La nebbia nel cuore di artemide88 (/viewuser.php?uid=71400)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Sacerdotessa di Avalon ***
Capitolo 2: *** I Cullen ***
Capitolo 3: *** Partenza e Arrivo ***
Capitolo 4: *** Il concilio ***
Capitolo 5: *** Incontro ***
Capitolo 6: *** Soluzione ***
Capitolo 7: *** Jacob! Sei una testa calda! ***
Capitolo 8: *** Tre mesi dopo ***
Capitolo 9: *** Lite, Patto e Richiesta d'Aiuto ***
Capitolo 10: *** Il cerchio di pietre ***
Capitolo 11: *** Ricordi ***
Capitolo 12: *** L'alba del giorno dopo non è sempre luminosa come ti aspettavi ***
Capitolo 13: *** Inviti ***
Capitolo 14: *** Ora tutti sanno ***
Capitolo 15: *** Shopping ***
Capitolo 16: *** Il ballo ***
Capitolo 1 *** La Sacerdotessa di Avalon ***
cap1
CAPITOLO 1 – LA SACERDOTESSA DI AVALON.
L’immagine del capo alfa era apparsa nello specchio.
“allora eccesso capo alfa...come stai?” mi divertivo sempre
un mondo a prendere in giro il mio migliore amico. Erano passati
alcuni mesi dall’ultima volta che ci eravamo visti di persona e
mi mancava parecchio. Divinarlo allo specchio non era la stessa cosa
che avere un vero rapporto umano.
“fai poco la spiritosa, Bella. Ci sono guai in vista, una delle
pizie ha avuto una visione, ma troppo confusa. Ma questo lo sai
già, vero?” non avevo mai sopportato quelle donnette che
drogate e allucinate tentavano di prevedere il futuro. Il mio volto
tirato e stanco si mosse in una smorfia di disgusto. La notte
precedente io ero stata visitata da un sogno premonitore. E come sempre
mi aveva lasciato spossata e con poche forze. Era un sogno strano e non
sapevo come interpretarlo. Annui con il capo prima di continuare.
“veramente non so di cosa si tratti...questo è più difficile di altri da comprendere.”
“tra tre giorni il consiglio dei druidi si riunisce...”
buttò lì la notizia come se niente fosse, come se stesse
parlando del tempo.
“e io dovrei partecipare, vero Jake?” ah, Jacob! Sei il mio
migliore amico, il mio confidente, il mio protettore e il mio
licantropo, mi conosci da quando sono un bambina, ti voglio un sacco
bene e lo sai meglio di me che non sopporto quegli spocchiosissimi
vecchi!
“beh, vedila come vuoi...ma sei sempre la signora di Avalon e non
puoi non esserci. Soprattutto in un momento in cui il tuo popolo e il
mio branco sono minacciati da qualcosa di non ben identificato.”
Sbuffai leggermente. Sapeva come prendermi. Il mio popolo e il suo
branco erano il mio primo motivo di preoccupazione la mattina quando mi
alzavo e l’ultimo pensiero prima di addormentarmi era ancora per
loro.
“tra due giorni, al molo.” Dissi solo.
“non puoi tornare prima?” chiese lui speranzoso. Illuso, lo
so bene che vuoi che prima del consiglio incontri mio padre, ma no,
grazie, sono troppo codarda e cedo il turno.
“arriverò tra due giorni, in tempo per la riunione non ti
preoccupare. Ci vediamo al solito posto.” Sorrisi della sua buffa
espressione e sapevo bene che avrebbe volentieri ribattuto ma la mia
mano veloce si posò sul grande specchio ponendo fine alla
conversazione. E così dopo mesi di isolamento volontario sarei
tornata nella “civiltà”. Gli uomini mi facevano
proprio ridere. Si credevano sempre così superiori agli altri.
Attesi ai doveri impostimi dalla mia funzione di sacerdotessa e di
principessa di Avalon come ogni mattina ma non riuscivo ad essere
serena. Qualcosa ci minacciava e io non sapevo riconoscerlo. Non era
mai successo niente del genere e questo mi faceva sentire troppo
vulnerabile. Le altre sacerdotesse riunitesi con me sull’isola
erano agitate, riflesso forse del mio turbamento interiore. La decana
delle novizie mi si avvicinò. Conosceva mia madre, la saggia
Marion. E per quanto possibile l’aveva sostituita.
“perché non lasci fare a noi e tu non vai a riposare? Sei
più provata del solito dall’assenza di sonno.”
“sto bene. non ti preoccupare. È solo che...” ecco come al solito ho parlato troppo.
“che?” mi guardò con un sorriso così premuroso e materno che le parole mi uscirono senza volerlo.
“devo tornare. E non voglio. Devo tornare in Inghilterra ma io
preferirei restare qua.” Tornare significava solo una cosa e lei
lo sapeva: voleva dire affrontare mio padre ma non disse nulla.
Lasciò che mi sfogassi come volevo. “come se tutto
ciò non bastasse, ci sono guai in arrivo e io non riesco a
capire di che genere siano. Ma soprattutto mi terrorizza il fatto che
tra due giorni si terrà la riunione de drudi. Perché
sicuramente mi metteranno con le spalle al muro. Diranno che il
pericolo incombe per colpa mia.” Mi stavo facendo soffocare dalle
mie stesse parole. Marion mi abbracciò e dolcemente mi condusse
nella mia stanza. Era ariosa, con la grande finestra che dava sul mare.
Le lunghe tende di lino bianco ondeggiavano leggere alla brezza marina.
Aiutata dalle ancelle, Marion mi fece svestire e immergere nella calda
acqua della vasca. Una della ragazze mi strofinò la schiena, poi
le braccia e infine sciolse i miei lunghi capelli dalla loro perenne
treccia. Un’altra intanto aveva iniziato a massaggiarmi i piedi
per allontanare la tensione, delicatamente e quasi senza che me ne
accorgessi, passò alla schiena e alle spalle contratte. Quel
bagno mi stava facendo bene. Mi stavo finalmente rilassando e
probabilmente mi sarei addormentata. Marion doveva aver fatto usare
qualche olio alla valeriana o alla passiflora per farmi frizionare la
schiena. Sentivo già il torpore che mi invadeva. La guardai e mi
sorrise sfuocata. Avrei preferito che non mi costringesse a dormire,
non avrei sognato. Sentii solo le parole “affidati a tua
madre” prima di perdere il contatto con la realtà.
Correvo, correvo. Nei boschi dei druidi, correvo. Libera come non mi
sentivo da tempo, libera per una volta di essere me stessa e non la
signora di Avalon. Corsi spensierata senza una meta precisa. Mia madre
mi stringeva forte la mano e mi guardava sorridente. Mia madre?
È morta tanti anni fa, lo so bene, ero con lei quando...mi
sorrise ancora e mi indicò un punto davanti a sé. Guardai
ma il sole mi colpì gli occhi. Distinsi solo una figura prima di
coprirmi il volto con una mano. Strano, io non avevo mai avuto paura
del sole, mio padre, e dei suoi raggi miei fratelli. Pregai le forze
della natura mie sorelle perché mi permettessero di vedere. La
figura in controluce si volse verso di me. Gli alberi gli chiusero ogni
via di fuga e i loro rami allontanarono anche i raggi del sole.
L’uomo mi guardò con intensi occhi dorati. Sorrise,
sporgendo denti affilati...
Urlai. Le donne che ancora mi stavano prestando le loro cure si
spaventarono per la mia reazione. Marion mi abbracciò cercando
di consolarmi. La allontanai da me in malo modo. Aveva voluto che
sognassi, come se fossi stata una squallida pizia. Uscii come una furia
dalla vasca, spaventando ancora di più le ancelle. Non avevano
mai visto quel lato così iroso del mio carattere. Ero sempre
stata molto dolce e piuttosto timida. Non mi preoccupai nemmeno di
prendere un asciugamano. Ad Avalon tutte noi eravamo abituate a girare
per l’isola nude con i capelli intrecciati di nastri. Non mi
fermai a salutare come mio solito chi mi sorrideva. Corsi e basta. La
mia meta era vicina. Salii veloce sulla punta più a nord della
scogliera. Lì, al Belvedere dell’isola, erano sepolte le
sacerdotesse di Avalon che mi avevano preceduto.
“perché madre? Perché me lo indicavi
sorridendo?” scossa dai tremiti mi gettai sulla tomba di mia
madre. Nel sogno mi indicava un essere del tutto simile ad uno che
l’aveva uccisa. Solo gli occhi erano diversi. Non rossi cremisi
ma dorati. “perché? Un vampiro ti ha uccisa, e tu mi invii
un sogno del genere? È questo il pericolo che ci attende?”
ancora con le lacrime agli occhi guardai il mare sotto di me. Le
palpebre mi si chiusero solo un attimo. Lo rividi, bello e misterioso e
sicuramente per me molto pericoloso, mi veniva incontro sorridendo con
altri vampiri come lui, anche loro con gli occhi dorati. Non sentii
nemmeno Marion e le ancelle che delicatamente mi portarono nella mia
stanza.
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Capitolo 2 *** I Cullen ***
cap 2
Ciao
a tutti... =) eccomi con il secondo capitolo...mi scuserò fino a
perdere le forze per il capitolo precedente. non sono molto pratica di
storie pubblicate, di solito mi limito a leggerle e basta. quindi
appena riuscirò cambierò sicuramente il formato del
precedente capitolo. Cercherò di rispondere sempre alle
recensioni....quindi meglio iniziare subito con le buone abitudini....
psawyer414: ciao tesoro!! XD grazie veramente per il sostegno e per avermi convinto (finalmente!!!dirai tu...)
a pubblicare la storia...ti lascio al nuovo capitolo che non è
proprio quello che hai letto tu perchè è stato modificato
(ma dai??!! lo so, lo so, non te lo aspettavi.... :p) un bacio
grandissimo
Isy_264:ciao!!
mi ricordo benissimo chi sei!!! "An impossible Love" è
ancora salvata tra i miei preferiti e ogni tano ne rileggo qualche
passaggio! non ti preoccupare non ti prendi troppa confidenza,
anzi...dopotutto io ho fatto anche di pegggio quando commentavo la tua
ff!! spero che questo capitolo tu riesca a leggerlo meglio =) ti
capisco quando dici che non riesci a leggerlo!!!io e le talpe abbaimo
qualcosa in comune...povere talpe...per quando riguarda la scrittura
non credo di poterci fare molto...molti professori hanno cercato di
farmi cambiare ma io vado avanti nella mia strada fatta di periodi
brevi (che vorrei incisivi ma risultano spesso zoppicanti, lo
so!!!) cmq ci proverò a rendere il tutto più
scorrevole...bene...ti lascio al prossimo capitolo sperando che ti
piaccia!!! un bacio!!
CAPITOLO 2 – I CULLEN
Guardai Alice, era agitata per qualcosa. Non poteva essere in quello
stato di tensione perché dovevamo traslocare. La confusione era
sempre tanta ma eravamo pur sempre vampiri! Qui in questo paesino
sperduto dell’Irlanda ci eravamo ambientati piuttosto bene ma era
ora di levare le tende. Tornai ad osservarla. Che un esserino
interessante. La mia nuova sorella non era solo interessante, perchè lei era
speciale, come me. Io leggevo nel pensiero e lei prevedeva il futuro,
insomma insieme avevamo il controllo di quello che è e di quello
che sarà. Mi affacciai alla sua mente con discrezione: immagini
sfuocate e confuse si inseguivano senza che né lei né io
ci potessimo capire qualcosa. Improvvisamente si fermò, mi
guardò senza realmente vedermi, presa da una sua visione.
“Alice, che cosa era?” chiesi allarmato. L’unica
immagine chiara era il mio viso in controluce. Scosse la testa e
riprese a girovagare tesa per la casa. Nella mia lunga vita di cose
strane le ho viste ma un vampiro in quello stato mai. Erano gli anni
dell’immediato secondo dopoguerra quando si
presentò come se nulla fosse nella nostra tenuta, lei e il
suo compagno, Jasper,
entrambi senza passato ma con la volontà di avere un futuro. Che
secolo strano il XX. Questo secolo ha portato non pochi sconvolgimenti
nella mia vita e in quella di tutta la mia famiglia. Già la mia
famiglia. Per essere corretti dovrei dire che la mia famiglia si
è formata in questo secolo. I Cullen hanno il loro polo Nord in
Carlisle. Padre, marito, medico. In tutto lui era straordinario. In
questo secolo così denso di avvenimenti lui ha guidato la sua
famiglia al meglio. Il primo ad essermi unito a lui fui proprio io. Era
un medico militare. La prima guerra mondiale stava devastando il
vecchio continente e anche gli Stati Uniti erano scesi in battaglia.
Ero scappato di casa, quasi diciottenne, per di partecipare anche io ad
un evento così importante che sarebbe stato ricordato nei
secoli. All’ufficiale reclutatore dichiarai 21 anni,
l’età minima. Avevano bisogno di uomini e non si
soffermarono troppo ad indagare. Diventai così il soldato Edward
Masen. L’inesperienza, la giovane età e
l’avventatezza mi portarono diritto al cimitero, o
all’inferno. Carlisle, mi vide e colpito dai miei verdi occhi
umani, che gli ricordarono la donna che aveva amato molti secoli prima,
mi trasformò in ciò che sono adesso, Edward Cullen. Per
me lui divenne una guida, un padre che mi amava. E mi amò anche
la donna che divenne la sua compagna e mia madre. Dopotutto si sa,
dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna. Esme
era bellissima e a un passo dalla morte quando la trovò. Il suo
bambino era morto prima di poter vedere il mondo. Lei stava morendo
dissanguata. Carlisle con una grande forza di volontà le diede
una nuova vita...di nuovo quella visione.
“Alice...” la rimproverai frustrato.
“non ci posso far niente. Continua ad andare e venire. Non posso
controllarla!” urlò sull’orlo di una crisi isterica,
come se un vampiro ne potesse avere una! Forse era meglio se la
smettevo di
ascoltarne i pensieri se tenevo alla mia salute mentale, io che
odiavo non poter capire. Io, con la mia sovrumana comprensione dello
spirito umano, coglievo quei particolari, a volte
considerati insignificanti, che rendevano misteriosa e
affascinante la vita. i miei pensieri troppo filosofici vennero
interrotti quando percepii quelli lussuriosi di mio fratello
Emmett ancora prima di sentirne il passo pesante sulle scale. Era stato
a caccia con Rosalie, la sua perfetta metà. La battuta di caccia
si era protratta per ore perché...ringhiai. I suoi pensieri
così chiassosi mi disgustavano. Dopotutto era mia sorella la
donna con cui faceva sesso e non volevo nessun resoconto dettagliato
del suo corpo nudo. Mi infastidivano a tal punto che una volta avevo
costretto Esme a costruire per loro un’altra casa. Mia madre (ah,
la mia dolce e inimitabile mamma!!!) aveva accettato volentieri solo
perché adorava ristrutturare vecchi cascinali fatiscenti. E
perché non mi sopportava più così petulante, anche
se non lo avrebbe mai ammesso! Era inutile continuare a mentirsi.
Carlisle me lo aveva bonariamente rimproverato. La verità era
semplice: a me dava fastidio vederli così perché il loro
amore così plateale mi dimostrava quanto fossi solo. Anche le
altre due coppie si
amavano, ma almeno erano discrete, non te lo mettevano sotto gli occhi
costantemente come loro. Chissà quando sarebbe venuto quel
momento per me. L’avrei mostrata a tutto il mondo come un
gioiello, il gioiello più prezioso. Era un bene che nessuno
dei miei famigliari avesse il mio stesso potere, o mi avrebbero deriso
all’infinito. Esme mi chiamò mentalmente. Era sempre
così premurosa nei miei confronti, le dispiaceva davvero che non
avessi qualcuno con cui "distruggere" una casa. Era ora e bisognava
prepararsi per la partenza. Andai nel garage a controllare che le mie
preziose automobili fossero pronte per essere trasportate nella grande
Inghilterra via nave. Tutti noi avevamo speranze, aspettative per la
nuova casa. Rosalie stava facendo un elenco mentale dei suoi vestiti (e
non erano affatto pochi), sperava che non si sgualcissero e di trovare
al più presto una cabina armadio adeguata; Emmett la osservava
rapito e innamorato decidendo quale gioco erotico provare
all’arrivo. Avrei nascosto la mia Aston Martin, sembrava che i
suoi pensieri insistessero sul “lucidarle” il cofano. Esme
pensava solo a noi, i suoi figli, che ci potessimo trovare bene nel
nuovo paese, nella nuova casa, nella nuova scuola. I pensieri di
Carlisle erano simili. Jasper mi raggiunse e triste mi sorrise.
“non riesco a calmarla, nemmeno con il mio potere.” Quel
folletto di mia sorella mi stava facendo preoccupare, se nemmeno il
marito e il suo dono di controllare gli umori funzionava, la cosa era
seria. Quando parli del diavolo...scese come un
tornado le scale fino a raggiungerci nel garage.
“ALLORA? Non siete ancora pronti?” urlò isterica. La crisi di nervi era arrivata, purtroppo.
“ Anche noi siamo felici di partire.” Le risposi ironico
prima di salire in auto diretti all’aeroporto, pronti a
trasferirci a Eyam.
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Capitolo 3 *** Partenza e Arrivo ***
cap 3
Ciao a tutti... =) ho
trovato un attimo di tempo tra le valigie da preparare, il casino
pre-partenza e gli appunti da stampare (mi tocca studiare anche in
vacanza, mannaggia!!!) per postare il nuovo capitolo. Mi sarebbe
dispiaciuto un sacco non poter aggiornare prima di partire (lo so, lo
so, sono una persona originale e vado in vacanza quando tutti tornano
XD) quindi eccolo!!!! bè buona prima settimana di settebre e mi
raccomando, lasciate anche solo un piccolissimo commento per farmi
sapere che ne pensate =) p.s.: dimenticavo, grazie a chi ha messo la
storia tra i preferiti, a chi la segue e a chi la legge soltanto!!
Isy_624: ciao!!!
si, ho dovuto modificare leggermente la storia di Edward per renderlo
più umano...perchè secondo me alla fine è un gran
tenerone anche se non lo ammetterà mai con gli altri e forse
nemmeno con se stesso. Emmett e Rose mi fanno morire dal ridere e
poi si prestano benissimo per le descrizioni più
divertenti...per il prossimo capirolo (con l'incontro tra i due =))
dovrai aspettare un po' più di una settimana, mi disp... ah,
grazie per il sostegno!!!
CAPITOLO 3 – PARTENZA E ARRIVO.
Era arrivato il giorno della partenzae e con grande rammarico avevo
esaurito le scuse per rimandare. Feci controllare il baule e tutti i
miei averi. Nel portagioie di madreperla era conservata la Goccia
di Avalon, il ciondolo simbolo antico di potere e di amore delle
sacerdotesse, lo presi e prima di legarmelo al collo lo osservai a
lungo. Indossai un abito la cui gonna, ricamata a sangallo,
arrivava appena al di sopra delle ginocchia mentre una grossa cintura
di cuoio lo fermava appena sotto il seno. Era di un tenue color verde,
comodo e all’ultima moda ma io personalmente per il viaggio
avrei preferito un bel paio di pratici jeans, ma come al solito mi era
stato risposto che la signora di Avalon non indossava certi
vestiti. Amavo la comodità e la praticità e correre
nudaattraverso l'isola ma avevo un debole per la moda quindi quella
sera per la cena in mio onore avrei messo il vaporoso abito da sera che
mi ero fatta fare apposta ad imitazione si un abito visto ad una
passerella parigina. Mio padre non avrebbe sicuramente approvato visto
quanto amava le convenzioni ma non me ne importava, anzi un po’
mi divertiva stuzzicarlo. E io dopo aver viaggiato un giorno intero per
raggiungere il villaggio che ospitava il concilio dei druidi mi sentivo
in diritto di mettermi in ghingheri per farmi guardare. Secondo Jacob,
giocavo sporco visto che non pensavo minimamente a soddisfare i miei
spasimanti. Sorrisi all’idea che tra poco lo avrei rivisto quando
qualcuno bussò alla mia porta.
“signora, siamo pronti, quando vuole possiamo partire.”
Gael era un rematore della barca della Signora di Avalon, mi avrebbe
accompagnato lui sulla terraferma. La sua voce piena di dolcezza e
rispetto mi distolse dai miei pensieri.
“andiamo Gael, o faremo tardi.” Gli sorrisi e lo seguii alla barca.
Osservai triste la mia isola diventare sempre più piccola man
mano che ci allontanavamo e quando divenne un puntino in lontananza mi
alzai cercando di mantenere l’equilibrio. Alzai le mani al cielo
in un gesto antico, che tutte le sacerdotesse prima di me avevano
compiuto. Il ciondolo a forma di goccia si illuminò, dissolvendo
la nebbia che avvolgeva perennemente la strada per la mia isola, quanto
bastava per farci passare. La densa foschia tornò ad avvolgere
il mio regno non appena la nave la oltrepassò. Ora eravamo in
quello degli umani, il molo era a pochi metri da noi. Il mio sorriso
istintivamente si allargò vedendo Jacob che mi aspettava nella
sua forma umana mentre i suoi compagni, erano alle sue spalle sotto
forma di lupo. L’accoglienza non poteva essere migliore, la
Guardia al completo mi attendeva. La barca non fece in tempo a toccare
terra che io ero già tra le braccia del mio migliore amico che
mi strinse in un abbraccio soffocante. Avevo tante cose da dirgli! Il
sogno del giorno prima mi perseguitava ancora e volevo che fosse il
primo a saperlo. La cosa che mi assillava maggiormente era che nel giro
di due giorni avevo avuto sogni diversi e non era mai successo.
“Isabella. Non è tempo per i saluti, dobbiamo partire e
abbiamo fretta.” Quella voce. Mio padre. Rimasi basita, quella
proprio non me l’aspettavo. Di solito si faceva trovare tra gli
altri druidi. Arrossii.
“si padre.” Presi le redini del cavallo che mi tendeva e
agilmente salii in sella, per noi niente automobili durante gli
incontri ufficiali, e di certo quei congegni infermali ed inquinanti li
lasciavo volentieri ai comuni mortali amandoli ben poco. Jake mi
guardò dispiaciuto e mentalmente mi comunicò che non
aveva potuto dire di no al capo druido quando aveva voluto venire con
lui. Triste gli sorrisi sapendo che non poteva evitarlo. Scambiai un
altro sguardo complice con il mio migliore amico che sotto i miei occhi
si trasformò. La mia guardia personale si dispose ai lati della
compagnia a cavallo. Non potevo parlare con Jake, non adesso o
avrebbero saputo tutto il suo branco del sogno. Maledissi le menti
comunicanti dei licantropi e aspettai che mio padre prendesse la parola.
“Isabella, hai quasi 18 anni.” Sbuffai, come se non sapessi
la mia età! Se avesse detto ancora una volta il mio nome
completo mi sarei incazzata sul serio. Già la prima parte del
discorso non mi piaceva, sapevo bene dove voleva andare a parare.
“devi celebrare il tuo compleanno. Ne abbiamo già parlato
e non sono ammesse repliche. Il consiglio è d’accordo con
me.”
“lo hai detto al consiglio???” ero incredula. Io la
consideravo una questione tra padre e figlia. Sembrava che non contasse
niente che fossi la signora di Avalon, per lui, per il capo dei druidi,
ero solo una ragazzina da controllare. Per il resto del viaggio non
dissi niente e non gli risposi. Chiusi la mia mente a chicchessia.
Mi muovo tra le nebbie di Avalon.
Alzo le mani come al solito per disperderle. Chiedo un aiuto
supplementare al ciondolo, da lui attingo forza ma non riesco a
disperderle. Sotto i miei piedi nudi non sento il famigliare legno
della barca ma solo la terra umida. Una mano fredda mi afferra e mi
trascina a sé. Finalmente la nebbia si è dissolta, sono
nel bosco dei druidi. Il mio volto è a pochi centimetri dal suo.
Sorride beffardo. Urlo.
“BELLA!” sentii la voce di Jake che allarmata cercava di
scuotermi dal torpore che mi ha preso. Mi sono addormentata a cavallo e
sarei caduta se Seth, il luogotenente di Jacob, non mi avesse vista in
pericolo e si fosse prontamente trasformato per sorreggermi. Il capo
alfa avrebbe voluto fermarsi per farmi riposare. In effetti avevo
cercato di non addormentarmi in questi giorni, non dopo quel sogno
poichè appena abbassavo le palpebre rivedevo sempre quel volto.
Mi perseguitava ma non capivo che volesse dire, se non che forse lo
avrei incontrato di persona. Ma c’era qualcosa, un particolare
che mi sfuggiva, oltre alla sensazione di aver già visto da
qualche parte quel viso. Inoltre il quesa visione era così
definita rispetto al primo sogno, una grande massa rossa fumosa che ad
un certo punto si illuminava. Insistetti per proseguire il
viaggio per avvivare al villaggio e potermi rilassare con un bagno
caldo. Arrivammo quando il sole stava per tramontare a un villaggio che
conoscevo bene e in cui avevo trascorso parte della mia infanzia.
Eravamo arrivati a Eyam.
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Capitolo 4 *** Il concilio ***
cap 4
Eccomi di nuovo...
=) sono troppo felice di poter postare ancora dopo le vacanze
anche se sto iniziando a pensare che, visto il poco successo della mia
storia, forse sarebbe meglio interromperla...beh, si vedrà..vi
lascio al prossimo capitolo, ringraziando ancora una volta psawyer414 e Isy_264 per
il loro continuo sostegno...buonanotte a tutti (se trovate errori
chiedo venia, è l'una di notte e sono piuttosto stanca...).
CAPITOLO 4 – IL CONCILIO
Dopo la pallosissima cena in cui avevo mangiato poco e parlato ancora
meno scatenando le ire di mio padre (il vestito aveva sorbito l'effetto
desiderato, uno a zero per me...), passeggiai a lungo per il villaggio,
percorrendo il sentiero che costeggiava l’immensa foresta. La
brezza primaverile mi fece leggermente rabbrividire. Ero molto stanca,
erano quasi ventiquattro ore che volontariamente cercavo di non
chiudere occhio. Due calde mani mi si posarono sulle spalle,
stringendomi ad un corpo caldo, Jacob mi aveva abbracciato. Era meglio
di qualsiasi golfino di lana e persino di una cioccolata calda con
tanta panna. Il suo gesto semplice mi tranquillizzò e mi
riempì di quel calore che solo un amico poteva donare, totale,
incondizionato e puro. Nessuno di noi due parlò, entrambi ci
stavamo godendo quel contatto fisico che esprimeva tutto il bene che ci
volevamo. Mi accompagnò alla casa dove alloggiavo, sempre
senza dire una parola mi sfiorò la fronte con un bacio rovente e
sorridendo se ne andò. Il freddo mi colse di nuovo improvviso
dopo la vicinanza con un corpo così caldo era inevitabile. Mi
pettinai a lungo i capelli cercando di mettere ordine in tutti i
pensieri che non mi abbandonavano mai, primi fra tutti continuavo a
rievocare i sogni. Esasperata dall'inutilità dei miei gesti e
pensieri, gettai la spazzola sul comodino in malo modo prima
di coricarmi sotto le calde coperte del mio letto, cercando di
ritrovare il calore provato con Jake. Meglio di niente, pensai mentre
un ululato squarciava la quiete notturna.
Sangue dappertutto. Sangue, rosso e
denso. Poi il fumo, acre e doloroso a respirarlo. Più intenso
dell’incenso. Nel mezzo il ciondolo. La Goccia di Avalon. Assorbe
in sé il sangue e allo stesso tempo disperde il fumo. Si
illumina e la sua luce si fa intesa, accecante.
Mi svegliai. Non avevo urlato, anzi non ero mai stata così
tranquilla e riposata dopo un sogno premonitore. Era l’alba ma
dense nuvole stavano oscurando il cielo, probabilmente avrebbe piovuto.
Il sogno confuso di alcuni giorni prima mi aveva rivisitato e adesso
aveva un significato, o almeno sperai che l'improvvisa folgorazione che
mi aveva colpito nell'attimo stesso in cui avevo aperto gli occhi fosse
esatta, c'erano persone e licantropi che credevano nelle mie
facoltà mentali. Ci sarebbe stato uno scontro, il mio popolo, i
licantropi si sarebbero scagliati contro dei vampiri e in entrambi gli
schieramenti ci sarebbero state vittime. La luce, la luce ero io, a
quanto sembrava io dovevo avere un qualche ruolo in tutto ciò ma
sinceramente non sapevo quale. Ero ancora intenta a guardare
l’orizzonte quando Virginia, un’amica prima che ancella
della Signora di Avalon, mi si avvicinò: era ora che mi
preparassi ad affrontare i druidi. Controvoglia scelsi qualcosa di
assolutamente tradizionale. Quei vecchi non avevano alcun senso
estetico e non avrebbero mai gradito un abbigliamento moderno. Odiavo
quella tunica lunga che impediva i movimenti. E quel colore così
spento e tetro non mi si addiceva, mentre le maniche a sbuffo della
camicia sotto il vestito le trovavo assolutamente antiquate. Mi feci
acconciare i capelli con nastri colorati e fiori freschi. La lunga
treccia mi ricadeva morbida sulla schiena. Mi alzai per affrontare
l’ignoto.
Mi diressi sicura nella foresta, il consiglio dei druidi al quale era stata gentilmente
richiesta la mia presenza si sarebbe tenuto sotto le millenarie querce.
I teli per impedire alla pioggia di disturbarci erano già
stati tirati. Quei vecchi saccenti avevano la brutta abitudine di
riunirsi sempre prima dell’orario prestabilito solo per accusarmi
di essere in ritardo. Si intromettevano sempre nella mia vita, dicevano
che dopotutto avevo bisogno di una guida essendo la più giovane
sacerdotessa di Avalon. Non sapevo se era vero, sicuramente ero
l’unica che aveva dovuto apprendere gli antichi riti dai libri e
dai druidi anziché dalla sacerdotessa che mi aveva preceduto,
mia madre ma se credevano di potermi controllare perché rimasta
orfana, si sbagliavano di grosso. Come previsto erano tutti li ad
aspettarmi con sguardo di accusa.
“siete in ritardo, signora.” Sbuffai annoiata senza
degnarli di una ben che minima risposta tanto ogni volta era la solita
storia. Sembrava quasi una formula rituale. Mi accomodai sul trono che
chiesi alle querce secolari, con cui intrattenevo un rapporto empatico
impossibile da spigare, di preparare per me, disdegnando quello
approntato dai druidi lanciando un segno forte che sperai capissero.
Sentii la risata allegra di Jacob e il suo pensiero di approvazione,
almeno potevo contare su qualcuno che non mi avrebbe mai tradito. Mio
padre si alzò in piedi e nell'aria si diffuse un acre odore, o
forse era solo la mia immaginazione a farmi sentire un odore di guai.
“principessa, come noi tutti sappiamo tra un anno compirete
diciotto anni e come le vostre illustre antenate, dovete celebrare il
compleanno con l’antico rito dell’unione.” Ecco lo
sapevo, nonostante i guai ventilati dalle loro stesse veggenti, hanno
iniziato con questa storia. Il silenzio invadeva la riunione. La parola
spettava a me e di certo avrei deluso di chi sperava che durante la mia
permanenza ad Avalon avessi addolcito il mio...caratteraccio???
Io non avevo un caratteraccio, chi osava pensarlo? Oh, oh,
più della metà di quei vecchiacci pensava che io dovessi
imparare a moderare la mia linguaccia. Bene non li avrei privati di una
mia risposta sferzante. I loro pensieri mi avevano inacidita più
del solito, quindi che non si lamentassero, era tutta colpa loro, lo
sapevano benissimo che leggevo nelle loro menti e che lo avrei fatto
sicuramente. Io quella mattina mi ero alzata con il piede giusto dal
letto e mi ero anche ripromessa di non litigare con quei vecchi
bacucchi.
“mi sembra che la questione riguardi me e me soltanto.”
Alzai la mano per zittire le proteste. “È un rito
antichissimo che probabilmente avete ragione a richiedere ma ritengo
che per il momento sia una questione secondaria. Mi avete chiesto di
partecipare a questa riunione perché una delle vostre veggenti-
non potei evitare di caricare di disgusto quella parola e un sorriso
sarcastico mi si allargò in viso- ha visto qualcosa. Sono qui
solo per questo.” Ecco, ora ero veramente soddisfatta vedendo mio
padre che sbuffava incollerito (un altro punto segnato...tutto pur di
vederlo paonazzo...e con questo siamo a due!!). Non aveva il diritto di
governare la
mia vita, gli avevo sputato in faccia queste parole più di una
volta, me lui era anche più testardo di me. Avevo preso questa
cocciutaggine sicuramente da colui che non avevo mai chiesto di
conoscere...dopotutto era un’eccezione che io sapessi il
nome del mio padre naturale, essendo che chi era concepito durante il
riti dell’unione o della rigenerazione non conosceva altro che la
madre. Ma mia madre era morta quando io ero piccola ed ero stata
allevata da lui, Agravin, signore e guida dei druidi, colui che ora mi
guardava truce. Quella sera avrei sentito una predica con i fiocchi, ma
per adesso non mi interessava. Si alzò l’unico druido con
cui avevo un buon rapporto Gaheriet e che a ragione mi considerava
degna figlia di mai madre, decisa, sicura, e che non avrebbe mai
permesso a nessuno di farsi mettere i piedi in testa, da nessuno, mai!
“Ganieda ha visto l’avvicinarsi di uno scontro. Tuttavia
non sa dire chi siano i nemici.” Non potevano darmi informazioni
utili, quindi, non che me le aspettassi da loro. Abbassai il capo ma lo
rialzai immediatamente. Tutto successe velocemente, prima una strana
tensione percorse l’assemblea, poi il branco di Jacob ebbe un
fremito. Qualcosa non andava. Presero a tremare violentemente. Corsero
nella foresta per trasformarsi. Jake mi permise di comunicare con lui.
“vampiri.” Pensammo insieme mentre un senso di inquietudine mi assaliva.
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Capitolo 5 *** Incontro ***
cap 5
Odiate l'insonnia?
no??? Bene, d'ora in poi imparerete ad odiarla....sono le 4:10 di
mattina e non riesco a chiudere occhio, per cui dopo una veloce
revisone del capitolo vi do un buon motivo per odiare le notti in
bianco...il capitolo cinque, con il tanto atteso incontro tra i due hi
hi hi...vi dico si da subito che Bella non sarà molto simpatica,
ma ci piace così (a me, a me stessa e a Io....scusate, ho manie
di grandezza). anche
questo è un tentativo per farvi scrivere un piccolo commento,
anche solo per dirmi che non volete la mia pazzzzzzia a notte
fonda....cmq....penso che posterò ancora un po', visto che ho
già scritto un po' di capitoli...e poi se le mie accanite (io
non le capisco...mah...vi adoro, sappiatelo... =)) fan si alleassero
contro di me per farmi pubblicare sarebbero guai, me le ritroverei
sotto casa con i fucili (non scherzo...una di loro sa benissimo dove
abito, sigh, mi toccherà fuggire e chiedere asilo politico in
qualche altro stato....) tuttavia non posso che dirvi: grazie, grazie,
grazie per impedirmi di fare cazzate!!! (tipo cancellare la storia....)
purtroppo non potete controllare quello che scrivo in anticipo per la
censura XD....ok, ok mi autocensuro da sola e vi lascio al nuovo
capitolo...ah ultimissimissima cosa, giuro..il capitolo è stato
riscritto più e più volte, ma non mi soddisfa ancora
totalmente, è come se mancasse qualcosa....
CAPITOLO 5 – INCONTRO
POV EDWARD
Perlustravamo la zona da quasi un’ora ormai volendo accertarci
che il territorio fosse ben rifornito di prede e che la nostra nuova
villa fosse al riparo da sguardi indiscreti prima di disfare
definitivamente i bagagli. Per qualche anno non avrei sopportato
un'altra settimana campale come la scorsa per i bagagli, e poi ad ogni
viaggio il mio
adorato pianoforte a coda rischiava di rovinarsi. Senza contare che
avevo bisogno di scaricare la tensione del pre-partenza, che era
aumentata, sull’acceleratore della mia Aston Martin. Inoltre dopo
il viaggio dovevamo cacciare, passare un paio d'ora su un aereo con un
paio di bambini piagnucolanti (la voglia di toglierli di mezzo ad un
certo punto era stata quasi incontrollabile...per loro fortuna sono un
vampiro centenario con un secolo di autocontrollo!!), anche se in
prima
classe, non era per niente rilassante e i miei nervi ne avevano
risentito. Quelli di Alice non li mettevo nemmeno in conto, in
confronto a lei quelle due pesti umane erano degli angioletti. Diceva
di
avere mal di testa, come se fosse possibile per un vampiro, per le
visioni che continuamente andavano e venivano, ma sempre niente di
definito. Ad un certo punto aveva chiesto addirittura ad uno
sconcertato Carlisle
se avesse con sé un’aspirina! Jasper aveva cercato di
rilassarla con il suo potere con il risultato di irritarla di
più. Per questo, e per uno strisciante senso di imminente
pericolo, durante quella battuta di caccia non mi sentivo tranquillo e
Jasper se ne accorse. Me ne chiese mentalmente il motivo. Apprezzai,
non volevo che la mia famiglia si agitasse inutilmente per una mia
sensazione. Che sperai rimanesse solo tale...oh oh...Un odore acre
e pungente ci colpì all’improvviso e immediatamente
l’unica cosa che la mia mente riuscì a concepire fu la
scritta lampeggiante: PERICOLO! Era un odore ferino ma disgustoso,
sapeva quasi di ammoniaca. I guai erano in arrivo. Istintivamente
indietreggiai fino a che mi trovai a cozzare la schiena contro quelle
dei miei famigliari, pronti per un attacco. Si avvicinarono
accerchiandoci una decina di grossi lupi troppo cresciuti. Le loro
menti...erano strane, così umane. I loro pensieri erano uguali,
come se la mente pensante fosse solo una, ma le loro intenzione
erano
evidentemente ostili. Sogghignai, noi eravamo pronti ad accoglierli.
Alice con i nervi a fior di pelle mi stava chiamando allarmata, non
riusciva a vedere come sarebbe finito lo scontro e non ci vedeva nel
futuro. Merda, questo non ci voleva. Alice era cieca, non era mai
successo e non era per niente una piacevole novità. Meglio non
allarmare il resto della famiglia. Carlisle, come suo solito, pensava
ad un modo per risolvere pacificamente la disputa, non voleva
combattere né rischiare di ferire nessuno, il solito amante
della vita! Decise di tentare avvicinandosi di più ai lupi con
le mani sollevate in segno di pace. Cercava di rassicurarli per dare
almeno a noi il tempo di allontanarci, ma noi saremmo rimasti con lui,
la famiglia non si divideva di fronte al pericolo,
doveva saperlo! Quello che sembrava il capo della comitiva, un grosso
lupo dal pelo rossiccio stava pensando che se Carlisle si fosse
avvicinato di più...stava pensando?? La sua mente mi sembrava
umana, è vero, ma da li a dire che è un uomo...
“Carlisle. Fermati. Ti attaccheranno se ti avvicini di
più.” Mi drizzai dalla mia posizione di attacco-difesa.
“veniamo in pace. Non abbiamo intenzioni ostili.” Mio padre
continuò a cercare una distensione. Mi avvicinai a lui.
“Carlisle...” lo chiamai di nuovo mettendolo in guardia mentre il grande lupo mi fissò negli occhi.
Scosse la testa come a scacciare un pensiero molesto. Anzi un ordine
che non avrebbe mai voluto eseguire. Qualcuno voleva incontrarci. E gli
imponeva di...trasformarsi? Chiunque fosse aveva chiamato il lupo
Jacob. Ma soprattutto gli stava mostrando il mio volto in controluce,
come nella visione di Alice. Che stava succedendo? Ero confuso e scossi
la testa come il grande lupo, Jacob o qualunque fosse il suo nome che
era ancora indeciso sul da farsi. Il suo istinto gli diceva di
attaccare e annientarci e pensava con rabbia che quella ragazza di cui
lui e il suo branco si erano assunti il piacere e l’onore di
proteggere si esponeva incoscientemente a un così grave
pericolo. Pericolo? Ah già, noi, sette vampiri vegetariani con
il pallino per la protezione animali rari! La situazione si stava
facendo molto assurda e il mio lato ironico non mi aiutava a pensare
razionalmente. Nonostante tutto quello che avevo sentito, non capivo.
Il mio potere mi stava confondendo anziché darmi una soluzione
come al solito. Lei, chiunque fosse stava pregando Jacob di ascoltarla, decisi di darle una mano per smuovere quell'ammasso di pulci.
“Jacob, portaci da lei. Veniamo in pace e non vi
attaccheremo.” Alle mie parole il lupo ringhiò con ferocia
e i suoi compagni risposero con altrettanta furia. Aspettai tranquillo che si calmassero. La mia
famiglia era allibita, anche se non lo dava a vedere. Il capo branco
prese a tremare violentemente, tremiti incontrollabili si propagarono
per tutto il suo corpo, rendendolo una macchia di rosso indistinta.
Dove prima c’era un grosso lupo ora stava un ragazzo dalla pelle
ambrata completamente nudo che ci guardava con disprezzo.
“una sola mossa falsa o improvvisa succhiasangue e siete
morti.” Si incamminò nella foresta. “volevate
parlare e adesso che ve ne danno al possibilità restate
lì impalati??”
Scortati da quei cani arrivammo in una radura
perfettamente circolare, delimitata da antichissime querce. Dei teli
proteggevano le persone riunite dalla fine pioggia che aveva iniziato a
cadere dal cielo. Al nostro ingresso le persone si ritrassero
istintivamente. Il silenzio permeava l’aria, non una mosca ronzava. Solo nella mia testa
rimbombavano rumorosi, inespressi pensieri, urlavano tutti arrabbiati e
spaventati. Tutti più o meno con termini sgarbati si chiedevano
perché lei ci avesse permesso di vivere. Non ne potevo
più di sentire lei, lei, lei, senza sapere chi fosse. Cercai una
voce femminile ma non ne trovai. Impossibile. Mi girai più volte
su me stesso ma non c’era nessuna donna nello spiazzo. Quello che
accadde dopo era ancora più incredibile. Mentre uno dei vecchi
alla mia destra si rivolse a Carlisle, sentì la sua voce.
“se volete avere la vita
salva dovrai fidarti di me. Le regole
sono semplici. 1-parleremo solo con il pensiero, tu pensa solo le
risposte, non fiatare. 2- non mostrare alcuna
emozione e guarda sempre avanti a te, verso quei vecchi scocciatori. 3-
sii sincero e non osare mentirmi, te ne potresti pentire e con te tutta
la tua famiglia, lo saprò subito se provi a fregarmi..” Ero
shoccato ma cercai di nasconderlo, nessuno mi era mai entrato nella mente in modo tanto profondo. “siete pericolosi, vi nutrite
di sangue umano...” la interruppi in malo modo, ops, forse non era la scelta migliore, ma non potevo accettare una simile accusa.
“tu lo dici...noi siamo diversi...ci nutriamo di animali...” rise incredula.
“mostrami una vostra caccia.” Adesso si che non sapevo che
pesci pigliare! Una fitta dolorosa mi colpì alla testa. Repressi
un ringhio e una smorfia. “non avete molto tempo. O fai come dico
io o vi attaccheranno, e la cosa mi riempirà di soddisfazione
perché sarò io a dare l’ordine.”
Rise
maligna, non scherzava affatto, ma nella sua voce sentii note d'urgente
preoccupazione. E chiunque fosse non aveva pazienza nè
tempo...anzi quello mancava a noi.
Mi concentrai affidandomi totalmente a lei e bloccai ogni altro tipo di
pensiero facendomi
invadere dal ricordo della battuta di caccia di qualche giorno prima.
Io e i miei fratelli che corriamo nella foresta, Carlisle che uccide un
cervo, Esme che con grazia abbatte un altro esemplare dello stesso
branco, Alice che mi sfida a chi prende prima un puma e Emmett che
rincorre un orso, Rose che lo rimprovera bonariamente di non giocare
come un bambino. Jasper che si fionda su un grosso alce.
“vi cibate di animali?” sbuffai spazientito, come se non
glielo avessi detto. Interruppi il flusso dei ricorsi proprio mentre
rievocavo le sensazioni di potenza e vitalità che provai nell’uccidere il puma. Sentii
la “presenza” trasalire e la barriera che aveva eretto per
proteggere la sua mente crollò quanto bastava per farmi scorgere
un vampiro che si avventava sulla sua preda, una donna che cercava di
proteggere...un’altra fitta di dolore.
“non entrare mai più nella mia mente. Quelli che rischiano
siete voi. Non io.” Il suo tono gelido non prometteva niente di
buono, sicuramente me l’avrebbe fatta pagare. La sentii ridere
del mio pensiero. “stai sottovalutando il nostro potere. Siamo in
grado di annientarvi!”
“si, si, solo animali.” Risposi alla sua precedente domanda per
farle dimenticare la mia scortese intrusione, non so come ma lo aveva
percepito. Ora capivo i miei fratelli quando si lamentavano del mio
potere. Era una invasione così intima.
“forse posso fare qualcosa per voi...” e con queste parole
sentii la sua presenza uscire dolorosamente dalla mia testa, come se lo
avesse fatto apposta. Riportai la mia attenzione a Carlisle e al
vecchio che stava parlando.
“...non siete i benvenuti. Non possiamo permettervi di continuare
a vivere. Portate solo morte e...” avrebbe continuato ad
insultarci se qualcosa non avesse distolto la sua attenzione. Volse lo
sguardo al sentiero. Ascoltai la sua voce irosa.
“come si permette di tornare indietro!? L’abbiamo fatta
andare via apposta. Rischia troppo in questa situazione, la vogliamo
proteggere e lei ci sputa in faccia. Non possiamo perdere la
principessa prima che ce ne sia un’altra...”
La principessa
entrò nella radura, scortata dai lupacchiotti di prima che le si
disposero ai lati come se fossero la
sua guardia personale. Molti di loro ringhiavano contro di noi. Dal
nulla la ragazza fece apparire un trono dalle querce. La scena mi
ricordava molto una favola dei fratelli Grimm e mi sarei messo a ridere
se la situazione non fosse stata così maledettamente seria. O si
trovava una soluzione al più presto o saremmo morti, o
più propriamente avremo fatto un bel falò. Mi rivolse uno
sguardo fugace prima di rivolgersi all'uomo che parlava con mio
padre.
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Capitolo 6 *** Soluzione ***
cap 6
Hello gente...avete fatto qualcosa di interessante questo week-end? Io
ho fatto massacrare i Catari, mi sono dilettata a far litigare Federico
II con il papa, un tale antipatico!! Poi, poi...ah, si!!! Ho
supervisionato alla reconquista spagnola e per concludere in bellezza
ho fatto partire per la Cina Marco Polo!! XD scusate il delirio ma ho
un esame importantissimo nei prossimi giorni per cui questo sarà,
credo l'ultimo aggiornamento, almeno per un
po' di tempo...gli esami non sono finiti ma vanno avanti fino ad ottobre e poi rinizia anche l'università! sigh...e
poi come se non avessi già abbastanza cose da fare, la mia mante
malata ha deciso di partorire adesso
(forse come reazione allergica alla storia medievale, mah) altre due ff
(sono in corso di gestazione e prima di pubblicarle passerà
qualche mese perchè voglio almeno scriverne almeno
metà...), ha deciso di pubblicare una ff sui Tokio Hotel (giuro,
è una lunga storia, la ff l'ho scritta quasi un anno fa per una
specie di scommessa, è lì nel suo cassettino che bussa
insistente per
essere pubblicata, secondo voi che dovrei fare???) e mi ha bloccata
invece ad un capitolo
fondamentale di questa storia....quindi riassumendo, ci sentiamo presto
presto, promesso...magari per festeggiare l'esame andato bene (pregate
per me, please...) posterò....e ora un piccolo saluto a....
feffira: Uh uh
un'altra adepta... =) scusa mi si è fulminato il
cervello a forza di rileggere "Le nebbie di Avalon"....a parte gli
scherzi idioti che mi fa la mia mente sono
molto contenta che la mia storia ti piaccia e sono ancora più
felice che tu la trovi bellissima, ho sempre bisogno di nuove
sostenitrici!!! grazie mille, ciao!!!! =)
psawyer414:
per me sei un mistero, amica mia!!! sai già come si evolve la
cosa... =) se intendi però che vuoi il benedetto nuovo capitolo
che ti sto promettendo da un mese, beh, dovrai aspettare
perchè proprio non so scriverlo...ah, ciaooooo!!! anche a te,
ogni tanto mi prendi troppo alla lettera....hi hi hi...
Isy_264:
io adoro i bradipi, soprattutto se recensiscono e mi sostengono...=) e
poi sono simpaticissimi (vedi Sid...)...beh la mia Bella ha un
carattere forte solo quando vuole lei (perchè è anche
fragile e bisognosa di protezione ed Edward sarà lì
ad offrirgliela naturalmente...) e i vampiri sinceramente non le stanno
molto simpatici, diciamo che ha dei giustificati pregiudizi nei loro
confronti, nei precedenti capitoli ho lasciato qualche indizio sul
motivo di tanto odio ma per svelare il mistero ci vuole ancora qualche
capitolo (sinceramente non so nemmeno io quanti...) cmq i misteri
aumentano nel prossimo capitolo giusto per complicarmi la vita!!! ah ah
ah...ciao!!!
CAPITOLO 6 – SOLUZIONE
POV BELLA
Entrai nella radura sotto lo sguardo vigile e arrabbiato di Jacob, la
mia fedele guardia mi girava attorno irrequieta. Mi avevano costretto
contro la mia volontà ad allontanarmi, non mi volevano nello
stesso posto con dei vampiri, secondo loro ostili. La conversazione di
prima mio malgrado mi era piaciuta. Ero rimasta colpita da lui e in
qualche modo mi affascinava. Avevo scelto apposta lui, non sapendo del
suo potere, in teoria non avrebbe potuto vedere nella mia mente senza
un dono speciale. Se il suo viso aveva tormentato le mie notti doveva
esserci un significato. Mi ero dimostrata, anche perché lo
volevo fortemente, che la mia fiducia in loro era stata ben riposta.
Aprii la mente per toccare quella di mio padre che urlava come un
ossesso perché avevo osato tornare e mi lanciava lampi di
avvertimento con gli occhi. Bene se fossi sopravvissuta, quella sera la
predica sarebbe stata doppia. Non ritenni necessario spiegargli che
l’affascinate vampiro dei miei sogni poteva leggere nel pensiero
la qual cosa un po’ mi aveva sorpreso. Non credo possibile che
quegli esseri potessero avere poteri. Forse l’errore era alla
base, in un piccolo e semplice pregiudizio verso i vampiri. Tutti
stavano pensando che degli esseri guidati dall’istinto non
meritassero di vivere, soprattutto perché si cibavano di vita
umana. Non eravamo tanto migliori degli uomini...come loro ci
ritenevamo superiori, anche se a ragione, i nostri poteri non erano
indifferenti. Tornai ad osservarlo, era ancora più bello che nel
sogno. I suoi occhi dorati che avevano seguito ogni mia più
piccola mossa, mi guardavano indagatori. Si stava sforzando di capire
cosa mi passasse per la mente, ma per il momento non gli avrei permesso
di sondarla. Mi alzai in piedi, era il mio turno. Presi una grande
boccata d’aria, sperando per il meglio.
“il mio pensiero è di permettere loro di rimenere in
vita.” Mi ero aspettata proteste, ma il silenzio assoluto proprio
no. Era meglio combattere contro urla feroci che contro il nulla,
almeno sapevo contro cosa stavo andando. Mi imposi di restare calma, la
tempesta sarebbe scoppiata tra poco, stavano solo registrando le mie
parole. Trascorse qualche minuto di un silenzio tanto profondo da
risultare innaturale e inquietante, nemmeno la pioggia faceva rumore e
sugli alberi gli uccelli avevano perso la loro voce, prima che come
previsto si scagliarono contro di me con tutto il fiato che avevano in
corpo e tutti insieme. Galline starnazzanti!!! Sentivo i licantropi
ringhiare furiosi, Jake addirittura ululava come se le mie parole gli
avessero provocato un dolore fisico, era straziante. La mia parola non
era decisiva ma in qualche modo vincolante, nessuno voleva avermi come
nemica e quindi tenevano sempre in considerazione ciò che
dicevo. Sperai che anche quella volta fosse così. Mio padre, per
fortuna, mi stava venendo mal di testa, impose il silenzio. Mi
guardò con occhi di fuoco. Ecco, ci siamo. La sfuriata non se la
terrà per dopo.
“avete sondato le loro menti, non è così?”
“potreste parlare come se noi non fossimo presenti?”
borbottò uno dei vampiri dagli occhi dorati. Era grosso e un
po’ buffo, nei ricordi di suo fratello stava cacciando un orso. E
un po’gli assomigliava. Io risi, per la sua innocente
ingenuità e per la sua tenera spontaneità, ma come al
solito quel vecchio bacucco che mi ritrovavo come padre non aveva senso
dell’umorismo.
“non siete stati interpellati...” lo rimproverò
duramente. Anche il biondo che sembrava il padre famiglia gli disse di
stare zitto. La situazione mi stava fuggendo di mano. Sfruttai il mio
potere per parlare in privato con il capo druido escludendo dalla
conversazione tutti i druidi e i licantropi. Il vampiro, invece,
avrebbe potuto ascoltare la trattativa ma non i miei pensieri.
“padre, so che non ti
piacciono. Ma ho scrutato nei loro cuori e non c’è
cattiveria. Si cibano di animali, non di uomini.”
“non è questo il
problema...devo proteggerti! Anche da te stessa se necessario! Sono
idee non adatte a una persona del tuo rango!” che
c’entrasse il fatto che fossi la Signora di Avalon, non lo
capivo. A maggior ragione dovevo impegnarmi per loro! Quando mia madre
era viva, spesso mi parlava dell’amore che noi sacerdotesse
dovevamo nei confronti della vita, in tutte le sue forme. Tentai
un’ultima pericolosissima carta, il baratto.
"lasciali liberi e io celebrerò il mio compleanno, compirò il rito.”
Mancava ancora quasi un anno intero. Sicuramente avrebbero fatto di
tutto per farmelo celebrare il prima possibile forse addirittura tra
due mesi, i due mesi necessari per i preparativi. Il che voleva dire
che avevo solo otto settimane per digerire la cosa se avesse accettato
la mia proposta. Ma come mi era venuta un’idea del genere?? Avrei
dovuto mordermi la lingua. Ero stupita di me stessa, io non cedevo mai
davanti alle imposizioni altrui, e il rito lo era, era
un’imposizione del mio essere la Signora di Avalon. Quegli occhi
fissi ancora su di me, perforandomi l’anima, mi avevano
totalmente stregato. Pur di poterli rivederli stavo andando contro ogni
mio principio. L’importante era che mio padre in quel momento
riflettesse sulla mia proposta. E infatti era taciturno da quasi due
minuti, era una proposta troppo allettante per farsela sfuggire,
mi avrebbe potuto comandare senza difficoltà, ricordandomi che
l’idea era venuta da me. Maledirsi in mille modi era inutile,
come del tutto vano e controproducente tentare di tornare sui miei
passi...e poi c’era lui in pericolo...
“perché?”
ops, questa domanda non era prevista e adesso come rispondo??
Perché l’ho sognato e perché mia madre me lo
indicava sorridendo in una visione? Perché in lui
c’è qualcosa di tremendamente famigliare? Oppure
perché i suoi occhi mi stanno facendo impazzire e se va avanti
così potrei anche cedere a pensieri non proprio casti? Meglio
tenersi su qualcosa di generico...
“il compito di una sacerdotessa
di Avalon è proteggere la vita che merita di essere protetta.
Non sono pericolosi come gli altri esemplari della loro specie, si
confondono con gli umani molto meglio di alcuni di noi, sono portati
alla comprensione della vita e alla compassione, hanno cura degli altri
e si amano tra di loro...” volente o nolente il vampiro
dai capelli ramati mi aveva fornito molte accurate informazioni, come
il rapporto che intercorreva tra i vari membri della sua famiglia, le
sue due lauree in medicina (questo particolare era del tutto inutile e
superfluo oltre che per me insignificante...), la professione medica
che il capo famiglia, Carlisle, se avevo capito bene il nome,
esercitava con passione e con in modo caritatevole, la immensa forza
d'amore di cui era capace la madre Esme...
“come vuoi, se ne sei sicura,
anche se non capisco perché ti sacrifichi per loro...non dopo
quello che ti hanno fatto. Io non perdono e ho troppe riserve,
preferirei che se ne andassero lontano da qui ma su questo punto non
voglio discussioni, dovranno andarsene. E tu non credere di poter
tornare indietro, hai promesso che celebrerai il rito e la festa
dell’unione si svolgerà nella data pleaseche
deciderà il consiglio.”
Bene, mi ero scavata la fossa con le mie stesse mani, ma lui almeno
aveva una possibilità. Naturalmente aveva ascoltato attento
tutto il nostro scambio di battute. Mi guardava perplesso, non capendo
su cosa avevo ceduto, ma finalmente rilassato.
“grazie.” Mi disse solo prima di voltarsi a comunicare velocemente agli altri la soluzione.
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Capitolo 7 *** Jacob! Sei una testa calda! ***
cap 7 storia 1
Sorpresa!!! Sono di
nuovo qua!!! ih ih ih..come al solito grazie a chi ha messo la mia
storia tra i preferiti, tra i seguiti e chi legge soltanto...grazie
anche a chi recensisce, e mi piacerebbe sentire anche qualche
altra opinione su questa storia =) e non fatevi problemi a chiedere!!
(vero Isy_264??? voglio sapere che ti passa per la mente!!!) uh, uh in
realtà una sorpresa
vera c'è, il prossimo capitolo è dalla parte di Jacob, il
nostro bel (?!) lupacchiotto, il primo e l'unico capitolo così per
quello che mi è dato sapere dai protagonisti...hi hi hi, tra un
po' mi si ribelleranno contro...ciao!!! Ah, dimenticavo, è un
capitolo di passaggio...quindi non restateci male alla fine! Io vi ho
avvisato....
CAPITOLO 7 – JACOB! SEI UNA TESTA CALDA!
POV JACOB
Quindi? Non ci stavo più capendo niente. Non ci potevamo
scontrare con quelle fecce di succhiasangue? Mi voltai confuso verso la
mia dolce Bella. Non potevo crederci, si stava facendo abbindolare da
quell’essere, lo osservava assorta e rapita. Dovevo interrompere
quel legame o si sarebbe fatta fregare...come non detto. Ecco lui stava
ringraziando, in qualche modo Bella aveva convinto quell’allocco
di suo padre. Sentì Seth alla mia destra che se la rideva per i
miei pensieri. Gli intimai di stare zitto, ero già abbastanza
irritato, un'altra parola e lo avrei attaccato anche solo per sfogare
un po' della frustrazione e della rabbia che provavo. Presi la mia
forma umana, se restavo animale non mi avrebbe degnato di uno sguardo,
perchè quella testarda mi doveva qualche spiegazione, mi aveva
estromesso volontariamente dalla possibilità di ascoltare i suoi
pensieri. Lessi subito sul suo volto la disperazione e sapevo bene che
quella notte avrebbe pianto, aveva fatto qualcosa impulsivamente e se
ne stava già pentendo.
“Jake, per favore...portami via.” Prese la mano che le
porgevo e la strinse tremando, aveva l’aria colpevole come se
avesse accettato il più terribile dei compromessi...non poteva
essere, perché lei non aveva niente da offrire ai druidi per
imporre la sua volontà...o forse...
“Jacob, non guardarmi così per favore...” lei, lei
mi stava rimproverando?! Lei che aveva ceduto sul compleanno per
salvare delle sanguisughe?! Non riuscì a trattenere alcune
lacrime che prepotenti le solcavano il suo tenero viso. Io ero il suo
amico più fidato e sapevo cosa si stava agitando nel suo animo.
Ci eravamo autoimposti di non innamorarci o ne avremmo entrambi
sofferto qualora io avessi avuto l’imprinting con un’altra
donna, quindi solo amici ma la capivo come se fosse parte della mia
anima e vederla così mi dilaniava...
“Jake, smettila. Jacob!!!!” mi chiamava allarmata,
perchè senza accorgermene avevo preso a tremare, stringendo
eccessivamente la sua mano tra le mie. Mi stavo facendo prendere dalla
rabbia e mi stavo per trasformare. Accidenti! Erano anni che non mi
succedeva...colpa di quegli esseri spregevoli. Lasciai la sua mano e mi
voltai per andarmene.
“succhiasangue, ti conviene andartene dall’altra parte.
Esattamente lontano da lei.” Mi voltai non appena sentii il suo
odore pungente farsi più vicino, mi avventi sul vampiro dai
capelli bronzei che aveva fatto perdere la testa alla mia amica e lo
allontanai da Bella che scoppiò a piangere. Non riusciva a
trovare la calma necessaria a riprendere possesso della sua voce. Ma
che le stava succedendo? Era sempre stata forte, anzi una volta
addirittura per non farsi vedere piangere aveva provocato una piccola
pioggerella che ne nascondesse le sue lacrime. Ero sempre avvinghiato a
quell'essere spregevole e gli tirai un pugno in quello stomaco di
marmo, mi accanii violento contro di lui, volevo fargli pagare tutto il
dolore che provava Bella. Se lui e la sua dannata famiglia non fossero
arrivati a Eyam, lei sarebbe ancora felice e niente l’avrebbe
fatta piangere, ero protettivo nei suoi confronti, forse troppo ma lei
era la mia migliore amica, oltre che la mi a Signora. Un pugno, un
altro, sinistro, destro e poi di nuovo. Mi accanivo su di lui con
rabbia, con ferocia. Ancora poco e mi sarei trasformato per saltagli
alla gola e staccargli la testa. Sarebbe stato facile ucciderlo e ne
sarei stato felice. Io e lui, la sua famiglia sarebbe stata affrontata
dai miei compagni. Bella non voleva la guerra ma lui aveva osato
avvicinarsi a lei e io avevo promesso di proteggerla a qualsiasi costo,
anche se voleva dire perdere la vita...Intanto il vampirello non
reagiva e non sembrava voler combattere, se ne stava immobile con le
braccia lungo i fianchi a prendere i miei colpi. Improvvisa una forza
mi bloccò i movimenti, ringhiai infuriato. Evidentemente qualcuno aveva ritrovato la calma. I miei pensieri in quel momento non erano molto carini.
“farò finta di non aver sentito niente...” Bella era irritata, aveva smesso si piangere ma i suoi pensieri erano ancora pieni di lacrime.
“Jake stai fermo. La mia pazienza è agli sgoccioli e non
riesco più a...Jake!” più tentavo di liberarmi
più la sua forza scemava. Era dannatamente brava con quei
giochetti mentali ma se non riusciva a mantenete la
concentrazione...nessuno si muoveva oltre a me e al vampiro. I druidi
tutt’attorno trattenevano il fiato ma non osavano intervenire.
Quel vecchiaccio del capo doveva aver dato ordine di non alzare un dito
per evitare che quel patto assurdo venisse rescisso. Ora capivo Bella
quando diceva che era interessato ai suoi interessi. Nemmeno i miei
compagni si muovevano, mi sentivo tradito da loro e da Bella,
sicuramente era stata lei a dar ordine di non aiutarmi, loro potevano
solo ululare frustrati, non potevano disubbidire ad un ordine della
Signora di Avalon che avevamo giurato di servire. La famiglia di
vampiri osservava preoccupata lo scontro ma avevo sentito distintamente
lui dire di stare fermi qualunque cosa fosse successa. Ero solo io che
trovavo quel patto così assurdo da non avere senso? Ringhiai
ancora forzando il blocco, ancora poco e sarei riuscito a muovermi e
forse a trasformarmi. Quell’essere infido si era rialzato
ridacchiando presuntuoso, guardandomi con occhi colmi di sfida.
“buono cagnaccio.” Quello sfrontato rideva di me, rideva di
me! Ringhiai furibondo, come osava prendermi in giro?!, ma non riuscivo
a liberarmi né a trasformarmi. Ma era giunto il mio turno di
ridere. Bella sapeva essere molto vendicativa quando voleva...lo aveva
bloccato, proprio come aveva fatto con me, forse lo avrebbe fermato
anche senza il mio intervento. Dopotutto lei aveva paura dei vampiri e
non avrebbe mai permesso che qualcuno di quella razza le si
avvicinasse...
“e ora se volete scusarmi...” e così uscì di
scena ma non mi permise di seguirla ancora troppo arrabbiata con me, la
nebbia richiamata da Avalon l’avvolse nascondendola alla nostra
vista. Mi rivolse solo un ultimo pensiero privato e pieno di delusione.
"Jacob! Sei una testa calda!"
Il vampiro sparì in un attimo dalla mia visuale ma
non mi diedi la pena di seguirlo, ferito dalle mie stesse azioni.
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Capitolo 8 *** Tre mesi dopo ***
cap 8 avalon
Per la vostra gioia sono di nuovo qua...allora, innanzi tutto alcune precisazioni...
- il capitolo
precedente mi serviva solo per far uscire di scena Bella, e non era
certo uno dei miei preferiti, anzi non mi piaceva per niente...
- Jacob sa essere
un buon amico ma quando sconfina nell'iper protezionismo nei confronti
di Bella sbaglia, perchè tutti i migliori amici possono
sbagliare, nessuno è infallibile. Detto questo Jake vuole molto
bene a Bella ma non ne è innamorato (come nei libri della zia
Meyer, finchè è un amico mi sta simpa quando poi, anche e
soprattutto a causa dei comportamenti ambigui di Bella si innamora,
diventa quasi insopportabile...e poi mi disp ma io tifo e tiferò
sempre per il mio vampirello o avrei scritto una ff su un possibile
amore tra i due, mi hanno anche chiesto di scriverla ma niente non mi
viene una trama decente, perchè poi bella torna sempre da
edward..che ci vuoi fare???) e odia vedere Bella soffrire, spero di non
averlo strapazzato troppo...
- recensioni!!!
- psawyer414: già,
lo sai bene come la penso su Jacob, io sono una fan di Edward ma mi
dispiace per la batosta emotiva che il lupacchiotto riceve nei
libri...ma finchè fa l'amico però è l'amico
perfetto!
- Isy_264: in
bocca al lupo per l'esame!! non sei di parte...hi hi hi...per come ho
concepito Jake (senza preconcetti...)vorrei che risultasse
simpatico...il capitolo era di passaggio perchè adesso arriva
l'incontro tanto atteso!!! (anche da me sinceramente, mi stavano
facendo impazzire, quei due vogliono stare insieme e non posso tenerli
divisi a lungo....)
CAPITOLO 8 – TRE MESI DOPO
POV BELLA
La noia si stava si era impossessata di me e probabilmente sarebbe stata la causa della mia morte.
“ancora un po’ di pazienza...” pensavo disperata da
quasi una settimana, da quando la campanella della prima ora aveva dato
inizio a quel nuovo anno scolastico. Mancavano ancora alcune ore prima
che potessi uscire da quel buco chiamato scuola e cercai di infondermi
coraggio. Come tutti gli anni addietro avevo convinto mio padre a farmi
seguire delle lezioni in un liceo pubblico qualsiasi, nonostante fosse
per me una tortura e fossi molto più preparata dei professori.
Ma volevo sentirmi una ragazza normale di quasi diciotto anni.
Quest’anno però era tutto più difficile da
sopportare forse perché tra un mese avrei celebrato quello
stramaledettissimo compleanno e avrei dovuto occuparmi dei preparativi.
Respirai a fondo, rischiavo di farmi assalire dalla rabbia a pensare
che io la signora di Avalon mi ero cacciata in un guaio che a cui non
potevo sfuggire! L’ennesima discussione per cercare di scampare
al mio destino con mio padre si era conclusa con un’ennesima
sfuriata del capo druido e in più mi era stato assicurato che
Marion si sarebbe occupata dei preparativi, per cui non avrei dovuto
pensare a niente. Il sospetto che Marion se la facesse con mio padre
era sempre più forte. Sospirai pensando agli aspetti positivi di
quella tortura, oltre a sentirmi normale potevo approfittare di qualche
ora di libertà senza il controllo ossessivo di nessun licantropo
o druido o servitore di Avalon. Tuttavia da qualche mese tutti erano
diventati più protettivi nei miei confronti, da quando...lo
stavo rivedendo, ancora una volta, un’ennesima volta, da quando
per salvarlo avevo accettato di celebrare il compleanno...ogni volta
che mi perdevo a ripensare ai suoi occhi aumentava la convinzione che
quel sacrificio fosse stata una cosa buona e giusta.
“signorina Swan, le dispiacerebbe onorarmi della sua
attenzione?” quel barboso professore di una non ben precisata
materia mi richiamò alla realtà, non credevo che fosse
così palese che fossi persa nei miei pensieri. Accennai uno
“scusi” sottovoce abbassando gli occhi imbarazzata.
“bene, ora che tutti siete presenti sul pianeta terra”...ci
mancava solo il professore che oltre a distogliermi da quegli intensi
occhi color dell’ambra, cercava di fare lo spiritoso!
“posso presentarvi il vostro nuovo compagno di classe. Avevo
già annunciato che avreste avuto un nuovo elemento che spero
aumenti la media assai scarsa di questa classe. Entri pure signor
Cullen.” Quell’uomo amava la teatralità...e per poco
non caddi dalla sedia quando lo vidi. Spensi il cervello e venni
risucchiata nel vortice dorato dei suoi occhi, non interrompeva il
contatto visivo e io non potevo far altro che bearmi di quella visione.
Intanto il professore lodava gli ottimi voti del nuovo studente
ottenuti nella sua precedente scuola e bla, bla, bla...ma non avevo
tempo per ascoltarlo. Quello sarebbe stato il nostro ultimo sguardo,
recisi malvolentieri il contatto di sguardi e scattai in piedi.
“signorina Swan, si può sapere che le prende oggi?”
il professore mi guardò interrogativo e piuttosto scocciato,
odiava essere interrotto.
“mi scusi, non mi sento molto bene. Vado un attimo in bagno a
prendere una boccata d’aria.” Non aspettai nemmeno la
risposta dell’insegnante e mi diresse alla porta, passando vicino
al vampiro gli lanciai un’occhiataccia carica di significati,
accompagnandola con un’unica frase mentale per ribadire il
concetto.
“andatevene. Non potete restare qua. Non siete i benvenuti.”
Avevo sacrificato alcuni miei principi per loro e non potevo permettere
che la casualità, o la loro cattiva sorte, che dir si voglia, li
esponesse di nuovo al pericolo. Oh, mi raccontavo tante bugie, io non
volevo che lui corresse il pericolo di trovarsi addosso licantropi e
druidi perché in qualche modo il mio cuore aveva capito molto
prima della mia mente che mi piaceva. Per cui prima che Edward potesse
anche solo pensare una risposta adeguata, avevo già raggiunto la
porta dell’aula e schermato la mente da presenze indiscrete e
indesiderate, non volevo che niente interferisse con la fuga da lui e
dai miei sentimenti.
POV EDWARD
Ma che palle ‘sto qua! Quanto la fa lunga. Avevo cercato di
convincere i miei fratelli a prenderci un anno sabbatico ma Carlisle
aveva ragione, se volevamo confonderci con gli umani dovevamo
continuare con la sceneggiata della scuola. Così stava per
iniziare un nuovo anno scolastico, in una nuova città.
Contrariamente al solito avevo deciso di dichiarare quasi 18 anni da
compiere in modo tale che la tortura del liceo sarebbe durata poco e
poi avrei finto di andare all’università, un piano tanto
semplice quanto ben congeniato. Per accontentare i druidi ci eravamo
trasferiti nel nuovo mondo in una cittadina perennemente coperta
da una coltre di nubi, Forks. Era perfetta per noi, potevamo
permetterci di uscire anche di giorno. Alice non aveva previsto
problemi lontano dall’Inghilterra, lontano da lei. Lei, il suo
viso, i suoi occhi, il suo profumo. Mi ricordavo tutto di lei e tutti i
ricordi mi facevano stranamente male. Avrei voluto anche solo sapere il
suo nome, no, mentivo a me stesso, avrei voluto conoscerla, parlarle e
sapere che era felice che io mi fossi salvato. Forse stavo correndo
troppo con la fantasia. Egoista! Per me e la mia famiglia aveva
rinunciato ad alcuni suoi principi ed era una tortura peggiore
della scuola sapere che molto probabilmente per colpa mia stava
soffrendo. Era assolutamente impensabile che ci rincontrassimo eppure
io lo speravo, annegavo nel desiderio di rivederla. Quando
l’avevo fissata negli occhi il mio cuore era tornato a battere
per un solo istante. Oh, forse se quell’uomo ha finito di
rimproverare una certa signorina Swan, potremmo anche dare inizio a
questa ennesima pagliacciata. Presi un enorme respiro, era arrivato il
momento di entrare in scena e non era consigliabile per me vampiro
respirare in una classe piena di giovani cuori pulsanti. Probabilmente
era una misura non necessaria dati il mio grande autocontrollo e il
fatto che avevo ancora nelle narici la dolce e inebriante fragranza di
lei. Comunque poche storie non voglio rischiare e poi...non lo avrei
mai ammesso ad alta voce, ma spesso mi comportavo da vampiro abbastanza
schizzinoso e non volevo che insulsi odori umani mi entrassero dentro.
“entri pur signor Cullen.” Il mio momento era arrivato.
Quest’uomo aveva un forte senso della teatralità, avrei
preferito che non mi puntasse i riflettori addosso. D’altronde
non posso pretendere di presentarmi a semestre iniziato come se niente
fosse, già la bellezza della nostra specie attirava
l’attenzione...non avevo ancora varcato la soglia e sentivo
distintamente l’eccitazione delle ragazze e l’agitazione
del sesso maschile preoccupati che potessi “cacciare”
nel loro territorio, al pensiero trattenni a stento un sorriso. Non
respiravo eppure sentivo qualcosa solleticarmi l’olfatto, la
presenza di un odore che voleva invadere i miei sensi e ottenebrarli.
Dovevo verificare la mia sensazione e respirai un poco e sentii...il
suo profumo. Il suo profumo? Che ci faceva in quell’angolo
sperduto di mondo? Credevo abitasse in Inghilterra. Seguii la scia
finché non incontrai i suoi occhi, rimanemmo così,
incatenati in un attimo eterno, mentre l’uomo accanto a me
continuava a ciarlare di medie, rendimenti e non so cos’altro.
Solo lei mi interessava, lei che scattò in piedi e mi rivolse un
solo inequivocabile pensiero.
“andatevene. Non potete restare qua. Non siete i benvenuti.” Sbatté
la porta uscendo, fingendo un malessere, pregai che fosse lo stesso
mio, quello che provavo nel cuore ad averla così vicina eppure
così lontana.
“scusi professore...” non degnai di uno sguardo
l’uomo che urlava imbestialito e la seguì. Cercai il suo
odore, la sua presenza, ma sembrava sparita nel nulla. Uscì di
corsa dall’edificio scolastico e mi inoltrai nella foresta poco
distante. Se avevo capito qualcosa di lei era che aveva un rapporto
particolare con la natura. Ero cieco senza il mio olfatto e il mio
potere, mi abbandonai semplicemente all’istinto cercando indizi
che mi indicassero dove trovarla. Corsi a casaccio finché una
densa foschia si addensò attorno alle mie caviglie, ricoprendo
il suolo e indicandomi la sua vicinanza. Avanzai deciso fino a che non
mi ritrovai in una radura perfettamente circolare.
“fermati.” Mi fissava dall’altro lato del cerchio,
nei suoi occhi la tacita preghiera di assecondare la sua richiesta. Ma
tradivano anche qualcos’altro...la speranza che la raggiungessi,
forse? Abbassò le palpebre precludendomi la possibilità
di comprenderla. “esatto” rise nervosamente.
“posso sapere almeno il tuo nome?” sapevo benissimo che si
chiamava Bella, lo avevo letto nella mente di qualche suo compagno
sorpreso dalla sua reazione ma volevo sentire ancora la sua voce e
cercare di intavolare una conversazione.
“perché mi segui?” ok, aveva saltato i convenevoli.
Rise ancora cercando di spezzare la tensione. Scrutava la mia mente
senza che me ne accorgessi o potessi impedirlo, questa volta la sua
presenza nella mia mente non era dolorosa, ma silenziosa e
impercettibile. “sono pochi i vampiri che ho incontrato e non
avevano di certo intenzione di fare due chiacchiere...”
“è il sangue di animale. Rende più facile la
convivenza con gli umani e ci permette di avere relazioni più
sincere. Ci fa sentire più umani.” Confessai, inciampando
quasi sulle mie stesse parole per la fretta di parlare, un vampiro con
difficoltà di lessico non si era mai visto. Chissà
perché le raccontavo queste cose, inutile mentirsi, volevo che
mi conoscesse meglio e si fidasse di me. Avanzai di un passo.
“fermati per favore.” La voce caricata di un’antica
paura le uscì in un sussurro. “mi dispiace ma non riesco
ancora a sentirmi a mio agio con te vicino.” Si torturava le
mani, come una timida ragazzina umana che confessava il suo segreto
più imbarazzante. Mi fece una certa tenerezza per cui arretrai
fino alla linea degli alberi.
“quando ti sentirai più sicura farò un passo verso
di te a costo di metterci ancora cent’anni di non-vita per
raggiungerti. Voglio conoscerti.” mi guardò sorpresa dalle
mie parole. mi voltai per andarmene e il sole mi colpì in pieno.
La guardai un’ultima volta sapendo bene cosa stava vedendo. Il
mio volto in controluce, come nella visione di Alice. Le sorrisi.
“a scuola ti eviterò, se lo vorrai, ma promettimi che dopo
le lezioni ci incontreremo qui, per parlare.” Non attesi la sua
risposta, non avrei sopportato un rifiuto e me ne andai.
Allora che ne dite?
Accetterà Bella di incontrare Edward nella radura dopo scuola o
avrà troppa paura dei vampiri e dei suoi sentimenti? vi lascio
con il dubbio anche perchè credo che per una settimana
sparirò...ma poi ritorno =) magari anche con una nuova ff che,
contrariamente alle mie aspettative, ha preso forma velocemente e si
è scritta quasi da sola!!! per ora recensite!!!!!
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Capitolo 9 *** Lite, Patto e Richiesta d'Aiuto ***
cap 9 avalon
Ciao!!! ok, ok,
lo so è quasi un mese che non aggiorno la mia storia e voi
fedelissimi che mi seguite avete ragione a darmi per dispersa. ma non
disperate!! sono qua e vi chiedo scusa XD basta? no, vero? volete il
capitolo, non i meii deliri....ok, ok vi accontento subito...ciao!!
CAPITOLO 9 – LITE, PATTO E RICHIESTA D’AIUTO
POV BELLA
Il suo volto in controluce era la cosa più sconvolgente che
avessi mai visto, nemmeno nel mio sogno la visione era stata
così sublime. Poca luce filtrava tra le fronde degli alberi e il
suo volto possedeva una sua lucentezza che lo rendeva così,
così...non avevo parole per dirlo. La mia mente continuava e
dire “WOW!!” non
solo la mia mente perdeva colpi ma anche il mio cuore saltò
qualche battito. Mi rimproverai...lui era il nemico e io mi stavo
facendo abbagliare!! Dovevo mantenere una parvenza di dignità ma
mi accasciai su un masso sperando solo che non tornasse sui suoi passi,
o che figura avrei fatto!! Rimasi a fissare il punto in cui avevo avuto
quella meravigliosa visione finché anche le ultime luci
lasciarono il posto alla notte. Idiota!rischiavo che mio padre mi
facesse controllare dai licantropi andando contro l’accordo di
libertà faticosamente raggiunto per questo mio ritardo. La cosa
migliore era sapere che non lo avrebbe fatto perché era il
capo-druido ma perché a me ci teneva veramente, come un padre
preoccupato per la propria figlia. O almeno era questo che continuavo a
ripetermi mentre tornavo il più in fretta possibile nel
parcheggio della scuola. Dovevo sbrigarmi, era proprio tardi e se un
licantropo fosse arrivato lì, avrebbe potuto cogliere
l’odore di vampiro ed era l’ultima cosa che volevo. Non
sapevo ancora come mi sarei comportata ma non appena mi aveva chiesto
di incontrarlo in quello spiazzo dopo le lezioni, la mia mente era
stata visitata da immagini di me e di lui in quel luogo, abbracciati
teneramente. Convinta che quella fosse una visione, che mi
preannunciasse il mio destino, poiché al destino non si
può fuggire, avevo accettato serenamente la sua proposta. Certo
non potevo giurare sulla Goccia che non fossero immagini partorite
dalle mia voglia di conoscerlo e di amarlo. Amarlo?? Ops, forse ero
troppo coinvolta e sarebbe stato meglio se me ne fossi andata da quel
paesino sperduto. Scappare, era quello che sapevo fare meglio. In quel
momento mi sentì tanto una normale adolescente in preda alla
prima cotta e non la potente signora di Avalon che in realtà
ero, se pensavo a lui le mani mi sudavano, le ginocchia mi tremavano,
nella mia mente si creava il vuoto più assoluto, solo il suo
viso sorridente poteva riempirlo, il mio cuore batteva furioso come se
volesse uscirmi dal petto.
“stavo per venirti a cercare nel bosco...” oh, oh, quella
voce voleva solo dire guai. Che tu sia stramaledetta Bella, avresti
dovuto riattivare prima il cervello!! Anzi, non avresti dovuto
concentrare tutti i tuoi pensieri su quell’essere magnifico,
intrigante e sconvolgente! Pensa in fretta, più in fretta, ma
prima di giustificarti e apparire colpevole, aspetta, per favore!
Ottimo, adesso stavo veramente degenerando.
“Jacob, che ci fai qua?” bene, forse un po’ sulla difensiva.
“sono felice di vederti anche io Bella...” vuole fare
dell’ironia, non mi sembra il caso! “tuo padre” disse
poi, con semplicità sorridendomi. Mmmhh, quindi forse potevo
cavarmela con lui.
“non amo ch tu faccia il cane da guardia con me. Sei un amico,
non il mio controllore. E tu rispondi a me, ricordatelo, non a mio
padre.” Lo rimproverai sventolandogli minacciosa un dito sotto il
naso.
“Uh, uh, come siamo suscettibili. Devi dirmi
qualcosa?” mi morsi la lingua. Adesso di sicuro non mi avrebbe
più lascito andare. “e poi tuo padre era veramente
preoccupato e non voleva che ti fosse successo qualcosa. Dopo che mi ha
chiamato con la voce così strana anche io sono entrato in ansia
per te...” si interruppe, non per la mia faccia carica di
scettico stupore ma per un’improvvisa folata di vento che aveva
portato il suo odore. Inspirai a fondo, che magnifico profumo! I miei
sensi si stavano perdendo...un ringhio profondo mi fece aprire
rapidamente gli occhi. Jake si era trasformato e ringhiava furioso
camminando davanti a me in atteggiamento protettivo. Merda! Merda, e
adesso che mi invento?? Ero quasi spaventata dalla sua reazione.
“Jake...”
“non voglio sentire niente Bella.”
Lanciò un lungo ululato, questo era ancora peggio!!! Tra poco
sarebbe arrivata tutta la guardia e probabilmente anche mio padre.
“Jake, nessuno ti ha autoriz...”
“oh, si invece. Stupida
ragazzina che non sei altro!!! Ma che ti salta in mente? Tutti cercano
di proteggerti e tu non ci avvisi che sono qua? Eri nel bosco con uno
di quei mostri?” a quei pensieri un nuovo sentimento stava
scacciando la paura dal mio cuore. Drizzai le spalle, mi ersi in tutta
la mia statura, il volto trasfigurato dalla rabbia, il sangue mi
ribolliva nella vene e la Goccia si stava illuminando. Il potere di
Avalon scorreva in me e si stava manifestando.
“non osare, non osare mai più!” lessi nei suoi occhi
paura e sgomento, che poco prima avevo provato io davanti alla sua
trasformazione. Non mi aveva mai visto così.
POV EDWARD
Ero inquieto, forse sarei dovuto tornare indietro e sentire la sua risposta.
“tranquillo, ha già accettato la tua proposta”
mia sorella Alice mi aveva raggiunto nella mia stanza dove mi aggiravo
irrequieto. Probabilmente Jasper con il suo potere aveva captato il mio
stato d’animo e aveva mandato la sua “dolce” consorte
a rassicurarmi. Quel folletto di Alice era l’unica della famiglia
che riuscisse ad avvicinarmi quando mi sentivo così,
perché con lei avevo un rapporto speciale, un amore fraterno
fatto di poche parole e troppi pensieri, a volte. Mi mostrò
l’ultima sua visione: Bella ed io teneramente abbracciati nella
radura di questo pomeriggio. Le mie emozioni oscillarono tra il felice
e l’incredulo. Certo, ero spaventato dalla portata del sentimento
che mi stava per travolgere...e poi lei era un’umana che aveva
già avuto dei contatti con dei vampiri e non si fidava di
me. Forse avrei fatto meglio ad andarmene di li. Non appena la mia
decisione si era concretizzata mia sorella mi guardò molto male,
un’ennesima discussione sul fatto che dovessi lasciarmi andare ai
miei sentimenti, ora che avevo trovato una ragazza che mi amava
(Alice, aveva detto proprio che Bella mi amava o era solo la mia mente
contorta?!) fu scongiurata da qualcuno che stava cercando di sfondarci
il campanello. Ci fissammo perplessi, non aspettavamo nessuno e mia
sorella non aveva previsto nessuna visita a notte fonda. Scendemmo a
velocità sovrannaturale in salotto dove ci attendeva il resto
della nostra famiglia. Involontariamente mi uscì un ringhio
dalla gola quando capì chi ci disturbava.
“calma figliolo.” Carlisle era arrabbiato quanto me ma
soprattutto era preoccupato di dover combattere per poter sopravvivere,
di dover dire addio a qualcuno di noi. Andò ad aprire la porta
cercando di mantenere una parvenza di serenità, era sempre stato
il migliore di noi, io avrei spaccato volentieri la faccia a qualcuno.
Jacob diffidente chiese di entrare, era stanco e il suo volto era
tirato. Qualcosa non quadrava, non sentivo nessun pensiero provenire da
lui, qualcuno gli stava proteggendo la mente da me.
“vengo in pace.” Iniziò titubante. Anche noi eravamo
arrivati in pace ad Eyam eppure ci avevano cacciato. Niente mi impediva
di cacciarlo da casa nostra. “io, io devo...” si torturava
le mani come un bimbo impacciato.
“tu cosa, Jacob? Non lo sai che è maleducazione
presentarsi a notte fonda a casa della gente?” lo aggredì,
a differenza di mio padre le mie emozioni mi stavano tradendo,
sfigurandomi il volto tanta era la rabbia repressa. No Esme!! Non mi
sembra per niente tenero!! E non ho intenzione di essere cortese con
lui!!! Mi stava rimproverando la mia aggressività, il lato
materno di Esme usciva sempre nelle situazione più assurde. Un
lampo d’ira attraversò lo sguardo del cagnolino ma riprese
come se non mi avesse sentito rivolgendosi a Carlisle.
“per puro caso vi siete trasferiti nel nostro paese natio.”
Nostro? Intende dei lupacchiotti? “Ma non vi chiederemo di
andarvene. Solo si non entrare nella riserva si La Push. Naturalmente
non dovrete mordere nessuno, né per cibarvene né per
trasformarlo in uno di voi”
quanto disprezzo nelle sue parole! quel sacco di pulci prese fiato
mentre mio padre finalmente si rilassava e accettava ben volentieri il
“patto”. Dopotutto per noi non era difficile rispettarlo,
volevamo sopra ogni cosa vivere un’esistenza tranquilla. Pensai
che dietro quella proposta ci fosse la mia Bella, forse era lei a
proteggergli la mente. Ma il cane non accennava né ad andarsene
né a spiaccicare parola, restava immobile al suo posto
dondolandosi leggermente e fissando un punto dietro tutti noi.
“c’è altro che possiamo fare per te, Jacob?”
lo incitò leggermente Esme. Mia madre lo stava trattando troppo
bene per i miei gusti...e anche per quelli di Rosalie. Avrei avuto
un’alleata preziosa se lo avessi sbatterlo in malo modo fuori di
casa.
“ecco, si, insomma, un’altra cosa ci sarebbe. È
umiliante...” qualsiasi cosa fosse mi sentivo gioire per il
fatto che si stesse umiliando davanti a sette vampiri. Da fuori giunse
l’urlo del luogotenente di Jacob, Seth. “e dai, Jake
muoviti! Non abbiamo tempo!” il cane in casa nostra trasse un
altro profondo respiro, storcendo il naso, probabilmente per lui
puzzavamo quanto lui puzzava per noi, ma non gli dissi niente, non era educato
dirgli che ci stava appestando il soggiorno con il suo tanfo, Esme non
me lo avrebbe mai perdonato . “mi sono comportato male con Bella.
Abbiamo litigato e...” la mia piccola umana prima si era
ribellata ai druidi e ora ai licantropi pur di vedermi? Gongolavo di
una mal celata gioia che durò poco.
“Jake, spicciati!!” Seth stava perdendo la pazienza
là fuori. Quel sacco di pulci trasse un altro profondo respiro
per prendere coraggio. “mi serve il vostro aiuto, Bella è
scomparsa.” Il sorriso mi morì sulle labbra.
p.s. dell'autrice: allora
come è il capitolo? beh, spero sinceramente di sentirvelo dire!!
anche solo per darmi consigli perchè in questa storia sto
incontrando più difficoltà del previsto nello scrivere,
mi sembra un po' pesante e mi è anche balenata in mente l'idea
di riscriverla da capo. per adesso sto riscrivendo i nuovi
capitoli...quindi un po' di pazienza per gli aggiornamenti, non una
volta al mese ma neanche ogni settimana....e ora rispondo alle mie
fedelissime recensioniste!!
psawyer414: eh
già, la nuova ff che mi sta prendendo più tempo ed
energie di quanto pensassi facendomi abbandonare temporaneamente
questa...non mi spiego mai come facciano quegli scrittori che hanno
più storie in corso, hanno tutto il mio rispetto.... XD cmq
anche questo aggiornamento è andato =) un bacio!
Isy_264: non
sei l'unica lenta!!! ah ah ah!! ti capisco l'università non si
può prendere di certo sotto gamba e impegna un sacco, lo so
bene....già ad Edward Cullen è impossibile dire di no!!!
(io non lo farei mai...hi hi hi) e come vedi Bella non resiste e pur di
stare con lui litiga con mezzo mondo...bah, vedremo come si risolve la
cosa...ciao! un bacio!!
Mi dimentico sempre...grazie a chi ha messo questa storia tra i preferiti, chi tra i seguiti e chi legge soltanto! a presto!
Vi lascio i link con le altre mie storie, fateci un salto se vi va!!
Io, a Berverly Hills raiting rosso EdwardxBella
La Figlia raiting rosso sui Tokio Hotel
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Capitolo 10 *** Il cerchio di pietre ***
cap 10 avalon
Salve!!! lo so
sono imperdonabile!!! non aggiorno da una vita, ma proprio questo
storia non va come vorrei. è stata la prima che ho scritto su
Twilight ma mi aspettavo che fosse migliore...quindi devo rivederla da
capo, si lo devo proprio fare ma non ho tempo, come non ho tempo per
scrivere il nuovo capitolo, quindi il prossimo aggionamento sarà
tra un mesetto circa...non ucccidetemi per favore... XD buona lettura!!!
CAPITOLO 10 – IL CERCHIO DI PIETRE
POV BELLA
Il potere di Avalon non era mai stato così potente come quando
mi ero arrabbiata con Jacob. Attorno a me si era creata una sorta di
bolla d’aria che lo aveva allontanato da me. Più lui
tentava di avvicinarsi, più veniva respinto. E proprio come una
bolla di sapone il campo di energia che mi proteggeva era esploso,
scagliando il mio migliore amico verso la scuola. La nebbia
inconsciamente richiamata da Avalon mi aveva avvolto e trasportato
nella radura di quel pomeriggio, nella nostra
radura. Il potere era ancora così forte in me che mi sentivo
quasi sopraffare e soffocare. L’antica magia che governava il
mondo, le sue leggi conosciute e nascoste, mi scorreva nella vene aveva
predisposto indipendentemente da una mia chiara e razionale
volontà un cerchio di pietre al centro dello spiazzo. Sempre in
quello stato di semi-incoscienza irrazionale e senza avere il pieno
controllo del mio corpo e della mia mente mi sedetti guidata da una
forza sconosciuta, nel cerchio. Solo ora capivo cosa intendeva mia
madre quando diceva che il potere di Avalon aveva un lato dolce e
sensuale, armonioso e bello e uno potente e terrificante, difficile da
controllare, che si manifestava raramente ma che rischiava di farti
agire senza coscienza delle tue azioni. Lasciai che questo lato mi
guidasse ma cercai di mantenere un minimo controllo mentale sulla
situazione, perché niente mi sfuggisse di mano. Ero seduta da
pochissimo tempo che mi sentii trasportare in un altro luogo, in un
altro tempo e attesi il suo arrivo.
POV EDWARD
La stavo cercando due volte in meno di ventiquattrore. Va bene essere
un vampiro centenario, ma la mia pazienza diminuiva al crescere
dell’ansia. Mi fermai cercando di riprendere il controllo dei
miei nervi. Alice mi chiamava dispiaciuta perché non riusciva a
vedere dove fosse la mia Bella, sentivo un filo di isteria nei suoi
pensieri. Odiava essere cieca. I miei sviluppati sensi non mi davano
indizi utili e a sentire Jacob erano ricorsi a noi perché se
aveva deciso di non farsi trovare dai licantropi era inutile che loro
continuassero a cercarla. Seth aveva aggiunto che forse Bella non aveva
pensato di proteggersi dallo sguardo dei vampiri, ecco il motivo della
loro richiesta. A cui naturalmente non potevano sottrarci, dovendo
ripagarli della loro fiducia in noi. Anche se non ci fosse di mezzo un
patto io sarei andato subito a cercarla. La mia ossessione verso di lei
stava aumentando in modo esponenziale. Respirai a fondo cercando il suo
dolce odore. Ripresi a correre e come quel pomeriggio mi lasciai
guidare solo dall’istinto. arrivai nella nostra
radura e la vidi seduta in un cerchio di pietre. Mi tese la mano
invitandomi a sedermi con lei. Mi sorrise dolcemente ma il suo sguardo
era lontano, perso chissà dove. Sorpreso che volesse veramente
quel contatto mi avvicinai lentamente. Le presi la mano e mi sedetti
anche io nel cerchio. Mi sentì trasportare lontano, in un latro
luogo, in un altro tempo ma almeno, pensai, ero con lei.
“ti stavo aspettando.” Le
parole le uscirono da sole. Guidata dallo stesso potere che
l’aveva condotta in quel luogo stava risvegliando la sua
coscienza antica.
“perdonami il ritardo.”
Edward le baciò la mano che ancora stringeva nella sua. Bella
vide solo allora i draghi d’oro ai suoi polsi che risplendevano
alla luce di fiaccole lontane. Lo stesso simbolo di saggezza era
tatuato in azzurro ai polsi del ragazzo. Simbolo del popolo antico,
degli abitanti di...
“Atlantide...”
sospirò Edward. Il potere iniziava a fluire anche in lui.
“avremo delle risposte, qui?” Bella si riscosse. Distolse
lo sguardo da quegli intensi occhi verdi. “siamo qui per
questo.”
“sei stata tu?” Edward
era completamente a suo agio nonostante la situazione del tutto
particolare, forse perché tra le sue mani stringeva quelle di
lei.
“no. O almeno non direttamente.
Il potere di Avalon deriva da quello di Atlantide e se ha deciso di
farci riscoprire il nostro passato un motivo ci deve essere.”
Bella iniziava a capire. Loro due erano stati i sovrani
dell’isola sommersa, some testimoniavano i draghi. Loro, anime
elette, legate nell’eternità, erano destinati ad amarsi
per sempre. “questo è il luogo dove ci siamo scambiati il
primo bacio.” Disse Edward all’improvviso colpito dal
ricordo. Bella rise. “ci siamo dichiarati anche per la prima
volta qui. Ma quel momento è adesso. Non è passato, non
è futuro. È presente. Siamo in un altro luogo, in un
altro tempo, ma niente è sogno, niente ricordo. Lo ricordi
perché lo hai già vissuto molte volte nella tua vita ma
ora lo dovrai rivivere.” E lo attirò a sé.
“Bella, io...” le paure
di Edward lo stavano per sopraffare pur avendo la consapevolezza
dell’esattezza e dell’ineluttabilità di quel
momento, dei sentimenti che gli scaldavano il cuore. Lei gli
accarezzò dolcemente il viso e cercò di trasmettergli il
suo senso di sicurezza.
“cosa ti spaventa così tanto?”
“Bella! Come puoi non capire!
So che le nostre anime si appartengono, lo sento. Ma non vedi come
è tutto sbagliato? Quando la magia finirà io
tornerò ad essere il mostro mentre tu la Signora di Avalon che
fugge dai vampiri.”
“il potere di Avalon è
misterioso anche per me che ne sono la sacerdotessa. Se ci troviamo qua
è perché dobbiamo affrontare e superare le nostre paure.
E capire lo strano sentimento che ci attraeva. Noi siamo due anime
elette! L’amore è un vortice eterno a cui tu non puoi
sottrarti. Lasciati prendere. Non possiamo continuare ad evitarci.
Fidati di me e di te stesso.” Gli accarezzò ancora una
volta lentamente il volto.
“Bella, io ti amo.”
“Edward, io ti amo.” E si
baciarono. Le loro labbra erano ancora incatenate quando si sentirono
trasportare nella loro radura. Il sole si stava alzando
all’orizzonte.
POV EDWARD
Il sole si stava alzando all’orizzonte. Avevo ancora le labbra
incollate alle sue, calde, morbide. Mi accarezzò un’altra
volto il viso lasciando una scia incandescente. Mi sorrise sicura e
rappacificata con se stessa. Non volevo ma avevo promesso che non
appena l’avessi trovata, l’avrei portata subito dai
licantropi. L’attendeva una predica coi fiocchi. Lesse il
disappunto sul mio volto e si rabbuiò.
“devi tornare a casa. Sono tutti molto preoccupati.” Cercai
di sorridere. Non mi andava l’idea che stesse con quei cani
pulciosi né che ci dovessimo separare.
“non ti ha mandato quell’essere privo di tatto che è
Jacob, vero?” mi rivolse due occhi colmi di accusa. Sospirai. Era
inutile cercare di tenerle qualcosa nascosto.
POV BELLA
Mi accompagnò fino al parcheggio della scuola. Era ancora molto
presto e non c’era anima viva. Volsi lo sguardo verso
l’edificio. Il muro presentava una crepa dove Jacob era
atterrato. Aprì lentamente lo sportello dell’auto con la
mente rivolta altrove. Nonostante la consapevolezza di appartenere ad
Edward non erano poche le difficoltà che avremmo dovuto
affrontare. Prima, il rito per il mio compleanno, seconda, mio padre e
i druidi. Non so cosa mi facesse più paura. Sperai vivamente che
il mio dolce vampiro potesse capirmi o si sarebbe sentito tradito.
Abbassai lo scudo che proteggeva la mia mente.
“io...ti amo Edward. Ma...”
“Bella!” mi guardava stupito. Non gli avevo mai permesso
questa intima intrusione, avevo bisogno che sentisse quanto fossi
sincera e innamorata. “io...io ti sento!” in un attimo fu
vicino a me e mi abbracciò. Questa nuova intimità mi
stupiva ancora e mi imbarazzava ma mi sentivo così stranamente
bene con lui. Lo allontanai cercando di riprendere la lucidità
perduta.
“Edward...io voglio stare con te. Ma questo non basta. Tenteranno di impedircelo...”
non potei continuare. I miei pensieri erano intrisi di lacrime e la mia
voce mentale si spezzò . Un lungo dito freddo mi alzò il
mento perché guardassi i suoi fantastici occhi dorati. Mi
asciugò le lacrime che inconsapevolmente stavo versando e mi
comunicò con i suoi occhi intensi tutto l’amore che
provava per me. Lo abbracciai di scatto desiderosa di conforto e del
contatto con il suo forte corpo.
“Bella...se c’è una cosa che Alice mi ha insegnato
è che siamo noi con le nostre decisioni a scrivere il futuro. Se
noi desideriamo intensamente stare insieme, niente e nessuno ce lo
potrà impedire.” Era così sicuro delle sue parole
che me ne lasciai convincere. Chiusi la mia mente prima che sentisse
che la confessione appena fatta era solo la punta dell’iceberg
che minacciava di far affondare la mia nave.
p.s. dell'autrice: lo so
non è il massimo mettere così tanti e brevi pov diversi e
addirittura un pezzo narrato in terza persona. non mi piace e so che
risulta fastioso leggerlo. ma purtroppo ho provato in più e
più modi a descrivere la scena, e l'unico che era apprezzabile
è stato questo. spero piaccia comunque, fatemelo
sapere!!! ah, l'altra mia storia sta avendo un discreto succcesso
e mi piace molto, è Io, a Beverly Hills, spero che ci facciate un salto e che vi piaccia!! (io ne sono molto orgogliosa, sinceramente.... XD) ciao e alla prossima!!!
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Capitolo 11 *** Ricordi ***
cap 11 avalon
Buongiorno!! ritorno ad
aggiornare dopo un mese e un giorno! mi dispiace per l'attesa. questo
capitolo ha avuto genesi complessa e solo stamattina sono riuscita a
concluderlo. spero che vi piaccia molto di più di quanto
soddisfi me. è un capitolo lungo, ma non me la sono sentita di
dividerlo, e denso, buona lettura!!
CAPITOLO 11 – RICORDI
POV BELLA
I giorni passavano troppo veloci. Avrei voluto che il tempo si fermasse
per poter godere di ogni momento che trascorrevo nella radura sola con
Edward. Aveva accettato con non poche riserve la mia richiesta di non
rivelare a nessuno della magia vissuta insieme e questo implicava che
nessuno sapeva del profondo eterno amore che ci legava anche se mi
aveva fatto capire che tenere segreto qualcosa a sua sorella Alice era
praticamente impossibile. Quando eravamo nella nostra radura il mondo
era escluso e niente ci turbava, mentre a scuola ci evitavamo. Entrambi
soffrivamo di questa situazione ma era impensabile dire qualcosa a mio
padre o ai licantropi, ottusi e di strette vedute com’erano non
avrebbero capito. Già per loro era stato uno sforzo immenso
fidarsi e stipulare un patto di tregua e provare a fidarsi di loro,
figuriamoci accettare che io potessi amare un vampiro! Quando rientrai
a casa la mattina dopo, la preoccupazione di mio padre mi avvolse e per
la prima volta mi trovai ad avere un rapporto di sincero affetto con
lui. Piansi tutte le lacrime amare che il destino beffardo mi faceva
versare, avevo trovato l’amore, l’amore più puro che
si potesse avere e non potevo dichiararlo alla luce del sole. Charlie
le interpretò come lacrime di dispiacere per averlo fatto
preoccupare, mi aveva abbracciato e consolato, dopo aver ringraziato
frettolosamente Edward per avermi riportato a casa e averlo cacciato in
malo modo di casa. I giorni passavano veloci e il giorno del mio
compleanno si avvicinava. E non avevo ancora detto niente
all’unica persona che mi amasse veramente, per quella che ero e
non per quello che rappresentavo, in cosa consisteva il rito. Se lo
avesse saputo i guai sarebbero aumentati a dismisura. La fiducia che mi
legava a lui mi spingeva a rivelargli la verità ogni pomeriggio.
Ma ogni pomeriggio rinviavo volendo godere della sua presenza senza
pensare ad altro. E così era stato anche quel giorno ma poi lui
aveva posto una domanda che nel suo cuore era nata da tempo.
“hai paura di me?” ero accoccolata vicino a lui e mi
alzai si scatto, non capivo il senso, io ero lì, era logico che
non avessi paura di lui. Continuò a spiegare vedendo il mio
volto esprimere perplessità, quando eravamo insieme tutte le
maschere e le barriere che usavamo con il resto del mondo cadevano.
“si insomma, non hai paura della mia natura? Se ti stringo un
po’ più forte potrei spezzarti, devo dosare costantemente
la forza quando ti accarezzo, devo stare attento a non farti male in
ogni singolo momento, potrei anche dissanguarti, quindi mi sembra
logico che tu abbia paura di un mostro.” Abbassò lo
sguardo, vergognandosi non solo della sua domanda, ma anche si se
stesso e della sua natura.
“no!” mi avvicinai a lui e presi a baciarlo con foga per
scacciare quei pensieri non solo dalla sua mente ma anche dal suo
cuore. “non sei un mostro, sei una persona piena d’amore
e...e...” mi sto facendo sopraffare dalle mie stesse parole, lui
mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia.
“forse...forse dovrei andarmene...” sentì il mio
cuore scricchiolare, non avrei mai sopportato la lontananza da lui,
avrei solo sofferto, iniziai a piangere. “no, Bella, ti prego,
non piangere...io sento l’odio che gli altri provano nei nostri
confronti, licantropi o druidi ci disprezzano...e anche tu mi volevi
lontano all’inizio...” con il mio comportamento l’ho
ferito più di quanto possa immaginare e chiedergli di non farsi
vedere con me aveva aggravato la situazione.
“avevo i miei buoni motivi...ti- ti ricordi il nostro primo incontro?”
“e come potrei mai? Mi hai fatto sentire per la prima volta dopo
cent’anni nuovamente vivo!” mi sorrise dolce e mi strinse a
sé. “e poi ho ancora mal di testa per le fitte di dolore
che mi hai fatto sentire.” Rideva spensierato mentre io mi
vergognavo e diventavo rossa per l’imbarazzante ricordo.
“mmm, si ok perfetto, te lo ricordi...sai quando sei riuscito a
penetrare le mie difese e hai visto...hai...” per me era ancora
difficile parlarne, ma lui dopotutto mi aveva aperto il suo cuore,
parlandomi delle sue paure, perché io non potevo fare lo stesso?
“hai visto un mio ricordo. Il mio peggior ricordo.” Una
lacrima mi solcava il viso, me la asciugò e mi strinse ancora a
lui, mi aggrappai a qual contatto e respirai il suo profumo inebriante,
dandomi la forza di continuare anche se Edward mi sussurrava che se non
volevo parlarne, potevo evitare, lui avrebbe aspettato a capire.
“era il giorno in cui mia madre è morta.” Lo sentii
trattenere il respiro, non gli avevo mai parlato di lei, se non
dicendogli pochi e insignificanti particolari. Mi alzai e lo presi per
mano.
“ti fidi di me?”
“si.” A quella semplice sillaba la Goccia di Avalon si
illuminò e venimmo risucchiati nella nebbia, trasportati in un
bosco, le onde del mare poco distante si infrangevano sugli scogli.
Edward mi guardò sorpreso.
“dove siamo?”
“La Push, baby.” Tentai di scherzare, ma ero molto nervosa.
“O meglio nei boschi in riva al mare nella riserva di La
Push.” Il vampiro indietreggiò e si guardo intorno teso.
“io non posso stare qua, metto a repentaglio la sicurezza della mia famiglia!”
“non ti preoccupare, sei con me, ricordi?” gli sorrisi per
tranquillizzarlo. “non ti possono né vedere né
sentire...e poi Jacob non oserà avermi di nuovo come
nemica.” Conclusi maligna, poi gli strinsi la mano, avevo bisogno
di sentirlo vicino mentre mi inoltravo nel bosco, fino all’albero
con il buco luminoso.
“sembra...sembra, il tuo ciondolo.” Disse titubante vedendolo.
“lo è. Mia madre è morta qui...quando...”
presi un bel respiro per cercare di controllare la voce. “quando
morì la Goccia si staccò dalla collana e cadde sul
tronco, lasciando quel segno. Chiunque lo tocchi ritrae la mano come
scottato, per ora l’unica che è riuscita a toccarlo sono
stata io, forse è il potere di Avalon, non so.” Edward mi
guardò un attimo con tanta intensità che sentii il suo
sguardo penetrarmi l’anima, sciolse il legame delle nostre mani e
si avvicinò a toccare anche lui il tronco. Volevo trattenerlo a
me, ma sentivo che quel gesto avrebbe sancito quasi ufficialmente il
nostro legame, quasi che toccando il segno lui chiedesse il permesso a
mia madre di amarmi...ma anche una promessa di starmi vicino sempre.
“Edward...” lo chiamai un po’ allarmata, non avrei
mai voluto che si ferisse per dimostrarmi qualcosa. Lui si
limitò a sorridermi e a farsi scrocchiare le dita, le sue lunghe
dita, un giorno prima o poi, gli avrei chiesto se suonava il
pianoforte, aveva delle mani fantastiche. Sorrise solo e toccò
il tronco, per un momento credetti che il tempo si fosse fermato, che
il vento avesse smesso di soffiare tra i rami, trattenni addirittura il
fiato convinta che quella fosse l’ultima volta che vedevo Edward,
il potere di Avalon non poteva essere affrontato senza conseguenze se
non ne eri parte. Il mio vampiro percorse con i polpastrelli il
contorno del buco nel legno senza che si bruciasse o provasse dolore.
“Edward...” lo chiamai di nuovo, questa volta più
sollevata. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro, per me era
come se fosse stato accettato da mia madre, e forse era veramente
così. Mia madre, mai come allora il suo ricordo di lei
arrivò prepotente e lasciai che i miei pensieri venissero
avvertiti anche dal mio compagno.
Eravamo in quella foresta, i druidi avevano convocato il consiglio, le
pizie avevano avvertito un potere simile a quello druidico in Nord
America, mia madre era stata chiamata a giudicare questa sensazione.
Era affaticata e io avrei preferito che rimanesse a casa, ero solo una
bambina ma certe cose potevo capirle, e avevo insistito anche con lei,
le avevo detto che per il suo bene, per il bene del mio fratellino che
sarebbe nato da lì a pochi mesi sarebbe stato meglio restare ad
Avalon. Ero sempre più inquieta man mano che il giorno della
partenza si avvicinava, so per certo che ero visitata da costanti
incubi anche se la mattina quando mi svegliavo non ne avevo ricordo.
Mia madre mi aveva portato sulla scogliera di Avalon per
tranquillizzarmi e mi aveva spiegato che nessuno può sfuggire al
suo destino. Non capii cosa voleva dire, ero solo una bambina. Partimmo
e a Forks mi trovai molto bene, avevo conosciuto dei ragazzi simpatici,
di una antica tribù indiana che viveva nella zona fin dalla
notte dei tempi e sapevano entrare in contatto con gli spiriti della
natura e del loro popolo. Mi trovavo bene con loro, mi trattavano come
la loro sorellina minore e i giorni trascorrevano sereni, e quasi mi
scordai delle sensazioni negative che avevo nel cuore ma il giorno del
concilio le mie paure tornarono prepotenti, ero molto agitata. Mia
madre mi sorrise e mi intrecciò i capelli con fiori e nastri
colorati, mi diceva che mi voleva bene, che non dovevo essere mai
triste, perché una Signora di Avalon rappresenta la gioia, e di
seguire i consigli di mio padre ma sempre usando il mio giudizio.
Strano, pensavo, io non conoscevo mio padre. Eravamo quasi arrivati al
luogo di ritrovo, mia madre mi teneva per mano, quando un vampiro ci si
parò davanti, corremmo più veloci che potevamo, ma mia
madre era incinta e non poteva sforzare troppo il suo corpo.
“corri lontano bambina mia. Sii
una straordinaria Signora di Avalon.” Si accasciò a terra.
Non volevo lasciarla sola e così mi inginocchiai vicino a lei,
insistevo piangendo perché si rialzasse.
“è il mio destino,
Isabella, io l’ho visto.” Vedere il futuro è una
benedizione ma anche una maledizione. Mia madre aveva visto di aver
concepito una nuova vita, ma non la vedeva nel futuro. Sapeva che
sarebbe morta prima del parto...
“Bella...basta...” ero scossa da tremiti violenti, Edward
mi aveva fatta girare verso di sé e mi abbracciava cercando di
calmarmi ma era inutile...e non riuscivo ad arrestare il flusso di
ricordi.
Il vampiro ci raggiunse. Aveva
inquietanti occhi rossi rubino, si leccava le labbra come pregustando
un succulento piatto. Ero terrorizzata e disgustata allo stesso tempo.
“vuoi me, lascia stare la
bambina.” Mia madre parlava con l’autorità e la
sicurezza della sacerdotessa di Avalon. “chi ti ha mandato vuole
che Avalon si ritiri nelle nebbie, il suo potere fa loro troppa paura.
Sbaglio?” sorrise beffarda, non sapevo dove avesse tutto quel
coraggio nell’affrontare la morte imminente.
“come fai a sapere...?”
il vampiro davanti a noi era sconcertato dalla conoscenza di mia madre.
“ah, già, i vostri
poteri. Ma non ti salveranno, lo sai?” era il suo turno per
essere beffardo e sprezzante. Ero rannicchiata contro mia madre, che mi
abbracciava, cercando di infondermi un poco della sua calma, ma che mi
stringeva disperata, sapendo che quella era l’ultima volta che ci
saremmo parlate da vive. Il vampiro attaccò e io istintivamente
mi alzai e scappai, era quello il desiderio di mia madre, che
morì qui, dissanguata,il ciondolo si staccò dal suo collo
e bruciò l’albero. Corsi fino al mare, cercando di non
inciampare...ero già caduta più volte, il bel vestito in
tulle che mi avevano cucito le donne di Avalon era tutto strappato e le
mie mani, le mie braccia e le mie gambe erano piene di tagli e graffi.
“che buon profumino.” Il
vampiro mi aveva raggiunto. Inspirava forte l’aria attorno a
sé. Sentiva l’odore del mio sangue. All’improvviso
arrivò Jacob e i suoi amici. Stavano per fare un tuffo dalla
scogliera. Quando videro la scena, si immobilizzarono e presi dalla
rabbia iniziarono a tremare violentemente. In poco si trasformarono i
lupi troppo cresciuti. Sentivo le loro menti, confuse, non riuscivano a
capire che stava succedendo. Il mio potere si fuse con la loro
mente e chissà come riuscì a guidarli fuori dalla
confusione. Inoltre la rabbia verso il vampiro che mi stava per
attaccare era più grande e il senso di protezione nei miei
confronto cresceva. Jacob, nel quale scorre il sangue puro degli
spiriti della tribù, ordinò a Seth di prendermi sulla sua
schiena e di portarmi via, in poco tempo si erano dati
un’organizzazione. Il vampiro era stupito ma non impaurito,
credeva di poterli battere in poco tempo. Io non vidi mai quello che
successe...Seth mi fece salire sulla sua schiena e mi portò dal
padre di Jacob, Billy, un vecchio capo tribù, che conosceva le
leggende locali e che capì immediatamente quello che era
successo, suo figlio e gli altri discendenti dei lupi si erano
trasformati.
“e così il fato si compie.” Non capii quello che
stava dicendo, ne glielo domandai mai. Mi prese in braccio e mi
portò in casa finchè non arrivò Jake, che con
difficoltà si era ritrasformato e aveva aiutato i suoi amici a
fare lo stesso. un acre fumo si era diffuso per la foresta.
“I miei ricordi da lì in poi sono molto confusi. So che
Jake e gli altri uccisero il vampiro e che ne bruciarono i resti.
E che poi mi portò tra le braccia, non avevo la forza per
camminare, al concilio dei druidi, raccontò quello che era
successo senza lasciarmi andare, non glielo permisi, restai aggrappata
a lui e alla sua camicia per tutto il tempo.” Le lacrime si erano
arrestate e la mia mente per auto proteggersi dal dolore si era
richiusa su se stessa.
“mi dispiace Bella.” Edward mi baciava in fronte, stringendomi a sé.
“capisci? Loro odiano i vampiri perché...beh hai capito il
perché...attendono il ritorno dei vampiri con terrore. Quel
vampiro” e la mia mente gli diede l’immagine più
nitida che avevo in memoria “era stato mandato da qualcuno, anche
se non sappiamo chi sia, per distruggere Avalon e la sua magia, se la
sacerdotessa morisse senza lasciare una figlia, beh, le nebbie
oscurerebbero la magia e il male prevarrebbe nel mondo, siamo un
po’ come l’ago della bilancia che regola le forze del
soprannaturale, mantenendo un equilibrio...”
“il vampiro...” e mi fece vedere l’immagine che gli avevo mostrato poco prima. Lunghi capelli biondi, pelle bianchissima e quegli occhi rossi... “non è possibile. Non può essere lui.”
“lui chi?” mi scostai dal suo petto marmoreo per guardarlo
negli occhi. Sentii Edward irrigidirsi e la sua mente chiedersi come
avevo potuto conoscere James...
“chi è James?”
“il vampiro...il vampiro del tuo ricordo...” rispose in un solo sussurro.
“e tu come lo conosci?” la lista delle domande irrisolte si allungava.
POV EDWARD
Il dolore di Isabella era così intenso che sentivo il mio cuore
morto esplodermi nel petto, soffrivo con lei. Le immagini si
susseguivano nella mia mente sfuocate, i suoi ricordi erano confusi. Mi
mostrò di nuovo l’immagine del vampiro, la più
nitida che avesse. Lunghi capelli biondi, pelle bianchissima e occhi
rossi. Rimasi sbalordito.
“il vampiro...non è possibile. Non può essere
lui.” L’affermazione era più rivolta a me che a lei.
Io avevo lo conosciuto. Le mi aveva aperto la mente ai suoi ricordi,
forse per riuscire a dare un senso a tutto quell’odio era meglio
dirle ciò che sapevo.
“chi è James?” lesse nei miei pensieri il suo nome.
“il vampiro...il vampiro del tuo ricordo.” Un sussurro, non
avevo forza per dare voce ai miei pensieri, come mi avrebbe giudicato?
“e tu come lo conosci?” si era scostata leggermente dal mio
petto, e la mancanza del suo dolce corpo contro il mio mi faceva male.
Mi sedetti per terra prendendo la testa tra le mani.
“io ho conosciuto James, qualche decennio dopo la mia
trasformazione. Sono nato a Chicago il 20 giugno del 1901. Venni
trasformato da Carlisle nel 1918, durante l’epidemia di spagnola
che aveva già ucciso i miei genitori naturali.” Lei si
sedette vicino a me, mi sorrise in modo strano e complice.
“eravamo in viaggio qualche decennio dopo la mia trasformazione
per l’Europa, cercavamo un posto dove stabilirci. Carlisle voleva
salutare vecchie conoscenze che lo avevano portato a rinunciare al
sangue umano. I Vulturi. Esseri ignobili che però sono
considerati un po’ come la casta reale dei vampiri. Lì
conobbi James, era un sicario. Noi abbiamo una percezione del tempo
diversa da quella umana, il nostro breve soggiorno durò quasi un
anno. James andava e veniva, incarichi, missioni, uccisioni, lo
evitavo, mi metteva i brividi, era senza cuore. Partì per una
nuova missione di cui nessuno sapeva i dettagli, l’ordine era
partito dall’alto, da Aro, il capo supremo. Sarebbe dovuto
rientrare pochi giorni dopo, e invece non fece mai più ritorno,
tutti si chiesero che fine avesse fatto. Eppure non aveva intenzione di
lasciare quella congrega, godeva nel fare a pezzi i nostri simili e nel
dissanguare gli umani.” Le parole erano un fiume in piena. Lei
posò una sua manina delicata sulla mia, la prese tra le sue e se
la portò alle labbra, baciandola, quanto amore nei suoi semplici
gesti. “come hai fatto a conoscerlo? Erano i primi anni
’30!” Bella sorrise ancora, bellissima e un po’
più serena.
“non solo voi avete una concezione particolare del tempo. Io
seguo il tempo di Avalon, un anno della mia isola coincide con un sei
anni umani.”
“si, va bene, ma non ha ancora senso.” La mia mente era
sempre stata veloce e reattiva, ma non aveva senso quello che mi stava
dicendo.
“sono nata ad Avalon il 20 giugno del 1901.” Inclinò
la testa di lato, il sorrido ancora al suo posto. “eravamo
destinati sin dalla nascita.” La coincidenza rendeva lei
serena, me perplesso.
“ho donato a Jacob e agli altri licantropi come segno di
gratitudine la possibilità di godere del tempo di Avalon, loro
si sono poi offerti di essere la mia guardia, ma quando vedono un
vampiro o ne sentono l’odore, beh diventano abbastanza
irritabili.” E rise spensierata. “sto per compiere 18
anni...” si rabbuiò improvvisamente, come se diventare
vecchia di un anno la impensierisse senza un motivo preciso.
“cosa successe dopo che ti portarono dai druidi?” ero
curioso, sapevo che ricordare le faceva male, ma dovevo sapere.
“seguii l’ordine di mia madre. Dissi che dovevo essere
affidata a mio padre. per quei vecchi scorbutici era una cosa assurda,
io in teoria non dovrei sapere chi è il mio padre naturale, non
funziona così nel mio mondo. Charlie tuttavia si fece avanti lo
stesso, era stato l’amante della signora di Avalon e dichiarare
la paternità della futura sacerdotessa gli diedi un potere
enorme, tant’è che qualche anno dopo divenne il capo dei
druidi, credo che avesse previsto questa cosa, o non si sarebbe assunto
la responsabilità di crescere una bambina.” Una nota
d’amarezza le indurì la voce. “passo la maggior
parte del mio tempo ad Avalon, sulla mia isola sono l’unica che
può decidere di me stessa, ma sono costretta comunque a passare
periodi sulla terra ferma, per consultare libri e poi voglio
confondermi tra la gente normale, essere nomale.”
“per questo vieni a scuola? Per essere normale?”
“non lo fai anche tu?” mi chiese con un visetto tenerissimo.
“vero, ma tu sei normale, io...” i pensieri che mi erano
sfuggiti dalla bocca nella radura stavano per sopraffarmi di nuovo.
posò delicatamente un dito sulle mie labbra, invitandomi a
tacere.
“tu sei come me, io ti amo per come sei...” sostituì
la sua bocca morbida al dito e mi baciò con dolcezza infinita
per provarmi tutto il suo amore, come se potessi mai dubitarne.
Mi rintano nel mio angolino e
aspetto di sapere se vi è piaciuto. per ora non
riscriverò dall'inzio la storia, non avrebbe senso, e poi non ho
materialmente il tempo di farlo!!!ho anche un'altra storia da portare
avanti (Io, a Beverly Hills)
e un'altra che la mia mente malata ha deciso di mettere su carta...e
poi confesso, anche se non è molto apprezzata come storia a me
piace!! :p è stata la mia prima storia e in qualche modo le ci
sono affezionata....
grazie a tutti voi che avete la pazienza di seguirmi ancora!!!
psawyer414:
hai visto? ce l'ho fatta a completare il capitolo, sono molto contenta,
fammi sapere se ti piace!! un bacio enorme e grazie come sempre!!
Isy_264: carissima!!! non sai che
piacere leggere di nuovo un tuo commento!! in effetti avevo temuto che
non ti piacesse più la storia =( e invece!! anche qui c'è
un pov Edward ed è solo per te che è stato
aggiunto...insomma non era previsto prima della tua recensione!! XD
spero ti piaccia!!! questo capitolo è un po' più lungo
del solito, vi ho fatto aspettare tanto e mi sembrava giusto ripagare
l'attesa, che dici ho fatto bene? nei prossimi capitoli inizieranno i
guai credo =) ti aspetto al prossimo allora!!! ciao!!!!
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Capitolo 12 *** L'alba del giorno dopo non è sempre luminosa come ti aspettavi ***
cap 12 avalon
emh, emh, c'è ancora
qualcuno??? ok, è qusi un mese e mezzo che non aggirono, ok,
tolgo il quasi!!! vi lascio subito al capitolo precisando che
mìnon so bene cosa centri questo titolo con il capitolo, in
teoria la storia doveva svilupparsi diversamente ma la mia mania
di revisione e correzione non ha risparmiato nemmeno questo capitolo =)
tuttavia il titolo mi piaceva un sacco e l'ho lasciato ah ah ah... =).
Buona lettura
CAPITOLO 12 – L’ALBA DEL GIORNO DOPO NON É SEMPRE LUMINOSA COME TI ASPETTAVI
POV BELLA
Lentamente salii i gradini della veranda, i ricordi vorticavano
ancora nella mia mente spossando ulteriormente le mie già
stanche e provate membra. Era calata la sera e anche questa volta mi
sarei cacciata nei guai, diventava sempre più difficile
convincere ogni volta Charlie a non mandare mai nessuno a cercarmi.
Ogni giorno inventavo scuse sempre più assurde, forse dovevo
confessare il mio amore ma la paura della sua reazione mi tratteneva.
Sospirai e aprii la porta.
“sono a casa.”
“Bella sei tu?” sbuffai, chi voleva che fosse? Vivevamo
soli in quella piccola casa al limitare della foresta. Non avevo voluto
nessuno intorno durante la mia permanenza tra le persone comuni. Ero
ancora piuttosto scombussolata dall’incontro appena avvenuto.
Ogni giorno il mio amore per lui cresceva e solo questo mi aveva spinto
a portarlo nei boschi di La Push e confessargli il motivo per cui i
druidi e i licantropi odiassero così tanto i vampiri. Era stato
difficile per me, i miei occhi erano ancora piuttosto arrossati, ma
sentivo che era un passo che dovevo fare, io mi fidavo di lui e lui si
doveva fidare di me. non potevano esistere segreti tra i noi. Beh,
già ce ne era uno bello grosso che non riuscivo a confessargli...
“non è tardi?” mio padre sbucò dalla cucina.
Quando non rivestiva il suo ruolo ufficiale di capo druido era un padre
attento e premuroso. Peccato che non lo facesse spesso.
“si scusa, mi sono trattenuta un attimo di più in biblioteca.”
“sempre a studiare, eh? Come se ne avessi bisogno...”
ridacchiò sotto i baffi. Meglio una piccola bugia che confessare
la verità. Adoravo il tacito accordo che prevedeva nessuna
invasione mentale tra di noi se non in casi straordinari mentre ci
confondevamo tra la folla. “tutto bene? sembri un po’
pallida.” Oh, oh, sentivo odore di guai. Meglio far ricorso alle
mie poche doti di attrice e mentire di nuovo spudoratamente, lui non
doveva sapere, per nessun motivo, non adesso, ero ancora troppo
fragile. La solita paura mi stava prendendo allo stomaco.
“si, si, è solo questo freddo. Siamo solo agli inizi di
marzo ma fa ancora freddo. Dovevo scegliere meglio dove
trasferirci.” Borbottai mentre mio padre scoppiava a ridere ben
sapendo il motivo della mia scelta, Forks. Avevo voluto dare la
possibilità ai miei amici licantropi di passare un po’ di
tempo nel loro luogo d’origine. “vado a farmi una doccia
calda e a fare i pochi compiti rimasti.” E così dicendo
salì le scale.
La doccia era stupendamente rilassante e in poco tempo mi sciolse i
muscoli contratti. Avevo bisogno di staccare completamente la mente da
quello che era accaduto nel pomeriggio. Mi misi una tuta sformata ma
molto calda e mi diressi in camera a studiare fino all’ora di
cena. Quando scesi un buon profumino mi invase le narici. Strano, mio
padre non sapeva cucinare. Mi affacciai alla cucina con circospezione.
Lo trovai inginocchiato davanti al forno che controllava la cena.
“Charlie, non avrai mica cucinato???” non usavo mai il suo
nome druidico al di fuori delle occasioni ufficiali, odiavo già
abbastanza il suo ruolo.
“non posso nemmeno cucinare per mia figlia una volta
tanto?” evitava di guardarmi come se fosse imbarazzato per
qualcosa. Affilai lo sguardo...
“allora? Che ha preparato Marion di buono?” si alzò arrossendo. Colpito e affondato.
“lasagne.” disse in un sospiro. Ottimo, avevo proprio voglia del mio piatto italiano preferito.
“perché stai cercando di addolcirmi?” la mia voleva
essere solo una battuta ma dall’espressione colpevole che assunse
dovevo ancora una volta aver indovinato.
“volevo solo parlarti...” intuivo già lì
argomento... “delle Nozze Sacre...” tradotto del rito per
la celebrazione del tuo compleanno. Mi sedetti. Se volevo reggere la
conversazione meglio avere qualcosa di solido sotto al sedere e di
sicuro non sarebbero bastate le lasagne.
“che c’è per dolce?”
“torta al cioccolato e mandorle, la tua preferita.” Mi
rispose sorridendo, interpretando al domanda come un invito a
proseguire. “come sacerdotessa di Avalon devi conoscere ogni
particolare del rito...”
“si e li conosco bene...” dove voleva andare a parare?
“ecco, si insomma. So che non potete scegliere il Re Cacciatore
che deve vincere per poter arrivare a te...” abbassò gli
occhi imbarazzato. Un sorriso mi comparve involontario sulle labbra.
“anche tu celebrasti il compleanno della signora di Avalon come
Re Cacciatore, mi sembra...” certo! Ero nata io! “quindi
sai molto bene come si svolge...non capisco cosa possa
imbarazzarti...”
“cerca di essere docile mentre il Re ti farà sua e non
sarcastica e scontrosa come sempre.” Ok, adesso ero io quella in
imbarazzo, mi stava dando consigli sulla mia prima volta ma non era
ancora finita. “tu non sei molto simpatica con i druidi ma quasi
sicuramente sarà uno di noi...e inoltre vorrei che scegliessi il
giovane Diviziaco...” lo guardai allibita... “Mike per
intenderci,” disse interpretando il mio sguardo sconcertato come
se non avessi capito di chi stava parlando. “ha già avuto
altre donne e molte pizie me lo hanno indicato come un grande amante
che può renderti piacevole il rito. So che per te celebrarlo
è un grande sacrificio e sto cercando il modo per rendertelo
meno odioso...” non riuscivo a dire una sola parola. Mi alzai
molto lentamente, presi il cellulare e composi un breve messaggio. Poi
mi rivolsi a mio padre che mi fissava in attesa di una mia risposta.
“non posso pilotare la cerimonia...” certo che potevo ma i
druidi non avrebbero dovuto mai saperlo. “e non mi sembra il caso
che tu mi faccia un discorso del genere. È una cosa che
già faccio mal volentieri e sapere con chi passerò la mia
prima volta senza che lo ami non mi farà di certo stare
meglio.” Presi fiato ma qualcuno mi interruppe entrando come un
razzo dalla porta principale, travolgendo per altro il mobiletto
all’ingresso.
“Bella! Che significa: Ti prego vieni subito, Jake?
Mi hai fatto spaventare a morte!” il mio amico trafelato per la
corsa non aveva ripreso fiato nemmeno un secondo e mi fissava con gli
occhi fuori dalle orbite. Mi rivolsi a mio padre poco felice
dell’interruzione.
“se potessi scegliere, non sarà certo un druido ma un
licantropo. E ora scusa ma devo andare.” Mi rivolsi al mio
miglior amico e gli sorrisi grata che fosse arrivato così
presto. Gli avevo perdonato alla svelta il suo comportamento, certo le
sue costole rotte non avevano ancora perdonato me. Gli presi la grande
mano calda nella mia e lo condussi fuori di casa, al limite con la
foresta. Lì presi la Goccia di Avalon e richiamai con enorme
sforzo, ero ancora indebolita dai ricordi del pomeriggio e la magia mi
stava togliendo ulteriori energie, le nebbie che trasportarono me e
Jacob al molo inglese dove ci attendeva la barca per Avalon, i
servitori percepivano la mia intenzione di usare la barca senza che
arrivasse loro un ordine diretto.
“che significa Bella?” Jake voleva delle spiegazioni.
“significa solo che ogni sera tornerò ad Avalon pur di non
sentire mio padre e i suoi discorsi sul sesso!” gridai in preda
ad una leggera crisi isterica.
“ah ah ah!!!” io non ci trovavo niente da ridere! Misi un
broncio da bambina offesa. Lentamente la tensione accumulata si sciolse
e mi unì volentieri al suo sorriso.
“ok, ok. Ho esagerato. Ma proprio non è il mio discorso
preferito. Mi ha addirittura indicato di scegliere Mike!” a
Jacob, Mike stava simpatico quanto io adoravo le pizie. “tra
quelle sciacquette delle pizie va alla grande.” Informai il mio
amico delle quotazioni sessuali del druido.
“ah ah ah” Jake aveva una gran risata contagiosa e bastava
poco per scatenarla. “comunque sei adorabile con quella
tuta.” Solo allora mi accorsi che indossavo ancora
quell’orribile indumento sformato. “una tipa come te
attenta alla moda...” rise di nuovo prendendomi in giro e per non
cadere a terra dalle risate si appoggio al povero albero lì
vicino che si incrinò sotto il suo peso.
“ah ah ah, spiritoso.” Gli risposi sarcastica ma grata,
sapevo che stava facendo di tutto per distarmi dalla mia incazzatura,
dovevo essere più calma se volevo riportarci indietro.
“su adesso che ti sei calmata perché non ci riporti a
casa?” il suo riso si trasformò in un dolce e comprensivo
sorriso. Avrei voluto esaudire la sua richiesta ma ero troppo stanca,
raccolsi le forze cercando quel tanto di potere che bastava per
riportarci a Forks. Mi tremarono le gambe e io sarei caduta a terra
stremata se Jake non mi avesse preso al volo.
“Jacob...”
“ok, ho capito.” Si trasformò nell’enorme lupo
rossiccio e si abbassò quanto bastava per permettermi di salire
su di lui. Ci dirigemmo a Eyam passando per i boschi e le strade meno
trafficate, non potevamo correre il rischio di essere visti. Purtroppo
la mia mente era ancora visitata dai pensieri sul rito e mi continuavo
a chiedere se il licantropo sotto di me avrebbe partecipato al rito. Mi
risposi che era meglio non saperlo.
Una volta raggiunto il paese, dove nessuno si stupì di vedermi
arrivare sul dorso del licantropo, dopotutto conoscevano la magia, i
druidi l’avevano eletto a loro sede principale secoli orsono,
entrai nella casa che mi aveva ospitato qualche mese prima. Mangiai
qualcosa con il mio amico in forma umana prima di andare a letto. fu
una cena molto piacevole, ridevamo e scherzavamo spensierati. Per
fortuna avevo fatto una doccia, sentire l’odore di vampiro
avrebbe portato a troppe domande. Trovai un pigiama nel cassettone
della mia stanza. Una donna di Avalon mi aveva nel frattempo raggiunto
per mettersi al mio servizio, anche se non era necessario, e per
portarmi degli indumenti consoni alla giornata successiva.
“ti amo.” Mandai veloce un messaggio ad Edward, anche per avvertirlo che non sarei stata a casa quella notte.
“ti amo, mia stella.”
Non chiese il motivo della mia assenza e gliene fui grata. La mattina
dopo sarei ripartita e avrei affrontato una nuova giornata di scuola
come se niente fosse successo.
p.s. dell'autrice: siete giunti
fino in fondo? bene!!! come è andata? si inizia a intravedere
qualcosa ma non so ancora bene quando verrà spiegato tutto nel
dettaglio (i capitoli mi stanno implorando si scriverli, ma la mia
testa è tra le nuvole, impegnata in altro.) spero di risentirvi
presto ma tanto ormai siete abituati ai miei lunghi silenzi
(perdonatemi!!!!) ciao!!!!
Isy_264: ciao!!! sono sparita ma mi
sono ritrovata =) chiedo scusa per l'assenza prolungata =) purtroppo in
questo capitolo nessun pov Edward, ma torna tranquilla =). mi fa
piacere che ti piaccia come personaggio (a me fa impazzire ma scrivere
i suoi pov non è sempre semplice). per quanto riguarda il rito,
si manca poco (credo). ma prima che avvenga Bella deve parlare con
Edward, spiegare...direi che qua qualcosa si intuisce...si capisce
anche il rapporto Bella/Charlie. a lui conveniva molto crescerla...ma
sono sicura che le voglia anche bene. posterei sicuramente più
spesso se l'ispirazione non mi abbandonasse tutte le volte che apro il
file, porta pazienza, please!!! ciao!!!!
bellacullen889: e
chi ti dice che io voglia liberarmi di te??? =) non so dirti quanto mi
faccia piacere che tu apprezzi anche questa storia =) è la mia
prima creatura e sta crescendo con non poche difficoltà, ho
bisogno anche del tuo spstegno!!! ma tanto i miei sproloqui li conosci
già!!! ciao!!!
psawyer414: eh si ho continuato.
James mi è sempre stato antipatico, quindi toccata e fuga per
lui e morte violenta!! so che questo capitolo ti farà sbellicare
ma spero che ti piaccia come è stato sistemato!!! ciao!!!!
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Capitolo 13 *** Inviti ***
cap 13 avalon
buon pomeriggio! meglio se non faccio nemmeno vedere =) sono imperdonabile, sono in ritardo! buona lettura.
CAPITOLO 13 – INVITI
POV EDWARD
Osservavo Bella oggi giorno, ogni ora, ogni momento da lontano. La
tenevo sempre sotto stretta sorveglianza spiandola attraverso le menti
altrui. Lo sapeva ma non diceva niente, quel mio senso di protezione
nei suoi confronti la lusingava parecchio e io non stavo tranquillo se
la perdevo di vista.
“sei patetico.”
Alice mi canzonò. Pur rispettando il desiderio della mia amata
di non divulgare quanto accaduto nel cerchio di pietre e ne bosco
qualche giorno fa, non avevo proprio potuto tenere segreto alla mia
sorellina preferita il mio amore, la mia ossessione per Bella. Come se
fosse stato minimamente possibile con Jasper dalla sua parte che
sondava costantemente i miei stati d’animo. Ignorare i commenti
sarcastici di Alice era facile, un po’ meno sopportare le
battutine sconce di Emmett. Cercai di farmele scivolare addosso come se
fossero acqua mentre ci digerivamo verso la mensa. Non potevo
sopportare che pensasse che io, creatura dannata, avessi anche solo
potuto...rendere impura una creatura cristallina ed eterea come
lei...non che non ci avessi mai pensato, ma era impossibile e poi era
troppo fragile, avrei potuto
facilmente ucciderla. Lei, lei, lei. Lei che in quel momento mi aveva
scoperto ad osservarla mentre mangiava concentrata su un libro la sua
mela rossa. Aveva delle piccole borse sotto gli occhi, la notte prima
non l’aveva trascorsa nel suo letto ma non le avevo chiesto
spiegazioni, mi aveva chiesto di fidarsi di lei e io lo facevo. Ma
anche se provata dall’assenza di sonno era bellissima. Mi
ritrovai a desiderare di essere io il motivo per cui non aveva chiuso
occhio quando mi sorrise e abbassò lo sguardo.
“mi faranno impazzire, prima o poi!!” esclamò Jasper
massaggiandosi le tempie come se fosse preda di un gran mal di testa.
Sorpreso lo guardai. Non credevo di aver quell’effetto sul mio
povero fratello con la mia ossessione.
“scusa fratello.” Mormorai.
“e tu che centri? Non puoi mica controllare l’euforia dei
ragazzini con gli ormoni impazziti per non so quale evento...”
ero proprio distratto se non avevo sentito nessun pensiero sul...
“il BALLO!!! Jasper!!! Il Ballo di Primavera. Quante volte devo
dirtelo che tra poco ci sarà il Ballo? A proposito Rose, quando
andiamo a prendere i vestiti?” Alice se c’era la
possibilità di dar fondo al patrimonio dei Cullen in vestiti
al’ultima moda e di partecipare ad una festa non era mia
distratta, con gran dispiacere di noi giovani uomini di casa. “e
si.” Si fermò un attimo con lo sguardo perso nel vuoto.
“verrete tutti. Quindi tutti a fare spese!!!” la guardai
scettico. Io non sarei mai andato ad una insulsa cosa umana come un
ballo studentesco. No, proprio no. Questa volta Alice aveva toppato.
Eppure nella mente del folletto vorticava la mia immagine in smoking.
Forse aveva deciso lei per me...ringhiai. Bella spaventata
sollevò il suo dolce viso fino ad incontrare i miei occhi. non
poteva avermi sentito, forse era il suo sesto senso in allarme.
Rimanemmo incatenati, occhi negli occhi, mentre un ragazzino che aveva
bisogno di una visita dal dermatologo per acne giovanile e una dal
parrucchiere visti gli orrendi capelli che si ritrovava, si avvicinava
al suo tavolo.
“è facile. Mi avvicino,
la saluto, le chiedo se viene al ballo con me. niente di complicato.
Vai e agisci Eric! Sei un bel ragazzo e non ti dirà mai di
no!” voleva invitare la mia Bella al Ballo!! E credeva pure che lei gli dicesse di si, si credeva un gran figo.
“Edward!” Alice mi
fissava sconvolta. I miei muscoli erano tesi, le mie mani stavano
disintegrando il tavolo, i miei occhi probabilmente erano neri per la
rabbia e i miei pensieri tutti rivolti a come uccidere
quell’insignificante umano. Una sensazione di pace profonda mi
invase senza rilassarmi del tutto. Jasper cercava di fare del suo
meglio. Emmett se la rideva sotto i baffi per la mia gelosia (solo
perché lui non sentiva cosa pensavano gli altri di sua
moglie...), mentre Rose sbuffava spazientita. Lei non capiva che ci
trovassi in Bella né tanto meno perché mi ostinassi a
complicarmi la vita. Mi rilassai solo quando sentì sussurrare
Bella, tutta rossa per l’imbarazzo, che lei, al Ballo, non ci
sarebbe mai andata, che lei quel sabato sarebbe stata fuori
città, una scusa probabilmente per non essere troppo scortese.
Eric se ne andò abbattuto. Ghignai come se fosse una mia piccola
vittoria personale. Ero proprio distratto, intossicato dalla sua
presenza per non accorgermi che altri erano affascinati da lei. Un
altro ragazzino, Tyler, stava per tentare la fortuna con lei. Ma non lo
capivano che lei era solo mia?
E che nessuno l’avrebbe mai potuta avere o conquistare il suo
cuore? Il suo cuore, la sua anima mi appartenevano da secoli e per
secoli sarebbero stati miei e miei soltanto. La campanella che
segnalava la fine della pausa pranzo venne accolta con gran sollievo da
me e da Bella. La prossima lezione, biologia, l’avremmo
frequentata insieme. Intanto Tyler, pensava che avrebbe approfittato
della lezione comune per fare la sua dichiarazione. Bella aveva
rifiutato il primo, probabilmente la stessa sorte sarebbe toccata a
questa montagna di muscoli con poco, pochissimo cervello. Ero tuttavia
curioso di sapere come sarebbe andata a finire.
Mi diressi felice verso l’aula di biologia, una delle poche che
frequentavo con il mio amore. Mediamente la trascorrevamo a spiarci di
sottecchi controllando entrambi la mente del professore quanto bastava
per non farci sorprendere distratti e senza la risposta pronta. Tyler
si sedette con fare spavaldo sul bordo del tavolo degli esperimenti che
dividevo con Isabella. Lei lo guardò come se fosse un viscido
insetto, riempiendomi di soddisfazione. Nemmeno lui avrebbe avuto
risposta affermativa, o almeno lo speravo. Lui continuava a parlare
senza essersi accorto delle occhiatacce mie e di Bella, attendendo il
momento giusto per chiederglielo. Altra campanella e forse lo avrebbe
salvato da morte violenta per mano mia. Ma il ragazzo prese coraggio.
“vunralbllcommè?” gli uscì di bocca tutto
d’un fiato, mangiandosi metà delle parole, conscio di
avere poco tempo prima dell’arrivo del professore, trattenuto (ma
qualcuno stava cospirando contro il mio autocontrollo?!) da...Alice? la
sentì scusarsi, dicendomi di godermi la scena perché
sapeva che ero curioso della risposta. Sospirai, avrei preferito non
dover sopportare così tanto, il mio autocontrollo si era
affinato in quasi cent’anni ma non era il caso di metterlo a dura
prova in questo modo, riportando la mia attenzione a Bella e al
bell’imbusto senza speranza.
“eh?” Bella non aveva capito o voleva solo temporeggiare
incredula che fosse il secondo ragazzo che voleva portarla al Ballo.
“vuoi – venire – al – Ballo – con –
me?” Tyler scandì le parole come se stesse parlando ad uno
stupido. Era lui lo stupido. Bella non sopportava essere trattata
così. I muri della scuola ne portavano ancora i segni. Ghignai
pensando che aveva sbattuto un licantropo contro al muro senza muovere
un dito! Che essere straordinario al mia ragazza!! Ritornai un fascio
di nervi, teso nell’attesa della risposta di Bella. Lei si
avvicinò sensuale al ragazzo.
“Tyler...” iniziò con dolcezza “cosa ti fa
credere che un energumeno senza cervello come te possa portarmi al
Ballo? Comunque quel fine settimana sarò fuori città,
quindi se vuoi gentilmente toglierti dal mio banco te ne sarei
grata.” Mai svegliare can che dorme, soprattutto se è la
Signora di Avalon ed è estremamente permalosa. Gongolai di
soddisfazione. Ora potevo trascorrere tranquillamente la lezione.
POV BELLA
Ma si può sapere che è preso a tutta la popolazione
maschile quel giorno? Sapevo bene che ci sarebbe stato un ballo tra
qualche settimana. Jake mi aveva addirittura proposto di farmi da
cavaliere. Come se io avessi mai potuto ballare o solo prendere in
considerazione l’ipotesi di parteciparvi...certo con il cavaliere
giusto...comunque non faceva proprio per me la danza, avevo già
i miei problemi quando camminavo in linea retta, il verbo ballare
proprio non rientrava nel mio vocabolario. Invece già due
ragazzi mi avevano chiesto di “far loro l’onore” di
accompagnarli. No, ne ero quasi sicura, c’era nell’aria un
virus molto contagioso che dava come sintomi l’improvvisa pazzia.
Non ero bella, non ero minimamente interessante e cercavo di passare il
più inosservata possibile, che fosse la perenne aurea di mistero
che mi circondava ad attirarli a me. qualsiasi fosse il motivo non mi
interessava più di tanto, anche se...se un certo ragazzo mi
avesse chiesto di essere la sua dama, lo avrei accontentato molto
volentieri. E invece come al solito si limitava ad osservarmi da
lontano, non molto discretamente, a dire la verità, ma non osava
avvicinarmi. Mi diedi della stupida. Lui mi amava e rispettava le mie
richieste anche se a fatica, lui mi amava, mi rispettava in tutto e io
lo tenevo lontano da me! Quel pomeriggio inoltre, non sarei potuta
andare nella radura ad incontrarlo, perché avevo promesso di
recarmi ad Avalon per definire alcuni particolari per il mio compleanno
che si avvicinava sempre più. Uscii un’ora prima da
scuola, saltando educazione fisica, con mia somma felicità,
odiavo quella materia!, mia questo non riuscì a farmi gioire
come avrei voluto . mi diressi triste alla mia auto a cui vidi
appoggiato un ragazzo, provai un tuffo al cuore. La fitta pioggerellina
che scendeva dal cielo per mio volere,rispecchiando il mio umore tetro,
mi impediva di distinguere chiaramente chi fosse. Quanto avrei voluto
che fosse Edward! Mi avvinai ancora di più. Il mio cuore batteva
all’impazzata nella speranza che fosse lui, pregai intensamente
perché non percepisse i suoi battiti impazziti. Mi fermai di
botto quando vidi Mike comodamente appoggiato alla portiera della mia
auto. Ma come si permetteva! Non aveva nessun diritto di trovarsi
lì! Era inutile cercare di sentire la sua mente, non avrei
cavato un ragno da un buco!!! Era un druido e un druido se voleva,
sapeva non farsi trovare impreparato davanti alla Signora di Avalon,
proteggendo sempre la sua mente. Scocciata gli lanciai uno sguardo
gelido, sperando che capisse di non essere il benvenuto.
“Isabella...” mi salutò pieno di rispetto, ma con
una lieve nota giocosa che rispecchiava il sorriso malizioso che non mi
piaceva per niente. Non gli risposi e presi ad armeggiare
all’interno della borsa per cercare le chiavi. Io e la mia mania
delle borse grandi, capienti alla Mary Poppins, ma che inevitabilmente
non ti facevano trovare le cose, soprattutto quando ti servivano!!
Più mi arrabbiavo con me stessa più le mie guance
diventavano rosse e la pioggia aumentava, ormai ero completamente
fradicia.
“non essere arrabbiata perché mi trovo qua.”
Continuai ad ignorando pregando che il mio angelo personale mi
raggiungesse con l’auto per fare una veloce fuga d’amore.
“so che tuo padre ti ha indicato me per il rito.” Questo
era troppo. La luce della Goccia di Avalon pulsava frenetica, non
riuscivo a controllare il potere che dentro di me sentivo aumentare.
Non sapevo nemmeno io quanto avrei trattenuto il potere.
“Mike, vattene. Come ho detto a Charlie, non posso pilotare il rito.”
“si, mi ha parlato della tua reazione.” Mi si
avvicinò con fare sensuale, o che almeno credeva tale, ma non
aveva nemmeno un briciolo della sexy grazia di Edward. “voglio
solo invitarti al ballo. Tutto qua.” Alzai lo sguardo sbalordita.
“invitami pure al ballo. Ho già rifiutato altri inviti e
sarai il prossimo a cui dirò di no, mi dispiace molto ma il
premio di consolazione per essere arrivato terzo non
c’è!” gli risposi acida. Con mia somma sorpresa non
si diede per vinto e mi cinse i fianchi premendo il mio bacino sulla
sua incipiente erezione.
“su Bella, non fare la difficile. Andiamo al ballo insieme,
balliamo, ci divertiamo e poi possiamo approfondire meglio la nostra
conoscenza prima del rito se ti lasci un po’ andare...” o
ma che schifo! Mi lascio vedere per un attimo cosa intendesse lui
per approfondire la nostra conoscenza!
Io inginocchiata tra le sue gambe mentre il suo volto si trasfigurava
per il piacere, di certo non poteva avere il mio corpo in un rapporto
completo, non si sarebbe rischiato a rovinarsi il piacere del rito.
Cercai di divincolarmi ma mi teneva stretta a sé, una sua lurida
mano sul mio sedere. “non mi sembra il caso di rifiutarmi. Sai
meglio di me che sarò io il tuo primo uomo e che ti darò
una figlia, quindi smettila di rifiutarmi!” la sue mani
scorrevano sui miei fianchi. “non rifiutarmi ragazzina, non ti
conviene o te ne pentirai, posso essere dolce o violento, dipende solo
da te.” Mi sussurrò in un orecchio, prima di leccarmi il
lobo. La sua viscida lingua stava percorrendo il mio collo. Possibile
che quando ero veramente in difficoltà i licantropi non si
facessero vedere?! La paura e lo schifo stavano paralizzando il mio
corpo e con esso il miei poteri, impedendomi di utilizzarli per
allontanarlo da me. Mi restava un’ultima possibilità per
liberarmi di Mike. Era venuto il momento di dichiarare a tutti i miei
sentimenti per il bel vampiro dai capelli ramati.
POV EDWARD
La pioggia aumentava, Bella doveva essere proprio incazzata e triste
per far scendere questo diluvio universale. Ormai avevo imparato a
capire che cosa le passasse per la mente senza avere un contatto
diretto con i suoi pensieri e il tempo atmosferico mi aiutava
parecchio. Quando eravamo soli nella nostra radura splendeva sempre il
sole solo su di noi, come se fossimo in una bolla magica,
un’isola tutta per noi, e mi aveva confessato rossa per
l’imbarazzo che era merito suo, era felice, mi amava e adorava
vedermi brillare alla luce solare. Quel pomeriggio, vista la pioggia,
le avevo proposto di accompagnarla a casa, ma lei aveva risposto a
questo pensiero dicendo che non era così imbranata. Io mi
preoccupavo solo per la sua salute, le strade erano scivolose e qualche
umano avrebbe potuto facilmente perdere il controllo della propria
automobile. Io, almeno, ero un vampiro, con una vista super sviluppata,
dei riflessi impareggiabili e soprattutto se avessimo fatto qualche
incidente, l’avrei protetta con il mio corpo. A quei pensieri
Bella era scoppiata letteralmente a ridere, canzonandomi
perché secondo lei ero troppo vanitoso dei miei poteri. Alice
intuendo la mia intenzione di seguire la mia ragazza fino a casa mi
aveva preso le chiavi dell’auto direttamente dalla tasca della
giacca, senza neanche chiedermi il permesso. Dopo che Bella aveva
consegnato al professore di educazione fisica la giustificazione per
uscire un’ora prima, avevo aspettato un quarto d’ora prima
di fingere un improvviso malessere ed essere spedito in infermeria, che
naturalmente non raggiunsi mai. Stavo per uscire dall’edificio
scolastico quando sentii una strana forza che mi spingeva, non al
parcheggio principale, da cui avrei agevolmente raggiunto la foresta e
da li sarei corso lungo la strada cercando la sua auto, ma a quello
dietro la scuola, dove Bella aveva l’abitudine di posteggiare,
più riservato anche se più scomodo per lei. Immaginando
che fosse la mia Bella e qualcosa di simile a quello che era accaduto
al cerchio di pietre, mi lasciai guidare. Rimasi pietrificato dopo aver
aperto la porta, la mia ragazza mi stava guidando da lei perché
era in difficoltà, sembrava che non riuscisse ad utilizzare i
suoi poteri contro un viscido ragazzo che la stava importunando in modo
troppo erotico per i miei gusti.
“che fai lì impalato??? Mi vuoi aiutare?”
la sua voce terrorizzata mi rimbombò nella mente facendomi
riscuotere dalla sorpresa. Veloce, come solo un vampiro sa essere, mi
fiondai su di loro e liberai Bella dalla presa di quell’essere
che stava cercando di baciarla. Solo IO avevo il diritto di farlo!
Ringhiai portandomi in posizione di difesa, trascinando una tremante
Bella dietro di me, non mi importava che il ragazzo sapesse della mia
vera natura, non avrebbe dovuto permettersi di toccarla.
“oh, molto bene Isabella, prima mi rifiuti e poi ti fai aiutare
da un vampiro? Sei caduta così in basso?” chiunque fosse
il suo atteggiamento sprezzante non mi piaceva. I pensieri di Bella mi
colpirono in pieno, talmente tanta era la sua rabbia, che dopo il mio
arrivo aveva sostituito la paura, che non si curava di impedirmi di
accedervi.
“idiota, stupido, inutile, pezzo di m., che sei Mike!” sogghignai per il fatto che tendesse a non essere troppo volgare. “non sarò mai sua, mai, io appartengo già a qualcun altro...” e nella sua mente vidi il mio volto. Si, mi amava, stavo gongolando come un bambino la mattina di Natale.
“sciocca, non lo sai che quell’essere è
pericoloso?” sempre più disgustato il ragazzo si stava
avvicinando a noi. Mi voltai verso Bella, le sorrisi e la baciai.
Ripresasi dall’iniziale sorpresa per il mio gesto si
lasciò andare anche a lei a quel contatto. Il concetto mi
sembrava chiaro, Bella era mia!! Ero così preso da quel momento
che mi accorsi all’ultimo che Mike si stava avvicinando a noi,
solo quando fu a pochissimi passi da me ne fui consapevole e con forza
lo scaraventai lontano contro l’auto, la cui carrozzeria fu
rovinata dallo schianto del corpo. Dopo essermi voltato per
un’ultima volta verso quell’inutile verme, gli sorrisi
beffardo. Poi la mia attenzione la rivolsi solo al mio sole personale,
la mia dolce e amata Bella.
“ti fidi di me, Bella?” le chiesi pur sapendo la risposta,
o non mi avrebbe di certo mandato da lei. Lei mi amava di un amore puro
e profondo, che non poteva essere macchiato dalla mia natura mostruosa.
Chinò il capo come se fosse indecisa, in realtà non
voleva che vedessi le sue guance rosse. Le alzai il mento e la guardai
fisso negli occhi, lucidi per la gioia e l’emozione.
“si” mi disse semplicemente. Prima che il ragazzo potesse
muovere anche solo un passo un muscolo io avevo preso tra le mie
braccia la ragazza e con lei ero sparito nella foresta.
p.s. dell'autrice: devo
chiedere umilmente scusa per il ritardo! ho i miei buoni motivi, ma mi
dispiace un sacco avervi fatto aspettare.
uno-spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi è costato un sacco
di fatica...è stato molto difficile scrivere questo capitolo,
fondamentale anche se di passaggio, non mi soddisfava per niente ma
mettermi a riscriverlo completamente mi sembra un incubo...maledetta me
che ho voluto inserire le scene degli inviti come in Twilight...
due-ho avuto un calo d'ispirazione terrificante per questa storia, sto
rivedendo completamente la trama. il prossimo capitolo non so nemmeno
io quando sarà pronto, ne ho scritto una bozza ma non mi
soddisfa per niente per cui credo che verrà cancellata =) e si
passerà direttamente al rito.
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My Killer Angel (non è una nuova storia, è solo una one-shot!!!) e Io, a Beverly Hills by me XD
Storie che beto e che trovo molto belle:
Il ragazzo perfetto di bellacullen889
Isabella Fat di meredhit89
Storia che ho visto nascere (quasi...) e che merita tantissimo:
Elizabethtowncafè di HAYLS
quattro-recensioni!
- bellacullen889:
nello scorso capitolo Edward si è visto veramente poco, ma qui
si recupera no? =) no, non diventerò mai team Jacob! il caro
lupetto è solo un amico per Bella, un fratello maggiore che la
protegge sempre da tutti e da tutto, anche da se stessa quando si
comporta come una bambina troppo viziata e paurosa. se prima odiavi
Mike pur non essendo mai comparso in scena ora che fai??? =) non dare
fuoco nè alla sottoscritta nè al computer!!! XD
grazie mille, è bello sapere che bene o male me la cavo in
qualsiasi genere e che non mi abbandonerai mai a me stessa!! ciao!!!
- psawyer414:
ciao tesoro, scusa se ti ho fatto attendere questo capitolo, non
lo avevi mai letto, vero?? le doti sensuali di Mike stanno emergendo e
fanno saltare i nervi al nostro caro Edward! io adoro la tua pazzia,
perchè, oltre ad essere un po' anche merito mio, è una
parte senza la quale io non so che farei!! un mega kiss!! ciao!!!
- Isy_264: ih ih
ih, sto ridendo un po' perfidamente, scusa!!! =) ma mi è
piaciuto immaginare Mike che tenta di essere seducente! =) ma
tranquilla Edward è mooooolto meglio!!! =) spero che
questo capitolo soddisfi la tua curiosità di vedere Edward
protagonista, mi diverto un sacco a scrivere i suoi pov, mi risultano
più semplici rispetto a quelli di Bella! ciaoooo!!!
cinque-ci si vede al prossimo capitolo! grazie a tutti!!! ciao!!! =)
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Capitolo 14 *** Ora tutti sanno ***
cap 14 avalon
Dopo solo due settimane e
mezzo eccomi di nuovo, non gridate al miracolo, solo
un’improvvisa ispirazione che mi ha travolto quest’oggi
(eh, si i viaggi in treno fanno miracoli!!!). Non gridate troppo dalla
gioia, il capitolo è vergognosamente corto, chiedo scusa, ma mi
piaceva un sacco e lo trovo in qualche modo perfetto. Non ho resistito
a farvelo leggere =)
Buona lettura.
CAPITOLO 14 – ORA TUTTI SANNO
POV BELLA
Ero tra le sue braccia e mai mi ero sentita così al sicuro,
protetta e amata. Mi aveva sollevato delicatamente come se fossi la
cosa più delicata, preziosa e pura che avesse mai incontrato. Mi
strinsi a lui e alla sua camicia, stropicciandogliela. Sentivo il suo
respiro regolare sotto di me, correva veloce senza sforzo, libero e
felice, sentivo la sua mente completamente sgombra da qualsiasi
pensiero negativo, gli piaceva correre e tutte le preoccupazioni sulla
sua natura che tanto lo tormentavano erano state spazzate via da
quell’attimo di assoluta felicità. io, invece chiudevo con
forza gli occhi, amavo poco la velocità e ancor meno veder
sfrecciare veloci gli alberi accanto a noi...per alcuni secondi mi ero
concentrata sul suo volto sereno e innamorato, ma una leggera nausea
mia aveva colpito convincendomi a guardarlo solo dopo che mi avesse
deposto a terra. Nemmeno Jacob correva così veloce, non avevo
mai sentito il vento fischiarmi così fastidioso addosso,
fendevamo l’aria come niente fosse.
“Bella...” il mio angelo mi riportò alla
realtà, ci eravamo fermati. Eppure non mossi un muscolo, strinsi
solo di più la sua camicia.
“no...voglio restare qua.” Mi stavo impuntando come una bambina piccola.
“Bella...”questa volta la sua voce carica di preoccupazione
e un ringhio feroce, mi fecero aprire di scatto gli occhi.
“sembra che quel verme abbia chiamato i rinforzi.” Edward
sibilava tra il furioso e l’ansioso, mi strinse a sé
protettivo. Leggeva i pensieri rabbiosi di tutti i lupi, la guardia al
completo era riunita e ci attendeva la di là della nostra radura.
“Bella, dimmi, ti prego, dimmi che è uno scherzo, che
questa mattina non mi sono svegliato!!” ops, Jacob stava
avanzando verso di noi, e le sue intenzioni non erano amichevoli.
“non puoi stare in braccio a una sanguisuga! È pericoloso,
è un mostro...ti devo ricordare che chi ha ucciso tua madre era
un mostro del genere?!?!”
“il tuo amico ha ragione, non dovresti essere con me, io sono un
mostro.” Edward cercò di farmi scendere dalla sue braccia,
ma mi rifiutai, strinsi ancora di più la sua camicia.
“Isabella, vieni immediatamente qui! Sei impazzita?” mio
padre era entrato nella radura, incenerendomi con lo sguardo.
“Bella...forse dovresti andare da loro...” Edward cercando
di convincermi a tornare dal mio popolo, accettava di soffrire una
lunga separazione. Chiusi gli occhi con forza, avrei voluto essere
trasportata lontano, in un luogo che...
“amore, ti prego...voglio stare qua.” I ringhi furiosi dei
licantropi aumentarono alla mia affermazione, mentre la stretta di
Edward si faceva intensa e ancora più protettiva.
“Bella...” Jacob, umano e nudo si fece avanti. I suoi
pensieri erano chiari, se io mi fidavo così di un vampiro dovevo
essere sotto qualche incantesimo. Per cui solo con i poteri che gli
avevano donato i druidi avrebbe potuto salvarmi, ma per farlo avrebbe
dovuto avvicinarsi a noi umano. Sciocco.
“ok, ok” mi arresi e mi feci posare a terra. Barcollai
leggermente prima di riprendere l’uso delle gambe, per fortuna
avevo un vampiro che mi sostenne o sarei finita a terra. “Jake,
va tutto bene. oh, non essere ridicolo!” esclamai esasperata dai
suoi pensieri e per dimostrargli che ero ancora in possesso delle mie
facoltà mentali e magiche, intrecciai con i fiori della radura
un gonnellino per coprire la sua intimità nuda.
“davvero divertente.” Ironizzò non appena se lo vide
addosso. Io per tutta risposta scoppiai a ridere, Edward tratteneva a
stento le risate. “per favore, ora verresti con me?” mi
parlava come se fossi una bambina piccola, sentivo i poteri che
instabili mi scorrevano in corpo, amore, rabbia, frustrazione, paura di
perdere tutto...
“Calmati Bella...” Edward era al mio fianco che mi
osservava nervoso, mi accorsi solo allora che la Goccia di Avalon stava
pulsando, mi stavo facendo sopraffare delle mie emozioni ancora una
volta. mi voltai verso l’uomo che amavo e incontrare i suoi occhi
mi riportò un po’ di serenità, quando la sua mano
si posò sulla mia guancia tornai a respirare con
regolarità.
“incredibile...” mio padre era senza parole, meglio approfittare del piccolo vantaggio che avevo.
“andatevene! Voglio parlare con Edward, da sola...” tutti
mi fissarono preoccupati. Mi padre stava vagliando la mia richiesta.
“non è una richiesta, è un ordine.” La luce
di Avalon stava scorrendo sempre più intensa, era un flusso
continuo e non pulsante, questa volta sarei riuscita a controllare il
potere e a indirizzarlo a mio piacimento.
“a due condizioni.” Mio padre doveva sempre averla vinta.
“resterà anche Jake, così per precauzione.”
Alzai gli occhi al cielo, non avrei nemmeno aspettato che gli altri
scomparissero dalla radura e avrei trasportato Edward lontano da
lì. “e due, non osare renderlo partecipe del rito, non
dovrà sapere niente, e non dovrà parteciparvi.”
Questo paletto era più difficile da scavalcare. Il capo druido
aveva l’autorità di imporre il segreto e una restrizione
nella lista dei partecipanti, come se fosse stato un grande banchetto a
cui si poteva partecipare solo con invito scritto.
“lui sa già tutto.” Velocemente schermai la mente
del vampiro, se avessero letto l’incomprensione delle nostre
parole, non avrei avuto più nessuna scappatoia.
“non credo sia una mossa furba schermargli la mente...” un sorriso beffardo deformò il viso di Charlie.
“Edward.” Gli porsi la mano che strinse con delicatezza. Mi
concertai, escludendo tutti i rumori e tutte le persone in quella
radura, pensai solo alla sua mano fredda. Ogni cosa iniziò a
vorticare rapidamente, sentii il corpo di Edward vicino a me, mi
strinse, ma tutto, veloce come era iniziato, finì. Eravamo ad
Avalon, quale posto migliore per raccontargli tutto? La sera del ballo
era vicina, e con essa anche quella del rito.
POV EDWARD
Sradicai un albero, furibondo. Avrei impedito con tutte le mie forze
che celebrasse il rito per il suo compleanno. Lei era mia e
nessun’altro aveva il permesso di toccarla. La parte più
possessiva ed egoista di me emergeva nella mia rabbia cieca che non
sembrava placarsi. Percepivo attorno a me, pensieri, voci scandalizzate
per il mio comportamento disdicevole. Qualcuno si chiedeva se dovesse
intervenire, ma un ordine secco di Bella fermò tutti nella loro
posizione. lei mi osservava, seria, senza tradire alcuna emozione
all’apparenza, aspettando che ritrovassi la ragione, ma dentro il
suo cuore potevo leggere tutto il dolore che la stava dilaniando
perché mi stava facendo quello. Perché stava seguendo le
logiche del potere e non quelle del suo amore. Avvilito e
consapevole che la mia rabbia l’avrebbe fatta soffrire ancora di
più, respirai a fondo per calmarmi e tornai da lei a capo chino.
Bella mi strinse a sé e iniziò a piangere le lacrime che
io non potevo versare. Non so per quando stemmo stretti così,
forse per ore.
“sistemiamo questo disastro, o vorranno la tua
testa.” Ridacchiò asciugandosi le lacrime che però
non accennavano a diminuire.
“ops...” disastro era dire poco, avevo rovinato con la mia
furia buona parte del boschetto, sapevo quale valore lei attribuiva
alla natura.
Mi porse la mano e insieme ci dirigemmo verso gli alberi. Bella prese
tra le mani il ciondolo e chiuse gli occhi. “Edward, mettiti qua,
accanto a me. e pensa solo all’amore che provi. Le piante vivono
d’amore e gentilezza. Tu le hai ferite e senza un tuo impegno nel
restituire loro la vita, questa zona rimarrà morta.” Feci
come mi aveva detto, pensai solo a lei, e improvvisamente sentii un
flusso dentro di me, salire, aumentare, ribollirmi nelle vene. Bella
prese le mie mani, da cui sentivo sgorgare il potere e le pose sulla
terra. Piano piano germogli di nuova vita nacquero sotto le nostre mani
intrecciate, la Goccia di Avalon era illuminata.
“mi dispiace per aver perso la calma.”
“ne hai tutto il diritto.” Mi sorrise mentre si alzava
traballante. “ma io devo...” la sua voce si incrinò.
“hai visto che cosa abbiamo creato, vita...fino a qualche mese fa
avrei potuto farcela anche da sola, ma questa volta ho avuto bisogno di
te e di usare il tuo amore per me per poterci riuscire.”
“che vuoi dire?” la sorressi, ancora troppo debole per la magia appena compiuta.
“voglio dire che quando la Signora di Avalon raggiunge i
diciotto anni, deve rinnovare il suo contratto con la natura che
è stato firmato con la sua nascita. La natura le dona dei
poteri, lei in cambio si impegna a proteggerla, a fare in modo che
l’equilibrio tra bene e male venga rispettato. Ma verso i
diciotto anni questo equilibrio delicato si deteriora perché i
suoi poteri diventano sempre più deboli. Deve permettere alla
vita e alla magia naturale di scorrere di nuovo in lei. Deve rifirmare
quel contratto affinché i suoi poteri si rinnovino e si
stabilizzino del tutto, e non vedrai mai più la Goccia pulsare
impazzita, avrò un controllo maggiore della magia, capisci?
Tutto questo non mi piace ma lo accetto perché se no il mondo
tenderà dalla parte del male, io sono nel mezzo e devo riuscire
a tenerlo nel suo equilibrio sempre precario.” La strinsi di
nuovo a me, incapace di dire alcunché, ma consapevole che, per
quanto questo mi facesse soffrire, era necessario.
“vuoi venire con me al ballo?” le chiesi sorprendendola, se
non potevo averla nel rito, l’avrei avuta almeno come dama per
uno stupido ballo studentesco.
“ne sarei onorata.” La sentii sorridere ancora aggrappata al mio collo.
p.s. dell’autrice
–che sta ridendo! –: vi lascio ancora una volta senza
spiegazioni su cosa consista il rito in sé (anche se credo che
possiate capirlo...), ma spero che possiate apprezzare cmq il capitolo.
Grazie mille per le splendide
recensioni (a cui rispondo sotto, promesso!), mi hanno dato la voglia
di scrivere e di non lasciarvi a secco per mesi come fatto prima.
Grazie anche ai preferiti, ai seguiti e ai ricordati =) grazie davvero
di cuore.
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My Killer Angel (non è una nuova storia, è solo una one-shot!!!) e Io, a Beverly Hills by me XD
Storie che beto e che trovo molto belle:
Il ragazzo perfetto di bellacullen889
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Storia che ho visto nascere (quasi...) e che merita tantissimo:
Elizabethtowncafè di HAYLS
recensioni!!!
- bellacullen889:
che tu fossi una piccola drogata delle mie storie mi inquieta e mi fa
piacere allo stesso tempo. =) ah ah ah!! =) non ridurti male
però se non aggiorno, sai com’è dura la vita degli
scrittori (?! Troppo vanitosa??? XD) nelle mie storie c’è
sempre qualcuno da odiare, non ne posso fare a meno! Questa volta
è toccato a Mike, anche se mi dispiace un po’ essere
sempre così perfida con i miei personaggi =) ah ah ah...lo so
che non mi credi!! =) :p Edward è Superman! – anche se non
ha proprio il mantello rosso! Ma il concetto è quello... –
ciao!!!!
- Austen95:
grazie mille, sono felicissima che ti piaccia la storia e il capitolo.
Se hai voglia fammi sapere che ne pensi di questo! Ciao!! =)
- psawyer414:
non c’è mai limite al peggio mia cara!! =) e mi sento un
po’ lumachina a scrivere, ma qualcosa di buono credo sia uscito
dalla mia mente folle!! =) ciao!!!
- Isy_264: ah ah
ah...anche a me fanno ridere i tentativi di Bella di non essere volgare
=) ed ecco un nuovo capitolo! Non è lungo come il precedente, ma
spero che ti piaccia e compensi la sua brevità con il fatto che
è arrivato presto presto!! =) per quanto riguarda Mike, mi
serviva un cattivo con i fiocchi, anche a me non sta molto simpatico,
ma almeno risponde alle esigenze di trama =) ma non ti preoccupare, per
ora sembra che non faccia più danni, anzi dovrebbe sparire
definitivamente – ma non affidati troppo alle mie parole, non si
sa mai!! –...mi piacerebbe fare i pov solo di Edward, devo dire
che sono molto contenta di come ragiona, lo capisco molto meglio di
Bella (forse perché lui è un tantino più
complesso...e complessato...) ma non posso fargli fare sempre il
protagonista. XD o avrà manie di grandezza, e poi chi lo
gestisce più??? XD ciao!!!!
- mammasaura: mi
piace lasciare le recensioni alle storie che meritano e che mi fanno
divertire! =) sono anche molto contenta che tu abbia trovato un attimo
per leggere la mia ff... =) mi sa che ci assomigliamo un pochetto...io
ho una passione incredibile per il Medioevo e le sue leggende (amo
molto il ciclo arturiano, Avalon compresa, naturalmente =)) e da quando
sono stata in Scozia mi è entrata nel cuore (il resto della Gran
Bretagna non l’ho ancora visitato ma spero di rimediare presto!).
ok, ok, aggiungi anche Twilight che male non fa!! =) anzi...ah ah ah!
Eh si...all’inizio mi ero un po’ demoralizzata, ma sto
continuando perché tutto sommato questa è stata la mia
prima storia e mi ci sono affezionata. Quindi tranquilla, leggerai il
seguito anche se forse un po’ a rilento (chiedo umilmente scusa
per la mia lentezza!!). grazie mille per i complimenti! Sono molto
graditi! Ciao!!!
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Capitolo 15 *** Shopping ***
cap 15 avalon
Ciao!!! Eccomi di nuovo!!!
ops, sono sparita per un mese =) va beh, capitolo di passaggio, ma
è venuto così, leggerino, lasciando al prossimo il
momento clou della storia.
Buona lettura!!
CAPITOLO 15 – SHOPPING
POV BELLA
Mi svegliai fischiettando un motivetto allegro che continuai a intonare
sotto la doccia e in cucina mentre facevo colazione. All’arrivo
di mio padre mi interruppi bruscamente. Erano giorni che mi rifiutava
il saluto, qualcuno ad Avalon avrebbe subito la mia ira per aver fatto
la spia, gli avevano riferito della devastazione di Edward. Ecco,
quest’incontro mattutino avrebbe potuto scalfire il mio ottimo
umore.
“Marion vorrebbe che nel pomeriggio passassi sull’isola un
paio d’ore per alcuni riti.” Mi comunicò conciso e
diretto.
“spiacente, ho altro da fare.” Alzai le spalle noncurante,
tornando alla mia tazza di latte e cereali. Sentendo ancora la sua
presenza nella stanza specificai. “mi inviteranno a fare shopping
questo pomeriggio.” Gli occhi mi luccicarono mentre rivivevo le
scene del mio sogno. Si dopo alcuni mesi i sogni erano tornati a
visitarmi. Quella mattina le sorelle Cullen si sarebbero avvicinate a
me e mi avrebbero chiesto di far loro compagnia durante la scelta del
vestito per il ballo. E io avrei accettato. Quindi avevo deciso di
precedere la loro richiesta e accettare direttamente, senza tanti
convenevoli inutili e imbarazzanti per la sottoscritta.
“non hai abbastanza vestiti nell’armadio?” sbottò irritato l’uomo alle mie spalle.
“si, ma me ne serve uno per un’occasione speciale. Vado al
ballo della scuola.” Charlie mi cinse le braccia da dietro in un
abbraccio un po’ goffo, baciandomi sulla testa.
“sono felice Isabella che tu abbia alla fine accettato la
proposta di Mike.” Mi scostai infastidita dal tocco e mi alzai a
fronteggiarlo.
“veramente ci vado con Edward. E non discutere.” Il mio
buonumore era ormai un ricordo lontano, urlai quasi la mia ultima
affermazione. Sentivo la Goccia pulsare e le forze abbandonarmi, il
rito doveva essere compiuto al più presto o gli squilibri tra le
forze sarebbero stati catastrofici. Mi feci accompagnare alla sedia
docilmente, avevo avuto un giramento di testa.
“il rito è più necessario e urgente di quanto
credessi...” mormorò preoccupato Charlie, inginocchiato
davanti a me. “la prima data utile, con le stelle allineate
è questo sabato Isabella. Non possiamo più aspettare. se
vorrai andare al ballo, non ti fermerò, ma il rito si
svolgerà a mezzanotte. Mi dispiace.” Mi asciugò le
lacrime che mi stavano bagnando le guancie.
“ho...ho paura, papà.” Confessai di getto, gettandomi tra le sue braccia.
“oh, piccola mia.” Mi cullò dolcemente
accarezzandomi i capelli. “anche tua madre ne aveva. E vorrei che
ci fosse lei ora qui con te. vorrei dirti cosa fare, cosa provare, ma
non posso far altro che consigliarti di lasciarti andare
all’istinto e sentirai che le forze della natura entreranno in
te.” singhiozzai ancora per qualche minuto, cercando di calmarmi.
“ora vai, o farai tardi a scuola.” Mi scostò dal suo
petto e mi fissò triste e con tutto l’affetto che provava
per me. era tanto e io non lo avevo mai notato.
“scegli un bel vestito oggi pomeriggio. Ah, con chi hai detto che vai?”
“con le sorelle di Edward.” Risposi prima di dileguarmi su
per le scale, senza dargli possibilità di ribattere, ormai avevo
il suo consenso per sabato e non avevo intenzione di farmelo togliere.
Arrivata a scuola mi diressi verso Alice Cullen che mi fisso con un gran sorriso, forse aveva visto tutto.
“verrò.” Le dissi semplicemente. Mi abbracciò
di slancio e, se in un primo momento rimasi spiazzata dalla sua
reazione, dopo ne fui contenta. Era calore umano allo stato pure quello
che emanava il suo corpo freddo. Quando ci staccammo vidi i suoi occhi
vitrei, forse indagava sul futuro, la sua faccia si contorse in una
smorfia di disappunto.
“non vedo che abito sceglierai. E nemmeno dove. Ed è strano, non mi è mai successo.”
“giochi sempre in modo scorretto sorellina. E per una volta sei
rimasta fregata!” la risata cristallina di Edward si diffuse
nell’aria e mi fiondai tra le sue braccia felice di rivederlo e
lui mi strinse a sé protettivo. “ma tu sei proprio sicura
di volere andare per negozi con Alice?” mi canzonò, mentre
la sorella gli faceva la linguaccia.
“forse sarà lei a non voler più venir con
me.” mormorai in imbarazzo per il mio piccolo difetto di
regredire a bambina in un negozio di giochi quando si parlava di
shopping e moda. Edward sempre ridacchiando mi strinse ancora di
più ma all’improvviso si scostò irrigidito.
“scusate, non volevo rovinarvi il momento idilliaco.” Trovai fastidiosa e fuori luogo l’ironia di Jake.
“fuori dalle scatole.” Borbottai cercando ancora l’abbraccio del mio vampiro.
“Bells...” eh, no, il diminutivo del diminutivo no! mi
scostai dal petto marmoreo di Edward e fissai torva il mio migliore
amico. “devo scambiare due paroline con te.”
“non ne ho voglia.” Risposi con il pensiero e l’occhiataccia questa volta me la beccai io. “perché devi sempre rompere?”
“perché oltre ad essere quello che so far meglio,”
ridacchiò “è il compito.” Concluse serio.
“vai. Ti aspetto qua.” Edward sciolse l’abbraccio
baciandomi castamente sulle labbra. Osservò il mio broncio da
bambina e mi sorrise teneramente. Vedevo quanta fatica gli costasse
lasciarmi andare a parlare con Jacob. I suoi occhi limpidi mi dicevano
tutti i suoi pensieri, meglio di una lettura nella mente. In quegli
occhi dorati vedevo anche tutta la tristezza che aveva provato ad
Avalon, ancora indelebile nel suo cuore. ma mi amava e rispettava il
mio ruolo, accettando quell’ennesima prova d’amore.
“Alice, è colpa di Jake se non vedi, tranquilla, il tuo
potere non sta facendo cilecca.” Rassicurai il folletto ancora
preoccupato per la sua improvvisa cecità. “Jake, se vuoi
parlare fallo, anche qui.”
“Bella...” mi rimproverò, ma, vedendo che non mi
muovevo di un solo millimetro, cedette. “tuo padre mi ha chiesto
di accompagnarti oggi pomeriggio. La cosa non mi esalta, so quanto
sei...mmm...fanatica della moda e quanto ti possa perdere in un
negozio, ma sinceramente, sarei più tranquillo anche io se mi
permettessi di...” lo zittii con un gesto della mano.
“no.” risposi secca, presi per mano i due Cullen e mi
avviai all’ingresso della scuola. Mai avrei permesso che anche le
mie uscite tra amici fossero controllate.
Erano ore che giravamo per un immenso centro commerciale di Seattle,
con la guida spericolata di Alice avevamo raggiunto la grande
città in pochissimo tempo. ero...felice, le sue vampire al mio
fianco chiacchieravamo spensierate, del più e del meno,
tranquillamente. Mi coinvolgevano nelle loro discussioni sulla moda e
chiedevano la mia opinione su ogni vestito che provavano, facendomi
sentire accettata e non temuta.
“come mi sta?” Rosalie uscì dal camerino, stava
provando un tubino stretto stretto rosso, che esaltava le sue forme
perfette. Si osservava nello specchio, dandoci le spalle, lisciava ogni
piega inesistente sul ventre perfettamente piatto. Ero senza parole, la
perfezione della vampira bionda mi spiazzava. La osservai critica.
“no, Rose, ti ingrassa, hai messo su qualche chilo?” Si
voltò verso di me, sconvolta. “scherzavo!”
specificai subito, impaurita che avesse un infarto. Ok, tecnicamente un
vampiro non poteva avere un colpo al cuore, ma poteva sempre
azzannarmi. il gelo scese tra di noi, ma la risata simile a campanelli
di Alice ci coinvolse. Andammo avanti quasi tutto il pomeriggio con
questi piccoli scherzi, ma il mio vestito per il ballo, non era stato
ancora trovato. Eppure ero piena di borse, vestiti lunghi e corti,
jeans e gonne, camicie e magliette e moltissime scarpe che quelle due
pazze mi avevano costretto a comprare. Quello che non mi convinceva ma
che loro mi trovavano perfetto, me lo compravano, a detta loro, come
ringraziamento per aver donato il sorriso al loro fratellino. Volevano
molto bene ad Edward, e questo mi aveva permesso anche di avere un
rapporto sereno con Rosalie, che diffidente, temeva per
l’incolumità della sua famiglia. era passata sopra i suoi
pregiudizi solo per amore fraterno, anche se aveva difficoltà ad
andare d’accordo con Jacob. Difficoltà oggettive, vampiri
e licantropi sono nemici giurati.
“non sentite un odore strano?” stavamo guardando degli
abiti da sera e tutto stava andando bene quando Rosalie se ne
uscì con questa frase, storcendo il naso perfetto.
“non vedo, non vedo!” Alice stava controllando se nel
nostro futuro, quell’odore sarebbe stato fonte di pericolo.
Pestai i piedi a terra, voleva dire solo una cosa.
“Jacob Black, se ci stai seguendo contro ogni mio ordine ti
strappo la pelliccia! E mi ci faccio un cappottino!” sussurrai,
sicura che mi potesse sentire con il suo udito.
“lo so che mi vuoi bene e non lo faresti mai.” Sbuffai, sentendo la sua risata gutturale alle mie spalle.
“sparisci.”
“e dai, Bella...” mi voltai verso di lui, furiosa.
“no, Jake! Oh, mi stai rovinando la giornata.” Si avvicinò e mi accarezzò gentile la guancia.
“ti seguo solo, me ne sto lontano ma intanto se succede
qualcosa” non mi sfuggii l’occhiata fugace alle due vampire
“sono qua e posso intervenire.”
“va bene.” sbuffai, non l’avrei comunque avuta vinta,
tanto valeva accettare, sorvolando il fastidio che mi dava la sfiducia
che provava per Alice e Rose, era come se non si fidasse di me e
giudicasse avventate le mie scelte. “ma stattene a debita
distanza. Fuori portata orecchio e visioni.” Alice annuì
seria, concordava con me.
“e pure sottovento, puzzi.” Concluse Rosalie e non potei ridere della sua faccia schifata.
Quando il mio amico si allontanò, riprendemmo la nostra ricerca, in silenzio.
“come fai a sopportarlo?” sbottò all’improvviso Rose.
“Rosalie!” la riprese la sorellina.
“scusa Bella ma...”
“non ti preoccupare.” Mi strinsi nelle spalle. “per
voi può essere una novità non essere così libere
nei movimenti ed essere sempre seguite da un licantropo. Ma io ormai mi
ci sono abituata. Non l’ho sempre accettato e spesso illudevo la
loro sorveglianza. Ero brava a scappare. A casa poi mi beccavo sempre
mille rimproveri da mio padre. diciamo che potevo essere definita una
bambina vivace e poco incline a seguire le regole. Jake e i suoi
compagni mi hanno salvato la vita quando ero piccola e hanno giurato di
proteggermi sempre e prendono questo impegno molto seriamente.”
Sorrisi amaramente. “vorrei correre libera nel vento per i boschi
come voi, ma non posso. Non posso essere libera, non posso
perché ho un destino. E io il mio destino l’ho accettato
tempo fa.” Una lacrima traditrice mi solcò il viso e mi
ritrovai avvolta in un abbraccio vampiresco caldo e avvolgente.
“eccolo finalmente!” Alice si staccò da noi e ci
trascinò davanti negozio vicino. E la sua visione era corretta,
il vestito perfetto per il ballo era davanti a me, esposto nella
vetrina. Me ne innamorai all’istante, quello sarebbe stato il mio
vestito.
p.s. dell’autrice: allora
che ne dite? A me sono piaciute quelle tre. =) ok, sono l’autrice
e non posso remarmi contro. Sono di corsissima, in realtà sto
crollando sulla tastiera del computer... =) ho sonnino, vi lascio le
risposte alle recensioni e mi eclisso!!! Ciao!!! Alla prossima!!!
bellacullen889: se non le
dormo io 13 ore di fila chiedo i danni!!! Ho davvero bisogno di
dormire, ma almeno il capitolo dovevo aggiornarlo! Anche io me lo sono
immaginata il vampiro complessato che per una volta tanto ha delle
reazioni da vampiro, violente e rabbiose!! Puoi fare la pervertita
perché così mi tieni compagnia!! Ah ah ah!!! cmq sai che
io non sono mai cattiva con i personaggi per partito preso, li sfrutto
e li rendo i “cattivi” solo in base alla trama, non altro!
=) anche qui Charlie preferisce Mike al nostro super vampiro, ma vedi
con è tenero quando vuole il nostro caro paparino??? A presto!!
Ciao!!
Austen95: credo che i tuoi
istinti omicidi siano ancora risvegliati da questo capitolo, ma non mi
uccidere nessuno che mi servono tutti abbastanza integri!! =) spero ti
sia piaciuto!! Ciao!!
psawyer414: tu non sei mai
in ritardo, sei in anticipo sui miei tempi di aggiornamento!! Ah ah
ah...ok, ho davvero bisogno del mio fido letto. detto questo, grazie
mille perché trovi sempre un minuto per me! ciao!!!
Isy_264: mi ritrovo in
Edward perché nonostante sia un vampiro per certi versi è
molto più umano (ok, ok, anche più complessato...) di
Bella. purtroppo non sono stata veloce con questo aggiornamento ma
spero di essermi fatta perdonare con il capitolo!!! =) io voglio
sentire le tue idee!! Uffa!! Sono curiosa di sapere che cosa pensi!!
-.- fammi questa benedetta domanda!!! Uffa!! Mi tengo la
curiosità, ma prima o poi saprò! È una promessa!!
Ah ah ah!! ciao!! E grazie per il continuo sostegno!!!
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Capitolo 16 *** Il ballo ***
cap 16 avalon
Entro in punta di
piedi, coperta dalle figure dei miei personaggi che spingo in aventi a farmi da
scudi...
Il ritardo è
imperdonabile ma ho avuto difficoltà sia con il capitolo che con il tempo. ora
che la mia altra ff è finita (che soddisfazione!) spero di potermi dedicare con
maggior impegno a questa. Ringrazio tutti quelli che hanno ancora la pazienza
di seguirmi.
Buona lettura!
CAPITOLO 16 – IL BALLO
POV EDWARD
Respirai a fondo l’aria della sera, ancora pochi minuti e mi
sarei presentato a casa Swan per prendere la mia dama per il ballo.
Avrei voluto essere più rilassato, ma sapevo bene che sembravo
più...come aveva detto Emmett? Ah, si, sembravo un condannato a
morte. Dovevo godermi la serata, quello che sarebbe successo poi non
doveva intaccare in nessun modo la possibilità di divertirmi con
lei.
Alla fine mia sorella aveva avuto ragione, al ballo ci sarei andato
anche io, accompagnato niente meno che da Isabella ed era questo
l’unico pensiero che mi sarei concesso nella serata, lei. Suonai
al campanello e suo padre mi venne ad aprire, invitandomi ad entrare
senza gentilezza, non gli andava giù che la figlia fosse
innamorata di un vampiro, forse, nonostante quello che sosteneva Bella,
non era così insensibile e l’amava, così come aveva
amato la madre e non riusciva a dimenticare che uno della mia specie lo
aveva privato del suo amore.
Il giorno prima, Alice e Rose avevano portato la mia ragazza a Seattle
perché scegliesse un abito adatto all’occasione, Bella si
era lasciata travolgere dall’esuberanza folle per lo shopping
delle mie sorelle. Ripensando alle scena nel parcheggio non potei non
sorridere, anche la mia dolce piccola era una maniaca del vestiti.
Inaspettatamente le due vampire che avrebbero dovuto sostenermi,
avevano trovato il modo per schermare la loro mente a me, per cui non
sapevo che si erano dette (ma conoscendo il folletto malefico, di
sicuro le avevano fatto domande imbarazzanti circa il nostro rapporto),
né potevo sapere che abito aveva scelto la mia amata per la
serata. Le donne di casa mi avevano fatto indossare non un classico
smoking nero, ma uno blu scuro, così come la cravatta che
risaltava su una camicia candida.
“non mi piace.” borbottò il signor Swan, distogliendomi dai miei pensieri.
“come signore?” non compresi quello che voleva dire, la
mente schermata non lasciava intravedere quale fosse il suo vero
pensiero.
“non mi piace che mia figlia si sia innamorata.”
Involontariamente, mi irrigidì a sentire la sua disapprovazione
alla nostra relazione. i suoi occhi, fissi nei miei, confermavano tutto
il suo disappunto.
“io...” non sapevo che dire, ma dovevo difendere il mio amore.
“tralasciando il fatto che tu sia un vampiro,”
affermò con disgusto “nessuna sacerdotessa dovrebbe mai
innamorarsi, va contro la natura stessa del suo ruolo.”
“Isabella mi ha spiegato che essere la sacerdotessa di Avalon,
vuol dire essere amore allo stato puro.” Risposi piccato ma
cercando di restare pacato.
“sei cieco come ogni innamorato.” Scosse la testa.
“questa sera mia figlia dovrà affrontare il rito del suo
compleanno e non potrà averti al suo fianco. soffrirà ed
è l’ultima cosa che vorrei per lei.” Rimasi
profondamente colpito dalle parole dell’uomo che mi disprezzava
tanto per la mia natura ma che amava immensamente la mia ragazza.
“signor Swan...” le mie parole furono interrotte da una celestiale apparizione.
Il tema della serata erano le favole...Lei era una favola, il
più bel sogno del mondo. Scese dalla scala tenendosi saldamente
alla balaustra, incerta sui tacchi. Sapevo quanto adorasse vestire alla
moda, ma non immaginavo che i tacchi la terrorizzassero tanto. La mia
attenzione fu catalizzata da lei e dimenticai il padre che ancora mi
osservava, con le sue parole avrei fatto i conti successivamente.
Quella era la nostra serata e non vedevo l’ora di viverla.
“ciao.” Si aprì in sorriso radioso quando mi vide.
“ciao.” Le risposi incantato. Il vestito di uno splendente
blu oltremare era senza spalline, lasciandole completamente nude le
spalle, avvolte in una leggera stola dello stesso blu. Il tessuto
delicato le fasciava delicatamente la vita, una ricca decorazione di
fili d’oro e d’argento iniziava dal seno e scendeva lungo
il ventre sul fianco sinistro, fino ad arrivare alle pieghe che si
aprivano creando uno spacco. La gonna vaporosa e dai mille strati
nascondeva le sue gambe perfette, ma la rendeva solo più
incantevole. Al collo portava solo la Goccia di Avalon, che sembrava
risplendere di vita propria, rifletteva tutta la luce della stanza,
illuminando il viso di Isabella. Ero rimasto fermo
nell’ammirarla. E lei se ne era accorta, mi sorrideva radiosa. La
sua felicità era la mia.
“sei bellissima.” Riuscì solo a dire quando mi
ripresi un poco. Le porsi il braccio che accettò volentieri,
aiutandola a scendere gli ultimi scalini.
“noi andiamo papà.” Si avvicinò al padre che
non mi aveva mai levato gli occhi di dosso, cercando di farmi sentire
in soggezione, senza riuscirci per altro. Erano le sue parole a
mettermi a disagio, non lo sguardo sprezzante. Isabella gli
accarezzò delicatamente la guancia e vi depositò un bacio
rassicurante ma non riuscì ad addolcire i lineamenti contratti
del signor Swan. Eravamo alla porta quando fummo richiamati
all’interno della casa.
“divertitevi.” Un solo augurio che uscì faticoso
dalle labbra dell’uomo, eppure lo ritenni sincero e gli porsi la
mano che strinse un po’ titubante. “Isabella, devi essere a
casa per mezzanotte.”
“ok che il tema della serata sono le favole, ma così mi
sento tanto Cenerentola.” Ridemmo della sua battuta, ma il padre
ritornò subito serio.
“a mezzanotte, Isabella. Non più tardi, c’è
una tempistica da rispettare.” Strinsi i pugni quando compresi
quello che voleva dire, il rito si sarebbe svolto quella sera stessa,
dopo il ballo. Bella annuii solo prima di tornare sorridente.
“su, mio bel vampiro. È ora di andare a divertirsi!”
mi trascinò con l’irruenza di una bambina alla mia stessa
macchina, accantonando come me per il momento, l’ansia per il
dopo ballo.
“pronta?” le sussurrai all’orecchio, conducendola
all’arco decorato con fiori finti. Era il nostro turno per la
foto di rito. Stringevo tra le mie la sua mano delicata, al polso il
tipico bouquet. Eravamo intenzionati a vivere quell’esperienza
come due classici adolescenti americani.
“non uscirò solo io, vero?” mantenne anche lei un
tono basso di voce, un poco preoccupato, mordendosi il labbro
inferiore. Non riuscii a trattenere la risata e Bella si voltò
verso di me, imbronciata. Mi tirò la cravatta portando il mio
viso alla sua altezza. “sentimi bene Cullen, se ti diverte tanto,
ti farò giocare con un paio di licantropi.” Quando faceva
così mi terrorizzava, anche se sapevo che se i lupacchiotti mi
avessero attaccato, lei sarebbe stata pronta a difendermi. Le sfiorai
la bocca in un bacio casto e la sentii sorridere sulle mie labbra.
“siamo la coppia più bella e più invidiata di tutta
la serata. E saremo perfetti anche nella foto, te lo prometto.”
“ci stanno guardando tutti, vero?” chiese preoccupata, ma mantenne i suoi occhi nei miei.
“mmm, quei due là, no...oh, si anche loro...”
“sorridete!” la ragazza addetta alle foto non ci
lasciò nemmeno mettere in posa che il flash accecante della
macchina fotografica ci abbagliò. Bella leggermente girata verso
di me, sorrise e si sporse per baciarmi. “siete
bellissimi!” la fotografa ci guardava ammirata e con gli occhi
sognanti e vidi nella sua mente l’immagine della nostra
fotografia. “ve ne faccio una più classica! In
posa!” feci voltare la mia dama verso l’obbiettivo e di
nuovo il flash ci colpì. “avanti il prossimo!”
lasciammo spazio anche alle altre coppie e ci dirigemmo verso la
palestra addobbata a festa.
Ero il ragazzo più invidiato del momento, stavo ballando con la
donna più richiesta e più bella della serata. Eravamo
solo due semplici adolescenti, persi nel loro amore.
Edward e Bella.
Niente di più e niente di meno.
Non il vampiro e la Signora di Avalon. Ma solo noi.
La serata passò troppo in fretta, la mezzanotte scoccò
impalcabile. Era arrivata l’ora di portarla a casa e di affidarla
al suo destino che aveva scelto coraggiosamente di compiere.
p.s.
dell’autrice: capitolo corto per un rientro soft. Se avessi messo
il rito a quest’ora avrei molte bandierine bianche che chiedono
pietà perché impegnativo.
Grazie a sweet_ebe, Austen95, Isy_264 e a romina_cullen per le recensioni! =)
Non ho molto altro da dire. Fatemi sapere il vostro parere e alla prossima!!!
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