The Bridge between Heaven and Earth di Soly_D (/viewuser.php?uid=164211)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Bridge between Heaven and Earth (premessa) ***
Capitolo 2: *** Promise of a Lifetime ***
Capitolo 3: *** A new beginning [for her, her life, her heart] ***
Capitolo 4: *** My handsome young man ***
Capitolo 5: *** From the frying pan into the fire ***
Capitolo 6: *** [Don’t] call it “date”! ***
Capitolo 7: *** You will always be my hero ***
Capitolo 8: *** The only certainty [fireworks inside me] ***
Capitolo 9: *** Damn [lovely] stupid Naruto! ***
Capitolo 1 *** The Bridge between Heaven and Earth (premessa) ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#01. The Bridge between
Heaven and Earth (premessa)
Naruto aveva sempre paragonato Sakura alla Terra.
I suoi occhi verdi, il suo aspetto apparentemente fragile, la sua
immensa forza: tutto di lei gli ricordava la Terra.
Sakura si era sgretolata
tante di quelle volte che ormai Naruto ne aveva perso il conto, ma
altrettante volte era riuscita a rimettere insieme i propri pezzi e a
rialzarsi dalle macerie, lottando più forte di prima.
Sakura aveva sempre paragonato Naruto al Cielo.
I suoi occhi azzurri, l’immensità del suo buon
cuore, la tenacia con cui si ostinava a proteggere la Terra: tutto di
lui le ricordava il Cielo.
Un Cielo azzurro, limpido, privo di nuvole. Non pioveva mai da quel
Cielo.
Esisteva un lungo e ampio ponte tra Cielo e Terra.
Un ponte costruito giorno dopo giorno, anno dopo anno, asse dopo asse.
Naruto cercava disperatamente di attraversarlo, compiendo passi fin
troppo grandi, immensi.
«Ti
riporterò indietro Sasuke. È una promessa per la
vita!».
Sakura, invece, pensava che i suoi passi, confrontati a quelli di lui,
fossero sempre stati troppo piccoli, invisibili.
«Dannazione, Naruto,
sta’ fermo o non riesco a curarti questa stupida
ferita!».
Naruto avanzava velocemente su quel ponte, camminando, correndo,
rotolandosi e perfino strisciando, per nulla intimorito dal rischio di
cadere.
Sakura rimaneva pressoché ferma e in alcuni casi
indietreggiava, divorata dalla paura di precipitare.
«Sakura-chan, ti va di
mangiare insieme all’Ichiraku?».
«Mi
stai chiedendo un appuntamento?!»
«Uhm...
ecco... Be’, sì!».
«Ma
non ci penso nemmeno!».
Tuttavia c’erano anche momenti in cui i ruoli si invertivano.
Naruto faceva un passo indietro, stanco di non riuscire mai a
raggiungerla, ed era allora che le gambe di Sakura si muovevano avanti
quasi da sole.
«Oh, guarda,
c’è Hinata! Chissà se a lei va
di...».
«Non
volevi andare a mangiare con me all’Ichiraku?».
«Ma
Sakura-chan, mi hai appena detto che non ti andava!».
«B-Be’,
mi è improvvisamente venuta fame!».
Naruto, così, ritrovava la forza per riprendere a camminare
[non avrebbe mai perso la speranza di raggiungerla].
Sakura, invece, affrontava faccia a faccia la sua paura di cadere,
rendendosi conto di quanto in realtà fosse infondata.
Un passo avanti e uno indietro, poi un bel salto, tre passi avanti, un
altro indietro e di nuovo da capo.
Sakura non sapeva se in quel modo, un giorno, lei e Naruto si sarebbero
incontrati a metà strada.
Una cosa, però, l’aveva capita: quel ponte non
sarebbe mai
crollato [aveva sopportato le peggiori intemperie, ma era ancora
lì, forte, solido, resistente] e lei non sarebbe mai
scivolata giù [Naruto l’avrebbe raggiunta e
afferrata un attimo prima di cadere].
Note interminabili
dell'autrice:
Alloooora, so già che queste saranno le note
più lunghe che io abbia mai scritto, quindi non perdo tempo.
Mi dispiace tantissimo avvertirvi che ho cancellato la long
NaruSaku, SasuKarin e KibaHina (“Rewrite your destiny
– Domani è una nuova vita”)
che avevo iniziato intorno a Natale, principalmente perché
mi è stata offerta la possibilità di frequentare
un corso scolastico che mi servirà tantissimo per il mio
futuro e che mi impegna da ora fino alla fine dell’anno.
E’ stata una cosa dell’ultimo momento, una vera
sorpresa, e non ho pensato due volte ad accettare. Il punto
è che sinceramente non me la sento di riservare il mio
già scarso tempo da quinto liceo scientifico (ora ancora
più scarso a causa di questo corso) ad una longfic
così complessa come l’avevo progettata,
perché comporta tempo, ispirazione, impegno e costanza che
io non avrei fino alla fine. Odierei doverla interrompere e quindi ho
deciso di abbandonare totalmente il progetto. Non so davvero come
scusarmi, spero che possiate perdonarmi.
TUTTAVIA, farò
defluire in questa raccolta le scene NaruSaku che avevo già
scritto per quella longfic (mi sono resa conto che in
effetti non erano troppo legate l’una all’altra e
che potrebbero andare benissimo come capitoli singoli di una raccolta).
Per quanto riguarda le scene KibaHina, forse ci scriverò una
raccolta come questa. La SasuKarin invece è stata il secondo
motivo per cui ho voluto abbandonare la longfic: per quanto io abbia
imparato ad amare questa coppia, rileggendo ciò che avevo
scritto mi sembrava di leggere delle scene SasuSaku e ho provato...
orrore, quindi ho deciso di rimandare le fanfiction SasuKarin a quando
mi sentirò veramente pronta.
Tornando a questa raccolta, questo primo capitolo
è solo una premessa in cui spiego cosa
significa il titolo e la coppia NaruSaku in generale. Il prossimo capitolo
sarà la prima scena NaruSaku che avete già letto
nel prologo della longfic che ho cancellato,
perché non voglio che vada persa, poi si alterneranno drabbles, flashfics e
oneshots senza un filo cronologico
di genere e rating variabile.
Una raccolta dedicata
solo a Naruto e Sakura,
in qualsiasi contesto e situazione.
Ebbene sì, mi sono ripresa dal dolore per il finale del
manga. E terminata la raccolta Hold
me close before
it’s over non scriverò più
NaruSaku
tristi. Non ne posso più :'D Da cosa dipende questo mio
improvviso cambiamento? Da questo
video, un doujinshi NaruSaku di Lady GT così bello
e così ben fatto che ormai lo considero come il vero finale
del manga :D se capite l’inglese, è una meraviglia.
Non mi dilungo ulteriormente. Spero che non mi lincerete per aver
cancellato la longfic, perché mi era davvero necessario, e
che invece seguirete questa raccolta.
GRAZIE
a tutti voi che mi seguite e che mi sostenete. Alla prossima!
Soly Dea
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Capitolo 2 *** Promise of a Lifetime ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#02. Promise of a Lifetime
«Ci vediamo la prossima volta... e
grazie».
L’ultima
cosa che Sakura avvertì prima di chiudere gli occhi furono
le dita di Sasuke sulla fronte.
Pochi
attimi dopo, tornando a guardare davanti a sé, si accorse
che la sua figura, ora, era solo una macchiolina nera in lontananza.
Se ne
era andato, di nuovo,
e non aveva voluto accettare di portarla con sé, di nuovo.
A
Sakura vennero gli occhi lucidi: svelta se li asciugò con il
dorso della mano.
Non si sarebbe lasciata trascinare giù
come quando Sasuke aveva abbandonato il villaggio anni prima per
rincorrere il suo sogno di vendetta.
Sarebbe
stata forte, per se stessa... e
per Naruto. Quel
pensiero le giunse alla mente quando si accorse che la figura di Sasuke
si era completamente dissolta all’orizzonte, lasciando spazio
all’immagine nitida e luminosa di Naruto che le veniva
incontro.
«Vi
siete salutati come si deve, eh?». Aveva
sempre un po’ invidiato il rapporto tra Naruto e Sasuke,
quella loro particolare complicità fatta di amore e odio, in
cui non c’era mai stato davvero spazio per lei.
«Gli
ho ridato il coprifronte», spiegò Naruto con aria
nostalgica. «Mi ha promesso che lo terrà fin
quando non avremo risolto tutte le nostre divergenze, una volta per
tutte».
Sakura
si soffermò sulla prime parole di quella frase. Mi ha promesso. Promesso...
Si rese
improvvisamente conto di aver dimenticato la cosa più
importante, quella per cui Naruto era andato avanti in tutti quegli
anni; quella per cui ora Sasuke era salvo, sia nel corpo che
nell’anima; quella cosa a cui Sakura si era aggrappata con
tutte le sue forze, finendo inevitabilmente per fare di Naruto il suo
sostegno, la sua forza, la sua riserva
personale di felicità. E di amore, anche se non
voleva ammetterlo.
Perché, per quanto potesse amare Sasuke,
l’unica persona con la quale Sakura si sentiva realmente
amata era Naruto.
Non Rock Lee, non quell’infermiere
particolarmente carino che le faceva la corte.
Naruto era
l’unico che l’amava davvero e Sakura lo sapeva, lo sentiva sulla pelle,
dal giorno in cui Naruto le aveva fatto la promessa.
Gli si
avvicinò con cautela e poggiò una mano sulla sua
guancia calda. A quel tocco, Naruto sollevò gli occhi nella
sua direzione con curiosità.
«Grazie»,
disse Sakura, abbozzando un sorriso.
Naruto
le rivolse un’occhiata perplessa. «Per
cosa?».
«Hai
mantenuto la promessa».
Il
ragazzo rimase per un attimo interdetto, poi mostrò un
sorriso amaro che poche volte Sakura aveva visto stampato su quel viso.
«Non
è vero, Sakura-chan, o almeno non completamente. Sasuke non
è con noi, ora. Non sono riuscito a trattenerlo a
Konoha».
Aveva
appena terminato la frase quando il pugno di Sakura si
abbatté con forza sulla sua testa, stordendolo e mandandolo
per terra.
Ora lei lo guardava indignata, con le braccia incrociate al
petto. «Sei un autentico cretino!»,
urlò.
Per
anni lui l’aveva sostenuta, infondendole il coraggio
necessario per continuare a credere nel ritorno di Sasuke. Ora toccava a lei.
«Ma non capisci che hai fatto molto di più?! Tutti
questi anni a rincorrerlo, a cercare di portarlo indietro... Tu lo hai salvato!
È vivo, sta bene, ha abbandonato i suoi propositi di
vendetta. Ha solo bisogno di tempo per riabituarsi alla vita vera. Vedrai
che tornerà. Ce l’ha promesso».
Naruto
sapeva che Sakura aveva ragione, tuttavia non riusciva a togliersi
dalla mente il pensiero che lei avrebbe potuto soffrire ancora per la
mancanza di Sasuke. La promessa ruotava attorno alla
felicità di Sakura e, se Sakura non era felice, significava
che non era stata mantenuta come si deve.
«Non
pensarlo nemmeno», lo rimbeccò Sakura, come se gli
avesse letto nel pensiero. «Non mi piangerò
addosso come un tempo. Lo aspetteremo. Insieme». Solo in
quel momento Naruto si rese effettivamente conto di quanto fosse
diventata forte Sakura, non solo fisicamente.
«Sono
proprio uno stupido», sospirò, scuotendo la testa
sconsolato.
«Il
mio
stupido», lo corresse Sakura, sorridendo dolcemente.
Il
volto di Naruto si illuminò all’improvviso. Per un
attimo, solo per un attimo, sperò che dietro quel
“mio” si nascondesse un sentimento più
profondo dell’amicizia, che magari Sakura un giorno avrebbe
potuto guardarlo un po’ come guardava Sasuke. Era un pensiero
egoista, se ne rendeva conto, e forse anche irrealizzabile, per il
momento: Sakura amava ancora Sasuke, Naruto ne aveva avuto la
dimostrazione al momento della partenza dell’amico. Tuttavia
volle stuzzicarla un po’. Adorava farla arrabbiare.
«Il mio stupido?»,
ripetè, ammiccando. «Stai cercando di dirmi
qualcosa, Sakura-chan? Cioè, sarebbe plausibile, dopo che
sono diventato l’eroe di Konoha e...». La
ragazza arrossì di botto.
«Cos−NO! Non
hai capito niente! Io intendevo solo... Oh, al diavolo!».
Si voltò, furiosa, e prese a camminare nella direzione
opposta, con i pugni stretti lungo i fianchi. Non
poteva mai lasciarsi sfuggire un minuscolo segno d’affetto
che subito quella testa
quadra lo interpretava come una
dichiarazione d’amore.
«Sakura-chan,
scherzavo...», piagnucolò Naruto, rincorrendola.
«Perdonami! Ti offro il pranzo all’Ichiraku
Ramen!».
«Ma
allora sei proprio duro di comprendonio!».
«Sakura-chaaan,
sei cattiva...».
«Sei
tu che mi costringi a comportarmi in questo modo!».
«Veramente
sei sempre stata irascibile e manesc−».
«SHANNARO!».
Certe cose non sarebbero mai cambiate.
Note dell'autrice:
Come
vi avevo accennato, questo
capitolo è la prima scena NaruSaku della long che ho
cancellato. Ci tenevo troppo a ripostarla come capitolo
singolo di questa raccolta perchè credo che un momento del
genere sia fondamentale per la coppia. Avrei tanto voluto vedere
qualcosa del genere nel finale del manga, anche un semplice "grazie" da parte
di Sakura, e invece niente T.T
Ringrazio
tutti coloro che seguiranno questa raccolta e che mi faranno sapere la
loro opinione. A partire dal prossimo capitolo, entreremo nel vivo
della raccolta con scene fluff/comiche del tutto inedite che spero vi
piacciano ♥ A presto!
Soly Dea
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Capitolo 3 *** A new beginning [for her, her life, her heart] ***
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The
Bridge
between Heaven
and Earth
#03. A new beginning [for
her, her life, her heart]
Le tende del locale frusciarono, portando all’interno un
profumo decisamente familiare. «Domani è il gran
giorno».
«Sakura-chan!», esclamò Naruto, seduto
al bancone, riconoscendo la voce della compagna ancor prima di voltarsi.
Lei gli sorrideva con le braccia incrociate dietro la schiena.
«Avrai di nuovo il braccio», gli ricordò.
Naruto annuì, sorridendo a sua volta, mentre Teuchi gli
posava sul bancone la scodella fumante di ramen che aveva ordinato.
«Vuoi sederti con me a festeggiare, Sakura-chan?».
«Sì, ma solo perché ho fame. Non farti
strane idee, eh!», lo avvertì lei, facendolo
ridacchiare.
Sakura si sedette, ordinando anche lei un po’ di ramen.
Mentre attendeva, si voltò a guardare il compagno che, come
sempre, divorava la sua cena quasi fosse a digiuno da una settimana.
Una mano reggeva le bacchette e l’altra... be’, l’altra non
c’era, e la manica della felpa ciondolava vuota
lungo il fianco.
Sakura rifletté che non era difficile mangiare del ramen con
un braccio solo, ma se si fosse trattato di una bistecca? In che modo
Naruto avrebbe potuto tagliarla e mangiarla? Fortunatamente lui si
cibava solo di ramen. Quel pensiero la fece sorridere.
Presa da un moto di tenerezza, si avvicinò con lo sgabello a
Naruto e tirò la sua scodella verso di sé, per
poi sfilargli bruscamente le bacchette dalla mano. Naruto la
fissò deluso. «Sakura-chan... il mio ramen...
perché?».
«Questa è l’ultima sera che passi con un
braccio solo, approfittane».
Sakura sollevò la scodella, raccolse con le bacchette i
tagliolini e li avvicinò al viso di Naruto.
Il ragazzo sgranò gli occhi: Sakura voleva imboccarlo.
Ricordò quel giorno di tanto tempo prima in cui la ragazza
aveva tentato di fare la stessa cosa, ma si era intromesso Sai. No, questa volta
non si sarebbe lasciato scappare un’occasione del genere.
«Oh,
grazie, Sakura-chan, come
sei carina!», si lasciò sfuggire,
avvicinando le labbra alle estremità delle bacchette.
Sakura arrossì e voltò lo sguardo
dall’altro lato, non riuscendo a sostenere gli occhi
azzurrissimi di Naruto che la guardavano con devozione ingoiando il
boccone. «Baka, lo faccio solo per compassione».
«Certo, lo so, non
devo farmi strane idee», scherzò lui,
ripetendo le stesse parole che aveva usato la compagna quando si era
seduta al suo fianco.
Sakura si sentì arrossire ulteriormente. Da quando Naruto
riusciva a metterla in imbarazzo?
Indignata, raccolse un altro po’ di ramen con le bacchette e
gliele ficcò letteralmente in bocca, rischiando di farlo
soffocare.
E così, tra una risata di lui e un pugno di lei, andarono
avanti in quel modo per diversi minuti.
Ad un certo punto il volto di Naruto si adombrò.
«C’è qualcosa che non va?»,
gli chiese Sakura, perplessa.
«Mi chiedo solo come stia facendo Sasuke senza il braccio.
Non ha nessuno che lo aiuti a mangiare».
Sakura scrollò le spalle.
«Be’, ha scelto lui di andarsene prima che
Tsunade-sama terminasse il braccio. Quando capirà di non
poterne fare a meno, sono sicura che tornerà».
Naruto ebbe come l’impressione che Sakura stesse parlando
solo di un vecchio amico di infanzia, non del suo grande amore.
Non c’era la nota sognante di un tempo, nella sua voce. Non
c’era nemmeno il rossore sulle guance.
Naruto sperava che non ci fossero nemmeno le lacrime, nel cuore della
notte. Non lo avrebbe sopportato.
«Sakura-chan, e se io volessi essere imboccato anche dopo che
Tsunade-baachan mi avrà dato il braccio nuovo?».
«Te lo scordi! Anzi, sai che ti dico? Finisci di mangiare da
solo, la mia scodella di ramen è arrivata ed io ho
fame!».
«Ma Sakura-chaaaan, perché
deve finire sempre così?».
Quella mattina Naruto, Sakura
e Tsunade si ritrovarono all’ospedale nella stanza predisposta
per l’operazione. Il braccio nuovo di zecca emergeva da un
fagotto bianco riposto in un contenitore trasparente sul tavolo da
lavoro. Naruto lo guardava con sospetto.
«Bene, direi che possiamo cominciare»,
proclamò Tsunade, iniziando a far scorrere le bende lungo il
braccio monco di Naruto.
Lo sguardo del ragazzo corse subito a Sakura che osservava la scena con
attenzione.
«Sakura-chan, non sei costretta a rimanere. Insomma, non é un bello
spettacolo».
Sakura scosse la testa. «Sono o non sono l’allieva
di Tsunade-sama?».
Naruto vide la donna più anziana sorridere a quelle parole.
«Naruto, pensa a te stesso, piuttosto. Non vorrei che
svenissi tu
durante l’operazione».
Il ragazzo ridacchiò. «Non sono così
debole di cuore, baachan».
Intanto le bende avevano lasciato il posto a ciò che
rimaneva del suo braccio.
Tsunade ne esaminò con attenzione
l’estremità: grazie al chakra della Volpe si era
già completamente rimarginata.
«Sakura, avvicinami il carrello con gli strumenti».
Sakura eseguì alla lettera gli ordini. Tsunade
posò le bende sul carrello e controllò che vi
fosse tutto l’occorrente per l’intervento.
«Ora tu mantieni il braccio nuovo ed io lo collego a quello
di Naruto».
Lo sguardo dell’Uzumaki saettò da Tsunade a Sakura
e al carrello degli strumenti.
C’erano siringhe, boccettine di vetro, garze, erbe
medicinali, forbici e un trapano. Un
trapano?!
«Baachan, non userai quel coso su di me,
vero?», si volle informare, indicando l’arma.
Tsunade si schiaffò una mano in faccia. «Naruto,
ti avevo detto di rimanere calmo...».
L’impavido eroe di Konoha inorridì, prevedendo il
dolore acuto che avrebbe sentito di lì a poco.
Tsunade sospirò, massaggiandosi le tempie con le dita.
«Sakura,
cambio di programma. Mantieni fermo Naruto
finché non si addormenta».
Naruto doveva ancora capire il significato di quelle parole quando si
ritrovò bloccato sul lettino dalle mani di Sakura, gli occhi
verdi che lo fissavano con profonda determinazione. E sarebbe stato
anche piuttosto romantico se solo Tsunade non avesse impugnato una
siringa e gliel’avesse conficcata nel braccio. Poi il buio più totale.
«Avresti potuto togliere quel trapano dal carrello,
Sakura. Non serve per ciò che stiamo facendo».
«È che mi diverto troppo a terrorizzare Naruto,
shishou».
Quando Naruto aprì gli occhi,
una mano fasciata sbucava da sotto la manica che era rimasta vuota
dalla fine della guerra.
Sollevò il braccio e mosse piano le dita, come incantato.
Quanto gli era mancata quella sensazione...
«Non fare movimenti bruschi o veloci», lo
avvisò Sakura, intenta a sistemare alcuni medicinali
nell’armadietto dall’altra parte della stanza.
Naruto la ignorò completamente. «Ho una mano
nuova!», esclamò, sventolandola a
destra e sinistra con un sorriso raggiante stampato sul volto.
«Narubaka!»,
urlò Sakura fiondandosi sul lettino. Gli afferrò
il polso e lo strinse tra le proprie dita. «Smettila di
muoverla come un ossesso, altrimenti te la spezzo io
stavolta».
Il ragazzo sgranò gli occhi. «Ma Sakura-chan...
Tsunade-baachan me l’ha appena impiantata».
«Cerca di capire, Naruto. Il tuo braccio nuovo è
ancora fragile. Tra un po’ di giorni potrai fare tutti i
movimenti che vorrai».
Naruto annuì e Sakura gli lasciò il polso.
«Ora vediamo se riesci a muoverla per bene».
Sakura gli fece fare alcuni semplici esercizi come aprire e chiudere
lentamente la mano, afferrare gli oggetti, muovere le dita ad una ad
una.
Constatò che l’operazione era andata anche meglio
del previsto. «Mi raccomando, continua questi esercizi anche
a casa».
Naruto sorrise, sfiorandole il volto in una lieve carezza.
«Sei una medic-ninja fantastica, Sakura-chan, degna allieva
di Tsunade-baachan».
Sakura sorrise un po’ imbarazzata. «Oh,
be’... grazie».
E perdendosi negli occhi azzurri del compagno, si rese conto che ormai
la guerra era solo un ricordo e che quello era un nuovo inizio per
tutti: per il mondo ninja, per Konoha, per il team 7. Ma un nuovo
inizio anche per lei, per la sua vita e soprattutto per il suo cuore.
Note dell'autrice:
Non
è bellissima l'immagine qui a fianco? *___* in
realtà nella mia fanfiction Naruto e Sakura non sono in una
stanza, ma all'Ichiraku, però le espressioni dei loro volti
sono più o meno quelle raffigurate nell'immagine
♥♥♥
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne
pensate :D
Ringrazio
infinitamente tutto coloro che hanno messo la raccolta nelle seguite /
preferite / ricordate e che hanno commentato i primi due capitoli, vi
adoro ♥
Al prossimo appuntamento NaruSaku!
;)
Soly Dea
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Capitolo 4 *** My handsome young man ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#04. My handsome young man
Che Naruto fosse guardabile,
Sakura se ne era accorta al suo ritorno dall’allenamento con
Jiraya, quando al posto del buffo bambinetto di un tempo si era
ritrovata di fronte un ragazzo dal fisico solido e slanciato,
nonostante poi si fosse dimostrato lo stesso stupido e irresponsabile
casinista di tre anni prima. Ma che Naruto fosse diventato addirittura carino, Sakura se
ne rese conto solo un afoso pomeriggio d’estate, sdraiata sul
prato di una collina, sotto un cielo azzurrissimo, finalmente libero
dalla distruzione
che aveva portato la guerra solo due anni prima.
Il braccio di Naruto appiccicato al suo era un po’ sudato,
eppure non le dava alcun fastidio, e nemmeno ritrasse la mano quando
sentì le dita del compagno sfiorare accidentalmente le
sue. I fili d’erba le solleticavano il viso mentre la voce di
Naruto − improvvisamente più calda, più
profonda, più roca − le riempiva le orecchie.
Parlava di ramen, della mancanza di missioni avvincenti, di quanto
facesse caldo. Ogni tanto pronunciava il nome di Sasuke, ogni tanto le
chiedeva conferma con un “Sakura-chan”.
Sakura annuiva senza veramente ascoltare, più interessata
alla goccia di sudore che dalla fronte di Naruto scendeva lungo la
tempia, delineando il profilo della mandibola e seguendo la linea del
collo, per poi infrangersi sullo scollo della canotta. Più
interessata alle labbra un po’ screpolate che si muovevano
freneticamente, riempiendo il silenzio; agli occhi che si riflettevano
nell’azzurro del cielo, alle ciocche bionde, mai state
così lunghe e scomposte, che ricadevano lungo il viso
aderendo alla pelle sudata.
Sakura si voltò su un fianco, reggendosi la testa con il
braccio e ricevendo un’occhiata imbarazzata da parte
dell’amico.
Non seppe esattamente come accadde ma ad un certo punto si
ritrovò a stringere una ciocca bionda di Naruto tra il
pollice e l’indice, trovandola più morbida di
quanto avesse mai pensato. Arrossì, poi, come una bambina,
quando lui interruppe il discorso e le chiese innocentemente
«Cosa stai facendo, Sakura-chan?».
Sakura sgranò impercettibilmente gli occhi e
deglutì a vuoto.
«È l’ora di tagliarti i
capelli», buttò lì, ritirando il
braccio come scottata, poi preferì tornare con la schiena
premuta al suolo e gli occhi puntati al cielo, mentre le dita
stringevano saldamente i ciuffi d’erba con il rischio di
strapparli a causa della tensione. Tesa,
era tesa e imbarazzata. Non si era mai sentita così di
fronte a Naruto e ciò la turbava non poco.
«Ma così somiglio a mio padre! Capisci,
Sakura-chan?».
Gli occhi di Naruto brillavano e Sakura capiva, lo capiva eccome.
Per Naruto farsi crescere i capelli era solo un modo per sentirsi
più vicino a Minato, per colmare il vuoto lasciato nel cuore
dall’assenza di quel genitore che non aveva mai avuto. In
momenti come quello avrebbe voluto stringerlo a sé e
sussurrargli nell’orecchio che lo Yondaime vegliava su di lui
ed era fiero di ciò che suo figlio era diventato, ma Sakura
non riusciva mai a smettere di essere un po’ egoista nei
confronti di Naruto e quindi gli rifilò una gomitata nel
fianco, come per ricordargli che lei aveva sempre ragione e che lui non
doveva contraddirla. «Ed io ribadisco che dovresti tagliarti
i capelli».
A quel punto vide Naruto mettersi seduto e sporgersi nella sua
direzione, forse un
po’ troppo a giudicare dalla lieve sensazione di
stordimento che le provocò la vicinanza dei loro volti.
«Perché?», le chiese sinceramente
curioso. «Mi trovi brutto così?».
Sakura lo guardò.
Naruto aveva il volto un po’ sudato e i capelli in disordine,
eppure i suoi occhi grandi e azzurri, limpidissimi, facevano invidia al
cielo senza nuvole che li sovrastava. Eppure la pelle abbronzata quasi
luccicava bagnata dai raggi del sole e la canotta appiccicata al petto
non nascondeva i muscoli ben definiti. Decisamente no, Naruto era
tutt’altro che brutto.
«È che così sembri... più
vecchio».
Più maturo, più affascinante, più uomo.
Il solo pensiero le faceva venire voglia di prendersi a schiaffi. Diamine!, quello
era Naruto, era solo
Naruto, e lei non doveva vederlo sotto quell’aspetto. Non lo
aveva mai fatto, o almeno fino a quel momento. Forse riaverlo con i
capelli corti l’avrebbe aiutata, mettendo fine a quel vortice
di emozioni nuove, sconosciute, che non riusciva a gestire. Forse
sarebbe tornato tutto com’era un tempo, quando ciò
che sentiva verso di lui era solo un sincero affetto e
l’irrefrenabile desiderio di picchiarlo dalla mattina alla
sera.
«Più vecchio?!», ripetè
Naruto, inorridendo. «No,
no, no. Andrò a tagliarmeli allora, ‘tebayo!».
Sakura non sapeva che in quel modo avrebbe solo peggiorato le cose.
Infatti, che Naruto fosse non guardabile, non carino, ma bello, veramente bello,
Sakura se ne accorse solo la sera in cui l’amico si
presentò all’Ichiraku con quel nuovo taglio di
capelli di cui aveva tanto parlato. Corti, più corti di
quanto li avesse mai portati, i ciuffi biondi, ora, gli lasciavano
scoperta l’intera fronte e gli illuminavano così
tanto il viso che sembrava avesse continuamente il sole di fronte.
O forse era lui il sole, luminoso, quasi accecante, altrimenti Sakura
non avrebbe potuto spiegarsi l’incapacità di
guardarlo negli occhi per più di pochi secondi senza poi
dover spostare lo sguardo altrove.
«Allora, Sakura-chan, come sto?», le chiese Naruto
entusiasta e imbarazzato allo stesso tempo.
Sembrava un bambino in attesa di scartare il suo regalo di Natale.
Sakura si schiarì la voce, sperando di non arrossire
− ultimamente le succedeva troppo spesso con Naruto.
«Passabile, sì», rispose con finta aria
di sufficienza e, vedendo il volto di Naruto illuminarsi ancora di
più, si chiese quando precisamente il suo sorriso avesse
cominciato a farle battere così furiosamente il cuore.
Note dell'autrice:
L'immagine qui a
fianco non c'entra niente con la fanfiction, ma volevo rendervi
partecipi della mia felicità per aver scoperto che nel film The last
c'è una scena
NaruSaku con i fiocchi (il modo in cui volteggiano
nell'aria...awww ♥). Se vi interessa, ho scritto anche una
fanfiction a proposito: Arigatou,
Naruto. Per quanto riguarda il capitolo, su Internet si legge
ovunque che Naruto con la nuova pettinatura è inguardabile, ma
per me sta benissimo *-* ci tengo a precisare che qui Sakura non si sta
innamorando di Naruto per com'è fisicamente, semplicemente
si sta accorgendo di lui ANCHE sotto quell'aspetto.
GRAZIE
a tutti coloro che seguono e commentano questa raccolta, mi farebbe piacere
conoscere ancora una volta la vostra opinione ♥
Alla prossima! Soly Dea
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Capitolo 5 *** From the frying pan into the fire ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#05. From the frying pan
into the fire
Sakura sospirò irritata stringendo i pugni lungo i fianchi,
mentre la consueta folla di ragazzine scalmanate si dileguava in fondo
alla strada trasportando via anche Naruto, il suo Naruto. Va bene
che era diventato l’eroe del villaggio e che si era fatto
particolarmente carino, ma Sakura trovava assurdo che quella testa
quadra avesse anche un fanclub che lo seguiva per tutta Konoha
riempiendolo di moine e regali.
«Naruto-senpai, dove sei andato?!».
Sakura si voltò: una ragazzina bionda con una scatola tra le
mani si guardava intorno spaesata.
«Sei arrivata tardi», le comunicò,
schioccando la lingua sul palato. «Naruto è appena
andato via».
La ragazzina si rattristò improvvisamente. «Gli
avevo preparato il pranzo...», si lamentò,
stringendosi la scatola al petto.
Sakura le diede una confortante
pacca sulla spalla e la ragazzina, dopo qualche attimo di riflessione,
sembrò rianimarsi.
«Lo daresti tu a Naruto-senpai da parte mia?»,
chiese con occhi baluginanti di speranza.
Sakura stava per rispondergli di no e rispedirla da dove era venuta in
modo tutt’altro che delicato, ma la ragazzina le
lasciò la scatola tra le mani e la ringraziò
calorosamente per poi correre via.
“Dalla padella
alla brace” pensò Sakura, dandosi una
manata in faccia.
Non solo doveva stare a guardare Naruto che veniva sballottolato di qua
e di là da dodicenni in piena crisi ormonale, ma ora una
di loro pretendeva addirittura che lei, Sakura, recapitasse a Naruto il
pranzo che aveva preparato con
tanto amore.
No, non gli
avrebbe portato proprio un
bel nulla. Naruto sapeva benissimo badare a se stesso.
Dopo l’ennesimo sospiro di irritazione, Sakura
aprì la scatola con una punta di curiosità: ramen. Quella
mocciosa conosceva bene i gusti di Naruto e voleva conquistarlo
prendendolo per la gola. Ma non era tutto. Sul coperchio della scatola
c’era attaccato un biglietto con una scritta elegante
circondata da cuori di varie dimensioni: “Per Naruto-senpai.
Con tanto affetto, Tsume”.
Sakura sentì la vena sulla tempia cominciare a pulsare
violentemente. Furiosa, accartocciò il biglietto e lo
gettò nella pattumiera poco distante.
Tuttavia non volle buttare anche il ramen, decise che lo avrebbe
mangiato lei stessa.
Fece per incamminarsi verso casa, quando Naruto comparve dal nulla. Era
sudato e respirava affannosamente.
«Finalmente quelle ragazzine mi hanno mollato...»,
disse con aria sollevata, passandosi una mano tra i corti capelli
biondi.
Poi il suo sguardo si posò sulla scatola che Sakura
teneva in mano. «Sakura-chan, cosa c’è
lì dentro?».
Senza attendere una risposta, si
sporse per guardare il contenuto. «Ma è ramen!
È il tuo pranzo?».
Sakura fissò prima il volto di Naruto, poi la scatola, poi
di nuovo Naruto.
Un’idea malsana
le attraversò la mente. «No», rispose e
si chiese quando esattamente si fosse ridotta a tanto... per Naruto.
«E allora per chi è?», le chiese lui
sinceramente curioso. «È per me,
Sakura-chan?», aggiunse subito dopo con gli occhi che
brillavano.
«Sì», sussurrò Sakura un
po’ incerta.
Naruto le sfilò la scatola dalle mani e annusò il
ramen, estasiato. «L’hai fatto tu?».
Sorrideva così dolcemente che Sakura non
pensò
nemmeno per un momento di dirgli la verità.
«Be’, sì, ti ho preparato il
pranzo», rispose, arrossendo un po’.
«Allora in cucina sei proprio migliorata... questo ramen non
sembra affatto male!», affermò
lui, leccandosi le labbra.
Sakura era sul punto di rifilargli un bel pugno nello stomaco
– quel deficiente stava per caso mettendo in dubbio le sue
doti culinarie? – ma poi il suddetto deficiente le
passò un braccio intorno alla vita e la strinse a
sé, posandole un soffice bacio sulla guancia.
«Grazie, Sakura-chan!», esclamò allegro
come un bambino.
E mentre gli ricordava di non
prendersi troppe libertà, Sakura
sperò con tutto il cuore che quel ramen non fosse troppo saporito,
altrimenti Naruto avrebbe potuto seriamente
dubitare dell’identità della cuoca. E a quel punto
avrebbe scoperto che il pretesto del pranzo era solo un modo per
attirare la sua attenzione e che lei si stava lentamente,
inevitabilmente, perdutamente innamorando di lui.
Note dell'autrice:
Da quando ho visto
la scena di The last
in cui le ragazzine dell'accademia urlano "Naruto-senpaiiii"
ho sempre pensato che la MIA Sakura si sarebbe ingelosita da morire,
cosa che ovviamente non è successa, e quindi eccomi con
questo capitolo :') vi ripropongo, qui a fianco, la scena NaruSaku in The last dove
Naruto salva Sakura perchè ho scoperto cosa si dicono i due
appena atterrano sull'uccello di inchiostro:
«Grazie,
Naruto».
/ «Non c’è bisogno di ringraziarmi. Ho
un debito con te che non sarò mai in grado di
ripagare».
CIOE', Naruto si riferisce alla respirazione bocca a bocca, capite?
♥
Vi ringrazio per
le recensioni e spero che mi farete sapere ancora una volta la vostra
opinione. Alla prossima! Soly Dea
|
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Capitolo 6 *** [Don’t] call it “date”! ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#06. [Don’t]
call it “date”!
«Sakura-chaaaan!».
Sakura non potè fare a meno di sorridere.
C’era solo una persona che la chiamava in quel modo e negli
ultimi tempi il suo nome pronunciato da quella voce suonava
più dolce.
Non c’era stato un momento preciso in cui si fosse accorta di
Naruto. Era passato un anno da quando Sasuke era partito per il suo
viaggio di redenzione e, nonostante continuasse a provare dei
sentimenti per lui, non poteva dimenticare come Naruto avesse mantenuto
la promessa che le aveva fatto da bambino: le aveva riportato Sasuke
sano e salvo e lo aveva fatto tornare quello di un tempo. Poco
importava che fosse ripartito − Sakura era certa che prima o
poi sarebbe tornato − e per ora le bastava sapere che il team
7 si era riunito, anche solo interiormente.
Intanto Naruto, in quei due anni, si era guadagnato un posto importante
nel suo cuore. Le faceva dimenticare i momenti tristi del passato, la
faceva stare bene, con
lui si sentiva amata. Sakura si voltò: Naruto
le stava correndo incontro sventolando un braccio.
Era bello con i capelli più corti, il viso più
maturo e le spalle più larghe, e avrebbe davvero voluto
accoglierlo con lo stesso sorriso che le era spuntato sul volto
sentendo la sua voce, ora più profonda, ma rimaneva pur
sempre il solito bambinone distratto e ritardatario.
«NARUBAKA!», urlò con quanta forza aveva
in gola, appena lui l’ebbe raggiunta, e lo
tramortì con un pugno sulla testa. «Mi hai fatta
aspettare per un’ora! UN’ORA, ti rendi
conto?!».
«Sakura-chan, fammi spiegare», mugolò
lui, alzandosi da terra e strofinandosi il bernoccolo dolorante.
«Stavo venendo da te quando ho
incontrato Kakashi-sensei che mi ha trattenuto
perché...».
«Non voglio sentire scuse! Questo è il primo e
ultimo appuntamento che ti concedo!».
Sakura notò con grande sorpresa che il volto di Naruto,
invece di incupirsi, si era improvvisamente illuminato.
«Era... un appuntamento?», chiese, con gli occhi
baluginanti di speranza. «Tu... mi avevi detto... che
andavamo solo a mangiare all’Ichiraku Ramen!».
Sakura arrossì. Aveva davvero pronunciato la parola “appuntamento”?
Non voleva che Naruto si facesse strane idee: non avrebbero mangiato a lume di candela, non si
sarebbero dichiarati e baciati con passione, non si sarebbero messi
insieme o cose
così. Era solo un’occasione per
passare un po’ di tempo insieme e capire se Naruto, per lei,
si stesse realmente trasformando in qualcosa di più di un
semplice amico.
«“Appuntamento”?
Io non ho affatto detto “appuntamento”»,
rispose, incrociando le braccia al petto e fingendosi indignata.
«Oh sì che l’hai detto!»,
replicò Naruto, parandosi davanti a lei con un bellissimo
sorriso stampato sul volto.
Sakura pensò che quegli occhi azzurri erano decisamente troppo vicini.
Indietreggiò imbarazzata.
«Non mettermi in bocca parole che non ho
pronunciato!».
Naruto non la ascoltò. Le afferrò una mano e la
trascinò con sé verso l’Ichiraku Ramen,
urlando «Io e
Sakura-chan abbiamo un appuntamento!» ogni
cinque passi. Sakura ringraziò il fatto che fosse sera e che
a quell’ora non girasse nessuno per le vie di Konoha. Avrebbe
voluto picchiare Naruto di santa ragione e lo avrebbe di sicuro fatto
se solo la mano del compagno − che stringeva la sua
− non fosse stata così grande e calda.
«Teuchi, prepara due scodelle di ramen belle abbondanti!
Naruto Uzumaki e Sakura Haruno hanno un appuntamento!».
Naruto sorrideva entusiasta stringendo la mano di
un’imbarazzatissima Sakura, la cui vena pulsante sulla tempia
non preannunciava nulla di buono. Quella sera mangiarono, parlarono,
risero; Naruto parlò più volte con la bocca piena
e altrettante volte fu rimproverato da Sakura con un pugno sulla testa.
In effetti l’Uzumaki, a tavola, non era mai stato la persona
più elegante ed educata del mondo ma, quando insistette per
pagarle la cena, Sakura rimase piacevolmente stupita.
Ricordava come negli anni precedenti, ogni volta che andassero a
mangiare insieme, Naruto dimenticava addirittura i soldi per se stesso
e toccava a lei pagare il conto per entrambi.
«Ti accompagno a casa, Sakura-chan?».
Naruto glielo chiedeva ogni volta che uscivano insieme, ma Sakura gli
aveva sempre risposto di no per paura di farlo sperare in qualcosa che
poi non sarebbe accaduto. Ma quella sera sentì che farsi
accompagnare a casa era la cosa giusta da fare.
Non rispose subito alla domanda di Naruto: uscì
dall’Ichiraku e imboccò la strada di casa.
Naruto, immobile, la seguì con lo sguardo, deluso per il
fatto che lei non lo avesse degnato nemmeno di una risposta.
«Naruto, muoviti prima che cambi idea!».
E lui, con un sorriso raggiante spuntato improvvisamente sul volto, non
se lo fece ripetere due volte.
Camminarono verso casa Haruno parlando del più e del meno.
Ogni tanto calava il silenzio, non uno di quei silenzi imbarazzanti, ma
un silenzio piacevole.
Le loro mani si sfioravano involontariamente, o forse no, e i
loro occhi si incontravano imbarazzati.
Naruto sorrideva e Sakura si mordeva le labbra, incapace anche lei di
incurvare gli angoli della bocca all’insù.
Arrivati di fronte casa, la ragazza aprì la porta e si
voltò a guardare il compagno, fermo a un passo da lei.
«Sono stata bene stasera», ammise non senza
imbarazzo.
Naruto sorrise fin troppo emozionato. «Anch’io sono
stato benissimo,
Sakura-chan, e anche se non era un vero
appuntament−».
«Era un vero appuntamento», ribatté lei
di getto.
Naruto la guardò con tenerezza. «Non devi sentirti
in dovere di chiamarlo con quel nome. Anche se ti ho trascinata per
Konoha urlando che avevamo un appuntamento, in fondo sapevo che non lo
sarebbe stato davvero».
Sakura indurì lo sguardo. «Ti ho detto che era un
appuntamento!», si impuntò.
«Sakura-chan, non sarà mai un vero appuntamento
finché tu continui a vedermi solo come il tuo migliore amico».
Sakura abbassò lo sguardo. Da qualche mese a quella parte
Naruto non era più solo un amico per lei, se ne rendeva
conto solo in quel momento, ma non sapeva proprio come definire
ciò che le stava nascendo nel cuore, lentamente, giorno dopo
giorno. Era qualcosa di nuovo, che la destabilizzava, che non le faceva pensare a
Sasuke-kun, com’era successo quella sera.
Naruto continuò. «Ed è proprio
perché non provi ancora nulla per me oltre la semplice
amicizia che io voglio provare a...».
Sakura sentì il
cuore battere più velocemente e le guance arrossarsi. Stava
per fare quello che credeva?
«Naruto, non credo che sia la cosa più giusta da
fare», disse, sventolando le mani come a volerlo allontanare.
«Tranquilla, Sakura-chan, non farei mai qualcosa senza il tuo
permesso».
Okay, aveva messo fine ai suoi dubbi: non voleva baciarla. E allora
cosa...?
«Io ti
amo». Naruto lo disse tutto d’un
fiato, senza giri di parole, quasi avesse paura di essere interrotto.
«E non ho mai smesso». Sakura
notò come i suoi occhi brillassero e fossero ancora
più azzurri, più belli.
«Lo so che lo sai», spiegò Naruto serio,
«ma volevo solo dirtelo una volta per tutte, farti capire che
la mia non è
più una cottarella. E so anche che ami ancora
Sasuke, ma non voglio perdere la speranza. Non ci riesco. E
quindi, Sakura-chan, se un giorno dovessi cominciare a provare qualcosa
anche per me, che sia domani o tra un mese o anche tra dieci anni,
non esitare a dirmelo perché non potrei mai, mai dimenticarmi di
te».
Sakura trattenne a stento le lacrime. Gli gettò le braccia
al collo, stringendolo forte a sé. Avrebbe dovuto dirglielo
in quel momento, che
già provava qualcosa per lui, ma aveva paura
che quel qualcosa potesse svanire con il ritorno di Sasuke. Non voleva
illuderlo.
«Grazie, Naruto», sussurrò al suo
orecchio, e lui la abbracciò più forte.
Quando si staccarono, si sorrisero a vicenda, un po’
imbarazzati.
«Non ti prometto niente, ma tu continua a ricordarmelo, che mi ami, e
magari un giorno... Chissà».
Naruto sorrise emozionato. «È più di
quanto mi aspettassi».
A quel punto Sakura si rese davvero conto di quanto Naruto tenesse a
lei. Nonostante Sasuke, nonostante i rifiuti e i pugni, nonostante tutto.
«Buonanotte», disse, stampandogli un bacio sulla
guancia.
Naruto arrossì. «’Notte»,
rispose allontanandosi e, per tutto il tragitto verso casa,
continuò a strofinarsi la guancia con aria sognante.
Sakura si infilò nel letto, chiudendo gli occhi. Nemmeno in
quel momento riusciva a smettere di sorridere.
Non le erano ancora ben chiari i propri sentimenti, ma di una cosa era
certa: Naruto le aveva
scaldato il cuore, ancora,
e di quel calore Sakura non avrebbe mai potuto fare a meno.
Note dell'autrice:
Non so bene cosa dire su questa one shot, forse
perchè parla da sé: non mi arrenderò
mai con questa coppia e continuerò a sostenerla anche se
dovesse presentarsi Kishimoto in persona a casa mia e dirmi "Il NaruHina e il SasuSaku sono
canon, fattene una ragione!". Spero che il capitolo vi sia
piaciuto e che mi farete sapere la vostra opinione. RINGRAZIO INFINITAMENTE
chi legge/commenta questa raccolta alla quale tengo moltissimo!
♥
Soly Dea
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Capitolo 7 *** You will always be my hero ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#07. You will always be
my hero
Ad un anno dalla fine della guerra, le autorità di Konoha
avevano avuto la brillante idea di organizzare una festa per celebrare
una nuova era di pace e benessere.
E chi avevano scelto come ospite d’onore? Ma
ovviamente lui, l’eroe:
Uzumaki Naruto.
Il suddetto eroe accelerò il passo. Era terribilmente in
ritardo e tra l’altro non aveva nemmeno imparato a memoria il
discorso che Kakashi-sensei aveva gentilmente scritto per lui.
L’idea di stare lì, su un palco, circondato da
centinaia di persone, lo metteva in agitazione. Non che si vergognasse
– amava essere al centro dell’attenzione
– ma con che faccia avrebbe potuto parlare della devastazione
che aveva portato la guerra? Non erano dei bei argomenti di cui
parlare: era pur sempre una festa,
no?, e la guerra doveva rimanere solo un lontano ricordo.
La gente aveva bisogno di divertirsi, di non pensare alle perdite.
Scosse la testa e si impose di restare calmo, mentre cominciava vedere
le strade illuminate di Konoha.
***
Sakura aveva aspettato, aspettato e aspettato. Fino
all’ultimo giorno.
Eppure ora si trovava lì, per le strade del villaggio, nel
suo kimono preferito – quello rosso, quello che le stava
particolarmente bene – senza uno straccio di accompagnatore.
E la colpa era esclusivamente di quella testa quadra di Naruto.
Quando Sakura
uscì dall’ospedale, quella sera, trovò
Naruto fermo ad aspettarla seduto sugli scalini.
«Naruto, cosa
ci fai qui?».
Il ragazzo si
voltò, sorridendo. «Non avevo nulla da fare e
così ho pensato che ti avrei potuto riaccompagnare a
casa».
Sakura assunse il
cipiglio più severo del suo repertorio, stringendosi la
borsa a tracolla contro il fianco. «Solo perché
l’altra sera hai detto di amarmi ed io ti ho incoraggiato a
sperare, non significa che ora dobbiamo comportarci come... come una
coppietta». Scese gli scalini e lo sorpassò,
avanzando lungo la strada per paura che Naruto potesse notare il
rossore che le impregnava le guance.
«Sakura-chan,
aspetta! Hai frainteso!».
Naruto la raggiunse,
continuando a camminare al suo fianco. E dire che era partito con
tutt’altre intenzioni...
«Volevo solo
fare una passeggiata con te, come ai vecchi tempi».
Sakura voltò
la testa per osservarlo. C’era qualcosa che lo turbava: lo
intuiva dal sorriso incrinato, dagli occhi che guardavano ovunque
tranne che verso di lei. «Cosa devi dirmi, Naruto?».
Lo vide aprire la bocca
per parlare e richiuderla subito dopo, indeciso.
«È
che io... ho paura», borbottò. «Paura
che dopo la mia dichiarazione dell’altra sera il nostro
rapporto possa cambiare, in qualche modo. Capisci? Non voglio che tu ti
senta forzata a provare qualcosa per me. Cioè,
dev’essere una cosa naturale, ‘tebayo!».
Sakura gli rivolse
un’occhiata perplessa, non avendo capito a pieno il concetto.
«Insomma,
voglio dire... non è cambiato nulla, tra di noi, vero? Siamo
sempre gli stessi, il nostro rapporto è sempre lo stesso: ci
vogliamo bene, ci sosteniamo a vicenda. Io sbaglio, tu mi picchi, io
rido e tu ridi con me. È ancora così,
no?».
Sakura lo
guardò per qualche secondo, in silenzio.
Anche immaginando di
intraprendere una relazione amorosa con Naruto, non riusciva a pensare
al loro rapporto in maniera diversa: non ci sarebbero stati
sbaciucchiamenti in mezzo alla strada, né paroline dolci,
nomignoli o regali d’anniversario, niente di tutto
ciò. Avrebbero continuato a litigare, o meglio, lui avrebbe
continuato a dire e fare sciocchezze, e lei lo avrebbe menato ogni
volta che ce ne fosse stato bisogno, e poi avrebbero risolto tutto con
un bacio. Stop.
Le si imporporarono le guance al solo pensiero.
«Sì,
siamo sempre noi», confermò, e vide il volto del
compagno aprirsi in uno di quei sorrisi che aveva sempre amato.
«Ma per caso ti sei... ti sei pentito delle cose che mi hai
detto l’altra sera?». Quella domanda le era uscita
dalle labbra senza nemmeno averla pensata.
Naruto sgranò
gli occhi, fraintendendo, e Sakura lo bloccò prima che
potesse parlare.
«Non metto in
dubbio che continui ad amarmi, ma forse preferisci che io e te siamo
amici, anziché... ehm... qualcosa di
più?».
Quel dubbio le metteva agitazione, come se da ciò potesse
dipendere l’intensità dei sentimenti di Naruto
verso di lei. Che cosa stupida.
«Sakura-chan,
non ho mai detto questo», rispose il ragazzo, grattandosi la
nuca. «Sarebbe meraviglioso se un giorno tu scegliessi me, ma
nel frattempo voglio che tra di noi non cambi nulla. Non devi sentirti
a disagio sapendo che io ti... che sono innamorato di te. Sono sempre
il tuo migliore amico, quello con cui confidarti e scherzare».
Sakura represse a stento
un sorriso divertito. «Non mi pare di essermi fatta tanti
problemi in questi anni».
«Ma questa
volta è diverso», spiegò Naruto
arrossendo. «A dodici anni era solo una cotta, ora invece...
be’, lo sai», concluse, mettendo le mani dietro la
testa e accelerando il passo. Sakura allargò il
sorriso, trovandolo adorabile nella sua ingenuità.
«No, Naruto,
non lo so. Illuminami», lo prese in giro, raggiungendolo.
L’Uzumaki
ridacchiò imbarazzato. «E dai, Sakura-chan,
è già difficile di per sé... se poi ti
ci metti anche tu...!».
Sakura inarcò
un sopracciglio, scettica. «Non è difficile, sei
tu ad essere un disastro con le parole».
«Ehi!»,
urlò lui, offeso, dandole una spinta. «Sai cosa ti
dico? Anche la cucina non è difficile, sei tu ad essere un
disastro ai fornelli!».
Naruto si
pentì di quelle parole quando vide Sakura schioccare le
nocche delle dita con sguardo assassino e a quel punto entrambi furono
certi che quel loro rapporto così strano, così
particolare, speciale, non sarebbe mai cambiato. Nemmeno a distanza di
dieci anni.
Forse Naruto aveva preso un po’ troppo sul serio la questione
del «Siamo
sempre noi, vero Sakura-chan?» e la cosa la
faceva imbestialire parecchio. Insomma, lei cominciava finalmente a
provare qualcosa per Naruto e ora lui non la degnava nemmeno di un
misero invito per quella stupidissima festa?
Sospirò, guardando il via vai di gente in mezzo alle
bancarelle.
Konoha illuminata a festa durante la notte era un vero spettacolo. Le
rosticcerie erano addobbate con lucine multicolore, ghirlande di fiori
e lanterne rosse. Ovunque aleggiava un tiepido odore di carne
arrostita. Le voci dei bambini e le risate amplificate
dall’alcol si mescolavano con la musica, una melodia energica
e ritmata che faceva venire voglia di ballare.
Sakura non si era mai sentita così sola. Oh, se solo Naruto
l’avesse invitata...
Come per magia, vide passare l’oggetto dei suoi pensieri a
velocità supersonica.
«NARUTO!», urlò, correndogli incontro.
«FERMATI SUBITO!».
Lo afferrò per il colletto della maglia, costringendolo a
bloccarsi.
Il ragazzo si voltò, portandosi una mano dietro la testa per
l’imbarazzo, ma presto il sorriso di scuse si
trasformò in un’espressione esterrefatta. Sakura
indossava un kimono rosso con ricami floreali che le arrivava al
ginocchio e aveva legato i capelli in una crocchia morbida, dalla quale
sfuggiva qualche ciocca che le incorniciava il viso lievemente
truccato. E i suoi grandi occhi verdi... oh, li aveva sempre
amati gli occhi di Sakura.
«Sakura-chan», boccheggiò.
«Sei bellissima!».
La ragazza arrossì, colta alla sprovvista, e si morse
l’interno della guancia per reprimere un sorriso.
Per quanto Naruto potesse essere dolce e romantico e cavalleresco,
Sakura non poteva dimenticare la questione dell’invito.
«Oh, be’, grazie, ma non cercare di distrarmi!».
Naruto inarcò le sopracciglia, confuso. «Distrarti
da cosa, Sakura-chan?».
«Perché non mi hai chiesto di venire con te a
questa festa?», soffiò, esasperata.
Naruto sorrise. «Ci sei rimasta male?».
«Sì, cioè, no... un po’,
forse», rispose lei, arrossendo ulteriormente.
Allora Naruto le indicò il palco allestito a pochi passi da
loro.
«Lo vedi, lì, Kakashi-sensei?».
Sakura lo colpì sulla nuca. «Non chiamarlo
così! Ora per noi è l’Hokage!».
«Be’, l’Hokage
mi ha chiesto di tenere un discorso lunghissimo sulla vittoria della
guerra e ho pensato che non avrebbe avuto senso invitarti se poi
saremmo stati tutto il tempo lontani».
Sakura si morse il labbro inferiore. Oh, avrebbe dovuto
immaginarlo.
«Allora ti va di riaccompagnarmi a casa, più
tardi?».
«Certo, ‘tebayo!»,
esclamò lui, raggiante. «Ora vado, altrimenti
Kakashi-sensei mi ammazza!».
E a nulla servì urlargli nuovamente che quello era l’Hokage.
***
Centinaia di persone lo stavano fissando,
attendendo che parlasse.
Naruto cercò lo sguardo di Kakashi, fermo
dall’altra parte del palco, il quale lo incitò a
continuare, e allora tirò fuori dalla tasca il foglio con
scritto il suo discorso. Lesse qualche parola a caso. Guerra.
Madara. Obito. Morte. Salvezza. Defunti. Pace. Commemorazione.
Prese un respiro profondo e cominciò.
«Oggi, siamo tutti qui riuniti per diversi motivi: primo tra
tutti, commemorare i caduti in guerra...».
Alzò gli occhi sulla folla. Vide le lacrime farsi strada
negli occhi di ogni ninja lì presente, vide il dolore per la
perdita delle persone care.
«...e per onorare i superstiti»,
continuò, stringendo il foglio tra le dita.
Onorare i superstiti?
C’era davvero scritto così? Ma che diamine
significava?
Naruto accartocciò il foglio e lo gettò via, poi
rialzò gli occhi sul pubblico.
«Come tutti voi ben sapete, sono Uzumaki Naruto, l’eroe di Konoha».
Rise di se stesso, come un bambino, destando lo stupore della gente.
«Ma chi voglio prendere in giro? Io, un eroe? Cosa ho
fatto per meritare questo titolo?
I veri eroi sono Yamanaka Inoichi, Nara Shikaku, Hyuuga Neji e tutti
coloro che si sono sacrificati un anno fa. È grazie a loro
se siamo vivi, qui, a festeggiare la fine della guerra».
Guardando una vecchietta annuire in segno di approvazione e sorridergli
con calore, Naruto si sentì invaso da una forza nuova,
sconosciuta, che gli permise di proseguire un discorso improvvisato sul
momento, ma che veniva dal profondo del suo cuore.
«Certo, non ci sarà mai un solo giorno in cui non
sentiremo la mancanza dei nostri cari e il dolore sarà
forte, inevitabile, ma ricordiamoci che proprio loro avrebbero voluto
vederci felici. Godiamo del presente che ci hanno donato e costruiamo
un mondo nuovo. Niente più guerre: solo pace, amore e tanto
ramen!».
Il pubblico scoppiò in urla e applausi, e Naruto scese dal
palco, lasciandosi trasportare dalla gente in mezzo alla festa.
Sakura, guardandolo da lontano, si asciugò gli occhi lucidi
con il dorso della mano.
Era inutile che Naruto lo negasse, era proprio quello che faceva
di lui un vero eroe. Il suo
eroe.
Note dell'autrice:
E'
da quando è finito Naruto che immagino una cosa de genere e
finalmente sono riuscita a buttare giù qualcosa. Spero che
vi piaccia! Se avete notato, questo capitolo è collegato al
precedente tramite la dichiarazione di Naruto. Nient'altro da dire, GRAZIE a tutti
coloro che seguono e commentano questa raccolta, vi adoro! ♥
Soly Dea
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Capitolo 8 *** The only certainty [fireworks inside me] ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#08. The only certainty
[fireworks inside me]
«Sei molto carina stasera, Sakura».
La ragazza si portò alla bocca un bicchierino che di sicuro
non era analcolico senza degnare l’Inuzuka di uno sguardo,
intenta com’era a fissare la vetrina della rosticceria che le
stava di fronte. «Non attacca con me, Kiba. Lo sanno tutti
che pendi dalle labbra di Hinata».
Kiba tossicchiò imbarazzato, deviando il discorso.
«Non starai esagerando, con l’alcol?».
«Fatti gli affaracci tuoi!», rispose Sakura,
bevendo tutto in un sorso il bicchiere.
Non riusciva a smettere di pensare che, terminato il discorso in onore
dei caduti in guerra, Naruto aveva cercato Hinata, non lei. Sakura
aveva seguito i movimenti del ragazzo con lo sguardo, credendo che
prima o poi lui l’avrebbe raggiunta per passare il resto
della serata insieme e per riaccompagnarla a casa, come le aveva
precedentemente promesso, invece era entrato nella rosticceria in cui
c’erano Kiba e Hinata. Ma ora l’Inuzuka era vicino
a lei, mentre Naruto conversava animatamente con la Hyuuga.
Ogni volta che qualcuno le gironzolava davanti, Sakura lo spingeva via
con le mani per avere una visuale completa della rosticceria.
Perché?
Perché Naruto le faceva questo, dopo essersi dichiarato di
nuovo? Cercava di trovare una spiegazione plausibile, viste le
innumerevoli volte in cui si era sbagliata sulle intenzioni di Naruto,
ma non ci riusciva. Pensava solo a Naruto e Hinata, insieme, e sentiva
una fitta al cuore.
Kiba, al suo fianco, aveva preso a parlare. Parlava, parlava e parlava,
ma a lei non andava di ascoltarlo.
Sgranò gli occhi quando vide Naruto chinarsi sulla guancia
di Hinata e lasciarle un bacio, poi i due si rivolsero qualche altra
parola e infine uscirono insieme dalla rosticceria. Sorridevano. Si sorridevano.
E alzandosi dal suo sgabello per raggiungerli, Sakura
rifletté di non aver mai provato tanta gelosia in vita sua. Nemmeno per Sasuke-kun.
«Andiamo a vedere i fuochi d’artificio».
Nemmeno il tempo di farlo uscire dalla rosticceria in compagnia di
Hinata, che Sakura si era praticamente catapultata su Naruto e
l’aveva afferrato per un braccio, costringendolo a seguirla.
«Ma... Sakura-chan... i fuochi d’artificio verranno
sparati più tardi!».
«Non mi interessa. Voglio
andare a vedere i fuochi d’artificio».
Naruto si chiese cosa le prendesse. Lo stava letteralmente trascinando
in mezzo alla strada, ignorando le sue proteste e dicendo cose assurde.
Non sembrava nemmeno lei.
«Sakura-chan, io non ho ancora mangiato niente!».
«Be’, avresti potuto mangiarci, in
quella rosticceria... invece di flirtare con Hinata».
«Ma che diamine stai dicendo?!».
Naruto piantò i piedi per terra, sfilando bruscamente il
braccio dalla mano di Sakura.
Solo allora notò che la ragazza era rossa in volto e
faticava a tenere gli occhi aperti.
«Sakura-chan, ti senti bene?», le chiese
apprensivo, avvicinandosi.
Sakura sbuffò, incrociando le braccia al petto.
«Fingi di preoccuparti per me, ora?».
«Cosa...? Ma io mi sono sempre preoccupato per te!».
«Ho visto come ti preoccupavi di me mentre parlavi con Hinata
ed io ero là fuori tutta sola!».
Naruto boccheggiò: Sakura era gelosa,
dannatamente gelosa di lui.
Non era la prima volta che mostrava tale sentimento, ma mai come
allora Naruto si chiese se quella gelosia non fosse dettata dalla
semplice amicizia. Se
ci fosse qualcosa di più.
«Sakura-chan», le disse sorridendo.
«Kiba mi aveva chiesto di parlare con Hinata
perché aspettava ancora una risposta da parte mia. E sai
cosa le ho detto?».
Sakura si morse il labbro inferiore, imbarazzata. «Cosa?
Sentiamo».
«Che per me
esisti solo tu».
Naruto le sorrideva in modo così dolce e sincero che sarebbe
stato impossibile non credergli.
Sakura si ritrovò a vergognarsi di se stessa
perché aveva dubitato di Naruto. Ma il fatto era che Hinata
si faceva sempre più bella, sempre più languida
d’amore per Naruto, e meritava la sua attenzione
più di chiunque altra. Sakura, pur sapendo di poter averlo
quando e come voleva, si sentiva costantemente ad un livello inferiore
rispetto alla Hyuuga. Era una paura sciocca, insensata, ma non riusciva
a scacciarla.
«Scusa», ammise abbassando lo sguardo, poi i suoi
occhi si infiammarono all’improvviso. «Un momento!
Le hai detto davvero che esisto solo io?! Ma sei un
insensibile!».
Naruto mosse freneticamente le mani. «Ma no, Sakura-chan,
sono stato più delicato! Il senso era quello,
però».
Sakura sorrise, la mente piacevolmente annebbiata dall’alcol.
«Mi accompagni a vedere i fuochi d’artificio,
allora?».
«Certo, ‘tebayo!»,
esclamò Naruto di rimando, afferrandola per mano. Un attimo
prima di riprendere a camminare, Sakura si procurò due
spiedini di carne da una bancarella e li ficcò letteralmente
nella bocca del compagno. Naruto sorrise addentandone uno.
«Sakura-chan, mi chiedevo... Perché sei
così gelosa di me e Hinata?».
La collina era ancora deserta, come previsto. Si erano stesi per terra,
l’uno vicino all’altro, a contemplare il cielo
notturno in attesa dei fuochi d’artificio tanti agognati da
Sakura. «Non sono gelosa», rispose la ragazza, dopo un
attimo di silenzio.
Naruto le sfiorò il fianco con un gomito.
«Sì che lo sei».
«Oh be’, forse un po’ lo sono»,
gli concesse.
Naruto sorrise, voltandosi di lato per poterla guardare. Percorse con
lo sguardo il suo profilo illuminato dalla flebile luce della luna.
Era bella, la sua Sakura-chan. «Perché?
Perché sei gelosa?», ripetè, forse
lasciando trapelare troppa curiosità.
Quella sera Sakura sembrava particolarmente disposta a mettere a nudo i
suoi sentimenti e Naruto nemmeno se ne chiese il motivo: non poteva
perdersi un’occasione del genere, lui doveva sapere.
«È che tu hai sempre amato me»,
spiegò Sakura con un sospiro. «E se smettessi di
farlo... cadrebbero tutte le mie certezze».
Naruto aggrottò la fronte, perplesso.
«Sakura-chan, tu hai tante certezze! La tua famiglia ti vuole
bene, sei bravissima nel tuo lavoro e... ami Sasuke». Le
ultime parole erano state poco più di un sussurro: per
quanto desiderasse la felicità di Sakura, gli faceva sempre
un po’ male ammettere che nonostante il trascorrere degli
anni il suo incondizionato amore per Sasuke era ancora lì,
indelebile nel suo cuore.
«Ma sapere che tu
mi ami è più importante»,
puntualizzò Sakura con tono di voce ugualmente basso.
Naruto si zittì incredulo. «Perché,
Sakura-chan? Sono sempre stato solo un amico per te».
«Il mio migliore
amico», lo corresse Sakura, senza smettere di guardare il
cielo.
«La gelosia è una cosa che va oltre
l’amicizia».
Naruto quasi si pentì di averlo detto. Non voleva correre,
non voleva metterla a disagio.
Ma lui sentiva che c’era qualcosa,
qualcosa che non poteva assolutamente lasciarsi sfuggire.
«Non so spiegartelo. Mi hai sostenuta tante di quelle volte
che ormai ci ho fatto l’abitudine. Se tu non ci fossi, crollerei».
Naruto non seppe più cosa dire. Sakura non era mai stata
tanto sincera ed espansiva nei suoi confronti. La scrutò
attentamente alla ricerca di una spiegazione. I suoi occhi verdi
sembravano guardare in cielo, ma in realtà faticava a
tenerli aperti, e aveva le guance arrossate. Ma non era imbarazzo.
«Sakura-chan, sei ubriaca?».
Quella scoperta gli fece seccare la gola: Sakura gli aveva aperto il
cuore non perché quel giorno fosse particolarmente incline a
farlo, né per la stanchezza. Era l’alcol che
parlava. Ma l’alcol non faceva forse fuoriuscire la
verità in modo semplicemente più schietto?
Quel pensiero lo rianimò improvvisamente.
«Forse sono un po’ brilla», rispose lei,
stropicciandosi gli occhi. «È colpa tua: tu flirtavi con Hinata
ed io non sapevo come altro divertirmi».
«Non stavo flirt−».
«Sì sì, come vuoi».
Naruto si convinse che in fondo farle tutte quelle domande che in
condizioni normali non le avrebbe mai posto non fosse poi una brutta
cosa.
«Sakura-chan, cosa ne pensi di me?», disse tutto
d’un fiato.
«Sei... il mio migliore amico. Te l’ho
già detto», ribadì Sakura, un
po’ stizzita.
«Sakura-chan... intendo... come ragazzo».
Naruto si avvicinò
maggiormente a lei, arrossendo nel
momento in cui Sakura voltò il viso, per nulla turbata
dall’esigua
vicinanza.
«Sei un baka di prima categoria... a volte sei anche un
rompiscatole... e ti trovo buffo».
Naruto sospirò deluso. «Solo questo?».
Sakura sorrise, accarezzandogli il viso. «Sei tanto dolce...
e ti stai facendo proprio carino».
Naruto boccheggiò, mentre il dito di Sakura picchiettava
sulla sua guancia. Sentiva il suo respiro sul viso e sapeva un
po’ d’alcol, ma non gli importava. Si fece ancora
più vicino, senza opposizioni. Oh, la Sakura-chan
sobria non avrebbe mai permesso una cosa del genere...
Ma le sue labbra erano piene e rosse. Avrebbe potuto baciarla
facilmente, tant’erano vicini, ma non voleva approfittare di
lei da ubriaca. Non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere.
Voleva che il loro primo bacio fosse sentito, al momento
giusto e nel posto giusto.
Se non poteva baciarla, avrebbe almeno cercato di capire cosa
significava lui per lei.
Allora risollevò lo sguardo verso il cielo, rosso in volto,
imponendosi di non pensare a quel bacio mancato.
«Cosa provi per me, Sakura-chan?»,
ritentò.
Sakura, però, non aveva intenzione di semplificargli il
compito. Si raggomitolò contro di lui, poggiando la testa
sulla sua spalla.
«Aaaah quante domande stasera! Lo sai... io ti voglio taaaanto
bene».
«E basta?», si lasciò sfuggire Naruto,
guardandola con la coda dell’occhio.
Sakura si accucciò ancora di più contro di lui.
«Be’... forse...».
«Cosa, Sakura-chan? Cosa?»,
insisté lui, scuotendo lievemente il braccio della ragazza.
«Forse ti voglio tantissimo
bene».
Naruto riabbassò lo sguardo lasciandosi sfuggire un “Ah”
di pura delusione.
Fu a quel punto che su tutta la collina si propagò il rumore
dei fuochi d’artificio e il cielo cominciò ad
essere illuminato ad intermittenza da scintille colorate. Ma Sakura non
sembrava esserne molto contenta: si era tappata le orecchie e aveva
chiuso gli occhi.
«Naruto?».
«Mh?».
«Sono stanca. Mi riaccompagni a casa?».
E pensare che aveva insistito tanto per vedere i fuochi
d’artificio... «Va bene».
L’Uzumaki si alzò in piedi e allungò la
mano verso la compagna.
«Mi porti in braccio?», gli chiese lei, le labbra
piegate in un sorriso infantile.
Naruto sgranò gli occhi. «Coooosa? Ma non ci
penso nemmeno!».
Sakura scattò in piedi tirandogli un pugno nel petto.
«Sakura-chan
di qui, Sakura-chan di là, e poi ti rifiuti di
portami in braccio! Che ingrato...».
Detto questo si voltò e scese velocemente giù
dalla collina. Naruto la vide incespicare più volte nei suoi
stessi piedi e si ritrovò a ridacchiare, esasperato. Anche
se quella conversazione gli aveva messo una gran confusione in testa,
non poteva fare a meno di sorridere.
«Sakura-chaaan, aspettami!».
Note dell'autrice:
Questo
capitolo è collegato al capitolo precedente, così
come il capitolo precedente era collegato all'altro ancora, per un
totale di tre capitoli che narrano la festa post-guerra. Se volete sapere cosa si
sono detti Hinata e Naruto, potete scroprirlo qui.
Comunque dalla prossima volta si ritornerà con capitoli scollegati
tra loro.
Di solito aggiorno una volta a settimana, ma questa volta ho voluto
aspettare due settimane per la carenza di recensioni T.T se la raccolta
sta diventando noiosa o altro, non esitate a dirmelo e la
chiuderò. A dire la verità, ho paura che il
fandom stia di nuovo perdendo interesse per questa coppia (io stessa,
ora, mi sto dedicando ad altre coppie e ad altri manga, anche se la
NaruSaku rimarrà sempre nel mio cuore ♥).
Insomma, fatemi
sapere cosa ne pensate! Ringrazio chi
legge, segue e/o commenta questa raccolta. Alla prossima!
Soly Dea
|
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Capitolo 9 *** Damn [lovely] stupid Naruto! ***
contest
The
Bridge
between Heaven
and Earth
#09. Damn [lovely] stupid
Naruto!
«...Anche se Sasuke-kun è tornato a Konoha, io
voglio passare il mio tempo libero con te. Capisci, Naruto? Voglio che
la mattina mi accompagni all’ospedale e che la sera mi porti
a cena all’Ichiraku. Il sabato, però, voglio
andare in qualche ristorante carino, non troppo costoso. E non solo
come amici. Intendo... come
una coppia vera». Sakura non poté
fare a meno di sorridere, portandosi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio. Non pensava che confessare i suoi sentimenti
sarebbe stato così semplice, che le sarebbe venuto
così naturale.
«Quello che sto cercando di dirti è che... anche
se sei stupido, infantile, irresponsabile, distratto e casinista, io
credo di essermi davvero innamorata di te».
Naruto inarcò le sopracciglia, come se avesse appena
ascoltato la lista della spesa, come se la sua dichiarazione fosse una
cosa di poco conto.
Okay, forse si era aspettata una reazione un tantino più vistosa. Forse si
era immaginata di vederlo esultare e saltellare come un bambino di
fronte al giocattolo nuovo che aspettava da tempo. Forse aveva pensato
che l’avrebbe afferrata per la vita e baciata con passione.
Lentamente affiorò il sospetto che Naruto l’avesse
dimenticata, che avesse rivolto i suoi occhi altrove.
Non voleva crederci, non lo avrebbe sopportato.
«Sakura-chan, stai bene?», le chiese
l’Uzumaki con tono confuso, avvicinandosi.
Sakura si sentì arrossire quando lui le poggiò
una mano sulla fronte e la fissò dritta negli occhi, a pochi
centimetri dal suo viso. «Non è che hai la
febbre?». A quel punto l’espressione della ragazza
passò da imbarazzata a indignata e la vena che prese a
pulsarle sulla tempia non prometteva niente di buono. «Ma
allora sei cretino! Io ti sto dicendo che ti amo e tu credi che io
abbia la febbre?!».
Naruto le rivolse un’occhiata da cucciolo indifeso, poi
abbassò lo sguardo con un sorriso triste.
«Sakura-chan, tu hai sempre amato Sasuke...».
La kunoichi sospirò. In fondo c’era da
aspettarselo, quello era pur sempre Naruto. Naruto che anteponeva
sempre i sentimenti degli altri ai propri, Naruto che aveva passato
una vita intera a cercare di guadagnarsi la fiducia e
l’affetto degli altri, Naruto che la amava –
perché la amava ancora, no? – in maniera del tutto
disinteressata.
«E quindi? Non mi è permesso innamorarmi di
un’altra persona?».
Naruto si grattò la testa, non sapendo bene cosa dire.
«È solo che...».
«Cosa, Naruto? Cosa?
Non ti è mai venuto in mente che, continuando imperterrito a
proteggermi, a sostenermi, ad amarmi, un giorno io avrei potuto
ricambiare i tuoi sentimenti?». Perché era
esattamente quello che era successo, anche se lei stessa stentava
ancora a crederci.
«Sakura-chan», mormorò Naruto,
«ma allora... ehm... non è uno scherzo, no? Tu... davvero?
Cioè, davvero
davvero?».
Sakura avrebbe voluto strangolarlo, ma poi ricordò quanto
Naruto avesse dovuto aspettare per averla. Ricordò tutte le
volte in cui l’aveva rifiutato, preso a pugni, messo da parte
per rincorrere un amore adolescenziale che era scemato nel corso del
tempo.
«Sì, baka. Davvero
davvero», rispose addolcendosi. «E
vorrei provare a stare con te, senza bruciare le tappe,
però. Sempre se tu... se mi vuoi ancora, ecco», si
affrettò a precisare, un po’ imbarazzata. Naruto
continuava a fissarla imbambolato e Sakura pensò seriamente
di prenderlo a pugni per svegliarlo e poi lasciarlo di sana pianta. Lei
si dichiarava così apertamente e lui rimaneva impassibile? A
quel punto lo vide farsi avanti, gli occhi azzurri spalancati. Oh, aveva sempre
amato gli occhi di Naruto.
«Sakura-chan, mi stai chiedendo se io ti voglio
ancora?».
Sakura cercò di interpretare lo sguardo di Naruto, ma per la
prima volta non riuscì a capire cosa stesse pensando.
«Capirei se ti fossi stancato di aspettare». No,
non era vero, non lo avrebbe capito.
Non ora che lo amava, non ora che era a un passo così dal
raggiungimento della felicità che aveva tanto agognato.
Lentamente l’espressione indecifrabile di Naruto si
trasformò in un sorriso, mentre gli occhi azzurri la
guardavano con una devozione tale che Sakura sentì le gambe
molli. «Io ti vorrò sempre, Sakura-chan. Lo
sai».
E in fondo lo sapeva. Anche se provava l’insensata paura che
Naruto potesse notare da un momento all’altro una ragazza
più bella, più dolce, più matura di
lei, in fondo Sakura sapeva che lui non avrebbe mai smesso di amarla.
Ma ogni tanto le piaceva che Naruto glielo ricordasse.
Si morse l’interno della guancia per non sorridere troppo
apertamente. Il sollievo si impossessò del suo cuore,
improvvisamente più leggero.
«Be’, in tal caso...»,
cominciò. Stava arrossendo di nuovo, se lo sentiva, ma il
solo pensiero che di lì a poco Naruto l’avrebbe
baciata − perché l’avrebbe baciata, ne
era certa − le trasmetteva un misto di imbarazzo, paura ed
emozione che non aveva mai provato nemmeno per Sasuke.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno Naruto le avrebbe fatto
provare emozioni del genere?
Lo guardò, in attesa, e quando lo vide avvicinarsi
sentì il cuore battere più forte.
Gli occhi azzurri di Naruto brillavano di una luce nuova mentre si
chinava su di lei sfiorandole una guancia con le dita.
Sakura rabbrividì. Naruto ora le era vicinissimo,
così vicino che avrebbe potuto gettargli le braccia al collo
e baciarlo senza problemi, ma era stata lei a dichiararsi e voleva che
ora fosse lui a fare la sua mossa.
Trattenne il respiro nel momento in cui Naruto poggiò la
fronte sulla sua e il suo respiro accelerato le accarezzò le
labbra. C’erano solo pochi centimetri a dividerli e lui
continuava a sorriderle, ed era così bello, e aspettava quel
momento da mesi, e avrebbe voluto accorgersene prima e già
fantasticava sul loro primo appuntamento e...
Perché diamine ancora non la stava baciando?
Perché diamine ora la fissava con un sorriso ebete stampato
sul volto?
Perché diamine si era innamorata di un cretino del genere?
«N-Naruto?», lo richiamò con voce
lievemente isterica, sentendo l’occhio sinistro impossessarsi
di un fastidioso tic nervoso.
«Sakura-chan...», mormorò lui con
l’espressione di chi sta ormai viaggiando in un altro mondo.
«Sakura-chan mi ama... », cantilenò,
gongolando.
Sakura sgranò gli occhi. Le mani le prudevano terribilmente.
«Sakura-chan è innamorata di me...»,
continuò Naruto, cominciando a dondolarsi sul posto.
All’improvviso lo sguardo da ebete lasciò il posto
ad un’espressione di pura euforia. Naruto saltò
letteralmente in aria gettando le braccia al cielo e rise forte.
«Sì, sì, sì! Evvai, lo
sapevo! Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo! Sì,
sì, sì! Come sono felice, ‘tebayo!».
Sakura lo guardò esultare e saltellare – come
aveva previsto pochi minuti prima – e tutto ciò che sentì
fu... tenerezza? Assolutamente no. Divertimento? Ma nemmeno per sogno.
Compassione? Abbastanza, sia per se stessa che per Naruto. Rabbia?
Taaaanta rabbia.
Perché Naruto avrebbe dovuto saltellare ed esultare prima, non mentre
era in procinto di regalarle il suo primo bacio.
Diamine, non avrebbe dovuto rovinarle un momento così bello!
«SHANNARO!», urlò gettandosi sul ragazzo
e dandogli un violentissimo pugno sulla testa.
Naruto si accasciò per terra ma non smise di pronunciare
parole sconclusionate. «Sakura-chan è mia...
è finalmente mia~♥».
«Oh, non credo proprio!», dichiarò
Sakura, ergendosi minacciosa sulla figura di Naruto steso al suolo.
«Sappi che dopo questa scenata dovrai faticare enormemente per
riconquistarmi». Ma Naruto non la ascoltava, immerso nel suo
alone di cuori e arcobaleni.
Sakura si diede una manata in faccia, ma non poté frenare il
sorriso che le spuntò sulle labbra ripensando a tutto
ciò che era successo.
Di sicuro con Naruto non ci sarebbe mai stato da annoiarsi.
Note dell'autrice:
Pubblico
in ritardo perchè ho iniziato alcune storie nel fandom di
One Piece che mi sta prendendo tantissimo e quindi volevo prima
sistemarmi lì e poi continuare questa raccolta. Ammetto che
ho perso un po' di interesse verso Naruto, ma la NaruSaku
rimarrà sempre nel mio cuore e spero che questo nuovo
capitolo vi sia piaciuto. Grazie
infinite a tutti coloro che mi seguono e commentano, vi
adoro ♥ vi aspettavate un bacio, eh? E invece no, dovrete
aspettare ancora un altro po' :P alla prossima!
Soly Dea
|
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