Washing up with love

di Wearewhoweare
(/viewuser.php?uid=693829)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Part.1 ***
Capitolo 2: *** Part. 2 ***
Capitolo 3: *** Part.3 ***
Capitolo 4: *** Part. 4 ***
Capitolo 5: *** Part.5 ***
Capitolo 6: *** Part.6 ***
Capitolo 7: *** Part. 7 ***
Capitolo 8: *** Part.8 ***
Capitolo 9: *** Part.9 ***



Capitolo 1
*** Part.1 ***






I'm back!!!!


Questa storia la dedico a te,
A te che mi sopporti,
A te che senti la mia voce più di mia madre,
A te che non so come, ma sei diventata più di quanto potessi pensare.

Questa storia la pubblico oggi per te, per ricordati che tra 73 giorni saremo insieme.














 










Ogni superficie della stanza, era come al solito coperta da  vestiti.
Non che Zayn si stupisse ormai, in fondo Louis non sarebbe mai cambiato. Niente al mondo l'avrebbe mai fatto diventare una persona ordinata, non ce l'aveva fatta la povera Jay,  come pretendeva di riuscirci lui?  

Louis quella mattina sentiva la sveglia suonare ininterrottamente nella sua testa, eppure niente sembrava svegliarlo da quello stato di dormiveglia in cui si trovava. 
Aveva fatto uno strano sogno quel giorno: c'erano lui, un tanga e una farfalla blu. 
Non aveva assolutamente senso e questo lo sapeva bene. 
Infondo però non aveva senso neanche svegliarsi presto, ma domani iniziava un nuovo semestre e lui non si poteva permettere nessuna distrazione. Doveva riuscire ad entrare alla John Hopkins a tutti i costi. Quindi doveva  andare ad iscriversi per alcuni corsi extra.


Si alzò lentamente e si strofinò gli occhi azzurri, prima di riuscire a distinguere nella semi oscurità  la sagoma del suo migliore amico. 
"Zayn che succede? "
"Che succede Lou? Hai il coraggio di chiedermelo!?"
Lo sguardo confuso dell'amico portò l'incazzatura di Zayn a livelli spropositati.
 "Succede che la nostra fottuta stanza è immersa nella merda perchè QUALCUNO non si decide a pulire!" sbraitò Zayn.
Louis era stordito.
 Già era mattina, e di per sè era un problema, ma poi ci si metteva pure il coglione del suo coinquilino. Sbuffò e finalmente guardò la faccia sicuramente arrabbiata del suo migliore amico.
"Zayn, ma che problemi hai? E' mattina, perchè devi rompere anche a quest'ora?"
"Perchè mi chiedi? Perchè? Dio Louis giuro che ti uccido stavolta... Sai il mio disegno a cui ho lavorato per tutte le vacanze perchè sarebbe stato valutato come un quarto del voto finale?" 
Louis annuì.
"Bhe l'avevo lasciato ad asciugare sulla finestra, ma ieri qualche idiota ubriaco ci ha buttato sopra i suoi vestiti ed è inutile dire che si è sbavato tutto vero?!" urlò Zayn.
Ok.
 Louis si sentiva in colpa, ma infondo non era completamente colpa sua no? Era anche colpa di Stan, quel ragazzo lo ha convinto a bere e a ubriacarsi non era mica stato lui stesso.
Louis però sapeva di aver fatto una cazzata anche quella volta, e che sicuramente si sarebbe dovuto far perdonare.
E questo voleva dire: pulire,fare il bucato per tutto il mese, cucinare e sorbirsi le paranoie di Zayn sul suo amore per l'eterissimo Liam Payne.
Sospirò rassegnato alla tortura che lo aspettava.
Iniziava proprio bene il semestre.








***








Quella mattina iniziata tanto male, ovviamente non poteva che peggiorare. 
Aveva appena scoperto che l'esame per passare alla Johns Hopkins sarebbe stato su Shakespeare. 
"Ci serve un referto umanistico " aveva detto l'oca petulante della reception.
Una cosa che  proprio la mente di Louis non riusciva a percepire erano le parole di quel nano inglese. Che poi anche lui era un nano inglese, ma questa è un'altra storia.
Louis non era mai stato una persona con un forte sentimentalismo o con una forte immaginazione su come sarebbe stato l'amore. Semplicemente perchè lui il vero amore non l'aveva mai provato. Mai nella sua vita aveva messo l'amore in primo piano, il suo unico scopo era di diventare un medico. Lui voleva aiutare, lui voleva salvare vite. 
E se questo voleva dire lavorare in un pub dove tutti ci provavano con lui, lo avrebbe fatto.
Dopo aver lavorato per anni nel laboratorio della sua città ad analizzare e catalogare provette piene di sangue e a studiare anatomia nelle sue più piccole sfaccettature, finalmente era arrivato all'ultimo anno. Ce la poteva fare. Poi sarebbe entrato alla Johns Hopkins per specializzarsi.
Si è così che andrà. 
E' così che deve andare.
Se poi nel suo cammino incontrerà un bel neurologo con dei bei bicipiti, bhe allora sì che  si sarebbe buttato.
Pensando a questo si incamminò verso la tabella dei corsi per iscriversi al corso di letteratura inglese. 
Shakespeare contro Louis Tomlinson chi vincerà? 
Louis era fiducioso, ma Shakespeare era un bell'osso duro.


Per quel primo giorno, le commissioni erano finite.
Louis si incamminò con il suo skateboard verso il proprio dormitorio, era bello sentirsi l'aria sfiorargli la faccia e la mente libera. Quello sì che era amore. Non come lo descrive Shakespeare pff.
Doveva ricordarsi di telefonare anche a sua mamma quel giorno, se no sicuramente tra poco avrebbe dato di matto  , anche perchè tra poco era il compleanno di Fizzie e anc..

"Ehi deficiente, ma impara a guidare!" gridò un Louis incazzato. Una macchina nera lo stava investendo. Ma che cazzo ha in testa la gente?
Guardò in modo minaccioso un'ultima volta il tipo biondo alla guida per poi ripartire col suo skate. Non prima di essersi girato di nuovo incontrando due occhi verdi che lo guardavano sorridendo. 
Si girò come scottato da quegli occhi e decise di continuare per la sua strada come aveva sempre fatto.







#







Una donna sbattè il giornale sul suo tavolino preferito ottocentesco e scoccò un occhiata di puro astio al suo unico figlio maschio.

"Harold, si può sapere dove abbiamo sbagliato con te? Non c'è stato giorno in cui non ti impartissimo la giusta educazione o i giusti insegnamenti. Già era sconvolgente che uscivi con donne più grandi di te, ma ora?Ora anche gli uomini?! Ma dico sei impazzito per caso?!C'è  forse qualche strana larva nel tuo cervello?!" sbraitò la donna.
Harry pensò di aver proprio esagerato stavolta. 
Forse uscire con un uomo non è stata la sua migliore idea.
Rettidico: forse farsi beccare a leccare panna dal corpo di un uomo non era stata la sua migliore idea.
Di solito dopo la solita ramanzina sua madre lo lasciava andare.
Stavolta però non pensava che sarebbe andata nella stessa maniera.

"Cara, siediti non agitarti" gli disse l'uomo con un dolce sguardo.

"No non mi calmo Des, non posso permettere che mio figlio passi per una donna dai facili costumi e inoltre se la fa con gli uomini, sai che scandalo ne uscirà fuori?!"

"Bhe ma, madre .." 
"Taci tu! "
"No madre! Non smetto di parlare, perchè il problema non è che me la faccio con gli uomini, molti reali hanno confessato di essere omosessuali quindi qual è il problema?! "
"Il problema? Mi stai seriamente chiedendo qual è il problema?! Il problema è che diventerai re, razza di ingrato e pensi sul serio che il popolo acceterà il tuo essere omossessuale?! Lo pensi davvero!? Allora sei più stolto di quanto pensassi."
Il riccio divenne rosso dalla rabbia e stava per ribattere, ma il Re decise di intervenire prima che la situazione degenerasse. 
"Sediamoci forza, parliamone con calma. Cara, Harold ha ragione molti reali hanno mostrato chi sono veramente e certo, sarebbe uno scandalo all'inizio, ma se sposerà un reale non ci saranno problemi se avrà  lo stesso del futuro Re" 

Harold sorrise alla dolcezza di suo padre. Ma un reale?. Dio, sarà incatenato ad una checca isterica tutta la vita.

"Comunque a parte questa piccola discussione sulla tua sessualità, che abbiamo risolto, cosa ci volevi chiedere Harold? " chiese il Re.

"Bhe ecco, stavo pensando che sarebbe una bella esperienza per me recarmi negli Stati Uniti a imparare i costumi degli americani, in caso avessimo delle trattative nei loro confronti e poi sarebbe veramente bello incontrare gli americani veri del Wisconsin, c'è anche un'ottima università che ha interessanti corsi e con attività extra accademiche di importante rilievo"
"Tutto questo non è altro che una delle tue tante scappatelle, che per inciso finanziamo noi." parlò la madre.
 "Ci ritroveremo come al solito con la tua faccia sulle riviste e con te che ti nascondi a palazzo aspettando la tua nuova illuminazione su dove andare per trovare te stesso!"  continuò lei.
"Se vi do tutto questo imbarazzo perchè non mi diseredate? Anzi sapete che vi dico andrò con o senza il vostro permesso e andrò senza i vostri soldi"
Harold si alzò dalla sedia e iniziò ad incamminarsi vero l'uscita, non prima di aver gradato.
"NIALL! PREPARA LE MIE VALIGIE. "
"Mi raccomando Niall, tienilo d'occhio " gli disse la regina.
Il poveretto annuì.











#











"Sua Altezza io capisco tutto, ma vede siamo in America e abbiamo pochi soldi, come pensa di sopravvivere? " 
"Niall stai tranquillo, troverò un lavoro e riusciremo a mantenerci, nel mentre andremo a vivere nel dormitorio così non abbiamo problemi per l'affitto" 

I due erano ormai arrivati in America e stavano cercando il dormitorio in macchina .

"Niall alza la radio amo questa canzone !" urlò Harold.
"Certo Altezza "
Niall si abbassò leggermente per aumentare il volume della radio ma...

"Ehi deficiente, ma impara a guidare " gridò un ragazzo sullo skateboard.

Harry sentendosi offeso da tutta quella sfrontataggine abbassò il finestrino per poter insultare quel maleducato che aveva osato urlargli contro.


Azzurro ecco cosa vide.








***









"Hai visto Niall, che ti avevo detto? Tanti bei maschioni pieni di ormoni, ci sarà da divertirsi qua! " disse Harold ridendo.
"Certo principe Harold, come dice lei. "
"Oh, suvvia, Niall d'ora in poi non mi chiamerai più Principe ok? D'ora in poi sarò Harry e basta"
"Certo, prin- Harry come vuole lei " 
"Perfetto ora predi le valigie e andiamo nel dormitorio, scommetto che ci divertiremo come dei matti "
"Io mi sto già divertendo molto " disse il biondino.
"Sei infelice Niall? "
"Cosa glielo fa pensare?"
"Non lo so.. la vostra espressione è sempre la stessa, in vita tua hai mai sorriso?"

Appena il principe si mosse, Niall sbuffò e andò a prendere le valigie, questa " vacanza" sarebbe stata una catastrofe e lo sapeva bene.


Dopo aver camminato per tutto il dormitorio finalmente trovarono  la loro stanza. 
Harry diede un calcio alla porta e l'aprì. 
"Eccoci qua Niall, la nostra nuova casa!"
"Cosa abbiamo fatto di male per meritarci questo?! Abbiamo rubato le caramelle a un bambino?" disse Niall.

In effetti non si poteva ritenere una stanza regale quella del principe. 
Essendo un dormitorio, comprendeva soltanto una stanza con un guardaroba comune e due letti a castello. 
Niall continuò ad avere una faccia schifata anche quando il principe disse :
"Su Niall, ti farò scegliere anche su quale letto dormire" 
Mentre il principe pronunciava quelle parole, un ragazzo con i capelli blu entrava dalla porta mangiando patatine .
Appena notò i due nuovi arrivati sobbalzò e si mise una mano al cuore.

"Caspita mi avete fatto prendere un colpo, comunque io sono Micheal e ci sono alcune regole da rispettare: non si portano ragazze in camera, tutto e di tutti e il bucato si fa a turni, domani ci sarà il primo, e inizierai tu" disse il tipo strano indicando il principe Harry.
Bhe, breve e conciso.

Niall sbiancò. Il principe non aveva mai toccato un suo abito sporco, figurarsi lavarlo.
"Ci penserò io Harry, non preoccuparti " disse Niall. 
"No, lo farò io "










#










Il giorno dopo, fu il vero e proprio primo giorno di Louis e tutto sembrava essere andato come previsto, i professori si erano complimentati con lui per gli ottimi risultati ottenuti l'anno precedente e lo avevano lodato per la favolosa scelta di entrare alla Johns Hopkins.
Tornò a casa fiero della sua giornata e iniziò ad andare verso il " Washing up with love " quest'ultimo era un negozietto con le lavatrici a gettoni, costava molto di meno che prendere una lavatrice quindi ne approfittava sempre .
Mentre camminava, pensava a come superare il corso su Shakespeare, lui proprio non nè capiva nulla di quella roba. Era sicuramente fottuto.

Per Harry invece la giornata non fu particolarmente entusiasmante, anche perchè non si era svegliato per le lezioni.
 Non nè aveva voglia capitelo. 
Si alzò sul tardi, molto tardi e  guardò Niall intento a selezionare qualcosa dalla sua valigia.

"Niall che stai facendo?" 
"Oh salve Harry, stavo scegliendo il vestiario che dovrete lavare oggi pomeriggio. La sto dividendo in bianchi e colorati, così non si sbaglia" 
"Perchè c'è differenza?" 

Niall si sbattè una mano in fronte e non rispose.
A volte si chiedeva perchè facesse ancora quel lavoro. Avrebbe potuto fare il cantante.

Dopo aver aspettato che anche Micheal gli desse il suo bucato si incamminò verso il negozio che gli aveva indicato il ragazzo dagli occhi blu.



Entrando in quel negozio Louis notò con molto piacere che fosse solo, sospirò di gioia, avrebbe potuto sdraiarsi sulla panchina a dormicchiare un po' mentre aspettava.
Mise i soldi nella macchina cambia gettoni e dopo aver sentito il tintinniò dei gettoni li prese e si recò con passo strascicato alle lavatrici. 
Essendo arrivato da pochi giorni non avrebbe dovuto avere mezzo guardaroba da lavare.. ma lui era Louis Tomlinson e si cambiava trecento volte quindi sì, poteva avere metà del guardaroba  da lavare. 
Dopo aver azionato quelle macchine infernali , si stese lungo la panchina che era stata messa dentro il negozio un anno fa.
Era stata un'ovvia richiesta di Louis visto che era l'unica persona dei dintorni a fare la lavatrice lì.
Tutti andavano nell'altro negozio, quello più vicino all'università, ma a Louis non piaceva. Troppa gente e troppi pochi colori.
Invece quel posto gli ricordava casa sua. L'azzurro pallido delle pareti, i disegni fatti sui muri da qualche bambino piccolo, e le nuvole che erano state disegnate sopra il soffitto.
Quello era il suo posto. 
Si mise un braccio sugli occhi e un auricolare nell'orecchio. 
Quella si che era vita.








***









Harry entrando nel negozio si era sentito strano. Quel negozio aveva qualcosa, qualcosa di strano. Però non riusciva a capire se strano bello o strano brutto.
Notò un ragazzo addormentato sulla panchina e sorrise.
Era questa la gente che voleva frequentare, i ragazzi normali che si addormentavano sulle panchine, non stupidi reali con la puzza sotto il naso.
Anche Harry in verità è un po' così, ma non lo fa con cattiveria, infondo è stato cresciuto con un certo tipo di educazione, e a volte non riesce a trasgredirla.
Arrivato davanti alla lavatrice si accorse che non aveva assolutamente idea di come funzionasse.
Cos'erano tutti quei tasti? E quella specie di buco grande quanto una monete a che serviva?
Sbuffò sconsolato e si mise a pensare...
"Ci dev'essere un modo" pensò il riccio.
Si guardò attorno e vide che il ragazzo era ancora lì.
Si avvicinò e gli toccò un spalla. 
Non rispose.
"Mi scusi " disse il riccio scuotendo il giovane.
Il giovane brontolò .
"Cosa vuoi, non vedi che stavo dormendo? " 
"Si l'avevo notato, ma vede non riesco a far funzionare questi affari e mi servirebbe aiuto" 
"E cosa ti farebbe pensare che io te lo dia? " 
"Bhe confido nella speranza che lei sia una persona educata "
"BHe confidi male, e smettila di darmi del lei mi fai sentire vecchio " 
"Se magari si togliesse il braccio dalla faccia potrei constatare che lei sia un mio coetaneo" 
Il giovane sbuffò ancora e si decise a togliere il braccio dalla faccia e ad alzarsi.
Harry rimase incantato. 
Quel ragazzo era una meraviglia, i suoi zigomi alti e le labbra piccole, gli occhi azzurri.. quello sguardo vispo e un po' arrogante .. era stupendo.
Harry era senza parole, riusciva solo a descrivere la bellezza di quel ragazzo e nient'altro.

Louis guardava il ragazzo, e dio li riconosceva quegli occhi che gli avevano fatto sentire quella scintilla. 
In quel momento probabilmente il verde divenne il colore preferito di Louis.

"Allora cosa ti serve?" 
"Oh .. mm bhe la lavatrice, non so come si utilizza ,si ,ecco quello"
"oh" 
Louis si alzò e prese uno dei suoi gettoni, lo infilò dentro una lavatrice e mise dentro il detersivo per i colorati si girò verso Harry e ....
"Potresti darmi i tuoi capi colorati?" 
"Si certo! " esclamò il riccio.
Cominciò a passargli le camicie, le magliette, i calzini, i tanga rosa..le, aspetta.
Tanga rosa?
Harry non ricordava fossero suoi e quando alzò gli occhi sul ragazzo dagli occhi azzurri lo trovò con in mano quelle cose oscene e con un sorriso malizioso sul volto.

"Non sono mie.." esclamò il principe imbarazzato e rosso in viso per la prima volte nella sua vita.
"Si, si dicono tutti così" 
Louis azionò la lavatrice .
"Ora aspetta e poi fai la stessa operazione solo con il detersivo per i capi bianchi che trovi sopra la mensola a destra, lo vedi? Quello con l'etichetta rossa. Ora se non ti dispiace devo lasciarti con il tuo tanga perchè la mia lavatrice ha finito" 


Mentre Louis si stava dirigendo alla porta con ancora quella strana sensazione al petto sentì il ragazzo urlare.
"Ehi tu aspetta, come ti chiami?"
"Da quando mi dai del tu?"
"Da quando ho confermato che sei un mio coetaneo e non un vecchio" sorrise innocente il ragazzo con i ricci.
"Allora come ti chiami coetaneo?" continuò.
"Non te lo dico, coetaneo " disse marcando sull'ultima parola il suo accento inglese.
Harry sbuffò e si disse che forse per quel ragazzo valeva la pena fare il bucato tutti i giorni.






Se Shakespeare avesse descritto i due incontri dei due ragazzi probabilmente avrebbe citato se stesso dicendo: 
L'eternità sta nei nostri occhi e nelle nostre labbra.












Hola! Come vedete sono tornata con una nuova storia ispirata ovviamente al film "Un principe tutto mio" , adoro quel film e ho pensato "perchè non farlo con i larry?", ovviamente non è uguale al film ma ho preso alcune parti di cui mi ero innamorata.
Pubblicherò una volta a settimana e niente, spero che vi possa piacere e mi renderebbe felice se mi lasciaste una piccola recensione.
Magari passate a leggere l'altra mia minilong conclusa "People fall in love in mystirious ways."

A presto,
Wearewhoweare.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Part. 2 ***




A Prim, perchè sì.




 





 
" L'amicizia è fedele in tutto, tranne che nei servigi e nelle faccende d'amore "
W. Shakespeare
.






Tornando nel dormitorio Louis, pensò che quel ragazzo fosse proprio strano: parlava come se venisse da un'altra epoca ed era così pretenzioso di ricevere attenzioni che era persino irritante, però i suoi occhi , quel verde così pieno di qualcosa a lui ancora sconosciuto, gli dicevano di non soffermarsi su quell'aspetto così altezzoso.
Con questi pensieri nella testa si incamminò con passo spedito verso casa.







***







" Ehi Z, come è andata la tua giornata? "
" Bene Lou, ho quasi finito il quadro che QUALCUNO ha rovinato, per fortuna  avendolo già impostato mi ricordavo come eseguire le giuste pennellate "
" Eh dai, Zayn già te l'ho detto che mi dispiace che vuoi che faccia?"

Zayn sembrò pensarci su per un po' per poi annuire.
" Vieni con noi al Red"
" Stai scherzando vero? Domani iniziano le vere e proprie lezioni non voglio svegliarmi con un post-sbornia!" 
" Lou, o questo o pulire camera di Stan scegli "

Louis era un persona disordinata certo, ma Stan era proprio un porco, non sapeva neanche cosa fosse l'igiene o il significato di " pulizie " , non ci teneva proprio a pulire quella specie di stalla. 
 
" Va bene, va bene verrò "

Zayn sorrise sapendo di poter ottenere sempre quello che voleva . 
Louis pensò che in verità Zayn avesse già programmato tutto.
E forse non aveva così torto nel pensarlo.
Proprio no.






#







Tornando a casa Harry si mise a pensare che forse avrebbe potuto rifiutarsi di diventare Re, infondo non era mica scritto in qualche legge che dovesse farlo... No ok c'era scritto però lui voleva vivere la sua vita e nella sua idea di vivere come volesse non era compresa di certo  una checca reale come sposo, lui voleva qualcuno con la sfrontatezza di tenergli testa, il desiderio, l'intelligenza... Purtroppo però sapeva che nessuno avrebbe ascoltato le sue decisioni, come sempre d'altronde.
Sbuffò ed entrò dentro il dormitorio, lo aspettava una bella dormita su un materasso sporco.

" Niall! " 
" Niall, dove sei? " 
" Oh sono qui Harry! "
" Qui dove Niall? La stanza non è così grande, perchè non ti vedo" ringhiò infastidito Sua Altezza.
" Oh giusto,  sono nella stanza affianco!" .
Harry pensò che Niall fosse impazzito, cosa ci faceva nella stanza affianco? E con uno sconosciuto? 
Harry si incamminò nella stanza affianco e pensando che le pareti del dormitorio erano veramente sottili se era riuscito a sentire Niall dall'altra stanza.
Arrivò davanti alla porta e bussò.
Ad aprirgli fu un ragazzotto più basso di lui di una quindicina di centimetrici probabilmente, il suo sorriso era disarmante e sulla sua testa si estendeva una strana cresta bionda, sicuramente tinta,  addosso aveva una  canotta informe di una qualche band a lui sconosciuta e dei pantaloncini di jeans al ginocchio.
La cosa però che lo sorprese fu il sorriso di Niall dietro il ragazotto. Mai in vent'anni di vita aveva visto Niall sorridere così tanto. 
Solo quando erano bambini aveva visto così felice Niall ed era ancora quando il biondo  considerava Harry un amico e non "Sua Altezza Imperiale Harold Edward Styles di Danimarca".
Questa cosa lo uccideva. Niall era sempre stata l'unica persona che lo capisse  e che lo trattasse normale finchè al compimento dei suoi dieci anni Niall fu istruito fuori da palazzo e le uniche volte che lo poteva vedere era durante le serate di gala, però ogni volta che gli si presentava davanti Niall sembrava sempre scostante e non lo chiamava più con il suo soprannome, ma con un " Buonasera principe Harold è un piacere rivederla" ma la conversazione non andava mai oltre alle cordialità . Questo ferì Harry in un modo che Niall non poteva neanche immaginare.
Sorrise cortese al ragazzo davanti a lui e aspettò il permesso di entrare.
Josh si spostò dall'entrata per far segno ad Harry di essere il benvenuto, questi però non riusciva a distogliere lo sguardo da Niall che lo stava guardando accigliato.
Prima stava ridendo, ora perchè aveva quel broncio?
Alla fine notò Josh a lato della porta ed entrò.


" Emm Niall, pensavo di rimanere in stanza stasera, giusto per potermi presentare al primo giorno di lezione al meglio, cosa ne pensi? "
" Per me è perfetto, però vedi volevo stare ancora un po' con Josh se mi dai il permesso "

Harry rimase a bocca aperta. Mai Niall lo aveva lasciato solo per più di mezz'ora. Mai.

" Certo, emm è troppo chiedere cosa farete?" 
" OH" Niall aveva la bocca aperta, mai il principe si era interessato alla sua vita.
" Resteremo a suonare un po' insieme, il tuo amico Niall, caro Harry è un fantastico chitarrista!" esclamò Josh posando un braccio sulle spalle del reale.
" Ti puoi unire a noi se ti va! " continuò la finta cresta bionda.
" Oh mi piacerebbe.. ma non so suonare nessuno strumento" 

Niall rimase sorpreso da quella risposta perchè sapeva bene che Sua Altezza sapesse suonare in modo egregio tre strumenti e in modo un po' più grezzo altri cinque.
Che volesse lasciarlo solo con quel ragazzo? Che si sentisse di troppo? 
Niall riusciva solo a pensare che fosse assurdo.




#





Una cosa che dovete sapere su Louis e sulla sua compagnia di amici e che tranne Liam Payne erano tutti stramaledettamente gay. 
In teoria Liam si sarebbe dovuto sentire a disagio sapendo di far parte di un gruppo interamente gay, eppure erano le uniche persone che lo facevano sentire al proprio posto.
Come se fosse protetto da una bolla.
I quattro amici però non accennavo ad arrivare, e lui si stava un po' spazientendo, solo un po'.
Dopo aver ripreso per la milionesima volta il telefono per guardare l'ora, vide arrivare in lontananza due figure che conosceva bene.
Louis Tomlinson e Zayn Malik in tutta la loro bellezza.


" Sentite un po' voi due, siete peggio delle donne per prepararvi, siete in ritardo di mezz'ora cavolo, MEZZ'ORA!" sbottò.

I due ragazzi sotto lo sguardo duro i Liam si sentirono un po' a disagio, ma poi l'orso cattivo(buono) si mise in mezzo ai due posando  un braccio sulla spalla di uno e l'altro sulla spalla dell'altro.

" Dai sbrighiamoci che Louis non può restare fino a tardi, se no chi lo sente!" sorrise ai due e iniziò a trascinarli verso l'entrata del locale.
Con l'arrabbiatura già lasciata alle spalle.





***




" Spiegatemi un po' perchè le altre due checche non si sono presentate all'appello?"
" Stan era ancora troppo ubriaco da ieri sera, mentre Josh ci ha chiamato urlandoci al telefono 'HO INCONTRATO L'AMORE DELLA MIA VITA, NON ROMPETEMI IL CAZZO' , non abbiamo avuto il tempo di chiedergli informazioni perchè ci aveva già chiuso il telefono in faccia, e poi Zayn si stava ancora preparando, quindi ho lasciato perdere" 

Liam rise per la stranezza dei suoi amici, ma non poteva desiderare di meglio.
L'uomo orso fece segno al cameriere di venire, intanto  un moretto tutto pepe lo stava mangiando con i suoi pozzi scuri mordicchiandosi le labbra carnose.
Louis sbuffò per quello scena, era veramente ridicola quella situazione. Erano ormai tre anni che Zayn rincorreva Liam, eppure Liam non si era ancora accorto di niente. Tra i due c'era sempre stata una strana intesa, ed era convinto che se Liam si fosse soffermato per un momento a pensare al moro in un altro modo, era sicuro che avrebbe scoperto di provare qualcos'altro oltre all'amicizia. A lui però era stato proibito di mettere lo zampino, e così aveva fatto per anni, ma ora doveva sul serio fare qualcosa. 

" Ragazzi, visto che il cameriere non ci fila per niente direi che sia arrivato il momento di andare al banco" disse Louis alzandosi dalla sedia. 
E conoscendo a memoria i drink dei suoi amici si incamminò  verso il bancone.


" Ciao Sam! Come va? " chiese il ragazzo dagli occhi color ghiaccio.
" Tutto bene, tu come te la passi? "
" Non mi lamento, ascolta un po' vorrei chiederti un favore.."
" Dimmi pure bellezza, per te qualsiasi cosa" rispose ammiccando.
Louis sorrise vittorioso e poi si avvicinò all'orecchio del bel barista biondo.
" Vedi, il mio amico Zayn laggiù? Ecco dovresti portare le nostre solite bevande al tavolo e dovresti ecco flirtare con molto poco tatto con lui, potresti farlo?"
" Certo! Con molto piacere, ma non sai quanto mi dovrò sforzare di essere attratto da lui! " ghignò il bel barista.
" Perfetto allora, ci vediamo tra poco " dopo aver fatto un occhiolino a Sam, Louis si diresse di nuovo verso il tavolo.




***




" Dai Lou, vuoi dirmi che il professor Green non ti fa ribrezzo ? Con quei suoi occhi inquietanti e verdi?" chiese Liam sbalordito dall'assurdità del nano.
" No! Sto solo dicendo che gli occhi verdi sono.. ecco.. interessanti " 
" Interessanti? E su che base ti fonderesti? Da quel che ricordo i tuoi ragazzi non hanno mai avuto occhi verdi e noi di sicuro non abbiamo gli occhi verdi... "
" Sentite sto solo dicendo che gli occhi azzurri sono sopravvalutati, mentre quelli verdi sono interessanti e pieni di sfumature,  è solo un mio pensiero " disse Louis rosso in viso, non poteva credere di aver veramente instaurato quella conversazione con i suoi amici, per sua fortuna, a toglierlo dai guai arrivò Sam.


" Salve ragazzi! Scusate l'attesa ma come potete vedere c'è un sacco di gente stasera e io sono ancora l'unico barista quindi.. " 
" Io sono ancora in vacanza quindi non rompere " sbuffò Louis. Sempre a lanciare frecciatine. Che pezzo di merda.
" Bhe se potessi scegliere comunque non sceglierei di certo te per stare affianco a me a servire " gli rispose Sam, sperando che il suo amico capisse.
Louis ovviamente non era stupido e aveva capito cosa stava facendo.
Forse quel barista era più furbo di quanto pensasse.
" E allora chi sceglieresti per stare accanto a te?" 

Sam finse di pensarci un attimo. Poi scoccò un'occhiata a Zayn.

" Bhe sceglierei Zayn, ovviamente " 

Il moro sentendosi chiamato in causa alzò lo sguardo. 

" Come prego?" 

" Bhe Zayn, sei bellissimo, intelligente e simpatico, non come il Tommo qua presente.. quindi cosa ne pensi ?" 


Zayn scoppiò a ridere e fece cadere la sua testa al'indietro mostrando il suo collo.
 Quello stava succedendo mentre un Liam infastidito iniziava a tamburellare le dita sul tavolo.

Quel barista a Liam non gli era mai piaciuto, sempre tutto sorridente e ammiccante, ma chi si credeva di essere?

" Sei uno spasso Sam sul serio, ma seriamente io e i vassoi siamo due cose diverse" disse Zayn spingendo scherzosamente col gomito il braccio di Sam.
Zayn però non sapeva che quella era stata una pessima idea.

Liam era ancora più incazzato di prima: arrivano in ritardo, un cameriere flirta con Zayn e Zayn tocca il cameriere. 
"Ma io dico stiamo scherzando? " urlò nella sua mente Liam.

" Bhe se i vassoi non fanno per te, i tavoli potrebbe farlo? Che ne dici di un caffè io e te domani?" 
Sam ci sapeva fare Louis doveva ammetterlo, con la sua voce suadente e il suo portamento raffinato, traspariva sesso selvaggio da tutte le parti.
Alzò un sopracciglio in attesa della risposta del suo migliore amico, che però non arrivò.

Zayn aprì la bocca per rispondere, ma qualcun'altro fu più veloce a farlo.

" Zayn non beve il caffè tanto per iniziare, e domani deve finire un dipinto, quindi mi spiace ma non si può fare" 
Louis era sconvolto.
Zayn era sconvolto.
Liam si era alzato e aveva sbattuto la mano sul tavolo, l'orso dissequella frase con così tanto determinazione nella voce che Sam quasi tremò.
Poi ghignò e capì il gioco che stava facendo Tommo.

" Bhe penso che Zay abbia la lingua per parlare, non è vero tesoro?" 
Zayn non aveva ancora tolto gli occhi da Liam, ma la frase di Sam distolse un po' la sua attenzione dal ragazzo castano davanti a lui.

" Tesoro? Tesoro?! Ma come ti permetti?" gridò Liam.
Zayn stufo di quella scenata senza senso, parlò.

" No! Come ti permetti tu Liam! Non puoi dirmi con chi uscire o cosa fare, non è una tua scelta! Quindi ora fammi il piacere di tacere!" 

Ok, Louis voleva solo scaldare le acque, non renderle bollenti.

" Ok, stiamo tutti calmi, tu vieni con me su! " disse Louis indicando Sam.
I due si diressero verso il bancone lasciando soli Liam e Zayn.

" Questa me la paghi Tomlinson, dovrò avere paura per tutto l'anno di quel coso enorme" 
" Ma va, Liam non farebbe male a una mosca!" 
" Si si certo come no, intanto tu sei pronto a ricominciare a lavorare?"
" Sono sempre pronto"
" Allora che ne dici di incominciare da domani?"
" Che ne dici di giovedi?" 
" Che ne dici di domani?" 
" Andata!" 

Louis sbuffò e andò verso l'uscita, tanto i suoi amici non c'erano più nel locale, e con la domanda di dove fossero quei due disgraziati si diresse verso il dormitorio.






#






La regina era preoccupata.
Suo figlio, il suo piccolo Edward non si faceva sentire da soli tre giorni, eppure lei sentiva un terribile vuoto al cuore. Non voleva obbligare Harold a diventare Re, ma non c'erano alternative. Anche lei era stata costretta a diventare regina e di certo non ne era stata felice, ma le cose non erano cambiate allora e sicuramente non cambieranno ora.
Oltre ad essere in ansia per il suo secondogenito erede al trono, la regina si strappava letteralmente i capelli dalla testa, perchè il suo adorato marito stava morendo. 
Il suo Re stava morendo e lei non poteva fare niente per impedirlo, a che servono tutti quei soldi e tutti quei gioielli quando non puoi pagare la cura per  la persona che ami?
Il suo caro Des era speranzoso e gli diceva sempre che lui sarebbe stato meglio e che avrebbe vissuto abbastanza da vedere suo figlio diventare uno splendido Re.
Harold. 
Anne sapeva che non era pronto, ma doveva darsi una mossa a maturare perchè il regno aveva bisogno di lui, che lo volesse o no. 
Il Re stava morendo, e il figlio doveva prepararsi all'evenienza di diventare Re prima di quanto chiunque si sarebbe aspettato.
Pregò per suo marito quella sera, e pregò che suo figlio diventasse una persona degna di portare la corona.






***





" Madre!" 
" Oh, Gemma cara, come stai quest'oggi?" 
" Molto bene, ma vedi volevo chiederti se mio padre stesse bene, l'altro giorno ho visto il medico entrare in camera sua, e ho notato che in questo periodo il suo pallore è aumentato"
" Gemma adorata, mi piacerebbe mentirti e dirti che tuo padre starà bene, ma lo sai che una regina non dovrebbe mentire" 

Gemma accolse molto volentieri la carezza che gli stava donando sua madre mentre questa gli stava dando la notizia che suo padre non stava bene per niente.
E questo, lo sapeva bene, significava che suo fratello sarebbe diventato Re. Troppo presto.
Annuì alla madre e senza farsi scappare nessuna lacrima e nessun singhiozzo si recò in giardino per respirare .
Aveva bisogno di aria, e forse  anche di un po' di vodka.





#




Louis sentì la sveglia in lontananza, e cercando di non pensare al sogno che sembrava perseguitarlo da due giorni, si alzò sbadigliando.
Aprì i suoi gelidi occhi e rimase traumatizzato dalla visione  che aveva davanti.

Liam Payne era mezzo nudo sul letto del suo migliore amico, stringendolo come se fosse il suo salvagente in mezzo al mare aperto. Ok, questa Louis poteva risparmiarsela di pensarla.
E cos'era quella che aveva sul collo il suo migliore amico? Un succhiotto.
Ma cosa aveva combinato?
Scavalcò la sua montagna di vestiti e andò vicino al suo migliore amico.

" Zay" mormorò piano toccandogli la spalla.
" Zay"
"Zayn"
" Mmm "
" Zayn porco muffin alzati!" 

Il moro spaventato dalla voce stridula di quella checca, cadde dal letto provocando un rumore sordo.

" Ma che succede Louis?"

Il moro aveva uno sguardo accigliato in volto e sicuramente non si era accorto della scomoda situazione in cui si trovava.

" Che succede!? La domanda giusta non è questa Zayn!! La domanda giusta è, che diavolo ci fa L'ETERO DELL'ANNO LIAM PAYNE  nel tuo fottuto letto mezzo nudo?!" 

Louis aveva gli occhi fuori dalle orbite e il fiato corto.
Non ci poteva credere, non potevano averlo fatto sul serio quando lui era lì affianco.
Il ribrezzo gli stava salendo dallo stomaco, okay che Zayn sembrava una divinità ma non ci teneva a vederlo scopare no, no e ancora NO.
Lo sguardo spaventato del moro però gli impedì di rimettere la cena della sera prima.

" Zay che succede? Stai bene ?" mormorò a bassa voce il nano per non svegliare Liam.
" Lou-Louis  lu-lui scapperà, e i-io non vo-voglio " 
Zayn stava singhiozzando e questo non lo poteva accettare no, no e ancora NO.
" Ehi no, stai tranquillo lui non scapperà okay?"
" No,  lo farà e io non voglio essere presente per vedere la sua faccia disgustata" 

Dopo quella affermazione Louis non ebbe neanche il tempo di assimilarla del tutto   che Zayn  era già scappato fuori dalla porta.
Quindi si alzò e si avvicinò al letto dove stava ancora dormendo la testa di cazzo.

" LIAM JAMES PAYNE! " 


L'urlo da donna di Louis svegliò il castano che era dolcemente assopito, questi cadde dal letto.
Louis pensò che avrebbero dovuto assumerlo come svegliatore di persone a domicilio.
 Liam dopo aver sbattuto la testa, alzò lo sguardo in alto e vide Louis alquanto incazzato.


" Emm che succede Tommo? " chiese imbarazzato.
" Che succede? Che succede mi chiedi? Perchè diavolo state in fissa con sta domanda tutti?" 


Liam era stordito, quella voce da oca proprio non la sopportava, adorava Louis ma la sua voce era odiosa.


" Ma che stai dicendo Louis?!"

" Lascia stare Liam, ora io me ne vado, ma TU ! " disse Louis indicando Liam per poi continuare " Alzi il culo da per terra e vai a prenderti le tue responsabilità e vai a dire a Zayn Malik che lo ami hai capito testa di cazzo?!"
" Zayn? Ma che stai dicendo Louis?" 
" Ah mi vuoi dire che ieri sera non è successo niente tra di voi? Perchè sai, stamattina quando ho svegliato Zayn ,che era stretto al tuo corpo, appena si è accorto che vicino a lui c'eri te è scoppiato praticamente a piangere ed è scappato via! Ma ovviamente non è successo niente vero!?" 

Louis era incazzato, e forse aveva divagato troppo, ma nessuno e ripeto NESSUNO faceva male al suo migliore amico. 

" M-Ma perchè diavolo è scappato quell'idiota? " chiese Liam mentre si stava infilando i pantaloni. 
Ma quando cavolo si era alzato? 

Louis non fece in tempo a rispondere che il castano si era già volatilizzato fuori dalla porta.
Erano tutti Flash in quel cazzo di mondo?
Alzò le spalle e si iniziò a vestire per il suo primo vero giorno di lezione. Oggi avrebbe avuto solo letteratura per suo fortuna/sfortuna.
Guardò ancora una volta il letto sfatto di Zayn, prima di chiudersi la porta alle spalle e disse a sè stesso che una volta tornato a casa Zayn gli avrebbe raccontato tutto.

Forse non era stata una buona idea chiedere aiuto a Sam, proprio per niente.

Ed ecco perchè tutti vietavano sempre di intromettersi a Louis, ogni volta che lo faceva per qualche strano motivo qualcosa andava storto.




***





Niall non sapeva a che punto della sua vita stare insieme al principe era iniziato ad essere un lavoro, si ricorda degli anni in cui erano piccoli e facevano a gara su chi correva più veloce o su chi riusciva prima a rubare la cioccolata dalla dispensa della Signora Smith.
Ricordava delle gare ma non ricorda chi le vinceva, sapeva solo che alla fine di tutto si ritrovavano sempre tutti e due sdraiati sotto il vecchio salice piangente ,che loro avevano soprannominato Happy, a mangiare la cioccolata che avevano rubato o a riposarsi dalla lunga corsa.
Niall ricorda il sorriso sincero che albergava sul viso di Sua Altezza, ora però quel sorriso è sicuro di non averlo mai più visto.

Quella mattina l'irlandese si era svegliato presto per poter fare una corsetta prima di svegliare Harry, aveva bisogno di scaricare i pensieri.
Iniziò a correre nel parco che aveva adocchiato quando erano arrivati e dopo un'oretta di corsa a ritmo spedito decise di godersi un po' di tranquillità.
Si sedette sull'altalena  e chiuse gli occhi.
Il vento gli sfiorava le braccia scoperte e il viso sudato, il sole gli riscaldava il petto e due mani gli stavano massaggiando le spalle.. DUE MANI? 
Niall si girò di scatto, forse un po' spaventato da quel contatto non voluto, ma appena il suo sguardo si posò sulla figura dietro di lui un sorriso dolce gli si piazzo in volto.

" Josh!" 
" Buongiorno Niall " sorrise il ragazotto.
" Ma tra me e te sarà sempre così? Io che spavento te e tu che mi uccidi con il tuo sorriso? "

Niall arrossì da quel commento poco velato e la sua mente lo portò al giorno prima, quando aveva incontrato il batterista.


Certo che Harry è proprio strano... 
Ha voluto fare tutto da solo, potevo aiutarlo con il bucato,  ma che cavolo gli sta prendendo al mio migliore amic emm.. ex migliore amico si ecco era questo quello che volevo dire.
Questa stanza mi sta opprimendo, vedo Micheal intento ad accordare la chitarra, tanto non farei conversazione con lui neanche se volessi, è troppo strano persino per me.
Decido di uscire per fare un giro, mi chiudo la porta dietro e mi dirigo verso il cortile. 
Una delle poche qualità di questo posto sicuramente è il cortile, anche perchè io una laurea c'è l'ho già quindi perchè dovrei studiare ancora? 
Mi butto sotto un albero e mi metto ad osservare le persone che sono fuori come me.
Quasi tutti sono atleti o piccole sgualdrine che cercano di mettere in mostra i loro attributi indossando bikini striminziti e dei pantaloncini usati come mutande.
Patetiche.
Chiudo gli occhi da quello spettacolo pietoso e cerco di liberare la mente.
Chiederò una vacanza quando torneremo a casa. Non sarebbe male tornare in Irlanda per un po'.
Mi immagino già tra i prati del mio paese natìò a giocare con il mio nipotino Theo trasferitosi lì la scorsa estate, e a insegnarli a suonare la chitarra.


" Ehi, stai bene?"  

Una mano mi tocca la spalla e sobbalzo dallo spavento, apro gli occhi di scatto e davanti a me mi ritrovo un bellissimo biondo (finto) che mi guarda preoccupato.

" Mio dio mi hai spaventato " 
" Mi di-dispiace io ecco.. " inizia lui.
" Stai tranquillo è tutto apposto " gli sorrido per tranquillizarlo, e sembra funzionare, perchè le sue spalle si rilassano e anche lui mi regala un sorriso che potrei solo definire dolce e pieno di affetto.
Come fa a rivolgere quel sorriso così pieno di amore a me che è la prima volta che mi vede?

" Stai bene comunque ?" 
" Si, certo ma perchè me lo chiedi?"
" Oh.. emm.. ti ho visto accasciarti sull'albero e poi hai chiuso gli occhi e pensavo che stessi male, così sono venuto a controllare " 
E' imbrazzato e si vede, i suoi occhi sono attratti dall'erba piuttosto che dal mio volto, le sue guance sono leggermente rosee e il suo braccio e dietro la sua testa a grattarsi il collo in modo nervoso. E' così tenero. Mi riscuoto dai miei pensieri.

" Pessima scusa per provare a rimorchiare " 

Alza la testa di scatto e le sue guance sono ancora più rosa. Sogghigno.
C'è cascato.

" Io n-non .. cioè non volevo io.. " 
Ancora più tenero.
" Stavo scherzando " 
Gli poso una mano sulla spalla e stavolta e lui che sobbalza.

" Io sono Niall "
" Josh "
Sorride e caspita che sorriso.
Abbassa lo sguardo e sorrido, noto che in mano ha due bacchette.

" Suoni? " 
" Cosa? " 
Gli indico le bacchette e sembra illuminarsi.

" Si! Anche tu?" 
" La chitarra " 
" Vieni con me allora!" 

Non faccio in tempo a rifiutare che mi strattona da un braccio.

Certo che gli Americani sono proprio strani 



" Dici che a Harry sto simpatico?" 
" Perchè questa domanda Josh?" 
" Mmm.. ieri quando è venuto in camera mi sembrava scocciato, quasi geloso, è per caso il tuo ragazzo?"

Niall sputò l'intero caffè che gli aveva offerto Josh e che stava bevendo. Lui e il principe Harold fidanzati? Oddio questo era il colmo dei colmi.

" No assolutamente Josh " Disse Niall ridendo.
" Che c'è tanto da ridere? E' molto bello! "
" Harry è bellissimo non c'è dubbio, nelle sue gambe chilometriche farebbe diventare gay anche un etero convinto, ma non sono interessato a lui " 
" E a cosa sei interessato?" 
" Alla batteria" 

Josh semplicemente sorrise.



***



Niall era preoccupato. 
Si era dimenticato di svegliare Harry.
Ed era stato via per tutta la mattina, per la prima volta si era dimenticato del suo futuro sovrano.
Lo avrebbe licenziato di sicuro.
Aveva un po' paura in realtà, Harry non era mai stato severo con lui, anche perchè non c'è ne mai stato bisogno. L'irlandese aveva sempre completato i suoi compiti con tutto l'impegno del mondo.

Entrò nella stanza e vide che il principe era già in piedi.
Aveva lo sguardo perso.

" Sua Altezza.. sono così dispiaciuto, se riterrà di dovermi licenziare io non porrò nessuna obiezione, ho sbagliato e me ne prendo tutte le responsabilità " 

Aveva sbagliato si, ma lo avrebbe affrontato a testa alta.

" Niall, siediti "

Ok, Harry era sempre stato un giocherellone, ma le volte in cui era serio, quelle poche volte, erano veramente spaventose.

" Non ti licenzierò. E' la prima volta da quando sei al mio servizio che ti dimentichi qualcosa, e non sono arrabbiato.  Sai però cosa mi fa incazzare ?"
" No, signore " 
" Che io non voglio TE la persona che ora mi sta affianco da anni. Io voglio il vero TE, il bambino che mi raccontava ogni cosa, la persona che mi era più fidata, l'unica persona che mi trattava in modo normale, rivoglio il mio migliore amico Niall" 

Niall non ebbe il tempo di rispondere perchè il principe era già sparito dalla stanza.
Niall raggiunse velocemente la porta, ma poi decise di appoggiarsi sopra di essa e scivolare per terra, si raggomitolò su stesso, si coprì la faccia e poi pianse.






#






 Louis fece in tempo soltanto a cambiarsi che dovette correre a lavoro, le ore erano passate come niente quella mattina, ma non aveva ancora avuto notizie di Zayn e Liam.
Provò a non pensarci però perchè quel giorno avrebbe avuto il turno a pranzo e sicuramente avrebbe dovuto servire i soliti due o tre ubriaconi con una pancia che arrivava per terra, gli serviva un sacco di pazienza e pensare a i suoi due amici non lo avrebbe aiutato. Proprio per niente.

Arrivo giusto in tempo e si mise il suo grembiule nero. 
Tutti avevano un grembiule colorato di rosso perchè giustamente il  locale si chiamava "Red" ma lui non nè voleva sapere e lo aveva preso nero.
Era proprio una sassy come diceva Zayn.

Si mise dietro al bancone e iniziò a lavare i bicchieri che il cameriere prima non aveva fatto in tempo a lavare.
Come poteva immaginare c'erano sempre i tre ubriaconi al tavolo sette che lo guardavano come se fosse una fettina di carne.
Dio come gli facevano ribrezzo. 
Cercò di non pensarci perchè a lui serviva quel lavoro, gli serviva proprio.
Sentì il campanello della porta, ma tanto non gli interessava chi fosse.
Sarà un altro ubriacone. Pensò.
Sentì uno spostamento d'aria vicino a lui e una ventata di quello che sembrava un miscuglio tra Vaniglia e qualcosa di forte gli invase le narici. 
Alzò lo sguardo mentre puliva il bancone, e davanti a lui si era seduto il ragazzo della lavanderia: il riccio.
Sorrise inconsapevolmente e si mordicchiò il labbro.
Il riccio aveva la testa basta e non si accorse di chi aveva davanti.

" Ehilà coetaneo!" 

Harry alzò lo sguardo dal bancone e posò i suoi occhi su quello che era in assoluto il ragazzo più bello che avesse mai visto: il ragazzo della lavanderia.
Harry sorrise radioso nel vedere Louis.

Louis dal suo canto non si aspettava un sorriso così radioso, rimase così sbalordito che mentre puliva il bancone scivolò sulla sua stessa spugna.
Stava già per immaginarsi con il naso spaccato, ma una grossa mano lo soresse.

Quando alzò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi del ragazzo gigante, la sua audacia sparì e venne sostituita dalla timidezza.

" Ops?" 

" Hi! "










 
 

















 
Salve! Come state? 
Questa settimana sono stata molto produttiva avete visto? Ho pubblicato una one shot "Book." e o aggiornato prima di venerdi, ma non preoccupatevi, venerdi aggiornerò comunque, cosa ne pensate del capitolo? 
Troviamo gli Zayn alle prese con un attacco di panico, e un Liam che prova a raggiungerlo, tranquilli nel prossimo capitolo ci saranno le dovute spiegazioni.
I Nosh, invece sono l'amore non trovate? Sono così cucciolosi che mi verebbe voglia di abbracciarli e non lasciarli andare mai.
Louis invece è un cupido un po' moderno che fa sempre casini e sarabbe meglio che lasciasse la carriera da begnamino dell'amore.
Harry, Harry e diciamo un po' maliconico? Gli manca il suo migliore amico e penso che tutti nella vita ci è capito che ci mancasse la persona a cui facciamo sempre affidamento. Harry vuole qualcosa nel suo futuro che forse troverà in un'altra persona, ma niente spoiler ahahha.
Detto questo ancora due cose : Vi invito a leggere le mia storia conclusa "People fall in love in mistyrious ways." e la mia one shot a cui accennavo prima. 
Seconda cosa : vi invito invece a leggere le fantastiche storie di Stella13 (honey lo so che stai leggendo, e lo so che mi ami) autrici di "Faking it" e "Louis Tomlinson vs Friendoze". Vi consiglio anche la fantastica AuText  "Text me" di  Love_Music_Drug
Detto questo,  ringrazio ovviamente tutte le persone che mettono tra le seguite/preferite/ricordate le mie storie, non sapete quanto mi fate felice, non ne avete idea.
Ringrazio anche le recensitrici e le lettrici silenziose, che anche se non si fanno sentire sappiate che vi adoro!
Ora, a presto (Venerdì)
Wearewhoweare


 



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Part.3 ***


A Prim e a Marta, grazie.








 


" Il mio cuore è così vicino al tuo, che col tuo e il mio si può fare un solo cuore "







Harry alzò lo sguardo dal bancone e posò i suoi occhi su quello che era in assoluto il ragazzo più bello che avesse mai visto: il ragazzo della lavanderia.
Harry sorrise radioso nel vedere Louis.

Louis dal suo canto non si aspettava un sorriso così radioso, rimase così sbalordito che mentre puliva il bancone scivolò sulla sua stessa spugna.
Stava già per immaginarsi con il naso spaccato, ma una grossa mano lo soresse.

Quando alzò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi del ragazzo gigante, la sua audacia sparì e venne sostituita dalla timidezza.

" Ops?" 

" Hi! "





"Dovresti fare più attenzione, occhi blu"

Quel ragazzo che ora stava guardando con uno sguardo un po' scocciato Harry, non sapeva che aveva appena folgorato il piccolo cuore del gigante.

" Io faccio attenzione, può capitare di scivolare " 

Louis era acido è vero, ma come fidarsi di una persona così strana? Come fidarsi di qualcuno che sembrava stalkerarlo? Forse stava esagerando con i pensieri negativi, ma proprio non riusciva a capire quel ragazzo, di solito, lui riusciva a comprendere le persone solo con un'occhiata di qualche minuto, o addirittura solo con i modi di fare, invece quel ragazzo era così.. così. Neanche lui in verità riusciva a dare un aggettivo a quel gigante tutto riccioli.
Mai fidarsi dei visi angelici, mai.

Il riccio annuì, togliendo la mano dal braccio del ragazzo sentendone già la mancanza, e ammirandolo tornare a pulire.
Quel ragazzo lo intrigava. Il riccio sapeva che era bello, in molti gli avevano fatto notare che aveva una bellezza fanciullesca, con le sue fossette e i suoi ricci dicevano che avrebbe potuto conquistare il mondo se avesse voluto.
Eppure quel ragazzo non lo notava, anzi l'espressione più adeguata era che non se lo filava proprio.

" MMh potrei avere una birra?" 
" All'una di pomeriggio?" chiese corrucciato il nano. Non ci poteva credere, anche lui era solo un ubriacone come tutti gli altri. Lui era come tutti gli altri, eppure perchè era deluso? Non lo conosceva mica..

" Si, per dimenticare più che altro, o forse per ricordare, non lo so neanche io perchè bevo a quest'ora " 

Il riccio, sembrava confuso, tutto nel suo atteggiamento urlava disagio, dalle spalle tese, alle guance rosa e persino dalle dite scorticate per il nervoso.
Harry dal canto suo sapeva perchè voleva bere, tra la sua futura inconorazione e Niall, non sapeva quale delle due situazioni fosse la peggiore.
Niall era tutto quello che gli rimaneva della sua infanzia, eppure gli sembrava di averlo perso molto tempo prima di oggi. 

" Dicono che i baristi sono dei buoni ascoltatori.." disse Louis sovrappensiero.
" E' vero? "
" Nahh  è una cazzata "

Nel bar risuonò la risata rocca del principe insieme a quella scoppiata in ritardo del nano.
Chi li guardava pensava che fossero un'accoppiata proprio strana.

 "E allora che cosa stai facendo tu qui?" 
"Non vedi? Lavoro mi sembra ovvio! " rispose Louis fiero di sè stesso.
"Non vorrei rovinare il tuo orgoglio, ma stai pulendo lo stesso punto da dieci minuti, non credo che quello sia il termine appropiato di lavorare " 

Il ghigno che aveva messo su Harry aveva un po' eccitato Louis, ma solo un po' , no ok forse tanto, ma questo non doveva per forza ammeterlo.

" Bhe, era sporco che ci devo fare ? " 
" Ok, ok come dici tu occhi blu "
" Cosa vorresti di.." 
Uno schiocco sulla sua guancia lo inturuppe. Si girò di scatto a vedere chi fosse stato a toccarlo, pronto già ad una scazzottata, si dovette fermare. 
 Girandosi incontrò due occhi simili ai suoi, solo più scuri.
 Sam.

"Ehilà dolcezza, come stai? Sai che mi è mancato il tuo culo dietro questo bancone? "
" Dio, chiudi quella bocca Sam " rispose Louis spingendo scherzosamente il barista e alzando gli occhi al cielo.
"Bhe tu lo conosci molto bene il modo per tapparmi la mia boccuccia " sorrise maliziosamente e sculacciò il povero Louis che si toccò con aria addolorata. Solo in quel momento però si ricordò che non era solo quel giorno, e che a quella scenetta aveva partecipato anche occhi verdi.
Si girò come scottato da quel ricordo. 
Non lo avesse mai fatto. Lo sguardo cupo del gigante, e il labbro incastonato tra i denti come se fosse una tortura (anche se Louis non capì se la tortura fosse per lui o per il riccio stesso ), imbarazzò Louis tanto che a quest'ultimo si imporporarono le guance.

" Emm -tossichiò- Sam è molto esplicito e.." 
Il castano fu interrotto dalla mano del gigante sopra la sua bocca.

"Non mi devi spiegazioni, la tua bocca usala per qualcos'altro, da quello che dice il ragazzo devi essere bravo e molto esperto in materia"

Harry non fece in tempo a togliere la mano dalla bocca di Louis, che questi prese la canna della birra alla spina e gliela spruzzò addosso.

" Ma come ti permetti razza di.." 
" No! Come ti permetti tu! Ora fuori da questo posto se non vuoi che ti pigli a calci in culo!" 

Louis era incazzato, non poteva permettere che un figlio di papà come il ragazzo gigante lo definisse una puttana. Nessuno dava a Louis Tomlinson della puttana.
Harry dal suo canto, non poteva tollerare quel comportamento. Cavolo, era il futuro erede al trono! 
Uscì dal locale, senza pensare a quello che aveva fatto, ma se si fosse soffermato a pensare con lucidità avrebbe capito che forse la sua parte reale e orgogliosa avrebbe dovuto sopprimerla per sempre.




#




Liam era sempre stato una persona realistica, con la testa sulle spalle e con pochi sentimentalismi, l'unica persona che si meritava il suo amore era sua madre, la luce dei suoi occhi e della sua vita. 
Liam considerava l'amore come qualcosa di passeggero, non come qualcosa che sarebbe stato eterno o cazzate simili.
L'amore non era l'unica cosa che pensava fosse passegera, pensava che anche le amicizie fossero passegere.
Ricorda come gli amici di tutta una vita erano scomparsi quando era stato male e aveva dovuto essere ricoverato in ospedale per colpa di un dolore ai reni.
Ricorda come lo esclusero perchè non poteva più bere.
Ricorda la solitudine che aveva provato.
Eppure ricorda ancora la prima volta che aveva visto Zayn Malik. 
Ricorda come pensò che se al mondo ci fosse stato qualcosa di eterno, sarebbe stata la bellezza di quel ragazzo.

Pur considerando tutto passegero, non si era scoraggiato, e quando  arrivato all'università aveva incontrato gli occhi dolci di Louis, il sorriso radioso di Zayn, gli abbracci da orso di Josh e l'isterismo di Stan non riuscì più a farne a meno. 
Col passare del tempo era guarito, e finalmente poteva di nuovo bere e ubriacarsi per festeggiare, la sua bellezza mascolina e gli occhi dolci avevano stregato tutto il campus, tutti cercavano di essergli amici, eppure lui li snobbava sempre perchè come ricorda il dolore provato quando si era accorto che i suoi amici non potevano essere ritenuti tali, ricorda bene come incontrò la combriccola dell'arcobaleno.



" Si mamma, starò bene non preoccuparti.. Si, le ho portate le mutande di ricambio.. si ho anche quelle di batman .. no, non nè voglio un altro paio.. Senti ma', ci sentiamo stasera ok? Ti voglio bene."

Liam chiuse la chiamata sbuffando, pur amando con tutto il suo cuore la sua mamma, avvolte era troppo pesante. 
Sbuffò una seconda volta guardandosi attorno, il cortile era gremito di ragazzi e lui era davanti ad un albero su cui quando era arrivato era appoggiato un ragazzo a leggere. Il resto dei presenti sembravano tutti dei montati senza cervello, con i loro palloni da football e le loro cheerleader...
Liam pensò di essere finito in un High School Musical vietato ai minori.

Sbuffò una terza volta, perchè non c'è due senza tre, e si aggiustò il ciuffo prima di incamminarsi, ma..

" Se sbuffi un'altra volta probabilmente farai arrivare un uragano dall'altra parte del mondo.." disse con aria annoiata un ragazzo dietro di lui.

Liam si girò scioccato di sentire una voce. Più che altro di sentire una voce che parlava con lui.

" Quello non vale solo per il battito di ali delle farfalle ?" 
" E' una teoria noiosa quella e io non amo le cose noiose " 

Il ragazzo a lui sconosciuto, alzò gli occhi verso di lui, e wow, quelli cos'erano lapislazzuli o occhi?

" La tua voce è strana.." disse Liam senza pensarci.

" Perchè ? " 
" Sembra che tu stia cantando mentre parli..." spiegò arrossendo.
" Che ti sei fumato? "
" Niente.." 
" Peccato, avrei voluto provarla " 

Okay, quel ragazzo era proprio strano.

" Vabbhè sarà per la prossima volta" disse il ragazzo dei capelli scomposti alzandosi e pulendosi il sedere.

" Io sono Louis "  porse la mano per presentarsi il nano.
" Io sono Liam " 
" Bhe Liam ti va di venire a vedere per la prima volta il mio compagno di stanza ?" 

Liam alzò le spalle e si incamminò con Louis verso la sua stanza. 
Sperò con tutto il suo cuore che almeno il compagno di stanza fosse una persona normale.



Liam però non potè immagginare che quel giorno conobbe Zayn che per sbaglio fece cadere la scatola piena di tempere sul suo piede.
Liam non potè immaginare che quel giorno avrebbe insultato a morte un giovane ragazzo, o almeno lo insultò finchè non alzò lo sguardo e incontrò il suo sorriso. Quella lingua incastrata tra i denti lo uccise.

Col passere del tempo quei tre diventarono inseparabili, finchè a metà del semestre arrivò un bizzarro batterista con la cresta bionda a bussare alla porta di Liam. 


Liam sentì dei tonfi potenti provenire dalla porta, ma a meno che non fossero Zayn o Louis, non poteva immaginare chi fosse.
Aprì in boxer senza controllare dallo spioncello.
Davanti a sè si presentò una persona più strana persino di Louis.

" Ciao! Sono Josh e sono il tuo nuovo compagno di stanza! Ti va di sbronzarci insieme? " 
Liam non ebbe il tempo di annuire che fu trovolto da un ragazzone in un abbraccio rompi costole. Liam quel giorno capì il significato della frase " Cosa importa se un abbraccio rompe le costole, se intanto ti aggiusta il cuore "



Sinceramente non ricorda come si introdusse Stan con loro, semplicemente perchè era troppo ubriaco per ricordarsene. 

Liam pur considerando tutto passegero, non riusciva a immaginarsi una vita senza quei quattro ragazzi. 
Se avesso voluto che qualcosa fosse eterno avrebbe voluto che loro lo fossero.
Sentiva sempre che mancava qualcosa in quella combriccola, o forse mancava qualcuno,ma a questo lui non dava molto conto.

Liam considerava tutto passegero, eppure ora mentre rincorreva quello che considerava l'amore della sua vita, gli sembrava che tutte le sue teorie fossero cazzate.

Zayn lo aveva conquistato lentamente, l'aveva conquistato con i suoi quadri, con le sue teorie sulle tempere, l'aveva conquistato con i suoi occhi e con il suo ciuffo che avvolte cambiava colore, e l'aveva conquistato amandolo con un sorriso.

E ora mentre correva avrebbe voluto una colonna sonora d'azione, perchè diavolo, la milza lo stava uccidendo, sarà meglio per Zayn che stia già pensando a un modo per farsi perdonare perchè se no l'avrebbe pagata cara. Liam era una persona vendicativa. Nessuno lasciava Liam Payne.










#



Zayn era scappato. 
Era scappato e ora era nel suo posto preferito. 
L'aveva trovato insieme a Louis un giorno d'estate di due anni fa, camminavano tranquilli finchè Louis non cadde per terra rotolando lontano da Zayn, quando Zayn si accorse che Louis stava rotolando, capì che affianco a loro c'era una discesa, una lunga discesa. Lentamente iniziò a scendere la discesa, ma la prima cosa che fece quando arrivò giù, non fu soccorrere Louis che stava urlando dal dolore, ma fu guardare il sole tramontare dietro quel piccolo laghetto.. era qualcosa di unico e spettacolare.
Quel giorno Louis si ruppe una gamba e Zayn perse un pezzetto di cuore in quel posto.

Ora se ne stava lì seduto a pensare a cosa sarebbe successo d'ora in poi..
Liam gli avrebbe più parlato?
Gli avrebbe donato di nuovo quei sorrisi mozzafiato?
Ci sarebbero state ancora le loro chiacchierate della mezzanotte fuori dalle loro camere, seduti uno accanto all'altro?
Non pensava proprio.
Aveva fatto una cazzata la sera prima, e lo ammetteva.
Non avrebbe dovuto gridare contro di Liam accusandolo di essere geloso e di non aver capito niente di lui. 
Non avrebbe dovuto rispondere al bacio che Liam gli aveva dato.
Non sarebbero dovuti andare in camera da letto.
No, proprio per niente.


Era ormai un'ora che era lì e iniziava a sentire un po' di formicolii alle gambe. Decise di alzarsi lentamente era a metà strada dall'essere in posizione eretta... " ZAYN JAWAAD MALIK!" quando con quella voce cadde miseramente come un sacco di patate.

" Oddio Zayn! " Liam eragià di per sè preoccupato, e quando vide Zayn cadere a terra corse subito verso di lui.
Si mise sulle ginocchia per vedere se Zayn, pur essendo ancora sdraiato stesse bene.
Quando lo guardò in viso, vide delle lacrime solcare il volto del moro.

"Zay no, tesoro non piangere..." disse Liam asciugando le lacrime di Zayn col pollice.
Il moro però sembrava non voler smettere.
"Zayn ascoltami ok? Ora tu smetti di piangere e ascolti bene le mie parole " 
Zayn guardava il castano, e pur vedendolo sfocato per le lacrime annuì. Si asciugò gli occhi e fu pronto per ascoltare le parole di addio di Liam. Perchè quello era. Un addio.

"Zayn, io non mi sono pentito, per niente al mondo vorrei dimenticare il sapore dei tuoi baci mi hai capito? E io non so quale strana idea ti fossi messo in testa stamattina, ma io voglio te ok? Solo te. E non iniziare con il dire che sono etero e cazzate varie, perchè tesoro tu sei sempre stata la cosa più bella che avessi mai visto, e mi hai rapito, e ora voglio solamente che tu capisca che parleremo ok? Tanto se vuoi, e potrai chiedermi quello che vuoi sul perchè della mia scelta, ma adesso sii mio per favore "
" D-davvero?" 

Zayn era sbalordito, mai nessuno era rimasto per lui, per il vero Zayn, invece Liam voleva rimanere, rimanere sul serio. 

" Si Zayn, davvero " 
Liam baciò dolcemente le labbra del moro e si sdraiò affianco a lui. 
" Restiamo qui tutto il giorno si? E poi andiamo in camera a dire tutto a Tommo che lo sai quanto è pettogola " 
Zayn annuì  e baciò di nuovo le labbra del castano.
C'era tempo per parlare, ora sapeva che Liam non si era pentito, quindi poteva finalmente tornare a resprirare.









***

Louis tornò a casa scocciato più che mai per colpa di quel ragazzino tutto ricci e fossette.
Maledetto lui e il suo fottuto sorriso. 
Pensò nella sua mente il nanetto.­­­­­­­
Aprì la porta della camera sperando di non ritrovarsi il suo migliore amico intento a pitturare con le lacrime agli occhi, perchè quello sul serio era qualcosa che odiava.

" Z! Sono a casa! " 

Quando Louis però entrò nella camera, notò con immenso piacere che sul letto del moro un altra figura torreggiava sull'amico.
E' bravo Liam. Pensò.

I due piccioncini erano sdraiati sul letto uno di fronte all'altro, e Liam stava facendo nasino-nasino a Zayn.
Louis pensò di non aver mai visto cosa più tenera di quella.

" Ho detto che sono a casa Zayn!" 

Zayn si girò di scatto, e con un sorriso salutò il suo migliore amico.

" Ciao Lou! Come è andata la giornata?! "

Louis sbuffò ripensadso al riccio, ma imboscò quel pensiero per parlare di una cosa più seria. 

" Lasciamo stare la mia giornata che è stata pessima, sbaglio, o dovete raccontarmi qualcosa voi due? " sorrise malizioso Louis.

Zayn diventò rosso, e Liam iniziò a parlare.










***




" Quindi... ora state insieme ?" chiese ingenuamente Louis.
 Zayn abbassò il capo perchè non nè avevano parlato, e lui non era sicuro che Liam fosse pronto.

" Si! E' ovvio che stiamo insieme che domande fai? Secondo te io permetterò che qualcuno si avvicini a Zayn?! "
Zayn alzò lo sguardo verso Liam e lo ammirò innamorato perso.

" No, non penso proprio " 
Louis l'aveva fatta apposta quella domanda, perchè conosceva il suo migliore amico, ed era sicuro che lui fosse convinto che non stessero insieme per  chisssà quale sua paranoia.
Così facendo aveva evitato una futura litigata tra i due.
Cento punti per Louis Tomlinson! 


"Ora però... Louis che ti è successo? " 
"Mmmh ? Cosa intendi dire Zayn?"
"Ti conosciamo come le nostre tasche Tommo che succede? " disse Liam.
Louis sospirò rassegnato, sapeva che tanto era inutile posticipare quella discussione.
" BHe, c'è questo ragazzo, che ho conosciuto l'altro giorno in lavanderia, che poi si è presentato al bar e ha detto che sono una specie di puttana "
"COSA HA DETTO QUELLO STRONZO? DIMMI COME SI CHIAMA CHE LO VADO AD AMMAZZARE!"
Esclamò Liam alzandosi dal letto.
Louis sospirò.
Dio non cambieranno mai.

" Stai calmo Liam, non c'è nè bisogno. Sul serio "
" Lou? " 
" Si Zay?" 
" Raccontami per filo e per segno quello che è successo "
" Ok "
Zayn era sempre il più saggio.


***


Un'ora dopo e due urli piantati da Zayn, Louis si stava recando al "Washing up with love " per un altro bucato.
Zayn l'aveva cazziato, perchè è vero che il riccio avesse sbagliato i modi, ma come aveva fatto Louis a non capire che ci stava spudoratamente provando con lui?
Louis però non credeva che il riccio ci stesse provando con lui, era solo un'idiota patentato tutto qui.


" Ehi Lou! " 
Louis vide arrivare Josh come un uragano e poi travolgero con uno dei suoi soliti abbracci.

" Ehi Joshi!" 
Dopo aver risposto all'abbraccio di Josh, Louis notò una cresta buonda dietro al suo amico. Si sporse di lato e vide un ragazzo biondo con gli occhi celesti.
Wow, sembra un principe. 
Si riscosse dai suoi pensieri e si presentò.

" Ciao! Sono Louis " 

Il ragazzo sorrise cordiale e gli porse la mano. 
" Piacere di conoscerti, sono Niall " 
" Irlandese?" 
" Si, come fai a saperlo?" 
" Sono inglese, riconosco un irlandese quando lo incontro "
Niall sorrise e pensò che quel ragazzo fosse perfetto. Ma non per lui. Per un'altra persona.
" Bhe mi pare giusto " 
Louis sorrise di ricambio e si concentrò su Josh che gli sembrava un po' incazzato.
Ah. Ahhhh. 
Louis aveva appena capito chi in realtà fosse Niall.
"L'amore della sua vita" pensò Louis citando le parole del suo amico crestina.

" Senti Josh.. ti sei perso una cosa ieri.."
" Cosa? Qualche scazzotata come al solito?" rispose acido.
" Uno: finiscila di fare l'acido, perchè non voglio rubarti Niall" 
Josh, sgranò gli occhi dopo la dichiarazione di Louis, e vide Niall sorpreso con le guance rosse.
Oddio che situazione di merda. Bastardo di un Tomlinson.
Josh ringhiò e Louis sorrise. 
" Due : gli Ziam sono finalemente reali "
" ODDIO SUL SERIO? "  gridò Josh. 
Iniziò a saltare in torno a Louis come se avesse degli scoiattoli nei pantaloni.
Niall scoppiò a ridere e non si fermò neanche quando Josh smise di saltare e iniziò a chiedere scusa come se avesse appena ucciso qualcuno.





***





Louis arrivò in lavanderia con il cuore più leggero e forse un po' più solo.
Louis amava i suoi amici, e poteva notare con piacere che tutti bene o male si stavano innamorando eppure lui sembrava sempre fermo allo stesso punto.
Certo per lui entrare alla John Hopkins era la cosa più importante da sempre, eppure c'era qualcosa che lo turbava, eppure non riusciva a capire cosa.

Mi starà venendo l'influenza.

Pensò stupidamente. 
Impostò la lavatrice con il bucato e si mise come al solito a dormire. 

Harry che per sbollire la rabbia era andato a correre, stava tornando indietro e camminando passò davanti alla lavanderia di qualche giorno prima.
C'era un ragazzo sdraiato sulla panchina.
Sorrise consapevole di chi fosse.
Entro con passo svelto e esclamò  "Ciao!" 
Louis aprì gli occhi e quando incontrò quelli verdi del riccio sbuffo sonoramente.
" Ah, sei tu..."
" Sono terribilmente dispiaciuto per quello che è successo, non posso neanche dire che è stata colpa dell'alcool perchè di fatto non nè ho bevuta una goccia " 
" Avrei potuto perdonare un ubriacone che mi dà della puttana, ma non vedo perchè debba perdonare qualcuno che era del tutto sobrio quando mi insultava" 

Intanto mentre parlava Louis si era alzato e si era spostato un po' al lato della panchina, Harry lo prese come un invito a sedersi e si sedette continuando però a guardare il ragazzo, Louis invece si trovò infastidito da quella vicinanza, o perlomeno chiamava così quel nodo allo stomaco che gli si era formato.

"Quante volte dovrò chiederti scusa ancora?" 
" Non ti conosco, e non sei nè un mio amico nè un mio famigliare quindi non ti devi scusare, non mi importa delle persone a cui non tengo "

Quelle parole ferirono un po' Harry, è vero che lui non era nessuno, ma voleva esserlo, anche solo un amico.
Allora pensò a quando doveva chiedere perdono da piccolo, e gli venne in mente la cosa che faceva sempre.
Si mise in ginocchio davanti ad uno sbalordito Louis e iniziò recitando  "Ho imparato a pentirmi di disobbedire a voi e ai vostri ordini.." 
Louis era scioccato, ma cosa stava facendo sto tipo? E sopratutto perchè era per terra, in ginocchio? Voleva per caso farsi perdonare con qualche atto sessuale?

"..e mi inchino ai vostri piedi per implorare il vostro perdono" 

Il ragazzo abbassò la testa e aspettò che il nanetto davanti a lui gli desse una risposta.
Louis in cambio scoppiò a ridere.

" O.MIO.DIO "
" Sei esilarante, dio mio sei più strano di me! " 
Louis si asciugò le lacrime che gli si erano formate agli angoli degli occhi, e rise ancora di più quando vide formarsi sul viso del gigante un'adorabile broncio.

" Stavo citando  Romeo e Giulietta, non so se hai presente.. sai Shakspeare?"
 Chiese Harry sarcastico e un po' offeso.
Louis però non smise di ridere. 
Quel ragazzo era uno spasso.

" Scusa, sul serio ma era veramente ridicolo, per questo odio Shakespeare " 
" E poi sarei io quello ridicolo? Tu odi Shakspeare! Sei scandaloso! "
Rispose Harry abbandonandosi anche lui ad una risata.
Louis, però, si rabbuiò.
Merda, non ho riconosciuto Romeo e Giulietta.. Non passerò mai quel fottuto esame..

Harry pensando che fosse colpa sua - di nuovo - si affrettò a chiedere a Louis cosa succedesse.

" E ora che succede?" 
" Oh.. emm, bhe dovrei fare un esame su Shakspeare.. e come hai notato non sono molto informato.." risponde Louis imbarazzato.
" E che problema c'è? Posso darti una mano!" 
" Ma non ci conosciamo neanche!" 
" Allora conosciamoci! Io sono Harry" rispose il riccio sorridendo.
"Oddio le fossette no..." pensò Louis.

" Louis. "  continuò Louis titubante porgendogli la mano.

Louis non era per niente convinto di questa cosa, non lo conosceva, avrebbe potuto essere tranquillamente un maniaco ,  avrebbe potuto  anche ucciderlo.
Harry invece era entusiasta, passare più tempo con lui, lo avrebbe aiutato ad avvicinarsi a quel nanetto.








***





" Harry"
" Si?" 
" Non sei uno stalker vero?" 

Louis e Harry, dopo essersi presentati si incamminarono verso il dormitorio, si era già fatto abbastanza tardi e il dormitorio aveva comunque una specie di fusorario. 
Harry rimase un po' traumatizzato da quella domanda, lo credeva davvero uno stalker? Ma chi diavolo pensare che fosse? 
Quel ragazzo era veramente ridicolo, Harr probabilmente ricorderà quella serata come la serata in cui ha riso di più in tutta la sua vita.
Louis aveva raccontato durante il tragitto il suo odio verso Shakspeare al riccio, e di quanto era felice perchè i suoi due migliori amici stavano finalmente insieme.

" No Louis, non sono uno stalker " rispose sorridendo il riccio.
" Ah, menomale " disse il nano sospirando felice.

Quel ragazzo infondo non era così male, e forse ma dico forse Louis aveva sbagliato a giudicarlo. 
A lui piaceva il modo in cui Harry storceva il viso a qualche suo racconto spinto sui suoi migliori amici, o quando si spostava i capelli dal viso, o quando... ok, a lui piacevano un sacco di cose di Harry.
Forse, troppe.


Quei due ragazzi tornarono a casa insieme quella sera, con uno strano presentimento e con un sorriso che difficilmente sarebbe scomparso.








Salve ragazze, sarò breve perchè sono stanca morta.
Vi sono piaciuti gli Ziam? E quel Liam riflessivo ve lo aspettavate? Io no ahahaah ma mi è uscito così ahaah.

I Nosh sono in assoluto la mia coppia preferita qua perchè li trovo di un amore sconfinato.
Louis è un'idiota e lo ripeterò fino alla fine, e niente ahha.
AVETE VISTO LE FOTO DI LOU E HARRY? IO SONO CREPATA E HO SCLERATO MALE.
Comunque ringrazio chi ha messo tra le seguite, preferite e ricordate e spero abbiate voglia di lasciare una piccola recensione, mi farebbe piacere.
Vi inivito a legggere le mie storie che trovate nel mio account e vi consiglio di leggere le storie di queste due ragazze fantastiche e dolcissime,
Stella13 e Love_Music_Drug
Detto questo vi saluto e alla prossima settimana,
a presto
Wearewhoweare

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Part. 4 ***


Prim, solo una cosa : -50 giorni



 










 
"Io capisco i tuoi baci e tu capisci i miei."




Quel ragazzo in fondo non era così male, e forse ma dico forse Louis aveva sbagliato a giudicarlo. 
A lui piaceva il modo in cui Harry storceva il viso a qualche suo racconto spinto sui suoi migliori amici, o quando si spostava i capelli dal viso, o quando... ok, a lui piacevano un sacco di cose di Harry.
Forse, troppe.


Quei due ragazzi tornarono a casa insieme quella sera, con uno strano presentimento e con un sorriso che difficilmente sarebbe scomparso.




Due settimane dopo...




"Zayn!"
"Zayn!" 
"MMH" 
"Zayn porca di quella maledetta carota  vuoi deciderti ad alzarti?!"

Zayn aprì lentamente gli occhi, e l'immagine che gli si parò davanti, probabilmente non l'avrebbe dimenticata facilmente.
Davanti a lui c'era Louis in tutto il suo splendore mattutino con indosso un grazioso grembiule rosa.
Zayn scoppiò a ridere.

"Oddio, Lou ma come cavolo ti sei vestito? E cos'è quella molletta sulla tua testa?" 

Zayn non riusciva a smettere di ridere, mentre lui era incazzato.

"Zayn non c'è niente da ridere, oggi verrà Harry a studiare QUA, aka nella nostra stanza! Ed è un fottuto casino, quindi vedi di alzarti e darmi una mano hai capito?!"

Zayn senza smettere di ridacchiare si alzò dal letto.

"Scusa Lou, ma perchè non andate da lui come sempre?" 
"Perchè non ha la stanza libera e mi ha detto che il suo compagno di stanza è molto rumoroso "
"Mmh capito, tanto io oggi mi vedo con Lee quindi avete la stanza libera "
"Perfetto, ancora meglio se non ci sei" esclamò Louis con forse troppa enfasi.
"Perchè Louis? Cosa devi combinare?" 

La faccia del poveretto divenne rossa, ma non rispose alla provocazione del suo migliore amico.


***


Harry si sentiva un po' in colpa.
Aveva mentito a Louis quel giorno. Ok, forse non era propriamente mentire a Louis, forse aveva più mentito a Niall che al ragazzo con gli occhi azzurri.
Dopo due settimane dalla discussione, nessuno dei due si era deciso a fare il primo passo e quindi in quei quattordici giorni si era ritrovato a mentire al suo migliore amico per vedersi con Louis. 
Harry diceva sempre a Niall che poteva uscire tranquillamente il pomeriggio con quel Josh, tanto lui sarebbe rimasto a studiare. 
La verità ovviamente era che si vedeva con Louis tutti i giorni.
Ed era fantastico.
Louis era fantastico.
Rideva alle sue battute stupide, lo ascoltava quando aveva qualcosa da dire, e Dio, il sorriso di quel ragazzo era qualcosa di divino.
Harry non riusciva a credere esistesse una persona tanto stupenda.
Si alzò dal letto e iniziò a vestirsi, decise di indossare i suoi soliti skinny neri con una camicia stampata con scollo a V.
Adorava quella camicia.
Tutti quei fenicotteri li mettevano allegria.
Prese i libri e aprì la porta.
Nell'aprire la porta però sbattè contro qualcosa o meglio qualcuno.

"Oh, buongiorno Harry " 
"B-biongiorno Niall " 

Harry deviò Niall, e cercò di scappare prima di essere sottoposto a qualche domanda a cui non avrebbe avuto risposta, ma il biondo fu più veloce.

"Dove stai andando?" 
"Oh.. emmh a fare un giro " 
Restò vago non aspettando la risposta di Niall, e correndo letteralmente fuori dalla vista dell'amico.
Niall sospirò affranto e si chiese dove stesse andando Sua Maestà.
Prese però il telefono e decise di chiamare Josh.

Tu.
Tu.Tu.
Tu.Tu.Tu
"Ehi Irlanda!" 
Sorrise al soprannome.
"Ciao Josh, ascolta hai da fare ?"
"Sempre libero per te dolcezza "
"Perfetto allora ci vediamo tra mezz'ora?" 
"Yep, a dopo!" 
Sospirò contento e chiuse la chiamata.






***



Louis, aveva finalmente finito di mettere a posto la stanza, giusto in tempo.
Tra una ventina di minuti sarebbe arrivato Harry e lui doveva ancora farsi una doccia. 
Si tolse quello stupido grembiule rosa e si spogliò per poi entrare nel bagno.
Accese l'acqua calda, perchè la doccia fredda per lui era una punizione divina, e mise il suo asciugamano sul termosifone per farlo scaldare.
Per quanto facesse caldo in America, lui aveva perennemente freddo.
In fondo siamo a Novembre. Si disse.
Sbuffò però alla consapevolezza che tra due settimane ci sarebbero state le vacanze di Natale e lui sarebbe dovuto tornare dalla sua famiglia.
Odiava tornare a casa, gli sembrava di essere sempre sotto inchiesta dentro quell'abitazione.
Si lavò il più in fretta possibile, uscì dal bagno con un po' di sconforto e nel momento in cui stava cercando i boxer dentro il cassetto qualcuno suonò alla porta.
Senza troppe cerimonie andò ad aprire.


Harry era rosso in viso e il suo balbettio implicava che fosse in  imbarazzo.
Louis si chiese il perchè.
Lo sguardo del riccio però gli fece capire di essere ancora seminudo.
Questo lo portò allo sconforto totale.

"Oddio, Harry mi spiace, vado subito a vestirmi " 
Louis rosso in viso prese le prime cose a caso e si fiondò dentro il bagno.
Dio che vergogna. Pensò Louis.
Mi è venuta un'erezione. Pensò Harry.

Sospirarono tutti e due nello stesso momento senza saperlo e pregarono di non fare figure di merda quel pomeriggio.

Le loro ripetizioni in quelle settimane erano andate abbastanza bene, Louis si era ormai convinto che Harry non fosse uno stalker, e Harry si era convinto che Louis fosse una sassy queen come immaginava.
Passavano tutti i giorni insieme, e a tutti e due sembrava così naturale che non si sognavano neanche di annullare qualche incontro. 
Volevano solo stare insieme per qualche assurdo motivo, che Harry capiva pefettamente mentre Louis non lo voleva capire.
Zayn  in quei giorni aveva costretto Louis a raccontargli ogni cosa, e il moro era convinto che Louis piano piano si stesse innamorando del riccio.
Louis però non voleva ammetterlo. Non voleva ammetere che quegli occhi verdi gli facevano battere il cuore, oppure non voleva ammetere che il sarcasmo del riccio e le sue battute idiote lo facevano ridere come non faceva da tempo.
Non voleva rovinare niente, il loro era solo un rapporto di amicizia, tutto qua. Niente di più e niente di meno.

"Eccomi " 
Louis tornò dal bagno con indosso degli skinny neri e con una felpa larga  il doppio di lui.
Harry pensò di non aver mai visto niente di più bello.
Louis aveva ancora i capelli bagnati e alcune gocce scendevano sul suo viso mentre altre gli gocciolavano sul collo.
Non posso fargli vedere il mio problemino, proprio no. Pensò Harry.

Sospirò e sperò che il suo amichetto là sotto non facesse brutti scherzi.



***


Erano sdraiati tutte e due sul letto di Louis, e anche se erano  un po' stretti non si lamentavano. 
Louis aveva un libro di letteratura in mano, mentre Harry si arricciava qualche boccolo.

"Haz?! "

Louis dopo una settimana che si vedevano  aveva iniziato a chiamarlo così perchè  "Ti prego Haz, Harry fa tanto principino!" e non sapeva quanto avesse ragione.

"Si Lou?"
"Quella camicia è orrenda"

La faccia scandalizzata e forse un po' offesa di Harry fece scoppiare a ridere il povero Louis che di smettere non aveva proprio l'intenzione.

"LOUIS! Sei scandaloso sul serio! Non capisci proprio niente di moda tu!"  disse Harry alzandosi sui gomiti guardando Louis oltraggiato.
"Ah, perchè tu si?"  rispose l'altro rotolandosi su se stesso.

Harry fece finta di alzarsi per andarsene, ma Louis fu più veloce e lo strattono verso il letto.
Qualcosa però non deve essere andata come aveva previsto Louis, perchè Harry si era ritrovato addosso a lui placcandolo completamente.
I capelli di Harry gli solleticavano il viso, e gli veniva un po' da starnutire, ma era  completamente perso ad ammirare Harry da così vicino.. 

"Ciao" 
Louis sorrise, Harry era proprio un idiota.
Decise però di stare al suo gioco.
"Ehi" 
Sul viso di Harry si comparve una smorfia.
Louis si preocccupò un po'.
"Che c'è Haz?"
"Non ti sei ricordato.."
"Cosa avrei dovuto ricordarmi riccio?"
"Il giorno in cui ci siamo incontrati al bar, tu scivolasti e dissi "oops" e io ti risposi con un "Hi!"..."

Oh. Quindi Harry voleva che gli rispondessi come quella volta? Si ricordava quella conversazione? Quel ragazzo sarebbe stato la sua morte.
Louis pensò questo mentre le sue labbra si avvicinavano lentamente a quelle del riccio.
Si stavano praticamente baciando, erano a due millimetri di distanza, e Louis riusciva a sentire il fiato del gigante dentro la sua bocca.
Ormai i capelli di Harry erano quasi tutti in faccia al più grade eppure a quest'ultimo non importava affatto, gli importava solo di sapere quale sapore avrebbero avuto le labbra del gigante.
Louis chiuse gli occhi aspettando finalmente quello che desiderava da due settimane anche se quest'ultima affermazione la negherebbe a vita.
Harry invece aveva sperato con tutto se stesso che quello che stava per accadere, accaddesse.
Chiuse anche lui gli occhi e..


"Tommooooooooo!" 

Lo spalancare della porta, fece prendere un colpo a Louis che per lo spavento piegò il ginocchio e colpì le parti basse del principe.
Harry non sapeva se piangere o ridere della situazione.
Si rotolò sul letto e finì per terra.
Sicuramente non avrò problemi a nascondere il piccolino là sotto a Lou ora. Pensò Harry.
 Era veramente convinto che con quel calcio non avrebbe avuto più figli. Non che ne avrebbe avuti si intende, anche perchè non credeva che Louis potesse rimanere incinta.
Oddio aveva veramente pensato ad una famiglia con Louis?
Era proprio messo male.

Niall che era scandalizzato da quello che aveva visto, era sicuro che il principe Harry non avrebbe mai avuto degli eredi dopo quel calcio. 
Subito dopo sentì un tonfo al suo fianco, e quando si girò vide Josh per terra che rideva.
A quel punto non c'è la fece e scoppiò a ridere anche lui.

"Che cazzo ti ridi Niall?" gridò Harry massaggiandosi la parte lesa.
"Sc-scusa Harry, ma era una scena ridicola!" 

Niall si avvicinò al principe e si abbassò continuando a ridere.
"Vuoi che ti raccolga le palle con il cucchiano?" chiese Niall tendendogli la mano.

Harry schiaffeggiò quest'ultima e sbuffò.

"Gne gne gne, fanculo irlandese dei miei stivali"
Harry poteva sembrare infastidito dal comportamento del biondo, ma in verità era felice, era la prima volta da anni che Niall si permetteva di fare una battuta in sua presenza.
Anche se aveva rovinato il quasi bacio tra lui e Louis, Harry poteva sicuramente perdonarlo.
Per Louis quella era assolutamente una di quelle situazioni in cui si sarebbe con piacere sotterrato come gli struzzi. Non riusciva a capire però perchè Harry fosse così in confidenza con Niall, il riccio infatti non aveva mai citato quest'ultimo nei suoi racconti.
Si sentiva un po'... come dire escluso? Quella scenetta era così confidenziale che gli dava il voltastomaco. E' così che si sentiva Harry ogni volta che lui parlava con Zayn? Doveva assolutamente chiedere scusa al riccio se era così che si sentiva, perchè diavolo, era veramente terribile.
Il riccio non smetteva di fare battute con Niall, e anche Josh sembrava un po' infastidito, ma a differenza di Louis, lui sapeva per certo di essere geloso di quel gigante con gli occhi smeraldo. Come poteva competere con quel corpo che sembrava essere scolpito? Come poteva competere con quella folta chioma? Semplicemente non poteva.
Sospirò stancamente.
Louis invece si era stancato di quella scenetta e allora decise di tossire.
*tof, tof*

I due ragazzi si girarono come se si fossero accorti solo in quel momento che erano in compagnia e non soli.
Si imbarazzarono un po' ad essere osservati da quattro occhi che sembravano volessero ucciderli solo con un'occhiata.
Erano un po' a disagio. Louis vedendo il disagio e l'imbarazzo dei due decise di prendere parola. 

"Quindi tu e Niall vi conoscete? Non me lo avevi detto Haz" Louis forse stava usando un tono troppo accusatorio per un semplice amico, e forse non avrebbe dovuto sottolineare così tanto il soprannome del riccio, ma sinceramente non gliene importava un'emerita carota.
Harry si sentiva un po' sotto accusa dallo sguardo di Louis, e non sa per quale motivo abbassò lo sguardo colpevole, non pensava che fosse importante sapere che Niall fosse suo amico no? In fondo neanche lui conosceva tutti gli amici di Louis, mica ne faceva una tragedia. "Però lui non ti li ha nascosti volutamente" gli disse una vocina nella sua testa. 
La uccise a colpi di sciabola.

"Bhe.. si, siamo come dire, amici di infanzia"  mentre rispondeva si grattava la testa succube del ghiaccio che lo stava ammirando.
Niall intanto se la rideva sotto i baffi -che non ha- perchè per la prima volta dopo anni rivedeva il suo piccolo amico di quando erano bambini,  e non il dongiovanni.Vedeva  per la prima volta dopo tanto tempo semplicemente Harry e doveva ammettere che vederlo in difficoltà gli faceva tenerezza, così decise di dargli una mano.

"Louis, forse non ti ha parlato di me perchè bhe non ci sono stato molto in queste settimane, ero sempre con Josh praticamente"

Louis pensò che quella risposta era una scusa bella e buona, ma annuì senza cercare un ulteriore spiegazione.
Il riccio continuava a stare a testa bassa e il biondo pensava che si, avesse ragione quando la prima volta che aveva visto Louis avesse pensato che fosse perfetto per Harry.
Si diede mentalmente una pacca sulla spalla, e decise che la sera stessa avrebbero parlato lui e il principe, ma parlato sul serio.

"Bhe, io e Josh ora andremmo, Harry ci vediamo stasera che dobbiamo parlare ok?"

Harry finalmente alzò lo sguardo e sorrise al suo biondo preferito e sperò con tutto se stesso che quella sera avrebbero chiarito.

Louis per la prima volta in vita sua avrebbe voluto qualcosa solo per sè, per un attimo credette che quel sorriso sarebbe stato il suo peccato più grande, ma si riscosse da quello stupido pensiero e decise di accantonare tutti quei sentimenti contrastanti.
Non sapeva più a cosa credere.


***

Una decina di minuti dopo e due urli di Louis a Josh perchè  "Lou, mi spiace ma ho rotto il tuo telescopio " il liscio si ritrovava di nuovo sdraiato sul letto insieme ad Harry, erano tutti e due attenti a non toccarsi, la tensione era tale che avrebbero potuto tagliarla con un coltello.
Non parlavano, stavano tutti e due muti a guardare il soffitto. Sicuramente era più interessante quello vero? 

"Dovremmo studiare Lou.." disse Harry sottovoce muovendosi un po'.
"Non nè ho voglia Haz.."
"Ok"

Harry allora fece per andarsene come aveva fatto una decina di minuti prima, però fu di nuovo fermato dalla mano di Louis, che stavolta non lo strattono, lo tratenne solo leggermente. Quando Harry si girò vide un Louis che non aveva mai avuto modo di conoscere in quelle settimane. Louis, era implorante? Il suo sguardo gli chiedeva di rimanere lì con lui, ma ad Harry non bastava una sguardo. No, voleva che glielo dicesse.
Louis continuò ad aspettare che Harry si sedesse di nuovo sul letto, ma capì che il riccio non si sarebbe mosso di un millimetro se non glielo avesse chiesto lui stesso. Cazzo di narcisista che si sente più importante degli altri, pensò Louis. 

"Dove stai andando Haz?"
"A casa Lou, se non studiamo non servo a niente qui.." 
" Ma, m-ma non potresti rimanere a farmi compagnia?" chiese Louis vergognandosi un po' per la domanda.
Harry sorrise per il comportamento del maggiore che sembrava tanto un bambino quando faceva così.

"Fichè non mi mandi via, io resto" 

E quella a Louis sembrò tanto una promessa.


#


Niall e Josh, usciti dalla camera di Lou si incamminarono per andare in camera del biondo, già passavano da una camera a un'altra, ma non avevano proprio voglia di stare in giro a cazzeggiare, a loro stava bene passare la giornata a mangiare schifezze e ascoltare vecchi cd di musica rock su un letto. Se poi erano insieme era diecimila volta meglio.
Niall con Josh si era sempre sentito a sua agio, non aveva mai dovuto comportarsi considerando una certa etichetta e non aveva mai dovuto dare del lei o fare attenzione a che aggettivi dare alle cose o alle persone per non sembrare scurrile. Niall con Josh era semplicemnte sè stesso. Era sempre stato così fin da quando si erano conosciuti, e anche se era da relativamente poco si era sempre trovato in sintonia con la crestina bionda affianco a lui. Si era sempre trovato in sintonia fino a quel momento.
Josh non aveva parlato per tutto il tragitto è la cosa era molto strana anche perchè di solito se ne usciva con qualche battuta del tipo "Niall, secondo te come fai a riconoscere se chi bussa alla porta è un percussionista?" al che Niall rispondeva con una risatina e con " Non lo so J, dimmelo tu" e il biondo ripondeva "Perchè i colpi vanno a rallentare", Niall rideva sempre anche se le battute erano pessime come quella, ma a lui non importava molto, visto che quando rideva alle battute del batterista, quest'ultimo si illuminava fiero di sè stesso, quindi Niall per vedere quella felicità su Josh avrebbe riso alle sue stupide battute per sempre.
Continuarono però a camminare sileziosamente senza rivolgersi parola.
E Niall odiava il silenzio, altro chè se lo odiava.



"Che fai allora? Vuoi entrare?"

Josh scosse la testa in  segno di negazione e Niall sbuffò senza dire niente.
Entrò con lo sguardo scoraggiato in stanza e si buttò sul letto.
Josh  aveva visto lo sguardo deluso di Niall, ma non ci poteva fare niente, non riusciva a non essere geloso del rapporto tra Harry e il biondo. Non riusciva a concepirlo. Cos'erano quei due? Scopamici? Ex-fidanzati? Migliori amici innamorati uno dell'altro? Non aveva risposta a quelle domande.  E' vero che Niall gli aveva assicurato che fossero solo amici, ma non sapeva se crederci o no. Però, si sentiva una merda per essersi comportato da stronzo con Niall, infondo lui non aveva mai accenato ad essere qualcosa di più di amici, era solo lui che si faceva strane fantasie su come sarebbe stato bello avere una casa tutta per loro con i cd in vinile sulle pareti e chitarre appesse in ogni angolo, e magari anche un cane. Da chiamare "Plettro". Ok, forse si era fatto troppe fantasie, ma Niall era la reincarnazione del principe azzurro come poteva non farci un pensierino? Ma comunque quelle non erano scuse valide per come si era comportato nei confronti di Niall.
Tornò indietro per raggiungere la camera del biondo con la coda fra le gambe, avrebbe chiesto scusa per il suo comportamento, e forse sarebbero riusciti a sistemare una serata iniziata molto male.

*TOC TOC*

Niall pensò che Harry fosse tornato, così andò ad aprire senza guardare dallo spioncello, quando però al posto di boccoli vide degli spaghetti tirati all'insù da quantità industriali di gel, sorrise senza accorgersene.

"J, che ci fai qui?"
"Io.. bhe volevo chiederti scusa, sono stato un stronzo e non è colpa tua se sono un'idiota, ma tu avevi quel sorriso per Harry e a me così non lo avevi mai fatto e c'era quel nodo allo stomaco e i tuoi occhi erano luminosi e poi tu sembravi felice e con me penso sempre che ti annoi e poi i tuoi modi di fare sono così eleganti, e io vorrei avere una casa con i cd in vinile e vorrei le chitarre ai muri e poi vorrei Plettro e poi vorr... "

La preghiera di Josh fu interotta dalle labbra di Niall su quelle del più basso.
Fu un bacio veloce, senza pretese. Un bacio casto, quasi da bambini.

Niall ci aveva un po' sperato nella gelosia di Josh, ma non ci avrebbe messo la mano sul fuoco perchè il biondo che ora stava baciando non aveva mai fatto rifermenti a loro due come più di semplici amici, così ci aveva rinunciato. Ma ci aveva ripensato alle parole "ma tu avevi quel sorriso per Harry e a me così non lo avevi mai fatto e c'era quel nodo allo stomaco". Josh era geloso, è proprio di lui non di qualcun'altro.

"Anche io voglio i dischi in vinile e le chitarre ai muri, ma posso sapere chi è Plettro?"

Disse Niall staccandosi dalle labbra di Josh.
Josh sembrava aver perso la facoltà di parlare. Era scioccato.

"Il nostro cane.." 




#




Quando il suono di una sveglia risuonò nella stanza, Louis aprì gli occhi lentamente, maledicendo quella fonte di rumore che lo aveva svegliato dal suo sonno così tranquillo, per la prima volta dopo due settimane non aveva fatto lo stesso sogno che sembrava una maledizione, maledette farfalle blu e maledette mutande. 
Sbuffò e si alzò, la sua mano però stava toccando qualcosa che non avrebbe dovuto trovarsi nel suo letto... perchè stava toccando un vibratore? E soprattuto perchè era sul suo letto? Era sicuro di averlo riposto nel cassetto...Mmmh molto strano.

"Emmh.. Lou, potresti togliere la mano dal mio pene?" 

La voce di Harry li risuonò bassa e roca, e senza accorgersene aveva strizzato le parti basse del riccio. Harry gemette per quel contatto inaspettato. Louis dopo aver sentito il gemito di Harry divenne ancora più rosso di quello che non era e scattò in piedi.

"Oddio, scusami Haz ero sovrappensiero. Scusami ti prego non volevo e solo che--" 
Intanto Harry si era alzato e si era avvicinato al nanetto sorridendo sgembo, si strofino l'occhio destro come faceva ogni volta che si svegliava e gli andò vicino.
Fece segno di fare silenzio e Louis acconsentì.

"Lou, non ti devi preoccupare, non  che mi sia dispiaciuto sai?"
"Emm io, davvero Haz scus-"
"Shhh, Lou ascoltami ok? Non hai tempo per parlare, perchè sei già in ritardo per il lavoro, quella era la tua sveglia, e non so come e quando ci siamo addormentati ma non è un problema ok?"
Harry mentre parlava si era ricominciato a vestire, si mise il suo cappotto con il quale era arrivato e si infilò i suoi -orrendi a detta di Louis- scarponcini.
"Oddio il lavoro! Me ne ero completamente dimenticato. Porca carota ammuffita con un verme dentro!" esclamò Louis correndo a destra e a manca per raccattare le cose che gli servivano per il lavoro. Ridendo, Harry prese il braccio di Louis e se lo tirò addosso, gli alzò il mente e gli scoccò un lungo bacio sulla guancia. Un bacio bagnato, molto bagnato.

"Lou, io vado ci sentiamo dopo ok? E per tua informazione, è stata la dormita migliore della mia vita, i tuoi capelli sanno di miele.." Harry leccò la guancia di Louis e poi continuò "mi piace.." 
Gli fece l'occhiolino e uscì dalla stanza.
Louis era rimasto immobile per tutto il tempo, non si aspettava di certo quello stravolgimento degli eventi, non gli era concesso, non era preparato a tutto QUESTO.
Si toccò la guancia un po' bagnata dal bacio e dalla leccata del riccio, ma per la prima volta nella sua vita non gli fece schifo sentire della saliva sul suo corpo.

"M-mi ha baciato" sussurrò continuando a toccarsi la guancia.






#




Harry tornò alla sua camera saltellando come se fosse Heidi, forse era stato un po' avventato nei modi di fare, ma se non avesse fatto qualcosa era sicuro che la situazione non si sarebbe mai sbloccata. E' vero che aveva detto che gli sarebbe bastato essere amico di Louis, ma Louis era Louis e lui non poteva resistergli, sembrava che le loro vite per quanto diverse erano destinate ad incrociarsi, tutto sembrava dannatamente al proprio posto quando era con lui. Dimenticava anche chi fosse per qualche minuto.
Prese le chiavi della stanza e continuando a pensare al suo -pregando- futuro ragazzo , aprì la porta. 
Harry si poteva aspettare tutto sul serio, orgie, film porno proiettati su grande schermo, Niall vestito da irlandese o Micheal nudo. Ma certamente non si aspettava di vedere Niall seduto su una sedia con Josh in braccio a sbacciucchiarsi e per ultima cosa ma non la meno importante Niall aveva della tinta viola sui capelli! Cioè capite?! Viola! 
Fece una smorfia stranita e si chiese se A: Niall fosse impazzito o B: Micheal lo avesse contagiato o ancora C: Non era consapevole di quello che gli stesse succedendo perchè troppo preso a succhiare i polmoni ( perchè era sicuro che la lingua del suo amico avesse raggiunto i polmoni del batterista) di Josh.
"Emmh.." tossicchiò "Scusate se interrompo -cosa che tra l'altro avete fatto anche voi prima - ma volevo sapere se Niall era a conoscenza di avere del vomito viola sui capelli"
"Oh salve principe Harold, si sono consapevole del vomito"
"Principe Harold?" 

Solo in quel momento Niall si ricordò di non essere solo col principe e che con loro c'era Josh.. Doveva rimediare al più presto, anche perchè Harry sembrava immobilizzato.

"Oh è un soprannome, vedi da piccolo era così viziato"  disse Niall con fare innoquo.
"Ahhhhhhh ok. Ora mi dai un bacio che devo andare via?"

Niall sporse il labbruccio perchè non voleva che Josh se ne andasse.

"Devi proprio andare?" 
"Si Nì, non lasciamo mai Louis da solo la sera al locale, troppi ubriaconi, io e gli altri lo raggiungiamo per fargli compagnia"

Harry sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri solo al nome di Louis.

"Ah, andate a fargli compagnia?" Josh si girò verso la voce, e dopo aver constato che si trattasse di Harry, sorrise malizioso all'interesse del ragazzo nei confronti del suo amico.
"Si, sai, Louis è un bel ragazzo e non vorremmo che lo trattasero male.."
A Josh sembrò che Harry tirasse un sospiro di sollievo, che fosse anche lui preoccupato per Louis?
"Capisco..." 

Un silenzio imbarazzante si insediò in quella stanza, ma risolse il problema Niall.
Si sporse verso Josh e lo baciò lentamente e con dolcezza inserì la lingua dentro la bocca del suo -quasi- ragazzo e poi la ritirò immediatamente ricordandosi di non essere soli.
Sorrise al suo -quasi- ragazzo. Gli piaceva un sacco dirlo e pensarlo.

"Allora buona serata" 
"Perchè non ci raggiungete anche voi più tardi? Sono sicuro che agli altri farebbe piacere!" 

Josh era sicuro che alla sua compagnia di matti avrebbe fatto piacere, e sicuramente si sarebbe divertito di più se nel locale ci sarebbe stato Niall.

"Mmmh vediamo J, perchè io e il riccio dobbiamo parlare" 
Josh sporse il labbruccio e si alzò da Niall e gli stampò un altro bacio veloce e andò verso la porta.
"A dopo allora, vi aspetto. Eh no. Non replicate, verrete e basta" Josh uscì dalla porta e Harry commentò la sua uscita.

"E' un uragano"



***



Harry  e Niall erano seduti sullo stesso letto ed erano intenti a guardarsi le scarpe. Già, grande conversazione la loro. Harry però si era ripromesso di parlare con il biondo e lo avrebbe fatto. 
Preso un bel respiro e iniziò a parlare "Niall, lo so che l'altro giorno sono stato duro, e forse un po' stronzo, ma vedi in queste settimane, ti ho visto così felice con Josh e mi sono sentito geloso e non per motivi amorosi,ma semplicemente perchè quel sorriso luminoso una volta lo avevi solo per me, mentre ora non riesci più neanche a farmi una battuta, oggi quando eravamo in camera di Louis, ero al settimo cielo quando ti sei esposto così tanto prendendomi in giro ed è stato una delle cose più belle che mi sia successa negli ultimi anni..."

Niall ascoltò senza fiatare, anche perchè le parole del principe erano così vere e sentite che non riusciva a trovare delle risposte che non fossero idiote. Forse Josh lo stava contagiando. Però poi ci ripensò, e si disse che forse era meglio prendere le cose come venivano e così come si sentiva di fare, fece.

"Anche meglio della volta in cui sei riuscito a battere il Principe di Inghilterra a Crocket?" 
Harry rise ma annuì con vigore, in seguito anche Niall si unì alla risata dell'amico e in quel momento seppero che le cose sarebbero andate per il meglio nonostante tutto.
Perchè ora sapevano che potevano tornare ad essere bambini e potevano tornare ad essere ciò che erano una volta : Harry e Niall.















Salve...lo so sono in ritardo ma ho una buona scusa ok?
Allora vi spiego: ho contattato una ragazza dolcissima che mi beta la storia da una settimana e bhe niente non sto a spiegarvi nei dettagli, comunque,lei inizierà a betarmi la storia dal quinto capitolo, gli altri capitoli precedenti insieme a questi verranno betati in seguito.
Ho chiesto dei consigli a questa ragazza perchè ho molto da imparare e lei è disposta a insegnarmelo. Comunque.
In questo capitolo vediamo il "bacio" Larry, che poi bacio non è, e il bacio vero e proprio dei Nosh, quanto sono dolci? Fanno quasi venire le carie, per il prossimo capitolo e quelli avanti aspettatevi una dose di dolcezza infinita, capitemi li ho scritti quando uscivano solo notizie Larry ahahah. I narry stanno per riappacificarsi e nel prossimo capitolo capirete meglio, il prossimo capitolo è il mio prefertio ahahha.
Ora vi saluto ringraziando le splendide persone che recensiscono e che seguono, o mettono tra le preferite e le ricordate le mie storie, non sapete quanto siete importanti, se tutto va bene questo sarà l'ultimo ritardo che farò, almeno spero.
Ora, ringrazio la mia Prim, la mia quasi Beta (Non so ancora se posso chiamarti così ahahha)

Vi invito a leggere le storie di stella13 , come Faking It e Louis Tomlinson vs Friendzone, Text me ripubblicazione.
Vi ringrazio per essere arrivati fino a qua.
A presto
Wearewhoweare.










 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Part.5 ***


A Prim, non dimenticare mai quello che questo posto ha fatto per noi.


 









"È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti."







 

Niall e Harry si raccontarono tutto quello che passava loro per la mente. Niall confessò a Harry di aver smesso di essere suo amico perché nella scuola in cui lo avevano mandato da piccolo era così che era stato educato: "Reca sempre onore al tuo re". E così lui aveva fatto, considerando Harry non più un amico, come aveva sempre fatto, ma considerandolo il futuro sovrano del suo popolo.
Harry lo abbracciò perché non poteva credere che Niall era praticamente stato obbligato a essere un suo inferiore, non poteva credere di aver perso il suo migliore amico per tutti quegli anni per un fottuto regolamento ottocentesco.
Parlarono anche dei loro "ragazzi" . Harry capì  che  Niall era completamente andato per quel batterista, e invece il biondo capì che Louis era la persona giusta per Harry, perché quel ragazzino immaturo che era il principe di qualche settimana fa sembrava svanire ogni giorno che passava.
E Niall sarà sempre grato a Louis per questo.

Si incamminarono verso il locale alle nove e mezza passate dal momento che gli altri non si sarebbero offesi, anche se Josh aveva già mandato una ventina di messaggi a Niall per sapere dov'erano finiti.
Che tenero, pensava Niall.
Chissà come sta Lou, pensava Harry.
Arrivarono al locale alle dieci, perché si persero due volte per colpa di Harry ovviamente e ci entrarono. Era talmente pieno che sembrava straripare di gente.
Si guardarono intorno per scorgere Josh e gli altri ma non li trovarono, così Niall compose il numero del batterista e aspettò.

"Niall! Ma dove cavolo siete finiti?!"
"Noi siamo arrivati, ma con tutta questa gente non ti vedo Josh".
"Giusto, restate all'entrata che vi raggiungo".

Josh chiuse la telefonata e Niall si girò verso Harry.
"Dice che ci raggiunge lui" disse con un'alzata di spalle.
Harry continuò a guardarsi intorno alla ricerca di Louis senza dare molta attenzione al suo amico.
Dove cavolo era  finito quel nano malefico? 


"Ehi, ragazzi!" 
Il sorriso di Niall alla vista di Josh fu accecante e lo stomaco di Harry quasi si rivoltò. Toccò la spalla di Niall, e, quando questi si girò, fece finta di vomitare. 
Niall lo mandò dolcemente a cagare.
Arrivato da suo quasi fidanzato, Josh si sporse per baciarlo, ovviamente Niall acconsentì con molta enfasi. Quel bacio però sembrava non voler finire più e Harry, da bravo galantuomo qual era, interruppe il momento ritenuto magico da Niall e Josh ma stomachevole da lui.

"Scusate, ma vorrei davvero, davvero andarmi a sedere, quindi, di grazia, dove sarebbe il nostro tavolo, Josh?"

La domanda pose fine al bacio dei due, che si sorrisero a vicenda, per poi considerare il terzo incomodo. 
"Ok, andiamo, riccio. Vi faccio strada!" urlò Josh, tenendo per mano Niall. Forse era già un po' ubriaco.

Niall si guardò intorno perché non era mai entrato in quel locale prima di allora.
Sarà per i muri rivestiti completamente di mattone, la forma esagonale riportata anche nella sala sopra, o magari era il juke-box attaccato al bancone o ancora quell'odore quasi nauseante di birra, ma quel posto lo faceva sentire a casa.

Quando arrivarono al tavolo degli amici di Louis e Josh, Harry poté sospirare di sollievo perché c'erano solo due persone nuove in quanto Zayn lo conosceva già.

"Ciao, Zayn!" esclamò. Il moro gli fece un cenno col capo. Sembrava completamente andato.

"Ragazzi, questi sono Niall e Harry, mentre" Josh accennò ai tre ragazzi al tavolo e uno per uno li presentò "...loro in ordine sono: Zayn, Liam e Stan".
Niall sorrise cordiale e porse la mano ai tre, Harry invece sembrò decisamente poco interessato, perché non distolse gli occhi dal bancone e non fece neanche caso al nome dei ragazzi.
Niall tirò una gomitata all'amico, perché, ok che voleva vedere Louis, ma non per questo doveva essere asociale.
Il gigante protestò per la botta e guardò male il biondo.

"Non guardarmi così, ok che vuoi vedere Louis, ma non fare il maleducato " gli disse Niall forse un po' ad alta voce.
Gli amici di Lou, cominciarono a lanciargli sguardi strani, ricolmi di quella che poteva sembrava dolcezza.
Era possibile? 

"Piacere, sono Harry " sorrise allora questi per non sentirsi più a disagio.

Una mano gli si posò sul ventre piatto e un piccolo mento appuntito si appoggiò alla sua spalla.
Riconobbe il profumo di Louis e sorrise a quel contatto così intimo.

"Ciao, Lou" sussurrò piano così che potesse sentire solo lui.
"Ciao, Haz". 

Dopo quel breve saluto tra i due, si sedettero al tavolo e passarono la serata tra risate e qualche entrata in scena di Louis che ogni volta esclamava: "Dio odio questo lavoro. Salvami, Haz, per favore!". A queste esclamazioni, Harry rideva e gli lasciava una carezza di incoraggiomento sulla schiena.
Giocarono a biliardino e bevvero, bevvero tanto.

Ormai il locale stava chiudendo, gli unici che riuscivano a stare in piedi erano Josh e Harry. Dopo tutte le feste alle quali aveva partecipato quest'ultimo, ci mancava soltanto che non sapesse reggere l'alcool.

"Harry.. H... Harry" biascicò Niall quasi addormentato su Josh.
"Dimmi, Ni"
"Voglio andare a casa" si lamentò.
"Ok, forse e ora di rientrare" disse Harry al batterista.
"Lo penso anche io".
Si alzarono tutti e due e raccattarono alla bell'e meglio Zayn e Liam, che stavano praticamente scopando sul divanetto, e Stan che faceva la lapdance con un bicchiere.
Arrivarono al bancone per salutare Louis, ma il riccio non ebbe il tempo di dire una parola che fu interrotto da Josh.
"Lou, scusa se non rimaniamo per riportarti a casa, ma sono messi veramente male" disse Josh guardando i suoi amici.
"Non ti preoccupare, Josh, per una volta che torna a casa da solo non mi succederà niente".

Louis sorrise e diede una pacca sulla spalla al suo amico, poi posò il bicchiere che stava asciugando e si avvicinò a Harry.
Si alzò sulle punte e gli baciò la guancia morbida. 

"Buonanotte, Haz". 

Quella volta fu Harry a rimanere imbambolato.

"Notte...." 


***


Messi a letto Liam e Zayn nel letto di quest'ultimo e portato Stan nella sua camera, i tre arrivarono davanti a camera di Harry e Niall.

"Ok, buonanotte, H. Torno indietro ché passo a predere Louis. Non piace che torni a casa da solo" disse Josh, sbadigliando.

Harry colse la palla al balzo.

" Josh, tu sei stanco. Vai con Niall a dormire, vado io a prendere Louis, sì?" parlò a voce bassa per non svegliare l'ormai assopito Niall.

"Sul serio lo faresti?" 
"Certo!" 


Salutò Josh e si incamminò per tornare al locale, sperando di non perdersi.


***

Harry riuscì ad arrivare sano e salvo al locale, ma non aveva voglia di entrare anche perché Louis stava finendo di pulire, e, se lo avesse distratto, ci avrebbe messo il doppio del tempo e lui voleva assolutamente passare del tempo con Louis.
Si mise seduto sul vaso di una pianta, che sicuramente aveva visto giorni migliori, e appoggiò la schiena al muro.
Da lì poteva vedere Louis e sentire anche la sua vocina acuta, in quanto le finestre erano aperte, probabilmente per far sparire il fumo dal locale.
Vide quel barista da strapazzo avvicinarsi al suo Louis e dargli una moneta.
Si accorse solo in seguito che quella non era una moneta, ma un gettone per il juke-box. E lo notò solo quanto  Louis avvicinò con aria sognante a quell'ormai antiquato oggetto.
Vide Louis stringere gli occhi e mordersi il labbro, chiaro segno che si stava concentrando, per poi inserire il gettone e premere una dei pulsanti rossi. Tornò poi a pulire e, nel momento in cui Louis si tolse le scarpe e riniziò a pulire, le note di Stand By Me risuonarono nell'aria.
Harry adorava quella canzone e fu felice di sapere che anche a Louis piaceva. 
Louis volteggiava mentre puliva il pavimento, ed era ridicolo come Harry riuscisse a trovarlo stupendo in qualsiasi cosa facesse. In quelle notte che era arrivata troppo presto, riusciva solo a pensare che anche se Louis era stanco e probabilmente non avrebbe voluto parlare al ritorno, ma lui non avrebbe voluto essere in un altro posto se non lì.

" SO, Darlin', darlin', stand by me, oh now stand by me.
Stand by me. 
Stand by me. "


I pensieri di Harry non riuscivano più a trovare forma, la voce così arrivata dal nulla di Louis, l'aveva scioccato.
La sua voce acuta e qualche volta fastidiosa, mentre cantava si trasformava in qualcosa di angelico che riusciva a sottrarti a ogni acuto un pezzetto di cuore.
Harry rimase incanto a guardare Louis e ascoltandolo sulle note di quella che d'ora in poi sarebbe stata la sua canzone preferita e non si accorse minimamente che la canzone era già quasi conclusa e sperò tanto che Louis cantasse anche quell'ultima frase.
E arrivò proprio come prima, come un fulmine a ciel sereno, e si insediò nel cuore del principe.

"Whenever you're in trouble, won't you stand by me,
oh,
stand by me.. "



Harry sperò con tutto se stesso che Louis stesso pensando a lui in quell'ultima frase, perché lui ci sarebbe stato. Per Louis sarebbe rimasto. Sempre.

Quello fu il momento in cui Harry realizzò di essersi innamorato di Louis.



***


Harry stava ancora pensando, quando Louis uscì  dal locale. Odiava tornare a casa da solo e, anche se aveva ormai ventitré anni compiuti, aveva ancora paura del buio.
Era come se lo circondasse e gli annebbiasse i sensi. Aveva avuto una mezza idea di chiedere a Sam di accompagnarlo, ma la paura di essere stuprato da lui (anche se sapeva che non l'avrebbe mai fatto)  aveva vinto sulla paura del buio.
Uscendo dal locale, però, riconobbe la figura slanciata del suo amico riccio.
Lo raggiunse strascicando i piedi, sembrava una lumaca, ma anche se era Harry, lui aveva comunque male ai piedi quella sera.

"Haz! Che ci fai qui?"

Vide il ragazzo guardarlo con ammirazione, per poi rispondergli.

"Ciao, Lou, sono venuto a prenderti."
"Se non hai una macchina o un'ascia, sei inutile in questo momento" disse Louis pensieroso.
"La macchina, sai che ce l'ha Niall, e perché mai dovrei avere un'ascia?"

Louis sbuffò sonoramente e mise su il broncio per far intenerire Harry.
Ovviamente ci riuscì.

"Ho male ai piedi, Haazzz! Ti prego, amputameli!" si lamentò.

Harry rise per la sua stupidità e si avvicinò.
Troppo vicino, pensò Louis.
Erano a pochi centimetri di distanza e Louis si aspettava un bacio, o almeno lo sperava. Vide Harry piegarsi e percepii le mani del più piccolo sul retro delle sue ginocchia. un attimo dopo non sentì più il dolore ai piedi.
Aprì gli occhi sbalordito.
Harry lo aveva preso in braccio.
Lo aveva preso in braccio come una fottuta principessa!

"Ancora male?" chiese il Harry sorridendo.
Louis negò scuotendo la testa, troppo imbarazzato per parlare.

Harry portò Louis in braccio per tutta la strada senza lamentarsi, mentre l'altro continuava a non pararla perchè si sentiva troppo a disagio tra le braccia del principe. Ancora però non sapeva se in senso positivo o negativo.

***

"Eccoci qui!" disse Harry, poggiando Louis per terra davanti alla sua stanza.
"Grazie" rispose Louis con la testa bassa.
Harry però non poteva vedere le sue guance rosse, altrimenti non avrebbe parlato. "Sei arrabbiato, Boo?"

Louis alzò lo sguardo verso di Harry. Pensava veramente che fosse arrabbiato? Ma quanto era stupido? Si ritrovò a pensare.

"Ma sei scemo?"
"..."
 Louis alzò gli occhi al cielo e abbracciò di slancio il gigante agganciandogli le gambe alla vita.
Si avvicinò all'orecchio di Harry e gli sussurrò  "Grazie, Haz, davvero. Buonanotte." scese dalla vetta della montagna (perché ovviamente Harry doveva essere alto due metri) e gli fece l'occhiolino prima di entrare in stanza.

Appena si richiuse la porta dietro di sé, si appoggiò ad essa e scivolò fino a sedersi con il culo per terra.
Il suo cuore batteva troppo velocemente per una persona normale.


#


"Io ti dico che scopano come conigli!"

"Liam!" esclamò scioccato Zayn.

Erano andati a mangiare in un fast food quel giorno e tra gli argomenti di cui avevano parlato era saltato fuori il rapporto tra Louis e Harry.

"Ma cosa vuoi da me? È vero, Zayn!" disse Liam, mangiando una patatina.

Zayn sbuffò sconsolato: non c'era niente da fare con il suo ragazzo. Idiota era, idiota rimaneva.
 Si spostò  i gomiti sul tavolo e appoggiò la faccia sulle mani. Non riusciva proprio a capire quei due. Si volevano e questo lo si capiva, ma perché stavano ancora a darsi solo dei baci sulla guancia? Non ne trovava il senso.
Va bene che lui e Liam ci avevano messo tre anni, ma di sicuro non voleva che Harry e Louis li prendessero come esempio. E poi Zayn adorava Harry, con la sua sfrontataggine e i suoi ricci, era l'unica persona che era riuscita a prendersi una parte di Louis.
Vedeva negli occhi del suo amico quella scintilla, che lui conosceva bene.
Pregò soltanto che non rovinasse tutto.

"Zayn?"
"Dimmi, Lee"

Liam stava masticando tranquillamente, mentre Zayn stava bevendo quando il primo decise di parlare.

"Ti amo"

Zayn sputò tutta la sua Coca-Cola addosso a Liam che, schifato, cercò di pulirsi alla bell’e meglio.

"Z, ma che cazz.."

"Zitto!" esclamò sull'orlo di una crisi. " Perché hai detto quella cosa? Tu." disse indicandolo. "Non puoi amarmi t-tu no-non pu-puoi io.... " , Zayn  sembrava in forte difficoltà nessuno mai gli aveva detto quelle parole, e Liam le aveva dette con così tanto semplicità, che a stento riusciva a capacitarsene.

"Z, ti amo che c'è di male?" 

Liam sembrava un cucciolo smarrito mentre si rivolgeva a Zayn. Aveva gli occhi un po' umidi e lo sguardo vacuo.Sembrava sconsolato, o forse triste. Chissà.

"Tu, l'hai detto con così tanto leggerezza, che... Come posso crederti?" gli chiese Zayn. Le sue mani intanto avevano iniziato a torturare il  fazzoletto rosso che era riposto sul suo vassoio. Nonostante tutto, non aveva inenzione di alzare lo sguardo dal suo panino.
"Zayn, ti amo, e non avevo bisogno di rose, palloncini o scritte fatte con un aereo. Ti amo e basta, e perché non dirtelo ora? Lo so da tre anni che ti amo, perché dovrei aspettare ancora?" 

Il castano era un po' stizzito, pensava di aver conquistato Zayn finalmente, invece non gli sembrava più così ormai.
Zayn non rispondeva, non sapeva a cosa dire o cosa fare.

"Va beh, meglio che me ne vado. Non vorrei mai che qualcun altro sapesse che ti amo,  andrò avanti a tenerlo nascosto.  Tu continua a mentire perché hai troppo paura di perdermi…" disse Liam, alzandosi dal suo posto e uscendo da quel posto che sapeva di muffa e fritto. 

Zayn non poteva ribattere a quello che Liam aveva detto, semplicemente perché era la verità.
Lui aveva una fottuta paura di perdere Liam e sapeva che sarebbe successo, così al posto che affezionarsi a lui preferiva tenere un po' le distanze. Non tanto, ma giusto quel che gli sembrava potesse essere abbastanza. E questo includeva non dire quelle parole. Anche se le sentiva.

Seguì Liam con lo sguardo e lo vide mentre fumava una sigaretta fuori da quel postaccio. Corrugò la fronte quando vide un ragazzone correre verso di lui e abbracciarlo forte.
Non si accorse neanche che le sue gambe si muovevano da sole, in un secondo era già fuori dal locale, esattamente dietro di Liam lanciando con gli occhi coltelli arrugginiti al ragazzo che stava ancora abbracciando il suo ragazzo. Sperò vivamente che quell'essere non avesse fatto l'antitetanica.

"Ciao!"  disse muovendo la mani con fare civettuolo. Il ragazzo lo guardò un po' storto per poi sorridergli e spostarsi da Liam.

Che gran troia, pensò il moro.

"Ciao?" disse l'interessato

"Sono Zayn, e tu di grazia chi saresti?"
Il ragazzo sorrise, forse  un po' fintamente prima di rispondere "    Andy, Andy Samuels, sono un vecchio amico di Liam"
Zayn non rispose a ciò, ma Liam anche se incazzato con il suo ragazzo decise lo stesso di dargli una spiegazione.
"Andavamo al liceo insieme, e visto che è in città per poco tempo abbiamo deciso di bere qualcosa insieme sta sera" disse spostando lo sguardo su Andy che si sorrideva smiloso. 
"Oh, che bella idea, dovresti portarlo al Red, Louis sarebbe felice di conoscere un tuo vecchio amico" 
"Louis?" chiese Andy.
"Si, è la prima persona che ho incontrato quando sono arrivato, dovresti conoscerlo, è uguale a Steven solo con meno peli, e con più sarcasmo" disse Liam ricordando il suo vecchio amico di cui aveva perso le tracce.
"Oddio, deve essere esilarante allora!" rise Andy.
"Gia, lo è " disse Zayn secco. 
"Ma, Louis è il tuo fidanzato Li?" chiese Andy ingnorando Zayn.
Zayn strabuzzò gli occhi perché non riusciva a pensare a Louis e Liam insieme, decisamente una pessima accoppiata secondo i suoi gusti. Era come mettere insieme la vodka e la red-bull.
"No, sono io il suo fidanzato, che per tua informazione lo ama, e che ora gradirebbe che levassi le tua mani dal suo fianco" disse Zayn con finta calma strattonando Liam per averlo al suo fianco.
Andy provò a parlare, ma questa volta Liam decise di interromperlo.
"Mi ami?" chiese con gli occhi che le fangirl chiamerebbero a "cuoricino".
Zayn annuì prima di rispondere con un "Ti amo, Liam e mi dispiace se sono un idiota, ma anche tu lo sei, per questo mi ami, quindi amiamoci. Punto e basta."
"Punto e basta." disse Liam prima di sporgersi a baciare il suo ragazzo.

Zayn continuò a baciare Liam, e quando vide una figura andarsene, pensò soltanto che la grand troia fosse triste perchè non poteva divertirsi quella sera. Sorrise soddisfatto e continuò a baciare il suo amore.
Liam se ne fregò di Andy, Zayn aveva appena detto che lo amava, non poteva essere più felice di così, infondo del passato non gliene importava più niente. Andy lo aveva abbandonato qualche anno prima quando non era stato il figo della situazione, ora invece sarebbe stato lui ad abbandore, ma solo per abbracciare qualcosa di decisamente più bello.




#



Dall'altra parte del mondo intanto, Gemma non riusciva a smettere di pensare che suo fratello sarebbe diventato re da lì a poco, e questo lo sapevano ormai quasi tutti tranne il diretto interessato. Si chiedeva costantemente se c'era mai stato qualcosa che avrebbero deciso nella proprio vita, ma si rispose che no. Non c'era stata in passato e non ci sarebbe stato in futuro. La scelta per loro era solo qualcosa di percepibile ma non affrontabile. 
Tutti avevano sempre deciso per loro. Stavolta avrebbe scelto lei, sia per suo fratello che per sé che per A.
Avrebbe realizzato quello che da sempre tutti si aspettavano. Avrebbe realizzato il suo destino o almeno ci avrebbe provato. 
Si addentrò nella biblioteca del palazzo e iniziò a cercare. Sapeva che quello era l'unico modo per poter aiutare suo fratello. Non avrebbe potuto salvare Harry dal suo destino, ma almeno avrebbe alleviato il dolore che avrebbe portato questo.





#




"Questo dove va, Lou?" 
"Fredda " 

Harry mise un paio di calzini davanti alla vista di Louis e quello disse: "Fredda" indicandone prima uno e poi l’altro.

"Grazie, Lou, sei la mia salvezza. Non ce l'avrei mai fatta A fare la lavatrice senza di te."

"Lo so, lo so. Ora però tocca a te aiutare me."

Louis si sedette sulla panchina del Washing Up e aprì il suo libro.

"Allora, dove siete arrivati? " chiese il principe.

"Abbiamo iniziato i sonetti, e poi ci sarà Amleto che parla di un principe piagnucoloso  della Danimarca, quanto può esserci di vero in tutto questo? " chiese, indicando il libro.
Harry alzò le spalle e rispose "Più di quanto immagini."
"Tu vieni dalla Danimarca, avete anche un principe?" 
Harry sudò freddo.
"Emmh... sì, credo di sì."
"Zayn ha letto Amleto e ha detto che è un incapace totale" parlò, sfogliando svogliatamente il libro "Sonetti" "
Harry alzò un sopracciglio un po' accigliato. "Puoi dire a Zayn che il principe era giovane e spaventato e non si sentiva pronto  per certe scelte difficili. È difficile sostenere tutta quella pressione" disse, guardando un Louis totalmente perso nel suo mondo. Sospirò e gli si avvicinò.
Gli tese una mano aspettando il libro. "Dai, iniziamo con questi sonetti."
Sfogliò il vecchio libro fino a trovare uno dei suoi sonetti preferiti. Sorrise e iniziò a leggere.

"Povero me! Che occhi amore mi ha messo in testa, 
che hanno niente a che fare con la vera vista! 
O, se veritieri, dov'è andato il mio discernimento 
che giudica falso quel ch'essi vedono giusto? "


Terminò di leggere col fiato un po' corto, quei versi lo emozionavano sempre.

"Allora cosa ne pensi?" chiese.

"Io... io non lo so. È tutto così complicato e distorto con grandi parolone. Perché non dire quello che si prova in modo diretto? Perché perdere tempo così? " chiese, indicando il libro.

"Faccio finta di non averti sentito." 
Guardò Louis e vide che nei suoi occhi c'era la voglia di capire, capire quello che aveva appena letto. Lui voleva sapere.
Gli sorrise consolatorio e iniziò la sua spiegazione: "In questi versi il nano malefico  - come lo chiami tu - spiega che l'amore è qualcosa di speciale e unico, qualcosa che raramente si trova e che quando lo si trova lo si deve considerare magico, perché è questo quello che è l'amore: magico. Ed è talmente magnifico questo sentimento che riesce a far guardare le persone tra di loro senza che si giudichino a vicenda."
"Io lo odio quel nano! Si fa tanto il figo con le parole e sull'amore e bla bla bla! Scommetto che era solo un vecchietto bisbetico con una passiona per la vita altrui. Lo considero più uno stalker che un poeta."

"Tu stai male!" gridò Harry. "Hai appena insultato uno dei più grandi poeti e drammaturghi di tutti i tempi!"
"E allora perché i suoi libri vengono venduti a un dollaro? Mentre per comprare Divergent ho dovuto saltare un'uscita con gli altri per non spendere soldi?" disse Louis in modo dannatamente teatrale.

"Non risponderò a questa domanda, e per la seconda volta in tutta la giornata farò finta di non aver ascoltato il tuo sottinteso paragone tra Divergent e Shakespeare." 

Louis sbuffò e Harry pensò a quale cavolo di motivo tenesse a quel ragazzo.
Gli venne però un'idea.

"Lou, scommetto una birra che con il prossimo verso e con la sua spiegazione, cederai al fascino shakespeariano."
Louis, sorrise maligno.
"Già assaporo la dolcezza della mia birra! Su, avanti, spara!" 

Il principe si schiarì la gola e iniziò:

"anche il sole non vede finché il cielo non si rischiara. "


"Vuoi dirmi cosa ne pensi, prima che te lo spieghi io?" 

"Penso voglia dire che il sole non si vede finché le nuvole non si tolgono dai coglioni."

Il giovane principe ci provò a non ridere, ma non ce la fece.
Louis oltraggiato rispose: "Perché, non è così?" 
" No Lou non è così" disse sghignazzando ancora.
"Sei troppo letterale. Si vede che studi qualcosa di scientifico"
"Vedi, tutte queste parole Lou, hanno molteplici significati. Tu devi cercare di esplorare ognuno di essi e trovare quello che più si adatta alla situazione."
"E qua torniamo al fatto di parlare chiaro e senza mezzi termini, ma perché non può dire le cose come stanno? Perché scrivere di cieli e stelle se poi non è quello che intende veramente?" 
"Lou" sorrise. “È questo il bello: saper cogliere quello che qualcuno prova a dire con le parole o senza, come fanno i musicisti, saper guardare oltre a quello che vediamo. Dobbiamo scavare, Lou, per capire."
"È questa la spiegazione? Perché mi sa che hai perso, H." 
"No, ora te lo spiego, anche se mi sembra del tutto inutile con te..."
"Ma smettila, stronzo! E non trattarmi come se fossi senza speranza!"
"Lo sei invece!"
"Dai, su, muoviti ché non abbiamo tutta la giornata" si lamentò.
"Ok, ok analizziamo le parole, sì? " Louis annuì.
"Per esempio, guardiamo la parola sole. Potrebbe significare il sole stesso, o una luce, ma poi luce potrebbe significare conoscenza e cono..."
"Sì, sì, e così avanti all'infinito" mormorò annoiato l'altrp.
"Sì, sì, è vero, ma io credo  che in questo caso significhi ragione e quindi la parola cielo potrebbe riferirsi alle porte del paradiso o potrebbe significare uno stato d'animo, come essere felici o essere innamorati. "
Louis era colpito, Harry spiegava molto meglio dei suoi professori. Lo avrebbe ascoltato per ore nel suo blaterare, anche se questo voleva dire ascoltare il nano malefico.

"Ora rileggila e poi me la esponi considerando tutte le opzioni, ok?"
Louis annuì.
Rilesse mentalmente il verso ed Harry lo guardò e, Dio, Louis pensò di non aver visto cosa più bella di Louis concentrato.
Poi iniziò a parlare.

"Secondo me, significa che l'amore ti acceca, e che, quando sei innamorato, non pensi razionalmente..." parlò dubbioso Louis.
"Tu sei d'accordo?" chiese Harry, avvicinandosi.
"Sì!" 
Le loro labbra erano di nuovo vicine, quella lenta tortura stava uccidendo tutti e due.  Louis doveva pensare alla John Hopkins e Harry era una distrazione. Le distrazioni  in quel momento non erano concesse.  
Si scostò velocemente e si tolse i ciuffi dagli occhi per poi dire "Beh, in fondo è solo una poesia"

"Già, è solo una poesia" affermò l'altro sorridendo malinconico.
Di questo passo anche loro sarebbero stati solo una bella poesia.




 #




"No, Niall! Vaffanculo! Lo voglio io Messi!" gridò Liam.
Lui e la sua cotta per Messi.
"No! Fanculo tu! Prediti Marchisio tu!" 
Continuarono a discutere un po' finché Stan non prese parola: "La volete finire di scegliere le squadre in base al fottuto sex-appeal dei giocatori?"

I due ragazzi si girarono scandalizzati verso Stan e esclamarono insieme: "No!"

Louis si buttò sulle ginocchia di Harry, sconsolato. Harry fu estremamente felice di quella scelta, ma sperò di non dover nascondere qualche problema.
Iniziò ad accarezzargli la schiena con dolci tocchi e Louis niziò a mugolare in apprezzamento. Sembrava quasi un gattino che faceva le fusa.

Gli altri fecero finta di non accorgersi di quel momento tra di loro. Però sia Zayn, che era in mezzo alle gambe di Liam, che Niall, il quale era spaparanzato su Josh non poterono non fare pensieri su di loro.
Non capivano come due persone che si attraevano come la calamita degli yogurt  è attratta dal frigo, non stessero insieme. Non riuscirono a capacitarsi di quel che stava accadendo sul serio. Magari aveva frainteso tutto ed erano solo buoni amici. 




Stan semplicemente beveva e pensava che era in mezzo a troppe coppie per i suoi gusti.
L’amore... che schifo.





#



"H?" 
"Sì, Ni? Dimmi" 
"Beh, ecco, volevo chiederti se fosse un problema per lei, cioè tu, e.."
"Niall! Parla  muoviti che devo andare da Lou"
"Joshmihachiestodipassareilnataleconlasuafamiglia" bisbigliò il biondo un po' imbarazzato.
"Che?"
"Joshmihachiestodipassareilnataledaluiconlasuafamiglia"
"Niall, per favore parla come servi il mio Paese " sbuffò sconsolato Harry. Era già in ritardo quel giorno.
"Josh mi ha chiesto di andare dalla sua famiglia per Natale e io ho accettato"
"Oh…"
"È un problema?"
"No, non preoccuparti starò bene" sorrise fintamente Harry.

Non sarebbe stato bene. Per niente.


***


"Lou?" 
"Sì?"
"Che fai per Natale?" 
"Oh, torno dalla mia famiglia, tu, H?"
" Mmh… io starò qua"
" Oh, mi spiace..." 
"Non preoccuparti. Giochiamo un po' a poker, Lou?" 
"Sei diventato un fissato, H" 
"Non è vero!"
"Oh sì che è vero! "
"No!"
"Sì"
"No"
"Sì"
"Nooo!"
"Sìììì!"

Continuarono così per un po' finché Harry non umiliò Louis a quel gioco tanto amato dal primo.

***


Più tardi nella stanza, Louis stava parlando con Zayn.
"Lou, questa vigilia fai 23 anni! Non ti senti vecchio?"
"Zayn prova a dire un'altra volta quella parola e ti rompo tutti i pennelli, giuro!"
"Louis non scherzare neanche!" lo minacciò l'amico. "Scherzi a parte, cosa regali a Josh? È l'unico che mi manca nella lista..." disse pensieroso.
"Non lo so, volevo regalargli dei preservativi da usare con Niall, visto che ha detto che non hanno ancora fatto niente. Poi ho pensato che lo avrebbe aperto insieme alla sua famiglia e così ho optato per delle bacchette colorate come la bandiera dell'Irlanda." 
"Con quella sua fissazione nel dare nomi alle bacchette sono sicuro che le chiamerà "Niall". Comunque, hai fatto bene per i preservativi, anche perché non sarebbe stato una bella presentazione per Niall. È come se si presentasse dicendo "Ehi mi scopo tuo figlio!"” Zayn scoppiò  a ridere per la sua stessa battuta e lo seguì anche Louis finché esclamò   "Aspetta un attimo... presentazione? Vuoi dire che lo porta dai suoi?" chiese allamato. 
"Sì, Lou, l'ha detto ieri al locale… ma certo, che stupido! Tu eri al bancone!" 
"Zayn, devo scappare. Puoi mettermi i libri in valigia?"

Non ottenne risposta da Zayn, ma non gli importò. 
Doveva prima risolvere una cosa.


***




Corse più quel giorno che in tutta la sua vita probabilmente, eppure non riuscì a pensare di essere stanco. Riusciva solo pensare alla sua idiozia e a nient'altro.
Cominciava a odiare se stesso sul serio.

Harry intanto stava sfogliando il piccolo opuscolo che gli aveva rifilato una strana insegnante dai capelli rossi, riguardo alle cause dei piedi piccoli in Giappone.
Già bella storia, quella. 
Comunque tranne il problema dei piedi piccoli in Giappone e di quindi una diminuzione della produzione di scarpe di numero maggiore (stile piede a forma di zattera) dovrà affrontare un altro problema quel giorno : l'impedire che la porta venisse scardinata.

Qualcuno stava bussando leggermente (per modo di dire) alla sua porta, e si stava un po' arrabbiando.

"Arrivo!" gridò con voce rauca e un po' scocciato, ok, tanto scocciato.
Si alzò e aprì quella stramaledettisima porta trovandosi davanti a sé non un maleducato come aveva pensato, ma un essere che pensava che Sheakespeare fosse la sua nemesi.

"Lou? Che ci fai qui?"

"I-io , T-tu, N-noi" rispose col fiatone.
"Ok, Lou, respira. Una cosa alla volta, sì?"
"Resterai da solo, Niall va con Josh!"
"Mh, si?" 
"Non puoi stare solo a Natale, H!"
"Beh, Lou, non posso tornare a casa"
"Vieni con me!"
"Cosa?" esclamò ormai senza parole Harry.

Louis non poteva sopportare di stare lontano da Harry per due settimane, ma ancor di più non poteva sopportare un Harry da solo a Natale!



"Vieni con me, Haz. Non te ne pentirai."













Buonasera, lo so, sono in ritardo, e mi dispiace. Odio essere in ritardo perchè mi sento in colpa, se non mi credete chiedete a Stella13 che sopporto le mie crisi.
Innanzitutto vorrei ringraziare la mia Beta "Hyperviolet Pixie" ( anche se non so se posso condiderare tale visto che ancora non ne abbiamo discusso ahahha), in questo capitolo mi ha fatto capire molti errori che faccio e bhe nonostante le "critiche" abbiano fatto un po' male, è giust così , l'adoro perchè mi sta insegnando molto. Le sono grata.
Ovviamente ringrazio voi amate lettrici! Non potete capire quanto mi facciate felice!
Ora però passiamo al capitlo, ai ringraziamenti penserò dopo.
In questo capitolo ritroviamo gli Ziam, che udite udite, si sono confessati! "Dopo così poco tempo?" penserete, ma Ehi! dovete pensare che si rincorrevano da tre anni! Mica poco!
Ho adorato descrivere quella scena giuro!
I Narry sono felici e contenti e sono tornati best friend per la vita ahah, no dai sono un amore quei due.
I larry. Ta na na naaaaaaaaaaaaaaa (musichetta inquietante mode on) è forse una delle scene che amo di più e per chi ha visto il film sono sicura l'abbia riconosciuta, l'ho cambiata un po', ma il concetto è quello. Vediamo un Louis che ha ancora dei dubbi, o perlomeno si sente combattuto tra la distrazione che è Harry e il suo impegno nel diventare un futuro medico. Lo trovo molto dolce però, nonostate tutto.
Qui in questo capitolo ho lasciato un pezzo di me, perchè Stand by me è la mia canzone preferta, e sogno di sentirla cantare a Louis da una vita. Quella canzone è vita sul serio!
Ora torno a ringraziarvi per tutto quello che fate per me, grazie a chi recensisce e chi legge soltanto. Un ENORME grazie, sul serio.
Passate da Stella13 mi raccomando, è tornata in carreggiata con " 10 punti in meno per grifondoro" non perdetevela!
Ora, me la lasciate una piccola recensione? Solo se avete voglia,un bacio
Wearewhoweare che tra poco compierà gli anni (-17 giorni)


 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Part.6 ***


A Prim, senza di te è strano, non sono abituata a non sentirti tutto il giorno
 



"Buona notte, buona notte! Separarsi è un sì dolce dolore, che dirò buona notte finché non sarà mattina." 





Il viaggio per casa Tomlinson era stato alquanto rilassante per Louis, si era solo dovuto subire due ore di frasi come: "Lou? Ma sei sicuro che non disturbo?", " Lou? Ma per caso tua mamma è omofoba?", "Lou? Piacerò alle bambine?", "Lou? Ma devo fingere di essere il tuo ragazzo?".
Ovviamente Louis era stato fin troppo paziente, perché poteva capirlo sul serio. Ma alla fine era stato troppo e lui era scoppiato. Gli dispiaceva di aver tappato la bocca di Harry con dello scotch rosa, ma bhe almeno ora aveva silenzio e questo se l'era più che meritato. 
Gli aveva anche legato le mani tra di loro e il nastro era rosa! 


Dopo aver protestato facendo mugolii per più o meno un quarto del viaggio, Harry si arrese e si addormentò contro il finestrino.
Louis avrebbe voluto scattargli una foto. Era così tenero con i ricci tutti scompigliati e la mano sotto la testa a proteggerla dal freddo del finestrino. 
Sospirò rassegnato e represse per l'ennesima volta i pensieri che aveva su Harry.
Non se li poteva permettere.

***

"H, alzati su." 

Harry stava facendo un bellissimo sogno e non voleva alzarsi. Nel sogno si trovava in una casa in campagna con Louis, Niall, Josh e tutti gli altri e mentre facevano un barbecue cantavano alleggramente.
Com'erano belle le loro voci insieme.

"H, su che siamo arrivati."

Aprì gli occhi di malavoglia e provò ad aprire la bocca, ma si accorse di avere ancora lo scotch attaccato alla faccia.
Lanciò un'occhiataccia a Louis e quest'ultimo, alzando gli occhi al cielo come suo solito, e ridacchiando, glielo tolse con uno strappo. 

"LOUIS TOMLINSON! GIURO SU DIO CHE TI UCCIDO!" 

Harry scese dalla macchina e, ancora con i polsi legati, iniziò a rincorrere Louis, che era più svelto di quanto immaginasse. Correndo, con la coda dell'occhio aveva notato che non si trovavano in più in città. Ne era valsa la pena rimanere legati per ammirare quello spettacolo che lo circondava. Vedeva solo verde ovunque.

"LOU!" gridò una voce femminile.

Louis si girò di scatto e corse incontro a quella che, secondo Harry, era sicuramente sua madre, visto che si assomigliavano in maniera incredibile.
Li guardò abbracciarsi e attese che si lasciassero. Quando accadde, lo sguardo della madre di Louis cadde su di lui e le sue labbra si aprirono in un sorriso.

"Ciao! Tu devi essere l'amico di Louis, vero?" chiese la donna, avvicinandosi.
"Sì, signora, e vorrei ringraziarla per l'ospitalità" disse Harry cercando di fare bella figura.
"Intanto, ragazzo, non chiamarmi signora. Mi chiamo Jay. E non preoccuparti: più siamo e più ci divertiamo, però ora tutti dentro che dovete sistemare le cose!"
Quella donna già gli piaceva, sembrava Louis versione donna. Avevano gli stessi zigomi alti e gli stessi occhi azzurri, ma la madre, era decisamente più esuberante del figlio. 
I tre entrarono in casa: l'androne era molto familiare, le foto tappezzavano le pareti, e varie versioni di Louis formato mignon gli apparivano insieme ad altre piccole Jay bionde. La cosa però che strabigliò Harry fu sicuramente la presenza di una scatola di assorbenti sul comodino del salotto, il quale era circondato  da giocattoli e da un profumo di rosa, probabilmente proveniente dal vaso sul centro del tavolino di legno scuro. Louis seguì lo sguardo di Harry e innoridì quando capì a cos'era dovuta quella smorfia strana apparsa sulla faccia dell'amico. 
"Oddio! Mi dispiace, che vergogna!" esclamò Louis, cercando di nascondere dietro la schiena  il pacco. 
Harry sorrise per l'imbarazzo di Louis e gli si avvicinò.
"Lou, anche io ho una sorella, so cosa sono gli assorbenti" disse, sfiorando il braccio del più grande.
Jay rimase in disparte tutto il tempo ammirando la coppietta. 
"Direi che potete andare a sistemare le vostre cose, tra poco si pranza " disse la donna prima di entrare in una stanza chiusa da una porta vetro. 
Salirono le scale fino al terzo piano e Louis imprecò la metà del tempo, perché odiava fare le scale, Harry rise della sua pigrizia. Come prima tappa raggiunsero la stanza di Louis, entrando, Harry notò che sul muro erano state segnate delle tacche a indicare l’altezza di Louis negli anni e rise al pensiero che dall'ultima tacca a oggi le cose non erano molto cambiate.
Quando Louis si girò per vedere il motivo per cui sghignazzasse tanto, si volle sotterrare. Il suo caro amico stava continuando a guardare quelle tacchette inutili, e stava cercando di capire con le dita quanto fosse cambiata la situazione dal tempo del liceo. Cioè praticamente niente.


"Non c'è niente da ridere!" esplose offeso. 
"Oh, mio dio sì che c'è da ridere, Lou! Da quando avevi sedici anni, sei cresciuto soltanto di tre centimentri!" disse, scoppiando  a ridere per  l'ilarità della cosa. 
"Smettila immediatamente " esclamò Louis, girandosi dall'altro lato con le braccia conserte.
Harry decise di smetterla e si avvicinò a Louis che era girato di spalle. Lo circondò con le sue enormi braccia e gli disse: " Scusa Lou, io adoro la tua altezza, ti fa essere così tenero." 
Il principe sentì Louis irrigidirsi. Forse aveva esagerato a dire quelle cose, così rimediò subito. "Cos'è quella?" Indicò una cartina geografica, appesa sopra il letto, piena di puntine di diversi colori.
"Sono i posti in cui vorrei andare e quelli dove sono già stato."
"Vorresti andare in Ghana, Lou? " chiese Harry. Diede un'occhiatta alla cartina pensando che l'avrebbe aiutato a capire di più il ragazzo.
"Sì, c'è tanto bisogno di una mano lì e, appena diventerò un medico, andrò ad aiutare." 
Harry si girò perché non era possibile che esistesse un ragazzo tanto perfetto come lui, tanto dolce, intelligente, caritatevole, divertente e pieno di vita. Si sentì terribilmente grato di averlo incontrato. 
"Sei una persona meravigliosa, Lou."

Louis sorrise abbassando poi lo sguardo sulle sue scarpe. 

"Ragazzi, è pronto il pranzo!" gridò Jay.

"Sarà meglio andare prima che si arrabbi sul serio." 

Harry annuì e si diressero verso il piano inferiore.

***


"Allora, Harry, in che cosa ti stai laureando tu?" chiese Jay prima di mettesi in bocca un pezzo di arrosto.
"Lettere, sign- Jay." 
"Wow, Louis non ne capisce niente di quelle cose, ha sempre fatto schifo" parlò quella che Harry aveva capito fosse Lottie.
"Ehi!" urlò Louis, colpendola con un pezzo di pane.
"Ma è vero! Non so neanche come tu abbia fatto a prendere il diploma senza sapere chi fosse Dante!"
 "Beh, all'ultimo esame su Shakespeare ha preso B meno" disse Harry.  
Harry era talmente fiero di Louis che lo ripeteva ogni volta che poteva farlo.
Louis divenne rosso in viso perché quella nota orgoglio nella voce di Harry non era sfuggita a nessuno, né tantomeno a lui.
"Oh" disse Lottie. "Hai venduto il culo, fratellino?" sghignazzò l'altra. 
“Lottie!" esclamò il padre severo, poteva anche essere incline agli scherzi e alle battutine un po' spinte, ma questo non vuol dire che Lottie aveva il permesso di dire certe cose in presenza di un ospite.
Harry stranito dall'esuberanza della ragazza, si limitò a ridacchiare sotto i baffi. 
Lo guardarono tutti un po' sconcertati, ma poi Harry aggiunse: "Ehm, fidati, Lottie,  tuo fratello non ha venduto proprio niente, ha solo preso ripetizioni da me." 
"Oh, adesso si spiega perché gli sia iniziato a piacere Shakespeare, anche a me piacerebbe così." Dietro il commento di Lottie c'era ovviamente un sottinteso malizioso, ma Harry vedendo Louis in difficoltà decise di salvarlo.
"Beh, in verità penso che Louis mi abbia fatto iniziare ad avere una nuova concezione di Shakespeare, quindi sono io che devo ringraziare lui per avermelo fatto piacere di più." Sorrise a Louis e la conversazione sembrò finire lì. Louis mimò un grazie con le labbra e Harry annuì. 


Il pranzo continuò con le solite domande di routine finché Louis non parlò di nuovo.
"Come va il lavoro, papà?" 
"Più o meno, Lou. Hanno deciso di abbassare i salari per diminuire le spese e alcuni degli operai stanno decidendo di muoversi." 
Mark, era un po' sconsolato. Era brutto non riuscire a dare tutto ciò che i figli volevano. Senza contare che non riusciva neanche a pagare l'università a suo figlio, ma che razza di padre era?
Louis intuendo come sempre i pensieri del padre parlò. "Potresti sempre cercare un altro lavoro, e se non ce la fai per le spese potresti arrotondare vendendo la vecchia collezione di figurine dei Lakers"
"No, Lou, non venderò quella collezione. È l'unica cosa che hai sempre voluto e te la darò."
"Papà, l'unica cosa che ho sempre voluto è vedervi stare bene." 
"Grazie, Boo."
Harry era indeciso se parlare o no, lui di queste cose ne sapeva abbastanza e poteva dare una mano però non voleva sembrare altezzoso a sparare consigli a destra e a manca.
Però vide lo sguardo triste della famiglia e si decise. "Se la compagnia a cui fate affidamento per i costi diminuisse i costi di produzine anche di poco,riuscirebbe a lasciare invariati gli stipendi."
Mark lo guardava stranito e forse stava pensando a quello che aveva detto perché il ragazzo non aveva tutti i torti in fondo. 
"Potrebbe essere una soluzione. Ne parlerò con i miei colleghi. Grazie, Harry."
"Si figuri." 

Continuarono a mangiare parlando di argomenti più leggeri e delle origini di Harry. Finito il pranzo Harry si alzò per aiutare a sparecchiare, ma un’occhiata di Jay gli fece posare il piatto. "Non ci provare! Tocca a Louis sparecchiare e lavare i piatti." 
Lo sguardo traumatizzato di Louis lo fece sghignazzare, poi si avvicinò a Louia e toccandogli il braccio disse: "Vado a chiamare Niall per sapere se ha già ucciso qualcuno, se hai bisogno di una mano sono di là, sì?"
Louis annuì e cercò di non arrossire, cosa che ovviamente successe lo stesso.



***



"Ehilà, riccio!"
"Ciao, Ni! Come va?" 
"Tutto bene. Non ho ancora fatto brutte figure qui. Te com'è da Louis?"

Harry sospirò e si sedette sui gradini del porticato.
"Bene, fanno allusioni e sono divertenti, ma non sanno quanto vorrei che fossero vere..."
"Harry, io lo sai che adoro Louis e che ormai siamo diventati una combriccola allegra e tutto il resto, ma non dimenticarti chi sei, Harold" 
"Non l'ho dimenticato. Pensi che non sappia che non dovrei amarlo?!" rispose stizzito il principe.
"Harry, ti prego, calmati. Cerca solo di stare attento, ok?"
"Certo, Ni. Farò attenzione e tu usa i preservativi, ti prego."
"Non te lo assicuro. Comunque la famiglia di Josh mi adora, quando ha scoperto che avevo origini irlandesi, sono andati giù in cantina e sono tornati con un quadro con una coccarda irlandese! Sono ancora scandalizzato dal fatto che mi hanno strappato un capello perché "Niall caro, non possiamo permetterci di non avere testimonianze di un individuo irlandese" non sai quanto era dispiaciuto Josh, però si è fatto perdonare con un pompino fantastico." 
"Niall, Dio mio! Non voglio sapere i particolari, grazie!"
"Io ti rendo solo partecipe della mia vita!"
"Basta. Mi rifiuto di continuare questa conversazione." 
"Ciao, Haz. Salutami Lou ché ora devo proprio andare."
"Certo, Ni, vai a ripagare il batterista."

Sentì dall'altro lato la voce di Josh che imprecava contro il Harry ma fece finta di non sentirla e chiuse la chiamata.

Harry sapeva che aveva sbagliato ad agitarsi con Niall, ma non voleva ricordarsi di essere un principe,non voleva ricordare che avrebbe dovuto sposare qualcuno del suo stesso rango, non voleva ricordare di non poter amare Louis. Non voleva ricordare che non poteva scegliere.


Rientrò in casa e si permise di guardare due secondi soltanto la figura di Louis che puliva i piatti insieme a sua madre, poi camminò fino alla sua stanza.


****


Jay e Louis stavano lavando i piatti parlando delle ragazze e spettegolando su chi avesse un fidanzato e su chi fosse depressa perché sola.

"Penso che Lottie debba rivedere un po' le sue amicizie" disse Louis un po' preoccupato per la sorella.
"Già lo penso anche io. C'è quel Jeff che non mi piace proprio, ma come non ho mai evitato a te di uscire con degli sfigati, non impedirò a lei di uscire con qualcuno di poco raccomandabile" 
"MAMMA! IO NON USCIVO CON DEGLI SFIGATI!"
"Ti prego, Lou, evitalo almeno a me " sghignazzò Jay.
" Sono oltraggiato dal tuo comportamento, madre" 
Jay sbuffò perché suo figlio sarebbe rimasto il solito drammatico.
Poi decise di parlare.
"Harry è un bravo ragazzo..." asciugò un piatto facendo finta di niente.
"Sì, lo è" rispose Louis sapendo a che gioco stava giocando la madre.
"E non c'è niente che devi dirmi?" 
"Mamma..."
"Che c'è?"
"Smettila immediatamente. Harry è bellissimo, simpatico, intelligente e, grazie a Dio, mi sopporta, ma io non posso e lo sai" 
"No che non lo so. Illuminami Louis" rispose Jay un po' irritata.
"Devo restare concentrato e riuscire a entrare alla John Hopkins. Non posso permettermi distrazioni e Harry lo sarebbe."
"Non pensi che potrebbe invece incentivarti avere qualcuno su cui fare affidamento?"
"No, perché se mi impegnassi con lui, mi ritroverei a mettere in secondo piano lo studio, facendo ciò inizierei a non passare gli esami, non passando gli esami continuerei a lavorare per quello stupido pub, poi andrei a vivere con lui, in seguito rimarrei incastrato in una relazione che mi porterebbe a rimanere un casalingo che aspetta che il marito torni da lavoro, perché la mia laurea in medicina senza specializzazione sarebbe inutile" 
"Come me..." 

Louis aprì gli occhi, perché non voleva dire quello, non voleva ferire sua madre.
"No, mamma, non è così, sai quanto io ti ammiri, ma..."
"Sì, lo so, Lou, sono un medico anche io e ti capisco quando dici che vuoi aiutare, ma non pensare che stare da soli sia il modo migliore per diventare un grande medico."
"Mamma, mi dispiace... io non volevo assolut…"
"Louis, basta, è stata una mia scelta. Se non avessi scelto in modo giusto, ora non avrei uno splendido uomo come figlio. Non mi pento della mia scelta, né ora né mai . Ora io vado su, ok? Finisci tu qua?"
Louis annuì e la madre se ne andò.
Non voleva ferire sua madre, non avrebbe mai voluto farlo, eppure ci era riuscito.
Represse le lacrime perché dopo  sarebbe dovuto andare da Harry e non voleva dirgli spiegargli il motivo per cui aveva pianto.



***


"Haz!" 
"Ehi, Lou!"

Harry era steso sul letto che aspettava Louis, ed era così felice che fosse arrivato, gli era mancato così tanto. Dio che cose idiota che pensava.

Louis si steste con lui sul letto e poggiò la testa sul suo petto come facevano sempre quando erano in camera di Louis, che in questi mesi era stranamente ordinata.

"Che ne dici se andiamo a farci un giro? Così ti faccio vedere un po' la città, se si può chiamare tale" chiese insicuro Louis. Magari Harry non aveva voglia di visitare quel luogo noioso.
"Certo Lou, mi piacerebbe vedere questo posto!" esclamò entusiasta Harry.
Ok, Louis si sbagliava.



Camminarono per un un’oretta circa e Harry lo prese in giro perché nel posto dove era cresciuto il più grande sembrava di essere in  una serie tv tipo One Tree Hills o Dawson's Creek . Ogni volta che guardavi una casa potevi notare che due cose non mancavano mai: la staccionata bianca, e il giardino. Ci mancava solamente la classica porta rossa con una buca per lettere dipinta dai bambini e poi sarebbe veramente potuta essere una location perfetta per un telefilm.
Louis provò a ribattere, ma anche lui le pensava quelle cose. 
Stavano camminando con una cioccolata calda in mano quando sentirono una voce gridare: "O mio Dio! Louis Tomlinson in carne ed ossa. Non ci credo!" 

Harry vide il corpo di Louis irrigidirsi e si preoccupo un po', quando si girò vide un ragazzo moro venire verso di loro, eppure Louis non accennava a muoversi.
"Lou, c'è un tuo amico."
"Harry... ti sei mai chiesto perché io non abbia facebook?" Dopo quella frase Louis si girò e cercò di  sorridere, ma gli angoli della sua bocca sembravano non volersi distendere. Risultato: un sorrise che più finto non si può
"Zack! Ciao, è bello rivederti!"
"Lou, mi sei mancato! Non rispondevi più al telefono e il tuo profilo facebook non esiste più. Se non fosse stato per tua mamma che mi ha detto che sei ancora vivo, mi sarei preoccupato a morte!"
"Mh, mi dispiace! Sai ho cambiato numero e  ho persi tutti quelli che avevo. Facebook, poi, mi distraeva dall'università così mi sono cancellato" 
Harry notò che Louis era agitato e decise di agire.
"Oh, mi dispiace, Lou. Beh, allora te lo segno di nuovo così ci sent –" 
Harry tossicchiò per far notare la sua presenza e Louis lo ringraziò mentalmente.
Zack squadrò un po' Harry, pensando che quel riccio non fosse niente di che. Poi di decise a chidere "Al tuo amico non mi presenti, Lou?" 
Harry, percepì una strana ostilità da parte di quel ragazzo nei suoi confronti. Di solito se ne sarebbe andato per non recare disturbo, ma Louis non era felice, e se non lo era per quell'essere che era davanti a lui, voleva dire che non era lui a doversene andare ma quello Zack.

"Sono Harry, piacere, il ragazzo di Louis" disse tendendogli la mano che non ricevette stretta.

Louis si immobilizzò. Ma che cavolo diceva quel gigante da strapazzo? Era per caso impazzito? Pensò.

"Ra-Ragazzo? Lou, tua mamma non mi aveva detto niente" 
"Beh… ecco..."
"Jay l'ho conosciuta stamattina, che donna fantastica!" rispose Harry.
"Jay? Non si fa chiamare da nessuno così, se non dai suoi parenti, ti odierà di sicuro. Lei si fa chiamare solo Johanna" disse Zack, sorridendo maligno sul volto.
Louis ci pensò e aveva ragione Zack: sua mamma non si faceva chiamare da nessuno Jay. Ma allora perché Harry sì?
"Me l'ha detto lei di chiamarla così quindi non penso che ci siano problemi a riguardo" rispose a tono Harry, alzando un sopracciglio.

"Ora però, Zack, dobbiamo proprio andare, quindi piacere di averti conosciuto. Loulou, andiamo?" disse Harry tendendo la mano a Louis. 
Lui la guardò per un momento per poi prenderla senza esitazioni con un sorriso tutto denti e zampette di galline comprese.
"Sì, andiamo" si girò verso Zack. "Senti, finiscila di parlare con mia madre e smettila di cercarmi. Sono felice con Harry quindi basta."

I due si incamminarono di nuovo verso casa, mano per la mano, sentendo in lontananza l'invito di andare a quel paese di Zach. 
Camminarono tutto il tempo parlando di cose stupide ma non sciolsero mai le loro mani.
Erano calde e io ho freddo, si giustificò così Louis nella sua mente.
Harry non aveva ragione per giustificarsi, avrebbe voluto stringere quelle manine per tutta la vita.

Alla fine decisero di mangiare in una tavola calda perché Jay non ci sarebbe stata quella sera e Louis non era proprio la persona più affidabile in cucina quindi optarono la scelta migliore.
Le loro mani si sciolsero solo quando si sedettero al tavolo e Louis si sentì vuoto, come se gli mancasse qualcosa, però non voleva riprenderla. La sceneggiata era finita, no? 
Mangiarono e fecero una telefonata a Zayn e Liam per sapere come stavano e risero tutto il tempo per gli aneddoti di Liam sulla famiglia di Zayn perché  "Porca troia, ma la famiglia Malik è una famiglia di dei, Lou! Sono tutti stra-fighi!" e le risposte di Zayn: "Io lo sapevo che dovevamo andare a casa tua…"
Passarono così la cena. Al momento del conto litigarono perché Harry voleva assolutamente pagare, mentre Louis glielo impedì, placcandolo dal basso. Ovviamente la gente intorno a loro rise e alcuni riconobbero il piccolo Tomlinson -che piccolo più non  era- e furono felici di vederlo sorridere come quando era bambino. 
Harry per vincere contro Louis, si girò di scatto lo prese per le spalle e gli baciò la guancia lasciandolo di stucco. Louis ancora sconvolto non si accorse che Harry aveva pagato tutto.
Tornarono a casa in silenzio perché Louis si sentiva offeso da Harry, ma in verità sentiva solo freddo alla mano. Harry forse capendolo, fece scivolare la sua mano attorno a quella di Louis e la strinse come per dire "Scusa" ma anche "è unite che devono stare". 
Continuarono però quella strana passeggiata fino a casa. Erano ormai le undici e probabilmente gli altri erano già a letto, così camminarono in punta di piedi, o almeno ci provarono visto che Harry al primo gradino al buio cadde rovinosamente portandosi dietro anche Louis che non ne voleva sapere di lasciarlo andare. 
"Dio, Harry, sei un disastro" disse ridendo il più grande.
"Scusa, Lou..." Harry era veramente dispiaciuto, non voleva svegliare nessuno o tanto meno rompere qualcosa.
"H, stavo scherzando ok?" 
Harry annuì sperando comunque di non aver svegliato nessuno e continuarono a camminare finché non furono davanti alla porta di Louis.
 Sembrava non volessero lasciarsi, perché avevano l’impressione che se l’avessero fatto, in quel momento probabilmente non si sarebbero ripresi. Era come se quelle mani che si stringevano, li tenessero legati. Louis sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di riprendergliele l’indomani. Harry, d’altra parte, non era più sicuro che quello che stava facendo fosse giusto, però lo faceva sentire così bene. Ma se anche quella sera dove tutto sembrava perfetto si fossero lasciati, lui si sarebbe arreso, avrebbe riposto le armi e non le avrebbe più tirate fuori.

"E così siamo arrivati..." disse Louis, torturando la mano di Harry come se fosse la sua.
"Eh già..." 
Erano tutti e due a disagio così Harry decise che come al solito avrebbe dovuto fare lui tutto. "Perché Boo?" 
"Boo? Come diavolo fai a saperlo?" Louis non ci poteva credere: quello era un soprannome stupido e infantile che odiava. Come cavolo faceva a saperlo Harry?
"Tua sorella a pranzo ti ha chiamato Boo e pensavo che avesse sbagliato, ma poi l'ha detto anche tuo padre e ho fatto due più due " sorrise maligno.
"Non mi libererò mai di quel soprannome ora, vero?"
"Già, Boo."
"Neanche se ti dicessi che lo odio da morire e farei qualsiasi cosa per farti smettere?"
"Qualsiasi cosa, Boo?" chiese Harry, avvicinandosi pericolosamente a Louis.
Louis inghiottì a vuoto e annuì.
Harry accarezzò lentamente la guancia del più grande senza mai staccare gli occhi da quelli di Louis, si morse il labbro perché non sapeva che fare.
Poi decise e sorrise.
"Mi baci, Boo?"
Louis aprì la bocca per rispondere, ma si fermò.
Sorrise. "Con molto piacere, Haz " 

Le loro labbra si toccarono appena, quasi timide di conoscersi, restarono fermi per un po' con le labbra unite e con i cuori ormai andati a farsi fottere. Harry pensava che baciare Louis sarebbe stato bello, ma quello che stava provando non era solo bello, ma era come se tutto il mondo si fosse fermato, come se il suo posto lo avesse trovato. Aveva appena scoperto cosa volesse dire vincere qualcosa e lui aveva vinto molto in quel momento.
Louis dal suo canto non riusciva neanche a capire cosa stesse provando. Eppure tutte quelle cazzate sull'amore che gli faceva studiare, ora sembrava capirle. Capì perché Shakespeare fosse tanto amato. Capì quello che Harry significava per lui.
Louis stranamente si mosse per primo e si precipitò sulle labbra di Harry sperando di avere il permesso di approfondire il bacio. Ovviamente il permesso gli fu accordato.
Quando le loro labbra si toccarono, fu molto di più che bello, fu come mangiare un muffin al mattino per iniziare bene la giornata. Fu come mangiare la pizza del sabato sera. Fu come guardare un film tratto da un libro e non pentirsi di averlo visto. 
Fu abbastanza.






***



"Tanti auguri a te.
Tanti auguri a te.
Tanti auguri a Boo.
TANTI AUGURI A TE "


Louis si stava svegliando come ogni ventiquattro dicembre della sua vita: con il coro della sua famiglia e con il sole che gli illuminava il viso. 
Una volta che ebbe aperto gli occhi, come ogni suo compleanno, si ritrovò tutta la famiglia seduta sul suo letto con sua mamma al centro che teneva la torta.
Quest'anno però una testa riccia compariva tra quelle bionde delle sue sorelle, incrociò i suoi occhi e un po' imbarazzato gli sorrise.
Soffiò la candelina sulla torta e dopo tanto tempo non desiderò di non invecchiare, ma desiderò di non perdere quello che aveva ora. 
Harry lo faceva sentire vivo e giovane e pensava che quella sensazione sarebbe rimasta per sempre.

"Boo! Boo! Cosa hai desiderato?" gridò una delle gemelline, tirando la coperta di Louis.
"Principessa, lo sa che non si dice, se no non si avvera."
"Tanto, Lou, lo sappiamo tutti qual è il tuo desiderio" disse Lottie saccente come sempre.
"Ah sì?" 
"Non invecchiare, lo dici da quando sei un bambino che vorresti essere Peter Pan" 
"Beh, cara so tutto io, quest'anno non è stato quello il mio desiderio." Le fece la linguaccia e provò ad alzarsi ma sua mamma glielo impedì.
"Louis Tomlinson, le tradizioni non cambiano e ora ci guarderemo tutti insieme Peter Pan come ogni anno"
"Ma io vol-"
"No"
"Ma mamma dev-"
"No! Louis."
"MAMMA, DEVO PISCIARE!"  
"Oh... ok vai"

Louis si alzò dal letto e corse in bagno. Dopo avrebbe potuto baciare Harry se tutto fosse andato secondo i suoi piani e non poteva di certo baciarlo con l'alitosi. Si lavò in fretta in bagno per poi tornare nella sua stanza. Era vero che le tradizioni non cambiavano mai in casa Tomlinson.
Anche le postazioni rimanevano sempre le stesse: sulla poltrona al bordo del letto c'era Fizzie come al solito, le gemelle erano sdraiate sul tappeto che a loro piaceva chiamare Menty - ancora dopo anni non sapeva il perché -, Lottie era seduta sopra la scrivania appoggiata alla parete.
Quest'anno però c'era una persona in più che si sentiva un po' a disagio e aveva insistito molto per starsene in camera sua perché quello era un momento familiare e lui non c'entrava, però si era lo stesso ritrovato al fianco di Lottie sulla scrivania ad aspettare l'arrivo di Louis.
Louis dopo aver messo il dvd nel lettore blu-ray passò davanti a Harry, gli prese la manica del pigiama e lo buttò in malo modo sul letto. Tutti lo guardarono sbalorditi e forse un po' intimoriti da quella fermezza.
Louis invece stava solo pensando che non avrebbe mai lasciato Harry vicino a suo sorella, accalappia ragazzi, Tomlinson.
Harry lo guardava sbalordito mentre Louis gli fece segno di mettersi sotto le coperte.

"Lou?"
"Dimmi, H."
"Mi hanno detto che non volevi che qualcun altro fosse con te sul letto il giorno del tuo compleanno..."
Louis si girò scottato da quelle parole. Era vero, mai in ventitré anni aveva mai fatto salire nessuno sul suo letto il giorno del suo compleanno. Era una cosa infantile ma l'aveva sempre fatta.
Poi sorrise consapevole.
"H, qualche volta, vale la pena cambiare le tradizioni" Si girò per far partire il film e Harry capì che la conversazione fosse terminata lì. 
Però il suo cuore non smise di battere, neanche per un secondo, neanche quando la testa di Louis si appoggiò alla sua spalla, neanche quando le loro gambe si incastrarono tra loro.





***





"Harry, smettila di scusarti. Non ha importanza sul serio."
"Sì che ha importanza! Non ti ho fatto un regalo per il tuo fottuttissimo compleanno!"
"Haz, non lo sapevi come potevi saperlo?"
"Dovevo immaginarlo o che so io!"

Avevano passato tutta la giornata così. Harry si sentiva terribilmente in colpa per non avergli comprato nessun regalo, ma non lo sapeva ed era in parte giustificato.
Louis fu felice lo stesso di averlo lì insieme alla sua famiglia. Tutto questo era abbastanza per lui.

Era ormai quasi finito il compleanno di Louis ed erano già andati a letto tutti proprio come la sera precedente. Lui e Harry non si erano toccati minimamente, e Louis pensò che il riccio si fosse pentito oppure che si fosse spaventato o ancora peggio che non avesse sentito niente.


"Lou..."
"Dimmi, H"

"Posso darti il mio regalo?" 

Louis non fece in tempo a chiedere cosa volesse dire che si ritrovò per la seconda volta due labbra sopra le sue. Quella sera sapeva di torta alle fragola e qualcosa che non riuscì ad indentificare ma gli diede il nome Harry. 
Quel bacio era diverso da quello della sera precedente, perché non c'era vergogna e le loro lingue già si conoscevano. Però Louis sentiva che c'era ancora dell'altro, quel qualcosa che gli faceva vibrare le budella, sentiva Harry da ogni parte. Ogni cellula, ogni organo sembravano dire HarryHarryHarryHarryHarry e lui capì.
Harry gli stava regalando se stesso, o almeno una parte di quello che era. Non riusciva neanche lui a capire come, ma lo sapeva e basta.

Quando si staccarono senza fiato entrambi, Louis fu il primo a parlare.

"È abbastanza. Tu sei abbastanza." 

Harry sorrise e lo baciò ancora un'altra volta. 

Quello fu il più bel compleanno per Louis.


***



Nei giorni a seguire decisero di fare finta di niente davanti alla famiglia di Louis, anche se tutti avevano capito dalle occhiate che si scambiavano ogni giorno, cercarono di non far commenti. 
Festeggiarono Natale e Capodanno insieme come solo una famiglia può fare e Harry si sentì davvero amato in quei giorni, sia da tutte quelle persone sia da Louis.
Si erano baciati a Capodanno come da tradizione e si promisero con gli occhi che quello sarebbe stato il loro anno.
Erano ormai finite le vacanze e quel giorno sarebbero tornati a casa. A Louis sarebbe mancata la sua famiglia, ma sinceramente non vedeva l'ora di avere un po' di intimità per loro.
Si erano accordati di mantenere le cose segrete, quando erano a casa di Louis ma quando sarebbero tornati che cosa sarebbe successo? Decise di rinviare quella domanda a quando sarebbero stati in viaggio.

Era arrivato il momento dei saluti. Harry decise di salutare per primo così da lasciare a Louis e alla sua famiglia un po' di privacy.
Si alzò quindi dal divano e abbracciò le gemelline promettendo loro dei pony quando sarebbe tornato, abbracciò la piccola Fizzie che pur essendo la più timida era la persona con cui aveva legato di più.
Arrivò il turno di Lottie e Harry decise di osare un po'. Abbracciò la ragazza e le sussurrò all'orecchio: "Lottie-Pottie, promettimi che non farai la sgualdrina ok? Non fare preoccupare Louis che poi me lo devo sopportare io. E per favore, leggiti Shakespeare." Le fece l'occhiolino e passò a mamma Jay.
"Jay, è stato un vero piacere conoscerti. Hai una famiglia fantastica."
Johanna lo abbracciò e gli disse: "Sei sempre il benvenuto, Harry. Grazie per aver reso mio figlio felice. Prenditi cura di lui." Gli baciò la guancia e gli porse i due gemellini.

"Ehi, piccoletti, quando torno voglio sentirvi dire "Haz", ok?" disse ai due neonati. Loro risero e Harry fu contento lo stesso.

"Mark, grazie per l'ospitalità."
"Harry, grazie a te per aver reso mio figlio felice e per avermi dato dei consigli"

Harry sorrise, prese la sua roba e si diresse verso l'auto con la malinconia nel cuore.


Louis aveva assistito alla scena colpito da quanto la sua famiglia si fosse affezzionata a Harry, ed era rimasto colpito dall'amore con cui aveva parlato ai suoi fratelli. 
Si ridestò dai suoi pensieri e iniziò a salutare la sua famiglia.
Le sue sorelle piansero tutte tranne Lottie che come al solito faceva la dura.
Ma quando andò ad abbracciarla a lei scappò un singhiozzo e Louis le accarezzò la testa.
"Lottie, torno presto, ok?"
"Ok, Lou, però porta anche Harry, ok? Sai, mi ha detto di non fare la poco di buono mentre non ci siete, e di non farti preoccupare"
Louis rise perchè Harry osava, eppure non si aspettava un comportamento così libertino anche con la sua famiglia.
Fu straziante salutare sua madre.
"Lou.. ti prego torni presto, sì? Abbiamo bisogno di te qua."
"Anche io ho bisogno di voi, mamma. Lo giuro che torno presto" 
Baciò la testa di sua madre e dei suoi fratellini per poi salutare suo padre con un abbraccio e dirigersi verso la macchina. Quando li vide tutti sulla soglia di casa con le lacrime agli occhi si girò e gridò "Vi amo famiglia!" 
Loro risero e in coro gridarono: " Ti amiamo Boo!"

Harry sorrise, e mentalmente concordò la stessa cosa che aveva urlato la famiglia.







Buonasera! Auguri donne! Vi auguro una bella serata!
Ora mia amerete perchè finalemente dopo sei capitoli ce l'hanno fatta! Bacio! Bacio! Bacio! mi sembra di sentire il coro da stadio, peccato che sia tutto dentro la mia testa ahahah.
Harry conosce Jay, e capisce che forse Louis non è così idiota come sembra, c'è di più di quel che vede. Louis, bhe è il solito Louis però lo vediamo sciogliersi e decidere di agire per primo buttandosi come una foca su Harry. Zayn e Liam mi fanno morire giuro ogni volta che scrivo qualche cosa di loro rido. Non ce la faccio.
Ora, vorrei ringraziare la mia adoratissima beta (sia santificato il tuo nome) che mi aiuta e sopporta i miei scleri sui dialoghi verosimili e le mie teorie in merito. Grazie sul serio. E anche voi dovreste ringraziare la fantastica 
Ringrazio Prim che bhe ormai lo sapete anche voi, quella ragazza per me è essenziale.
Ringrazio tutte le bellissime persone che hanno messo tra le suiguite/ricordate/preferite la mia storia, siete più di quelle che mi immagginavo! Vi amo giuro.
Ringrazio chi recensisce e vi invito a farlo anche voi che leggete e basta, mi farebbe piacare scambiare due parole con voi, anche per messaggio privato se volete :)
Ora, giuro che ho quasi finito, vi invito a leggere le mie ff concluse
"http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2902044&i=1" e "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3009738&i=1" e oggi care mie ha pubblicato Stella13! Siete passate a leggere la sua ff? E' fantastica quasi quanto lei! "10 punti in meno per grifondoro" 
Ora vi saluto e niente spero vi sia piaciuto questo capitolo.
Per parlare della mia storia su twitter usate l'#WUWL
A presto
Wearewhoweare
 ( https://twitter.com/angelidupla98   )

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Part. 7 ***


A tutte le directioners che l'altro giorno hanno perso un pezzo di cuore.
A voi che siete rimaste.



 







 

Tornati al dormitorio, Louis e Harry furono più stomachevoli che mai. In macchina avevano parlato e  deciso di tenere nascosta la loro relazione ai loro amici, o almeno per un po'. 
Ovviamente si fecero sgamare subito.
Neanche il tempo di posare la valigie che Louis saltò in braccio a Harry baciandolo con foga, in quel momento  entrarono Zayn e Liam.
Nel giro di pochi minuti tutti sapevano tutto.
Quando Niall lo scoprì si arrabbiò molto. Harry pensò che fosse colpa sua poiché non lo aveva  avvertito, in verità era arrabbiato perché aveva scommesso con Josh che se dopo le vacanze si sarebbero messi insieme Josh avrebbe fatto l'attivo.
Povero Niall.

Quella sera decisero di andare come al solito al Red a fare compagnia a Louis. Quel giorno c'era una partita di football della squadra universitaria quindi non c'era molta gente e Louis era abbastanza libero di fare ciò che voleva.
In quel momento però era dietro il bancone che stava servendo un cliente e Harry lo stava osservando da lontano con gli occhi a cuoricino.

"Smettila, sei inquietante " gli disse Niall.
"Tu sei anche peggio di me, quindi smettila irlandese" borbottò il riccio.
Gli altri sorrisero  un altro dei solito battibecchi tra i due.
"Ragazzi, quel cameriere.... è gay?"
Zayn sputò addosso a Liam il Cosmopolitan che stava bevendo, gesto che sembrava essere diventato un'abitudine.
"Zay, e che cazzo!" urlò Liam.
Zayn ridendo cercò di farsi perdonare da Liam, con pessimi risultati, mentre Harry stava ancora aspettando una risposta.
"Avete finito di fare i piccioncini voi due?" chiese infastidito il riccio.
"Come se tu non fossi colpevole dello stesso crimine" disse Liam.
"Smettila di parlare come un avvocato visto che ancora non lo sei!"
"E tu smettila di essere geloso di qualsiasi essere vivente che si avvicina a Louis. Vuoi che non abbia visto come hai guardato male quella Eleonor oggi?"
"L'ha invitato a un fottuto incontro tra frappucini anonimi!" 
"Sei un caso perso Haz" borbottò Liam scuotendo la testa "comunque si, è gay" continuò poi.
"Non mi piace quel tipo" 
"Benvenuto nella comitiva Harry " disse Liam, battendongli il pugno.
Zayn sbuffò sconsolato e iniziò una conversazione con Stan.
Stan, che avrebbe voluto raccontare una cosa ai suoi amici dalla fine delle vacanze, ma non aveva ancora trovato il momento adatto e non voleva rovinare nulla.
Per tutta la continuazione della serata Niall e Josh continuarono ad amoreggiare tra di loro, e Harry continuò a fissare con astio il cameriere.


"Lou!" esclamò Sam.
"Dimmi" disse Louis, sorridendogli.
Sam arrivò dietro di lui e gli sfiorò il fianco poggiando la testa sulla sua spalla.
"Sai, potresti diventare il mio poggiatesta personale d'ora in poi" scherzò Sam.
"È un modo carino per dirmi che sono basso?" chiese Louis, corrucciato.
"No, è un modo alternativo per chiederti di uscire con me" 
Sam si trovava un po' in imbarazzo perchè aveva sempre voluto chiedere a Louis di uscire, ma sapeva che Louis lo riteneva un playboy. Lui però non lo era, anzi, voleva una persona con lui la mattina. Voleva innamorarsi. C'era stato qualcuno nel suo passato e nelle sue vacanze di Natale, ma Louis gli era entrato nel cuore. Quegli occhi azzurri lo avevano fatto impazzire.
Louis d'altro canto non sapeva che fare, Harry era lì a qualche metro da lui e di certo non aveva intenzione di uscire con Sam, ma non voleva neanche ferire i suoi sentimenti. Era comunque una brava persona.
Allora, si girò lentamente e guardò Sam negli occhi. Sam interpretando male quello spostamento di Louis, cinse i fianchi del liscio e si avvicinò al suo viso per stampargli un bacio sulla guancia.

"Prova solamente a sfiorarlo e giuro su Dio che ti trancio le mani" 
Una voce roca e minacciosa dietro il liscio aveva parlato.
Louis pensò di essere nei guai, in guai seri e iniziò a tremare. Si girò per controllare la situazione e vide gli occhi del riccio,  non sembravano neanche i suoi. Erano scuri e cupi  e lo stavano guardando con astio.

"Senza offesa riccio, ma penso che Louis possa parlare per sé. E poi non mi sembrava tanto contrario alla cosa" 
Louis spalancò gli occhi per la  sorpresa e si rivolse al barista. "Ma che cazzo dici? Mi ero girato a guardarti per rifiutarti con un po' di decenza! Non certo per baciarti!" 
Louis odiava fare lo stronzo, ma di certo non voleva perdere Harry per una cazzata come quella, una cazzata che lui non aveva neanche commesso.
Sam si sentiva un idiota, ma sinceramente non sapeva come definirsi, abbassò lo sguardo e non vide neanche correre Louis dietro ad Harry.

"Passerà" gli disse una voce.
Si girò e sorrise. Sarebbe passato.

#

"H! Aspetta, dove corri?"  gridò Louis alle prese col passo svelto di Harry.
"Non sto correndo, solo che le mie gambe sono così lunghe che tu non riesci a starmi dietro, stronzo!" gridò arrabbiato il riccio rallentando di poco il passo.
"Haz, dai aspettami, parliamone cazzo!"
"Parliamone!?" chiese fermandosi e voltandosi verso Louis "Ok, parliamo di come tu abbia flirtato tutta la sera con un cameriere da strapazzo, quando il coglione del tuo fidanzato stava seduto al tavolo? O vogliamo parlare di come quello ti abbia toccato in punti in cui solo io dovrei toccarti? O ancora di come lui abbia avvicinato le sue merdose labbra all..." 
Il discorso -che più di discorso,forse era più uno sbraitare- del riccio fu interrotto dallo stesso Harry che si era appena accorto che lui stesse piangendo.
Sembrava un bambino, con la testa china che si  strofinava gli occhi, mentre il suo corpo sussultava per i singhiozzi e intanto tirava su col naso. 
Un bambino, ma non in senso negativo, era solo irrimediabilmente tenero.
Harry lo guardava intenerito, quello non poteva essere il suo ragazzo... era così fragile mentre il suo viso veniva bagnato dalle sue stesse lacrime. Non era possibile che il suo Louis oltre ad essere un irrimediabile stronzo fosse anche un tenerone, non era possibile che Louis fosse così pefetto e basta. 
L'ennesimo singhiozzo provocato da Louis scaldò il cuore del riccio, ma glielo gelò contemporaneamente.
Che strana cosa pensò il riccio.  Il suo ragazzo gli provocava sbalzi di umore.
Si avvicinò e lo abbracciò stretto accarezzandogli la testa, "No,Lou, scusa non volevo urlati contro, ma non piangere. Ti prego" 
Louis continuò a singhiozzare sul petto ampio di Harry finché non si spostò un po' per poter parlare.
"Harry, mi dispiace, rovino sempre tutto e lo so che sono un idiota perché io non piango mai, ma tu, tu mi fai sentire così strano che.." 
"Sshhh, Lou, basta. Le coppie litigano ok? Ero solo arrabbiato, non hai rovinato niente" lo tranquillizzò Harry.
"Sul serio?" 
"Sul serio, ora torna a essere lo stronzo che mi sa tappare la bocca e torniamo a casa, sì?"
Louis annuì ridendo, sentendo per la prima volta la sensazione di ritornare a casa anche se materialmente la sua casa era ben lontana da lì.



#



"Niall, smettila dai!" disse Josh sghignazzando. Il suo ragazzo -che era un idiota- gli stava facendo un succhiotto proprio sulla guancia.
"Dai, Joshy voglio assaggiarti" 
"Allora  mangiami" disse il batterista guardando negli occhi l'altro.
"Molto volentieri" Niall si fiondò sulle labbra di Josh che, nel frattempo, stava aprendo la porta. Si chiese come fece ad aprirla, ma a volte è meglio non avere spiegazione.
Niall tolse la maglia a Josh e iniziò a baciare i suoi capezzoli già particolarmente sensibili e mentre Josh gemeva piano un urlo spezzo l'atmosfera.

"MA CHE  STATE FACENDO?!" gridò Michael.
Niall aprì gli occhi per contestare di star per scopare il suo ragazzo, ma quando li aprì si pentì di averlo fatto. La stanza di Josh era occupata da quattro ragazzi vestiti da tartarughe ninja.
"Ehm, volete unirvi?" disse un ragazzo col piercing.

Josh che era stato in silenzio fino a quel momento, scoppiò a ridere 



#



Zayn, Louis e Harry quella mattina piovosa decisero di andare in biblioteca a studiare per gli imminenti test.
Louis e Harry erano seduti uno al fianco dell'altro, mentre Zayn era davanti a loro con un libro su Van Gogh aperto, quest'ultimo probabilmente era l'unico che stava studiando sul serio. La coppietta felice, più che studiare, stava avendo rapporti sessuali con gli occhi, oltre che con le mani. 
Infatti, le loro dita continuavano ad intrecciarsi sotto il tavolo in modi sempre più contorti, sembrava che le loro dita volessero provare le posizioni che agli umani non era permesso fare. I loro occhi invece si guardavano, ma schivi e maliziosi. Il verde che guarda il blu, poi il blu che guarda il verde. Se qualcuno avesse visto quello scambio di sguardi avrebbe sofferto di mal di mare, o meglio dire "mal d'occhi".
Zayn all'ennesima occhiatina tra i due sbuffò sonoramente, sapendo però che anche lui con Liam era così, delle volte erano anche peggio loro. Scrisse su un foglio tre parole e tirò un calcio sotto il tavolo a  Louis.
L'interessato alzò gli occhi sull'amico e lo vide alzare un foglio.

"Sesso in biblioteca" appariva in rosso sul foglio bianco, sembrava tanto un cartello publicitario.

Louis lo guardò male, ma poi ripensandoci si accorse che fosse un'ottima idea.
Si avvicinò all'orecchio di Harry e sussurrò: "Seguimi".
Harry ovviamente si alzò senza protestare e seguì il liscio fino alla sezione fantasy che nessuno sembrava mai calcolare, chissà come mai poi. Che brutta gente che c'era al mondo.
Louis fece sbattare Harry su uno scaffalee iniziò a baciargli il collo e a  lasciargli un succhiotto molto evidente, voleva che Harry avesse una specie di tatuaggio semipermanente fatto da lui. 
Gli tolse la maglietta e riniziò a baciarlo, forse più intensamente di prima.
Click.
Click.
Clink, click, click, click, click, click, click, click, click click, click, click, click, click, click, click, cick, click, click, click.

"Eccoli!" 
Una montagna di flash invase la biblioteca e Louis per un attimo pensò di non vederci più, quando però si girò, poté giurare di vedere una decina di paparazzi con le macchine fotografiche in mano che gridavano contro di loro.
Che avessero vietato qualche legge?. Pensò Louis.

" Principe Harold!!"  
"Cosa ci fa qua in America?!" "E così che adempie ai suoi doveri?"

Harry lo prese per mano e iniziò a corrrere col lui dietro.
 Corri Louis, non fare domande e corri!"
"Ok, ok!" Corse fino a perdere il fiato, i paparazzi provarono ad inseguirli riuscirono solo a scattare qualche foto mentre scappavano, di sicuro non li vevano reso la vita facile.
Harry non poteva crederci che lo avessero trovato, era praticamente stato invisibile,nessuno sapeva la sua identità, l'unico suo dilemma però era nel suo cuore.
Cosa avrebbe fatto con Louis ora?



***

Fuori pioveva e loro avevano corso sotto la pioggia per  chissà quanto tempo. Le magliette erano ormai fradice e i capelli, sparati da ogni parte.
Si erano fermati sotto una specie di cavalcavia col il rumore dei respiri che riempiva il silenzio.
Louis guardò Harry aspettandosi una risposta che non arrivò.
Harry aveva paura di parlare, sapeva che sarebbe stata la fine.

"Sei- Sei un principe..." inspirò lentamente. Si tirò i capelli e continuò "un fottuto principe!" urlò stavolta.
Harry trasalì per il tono arrabbiato del suo ragazzo -ex,forse-
"Lou, fammi spiegare io..."
"NOO! Tu non spieghi proprio un cazzo! Mi hai mentito!" disse Louis, spingendolo.
"Io mi sono fidato! E tu mi hai mentito!" 
"Louis, calmati fammi parlare"
"Non c'è niente da dire Harry, o dovrei dire Harold!?" 
"Louis, ascoltami, è vero, sono il principe di Danimarca, e ti ho mentito, ma non ho mai mentito su di noi!"
"Non ci provare! " sbraitò ormai sull'orlo del pianto il più grande. Non si sarebbe fatto vedere fragile da lui. Non un'altra volta.
Si incamminò per tornare al dormitorio, non prima di essersi girato di nuovo per vedere quello che credeva fosse il suo amore con la "a" maiuscola.



"Sei la mia più grande delusione, Harry"






#


Niall stava tranquillo nella sua stanza ad aspettare che il principe tornasse dalla sua seduta di studio, facendo un piccolo resoconto di quei quattro mesi all'università poteva affermare di aver imparato qualcosa, aveva imparato ad amare.
Lo spalancarsi della porta però lo interruppe dal suo imminente discorso sull'amore.
Si alzò per vedere chi fosse entrato, e vide solo un Josh furente.

"Ehi , che ti prende?"
"Che mi prende? Hai il coraggio di chiedermelo!"
"Josh, ho fatto qualcosa di male? Ci dovevamo vedere per caso?" 
Josh rise amaramente.
"Non ci posso credere, cosa saresti tu? Una specie di schiavetto di Harry? O dovrei dire di Sua Maestà racconta cazzate!" 

Niall capì. Li avevano scoperti,  non che ne fosse sorpreso, in fondo se lo era aspettato che sarebbe successo, certo non ora, ma lo sapeva che prima o poi sarebbe venuto tutto a galla.
Sperava soltanto che alla fine  avrebbe dovuto curare poche ferite.

"Josh, posso spiegarti, giuro che posso..."
"No, Niall, non c'è niente da dire. Tu mi hai mentito! Ti sei preso gioco dei miei amici, di me e dei miei fottuttissimi sentimenti per te! Cosa avete fatto tu Harry in tutto questo tempo? Vi siete ritrovati a bere del thè e a sparlare di plebei come noi!?" 
"Ti giuro che non è così, Josh.  Non volevo che questo accadesse. Avremmo voluto dirvelo, ma non potevamo, era più grande di noi.. e io lo sai che non ho mentito sui miei sentimenti,  Josh!" 
Niall si era avvicinato al batterista, e oramai lo stava quasi implorando di perdonarlo.
"Josh... ti prego" piagnucolò Niall.
"Niall, se non ti è chiaro è finita"
Si girò per andarsene, ma Niall fu più veloce di lui, lo prese per  un braccio e lo superò non facendogli oltrepassare la porta.
"ORA TU MI ASCOLTI CHIARO?! Perché io ti am--"
Non riuscì a concludere la frase perché Josh lo baciò, fu un bacio rude e senza dolcezza, non di quelli che era solito dargli, era un po' disgustato, ma pensò che per il momento fosse tutto apposto. Spostò la mano dalla maniglia e posò le braccia sul collo del più basso.
Josh ovviamente non lo aveva perdonato, si staccò dalle labbra di Niall  e gli sussurrò "Evita di dire cazzate, tu non mi ami, e non l'hai mai fatto. Addio Niall"
Spostò Niall di peso e oltrepassò per l'ultima volta quella porta.
Niall capì che quel bacio era  stato dato per punirlo e non per amarlo. 
Quella consapevolezza lo distrusse.






#




Harry e Niall non si arresero nonostante l'ormai chiara decisione di non vederli più da parte dei loro ex.
Praticamente li seguirono per tutta una settimana, finché Liam con sguardo minaccioso non andò loro contro "O la finite, o lo finite non avete molta scelta stronzi!".
Ovviamente mettersi contro Liam Payne non era un buon modo per farsi perdonare, inoltre i paparazzi sembravano seguirli da tutte le parti, come se fossero degli avvoltoi in cerca di cibo.
La cosa però che faceva più arrabbiare Harry era che oltre a prendere di mira lui, prendevano di mira anche Louis, e questo non poteva accettarlo. 
L'unico momento in cui poteva guardare Louis era durante l'ora di letteratura inglese riguardante Shakespeare, vedeva come i suoi occhi si spegnevano a ogni frase che recitava il docente, ogni parola di quel professore era come una lama dritta al petto che riaccendeva i ricordi di loro due felici.
Harry capiva bene quella sensazione perché la stava provando anche lui. 
Stava iniziando ad odiare anche lui quel drammaturgo da strapazzo.
Tornato come sempre in stanza con l'animo sotto i piedi, trovò Niall intento a mangiare una pizza di chissà quanti giorni prima, il riccio si schifò a guardarlo, ma con una smorfia si sedette vicino a lui.

"Niall..."
"Mhmmm"
"Smettila di guardare il vuoto, sei inquietante.."
" Smettila di rompere i coglioni, li rompi proprio"

Il riccio accennò un sorriso tirato e iniziò anche lui a mangiare quella pizza che alla fine non era così male.

"Harry mi vibra il culo.."
" Nì se sei in astinenza non contare su di me" 
"Sto dicendo sul serio idiota, mi vibra il culo"
"E allora sarà il telefono idiota!"

Niall alzò le spalle e prese il suo cellulare, rispose senza guardare il mittente, perché tanto sicuramente non sarebbe stato Josh, quindi tutti gli altri non gli interessavano.

" Seeee?"
"Niall?"
"Seee?" disse di nuovo grattandosi la testa e sbadigliando rumorosamente.
"HAI APPENA SBADIGLIATO HORAN?! HAI SBADIGLIATO PARLANDO CON ME AL TELEFONO!?""

Dopo quell'urlo assordante Niall si risvegliò e imprecò mentalmente per la figura di merda che aveva fatto.
"Oddio, mi scusi Sua Maestà, sono terribilmente dispiaciuto!" esclamò quasi disperato.
Harry sbarrò gli occhi. Sua madre!? Che voleva ora?!

"Niall, è meglio se stai zitto. Passami mio figlio è urgente"

"Ovviamente Maestà"

Niall porse il telefono a Harry che lo guradava inquisitorio come a chiedegli cosa volesse.
Niall non aveva idea di cosa volesse la regina, ma sicuramente non era niente di bello.


#


"Lady Macbeth l'avrà anche convinto a uccidere Duncan, ma lui già sapeva che era il suo destino e il destino non è qualcosa con cui si può lottare.."

Era il giorno dell'esame su Shakespeare e Louis era in piedi davanti a una commissione di quattro donne e un uomo. Aveva una tremenda paura. 
L'unico che parlava della commissione era  l'uomo, che avrà avuto cinquantina  di anni. L'uomo fin da subito aveva avuto la voglia di bocciare Louis. Ci si può presentare a un esame con dei Jeans neri e una maglietta della Marvel? Non era concepibile.

"E allora la circostanza? Prendiamo Otello per esempio. Otello era destinato a uccidere Desdemona o fu Iago a creare la circostanza?"

Louis corrucciò un po' le sopracciglia prima di rispondere, "Credo entrambi, all'apparenza è Iago  il cattivo, ma a uno sguardo più attento vediamo che la frattura sfruttata da Iago era stato lo stesso Otello a crearla"
"Ma fu comunque Otello a compiere le scelte"  Louis rispose con risolutezza a questa domanda "Sbagliate, certo. Otello, aveva l'amore ma scelse di non ascoltare il suo cuore. L'amore non arriva tutti i giorni e quando succede bisogna afferrarlo e resistere..." 
 
Louis sorrise perché gli venne in mente il giorno in cui giocando a FIFA lui era accovacciato sul riccio, e quest'ultimo continuava ad annusargli i capelli perchè "Non voglio scordarmi del tuo odore Lou.. è così buono" 

Poi si riscosse e continuò a parlare.

"Insomma... avrebbero potuto vivere felici per sempre! So che è una fantasia sdolcinata di uno studente, ma mi chiedo, e se la fantasia diventasse realtà?"

La sua mente continuava a fargli vedere immagini di lui e Harry.
La sua risata, l'alito mattutino non sempre dei migliori, la lotta per il letto per poi addormentarsi stretti un all'altro, i baci davanti alla porta per darsi la  buonanotte, le poesie del nano malefico recitate dalla bellissima bocca di Harry.

"..e se esistesse davvero il principe azzurro?"

" Signor Tomlinson?.."

".. Lui bacia in un modo eccezionale e i suoi capelli così boccolosi...  e se poi ti rendi conto di essere innamorato!..."
" Signor Tomlinson!"
"..e tutte quelle cose che ritenevi importanti, l'indipendenza, il non legarsi a nessuno andassero a farsi fottere?! Perché Dio, vorresti passare con lui ogni singolo momento della tua esistenza.."
" Signor Tomlinosn basta!"
"..e se poi quello studente in verità avesse ragione, quelle due persone dovrebbe stare insieme non credete?"

Le esaminatrici al fianco dell'uomo annuirono a Louis e gli sorrisero.


"Lo credo anche io.."


Louis uscì dall'aula senza salutare sapendo di aver rovinato ormai l'esame, corse per le scale e per tutto il dormitorio fino ad arrivare davanti alla stanza del suo principe, aveva il fiatone e probabilmente era in condizioni oscene, ma non gli importava un bel niente. Prese un bel respiro e bussò alla porta.
Si aprì lentamente e di fronte a lui si presentò un ragazzo dai capelli viola.
Michael? pensò Louis.

"Dov'è Harry?"
Micheal sorrise dolce e un po' sarcastico "Ah, vuoi dire sua Maestà scrocchiamo i biscotti altrui?"
Louis annuì con vigore.
Non poteva perdere un minuto in più.
"È partito, ha fatto l'esame e poi se ne andato"

Louis si sentì mancare l'aria e cercò di respirare, ma sembrava che i suoi polmoni non volessero collaborare. Represse le lacrime agli angoli degli occhi, ringraziò Michael e andò verso la sua camera. Entrato in questa però trovò una testa bionda sdraiata sul suo letto.

" Ciao.. che ci fai qui?" chiese.
"Ti stavo aspettando.." rispose l'amico.
"Se n'è andato"
"Lo so..."
Per un attimo ci fu silenzio, poi Louis si sedette sul letto.
"Si è portato dietro Niall" disse Josh.
"Lo sospettavo dalla tua faccia.."
"Non è che la tua sia in condizioni meravigliose"
Louis annuì sorridendo un po'. 

"Andiamo a sbronzarci? "
"Si"




#

Il palazzo gli sembrava ancora più glaciale di quando lo aveva lasciato, ma in fondo non cambia mai niente lì.
Cosa starà facendo Louis? si chiese il principe.
Probabilmente starà festeggiando il risultato dell'esame. 
Sorrise e sperò vivamente che fosse stato promosso, al mondo c'è bisogno di medici come lui.
"Harold!"
Il principe girò la testa e nel farlo incontrò lo sguardo severo di sua madre.
"Buonasera  madre" 
"Harold, è un piacere rivederti" disse la regina quando fu a due passi dal figlio.
"Seguimi, figlio, dobbiamo parlare"


***


"Molto carino la tua untima scappattella tesoro, devo farti i comlimenti"
"Come prego?" disse Harry.

La madre sbatté addosso al figlio la rivista che si era fatta portare quella mattina da Niall.

"IL PRINCIPE HAROLD E LA SUA NUOVA FIAMMA AMERICANA, SARA' QUELLO GIUSTO?" riportava il titolo in prima pagina.

"Harold, mi fidavo di te. Tuo padre ti ha dato il consenso di andare negli Stati Uniti  e tu te ne esci con un altro scandolo? Come ti è venuto in mente di uscire con questo Louis!? Tutta la Danimarca parla di lui!"
"Mi dispiace madre. Non ho potuto evitarlo.." rispose il riccio abbassando il capo.
 
La regina scosse la testa e congedò il figlio, non prima di avergli detto "Ricordati chi sei Harold"



#


Zayn entrò in stanza con la stanchezza addosso, Liam la sera precedente non lo aveva fatto dormire, e ora si sentiva tutto indolenzito. Era così stanco che non si accorse che davanti alla porta c'erano due pacchetti.
Li prese e strizzò un po' gli occhi per vedere a chi appartenevano.
Per Louis, diceva uno.
Per Josh, diceva l'altro.
Sospirò sapendo che chi provenissero ed entrò. Entrando però notò due corpi informi sul pavimento.
Li superò, posò i due pacchi sul letto e poi si riavvicinò ai due corpi.
Che due idioti, pensò.
Diede un calcio al mappamondo di Louis e diede uno schiaffo sulla testa del batterista.
Dopo alcune imprecazioni da parte loro, Zayn aspettò che entrambi si svegliassero completamente. Li fece vomitare quello che avevano bevuto la sera precedente, li fece lavare e poi rifilò loro un'aspirina.
"Ora state bene?"
I due annuirono.
"Bene, sedetevi sul letto" 
 Acconsentirono e poi con sguardo indagatore Louis parlò  "Cosa vuoi Zayn?"
"Stavo tornando da una serata stancante  e per puro caso mi sono imbattuto in due pacchi davanti alla porta. Mi sono domandato a chi appartenessero. Poi ho letto a chi erano indirizzati e la data, che risaliva a ieri, quindi ora aprite questi pacchi e facciamola finita ok?"
Zayn si alzò e lasciò un po' di privacy ai suoi due amici che sembravano non voler pronunciare parola.


Josh fu il primo a muoversi, vide il suo nome su un pacco verde e lo scartò.
C'era una lettera e un altro pacchetto.
Aprì lentamente la prima quasi avendo paura di leggerla.

"E così te ne vai, amore mio,
mio signore, mio sposo, mio amico,
mio tutto! Voglio avere tue notizie
ogni giorno dell'ora, sì, dell'ora,
ci sono molti giorni in un minuto...
Ahimè, a contare il tempo in questo modo,
chi sa quanti anni avrò
prima di rivedere il mio Romeo!"

- William Shakespeare

Ciao Joshy, Harry mi ha consigliato queste parole del nano malefico -come lo chiama Lou- ma sinceramente amore non sono bravo con la poesia, però lui dice che così farò colpo quindi io l'ho scritto.
Mi dispiace di averti mentito ma se sapessi il motivo ora saresti qui a baciarmi.
Ti amo e non te l'ho mai detto. Ma lo faccio e mi soffoca come non puoi neanche immaginare.
Sogno ancora il tuo stesso sogno.
Ti aspetto ora e sempre."


Josh non riusciva a credere che quell'idiota aveva provato a farsi perdonare con delle parole suggerite da Harry. Dio l'aveva già perdonato quando aveva saputo del pacchetto.
E non poteva credere che fosse così stronzo da dirgli di amarlo per lettera. Dio, quanto lo odiava.
Si asciugò le lacrime che avevano iniziato a rigargli il volto e iniziò a scartare il pacchetto.
C'era una scatolina in velluto rosso, di certo non si aspettava un anello, ma quello che ci trovò fu molto più che un anello.

Una medaglietta per cani, con l'incisione Plettro era molto più che una promessa di matrimonio per Josh.


***

" Dove stai andando J?" chiese Louis a Josh. Aveva assistito a tutta la scena della lettera e del pacchetto, e non poteva credere che Niall fosse così romantico. Lui però non aveva ancora scartato il suo.
"Vado a preparare le valigie, non me lo faccio scappare Niall" rispose con un sorriso a trentadue denti Josh.

Louis aspettò che Josh si chiudesse la porta alle spalle e, se il suo udito non lo tradiva, poté giurare di aver sentito l'urlo in pieno stile fangirl di Zayn.
Prese il pacchetto in mano e lo studiò con attenzione come se ci fosse una bomba all'interno.
Forse c'è la bomba del mio cuore, pensò Louis per poi aggiungere "Dio questa era proprio pessima Tomlinson"  si diede dell'idiota da solo visto che ormai era diventato così suonato da parlare con se stesso.
Aprì il pacchetto e dentro vi era solo un piccolo bigliettino.

"Il sole non vede finché il cielo non si rischiara" 


***

È inutile dire che Louis e Josh corsero all'aereoporto vero?
È inutle dire che Zayn e Liam li seguirono?
È inutile dire che lasciarono tutto indietro per seguire l'amore?
No, non è inutile, ma ora erano appena atterati e c'è altro da raccontare.
La combriccola felice (senza Stan che non era stato avvisato in tempo) era appena atterato in quello stato di cui non conoscevano nè la lingua nè le tradizioni.
Forse erano stati un po' degli idioti a non avvisare Stan. Maledetto lui e la sua fottuta futura laurea in lingue, pensò Louis.

"Ora che facciamo Lou?"
"Sinceramente non lo so. Proviamo a chiedere informazioni..."
"In danese? Lou e già tanto che so la mia lingua, io" disse Josh.
"Beh faremo come abbiamo fatto ad ogni vacanza in Italia" Louis sembrò veramente convito della sua risposta, ma "Vuoi dire insultando la gente? Le uniche parole in italiano che sappiamo sono parolacce" parlò Liam.
"No, idiota!" disse Zayn tirando uno schiaffo sulla testa del suo ragazzo "Usando i gesti!"
"Ah e spiegati meglio, Tommo!"
I quattro ragazzi cominciarono a cercare quella che sarebbe stata la loro guida -povera vittima sacrificale- in quello stato sconosciuto.
Videro un ragazzo e una ragazza che stavano mangiando un gelato - con quel freddo?- e si avvicinarono con fare cospiratorio. I due ragazzi videro quegli individui strani avvicinarsi a loro, e come di riflesso fecero un passo indietro. Li avrebbero derubati? I due danesi erano leggermente preoccupati. 

" Salve!" iniziò Louis salutando. "Noi siamo americani" disse indicano se stesso e in seguito i suoi amici. "Volevamo sapere dove fosse il palazzo reale danese " continuò con uno strano accento che avrebbe dovuto essere danese?
Una figura dietro di loro  si fermò.
"Hvad fanden de siger ? De ser alle homoseksuelle." disse il ragazzo alla ragazza con i capelli biondi. 
Josh fece una faccia stranita prima di commentare con un "Non capisco una ceppa di danese, ma sono sicuro che ci abbiano appena definito gay"
"Non hanno tutti i torti in fondo" rispose Zayn.
Una risata dietro di loro si alzò.
I quattro ragazzi - tranne i danesi che erano scappati chissà dove- si girarono verso quel ragazzo dai capelli rossi e dalle braccia possenti tutte tatuate.
"Amo vedere degli americani in giro per il mondo, mi fanno sempre morire dal ridere!"
La combriccola ringraziò il cielo di aver incontrato ,da quel che gli sembrava, un inglese.
"Dio, meno male qualcuno che ci capisce!" esclamò sorridendo Louis.
"Tesoro, con quel culo ti avrei capito pure se fossi stato filippino" disse la nuova comparsa facendo un occhilino al nano.
Louis ovviamente gongolò un po' e poi sorrise.
" Beh, io...ecco"
"Stai tranquillo, Louis. Nessuno proverebbe a togliere il ragazzo al principe. Sai non è molto conveniente visto che può tagliarmi la testa!" scherzò il ragazzo.
Louis era al quanto sorpreso, come faceva a sapere il suo nome e ancora, come faceva a sapere di Harry?
Il ragazzo vedendo quella simpatica compagnia di amici un po' sconvolta decise di dare spiegazioni.
"Sai, sei su tutti i giornali di gossip, il nostro principe si è scelto un bel bocconcino"
"IO?SUI GIORNALI?" 
Louis era sicuro che la sua vita sarebbe stata rovinata decisamente.
"Caro, il principe è come se fosse la vostra Paris Hilton"
"Beh, Harry biondo vestito Moschino ce lo vedo io!" esclamò Liam. Zayn sbuffò e gli diede un altro schiaffo.
"Ehi! " esclamò il povero malcapitato. "Te la faccio pagare stasera!" 
Zayn divenne rosso e rifilò l'ennesimo schiaffo al suo fidanzato.

***

"Quindi ricapitolando: è impossibile avvicinarsi alla famiglia reale se non si è una guardia o un altro reale? " chiese Louis per l'ennesima volta.
"In pratica è così, in teoria non dovrebbe, ma non gliene importa nulla alle guardie reali della teoria" 

Louis pensò di essere fottuto, non aveva possibilità di avvicinarsi a Harry, che si aspettava di trovare le porta del palazzo aperte solo per lui? Bhe sinceramente lui si aspettava un paio di gambe lunghe e snelle aperte per lui, ma questa è un'altra questione.

"In pratica siamo fottuti" continuò.
"Anche in teoria culo d'oro" rispose il ragazzo per poi continuare  "In verità c'è un occasione in cui la famiglia reale si avvicina al popolo..."
"Quale?"
"Il giorno della Costituzione"
"E quando ricade questo evento?" chiese Zayn speranzoso.
"Oh..." disse l'inglese guardando l'orologio, "È iniziato cinque minuti fa"
"Cosa?! E perché diavolo siamo ancora qui!?" chiese quasi urlando Liam.
"Basta parlare, occhi azzurri. Dimmi dove si trova questo evento" disse sicuro Louis parlando con l'inglese.
"Seguitemi, vi ci porto io" esclamò sorridente.




***




La combriccola dell'arcobaleno senza Stan si stava dirigendo nel centro della città per assistere alla parata, intanto nell'altra parte del mondo Stan si stava svegliando dall'ultima sbornia e grattandosi il viso notò un qualcosa di freddo toccarlo. Quando si capì di cosa si trattasse, sbuffò e si chiese per quale motivo non aveva ancora detto ai suoi amici di quella novità. Si rispose però che non lo aveva fatto perché non c'era stato il momento adatto.



***




In Danimarca le cose si facevano in grande e questo la combriccola aveva potuto constatarlo dall'enorme massa di gente che si era appostata davanti alle transenne. Erano tutti lì per poter incontrare la famiglia reale almeno una volta nella loro vita.
Harry era veramente come Paris Hilton, pensò Louis.
I quattro più il rosso, che avevano scoperto si chiamasse Ed, si stavano facendo largo tra folla grazie alla loro immancabile educazione. 
"Ah coglione! Ti vuoi levare dalle palle!?" gridò Liam per quella che forse era stata la milionesima volta.
"Liam! Smettila di insultare questi stronzi non se lo meritano!" sbraitò Zayn per sgridare il suo fidanzato.
"L'hai appena fatto anche tu!" 

Louis non ascoltò molto il discorso della coppietta felice, era troppo impegnato a cercare di arrivare davanti per poter farsi notare da Harry.
Ci doveva riuscire, non era arrivato fino in Danimarca per poi tornare indietro senza Harry.
Lui non avrebbe mollato proprio ora, no di certo!
E se le sue gambe in quel momento stavano tremando dalla paura, non c'entrava assolutamente niente, non voleva dire assolutamente nulla!

"Ragazzi!" gridò Ed dalla fine della fila.

Louis si girò verso il nuovo amico trovato, e vide una smorfia triste sulla sua faccia.
"Che succede Ed?" chiese, il rosso avvicinandosi disse "Siamo arrivati troppo tardi, i reali sono già passati di qua, e non faremo mai in tempo a raggiungerli se li inseguiamo, la parata  sarà già finita allora"

Ogni secondo sembrava essere un secondo più lontano da Harry e Louis non accettava questo, non poteva stare lontano da lui. 

"Io non mi arrendo" 
Lo sguardo sicuro di Louis convinse Ed che non sul serio non si sarebbe arreso, ci avrebbe provato sul serio.

"Lou, guarda un po' lì" disse Josh indicando un punto dietro il liscio.
Louis quando capì l'intenzione del suo amico sorrise.

"Facciamolo"

Ed pensò che si sarebbero fatti uccidere.




***


"Salve!" gridò Liam alle due guardie a cavalle ferme per sorvegliare la folla.
I due, sentendo una voce abbassarono lo sguardo guardando con aria stranita i due ragazzi ai loro piedi.

"Hvad vil du have?" 
Liam non capì cosa dissero, ma indicò Zayn che era al suo fianco con un ginocchio pieno di sangue. 
La guardia vedendolo ferito scese da cavallo e si avvicino al ferito.

"Hvad sker der?" 

La guardia si abbassò a controllare la ferita, ma un pugno arrivò sulla faccia di Liam.
Quando l'uomo alzò la testa vide il ragazzo che lo aveva chiamato e un rosso intenti in una rissa, allora richiamò il suo compagno e intervennero sullo scontro. Mentre i due stavano placando la rissa Louis e Josh si avvicinarono ai cavalli e senza pensarci due volte salirono sopra di essi. 

"E ora cosa facciamo?!" chiese Josh in preda all'isterismo.
"NON LO SO! Non è che per hobby cavalco cavalli io!" rispose Louis ancora più nervoso di Josh, "Sai cosa facciamo? Tira le redini e dai un colpetto al culo di questo bestione, nei film lo fanno sempre" continuò.
"Stai scherzando vero?!" 
"No"

Louis tirò le redini del cavallo e gli diede un colpetto con il tallone, Josh fece lo stesso e le cose non andarono proprio bene.
I cavalli, straniti forse dai nuovi temporanei padroni, partirono a tutta velocità verso chissà quale meta. Le guardie sentendo i cavalli nitrire si girarono a guardare, e quando videro cosa stava succedendo, cominciarono a fischiare nel loro fischietto. Le altre guardie sentendo il campanello d'allarme e capendo cosa stava succedendo cominciarono a inseguire i due ragazzi.
"Merda" imprecò Josh.
"Cosa?" 
"Ci stanno inseguendo, Lou! Che facciamo?!"
"Non possiamo fermarci. Se ci fermiamo ci arrestano e Harry non saprà che sono qui, quindi andiamo avanti più che possiamo"
Josh annuì e continuarono la loro corsa all'ippodromo improvvisata, dove il premio sarebbe stato forse l'amore, in caso contrario si sarebbero ritrovati ammanettati.


***

"Pensi che quest'anno ci sarà la sagra della salsiccia?" 
"Non lo so, Nì. Speriamo di sì però così non dovrò vestirmi con questi fottute divise" rispose il principe continuando a sorridere al popolo.
"Speriamo, ho proprio voglia di salsiccia in questo periodo"
"Sei sempre il solito" ridacchiò il reale.

"H, guarda un po' lì!" esclamò Niall.

Il principe si girò e sulla sua faccia si formò una strana smorfia.

"Nì, perchè due cavalli si stanno avvicinando a quella velocità a noi?" 
"Non ne ho idea, però le guardie stanno alzando i fucili. Mettiti dietro di me Harry"
Intanto che i due stavano parlando, la parata sembrava essersi fermata, il Re era seduto insieme alla Regina e alla principessa Gemma e stava assistendo a quella situazione preoccupato. Non poteva permettersi che qualcuno si facesse male, nè dei suoi familiari, nè dei suoi sudditi.
Le guardie erano già pronte a sparare a quei due disgraziati a cavallo quando una bambina col binocolo guardando la faccia di uno dei due girdò "Louis"  indicandolo.
La persone intorno sentendo la bambina urlare quel nome, e sapendo la storia della fiamma del principe guardarono il punto indicato dalla bambina, aguzzando lo sguardo, videro che la bambina aveva ragione, quello era Louis, e stava per essere sparato da una guardia ma,
"Louis!" gridò un signoro panciuto.
"Louis!" gridò una ragazza con la maglia con su scritto "Marry Me, Harry!"
"Louis!" gridò di nuovo la bambina.
Nel giro di pochi secondi un coro di "Louis, Louis!" si alzò.
Harry sentendo quel nome si immobilizzò.
"Niall"
"Si?"
"Dimmi che quelli non sono Louis e Josh, e dimmi che quella guardia non sta puntando il fucile su di loro"
"Non posso dirlo"
"Oddio!" Harry fece retro-front con il cavallo e iniziò a cavalcare verso quel deficiente che amava, "Louis!" gridò.

Louis sentendo la folla chiamarlo, non sentì subito l'urlo di Harry, ma quando alzò lo sguardo davanti a lui non poté che sorridere.
Dio quanto lo amava.
Scese da cavallo, e iniziò a correre verso Harry, il principe fece lo stesso, le guardie ormai aveva abbassato i fucili,  perché il Re aveva dato l'ordine di farlo.
Louis iniziò a correre, veloce, sempre più veloce finché non si ritrovò davanti al suo principe.

"Ciao, coetaneo" disse col fiatone.
"Ciao" 







Ciao ragazze!! Come state? Beh forse non è la domanda adatta in questo periodo vero?
Ora parliamo del capitolo e poi ne discutiamo. Troviamo i larry più amorevoli che mai, ma non me ne vogliate per quella piccola rottura, non poteva essere mica tutto rose e fiori no? Lo so che state imprecando scusatemi non volevo metterlo, però era necessario. Fidatevi questa fuga improvvisa per tornare da Harry sarà importante, MOLTO importante.
I nosh... è stato un trauma scrivere di loro, mi si è spezzato il cuore. Chissà perché loro li faccio sempre così angst. Bho.
Comunque spero che il ritrovamento degli innamorati vi abbai fatto sospirare per il sollievo.
Guest star.... rullo di tamburiiiiii... ED SHEERAN!! Amore mio bello ti amo troppo per non inserirti.
Ora, vorrei parlare di quello che è successo, sono convinta che ci sia un piano in tutto questo, non so per cosa o perché ma c'è qualcosa sotto e non mi piace rimanere all'oscuro delle cose. Io amo Zayn e lo amerò sempre, ho avuto un attimo di panico quando ho letto il post, perchè non ci credevo e ancora non ci credo forse. Comunque continuerò a sostenere i ragazzi perchè se lo meritano e Liam James Payne ci ha definito eroi! Quanto lo amo?!
Louis si è accorto che ha di nuovo instangram, cucciolo lui.
Harry è diventato una modella di Victoria's Secret.
E niente, volevo dirvi che se avete bisogno di qualcuno con cui parlare contattatemi pure, io ci sono.
E' il primo capitolo che non dedico alla mia Prim, ma penso di essere perdonata per questa volta vero?
Ora vi saluto, vi chiedo scusa per il ritardo, vi ringrazio perchè continuate a seguire la mia storia.
Se avete voglia recensite se no andate a mangiare muffin.
A presto Wearewhoweare ( @angelidupla98 Wearewhoweare)
Solo per dire ma Stella 13 ha pubblicato "10 punti in meno a grifondoro", CORRETE A LEGGERLA!"    (-13 PRIM!!!)








 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Part.8 ***


A Prim, questa fanfiction è per te.
A Prim. che domani vedrò.
A Prim, che ha deciso che il nostro giorno è a Novembre.
A Prim, che ha creato la Prils.
A Prim, che beh sarete stanche di sentirlo, ma è diventata così tanto in così poco tempo che sembra che ci conosciamo da una vita.
A Prim, che per la prima volta posso dire veramente "A domani, Honey"

A Efp, grazie per avermi donato qualcosa che non potevo comprare.

 



"Sii fedele a te stesso da che deve seguire, come la notte al giorno, che tu non potrai essere falso con nessuno."  








"Tu sei pazzo!" mormorò per l'ennesima volta Harry sulle labbra di Louis.

Louis ridacchiò, non riuscendo a fare altro. 
Era tutto troppo: il popolo che gridava il suo nome, l'emozione nel rivedere i suoi occhi verdi, la passeggiata a cavallo per tutta la parata, l'arrivo a palazzo e il bacio infinito. Era tutto troppo.
Louis Tomlinson iniziava a pensare di non meritarsi tutto quell'amore.

Si scambiarono ancora una serie di baci prima che Harry interrompesse il momento dicendo: "Ora devo andare, Lou, ma torno presto, ok? Chiamo qualcuno che faccia da guida a te e agli altri per visitare il palazzo, vedrai che ti piacerà!" 

Louis sorrise anche se si sentiva un po' triste all'idea di doversi separare così presto da quel corpo che sembrava attirarlo come il gomitolo attira i gatti.

"Ok, principe, torna in fretta!" gli disse, baciandolo.
"Prestissimo, giuro!"




#


"Sei un fottuto idiota, Devine! Potevi ammazzarti! Hai buttato giù da cavallo una guardia reale, per la miseria! Avrebbero potuto accopparti nel giro di un secondo! Ma che cavolo avete tu e Louis nella testa?"
"Io-" 
"NO! Non fiatare nemmeno, Dio. quanto sei idiota!" Niall da ormai mezz'ora continuava a fare su e giù nell'atrio del palazzo continuando a strigliare Josh e a inveire contro di lui.
L'altro non era ancora riuscito a parlare e sospettava che Niall lo stesse facendo apposta.
"Niall..."
"No! Meno male che il Re ha fatto - "
"Niall"
" - Segno di mettere giù le armi!"
"Niall!" alzò la voce, stanco il batterista.
Niall all'urlo di Josh si fermò e si girò verso quest'ultimo, Josh sembrava l'emblema della tranquillità mentre lui era in una pozza di sudore in cui sarebbe potuto annegare.
Josh si avvicinò verso Niall e gli si parò davanti per potergli parlare.

"Quando andiamo a scegliere Plettro?" non diede tempo a Niall di rispondere perché lo stava già baciando.

Tutte le paure di Niall si dissolsero come se non ci fossero mai state.



#


"Beh, non possiamo dire che Harry si tratti male" disse Liam.
"Liam, è un fottuto principe. Secondo te viveva in una bettola come il nostro dormitorio?"
"No, però questo è veramente... Wow " rispose Liam indicando l'entrata quasi fiabesca del palazzo.
Zayn sbuffò sconsolato, ma dovette dare ragione a Liam questa volta. Quel castello era qualcosa di fantastico e non vedeva l'ora di entrare all'interno per poterne studiare lo stile architettonico, sperando che glielo avrebbero concesso. 
Pregherò Louis di fare un lavoretto a Harry in caso contrario, pensò  Zayn.

Liam non sentiva più parlare Zayn e preoccupato di aver fatto detto qualcosa di sbagliato, si girò verso di lui notando che il suo ragazzo stava guardando ammirato l'entrata del palazzo. Ammirò come i suoi occhi si illuminarono quando videro gli inserti in oro delle porte. 
Promise a se stesso che avrebbe fatto di tutto per vedere ancora quello sguardo in Zayn. Avrebbe fatto di tutto per vedere quel sorriso.

"Ti giuro che ti porterò a vedere ogni monumento e ogni museo di questo mondo, Zayn" sussurrò Liam.
Zayn rimase un po' scosso da quell'affermazione, ma poi parlò. "La più bella opera d'arte la guardo tutti i giorni. Ed è affianco a me in questo momento."  
Le guance di Liam si imporporarono e i suoi occhi non incontrarono quelli di Zayn. Troppo imbarazzato per l'affermazione del suo ragazzo, si limitò a stringergli la mano.


#


La combriccola dell'arcobaleno, che si era lasciata alle spalle Ed e che aveva abbandonato a casa Stan, si era riunita nell'androne del palazzo ad aspettare la guida che li avrebbe portati a visitare quella struttura così maestosa.

Stavano discutendo su quale dei loro fidanzati fosse il migliore, quando Louis disse sogghignando: "Ragazzi, per favore, io ho incontrato il principe azzurro in tutti i sensi quindi vinco io. Mentre voi siete fottuti... oppure siete voi che fottete?" 
Le battute squallide di Louis non sarebbero mai cambiate e questo lo sapevano bene i suoi amici. Però fare quelle battute in un palazzo reale non era molto appropriato.

"Tu devi essere Louis, e rigiro la domanda a te, sei tu che fotti o ti fai fottere?" disse una voce femminile.

Louis si girò di scatto e incontrò un Harry con i capelli lisci, il rossetto e con indosso un tubino color pesca lungo fino al ginocchio e con scollo a barca. 
Lo sguardo sbalordito dei quattro fece capire alla ragazza che la sua somiglianza con Harry non era passata inosservata.
Sbuffò, quella cosa succedeva tutte le volte, "Sono Gemma, la sorella di Harry"
 
Un coro di "Ah, ora si capisce tutto" scoppiò nella stanza.
"Ora che avete assodato che Harry non si è infilato una parrucca, Louis, vuoi rispondermi?"
Il viso di Louis assunse una sfumatura violacea che fece scoppiare a ridere la principessa di Danimarca.
"Sei adorabile!" esclamò scandendo ogni sillaba. "Ora capisco, perché Harry ti ha scelto!" 
"Ehi! Io non sono adorabile! Io sono virile!" sbottò Louis, poggiando tutto il peso su una gamba e sporgendo il sedere all'infuori con le mani sui fianchi.
"In quella posizione sicuramente non sei molto eccitante"
Louis scandalizzato da quell'insolenza - ora capiva da chi aveva preso Harry - incominciò a camminare verso l'uscita per poi girarsi e dire: "Allora ci muoviamo?"

Gemma guardò Louis sculettare verso un'altra stanza e capì solo in quel momento perché suo fratello avesse veramente scelto quel ragazzo. In quei pantaloni neri ci aveva trovato un nuovo mondo tutto da esplorare.

"Asciugati la bava, principessa" disse Josh per poi seguire Louis.

Quei ragazzi le piacevano, altroché se le piacevano.


Quella giornata così intensa, si concluse con la presentazione ufficiale tra Louis e i genitori di Harry, inutile dire che Anne guardò storto Louis per tutto il tempo, la regina però non aveva tenuto conto della sfrontatezza di Louis. 
Louis si sentiva a disagio sotto lo sguardo duro della regina, ma non avrebbe mai abbassato gli occhi per una persona che non aveva motivo di odiarlo. Amava suo figlio, qual era il problema? 
Louis concluse le presentazioni, salutò Harry con lo sguardo e, scusandosi, si diresse verso quella che gli avevano indicato come la sua camera . Si stese sul letto pensando che forse era stato troppo precipitoso a voler correre da Harry così in fretta. Poi si diede dell'idiota da solo, perché il sorriso di Harry gli era mancato come l'aria.







#


"Svegliati, dormiglione, ché il sole splende alto nel cielo!" gridò una voce allegra nella stanza.
Louis brontolò per cinque minuti circa prima di decidersi ad aprire uno dei suoi occhi cerulei per vedere chi aveva osato interrompere il suo sonno.
"Niall, perché non ti ammazzi?" chiese, sbuffando e nascondendosi sotto il cuscino.
Niall sbuffò per la scontrosità del suo amico, e avvicinandosi al letto, tolse il cuscino dalla testa di Louis e disse: "Mancherei troppo a Josh, lo sai! Ora alzati che hai una giornata dura, dobbiamo rivedere il tuo itinerario"
"Da quando ho un itinerario?" chiese confuso.
"Da oggi. Su che la giornata è appena iniziata!"

Louis si chiese chi diavolo glielo avesse fatto fare.




***




Un ragazzo che veniva dalla periferia di una qualsiasi città americana non si poteva di certo aspettare che il ruolo di fidanzato di un principe fosse così soffocante.
Nelle due settimane successive al suo arrivo aveva dovuto presenziare a ogni evento sociale a cui era stato invitato Harry. La prima uscita ufficiale come fidanzato fu un completo disastro perché a Louis, mentre veniva presentato da Harry stesso al principe di Norvegia, cagò un piccione in testa e fu obbligato a rientrare a palazzo per evitare altri possibili imbarazzanti disastri. 
O della volta in cui per sbaglio seguendo un consiglio di Zayn insultò la duchessa ,di chissà quale posto, paragonandola a un lama che mangia angurie. 
Che poi i lama possono mangiare le angurie?
Louis però non si preoccupava più di tanto, anche perché le cose con Harry andavano a gonfie vele. Tutti i pomeriggi in cui erano stati liberi li avevano passati a passeggiare nell'enorme distesa della famiglia reale, avevano scherzato e parlato di cose serie, avevano giocato a nascondino per poi farsi trovare subito perché si mancavano a vicenda. 
Louis oramai era certo di amare Harry e glielo voleva dire, sul serio, ma non aveva il coraggio, ma neanche di questo si preoccupava, avevano tutta la vita davanti, no?

Ora Louis si trovava nel giardino ad aspettare di scoprire il suo itinerario della giornata da Niall che ormai aveva Josh sempre alle costole, non lo mollava mai. Una cozza.
Ma chi voleva prendere in giro a fare finta di giudicare il suo amico? Pure lui era una cozza.

"Ciao, Lou!" gridò per l'appunto la cozza ancorata a Niall.
" Ehi, Josh, come va?"
"Tutto bene, oggi farai una cosa che ti piacerà!"
"Scoperò con Harry?" chiese Louis con gli occhi già che brillavano per la felicità - Lui e Harry non avevano ancora fatto niente e lui stava decisamente scoppiando. I due lo guardarono straniti prima di guardarsi tra loro e guardare di nuovo Louis.
"No... andrai a visitare un nuovo ospedale pediatrico che la famiglia reale ha finanziato"
"Sul serio?! AH! Questa sì che è una bella notizia!"


Louis dopo aver abbandonato i due piccioncini sotto l'albero si era diretto nella sua stanza per poter fare delle ricerche su quel nuovo ospedale.
Aveva scoperto che l'iniziativa era partita da un associazione benefica la "Red Nose Association"  appena lesse il nome sorrise, perché sapeva cosa fare per far divertire quei bambini che avrebbero visitato. 
Ora che aveva deciso doveva solo chiedere aiuto ad una persona abbastanza importante: Gemma.



***


Harry stava aspettando Louis all'auto, erano già in ritardo, che cavolo stava facendo quell'idiota? 
Richiamò Niall alla sua attenzione. "Niall , puoi spiegarmi dove cavolo è Louis?"
La bocca di Niall formò una piccola "o" prima di chiedere: "Non sei stata avvertito? Gemma e Louis arriveranno con un'altra macchina, tu dovresti essere già partito." 

Harry mormorò un insulto prima di entrare di macchina e partire per l'ennesimo evento organizzato a posta per lui.
Almeno questo farà felice Louis. Pensò.


Arrivato all'ospedale, Harry fu molto felice del risultato, non era il solito ospedale triste e bianco, sembrava più un parco giochi, ed era così che lo aveva progettato insieme agli architetti. I bambini sarebbero stati felici ci poteva scommettere il suo culo.
Si presentò alla conferenza stampa e rispose a tutte le domande che gli posero facendo di volta in volta sorrisi di circostanza per non sembrare troppo freddo e distaccato dalla causa.
Harry amava aiutare il prossimo, ma odiava tutte quelle interviste che servivano solo a far sembrare i reali meno peggio di quello che erano in realtà. Tutte cazzate, secondo lui, i reali erano tutti dei montati pieni di soldi. Lui compreso. Solo che non si riteneva pari a loro perché lui era un po' più umano, e questo solo grazie a Louis.


"Allora, principe Harold, come stanno andando i preparativi per la sua incoronazione?" 
"In verità molto a rilento, i miei continui..." 
"Ma quello non è Louis?" sussurrò un giornalista indicando la porta di una stanza. 
"...impegni e la visita di Louis qua erano inaspettati e sto cercando di destreggiarmi al meglio"
"Oddio, ma che cosa ha fatto? È proprio lui! Andiamo a vedere" Il giornalista si avvicinò alla stanza e iniziò a scattare foto dell'interno.
"Louis, rimarrà qui a tempo indeterminato?"
"Sinceramente, spero proprio di sì!" rispose ridacchiando il principe.

Una serie di borbottii e flash distolse l'attenzione del principe da giornalisti davanti a lui, un piccolo gruppo di paparazzi stavano scattando foto all'interno della stanza dei giochi, in quel momento pensava che fosse ovvio scattare foto all'ospedale piuttosto che a un principe ma un "Non ci credo che l'ha fatto davvero! Louis sì, che sa come farci divertire!", il nome del suo ragazzo pronunciato dalle labbra di quell'uomo fu la goccia che fece traboccare il vaso. Harry si alzò scusandosi e sotto lo sguardo severo della madre si avviò verso quei fotografi, quando lo videro si tolsero subito dalla strada del principe. Harry guardò dentro la stanza e, beh, in quel momento capì che se avesse potuto avrebbe sposato in quell'esatto momento Louis William Tomlinson.
Louis sentendosi forse osservato alzò lo sguardo e incontrò quello fiero del suo principe, scosse la mano a mo’ di saluto e gli sorrise prima di aggiustarsi il naso rosso sul naso per poi continuare a giocare con i bambini.


***

La regina entrò nello stesso van di suo figlio e quando quest'ultimo salì lei li lanciò uno sguardo omicida.
Il futuro Re sospirò. "Dimmi, ti ascolto" disse rivolto alla madre.
Anne guardandolo di traverso per il suo atteggiamento parlò, altroché se parlò. 
"Mi puoi dire che cos'ha nel cervello quel Louis?! Tingersi i capelli di rosso fuoco?! Ma è impazzito per caso?!"
"Mamma stai calma, l'ha fatto per far divertire i bambini, non ha ucciso nessuno" esclamò stanco delle solite lamentele.
Sua madre lo fulminò con lo sguardo, "Tu non capisci, Harold! Lui non capisce! Non è come noi! Non si rende conto che abbiamo un'immagine da mantenere! E cosa di non poca importanza è, che ora quando domani usciranno le foto sulle riviste, nessuna di esse accennerà al contributo che la famiglia reale ha dato per l'ospedale, si concentrerà solamente sui capelli di quello stupido ragazzo!"
"MADRE, ORA BASTA! Non ti permetto di parlare male di Louis, sono stato chiaro? Non permetterti mai più. Louis è una persona fantastica e voleva solo far divertire dei bambini, quindi me ne frego della buona immagine, ok?" 
La regina stette in silenzio e pensò che quella questione doveva risolverla da sola.


#

Louis era nervoso, la regina lo aveva convocato. Sentiva una strana pressione al petto, come se qualcosa dovesse andare storto.
Harry gli aveva accennato del fatto che la regina non era stata molto felice del suo "teatrino" il giorno dell'apertura dell'ospedale.
Da quel giorno ne erano passati sette e ancora non si faceva che parlare dei suoi capelli rossi, ora sbiaditi. 
Scortato da Niall raggiunse la camera da svago della regina. Arrivato lì, convinto che Niall fosse ancora dietro di lui, si girò per avere la conferma che il suo amico lo sostenesse e che non l'avesse abbandonato nel momento del bisogno. Niall però era sparito. Louis odiava Niall, decisamente.

Aprì la porta lentamente e sospirò pesando che avrebbe voluto fare un sacco di cose prima di morire. 
Entrò nella stanza e vide la regina girata di spalle mentre dipingeva un quadro. Louis poté constatare, spostandosi un po' di lato, che la regina stesse disegnando lui. Lui e i suoi capelli rossi. 
"Salve" disse cercando di restare calmo. "Ha chiesto di chiamarmi, cosa desidera?" 
Intanto la regina si era girata a guardare quello che lei considerava una perdita di tempo. Sorrise sghemba, per poi essere ricambiata da un Louis alquanto affranto. Poteva capire quanto il sorriso della regina fosse stato falso, non gli serviva una laurea. 
"Siedi, Louis, siedi con me" parlò lei con la sua solita aura regale. La regina si avvicinò alla poltrona rivestita di quello che a Louis sembrava raso e gli indicò la sedia accanto. Si mosse velocemente e sperò che quella tortura finisse al più presto.
"Sai, Louis..." iniziò lei sorseggiando il thè che inizialmente era riposto sul tavolino. "Ti dona il rosso" 
Louis abbassò lo sguardo sentendo quelle parole dette con astio. 
"Io..." Louis, fece una pausa e giocò un po' con le pellicine delle sue mani per poi continuare dicendo "Non volevo, so che non ha gradito la mia iniziativa" 
La regina lo guardò severa, per poi prendere un bel respiro e parlare. "Non è che non l'ho gradita, ma sarei stato più felice se il popolo durante queste settimane avesse parlato del fatto che la corona abbia incoraggiato e investito su un così ambizioso progetto, piuttosto che dei tuoi capelli rossi" 
"Stavo solo pensando a quei bambini, non volevo recare imbarazzo o attirare l'attenzione su di me" rispose Louis cercando di scusarsi.
"Non dubito della tua bontà, Louis, e sono certa che tu non l'abbia fatto per attirare i media su di te, ma questo non cambia le cose" gli disse guardandolo negli occhi blu.
"Che cosa intende dire?" chiese Louis alzandosi, non poteva permettere di essere aggredito da una donna parzialmente omofoba e attaccata all'etichetta e alla visibilità.
"Tu non vai bene per mio figlio. Lo so io, come lo sai tu e come lo sa anche lui. È solo troppo cieco per  accorgersene. Non fai parte di questo mondo, Louis, non fai parte del mondo di Harry. Ti sei divertito in queste settimane a fare il reale, ma adesso basta: il gioco è finito e con esso è finita la tua permanenza qui" 
La regina era impassibile mentre pronunciava quelle parole che avevano distrutto il cuore di Louis.
"Non vai bene"
"Non sei il benvenuto"
Quante volte ancora avrebbe dovuto ascoltare quelle cose? Era stanco.
"Mi sta forse cacciando?" chiese, sfinito.
Anne sorrise divertita da quella domanda per poi rispondergli come solo una regina sapeva fare: si alzò e gli andò vicino, pose la sua fine mano sulla spalla del ragazzo e poi parlò. "Non potrei farlo, Harold non me lo permetterebbe. Ma stai certo che di questo passo si accorgerà anche lui dell'errore che sta commettendo permettendoti di stare al suo fianco. È questione di tempo, caro Louis, in fondo Roma non è stata costruita in un giorno". Si fermò togliendo la mano dalla spalla del giovane, gli sorrise come era solita fare e poi continuò "Ora puoi andare, Louis, è stato un piacere parlare con te"
Louis, nel modo più veloce possibile, si congedò da quella stanza, quando fu finalmente fuori corse a perdifiato sotto l'albero in cui era solito stare con Harry.
Si accasciò sotto di esso e incominciò a piangere. Negli ultimi cinque anni aveva pianto solo due volte: una volta per Harry e una volta per la consapevolezza di non essere abbastanza per rimanere al fianco del suo principe.

***

Gemma stava camminando tranquilla per il giardino. Quel giorno aveva passeggiato con Ashton per tutto il pomeriggio e non c'era cosa che lei amava di più fare che stare con quel giardiniere con le bandane. Durante la passeggiata si erano promessi che avrebbero provato a lottare per il loro amore, avrebbero fatto come Harry e Louis. Perché se c'era una cosa che Gemma conosceva bene era la severità di sua madre e Harry aveva sempre sfidato quel lato della regina, ma questa volta stava veramente sfoggiando tutte le sue armi. Ogni volta che prendeva per mano Louis sembrava volesse dire "Ehi, lui è mio e io sono suo, è giusto così" e Gemma non poteva esserne che felice.
Si godette un altro po' di quel magnifico verde e del rumore degli uccellini, quando un singhiozzo rovinò l'atmosfera.
Louis era seduto sotto il vecchio salice che Harry da piccolo usava come ritrovo con Niall ed era in preda ad una crisi di pianto. 
Gemma sospirò affranta. Non raggiunse però Louis, perché il ragazzo non aveva bisogno del suo aiuto nel consolarlo. Lei sapeva bene che quel giorno sua madre aveva convocato Louis con la scusa di una "chiacchierata", ma ovviamente lei non era stata molto carina. Louis aveva bisogno di qualcuno in quel momento, ma restare lì a consolarlo non avrebbe condotto a niente. Sarebbe andata nella vecchia biblioteca a cercare un modo per salvare il suo amore. Sarebbe riuscita a salvare Louis e Harry. Lo promise sulla corona.


***

Se avessero chiesto a Niall qualche mese fa quale fosse la persona più regale di questo mondo, avrebbe risposto Harry. In quel momento, però,  guardando il suo amico nell'abito più bello che Armani avesse mai confezionato si dovette ricredere. Louis Tomlinson dopo una settimana di lezioni di bon ton era diventato una delle persone più eleganti che conoscesse. Il suo portamento sembrava essere spuntato da un momento all'altro. Sinceramente parlando,in quel preciso istante, se qualcuno avesse visto Louis non avrebbe notato differenza tra lo studente e il principe Harry.
Separati erano di un fascino mostruoso e i loro sguardi erano magnetici. Vicini però erano qualcosa di magnifico, sembravano essere nati per stare insieme e posare come due fotomodelli. Lì in quella stanza in cui tutti stavano ballando compresi Louis e Harry, nessuno riusciva a distogliere lo sguardo da quelle due figure che danzavano sulle note di una canzone conosciuta. 
Josh tirò un pizzicotto al suo ragazzo per risvegliarlo, in cambio lui gli lanciò uno sguardo crudo, per poi tornare a sorridere nel momento in cui sentì la risata genuina di Louis. 
E, guardando quello spettacolo che erano il suo amico e il principe, ripensò ad una settimana fa. Esattamente nel momento in cui il più grande dei due entrò piangendo supplicandolo di aiutarlo.


"Dai,  Josh, smettila" disse Niall ridendo mentre si stava contorcendo sotto le mani del suo ragazzo che non la smetteva di fargli il solletico. 
La stanza, arredata completamente di verde, era riempita solo dalle risate di Niall che non riusciva a far star fermo Josh. 
Josh dal suo canto non trovava motivo per smettere. Era così esilarante vedere il suo ragazzo cercare di non farsi la pipì addosso che era impensabile il non smettere.
Il batterista però non era cattivo e non voleva vedere Niall umiliato, così smise di torturarlo e si avvicinò al suo viso. 
Niall immaginò che il ragazzo volesse un bacio, e glielo avrebbe anche dato, però non avrebbe ceduto. 
"Pensi di meritartelo?" chiese.
"Fammi pensare..." disse Josh toccandosi il mento con l'indice e facendo l'espressione che ritenne più da pensatore. 
"...direi proprio di sì" rispose alla fine sfoggiando uno sguardo malizioso.
Si avvicinò nuovamente al viso di Niall, ma quest'ultimo con una delle mosse che aveva imparato a karate, ribaltò le posizioni e ora si trovava sopra Josh dettando legge.
Ora era lui che si stava avvicinando, ed era sempre più vicino, era praticamente già attaccato alle sue labbra quando qualcosa o meglio qualcuno lo interruppe.
"Niall!" gridò Louis entrando senza bussare. "Ho bisogno del tuo aiuto" 
Il ragazzo in questione non aspettandosi tale imboscata, sussultò all'entrata di Louis e cadde disgraziatamente a terra.
Inutile dire che Josh scoppiò a ridere, ma quando vide che Louis non contraccambiò la sua risata, alzò lo sguardo e vide che il suo amico non aveva neanche un accenno di sorriso, anzi. I suoi occhi erano cerchiati e una delle sue piccole mani stava fregando con forza un occhio come a voler scacciar qualcosa. Quel qualcosa che Josh sapeva bene fosse una lacrima. Si alzò e lo raggiunse, lo abbracciò di senza pensarci e gli sussurrò "Cosa c'è che non va, Lou?" 
Il più grande alla domanda dall'amico scoppiò di nuovo a piangere senza neanche provare a fermarsi. 
Restarono per molto tempo abbracciati tutti e tre sul letto di Niall, i due fidanzati cercarono di consolare il loro amico, ma non sembrava esserci modo. Anche perché l'interessato non fiatava.
"Lou..." disse Josh alzando il mento dell'amico che ora lo guardava singhiozzando. "Non puoi continuare così, dimmi cosa è successo"
Louis iniziò a raccontare e, alla fine della storia, nessuno dei due ragazzi sembrava stranito da quel che era successo. Come se se lo aspettassero.
"La regina Anne è molto severa" parlò Niall, alzandosi dal letto.
"Non ammette variazioni nei suoi piani, e tu, caro Louis, sei una gran bella variante. Non sa come gestirti, e questo mi pare ovvio. Quindi per farlo prova ad attaccarti"
"Riuscendoci" mormorò piano Louis.
Josh intanto sapeva che il suo fidanzato aveva già trovato una soluzione, solo che Louis doveva essere disposto a tutto.
"Niall, dicci il tuo piano" disse alla fine al suo fidanzato.
L'interpellato si girò a guardare per l'ennesima volta Louis prima di parlare. "Louis, preparati a diventare un reale"
"Che cosa?"

***

"Allora, mettiti i libri sulla testa e cammina fino alla fine del corridoio" disse Niall serio.
"Stai scherzando, vero?" 
"Ti sembra che stia scherzando, Louis?"
"Ma... pensavo che queste cose si facessero solo nei film."
"Mi dispiace, ma non è così. Anche io ho dovuto farlo."
Louis non pensava che imparare le regole del bon ton fosse così difficile, aveva immaginato atteggiamenti severi, ma le cose che gli aveva insegnato Niall fino ad ora erano al limite dell'assurdo. Non sarebbe mai riuscito a ricordarsi tutto. Ed era abbastanza ridicolo visto che si ricordava tutti gli elementi della tavola periodica, comunque. 
Alla fine pur sentendosi un idiota, fece quell'esercizio tutta la mattina e dopo tre ore riuscì a completare il tragitto dalla sua camera alla fine del corridoio senza far cadere nessuno dei tre libri. Si sentiva molto fiero di se stesso. 

"Bene, Louis, per oggi abbiamo finito. Domani sarà una giornata dura. Dovrai imparare un po' di danese e alcuni accorgimenti per fare brutta figura a tavola" disse Niall.
Louis annuì e poi corse da Harry che sicuramente lo stava aspettando sotto al solito salice.


#

"Da quando sai ballare così bene?" 
"Ci sono un sacco di cose che non sai di me, caro principe"
"Ah sì? Per esempio?" 
"Che gusto ci sarebbe a raccontartele?"
"È un invito a scoprirle?"
"Può darsi."
"Ciò implica che dovrei starti accanto per un po'. "
Louis sorrise e stavolta non rispose. Si limitò ad appoggiare la sua testa sul petto del principe e sospirò. Quella settimana era stata stancante, ma quella mattina era stata la peggiore di tutta la sua vita. A ripensarci gli veniva da piangere. In quel periodo forse stava piangendo un po' troppo spesso.

"Lou? Stai bene?" 
Il ragazzo alzò gli occhi verso il più alto e lo guardò per un paio di secondi, per poi rispondergli. "Tutto bene, Haz, non preoccuparti" 
Harry gli sorrise e poi lo prese per mano, si guardò intorno e vedendo sua madre occupata con la duchessa di Oldenburg parlò: "Andiamo, ti porto in un posto." 
Louis non ebbe il tempo di rispondere che si ritrovò trascinato in una stanza vicino a quella della sala da ballo. Questa stanza stranamente non ricordava di averla vista. Era di una tinta tenue forse tendente al giallo, ma non ne era molto sicuro dato che era illuminata solo delle luci della festa. 
Harry si appropriò velocemente delle sue labbra e Louis non ebbe neanche il tempo di protestare per essere stato sbattuto al muro che il principe aveva iniziato a torturargli il collo.
"Mh, Harry, fermati" disse con voce tremante.
Harry alzò lo sguardo sul suo ragazzo e lo guardò con aria interrogativa. "Che succede Louis?"
"Ci sono delle persone di là, non possiamo rischiare di farci scoprire" anche se in verità a Louis non importava molto di quello che avrebbe pensato la gente. Se Harry avesse prestato più attenzione, forse si sarebbe reso conto che il suo ragazzo era bravo quanto lui a dire le bugie.
"Hai ragione, solo che con questo smoking non riesco a resisterti, Lou" rispose Harry sfoderando un sorriso raggiante, perché al suo ragazzo importava che lui non facesse brutte figure. Sua madre si sbagliava e ora ne aveva avuto la conferma.
Un colpo di tosse lo destò dai suoi pensieri.
"Ehi, Niall, che succede?" chiese Harry girandosi verso il suo amico appena arrivato.
"È richiesta la tua presenza in sala conferenze" disse Niall.
"Certo, arrivo subito" disse sorridendo il principe, poi si girò e poggiò le sue labbra su quelle di Louis per poi sussurrargli: "Ho una sorpresa per te quando torno, aspettami qui, ok?".
Louis annuì e il principe se ne andò con Niall al suo seguito, sospirò e si sedette su una poltrona, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e nascose la faccia tra le sue mani.


Louis stava seduto come al solito sotto il salice. Era un po' come stava seduto ore sotto la quercia al campus, anche se quando era lì c'era sempre qualche cheerleader che si allenava o qualche giocatore di football che imprecava, però doveva dire che il palazzo non era tanto diverso. Davanti a sé stavano arrivando correndo tre ragazzi di cui due urlavano e sbraitavano come se stessero tifando per lui e l'altro, Liam, urlava parolacce al vento.
"Ragazzi, che succede?!" chiese allarmato.
"Non" parlò Zayn, "Puoi capire" continuò col fiatone. "Cosa è successo"
"E parla!" 
Josh tirò fuori dalla tasca una busta bianca e gliela consegnò.
"È la lettera della John Hopkins" disse Louis, guardandola. "Non voglio aprirla e, poi perché è arrivata qua?"" continuò poi restituendola al suo amico.
" C'è l'ha inviata Stan, ha detto che è arrivata una settimana fa. E  capisco che sei spaventato da un possibile rifiuto, ma, Lou, anche noi siamo curiosi e..."
"No!" disse Louis interroppendo Liam, "Voi non capite, non posso aprirla"
"Perché?" chiese Josh.
"Se..." prese un respiro profondo e poi continuò " Se dovessi aprire quella busta, e se fossi stato ammesso io dovrei lasciare la Danimarca, e di conseguenza Harry e..." 
"Stai rinunciando al tuo sogno?" chiese Zayn.
"Non è così, Zayn, ne ho un altro ora."
"Dove è finito il Louis che non usciva di sera per studiare? Dov'è il mio migliore amico che mi rompeva sul fatto che non vedeva l'ora di poter salvare delle persone? Che ne hai fatto del mio Louis?!" chiese Zayn arrabbiato, interrompendo Louis.
Louis non rispose e Zayn prese dalle mani di Josh la lettera e l'aprì. La lesse e gliela lanciò addosso.
"Complimenti, sei stato ammesso" detto questo si girò e si allontanò dal salice.
"Zayn!" urlò Louis.
Zayn si girò e vide Louis guardarlo mentre piangeva. Tornò indietro, lo abbracciò e iniziò a sussurrargli:  "Andrà tutto bene, te lo prometto"



"Ehi, che succede?" chiese Harry.
"Mmh?" domandò Louis alzando la testa. "Ti ho chiamato tre volte" disse ridendo appena Harry.
"Scusami, era pensieroso" 
"Questo l'avevo capito, quello che non capisco è il perché"
"Harry, io -" 
"Aspetta! Prima voglio farti vedere la sorpresa! Chiudi gli occhi!" disse il principe.
Louis obbedì e nel giro di pochi secondi si ritrovò nella mano un piccolo oggetto rotondo.
"Aprili."
Louis aprì gli occhi e vide un piccolo mappamondo. "E' bellissimo" disse rivolto a Harry.
"Aspetta, di aprirlo allora!" gli disse il principe sogghignando. Louis lo guardò storto per poi cercare di aprire quello strano contenitore e con uno sforzo immane per le sue piccole dita alla fine lo aprì.
Un anello.
Il ragazzo alzò gli occhi verso il principe, che in quel momento stava sorridendo come un bambino che guarda la prima volta Spiderman.
"E questo?" chiese Louis.
"Vuoi sposarmi, Louis William Tomlinson?"
Louis aprì la bocca per parlare e poi.


 

#

"Joshy, abbiamo ballato abbastanza per stasera" disse Niall in preda a uno sbadiglio.
"Dici?" 
"Dico, dico" 
"Niall?"
"Cosa?"
"Ti devo dire una cosa, vieni con me" disse Josh.
Niall seguì il suo ragazzo nella loro stanza, restò in silenzio per tutto il tempo perché sentiva una strana sensazione e non gli piaceva. 
Josh d'altro canto non sapeva cosa fare, non riusciva neanche a concepire quello che stava per fare. Fece sedere Niall sul letto e lui rimase in piedi.
"Stamattina è arrivata una lettera dalla John Hopkins per Louis. L'hanno ammesso"
"Ma è fantastico! Harry sarà felicissimo! Però perché mi sembra che tu non lo sia?"
"Perché Louis ha accettato di andare e non rimarrà qui. Non resterà con Harry."
"Beh è normale, mica è in Danimarca questa università" disse Niall ridendo.
"Louis lo lascerà. Lo starà già facendo ora"
"Che cosa vuol dire?" chiese.
"Non c'è niente da dire. Lo sta lasciando, ma non ti ho portato qui per parlare di loro. Io vado con lui, me ne vado anche io, Niall" disse Josh, abbassando lo sguardo.
"Perché?"
"Perché non posso lasciare Louis e non possiamo stare insieme se tu stai qui e io sto lì."
"Possiamo invece!" gridò Niall. Non riusciva a credere che lo stesse lasciando così su due piedi.
"Niall, mi dispiace sul serio ma -" provò a spiegare Josh, ma Niall lo interruppe "No! Non fare questi giochetti con me! Io non posso crederci" disse sull'orlo delle lacrime.
"Niall..."
"Vattene."
"Fammi almeno spiegare."
"Ho detto vattene!" gridò.
Josh sospirò e uscì da quella stanza con la consapevolezza che l'aver scelto Louis fosse la cosa giusta, ma sicuramente non quella che lo faceva più felice. Amava Niall più di ogni altra cosa, ma non poteva rimanere lì sapendo che Louis sarebbe stato male e avrebbe perso se stesso. Quella mattina quando stava per lasciar perdere il suo sogno, aveva capito che Louis si stava perdendo e non potevano permetterselo. Lui era l'unico che riusciva a tenerli uniti e che li faceva ragionare. Non potevano perderlo. E visto che Louis li aveva sempre aiutati ora toccava a lui ad aiutarlo e se questo voleva dire lasciare Niall lo avrebbe fatto.

#

"H, sediamoci un attimo ok?" 
"Ok."
I due si sedettero sul divano e Louis prese le mani del principe prima di iniziare a parlare. "Sai, io lo so che ti sarà difficile capirmi, ma provaci" disse Louis, guardandolo negli occhi e accarezzandogli con la mano destra la guancia.
"Che succede, Louis?"
"Ascoltami e basta."
"Io ti amo, Harry, e forse non ce lo siamo mai detti, ma a che servono le parole quando so che il tuo cuore è mio come il mio è tuo? A che servono le parole quando mi basta baciarti sotto un salice, sapendo che quando mi alzerò avrò i pantaloni sporchi di verde? A che servono le parole quando bastiamo io e te?" 
Louis parlò lentamente perché volevo ritardare il più possibile il momento in cui avrebbe detto tutta la verità. Sapeva che gliela doveva. Louis però aveva la voce troppo incrinata per essere considerato tranquillo come sembrava ed Harry questo lo sapeva bene. Ed è forse per quello che sentiva che qualcosa non andava e quella brutta sensazioni gli tenne compagnia fino alla fine.
Prese un lungo respiro e si allentò la cravatta prima di continuare. 
"Ho lasciato tutto per poterti inseguire fini a qui e non perderti. Ho sperato che bastasse che uno di noi due avesse le palle per inseguire l'altro per fare in modo che le cose andassero. Ma non è bastato, H. E non perché non ci amiamo abbastanza, ma proprio perché lo facciamo troppo. Oggi è arrivata la lettera di ammissione alla John Hopkins."
Harry era sull'orlo di un pianto e Louis poteva capirlo dagli occhi lucidi e dal respiro affannato. Doveva fare in fretta o non ce l'avrebbe fatta.
"Stavo rinunciando. Per stare qua con te. E sai questo cosa vuol dire? Che stavo lasciando i miei sogni per restare qui, in un posto che odio. E non posso permettermi di perdere me stesso per te. Non rinuncerò ai miei sogni e quindi ti dico di no Harold Edward Styles, non ti sposerò."  
Louis finì il discorso forse in un tono troppo freddo, ma non riusciva neanche a sentire quello che diceva tanto era triste. Louis e Harry si stavano lasciando per l'ennesima volta, e forse ancora non se ne rendevano conto.
"Lou..." disse il principe, tirando su col naso. "Possiamo risolvere."
"No, H. Diventerai re e io non sono adatto a stare qui al tuo fianco. Non è il mio posto."
"È un addio?" chiese Harry, cercando inutilmente di non piangere.
"È un addio." 
Louis poggiò la sua fronte contro quella di Harry e per l'ultima volta ammirò da sotto le ciglia il viso bellissimo del suo amore. 
"Sarai un grande re, Harry. Anche senza di me" disse Louis, per poi baciarlo e andarsene da quella stanza che ora sapeva tanto di sconfitta. 
Sconfitto era Harry che aveva amato ma non era bastato.
Sconfitto era Louis che era stato costretto a scegliere.
Sconfitto era l'amore di quei due ragazzi che non meritava di perdere.








Buonasera! Avete visto? Sono stata puntuale, più o meno ahahah.
Alla fine di questa nota dovrei chiedervi una cosuccia.
Lo so che mi odierete, ma capite che non poteva essere tutto rose e fiori vero?
E non mandate maledizioni al povero Lou, perchè lui non può permettersi di abbandonare il suo sogno, perchè fa parte di lui. E vi avevo avvertito che quella fuga improvvisa per seguire l'amore avrebbe condizionato la storia. Louis ha abbandonato tutto per lui. Ogni cosa.
Zayn e Liam ci sono poco, ma perché loro si completano e non c'è molto da raccontare a parte momenti fluff ahhaah.
Josh e Niall, beh sono i miei amori patatosi e io li adoro. Anche qua c'è una precisazione, Josh lascia Niall perchè sa che Louis da solo non può farcela, e nonostante lui abbia ancora Zayn, Liam e Stan non può senza Josh. Per un motivo semplice in verità. Hanno condiviso lo stesso tipo di amore. Più o meno. Per questo Josh è convinto che (1 Louis da solo non ci sta. e (2 che le relazioni a distanza non fuonzionano. Non prendetevala anche con lui ahahah.
Ora passo ai ringraziamenti: ringrazio la mia beta, Marta, Prim, Sabrina e Fede. Grazie.
Rincgrazio le fantastiche persone che leggono solamente e le meravigliose ragazze che recensiscono. Vi amo sappiatelo. Non potete capire quanto. 
Fatevi sentire nelle recensioni se volete un po' d'amore ahah.
Il prossimo è l'ultimo capitolo, già. Quindi rullo di tamburi prego...
Volete il seuqel? Cioè in verità sarà una one shot, o al massimo due capitoli.
Però vorrei veramente che rispondeste perchè se no io non lo faccio, se non lo volete e se vi accontantate della fine. Detto questo vi saluto, per la penultima volta.
Wearewhoweare ( @angelidupla98 )











Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Part.9 ***


Quest'ultimo capitolo lo dedico alle due persone che mi hanno portato qui.

A Harry, che ci grazia del suo "Frozen" e delle sue fossette.
A Louis, la cui voce per me è vita.
A Harry e a Louis, che il vostro amore sia eterno.
Grazie.





 







Le giornate per Louis, da quando era tornato, sembravano tutte uguali. 
Passava le ore tra le lezioni, la biblioteca e il Red. Non sapeva neanche se si ricordava cosa volesse dire fare una partita a FIFA  o un’uscita con i ragazzi. Erano tre settimane che l'unico contatto fisico che aveva avuto era stato con il suo cuscino. Non si faceva avvicinare da nessuno. Aveva lasciato Harry per poter seguire il suo sogno e forse non lo aveva ancora realizzato visto che, la mattina, la prima cosa che faceva era toccare il lato destro del letto per toccare i ricci di Harry. Cosa che ovviamente non succedeva, e quando si accorgeva che in verità stava toccando il vuoto, sospirava e si strofinava la faccia con le mani facendo finta che non era successo niente e che lui era sempre lo stesso. Quella parentesi della sua vita era finita e sul fondo della pagina c'era un enorme scritta in corsivo che diceva "The End". Fine, Kaputt, chiuso, concluso, messo in un cassetto nei meandri della mente. Basta.
Non aveva avuto più notizie di Josh da quando si erano salutati sulla porta della stanza del più grande, ma se lo aspettava. Probabilmente anche il suo amico stava male quanto lui. 
Quel giorno non sembrava essere diverso da uno come un altro, quindi come al solito provò a toccare il lato opposto al suo sperando di trovare una massa di capelli, aprì gli occhi e si alzò sbuffando e dando inizio a quella giornata che lui ancora non lo sapeva ma sarebbe stata decisamente diversa.



Louis in tutti gli anni che aveva passato dentro quel campus si era sempre chiesto come mai tutte quelle persone avessero una così forte voglia di fare una fila di un'ora per prendere un muffin dal bar della scuola. Quindi alla faccia delle abitudini aveva avuto l'idea di mettersi in fila e aspettare il suo turno per assaggiare quella che sapeva chiamassero "Delizia di paradiso caduta dal cielo per salvarci", solo il nome era tutto un programma. Aveva quasi paura ad assaggiarla. Conoscendo le stranezze del mondo e la sua totale incapacità nell'intuire le cose, quel dolce sarebbe potuto essere tranquillamente una cheesecake con olive e cioccolato. Non pensando alle conseguenze decise comunque di prenderla.
Morale della favola?
Non aveva potuto mangiarla, perché era finita spiaccicata sul marciapiede dopo che "quattro coglioni che vogliono intromettersi nella mia vita", come li aveva definiti Louis, avevano deciso di prelevarlo per andare chissà dove. 

"Si può sapere dove stiamo andando di grazia?" chiese stizzito Louis.
"Te lo diremmo se smettessi di insultarci ogni volta che proviamo a dirtelo" rispose ghignando Zayn.
"Smettila di fare quel sorriso idiota, Zayn Malik! Odio te e questi altri quattro cretini!" 
"Ehi!" sbottò Josh. "Anche io sono una vittima!"
Anche Josh, come Louis, era stato preso con la forza e sbattuto in macchina con ancora la paperella, che gli avrebbe fatto compagnia nella  vasca se qualcuno non lo avesse interrotto, in mano.
"Allora rettifico: con tre cretini!" 
"Louis smettila di starnazzare, ormai siamo in macchina e non scenderai di qua finché non saremo arrivati. Arrenditi." disse Liam dal posto a fianco di Zayn.
"Smettila di difendere il tuo ragazzo! Lo so che è stata una sua idea! Voi siete solo complici, ma la mente qui è lui!" disse Louis, indicando il ragazzo che stava guidando.
"Suvvia che tragico, non ti stiamo mica torturando..." parlò Stan che fino a quel momento stava messaggiando al telefono.
"Non ancora almeno" disse sottovoce Liam.
"Cos'hai detto?!" 
"Chi, io? Niente, figurati" rispose Liam sogghignando.

Il viaggio continuò così per un po’ finché alla fine Stan decise di parlare, dopo due mesi che si teneva quel segreto doveva rivelarlo.
Prese un bel respiro per poi iniziare: "Ragazzi, dovrei dire una cosa..." 
"Se vuoi dire che ti sei pentito di aver complottato contro di me, fallo ora. Sto giusto programmando adesso come vendicarmi" disse Louis.
Stan rise piano prima di negare con un cenno e continuare a parlare, "Sapete che nelle vacanze di Natale sono rimasto qui no? Beh ho fatto una cosa non molto lodevole"
"Hai messo incinta una ragazza?!" chiese Louis.
"In verità..." provò a continuare Stan, ma fu nuovamente interrotto da Josh che disse: "Hai dato fuoco alla mascotte della scuola? Perché se sei stato tu, sei un grande! Anche se avresti dovuto aspettarmi"
"Secondo me, ha ucciso qualcuno" disse Liam.
"Per me, ha ballato nudo in discoteca e ora è ricercato per atti osceni in luogo pubblico" disse Josh.
"Mi sono sposato!" sbottò alla fine stanco di quelle scemenze.
"COSA?" gridò Zayn inchiodando di colpo.
"Sei impazzito, Zayn?!" esclamò Liam. "Potevi farci ammazzare!"
"Quello si è sposato e tu ti preoccupi perché ho inchiodato?!" 
Mentre Zayn e Liam continuavamo a discutere, Louis aveva preso la mano sinistra di Stan e aveva iniziato a ispezionargli la fede. 
"Ma come cavolo è successo?" chiese infine.
"A capodanno mi sono ubriacato, e, non so come, ma il giorno dopo avevo una fede al dito e un marito avvinghiato al mio fianco" disse Stan guardandosi i piedi.
"Chi è? Lo conosciamo?" chiese Josh sporgendosi verso il suo amico.
Stan annuì prima di rispodere. "Sam".
"Sam?" esclamarono sbalorditi i quattro.
"O mio dio" disse Louis, accasciandosi sul sedile e passandosi una mano fra i capelli.
"Sono senza parole" continuò poi.
"E ora state insieme, o, non so, state divorziando?" chiese Zayn ancora un po' scioccato dalla notizia.
"All'inizio lui voleva divorziare, perché, che lo crediate o no, era veramente innamorato di Louis, dopo l'ultimo rifiuto però si è arreso e a iniziato ad aprirsi con me. Così ora ci stiamo provando, è un po' strana come cosa visto che siamo sposati, ma stiamo bene insieme" rispose Stan diventando un po' rosso. Si stava affezionando a quel barista tutto pepe. In fondo era un tenerone, ma mai nessuno se ne era accorto prima di lui. Quella sfaccettatura del suo carattere se la sarebbe tenuta per sé. Era un po' geloso di Sam, un po' tanto.
"Wow, beh che dire... se sei felice, ti appoggio, amico!" disse Josh, poggiando una mano sulla spalla dell'amico.
"Siete assurdi, sul serio. Mi fate paura" parlò Louis.
Nella macchina scoppiò una risata e l'arrabbiatura di Louis fu dimenticata.


#


L'erba ormai aveva presa la sua forma sotto il salice "Happy" e Harry era molto fiero di questo. Non sa se fosse un motivo abbastanza nobile per essere fiero, ma non gli importava più di tanto, Louis lo aveva lasciato. Questa consapevolezza lo stava uccidendo, non era stato abbastanza. Non era riuscito a non farlo scappare. Forse però doveva aspettarselo, non ci sarebbe stato futuro per loro, aveva ragione sua madre.
Sua madre che stranamente non si era pronunciata quando aveva saputo che Louis sarebbe tornato a casa sua, per non fare più ritorno. Nessun commento saccente, nessun "Avevo ragione io" , niente di niente. Questa cosa lo insospettiva, ma non aveva tempo di pensarci. Era troppo occupato a cercare di non dimenticarsi i lineamenti di Louis per cercare di capire sua madre. Troppo complicate, le donne, per questo preferiva gli uomini. Le donne erano tutte troppo piene di pensieri per poter essere capite, tranne una, pensava Harry. Sua sorella. Sua sorella che ora lo stava raggiungendo in sella ad un triciclo. 
Ok, forse era un po' complicata anche lei.

"Posso sapere cosa ci fai sopra un triciclo?"
"Posso sapere cosa ci fai qua a deprimerti?" 
"Louis mi ha lasciato."
"Bo-uh che tristezza, piangi un po', fratellino" disse Gemma, facendo finta di piangere.
"Ripeto: perché sei sopra un triciclo?"
"Ripeto: cosa ci fai qua a deprimerti?" 
"Louis mi ha lasciato, che dovrei fare? Saltare dalla gioia?"
"Sei un idiota, quel ragazzo ti ama, che ci fai qui? Perché non sei con lui?"
"Forse perché tra qualche giorno mi dovranno incoronare re?" chiese Harry con tono sarcastico.
"Tutte scuse, avresti potuto convincerlo a rimanere, o fare qualcosa per farlo restare comunque con te!" 
"No, Gemma. Non funziona così. Dovevo lasciarlo andare, se fosse rimasto qui o con me, non avrebbe realizzato il suo sogno. Non potevo tenerlo legato a me sapendo che non era ciò che voleva"
"Non ci hai nemmeno provato..."
"Non era giusto, Gem"
"Forse non lo amavi quanto mi dicevi" disse Gemma, un po' arrabbiata.
"Ti sbagli. Lo amo! Dio solo lo sa quanto! Ed è per questo che l'ho lasciato. Eravamo diventati un tutt'uno, ma lui qua non era felice! E come contraddirlo? Io stesso odio questo posto..." disse Harry, iniziando a piangere silenziosamente. Era consapevole di star piangendo, eppure non riusciva a sentire le lacrime che compievano il loro percorso. Era una sensazione orribile, sapere di avere qualcosa ma non sentirla. Era come amare Louis, sapeva di amarlo, ma non lo sentiva. Non più.
Gemma abbracciò suo fratello, ma non disse niente. Si era appena accorta che forse suo fratello sarebbe stato un grande re nonostante tutto. Aveva torto. Aveva sbagliato a pensare che non ne sarebbe stato in grado.

 
"Sarai stanco amore, perché è tutto il giorno che cammini nella mia testa."




#









 
"Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d'acciaio."



 
 
Louis amava dormire e questo tutti lo sapevano. Si sapeva anche che svegliarlo era pericoloso per la propria incolumità. Louis appena sveglio faceva un po' paura, soprattutto se quando si svegliava non beveva il suo thè. Il che era veramente strambo visto che il thè di solito si prende quando si sta per andare a dormire. Il problema però sorge quando nessuno dei suoi amici ha il coraggio di svegliarlo e allora si mettono a fare sasso, carta e forbice.
"Pronti?" chiese Liam.
Aspettò che tutti annuissero per poi recitare le parole famose: "Sasso, carta, forbice"
Chiusero tutti gli occhi per un attimo e quando li riaprirono uno di loro gelò sul posto. 
Tre carte e un sasso.
"Liam hai perso! Tocca a te!" urlò Zayn, saltellando felice.
"Ma non ha un po' di pietà per il tuo ragazzo?" chiese Liam, sconsolato.
"No, per niente" gli rispose Zayn, facendogli la linguaccia.
"Bene!" disse Josh, prima di battere le mani per richiamare l'attenzione. "Ora che è tutto deciso, Liam è stato un piacere conoscerti. Noi iniziamo ad andare così ci assicuriamo che non sia un imbroglio" 
Zayn salutò Liam con un veloce bacio e con un "Ti amo" sussurrato e poi si avviò insieme agli altri due.
Liam sbuffò e poi raggiunse la macchina, sperando di non morire prima del suo tempo.
Si avvicinò al corpo schiacciato alla portiera e iniziò a scuoterlo il più dolcemente possibile.
"Lou" disse, così piano che probabilmente neanche si sarebbe sentito.
Nessuna risposta in cambio dal bell’addormentato.
"Louis, svegliati" disse, questa volta con un tono di voce più alto.
Nessun movimento.
"Louis!" disse questa volta più forte di come normalmente si parla.
Nessun cenno di vita.
"Louis William Tomlinson! Alza il culo!" urlò.
Il corpo iniziò a muoversi e a mugugnare versi senza senso.
"Che-" sbadigliò "vuoi, Lee?" chiese, cercando di aprire gli occhi. Peccato che la luce era troppo forte e quindi li richiuse.
"Louis, alzati. Siamo arrivati" parlò Liam, il suo tono era un po' severo. Ma sapeva che tra poco sarebbe scoppiato e non sarebbe stato un bello spettacolo.
"Ok..."
"Dov'è il mio thè?" chiese Louis, subito dopo essere uscito dalla macchina.
Liam iniziò a incamminarsi per andare il  più lontano possibile, cercando di salvaguardare la sua persona.
"Non c'è." 
"Liam."
"Si, Lou?"
"Inizia a correre."


***


"Non mi aspettavo fosse così bello" disse Stan, guardando l'ampia finestra del salotto.
"Pensavo ci avessero fregato, invece è proprio bello, sarebbe perfetto" commentò Josh.
"È perfetto, gli piacerà" sorride Zayn.
I tre continuarono a girare in quel posto convinti che non ci sarebbe stato posto più adatto di quello per Louis. Quel posto sapeva tanto di libertà e Dio solo sa di quanto ne avesse bisogno.

"Zayn!" urlò Liam. "Aiutami!" 
Zayn vide entrare Liam dentro l'appartamento completamente ricoperto di pittura gialla.
"Lee, ma che cavolo ti è successo?" chiese.
"Lou-is" rispose sedendosi per terra e prendendo un bel respiro. "Mi ha rincorso perché non avevo il suo thè. Poi quando si è accorto di dov'era si è messo a urlare. A quel punto, per mia sfortuna, ha preso la pittura con cui stavano dipingendo l'entrata e me l'ha versata tutta addosso" continuò, cercando di togliersi tutto quel colore dai capelli.
"Ma che fai? Così rovini il parquet!" lo rimproverò Stan.
"Non me ne frega niente! È il suo appartamento, non il mio!" disse puntando il dito su Louis, che era dietro di lui.
"Cos'è che sarebbe mio?" chiese Louis, che era appoggiato alla porta d'ingresso, anche lui col fiatone.
"Questo" disse Zayn, spostandosi di lato e mostrandogli con il braccio il suo appartamento.
"Mio? Ma che state dicendo?" disse andando panico, Louis.
"Benvenuto a casa, Louis" disse Josh, abbracciandolo.

#


Harry alle due e un quarto, com'era solito fare, raggiunse il salice piangente e aspettò che Niall lo raggiungesse. Neanche si domandò dove fosse, perché il suo amico lo stava raggiungendo con in mano due gelati grandi quanto sue mani.
"Credi che riusciremo a finirli?" chiese.
"Ovviamente, Haz! Per chi mi hai preso?"
"Prima, per una persona normale. Ora, per un obeso" disse Harry, fingendo di essere serio.
"Mi offendi così, principino" rispose l'altro, sedendosi al fianco del reale.
Mangiarono per un po' senza parlare, in fondo il cibo si gusta senza parlare, no? 
Finito il gelato, Harry decise di porre fine a quel silenzio per togliersi un peso dal cuore.
"Mi dispiace" disse allora. Niall lo guardò con uno sguardo interrogativo e allora Harry decise di spiegare. "Cioè, mi dispiace che Josh ti abbia lasciato. È stata colpa mia"
Niall prese un bel respiro prima di parlare. "Ti sbagli, H. Non è stata colpa tua. Lui doveva scegliere. E ha scelto Louis, ma non sono arrabbiato. Sono deluso e triste."
"Ti capisco, ma mi sento comunque in colpa."
"Non devi. Siamo stati abbandonati. Non è di nessuno dei due la colpa questa volta."
"E allora perché mi sento così male?" chiese Harry.
"Perché non stiamo facendo niente per riprenderceli" gli rispose Niall, guardando il suo gelato che ormai si stava sciogliendo sulla sua mano.
"Ma non sarebbe giusto. Loro non vogliono questo" disse Harry, girandosi verso l'amico.
"Una volta ogni tanto bisognerebbe essere egoisti. Non credi?"
"Forse hai ragione"
"Forse."




#









La combriccola era stesa sul pavimento dell'appartamento ormai da qualche ora, ma di certo non si stavano annoiando. Louis aveva scoperto che con l'aiuto dei suoi familiari, i ragazzi erano riusciti a prendere in affitto quel posto. E che posto.
ll locale era un open space ricoperto di parquet scuro e le pareti erano rivestiti di mattoni scuri. Certo non era molto grande, ma era perfetto. Perfetto per lui che aveva bisogno di vedere cosa succedesse nel mondo e quella finestra che dava su un parco giochi sembrava essere fatta su misura per lui.
Quel posto sarebbe stata la sua nuova casa. Casa. Quella parola che per lui in quei mesi era diventata sinonimo di Harry. Ora però si accorgeva che casa, non era dov'era Harry o dov'era la sua famiglia. Casa, era dove stava bene. Dove si sentiva se stesso. E in quel posto così nuovo e così diverso dalla sua vecchia vita e dal suo vecchio dormitorio, per la prima si sentì finalmente nel posto giusto. E in quel momento non rimpianse di aver scelto il suo sogno.
Sarebbe sempre stato innamorato di Harry, ma l'aver scelto se stesso lo faceva sentire fiero. Harry era il suo piccolo sole personale, ma non poteva permettere di vivere in condizione di quello doveva rendersi conto che forse c'era molto di più di quello che vedeva. Forse in un altra vita lo avrebbe rincontrato e sarebbero stati insieme, magari si sarebbero incontrati in una panetteria, o magari si sarebbero semplicemente innamorati. In fondo non importa come, l'importante e che sarebbe accaduto. E di questo Louis era più che sicuro, quasi quanto era convinto che "It is what it is" era la sua canzone preferita.
"Grazie" mormorò.
Zayn sorrise al sussurro del suo amico, Liam strinse le mano del suo ragazzo. Stan chiuse gli occhi godendosi il momento. E Josh. Josh pensò che Louis era riuscito solo con uno stupido appartamento a riprendersi, mentre lui? A lui quanto tempo e soprattutto cosa lo avrebbe fatto tornare se stesso?


***

"Alla fine cuciniamo sempre noi" disse Liam.
"Dovresti sapere che le cose non cambiano mai tra noi" disse Zayn, sorridendo.
Zayn sentì Liam circondargli i fianchi, per poi gemere quando incominciò a baciare una porzione di collo.
"E noi, Zayn? Noi cambieremo? Mai?" chiese Liam.
Zayn, capendo forse i pensieri di Liam, si girò verso il suo ragazzo e lo guardò. Poi gli poggiò le mani sulle guance ,rese ruvide dalla barba, dell'altro e lo costrinse a guardarlo. 
"Non importa che strade prenderemo o cosa faremo, io ti amo, Liam James Payne. E potrò anche viaggiare per il mondo, come vorrei fare. Ma tornerei sempre qui. Tornerei da te. Ok?"
"E se non ti bastassi più?" 
"Se lo pensi allora sei proprio idiota. Perché non c'è nessun essere al mondo che potrebbe competere con te. E poi finirò sicuramente in qualche casino, mi servirà un avvocato."
"Ah, allora è solo per questo che stai con me?" chiese Liam, ridendo.
"No, è molto di più"
Dopo quelle parole si sentì confortato nel sapere che ovunque sarebbero stati, uno sarebbe stato  sempre parte dell'altro.

"Piccioncini, abbiamo fame qua!" gridò Josh.
"Non scopate nella mia, e sottolineao mia, nuova cucina!" gridò a sua volta Louis.



***

"E così è finita" disse Stan passando la bottiglia di vodka a Josh.
"Dopo domani ci laureiamo, ma ci credete?" chiese Zayn.
"È l'ultima sbronza tutti insieme" disse Louis, abbassando lo sguardo.
"Stai per caso pensando di liberarti di noi così in fretta, Tomlinson?" chiese Zayn, alzando un sopracciglio.
"Andremo in paesi diversi, che cosa ti aspetti?"
"Mi aspetto che ci ritroveremo una volta al mese, nello stesso posto. Saremo insieme. E puoi giurarci che questa non sarà l'ultima sbronza tutti insieme"
"È una promessa?" chiese Liam.
"Nah, è un obbligo" disse Zayn, alzandosi e indicando ognuno di loro. "Vi obbligo a vederci per tutta la vita, e a invitarmi ai vostri matrimoni!"
Continuarono tutta la notte, finché all'alba non si addormentarono. Tutti tranne Louis. Guardò i suoi amici per un po' e poi sorrise. Ogni mese. Beh si poteva fare. Decisamente.



E che sarebbe importato se Zayn fosse andato in giro per il mondo per trovare la sua ispirazione e poi magari si fosse innamorato di molti e fosse entrato in crisi. Ma alla fine di tutto sarebbe tornato sempre da quell'avvocato che nel frattempo sarebbe riuscito a diventare socio di qualche studio legale importante. E molto probabilmente Stan sarebbe rimasto lì al campus per stare con Sam e insegnerà perché era bravo in quello, avrebbe adottato un bambino e sarabbe stato felice. Josh avrebbe girato per un po' il mondo, poi si sarebbe insediato nell'appartamento di Louis e avrebbe vissuto a scrocco di quest'ultimo finché alla fine l'appartamento non sarebbe diventato suo, perché Louis gliel'avrebbe lasciato. Louis l'avrebbe lasciato perché finita la specializzazione si sarebbe unito ai dottori senza frontiere e sarebbe partito,  avrebbe aiutato un sacco di persone e poi magari stanco, sarebbe tornato a casa, nella sua vera casa. Ovunque essa fosse. Ma che importava, alla fine, sarebbero rimasti sempre la combriccola dell'arcobaleno.






#




Due giorni dopo, quattro dei cinque ragazzi erano seduti su delle sedie scomode, ad ascoltare uno dei loro migliori amici, recitare uno dei discorsi che avrebbero ricordato per tutta la vita.




"In questi anni di permanenza al campus, ho visto cose belle e cose brutte. Ho conosciuto persone fantastiche, vissuto esperienze a di poco pazzesche e studiato cose che non mi serviranno mai. Sono Louis Tomlinson, e metà di voi sicuramente non mi conoscerà, o forse è meglio dire che non conoscerà il mio nome. Sono il ragazzo che studiava medicina, quello che faceva sempre quattro chiacchiere con la signora della biblioteca. Sono quello che al primo anno indossava pantaloni rossi e bretelle. Sono quelle che oggi indossa principalmente il nero. Sono il cameriere del Red, che qualche volta vi passava dei drink gratis. Sono qui oggi a parlarvi di me perché dopo oggi ricorderete le mie parole. Bene o male i bei momenti si ricordano sempre quindi, di conseguenza mi ricorderete. Sì, lo so, sono un bel momento.
Ora in teoria dovreste ridere. "
E delle risate si alzarono sul serio. Si alzarono mentre qualcuno vestito di tutto punto scendeva dalla macchina e si avvicinava al palco.
"Oggi devo stare qua davanti a tutti voi e dovrei fare un discorso perché Julian, rappresentate degli studenti, l'altro giorno mi ha bloccato mentre stavo mangiando una pizza dicendomi "Ehi! Sì, tu! Tu sei quello che ha dato di matto all'esame su Shakespeare! Tu farai il discorso!"
Così mi sono ritrovato qua e, molto probabilmente, dovrebbe farlo qualcun altro questo discorso. Qualcuno che voleva farlo davvero. Scusami, Taylor, so che ci tenevi a farlo. 
Ma sapete una cosa? Io me lo merito, ma come lo merito io, lo meritate anche voi! Uno a uno, nessuno escluso! Perché ce l'abbiamo fatta. Abbiamo soppresso le voci nella nostra testa che ci dicevano che non ci saremo mai riusciti, abbiamo contradetto chi ci riteneva degli sfigati perché rimanevamo a casa al posto di andare a festeggiare. Noi, abbiamo vinto. E abbiamo vinto questa laurea che adesso ho in mano. E sono pronto, sono pronto per il mio futuro. 
Sapete, ho fatto l'esame su Shakespeare, e sapete cosa diceva quel drammaturgo? "Il sole non si vede finché il cielo non si rischiara", è una bella frase ad effetto, ma è una grandissima cazzata. Perché io ho visto i miei migliori amici innamorarsi, ho visto voi innamorarvi e poi lasciarvi per poi riprendervi. Ma non vi siete mai abbattuti! Perché voi il sole lo vedete tutti i giorni anche se ci sono le nuvole, lo vedete negli occhi dei vostri amanti, nei sorrisi dei vostri amici. Voi stessi siete il sole. Quindi, caro Shakespeare, ti sbagliavi! Il sole, io, lo vedo lo stesso! Quindi complimenti, laureandi del 2014, voi siete il sole! "
Louis scese i gradini di quel palco con la consapevolezza di esserci riuscito. Aveva vinto, e non per qualcuno, ma per se stesso. Con un urlo di felicità pose fine alla cerimonia e i cappelli volarono in aria, verso il sole che quel giorno era più splendente del solito.

Louis si voltò a guardare quella scuola e quel prato che per anni lo avevano ospitato, li ringraziò mentalmente e poi si diresse verso la sua famiglia che era venuta al completo solo per lui.

"Louis, caro!" gridò Johanna.
"Mamma, ciao!" rispose Louis, abbracciandola forte. "Sono così fiera di te, amore" 
"Grazie, mamma. Ora però lasciami che saluto anche gli altri" disse Louis ridendo. 
"Oh, certo! Scusami!" disse la donna, un po’ imbarazzata.
Louis si staccò dalla madre e le asciugò le lacrime che scendevano copiose sul suo viso.
"Come mai non sento nessuna delle mie sorelle attaccate alle gambe?" 
"Forse perché stiamo diventando più alte di te?" disse Lottie sogghignando.
"Ah ah ah, divertente, sorellina" disse Louis, prima di tirarla in un abbraccio rompi costole, come quelli di Josh.
"Congratulazioni, Boo" si congratulò Fizzie, abbracciando il fratello.
"Grazie, Fiz. La prossima sarai tu. Su Lottie non ci metterei la mano sul fuoco" 
"Ehi!" disse lei. "Guarda che ti sento benissimo!"
"Era questo il mio intento!"

Louis stette ancora un po' con la sua famiglia a ridere e a scherzare, finché Zayn non lo chiamò per una foto tutti insieme. 
"Lou, spostati mi schiacci un piede così!" sbottò Josh.
"Non è colpa mia! Hai solo da levarti dalle palle!"
"Le parole, Boo!" lo sgridò la madre che teneva in mano la macchina fotografica.
"Forza, non abbiamo tutto il giorno!" continuò Johanna.
"Al mio tre, dite "Siamo gay!" ok"? chiese la donna.
"Uno, due e tre!" 
"Siamo gay!" gridarono in coro.
La foto venne bene alla fine: Louis sopra le spalle di Josh, mentre Zayn e Liam si scambiavano un dolce bacio, Stan invece guardava dall'altro lato. Dall'altro lato c'era Sam, ovviamente.
Finite le foto di rito, ognuno prese la sua strada e un vuoto si insediò nel cuore di ognuno di loro. 
"Sto andando, Sam mi aspetta in macchina. Raggiungiamo i miei oggi" disse Stan, prima di abbracciarli tutti.
"Ciao Stanny, vedi di rigare dritto" disse l'ormai dottore in giurisprudenza. Liam. 
"Stai tranquillo e tu vedi di non risolvere troppi casi, senza di me" disse, poi fece un occhiolino.
"Ti voglio bene, Stan, fatti sentire" disse Louis, al suo amico di bevute.
"Non bere troppo, sei un medico ora. Ti voglio bene anche io, Tommo"
Salutò di nuovo tutti raccomandandosi di rincontrarsi tra trenta giorni giusti.
"Beh, è ora che vada anche io, ho un volo alle sei da prendere" disse Josh.
"Ciao Joshy" disse Zayn abbracciandolo. "Non arrivare in ritardo ok? Trenta giorni da oggi. Non un giorno in più non un giorno in meno."
"Prometto" rispose, anche se in verità stava incrociando le dita dietro la schiena.
Liam li si avvicinò lentamente e poi lo abbracciò come Josh aveva fatto anni prima con lui.
"Abbraccio rompi costole?" chiese Josh.
"No, abbraccio da ‘Vedi di non sparire che ti uccido’" gli rispose.
Liam e Zayn si allontanarono un attimo per lasciare un minuto a Louis e a Josh.
"Proverai a stare meglio, Josh? Cercherai di trovare te stesso?" gli chiese Louis.
"Lo farò, ma tu promettimi che andrai avanti. Non rimanere fermo, ora che stai bene affronta tutto di petto. Non avere paura di provare qualcosa."
"Non lo farò."
Louis abbracciò Josh, e forse al secondo scappò una lacrima, ma questo non bisogna dirlo per forza. Lo guardò andare via, e il peso nel suo cuore si fece sempre più pesante. Gli sarebbero mancati come l'aria.

"È arrivato il momento anche per noi, Lou" disse Zayn.
Louis annuì , poi abbracciò Liam e gli sussurrò : "Vedi di tenertelo al guinzaglio e se scopro che fai cagate, ti giuro che non mi importa se mi puoi sbattere in prigione tutta la vita. Sai che posso farti del male"
"Mi mancherai anche tu, Tommo" disse Liam, abbracciandolo forte.
"Prenditi cura di te."
Louis gli sorrise, e poi anche Liam se ne andò verso la sua macchina.

"Che farete ora?" chiese Louis, distogliendo lo sguardo dal corpo di Liam e riportandolo su Zayn.
"Andremo dalla sua famiglia per un po'. Poi partirò verso chissà dove" rispose l'amico.
"Beh, almeno d'ora in poi, non avrai nessuno che ti rovinerà i dipinti"
"E tu nessuno che ti romperà perché sei la persona più disordinata del mondo. Il tuo appartamento sarà un fottuto disastro" 
"A proposito di questo" disse Louis, mettendosi una mano in tasca e estraendo una chiave dalla tasca. "Questa è per te. Se ti viene voglia di pulire la mia stanza"
Zayn prese la chiave dell'appartamento e dopo essersela messa in tasca, prese Louis per un braccio e se lo trascinò addosso. 
"Mi mancherai, Louis. Non immagini neanche quanto" disse, stritolandolo.
"Se mi stringi ancora così forte per molto, ti mancherò per tutta la vita mi sa"
"Stai zitto, stronzo, e abbracciami."
Restarono abbracciati per molto tempo, o almeno a tutti sembrò un'eternità. Eppure per loro quello era troppo poco.
"Il mio numero ce l'hai. Quindi chiama quando vuoi, ok? Per te ci sarà sempre tempo" disse Zayn, staccandosi. Il momento stava per arrivare. Louis annuì e si staccarono definitivamente.
"Ciao, Zayn" disse, alzando una mano.
"Ciao, Lou"
Zayn si incamminò verso Liam con le lacrime agli occhi, sapendo però che non era finita lì. Una vibrazione nei pantaloni però lo fece distogliere dai suoi pensieri. Rispose senza guardare perché sapeva.

"Pronto?"
"Mi manchi già."
"Anche tu" disse, girandosi verso l'amico che ora lo stava guardando con gli occhi lucidi in mezzo a un cortile pieno di gente. Louis era veramente cambiato e ora era anche meglio di prima. Chiuse la telefonata e con un sorriso sulle labbra si diresse verso chissà dove.



#


Josh stava per entrare in macchina quando qualcosa gli leccò la caviglia scoperta. Abbassò lo sguardo stranito e poi vide un piccolo labrador beige.
"Ciao" disse, consapevole di star parlando con un cane.
Si abbassò sulle ginocchia e lo accarezzò piano, quasi avendo paura di fargli del male. Il cane gli fece le feste e Josh ne fu contento finché non penso che il suo volo stava per partire e non poteva rimanere ancora a lungo. 
"Ehi, cucciolo, non posso rimanere. Ce l'hai un padrone?" gli chiese.
Vide solo dopo che aveva una targhetta al collo.
La lesse.
Plettro.
"Plettro" sussurrò. Il cane sentendosi chiamare, abbaiò felice e riiniziò a leccarlo. Josh alzò lo sguardo e in quel momento capì che forse non aveva bisogno di trovare se stesso.
Si alzò e lo raggiunse.
"Ciao"
"Ciao, Josh" disse lui.
Un silenzio imbarazzante si impossessò del momento. 
"Congratulazioni. Per la laurea, intendo" disse.
"Cosa ci fai qui, Niall?" chiese Josh a quel punto.
"Ho lasciato le guardie reali, o per lo meno non ce più bisogno del mio aiuto lì"
"È una cosa che si può fare?" chiese avvicinandosi.
"Direi di sì. Sono qua, ora" rispose Niall afferrandogli i fianchi.
"Mi dispiace" mormorò Josh.
"Non farlo, non è colpa di nessuno. E poi l'importante è che ora siamo insieme, noi due"
"No, Niall"
"Perché?" chiese Niall, preoccupato che fosse troppo tardi. Eppure gli era sembrato che stesse andando tutto bene.
"Perché ora siamo in tre" disse, prima di attaccare le sue labbra a quelle di Niall.
Dopo un po' si staccarono e Josh disse: "Basta scappare"
"Basta" rispose Niall.




#


Louis salutò la sua famiglia con la promessa che a cena sarebbero stati insieme, ma che ora aveva bisogno di un momento tutto per lui. Aveva appena salutato Zayn ed era particolarmente emotivo. Doveva andare nell'unico posto in cui in quegli anni era stato bene. Il Washing up with Love. Come al solito la lavanderia era vuota e la panchina era ancora nello stesso posto.
Dio, da quanto non vengo?, pensò Louis entrando.
Si sdraiò sulla panchina e si mise un braccio sopra gli occhi per poter riposare.
Peccato non avere la musica dietro, sarebbe stato per-
"Scusi, avrei bisogno di una mano" disse una voce.
-fetto,  pensò Louis

Louis aprì gli occhi perché non ci poteva credere.
Harry era lì, davanti a lui, e indossava il suo sorriso migliore.
"Harry? Ma che ci fai qui?"
"Bel discorso, un po' troppe offese su Shakespeare, ma andava bene e poi-"
"Harry" disse Louis, con un tono di rimprovero.
Quest'ultimo sospirò e riiniziò a parlare. "Ho bisogno di te, Louis. E non per essere re, ma in generale. Non sono più io senza te. E io li accetto i tuoi sogni, e sono disposto ad aspettarti anche tutta la vita, ma non dirmi che non possiamo stare insieme per i tuoi sogni. Perché una volta mi hai detto che uno di questi ero io. E non penso tu stessi mentendo"
"Harry, io non so se questo è giusto"
"Perché? Perché sto per diventare il Re di Danimarca?" 
"No, non è quello"
"E allora cosa?"
"La Danimarca non è pronta per un re come me" disse Louis, sull'orlo di una crisi. Troppe emozioni per un solo giorno.
Harry prese le sue guance con le mani e appoggiò la sua fronte contro quella del più grande prima di dirgli:
"Io però lo sono"








The End













Buonasera! Come state? Lo so sono in ritardo, ma capitemi ho voluto ritardare il più possibile la fine di questa storia a cui sono molto affezionata. Ho fatto finire con un happy ending, non con i fiocchi ma è pur sempre un finale felice. Sto qui, sotto il piumino a scrivere la mia ultima nota d'autore per questa fanfiction e solo ora mi accorgo di quanto in verità le mie note facciano schifo perchè sono così inpersonali. Mi prenderei a calci da sola giuro. Di solito sono così spigliata e logorroica. Comunque. Sono qui per salutarvi e ringraziarvi. 
Quindi, ringrazio la mia beta, che dicendomi di essere migliorata molto mi ha reso molto felice, ringrazio Prim (che ho incontrato, ti adoro honey sappilo), ringrazio Sabrina che ancora non ha letto le mie storie (povera crista), ringrazio Marta (che oggi fa 17 anni, auguriii capooo) e Federica, a Giada (grazie per esserci).
Ma un ringraziamento speciale va a tutte voi. Grazie per aver seguito la mia storia e per avermi sopportata e supportata.
Molto probabilmente ci sarà un seguito, ma niente è sicuro ahahha. 
Tornerò tra un po' con una one shot e poi non sentirete parlare di me per molto tempo (fino a settembre cioè hahah)
Vi lascio i link delle mie storie e naturalemente ricordatevi di leggere "10 punti in meno a grifondoro"! ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3098532&i=1 )
le mie storie: People fall in love in mystirious ways. ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2902044&i=1 ) e Book ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3009738&i=1 )
Niente, sto cercando di non scrivere l'ultima frase ma mi sa che mi tocca.
Se volete recensire fatelo, se no niente vi mando amore col pensiero.
Su twitter mi trovate come @angelidupla98
A presto, per l'ultima volta 
Wearewhoweare.



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3006135