Non sarai mai più solo

di Burnt Orchid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.paure e dolore a Privet Drive ***
Capitolo 2: *** 2.panico e desiderio di libertà ***
Capitolo 3: *** 3.salvataggio ***
Capitolo 4: *** 4.al st.Mungo ***
Capitolo 5: *** 5.risveglio, domande e bugie ***
Capitolo 6: *** 6.fiducia e conforto ***
Capitolo 7: *** 7.il primo pasto ***
Capitolo 8: *** 8.decisioni e abbracci ***
Capitolo 9: *** 9.Interrogatorio ***
Capitolo 10: *** 10.gratitudine ***
Capitolo 11: *** 11.libri e ninna nanne ***
Capitolo 12: *** 12.Ally ***
Capitolo 13: *** 13.padre ***
Capitolo 14: *** 14.rapimento ***
Capitolo 15: *** 15.Avere un genitore ***
Capitolo 16: *** 16.The ideal dog ***
Capitolo 17: *** 17.Niso ***
Capitolo 18: *** 18.Scuse ***
Capitolo 19: *** 19.Muffliato ***
Capitolo 20: *** 20.Punizione ***
Capitolo 21: *** 21.incubi ***
Capitolo 22: *** 22.Senza perdono, senza riposo ***
Capitolo 23: *** 23.Ricordi e baci rubati ***
Capitolo 24: *** 24.Il compleanno; parte 1° ***
Capitolo 25: *** 25.Il compleanno; parte 2° ***
Capitolo 26: *** 26. Il compleanno, parte 3° ***
Capitolo 27: *** 27. Il compleanno, parte 4° ***
Capitolo 28: *** 28. La lettera di Silente ***
Capitolo 29: *** 29. Trambusto ***
Capitolo 30: *** 30. separazione ***
Capitolo 31: *** 31. Draco, Harry, Severus, Cissa ***
Capitolo 32: *** 32. scoperta e sofferenza ***
Capitolo 33: *** 33. le voglie di Draco, la gelosia di Ally, la nostalgia di Harry ***
Capitolo 34: *** 34. Di nuovo insieme ***
Capitolo 35: *** 35. The End ***



Capitolo 1
*** 1.paure e dolore a Privet Drive ***


ff hp 1
L'inizio della fine...
luce verde...Voldemort...
"perderai, Harry, perderai ogni cosa, proprio come hai perso loro"
mamma...papà...Cedric...Sirius...
luce verde...





"NOOOOO!!!"



L'urlo uscì dalle labbra di Harry, che aprì gli occhi, in preda al panico, il quindicenne tentò di calmarsi facendo respiri profondi.
Si zittì con la paura di aver svegliato il suo amorevole zio. Harry sapeva benissimo che Vernon non sarebbe stato felice di venire svegliato nel cuore della notte dalle urla di suo nipote.
Il ragazzo si concesse qualche secondo per ripensare al suo confusionario incubo.
Era davvero terribile: sembrava che riassumesse tutti gli orrori della sua vita in un flash di pochi secondi.

Harry si chiese perchè Voldemort dovesse prendersi il disturbo di comparire ogni notte nei suoi incubi, che sarebbero stati terrificanti anche senza la sua, tanto costante quanto non richiesta, presenza.

Il ragazzo si riscosse quando sentì dei passi pesanti avvicinarsi alla porta della sua camera.
Erano passi assolutamente riconoscibili, nessuno avrebbe potuto confonderli.
Zio Vernon si era svegliato e non sarebbe entrato nella sua stanza per una visita di cortesia.
Harry si rintanò nel letto e finse di dormire, sperando nella misericordia dello zio.

Vernon entrò e lo prese per il colletto della maglietta consumata, scaraventandolo fuori da letto.
Harry lo guardò e si accorse che lo zio era furioso e gliel'avrebbe fatta pagare stavolta, quindi non sprecò tempo e disse con una voce debole "Mi dispiace, zio Vernon, non succederà più, la prossima volta non mi farò sentire".
Lo zio gli diede uno schiaffo e ribattè "la prossima volta!?! o no...o no no no, ragazzo, non ci sarà una prossima volta. Mi sono stancato della tua insolenza, d'ora in poi mi occuperò io di te... e sta sicuro che non ti sentiremo, perchè tornerai a dormire nel tuo habitat naturale: il sottoscala... e non provare a lamentarti o le conseguenze non ti piaceranno.".
Harry era congelato alla parola -sottoscala-, era terrorizzato, dopo tutti quegli anni passati lì dentro, in lui si era scatenata una paura tremenda degli spazi piccoli, bui e chiusi, e, nonostante la sua mente fosse invasa da questi pensieri, non protestò, sapeva che sarebbe stato peggio.
Suo zio continuò "domani, piccolo ingrato, ti alzerai presto e cucinerai la colazione, poi andrai a potare le piante del giardino, farai la spesa, pulirai la cantina e tutta la casa, poi vedremo se avrai il tempo di urlare. Ora alzati, scansafatiche!".
Harry si mise in piedi e sentì le mani dello zio spingerlo verso le scale.

Vernon lo guidò fino alla porticina del sottoscala e lo fece entrare, fece per rinchiuderlo dentro ma si volto e disse con la voce suadente, tanto simile a quella del suo amato professore dai capelli unti, "ah e dimenticavo: resterai senza mangiare per una settimana" e chiuse la porta.

Harry si abbracciò le gambe mentre il panico si faceva strada nel suo corpo; gli mancava l'aria e cominciava a pensare ai suoi incubi.
Pensò a Sirius e a come sarebbe potuto essere felice con lui.
Ma, per colpa sua, il suo padrino se n'era andato; era solo colpa sua se adesso anche l'ultima possibilità di avere qualcuno simile a un padre era svanita dietro ad un maledetto velo, e Harry non potè fare a meno di pensare che tutto ciò che avrebbe subito nelle mani dello zio era ben meritato.

Harry rimase lì, tutta la notte sveglio, a sperare di svenire per smettere di pensare alla paura ed al dolore. Desiderava non doversi più preoccupare di respirare profondamente.
Ma le sue preghiere non furono ascoltate ed il povero ragazzo rimase immobile nel buio, in preda al panico, ad aspettare impazientemente il mattino.

La mattina seguente, Petunia lo fece uscire dal sottoscala e il ragazzino corse subito in bagno per vomitare.
Non si sentiva per niente bene, ma, almeno per il momento, era uscito e avrebbe fatto di tutto pur di non rientrare in quello stanzino orribile.
Harry si mise a lavorare e stava pulendo il pavimento della sala qundo entrò suo zio, che, con uno sguardo di repulsione, gli rivolse la parola "Sicuro che stai pulendo bene? Mi pare di vedere una macchia sul pavimento, proprio lì" disse mentre versava un bicchiere di birra sul pavimento appena pulito.
Harry lo fulminò con lo sguardo ma non ne ottenne nulla di buono.
Suo zio lo schiaffeggiò un paio di volte prima di urlargli "Non osare guardarmi così, ragazzo, non ti permettere, è solo grazie a me che sei vivo e devi benedire il fatto di avere un padrino, altrimenti in questo momento saresti già morto a causa del tuo carattere petulante e insolente".
Per Harry questo fu troppo,e si alzò fronteggiando la faccia infuriata dello zio "Non osare nemmeno nominare il nome del mio padrino, non sei degno neppure di leccargli le scarpe, lurido babbano. NON hai il diritto di parlare di lui quindi non farlo mai più o te ne pentirai".
Vernon scoppiò e cominciò a trascinare il nipote verso la sua camera da letto dove lo schiaffeggiò e gli diede calci nello stomaco finchè l'adolescente cedette e cadde a terra svenuto.
Harry sentì dolore, ma non pianse.
Si lasciò picchiare perchè sapeva di meritarselo.
Pensò a Sirius e a ciò che avrebbe pensato di lui a vederlo ridotto in quello stato, ma Harry preferì cadere tra le comode braccia dell'incoscienza.








SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti
, questa è la mia prima fanfic e spero che vi piaccia.
Mi dispiace che questo capitolo sia così breve, ma era una specie di prologo, in seguito i capitoli diventeranno sempre più lunghi, credetemi. Vorrei tanto che continuaste a leggere la mia fanfic, niente potrebbe rendermi più felice, dico davvero!

Quindi recensite, e grazie per aver sprecato il vostro tempo per leggere la mia storia, spero che ne sia valsa la pena!
Al prossimo capitolo, che arriverà presto!
Baci







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Capitolo 2
*** 2.panico e desiderio di libertà ***


ff-hp-2


Harry aprì gli occhi, si sentiva stranamente dolorante.


Aveva la vista sfocata, e non capiva perché le sue costole dovessero fare così male.
Inoltre aveva la gola secca per la sete e lo stomaco brontolava per la fame.
Decise di ricomporsi le idee e di non pensare al costante e doloroso pulsare delle sue ossa.
-Allora, Harry-si disse-pensa: qual è la prima cosa che fai quando ti svegli la mattina?
innanzitutto metti in funzione il cervello...e poi...ma certo! Gli occhiali...
che stupido, devo stare proprio male questa mattina-
Harry cercò di sedersi sul letto, ma scoprì di non riuscire a muoversi.
-strano- il ragazzino, più confuso che mai, si guardò e si accorse di avere i polsi e le caviglie strettamente legati al letto con delle corde.

Sì lasciò prendere dal panico e cominciò ad agitarsi disperatamente.
Non gli importava del dolore,
e nemmeno si accorse delle lacrime che scivolavano lentamente giù per le sue guance, non se ne curò, sapeva solo che non sopportava di sentirsi intrappolato.
Voleva sbarazzarsi per sempre di quella sensazione di
impotenza.
Era consapevole del sangue che colava dai suoi polsi feriti, ma continuò a muoversi,
fregandosene di cosa avrebbero pensato tutti se lo avessero visto in una situazione del genere.

Harry desiderava solamente svincolarsi e scappare via con quella ridicola sensazione di libertà, che comunque non esisteva, perché lui era pienamente consapevole del fatto che non sarebbe mai stato veramente padrone di sè, sapeva che dovunque sarebbe andato, sarebbe sempre stato perseguitato dal dolore, dalla sofferenza.
Da Voldemort.
Non sarebbe mai stato libero.
Ma in quel momento preferì illudersi con la speranza di poter essere, un giorno, totalmente indipendente, senza più restrizioni.
Voleva credere che bastasse sciogliere quelle maledette corde per essere libero.
Pensando a questo non smise di dimenarsi; ormai non sentiva più il dolore, era diventato completamente apatico.

Dopo pochi secondi, sentì i passi inconfondibili dello zio, e congelò.
Vernon entrò e si erse di fronte a lui in tutta la sua larghezza, fissò suo nipote esprimendo tutto il suo disprezzo per lui in un solo sguardo.
Harry ancora non vedeva bene e notò solo un'ombra scura che si avvicinava al suo viso.
Zio Vernon gli diede uno schiaffo ed il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto sentì qualche pugno raggiungere il suo stomaco maltrattato.
Harry sputò sangue, e, a quel punto suo zio si fermò e disse "Ti ho sopportato per quattordici anni, ragazzo, ed è arrivato il momento per te di pagarla...Marge aveva ragione...avremmo dovuto mandarti in un orfanotrofio, dove avrebbero sicuramente saputo metterti in riga. Avrebbero certamente schiacciato la tua anomalia a suon di frustate! Ed è proprio questo che ti meriti, non sei degno di essere amato, non vali niente, ed il tuo adorato padrino, eh? Dove si trova, ora? Non dovrebbe essere qui a salvarti? E invece NO, neanche lui si preoccupa per te! Anche lui si rende conto che non sei altro che un ANORMALE!"
Quelle parole per Harry furono come una doccia fredda, ma non ebbe la forza di protestare, anche perché non aveva niente da dire, era pienamente d'accordo con suo zio.

Dopo anni passati a vivere con i Dursley, Harry si decise ad aprire gli occhi: si disse che Zio Vernon era sempre stato sincero con lui.
E per questo il ragazzino non lo biasimò.


La porta della sua stanza si aprì proprio in quel momento ed entrò Zia Petunia con gli occhiali da sole ed un leggerissimo vestito verde di seta.
La donna si avvicinò a suo marito e disse con eccitazione "Tesoro, noi siamo pronti, è ora di andare."
Harry si chese cosa volesse dire, ma non si azzardò parlare per paura di vomitare anche l'anima.
Fu comunque zio Vernon a rispondere alle sue domande inespresse "Vedi, ragazzo, io, tua zia e tuo cugino non abbiamo intenzione di rovinarci le vacanze per colpa di un piccolo ingrato, come te, quindi abbiamo deciso che ti lascieremo qui mentre noi ci godremo una rilassante vacanza alle Maldive. Tu resterai qui nel tuo comodo letto, spero che tu non sopravviva, detto tra noi."

Harry, spaventato, disse " ma...ma n-non potete lasciarmi qui...legato al letto...c-come farò?"
Vernon lo guardò con un ghigno degno di Voldemort e rispose "E dove sta scritto che è un problema mio? Ti arrangerai."
Harry non seppe che fare e sentì un altro schiaffone arrivargli sulla guancia sinistra.

I suoi zii se ne andarono dalla sua stanza, lo chiusero dentro a chiave ed il ragazzino, nel panico più completo, si chiese come sarebbe potuto sopravvivere per tutta l'estate.
Ma, dopotutto, Harry si disse che forse non valeva più la pena di lottare.
-NO- pensò -cosa succederebbe a tutti se tu ti lasciassi andare? Cosa direbbero Ron e Hermione? Non puoi smettere di lottare per la vita, o tutti avranno la conferma del fatto che sei debole...è questo che vuoi?
Harry sentì il rumore della macchina dei Dursley, li sentì andarsene, lasciandolo solo, nell'oscurità della sua stanza a Privet Drive.
Una lacrima gli bagnò la guancia.
Harry chiuse gli occhi, in preda allo sconforto, e svenne.


Harry non si svegliò per cinque giorni e quando aprì finalmente gli occhi si lasciò prendere dal panico.
Intorno al suo letto c'erano fiamme.
Come poteva essere successo?

Harry divenne preda del panico e ricominciò a lottare contro le corde che lo tenevano legato.
Continuò a dimenarsi finchè scoprì di non riuscire più a respirare e perse conoscenza per l'ennesima volta.
Intanto, casa Dursley andava a fuoco.










SPAZIO AUTRICE
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, sono contenta che questa storia vi piaccia!
Cercherò di aggiornare il più presto possibile.
Confesso di aver avuto paura che questa fanfic non sarebbe piaciuta a nessuno e quando ho visto ben quattro recensioni quasi mi veniva da piangere.
Grazie anche a tutti quelli che non hanno commentato ma hanno sprecato tempo a leggere la mia storia.
Spero che questo secondo capitolo sia di vostro gradimento e ricordate di recensire!






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Capitolo 3
*** 3.salvataggio ***


ff hp 3

Nell' istante in cui Harry apriva gli occhi, mentre casa Dursley andava a fuoco, nell'appartamento di fronte un'anziana signora che teneva un gatto bianco tra le braccia guardava allarmata la finestra del piano superiore di quella villetta in fiamme.

Ciò di cui non si accorse la signora Figg fu dell'ombra che si allontanava silenziosamente dal numero 4 di  Privet Drive.

La donna non perse più nemmeno un secondo ed andò al camino, prese una manciata di polvere volante, la gettò nel camino dove il fuoco era stranamente acceso e scoppiettante.
Chiamò ad alta voce "Albus! ALBUS!" continuò ad invocare il nome dell'anziano mago inutilmente.
Prese mentalmente nota  di mettere il nome di Silente in cima alla sua lista nera ma poi si disse che non era tempo di meditare su di una dolorosa morte per il vecchio saggio.
Arabella sapeva che solo due persone erano presenti al castello di Hogwarts durante le vacanze estive: l'immancabile Albus Silente -che l'avrebbe pagata- e Severus Piton -Che sicuramente non avrebbe avuto di  meglio da fare che entrare in una casa in fiamme per cercare un quindicenne-.

La donna senza perdere tempo chiamò a gran voce il mago, lei sapeva che era affidabile ma non era mai stata in buoni rapporti con il professore di pozioni,
anche a causa della sua fama di uomo freddo e sarcastico.

Severus Piton uscì dal camino di casa Figg e guardò l'anziana signora con impazienza,
aspettandosi una buona giustificazione per essere stato convocato alle tre e un quarto della notte del 12 luglio, in Privet Drive.
L'uomo sapeva che doveva essere successo qualcosa di grave, altrimenti non sarebbe stato chiamato; di solito non veniva invitato a prendere un thè da Arabella Figg, specialmente non a quell'ora della notte.

Stranamente quella mattina aveva avuto un brutto presentimento e, sicuramente, se era stato chiamato nella casa della vicina di Potter, c'era qualcosa che non andava.

Si sapeva che Potter portava guai pure mentre dormiva e scommetteva che anche nel sonno avesse quell'aria da arrogante ereditata dal padre.
Severus, comunque, si era accorto che il ragazzo aveva preso quei fantastici occhi da Lily, era davvero difficile non notarlo ed al professore era parso di scorgere sofferenza e umiltà in quelle iridi color smeraldo, ma si era subito convinto di sbagliarsi.
Cosa alquanto strana, perchè era sempre stato fiero di affermare che Severus Piton non sbagliava mai.

La signora Figg in pochi secondi si era ripresa dallo shock di ritrovarsi in casa niente meno che Severus Piton in persona e aveva ritrovato le parole, finalmente disse "professore, per fortuna è arrivato lei! Mi segua" e lo condusse alla finestra.

Severus guardò cercando di mostrarsi indifferente, ma fallì, perchè ciò che vide lo spaventò.
La casa di Potter in fiamme? Com'era possibile? E Potter? Stava bene?
-Ma certo che sta bene- si disse -quel ragazzino ha una fortuna inverosimile, lo sanno tutti-
Apparentemente, però la signora Figg  non era dello stesso parere e lo scaraventò fuori di casa sua, urlandogli
"Corra, vada a vedere se Harry è dentro e si accerti che i vicini non si accorgano di niente".

Severus decise di seguire il consiglio della donna e si diresse verso l'appartamento incendiato, tirò fuori la bacchetta e lanciò un incantesimo per spegnere il fuoco,
si voltò e si assicurò che nessuno stesse guardando, i suoi desideri furono esauriti, nessuno si era accorto di niente, così spense tutti i lampioni.

Fece un respiro profondo ed entrò nella casa distrutta.
Facendo un passo sulla soglia, rabbrividì, anche se ovviamente era molto caldo, si guardò attorno, tra le macerie vide delle foto che ritraevano quelli che dovevano essere i Dursley, si ricordava che Lily gli aveva accennato al fatto che il marito della sorella fosse una sottospecie di balena.
Quasi gli venne da ridere a quella memoria, ma poi rammentò che non era il momento di pensare a simili sciocchezze.
E poi, Severus Piton non rideva mai.

Il professore sorpassò un armadio caduto a terra ed entrò in quella che sicuramente prima d'allora era stata una cucina, niente, solo macerie,
si diresse in un altra stanza e si ritrovò  in un salotto demolito, il nulla più completo.
Sembrava che quella casa fosse deserta da giorni, senza contare il fatto che non c'era nemmeno traccia di quello stupido aggeggio chiamato "autonobile".
Continuò a girare per la casa, niente, non c'era anima viva. O morta.

Nonostante tutto, il suo istinto gli diceva che doveva ancora fare qualcosa, gli sussurrava di continuare a cercare.
Così decise di salire al piano superiore, che come il resto della casa era devastato.
Cercò in tutte le stanze finchè giunse ad una porta distrutta, rovinata a terra, noto che c'erano dei lucchetti nella serratura ed entrò nella stanza ormai aperta.

Ciò che vide lo fece congelare.


Sentiva solo il cuore che correva, rimase per qualche secondo ad ascoltare il suo battito, fissando l'oggetto della sua agitazione.
TUM...TUM...TUM...TUM...

Severus si riscosse e corse accanto al letto dove giaceva il corpo ustionato di un ragazzino svenuto.
Avvicinò una mano al polso del ragazzo, nella ricerca disperata di un impulso.
Lo trovò e per un istante rimase a sentire il debole battito.  Il ragazzo era vivo, ma respirava a malapena.
Aveva bisogno d'aiuto.
Immediatamente.

Severus guardò le corde bruciate che lo tenevano legato a quel letto in rovina. Sciolse le corde con le mani, aveva lasciato cadere a terra la sua bacchetta per lo stupore.
O per la paura.
Andò a raccogliere la sua bacchetta e tornò da quel ragazzino.
Mise un braccio dietro le spalle del ragazzo e l'altro sotto le ginocchia. Lo alzò e guardò quel viso pieno di lividi che anche nel sonno era piegato in una smorfia di dolore.
Inconsapevolmente, spostò una ciocca di capelli dalla fronte del ragazzo.
Ragazzo.
Si ostinava a definirlo così perchè non voleva credere che quello fosse Potter, il figlio di Lily.

Ma non poteva perdere tempo a pensare, doveva agire e portarlo al st. Mungo. Harry sarebbe stato al sicuro all'ospedale.
Ecco.
Harry.
Come era possibile che passasse così velocemente da un eccesso all'altro?
Decise di non rispondersi.

Preferì correre fuori da quell'appartamento che presto sarebbe crollato e si materializzò dentro al negozio pieno di aggeggi elettrici che era l'entrata dell'ospedale magico.








SPAZIO AUTRICE
Grazie a tutti per le recensioni. Spero che questo capitolo vi piaccia.
Davvero siete stati tutti gentilissimi, so di essere un po' spregevole con Harry ma qualcun altro lo aiuterà al posto mio, non preoccupatevi.
Grazie sarettapotter92 per la tua solita serietà e ti avvertò che non sarò mai e poi mai la tua schiavetta, ma ti aiuterò, come sempre.
Carissima Arabesque, grazie mille per i complimenti ma la mia fanfic non saà una yoai, molto presto capirete quale sarà il tipo di rapporto che legherà Harry al nostro professore di pozioni.
Resha91 mi dispiace che la vendetta ancora non sia stata compiuta e non accadrà molto presto, ma ti assicurò che quando succederà potrai dire "Dolce e lenta è la vendetta".
Ringrazio ancora tutti gli altri, chi ha recensito e non.
Al prossimo capitolo.







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Capitolo 4
*** 4.al st.Mungo ***


ff hp 4



Severus Piton varcò la porta dell'ospedale st. Mungo correndo, non sapeva perchè ma sentiva qulacosa nel cuore che assomigliava vagamente alla preoccupazione,
ma rifiutò di crederci.
Decise che si sarebbe occupato più tardi di queste nuove emozioni,
ora doveva occuparsi di Har...ehm...Potter.
 
Il professore corse per i corridoi dell'ospedale e la gente si girava a guardarlo, alcuni con disappunto, altri con allarme.
Ma non c'erano guaritori, così continuò a correre.

Salì le scale, e giunse in un corridoio deserto, non c'era niente, tranne una porta, bianca, che sembrava stranamente rassicurante, assomigliava quasi all'entrata del paradiso, l'unica cosa che si poteva notare su quella porta era una targhetta rossa che portava la scritta in nero "GRT.CE Allyson Baker - psicoguaritrice".

Severus aprì la porta senza esitazione, senza pensare, e si ritrovò in un ufficio dalle pareti color verde speranza.
Appena il professore aprì la porta si accesero circa due dozzine di candele sparse per tutto l'ufficio.
In fondo all'ufficio v'era una scrivania bianca, vuota, apparte una pila di fogli di pergamena e una piuma d'oca.

Come ultima cosa, il professore notò una donna seduta nella sedia dietro la scrivania.
Non riusciva a vederla bene, era nascosta dall'oscurità.
Piton aveva la sensazione di essere quasi un intruso in quella stanza, la quale lo faceva sentire fuori posto.
Quel luogo emanava calore e per questo non si sentiva a suo agio.
Lui era fatto per i posti freddi.

Il professore si riscosse dai suoi pensieri e si accorse che la donna non si era ancora mossa ed era rimasta a scrutarlo da dietro la scrivania.
Così Severus si decise a parlare "Ho bisogno d'aiuto, immediatamente, questo ragazzino sta male, io... lui... qualcuno deve aiutarlo..."
Si ritrovò senza parole, la donna finalmente si alzò e si diresse verso di lui, si avvicinò e guardò Harry con preoccupazione, poi alzò una mano e spostò una ciocca di capelli dalla fronte del ragazzino ferito e vide la famosa cicatrice.
Non sembrò sorpresa, solo preoccupata e finalmente sentenziò "Ha ragione, ha bisogno d'aiuto, ma nessuno deve sapere che si trova qui o i giornalisti faranno la rivoluzione per vederlo." rimase silenziosa per qualche secondo con la fronte corrugata, poi fece un sospiro e riprese "Dopo mi dovrà spiegare cosa gli è successo.
Ora mi segua".

Si diresse verso la porta, poi si voltò di nuovo e disse con voce dolce "Ah... e io sono Ally, niente guaritrice Baker, niente Sig.na Baker, solo Ally"
Severus fece un cenno con il capo ed insieme si incamminarono per i corridoi deserti dell'ospedale.

Intanto il professore si permise di osservare la donna.
Era giovane, non più di trent'anni.
Aveva il capelli lisci castano chiaro ed occhi azzurri a mandorla.
Aveva le guance arrossate, ma non sembrava in imbarazzo.
Era snella e non troppo alta.
Avanzava per i corridoi con aria determinata, gli ricordava stranamente qualcuno ma non capiva chi.

Prima, quando si era avvicinata a Harry era sembrata tanto preoccupata ed aveva parlato con voce calda, come se non volesse disturbarlo.
Non gli aveva nemmeno chiesto chi fosse, ma aveva già preso abbastanza confidenza con lui per farsi chiamare per nome
Che strana persona- pensò.

Continuarono a camminare, finchè la donna si fermò davanti ad una porta, si girò verso di lui e disse con voce rassicurante "Stia tranquillo, andrà tutto bene,
le ustioni si cureranno facilmente e le altre lesioni guariranno in poco tempo, io, se fossi in lei, mi preoccuperei di più di farlo guarire emozionalmente".
Severus rispose "Non so cosa gli sia successo esattamente, l'ho appena trovato in una casa in fiamme...legato al letto, vorrei aggiungere"
La guaritrice lo guardò e disse "appena si sveglierà ci occuperemo di sapere ciò che gli è accaduto, adesso dobbiamo pensare alle sue lesioni. Ora entriamo e la persona che ci aiuterà si chiama Johnatan Brody, di lui ci si può fidare, è un ottimo guaritore e non dirà niente a nessuno, almeno fino a quando Harry non sarà pronto... E lei sarebbe?"
"Severus Piton, sono un insegnante di Hogwarts".
La donna lo guardò sorridendo e poi bussò alla porta.


Dopo due secondi, questa si aprì mostrando un uomo sulla cinquantina che subito guardò il ragazzo tra le braccia del professore, e disse con voce tesa "Entrate, svelti"
I due eseguirono e Ally parlò "Grazie John, questo è Severus ed il ragazzino, come avrai capito, è Harry Potter, ha bisogno di aiuto, ma anche di segretezza."
Piton si chiese dove avesse trovato il coraggio di chiamarlo per nome.
Brody non perse tempo "Lo appoggi lì, su quel letto" disse al professore, indicandogli un letto in fondo alla stanza.
Piton fece come gli era stato detto e posò delicatamente l'adolesciente nel letto, rendendosi conto che non pesava niente.

I due guaritori si avvicinarono al capezzale di Harry e Ally gli alzò la maglietta, quasi completamente bruciata e guardò i danni.
Poi prese la bacchetta e fece sparire ciò che restava dei vestiti.


I tre adulti trattennero il fiato, a vedere com'era ridotto quel povero ragazzino.
Ma Brody si riscosse subito e si diresse ad un armadietto, prese una fiala contenente una pozione verde e tornò da Harry che aveva cominciato a tossire.
Piton pensò che fosse a causa di tutto il fumo che aveva respirato.
Il professore guardò la pozione che aveva portato Brody e si accorse che serviva a stabilizzare il battito cardiaco, la Baker tenna la bocca di Harry aperta ed il guaritore fece scorrere il liquido giù per la sua gola, il respiro del ragazzo si fece più lento e regolare.
Poi, Brody puntò la sua bacchetta verso lo stomaco di Harry e pronunciò le parole "PURESCO" e Potter riuscì a respirare senza problemi.
Il guaritore disse "Gli ho appena purificato i polmoni, più tardì dovremo applicare un unguento sulle ustioni. Ora dovremo lasciarlo riposare per qualche ora"

Severus rimase a guardare Harry, si sentiva svuotato, ora che sapeva che il figlio del suo più acerrimo nemico, il figlio della sua più grande amica, sarebbe stato al sicuro.
Poi si voltò verso i due guaritori e chiese "Quando si sveglierà?".
Ally non rispose e si avvicinò al Ragazzo-che-è-sopravvissuto, gli sfiorò la fronte con le dita, poi sembrò ricordarsi della sua domanda e sussurrò "Tra pochissimo" poi aggiunse con voce rassicurante "Ma sentirà dolore, per questo preferirei somministrargli un analgesico e una pozione calmante, appena si sveglierà" si voltò verso Piton e con uno sguardo curioso indagò "Hai un buon rapporto con lui, Severus? Perchè avrà bisogno di conforto e non è una buona cosa che veda troppa gente".
Lei gli aveva dato del tu e lui rimase sorpreso.
Poi pensò a ciò che la donna gli aveva chiesto.

Non seppe che dire e preferì continuare a guardare il famoso Harry Potter.
Stava soffrendo, si vedeva benissimo.

Non sopportava il fatto che il figlio di Lily dovesse provare così tanto dolore.

Quando il suo sguardò vagò sul viso del ragazzo notò che le sue palpebre si stavano spalancando, mostrando quei fantastici occhi verdi tanto simili a quelli di colei che era stata la sua migliore amica e confidente.

Harry riuscì finalmente ad aprire gli occhi e, attraverso la sua vista sfocata, notò un ombra scura.
Ne ebbe paura e cominciò ad agitarsi, finchè un ago gli fu iniettato nel braccio e si sentì costretto a calmarsi.
Tutto il suo corpo bruciava e riuscì a stento a chiedere, con voce debole e confusa "Dove mi trovo?"









SPAZIO AUTRICE
L'ennesimo grazie per tutte le recensioni, non avete idea di quanta soddisfazione mi dia sapere che vi piace questa fanfic.
Sarettapotter92 non ho intenzione di ripetertelo, io il mio debito l'ho già pagato nascendo. Comunque sono contenta che ti piaccia e mi ha fatto piacere vedere che hai fatto uno sforzo per essere più seria.
Cara Morgan_Snape, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente, mi dispiace che sia stato troppo breve, ogni cosa bella ha una fine. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, non c'è molta azione, ma uno dei nuovi personaggi sarà molto importante per la mia storia.
Carissima Sprezia, mi dispiace se per te ho esagerato con il maltrattamento dei Dursley, ma non volevo essere cruenta. Speravo di non sembrare troppo spregevole con il nostro Harry, il quale, vorrei aggiungere, con lo svilupparsi della storia diventerà più forte, ma solo grazie all'aiuto di un altro personaggio.
Volevo solamente mettere in evidenza la sofferenza di Harry nell'estate seguente al suo 5° anno. Comunque grazie per i consigli e per il complimento finale. Spero che continuerai a leggere e a recensire.
Gokychan grazie per l'entusiasmo che hai messo nella recensione. Il tuo commento è, forse, quello che mi ha fatto più piacere di tutti. Ti prego continua a leggere e a recensire, ne sarei tanto felice.
Resha91 hai recensito ogni capitolo e te ne sono grata. Sei sempre gentile e temo di non meritarmi tutti i tuoi complimenti, e se continui così mi farai piangere di gioia!
Mando un bacione a tutti, a chi recensisce e a chiunque segua la mia fanfiction.
Al prossimo capitolo!














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Capitolo 5
*** 5.risveglio, domande e bugie ***


ff hp 5



Harry riuscì finalmente ad aprire gli occhi e, attraverso la sua vista sfocata, notò un ombra scura.
Ne ebbe paura e cominciò ad agitarsi, finchè un ago gli fu iniettato nel braccio e si sentì costretto a calmarsi.
Tutto il suo corpo bruciava e riuscì a stento a chiedere, con voce debole e confusa "Dove mi trovo?"
FINE CAP.4





I tre adulti circondarono il letto di Harry.
Ally iniettò un calmante nel sangue del suo paziente, per precauzione.
Brody uscì.
La psicoguaritrice non voleva rischiare che il ragazzino si agitasse, lei sapeva che all'inizio sarebbe stato spaventato, aveva già avuto a che fare con casi di questo genere.
Si era accorta che il professore aveva evitato la sua ultima domanda e questo era un chiaro segno che la risposta fosse negativa.
Non era un bene.
Comunque, per ora, il ragazzo si sarebbe dovuto accontentare della presenza del suo professore.
Sicuramente Severus lo avrebbe aiutato.
Anche se adesso negava, presto anche il grande pozionista di Hogwarts avrebbe dovuto ammettere che si stava preoccupando per il ragazzino.
La preoccupazione gli si leggeva negli occhi.
Ma Ally aveva anche dedotto che Piton doveva essere un buon occlumante: solamente un occhio attento e osservatore come il suo, avrebbe potuto scorgere in quelle iridi nere dolore, solitudine, ma anche una sfumatura di speranza.

Per fortuna, Harry era riuscito a parlare, ma adesso aveva bisogno di persone che conosceva intorno a lui,
perciò Ally fece un cenno del capo a Severus per invitarlo a dare una risposta a quel ragazzo spaventato.
Severus capì e si avvicinò di più al suo allievo.

Era chiaro che il ragazzino non vedeva bene, il suo sguardo non si concentrava su di un punto preciso, ma vagava confuso per il perimetro della stanza.
Il professore ricordò la sua ultima domanda e cercò di sfoggiare una voce calma e rassicurante, per non spaventarlo "Ti trovi al St. Mungo".
Aspettò una qualche reazione da parte del Grifondoro.

Harry sentì una voce rispondergli.
Era fredda, glaciale e Harry rabbrividì.
Tutto il corpo bruciava tremendamente, ma una strana forza gli impediva di agitarsi.
Aveva paura, ma era costretto a mantenere la calma.
La voce era familiare, ma non riusciva a riconoscerla a causa della confusione, così chiese con voce roca "C-chi sei? E che c-ci faccio qui?"

Severus cercò di andarci piano per non mettergli paura, sapeva che Potter non sarebbe stato felice di trovarsi con lui, ma Ally aveva lasciato intendere che per un po' sarebbe toccato a lui occuparsi del ragazzo.
Ed il professore non aveva intenzione di lasciarsi respingere; decise che avrebbe aiutato Harry, che lui lo volesse o meno.
Così rispose "Sono il professor Piton, Po...ehm Harry" cercò di non dare a vedere il suo disagio "Ti ho portato via da Privet Drive, la casa era in fiamme.".

Harry non aveva ancora reagito, sentiva il sedativo costringerlo a stare tranquillo.
Ma gli effetti della pozione stavano già svanendo.
Era rimasto scioccato quando aveva riconosciuto Severus Piton, ma la sorpresa più grande era stato il fatto che il professore l'avesse chiamato per nome.
Poi Harry mise completamente il cervello in funzione e capì che Piton sapeva tutto, sapeva della sua situazione, del trattamento dei Dursley, era probabile che il professore avesse visto i suoi lividi, anzi era certo che li avesse notati, dato che lui si trovava sdraiato in un letto senza maglietta e pantaloni.
Harry seppe che non avrebbe sopportato questa situazione, non voleva che qualcuno provasse pena per lui, e, soprattutto, non desiderava che Piton usasse queste informazioni contro di lui.
Ormai nessuno avrebbe potuto difenderlo, Sirius se n'era andato e con lui era scomparsa la sua ultima speranza.
E adesso che avrebbe fatto? Piton non si sarebbe preso cura di lui, e Harry aveva una paura tremenda di essere lasciato solo.
Il ragazzino si rese conto che stava sperando nell'aiuto del professore, e non poté evitare di continuare a farlo.

Ally si era accorta che gli effetti del calmante erano quasi completamente svaniti.
Era rimasta impressionata da quel ragazzino, era così innocente, si potevano capire le sue emozioni semplicemente guardando quei meravigliosi occhi verdi.
Era spaventato e umiliato.
La guaritrice si era aspettata esattamente questa reazione e, con sollievo, pensò che con un po' di lavoro sarebbe guarito.
Era ovvio che il professore avrebbe dovuto occuparsi di lui, perché ormai Harry non si sarebbe fidato di nessun altro.
I bambini che sono sempre stati maltrattati, vedono nella persona che li salva una figura degna di fiducia.
Era una delle regole principali della psicologia.

Ally decise di farsi avanti e disse con voce dolce "Ciao Harry, io sono Ally, mi vedi?" "Ve-veramente n-non molto bene, m-mi spiace" rispose con voce tremante.
La donna allora estrasse la sua bacchetta e parlò "Non importa, ora, se me lo permetti, ti controllerò la vista con un incantesimo e poi farò riapparire degli occhiali uguali a quelli che avevi in precedenza. Posso?"
La sua voce riuscì ad infondere una sensazione di calma nell'anima di Harry, che con voce più controllata rispose "Va bene".
Ally puntò la bacchetta verso gli occhi di Harry e bisbigliò "Vides maximus" Poi mormorò "mmm...non manca molto alla cecità, eh? Scherzavo" e rise di soppiatto.
Agitò di nuovo la bacchetta ed apparvero i vecchi occhiali di Harry.
Ally li prese e li fece scivolare sul viso del proprietario.

Severus aveva osservato tutta la scena ed era rimasto sorpreso dalla facilità con cui la donna aveva calmato Harry.
Adesso, voleva anche lui aiutare quel ragazzino, lo voleva più di ogni altra cosa.
Così, estraendo la bacchetta, evocò una sedia e la fece librare fino a farla posare al fianco del letto dove giaceva il suo allievo.

Ally capì che il professore si stava preparando per fare a Harry delle domande, così evocò un'altra sedia per lei e si sedette vicino a Severus.
Voleva essere sicura che non facesse agitare il ragazzo.
Prima era riuscita a tranquillizzare l'adolescente e ci sarebbe riuscita di nuovo senza troppi problemi.
Ma si costrinse a non intervenire a meno che non fosse necessario.
Desiderava che Harry come prima cosa si fidasse del suo professore.

Harry ora riusciva a vedere e, ovviamente, questo fatto aveva contribuito a calmarlo un po'.
Vide il professore e la donna sedersi vicino a lui.
Capì che avrebbero cominciato con le domande e questo lo impaurì.
Non aveva intenzione di parlare dei Dursley, non l'avrebbe mai fatto.
Era troppo doloroso e non voleva la pietà di nessuno.
Riguardo all'incendio, nemmeno lui aveva idea di come fosse accaduto.
Era tutto così confuso e si sentiva così debole e solo.
Gli sembrava di essere tornato bambino e questo non gli piaceva, odiava aver paura di tutto e di tutti.
Così affondò ulteriormente nei cuscini e si morse il labbro inferiore per trattenere i gemiti di dolore.

Severus vide il ragazzino irrigidirsi e cercare di nascondere il dolore.
Guardò Ally e lei gli sorrise incoraggiante.
Non sapeva bene che cosa dire.
Decise che per prima cosa avrebbe chiarito la questione dell'incendio e della casa quasi completamente deserta.
Guardò Harry negli occhi e disse con voce controllata "Ho bisogno che tu risponda ad alcune domande, non ti devi preoccupare, tutto ciò che dirai qui non uscirà da questa stanza. So che probabilmente non ne vuoi parlare, ma devi capire che noi dobbiamo sapere cosa è successo per poterti aiutare".
Aspettò qualche secondo prima di continuare.

Harry si era irrigidito ancora di più, ed il suo sguardo vagava per la stanza, come alla ricerca di una via d'uscita.
Il dolore era diventato quasi insopportabile, ma, fin da quand'era piccolo, aveva imparato a non lamentarsi ed a non importunare gli altri con la sua sofferenza.

Ally si disse che era necessario il suo intervento.
Così alzò lentamente una mano per accarezzare il braccio di Harry.
Il ragazzino rabbrividì, si sentiva in trappola e cominciò a respirare con affanno.
Ally ritirò la mano.
La donna capì che l'adolescente aveva paura di parlare, e, probabilmente il dolore era diventato insopportabile.
Per qualche strano motivo la pozione allieva-dolore aveva smesso di funzionare, ma Ally non poteva somministrargli un'altra dose.
Decise di provare a calmarlo, quindi si avvicinò al suo orecchio e sussurrò "stai tranquillo, andrà tutto bene, siamo qui per aiutarti...è vero, ti faremo delle domande, ma nessuno ti costringerà a parlare. Sei al sicuro qui, il professore ed io ci prenderemo cura di te. Devi, però, renderti conto che prima o poi dovrai parlarne, e, credimi, è meglio prima che poi. Ora cerca di calmarti, concentrati solo sul tuo respiro. Non sentirti in trappola"
Vide il ragazzo distendersi e con una mano lei gli respinse i capelli dalla fronte imperlata di sudore.
Ally fece un cenno a Severus invitandolo a parlare.
 
Il professore vide chiaramente il ragazzo rilassarsi e disse "Perché in casa non c'era nessuno? Sembrava quasi abbandonata...Dov'erano i tuoi parenti?"
Harry aprì la bocca e la richiuse, la riaprì e disse con voce bassissima "ehm...loro...loro erano u-usciti".
Entrambi gli adulti si accorsero della bugia, ma non infierirono.
Severus continuò "E dov'è che sono andati, Harry?"
A Harry non piaceva mentire, ma non poteva dirlo "Io non lo so... ehm...d-dormivo quando sono usciti".
Il professore decise di cambiare domanda "E l'incendio?"
Harry rispose subito, sinceramente questa volta "Non ne ho la più minima idea...mi dispiace"
Ally parlò "Non devi dispiacerti Harry, non importa, lo scopriremo".

Severus restò silenzioso per un secondo a scrutare gli occhi del suo allievo, poi disse "Ascolta, so che per ora non ne vuoi parlare, quindi eviterò di chiederti delle corde che ti tenevano legato al letto. Per ora. Ne riparleremo. Io e la sig...ehm, Ally ci siamo accorti che molte delle risposte che ci hai dato non sono vere. Ma ci passeremo sopra. Ne discuteremo quando starai meglio. Ora è meglio che ti riposi."
Ally sorrise all'uomo e si voltò verso Harry dicendo "Severus ha ragione, è meglio se dormi. Che ne dici di una pozione sonnifera?" Harry annuì ed affondò ulteriormente nei cuscini.
Era stanchissimo e la pelle bruciava, tutto ciò che voleva era dormire per sempre.
Ally evocò una fiala che avvicinò alle labbra del ragazzino, e, prima che lui bevesse, disse con voce rassicurante "Domani, quando ti sveglierai, cominceremo a curare le tue ustioni. Non sarà piacevole, ma non durerà molto. Al momento devi solo pensare a riposarti, tesoro. Ci vediamo domani".
Harry bevve la pozione senza protestare e scivolò tra le braccia di Morfeo.

Ally accarezzò delicatamente la guancia del suo paziente, mentre Severus era occupato ad osservare il viso di quel ragazzino sofferente.
L'uomo si voltò verso Ally e chiese "Cosa facciamo adesso con lui?".
La donna sospirò e sussurrò "Non sarà facile convincerlo a parlare...l'importante è che tu non te ne vada, voglio che impari a fidarsi di te"
"Ovviamente resterò con lui, è chiaro che ha bisogno di rassicurazione, e, dopotutto, hai detto tu stessa che non deve vedere altra gente. Non ho altra scelta." affermò Severus.

Ally gli sorrise sarcasticamente e disse "Molto bravo Severus Piton, un grande attore...ma con me non funziona...Sono contenta che ci diamo del tu. Ora io devo andare, ho del lavoro da fare, se hai bisogno di me conosci la strada." e se ne andò.
Severus rimase a guardare la porta che si chiudeva lentamente.





Nello stesso momento un uomo saliva su un aereo con un ghigno sul volto.













SPAZIO AUTRICE
Ecco un altro capitolo, spero che vi piaccia.
Ci ho lavorato parecchio ed ero indecisa sulla conversazione tra Harry, Severus ed Ally.
Vi sono grata per tutti questi complimenti.
Mi dispiace deluderti Resha91, ma non potevo permettere che fosse tutto così semplice, complicare le situazioni è la mia specialità.
Ci vorrà ancora un pò di tempo perché Harry riesca ad aprirsi. Ma grazie mille per i complimenti che mi fai dopo ogni capitolo.
Morgan Snape spero che la terza prova sia andata bene! Sono felice che la mia fanfic abbia l'effetto del "tiramisù".
Continua a recensire, per favore, perché non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi di questo capitolo.
Cara  Selene_90, grazie, grazie, grazie, grazie...ehm, non mi ricordo cosa ti volevo dire...Ah, giusto...grazie, grazie, grazie, grazie!
Sei gentilissima, davvero, mi hai fatto arrossire, e non è una cosa che capita tutti i giorni! Commenta ancora, così riuscirai a farmi piangere di gioia.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito, non so se mi merito tutti questi complimenti...Ma li accetto lo stesso!
Spero che questo capitolo piaccia a tutti! Bacioni!











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Capitolo 6
*** 6.fiducia e conforto ***


ff hp 6




Erano passate un paio d'ore da quando Harry aveva chiuso gli occhi cadendo in un sonnDo senza sogni.
Severus era rimasto seduto accanto a lui per tutto il tempo.
Si sentiva strano.
Non riusciva ad ammettere che ciò che stava provando era preoccupazione.
La cosa strana non era tanto cosa provava, ma per chi la provava.
CHI?
Potter.
Potter, il figlio di quell'arrogante, Potter.
Potter, il figlio della sua migliore amica, Lily.
Potter, il figlioccio del cagnaccio, Black.
Potter, il cocco del vecchio saggio, Silente.
Potter, il peggior nemico del SUO figlioccio, Malfoy.
Potter, il nipote del bastardo babbano, Dursley.
Potter, l'eterno rivale del più grande incubo della comunità magica, Voldemort.
Potter, il ragazzino che giaceva nel letto d'ospedale davanti a lui, Severus Piton.
Potter, che al momento non era più Potter.
Potter, che ora era diventato Harry, solo Harry.
Harry.

Come suonava strano quel nome detto da lui, ma decise che si sarebbe abituato.
Ally era stata chiara, doveva fare in modo che il ragazzo si fidasse di lui.
Inoltre era anche un suo desiderio.
Voleva che Harry si facesse aiutare da lui.
Ma si sarebbe dovuto guadagnare la sua fiducia, questo era ovvio.
E non sarebbe stato semplice, il professore se ne rendeva conto.
Voleva sapere a tutti i costi della famiglia di Harry.
Per quello che era riuscito ad intuire, non erano molto affettuosi con il ragazzo.
Dopotutto, Harry non poteva essersi legato da solo al letto, e di certo non era stato un mangiamorte, non aveva senso.
Se uno dei seguaci di Voldemort fosse stato a Privet Drive, il Ragazzo-che-è-sopravvissuto sarebbe stato portato diritto dal Signore Oscuro, e non sarebbe più stato "sopravvissuto".

Severus rimase a meditare per un'altra ora.
Era stanco ma non si permise di dormire, voleva essere sveglio nel caso Harry aprisse gli occhi.
Voleva essere al suo fianco nel caso che il ragazzo si spaventasse o stesse male.
Ally aveva detto che curargli le ustioni non sarebbe stato un lavoro piacevole.
Il professore pensò a quella donna, era misteriosa e sembrava sapere tutto ciò che passava per la sua mente complessa.
La psicoguaritrice non gli aveva fatto domande, niente di niente, eppure sembrava fidarsi, gli aveva dato del tu, e l'aveva chiamato per nome.
L'aveva chiamato per NOME! Senza il suo permesso! Che sfacciata! Però aveva un suo fascino...
...
...
...
COSA? Severus Piton, ma cosa vai a pensare!?! Non farlo mai più! Non deve passarti neanche per l'anticamera del cervello! Non osare pensare di nuovo una cosa del genere!!!

Mentre il professore continuava con i suoi rimproveri mentali, la porta della stanza d'ospedale si aprì ed entrò proprio l'oggetto dei pensieri dell'uomo.
Ally camminò piano e si avvicinò al letto di Harry.
Prese una sedia e si sedette accanto a Severus, schioccò le dita e le apparvero davanti due tazze di cioccolata calda.
Si voltò verso il professore e sorrise, passandogli la tazza.
Severus la prese e si chiese se per caso la donna conoscesse Lupin.
Non poteva sopportare un'altra fissata con il cioccolato.


Ally guardò Harry e gli accarezzò la fronte, sussurrando "Lui è così innocente...non trovi che sia ingiusto che una cosa del genere accada ad un ragazzino così dolce?".
Il professore restò silenzioso per qualche secondo e poi disse a voce bassa "Nessun bambino dovrebbe sopportare una situazione come questa. Non ne sono sicuro, ma credo che sia tutta colpa degli zii. Era legato al letto quando l'ho trovato, non posso nemmeno immaginare per quanti giorni sia stato in quella posizione... Dovrò passare a chiedere ai vicini da quanto tempo i Dursley non si fanno vedere a Privet Drive. O forse è meglio che mandi qualcuno a farlo al posto mio. Preferirei non allontanarmi da lui finchè non starà bene".
Ally lo fissò e sorrise, poi bisbigliò "Vedo che ti sta a cuore, è un bene, ma dovrai guadagnarti la sua fiducia per convincerlo a parlare... Ovviamente, sarai la prima persona di cui si fiderà, tu l'hai salvato. Vorrà solo te, anche se non lo ammette...Mi sembra chiaro che non avete mai avuto un buon rapporto, o sbaglio?" Chiese con un sorriso sarcastico.
Severus sentì le sue parole come un colpo nello stomaco.
Si sentiva in colpa per come aveva sempre trattato il ragazzo.
Da quando l'aveva portato via da Privet Drive, non aveva potuto fare nessun paragone tra il comportamento di Harry e quello di James.
"Non sbagli, non siamo mai andati d'accordo, ma per il momento cercherò di essere più delicato con lui. Ho notato che si spaventa facilmente, non sarà semplice guadagnare la sua fiducia, specialmente per me.".
Ally sospirò e disse lentamente "Non devi scoraggiarti, prima non è stato difficile calmarlo, basta un po' di tatto, fidati: presto, molto presto, ti renderai conto di quanto lui abbia bisogno di te, e tu non potrai fare a meno di aiutarlo. Non gli negherai la tua presenza, solamente perché saprai che lui necessiterà di te".

Severus per la prima volta in vita sua rimase senza parole di fronte ad una persona.
Si accorse che la stava guardando a bocca aperta, come un pesce fuor d'acqua.
Quindi si riscosse, riprendendo il suo cipiglio freddo e rispose con voce glaciale "Credo che lei stia esagerando, certo, è ovvio che lo aiuterò, è un mio allievo e, come tale, è mia responsabilità. Ma appena sarà in buone condizioni, non avrà più bisogno di me. Il sig.r Potter avrà bisogno di rassicurazione solo per il tempo in cui si troverà in un letto d'ospedale, dopo di che, mi occuperò di lui solo nell'ambito delle pozioni. Spero di essere stato chiaro con lei."

Ally non si lasciò impressionare, aveva capito che questa sceneggiata era servita al professore solo per nascondere il fatto che lei avesse fatto centro.
La donna lo guardò e sussurrò "Ma come Severus, sei tornato a darmi del lei? Smettiamola con i convenevoli; dopotutto, adesso abbiamo un obiettivo in comune: la felicità di questo ragazzino. Mi dispiace che tu non mi creda, ma presto ti accorgerai di quanto sarai affezionato a Harry, te lo garantisco"
L'uomo la guardò, oltraggiato dal fatto che lei lo avesse contraddetto, aprì la bocca per enunciare una risposta tagliente, ma fu interrotto.
...
...
...
Non poteva crederci...
Assolutamente non poteva crederci...

Ally vide che Severus stava per dire qualcosa, così alzò una mano e gli tappò la bocca.
Lo osservò, divertita dall'espressione sbalordita dell'uomo.
Lui la stava guardando, immobile.
Lei alzò la mano libera e prese quella di lui.
La strinse nella sua e la guidò verso il letto di fronte a loro.
Ally diede una rapida occhiata a Severus, poi tornò a concentrarsi sulle loro mani intrecciate.
Diresse la mano dell'uomo verso il viso del ragazzino, la poggiò sulla fronte di Harry e costrinse la mano ad aprirsi.
La mosse in modo che accarezzasse i capelli neri del bambino.

In quel momento Severus si sentì bene.
Bene.
Non c'era altra definizione
Sentiva le dita sfiorare la pelle di Harry.
Era una bella sensazione, quella di offrire conforto a qualcuno.
Ally gli stava ancora tenendo la mano, e la faceva vagare per il viso del figlio di Lily.
Ad un certo punto, Severus avvertì un movimento sotto la sua mano e si accorse che Harry stava spingendo la testa verso di lui, in una muta richiesta d'affetto.
Il professore cercò di allontanare la mano, ma Ally la tenne ferma a contatto con la pelle del ragazzo.
Ally, come se non volesse rompere l'atmosfera che si era formata attorno a loro, sussurrò "Guarda...non è una bella sensazione?" non aspettò risposta e continuò
"E' solo un bambino che ha bisogno di sentire qualcuno accanto a sé. Non aver paura, non morde, sta solo dimostrando che ti vuole vicino, Severus. Non rifiutarlo, lui non lo sopporterebbe".
Severus la guardò ed annuì, lei tolse lentamente la mano dalla sua bocca e lui fu libero di parlare "Non osare mai più fare una cosa del genere, o diventerai uno degli ingredienti delle mie pozioni, dopo essere stata tritata in tanti pezzettini. Spero ancora una volta di essere stato chiaro." lo disse con tono lento e minaccioso, ma intanto continuò ad accarezzare i capelli di Harry.
Non riusciva a smettere di farlo, era così piacevole quella sensazione.

Ally non fu per niente spaventata dalle minacce dell'uomo, e non smise di tenere la sua mano.
Andarono avanti così per pochi minuti, lui ad accarezzare la pelle morbida del bambino adagiato sul letto e lei a tenere la sua mano, guidandola avanti e indietro.

Poi l'incanto svanì, lei ritirò la mano, lui alzò la sua e se la mise in tasca.

Dopo pochi istanti di silenzio, Ally si mise in piedi e bisbigliò "vado, resterò tutta la notte nel mio ufficio, e... ops, ormai è l'alba, comunque sarò nel mio ufficio se hai bisogno, lui si sveglierà tra pochi minuti, cerca di parlargli, ma non insistere troppo. Ricorda che dovrai guadagnarti la sua fiducia e non ci riuscirai insistendo con le domande...A più tardi" e se ne andò chiudendo dolcemente la porta.

Severus tornò a scrutare il corpo magro e vulnerabile del ragazzino che giaceva addormentato di fronte a lui.
Sembrava cosi tranquillo, era difficile pensare che quando si sarebbe svegliato, Harry sarebbe stato spaventato ed agitato.
Il professore si ripromise che avrebbe fatto di tutto per aiutare quel ragazzo a ritrovare il sorriso.

Passarono così alcuni minuti, finchè le palpebre di Harry cominciarono a schiudersi.
Severus se ne accorse e s'irrigidì, si chiese cosa avrebbe dovuto dire per confortare un ragazzino che era stato tradito dal suo stesso sangue.
Si impose di essere gentile e di continuare a chiamarlo per nome, e di evitare qualsiasi forma d'insulto.
Sapeva benissimo che era come tagliarsi le gambe, ma nella sua vita Severus Piton aveva imparato a dare anima e corpo per una causa.
E questa era una buona causa.

Harry aprì gli occhi e si ritrovò a fissare il bianco del soffitto della stanza in cui riposava.
Richiuse gli occhi per un secondo e quando li riaprì, decise di darsi un occhiata intorno.
Voltò la testa da un lato e vide una finestra chiusa, si voltò dall'altra parte e vide il professor Piton.
...
...
...
Che ci faceva lì? Perchè si trovava vicino a lui? Era sempre rimasto accanto a lui, mentre dormiva?
Il suo cuore sperava ardentemente che fosse così, si rendeva conto che era stupido, ma questo era tutto ciò che aveva sempre desiderato.
Qualcuno che si occupasse di lui.
Qualcuno che si preoccupasse per lui.
Non era chiedere troppo, vero?
Vero?

Severus vide il ragazzino restare a guardarlo, dopo essersi dato un occhiata intorno.
Sembrava che Harry lo stesse chiamando con lo sguardo.
Pareva che quelle iridi verdi gli facessero una richiesta.
Decise di parlare "Ben svegliato, Harry. Come ti senti?"
"B-bene, signore" rispose una voce debole.
Severus, ovviamente, si accorse della bugia.
"E la pelle? Non brucia?" mosse una mano per sfiorargli un' ustione sul mento.
La reazione di Harry a quel movimento fu del tutto inaspettata.
Voltò il viso, strinse gli occhi e si coprì le orecchie con le mani, proprio come un bambino spaventato.
Severus s'immobilizzò, ritirò la mano e fissò Harry, che era ancora in quella posizione.
Tremava.
Era terrorizzato.

Severus allungò una mano e prese il mento del bambino, lo costrinse a voltarsi verso di lui.
Poi tolse le mani di Harry dalle sue orecchie.
Si avvicinò al viso del figlio di Lily, poggiò la sua bocca sul suo orecchio e bisbigliò "Non c'è niente di cui tu ti debba preoccupare, nessuno ti farà del male. D'ora in poi mi occuperò io di te, ma non devi aver paura. Resterò io con te, e ti proteggerò."
Harry sentì il cuore battere all'impazzata.
Nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere, nemmeno Sirius.
Era questo tutto ciò aveva sempre voluto.
Aprì finalmente gli occhi.
Guardò le iridi nere di Piton che lo fissavano serie.
Harry riuscì a stento a sussurrare "La pelle brucia."
Severus capì che era il modo di Harry per ringraziarlo.
Forse era questo il punto debole del ragazzino.
Forse tutto ciò che desiderava era non essere solo.
Avere qualcuno che si occupasse di lui.
Qualcuno che si preoccupasse per lui.

Severus disse "Non ne ho dubbi, ma Ally ha detto che tra poco se ne occuperà lei. Vedrai che tra non molto starai meglio."
Il professore squadrò il corpo senza peso di Harry e poi chiese con voce calma "Scommetto che non mangi da giorni, avrai fame. O sete. Non è così?"
"Solo sete" rispose Harry.
Severus estrasse la bacchetta e fece apparire un bicchiere d'acqua, dicendo "Ti darei qualcosa di più dell'acqua, ma non credo che sia il caso, per te, di bere una cioccolata calda, suppongo che tu abbia già abbastanza caldo. E comunque non so se la tua guaritrice sarebbe d'accordo.".
Con questo accostò il bicchiere alla bocca del ragazzino, che bevve velocemente. Sembrava proprio che non bevesse da settimane.
In quel momento la porta si aprì ed entrò Ally.
La donna si avvicinò ai due e sorrise "Buongiorno ad entrambi, sono contenta che tu sia sveglio, Harry, perché è proprio ora di far andare via tutte queste ustioni. Hai già mangiato qualcosa?"
Severus rispose al posto suo "No, sembra non aver fame, ho preferito non insistere. Comunque gli ho dato un po' d'acqua."
Ally annuì e disse "Hai fatto bene, ma, appena avremo fatto, il nostro adorato paziente dovrà mangiare, ok?" e guardò Harry.
Harry evitò i suoi occhi e sussurrò, con voce tremante "I-io preferirei non mangiare niente, non ho fame, davvero".
Severus parlò severamente "Pensavo che Ally avesse detto che dovrai mangiare, o sbaglio? Comunque, è bene che mangi. E mangerai proprio perché noi vogliamo che tu guarisca."
Ally pose una mano sul braccio di Severus e disse "Severus ha ragione, ma non preoccuparti, ne parleremo più tardi, tesoro. Ora ti porteremo in un altra sala, ed è lì che ci occuperemo delle tue ustioni".
Harry ebbe paura, ricordò che Ally aveva detto che non sarebbe stata una cosa piacevole.

Severus si fece avanti e prese in braccio il ragazzino che si aggrappò disperatamente alla sua tunica.
Ally li condusse per un corridoio deserto e li fece entrare in una stanza dalle pareti color verde speranza.
C'era un letto gigante con le coperte del medesimo colore.
Accanto al letto erano posizionate due poltrone ed un divano bianco.
C'era una finestra grandissima, che dava il panorama di un giardino.
In fondo alla stanza c'era un tavolo di legno con sopra delle candele e dei fogli di pergamena.
Sul pavimento era posato un lenzuolo bianco, ma Harry non capì a cosa potesse servire.
Vicino al lenzuolo c'era una vaschetta piena d'acqua, posizionata a fianco di un pezzo di stoffa ordinatamente piegato.
Quel posto sembrava dare conforto.

Ally si avvicinò al lenzuolo a terra e fece segno a Severus di raggiungerla.
Il professore eseguì.
Ally disse con voce rassicurante "Posalo qui, Severus."
Harry si ritrovò immediatamente poggiato sul lenzuolo.
Non era contento che il professore lo avesse lasciato, quel contatto con l'uomo gli dava sicurezza.
Ally si inginocchiò accanto a lui, e sussurrò "Devi stare tranquillo, non durerà molto. Ora applicherò questa lozione sulle ustioni, che bruceranno per circa cinque minuti. Non ti piacerà, ma finirà presto."
Harry annuì, deglutendo.
Anche Severus si sedette accanto a lui.
Ally sorrise incoraggiante a Harry e cominciò ad applicare quella crema sulle lesioni del ragazzo.
Harry cominciò a mordersi le labbra, bruciava da morire.
Faceva davvero male.
Ma non si sarebbe lamentato, lo promise a sè stesso.

Ben presto, mantenere la promessa fu impossibile.
Cominciò ad emettere gemiti e lamenti.
Sentì una mano prendere la sua e stringerla.
Capì che era la mano del professor Piton.
Harry si ritrovò a stritolare le dita dell'uomo.
Lacrime scesero dal suo viso.
Non lacrime di dolore, lacrime di gioia.
Gioia, perché qualcuno lo stava consolando.
Gioia, perché non era solo a sopportare il dolore.

Severus asciugò con le sue mani le lacrime del ragazzino.
Era bella la sensazione di poter confortare qualcuno.
Era un sollievo sapere che qualcuno avesse bisogno di lui.
Continuò a stringere la mano di Harry nella speranza di alleviare la sua sofferenza.

Presto il dolore passò.
Harry avvertì delle mani sollevarlo e poi poggiarlo su di una superficie morbida.
Un letto?
Era tutto così confuso.
Sentì un panno umido sulla fronte.
Dopo poco, torno ad avere la vista e le idee chiare.
Ally e Severus erano accanto a lui.
La donna disse "Forza e coraggio, è ora di mangiare" e si diresse verso il tavolo in fondo alla stanza.
Severus rimase a guardare Harry che gli afferrò la mano e sussurrò "Maldive, è lì che sono andati, ma non so da quanto tempo."
Ally si bloccò, mentre Severus disse "Grazie, Harry. Sei stato molto coraggioso. Ci occuperemo noi di tutto. Se vuoi continuare a parlarne va bene, ma non insisterò."
Harry scosse la testa.
Questo era già troppo per lui.

Ally gli sorrise e disse "Molto bene, tesoro. Non importa. Ora devi mangiare però."
Harry scosse la testa e li supplicò "No, vi prego. Ora sono stanco, non potrei dormire? Mangerò appena sveglio. Per favore, lasciatemi riposare per un po'."
Ally non seppe dire di no a quegli occhi ed estrasse la bacchetta mormorando "Accio pozione sonnifera" ed una fiala le apparve tra le mani.
"Va bene, ma domani, appena sveglio mangerai. Dormi bene, tesoro.".
Ally passò la pozione a Severus che si allungò e la accostò alle labbra di Harry, dicendo "Per adesso sei fortunato, ma domani non voglio nessuna storia. Mangerai. Devi capire che lo stiamo facendo per te."
Harry non potè fare altro che annuire.
Non voleva mangiare.
Aveva lo stomaco chiuso.
Non c'era appetito, assolutamente.
Ma per ora non avrebbe obiettato, voleva solo riposare e non pensare a niente.
Dopo aver bevuto la pozione, Harry ebbe finalmente un sonno meritato.
Ally e Severus continuarono a guardarlo.
Lei sfiorò la fronte del ragazzo e bisbigliò a Severus "Credo proprio che domani avremo dei problemi con lui. Comunque, per ora è meglio così. Domani avremo una lunga giornata, te l'assicuro."







In quello stesso istante, una donna corse ad abbracciare un uomo.
Lei chiese "Allora, come è andata, caro?"
Lui rispose "Benissimo, cara, è tutto finito. Non avremo più problemi."
Lei sorrise "Comunque, è un miracolo se non era già morto di fame!"
L'uomo rise diabolicamente.




















SPAZIO AUTRICE
Chiedo umilmente perdono per il ritardo.
L'unica giustificazione è che mi sono impegnata tantissimo per questo capitolo e, dopotutto, anch'io ho bisogno di andare al mare, no?
Spero davvero che questo capitolo sia di vostro gradimento, perché ci ho messo un'eternità a scriverlo.
Per ora è il mio preferito in assoluto.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito, e a tutti quelli che seguono la mia fanfic.
Carissima Noel, questa volta è venuto più lungo e ne sono contenta, spero che continui a recensire, davvero, perché ogni volta che commenti mi fai sempre più complimenti!
ROXY, grazie per aver definito la mia fanfic avvincente, questo non lo dimenticherò. Dopo aver letto la tua recensione la mia autostima è salita di almeno 10 gradi!
Morgan Snape, sono felice che l'esame sia andato bene! Hai perfettamente ragione, non pensare a com'è andata, pensa solo che è finita e goditi l'estate.
Sono felice che ti sia piaciuto il cap.5, ma il rapporto tra Harry e Severus in questo cap.6 si fa molto più confidenziale... Quindi spero che anche questo ti piacerà.
Non dimenticare di commentare anche questo, perchè mi fa sempre piacere sentire cosa ne pensi.
Resha91, dopo ogni cap. aspetto sempre con ansia la tua recensione... Come puoi vedere, Harry sta già cominciando a parlare, scommetto che non ne vedevi l'ora.
Tra non molti capitoli i Dursley la pagheranno, vedrai! E per loro non sarà piacevole, sto ancora pensando ai vari metodi di tortura...No scherzo!
Comunque grazie per i complimenti, e continua a recensire.
Selene_90 sono contentissima, che la mia fanfic ti piaccia tanto. Ally è un personaggio inventato da me, fatto su misura per Piton.
Ally è l'unica che lo può sempre sopportare ed è la sola che non ha mai paura della sua espressione minacciosa. Spero che presto tutti si affezionino a lei, proprio come te.
Inoltre, grazie anche per i vari complimenti, vedo che il nostro nuovo Piton sta riscuotendo successo e ne sono felice. Mi raccomando, recensisci ancora!
Mille grazie a tutti voi per i complimenti, che, come al solito, sento di non meritarmi, e che, come sempre, accetto comunque volentieri.
Mi raccomando, recensite più che potete, a me va bene di tutto : critiche, consigli, complimenti(soprattutto complimenti!!!)...
Mi basta che commentiate, ricordate che io scrivo per voi e per me stessa, ma specialmente per voi, per sentire cosa ne pensiate, per sapere che la mia fanfic vi diverte e vi tira sù di morale. Questa è la parte più soddisfacente di scrivere su EFP, quindi non sprecatevi a recensire!
Al prossimo capitolo!
Baci













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Capitolo 7
*** 7.il primo pasto ***


ff hp 7






Harry aprì gli occhi e si guardò attorno, si ricordò di tutto, la nuova stanza, le ustioni curate...
E rammentò le parole del professore "mangerai.".
Non voleva.
Non riusciva ad avere appetito.
L'idea di dover ingoiare qualcosa di solido gli faceva venire la nausea.
Si chiese cosa avrebbe fatto adesso.
Non era una buona cosa fare storie con Piton, e le conseguenze sarebbero state ancora meno buone.
Sperò che venisse Ally.
Almeno il professore non avrebbe potuto ucciderlo, non con una testimone.
Ed Ally era buona, Harry se ne era reso conto.
Gli piaceva, era sempre gentile e quando lei gli sussurrava all'orecchio non poteva fare a meno di sentirsi meglio.
Continuò a fantasticare e non si accorse dei due occhi neri come l'ebano che lo fissavano.

Severus era rimasto sveglio tutta la notte, a pensare.
Sembrava che il ragazzo stesse cominciando a fidarsi.
Era stato chiaro, ieri, quando aveva accennato al fatto che gli zii fossero andati alle Maldive.
Severus era stato sorpreso di vedere uno lampo di fiducia apparso e rapidamente sparito in quegli occhi verdi.
La prima cosa che l'uomo aveva fatto, dopo essersi assicurato che Harry dormisse pacificamente, era stata avvisare Silente che, dopo una lunga discussione aveva mandato Tonks e Lupin in missione a Privet Drive ed in seguito alle Maldive per trovare i Dursley; inutile dire che i due maghi erano stati più che felici di quest'ultima meta.
Severus ricordò la conversazione con il preside.


flashback


"Cosa significa che i Dursley non c'erano, Severus?"
"Significa esattamente quello che ho detto, Albus. I Dursley se ne sono andati, lasciando il ragazzo a Privet Drive."
Gli occhi diSilente sembrarono perdere il loro solito scintillio, ma nonostante tutto, il Preside mantenne la stessa espressione imperscrutabile.
"E... Dove sarebbero andati?"
"Harry ha accennato alle Maldive"
...
...
...
"Harry?" Chiese Silente con un sopracciglio alzato.
"Esatto, Harry. Non fare commenti o giuro che ti uccido." L'espressione minacciosa di Piton non spaventò Silente, che, comunque, decise di non infierire, almeno per ora.
"Voglio vederlo, ci devo parlare. Dov'è?"
Il preside non aveva nemmeno finito la frase che gli arrivò la risposta da una voce calda, ma decisa.
"No, mi dispiace, professor Silente. Con tutto il dovuto rispetto, non le posso permettere di vedere Harry. Dovrà bastarle sapere che il suo allievo si rimetterà, ma ora è inammissibile che veda qualcuno che non siamo io o Severus. Spero che mi perdonerà".
"Ma signorina, le assicuro che non farò agitare il ragazzo, io e Harry abbiamo un buon rapporto e..."
"Non lo metto in dubbio, ma il fatto che andiate d'accordo non c'entra assolutamente nulla. Se lo vuole sapere, Harry sta male, vedere gente peggiorerebbe la situazione e rallenterebbe la sua guarigione. Severus ed io ci occuperemo di lui, le garantisco che è meglio così."
Silente sembrò pensarci e disse "Lei è sicura che la presenza del professor Piton, qui, non peggiori la situazione? Per quello che so Harry non si fida molto di lui".
"Mi dispiace che lei la pensi così. Ci lasci un po' di tempo e vedrà che non potrà fare a meno di rimangiarsi queste parole".
Ci fu un lungo silenzio.
Alla fine Severus decise di parlare "La mia maggiore preoccupazione per ora è la custodia di Harry. Quando sarà dimesso dall'ospedale, dove andrà?"
"Forse potrebbe venire a Hogwarts... certamente sarebbe al sicuro, ma dipende anche dal Ministero, quando Caramell lo verrà a sapere succederà il finimondo e non so se gli piacerà l'idea di far rimanere Harry a scuola. Credo che vorrà che qualcuno abbia la custodia permanente del ragazzo"
Severus non poté evitare di pensare a queste parole.
-La custodia permanente, forse... ma no...sarebbe una follia...eppure...No! Non dirlo... Ok, ok...Sarà meglio aspettare di vedere quanto Harry si fiderà di te, e se la percentuale di fiducia sarà abbastanza alta, potrai ripensarci...-
"Credo che dovremo aspettare che Harry guarisca e poi potremo pensare ad una custodia permanente." Disse il professore.
"Sì, credo che tu abbia ragione, Severus. Bene, allora mi occupo io dei Dursley, non ti preoccupare, tu pensa solo a Harry ed a questa simpatica signorina. Io vado.".


fine flashback



Severus stava ripensando alle parole "custodia permanente", quando vide Harry aprire gli occhi e guardarsi attorno.
Il ragazzino sembrò non notare la sua presenza, così il professore decise di rimanere immobile ad osservarlo.
Severus guardò gli occhi ansiosi puntarsi sul soffitto.
Si chiese cosa stesse preoccupando Harry, ma poi si diede dello stupido e si disse che, probabilmente, quello sguardo c'entrava qualcosa con il fatto che presto il ragazzino avrebbe dovuto mangiare.
Ed Ally, dopo che Silente se n'era andato, era stata chiarissima, Harry avrebbe mangiato.
Non era un semplice ordine, era un dato di fatto.
Non ci sarebbe stata storia che tenesse.
Appetito o meno, Harry doveva essere nutrito o sarebbe morto per denutrizione.

Ally era passata nell'infermeria di Hogwarts ed aveva chiesto a Madama Chips la cartella medica del ragazzino in questione.
Da quel che ne era risultato, Harry aveva perso venti chili dall'ultima visita di Poppy che era avvenuta esattamente una settimana prima della fine della scuola, in seguito alla battaglia nel dipartimento dei misteri.
Inoltre Ally aveva scoperto che il ragazzino non aveva nessun tipo di allergia, quindi non ci sarebbero stati problemi con il cibo.
L'unico, minuscolo ed insignificante ostacolo era la completa contrarietà del paziente all'idea di mangiare.
Ciò che complicava le cose era che non potevano esagerare con la severità perché Harry era estremamente vulnerabile e si sarebbe spaventato.
Avrebbero dovuto essere delicati e tolleranti, e la pazienza non era esattamente una delle maggiori doti del professor Severus Piton.
Ma lui si era ripromesso di provarci, per Harry.
Glielo doveva, per averlo sempre trattato male.
Per aver avuto sempre dei pregiudizi.
Per averlo costantemente insultato per un'arroganza che non esisteva.
Per aver sempre pensato che fosse viziato, anche quando tutto e tutti dicevano il contrario.
Per aver ignorato ogni sguardo spaventato e umile nelle iridi verdi.
Per non aver mai voluto vedere la verità che quegli occhi mostravano raramente.
Per aver sempre rifiutato le mute richieste che aveva sempre intravisto in quello sguardo penetrante.
Per non aver mai voluto guardare oltre le apparenze.

Severus decise di smetterla di pensare a tutti i suoi peccati o alla fine si sarebbe suicidato per avere finalmente pace. 
Così cercò di cominciare una conversazione con Harry.
"Buongiorno" disse con voce calma.
Harry che era perso nei suoi pensieri, emise un gemito di sorpresa e si voltò verso il professore, con lo sguardo trepidante e disse con voce roca "B-buongiorno, professore".
Severus lo guardò con preoccupazione "Va tutto bene?"
Harry lo guardò sorpreso e sussurrò "Sì, signore."
L'uomo disse "Sono sicuro che stai meglio di ieri, almeno adesso quelle ustioni sono sparite"
Harry annuì e chiuse gli occhi stanchi.
Severus lo scrutò e fece apparire un bicchiere pieno d'acqua fresca, che posò sulle labbra secche del ragazzino.
Harry riaprì gli occhi sorpreso e bevve immediatamente dopo che l'uomo glielo ebbe ordinato, dicendo "Bevi".
Il ragazzino disse con una voce più forte "Grazie...Non deve rimanere sempre qui, signore, io credo che lei abbia di meglio da fare che stare rinchiuso in un ospedale in piena estate, a me va benissimo.".
Severus restò silenzioso per qualche secondo e poi parlò con voce calma, sapeva bene che in fondo il ragazzo era consolato dal fatto che lui fosse lì "Perché dici questo, Harry? Pensavo di essere stato più che chiaro, ieri, quando ti ho detto che mi sarei occupato io di te".
Harry arrossì al ricordo ed il cuore prese a battere forte, ma si costrinse a rispondere "Si, signore, ma non c'è bisogno che rimanga con me tutto il tempo e..."
Ma fu interrotto dalla voce tranquilla del professore "E mi pare di averti detto anche un'altra cosa ieri, Harry... Resterò io con te, ricordi?"
Harry continuò ad arrossire ed annuì, decidendo di lasciar perdere.
Dopotutto se l'uomo voleva restare con lui, non poteva certo costringerlo ad andarsene, ed inoltre, in fondo, molto in fondo, sapeva che era proprio questo che sperava.
L'unica cosa che voleva era non essere lasciato solo, ma non poteva permettersi di lasciarsi ingannare da Piton, ed era per questo che gli aveva consigliato di andarsene.
Era stata solo una prova, per vedere se poteva fidarsi o meno, ed il professore lo aveva spiazzato con le sue risposte.

Severus si sentiva un po' a disagio, non aveva mai detto cose del genere a nessuno e l'unica cosa che sapeva era che confortare quel giovane lo rendeva felice.
Dirgli tutte quelle cose e farlo sentire meno solo gli dava, inoltre, la possibilità di rimediare ai suoi errori.
Probabilmente era per questo, si disse, era una giustificazione un po' egoistica, ma per il momento preferiva pensare che fosse solo questo.
 
Dopo pochi minuti entrò Ally con un sorriso smagliante sul viso, dicendo "Buongiorno, miei uomini!" Severus alzò un sopracciglio a tutto quell'entusiasmo.
La donna continuò "Cosa sono quei musi lunghi? Quella di oggi è una bellissima giornata, il sole splende e gli uccellini cantano!"
Andò alla finestra gigante e spalancò le tende, il sole penetrò violentemente nella stanza e Harry alzò un braccio per proteggersi gli occhi, quel movimento gli provocò una fitta alla spalla ed emise un gemito di dolore.
Severus si avvicinò immediatamente, prese delicatamente il braccio, lo abbassò e poi cominciò a sfilargli la maglia del pigiama, per dare un'occhiata alla sua spalla.
Vide solo una brutta contusione violacea.
Ally sospirò "Mi dispiace, ma quelle dovranno guarire con il tempo, non basta la magia. Perfetto, Harry come ti senti? Sei pronto per il tuo primo pasto da giorni?"
Harry evitò il suo sguardo ed abbassò il viso.
Ally e Severus si scambiarono un'occhiata preoccupata e lei disse "Lo prenderò per un 'sì' molto entusiasta. Vediamo, hai preferenze? C'è qualcosa che ti piacerebbe mangiare?"
Vedendo che il suo giovane allievo non rispondeva, Severus decise di farsi avanti "Sù, Harry, sono sicuro che hai un piatto preferito."
Harry scosse la testa.
Severus proseguì "Benissimo, non hai un piatto preferito. Non c'è problema. Non tutti ce l'hanno. Ma ci saranno cibi che non ti piacciono, no?"
Harry scosse la testa.
Questa era la verità, gli era stato insegnato di mangiare qualunque cosa avesse sul piatto, e non aveva mai fatto storie dato che, spesso, dai Dursley, il privilegio di mangiare gli era negato.
Severus sentì la pazienza cominciare ad abbandonarlo "Bene, allora non avrai problemi a mangiare un piatto di minestra. Una piccola quantità che, ovviamente, dovrai consumare fino all'ultimo cucchiaio.".
Harry non alzò il viso, ed Ally cominciò a preoccuparsi.

Severus decise di ignorare l'apatia del ragazzo e si avvicinò al tavolo, prese un vassoio contenente un piatto di minestra e un bicchiere d'acqua, e tornò verso il capezzale.
Harry continuava a restare silenzioso e con il viso abbassato.
Severus guardò Ally che annuì e l'uomo posò il vassoio sopra le ginocchia del ragazzino.
Quest'ultimo tremò per un istante, ma poi tornò immobile, cercando di posare lo sguardo su qualunque cosa che non fossero i due adulti o il piatto davanti a lui.
Severus aspettò un suo movimento, ma questo non venne, quindi allungò una mano e prese il cucchiaio.
Si avvicinò a Harry, sedendosi sul letto accanto a lui.
Prese la mano destra del bambino e la richiuse sul cucchiaio pieno di minestra.
Guidò il polso di Harry fino alla sua bocca.
Harry strinse le labbra e voltò il viso dalla parte opposta.
Severus non perse la pazienza e continuò a tenere alto il polso del ragazzino.
Il professore mise una mano sotto il mento di Harry e riuscì a farlo voltare.
Riportò il cucchiaio alla bocca del ragazzino, che la aprì esitando e poi la richiuse.
La riaprì e disse "No! No! La smetta, signore, la prego."
"Harry, eri stato avvertito. Sai benissimo che devi guarire, e non puoi farlo se continui ad essere denutrito. Dai, fai uno sforzo" e Severus appoggiò il cucchiaio sulle labbra di Harry.
"No, per favore! Non voglio! Non ho fame." Si lamentò il ragazzino.
Severus tenne fermamente il cucchiaio davanti alla bocca di Harry e disse "Pensi che mi piaccia fare questo? Credi che mi faccia piacere doverti forzare così? Devi mangiare da solo o sarò io a costringerti. Non vuoi questo, vero Harry?"
Harry si spaventò, ma poi si accorse che il professore lo stava quasi abbracciando, restando in quella posizione.
La presa costante, ma delicata dell'uomo lo calmò, e Harry cercò di seguire il suo consiglio.
Si fece forza e si concentrò sul contatto con il suo professore, poi scosse la testa e aprì obbedientemente la bocca.
Ally emise un sospiro di sollievo e sorrise.
Severus imboccò Harry aspettando una qualsiasi reazione.
Harry si rilassò e sussurrò "Grazie...Non farò più storie, lo giuro"
Ally disse con voce rassicurante "Non preoccuparti, tesoro. Non c'è niente di strano in un adolescente che fa storie, non è questo il problema. L'unica cosa che vogliamo è che tu guarisca fisicamente ed emozionalmente. Ed è proprio per questo che, se mangi tutto, presto ci sarà una sorpresa che ti piacerà, non so precisamente quando, ma presto".
Severus la guardò stupito, ma continuò ad imboccare Harry, che nel frattempo si era stancato.
Ally vide che le palpebre del suo giovane paziente cominciavano a farsi pesanti, così lo accompagnò dolcemente ad appoggiarsi sui cuscini.
Severus fece sparire il vassoio con un colpo di bacchetta e accarezzò per un attimo i capelli di Harry che si era rapidamente addormentato, poi si voltò verso la donna.
"Che sorpresa?"
"Bé, come prima cosa dobbiamo vedere chi avrà la sua custodia permanente. Tu...Tu ci stai pensando?"
"Pensare a cosa?" Chiese Severus fingendosi indifferente.
"Sai cosa voglio dire...Hai pensato alla possibilità di adottarlo?"
"Io...Non credo che siano affari tuoi" Rispose acido.
Lei gli sorrise sorniona e disse "Lo so che ci stai pensando, Severus, e se me lo permettessi ti direi che la trovo un'idea fantastica e che sarebbe la cosa migliore per Harry. Ma, ovviamente, non me lo permetti, quindi non te lo dirò".
Lui fece una smorfia di disprezzo.
Lei proseguì "Riparlando della sorpresa, per lui è fondamentale avere contatto fisico, al momento, quindi sarebbe una buona idea che avesse un animale domestico, tipo un cane...Sì, un cane sarebbe perfetto."
"Stai scherzando, spero".
"Proprio no! E non ti lascierò in pace fino a che non accetterai!"
"Primo, non so nemmeno se lo adotterò e secondo, puoi scordarti il cane".
"Non me lo scorderò mai!"
"Ed invece è meglio che lo fai, credimi, perchè non prenderò mai un cagnaccio".
"E invece sì".
"E invece no!"
"Allora vorrà dire che continuerò ad ossessionarti in eterno!"
...
...
...
"Non è mai stato il mio sogno avere un cane girare per casa mia, ma vedremo. Contenta?"
"Sì!"





















SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Rieccomi con un altro capitolo e comincio subito con i ringraziamenti.
Cara Camilla P, sei gentilissima, dico davvero! Dopo aver letto solo poche parole della tua recensione, mi veniva da piangere. Il fatto che hai definito il mio stile poetico mi ha fatto quasi saltare di gioia, so di non essere bravissima come scrivi, ma sentirselo dire fa un effetto fantastico! Inoltre ti ringrazio immensamente per l'osservazione che hai fatto sulla differenza tra Ally e le Mary Sue, mi hai dato la scusa per fare un chiarimento.
Ally non è assolutamente una Mary Sue, innanzitutto la nostra guaritrice non è e non sarà mai un personaggio principale. Certo, Ally può essere importante, ma non rimpiazza nessuno.
Non possiede nessun segreto, non è una parente di Silente, tanto meno una discendente dei quattro fondatori. Non morirà sacrificandosi , credo. Con lo svilupparsi della storia Ally sarà un po' meno presente, dato che Harry lascierà l'ospedale. Sono felice che piaccia a molti come personaggio ed ammetto che è abbastanza importante, ma, a differenza delle Mary Sue, non diventerà una protagonista.
Lei è un semplicissimo personaggio che avrà un buon feeling con Severus, e che sarà di aiuto per Harry. Spero che mi abbiate capita, ma non pensate che sparirà dalla mia fanfic, lei ci sarà sempre, dato che mi piace molto l'atmosfera che c'è in sua presenza. Comunque continua a recensire Camilla P, ti aspetto!
ROXY ti ringrazio davvero, mi fai arrossire così! Grazie per tutti i complimenti, ma mi manca ancora molto per diventare adulta, ed intanto che aspetto mi diverto a scrivere ed a leggere le tue recensioni, ti aspetto al prossimo cap. Baci!
Noel, grazie mille per tutte le tue recensioni, dalla prima all'ultima! Sei sempre carinissima e devo concordare con te, anche a me da un immenso piacere vedere Piton spiazzato ed Ally sarà capace di sbalordirlo sempre di più, vedrai se leggerai. Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensi di questo cap.7., quindi recensisci!
Morgan Snape, spero che ieri l'orale ti sia andato bene! Ti capisco benissimo, dato, che a casa mia c'è una costante presenza nella tua stessa situazione, che mi parla di tutti i suoi esami in preda alla depressione! Ma almeno adesso hai finito, no? Comunque grazie per i complimenti e sono contenta che il cap.6 ti sia piaciuto tanto, è stato anche il mio preferito! Aggiornerò presto, lo giuro e non vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione, quindi commenta, ti prego! Baci e congratulazioni per l'esame!
Cara Selene_90, sono contentissima che ti sia piaciuto il vecchio cap., vedrai, il nostro Severus diventerà sempre più affettuoso con Harry.
Mi dispiace ma non posso rispondere alla tua domanda, leggi e scoprirai... Spero che continuerai a seguirmi, e a recensire perché ogni volta mi fai venire voglia di ballare!
Ciao Resha91, sono felice che ti piaccia il rapporto tra Harry e Severus! Harry non vuole mangiare a causa dello shock, e della precedente denutrizione perché il corpo si deve riabituare al cibo, è una conseguenza tipica di questo genere di situazioni. Non posso dirti chi sono quell'uomo e quella donna, posso solo suggerirti di continuare a leggere e di commentare ancora! Ormai mi sono affezionata a te!
Gokychan non preoccuparti, l'aggiorno presto, ma tu in cambio continua a recensire, perché mi fai sempre arrossire con i tuoi complimenti!
Ed infine arriviamo a Hotaru_Tomoe, Merlino, tu mi hai fatto davvero annegare nelle mie lacrime di gioia! Non riuscivo più a leggere per la vista appannata dalle lacrime!
Grazie mille per il tuo breve riassunto, sono contenta che la mia storia ti abbia colpito tanto, hai centrato proprio i punti principali e hai capito alla perfezione la mia fanfic.
Spero che continuerai a seguire la mia storia e a recensire! Baci!
Ringrazio anche tutti quelli che non hanno recensito e coloro che hanno messo la mia fanfic tra i preferiti.
Mi raccomando recensite, che mi fa sempre piaciere!
Al prossimo capitolo, che arriverà presto!
Bacioni.

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Capitolo 8
*** 8.decisioni e abbracci ***


ff-hp 8






Severus alla fine era rimasto solo, ad osservare Harry ed a pensare a ciò che Ally gli aveva detto.
Se lui avesse adottato Harry, lei sarebbe stata pienamente d'accordo.
Aveva detto che la trovava un'idea fantastica, e che per Harry sarebbe stata la cosa migliore.
Dopotutto, era proprio questo ciò che voleva Severus, la cosa migliore per Harry.
E, di conseguenza, avrebbe dovuto adottarlo.
Ally aveva ragione, ci stava pensando molto.
Chissà come l'avrebbe presa Harry.
Ovviamente, Harry doveva essere d'accordo, Severus non voleva obbligarlo.
Ma, per prima cosa, era lui, Severus Piton, che doveva esserne convinto.
Si costrinse ad aspettare ancora un po' prima di prendere una decisione.

Ally entrò proprio in quel momento con l'ennesima tazza di cioccolata calda.
Si sedette accanto al professore e gli porse la bevanda bollente.
Severus l'accettò e cominciò a berla silenziosamente.
Iniziò a sentire caldo, dopotutto era estate.
Era incredibile che quella donna lo facesse bere una bevanda calda in pieno luglio, e si sentì stupido per essersene accorto solo adesso.
"Se senti puzza di bruciato, sono io che prendo fuoco grazie alla tua stupida cioccolata ipercalorica." Disse con voce acida.
Lei rise di soppiatto e disse dolcemente "Se davvero la pensi così perché continui a gustartela?"
Lui decise di non rispondere e cambiò argomento "Quando potrà uscire da qui?" Chiese, accennando al ragazzino addormentato di fronte a loro.
Ally ovviamente notò il cambiamento del discorso, ma si disse di lasciarlo fare e rispose "Solo quando sarà emozionalmente stabile. Dovrà dimostrare di saper sopportare l'idea di parlare del suo passato, prima."
Accarezzò i capelli di Harry e continuò "Lo dimetterò solo quando sarò certa che si fiderà di te...Severus, ero sincera ieri quando ti ho detto che se tu avessi la sua custodia permanente sarebbe stata la cosa migliore per lui. Credimi, se ti dico che Harry guarirà sicuramente con il tuo aiuto, sei la persona giusta. Probabilmente ne dubiti a causa del vostro passato, ma non dovresti. Se lo adotterai, Harry ti perdonerà e tu perdonerai te stesso. Con il passare del tempo ti scoprirai affezionato a lui, e ti sorprenderai ad amarlo, come non hai mai amato nessuno, e per Harry sarà lo stesso. Ovviamente, questo accadrà solo se lo adotterai. Non vorrei metterti fretta, ma mi dispiace doverlo fare, dato che il tuo allievo ha l'assoluto bisogno di una situazione stabile".

"Va bene."
...
...
...
"Cosa va bene?" Chiese Ally con voce confusa.
"Va bene, lo adotterò"
Severus non seppe perché avesse accettato, forse era per tutto ciò che Ally gli aveva appena detto.
Forse perché voleva rimediare a tutti i suoi errori compiendo una buona azione per Harry.
Forse perché il ragazzino gli faceva pena.
Forse perché in Harry rivedeva sé stesso da adolescente.
Forse perché l'idea di confortare il suo allievo gli dava una sensazione di sollievo.
Forse perché si sentiva in dovere verso Lily.
Forse perché non voleva più essere solo.
Forse perché voleva occuparsi di Harry.
Forse perché si preoccupava per lui.
O forse perché, inconsapevolmente si stava affezionando a Harry.
Non ne aveva idea, l'unica cosa che sapeva era che voleva davvero adottarlo e che quella era la cosa più giusta che avesse fatto nella vita.

Ma tutto questo non importava, adesso doveva solo pensare a Harry, adesso era il suo benessere l'obiettivo della vita di Severus Piton.
Dicendo "Va bene", Severus aveva giurato a sé stesso che, d'ora in poi, Harry sarebbe stata l'unica cosa importante per lui, e che, d'ora in poi, la sua prima preoccupazione la mattina appena sveglio ed il suo ultimo pensiero la notte, prima di dormire, sarebbero stati Harry Potter.
Perché ora le sue uniche preoccupazioni sarebbero state la sicurezza, la fiducia, e la felicità di Harry.
Nient'altro.
Ora, Severus Piton aveva il dovere ed il diritto di occuparsi di Harry.

Ally sorrise e non riuscì a trattenere l'entusiasmo.
D'istinto, lo abbracciò.

Severus rimase scioccato quando si rese conto della sua situazione assurda.
Rimase immobile tra le braccia di lei, involontariamente, godendosi la sensazione di calore che emanava il corpo di lei premuto contro il suo.

Ally si accorse troppo tardi di cosa stava facendo.
Restò abbracciata a lui, sbalordita.
Dopo qualche secondo che sembrò un eternità, allargò le braccia e si allontanò da lui.
Evitò i suoi occhi, e così facendo, non fu in grado di vedere uno sguardo che si sarebbe potuto definire deluso in quelle iridi nere.

Severus non poté evitare di dispiacersi del fatto che lei si fosse allontanata, ma presto scacciò questa sensazione.
La vide arrossire e portarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Ehm... Benissimo Severus, sono felice che hai preso questa decisione."
"Sono contento che approvi, ma non so cosa ne penserà Harry."
"Bè, forse dovresti parlargliene oggi o domani, dipende dal suo umore. Devi essere gentile con lui e rassicurarlo, magari dicendogli che andrà tutto bene."
"Magari queste ultime cose gliele dici tu, io non sono così sdolcinato"
"Oh no, no, no, no...Lo dirai tu! Non è di me che si deve fidare! Non mi importa se non è da te, se lo trovi sdolcinato e da femminucce, lo farai perché è questo ciò di cui Harry ha bisogno. Chiaro?"
"Non osare parlarmi così!"
"Mi pare di averti fatto una domanda, e sarebbe buona educazione rispondere. Ma a quanto pare non hai capito, così te la ripeto gentilmente: CHIARO?"
"Ti ho già detto di non osar..."

"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!"

Senza che i due adulti se ne accorgessero, Harry aveva cominciato ad agitarsi nel sonno ed aveva spalancato gli occhi, mentre gridava.
Severus ed Ally si zittirono.
Guardarono il ragazzino continuare ad agitarsi.
Ally si alzò, annuì a Severus incoraggiante, e si diresse verso un armadietto, per cercare una pozione calmante ed una siringa.
Severus capì ciò che Ally voleva che facesse e si avvicinò di più a Harry, che continuava a contorcersi, per liberarsi dalle coperte.
Si alzò e scostò le lenzuola, poi posò una mano sul petto del ragazzino cercando di tenerlo steso a letto.
Ma Harry continuò a dimenarsi.
Il professore prese le spalle del suo allievo e lo tenne stretto contro il suo torace.
Lo tenne fermo, non sentendo neppure i deboli pugni che Harry batteva sul suo petto.
Cominciò a sussurrargli "Shhhhh...Shhh shhh...Va tutto bene, sei al sicuro ora...Calmati"
Harry sentì le lacrime scendergli sulle guance, ed iniziò a singhiozzare senza ritegno.
Pianse e pianse, ascoltando le parole calmanti di Piton.
Quell'incubo era stato terribile, ma ci era abituato.
Era ciò che sognava praticamente ogni notte.
Tutti morti, come sempre.
Vedeva morire, di nuovo, tutte le persone che aveva amato, e le loro grida risuonavano ancora nella sua mente.
Grida di dolore, di paura, ma, soprattutto, in quelle voci risuonava l'accusa.
Lo accusavano di averli uccisi, e Harry non poteva evitare di dargli ragione.
Ma, il professore sembrava non avercela con lui, sembrava che non lo accusasse di essere un assassino.
E poi, stava così bene tra le braccia di Piton, perché rovinare tutto pensando ai suoi peccati?

Severus non lo lasciò e continuò a tenerlo, oscillando avanti e indietro.
Harry smise di combattere e si lasciò annegare nell'abbraccio del suo professore, che si muoveva metodicamente, tranquillizzandolo, facendolo sentire al sicuro.
Essere tenuto così lo faceva quasi sentire desiderato.
Mai, prima d'ora, qualcuno lo aveva abbracciato così, consolandolo mentre piangeva.

Quando smise di disperarsi e di singhiozzare si sorprese del fato che il professore non l'avesse ancora respinto.
Severus sentì Harry rilassarsi tra le sue braccia.

Ally era rimasta immobile ad osservare quella scena completamente affascinata.
Non credeva possibile che quell'uomo potesse essere capace di mostrare così tanta dolcezza.
Harry era riuscito a calmarsi solo grazie ad un abbraccio.
Questo doveva significare che non aveva mai ricevuto grandi dimostrazioni d'affetto.
Ally si avvicinò ai due, pose una mano sul braccio di Harry, che aveva ancora il viso premuto contro il petto di Severus, e disse "Adesso, Harry, ti inietterò un sedativo, è solo una piccola dose, sufficiente per farti stare un po' meglio."
Harry annuì, e lasciò che Ally puntasse l'ago sul suo braccio.
Appena la psicoguaritrice ebbe fatto, Harry cominciò a respirare più liberamente.
Severus allentò la sua presa sul ragazzino e lo accompagnò ad appoggiarsi sui cuscini.
Spostò i capelli dalla fronte di Harry e cominciò ad accarezzarli.
Decise di parlare "Va meglio?"
Harry annuì, non riusciva a tirare fuori le parole, era troppo concentrato sulla mano che continuava a spostargli i capelli.
"Ti va di parlarne?"
Harry scosse la testa.
"Harry..." Cominciò a rimproverarlo ma poi il suo allievo fece una cosa che lo stupì.
Il ragazzino stava spingendo la fronte verso la sua mano, come alla ricerca di contatto.
Harry si spinse di più verso il professore, che era seduto accanto a lui, e si arricciò contro il petto dell'uomo, afferrando con disperazione la sua tunica, quasi fosse un'ancora che lo tenesse appigliato alla realtà.
Come se avesse paure di annegare nel buio, nel vuoto.
Severus non poté impedirsi di abbracciarlo nuovamente.

Per qualche minuto nella stanza gli unici rumori udibili furono i respiri dei tre presenti.
Poi Harry si scansò, arrossendo "Mi scusi, signore"
Severus scosse la testa.
"Era solo un incubo" disse Harry.
"Solo un incubo?"

Ally capì che era meglio che lei se ne andasse, così si diresse verso la porta ed uscì silenziosamente.

"Sì, signore"
"Harry, ascoltami, non va bene svegliarsi urlando. Devi capire che questo non è normale."
"Per me lo è, signore" e sorrise amaramente.
"Era una visione del Signore Oscuro?"
"No, signore"
"Allora?"
"Allora...Niente, signore"
"Niente? Non vuoi dirmi del tuo incubo?"
"N-no, signore"
-Ahah! Ha balbettato! Presto cederà-
"Sicuro di non volerne parlare?"
"N-no, cioè sì...Sì, ne sono sicuro, signore"
"Davvero?"
"Davvero, signore"
"Non mi dirai del tuo incubo, Harry?"
"N-no, signore"
-Ha balbettato di nuovo! Sì!-
"Harry?"
"Sì, signore?"
"Dimmi cosa hai sognato." Non era una domanda, era un ordine.
"Sì, signore"


Un'ora dopo, Harry stava piangendo di nuovo tra le braccia di Severus, che gli accarezzava i capelli oscillando avanti e indietro.
Harry aveva la testa poggiata contro la spalla del suo professore e teneva una mano chiusa a pugno davanti alla bocca.
Cominciava a sentirsi stanco anche se si rendeva conto che ultimamente non faceva altro che dormire.
Quando smise di piangere cadde il silenzio.

Fu interrotto dal sussurro di Severus "Harry?"
"Sì?"
"Posso tenerti con me?"
"Sì"
E queste furono le parole che accompagnarono Harry tra le braccia del sonno.
























SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Spero che questo cap non sia troppo sdolcinato per i miei adorati lettori, vorrei davvero che vi piacesse ed è per questo che ci ho lavorato tanto!
Ma cominciamo a ringraziare!
Carissima Kisa86, sono contenta che la mia fic ti piaccia, non ti devi preoccupare perché aggiornerò presto. Mi dispiace deluderti, ma Ally non ha nessun tipo di segreto catastrofico, come ho già scritto nelle note alla fine del vecchio capitolo. Spero che continuerai a recensire ed a leggere la mia fanfic! Baci!
Morgan Snape, come puoi vedere ho aggiornato ed ora puoi placare la tua anima ansiosa! Sono felice che tu abbia finito con gli esami, spero che siano andati bene! Mi raccomando, recensisci ancora che ti aspetto,ok? Bacioni!
Selene-90, grazie come al solito per i complimenti, anch'io mi sono divertita, mentre mi sbizzarrivo nell'ultima conversazione del cap.7! Continua a recensire, non vedo l'ora di leggere i tuoi commenti! Ciao ciao!
Sai Gokychan, c'hai preso in pieno, mi piacerebbe fare la dottoressa e lavorare con i bambini, sarebbe il mio sogno! Grazie per tutti i complimenti, sei sempre gentilissima e che la mia fic ti piaccia è ormai noto a tutto l'occidente! Recensisci ancora perché il tuo entusiasmo fa davvero venire voglia di scrivere! BACI!
Ciao Lake! Sono felice che la mia fic ti piaccia, hai capito benissimo la situazione di Harry! Aggiornerò presto e spero che continuerai a recensire! Bacioni!
Cara Camilla P, credo che ci vorrà ancora tempo per il finale "e vissero tutti felici e contenti", ma arriverà, te l'assicuro. Comunque grazie per i complimenti! Al prossimo cap.! Baci!
Hotaru_Tomoe, grazie, GRAZIE! Sei un tesoro e per me è un piacere leggere le tue recensioni! Spero di essere stata ancora all'altezza delle tue aspettative! Grazie per i complimenti e per capire le difficoltà che si presentano quando scrivi! Recensisci, non vedo l'ora! Bacioni!
Grazie a tutti quelli che hanno letto, davvero!
Al prossimo capitolo!
Baci!




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Capitolo 9
*** 9.Interrogatorio ***


ff-hp 9


Harry si svegliò e si guardò attorno.
Vide il professor Piton addormentato sul sofà accanto al suo letto.

flashback


"Harry?"
"Sì?"
"Posso tenerti con me?"
"Sì"


Fine flashback

Harry ansimò per un istante a quel ricordo.
Cosa aveva inteso Piton?
Che significava quella domanda?
Certo che poteva tenerlo con lui.
Fin da bambino, Harry aveva sognato che qualcuno entrasse in casa degli zii e gli dicesse cose del genere, portandolo via, in una casa isolata come quelle delle favole e lo tenesse per sempre con sé.
Ma sembrava strano che il professore che lo aveva sempre odiato potesse dirgli quelle cose, quelle frasi che solo un genitore direbbe al suo bambino.
Harry voltò il viso verso la finestra e guardò il panorama.
Era stupendo, c'era un giardino, con un sentiero attorniato da delle fontanelle che spruzzavano acqua colorata.
C'erano tantissimi tipi di piante, e per tutto il perimetro erano sparsi alberi di pesco, con i loro fiori rosa.
Voleva vedere più da vicino, per studiare ogni particolare di quel posto meraviglioso.
Da quando era arrivato a Privet Drive, non gli avevano più permesso di uscire di casa, e quindi avrebbe dato la vita per trovarsi ancora all'aria aperta.

Guardò il professore che ancora giaceva addormentato accanto a lui.
Non seppe resistere alla tentazione, così spostò lentamente le coperte e poggiò silenziosamente i piedi nudi sul freddo pavimento.
Le gambe gli tremavano, dopo essere state immobili per giorni.
Riuscì a tenersi in equilibrio appigliandosi ad ogni oggetto che incontrava.
Lentamente, raggiunse la porta-finestra, aprì le ante e queste cigolarono.
Harry si bloccò e si voltò verso il suo professore, che, fortunatamente, dormiva ancora indisturbato.
Il ragazzino poggiò un piede tremante sulle piastrelle gelate del balcone.
Avanzò e si tenne alla ringhiera di ferro, sentiva l'aria fresca contro la pelle calda del viso, era una bella sensazione.
Ammirò il giardino davanti a sé, finché non sentì una voce fredda raggiungere le sue orecchie.

Severus aveva spalancato gli occhi, cercando subito con lo sguardo il suo allievo.
Una brutta sensazione l'aveva svegliato, ed, immediatamente, i suoi sospetti furono riconfermati.
Harry non era nel suo letto.
Lo sguardo del professore vagò allarmato per tutto il perimetro della stanza, ed alla fine trovò il suo ragazzino nel balcone fuori dalla finestra.
Subito, Severus si alzò e chiese con severità "Che cosa pensi di fare, sig.r Potter?"

Harry vide il professore avvicinarsi, cercò di arretrare, ma si ritrovò con le spalle alla ringhiera, e stette immobile.
"Pretendo una risposta, sig.r Potter."
"Io...Io...N-niente, s-signore" Balbettò il ragazzino.

Severus avanzò e si ritrovò di fronte al suo allievo.
Non voleva terrorizzarlo, ma lui stesso aveva avuto paura quando non aveva trovato Harry nel suo letto.
Era arrabbiato perché quel ragazzino gli aveva fatto quasi prendere un infarto.
Ora Harry lo fissava con le iridi verdi spalancate e tremava.

Severus respirò profondamente.
"Chi ti ha dato il permesso di alzarti, Harry?"
"Io...N-nessuno, ma..."
"Appunto. Nessuno."
"I-io...Mi scusi, signore." Harry abbassò il viso, sconfitto.
Severus non riuscì a non perdonarlo, guardando il comportamento di quel bambino.
Era così ingenuo, ed era cambiato tanto.
Il vecchio Harry Potter non avrebbe mai abbassato lo sguardo così davanti a lui.
Il vecchio Harry Potter gli avrebbe risposto a tono, con fierezza e non gli avrebbe mai chiesto scusa per un errore così insignificante.
Ma, il vecchio Harry Potter non gli avrebbe mai permesso di abbracciarlo, come aveva fatto il giorno prima.
Il vecchio Harry Potter non avrebbe mai pianto di fronte a lui.
Il vecchio Harry Potter non gli avrebbe mai dato il permesso di tenerlo con lui, rispondendogli semplicemente con un "Sì".
C'erano, quindi, anche dei vantaggi in questo nuovo Harry.

Il professore sospirò e disse con voce più calma "Non importa, vieni, andiamo di nuovo a letto".
Harry si lasciò prendere in braccio senza storie.
Severus lo adagiò ancora una volta tra le calde coperte.
Stava cominciando a sistemargli i cuscini dietro la nuca, quando sentì una vocina dolce, mormorare "Mi dispiace, professore."
"Ti ho già detto che non importa, mi basta che prometti di non alzarti più senza il permesso mio o di Ally."
"Lo prometto, signore."
"Mmm...Bene."
"Volevo solo andare fuori."
"Capisco, ma non sei ancora pronto per rimetterti in piedi ed andare in giro. Forse, quando starai un po' meglio, ti porteremo in quel giardino."
"Grazie, signore."

Severus si ritrovò a pensare all'adozione e decise di cominciare a discuterne con il suo allievo.
"Sai, Harry, stavo pensando che tu, ora, non sei più in custodia dei tuoi parenti babbani...e...bè, ovviamente, qualcuno dovrà prendersi cura di te."
Harry non seppe che dire, e aspettò.
"Cosa ne diresti se io ti...ehm...adottassi? Insomma, non devi rispondermi subito. Prenditi un po' di tempo. Te l'ho chiesto adesso, perché presto dovrei chiedere la tua custodia al ministero, se tu accettassi. Comunque, l'adozione non sarebbe immediata, temo. E..." I vaneggiamenti di Severus furono interrotti dalla voce di Harry.
"Sì"
"Ma ti avevo detto di aspett..."
"Non ho bisogno di prendere tempo, signore. Io ne sarei felice."
Il cuore di Harry correva, si sentiva emozionato come non mai.
Omerlino, il professore gli stava parlando di adozione.
Questo significava avere una famiglia.
Harry non aveva mai capito la vera definizione della parola famiglia.
Ma sapeva che era tutto ciò che voleva.
"Ne sei sicuro?"
"Sì, signore. Io...mi fido di lei."
"Grazie, Harry...Io..." Ma fu nuovamente interrotto dalla porta che si apriva e da Ally che faceva il suo ingresso nella stanza.

Ally stranamente non sorrideva, e si diresse verso Severus, si chinò e bisbigliò nel suo orecchio "Hanno trovato i Dursley. Silente ti vuole al Ministero, nell'ufficio di Caramell. Saluta Harry e aspettami qua fuori, ti raggiungo."
Severus annuì e si alzò.
Si avvicinò a Harry e gli spostò i capelli dalla fronte, poi si chinò su di lui e disse "Adesso devo andare a parlare con Silente, ci vediamo più tardi, va bene?"
"Sì, ma..."
"Niente ma, andrà tutto bene. Ne parliamo quando torno."
"Non ci sarà bisogno di parlarne. Ho già accettato."
Harry aveva usato un tono di voce più sicuro e Severus ne fu felice.
"Bene, allora a più tardi." ed uscì dalla stanza d'ospedale.
Harry bevve una pozione sonnifera sotto ordine di Ally e si addormentò rapidamente.


Severus vide Ally uscire dalla camera di Harry e le si avvicinò "Non resti con Harry?"
"No, vengo con te. Non preoccuparti, ho messo un incantesimo di allarme su di Harry, di modo che se si sveglierà, lo saprò e lo raggiungerò subito."
"Ma non c'è bisogno che vieni."
"Sì invece, innanzitutto voglio ascoltare ciò che hanno da dire quei babbani e poi, quando chiederai la custodia di Harry, sicuramente ti affideranno un assistente sociale, e vorrei essere io."
"Tu? Ma tu non sei un'assistente sociale."
"Ed invece, potrei esserlo, essendomi specializzata in psicologia infantile, e possedendo un'utilissima laurea in educazione professionale nel campo del disagio minorile, della devianza* e della marginalità."
"Dove l'hai trovata una laurea del genere, scusa?"
"Una facoltà babbana."
"Ora, si spiega. Non pensavo che un mago potesse essere tanto estremo e lunatico."
"Ahah. Dovresti ringraziare il cielo per il fatto che io sia sempre stata appassionata dai bambini e dai loro problemi, oppure ti troveresti affibbiato uno di quegli assistenti sociali taciturni e barbuti, che lavorano per il ministero."
"Quella sarebbe una benedizione."
"Non ti conviene continuare ad essere così acido o sarà probabile che questo tuo grande desiderio venga esaudito. Muoviamoci, ci stanno aspettando."

Ally e Severus si smaterializzarono davanti alla porta dell'ufficio del Ministro della magia, ed il professore bussò prima di entrare.
In quella stanza, erano presenti una decina di Aurors, Albus Silente, Minerva Mcgranitt, Ninfadora Tonks, Malocchio Moody, Amelia Bones e Cornelius Caramell.
Al centro dell'ufficio erano disposte due sedie occupate precisamente da Vernon, e Petunia Dursley.
La voce di Silente spezzò il silenzio "Benvenuti Severus, Sig.na Baker."
Caramell non fu ugualmente accogliente "E lei chi sarebbe?"
Ally si fece avanti sorridente e gli tese gentilmente la mano "Allyson Baker, tanto piacere, sono la guaritrice di Harry."
Caramell sembrò spiazzato per un attimo, ma poi si riprese "Ah, sì... ehm piacere...Come sta il sig.r Potter?"
"Meglio. Si rimetterà, ma credo che ora sia il momento di svelare la verità."
Silente s'intromise "Ha perfettamente ragione...Allora, Alastor, hai portato la pozione?"
Moody cennò d'assenso con il capo e mostrò a tutti una fiala contenente un liquido trasparente.
Severus rimase sorpreso "Veritaserum? Non pensavo che fosse permesso."
"In teoria, non lo sarebbe, ma questo è un caso estremo, e i signori Dursley stanno rifiutando di aprire bocca." Rispose un auror che Severus non aveva mai visto.

Silente si avvicinò ai Dursley, e versò tre gocce di Veritaserum in due bicchieri ciascuno.
I babbani cominciarono a tremare di paura ed il preside di Hogwarts riuscì a convincerli a bere la pozione, poi disse "Bene...Severus, vuoi cominciare tu? Prima sarebbe meglio se facessi domande semplici ed ovvie, così ci assicureremo che la pozione funzioni."
"Certo, Albus." Si rivolse allo zio di Harry "Tu sei Vernon Dursley?"
"Sì" Rispose l'uomo grasso, senza espressione.
"Sei lo zio di Harry Potter?"
"Sì"
"Quando tuo nipote è tornato a casa per le vacanze estive, cosa gli hai fatto?"
"Gli ho dato lo schiaffo che si meritava, e poi l'ho rinchiuso nella sua camera."
"Lo schiaffo che si meritava?"
"Sì, esattamente, se lo meritava per essere nato."
Severus si voltò verso Ally, che mostrava un'espressione di disprezzo, poi guardò Silente, che, come sempre, era imperscrutabile, ma la perenne scintille nei suoi occhi azzurri era sparita.
Albus annuì, ordinandogli di continuare.
"Hai mai detto questo a Harry?"
"Sì, molto spesso"
Decise di cominciare con le domande più importanti.
"Hai mai picchiato tuo nipote?"
"Sì"
Severus borbottò "Bastardo" Ma poi continuò "Quante volte? Con quanta frequenza?"
"Quest'estate è stata la prima volta da anni. Lo picchiavo quando era piccolo, poi smisi."
"Quando smettesti?"
"Smisi quando aveva undici anni, quando arrivò la lettera dalla vostra scuola di pazzi."
"Capisco. Sai qualcosa dell'incendio scoppiato a casa tua?"
"Sì, certo. Ho provocato io quell'incendio."
"Come?"
"Ho mandato mia moglie e mio figlio alle Maldive, mentre io ho alloggiato in un albergo per cinque giorni, poi sono andato a casa mia, ho sparso della benzina per tutta la casa e poi ho acceso un accendino. La casa è andata in fiamme ed io mi sono goduto la scena."
Severus decise di rivolgersi a Petunia, perché se Dursley avesse detto un'altra parola lo avrebbe ucciso.
"Sei Petunia Dursley?"
"Sì"
"Sapevi che tuo marito picchiava tuo nipote?"
"Sì"
"E non hai mai fatto niente per evitarlo?"
"No"
"Perché? Dopotutto Harry è sangue del tuo sangue."
"La mia famiglia è prima di ogni altra cosa. Harry è solo un'anormale, proprio come lo era mia sorella."
Ally si fece avanti "Ma, Harry è comunque una persona e tuo marito gli stava facendo del male. E' possibile che non provi nemmeno un po' di rimorso?"
"Non ho detto questo. Io provo rimorso."
Severus ringraziò Merlino.
Almeno la donna non era spregevole come il marito.
Ally continuò "Allora perché non hai fatto niente per impedire ulteriore danno a tuo nipote?"
"Il mio compito era di proteggerlo dalla morte."
Severus quasi urlò "Proteggerlo dalla morte? Tuo marito stava per farlo morire bruciato!"
Ally gli pose una mano sul braccio e sussurrò "Severus, calmati."
Intanto, Petunia rispose "Io questo non lo sapevo. Vernon mi aveva detto che doveva ancora sistemare delle cose con il lavoro, e che voleva farla pagare a Harry. Ma non sapevo che l'avrebbe lasciato letteralmente morire. E comunque ero sicura che uno dei suoi amici anormali sarebbe andato a prenderlo presto."
Severus scambiò un'occhiata con Ally, che chiese "Cosa ne diresti, Petunia, se ti dicessi che, ora tuo nipote non sarà più sotto la tua custodia?"
"Sarei perfettamente d'accordo. Lui non ci sarà più di ostacolo e gli sarebbero risparmiate ulteriori sofferenze."
Severus sospirò.
"Ora abbiamo solo bisogno di un altro tutore." Disse Madama Bones.
"Ehm, vedi Amelia, io vorrei adottare Harry" Ribatté Severus, un po' a disagio.
Il preside di Hogwarts non ne restò per niente sorpreso e sorrise "Ero certo che l'avresti proposto, Severus. Sono pienamente d'accordo. Madama Bones?"
"Bè, sicuramente il sig.r Potter ha bisogno di un tutore e se tu, Albus, pensi che il professor Piton sia un buon candidato, io non posso protestare. Ma, ovviamente, professore, dovrà aspettare per l'adozione. Suggerisco, che per ora lei firmi solo i documenti per l'affidamento preadottivo. E per un certo periodo di tempo, le affiderò un assistente sociale."
A questo punto, Ally s'intromise "Ecco, io vorrei adempiere a questo ruolo. Questa è la prova della mia... ehm...affidabilità" e mostrò a Madama Bones i documenti della sua laurea "Inoltre, durante la breve permanenza di Harry in ospedale, io l'ho conosciuto, e le posso assicurare che il ragazzo si fida di me."
Madama Bones cominciò a leggere sbrigativamente i fogli tra le sue mani e dopo pochi minuti annuì e restituì i documenti alla sua legittima proprietaria.
"Molto bene, lei dovrà andare come minimo ogni tre giorni a controllare la situazione dell'affidamento e mi spedirà dei rapporti regolari." Agitò la bacchetta ed apparvero delle pergamene con una piuma d'oca "Questi sono i documenti dell'affidamento. Vuole firmare, professor Piton?" Severus annuì, e prese lentamente la pergamena.
Poggiò la punta della piuma sul foglio, prese un respiro profondo e firmò.

Era fatta.
Ora Harry era ufficialmente suo.
Chissà cosa avrebbe detto il suo ragazzino.
Il suo ragazzino.
Suo?
Sì, suo.
Come suonava strano.
Il professore più odiato di Hogwarts e il Ragazzo Dorato, insieme.
Severus si chiese se sarebbero stati una famiglia.
Poi scacciò quella domanda dalla sua testa.

TI TI TI TI TI...

Si sentì l'eco di quello strano suono per tutto l'ufficio del Ministro, che non aveva aperto bocca, stranamente.
"Oh, scusate. Severus, credo che Harry si sia svegliato. Dobbiamo andare." Disse Ally.
Il professore annuì.
"Sì, andiamo. Bene, Albus ci sentiamo presto. E per la sorte dei Dursley?"
Caramell finalmente parlò "La decisione non è ancora stata presa. Le faremo sapere, professore. Vada, ora, vada."
Severus ed Ally si diressero verso la porta ed uscirono, non prima di sentire la voce squillante di Tonks "Congratulazioni, professore! E tratti bene il nostro Harry, mi raccomando!"











devianza*= Per devianza si intende comunemente ogni atto o comportamento (anche solo verbale) di una persona o di un gruppo che viola le norme di una collettività e che di conseguenza va incontro a una qualche forma di sanzione.












SPAZIO AUTRICE
Finalmente ho finito questo capitolo!
Questa settimana sono stata occupatissima, quindi scusatemi il ritardo, anche perché tra il mare, il film di Harry Potter al cinema e cene varie, non ho davvero trovato il tempo di scrivere!
Grazie mille per le recensioni, con lo scorso capitolo ho raggiunto il record!
Carissima Sparta, ti ringrazio per i  complimenti! Sei stata carinissima, spero che continuerai a leggere e a recensire...Baci!
Zizela, grazie di nuovo per la recensione. Sì, la citazione nel vecchio capitolo era presa dal film Casper (a mio parere, un grande film, anche se un po' infantile). Continua a recensire, che ti aspetto. Bacioni!
Cara Lake, sono felice che ti sia piaciuto il vecchio cap.! Anch'io mi sono divertita tanto a scriverlo e a rileggerlo. Grazie per i complimenti! Kiss!
Gokychan, come al solito il tuo entusiasmo mi mette in imbarazzo e non vedo l'ora che tu recensisca ancora! Continua a leggere, e a commentare, perché ormai mi sono affezionata a te ed ai tuoi complimenti! Baci!
Ciao Piccola Vero, grazie per i complimenti! Sei sempre così gentile, e mi fai arrossire ogni volta! Continua a leggere e a recensire, aggiornerò presto! Bacioni!
Selene_90, mi dispiace per il ritardo, ma meglio tardi che mai, no? Spero che ti piaccia questo capitolo, non è sdolcinato come il precedente, ma mi ci sono impegnata parecchio! Kiss.
Hotaru_Tomoe, come sempre sei fantastica e capisci sempre quello che penso mentre scrivo, grazie per i complimenti e non posso far altro che sperare che tu recensisca nuovamente! Baci!
Morgan Snape, grazie, grazie, grazie, grazie, per tutto ciò che hai scritto! Non c'è bisogno di ringraziarmi per scrivere, per me non è un sacrificio, è un piacere! Spero che anche questo cap. ti piaccia e grazie ancora! Ciao ciao!
Kisa89, ti ringrazio di nuovo, sono contenta che ti sia piaciuto tanto il vecchio cap.! Non ho aggiornato tanto presto, ma spero che mi perdonerai! Intanto goditi il cap.9! Bacioni!
Carissima Princess_Nana, grazie per i complimenti e soprattutto per i consigli! Quella di far diventare Piton troppo dolce e Harry troppo indifeso e bambino, è la mia preoccupazione fin dal cap. 4 e spero di non aver esagerato in quest'ultimo capitolo, ma non mi pare...Comunque grazie e spero che continuerai a leggere e a recensire! Ciao!
Volevo dirvi che probabilmente molti di voi troveranno Caramell troppo buono e silenzioso, ma vi consiglio di aspettare un po' di tempo!
Un altra capitolo è finito.
Bè, non posso fare altro che sperare che sia di gradimento per i miei amati lettori!
Grazie a tutti!
Al prossimo cap.
Cercherò di aggiornare presto!
Bacioni!










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Capitolo 10
*** 10.gratitudine ***


ff hp n 10



TI TI TI TI TI...

Si sentì l'eco di quello strano suono per tutto l'ufficio del Ministro, che non aveva aperto bocca, stranamente.
"Oh, scusate. Severus, credo che Harry si sia svegliato. Dobbiamo andare." Disse Ally.
Il professore annuì.
"Sì, andiamo. Bene, Albus ci sentiamo presto. E per la sorte dei Dursley?"
Caramell finalmente parlò "La decisione non è ancora stata presa. Le faremo sapere, professore. Vada, ora, vada."
Severus ed Ally si diressero verso la porta ed uscirono, non prima di sentire la voce squillante di Tonks "Congratulazioni, professore! E tratti bene il nostro Harry, mi raccomando!"

FINE CAP.9




Harry si svegliò con la fronte imperlata di sudore, il cuore batteva forte, ed il corpo bruciava.

Intorno al suo letto c'erano fiamme.

Per un secondo si lasciò prendere dal panico.
Ma poi, si guardò attorno e si calmò.
Era stato solo un flash, un ricordo riemerso dal passato.

Si sentiva febbricitante, bruciava.
Aveva la sensazione di essere rinchiuso in un camino con il fuoco acceso e scoppiettante.
Provò a mettersi seduto, ma appena alzò la testa, la stanza cominciò a girare, e Harry decise di cambiare idea e lasciar perdere qualunque movimento doloroso e suicida.
Harry rimase immobile nel letto, ansimante.
Si sentiva malissimo, aveva bisogno d'aiuto.
Si rimproverò mentalmente, dicendosi che avrebbe dovuto essere abituato a cavarsela da solo.
Ma, per qualche strana ragione, aveva avuto l'assurda illusione che qualcuno si sarebbe occupato di lui questa volta.
Perché Piton non c'era?

Se muoversi non fosse stato così doloroso, Harry si sarebbe dato uno schiaffo.
Si era permesso di crederci, di fidarsi.
Si era fidato di Piton.
Ok, adesso si sarebbe dato un calcio nel di dietro.
Ora capiva perché il Ministro lo credeva pazzo; solo un malato di mente avrebbe riposto piena fiducia nelle parole di Piton.

Harry sentì il poco cibo che aveva ingerito arrivare alla gola con dei conati.
Era nauseato, la testa girava, lo stomaco sembrava contorcersi dentro di lui.
Era diventato impossibile evitare di espellere la minestra che aveva mangiato.
Si girò su di un fianco e vomitò, piangendo di dolore.
Voleva che finisse tutto.
Voleva smettere di piangere.
Voleva che il dolore sparisse.
Voleva qualcuno che lo aiutasse.
Voleva qualcuno che si occupasse di lui.
Voleva qualcuno che si preoccupasse per lui.

Voleva  il suo Piton.

Gli parve di sentire dei rumori provenienti dall'esterno della sua stanza, ma presto si dimenticò di ciò che aveva udito.
La sofferenza lo estraniava dal mondo.
Sentiva i rumori come dalle orecchie di un'altra persona.
C'erano voci che lo chiamavano da lontano, molto lontano.
Avvertì delle mani grandi, forti, ma, allo stesso tempo delicate, che lo tenevano.
Le stesse mani che gli accarezzavano i capelli.
Le stesse mani che gli asciugavano le lacrime, che continuavano a scendere, contro il volere di Harry, giù per le sue guance.
Le stesse mani che gli massaggiavano, senza mai fermarsi, la schiena scossa dai singhiozzi.
Le stesse mani che gli pulivano la bocca, ogni volta che vomitava anche l'anima.
Le stesse mani che lo prendevano per le spalle e lo portavano ad appoggiarsi contro un petto caldo e confortevole.

Quando Severus ed Ally avevano raggiunto la stanza di Harry, avevano trovato il ragazzino in condizioni pietose.
Harry aveva la febbre alta e si agitava disperatamente.
Ally aveva cercato di iniettargli un sedativo nella vena, ma Severus le aveva fatto cambiare idea con un'occhiataccia.
L'uomo si era avvicinato al suo allievo ed aveva cercato di aiutarlo in ogni modo possibile, e -dulcis in fundo- si era ritrovato ad abbracciare Harry, mentre il ragazzino innestava disperatamente la sua tunica nera, cercando di calmarsi e di smettere di piangere.
Harry restò a tremare tra le braccia del suo professore per un'ora.
Alla fine le lacrime finirono ed i singhiozzi scemarono.

Severus alzò lo sguardo e con una mano fece segnò ad Ally di lasciarli soli.
Lei annuì, posò una fiala contenente una pozione per mandare via la febbre ed uscì senza una parola.
Le dispiaceva di aver pensato di calmare Harry con il sedativo invece che con la pazienza e con le coccole.
Gli anni di lavoro seduta dietro una scrivania le avevano fatto dimenticare come si interagisce con i bambini.
Aveva lasciato andare la sua passione per gli sguardi innocenti, dolci ed a volte spauriti e persi, presenti su quei visi infantili.
Ma sentiva che la voglia di aiutare gli adolescenti era rinata in lei nel momento in cui gli occhi di Harry avevano incontrato i suoi.
Si ripromise di contribuire alla guarigione di Harry nel migliore dei modi.

Severus tenne Harry tra le braccia per alcuni minuti ancora.
Il professore si era maledetto quando era entrato ed aveva trovato il bambino che gli era appena stato affidato in quelle condizioni tutto solo.
Lui sarebbe dovuto essere lì, con Harry, ed invece quando il ragazzo si era sentito male, lui era stato assente.
Si chiese se Harry avesse perso fiducia in lui.
Sperò ardentemente che non fosse così.
Non poteva permettersi di fare passi indietro nel rapporto che aveva stabilito con il suo allievo.
Si domandò come, dopo tutto ciò che aveva passato, Harry potesse ancora fidarsi di qualcuno.
Probabilmente, Silente aveva sempre avuto ragione: il ragazzo doveva avere una grande capacità di amare.
A questo pensiero, quasi rise di sé stesso.
Si chiese cosa avrebbero detto i suoi Serpeverde, se l'avessero sorpreso a pensare cose del genere.
Comunque, non riuscì a darsi una risposta, perché Harry interruppe il filo dei suoi pensieri.

Harry si allontanò dal suo professore.
Aveva le guance rosse e gli occhi gonfi per il pianto.
Si sentiva un po' meglio, ora che si era sfogato.
Ma era...confuso. Sì, confuso era la parola giusta.
Piton non faceva altro che sorprenderlo, ed, appena Harry cominciava a credere alla sua sincerità, il professore spariva, lasciandolo di nuovo solo con il suo dolore.

Severus aspettò che Harry dicesse qualcosa, ma il ragazzino non aprì bocca.
Così, prese la fiala che Ally gli aveva lasciato e la posò sulle labbra di Harry.
"Bevi. Ti farà sentire meglio."
Il suo allievo obbedì, ma non disse niente.
"Va un po' meglio?"
Harry annuì.
Severus si sentì a disagio.
Sicuramente Harry ce l'aveva con lui.
Cercò di spiegarsi, di giustificare la sua assenza.
"Sono andato al Ministero."
Harry non diede segni d'interessamento.
"Ehm...C'era una riunione importante."
Harry volse lo sguardo alla finestra.
"Sono riuscito ad ottenere i documen..."
Non ebbe il tempo di finire la frase, perché Harry lo interruppe, apparentemente dimentico del suo voto di silenzio.
"Può anche andarsene, sa?"
"Io non..."
"Lei non? Lei non cosa? Lei non c'era."
"Harry, ti ho detto che sono andato al..."
"Non m'importa. Perché non se ne torna da dov'è venuto?"
"Ascoltami, io..."
"Se ne vada, ho dett..."
"Signor Potter!" Urlò Severus.
Harry ebbe paura, e cercò di allontanarsi dal professore.

Piton si rese conto del suo errore.
Respirò profondamente, e parlò con un tono di voce calmo.
"Sig.r Potter, non tollero che mi si parli con tale insolenza."
"Mi dispiace." Mormorò Harry.
Come sempre, in quegli ultimi giorni passati in ospedale, Severus non riuscì a non perdonarlo.
"Non ci pensare. Capisco che non stai bene, ma pretendo che d'ora in poi tu ti controlli."
"Sì, signore."
Harry abbassò la testa.

Severus non sopportava quel movimento.
Voleva che Harry lo guardasse negli occhi mentre parlavano.
"Guardami." Disse.
Harry non si mosse.
Severus proseguì, con voce glaciale "Ti ho appena ordinato di guardarmi."
Harry tremò, ma obbedì.
Guardando il suo tutore, vide che gli occhi neri mostravano dispiacere.
"Non mi piace doverti parlare così, ma spesso la tua testardaggine mi obbliga."
"Mi dispiace, signore."
"Non preoccuparti. Quando starai meglio, ci occuperemo del tuo comportamento inadeguato."
Harry arrossì per la vergogna, Piton gli stava parlando come se fosse stato un bambino di cinque anni.
Severus decise di passare ad argomenti più importanti.
"Come ti stavo dicendo prima che mi interrompessi," Le guance di Harry si colorarono di un rosso ancora più intenso "Sono andato al Ministero. Hai idea di cosa io possa aver ottenuto, Harry?"
Il ragazzo scosse la testa.
"Ovviamente."
Severus si mise una mano dentro la tunica ed estrasse alcuni fogli.
"Sai cosa sono questi, Harry?"
"No, signore."
"Ovvio, di nuovo."
Severus poggiò i fogli sul comodino accanto al letto, ed aiutò Harry a sedersi.
Poi riprese le pergamene e le pose sulle gambe del ragazzo.
"Questi, Harry, sono i documenti dell'affidamento."
Gli occhi verdi del ragazzino si allargarono.
-L'affidamento!?! Allora, diceva sul serio!- Si disse Harry - Omerlino, non posso crederci! Affidamento! Io? Io affidato a Piton? Questo significa che mi adotterà?-

Severus aspettò una qualche reazione da parte di Harry, ma questa non venne.
Poteva solo  vedere che il ragazzo stava pensando.
Così decise di spiegarsi meglio.
"Si chiama affidamento preadottivo. Sarebbe un periodo di... ehm... prova, in cui un assistente sociale si assicura che sia tutto a posto. Quando questo periodo di prova termina, arrivano i documenti per l'adozione ufficiale."
Harry continuò a guardarlo senza dire niente e Severus cominciò a preoccuparsi.
"Non ricordi che ne avevamo parlato, Harry? Ti avevo chiesto se ti piacesse l'idea di venire adottato da me, e... bè... tu avevi accettato. Pensavo che fossi d'accordo riguardo all'adozione, oppure io..."
Severus si zittì all'improvviso, perché due braccia gli circondarono il collo.

Harry aveva continuato a guardare il professore con gli occhi larghi e lo sbalordimento nello sguardo.
Appena aveva udito la parola "adozione", il cuore aveva preso a correre, ed un calore che non aveva mai sentito prima gli si era sparso in tutto il corpo.
Non aveva potuto fare a meno di sorridere come non faceva da tempo, e non era stato in grado di evitare di lanciarsi contro il suo professore.
L'aveva abbracciato, ed aveva poggiato la testa sul comodo torace, ascoltando i battiti del cuore del suo tutore.
Aveva cominciato a sussurrare "Grazie, grazie, grazie, grazie..." Senza mai fermarsi, incapace di esprimere la sua gratitudine in un altro modo.

Severus era rimasto immobile per alcuni secondi, prima di circondare con le braccia il corpo magro e debole del suo Harry.
Sentì il ragazzino bisbigliare ringraziamenti, senza mai prendere fiato, come fosse una nenia.
Accarezzò i capelli di Harry in un vano tentativo di calmarlo, e poi disse "No, Harry. Grazie a te."






















SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Innanzitutto vi chiedo umilmente perdono per il ritardo, ma ho avuto la congiuntivite e vedere lo schermo del computer era un miracolo fino a pochi giorni fa... Non riuscivo nemmeno a tenere gli occhi aperti!
Come al solito vi ringrazio tutti, chi ha recensito, e chi non, chi ha messo me e la mia fanfiction tra i preferiti.
Carissima Hotaru_Tomoe, che dire? Grazie mille per i complimenti! Anche per me, il momento in cui Harry accetta l'idea di Severus è stato il più emozionante e la parte forse più complicata da scrivere, dato che io non sono né orfana, né adottata, quindi non sono un'esperta in questo campo, e ho provato ad immaginarmi una possibile reazione, con la paura che per voi, miei adorati lettori, non sarebbe andata bene. Ma sono stata piacevolmente sorpresa quando mi sono ritrovata la tua recensione piena di complimenti davanti agli occhi! Grazie ancora, goditi questo capitolo e spero che recensirai ancora! Kiss!
Ciao Gokychan! Ma certo che mi sono affezionata a te, sarebbe impossibile non farlo, dopo aver letto tutte le tue recensioni piene di entusiasmo e dei complimenti che temo di non meritarmi! Grazie per tutto, ed è un po' vero che mi impersono in Ally, anche perché così facendo, sono capace di mettere in mostra i difetti del mio nuovo personaggio, evitando così che lei diventi una Mary Sue. Grazie mille, continua a leggere, spero che ti piaccia questo capitolo! Commenta, che ti aspetto!
Morgan Snape, grazie per i complimenti! Ti assicuro che questa fanfic non finirà molto presto, ci saranno molti capitoli, anche perché io spesso e volentieri mi diverto a complicare la vita dei miei amati personaggi! Non so quanto sarà lunga, l'unica cosa che ho chiara in mente è il finale! Spero che mi commenterai ancora! Baci!
Cara Princess_Nana, grazie per la recensione! Visto? Mi sono impegnata per non ripetere quell'errore imperdonabile, ma è anche vero che nella mia fanfic, non tutto sarà aderente alla storia della Rowling. Anch'io, se mi fosse permesso, ucciderei i Dursley, credimi! Spero che recensirai di nuovo, perché voglio sapere se quest'ultimo cap. è stato di tuo gradimento! Bacioni!
Ciao Zizela! Mi dispiace ma temo che dovrai attendere ancora un po' per rivedere la brutta faccia di Caramell! Comunque grazie per i complimenti, come al solito.
Non so che fare se non ringraziarti! Le tue recensioni sono sempre benvenute ed attese con impazienza! Ciao ciao!
Hello, Piccola Vero! Eccomi tornata con un altro cap.! Spero di non averti fatto aspettare troppo. Grazie mille per i complimenti e spero che commenterai anche questo capitolo, ciao ciao!
Ciao Mixky, sono contenta che la mia fic ti piaccia! Grazie per la recensione, spero che continuerai a commentare! Baci!
Carissima Bellatrix_black26, sei stata talmente gentile che mi hai fatto piangere! Cosa fai, mi ringrazi!?! No, Bella, grazie a te! Sono io che ti sono grata per recensire, e per tutti i complimenti! Grazie per avermi messo tra i preferiti, ne sono lusingata! Spero che commenterai ancora! Baci!
Ciao Crilli! Grazie per il complimento sullo stile! Mi dispiace che tu non riesca ad immaginare un Piton buono, come quello della mia fanfic, ma non posso farci niente.
Come hai detto tu stessa, nelle fanfic, spesso e volentieri, le storie possono non essere aderenti al vero, e nella mia fic, mi sono permessa di sprigionare la fantasia.
Tutto ciò che posso sperare è che tu accetti comunque la mia fanfic e che tu recensisca di nuovo. Ciao!
Ciao Roxy! Bentornata! Grazie per i complimenti, mi fa piacere che tu sia tornata a recensire di nuovo la mia fanfic! Commenta ancora, ti aspetto! Bacioni!
Bene, volevo dirvi che, probabilmente, fra uno o due capitoli dovrò trattare l'argomento "Punisci i Dursley!" e mi chiedevo cosa ne pensate voi, miei amati lettori: preferite una punizione giusta e non troppo perfida, oppure una vendetta crudele da assaporare lentamente e con gusto?
E con questa domanda vi lascio andare.
Al prossimo capitolo, ragazzi!
Bacioni!






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Capitolo 11
*** 11.libri e ninna nanne ***


ff hp n 11








Severus era rimasto immobile per alcuni secondi, prima di circondare con le braccia il corpo magro e debole del suo Harry.
Sentì il ragazzino bisbigliare ringraziamenti, senza mai prendere fiato, come fosse una nenia.
Accarezzò i capelli di Harry in un vano tentativo di calmarlo, e poi disse "No, Harry. Grazie a te."

FINE CAP.10







Harry e Severus stavano seduti in silenzio.
Harry stava fingendo di dormire perché non aveva voglia di parlare.
Desiderava restare a godersi il silenzio, mentre si gustava le emozioni che avevano seguito la dichiarazione del professore.
Merlino! Voleva adottarlo.
Quasi non poteva crederci.
Chissà come sarebbe stato, una volta uscito dall’ospedale.

Il professore sarebbe rimasto sempre così…gentile?
Avrebbe continuato a tenergli la mano mentre stava male?
Avrebbe smesso di abbracciarlo ogni volta che piangeva?
Si sarebbe dimenticato di lui, una volta che il suo protetto avesse cominciato ad annoiarlo?
Ogni mattina si sarebbe svegliato con il suo tutore accanto a lui che gli scostava qualche ciocca di capelli dalla fronte?
Il professore avrebbe continuato ad accarezzargli i capelli per calmarlo?
O, appena usciti dal st. Mungo, sarebbe tornato il solito Piton sarcastico e maligno che lo odiava e non perdeva mai occasione per insultarlo?

No.
Harry continuò a ripeterlo a sé stesso per convincersene.
No, il professore non l’avrebbe mai più odiato.
Gli aveva promesso che si sarebbe occupato di lui.
Gli aveva promesso di proteggerlo.
Gli aveva giurato che sarebbe rimasto con lui.

Harry sperò che il professore non si rimangiasse la parola, o lui sarebbe caduto in un pozzo senza fine.
Sarebbe stato immerso nel buio della solitudine.
Sarebbe vissuto con solo i ricordi orribili di una vita che non era mai stata veramente vissuta.
Avrebbe vissuto un’esistenza piena di sofferenze, di incubi, di rancori.
Ed avrebbe esalato l’ultimo respiro con il cuore sopraffatto e corrotto dall’odio.

Harry voleva solo che gli fosse concessa la possibilità di amare ed essere amato.
Era sempre stato il suo desiderio fin dall’infanzia che per lui era stata piena di solitudine e crudeltà.

Qualcuno che gli volesse bene.
Era questo che aveva sognato ogni mattina dentro l’armadietto del sottoscala.
Era questo che aveva bramato mentre ripuliva le foto che mostravano i Dursley, in posa proprio come una famigliola felice.
Era questo che aveva desiderato mentre sedeva sull’altalena del parco a Privet Drive, tutto solo.
Era questo che aveva voluto mentre era intento ad osservare i bambini che giocavano con i loro genitori, senza invidia, ma con amara accettazione.
Era questo che aveva immaginato, mentre la maestra babbana dava ai suoi alunni delle dritte per il tema sulla mamma.
Era a questo che aveva agognato ogni 19 marzo, mentre guardava i bambini andare con le loro mamme a comprare il regalo per la festa del papà.
Era a questo che aveva aspirato ogni sera mentre sistemava la camera di Dudley, spiando di tanto in tanto la zia che spostava una ciocca di capelli dalla fronte del cugino sussurrandogli parole dolci come "Sogni d'oro, amore mio", oppure "Dormi bene, tesoro".
Era di questo che aveva avuto bisogno ogni volta che lo zio Vernon lo insultava, ricordandogli che lui non meritava niente e nessuno e che era solo un moccioso ingrato, un anormale.
Era questo che aveva chiesto al Signore ogni notte prima di addormentarsi, ed ogni volta le sue supplice erano sempre più disperate.
Era questo che aveva sperato ogni Natale, mentre guardava, dalla finestrella della porta dell'armadietto, Dudley che scartava tutti i suoi regali ed abbracciava gli zii.

Era questo che aveva sempre desiderato più di ogni altra cosa.
Per anni era stata la sua ossessione, finché un giorno tutto gli era stato chiaro e lui si era rassegnato al suo essere, alla sua natura, alla sua solitudine.

Ora, gli si presentava una possibilità e Harry non aveva intenzione di sprecarla.

Mentre Harry pensava, Severus era intento a leggere un libro sull'adolescenza.
Il professore si era premurato di nasconderne per bene la copertina, di modo che nessuno potesse sapere che il grande ed intimidatorio professore di pozioni leggeva un  libro intitolato "Dritte e consigli per imparare a capire in comportamenti ed i pensieri del normale adolescente".
Nessuno doveva saperlo, o la sua reputazione di malefico professore sarebbe stata totalmente rovinata.
Comunque quel libro non era altro che spazzatura e presto, molto presto, sarebbe tornato dritto dritto al suo luogo d'appartenenza: la pattumiera.

-il rapporto con i genitori è difficile perché può essere vissuto come poco soddisfacente, conflittuale...-
Conflittuale?
Che idiozia!!!
Harry non osava neanche alzarsi dal letto senza il suo permesso!

-In adolescenza la necessità di essere autonomi si fa più impellente rispetto all’età precedente...-
Ma chi diavolo era lo scrittore?
Gazza?
Tutto errato!
Harry non richiedeva altro che qualcuno che si prendesse cura di lui!

-Essere genitori di un figlio adolescente implica accettarne il bisogno di separazione...-
Grandioso!
Non era ancora diventato il padre del bambino e, secondo questo ignorante, già doveva prepararsi a separarsene!
Ma erano tutti impazziti o lo era solo quest'idiota che se ne andava in giro, spacciandosi per un esperto in materia?

-è molto difficoltoso trattare con gli adolescenti. Questo perché? Le ragioni sono tante. Diverse di natura sociologica, altre dal punto di vista psicologico e, nondimeno, di natura educativa...-
Che stupidaggini!
Harry aveva subito un abuso!
Era stato picchiato, maltrattato, insultato!
Era stato lasciato solo!
Era stato quasi ucciso dal suo stesso sangue!

Gettò il libro nel bidone affiancato alla porta.

Si rese conto che non poteva affidarsi ad un libro, il cui titolo comprendeva le parole "normale adolescente".
Era proprio questo il punto.
Harry non era normale.
Harry non era come gli altri bambini.
Harry non aveva avuto un'infanzia felice.
Harry non aveva conosciuto l'amore, l'essenza di una famiglia.
Harry era diverso.
Harry non aveva bisogno di una montagna di regali, di un premio ogni volta che faceva qualcosa di buono.
Harry si accontentava di una carezza, di un sorriso, di un abbraccio.

A quel punto si accorse che il ragazzo non aveva mai chiesto altro che amore, e questo gli era sempre stato negato con crudeltà.
Harry era stato privato anche delle più piccole cose, come un bacio sulla fronte.
O un abbraccio.
O una carezza.
Adesso capiva perché Harry rabbrividiva ogni volta che lui lo toccava delicatamente, mostrandogli un po' di affetto.
Harry non conosceva il significato di quelle dimostrazioni.
Severus capì anche il motivo del costante rifiuto, da parte di Harry, di eseguire ogni minimo ordine.
Comprese perché il ragazzo infrangeva di continuo le regole e si ostinava a non ascoltare le persone adulte che capivano e sapevano più cose di lui.
Era perché l'autorità era sempre stata usata contro di Harry nei modi più crudeli e cattivi.
Merlino, quel bambino aveva sofferto così tanto!
Si ripromise di non far mai mancare nulla a Harry.
Giurò a sé stesso che avrebbe imparato ad amarlo, in un modo o nell'altro.

Severus si riscosse dai suoi pensieri al suono della porta che si apriva.
Ally entrò con passo felpato.
Il professore non fu sorpreso di vedere che la donna teneva in mano due tazze di cioccolata calda.
Ally si sedette silenziosamente accanto a lui, porgendogli la bevanda calda.

Severus la osservò e vide che sembrava triste, cosa alquanto strana per una come lei che sprizzava gioia da tutti i pori.
Alla fine lei ruppe il silenzio con un sussurro "Gliene hai parlato?"
"Sì"
"Come ha reagito?"
"Abbastanza bene, sembrava contento."
"Ne sono felice."

Ally ghignò e si avvicinò all'orecchio di Severus, bisbigliando "Sta fingendo di dormire."
Severus si rimproverò per non essersene accorto e sperò che Harry non avesse notato il suo libro.
Allungò lentamente una mano e la posò sul fianco del ragazzo.
Ally lo guardò sorpresa, chiedendosi cosa stesse per fare.
Severus lanciò un'occhiata al viso apparentemente sereno del suo allievo.

Harry rimase immobile, non voleva che sapessero che era sveglio.
Non era proprio in vena di parlare, e poi era sicuro che presto sarebbe arrivato il momento di mangiare, e lui, proprio non ne voleva sapere.
Sentì la mano di Piton sul suo fianco e cercò con tutte le sue forze di non muoversi.
Il tentativo fu vano.
Cominciò a ridere, prima di soppiatto, poi sguaiatamente.

Severus aveva cominciato a fargli il solletico, e, a dirla tutta, se la stava godendo.

Ally era rimasta completamente scioccata, non riusciva a credere che il glaciale e severo professore di pozioni fosse capace di fare una cosa tanto infantile.
Nemmeno lei lo avrebbe fatto.
Ma mentre li guardava, le venne la voglia quasi irrefrenabile di partecipare, ma si costrinse a non farlo.
Non doveva interferire.
Presto Harry e Severus sarebbero diventati una famiglia e se lei si fosse intromessa avrebbe probabilmente rovinato tutto.
Si chiese cosa stesse succedendo a lei ed a Severus.
Forse Harry li stava cambiando.
Il sorriso di quel bambino era capace di far scaldare il cuore a chiunque.
Ally rise, e dovette riconoscere che in cinque minuti il suo umore era davvero migliorato.

Harry rideva tra le lacrime ed aveva cominciato a mormorare "Ok, ok, sono sveglio...basta...sono sveglio".
All'iniziò sorrideva, ma pian piano la sua espressione cominciò a mostrare panico, terrore.
Non sapeva cosa gli stava succedendo, ma aveva paura.
Si rendeva conto che il professore stava solo giocando, ma non riusciva ad essere razionale.
Non vide più il ghigno divertito sul viso di Severus, invece si ritrovò a fissare gli occhi maligni di zio Vernon.
Cominciò a sussurrare "No, ti prego...basta...basta, giuro che sarò buono...ti prego..."

Ally spalancò gli occhi a sentire quelle parole, ma Severus sembrava non essersene accorto.

Severus si stava divertendo, si sentiva definitivamente un idiota, ma era da tempo che non sorrideva così.
Continuò a giocare con Harry, mentre lo guardava ridere e lo sentiva mormorare qualcosa tra le risate.
Ma non si accorse che Harry non scherzava, le sue erano suppliche.
Non smise di fargli il solletico finché le sue orecchie non udirono una vocina terrorizzata sussurrare "Ti prego, zio Vernon...Sarò buono...Scusami...Ti prego, zio, basta..."
Si fermò subito ed allontanò le mani. Guardò in preda al panico il suo bambino piangere.

Ally si alzò e si diresse, come suo solito all'armadietto, ma poi si bloccò e tornò sui suoi passi.
Si sedette sul letto di Harry e circondò con le braccia il corpo magro del suo paziente.
Iniziò ad oscillare avanti ed indietro, cominciando a cantare la ninna nanna che le cantava sempre la sua mamma quand'era bambina.

Chiara è la notte,
Harry spalancò gli occhi

Chiara è la luna,
Nessuno gli aveva mai cantato la ninna nanna

Chiara la luce della laguna,
Forse la sua mamma, ma non se lo ricordava

Chiara la neve, chiara la nave,
Ally aveva una bella voce, era dolce

Chiara la spuma in alto mare.
Ally lo stava abbracciando, Severus gli stava tenendo la mano

Chiara la coda dell'aeroplano,
Smise di tremare, di piangere

Chiara la linea dell'orizzonte
Era così stanco, voleva dormire,

Chiara l'acqua della fonte.
Si sentì estrarre dalla presa delicata di Ally

Chiara la voce della sera,
Due braccia molto più forti ora lo stavano tenendo

Chiara la cera della candela,
Ma la melodia di Ally non svaniva

Chiara la lacrima di nostalgia
Chiuse gli occhi ed appoggiò la guancia contro il cuore di Severus, batteva forte

Quando la mamma spegne e va via.
La voce di Ally si spense.

Harry si addormentò tra le braccia di Severus, che dopo alcuni secondi lo appoggiò sui cuscini, mentre Ally sistemava le coperte.

I due adulti lo guardarono dormire in silenzio, poi Severus si sedette sulla poltroncina accanto al letto e guardò Ally.
"Non me ne sono accorto."
Sembrava sconvolto.
Lei gli accarezzò un braccio.
"Lo so. Può succedere, non sentirti in colpa."
"Non capisci."
"Cosa non capisco, Severus?"
"Avrei dovuto rendermene conto. Avrei dovuto fermarmi."
"Severus, adesso basta. Lui sta bene. Nemmeno io me ne sono accorta subito."
"Sì, ma sono io quello che lo ha spavent..."
Fu interrotto da una voce severa "Non dirlo."
Lo guardò seria e si inginocchiò davanti a lui.
"Non sei stato tu a spaventarlo, è stato Vernon Dursley. Lui non ha paura di te o non si sarebbe addormentato tra le tue braccia."
"Forse, ma questo non doveva succedere. Io sto per adottarlo, non posso permettermi di fargli del male."
"Tu non gli hai fatto del male. Si stava divertendo con te. Non l'ho mai visto sorridere così."
"Sì, ma..."
"Niente ma. Ascolta, ne ho visti altri di casi come questo. Posso dirti che è perfettamente normale. Probabilmente Harry avrà altri attacchi di panico e l'unica cosa che tu devi fare è essere presente."

Severus non rispose.
Ally proseguì "Ora ti lascio a pensare. Domani parleremo con lui. E dovrà mangiare. Quindi preparati ad essere paziente. Buonanotte."
Si diresse versò la porta, ma si bloccò.
Aveva notato un libro giallo nella pattumiera.
Si abbassò e lo prese.
Lesse il titolo "Dritte e consigli per imparare a capire in comportamenti ed i pensieri del normale adolescente".
Le venne da ridere, ma cercò di contenersi.
Si rialzò con ancora l'oggetto in mano, stava per portarselo via e leggerlo, ma poi non si trattenne più e scoppiò a ridere.
Severus la sentì e si voltò, sorpreso di vederla ancora lì.
Poi notò cosa teneva in mano.
"Non pensavo che esistesse qualcuno più ficcanaso di questo ragazzino, ma a quanto pare mi sbagliavo." Non gli venne niente di meglio.
Lei continuava a ridere, guardandolo.
Ally respirò profondamente e si calmò.
Poi disse "Bello questo. Dove l'hai preso? Dalla biblioteca di tua nonna?"
"No" Rispose lui, acido "Dalla biblioteca di Hogwarts, per tua informazione."
Lei rise ancora di gusto "Cosa c'è, Severus? Hai per caso lasciato il tuo sarcasmo in biblioteca?"
"No. Il mio sarcasmo è al suo posto nel mio cervello. Più che altro, non vedo perché dovrei usarlo, non trovo niente di divertente in tutto questo."
Lei rise ancora "Okay, non mi va di colpire ancora il tuo orgoglio o non ci sarà più gusto a prenderti in giro, no? Ciao ciao!"
E sparì dietro la porta con quello stupido libro.






















SPAZIO AUTRICE
Sono tornata prima del previsto! Miracolosamente il computer è tornato! L'ho visto scendere dal cielo con le ali e l'aureola!
Ma probabilmente il PC mi sarà portato via di nuovo quindi non so quando potrò aggiornare di nuovo. Forse fra una settimana o due proprio come dicevo nell' AVVISO.
Mi sono impegnata a scrivere in fretta per voi, perché, mi sono arrivate un sacco di recensioni e ne sono entusiasta.
Cominciamo con i diversi grazie.
Allora innanzitutto, un bacione a tutti quelli che hanno letto e mi hanno messo tra i preferiti.
Ed un grazie speciale a tutti quelli che hanno recensito.
Allora, vi avverto sarò breve perché non ho molto tempo.
Carissima Karen grazie per tutti i complimenti e spero che recensirai ancora.Baci.
Bentornata Lake! Non vedevo l'ora di riavere una tua recensione! Grazie mille e bacioni!
Himeno chan, grazie tante, sei gentilissima! Continua a commentare, ti prego! Kiss!
Hello BellatrixBlack26, GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! Non mi merito così tanti complimenti...Comunque non ti ho fatto aspettare molto, no?
Commenta, commenta ancora! Bacioni!
Gokychan, credo che tu fra circa 10 secondi sarai qui con un fucile in mano per 2 diverse ragioni:
1. Ho appena detto che non mi merito tutti i vostri complimenti...
2. Ti ho fatto penare, dicendoti che avresti dovuto aspettare 2 settimane, ed invece non sono passati nemmeno 4 giorni!
Ma non importa e prima di morire ti vorrei ringraziare per tutto e sappi che mi mancheranno i tuoi commenti e che ti guarderò da lassù! Vabbè evitiamo scene drammatiche...Al prossimo capitolo! Bacioni!
Princess_Nana, grazie mille per tutti i complimenti! Recensisci ancora non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi di questo cap.11! Baci!
Che bello, Morgan Snape! Sono contenta che non ti perderai nessun cap, perché io non voglio perdere nessuno dei tuoi commenti! Commentaaaaaaaaa, ti prego! Kiss!
Ciao Sesshouye, grazie per i complimenti, spero solo di meritarli davvero! Al prossimo capitolo! Baci!
Ciao Zizela! Grazie per tutto l'aiuto e le recensioni! Spero che non mancherai a questo capitolo!Bacioni!
Bentornata anche a te Selene_90, invece non ti ho fatto aspettare così tanto, visto? Commenta ancora e grazie per i complimenti! Kiss!
Grazie, Protezione, per tutti i complimenti! Un abbraccio e un bacio! Al prossimo capitolo!
E per ultimo, ma non meno importante, un grande e grosso Grazie a Hotaru_Tomoe! Grazie per i complimenti e tutto! Goditi questo cap. e alla prossima! Baci!
Bene ed ora, vorrei dirvi che l'AVVISO vale ancora, non so quando potrò aggiornare...comunque spero presto, prima che posso!
Un bacione a tutti!





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Capitolo 12
*** 12.Ally ***


ff


Lei rise ancora di gusto "Cosa c'è, Severus? Hai per caso lasciato il tuo sarcasmo in biblioteca?"

"No. Il mio sarcasmo è al suo posto nel mio cervello. Più che altro, non vedo perché dovrei usarlo, non trovo niente di divertente in tutto questo."
Lei rise ancora "Okay, non mi va di colpire ancora il tuo orgoglio o non ci sarà più gusto a prenderti in giro, no? Ciao ciao!"
E sparì dietro la porta con quello stupido libro.
FINE CAP.11





Severus se n'era rimasto seduto ad osservare il viso sereno di Harry.
Era così innocente, così puro.
Era ingiusto che una persona come lui dovesse aver sofferto così tanto.
Severus seppe che non avrebbe mai dimenticato lo sguardo terrorizzato che Harry gli aveva rivolto.
Non succederà più. Non mi guarderà mai più così.
Severus Piton fu consapevole del fatto che quella era una promessa che avrebbe mantenuto ad ogni costo.

Ally aprì silenziosamente la porta della stanza del suo paziente e trovò Severus che sedeva immobile a fissare Harry.
La donna si avvicinò e posò una mano sulla spalla del professore.
Lui alzò lo sguardo sorpreso "Già tornata? Non eri occupata a leggere il libro della biblioteca di mia nonna?"
Lei sorrise "Già fatto. Molto...come dire? Interessante e, soprattutto, una fonte sicura d'informazioni."
Lui colse il sarcasmo, e ghignò sornione "Ma non ero io quello acido e sarcastico? Vedo che esiste qualcuno capace di superarmi in materia."
Ally si sedette e sospirò "No, temo che in questo nessuno sia più bravo di te, Severus. Ma passiamo ad argomenti più importanti."
Lei agitò la bacchetta e fece apparire  un vassoio, con una sana colazione ed un bicchiere d'acqua, che andò a posarsi sul comodino accanto al letto di Harry.
Mosse di nuovo la bacchetta e due tazze di cioccolata calda si materializzarono nelle sue mani.
Passò uno dei bicchieri a Severus, che lo prese e cominciò a sorseggiarlo, attendendo che lei iniziasse a parlare.
Ally lo guardò seria negli occhi e chiese "Hai la fidanzata?"

Severus spruzzò tutto la cioccolata che stava per ingogliare.
"C-co...c-osa...che cosa?"
Lei non fece una piega e mantenne la sua espressione seria ed impassibile "Hai la fidanzata?"
Lui non disse nulla e si limitò a fissarla con occhi spalancati.
Ally lo guardò e sorrise dolcemente "Oh...ma come siamo timidoni!"
Lui le lanciò un occhiataccia e decise di darsi un contegno, rifilandole una delle sue risposte acide "Pensavo che dovessimo affrontare argomenti più seri...tra i quali non è compresa la mia vita privata e sociale. Credevo che fosse Harry la nostra priorità."
Ally tornò seria "Ma certo. La mia domanda era strettamente professionale, e, ovviamente, la tua risposta andrà ad influenzare la situazione del mio paziente. Non ti ho chiesto di parlarmi della tua vita privata, ti ho fatto una semplicissima ed innocente domanda. Ora, ti prego di rispondermi."

Severus guardò la sua espressione così imperscrutabile, così simile alla sua, e si disse che lei non gli avrebbe permesso di evitare la sua domanda, così l'accontentò "No. Non ho nessuna relazione."
Lei sorrise "Molto bene. Ti spiego il motivo del mio innocuo quesito."
Si sedette più comodamente sulla sua sedia.
Sembrava quasi sollevata, meno rigida e tesa di quando era entrata.
Guardò Harry per alcuni secondi e poi parlò "Vedi, tu hai il dovere di occuparti di Harry. Questo lo sai. Ciò che non sai, però, è che lui avrà bisogno della tua costante attenzione. Non credo che avrai il tempo di concentrarti su altre cose, per un po'. Quindi non sarebbe stato conveniente per te avere una fidanzata. Ma dato che non ce l'hai non dovresti avere problemi."
Lui non aprì bocca.
"Comunque, non devi preoccuparti. Quando dovrai tornare al lavoro lui starà abbastanza bene, non avrai bisogno di rinunciare al tuo impiego per lui."
Severus capì le sue ragioni ed annuì.

Stettero in silenzio per qualche minuto, poi Severus si ricordò di una cosa "Ho promesso a Harry che l'avrei portato in quel giardino quando sarebbe stato meglio. Che ne dici?"
Lei sorrise "Dico che sarebbe un'ottima idea. Ma dovremo aspettare ancora un po'. Magari ce lo puoi portare prima che io lo dimetta dall'ospedale."
Lui annuì "Va bene. Hai già deciso fra quanto ce ne potremo andare?"
Ally guardò pensierosamente il viso sereno di Harry e disse "Sì. Credo che basteranno alcuni giorni. Oggi o domani affronteremo l'argomento Dursley, dipende dalle circostanze."
Severus concordò "Perfetto. Così potrò portarlo finalmente alla mia tenuta. E, almeno, la tua presenza sarà richiesta solo ogni tre giorni, Merlino sia lodato!"
Lei sorrise sarcastica e lo informò "E' bene che tu sappia che Madama Bones ha detto che dovrò venire a controllare la situazione
come minimo ogni tre giorni. Come minimo. Questo significa che potrei venire a trovarti ogni santo giorno,mio caro Severus."
Lui la guardò fintamente scioccato "Non oseresti."
Lei rise diabolicamente "Ah ah ah. Se accetti un consiglio, ti suggerisco di essere particolarmente gentile con me in questi ultimi giorni."
Lui la osservò sornione "Puoi scordartelo, Ally."

Lei si zittì.
Severus non l'aveva mai chiamata per nome rivolgendosi a lei.
Suonava così strano.

Ally si riprese e sospirò "Che ne dici? Lo svegliamo?"
Lui annuì "Direi di sì."

Ally si alzò e si diresse alla finestra, dicendo "Pensaci tu."
Severus si alzò e si sedette sul letto, al fianco di Harry.
Dovette ammettere che mentre dormiva sembrava ancora più vulnerabile e piccolo del solito.
Era disteso sulla schiena, teneva le braccia piegate con le mani chiuse a pugno appoggiate sul cuscino candido.
Il viso pacifico era rivolto verso il professore.
Severus si chinò sopra Harry e lo chiamò.
Non ci fu risposta, a parte un sospiro proveniente dal ragazzino.
Il professore continuò "Harry...Harry, svegliati."
Il suo allievo si mosse, mentre spalancava lentamente le palpebre.

Harry aprì gli occhi la prima cosa che vide fu il nero.
Le iridi nere del suo professore.
Harry ricordò tutto quello che era successo il giorno precedente.
Tutto il terrore che aveva provato il quel breve lasso di tempo gli tornò in mente.
Sentì una sensazione di vergogna scivolargli sullo stomaco.
Non avrebbe dovuto avere paura del professore.
Piton non aveva fatto altro che aiutarlo, nell'ultima settimana.

Ovviamente, erano da considerare anche i cinque anni passati.
Harry dovette ammettere che il professore non era stato particolarmente amorevole con lui.
Ma, forse, la colpa era stata sua.
Forse, se Harry si fosse mostrato veramente per quello che era, il professore non l'avrebbe odiato.
Probabilmente, se Harry avesse parlato di più di sé stesso, della sua vita con i Dursley, Piton l'avrebbe capito.
Se Harry non avesse fatto altro che nascondere i suoi problemi, il professore l'avrebbe compreso.
Sì, si disse, era a causa sua che Piton non l'aveva mai accettato.
Tutto quello che accadeva era a causa sua, zio Vernon lo diceva sempre.

Severus poté vedere la vergogna farsi strada nello sguardo del suo allievo.
Questo non doveva succedere, Harry non doveva vergognarsi o incolparsi in nessun modo.
Si disse che presto avrebbero dovuto chiarirsi.
Non voleva rischiare che Harry si sentisse sbagliato.

Si rese finalmente conto che l'aiuto di Ally era assolutamente necessario, in questa situazione.
Lui non sapeva come occuparsene.
Non era solito confortare qualcuno, specialmente se questo qualcuno era un adolescente.
Specialmente se questo qualcuno era il figlio di Potter.
Ammise, però, che si stava affezionando al ragazzo.
Ma, ciò che lo spaventava era il dubbio di non essere adatto.
Aveva paura di essere inadeguato come tutore, o meglio, come padre.
Padre.
Chissà se mai mi accetterà come padre...
Non voleva che Harry dimenticasse le sue origini, non desiderava prendere il posto di James Potter.
Sperava solo che nel cuore del ragazzo ci fosse un po' di spazio per lui.
Non era chiedere troppo, vero?
Vero?

Ally era andata alla finestra per spalancare le tende permettendo alla luce di entrare nella stanza.
Aveva affidato a Severus il compito di svegliare Harry.
Aveva sentito il professore chiamare calmamente il nome del suo paziente, mentre lei guardava il giardino privato dietro le ante della finestra.
Si era voltata pronta a salutare Harry, ma il suo sguardo si era soffermato sul viso di Severus, scorgendovi un'espressione dubbiosa.

No, questo non andava bene, si disse.
Severus non poteva permettersi di fare passi indietro, non adesso.
Non poteva avere ripensamenti, non dopo aver firmato il documento dell'adozione.
Harry ne sarebbe stato distrutto.
Ally sospirò, lei avrebbe dovuto pensare anche a questo.
Chi l'avrebbe mai detto che Severus Piton aveva un lato insicuro?

Severus aveva intanto smesso di porsi domande retoriche inutili, ed aveva deciso di fare qualcosa di più concreto.

Si avvicinò a Harry e lo salutò "Buongiorno Harry."
Non sapeva che altro dire.
Il ricordo del giorno precedente gli bruciava ancora dentro.
Harry evitò il suo sguardo e disse "Buongiorno, signore."
Ally si riavvicinò ai due e sorrise "Ciao tesoro"
"Come ti senti?" Chiese Severus mentre si sedeva sul letto, di fianco al ragazzo.
Harry cercò istintivamente di scansarsi, ma si bloccò quando intravide lo sguardo deluso nelle iridi del suo professore.
Abbassò il viso e disse "Spiacente, signore."
Ally notò con piacere che aveva completamente smesso di balbettare.
Era un buon segno.

Severus vide le spalle del ragazzo crollare nel dispiacere.
Mise due dita sotto il mento di Harry ed gli alzò delicatamente il viso.
Harry lo guardò quasi sorpreso.
Il professore parlò dolcemente"Non hai nulla per cui essere spiacente." poi aggiunse più severo "Ma ricordati di guardarmi mentre mi parli."
"Sì, signore."

Ally sorrise ad entrambi e con un movimento della bacchetta la colazione di Harry le arrivò tra le mani.
Poggiò il vassoio sulle ginocchia del suo paziente.
"Buon appetito!"
Harry fissò il suo pasto senza aprire bocca.
Severus ed Ally si scambiarono il più fugace e preoccupato degli sguardi.
Harry alzò lo sguardo, voltandosi verso il suo tutore, come in una muta supplica.
Il professore scosse la testa, dicendo "Niente storie. Mi dispiace che per te debba essere un sacrificio mangiare, ma non ti stiamo scagliando contro una Maledizione Imperdonabile. Se non mangi ti sarà impossibile guarire."
Harry cercò di protestare "Ma io sto benissimo..."
Severus scosse nuovamente il capo "Questo lo decidiamo noi, non tu."
Il ragazzino lo guardò sconfitto, e poi annuì.
Prese in mano la forchetta e, dopo un attimo di esitazione, la rilasciò cadere.
Guardò di nuovo Severus, che lo fissava serio, ma non sorpreso delle sue azioni.
Il suo tutore sospirò "Se non ti decidi a mangiare da solo, dovremo fare come l'ultima volta. Sappi che a me non crea alcun problema l'idea di doverti imboccare, ma non credo che a te faccia piacere
."
Harry non si mosse e continuò a fissarlo.
Severus aspettò alcuni secondi, poi annuì "Molto bene."
Si chinò, prese la forchetta e la alzò fino alla bocca di Harry, che rimase ostinatamente chiusa.
Il professore non diede segni di cedimento e continuò a tenere la posata alle labbra del suo allievo.

Harry rimase immobile per alcuni secondi, come per valutare la sua situazione, poi disse "Posso...Posso fare da solo?"
Severus lo guardò soddisfatto mentre annuiva.
Harry prese la forchetta e con un respiro profondo cominciò a mangiare.
Il ragazzo non poté fare molto, mangiò solo due uova fritte e lasciò nel piatto il pane tostato.
Comunque, sembrava che Ally e Severus non avessero da ridire.
Ally fece sparire il piatto con un colpo di bacchetta.
A Harry venne in mente una cosa "Dove sono le mie cose? Il baule? La bacchetta?"
La sua guaritrice rispose "E' tutto nel mio ufficio, non preoccuparti."
"E la tua civetta? Il preside mi ha detto che ne hai una bianca." Disse Severus.
Harry sorrise malinconicamente "Oh...Edvige non era con me a...a Privet Drive. L'ho mandata da Ron, ora è alla Tana."
Severus corrugò le sopracciglia "Perché?"
Harry sembrò a disagio, ma rispose "Perché mio...mio zio non sopporta i gufi. Lui...lui non la voleva in casa sua."
Ally si sedette silenziosamente, cercando di non attirare l'attenzione.
Aveva paura che Harry smettesse di parlare e tornasse a chiudersi in sé stesso.
Severus chiese prudentemente "E che cosa avrebbe fatto tuo zio se avessi portato con te Edvige?"
Quella domanda era difficile.
Harry non lo sapeva.
Vernon l'aveva minacciato svariate volte.
Ma lui non sapeva fino a che punto sarebbe potuto arrivare suo zio.

Severus attese una risposta, che giunse dopo poco tempo.
"Niente, credo. Non avrebbe fatto nulla."
Il professore alzò le sopracciglia "Ne sei sicuro, Harry?"
Il ragazzo scrollò le spalle "Che cosa avrebbe dovuto fare, signore?"
"Bè, questo dovresti dirmelo tu."
Harry lo guardò perplesso "Io...Non lo so."
Il cuore cominciò a battergli forte, iniziò a sudare.
Ally si accorse della sua agitazione e disse "Ora basta. Perché tu e Severus non vi fate una partita a scacchi?"






Il ministro percorreva tutto il perimetro del suo ufficio rigirandosi tra le mani la sua bombetta verde.
Sentì che qualcuno bussava alla porta.
Corse ad aprire e non apparve minimamente sorpreso alla vista della sua ospite.
"Allora, è tutto pronto?" Chiese con ansia.
"Ma certo, Ministro" Rispose una voce, mentre un sorriso smagliante e luccicante a causa della presenza di alcuni denti d'oro, si spargeva per il viso della nuova arrivata.





















SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Mi dispiace tantissimo per il ritardo, ma vi avevo avvertiti.
Comunque, non preoccupatevi, il PC è a posto, così non avrò più scuse per i miei ritardi d'ora in poi.
Spero che il questo capitolo vi sia piaciuto.
Un grazie gigantesco ed un grosso bacio a tutti quelli che mi hanno recensito, a quelli che mi hanno messo tra i preferiti e anche a quelli che hanno semplicemente letto. Non posso farla tanto lunga oggi perché l'orologio del computer segna precisamente l'ora 0:10 e io sto morendo di sonno.
Quindi ringrazio Piccola Vero, bellatrix_black26, Princess_Nana, gokychan, Morgan Snape, himeno chan, lake, zizela, Selene_90, Jessica, Mione (forse hai ragione, ho sbagliato a chiamarlo "bambino", ma probabilmente mi sono così affezionata ai miei personaggi che li vedo un po' come i miei "bambini"...Che ci vuoi fare se sono così smielata? Comunque grazie per i complimenti! Baci!), Sonsimo, Karen e bluesnaky.
Spero di non aver dimenticato nessuno! Godetevi questo capitolo e recensite!
Al prossimo cap.!
Baci!



P.S. Grazie per le 100 recensioni!






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Capitolo 13
*** 13.padre ***


ff hp 13



Erano passati due giorni dall'ultima volta che Harry aveva accennato ai suoi parenti.
Severus aveva continuato a fare domande, ogni qualvolta si presentava un momento di silenzio.
Ma, puntualmente, Ally sbucava fuori dal nulla e prendeva la parola, cambiando argomento.
Diceva che il ragazzo non era ancora pronto, che dovevano andarci piano.
Severus era d'accordo fino a quel punto, dovevano andarci cauti e non insistere troppo, ma quella donna esagerava.
Si comportava come una madre protettiva, ancora peggio di Molly Weasley.
E, secondo il professore, Ally era diventata assolutamente asfissiante con tutti quei "tesoro" e tutte le coccole che Harry sembrava godere.

Ma tutto questo non poteva essere per il bene di Harry.
Il ragazzo aveva bisogno di uscire da quel maledetto ospedale, necessitava di essere portato fuori da un posto pieno di gente che soffriva.
Doveva andarsene in un posto più tranquillo, per poter guarire in pace.

Dopo molte ore passate a meditare accanto al letto di un ragazzino addormentato, Severus decise che la loro permanenza al St. Mungo sarebbe terminata la mattina seguente.
E doveva dirlo appena possibile ad Ally.
Sperò che la donna non obiettasse.
Lei non era solamente la guaritrice di Harry, ma anche la sua assistente sociale.
E lui, il grande professore di Pozioni, avrebbe fatto meglio a non farla arrabbiare, o sarebbe potuta essere una grandissima spina nel fianco.
E lui non aveva dei fianchi molto larghi.
Ovviamente, sapeva benissimo che Ally si preoccupava per Harry e che stava cercando di aiutarlo.
Ma, rinchiudere il ragazzino in una stanza d'ospedale, senza alcun contatto con il mondo esterno, non avrebbe per nulla contribuito alla sua guarigione.
Severus credeva di aver capito cosa spingesse la donna a comportarsi così.
E non sapeva se fosse una buona cosa.

Questo fu ciò che pensò Severus Piton, quella mattina, proprio prima che Ally entrasse nella stanza dalle pareti color verde speranza.
Il professore si voltò e la vide avanzare verso di lui con un sorriso smagliante.
Lei si avvicinò, si sedette e sussurrò "Ciao, Severus."
Lui ringraziò Merlino.
Non voleva che Harry si svegliasse.
Prima desiderava parlare con lei, senza l'interferenza del ragazzino.
Harry lo faceva diventare una sottospecie di zuccherino, con i suoi occhioni a mandorla e quel sorriso timido.
Non gli piaceva affatto questa cosa.
Non era contento di essere diventato così smielato.
Voleva tornare ad essere il solito uomo intimidatorio, acido come un limone.
Almeno di fronte agli altri.
Gli andava bene sembrare più umano e gentile davanti a Harry.
Severus si ricompose, mostrò alla donna un espressione fredda ed un ghigno sarcastico.
"Buongiorno."
Lei sorrise.
No, era inutile che sorridesse.
Tanto lui non ci cascava.
Adesso, te la faccio vedere io, brutta mocciosa, consumatrice di calorie.
"Dov'è finita la tua dispensa di cioccolato bollente? Ti sei per caso accorta di aver esagerato con gli zuccheri?"
Lei alzò le sopracciglia "Siamo di buon umore, stamani" Disse sarcastica, e poi aggiunse "E comunque, Severus, dove sono finiti i tuoi rifornimenti giornalieri di sarcasmo?"
Severus stava per risponderle, ma lei lo interruppe "Evitiamo queste sceneggiate, Sev. Passiamo ad argomenti più seri."
Lui la guardò sprezzante e poi roteò gli occhi "Punto primo: ti ho già detto che non ho una fidanzata. Punto secondo: Non osare mai più chiamarmi "Sev", o quella lingua che ti ritrovi sarà tritata in tanti pezzettini, per la gioia mia, e dell'intero mondo magico."
Lei scosse la testa "Smettila, Sev. Non sto scherzando. Ho deciso di dimettere Harry domani sera. Domattina, lo porteremo nel giardino privato, come promesso. E poi, tu lo porterai a casa."
Severus annuì solamente, contento che lei non avesse ostacolato la sua decisione.

                                                                                                                  
                                                                                             ***


La mattina seguente Harry, dopo essersi svegliato, mangiò senza fare storie.
Nei due giorni precedenti aveva avuto una piccola discussione con il professore riguardo ai pasti.
Erano giunti alla conclusione che Severus Piton in quella situazione era il tutore e Harry Potter doveva adempiere al ruolo di ragazzino ubbidiente e rispettoso.
In pratica, Harry doveva fare quello che il professore gli diceva, e doveva mangiare tutto quello che aveva sul piatto, senza storie.
Il ragazzo non l'aveva presa molto bene, ma non aveva osato obiettare.
Dopotutto, il suo tutore era ancora Severus Piton, e Harry sapeva bene quanto potessero diventare pericolosi gli adulti.

Quella mattina, Harry scoprì che la sera stessa sarebbe uscito dall'ospedale.
Non sapeva bene come sentirsi a riguardo.
In quella stanza che sprizzava speranza da tutti i pori si sentiva a suo agio, ed Ally era sempre gentilissima con lui.
Harry aveva un po' paura di andare a vivere da solo con il professore, ma in fondo sapeva che Piton non gli avrebbe mai fatto del male.

Mentre Severus diceva al suo allievo che quel giorno lo avrebbe portato nel giardino privato, entrò Ally che portava una chiave nella mano sinistra.
Salutò, come al solito "Ciao, tesoro" e passò una mano tra i capelli del suo paziente.
"Ciao, Ally."
Lei gli sorrise e chiese "Sei pronto per uscire?"
Harry annuì.
Ally si voltò verso Severus e gli porse l'oggetto che teneva in mano, dicendogli "Questa è la chiave del giardino, mi raccomando non la perdere."
Severus prese l'oggetto e poi rispose "Certo. Non sono mica Paciock."
Ally lo guardò curiosa, chiedendosi se si stesse riferendo ai due ex-Auror nel reparto psichiatria.
Harry lanciò un'occhiata accusatoria al professore, ma decise di ignorare le sue parole e si voltò verso Ally "Tu non vieni?"
Lei si sedette accanto al ragazzino e scosse la testa "No, ho un po' da fare con dei pazienti. E poi, ti farà bene stare un po' da solo con tuo padre."

Momento di silenzio.
Severus fissava Harry come avrebbe guardato una pozione complicata.
Harry aveva lo sguardo perso nel vuoto e contemplava quella parola da lui a lungo bramata.
Ally sapeva che la reazione di Harry sarebbe andata ad influire sul rapporto tra lui ed il professore.
Dopo circa un minuto, il ragazzino si riscosse.
Harry guardò Severus per un momento, poi si voltò verso la sua guaritrice e rispose "Sì, Ally...Hai ragione."
Ally giurò di aver visto la sfumatura di un sorriso sul viso di entrambi.
Si fece seria e disse "Bene, allora ho alcuni avvertimenti. Innanzitutto" Guardò severamente il suo giovane paziente "tu non devi assolutamente mettere un piede a terra. Severus ti porterà in braccio. E" Alzò la voce per impedire a Harry di obiettare "non osare protestare, altrimenti puoi scordarti di uscire."
Harry chiuse la bocca per impedirsi di protestare ed annuì sconfitto.
Severus pensò che Ally aveva esagerato, doveva andarci più piano con Harry.
Si chinò verso il ragazzino e gli spostò i capelli dalla fronte.
Harry lo guardò riconoscente e si appoggiò inconsapevolmente a lui.
Severus lo strinse a sé leggermente.
Ally li guardò e non poté evitare di sorridere a tutta quella tenerezza.
Poi continuò "Severus, assicurati che non si stanchi troppo. Non farlo agitare. E, soprattutto, comportatevi bene, bambini!"
Il professore la fulminò con lo sguardo, ma cercò di non reagire, non voleva che Harry si spaventasse.
Comunque, non riuscì ad impedirsi di darle una risposta acida "Non avevi da fare con gli altri tuoi pazienti? Sarà meglio che vai."
Lei sorrise, per nulla toccata dalla sua risposta "Sì, Sev. Sono d'accordo. Bene allora ci vediamo più tardi. Divertitevi."
E con queste parole si diresse fuori dalla stanza.

Harry e Severus restarono in silenzio per alcuni secondi, ognuno perso nei propri pensieri.

Il primo meditava sulla parola "padre".
Era così strana.
Da bambino era stato il suo più grande desiderio, avere un padre.
Aveva pregato anche per una mamma, ma l'idea di avere un papà l'aveva sempre eccitato di più.
Un papà che gli insegnasse a giocare a calcio, e che l'avrebbe fatto diventare bravo come quel calciatore inglese.
Come si chiamava?
Ah, sì... David Beckham.
Un papà che gli appoggiasse la mano sulla spalla.
Un papà che fosse fiero di lui, e lo mostrasse al mondo intero.
Un papà....solo un papà.

Severus, invece, era immerso in  pensieri leggermente meno profondi.
La ucciderò...Oh, sì!
Stava progettando una morte abbastanza rapida per togliere di mezzo "Miss Consuma-Calorie del Mondo Magico".
Come osava quella...ragazzina!
L'aveva chiamato Sev, di nuovo!!
E l'aveva anche chiamato Bambino!!!
Oh, l'avrebbe pagata!
Senza dubbio, l'avrebbe pagata.
Severus costrinse il suo ghigno malefico a sparire e si voltò verso Harry.
Harry lo guardò negli occhi e si strinse di più a lui.
Severus sorrise soddisfatto "Allora, andiamo?"
Harry annuì e quando il professore passò un braccio sotto le sue ginocchia, propose "Professore, non c'è bisogno che mi porti lei. Posso camminare."
Il suo tutore alzò le sopracciglia "Pensavo che Ally fosse stata abbastanza chiara. Ma, ovviamente, mi sbagliavo. Forse è meglio che io vada a chiamarla, così che possa spiegarsi meglio."
Harry scosse la testa, un po' agitato.
Severus allora proseguì "Hai sentito la tua guaritrice. Niente proteste. Ora, andiamo?"
Il ragazzino annuì "Va bene, signore" e si fece prendere in braccio.
Il professore gli permise di appoggiare la guancia sulla sua spalla.
Arrivò ad una porta in legno, mentre con incredulità notò che il ragazzo pesava pochissimo.
Avrebbe dovuto farlo mangiare molto di più.
Ma non si preoccupò troppo, Harry avrebbe avuto parecchio tempo per riprendere peso.
Severus aveva intenzione di tenerlo sotto i suoi occhi fino a che non si fosse sposato.

Harry con una mano aprì la porta e si ritrovarono a seguire un piccolo sentiero circondato da antiche mura coperte di piante rampicanti.
Severus andò dritto seguendo la stradina tracciata davanti a loro.
Il clima era freddo, e Harry sentiva il vento sfiorargli la pelle calda.
Involontariamente, si strinse di più al professore e con le mani innestò la tunica nera.
Severus, comunque, sembrò non accorgersene e continuò ad avanzare.

Dopo circa una dozzina di metri si fermarono in un vicolo cieco.
Il professore disse "apĕrio arcanum".
Le mura si aprirono ed un cancello arrugginito apparve davanti a loro.
Il professore girò la chiave che Ally gli aveva dato e si ritrovarono in un mondo diverso.
Appena varcarono i cancelli, Harry sentì l'aria riscaldarsi e le nuvole furono coperte da un sole splendente.
Il vento si attenuò e un aria fresca di primavera prese il suo posto.

Severus guardò Harry, ed il ragazzino sorrise, poi si guardò attorno.
Vide una panchina di legno situata davanti ad un piccolo stagno attorniato da degli alberi di pesco.
Il professore seguì il suo sguardo e chiese "Andiamo a sederci lì?"
Harry annuì "Va bene."
Anche dopo che si fu seduto, Severus non lasciò Harry, ma lo tenne stretto a sé e prese ad accarezzargli i capelli con una mano.
Harry si appoggiò la testa sulla spalla del professore.

A Severus non erano mai piaciuti i silenzi, li trovava imbarazzanti.
Per questo motivo, spesso preferiva stare solo, piuttosto che in compagnia di qualcuno.
Cercò di  iniziare una conversazione "Sei felice di andartene da qui?"
"Sì, credo di sì."
Severus lo guardò confuso "Credi?"
Harry esitò, ma poi decise di rispondere "Non lo so. Ho un po' paura, signore."
Severus era ancora più perplesso "Paura di che cosa, Harry?"
Il ragazzino aspettò per un attimo prima di parlare "Io...Io non ne sono sicuro, signore. Credo di aver paura di venire a vivere con lei."
Il professore trattenne il fiato, mentre la delusione si faceva strada nel suo cuore.
Harry si rese conto di ciò che aveva appena detto e cercò di spiegarsi meglio "Io non volevo dire questo. Io voglio vivere con lei, solo che per me è una cosa nuova e non so cosa aspettarmi."
Severus tornò a respirare e capì "Harry, mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto, e ti chiedo scusa se in questi ultimi giorni ho alzato la voce, o ti ho trattato male..."
Harry scosse la testa "No, signore. Lei non mi ha trattato male. Non deve scusarsi. Io voglio ringraziarla per tutto quello che sta facendo per me. Io sono felice che lei abbia deciso di...adottarmi."
Severus sorrise "Capisco, ma non devi ringraziarmi. Io voglio adottarti. E ti prometto che farò del mio meglio, Harry."
Harry annuì, guardandolo come se fosse stato Merlino in persona.
Severus continuò "So che per te sono spesso imprevedibile. E per questo voglio farti delle promesse, così saprai cosa aspettarti da me."
Il ragazzino annuì ancora, permettendogli di proseguire.
"Io ti prometto che mi occuperò di te, in tutto e per tutto. Ti prometto che saprò ascoltarti e che ti darò consigli, quando lo richiederai. Ti prometto che farò di tutto per tenerti al sicuro. Ti prometto che cercherò di renderti felice e di farti sorridere di più. Ti prometto che non ti farò mai deliberatamente del male. Ti prometto che ti farò avere tutto ciò di cui hai bisogno. Ti prometto che cercherò di non spaventarti mai più. Ti prometto che mi impegnerò a non urlarti, anche quando sarai particolarmente irritante. Ti prometto che non ti proibirò mai di mangiare. E, soprattutto, ti prometto che non ti picchierò mai. Hai la mia parola."
Harry respirò profondamente.
Severus chiese "Hai delle domande?"
Harry annuì, non se la sentiva di parlare in quel momento.
"Cosa devi chiedermi?"
Harry lo guardò intensamente e poi sussurrò "Perché...perché mi sta dicendo tutto questo?"
Severus gli sorrise "Te l'ho già detto...Perché tu sappia cosa aspettarti da me. Tutto questo non significa che io non farò errori. Sicuramente, farò degli sbagli, proprio come te. Ciò che ti ho detto ti garantisce che io proverò. Farò tutto quello che posso per essere un buon tutore, e, se tu me lo permetterai, un buon padre."
Lacrime salate sgorgarono dagli occhi a mandorla di Harry, che portò le braccia al collo del professore.
Il ragazzino pianse con il viso premuto contro il petto di Severus.
Il professore gli accarezzò ancora i capelli cercando di calmarlo, ma non vide che tra le lacrime, Harry sorrideva.
Dopo alcuni momenti, Severus sentì una voce sussurrare "Glielo permetterò, signore."

Il resto del pomeriggio passò pacificamente e, presto, i due maghi se ne dovettero tornare nella stanza di Harry, dove Ally li aspettava sorridente.
Vicino alla finestra era posto il baule di Harry.
Severus riportò il ragazzino a letto.
Ally andò a sedersi accanto al suo paziente.
Lo accarezzò dolcemente, mentre diceva "E' ora che andiate."
Severus annuì e con la bacchetta trasportò il baule alla porta.
Ally baciò la guancia di Harry e disse "Ci vediamo fra tre giorni, tesoro."
Harry annuì "Sì, Ally...Ci vediamo."
Severus prese nuovamente il ragazzino in braccio e guardò Ally "Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per Harry."
Lei sorrise "Non c'è bisogno di ringraziarmi, Sev."
Si avvicinò e baciò anche lui sulla guancia, facendolo rimanere di stucco e poi gli sussurrò "Ci vediamo fra tre giorni...O forse prima."
Severus la guardò male, e si smaterializzò con Harry ed il suo baule, per ritrovarsi in un salotto elegante.


                                                                                           ***


Il Ministro della Magia camminava insieme ad un Auror in un sentiero di campagna.
Avanzarono in silenzio finché non si fermarono davanti ai cancelli di una sontuosa villa.
Caramell si voltò verso il suo accompagnatore e disse "Mi raccomando, Dawlish. Ricordati i miei ordini. Non fare del male al ragazzo."
L'Auror annuì, poi agitò la bacchetta ed i cancelli si aprirono.




















SPAZIO AUTRICE
Grazie a tutti per le recensioni, come al solito.Grazie a chi ha recensito, a chi non, a chi ha messo me o la mia fanfiction tra i preferiti, e grazie a che ha solamente letto. Un altro capitolo è terminato, ci ho messo più del previsto e mi dispiace. L'unico modo per farmi perdonare era fare un capitolo bellissimo. Forse non ce l'ho fatta, ma ci ho messo impegno, ve l'assicuro. Adesso parto con i soliti ringraziamenti.
Allora cominciamo da Zizela, grazie mille per la recensione, per fortuna sei tornata! Avevo paura di perdermi un tuo commento!!! Spero che recensirai ancora!
Karen, grazie come sempre! Spero che anche questo cap. ti piaccia! Recensisci ancora, please!
Gokychan, grazie per la recensione!! So che il vecchio cap. non è stato uno dei migliori, ma tu mi fai sempre i complimenti! Grazie!
Berenice, sono felice che ti piaccia la mia fic! Grazie per i complimenti, spero che recensirai ancora! Baci!
Himeno chan, presto scoprirai il  nome della nuova arrivata sospetta! Non dovrai aspettare molto! Grazie per la recensione! Kiss!
Grazie, Summers84! Grazie per la recensione e per i complimenti. Spero che commenterai anche questo cap.! Bacioni!
Ciao, Piccola Vero! Grazie mille per il commento! Come sempre grazie per i complimenti! Goditi questo nuovo cap.! Baci!
Ed eccomi arrivata a te, Regulus_Black, devo ammettere che questa è la recensione più bella, divertente e stramba contemporaneamente che io abbia mai ricevuto!
Comunque grazie per i complimenti!!! Il tuo caro cagnolino arriverà presto, vedrai!!! Dovrai aspettare ancora poco per rivedere "Miss Denti D'Oro"! Che altro dire? Ah, sì...Grazieeeeeeeeeeeeee! Spero che la notte(ops, il giorno!) ti abbia schiarito le idee!Bacioni!!
Grazie mille, Selene_90! Grazie per i complimenti!!Recensisci ancora!Bye bye!
Ed infine, grazie, Lake!!! Thanks per la recensione! Commenta ancora! P.s. non posso dirti se hai sbagliato o meno, ma la risposta mi sembra abbastanza ovvia! Bacioni!!
Al prossimo capitolo!
Bacionissimi!!!!!!!!!!!!!!!!!!















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Capitolo 14
*** 14.rapimento ***


ff hp 14

Severus la guardò male, e si smaterializzò con Harry ed il suo baule, per ritrovarsi in un salotto elegante. 
                                                                                        ***
Il Ministro della Magia camminava insieme ad un Auror in un sentiero di campagna.
Avanzarono in silenzio finché non si fermarono davanti ai cancelli di una sontuosa villa.
Caramell si voltò verso il suo accompagnatore e disse "Mi raccomando, Dawlish. Ricordati i miei ordini. Non fare del male al ragazzo."
L'Auror annuì, poi agitò la bacchetta ed i cancelli si aprirono.

FINE CAP.13





Quando furono smaterializzati, Harry si guardò attorno.
La stanza era elegante e sembrava antica.
Sulle pareti c'erano delle incisioni, immaginò che fossero rune.
Sicuramente Hermione avrebbe saputo tradurle.
Hermione, Ron.
Come gli mancavano i suoi amici.
Ma il professore gli aveva spiegato che pochi sapevano che era stato in ospedale e non poteva permettersi che la notizia si diffondesse.
Così, avevano lasciato che i suoi migliori amici credessero che fosse rimasto a Privet Drive, come ogni estate passato.
Comunque, Piton aveva dato a Harry il permesso di dirgli tutta la verità una volta che fossero tornati a Hogwarts.

Severus si guardò attorno, sollevato nel trovarsi di nuovo a casa.
Qui aveva vissuto con suo nonno, Perseus Prince.
Dopo la morte di sua madre, Severus era stato affidato alla cura del nonno.
Quello era stato il periodo più pacifico della sua vita.
Suo nonno era stato un tutore severo, ma era stato capace di guadagnarsi, a suo modo, il rispetto del suo nipotino.
Severus non era tornato in quella casa dopo l'assassinio del signor Prince, ma durante la permanenza di Harry al st. Mungo aveva deciso che sarebbe stata la soluzione migliore per il ragazzino.
Ora, aveva la conferma che la sua era stata una buona decisione.

Severus e Harry si stavano guardando attorno quando udirono uno schiocco.
POP.
Una piccola elfa domestica apparve e si inchinò immediatamente davanti al suo padrone.
"Bentornato, Severus padrone. Lolly è molto felice di rivedere il nipotino del suo vecchio padrone. Lolly servirà lealmente e con umiltà Severus padrone."
Il professore aveva quasi sorriso nel rivedere la sua vecchia e devota elfa.
"Grazie, Lolly. Anch'io sono contento di rivederti. Questo è Harry Potter, mio figlio."
Harry sentì il cuore battere forte e guardò con scossa il viso determinato di Severus.
La piccola elfa si inchinò nuovamente "Oh, ma certo, signore. Benvenuto, padroncino Harry. Lolly eseguirà ogni suo ordine, padroncino."
Harry la guardò a disagio "Ehm...grazie, Lolly."
Non osò chiederle di chiamarlo semplicemente per nome, conosceva troppo bene quelle docili creature.
L'elfa sarebbe andata in panico, sapendo che non gli era concesso chiamare per nome un suo padrone.
Lolly si rivolse nuovamente al professore "Circa un'ora fa è arrivata una lettera per lei, Severus padrone. Lolly deve andare a prenderla?"
Severus annuì "Sì, grazie, Lolly."
Dopo alcuni secondi, l'elfa riapparve con in mano la suddetta lettera e la porse al professore.

Egregio Signor Severus Piton,
vorrei avvertire la S.V. in anticipo, per la mia imminente visita nella Sua residenza in Heart of England.
Arriverò alle ore 17 di questo pomeriggio.
Devo farLe firmare dei documenti in merito all'affidamento del Signor Potter.

Cordiali saluti,
il Ministro della Magia,
Cornelius Caramell

Mancavano sette minuti all'arrivo del Ministro.
Severus ringraziò nuovamente Lolly e poi percorse un lungo corridoio, sempre tenendo Harry tra le braccia.
Insieme salirono una rampa di scale e si ritrovarono davanti ad una porta fatta in legno di mogano.
Questa si spalancò e Harry vide una camera spaziosa.
Il professore lo portò dentro e lo fece stendere su di un letto dalle coperte azzurre.
Il professore lanciò un occhiata alla finestra che dava la vista di un giardino.
Poi si rivolse a Harry "Sto aspettando una visita. Tu devi stare qui a letto finché io non torno. Non scendere e soprattutto non uscire da questa stanza. Chiaro?"
Harry non capiva il motivo dell'eccessiva serietà del suo tutore, ma annuì.
Severus fissò per un istante i suoi occhi, e poi uscì frettolosamente dalla stanza.
Si diresse alla porta d'ingresso.


                                                                                       ***

Caramell e Dawlish avanzarono verso la porta di Prince Manor.
Ad un certo punto si fermarono.
Il Ministro si voltò verso l'Auror e silenziosamente annuì.
Dawlish annuì in risposta e dalla tasca della sua tunica estrasse un mantello dell'invisibilità.
Lo indossò, il Ministro rimase a fissare il punto in cui il corpo del suo accompagnatore era scomparso e poi si avvicinò alla porta d'ingresso.
Alzò la bacchetta e si udì un rumore simile a quello dei campanelli babbani.
DLIN DLON

                                                                                      ***


DLIN DLON
Severus aprì la porta e si scostò per far entrare Cornelius Caramell.
L'ometto entrò con il suo solito sguardo ansioso.
Severus allungò una mano "Buona sera, Ministro."
"Buona sera a lei, professore Piton."
Severus fece accomodare Caramell in salotto, ma non si accorse del cigolio che proveniva dalle scale percorse da una figura invisibile.
Era troppo occupato a pensare.
Tutto questo era così sospetto.
Il Ministro in persona si era presentato in casa sua per fargli firmare dei documenti per l'affidamento.
Solitamente, una persona veniva convocata al Ministero per questo genere di affari.
Inoltre, il Ministro non si occupava di affidamenti o adozioni, quello era generalmente un compito di Amelia Bones.
Madama Bones non gli aveva detto niente riguardo ad altri documenti da firmare.
Infine, le lettere o le comunicazioni venivano sempre firmate da Mafalda Hopkirk, non da Cornelius Caramell.
Severus non poté fare a meno di pensare che tutto questo avesse a che fare con Harry.
D'un tratto desiderò andare ad assicurarsi che suo figlio stesse bene.


                                                                                    ***

Dawlish stava vagando per i vari corridoi di Price Manor.
Aveva aperto parecchie porte, per poi trovare numerose stanze deserte.
Sentì un rumore alla sua destra, si voltò e si trovo di fronte una piccola elfa domestica.
Si tolse il mantello e la chiamo "Elfa!"
Lolly saltò terrorizzata, ma subito si ricompose e s'inchinò davanti all'Auror.
"Lei è ospite di Severus padrone, signore?"
Dawlish assentì "Sì, Elfa. Il tuo padrone mi ha detto di chiederti dove si trova Harry Potter."
Lolly annuì freneticamente "Lolly lo sa. Lolly sa dove si trova il padroncino Harry, e se Severus padrone lo vuole, Lolly lo dirà al suo ospite."
L'Auror fece un movimente impaziente con la mano "Esatto, Elfa. Dimmi dov'è Harry Potter."
Lolly indicò una porta in mogano.


                                                                                   ***

Harry stava osservando la sua nuova camera.
Era gigantesca.
Le pareti erano di colore turchese, proprio come le coperte.
In fondo la stanza era molto simile a quella dell'ospedale.
C'era una scrivania in legno pregiato.
Harry vide in un angolo un armadio non troppo grande.
Si costrinse a distogliere lo sguardo.
Lui odiava gli armadi.
Aveva passato fin troppo tempo chiuso nell'armadietto del sottoscala.
Vide sul suo comodino una foto dei suoi genitori, e accanto ce n'era una in cui lui sorrideva abbracciato ai suoi migliori amici.
Dietro ne trovò un'altra che mostrava una Ginny Weasley sorridente e con le guance rosse seduta vicino a lui in una panchina di Hogsmeade.
A quanto pareva, Severus si era preso la libertà di frugare nel suo baule ed aveva scelto alcune foto da mettere in mostra.
Harry prese in mano la foto di lui e Ginny e si permise di osservare la sorella del suo migliore amico.
Era così carina.
E coraggiosa.
E testarda, quasi quanto lui.
La rivide ancora combattere al suo fianco nel reparto dei Misteri.
Così fiera ed orgogliosa.
I suoi pensieri furono interrotti dal cigolio della porta.
Rimise al suo posto la cornice e si voltò verso l'entrata aspettando di vedere il suo tutore.
Ma quello che entrò non era Severus.


                                                                                        ***


Severus stava offrendo da bere al Ministro.
Mentre versava della burrobirra in un bicchiere di cristallo, non si accorse che Caramell aveva estratto la bacchetta ed aveva silenziosamente lanciato un incantesimo di simulazione su alcuni fogli di pergamena.
Severus si voltò ed offrì il bicchiere al Ministro.
Caramell parlò "Questi sono alcuni documenti che lei dovrebbe firmare, professore. Non si preoccupi, non è niente d'importante. Solo alcune norme che servono a garantire al Ministero che lei sia un tutore adeguato."
Severus guardò distrattamente i documenti.
Voleva che quel pomposo se ne andasse.
Voleva andare a vedere Harry.
Con la coda dell'occhio intravide le parole affidamento, tutore, Signor Piton.
Decise di non leggere attentamente ciò che c'era scritto.
Non gliene importava.
Voleva solo andare da suo figlio.
"Posso firmare ora?"
Caramell lo guardò, sorpreso dalla sua innaturale impazienza "Ma certo. Mi facilita le cose. Ho così tanto lavoro da fare al Ministero."
Severus prese in mano una penna d'oca che intinse in un calamaio e rapidamente firmò.
Il Ministro riprese le carte e si alzò, dicendo "Sarà meglio che io vada. Il lavoro mi chiama."


                                                                                                   ***

Harry vide la porta della sua camera aprirsi.
Entrò un uomo che aveva già visto.
Harry, mentre arretrava e tentava di farsi sempre più piccolo, cercò di ricordare.
Alla fine rammentò di averlo visto nell'ufficio di Silente durante il suo quinto anno.
Se non vado errato, si disse si chiama Dawlish
L'Auror si avvicinò rapidamente, mentre Harry continuava ad arretrare.
Dawilsh parlò con voce calma "Stai buono. Adesso ti devo portare al Ministero. Non avere paura."
Dov'è  Severus? pensò Harry, mentre cercava di allontanarsi di più dall'Auror.


                                                                                                    ***

Severus si trovava davanti alla porta del salotto e stava per salire le scale quando con un pop, Lolly si materializzò davanti a lui.
Severus chiese frettolosamente "Dov'è Harry?"
Lolly si inchinò e rispose "Padroncino Harry è nella sua stanza, signore. Anche il suo ospite..."
Severus la guardò confuso "Il mio ospite?"
L'elfa annuì freneticamente "Sì, Severus padrone. Il suo ospite ha chiesto dove si trovava il padroncino Harry e Lolly glielo ha detto. Lolly gli ha detto che..."
Ma Severus non scoprì mai cosa Lolly aveva detto.
Il professore cominciò a salire di corse le scale, maledicendo gli incantesimi anti-smaterializzazione.


                                                                                                    ***

Harry arretrò ulteriormente e cadde dal letto.
Dawlish lo raggiunse in un secondo.
Il cuore di Harry correva.
Lui voleva il suo tutore.
Voleva Piton.
Ma Severus non c'era.
Non sarebbe arrivato.

L'Auror prese il ragazzino per le spalle.
Harry si dimenò "No...mi lasci..."
Dawlish tappò con una mano la bocca del ragazzo "Zitto...Sta zitto!"
Lo tenne stretto a sé cercando di ignorare i deboli pugni del quindicenne che si agitava tra le sue braccia.
L'Auror prese un calamaio dalla tasca della sua tunica e disse "tre...due...uno!"
Harry sentì il familiare strappo sotto l'ombelico e presto sparì in un vortice di colori assieme all'Auror.


                                                                                                    ***

Severus raggiunse la porta della camera di Harry.
La spalancò, ancora ansimante.
Deserta.
Harry non c'era.
Sparito.

Harry

Per favore, no

Era tutta colpa sua.
Non aveva chiuso la porta a chiave.
L'aveva lasciato da solo, senza bacchetta.
Non aveva ordinato a Lolly di non dire a nessuno di Harry.
Si era lasciato ingannare da Caramell.

Caramell.
Sicuramente era stato lui.

Quindi Harry sarà al Ministero

Severus corse al camino e chiamo Silente.
Il viso del preside di Hogwats apparve tra le fiamme.
"Severus! A cosa devo questa tua improvvisa convocazione?"
"Harry...Lui non c'è...Qualcuno l'ha portato via."
Silente non cambiò espressione, ma impallidì "Spiegati meglio."
Severus cominciò a raccontare tutto ciò che era successo "...e sicuramente adesso è al Ministero. Dobbiamo andare a prenderlo."
Silente annuì "Hai ragione, ma stai calmo. Sicuramente lui sta bene. Cornelius non vuole fargli del male. Il Ministero non può permettersi di perdere Harry Potter, non dopo il ritorno di Lord Voldemort."
Severus si lasciò cadere su di una sedia "E' tutta colpa mia, Albus. Mi sono lasciato ingannare. Io..."
"No, Severus..."
"No! Tu non capisci, Silente! Io gliel'avevo promesso. Io gli avevo promesso che l'avrei protetto. Ma non ne sono stato capace..."
Silente uscì dal camino e si avvicinò all'uomo distrutto, mettendogli una mano sulla spalla "Puoi ancora proteggerlo, Severus. Ma non dobbiamo sprecare tempo."


                                                                                                    ***

Harry sentì la passaporta fermarsi e cadde indifeso sul pavimento dell'ufficio di Cornelius Caramell.
Dawlish era accanto a lui e lo teneva fermo con le braccia forti.
Harry si guardò attorno.
Alla sua sinistra si trovava il Ministro della Magia.
Più lontano vide Dolores Umbridge.
D'istinto si ritrasse, come per aumentare lo spazio tra sé e la donna.
Alzò lo sguardo e notò che c'erano tre sedie libere al centro della stanza, una delle quali aveva delle catene che pendevano dallo schienale.
Accanto alla porta c'era niente meno che Rita Skeeter in persona.
A quanto pareva la donna era stata nuovamente assunta dal Ministero, perché sembrava in ottima forma e guardava Harry con il suo sorriso smagliante, mostrando i suoi tre denti d'oro. (pag.262, 4°riga, Harry Potter e il calice di fuoco)
Harry iniziò a dimenarsi nella presa dell'Auror e Caramell cercò di tranquillizzarlo, senza avere successo "Va tutto bene, signor Potter. La nostra unica intenzione è di intervistarla. Qui abbiamo il permesso del suo tutore." il Ministro gli mostrò i documenti che Severus aveva firmato poco prima.
Harry non poteva crederci.
Il professore aveva dato a questa gente il permesso di intervistarlo.
Ma allora perché l'avevano portato via così?
Perché sembrava tanto uno dei sotterfugi di Caramell?
Perché Severus non era venuto con lui?
Perché non era lì ad aiutarlo?

Mentre Harry si poneva le più inutili domande, Dawlish l'aveva sollevato e l'aveva fatto sedere sulla sedia con le catene.
Harry, se ne accorse e prese ad agitarsi "No, io...per favore. Io...io non posso...lasciatemi andare!"
Dolores Umbridge si avvicinò e con un colpo di bacchetta permise alle catene di tenerlo fermo.
La donna parlò con la sua voce calma e leziosa come se niente stesse accadendo "Stia buono, signor Potter. E' lei che ci obbliga a fare tutto questo. Noi vogliamo solo farle delle domande. Non c'è bisogno di agitarsi così. Non faccia il bambino."
Harry non la ascoltò.
Voleva solo essere liberato.
Tutta quella situazione gli portò alla mente un brutto ricordo.

Si accorse di avere i polsi e le caviglie strettamente legati al letto con delle corde.

Harry si contorse disperatamente finché non udì la voce di Caramell ordinare "Fateli entrare."
Il ragazzino guardò la porta dell'ufficiò aprirsi e fecero il loro ingresso Vernon e Petunia Dursley accompagnati da un Auror che Harry non aveva mai visto.





















SPAZIO AUTRICE
Salve fanciulli! Spero di non avervi fatto aspettare troppo questa volta, anche perché non avrei alcuna scusa. Il mio pc sta benissimo e sprizza salute da tutti i pori.
Non ho avuto la congiuntivite, e, anche se ieri mi sono storta un dito, sono ancora in grado di scrivere. Ieri ho avuto dei problemi a tagliare la carne, a causa di questo piccolo infortunio ma, a parte questo, sto benissimo! Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto o mi hanno messa tra i preferiti. Ed ora passiamo a i miei/le mie commentatori/commentatrici.
Ciao himeno chan, grazie per la recensione e per i complimenti! Quanto sono contenta che ti è piaciuto il vecchio capitolo! Ma questo non è così tanto dolce, spero comunque di non averti delusa! Bacioni! Recensisci ancora, please!
Regulus_Black! Oh mia cara Regulus_Black!!! Grazie! Grazie per i complimenti, per le recensioni, per leggere, per essere te! Ma ora, se posso, un consiglio da amica: non chiedere un fratellino più piccolo! Loro non sono carini e nemmeno gentili...solo Harry lo è (Ma io rimango del parere che Harry non è umano! E comunque è solo mio! Muhauhauahuhauhau!) OK!!! Non ho idea di cosa significhi fantasmagorica, ma lo prendo come un complimento, se per te va bene! Buon latino, e grazie ancora! Baci!
Grazie sonsimo per la recensione! Spero che recensirai ancora! Bacioni!
Hello Piccola Vero! Mi dispiace ma i tuoi desideri non sono stati esauditi! Spero comunque che tu non ci sia rimasta troppo male, e che mi recensirai ancora! Grazie per i complimenti! Bacioni!
Zizela, avevi proprio ragione, mi dispiace dirlo (Al rogo il Ministro!)!!! Ehm...mi sa che per la famiglia a tre dovrai aspettare un po'! Grazie per la recensione, come sempre! Commenta ancora, please! Bacionissimi!
Carissima Gokychan, grazieeeeeee! Ho cercato di fare presto, soprattutto per te! E così anche tu, oltra ad Ally, sei un'ammiratrice di Piton! Congratulazioni! Grazie per la recensione e per i complimenti! Bacioni!
Ciao Kary91! Grazie per la recensione e per i complimenti! Sono contenta che ti piaccia questo Piton un po' diverso. Spero che commenterai ancora! Baci!
Hicary92, grazie per la recensione! Credo che per il matrimonio dovrai aspettare molto tempo! Prima della tua recensione devo ammettere che non ci avevo pensato nemmeno io! Commenta ancora! Baci!
Ciao Selene_90! Spero che tu ti sia divertita in montagna! Grazie per la recensione e per i complimenti! Recensisci ancora! Mi fai sempre sorridere ad ogni tuo commento! Bacioni!
Vorrei dirvi che il nome del nonno di Severus è di mia completa invenzione, ma ho deciso di lasciare il cognome giusto (Prince nel 6° libro è il cognome della madre di Piton). Comunque vorrei ricordarvi che la mia fanfiction non tiene conto degli eventi del 6° e 7° libro.
E con questo ho finito!
Vi lascio con il fiato sospeso, spero che non mi uccidiate per questo!
Aggiorno presto, credo!
Al prossimo cap.!
Baci!





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Capitolo 15
*** 15.Avere un genitore ***


ff hp 15  



Harry si contorse disperatamente finché non udì la voce di Caramell ordinare "Fateli entrare."
Il ragazzino guardò la porta dell'ufficiò aprirsi e fecero il loro ingresso Vernon e Petunia Dursley accompagnati da un Auror che Harry non aveva mai visto.
FINE CAPITOLO 14



Harry era immobile.
Congelato.
Il cuore sembrava voler imitare un tamburo.
Gli occhi erano spalancati, mostravano la paura che si stava impossessando del suo corpo, della sua mente, della sua anima.

No
Non farti vedere spaventato da loro
Harry ansimò, guardandoli con il panico nelle iridi smeraldo.

No
Non indietreggiare di fronte a loro
Harry si restrinse tra le braccia della sedia, cercando di farsi sempre più piccolo.

No
Non sottometterti a loro
Vernon si avvicinò a lui.
Harry abbassò il viso.

No
Non tremare davanti a loro
Il  corpo di Harry tremava, rabbrividiva.

No
Non piangere davanti a loro
Una lacrima bagnò la guancia sinistra di Harry.
Diverse gocce salate la seguirono, inevitabili, impossibili da nascondere.

Vernon ghignò visibilmente, alzò una mano e asciugò le lacrime di suo nipote.
Harry indietreggiò e voltò il viso, cercando di evitare il contatto.
Non era un tocco delicato.
Non era un tocco amorevole.
Non era un tocco paterno.
Non era il tocco di Severus.
Era violento, fatto per nuocere.
Per nuocere dentro, nell'anima.
Era quasi ossessivo, vendicativo.
Ciò nonostante, Harry non capì tutto questo.
Sapeva che non era un contatto confortevole, sapeva che non era buono e non era amore.
Ma Harry non se ne curò.
L'unica cosa che seppe era che non gli aveva causato dolore.
E questo lo calmò.
Riprese a respirare più liberamente.
Cessò di tremare.
Le lacrime si asciugarono, i deboli singhiozzi scemarono.

Il silenzio fu interrotto dalla voce leziosa della Umbridge "Questo è uno zio amorevole! Non vedo come alcuni di noi possano aver creduto nella storia di questo ipotetico quanto non credibile abuso!"
Il Ministro annuì seriamente e si rivolse allo zio di Harry "Prego, signor Dursley, si sieda."
Tutti si accomodarono e cadde il silenzio.
Harry fissava il pavimento come fosse stata la cosa più affascinante del mondo.
Aveva paura.
Non poteva evitare di chiedersi dove fosse il professore.
Voleva che Piton lo portasse via.
All'istante.

Rita Skeeter aveva osservato Harry per tutto il tempo, e segretamente aveva dato dell'idiota a Dolore Umbridge.
L'abuso era più che credibile.
Di certo un sedicenne come Harry Potter non si spaventava di fronte ad uno zio amorevole.
C'era qualcosa di più dietro quella scena.
Vernon Dursley non aveva mostrato affetto con quel breve contatto, ma solo vendetta.
Disprezzo.
Odio.

Sì.
Rita aveva capito tutto, ma non poté permettere alla giustizia di passare davanti alla sua parola d'ordine.
Scoop.
Già vedeva il titolo sui giornali:


IL BAMBINO CHE è SOPRAVVISSUTO MENTE ANCORA
...solo menzogne sulla vita insieme ai Dursley...

No, Rita non avrebbe permesso a niente e nessuno di farla rinunciare ad uno scoop del genere.
Sarebbe stato un successo.
Galeoni, forse più di 200.

Sì, si disse Rita, prepariamoci a distruggere la reputazione di un ragazzino.
Mostrò un sorriso smagliante, mentre una sensazione che si sarebbe potuta definire colpa prendeva vita nel suo stomaco.
Ma lei la ignorò e come sempre non permise a nessuno di vederla, di avvertirla.
Sì ravviò i capelli, sorrise, dando alla parola maniacale una perfetta descrizione di sé.
Succhiò leggermente la punta della sua penna d'oca, preparandosi a trascrivere tutti i suoi falsi pensieri.
Con passo deciso si avvicinò alla sua prossima vittima.
"Buongiorno, Harry. E' bello rivederti."
Il ragazzino la fissò con gli occhi che mostravano diverse emozioni.
Rabbia, paura, confusione, disprezzo, speranza.
Rita sentì ancora lo stomaco riempirsi di rimorso, ma lo soppresse in pochi secondi.
"Bene, sappiamo perché siamo qui. Sono sicura che risponderai sincero a tutte le mie domande, non è vero, Harry?"
Non aspettò risposta e proseguì "Circa una settimana fa, è stato pubblicato un articolo in cui era dichiarato che i qui presenti signori Dursley non hanno adempiuto nel migliore dei modi al loro compito di tutori. Sono state riportate frasi in cui veniva affermato che sei stato maltrattato dai tuoi zii. Puoi ammettere di fronte al Ministro della Magia in persona che quelle dichiarazioni erano esatte?"
Harry era scioccato, non riuscì nemmeno ad aprire bocca.
Rita provò quasi pietà.
Quasi.
Sorrise imperturbabile "A quanto pare, no. Molto bene. Quindi ammetti che è stata una falsa testimonianza. Uno sleale e meschino complotto contro un'innocente famiglia babbana, con ciò indifesa di fronte alle autorità del mondo magico?"
Il ragazzo sembrò aver ritrovato le parole, per quanto confuse e spaventate "Io...Cosa? No...Assolutamen..."
Rita alzò la voce per sovrastare ed ignorare la sua debole smentita "Bene, quindi lo ammetti. E allora, dimmi, Harry. Cosa credi che stiano pensando ora i tuoi genitori? Non credi che siano delusi di te per questo infame sotterfugio contro le persone che ti hanno cresciuto, accettandoti in ogni situazione?"
Questa volta, Rita si vergognò di sé stessa per aver tirato un colpo così basso contro un ragazzino indifeso.
Dopotutto, cosa avrebbe dovuto rispondere, Harry, ad una simile domanda?
Nulla.
Come previsto, Harry non disse una parola e si limitò a contorcersi debolmente tra le catene.
Dawlish si avvicinò improvvisamente e lo afferrò per le spalle, tenendolo fermo.

Caramell sudava.
Quasi si era pentito di questa mossa.
Aveva avuto il permesso legale di Piton, ma sapeva che non sarebbe finita bene.
Si era illuso di poter tenersi stretto dalla sua parte il Ragazzo Dorato.
Tutto sarebbe stato sotto controllo se il ragazzino fosse stato il simbolo del Ministero della Magia.
Ma adesso Cornelius sapeva che Piton avrebbe presto scoperto tutto, e che, se Silente fosse stato contattato, il suo piccolo passo falso sarebbe stato pagato caro.

Cornelius fece segno a Dawlish di lasciare il ragazzo.
Non poteva permettersi di fare del male al Bambino Che è Sopravvissuto, sarebbe stata la fine della sua carriera.
 
Harry sentì Dawlish allontanarsi da lui.
La Skeeter era come sempre insopportabile.
Harry si era ritrovato nuovamente di fronte quella domanda seccante.
Come faceva a sapere cosa avrebbero pensato i suoi genitori?
Ma Severus l'avrebbe adottato e forse presto avrebbe saputo cosa significava avere un genitore.
Forse già lo sapeva.
Severus era stato con lui tutto il tempo passato in ospedale.
Lo aveva aiutato e consolato.
Sì, forse già lo sapeva.

Rita decise di rivolgersi a Vernon Dursley.
Il parere di quell'uomo spregevole le avrebbe fatto guadagnare ancora più successo e galeoni.

"Signor Dursley, come ha trattato suo nipote da quando è venuto a vivere a casa sua?"
Harry guardò suo zio, mentre questo si schiariva la voce, e forzava un sorriso ad allargarsi tra le sue guance.
"Io e Petunia lo abbiamo accolto come se fosse stato figlio nostro. Gli abbiamo messo un tetto sopra la testa, gli abbiamo dato un letto. Ogni giorno cibo caldo e vita di lusso. Nessuno ci ha mai dato una sterlina per occuparci di lui. Quello strampalato del suo Preside..."



                                                                                    ***


Quello strampalato del Preside di Harry si trovava davanti alla cabina telefonica che portava all'entrata del Ministero della Magia.
Severus Piton e Albus Silente, accompagnati da Ninfadora Tonks e Malocchio Moody, salirono al primo piano* dirigendosi verso l'ufficio di Cornelius Caramell.

Severus camminava con passo deciso, senza nemmeno la bacchetta in mano.
Sapeva che non gli sarebbe servita.
Se avesse trovato qualcuno vicino al suo Harry, sapeva che la sua mano sarebbe partita autonomamente verso il naso di colui che aveva osato avvicinarsi a suo figlio.

I quattro maghi avanzarono verso la porta dell'ufficio del Ministro, Silente alzò la bacchetta, e con uno scatto la porta si spalancò.

"...ampalato del suo Preside..." La voce ringhiosa di Vernon Dursley si interruppe, ed i suoi occhi porcini che fissavano i nuovi arrivati.
Silente sorrise, sorrise di un sorriso freddo, quasi glaciale "Stavate parlando di me?"
La voce squillante di Rita Skeeter infranse il silenzio che era caduto dopo la domanda del Preside "Silente! Che piacere!"

Severus era sbiancato alla vista delle catene che tenevano fermo Harry.

Senza aspettare un secondo di più, corse dal ragazzino che lo guardava con occhi grandi e lucidi.
Gli passò le mani sulla faccia e poi sulle braccia, assicurandosi che fosse tutto intero.
Harry cercò di spostarsi verso di lui, ma Severus lo fermò e disse "Stai calmo. Adesso ti porto a casa. Stai bene?"
Harry annuì, incapace di parlare.
Severus gli accarezzò una guancia, poi si alzò, estrasse la bacchetta e, indicandola alle catene, disse "Incantatem limitatum".
Harry si ritrovò libero di muoversi.
Cercò di alzarsi, ma Severus glielo impedì, respingendolo con una mano verso la sedia "Resta fermo. Adesso mi occupo di un paio di cose e poi ti porto a casa, promesso."
Severus si voltò in direzione del suo paio di cose.
Si avvicinò al Ministro, che cercava di spiegarsi di fronte a Silente.
Severus mostrò il suo tipico ghigno crudele e parlò "Davvero penoso come piano, signor Ministro. Credevo che la nostra comunità fosse stata affidata alle mani di un mago astuto e rispettabile, e non di un imbecille criminale."
Albus lo guardò, dicendogli con gli occhi di non esagerare.
Caramell impallidì, ma cercò di darsi un contegno "Criminale? Quale crimine? Lei mi ha dato il permesso legale di portare il signor Potter al Ministero. Ho proprio qui la sua autorizzazione."
Estrasse dalla tasca della sua tunica il foglio di pergamena che Severus aveva firmato in precedenza.
Severus lo fissò e non parlò per alcuni secondi.
Silente parlò tranquillo "Suvvia, signori, calmatevi. Sono sicuro che possiamo raggiungere un compromesso. Severus perché non porti a casa tuo figlio? Mi occuperò io della faccenda."
Dall'occhiata che Silente gli lanciò, Severus capì che quella non era stata una richiesta, ma un ordine.
Annuì, diede un'occhiota di fuoco al Ministro e si voltò verso suo figlio, mentre Dawlish, Dolores Umbridge e Rita Skeeter uscivano dall'ufficio sotto ordine di Silente.
Severus si avvicinò a Harry -che ancora non aveva detto una parola- e lo prese tra le braccia.
Harry gli si strinse contro, e chiuse forte gli occhi per impedire alle lacrime di sgorgare liberamente.
Sì, si disse Harry fra sé e sé, già lo sapeva cosa voleva dire avere un genitore.

Tonks si fece strada verso di loro e accarezzò delicatamente i capelli di Harry, sussurrando "Tranquillo, tesoro. Ora andrà tutto bene."
Harry annuì contro il torace del suo tutore, che fece un cenno alla donna ed uscì insieme a suo figlio dall'ufficio del Ministro.








* Chi vuole vada a controllare a questo sito "http://it.wikipedia.org/wiki/Ministero_della_Magia#Dipartimenti".










SPAZIO AUTRICE
........................................................................................................................Perdonooooooooo. Immaginatemi inchinate di fronte ad ognuno di voi. Umile. Modesta. Senza pretesa alcuna. Tranne il perdono. Non ci sono scuse per questo orribile ritardo. Lo ammetto, ma devo dire che mi mancava ispirazione. E l'ispirazione è la cosa più importante. Sempre. Ora non ho tempo di fare lunghi ringraziamenti quindi ringrazio tutti i miei lettori e recensori tra i quali quelli che hanno commentato l'ultimo capitolo. Quindi grazie MissPotter, KIA (una cosa: sei per caso Regulus_Black? Se così non fosse perdona il mio errore, mi sono confusa), himeno chan, Regulus_Black -senza la quale in questo momento, mi stareste tirando i pomodori marci via e-mail-, Natalie_S, Summers84, Sonsimo (grazie per la correzione, devo averla mancata.), Piccola Vero, Selene_90, gokychan (probabilmente hai smesso di lucidare il mio altarino, dato che ti ho fatto aspettare tanto *piange*) e Zizela. Grazie a tutti. Godetevi il nuovo capitolo. Bacioni.  


P.S. Sono appena arrivata 
3000 alle letture! Grazie a tutti                                                






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Capitolo 16
*** 16.The ideal dog ***


ff hp 16


Tonks si fece strada verso di loro e accarezzò delicatamente i capelli di Harry, sussurrando "Tranquillo, tesoro. Ora andrà tutto bene."
Harry annuì contro il torace del suo tutore, che fece un cenno alla donna ed uscì insieme a suo figlio dall'ufficio del Ministro.
FINE CAP.15



Quando Severus riapparve in casa sua, Harry era ancora stretto a lui e posava la sua fronte contro il suo torace.
Severus rimase fermo, per alcuni secondi, godendo silenziosamente del contatto con Harry.
Il ragazzino respirava profondamente, mentre guardava l'espressione illeggibile del suo tutore.
Severus stava per dire qualcosa quando furono interrotti da un POP.
Lolly si inchinò davanti a loro "Lolly chiede scusa per interrompere i padroni e Lolly chiede scusa per aver permesso all'ospite di Severus padrone di prendere il suo figlio. Lolly non lo farà più. Lolly lo giura."
Harry guardò con dolcezza la creatura "Non importa, Lolly. Non è colpa tua."
"Grazie, padroncino. Lolly ha interrotto i padroni perché la signorina Ally è all'ingresso. La signorina ha detto a Lolly di farla entrare, ma Lolly è una buona elfa e non fa entrare gli sconosciuti."
Severus annuì in comprensione "Va bene, Lolly. Anche se Ally non è una sconosciuta, è meglio che stia fuori. Non è un soggetto pericoloso, almeno non per Harry, ma potrebbe essere letale per la mia salute mentale. Quindi, quando viene, avvertimi prima di farla entrare. Comunque, adesso puoi farla venire. L'attesa potrebbe renderla più acida e irritante."
Harry sorrise un po' al sarcasmo.
L'elfa si inchinò, mormorando "Sì, subito, padrone."

Ally fece il suo ingresso nel salotto di Prince Manor.
La sua non era quella che si sarebbe potuta definire una camminata elegante.
Assolutamente no.
Era rapidissima, e quasi timida, come se cercasse di nascondersi con velocità.
Non faceva in tempo a posare un piede per terra che già l'altro aveva avanzato.
I capelli non erano legati e la frangetta sudata era incollata alla fronte, dandole l'aria di una bambina ansiosa.
Portava il camice da guaritrice, così che Severus seppe che era uscita dall'ospedale in fretta e furia per arrivare da loro.

Harry allentò un po' la presa sulla tunica di Severus alla vista di Ally.
La sua figura dolce gli incuteva tranquillità.
Vide la donna correre verso di lui.

Ally si avvicinò al suo paziente ed alzò una mano per accarezzargli una guancia "Ciao, tesoro."
Severus la guardò e chiese, senza la solita acidità "Cosa ti porta qui?"
Lei lo degnò di un occhiata rapida in segno di saluto, ma poi tornò a dedicarsi al ragazzino, sfiorandogli con le mani affusolate i lineamenti del viso.
Dopo alcuni secondi, senza voltarsi verso il professore, rispose "Madama Bones mi ha mandato una lettera in cui mi ha spiegato tutto quello che è successo e mi ha consigliato di venire a controllare la situazione." poi, dopo aver sentito uno sbuffo da parte di Severus, aggiunse "Sarei venuta anche senza il suo suggerimento, comunque, quindi non prendertela con Amelia, Sev."
Harry non parlò per un po', e si godette le sensazioni che gli davano le coccole di Ally e del suo tutore, che ancora lo teneva tra le braccia.
Dopo un paio di minuti di silenzio, Harry guardò il professore "Signore, potrebbe lasciarmi?"
Severus scosse la testa "Non ci pensare nemmeno. Adesso ti porto in camera tua e la tua destinazione sarà il letto."
Harry fece un espressione affranta e chiese "E' un viaggio di sola andata?"
Ally sorrise e continuò a coccolarlo.
Severus lo guardò per alcuni secondi, come se stesse meditando e poi disse "No. Forse domani potrai alzarti. Ho detto FORSE."
Harry gli sorrise, mentre sussurrava "Grazie, signore."
Severus si morse il labbro.
Si era stancato di quella parola.
Signore.
Andava bene una volta ogni tanto, ma non ogni cinque secondi.
Non poteva permettergli di mettere la parola signore in ogni frase.

1° obbiettivo:
niente più "signore"
Severus sorrise soddisfatto.
Si voltò verso Ally "Aspettami qui. Lo porto a letto e gli do una pozione sonnifera. Torno subito."
Ally stava per protestare.
Voleva andare con loro, stare vicina a Harry.
Ma non poteva.
Lei non era nessuno.
Era solo l'assistente sociale.
Nulla di più, nulla di meno.
Doveva lasciare il compito di genitore a Severus, e lasciarlo sbagliare e rimediare da solo.
Annuì, sorridendo.

Severus portò Harry nella sua nuova camera.
Lo fece appoggiare nel letto, e lui si rintanò sotto le coperte.
Severus si sedette su di una sedia accanto al capezzale.
Guardò il ragazzino e parlò "Non ho avuto l'occasione di chiedertelo prima. Ti piace la stanza?"
Harry lo fissò con occhi luminosi ed annuì sfrenatamente "Oh, sì, signore. E' bellissima, signore."
"Bene, Harry. Prima regola."
Il ragazzino lo guardò un po' allarmato.
Bentornato, vecchio Piton. Il solito professore unticcio e sarcastico di sempre. Sono stato uno stupido ad illuder...Harry non ebbe il tempo di terminare il pensiero.
Fu interrotto dalla voce del suo professore.
"Non devi più chiamarmi signore o professore. Puoi chiamarmi Severus."

Punto 1° andato! pensò Severus.

Harry lo fissò per alcuni secondi, ma poi sorrise "Sì...Severus."
Il professore fu tentato di ridere, ma si ricompose, immediatamente "Molto bene. E' meglio che dormi, ora."
Gli porse la pozione sonnifera e si alzò.
Harry si scolò la pozione tutto d'un fiato e, appoggiandosi ai cuscini, disse "Buonanotte, Severus."
Questa volta, Severus non ce la fece.
Sorrise.
Accarezzò la fronte di suo figlio e poi uscì dalla stanza, dirigendosi al piano inferiore.

Ally vide Severus rientrare nel salotto elegante.
Sorrise.
L'uomo sospirò e si sedette su di una poltrona, facendole segno anche a lei di sedersi.
Rimasero in un sacro silenzio per alcuni secondi.
Poi, Severus parlò "E' stata una giornata stressante, specialmente per lui."
Ally annuì "Posso immaginare. Ma, io avrei una soluzione per tirare sù il morale ad entrambi voi!"
Severus inarcò le sopracciglia e disse "Ne dubito fortemente, ma sentiamo questa tua folle idea."
La donna sorrise "Ohhh...Più tardi mi ringrazierai, Sev."
Impertinente!
Il professore la fulminò con lo sguardo "Finiscila, donna! Usa ancora quel nominativo e ti renderai conto di non aver più la lingua per parlare. Ora, vai avanti. Per che cosa dovrei ringraziarti?"
Ally non rispose.
Silenzio.
Questo è preoccupante pensò Severus.
L'uomo si guardò attorno alla vana ricerca di quello che l'aveva fatta tacere per la prima volta.
Lei lo stava fissando con uno sguardo freddo.
Severus smise di tentare di comprenderla e chiese, infastidito dal suo sguardo su di lui "Cosa c'é?"
"Non chiamarmi mai più donna." non lo disse con rabbia, ma solo con gelida distanza "Non sopporto questo sottile maschilismo nel tuo tono. Nel tono di tanti uomini. Puoi criticarmi per tutto ciò che più ti soddisfa. Puoi dire che sono pazza, stressante, sdolcinata, possessiva, antipatica, noiosa, cattiva o quello che ti pare. Ma non far passare la mia femminilità come un difetto. Non farlo mai o te ne pentirai."
Severus era un po' spiazzato.
Che reazione esagerata! si ritrovò a pensare, ma seppe che era meglio non dirlo.
Andò sulla difensiva "Non ho fatto proprio nulla. Come...?" Ma venne interrotto dalla voce glaciale di lei.
"Quando ti parlo, io ti chiamo uomo? Specifico chiaramente che non siamo allo stesso livello, solo perché tu possiedi due testicoli? No. Non mi pare di averlo fatto. Ora, sorpassiamo l'argomento. Non parliamone più. Ti stavo dicendo " e qui la sua voce divenne più calda "che oggi abbiamo da fare."
Severus sospirò "Non ho già avuto abbastanza da fare per oggi?"
Ally scosse il capo "Oh, smettila! Non fare l'Inferius! Ti ricordi di quando ti avevo parlato di quella certa sorpresa per Harry?"
"Quale? No...Non ricordo proprio!" disse Severus scuotendo energicamente la testa.
Ally sorrise "Allora, ti rinfresco io le idee. Ti dice niente la parola cane?"
"No, Ally...no. Per favore, non farmi questo!"
Lei rispose, senza pietà "Pensavo che ci fossimo messi d'accordo, Severus. Un cane aiuterebbe molto Harry, senza contare che lo renderebbe felicissimo."
Severus chiuse gli occhi invocando la pietà di Merlino e, dopo essersi ressegnato all'impassibilità dell'Alto, sospirò "E sia. Almeno la smetterai di stressarmi con questa storia."
Lei sorrise smagliante e lo abbracciò brevemente "Bravo, Sev!" Si staccò da lui e disse a bassa voce "Sarai un buon padre, lo sai, vero?"
Lui distolse lo sguardo ed evitò la domanda "Dobbiamo andare proprio oggi a prendere la bestia pulciosa?"
Ally annuì.
Severus espose il suo problema "Ma non so con chi lasciare Harry. Albus è occupato al Ministero, e non mi fido dell'elfo domestico."
Ally guardò pensierosa il camino e disse "Oh...Io credo di conoscere la persona adatta..."


                                                            ***

"E' proprio quel negozio lì, quello in fondo al vicolo." La voce di Ally interruppe il silenzio che era caduto tra i due maghi.
Camminavano rapidamente per un corso babbano, nella regione del Surrey.

Prima di lasciare Harry, Ally aveva chiamato Minerva Mcgranitt -la quale era stata informata da Silente della situazione di Harry- e le aveva chiesto di restare a controllare il ragazzino dormiente, rassicurandola del fatto che non si sarebbe svegliato prima della mattina seguente.
Ally aveva praticamente trascinato Severus fuori dalla porte, mentre questi continuava ad urlare alla professoressa che se Harry si fosse svegliato, lei avrebbe dovuto dirgli che il suo tutore sarebbe tornato presto.
L'uomo l'aveva praticamente minacciata, dicendole che se fosse successo qualcosa al ragazzo, qualcuno l'avrebbe pagata.
Mentre Ally tentava di farlo uscire, aveva accennato a tutte le possibili uscite di emergenza del Manor, in caso di attacco.
Aveva informato Minerva dei luoghi dove teneva le pozioni per Harry, in caso lui non si sentisse bene.
Aveva elencato un infinità di intrugli: pozione sonnifera, pozione nutritiva, pozione libera-corpo (nel caso che Harry venisse colpito da un improvviso attacco di stitichezza), pozione calmante, pozione anti-staminica ("Potrebbe venirgli un prurito!" Aveva protestato l'uomo, quando Ally l'aveva preso in giro chiamandolo "Mammina iper-protettiva") eccetera, eccetera...
Era arrivato alla pozione salva-unghie ("Potrebbe avere un incubo e rompersi un'unghia, mentre si contorce!" Aveva urlato indignato dalle risatine delle due donne) quando Ally l'aveva costretto a smaterializzarsi.

Ed al momento si lui e la guaritrice si trovavano l'uno accanto all'altro a passeggiare allegramente ("Muoviamoci! A proposito...Tu non dovresti tornare dai tuoi adorati pazienti?" Aveva brontolato Severus).

Dopo che Ally gli ebbe indicato il negozio che cercavano, si diressero entrambi dentro.
L'insegna, al di sopra delle ante di vetro, diceva con caratteri ingombranti "THE IDEAL DOG".
Severus sospirò prima di aprire la porta per far passare Ally.
Ally sorrise stranamente al gesto galante, ed entrò guardandosi attorno con entusiasmo infinito, come una bambina che si ritrova in una stanza piena di cioccolata.
Aveva la stessa espressione che i babbani immaginavano sul viso di Gretel alla vista della casa fatta di dolci.
Il suo sguardo vagava verso i piccoli cubicoli che contenevano tutte le specie di cani.

Severus invece si concentrò sull'uomo che sedeva dietro ad un bancone in fondo alla stanza.
Si avvicinò, lasciando Ally ad ammirare uno per uno tutti quegli esemplari di cani.
Il propietario del negozio era un giovane, che aveva il viso segnato da quella che Severus avrebbe chiamato sofferenza.
Aveva occhi castani profondi, che rispecchiavano una vita difficile con una finalemente trovata serenità.
L'uomo aggirò il bancone, il rumore dei suoi passi coperta dagli uggiolii degli animali.
Severus gli porse la mano che fu stretta delicatamente, con insicurezza.
"Salve" disse l'uomo.
"Buongiorno a lei, siamo qui per prendere un cane."
L'uomo sorrise "Non ne avevo dubbi. Sono Douglas. E lei è?"
"Severus Piton, e la ragazzina laggiù è Ally Baker." Disse con sarcasmo indicando la donna che si guardava intorno come una bambina in estasi.
Alle sue parole, lei si bloccò, e gli sorrise facendo finta di nulla.
Invece, si avvicinò all'uomo chiamato Douglas e si presentò "Sì, sono Ally e, al contrario di quello che ha detto questo vecchio scorbutico, sono un'adulta, e molto matura, anche."
Douglas sorrise ai due e con sguardo sapiente chiese "State per sposarvi?"
Severus alzò le sopraccigglia ed Ally rimase a bocca aperta prima di rispondere "NO! Certo che no! Lei ha frainteso. Il cane è per suo figlio, da parte nostra. Ma...ma io non sono la madre."
"Ed allora perché lei sarebbe qui?" Le chiese l'uomo, innocentemente.
"Perché io conosco suo figlio. Sono la sua... bè questo non ha importanza! Siamo venuti qui per un cane."
Severus non l'aveva mai sentita ansimare così.
Non era arrossita, sembrava che fosse incapace di farlo.
Si concentrò sul torace di lei che si alzava ed abbassava rapidamente.
Poi distolse lo sguardo e si ricordò della sua missione.
"Esatto, signor...Douglas. Stiamo cercando un cane per un ragazzino di sedici anni."
Luomo lo fissò serio "Fatemi indovinare. Non è un sedicenne come tutti gli altri."
Era una constatazione, non una domanda, ma Severus si sentì in dovere di confermare "Sì, esatto. Ha avuto... alcuni problemi."
"Ha qualche handicap?"
Severus si chiese cosa significasse quella parola babbana e guardò Ally in cerca di aiuto.
Lei annuì in sua direzione e poi si rivolse al negoziante "No, nessun handicap. E' molto intelligente, ma ha dei problemi di fiducia."
"Cause?"
Ally rispose nuovamente "Una brutta situazione familiare."
Questa dichiarazione sembrò bastare all'uomo, che annuì e, facendogli segno di seguirlo, li condusse verso una porta.
La aprì, e dentro trovarono altri cani, perlopiù di grande taglia.
Douglas estrasse una chiave dalla sua tasca e pri una piccolo sportello rivelando un cane di grande mole e di forte costituzione, ben proporzionato, con ossatura robusta.
Era seduto in una posa maestosa, la sua espressione mostrava orgoglio e dignità.
"Akita inu" I due maghi udirono la saggia voce del giovane.
"Una razza giapponese. E' un esemplare davvero unico." Continuò ad informarli l'uomo, mentre gli occhi grigi del cane li scrutavano attenti "Gli Akita inu sono dei cani molto socievoli, e protettivi nei confronti dei bambini e degli adolescenti. Sono anche animali orgogliosi e dignitosi. Sono leali, estremamente fedeli. Sanno essere giocosi, se la situazione lo richiede. Sono cani da compagnia, dotati di una grande semplicità. Sono dei grandi protettori, come ho già detto, basta guardare la loro stazza. Questo è un maschio. Direi che fa al caso vostro."
Ally sorrise.
Fu la prima a decidere di avvicinarsi.
Si chinò leggermente e con una mano affusolata grattò giocosamente le orecchie del cane, il quale cominciò a leccarle docilmente la mano.
Ally si voltò ghignante verso Severus "Mi piace. Che ne dici?"
Severus scoccò uno sguardo diffidente al cane dalla pelliccia marrone chiaro e poi disse "Se a te piace, andrà bene."
Ally sospirò frustrata "Sù, Sev! Lo so che ti piace. Perché non lo accarezzi? Il pelo è sofficissimo!"
"Ally, smettila. Per me va bene. Ma ora dobbiamo muoverci. Non mi va di lasciare Harry solo con Minerva per troppo tempo. Prendiamo questo cane e torniamocene al Manor."
Douglas si intromise nella conversazione "Le consiglio di toccarlo, signor Piton, o potrebbe essere diffidente nei suoi confronti e, di conseguenza, cercare di proteggere suo figlio da lei."
"Eddai, Sev! Accarezzalo! Sù, è buonissimo!"
Severus sospirò rassegnato e con una mano tocco il muso del cane, accarezzandogli delicantamente la pelliccia.
Il cane lo leccò una volta soltanto, come se avesse capito che all'uomo non piaceva quel contatto.
Ally si ritenne soddisfatta ed annuì al negoziante.
In circa venti minuti, tutte le carte erano firmate e Severus si ritrovò con in mano un guinzaglio, ed una donna sorridente al suo fianco.















SPAZIO AUTRICE
Sono tornata!
Ho deciso di dedicare questo capitolo alla grande Regulus_Black-->mia complice nella fanfic ready to change, l'abbiamo scritta insieme e vi prego di leggerla, è sotto il nick di pikkola_and_regulus.
Partiamo con i ringraziamenti.
Grazie mille, Sonsimo! Sono contenta che tu sia contenta di me! Grazie per la correzione, spero che recensirai ancora e se trovi qualche altro errore d'ortografia spero che non esiterai a dirmelo. Baci.
Jessica, grazie mille! Sono d'accordo con te! Spero commenterai ancora! Baci!
Ciao himeno chan, scusa il ritardo, proverò ad aggiornare prima questa volta. Comunque, grazie per la recensione ed i complimenti, come sempre. Bacioni.
Ciao KIA, scusa per il malinteso, mi ero confusa con un altra persona. Grazie mille per il commento, sei gentilissima! Io, personalmente credo che in tutti ci sia del buono, e mi sono sempre chiesta cosa avesse potuto sentire Rita, quindi mi è venuta l'idea di approfondire, ma questo dipende da ciò che ognuno pensa del personaggio. Grazie ancora, spero che recensirai di nuovo. Baci.
Ciao dunky, sono contenta che ti piaccia la mia fic, e intanto ti faccio di nuovo i complimenti per la tua! Commenta ancora, per favore! Bacioni.
Piccola Vero, grazie al cielo tu mi perdoni questi ritardi imperdonabili! Grazie per i complimenti e per la recensione. Spero che commentera anche questo cap. Baci.
Gokychan!!!!!Almeno tu mi capisci! Ancora mi fai i complimenti?? Pensavo che prima o poi mi avresti strozzata invece di adorarmi ;) Grazie per la recensione! Commenta ancora, bacioni&abbraccioni!
Ciao MissPotter! Grazie per i complimenti!!! Sono contenta che ti piaccia, spero che mi recensirai anche questo capitolo! Baci.
Summers84, grazie della recensione! Il rapporto non è ancora perduto, e non credo che accadrà mai, ma io sono brava a complicare le cose, quindi aspetta e vedrai venire il finimondo, forse! Commenta ancora! Bacioni!
Ciao APPLETREE (faccio i complimenti per il nick, è stupendo!) grazie per la recensione! Capisco la tua critica e sotto un certo punto di vista hai ragione, ma a mia difesa posso dire che nella mia mente contorta Harry ha disperatamente bisogno di qualcuno di cui fidarsi, e quindi ho deciso esagerare un po' la confidenza per poi complicare un po' le cose. Spero che recensirai ancora. Bacioni, e grazie di nuovo.
E dulcis in fundo...Regulus_Black! E' arrivata appena in tempo con la sua recensione tempestosa!!! Mi sei mancata, Reg, ma quando finalmente ho visto il tuo commento ho cominciato a ballare la hola(si scrive così?) sopra il letto! Ti è piaciuto??? Commenta, kia! Bacioni, ci sentiamo!
Vorrei aggiungere che la razza del cane non è ovviamente inventata e se vi interessa vedere una foto cercate su google "Akita inu".


Se vi interessa, ho scritto una one-shot "TUM" con protagonisti Harry e Severus, spero che leggiate e commentiate
Bacioni&abbraccioni!


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Capitolo 17
*** 17.Niso ***


ff hp 17


"Eddai, Sev! Accarezzalo! Sù, è buonissimo!"
Severus sospirò rassegnato e con una mano tocco il muso del cane, accarezzandogli delicantamente la pelliccia.
Il cane lo leccò una volta soltanto, come se avesse capito che all'uomo non piaceva quel contatto.
Ally si ritenne soddisfatta ed annuì al negoziante.
In circa venti minuti, tutte le carte erano firmate e Severus si ritrovò con in mano un guinzaglio, ed una donna sorridente al suo fianco.
FINE CAP. 16





"Stai buono! No...non toccarlo...No-non osare! Se solo rompi quel vaso giuro che ti porto da un tosatore di pecore e mi faccio fare una pelliccia di Akita inu!" La voce tonante di Severus esplose nel salotto di Manor Prince.
Il cane stava vagando per la stanza, annusando ogni angolo della sala.
Severus tentava invano di fermarlo.
Se riesco a mettere le mani su quella creatura... Oppure no! Se riesco a mettere le mani su quell'impertinante consuma-calorie... pensava Severus, mentre con una mano cercava di ostacolare il muso curioso del cane.

Erano tornati da circa venti minuti. Ally aveva dato un'occhiata ad Harry e se n'era andata, insieme a Minerva.
La donna aveva detto che Harry aveva dormito pacificamente per tutto il tempo, senza mostrare il minimo segno di coscienza.
Harry ancora giaceva sul suo nuovo letto a baldacchino.
Severus era rimasto a guardarlo per alcuni minuti, prima di dirigersi al piano di sotto ad occuparsi della bestia pulciosa.
Harry gli era sembrato così tanto vulnerabile.
Si rendeva conto che non era un bambino, ed ogni volta che pensava a lui come tale, un leggero senso di colpa prendeva forma in lui.
Era suo dovere vedere Harry come un giovane uomo, non un infante.
Harry aveva sedici anni ed era estremamente insicuro.
Ally gli aveva detto che se lui l'avesse trattato come un bambino, Harry avrebbe cominciato a comportarsi come tale.
E questo non doveva succedere, Severus lo sapeva bene.
Il professore non aveva dimenticato la minaccia che consisteva Lord Voldemort, e -stando a quello che Silente gli aveva lasciato intendere- il ragazzino avrebbe dovuto partecipare alla guerra.
Ed in prima fila, anche.

Ma un vecchio saggio una volta gli aveva detto "ci sono due giorni a cui non devi pensare mai: ieri e domani"
Così, Severus si disse di pensare all'oggi e nel suo presente esistevano un cane gigantesco e pulcioso ed un figlio adolescente che si era appena svegliato.


                                                                           
                                                                        ***



Harry uscì dalla porta del bagno con addosso il suo nuovo accappatoio profumato.
Severus gli aveva riluttantemente dato il permesso di alzarsi, e lo aveva accompagnato in bagno dicendogli di lavarsi, e poi di vestirsi con gli indumenti che avrebbe trovato pronti sul suo comodo letto.

Quando Harry fu pronto si guardò per un secondo allo specchio.
All'ospedale aveva avuto solo due volte la possibilità di farsi una doccia, ma aveva preferito evitare di guardarsi in uno specchio.
Non aveva voluto vedere ciò che suo zio era riuscito a fare di lui.
Ma ora che non si trovava più al st. Mungo, decise di rischiare e si osservò attentamente.
Non era mai stato un narcisista, nè particolarmente vanitoso, ma quando vide la sua immagine riflessa non riuscì a trattenere un gemito.
Aveva un aspetto orribile.
Era pallidissimo.
Sotto gli occhi erano scavate delle occhiaie scure.
Alcuni lividi non erano ancora scomparsi dalle sue guance.
La pelle era tirata e il suo corpo sembrava nuotare in una tempesta tra i vestiti.

Sì allontanò dallo specchio, e corse al suo nuovo letto.
Si sedette e chiuse gli occhi cercando di scacciare l'immagine di sè.

Fu in quella posizione che il suo tutore lo trovò.
Gli occhi chiusi, la schiena tesa, seduto sulle coperte del suo letto a baldacchino.
Severus gli si avvicinò e si sedette accanto a lui, tentando di fare poco rumore.
Harry spalancò gli occhi solo quando sentì il materasso abbassarsi.
Senza dire una parola si allontanò dal professore, che fece finta di non notare.
"Va tutto bene?" Chiese Severus.
No.
Non andava tutto bene.
Ma cos'avrebbe dovuto rispondere Harry?
No. Non va tutto bene. Mio zio ha tentato di uccidermi. L'unica famiglia che avevo, l'ho persa. Per quanto imperfetta, era l'unica famiglia che avevo. E l'ho persa. Ed ora sono solo. E sembro un morto vivente che vaga per una casa che non è casa. Una casa non mia. Una casa. Nient'altro che una casa. Niente mi accomuna a questa casa. Secondo te, va tutto bene?
Se quello fosse stato un mondo perfetto, quella sarebbe stata la risposta di Harry.
Se fossero stati in un mondo perfetto, Severus l'avrebbe tenuto tra le braccia finché non si fosse calmato e sarebbero stati una famiglia.
Ma il loro, o il nostro, non era, non è e non sarà mai un mondo perfetto.
"Sì, tutto bene."
"Vieni di sotto. C'è una sorpresa per te."
Harry guardò Severus con la fronte corrucciata "Una sorpresa per me?"
Severus annuì "E' quello che ho detto."
"Che sorpresa?"
Severus inarcò le sopracciaglia "Questa è una delle tipiche domande dei Grifondoro. Che sorpresa sarebbe se ti dicessi cos'è?"
Harry sorrise "Giusto."
Severus si alzò e gli porse una mano per aiutarlo a fare lo stesso.
Harry esitò per un secondo e poi la prese.
Severus lo diresse verso le scale che portavano al piano inferiore.
Scesero lentamente i gradini.
Harry si mordeva il labbro inferiore, ansiosamente.
Non gli erano mai piaciute le sorprese.
Ne aveva già avute abbastanza nella vita, e non avevano mai portato nulla di buono.
Arrivarono insieme alla porta del salotto che fu aperta da Severus.
Il professore lasciò passare Harry.
Il ragazzino entrò nella stanza silenziosa.
Si guardò attorno, ma nulla di strano gli saltò agli occhi.
Severus era dietro di lui, taciturno.
Harry si volse verso di lui con un sorriso timido.
"Cosa c'è?" chiese Severus, anche se sapeva cosa Harry gli stava domandando con quell'espressione.
Harry fissò il pavimento e mormorò "Nulla"
Severus lo osservò con dispiacere.
Aveva sperato che Harry si fidasse abbastanza da aprirsi con lui, ma, ovviamente, quello sarebbe stato troppo semplice.
Il loro non era un mondo perfetto, dopotutto.
Si avvicinò al ragazzino e gli posò le mani sulle spalle, guidandolo all'angolo più lontano della stanza.

Il cane era rimasto immobile all'ingresso di Harry, come per non spaventarlo.
Non aveva fatto alcun rumore.
Aveva osservato attentamente il suo nuovo padrone, come se sentisse dentro una strana responsabilità.
Aveva tentato di leggerlo dentro e l'istinto gli aveva detto di essere silenzioso e docile con quel ragazzino.

Harry sentì le mani di Severus costringerlo gentilmente a fermarsi.
Guardò vero il basso e si ritrovò davanti un cane maestoso, alto quasi quanto lui, la pelliccia marrone, gli occhi grigio chiaro che lo fissavano con sguardo penetrante.
Quegli occhi.
Erano familiari.
Erano osservatori ed orgogliosi.
Rassicuranti e leali.
Erano quasi umani.
Gli infondevano sicurezza.

Le mani di Severus lasciarono le sue spalle, e Harry alzò lentamente una mano per toccare con incertezza la pelliccia dell'animale.
Il cane restò immobile e non distolse gli occhi da quelli del ragazzino.
La mano di Harry raggiunse il pelo morbido e cominciò a muoversi lentamente, accarezzandolo.
Il cane chiuse gli occhi per un secondo nel piacere, poi li riaprì e cominciò a leccare la mano del ragazzino, che sorrise.
Mentre continuava ad accarezzare il pelo del cane, Harry si voltò ghignante verso Severus, che lo fissava soddisfatto.
"Allora, ti piace?"
Harry sgranò gli occhi "E'...è per me?"
"E per chi altro? Ti sembro per caso un amante delle pulci?"
Harry sorrise di nuovo, ma non rispose.

"Da quel sorriso dovrei dedurre che sei soddisfatto?"
"Ma signo..." Harry si corresse allo sguardo di rimprovero del professore "Severus, non dovevi, io non... io non lo merito."
"Harry, lascia che sia io a decidere ciò che meriti o meno."
Il ragazzino abbassò il capo "Sì, Severus. Ma non avresti dovuto, hai già fatto abbastanza per me."
"Harry, se ritengo che meriti qualcosa di più..."
"Ho detto che hai già fatto abbastanza per me! Deve esserti costato un sacco di galeoni!"
"Decido io come spendere i miei soldi, Harry. Ora..."
"Ma non dovevi! Non posso accettare."
Severus alzò la voce "Smettila, signor Potter. Questo è un regalo per te, e non l'ho fatto perché dovevo."
Harry protestò ancora "Severus, non merito tutto questo. Hai già fatto anche troppo per me. Non posso, davvero, non posso accettare."
Severus sbatte la mano sul ripiano di un tavolo, provocando un rumore forte "Perché non puoi semplicemente sorridere e ringraziare, come farebbero tutti i ragazzini della tua età? Smettila di protestare, se non vuoi che mi arrabbi davvero!"
Harry trattenne il respiro, e chiuse la bocca.
"grrrrr" il cane si era messo davanti a Harry e scopriva i denti nella direzione del professore.
Severus arretrò di un passo, spaventato.
Da sé stesso, non dall'animale.
O forse l'animale era stato proprio lui in quel momento.

Dentro di Harry, i sentimenti di rabbia e di paura sembravano essere in battaglia.
Alla fine, l'ira parve soppiantare il timore, e Harry allungò una mano verso il cane, lo accarezzò dolcemente e questo si calmò.
Harry alzò lo sguardo verso il professore, sorrise freddamente e, con tono impassibile, disse "Grazie mille, signore."
Voltò le spalle al suo tutore, che se ne stava immobile a guardarlo, ed uscì, dirigendosi alla sua stanza.
Il cane guardò irosamente Severus e poi seguì il ragazzino.



                                                                            ***


Severus sedeva sul divano a fissare il fuoco scoppiettante del camino.
Non poteva più permettersi di perdere il controllo così.
Se Harry pensava di non meritare nulla, lui l'avrebbe convinto fermamente del contrario.
Niente più urla.
Niente più perdite di pazienza.
Doveva imparare ad essere più tollerante.
Doveva mettersi in testa che quello non era un gioco.
Doveva capire che se avesse esagerato, non ci sarebbe stata nessuna casata di Hogwarts a perdere punti.
Avrebbe perso molto di più.
Doveva ricordare che ora non poteva più giocare a fare il professore perfido e antipatico.
Adesso doveva fare il padre.
Il padre di un ragazzino con un'autostima inesistente.

Fu distratto dalle fiamme che divennero di un colore verde, avvertendolo di una richiesta di incontro da parte del preside di Hogwarts.
Estrasse la bacchetta e pronunciò le parole "libera ascendio".
Albus Silente uscì dal camino di Manor Prince, vestito in modo eccentrico.
Indossava una tunica viola brillantata, che risplendeva alla luce del fuoco.
"Albus" Severus cennò con il capo.
"Ciao, Severus. Sono venuto ad avvertirti del fatto che mi sono personalmente occupato del Ministro e dei gentili signori Dursley."
"E allora? Cosa ne hai fatto di loro?"
Silente sospirò e andò a sedersi su di un sofà, senza chiedere permesso e poi parlò "Ti posso assicurare che Cornelius non vi infastidirà più, o, almeno, non lo farà per molto tempo."
Severus si sedette di fronte a lui, mentre una sensazione di sollievo prendeva corpo in lui.
"Per quanto riguarda i Dursley," proseguì il preside " ho rimandato Petunia ed il figlio a Privet Drive, dopo essermi assicurato che non dimenticassero tutto ciò che Harry è stato costretto a sopportare." Un brillio vendicativo si fece strada nelle iridi azzurre di Silente.
Severus corrucciò le sopracciglia "E quella sottospecie di balena di suo zio?"
"Ah...vedi, Severus, ho dovuto rifletterci molto, ma alla fine ho trovato una soluzione che mi sembra perfetta. In questo momento, il signor Dursley è rinchiuso in una delle celle dei sotterranei di casa Black. Lo terremo lì per un tempo adeguato, e lo faremo pentire delle sue azioni. Poi lo rimanderemo in Privet Drive, dove non potrà mai più torcere un capello a Harry."
Severus restò silenzioso per alcuni minuti.
"Non c'è la minima possibilità che Harry si ritrovi in una delle celle di Grimmauld Place, non è vero, Albus?"
"Severus, il ragazzo è sotto la tua cura, adesso. Perché mai dovresti mandarlo in quella casa?"
"Giusto. Hai ragione. Lui è mia responsabilità, ora. Sarà al sicuro." Sembrava che Severus stesse cercando di convincere sé stesso.
"Severus, andrà bene. Saprai proteggerlo da quell'uomo."
E da me? Saprò proteggerlo da me stesso?



                                                                        ***


Era quasi ora di cena quando Silente tornò al castello, lasciando Severus a pensare ad un modo per rimediare con Harry.
Il professore si alzò dal divano, e si diresse alla stanza di suo figlio.
Fece un respiro profondo e bussò.



                                                                         ***


Harry aveva aperto uno dei libri di storia della magia per trovare un nome adatto al suo nuovo cane.
Dopotutto, se non gli era permesso rifiutare, doveva affezionarsi all'animale.
Sfogliando le pagine, trovò il nome perfetto.
Niso   
Eroe troiano.
Morì con il compagno Eurialo che non volle abbandonare nell'agguato di morte  nel campo di Rutuli.
Morirono colpiti da un Avada Kedavra.
Eurialo e Niso costituiscono un esempio di immortale amicizia che va oltre la morte.



Perfetto pensò.
Qualcuno bussò alla porta della sua camera.
Harry guardò esitante il cane, poi si voltò verso la porta e disse con voce incerta "Avanti."




















SPAZIO AUTRICE
Ragazzi, sono arrivata presto stavolta!!!!!! Non sono passate nemmeno 2 settimane dall'ultima aggiornamento, siete contenti???
Mi dispiace ma non ho il tempo di fare tutti i nomi stasera, comunque ringrazio come sempre tutti i lettori, quelli che hanno recensito e quelli che mi hanno messo tra i preferiti. Mi dispiace di arrivare tardi con gli aggiornamenti, ma le giornate sono sempre piene, e ho poco tempo per scrivere.
Io adoro scrivere, lo faccio per me e per voi, ma vi chiedo di capire che non è semplice aggiornare tanto spesso. Se voi capirete questo, io vi assicuro che tenterò al massimo di aggiornare almeno ogni due settimane e, se ce la farò, una volta alla settimana. Intanto godetevi questo capitolo.
Vorrei ricordarvi che se volete parlare con me della fic andate in questo blog--->
http://cid-3d27e9285c7e6506.spaces.live.com/ e scrivete nel guestbook, al più presto metterò una tagboard.Bacioni, pikkola prongs.

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Capitolo 18
*** 18.Scuse ***


ff hp 18

Qualcuno bussò alla porta della sua camera.
Harry guardò esitante il cane, poi si voltò verso la porta e disse con voce incerta "Avanti."
FINE CAP.17





Severus entrò nella nuova stanza di Harry, e lo vide.
Vide il ragazzino distrutto che aveva cercato in tutti i modi di aiutare.
Vide i pezzi dell'anima che aveva cercato di ricomporre con un po' di magic-scotch.
Si rese conto che non sarebbe bastato per raccoglierli tutti, sarebbe servito qualcosa di più resistente di un semplice magic-scotch.
E vide cosa sarebbe servito.
Lo vide in quegli occhi verdi, così tanto simili a quelli di colei che gli aveva dato amore, per la prima volta.
Harry avrebbe avuto bisogno di tutto ciò che Lily aveva dato a lui, e forse anche qualcosa di più.

Harry guardò il professore con la testa chinata.
Lo vide avanzare lentamente verso di lui.
Il ragazzino abbassò il capo, e sentì il peso del suo tutore premere sul materasso.
Un sospiro.
Due sospiri.
Tre sospiri.
"Vuole dirmi qualcosa, professore?" si decise a chedere il ragazzino, alzando il volto per guardare negli occhi il suo tutore.
"No. Tu vuoi dirmi qualcosa?" Severus rispose seriamente NO! Non dovevi dirgli questo! Ricomponi le idee e chiedigli scusa, subito!
Harry stava per replicare, quando il professore alzò una mano per bloccarlo ed, evitantando il suo sguardo, parlò "Sì, volevo dirti una cosa. Vorrei...voglio...voglio sapere se stai bene." Ma no! Da dove ti è venuta fuori questa? Severus si decise ad ascoltare la sua coscenza.
Interruppe di nuovo il tentativo di risposta del ragazzino "No, Harry. Non è questo che volevo dirti. Cioè, vorrei sapere se stai bene, ovviamente, ma non è per questo che sono venuto qui. Vorrei...voglio chiederti scusa." Sospirò profondamente, sottratto del peso della colpa.
Harry spalancò gli occhi, sorpreso.
Severus continuò "Mi dispiace per aver alzato la voce, e mi dispiace per essere stato impaziente e sgarbato. Spero...spero solo che tu possa accettare le scuse."
Si sentiva ridicolo, e Harry non lo stava mettendo a suo agio con quegli occhioni da cerbiatto che lo fissavano un po' increduli, un po' apprensivi, un po' saggi.
Il ragazzino si decise finalmente a parlare "Va bene, professore."
"No, Harry, non va bene. Il fatto che hai ricominciato a darmi del Lei e a chiamarmi professore indica che non va affatto bene."
Harry abbassò il capo, rendendosi conto dell'errore  "Mi dispiace, Se-Severus. La forza dell'abitudine."
Il professore annuì "Sì, immagino. Cerca di chiamarmi sempre per nome, anche quando ti sembro arrabbiato. Solo perché la mia voce è minacciosa, non significa che ti farò del male."
Harry annuì, ma non lo guardò.
Severus non riusciva a vedere la sua espressione, ed un dubbio si insinuò nella sua mente "Lo sai, vero Harry? Lo sai che io non alzerei un dito su di te nella rabbia, vero?"
Harry lo studiò di sottecchi, come per valutare quale sarebbe stata la risposta giusta.
Decise per il silenzio.
"Harry?" Severus sembrava preoccupato.
"Sì, Severus?" Venne la timida replica.
"Rispondi alla mia domanda, Harry."
Non era una richiesta, ma un ordine.
Harry sospirò rassegnato, sapeva già la risposta che il suo tutore si aspettava "Lo so, Severus."
Severus prese con una mano il mento del ragazzino e lo costrinse ad alzare il viso "Harry, non voglio che tu mi dia la risposta che vorrei. Tu devi dirmi la verità. Non mi piacciono le bugie."
"Non era una bugia. Lo so, davvero...Solo...solo che è difficile non avere paura quando ti arrabbi."
Severus annuì, lentamente ed abbassò lo sguardo, notando il libro aperto posato sulle coperte del letto.
"Hai già cominciato a studiare? Non è un po' troppo presto?"
Harry restò sospreso dal cambiamento di discorso, ma si riprese in fretta "Studiare? No, non direi."
"Ma che strano! Mi aspettavo che avessi già fatto tutti i compiti di Pozioni!" Venne la replica sarcastica.
Harry quasi sorrise.
Quasi.
Severus chiese "Allora, che libro è?"
"E' un libro babbano, sui poemi omerici."
"Tu leggi i poemi omerici?" Domandò parecchio stupito il professore.
Harry sorrise veramente, quella volta "No. Mai letti. Non sono incline al suicidio."
"E allora...?"
"Allora, stavo cercando un nome adatto al cane." Disse Harry lanciando un'occhiata all'animale che stava immobile accanto al letto.
Severus sembrò confuso "E l'hai trovato?"
Harry annuì "Niso."
"Niso." Ripeté Severus.
Sembrava compiaciuto.
Guardò Niso, e poi Harry "Quindi...hai deciso di accettarlo." Era una constatazione, più che una domanda.
Il ragazzino si alzò d'improvviso per andare ad accarezzare il cane, che gli leccò docilmente la mano.
Severus decise di lasciar perdere, per una volta.



                                                                                           ***


Passarono un paio di giorni, nei quali Severus cercò di avvicinare Harry e di parlarci liberamente, ma il ragazzino era sempre a disagio e sorrideva raramente.
Severus sapeva che presto sarebbe giunto il compleanno di suo figlio.
Si sentì in dovere di fare qualcosa per Harry, magari il ragazzino lo avrebbe premiato con un sorriso.

La sera prima della visita di Ally, i due maghi stavano in salotto a meditare in silenzio, quando Severus interruppe la taciturna quiete della stanza.
"Quanti ne abbiamo oggi, Harry?"
Harry alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e disse "20, Severus. Oggi è il 20 luglio."
Di nuovo, cadde il silenzio.
E di nuovo fu interrotto da Severus "Sai, stavo pensando che tra pochi giorni è il tuo compleanno."
Harry non alzò gli occhi dal libro, questa volta, ma sembrava prudente, come all'erta.
Severus proseguì "Cosa ti piacerebbe fare?"
La risposta venne, ma fintamente disinteresata "Nulla. Quello che faccio tutti i giorni."
Il professore guardò suo figlio di sottecchi, per alcuni secondi "Non vorresti fare niente di speciale?"
"Non ho mai fatto nulla di speciale per il mio compleanno. Non vedo perché dovrei cambiare abitudine proprio ora, Severus."
"Te li posso mostrare io uno o due motivi. Forse potresti cambiare abitudine perché, adesso, quello che pensano i tuoi zii non conta più niente. Oppure potresti farlo perché, ora, ci sono io con te e mi piacerebbe vederti comportare come un qualsiasi quindicenne, e so che forse ti chiedo troppo, ma davvero sarei contento di farti passare un compleanno che possa essere simile a quello di un ragazzino felice."
Harry lo guardava sbalordito "Tu pensi che io non sia felice? Pensi che non sia felice del fatto che mi sia data la possibilità di avere qualcuno che si preoccupi per me?"
Severus sospirò "Harry, non sembri esattamente una persona felice, e di questo non ti incolpo. Ne hai passate tante, e questo lo so, quindi non fingere con me. Non devi fingere che non sia accaduto niente, e non devi fingere di essere sereno."
Harry lo fissò per alcuni secondi, poi sorrise di un sorriso falso, che non arrivava agli occhi "Sai già chi sarà il nuovo candidato per la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure?"
Severus vide lo sguardo di Harry tornare al libro.
Il ragazzo non era affatto bravo a cambiare discorso, ma decise che lo avrebbe lasciato fare.
Sapeva che quello non era un argomento semplice.
Rispose, ostentando indifferenza "No, ancora non lo so. Avrei voluto chiedere io il posto, ma Silente è già deciso a rifiutarmelo."
Osservò l'orologio e disse "Credo che per te sia il momento di andare a dormire. Vai a prepararti, arrivo fra poco a darti la buona notte."
Harry annuì e si alzò, dirigendosi alla sua camera, tentando di celare il sollievo che lo aveva invaso quando avevano cambiato argomento.

Onestamente, non voleva fare nulla di importante il 31 luglio.
Desiserava solo stare con il suo tutore.
Dove c'era Severus per lui era casa, e casa era un posto sicuro.
Il posto sicuro che non aveva mai avuto, ed ora che lo aveva non voleva perderlo per nulla al mondo.
Certo, gli sarebbe piaciuto rivedere Ron e Hermione, ma non voleva chiederlo al professore, per paura che lui si infastidisse per il fatto di avere tre grifondoro in casa.
Harry decise che non avrebbe chiesto nulla a Severus per il suo compleanno.
Era soddisfatto di quello che aveva: un tutore, un posto sicuro, e un'assistente sociale stressante che lo adorava.
Non desiderava altro.

Salì in camera sua, entrò nel bagno, si lavò e poi saltò sul suo letto.
S'infilò sotto le coperte ed attese l'arrivo di Severus, che entrò pochi minuti dopo.
Il professore si sedette sul letto, e guardò il ragazzino sdraiato supino accanto a lui.
Gli accarezzò i capelli e disse "Voglio che tu sappia che non sei bravo a cambiare discorso. Oggi ti ho lasciato fare, ma presto ne riparleremo, d'accordo?"
Harry chiuse lentamente gli occhi mentre la mano che gli spostava i capelli lo faceva rilassare "Va bene, Severus."
Passarono pochi minuti di silenzio in cui la mano di Severus non smise di accarezzare i capelli del ragazzino.
"Severus?"
"Sì?"
Harry riaprì gli occhi stanchi e disse con voce roca "Non credere che io non sia felice. La verità è che non ho mai avuto quello che tu mi hai dato ora, e non voglio rischiare di perderlo preoccupandomi per uno stupido compleanno. Non mi interessa, quello che mi hai dato è abbastanza, non voglio niente di più."
Ancora silenzio.
Harry chiuse gli occhi, nuovamente, e non udì le parole del suo tutore.
"Oh, Harry, tu meriti così tanto di più.... Harry? Harry, mi hai sentito?" Severus sospirò "Buona notte."





















SPAZIO AUTRICE
Sono tornata! Chiedo scusa per il ritardo, ma ricordate che non lascierò questa fic incompleta, fidatevi. Quando inizio una cosa, non la lascio mai interminata.
Spero che vi sia piaciuto. Ringrazio Zizela, Hara, iaco, himeno chan, Lela92, Summers84 e tutti quelli che continuano a seguirmi.
Bacioni, al prossimo capitolo.
Ciao ciao.




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Capitolo 19
*** 19.Muffliato ***


ff hp 19


"Severus?"
"Sì?"
Harry riaprì gli occhi stanchi e disse con voce roca "Non credere che io non sia felice. La verità è che non ho mai avuto quello che tu mi hai dato ora, e non voglio rischiare di perderlo preoccupandomi per uno stupido compleanno. Non mi interessa, quello che mi hai dato è abbastanza, non voglio niente di più."
Ancora silenzio.
Harry chiuse gli occhi, nuovamente, e non udì le parole del suo tutore.
"Oh, Harry, tu meriti così tanto di più.... Harry? Harry, mi hai sentito?" Severus sospirò "Buona notte."
FINE CAP.18


Luce verde... Voldemort...
Luce verde... "perderai, Harry, ogni cosa. Proprio come hai perso loro."
Mamma... papà...










"AHAAAAAAAAA!"
Harry aprì gli occhi, la fronte imperlata di sudore freddo.
Voltò il viso e fissò lo sguardo sulla porta della sua camera.
Severus non c'era.
Ovviamente.
E poi perché avrebbe dovuto aspettarselo?
Si alzò e si trascinò con le gambe tremanti verso la porta del suo bagno.
Entrò e cadde a terra, poggiando la fronte sulle mattonelle fredde del pavimento.
Non notò l'impercettibile aura di magia aleggiare attorno a lui, escludendo il mondo dal rumore dei suoi singhiozzi.
Ora che il sogno era terminato, ora che la paura era scomparsa, Harry non poteva fare a meno di sentirsi vuoto.
Un vuoto che qualcuno avrebbe dovuto colmare in quel momento.
Si costrinse a non pensare a quel qualcuno.
In fondo, non avrebbe dovuto aspettarsi nulla.
Severus gli aveva già dato abbastanza e Harry non poteva permettersi di comportarsi come un bambino.
L'ultima cosa che voleva era che Severus si stancasse di lui.
Si fece forza e avvicinandosi al WC, espulse tutto ciò che aveva mangiato la sera precedente.
Rimase per alcuni minuti appoggiato al pavimento ghiacciato e poi si alzò, cominciando a lavarsi ed a prepararsi per la giornata.


                                                                ***


Al piano di sotto, Severus ed Ally erano concentrati sulla loro poco civile conversazione.
"TI HO DETTO DI..."
"Smettila, o sveglierai Harry!"
"...di allontanare gentilmente quella creatura da casa MIA!"
"Severus..."
"Va bene. Non sto urlando. Io non sto urlando. Non sto affatto URLANDO!"
"Sì, Severus, hai assolutamente ragione." Disse Ally con un sorriso beffardo
Severus respirò profondamente "Ascoltami bene, Consuma-calorie: la cosa che tollero ancora meno di te e di quel cane pulcioso, è la creatura che hai osato portare in casa mia. E ora, tu sarai così gentile da riportarla da dove è venuta."
"Severus, non esagerare..."
"Un gatto! Dove diavolo hai trovato il coraggio di portarmi un gatto dopo che mi hai praticamente costretto a comprare un cane?"
"Severus, ora basta. Non puoi reagire così ad ogni mia minima pazzia, altrimenti cosa succederà quando perderai la pazienza con Harry? Era una domanda retorica. Non ti devi preoccupare, comunque. Fluffy verrà via con me, appena me ne andrò..."
"Oh, per Merlino! Perché mi hai detto il suo nome? Non mi interessava, non volevo saperlo. Ora, per favore, portalo via. Una bestia pulciosa in casa è già abbastanza."
"Wof! Wouf"
"Silenzio, Niso. Giuro che se svegli Harry, ti porto da un vetericoso!"
La risata di Ally interruppe il caos del salotto di Prince Manor.
Severus e Niso si voltarono con la medesima espressione confusa verso la guaritrice, mentre Fluffy se ne stava tranquillamente appollaiato sul divano in pelle del salotto.
Ally guardò affettuasamente il suo gatto e poi disse "Severus, tu continua pure a litigare con Niso. Io, intanto, me ne vado a guardare il mio adorato paziente che russa dolcemente." E ciò detto si diresse alla camera di Harry.
Arrivata alla porta, avvertì l'aura di un incantesimo.
Assottigliò lo sguardo e sguainando la bacchetta, come se fosse una spada, disse "Revela incanto"
Nell'aria apparve la parola Muffliato.
Perché Harry avrebbe dovuto fare un incantesimo del genere?
Cosa voleva nascondere dall'udito di Severus?
Ally entrò rapidamente nella stanza, pensando che il ragazzino potesse essersi fatto del male da solo.
Quando, però, vide la figura di Harry in piedi di fronte all'armadio, intenta ad allacciarsi i bottoni della camicia, sospirò di sollievo.
Decise di lasciar perdere la questione e di parlarne con Severus prima di turbare Harry.
"Ciao, tesoro."
Harry quasi saltò dalla sorpresa.
O dalla paura.
Si voltò e si costrinse a sorridere "Ciao, Ally."
Le mani gli tremavano tanto che non riusciva nemmeno a tenere il bottone.
Ally se ne accorse e con autorità degna della signora Weasley, gli scansò le mani e sistemò la camicia.
"Tutto bene, Harry?" Chiese riferendosi alle mani.
Harry tentò di dare una risposta ironica per mascherare l'esaurimento "Sì. Non sono mai stato bravo con le mani. E lo possono dimostrare tutte le pozioni che ho fatto scoppiare nelle lezioni di Severus."
Ally sogghignò.
Finì di allacciare i bottoni e si allontanò per dare un'occhiata critica e contemporaneamente soddisfatta al ragazzo "Hmm... Niente male. Le ragazze ti moriranno dietro, fidati." Quando vide le sopracciglia di Harry alzarsi in segno di scetticismo, aggiunse "Dico davvero! Devi solo riprendere un po' di peso e un po' di colore. Sei pallidissimo. Ma a parte questo, devo ammettere che mi sto innamorando di te, e dei tuoi occhioni verdi."
Harry si voltò per non mostrare l'imbarazzo e cercò di ribattere "Strano. Pensavo che tu fossi più attratta dagli uomini misteriosi, vestiti di nero, e fissati con le pozioni."
Nessun rumore venne da Ally per alcuni secondi, così Harry si girò per guardarla e la trovò accanto al suo comodino, mentre fissava la foto di Ginny Waesley.
"Wow! Non immaginavo ti piacessero le rosse! A quanto pare, dovrò tingermi i capelli." E detto questo, Ally sospirò in modo teatrale.
Harry arrossì "Non dire sciocchezze. Dov'è Severus?"
"Ci sta aspettando di sotto."
"Andiamo, allora."
Ally ghignò "Non c'è fretta. Tuo padre è già abbastanza occupato in una seria discussione con il cane."
Harry sorrise "Io trovo che siano fatti l'uno per l'altra."
"Sono perfettamente d'accordo, tesoro. Ma temo che sia nostro dovere fermarli, prima che il loro rapporto sia rovinato."
Il ragazzino fece una risatina, prima di lasciare la sua stanza con la donna.


                                                           
                                                                                    ***


Harry e Severus erano entrambi seduti sul divano di fronte al camino acceso, quella sera.
Il ragazzo era semiseduto tra le gambe del professore, con la schiena poggiata al petto dell'uomo.
Non capitava spesso che i due stessero così a stretto contatto, soprattutto perché Harry era molto timido e non osava avvicinarsi troppo al suo tutore se non era necessario.
In effetti, Severus aveva dovuto insistere per alcuni minuti perché Harry si mettesse in quella posizione.
Ally gli aveva detto che il contatto fisico era fondamentale, e, anche se non sopportava seguire i consigli della donna, sapeva che aveva ragione. 
La giornata era passata tranquillamente, mentre Ally parlava con Harry delle giornate che aveva trascorso al manor e contemporaneamente stuzzicava Severus.
Poi Ally se n'era dovuta andare, con Fluffy, che era rimasto appollaiato sulle gambe di Harry per qualche ora.
Con una carezza per Harry ed un bacio sulla guancia per il professore, la donna se n'era andata.
Ed ora i due maghi si trovavano lì, vicini ed intenti a prendere confidenza l'uno con l'altro.
"Allora, ci hai pensato, Harry?"
"A che cosa?"
Severus sospirò.
Aveva sperato di non tirarla per le lunghe.
Rispose "A quello che vuoi fare per il tuo compleanno. Ti avevo detto che avresti potuto fare una festa, ricordi?"
Harry abbassò lo sguardo "Oh, sì. Io non voglio che tu ti senta obbligato, Severus. Sono sicuro che non è esattamente il tuo sogno proibito avere un'orda di adolescenti Grifondoro in casa tua."
Piton ghignò "Bè... in effetti, un mese fa non avrei neanche preso in considerazione la possibilità, ma ora... ora è diverso. Tu... tu sei mio... figlio e... per me l'importante è che tu sia... a posto."
Harry sorrise, mentre il cuore batteva forte forte "A posto?"
Severus gli diede un colpetto sulla guancia, a disagio "Sai cosa intendevo, moccioso."
"Moccioso a chi? Stai molto attento, o Niso potrebbe aggredirti!"
"Io non ci scherzerei così tanto, sai? Quella bestia pulciosa ha già tentato di far sparire la metà dei cimeli della famiglia Piton, e presto vorrà cancellare l'esistenza dell'ultimo erede, il sottoscritto."
Harry giocò con la mano del suo tutore, osservando le lunghe dita macchiate dalle numerose pozioni.
"Harry?"
"Sì?"
"Allora? Cosa vuoi fare per il tuo compleanno?"
"Nulla."
"Non mentire, Harry."
Il ragazzino si scaldò "Ma io non sto menten..."
"Non ti mancano i tuoi amici? Weasley e Granger? Scommetto di sì. Ti piacerebbe invitarli qui per il tuo compleanno?"
Harry continuò a giocare con le dita di quella mano grande, prima di annuire, senza una parola.
Sentì un bacio premuto sulla sua nuca, e delle braccia stringersi attorno a lui.



                                                                                            ***


Più tardi quella sera, Severus era seduto sull'orlo del letto di suo figlio, mentre questo stava sdraiato a guardarlo, con addosso solo un pigiama.
"Buonanotte, moccioso" disse scherzosamente il professore.
"Buonanotte..."
"Cosa c'è?"
"Nulla...perché?"
"Pensavo che volessi aggiungere qualcosa" mormorò confuso Severus.
"Pensavi male."
La voce brusca di Harry, risvegliò lo spirito pungente dell'uomo.
"Non usare quel tono con me, ragazzo."
L'effetto fu immediato: Harry si allontanò con uno scatto e le scuse gli uscirono dalle labbra come una nenia spesso usata, come una canzone imparata a memoria.
"Scusi, signore. Mi dispiace, signore. Non volevo, mi dispiace... io non intendevo..."
Severus si preoccupò e si rimproverò mentalmente, mentre con mani esperte cercava di tenere Harry fermo e di calmarlo "Harry, va tutto bene, sei al sicuro. Non devi scusarti. E' colpa mia. E' a me che dispiace. Harry, per favore, calmati. Bambino, mi dispiace tanto, scusami. Non avrei dovuto reagire così. Calmati, ti prego. Va tutto  bene, Harry. Ecco, bravo, così..." il ritmo del respiro di Harry era ormai rallentato.
Severus si ritrovò un Harry piangente tra le braccia.
Lo cullò per circa cinque minuti, quando finalmente si addormentò.

Dopo circa mezz'ora, nella quale Severus era rimasto accanto al letto di Harry, il professore si alzò per andare nella sua camera a riposare dopo quella lunga giornata.
Sapeva che avrebbe presto dovuto parlarne con Ally, ma in quel momento era troppo stanco e provato.
Lo sguardo agonizzante di Harry lo privava sempre di energia.
Sapeva che avrebbe anche dovuto imparare a controllarsi: niente più scenate, niente più urla, solo parole fredde ed impassibili.
Sarebbe stato difficile, ma ce l'avrebbe fatta.

Arrivò alla sua camera, e cambiandosi, occhieggiò il Marchio Nero nella sua lucentezza, promessa di sofferenze, di illusione, di falso potere, di oscurità.
Doveva farlo per redimersi, per poter annullare la colpa.
Ogni singolo omicidio.
Ogni tortura.
Ogni morte.
Per ogni animo perduto.
Per Harry, solo per Harry.

       


Dopo essersi cambiato, Severus si avvicinò al suo letto e notò una lettera.
La prese in mano e notò il nome del mittente.
Allyson Backer.


















SPAZIO AUTRICE
Ciao ragazzi! Vi è piaciuto? Ci ho lavorato parecchio, anche se non era un capitolo particolarmente lungo. Spero siate contenti.
Grazie Saretta, finalmente sei tornata, grazie mille per i... complimenti. Ti voglio bene, baci.
Grazie anche a Zizela, immancabile e costante, che mi ha seguito fino ad ora. Grazie per i complimenti e per la recensione, baci.
Grazie a iaco per i complimenti ed il commento. Bacionissimi.
Cesarina89, grazie per l'entusiasmo, mi sei piaciuta. Spero che recensirai ancora. Kiss.
Grazie a himeno chan, come sempre, per i complimenti e per la recensione.
E grazie a Tigre94,(piacere anch'io sono Giulia;)) spero che continuerai a seguire, presto saprai qualcosa di più sui Dursley, non ti preoccupare. Grazie per il commento e i complimenti. Bacioni.
Commentate ragazzi! Che vi costa? E' soprattutto per voi che cerco di aggiornare in fretta (e non sempre ci riesco!), ci proverò stavolta, ma voi recensite, ok?
Bacioni a tutti!
Alla prossima.




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Capitolo 20
*** 20.Punizione ***


ff hp 20
Dopo essersi cambiato, si avvicinò al suo letto e notò una lettera.
La prese in mano e notò il nome del mittente.
Allyson Backer.
FINE CAP.19






Avrebbe dovuto saperlo.
Avrebbe dovuto sentirlo.
Aveva sempre avuto fiuto per questo genere di cose.
Ma questa volta aveva fallito.

Non dormì quella notte.




                                                                            ***


"Buongiorno"
La voce calda di Harry si fece sentire nella cucina di Prince Manor.
Severus non si mosse, rimase seduto di fronte al suo piatto di pancetta affumicata.
Harry lo guardò stranamente e sedette nella sedia accanto alla sua.
Dopo pochi attimi di silenzio, iniziò anche lui a mangiare.
Mentre Harry si concentrava sul suo piatto, Severus si permise di osservare la figura esaurita di suo figlio: la pelle delle guance era pallida, e non lasciava intravedere le sfumature di rosse che si intensificavano quando Harry si sentiva in imbarazzo.
Visto di profilo, Harry sembrava più magro della settimana precedente.

Severus estrasse dalla sua tunica più nera del solito una lettera.
La lettera.
Bruscamente la pose davanti al piatto di Harry.
Il ragazzino alzò lo sguardo, confuso, e, dopo un'occhiata fugace a Severus, prese in mano la pergamena e cominciò al leggere.

Caro Severus,
vorrei premettere che stai facendo un ottimo lavoro con Harry. Lo vedo fiorire nella tua cura, ma, come tu ben sai, il bambino ha ancora bisogno di tutto l'aiuto possibile.
Ieri, durante la mia visita, ho notato una cosa che mi ha preoccupato: quando sono andata a svegliare Harry, prima di aprire la porta della sua camera, ho avvertito le tracce di un incantesimo. Era Muffliato, Severus. Sono entrata subito nella sua camera, temevo che gli fosse accaduto qualcosa, e cercasse di nascondercelo. Ma era sveglio e si stava vestendo, e ho respirato di sollievo. Comunque ho notato che sembra esaurito, Sev, ha perso peso e gli tremavano le mani. Questo non va bene, Sev. Non gli ho detto nulla per non turbarlo, perché potrebbe anche non essere stato lui ad attivare l'incantesimo, ma ho controllato e nessun intruso è entrato in casa.
Ti consiglio di andare a controllare questa notte e di vedere se c'è di nuovo l'incantesimo. Fammi sapere al più presto. Vorrei avvertirti del fatto che per questa settimana verrò ogni sera a visitarvi, per assicurarmi che Harry non peggiori. Non c'è bisogno di ringraziarmi, Sev, so già quanto sarai grato alla mia costante presenza. Lo sai che vengo a trovarti volentieri, no? NO, non è un disturbo per me! Ma certo che verrò ogni sera per il resto dell'anno, Sev, non preoccuparti, non passerai mai più neanche 24 ore senza di me... No, dai scherzavo, ti darò un po' di tregua, stai tranquillo! Comunque, ci vediamo stasera.
Ally.

Severus si schiarì la gola, imbarazzato, e disse "Non fare caso all'ultima parte della lettera. Credo che tu abbia ormai capito a quale pericoloso individuo abbiamo affidato il nostro futuro."
Harry annuì.
"Allora? Non hai niente da dire, Harry?"
Dopo un momento di silenzio, il ragazzino parlò "Non so cosa stia succedendo. Io non ho lanciato nessun incantesimo. So che non è permesso durante le vacanze estive."
La voce di Severus si fece più severa "Non mentire, Harry. Sono venuto a controllare questa mattina presto, ed attorno alla tua camera era evidente la presenza del Muffliato."
"Ma, Severus, te lo giuro, non sono stato io!"
"Non mentire, ho detto! Non capisco cosa tu stia cercando di nascondermi. Quando sono venuto a controllare, ti ho trovato che dormivi tranquillamente, e proprio non capisco..."
"Signore, per favore, credimi, non sto mentendo. Non sono stato io!" Due lacrime di rabbia caddero dagli occhi verdi di Harry.
Severus le asciugò con le sue dita e accarezzò il viso di suo figlio "Shhh... Va tutto bene, Harry... Giuro che non mi arrabbierò, Harry, voglio solo che tu mi dica la verità."
Il ragazzino continuò a piangere "Ma questa è la verità! Devi credermi, non sono stato io!"
"Harry sto provando a crederti, ma ragiona: chi altro può essere stato? Non c'è stato nessun intruso in casa. Io non avrei mai fatto una cosa del genere e non credo che Ally l'avrebbe fatto. Il cane non può essere stato e l'elfo domestico non aveva il permesso di farlo. Se non sei stato tu, allora chi?"
"Non lo so! So solo che non sono stato io!"
"NON ALZARE LA VOCE CON ME!"
I singhiozzi di Harry si fecero più forti.
Niso camminò con passo felpato verso il ragazzino e gli si pose davanti, ringhiando verso Severus.



"Che succede qui?" La voce di Albus Silente riecheggiò tra le mura di Prince Manor.
Severus fece un passo indietro, tentando di non far agitare il cane.
Il preside entrò nel salotto e osservò la scena davanti ai suo occhi: Harry seduto a terra piangente, il cane gigante a proteggerlo, mostrando i denti a Severus che si faceva indietro lentamente, con il petto che si alzava e si abbassava velocemente.  
Dopo un momento, Silente tentò di avvicinarsi al ragazzino, ma il cane si voltò verso di lui abbaiando forte.
Severus guardò il preside e disse "Ora vado a chiamare Ally. Albus, per favore, resta qui."


Severus tornò in alcuni minuti in compagnia di Ally.
La donna subito si rivolse al preside "Professore, le sarei grata se lei potesse aspettarci in un'altra stanza."
"Ma certo. Severus, se preferisci posso tornare più tardi."
Severus annuì, senza distogliere lo sguardo dal corpo squassato dai singhiozzi di suo figlio "Sì, grazie, Preside. A più tardi, allora."
Senza essere visto, Silente se ne andò.

Ally si fece avanti rapidamente e con una mano grattò le orecchie di Niso, calmandolo, senza una parola.
Il cane si fece da parte e si avvicinò di più a Severus, fissandolo con diffidenza.
Ally si chinò accanto al ragazzino tremante e prese ad accarezzarlo dolcemente sussurrandogli parole confortanti.
I singhiozzi scemarono e le lacrime sparirono.
Harry cominciò a respirare liberamente, e si appoggiò alla guaritrice.

Il professore squadrò Niso, batté le mani e gli ordinò "Vai."
Il cane non si mosse.
"A cuccia, altrimenti niente cena!"
Con un lamento e un'occhiataccia al padre del suo padroncino, il povero cane se ne andò.

Severus andò a sedersi vicino a suo figlio, ma non lo toccò.
Ally abbracciò il ragazzino, e, con un sospiro, chiese a Severus "Cos'è successo?"
Il professore le spiegò tutto, cercando di non lasciar trapelare l'identità del colpevole dell'accaduto.
Ad un certo punto, Harry intervenne con voce roca "Avevi giurato che non ti saresti arrabbiato."
Non sembrava irato, ma solo rassegnato alla situazione.
Severus gli rispose severamente "Ho perso il controllo perché mi hai urlato, e non mi piace quando lo fai. Anche se sono il tuo tutore, sono ancora un tuo insegnante e per di più un adulto, e un ragazzino della tua età deve mostrare rispetto agli adulti."
"Ti ho urlato perché ti ostinavi a non credermi."
"E io ti ho detto che volevo crederti, ma non sapevo cos'altro pensare. E comunque, io non ho alzato la voce con te, sono stato calmo e gentile."
Harry sbuffò "AH! Gentile!" disse sarcastico.
Severus lo guardò incredulo "Non lo sono stato? Non sono stato gentile?"
"Non mi hai neanche salutato, quando sono venuto a mangiare questa mattina!"
Ally gli passò la mano fra i capelli "Shh, non urlare, Harry."
"Non sto affatto urlando!"

Ally ghignò "Ma guarda un po' quanto vi somigliate, voi due!"
Harry si allontanò da lei, scettico.
Severus, comunque, la ignorò, e si alzò dirigendosi alla porta, e prima di uscire, si voltò verso suo figlio, dicendo "Sei in punizione. E' davvero un peccato, perché avevo pensato che ti sarebbe piaciuto fare un giro sulla scopa, oggi pomeriggio."
Harry spalancò gli occhi "Ma---"
"Ma, purtroppo, la tua Firebolt ha già un appuntamento con me, nel mio ufficio, il luogo in cui passerà tutta la prossima settimana."
"Perché--?"
"Perché un certo qualcuno non ha ancora imparato a controllare il suo tono."
Silenzio.
Severus proseguì a parlare, freddo "Ora vai in biblioteca, e inizia i tuoi compiti... Non iniziare con Pozioni, in quella materia voglio darti una mano. A mezzogiorno, ci sarà il pranzo e vedi di essere puntuale. Poi, passerai il pomeriggio in camera tua, chiaro?"
Harry annuì, ancora in silenzio.

Ally non aveva ancora detto una parola.
Severus la guardò, chiedendole silenziosamente, se aveva fatto la cosa giusta.
Lei sorrise.
Lui pure, inconsapevolmente.
Poi si rivolse di nuovo a Harry "Bé, che stai aspettando? Vai a studiare, subito."
Harry si alzò e sorpassò Ally.
Passò davanti a suo padre "Mi dispiace, Severus."
Severus annuì "Anche a me, Harry. Mi dispiace dover arrivare al punto di punirti, ma suppongo che sia normale che un figlio disobbedisca a suo padre, no?"
Il cuore di Harry batté forte, per qualche secondo.
Padre e Figlio.
Harry abbassò il viso, ma non annuì, né confermò in alcun modo "Non volevo disobbedirti."
"Lo so bene. Ma questo non cambia i fatti. Ora vai a studiare. Ci vediamo più tardi."



                                                                            ***


Harry fissava la stessa frase di quel libro da circa dieci minuti.
Si era stancato di comportarsi così.
Si era stancato di sentirsi piccolo.
E vuoto.
Si era stancato di piangere.
Si era stancato di singhiozzare.
Si era stancato di avere paura.
Si era stancato di non essere sé stesso.

Sì, si disse, sarebbe tornato lo stesso Grinfondoro di sempre.
Sorrise soddisfatto.

Barabba il Barbuto chiamò a sé gli spiriti dei venti e scatenò la battaglia più lunga avvenuta nel X secolo...



                                                                           ***


"Sembra che stia tornando in sé" Disse Severus con un sospiro.
Ally gli mise una mano sulla spalla "Sì, sta diventando più forte. Ed è giusto che sia così, Severus."
Lui annuì "Sì, lo so. Ma non vorrei passare i prossimi dieci anni a metterlo in punizione."
Ally sorrise e si sedette sulle gambe di lui "Sei stato molto bravo, oggi, Sev. Hai fatto la cosa giusta."
Severus sospirò "Ally? Continua a dire che non è stato lui a lanciare l'incantesimo."
Lei annuì "Io credo che sia stato lui, ma che non lo sappia."












SPAZIO AUTRICE
Buon Natale in ritardo, ragazzi!
Grazie a dunky (ti capisco perfettamente, so che il tempo è poco, ma cerco di incitare la gente a recensire, anche perché da circa 3 capitoli i commentatori sono diminuiti e non so perché, comunque grazie!), a Lela92 (non scusarti, apprezzo i complimenti, grazie mille!), a pum (sono contenta che ti piaccia, grazie), a iaco(grazie tante, un bacione!), a bufyna (grazie anche a te!), a rotavirus (grazie, anche per me Sev è il migliore!), e a himeno chan(grazie come sempre, ti adoro! Presto la tua domanda avrà una risposta.)
Recensite!!! Non fatevi pregare!
Alla prossima puntata!
Bacioni!






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Capitolo 21
*** 21.incubi ***


ff hp 21


"Sembra che stia tornando in sé" Disse Severus con un sospiro.
Ally gli mise una mano sulla spalla "Sì, sta diventando più forte. Ed è giusto che sia così, Severus."
Lui annuì "Sì, lo so. Ma non vorrei passare i prossimi dieci anni a metterlo in punizione."
Ally sorrise e si sedette sulle gambe di lui "Sei stato molto bravo, oggi, Sev. Hai fatto la cosa giusta."
Severus sospirò "Ally? Continua a dire che non è stato lui a lanciare l'incantesimo."
Lei annuì "Io credo che sia stato lui, ma che non lo sappia."
FINE CAP.20





Severus si sistemò meglio sul suo letto per assumere una posizione più confortevole, cosa alquanto difficile a causa del peso di Ally sulle sue gambe.
Lui la guardò male, ma lei sorrise innocentemente, stringendosi un po' di più a lui.
Severus la ignorò e chiese "Che cosa vorresti dire?"
Lei si spiegò meglio, lasciando perdere la sua finta aria misteriosa "Se si trattasse di magia accidentale?"
Lui alzò le sopracciglia "Ally, i bambini di tre anni fanno magia accidentale."
"Anche gli adolescenti la fanno."
"Solo quando sono particolarmente arrabbiati o..."
Ally terminò la frase al posto suo "O sconvolti. Se Harry fosse sconvolto a causa di un incubo?"
Severus scosse la testa "Io l'avrei saputo se avesse avuto un incubo. L'avrei sentit... Ohhhh... Il Muffliato!"
Lei annuì "Esattamente. Non l'avresti sentito perché il Muffliato te l'ha impedito."
"Ma perché Harry non avrebbe dovuto dirmi degli incubi? Avrebbe potuto chiedermi una pozione per non sognare."
Lei sorrise triste "A Harry non piace sembrare debole. Lui ha bisogno di sentirsi forte."

Severus annuì, in comprensione e disse "Dovrò parlare con lui."
"Cerca di non assumere un tono troppo accusatorio, Severus."
Lui la trafisse con lo sguardo "Sì, ed ora gentilmente solleva il tuo pesante di dietro dalle mie gambe, Consuma-calorie."
Ally lo fissò oltraggiata "Io non sono affatto pesante! Ho il fisico di una ragazzina, me lo dicono tutti!" e si scostò i capelli, in un gestò di vanità.
Severus mormorò sotto voce "Io direi che hai il cervello di una ragazzina!"
Lei sorrise impertinente e fece la voce da bambina "Mi scusi, Signore, ma lei quanti anni ha? Devono essere taaaanti taaanti, perché lei assomiglia tanto al fantasma del Barone Sanguinario!"
Lui la guardò male, poi, con la semplice forza di una mano, la spinse lontano da sé, e lei perse l'equilibrio.
Severus si sporse e la prese appena in tempo, appena prima che il bacino di lei toccasse terra.
Restarono immobili.
Lei nelle braccia di lui, lui nella braccia del fascino.

Dopo alcuni secondi, Severus parlò, senza muoversi "Scusa, devo aver usato troppa forza. O forse tu sei troppo leggera."
Lei rise debolmente "Non ci crederei troppo, se fossi in te. Il camice bianco nasconde bene il lardo."
Lui alzò un sopracciglio "Avrei giurato che fossi più pesante, a causa di tutte le tazze di cioccolata calda che bevi."
Lei lo schiaffeggiò scherzosamente "Non è educato discutere del peso di una signora. Tirami su, piuttosto."
Severus la fissò, confuso, per un istante, e poi, come rinsavito, fece forza sulle braccia e la riportò in posizione eretta.
Ally fece un piccolo sorriso e si sistemò il camice da guaritrice, senza guardarlo negli occhi.
Severus pensò che sembrava a disagio, così decise di salvarla dalla situazione "Non vorrei sembrare scortese, ma... bé, in poche parole, MyLady, vi devo chiedere di lasciare la mia umile dimora. Sapete, ho un figlio che necessita della mia presenza."
Lei sorrise, sarcasticamente "Come desiderate, MonSignor, capisco perfettamente. Ma non pensate di esservi liberato di me."
E con un bacio sulla guancia, sparì in un turbine di magia.



                                                                              ***



Severus era appoggiato all'uscio della porta della biblioteca e osservava Harry, che, seduto compostamente, tentava di scrivere un inutile tema su Barabba il Barbuto.
Harry parve avvertire lo sguardo di suo padre puntato sulla sua nuca, e si voltò.
Restarono in silenzio per alcuni secondi, mentre l'aria si faceva pesante.
Harry guardò con ansia l'orologio a numeri romani che si ergeva in tutta la sua eleganza sopra di lui.
La lancetta segnava le XI.
Per fortuna, non era in ritardo per il pranzo.
Tornò a guardare suo padre: aveva la mascella serrata e le labbra finissime, strette tra loro.
Il suo sguardo era severo e non lasciava trapelare nessuna emozione.

Si fissarono ancora, in silenzio, finché questo non fu infranto da Severus "Siediti sul divano. Devo chiederti una cosa, e ho bisogno che tu sia sincero."
Harry voleva ribattere, dire che era stato davvero sincero finora, ma decise di lasciar perdere e fece come gli era stato detto.
Non voleva finire nei guai ancora una volta, e, soprattutto, non voleva che il suo tutore si arrabbiasse, di nuovo.

Quando entrambi furono comodi, il professore chiese "Harry, ultimamente, riesci a dormire bene?"
Un silenzio esitante accolse la sua domanda, e Severus si spiegò meglio "Intendo, hai sonni tranquilli? Senza incubi?"
Harry seppe che non poteva mentire, semplicemente non poteva.
"A volte, ho... degli incubi."
La voce di Severus parve meno severa quando replicò "Sono contento che tu sia stato sincero, solo avrei preferito che me lo dicessi prima che io ti costringessi a dirmi la verità. Vorrei che tu ti sentissi libero di parlarmi dei tuoi problemi."
Harry abbassò lo sguardo.
Non gli piaceva deludere Severus, non gli piaceva affatto.
"Severus, io... io non te ne ho parlato perché ci sono abituato. Io ho sempre incubi, quasi tutte le notti, da molto tempo, e non mi era sembrato così importante."
L'uomo annuì, comprensivo "Va bene, Harry. Ora ti farò altre domande, e ancora devo insistere, pregandoti di non mentire, chiaro?"
"Sì, Severus."
"Molto bene. Che cosa sogni?"
"Bé... io vedo Cedric... e Sirius" Harry si morse il labbro inferiore.
Da quanto non pronunciava quel nome?
Da quanto non sentiva quella risata simile ad un latrato?
Da secoli, o almeno così sembrava.

Severus abbassò il viso.
Non voleva sembrare ipocrita.
Non era dispiaciuto per la morte di Black, anzi quasi era sollevato dall'evento.
Se Black non fosse morto, probabilmente Harry, non si sarebbe mai fidato di lui.
Se Black fosse stato vivo, in quel momento Harry non si sarebbe trovato in Prince Manor.
E Severus ora non voleva sapere come sarebbe stata la sua estate senza Harry.
Probabilmente come tutte quelle precedenti, un'estate triste, oscura, passata in solitudine.

Ma Severus non poteva.
Non poteva parlare male di Black di fronte a suo figlio, e non poteva ringraziare per la sua morte.
Non poteva mostrare nulla di quello che provava nei confronti di Black.
Perfettamente, inesorabilmente, assolutamente imperscrutabile.
Sospirò e parlò "Li vedi morire?"
Harry annuì, poi parve esitare.
Prese un respiro profondò e disse "Vedo anche la mamma e... e papà. Loro mi guardano e non dicono nulla. Continuano a fissarmi, e poi... e poi spariscono. C'è la solita luce verde e spariscono."
Severus chiuse per un secondo gli occhi, non sapendo che dire.
Doveva essere stato sconvolgente per il ragazzo.
E come aveva fatto da solo?
Senza qualcuno che lo abbracciasse, che lo facesse sentire al sicuro?
Harry era forte, immensamente.

Severus si riscosse "Harry? C'era il Signore Oscuro? Nei tuoi incubi lui c'era?"
Harry annuì "Sì, ma non sono delle visioni. Sono solo incubi, e lui c'è sempre, ma la cicatrice non mi fa male, per ora."
"Harry, avresti dovuto parlarmene. Avrei potuto aiutarti." Dopo un sospiro, Severus proseguì "Comunque, ora andrà tutto bene. Io e Ally avevamo sospettato che tu avessi degli incubi. Noi crediamo che il Muffliato sia il prodotto di una magia accidentale. Capisci?"
Harry corrugò le sopracciglia "Solo i bambini fanno magia accidenta---"
Fu interrotto da Severus "Anche i ragazzini come te la fanno, quando sono arrabbiati o sconvolti. Probabilmente, tu hai attivato l'incantesimo mentre dormivi e gli incubi ti hanno spaventato."
Harry restò silenzioso per alcuni secondi, poi chiese "Quindi, ho lanciato io l'incantesimo?"
Severus esitò prima di rispondere "Non possiamo esserne sicuri, Harry, ma credo che sia così."
"E come faremo a scoprirlo?"
Severus si avvicinò a lui e gli pose una mano sulla spalla, poi parlò con tono rassicurante "Stanotte resterò nella tua camera, e vedremo cosa succede. Se scaglierai di nuovo l'incantesimo me ne accorgerò."
Harry lo guardò con gli occhi verdi di sua madre e il cuore di Severus perse un battito.

"Grazie, Severus."
"Per che cosa?"
"Per essere qui."
"Non ringraziarmi. E' a questo che serve un padre, no?"
Harry non rispose, ma si strinse ancora di più a lui.



                                                                                ***

Harry passò il pomeriggio nella sua camera, come suo padre aveva detto.
Severus non era arrabbiato, ma aveva affermato di volere che Harry imparasse a controllarsi.
Aveva detto che le punizioni andavano rispettate, anche se le scuse venivano accettate.



                                                                                ***


Quella notte, tutto andò come previsto.
Severus restò seduto sulla sedia vicino al letto di Harry e nelle prime ore del mattino suo figlio cominciò a muoversi, ad agitarsi.
Severus non fece nulla per svegliarlo.
Voleva vedere se Harry avrebbe di nuovo inconsciamente lanciato l'incantesimo e così avvenne.
Severus subito lo disattivò ed il suo udito fu colpito dai gemiti e dai lamenti di Harry.
Severus lo tenne stretto e lo accarezzò, finché il ragazzino si svegliò singhiozzando e piangendo.
Harry riposò tra le braccia del padre per qualche tempo prima di vomitare sulle coperte del suo letto.



                                                                                ***


Durante il giorno seguente, Severus ricordò che il Preside voleva parlare con lui.
Così chiamò Ally e lei accettò di rimanere in casa con Harry, mentre lui sarebbe andato ad Hogwarts.

Quando Severus giunse nell'ufficio del Preside, fu accolto dal suo sorriso caldo.
"Posso fare qualcosa per lei, Preside?" Chiese, cercando di nascondere il desiderio di tornare in fretta a casa.
L'anziano mago lo squadrò, con i suoi occhi penetranti "Io posso fare qualcosa per te, Severus?"
Severus sbuffò "Preside, non ho tempo per i suoi giochetti enigmistici, né per i suoi messaggi criptici. Mi dica quello che mi doveva dire e facciamola finita."
"Come desideri, Severus. Credo che Vernon Dursley ci stia aspettando nella sua cella in Grimmould Place."







SPAZIO AUTRICE
Visto, ragazzi? Oggi non avevo niente da fare e ho lavorato per voi, miei amati!
Spero che i miei sforzi vengano ripagati con qualche recensione.
Ora non ho tempo di ringraziare tutti, con tante parole. Sono piuttosto stanca di stare al PC.
Grazie a Zizela, a Rotavirus, a moko, a LupinIII, a Valeria (Ally c'entrava perché è l'assistente sociale di Harry, lei lo aiuta. E' il suo lavoro, oltre che il suo volere, e tutti si interessano a lui, perché è... il protagonista, no? Comunque, grazie mille), a himeno chan, a iaco, e a Summes84.
Bacioni a tutti!
Buon anno!
Recensite, ragazzi, che vi costa?

Al prossimo capitolo.
Vi amo.


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Capitolo 22
*** 22.Senza perdono, senza riposo ***


ff hp 22

Severus sparì nell'oscurità di casa Black.
L'unico rumore era quello dei suoi passi.
I suoi passi furiosi, irati, minacciosi.



"Quel figlio di una cagna!" Urla Vernon Dursley, in un eccesso d'ira "Mi sarebbe piaciuto prenderlo, penetrarlo, affondare in quellla sua stretta apertura, spaccare quella sua pelle delicata e rosea! Tanto bello fuori, quanto marcio dentro! Ma io avevo intenzione di occuparmene, se solo voi non me lo aveste tolto dalle mani anni fa! Ora lui sarebbe mio, il mio piccolo cagnolino, tutto mio!"


La voce dell'uomo sparì, mentre Severus spingeva il ricordo di Albus in fondo alla sua mente.
Il professore giurò che stavolta gliel'avrebbe fatta pagare.
Come osava quell'insignificante Babbano anche solo pensare di fare una cosa del genere al Salvatore del Mondo Magico?
A suo figlio?

Probabilmente l'uomo non si rendeva conto di con chi aveva a che fare.
Ma ora, la Balena avrebbe conosciuto davvero la paura.
Perché non c'era al mondo uomo più pericoloso di Severus Piton.
Quasi nessuno era a conoscenza di questa triste verità, e quei pochi che ne erano consapevoli non erano in grado di raccontarlo.

Severus credeva di essere stato così sconvolto solo la notte della morte di Lily.
Cosa strana che ora, a distanza di anni, si trovava preda dello stesso sentimento a causa degli stessi occhi verdi.


                                                                                ***

Quegli occhi che in quel momento fissavano divertiti una guaritrice confusa.

Lei gli aveva chiesto di insegnarle un gioco babbano.
Inutile dire che si stava rivelando un'impresa impossibile perfino per il bambino sopravvissuto.
Battaglia navale si rivelò un un gioco più complicato di quello che Harry avrebbe pensato.
"Ma perché le navi dovrebbero affondare? Non sono costruite apposta per galleggiare? E non portano a bordo tanta gente? Perché dovremmo volere affondarle?" Ally poneva domande su domande e Harry tentava invano di placare la sua curiosità "Sì, sono fatte per galleggiare ma a volte non sono ben costruite---"

Lei lo interruppe "Ma se non sono possono galleggiare allora non sono navi, perché l'unico scopo di una nave è quello di galleggiare!"
"Sono navi, ma talvolta non sono del tutto sicure e, se si scontrano con altre navi possono affondare..."
Ally corrugò le sopracciglia, preoccupata "Quindi se tu sali su una nave non sicura, potresti affondare insieme a questa?"
Harry stava sudando per lo sforzo di darle risposte che la soddisfacessero "Bè, in teoria, sì, ma..."
Ally incrociò le braccia al petto e con tono definitivo disse "Tu non salirai mai più su una nave, se avrò qualcosa da dire in merito!"

Harry la guardò esitante "Puoi stare tranquilla, nessuno mi ha mai portato su una nave... I Dursley non mi avrebbero mai portato in vacanza con loro."
Si rese conto troppo tardi di averle fatto capire ciò che non voleva ammettere nemmeno a sé stesso.
Non voleva credere di aver desiderato di essere amato da loro, ma era inutile negarlo: aveva sempre sognato di essere benvoluto da loro.
Ally si era seduta accanto a lui, presa dalla compassione per quel bambino tanto forte e tanto triste.
Tentò di consolarlo "Oh, Harry, loro non hanno idea di cosa si sono persi. Non si rendono conto di cosa avrebbero potuto avere se non fossero stati così accecati dalla paura e dai pregiudizi! Tu lo sai cosa avrebbero potuto avere? Avrebbero avuto te, Harry. Un giorno saranno dispiaciuti di vedere ciò a cui hanno rinunciato."
Ora Ally stava abbracciando il ragazzino, che chiese "Lo credi davvero?"


                                                                                   ***


Severus si ritrovò in una cella buia e fredda.
L'arredamento della stanza spoglia era costituito da una letto mezzo rotto, una scrivania malandata. Una candela era posata a terra accanto al letto.
Vernon Dursley era seduto sul pavimento, perché ormai il letto sembrava non essere in grado di reggerlo.

Gli occhi porcini dell'uomo scrutavano impauriti e arrabbiati la figura minacciosa di Severus, che parlò "Salve, signor Dursley. Spero che la umile dimora che le abbiamo offerto sia di suo gradimento." Disse sarcastico.
Il babbano si ritirò in sè stesso, intimorito dalla voce tremenda del mago.

Severus proseguì, con un ghingo crudele dipinto sul suo viso "Mi sono occupato personalmente dell'arredamento, ho contattato i migliori artigiani dell'Inghilterra solo per farla sentire a suo agio. Non me lo perdonerei mai se qualcuno del suo rango si trovasse in un ambiente sgradevole. Non mi offre di sede
rmi?"
La balena lo guardò male.
Nessuno di loro poteva vedere una sedia su cui posare il fondoschiena.

Severus fece un falso inchino "Oh, che peccato, devo aver dimenticato di chiedere agli arredatori di portare una sedia per Vossignoria! Che sbadato! Che vergogna!" E qui il tono perse la falsità, ed assunse il disprezzo più puro "Ma suppongo che il pavimento si adatti di più a te, Dursley, così che tu possa strisciare per chiedere misericordia, nel fango, nella polvere, nello sporco del pavimento di questa lurida cella. E' proprio qui che striscerai stanotte, chiedendo perdono, ma da me non lo avrai, sappilo. Te la farò pagare per quello che hai fatto a tuo nipote... e farò in modo che tu non possa più porre un dito su di lui."
Alla menzione di Harry, il babbano divenne rosso di rabbia e urlò "Se l'è meritato, quell'ingrato, figlio di una cagna! Se potessi tornare indietro lo rifarei di nuovo! Gli metterei le mani addosso e---" Un Silencio gli impedì di dire altre parole.
Severus parlò come se l'uomo non avesse interrrotto "Ho saputo che hai avuto una conversazione con il Preside, e hai fatto dei commenti sul Signor Potter... Se non ricordo male hai detto qualcosa del genere '
mi sarebbe piaciuto prenderlo, penetrarlo, affondare in quellla sua stretta apertura, spaccare quella sua pelle delicata e rosea!' "
Passarono alcuni momenti in cui il silenzio invase la cella fredda.
Poi Severus continuò "Ora ti farò una semplicissima domanda, sottospecie di balena che non sei altro. Mi risponderai sinceramente e se non lo farai lo saprò, ed allora conoscerai veramente il dolore. Spero di essere stato chiaro."
Alzò la bacchetta e disattivò il Silencio.
Dursley borbottò disconnessamente "Ma... ma... ma... com-come o-o-o-osi!"
"Silezio, Dursley. Ti farò una sola domanda e mi risponderai con un 'sì' o con un 'no'. Chiaro? Immagino di sì. Bene, allora. Hai mai molestato sessualmente Harry Potter?" Severus sperò con tutto sé stesso che la risposta fosse negativa.

Ti prego, Merlino.

Non farmi questo.


Fà che dica no.  
Fà che dica no.
Fà che dica no.
Fà che dica---

"No. Non ne ho avuto la possibilità! Se solo non me lo aveste tolto dalle mani, io---"

Ma Severus non lo ascoltava.

Grazie, Merlino.
Grazie davvero.

"Molto bene, Dursley. Mi hai detto ciò che volevo sentire. Ora non ho più bisogno di te. Nessuno avrà mai più bisogno di te."
Severus alzò nuovamente la bacchetta, e stava per pronunciare l'incantesimo, quando l'uomo piagnucolò.
"No, la prego, mi dispiace, io non volevo, per favore."
Severus lo guardò con ribrezzo "Se anche un giorno sarai capace di pentirti davvero, non sarai perdonato. Tuo nipote ha sofferto troppo per mano tua e non ti perdonerà mai!"
Dursley sembrava sentire la fine vicina.
Il respiro era rapido e superficiale, la pelle umida, bagnata dal sudore, le mani grassocce si contraevano spasmodicamente.
Severus era, invece, perfettamente calmo, la rabbia repressa ed indescrivibile.
Alzò la bacchetta verso il babbano accucciato sul pavimento.
Dursley stava  tentando di dire qualcosa, sembravano scuse e preghiere.
Severus gli disse poche ultime parole.
"Ma tu, lurida feccia, tu saprai cosa sta provando, saprai cosa Harry ha provato, mentre tu lo distruggevi. Lui non dimenticherà mai la sua sofferenza... e neanche tu. Non troverà pace, e non avrai riposo finché non avrai trovato il perdono, proprio come lui. Se mai un giorno ti perdonerà, ti sarà concessa la pace, se mai accadrà. Addio. Reverto laboro!"
Un alone di luce bianca attorniò le mani di Vernon Dursley.
La luce divenne oscurità, avvolse la testa del babbano, le cui urla divennero squittii.
L'uomo cadde a terra, tremante, ma cosciente.
Come Severus gli aveva detto, il riposo non era concesso, almeno non fino al perdono.
E Severus credeva che questo non sarebbe giunto tanto presto.
Severus guardò ancora l'uomo segnato dal triste destino, poi si voltò e se ne andò.


                                                                                   ***


Quando Severus rincasò, si guardò attorno, ed il silenzio che lo accolse non gli piacque.
Salì nella camera di Harry, ma non lo trovò.

No,
non di nuovo.

Non Harry di nuovo.

Corse in salotto, pronto per contattare Silente attraverso la metropolvere, ma appena notò le due figure addormentate sul divano nero, il cuore tornò a battere regolarmente.
Scosse la testa.
Il sorriso amaro ed il disprezzo nello sguardo non erano ancora spariti dal suo viso.
Ma nel momento in cui Severus toccò il viso sonnecchiante di suo figlio, un'espressione serena si dipinse tra i lineamenti del professore.
Poi osservò Ally, l'espressione dolce della donna addormentata.
Severus tentò di svegliarla, ma lei non si mosse.

E ora?

Severus sbuffò.
Con un movimento goffo la prese tra le braccia.
Pesava davvero poco.
La pelle di lei a contatto con la sua scottava.
Raggiunse la sua camera, e la poggiò sulle coperte del suo letto.
Le scostò una ciocca di capelli, e poi se ne andò.
Sedette accanto a suo figlio, lo abbracciò, provando il desiderio di tenerlo sempre al sicuro.
Si addormentarono così, padre e figlio, l'uno tra le braccia dell'altro.










SPAZIO AUTRICE
Eccomi qua di nuovo con il primo capitolo del 2008.
Grazie a tutti ragazzi, sono contenta che siete tornati a recensire numerosi!
Lo so, lo so che non vi ho spiegato bene la maledizione di Vernon, ma quello arriverà in un altro momento, dovrete solo aspettare.
Grazie mille Lilica, sono felice che ti piaccia la fic... spero che tu non sia delusa di questo capitolo.
Grazie anche a te Alce, per i complimenti e tutto. So che Severus è un po' troppo dolce nella fic, ma oggi ho un po' rimediato no? crudele!
Thanks Ladyash, grazie mille, comunque spero che tu sappia che non è una Harry/Sev slash, l'avevi capito, vero? Sai non vorrei deluderti. Baci.
Grazie Zizela come sempre, piaciuta la 'questione Vernon'? Grazie ancora Zizela, bacioni.
Grazie lust! Sono contenta che tu mi segua con tanta passione :)!!!!!
Grazie Piccola Vero, sei un angelo come sempre! Baci.
Rotavirus, grazie mille, non posso rispondere a tutte le tue domande, solo una cosa ti posso dire: Voldy ancora non lo sa. Grazie mille, Rotavirus, baci.
Grazie briciola88, anche se non recensirai sempre, ti aspetterò! Grazie ancora e baci.
Grazie himeno_chan, come sempre, un bacio!
Sevvina, tre volte? Non pensavo potesse piacere tanto! Grazie mille, mi impegnerò per te! Bacioni.
iaco, ti adoro, grazie mille!
Grazie anche a te Ilary! Sono felice che ti piaccia! Baci.
Tigre94, mi dispiace di non aver aggiornato per il 2, ma non ce l'ho fatta, anche perché questo cap. era parecchio difficile e non avevo nessuna vendetta in mente, così mi ci è voluto, spero che non mi odierai... Com'è andata la montagna? Io ci vado fra un paio di settimane! Grazie mille, tigre!
Grazie anche a te ChiaraT, non mi devi ringraziare, io lo faccio perché adoro farlo! Bacioni!
Al prossimo capitolo!
Seguitemi e commentate, mi raccomando!
 

 

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Capitolo 23
*** 23.Ricordi e baci rubati ***


ff hp 23




E ora?



Severus sbuffò.
Con un movimento goffo la prese tra le braccia.
Pesava davvero poco.
La pelle di lei a contatto con la sua scottava.
Raggiunse la sua camera, e la poggiò sulle coperte del suo letto.
Le scostò una ciocca di capelli, e poi se ne andò.
Sedette accanto a suo figlio, lo abbracciò, provando il desiderio di tenerlo sempre al sicuro.
Si addormentarono così, padre e figlio, l'uno tra le braccia dell'altro.
FINE CAP. 22




Harry aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il nero.
Nero assoluto.
Per un secondo temette di essere morto.
O cieco.
Non sapeva quale delle due opzioni fosse la peggiore.
Poi tentò di muoversi e sentì una mano fredda cadergli sulla spalla sinistra.
Una mano bianca.

Un cadavere?



Harry rabbrividì e si spostò rapidamente, con un brusco movimento.
Vide il corpo del professor Piton scivolare lentamente dal divano.
L'uomo addormentato cadde a terra e si svegliò.
Harry aveva gli occhi spalancati.
L'immagine di Severus Piton in una posizione tanto vulnerabile quanto ridicola non sarebbe sparita presto dalla sua mente.

Severus strizzava gli occhi, ancora sdraiato a terra con le gambe appoggiate sul bordo del divano.
La vista prima annebbiata divenne chiara.
Suo figlio stava in piedi sopra di lui, sogghignando.
Perché ride?

Severus capì, ed il suo umore crollò "Cos'hai da ridere, Potter?"
Harry divenne taciturno.
Scosse la testa e si voltò per andarsene, con gli occhi sul bel pavimento.

Come triste che il professore lo chiamasse ancora per cognome.
Il cognome che l'uomo tanto odiava.
Presto Severus l'avrebbe adottato ed ancora quel Potter non aveva perso il suo condimento di disprezzo e sarcasmo nella voce di Piton.
Piton.
Era tempo che Harry non pronunciava più quel cognome con odio, con noncuranza.
Quante volte aveva parlato di lui con quella mancanza di rispetto, con quella sfiducia.
Quella sfiducia che ora non riusciva a provare nei confronti dell'uomo.
Se solo il suo tutore potesse essere capace di cambiare i suoi sentimenti verso di lui... Ma Harry non lo incolpava.
Sapeva che non era facile dimenticare...
Oh lo sapeva bene...

"Ragazzo, vieni qui, SUBITO!" La voce di Zio Vernon era minacciosa, come sempre quando Harry non puliva tutti i piatti sporchi o quando prendeva qualcosa dal frigorifero, oppure quando cadeva dalla sedia mentre puliva l'alta libreria.
O quando sporcava il pavimento con la cenere dopo aver pulito il camino.
Ma quella volta Harry sapeva di aver fatto qualcosa di molto molto molto peggio.
Harry si alzò poggiando il peso sulla gamba sana.
Il giorno precedente Dudley l'aveva spinto dalle scale, e Harry, cercando di restare in equilibrio, si era aggrappato alla maglietta del cugino, ed aveva trascinato il bambino grassottello giù dalle scale con lui. Harry era caduto, slogandosi un polso, mentre Dudley si era sbucciato un ginocchio.
Mentre sua zia delicatamente puliva le ferite del cugino, Zio Vernon aveva insegnato a Harry il concetto di 'occhio per occhio, dente per dente'.
Il ginocchio di Harry era quindi in una decisamente non piacevole situazione.
Harry trascinò lentamente le gambe fino alla sedia occupata da suo Zio.
Vernon gli fece un cenno minaccioso.
Harry sapeva cosa doveva fare.
Si tolse la maglietta sporca e sgualcita.
Abbassò i pantaloni fino alle caviglie e, voltando le spalle all'omone, si chinò.
Sentì il metallo della cinta di suo zio tintinnare. Vide l'ombra, della cinta alzarsi in aria e sferzarla con un rumore insopportabile.

Così tanto dolore...

Severus vide Harry voltarsi e camminare verso la sua camera con le spalle curvate.
Si rimproverò mentalmente.
Non avrebbe mai dovuto perdere il controllo così.
Ma lo lasciò andare, tutto solo.
Guardò suo figlio ancora una volta, e spalancò gli occhi a ciò che accadde.
Le ginocchia di Harry si piegarono, il ragazzino perse l'equilibrio.

Il tempo sembrò rallentare.
Harry si era fidato così tanto di lui.

I suoi passi erano così lenti, così piccoli...
Gli aveva permesso di avvicinarsi a lui.

In confronto alla velocità con cui la testa di Harry cadeva a terra.
Ed ora lui tornava ad essere il solito uomo freddo, crudele.

Ed Harry rovinava a terra, sfregiando la sue tempia destra, che perse sangue.
Ed ora aveva spaventato Harry, l'aveva allontanato... e lui era svenuto.

E Harry cadeva e cadeva fino a sbattere la testa contro un tavolino di vetro, che si ruppe in mille pezzi.

Quando Severus raggiunse il corpo inconscio di suo figlio, cadde in ginocchio al suo fianco.
Pose una mano sotto la testa di Harry, cercando di sollevarla per svegliarlo.
Umido.
Si guardò per un secondo la mano.
Rosso.
Il rosso del sangue.
Fresco.
Di una ferita appena aperta.
Prese fra le braccia suo figlio e corse alla sua camera.


                                                                                  ***


Ally spalancò gli occhi e si ritrovò in una stanza conosciuta.
Ma non familiare.
Non era in casa sua.
Si puntellò sui gomiti e si guardò attorno.
Era la camera di Severus.
Affannò per un momento.
Si rese conto di non essere coperta.
Severus non l'avrebbe mai rimboccata a letto come se fosse stata una bambina.
Quello era un gesto che Severus riservava solo a Harry.
Scese dal letto lentamente.
Quando fu in piedi la gonna le scivolò a terra.
Doveva aver slacciato il bottone durante il sonno.
Quella gonna le era sempre stata stretta, ma non le era mai venuta l'idea di allargarla con un semplicissimo incantesimo.
Mentre osservava pensosamente, ancora assonnata, la sua gonna, la porta della camera del professore si spalancò d'improvviso per lasciar entrare Severus che teneva fra le braccia un Harry che pareva addormentato.
Alla vista di lei, senza gonna, Severus si bloccò.
Ally urlò.
Non seppe mai se per spavento, per la vergogna o per la sorpresa.
Diverse emozioni si insediarono in lei, e lei urlò, urlò per tutte le volte che aveva represso le sue emozioni fin dai tempi dell'infanzia.

Severus sembrò riscuotersi alla voce alterata di lei.
Doveva pensare a Harry, ora.
Harry che era ferito.
Harry che respirava affannosamente.
Harry che non si svegliava.
Harry che aveva bisogno di lui.
Distolse lo sguardo dalla figura di Ally e sovrastò il suo grido "Cosa diamine stai facendo? Copriti!"
Lei, respirando rapidamente, lo fissò negli occhi per un secondo.
Paura.
Allarme.
Harry.
Poi si piegò e raccolse la sua stretta gonna.
Se la sistemò addosso con un po' di sforzo.

Appena Severus la vide chinarsi a raccogliere l'indumento, posò suo figlio sul letto.
Gli sollevò la testa e spostò i suoi capelli disordinati per trovare la ferita.
E la trovò, non fu difficile notarla.
Era così grande, e sanguinante.
Sentì Ally trattenere il respiro.
Severus estrasse la bacchetta ed appellò della pozione rimpolpa-sangue ed un balsamo-guarente.
Lei fece apparire delle bende, una bacinella d'acqua fredda ed un pezzo di stoffa.
Lui stava per portare la pozione rimpolpa-sangue alle labbra di suo figlio, quando Ally lo fermò dicendo "Aspetta, credo che ci sia del vetro conficcato nella ferita." Scrutò attentamente la lesione e, muovendo delicatamente le dita su di essa, toccò un materiale tagliente.
"Eccolo" annunciò.
Severus corrugò le sopracciglia e disse "Puoi usare---", ma lei lo interruppe "Non posso appellarlo con un incantesimo. Rischierei di aggravare la ferita."
Con la lingua fra i denti, lei riuscì ad estrarre lentamente il frammento tagliente.
Subito prese una benda e tamponò la ferita.
Severus allora somministrò la pozione a suo figlio, ed applicò il balsamo alla ferita.
Lei avvolse le bende pulite attorno al capo del ragazzino.

Severus sospirò esaurito.
Lei coprì il corpo del giovane mago con le coperte e chiuse gli occhi appoggiandosi all'uomo.
Sussurrò "Starà bene anche se ha perso molto sangue... Scusami per prima, ti ho fatto perdere tempo."
Lui non rispose, nè annuì, ma continuò a sorreggerla.
Forse consapevolmente, forse no.
Vide una lacrima solcarle una guancia.
L'istinto lo spinse ad allungare una mano, a porla sulla guancia di lei e ad asciugare quella goccia salata.
Dopo alcuni secondi distolse lo sguardo da lei e lo fissò sulla figura addormentata di suo figlio, poi parlò "Starà bene, ed è questo che importa. E comunque, è stata solo colpa mia."
Lei non fece domande, sapendo che lui era già troppo turbato.
Nascose il suo viso nell'incavo tra la spalla ed il collo di Severus, e pianse ancora per un po'.
Lui ascoltò i suoi rapidi respiri e poi le passò un braccio sulla vita, quando lei parve scivolare.

Dopo alcuni momenti, lei si allontanò abbastanza per guardarlo negli occhi.
Lui la guardò negli occhi, e pensò che erano intrisi di emozioni quanto lo erano stati quelli di Lily.
Il suo sguardo passò alle labbra di lei.
Il labbro inferiore era carnoso, rosso.
Era sempre in movimento, come se cercasse qualcosa.
Tornò alle sue iridi azzurre, alla ricerca di un segno, un indizio, un qualcosa che gli dicesse come procedere.
E vide un sorriso.
Degli occhi che gli sorridevano, come solo lei sapeva fare.
E l'istinto -una cosa micidiale quella volta, l'istinto- lo costrinse a posare le sue labbra su quelle di lei, chiedendole gentilmente il permesso di accomodarsi, di entrare.
Sentì la bocca di lei sorridere sulla sua e---

"Hummm..."

Entrambi si voltarono all'istante verso la fonte del rumore.
Harry si era voltato nel sonno, ed aveva abbracciato il cuscino.
Ally sorrise affettuosamente, guardandolo.
Poi tornò stringersi a Severus, il quale sospirò e chiese "Cosa stavi facendo senza la gonna?"
Si sentì una risata isterica.


                                                              ***

Quando Harry si svegliò si ritrovò nella stanza di Severus.
La testa faceva male, tanto male.
La tastò e sentì una superficie liscia.
Una fasciatura?
Avvertì una fitta di dolore, ancora.
Si lamentò debolmente, e fu lì che la sua mano libera venne stretta.
Fu stretta spasmodicamente da una mano più grande.
Si voltò e vide una figura scura.
Non aveva gli occhiali, e tutto era sfocato.
Cercò di alzarsi ma un'altra forte mano lo trattenne.
"Riposati. Non parlare."
Un pezzo di stoffa bagnato gli fu posto sugli occhi stanchi.
Harry sospirò.
"Dovrebbe aiutarti a non pensare al dolore" Riconobbe la voce di Severus.
Ed aiutava, non riusciva più a pensare a nulla se non a quella voce rassicurante ed a quella mano che accarezzava la sua.
Lo ascoltò per ore e le parole che il suo tutore continuava a ripetere erano come un sollievo per lui "Mi dispiace, Harry... è colpa mia, non avrei dovuto reagire così, scusa... mi piace vederti ridere, dovrò trovare il modo di farti sorridere di più... scusami tanto, Harry..."


                           
                                                              ***

Due giorni dopo, Harry era seduto a fare i suoi compiti di Trasfigurazione, quando Severus si avvicinò e gli si sedette accanto.
Harry lo guardò, curiosamente, tastandosi nuovamente la fasciatura alla testa -non riusciva a fare a meno di toccarla e assicurarsi che fosse sempre lì-.
Severus si sedette di fronte a lui e fece un sospiro, prima di proseguire "Mi hai detto che l'altro giorno hai avuto una specie di flashback, hai ricordato qualcosa su tuo zio, ma non me ne hai voluto parlare. E io dico che va bene, se non vuoi parlarne con me, ma devi trovare un modo per tirare fuori tutto questo dolore, mi capisci?"
Harry era un po' accigliato, e un po' intimorito, ma annuì con riluttanza.
Severus continuò "Non puoi tenerti tutto dentro, o alla fine scoppierai. Così ho pensato che dovrò darti un tempo massimo. Entro l'inizio della scuola devi iniziare a parlare con me o con Ally di un argomento che potrai scegliere -da ciò che è successo a Privet Drive, alle visioni del Signore Oscuro, alla morte di Black, o qualunque altra cosa-. L'importante è che tu non ti rinchiuda in te stesso."
Harry restò silenzioso per un po', ed allora chiese "Potrei anche parlarne l'ultimo giorno di vacanza?"
"Certamente. Devi solo rispettare il limite di tempo: consideralo un compito di pozioni. Ovviamente, potrai parlarne con me quando vorrai... Voglio che tu ti senta libero di dirmi qualunque cosa."
Harry annuì "D'accordo. E se non ne parlerò entro l'inizio della scuola, signore?"
"A quel punto sarò costretto a insistere e ad usare metodi poco ortodossi per farti aprire. Ti fa male la ferita?" Vedendo che Harry scuoteva il capo, continuò "Ora vado a lavorare su alcune pozioni. Tu continua a studiare, più tardi controllerò quel saggio e se non sarà perfetto sarò un padre molto, molto arrabbiato." Detto questo se ne andò, lasciando Harry a fissare il minaccioso libro nero.







SPAZIO AUTRICE
Mi scuso per il ritardo, ma finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare! Non ho il tempo di ringraziarvi, così mando un bacio a tutti quelli che hanno recensito!
Prossimo capitolo "Il compleanno", cercherò di aggiornare presto.
Recensite!
Bacioni!
Alla prossima, che sarà presto.




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Capitolo 24
*** 24.Il compleanno; parte 1° ***


ff hp 24

Harry annuì "Devo iniziare adesso a scrivere, signore?"
"No... ti consiglio di iniziare dopo il tuo compleanno. Ti fa male la ferita?" Vedendo che Harry scuoteva il capo, continuò "Ora vado a lavorare su alcune pozioni. Tu continua a studiare, più tardi controllerò quel saggio e se non sarà perfetto sarò un padre molto molto arrabbiato." Detto questo se ne andò, lasciando Harry a fissare il minaccioso libro nero.
FINE CAP.23






"Tempus"

12:00 a.m.

Severus si alzò dal letto, ripose la bacchetta nella tasca della sua camicia da notte e camminò lentamente fino alla camera di suo figlio.
Aprì la porta tentando di non farla cigolare.
Guardò Harry dormire pacificamente, per una volta.
Quasi gli dispiaceva doverlo svegliare, ma non poteva evitarlo: era tutto pronto, Harry sarebbe stato così felice.
Si avvicinò lemme lemme al ragazzino rannicchiato sotto le coperte.
Rimase a guardarlo per ancora pochi minuti, poi lo scosse leggermente per una spalla.
Harry spalancò gli occhi e tremò spaventato sotto la mano di Piton, che arretrò subito.
Harry si voltò verso di lui, e lo guardò con occhi assonnati.
Severus si sedette accanto a lui e disse "Scusa, non volevo spaventarti... so che sei stanco, ma... bé, buon compleanno, Harry."
Harry lo guardò sconcertato, ma dopo un paio di secondi si riscosse, e sedette rapidamente, sorridente.
Poi abbracciò Severus, che, un po' a disagio, gli accarezzò la testa, e dopo un poco lo scostò per guardarlo in viso, dicendogli "Voglio mostrarti una cosa."
Harry sorrise ancora e poi chiese un po' ironico "A quest'ora della notte?"
Severus roteò gli occhi "Dai, pigrone di un Grifondoro, alzati!"
Harry cominciò a stiracchiarsi, e Severus, impaziente, lo prese in braccio "Sei troppo lento... mi toccherà portarti in braccio come un bambino!"
Harry riconobbe lo scherzo e si divincolò un po' dalla presa "Va bene, va bene... lasciami, so camminare da solo, sai?"
Severus lo lasciò andare, mentre un po' di malinconia zampillava dentro di lui.
Sì, tu sai fare tutto da solo, senza l'aiuto di nessuno.

Severus lo guidò all'ultimo piano della casa, trascinandolo su per una rampa di scale piuttosto ripida.
Giunsero ad una porta in legno e senza tentare di aprirla, Severus si pose dietro le spalle di Harry e disse "Sta' fermo..."
Gli mise attorno al collo una lunga catenina d'oro, con un ciondolo a forma di pentagono e una chiave d'oro.
Harry guardò la chiave, e la prese tra le mani, per poi lasciarla ciondolare ancora sul suo petto.
Severus gli pose una mano sulla spalla e ordinò "Apri la porta."
Harry lo guardò, poi riprese la chiave e la infilò nella serratura della porta, che si spalancò cigolando.
Severus lo spinse dentro, e lo seguì silenziosamente.
La stanza era buia.
Poche cose si potevano scorgere: Un lenzuolo copriva una figura ingombrante, della stazza di un pianoforte.
Una finestra dava la vista su un cielo oscuro senza luna.
Severus lo portò di fronte ad una parete dove Harry riusci a scorgere la cornice di un quadro, la quale rappresentazione era oscurata dalla notte buia.
Harry tentò di scorgere qualcosa di particolare in quella stanza vuota, ma la voce di Severus interruppe la sua ricerca "E' tutta tua."
Il ragazzino sorrise, e ringraziò anche se dentro di sé non poteva fare a meno di pensare che non gli serviva una stanza vuota, gli bastava la sua stupenda camera.
Sentì Severus sorridere accanto a lui, e delle candele che non aveva notato si accesero, permettendo a Harry di vedere il viso della donna ritratta.
Harry trattenne il respiro alla bellezza di sua madre: il suo viso addormentato nell'ombra era più bello di quanto lo fosse mai stato in tutte le fotografie di lei che Harry possedeva.
"Mamma..." mormorò Harry.
Severus annuì, guardandolo dall'angolo dell'occhio.
"Ci ho messo un po' a trovarlo in mezzo a tutti gli oggetti salvati dalla casa dei tuoi nonni materni. Sono riuscito a trovare un buon pittore che ha incantato il quadro di modo che sia in grado di parlare come ogni mago o strega ritratti. Sarà come tutti i quadri che hai visto a Hogwarts... Ci metterà un po' a svegliarsi... qualche giorno credo, così sarai in grado di parlarle... ho pensato che potesse piacerti..." Smise di parlare quando le braccia di Harry lo circondarono per la seconda volta in una notte.
Credette che gli occhi di Harry versassero lacrime impossibili da vedere, perché il viso del ragazzo era nascosto nella camicia scura di Severus.

Harry si strinse ancora di più a Severus, e poi chiese con voce camuffata "Potrò parlarle quando vorrò?"
Severus roteò gli occhi sarcasticamente "E' quello che ho appena detto, moccioso. Sei ancora parecchio assonnato, vero?"
Harry rise silenziosamente.
Severus lo allontanò da sé e disse "Bè... dovrai svegliarti davvero perché non è finita qui."
Harry spalancò gli occhi e Severus sorrise, prima di spiegare "Dietro il quadro c'è un altra stanza. Quando tua madre si sveglierà potrai usare una parola d'ordine per accedervi, ma per ora potrai entrare con la chiave. Infilala in quella serratura." Disse indicando un punto a sul lato del dipinto.

Harry eseguì e si ritrovò in una stanza meravigliosa: odorava così tanto di giglio. Così tanto di Lily. Così tanto di occhi verde smeraldo.
Ovunque guardasse vedeva fotografie di sua madre, c'erano libri di scuola, vestiti, oggetti che erano stati posseduti da lei.
Tutto sapeva così tanto di lei.
Al centro della stanza era collocato un pensatoio.
Severus seguì lo sguardo di suo figlio e disse "Ho trasferito alcune delle mie memorie su tua madre in esso. Credo che ti piacerà vederle. Ti sorprenderai nel vedere quanto le somigli... caratterialmente."
Harry sorrise smagliante, e fece per correre verso l'oggetto magico, ma Severus lo bloccò, circondandolo con le sue braccia forti.
"Non ora, Harry. E' notte fonda, e se ti permetto di immergerti in quelle memorie non ti addormenterai più per l'emozione. Devi essere riposato, se vuoi vedere i tuoi amici, più tardi."
Harry sbuffò, contrariato, ma si lasciò trasportare indietro, lontano dal regalo più bello che avesse mai ricevuto.
Mentre Severus lo guidava fuori dalla stanza buia, lanciò un ultimo sguardo al ritratto di sua madre, uno sguardo pieno di tenerezza e di nostalgia, uno sguardo di felicità e di tristezza.
A presto, madre.



Harry fissò gli occhi imperscrutabili di Severus mentre questo lo rimboccava a letto, e disse "Non credo che riuscirò a dormire, Severus."
Le mani di Severus si fermarono "Vuoi che ti porti una pozione sonnifera?"
"Pensavo che non volessi che io la bevessi a meno che non fosse strettamente necessario."
"Bè... oggi è il tuo compleanno... potremmo fare un'eccezione."
Harry lo guardò, pensieroso "Non voglio rischiare di diventare dipendente da quella pozione."
"Sei molto prudente. Si vede che stai crescendo."
Harry sorrise, e dopo un po' di esitazione, disse "Forse, se tu restassi con me, riuscirei ad addormentarmi."
Severus tacque, e Harry fraintese quel silenzio, e distolse lo sguardo, arrossendo. "Scusa... io... non so cosa mi è preso... riuscirò a dormire da sol--- cosa stai facendo?"
Severus aveva ignorato l'imbarazzo di Harry, alzato le coperte ed era scivolato nel letto di suo figlio.
Guardando Harry -che si era un po' distanziato da lui-  disse "Vieni qui, moccioso."
Harry esitò un po', ma poco dopo si accoccolò contro il corpo muscoloso del suo tutore.

Dopo alcuni minuti, Severus udì un sussurro che non avrebbe percepito se non si fosse trovato qualche centimetro più in là.
"Severus?"
"Sì, Harry?"
"Era il miglior regalo che io abbia mai ricevuto. Tutto è stato perfetto stanotte. Grazie. Grazie per tutto."
"Volevo che lo fosse. Doveva essere perfetto per il primo compleanno che passi con me. Ma ne passeremo tanti altri insieme. Questo è solo il primo."
"Il primo e il migliore finora, tutore."
Severus aprì gli occhi e sospirò, sembrò felice in quel momento "Presto padre."
"Devo chiamarti così?"
"Così come?
"Devo chiamarti Presto padre?"
Severus ghignò "Tutto purché non mi chiami Sev."
"Okay, presto padre"
"Dormi, moccioso! Spero che tu non russi."
Harry rise un po' "Buona notte."
"Buona notte, presto figlio."




SPAZIO AUTRICE
Allora, so che questo capitolo è piuttosto corto, ma ho pensato che voleste l'aggiornamento prima possibile.
Siccome ho avuto problemi al computer non ho avuto molto tempo per scrivere, ma ho raccontato la prima parte del capitolo "Il compleanno".
Vi farò avere la seconda parte (L'arrivo di Ron e Hermione, per la felicità di molto) molto presto, però voi recensite ragazzi... fatemi sapere se apprezzate...
Ho notato che non ci sono stati molti commenti sul bacio (mezzo bacio) tra Ally e Sev. Era scritto male? Insignificante? Potevo evitarmelo?
Fatemi solo sapere... non vi ci vuole molto a lasciare una piccola piccola recensione, no?
Fatemi venire le lacrime agli occhi per il numero dei vostri commenti, miei adorati.
A presto, pikkola prongs.
Bacioni, non dimenticate di recensire!


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Capitolo 25
*** 25.Il compleanno; parte 2° ***


ff hp 25

"Severus?"
"Sì, Harry?"
"Era il miglior regalo che io abbia mai ricevuto. Tutto è stato perfetto stanotte. Grazie. Grazie per tutto."
"Volevo che lo fosse. Doveva essere perfetto per il primo compleanno che passi con me. Ma ne passeremo tanti altri insieme. Questo è solo il primo."
"Il primo e il migliore finora, tutore."
Severus aprì gli occhi e sospirò, sembrò felice in quel momento "Presto padre."
"Devo chiamarti così?"
"Così come?
"Devo chiamarti Presto padre?"
Severus ghignò "Tutto purché non mi chiami Sev."
"Okay, presto padre"
"Dormi, moccioso! Spero che tu non russi."
Harry rise un po' "Buona notte."
"Buona notte, presto figlio."
FINE CAP.25





Harry si divincolo svogliatamente dalle braccia di Morfeo.
E da quelle di Severus, che ancora dormiva profondamente.
Harry sorrise un po', era così felice di essere lì.
Severus era il suo salvatore, sempre che non se l'avesse lasciato come avevano fatto finora le poche figure genitoriali che aveva avuto nella vita.
Era ancora molto diffidente nei confronti dell'uomo, anche se cercava di non mostrarlo.
La ferita che Sirius gli aveva lasciato dopo essere scomparso bruciava ancora troppo.

Scosse la testa per non pensarci, e scese le scale per giungere al piano terra.
La sua naturale curiosità stava cominciando a tornare dopo essere stata quasi soffocata dalla paura e dal dolore.
Tentò di aprire ogni porta che vedeva, ma erano tutte chiuse a chiave, avrebbe dovuto chiedere a Severus di mostrargli l'intero manor.
Scendendo le scale, un pensiero si insinuò nella sua mente. Si voltò e cominciò a risalire i gradini di corsa.
Finalmente giunse all'ultimo piano, e la sua mano cercò a tentoni la chiave che ciondolava sul suo petto.
La trovò e---
knock knock!
Si voltò di scatto e sul davanzale della finestra un gufo lo fissava con i grandi occhi gialli.
Harry si avvicinò e prese la lettera che il gufo gli aveva deliverato.

Buon compleanno Harry,
Mi dispiace di non poterci venire a farci una visitina alla tua nuova casa per vederti, ma purtroppo io e Thor siamo in missione. Un lavoretto per Silente. Grand'uomo, Silente. Non posso dirti dove sono e che cosa faccio: è top secret.
Ho saputo cosa ci è successo dai Dursley, Harry. Io lo sapevo che quelli erano della peggior specie. Non ci piacevano proprio.

Qui Harry notò che delle lacrime avevano bagnato la pergamena, ma era comunque leggibile.

Ma per fortuna c'è il professor Piton a prendersi cura di te, adesso. Te lo dicevo, io, che era una brava persona.
Bè, spero che adesso stai meglio, Harry.
Ci vedremo a Hogwarts, così ti racconto delle nuove parole che Gropino ha imparato.

Con affetto,
Hagrid e Thor.

Harry sorrise un po'.
Se c'era una persona che non era cambiata dopo l'inizio della guerra, quello era Hagrid.

Si voltò per aprire il pacco che conteneva la torta che Hagrid aveva fatto per lui, ma altri quattro gufi erano apparsi accanto a quello del guardiacaccia.
Harry sospirò e rimise la chiave al suo posto sotto la maglietta, e si preparò a scartare i regali da parte di Neville, Luna, e Remus, e ad aprire la nuova lettera di ammissione ad Hogwarts.


                                                                        ***


"Cosa stai facendo?"
Harry si voltò e trovò Severus lavato e vestito dietro di lui, con uno sguardo severo.
"Rispondo alle lettere che ho ricevuto stamattina."
"Hai ricevuto delle lettere? Da chi?" Harry sentì l'ansia nella voce di Severus e roteò gli occhi.
Ghignò e gli venne in mente la degna risposta per il professore iper-protettivo "Da Lord Voldemort."
Severus spalancò gli occhi per un attimo, agitato, poi la comprensione si fece strada nella sua mente, e fulminò Harry con lo sguardo.
"Non dire quel nome davanti a me... e comunque, se fossi in te, non scherzerei su una cosa del genere. Allora... la verità: chi te le ha mandate?" E cercò di dare una sbirciatina alle pergamene sparse sul tavolo.
"Me le hanno spedite Hagrid, Remus, Neville e Luna."
Severus, spinto dalla curiosità, allungò una mano per prenderne una, ma Harry la allontanò con uno scatto, decisamente contrario all'immagine di Severus che leggeva le sue lettere.
Credette di vedere un lampo della furia che aveva intravisto nei gesti dello zio Vernon a volte, ma non ne fu sicuro, perché dopo un secondo sentirono il campanello della porta di Prince Manor suonare sonoramente.
Severus sospirò e dirigendosi verso la porta, disse "Finisci di prepararti. Io vado ad accogliere i tuoi amici. Vieni di sotto quando sei pronto."


                                                               
                                                                        ***


Harry scese le scale quasi di corsa, non fidandosi del comportamento di Severus di fronte a Ron e Hermione.
Personalmente, non sapeva se era pronto per vederli.
Sapeva che loro avrebbero fatto domande.
Sapeva che Hermione l'avrebbe guardato con occhi preoccupati.
Sapeva che Ron avrebbe aspettato una mossa da parte di lei prima di esprimere la sua opinione.
Sapeva che lei avrebbe pianto.
Sapeva che il suo migliore amico avrebbe reagito in modo indiscreto.
Sapeva che sarebbero stati tristi per lui.
Sapeva che non avrebbero mai capito fino in fondo quanto aveva sofferto.
Sapeva che sarebbero rimasti, però, e questo gli bastava.

Si riscosse dai suoi pensieri quando Niso gli leccò una mano.
Sorrise.
Forse, a suo modo, gli stava augurando un buon compleanno.
Ora, con il grande cane al suo fianco, si sentiva più calmo, più sereno.
Prese un profondo respiro e varcò la porta del salotto, e fece appena in tempo a vedere delle figure in piedi al centro della stanza, che la sua vista fu oscurata dai capelli castani della sua migliore amica.
"Oh, Harry! Per fortuna stai... snif... bene! Abbiamo saputo... snif... mi dispiace tanto!"
Harry sentì le lacrime di lei inzuppargli la manica della maglia verde.
Si morse il labbro inferiore e le battè delicatamente una mano sulla spalla, a disagio.
Ancora stretto dalle braccia tremanti di lei, lasciò vagare lo sguardo per la stanza, alla ricerca di Ron.
Lo trovò e scoprì che l'amico lo guardava con un misto di malinconia, di gelosia, e di... affetto, anche.
Harry gli sorrise, e lui anche alzò un angolo della bocca "Buon compleanno, amico."
"Grazie, Ron." Sentì Hermione allentare la stretta, e la vide asciugarsi le lacrime rapidamente.
"Buon compleanno!" Esclamò, cercando di riguadagnare il controllo.
Harry annuì e ringraziò, lanciado uno sguardo a Severus, che disse "Credo che sia il momento di darti il mio regalo, così potrò dileguarmi e lasciarvi alle vostre chiacchiere."
Harry era scioccato.
Un altro regalo?
Ed un pacco apparve nelle sue mani: era di forma quadrata, non troppo pesante, e piuttosto fino.
Con uno sguardo curioso a Severus, e un piccolo sorriso, lo scartò.
Una cornice vuota, con un vetro che non proteggeva nessuna immagine.
Bè, non era spettacolare come il primo regalo di Severus, ma... poco male: Harry aveva già deciso quale foto incorniciare.
Prima che potesse ringraziare, Severus aggiunse "Non è quello che sembra. Con questo potrai visualizzare chiunque tu voglia. Ti basterà pronunciare il nome della persona che vuoi vedere e aggiugere la formula Videre, puntando la bacchetta al centro del vetro."
"Wow, Harry! Potrai spiare le ragazze!" Esclamò entusiasto Ron, e poi aggiunse "Me lo farai usare un paio di vol---?" Fu zittito dall'occhiataccia di Hermione.
Harry rise, contento che il suo migliore amico fosse lì a riscaldare l'atmosfera, come sempre.
Piton inarcò le sopracciglia "Veramente, Signor Weasley, non era esattamente a questo che pensavo quando ho comprato questo oggetto raro... E ovviamente, Harry, ti proibisco di usarlo per spiare le ragazze... quando si trovano negli spoiatoi o nei bagni."
Ron fece un ghignò e avvicinandosi all'amico, sussurrò"Bè, Malfoy non è una ragazza, giusto?"
"Ronald Weasley! Tu non cercherai di attaccare briga con Malfoy in questo modo, non se io avrò qualcosa da dire a riguardo!" Urlò Hermione.

Harry sorrise senza fiato, e si rivolse nuovamente a Severus "Posso provare?"
"Tu non puoi fare nessun incantesimo fino all'inizio della scuola, e lo sai. Per ora farò io l'incantesimo. Chi vuoi vedere?"
"Funziona lo stesso con gli animali?"
"Sì. Vuoi vedere la tua civetta?"
"Sì, Severus."
Il professore quasi sorrise all'espressione di Weasley.
Poco male, si sarebbe abituato a sentire quel nome pronunciato dalla bocca del suo migliore amico

Estrasse la bacchetta, e disse "Edvige Videre".









SPAZIO AUTRICE
Mi dispiace, so che vi avevo promesso un capitolo per 2 settimane fa, ma poi sono partita per la montagna, e non ce l'ho fatta a finire il capitolo prima di partire.
Ho deciso di dividere il capitolo "Il compleanno" in 3 parti, e forse potrei arrivare a 4... si vedrà.
Ci saranno un sacco di personaggi in questi capitoli.
Ringrazio
clarissa parker, lily luna potter, Honey Evans, Deny 94, Vale Lovegood, sonsimo, era87, piccola Vero, ranyare, Lady Andromeda (a cui voglio tanto bene), dunky e cougar.
Tenterò di aggiornare presto, e se trovate errori di ortografia li correggerò domani, perché adesso è tardi e non vedo l'ora di andare a letto, ma non voglio farvi aspettare ancora per l'aggiornamento.
Bacioni.
Grazie per le 14 recensioni (record!!! Cerchiamo di superarlo, che dite?)- commentate!








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Capitolo 26
*** 26. Il compleanno, parte 3° ***


ff hp 26


Estrasse la bacchetta, e disse "Edvige Videre".
FINE CAP.25





Una fitta nebbia invase la superficiedella cornice, poi apparve la civetta che tanto mancava a Harry.
Edvige posava le piccole zampe nel trespolo della tana.
Nascondeva il becco sotto l'ala destra, che era fasciata.
A Harry si mozzò il fiato.
Alzò una mano e toccò la superficie in vetro delicatamente, sussurrando "Edvige".
Poi ancora, sempre più forte "Edvige".
Ora un singhiozzo senza lacrime, uscì dalla sua bocca...
E continuava a mormorare "Edvige... Edvige... "
E un paio di mani presero possesso delle sue, e una voce si insinuò nella sua mente "Harry, shh... Lei non può sentirti."
E Harry tornò in sé e fu di nuovo consapevole degli sguardi preoccupati dei suoi due amici.
Poi chiese a Piton "Cosa le è successo all'ala?"
"Te lo racconteranno i tuoi amici. E' ora che io vada: ho delle pozioni su cui lavorare."
Lasciò il regalo nelle mani del ragazzino, e si voltò per andaresene, ma fu fermato da una voce "Grazie, p... ehm. Severus".



                                                            ***


Severus si sedette alla sua scrivania, e sospirò.
"Grazie, p... ehm. Severus"
Che cosa aveva voluto dire?
P di professore?
P di padre?
P di Piton?
P di pipistrello?
P di che???

Quanto avrebbe voluto che Harry lo vedesse come padre!
Forse doveva invitare il Grifondoro a chiamarlo 'papà'.
Ma non voleva insistere!
Voleva che fosse Harry a chiamarlo così di sua iniziativa!
Ma Harry non l'avrebbe mai fatto... non l'avrebbe mai considerato un padre.

Si sentiva così vuoto dentro.
Ma come faceva a sentirlo, se era vuoto?
Forse c'era qualcosa dentro di lui.
Era il bisogno di lei.
Sapeva che sarebbe venuta per fare gli auguri a Harry.
Sperava solo che sarebbe arrivata presto.


                                                                        ***

"...è andata proprio così." Terminò la voce di Ron, affievolendosi.
Harry tornò a fissare l'immagine di Edvige sul vetro.
Quattro giorni prima del suo compleanno, Edvige era andata a cercarlo a Privet Drive, perchè la civetta non poteva localizzare il suo padrone a causa degli incantesimi di protezione che Severus aveva posto attorno a Prince Manor.
Era tornata alla tana con un'ala sanguinante.
Aveva volato basso per tutto il viaggio, e i gemelli l'avevano trovata a terra nel cortile della casa.
Harry s'immaginò un Dudley affamato che la colpiva.
Immaginò un Vernon Dursley con una vena pulsante sulla tempia, mentre feriva la sua civetta bianca.

Ma Harry non sapeva ancora che Vernon non si trovava a Little Winghing.
Non era consapevole di quella che era stata la sorte di suo zio.
Non poteva immaginare il corpo esausto dell'uomo, sofferente nella cella di Grimmauld Place.

Harry sospirò "Ma ora, sta bene?"
"Sì. Mamma si è occupata di lei." Rispose Ron.
"Ringrazia tua madre da parte mia."

Hermione stava osservando, la porta dietro la quale era sparito il professore.
Allora si rivolse a Harry "Così Harry, ti trovi bene con il professor Piton?"
Fu Ron a rispondere per primo "Sei fuori di cervello, Hermione? Come fa a trovarsi bene con Piton? Perdonala, amico, questa mattina i gemelli le hanno giocato un brutto scherzo, e non ha ancora superato il trauma."
Hermione gli spedì uno sguardo bieco, ma lei e Ron furono poi distratti dalla voce fioca di Harry "Veramente... non è così male. Lui... è stato molto gentile con me."
Silenzio.
Hermione sorrise "Sono contenta per te, Harry."

"Allora è vero." La voce di Ron sembrava un misto di incredulità e amarezza.
Gli altri due lo guardarono, basiti.
"E' vero che cosa, Ron?" Hermione sembrava nervosa.
"E' vero che ti sta adottando."
Il silenzio fu uno dei più fragorosi che ci fosse mai stato tra i tre.
"Come lo---?"
"so? Ho sentito papà che ne parlava con la mamma. A quanto pare la richiesta è già arrivata sotto le mani del ministro."
Harry abbassò lo sguardo.
"Allora, Harry? Non dici niente?"
"Bè... lui mi ha fatto questa proposta mentre ero in ospedale, e io. Io ho accettato." Non credeva che ci fosse molto di più da dire.

Ron sembrò esplodere.
Le orecchie divennero rosse, ma non tanto.
Sembrava che stesse cercando di reprimere emozioni.
Era strano, pensò Harry, Ron non era bravo a sovrastare la rabbia.

Il ragazzino dai capelli rossi, prese un respiro, e disse, cercando di non alzare la voce "Ma, Harry... quello è Piton! Quello che ti ha odiato dal momento in cui hai messo piede a Hogwarts. E' il professore che in cinque anni ha fatto perdere alla nostra Casa il maggior numero di punti possibili. E' quello che ti ha fatto lavare centinaia di calderoni negli ultimi cinque anni! E' il professore più odiato della scuola, ed è il capo dei Serpeverde! Come puoi aver accettato di farti adottare da lui?"

Hermione spostava lo sguardo da Ron a Harry, allarmata dalla situazione.

Harry strinse le labbra, e si preparò a ribattere, e a difendere il professore, quando...

"Sono sorpreso dalla stima che provi per me, Signor Weasley."
La voce gelida di Severus Piton risuonò nel salotto del Manor.
Accanto a lui, Ally teneva tra le mani un pacco regalo, e guardava preoccupata il ragazzino che era impallidito così tanto, che anche le lentiggini sembravano essere sparite.

"I-io... signore, io..."
"Tu, Signor Weasley, non sai quando dare o meno aria alla tua bocca, e a causa di questo tua carenza, io cercherò di dimenticare ciò che ho appena sentito, se non altro per il bene di mio figlio." Severus usò un tono calmissimo e impassibile, sapendo che non doveva lasciarsi turbare dalle parole di un ragazzino di quindici anni.

Harry si strinse nelle spalle, a disagio.
Avrebbe preferito replicare lui stesso... sarebbe stato capace di difendersi da solo.
E comunque, non aveva bisogno di difendersi dal suo migliore amico.
Ron era solo diffidente, non cattivo.

Guardò bieco Severus, quasi rimproverandolo, e Severus capì.
E tantò di aggiustare la situazione.
"Io credo, Signor Weasley, che Harry non abbia il dovere di spiegare a te o alla Signorina Granger le decisioni che ha preso in merito al... nostro... rapporto", e scelse cautamente le sue parole "tuttavia ritengo... che mio figlio abbia il diritto di condividere con voi le sue opinioni a riguardo dell'adozione. Harry si esprimerà quando e se lo vorrà, e trovo estremamente rude da parte tua cercare di... dissuaderlo dalle decisioni che ha preso già da tempo."
Fissò Harry che sembrava aver addolcito lo sguardo.

Ron guardò pentito il suo amico e annuì, sedendosi sul divano.

Il silenzio fu interrotto dal festeggiato "Ciao Ally. Severus non mi aveva detto che saresti venuta."
Ally sorrise "Come potevo mancare? Ho da consegnare un pacco speciale."
E baciando la guancia di Harry, gli mise tra le mani il suo regalo.

"Buon compleanno, tesoro."
"Grazie Ally."

Severus intervenne "Ti lasciamo ad aprire tutti i tuoi regali.", poi disse, rivolgendosi a Ally "Vieni."




                                                                            ***

"Che cosa gli hai regalato, Severus?"
Severus le raccontò gli eventi della notte precedente e lei sorrise "E' stato molto bello da parte tua."
Severus lo sapeva, ma sapeva anche che Harry meritava questo e di più.
Fu sorpreso da ciò che disse Ally "Lo sai quando è il mio compleanno?"
Lui scosse la testa, e lei continuò "Ho compiuto trentun anni il 22 di aprile. Ma tu non mi hai fatto nessun regalo."
Ora stavano uno di fronte all'altro.
Severus disse l'ovvio "Ma certo. Non ti conoscevo ancora."
Lei appoggiò le mani sulle spalle di lui "Ma ora mi conosci molto bene, e io accetto regali in ritardo."
E questo detto lei si alzò sulle punte dei piedi e aspettò.
Lui piombò su di lei con un bacio violento.
Aveva avuto bisogno di lei, tanto.
E ora lei era lì... solo per lui.








SPAZIO AUTRICE
Mi dispiace immensamente per il ritardo ma è meglio tardi che mai no?
Questa storia sarà completata, state tranquilli.
Ma voglio dei suggerimenti: il prossimo capitolo sarà la quarta e ultima parte del compleanno.
Chi vuole vedere Remus?
Chi vuole vedere Hagrid?
Chi vuole vedere Molly Weasley?
Chi vuole vedere Silente?

Suggerimenti per i regali, a me non viene molto in mente così aiutatemi voi:
Qual è il regalo di Ron?
Qual è il regalo di Hermione?
Qual è il regalo di Ally?

Presto Harry parlerà con il quadro di Lily, ma non nel prossimo capitolo.
Alcuni vogliono che approfondisca il rapporto Harry-Piton e tagli fuori Ally, altri vogliono che dia più spazio al paring Ally-Sev.
Sto cercando di mediare, e spero di accontentare un po' tutti... e ovviamente Ally è nata il mio stesso giorno :P
Ringrazio quelli che mi seguono, e che mi recensiscono.
Mi raccomando: date spazio alle idee, e fatemi sapere... non vi ci vorrà molto a scrivere un commentino, no???

Alla prossima,
Pikkola prongs.

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Capitolo 27
*** 27. Il compleanno, parte 4° ***


ff hp 27

"Che cosa gli hai regalato, Severus?"
Severus le raccontò gli eventi della notte precedente e lei sorrise "E' stato molto bello da parte tua."
Severus lo sapeva, ma sapeva anche che Harry meritava questo e di più.
Fu sorpreso da ciò che disse Ally "Lo sai quando è il mio compleanno?"
Lui scosse la testa, e lei continuò "Ho compiuto trentun anni il 22 di aprile. Ma tu non mi hai fatto nessun regalo."
Ora stavano uno di fronte all'altro.
Severus disse l'ovvio "Ma certo. Non ti conoscevo ancora."
Lei appoggiò le mani sulle spalle di lui "Ma ora mi conosci molto bene, e io accetto regali in ritardo."
E questo detto lei si alzò sulle punte dei piedi e aspettò.
Lui piombò su di lei con un bacio violento.
Aveva avuto bisogno di lei, tanto.
E ora lei era lì... solo per lui.
FINE CAP. 26



Harry scartò i vari libri di Hermione, e il boccino giocattolo di Ron.
Poi giunse il turno del regalo di Ally.
Lo aprì e si trovò tra le mani un anello, e un biglietto.
Lesse il piccolo pezzo di pergamena:
Questa è una passaporta. Ti basterà pronunciare il nome di Severus e questa ti porterà da lui. Ti prego di usarla con prudenza e solo in caso di pericolo.
Con tutto il mio affetto,
Ally


La giornata passò tranquillamente: Harry, Hermione e Ron trascorsero le ore del tramonto nel giardino, sotto un bellissimo pesco.
Ron si fece tutto rosso quando Harry scartò il regalo della signora Weasley, e trovò un maglione rosso con disegnato una scopa e un boccino.
Dobby portò a Harry una buonissima torta di compleanno e gli regalo un paio di calzini, uno verde e blu con un leone disegnato, l'altro giallo e rosso con una spada e un cappello a punta.
Harry guardava di sottecchi tutti i sorrisetti che Hermione lanciava a Ron, e quasi inorridiva alle occhiatine di Ron.
Già sapeva che i suoi due migliori amici si sarebbero presto dichiarati, e temeva il momento in cui sarebbe diventato la terza ruota.

Verso sera Remus uscì dal caminetto e si fermò di fronte a Harry per abbracciarlo, e nel farlo, lo strinse forte, forse troppo perché harry affannò un poco e Severus non riuscì ad evitare di intromettersi.
Pose una mano sull'avanbraccio del malandrino e disse con fare un po' minaccioso "Vacci piano Lupin, o potresti fargli male, e noi non vogliamo che questo accada, vero?"
Remus congelò per un momento e poi si allontanò da Harry, abbassando lo sguardo.
Poi sorrise verso Severus, e rispose "Stai tranquillo, Severus. Non sei l'unico che tiene al benessere di Harry."
Severus rilassò i muscoli del viso, dopo aver preso coscenza dello sguardo preoccupato di suo figlio.
Annuì, alzò i tacchi e se e andò.

Harry seguì l'orlo del mantello di Severus con lo sguardo e poi strinse le labbra, combattuto.
Avrebbe dovuto seguirlo?
Remus era lì per lui, e Harry doveva ringraziare Merlino per la mancanza di accusa nello sguardo del Lupo mannaro.
Quando Severus gli aveva detto che Lupin sarebbe venuto, aveva desiderato di potersi rinchiudere in camera e di non lasciare che Remus lo incolpasse della morte di Sirius, ma ora Harry sapeva di essere stato uno stupido a pensare che Remus l'avrebbe avrebbe accusato.
Ally gli aveva confidato che la paura del giudizio degli altri, è solo il timore di vedere riflessa negli occhi altrui la conferma dei propri dubbi.

Ma ora Severus se ne era andato, e sembrava arrabbiato.
Fece un riluttante passo verso la porta quando la mano di Remus gli piantò la mano sulla spalla, fermandolo.
"Ci facciamo una partita a Spara Schiocco?"


                                                                     ***


Severus si rinchiuse nella sua camera, sbattendo un pugno contro il muro.
Era sempre stato un uomo possessivo, lo sapeva bene.
Lo era stato con sua madre e l'aveva persa; lo era stato con Lily e lei era svanita per sempre.
Ora aveva Harry, ma non poteva permettersi di lasciarselo sfuggire.
Sapeva che il ragazzino era speciale, e in molti erano ad amarlo.
Doveva rilassarsi e non rinchiuderlo dentro il suo calderone.
Doveva lasciarlo bollire, ma stare attento affinché il vapore non si disperdesse.
Non doveva quindi abbassare la guardia: erano in tanti ad adorare Harry, ma erano altrettanti coloro che lo odiavano.

Knock Knock
"Avanti"
Ally entrò, con un piccolo sorriso.
"Va tutto bene?"
Severus annuì, evitando il suo sguardo.
Sentì il sospiro di Ally "Vorrei che di volta in volta ti confidassi con me."
Severus si alzò ed andò alla finestra.
"Tu chiedi troppo" disse con voce brusca.
Ally si morse il labbro inferiore, e sussurrò "Ho capito. Non sei di buon umore. E' meglio che me ne vada."
Si voltò, ma prima che potesse raggiungere la porta, una mano grande e fredda le strinse il polso.
"Devi sapere che non sono una persona semplice, e io non sorrido alla vista del sole o degli uccellini che cinguettano. Ma almeno non ti mentirò. Puoi accettarmi così, se vuoi. Non andartene solo perché non ti faccio gli occhi dolci."
Lei si voltò, sorridente "Sono sempre stata una calamita per cattivi ragazzi."
Lui la spinse sul letto, e si posizionò sopra di lei.
"E dimmi, i tuoi cattivi ragazzi hanno mai fatto... " infilò la lingua nel lobo dell'orecchio di lei " ...questo?"


                                                            ***


Ron e Hermione se ne andarono presto quella sera.
Remus restò ancora un po', raccontò qualche aneddoto su James e Sirius, ma poi arrivò anche per lui il momento di lasciare Prince Manor.
Harry respirò di sollievo quando l'uomo sparì tra le fiamme verdi del camino.
Non voleva che Severus avesse la possibilità di parlare con Remus dopo ciò che era successo.

Salì fino alla camera di Severus, determinato a parlare con lui.
Bussò, ma nessuna voce si udì.
Abbassò la maniglia, ma la porta era chiusa a chiave.

Probabilmente Severus ce l'aveva con lui ora, e Harry non poteva biasimarlo.
Dopotutto Harry aveva... bè non sapeva bene che cosa aveva fatto, ma in fondo Piton era sempre arrabbiato con lui.
Sospirò.

Salì fino alla stanza del ritratto di sua madre, e sedette lì a guardarla dormire.
Era bellissima.
E sembava così serena, così tanto diversa dalla donna che aveva urlato disperata contro Voldemort.

Knock Knock
Harry si voltò, ed andò ad aprire la porta.
Severus era lì.
Sembrava stanco, provato.
Aveva un braccio nascosto dietro la schiena.
Harry lo guardò di sottecchi.
"Sei arrabbiato?"
Severus alzò un sopracciglio "Perché dovrei?"
Harry ingogliò a vuoto "Bé... prima... io... tu... e lui..."
Piton ghignò "Eloquente come sempre, Potter."
Harry mise il broncio, inconsapevolmente "Ecco, vedi? Lo sapevo che eri arrabbiato!"
Severus piegò il collo leggermente all'indietro, con un gesto brusco "Non sono in collera con te, contrariamente a questa strana idea che si è insinuata nel tuo cervello."
"Mi hai chiamato 'Potter'!"
"Ah. Vedo."
La voce di Severus era piatta, distante.
Harry abbassò il viso, mordendosi le labbra.
"Lily diceva che gli altri se la prendevano con me sempre nel momento sbagliato."
Harry lo guardò, sorpreso.
Perché aveva cambiato argomento?
"Che vuol dire?"
"Vuol dire che mi accusavano quando non facevo nulla e mi ignoravano quando combinavo qualcosa" poi come ripensandoci, aggiunse "Probabilmente perché sono sempre stato troppo astuto per farmi scoprire."

Avanzò verso Harry ed alzò il braccio che aveva nascosto fino ad allora.
Harry indietreggiò, intimorito, ma alla vista di una civetta bianca sorrise e le si avvicinò con le braccia spalancate.
Lei si posò sulla sua spalla e gli beccò amorevolmente l'orecchio e si strusciò contro la sua guancia.
Harry sorrise ancora guardando Severus, e disse "Grazie."
Severus annuì e fece per uscire, quando Harry poggiò la fronte contro la sua schiena.
Il professore chiuse gli occhi e senza girarsi, disse piano "E' brutto sapere che hai ancora paura di me."
Harry sussurrò in risposta "A volte mi spaventi... ma ora che ci penso, ultimamente ho paura di tutto, quindi non prenderla come una cosa personale."
Severus si voltò e prese Harry per le spalle "Essere un Grifondoro non significa essere senza paura. Essere un Grifondoro significa avere la forza di superare il timore, di sconfiggerlo. E tu, Harry, non sei debole. Sei forte e sei un combattente. E' vero, ti stai leccando le ferite, ma quando sarai guarito, potrai distruggere i tuoi orrori. Devi solo avere pazienza e devi sapere che non sei solo. Devi avere fiducia in me e credere che ti aiuterò a guarire."
Fece voltare il ragazzino verso il ritratto della strega e disse con intensità "Lei era forte, Harry. E con la sua tenacia ha dato vita a te, e con il suo coraggio ti ha dato la possibilità di crescere e di diventare altrettanto forte, se non di più. Tu sei il frutto del suo amore, e un giorno ti renderai conto della tua grandezza."

Harry aveva le lacrime agli occhi.
Non si fidava della sua voce, così annuì.

Abbracciò di nuovo Severus e respirò forte.
Poi chiese "Che cos'è questo odore?"
Uno strano movimento avvenne all'altezza del pomo d'Adamo di Severus, ma il viso dell'uomo rimase impassibile.
"Mi sono lavato con un nuovo sapone." Fu la risposta.

Wof Wouf
Niso era arrivato e stava abbaiando, in modo feroce.
Sembrava arrabbiato.

Severus sbuffò "Stupido cane!"
Harry invece sorrise "Vieni, Niso. Non c'è bisogno di fare il geloso!"


                                                        ***


Ally si vestì in fretta; Severus le aveva dato il permesso di utilizzare il suo bagno prima che fosse uscito per cercare Harry.
Si guardò allo specchio.
Aveva il viso stravolto, ma al contempo felice.
Sorrise e osservò le sue fossette farsi più evidenti.
Voltò il viso e lo vide: un succhiotto.
Il succhiotto.
Sussultò.
Ringraziò di essersene accorta prima di uscire dalla camera di Severus.
Estrasse la bacchetta e se la puntò al collo---
Poi la ripose al suo posto.
Non voleva che sparisse, almeno non subito.
Non sapeva se potesse essere un segno d’amore, anzi ne dubitava.
Credeva che fosse un segno di passione, di ossessione.
Per ora.

Fece apparire una sciarpa leggera e se la avvolse attorno al collo.

Si guardò di nuovo allo specchio.

"Sei bellissima"
"Hai detto che… ah…  non avre.. avresti mentito"
"Lo sei nella tua imperfezione"
"Metti un incantesimo per insonorizzare la stanza"
"Shh. Già fatto"

"Adoro la tua pelle, è così scura"

"Ti prego, Severus, non fermarti"
"Shh"
"Io… non ho mai… supplicato prima… nessuno."
"Silenzio."
"Ti sto pregando"
"Lo so. So riconoscere una supplica."
"Non… avrai… pietà di me?"
"Mai… mai di te… mai con te"
"Allora non fermarti"
"Altrimenti?"
"Ah… morirò…"
"Non te lo permetterò. Ora, silenzio."

"Guardami, non voglio dimenticare i tuoi occhi pieni di lussuria."
"Ah…"
"Non chiudere gli occhi, Allyson."

Sorrise.
Era pronta.


                                                        ***


Harry posò il viso sul cuscino del divano, e sbadigliò.
Severus gli strinse la spalla con una mano, dicendo "E' ora di andare a letto. Stanotte hai dormito poco."
Harry cominciò a protestare "No, non voglio."
Piton lo prese in braccio, e riflettè ad alta voce, ignorando le sue lamentele "Sei troppo leggero. Dovremo iniziare a fare un po' di allenamento per farti crescere qualche muscolo."
Harry strinse le braccia di Severus "Davvero, aspetta! Posso restare sveglio fino a mezzanotte? Non voglio perdermi neanche un minuto di questo compleanno."
Severus lo guardò e sospirò, lasciandolo andare "Va bene. Ma solo per stanotte. Da domani a letto alle undici."
"Sì, signore."
Piton lo rimbeccò "Severus"
"Sì, Severus."

Si sdraiarono sul pavimento, vicini.
"Harry?"
"Sì?"
"Parlami di tua zia."
Harry lo guardò, sconvolto.
Poi rispose "No, Severus."
"Harry, non era una richiesta."

Harry si alzò in fretta, e disse "Ripensandoci, è meglio che io vada a dormire. Ho bisogno di riposare dopo una giornata così."
"Dai, Harry. Non voglio che tu vada. Voglio solo che tu cominci ad aprirti."
"Avevi detto che non mi avresti forzato a parlare." Disse Harry, sentendosi tradito.
Severus sospirò "D'accordo. Vieni qui," E prese la mano del ragazzino, trascinandolo di nuovo a terra accanto a lui "da me."

Cadde il silenzio e durò per mezz'ora.

Poi la voce di Harry risuonò nella stanza "Mi faceva mettere le mani nel fuoco quando bruciavo i pasti."
Severus strinse le braccia attorno a Harry "Io non farò mai una cosa del genere."
"Lo so."



















SPAZIO AUTRICE
Innanzitutto, grazie a tutti per l'entusiasmo e per le varie recensioni.
Mi sono sentita un po' una ruffiana a chiedervi recensioni di incoraggiamento, ma più commenti ricevo più mi viene naturale scrivere con più regolarità, ed inoltre ne è valsa la pena: leggere tutti i vostri commenti mi da sempre una gioia immensa.
Mi sono anche sentita una stupida e una ipocrita perché ho sempre detto che apprezzo di più gli autori che non mancano mai di aggiornare almeno una volta al mese, e che li preferisco ad autori che aggiornano per sei giorni di seguito e poi spariscono per due mesi.
Predico bene e razzolo male.
Se mi fossi impegnata prima a scrivere questo capitolo, sicuramente avrei postato in tempo, nonostante il mal di schiena.
Cercherò di non ritardare con il prossimo capitolo.

Ma ora partiamo con i ringraziamenti.
elipotterina94_n6 : come puoi vedere, ti ho accontentato anche se ho abbreviato un po' la scena con Remus. Stai tranquilla, la storia non rimarrà bloccata. Grazie mille per la recensione.
ladyash  :  Ho seguito il tuo consiglio sul regalo di Ally e di Hermione. Ho cercato anche di accontentare la tua richiesta di vedere Remus, anche se non è stata una delle parti migliori del capitolo. Ally non si tocca, assolutamente, anzi come hai visto, ha fatto un passo avanti nella storia:P . Purtroppo non posso mettere James nel quadro perché Piton lo odia e sarebbe un po' strano... Anche per Harry arriverà il momento della fidanzata, tranquilla, anche se ho accennato qualcosa nei capitoli precedenti... forse non hai notato. Grazie e bacio.
Clarissa parker: Grazie per la recensione! Sono contenta che tu legga tante volte la mia storia... non credevo che qualcuno l'avrebbe fatto! Come vedi, Remus è arrivato, ma Silente no... perché non è il mio personaggio prediletto e non mi piacciono particolarmente le scene con lui... ma tranquilla non mancherà dalla storia! Ciao ciao.
Vale Lovegood: Grazie mille! Le recensioni non sono mai inutili, specie quelle piene di complimenti! :D
Himeno chan: Grazie del commento! Scusa se ci ho messo tanto. Come vedi ho approfondito Ally/Sev :P. Commenta, ciao baci.
dedy94: Grazie per i complimenti e per i consigli :). Ho apprezzato immensamente. Bacioni.
Iaco: AH! Chi lo sa cosa voleva dire Harry ;)!!!  Non lo saprai mai MUHAHUHAUHUAHUA XD! Grazie mille!
Lady Andromeda: Grazie mille! Ron è così, purtroppo... o per fortuna! Anch'io TVB. Bacioni.
Lily_Snape: Grazie, sono contenta che ti piaccia! Spesso i personaggi nuovi non piacciono, ma sono felice che tu lo apprezzi. Spero che continuerai a leggere. Baci.
Lily Luna Potter: Il dialogo tra Sev e Lily avverrà, tranquilla. Non so quanti capitoli scriverò, ma contando che siamo arrivati ad Agosto, e devo raccontare tutta l'estate, forse un' altra ventina di capitoli. Sinceramente non lo so. Scrittrice? *me gongola XD* credo che tua stia esagerando ma apprezzo il complimento! Baci.
Lunachan62:Grazie per tutti i tuoi complimenti, sei dolcissima :).  Purtroppo non ho fatto apparire Silente, e il motivo l'ho spiegato nella risposta a Clarissa Parker. Grazie ancora e baci.
Yoko_kage13: nn può piovere all'infinito, dopo un poco spunta il sole! Mi piace questa frase, volevo metterla nel capitolo a un certo punto ma poi mi sentivo un po' ingiusta, e non l'ho messa! Grazie mille per il commento! Già il mal di schiena è terribile, non riesco nemmeno ad andare a fare shopping :((((! Baci, La Tua Compagna Di Mal Di Schiena.
yayax: Grazie per la comprensione :) !! Sono felice che ti piaccia! Prima o poi ti convertirò al Pitonesimo MUHUAHUAHUHA! Baci.
Piccola Vero: Grazie per l'incoraggiamento e per la recensione! Commenta ancora. Kiss.
Andy 14: Grazie mille! Sono felice che apprezzi :) Bacioni.

Volevo avvertirvi che ho scritto una sottospecie di poesia, se così si può chiamare, e mi chiedevo se volete dare un'occhiata.
Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=235863&i=1

Al prossimo capitolo (che spero arrivi presto).

In più siete a commentare e più in fretta arriverà, quindi sotto con le recensioni!!!!

Baci,
vi amo tutti!

Pikkola Prongs.








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Capitolo 28
*** 28. La lettera di Silente ***


ff hp 28



Poi la voce di Harry risuonò nella stanza "Mi faceva mettere le mani nel fuoco quando bruciavo i pasti."
Severus strinse le braccia attorno a Harry "Io non farò mai una cosa del genere."
"Lo so."
FINE CAP. 27




Due giorni erano passati dal fatidico compleanno, e le giornate di Harry e di Severus proseguivano tranquille.
Harry passava la maggior parte del tempo con Severus o nella stanza del ritratto di sua madre, la quale si sarebbe svegliata proprio il 2 agosto, come Severus aveva predetto.
Severus, quando non era occupato con Harry, passava momenti piuttosto passionali con una certa guaritrice.
Per farla breve, andava tutto bene.


Forse fin troppo bene.



                                                            ***



La mattina del 2 agosto Harry scese dalle scale ed entrò nella cucina per la colazione.
"Buo-o-oh-ongiorno" Disse sbadigliando.
Severus roteò gli occhi, dicendo con voce seria "Vedo che le tue maniere non sono molto migliorate da quando sei qui."
Harry lo guardò, un po' sconcertato, e poi mormorò con voce incerta "Ehm... Scusa."
Severus lo fissò.
Poi indico un angolo del muro, e disse "Vai ad affrontare quell'angolo. Per cinque minuti."
Harry boccheggiò, ma l'uomo gli riservò solo uno sguardo severo, e il ragazzino si affrettò ad obbedire.

Sembrava che i minuti non passassero mai.
Harry si ordinò di respirare profondamente e si fermò prima di chiudere le mani in due pugni.
Fissò il muro bianchissimo.
Senza emettere un suono.

Sentiva il rumore delle pagine della Gazzetta che Severus sfogliava.
La forchetta del professore che tintinnava sul piatto, il bicchiere che si posava sul tavolo, il vento che batteva sulle finestre, il fruscio della tunica di Piton.
Il respiro dell'uomo, ed il suo stesso respiro.
Le fiamme che scoppiettavano nel camino.
Chiuse gli occhi.
Il suo battito del cuore.
Ed infine, la voce profonda di Severus.

"Puoi venire a sederti."

Riaprì gli occhi.
Ancora bianco.
Poi si allontanò dall'angolo, e si sedette al tavolo, di fronte a Severus, ma evitò di guardarlo.

Poggiò le mani sulle sue cosce, ed abbassò lo sguardo.

"Mangia, Harry."

Harry prese la forchetta e mangiò la pancetta e le uova.
Il pasto proseguì in silenzio.

Ma Harry non resisteva più.
Doveva dire qualcosa.
Scusarsi.
Riscattarsi.
Rimediare.

Aprì la bocca e poi la chiuse.
La riaprì e la richiuse.

Le sue esitazioni non passarono inosservate "Devi dire qualcosa o stai sperimentando la ginnastica facciale?"
La domanda era intrisa di ironia ma non sembrava crudele.
Severus non appariva arrabbiato.

Harry disse "Mi dispiace... per... per prima", poi aggiunse "Io non stavo pensando alle mie maniere."
Severus alzò le sopracciglia, poi la sua espressione sembrò addolcirsi, e replicò "Harry, è tutto a posto. Sei stato punito. E' mio dovere punirti quando fai qualcosa di sbagliato, capisci?"
Harry annuì.
Severus sorrise e concluse "Allora non parliamone più".



                                                        ***


La verità era che Severus era nervoso quella mattina.
Sapeva che Lily si sarebbe svegliata quella sera, e prima o poi avrebbe dovuto parlarle.
Era preoccupato.
L'aveva amata tanto, ma non abbastanza, e temeva di vedere ancora il rifiuto che aveva brillato nei suoi smeraldi circa vent'anni prima, quando la loro amicizia era conclusa definitivamente.

Sapeva che non avrebbe dovuto sfogare la sua agitazione su Harry, ma le abitudini erano dure a morire.
La pozione perde il sapore ma non l'effetto, diceva sempre lui.

Avrebbe dovuto lavorarci su.
E parecchio, anche.



                                                        ***



Harry era stato mandato a studiare dopo la colazione.
Si chiuse nella sua camera e tentò di concentrarsi sul tema di Incantesimi.
'Accio: incantesimo semplice e indispensabile, da utilizzare in ogni evenienza'.
Harry sorrise; lo conosceva bene quell'incantesimo.



       




----------------------------------------------------






Un battito d'ali nel cielo.
Un gufo maestoso volò finò alla finestra della biblioteca di Prince Manor.



                                                            ***


Severus salì le scale e bussò alla porta della camera di Harry.
"Entra" risuonò oltre le mura.

Fece ingresso nella stanza e guardò suo figlio piegato sulla scrivania.
Harry si voltò.
Severus fece un mezzo sorriso e poi disse "Devo lavorare su delle pozioni, quindi oggi sarò estremamente impegnato. Non devi disturbarmi per nessun motivo. Se hai qualche problema chiama Lolly e lei mi imformerà se lo troverà necessario. Non devi entrare nella mia camera e neanche nel laboratorio di pozioni, sono stato chiaro?"
Harry portò la mano alla fronte in un saluto militare e rispose ad alta voce "Sì, signor capitano."
Severus avanzò verso di lui, con fare intimidatorio "Dieci punti dal Grifondoro per l'impudenza, Signor Potter."
Poi con una mano massaggiò la parte posteriore del collo di Harry, che stava sorridendo.
Diede un'occhiata al testo, e poi scosse la testa, dicendo "Harry, l'incantesimo d'Appello deriva dal verbo latino accio, accis, accivi, accitum, accire, non accitere."
Harry parve confuso per un istante, ma poì sembrò rinsavire e mormorò "Ah. Giusto. Scusa."
Prese in mano la piuma d'oca e corresse l'errore.
Severus continuò a leggere rapidamente e alla fine disse "Avresti potuto sprecarti a spiegare con più accuratezza gli effetti del controincantesimo Relascio, ma il testo è comunque accettabile. Certo non degno della signorina Granger, ma accettabile. Sinceramente mi aspetto di più da te, Harry."  
Harry non disse nulla, e si morse il labbro inferiore.
La mano sul retro del suo collo si spostò fino alla spalla destra, e Severus ordinò "Prendi un altro foglio di pergamena, Harry. Molto bene. Ora scrivi accio, accis, accivi, accitum, accire. Bene, ora prendi ancora un altro foglio. Inzuppa la piuma d'oca nell'inchiostro. Scrivi, Oblivion: Incantesimo di memoria. Definisci la provenienza, l'utilizzo, il movimento della bacchetta, i vantaggi e gli svantaggi dell'incantesimo. Spiega i vari possibili effetti di questo incantesimo e usa un esempio per spiegare i rischi che si corrono, usufruendo di tale incantesimo senza le date condizioni o capacità (bacchetta danneggiata, ecc...)."

Harry spalancò gli occhi, alle richieste della consegna del tema. Sapeva che avrebbe dovuto scrivere del caso di Allock, com esempio, e sapeva anche che Severus era curioso a riguardo.

Severus parlò ancora "Adesso riprendi la pergamena sulla quale ti ho fatto scrivere il paradigma."
Harry eseguì ed aspettò ulteriori istruzioni.
Sperò che Severus non gli facesse scrivere ancora molto, dato che già immaginava che il tema sull'Oblivion sarebbe stato di una lunghezza infinita.
Rimase deluso.
"Ora ricopialo per cinquanta volte, Harry."
"Che cosa? Stai scherzando?"

Piton arcuò un sopracciglio, e disse severamente "Vuoi ricopiarlo per cento volte, per caso, Harry?"
Il ragazzino strinse le labbra, tacito.
Severus annuì, con espressione soddisfatta "Come pensavo. Ricopialo per cinquanta volte, e poi inizia il tema sull'Incantesimo di Memoria. Domande?"

"Sì."
"Chiedi pure."
"Sei serio?"
Severus fece una brutta espressione, che lo fece apparire più vecchio, e disse con ammonimento "Harry..."
"Dai Severus. E' stato solo un errore di distrazione."
Severus sospirò, e cedette "Molto bene. Diminuirò la pena: ricopia il paradigma solo per quarantanove volte, e non dirmi che non sono buono."
Detto questo, se ne andò.

Harry sospirò, fece un lamento e poggiò la fronte sulla superficie in legno prima di mettersi al lavoro.



                                                            ***


Severus prese per mano Ally e la trascinò in camera sua.
Cominciò a spogliarla rapidamente, ma lei lo fermò "Ehi... aspetta, cos'è questa fretta? Dov'è Harry?"
Severus ghignò, e le passò le mani sulle spalle, prima di scendere al seno "Al momento, è un pochino occupato con i compiti."
Lei sorrise, e scosse lentamente la testa "Povero ragazzo... nemmeno un poco di svago."
"E' l'astinenza dal sesso che mi fa diventare suscettibile" disse lui, avvicinando le labbra al collo elegante di lei.
Ally si lasciò baciare e spogliare per alcuni minuti, aggrappandosi alle spalle di lui, poi chiese "Glielo hai detto?"
Severus continuò a baciarle il seno per un momento, ma poi si stacco e disse "Io ti succhio un capezzolo, e tu pensi a Harry?"
Lei rise un po', ma tornò presto seria "E' che sono preoccupata per come potrebbe prenderla."
Lui sospirò, capendo che a lei non andava e si sedette sul letto coprendosi la vita con la coperta.
"Stai tranquilla, non gli ho detto nulla. In questo momento crede che io stia lavorando su di una pozione. Contenta?"
Lei fece segno di no.
"Non contenta, solo più calma."
Si sedette sulle gambe di lui.
Ormai era nuda.

Severus le chiese "Allora, sei pronta per bollire o preferisci restare in bianco nel tuo fresco calderone?"
Lei sorrise e disse "Solo se tu sei nel calderone con me."
Lui annuì "Ah, capisco. Molto bene."
Si alzò, e lei chiese allarmata "Dove vai?"
"Vado a riscaldare un'altra pozione."

Lei spalancò gli occhi, e gli urlò dietro "Scherzavo!!! Sono pronta per essere bollita, professore!"
"Eccezionale, signorina. Eccezionale."



                                                        ***


Harry si massaggiò la mano destra.
Aveva appena finito di copiare il paradigma, e doveva iniziare il tema, ma aveva fame.
Si alzò e si diresse verso la cucina.
Si preparò un bicchiere di succo di zucca e mangiò un toast.
Uscì e stava per risalire le scale quando avvertì un movimento alla sua destra.
Si voltò e vide ch la porta della biblioteca era aperta.

"Severus? Sei tu?"
Nessuna risposta.
Solo un altro rumore.
Estrasse la bacchetta, ed entrò nella stanza, guardandosi attorno.
Si rilassò.
Solo un gufo.
Ripose la bacchetta al suo posto, e aprì la finesta per far entrare l'animale.
Lo accarezzo, e prese la lettera che era legata alla sua zampa.
Era di Silente.
Ma Harry doveva aprirla per sapere il nome del destinatario.
La scartò, e seppe subito che era per Severus.
Ma ormai non poteva non leggerla.
Sperò che Severus non si sarebbe arrabbiato.


Severus,
vai al numero 12. Voglio che controlli quella persona.
A. S.

Harry registrò quelle parole.
Prima perse lucidità, e poi perse l'equilibrio.
Si sedette a terra e tentò di pensare, di capire.
Chi era la persona a Grimmauld Place?
Chi poteva aver bisogno di essere controllato da Severus?

Lasciò cadere la lettera.

Sirius.
Solo Sirius si era nascosto al numero 12.
Sirius.
Sirius poteva essere tornato dal velo.
Sirius.
Sirius poteva essere ferito, e poteva necessitare di qualcuno che lo controllasse.

Si rialzò con il cuore a mille, e il suo sguardo vagò perso per la stanza.
Camminò sulle gambe instabili e raggiunse il camino.
Si alzò sulle punte e afferrò la scatola contenente la metropolvere.
Entrò nel camino e disse, con voce sicura "Grimmauld place, numero 12"



                                                            ***



Severus si rivestì in fretta.
Ally dormiva profondamente tra le coperte nere.

Le sfiorò i capelli.
Com'era bella.
Com'era serena tra quelle lenzuola.

Ma lui non la meritava.



                                                            ***


Piton salì le scale e bussò alla porta della camera di Harry.
Nessuna risposta venne dalla stanza.
Entrò nella camera vuota.
Si avvicinò alla scrivania.
La pergamena del paradigma era completata, ma si notava la differenza tra la calligrafia delle prime righe e le ultime.
Harry doveva essersi stancato parecchio.
Guardò il secondo foglio, e strinse le labbra, indignato.
Harry non aveva neanche cominciato il tema.

Scese al piano inferiore.
"Harry?"

Ma Harry non rispose.
Non avrebbe risposto quella sera.

Severus si diresse verso la biblioteca pensando che il ragazzo potesse aver deciso di fare una ricerca più accurata sull'Oblivion.

Harry non era neanche lì.

Camminò per la stanza, senza meta.
Si stava preoccupando davvero.
Pistò qualcosa che si stropicciò sotto la sua scarpa.
Si piegò e la raccolse.
Era una lettera.



                                                         







It's good to have you with us, even if it's just for te day
                                                                            -The Killers






SPAZIO AUTRICE
Non ci ho messo molto come potete vedere.
Mi dispiace di aver rimandato il dialogo con Lily, ma mi è venuta in mente quest'idea, mentre la conversazione con una defunta non è la cosa più semplice del mondo.
Vi avverto che ho modificato il paragrafo finale del capitolo 23, così se volete andare a leggere fate pure.
Clarissa parker: Grazie mille! Eh no... Harry non è stupido, ma non ha ancora capito tutto. E' un pochino troppo incentrato su se stesso. (Arrogante ed eccentrico proprio come tuo padre, Potter! XD) Baci.
Lunachan62: Grazie, ora sto molto meglio. Sono contenta che tu stia rivalutando Sev. Baci.
yoko kage13: Nel prossimo capitolo ci sarà più d'azione, com'è giusto che sia. Grazie mille per il commento. Baci.
Vale Lovegood: Grazie per la recensione. Una mia amica mi ha detto che a volte il suo cane è geloso di lei, così mi sono ispirata a lei, credo. Recensisci ancora. Kiss.
pum: Bel commento! Poetico! Grazie mille! Bacioni.
himeno chan: Sono contenta che ti sia piaciuto. Grazie. Baci.
yayax: Credo che il momento del 'papà' arriverà presto, oggi sono riuscita a immaginarmelo!!! Sei troppo gentile. Bacio.
Lily_Snape: Leggi dal cellulare???? Mi chiedo come fai... Grazie per entrambe le recensioni. Sei un angelo. Baci.
Zizela: Sei tornataaa!!!!! Grazie! Sì, è davvero frustrante non riuscire ad aggiornare, e non trovare l'ispirazione. Sono contenta che tu mi capisca! Kiss.
Dedy94: Contenta? Sono tornata ed ecco tutto per te un nuovo lunghissimo capitolo! Grazie per il commento. Baci!
Piccola Vero: Sì, va meglio, grazie.... già, Petunia fa un po' ribrezzo XD! Grazie e baci.
Iaco: Vedremo tra Piton e Ally, ma io direi che è ancora presto per fare supposizioni :P Grazie per il commento. Bacioni.


Tenterò di aggiornare al più presto.
Ho già in programma qualche scena drammatica. MUAHAHIAHIHAIHIA!

Baci,
Pikkola prongs.


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Capitolo 29
*** 29. Trambusto ***


FF HP 29

"Harry?"

Ma Harry non rispose.
Non avrebbe risposto quella sera.

Severus si diresse verso la biblioteca pensando che il ragazzo potesse aver deciso di fare una ricerca più accurata sull'Oblivion.

Harry non era neanche lì.

Camminò per la stanza, senza meta.
Si stava preoccupando davvero.
Pistò qualcosa che si stropicciò sotto la sua scarpa.
Si piegò e la raccolse.
Era una lettera.
FINE CAP. 28



Harry cadde prono sul pavimento antico della cucina di casa Black.
Si puntellò sui palmi e si alzò a stento.
Si guardò attorno, ma nulla sembrava essere cambiato dall'ultima volta in cui era  stato lì.
La persona che si aspettava di vedere non era lì.
Chiamò, urlò "Sirius?"
Nessuna risposta.
Lo evocò ancora e ancora finché la voce non gli venne a mancare "Sirius? Sei qui?"
Poi mormorò "Ti prego, fa che sia qui."
Corse alle scale ed entrò in ogni stanza nei piani superiori dell'abitazione.



                                                            ***


Severus riposò la lettera sul pavimento, e calò a terra, respirando profondamente.
Era possibile che Harry fosse stato così... stupido?
Così... incosciente?
Così... Grifondoro?
Così... così Potter???

Non poteva essere sicuro che Harry fosse andato a Grimmauld Place.
Ma doveva sapere.

Stava proprio per alzarsi, quando udì dei passi, e si voltò di scatto, sperando che appartenessero a suo figlio.
Ma restò deluso.
Ally entrò nel soggiorno, vestita e con il camicie addosso.
"Buongiorno" Disse sorridendo, ancora assonnata.
Gli si avvicinò, con gli occhi brillanti, ma quando notò il suo viso sconvolto, gli chiese serissima "E' successo qualcosa?"
Severus annuì, ancora in shock.
Prese un respiro profondo e disse "Credo che Harry sia andato a Grimmauld Place."



                                                        ***


Harry tornò al piano terra e decise di scendere nei sotterranei, dopo aver ispezionato i piani superiori.
Scese le scale rapidamente, ignorando i commenti dei quadri che venivano svegliati dai suoi passi e dalle sue urla disperate.

"Un Mezzosangue nella casa dei Black, non ci posso cre-"

"Ehi ragazzo! Ma dov...?"

"Dovremmo chiamare gli auror-"

"AHHHHHH! Ci mangerà vivi!"

"Hai ragione! E' un cannibale!!!"

"No, è un vampiro!"

"E' troppo pallido persino per essere un vampiro."

"AHHH! Che spavento che mi hai dato, ragaz-"

Intanto, Harry correva con il fiatone.
Raggiunse una porta; stanza vuota.
Un'altra porta; vuota.
Ancora una porta; un'altra stanza vuota.



Un'ultima porta.
Era l'ultima porta.
L'avrebbe spalancata e avrebbe trovato Sirius.

Tentò di aprirla ma era bloccata.

Sentì un tintinnio.
Guardò verso il basso.

Una chiave.

Si sentiva troppo fortunato.
Troppo.


                                                        ***


Ally lo guardò sconcertata, ovviamente inconsapevole del significato spaventoso di quella frase.
Severus non sembrò accorgersi della confusione sul viso di lei.
Si alzò e si avvicinò al camino, e informò lei o se stesso "Devò andare lì. Se Harry è in quel posto, non è al sicuro."

Lei lo seguì "Vengo con te."
Lui scosse la testa e disse "No, vai al lavoro. Mi rallenteresti. Ora vai."

Ally protestò, non voleva lasciarlo andare da solo, se era pericoloso.
Sapeva che lei non sarebbe stata comunque in grado di difenderlo, sarebbe stata inutile, se non di troppo, ma non voleva comunque lasciarlo andare senza di lei.
"Severus..."


                                                             ***

Harry entrò nella stanza buia e seppe subito che Sirius non era lì.
No, al posto di Sirius c'era qualcun altro.
Un'altra creatura.
Un mostro.

Le urla di dolore del mostro erano strazianti.
Harry era terrorizzato, ma si costrinse a non lasciarsi prendere dal panico.
Aguzzò la vista, e puntò la bacchetta verso il luogo dal quale provenivano le grida.

Vernon Dursley si contorceva, sul pavimento bagnato.
La stanza puzzava di urina.

Harry indietreggiò, spaventato.
Non se l'era aspettato.
Una parte di lui aveva saputo che non avrebbe ritrovato Sirius, ma non avrebbe mai creduto di rivedere suo zio qui.

Battè la schiena contro il muro.
Un senso di nausea invase il suo stomaco, la sua testa.

L'odore era orribile, la vista insopportabile.

L'uomo aprì gli occhi porcini, e li fissò su di lui.
Erano occhi tormentati, oscuri.

Il fiato di Harry si mozzò.

Dursley tentò di alzarsi, ma non era in grado di reggersi sulle gambe.
Strisciò in avanti, gli occhi spietati ancora puntati su Harry.
Erano spietati e chiedevano pietà.

Harry tentò ancora di indietreggiare ma era impossibile.
La bacchetta era a terra.
Le sue mani si tormentavano l'un l'altra.

Vernon avanzò ancora con un urlo disperato.
Era un lamento terribile, sembrava quello di un orso ferito.

Harry tremava incontrollabilmente.
Stava diventando viola.

Lasciò andare il respiro, che non si era accorto di aver trattenuto.

Annaspò per alcuni secondi, senza mai levare lo sguardo dall'uomo patetico di fronte a lui.

Dursley avanzò ancora, e Harry sentì una mano afferrargli un piede e urlò.

Harry Potter perse il proprio controllo sulla magia dopo anni.



                                                               ***     



"Ho detto di no. Mi stai solo rallentando. Harry potrebbe essere in pericolo. VATTENE!" Urlò Severus, perdendo il controllo.

Lei annuì, impaurita.
E se ne andò.

Severus non la guardò nemmeno uscire.
Si diresse al camino ed atterrò nella cucina dei Black.

Il trambusto più assoluto aveva invaso Grimmauld Place.

La casa era incendiata.

Gli auror urlavano e continuavano a scagliare 'Aguamenti' sui ceppi di fuoco.

C'era anche Kingsley, e gli si avvicinò, urlando per sovrastare il caos "Dov'è Harry?"
L'auror lo guardò, e rispose "Allora è stato lui... stavano parlando di un ragazzo, prima. Deve essere nei sotterranei. Degli Auror stanno cercando di tirarlo fuori."
"Tirarlo fuori? Ma cosa...?"
"Sono crollate le mura nei piani inferiori."

Severus si lasciò prendere dal panico, e corse, senza avere il coraggio di chiedere se Harry stava bene, anche perché immaginava che Kingsley non avrebbe saputo rispondergli.


Scese nei sotterranei, superando le fiamme ed ignorando gli auror che tentavano di fermarlo.


Solo la vista che lo accolse, fermò la sua corsa.
Harry lottava contro le mani che tentavano di tenerlo fermo.
Una bacchetta era puntata contro la sua bocca e lo aiutava a respirare come se fosse una mascharina babbana.

Poco più in là, altri maghi facevano la stessa cosa con Vernon Dursley, che a differenza di Harry non combatteva, ma si lamentava soltanto.
Non sembrava essere ferito gravemente, a eccezione di una bruciatura che gli percorreva una gamba.

Si avvicinò a Harry e lo abbracciò facendosi largo tra gli auror che lo guardarono oltraggiati.

Tenne Harry stretto a sé, e lo sentì tossire.
Gli massaggiò la schiena con mani delicate, il suo gesto che contrastava il tono della sua voce "Non farlo mai più! Sei in grossi, grossissimi guai. Ti farò pulire così tanti calderoni che desidererai di non avere le braccia."
Harry singhiozzò, tra i colpi di tosse, e sentì il tono di Severus cambiare "Però adesso calmati. E' tutto a posto. Quell'uomo non ti farà del male."

Harry pianse ancora un po', e cercò di dire "Ho...fatto una... magia... ma giuro che... non l'ho fatto apposta".

Severus annuì e disse "Sta tranquillo. Nessuno ti incolperà."

Una voce leziosa rispose al posto di Harry "Io non ne sarei tanto sicura."










it's time to let go of everything we used to know, ideas that strengthen who we've been
                                                                                                                -Patrick Park










SPAZIO AUTRICE
Spero che vi sia piaciuto, ma preparatevi davvero per il peggio adesso. MUHAHUAHUHAUHAUHUAHUAH!
Grazie a Alicedell (capisco i tuoi dubbi sul personaggio, ce li ho io stessa, e perdonami ma non capisco cosa intendi con Renegade scozzese, comunque grazie), Vale Lovegood, Piccola Vero (sì, forse è un po' cretino, ma io lo amo e gliela perdono :P), Lily Snape, himeno chan, Dedy94, Tigre94 (Severus amava Lily, quindi credo che sia normale la sua preoccupazione), clarissa parker, iaco.
A presto,
pikkola prongs.
                                                          








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Capitolo 30
*** 30. separazione ***


ff hp 30
Harry pianse ancora un po', e cercò di dire "Ho...fatto una... magia... ma giuro che... non l'ho fatto apposta".
Severus annuì e disse "Sta tranquillo. Nessuno ti incolperà."

Una voce leziosa rispose al posto di Harry "Io non ne sarei tanto sicura."
FINE CAP. 29


Severus strinse ancora di più Harry, inconsapevolmente.
Gli pose una mano sulla nuca, e spinse il viso del ragazzo contro il proprio petto, impedendogli di girarsi.

Si voltò in fretta e vide una delle donne che odiava di più.

Dolores Umbridge si erse in tutta la sua bassezza di fronte a loro.
Quell'orribile sorriso non prometteva nulla di buono.

Si alzò, con Harry tra le braccia, per torreggiare la vecchia rospa.

"E perché mai qualcuno dovrebbe incolpare mio figlio di qualcosa?" Chiese, con aria di sfida.
La Umbridge rispose, con voce intrisa di un sadico piacere "Abbiamo ritrovato la bacchetta tra le macerie. Il ragazzo ha compiuto una magia"
Harry mormorò "Non è vero... non... non ho usato la bacchetta..." ma solo Severus sembrò sentirlo.
"E' stata magia accidentale!" Lo difese Piton.

La Umbridge ribatté "Questo ragazzo ha utilizzato fin troppe volte la scusa della magia accidentale! Il fatto è che nessuno riesce a controllarlo! Non era suo dovere, Professor Piton, tenerlo lontano dai guai?"
Severus non sapeva come difendersi ora "Io... sono stato trattenuto."

La Umbridge sorrise trionfante "Credo che le pratiche dell'adozione non potranno essere firmate tanto presto, allora."
Era una minaccia, Severus lo sapeva.

Gli auror attorno a loro si occupavano delle macerie e di Vernon.

Severus parlò con voce ferma, ma non si era mai sentito così insicuro
"Non è a lei che spetta questa decisione, ma ad Amelia Bones."
"Non sarà contento di sapere, Piton, che Cornelius può prendere le decisioni al posto di Amelia, ed io ho una buona influenza sul Ministro." Disse la Umbridge.

Severus sapeva di avere bisogno di aiuto a questo punto.
Stette zitto, guardò male la Umbridge, e strinse ancora di più Harry al suo petto.

"Auror!" Chiamò la Umbridge, rivolgendosi ai maghi che li circondavano
"Prendete il ragazzo! Passerà nella custodia del Ministero per il momento."

Harry singhiozzò e si aggrappò forte a Severus, che spalancò gli occhi e fece per estrarre la bacchetta quando Albus Silente si fece largo tra il cerchio di Auror, e fulminò con lo sguardo il professore di Pozioni.
Severus abbassò la mano.

Silente si rivolse alla Umbridge "Il ragazzo passerà nella custodia di Hogwarts, come i suoi genitori hanno scritto nel testamento. Non avete nessun diritto di prenderlo."

Severus guardò Albus, sentendosi tradito.
Perché non lo aiutava?
Harry non doveva finire in custodia alla scuola.
Harry doveva stare con lui.

La Umbridge guardò Silente, e balbettò "Ma... Molto bene! Ma sappiate che se Potter combinerà qualcos'altro, nessuno potrà tenerlo lontano dal Ministero."
Albus sembrava sereno, e disse pacatamente "La vedremo, cara Dolores."

La Umbridge urlò "Shacklebolt, Williamson, prendete il ragazzo e portatelo a Hogwarts. Assicuratevi che non scappi."

Severus disse "No! Non ne avete il diritto! E' ancora affidato a me, fino a prova contraria!"
Albus si avvicinò a lui, e gli disse con fare benevolo "Lascialoandare, Severus. Sarà al sicuro."
Severus strinse forte Harry, che scuoteva la testa freneticamente e piangeva.
"Ma Albus..."
"Severus, vedrai che sistemeremo tutto, ma se opponi resistenza peggiorerai la situazione."

Fu solo lo sguardo rassicurante che Albus gli diede che convinse Piton a lasciare andare Harry.

Però il ragazzino non voleva collaborare: lottava per restare stretto a Severus.
L'uomo sospirò e lo spinse via delicatamente, dicendo "Harry,ascoltami. Adesso andrai con Kingsley. Io mi occuperò di questa faccenda, ed appena l'avrò risolta, verrò a prenderti, te lo prometto. Ma ora devi andare a Hogwarts."

Harry si asciugò le lacrime, e singhiozzò "Severus, scusami. Giuro che non lo farò più, ma non mandarmi via."

Il cuore di Severus si strinse, ma non poteva cedere "Harry, non ti sto lasciando, capisci? Ti voglio bene. Ma adesso devo sistemare tutto. Andrà tutto bene. Ora vai."
"Severus... "
"Shh... andrà tutto bene."
"Papà, vieni a prendermi, ti prego..."

Severus affannò per un momento.
L'aveva davvero chiamato 'papà'?
Sperò che non fosse un sogno.

"Sì, Harry. Te lo prometto." Disse con voce serena.

Lasciò Harry tra le mani forti di Kingsley, che accompagnato da Williamson, un uomo massiccio, ma con il viso ingenuo, raggiunse l'atrio per Smaterializzarsi.

Severus guardò Harry andarsene.
Il ragazzino lo fissava, disperato, ma sembrava che Kingsley gli stesse dicendo qualcosa per farlo calmare.
Sperò che fosse in buone mani.
Quando vide Harry sparire, si voltò verso Albus che parlava con la brutta rospa.
Si alzò sulle gambe molli e si avvicinò a loro.

"Albus..."
Silente vide il suo volto distrutto, aveva imparato a riconoscere tutte le espressioni di quel viso che agli altri sembrava sempre essere una maschera di ghiaccio.
"Severus, vai a casa. Sistemerò tutto io. Li convincerò ad usare il prior incantatio sulla bacchetta di Harry, e con un paio di minacce a Cornelius, potrai vedere Harry presto, vedrai."



***


Harry si lasciò trasportare da Kingsley nei sotterranei di Hogwarts.
Kingsley aveva convinto Williamson a tornare al Ministero, così i due raggiunsero un dipinto che rappresentava una donna dai capelli rossi con in mano un serpente.
Kingsley disse "Asfodelo e centinodia."
La donna disse con voce dolce "Sarebbe un fallimento come pozione, ma sono le parole esatte. Entrate."
Entrarono in una stanza che sembrava familiare a Harry, che chiese "Dove siamo?"
Kingsley sorrise e rispose con la sua voce profonda "Siamo negli appartamenti del professor Piton a Hogwarts. Silente mi ha detto diportarti qui, e mandarti a dormire nella stanza di Severus."

La camera di Piton era arredata esattamente come quella al manor, con il letto dalle coperte nere ed i mobili del medesimo colore.
Kingsley lo fece sdraiare su quello scuro letto.
Harry inalò l'odore delle coperte.
Era l'odore di Severus, quel misto di erbe e di ingredienti di pozioni.
Silente doveva aver dato ordine di farlo dormire lì per farlo sentire meglio.

Guardò Kingsley, che si era seduto su di una sedia accanto al letto.
Harry disse "Non devi per forza stare qui. Sto bene. La mia magia deve avermi protetto."
Il mago scosse la testa "Non posso lasciarti da solo. Aspetterò qui il ritorno di Silente."
Harry notò che non aveva detto il ritorno di Severus.
Sospirò.
Chiuse gli occhi e sognò suo padre.



***


Severus per una volta non seguì gli ordini di Silente.
Non andò a casa.
Andò a cercare l'unica persona che poteva distrarlo in quel momento.

Arrivò al San Mungo, e chiese al centralino se la Guaritrice Baker era ancora in ospedale.
C'era.
Gli fu detto che Ally era occupata con un paziente e che non doveva essere disturbata.

Quel giorno sembrava essere un giorno di trasgressioni, perché Severus non obbedì neanche alla bella infermiera del centralino.

Raggiunse l'ufficio di Ally e senza bussare aprì.

Lei era sotto la scrivania accucciata vicino ad una bambina tremante che piangeva.
Ally tentava di calmarla, e mentre lo faceva era così rassicurante che anche Severus sentì un po' di tensione svanire.

Al rumore della porta spalancata, Ally si voltò e lo vide.
"Severus! Cosa... Tutto bene?"

Piton fissò la bambina piangente e disse "Scusa, non dovevo disturbarti. Ti aspetto fuori."
Ally corrungò le sopracciglia e rispose, con riluttanza "Ok... avrò fatto fra dieci minuti. Tu aspettami fuori dalla porta. Non... non andartene, va bene?"
Severus annuì e sparì dietro la porta chiusa.

Si sedette su di una sedia nella sala d'aspetto.
Una donna di piccola statura lo guardava.
Come lui sedeva con gli occhi un po' assenti e si tormentava le mani.
La donna chiese, interrompendo il silenzio imbarazzante "Lei è unguaritore?"
Severus si guardò attorno per assicurarsi che stesse parlando con lui "Sì. Non ha mai visto un guaritore con un camice nero?"
Lei aprì la bocca e la richiuse, incerta.
Poi fece un'altra domanda "Mi sta prendendo in giro?"
Severus alzò un sopracciglio, infastidito "Cosa glielo fa pensare, perspicace signora?"

Lei mostrò un'espressione dura e con il gelo nella voce, fece
"Se non è un guaritore, che cosa le da l'autorità di entrare nell'ufficio della dottoressa mentre è occupata con mia figlia?"

"Io non sapevo che ci fosse la ragazzina dentro." Disse Severus, con un pentimento nella voce che nessuno sarebbe stato in grado di percepire.
La donna lo aggredì ancora "Forse dovrebbe visitare l'ufficio dell'oculista, allora, dato che non si è curato di leggere il cartello sulla porta."
Severus si voltò.
C'era un cartello con scritto 'NON DISTURBARE'.
Si rivolse ancora alla donna "Anche se fossi cieco non sarebbe affar suo."

"Lei non è molto educato." Osservò lei.

Severus perse il controllo che era riuscito a stento a trattenere quando Harry gli era stato portato via.
Si alzò, batté un pugno sul muro e urlò "Stia zitta!"
Ally uscì dalla stanza, in quel momento con la bambina aggrappata alla sua mano.
Lo guardò, esterrefatta "Severus! Ti sembra il caso di urlare?"

La madre della bambina, prese in braccio la figlia e se ne andò, intimorita dalla reazione di Piton.

Ally si avvicinò a Severus e chiese, senza osare toccarlo "Cos'è successo?"
"Hanno preso Harry."
"I Mangiamorte?"

Severus scosse la testa, senza la forza di risponderle.
Lei insistette "Chi?!"

Lui le spiegò tutto e quando ebbe finito, lei lo abbracciò e lo accompagnò ad una sedia.
"Adesso, devi calmarti. Silente ti ha detto che sistemerà tutto. E ti ha anche detto di andare a casa, se non ho capito male."
Severus chiuse gli occhi e sospirò.
"Hai ragione."
Lei sorrise "Come sempre, Severus. Come sempre."

Lui le accarezzò il viso abbronzato, e le disse "Voglio che tu vada a vederlo."
Lei annuì "Lo farò, ma prima ti accompagno a casa. Andiamo."


Quando furono a Prince Manor, Ally lo seguì fino alla camera di Harry.
Severus si sedette alla scrivania e prese una pergamena.
Cominciò a scrivere e quando fu soddisfatto, la diede ad Ally "Consegnala a mio figlio... e assicurati che stia bene."
"Ovviamente."
Lo baciò, e lui le rispose, ma non sorrise sulle sue labbra come faceva sempre.

"Torno domani, Severus."



***

Severus sedette sul letto di Harry, e accarezzò le orecchie di Niso, fissando il muro.
Pensò a Lily, e a tutte le scuse che le doveva.
Ma non ne aveva la forza.
Non oggi.
Non in quel giorno di trasgressioni.
Non in quel giorno di sofferenza.
Di paura.
Di nostalgia.

Si sdraiò ed inalò l'odore di Harry tra le lenzuola.

Quel giorno chiuse gli occhi e sognò solo suo figlio.


L'indomani sarebbe stato il giorno delle scuse.
L'indomani.












We'll make the same mistakes, I'll take the fall for you
                                                                        -Steeve Earle




SPAZIO AUTRICE
Ho fatto in fretta, come potete vedere. Contenti? Fatemelo sapere.
Recensite numerosi, e scriverò più in fretta che potrò.
Grazie a Lily_Snape(a cui mando un bacio per essersi offerta di aiutarmi e senza la quale non avrei aggiornato), a iaco, Vale Lovegood, Piccola Vero, himeno chan, clarissa parker, dedy94, dunky e ranyare.

Vi sto facendo soffrire??? MUHAHHAHAHUAHUHAUHA!
Cercherò di risolvere tutto, ve lo prometto.
Però voglio tanti commenti, va beneeeee?

Alla prossima,
pikkola prongs.



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Capitolo 31
*** 31. Draco, Harry, Severus, Cissa ***


ff hp 30
 



Severus sedette sul letto di Harry, e accarezzò le orecchie di Niso, fissando il muro.
Pensò a Lily, e a tutte le scuse che le doveva.
Ma non ne aveva la forza.
Non oggi.
Non in quel giorno di trasgressioni.
Non in quel giorno di sofferenza.
Di paura.
Di nostalgia.

Si sdraiò ed inalò l'odore di Harry tra le lenzuola.

Quel giorno chiuse gli occhi e sognò solo suo figlio.


L'indomani sarebbe stato il giorno delle scuse.
L'indomani.
FINE CAP.30



La mano tra i suoi capelli era leggera come il vento.
La somiglianza era così palpabile che davvero Harry credeva di essere solo nella stanza.
Non c'era nessuno.
Solo l'aria e l'odore di Severus.
Quando però sentì qualcosa sfiorargli la cicatrice, aprì gli occhi d'istinto e sopra di lui vide il viso preoccupato di Ally.
"Buongiorno, tesoro."
"Cheosno?"
Ally sorrise "Parla in inglese, per favore."
Harry sbadigliò e si stropicciò un occhio.
"Che ore sono?"
"Le undici."
Harry spalancò gli occhi "O Merlino! Ho saltato la colazione! Severus sarà arrab..."

Guardò le coperte scure del letto.
Non avrebbe visto Severus a colazione, nè a pranzo.
E neanche a cena.

Ally capì cosa Harry aveva realizzato e disse "Anche se oggi non potrai vederlo mi ha lasciato una lettera da darti."
Il ragazzino prese la pergamena e la aprì.




                                                            ***

Severus uscì dal camino dell'ufficio di Silente, il quale era seduto alla scrivania con lo sguardo diretto ad una donna.
Narcissa Malfoy sedeva educatamente nella sedia che il Preside le aveva offerto.
Posava la mano sinistra sul braccio di suo figlio che guardava con aria sconfitta il pavimento.

Al rumore dei passi di Severus, Albus si voltò "Ah Severus, sei venuto! Siediti, ragazzo mio."

Piton guardò Draco per un secondo, ma poi fece come il Preside gli aveva detto.


"Cosa posso fare per te, Albus?"

Silente sorrise e rispose "Solo aspettare, Severus. Non sono ancora riuscito a sistemare la cosa, ma presto tutto si risolverà. Sto avendo solo alcuni problemi con Amelia, che purtroppo sta venendo influenzata dalla Umbridge. Ma impiegherò poco tempo a calmare le acque, non preoccuparti."

Narcissa alzò un sopracciglio alle parole del preside, non capendo le allunsioni.
Draco restò impassibile, con lo sguardo sulle proprie gambe.

"Allora qual è la ragione per la quale mi hai convocato?" Severus lo disse con impazienza, infastidito.
"Suvvia, Severus. Non c'è bisogno di essere sgarbati. Ti ho chiamato per una questione riguardante il nostro Draco, qui" E inidicò con la mano destra lo studente.

Severus guardò Draco "Qual è il problema?"
Draco non parlò, ma la sua mano salì di fretta al suo stomaco e strinse la maglietta.
Severus pensò che sembrava uno spasmo.

Narcissa rispose per suo figlio "Sembra che anche dalle celle di Azkaban, mio marito riesca a compiere degli atti osceni."
"Che vuoi dire, Cissa?"

Lei strinse le labbra e lo fissò negli occhi, parlando con voce astiosa, ma Severus credette che nemmeno lei fosse certa di quale emozione dovesse imprimere le parole "Il mio Draco ha coraggiosamente rifiutato di prendere il Marchio Oscuro. Così..."
Le mancò il respirò.

Silente continuò per lei "Pare che Lucius sia stato in qualche modo informato di questo fatto, ed abbia desiderato di punire Draco per questa sua scelta."
Severus abbassò lo sguardo sul ragazzo che sembrava fisicamente sano, anche se aveva l'aria distrutta ed era visibilmente pallido.

Non capiva né come avesse fatto Lucius a punire suo figlio dalla cella di Azkaban, né quale fosse stata la punizione che aveva inflitto su Draco.
Guardò Silente con sguardo inquisitorio.

Albus si rivolse a Draco "Signor Malfoy? Desideri che io divulghi questa verità al tuo Capo Casa o preferiresti farlo tu stesso?"

Draco rispose senza guardare nessuno, neanche i quadri come se temesse di incontrare degli sguardi pieni di pregiudizio "Glielo dica, tanto lo verrà a sapere presto comunque, come tutti gli altri. Posso aspettare fuori, se non le dispiace?"

Quando Silente annuì, Malfoy uscì e scivolò a terra con le spalle alla porta.
Non riuscì a sentire nulla della conversazione che avveniva all'interno dell'ufficio.



                                                            ***




Caro Harry,
so che nel tempo che trascorrerà prima che io possa riuscire a sistemare questa faccenda, tu sarai al sicuro e ben curato. Ho già prenotato per te una visita da Madam Chips questa sera. Assicurati di rispondere alle sue domande con sincerità. Alzati, fai colazione, lavati e vestiti con gli indumenti che ho fatto portare nei miei appartamenti. Dopo esserti vestito finisci il saggio che ti avevo assegnato prima degli avvenimenti di ieri sera. Poi torna al tuo baule e indossa vestiti non troppo pregiati perchè ti aspetta una punizione. Andrai al mio laboratorio di pozioni accompagnato da Kingsley o un altro adulto. Pulirai i calderoni che saranno disposti accanto all'armadietto degli ingredienti. Quando avrai finito, ti dirigerai al tavolo da lavoro dove troverai delle piante e delle sanguisughe morte da tagliare. Disporrai infine le piante tagliate in un contenitore di vetro con il tappo viola. Distribuirai le sanguisughe tritate in venti vasetti di vetro contenenti un liquido rosso. La punizione per oggi sarà questa. Domani invece copierai per cento volte questa frase 'Non mi allontanerò mai più dal posto in cui il mio tutore ha ordinato di posare il mio irresponsabile fondoschiena senza il suo esplicito permesso'. Dopodomani riscriverai per cento volte la frase 'Non ficcherò mai più il mio orribile naso negli affari del mio tutore o di un mio professore o di un mio supervisore o di qualunque altro adulto che abbia un minimo di autorità su di me e sul mio orribile naso'. Se hai qualcosa da ridire a riguardo di questi metodi di displina, non voglio sentirli. Non voglio che tu creda che io abbia dimenticato che devi essere punito. E non voglio che tu pensi che io non mi stia preoccupando per te. Hai bisogno di riposo quindi stasera ti voglio sotto le coperte non più tardi delle 10. Se il tuo supervisore riterrà che tu abbia urgente bisogno di me mi chiamerà.
Un'ultima cosa, non so quanto tempo impiegherò a risolvere la situazione, ma sappi che sei ancora affidato a me, ed intendo ancora adottarti ufficialmente.
Ricordati che ti voglio bene.
Papà.


Harry lasciò cadere una lacrima e si lasciò abbracciare da Ally.
Chiese "E' tutta colpa mia, vero?"
Ally scosse la testa "No, non è così. Tu sei stato irresponsabile, ma non era tua intenzione fare una magia. Lo so. Il ministero sta solo cercando di sfruttare la situazione per avere più potere su di te. Silente sistemerà tutto, vedrai. E presto potrai riabbracciare Severus."

Harry sospirò, e si allontanò dalla donna.

La guardò e domandò "Perché lui era lì?"
Lei  si sedette e disse "Non posso dirti perché Vernon era in Grimmauld Place. Sarà tuo padre a dirtelo."
"Se mai lo rivedrò."

Lei gli stropicciò i capelli con una mano "Sei pessimista come lui."



                                                            ***


La porta dell'ufficio di Silente si aprì e Severus si avvicinò a Draco, ancora seduto a terra.
Gli posò una mano sulla spalla e disse "Silente mi ha detto tutto di te e... bè, di te. Ora dobbiamo pensare ad un posto in cui potrai essere protetto. Perché non rientri?"
Draco scosse la testa "No. Non mi importa. Fate quello che volete di me. Per me, va bene tutto."
Severus quasi disperò alla rassegnazione che percepì nel tono di Draco.
Il ragazzo doveva lottare, non doveva smettere di vivere.
Bè, si disse, se il Serpeverde non voleva farsi forza, allora sarebbe stato lui -Severus- a costringerlo.
Parlò con voce più severa "Alzati, Signor Malfoy. Rientra nell'ufficio. Stiamo per prendere una decisione importante riguardo a te e al tuo problema. Non voglio sentire scuse. Vieni."
Con una mano, Severus gli indicò la porta dell'ufficio, e Draco, rassegnato, rientrò.

Fece sedere Draco di nuovo accanto a sua madre.

Albus sorrise al ragazzo, e poi si rivolse a Severus "Credo che sia necessario che tu informi Draco e la Signora Malfoy la novità dell'estate."
Severus fissò Silente, incredulo, ma quando il preside annuì, lui non poté che obbedire.
Con riluttanza si rivolse più a Narcissa che a Draco "Nell'ultimo mese, ho ottenuto l'affidamento di Harry Potter."
Persino Draco reagì stavolta.
Si voltò verso Severus così velocemente che gli fece male il collo.

Le sopracciglia di Narcissa sparirono sotto i capelli.
La donna poi tentò di darsi un contegno e chiese educatamente "E per quale ragione, se posso chiedere?"
Albus intervenne "Questa è una cosa tra me, Severus e Harry. Il motivo per il quale credo che voi dobbiate sapere di questo affidamento, è che purtroppo, per sfortunate coincidenze, in questo momento a Severus non è permesso vedere suo figlio. Così Harry ora vive negli appartamenti di Severus a Hogwarts, mentre il Professor Piton, qui, resiede nel suo Manor."
Fece una lunga pausa nella quale Severus credette che fosse morto, perché non si muoveva e teneva gli occhi chiusi.

Poi il preside rialzò le sue palpebre pesanti e proseguì "Ho pensato che, dal momento che Draco ha bisogno della protezione di Hogwarts, lei, Signora Malfoy, e suo figlio, potreste andare a vivere per qualche tempo negli appartamenti di Severus. Con Harry."

Diversamente da ciò che Severus aveva previsto, Draco non protestò.

Narcissa, invece, diede ben a vedere il suo disappunto "Mi rifiuto di credere che a Hogwarts non ci sia un appartamento in cui potrei vivere tranquillamente sola con mio figlio."

Severus sperava che Narcissa accettasse.
Voleva che qualcuno potesse vegliare sempre su Harry.
E Narcissa era perfetta: una madre, quindi premurosa; un'adulta severa; e una Serpeverde, nonché prudente.

Era pronto a spiegarle le sue ragioni se lei fosse stata propensa ad ascolatare.
Parlò, scegliendo con cura le parole "Cissa, ti pregherei di considerare la proposta del preside. A Draco farebbe molto bene la presenza di un coetaneo, anche se appartenente alla casa Grifondoro. Harry non darebbe nessun fastidio, e non divulgherebbe a nessuno il segreto di tuo figlio. E poi, te lo chiedo come favore personale, ho bisogno che qualcuno di prudente vegli su mio figlio, e chi meglio di una Serpeverde di gran classe come te?"

Narcissa strinse le labbra e osservò "Lo consideri già tuo figlio."
Severus annuì.

Dopo alcuni secondi, domandò "Allora, accetti?"
Lei guardò Draco come se stesse decidendo di chiedere la sua opinione, ma sapeva che suo figlio, non le avrebbe risposto, così disse "Accetto."
Severrus si alzò e le si avvicinò.
Le prese una mano e la baciò, mormorando "Grazie, Narcissa, non lo dimenticherò."

Tornò a sedersi, e si rivolse a Silente, che sorrideva, come se pensasse che tutto fosse finalmente risolto.
Era lungi dall'esserlo.

"Albus, voglio vedere Harry, anche solo per pochi momenti."
Se Silente gliel'avesse impedito, sarebbe impazzito.
Come temeva, il Preside scosse la testa "No, Severus, mi dispiace. Quelli del ministero controllano Hogwarts. Sorvegliano ogni movimento del ragazzo. Lo saprebbero se ti avvicinassi a Harry."

Severus sospirò, e poi disse con la malinconia nella voce "Dì a Potter che deve comportarsi bene e che deve obbedire a Narcissa, o che i calderoni che avrà pulito stasera gli sembreranno un paio di bicchieri sporchi."
"Lo farò, ragazzo mio."


                                                            ***


Harry si alzò, sbattendò la nuca sul bordo del sesto calderone.
Portò la mano alla testa, lasciandosi sfuggire un lamento.

Guardò verso la scrivania.
OMerlino, come russava Gazza.
Sembrava un misto tra il suono di una tromba strozzata, e lo stridio del gesso che striscia sulla lavagna.

Tornò a lavorare.



                                                            ***


Gazza lo teneva per il polso.
Lo stava quasi trascinando dietro di sé.
Non che Harry si fosse rifiutato di seguirlo, ma Gazza era di malumore per esser stato svegliato nel bel messo di un concerto musicale prodotto dal suo naso.
Il magonò lo stava riaccompagnando all'appartamento di Severus.

Harry aveva appena lasciato l'infermeria.
La visita della Chips non era stata una passeggiata per Harry.

La donna gli aveva fatto indossare una specie di vestito, dotato di gonnellina traspare, e lo aveva fatto sdraiare sul letto più vicino alla porta.
L'aveva bombardato di domande e di pozioni.

Aveva ispezionato ogni centimetro del suo corpo e gli aveva chiesto come si fosse procurato ogni minimo taglietto, o crosticina, i quali erano stati causati dalla punizione che Severus aveva deciso fosse la più giusta per lui.

La Chips l'aveva anche interrogato sugli avvenimenti della sera precedente, e a Harry era toccato raccontare ciò che aveva provato quando aveva visto suo zio.
Terrore.
Tormento.

Non c'era altro modo di descrivere i suoi sentimenti.

E anche adesso, che non era nelle vicinanze di Vernon era ciò che provava.
La paura di non rivedere Severus.
Di essere lasciato ancora una volta.

Ormai si era troppo affezionato al professore.
Temeva di non poter più stare senza di lui.

Aveva bisogno di Severus.

Ed era questo il suo incubo peggiore.


                                                            ***


Severus salì all'ultimo piano di Prince Manor.
Enttrò nella stanza.
Nella stanza che aveva regalato a Harry per il suo compleanno.

Lei era lì.
Era sveglia, e lo fissava, sorridente.
"Lily."

"Sì, Severus?" La sua voce era melodiosa, era attraente.
Sembrava quella della sirena.
Bellissima.
Mortale.

"Mi dispiace, Lily. Ho sbagliato tutto."
"Rimedierai. So che lo farai. Sei sempre stato bravo a pentirti. E non è da tutti."

Lui sedette a terra, di fronte al ritratto.
Lei sembrò accarezzarlo con lo sguardo.
Gli chiese "Mi racconterai?"
"Lo farò, fidati."
"Mi fido. Sempre. So che lo farai."

"Ma non ora" dissero simultaneamente.

Sorrisero entrambi, come due ragazzini, ma tristi come due vecchi.

"Severus?"
"Sì?"
"Suonerai per me?"
"Ma certo, Lily. Non ti priverei mai della musica, come non vorrei mai averti privato di tuo figlio."

"Shh. Suona. Suona quello che senti."

Severus si alzò, e si avvicinò al pianoforte.
Fece sparire il lenzuolo bianco che lo copriva.
Suonò.


                                                            ***


"Asfodelo e centinodia."
Gazza lo lasciò solo, finalmente.

Il quadro rispose "Anche gli altri due lo hanno detto. Unisciti a loro, giovane Grifondoro."

Gli altri due?

Harry entrò.
Rimase stupito nell'udire la voce di una donna che non conosceva"Buonasera, signor Potter. Sono la madre di Draco. Narcissa Malfory."












When destiny calls you, You must be strong, I may not be with you, But you've got to hold on
                                                                                                                            -Phil Collins















SPAZIO AUTRICE
Sono tornata! Spero di non avervi fatto aspettare troppo. Senri di non aver dato del mio meglio in questo capitolo, forse semplicemente perché Severus e Harry non si incontrano. Bé ditemelo voi.
Ringrazio Lunachan62, Dogma, himeno chan, fefy88, Vale Lovegood (scusa se non ho specificato chi sogna, ma non ci avevo pensato, Harry sogna Severus.), dedy94 (povera dedy che soffre... vedrai si sistemerà tutto!), clarissa parker (sì lo so, sono spregevole, però se non ci fosse un po' di tortura sarebbe troppo noiosa non trovi?), iaco, piccola Vero, yayax, ambretta paperina (haha! Harry potrebbe anche dirlo... però mi sa che in classe Sevvy continuerà ad essere un po' bas****o con lui!).

Il grazie più grande va a Lily Snape, che è la beta più brava del mondo.
Leggete le sue fanfiction: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=45850

Sappiate che ho già pronto il capitolo 32, ma se non recensite in tanti dovrete aspettare :P.

Al prossimo capitolo,
pikkola prongs


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Capitolo 32
*** 32. scoperta e sofferenza ***


ff hp 32


"Asfodelo e centinodia."
Gazza lo lasciò solo, finalmente.

Il quadro rispose "Anche gli altri due lo hanno detto. Unisciti a loro, giovane Grifondoro."

Gli altri due?

Harry entrò.
Rimase stupito nell'udire la voce di una donna che non conosceva"Buonasera, signor Potter. Sono la madre di Draco. Narcissa Malfory."
FINE CAP.31



Harry sfoderò la bacchetta in un movimento rapidissimo.
Narcissa alzò le sopracciglia ancor più velocemente.
Non sapeva cosa fosse successo a Harry Potter, né perché fosse stato affidato a Severus.
Ma qualcosa era accaduto.
Un ragazzino normale non estraeva la bacchetta alla presenza di una donna, neanche se questa era una Serpeverde.

Sorrise a quel comportamento.
Doveva essere spaventato.
Si avvicinò al ragazzino e mise una mano sulla bacchetta.

Harry strinse la presa.

Lei scosse la testa "Non ci sarà bisogno di questa. Ora, lascia che la prenda io. Neanche Draco ha il permesso di tenerla."
Il Grifondoro non lasciò la presa.
"Che cosa ci fa qui?"
"Te lo spiegherò quando mi avrai consegnato la tua bacchetta."
"Non lascio la mia bacchetta. Neanche per sogno."

Narcissa indurì la sua espressione e disse "Allora sarò costretta ad avvertire il professor Piton. Qualcosa mi dice che lui saprà convicerti."
Harry rispose, con astio "Lui non può venire qui. Ha cose più importanti da fare?"
"Più importanti di te?"
Harry spalancò gli occhi, e in un momento di debolezza lasciò la bacchetta.

La signora Malfoy sorrise e se la nascose sotto la veste.
"Non posso lasciare che un minorenne tenga una bacchetta vicino a mio figlio. Non senza supervisione. Non in queste circostanze."
"Quali circostanze?" Chiese Harry, che si sentiva indifeso senza la propria arma.

Narcissa sedette sul divano in pelle.
"Mio figlio ha bisogno di protezione in questo momento. E' stato vittima di un brutto atto, e quindi Silente ha suggerito che restassimo qui per la fine dell'estate. Severus Piton mi ha chiesto di considerare l'opzione di resiedere qui per il tempo dovuto."

Harry rimase in piedi a debita distanza, e domandò "Ma non le ha detto che io vivrò qui fino alla fine dell'estate?"
Narcissa si posò l'indice sul mento, e disse "In realtà mi ha informato che tu saresti rimasto qui per un breve periodo. Credo abbia detto che doveva risolvere una brutta faccenda. Mi ha gentilmente chiesto di tenerti d'occhio finché lui non potrà."

"Dovrò rimanere qui con voi?"
"Credo proprio di sì, Harry. Posso chiamarti così?"

Il ragazzo annuì.
Narcissa sorrise.

"Harry. Perché non ti siedi accanto a me?"

Il Grifondoro scosse la testa e disse "Credo che andrò in camera mia."
La mattina precedente aveva trovato una camera tutta per lui, in stile Grifondoro.
"Potrei riavere la mia bacchetta?"
"No, caro. Ti ho già spiegato le mie ragioni. Troverai Draco in camera. Ho fatto apparire due letti. Cerca di non fare troppo rumore. E' probabile che stia dormendo."

Harry si diresse alla propria stanza, preparandosi mentalmente alla vista del Serpeverde.



                                                            ***

Quando fece ingresso nella camera, scoprì che era stata rivoluzionata.
Era come se fosse divisa in du parti: la parte più vicina alla porta era rimasta come in precedenza.
Era lo spazio più vicino alle finestre che era cambiato completamente.
Le pareti erano verdi.
Le tende del letto erano verdi.
Le coperte erano smeraldo.
Il pavimento era color argento.

Un'altra cosa che prima non c'era nella stanza era una testa bionda.
La testa bionda apparteneva a Draco Malfoy che era sdraiato sul letto spaventosamente verde.
Teneva le gambe piegate sul petto, e il capo fuori dal bordo del letto.
Vomitava.
Vomitava violentemente.

Harry fece un passo indietro, pronto a chiamare la signora Malfoy, quando una voce debole lo bloccò "No, non farla venire. Si preoccuperà inutilmente. Sto bene."

Harry sapeva cosa significava voler nascondere il dolore.
Era molto bravo a farlo.

Ma il fatto era che Malfoy non sembrava essere in procinto di sputare fiori profumati.

Annuì, più che altro per non agitare il Serpeverde.
Corse in bagno a prendere un panno umido e un secchio.
Tornò da Malfoy e lo fece spostare un po', prima di posare il secchio sul un punto pulito del pavimento.
Gli bagnò la fronte con il panno e disse "Resta qui. Vado a prendere qualcosa per pulire."

Non sapeva cosa fosse a spingerlo ad aiutare Malfoy, ma sapeva cos era la sofferenza.

Cercò il mozzo, e tornò nella stanza, incominciando a pulire lo sporco.
Ad un certo punto Malfoy smise di vomitare ed esclamò "Ma che stai facendo, Potter?!? Chiama un elfo domestico!"
Harry scosse la testa "Non ce n'è bisogno. Posso farlo io, ci metto un attimo. Fatto, vedi?"

Il Grifondoro tornò al proprio letto, senza però togliere gli occhi da Malfoy, che disse "Ho saputo che sei stato affidato a Piton. Scommetto che ti tiene al guinzaglio."
Harry sbuffò "Come se gli importasse qualcosa di me."

Non sapeva come gli era saltata in mente una cosa del genere.
Si pentì di averlo detto.
Non doveva far capire troppo a Malfoy.

Anche se Severus non teneva a lui, Harry non poteva permettersi di mostrare al Serpeverde la sua delusione.

Malfoy replicò "Bella scoperta."

Harry lo guardò male e, sdraiandosi sulle coperte rosse, chiese "E invece, Malfoy, qual è il tuo problema? Tua madre mi ha detto che hai subito un brutto scherzo, eh?"
"Non ho niente che tu possa capire, Potter. Lasciami in pace."



                                                            ***


Narcissa si alzò dal divano e raggiunse la camera dei due ragazzi.
Aprì la porta lentamente, cercando di non farla cigolare.
Avanzò nel buio e si avvicinò al letto di suo figlio, sul quale il biondino dormiva tranquillo.

Scostò i capelli platino dalla fronte del ragazzo e gli baciò la fronte.
Poi si piegò ancora e baciò lo stomaco di Draco.

Dopodiché si volse verso Harry.
Il Grifondoro era un mistero per lei.
Anche nel sonno mostrava i segni di una strana personalità.
Stringeva il cuscino tra le braccia come se fosse un cagnolino da proteggero o un guscio dentro il quale nascondersi.
Scacciava le coperte con i piedi e subito dopo cercava di riattirarle a se affarrandole con i piccoli alluci.
Strusciava il viso contro il cuscino e lo mordeva di tanto in tanto.
Due o tre volte allungava il braccio sul bordo del letto e la mano andava a cercare spasmodicamente qualcosa che non c'era.

Narcissa posò la propria mano sul letto e questa fu immediatamente afferrata.
Harry si immobilizzò tenendo la mano della donna tra le sue.

La signora Malfoy realizzò che il ragazzo bramava il contatto umano, ma solo di notte sembrava in grado di esplicitare questo bisogno.
Si lasciò tenere dal ragazzino ancora un po' di tempo, poi dovette allontanare la mano.
Harry si lamentò un poco, poi tornò all'agitazione di pochi minuti prima.

Narcissa uscì dalla stanza.
Non poteva farsi intenerire da quel Grifondoro.
Aveva suo figlio a cui pensare.



                                                            ***

Tre giorni passarono da quella prima notte, e Harry non aveva ancora ricevuto notizie da Severus.
Passava tutto il giorno nell'appartamento, a parlare con la signora Malfoy e con Draco.
Continuava a chiedersi cosa fosse successo al Serpeverde, che ancora aveva attacchi di nausea di tanto in tanto.

Una mattina, dopo essersi alzato, Harry andò in bagno per lavarsi e trovò Malfoy che era piegato sul water a torso nudo.
Harry sospirò e chiese "Di nuovo?"
Malfoy non rispose, perché era troppo impegnato a stare male.

Harry gli bagnò il viso con un panno "Dovresti andare da Madam Chips."
Quando Draco ne fu in grado, domandò "Perché ti preoccupi?"

Harry taque per qualche momento poi si costrinse a rispondere sinceramente "Perché so cosa vuol dire soffrire. Hai bisogno d'aiuto."
Malfoy scosse la testa.

Il grifondoro disse "Se non vuoi dirlo alla Chips o a tua madre, va bene. Ma io voglio sapere che cos hai."

Malfoy poggiò la testa sul muro "Va bene, tanto lo scoprirai presto comunque. Sono incinto."



                                                            ***


Severus fissava il fuoco, sorseggiando del FireWhisky.

Aveva ricevuto una lettera da Narcissa, nella quale la donna gli comunicava che Harry stava bene, e che sembrava che Draco stesse uscendo dalla sua fase di apatia.
Narcissa credeva che questo fosse merito di Harry.
Diceva che il Grifondoro non chiedeva mai di lui, né parlava di lui, così Severus aveva pensato che fosse meglio per tutti se non avesse scritto a Harry.
Non voleva fargli provare nostalgia.
Sperò che non stesse soffrendo.
Era sicuro che se Harry avesse avuto bisogno di lui glielo avrebbe fatto sapere immediatamente.

Ma avrebbe fatto meglio a preoccuparsi.



                                                            ***



Narcissa passava molto tempo ad osservare Harry e ad analizzare i suoi comportamenti.
Severus aveva avuto ragione: il ragazzo non creava problemi.

Era molto calmo, a differenza di come era nel sonno.
Non discuteva quasi mai.
Se Draco lo assaliva, Harry tentava di evitare lo scontro e rispondeva con pacatezza.

Era molto servizievole, e sembrava che capisse ogni desiderio di Narcissa senza che lei lo esprimesse.
Le preparava il tè quando lei ne aveva bisogno.
E le preparava un bagno caldo se lei accennava al fatto di sentirsi stanca.

Ogni volta che Narcissa sembrava aver bisogno di qualcosa, Harry se ne accorgeva e chiamava un elfo domestico, o agiva lui stesso.

La signora Malfoy trovava questa sua caratteristica estremamente preoccupante, ma non ne aveva fatto cenno a Severus, pensando che fosse stato l'uomo a costringere Harry a comportarsi così.

Narcissa, ovviamente, sperava di sbagliarsi.

Notò anche che Harry la fissava spesso negli occhi, come se cercasse di prevedere ogni sua mossa prima che lei la facesse.

La donna aveva cominciato a guardarlo anche durante la notte.
Si avvicinava al letto del Grifondoro e gli teneva la mano, godendo dell'espressione di serenità sul viso del ragazzo.

Harry si comportava in modo strano con lei.
Un giorno non le parlava neanche, ed il giorno seguente le sedeva accanto, appoggiando il braccio contro il suo, un atteggiamento estremamente intimo per Harry, aveva imparato.

Narcissa credette che gli mancasse Severus, ma anche questo non quadrava perché il professore non era il tipo di persona sempre pronta ad abbracciare e a confortare.
Ma la donna aveva ipotizzato che forse Severus era cambiato per Harry.

I
 comportamenti del Grifondoro restavano comunque ancora piuttosto ambigui.

Doveva sapere.
Doveva scoprire qual era il vero problema di Harry.



                                                            ***


Harry sedette sul proprio letto rivagando con la mente sulla conversazione complicata che aveva avuto con Draco.

"Mio padre ha scoperto che ho rifiutato di prendere il marchio e ha deciso di vendicarsi. Vuole un altro erede, un altro maschio che possa seguire le sue orme e diventare un buon Mangiamorte."
"Ma come ha fatto?" Chiese Harry.
"Ha fatto in modo che qualcuno manomettesse la mia colazione. E' stata messa una pozione di concepimento nel mio succo di zucca."
"E... e chi? Chi è il padre... o la madre?" Domandò il Grifondoro con fatica.
"Il padre è un uomo morto. E' stato messo nella pozione il seme del nonno di Rodolphus Lestrange. Artemius Lestrange è morto di vecchiaia due giorni dopo che sono rimasto incinto."

"Ma non potresti... scusa se te lo chiedo... abortire?"
Draco scosse il capo "La pozione ha un ingrediente che impedisce l'aborto, che sia spontaneo o meno. Il vero problema è che mio padre vuole un maschio, ma se nascesse una femmina, lui cercherebbe di farla uccidere e tenterebbe di farmi rimanere incinto di nuovo. Se fosse un maschio, ci basterebbe mantenerlo sulla strada giusta. E' per questo che mi serve protezione, devo tenere al sicuro il feto, e assicurarmi che viva, maschio o femmina che sia."

"Da quanto... da quanto sei... incinto?"
"Da due settimane."
"E quando...?"
"Partorirò? A fine aprile, perché le gravidanze maschili durano leggermente di più di quelle femminili, nove mesi e mezzo."



                                                            ***


Una settimana passò e Harry sentì crescere dentro di sé un profondo astio per Severus.
Severus che non gli aveva più scritto.
Severus che non l'aveva visitato.
Severus che non gli dava più conforto.
Severus che non teneva a lui.
Severus che non si prendeva più cura di lui.

Non si sarebbe più lasciato ingannare da Piton, si ripromise.
Lui aveva solo un padre.
E non si trovava più su questo mondo.


                                                            ***


Harry non sapeva quanto si sbagliava, perché in quello stupido e vuoto mondo c'era una persona che lo amava più di tutte le altre.

Questa persona ora non si stava esattamente comportando come un gentiluomo.
Stava urlando.
Sì, esatto stava urlando a una donna di bassa statura, con la pelle abbronzata, e i capelli leggermente mossi.

Ma il fatto più eclatante era che la donna non era completamente vestita.
Era in mutande e reggiseno.

E anche l'uomo, non era esattamente coperto.
Era a torso nudo.

"Devi smetterla con queste stupide DOMANDE!"
"Severus, falla finita. Sono solo preoccupata per te. Stai sempre in casa ad aspettare che arrivi una parola da Silente. E l'unica alternativa che hai ad un drink, è il sesso! Devi reagire!"

Severus la fissò e per una volta il suo fiato non si mozzò alla sua bellezza.
Era troppo arrabbiato, troppo distrutto.

"Che cosa dovrei fare, Ally? Devo aspettare che Silente sistemi tutto. Non c'è nient'altro. Volevo solo distrarmi un po' con te, ma tu rovini questo momento di pace con tutte le tue domande."
"E' solo sesso, per te, vero, Severus? Io non mi aspetto che tu mi faccia gli occhioni dolci, ma non sono una scopa, Severus. Non mi usi per spazzare i punti sporchi. O mi vuoi tutta o non mi vuoi per niente."

"Allora vattene, Ally. Vattene, se vuoi. Non ti costringo a stare con me."

"Bene. Me ne vado. Mi terrò in contatto per parlare di Harry, e dell'affidamento."

Severus la guardò vestirsi.

Era furiosa anche lei, e aveva le lacrime agli occhi.
Ma lei non lo capiva.
Non capiva che lui non sarebbe mai stato sereno lontano da Harry.

Severus credeva che quando avrebbe riavuto suo figlio tra le braccia sarebbe stato capace di buttarsi anche nel rapporto con Ally, ma ora non era pronto.

Lei invece lo era.
Era vestita e stringeva con la mano la maniglia della porta.

Si voltò un'ultima volta verso di lui.
"Ma io mi sono innamorata di te, Severus. Spero solo che tu mi ricambierai prima che sia troppo tardi."

Se ne andò e sbatté la porta dietro di lei.













She needs something to keep her feet on the ground, ‘Cause when she's flying around, she never wants to come back down
                                                                                                                                                                    -Syd Matters












SPAZIO AUTRICE
Ho fatto presto, visto??? So che non ho scritto molto su Severus stavolta ma volevo concentrarmi di più sugli altri tre.
Grazie a Lily_ Snape, iaco, Piccola Vero, clarissa parker, himeno chan, e ambretta paperina.
Mi confesso un pochino delusa... il 31 capitolo era il più lungo finora e mi scrivete solo 6 recensioni? Su 300 letture?
Non vi chiedo 300 recensioni, ma quanto tempo vi ruberebbe scrivere uno scarso commento?
Per favore fatemi davvero sapere cosa ne pensate, io non censuro le critiche... i complimenti mi piaccioni, ma io accetto tutto, e sinceramente si impara più da un commento negativo che da uno positivo. Non lasciatemi di nuovo a secco, per piacere.
Voglio un sacco di recensioni così aggiorno prima, ok???
Per favore, commentate, mi serve un po' di incoraggiamento.
Alla prossima,
bacioni,
pikkola prongs.


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Capitolo 33
*** 33. le voglie di Draco, la gelosia di Ally, la nostalgia di Harry ***


ff hp 33




Severus credeva che quando avrebbe riavuto suo figlio tra le braccia sarebbe stato capace di buttarsi anche nel rapporto con Ally, ma ora non era pronto.

Lei invece lo era.
Era vestita e stringeva con la mano la maniglia della porta.

Si voltò un'ultima volta verso di lui.
"Ma io mi sono innamorata di te, Severus. Spero solo che tu mi ricambierai prima che sia troppo tardi."

Se ne andò e sbatté la porta dietro di lei.
FINE CAP. 32





Durante i tre giorni che passarono da quando Harry aveva scoperto della gravidanza di Draco, i due avevano iniziato ad andare d'accordo.
Harry aiutava Draco con le nausee mattutine e soddisfava le sue voglie.
Malfoy gli chiedeva sempre il pompelmo.
Una notte Harry si svegliò nel sentire Draco che tentava di togliersi le coperte di dosso.
"Che cosa fai, Malfoy?"
"Niente, Potter, torna a dormire."

Quando Draco scese dal letto, Harry lo seguì.

Malfoy chiamò un elfo e disse "Voglio una pizza con il pompelmo, subito."
La piccola creatura spaventata, disse "Ma, si-signore... Noi elfi non abbiamo pizza con pompelmo. A noi elfi non è permesso fare pizza, signore. E' cibo babbano, signore. Noi non sapere come fare la pizza, signore."

"Lo so che è cibo babbano, piccolo verme! Se ti dico che voglio una pizza con il pompelmo, me la devi portare!"
Harry intervenne, indignato "Draco! Lo spaventi così! Non ti possono portare una pizza con il pompelmo, Malfoy, semplicemente perché non esiste."

"Senti, POTTER, il MIO BAMBINO vuole una pizza con il pompelmo. E la avrà, chiaro?"

Il piccolo elfo tremava, ma quando Harry si rivolse a lui, sembrò calmarsi.
"Chopper, portami del pompelmo, farina, rosmarino, un po' di lievito di birra, olio, e del sale marino, che sia fino."

Chopper lasciò soli i due ragazzi.

Harry pose le mani sulle spalle del Serpeverde e lo riportò in camera, dove lo fece stendere sul letto, e disse "Cercherò di preparartela io, ma non lamentarti se non sarà di tuo gradimento. Adesso, stai sdraiato e non ti agitare, non ci vorranno più di settantacinque minuti."



                                                            ***


"Sai cosa c'è più strano del fatto che tu sappia cucinare una pizza, Potter? E' che questa sia anche buona!" Disse Draco che si stava gustando la sua fetta, leccandosi le labbra e le dita.
Harry replicò "E sai cosa c'è più strano del fatto che la pizza sia buona, Malfoy? E' che tu mi abbia appena fatto un complimento!"
Malfoy ridacchiò e quando ritornò serio, chiese "Quando hai imparato?"
Il grifondoro lo guardò e domandò "A fare cosa?"
"A cucinare."

Harry inalò l'odore del pompelmo e rispose a voce bassa, come se si vergognasse "L'ho imparato da mia zia, avevo sei anni."

Draco lo fissò per un po' e, passandosi una mano sullo stomaco, chiese "Perché sei affidato a Piton?"
Harry sbuffò "Non lo so più nemmeno io."
"Ce l'hai con lui?"

Harry voltò le spalle al Serpeverde "Non si è fatto sentire. Ormai sono passati tredici giorni. Sono quasi due settimane. Avrebbe potuto scrivermi."
Dracò sembrò ponderare un po' la situazione "Credo che sia in contatto con mia madre. Potresti chiederle di dire a Piton di scriverti."
Harry scosse la testa "Probabilmente è ancora arrabbiato con me per quello che ho fatto."

Malfoy piegò la testa di lato, e domandò con voce quasi curiosa "Che cosa hai fatto, Harry?"

Harry respirò profondamente e disse "Ho rovinato tutto... tutto ciò che... bé me ne sono andato... sono andato a cercare Sirius... ho letto la posta di Severus, e me ne sono andato, e quel... lui era lì... e poi ho fatto una magia. Ho rovinato tutto."

"Black era lì? Credevo che fosse morto."
"No, Sirius non c'era. Lui... non tornerà più. Come tutti gli altri."

Draco aggrottò le sopracciglia chiare "Allora chi? Chi c'era?"
"Lui. Mio zio."
"Ah."
"Già. Ah."

Malfoy disse "Non hai risposto alla mia prima domanda. Perché sei affidato a Severus? Perché non stai più con i tuoi parenti babbani?"

Harry uscì dalla stanza, sbattendo la porta.



                                                            ***


Ally percorse le scale che conducevano ai sotterranei.
Era ansiosa di conoscere questa donna, Narcissa Malfoy.
Severus -no, Piton- le aveva spiegato ciò che era avvenuto nell'ufficio del preside e della decisione che aveva preso insieme alla donna.
Ora Harry viveva con la signora Malfoy ed il figlio Draco, coetaneo del Grifondoro.
Sev... OMerlino!!!!! Piton le aveva parlato anche della spiacevole situazione del giovane Malfoy.
Era incinto.

Ally si era appuntata tutto ciò che Piton le aveva riferito come se fosse una lezione di pozioni.

Aveva anche notato tutte le cose che Piton aveva detto di Narcissa Malfoy.
Serpeverde, prudente, di gran classe, gentile, protettiva nei confronti del figlio, riflessiva, osservante, intelligente, astuta, premurosa.
E bella, sì bella.
Bè, Piton non aveva esattamente detto questo, ma le aveva mostrato una foto della donna, ed era chiaro che la donna fosse bella.

Oh, come parlava di lei!
Era nauseante!
Aveva detto che la donna stava anche cercando di aiutare Harry, e trattava il ragazzo come se fosse figlio suo.

Ally sbuffò.
Ma lo sapeva, Piton, tutto ciò che Ally aveva fatto per Harry?
Si rendeva conto delle notti che Ally aveva passato insonne per fare ricerche sulla situazione di Harry?
Quante volte in ospedale Ally aveva abbracciato il ragazzino che si sentiva solo perché Severus era andato a prendersi una tazza di tè o semplicemente al bagno?
Probabilmente Piton non aveva idea di quanto fosse stato fragile Harry durante quei primi giorni al San Mungo.
E chi aveva reso Harry abbastanza forte da sopportare dei momenti di solitudine?
Chi aveva portato di nuovo Harry all'indipendenza?
Di certo Piton aveva fatto la sua buona parte, ma nei primi momenti lui non aveva avuto idea di come occuparsi del ragazzino.
Ed era stata Ally a convincerlo a prendere Harry in affidamento.

Oh sì!
E come la ringraziava?
Dicendole di andarsene?
Parlandole solo di quanto fantastica fosse Narcissa?

Narcissa, che è molto intelligente.
Purosangue, aristocratica.
Una Serpeverde.
Di gran classe, anche.
Gran gusto, oh sì!
Grande capacità di parlare, per di più.
Grande... grandi occhi... grande eleganza... gran bei capelli... grandi... grandi tett---
"OH! Mi scusi!"

Aveva sbattuto contro una superficie soffice.
Sembrava una pelliccia.
Ally guardò in su.
Si parla della sfinge e spuntano le ali.

La signora Malfoy, la occhieggiò dall'alto e disse con voce fredda "Si figuri. E' stata colpa mia."

Piton si era dimenticato di dirle quanto fosse alta la donna, pensò Ally.
Ovviamente non espresse questo pensiero, si limitò a replicare "Lei deve essere Narcissa Malfoy. Io sono Allyson Baker."
Offrì la mano, e strinse quella della Serpeverde.


Narcissa la osservò e disse "Onorata di conoscerla. Ma mi chiedo come faccia a sapere il mio nome."
Ally rispose, con voce più serena di quanto lei si sentisse "Devo quindi dedurre che il professor Piton non le ha parlato di me. Sono la guaritrice di Harry, e la sua assistente sociale. Credevo che il professore le avrebbe fatto sapere della mia visita."
La Serpeverde la guardò, contraddetta, chiedendosi perché Harry avesse bisogno di una guaritrice e di un'assistente sociale.
Si affrettò a replicare educatamente "Non c'é nessun problema. Severus è molto occupato in questo periodo e quindi è comprensibile che abbia dimenticato di avvertirmi. Immagino che voglia vedere Harry. Mi segua allora."


                                                            ***


"Eh no, Potter! Non puoi scappare così!" Urlò Draco, che ultimamente gridava spesso, a causa degli ormoni.
Harry non si fermò ma l'altro ragazzo lo seguì finché non raggiunsero la stanza di Severus.
Quando Draco, che era rimasto indietro, entrò, trovò Harry sdraiato sul letto dalle lenzuola nere.
Le annusava, e strusciava la guancia contro il cuscino.
Sembrava un bambino, ma quando alzò gli occhi, Draco si disse che quello non era lo sguardo di un infante.
Malfoy sedette sulla sponda del letto e disse con voce più controllata "Io ti ho raccontato tutto ciò che mi è successo, quindi mi sembra giusto che anche tu mi dica la verità."
"E' una storia lunga." Disse Harry, con la guancia ancora appoggiata al cuscino.
"Bé, Potter, ho nove mesi di tempo... credi di riuscire a raccontarla tutta prima che arrivino le doglie?"

Harry lo guardò storto, ma disse "Devi promettermi che non lo rivelerai mai a nessuno."



                                                            ***


"Allora è vero che ti tenevano chiuso in un armadietto del sottoscala?" Chiese Draco, indignato.
Harry corrugò le sopracciglia "Sì... ma... ehm... come lo sai?"
"Non fare il Tassorosso, Potter. Le voci girano."

"Ti picchiavano spesso?"
"Solo mio zio lo faceva. Lui ha cominciato a picchiarmi quando avevo sei anni, e prima che andassi a Hogwarts smise. Ha ricominciato a farlo quest'estate."
"E tua zia? Lei non ti proteggeva?"
Harry rise amaramente, e ribatté "Sì, come no! Anche lei mi odiava. A volte cercava di colpirmi con la padella, o mille altre cianfrusaglie."

Malfoy si guardò le unghie, poi tornò a fissare Harry e domandò "Ho capito che non potevi più stare con i babbani... ma perché Piton?"
Harry sospirò e rispose "Ehm... non lo so di preciso. So solo che lui è venuto a salvarmi e... bé ero incosciente quando mi ha portato via, e mi sono risvegliato all'ospedale, quindi non so cosa sia successo nel frattempo, né perché sono stato affidato a lui. Lui mi ha detto che avevo bisogno di qualcuno che si occupasse di me, e che lui avrebbe fatto del suo meglio. E' sorprendente, lo so. Lui è cambiato così in fretta, davanti ai miei occhi. Fino a un mese fa mi odiava, e ora... ora vivo nella sua casa."
"Ti manca?"

Harry esitò, e stava per parlare quando udì Narcissa che lo chiamava "Harry, dove sei? Vieni in soggiorno; c'é una visita per te."
Il ragazzo sorrise, pensando a Severus, e corse in salotto.

Il sorriso svanì appena intravide Ally.
Non gli dispiaceva vederla, anzi, era molto contento, gli era mancata, ma era stato così sicuro...
"Ciao, tesoro."
Harry andò ad abbracciare la guaritrice.
Si lasciò tenere a lungo.
Lei era casa.
Nelle poche settimane che aveva passato a Prince Manor, lei era stata spesso presente, e quindi era come se fosse una parte della casa.
Era come il divano del salotto, comodo e caldo.
Era come il posto il cui si sedeva sempre di fronte al camino, luogo di riflessione e serenità.
Era come il cuscino del letto a Prince Manor.
Severus era come il letto.


Ally parlò, metre gli passava una mano tra i capelli "Perché non andiamo in camera di Severus, così potremo parlare un po' da soli?"
Harry annuì sulla spalla di lei e, standole vicino, raggiunse la stanza.

Ally sedette sul letto di Piton, e portò con sé il ragazzino.
Harry si appoggiò a lei, la quale capì che il Grifondoro non voleva parlare.
Le sembrava più pallido, ed era senza dubbio molto triste.
Non voleva staccarsi da lei, e ciò significava che gli mancava il contatto fisico.

"Harry?"
"Sì?" rispose il ragazzo con voce debole.
"Stai soffrendo, tesoro. Posso vederlo. Perché non mi hai fatto chiamare?"
"Sto bene."
"No, amore. Non stai bene. Tu hai bisogno di tuo padre." Lo disse sospirando.
Merlino, quando si sarebbe sistemato tutto?
Silente doveva darsi una mossa, prima che Harry andasse in frantumi.

"Mio padre è morto, Ally." Replicò Harry.
"Che cosa stai dicendo?"
"Mio padre è morto quindici anni fa."
"Anche Severus è tuo padre, amore. Ti assicuro che lo rivedrai presto." Se avrò qualcosa da dire a riguardo, pensò Ally.

Harry scosse la testa ma non si allontanò da lei "James è mio padre. Severus è solo il mio professore."
"Harry, questo non è vero, e tu lo sai."
Stavolta il ragazzo alzò la voce "No, non lo so invece. Come può essere mio padre? Mi ha lasciato. Non lo vedo da due settimane, e non mi ha nemmeno scritto una lettera, a parte quella che mi hai consegnato tu la mattina dopo che sono arrivato qui. E' questo che fa un padre?"

Ally corrugò la fronte, e sue sopracciglia folte andarono a formare una V.
"Non ti ha scritto? Non lo sapevo."
"Resta comunque il fatto che non mi ha scritto una singola parola, Ally. Perché?" Ora Harry aveva un tono lamentoso, segno che stava per lasciarsi andare alle lacrime.
Ally lo strinse di più e disse "Io non lo so, tesoro."
Ma intendo scoprirlo.

"Non mi vuole più." Disse Harry tra le lacrime che ormai gli solcavano le guance.

Tentò di consolarlo "Sono sicura che avrà avuto le sue ragioni. Magari era troppo occupato."
"Troppo occupato per me?"
Ally sorrise "Sì, Harry, per te. Probabilmente starà escogitando qualcosa per venire a prenderti. Lui è tuo padre, tesoro. Niente di ciò che tu o lui facciate potrà cambiare questo fatto. Devi capire che é così. Non si smette di essere genitori, proprio come non si smette di essere figli."




                                                            ***


Harry lasciò la stanza di Severus per tornare nella sua.
Ally aveva avuto un'emergenza al lavoro e se ne era dovuta andare.
Ora che l'aveva vista si sentiva un pochino meglio.

Aprì la porta della propria camera e dentro trovò Draco Malfoy piegato sul suo baule.
"Che cosa stai facendo, Malfoy?" Chiese, oltraggiato.
"Oh, niente, Potter. Sto solo dando un'occhiata. Non ti dispiace, vero?" Disse il Serpeverde con un tono arrogante.

"Veramente mi dis--- OMerlino!" Esclamò Harry, guardando l'oggetto che Malfoy teneva in mano.
Come, per la barba di Merlino, aveva potuto dimenticarlo?
Il suo regalo di compleanno.

"Cosa c'è?" Domandò Draco, sorpreso.
"Dammelo, Malfoy."
"Cosa? Questa cornice? Tieni."

Harry prese l'oggetto tra le mani, toccandolo delicatamente, come se fosse un neonato.
"Malfoy, mi serve una bacchetta."
Draco lo guardò sconcertato, e disse "Mia madre custodisce le bacchette. Ma perché ti serve?"
"Per usare questo oggetto."
La voce di Harry era fredda, come se il ragazzo fosse in stato di shock.

Malfoy chiese "A cosa serve?"
"Per vedere Severus. Lo voglio vedere. Adesso."
"La mamma non c'è." Disse Draco.
"Dove è andata?"
"A Hogsmeade. E prima che tu me lo chieda, noi non possiamo uscire di qui."

Harry sospirò.
Avrebbe dovuto aspettare.



                                                            ***


Ally si Smaterializzò di fretta a Prince Manor, furiosa.
Era dovuta apparire di corsa in ospedale, e appena si era liberata aveva deciso di andare a parlare con Severus.
O meglio, di andare a rimproverare Severus.

"Sei proprio un idiota!" Annunciò quando lui le aprì la porta.
Piton alzò le sopracciglia, e disse "Non devi esagerare con i complimenti, potrei montarmi la testa!"
"Entra pure. Non mi sognerei mai di farti attendere alla porta" Aggiunse sarcasticamente, perché lei aveva camminato speditamente fino al soggiorno senza il suo permesso.

Ally percorreva il salotto nervosamente e, quando Severus sedette, si decise a parlare.
"Come diavolo ti è saltato in mente, eh? Perché non gli hai scritto? Dammi una ragione e spera che Harry la accetti come giustificazione!"
"Non gli ho scritto perché Narcissa mi ha detto che sta bene. E non volevo che sentisse nostalgia... scrivendogli avrei attirato la sua attenzione su di me, e io volevo che si distraesse."
Severus era sulla difensiva, ora, perché sapeva dal tono di Ally di aver sbagliato qualcosa.

La donna lo guardò per alcuni secondi, prima di dire "Uomini! Pensano sempre che evitare un argomento sia la cosa migliore oltre che la più semplice."

Severus chiese, senza togliere i suoi occhi da lei "Qual è il problema?"
"QUAL È IL PROBLEMA? Il problema, come lo chiami tu, Piton, è che Harry sta male. Soffre perché suo padre lo ha lasciato, senza comunicare con lui per due settimane."
"Cosa---"
"Non sprecare tempo a fare domande, Piton! Corri a scrivere una lettera a tuo figlio. Gliela consegnerò io."
"Ally... "
"Ho detto: Muoviti!" Urlò Ally; era ancora furiosa.

Severus annuì e fece per raggiungere la porta, poi si voltò e disse "Grazie, Ally."
Lei lo fissò per alcuni secondi.
Aveva un aspetto orribile.
Era ancora terribilmente sensuale, ma non era in buona salute.
Aveva le occhiaie sotto gli occhi stanchi e gli tremavano le mani.
Ally sapeva che anche lui stava soffrendo.
Si era affezionato molto a Harry, e probabilmente ora si sentiva anche in colpa per averlo dovuto lasciare solo.

Era consapevole che lui l'aveva rifiutata perché non riusciva a non pensare a Harry.
Ed era giusto.
Ally sapeva che il ragazzino era la priorità di Severus, e doveva essere così.
Sperava che tutto si sistemasse presto, e non era sicura se sarebbe stato Piton a crollare prima o Harry.

Severus aveva appena messo un piede fuori dal salotto quando Silente uscì dal caminetto.
Severus aveva lasciato la Metropolvere completamente accessibile al Preside così che potesse contattarlo anche di notte riguardo Harry.

"Severus, finalmente ti porto buone notizie."
Piton si avvicinò a Silente, aspettando che proseguisse.
Il preside gli mise in mano alcuni fogli, dicendo "Questi sono i documenti dell'adozione ragazzo mio. Basterà una tua firma e sarà fatta. Puoi correre a vedere tuo figlio, se vuoi."


Dopo aver annuito una volta, Severus sparì sotto gli occhi di Ally e Albus.
























My mind is set on overdrive, The clock is laughing in my face, A crooked spine, My sense's dulled, Passed the point of delerium
                                                                                                                                                                                -Green Day
















SPAZIO AUTRICE
Andate nel mio profilo, dove troverete informazioni sulle mie fic. Le parti in rosso sono quelle aggiornate, le utilizzerò per scrivere comunicazioni sui nuovi capitoli, e sulle fic che scriverò in futuro.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito:
Mir: Sono contenta che ti piaccia, anche se l'idea di Harry e Piton come padre e figlio non è proprio mia... ci sono un sacco di fanfiction inglesi con questo tema e io me le leggo tutte perché le adoro così ho deciso di scriverne anche una mia. Invece Draco incinto, mi è venuto in mente due giorni prima di scrivere il capitolo 31... volevo far partecipare Draco con qualcosa di insolito... volevo che avesse qualcosa in comune con Harry perché diventassero amici. Se fosse stato lo stesso viziato di sempre non sarebbe mai successo. Così dovevo trovare un bel problema da affibiare a Draco... e cosa c'è meglio di un bambino in grembo a un uomo. Vorrei aggiungere che la gravidanza maschile è molto diffusa tra le fanfiction inglesi anche se di solito, se ne scrive quando la storia è una yaoi, mentre la mia non lo è. Qui saranno tutte coppie etero anche se non ho niente contro le slash. Kiss.
Tigre94: Grazie per il commento! AH! Non ho idea di come farà a partorire... ma avrò nove mesi per pensarci! Già penso anch'io che Sev sia il più stupido, ma c'è da dire che è un neogenitore... e bé... cerchiamo di essere comprensivi :P Baci.
himeno chan: Bè in effetti, Lucius non ha molti rivali... però c'è sempre Vernon che pù fare un po' di competizione! Baci e grazie.
elipotterina94_n6: Sono felice che ti piaccia tanto... grazie per aver commentato! E sono contenta di avervi sorpreso davvero stavolta... Tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto!
Gloria_Potter: sono contenta di averti emozionato. Grazie per la recensione! Baci.
ragazzasilenziosa: Grazie per i complimenti! Vedrai che tutti si riappacificheranno, tranquilla... adesso Sevvy entrerà in azione e metterà in moto il cervello.
Piccola Vero: Non è proprio colpa di Silente, però ammetto che anche a me non piace. Mi sono divertita a scrivere tutte le riflessioni di Narcissa, ci ho fatto un sacco di ricerche sui comportamenti dei ragazzi che hanno subito abusi. Grazie per il commento. Kiss.
iaco: Grazie mille! Se aggiorno presto è perché adoro scrivere e poi leggere tutti i vostri commenti... non è un sacrificio per me! Bacio.
lunachan62: Sono felice di farvi ridere, perché mi è piaciuto tantissimo scrivere il vecchio capitolo e anche questo. Non so se la scena della pizza al pompelmo (che ovviamente non esiste XD) è sembrata banale e stupida, ma mi ha divertita e non sapevo in che altro modo iniziare il capitolo. Anche a me piace Narcissa, ma avrà una parte un po' limitata in questa fic, ma mi ha dato tantissimo gusto scrivere tutte le sue riflessioni nel vecchio capitolo (vedi sopra, nella risposta a Piccola Vero). Adesso credo che li farò riunire anche se ci sarà da disperare un po', temo.
clarissa parker: HAHA! Spero che tu ti sia ripresa e che non sia morta per lo shock! Non voglio essere accusata ;P Grazie per la recensione.

Ricordate che in più recensite, prima aggiorno.... o almeno credo! No, davvero, commentate per farmi sapere che ne pensate, anche perché questo è finora il capitolo più lungo che ho scritto!
E abbiamo superato le 8000 letture e le 300 recensioni!!!!!! Grazie!!!!
Non dimenticate di dare un'occhiata al mio profilo perché vi darò informazioni sui capitoli o sulle fic che ho scritto o scriverò da lì, quindi quando vi annoiate fateci un salto.

Al prossimo capitolo,
pikkola prongs















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Capitolo 34
*** 34. Di nuovo insieme ***


ff hp 34

Severus aveva appena messo un piede fuori dal salotto quando Silente uscì dal caminetto.
Severus aveva lasciato la Metropolvere completamente accessibile al Preside così che potesse contattarlo anche di notte riguardo Harry.

"Severus, finalmente ti porto buone notizie."
Piton si avvicinò a Silente, aspettando che proseguisse.
Il preside gli mise in mano alcuni fogli, dicendo "Questi sono i documenti dell'adozione ragazzo mio. Basterà una tua firma e sarà fatta. Puoi correre a vedere tuo figlio, se vuoi."


Dopo aver annuito una volta, Severus sparì sotto gli occhi di Ally e Albus.
FINE CAP. 33




Severus si Materializzò a Hogsmead, e corse per arrivare ai cancelli di Hogwarts.
Passò la sala d'Ingresso, e scese per arrivare nei sotterranei.
Non si lasciò fermare dai commenti dei quadri, ma dentro di sé sapeva che se nella scuola ci fossero stati degli studenti o altri professori non avrebbe corso così, con il respiro affannoso.



                                                            ***


Harry era sdraiato nel suo letto, con la cornice di vetro tra le mani.
L'attesa era troppa e straziante.
Voleva vedere Severus.

Fu distratto dalle proprie riflessioni quando Malfoy parlò "Senti, Harry... riguardo a ciò che mi hai detto stamani... io... ecco, mi dispiace se in questi cinque anni ho mai detto delle cose stupide sulla tua vita con i babbani. Io pensavo... bé non so cosa pensavo, ma di certo non questo."
"Va bene, Draco. Ti capisco. Severus è stato il primo a scoprire tutto dei Dursley, ed è stato il primo ad aiutarmi."

Malfoy giunse al letto di Harry e si sedette, per poterlo guardare in faccia e chiese "Ma credi che qualcun altro sapesse?"
Harry fece un respirò profondo e, fissando lo sguardo sulla cornice, rispose "Penso che Silente abbia sempre saputo, a modo suo."
"E non ti fa arrabbiare il fatto che non abbia tentato di per fermare tuo zio?"

"A cosa serve essere arrabbiato? Lui è il preside della scuola, e qui ci sono almeno un migliaio di studenti. Perché dovrebbe preoccuparsi per me?" Disse Harry.
Le sue erano domande che non potevano avere risposta.
Non quel giorno almeno.

Harry si rese conto che Draco aveva smesso di parlare.
Il biondo fissava la porta della stanza, con gli occhi che uscivano dalle orbite.
Il grifondoro seguì lo sguardo del ragazzo e vide ciò che aveva desiderato di vedere per tanto tempo.

Ma non si alzò, non andò da Severus e non mostrò nessuna contentezza né entusiasmo.
Restò sul suo letto, limitandosi a seguire i passi dell'uomo con gli occhi.

Severus piegò le labbra in un sorriso alla vista di suo figlio.
Era cambiato.

Sembrava più in forma, e di sicuro più muscoloso.
A quanto pare quella pozione che ho detto a Narcissa di mettere nel succo di zucca mattutino di Harry ha avuto effetto, pensò soddisfatto.

Ma era pallido, e le sue iridi sembravano più scure.
Pareva che avessero perso la luce.
Gli occhi verdi erano indagatori, seri, e tristi.

Raggiunse il letto, sedette e prese il corpo di Harry tra le braccia, stringendolo forte.

Harry si lasciò tenere da Severus, ma rimase immobile, aspettando la fine dell'abbraccio.
Piton però non lo lasciò e sussurrò "Merlino! Mi sei mancato così tanto che ho creduto che fosse stato tutto un sogno."
"Vuoi dire che l'hai sperato." Mormorò Harry che ancora non si era divincolato dalla presa del padre.

Severus era troppo perso nel sollievo di riavere il proprio figlio tra le braccia per accorgersi dell'amarezza nella voce di Harry e della rigidità del suo corpo.
Quasi senza rendersene conto, chiese con voce serena "Cosa significa?"
Harry strinse le labbra e non rispose.
Severus non se ne accorse, e si dimentico in pochi secondi delle parole che erano uscite dalla bocca del ragazzino.
Passò una mano tra i capelli scompigliati del moretto e aprì gli occhi, notando Draco in piedi accanto alla finestra.
Lo guardò e con una mano lo salutò, tenendo Harry ancora stretto a sé.
Pose il proprio indice sulle labbra, come per dire di non far rumore e poi gli indicò la porta.

Malfoy capì e, senza dire nulla, uscì dalla stanza, lasciando i due da soli.

Severus ora poté concentrarsi completamente su Harry.
Abbassò lo sguardo e fissò le mani molli del ragazzino.
Harry era immobile, ma il suo respiro era leggermente affannoso.

Severus chiese "Stai bene?"
Harry scrollò le spalle e poi disse "Ora dovrei dormire."

Piton si mosse per poterlo guardare in viso e domandò allarmato "A quest'ora? Sei malato?"
Il Grifondoro scosse la testa.
"No, ma la signora Malfoy mi ha fatto prendere l'abitudine di riposare nel pomeriggio e adesso non posso farne a meno" Mentì spudoratamente.
Severus lo fissò negli occhi e seppe che Harry non stava dicendo la verità, ma non voleva arrabbiarsi in quel momento, quindi replicò  "In realtà preferirei parlare un po' con te, ma se devi fare un pisolino, posso attendere. Coraggio, sotto le coperte!"
Il ragazzino non si mosse, però e, guardandolo, disse "Puoi andare. Non devi restare con me."
"Stai scherzando? Ora che ho la possibilità di riaverti con me, dovrei andarmene. Non credo proprio."
Harry spalancò le labbra , boccheggiando.
Era alla ricerca di una scusa "Non... Non posso dormire sapendo che tu mi guardi."
Severus ghignò "Allora devo dedurre che non sei abbastanza stanco."

Harry strinse le labbra e distolse lo sguardo dall'uomo "Non voglio parlare con te."
Il sorriso sul viso di Severus sparì "Posso capire. Mi dispiace."

"Perché?" Chiese Harry con voce sofferente, allontanandosi di qualche centimentro dal professore.
"Perché cosa?" Domandò Severus a sua volta, prendendo una mano del ragazzino, che subito la ritirò a sé, guardandolo con occhi traditi.

"Perché sei qui? Perché mi tormenti?"
Severus fece un respiro profondo e con un dolore che nessuno avrebbe potuto percepire "Non è mia intenzione. te l'assicuro."

"Harry, mi dispiace tanto. Mi rendo conto di aver sbagliato. Avrei dovuto scriverti, ma credevo che fosse meglio non farlo. Temevo che se ti avessi scritto, tu avresti sentito troppa nostalgia. E, comunque, ero sicuro che tu mi avresti scritto, se avessi avuto bisogno di sentirmi." Sospirò e proseguì "Ma, nonostante mi aspettassi tue notizie in caso di necessità, la tua guaritrice mi ha illuminato e... Bè, in poche parole, ora è tutto sistemato e spero che mi perdonerai presto."
Il Grifondoro lo guardò e ribatté con tono amaro "Bel discorso, signore, ma temo che non sia abbastanza."
Piton sorrise di nuovo, stavolta più malinconicamente, e disse "Forse questo ti accontenterà."
Harry aggrottò le sopracciglia, e vide Severus estrarre dalla tunica dei fogli di pergamena.

Li prese tra le mani e lesse superficialmente e in fretta, ma abbastanza da sapere che cosa dichiaravano quei documenti.
Guardò sprezzamente Severus, mentre dentro di sé la rabbia montava "Mi stai prendendo in giro? Come osi?"
"Harry, io... "
"Mi abbandoni con Malfoy per due settimane SENZA UNO STRACCIO DI NOTIZIA, E POI TU TI PRESENTI QUI e... e... con questi... "Mentre il tono di voce si abbassava, Harry sventagliò le carte, nervosamente.
Severus spalancò la bocca, senza parole.
Sapeva che Harry sarebbe stato arrabbiato, ma non si era aspettato questo.
Aveva creduto che i documenti dell'adozione avrebbero reso felice il ragazzino.

Harry si alzò di fretta e corse fuori dalla stanza, lasciando la pergamena sul letto.



                                                            ***



Harry continuò a correre anche quando Narcissa tentò di fermarlo.
Anche quando seppe che Severus era dietro di lui.
Raggiunse i giardini di Hogwarts, cercando di ignorare il rumore delle scarpe del padre.
Non voleva guardarsi indietro e vedere lo sguardo addolorato di Severus.
Voleva solo schiarirsi le idee e dimenticare quello che era successo, desiderava scordare tutta quella rabbia, tutta quella paura di restare nuovamente solo.
Il terrore che aveva provato quel giorno a Grimmauld Place; le urla di Vernon; le minacce della Umbridge; le braccia di Kingsley che lo allontanavano da Severus.

Arrivò al lago e sedette sotto l'ombra di un albero, poggiando la schiena contro il tronco.
Cercò di rallentare il respiro, di calmarsi.

Sentì un altro respiro affannoso dietro di lui.

Severus si piegò posando le mani sulle ginocchia e disse faticosamente "La prossima... vo... volta che... vuoi scappare... cerca di fare una corsa leggera, o potrei morire... di infarto."
Harry non lo guardò e non parlò.
Non voleva che Piton sentisse la sua voce rotta.
E se avesse parlato, sapeva che le lacrime gli sarebbero colate dagli occhi.

Quando Severus si fu ripreso, sedette accanto a lui, ma non cercò di alzargli il viso per guardarlo negli occhi, come avrebbe fatto di solito.
Cominciò a spiegare. "Non voglio prenderti in giro. Questo non è uno scherzo. Ho lottato per avere questi documenti, e Silente ha passato giorni e notti al Ministero per ottenerli. Voglio poterti tenere con me. Senza questi," sventagliò le pergamene "potrebbero allontanarti da me, come hanno già fatto. Ma ora, ponendo una firma qui, saresti mio, almeno fino a che non sarai maggiorenne, e sinceramente, spero che anche allora resterai mio figlio e vorrei che tu vivessi con me finché non ti sposerai e non avrai una famiglia tua. Ma fino a quando non troverai qualcun altro con cui dividere la tua vita, starai con me, se lo vorrai. E io mi prenderò cura di te, come avrebbero fatto i tuoi genitori."
Gettò indietro la testa e respirò a pieni polmoni l'aria fresca della sera, poi proseguì "Ma tu sai già tutto questo. Solo che non vuoi ammetterlo. Hai paura di perdere ciò che sei arrivato ad agognare, e io ti capisco. Ma non hai ragione di temere. Io non me ne andrò; non più."

Harry lasciò cadere le lacrime, ma non disse nulla.
Severus le vide, e con le sue lunghe dita le asciugò, mentre diceva "Lo so che sei ancora arrabbiato con me, ma so anche che il perdono arriverà con il tempo, e lasciandoti solo a pensare, come tu vorresti che io facessi, non riuscirò ad ottenerlo. Perciò resterò qui, finché non ti volterai e non mi guarderai. E allora ti farò una domanda, e mi aspetterò una risposta sincera. Fino ad allora, però, rimarrò in silenzio ad ascoltare il tuo respiro o le tue parole o i tuoi sighiozzi, e attenderò."
Cogiunse le dita delle mani, e le posò sotto il mento, con i gomiti sulle ginocchia.
Fissò gli occhi sul lago, e vide il loro riflesso.

Harry guardava dalla parte opposta rispetto a lui, ancora non aveva la forza di incontrare il suo sguardo.

In poco tempo i respiri del ragazzino diventarono affanosi, ma Severus non fece nulla, come aveva promesso.
Se Harry avesse voluto che lui agisse, si sarebbe girato e l'avrebbe guardato.
Dal riflesse Severus vide la bocca di Harry aprirsi e chiudersi, come faceva quando tentava di non singhiozzare.
Gli faceva male il cuore a vedere che il ragazzino tentava ancora di reprimere le emozioni.
Anche il suo respirare affannoso cessò e arrivarono i singhiozzi, ma Harry rifiutava di voltarsi.
La mano di Harry andò a cercare un appiglio, e si aggrappò ad un lembo della tunica di Severus.
I singhiozzi scemarono dopo alcuni minuti.

Sempre senza guardarlo, il Grifondoro gli chiese "Qual è la domanda?"
Severus sorrise e prese un respiro profondo "Voglio che ti volti, prima."
Harry guardò il riflesso nel lago con gli occhi arrossati e poi fece come Piton gli aveva detto.

Severus gli prese una mano e la strinse, prima di domandare "Vuoi che io ti adotti ufficialmente?"
La voce serena non tradiva l'inquietudine che provava dentro di sé.

Tutte le sue preoccupazioni svanirono quando Harry rispose "Sì."
Severus sorrise, ma non si lasciò sopraffare dalla gioia e dall'entusiasmo, non come aveva fatto quando aveva visto Harry sul letto insieme a Draco.
Fece apparire una piuma già impregnata di inchiostro e stendendo con delicatezza i fogli di pergamena sulle proprie gambe, disse "Ora voglio che mi guardi mentre firmo questi fogli, d'accordo."
Attese che Harry annuisse, e poi pose la prima firma sul primo foglio.
Poi un'altra nel secondo e ancora un'altra nel terzo, e intanto Harry lo seguiva con occhi spalancati.

Il ragazzino non avrebbe saputo descrivere ciò che stava provando, un misto di paura e eccitazione.
Quando Severus ebbe firmato tutte le scartoffie, le accarezzò per un secondo, e poi le nascose nuovamente tra le pieghe della tunica.
Sospirò sollevato, poi guardò Harry e tese le braccia, prima di dire "Ciao, figlio."

Stavolta il ragazzino non poté trattenersi e si buttò contro Severus.
Passarono alcuni minuti e Harry cominciò a sentirsi davvero sonnolento.
"Adesso, ti riporto al Manor, così potremo stare un po' da soli."
Con il viso nascosto nell'incavo tra la spalla e il collo del professore, mormorò contrariato "Sono ancora arrabbiato."

Severus ridacchiò, mentre roteava gli occhi "Lo so, lo so."

Harry chiuse definitivamente le palpebre e si addormentò.

Il professore si alzò tenendo il figlio tra le braccia e percorse lentamente i corridoi di Hogwarts per tornare nei sotterranei ad impacchettare le cose di Harry.









SPAZIO AUTRICE
Grazie a tutti delle recensioni! Vi ho fatto aspettare troppo? Ora non ho tempo di ringraziarvi tutti, ma voglio tante recensioni. Voglio sapere se vi ho fatto piangere o ridere, o vomitare, ok? Dai, quanto vi costa??? Presto comincierò a tradurre una fanfiction, appena riuscirò ad accedere all'account della traduzione e scriverò il link nel mio profilo autore che vi invito a visitare, perché vi informerò sulle novità della fic e risponderò a vostre eventuali domande.
Alla prossima,
pikkola prongs.


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Capitolo 35
*** 35. The End ***


ff hp 35 Angolino: Questo è l'ultimo capitolo... e voglio che lasciate un commentino in tantissimi, solo poche parole... per farmi capire chi ha seguito fino alla fine e chi sia stato contento di leggere questa storia! Quindi voglio sentirvi tutti!!!!!!!!!!!!


Stavolta il ragazzino non poté trattenersi e si buttò contro Severus.
Passarono alcuni minuti e Harry cominciò a sentirsi davvero sonnolento.
"Adesso ti riporto al Manor, così potremo stare un po' da soli."
Con il viso nascosto nell'incavo tra la spalla e il collo del professore, mormorò contrariato "Sono ancora arrabbiato."

Severus ridacchiò, mentre roteava gli occhi "Lo so, lo so."

Harry chiuse definitivamente le palpebre e si addormentò.

Il professore si alzò tenendo il figlio tra le braccia e percorse lentamente i corridoi di Hogwarts per tornare nei sotterranei ad impacchettare le cose di Harry.
FINE CAP. 34


Severus era seduto sul divano dei suoi appartamenti a Hogwarts. Narcissa, di fronte a lui, annuì comprensiva a ciò che lui le aveva appena detto.
I due maghi sarebbero partiti per il Manor del professore, da soli. Lei sarebbe rimasta nei sotterranei della scuola con Draco. Severus le aveva garantito la migliore delle protezioni. Ma la sua preoccupazione di madre persisteva. Prevedeva per il figlio un futoro pieno di ostacoli e di sofferenze. Sapeva che la gravidanza non avrebbe potuto essere fermata, ma temeva che il neonato non sarebbe stato mai davvero al sicuro da Lucius, sia che fosse stato femmina, sia che fosse stato maschio.
Un altro particolare la rendeva inquieta: il parto maschile era un'esperienza fisicamente dolorosissima e spesso accadeva che il partoriente morisse dopo la nascita del figlio. Il genitore finiva in un coma magico e spesso non si risvegliava.
Sapeva che anche se ne avesse avuto la possibilità, Draco non avrebbe rinunciato alla gravidanza, ma da madre, come avrebbe mai potuto lei accettare un simile scempio? Avrebbe amato il nipote come solo una donna sapeva fare? Il bambino sarebbe stato privato di una madre, ma lei sarebbe stata in grado di donare alla creatura l'amore che avrebbe meritato?
Odiava non avere risposte.

Severus si accorse dello sguardo malinconico della donna e domandò riluttante mentre passava una mano tra i capelli corvini del figlio, che ancora sonnecchiava accanto a lui "Ti sentiresti più sicura se io restassi qui con voi?"
Lei sorrise educatamente e posò la propria mano su quella del figlio, seduto al suo fianco con le sopracciglia corrucciate, come se stesse combattendo una battaglia interna. "No, mio caro Severus, o meglio, sì, ma rifiuto categoricamente di costringerti qui, quando so che hai bisogno di tempo con Harry. Devi tornare a casa tua, e occuparti di tuo figlio. Nessuno può capirti meglio di me."

Severus in quel momento la ammirò per la sua forza, per il coraggio che non l'aveva mai caratterizzata da giovane e che era scaturito in lei il giorno della nascita di Draco, quel fresco e soleggiato mattino di giugno. Piton rammentava bene. Era il giorno dell'anniversario della morte di sua madre, e come ogni anno lui era di orribile umore, ma quando Narcissa, ancora in ospedale, stesa sul letto candido e piccolo, dalle lenzuola ruvide, gli aveva chiesto, e successivamente ordinato, di diventare il padrino di Draco, Severus aveva sentito qualcosa di diverso dall'inquietudine che provava in quei giorni bui, nei quali il Signore Oscuro minacciava le vite di maghi innocenti. Compiacimento, una sensazione con cui non aveva molta familiarità.

Il professore annuì alla strega, e la ringraziò, prima di rivolgersi al giovane biondo. "Innanzitutto, come stai?"
Draco fece schioccare la lingua sul palato, ma rispose con educazione "Benissimo, signore."
Severus si chiese a chi volesse darla a bere, con quella sua finta indifferenza. Conosceva Draco e sapeva che il ragazzo cercava attenzione, e appena sentiva un dolorino non frenava la lingua e si lamentava per ore. In quel momento stava solo fingendo di non voler disturbare nessuno con la sua situazione e, probabilmente, il giovane già sapeva che non avrebbe ingannato Severus, che avrebbe poi dovuto insistere per farsi dire la verità e così il biondo avrebbe avuto tutte le scuse per dare voce ad ogni lamento. Reazione a catena. Astuto serpeverde.
Severus non aveva voglia di stare al suo gioco, ma che altro fare con un ragazzo incinto?
"Sono già iniziate le nausee?"
Draco finse indifferenza e annuì come se si trattasse di un argomento a piacere, come il tempo. "Mmh-mmh."

"Lo immaginavo," disse Severus "Madama Chips partirà per una breve vacanza, così, fino all'inizio della scuola, verrai da me per alcuni controlli, diciamo... due volte a settimana. Non sarà appropriato per te viaggiare attraverso la MetroPolvere, così dovrai viaggiare con mezzi di trasporto magici, come il Nottetempo o auto volanti fornite dal Ministero. Ti sconsiglierei anche la Smaterializzazione congiunta, perché potrebbe essere causa di forti nausee."
Accavallò le gambe con eleganza, mostrò la sua espressione più severa prima di proseguire "Niente alcohol, niente carne cruda, di nessun tipo. Niente affettati, a eccezione del prosciutto cotto. Niente frutta e verdura cruda. Niente gelato e niente uova poco cotte."

Severus sorseggiò il tè caldo e abbondantemente zuccherato, attendendo un cenno d'assenso da parte del figlioccio. Harry si stiracchiò accanto a lui, causando il traboccamento del liquido bollente, che scivolò sulla pelle pallida del braccio del ragazzino, che urlò nel sonno, più per la sorpresa che per il dolore. Piton pose rapidamente la tazzina nel tavolino accanto al divano e, estraendo la bacchetta in un movimento impercettibile, guarì la leggera ustione.
Nel processo, Harry aveva cominciato ad agitarsi, così Severus lo tirò a sé e circondandolo con le braccia, lo cullò un pochino, mormorando le sciocchezze che i genitori dicevano per far riaddormentare i loro bambini.
Harry si riappoggiò a lui, immobilizzandosi.

Severus si sentiva osservato e, alzando lo sguardo sugli altri due, inarcò le sopracciglia e li guardò, sfidandoli a dire qualcosa.
Questa era un caratteristica che apprezzava di se stesso: spesso i suoi sguardi erano più eloquenti delle sue parole.

Narcissa voltò il viso educatamente, distogliendo i suoi occhi da lui.
Severus poté vedere un sorriso quasi indulgente. E trattenuto.  

Draco invece era accigliato, e molto anche. Sembrava che stesse scegliendo le parole da usare.
Finalmente parlò, con tono quasi sarcastico "E così, Zio Severus, ora lo tratti come un figlio? Dopo averlo tormentato per tanto tempo, non che io ti biasimi per questo... ma, come... come puoi dimenticare ciò che è successo negli ultimi cinque anni? Come?"
Severus mise in mostra un cipiglio severo. "Io non dimentico, Draco. Sto facendo ammenda. Non è da me ammettere un errore, ma tu sei il mio figlioccio e, anche se odio quando mi chiami Zio Severus, con te lo farò. Ho sbagliato. Ho fatto un grandissimo errore. Ho tormentato un ragazzino torturato, e non importa che sia il figlio del mio peggior nemico. Lui è innocente e non merita di soffrire. Così, Draco, ecco la tua risposta. Lo tratto come un figlio perché è mio figlio."

Narcissa si voltò nuovamente, tornando a guardarlo e con un piccolo sorriso, disse "E' bello sapere che non sei più solo, Severus."
Sì, lo è, pensò il professore.


                                                            ***


Il mantello della donna era sporco e umido. Il liquido rosso era sparso tutto attorno al suo corpo tremante. I capelli corti era imperlati di sudore freddo. Le sue labbra carnose contratte in una smorfia agonizzante.
"Ora mi risponderai, mia cara?" La sua voce gelida e sibilante spezzò il silenzio teso.
La strega non riuscì ad alzare la testa, probabilmente perché sentiva di non poter sostenere quello sguardo scarlatto. La voce femminile e tremula uscì a forza dalla sua bocca, affannosa "No... io non so... nulla."
Mentiva, oh sì, e lui lo sapeva. Sapeva qualcosa, anche se non tutto, ma lui stesso non riusciva a penetrare la sua mente astuta. Era una donna forte.
Una mano bianca dalle lunghe dita alzò la bacchetta e la stessa voce sinuosa di prima pronunciò un incantesimo, e la mano affusolata della donna si staccò dal bracciò e volò in fondo alla stanza buia.
Non vedeva altro che la pozza di sangue, il camino spento e la porta.

La vittima urlò, sofferente, e lasciò andare alcuni singhiozzi isterici. Non tentò di andare a toccarsi il moncherino sanguinante.
La voce fredda disse, guardandola con disprezzo "Vorrei darti un'ultima possibilità di rispondermi. Dove si trova il nostro piccolo eroe, mia cara Amelia?"
Amelia Bones strinse gli occhi stanchi e, con un sussurro, mentì per l'ultima volta.
La mano bianca si alzò di nuovo, come autonoma, spinta da una forza sconosciuta a lui, e la voce crudele si udì ancora per pronunciare parole mortali "AVADA KEDAVRA!"

Harry spalancò gli occhi con un respiro affannoso. Non urlò; lo sconvolgimento glielo impedì. Si portò le mani gelate al viso bagnato, anch'esso freddo.
Naso, labbra, capelli.
Era ancora se stesso; non era un mostro. Non agli occhi degli altri, comunque.
Aveva appena ucciso Amelia Bones.
No, non è vero, si disse. E' stato Voldemort.

Premette le dita sulle palpebre, tentando di scacciare l'immagine dalla mente, come faceva sempre quando cercava di non ripensare ad una brutta figura fatta di fronte a qualcuno. Respirò forte. Aprì gli occhi, e li strabuzzò alla vista che lo accolse.
Si sentiva un principe, nella grande camera di un castello con la luce del mattino che illuminava la stanza attraverso le giganti finestre.
Lo spazioso letto a baldacchino era comodo come lo era stato quello a Prince Manor. Lo stesso materasso soffice, le stesso cuscino fresco, le stesse ten... la stessa stanza!
Si trovava di nuovo a Prince Manor! Voltò la testa e guardò le foto sul comodino: Ron e Hermione, Ginny, James e Lily.
Sorrise.
Si rigirò e annusò il cuscino, prima di abbracciarlo.

Si dimenticò in fretta della sua visione, perché la porta della sua camera fu spalancata silenziosamente, ed entrò un vampiro.
Harry chiuse e riaprì gli occhi, stupefatto. Questa volta non vide un vampiro.

"Buongiorno, Severus," Salutò con voce assonnata.
Il professore curvò all'insù gli angoli delle labbra, nelle sembianze di un sorriso, ma Harry non intercettò quel suo movimento facciale, perché teneva lo sguardo fisso sulla porta ancora aperta.
Niso abbaiò forte e gli corse incontro, leccando il viso e le mani del giovane padrone, strusciandosi contro di lui con affetto. Harry rise forte, non riuscendo a trattenere l'allegria. Niso gli era mancato quasi quanto Severus.
Severus si sentì tagliato fuori, e il suo sorriso sparì. Strinse le labbra, e assottigliò gli occhi, facendo apparire alcune rughe sulla fronte. Andò a spalancare le tende dell'ultima finestra della stanza -l'unica rimasta chiusa-, e finse di concentrarsi sulle pieghe candide della stoffa. Si voltò e raggiunse la porta, dicendo, prima di svanire dietro di essa "Metti a cuccia quel cane. Ti voglio a colazione tra mezz'ora." Non si voltò indietro e non tentò di addolcire la voce.

Harry guardò attonito la porta chiusa, chiedendosi cosa mai avesse fatto per meritarsi un padre così austero.
Si scrollò Niso di disso, con fare giocoso. Si asciugò la faccia, bagnata dalla bava del cane, e scambiò uno sguardo rassegnato con l'animale. Con espressione pensosa si rivolse al migliore amico dell'uomo "Meglio andare... o potrebbe tritarci la lingua in pezzettini per poi utilizzarli per una pozione disgustosa."

                                                            ***


"Quella di oggi sarà una lunga giornata," disse Severus interrompendo la silenziosa colazione.
Harry lo guardò con le guance piene di succo di zucca e deglutì rumorosamente, prima di domandare "Perché? Cosa dobbiamo fare?"
Il tono sereno di Severus contrastava con i sentimenti oscuri che il professore provava. Non presagiva nulla di buono. "Ho organizzato una visita all'ospedale in cui," bevve un sorso del suo caffè zuccherato per darsi forza, "in cui è ricoverato tuo zio. Ally ha diverse conoscenze ed è riuscita a combinarci un appuntamento. Ci accompagnerà lei."
Harry lo guardò con gli occhi sbarrati; l'impulsività e la ribellione di Grifondoro si incarnarono dentro di lui come un demone, e non si rese conto del tono che stava usando con il padre. "Cosa? Sei pazzo? Non-- non puoi portarmi da lui!!!"
La voce di Severus perse ogni dolcezza, e diventò seria e determinata, come lo diventano le voci dei genitori quando vedono la reazione del loro figlio ad una loro decisione, prima di ritornare cedevoli di fronte alla disperazione della prole. Purtroppo per Harry, o per sua fortuna, quella del professore non sarebbe più tornata cedevole e indulgente, non quel giorno.
"Posso e lo farò." Disse Severus.

"Ma... ma... io non voglio vederlo!" Il tono di Harry lasciava percepire un timore troppo grande, un peso troppo pesante per le spalle di un ragazzino. Severus non si permise di cedere alle suppliche del figlio e fu irremovibile.

Un'ora dopo, Severus aveva spiegato a Harry ciò che era stato fatto a Vernon ed erano entrambi vestiti e puliti, uno con un cipiglio severo e l'altro con le lacrime agli occhi ed il naso arrossato. Solo il cane sembrava essere tranquillo, in quella scena un po' patetica e un po' realistica.


                                                            ***


Quando arrivarono all'ospedale San Dervent, Harry non lasciò il fianco di Severus, ma fece una sorriso speciale a Ally, che lo aveva aiutato durante la separazione dal professore. Notò un certo gelo farsi spazio tra i due maghi adulti, ma non ebbe la forza di fare domande. Il nervosismo lo stava soffocando. In quel momento desiderò di aver protestato di più, e si pentì di non essersi chiuso nella sua camera o nel bagno. Avrebbe dovuto cercare di impedire a Severus di portarlo via.

Ally e Severus non ebbero il coraggio di guardarsi negli occhi, e quindi i loro sguardi trepidanti si concentrarono sul ragazzino.
Ally strinse la mano ad un guaritore senza dire una parola, fece un cenno ad un altro. Harry fissò i loro visi, ma non li ricordò mai più.

Severus lo condusse ad una stanza: la porta bianca era chiusa, ma da una larga finestra Harry poteva vedere la figura dormiente sul piccolo letto che minacciava di affondare a terra sotto il peso dell'uomo. Il professore rimase dietro di lui e strinse la sua ossuta spalla per rassicurarlo. Era lì con lui. Gli guardava le spalle.

Ally si morse un labbro carnoso e, sentendosi un po' in colpa, spezzò il silenzio teso "Harry, dovresti entrare."
Severus guardò suo figlio, e chiese quietamente "Vuoi che io venga?"
Il ragazzino non distolse gli occhi dallo zio e rispose con una domanda "Non mi farà nulla, vero?"
Ally lo rassicurò "Assolutamente no. Anche se dovesse svegliarsi, non potrà muoversi."

Harry increspò il naso, prese un respiro profondo, causando il sollevamento delle spalle tese. La mano di Severus fu scrollata via.
Il ragazzo entrò, da solo.

Severus guardò il bambino adulto dirigersi senza di lui nella stanza d'ospedale e provò un senso di malinconia che lo lasciò quasi senza fiato.
Ally fece un movimento che avrebbe potuto sembrare casuale: urtò con la propria mano il polso del mago e lui, senza esitare, la strinse.


                                                            ***


Harry sedette sulla sedia scomoda al capezzale di suo zio.
Lasciò passare lo sguardo sul corpo inerme di Vernon.

Severus gli aveva raccontato tutto dell'incantesimo fatto a suo zio. Sapeva che doveva perdonarlo. Se non l'avesse fatto, Vernon avrebbe sofferto per l'eternità.
Se lo avesse perdonato, suo zio sarebbe morto, avrebbe riposato in pace.
Era tutto così ingiusto, ma Harry sapeva ciò che doveva fare. Chiuse gli occhi, lasciando cadere delle lacrime. Aveva sofferto così tanto. Non aveva mai avuto nessuno. Era stato picchiato, trascurato, abusato. Gli era stato negato il cibo e l'acqua e il sonno. Ed ora dipendeva completamente da Severus, dalla sua presenza.

Non singhiozzò, essendo stato abituato a soffrire in silenzio.
Aprì gli occhi e con sguardo assente posò una mano sopra quella fredda e grassoccia dello zio. Mormorò "Ti perdono."

Non accadde nulla. Vernon continuò a respirare.
Harry fu preso dal panico: l'aveva perdonato, davvero! Perché era ancora vivo?
Si alzò, privo di chiarezza. Corse fuori dalla stanza e finì addosso a Severus. Scostò il viso e guardò verso l'alto con sguardo interrogativo. "Perchè?" Chiese con voce flebile.
Severus gli accarezzò i capelli, ed i suoi occhi neri celavano una forte compassione per un ragazzo che aveva sofferto troppo.
"Non sei ancora pronto a perdonarlo."
"Ma- ma... io ho detto... "
"Non sei pronto. Ti aiuterò a guarire, te lo prometto. Hai solo bisogno di più tempo."
Harry stava per protestare, ma poi si guardò indietro e vide lo zio sofferente. Sospirò, e annuì.



                                                            ***


Severus lasciò Harry sul letto nel quale il ragazzo si era svegliato, gli sistemò un cuscino sotto la testa e ascoltò il respiro del figlio. Dormiva.
Raggiunse Ally, che lo attendeva alla porta. La donna si tolse i capelli lisci dalla fronte e sorrise.
Severus le prese una mano, e passò i polpastrelli sulle lunghe unghie femminili. "Mi dispiace... per tutto." Lei annuì "Sei perdonato."
Lui alzò le sopracciglia e disse sarcasticamente "Invece, tu non hai peccato, come sempre."
Ally ridacchiò "Come sempre."
Lui la baciò, assaporandola e le posò le mani sulle guance paffute. Le fece scorrere sulla pelle scura del collo. Lei rispose al bacio, ma gli bloccò le mani.
Severus si allontanò e lei gli pose una mano affusolata sulle labbra fine. Scosse la testa e disse "Voglio andare più lentamente. Non voglio che tu voglia solo sesso, Severus."
Lui aprì la bocca, ma lei gliela coprì come aveva fatto al San Mungo, quando Harry era ancora ricoverato.
Ed era lì che lui era rimasto affascinato da lei per la prima volta.
"Non rispondere... Ora devo andare. Ci rivedremo presto."

Lui la guardò uscire e per una volta fece come lei gli aveva detto. Non disse nulla.

Si voltò e raggiunse il figlio che ora teneva gli occhi aperti.
Severus spalancò la bocca "Eri... eri sveglio?"
Harry sorrise in modo infantile e annuì. Severus si sentì deluso. Quando era piccolo sua madre gli diceva sempre che lei sapeva riconoscere il suo respiro da sveglio e da addormentato. 'E' una cosa che un genitore sa sempre. Sa sempre dire quando il proprio figlio è addormentato.' Diceva.

Sperò che con il tempo, sarebbe stato capace di farlo anche lui.

Strinse le labbra e disse "Non fare domande."
"Ok."

Severus sedette sul bordo del letto e passò una mano tra i capelli del figlio.
"Dovresti dormire."
Harry annuì, cedevole.
Severus si alzò per dirigersi alla porta, ma udì la voce stanca del figlio supplicarlo "Resta con me, per favore."
Si girò e si riavvicinò al ragazzo. Evocò una poltrona comoda e vi sedette. Prese la mano del figlio, prima di dire "Sì. Resto con te. Non ti lascio. Non sarai mai più solo."
Harry spalancò gli occhi ed una lacrima cadde dall'angolo dell'occhio destro.
"Grazie papà."





The End









SPAZIO AUTRICE
Siamo giunti alla fine!
Ringrazio dedy94, Dogma, Gloria_Potter, Vale Lovegood, clarissa parker, bellezza88, elipotterina94_n6, Piccola Vero, kisa86, ragazzasilenziosa, lunachan62.
E un grazie speciale a Lily_Snape, la mia beta, oltre che mia lettrice e commentatrice!
Questo è l'ultimo capitolo e così voglio sentirvi tutti! Spendete due paroline!!!!!!! E soprattutto fatemi sapere quanto volete un sequel! Che vi assicurò ci sarà... ma in più recensite più in fretta ne pubblico il primo capitolo!
Grazie anche a tutti quelli che hanno messo la mia fic tra i preferiti
1 - 8Ceci93
2 - Alaide
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7 - ambretta peperina
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148 - yoko_kage13
149 - yuke
150 - z34
151 - _G0tik4_
152 - _SiMoNa_
Se non vi ricordate dell'incantesimo di Vernon andate a rivedere il capitolo 22.
Date un'occhiata al mio profilo per le notizie e continuate a seguire la mia traduzione "Better Be Slytherin!"

E' stato un piacere scrivere questa fanfiction!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie a tutti!
Una bacione!
Pikkola prongs.




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