The Bridge between Heaven and Earth

di Soly_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Bridge between Heaven and Earth (premessa) ***
Capitolo 2: *** Promise of a Lifetime ***
Capitolo 3: *** A new beginning [for her, her life, her heart] ***
Capitolo 4: *** My handsome young man ***
Capitolo 5: *** From the frying pan into the fire ***
Capitolo 6: *** [Don’t] call it “date”! ***
Capitolo 7: *** You will always be my hero ***
Capitolo 8: *** The only certainty [fireworks inside me] ***
Capitolo 9: *** Damn [lovely] stupid Naruto! ***



Capitolo 1
*** The Bridge between Heaven and Earth (premessa) ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#01. The Bridge between Heaven and Earth (premessa)

Naruto aveva sempre paragonato Sakura alla Terra.
I suoi occhi verdi, il suo aspetto apparentemente fragile, la sua immensa forza: tutto di lei gli ricordava la Terra.
Sakura si era sgretolata tante di quelle volte che ormai Naruto ne aveva perso il conto, ma altrettante volte era riuscita a rimettere insieme i propri pezzi e a rialzarsi dalle macerie, lottando più forte di prima.

Sakura aveva sempre paragonato Naruto al Cielo.
I suoi occhi azzurri, l’immensità del suo buon cuore, la tenacia con cui si ostinava a proteggere la Terra: tutto di lui le ricordava il Cielo.
Un Cielo azzurro, limpido, privo di nuvole. Non pioveva mai da quel Cielo.

Esisteva un lungo e ampio ponte tra Cielo e Terra.
Un ponte costruito giorno dopo giorno, anno dopo anno, asse dopo asse.
Naruto cercava disperatamente di attraversarlo, compiendo passi fin troppo grandi, immensi.

«Ti riporterò indietro Sasuke. È una promessa per la vita!».

Sakura, invece, pensava che i suoi passi, confrontati a quelli di lui, fossero sempre stati troppo piccoli, invisibili.

«Dannazione, Naruto, sta’ fermo o non riesco a curarti questa stupida ferita!».

Naruto avanzava velocemente su quel ponte, camminando, correndo, rotolandosi e perfino strisciando, per nulla intimorito dal rischio di cadere.
Sakura rimaneva pressoché ferma e in alcuni casi indietreggiava, divorata dalla paura di precipitare.

«Sakura-chan, ti va di mangiare insieme all’Ichiraku?».
«Mi stai chiedendo un appuntamento?!»
«Uhm... ecco... Be’, sì!».
«Ma non ci penso nemmeno!».


Tuttavia c’erano anche momenti in cui i ruoli si invertivano.
Naruto faceva un passo indietro, stanco di non riuscire mai a raggiungerla, ed era allora che le gambe di Sakura si muovevano avanti quasi da sole.

«Oh, guarda, c’è Hinata! Chissà se a lei va di...».
«Non volevi andare a mangiare con me all’Ichiraku?».
«Ma Sakura-chan, mi hai appena detto che non ti andava!».
«B-Be’, mi è improvvisamente venuta fame!».


Naruto, così, ritrovava la forza per riprendere a camminare [non avrebbe mai perso la speranza di raggiungerla].
Sakura, invece, affrontava faccia a faccia la sua paura di cadere, rendendosi conto di quanto in realtà fosse infondata.

Un passo avanti e uno indietro, poi un bel salto, tre passi avanti, un altro indietro e di nuovo da capo.
Sakura non sapeva se in quel modo, un giorno, lei e Naruto si sarebbero incontrati a metà strada.
Una cosa, però, l’aveva capita: quel ponte non sarebbe mai crollato [aveva sopportato le peggiori intemperie, ma era ancora lì, forte, solido, resistente] e lei non sarebbe mai scivolata giù [Naruto l’avrebbe raggiunta e afferrata un attimo prima di cadere].















Note interminabili dell'autrice:
Alloooora, so già che queste saranno le note più lunghe che io abbia mai scritto, quindi non perdo tempo.
Mi dispiace tantissimo avvertirvi che ho cancellato la long NaruSaku, SasuKarin e KibaHina (“Rewrite your destiny – Domani è una nuova vita”) che avevo iniziato intorno a Natale, principalmente perché mi è stata offerta la possibilità di frequentare un corso scolastico che mi servirà tantissimo per il mio futuro e che mi impegna da ora fino alla fine dell’anno. E’ stata una cosa dell’ultimo momento, una vera sorpresa, e non ho pensato due volte ad accettare. Il punto è che sinceramente non me la sento di riservare il mio già scarso tempo da quinto liceo scientifico (ora ancora più scarso a causa di questo corso) ad una longfic così complessa come l’avevo progettata, perché comporta tempo, ispirazione, impegno e costanza che io non avrei fino alla fine. Odierei doverla interrompere e quindi ho deciso di abbandonare totalmente il progetto. Non so davvero come scusarmi, spero che possiate perdonarmi.
TUTTAVIA, farò defluire in questa raccolta le scene NaruSaku che avevo già scritto per quella longfic (mi sono resa conto che in effetti non erano troppo legate l’una all’altra e che potrebbero andare benissimo come capitoli singoli di una raccolta). Per quanto riguarda le scene KibaHina, forse ci scriverò una raccolta come questa. La SasuKarin invece è stata il secondo motivo per cui ho voluto abbandonare la longfic: per quanto io abbia imparato ad amare questa coppia, rileggendo ciò che avevo scritto mi sembrava di leggere delle scene SasuSaku e ho provato... orrore, quindi ho deciso di rimandare le fanfiction SasuKarin a quando mi sentirò veramente pronta.
Tornando a questa raccolta, questo primo capitolo è solo una premessa in cui spiego cosa significa il titolo e la coppia NaruSaku in generale. Il prossimo capitolo sarà la prima scena NaruSaku che avete già letto nel prologo della longfic che ho cancellato, perché non voglio che vada persa, poi si alterneranno drabbles, flashfics e oneshots senza un filo cronologico di genere e rating variabile.
Una raccolta dedicata solo a Naruto e Sakura, in qualsiasi contesto e situazione.
Ebbene sì, mi sono ripresa dal dolore per il finale del manga. E terminata la raccolta Hold me close before it’s over non scriverò più NaruSaku tristi. Non ne posso più :'D Da cosa dipende questo mio improvviso cambiamento? Da questo video, un doujinshi NaruSaku di Lady GT così bello e così ben fatto che ormai lo considero come il vero finale del manga :D se capite l’inglese, è una meraviglia.
Non mi dilungo ulteriormente. Spero che non mi lincerete per aver cancellato la longfic, perché mi era davvero necessario, e che invece seguirete questa raccolta. GRAZIE a tutti voi che mi seguite e che mi sostenete. Alla prossima!
Soly Dea


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Capitolo 2
*** Promise of a Lifetime ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#02. Promise of a Lifetime

«Ci vediamo la prossima volta... e grazie».
L’ultima cosa che Sakura avvertì prima di chiudere gli occhi furono le dita di Sasuke sulla fronte.
Pochi attimi dopo, tornando a guardare davanti a sé, si accorse che la sua figura, ora, era solo una macchiolina nera in lontananza.
Se ne era andato, di nuovo, e non aveva voluto accettare di portarla con sé, di nuovo.
A Sakura vennero gli occhi lucidi: svelta se li asciugò con il dorso della mano.
Non si sarebbe lasciata trascinare giù come quando Sasuke aveva abbandonato il villaggio anni prima per rincorrere il suo sogno di vendetta.

Sarebbe stata forte, per se stessa... e per Naruto. Quel pensiero le giunse alla mente quando si accorse che la figura di Sasuke si era completamente dissolta all’orizzonte, lasciando spazio all’immagine nitida e luminosa di Naruto che le veniva incontro.
«Vi siete salutati come si deve, eh?». Aveva sempre un po’ invidiato il rapporto tra Naruto e Sasuke, quella loro particolare complicità fatta di amore e odio, in cui non c’era mai stato davvero spazio per lei.
«Gli ho ridato il coprifronte», spiegò Naruto con aria nostalgica. «Mi ha promesso che lo terrà fin quando non avremo risolto tutte le nostre divergenze, una volta per tutte».
Sakura si soffermò sulla prime parole di quella frase. Mi ha promesso. Promesso...
Si rese improvvisamente conto di aver dimenticato la cosa più importante, quella per cui Naruto era andato avanti in tutti quegli anni; quella per cui ora Sasuke era salvo, sia nel corpo che nell’anima; quella cosa a cui Sakura si era aggrappata con tutte le sue forze, finendo inevitabilmente per fare di Naruto il suo sostegno, la sua forza, la sua riserva personale di felicità. E di amore, anche se non voleva ammetterlo.
Perché, per quanto potesse amare Sasuke, l’unica persona con la quale Sakura si sentiva realmente amata era Naruto.
Non Rock Lee, non quell’infermiere particolarmente carino che le faceva la corte.
Naruto era l’unico che l’amava davvero e Sakura lo sapeva, lo sentiva sulla pelle, dal giorno in cui Naruto le aveva fatto la promessa.

Gli si avvicinò con cautela e poggiò una mano sulla sua guancia calda. A quel tocco, Naruto sollevò gli occhi nella sua direzione con curiosità.
«Grazie», disse Sakura, abbozzando un sorriso.
Naruto le rivolse un’occhiata perplessa. «Per cosa?».
«Hai mantenuto la promessa».
Il ragazzo rimase per un attimo interdetto, poi mostrò un sorriso amaro che poche volte Sakura aveva visto stampato su quel viso.
«Non è vero, Sakura-chan, o almeno non completamente. Sasuke non è con noi, ora. Non sono riuscito a trattenerlo a Konoha».
Aveva appena terminato la frase quando il pugno di Sakura si abbatté con forza sulla sua testa, stordendolo e mandandolo per terra.
Ora lei lo guardava indignata, con le braccia incrociate al petto. «Sei un autentico cretino!», urlò.

Per anni lui l’aveva sostenuta, infondendole il coraggio necessario per continuare a credere nel ritorno di Sasuke. Ora toccava a lei.
«Ma non capisci che hai fatto molto di più?! Tutti questi anni a rincorrerlo, a cercare di portarlo indietro... Tu lo hai salvato! È vivo, sta bene, ha abbandonato i suoi propositi di vendetta. Ha solo bisogno di tempo per riabituarsi alla vita vera. Vedrai che tornerà. Ce l’ha promesso».

Naruto sapeva che Sakura aveva ragione, tuttavia non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero che lei avrebbe potuto soffrire ancora per la mancanza di Sasuke. La promessa ruotava attorno alla felicità di Sakura e, se Sakura non era felice, significava che non era stata mantenuta come si deve.
«Non pensarlo nemmeno», lo rimbeccò Sakura, come se gli avesse letto nel pensiero. «Non mi piangerò addosso come un tempo. Lo aspetteremo. Insieme». Solo in quel momento Naruto si rese effettivamente conto di quanto fosse diventata forte Sakura, non solo fisicamente.
«Sono proprio uno stupido», sospirò, scuotendo la testa sconsolato.
«Il mio stupido», lo corresse Sakura, sorridendo dolcemente.
Il volto di Naruto si illuminò all’improvviso. Per un attimo, solo per un attimo, sperò che dietro quel “mio” si nascondesse un sentimento più profondo dell’amicizia, che magari Sakura un giorno avrebbe potuto guardarlo un po’ come guardava Sasuke. Era un pensiero egoista, se ne rendeva conto, e forse anche irrealizzabile, per il momento: Sakura amava ancora Sasuke, Naruto ne aveva avuto la dimostrazione al momento della partenza dell’amico. Tuttavia volle stuzzicarla un po’. Adorava farla arrabbiare.
«Il mio stupido?», ripetè, ammiccando. «Stai cercando di dirmi qualcosa, Sakura-chan? Cioè, sarebbe plausibile, dopo che sono diventato l’eroe di Konoha e...». La ragazza arrossì di botto.
«Cos−NO! Non hai capito niente! Io intendevo solo... Oh, al diavolo!».
Si voltò, furiosa, e prese a camminare nella direzione opposta, con i pugni stretti lungo i fianchi.
Non poteva mai lasciarsi sfuggire un minuscolo segno d’affetto che subito quella testa quadra lo interpretava come una dichiarazione d’amore.
«Sakura-chan, scherzavo...», piagnucolò Naruto, rincorrendola. «Perdonami! Ti offro il pranzo all’Ichiraku Ramen!».
«Ma allora sei proprio duro di comprendonio!».
«Sakura-chaaan, sei cattiva...».
«Sei tu che mi costringi a comportarmi in questo modo!».
«Veramente sei sempre stata irascibile e manesc−».
«SHANNARO!».
Certe cose non sarebbero mai cambiate.










Note dell'autrice:
Come vi avevo accennato, questo capitolo è la prima scena NaruSaku della long che ho cancellato. Ci tenevo troppo a ripostarla come capitolo singolo di questa raccolta perchè credo che un momento del genere sia fondamentale per la coppia. Avrei tanto voluto vedere qualcosa del genere nel finale del manga, anche un semplice "grazie" da parte di Sakura, e invece niente T.T
Ringrazio tutti coloro che seguiranno questa raccolta e che mi faranno sapere la loro opinione. A partire dal prossimo capitolo, entreremo nel vivo della raccolta con scene fluff/comiche del tutto inedite che spero vi piacciano ♥ A presto!
Soly Dea


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Capitolo 3
*** A new beginning [for her, her life, her heart] ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#03. A new beginning [for her, her life, her heart]

Le tende del locale frusciarono, portando all’interno un profumo decisamente familiare. «Domani è il gran giorno».
«Sakura-chan!», esclamò Naruto, seduto al bancone, riconoscendo la voce della compagna ancor prima di voltarsi.
Lei gli sorrideva con le braccia incrociate dietro la schiena. «Avrai di nuovo il braccio», gli ricordò.
Naruto annuì, sorridendo a sua volta, mentre Teuchi gli posava sul bancone la scodella fumante di ramen che aveva ordinato.
«Vuoi sederti con me a festeggiare, Sakura-chan?».
«Sì, ma solo perché ho fame. Non farti strane idee, eh!», lo avvertì lei, facendolo ridacchiare.
Sakura si sedette, ordinando anche lei un po’ di ramen.
Mentre attendeva, si voltò a guardare il compagno che, come sempre, divorava la sua cena quasi fosse a digiuno da una settimana.
Una mano reggeva le bacchette e l’altra... be’, l’altra non c’era, e la manica della felpa ciondolava vuota lungo il fianco.
Sakura rifletté che non era difficile mangiare del ramen con un braccio solo, ma se si fosse trattato di una bistecca? In che modo Naruto avrebbe potuto tagliarla e mangiarla? Fortunatamente lui si cibava solo di ramen. Quel pensiero la fece sorridere.
Presa da un moto di tenerezza, si avvicinò con lo sgabello a Naruto e tirò la sua scodella verso di sé, per poi sfilargli bruscamente le bacchette dalla mano. Naruto la fissò deluso. «Sakura-chan... il mio ramen... perché?».
«Questa è l’ultima sera che passi con un braccio solo, approfittane».
Sakura sollevò la scodella, raccolse con le bacchette i tagliolini e li avvicinò al viso di Naruto.
Il ragazzo sgranò gli occhi: Sakura voleva imboccarlo. Ricordò quel giorno di tanto tempo prima in cui la ragazza aveva tentato di fare la stessa cosa, ma si era intromesso Sai. No, questa volta non si sarebbe lasciato scappare un’occasione del genere.
«Oh, grazie, Sakura-chan, come sei carina!», si lasciò sfuggire, avvicinando le labbra alle estremità delle bacchette.
Sakura arrossì e voltò lo sguardo dall’altro lato, non riuscendo a sostenere gli occhi azzurrissimi di Naruto che la guardavano con devozione ingoiando il boccone. «Baka, lo faccio solo per compassione».
«Certo, lo so, non devo farmi strane idee», scherzò lui, ripetendo le stesse parole che aveva usato la compagna quando si era seduta al suo fianco.
Sakura si sentì arrossire ulteriormente. Da quando Naruto riusciva a metterla in imbarazzo?
Indignata, raccolse un altro po’ di ramen con le bacchette e gliele ficcò letteralmente in bocca, rischiando di farlo soffocare.
E così, tra una risata di lui e un pugno di lei, andarono avanti in quel modo per diversi minuti.
Ad un certo punto il volto di Naruto si adombrò.
«C’è qualcosa che non va?», gli chiese Sakura, perplessa.
«Mi chiedo solo come stia facendo Sasuke senza il braccio. Non ha nessuno che lo aiuti a mangiare».
Sakura scrollò le spalle.
«Be’, ha scelto lui di andarsene prima che Tsunade-sama terminasse il braccio. Quando capirà di non poterne fare a meno, sono sicura che tornerà».
Naruto ebbe come l’impressione che Sakura stesse parlando solo di un vecchio amico di infanzia, non del suo grande amore.
Non c’era la nota sognante di un tempo, nella sua voce. Non c’era nemmeno il rossore sulle guance.
Naruto sperava che non ci fossero nemmeno le lacrime, nel cuore della notte. Non lo avrebbe sopportato.
«Sakura-chan, e se io volessi essere imboccato anche dopo che Tsunade-baachan mi avrà dato il braccio nuovo?».
«Te lo scordi! Anzi, sai che ti dico? Finisci di mangiare da solo, la mia scodella di ramen è arrivata ed io ho fame!».
«Ma Sakura-chaaaan, perché deve finire sempre così?».


Quella mattina Naruto, Sakura e Tsunade si ritrovarono all’ospedale nella stanza predisposta per l’operazione. Il braccio nuovo di zecca emergeva da un fagotto bianco riposto in un contenitore trasparente sul tavolo da lavoro. Naruto lo guardava con sospetto.
«Bene, direi che possiamo cominciare», proclamò Tsunade, iniziando a far scorrere le bende lungo il braccio monco di Naruto.
Lo sguardo del ragazzo corse subito a Sakura che osservava la scena con attenzione.
«Sakura-chan, non sei costretta a rimanere. Insomma, non é un bello spettacolo».
Sakura scosse la testa. «Sono o non sono l’allieva di Tsunade-sama?».
Naruto vide la donna più anziana sorridere a quelle parole.
«Naruto, pensa a te stesso, piuttosto. Non vorrei che svenissi tu durante l’operazione».
Il ragazzo ridacchiò. «Non sono così debole di cuore, baachan».
Intanto le bende avevano lasciato il posto a ciò che rimaneva del suo braccio.
Tsunade ne esaminò con attenzione l’estremità: grazie al chakra della Volpe si era già completamente rimarginata.
«Sakura, avvicinami il carrello con gli strumenti».
Sakura eseguì alla lettera gli ordini. Tsunade posò le bende sul carrello e controllò che vi fosse tutto l’occorrente per l’intervento.
«Ora tu mantieni il braccio nuovo ed io lo collego a quello di Naruto».
Lo sguardo dell’Uzumaki saettò da Tsunade a Sakura e al carrello degli strumenti.
C’erano siringhe, boccettine di vetro, garze, erbe medicinali, forbici e un trapano. Un trapano?!
«Baachan, non userai quel coso su di me, vero?», si volle informare, indicando l’arma.
Tsunade si schiaffò una mano in faccia. «Naruto, ti avevo detto di rimanere calmo...».
L’impavido eroe di Konoha inorridì, prevedendo il dolore acuto che avrebbe sentito di lì a poco.
Tsunade sospirò, massaggiandosi le tempie con le dita. «Sakura, cambio di programma. Mantieni fermo Naruto finché non si addormenta».
Naruto doveva ancora capire il significato di quelle parole quando si ritrovò bloccato sul lettino dalle mani di Sakura, gli occhi verdi che lo fissavano con profonda determinazione. E sarebbe stato anche piuttosto romantico se solo Tsunade non avesse impugnato una siringa e gliel’avesse conficcata nel braccio. Poi il buio più totale.
«Avresti potuto togliere quel trapano dal carrello, Sakura. Non serve per ciò che stiamo facendo».
«È che mi diverto troppo a terrorizzare Naruto, shishou».


Quando Naruto aprì gli occhi, una mano fasciata sbucava da sotto la manica che era rimasta vuota dalla fine della guerra.
Sollevò il braccio e mosse piano le dita, come incantato. Quanto gli era mancata quella sensazione...
«Non fare movimenti bruschi o veloci», lo avvisò Sakura, intenta a sistemare alcuni medicinali nell’armadietto dall’altra parte della stanza.
Naruto la ignorò completamente. «Ho una mano nuova!», esclamò, sventolandola a destra e sinistra con un sorriso raggiante stampato sul volto.
«Narubaka!», urlò Sakura fiondandosi sul lettino. Gli afferrò il polso e lo strinse tra le proprie dita. «Smettila di muoverla come un ossesso, altrimenti te la spezzo io stavolta».
Il ragazzo sgranò gli occhi. «Ma Sakura-chan... Tsunade-baachan me l’ha appena impiantata».
«Cerca di capire, Naruto. Il tuo braccio nuovo è ancora fragile. Tra un po’ di giorni potrai fare tutti i movimenti che vorrai».
Naruto annuì e Sakura gli lasciò il polso. «Ora vediamo se riesci a muoverla per bene».
Sakura gli fece fare alcuni semplici esercizi come aprire e chiudere lentamente la mano, afferrare gli oggetti, muovere le dita ad una ad una.
Constatò che l’operazione era andata anche meglio del previsto. «Mi raccomando, continua questi esercizi anche a casa».
Naruto sorrise, sfiorandole il volto in una lieve carezza. «Sei una medic-ninja fantastica, Sakura-chan, degna allieva di Tsunade-baachan».
Sakura sorrise un po’ imbarazzata. «Oh, be’... grazie».
E perdendosi negli occhi azzurri del compagno, si rese conto che ormai la guerra era solo un ricordo e che quello era un nuovo inizio per tutti: per il mondo ninja, per Konoha, per il team 7. Ma un nuovo inizio anche per lei, per la sua vita e soprattutto per il suo cuore.















Note dell'autrice:
uyNon è bellissima l'immagine qui a fianco? *___* in realtà nella mia fanfiction Naruto e Sakura non sono in una stanza, ma all'Ichiraku, però le espressioni dei loro volti sono più o meno quelle raffigurate nell'immagine ♥♥♥
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate :D
Ringrazio infinitamente tutto coloro che hanno messo la raccolta nelle seguite / preferite / ricordate e che hanno commentato i primi due capitoli, vi adoro ♥
Al prossimo appuntamento NaruSaku! ;)
Soly Dea


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Capitolo 4
*** My handsome young man ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#04. My handsome young man

Che Naruto fosse guardabile, Sakura se ne era accorta al suo ritorno dall’allenamento con Jiraya, quando al posto del buffo bambinetto di un tempo si era ritrovata di fronte un ragazzo dal fisico solido e slanciato, nonostante poi si fosse dimostrato lo stesso stupido e irresponsabile casinista di tre anni prima. Ma che Naruto fosse diventato addirittura carino, Sakura se ne rese conto solo un afoso pomeriggio d’estate, sdraiata sul prato di una collina, sotto un cielo azzurrissimo, finalmente libero dalla distruzione che aveva portato la guerra solo due anni prima.
Il braccio di Naruto appiccicato al suo era un po’ sudato, eppure non le dava alcun fastidio, e nemmeno ritrasse la mano quando sentì le dita del compagno sfiorare accidentalmente le sue. I fili d’erba le solleticavano il viso mentre la voce di Naruto − improvvisamente più calda, più profonda, più roca − le riempiva le orecchie. Parlava di ramen, della mancanza di missioni avvincenti, di quanto facesse caldo. Ogni tanto pronunciava il nome di Sasuke, ogni tanto le chiedeva conferma con un “Sakura-chan”.
Sakura annuiva senza veramente ascoltare, più interessata alla goccia di sudore che dalla fronte di Naruto scendeva lungo la tempia, delineando il profilo della mandibola e seguendo la linea del collo, per poi infrangersi sullo scollo della canotta. Più interessata alle labbra un po’ screpolate che si muovevano freneticamente, riempiendo il silenzio; agli occhi che si riflettevano nell’azzurro del cielo, alle ciocche bionde, mai state così lunghe e scomposte, che ricadevano lungo il viso aderendo alla pelle sudata.
Sakura si voltò su un fianco, reggendosi la testa con il braccio e ricevendo un’occhiata imbarazzata da parte dell’amico.
Non seppe esattamente come accadde ma ad un certo punto si ritrovò a stringere una ciocca bionda di Naruto tra il pollice e l’indice, trovandola più morbida di quanto avesse mai pensato. Arrossì, poi, come una bambina, quando lui interruppe il discorso e le chiese innocentemente «Cosa stai facendo, Sakura-chan?».
Sakura sgranò impercettibilmente gli occhi e deglutì a vuoto.
«È l’ora di tagliarti i capelli», buttò lì, ritirando il braccio come scottata, poi preferì tornare con la schiena premuta al suolo e gli occhi puntati al cielo, mentre le dita stringevano saldamente i ciuffi d’erba con il rischio di strapparli a causa della tensione. Tesa, era tesa e imbarazzata. Non si era mai sentita così di fronte a Naruto e ciò la turbava non poco.
«Ma così somiglio a mio padre! Capisci, Sakura-chan?». 
Gli occhi di Naruto brillavano e Sakura capiva, lo capiva eccome. Per Naruto farsi crescere i capelli era solo un modo per sentirsi più vicino a Minato, per colmare il vuoto lasciato nel cuore dall’assenza di quel genitore che non aveva mai avuto. In momenti come quello avrebbe voluto stringerlo a sé e sussurrargli nell’orecchio che lo Yondaime vegliava su di lui ed era fiero di ciò che suo figlio era diventato, ma Sakura non riusciva mai a smettere di essere un po’ egoista nei confronti di Naruto e quindi gli rifilò una gomitata nel fianco, come per ricordargli che lei aveva sempre ragione e che lui non doveva contraddirla. «Ed io ribadisco che dovresti tagliarti i capelli».
A quel punto vide Naruto mettersi seduto e sporgersi nella sua direzione, forse un po’ troppo a giudicare dalla lieve sensazione di stordimento che le provocò la vicinanza dei loro volti. «Perché?», le chiese sinceramente curioso. «Mi trovi brutto così?».
Sakura lo guardò.
Naruto aveva il volto un po’ sudato e i capelli in disordine, eppure i suoi occhi grandi e azzurri, limpidissimi, facevano invidia al cielo senza nuvole che li sovrastava. Eppure la pelle abbronzata quasi luccicava bagnata dai raggi del sole e la canotta appiccicata al petto non nascondeva i muscoli ben definiti. Decisamente no, Naruto era tutt’altro che brutto.
«È che così sembri... più vecchio». Più maturo, più affascinante, più uomo.
Il solo pensiero le faceva venire voglia di prendersi a schiaffi. Diamine!, quello era Naruto, era solo Naruto, e lei non doveva vederlo sotto quell’aspetto. Non lo aveva mai fatto, o almeno fino a quel momento. Forse riaverlo con i capelli corti l’avrebbe aiutata, mettendo fine a quel vortice di emozioni nuove, sconosciute, che non riusciva a gestire. Forse sarebbe tornato tutto com’era un tempo, quando ciò che sentiva verso di lui era solo un sincero affetto e l’irrefrenabile desiderio di picchiarlo dalla mattina alla sera.
«Più vecchio?!», ripetè Naruto, inorridendo. «No, no, no. Andrò a tagliarmeli allora, ‘tebayo!».
Sakura non sapeva che in quel modo avrebbe solo peggiorato le cose.

Infatti, che Naruto fosse non guardabile, non carino, ma bello, veramente bello, Sakura se ne accorse solo la sera in cui l’amico si presentò all’Ichiraku con quel nuovo taglio di capelli di cui aveva tanto parlato. Corti, più corti di quanto li avesse mai portati, i ciuffi biondi, ora, gli lasciavano scoperta l’intera fronte e gli illuminavano così tanto il viso che sembrava avesse continuamente il sole di fronte.
O forse era lui il sole, luminoso, quasi accecante, altrimenti Sakura non avrebbe potuto spiegarsi l’incapacità di guardarlo negli occhi per più di pochi secondi senza poi dover spostare lo sguardo altrove.
«Allora, Sakura-chan, come sto?», le chiese Naruto entusiasta e imbarazzato allo stesso tempo.
Sembrava un bambino in attesa di scartare il suo regalo di Natale.
Sakura si schiarì la voce, sperando di non arrossire − ultimamente le succedeva troppo spesso con Naruto.
«Passabile, sì», rispose con finta aria di sufficienza e, vedendo il volto di Naruto illuminarsi ancora di più, si chiese quando precisamente il suo sorriso avesse cominciato a farle battere così furiosamente il cuore.















Note dell'autrice:
rL'immagine qui a fianco non c'entra niente con la fanfiction, ma volevo rendervi partecipi della mia felicità per aver scoperto che nel film The last c'è una scena NaruSaku con i fiocchi (il modo in cui volteggiano nell'aria...awww ♥). Se vi interessa, ho scritto anche una fanfiction a proposito: Arigatou, Naruto. Per quanto riguarda il capitolo, su Internet si legge ovunque che Naruto con la nuova pettinatura è inguardabile, ma per me sta benissimo *-* ci tengo a precisare che qui Sakura non si sta innamorando di Naruto per com'è fisicamente, semplicemente si sta accorgendo di lui ANCHE sotto quell'aspetto.
GRAZIE a tutti coloro che seguono e commentano questa raccolta, mi farebbe piacere conoscere ancora una volta la vostra opinione ♥ Alla prossima! Soly Dea

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Capitolo 5
*** From the frying pan into the fire ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#05. From the frying pan into the fire

Sakura sospirò irritata stringendo i pugni lungo i fianchi, mentre la consueta folla di ragazzine scalmanate si dileguava in fondo alla strada trasportando via anche Naruto, il suo Naruto. Va bene che era diventato l’eroe del villaggio e che si era fatto particolarmente carino, ma Sakura trovava assurdo che quella testa quadra avesse anche un fanclub che lo seguiva per tutta Konoha riempiendolo di moine e regali.
«Naruto-senpai, dove sei andato?!».
Sakura si voltò: una ragazzina bionda con una scatola tra le mani si guardava intorno spaesata.
«Sei arrivata tardi», le comunicò, schioccando la lingua sul palato. «Naruto è appena andato via».
La ragazzina si rattristò improvvisamente. «Gli avevo preparato il pranzo...», si lamentò, stringendosi la scatola al petto.
Sakura le diede una confortante pacca sulla spalla e la ragazzina, dopo qualche attimo di riflessione, sembrò rianimarsi.
«Lo daresti tu a Naruto-senpai da parte mia?», chiese con occhi baluginanti di speranza.
Sakura stava per rispondergli di no e rispedirla da dove era venuta in modo tutt’altro che delicato, ma la ragazzina le lasciò la scatola tra le mani e la ringraziò calorosamente per poi correre via. “Dalla padella alla brace” pensò Sakura, dandosi una manata in faccia.
Non solo doveva stare a guardare Naruto che veniva sballottolato di qua e di là da dodicenni in piena crisi ormonale, ma ora una di loro pretendeva addirittura che lei, Sakura, recapitasse a Naruto il pranzo che aveva preparato con tanto amore.
No, non gli avrebbe portato proprio un bel nulla. Naruto sapeva benissimo badare a se stesso.
Dopo l’ennesimo sospiro di irritazione, Sakura aprì la scatola con una punta di curiosità: ramen. Quella mocciosa conosceva bene i gusti di Naruto e voleva conquistarlo prendendolo per la gola. Ma non era tutto. Sul coperchio della scatola c’era attaccato un biglietto con una scritta elegante circondata da cuori di varie dimensioni: “Per Naruto-senpai. Con tanto affetto, Tsume”.
Sakura sentì la vena sulla tempia cominciare a pulsare violentemente. Furiosa, accartocciò il biglietto e lo gettò nella pattumiera poco distante.
Tuttavia non volle buttare anche il ramen, decise che lo avrebbe mangiato lei stessa.
Fece per incamminarsi verso casa, quando Naruto comparve dal nulla. Era sudato e respirava affannosamente.
«Finalmente quelle ragazzine mi hanno mollato...», disse con aria sollevata, passandosi una mano tra i corti capelli biondi.
Poi il suo sguardo si posò sulla scatola che Sakura teneva in mano. «Sakura-chan, cosa c’è lì dentro?».
Senza attendere una risposta, si sporse per guardare il contenuto. «Ma è ramen! È il tuo pranzo?».
Sakura fissò prima il volto di Naruto, poi la scatola, poi di nuovo Naruto.
Un’idea malsana le attraversò la mente. «No», rispose e si chiese quando esattamente si fosse ridotta a tanto... per Naruto.
«E allora per chi è?», le chiese lui sinceramente curioso. «È per me, Sakura-chan?», aggiunse subito dopo con gli occhi che brillavano.
«Sì», sussurrò Sakura un po’ incerta.
Naruto le sfilò la scatola dalle mani e annusò il ramen, estasiato. «L’hai fatto tu?».
Sorrideva così dolcemente che Sakura non pensò nemmeno per un momento di dirgli la verità.
«Be’, sì, ti ho preparato il pranzo», rispose, arrossendo un po’.
«Allora in cucina sei proprio migliorata... questo ramen non sembra affatto male!», affermò lui, leccandosi le labbra.
Sakura era sul punto di rifilargli un bel pugno nello stomaco – quel deficiente stava per caso mettendo in dubbio le sue doti culinarie? – ma poi il suddetto deficiente le passò un braccio intorno alla vita e la strinse a sé, posandole un soffice bacio sulla guancia.
«Grazie, Sakura-chan!», esclamò allegro come un bambino.
E mentre gli ricordava di non prendersi troppe libertà, Sakura sperò con tutto il cuore che quel ramen non fosse troppo saporito, altrimenti Naruto avrebbe potuto seriamente dubitare dell’identità della cuoca. E a quel punto avrebbe scoperto che il pretesto del pranzo era solo un modo per attirare la sua attenzione e che lei si stava lentamente, inevitabilmente, perdutamente innamorando di lui.

















Note dell'autrice:
rDa quando ho visto la scena di The last in cui le ragazzine dell'accademia urlano "Naruto-senpaiiii" ho sempre pensato che la MIA Sakura si sarebbe ingelosita da morire, cosa che ovviamente non è successa, e quindi eccomi con questo capitolo :') vi ripropongo, qui a fianco, la scena NaruSaku in The last dove Naruto salva Sakura perchè ho scoperto cosa si dicono i due appena atterrano sull'uccello di inchiostro:
«Grazie, Naruto». / «Non c’è bisogno di ringraziarmi. Ho un debito con te che non sarò mai in grado di ripagare».
CIOE', Naruto si riferisce alla respirazione bocca a bocca, capite? ♥
Vi ringrazio per le recensioni e spero che mi farete sapere ancora una volta la vostra opinione. Alla prossima! Soly Dea

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Capitolo 6
*** [Don’t] call it “date”! ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#06. [Don’t] call it “date”!

«Sakura-chaaaan!».
Sakura non potè fare a meno di sorridere.
C’era solo una persona che la chiamava in quel modo e negli ultimi tempi il suo nome pronunciato da quella voce suonava più dolce.
Non c’era stato un momento preciso in cui si fosse accorta di Naruto. Era passato un anno da quando Sasuke era partito per il suo viaggio di redenzione e, nonostante continuasse a provare dei sentimenti per lui, non poteva dimenticare come Naruto avesse mantenuto la promessa che le aveva fatto da bambino: le aveva riportato Sasuke sano e salvo e lo aveva fatto tornare quello di un tempo. Poco importava che fosse ripartito − Sakura era certa che prima o poi sarebbe tornato − e per ora le bastava sapere che il team 7 si era riunito, anche solo interiormente.
Intanto Naruto, in quei due anni, si era guadagnato un posto importante nel suo cuore. Le faceva dimenticare i momenti tristi del passato, la faceva stare bene, con lui si sentiva amata. Sakura si voltò: Naruto le stava correndo incontro sventolando un braccio.
Era bello con i capelli più corti, il viso più maturo e le spalle più larghe, e avrebbe davvero voluto accoglierlo con lo stesso sorriso che le era spuntato sul volto sentendo la sua voce, ora più profonda, ma rimaneva pur sempre il solito bambinone distratto e ritardatario.
«NARUBAKA!», urlò con quanta forza aveva in gola, appena lui l’ebbe raggiunta, e lo tramortì con un pugno sulla testa. «Mi hai fatta aspettare per un’ora! UN’ORA, ti rendi conto?!».
«Sakura-chan, fammi spiegare», mugolò lui, alzandosi da terra e strofinandosi il bernoccolo dolorante. «Stavo venendo da te quando ho incontrato Kakashi-sensei che mi ha trattenuto perché...».
«Non voglio sentire scuse! Questo è il primo e ultimo appuntamento che ti concedo!».
Sakura notò con grande sorpresa che il volto di Naruto, invece di incupirsi, si era improvvisamente illuminato.
«Era... un appuntamento?», chiese, con gli occhi baluginanti di speranza. «Tu... mi avevi detto... che andavamo solo a mangiare all’Ichiraku Ramen!». Sakura arrossì. Aveva davvero pronunciato la parola “appuntamento”?
Non voleva che Naruto si facesse strane
idee: non avrebbero mangiato a lume di candela, non si sarebbero dichiarati e baciati con passione, non si sarebbero messi insieme o cose così. Era solo un’occasione per passare un po’ di tempo insieme e capire se Naruto, per lei, si stesse realmente trasformando in qualcosa di più di un semplice amico.
«“Appuntamento”? Io non ho affatto detto “appuntamento”», rispose, incrociando le braccia al petto e fingendosi indignata.
«Oh sì che l’hai detto!», replicò Naruto, parandosi davanti a lei con un bellissimo sorriso stampato sul volto.
Sakura pensò che quegli occhi azzurri erano decisamente troppo vicini. Indietreggiò imbarazzata.
«Non mettermi in bocca parole che non ho pronunciato!».
Naruto non la ascoltò. Le afferrò una mano e la trascinò con sé verso l’Ichiraku Ramen, urlando «Io e Sakura-chan abbiamo un appuntamento!» ogni cinque passi. Sakura ringraziò il fatto che fosse sera e che a quell’ora non girasse nessuno per le vie di Konoha. Avrebbe voluto picchiare Naruto di santa ragione e lo avrebbe di sicuro fatto se solo la mano del compagno − che stringeva la sua − non fosse stata così grande e calda.


«Teuchi, prepara due scodelle di ramen belle abbondanti! Naruto Uzumaki e Sakura Haruno hanno un appuntamento!».
Naruto sorrideva entusiasta stringendo la mano di un’imbarazzatissima Sakura, la cui vena pulsante sulla tempia non preannunciava nulla di buono. Quella sera mangiarono, parlarono, risero; Naruto parlò più volte con la bocca piena e altrettante volte fu rimproverato da Sakura con un pugno sulla testa. In effetti l’Uzumaki, a tavola, non era mai stato la persona più elegante ed educata del mondo ma, quando insistette per pagarle la cena, Sakura rimase piacevolmente stupita. Ricordava come negli anni precedenti, ogni volta che andassero a mangiare insieme, Naruto dimenticava addirittura i soldi per se stesso e toccava a lei pagare il conto per entrambi.
«Ti accompagno a casa, Sakura-chan?».
Naruto glielo chiedeva ogni volta che uscivano insieme, ma Sakura gli aveva sempre risposto di no per paura di farlo sperare in qualcosa che poi non sarebbe accaduto. Ma quella sera sentì che farsi accompagnare a casa era la cosa giusta da fare.
Non rispose subito alla domanda di Naruto: uscì dall’Ichiraku e imboccò la strada di casa.
Naruto, immobile, la seguì con lo sguardo, deluso per il fatto che lei non lo avesse degnato nemmeno di una risposta.
«Naruto, muoviti prima che cambi idea!».
E lui, con un sorriso raggiante spuntato improvvisamente sul volto, non se lo fece ripetere due volte.
Camminarono verso casa Haruno parlando del più e del meno. Ogni tanto calava il silenzio, non uno di quei silenzi imbarazzanti, ma un silenzio piacevole. Le loro mani si sfioravano involontariamente, o forse no, e i loro occhi si incontravano imbarazzati.
Naruto sorrideva e Sakura si mordeva le labbra, incapace anche lei di incurvare gli angoli della bocca all’insù.
Arrivati di fronte casa, la ragazza aprì la porta e si voltò a guardare il compagno, fermo a un passo da lei.
«Sono stata bene stasera», ammise non senza imbarazzo.
Naruto sorrise fin troppo emozionato. «Anch’io sono stato benissimo, Sakura-chan, e anche se non era un vero appuntament−».
«Era un vero appuntamento», ribatté lei di getto.
Naruto la guardò con tenerezza. «Non devi sentirti in dovere di chiamarlo con quel nome. Anche se ti ho trascinata per Konoha urlando che avevamo un appuntamento, in fondo sapevo che non lo sarebbe stato davvero».
Sakura indurì lo sguardo. «Ti ho detto che era un appuntamento!», si impuntò.
«Sakura-chan, non sarà mai un vero appuntamento finché tu continui a vedermi solo come il tuo migliore amico».
Sakura abbassò lo sguardo. Da qualche mese a quella parte Naruto non era più solo un amico per lei, se ne rendeva conto solo in quel momento, ma non sapeva proprio come definire ciò che le stava nascendo nel cuore, lentamente, giorno dopo giorno. Era qualcosa di nuovo, che la destabilizzava, che non le faceva pensare a Sasuke-kun, com’era successo quella sera.
Naruto continuò. «Ed è proprio perché non provi ancora nulla per me oltre la semplice amicizia che io voglio provare a...».
Sakura sentì il cuore battere più velocemente e le guance arrossarsi. Stava per fare quello che credeva?
«Naruto, non credo che sia la cosa più giusta da fare», disse, sventolando le mani come a volerlo allontanare.

«Tranquilla, Sakura-chan, non farei mai qualcosa senza il tuo permesso».
Okay, aveva messo fine ai suoi dubbi: non voleva baciarla. E allora cosa...?
«Io ti amo». Naruto lo disse tutto d’un fiato, senza giri di parole, quasi avesse paura di essere interrotto. «E non ho mai smesso». Sakura notò come i suoi occhi brillassero e fossero ancora più azzurri, più belli.
«Lo so che lo sai», spiegò Naruto serio, «ma volevo solo dirtelo una volta per tutte, farti capire che la mia non è più una cottarella. E so anche che ami ancora Sasuke, ma non voglio perdere la speranza. Non ci riesco. E quindi, Sakura-chan, se un giorno dovessi cominciare a provare qualcosa anche per me, che sia domani o tra un mese o anche tra dieci anni, non esitare a dirmelo perché non potrei mai, mai dimenticarmi di te».
Sakura trattenne a stento le lacrime. Gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte a sé. Avrebbe dovuto dirglielo in quel momento, che già provava qualcosa per lui, ma aveva paura che quel qualcosa potesse svanire con il ritorno di Sasuke. Non voleva illuderlo.
«Grazie, Naruto», sussurrò al suo orecchio, e lui la abbracciò più forte.
Quando si staccarono, si sorrisero a vicenda, un po’ imbarazzati.
«Non ti prometto niente, ma tu continua a ricordarmelo, che mi ami, e magari un giorno... Chissà».
Naruto sorrise emozionato. «È più di quanto mi aspettassi».
A quel punto Sakura si rese davvero conto di quanto Naruto tenesse a lei. Nonostante Sasuke, nonostante i rifiuti e i pugni, nonostante tutto.
«Buonanotte», disse, stampandogli un bacio sulla guancia.
Naruto arrossì. «’Notte», rispose allontanandosi e, per tutto il tragitto verso casa, continuò a strofinarsi la guancia con aria sognante.


Sakura si infilò nel letto, chiudendo gli occhi. Nemmeno in quel momento riusciva a smettere di sorridere.
Non le erano ancora ben chiari i propri sentimenti, ma di una cosa era certa:
Naruto le aveva scaldato il cuore, ancora, e di quel calore Sakura non avrebbe mai potuto fare a meno.















Note dell'autrice:
Non so bene cosa dire su questa one shot, forse perchè parla da sé: non mi arrenderò mai con questa coppia e continuerò a sostenerla anche se dovesse presentarsi Kishimoto in persona a casa mia e dirmi "Il NaruHina e il SasuSaku sono canon, fattene una ragione!". Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi farete sapere la vostra opinione. RINGRAZIO INFINITAMENTE chi legge/commenta questa raccolta alla quale tengo moltissimo! ♥

Soly Dea

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Capitolo 7
*** You will always be my hero ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#07. You will always be my hero 

Ad un anno dalla fine della guerra, le autorità di Konoha avevano avuto la brillante idea di organizzare una festa per celebrare una nuova era di pace e benessere. E chi avevano scelto come ospite d’onore? Ma ovviamente lui, l’eroe: Uzumaki Naruto.
Il suddetto eroe accelerò il passo. Era terribilmente in ritardo e tra l’altro non aveva nemmeno imparato a memoria il discorso che Kakashi-sensei aveva gentilmente scritto per lui. L’idea di stare lì, su un palco, circondato da centinaia di persone, lo metteva in agitazione. Non che si vergognasse – amava essere al centro dell’attenzione – ma con che faccia avrebbe potuto parlare della devastazione che aveva portato la guerra? Non erano dei bei argomenti di cui parlare: era pur sempre una festa, no?, e la guerra doveva rimanere solo un lontano ricordo. La gente aveva bisogno di divertirsi, di non pensare alle perdite. Scosse la testa e si impose di restare calmo, mentre cominciava vedere le strade illuminate di Konoha.


***


Sakura aveva aspettato, aspettato e aspettato. Fino all’ultimo giorno.
Eppure ora si trovava lì, per le strade del villaggio, nel suo kimono preferito – quello rosso, quello che le stava particolarmente bene – senza uno straccio di accompagnatore. E la colpa era esclusivamente di quella testa quadra di Naruto.

Quando Sakura uscì dall’ospedale, quella sera, trovò Naruto fermo ad aspettarla seduto sugli scalini.
«Naruto, cosa ci fai qui?».
Il ragazzo si voltò, sorridendo. «Non avevo nulla da fare e così ho pensato che ti avrei potuto riaccompagnare a casa».
Sakura assunse il cipiglio più severo del suo repertorio, stringendosi la borsa a tracolla contro il fianco. «Solo perché l’altra sera hai detto di amarmi ed io ti ho incoraggiato a sperare, non significa che ora dobbiamo comportarci come... come una coppietta». Scese gli scalini e lo sorpassò, avanzando lungo la strada per paura che Naruto potesse notare il rossore che le impregnava le guance.
«Sakura-chan, aspetta! Hai frainteso!».
Naruto la raggiunse, continuando a camminare al suo fianco. E dire che era partito con tutt’altre intenzioni...
«Volevo solo fare una passeggiata con te, come ai vecchi tempi».
Sakura voltò la testa per osservarlo. C’era qualcosa che lo turbava: lo intuiva dal sorriso incrinato, dagli occhi che guardavano ovunque tranne che verso di lei. «Cosa devi dirmi, Naruto?».
Lo vide aprire la bocca per parlare e richiuderla subito dopo, indeciso.
«È che io... ho paura», borbottò. «Paura che dopo la mia dichiarazione dell’altra sera il nostro rapporto possa cambiare, in qualche modo. Capisci? Non voglio che tu ti senta forzata a provare qualcosa per me. Cioè, dev’essere una cosa naturale, ‘tebayo!».
Sakura gli rivolse un’occhiata perplessa, non avendo capito a pieno il concetto.
«Insomma, voglio dire... non è cambiato nulla, tra di noi, vero? Siamo sempre gli stessi, il nostro rapporto è sempre lo stesso: ci vogliamo bene, ci sosteniamo a vicenda. Io sbaglio, tu mi picchi, io rido e tu ridi con me. È ancora così, no?».
Sakura lo guardò per qualche secondo, in silenzio.
Anche immaginando di intraprendere una relazione amorosa con Naruto, non riusciva a pensare al loro rapporto in maniera diversa: non ci sarebbero stati sbaciucchiamenti in mezzo alla strada, né paroline dolci, nomignoli o regali d’anniversario, niente di tutto ciò. Avrebbero continuato a litigare, o meglio, lui avrebbe continuato a dire e fare sciocchezze, e lei lo avrebbe menato ogni volta che ce ne fosse stato bisogno, e poi avrebbero risolto tutto con un bacio. Stop. Le si imporporarono le guance al solo pensiero.
«Sì, siamo sempre noi», confermò, e vide il volto del compagno aprirsi in uno di quei sorrisi che aveva sempre amato. «Ma per caso ti sei... ti sei pentito delle cose che mi hai detto l’altra sera?». Quella domanda le era uscita dalle labbra senza nemmeno averla pensata.
Naruto sgranò gli occhi, fraintendendo, e Sakura lo bloccò prima che potesse parlare.
«Non metto in dubbio che continui ad amarmi, ma forse preferisci che io e te siamo amici, anziché... ehm... qualcosa di più?».
Quel dubbio le metteva agitazione, come se da ciò potesse dipendere l’intensità dei sentimenti di Naruto verso di lei. Che cosa stupida.

«Sakura-chan, non ho mai detto questo», rispose il ragazzo, grattandosi la nuca. «Sarebbe meraviglioso se un giorno tu scegliessi me, ma nel frattempo voglio che tra di noi non cambi nulla. Non devi sentirti a disagio sapendo che io ti... che sono innamorato di te. Sono sempre il tuo migliore amico, quello con cui confidarti e scherzare».
Sakura represse a stento un sorriso divertito. «Non mi pare di essermi fatta tanti problemi in questi anni».
«Ma questa volta è diverso», spiegò Naruto arrossendo. «A dodici anni era solo una cotta, ora invece... be’, lo sai», concluse, mettendo le mani dietro la testa e accelerando il passo. Sakura allargò il sorriso, trovandolo adorabile nella sua ingenuità.
«No, Naruto, non lo so. Illuminami», lo prese in giro, raggiungendolo.
L’Uzumaki ridacchiò imbarazzato. «E dai, Sakura-chan, è già difficile di per sé... se poi ti ci metti anche tu...!».
Sakura inarcò un sopracciglio, scettica. «Non è difficile, sei tu ad essere un disastro con le parole».
«Ehi!», urlò lui, offeso, dandole una spinta. «Sai cosa ti dico? Anche la cucina non è difficile, sei tu ad essere un disastro ai fornelli!».
Naruto si pentì di quelle parole quando vide Sakura schioccare le nocche delle dita con sguardo assassino e a quel punto entrambi furono certi che quel loro rapporto così strano, così particolare, speciale, non sarebbe mai cambiato. Nemmeno a distanza di dieci anni.


Forse Naruto aveva preso un po’ troppo sul serio la questione del «Siamo sempre noi, vero Sakura-chan?» e la cosa la faceva imbestialire parecchio. Insomma, lei cominciava finalmente a provare qualcosa per Naruto e ora lui non la degnava nemmeno di un misero invito per quella stupidissima festa?
Sospirò, guardando il via vai di gente in mezzo alle bancarelle.
Konoha illuminata a festa durante la notte era un vero spettacolo. Le rosticcerie erano addobbate con lucine multicolore, ghirlande di fiori e lanterne rosse. Ovunque aleggiava un tiepido odore di carne arrostita. Le voci dei bambini e le risate amplificate dall’alcol si mescolavano con la musica, una melodia energica e ritmata che faceva venire voglia di ballare.
Sakura non si era mai sentita così sola. Oh, se solo Naruto l’avesse invitata...
Come per magia, vide passare l’oggetto dei suoi pensieri a velocità supersonica.
«NARUTO!», urlò, correndogli incontro. «FERMATI SUBITO!».
Lo afferrò per il colletto della maglia, costringendolo a bloccarsi.
Il ragazzo si voltò, portandosi una mano dietro la testa per l’imbarazzo, ma presto il sorriso di scuse si trasformò in un’espressione esterrefatta. Sakura indossava un kimono rosso con ricami floreali che le arrivava al ginocchio e aveva legato i capelli in una crocchia morbida, dalla quale sfuggiva qualche ciocca che le incorniciava il viso lievemente truccato. E i suoi grandi occhi verdi... oh, li aveva sempre amati gli occhi di Sakura.
«Sakura-chan», boccheggiò. «Sei bellissima!».
La ragazza arrossì, colta alla sprovvista, e si morse l’interno della guancia per reprimere un sorriso.
Per quanto Naruto potesse essere dolce e romantico e cavalleresco, Sakura non poteva dimenticare la questione dell’invito.
«Oh, be’, grazie, ma non cercare di distrarmi!».
Naruto inarcò le sopracciglia, confuso. «Distrarti da cosa, Sakura-chan?».
«Perché non mi hai chiesto di venire con te a questa festa?», soffiò, esasperata.
Naruto sorrise. «Ci sei rimasta male?».
«Sì, cioè, no... un po’, forse», rispose lei, arrossendo ulteriormente.
Allora Naruto le indicò il palco allestito a pochi passi da loro.
«Lo vedi, lì, Kakashi-sensei?».
Sakura lo colpì sulla nuca. «Non chiamarlo così! Ora per noi è l’Hokage!».
«Be’, l’Hokage mi ha chiesto di tenere un discorso lunghissimo sulla vittoria della guerra e ho pensato che non avrebbe avuto senso invitarti se poi saremmo stati tutto il tempo lontani».
Sakura si morse il labbro inferiore. Oh, avrebbe dovuto immaginarlo.
«Allora ti va di riaccompagnarmi a casa, più tardi?».
«Certo, ‘tebayo!», esclamò lui, raggiante. «Ora vado, altrimenti Kakashi-sensei mi ammazza!».
E a nulla servì urlargli nuovamente che quello era l’Hokage.


***


Centinaia di persone lo stavano fissando, attendendo che parlasse.
Naruto cercò lo sguardo di Kakashi, fermo dall’altra parte del palco, il quale lo incitò a continuare, e allora tirò fuori dalla tasca il foglio con scritto il suo discorso. Lesse qualche parola a caso. Guerra. Madara. Obito. Morte. Salvezza. Defunti. Pace. Commemorazione.
Prese un respiro profondo e cominciò.
«Oggi, siamo tutti qui riuniti per diversi motivi: primo tra tutti, commemorare i caduti in guerra...».
Alzò gli occhi sulla folla. Vide le lacrime farsi strada negli occhi di ogni ninja lì presente, vide il dolore per la perdita delle persone care.
«...e per onorare i superstiti», continuò, stringendo il foglio tra le dita.
Onorare i superstiti? C’era davvero scritto così? Ma che diamine significava?
Naruto accartocciò il foglio e lo gettò via, poi rialzò gli occhi sul pubblico.
«Come tutti voi ben sapete, sono Uzumaki Naruto, l’eroe di Konoha». Rise di se stesso, come un bambino, destando lo stupore della gente. «Ma chi voglio prendere in giro? Io, un eroe? Cosa ho fatto per meritare questo titolo? I veri eroi sono Yamanaka Inoichi, Nara Shikaku, Hyuuga Neji e tutti coloro che si sono sacrificati un anno fa. È grazie a loro se siamo vivi, qui, a festeggiare la fine della guerra».
Guardando una vecchietta annuire in segno di approvazione e sorridergli con calore, Naruto si sentì invaso da una forza nuova, sconosciuta, che gli permise di proseguire un discorso improvvisato sul momento, ma che veniva dal profondo del suo cuore.
«Certo, non ci sarà mai un solo giorno in cui non sentiremo la mancanza dei nostri cari e il dolore sarà forte, inevitabile, ma ricordiamoci che proprio loro avrebbero voluto vederci felici. Godiamo del presente che ci hanno donato e costruiamo un mondo nuovo. Niente più guerre: solo pace, amore e tanto ramen!».
Il pubblico scoppiò in urla e applausi, e Naruto scese dal palco, lasciandosi trasportare dalla gente in mezzo alla festa.
Sakura, guardandolo da lontano, si asciugò gli occhi lucidi con il dorso della mano.
Era inutile che Naruto lo negasse, era proprio quello che faceva di lui un vero eroe. Il suo eroe.















Note dell'autrice:
E' da quando è finito Naruto che immagino una cosa de genere e finalmente sono riuscita a buttare giù qualcosa. Spero che vi piaccia! Se avete notato, questo capitolo è collegato al precedente tramite la dichiarazione di Naruto. Nient'altro da dire, GRAZIE a tutti coloro che seguono e commentano questa raccolta, vi adoro! ♥

Soly Dea

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Capitolo 8
*** The only certainty [fireworks inside me] ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#08. The only certainty [fireworks inside me]

«Sei molto carina stasera, Sakura».
La ragazza si portò alla bocca un bicchierino che di sicuro non era analcolico senza degnare l’Inuzuka di uno sguardo, intenta com’era a fissare la vetrina della rosticceria che le stava di fronte. «Non attacca con me, Kiba. Lo sanno tutti che pendi dalle labbra di Hinata».
Kiba tossicchiò imbarazzato, deviando il discorso. «Non starai esagerando, con l’alcol?».
«Fatti gli affaracci tuoi!», rispose Sakura, bevendo tutto in un sorso il bicchiere.
Non riusciva a smettere di pensare che, terminato il discorso in onore dei caduti in guerra, Naruto aveva cercato Hinata, non lei. Sakura aveva seguito i movimenti del ragazzo con lo sguardo, credendo che prima o poi lui l’avrebbe raggiunta per passare il resto della serata insieme e per riaccompagnarla a casa, come le aveva precedentemente promesso, invece era entrato nella rosticceria in cui c’erano Kiba e Hinata. Ma ora l’Inuzuka era vicino a lei, mentre Naruto conversava animatamente con la Hyuuga.
Ogni volta che qualcuno le gironzolava davanti, Sakura lo spingeva via con le mani per avere una visuale completa della rosticceria.
Perché? Perché Naruto le faceva questo, dopo essersi dichiarato di nuovo? Cercava di trovare una spiegazione plausibile, viste le innumerevoli volte in cui si era sbagliata sulle intenzioni di Naruto, ma non ci riusciva. Pensava solo a Naruto e Hinata, insieme, e sentiva una fitta al cuore.
Kiba, al suo fianco, aveva preso a parlare. Parlava, parlava e parlava, ma a lei non andava di ascoltarlo.
Sgranò gli occhi quando vide Naruto chinarsi sulla guancia di Hinata e lasciarle un bacio, poi i due si rivolsero qualche altra parola e infine uscirono insieme dalla rosticceria. Sorridevano. Si sorridevano.
E alzandosi dal suo sgabello per raggiungerli, Sakura rifletté di non aver mai provato tanta gelosia in vita sua. Nemmeno per Sasuke-kun.



«Andiamo a vedere i fuochi d’artificio».
Nemmeno il tempo di farlo uscire dalla rosticceria in compagnia di Hinata, che Sakura si era praticamente catapultata su Naruto e l’aveva afferrato per un braccio, costringendolo a seguirla. «Ma... Sakura-chan... i fuochi d’artificio verranno sparati più tardi!».
«Non mi interessa. Voglio andare a vedere i fuochi d’artificio».
Naruto si chiese cosa le prendesse. Lo stava letteralmente trascinando in mezzo alla strada, ignorando le sue proteste e dicendo cose assurde. Non sembrava nemmeno lei. «Sakura-chan, io non ho ancora mangiato niente!».
«Be’, avresti potuto mangiarci, in quella rosticceria... invece di flirtare con Hinata».
«Ma che diamine stai dicendo?!».
Naruto piantò i piedi per terra, sfilando bruscamente il braccio dalla mano di Sakura.
Solo allora notò che la ragazza era rossa in volto e faticava a tenere gli occhi aperti.
«Sakura-chan, ti senti bene?», le chiese apprensivo, avvicinandosi.
Sakura sbuffò, incrociando le braccia al petto. «Fingi di preoccuparti per me, ora?».
«Cosa...? Ma io mi sono sempre preoccupato per te!».
«Ho visto come ti preoccupavi di me mentre parlavi con Hinata ed io ero là fuori tutta sola!».
Naruto boccheggiò: Sakura era gelosa, dannatamente gelosa di lui.
Non era la prima volta che mostrava tale sentimento, ma mai come allora Naruto si chiese se quella gelosia non fosse dettata dalla semplice amicizia. Se ci fosse qualcosa di più. «Sakura-chan», le disse sorridendo. «Kiba mi aveva chiesto di parlare con Hinata perché aspettava ancora una risposta da parte mia. E sai cosa le ho detto?».
Sakura si morse il labbro inferiore, imbarazzata. «Cosa? Sentiamo».
«Che per me esisti solo tu».
Naruto le sorrideva in modo così dolce e sincero che sarebbe stato impossibile non credergli.
Sakura si ritrovò a vergognarsi di se stessa perché aveva dubitato di Naruto. Ma il fatto era che Hinata si faceva sempre più bella, sempre più languida d’amore per Naruto, e meritava la sua attenzione più di chiunque altra. Sakura, pur sapendo di poter averlo quando e come voleva, si sentiva costantemente ad un livello inferiore rispetto alla Hyuuga. Era una paura sciocca, insensata, ma non riusciva a scacciarla.
«Scusa», ammise abbassando lo sguardo, poi i suoi occhi si infiammarono all’improvviso. «Un momento! Le hai detto davvero che esisto solo io?! Ma sei un insensibile!».
Naruto mosse freneticamente le mani. «Ma no, Sakura-chan, sono stato più delicato! Il senso era quello, però».
Sakura sorrise, la mente piacevolmente annebbiata dall’alcol.
«Mi accompagni a vedere i fuochi d’artificio, allora?».
«Certo, ‘tebayo!», esclamò Naruto di rimando, afferrandola per mano. Un attimo prima di riprendere a camminare, Sakura si procurò due spiedini di carne da una bancarella e li ficcò letteralmente nella bocca del compagno. Naruto sorrise addentandone uno.



«Sakura-chan, mi chiedevo... Perché sei così gelosa di me e Hinata?».
La collina era ancora deserta, come previsto. Si erano stesi per terra, l’uno vicino all’altro, a contemplare il cielo notturno in attesa dei fuochi d’artificio tanti agognati da Sakura. «Non sono gelosa», rispose la ragazza, dopo un attimo di silenzio.
Naruto le sfiorò il fianco con un gomito. «Sì che lo sei».
«Oh be’, forse un po’ lo sono», gli concesse.
Naruto sorrise, voltandosi di lato per poterla guardare. Percorse con lo sguardo il suo profilo illuminato dalla flebile luce della luna.
Era bella, la sua Sakura-chan. «Perché? Perché sei gelosa?», ripetè, forse lasciando trapelare troppa curiosità.
Quella sera Sakura sembrava particolarmente disposta a mettere a nudo i suoi sentimenti e Naruto nemmeno se ne chiese il motivo: non poteva perdersi un’occasione del genere, lui doveva sapere.
«È che tu hai sempre amato me», spiegò Sakura con un sospiro. «E se smettessi di farlo... cadrebbero tutte le mie certezze».
Naruto aggrottò la fronte, perplesso. «Sakura-chan, tu hai tante certezze! La tua famiglia ti vuole bene, sei bravissima nel tuo lavoro e... ami Sasuke». Le ultime parole erano state poco più di un sussurro: per quanto desiderasse la felicità di Sakura, gli faceva sempre un po’ male ammettere che nonostante il trascorrere degli anni il suo incondizionato amore per Sasuke era ancora lì, indelebile nel suo cuore.
«Ma sapere che tu mi ami è più importante», puntualizzò Sakura con tono di voce ugualmente basso.
Naruto si zittì incredulo. «Perché, Sakura-chan? Sono sempre stato solo un amico per te».
«Il mio migliore amico», lo corresse Sakura, senza smettere di guardare il cielo.
«La gelosia è una cosa che va oltre l’amicizia».
Naruto quasi si pentì di averlo detto. Non voleva correre, non voleva metterla a disagio.
Ma lui sentiva che c’era qualcosa, qualcosa che non poteva assolutamente lasciarsi sfuggire.
«Non so spiegartelo. Mi hai sostenuta tante di quelle volte che ormai ci ho fatto l’abitudine. Se tu non ci fossi, crollerei».
Naruto non seppe più cosa dire. Sakura non era mai stata tanto sincera ed espansiva nei suoi confronti. La scrutò attentamente alla ricerca di una spiegazione. I suoi occhi verdi sembravano guardare in cielo, ma in realtà faticava a tenerli aperti, e aveva le guance arrossate. Ma non era imbarazzo. «Sakura-chan, sei ubriaca?».
Quella scoperta gli fece seccare la gola: Sakura gli aveva aperto il cuore non perché quel giorno fosse particolarmente incline a farlo, né per la stanchezza. Era l’alcol che parlava. Ma l’alcol non faceva forse fuoriuscire la verità in modo semplicemente più schietto?
Quel pensiero lo rianimò improvvisamente.
«Forse sono un po’ brilla», rispose lei, stropicciandosi gli occhi. «È colpa tua: tu flirtavi con Hinata ed io non sapevo come altro divertirmi».
«Non stavo flirt−».
«Sì sì, come vuoi».
Naruto si convinse che in fondo farle tutte quelle domande che in condizioni normali non le avrebbe mai posto non fosse poi una brutta cosa.
«Sakura-chan, cosa ne pensi di me?», disse tutto d’un fiato.
«Sei... il mio migliore amico. Te l’ho già detto», ribadì Sakura, un po’ stizzita.
«Sakura-chan... intendo... come ragazzo».
Naruto si avvicinò maggiormente a lei, arrossendo nel momento in cui Sakura voltò il viso, per nulla turbata dall’esigua vicinanza.
«Sei un baka di prima categoria... a volte sei anche un rompiscatole... e ti trovo buffo».
Naruto sospirò deluso. «Solo questo?».
Sakura sorrise, accarezzandogli il viso. «Sei tanto dolce... e ti stai facendo proprio carino».
Naruto boccheggiò, mentre il dito di Sakura picchiettava sulla sua guancia. Sentiva il suo respiro sul viso e sapeva un po’ d’alcol, ma non gli importava. Si fece ancora più vicino, senza opposizioni. Oh, la Sakura-chan sobria non avrebbe mai permesso una cosa del genere...
Ma le sue labbra erano piene e rosse. Avrebbe potuto baciarla facilmente, tant’erano vicini, ma non voleva approfittare di lei da ubriaca. Non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere. Voleva che il loro primo bacio fosse sentito, al momento giusto e nel posto giusto.
Se non poteva baciarla, avrebbe almeno cercato di capire cosa significava lui per lei.
Allora risollevò lo sguardo verso il cielo, rosso in volto, imponendosi di non pensare a quel bacio mancato.
«Cosa provi per me, Sakura-chan?», ritentò.
Sakura, però, non aveva intenzione di semplificargli il compito. Si raggomitolò contro di lui, poggiando la testa sulla sua spalla.
«Aaaah quante domande stasera! Lo sai... io ti voglio taaaanto bene».
«E basta?», si lasciò sfuggire Naruto, guardandola con la coda dell’occhio.
Sakura si accucciò ancora di più contro di lui. «Be’... forse...».
«Cosa, Sakura-chan? Cosa?», insisté lui, scuotendo lievemente il braccio della ragazza.
«Forse ti voglio tantissimo bene».
Naruto riabbassò lo sguardo lasciandosi sfuggire un “Ah” di pura delusione.
Fu a quel punto che su tutta la collina si propagò il rumore dei fuochi d’artificio e il cielo cominciò ad essere illuminato ad intermittenza da scintille colorate. Ma Sakura non sembrava esserne molto contenta: si era tappata le orecchie e aveva chiuso gli occhi.
«Naruto?».
«Mh?».
«Sono stanca. Mi riaccompagni a casa?».
E pensare che aveva insistito tanto per vedere i fuochi d’artificio... «Va bene».
L’Uzumaki si alzò in piedi e allungò la mano verso la compagna.
«Mi porti in braccio?», gli chiese lei, le labbra piegate in un sorriso infantile.
Naruto sgranò gli occhi. «Coooosa? Ma non ci penso nemmeno!».
Sakura scattò in piedi tirandogli un pugno nel petto. «Sakura-chan di qui, Sakura-chan di là, e poi ti rifiuti di portami in braccio! Che ingrato...».
Detto questo si voltò e scese velocemente giù dalla collina. Naruto la vide incespicare più volte nei suoi stessi piedi e si ritrovò a ridacchiare, esasperato. Anche se quella conversazione gli aveva messo una gran confusione in testa, non poteva fare a meno di sorridere.
«Sakura-chaaan, aspettami!».

















Note dell'autrice:
Questo capitolo è collegato al capitolo precedente, così come il capitolo precedente era collegato all'altro ancora, per un totale di tre capitoli che narrano la festa post-guerra. Se volete sapere cosa si sono detti Hinata e Naruto, potete scroprirlo qui. Comunque dalla prossima volta si ritornerà con capitoli scollegati tra loro.
Di solito aggiorno una volta a settimana, ma questa volta ho voluto aspettare due settimane per la carenza di recensioni T.T se la raccolta sta diventando noiosa o altro, non esitate a dirmelo e la chiuderò. A dire la verità, ho paura che il fandom stia di nuovo perdendo interesse per questa coppia (io stessa, ora, mi sto dedicando ad altre coppie e ad altri manga, anche se la NaruSaku rimarrà sempre nel mio cuore ♥). Insomma, fatemi sapere cosa ne pensate! Ringrazio chi legge, segue e/o commenta questa raccolta. Alla prossima!

Soly Dea

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Capitolo 9
*** Damn [lovely] stupid Naruto! ***


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The Bridge between Heaven and Earth


#09. Damn [lovely] stupid Naruto!

«...Anche se Sasuke-kun è tornato a Konoha, io voglio passare il mio tempo libero con te. Capisci, Naruto? Voglio che la mattina mi accompagni all’ospedale e che la sera mi porti a cena all’Ichiraku. Il sabato, però, voglio andare in qualche ristorante carino, non troppo costoso. E non solo come amici. Intendo... come una coppia vera». Sakura non poté fare a meno di sorridere, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Non pensava che confessare i suoi sentimenti sarebbe stato così semplice, che le sarebbe venuto così naturale. «Quello che sto cercando di dirti è che... anche se sei stupido, infantile, irresponsabile, distratto e casinista, io credo di essermi davvero innamorata di te».
Naruto inarcò le sopracciglia, come se avesse appena ascoltato la lista della spesa, come se la sua dichiarazione fosse una cosa di poco conto.
Okay, forse si era aspettata una reazione un tantino più vistosa. Forse si era immaginata di vederlo esultare e saltellare come un bambino di fronte al giocattolo nuovo che aspettava da tempo. Forse aveva pensato che l’avrebbe afferrata per la vita e baciata con passione.
Lentamente affiorò il sospetto che Naruto l’avesse dimenticata, che avesse rivolto i suoi occhi altrove.
Non voleva crederci, non lo avrebbe sopportato.
«Sakura-chan, stai bene?», le chiese l’Uzumaki con tono confuso, avvicinandosi.
Sakura si sentì arrossire quando lui le poggiò una mano sulla fronte e la fissò dritta negli occhi, a pochi centimetri dal suo viso. «Non è che hai la febbre?». A quel punto l’espressione della ragazza passò da imbarazzata a indignata e la vena che prese a pulsarle sulla tempia non prometteva niente di buono. «Ma allora sei cretino! Io ti sto dicendo che ti amo e tu credi che io abbia la febbre?!».
Naruto le rivolse un’occhiata da cucciolo indifeso, poi abbassò lo sguardo con un sorriso triste.
«Sakura-chan, tu hai sempre amato Sasuke...».
La kunoichi sospirò. In fondo c’era da aspettarselo, quello era pur sempre Naruto. Naruto che anteponeva sempre i sentimenti degli altri ai propri, Naruto che aveva passato una vita intera a cercare di guadagnarsi la fiducia e l’affetto degli altri, Naruto che la amava – perché la amava ancora, no? – in maniera del tutto disinteressata.
«E quindi? Non mi è permesso innamorarmi di un’altra persona?».
Naruto si grattò la testa, non sapendo bene cosa dire. «È solo che...».
«Cosa, Naruto? Cosa? Non ti è mai venuto in mente che, continuando imperterrito a proteggermi, a sostenermi, ad amarmi, un giorno io avrei potuto ricambiare i tuoi sentimenti?». Perché era esattamente quello che era successo, anche se lei stessa stentava ancora a crederci.
«Sakura-chan», mormorò Naruto, «ma allora... ehm... non è uno scherzo, no? Tu... davvero? Cioè, davvero davvero?».
Sakura avrebbe voluto strangolarlo, ma poi ricordò quanto Naruto avesse dovuto aspettare per averla. Ricordò tutte le volte in cui l’aveva rifiutato, preso a pugni, messo da parte per rincorrere un amore adolescenziale che era scemato nel corso del tempo.
«Sì, baka. Davvero davvero», rispose addolcendosi. «E vorrei provare a stare con te, senza bruciare le tappe, però. Sempre se tu... se mi vuoi ancora, ecco», si affrettò a precisare, un po’ imbarazzata. Naruto continuava a fissarla imbambolato e Sakura pensò seriamente di prenderlo a pugni per svegliarlo e poi lasciarlo di sana pianta. Lei si dichiarava così apertamente e lui rimaneva impassibile? A quel punto lo vide farsi avanti, gli occhi azzurri spalancati. Oh, aveva sempre amato gli occhi di Naruto.
«Sakura-chan, mi stai chiedendo se io ti voglio ancora?».
Sakura cercò di interpretare lo sguardo di Naruto, ma per la prima volta non riuscì a capire cosa stesse pensando.
«Capirei se ti fossi stancato di aspettare». No, non era vero, non lo avrebbe capito.
Non ora che lo amava, non ora che era a un passo così dal raggiungimento della felicità che aveva tanto agognato.
Lentamente l’espressione indecifrabile di Naruto si trasformò in un sorriso, mentre gli occhi azzurri la guardavano con una devozione tale che Sakura sentì le gambe molli. «Io ti vorrò sempre, Sakura-chan. Lo sai».
E in fondo lo sapeva. Anche se provava l’insensata paura che Naruto potesse notare da un momento all’altro una ragazza più bella, più dolce, più matura di lei, in fondo Sakura sapeva che lui non avrebbe mai smesso di amarla. Ma ogni tanto le piaceva che Naruto glielo ricordasse.
Si morse l’interno della guancia per non sorridere troppo apertamente. Il sollievo si impossessò del suo cuore, improvvisamente più leggero.
«Be’, in tal caso...», cominciò. Stava arrossendo di nuovo, se lo sentiva, ma il solo pensiero che di lì a poco Naruto l’avrebbe baciata − perché l’avrebbe baciata, ne era certa − le trasmetteva un misto di imbarazzo, paura ed emozione che non aveva mai provato nemmeno per Sasuke.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno Naruto le avrebbe fatto provare emozioni del genere?
Lo guardò, in attesa, e quando lo vide avvicinarsi sentì il cuore battere più forte.
Gli occhi azzurri di Naruto brillavano di una luce nuova mentre si chinava su di lei sfiorandole una guancia con le dita.
Sakura rabbrividì. Naruto ora le era vicinissimo, così vicino che avrebbe potuto gettargli le braccia al collo e baciarlo senza problemi, ma era stata lei a dichiararsi e voleva che ora fosse lui a fare la sua mossa.
Trattenne il respiro nel momento in cui Naruto poggiò la fronte sulla sua e il suo respiro accelerato le accarezzò le labbra. C’erano solo pochi centimetri a dividerli e lui continuava a sorriderle, ed era così bello, e aspettava quel momento da mesi, e avrebbe voluto accorgersene prima e già fantasticava sul loro primo appuntamento e...
Perché diamine ancora non la stava baciando?
Perché diamine ora la fissava con un sorriso ebete stampato sul volto?
Perché diamine si era innamorata di un cretino del genere?
«N-Naruto?», lo richiamò con voce lievemente isterica, sentendo l’occhio sinistro impossessarsi di un fastidioso tic nervoso.
«Sakura-chan...», mormorò lui con l’espressione di chi sta ormai viaggiando in un altro mondo. «Sakura-chan mi ama... », cantilenò, gongolando.
Sakura sgranò gli occhi. Le mani le prudevano terribilmente.
«Sakura-chan è innamorata di me...», continuò Naruto, cominciando a dondolarsi sul posto.
All’improvviso lo sguardo da ebete lasciò il posto ad un’espressione di pura euforia. Naruto saltò letteralmente in aria gettando le braccia al cielo e rise forte. «Sì, sì, sì! Evvai, lo sapevo! Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo! Sì, sì, sì! Come sono felice, ‘tebayo!».
Sakura lo guardò esultare e saltellare – come aveva previsto pochi minuti prima – e tutto ciò che sentì fu... tenerezza? Assolutamente no. Divertimento? Ma nemmeno per sogno. Compassione? Abbastanza, sia per se stessa che per Naruto. Rabbia? Taaaanta rabbia.
Perché Naruto avrebbe dovuto saltellare ed esultare prima, non mentre era in procinto di regalarle il suo primo bacio.
Diamine, non avrebbe dovuto rovinarle un momento così bello!
«SHANNARO!», urlò gettandosi sul ragazzo e dandogli un violentissimo pugno sulla testa.
Naruto si accasciò per terra ma non smise di pronunciare parole sconclusionate. «Sakura-chan è mia... è finalmente mia~♥».
«Oh, non credo proprio!», dichiarò Sakura, ergendosi minacciosa sulla figura di Naruto steso al suolo. «Sappi che dopo questa scenata dovrai faticare enormemente per riconquistarmi». Ma Naruto non la ascoltava, immerso nel suo alone di cuori e arcobaleni.
Sakura si diede una manata in faccia, ma non poté frenare il sorriso che le spuntò sulle labbra ripensando a tutto ciò che era successo.
Di sicuro con Naruto non ci sarebbe mai stato da annoiarsi.














Note dell'autrice:
Pubblico in ritardo perchè ho iniziato alcune storie nel fandom di One Piece che mi sta prendendo tantissimo e quindi volevo prima sistemarmi lì e poi continuare questa raccolta. Ammetto che ho perso un po' di interesse verso Naruto, ma la NaruSaku rimarrà sempre nel mio cuore e spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Grazie infinite a tutti coloro che mi seguono e commentano, vi adoro ♥ vi aspettavate un bacio, eh? E invece no, dovrete aspettare ancora un altro po' :P alla prossima!

Soly Dea

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