentiva la rabbia di suo nipote anche se attualmente gli dava le spalle, mentre Sesshomaru era ancora incerto se mettere a posto la sua lama, non guardava sua madre ma l'inu alle sue spalle che ancora tratteneva la sua aveva notato il cambiamento nella lama del ragazzo, stava per sferrargli un attacco se non si fosse messa in mezzo sua madre, che sembrava proteggere l'altro. Era offeso dalle parole della madre, per quanto il tempo fosse passato non riusciva a dimenticarla non riusciva a dimenticare la sua amata Rin come aveva osato dire quelle parole, ferito nell'orgoglio uscirono parole sfrontate dalle sue labbra -se anche fosse cosa te ne importa- non gli era mai importato nulla delle sue scelte perchè ora invece si comportava così, senti l'aura dell'altro Inu alzarsi e un ringhio fuoriuscire dalle labbra, vide lentamente i suoi occhi inniettarsi di rosso sangue, e le iridi restringersi tanto da quasi scomparire, cosa aveva scaturito quella rabbia nell'altro? lo vide scattare verso di loro, così rapido che non avrebbe avuto il tempo di lanciare ormai un attacco con la sua lama, l'avrebbe raggiunto prima che avesse il tempo di sferrarlo, ma con un movimento rapido vide la madre fermarlo -Iriumaru calmati- sgranò gli occhi sentendo quel nome, erano passati così tanti anni? alla fine vista la sua vita immutabile nel tempo a volte perdeva la cognizione del tempo, da quanto non era tornato al palazzo abbastanza che fosse diventato così grande e non più un bambino. Lo vide riporre alla fine la sua arma, senza dire nulla anche lui ripose la sua. -andiamo al palazzo- l'invito sembrava rivolto anche a loro vide per primo Iriumaru allontanarsi la Kami non lo fermò si volto verso i due attendendoli per poi muoversi tutti insieme.

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Capitolo 4
*** Decisione ***


Stavano salendo lentamente quella lunga scalinata che li avrebbe condotti fino al castello, si rese conto che anche volendo non sarebbero mai riusciti a trovarlo, se non sapevano la loro ubicazione, era ben protetto da incantesimi e da una folta nebbia, che lo avvolgeva eppure dall'interno sembrava essere scomparsa, vedeva ogni cosa chiaramente i territori che lo circondavano era brava a celare quel posto, doveva ammetterlo ora capiva perchè il consiglio ancora non l'avesse trovata. L'odore di Iriumaru si faceva sempre più forte, sollevò lo sguardo incontrando alla fine della scalinata la sua figura, non c'era più il mantello a celare le sue forme, ne la maschera a coprire il suo volto la lunga chioma argentea svolazzava alle proprie spalle morbida veniva sollevata dal vento, indossava un elegante Kimono Blu oltre mare, con ricami e disegni argentati, a completare tutto uno spallare e un pettorale nero, rifinivano quella figura di un giovane guerriero. Ai fianchi pendevano la lama che aveva usato in quella piccola battaglia, e un'altra katana, sembrava di riconoscerla gli sembrava quella con la quale si era scontrata la prima volta che l'aveva incontrato, ormai erano passate ben due settimane, da quando addormentandosi quella sera, dopo che lui l'aveva avvertita che sarebbe partito quella mattina, al suo risveglio e a quallo dei suoi compagni lui era scomparso senza lasciare nessuna traccia senza lasciare nessun indizio. Le labbra si schiusero in un lieve sorriso ma notava lo sguardo arrabbiato che gli rimandava l'altro non sembrava aver preso bene la risposta che aveva dato suo padre alla Kami, anche se non sapeva esattamente di chi stavano parlando temeva che il sogetto della questione fosse prorprio la madre di lui, e se era così capiva quella rabbia che ribolliva in quel giovane inu, ma quando aveva sentito quelle parole essere pronunciate da Sesshomaru aveva l'impressione essere solo una risposta dettata dall'orgoglio ferito senza che la mente si accorgesse di quello che aveva fatto. Si voltò verso di lui fissandolo, notò che guardava a sua volta suo figlio raggiunsero gli ultimi scalini trovandosi di fronte alla possente struttura del palazzo, notò diverse guardie molti demoni che  rimasero impassibili al loro arrivo, demoni inferiori certo ma temeva ma erano abbastanza da dar problemi a un piccolo gruppo di demoni superiori, e di certo sarebbero stati capaci di spazzarne uno con molta facilità, non si era accorto di loro finchè non era arrivata fino a li, aveva così abbassato la guardia o era un gioco della Kami. Quella donna non era per niente da sottovalutare, di certo non aveva enormi qualità belliche, ma era astuta inteligente e avrebbe messo in ginocchio molti usando le migliori strategie, senza che quelli se ne accorgessero li avrebbe spazzati via senza farsi nemmeno un graffio. Notò la piccola figura di un demone Oni avvicinarsi -Padron Sesshomaru siete tornato finalmente- aveva quasi le lacrime agli occhi, sembrava conoscerlo da lungo tempo, la Signora lo ignorò e andò a affiancarsi al nipote mentre il piccolo oni si avvicinava con costanza al suo padrone. -siete tornato per restare vero?- più che una domanda sembrava quasi una supplica di quel demone verso il suo padrone, non disse nulla ma nemmeno lo scansò sembrava anche lui felice per quanto non l'avrebbe mai ammesso così apertamente di vederlo. Seguirono i due verso una grande sala, la Kami si sedette su un grande trono circolare, con una eleganza assoluta, e una fierezza all'armante capiva il perchè non volesse tornare al villaggio, non era più una regina ormai il regno di Taisho era morto, si avrebbe potuto prendere un posto nel consiglio, avrebbe potuto anche gestire la situazione ma non avrebbe mai avuto il potere che aveva in quel luogo. Iriumaru rimaneva impiedi al fianco di quella donna, come avrebbe fatto la guardia personale era rimasto in silenzio fino a ora, seppur lo sguardo si spostava tra lei e lui. -Iriumaru ci lasci soli- disse la Kami, lui la guardò per un istante, e poi semplicemente si allontanò dalla stanza senza dir nulla -Piccolo demone- sentì uno sbuffo di lui, e mormorare a bassa voce - mi chiamo Jakken mia signora, in tutti questi anni che la servo ancora non ha imparato il mio nome- ma in tono così basso che non l'avrebbe sentito l'altra -segui Iriumaru e tienilo sott'occhio- ; - si mia signora- detto questo si allontanò da Sesshomaru per seguire Iriumaru. -cosa ti ha spinto a  tornare sesshomaru- il tono era freddo e non riusciva a capire se fosse felice del suo ritorno o no -sono venuto a riprenderlo- una risata uscì dalle labbra della Kami -e credi ti seguirà? dopo 100 anni che l'hai abbandonato a se stesso, nemmeno ti sei degnato di venire a trovarlo quando Rin è morta- sentì un sussulto dell'altro, a quel nome pronunciato dalla Kami -non gli sei stato affianco in quel momento, ne tanto meno ti sei degnato di venirglielo a dire di persona- ; -non volevo farlo soffrire, era troppo piccolo allora- ; -scuse idiote sono queste Sesshomaru- sentì la rabbia che ribolliva nel proprio compagno che l'affiancava la mano destra cercò quella di lui, voleva in qualche modo calmarlo ma lei non poteva ribattere non sapeva cosa l'avesse spinto a fare quel gesto -ti vanti tanto della tua forza della tua freddezza, ma in realtà sei solo un codardo- a quelle parole scoppiò vide la rabbia di Sesshomaru mostrarsi si scaglio contro la madre, non ebbe il tempo di fermarlo, dove un tempo c'era il trono ora c'erano solo i resti e la Kami si era allontanata appena in tempo, eppure la manica del kimono si stava macchiando di rosso -tu non puoi capire cosa provavo- un sorriso beffardo comparve sul viso della donna -credi che io non abbia sofferto per la morte di tuo padre. mi credi così fredda da rimanere impassibile davanti a tutto? secondo te perchè me ne sono andata dal villaggio, e perchè ti scongiurai quel giorno di non partire all'inutile ricerca di Tessaiga- incominciava a diventare il discorso troppo personale e non si sentiva a suo agio a stare li ad ascoltarlo, ma non sapeva che fare era troppo distratta non si accorse che qualcuno da dietro la stava afferrando poggiandogli una mano sulla bocca, e con l'altro braccio la teneva ferma abbastanza da sentire la sua forza, e non riuscire a muoversi per poi allontanarla dalla sala, spostandola di peso.
Quando finalmente fù libera, si accorse che era stato Iriumaru a allontanarla dalla sala -Iriu..- gli poggio un dito sulla bocca zittendola, e gli indicò di seguirlo, in silenzio lo seguì si spostarono verso i piani superiori, erano molto più lussuosi, e prestigiosi a quanto pare quella parte del castelo era dedicato alle loro stanze, l'accompagnò verso la propria entrando si ritrovò in quella che era una vera enorme stanza da letto, si guardò intorno fissando le decorazioni di quel luogo, da un lato notò una scrivania con diversi fogli sparsi sulla stessa e alcuni libri accatastati sopra. -come mai sei venuta fin qua- gli chiese l'altro si voltò verso di lui, trovandoselo a poco più di un metro di distanza l'ultima volta che l'aveva visto si trovava vicino alla porta -io e la mia squadra eravamo in missione al monte Fukujima, quando all'improvviso ho sentito l'odore di tuo padre e l'ho seguito, senza badare alla mia squadra, fino a incontrarlo e...-  si fermò nelle parole, dopotutto lo aveva visto con i suoi occhi l'incontro l'abbraccio, a dir la verita aveva voluto baciarlo, ma non aveva osato troppo, troppo tempo distanti troppi anni passati -come credi che finirà tra quei due- l'unica risposta che gli diede era una alzata di spalle, alla fine ebbe il coraggio di chiederglielo -Rin era tua madre?- a quella domanda vide lo sguardo di lui, distogliersi dal suo volto -si- solo quella breve risposta gli diede chiudendosi nel silenzio -com'è morta?- osò porgli quella domanda, temeva che purtroppo fosse morta in battaglia e per quello sesshomaru non si era perdonato di non esser riuscito a salvarla -vecchiaia- rispose, lui rimase perplessa lo vide di nuovo girarsi verso di lui -era umana- spiegò, strabuzzò di colpo gli occhi quando sentì quella affermazione le parole uscirono affrettate dalle labbra -ma tu non sei un mezzo demone- lo vide annuire lievemente -no per uno scherzo del destino sono nato come un demone completo- perchè aveva detto quelle parole, non riusciva a capirlo -per colpa mia ho fatto soffrire mia madre, non mi ha mai potuto prendersi cura di me come avrebbe fatto con un bambino umano, o con un mezzo demone, e io non gli sono potuto star abbastanza vicino- sentiva il dolore del ragazzo in ogni parola che scandiva nel raccontare la storia, si avvicinò a lui abbracciandolo forte non fece nulla per impedirglielo, come avrebbe fatto per consolare un suo bambino per quanto non lo poteva considerare tale, perchè non era suo figlio, era la cosa più simile che potesse esserci, era il figlio del suo compagno e si sentiva legata a lui, in quel momento si rese conto di quanto realmente fosse giovane, se fino a ora aveva dimostrato una calma e freddezza di un adulto, pure se non aveva pianto lo sentiva in quel momento fragile, allo stesso tempo si domandava cosa stesse succedendo al piano inferiore.
 
****
Non avrebbe dovuto sottovalutarla, sapeva benissimo che non era un avversario facile da battere, entrambi feriti ma non erano tanto le ferite che sanguinavano quelle che gli facevano male, ma bensì quelle del suo orgoglio fissava la madre da quella distanza, c'era stata una piccola tregua alla fine, parte del salone era andata distrutta le ferite già si stavano lentamente rimarginando -tornerai al villaggio?- gli chiese alla fine -per anni sono partito per un lungo viaggio per migliorare le mie tecniche per essere all'altezza di mio padre, e sedere a quello che era il suo posto..- la vide sorridere come non la vedeva da molto tempo, agitò una mano e vide la sala ricomporsi lentamente, ogni ogetto distrutto tornare al suo posto, si sedette quindi di nuovo sul suo trono, fissando il figlio -già quando eri venuto qui cercando un modo per far diventare una luna piena il tuo Maidon Sanghezua, eri all'altezza di quel compito ma ancora non te ne rendevi conto- ; -tu rimmarrai qui- annuì semplicemente -se mi cercherete sarò sempre qui a accogliervi ormai non ho nulla da spartire in quel luogo, tornarci sarebbe inutile. Invece a Iriumaru farebbe bene, è rimasto isolato per troppo a lungo e alcune delle sue pomtenzialità non potrà mai svilupparle stando sempre in queste mura- aveva ragione con questo la loro conversazione era finita, e non c'era altro da aggiungere si mosse quindi verso l'entrata della sala uscendo dalla stessa, nessun saluto si erano rivolti ma quel silenzio era bastato più di tante parole. Salì le scale seguendo l'odore di Aki e di Iriumaru arrivando fino alla porta della sua stanza, nello stesso momento vide uscirli insieme dalla stessa, Aki sorridente mentre lui sembrava ancora arrabbiato con lui, non lo guardava nemmeno negli occhi. -stai bene?- gli chiese lei avvicinandosi, vedendo il kimono coperto di macchie rosso sangue -non è niente di che, preparatevi che partiamo- vide suo figlio alzare lo sguardo e fissarlo -io resto qua non mi interessa- gli donò una frecciata ma lui rimase imperturbabile -invece parti con noi, anche la Kami è d'accordo- scosse il capo -non ci credo- ; -invece è così- sentì quella voce lo sguardo si poggiò sulla kami, si era già cambiata ora portava con se un bellissimo e pregiato kimono color lavanda ricamato e decorato a mano, con fiori rosa pastello -ormai non ho più nulla da insegnarti in questo castello, e al di fuori da queste mura imparerai più facilmente- ammise, vide lo sguardo di lui si sentiva tradito da lei -va bene- ci rinunciò alla fine se ne era reso anche lui, che ormai era inutile stare lì, a non far nulla al massimo a occuparsi di qualche demone che entrava nei loro territori. Uscirono dal castello donò un ultimo saluto a lei silenzioso, un'occhiata di intesa.

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Capitolo 5
*** Le Prove ***


Camminava con disinvoltura per i corridoi del castello, avrebbe dovuto incontrare al villaggio Isonka e Mikio, ormai passava la maggior parte delle ore con loro, stare in quel castello a non far nulla non era di certo il suo passatempo preferito, erano passati 5 giorni dal loro arrivo al castello ormai conosceva ogni affratto dello stesso, si muoveva con disinvoltura tra le varie guardie e servitori, le prime finalmente si erano rese conto che non gli dovevano stare con il fiato sul collo per quanto il loro compito era proteggere la famiglia reale, sapeva cavarsela da solo e glielo aveva fatto vedere, tre giorni prima stanco di quella persecuzione, si era scontrato con le guardie dimostrando le sue abilità spazzandole via, e lasciandoli vivi abbastanza da rendersi conto che non gli servivano, e alla fine anche suo padre aveva parlato al consiglio in modo che lo lasciassero più libero a meno che volevano dimezzare di colpo il loro esercito. Arrivò fino alla capanna trovandoli davanti alla stessa ad aspettarlo, Mikio letteralmente gli saltò addosso ormai si era abituato al modo di fare della ragazza così espansiva e vivace, da una parte lo apprezzava ma certe volte non lo sopportava ma si rendeva conto che alla fine erano i due più giovani del palazzo, non aveva altri contatti con inu della sua età quasi tutti ormai adulti o comunque con almeno 150 anni di differenza rispetto a loro. Quel giorno Isonka decise di allenarli all'esterno il loro compito era quello di sfruttare tutte le loro capacità, per combattere in un luogo angusto con un terreno fragile, ma non gli era permesso di volare dovevano imparare a combattere anche senza usare i loro poteri, in caso di necessità. Lo scontro era vivace, stavano dimostrando una tenacia e bravura degna, di Inu più grandi di loro, la figura di Aki andò a affiancare quella di Isonka, guardava in silenzio i due ragazzi combattere -già sei tornata dalla missione?- fu isonka a spezzare quel silenzio -non era niente di doveroso- disse lei -come procede..- sospirò per poi guardarlo negli occhi -non procede, sono tanti a ambire a quel posto, tutti molto capaci è raro che qualcuno che entra nella squadra dei dodici voglia poi uscirne, di solito è più facile che si muoia in battaglia, ma sempre si crea il solito scompiglio- isonka riprese infine la parola -prima o poi arriva il momento per una donna di scegliere di mettere su famiglia, e lasciare il campo di battaglia, mi dispiace per Hikari, perdete un'ottimo guerriero- in quel momento non lo guardava più in faccia, aki e sapeva anche il perchè sospirò lievemente si era pentito di quanto aveva appena detto. -scusami- ; -tranquillo- rispose quasi subito con tono atono, fissava i due che ormai avevano preso confidenza con quel terreno, e combattevano senza esclusioni di colpi, se fosse stato un vero combattimento con altre lame probabilmente sarebbero già ricoperti di ferite, e lividi. -Mikio è migliorata tantissimo- lo vide annuire -con l'aiuto del principe, da quando è arrivato e si sta allenando con noi, ha preso gli allenamenti sul serio ancor più di prima, e si impegna per cercare di arrivare al suo stesso livello- si se n'era accorto che lui si limitava negli attacchi, e nell'usare la sua forza, ancora si stupiva che lei non se ne fosse accorta, o forse faceva finta di non saperlo -da domani cominciano le piccole missioni, per coloro che vogliono provare a entrare, starà poi al consiglio e a noi capi scegliere secondo le stesse chi sarà all'altezza di quel compito- ; -non sarà facile temo- scosse la testa lei - affatto sono tutti agguerriti, e pronti a tutto- vide isonka battere le mani di colpo, i due si fermarono a mezz'aria Mikio aveva il respiro affannato mentre lui, sembrava che non avesse combattuto nemmeno per un istante -direi che per oggi basta meglio tornare a casa- Iriumaru sembrava contrariato ma alla fine accettò, donando un'ultimo saluto ai due che tornarono nella loro abitazione, Aki e Iriumaru si mossero verso il castello -cos'è sta cosa allora?- lo guardò perplessa almeno fece finta di non aver capito la domanda, ma sapeva benissimo cosa voleva domandargli, era da giorni che cercava di girarci intorno per non parlarne in sua presenza, invece sembrava aver ascoltato benissimo il discorso intrapreso dai due -niente che ti riguardi- ; -e per quale motivo? anche mio padre un tempo faceva parte dei dodici- ne era sicuro, ogni tanto la Kami gli raccontava com'era allora quando c'era suo nonno la vita al villaggio -si questo è vero ma attualmente sei troppo giovane, e impreparato- sentì un ringhio fuoriuscire dalle labbra di lui, lei sospirò -ne sono all'altezza, forse anche più di molti che anno fatto richiesta- gli donò un occhiata fredda, non che avesse del tutto torto ma.. -tuo padre attualmente non te lo permetterebbe mai- ; -perchè?- ; -le nostre missioni non sono semplici, sono rischiose per questo ti ho detto che sei ancora troppo giovane e impreparato, sarebbe meglio che aspettassi la prossima occasione- sentiva la rabbia di lui, a quelle parole la poteva sentire contro la sua pelle, gli faceva rizzare i peli  sul collo -potrebbe anche accadere fra 200 anni- sorrise a quelle parole per poi aggiungere -che cambiano 200 anni quando hai una vita lunghissima da percorrere?- gli domandò ma lui rimase in silenzio, varcarono l'entrata del palazzo le guardie li accolsero calorosamente al loro ritorno, aveva l'impressione che iriumaru stesse rimurginando su qualcosa in quel silenzio che si era creato tra i due, alla fine lo vide allontanarsi verso la propria stanza mentre lei si dirigeva verso la sala del trono, e li trovò Sesshomaru, da solo a rimurginare su scartoffie, lo vide sollevare lo sguardo da quelle quando entò nella sala, per poi richiudersi la porta alle proprie spallee. -come sono andati gli allenamenti- lo vide sollevarsi dalla posizione di prima e raggiungerla -entrambi hanno ottime capacità, diventeranno dei grandi guerrieri fra qualche anno- sentì le labbra di lui sfiorare le sue, gli occhi si chiusero mentre si lasciava trasportare da quel bacio che non era un semplice bacio -ci sarai anche tu alla prima prova di domani?- ; -se riesco si ma ho qualche dubbio, ti vedo preoccupata che c'è?- gli chiese -temo che Iriumaru possa fare una stupidata- ; -vi è concesso di scegliere chi e non può partecipare alle prove- ; -è vero però- lo vedeva troppo determinato quel ragazzo non si sarebbe fermato davanti a nulla -vedremo domani cosa succederà-

****
Era già arrivato il giorno dopo, si guardò allo specchio fissando quella immagine riflessa, i capelli argentei erano diventati ebano, la pelliccia uguale mentre solamente gli occhi non erano cambiati di colore, mostrandosi sempre ambrati, qualche giorno prima si era allontanato insieme a ah-un per incontrare un vecchio mago, gli aveva chiesto delle pozioni, per cambiare il suo aspetto solo per un certo periodo di tempo, e l'aveva pagato profumatamente, era soddisfatto da quello che vedeva aveva ottenuto quello che si aspettava, aveva anche camuffato il suo odore, si aggiustò per un ultima volta quel kimono rosso, e legò saldamente la katana, alla cinta gialla in modo tale che allo stesso tempo potesse sfilarla in tutta tranquillità se gli fosse servita. Uscì dalla stanza e dal palazzo cercando di non farsi assolutamente notare, riuscendoci, raggiungendo il luogo della prova camminando tra i tanti pretendenti a quel posto con assoluta disinvoltura, notò alcuni sguardi puntati su di lui, sembrava essere tra i più giovani forse il più giovane visto che l'unico altro gruppetto che si poteva definire in quel modo, i partecipanti che stavano riuniti in quel piccolo gruppetto dovevano aver circa il doppio dei suoi anni. -ehi tu ragazzino, che ci fai qua?- non si voltò nemmeno a guardare inu che gli camminava alle spalle e gli aveva rivolto quelle parole, ignorandolo -non credi di essere un pò troppo piccolo per partecipare- sentì delle risate propagarsi in quel gruppo -torna dalla mamma che potrebbe essere troppo rischioso per te- beffarde erano uscite quelle parole dalle labbra dell'imponente inu, ma aveva sbagliato a pronunciarle fece scrocchiare le dita, mentre gli artigli avvelenati fremevano. Si mosse così rapido da coglierlo alla sprovvista, e un colpo ben assestato alla bocca dello stomaco lo fece crollare a terra privo di sensi, lo stupore si propagò frai vari partecipanti che ora guardavano il giovane in modo diverso. -qualcun'altro a qualcosa da ridire?- rimasero in silenzio senza commentare vide arrivare aki, insieme a un gruppo di consiglieri -che è successo?- disse, mentre fissava il giovane inu e l'inu steso a terra- a quanto pare a deciso di ritirarsi dalle prove, segno che erano troppo dure per lui- beffarde le parole uscirono dalle sue labbra, ma aki sembrava rimanere impassibile, ferma nei suoi comportamenti come un vero capo -chi sei?- gli domandò -scusatemi se all'ultimo ho deciso di cimentarmi in queste prove, sono Ikui- si presentò -non importa se siamo pronti tutti possiamo cominciare- non l'aveva riconosciuto aveva chiesto al mago anche che quella pozione gli permettesse di non far riconoscere il suo odore, sembrava funzionare perfettamente tenne a mente che sarebbe stato molto utile. La giornata passò in un battibaleno, molti che si erano candidati si ritirarono per quanto le stesse prove apparentemente potevano sembrare facili, non era propriamente così, erano state studiate appositamente per metterli in difficoltà, cominciò ad apprezzare i duri allenamenti che gli fece seguire fin da bambino la kami, si ricordò che allora gli disse che li avrebbe apprezzati in futuro, allora non credeva a quelle parole, ora apprezzava la durezza e la fermezza di lei, che non si era mai piegata ai suoi capricci infantili. In un momento di pausa, si era appollaiato su un ramo alto di una quercia e guardava da quella posizione chi era rimasto, fissava il piccolo gruppetto dei più giovani che aveva incontrato quella mattina, erano rimasti saldi li aveva sottovalutati due o tre di loro, un sorriso soddisfatto increspò le labbra sarebbe stata dura se ne rendeva conto, ma sarebbe stato un modo per capire i suoi limiti. Socchiuse appena per qualche istante gli occhi cercando di riposarsi quel poco che bastava, per poter riprendere le forze sentì la Aki pronunciare diversi nomi, elencandoli ma lì ignorò, non sapeva esattamente da quanto avesse chiuso gli occhi, sta di fatto che a un certo punto gli sembrò che qualcuno lo chiamava, la prima volta lo ignorò la seconda incominciò lentamente ad aprire gli occhi, alla terza, era sceso dal ramo atterrando di fronte a lei -finalmente, te stai con il gruppo D- indicò il gruppo dei più giovani -la prossima missione sarà concentrata su un lavoro di squadra, vedremo come vi comporterete in questa occasione- annuì semplicemente, notava le occhiate che gli altri gli mandavano era chiaro che non sarebbe stato accettato da loro così facilmente era già un gruppo ben unito, lo avrebbe capito chiunque da lontano -proprio loro mi dovevano capitare- borbotto fra se e se -qualcosa da ridire?- gli chiese un Inu quello che sembrava quasi il capo di quel piccolo gruppo, aveva i capelli castani quasi rossicci -no anzi- gli donò un occhiata di sfida -chiariamo subito la situazione, sei capitato nel gruppo sbagliato, se non ti mostrerai all'atezza e in qualche modo il gruppo nostro ne risentirà giuro che  ti ammazzerò alla fine di queste prove, se non muori prima- ribatte semplicemente con -capito- rimase impassibile a quella minaccia per niente velata, vide Aki guardare nella loro direzione notò una leggera preoccupazione, ma la guardò come per tranquillizzarla, mentre l'altro ancora ciancicava parole senza senso in sua direzione, le ascoltava senza dargli più di tanto spessore. Dovevano seguire e scovare un piccolo gruppo di demoni, ma non erano tanto loro il problema ma quello che sembrava il loro capo, sembrava una normale combriccola di demoni inferiori, ma aveva abbastanza creato problemi il capo di essa sembrava essere un tipo tosto cominciavano a sorgere dubbi che non fosse un demone inferiore, ma perchè allora si portava dietro quella combriccola?  Gli altri non se ne erano resi conto ma un piccolo gruppo di soldati seguiva, in caso di eventuali difficoltà probabilmente sotto ordine di Aki e dei consiglieri avrebbero aiutato i vari gruppi, non lì avvertì si stupiva che non se ne fossero accorti da soli, stava per calare la sera, quando scorsero da lontano, quel gruppetto ma con loro non c'era il capo, anzi sembrava che mancasse lui, e altri due demoni la cosa non sembrava aver senso, sembrava di più una trappola qualcosa di premeditato, ma a quanto pare l'aveva capito anche quella testa calda. Li seguirono da lontano il gruppo sembrava pian piano sgretolarsi, cominciavano a risentirne di quella giornata la maggiorparte, la resistenza sembrava non essere il loro forte, ma lui faceva finta di niente sembrava pensare solo a se stesso, non era certo il comportamento adatto a un lider, ne tanto meno di chi era a capo di un gruppo quei demoni si muovevano lenti anche se si fossero fermati per un po' non ci sarebbero stati enormi problemi a ritrovare le loro tracce e a raggiungerli di nuovo, ma non voleva ascoltare ragioni -statti zitto chi ti credi di essere- era nato un battibecco fra i due, dopo che aveva notato che metà del gruppo non ce la faceva più, e anche gli altri rimasti cominciavano a risentirne ma non osavano parlarne sapendo dell'ira dell'altro -guardati intorno aprì i tuoi occhi, non ce la fanno più, non possiamo continuare così, se ci attaccassero ci spazzerebbero con poco- un pugno colpì il suo viso, ma non aveva fatto nulla per schivarlo, ma nemmeno dopo quello aveva abbassato la testa -siete inutili e deboli, non mi serve questo gruppo sconfiggerò quei maledetti senza di voi, e tornerò con le loro teste da Aki- lo vide scomparire, e rimasero solo loro da soli. Ora che se n'era andato sembrava tutto più semplice, si erano accampati in una parte di quella foresta, e stavano facendo i turni a vicenda per riposarsi in modo tale, che se fossero stati attaccati in qualche modo non sarebbero stati impreparati, ormai faceva parte del gruppo si era integrato loro l'avevano accettato, e seguivano ogni suo ordine fidandosi delle sue scelte in poco il giorno dopo, erano già di nuovo alle calcagna di quel gruppo, non vedeva però quello stupido, dove si era andato a cacciare incominciava a preoccuparsi per quanto se la sapeva alla fine cavare, ma.. a un certo punto lo vide attaccare il gruppo, almeno quello era stato l'intento, ma a quanto pare erano stati furbi e si erano preparati a quella evenienza, stavano per sovraffarlo quando senza che quelli se lo aspettassero li attaccarono, sconfiggendoli mentre lui all'improvviso si allontanò aveva sentito la traccia la scia che del loro capo, non era molto lontano con incertezza alla fine lo seguirono ed ecco che li davanti a loro si parò di fronte un demone falena, che lì attaccò con il suo potente veleno, fece in tempo a non inalarlo che poi gli sferrò un attacco e distruggerlo. Erano riusciti nell'intento ma loro erano indeboliti dal veleno, ci sarebbe voluto un giorno prima che si riprendessero del tutto, insieme alla parte di quelli ancora che si reggevano in piedi e stavano abbastanza bene, si incamminò aiutando i suoi compagni a tornare al campo base. -perchè mi hai aiutato- sentì la voce roca di lui, ancora non del tutto aveva preso i sensi ma era abbastanza cosciente da rendersi contodi chi lo portava in spalla -perchè sei un mio compagno di gruppo, e non avrei mai lasciato indietro, la missione non richiedeva proprio questo?- gli domandò all'altro -sono stato uno stupido, se non c'eravate voi sarei morto- sussurrò infine qualcosa che gli suonò come un "grazie" ma non era del tutto sicuro, arrivarono fino all'accampamento a quanto pare, erano stati gli ultimi a tornare, non era di certo un buon segno, Aki e il consiglio sollevò lo sguardo nella loro direzione, infine li aiutarono notandola. Fece il resoconto di quello che era successo, assicurando anche che i dubbi che erano sorti sul capo di quel gruppo erano veri -ottimo lavoro Ikui- sentì le sue labbra incresparsi, la vide rivolgersi a tutti -per ora abbiamo finito per due giorni sarete liberi, domani saprete chi ha passato la prova, e chi no intanto riposatevi e preparatevi- detto questo congedò tutti. 


Note autore: Finalmente un po' di sano movimento direte, eh si vediamo come andrà avanti

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Capitolo 6
*** ... ***


Indice: all'interno di questi simboli "****" vale solo quelli rossi,ci saranno contenuti un po spinti con scene di sesso, se qualcuno non vuole leggerlo, può andare alla fine della stessa e continuare a leggere da lì

Era ormai tornato al suo reale aspetto quando entrò di soppiatto in camera, aveva sentito il suo odore e sapeva che suo padre, lo stava aspettando era stato via per quasi due giorni, senza dir nulla ne a lui ne a Isonka, non credeva di certo di star fuori così a lungo, ma doveva prevederlo, non serviva nemmeno guardarlo in faccia suo padre, per sapere che era arrabbiato anche perchè quello sguardo glaciale che non faceva trasparir emozioni non era di aiuto a chi non sapeva leggerlo, mise piede nella stanza, lo sguardo ambrato poggiato contro la figura del generale -sai benissimo che puoi andare liberamente dove ti pare, ma quanto meno dovresti avvertire se ti allontani così a lungo, e così distante da perdere le tracce- non ebbe il tempo di ribattere che ricominciò a parlare -a me non mi interessa, puoi fare quello che ti pare, ma ti sei preso un impegno nei confronti di qualcuno, e non mi sembra di certo il comportamento adatto nei confronti di Isonka- Detto questo non disse nullae si allontanò dalla stanza lasciandolo da solo, si abbandonò sul letto aveva resistito fino a ora, ma ogni parte del suo corpo richiedeva riposo, gli urlava contro di chiudere gli occhi, seguì il suo istinto chiudendo gli occhi non badando a nulla semplicemente si lasciò dondolare dalle braccia di Morfeo.
 
****
Aveva finalmente sciolto la lunga chioma bionda, lasciando che scivolasse addosso al leggero chimono che ora copriva le sue forme, lo sguardo fissava la sua immagine riflessa nello specchio, mentre passava il pettine fra i biondi crini, sentì la porta scorrevole aprirsi, non serviva doversi voltare per sapere chi era entrato, sorrise semplicemente alzando poi il capo portandolo leggermente indietro quando si trovò alle sue spalle. -alla fine non sono riuscito a seguirle, come sono andate?- si allungò lievemente verso il viso di lui baciandolo appena sulle labbra con un gesto casto -si potrebbe dire che sotto certi aspetti è stata movimentata- lui la guardò perplessa - all'ultimo si è aggiunto un giovane inu, non mi sembra di averlo mai visto, diciamo che ha creato scalpore-  lo vide rimunginare su quelle parole -era molto capace per la sua età, e molti l'hanno sottovalutato compreso il consiglio, che l'ha rivalutato alla fine della prova riguardante il gruppo- si fermò in quelle parole sentì poco dopo parlare -che ha fatto?- gli domandò -si è dimostrato un'ottimo lider, oltre a tener testa a inu più grandi di lui, ha saputo gestire la situazione con freddezza e calma assoluta, anche quando i suoi compagni erano in pericolo, e a portarli in salvo- la sollevò di peso e lei non fece nulla per fermarlo, lasciò cadere il pettine ignorandolo si ritrovò con lui seduta sul letto, lo guardava negli occhi ambrati infine poggiando la testa contro petto dell'altro, gli mancava quel contatto e in quel momento non voleva che terminasse, socchiuse gli occhi gustandoselo così come era -negli altri campi come se la cava?- sentì la domanda -egregiamente vediamo come andrà i prossimi giorni per ora è il primo in assoluto- lo vide sorridere rimase un po perplessa che sapesse qualcosa di quel ragazzo misterioso, non glielo chiese ne entrò in argomento, anche perchè all'improvviso, si ritrovò schiacciata contro le lenzuola  con il kimono aperto a mostrare le sue forme, e lui che la sormontava, la sua chioma argentea che gli solleticava la sua pelle esposta, adorava quel tocco dalle labbra uscì un sospiro di piacere non voleva aprire gli occhi temeva che tutto quello fosse solo un sogno, che si fosse addormentata però quei baci e tocchi dell'altro sul proprio corpo gli sembravano così reali, riaprì lentamente gli occhi quando sentì che le loro labbra si riunirono in un abbraccio schiudendosi le lingue si intrecciarono le une con le altre, le mani di lui scivolavano dolcemente sul corpo soffermandosi per un po' sui seni, giocando con i capezzoli, con quel tocco si inturgidirono di colpo. Quando le labbra si separarono scivolarono lungo il collo arrivando alla base, dove il vecchio marchio ancora macchiava la pelle, era sua era sempre stata sua e sempre lo sarebbe stata, sentì le labbra di lui poggiarsi su quello, e baciarlo inizialmente, e infine sentire quella puntura dovuta al morso dell'altro quel leggero dolore durato pochi istanti, sapeva che aveva impresso di nuovo il suo marchio era sua nessuno doveva osare toccarla sfiorarla, era sua solo sua. Le sue mani andarono a sua volta a togliere gli indumenti che aveva indosso lui, ormai si era spinti oltre quella soglia, e non si sarebbero di certo fermati gli occhi si soffermarono su quel corpo nudo, in tanti anni non era cambiato, tutto era rimasto come a quei tempi, andò a baciarlo dolcemente sul petto scivolando sullo stesso seguendo le linee dei muscoli scolpiti, sapeva benissimo che gli piaceva e quei gemiti che gli uscivano dalle labbra ne confermavano, le labbra cominciarono a risalire lentamente quando era giunta al basso addome, sapeva che era pronto e in quel momento voleva rivere le sue  labbra, ricercandole lo baciò nel momento che lo sentì entrare dentro di lei con una spinta decisa. Non c'era dolore ma solo piacere che aumentava a ogni spinta a ogni gemito di piacere, che usciva dalle sue labbra i respiri si sincronizzarono mentre si facevano più pesanti, quell'ondata di piacere stava pian piano arrivando al culmine e li avrebbe travolti affogandoli. Rimasero abbracciati a lungo, avvolta da quelle calde coperte dalle loro pelliccie, dal corpo di lui lo sentiva ancora dentro di lei, l'appagava quella sensazione voleva che non finisse mai quel momento, sentì una lacrima bagnargli il viso era uscita spontanea non sapeva nemmeno il perchè, anzi lo sapeva notò che lui se ne era accorto, lo vide prenderla con le sue labbra asciugandola raccogliendola nella sua bocca facendola sua. -perchè piangi?- gli domandò mentre lei cercava di trattenerle. -nulla- gli accarezzava dolcemente il viso, ei capelli lo sguardo gli faceva intendere che non credeva a quelle parole che lei aveva appena pronunciato. -ho paura- ammise alla fine, sapeva di non poter resistere a quello -di cosa?- gli domandò -di perderti di nuovo- ammise -sono qui con te, e giuro che non me ne andrò- era sicura che erano in quel momento sincere le sue parole, sentì di nuovo baciarla -non mi importa se non puoi darmi un erede- sobbalzò di colpo a quella parola, aveva centrato la sua paura -ho Iriumaru, e è tutto quello che volevo e non mi aspettavo, si la sua madre, è ancora tanto giovane e ne ha ancora bisogno, e l'ha persa così presto, da questo verso si potrebbe dire che siete molto simili- annuì semplicemente lentamente calmandosi dopo che aveva saputo da lui cosa era successo a sua madre, e la sua storia, ci aveva fatto già da sola un pensiero, chissà però se l'avrebbe accettata.
 
****
Aveva dormito tutte quelle ore, si rese conto che era già mattina, non aveva nemmeno cenato la sera prima, infatti lo stomaco reclamava del cibo, non si era reso conto di quanto fino a quel momento in cui era crollato nel suo letto, fosse alto lo stress e la stanchezza, lentamente si sollevò e andò in bagno a sciaqquarsi e a cambiarsi decise, appese la sua lama alla cinta per poi legare i capelli in modo di essere più libero nei movimenti, l'idea era di andare da Isonka, quindi uscì dal castello per poi dirigersi verso la sua casa, la trovò vuota, semplicemente su un tavolo c'era un biglietto che recitava testuali parole:

Staremo fuori a allenarci per qualche giorno,
non so cosa tu stia combinando, ne ho un idea..
ma spero assolutamente di sbagliarmi.
In ogni caso sta attento, guardati sempre le spalle.

Isonka"

Aveva l'impressione che quel demone, ne sapesse una più del diavolo e quelle parole scritte su quel foglietto gli confermavano i dubbi, lo girò per scriverci qualche riga di risposta, per poi uscire dalla casa e tornare al castello, non sapeva decisamente che fare stare al castello a non far nulla di certo non era interessante, ne tanto meno costruttivo, e girare il villaggio quando ormai lo conosceva come le sue tasche sarebbe stato completamente inutile, quindi l'unica scelta sembrava ritornare nelle sue stanze, mentre percorreva i corridoi della stessa sentì l'odore di Aki, però era diverso sollevando lo sguardo incontrò la sua figura poco distante dalla sua postazione, quel giorno portava vestiti meno formali o forse era meglio dire che non portava la tenuta da combattimento, indossava un chimono pregiato color del prato primaverile, con disegni dorati con un obi, di un giallo pallido. Avrebbe sperato di più di incontrarla in tenuta da combattimento magari, convincendola ad allenarsi con lui, la vide porgergli un sorriso imbarazzato non ne capiva il perchè, si avvicinava sempre di più a lei con passo disinvolto -non sei andato con Isonka?- gli domandò -no sono stato via in questi giorni, e nemmeno sapevo che era andato fuori, mi sarebbe piaciuto seguirli- ammise, ora che era più vicina distingueva il perchè,l'odore gli sembrava diverso, riconobbe anche quello di suo padre, lo  sguardo si era appena appoggiato sulla lieve scollatura del kimono che lasciava intravedere il marchio che gli aveva lasciato, alla base del suo collo, imbarazzata la vide coprirlo, come se avesse capito anche senza seguire il proprio sguardo dove gli si era poggiato, smettendo di seguito di guardarlo in viso, abbassado lo sguardo come se temesse una sua reazione. A dir la verità si sentiva confuso su come reagire a quella cosa, da una parte si sentiva tradito nel senso aveva tradito sua madre, dall'altra aveva cominciato a apprezzare quella donna. Quel silenzio cominciava a essere pesante, alla fine decise di spezzarlo in modo da calmare un po le acque -oggi nessuna missione? nessuna prova per gli aspiranti- la vide di nuovo sollevare lo sguardo su di lui -no oggi abbiamo un attimo di tregua, domani..- si fermò in quelle parole -cosa?- scosse il capo, andando poi a dire -non ne posso parlare, mi dispiace- ; -non importa- gli disse sorridendogli per poi allontanarsi alla fine, lasciandola proseguire.

 
****
Si sentiva ancora leggermente scossa da quell'incontro, ma sembrava esser andato alla fine tutto per il bene, si mosse in direzione della sala del consiglio, dove l'aspettavano il generale e gli altri consiglieri, oltre ai capi delle altre squadre dovevano prepararsi per domani, gli avevano in realtà dato due giorni di riposo agli aspiranti, l'indomani ci sarebbe stata una prova a sorpresa in modo da vedere anche come reagivano anche agli imprevisti, le guardie alla porta della sala si scostarono facendola passare per poi richiudere la porta alle sue spalle subito dopo. Lo sguardo si spostò sui presenti nella sala, gli sguardi erano puntati su di lei, si mosse verso la sua postazione senza dire nulla donò solo un'occhiata a Sesshomaru, che si trovava dall'altro lato della sala si sollevò dalla sua postazione e disse -ora che siamo tutti, possiamo cominciare- un lieve mormorio si propagò nella stanza prese voce Kitaro -tutto è pronto per domani, c'è un solo piccolo problema- ammise -quale?- lo sguardo argentato si spostò su suo fratello che aveva posto quella domanda -Il migliore degli aspiranti- rimase di stucco -qual'è il problema?- chiese Kitaro riprese parola -sembra essere scomparso, a dir la verità.. non c'è nessun Inu al villaggio ne fra i giovane ne tra i vecchi che porta quel nome, o che corrisponde alla sua descrizione- rimase di stucco a quelle parole -impossibile, l'abbiamo visto con i nostri occhi, come..- le parole di Hiro vennero fermate da un cenno di Sesshomaru -ci occuperemo io e Aki, di portare il ragazzo alla prova- vide lo sguarso di Kitaro si era fatto perplesso -come credete di trovarlo mio generale- gli chiese ma non gli diede risposta,Kitaro la guardò come a cercar risposta da lei, ma non sapeva dargliela quindi scosse il capo. -allora il problema è risolto, quindi domani come da prestabilito tu e Hiro insieme alle vostre squadre, avete via libera. Questo è tutto domani poi discuteremo di come sarà andata la prova- detto questo tutti si alzarono uscendo dalla sala, rimasero solo lei suo fratello e Sesshomaru in stanza, lo vide sollevarsi dal trono e avvicinarsi prima che gli arrivasse di fronte, sentì la voce di suo fratello -cosa nascondete al consiglio- gli chiese, lei fisso sesshomaru aspettando anche lei una risposta -il ragazzo misterioso è Iriumaru- rimase stupita da quelle parole -ma come..- non ebbe il tempo di finire la domanda che continuò a parlare -è andata da othomi, e gli ha chiesto qualcosa che camufasse il suo aspetto e odore- sentiva la rabbia in quelle parole -perchè allora non l'hai detto al consiglio- si sollevò dalla sua posizione affiancandolo -perhè all'inizio non credevo che fosse lui, non potevo esserne sicuro, non l'aveva visto in faccia quindi non poteva darmi una ottima descrizione, ma mi è arrivata la certezza quando lo avete descritto nelle prove- rimase in silenzio suo fratello -avrei preferito comunque che me lo avesse chiesto apertamente, invece di partecipare facendo uso di sotterfugi- non sapeva lei che dire, forse era stata colpa sua alla fine l'aveva spinto a pensare che lui non fosse  d'accordo -è colpa mia- tutti e due si girarono verso di lei -mi aveva sentito parlare di questi con isonka e gli avevo consigliato di non provarci perchè troppo giovane- scosse il capo sesshomaru -credo che si sarebbe comportato ugualmente anche se glielo impedivo io, è cocciuto come sua madre- vide suo fratello alzarsi -ormai è fatta, non ne vale la pena interrompere le prove, non c'è nessuno al pari di lui ammettiamolo, ritirarlo vorrebbe dire che faremo prima a mandarli tutti a casa quanto meno- quelle parole, entrambi si sentivano d'accordo con le stesse -quel ragazzino ha capacità straordinarie-  disse per poi uscire dalla porta lasciandoli da soli. -mi dispiace- dissi in sua direzione -tranquilla torniamo nelle nostre stanze-

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Capitolo 7
*** L'ultima Prova ***


Il cielo ancora non si era tinto dei colori dell'alba, in alto la luna ancora regnava sovrana su quelle terre, insieme ai suoi sudditi stelle, mancavano ancora diverse ore eppure i sensi gli urlavano di stare attento, sul suo sesto senso gli urlava di ascoltare gli odori i rumori e suoni, provenienti dall'esterno della stanza, ma il suo corpo ancora reclamava quelle ore di sonno, era ancora troppo giovane per dormire poco o non dormire affatto, anche per diversi giorni, sentiva ancora quella pesantezza contro ogni muscolo del corpo, ogni osso che si rifiutava a obbedirgli. Aveva sentito qualcosa, aveva sentito un lieve rumore nei pressi della propria porta, non ebbe il tempo di poter reagire, aprendo gli occhi, che l'avevano bloccato, e di nuovo fu ombra oscurità e silenzio, gli era parso semplicemente di vedere una chioma argentea, e una dorata ma non era sicuro del tutto se fosse sogno o realtà.
 
****
Accarezzava dolcemente il viso di quel ragazzo mentre la pozione sembrava far effetto stava mutando nell'aspetto e nell'odore, erano in sella ah-un diretti dove si sarebbe svolta quella prova, sesshomaru gli dava le spalle, guidando il drago a due teste, si stavano avvicinando al luogo sentiva gli odori, delle altre squadre oltre la sua e quello dei consiglieri -eccoli- disse mentre scorse il fuoco che illuminava quella piccola radura, vide al centro della stessa i pretendenti a quel ruolo ancora storditi da quella situazione, e dall'essere stati svegliati così di soprassalto, e portati lontano dal villaggio, erano veramente lontani. Lentamente cominciò la discesa verso il terreno, quando il drago lo toccò lentamente discesero da quella cavalcatura, lei intanto svegliò Iriumaru, che aprì gli occhi  e si guardò all'improvviso intorno spaesato, oltre che adirato vedeva diverse emozioni affiorare sul viso del giovane, troppe forse, scese lentamente dalla groppa di Ah-un reggendosi allo stesso per un breve istante ancora stordito dal colpo che gli avevano assestato, vide il grande dragone strusciarsi con la testa contro la spalla del ragazzo, come con pochi faceva con lei con il suo padrone e un tempo anche con Taisho che glielo aveva regalato al giovane sesshomaru -Vedo che anche Ikumi ci ha raggiunti, allora possiamo cominciare la spiegazione di questa prova- lo vide staccarsi da ah-un donandogli un ultimo buffetto affettuoso sul muso, e quindi avvicinarsi al gruppo di inu pretendenti, ormai erano rimasti veramente pochi una decina erano rimaste le due ragazze più giovani del gruppo, l'inu dai capelli castano rossicci, che facevano parte del gruppo in cui aveva partecipato in una prova precedente e poi altri. -questo luogo è infestato da demoni di ogni tipo, e di ogni rango dovrete sopravvivere fino al tramonto, a voi la scelta se combattere o semplicemente nascondervi, ma anche provandoci risulterebbe abbastanza difficile. Non avrete armi con voi dovete far conto solo sulla vostra forza fisica l'astuzia, in caso comunque vi trovaste in difficoltà e non riusciste a farcela, basterà avvertirci, rimarremo nei paraggi seguiremo i vostri spostamenti. Detto questo auguro a voi un buon soggiorno, e che possa il migliore superare la prova- In quell'istante la luce del falò si spense e rimasero tutti da soli, toccava a loro ora gestire la situazione.
 
****
-Stiamo a Omoroi, ma sono pazzi è eccessiva questa prova, nessuno sopravvive in questo luogo, sopratutto se staremo così a lungo senza manco poterci difendere con un paio di armi, e senza sapere in che punto ci troviamo- aveva parlato una delle due ragazze che erano rimaste in gioco, sentì gli altri ribattere alcuni appoggiando le parole di lei altri semplicemente dicendo che se si lamentava poteva benissimo rinunciare -manco per sogno- ma non sembrava molto convinta quando pronunciò quelle due semplici parole. Lui semplicemente era rimasto in disparte, guardando la zona circostante, sondando il terreno, da quanto poteva notare, sembravano stare in un punto rialzato dell'isola, ma nemmeno uno dei più alti, sembrava che apparentemente in quella zona non ci fossero demoni, ma poteva anche essere che fossero abbastanza forti da celarsi bene a loro, non aveva niente con se a parte il kimono con cui era andato a dormire, niente armatura nessuna arma, nemmeno le ampolle, la pozione non sarebbe durata tutte quelle ore. contava a mente che ore potessero essere, e quante ore potessero mancare al tramonto, a veder all'orizzonte che il sole stava finalmente per sorgere dovevano essere le 4, no non sarebbe bastata. Si accorse di essere rimasto da solo insieme al roscio, a dir la verità non sapeva nemmeno il nome di quel inu, l'avevano tenuto fra quel gruppo perchè alla fine mostrava buone qualità belliche per quanto fosse una testa calda, e usasse poco il cervello agendo solo ma probabile che con qualcuno che l'avesse messo in riga, sarebbe diventato un buon soldato di cui fidarsi. -cosa farai Ikui?- gli chiese ma non gli diede risposta, semplicemente decise di muoversi alla fine anche lui, in direzione di un torrente sentiva lo scrusciar dell'acqua ignorò che l'altro lo stava seguendo ma lo infastidiva il fatto che lo facesse, era limpida l'acqua poteva specchiarsi nella stessa, fissò quella immagine riflessa che non gli apparteneva e si sciaccquo il viso in modo da cercare di svegliarsi completamente, era gelida ma risveglio completamente i sensi che erano ancora leggermente storditi -ce l'hai ancora con me per l'altro giorno?- gli domandò e l'unica risposta che uscì dalle labbra fù un -no- secco -semplicemente non voglio nessuno in mezzo ai piedi da proteggere in caso di attacco- era stato troppo severo e gelido se n'era accorto da solo ma ormai l'aveva detto, senza dir nulla l'altro si allontanò da un certo punto di vista si sentiva sollevato da un'altro si sentiva un cretino. Decise di continuare a seguire il corso d'acqua da qualche parte lo avrebbe condotto, a un certo punto venne attaccato da una ventina di demoni inferiori, che spazzò con un colpo di artigli nemmeno gli fù indispensabile usare il veleno degli stessi. Trovò infine un luogo apparentemente calmo per poter riposarsi almeno per un po' i sensi però rimanevano all'erta, e a ogni rumore anche minimo i suoi occhi si spalancavano spostandosi sul luogo circostante, alla fine aveva eretto una barriera cercando di camuffare il suo odore e la sua presenza, per non essere disturbato riuscendo nell'intento. Quando si risvegliò dovevano essere passate due ore, a vedere il sole che ormai illuminava la giornata, rimasi appollaiato su quel ramo di quell'albero quando mi accorsi che sotto di me, la donna più minuta del gruppo, Shimi stava camminando sotto di lui, un braccio si allungò ad afferrarla e issarla di colpo su quell'albero cogliendola alla sprovvista, stava per urlare quando gli poggiai una mano sulla bocca a tappargliela, e gli sussurrai -guarda la- qualche metro più in la si stava avvicinando un demone dall'aspetto bestiale, emanava anche un'aura molto forte, aveva sentito inizialmente l'odore della Inu, ma poi l'aveva perso, lasciò lentamente la presa su di lei quando si calmò fra le sue braccia -come mai non può vederci ne sentirci?- gli domandò fissandolo negli occhi - è troppo debole, per percepire la barriera provocata dalla mia aura, se fosse stato un demone superiore, ne avrebbe avvertito la traccia- lo guardò stupita, domandandosi chi fosse realmente quel ragazzo così dotato -grazie di avermi aiutata- ammise mentre entrambi scendevano dall'albero l'altro sembrava assorto nei suoi pensieri, cosa aveva visto o cosa aveva sentito, sollevando lo sguardo vide la figura lontana tra le nuvole di Aki, almeno la scorse per qualche istante e scomparire come se non ci fosse mai stata -meno 4- teneva il conto di quante volte aveva già visto le squadre salvare qualcuno -cosa meno 4- ; -quattro partecipanti si sono ritirati- diede solo quella spiegazione per poi cominciar a camminare, ignorando se l'altra ancora la seguisse o no semplicemente non gli interessava semplicemente seguiva il sentiero di prima, sapeva che andando a nord ci fossero demoni più potenti ne percepiva le auree che ne infestavano quei luoghi, volare sarebbe stato inutile, oltre a dare nell'occhio quindi camminare sembrava la migliore delle soluzioni camminare semplicemente, seppur il suo passo fosse deciso si accorse infine che l'altra lo stava seguendo sbuffò gli bastava badar solo a se stesso non serviva che la seguisse, sarebbe stato un impiccio una palla al piede -lasciami in pace- gli disse senza voltarsi -non è colpa mia se vai nella mia stessa direzione- era una scusa e lo sapeva chiaramente, girò verso destra cambiandola cominciando a camminare allora nel fitto non l'aveva seguito alla fine, era rimasta sul sentiero, saltò su un ramo e cominciò a spostarsi su quelli, da quella posizione avrebbe potuto seguire tutto dall'alto senza farsi notare, ma creare per così a lungo una barriera aveva anche i suoi difetti lo stava consumando si mosse verso un albero che aveva dei magnifici frutti, ne raccolse due e intanto ne mangiò uno sotto di lui, vide strusciare un demone serpente non sembrava essersi accorto di lui, eppure lo vide sollevare lo sguardo verso di lui, e lo vide. Si allungò verso di lui con le zanne velenose protatte cercando di attaccarlo, di morderlo aspettò il momento adatto, si lanciò verso di esso dagli artigli uscì una frusta velenosa che lo tagliò in due, ma non era lui il problema, ormai era circondato, si stavano avvicinando altri demoni, aveva abbassato le sue difese e ora l'avevano trovato. Poteva solo combattere, nient'altro ne scappare ne rifugiarsi da qualche parte, gli artigli la sua unica arma, erano demoni deboli ma erano troppi si rese conto che l'avrebbero sovraffatto contando sul numero, quindi decise di trasformarsi, diversi alberi vennero abbattuti spazzò via tutti i nemici, non lasciandogli scampo, un ruggito vittorioso uscì dalle fauci, mentre infine tornò normale. Gli dolevano le ferite, ne era uscito vittorioso, ma non incolume no aveva diverse ferite sul corpo niente di preoccupante, in un'ora sarebbero scomparse, ma l'odore del suo sangue avrebbe attirato l'attenzione di diversi demoni, ormai non avrebbe potuto più contare sull'effetto sorpresa, non era affatto facile sopravvivere in quel luogo, ma ormai era pomeiggio mancavano poche ore a quando sarebbe terminata quella tortura, solo allora avvertì il forte odore di sangue, era l'odore del sangue di quella che aveva incontrato quella mattina, e l'aveva salvata da un demone, l'odore era troppo forte doveva essergli stata inferta una ferita molto grave perdeva molto sangue, ma perchè non chiedeva aiuto forse non  ci riusciva era svenuta? si mosse verso quell'odore e trovò l'inu dai capelli  rossicci che cercava di proteggere l'altra riversata a terra, senza forze, era arrivato prima di lui cercava in qualche modo di proteggerla, ma non avrebbe resistito a lungo venne colpito con un fendente dell'altro che lo atterrò, si stava per abbassare a dargli il colpo di grazia, metre ancora era stordito dal colpo di prima, ma lo attaccò distruggendolo cogliendolo di sorpresa sfondandogli il torace da parte a parte, atterrando vicino ai due, si avvicinò alla ragazza che era quella che sembrava essere ridotta peggio, la mano andò al collo cercando le pulsazioni, sembrava viva, ancora il cuore batteva e il respiro seppur debole lo percepiva, dov'erano andati a finire le squadre -grazie di avermi aiutato di nuovo- si voltò verso di lui che pian piano lo stava affiancando, aveva una mano poggiata contro il petto cercando di trattenere l'emorrargia, mentre un braccio pendeva inerme dall'altro lato. -ti sei fatto conciare male- ammise guardandolo, innalzò l'aura in una richiesta di aiuto mentre vide alla fine avvicinarsi il gruppo di Hiro ai tre presero in braccio la ragazza che era ridotta male, vide Hiro guardare l'altro ragazzo, ma si rifiutava anche se ridotto com'era a rinnciare alla prova, alla fine si allontanarono senza dir nulla. Sentiva il respiro pesante dell'altro, mentre si poggiava a una pietra per sorreggersi -perchè non sei andato con loro- rimase in silenzio per poi prendere di nuovo fiato -mi reggo ancora inpiedi posso farcela, mancano solo due ore- ammise l'altro notò comparire lo stupore sul viso dell'altro, aveva detto due ore mancava al tramonto questo voleva dire, che la pozione stava perdendo il suo effetto, afferrò la chioma portandola avanti, stava tornando al suo colore originale come la pelliccia -che..- sospirò semplicemente era nei guai -è una storia lunga- ammise per poi vederlo tentar di alzarsi ma non ce la faceva, lo aiuto mise il di lui braccio non ferito sulla spalla e lo sollevò di peso aiutandolo a camminare. -come mai il tuo aspetto sta cambiando?- ne valeva la pena mantenere il segreto ora come ora l'aveva visto ormai i capelli erano tornati argentei -mio padre non avrebbe mai accettato di farmi partecipare, e per questo ho cercato di nascondere il mio aspetto- ; -chi è tuo padre?- gli domandò lo vide rimaner in silenzio per diversi minuti, sembrava non volergli dare una risposta -il generale- lo disse così a bassa voce che era nel dubbio che avesse capito male, ma a vede l'espressione del volto di lui temeva che avesse capito benissimo -sei il principe Iriumaru- pronunciò quel nome, lo vide semplicemente annuire -dovevo capirlo, sono stato uno stupido, mi dispiace per come ti ho trattato- lo vide scuotere la testa mentre continuavano a camminare lungo il sentiero -non importa-
 
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Guardava il cielo che pian piano si stava scurendo alle proprie spalle, si stava avvicinando il momento ormai mancava pochissimo, i guaritori si stavano occupando dei pretendenti feriti, lei camminava fra gli stessi seguendo i movimenti di loro, contandoli nella propria testa, erano rimasti solo in due alla fine di quella serata, forse ne sarebbe rimasto uno solo, entrambi capaci entrambi indomiti, se lo aspettava che sarebbe finita così erano gli unici due che avevano le qualità per poter entrare a pieno titolo, alla fine si avvicinò al suo compagno, che fissava dall'alto il territorio circostante -ormai manca poco- era rimasto in silenzio, non gli aveva risposto probabilmente assorto nei suoi pensieri, ma l'afferrò per un fianco avvicinandola a se accostandola al suo corpo, donandogli infine un bacio sulle labbra, sapeva che gli occhi erano puntati su di loro, ma non gli interessava lei era rimasta stupita da quel gesto, ma si lasciò trasportare dallo stesso, sentì qualcuno tossire alle loro spalle cercando di catturare la loro attenzione -mi dispiace disturbarvi, che dobbiamo fare?- chiese uno dei suoi soldati, ormai erano tutte le squadre lì in quel punto -conviene avvicinarci a quei due, ormai è finita è ora di tornare al villaggio- detto questo vide la sua squadra allontanarsi.
 
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Erano stati di nuovo attaccati i due demoni superiori si muovevano con disinvoltura in quel luogo, conoscevano ogni affratto, e li stavano sopraffando erano tosti non come gli altri, schivare i loro attacchi risultava difficile, aveva lasciato lui a combattere con il gemello anche se era ridotto male, non poteva proteggere entrambi, non poteva farcela cercava di schivare i vari attacchi dell'altro, mentre lui quando ci riusciva tentava di attaccarlo, ma senza riuscir a colpirlo si muoveva rapido troppo rapido, e quel terreno non era di certo dei migliori, qua e la uscivano all'improvviso sbuffi di acqua bollente, già una volta aveva rischiato di rimaner ustionato, era imprevedibile il momento in cui si sarebbe scaturito, non poteva far altro che star attento con i sensi all'erta per uno e per l'altro motivo, a un certo punto riuscì a afferrare la lama dell'altro bloccandola con le mani, trattenendola saldamente mentre sentiva la lama diventare sempre più calda, gli bruciavano le mani, ma riuscì a sfilargliela e la uso contro l'altro tagliandogli la testa e il corpo in due, il cadavere del demone, si riversava a terra, ormai morto, si girò verso i due che ancora combattevano, l'altro era in difficoltà e non si era accorto che dietro di lui si stava per sprigionare quel getto, si lanciò contro di lui andandolo a scansare ma vene colpito di striscio, un urlo di dolore uscì dalle sue labbra, mentre crollava a terra non riusciva a sollevarsi in piedi per via della ferita al fianco, la vista si era appannata aveva lasciato la presa sulla lama che era caduta a terra a diversi metri di distanza, l'unica cosa che vide e che il roscio si era parato davanti a lui per proteggerlo dall'attacco del demone, prendendo la lama che gli era caduta, ma il nemico era troppo forte per lui sopratutto nello stato in cui si trovava, lo scagliò a diversi metri di distanza facendolo scontrare contro una parete in pietra, erano rimasti solo loro due, ormai l'altro era svenuto, cercò lentamente di risollevarsi da terra, con un grande sforzo, sentiva quella fitta lancinante al fianco, che gli mozzava il fiato le gambe non lo reggevano più in piedi, tremavano a causa dello sforzo. -sei morto- l'ultime parole che disse il demone, prima che approfittando dell'attacco lo ribaltò  suo favore, andando a fargli perdere l'equilibrio e quindi lanciarlo verso uno dei buchi che stava per far uscire un getto d'acqua che lo colpì in pieno bruciandolo completamente fino a che non vi fosse solo di lui un corpo carbonizzato privo di vita. L'ultima cosa che vide, il sole scomparire dietro il monte e il cielo farsi blu e comparsero le prime stelle. Era finita

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Capitolo 8
*** Risveglio ***


Lentamente riaprì gli occhi, quando la vista si adattò di nuovo alla luce si accorse che era nella sua stanza al castello, l'ultima cosa che ricordava era che aveva sconfitto quel demone,ma poi completamente il vuoto, dall'indolenzimento dei muscoli dovevano essere diversi giorni che si riversava su quel letto senza mai alzarsi, mentre cercava di farlo sentì una fitta al fianco abbassò lo sguardo e scostando il kimono notò che era quasi guarita del tutto, ormai non poteva nemmeno più le bende a ripararla e proteggerla, con un'ultimo sforzo si sollevò in piedi, riusciva a camminare abbastanza decentemente, ancora indolenzito a ogni passo sembrava riprendersi del tutto da quello stato, sentì la porta aprirsi e notò la figura di una delle serve del castello entrare nella stanza -mio signore vi siete finalmente ripreso- glielo domandò mentre lo sguardo era poggiato sul vassoio pieno di cibo, aveva fame il suo corpo richiedeva cibo lo pretendeva -per quanto sono rimasto incosciente?- vide la donna porgeglielo, mentre lui si mise al tavolo della sua stanza, e cominciò a stuzzicare -5 giorni mio signore- gli rispose sospirò così tanto, era veramente ridotto così male, l'unica ferita che l'aveva preoccupato era quella al fianco, il fatto che tutt'ora non era del tutto guarita voleva dire che era veramente grave, non aveva il coraggio di sapere come era andata a finire non voleva saperlo, era arrabbiato con se stesso di essere stato così stupido da abbassare  la guardia e farsi ferire in quel modo, e per cosa l'aveva fatto? per salvare l'altro inu. -mio signore- scosse il capo gli disse di uscire e lasciarlo da solo. Finì tutto quello che era rimasto sul vassoio, si avvicinò alla finestra fissando alla fine all'esterno della stessa il villaggio la sua vita, sarebbe tornato alla monotonia, no almeno aveva gli insegnamenti di Isonka, almeno quello lo avrebbe distratto ma l'avrebbe accettato? non si era fatto vedere ormai per tutto quel tempo, e non l'aveva avvertito. Sentì la porta riaprirsi, aveva parlato del Diavolo e ecco che era entrato nella camera. -vedo che ti sei ripreso finalmente- disse in sua direzione mentre gli si avvicinava -non credi di essere stato avventato ragazzo mio?- non gli rispose, sapeva benissimo che aveva ragione -potevi lasciarci le penne, diamine quando ti hanno riportato al castello temevo che nemmeno avresti potuto superare quella notte- era veramente conciato così male, nemmeno aveva il coraggio di guardarlo in faccia. -cambiati su dobbiamo andare- lo guardò perplesso, mentre isonka gli indicò una parte della stanza, solo allora notò con stupore, la divisa dei dodici appesa a un manichino e l'armatura, e ai piedi della stessa le sue armi. -ma come è possibile?- lo guardò negli occhi -come com'è possibile.. hai superato la prova- ; -ma se..- il suo sguardo si portò sul suo fianco -eri ferito si ma sei l'unico che è riuscito a resistere fino al tramonto- sorrise lievemente, per poi muoversi in direzione di quelli, vide Isonka uscire di nuovo dalla porta lasciandolo in pace da solo, si cambiò e uscì infine dalla porta, rimasero in silenzio per tutto il tempo, arrivarono fino alla porta di quella stanza che già conosceva, le due guardie all'entrata aprirono la porta -non entri?- vide Isonka rimanere indietro -no non posso, ho lasciato da tempo il posto agli altri più giovani di me- A quelle parole entrò nella sala, la porta venne richiusa alle sue spalle esitò rimanendo vicino alla stessa, mentre lo sguardo si poggiava sulle solo quattro figure che risiedevano nella stanza: suo padre, Aki, Kitaro, e un anziano che a lui gli era sconosciuto -vieni avanti ragazzo- prese lui la parola, si mosse verso il centro della stanza fermandosi, rimase composto senza dire nulla aspettando che loro prendessero parola -la tua prova è stata esemplare, erano da secoli che nessuno le superava eccellendo in tutte le prove- a che punto voleva arrivare, aveva la netta impressione che non gli sarebbe piaciuto -entrarai a far parte della squadra di Hiro da domani, ma..- ecco era arrivato al ma non gli sarebbe piaciuto -potrai attualmente solo partecipare a alcune missioni, e dovrai seguire l'addestramento- stava per parlare ma lo fermò -hai tanto da imparare ancora, e non pensare che chi entra dopo le prove nella scquadra dei dodici lo si mandi subito in prima linea, in ogni caso se ne occuperanno tuo padre, aki e Isonka, e delle volte io stesso.. non fare quella faccia ragazzo non sottovalutare questo vecchio- come aveva capito che era rimasto perplesso, al suo dire, quando era più che sicuro che fosse rimasto impassibile -o accetti queste condizioni,o puoi anche ritirarti da subito- sbuffando non troppo felice alla fine accettò che altro poteva fare.

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Era uscito dalla stanza alla fine aveva accettato la scelta del consiglio, guardava ancora la porta rimase in silenzio, come anche gli altri avevano fatto parlare solo Mushi -forte orgoglioso un po' testardo e intraprendente, mi ricorda molto voi da giovane mio Generale- Sesshomaru era rimasto in silenzio per tutto quel tempo fino a allora -oltretutto è stato addestrato dalla Kami- vide sorridere il vecchio -non so se compiacermi di questa cosa, o temerla- conosceva la Kami, -sarà divertente allenarlo, da quello che ho sentito su come ha svolto le prove-  lo vide uscire dalla porta lasciandoli da soli insieme a Kitaro, si sollevò dal trono, scendendo infine dallo stesso affiancandomi -vado da Iriumaru- annunciai quasi subito, donando alla fine un lieve bacio prima di allontanarmi da quella stanza, senza dare il tempo di parlare agli altri, accellerai il passo raggiungendolo fino a arrivare, alle sue spalle lo vidi girarsi verso di me -seguimi ti faccio vedere un luogo- senza aggiungere nulla cominciai a incamminarmi insieme a lui, raggiungendo quella stanza dove la prima volta lo fermò, toccando la barriera l'anello al suo dito si illuminò, questa si abbassò e lentamente aprì la porta, poco dopo che entò a sua volta la richiuse, all'inizio era aparentemente buia non si vedeva a un palmo dal naso poi mutò trasformandosi sembrava di essere all'esterno del palazzo -ma cosa- sorrise muovendo qualche passo all'interno di quel luogo, sperando che lo seguisse -questa stanza può portarti in qualsiasi luogo tu decida, non esattamente ti porta nello stesso, in realtà non ti sposti rimani sempre nel palazzo è semplicemente la stessa che muta, prendendo forma- gli spiegò -qui ci alleneremo, non servirà quindi spostarci più di tanto dal palazzo a meno che sarai in missione- lo vide annuire -odori suoni rumori tutto viene copiato, anche i demoni che potrebbero albergare nello stesso- lo vide schiudere le labbra -com'è possibile?- scosse il capo -questa stanza esiste da secoli in questo castello, nessuno sa esattamente come è stata creata o da chi- non sembrava soddisfatto della risposta, che gli aveva dato, lei sfoderò i sai facendoli infine girare tra le dita con molta disinvoltura - che ne dici di allenarci- non ebbe il tempo di avere una risposta che lo vide scattare verso di lei, sfoderando la katana parò l'attacco per poi lanciarne un'altro si scontrarono per diversi minuti, l'aveva sottovalutata e lei di certo quel giorno non ci stava andando alla leggera, stava usando tutta la sua forza e velocità seppur si limitasse, ancora non era del tutto guarita la ferita di lui riportata nell'ultima prova non poteva rischiare che si aprisse di nuovo, ma abbastanza da meterlo alle strette lo vide piegarsi a un certo punto sotto gli incessanti attacchi che gli sferrava, stava per ferirlo a una spalla ma l'intento era solo un avvertimento ma sentì la testa girare all'improvviso le gambe cedettero non riusciva a reggersi in piedi, lui se ne accorse troppo tardi la ferì a una gamba, mentre gli crollava fra le braccia aveva lasciato la presa sulla sua katana alla fine per sorreggerla -aki- sentì pronunciare quel nome, si ridestò dallo stordimento, erano inginocchiati lui che la sorreggeva trattenendola con le braccia -scusami- disse mentre lentamente cercava di rimettersi in piedi non era di certo la ferita alla gamba che gli faceva male, sentì una fitta alla bocca dello stomaco, socchiuse appena gli occhi mentre ripoggiò i suoi sai apposto -non puoi combattere in questo stato- rimase in silenzio senza nemmeno guardarlo in faccia, l'aveva nascosto a tutti nessuno se n'era accorto, e invece lui forse l'unico che avrebbe preferito tenerlo all'oscuro -tranquillo non preoccuparti per me, posso farcela tranquillamente- l'occhiata che gli lanciò era eloquente, non voleva aggiungere altro ne tanto meno doveva osare ribattere quelle parole, lo vide zittirsi aveva temuto a dir la verità si ostinasse di più -torniamo al palazzo- si dissolse lentamente il paesaggio e ritorno la stanza buia di prima -lo sa?-  sapeva di chi parlava, non gli diede risposta, era perplesso da quel comportamento dell'altra -ho i miei motivi e non mi va di spiegarteli- per finir completamente quella conversazione decise quindi di tornare alle proprie stanze, guardò la ferita che gli aveva fatto l'altro, sarebbe guarita in poco, non serviva nemmeno fasciarla, decise quindi di togliersi l'armatura in modo da essere più libera, si era accorta della presenza di Sesshomaru nella sua stanza, ma rimase in silenzio, lo sentì avvicinarsi lentamente a lei e abbracciarla da dietro -che è successo- gli chiese sfiorando la gamba ferita -mi sono distratta un'attimo mentre allenavo iriumaru e mi ha colpita- dopotutto si poteva dire più o meno che fosse successo  proprio così, sentì di nuovo la mano di lui salire lungo la coscia sfiorando i fianchi spostandosi così in avanti toccando il basso ventre, e poi salire verso il seno, sembrava incerto sembrò sentirlo per un attimo irrigidirsi mentre la mano di nuovo scivolava verso il basso, l'afferrò prima che potesse arrivare dove prima non si era soffermato portandola alla bocca e baciandola, non ebbe il tempo di dire qualcosa che lo aveva baciato tanto intensamente da mozzargli il fiato, le mani erano scivolate sul kimono spogliandolo dello stesso, lasciandolo nudo a sua volta si era spogliata poco dopo facendo aderire il suo corpo al suo, lo vide abbandonarsi a quel tocco, alla fine finirono a letto fra le coperte abbracciati uniti in quella danza. Si era addormentata, ma si era svegliata con una nasea terribile, trattenne un conato con molta difficoltà sentì il tocco del suo compagno, si era svegliato -aki tutto bene?- gli domandò rimase in silenzio per diversi minuti, era seduta in modo tale da dargli le spalle lo sentì a sua volta sedersi cingendola delicatamente in modo che le sue spalle si addossassero al petto di lui poggiò la testa dell'incavo del di lui collo respirando il suo odore, sentì la mano di lui accarezzare il suo corpo dolcemente  -si ho avuto una fitta alla gamba nulla di che- una scusa una stupida scusa la mano di lui era scivolata verso la ferita che si era ormai rimarginata -cosa c'è che non va?- scosse appena il capo -nulla torniamo a dormire- non sembrava molto convinto lui, delle parole di lei ma alla fine si distese accanto alla sua compagna.
 
****
Era già mattina e si era svegliato presto, la missione di quel giorno era nulla di così interessante, dovevano far visita al villaggio dei demoni lupo, da anni si era giunto a un accordo e alleanza fra i due clan, semplicemente un incontro di rutine per stabilire alcune cose, non serviva la tenuta, quindi scelse uno dei suoi tanti kimono che si sarebbe adattato a ogni evenienza, per poi indossare solo parte dell'armatura, cominciò a camminare per i corridoi del palazzo, solo alcune guardie giravano per lo stesso, era abbastanza calma la situazione quindi decise di scendere giù al villaggio in modo da raggiungere la casa di Isonka, sapeva che lui a quell'ora era già sveglio da diverse ore almeno gli avrebbe fatto compagnia, dopo averla raggiunta, lo vide seduto in cucina a sorseggiare una tisana sollevò lo sguardo su di lui che stava entrando -ne vuoi una tazza?- gli chiese accettando volentieri, andò a versargliene una e tornò a sedersi al tavolo, lo seguì a sua volta -oggi prima missione- gli disse ma notò lo sguardo che gli rimandò il ragazzo -le missioni diplomatiche sono utili, quanto le altre, mantenere contatti con gli alleati può essere fondamentale, se in caso ci fosse bisogno anche del loro aiuto- lo sentì sospirare -lo so benissimo, ma siamo in un tempo di calma assoluta- ; -non è mai detto- notò il ragazzo voltarsi mentre la figura di Mikio entrò nella stanza ancora i capelli scompigliati parte del kimono lasciava intravedere le forme del seno, sembrava essersi svegliata di soprassalto, accorgendosi dell'arrivo di Iriumaru, ma non rendendosi conto dello stato in cui stava. -Iriumaru, allora stai bene- gli saltò letteralmente addosso si era accorto ormai da tempo, che lei si era presa una cotta per il principe, ma lui quanto meno sembrava di non essersi accorto di nulla, era rosso in faccia sembrava cavarsela in tutte le evenienze ma con le donne, ridacchio leggermente guardando la scena -Mikio ricomponiti, prima che gli fai venì un colpo al tuo principe- la vide donargli uno sguardo perplesso lui tranquillamente la indicò abbassando lo sguardo si accorse dello stato in cui stava e incominciò a coprirsi -potevate anche fermarmi no?- continuava a ridere, mentre Iriumaru si era scostato da lei, guardando da tutt'altra parte -nel bollitore c'è ancora un po di questa roba- disse a mikio, mentre vide Iriumaru volgersi di nuovo verso la porta della casa. -te ne vai di già- non sembrava esserne felice - si.. ho una missione oggi- detto questo uscì dalla casa rapidamente, che diamine gli succedeva quando aveva visto il corpo di Mikio, scoperto gli erano passati per la mente pensieri che in tutta la sua vita, non erano mai affiorati, voleva andarsene di corsa da quel luogo aveva paura degli stessi. Tornando al palazzo si scontrò con la figura di suo padre, che sedeva in veranda -sei andato da Isonka- annui semplicemente avvicinandosi al padre -come va la ferita- gli domandò -guarita completamente- oggi non aveva sentito nessun dolore rispetto a ieri -com'è andata a finire alla fine la prova?- non ricordava molto -quando la squadra di aki è arrivata da voi, te avevi sconfitto il secondo demone, eri ricoperto da diverse ferite ma quella preoccupante era quella dell'ustione al fianco destro- ; -che è successo all'inu dai capelli rossicci?- ; -Ruko era incosciente ma stava bene, abbiamo curato le ferite anche di lui, dovrebbe essere tornato al villaggio alla sua abitazione e alla sua vita- rimase in silenzio -sono tutti ritornati alla loro vita sani e salvi senza nessuna conseguenza- sembrava sollevato da una parte dalle parole di suo padre -oggi andate a far visita al clan di Koga- quel nome gli era familiare ma non riusciva a capir il perchè -aki come sta?- gli chiese prendendo coraggio, vide lo sguardo del padre cambiare -dovrebbe stare nelle sue stanze- non aveva risposto alla sua domanda, quindi decise di non andar oltre -stava bene quando l'ho lasciata, la ferita era già guarita ieri sera, dopo qualche ora- sentì pronunciare quelle parole, voleva porgli un'altra domanda ma venne interrotto proprio dall'arrivo di lei indossava solo un leggero kimono da notte, in quel momento i capelli sciolti ricadevano dolcemente sul corpo -dovresti riposare manca ancora tanto all'inzio della missione- quelle parole erano rivolto a lui chiaramente -non riesco a dormire- una scusa in realtà ma in parte vera, era rimasta in piedi vicina e non vicina a lui, perchè sembrava imbarazzata quando c'era lui con loro due in uno stesso luogo. -mia signora- vide una vecchia servitrice avvicinarsi -gli ho portato quello che mi aveva chiesto. generale principe vi posso portare qualcosa?- chiese infine a loro, mentre lei prendeva quella piccola tazza, cominciando a sorseggiarne il contenuto. -no grazie- dissero all'unisono la donna si allontanò, porgendogli un inchino tornando all'interno del castello lasciandoli da soli, non sembrava avere una bella cera quella mattina aki, era pallida in viso che suo padre non se ne fosse accorto -domani riprendiamo l'allenamento da dove ci siamo fermati l'altro giorno- non era molto convinto a sentir le parole dell'altra suo padre sembrava essersene accorto -non la trovi all'altezza di allenarti?- gli chiese, il tono sembrava adirato -no affatto è che non voglio farla faticare- l'occhiata gelida di lei seguì le parole che poco dopo vennero proninciate -tranquillo sto bene, è solo stato un mom..- si era azzardata in quelle parole, se ne rese conto troppo tardi ormai erano cominciate a uscire -che è successo ieri?- era con le spalle al muro -nulla di grave non mi sono sentita bene, e per quello mi sono ferita,era probabilmente la stanchezza accumulata, fra la questione aspiranti e le missioni in generale- nemmeno suo padre sembrava molto convinto delle parole della sua compagna -meglio che vada nelle mie stanze- disse tagliando corto allontanandosi alla fine da quella situazione.
 
****
-Cosa non mi hai detto aki- gli domandò ma questa volta voleva una risposta, non voleva che ci girasse intorno, l'afferrò con non molta delicatezza per un braccio e con la forza la fece sedere  sulle sue gambe, nel farlo aveva fatto cadere la tazza che si era infranta a terra, riversando il contenuto sul porticato , la senti gemere forse aveva usato troppa forza per portarla a se ma non gli era sembrato -non è nulla giuro non devi preoccuparti- non credeva a quelle parole, ormai non gli credeva -di cosa hai paura?- gli domandò, vide colare di nuovo le lacrime sul volto di lei rigandolo, non era tipo da piangere così spesso ne tanto meno da rivelarlo con così tanta facilità in un luogo così aperto a occhi indiscreti, gli accarezzo dolcemente il viso cercando di calmarla, sentì che lei gli prese delicatamente la mano, per quindi poggiarla delicatamente sul ventre, aveva abbassato le difese e ora si accorse qual'era il problema, e capì la paura che leggeva nello sguardo di lei, oltre al fatto che non glielo voleva dire, temeva che succedesse di nuovo aveva avvertito quella piccola aura demoniaca di quella creatura che stava crescendo nel corpo della sua amata, facendo i conti doveva essere alla prima settimana voleva dire, che se fosse nato sarebbe successo tra due mesi circa e mezzo o meno di tre. La baciò intensamente per poi staccarsi lentamente -tranquilla mia cara- singhiozava mentre le lacrime scendevano copiosamente -ho paura di perdere anche lui- per questo non glielo aveva detto -non puoi chiuderti però così nel silenzio, vedrai che sta volta andrà tutto bene- lo sperava non ne poteva avere la certezza ma voleva calmarla in qualche modo -almeno per ora lascia i dodici, riposati non sforzarti- annui lievemente a quella richiesta di lui, accettò il suo dire quel pomeriggio avrebbe chiesto al consiglio un breve congedo.

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Capitolo 9
*** Riunione ***


Note Autore: In realtà parte di questo capitolo sopratutto la parte finale sarebbe da Rating rosso più o meno se qualcuno può rimaner diciamo scioccato, potete anche non leggere il capitolo e passare a quello dopo, alla fine non è estremamente importante, o al massimo quando vedrete queti " **** " solo quelli in rosso saprete che da lì se siete minorenni o altro è meglio che passaste al capitolo dopo.

Erano passati ormai due mesi, da quando era entrato in squadra in quell'arco di tempo erano alla fine diminuiti gli allenamenti e aumentate le missioni, teneva ancora la sua spada in mano sguainata mentre il demone, era ormai morto, fissava quel corpo non troppo distante da lui, sentì la voce di Hiro risvegliarlo dai suoi pensieri mentre tornarono finalmente al villaggio erano stati via per due settimane nei territori a confine con i loro, un'orda di demoni aveva varcato i loro territori osando creare scompiglio, uccidendo gli umani che protegevano. Entrambi si mossero verso il palazzo, attualmente la loro meta era la stanza del consiglio, dovevano fare un resoconto della missione, però non sembrava esserci nessuno, quindi Hiro decise di andare dal generale a parlarne -questo è tutto- era rimasto in silenzio ascoltandolo ormai cominciava a apprezzare la scrupolosità di quel uomo nel lasciare ogni dettaglio, ricordando ogni piccola cosa imprimendola nella mente -ci sono stati altri attacchi, agli altri clan?- chiesi alla fine -si il clan delle pantere ultimamente è stato attaccato, parti degli insedimenti distrutti gli è andata molto peggio che ha noi- rimasi in silenzio, perchè all'improvviso orde di demoni, attaccavano i possedimenti di clan molto più forti e potenti di loro, sapendo di esser schiacciati con molta facilità -finchè non troviamo chi o la causa di questi attacchi, anche proteggendoci non potremmo andare avanti, domani vi voglio pronti entrambi pronti all'alba- annuirono semplicemente per poi congedarsi, il primo intento era quello di tornare nelle proprie stanze, ma poco dopo decise di andare da Isonka, arrivato alla sua casa lo accolse calorosamente -mikio d'ove?- chiese non sentendo l'odore della ragazza in quella casa -è fuori- non era una grande risposta, non lo conviceva più di tanto -lo sai che è morto Kakashi?- annui semplicemente -si sono indette nuove prove- vide lo sguardo di lui cambiare all'improvviso -si esatto- disse semplicemente mentre lo vide allontanarsi dalla casa -dove vai- disse semplicemente -dove credi che vada?- si allontanò infine in volo, dalla casa di lui cercando di raggiungere il luogo, atterrando alla fine accanto alla figura di Aki, ormai sembrava che quella gravidanza fosse riuscita a arrivare al termine rispetto le altre, mancava ormai poco alla nascita del suo fratello o sorella, si avvicinò alle sue spalle e la vide voltarsi verso di lui -immagino che isonka ti abbia detto dove era finita mikio- la mancina era poggiata sul pancione e lo accarezzava dolcemente -non dovresti stare a riposo?- gli chiese mentre lo sguardo si spostava sui i vari pretendenti vedendo anche Ruko in mezzo -non sto facendo nulla, sto solo controllando e studiando questi ragazzi non è uno sforzo immane, e poi si fidano più del mio giudizio che di altri- non aveva del tutto torto, vide Oiyo avvicinarsi ai due -principe siete tornato! capitano per oggi direi che basta non credete?- ; -non sono più il tuo capitano in questo momento, comunque si direi che per oggi basta- la vide allontanarsi in poco tempo, pian piano diminuirono sempre di più fino a rimanere quattro dei pretendenti e la squadra di Aki, Mikio invece gli si stava avvicinando di gran lena, Ruko anche ma con più calma a entrambi donò un sorriso  -vedo che non demordi- lo vide sorridere a sua volta -l'altra volta non ci sono riuscito, ma questa volta ci riuscirò- era convinto di quelle -ci vediamo allora domani ragazzi- disse aki allontanandosi alla fine dal piccolo gruppetto, vide alla Ruko poco dopo allontanarsi a sua volta, tornando al villaggio, erano rimasti solo loro due -com'è andata?- gli chiese -credevo più difficile, isonka e tu siete degli ottimi maestri, probabilmente se non avessi conosciuto te, o isonka non mi avesse insegnato quello che sapeva, non sarei riuscita manco a superare mezza prova- gli venne spontanea la domanda che poco dopo uscì dalle sue labbra -perchè vuoi entrare nella squadra  dei dodici? ti sei sempre allenata ma solo per te, perchè non volevi essere debole, perchè volevi imparar a difenderti da sola, ma non mi sembrava avessi tali interessi- lei rimase a lungo in silenzio, in realtà non sembrava proprio accennar a dargli una risposta, semplicemente a un certo punto la sentì avvicinarsi non fece nulla per impedirglielo, era abituato a quei contatti di lei ormai non ci faceva più caso, ma questa volta non l'abbracciò la vide avvicinarsi al suo viso sempre di più, fino a che non lo baciò, e le di lui labbra rimasero immobili, non sapevo come reagire a quel gesto, non era il solito bacio casto, in quel momento si rese conto che era tutto tranne casto, sentiva la bramosia di lei che voleva che schiudesse le proprie labbra, insistendo con le proprie non sapeva come reagire, da una parte la ragione gli diceva di fermarla, e nemmeno lui sapeva perchè, dall'altro l'istinto gli diceva di abbandonarsi. Con stupore di lei, la sollevò di peso trattenendola con le sue forti braccia, cominciando nello stesso momento a contraccambiare quel bacio di lei, passando dalle labbra a seguire  lineamenti del viso, fino a accarezzare con i suoi baci la gola, il suo odore era magnifico sapeva di lillà, gli dava alla testa senza manco accorgersene, aveva sollevato la gonna del kimono, lasciando scoperte le lunghe gambe, sembrava aver perso il controllo del suo stesso corpo non accorgendosi di quanto si stava spingendo oltre, sfiorava delicatamente l'interno coscia spingendosi sempre più su, quando sentì le sue braccia allontanarlo o almeno era quello l'intento, sentiva la pressione che usava contro il suo torace -Iriumaru fermati- a quelle parole di destò come di colpo, la lasciò scendere dalle sue braccia, quel giorno era lei a essere paonazza in volto -scusami- sussurrò quella semplice parola, per poi scappare da quel luogo, così rapido che non ebbe il tempo lei di fermarlo.

****
Ci stava mettendo tanto, cominciava a preoccuparsi gli altri erano tornati al villaggio, e quei due non erano ancora tornati, stava per tornare a casa, quando lo sguardo incontrò quella di Mikio, che si stava avvicinando -com'è andata?- gli chiese ma non ottenne nessuna risposta, la vide andarsene in camera, senza dire una parola. Decise inizialmente di non seguirla, ma poi quando ormai la cena era pronta, andò in camera di lei con il vassoio -questa è la cena- gliela poggiò sul tavolino per poi avvicinarsi di nuovo a lei -sarà per la prossima volta, tranquilla- gli accarezzo dolcemente i capelli, mentre lei si voltò a fissarlo -no l'ho superata la prova- alla fine gli disse e la guardò perplesso -allora perchè sei turbata- gli chiese, notò il viso di lei farsi paonozzo come non mai -Iriumaru- sentì pronunciare il nome di lui ma non capiva il senso -l'ho baciato e..- ok quel discorso stava prendendo una piega imbarazzante, nervoso si grattò leggermente la barba non sapeva che dire o fare in quel momento, sapeva quello che lei provava ma lui.. -si è spinto oltre e io..- gli accarezzò dolcemente il viso cercandola di calmare quando vide lentamente uscire le lacrime dagli occhi -tranquilla- no non era arrabbiato con lei, non lo sarebbe mai stato -sono stata così cretina da fermarlo, da una parte volevo che succedesse, ma dall'altra avevo paura, e ora me ne sto pentendo mi odierà sono stata una stupida- alla fine quindi non era successo niente sospirò senza controbattere, accarezzandogli il viso lasciando che si sfogasse, fino a quando non gli si addormentò tra le braccia e la riportò nel suo letto.
Era mattina presto, aveva tirato fuori la sua vecchia tenuta, e la sua armatura insieme alle sue armi, e si era preparato il generale gli aveva chiesto di presenziare a quella riunione speciale, dopo tanto tempo rindossava la sua vecchia divisa dei dodici, aveva lasciato un biglietto a Mikio avvertendola che non sarebbe tornato prima di un giorno, o forse anche di più, arrivò fino al castello incontrando la figura del suo Generale alla base della scalinata, era ancora presto prima del tempo prestabilito, non c'erano gli altri erano solo loro due in quel momento. -chi viene con noi?- gli chiese quindi -Hiro e Iriumaru- rispose -aki non viene?- per quanto sapeva del suo stato, avrebbe voluto che anche lei venisse a quella riunione -preferisco che rimanga al castello, voleva venire ma è troppo rischioso- non voleva di certo perdere anche quel cucciolo di lei, come gli altri. Sollevando lo sguardo notò la figura del principe scendere la scalinata, lo sguardo dell'altro era stupito nel scorgere la sua figura, a quanto pare non gli aveva detto nulla il padre, probabilmente centrava anche il vederlo in tenuta, non glielo aveva mai detto, che era stato a capo di una squadra dei dodici, anche se aveva il dubbio che lui l'avesse in parte capito -Vieni anche tu?- gli domandò notò quasi subito l'imbarazzo del ragazzo, non lo guardava nemmeno in faccia quel mattino, sembrava averlo notato anche suo padre, gli donò una occhiata perplessa ma di certo non stava a lui parlare di quello che era successo tra lui e Mikio. Hiro li raggiunse poco dopo, si volsero quindi verso le stalle, dove erano state preparate le loro cavalcature, quel giorno Iriumaru prese Ah-un al posto del padre, mentre lui scelse un'altro dei suoi dragoni, erano lunghe le distanze, e volare fin lì sarebbe stato un enorme dispendio di energie, per loro quindi avevano scelto un modo più fattibile di raggiungerlo. Erano arrivati fino a quella tenuta, l'aria era impregnata delle auree dei diversi demoni, che risiedevano in quel luogo, tre servitori si occuparono delle loro cavalcature, mentre i tre entrarono lo sguardo di tutti si soffermò sui nuovi arrivati, c'erano tutti con gran stupore notò anche il clan dei draghi, non sembrava molto convinto all'inizio di presenziare a quella riunione, alla fine erano arrivati, vide Sherazade sollevarsi dalla posizione di prima e accoglierli -Ben venuto generale, e anche a voi Isonka e Hiro, e al giovane sconosciuto che vi accompagna- lo sguardo si era poggiato su Iriumaru, dopotutto non l'aveva mai visto -lui è mio figlio, il principe Iriumaru- si alzo lo stupore nella stanza fin'ora pochi clan avevano conosciuto il principe, tutti gli occhi erano puntati su di lui -bene allora ben venuto principe, ora che siamo tutti, possiamo cominciare la riunione- Tutti e quattro preserto quindi posto, lui si sedette accanto al proprio alievo -dobbiamo fare qualcosa, queste orde di demoni continuano a attaccare e contrastarli comincia a essere sempre più difficile- la voce di una donna dal lato opposto della sala prese di nuovo parola -si ma non sappiamo esattamente da dove vengono, chi li manda il perchè, andare così alla cieca, per poi rimaner ancor di più scoperti sarebbe assolutamente inutile- non aveva torto la pantera, eppure da quello naque un battibecco di chi era a favore di attaccare per primi, e chi diceva di mandare delle squadre in perlustrazione per scoprire prima chi era il vero nemico da affontare. Non sembrava però avere una fine, non si raggiungeva mai una vera decisione, chi prima diceva si a una cosa, poco dopo ci ripensava, e era poi d'accordo sull'altra alla fine mi alzai in piedi prendendo parola -se continuamo così come abbiamo fatto fino a ora, prima o poi ci spazzeranno via, è inutile continuare a rimandare questa cosa, stiamo facendo il gioco dei nostri nemici, se non saremo uniti, ci spazzerrano via uno alla volta, per poi trovarci da soli, dobbiamo essere uniti e combattere questa minaccia- a quelle parole tutta la sala rimase in silenzio, alla fine il giorno dopo si sarebbero accordati per mandare i migliori delle loro squadre, a fare una ricognizione dei terreni esterni dei vari clan.
Erano ormai tornati a palazzo, che era notte fonda doveva essere finita anche la prova di quel giorno chissà com'era andata rimasero solo lui Sesshomaru e Iriumaru, Hiro si era alla fine allontanato tornando nelle loro stanze, invece loro si erano spostati verso una sala del castello. -E' stato uno spreco di tempo- sentì pronunciare quelle parole -non del tutto mio generale, comunque abbiamo visto che anche i draghi cominciano a temere questa minaccia, quindi non è di certo un buon segno- disse -anche questo è vero, Sherazade sembrava veramente preoccupata- si l'aveva notato anche lui, non serviva che parlasse apertamente di quella cosa, il fatto che fosse lì a quella riunione la diceva lunga -che faremo allora?- prese quindi parola Iriumaru, si voltò verso di lui, che era rimasto in silenzio per tutta la riunione, ma aveva l'impressione che in quel silenzio avesse studiato attentamente la situazione, immerso nei suoi pensieri -Manderò Hiro Oiyo Saki e Sasuri a perlustrare le zone circostanti- ; -non è pericoloso- dopotutto erano i migliori dei gruppi se gli fosse successo qualcosa -mi fido di loro, e preferisco che siano loro a occuparsi di questa faccenda- disse mentre la porta alle loro spalle si aprì scorse la figura, di aki entrare nella sala -siete tornati- disse avvicinandosi al generale -come mai sei ancora sveglia?- gli domandò -non riuscivo a dormire, com'è andata?- domandò era arrivata in ritardo dopotutto, gli raccontarono tutto ed era della stessa idea di Sesshomaru di mandare quei quattro a perlustrare le zone circostanti, anche se avrebbe voluto partecipare a quel gruppo -com'è stata la prova di oggi?- gli domandai alla fine -Mikio è andata benissimo, si vede che è allenata da te, mi mancano i tempi quando eri a capo del mio gruppo- ammise notò lo stupore di Iriumaru -mi dispiace che ci hai lasciato- sorrise appena alle parole di lei, che era stata una delle sue migliori compagne di battaglia -dovevo lasciar spazio ai giovani, e ormai non serviva più che ti protegessi sotto la mia ala, era il momento che spiccassi il volo, infatti ne sei stata all'altezza- mi sollevai lentamente -meglio che torno a casa, prima di far preoccupare quella- si alzarono alla fine tutti -in realtà Mikio è al palazzo- mi avvertì aki -perché?- domandò stupito iriumaru sgomentato da quella notizia, mentre tutti gli sguardi dei presenti si erano puntati su di lui, notò che l'espressione del viso tornò fredda cercando di mantenere quella calma apparente, che non vi era stata nella domanda appena pronunciata -aveva detto che voleva vederti, e parlarti quindi ho fatto preparare una stanza per lei al palazzo- nemmeno il tempo di finire quelle parole, che iriumaru era uscito dalla stanza senza dir nulla. -che è successo? ho detto qualcosa di sbagiato?- scossi il capo semplicemente, mentre sentivo le occhiate di sesshomaru -devono gestirla da soli la cosa, almeno a mio parere- aveva azzardato le parole, notò lo sguardo furente che gli lanciò lui, mentre lei sembrava perplessa ma alla fine sembrò capire cosa intendeva -in ogni caso io me ne ritorno a casa, a domani- non disse altro e uscì dalla stanza prima che prendesse parola, non voleva essere investito dalla sua rabbia.

****
Aveva seguito la traccia olfattiva di Mikio, raggiungendo così la stanza che gli era stata assegnata, quando entrò notò la sua figura, che dormiva distesa nel letto i lunghi capelli gli incorniciavano il viso sereno, sembrava dormire tranquilla e senza preoccupazioni, richiuse lentamente la porta in modo da non far rumore e avvicinarsi a lei, gli si sedette accanto in silenzio fissandola mentre dormiva ebbe il coraggio a un certo punto di accarezzargli il viso un tocco così leggero da quasi non essere percepito, aveva paura una volta tanto nella sua vita aveva paura, aveva paura di svegliarla, e che sarebbe successo come la sera prima che l'avrebbe respinto non voleva che succedesse si mise sdraiato a fianco di lei abbracciandola delicatamente affondando il viso nei neri capelli risentì quel dolce odore di lillà, la sentì muoversi lentamente fra le sue braccia, si stava svegliando la baciò alla base del collo prima ancora che aprisse gli occhi, e sentì un sospiro di piacere uscire da quelle labbra, a quello la presa del suo braccio si fece più forte, la fece aderire al suo corpo, sotto le leggeri vesti di lei, e quelli di lui poteva sentire l'eccitazione del ragazzo, sentì i battiti di lei aumentare mentre l'altra mano libera cercava di sciogliere il nodo del piccolo obi -Iriumaru- sentì il suo nome essere sussurrato, ma non gli interessava in quel momento continuava a baciarla sul collo  sull'incavo dello stesso sulla spalla, scendendo fino alla spalla, da una parte lei non sembrava far nulla per fermarlo, anzi si era abbandonata quella sera ai suoi tocchi. Ormai si era liberato dell'obi, cominciò a sfilargli il kimono, lasciandola completamente nuda, la distese sul letto sotto di se, solo ora lei poteva notare che gli occhi erano diventati rossi, e le pupille solo due piccole fessure, le gemelle cinsero il suo volto fermandolo per un breve istante -Iriumaru cosa succede?- gli domandò perplessa ma lui prese le mani di lei allontanandole dal viso e  trattenendogliele con una sola mano entrambe sopra la testa, non gli avrebbe permesso questa volta di fermarlo con la mano libera si tolse il suo kimono, l'armatura i pantaloni, seppur a fatica lanciandoli lontano insieme alle sue armi entrò con foga dentro di lei, facendogli uscire dalle labbra un gemito di dolore, era la prima volta per entrambi e lui sembrava aver perso completamente la ragione, era estremamente stretta, si spingeva all'interno di lei a fatica, l'aveva cominciata a baciare sulle labbra, per non sentire quei gemiti, temendo che qualcuno li avesse sentiti, sembrò trovare un ostacolo ma voleva sorpassarlo alla fine ci fu la rottura, e sentì l'odore del sangue di lei sembrava ma non sembrava interessargli, finalmente sembrava essere tutto più facile, le spinte si fecero più delicate, seppur aumentassero di velocità, sembrava anche lei non sentir più dolore, i loro respiri diventarono sempre più pesanti, quando stava per raggiungere il culmine la morse alla base del collo, con fermezza lasciandogli un segno sulla pelle. Tutto finì sembrava anche aver ripreso finalmente il controllo di se, gli occhi erano tornati normali ricordavo ben poco di quello che era successo, lasciai la presa sulle sue mani, uscendo infine dal suo corpo, notai quella macchia di sangue che sporcava le lenzuola, e il viso di lei rigato dalle lacrime. -mi.. mi dispiace, non so cosa mi è successo, non volevo farti male- non aveva il coraggio di guardarla in faccia, sapeva di avergli fatto del male, ne era certo quanto meno era una delle poche cose che ricordava, la vide lentamente mettersi a sedere in quel letto e accarezzarlo dolcemente e poi baciarlo, lo baciò così intensamente da fargli dimenticare tutto.

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Lentamente aprì gli occhi era mattina, la luce che penetrava dalla finestra gli diceva che dovevano essere circa le 11, la stanza era vuota oltre a lei c'erano solo le lenzuola che la coprivano, non c'era traccia di Iriumaru, che fosse stato tutto quello che era successo la sera prima un sogno? quando cerco di sollevarsi, dolorante si rese conto che non lo poteva essere, andò in bagno, fissando la sua immagine riflessa, notò l'improna di denti sul l'incavo del suo collo, no non era stato un sogno, era tutto vero, si sciaqquò e notò che in bagno erano depositati dei vestiti, a veder la misura dovevan anche stargli bene, lentamente li indosso, per poi decidere di uscire dalla propria stanza, era inutile stare lì da una parte voleva tornare da Isonka, ma aveva paura della reazione che avrebbe avuto lo stesso per quello che era successo la sera prima, non aveva il coraggio per ora di tornare da lui. Era giunta al giardino interno del palazzo, e vide quindi la figura di Aki seduta sullo stesso, stava per tornare indietro quando questa si voltò verso di lei -mikio vieni qua su, e siediti- era incerta se farlo o semplicemente scappare da lì, e da lei alla fine si affiancò a Aki rimanendo in assoluto silenzio, lei sembrava aver notato il suo imbarazzo visto che rimase a lungo in silenzio, a un certo punto parlò -preparati- non riusciva a capire perchè ma a un certo punto avvertì l'odore di Sesshomaru farsi sempre più vicino, non avrebbe fatto in tempo a allontanarsi, strinse saldamente la stoffa del kimono tra le sue dita, cercando appiglio in qualcosa di solido per non affogare, sembrava che l'altra si fosse accorta della sua reazione, allungò una mano a toccare la sua come a cercar di tranquillizzarla ma non serviva assolutamente a nulla -ancora ti trovi in queste mura- sobbalzò a quelle parole cariche di rabbia, dell'altro -me ne vado subito generale- cercò di alzarsi ma la presa di Aki, era rimasta immutata non gli permetteva di sollevarsi da quella posizione. -non esagerare Sesshomaru, lo sai come sono queste cose- gli disse lei si sentiva imbarazzata al massimo, dov'era Iriumaru in quel momento lo voleva lì con se -non credere di essere all'altezza di mio figlio, avvicinati un'altra volta a lui, e ti faccio imprigionare nelle celle del palazzo- era un avvertimento oltre una minaccia -Sesshomaru- vide l'occhiata che lui donò a aki -non prendertela con lei- lo supplicò quasi, alla fine allontanando la mano di lei, e alzarsi e allontanarsi di corsa dal castello, non voleva restare in quelle mura un minuto di più. Arrivò fino a casa entrando di corsa nella stessa ignorando Isonka che la salutò si rifugiò nella sua stanza e cominciò a piangere come non aveva fatto mai in vita sua o forse l'aveva fatto quando era morta sua madre, non ne era certa era troppo piccola allora per ricordarselo, vide isonka entrare nella sua stanza e cercar di calmarla in tutte le maniere, ma fu inutile, alla fine la lasciò in pace.

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Capitolo 10
*** Attacchi ***


Erano passati due giorni, l'ultima prova era stata rimandata a causa della nascita della secondo genita del generale, una bellissima bambina la voce si era sparsa per il villaggio, tutti erano in festa per quella bellissima notizia, lei era uscita per andar a prendere delle cose per Isonka, quando aveva sentito delle guardie del palazzo parlare della piccola principessa Sakura, al ritorno a casa Isonka stava preparando il pranzo -com'è andata?- chiese mentre vide lei allontanarsi con il pacco e lasciarglielo nella sua stanza -tutto bene, al villaggio parlano tanto della principessina- lo vide appena sorridere -perchè non vai a vederla, e non vai da lui- gli chiese aveva osato parlarne almeno voleva cominciare quel discorso, in quei giorni era stato in silenzio non era entrato in argomento. scossi il capo volevo tanto vederlo volevo vedere Iriumaru, non era neppure passato a casa loro in questi giorni, cosa che di norma faceva tutte le mattine no non l'aveva visto più da quella sera -non posso- ammisi alla fine, sedendomi al tavolo su uno dei tanti cuscini, fissando la superficie lignea dello stesso senza guardarlo in faccia. Lo sentì sospirare -sarebbe felice di vederti, facendo così lo farai preoccupare- scosse il capo -quello è vero però..-  aveva paura della reazione del generale, gli aveva promesso di rinchiuderla nelle celle del palazzo se si fosse avvicinata di nuovo allo stesso -che cosa è successo? il fatto che non viene lui stesso qui, incomincia a preoccuparmi- deglutì a fatica -il generale glielo impedirà- sentì ridacchiare lui -conoscendo quella testa calda di Iriumaru fa sempre di testa sua, dubito che gli interessi quello che pensa suo padre, e da quand'è che non lo chiami più per nome Sesshomaru?- gli chiese vide il suo sguardo farsi vitreo -da quando mi ha minacciata di rinchiudermi nelle celle del palazzo, se mi fossi avvicinata al castello e a Iriumaru- alla fine lo ammise riuscì a far uscire quelle parole seppur a fatica, non voleva più piangere aveva pianto tanto troppo quel giorno, non voleva farlo pure ora, le trattenne a fatica cercando di ricacciarle da dove erano venute, sentì Isonka sospirare -non l'ha presa bene- scosse appena il capo. Sentì la porta aprirsi e notò Hiro entrare insieme a altri due della sua squadra, sbiancando di colpo a quella vista -che cosa succede?- domandò isonka a quell'entrata brusca -scusatemi isonka, ma devo portare mikio alla prova- disse semplicemente lei scosse il capo -non voglio- Vide lo stupore di Hiro -perchè?- gli chiese -non fare stupidaggini mikio, va prima che te ne penti- non sapeva che fare, a dir la verità non aveva più senso entrare nei dodici, alla fine si decise -va bene-

****
Erano arrivati alla fine al luogo dell'ultima prova, scorse Ruko fra i partecipanti lo sguardo scorreva lungo tutti i presenti, cercando la figura di Iriumaru, c'erano tutte le squadre dei dodici al completo ma lui non lo vedeva, lo sguardo si rattristo di colpo, sperava almeno anche in lontananza di vederlo incontrarlo, invece. La prova cominciò ma era decisamente svogliata, in realtà avrebbe voluto rinunciare ma da una parte non voleva non sapeva che fare, si appollaio su un ramo, guardando tutto da lì sperando di non essere disturbata, ma alla fine fù costretta a muoversi, incontrò Ruko a un certo punto e decisero di proseguire almeno per ora la prova insieme -che cos'hai mikio?- gli domandò -niente perchè- ; -non ci credo hai una faccia, sembra che ti sia morto qualcuno a te vicino- no non era così, però si sentiva in quello stato -non vuoi parlarmene- ammise -ho paura di parlarne- lui rimase in silenzio per un po' senza dire nulla -se tieni tutto dentro di te, ti farà ancora più male- lo sapeva ma.. sollevò di colpo il viso, aveva sentito il suo odore ne era sicura al cento per cento era quello di Iriumaru, senza ascoltare quello che aveva da dire Ruko, si trasformò cercando di raggiungerlo il corpo possente e nero si librò in aria cercando la fonte di quell'odore incontrando infine il grande cane argenteo pochi metri più in su delle nuvole, scesero infine a terra tornando al loro reale aspetto, gli saltò addosso accogliendolo calorosamente come sempre, lo senti abbracciarla dolcemente rimasero in silenzio per diversi minuti -dovrei tornare a sorvolare questa zona, o Hiro mi uccide- non voleva che se ne adasse, non lasciava la presa -giuro che finita la prova torno da te e da Isonka- era una promessa quella, sorrise dolcemente a quelle parole, e infine lo baciò intensamente sulle labbra -mi sei mancato- staccandosi avvicinandosi al suo orecchio gli sussurrò -anche tu- detto questo gli si allontanò, e infine mutando si alzo in volo tornando nei cieli, ora si sentiva di nuovo carica e pronta per quella prova giurando a se stessa che l'avrebbe superata.

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Avrebbe preferito stargli accanto ma in quel momento non poteva, scorse la figura di Hiro che lo aspettava, aveva visto tutto "quanto meno sembra aver ripreso la grinta e la voglia, di dare il meglio di se per la prova" abbassò lo sguardo notando che non era più nel punto in cui, l'aveva lasciata si era allontanata "quando siamo andati a prenderla a casa di Isonka, sembrava non voler più parteciparvi" rimase in silenzio per un pò aveva il dubbio di sapere il perchè "ne sai qualcosa?" non gli diede risposta, ma sapeva che li aveva visti baciarsi, ma sembrava non entrar in argomento, se lui per primo lui non voleva parlare. Notarono uno dei pretendenti chiedere aiuto si mossero nella sua direzione lo lasciò a Iriumaru, sconfiggere i demoni, e salvare l'altro e lo portarono quindi dai curatori, erano già dimezzati ormai ne erano rimasti pochi, di partecipanti, eppure mancavano ancora 4 ore alla fine di tutto. Notò la figura di suo padre avvicinarsi era sicuro di aver ancora l'odore addosso di lei, se lo sentiva sulla pelle sul kimono, sentiva ancora il sapore dolce delle sue labbra sulle sue, si voltò a guardare da tutt'altra parte non voleva di nuovo affrontare quell'argomento, gli era bastato il primo giorno quando si era svegliato e si era preparato per andare in missione, invece suo padre l'aveva bloccato e non gli aveva permesso di andarci, e si beccò una bella ramanzina. Perchè proprio lui che si era innamorato di una donna umana, non poteva accettare che suo figlio si era innamorato di quella yasha, sentiva la propria rabbia ribollirgli nel corpo, in quel momento se avesse detto qualcosa probabilmente si sarebbe messo a combattere contro di lui disinteressandosi di tutti.

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Era quasi ora non si reggeva più in piedi, da quando l'aveva lasciato Iriumaru era stata attaccata, da diversi demoni ne era uscita dalla battaglia vittoriosa ma era piena di ferite, aveva perso abbastanza sangue da sentirsi stordita e l'odore del suo sangue per quanto ne aveva perso gli stava dando la nausea, sopratutto perchè era mischiato all'odore di uno di quei demoni, era entrato in circolo era stordita dallo stesso ma ancora si reggeva in piedi, ma i sensi comnciavano a attutirsi non era un buon segno, era un demone cobra, il suo veleno era assai potente un normale demone sarebbe morto, ma uno  abbastanza forte, poteva riportare danni se non prendeva l'antidoto prima di 6 ore, erano solo passate 3 e mezzo quindi c'era ancora tempo, mancava mezz'ora e sarebbe finito tutto, non sapeva chi fosse rimasto ma vide Ruko non era distante da lei, anche lui ferito  sollevò lo sguardo in sua direzione sembrava esser felice di vederla, gli venne incontro quando perse l'equilibrio e stava per cader a terra, la sollevò lentamente -Mikio forse sarebbe meglio chiamarli- scosse la testa -non mi arrendo-  non voleva arrendersi -nemmeno ti reggi in piedi, e sei conciata veramente male- si allontanò dall'abbraccio dell'altro per poi andarsene proprio da li, si sentiva uno schifo ma doveva reagire non poteva, forse se sarebbe riuscita a entrare nei dodici avrebbe accettato un po di più la cosa, anche se temeva che non sarebbe servito a nulla, si addosso lentamente a un albero era troppo stanca chiuse gli occhi, ma sentì un fruscio sopra la sua testa, all'ultimo scorse un demone che stava per attaccarla, cerco di schivarlo andando sentì la lama dell'altro piantarsi nel polpaccio un urlo di dolore uscì dalle labbra, mutò di colpo staccandogli la testa con le fauci, gli faceva male la zampa la teneva sollevata, non riusciva a poggiarla a terra, ma così più o meno poteva muoversi senza tanta fatica in quella forma sarebbe guarita anche prima, ma allo stesso tempo il veleno che era in corpo avrebbe fatto prima il suo percorso, non sapeva se fosse meglio  rimaner mutata o non riuscir a camminare e quindi se fosse stata attaccata, sarebbe stato più difficile scamparla sentì di colpo un boato venire da non troppo lontano accelerò trovando Ruko, riversato a terra sembrava morto, il demone stava per attaccarla quando la figura di Iriumaru lo spazzo via annientandolo con un colpo della sua spada. Tornò normale solo il tempo di crollare tra le sue braccia e veder arrivare la squadra di Hiro.
Quando riaprì gli occhi sembravano essere in un campo apposito, dove curatori si occupavano dei pretendenti feriti sollevando lo sguardo notò colei che si stava occupando delle sue ferite -non muoverti sei ancora debole- gli disse mentre fasciava il polpaccio, aveva usato i suoi poteri per far si che guarisse prima, vide Iriumaru avvicinarsi  -come sta?- chiese alla guaritrice -gli ho dato l'antidoto al veleno, quindi tempo un giorno dovrebbe riprendersi del tutto per la gamba invece, ci  vorrà di più era una brutta ferita- si allontanò alla fine dai due lasciandoli da soli, facendomi forza, cercai di mettermi a sedere, ma mi girava ancora la testa, lui mi aiutò lentamente sorreggendomi -com'è andata a finire, Ruko come sta?- vide lo sguardo di lui cambiare per qualche secondo e poi dire -è morto- rimase scioccata quasi da quella notizia -non doveva esserci quel demone in questi territori, sembrava essere uno di quelli che ultimamente attaccano il villaggio a quanto pare, ci seguivano- ammise ritornando in silenzio, mi appoggiai delicatamente alla sua spalla cercando quel lieve contatto, ma solo in quel momento mi accorsi dell'avvicinarsi di Sesshomaru, e allora mi scostai di colpo allontanandolo da me -vedo che ti sei già ripresa- il tono non tradiva nessuna emozione, abbassai lo sguardo temendo la sua rabbia, sentì il delicato tocco di Iriumaru sul mio braccio -torniamo al palazzo, prima che ne arrivino altri- sentì Iriumaru prenderla di peso, si aggrappo con le braccia al collo di lui poggiando in quel tragitto breve fino a Ah-un alla pelliccia di lui, alla fine prese posto sulla groppa del dragone, grazie al suo aiuto e si librarono in volo, si appisolò durante il tragitto fra le braccia di lui, cullata dal vento.
Quando si svegliò era in una delle camere più sfarzose del palazzo, non la conosceva almeno non gli sembrava di esserci mai entrata, lo sguardo si sposto lungo la stessa, non sembrava esserci nessuno a parte lei, ai piedi dell'enorme letto, c'era un bellissimo e elegantissimo kimono femminile azzurro con disegni color pastello, di varie tonalità, e un obi rosa antico lo indossò quindi la ferita era guarita, gli faceva ancora leggermente male, ma era sicura che con i giorni sarebbe passato, magari anche non sforzandola più di tanto. Uscendo dalla stanza si guardò intorno, non conosceva quell'area del castello ma era sicura di essere al castello, percepì l'odore di Aki e di un'altro inu che non conosceva, lo seguì fino a raggiungere una porta, bussò leggermente per poi sentire una voce all'interno -entra cara- era la voce di Aki ne era sicura, entrando si trovò nella stanza più grande che avesse mai visto forse in vita sua, Aki era seduta davanti a una bellissima specchiera, era incerta se entrare a dir la verita era entrata ma rimaneva davanti a quella porta -entra tranquilla non c'è Sesshomaru e non tornerà tanto presto- si avvicinò lentamente a lei, notando che affianco a lei c'era una bellissima culla. si avvicinò alla stessa era curiosa di vederla quella piccola creatura, e glielo permise attualmente sembrava dormire serena in un profondo sonno aveva i capelli biondi come la mamma ma sulla fronte spiccava la falce di luna violacea, e aveva dei lievi segni rossi su entrambe le guance. -è bellissima- gli erano uscite spontanee quelle parole, la vide sorridere dolcemente -come va la ferita?- ; -duole un po ma niente di che- ammise -dovresti riposarti un'altro pò e nn sforzarla- gli disse -lo so ma..- non gli andava di star in quella camera da sola, il fatto che fosse nella stessa ala del castello di quella di Sesshomaru e Aki, gli fece intuire che era quella di lui, doveva anche capirlo -Iriumaru dov'è?- la vide diventare seria -sono andati a aiutare Hiro e gli altri, per cercar di trovar una soluzione, gli attacchi si stanno intensificando e la cosa non li convince, è andato anche Sesshomaru-  vide la piccola lievemente agitarsi, muovendo le manine, la prese inbraccio e gli diede da mangiare, fissò la scena pensierosa ma non pensava a lei, ma piuttosto a Iriumaru e alle squadre, se si era mosso anche il generale non era nulla di buono -che cosa succederà?- la vide scuotere la testa -non so dirti cara, comunque congratulazioni- la guardò perplessa -sei entrata nella squadra, fra un po' tornerò tra le fila, non ce la faccio a stare ferma senza far nulla- rimase sorpresa da quella notizia che gli diede l'altra -sicura?- ; -si- era felice era riuscita in quello, però poi tornò alla mente il fatto che Ruko era morto, anche lei notò il cambiamento nello sguardo di lei -purtroppo non hanno fatto in tempo a salvarlo, ma almeno tu sei viva- non sembravo molto convinta dalla stessa affermazione di lei -Iriumaru non l'avrebbe presa bene, se ti fosse capitato qualcosa- un sospiro mi uscì dalle labbra - ti sta divinamente il kimono che ti ha regalato, ha scelto bene i colori e la fantasia- era un complimento quello ne era certa -grazie- l'unica cosa che uscì dalle sue labbra si sentiva imbarazzata. Sentì la porta aprirsi e entrò una servitrice nella stanza -mia signora il consiglio- la vide sollevarsi -si me n'ero dimenticata, scusami mikio ma devo andare- con ancora la bimba in braccio si allontanò dalla stanza donandogli un ultimo saluto e a sua volta la seguì, era incerta se tornare in camera di Iriumaru, o andare da Isonka, voleva fare la seconda ma non voleva sforzare la gamba nello stesso momento, quindi andò in camera di Iriumaru, e fece mandare un messaggio a Isonka, sperava che almeno sarebbe venuto da lei e magari l'avrebbe aiutata a tornare a casa, così non l'avrebbe sforzata.

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Capitolo 11
*** Caverna ***


Stavano seguendo una nuova traccia, acora non avevano trovato ne Hiro ne gli altri, cominciava decisamente a preoccuparsi, per quella faccenda non gli piaceva, lo sguardo di tanto in tanto si poggiava sulla figura del padre, che camminava davanti a se, si erano divisi in cinque gruppi da due, e lui era rimasto con lui, a dir la verita sperava di rimanere al castello voleva rimanere con lei, se non fosse intervenuto in quel momento, se non fosse stato così vicino quando era ormai quasi finito il tempo della prova, se l'avesse persa, non sapeva nemmeno da dove erano scaturiti tutti quei sentimenti, non sapeva esattamente cosa li aveva fatti nascere, forse i sorrisi i baci gli abbracci di lei si scosse dai suoi pensieri quando il padre prese parola -Sembra che siamo quasi arrivati- lo avvertì lo sguardo si spostò sulla grotta che sorgeva di fronte a loro -entriamo allora- disse muovendo il passo all'interno di quella caverna, c'era un buio pesto, per quanto la loro vista era migliore di quella di un umano, non riusciva a vede a un palmo dal naso e questo lo infastidiva, le tracce orfattive erano minime, maledizione dove erano finiti -sta attento- lo avvertì suo padre, sapeva che era a pochi passi da lui dietro le sue spalle continuarono a camminare per ore, sembrava non aver mai fine quella oscurità e quella galleria, com'era possibile, che fosse tutto un illusione, ma quando tentarono di tornare indietro sembrava fosse imppossibile si creavano muri che non li facevano passare tentarono almeno quattro volte ma nulla -dannazione- sbottò contro quel luogo -e se cercassimo di creare una seconda galleria, con i nostri colpi?- domandò al padre, non ne poteva più di quella situazione -visto quello che succede se tentiamo di tornare indietro potrebbe essere completamente inutile- non aveva del tutto torto, dopo circa sei ore che giravano a vuoto in quel luogo finalmente qualcosa sembrava esser cambiato, degli odori arrivavano fino al fine olfatto dei due demoni cane, odore di morte di cadaveri in putrefazione, di sangue raffermo da non si sa quanto tempo, gli davano alla testa quell'odori si tappo il naso cercando di non respirarli non poteva farcela, seppur il padre avesse un'espressione disguastata sul volto, sembrava resistere di più andò avanti cominciando di nuovo a camminare davanti al figlio, la galleria finalmente sembrava terminare non troppo distante da loro c'era una luce seppur debole una luce, entrarono in quella sala circolare e quello che videro era uno scempio, corpi di esseri umani e demoni riversati a terra, mutilati o maciullati comunque in condizioni atroci, alcuni erano appesi alle pareti incatenati, solo allora si accorse della figura di Hiro, alla quale si avvicinò di corsa, era vivo seppur ferito gravemente era vivo, gli era stato strappato un braccio -Hiro! Hiro!- lo chiamò voleva che aprisse gli occhi almeno che lo riconoscesse ma non ebbe cenno di vita da parte sua, con l'aito del padre  tolsero le catene, e lo isso sulle proprie spalle, ora il problema era uscire da quel luogo, da dove erano entrati era scomparsa la galleria, ma se n'era formata una nuova, vicino a un mucchio di corpi macellati. -a quanto pare è l'unica soluzione per uscire, ma mi sembra l'unica possibilità- si incamminarono lungo quella riuscendo a uscire quasi subito, si ritrovarono al punto di partenza, da dove erano entrati ma non c'era più ne una uscita ne un'entrata c'era solo la solida roccia della montagna, e loro tre.

****
Erano tornati Hiro era stato lasciato nelle mani dei guaritori, che fecero quello che gli era possibile, non potevano far molto per il braccio, ormai perso completamente ma guarirono le altre ferite, per ora erano tornati alla calma del villaggio, e del palazzo era rimasto rinchiuso nelle sue stanze per sua volontà dopo il ritorno, quella scena l'aveva lasciato interdetto, chi era quella mente malata che stava facendo quelle cose, e perchè li attaccava? non era servita a molto quella ricerca, era servita solo a far scomparire gli altri tre, e riportare Hiro a casa, ma almeno lui era salvo. Sentì la porta aprirsi nemmeno si voltò verso la figura di Mikio, non aveva in quel momento il coraggio di guardarla in faccia, come aveva evitato assolutamente di incontrare Aki dopo che gli aveva riportato il fratello in quelle condizioni, la sentì sedersi sul proprio letto, accostandosi a lui, la sentì abbracciarlo non fece nulla per impedirglielo, anzi provava solievo in quel contatto, lentamente si girò verso di lei, gli sorrideva mentre la macina gli accarezzava dolcemente il viso, per poi baciarlo delicatamente sulle labbra, glielo fece fare ma non contraccambiò quel gesto in quel momento non si sentiva in vena. -l'importante è che siete tornati vivi a casa, anche Hiro, troveremo gli altri e se sono morti saranno morti, per  salvarci o per condurci alla soluzione di tutto questo, non sarà stato invano- gli disse ma non ero molto convinto di quelle parole -Iriumaru ti prego riprenditi- suonava quasi come una supplica -sto bene tranquilla è che, mi sento una volta tanto nella vita mia debole, per non essere riuscito a arrivare prima da Hiro e dagli altri per salvarli, odio me stesso per questo- lo ammise non poteva far altro dopotutto -non è colpa tua, ne di tuo padre- Vide la figura di Isonka entrare nella propria stanza -forza su alzati ho io la soluzione, che ne dite di un bell'allenamento così scarichi tutte le tensioni?- non era del tutto convinto dal dire di Isonka ma alla fine accettò, almeno avrebbe pensato a altro.
Stavano combattendo senza esclusioni di colpi, quel giorno non stava nemmeno limitando la forza ne la velocità in presenza di Mikio, sembrava essersene accorta, cercava comunque di parare come meglio poteva, e riattaccare a sua volta ma la maggiorparte delle volte i suoi attacchi andavano a vuoto,a un certo punto si ritrovò a terra, gli occhi di Iriumaru erano inniettati di sangue, mentre la lama della katana, era puntata alla gola di lei così vicina da quasi sentirne il tocco. -Iriumaru- sentiva la voce di lui, così distante così lontana come se fosse a metri di distanza, quando sapeva che s stava avvicinando sempre di più ai due, vedendo quella scena e il comportamento di Iriumaru, stava per muovere la lama verso la di lei gola, quando avvertì l'odore di suo padre, scattò veloce allontanandosi da lei, il tempo di trovarselo a pochi metri, lo guardava con uno sguardo che non gli piaceva. Mentre aiutava Mikio a sollevarsi, ancora scossa -porta via mikio isonka- per un attimo lui, guardò prima me e poi mio padre, per poi allontanarsi. -Iriumaru che ti succede?- gli chiese mentre stava per attaccarlo, aveva lasciato da prima la lama, aveva solo gli artigli ma in un'attimo lo fermò e fu tutto buio.
Appena riaprì gli occhi, era in camera sua mikio riposava seduta accanto a lui, sembrava essersi addormentata aspettando che si svegliasse, allungò una mano verso il suo viso cercando di accarezzarlo, la vide lentamente aprire gli occhi e tirare un sospiro di piacere -ti sei ripreso, e sei normale- disse mentre gli accarezzava dolcemente il viso, ricordava solo una immagine ben distinta nella sua testa, quella in cui gli aveva puntato la lama alla gola, e stava per.. -tu stai bene?- la vide annuire, e poi delicatamente baciarlo, ma si scansò da quel contatto -che cosa c'è?- gli chiese -stavo per uccciderti- ammise in quel momento sapeva che la sua mente non si sarebbe fermata, in realtà in quel combattimento aveva concentrato tutta la sua rabbia verso quella creatura o essere che stava creando quei problemi. -non è vero non mi avresti mai uccisa- non fece niente questab volta per impedirgli di baciarlo, fu sensuale dolce intenso -che è successo?- rimase in silenzio per qualche istante lei per poi dire -non lo so esattamente, ma isonka e tuo padre prima ne stavano parlando insieme a Totosai- cosa ci faceva totosai in quel luogo, perchè l'avevano chiamato, aveva l'impressione che fosse per nulla di buono. -dove vai?- si era alzato dal letto -vado da mio padre, e gli altri- la vide sollevarsi dal letto -vengo anche io- scosse il capo -no rimani qua- detto questo uscì dalla porta seguendo le tracce di quei due raggiunse una delle stanze usate come ufficio, apettò qualche secondo per entrare e infine tutti si girarono verso di lui -ti sei ripreso vedo- richiuse la porta alle sue spalle, ma rimase davanti alla stessa, sentiva la tensione in quella stanza -Iriumaru vieni un'attimo qua- gli chiese totosai, lentamente si avvinò a lui -sembra esser tornato normale- disse mentre notò la sua perplessità -ti ricordi quello che è successo?- scosse il capo -non esattamente, mi ricordo qualcosa ma non molto- spostò lo sguardo su suo padre e Isonka -mi ricordo che stavo per..- non ebbe il coraggio di finire quella frase -non ti ricordi cosa può averlo scaturito?- gli domandò rimase in silenzio, per un po' si morse il labbro inferiore -stavo ancora pensando a quello che era successo giorni fa, e a un certo punto non so perchè stavo combattendo come se avessi questo nemico davanti ai miei occhi, e volevo ucciderlo non mi rendevo conto che avevo di fronte Mikio- ammise chiaramente -ma poi non ricordo nulla- rimase in silenzio a lungo -quindi ha scaturito la trasformazione, la rabbia e il rancore, verso non esser riusciti a trovarlo e ucciderlo- non riusciva a capire cosa intendeva con l'essersi trasformato -dovrete stare molto attenti d'ora in avanti, per quanto è ben diversa la situazione rispetto a Inuyasha- detto questo uscì dalla stanza lasciandoli da soli, il mio sguardo si spostava tra Isonka a e mio padre, come a cercare spiegazioni, ma a vedere le loro facce sembrava non le avessero nemmeno loro, rimasero in silenzio per un po poi mi spiegarono cosa era successo.

Angolo dell'autore: questo capitolo è più corto ma forse il più intenso, in ogni caso ecco per i Fanin questo capitolo una immagine che si avvicina di più al mio ideale di Iriumaru (intanto comincia a sbavare copiosamente :Q____________):

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Capitolo 12
*** Il villaggio Musashi e uno sconosciuto ***


Erano passate due settimane, da quando era tornati da quella missione, riportando Hiro al villaggio, due settimane da quando aveva perso il controllo e stava per uccidere mikio, due settimane che non partecipava alle missioni dei dodici, che attualmente sembravano essersi calmate le acque non c'erano stati più attacchi, ne avvistamenti di orde di demoni, era abbastanza calma la situazione, ma temeva che da un momento all'altro ci sarebbe stato un attacco di larga scala, in questo periodo Isonka mushi, l'avevano allenato costantemente tenendolo sotto torchio, non ci erano andati leggeri in modo da scoprire le reazione, non era mai più mutato nemmeno una volta, sembrava che fosse tornato tutto alla normalità, aveva imparato allo stesso tempo durante  gli allenamenti a mantenere il sangue freddo in ogni evenienza, all'inizio non era stato facile, ma pian piano era riuscito nell'intento, gli allenamenti pian piano stavano diminuendo, passava un pò più di tempo con isonka e mikio, l'altra parte o si allenava o si occupava di faccende burocratiche insieme al padre, non che gli piacesse, anzi ma sembrava toccargli almeno per ora. Stava seduto al tavolo insieme a Isonka e Mushi pranzando, avevano parlato del più e del meno quando arrivò anche mikio in tenuta -ben tornata- aveva un sorriso radioso, si avvicinò a Iriumaru abbracciandolo da dietro, glielo lasciai fare -sai che da domani torni in missione- sentì tossire lievemente mushi -lo sapevate- a vede le occhiate che lui donava a isonka lo sapeva anche lui -si volevamo aspettare il momento giusto per dirtelo, ma a quanto pare ci ha pensato Mikio- ammise -tornerai a far parte della squadra di Hiro, e sarai a capo della stessa- vide lo sguardo di Iriumaru cambiare -è stata una decisione unanime del consiglio, e hanno chiesto un parere anche a me e a isonka prima di dare la conferma- ferrmò prima ancora che uscisse dalle labbra la sua domanda -non credo tornerà- parlò isonka sapeva il dubbio che gli attanagliava la mente -potrebbe ma il fatto che si sia preso attualmente questo congedo, quando non se n'è presi mai in vita sua da quando sta nei dodici, fa intuire che non voglia più tornare a combattere, fin'ora Ashiur, a preso il suo posto, ma non è all'altezza del compito- rimase in silenzio lasciando le bacchette accanto alla ciotola, sembrava essermi passata la voglia di mangiare in quel momento, mi alzai dal tavolo, e uscì di casa vidi con la coda dell'occhio Mikio che mi seguiva a pochi metri, infine affiancadosi ma rimaneva in silenzio, a quanto pare aveva capito che ora non voleva parlare con nessuno, il suo passo si era mosso in direzione del palazzo, da una parte voleva incontrare Hiro, e attualmente risiedeva nello stesso ma era da tempo che non lo andava a trovare, nemmeno una volta da quando lo aveva portato al palazzo, non aveva avuto il coraggio. Arrivò fino all'ala dove si trovava la sua stanza, Mikio si fermò lasciandolo andare la vide, allontanarsi in direzione della sua stanza, senza dire nulla a dir la veità preferiva che l'accompagnasse fino a quella stanza busso delicatamente, sentì dei passi muoversi verso la porta, e poi la sagoma di Hiro, dietro la stessa e l'aprì si trovava di fronte a lui, ma non sembrava riuscir a guardarlo negli occhi -entra Iriumaru mi fa piacere che tu sia venuto- a quelle parole sollevò lo sguardo incontrando il sorriso dell'altro, entrò nella stanza lasciandosi alle spalle il corridoio -come stai?- gli chiesi mentre ci sedemmo in un angolo della camera predisposto -bene se non fosse per te probabilmente, sarei ancora in quel luogo, o sarei morto- disse, con un po di timore gli chiese -davvero non ricordi nulla?- lo vide scuotere il capo -l'ultima cosa che mi ricordo, è che eravamo stati attaccati da un gruppo di demoni troppo numeroso, ci hanno sopraffatto di numero, e poi nulla, mi sono risvegliato che ero qui, e mi stavano curando-  era calato di nuovo il silenzio tra i due, ma alla fine fù proprio lui a parlare di nuovo -ho saputo della scelta del consiglio, e sono contento per te sei la persona più adatta- lo vide sollevare lo sguardo su di lui -non tornerai?- lo vide scuotere il capo -no, ma in caso se proprio servi il mio aiuto, vi aiuterò in battaglia, farò tutto quello che mi è possibile in tal caso, ma ho deciso che è ora di ritirarmi e pensare un po a farmi una vita più calma magari- ammise vide notò il mio sguardo dopotutto non serviva dirlo che non ero molto contento di quella scelta -torna a trovarmi ogni tanto- mi disse annui semplicemente mentre stavo per uscire dalla porta in silenzio. Ero tornato alle mie stanze, trovandola alla finestra che fissava il villaggio dall'alto si era tolta l'armatura, era rimasta solo con il kimono, la chioma ancora legata in coda bassa arrotolata su se stessa scendeva delicata mantenuta da un nastro fino alla vita, e terminava in quel ciuffo morbido e nero, mi avvicinai a lei  che ancora mi dava le spalle, sembrava non essersene accorta, o semplicemente faceva finta di non essersi accorta che mi stavo avvicinando, la cinsi delicatamente da dietro stringendola tra le braccia, cominciandola a baciare dolcemente, le guance le orecchie, il collo, le mani fecero scivolare leggermente il kimono esponendo le spalle, cominciando quindi  a baciare  più in basso il  collo scendendo sempre più, e sfiorare la clavicola, la vidi socchiudere gli occhi mentre si lasciava coccolare dal suo tocco e sospirare di piacere, le mani erano scivolate, lungo la scollatura del kimono che lentamente stava scostando dal corpo, ma era bloccato anche dall'obi dell'altra, passò oltre lo stesso e scostò appena la gonna, accarezzò le lunghe gambe di lei, la sentì sussultare quando con una lieve pressione aveva cercato di fargliele aprire, per poi sfiorare la sua intimità la vide aprire gli occhi sgranandoli,cominciò a giocarci facendo si che uscirono gemiti di piacere dalle sue labbra, la fece venire con solo quel tocco, sorrise appena ancora a contatto con la pelle del suo collo accarezzo con le labbra dove un tempo l'aveva morsa, era rimasta solo una lieve cicatrice, con il tempo sarebbe scomparsa se.. Sentì dei passi, sembrava che qualcuno stesse venendo dalle parti della sua stanza, si faceva sempre più vicino, pian piano riconobbe l'odore di Isonka, sempre più forte più intenso, maledì di non aver chiuso a chiave la stanza quando era entrato, ma sentì a un certo punto i passi terminare era ancora distante dalla sua porta, eppure si era fermato, probabilmente aveva sentito i loro odori aveva sentito quello di mikio, persino lui ne era enebriato da quell'odore alla fine sentì di nuovo quei passi ma sembravano di nuovo allontanarsi da quel luogo, a quanto pare aveva capito cosa stava succedendo in quella stanza e aveva preferito tornare indietro, senza disturbarli. Sentì Mikio agitarsi lievemente fra le sue braccia -calmati se n'è andato- gli sussurrò nell'orecchio mentre cercò di sollevarla leggermente da terra, e la penetrò da quella posizione, era rimasta interdetta lei stupita dal fare di Iriumaru, ma poi si era lasciata andare, da una parte gli piaceva quella posizione, dall'altra voleva vederlo in faccia baciarlo, si lasciò trasportare dai movimenti di lui, e da quella danza antica come il mondo, quando tutto fu finito, si distesero sul letto ancora semi vestiti abbracciati li uni agli altri, ora poteva baciarlo, e accarezzargli il viso, lui contraccambiava i suoi baci i suoi tocchi lasciandosi trasportare da quelle sensazioni, lo fecero di nuovo alla fine trasportati da quell'onda di piacere che non li aveva abbandonati, alla fine si addormentarono insieme sotto quelle coperte, l'unica cosa che li copriva ormai i vestiti erano andati via al massimo a coprirli c'erano le loro pelliccie in netto contrasto le une con le altre come il giorno e la notte, o forse era meglio dire che lei era la notte e lui la luna argentea che la illuminava.

****
Era giorno ormai, e lui la stava aiutando a mettersi la divisa, dopo di quello l'aveva aiutata anche con l'armatura, lei aveva fatto lo stesso aiutandolo a indossare il pettorale, e gli spallacci rimasero in camera per un'altro po di tempo per poi andar a far colazione, suo padre sembrava non farsi vedere, mancava ancora un'ora a quando sarebbero arrivati gli altri della squadra, lei decise di andare a casa, a salutare isonka prima di partire anche per quella missione, mentre lui era rimasto al palazzo, quel giorno aveva deciso di legare in qualche modo la lunga chioma argentea, si stava rendendo conto di quanto stesse crescendo quando era arrivato lì a mala pena arrivava ai fianchi ora, era all'atezza delle ginocchia, la lasciò libera fino a metà della sua lunghezza e infine la legò con un laccetto bianco e la parte finale, era formata da una treccia, era quasi indeciso se tagliarli almeno un po' per essere più libero nei movimenti, scorse arrivare i primi suoi compagni al castello, lui sedeva davanti a uno de porticati che dava sull'entrata principale, accanto a se le sue spade -capitano- gli suonava male, sentirsi chiamare così come gli suonava ancora male, sentirsi chiamare principe, non poteva farci nulla. donò solo un cenno di capo, mentre aspettavano gli altri, vide arrivare poco dopo Mikio, affiancandoli in realtà avrebbe voluto che si avvicinasse a lui, e la baciasse ma non erano nel castello erano pronti per andare in missione e non era certo quello il momento, quando vide arrivare anche gli altri tre si alzo dalla posizione di prima, mise apposto le sue armi ai fianchi, e quindi si incamminarono.
Ormai si era fatta sera, erano arrivati non troppo distanti al villaggio, lo fissava dall'alto di quella collinetta, sapeva la storia dello stesso il padre, e Kaimi gli avevano raccontato quella storia, la storia del pozzo mangia ossa della ragazza uscita dallo stesso, quell'avventura in cui suo padre aveva conosciuto sua madre, le volte che l'aveva salvata, il tutto era nato da un giorno in cui chiese a Kaimi come mai Taisho era morto.

***Inizio Flashback***
-Tuo nonno è morto per salvare la donna che amava e suo figlio- aveva sentito il dolore seppur ben celato nelle parole, di sua nonna l'aveva guardata perplesso da come aveva pronunciato quelle parole, sembrava non riferirsi a lei e a suo padre -chi..- gli stava per chiedere, ma era stato preceduto da lei -Inuyasha e Izayoi- non conoscevo allora quei nomi, non sapevo chi fossero, ma non chiesi oltre a lei non volevo farla soffrire. Di sera trovai Jaken, e chiesi a lui spiegazioni, un po' imbarazzato pian piano mi spiegò che suo padre aveva un fratello, per meglio dire fratellastro un mezzo demone, nato dall'unione fra il signor padre, e una donna che nemmeno lui conosceva, il padrone aveva combattuto una dura battaglia contro un demone potentissimo e ne era rimasto ferito gravemente, invece che curarsi tornando al villaggio aveva deciso di andare da quella donna umana, e l'aveva trovata morta, uccisa da uno dei suoi stessi servitori l'aveva riportati invita insieme al piccolo inuyasha grazie all'aiuto di Tenseiga e era morto per proteggerla. Era rimasto stupito e ammaliato da quella storia, era fin troppo piccolo allora e suonava quasi come una favola alle sue orecchie, voleva saperne di più di suo nonno, di suo padre e suo zio era ogni sera chiedeva a Jaken di raccontargli una storia, che sapeva di loro tre, e pian piano imparò a conoscere suo padre, senza anche non riuscirlo a vedere per giorni, o per mesi, allo stesso tempo voleva anche conoscere suo zio, era in quel periodo della vita di qualsiasi essere che voleva conoscere il mondo all'esterno di quelle mura di quel castello, in cui era isolato da tutto e da tutti, un giorno di soppiatto scappò dal castello intraprendendo un piccolo viaggio tutto da solo contando solo sulle proprie forze, da quel che aveva capito non era molto lontano, dal villaggio in cui abitava suo zio, no doveva distare dal castello 5 giorni più o meno, anche se forse per lui a quell'età potevano essere forse di più, non poteva ancora muoversi in volo ne in quella forma ne nella forma canina, al massimo poteva correre, correre veloce sopratutto nella sua vera forma quindi decise di mutare, arrivando fino a quel villaggio, non sapeva da quanto realmente fosse in viaggio aveva perso il conto dei giorni passati non sapeva nemmeno più di tanto regolarsi con il cambiamento di luce, era arrivato fin lì e aveva seguito una traccia orfattiva di una umana che portava con se un odore molto simile a quello di un demone cane, un po' diverso ma non sapeva allora come definirlo. Trovò la mikio al fiume, mentre lavava dei panni, si avvicinò lentamente a essa che si accorse quasi subito, della sua aura maligna, afferrando l'arco che sempre portava con se puntandoglielo contro, solo allora notò che la figura che gli si parava davanti era quella di un bambino, per quanto fosse un demone era pur sempre un bambino lo riabbbassò -mi hai spaventato piccolo- disse in sua direzione, dal suo canto non sapeva che fare se avvicinarsi di più o andarsene da quel luogo in più fretta possibile, di colpo sentì quell'odore di quell'altro quello simile a quello di un inu, ma allo stesso tempo non era proprio l'odore di uno di loro e vide atterrare con Tessaiga estratta  in mano, la figura di Inuyasha, che lo minacciava di allontanarsi da quel luogo, che non si sarebbe fatto scrupolo a ucciderlo. Kagome cercava di calmarlo ma lui sembrava non fidarsi, lui si domandava perchè lo trattava così -Inuyasha non vedi che è solo un bambino- gli donava sguardi furenti -tsk, si solo un bambino.. tsk innocente sopratutto. quanti umani hai mangiato ammaliandoli in questo modo?- non riusciva a capire cosa intendeva, la paura semplicemente aveva preso il sopravvento mutandolo anche se bambino nella sua forma reale ora era alto al garrese quanto inuyasha, gli ringhio contro involontariamente lui stava per sferrargli un colpo, quando la figura di Kami si frappose tra i due, lui si era fermato incerto quando si era trovato di fronte quella yasha sconosciuta -non ci provare a usare la spada di tuo padre, contro tuo nipote- gli ringhio contro lei -non so chi tu sia, ma io non ho nipoti- tessaiga sembrava reagire alla presenza di Kami, sembrava essersene accorto anche lui, ma non l'avrebbe mai ammesso -chi diamine sei?- gli domandò lentamente riabassando la lama, ma senza riporla -il mio nome è Inu no Kami, ma per te sporco mezzo demone, sono la Signora Madre- lo sguardo di inuyasha sembrava perplesso, mentre Kami si era allungata verso di me facendomi tornare, normale, ma allo stesso tempo notai l'espressione di lui cambiare all'improvviso, aveva visto finalmente qualcosa come anche Kagome, le due piccole falce di luna violetta poste al centro della fronte di entrambi, come quella posta sulla fronte di suo fratello -tu.. sei la madre di Sesshomaru- disse stupito, mentre lei annuiva e io guardavo mio zio, fra le braccia forti di mia nonna che mi sorreggevano, a un certo punto si isso in volo -voglio rimanere con lo zio- dissi, vidi lo sguardo di kagome e inuyasha farsi stupito -no torniamo al castello- alla fine si allontanarono da loro, e da quel villaggio.
 
***Fine flashback***
Mi ridestai da quei ricordi sentendo la voce di Mikio chiamarmi -che cosa c'è?- gli chiese -sarebbe meglio accamparci per questa notte, e fare i turni per tenere sott'occhio questa zona- rimase in silenzio voltandosi infine verso di lei -si hai ragione avverti gli altri- la vide quindi allontanarsi da lui e raggiungere gli altri, in così tanti anni quel villaggio non era cambiato era rimasto lo stesso di sempre, era rimasto immutato si erano anzi isolati dagli altri villaggi, vivevano solo di quello che la loro terra gli dava, di quello che cacciavano. Si scosse da quei pensieri, e cominciò a muoversi avrebbe fatto lui il primo turno, di ronda vide Mikio seguirlo e glielo lasciò fare mentre gli altri si occupavano del resto. Camminavano per quel bosco, raggiungendo infine quel pozzo, era privo d'acqua solo terra vedeva sul fondo, si era allungato a veder l'interno di esso incuriosito quasi sperando di veder chissà che cosa -che strano questo luogo- sentì pronunciare quelle parole, dalla sua compagna che gli si era affiancata -perchè?- gli domandò -a dir la verità non so darti una risposta, ma qualcosa mi dice che questo luogo questo pozzo, non siano solo quello che sembrano- si voltò a guardarla per un breve istante -tu ne sai qualcosa?- mi domandò io scossi il capo, non era vero sapevo qualcosa di quel luogo ma in quel momento non mi andava di parlarne. Un odore forte di cadaveri e putrefazione, portava il vento non troppo distante da quel luogo, lo stesso odore l'aveva sentito in quella caverna, un basso ringhio uscì dalle labbra -Iriumaru cosa è?- la vide impallidire di colpo -va dagli altri avvertili, svegliali all'istante- scattò in avanti stava per seguirlo, e gli disse -corri dagli altri ci servirà più aiuto possibile- la vide fermarsi mentre lui continuò la sua corsa seguendo quella scia, più si avvicinava più quell'odore si faceva forte, ma insieme a quello aveva avvertito quello di un demone Inu, ma l'odore gli era sconosciuto non conosceva nessun inu con quell'odore, ma da una parte gli sembrava familiare e non sapeva il perchè raggiunse quella radura dove vide quel demone inu combattere contro una massa di cadaveri che si muoveva come se fossero burattini rotti, per quanto con i fendenti che lanciava che ne spazzavano a migliaia, non c'era nulla da fare si risollevavano da terra attaccandolo, pur se ormai molti di essi erano solo frammenti maciullati, che diavoleria era quella, estraendo la sua arma si immischiò in quella battaglia spalle combattevano contro i nemici, che gli si paravano davanti, ma non aveva fine a un certo punto l'altro venne allontanato da lui e gli cadde la sua zanna non troppo distante tornando a essere una vecchia katana arrugginita, nello stesso momento un demone spazzò via la sua arma, non sapeva che fare l'unica cosa era afferrare l'arma di lui, e cercar di usarla, schivando un attacco estrasse quella vecchia katana, sembrava che all'inizio non lo accettasse creando una barriera che lo rifiutava, ma quando una goccia di sangue cadde su di essa, grazie a una ferita che gli era stata causata all'improvviso mutò l'aspetto non sembrava più contrastarlo, seguendo il suo istinto attaccò i demoni, fendendo l'aria con un attacco di quella spada che sapeva di vento, si girò verso la massa informe che teneva imprigionato l'altro inu, che lo fissava sbalordito all'improvviso sentì  vibrare la spada, vide la lama diventare nera rimase a fissarla mentre lui, gli urlo -lancia il Meidou- non riusciva a capire cosa intendesse o cosa doveva fare, ma era come se la stessa lama gli stesse dicendo cosa fare lo fece, e si aprì come una grande luna piena mostrandosi nella sua interezza tutti quei demoni, vennero risucchiati lasciando solo i due demoni inu, la da soli.

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Capitolo 13
*** Ritorno di Inuyasha ***


Era rimasto in silenzio, a guardare quel giovane inu studiandolo come a cercar di capire chi era, e come mai poteva impugnare la sua spada, aveva visto inizialmente la barriera dello stesso respingerlo ma poi, si era mostrata gli aveva permesso di usare le sue tecniche, e grazie a quello quella massa immonda di demoni, era stata spedita nell'aldilà senza poterne fare più ritorno, lo sguardo infine si spostò sulla lama del ragazzo che giaceva diversi metri rispetto a loro piantata in un albero, si avvicinò afferrandola in modo da estrarla dopo esserci riuscito si mosse verso di lui. Guardandolo bene aveva un che di familiare, ma non riusciva a capire il perchè non gli sembrava di averlo mai visto in vita sua, eppure l'odore gli diceva qualcosa, lo vide alzare gli occhi ambrati in sua direzione quando lentamente si avvicinò a lui porgendogli la propria lama, lo sguardo del ragazzo si portò di nuovo sulla sua zanna, sembrava studiarla  e poi gliel'allungo ci fu quel breve scambio, e tutti e due riposero le loro armi nei propri foderi. -grazie dell'aiuto ragazzino- dopotutto l'aveva salvato, il suo orgoglio era ferito dal fatto di essere stato salvato da quel ragazzo così giovane, ma di certo la situazione non era stata delle migliori, da quando l'aveva chiamato ragazzino gli aveva donato uno sguardo glaciale al pari di quello che gli avrebbe regalato suo fratello, ora che lo guardava forse un po glielo ricordava sopratutto quell'armatura che indossava e come portava la pelliccia, seppur la portasse dal lato opposto rispetto suo fratello e un po' diversamente -non osare chiamarmi ragazzino- il tono del ragazzo era così freddo, per uno della sua età sospirò -rispetto a me lo sei, non sapendo come ti chiami- una lieve alzata di spalle fece mentre lui sussurrò qualcosa -Iriumaru- non era sicuro di aver capito bene, ma in quel momento non gli interessava vide scendere quattro inu-youkai non troppo distanti da lui, era indietreggiato davanti a quelli -capitano cos'è successo?- gli chiese uno di quelli mentre si avvicinava all'altro, lo vide fermarlo -Aiko no- si fermò di colpo, quei demoni inu per quanto più anziani di lui, rispondevano ai suoi comandi, come pecore non gli piaceva la cosa, si alzò in volo allontanadosi lasciando quel piccolo gruppo dove era stato fino a ora.

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-capitano lo lasciamo andare?- gli chiesero tutti tranne Mikio che ormai l'aveva affiancato -si- non diede spiegazioni ne altro tornarono semplicemente all'accampamento, si appollaio su uno dei rami, cercando di riposarsi mentre Aiko e Muiro, facevano la ronda chiuse appena gli occhi, ma nello stesso momento sentì Mikio salire sullo stesso ramo e avvicinarsi, gli fece spazio si sedette fra le sue gambe, l'abbracciò delicatamente -vuoi dirmi chi era quell'inu?- rimasi in silenzio per un po -non so chi sia, ma se non c'era lui e la sua spada probabilmente, quando sareste arrivati di noi non ci sarebbe stato più nulla- lei lo guardò perplesso, e gli spiegò quindi la situazione -quindi è stato fortuito questo incontro- annui -a quanto pare si, ma mi domando chi sia, e come mai si trova qui- ; -perchè?- gli aveva fatto quella domanda ingenuamente -a parte Kami non ci sono rimasti altri inu, sparpagliati per il giappone l'unici rimasti sono tornati al clan, e dai colori e l'aspetto non mi sembrava un inu di terre straniere- non aveva del tutto torto -chi può essere allora questo inu- scosse il capo, nemmeno lui aveva una risposta. Lei alla fine si era addormentata, e lui invece non ci riusciva, cercò di non svegliarla, e alla fine scese da quell'albero e si mosse in direzione di un torrente vicino, avvicinandosi alla riva dello stesso si inginocchio, allungando le mani verso quella cristallina acqua le tenè a conca in modo tale da raccoglierne un po' e rinfrescarsi quindi il viso, aveva sentito un fruscio e aveva percepito l'odore dell'altro farsi sempre più vicino, fece finta di nulla finchè non era ormai a due metri da lui, si voltò in  sua direzione -io ti ho detto il mio nome, ma tu non mi hai detto il tuo- rimasi in silenzio aspettando una risposta -non ho più un nome, ormai non c'è più nessuno che lo pronuncia- non è che gli piaceva quella risposta -perchè lo vuoi sapere?- gli chiese -perchè non dovrebbero esserci altri inu in queste terre, oltre al nostro clan, e Inu no Kami- lo vide sorridere -non conosco il tuo clan ne voglio aver a che fare con gli stessi, ma quell'acida l'ho conosciuta una volta- gli mandai in sua direzione uno sguardo furente -non osare parlare così di lei- era un avvertimento e una minaccia allo stesso tempo, lo vidi sospirare -non siete di queste terre però, o sbaglio?- non sapeva se parlargli o no, ma più lo guardava, e più non sapeva perchè avesse qualcosa di familiare quel demone, indossava un kimono rosso fuoco, una armatura nera, portava la argentea pelliccia oltre le sue spalle, aveva dei lunghi capelli argentei che erano richiusi in un'alta coda di cavallo due ciuffi, ricadevano ai lati della testa coprendo le orecchie, no non le coprivano le stesse si mostravano canine, e si trovano in alto sulla testa -veniamo dai territori al confine ovest- ammise infine -un bel viaggetto vi siete fatti, c'è da dire, e come mai?- rispose anche se era scontata la cosa almeno per lui -anche tu immagino ti sia accorto di questi strani attacchi di orde di demoni- lo vide annuire -stiamo ricercandone la causa- lo vide mormorare qualcosa -avevo sentito che questi attacchi, erano simultanei su tutti i fronti, che non fossero concentrati solo su queste terre, ma speravo non fosse così estesa la cosa- si voltò l'inu scorgendo la figura di Mikio che si avvicinava, sperava di non averla svegliata ma a quanto pare, la vide fermarsi a un certo punto, incerta sul da farsi guardava me e guardava lui nessuno dei due impugnava le armi -Mikio torna all'accampamento- suonava come un'ordine duro e imperativo, alla quale non si doveva ribellare, vide lo sguardo che gli donò se ne pentì quasi alla fine la vide allontanarsi -poteva anche rimanere la tua compagna- aveva pronunciato l'altro quelle parole, si sentiva così tanto il suo odore -non è la mia compagna- suonavano anche a lui stesso false quelle parole, lui non ribattè affatto il suo dire -tienitela stretta, e fa in modo che non gli succeda niente- in quelle parole sentiva il dolore dell'altro, come se avesse perso qualcuno che gli stava caro, e poi lo vide allontanarsi senza dire altro. Ritornò all'accampamento notò mikio seduta vicino al fuoco, in silenzio fissava la fiamma, ma il suo sguardo sembrava perso Aiko tornato dalla ronda, gli donò un'occhiata perplessa sullo stato di Mikio, gli si avvicinò fino a affiancarla e sedersi vicino, ma nello stesso momento la vide cercar di allontanarsi ma l'afferrò per un braccio e con forza l'attirò a se, non gli importava che l'altro li stava guardando non gli importava nulla, la voleva la fra le sue braccia -lasciami- la sentì pronunciare quelle parole, cariche di rabbia, mentre la baciai dolcemente sulle labbra, ma si allontanò da quel bacio l'aveva fatta arrabbiare -scusami non volevo prendermela con te- non lo guardava negli occhi si sentiva ferito da quel comportamento -mikio ti prego- non aveva mai pregato nessuno in vita sua, il suo orgoglio di norma non glielo permetteva, ma non sopportava l'attuale comportamento di lei, sembrava leggermente essersi calmata non opponeva più così tanta resistenza, gli accarezzava dolcemente i capelli il viso, Aiko decise alla fine di lasciarli da soli, allontanandosi -perchè hai detto quelle parole?- gli domandò -non lo so- era vero, in un certo senso, dall'altro sapeva il perchè -non è vero- disse se n'era accorta pure lei -Iriumaru dimmi la verità, non possiamo continuare così- disse lui rimase in silenzio -provi qualcosa per me o sono solo uno sfogo?- quella domanda gli faceva rabbia, come poteva credere la usasse solo per quegli istinti che si erano risvegliati, quando lei per la prima volta lo baciò veramente -provo qualcosa per te, ma ho paura- sembrava perplessa -amavo mia madre, e l'ho persa, ho paura che se..- non aveva fatto in tempo a finire quelle parole, che lei lo aveva baciato intensamente.
Era ormai mattina, il sole passava attraverso le chiome degli alberi, la mano destra  si era sollevata a cercar di coprire gli occhi proteggendoli da quella luce, era ancora semi sdraiato contro la sua pelliccia, con fra le braccia Mikio, erano vestiti ma avevano passato la notte insieme, senza badar al fatto che i propri compagni di gruppo li stessero accanto, no non gli interessava, lentamente si sollevò lo sguardo era poggiato contro le braci, di quello che rimaneva del fuoco dell'altra serata, dall'altra parte vide Aiko, seduto li guardava sorridendo -dove sono gli altri- disse mentre ancora si sentiva intontito dal sonno -sono andati a cacciare qualcosa per colazione- ormai si era messo a sedere, aveva scostato mikio lasciandola dormire accanto a se sulla pelliccia, che aveva posizionato apposta, quasi da fargli da materasso, la vide abbracciarla dolcemente gli accarezzo il viso per un'ultima volta mentre gli altri si avvicinarono -giorno capo- non osava svegliarla ma gli toccava, anche perchè dopo aver fatto colazione, probabilmente si sarebbero rimessi in marcia. Quando si svegliò sembrò imbarazzata dagli sguardi degli altri componenti della squadra, che erano rimasti in silenzio senza dir nulla di quello che era successo.

****
Ancora sembrava rimurginare sull'incontro con quel giovane inu, sul fatto che potesse usare Tessaiga, avrebbe voluto che suo padre fosse ancora vivo per chiedergli perchè, ma alla fine aveva deciso di raggiungere la casa di totosai, e lo trovò a lavorare -totosai- non ebbe il tempo di entrare quasi in quel luogo, che venne assalito dalla piccola pulce, che gli succhiò via un po del suo sangue, lo schiacciò quasi subito -è un piacere rivederla mio signore, e assaggiare il suo sangue, sono anni che non vi fate più vedere- era vero dopo che lei era morta, si era estraniato dal mondo, non aveva più visto ne i suoi amici, ne nessuno chi si avvicinava a lui veniva cacciato malamente -come mai qui Inuyasha?- gli domandò il vecchio fabbro -volevo chiederti come è possibile, che un demone Inu possa impugnare Tessaiga- vide lo stupore sulla faccia del vecchio fabbro, e la perplessità -dovrebbe essere impossibile, nemmeno Sesshomaru può impugnarla senza rimanere ustionato, sei sicuro?- gli chiese -si la barriera inizialmente lo stava respingendo ma poi, all'improvviso è mutata gli ha permesso di usare il taglio del vento e il Meidou Zangetsuha- le facce di myoga e i totosai la dicevano lunga sullo stupore dovuto alle sue parole -oltretutto era una luna piena- vide il vecchio fabbro grattarsi leggermente la barba -mi sembra assurda la cosa, quasi irreale sai chi era questo inu?- scosse il capo -no non so chi sia, so solo che viene dalle terre dell'ovest e dal clan- lo vide rimurginare, mentre lui intanto ci pensò sopra -e so il suo nome, anzi solo quello- lo vide sollevare appena lo sguardo aspettando -Iriumaru, ha detto che si chiama- vide saltellare vistosamente myoga sulla propria spalla animato da quel nome -avete incontrato il padroncino Iriumaru- ; -lo conosci vecchio myoga- gli chiese -certo che lo conosciamo- disse rivolgendo uno sguardo a Totosai -beh ora mi spiego, perchè Tessaiga possa aver accettato, di essere impugnata da qualcuno che non sia tu Inuyasha- alla fine glielo chiese -chi è quel ragazzo?- all'unisono tutti e due gli diedero la stessa risposta -il figlio di Sesshomaru-

Note dell'autore:Ebbene si è tornato seppur cambiato si il nostro inuyasha è tornato, fra un po' dedicherò un po di capitoli su di lui, in questa fiction, per spiegare un po il motivo di questo cambiamento, e molto altro ancora servirà a capire un pò la trama, e quello che potrebbe succedere dopo, intanto vi lascio un immagine dell'attuale aspetto di Inuyasha (ho messo una bella immagine del principe strafico mettiamo pure il povero ex mezzo demone) e ringrazio i magnifici autori di queste fan art che mi hanno ispirato per la storia

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Capitolo 14
*** Il demone dai capelli rossi ***


Aveva lasciato la casa di Totosai, e alla fine era tornato nei pressi del suo villaggio, per quanto negli anni si era ripromesso di non tornarci più, era rimasto nei paraggi dello stesso, non riusciva a dimenticarlo, aveva visto i figli di miroku crescere, aveva visto miroku e sango invecchiare anno dopo anno, da lontano fino alla fine dei loro giorni, non era nemmeno andato al loro funerale, si scosse dai pensieri mentre si accorse, che la piccola pulce ancora sostava sulla propria spalla, mentre tentò per l'ennesima volta di succhiare il proprio sangue -come mai mi segui?-  dissi mentre fissavo la pulce di nuovo gonfiarsi, nella mia mano -è da tanto che non la vedo mio signore, dopo che ..- lo fermò prima che dicesse quelle parole -sta zitto prima che ti ammazzi- non voleva sentire quelle parole, ne voleva sentire il nome di lei -mi scusi mio signore- disse la vecchia pulce, arrivò fino a quello che era stato l'accampamento di quel gruppo di inu, fermandosi davanti ai resti di quel falò -c'era anche la signorina mikio insieme al padroncino- aveva sentito l'odore dell'altra probabilmente myoga -quella yasha dai capelli neri- mormorò lo vide annuire leggermente, rimase in silenzio mentre rimurginava su un solo pensiero che girava nella propria testa, da quando gli avevano detto che Iriumaru era figlio di Sesshomaru, ricordava perfettamente il giorno che suo fratello era tornato a prendere Rin ormai adulta, ma doveva immaginarlo dopotutto la sua mania di purezza e mantenere la stirpe degli inu--youkai, alla fine glielo chiese -che fine ha fatto Rin?- vide lo sguardo di myoga farsi triste -è morta quando il signorino aveva solo 50 anni- rispose non capiva molto quelle parole che gli aveva donato in risposta -il Signor Sesshomaru, non ha potuto far niente per riportarla in vita, ormai la sua vita era giunta al termine anche facendolo, sarebbe servito solo a dargli forse qualche giorno o mese più di vita, per poi riabbandonarli di nuovo- era rimasto in silenzio a ascoltarlo, allora non era del tutto come pensava. -erano veramente una bella coppia, Rin a mostrato un lato del padrone, che ne io ne totosai ci saremmo mai aspettati- erano morte entrambe, erano morte e loro non avevano potuto far niente per salvarle, la rabbia aumentava come anche il rancore. -come mai stiamo seguendo il signorino- nemmeno lui sapeva perchè i suoi passi lo stessero conducendo verso la direzione in cui andava lui, da una parte tessaiga sembrava voler andar da lui, più seguiva le sue tracce, più sembrava placarsi -Tessaiga mi dice da andare da lui- myoga sembrava aver deciso di continuare il viaggio in silenzio, ormai si era fatto sera e tutto sembrava calmo, nessun attacco per ora vide, Iriumaru allontanarsi dal gruppo in silenzio, incominciando a camminare lungo la foresta, lo seguiva attentamente nei movimenti, guardandolo gli ricordava sempre di più suo fratello, seppur in quella freddezza glaciale, delle volte aveva visto spiccare un sorriso molto dolce che di per certo non aveva preso da lui, era sceso myoga dalla sua spalla e si era allontanato, probabilmente era andato da lui, chiuse gli occhi voleva riposare ma venne svegliato, dopo non so quanto da myoga che sembrava agitato. -padrone padrone- gli urlava si risvegliò da quel sonno, ridestandosi -il padroncino è stato attaccato, e catturato da quei demoni- scattò seguendo all'istante la sua traccia, ancora percepibile infine raggiungendo quel gruppo di demoni, sembravano non volerlo uccidere, lì seguì da lontano aspettando il momento giusto per attaccare, erano entrati in una grotta, aspetto qualche minuto per poi seguirli prima che si richiudesse il passaggio, myoga tremava contro la sua spalla sembrava spaventato da quel luogo, non gli dava torto puzzava di morte, sentì una voce rimbombare in quelle pareti -uhuhuh interessante sembra che abbia preso due piccioni con una fava- non vedeva nessuno in quella parte della grotta, ne sentiva l'odore di chi aveva parlato -chi diavolo sei- sentì di nuovo quella risata, e silenzio mentre si era aperta un nuovo sentiero, era indeciso se andare avanti da dove veniva l'odore di Iriumaru, o andare nella direzione nuova -Myoga va da Iriumaru- ; -ma padrone- gli lanciò un occhiata furente, sapeva della codardia di lui -si padrone- disse scendendo dalla spalla allontanandosi in direzione di lui. Aveva deciso di andare verso quell'altra creatura sentì di nuovo quella risata -hai mandato il tuo servo, a proteggere quel ragazzino, non me lo lascerò scappare non è come tutti i demoni, ne come tutti i mezzi demoni, è qualcosa di speciale e io lo voglio- arrivò in quella che sembrava un'anticamera lo sguardo si spostò fino a incontrare la figura di un demone dai capelli Rossi come il fuoco -chi diamine sei? cosa vuoi? ci sei tu dietro questi attacchi?- per quanto lo vedesse, con i suoi occhi era certo fosse un illusione non emanava nessun odore -oh ma quante domande in una sola volta- ridacchiò di nuovo era inquietante quella risata, la mano destra si portò all'elsa di Tessaiga -no-no ragazzo mio a meno che tu voglia- con uno schiocco di dita, comparse sulla parete accanto a lui la figura di Iriumaru, incatenata -voglia colpire anche lui, non ti conviene usare la tua spada- lasciò la presa su Tessaiga, non avrebbe fatto del male a quel ragazzo -maledetto- sorrideva quel demone, mentre allungò una mano a sfiorare il viso dell'altro -ti rispondo a una delle domande che mi hai posto- le unghie di quella illusione affondarono lievemente nella guancia di Iriumaru graffiandola -no non ci sono io dietro questi attacchi, bensì il mio padrone, qualcuno di più forte e potente di me- allontanò infine la mano dal volto lasciandola ricadere lungo il fianco e infine muoversi in sua direzione -ora dormi bel cagnolino- gli soffiò qualcosa a dosso, e all'improvviso si sentì debole e crollò ai piedi di quel demone.

****
Iriumaru sembrava essere scomparso, non sapeva che fine avesse fatto, lo stavano cercando ormai da ore si era allontanato per la ronda, ma non era più tornato, che fine aveva fatto, cominciavo a preoccuparmi e si era alzata la tensione nel gruppo, avevano anche cercato anche di trovare quell'altro demone inu sconosciuto, ma niente anche lui si era volatilizzato nel nulla. -dovremmo avvertire il generale- disse Aiko nemmeno si era voltato verso di lui, continuava a camminare avanti a tutti ignorandoli -quello ci uccide se non torniamo con suo figlio- erano ore che ormai camminavano senza sosta, e la stanchezza si faceva sentire in tutti i presenti ma lei non demordeva, seppur ormai non ce la facesse più e il suo corpo si voleva rifiutare di continuare, cedettero le gambe, non si reggeva in piedi non era nemmeno riuscita a mangiare nulla, gli era venuta una nausea terribile solo al pensiero di perderlo, sentì un braccio sorreggerla e risollevarla da terra -conviene fermarci, non puoi continuare così mikio- alzò lo sguardo incontrando gli occhi verdi dell'altro, annui semplicemente lo sapeva anche lei. Si erano alla fine accampati in una piccola radura, aveva cercato di dormire almeno un po ma ogni volta che chiudeva gli occhi, gli compariva l'immagine di lui, e quindi tornava il terrore di perderlo, sentì all'improvviso qualcosa puncicargli il collo, schiacciò la piccola pulce, notando che era -Myoga- affermò mentre vide aiko affiancarsi di colpo a lei -Mikio, so dov'è il signorino- disse mentre lei scattò in piedi, ma poco dopo un capogiro la colpì tanto da non permettergli da stare in piedi -Mikio tutto bene?- gli chiese aiko, annui semplicemente per poi cercar di mettermi in piedi più lentamente -mikio- sentì pronunciare la pulce -sto bene sono solo stanca, gli altri sono ancora in ronda?- domandò Aiko che annuì, allora ci toccherà andare da soli a salvarlo- detto questo seguendo le indicazioni di myoga raggiunsero il luogo, non gli piaceva c'era un puzzo di morte che gli faceva rivoltare lo stomaco, arrivarono fino a una sala, dove trovarono Iriumaru e l'altro inu, appesi a una parete di quella caverna attraverso catene che sembravano, molto resistenti stava per avvicinarsi quando un demone, li attaccò comparso dal nulla -Mikio attenta- avevano entrambi sfoderato le loro armi e avevano cominciato a combattere, cercando di uccidere i demoni, che li stavano attaccando, ma ogni volta che ne spazzavano via uno, ne comparivano altri due sembrava non aver fine. -ma guarda è venuta anche la compagna, del principino e una delle sue guardie- si guardò intorno cercando la fonte di quella voce senza trovarla -non ne uscirete vivi da questo luogo, morirete e diventerete parte di un piano più grande- sentì quella risata agghiacciante rimbombare nella sala -Mikio- sentì sussurrare voltandosi vide Iriumaru che aveva aperto gli occhi ma sembrava ancora stordito, si accosto a lui -stai bene?non ti ha fatto nulla? non sei ferito?- non sentiva l'odore di sangue, ne vedeva ferite -attenta- gli disse mentre un demone stava per attaccarlo, parò il colpo e poi lo uccise. -sembrano non avere fine, come diamine è possibile- sentì qualcosa essere sussurrata da iriumaru, ma era detta a un tono così basso che non l'aveva capito -ripeti ti prego- gli dissi -prendete la spada dell'altro inu, può annientarli- Vide aiko scattare verso il demone, cercando quindi di afferrare l'elsa di quella katana, ma la barriera lo respingeva -ahahaha Tessaiga non può essere manovrata, da chiunque sarà inutile, non potete sconfiggerci morirete, nel peggiore dei modi- Aiko venne allontanato dall'altro inu, e lo vide scomparire all'improvviso non sapeva che fare, sentì qualcosa dentro di se che gli diceva di prendere Tessaiga, alla fine seguì quel consiglio e riuscì a sfoderarla, rimanendo incredule a quella situazione -com'è possibile, non dovresti poterla usare a meno che..- mormorò quella voce -maledetta ti ucciderò insieme a quella creatura che...- la lama era diventata nera, lanciò l'attacco seguendo il suo istinto lanciò un  Meidou Zangetsuha che spazzò via tutte le creature -nooooo- sentì quella voce gridare, era tutto finito erano salvi, crollò infine a terra esausta e senza forze.

Angolo dell'autore: Pur se in ritardo ora mi direte, ecco a voi una immagine che rappresenta Aki (attualmente in questi capitoli non la vediamo molto, ma tornerà anche lei) sperando di trovare una immagine che rappresenti decentemente Mikio spero al più presto di mostrarvi anche lei, ho trovato anche una immagine, che rappresenti Isonka con Sesshomaru eheh anche quella arriverà tra un po


 

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Capitolo 15
*** Inuyasha al villaggio ***


Non ricordava quando era avrrivato in quel luogo, ne tanto meno come era riuscito a scampare da quella caverna e da quel pazzoide, lo sguardo era puntato sul soffitto di quella stanza, a veder anche le pareti della stessa sembrava essere in un castello o quanto meno in un palazzo nobiliare, gli ricordava tanto quello in cui era vissuto con sua madre, sua madre.. Sentì la porta aprirsi al fine orfatto arrivò l'odore di una yasha, gli era sconosciuta non era quello della compagna di Iriumaru, ma la donna portava l'odore di suo fratello, la vide avvicinarsi quindi a lui ora che poteva guardarla negli occhi notò che era una bellissima donna, portava un bellissimo e elegantissimo kimono violetto, in contrasto quasi con la pelle lattea, in cui spuntavano profondi occhi argentei la lunga chioma, era lasciata sciolta e aveva i colori del grano, o forse del sole. -vedo che ti sei ripreso- gli sorrideva dolceme, rimase in silenzio amcora disteso studiandola -dove ci troviamo?- alla fine gli domandò -al villaggio degli inu-youkai, per la precisione alla fortezza del generale- sbuffò sonoramente non gli piaceva stare in quel luogo non gli piaceva aver contatti con quelli che per anni e anni l'avevano ripudiato -sei stato portato fino a qui, dopo che Mikio e aiko hanno salvato te e Iriumaru, siccome non riprendevate ancora coscienza, non potevano lasciarti lì- sentì un odore che a lui era molto familiare, non serviva guardare in sua direzione per scorgere la figura di suo fratello, avrebbe riconosciuto quell'odore tra mille -Vedo che finalmente ti sei risvegliato Inuyasha- sorrise appena beffardo, ormai sembrava non chiamarlo più mezzodemone, e non si sarebbe forse mai abituato a farsi chiamare per nome da lui -immagino debba ringraziarti per l'ospitalità, nel tuo castello- lentamente si risollevò a sedere nel letto, fissando il fratello che si avvicinava sempre di più a loro -dovresti ringraziarmi per non averti lasciato in pasto a quegli esseri, invece..- ; -Sesshomaru- la yasha aveva bloccato dolcemente le parole del fratello, non sembrava essersi nemmeno arrabbiato -sarai nostro ospite finchè lo vorrai, ma ti sconsiglio attualmente di metterti in viaggio verso le vostre terre, ultimamente gli attacchi sono aumentati, e potrebbe essere rischioso- sapeva tener testa al principe glaciale quella donna, cominciava ad apprezzarla non sapeva chi fosse ma non importava, aveva carattere era ferma nelle parole, non voleva discussioni, vide sospirare suo fratello -segui i consigli di Aki, e non fare mosse azzardate- detto questo uscì dalla porta, vide la piccola figura della pulce saltellare fino al proprio letto -padrone vi siete svegliato finalmente- schiacciò per l'ennesima volta quella dannata pulce -si- si voltò verso la yasha che si era alzata alla fine, -grazie- aveva come l'idea che dovesse dirgli quelle parole, la vide sorridere per poi allontanarsi dalla stanza e lasciarli da sol -chi è quella donna?- chiesi infine a myoga -Aki? è la moglie di Sesshomaru, la regina- era rimasto stupito dalle parole di lui -finalmente si è scongelato il ghiacciolo- lo vide annuire -se non fosse stato per Rin probabilmente sarebbe stato molto diverso- disse -certo che Iriumaru somiglia solo a suo padre, non ha niente di aki- vide la piccola pulce, guardarlo perplesso -che cosa ho detto?- gli chiese -La signora Aki non è la madre del padroncino Iriumaru- ero perplesso  chiaramente se ne accorse anche lui -la madre del padroncino è Rin- annunciò -è impossibile- lo vide scuotere il capo -vi assicuro che è così vidi nascere io stesso il padroncino quel giorno, la madre, posso assicurarvi che è RIn- ; -ma non è un mezzodemone- ; -non lo è mai stato, a differenza di voi- ammise -come..- ; -al momento del concepimento capita delle volte, che la natura demoniaca prende il sopravvento su quella umana della madre, annientando il sangue umano, lui ne è l'esempio- rimase in silenzio non molto convinto -la padroncina Sakura invece è figlia di padron Sesshomaru, e della signora Aki- si sollevò infine dal letto non ne poteva più di star nello stesso, vide i suoi abiti riposti su un cassettone della propria stanza, rivestendosi e rimettendosi l'armatura, e Tessaiga al fianco, sorpreso che fosse ancora lì, uscì dalla stanza.

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Camminava lungo il corridoio, era appena tornato da una delle solite missioni di rutine, ma ultimamente il padre aveva ordinato alle squadre, di non allontanarsi oltre i confini dei loro territori, in modo che se ce e fosse stato bisogno, sarebbero stati soccorsi quasi subito non gli piaceva allo stesso tempo quella situazione, erano stati avvistati attacchi nei territori circostanti, e avrebbe voluto andar lì a combattere e annientarli, ammazzare quel maledetto demone, che l'aveva imprigionato, sollevò infine lo sguardo notando la figura di suo zio avvicinarsi, quando erano tornati al castello dopo esser stati salvati da Aiko e Mikio, e essersi risvegliato aveva scoperto l'identità di quel demone, grazie a suo padre, ancora si stupiva perchè fosse cambiato tanto, l'ultima volta che l'aveva visto quando era ancora un bambino, era sicuro che fosse un mezzo demone invece ora quello che si parava di fronte a lui, era un demone puro -ti sei svegliato vedo- dissi in sua direzione, vedendo infine myoga scendere dalla spalla di lui, e saltellare in sua direzione raggiugendolo -si- disse atono -quanto rimarrai con noi?- gli chiesi -non lo so ma spero il meno possibile- lo guardai perplesso perchè voleva andarsene -non mi sento a mio agio in questo luogo- ; -però ti appartinene più degli altri- commentai -non è vero, questa gente non mi ha mai accettato, ne cercato voluto anzi mi hanno sempre cacciato- doveva aver visto il mio sguardo perplesso -sei troppo giovane, per sapere quella storia- rimasi in silenzio per poco, e infine commentai -Jaken mi raccontò un po' di voi, di mio nonno e mio padre, quando ero piccolo probabilmente se ci fosse ancora stato, non sarebbe andata come è andata- lo vidi allontanare lo sguardo da me -il passato è passato e non si può cambiare, ne dimenticare- erano rabbiose quelle parole, ma non sembrava avercela con me -si ma se si rimane legati al passato, non si può vivere, bisogna guardare avanti- Mi guardò di nuovo in faccia -non credi di essere troppo giovane, per fare discorsi così seri- sorrisi a quelle parole, non era il primo che me lo diceva -devi trovare che ti dia la forza  per continuar a vivere veramente, combattere per la stessa, come è stato con mio padre, per quanto il dolore del passato possa ferire- da come mi guardò sembravo aver centrato il punto, e forse avevo azzardato troppo a parlare -scusami- dissi semplicemente -te per cosa combatti? sei così giovane dovresti goderti la vita- rimasi in silenzio per poi andar a muovere dei passi in avanti, andando quindi a sorpassarlo -per proteggere chi mi sta più caro, e non doverlo perdere- alla fine mi allontanai senza aspettare una risposta, o altre parole da lui, decidendo di dirigermi verso le mie stanze. Era lì che mi aspettava sorrisi dolcemente, mentre lei si voltava verso di me, mi mossi rapido in modo da raggiungerla, volevo baciarla abbracciarla tenerla forte a me, dopo che avevo parlato con lui, non era venuta con noi oggi in missione, aveva preferito rimanere al castello, da quando era tornata, e mi aveva salvato era diventata più silenziosa sembrava non volermi dire una cosa, ci provavo a chiederglielo ma mi chiedeva di non insistere, aveva chiesto un breve congedo dopo quell'avvento da quel che aveva saputo, era stata male ma nessuno gli diceva il perchè o come mai. -come stai oggi?- gli domandai senza aver risposta -ora che stai bene e ti sei ripreso del tutto, credo che tornerò per un po' da isonka- ero rimasto stupito da quelle parole -perchè? che ti ho fatto?- la vidi scuotere il capo -nulla tranquillo, ma non posso lasciarlo da solo così a lungo- mi sorrise dolcemente -va bene- ma non ero molto convinto del motivo che mi aveva dato, la lasciai andare donandogli un bacio intenso, non si ribellò a quel contatto, non volevo che se ne adasse, la catturai con le mie braccia stringendola a me, la volevo desideravo la portai di peso sul letto cominciandola a spogliare, ma la vidi ribellarsi al mio tocco come non aveva mai fatto -Iriumaru non voglio ti prego- mi fermai guardandola negli occhi -dimmi cosa è successo ti prego, perchè ti comporti così- la vidi scuotere il capo -quando me la sentirò te lo dirò, ma ora ti prego non costringirmi a dirtelo- mi scostai alla fine da lei, permettendogli quindi di andarsene tranquillamente dalla mia stanza, sentivo la rabbia ribollirmi in corpo cosa era successo nemmeno quando aveva rischiato di ucciderla si era comportata così. -Sakura- la chiamai, quella piccola figurina che gattonava in direzione del mio letto, incominciava già a gattonare, i primi 2 anni di vita, dei demoni sono i più veloci, in cui crescavano e imparavano più in fretta dei bambini umani, per poi cominciare a invecchiare molto più lentamente, fino a circa 200 anni e fermarsi. Mi allungai verso la piccola figura di mia sorella e la issai di peso sul mio letto, poggiandola sulla mia morbida pelliccia la vidi sorridere non era il tipo da sorridere facilmente, anche a Aki, e a mio padre sorrideva raramente, ma mi adorava sentì le sue manine giocare con i miei capelli, glielo lasciai fare, a dir la verità gli permettevo tutto, un fratello forse troppo premuroso ma da piccolo mi era mancata un'altra figura nella mia vita che non fosse ormai adulta, avrei voluto tanto un fratello o una cuginetta, o comunque qualcuno più o meno della mia età. Sentì aki entrare nella mia stanza, non dissi niente rimasi sdraiato sul mio letto -Mi dispiace ti abbia disturbato- mi disse -non mi disturba mai- mi sollevai a sedere mentre lei si avvicinava, e Sakura si nascondeva sotto la mia pelliccia per non farsi notare. Vidi ridere dolcemente aki, era felice come non mai lo era stato già al mio arrivo, mi aveva trattato e amato come un figlio, un figlio che non aveva mai avuto, l'arrivo di Sakura erano aumentati quei sentimenti -vogghio stale con flatellino- disse mentre tirava fuori dolcemente la testa, da sotto la pelliccia -credo che voglia riposare però- vidi mia sorella mettere il broncio -non importa, almeno mi fa compagnia- sentiva lui stesso il rancore in quelle parole, perchè se n'era andata così via Mikio -che cosa è  successo?- mi chiese -è andata da isonka- risposi senza mettere il sogetto, ma sapeva benissimo che lei avrebbe capito -dagli un po' di tempo, e vedrai che tutto tornerà come prima- mi accarezzò  dolcemente il viso -tu sai perchè si sta comportando così- la vidi annuire, e lo sguardo farsi triste -perchè non me lo dici?- sentì sospirarla -perchè spetta a lei, e non posso dirtelo io se potessi, l'avrei già fatto so quanto stai soffrendo di non saperlo- allungai una mano a accarezzare dolcemente mia sorella che finalmente era uscita dal suo nascondiglio.

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Capitolo 16
*** Il passato di Inuyasha Cap.1 ***


Cominciava a abituarsi a quel luogo, alle guardie del castello hai servitori, alla presenza costante di suo fratello, alla vita di quel piccolo villaggio, sembrava quasi piacergli non era molto differente alla fine rispetto a un villaggio di umani, era stato per anni troppo da solo e ritornare a essere circondato da qualsiasi essere che poteva essere umano o demone, sembrava essere quasi un miracolo, si rese conto di quanto gli avesse fatto male, vivere in quel modo, rimurginava di tanto in tanto, di come sarebbe piaciuto a lei, forse sarebbe paciuto quel luogo anche a miroku e sango, persino a shippo.. shippo ormai doveva essere diventato un grande demone, quando ormai fù grande se ne andò da quel villaggio, andando a vivere insieme alle altre volpi, l'aveva salutato per un'ultima volta malamente come sempre, e solo ora si rendeva conto di aver fatto un grande sbaglio. Seduto al porticato guardava il giardino interno del palazzo, l'aveva scoperto da poco, e ne era rimasto stupito quel luogo era impossibile, ogni pianta esistente al mondo cresceva, ogni erba curativa  non mancava nulla, poteva veder crescere frutti che non erano di quella stagione e maturarsi al punto di essere mangiati. -questo luogo gli sarebbe piaciuto- un pensiero detto a fior di bocca, troppo alto per essere solo un pensiero, poteva essere udito da chiunque -a chi?- si voltò verso la figura di Mikio, che si avvicinava lentamente -nessuno- aveva preso posto accanto a me, in silenzio senza chiedere altro, sembrava pensierosa -come mai sei venuta qui?- continuava a rimaner in silenzio -di solito vengo qua quando voglio essere da sola, e non voglio essere disturbata- ammise alla fine -non viene mai quasi nessuno qui, a parte i guaritori, e raramente qualche servitore- infatti era da parecchio ormai lì e nessuno l'aveva tranne lei si era avvicinato -perchè? è un bellissimo luogo- la vide sorridere -si è vero- aveva detto quelle parole, ma non sembrava serena -hai litigato con Iriumaru?- uscì quella domanda spontanea dalle labbra, la vide scuotere la testa -no ma è arrabbiato con me, e non ha del tutto torto- ; -che è successo?- la vidi scuotere il capo sembrava non volerne parlare -va bene non ti chiedo niente- vide le lacrime scivolare dal viso, che vennero quasi subito asciugate, ancor prima che arrivassero al mento -scusami me ne vado, ti sto dando fastidio- non fece in tempo a dire che non era vero che si era di nuovo allontanata, lasciandolo da solo quella ragazza gli ricordava tremendamente lei, nel modo di fare di rapportarsi di sorridere cominciarono lentamente a raffiorare i ricordi.

***Dopo la Scofitta di Naraku***
Erano passati tre  anni, tutto era cambiato l'unica cosa che era rimasta uguale era proprio lui, sango e miroku si erano sposati e avevano avuto figli, Koaku era partito per un allenamento, shippo pian piano stava crescendo e migliorava sempre di più le sue tecniche, mentre Rin era stata lasciata al villaggio da Sesshomaru, il perchè? all'inizio era rimasto perplesso fino a che Kaede non gli aveva spiegato la situazione, sembrava averla lasciata qui, per crescere e conoscere quel mondo che in realtà gli apparteneva,  per poter poi decidere quindi in un futuro se continuare a seguirlo, o rimanere nel mondo degli umani. Il pozzo dopo che kagome e io l'avevamo varcato dopo la distruzione della sfera, ormai si era chiuso per sempre o almeno sembrava così, ogni giorno da tre anni a questa parte tentava di andare nell'altra epoca e incontrarla ma tutto era inutile, ogni volta si scontrava contro il terriccio  nel fondo dello stesso, sembrava quasi averci rinunciato, eppure quel giorno mentre faceva da balia alle due gemelle di sango, sentì il suo odore, era certo che fosse lei, ma com'era possibile, le affidò a shippo per poi muoversi di corsa verso il pozzo, allungando una mano all'interno dello stesso infine incontrò quella di lei stringendola la issò fuori dal pozzo, era tornata era tornata da lui, e quella volta per sempre, e non l'avrebbe mai più lasciata.
I giorni passavano Kagome stava pian piano imparando il mestiere di Kaede dopotutto ormai, lei cominciava a avere una certa età, e non sarebbe vissuta a lungo, e era un modo anche per lei di occupare il tempo, in quell'epoca e anche divertirsi, Miroku e io invece ci occupavamo di esorcismi e demoni, per poter vivere, la pace sembrava ormai essere tornata in quelle terre, con la scomparsa di naraku gli attacchi dei demoni, si facevano quasi meno frequenti da una parte gli faceva piacere, ma dall'altra la monotonia del vilaggio, mi stava stancando per tutta la vita avevo viaggiato senza mai essere legato realmente a un luogo, solo nei miei primi anni di vita, fu differente ma.. Ora c'era lei, e io volevo la sua felicità, e la sua felicità era stare lì aiutare quel villaggio quegli umani, stare a fianco dei suoi amici, e di tanto in tanto tornare nella sua epoca e salutare i propri genitori.Decisi di far costruire per noi una casetta non molto lontana dal villaggio, ne troppo vicina al kaos dello stesso intima, perfetta per una piccola coppia come noi e se in caso la famiglia si fosse allargata, più passavano i mesi, più pensavo di mettere su famiglia, ormai non mi bastava solo lei, da piccolo avrei voluto un fratello (non quell'antipatico di Sesshomaru) con cui giocare, che mi capisse, ma temevo allo stesso tempo non sarebbe mai stato accettato come era stato con me, non volevo che soffrisse come me, ma c'eravamo tutti e due e gli saremmo stati sempre vicini, mi scossi dai quei pensieri poco dopo, mentre miroku si avvicinava con le gemelle che cominciarono subito a disturbarmi, e se mi fosse nato un bambino come quelle due, buttai subito quella idea che mi era passata nell'aticamera del cervello, per non pensarci mai più. Era già passato un anno dal ritorno di kagome nella nostra epoca, ormai la vecchia Kaede non riusciva più quasi a muoversi dalla sua casetta, e Rin e Kagome si occupavano di lei costantemente cercando di tenerla in vita, Rin non voleva assolutamente perderla, era l'unica cosa cara che avesse oltre il ricordo di Sesshomaru, non riusciva a dimenticarlo non riusciva a aspettare il momento in cui sarebbe tornato da lei, ogni giorno piangeva cosa sarebbe successo se fosse morta anche l'unica cosa che la legava a quel luogo, per quanto adorasse ormai me e kagome, eravamo solo un passatempo prima del ritorno, un modo per passare le giornate, ormai l'aveva capito da anni ma non l'aveva detto a nessuno nemmeno a Rin, ne tanto meno a kagome, voleva che fosse lei a parlagliene, ma sembrava rifiutarsi di farlo forse aveva paura della  loro reazione. Era quasi inverno, quando si spense per sempre la vecchia Kaede, ci fu un grande funerale venirono anche da villaggi vicini per dare l'ultimo saluto a quella miko, tutto il villaggio era lì ma Rin non c'era non l'aveva vista, dov'era finita andai inizialmente a cercarla nella sua capanna ma senza trovarla, mi ero accorta dell'assenza del suo odore, ma mi illudedo di trovarla lì, cercai una traccia che mi potesse condurre a lei infine trovandola, era nella foresta vicino al vecchio albero dove ero stato sigillato, in ginocchio davanti a quello, in silenzio no non stava piangendo,era la e guardava davanti a se senza vedere nulla, il suo sguardo era completamente perso, sembrava ormai un burattino rotto, mi avvicinai affiancandola sedendomi accanto a lei, ma sembrava nemmeno che se ne fosse accorta. -Rin- la chiamai senza avere risposta, non che mi aspettassi chissà che, negli ultimi tempi quando kaede stava male era ritornata a essere silenziosa, era scomparsa del tutto la sua solita parlantina che l'aveva caratterizzata dopo che suo fratello l'aveva salvata -tutti mi lasciano, i miei genitori, infine sesshomaru, e ora anche lei..- uscirono quelle parole tra un singhiozzo e un'altro -è tutta colpa mia sono un mostro, ecco perchè quelli del villaggio non mi volevano, e hanno voluto uccidermi, sono una calamità naturale- prese il coraggio, e l'abbracciai delicatamente a me. -non è vero, purtroppo gli umani sono fragili, e prima o poi muiono- ero forse stato troppo secco insensibile, ma che altro potevo fare alla fine era la pura verità, solo allora mi resi conto che prima o poi avrei dovuto dire addio a Kagome anche io, sarebbero passati per me anni e secoli prima, che giungesse la mia morte, e il mio invecchiamento l'avrei persa come avevo perso allora mia madre, mi morsi il labbro inferiore con forza cercando di allontanare quei pensieri, e di pensare a godermi quei momenti insieme a lei. Tornando al villaggio la funzione, era già finita e ormai quello che ne restava della vecchia Kaede era quella piccola tomba in sua memoria, che sarebbe rimasta lì nei secoli, Rin appoggiò su di essa una corona di fiori, che aveva fatto con alcuni che aveva trovato, intanto che tornavano fino al villaggio, la lasciai da sola a meditare su quello che era successo. Ero tornato alla mia capanna, e Kagome stava cucinando la cena, sorrisi dolcemente mi avvicinai a lei, abbracciandola dolcemente. -dov'eravate finiti?- gli chiese -ero con Rin a consolarla- non ribattè quelle parole, alla fine sapeva che non era stato facile per la bambina. -come sta ora?- alzai le spalle non sapevo dargli in realtà risposta -se la invitassimo a venire da noi a vivere? non può star da sola, è ancora troppo piccola- anni semplicemente la trovavo una buona idea.
La vedevo pian piano crescere, diventare una donna non più una ragazzina, da quando era venuta a vivere con noi era cambiata tanto, era tornata a essere felice, a sorridere di più aveva trovato in me un ricordo di mio fratello, era corteggiata da molti ragazzi del villaggio, e delle volte anche da quelli di villaggi vicini, che facevano visita. Ormai era giunto il momento presto sarebbe tornato, anche se con l'avvicinarsi degli anni le sue visite erano state sempre meno frequenti cominciava a temere che si fosse stufato e dimenticato sopratutto di lei, era possibile? no speravo non fosse così. Ero con Kagome e Rin quel giorno stava aiutandola a raccogliere le erbe medicinali che servivano, a curare un neonato che era nato troppo presto, non stava bene e Kagome temeva che non avrebbe superato il suo primo mese di vita, era troppo piccolo. Sentì l'odore di mio fratello, ancor prima che ci raggiunse in quel luogo, Rin non si era accorta che il suo amato gli si stava avvicinando sempre di più, alle sue spalle non sapevo se avvertirla o no, ma poi si era voltata nella sua direzione, e la vidi lasciare il cesto a terra, e correre verso di lui abbracciandolo forte, come se senza di lui non poter più respirare senza la sua presenza, vidi quel ghiacciolo di mio fratello ricambiare l'abraccio e baciarla intensamente, come non gli avevo mai visto fare, rimasi sorpreso da quel gesto di mio fratello, e mi accorsi che quella ragazza l'aveva veramente cambiato, da quando l'aveva conosciuto era cambiato tantissimo, e con lei era migliorato tantissimo. -ho scelto di venire con te, non voglio lasciarti mi sei mancato in questi anni e non puoi capir quanto, non abbandonarmi più ti prego- di nuovo la baciò e questa volta molto più intensamente della scorsa -non ti abbandonerò mai più, te lo giuro qualsiasi cosa succeda- non ci salutò semplicemente ci donò un ultimo cenno di capo, per poi partire, e lasciarci la da soli. La casa ormai sembrava vuota senza la presenza di Rin, sapeva anche se gli faceva male, che non sarebbe mai più tornata al villaggio aveva fatto la sua scelta, e ormai non aveva più nulla da spartire in quel luogo,  Kagome era triste e non gli davo torto, oltre a quella batosta sua nonno ultimamente stava molto male, era indecisa se andare da lui e godersi gli ultimi momenti prima che li lasciasse per sempre, o rimanere al villaggio, la convinsi a tornare alla sua epoca per potersi godere quegli ultimi momenti con suo nonno, in modo da non pentirsene di non esserci stata.

Angolo dell'autore:  ed ecco che cominciano i capitoli su la storia di Inuyasha e Kagome dopo che naraku fu sconfitto preparatevi a pianti, e lacrimoni perchè non sarà tanto allegra, e non avrà di certo un finale a lieto fine.
Vi lascio con una immagine di Rin adulta con Sesshomaru

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Capitolo 17
*** Il passato di Inuyasha Cap.2 ***


Erano passati due anni, di tanto in tanto Kagome tornava nella nostra epoca, e io delle volte andavo nella sua, le condizioni del nonno non miglioravano, ne rimanevano stabili, vedevo la tristezza di lei, il dolore la paura di perderlo, e non potevo far altro che stargli accanto, e cercar di consolarla erano settimane che non si faceva più vedere, e io sapevo che suo nonno era stato ricoverato in una strana struttura che lei chiamava ospedale, una volta l'avevo accompagnata, e la puzza di quel luogo non mi era affatto piaciuta, c'era un forte odore di medicinali di malati, era insopportabile ma allo stesso tempo, non ce la facevo più a non vederla senza sentire i suoi baci, i suoi abbracci la sua voce, la casa era diventata vuota, e per quanto miroku e sango insieme alle gemelle e al piccolino, cercavano di intrattenermi non ne potevo più di quella situazione, decisi quindi di andare al pozzo, e raggiungere Kagome. La casa era vuota, ero entrato cercando sota, o sua madre, ma nulla non c'era nessuno c'era anche un piccolo strato di polvere sui vari mobili, gli odori di loro erano affievoliti, come se da giorni non tornassero in quella casa. Mi cambiai di abiti, trovandone un paio che insieme a kagome avevano scelto tempo addietro, in modo tale da non dare troppo nell'occhio, volevo portarmi con me Tessaiga ma sapevo che in quel luogo non me lo avrebbero permesso, infinne indossai un berretto, per coprire le orecchie e nasconderle e usci dalla porta, sapevo già dove andare, e come arrivarci senza dar troppo nell'occhio arrivai quindi, all'ospedale e mi diressi verso la stanza dove si trovava il nonno di Kagome, entrando incontrai la figura di kagome che dormiva seduta su una sedia con la testa poggiata contro le gambe di suo nonno, quando varcai l'entrata aveva aperto gli occhi, si era tolto la mascherina dell'ossigeno -Inuyasha- pronunciò il mio nome mi avvicinai, Kagome non se ne accorse -sono felice di vederti, non riuscivo più a vedere la mia adorata nipote con quello sguardo malinconico- sorrisi presi una delle sedie e mi sedetti accanto a lui non troppo distante da Kagome -come stai vecchio?- gli domandai lo vidi sorridere -ormai è giunta la mia ora.. promettimi una cosa- rimasi in silenzio aspettando le sue parole -promettemi di renderla sempre felice, non voglio vederla mai più piangere come è stato ora, avrei preferito che non venisse da me, avevo scongiurato a mia figlia e a sota di non dirglielo, ma non ci sono riusciti a tenerglielo nascosto- si era mossa Kagome nel sonno -te lo prometto- il sorriso si allargò del vecchio -avrei voluto veder nascere i nipotini, godermeli almeno per un po' ma così non è stato, ma sono felice lo stesso, sono felice che Kagome ti abbia incontrato che vi siete sposati, ora posso morire tranquillamente- lo vide lentamente chiudere gli occhi e esalare l'ultimo respiro, nello stesso momento si sveglio, la macchina che segnava i battiti del cuore provocava un rumore sordo e continuo, la vidi sollevarsi e premere uno strano bottone, degli infermieri entrarono e cercarono in tutti i modi di rianimarlo, lei mi aveva abbracciato e piangeva contro il mio petto, come non gli avevo mai visto fare entrarono nella stanza sota e sua madre, e assisterono anche loro a quella scena, i medici alla fine dichiararono il decesso, non c'era stato nulla da fare. Nella settimana dopo la sua morte, si occuparono dei funerali, e della salma che venne sepolta vicino a quella di quella che era stata la sua moglie, alla fine decidemmo di tornare nella mia epoca. La lontananza da casa, e le faccende del villaggio allontanarono quasi subito il dolore provocato da quella morte, gli amici e tutto il villaggio cercarono in tutti i modi di tenerla occupata, e allegra per scacciare quei pensieri, io stesso mi impegnavo il più possibile, per renderla felice, era tornata a sorridere e ben presto quel sorriso aumentò la gioia quando scoprì che aspettava un bambino, il nostro primo figlio o figlia per quanto nella sua epoca c'erano macchinari appositi per scoprire il sesso del bambino prima della nascita, lei aveva deciso che voleva scoprirlo al momento della nascita, quella attesa cominciava a essere snervante ogni mese che passava, sembrava essere ancora lontano dal raggiungimento il pancione lentamente cresceva, la stanchezza di Kagome aumentava nell'ultimo mese fù costretta a lasciare il suo lavoro di miko, in quanto il bambino gli toglieva troppe energie. Quel giorno vennì svegliato, da Kagome che si agitava nel nostro letto, era cominciato il travaglio, e si erano rotte le acque dopo una estenuante attesa di 4 ore, naque una bellissima bambina, aveva i capelli di lei, con delle buffissime orecchie da cane, ma presentava gli occhi color delle ambre, e fin da piccola delle piccole zanne e artigli, era perfetta unica nel suo genere, già l'amavo come amavo Kagome, era felice come non ero mai stato in vita mia, tenere tra le braccia quella bambina, mentre Kagome mi baciava quei momenti sembravano durare in eterno, ma sapevo che non sarebbero mai durati così tanto. La piccola cresceva al ritmo di un demone, quindi invecchiava e cresceva meno rapidamente di un bambino umano, invece Kagome pian piano stava invecchiando, e aveva paura che lo lasciassi per quello, ma gli ripetevo che non l'avrei lasciata mai. Un giorno insieme a Kira andai in un villaggio vicino, sarebbe stato tra qualche giorno il compleanno di Kagome, e volevo fargli un bel regalo ma non sapevo ancora cosa fargli, camminai per le stradine girando per le botteghe, con disinvoltura insieme a la mia bambina, ma sentivo le occhiate di tutti puntate proprio su di noi, non sembravano assai contenti della presenza nel loro villaggio di due mezzi demoni, non era piacevole quella sensazione e mi resi conto che anche mia figlia non si trovava a suo agio, in quel villaggio, ormai da noi erano abituati alla nostra presenza non sembravano farci più caso, ci trattavano come ogni essere umano, e anzi erano contenti perchè comunque sapevano che avevano la mia forza in caso di attacco improvviso, e che avrei protetto quel luogo a costo di morire, pur di salvare mia figlia e Kagome. Trovai alla fine un bellissimo gioiello, da regalargli e tornammo a casa l'indomani l'avrebbe trovato in cucina. Era strana quella notte, sentivo che qualcosa non andava, avevo una strana sensazione, e non sapevo il perchè uscì dalla casa andando quindi a farmi una passeggiata, mentre quelle due dormivano serene in casa, la foresta era fin troppo calma, non c'era un fil di vento ne un animale che uscisse dalla sua tana, come se avessero paura, l'aria era pesante portava odor di tempesta, all'improvviso sentì un boato veniva proprio da.. no non era possibile, corsi verso la mia casa trovandola in fiamme, entrai nella stessa cercando Kagome, e Kira trovai Kagome, ma di lei nulla che fine aveva fatto, parte dell'abitazione era andata distrutta completamente e temevo che gli fosse successo qualcosa, mi tolsi il kimono, per metterglielo sopra le spalle della mia amata, e la feci uscire di corsa prima che crollasse la nostra abitazione, io continuai a cercarla, cercandomi di muovermi per le stanze, quelle che mi era possibile, raggiungere annusavo l'aria alla ricerca del suo odore, ma fra tutto quel fumo, non mi arrivava, arrivai in quella che un tempo era la nostra cucina, e la trovai, era riversata a terra, gravemente ustionata -Kira!!- urlai in sua direzione cercando di destarla ma nulla, mi accorsi che stava per crollargli una parte del soffitto addosso, quindi cercai di prenderla e sfondando una finestra con il mio corpo uscì dalla mia casa che crollò alle nostre spalle. Vidi Kagome avvicinarsi piangendo, mi inginocchiai con ancora la mia piccola figurina di mia figlia tra le braccia, tenendola saldamente tra le stesse, sapevo che era inutile, sentivo il suo corpo farsi sempre più freddo, da quando l'avevo presa in braccio già non respirava più, il suo cuore si era fermato non c'era nulla da fare, ma non riuscivo a arrendermi, sentì il forte abbraccio di Kagome che mi cingeva dolcemente, mentre cominciai a piagere contro il corpo di mia figlia ormai senza più vita, no non c'era nulla da fare, mi aveva lasciata mi aveva lasciata per sempre, provavo rabbia e rancore, lanciai Tessaiga lontano, mi era servita a nulla non era servita a proteggerla, e ne me l'avrebbe riportata in vita. Sentì l'odore di esseri umani, l'avevo già sentito prima, erano stati loro ne ero certo, erano stati dei maledetti umani, lasciai il corpo di Kira nelle mani di Kagome che mi scongiurava di non andare assolutamente, scappai via sentivo il mio sangue ribollirmi il corpo, reclamava vendetta volevo il sangue di quei maledetti umani senza accorgermene ero mutato, arrivai veloce a raggiungerli mi parai davanti a quel piccolo esercito. -sembra che non li abbiamo ammazzati tutti sti sporchi mezzo sangue- indicandolo -uccidetelo!!- ordinò alle guardie, tutti insieme mi attaccarono, e io li spazzai via con i miei artigli riducendoli in brandelli senza che avessero via di scampo, e scappai non volevo tornare da lei, non volevo sentire più quel dolore non volevo sentire più nulla non volevo più vedere nessuno, ormai avevo la nausea del genere umano, mi aveva tolto tutto prima mio padre, poi mia madre, e ora mia figlia, nulla più contava nella mia vita, nemmeno Kagome, aveva più senso con che coraggio potevo tornare da lei e affrontarla, vedere di nuovo tutto quel dolore nei suoi occhi come quando, era morto suo nonno. No non potevo.

Angolo dell'autore: comincio a piangere copiosamente mentre scrivo questa cavolo di storia, diciamocelo inuyasha a sempre avuto in vita sua una sfiga assurda. Ecco a voi una immagine della piccola Kira non odiatemi per il fatto che ho poca fantasia per i nomi ma ne ho sempre avuta poca (oltre al fatto, che qualcuno mi manderà a quel paese dopo che l'ho ammazzata vi metto pure una immagine per rosicare >.<)

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Capitolo 18
*** Il passato di Inuyasha Cap.3 ***


Avevo ormai perso la cognizione del tempo, non so per quanto vagai in lungo e in largo, distruggendo tutto quello che mi si parava davanti ai miei occhi, umani demoni villaggi ormai non mi importava nulla, non mi importava di nessuno non era solo perchè avevo perso la ragione, ma bensì perchè ormai non avevo più nulla da perdere, volevo in quel periodo morire io stesso, volevo trovare qualcuno che mi togliesse finalmente la vita in modo tale, da non soffrire più dicono che i demoni non provano sentimenti questo non è vero, anzi li provano più intensamente degli umani, e soffrono ancor di più proprio per questo cercano di rimanere impassibile, di non legarsi a nessuno ora capiva la freddezza di mio fratello era il suo modo di sfuggire al dolore, ignorarlo chiudendosi a tutto e a tutti. Non c'era demone alla mia altezza, tutti quelli che incontravo che mi minacciavano di morte, venivano spazzati via come se fossero inutili formiche che camminavano sulla terra, e venivano schiacciate eternamente, vivendo una vita corta ma intensa lavoravano tutta la loro vita, per poi morire così, avrei voluto in quel momento essere al loro posto. Il luogo in cui arrivai quel giorno, mi sapeva di qualcosa di  familiare, gli odori e le creature che vivevano in quel villaggio, ero arrivato fino al villaggio degli sterminatori, li avevo attaccati sperando che almeno loro potessero spazzarmi via, una volta per tutte, ma non c'era nessuno all'altezza a un certo punto mi si parò davanti ai miei occhi un uomo, aveva qualcosa di familiare, non sapevo il perchè ma mi sembrava di conoscerlo il suo odore i suoi lineamenti -Inuyasha- pronunciò il mio nome, lo attaccai lui cercava in tutti i modi di parare i miei attacchi, ma non mi attaccava a sua volta -inuyasha torna in te ti prego- mi ripeteva quelle parole, altri sterminatori cercarono di aiutarlo, ma lui li scacciò via dicendo di non immischiarsi che se ne sarebbe occupato lui, a un certo punto sentì un miagolio che mi era assai familiare, l'avrei riconosciuto tra mille, mi voltai verso la piccola figura di Kirara, che mi si avvicinava sempre di più, cercai di attaccarla non mi importava nemmeno di lei, Kohaku si parò a proteggerla, e venne ferito gravemente a una spalla, quando sentì l'odore del suo sangue sui miei artigli lo riconobbi, ebbi un momento di lucidità, e scappai di corsa da li lasciandomi alle spalle il villaggio, e Kohaku che mi gridava di tornare indietro.
Nemmeno io sapevo il perchè ero rimasto nei pressi del villaggio dei sterminatori, qualcosa mi diceva di non andarmene, guardavo quel villaggio da lontano, avevano cominciato a far i lavori, per risanare i danni che avevo fatto, mi era sembrato di vedere Kohaku con Kirara andarsene dal villaggio, non capivo perchè. Avevo chiuso gli occhi mi ero addormentato, non so da quanto non avevo chiuso occhio, mi ero rilassato contro quella corteccia dell'albero, il ramo sorreggeva il mio corpo, tutti i sensi si erano attutiti seppur rimanessero all'erta, sentì l'odore di mio fratello, ero sicuro che fosse il suo ma cosa ci faceva lì, no era impossibile nemmeno mi degnai di aprire gli occhi, probabilmente mi ero sbagliato eppure mi scansai appena in tempo per non essere colpito dalle sue unghie avvelenate -cosa ci fai qui maledetto?- gli ringhiai contro -sono venuto per farti ritornare in te- mi mossi rapido cercando di colpirlo -cosa te ne frega, lasciami in pace- gli urlai contro, mentre lui schivava i miei attacchi come se nulla fosse, era solo furia cieca quella che mi guidava lo sapevo anche io però, quando stava per colpirmi mi scansai velocemente salendo su un albero, mentre l'odore di Kagome si faceva sempre più vicino -maledetto hai portato anche lei- volevo scappare non volevo rivederla, sentivo anche l'odore di Sango, e di miroku  erano tutti lì per cercare di fermarmi -Inuyasha- la sentì gridare quella voce l'avrei riconosciuta tra mille, era quella della mia Kagome -padrone- c'era anche myoga, si stava avvicinando tenendo tra le mani tessaiga -vattene non ti voglio più vedere- gli urlai la vidi trasalire di colpo, l'avevo ferita con quelle parole, vedevo quello che ne rimaneva di quella donna che amavo lentamente i capelli si stavano facendo bianchi, alcune rughe sul suo viso, ma la vedevo dietro quella maschera che non gli apparteneva -padrone, tornate in voi vi prego- urlava quel maledetto demone pulce, ma senza avvicinarsi temendo di essere ucciso da me, per quanto ero ancora mutato ero cosciente riconoscevo tutti, e in quel momento non volevo ucciderli ma se mi avrebbero costretto, l'avrei fatto. -Inuyasha, mi hai promesso di starmi vicino fino alla fine dei miei giorni, nel bene e nel male,l'hai anche promesso a mio nonno, non è stata colpa tua non avresti potuto saperlo..- quelle parole mi facevano ancor di più crescere la rabbia -se fossi stato lì in quel momento avrei potuto salvarvi- ammisi, sentivo io stesso il dolore nel mio tono di voce, in quelle parole, che avevo appena pronunciato, ero sceso dall'albero quando lei mi si era avvicinata, e fissavo sesshomaru che si era fermato non mi attaccava più lasciava fare a Kagome, eppure era all'erta in caso l'avessi attaccata, mi era così vicina potevo sentire il suo cuore battere, il suo odore mi mancava per quanto mi ero spinto così lontano cercando di dimenticarla,non l'avevo dimenticata affatto no non l'avevo fatto. -Ti prego Inuyasha torniamo a casa- mi disse quelle semplici parole, e io annui mi ero arreso, l'abbracciai forte a me. -si- dissi semplicemente.
Qualcosa era cambiato, ero tornato me stesso eppure alcuni tratti mi erano rimasti, i segni viola sul volto e sugli avambracci, seppur i miei occhi non fossero più rossi, la nostra casa, era stata ricostruita interamente dagli abitanti del villaggio che ci accolsero come sempre, sembravano felice di rivedermi, mi faceva strano non sapevano dopotutto quanti villaggi, e umani fino a ora avevo sterminato, non sapevano nulla, avevano taciuto tutti su quello che era successo, io guardavo ormai diversamente quel luogo, come anche gli esseri umani qualcosa nel mio animo era cambiato, e non sarei più tornato a essere quello di prima. Si stava avvicinando l'inverno e giungevano notizie brutte, dai villaggi vicini sembrava esserci una epidemia e si stava espandendo velocemente come una macchia d'olio sull'acqua, stavano morendo molte persone, e non sembrava esser ancora trovata una cura per fermarla. Arrivò pure al nostro villaggio, per prima fù Shiori, la figlia di Sango una delle due gemelle rimaste in quel villaggio, a essere colpita dalla stessa Kagome, e Sango si occupavano di lei, cercando in tutti i modi di salvarla, ma quella malattia la stava uccidendo dall'interno corrodendo gli organi, senza lasciargli via di scampo, ormai anche i polmoni stavano cominciando a rifiutarsi di collaborare, tossiva spesso, e tossiva sangue cercava di nasconderlo alle due, ma io me n'ero accorto, e lei mi aveva chiesto di non dirglielo ma era veramente una dura lotta farlo. Alla fine si ammalò anche Kagome, me ne accorsi in un giorno in cui era al fiume a prendere l'acqua fresca, all'improvviso crollo  riversando l'acqua del secchio per terra, aveva la febbre altissima, e quello era il primo sintomo. La lasciai alle cure di Orimi, per poi mettermi in viaggio, non sapevo dove andare, ma sapevo solo che ero alla ricerca di un modo per curare, la mia compagna, sentì parlare nel mio viaggio di una potente demone strega, sembrava aver poteri eccezionali, e sembrava riuscir a curare ogni cosa, ma a caro prezzo, non sapeva esattamente cosa avrebbe chiesto ma non gli importava, tutto pur di salvare kagome. Raggiunsi la sua abitazione -Ben venuto Inuyasha- mi accolse, ero stupito dal fatto che mi conoscesse, e che mi avesse chiamato per nome -io so tutto, so anche perchè sei venuto qui, e cosa vuoi da me- sorrisi -allora non serve che te lo dico- si voltò verso un calderone da cui usciva del fumo verde, ma privo di odore si sedette di fronte allo stesso rimanendo per ora in silenzio -quello che mi chiedi però, ti costerà molto caro- non mi importava -qualsiasi cosa pur di non perdere anche lei- la vidi sorridere malignamente -mi dovrai dare tutta la tua essenza demoniaca, e diventerai un umano e non come prima per solo una notte, ma per sempre, se riuscirà a bere l'infuso sopravviverà, e vivrà fino alla fine dei suoi giorni, senza che nessuna malattia possa ucciderla, solo la vecchiaia, lo farà- era un duro costo, ma alla fine lo accettai, la mia natura metà demoniaca mi aveva recato già abbastanza danni, nella mia vita liberarmene non mi interessava, se avrei avuto modo di stare con lei, di nuovo  -sarà pronta tra tre giorni- mi avvertì, mi allontanai da quel luogo, tutto mi sembrava completamente diverso, ormai non sentivo più gli odori come prima, si era fatto notte e non riuscivo a vedere a un palmo dal naso, era rischioso quel luogo pieno di demoni ma non mi interessava, ma mi resi anche conto che come sarei tornato da Kagome? Ora ero umano, e non potevo correre come facevo allora da mezzo demone, ne mi ricordavo che strada avevo percorso non avrei potuto seguire, le mie stesse tracce usando il fine orfatto che avevo fatto.. Ora mi rendevo conto che non avevo tenuto conto, del resto che sarebbe stato pericoloso il viaggio di ritorno, se non impossibile. Passarono quei tre giorni, tornai dalla strega che mi donò il suo infuso miracoloso, ora dovevo trovare un modo per tornare al villaggio Musashi, incontrai una carovana di nomadi che mi diedero un passaggio fino a metà strada, una settimana di viaggio solo per arrivare a metà del tragitto questo voleva dire, un'altra settimana o di più per arrivare fino alla mia meta, cominciavo a temere di non riuscir a arrivare in tempo per salvarla, dovevo trovare un modo più veloce per arrivare al villaggio.

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Capitolo 19
*** Il passato di Inuyasha Cap.4 ***


Cominciavo a risentire della stanchezza, e avevo fame, non mangiavo da due giorni, non riposavo da tre, da quando quei nomadi, mi avevano lasciato a metà strada, aveva continuato a camminare senza sosta, ormai i suoi piedi erano lacerati, per quanto avevo camminato, mi facevano un male tremendo, era solo la mia forza di volontà a portarmi avanti, nient'altro ma ormai avevo esaurito ogni forza crollai a terra, tastai sotto la veste del kimono per assicurarmi che non fosse successo nulla alla boccetta ma era ancora intatta e salva, sospirai felice che non si era rotta cominciai a strisciare era  l'unico modo per continuare a avanzare in quel momento, ma pian piano anche le mie braccia si rifiutarono di continuare, gli occhi si chiusero e tutto diventò buio. Mi svvegliai all'interno di una piccola capanna, rotta a mala pena si reggeva in piedi, sentivo odore di cibo, il mio stomaco lo reclamava -ti sei svegliato- ad accogliermi fu una donna  dai capelli rossi, non la conoscevo non sapevo chi fosse ma sembrava avermi salvato -temevo che fossi morto quando ti ho trovato, eri steso a terra privo di sensi e eri ferito- aprì la bocca per far uscire le parole, ma inizialmente non uscì niente, mi sforzai quindi di nuovo di parlare -quanti giorni sono passati?- si era allontanata, e era andata a versare in una ciotola in terra cotta, quello che aveva cucinato e me lo porse -3 giorni da quando ti ho trovato nella foresta- avevo passato tre giorni nel buio, avevo perso del tempo mi alzai di scatto ignorando il cibo che lei mi porgeva. -devo andare- mi mossi verso la porta di quella capanna, ma mi reggevo a malapena in piedi -sei ancora debole, dove credi di andare- mi fece risedere sul futon, aiutandomi accettai quindi il cibo che mi porgeva incominciando a mangiare -devo tornare al villaggio Musashi, prima che sia troppo tardi- dissi -ci vogliono ancora almeno 5 giorni, ma nelle tue condizioni nemmeno in 10 ci riusciresti a arrivare- ammise -non possso tardare più di tanto lei a bisogno di me- non avevo pronunciato il suo nome, non ne avevo il coraggio in quel momento -uhm potrei chiedere a Koko di portarti fino a li con i suoi cavalli, almeno non cammineresti- ; -mi farebbe piacere, saprò ricopensarvi nel migliore dei modi- la vidi scuotere il capo -non serve, deve essere molto importante per te questa persona, se ti sei ridotto in questo stato pur di raggiungerla- quello stesso giorno, partirono per quel viaggio, Koko era una donna molto tenace, non si faceva mettere i piedi in testa, da nessuno era l'opposto dell'altra il viaggio stava quasi per arrivare al termine quando un demone di basso livello ci attaccò venni ferito gravemente, ma mi salvai di Koko e dei cavalli invece non potevo dire la stessa cosa, continuai il mio viaggio sulle mie gambe ormai riconoscevo quel luogo lo avrei riconosciuto tra mille, ero a casa aumentai il passo e raggiunsi la mia capanna, l'aprì di corsa e mi diressi verso le nostre stanze, vidi sango che si prendeva cura di Kagome addormentata sembrava ancora viva -Inuyasha sei tu- era chiaramente sorpresa del mio aspetto -che è successo, come mai sei umano?- mi chiese ma io rimasi in silenzio -lasciaci da solo- dissi la vidi quindi allontanarsi con ancora i dubbi che gli attanagliavano la mente -Inuyasha sei tu- sentì la voce di Kagome così debole, pronunciare quelle parole -si sono io- tirai fuori dal kimono quella boccetta -dove sei stato? non importa anzi, l'importante è che ora sei qui, e che per un'ultima volta ti ho potuto vedere e salutare- stappai la bottiglia -non dire così- la vidi scuotere il capo -ormai sono al limite, e questa malattia mi sta uccidendo, non sopravviverò a questa notte- fui io questa volta a scuotere il capo, l'aiutai ad alzarsi, e a sedersi -bevi- dissi semplicemente -cos'è?- mi chiese -la cura per questa malattia- vidi lo stupore comparire sul volto della mia compagna, e solo ora allo stesso tempo sembrava essersi accorta che ero umano -cosa ti è successo?- mi chiese a lei avrei dato la risposta -ho dato la mia essenza demoniaca per salvarti, ora bevi ti prego- insistetti -perchè l'hai fatto?- ; -questa mia natura non ha fatto altro che portarmi dolore, sofferenza non ne potevo più, e se per salvarti dovevo dare quella parte di me che negli ultimi anni ho cominciato a odiare, mi sta bene basta che tu vivi, e potremmo goderci finalmente gli ultimi anni della nostra vita insieme, invecchiare e morire insieme- lei era rimasta in silenzio -è veramente questo che vuoi?- ; -si- risposi semplicemente -bevi ti prego- senza più esitare mandò giù tutto di un sorso quell'intruglio, rimase in silenzio guardando la boccetta ormai vuota -kagome come ti senti?- gli chiesi non ebbi il tempo di dire altro, sentì il suo corpo morire tra le mie braccia esalare il suo ultimo respiro, non era possibile doveva vivere invece era morta, era morta era morta tra le sue braccia, era morta dopo aver bevuto quella pozione come era possibile, vidi Sango entrare nella camera, e notò kagome tra le mie braccia ormai morta. Passarono tre giorni, ci fù il funerale arrivarono anche Kohaku dal villaggio degli sterminatori, insieme a Kirara e mio fratello ma non c'era Rin con lui, non gli chiesi il perchè non volevo saperlo, il mio corpo reclamava vendetta, finiti i funerali mi avvicinai a Kirara per poi accarezzarla -mi faresti un favore amica mia- miagolò dolcemente strusciandomisi addosso, il tempo che Kohaku era tornato da Kirara eravamo già in volo, fu inutile chiamarci, ci eravamo già allontanati abbastanza da non sentire le sue urla. La direzione era quella della casa di quella maledetta strega, non era stata ai patti e sarebbe morta, l'avrei uccisa con le mie mani almeno ci avrei provato. Arrivammo dopo tre giorni -Maledetta strega esci- sentì la sua risata, ma non sembrava non uscire quindi entrai nella sua casa, lasciando kirara all'esterno non volevo che gli succedesse nulla. -Inuyasha come mai ancora qua?- la rabbia continuava a crescere nel mio corpo -mi avevi promesso che quella pozione l'avrebbe salvata invece è morta- gli urlai contro no si mostrava, ormai ero nella stanza della strega dove c'era quell'enorme calderone in cui creava quegli intrugli -a quanto pare sei arrivato troppo tardi, perchè la pozione facesse effetto- me la ritrovai alle spalle indietreggiai di colpo andando a finir a sbattere contro il calderone -in che senso?- ; -se era in punto di morte, nemmeno quella poteva far il miracolo di salvarla- mi staccai dallo stesso -non avevi detto che sapevi tutto, allora perchè non sapevi che non sarei arrivato in tempo, tu te ne sei approfittata- la sentì ridere per una seconda volta -finalmente l'hai capito, ma credi veramente che un demone come me avrebbe aiutato un piccolo mezzo demone, a salvare la sua compagna, no era solo un modo per ottenere il tuo potere e diventare sempre più forte- gli ringhiai contro, almeno era quello il mio intento mi usciva spontaneo seppur ormai ero solo un umano -ahahaha che paura, ora morirai così potrete essere di nuovo uniti- non ebbi il tempo di schivarla troppo rapida, mi trafisse il corpo con i suoi artigli, creando un buco da parte a parte nel mio petto non troppo distante dal cuore -notte notte stolto, e questa volta sarà per sempre- ritirò la sua mano era l'unica cosa che mi sorreggeva ormai, crollai all'interno del calderone, e la sentì urlare cercando di riprendermi ma era stato inutile, sembravo esser stato inghiottito dallo stesso. Quando di nuovo aprì gli occhi, ero all'interno di un posto assai buio, non vedevo nulla solo oscurità, camminai nella stessa senza meta, ma ogni passo che facevo sentivo il mio potere demoniaco ritornare, come era possibile, abbassai gli occhi notando che nella mia mano, erano tornati gli artigli, li avrei riconosciuti tra mille, riaquistai l'udito e l'olfatto di una volta, sentì di nuovo tessaiga vibrare contro il mio fianco, di nuovo viva rispondeva alla mia stessa natura, poco più avanti notai infine una luce, cercai di raggiungerla e quando arrivai abbastanza vicino alla stessa, quello che vidi mi lasciò senza parole, era mio padre come quella volta che avevamo sconfitto songa si parava davanti ai miei occhi con la sua figura, perchè mi sentivo all'improvviso nulla di fronte a lui. -Inuyasha figlio mio- l'unica parola che riuscì a uscire dalle mie labbra fu -padre- lo vidi sorridere -sei arrivato fino al punto da sacrificare te stesso per la donna che ami, ne sono orgoglioso- una domanda mi uscì spontanea dalle labbra -siamo nell'aldilà?- ; -no figlio mio- ero perplesso da quelle parole -non sei ancora morto, non è giunta la tua ora- stavo per ribattere quelle parole ma mi ferò con un cenno della mano -anche tu come tuo fratello dovevi superare una prova- ero perplesso non capivo cosa intendeva -mi dispiace tu abbia dovuto perdere tutto quello che ti era più caro per arrivare a questo, tua figlia e tua moglie stanno bene, ti prometto che li proteggerò nel mondo dei morti fino al tuo arrivo, quando sarà giunta veramente la tua ora- continuavo a guardarlo senza capire -d'ora in avanti sarà più facile vivere- lo vidi avvicinarsi sempre di più a me fino a sfiorarmi -questo è ciò che ti aspettava fin da la nascita, ma che ti è sempre mancato ora è giunto il momento che sia tuo, e lo sarà per sempre nessuno potrà togliertelo- lo vidi entrare dentro di me, non so esattamente cosa successe, semplicemente non so come ma sentì all'improvviso una scarica di energia che non avevo mai sentito, il mio corpo sembrava non riuscire a contenerla, voleva esplodere uscire fuori sollevando lo sguardo vidi il bordo del calderone e il soffitto sfondato di quella casetta, sentivo urla e grida all'esterno di quel calderone oltre, sentì mio fratello gridare ma era strano non era a parole, non riuscivo a capire cosa fosse ma.. Il mio corpo cominciò a mutare, mentre non so come uscì dal calderone, vidi kohaku combattere in sella a kirara, contro quel demone, e scorsi anche la figura di mio fratello nella sua reale forma, non so cosa ne come, ma senza accorgemene anche io mutai, trasformandosi in un enorme demone cane sotto lo stupore di tutti, mi avventai contro quel demone strega, e la uccisi avevo ottenuto la mia vendetta, ma a quale costo, sentivo gli sguardi di tutti puntati su di me Sesshomaru era tornato normale, e Kohaku era sceso insieme a Kirara, ma come mai sembrava tanto piccoli rispetto a me? non riuscivo a capirlo, vedevo Kirara soffiarmi contro sembrava spaventata, ma da cosa? Senza accorgemene lentamente tornai normale, o almeno così credevo, ma il mio aspetto era mutato, lo sentivo io stesso, mi guardavo attentamente come a non riconoscere più quel mio corpo, i capelli erano tornati argentei le orecchie erano rimaste canine, ma cosa penzolava alle mie spalle, sembrava molto simile a quello che portava mio fratello sulla sua spalla, ma non era solo quello mi sentivo diverso più forte, i miei sensi se prima erano molto sviluppati, già rispetto a un umano ora lo erano ancora di più -che cosa è successo?- chiesi a loro, come se potessero sapere una risposta -Inuyasha sei diventato un demone completo, ne sono certo- disse Kohaku, e sembrava che Sesshomaru confermasse la cosa, anche se un po' scioccato -ma..- non ebbi il tempo che mi ricordai quello che aveva detto mio padre, aveva parlato di qualcosa che mi apparteneva ma che fino a ora non mi era stata data, allora era quello per anni aveva agoniato di diventare un demone puro, e ora che lo ero non sapevo più se lo volevo, o fosse una condanna.

Angolo dell'autore: Ebbene si siamo giunti alla fine di questa breve mini-storia nella storia, spero vi sia piaciuta quanto meno ha spiegato più o meno come mai inuyasha sia diventato un demone completo, e a chiarito un po di dubbi sulla morte di Kagome, spero continuerete come sempre a seguirmi, un bacio a tutti e al prossimo capitolo, nel quale torneranno i nostri nuovi amici

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Capitolo 20
*** L'attacco ***


Mi ridestai da quei pensieri, per quanto ormai fossi un demone completo, quei sentimenti erano ancora forti come allora, no non era come quando il suo sangue demoniaco prendeva allora il sopravvento su di lui, facendolo diventare una creatura priva di ragione e sentimenti, no non aveva perso la sua anima, era ancora l'inuyasha di allora, era cambiato solo il suo aspetto la sua forza il suo corpo, il suo sangue ma era lui, era rimasto immutato in tutti quegli anni, per quanto si fosse rifiutato di ammetterlo, quando erano morti sango e miroku, di vecchiaia, aveva sofferto per la scomparsa dei suoi amici, aveva anche visto i loro figli crescere avere figli a loro volta invecchiare morire, perchè la vita umana doveva essere così corta. In ogni caso si era mosso per i corridoi annoiato da quella monotonia di quel luogo, era passato per la stanza delle riunioni, e aveva sentito la conversazione che proveniva dall'interno, sembravano parlare di questi attacchi, si avvicinò sempre di più alla porta che quel giorno non era sorvegliata, e cominciò a ascoltare la conversazione. -questo problema è molto più grande di quanto potevamo credere, potrebbe anche essere completamente inutile continuare a cercare questo essere, potrebbe essere da per tutto- non riuscia a capire cosa intendevano, sentì l'odore di Iriumaru farsi sempre più forte, si avvicinò -Iri..- gli fece segno di zittirsi, mentre innalzava una barriera in modo da non far percepire la loro presenza, apprezzò molto il fare di quel ragazzo, oltre al suo talento, lo sguardo era poggiato su di lui, lo studiava attentamente. -cosa risponderemo alla richiesta di aiuto, che ci hanno mandato generale- ricalò il silenzio in quella stanza -non ti so dire, il fatto che siano arrivati a chiedere aiuto a noi, non vuol dire nulla di buono, ma allo stesso tempo una alleanza comune potrebbe dare maggior forza quella che ci serve, per raggiungere la conclusione di questa guerra, ma..- quando sentì trasalì leggermente -dobbiamo di nuovo riunirci con gli altri demoni, e sarebbe bene, che arrivassero anche loro, in modo da capire bene qual'è la situazione, e poi muoverci, anche se credo che non sarà poi così facile convincerli, questo viaggio è rischioso anche per loro- tornò il silenzio nella stanza, sentirono allo stesso tempo molte persone sollevarsi dal loro posto -in ogni caso per ora direi di finire questa riunione, e aggiornarci domani- detto questo ci allontanammo di corsa da lì, prima che si accorgessero della nostra presenza, ci dirigemmo verso Isonka, sperando che lui potesse spiegare quello che ci eravamo persi di quel discorso, quel demone la sapeva lunga di norma, non gli sfuggiva nulla, appoggiava l'idea di quel ragazzino. Eravamo giunti fino alla sua casa, entrando lo trovammo in cucina che fissava fuori dalla finestra, si era però voltato quasi subito verso di noi, quando eravamo entrati nella stessa -tu sai qualcosa di quello che sta succedendo?- parlò lui, mentre isonka fece cenno di sedersi al tavolo, lo vidi sorridere ma allo stesso tempo sospirare -sembra che questa minaccia si sia estesa fino alle coste della Cina- ammise -Xiao Ling l'imperatrice demone di quelle terre, a chiesto aiuto a mandato dei servitori fino alle nostre terre- nello stesso momento vidi Mikio scendere dalle scale, raggiungendoci -cosa succede?- chiese mentre si avvicinava a Iriumaru -siediti pure tu tanto vale, che ascolti l'attuale situazione- lo sguardo di Mikio era perplesso, ma alla fine si sedette affianco a Iriumaru. 

****
Era stata lunga la conversazione con Isonka, e di certo non aveva portato belle notizie, io e Iriumaru passeggiavamo per i vicoli del villaggio, in silenzio da quando era entrato in casa, non mi aveva rivolto mezza parola, ne mi guardava in faccia, non sembrava affatto aver preso bene il fatto che lo avessi respinto quella mattina, sapevo di averlo ferito, me n'ero già accorta nel momento stesso in cui avevo nella sua stanza pronunciato quelle parole, mi morsi nervosemente il labbro inferiore, non gli davo torto non gli avevo dato una vera spiegazione mi faceva male, il suo fare più di quanto mi aspettassi -Iriumaru- dissi fermandomi, ma lui continuava lungo quel vicolo, in realtà stava camminando senza meta, nemmeno diretto verso il palazzo, non sapeva esattamente da quanto stavamo alla fine girando intorno alla casa di Isonka ma senza tornarci. Mi avvicinai velocemente a lui, parandomi di fronte fermandolo, alzai lo sguardo per cercare quelle dolci ambre, ma quello che trovai era una freddezza nello sguardo che mi ricordava quello di suo padre, ma mi stava fissando lui a me in quel modo, era peggio di una pugnalata al cuore. Afferrai il suo viso tra le mani -non guardarmi così- gli dissi ma lui nemmeno mi rispose, cercai di baciarlo sulle labbra, cercando quella dolcezza ma lui no contraccambiò quel bacio, era rimasto impassibile davanti a quel gesto, mi staccai lentamente da lui lo vidi aprire le labbra e pronunciare infine delle parole -è colpa di mio padre?- mi chiese -eh?- domandai perplessa -fra un pò sarò abbastanza grande da poterti prendere veramente come compagna, non mi importa se si opporrà a questa mia scelta, farò di tutto perchè non ti sfiori nemmeno con un dito, e che non ti minacci più- finalmente riusciva a capire le parole di Iriumaru, temeva che fosse successo come tempo, addietro quando suo padre si era opposto quando per la prima volta si era abbandonata ai suoi sentimenti e a quelli di lui -no non centra lui- dissi stava per dire qualcosa ma io gli poggiai un dito sulle labbra zittendolo -ti sei domandato perchè sono riuscita a impugnare tessaiga, quando nessun demone nemmeno Aiko poteva farlo?- gli domandai vidi il suo sguardo perplesso sapevo che era cosciente quel giorno, seppur debole se non fosse stato per lui probabilmente saremmo tutti morti -solo i discendenti di Taisho possono impugnarla in quanto, creò tessaiga e tenseiga proprio per proteggerli- aggiunsi, sembrava rimurginare un po' su quelle parole, alla fine sgrano gli occhi sembrava aver capito dove sarebbe andato a finire il discorso, deglutì a fatica mentre lo sguardo pian piano si stava di nuovo sciogliendo sapeva, dolore risentimento e altro intravidi nel suo sguardo, stavo per dirlo quando lui all'improvviso mi abbracciò dolcemente trattenendomi fra le sue forti braccia -mi dispiace- disse scossi appena il capo, le lacrime sarebbero volute uscire ma non potevo di nuovo piangere, l'avevo già fatto abbastanza e non volevo farlo di nuovo. All'improvviso ci fu un boato, sollevando lo sguardo notai che il castello era in fiamme, che cosa era successo c'era anche confusione all'interno del villaggio, un'attacco fra tutti i fronti, mi mossi rapida dirigendoci verso la casa di Isonka almeno per ora, visto la più vicina e visto che eravamo privi di armi conveniva andare da lui, stava combattendo infatti contro un piccolo gruppetto di quattro demoni, li spazzò via facilmente non erano quelli il problema di certo -Iriumaru Mikio- ci chiamò mentre ci avvicinavamo -sembra quei maledetti ci stiano attacando- disse mentre entrò in caso lo seguimmo andando nella sua stanza, tirò fuori un enorme baule sempre di norma chiuso con un lucchetto, aprendolo rivelò una serie di armi, che dovevamo scegliere, visto che attualmente ne eravamo completamente privi delle nostre, scelsi due daghe corte, ma dalle lame molto affilate, erano le uniche che mi convincevano mentre Iriumaru scelse Naginata, uscimmo di corsa dalla casa, tutto il villaggio era in fermento qua e la c'erano demoni cane che combattevano i demoni che ci avevano attaccato, dove era possibile lì aiutavamo ma la nostra meta era il palazzo in fiamme. Ci muovemmo rapidi all'interno dello stesso, parte del castello era andato distrutto, non avevo mai visto Iriumaru così agitato si muoveva in direzione delle stanze reali, trovammo Aki che combatteva contro dei demoni, alle sue spalle una serva proteggeva la piccola Sakura che tremava come una foglia, Iriumaru si avventò contro quei demoni, aiutando aki a distruggerli, sapeva usare quell'arma in modo eccellente e ne ero rimasta affascinata -dovè papà?- chiese mentre un secondo scossone fece muovere le mura del castello, sembrava che qualcosa fosse crollato addosso allo stesso, dal fragore, ci muovemmo in quella direzione e trovammo la figura di Sesshomaru che pian piano stava riprendo la sua forma, era a terra apparentemente privo di sensi ma vivo a veder il petto che si sollevava e abbassava, era coperto di ferite il Kimono macchiato si Sangue, in cielo si scorgeva una enorme figura di un demone, che sembrava esser stata creata con tanti pezzi di altri demoni, a crear un essere irreale quanto immondo.

Angolo dell'Autore: mi dispiaece per l'attesa ma sono appena tornata a casa e già mi sto ripreparando per venerdì che riparto di nuovo quindi non avevo la testa per scrivere il capitolo. Un bacio a tutti i lettori e al prossimo

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Capitolo 21
*** Inu no Kami ***


La battaia imperversava, nessuno dei due sembrano voler cedere, qualcuno guardava tutto da molto lontano, attraverso un piccolo specchio, quei demoni cane sembravano  non arrendersi per quanto il villaggio e il castello avesse subito enormi danni, no era testardi o forse doveva dire stupidi, i nemici erano molto più numerosi più ne spazzavano via più ne comparivano, per quanto quel demone cane sapesse aprire dei varchi strani che portavano all'aldilà che sembravano inghiottire le sue creature, cominciava anche lui a risentirne di quella battaia senza fine, un sorrisetto comparve sulle labbra, da lì a poco avrebbero ceduto il passo a lui, lo specchio spostò la visuale posizionandosi sulla figura del principe che combatteva contro quel suo enorme demone, costatava che quel ragazzo aveva un talento, sarebbe stato uno spreco enorme ucciderlo ma magari come alleato.. ma come avrebbe potuto far si che cedesse, notava una forza d'animo che si sarebbe spezzata molto difficilmente -fammi vedere nel suo cuore- disse allo specchio, che si illuminò all'improvviso mostrando infine ricordi emozioni che aveva provato quel ragazzo, scorgendo il viso della kami, per poi andar oltre soffermandosi su ricordi molto più vivi legati a una demone cane, che aveva visto prima combattere, al suo fianco -la ama- uscì da quelle labra una risata gelida, senza sentimenti forse solo con un po' di sarcasticità nella stessa, aveva trovato un modo per piegare la sua volontà se l'avrebbe presa in ostaggio, probabilmente pur di salvarla avrebbe fatto tutto. Ordinò quindi ai demoni, di catturarla viva.

****
Le mani mi tremavano, mentre cercavo ancora di tener il più possibile salda la presa sulla Naginata, era difficile per quanto spazzassimo via quel demone, io e mio padre, ogni volta sembrava rialzarsi e noi invece eravamo allo stremo, come tutto il villaggio le guardie, il demone lo riattaccò non ebbi il tempo di schivarlo che venni catapultato verso il castello sfondando una parete, l'impatto contro lo stesso fu così forte da mozzarmi il fiato, la vista si stava appannando, mentre cercavo in tutti i modi di risollevarmi da terra, sentì la voce di Mikio chiamarmi la vidi entrare dalla fessura che avevo creato -Iriumaru- pronunciò avvicinandosi a me, in quell'attacco avevo perso anche l'arma dove era andata a finire, cominciavo a maledire quella situazione mentre un demone, alle loro spalle si stava avvicinando, lo spazzai via con i miei artigli, stavo in piedi sulle mie gambe ma quasi non mi reggevano più, mikio mi si affiancò cercando di aiutarmi, ma mi rifiutai -posso ancora farcela- il mio orgoglio non me lo permetteva -Iri..- All'improvviso qualcosa si aprì nel cielo, un enorme meidon non ne aveva mai visti di così grandi, aveva quasi preso tutto il cielo sopra al villaggio, e stava risucchiando quelle creature non lasciando scampo nemmeno a quel demone immondo, quando ormai erano stati tutti risucchiati si richiuse, mostrando quella figura che a me era familiare, ero felice di vederla quella che era stata come una madre per me in sella al proprio cavallo demoniaco, guardava la scena dall'alto alla fine sembrò scendere di nuovo a terra -certo che vi siete fatti conciare veramente male- disse in direzione di mio padre, con un balzo scesi da dove ero seguita da mikio, avvicinandomi sempre di più, notai il suo sguardo volgersi su di me, e appena mostrare un sorriso che io avevo imparato a conoscere in tanti anni, ma poi sembrava aver spostato lo sguardo su qualcuno dietro di me, sapevo che c'era Mikio alle mie spalle, per quanto quelle ambre erano rimaste inpassibili, il brivido che mi percorse la schiena mi diceva tutt'altro, non era contenta e sapeva anche perchè. Era tempo di stimare i danni provocati al villaggio, mikio era rimasta insieme a aki, al palazzo alla fine vista la grandezza dello stesso non aveva così tanto subito danni, certo parte dello stesso era stata spazzata, ma le fiamme erano state placate, in poco i danni sarebbero stati risanati, ma il clan? Erano morti in tanti giovani vecchi, camminavo per i vicoli notando case distrutte corpi di Inu sparsi per terra, ormai privi di forze non sarebbero nemmeno tornati, chiusi gli occhi a quelle scene mentre sentivo il tocco di Kami sul mio braccio, e solletichio provocato dal suo potere curativo -non è niente- dissi, ma non mi stava ascoltando mi aveva bloccato spalle al muro di una delle abitazioni rimaste inpiedi e mi stava curando, socchiusi gli occhi sapevo benissimo che sarebbe stato inutile cercare di fermarla a meno che volevo incombere nella sua ira. Da una parte mi faceva piacere, per quanto non l'avrei mai ammesso, avevo bisogno di quelle cure, pian piano che il mio corpo risanava, sentivo le forze tornare, la vidi aprire il kimono mi irrigidì di colpo, una lieve risata uscì dalle sue labbra -ti ho visto tante volte completamente nudo, e non hai fatto una virgola, e ora all'improvviso ti senti in imbarazzo- cercai di mantenere la calma -mi hai preso alla sprovvista- era una scusa e lo sapevo anche io, e aveva ragione allo stesso tempo pure lei -sei cambiato Iriumaru, da quando ti ho lasciato nelle mani di tuo padre, dove hai lasciato la freddezza di cui  un tempo ti vantavi?-non sapeva rispondere alla sua domanda -non farti trasportare troppo dai sentimenti o rischierai che i tuoi nemici, li useranno a loro vantaggio- abbassai lo sguardo notando la ferita che avevo all'addome, era possibile che non mi fossi accorto di nulla, si avevo sentito un dolore allucinante ma alla fine credevo non fosse così profonda ecco perchè mi sentivo spossato -sei ancora giovane ed è normale anche che tu voglia conoscere quel mondo, e oltretutto sei un maschio- mi sentivo imbarazzato a intraprendere quel discorso con lei, in tanti anni vissuti insieme, si eravamo entrati in argomento forse qualche volta, ma non mi ero mai sentito come in quel momento, forse perchè ora ero molto più cosciente di quella pulsazione, che ti spingeva a unire due corpi, mentre allora no -e ancora ti è permesso sbagliare, ma ormai sei quasi un adulto, sta attento a quello che fai che poi potresti pentirtene più in la- ormai era stata risanata completamente la ferita, e lei mi stava di nuovo ricoprendo con il kimono -si kami- risposi non aveva torto, lo sapevo anche io -torniamo al castello, le guardie si stanno occupando di dare i soccorsi, quindi non serve che stiamo qua- disse inziando a librarsi appena in volo io la seguì senza dire nulla per quel piccolo tratto, notò che le squadre erano al castello ma mancavano alcuni membri, che fossero morti in battaglia, appena toccai terra la mia squadra mi si avvicinò -capitano, nostra signora- lo sguardo di Kami però era rivolto da tutt'altra parte, si era infine mossa e la seguì all'interno del palazzo lasciando i miei compagni con un cenno della mano -immagino sia entrato a far parte di una squadra dei dodici- annuì lievemente anche se mi dava le spalle, sembrava essersi accorta di quella silenziosa risposta -così giovane, e hai già preso il comando, non ti smentisci figlio mio- mi sorrise -ho avuto un'ottima maestra- sembrava essersi ancor di più allargato lo stesso, erano tornati silenziosi mentre percorrevamo quei corridoi fino a arrivare alla sala del consiglio, due guardie presiedavano l'entrata, ci lasciarono entrare aprendogli il portone per poi richiuderlo di nuovo al loro passaggio. -ben tornata nostra signora- mi voltai verso la figura di Kitaro, la sala era quasi piena, erano morti solo due consiglieri a quanto pare -Kitaro siete ancora vivo, mi stupisce la cosa- erano ironiche le parole, sembrava non correre buon sangue trai due, avevo scorto qualcosa negli occhi di lui, ma ero rimasto in silenzio prese posto infine al fianco di mio padre, dal lato opposto rispetto a Aki, io ero rimasto sulla porta, incerto se uscire dalla stessa o rimanere la non sapendo se potevo restare, vidi kami farmi cenno di avvicinarmi -puoi andare principe- disse Kitaro, con un lieve inchino stavo per congedarmi quando Kami si sollevò dal trono -non hai nessun potere di cacciarlo fuori da questa stanza Kitaro- era fredda l'occhiata che gli aveva mandato -questo è vero ma..- lo sguardo si era portato su mio padre, aspettando una sua parola -per me può rimanere se vuole- fu la sua risposta, nessuno più ribattè ne kami, ne mio padre, incerto alla fine mi avvicinai a Kami che mi indicò il posto accanto a lei vuoto, presi posto nello stesso, mi faceva strano stare la su uno di quei troni, di solito ero al centro della stanza. Discutemmo della battaglia, e dei danni provocati oltre era giunta voce che anche il clan dei draghi e delle pantere, aveva subito un attacco anche se meno intenso, e avevano subito molti danni, oltre a essere stati dimezzati, la situazione non era delle migliori, per poi tornare all'argomento della cina, di quella richiesta di aiuto discutendo anche sulla stessa, kami e io eravamo rimasti in silenzio per tutto il tempo, alla fine la riunione terminò e uscirono tutti dalla stanza, eravamo rimasti solo io mio padre e kami, anche aki se n'era andata però lei aveva Sakura. -che ne pensi?- domandò infine mio padre a Kami, che si era alla fine alzata dalla sua postazione -che prima che ci annientano sarà meglio trovare una soluzione- si voltò verso di me a fissarmi -io e Iriumaru partiremo fra qualche giorno- avvertì mio padre, ero rimasto stupito dalle parole di lei, e lui se n'era accorto -dove andate?-  non  gli rispose, ma mi fece segno di seguirla, scesi quindi dal trono, e cominciai a seguirla, mi sentì essere afferrato da mio padre -dove vuoi andare kami con mio figlio?- il tono era secco e di rinprovero, la stretta sul mio braccio forte mi aveva colto alla provvista -tranquillo torneremo, al villaggio non me lo porto via- disse -andiamo da un vecchio mio conoscente, magari potrà aiutarci- lasciò lentamente la presa, e io mi scostai -vengo pure io- ribattè -no se poi ci attaccassero di nuovo, serve un capo qualcuno che li sostegni, e combatti con loro, essendo tu il generale non puoi far a meno di farlo- detto questo uscimmo dalla porta, per lasciarci alle spalle la sala e mio padre -perchè non partiamo subito?- chiesi -perchè devi ancora riprenderti dalla battaglia, e sarà lungo questo viaggio- stavo per ribattere ma mi fermò -niente capricci Iriumaru- mi zittì senza più dire una parola, seguendola.

Angolo dell'Autore: dal prossimo capitolo ci godremo un po' di momenti nonna nipotino, no niente smielate stiamo parlando della madre di Sesshomaru, non di un coniglietto al cioccolato, oltretutto venerdì (ebbene si) riparto di nuovo, e starò via per 10 giorni, con connessione da far schifo, e probabilmente non riuscirò a aggiornare i capitoli
Intanto vi Lascio con Mikio (ebbene si l'ho trovata una che mi confà, gli manca solo la pelliccia nera, coda quel che è, che hanno quasi tutti gli inu sulle spalle o altre parti, che poi, quando mutano sembrano far parte del corpo proprio del demone cane, no non è come i vestiti che scompaiono)



la versione poi kibi è magnifica

 

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Capitolo 22
*** Tra Inferno e Paradiso ***


Erano in viaggio avevano lasciato il vilaggio, e le loro terre per percorrere una strada che li avrebbe portati chissà dove, a dir la verità ancora non gli aveva detto dove erano diretti, ne gli avevo chiesto non era incline a rivelare i propri piani, e la conosceva abbastanza da sapere che sarebbe stato meglio non chiederglielo, a volte ci muovevamo in volo delle volte a piedi, seguendo i sentieri umani, raramente era capitato qualche attacco da parte, di mostri vari erano stati spazzati via con facilità, eravamo arrivati nei pressi di quello che sembrava un villaggio uman, ben nascosto nei monti la neve avvolgeva quel paesaggio, rendendolo etereo quasi irreale, le temperature erano molto basse, si sorprendeva che quel piccolo gruppo di umani riuscisse a sopravvivere, sembrava quasi essere in un inferno di ghiaccio, le temperature erano realmente basse, che anche il corpo di noi demoni sembrava quasi risentirne. -dobbiamo continuare per quel monte- indicò la cima di un'alta montagna che si stagliava contro il cielo, non si vedeva nemmeno la cima, la cima era avvolta da nuvole, possibile che non potesse sembrare aver fine, in volo sarebbe stato facile raggiungerla probabilmente, non era di certo un problema -siamo quasi arrivati ormai- quindi era quella la meta? non sembrava nulla di speciale quel monte, non avvertiva auree maligne, ne presenze di demoni, ma ora che ci pensava da quando eravamo lì non c'erano stati attacchi, anzi si poteva dire che quasi i demoni sembravano aver paura di quel luogo, e non riusciva nemmeno lui a capire il perchè, ma quando avevano varcato quel territorio, una strana sensazione aveva travolto il proprio corpo qualcosa gli diceva, di star lontano da lì, qualcosa nel suo subconscio, ormai lontani dal villaggio si erano alzati in volo in direzione di quel monte, prendendo la loro forma originale ma avevano riscontrato un enorme problema, sembrava che ci fosse qualcosa che li respingeva, non potevano avvicinarsi a quel modo, venivano riportati alla base del monte -ora come facciamo- avevamo ripreso quelle forme umane, e fissavo kami in attesa di una risposta, mentre la mia mente vagava "sarebbe stata utile, la lama rossa di Tessaiga per abbattere questa maledetta barriera" come se mi avesse letto nei pensieri commentò -sarebbe stata inutile anche lei- la vidi muovere dei passi verso quella fitta boscaglia del monte -ci toccherà a quanto pare, raggiungere quel luogo con le nostre gambe- la seguì quindi lungo quel percorso, diamine quel luogo era veramente freddo, avevo lasciato che la pelliccia si spostasse dalla normale posizione in cui la portavo di solito per avvolgermi cercando il calore della stessa, in quel momento avrebbe voluto il suo bianco e caldo manto della sua reale forma, anche lei seppur non lo dava a vedere cominciava a risentirne, notavo quel lieve tremore, e più salivano verso la cima, o almeno era quello che sembrava, e più quel gelo sembrava penetrare nelle loro ossa, alla fine ci decidemmo a fermarci per la notte in una piccola grotta, di quella montagna, avevamo cercato di accendere un piccolo falò ma anche quella fiamma stentava a vivere, e a confortarci con il suo calore. Avevo appena chiuso gli occhi, quando Kami si sollevò dalla posizione di prima, per poi sedersi accanto a me -domani all'alba ci svegliamo, quindi riposa- sentì il suo leggero tocco sul mio viso, aprì lentamente gli occhi per incontrare i lineamenti di lei, del suo viso non troppo distante dal mio forse anche troppo vicino, mi sfiorò delicatamente la piccola falce di luna con le sue labbra, come faceva quando ero bambino, prima che mi addormentassi, da quanto non dormivamo nella stessa stanza, in realtà non era mai stata incline nemmeno quando io ero molto piccolo, a farmi dormire negli appartamenti avevo sempre avuto una stanza nel castello tutta mia, e le servitrici si occupavano dei miei capricci allora, ma un giorno dopo estenuanti richieste riuscì a convincerla, nemmeno io so come forse semplicemente per esasperazione no quante volte era riuscita a farmi demordere, alla fine fino a quando aveva avuto circa 45 anni dormì insieme a lei, fino a quel fatitico giorno quando mia madre, la mia vera madre morì, dopo quel giorno mi rifiutai troppo il dolore kami per quanto mi avesse, e tutt'ora quasi la consideravo una madre, ancor di più di aki, per quanto facesse di tutto per farsi accettare, quel giorno qualcosa in me si spezzò e con quella morte, era morta anche la mia infanzia, seppur ancora molto piccolo da quel giorno cambiai radicalmente, mi chiusi in me stesso sotto una maschera di freddezza assoluta non avevo fatto più capricci, obbedivo a kami qualunque cosa mi dicesse, per quanto duri e faticosi fossero stati gli allenamenti, non mi ribellavo ne piangevo ne mi lamentavo, sembrava che il mio cuore si fosse spento del tutto lasciando solo un ricordo di quello che ero, un bambino solare vivace che guardava il mondo con occhi speranzosi, sperando di uscire da quelle mura del castello, e vedere quello che mi circondava e invece, non era stato più così se un tempo avevo tentato diverse volte di scappare, non fu più così non tentai mai più di varcare quella barriera di scappare dai soldati che si preoccupavano della mia incolumità, combatterli per raggiungere quella libertà senza farmi mai metterei piedi in testa. No tutto era morto in quell'istante -Iriumaru- sentì pronunciare il mio nome, ma lo sguardo come il mio viso era freddo come se fosse morto qualcosa, quei ricordi avevano fatto si ch tornasse quella freddezza e ora le parole che mi aveva detto Kami, prima di partire sul fatto di non abbandonarmi ai sentimenti, prendevano forma sostanza quel momento non era stato molto d'accordo ma si rese conto che aveva ragione, per cosa aveva abbandonato la sua maschera la una freddezza? per una donna, anche rin era stata una donna, era stata sua madre colei che l'aveva generato, dall'amore suo e di suo padre, e cosa aveva portato, con la sua morte, solo disperazione dolore e lontananza, si rese conto che doveva essere forte, e ignorare così quei sentimenti. -niente- dissi chiudendo quel discorso che non volevo nemmeno intraprendere, sapevo che lei aveva notato quel cambiamento in me, mi conosceva abbastanza bene da scorgere ogni piccola emozione, anche impercettibile si seddette quindi accanto a me senza dire altro. Si erano alla fine svegliati, ed eccoli di nuovo in cammino kami, sembrava spaesata non sapeva esattamente dove doveva andare, seppur era certa che fosse in quel luogo, il vento portava solo l'odore della neve, dei pochi animali selvatici che vivevano in quel luogo glaciale, sopravvivendo di stenti incontrammo un piccolo branco di lupi, si era appena avvicinato ma era rimasto li a fissarci da lontano non osando avvicinarsi a noi, avevano paura di noi o semplicemente normale riverenza, qualcosa era comunque cambiato il paesaggio sembrava lievemente mutato, non riuscivo a capire dove o come era sempre innevato non era cambiato nulla ma arrivavano nuovi odori, rumori suoni, aveva percepito odore di ciliegi, quello era impossibile, anche perchè con tutta quella neve, non potevano sopravvivere, ma era sicuro di aver percepito l'odore di ciliegi in fiore -sembra che siamo quasi arrivati- notò quel sorriso dell'altra mentre nelle aree si era sollevato il leggero e delicato suono di un flauto che intonava una strana melodia che non aveva sentito mai in vita sua, si avvicinarono a quella radura e quello che mi stupì inizialmente era quell'angolo di paradiso, dove l'erba ei fiori crescevano rigogliosi gli alberi erano in fiore, in quel luogo non vi era ombra di neve, ne di  nuvole in cielo, il sole illuminava quel luogo, sembrava quasi impossibile quel luogo. Al centro della stessa radura, c'era la figura della Inu-youkai sconosciuta ma non ne aveva viste di più belle, aveva qualcosa che altre non avevano portava con se un elegantissimo kimono viola, elegante dalle ampie maniche, con raffinati disegni stilizati, o forse semplicemente linee a casaccio, che però sembravano dargli un senso, contornato da una bianca pelliccia aveva idea che presentasse un lungo strascico, i lunghi capelli argentei ricadevano con boccoli dolci ampi sul corpo ricadevano a terra e a vederli dovevano strusciare minimo per 20 cm di lunghezza, per quanto potesse essere alta. Ancora manteneva gli occhi chiusi, la melodia stava lentamente rallentando fino a morire del tutto -Hana- pronunciò mia madre, la vide aprire lentamente gli occhi mostrando con grande stupore che gli occhi mostravano due pupille rosa come il colore dei fiori di ciliegio, non ne aveva mai visti in nessun clan, e nessuna famiglia, che venisse da terre straniere quella inu? ma dai lineamenti non sembrava affatto. Allontanò il flauto dalle sue labbra carnose, poggiandolo contro le proprie gambe -è bello rivederti Kami dopo tutto questo tempo- quello sguardo così particolare si era poggiato su di me, avevano quegli occhi qualcosa di magnetico, deglutii a fatica -immagino che lui sia il figlio di Sesshomaru- come faceva a saperlo, la vidi sollevarsi da terra, come avevo intuito i capelli erano così lunghi da strusciare a terra, si avvicinava sempre di più a noi -siamo qui perchè solo tu sai dove si trova Hotumaru- lo sguardo si spostò di nuovo su Kami -immaginavo, ho sentito che ultimamente ci sono stati un po' di problemi- uscì una risata dolce e cristallina, da quelle labbra -io ne sono stata fuori, finchè ho potuto ma quei maledetti, hanno cominciato a cercar di varcare il mio castello- ; -idioti- gli sentì pronunciare, mentre altri brevi passi aveva volto verso di me, fino a pararsi a meno di sue metri da me -qui sembra invece che tutto sia nella norma- disse Kami mentre lei allungava verso di me le sue mani affusolate, cercai di scansarmi e allontanarmi da quel contatto eppure ero pietrificato non riuscivo a muovermi -ci hanno provato, ma non sono riusciti a superare la barriera, sono morti prima di arrivare alle radici del monte- aveva preso il mio volto tra le dita -uhm sei particolare, vedo in te qualcosa di umano, eppure sei un demone puro- solo ora notai che i suoi occhi erano ciechi -la madre era umana- aggiunse kami -uhm.. ecco perchè molto interessante- non ebbi il tempo di reagire che sentì il suo tocco delle labbra sulle mie, e infine su uscirità.

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Capitolo 23
*** Labirinto ***


Sentiva ancora sulle labbra il sapore del bacio di quella donna, perchè mi ero lasciato baciare così facilmente, avevo percepito però in quel bacio qualcosa di strano il tempo di percepirlo senza riuscir a decifrarlo, avevo perso i sensi o mi ero addormentato,  in ogni caso gli odori che mi arrivavano del luogo dove mi trovavo ora erano assai differenti, no non ero su quel monte in quella radura sentivo l'odore della carta, dei tatami delle lenzuola del futon in cui giacevo, lentamente mossi le dita cominciavo a riprendere sensibilità negli arti, sembrava il mio corpo si fosse addormentato completamente e solo ora si stava risvegliando, non avevo mai percepito una così strana sensazione, lentamente aprì gli occhi o almeno ci provai all'inizio non vedevo nulla come se non li avessi aperti, ma pian piano quella oscurità scomparve del tutto rimisi a fuoco ogni ogetto, a guardarmi intorno sembrava che stavamo in un castello no non era quello della Kami, ne ero certo, sembrava ancor più antico, le pareti portavano con se colori molto più accesi e scuri, un sospiro uscì dalle labbra molto profondo, mi sollevai con la schiena mettendomi seduto, ripresi lentamente coscienza del mio corpo, riuscendo alla fine ad alzarmi, infondo al letto c'era un pregiato kimono a aspettarmi, insieme alla mia armatura e alle mie due armi, mi vestii infine indossando l'armatura decisi di uscire da quella stanza. Non riuscivo a percepire l'odore della kami, ne di Hana, ne dei servitori possibili di quel castello o di guardie, come se in quel luogo non vivesse nessuno, sembrava surreale la cosa, oltre a essere impossibile, mi muovevo per i corridoi con la mano poggiata contro la mia zanna trattenendo l'elsa fra le dita affusolate, pronto nell'evenienza di sfoderarla arrivai fino a una grande scalinata che sembrava condurre ai piani superiori non sapevo se continuare per la stessa o tornare indietro e scegliere una nuova strada, alla fine decisi che era meglio salire. Anche il piano superiore sembrava completamente deserto nessun odore, nessun rumore sembrava assurda la cosa camminava per i corridoi, non incontrando stanze, solo muri vuoti sprovvisti di qualsiasi decoro, sembrava quasi un labirinto senza fine e non sapevo nemmeno io quale fosse la meta, mi sedetti infine addossandomi a uno dei tanti muri vuoti, annoiato, magari tutto quello era solo un sogno gli sarebbe bastato svegliarsi, ma come? dov'era Kami, dov'era Hana dov'erano tutti, nella mia mente affiorò lei la sua immagine, mi si parò davanti agli occhi, i lunghi capelli corvini che avvolgevano quelle forme femminili, quegli occhi del colore dei Lapislazzuli -Mikio- pronunciai quel nome, di quella persona così lontana come a sperare che mi comparisse dopo qualche istante davanti ai miei occhi, perchè era stata chiamata. Nemmeno l'avevo salutata prima di partire, ne un bacio ne una carezza quella sera non avevamo nemmeno dormito insieme, e me ne pentì amaramente solo in quel momento. Un odore arrivò delicato fino alle mie nari, impossibile che fosse realmente lì eppure poco dopo avvertì quei passi che avrei riconsciuto tra 100 sollevai lo sguardo fino a trovarla, si stava avvicinando con il suo solito sorriso dolce sulle labbra, era veramente lei ma cosa ci faceva in quel luogo, cercai di rialzarmi lentamente da terra, andandogli incontro almeno era quello il mio intento, e all'improvviso la vidi bloccarsi di colpo, sul petto si formò una macchia di sangue, come se fosse stata ferita, dalla bocca ne uscì altro come era possibile, mi avvicinai velocemente a lei, mentre stava crollando rovinosamente a terra, tenendola tra le mie forti braccia, mentre respirava a fatica tossendo sangue -Mikio ti prego non lasciarmi- dissi accarezzandogli dolcemente il viso cercando di calmarla, non potevo far nulla se non quello scostai gli abiti, e notai la ferita molto ma molto profonda che gli investiva l'addome, non sarebbe sopravvissuta nessuno sarebbe sopravvissuto con una ferita così, diversi organi erano stati coinvolti, troppi per guarire anche con i nostri poteri demoniaci -non lasciarmi- era una supplica quella mentre sentiva che il respiro pian piano si stava affievolendo, il corpo diventare sempre più rigido e freddo, fino a morire nelle mie braccia, chiusi gli occhi immerso in quel dolore dalle mie labbra non riusciva più a uscir nessun suono, seppur volessi gridare gridare al mondo sentì il corpo di lei svanirmi tra le braccia, non sentivo più il suo peso, l'odore era scomparso ma altri arrivarono fino al fine olfatto, lentamente riaprì gli occhi guardando quella strana stanza circolare si presentava completamente bianca, senza ogetti che l'arredassero molto ma molto piccola. Ero disteso a terra immobile, con il respiro affannato sentì dei passi e l'odore di Hanna farsi sempre più vicino -non ci siamo decisamente- disse, mentre si avvicinava sempre di più a me, fino a sedersi a cavalcioni su di me senza toccarmi, seppur quegli occhi rosa fossero ciechi, avevo l'impressione che mi stesse guardando in viso -è stato così facile soggiogare la tua mente, ferirti profondamente- mi poggiò una mano sul mio petto all'altezza del cuore -non ti devi far controllare dai sentimenti, non te l'ha insegnato Kami- annuì lievemente -però non mi sembra, almeno da quel che è successo nell'illussione- non sapevo che dire, ne tanto meno riuscivo per ora a parlare, la vidi appena accennare un sorriso -devi essere pronto, devi chiudere il tuo cuore a ogni sentimento, dove andremo sarà solo un peso, oltre al fatto che potrà essere usato per farti del male- non sapevo realmente cosa dire, allontanai lo sguardo da lei guardando di nuovo la stanza, ma lei mi afferrò il viso voltandolo di nuovo in mia direzione -guardami negli occhi Iriumaru, e dimmi- fece una piccola pausa -vuoi che ti aiuti?- ero perplesso -a chiudere il tuo cuore a ogni sentimento che possa entrare- aggiunse senza che io gli dovessi chiedere spiegazione -ho la vaga sensazione ci sia qualcosa sotto- ammisi -se lo facessi, però il tuo cuore diventerebbe di pietra e nulla potrebbe più scalfirlo- non mi piaceva la cosa -non mi interessa- dissi alla fine -sarà allora per te pericoloso, in questo viaggio non potresti più tornare, se non sarai abbastanza forte da resistere a tutto e andar avanti- si scostò da me -se questa è la tua scelta, la seguirò ma sta attento- disse per poi uscire dalla stanza, la seguì rapido all'esterno di questa -dove andremo?- gli chiesi affiancandola -in un luogo dove avremo tutte le risposte- non era una vera risposta quella lasciava dei dubbi -nell'aldilà- nient'altro disse mentre raggiungevamo la sala, dove sedeva Kami che sollevò lo sguardo ambrato su di noi, fissò prima lei e poi me -immagino non sia andata- vidi lei scuotere il capo, e Kami sospirare -non importa- disse Hanna -sei sicura?- domandò Kami -si possiamo quindi andare- vidi Kami sollevarsi dalla posizione afferrare il medaglione, con la pietra del Meidon e sfilarsela, si illuminò quella leggermente, per poi creare un varco in quella stanza abbastanza grande da passarci, e senza crear danni alla struttura, entrammo nello stesso senza più parlare e l'oscurità quasi subito ci avvolse. Alle nostre spalle il varco si chiuse lasciandoci li in quel luogo, camminavamo lungo un sentiero fatto di roccia ai bordi dello stesso si scorgeva un mare nero, mosso che non mostrava il suo interno -se dovevamo andare nell'aldilà perchè non l'abbiamo fatto semplicemente quando eravamo al castello?- domandai, inizialmente non ebbi risposta, ma infine sentì Kami rispondere -non è semplicemente l'aldilà, noi dobbiamo andare in un punto preciso, e solo Hana può condurci fino a la- ecco perchè eravamo andati da quella yasha solo ora notai che gli occhi della stessa non erano più ciechi, com'era possibile, forse Hana si accorse del mio stupore, per quello poco dopo mi rivolse la parola -la vista mi è stata privata nell'aldilà, essendo successo in questo luogo, quello che succede qui si riversa in quello che succede nel mondo normale, quindi nel mondo dei vivi sono cieca senza speranza di guarigione, qui la riottengo come a ricordarmi per sempre quel dolore, riottenendo ciò che voglio per poi esserne di nuovo privata per l'ennessima volta- sentivo il dolore nelle parole di lei, tornai a essere silenzioso continuammo per quel viaggio, camminavamo da non so quanto tempo su quel sentiero senza mai arrivare, quanto tempo era passato nel camminare in quella eterna tenebra, perdevo il senso del tempo, vidi lentamente Hana avvicinarsi a me lasciando che Kami, andasse avanti lungo il sentiero, sembrava tranquilla come se fosse una normale scampagnata, solo lui si sentiva a disagio, solo all'improvviso vide Kami lentamente scomparire nella nebbia -Kami- urlai cercando di raggiungerla, ma niente era completamente scomparsa nel nulla -è cominciato- disse Hana al mio fianco, mi voltai a fissarla, ma non guardava me sembrava guardare me, ma come se guardasse oltre -sta attento ora tocca solo a te, se sarai forte ci rivedremo, se non sarà così ti dico addio- si avvicinò all'improvviso a me, per poi baciarmi intensamente sulle labbra, perchè avevo ricambiato quel bacio? nemmeno io sapevo il perchè, mi ero lasciato andare allo stesso, mentre lei alla fine aveva indugiato leggermente per poi mordermi leggermente il labbro inferiore, quando ormai stavo per allontanarla scomparì come era successo con Kami.

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Capitolo 24
*** L'Essenza del Meidon ***


L'oscurità mi avvolgeva sempre di più, non c'era apparentemente nessuno apparte me, e qualche demone che sbucava dal nulla all'mprovviso cercando di schiacciarmi e uccidere, ma li spazzai via con tale facilità non erano nulla, erano solo degli esseri inutili che cercavano una morte sicura, in quel luogo di morte, la disseminavo senza nessuna pietà, sentivo la freddezza del mio cuore, impugnavo quella lama ma era come se non la sentissi, di solito sentivo il mio potere, la mia zanna fra le dita, ma sembrava così lontana, eppure i miei occhi la fissavano, mi ero fermato in un punto indeterminato di quel luogo, vedevo nelle venature della spada fluire il mio potere, sembrava impazzito turbinava veloce nello stesso, senza mai fermarsi sembrava quasi dovesse esplodere. La tenebra stava facendo pian piano scomparire anche il mio corpo, venni avvolta dalla stessa in una morsa a cui non riuscivo a ribellarmi, lasciai la morsa sulla mia spada che cadde a terra, ma senza far rumore, scomparve semplicemente nel nulla come se non fosse mai esistita, ogni parte del mio corpo da sotto la testa era stato completamente cancellato, nemmeno lo sentivo più come se non esistesse, che quella fosse la fine, non poteva essere così no non poteva cedere a quelle tenebre "Iriumaru" percepì una voce assai familiare nella mia testa, ma non la riconoscevo aveva un qualcosa che non sapevo nemmeno io definirlo, ero certo di averla già sentita, seppur poche volte, ma il ricordo della stessa era così lontano e impossibile "iriumaru" di nuovo era dolce calda quella voce, quasi sembrava avvolgermi dolcemente come un manto caldo, volevo abbandonarmi alla stessa volevo raggiungerla, le tenebre si stavano propagando per il mio mento coinvolgendo le mie labbra, non riuscivo più a muoverle "non farti sopraffare dalle tenebre, si forte" mi disse non riuscivo a capire cosa intendesse, arrivò la tenebra fino ai miei occhi pian piano era diventato buio, e stava diventandolo sempre di più "Iriumaru non sei debole, non puoi lasciarti sconfiggere così, ribellati cerca la luce rag...pian piano quelle parole stavano scomparendo e fù uscirità completa, sembrava che fossi io stesso diventato parte della stessa, un tutt'uno con quell'essere o quella sostanza era così, strano ero diventato tenebra, non ero più ne un demone, ne una creatura terrena, ero solo e unicamente tenebra lo sapevo anche io, mi lasciai abbandonare a quelle sensazioni cullandomi nelle stesse "Iriumaru" fievole quasi inudibile, quel pensiero quel nome pronunciato chi era Iriumaru? perchè pian piano i miei ricordi sembravano affievolirsi scomparendo, vidi il volto di Mikio scomparire dalla mia memoria, insieme agli odori che portava con se la sua voce, e poi fu così con altre persone che mi erano care, sembrava tutto scomparire nel nulla, mi resi conto che non potevo permetterlo, no non potevo! Li rivolevo indietro ma non sapevo come fare, sentì un dolore una fitta al cuore, come se fosse stato trafitto da mille aghi, in quel momento, lasciandomi senza fiato, perchè all'improvviso sembrava che non fossi più parte di quella tenebra, seppur non lo vedevo sentivo di essere di nuovo in possesso del mio corpo, c'era ancora non era stato dissolto dalla tenebra, cercai di aprire gli occhi e vidi una lieve luce, da un piccolo spiraglio che somigliava quasi a un piccolo spicchio di luna, non sapevo che fare ma solo allora mi accorsi che tra le dita trattenevo l'elsa della mia spada ma non mi era caduta? non l'avevo persa? no era lì potevo di nuovo sentirla "taglia lìdi nuovo quella voce, sapevo dove colpire, dove vi era quel piccolo bagliore, era quella la soluzione dovevo colpire lì, con un fendente deciso tagliai in quel punto, e l'oscurità venne squarciata scomparendo del tutto, toccai di nuovo terra, ma sta volta sembravo essere in un luogo assai diverso dal primo, ero circondato da sola pure luce bianca, che sembrava investirmi completamente. Dove ero? Camminai per un pò fino a raggiungere una strana riva, dal lato opposto vidi l'unica figura che non vedevo da anni e che non mi sarei mai aspettato. Rimasi a bocca aperta, stavo per raggiungerla con un balzo "non farlo Iriumaru o non potrai mai più tornare indietro" mi disse, finalmente riconobbi quella voce, che nellatenebra mi aveva guidato. -Madre- dissi semplicemente, vidi il suo sorriso allargarsi "sei cresciuto tanto, e ormai sei un bellissimo uomo" ero inbarazzato dal suo dire -perchè ci troviamo qua? e dove ci troviamo?- in realtà avevo molte più domande da fargli, ma avevo il dubbio di non aver tutto quel tempo "siamo sempre nell'aldilà" rispose prima alla seconda domanda -ma sembra molto diverso questo luogo- "anche nell'aldilà c'è oscurità, e luce di solito esse convivono senza mai toccarsi, ma delle volte i limiti fra uno e l'altro si assottigliano come hai visto prima" parlava di quello squarcio che era riuscito a creare, la vidi annuire come se mi avesse letto nei pensieri "sei qua perchè cerchi un modo per sconfiggerli, ma non sarà così facile nemmeno tuo nonno allora ci riuscì nell'intento riuscì solo a sigillarli, in questo mondo, ma ora dopo tanti anni sono riusciti di nuovo a fuoriuscire, le armi mortali non possono ucciderli, solo le armi di questo mondo, o con poteri di questo mondo possono annientarli" la vide avvicinarsi percorrendo il fiume, non tocava nemmeno la superficie dell'acqua, ne la increspava, semplicemente sembrava camminare sopra la stessa a pochi milimetri dalla superficie, afferrò le mie mani vidi che le sue si stava illuminando -cosa- mi zittì di colpo "è un ultimo dono prima di lasciarti, sono stata contenta di rivederti" disse prima di scomparire mentre quel bagliore si fece più intenso fino a acciecarmi, lentamente riuscì di nuovo a vedere, ero di nuovo su quel sentiero che portava all'aldilà, davanti a me Kami e Hana mi fissavano attendendo delle mie parole -l'hai  vista?- domadò riuscì solo a annuire -te l'ha data?- non riusciva a capire, notò solo ora che sentiva un peso nelle mani congiunte, aprendole lentamente fissai quello che contenevano sembrava una sfera, aveva i colori del meidon, e allo stesso tempo girandola lentamente mi accorsi che c'era anche una parte che sembrava fatta di luce, e le stesse sembravano scontrarsi all'interno di quell'ogetto, come se quello spazio fosse troppo piccolo, e si trovassero troppo vicine -bene allora possiamo andare direi- Kami sollevò di nuovo il medaglione e aprì un nuovo varco, che dava sul castello di Hana. Eravamo di nuovo in quel luogo, mi sentivo scombussolato da quel viaggio, mi aveva lasciato dubbi e quello strano ogetto, voltandomi verso delle due yasha gli chiesi -che cos'è?- aspettavo speranzoso una risposta che poco dopo arrivò -l'essenza del Meidon, una parte di luce una parte di oscurità, nemmeno tuo nonno era riuscito a ottenerlo, aveva ottenuto solo l'oscurità e fu anche difficile per lui controllarla, la pate di luce non sarà altrettanto facile- non ero sicuro di aver capito -Totosai saprà cosa farne, torniamo al villaggio- disse -non dovevamo andare da un certo Othumaru?- domandai - ci andremo solo quando avremo la nuova arma- disse annuì semplicemente rimettendomi in viaggio con quelle due, si sembrava che pure Hanna volesse seguirci, ancora avevo dei dubbi su quella yasha magari tornando al villaggio avrei ottenuto una risposta, su chi era veramente quella Inu-youkai.

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Capitolo 25
*** Sentimenti ***


Eravamo ormai tornati, riconoscevo gli odori familiari di quel luogo, riconoscevo quelle terre, ormai eravamo quasi vicini al villaggio, eravamo in volo nella nostra reale forma, i miei occhi si erano spostati sul paesaggio sottostante nulla sembrava cambiato, era quasi un solievo, varcammo quella barriera di nebbia, che lo avvolgeva per poi scorgerlo, ormai i danni erano stati risanati il castello di nuovo come il villaggio, si mostrava nell'antica forma, come se nulla fosse accaduto quel giorno "da quanto siamo fuori" chiesi alle due, avevo perso il conto dei giorni in quel periodo che erano stati lontani da lì, era rimasta in silenzio per un pò come per accettarsi di dare la risposta giusta "dovrebbe essere passato quasi un mese e mezzo" ero rimasto scioccato da quella risposta, era passato così tanto tempo, com'era possibile, non gli sembrava che fosse passato tutto quel tempo, scorsi la grande imponente struttura del palazzo farsi sempre più vicina e l'odore di mio padre, che proveniva dalla stessa, poggiai lo sguardo su di lui, mentre scendevo riprendendo le mie forme, seguita poco dopo da Kami, e da Hanna -siete tornati- aveva chiaramente poggiato lo sguardo su Hanna, la studiava mentre mi si avvicinava insieme a Kami, lo sguardo tralasciava un po' di stupore, ma tornò impassibile come non mai. Entrammo arrivavano fino alle nari nuovi odori, mi guardai intorno stupito -sono arrivati alla fine fin dalla cina- disse Hana con il tono della voce che sembrava tra una risata trattenuta a stenti, e la calma sua totale notai lo sguardo assassino che mio padre le rivolse ma sembrava essere rimasta impassibile, come se non se ne fosse accorta, forse era anche possibile ma gli era parso di notare un sorriso divertito poco dopo increspare le labbra, che aveva appena nascosto, con la mancina mano -dov'è totosai?- domandai spezzando quella situazione, mio padre si voltò verso di me guardandomi -si trova in giardino con inuyasha- non dissi altroche mi allontanai lentamente da quel luogo, lasciando quei tre da soli avevo come l'impressione che dovessero parlare tra di loro, e non volevo star in mezzo, la mancina cercò la sfera, che era stata riposta all'interno di un piccolo sacchetto, l'avevo legata alla cinta vicino alle mie spade, assicurandomi ogni tanto che non fosse caduta durante il viaggio, ero quasi nei giardini quando vidi la figura di Isonka, portava con se la tenuta dei dodici, come gliel'avevo vista indossare una sola volta, da quando lo conoscevo -sei tornato tra di noi?- domandai a lui, non si era voltato in mia direzione, ma ero sicuro che si fosse accorto del mio arrivo -sono contento di rivederti, come è andato il viaggio?- domandò a quelle parole, aprì il sacchetto infine mostrandogli quella sfera -che cos'é?- domandò perplesso -aki e hana dicono che è l'essenza del meidon- girai lentamente la sfera, fra le dita studiandola per l'ennesima volta -Hana è qui?- domandò stupito -si- risposi semplicemente -sento guai in vista- lo fissavo perplesso -è una storia lunga- aggiunse -dove eri diretto?- mi domandò cambiando discorso sembrava non voler entrar oltre nell'argomento -da totosai- risposi, per poi cominciar di nuovo a incamminarmi per raggiungere i giardini -non mi chiedi di lei?- mi domandò che intendeva? parlava sempre di hana? -se non ne vuoi parlare, non ti sforzo- aggiunsi -io parlavo di Mikio- disse poco dopo, un sospiro uscì dalle mie labbra, dopo quell'illusione causata da hana, così reale, avevo avuto paura che realmente fosse morta, in realtà sapevo che era stata una illusione come gli aveva detto la yasha, ma quel dolore così intenso gli aveva chiuso il cuore congelandolo, temendo realmente di perderla di non essere all'altezza di salvarla, di proteggerla. Scorsi lo sguardo di isonka era preoccupato, da quel mio silenzio -sarei andato da lei appena avrei incontrato totosai- dopotutto era vero -che ti ha fatto hana?- mi chiese -in che senso?- sospirò lievemente -conosco bene quella subdola yasha, gioca sempre con i sentimenti degli altri, come un succubo si nutre delle paure degli incubi degli altri, non vorrei che..- non gli feci finire la frase -tranquillo- dissi solo quello per poi allontanarmi da lui, tornando in direzione della mia meta, trovai totosai con inuyasha, totosai sembrava occuparsi di tessaiga, ogni tanto batteva con il martello contro la lama infuocata, e poi risputava fuoco -è tornato il ragazzino finalmente- disse inuyasha, ero arrabbiato da quel termine, sentì il puncicare sul mio collo, e schiacciai la piccola figura del vecchio myoga -sono felice di riederla signorino-  disse lentamente riprendendosi -oh- esclamò totosai sollevando lo sguardo da tessaiga poggiandolo su di me -ci sei veramente riuscito?- domandò mentre mi avvicinavo ai due -si- dissi mostrandoglielo -che cos'è quella cosa?- domandò inuyasha, per poi cercar di afferrarla, totosai gli sbattè in testa il martello -non provateci- lo ammonì -perchè?- domandò di rimando massaggiandosi la testa nel punto in cui l'aveva colpito, vidi totosai allungare la mano, gli porsi quella sfera -non potresti toccarla comunque- ; -e perchè tu puoi?- gli domandò acido -perchè io posso modellarla per creare ciò che ci serve- aggiunse lui, guardandola attentamente ignorando inuysha che sembrava furioso -non mi sembra una vera risposta questa, che dovresti farci con quella sfera?- disse adirato -un'arma- prese tessaiga con la mano libera allungandola verso inuyasha -dammi la yamato- gli allungai quindi la mia zanna, ancora allinterno del suo fodero -mi ci vorrà un po', non so dirti quanto, appena sarà pronta ti avvertirò- disse -grazie- aggiunsi poco dopo per poi allontanarmi, sentì rimbombare un'altro colpo del martello di totosai voltandosi vide inuyasha che era stato colpito di nuovo  -perchè l'hai fatto vecchiaccio- ; -vedi come è educato il signorino, mai che tu mi abbia detto un grazie- commentò il frabbro, mentre inuyasha gli assestò un pugno in testa facendogli crescere un bernoccolo, sorrisi alla scena per poi allontanarmi di nuovo senza starli più a ascoltare, fissavo attentamente davanti a me, mentre percorrevo i corridoi seguendo quella traccia, "è viva" tirai un sospiro di solievo mentre raggiungevo la sua stanza, quella che inizialmente gli era stata affidata da aki, quando per la prima volta, era venuta a dormire nel mio castello, entrai senza bussare, e trovai la stanza deserta apparentemente per poi accorgermi che era dietro a un separè a cambiarsi di abito -Iriumaru- la sentì pronunciare il mio nome, e venirmi di corsa incontro, ancora semi nuda, l'abbracciai forte a me, trattenendola fra le mie braccia forti, facendo aderire il mio corpo al suo -sei viva- mi sfuggirono quelle parole dalle labbra -si sto benissimo, sei stato lontano un po' ma in tua assenza, non mi è successo nulla tranquillo- aveva sentito la paura trasmessa dal mio tono di voce, che aveva fatto uscire quelle parole. La baciai avidamente cercando quelle sue labbra che mi erano mancate così a lungo, per quel mese e mezzo, lei contraccambò subito sembrava felice anche lei, di essere tra le mie braccia continuai a baciarla non potevo farne a meno, ma volevo di più molto di più volevo il suo corpo, sentì le sue mani giocare con le mie vesti, sembrava volermi anche lei la lasciai fare, mentre lei scioglieva i nodi della veste, lasciandomi senza vestiti sentivo il suo dolce odore inebriarmi, la portai sul letto c'eravamo solo io lei e le lezuola, baciavo dolcemente la sua pelle, sentivo il suo corpo rispondere a ogni mio tocco a ogni mia carezza, morso la mordicchiavo dolcemente giocando con la sua pelle, con i capezzoli tirandoli mordendoli leggermente, per poi giocar con la lingua con gli stessi, gemeva di piacere, un piacere tanto intenso a un certo punto con una leggera forza, mi fece lei distendere dul letto, mettendosi a cavalcioni su di me, ero rimasto stupito da quel gesto, mentre lei lasciò completamente nudo il mio petto, cominciando a sua volta a giocare con me, il piacere si faceva sempre più intenso mentre sentivo il suo seno che mi sfiorava delicatamente il petto mentre mi baciava di nuovo sulle labbra, sentì il tocco di lei, dove non mi sarei mai aspettato un gemito uscì dalle mie labbra, mentre appena inarcavo la schiena per il piacere provocato da quel tocco, avevo il fiato corto non riuscivo a respirare quasi, con foga decisi di nuovo di cambiare la sua posizione, sapevo che ero pronto ma lei, sfiorai delicatamente l'interno coscia, mentre la baciavo di nuovo sul collo mordicchiandolo, infilai un dito delicatemente per poi ritirarmi giocando un po' con il clitoride, la sentì pian piano inumidirsi, quindi decisi di entrare dentro di lei una volta per tutte, e farla di nuovo mia dopo quel tempo di astinenza. Crollammò sul letto, al culmine di quell'amore, sollevai le coperte a coprirci delicatamente con le morbide lenzuola di seta sotto di esse continuavamo a baciarsi e dolcemente accarezzandoci mi rilassai tra le sue braccia, accoccolandomi contro la sua nera pelliccia e il suo petto, sentivo quel dolce contatto e non volevo che finisse, lei cominciò a accarezzarmi dolcemente i capelli, socchiusi appena gli occhi mentre il rumore mi destò, quando la portà si aprì e la figura di una delle giovane servitrici era entrata nella stanza, non aspettandosi la scena che gli si sarebbe parata davanti agli occhi, fissò per un breve momento il suo principe e mikio, ancora abbracciati l'uni a gli altri nudi -mi dispiace.. avevo portato solo le cose che..- poggiò delle rapidamente a terra, rossa come un pomodoro in faccia per poi uscire senza aggiungere altro, troppo sconvolta probabilmente o semplicemente imbarazzata, mikio sembrava volersi sollevare ma io la fermai -dove vuoi andare?- mormorai -volevo prendere quello che gli avevo chiesto- tentò di nuovo di alzarsi ma venne fermata da me, l'attirai di nuovo a me, ero quasi tentato da riprenderla di nuovo in quel momento, ancora stanchi e ansimanti per quello di prima, ancora carichi di passione, sembrava imbarazzata notò le sue gote colorarsi -non sei stanco?- mi chiese, la feci aderire un'altro po' al mio corpo, e come risposta ottenni un gemito, l'aveva sentita, contro la pelle della schiena -direi di no- non dissi altro lentamente entrai di nuovo in lei facendola mia, imprimendo dentro di me quelle sensazioni, era solo mia non avrei permesso che gli succedesse qualcosa, per nessun motivo al mondo. Ormai stanchi alla fine ci addormentammo.

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Capitolo 26
*** Battaglia tra Titani ***


Ero ancora la distesa nelle lenzuola, mi ero svegliata, ma non osavo alzarmi da quella posizione, lui ancora mi giaceva accanto, il suo respiro caldo e regolare contro la mia pelle, all'esterno si stava facendo l'alba, mi sollevai a sedere mentre lui si mosse leggermente nel letto per poi poggiarmi un braccio sulla vita, lo guardai in faccia non si era svegliato si era semplicemente mosso nel sonno, sollevai lentamente il braccio e quindi mi spostai dal letto cercando di fare meno rumore possibile, e infine prendere una delle vestaie in modo da indossarla rilegarla, e uscire dalla stanza, la coda strusciava a terra provocando un solo lieve rumore che mi accompagnava, non sapevo in realtà che fare, non sembrava esserci nessuno per i corridoi forse solo e unicamente lei, decise quindi di spostarsi verso la terrazza, sperando di trovare un po' di pace, guardando l'alba che stava nascendo inseguito a quel nuovo giorno, tingendo i cielo di rosso. Ma non mi aspettavo di incontrare lui, fissai la figura del mio generale che mi dava le spalle, poggiato contro il davanzale trattenendo il bordo tra le dita, stavo di nuovo per allontanarmi quando lui si voltò lentamente verso di me, fissandomi. Mi fermai di colpo pietrificata, non riuscivo ne ad andare avanti ne indietro, mentre lui si avvicinava a me con la sua figura inquietante, senza dir nulla mi tremavano le mani, un movimento così leggero che solo io che conoscevo bene il mio corpo, potevo percepirlo, mi aveva sempre messo in soggezzione la figura del padre di Iriumaru e lo sapevo io stessa benissimo, forse anche perchè lui non accettava quella relazione che avevo con suo figlio, ma non abbassai lo sguardo questa volta non lo feci, rimanevo impassibile di fronte a lui, non mi sarei fatta abbattere da quello sguardo non me ne sarei andata con la coda tra le gambe, anche se quella si muoveva alle mie spalle in modo nervoso, come io stessa mi sentivo, degluti a fatica mentre lui, faceva gli ultimi due passi e era a meno di due metri da me, a suoi fianchi pendevano le sue armi e invece io? no ne ero priva le avevo lasciate nella mia stanza e ora stavo maledicendo me stessa di averlo fatto, quanto ero stata stupida. MI sentì afferrata, non ebbi il tempo di reagire, che mi ritrovai contro la parete del palazzo, con la schiena dolorante, e gli occhi ambrati di lui sui miei, mi mancava quasi il fiato era stato forte quel colpo sentivo la mia povera schiena protestare, ma continuavo a guardarlo negli occhi in segno di sfida, anche se sapevo benissimo che me la stavo rischiando brutta. Passi dietro di noi, e la figura di Inuyasha che era uscito dal terrazzo -sesshomaru lascia stare Mikio!- grido quel nome e il proprio mentre si avvicinava rapido a noi -Non intrometterti stupido- gli aveva ringhiato quelle parole, mentre la tratteneva ancora in quella presa -ti stai comportando da idiota, credevo che fossi migliorato in questi anni, dopo quello che mi ha raccontato myoga, ma non sei cambiato per niente- la presa sui i miei polsi si fece ancora più forte, trattenni un gemito mordendomi il labbro inferiore per non farlo uscire -lascia stare mikio, perchè ce l'hai con lei?- gli chiese mentre era sempre più vicino, sentì leggermente la presa sempre di più farsi più debole, alla fine caddi in ginocchio ai suoi piedi, non mi reggevano le gambe mi aveva lasciato, mi massaggiai gli stessi cercando di placarlo, mentre sesshomaru ancora mi guardava dall'alto al basso -vattene prima che ti ammazzi, scordandomi che sei mio fratello- minacciò l'altro che sembrava ignorare quella minaccia, mi alzai rapida per poi afferrare di colpo sesshomaru prendendolo alla sprovvista, sotto anche lo stupore di inuyasha, mentre mutavo e lui a sua volta faceva lo stesso allontanandoci dal castello e dal villaggio per non creare altri danni, ci libravamo nell'aria non troppo distanti da quel luogo ormai nella nostra originale forma, combattevamo con le zanne con gli artigli, non con le nostre armi, solo forza bruta di quell'aspetto che per noi era il più naturale, sessun intralcio ne artefatto solo le nostre forze e corpi, lui mi sovrastava in forza e in grandezza, era decisamente più grande di me, sia per età che aspetto aveva il corpo ormai del tutto formato di un demone inuyoukai adulto, mentre io ero ancora una adolescente per di più femmina quindi forse più aggrazziata, ma più agile mi muovevo rispetto alla sua enorme massa, cercando di sfuggire ai suoi fendenti, più forti e riattaccare senza dargli tregua, entrambi eravamo gravemente feriti in quella forma i danni erano maggiori, anche se la guarigione migliore, poteva aiutarmi comunque cominciavo a sentirmi spossata, cominciava a mancarmi il fiato, mentre cedevo anche a alcuni colpi non riuscendo più a scansarli ormai il mio corpo sembrava allo stremo delle forze, mi chiedeva di fermarsi ma quello voleva anche dire sconfitta e morte certa, questa volta non si sarebbe fermato l'avevo sfidato e sapevo a cosa sarei andata incontro, un ultimo fendete fu tanto forte da sbalzarmi e buttarmi a terra sfondando parte di una foresta vicina, sentivo le cortecce degli alberi cedere contro il mio enorme e nero corpo senza poter resistere a quella pressione, il mio corpo tremava per l'impatto e la ferita che bruciava contro il mio fianco sollevai appena la testa per cercare di vederla, ampia prendeva parte del ventre  e ne usciva parecchio sangue, sentivo la vista appannarsi, il mio corpo non voleva rispondere mentre la figura di sesshomaru si stava avventando di nuovo su di me, non riuscivo a muovermi da quella posizione, chiusi gli occhi ormai sconfitta nel corpo e nell'orgoglio, sentì la pressione delle zampe di lui sul mio torace, era abbastanza forte da togliermi i fiato completamente cercai di aprire a malapena gli occhi, notai quelli suoi rossi inniettati di sangue puntati su di me, che mi fissavano ero pronta a sentire l'ultimo colpo "tu.." il tempo di dire quella breve parola, e vide scomparirlo mosso da non si sa cosa.

****
Mi ero svegliato senza trovarla, ero andato alla sua ricerca seguendo la sua traccia, ero arrivato fino alla terrazza e la avevo incontrato Inuyasha, che stava per allontanarsi, per soccorrere mikio da mio padre, lo fermai all'istante non era affar suo quella faccenda e non doveva intromettersi me ne sarei occupato io, lui insisteva per aiutarmi ma non lo ascoltai mi librai in volo, mutando nel mio aspetto per raggiungerli da lontano avvertivo il fragore di quella battaglia vidi l'ultimo fendente di mio padre colpirla, la stava sopraffando e quello non l'accettava, non accettava il corpo di mikio schiacciato dalle zampe di mio padre, non doveva toccarla la furia accecante che mi colpì, corsi verso di loro andando infine a prendere mio padre, che ora era distratto e allontanandolo da lei con fermezza, gli avevo aperto una profonda ferita al collo, causata dalle mie zanne, se fosse stato un'altro probabilmente quel colpo sarebbe stato letale, ma sapevo che mio padre, non era tipo da morire per quella semplice ferita, l'avevo allontanato da lei, e si stava lentamente risollevando da terra, sulle sue quattro zampe malamente, per quanto fosse forte, ridotto com'era il corpo ne risentiva, lui era ferito, e anche abbastanza che un'altro inu sarebbe crollato, chiedendo perdono strisciando a terra, ma lui era lì fiero davanti a me, e mi guardava altezzoso come sempre. Un profondo ringhio uscì dalle mie fauci, non un avvertimento, ma una vera minaccia, il pelo si era rizzato lungo tutto il mio corpo, mostrandolo ancor più possente di quanto potesse essere normalmente, non che fossi tanto piccolo ero forse da considerare nella mia reale forma più grande possente di molti della mia età quasi a sembrare un adulto, un corpo forgiato per combattere ancora forte e giovane, non ero ferito quindi ero nel pieno delle mie forze per quanto fosse più forte lui, non poteva farcela in quelle condizioni, lo attaccai senza esitazione e cominciò la battaglia, non c'erano distrazioni no non avvertivo nulla eppure l'odore di Kami, raggiunse il mio fine olfatto sapevo che si stava avvicinando, e si stava avvicinando a mikio non a noi, che fosse venuta per aiutare mio padre, non l'avrei mai accettato.

****
L'odore era quello di Iriumaru ne era certa, per quanto la sua situazione era critica, l'avrebbe riconosciuto tra mille, ma arrivò anche quello di Kami, il muso si spostò appena per scorgere la figura della stessa che si stava avvicinando al mio possente corpo, un lieve sibilo uscì dalle mie fauci voleva uscire come un ringhio, ma ero troppo stanca e debole per emettere un suono così -calmati- disse avvicinandosi, per poi sfiorare la pelliccia sulla mia schiena, sentì un lieve formicolio e poi piacere perchè quello strano piacere si stava propagando lungo il mio corpo, sembrava come se si stesse riprendendo lentamente come se stesse guarendo le mie ferite -torna normale, sarà più rapido- mi disse, eseguì senza dire nulla, era quasi completamente nuda solo quel lieve kimono la copriva e si sentiva imbarazzata, sentì la mano di lei poggiarsi sulla cinta stavo per muovermi per allontanarla quando lei disse -devo vedere anche la ferita sul ventre- allora la lasciai fare -sei stata avventata ragazza mia- mormorò io non risposi -se non fosse arrivato Iriumaru, saresti morta- aveva sollevato lo sguardo, ne seguì quel gesto vedendo che ancora quei due stavano combattendo, sesshomaru non sembrava cedere com'era possibile -prima che quei due realmente si ammazzino, sarà meglio fermarli- disse kami, mentre l'ultima ferita sul ventre era stata risanata, ma lei aveva ancora la mano poggiata sul mio ventre, e mi guardava pensierosa, per poi staccarsi all'improvviso concentò la sua energia per creare una berriera quando i due stavano lontani abbastanza e stavano per riattaccarsi ma non ebbero il tempo che si scontrarono contro la stessa, gli occhi rossi erano puntati su di lei, quelli di Sesshomaru rabbiosi, mentre quelli di Iriumaru sorpresi -smettetela, e questo è un ordine- tuonò sicura kami, come sei due temessero quello che sarebbe successo se non l'avessero fatto, scesero di nuovo a terra tornando normali, Iriumaru corse verso di me abbracciandomi delicatamente -ti sei fatto veramente conciare male figlio mio- disse kami, mentre andava di nuovo a guarire le ferite di lui -tks- era chiaramente arrabbiato, ferito nell'orgoglio si era fatto mettere alle strette da una yasha, e da suo figlio, lui il grande generale -torniamo al castello prima che si, accorgino di quel che è successo- disse kami, ma Iriumaru non sembrava d'accordo era rimasto immobile dov'era trattenendomi ancora tra le sue forti braccia -Iriumaru alzati- era un ordine, ma lui rimase impassibile, non l'aveva mai visto comportarsi così, disobbedire a kami, a suo padre si forse ma a sua nonna.. -se non vuoi che mi arrabbi alzati subito- suonava veramente come una minaccia io mi stavo per alzare ma la presa di lui era stata invariata -tu e mikio avete bisogno di cure, e qua non potete di certo ottenerle, non fare il ragazzino orgoglioso Iriumaru, questo non è il momento- si stava avvicinando sempre di più -Iriumaru, andiamo dai- lo vidi lentamente sollevare il capo, e solo allora lì notai, sgranai gli occhi vendendoli rossi come il sangue le pupille ristrette tanto da scomparire quasi del tutto, un ringhio molto profondo uscì dalle labbra che mostravano una dentatura affilata molto più pronunciata del solito, vidi anche sesshomaru voltarsi di colpo a fissare suo figlio sorpreso -attenta madre- disse sapevo anche io che era mutato e l'ultima volta non era stato così piacevole, ma lei non accennava a non avvicinarsi anzi l'esatto contrario, mi aveva lasciato andare e si era avventato contro Kami -credi veramente di farcela con me- disse appena a bassa voce, prima di atterrarlo alla fine privo di sensi come se nulla fosse -Sesshomaru prendilo e riportiamolo al castello- si voltò verso di me, fissandomi attentamente e poi dire -ti avevo sottovalutato ragazzina- con un sorriso orgoglioso sulle labbra.

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Capitolo 27
*** Verità ***


Una strana sensazione mi coinvolgeva il corpo,ma già l'avevo avvertita e non voleva dire nulla di buono, riaprendo lentamente gli occhi incontrai il soffitto della mia stanza ero la da solo e non mi ricordavo quando e chi mi ci avesse portato, un sospiro esce dalle mie labbra mentre mi sollevo a sedere, una fitta proveniva da dove mi aveva colpito mio padre brevi ricordi riaffioravano, mentre la figura di Hana fece il suo ingresso all'interno della mia stanza -cosa ci fai?- gli chiesi freddo - kami si preoccupava mi ha mandato a chiamarti- disse semplicemente io la guardavo attentamente ogni volta che ci incontravamo in un modo o in un'altra andava a finire che lei mi baciava e in quel momento non volevo, il mio pensiero era andato solo per un momento a lei -sta bene tranquillo- disse mentre mi sollevavo completamente -puoi anche uscire- dissi semplicemente -uhm- borbottò mentre mi avvicinavo all'armadio aprendolo -ah dovrei ricordarti che in ogni caso sono cieca- commento lei, mentre mi si avvicinava lentamente alle mie spalle -che cosa vuoi da me?- una volta per tutte glielo chiesi allungo una mano verso il mio viso -ti sei mai chiesto perché sei un demone completo?- mi domandó -diverse volte- ammisi semti le mani di lei sul mio corpo mi stava svestendo, fermai di colpo le stesse, la vidi sorridere appena -l'anima del mio amato- la guardai perplessa mentre lei mi poggiava una mano sul cuore, perché all'improvviso sembro sussultare -si é ricamata nel corpo di tua madre, e nel feto che portava con se- stavo per dire qualcosa ma una voce nella mia testa mi fermò perché la stavo ascoltando -ti ha dato la sua forza il suo aspetto, la sua natura il suo carattere- la fermai io sta volta ignorando quella voce -ma io somiglio alla kami, e a mio padre perché dovrei somigliare a questo inu sconosciuto?- domandai avevo preso tutti i tratti della mia famiglia, no mi stava mentendo -perché il mio amato era il padre di Kami- rimasi sorpreso da quelle parole, quindi questo voleva dire che lei.. -si- rispose alla domanda che non avevo posto. Mi morsi con forza il labbro inferiore, trattenendo rabbia e frustrazione. -perché credi sennò che kami abbia accettato volentieri di averti a casa da lei, quando a mala pena quasi sopportava sesshomaru da piccolo- ero arrabbiato la sbattei contro la parete della stanza, con forza non volevo di certo credere a quelle parole no non volevo -chiedi allora a lei la verità- mi disse per poi uscire dalla porta di quella stanza lasciandomi da solo, mi cambiai e lasciai pendere le mie armi ai fianchi riposte nei loro foderi quindi uscì dalla mia stanza in realtà non sapevo che fare ora come ora, da una parte volevo sapere se tutto quello era la verità ma dall'altra assolutamente no, non mi piaceva quella situazione cominciava a salirmi la rabbia una rabbia incontenibile ma dovevo calmarmi non dovevo assolutamente perdere di nuovo il controllo. Era la a pochi metri da me sorrisi amorevolmente verso di lei, ma nella mia mente sembrava insinuarsi di nuovo la figura di Hana. La vidi voltarsi verso di me è sorridere dolcemente quindi l'abbracciai imspirando il suo odore il suo dolce odore -che é successo mi sembri sconvolto- tremavo anche se impercettibilmente tremavo e lei l'aveva percepiva in quella morsa -niente devo parlare con kami e con mio padre- mi guardava perplessa -tranquilla- la baciai intensamente sulle labbra staccandomi sentendo riaffiorare un ricordo che non era mio nella mia mente. Mi staccai lentamente -posso venire con te?- a quella domando volevo rispondere con un si ma scossi la testa -preferisco prima parlare con loro da soli- non sembro insistere e io quindi mi incamminai nella lo ro ricerca, sembrava che avessi trovato Kami ma di Sesshomaru nessuna traccia la raggiunsi nel giardino interno del palazzo dove sedeva sotto un albero di ciliegio in fioritura, sollevo lo sguardo nella mia direzione appena si accorse della mia presenza quindi mi avvicinai silenzioso per ora -dalla faccia devo intuire che Hana non è stata zitta- la fulminai con lo sguardo ma lei non sembro farci caso -mi dispiace che non te l'abbiamo detto- aveva parlato al plurale -lui quindi lo sa?- domandai la vidi quindi annuire -perché non me lo avete detto?- aveva urlato quelle parole con tanta rabbia da far tremare gli alberi -calmati si sperava di non arrivare mais questo punto, non sarebbe mai dovuto tornare Kubaxi doveva rimanere per sempre sigillato nel mondo dei morti, invece a quanto pare qualcuno o qualcosa l'ha liberato- ero perplesso da quelle parole, ma volevo saper di più la lasciai parlare aspettando quindi che mi spiegasse meglio la situazione -Kubaxi é una creatura dell'oltretomba, un tempo minaccio il mondo terreno di distruggerci tutti, demoni umani qualsiasi creatura che esistesse su questa terra, una guerra enorme si abbatte sul mondo umani demoni che un tempo non avevano mai collaborato insieme furono costretti, a combattere questa minaccia a quei tempi io è tuo nonno eravamo solo dei bambini, a quei tempi I nostri padri indiscussi guerrieri i migliori di questo mondo regnavano su queste terre, come sai un tempo erano quattro i clan degli inu, ormai ne rimasto uno con solo qualcuno di noi che porta nel sangue le altre dinastie dei vecchi clan- si fermo per qualche secondo in quelle parole lasciandomi il tempo di pensare rimarginare sulle stesse - vedi aki, e mikio- rimase perplesso da quelle parole appena pronunciate -aki ha preso il poetere di controllare in parte gli elementi, mikio deve ancora mostrare il suo vero potere ma porta con se i colori del clan del sud- si stava avvicinando mi voltai per scorgere la figura di mio padre avvicinarsi -stai girando intorno alla mia domanda- dissi arrabbiato verso Kami -non é ero se non comunque se non spiego la situazione, da dove è. Cominciata sarebbe allo stesso tempo inutile darti quella risposta- si affianco mio padre a noi, non lo guardavo in faccia, aveva combattuto contro mikio cercando di eliminarla ancora non lo accettavo -i nostri padri combatterono conto quella creatura ma sembrava impossibile annientarla, nessuna arma di questo mondo potevadistruggerlo, stava annientando sempre di più vittime dovevano trovare una soluzione o sarebbe stato inutile spargere ancora tutto quel sangue inutilmente,se nessuna arma di questo mondo poteva ucciderli allora forse qualcosa nell'altro mondo poteva farla quindi, decisero di intraprendere un viaggio nell'aldilà in questo purtroppo morirono drammaticamente i due capi dei clan lasciandoli da soli, continuavano a vagare senza meta in quella oscurità quando infine raggiunsero la luce, erano rimasti sorpresi dalla stessa gli sembrava impossibile una dea si pose di fronte a loro, chiedendogli perché erano lì anche se sapeva già il motivo, ma voleva realmente sapere se ne erano all'altezza il dono che stava per donargli sarebbe stato al pari di un potere divino, e in mani sbagliate avrebbe annientato tutto senza lasciar scampo a nulla, tale potere non poteva lasciarlo a chiunque è anche chi l'avrebbe ottenuto non sarebbe ststao facile usarlo.- era rimasto fin'ora in silenzio alla fine donando la domanda che gli sorgeva spontanea -quale potere?- spezzai così le parole di kami -un potere tale anche da uccidere un dio, solo due furono all'altezza ma la voce girò presto tra i clan anche più deboli umani demoni di classi superiori e inferiori cercavano di ottenerlo per farlo, quello che prima era stata una alleanza divento un pericoli tutti contro tutti, nessuno escluso il nemico godeva della situazione da lontano, la maggior parte dei clan venne annientata da questo conflitto anche fra gli inu stava nascendo una faida, che avrebbe annientato le loro stirpi, lasciandone solo un lontano ricordo. La situazione era ormai tragica,e decisero di riscontrare la dea, tornarono in quel luogo e gli chiesero di togliergli quel potere che aveva solo portato a danni, ma la dea non poteva più toglierlo quello che era stato fatto era stato fatto. I conflitti ormai erano allo stremo e quel maledetto riattacco, tentando di uccidere me è Taisho avrebbe annientato i nostri genitori più di una lama le nostre madri fecero di tutto per salvarci finché potevano alla fine allo stremo delle loro forze, insieme ai loro compagni riuscirono a sigillarlo con un ultimo estremo sforzo, anche lui kubaxi ormai era sfinito, tutto fini ma a caro costo lasciando solo una ferita troppo grande per essere risanata del tutto- avevo ascoltato fino alla fine e non sapevo che dire, rimasi a guardare kami attentamente - il fatto che tu sia arrivato fino alla dea, e abbia ottenuto quel potere vuol dire che realmente sei l'incarnazione di lui, in quanto nessun altro avrebbe potuto farlo- mi sollevai -non potremmo risi grillarlo come l'ultima volta?- e mi domandai -servirebbe solo a fermarlo temporaneamente, e ritornerebbe fra qualche secolo o millennio, non possiamo continuare così- allontanai alla fine in silenzio nessuno mi fermo alla fine dovevo stare da solo con i miei pensieri.

Note dell'autore: scusate se non c'è il grassetto sul parlato tra i "-" ma dal tabella é un po' difficile gestire la cosa al prossimo capitolo,e ditemi se questo vi è piaciuto

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Capitolo 28
*** Rabbia e Dolore ***


Diversi odori, e auree arrivavano fino ai fini sensi, lo sguardo si era spostato su alcune figure che aveva incontrato per il castello gli attuali ospiti, provenienti dalle altre terre, a quanto pare la riunione si sarebbe fatta proprio lì in quel villaggio, nel suo villaggio da quel che aveva capito sembrava essere attuamente l'unico posto ormai rimasto sicuro, e più indenne, gli altri attacchi ai villaggi dei demoni avevano seminato distruzione, dove non vi era possibilità di sconfiggere i nemici, ci erano state molte morti, parecchie stragi di demoni. C'era un gran movimento per il castello, i servi si occupavano di sistemare e alloggiare i vari ospiti, oltre all'occuparsi dell'arrivo prossimo di altri il castello quanto il villaggio fremeva in quei giorni, il caos regnava sovrano avrebe voluto allontanarsi da lì per ritrovare un po di pace, ma nemmeno lui sapeva dove, un sospiro uscì dalle labbra mentre scendeva in direzione del villaggio, mentre camminava per i vicoli, scorse la figura di Aiko, non troppo distante lo raggiunse quasi subito, sembrava parlare con Isonka -Capitano- disse voltandosi verso di me e donare un accenno di inchino riveroso nei suoi rispetti, isonka semplicemente mi sorrideva -novità?- domandai dopotutto ero stato lontano da quel villaggio per un mese e mezzo, volevo essere quanto meno aggiornato di quanto fosse successo fino a ora. -quasi l'intero clan delle pantere è stato sterminato, quello dei draghi, ha subito delle grandi perdite, gli orsi e i gatti astuti sono riusciti a salvare rifuggiandosi sui loro monti dove i nemici non sapevano dove, e come muoversi quindi sono stati annientati, ma i lupi..- si fermò a quelle parole, mentre lo sguardo si spostò sulla figura di Mikio che si stava avvicinando -non dovresti rimanere a casa e riposarti- disse lui severo verso di lei, rimproverandola, non capivo il perchè, notai che quel giorno sembrava non idossare la tenuta dei dodici ne portava con se le sue daghe, mi lasciava perplesso a cosa -tranquillo- gli disse sorridendo dolcemente mentre si avvicinava a me, la cinsi delicatamente con un braccio avvicinandola ricercando quel contatto, solo allora involontariamente accarezzai i fianchi il ventre di lei avvertendo qualcosa, abbassai lentamente lo sguardo, mentre lei invece cercava di distoglierlo, la pelliccia nera era messa in modo da celare il tutto accuratamente con il suo volume, ma l'aveva avvertito poteva forse celarlo si allo sguardo indiscreto, ma non sarebbe servito a molto a lungo andare -i lupi sono stati attaccati Koga è morto, purtroppo. Da quando è successo il branco senza più una giuda si è disperso, ayame non è riuscita a mantenerlo saldo, si è diviso chi era più fedele a koga è rimasto con lei, ma degli altri non si hanno più notizie- aveva continuato quel discorso lui, ma in quel momento lo stavo ascoltando così poco che quasi quelle parole sembravano dei sussurri troppo lontani, lo sentì sospirare mentre aiko rimaneva per ora in silenzio -io torno a casa, ci vediamo più tardi- sembrava aver capito la situazione, e voleva lasciarci da soli, si congedò con quelle parole Aiko si allontandosi, con un'ultimo sguardo diretto verso Mikio -I..- stava per pronunciare il mio nome, mentre la mano stava per cercando di afferrare la mia ma lo feci prima di lei, un gemito di dolore uscì dalle sue labbra mentre stringevo con forza, ero arrabbiato no non stavo mutando ma ero arrabbiato decisamente, non per la sua situazione ma bensì -Iriumaru gli fai male, calmati- disse Isonka, sollevai lo sguardo su di lui, fulminandolo con lo stesso lo vidi sussultare appena -idiota- era carica di rabbia quella semplice parola che mi era uscita dalle labbra mentre tremavo, per la tensione accumulata -non solo ti sei messa a combattere contro mio padre, rischiando di essere ammazzata..- vidi lo stupore di isonka, a quanto pare Mikio e Kami erano state in silenzio su quella faccenda su quello che era accaduto il giorno prima, quando si erano scontrati se non fossi arrivato probabilmente sarebbe morta ricordava benissimo il suo corpo riverso a terra, ferito sormontato dall'enorme massa di mio padre -hai messo anche in pericolo anche nostro figlio- la vidi sussultare a quelle parole, gli occhi farsi lucidi, e infine le lacrime lentamente cominciar a scendere dagli occhi -non volevo.. ma..- lasciai lentamente la presa su di lei allontanandomi da lei dandogli le spalle, isonka rimaneva in silenzio non sapendo decisamente che dire o fare per migliorare la situazione o quanto meno, risolverla nel migliore dei modi, mi allontanai senza aggiungere altro con la rabbia che mi ribolliva in corpo in quel momento non sentì nemmeno lei che mi chiamava.

****
Ero la che piangevo non riuscivo a trattenere le lacrime e la frustazione dovuta a quell'incontro, non ero riuscita a dirglielo prima, anche se avevo voluto subito dirglielo al suo ritorno, ma nell'impeto del congiungimento, e degli eventi alla fine era stata la più grande cavolata fatta, e ora ne stavo pagando le conseguenze, non l'avevo mai visto arrabbiato così con me, ne tanto meno si era mai rivolto in quel modo, mi faceva male sentì isonka avvicinarsi delicatamente alle mie spalle e poggiarmi una mano sulla spalla -torniamo per ora a casa- mi disse, mentre io senza commentare lo seguì eravamo li in quella piccola dimora, io mi ero seduta in cucina,  nemmeno avevo la forza di andare nella mia camera, mi sentivo spenta era stato sempre dolce nei miei riguardi, a dir la verità era stato uno sciok quella situazione. Isonka si era avvicinato a un bollitore, e aveva versato il contenuto in una tazza porgendomela, la presi fra le dita e la portai alle labbra, sentivo quell'odore orribile che mi solleticava l'olfatto il mio stomaco voleva ribellarsi, ma sapevo benissimo per quanto l'odore non era dei migliori, mi avrebbe fatto star bene, lo bevvì tutto di un sorso per poi ripoggiare la tazza sul tavolo, lo vidi sedersi accanto a me -che è questa storia con Sesshomaru?- mi chiese non sapevo se parlarne, non volevo parlarne, sapevo benissimo che si sarebbe arrabbiato e non aveva del tutto torto, ero stata incosciente, avevo celato in tutti i modi quella crescita anche a lui per lungo tempo, ma convivendo nella stessa casa, cominciò a risultare difficile nascondere le nausee mattutine, i capogiri e svenimenti, durante quel periodo che era mancato Iriumaru, visti i pochi rimasti delle squadre dopo quell'attacco al villaggio era tornato nella squadra, in una missione semplice mi ero sentita male rischiando di essere ammazzata da uno stupido demone di classe inferiore, e da quel momento non riuscì più a celarlo, yuma aveva confermato i dubbi che erano cresciuti in aiko e isonka, ma che avevano tenuto chiaramente per loro. Da allora isonka aveva fatto di tutto per proteggermi, tenermi lontana dai guai era riuscito alla fine a convincermi anche a lasciare per ora i 12 anche se il generale, aveva chiesto la motivazione alla fine Isonka sembrava averlo convinto, senza che gli dissi il motivo ma quando sarebbe nato, di certo sarebbe arrivato alla deduzione. Ogni giorno di più temevo per quell'essere che mi cresceva nel ventre, accarezzai dolcemente lo stesso ricercando conforto in quella carezza, mentre lui ancora aspettava una mia risposta, ma non sembrava insistere, non stavo piangendo più seppur ancora mi sentissi ferita, non fisicamente ma mentalmente e nel cuore, per quello che era successo. Gli dissi tutto di quella sera, di come stanca del comportamento del generale lo avevo attaccato, a mio rischio e pericolo di come avevamo combattuto fino a che non mi aveva steso, e era arrivato iriumaru a salvarmi, e kami si era occupata delle mie ferite -da una parte capisco la tua reazione, ma da un'altra concordo con la reazione di Iriumaru, non è stata la mossa più adatta, e sapevi benissimo anche tu che se ti fosse successo qualcosa lui non se lo sarebbe mai perdonato- mi accarezzò dolcemente il viso, mentre un rumore alle nostre spalle ci fece voltare verso la figura, che stava entrando nella casa, rimasi sorpresa dalla stessa Aki camminava in nostra direzione, come mai era da noi -Isonka, volevo ricordarti della riunione- se n'era dimenticato dopotutto con quel casino successo, non ci aveva pensato più -vai tranquillo noi staremo bene- gli dissi mentre lui mi guardava perplesso, incerto se andare mentre aki mi scrutava attentamente dopo quelle parole appena pronunciate, lo sguardo si era soffermato sulla mano mia che ancora ancora appoggiata al pancione, in quella posizione era decisamente più visibile, oltre al fatto che la pelliccia era ricaduta alle mie spalle. La vidi sgranare appena gli occhi -si vado- si sollevò lui andando quindi a uscire dalla stanza, mi aspettavo che anche lei andasse invece, era rimasta lì a fissarmi con uno sguardo indecifrabile -non vai?- gli chiesi dubbiosa, e un po' incerta la mano alla fine si era allontanata dal ventre poggiandosi sulla lignea superficie del tavolo, mentre cercavo di issarmi un po' impacciata nei movimenti, la vidi allungarsi verso di me per aiutarmi -grazie- dissi semplicemente accettando quell'aiuto -ora capisco perchè iriumaru quando l'ho incontrato poco fà sembrava stravolto- ammise, io mi sentivo imbarazzata dalle sue parole ero rimasta muta non sapendo come ribatterle avevo paura a parlare -va da lui- mi disse, risollevai lo sguardo per incontrare quelle argentee iridi, sembravano calme gli sorrisi rilassandomi non era come il suo compagno, e mi domandavo fin troppe volte come faceva a sopportarlo, cominciai a muovere i passi in direzione della porta, uscendo senza dire altro dirigendomi verso il castello, ero la davanti al portone, quando venni fermata dalle guardie -il principe a chiesto di non farvi entrare Mikio, ci dispiace- dissero sembravano anche loro incerti nel loro dire, sentì alle mie spalle arrivare aki -fatela passare- disse lei avvicinandosi -scusateci nostra signora, non volevamo.. ma..- fermò le parole con un cenno di mano, le due guardie fecero una profonda riverenza rivolsero a aki, e a lei, lasciandoli infine passare era la pochi passi più avanti, sapeva o almeno aveva intuito che sarei arrivata a quanto pare, un brivido mi percorse la schiena quando il suo sguardo gelido si poggiò su di me -Iriumaru- sentì il nome essere pronunciato da Aki io rimasi in silenzio rimanendo leggermente indietro rispetto alla figura di aki, non avevo il coraggio le ginocchia nello stesso momento mi cedettero mentre una fitta dolorante all'addome mi colpì tanto da mozzarmi il fiato, mi accorsi della velocità straordinaria di iriumaru, che mi sorresse cercando di non farmi cadere a terra, mi ritrovai fra le sue forti braccia che mi sorreggevano mentre sentivo il mio stesso odore pungente del mio sangue, che colava dalle cosce trattenevo entrambe le mani sul ventre mentre gli occhi erano stretti in una morsa di dolore, sentì aki ordinare alla servitù di chiamare urgentemente i dottori del palazzo, mentre venivo portata di peso da Iriumaru nella sua stanza e venivo depositata sul suo letto -Mikio- sentivo pronunciare il mio nome ma era troppo il dolore, non riuscivo a rispondere ne tanto meno a ragionare che stava succedendo sentivo il tocco di iriumaru sul mio viso, mi accarezzava dolcemente lo stesso cercando di calmarmi, e rilassarmi ma non serviva a nulla, l'altra era poggiata sul mio ventre e lo stava accarezzando dolcemente dove, riusciva a fare, sentì entrare gli altri mentre aki mi allontanava iriumaru da me, portandolo su consiglio dei dottori fuori dalla stanza, volevo afferrare la sua mano, che si stava allontanando ma non ne ebbi la forza, ricadde sul letto mentre gli occhi si fecero più pesanti.

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Capitolo 29
*** Gemelli ***


Da quanto dormivo, non lo sapevo nemmeno io mi sentivo molto debole, eppure riaprì gli occhi trovandomi in quella che riconoscevo come la camera di Iriumaru, come ero arrivata fin lì non lo sapevo, la testa mi scoppiava la mano destra istintivamente andò alla ricerca del pancione, cercando di sfiorarlo, ma trovò il nulla, scese più in basso incontrando il ventre quasi piatto poco era rimasto, di quella rotondità mi cercai di sollevare di scatto dalla posizione di prima ma questo mi portò solo a ricadere sui cucini, perchè la testa mi girava come una trottola, ricordavo perfettamente quell'intenso dolore al ventre e l'odore di sangue, troppo sangue, voleva forse dire che l'avevo perso? avevo perso anche quel cucciolo, nemmeno quello aveva visto la luce si era perso.. no non poteva essere, cominciai a piangere, aveva ragione Iriumaru ero stata una stupida, una incredibile stupida, ero stata avventata a mettermi contro Sesshomaru nelle mie attuali condizioni, il mio orgoglio ferito in quel momento aveva preso il sopravvento sulla ragione, e ora? aveva ragione lui, a definirmi una idiota, c'era un dolore sordo che opprimeva il mio cuore, una ferita pian piano si stava aprendo creando una voragine che nulla sarebbe stato capace, di riempirla, solo allora sentì la porta aprirsi e scorsi una figura entrare nella stanza, sembrava una levatrice ma cosa ci faceva lì, come mai era nella mia stanza? no non era la mia stanza -mia signora vi siete ripresa- disse, suonava male alle mie orecchie la parola signora, la vidi avvicinarsi con lei portava qualcosa che aveva l'odore mio e di Iriumaru, cercai di sollevarmi a sedere lentamente -non alzatevi siete ancora debole- si era avvicinata abbastanza da notare, che nelle braccia tratteneva una piccola creatura avvolta in uno yukata pregiato da neonato sembrava dormire sereno tra le braccia di quella donna, da quella posizione non potevo vederlo bene -Kibini, aiutami- chiamò un'altra servitrice che mi aiutò a sedermi in modo che non mi sforzassi solo allora la donna mi porse quella piccola figurina che dormiva sereno, così piccolo e fragile -fra un po si sveglierà probabilmente avrà fame- disse la donna ripoggiai di nuovo gli occhi sulla stessa -lui è..- non riuscivo a continuare la frase, mentre fissavo quel piccolo inu mio figlio, era tutto me, aveva i capelli neri come la pece, come la pelliccia ma portava due segni viola sul viso come il padre, e la luna sulla fronte, si era nostro figlio  -si mia signora.. la piccola Kaara invece sta con il principe, non riusciva a addormentarsi e non voleva che vi svegliasse- Kaara? chi era kaara non riuscivo a ricordare, e ecco che la figura di Iriumaru entrò nella stanza, scorsi lui che tratteneva un secondo fagottino -vi lascio soli- disse la levatrice, fece segno anche all'altra serva di allontanarsi, e richiusero la porta alle loro spalle mentre lui mi si avvicinava, sentì la manina del mio bambino afferrare parte del kimono, tirandolo leggermente e mi accorsi che lui si era svegliato, ora sotto a quelle palpebre, aveva rivelato un paio di occhi ambrati che non mi appartenevano ma appartenevano a iriumaru, e mi fissavano attentamente apriva e chiudeva delicatamente la bocca -ha fame- mi disse mentre si sedeva sul letto vicino a me, quella che teneva lui fra le braccia era una bellissima bambina dai capelli argentei, dormiva apparentemente ora in un sonno molto profondo, si allungò Iriumaru verso il mio viso per poi baciarmi, glielo lasciai fare abbandonandomi allo stesso bacio, mi mancavano le sue labbra -temevo l'avessi perso il bambino- ammissi, ricordavo quel dolore perfettamente  -hai rischiato infatti di perderli, e l'unico modo per salvarli era farli nascere, per quanto fosse ancora presto- ammise accarezzandomi il volto, lo sguardo era poggiato sulla mia bimba, ne stavo studiando i tratti anche se così piccola non sarei mai riuscita a intravedere quello che sarebbe diventata un'indomani, mentre avevo scostato il kimono in modo da poter allattare Sean -erano due quindi, due gemelli, ma così differenti- lo vidi sorridere -un po te e un po me, kaana, hai tuoi occhi- ammise, quindi sotto a quelle palpebre si celavano dei zaffiri, mentre ancora tenevo stretto lui, allungai la mano verso il viso di Kana, accarezzandolo appena cercando di non svegliarla, la vidi voltare il capo sentivo il suo respiro sulla mia mano, era stata catturata dal mio odore, aveva aperto alla fine gli occhi, mostrando quelle iridi blu, che mi fissavano intensamente, si era staccato intanto lui -che nome gli hai dato?- sapevo quello di lei, perchè l'aveva pronunciato prima la levatrice, e poi lui ma di lui non sapevo nulla, si agitava dolcemente tra le braccia, vedevo che anche Kaara stava facendo lo stesso, si allungavano li uni verso gli altri -Sean- pronunciò quel nome mentre allungo un braccio a afferrare lui -devi riposarti, e loro devono dormire- aveva ragione ancora mi sentivo del tutto spossata ma volevo allo stesso tempo star vicino a loro, lo vidi allontanarsi per poi poggiarli in una grande culla avvicinandola alla fine al mio letto, sorrisi dolcemente a quel gesto mentre lui si allungava di nuovo verso di me e mi baciò per una seconda volta, per poi lasciarmi induggiando per diversi minuti, sulle mie labbra dopotutto non voleva farlo, e nemmeno io volevo che se ne andasse, lo afferrai per il kimono e lo spinsi con forza sul letto alla fine trovandomelo addosso, cominciai a baciarlo intensamente, ma lui mi si staccò di nuovo anche se mi accarezzava dolcemente -quando ti riprenderai del tutto! ora riposa- mi disse donandomi un'ultimo bacio per poi staccarsi e uscire dalla stanza, mi distesi di nuovo nel letto, e alla fine chiusi gli occhi senza nemmeno accorgermene.

****
In realtà avrei voluto rimanere in quella stanza, con Mikio, e con i miei cuccioli, ma il dovere mi aspettava mi sarei voluto abbandonare a quei baci, a quel contatto, ma non potevo mi diressi verso la sala del consiglio, dove davanti alla stessa mi aspettava Isonka in silenzio, quando mi vide arrivare mi porse alla fine la domanda -si è svegliata?- annuì semplicemente -come sta?- ; -stanca ma bene, perchè non sei andato a trovarli?- gli domandai -sapevo che stava bene, che ora erano al sicuro, e quindi non volevo disturbarvi ho preferito lasciarvi da soli, come hanno fatto alla fine anche aki e tuo padre- sapevo benissimo che lui mi voleva parlare, ma in questi giorni l'avevo sempre evitato come la peste, lui sembrava averlo intuito e non aveva insistito, le poche volte che l'avevo incontrato rivolgendogli qualche parola di obbligo, ma niente di più niente di meno, mi limitavo al minimo indispensabile -vediamo di risolvere questa cosa una volta per tutte- disse isonka mentre entrava alla fine nella sala, la mia mancina era poggiata sull'elsa della mia arma, totosai me l'aveva restituita, fin'ora ero riuscito a malapena a usare il meidon, se era stato molto più facile con tessaiga, con la mia zanna non era altrettanto, forse ero riuscito a controllarlo in quella situazione di emergenza ma ora? trovavo ancora assurdo che riuscissi a usare anche la nuova tecnica, che nessun'altro era riuscito a padroneggiare, ne mio nonno ne il mio bisnonno. Sospirai alla fine seguendolo nella sala erano presenti diversi guerrieri, oltre a molti delle squadre dei dodici, e mio padre che sedeva al suo solito posto, i migliori guerrieri dei vari clan inu oltre alle pantere, orsi volpi draghi fenici, provenienti da uno strano e lontano paese oltre il nostro arcipelago, lo sguardo si era poggiato attento su ognuno di essi, senza soffermarsi più di tanto su nessuno di loro. Era cominciata la discussione, ma mi sentivo distante dalla stessa, la testa vagava su di altro, già sapevo che avevano localizzato uno dei focolai, di quella guerra, sembrava che verso un'isola posta a vari giorni di mare, rispetto alle loro terre, sembrava che chi si avvicinasse scompariva nel nulla come inghiottito da una oscurità e dopo lungo tempo, venivano ritrovati i cadaveri, anche se molte volte erano completamente mutilati, una carneficina, ricordava perfettamente la caverna dove avevano trovato Hiro, e quello che avevano trovato all'interno possibile, che quel demone si trovasse in quel luogo, in qualche modo dovevano scoprirlo, in modo da arrivare fino al problema principale, no non era quell'essere che avevano incontrato inuyasha e lui, in quella caverna il loro nemico, era solo un burattino nelle mani di un essere superiore. La riunione era finita, e io ero ancora lì seduto al mio posto fissavo il pavimento davanti a me, da quel che avevo capito ci saremmo mossi a inizio della settimana che stava per arrivare, quindi solo fra tre giorni, sentì l'odore di mio padre farsi sempre più intenso mentre mi si avvicinava, sollevai lo sguardo ambrato su di lui incontrando quelle iridi gemelle -che cosa ti preoccupa?- mi domandò -lasceremo il villaggio scoperto, e se attaccassero di nuovo mentre noi siamo lontani?- domandai a lui -Kami e Inuyasha rimarranno al villaggio proprio per questo, per far in modo che non rimanga scoperto- non sembravo molto convinto e sembrava essersene accorto anche lui -stiamo intraprendendo questo viaggio verso il nulla, anche per loro per permettergli di vivere, in queste terre che gli appartengono di diritto- mi ricordò sospirai semplicemente sollevandomi infine da quella posizione -credi che non sia in pensiero nel lasciare tua sorella e i miei nipoti qua al villaggio, con i migliori lontani miglia e miglia, alla ricerca di qualcosa- erano severe quelle parole, aveva sentito bene? alzai di nuovo lo sguardo su di lui, aveva parlato anche dei miei cuccioli, di mia sorella non mi stupivo ma a quanto pare, sembrava anche se apparentemente non lo dava a vedere, preoccupato anche per loro, prima che pensassi a quello che stava per uscire dalle labbra, uscirono quelle parole cariche di rabbia -allora perchè li hai cercati di uccidere?- uscirono quelle parole più simile a un ringhio che altro, vidi lo sguardo di mio padre mutare per un breve istante -dovrei ricordarti che ho accettato senza far storie, il suo congedo dai dodici, anche se non mi aveva dato un motivo, contro il volere stesso del consiglio, vista l'attuale situazione, e il bisogno assoluto di forze in campo, ma non mi aveva degnato di dirmi che aspettava i miei nipoti- ero rimasto impassibilmente freddo a quelle parole, se le avesse pronunciate o no sarebbe stato lo stesso -si ma non è nemmeno stata la prima volta che l'hai minacciata, di uccidermi se mi si avvicinava, e il fatto che abbia reagito così e quello che era accaduto tra me e lei qualche ora prima, ci arriverebbe anche uno stolto a capire cosa possa essere successo- la porta al lato destro della sala si era aperta, nessuno dei due si era voltato verso quella figura entrata -ti avevo anche espresso chiaramente, di voler prenderla come compagna- gli ricordò -e ti sei sempre messo contro, e non mi hai mai dato un motivo valido per questo- dissi mentre l'odore di lei era arrivato fino alle mie nari insieme a quello di Kaara, mi voltai verso di lei fissando la figura di Mikio, accompagnata da quella di Isonka irrompere nella stanza, anche mio padre si era voltato verso di loro, lo sguardo era poggiato su quel piccolo fagottino che portava in braccio, quegli occhi blu, della piccola erano puntati sulla figura del nonno, incontrando quelle iridi ambrate un guizzo notò nel suo sguardo -ve la smettete tutti e due- disse Isonka, distaccandosi da Mikio sorpassandola come a fargli da scudo gli si parò davanti temendo chiaramente la reazione di mio padre, ma era rimasto impassibile a dir la verità il suo sguardo si era addolcito fissando quelle due figure, era caduta quella maschera di freddezza ne potevo scorgere, quello sguardo che mi rivolgeva a me, e a mia madre le poche volte che da piccolo, stavamo insieme. Si riprese dalla situazione di prima, tornando in quella espressione del viso impassibile, si stava avvicinando a isonka e a loro due, vidi isonka spostarsi cosa diamine stava facendo, mi mossi cercando di fermarlo non fece nulla per impedirlo -Iriumaru lascialo- disse isonka non sapevo se fidarmi o no, fissai lei e la mia cucciola, la vidi annuire appena lo lasciai andare, non aveva fatto nulla per liberarsi no era rimasto immobile fino a quel momento solo allora avvicinandosi a mikio allungo le gemelle, lei sembrava incerta sul da farsi ma isonka sembrava incoraggiarla io invece ero incerto mi ero avvicinato ancor di più preparato a ogni evenienza, mentre prendeva tra le braccia la piccola, lei sembrava essersi rilassaata fra le forti braccia di mio padre, lo guardava appoggiato al petto trattenendo piccoli ciuffi di pelliccia fra le dita, la trattenne per qualche minuto rimanendo in silenzio per poi donarla di nuovo a Mikio e allontanarsi senza dire nulla.

Angolo dell'Autore: eccoci qua con un nuovo capitolo, sono tornata anche da questi dieci giorni di vacanza, finalmente ho di nuovo il pc e una ottima connessione scriverò tra un capitolo un capitolo e mezzo al giorno forse due, in ogni caso ecco i due gemelli Kaara e Sean (si che fantasia nei nomi) in ogni caso al prossimo capitolo

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Capitolo 30
*** Una Vittoria ***


Erano ancora lì immobili apettando il momento giusto, lo sguardo si era alternato tra mio padre e Isonka che mi affiancavano insieme a una parte dell'esercito aspettavano solo un segnale, un segnale da parte degli altri, erano giunti fino a quel luogo senza dare nell'occhio per fortuna sembravano esserci poche guardie, possibile che il loro nemico fosse così stupido o forse semplicemente li sottovalutava, o forse tutti e due o si aspettava il loro arrivo e lì attendeva per sfoderare l'arma più temibile. Non sapeva che pensare, ma l'ansia ogni momento che passava aumentava, quella battaglia non li avrebbe solo portati verso una piccola vittoria nei riguardi del nemico spazzando via un suo grande alleato ma avrebbe portato un po' di tregua abbastanza da poter far si che si preparassero meglio alla battaglia finale, senza avere più attacchi improvvisi da parte di quelle schifose creature, ma forse si illudevano? Poteva bastare solo quello a fermare quella orrenda creatura? La sua mente vacillò per un istante, ma poco dopo subito ritrovò quella grinta quando gli si parò nella mente la figura di Mikio e dei suoi figli, lo faceva per loro sopratutto per loro, per la piccola sorellina e per il bambino che Aki portava nel ventre, no non era lì ad accompagnarli in quella battaglia pure se avrebbe voluto tanto essere lì in quel momento preciso, perchè aveva scoperto di aspettare un'altro piccolo, e visto il rischio l'avevano costretta a rimanere, ma era veramente la scelta giusta? i migliori dei villaggi erano lì, per quanto Kami era con loro insieme a Inuyasha temeva, che loro due non potessero bastare a spazzar via quella follia per quanto Kami la scorsa volta, era stata da sola a spazzar via tutto e tutti senza l'aiuto di altri. Un sospiro Uscì dalle labbra, mentre scorse il segnale, era ora di muoversi, la mano trattenne ben salda l'elsa della sua arma ancora infoderata, mentre rapidi si divisero, era inutile quanto rischioso muoversi in massa, era meglio colpire da più lati quella strategia l'avevano studiata da tempo, per quanto solo lui aveva un'arma che potesse spazzare via quelle creature, quasi si pentì che suo padre anni indietro aveva dato il Meidon a tessaiga, totosai aveva spiegato che non avrebbe più potuto darla a tenseiga, ormai era stata assorbita, e il potere di quella sfera era utile per solo un'arma.
 

Le piccole figure di Kaana e Sean giocavano tra di loro non troppo distanti dalla sua figura, giaceva contro il tronco di uno degli alberi secolari di quel giardino, custodito all'interno di quel castello, lo sguardo era poggiato contro il cielo terso mentre la mente vagava al proprio compagno, e a quella missione per la quale aveva intrapreso quel viaggio, lo voleva lì insieme a lei insieme ai loro bambini, un sospiro uscì dalle labbra mentre lo sguardo si spostò sulla piccola figura di Sakura che si avvicinava rapida a loro sorrise dolcemente alla piccola figura che timida si avvicinava ai nipotini, si lì poteva definire così era così per quanto avesse solo un anno e mezzo di differenza ormai. Il tempo passava ancora ricordava quando quel giorno Aki varcò la soglia della loro casa, seguita da Iriumaru privo di sensi trasportato dal fratello, tutti gli eventi che avevano passato insieme la loro crescita l'amore che era cresciuto pian piano fino a sbocciare e diventare un bellissimo fiore, che ora aveva dato i suoi due magnifici frutti. -Vedrai che torneranno entrambi sani e salvi, sia per noi che per loro- si era affiancata a lei, sedendosi accanto, sorrise senza guardarla per ora negli occhi, annuendo a quelle parole che aveva pronunciato. Sakura si era allontanata all'improvviso da Kaara, poggiando lo sguardo su di lei notai che era mutata, aveva cominciato a ringhiare apparentemente contro Sakura, mi ero alzata di scatto -Hana- la voce di Aki mi distolse lo sguardo da mia figlia per soffermarsi sulla possente figura di Hana che stava discendendo nella sua forma originale nel giardino, non poco distante dai piccoli, non stava ringhiando Kaara a sua zia ma a lei, poggiai una mano sulla groppa della mia figlia accarezzando la morbida pelliccia per tranquillizzarla mentre Sean mi si affiancava, tratteneva saldamente fra le piccole manine parte della coda che scivolava alle mie spalle, mentre il visetto spuntava dietro le stoffe del kimono, poco dopo mi era accanto Aki. Era scesa infine mutata mi faceva strano stare vicino a quella strana donna, quegli occhi per quanto non vedessero nulla, delle volte mi dava l'impressione che mi donassero occhiate furenti, e sapevo il perchè lui me ne aveva parlato, mi aveva parlato, di cosa li legava, di quello che gli avevano detto il padre, e sua nonna di lei, per quanto sapesse di dovergli portare rispetto a quella donna alla sua figura, a quello che era non gli piaceva affatto, e sembrava non piacere nemmeno a sua figlia, continuava a ringhiargli contro, con il pelo rizzato. Gli occhi ciechi si erano puntati su di lei, la sentì sussultare appena, e emettere uno strano verso aveva smesso di ringhiare all'improvviso e aveva abbassato il capo in segno di sottomissione -Lascia stare mia figlia- aveva volto di nuovo lo sguardo su di me, e per quanto privo di vita percepiva tutta la rabbia che gli voleva riversargli contro -Hana- Una voce alle loro spalle, quella di Kami, che si era avvicinata affiancando sua figlia. -Se devi comportarti così è meglio che ve ne tornate, nel vostro paradiso prima che mi arrabbi, e non sia l'unica a farlo, ormai non ci serve più il tuo aiuto- lentamente sembrava di nuovo rilassarsi la mia cucciola a fianco di Kami -Non riversare il tuo rancore, su chi non può proteggersi, vorresti che succedesse a loro quello che successe a Ikkiki- non conosceva quel nome, non sapeva chi era, ne tanto meno perchè l'avesse pronunciato sta di fatto, che la maschera di lei crollò il tempo di scrutare le espressioni del viso, e si era allontanata dal luogo. -Decisamente, Kaara ha preso di più da Iriumaru- ammise, mentre lentamente l'aveva fatta mutare, e la tratteneva in braccia -non solo di aspetto- aveva abbassato lo sguardo su Sean, sorridendogli poche volte aveva visto Kami sorridere, da quando era lì. Kaara si era addormentata profondamente fra le braccia di lei, che gliel'aveva porta infine per poi allontanarsi. -Torniamo dentro, non serve a nulla stare fuori, non arriveranno fino a noi i loro odori- poggiò una mano sulla mia spalla per poi incamminarsi verso il castello, lo sapevo anche io, quindi prendendo in braccio anche Sean mi decisi a entrare.
 

Erano entrati in quella fortezza facendosi strada tra tanti nemici, diverse ferite coprivano i loro corpi ma non potevano di certo fermarsi non ora, che erano giunti fino a quasi alla sala centrale dove l'avrebbero trovato, erano stremati, avevano perso la cognizione del tempo in quell'isola, non sapeva esattamente se fossero passati giorni, settimane, o solo qualche ora, eccoli la in una sala centrale quella figura di un demone dai capelli rossi che mai dimenticherà si stagliava contro il centro della sala, con dietro diverse di quelle creature che sembravano essere esperimenti di un qualche pazzo, ma non erano soli quando entrarono in quella sala si resero conto di essere completamente circondati da quegli esseri. Una risata maligna si propagò per la sala -Credevate veramente che non ero pronto alla possibilità che voi trovaste prima o poi? Mica sono così stupido invece voi, siete venuti con solo con un piccolo esercito oh voi demone cane siete veramente stupidi- I demoni deformi ci attaccarono cominciò la vera battaglia al di fuori non sapevano nemmeno che fine avessero fatto i loro compagni, se fossero morti o ancora vivi a combattere con quelle creature fino allo stremo, la lama del Meidon non si mostrava continuavo a lanciare i soliti fenenti abbattendo nemici, ma senza sconfiggerli realmente, perchè sembrava essere così difficile usare quella tecnica malediceva quella situazione mentre si abbassava di colpo, cercando di non essere colpito da un'arto dell'essere che lo attaccava, poco dopo un fendente andò a segno mozzandolo completamente, si voltò di colpo sentendo la presenza del demone dai capelli rossi alle proprie spalle, avrebbe riconosciuto quell'odore tra mille demoni, anche putrefatti -ghghggh.. Sei veramente un debole, hai fatto tanta fatica per andar a prendere l'essenza dell'aldilà e poi, nemmeno sai come padroneggiarla, sei solo un inutile demone puro nato per sbaglio, dovevi solo essere un misero mezzospettro senza nessuna qualità, un moscerino da schiacciare facilmente, ti è stato invece concesso un grande onore, e non ne sei assolutamente all'altezza-  la rabbia cresceva sempre di più, l'orgoglio ferito urlava nella propria testa, chiedendo vendetta una vendetta cieca, con un gesto rapido cercò di colpirlo con l'attacco migliore della sua spada, ma fù così rapido da schivarlo -sai solo usare queste inutili tecniche? Mi deludi mi deludi tanto- era scomparso improvvisamente, ma era sicuro che non era scappato, no non sarebbe scappato così quella volta, li avrebbe distrutti li avrebbe annientati portando le teste al suo capo, non doveva distrarsi fra tanti nemici, vedeva isonka e suo padre sommersi da quei demoni -Maledizione!- sbattè a terra esausto la sua arma era inutile ora come ora, sarebbero stati quasi più utili i suoi artigli avvelenati, mutò di colpo, andando a dilaniare con zampe zanne e artigli vari nemici, senza lasciargli scampo, ma i frammenti che rimanevano cercavano sempre di riunirsi o comunque attaccare gli altri, un colpo di Bakusaiga illuminò la stanza facendo esplodere vari corpi gli aveva rivolto uno sguardo, sembrava cercare qualcosa che non c'era la sua spada l'aveva lasciata lontano da se, nemmeno la vedeva più e non gli interessava -Non essere impulsivo Iriumaru- aveva urlato quelle parole, mentre un secondo essere lo attaccava si voltò di scatto verso la figura di quell'essere in tempo per allontanarsi prima che gli staccasse la testa, era stato così avventato, era scomparso di nuovo stava giocando quel maledetto, non gli piaceva come aveva detto suo padre doveva ritrovare la calma, doveva ritrovare la sua arma ma dove, dov'era finita perchè non la vedeva, troppi troppi demoni c'erano nella sala troppi frammenti degli stessi che indugiavano sul terreno, cercava di ricordare, dove esattamente l'aveva abbandonata ma non ci riusciva, sapeva che era inutile stare in quella forma, sarebbe stato più facile trovarlo visibile a occhio nudo, ma nell'altra senza arm sarebbe stato peggio, alla fine scelse di tornare normale atterrando a terra, doveva cercarla ma allo stesso tempo tutti i sensi erano all'erta, sentì l'urlo di Isonka squarciare il silenzio della battaglia, contro il fragore di quei corpi che si scontravano, cosa gli era successo? come sarebbe potuta tornare da Mikio, e dirgli che era successo qualcosa a colui che l'aveva cresciuta fin da piccola come fosse un padre, e molto di più. Eccola l'aveva intravista nello spostamento di alcune creature, che stavano per muoversi in direzione di Isonka, mutando scivolai lentamente sotto quelle creature fino a arrivare alla stessa, in un attimo  vidi all'improvviso la lama illuminarsi in fluido che fluisce nella stessa diventare di un bianco brillante, che cosa stava succedendo non l'aveva mai vista così un movimento alle proprie spalle fece intuire, che quel maledetto stava di nuovo per attaccarlo, di scatto si voltò verso di quello tagliando l'aria con un fendente di luce, che all'improvviso esplose alle spalle di tutti, illluminando e accecando tutti, non ebbi il tempo di vedere cosa stesse realmente succedendo che tutto tornò normale, non c'era nessuna creatura, c'era solo mio padre, che sorreggeva Isonka, sembravano entrambi storditi e feriti ma stavano bene, stavano tutti e due bene. Ma gli altri...

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Capitolo 31
*** Quiete ***


Lo sguardo si spostava lungo i superstiti di quella battaglia, contando i feriti e morti alla fine, per quanto preparati eravamo comunque in svantaggio contro quelle creature, ma sembrava esser andato meglio di quanto potessimo credere, ancora vivi poche vittime, rispetto alle antecendenti e una vittoria che ci avrebbe condotto verso la fine, di quella guerra. Le labbra si schiusero appena, mentre la mano destra era poggiata contro il braccio sinistro, all'altezza del bicipide, una macchia rosso sangue impregnava la stoffa del kimono, un dolore lancinante lo colpiva a ogni movimento, la ferita era profonda, probabilmente ci sarebbe voluto un po' prima che potesse guarire del tutto, prima di spazzar via quelle maledette creature una volta del tutte, una di quelle mi aveva colpito il braccio che  brandiva la mia spada sperando di fermarmi, ma non era andata così. Lo sguardo si portò al fianco destro dove riposava, era riuscito nell'intento, era riuscito a scagliare quel nuovo attacco, ancora non sapeva esattamente come era riuscito nell'intento, ma bastava così era finito tutto almeno per ora.

-Iriumaru!-

Voltandomi scorsi la figura di mio padre che si avvicinava, gli occhi si chiusero per un breve istante mentre il dolore tornava a farsi presente, piegai lentamente il braccio ma era ancora peggio, Isonka non era con lui sapeva che era rimasto, dove l'avevano lasciato per ora privo di forze, era ridotto ancor peggio di loro, si era difeso a lungo impegnandosi in quella battaglia, ma non aveva avuto la meglio, anche se aveva spazzato via diversi nemici. 

-Notizie?-

Domandai alcuni erano andati in ronda per vedere se non era rimasta nessuna di quelle creature, ancora vive su quell'isola speravo di no, anche perchè non ero certo di saper riusare quella tecnica, e oltreutto non eravamo in grado di contrattaccare avevamo tutti bisogno di riposo, in quel momento e bisogno di essere curati, chi più chi meno.

 -Nessun sopravvissuto, scomparsi non abbiamo trovato nulla al castello, che possa condurci a lui, ma abbiamo quanto meno spazzato via la maggiorparte del loro esercito, e sarà sfornito.-

-Non so se sia un bene o un male, potrebbe attaccarci subito per vendetta, e non saremmo di certo preparati.-

Ammisi, e vedendo lo sguardo di mio padre, sembrava essere del mio stesso parere, il peso della battaglia si faceva sentire su tutti, era meglio tornare ai nostri villaggi il prima possibile lo sguardo si portò per un breve istante al cielo, nubi nere temporalesche non promettevano nulla di buono, si stavano avvicinando sempre di più minacciose, spinte da chissà quale vento, non sembrava spirarne uno abbastanza forte da permettere tale cosa, non gli piaceva quella situazione, l'aria non portava odori non erano nubi normali.

-Che cosa è?- 

Qualcuno alle loro spalle aveva parlato, non sapevano nemmeno loro cosa aspettarsi, la mano destra rapida si mosse in direzione della propria lama, afferrandola e estraendola, era da una parte difficile dover riabituarsi a usare la mano destra, era abituato da sempre a maneggiare le sue spade con la sinistra per quanto fosse mancino, da cosa fosse derivata quella abitudine nemmeno lui se lo ricordava, fulmini e lampi si abbatterono sul terreno, mentre quella nube li sovrastò, era difficile evitarli imprevedibili, si erano mossi rapidi verso Isonka, che si era svegliato a causa del frastuono causato dagli stessi, a mala pena si reggeva inpiedi. Qualcosa si intravedeva tra le stesse, ma non si riusciva a capire cosa esattamente fosse, si librarono in volo sperando di raggiungerlo, un fulmine squarciò l'aria colpendoli abbaiandoli all'improvviso senza lasciargli scampo, ma la cosa strana era che non avvertirono dolore ma solo un senso di stordimento.
 

Aveva una strana sensazione, temeva fosse successo qualcosa si alzò lentamente dal letto, guardandosi intorno nella stanza, era silenziosa i due gemelli riposavano beatamente sulla propria coda, gli uni abbracciati agli altri, il respiro lento e profondo, una mano sfiorò delicatamente i loro visi, sentendo il calore di quei corpicini sotto le proprie dita, il pensiero volò al suo amato compagno, non si aveva notizie di quello che stava succedendo all'isola, e nessuno osava mandare qualcuno almeno per ora a scoprire come andasse, di certo forse non era finito, o era già finito tutto.. Erano stati sconfitti eliminati, o eravamo stati noi a perdere, ma se fosse successo così, li avrebbero attaccati, dopotutto quelle creature a differenza di loro non soffrivano la stanchezza non avevano bisogno di curare le loro ferite, l'attesa cominciava a essere snervante, la paura saliva ogni giorno che passava, la voglia di lasciare i due gemelli e partire per l'ignoto era tanta, anche se il rischio era alto. Prese i due gemelli e li sollevò lentamentemente per poggiarli infine, cercando di non svegliarli nella loro culla solo allora, si mosse fuori dalla stanza, lasciandoli dormire nel silenzio di quella notte senza luna, era luna nuova l'aveva trovata sempre inquietante quella cosa, il fatto che per una serata, non si presentasse al loro cospetto, si domandava delle volte il perchè visto che invece il sole ogni giorno riscaldava la terra, seppur magari coperto o celato, ogni mattina era lì a accogliere i suoi figli. Il passo si era mosso verso la sua vecchia camera, sapeva che era come l'aveva lasciata, aveva chiesto di lasciarla così, e sapeva che lì si trovavano ancora i suoi vecchi kimono, e la sua armatura oltre le sue armi. Si era cambiata lasciando alle sue spalle, il kimono pregiato riversato a terra, uno scempio probabilmente ma non gli interessava, stava sistemando i sai quando la porta della propria stanza venne aperta, e l'odore di Inuyasha si fece intenso sapeva anche senza il bisogno di voltarsi che era entrato nella stanza.

-Cosa ci fai qui?-

Gli domandai voltandomi lentamente verso L'inuyoukai, ormai la sua presenza in quelle mura era diventata quasi confortante, cominciava a apprezzarlo e pian piano forse anche lui, si stava abituando a quella situazione, cominciava a apprezzare quella vita, alla fine era stato accettato più volentieri da loro che dagli umani, avevano passato il tempo in attesa che tutto avesse fine, a parlare sembrava essersi aperto con lei, aveva conosciuto un lato di quel demone scorbutico che non credeva essere vero, ma quel comportamento era dovuto alla sua vita antecedente che non era mai stata facile, quando era un mezzo demone.

-Dovrei dirlo io, non dovresti dormire, e stare con i cuccioli? Dove vuoi andare?-

-Stanno dormendo.-


Risposi semplicemente, mentre alla seconda non diedi risposta, nemmeno io sapevo esattamente dove andare, no sapevo dove si trovavano ma era veramente quello che volevo, sapevo che Iriumaru non me lo avrebbe perdonato, se mi fossi messa in pericolo, e andare a cercarli sull'isola in mezzo a tutte quelle creature, non era di certo saggio ne tanto meno consigliabile, a meno che volevo fare un tuffo in un mare di nemici.

-Cosa ci fai sveglio?-

Gli domandai allontanando i pensieri, dopotutto era molto tardi, sapeva che quella sera non era di ronda, almeno per ora e se fosse successo qualcosa, sarebbe stato avvertito, o quanto meno se ne sarebbe accorto.

-Non riesco a dormire.. Per quanto non sia più un mezzo demone, e non perdo più i poteri, durante le notti senza luna, l'abitudine di non dormire durante queste nottate purtroppo non riesco a togliermela, forse più in là..-

Non sembrava molto convinto delle sue stesse parole nemmeno lui alla fine, quel peso portato per secoli dopotutto sarebbe rimasto forse per sempre, mi mossi verso di lui, per poi sorpassarlo e uscir dalla porta della stanza, sentì i suoi passi che mi seguivano, non accennava a parlar di nuovo uscì lentamente dal castello solo due guardie, a custodire l'entrata dello stesso, che rimasero stupite a veder la mia presenza forse più che la mia presenza i miei abiti. Mi fermai di colpo, e quasi Inuyasha stava per sbattersi addosso a me, ma si fermò a meno di un passo.

-Che cosa?-

Anche i suoi occhi si erano poggiati sul cielo, e aveva scorto nello stesso quello che avevo visto pure, io che mi aveva bloccato così di colpo lampi e fulmini lo squarciavano, eppure l'aria non portava odore di tempesta, portava l'esatto opposto non era nulla di buono quello che gli si presentava.

-Andate a avvertire di corsa gli altri- 

Ordinò Inuyasha mentre le guardie rapide si allontanarono da loro, aveva estratto tessaiga, poco dopo senza nessuna esitazione ma per ora la lama sembrava presentarsi normale, incerto se fosse un attacco o qualcos'altro non ne era certa nemmeno lei, non sapeva cosa aspettarsi, non avvertiva auree malvagie, ne nulla che li conducesse a quelle orribili creature e fino a ora, non vi erano mai stati attacchi del genere, non era di certo nulla di buono a veder da come si spostavano rapidi sopra le loro teste, un braccio di Inuyasha mi avvolse di colpo mentre un fulmine stava per colpirci, cercava di proteggermi dallo stesso, in un attimo fummo avvolti da un bagliore impossibile da sostenere, e poi fu semplicemente il nulla.

Note dell'Autore: Scusate l'attesa (e ora direte, ma quale attesa non ce ne frega niente della tua storia), ma ultimente mi sono fatta male, e non ho avuto il tempo di fare nulla, nemmeno sono andata a lavoro, per quanto avessi più tempo libero per scrivere di mettermi a farlo, purtroppo non ci riuscivo non per problemi fisici, ma per altro.
Beh che posso dire, devo dire quando avevo cominciato questa storia questa estate, ero molto ispirata ultimamente non so come continuarla, per quanto non abbia fan, (almeno a vedere le critiche quasi inesistenti, sia negative o positive o neutrali, che non mi fanno capire se piace, o fa cacare, o è la cosa più noiosa al mondo quindi meglio ignorarla) cercherò assolutamente di finirla in qualche modo, se avete qualche idea da darmi sono qui, per accoglierle, di sicuro non la lascerò incompiuta, no anche se magari gli darò una fine magari scontata meglio che lasciarla così.

Un bacio a tutti, e al prossimo capitolo

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Capitolo 32
*** nell'Abisso ***


Una oscurità penetrante l'avvolgeva, come se dopo quella luce abbaiante fosse diventata completamente cieca, non gli sembrava possibile non era abbastanza forte, e il bruciore non era abbastanza intenso, nessun odore arrivava fino alle fine nari, possibile, cercò di mettere a fuoco sembrava essere in un luogo fin troppo buio, completamente privo di qualsiasi spiraglio di luce, aveva la sensazione di essere quasi sospesa nel nulla, come se fluttuasse, provava a muovere gli arti, ma sembrava essere inutile non riusciva nemmeno a percepire il suo stesso corpo, non era di certo una sensazione piacevole com'era finita lì ovunque fosse ovunque si trovasse, voleva andarsene mentre la paura affiorava, se lei era lì cosa era successo a Inuyasha che gli stava vicino, e al villaggio? ai suoi cuccioli, e agli altri.. Una morsa dolorosa al cuore, una stretta forte da mozzargli quasi il fiato, quanto meno seppur l'aria fosse molto rarefatta, in quel luogo non sembrava esserne privo, ma da dove poteva venire, cercò quindi di muoversi, in quella oscurità obbligò i suoi arti, in quei gesti che sembravano pesanti come se ogni movimento gli costasse tantissima energia consumandola come niente aveva fatto fino a ora. Dove poteva trovarsi per essere ridotta in quel modo, lo sconforto l'avvolse dopo tanto che si muoveva ma senza trovare nulla, possibile che si trovasse in un così ampio spazio sigillato completamente.. Era assurda quella ipotesi, ma lo sconforto l'accolse in quel luogo sembrava che tutti i suoi sentimenti venissero amplificati all'impossibile il problema principale sembrava che fosse che solo quelli più bui, premevano per uscire allo scoperto senza dar speranza agli altri, sembrava che ogni pensiero buono stesse sprofondando in quella oscurità senza speranza di riuscirne fuori. 
Un rumore assordante, la distolse da tali pensieri mentre uno squarcio profondo, non troppo distante da lei dava su un altro spazio che prima non esisteva, una voce sembrava chiamarla all'esterno della stessa sconosciuta, sembrava però che quel varco si stesse velocemente richiudendo la sua unica speranza stava per scomparire, sapeva che quella era l'unica speranza per uscire da lì, rapida uscì da quel luogo trovandosi in un uno che era molto simile al primo, ma percepiva nello stesso diversi odori, soprattutto quello pesante di morte, l'aria ne sembrava pregna, tanto che un senso di nausea lo stomaco si stava rivoltando, senza che riuscisse a fermarlo, si piegò su se stessa vomitando quello che aveva mangiato quella mattina. Una mano si poggiò sulla sua spalla, lentamente voltandosi, si ritrovò davanti a una figura di un Inu-youkai aveva qualcosa di familiare, eppure non gli sembrava di averlo mai visto in vita sua, aveva un sorriso rassicurante lo stesso di Iriumaru, eppure era così lontano da lui, sulle spalle portava una spada da quella posizione potevo notare solo l'elsa che possedeva una gemma, che di tanto in tanto sembrava emettere uno strano bagliore che non riusciva a convincermi affatto. 
Si era mosso senza dire nulla, ero ancora del tutto incerta se potermi fidare, ma preferivo in quel momento seguirlo, sembravamo camminare lungo un sentiero di terra, stretto che dava su una pozza indecifrabile, se fosse acqua o un qualche altro liquido, a ogni passo che ci conduceva in avanti, il sentiero dietro di noi, si sgretolava, non permettendo così di ritornare indietro sui nostri passi. 
 

-Dove stiamo andando?- Osai domandare, qualcosa fluttuò fuori dal fodero di quella strana spada, mostrando davanti ai miei occhi uno strano piccolo spiritello. 

-Per ora ci stiamo dirigendo verso il centro dell'oltretomba, da lì vedremo sul da farsi e su quale percorso prendere. Anche i vostri compagni si trovano qui, ma non sappiamo esattamente dove Kubaxi lì abbia portati.-   

-Quindi è stato lui, a creare quella strana tempesta- sembrava una costatazione la stessa più che una domanda rivolta ai due, vidi quello spirito lievemente annuire, alle mie stesse parole, e solo poco dopo l'inu prese di nuovo voce in capitolo 

-Qui a più potere, e gli è più facile eliminarvi del tutto..- si era voltato verso di me e gli occhi ambrati si erano poggiati sulla mia figura, quelle ambre, erano fin troppo familiari nel modo in cui mi fissavano 

-Che cosa possiamo fare allora?- domandai incerta. 

-Dobbiamo riuscir a portare il corpo di kubaxi sulla terra, la è più debole e potremmo sconfiggerlo, qui si può nascondere fin troppo bene, e può riassorbire il potere dalle stesse tenebre, e non avremmo scampo- Avevo comunque l'impressione che non sarebbe stato così facile. -No non lo sarà affatto ma non sarete da soli- 

Avevo come l'impressione che l'aria si facesse sempre più pesante, in quel luogo cominciavo  faticar a respirare, le membra sembravano sempre di più farsi pesanti a ogni passo che si avvicinava al centro di quel luogo di morte, sembrava quasi che ogni forza mi venisse sempre di più sottratta lasciando che il mio corpo diventasse come una marionetta priva dei fili che la conducono, sentì lentamente le gambe cedermi, prima ancora che cadessi del tutto a terra, un braccio forte mi sorresse fino a portarmi vicino al suo petto non sentivo il battito del cuore dell'inu, ne il morbido respiro sulla mia pelle, il suo corpo sembrava essere freddo al tatto ma non ci facevo affatto caso, per quanto fosse del tutto innaturale. 

 

-Padrone, dobbiamo di corsa far qualcosa, o l'anima di Mikio si perderà nell'oltretomba-  Sentivo quelle parole ma mi sembravano lontane come se fossero state pronunciate a diversi metri da me, eppure vedevo seppur appannata la figura dello spiritello, a pochi palmi libarsi di fronte al mio viso. 
 
-Saya, va subito a prenderla- sembrava che lo spiritello sapesse esattamente di cosa stesse parlando il suo padrone, mi accarezzava dolcemente il viso -Cerca in tutti i modi di rimanere sveglia, non chiudere assolutamente gli occhi, hai capito- cercai di annuire lievemente con il capo, mentre lui fissava la direzione in cui quello strano essere si era allontanato 

-Chi sei? Perché ci stai aiutando?- domandai, volevo saperlo, era anche un modo per cercar di mantenermi sveglia il più possibile, forse parlando cercando anche di ascoltare le risposte, sarei riuscita in quell'intento; anche se ogni parte del mio corpo mi gridava di cedere a quella stanchezza 

-Perchè questa storia deve finire una volta per tutte, e solo Iriumaru può farcela, ma allo stesso tempo da solo per quanto bravo e capace, non ha l'esperienza giusta, questa volta non possiamo permettere che ritorni, questa volta deve finire questa storia per sempre- si era fermato in quelle parole, quando la figura di Saya tornò portando con se quello che sembrava, uno strano ciondolo dovevo averlo già visto, mi ricordava molto quello che la Kami portava sempre con se -non ha fatto storie?- lo vidi scuotere il capo, mentre l'inu mi metteva  la collana appesa al collo, lentamente cominciai a riprendere le forze, mentre, la pietra incastonata nel ciondolo sembrava illuminarsi, ormai ero abbastanza in forze da non servire che lui mi sorreggesse ancora

-Grazie- mormorai mentre la luce lentamente si spense, sollevai lentamente il ciondolo girandolo attentamente tra le dita, studiando lo stesso, era possibile che fosse proprio quello di lei? o forse in quel luogo ce n'era una seconda copia esatta, eppure la domanda del demone a Saya l'aveva lasciata interdetta per qualche istante.

-Direi che possiamo continuare, Saya torna nel fodero- senza commentare quell'ordine il piccolo spiritello ritornò da dove era venuto -Comunque si quella è la pietra del Meidon, di Kami- mi voltai a fissarlo attentamente, stavo per commentare ma mi ferò quasi subito -dopotutto fù un mio dono, e attualmente ti è più utile a te, che a lei dove si trova- il sorriso era rassicurante, ma temevo che Kami, si fosse arrabbiata al mio ritorno, scoprendo chi aveva la sua pietra, ma ero in parte più sconvolta dal sapere chi si mostrava davanti ai miei occhi, a quelle parole, avevo intuito chi era, e riuscivo a capire così finalmente il perchè assomigliasse a Iriumaru, scossi appena la testa ancor del tutto sorpresa mentre quello si era allontanato lentamente da me, cominciando a incamminarsi di nuovo lungo il sentiero, senza aspettare.

Note dell'autore: Mi dispiace la lentezza di aggiornamenti, ma ultimamente tempo e ispirazione sono pari a zero, ma personalmente non voglio fare come tanti autori che lasciano incompiute le loro storie, preferisco casomai dargli una fine anche stupida, pur di non lasciarla così, ci sarà un altro capitolo intermezzo prima della battaglia finale e infine la fine, spero di non annoiarvi un bacio a tutti.

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Capitolo 33
*** Riunione di Famiglia ***


Era  l'ennesima creatura che sconfiggevo sembravano non avere fine quei demoni, ne spazzavo via e dalle acque sottostanti ne uscivano altri, non sapevo esattamente dove mi trovassi, in quel luogo sembrava che la luna del mattino non avesse nessun effetto, o forse semplicemente sembrava che tessaiga avesse perso quel potere, ma mi sembrava al quanto impossibile, spostarsi lungo quel sentiero senza fine, sembrava alquanto inutile, avevo optato per cercar di volare all'esterno dello stesso inoltrandomi in quella oscurità senza fine apparente, ma era stato completamente inutile, o semplicemente utile a ritrovarmi contro infimi demoni di bassa classe, alla fine avevo optato per continuare sul sentiero perdendoci ogni speranza di volare più lontano di 10 metri dallo stesso. Uno sbuffo uscì dalle labbra, mentre Tessaiga tornava al suo posto a riposo nel suo fodero, gli attacchi avevano avuto fine, appena toccai quello strano terriccio, non mi piaceva quella situazione ma di certo era un suicidio continuare per di lì. Nessun odore per ora arrivava fino alle fine nari, da davanti a me, mentre il sentiero alle mie spalle si sgretolava, non mi ero nemmeno degnato più di guardarmi le spalle continuando per lo stesso, all'improvviso sembrava che quel sentiero si dividesse in tre biforcazioni, da nessuna delle stesse arrivava nessun odore, che gli permettesse di scegliere la direzione giusta da seguire. 

 

-E ora- Mormorai, grattandomi appena la testa, incerto sul da farsi, tre possibilità avevo davanti a me, ma qualcosa mi diceva, che se avessi scelto quella sbagliata, me ne sarei pentito di lì a poco. Alla fine la scelta ricadde su quello a sinistra, avevo l'impressione se avessi continuato avanti non sarei andato da nessuna parte, come era successo fino a ora, e qualcosa mi diceva di andare a sinistra, uno strano vento mi spinse nell'oscurità, chiusi gli occhi, e quando lì riaprì mi ritrovai su un sentiero molto simile al primo, eppure potevo percepire un odore che mi era familiare, sollevando lo sguardo incontrai molti metri più avanti una figura accasciata a terra, rapide le gambe si volsero verso la stessa, l'odore era inconfondibile, non percepivo nemmeno quello di sangue quindi non doveva essere ferito, allora perché era lì steso a terra, apparentemente privo di sensi o vita. 

-Iriumaru!- mi ero inginocchiato accanto a mio nipote, scostando lentamente la chioma argentea che in parte gli celava il volto per vedere se ancora respirava, e sembrava che così fosse seppur molto debolmente, cominciai lentamente a scuoterlo cercando di svegliarlo -Maledizione svegliati ragazzino, apri gli occhi o tuo padre mi ammazza se non ti riporto a casa- era certo che se dio ne guardi Sesshomaru avesse saputo che l'aveva trovato, e in qualche modo non gli avesse salvato la vita, non glielo avrebbe perdonato mai e poi mai. Si era appena mosso dando cenni di vita, lo sollevò lentamente mentre un braccio quello sano lo passo oltre la sua spalla, si accorse solo ora che era ferito, e a vedere anche una brutta ferita al braccio, strano che non avesse percepito l'odore del suo sangue, eppure dalla enorme macchia rossa sulla manica del kimono, doveva averne perso tanto forse anche troppo per quello poteva essere così debole. 

-Inuyasha- aveva aperto lentamente gli occhi, poggiandoli sul mio viso -cosa ci fai qui?- mi domandò, il qui era una parola molto restrittiva, qui come se fosse un luogo preciso, definito. 

-Sai dove ci troviamo?- domandai lui annuì semplicemente -Uhm, quanto meno, si può definire un bene- 

-Ci troviamo nell'aldilà- lo guardai perplesso, quando pronunciò quelle parole -riconoscerei questo sentiero tra mille,ma cosa ci facciamo qua?- quella si che era una bella domanda, alla quale nemmeno lui sapeva dargli risposta -l'ultima cosa che mi ricordo è che eravamo ancora sull'isola, e una strana tempesta, è arrivata fino a noi, poi nient'altro-  

-Successa la stessa cosa, dai noi al villaggio, non so dirti se anche da altre parti, quando mi sono risvegliato mi trovavo qui, ho cercato di scappare in diversi modi, ma nulla- ammisi -ho provato anche non seguire il sentiero, ma è servito solo a farmi attaccare da centinaia di demoni- si era appena fermato a quelle parole -come mai allora non posso usare la Luna?- l'ultima volta che era finito in quel luogo, quando tessaiga doveva assorbire la luna, era riuscito a tagliare dove tenseiga gli aveva mostrato il modo per uscirne, possibile che senza di lei, tessaiga non fosse capace, di uscire da quel luogo, e far uscire anche loro? 

-Non so che dirti- un lieve gemito uscì dalle labbra di lui, probabilmente causato dal dolore del braccio 

-Vi hanno conciato male- 

-Non è stato facile, erano a migliaia, e noi in prima linea troppi pochi- ammise senza guardarmi in faccia -che fine hann fatto mio padre, e Isonka?- scossi il capo, non sapendo cosa rispondergli -maledizione!- borbottò fra se e se staccandosi da me, sembrava reggersi sulle proprie gambe, con la mano illesa tasto i fianchi -No, non è possibile- solo ora anche io mi accorsi che non aveva con se la sua spada, lo sguardo si portò sul sentiero, cercando nel punto dove l'avevo trovato ma nulla sembrava essere scomparsa. 

-Possibile, che sia rimasta sull'isola?- domandai, ma speravo che non fosse così ma di sicuro lì con noi non c'era, e quello non era un buon segno 

-Siamo nei guai, se incontriamo Kubaxi è la fine- Si eravamo decisamente in guai grossi 
 



Da un'altra parte le figure di Sesshomaru e Isonka arrancavano lungo il sentiero, Sesshomaru tratteneva nella mancina la lama del figlio, che aveva trovato lungo il sentiero, se c'era quella voleva dire che c'era anche lui, ne era certo doveva semplicemente trovarlo, e per farlo sapeva che doveva raggiungere il centro di quel mondo, dove il custode smistava le anime e i corpi degli esseri morti, ma erano vivi, quindi sperava che fosse vivo anche lui, tessaiga vibrava contro il fianco scossa dalla presenza delle tante anime, che albergavano in quel luogo, che richiedevano la redenzione, era certo che questa volta non gliel'avrebbe data, non era la per migliorare il Meidon, non era di certo la per salvare 100 anime, l'unica cosa che gli interessava era trovare suo figlio e Kubaxi, e quindi eliminarlo una volta per tutte. Erano giunti fino alla fine del sentiero, arrivando fino a quell'essere immondo che giocava con il mucchio di corpi, di esseri morti sentì Isonka sussultare al mio fianco non era di certo una delle scene più belle, ne tanto meno era piacevole la puzza di morte, e di corpi in decomposizione, ma in tutto quello avvertì due odori che mi erano familiari, lo sguardo si spostò su due figure, che non mi sarei mai aspettato di trovare insieme 
Sembrò che quel maledetto si fosse accorto di loro, cercò quindi di attaccarli, afferrando l'elsa di Tenseiga, la estrassi e con un balzo andai a tagliare di netto la figura in due, prima ancora che il suo pugno si abattesse sui i due, atterrando ai loro piedi, seguito poco dopo da Isonka. 
 
-Padre!- fù l'unica parola, a riuscir a uscire dalle mie labbra, mentre lui mi donava un sorriso rassicurante dei suoi 

-Figlio mio, Isonka è un piacere rivedervi- Mikio, si era avventata su Isonka accogliendolo in un caloroso abbraccio. -Siamo venuti a aiutarvi, ci è stato concesso aiutarvi in questa ultima impresa, in modo che questa sia l'ultima volta, che Kubaxi porti distruzione sulla terra- Aveva parlato al plurale chi altro c'era con lui, oltre a Mikio -non sono qui, ci raggiungeranno insieme a Iriumaru, e Inuyasha, da quell'essere- avrei seguito anche in capo al mondo quella figura, negli anni non era cambiato nulla l'ammirazione nei confronti di quella figura irraggiungibile che era stato mio padre, sapevo di averla raggiunta e superata, quando la mia spada si era mostrata, non ero mai stato capace di sconfiggerlo quando era in vita, e mi sarei forse portato quel peso per tutta l'eternità. -Dobbiamo portare a Iriumaru, la sua spada ormai siamo giunti alla fine, e quel maledetto potrebbe attaccarci da un momento all'altro, e solo lui può eliminarlo- 

-Dove andiamo allora? Dove si trova?-  domandai, rimase in silenzio per un po' per poi aggiungere

-Nella tenebra più profonda, ma non sarà facile arrivarci i demoni, che la proteggono ci attaccheranno, e noi dobbiamo combattere- 

 

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Capitolo 34
*** Sull'Isola ***


Era ormai diverso tempo che Inuyasha e Iriumaru camminavano lungo il sentiero, che non sembrava finire mai, possibile che avesse sbagliato strada, ma quanto meno l'aveva trovato, e non avrebbe di certo lasciato la a morire per l'eternità, Tessaiga non accennava a aprire varchi verso l'esterno, come se ne fosse stata privata di quel potere e non era nulla di buono, rifoderò la zanna lasciando che pendesse dal fianco, lentamente la ferita al braccio di Iriumaru stava guarendo ma in quel luogo sembrava metterci molto più del dovuto, o forse semplicemente era più grave di quanto apparentemente sembrasse, ma era certo che la prima possibilità fosse quella più plausibile.  

-Comincio a aver la nausea di questo posto, come diamine si può uscire da qui.- Invei contro quella situazione, ero esausto di tutto quello, fisicamente e mentalmente quel luogo senza odori a odori a parte di morte, lo stava lentamente logorando, se sarebbe rimasto di più probabilmente sarebbe impazzito, sentì all'improvviso tessaiga vibrare contro il fianco, lo sguardo ambrato si spostò a destra e manca avanti e indietro, ovunque potesse il suo sguardo arrivare, ma non vedeva assolutamente nulla, allora perché aveva reagito a qualcosa o a qualcuno. 

-Che cosa c'è?- domandò Iriumaru al mio fianco, cominciando a sua volta a guardarsi furtivo intorno, come se si aspettasse da un momento all'altro di essere attaccato, da qualcosa o qualcuno, quando all'improvviso davanti a se lungo il sentiero abbastanza distanti da loro, due figure, cominciarono a scorgere, che si avvicinavano lentamente, una sembrava più minuta, forse femminile, ma l'altra era più possente. Da quel che vedeva più si avvicinavano aveva azzeccato la prima impressione, l'uomo era un Inuyoukai che tratteneva i capelli argentei in una treccia estremamente lunga da strusciare quasi per terra, possente muscoloso il giusto, sembrava quasi una versione più grande di lui, nei tratti nei colori dei marchi, nel modo in cui portava la pelliccia sulle spalle. Mentre l'altra era una figura, di una donna, in avanti negli anni, ma ancora estremamente bella, a vederla sembrava umana, portava con se un kimono da sacerdotessa del fuoco, ma i capelli non erano raccolti nella comune capigliatura di loro, i capelli neri striati di grigio in diverse parti scendevano sulle spalle sciolti, aveva un sorriso estremamente rassicurante, e con se su una spalla portava una faretra con delle frecce, e un arco. Sentì Inuyasha sussultare alle mie spalle, mi girai verso di lui, e vidi lo stupore nei suoi occhi, aveva la faccia di chi avesse visto un fantasma davanti ai suoi occhi, che conoscesse quei due? Possibile, lui non riusciva a riconoscerli, e non gli arrivavano odori che potessero identificarli, aveva cominciato a indietreggiare, lentamente malfermo sulle proprie gambe, non l'avevo mai visto tanto insicuro, fino a ora chi erano quei due. Afferrai di colpo tessaiga pronto in caso a difenderci. La figura della sacerdotessa si era staccata dall'inuyoukai, che era rimasto indietro in disparte, per raggiungere noi due, Inuyasha poggiò una mano sul mio polso, fermandomi abbassai lentamente la zanna, in segno di rispetto, e gliela porsi senza dire niente, ma sembrava averla rifiutata per raggiungere a metà strada la figura, dell'altra. 

-Kagome!!- un sussurro appena percettibile, quel nome pronunciato in direzione di quella vecchia sacerdotessa, un nome che la diceva lunga su chi era quella anziana donna, sul perché quella reazione di Inuyasha quando l'aveva vista, sul perché avesse esitato davanti alla figura del fantasma dell'unica donna che aveva mai amato, e che tutt'ora amava, senza remore, per quanto la morte li distanziasse senza dare nessuna possibilità di riavvicinarsi abbracciarsi baciarsi di nuovo, mi morsi il labbro inferiore nervosemente era una scena troppo intima, volevo lasciarli soli dopo tutto quel tempo, che erano stati lontani, ma nemmeno potevo andarmene di lì, quindi potevo solo rimanere, e guardare altrove, eppure il mio sguardo continuava a poggiarsi su di loro, quella parte umana di me, per quanto fossi un demone completo capiva fin troppo quei sentimenti dei due. All'improvviso l'aveva abbracciata a se, trattenendola saldamente fra le forti braccia, se fosse stata viva gli avrebbe fatto male, ma non voleva chiaramente lasciarla andare per niente al mondo, vedevo che lei contraccambiava dolcemente, sussurrando qualcosa all'orecchio, che non mi arrivava da quella posizione, seppur i miei sensi fossero molto più sviluppati, di quelli di un essere umano. Si era infine staccata, e Inuyasha l'aveva lasciata si era voltata verso di me come lui, stesso e mi aveva rivolto poche parole. 

-Dobbiamo raggiungere tuo padre, taisho, isonka e mikio, prima che arrivi a loro Kubaxi- sussultai sentendo il nome di Mikio, esser pronunciato da lei, stavo per porre una domanda, quando mi fermò tempestivamente Inuyasha. 

-Era vicino a me quando quella strana tempesta, ci ha coinvolti- annuì lievemente, quindi domandai. 

-E dove dobbiamo andare, è da tempo ormai che camminiamo lungo questo sentiero senza fine, non credo cambierà più di tanto.- seppur loro li avessero raggiunti, in qualche modo dubitava che loro due essendo vivi, potessero spostarsi come loro, da un luogo a un altro con la stessa facilità, finalmente l'inuyoukai si era avvicinato a loro, tornando a torreggiare sopra le loro teste, era più alto anche di Inuysha, probabilmente alto anche più di mio padre, indicò quel mare nero alla nostra destra. 

-Dobbiamo inoltrarci lì, ma non sarà affatto semplice, i demoni ci attaccheranno, e ci dobbiamo preparare, a combattere, senza mai fermarci, e non sarà facile arrivare da lui, abbastanza in forze da sconfiggerlo, per questo lei, ci ha mandato da voi, per aiutarvi, per quanto possiamo in questa battaglia, per non essere soli- non sapevo esattamente se potevamo fidarci di quell'essere, e se fosse stato un servitore, di quel maedetto, magari stava giocando con le anime dei morti, per riuscir a sonfiggerci, abbassando la guardia, in quel momento ero anche privo della mia stessa arma, ma cosa potevo fare, fidarmi o non fidarmi, alla fine in ogni caso sarebbe andata in un modo, con una battaglia contro quell'essere, annui Inuyasha aveva preso in braccio sulle proprie spalle la figura di Kagome, come faceva tantissimo tempo addietro, quando combattevano fianco a fianco contro naraku, alla fine i tre Inuyoukai si erano librati nell'aria volgendosi verso il mare, nero all'inizio sembrava che non fossero attaccati da quei maledetti esseri, ma alla fine arrivarono, Kagome lanciava frecce sacre, mentre io che ancora brandivo tessaiga lanciavo cicatrici del vento spazzando via quegli esseri che intralciavano la nostra strada, ma erano tanti, per quanto combattevamo, e loro erano in inferiorità di forza erano maggiori di numero, non scherzava inu, quando parlava che non sarebbe stato affatto facile, raggiungere quell'essere, un ringhio uscì dalle mie labbra mentre venivano spazzati via un altro centinaio di demoni, mi domandavo se anche mikio mio padre e isonka si trovassero in difficoltà quanto noi, e come stavano, e chi stava badando ai nostri cuccioli, speravo assolutamente che Aki, fosse lì a salvarli, e che al villaggio stessero tutti bene, dovevo farlo per loro, farlo per me per il futuro del mondo e di ogni creatura esistente sullo stesso, sapevo che potevo farcela, dovevo farcela e nulla mi avrebbe fermato, presto sarebbe giunta la fine. 
 


 

Dall'altra parte sembravano essere nella stessa identica situazione, i nemici non sembravano di certo diminuire, e più si avvicinavano a qualcosa, che si stagliava contro quel mare nero come una enorme ombra incombente sulle loro teste, e più aumentavano e non davano tregua, erano così vicini alla meta e non potevano arrendersi per quanto la stanchezza, potesse cominciare a pesare sulle loro spalle, e le membra richiedere tregua non si potevano lasciare allo sconforto. Aveva percepito qualcosa, all'improvviso spostò lo sguardo notando che qualcosa non troppo distante da loro si faceva spazio fra altri demoni, erano tre figure, di cui una avrebbe riconosciuto sempre e comunque quella di suo figlo che brandiva la zanna di suo padre, e quella di inuyasha che portava sulle spalle qualcuno, solo quando la stessa sagliò una freccia sacra, fu sicuro di riconoscere in quella vecchia sacerdotessa Kagome, la compagna di suo fratello. 

-Sono arrivati!- sentì la voce di suo padre pronunciare quelle parole, mentre Iriumaru si era voltato con il capo, nella loro direzione scorgendoci, sorrisi a lui, come quasi non facevo mai, mi rassicurava vederlo vivo sano, davanti ai miei occhi, con un'ultimo fendente ammazzammo gli ultimi demoni, per poi atterrare su quella strana terra, sembrava un'isola, in quel mare di morte e nulla, completamente disabitata, i demoni si erano ritratti, per non avvicinarsi più come se fossero timorosi di quel luogo. Doveva proprio essere quella la grande tana di quel maledetto, mi ero avvicinato quindi a mio figlio, che intanto aveva ridato Tessaiga a Inuyasha, che fissava la figura di nostro padre, alle mie spalle sorpreso, Kagome era scesa dalle sue spalle, io avevo porto intanto la zanna a mio figlio, mentre Mikio si era affrettata, a raggiungere Iriumaru e abbracciarlo forte a se, e lui aveva ricambiato quel piccolo gesto in silenzio.  

Note dell'Autore: E si siamo quasi alla fine, di Rift e ecco che il prossimo capitolo si presenterà con la battaglia finale, non sarà l'ultimo prevedo come ultimo, un'altro qualche anno dopo la sconfitta di Kubaxi, che preannuncerà quello che succederà in " 
Shikon no Tama - Returns"la mia nuova fiction a cui già sto lavorando e sta già al terzo capitolo, chi mi segue qui, magari se vorrà potrà seguirmi anche di la, quindi no non è proprio una fine, comunque preparatevi, fra i protagonisti di Shikon no tama- Returns, ci saranno i due figli di Iriumaru oltre Kagome e Inuyasha XD
A presto, spero tanto in vostri commenti critiche o altro, baci baci.

 

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Capitolo 35
*** The End... ***


Sapevo a cosa andavo incontro eppure, star su quell'isola non era come me lo aspettavo, l'odore di carne putrescente, di corpi in decomposizioni era estremamente forte, intenso per le nostre nari, da dare una forte nausea le testa girava vorticosamente era difficile camminare, i piedi calpestavano qualcosa di molle, e non volevo vedere esattamente cos'era l'oscurità aiutava in quello, temevo di saperlo già senza quell'aiuto e era solo che preferibile evitarlo. Di fianco a me camminava Mikio, aveva il volto estremamente pallido, temevo che da un momento all'altro sarebbe crollata, raggiungendo il suo limite massimo, di fianco camminava Inuyasha che teneva ancora sulle proprie spalle Kagome, lo sguardo della donna anziana era sicuro deciso, probabilmente come quello che aveva da giovane, la morte ne tanto meno la vecchiaia, l'aveva cambiata era già pronta con il suo arco, chissà come o chissà come l'aveva di nuovo ottenuto, per aiutarci, ma poteva una persona morta aiutarci in quella battaglia. Lo sguardo si spostava di tanto in tanto sulla figura, di mio nonno, la somiglianza con inuyasha era straordinaria per quanto vedessi alcuni tratti anche in mio padre, che aveva però nettamente preso da Kami, la curiosità era forte avevo tante domande da porre ma quello non era di certo il momento. Un sospiro uscì dalle labbra, mentre si contrassero in una smorfia non troppo convinta, era tutto troppo calmo, e quello non presagiva nulla di buono, sembrava la calma prima di una tempesta imminente, quando il vento si placa e i nuvoloni neri e spessi coprono completamente il sole, non permettendo di far traspirare nemmeno un filo di luce. Delle grida grottesche di colpo arrivarono, squarciando quel silenzio, afferrai la mia lama con il braccio illeso, ancora il destro mi doleva, non permettendomi di usarlo, piegato all'interno della manica del kimono, rimaneva addossato all'interno dell'armatura, nella ricerca di tenerlo il più fermo possibile, in modo da non provocare dolore, ma le fitte di tanto in tanto colpivano la spalla e si spingevano fino alle punta delle dita. Tutti avevano estratto le proprie arme, pronti all'attacco ma non riuscivamo a vedere nulla, era completa oscurità poteva essere da per tutto, sembrava un tutt'uno con quelle tenebre penetranti. Qualcosa all'improvviso colpì Taisho, spazzandolo via da noi diversi metri più in la, senza riuscir a capire, da dove esattamente fosse arrivato quell'attacco, ognuno aveva guardato in una direzione diversa cercando la fonte dello stesso, ma senza nessun risultato. Un altro attacco fendette l'aria, la figura di Mikio scomparse nel nulla senza che io potessi far qualcosa. 
 

-Mikio- Urlai, cercando di muovermi velocemente verso la direzione in cui era scomparsa, ma non c'era nulla. 
 

-Maledetto! Esci fuori allo scoperto stupido!- le urla di Inuyasha, avevano destato una grossa risata di Kubaxi, che rimbombava nelle nostre teste, come un eco lontano. 

-Stupidi, uno alla volta vi spazzerò via, e di voi rimarrà solo il ricordo, o forse nemmeno quello.- un ringhio profondo era uscito dalle mie labbra, in direzione della tenebra, rabbioso accecante, sentivo il mio sangue prendere il sopravvento su di me, la mente faticava a rimanere lucida, in quel momento sapevo benissimo che i miei occhi dovevano esser diventati rossi, sentivo i canini premere contro l'interno delle labbra punzecchiandole quasi ferendole involontariamente. La risata di quell'essere si fece sempre più profonda "bravo ragazzo, disperati arrabbiati, non farai altro che nutrirmi e farmi diventare ancora più forte, tra poco ti giuro che raggiungerai la tua amata" quelle parole parole portarono un po' di lucidità nella mia mente, non dovevo permettermi di accrescere il suo potere, un enorme bagliore di luce mi fece voltare verso la figura di Inuyasha e di Kagome, che aveva scagliato una delle sue frecce verso il cielo, sembrava essere allungo andata a vuoto, ma all'improvviso semvrò conficcarsi in qualcosa, di solido. Un urlo di dolore si propagò all'improvviso due cose, caddero dal cielo il tempo di raggiungere una delle stesse, afferrai Mikio, senza sensi che era stata lasciata dalla presa di quell'essere, avevo lasciato la mia spada a terra, per sorreggerla respirava ancora quello era positivo la  lasciai a terra, nel punto in cui sarebbe caduta, mentre quell'essere immondo si dimenava in cielo. 
 

-Maledetta sacerdotessa, avrei dovuto farti mangiare dai miei sottoposti, appena sei arrivata qui.- cercò di colpirla ma Inuysha si scansò velocemente e l'attacco non andò a buon fine, allo stesso tempo aveva lanciato una luna del mattino ma questa non sembrava aver fatto nessun effetto. 

-Credi di poter sconfiggere, un essere come me con un attacco che appartiene al mio stesso mondo. Patetico!- il secondo attacco di Kubaxi andò a segno, colpì in pieno petto Inuyasha, facendolo volare diversi metri più in la fino a cader nell'acqua o quello che era, non sembrava riuscir a risalire. 

-Ora tocca a voi stupidi esseri.- Eravamo rimasti solo io mio padre, e Isonka, e non sapevamo cosa fare, la lama di luce non sembrava volersi rivelare, e quell'essere continuava a attaccare senza sosta. 


Cominciava a farsi buio intorno a lui, mentre l'acqua sembrava entrare nei polmoni, non riusciva a muovere nessun muscolo come se ormai la mente fosse separata dal corpo, fossero due cose distinte e ben separate, vedeva da lontano il suo corpo affondare sempre di più in quell'abisso oscuro che non sembrava aver fondo, dove era finita la sua Kagome, non era più sulle sue spalle, ricordava che era caduta in acqua insieme a lui, con quell'attacco improvviso ma non c'era, si sentiva sempre più distante e lontano dal proprio corpo come se pian piano si stesse distaccando dallo stesso, era quella la sensazione che si provava mentre si stava morendo? Non sentiva dolore, almeno non sentiva nulla che fosse fisico, sentiva solo ogni sentimento, ampliarsi farsi sempre più forte, era strana la cosa, possibile che quando ormai si è morti, i ricordi e l'amore che le persone ancora vive provano per noi, arrivino fino a lì? Da una parte finalmente era felice, dopo tanti anni di dolore e solitudine causata dalla mancanza di sua moglie e sua figlia sarebbero scomparse, finalmente sarebbero stati di nuovo insieme e questa volta per sempre, nulla li avrebbe separati. Chiuse lentamente gli occhi sperando che arrivasse in fretta il momento, e che tutto finisse e che finalmente sarebbero stati insieme, ma mentre chiudeva gli occhi abbandonandosi a tutta quella oscurità un barlume di luce molto lontana si stava propagando dal punto in cui era affondato, pian piano vide il suo corpo che stava riemergendo avvicinandosi a se, il rosario appeso al collo ogni perla che lo componeva sembrava essersi illuminata, lentamente rientrò in quello che era il suo corpo, sentiva di nuovo lo stesso, cominciava a mancargli l'aria doveva riemergere o sarebbe morto, il rosario continuava ancora a emettere luce, mentre una forza lo faceva uscire dalla stessa senza che dovesse muovere un muscolo, appena toccò terra il rosario, scoppiò in mille pezzi lasciandolo senza l'ultima cosa che gli ricordava lei, fissava i frammenti che cadevano inesorabilmente a terra, e le loro voci risuonarono nella testa "non arrenderti vivi, anche per noi!" un'ultimo desiderio, l'avevano salvato, non poteva di certo buttare al vento quel dono. Lo sguardo si alzò verso la scena che si parava di fronte a lui, Iriumaru e gli altri stavano ancora combattendo contro quell'essere, ma senza grandi risultati, sentì la tessaiga pulsare contro il fianco voleva dirgli qualcosa, ma attualmente non riusciva a capire cosa. Un'altra voce risuonò nella testa "Usate tessaiga e tenseiga, per aprire un varco verso il vostro mondo. Qui non potrete mai sconfiggerlo" era sicuro di non conoscerla quella voce, eppure qualcosa gli diceva di fidarsi della stessa, e di fare come lei voleva, ma non sarebbe stato così facile. 


Tenseiga in qualche modo voleva comunicargli qualcosa, ma non riusciva a capire cosa, aveva visto quello stupido di suo fratello finire in quella sottospecie di mare, era da troppo tempo ormai immerso nello stesso, possibile che fosse morto.. che non c'era nessuna speranza per lui, maledizione erano in netto svantaggio, erano già stanchi per la battaglia antecedente, erano sfavoriti contro quell'essere. Evitavamo gli attacchi, cercando di controbattere gli stessi ma senza successo, le armi mortali, in quel luogo di morte non sembravano procurargli danni ma erano stati avvertiti di questo, non vi era da stupirsi. Suo padre si era rialzato dal colpo inferto da quell'essere e cercava di aiutarci per quanto potesse, a un certo punto alle fine nari arrivò di nuovo l'odore di Inuyasha, che riemerse dal mare di tenebra, Kubaxi ruggì contro sferzando l'aria allontanando di colpo Iriumaru che cercava di attaccarlo sbalzandolo diversi metri più in la, per poi muoversi verso di lui, per ora inerte disteso a terra dal colpo. Sentivo tenseiga pulsare contro il fianco sempre di più, mentre la figura di Inuyasha si avvicinava, notai la stessa reazione da parte di tessaiga mentre inuyasha si avvicinava sempre di più come me a Kubaxi e Iriumaru, riposi di nuovo bakusaiga nel suo fodero sfoderando tenseiga, di colpo la zanna di mio fratello si era fatta nera, presagio della luna del mattino. 
 

-Usate Tessaiga e Tenseiga ora, prima che sia tardi.- Sembrava che Kubaxi, si era accorto solo ora, del ritorno di inuyasha, nello stesso momento che stava per voltarsi verso di noi, per colpirci insieme fendemmo, in un solo colpo la luna del mattino si aprì di colpo sul mondo esterno, trasportadoci nello stesso


Mi ero avvicinata di colpo, dopo essermi svegliata a Iriumaru, poco prima che la luna del mattino si aprisse sul mondo esterno, eravamo di nuovo nelle nostre terre, riconoscevo benissimo quel panorama non eravamo troppo lontani dal villaggio, oltre la foresta che si stagliava a nord, pochi minuti di volo avrebbero visto le strutture che lo componevano, la mancina si era poggiata sul viso del mio compagno accarezzandolo, i capelli erano macchiati di sangue, aveva una ferita alla tempia, un graffio di quell'essere che deturpava il viso, non troppo profondo probabilmente sarebbe guarito con poco tempo, eppure sembrava aver perso i sensi. Lo sguardo si era spostato verso i Inuyasha e sesshumaru che attaccavano, quell'essere con successo, sembrava che i fendenti non andassero a vuoto in quel luogo, come era successo nell'aldilà, era ferito ma non sembrava che i colpi per quanto forti potessero annientarlo, definitivamente.  

-Iriumaru, svegliati!- lo sentì sussultare, mentre cercavo di scuoterlo leggermente solo ora notai il braccio destro ferito, possibile che fino a ora non ci avevo fatto caso, sospirai accarezzandogli il viso, dei ringhi presagirono l'arrivo di alcuni inuyukai probabilmente destati, dal fragore della battaglia nella mischia notai la figura di Aki, e quella di Yaone, librarsi nell'aria, prepararsi a aiutare il loro generale. 

-Iriumaru svegliati, ci sono anche gli altri, ma senza di te non possono sconfiggerlo.- lentamente cercava di aprire gli occhi, notavo la difficoltà nel farlo probabilmente dovuta alla stanchezza e dalle varie ferite impresse sul suo corpo, lentamente allungò la mano illesa a sfiorarmi il viso, sorrisi baciandogli delicatamente il palmo. "Iriumaru, Mikio attenti!!" la voce di aki, era rimbombata nelle nostre teste, mentre quell'essere immondo aveva lanciato un attacco verso di noi, troppo rapido per essere scansato, ci avrebbe colpito in pieno, ero pronta all'impatto, cercavo in qualche modo di proteggerlo dallo stesso, all'improvviso la zanna incominciò a illuminarsi, come destatosi di colpo, da un sonno profondo di sobbalzo, si sollevò sulle gambe, e estrasse la spada, la lama si era completamente illuminata, emanava un bagliore mai visto prima, fu un attimo... 
 



Qualcosa mi diceva di colpire quell'onda di tenebra, ma solo quando sarebbe stata così vicina da quasi esserne inghiottito fù un attimo, in un attimo cambiò tutto l'aria la tenebra era stata squarciata dalla luce, che si dirigeva verso la figura di Kubaxi, all'inizio quando la colpì sembrava che nulla fosse cambiato, ma all'improvviso si formarono nel corpo dell'essere crepature, da cui traspariva la luce, la pelle o quello che era si stava lentamente sgretolando. 

-No.. noooooooo, non posso essere sconfitto da un insulso ragazzino...- furono le ultime parole, che riuscì a pronunciare, prima che si dissolse in cenere, tutto ormai era finito, e di lui era rimasto solo un brutto ricordo, di cui quelle terre avrebbero portato il segno per sempre, in memoria di un essere che avrebbe potuto distruggere il mondo. La terra anche questa volta era stata salvata, per quanto sarebbe durata questa ipotetica pace? Per sempre? No non lo credeva, in ogni caso.. 
 
Gli Inuyoukai anche questa volta avevano dimostrato di essere i più potenti demoni sulla faccia del mondo, anche questa volta l'avevano salvata.. possibile, che quello fosse il destino dei Inuyoukai... 

 

   Fine...
(forse)
Note dell'Autore: e bene si dopo questa pausa (non molto breve) presa per le mie due fanfiction Rift e Shikon no Tama - Returns per mancanza di ispirazione nello scrivere il finale, di questa, e nel continuare l'altra siamo giunti alla fine di Rift, ebbene si è finita ci sarà un breve prologo, di anticipazione a SnTR ma sarà una breve One shot a parte, almeno ho scelto solo ora con questo ultimo capitolo di fare così. Beh spero che vi sia piaciuta, fino alla fine che non vi abbia deluso in qualche modo, speravate in un finale con più dettagli? non sono brava a scrivere scene di battaglia, non so descriverle abbastanza da poter ritenerle degne quindi ho preferito fare così. Ora mi incentrerò solo su Shikon no Tama - Returns e Inuyasha 犬-夜叉, probabilmente ricomincerò anche a scrivere Uno sguardo verso il passato, e stavo quasi pensando di scrivere una storia alternativa a Rift, con un finale forse meno triste (a livello di sentimenti con umane) per Inuyasha e Sesshumaru, ma ho ancora ben da decidere come sarà anche se ho una mezza idea, probabilmente lo vedrete forse presto.
Ringrazio chi ha messo nelle preferite rift: Agragas77,Crystal_heart,daniela780,Diamond Styles,flyikary19,forthright,inu_ka,kaggi18,Kagome__00,Kirara99,Lady Devonne Isabel,starfragola,yara3000.
Chi ha recensito la storia, sia in modo positivo che negativo, chi l'ha letta senza dar pareri, chi ha creato questo sito permettendo di pubblicare agli altri le proprie idee.

Un bacio a tutti e alla prossima..
Aliak



 

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