Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Vi
avverto sin da subito: sarà
una cosa un po' folle. Non perché sarà una fan
fiction comica (anche se qualche
momento divertente ci sarà), ma è folle l'idea di
base, di cui non vi anticipo
nulla.
Sarà una fan fiction su Full Metal Alchemist (<3) e
sarà ambientata alla
fine della seconda serie anime Brotherhood, per la precisione prima di
alcune
foto che si vedono alla fine dell'ultimo episodio. E un'altra cosa: in
fondo
sarà una Royai! ^///^ (ma,
a dirla tutta, si parlerà
anche di Ling e Lan Fan…)
Per altre note vi rimando al mio commento alla fine... buona lettura!
------------------------------------------------------------------------------------------
Tre
nuovi Alchimisti
Capitolo
1: Nuovi componenti
E'
passato ormai molto tempo dal "giorno della
promessa" e sono cambiate parecchie cose ad Amestris.
Edward
Elric è tornato dall'Ovest, dopo aver studiato il
modo per tornare ad
essere l'Alchimista d'Acciaio:
adesso è di nuovo nell'esercito (e fa di nuovo parte della
squadra di Mustang)
ed è ufficialmente fidanzato con Winry Rockbell.
Alphonse
Elric è anche lui tornato dal suo viaggio a
Xing: ha studiato l'Alkahestri con l'aiuto di May Chang, che ha portato
con sé
nel viaggio di ritorno e con cui è fidanzato. Vuole cercare
di usare
l'Alkahestri negli ospedali, ma per il momento la usa nel pronto
soccorso del
Quartier Generale di East City, dove lavora come medico.
Roy
Mustang e tutti i componenti
della sua squadra sono stati aumentati di grado: il Flame Alchemist
è Generale
di Brigata, il Tenente Riza Hawkeye è diventato Capitano,
Jean Havoc (che
finalmente cammina di nuovo) e Heymans Breda sono passati dal grado di
Sottotenente a quello di Tenente, Kain Fuery è Sergente
Maggiore Capo e Vato Falman,
tornato ad East City dal nord, è passato da Maresciallo a
Maresciallo
Ordinario.
Sembrava
un giorno come tanti nell'ufficio di Mustang: il
Flame Alchemist a firmare scartoffie (cercando ogni tanto di prendersi
una
"pausa"... per il resto della giornata), con Hawkeye a tenerlo sotto
controllo e a farlo lavorare, pronta a mettere fuori la sua fidata
calibro 9;
Havoc, Breda e Falman a controllare altre scartoffie (il primo con la
solita sigaretta
spenta in bocca, il secondo con il solito panino in mano, il terzo con
il
solito libro a portata di mano pronto per essere letto in un momento di
pausa),
Fuery (come al solito) a
cercare di aggiustare una
radio, e il piccolo Black Hayate... o meglio, il grande Black Hayate,
visto che
era diventato un bell'husky adulto, che sonnecchiava di fianco al
più giovane
della squadra.
All'improvviso
entrò un nervoso Edward (e quando mai?)
che sbatté la porta, pronto
come sempre a dirne
quattro al Flame Alchemist. Fino ad ora, tutto nella norma.
<<
Buongiorno, Acciaio! >> salutò con un
sorriso sornione il moro.
<<
Buongiorno un corno! >> gli rispose
nervoso il biondino.
Roy
si preparò a sentire la (ormai) giornaliera sfogata
di Ed: appoggiò la penna sulla scrivania,
intrecciò le mani inguantate e ci
appoggiò il mento sopra, mentre in faccia aveva stampato il
suo tipico
sorrisetto.
<<
Ma come diavolo si fa a… >>
cominciò il biondino, ma
Roy lo interruppe.
<<
Hai sempre da lamentarti,
Acciaio >>. Subito continuò, facendo finta di
parlare con se stesso:
<< Eh, già, il piccoletto non è
proprio cambiato… >>
<<
PICCOLETTO A CHI? >> sbottò il biondino,
che, come sempre, se la prese. << Dopo il giorno della
promessa sono
cresciuto molto, grazie al fatto che il mio corpo non deve
più crescere anche
per Al! Sono alto quasi quanto lei! >>
<<
Appunto: "quasi".
Sono sempre il più alto tra i due, quindi posso chiamarti
"piccoletto" >> rispose Roy con sicurezza.
<<
LEI E' SEMPRE IL SOLITO… >>, ma non
finì
la frase (per fortuna!), interrotto dallo squillo del telefono sulla
scrivania
del moro.
<<
Pronto, qui l'ufficio del Generale Mustang…
>> rispose il Flame Alchemist.
Un
attimo di silenzio in tutto l'ufficio.
<<
Cosa?!Ma… >>
Un
altro attimo di silenzio.
<<
Va bene, va
bene… fateli
venire… >> capitolò Mustang, con
aria leggermente annoiata.
Posò
la cornetta, e rimase stupito nel vedere che tutti i
presenti nell'ufficio (Black Hayate compreso) lo stessero fissando in
silenzio
(sì, pure un Ed un po' più calmo), aspettando
spiegazioni.
<<
Mi è stato appena detto che alla nostra squadra
saranno aggiunti tre nuovi elementi… tre Alchimisti, per la
precisione… pare
siano buoni soggetti, ma sono ancora all'inizio, e per questo li hanno
affidati
a noi… tra non molto dovrebbero arrivare per
presentarsi… >> spiegò agli
altri, sempre con tono annoiato.
"Speriamo
qualcuno di compagnia con cui fare le
mansioni che mi dà
questo rompi di Mustang, visto che
adesso non c'è più Al…"
pensò il giovane.
"Non
mi va di occuparmi di persone inesperte… però
potrei dare al piccoletto il compito di occuparsi di loro...
così ho un nuovo
modo per divertirmi con lui…" cominciò a pensare
il Flame Alchemist,
mentre un sorriso poco rassicurante si dipinse sul suo volto. Riza lo
notò e,
capendo immediatamente, con aria rassegnata fece un sospiro: quell'uomo
era, è
e rimarrà sempre un bambino.
Un
attimo dopo bussarono
alla
porta dell'ufficio.
<<
Avanti! >> rispose il moro.
Tutti
rimasero sorpresi nel vedere i tre soggetti che
erano appena arrivati. Soldati sì, ma… tre
ragazze!
Le
tre Alchimiste entrarono, si fermarono davanti alla
scrivania di Roy e fecero un perfetto saluto militare.
<<
Buongiorno, Generale Mustang! >> dissero
in coro le tre giovani.
Il
Flame Alchemist, che fino a un secondo prima era
rimasto a bocca aperta, riprese la sicurezza e disse loro:
<< Riposo,
riposo… e presentatevi. >>
Le
tre ragazze si misero in posizione di riposo e
iniziarono a presentarsi, cominciando da quella più a
sinistra.
<<
Maggiore Debora Frid, 19
anni, Alchimista delle Piante >> disse la prima ragazza,
portando la mano
alla fronte per il saluto militare. Era alta, aveva i capelli lunghi e
mossi
legati in un'alta coda di cavallo, gli occhi di colore castano scuro
come i
capelli, gli occhiali sul naso e ai lobi un paio di piccoli orecchini
d'argento
a cerchio. Su entrambi i polsi aveva
dei bracciali
argentati, attraversati da una linea verde smeraldo e con un cerchio
alchemico
sopra, anch'esso verde. Indossava la divisa militare blu, ma sopra
aveva un
soprabito simile a quello rosso di Ed, ma di colore verde smeraldo.
<<
Maggiore Luana Frid, 19
anni, Alchimista d'Acqua >> si presentò la
ragazza più a destra, anche
lei facendo il saluto militare. Somigliava in modo impressionate
all'Alchimista
delle Piante: aveva più o
meno la stessa altezza
dell'altra, anche lei aveva i capelli lunghi e mossi castano scuro e
gli occhi
della stesso colore, e anche lei portava degli occhiali. Le differenze
non
erano molte: i capelli, portati sciolti con una riga sul lato destro,
usando un
mollettone azzurro per tenere indietro alcuni ciuffi ribelli; gli
orecchini,
che erano dei pendenti con una stellina in fondo; i bracciali, simili a
dei
tubicini con all'interno
un liquido blu zaffiro, e un
cerchio alchemico blu su una parte di metallo che teneva chiuse le due
estremità dei "tubicini"; infine il soprabito, che era di
colore
azzurro.
<<
Maggiore Giulia Frid, 18
anni, Alchimista del Fulmine >> si presentò
l'ultima ragazza, che si
trovava al centro tra le altre due, sempre portando la mano alla
fronte. Poco più bassa
delle altre, aveva lunghi capelli castano
scuro, con dei riflessi rossicci, lisci ma leggermente arricciati alle
punte,
ed erano legati in una coda sul lato destro, mentre sulla fronte aveva
un
ciuffo che andava verso il lato sinistro. Gli occhi erano castani, come
quelli
delle altre ragazze, e portava un paio di orecchini d'argento a forma
di
fulmine stilizzato. Anche lei ai polsi aveva dei bracciali, gialli e
con
quattro placchette argentate, e su una di queste un cerchio alchemico
anch'esso
di colore giallo. Anche questi bracciali, come quelli delle altre due
ragazze,
erano strani: sembrava che ogni tanto s'illuminassero
leggermente. E anche lei, come le altre due Alchimiste, indossava la
divisa blu
e un soprabito, questo di colore viola.
<<
Frid… tutte e tre? Siete sorelle? >>
chiese il moro, ormai incuriosito. E prima di lasciarle rispondere,
aggiunse:
<< E non siate
così rigide, signorine…
tranquille, non vi mangio… >>, mentre faceva
un gesto di non curanza. Le
chiamò "signorine", anche se ufficialmente erano sue
sottoposte…
Luana alzò un sopracciglio, chiedendosi se l'aveva fatto per
cortesia o come
presa in giro.
Rispose
Debora, l'Alchimista delle Piante: << Sì,
signore, siamo sorelle: io e Luana
siamo gemelle,
mentre Giulia è la nostra sorella minore >> e
finì la frase appoggiando
una mano sulla spalla dell'Alchimista del Fulmine e sorridendo
leggermente in
sua direzione.
<<
Le vostre Alchimie >> s'intromise Ed
<< sono piuttosto recenti, se non sbaglio…
>>
Le
ragazze si girarono verso il biondino per vedere chi
aveva parlato. Giulia, che nel
voltarsi incrociò i suoi occhi
dorati, immediatamente pensò "Però! E' proprio
carino!"
<<
Sì, >> rispose Luana alla domanda di Ed
<< non è da molto che esistono…
>>
<<
Inoltre >> aggiunse Giulia << ognuna
delle nostre Alchimie può essere potenziata da una di quelle
delle altre
>>, dicendolo con aria quasi da maestrina.
<<
In che senso? >> chiese il biondino,
alzando un sopracciglio e senza nascondere lo stupore.
<<
Ad esempio >> gli rispose Debora <<
la mia Alchimia delle Piante è molto più forte
insieme a
quella d'Acqua di Luana… e quelle di Giulia e di Luana,
insieme, si potenziano
a vicenda… >>
<<
Questa interazione tra le Alchimie prima non
esisteva… >>
<<
Sì, è vero >> disse Luana.
<< E
un'altra cosa: tutte e tre insieme possiamo creare il fuoco!
>>
<<
IL FUOCO?!
>>
disse un Roy MOLTO
stupito.
Luana
gli rispose: << Certo! Basta che io potenzi
le piante di Debora, e poi Giulia le colpisca con un
fulmine… ed è fatto!
>>
<<
Bè… ma non credo che ne avremo
bisogno… >>
disse Roy, sistemandosi meglio i guanti. Solo in quel momento Luana si
ricordò
che Mustang era l'Alchimista di Fuoco: senza rendersene conto, aveva
fatto una
figuraccia... abbassò lo sguardo, imbarazzata.
<<
Però
>> aggiunse
il moro pensieroso << può comunque essere
utile per prendere di sorpresa
gli avversari… >>. Nel sentire questo Luana si
tranquillizzò e sorrise
leggermente: allora una grossa figuraccia non l'aveva fatta!
<<
Certamente! >> disse Ed. <<
Sicuramente non se lo aspetterebbero!
>>
Seguì
un attimo di silenzio, in cui le ragazze,
leggermente imbarazzate per essere al
centro dell'attenzione,
aspettavano che il loro nuovo superiore dicesse qualcosa. Ma il
silenzio venne
interrotto solo da un << Uhm… >>
pronunciato da Roy, che guardava serio e pensieroso le tre nuove
arrivate.
Debora in quel momento notò che era proprio un
bell'uomo…
Non
finì il pensiero, che il Flame Alchemist si alzò
e si
avvicinò alla ragazza, manco avesse letto ciò che
le passava per la testa. Era poco
più alto di lei, ma alla ragazza sembrava di essere
sovrastata. La guardò
direttamente negli occhi, sempre con aria pensierosa. <<
Avete detto
Piante, Acqua e Fulmine? >>
<<
Sì >> rispose Debora, riuscendo per
miracolo a dirlo senza una voce tremante. "E' proprio
affascinante… "
pensò la ragazza, notando meglio i lineamenti dell'uomo. "I
capelli scuri…
quegli occhi neri e profondi…" e, senza rendersene conto,
un leggero rossore invase le sue guance.
<<
Ho trovato! >> esclamò all'improvviso Roy,
tutto allegro e sorridente. << Vi chiamerò
Piantina, Rubinetto e
Lampadina! >> indicando prima Debora, poi Luana e infine
Giulia.
Debora:
<< Piantina?!
>>
Luana:
<< Rubinetto?!
>>
Giulia:
<< Lampadina?!
>>
Le
tre ragazze rimasero sconvolte, mentre Ed pensava:
"E ti pareva che non trovava un modo per prendere in giro pure
loro…"
Riza
sospirò nuovamente: sapeva che Roy sarebbe sempre
rimasto un bambino, ma sperava anche in un miglioramento…
una speranza vana.
Havoc e Breda cercarono di trattenere una risata, Falman e Fuery si
guardarono
pensando un "Poverette", mentre Black Hayate le guardava quasi con
aria dispiaciuta, come se stesse pensando "Siete appena arrivate, e
già vi
prende in giro…", poi abbassò la testa e chiuse
gli occhi, quasi per dire
"Abituatevici".
Delle
strane facce si
dipinsero sui volti delle tre ragazze: a Giulia quasi rabbiosa, a Luana
pietrificata, a Debora sconvolta e delusa, mentre pensava:
"Affascinante,
sì… ma terribilmente stupido!"
<<
Non può permettersi di prenderci in giro così!
>> sbottò Giulia.
Roy
rimase per un attimo stupito, poi sorrise: la ragazza
si comportava proprio come Ed… si sarebbe divertito un
mondo! Poi le disse:
<< Ma io non vi sto prendendo in giro. Avete tutte lo
stesso grado,
inoltre siete sorelle, quindi avete lo stesso cognome… devo
avere pure un modo
per distinguervi, no? >>, come se stesse dicendo una cosa
ovvia. <<
Piuttosto, Lampadina >> continuò prima che lei
potesse dire qualcos'altro
<< come mai le tue sorelle hanno il soprabito dello
stesso colore dei loro
cerchi alchemici, mentre il tuo è viola? Non dovrebbe essere
giallo? >>
La
poveretta (perché comunque era stata presa in giro)
gli rispose con sicurezza e serietà, incrociando le braccia:
<< Perché il
giallo mi fa schifo, mentre il viola mi piace e va di moda!
>>
Le
sue due sorelle rimasero perplesse e imbarazzate: che
razza di risposta era quella? Le avevano detto che con molta
probabilità le
avrebbero fatto questa domanda, e quindi doveva trovarsi una risposta
seria…
invece aveva detto la
verità. Sarebbero volute
sprofondare sotto terra…
Anche
gli altri rimasero un po' perplessi dalla risposta
della minore delle tre sorelle.
Non
riuscirono a dirsi altro, perché qualcuno bussò
alla
porta dell'ufficio.
<<
Avanti! >> disse Roy, chiedendosi chi
potesse essere.
Un
giovane soldato si fece avanti, aggirò le nuove
arrivate per raggiungere Mustang e, fermatosi davanti al Generale, fece
il
saluto militare e disse: << Signore, due bande criminali
hanno cominciato
una sparatoria nel centro della città! A lei è
stato affidato il compito di
fermarle! >>, mentre porgeva un piccolo fascicolo al moro.
<<
Perfetto! >> disse Roy, prendendo i fogli
e leggendoli velocemente. << Bene, signorine! Avrete
subito modo di
dimostrarmi cosa sapete fare! >> disse rivolgendosi alle
nuove arrivate.
<<
Sissignore! >> risposero le ragazze in
coro, portando la mano alla fronte. Il loro superiore era sì
stupido e
infantile, ma dovevano comunque portargli rispetto… e Giulia
doveva
reprimere l'istinto omicida.
Prima
di andare, il Flame Alchemist presentò velocemente
il resto della squadra alle nuove arrivate. Immediatamente dopo, prese
il suo
soprabito nero e, seguito subito dietro dalla sua fedele Riza e poi dal
resto
della sua squadra (Black Hayate compreso), uscì in fretta
dal Quartier Generale
per avviarsi verso il luogo dello scontro a fuoco.
Per
chi non l'avesse capito dalle note presenti nel
capitolo, l'idea folle di base è… mettere me e le
mie due migliori amiche
dentro Full Metal Alchemist! XD E' una roba allucinante, lo
so… ma, se devo
essere sincera, sono stata ispirata da un'altra fan fiction qui su EFP
in cui
un ragazzo (l’autore si chiama
“Maggiore_Bagnato”, se non sbaglio) metteva se
stesso dentro FMA come fratello di Mustang…
Le
descrizioni sono effettivamente le nostre (ma ho
omesso particolari sulla stazza… non sono obesa,
però… ^_^'')… infatti
a volte scambiano me e Luana per gemelle… ma siamo
solo amiche! In realtà le parenti sono Luana e Giulia, che
sono cugine.
Per
le Alchimie: l'idea dei bracciali mi è venuta di getto, sinceramente. Ho scelto
il fulmine per Giulia
perché adora Sailor Jupiter, per Luana l'acqua
perché adora l'azzurro, per me
le piante perché mi piaceva l'idea della "interazione tra
Alchimie"... e poi il verde non mi dispiace come colore, basta che sia
una
bella tonalità accesa! ^_^
Per
il cognome delle tre sorelle, visto
che io, Luana e Giulia nella realtà siamo
grandi amiche, mi sono
ispirata alla parole “friend”: ho solo tolto le
lettere “e” e “n”! ^_^
Un’altra
cosa su Giulia: visto che
dice “il viola va di moda”, si può
pensare che lei sia una fissata di moda (anzi,
diciamolo: una fighetta XD), ma non è affatto
così. Sicuramente le piace
abbinare vestiti, ma non è una fighetta, ve lo posso
assicurare u.u (anzi,
odia essere definita tale! XD)
Un’ultima
cosa: per quanto riguarda il grado di Falman,
non sono sicura al 100% che sia quello di Maresciallo, ma mi sembrava
di
ricordare così… ho provato a guardare su
Wikipedia per averne la conferma, ma
non diceva un tubo… -.-‘’ (ps: scusate
le tante note finali, ma sono una tipa
precisina XD Inoltra avevo messo molte note
“sparse” nel capitolo, ma ho
preferito spostarle qui ^_^)
Vi
prego, commentate! Mi fa piacere sapere cosa ne pensate!
Comunque, anche se nessuno legge o segue questa ff, io continuerò
ad aggiornarla lo stesso, visto che lo sto già facendo su
DeviantArt per le mie
amiche, che hanno deciso di seguire questa follia… XD
Ed
ecco a voi il secondo capitolo che aspettavate con
ansia! In realtà lo aspettano solo le mie amiche Giuly e
Lua, comunque… -.-‘’
Vabbè…
dopo il primo capitolo di presentazioni, il
secondo sarà più ricco
d’azione… ma non credo che ce ne saranno molti con
delle
battaglie… poi non è detto…
Vedremo!
Intanto vi auguro una buona lettura! E come
sempre vi chiedo scusa per l’eventuale presenza di errori di
battitura… ^_^’’
Uso Word per ricontrollare tutto, ma a volte non mi segnala certi
errori… -.-‘’
------------------------------------------------------------------------------------------
Tre
nuovi Alchimisti
Capitolo
2: Prima missione
Il
Generale Mustang e tutti quelli della sua squadra,
arrivati nel luogo dello scontro a fuoco, videro la situazione nascosti
dietro
un palazzo: in una delle piazze principali della città, due
bande criminali,
nascoste dietro a delle barricate di fortuna formate da automobili,
casse, bidoni
e qualunque altra cosa utile, si sparavano a vicenda.
Lì
c'erano già altri soldati, ma era stato ordinato loro
di non intervenire vista la situazione un po' complicata. Roy chiese a
uno di
questi: << Ci sono feriti? >>
<<
No, per fortuna >> rispose un militare.
<< La piazza non era molto affollata, e le poche persone
presenti si sono
salvate tutte. >>
<<
Bene. Almeno questo… >>
Rimase
in un attimo a riflettere, poi chiamò le nuove
Alchimiste: << Sorelle Frid! >>
<<
Sì, signore! >>
<<
Vediamo cosa sapete fare… >> disse
sorridendo. Poi tornò serio: << Voi vi
occuperete del gruppo di destra.
Li colpirete alle spalle, aggirando il palazzo. Nel frattempo, io,
Acciaio e il
Capitano Hawkeye ci occupiamo
del gruppo di sinistra.
Attaccheremo contemporaneamente. >>
Il
biondino pensò immediatamente: "Perché devo
sempre lavorare con questo stupido piromane?!"
<<
Sissignore! >> risposero le tre ragazze
portando la mano alla fronte.
<<
Ma Generale…
>>
s'intromise Riza << non è troppo pericoloso
per loro? Sono Alchimiste,
sì, ma sono ancora giovani e inesperte, come ha detto lei
stesso… >>
Roy
guardò la donna: anche se di solito lo teneva
nascosto, ogni tanto l'animo sensibile di lei si mostrava anche sul
campo di
battaglia.
<<
Ha ragione… >> disse il moro, abbassando
lo sguardo, sovrappensiero. Ma
subito trovò la
soluzione: << Havoc e Breda, andate al primo piano di
questo palazzo
>> indicando quello che li nascondeva << e
tenetevi pronti con i
fucili a dare man forte in caso di bisogno. >>
<<
Certamente, signore! >> rispose il biondo
soldato per entrambi, sorridendo con la sigaretta (stavolta accesa) in
bocca.
<<
Fuery e Falman, se ci vedete in difficoltà
>> disse il moro mentre buttava uno sguardo sullo scontro
<<
chiamate immediatamente i rinforzi. >>
<<
Certo, signore! >> risposero i due
interessati.
<<
Bene! >> disse il Generale aggiustandosi i
guanti. << Diamoci da fare! >>
Le
ragazze immediatamente raggiunsero il punto da cui
dovevano attaccare. Prima di mandare il segnale (un piccolo fulmine
lanciato da
Giulia) per indicare all'altro gruppo che erano arrivate, la minore
delle
sorelle chiese: << Prima di mandare il segnale volevo
chiedere… come ci
comportiamo? >>
Luana
osservò la scena e disse: << Hanno tutti armi
da fuoco. Armi che, se impregnate d’acqua, non funzionano
più… >>
sorridendo (un sorriso più da Mustang che da Luana), mentre
pensava già alla
faccia che avrebbero fatto quei criminali.
<<
Va bene, facciamo loro una doccia fuori
programma… e poi? >> disse una Giulia poco
convinta.
<<
Semplice! >> s'intromise Debora. <<
Tu li colpirai con una leggera scarica elettrica, per paralizzarli!
>>
<<
Sì, potrebbe andare… >> disse
Giulia
pensierosa. << Ma visto
che non sempre i miei
fulmini hanno effetto, tu dopo li legherai con le tue piante come dei
bei
salamini! >> disse la ragazza, sorridendo soddisfatta e
pregustandosi già
la scena.
<<
Ottimo! Allora puoi mandare il segnale, Giuly!
>> disse Debora, anche lei sorridendo, sentendosi
piuttosto sicura.
La
minore delle sorelle mandò il segnale, e subito dopo
si misero in azione.
Come
d'accordo, fu Luana ad agire per prima: sbatté le
mani facendo toccare i due bracciali e poggiò i palmi a
terra. Subito dopo, un
enorme getto d'acqua partì dal terreno sotto i piedi dei
criminali per
travolgerli completamente.
<<
Ma… che
succede?
>> chiese sbigottito uno di loro, ritrovandosi fradicio e
con le armi
fuori uso.
<<
E' l'Esercito! Ha mandato gli Alchimisti!
Dobbiamo… >>, ma non riuscì a
finire la frase, che Giulia aveva già fatto
toccare i suoi bracciali, aveva puntato le dita verso i suoi avversari
e li
aveva colpiti con una leggera scarica elettrica. Ma,
come aveva previsto, non tutti erano rimasti paralizzati: sapeva che
per alcuni
corpi c’era bisogno di un voltaggio più alto,
mentre lei ne aveva usato uno
minimo per paura di uccidere qualcuno.
<<
Maledizione… >> disse Giulia, vedendo che
alcuni di loro, ancora in piedi, stavano prendendo delle spranghe di
metallo e
stavano per attaccarle.
<<
Waaah! >>
L'Alchimista
del Fulmine si girò per vedere perché Luana
avesse urlato: la ragazza, per proteggersi da un uomo che voleva
colpirla,
aveva innalzato uno scudo d'acqua, ma per evitarlo, era caduta col
sedere per
terra.
<<
Attenta, Giuly! >> urlò allarmata
la seconda sorella maggiore.
La
piccola Frid guardò nuovamente di fronte a sé:
distratta, non si era accorta che uno di quei criminali si era
avvicinato e
stava per colpirla con un tubo di ferro. L'unica cosa che
riuscì a fare fu
sbarrare gli occhi dalla sorpresa.
Fortunatamente,
il colpo non arrivò: Debora fece appena
in tempo ad usare la sua
Alchimia, facendo crescere
delle enormi piante simili a rampicanti, legando (come dei bei
salamini, come
voleva la sorellina) i criminali.
Tutte
e tre le sorelle tirarono un sospiro
di sollievo, sedendosi per un attimo a terra (o meglio,
Luana
rilassandosi perché era già a terra).
<<
Bene! >> disse l'Alchimista d'Acqua tutta
allegra. << Ce l'abbiamo
fatta! >>
<<
Sì, ma… >> Debora lanciò
uno sguardo dove stavano
combattendo Ed, Roy e Riza: sembravano
piuttosto in difficoltà. << Dobbiamo andare ad
aiutarli >> finendo
la frase con un tono serio e deciso.
<<
Uffi… ed io che pensavo di aver finito…
>>
disse Luana, un po' abbattuta.
<<
Muoviti, sfaticata!
>> le urlò la sorella minore mentre si alzava.
<< Dobbiamo aiutare
Ed! >>
<<
E il Generale e il Capitano, scusa? >>
chiese l'Alchimista delle Piante, un po' perplessa, anche lei
rimettendosi in piedi.
<<
Bè… Sì, certo, anche loro…
>> cercò di
aggiustare la situazione Giulia, imbarazzata. <<
Vabbè, insomma, dobbiamo
darci una mossa! >> aggiunse, cercando di sviare il
discorso.
<<
Sì, certo… >> disse Luana,
alzandosi da
terra e guardando con complicità la gemella, con un sorriso
malizioso stampato
in volto: non ci voleva un genio per capire che alla sorellina piaceva
il
biondino.
Giulia
notò lo sguardo complice che si scambiarono le
sorelle e, imbarazzata, si girò verso la battaglia ancora in
corso (dando loro
le spalle) e cominciò ad avviarsi, seguita
subito dopo
dalle gemelle.
Da
lontano, Havoc, Breda, Fuery e Falman guardavano con
stupore quelle piante che tenevano legati tutti quei criminali. Quelle
ragazze
erano incredibili: erano riuscite in pochi minuti a mettere fuori gioco
un'intera banda criminale!
<<
Però! Ottima
strategia…
semplice ma efficace… >> constatò il rosso,
mentre dava un morso a un piccolo panino preso chissà dove.
Al
biondo cecchino, per lo stupore, stava per cadere la
sigaretta dalle labbra. << E loro dovevano essere quelle
che potevano
trovarsi in difficoltà?!
>> chiese incredulo,
più a se stesso che agli altri.
Nel
frattempo, più le ragazze si avvicinavano alla
battaglia, più si rendevano conto che la situazione era
peggiore di come se l'aspettavano:
Ed, Roy e Riza erano stati circondati. Il
Generale usava la sua Alchimia di Fuoco, ma senza esagerare per non
uccidere
quei criminali e catturarli vivi, il Capitano cercava di fermarli
colpendoli
alle gambe con l'aiuto delle sue fidate
calibro 9,
l'Alchimista d'Acciaio cercava di metterli KO con una lancia di metallo
creata
con l'Alchimia. Ma quei
bastardi sembravano non finire
mai, e in più dovevano anche cercare di difendersi.
Nel
bel mezzo della battaglia, Roy fu colpito a un
braccio da una pallottola, urlando più per la sorpresa che
per il dolore.
<<
Generale! >> urlò allarmata
Riza, avvicinandosi al moro.
<<
Non si preoccupi, Capitano… sto bene…
>>
guardandosi la ferita, che diceva proprio l'opposto.
<<
Attenti! >> cercò di avvertirli Ed,
vedendo che alcuni di quei criminali stavano sparando su di loro.
Contemporaneamente,
una barriera formata da giganteschi
rampicanti si formò tra i due militari e le pallottole,
fermando queste ultime.
<<
Ma cosa…
>>
sussurrò il Generale, fissando incredulo quegli enormi rami.
<<
Ora, Lua! >> e i due militari si girarono
verso la fonte: videro che era stata Debora, ancora coi
palmi a terra, che si rivolgeva alla gemella. E subito, questa, come
prima, utilizzò
la sua Alchimia per mettere fuori gioco le armi degli avversari. E,
sempre come
prima, questi rimasero senza parole.
<<
Senza pistole non fate più i gradassi, eh?
>> disse
loro il biondino, con uno di quei
sorrisi insolenti che ogni tanto comparivano sul suo volto.
Cominciò a
combattere contro uno di loro, che però riuscì a
difendersi grazie ad un
coltello.
Appena
finito di mettere KO l'uomo davanti a sé, sentì
la
voce di una giovane ragazza gridare: << Alle tue spalle!
>>,
rivolgendosi a lui.
Con
la coda dell'occhio vide un uomo che tentava di
pugnalarlo, ma lo vide fermarsi a metà dell'azione e, con un
volto stupito e
dolorante, svenire e cadere a terra.
<<
Tutto bene? >> chiese Giulia preoccupata,
avvicinandosi a Ed che guardava stupito l'uomo caduto ai suoi piedi.
<<
Sei… sei stata tu? >> chiese incredulo
alla minore delle sorelle, indicando l'uomo.
<<
Certo! >> rispose lei sorridendo
soddisfatta, indicando uno dei suoi bracciali.
Dopo
la ragazza non capì bene cosa successe: vide
l'espressione del biondino allarmarsi
e si sentì
spingere dietro di lui mentre urlava << Attenta!
>>: Ed la
stava proteggendo da un criminale che tentava di attaccarla
alle spalle. L'aveva spinta dietro di sé, per poi colpire
l'uomo prima allo
stomaco e poi sulla testa con la lancia di metallo, usando la parte
senza lama.
Giulia,
per il volo, cadde a terra.
<<
Scusami >> disse il biondino, tendendo la
mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi, << non volevo
farti cadere…
>>
<<
Non fa niente… anzi, grazie… >> gli
rispose la ragazza, mentre, un po' imbarazzata, gli prendeva la mano e
si
alzava.
<<
Figurati… adesso siamo pari, no? Prima mi hai
protetto tu e adesso ti ho protetta
io! >> disse
lui, sorridendo leggermente imbarazzato.
<<
Sì! >> annuì lei, con un leggero
rossore
sulle guance e gli occhi sognanti.
Proprio
mentre finiva questo piccolo idillio (molto
probabilmente si erano dimenticati di essere nel bel mezzo di una
battaglia,
soprattutto Giulia), Debora riuscì finalmente ad usare
la sua Alchimia e ad intrappolare i criminali: fino a quel momento, non
c'era
riuscita per cercare di difendersi.
Messa
fine alla battaglia, finalmente tutti i militari
poterono tirare un sospiro di sollievo…
un po' meno
Roy, almeno finché non gli avrebbero tolto quella pallottola
dal braccio.
Allora...
che posso dire… qui vediamo in azione le Alchimie
delle tre sorelle… non male vero? XD (Ok
Debora,
smettila di farti degli pseudo-complimenti da sola… -.-'')
E qui c'è un primo, microscopico accenno al Royai (MOOOOOLTO
microscopico…
per non dire inesistente… XD)… nel prossimo,
vedremo… mi sa che dopo il terzo
capitolo le mie amiche vorranno tirarmi qualcosa dietro…
Solo
un paio di note (stavolta davvero un paio
XD) sulle tre sorelle: primo, tra di noi usiamo
diminutivi, quindi non preoccupatevi se leggete “Debby, Lua e
Giuly”; secondo,
per usare l’Alchimia ho scritto che battiamo le mani e le
poggiamo a terra (a
parte Giulia) perché mi piace l’idea che facciamo
come Ed! ^_^
Lo
scrivo di nuovo: vi prego, commentate! Mi fa piacere
sapere cosa ne pensate! ^_^
Ed
ecco un nuovo capitolo della mia fan fiction! ^_^
Che
posso dire… questo capitolo è il diretto seguito
del
precedente! Vi ricordate il caro Roy ferito? Appunto…
Anche
qui (mi dispiace, dovrete sopportarmi all’inizio di
ogni capitolo) chiedo già scusa per la presenza di errori di
battitura sfuggiti
sia a me sia a Word…
<<
La smetta di lamentarsi,
signore… quella pallottola non può rimanere
lì. >>
<<
Odio andare sotto i ferri… >>
In
una delle stanze dell'infermeria del
Quartier Generale, un dolorante Roy Mustang si stava lamentando
all'idea di essere
operato, mentre una paziente (e un po' preoccupata) Riza lo sopportava.
Fuori
dalla stanza, aspettavano Ed e le tre sorelle Frid:
sembrava che stessero bene, ma un controllo non avrebbe
fatto certo loro male… anche se il biondino non ne voleva
sapere.
<<
Uffa! Ma io non mi sono
fatto niente! >> disse Ed, sbuffando.
<<
Che noia, Ed! E' la centesima volta che dici la
stessa cosa! >> gli rispose una
Luana
leggermente nervosa, mentre la gemella cercava di trattenere una risata.
<<
COSA?! IO SAREI NOIOSO?! >>
<<
SI'! SEI TERRIBILMENTE NOIOSO!!!
>> gli rispose Luana, adesso proprio arrabbiata.
<<
SMETTETELA TUTTI E DUE!!!
SEMBRATE DEI BAMBINI!!! >> sbottò Giulia, che,
come sempre, s'innervosiva
facilmente.
<<
Volete smetterla di urlare, tutti quanti? Non è
un vero e proprio ospedale, però…
>> cercò di tranquillizzarli Debora,
tentando di trattenere un sorriso, poiché trovava la scena
piuttosto
divertente.
<<
Che succede, fratellone? Cos'hai
da urlare? >> disse una voce di fianco al gruppo.
<<
Niente, Al, nulla d'importante… >>
<<
"Fratellone"? Hai un fratello, Ed? >>
chiese Giulia, che guardava incuriosita, come anche le altre due
sorelle, il
biondo ragazzo che li aveva raggiunti. In effetti, la somiglianza
c'era: i
lineamenti erano simili, e aveva i capelli e gli occhi color oro
proprio come
Ed. Le differenze erano i capelli corti e la maggiore altezza. Di
fianco a lui,
una ragazzina che poteva avere qualche anno in meno rispetto a Giulia,
con
grandi occhi dal taglio leggermente orientale, un vestito lilla
anch'esso
orientaleggiante, due lunghe trecce nere e un microscopico panda su una
spalla.
<<
Oh, già! Voi non vi conoscete! >> disse
l'Alchimista d'Acciaio, rendendosi conto della situazione.
<< Al, loro
sono le sorelle Frid, tre nuove Alchimiste che si
sono appena aggiunte alla squadra del piromane >>,
dicendo l'ultima
parola con naturalezza. << Sono Debora, Luana e Giulia
>>,
indicandole una alla volta.
<<
Ragazze, >> continuando con le
presentazioni << lui è mio fratello minore,
Alphonse Elric… ma tutti noi
lo chiamiamo Al.
>>
<<
Molto piacere! >> disse sorridendo il
minore degli Elric, stringendo la mano a ciascuna di loro. Quando lo
fece con
Luana, la ragazza lo guardò con occhi sognanti e un leggero
rossore sulle
guance. Di sottecchi, la gemella riconobbe quello sguardo e
pensò: "Cotta
numero 2! Anzi, 3, visto che
la prima è stata la mia…", ripensando a Roy e
alla immediata delusione.
<<
E lei >> continuò ancora il maggiore degli
Elric indicando la ragazza mora << è May
Chang, una ragazza che proviene
da Xing. >>
<<
Ehm, ehm…
>> lo
riprese l'interessata.
<<
… insieme alla piccola
panda
Xiao Mei… >> finì Ed,
annoiato dal fatto di essere stato ripreso.
<<
Molto piacere! >> salutò la ragazzina.
<<
Wow… Xing? E' molto lontana… ne hai fatta di strada…
>> chiese incuriosita Debora.
<<
Già… ma l'ho fatta con molto piacere!
>>
lanciando un'occhiata ad Al, ricambiata.
"Questo
non promette nulla di buono per Lua…"
pensò Giulia (che aveva anche lei visto gli occhi della
sorella maggiore),
notando lo scambio di sguardi.
<<
Come mai qui? >> chiese Al.
Gli
rispose il fratello, con tono annoiato: << Abbiamo
appena finito una battaglia contro dei
criminali, il
piromane >> indicando la porta chiusa lì
vicino << ha una
pallottola nel braccio e noi aspettiamo qui perché il
Capitano Hawkeye ci ha
obbligati di farci visitare… anche se stiamo
bene… >>
<<
Il Capitano è semplicemente preoccupato per la
nostra salute… >> disse Luana.
<<
Sicuri di stare bene? E' tutto intero il tuo
automail, fratellone? >>
<<
Hai un automail, Ed? >> chiese Giulia,
curiosa.
<<
Sì, alla gamba >> gli rispose l'Alchimista
d’Acciaio, indicandogliela.
<<
Cos'è successo?
>>
continuò a chiedere la minore delle sorelle Frid.
I
due fratelli Elric si scambiarono uno sguardo triste,
poi Ed fece un sospiro e le rispose: << E' una storia
molto lunga… forse prima o
poi ve la racconterò…
>>
<<
Scusa. >> disse Giulia, imbarazzata.
<< Mi sa che sono stata un po' indiscreta…
>>
<<
Non preoccuparti… >> disse Ed, cercando di
fare un sorriso.
<<
Comunque >> ricominciò Al << sta
bene sì o no il tuo automail? >>
<<
Sì, è tutto intero. Altrimenti chi l'avrebbe
sentita
Winry… >>
<<
Winry? >> chiese l'Alchimista del Fulmine,
preoccupata nel sentire un nome femminile. << Chi
è? >>
<<
E' la mia meccanica di fiducia… >>
Sospiro
di sollievo
di
Giulia.
<<
… e la mia fidanzata. >> finì Ed.
La
povera Giulia fece una faccia pietrificata e sentì un
"crack" all'altezza del cuore: non aveva nemmeno cominciato a
conoscerlo, e già aveva avuto una delusione d'amore da lui.
"Povera
sorellina… " pensò Luana.
<<
Meglio che vada ad
occuparmi del Generale >> disse Al, congedandosi dal
gruppo. << Andiamo,
May >> ed
insieme i due entrarono nella stanza.
<<
Io, invece, me ne vado. Ciao ciao…
>> disse Ed, incamminandosi verso l'uscita.
Mentre
fuori dalla stanza le due gemelle tentavano di
consolare la sorellina (che era caduta
un uno stato
depressivo… ma le gemelle sapevano che era momentaneo),
all'interno Al operò
Mustang: gli tolse la pallottola con le pinze, per poi curare la ferita
con
l'Alkahestri (o meglio, diminuirne il più possibile la
gravità), e infine
fasciargli il braccio.
<<
Ecco fatto, Generale! >> disse il biondo
ragazzo, soddisfatto del lavoro.
<<
Grazie mille, Alphonse >> disse Riza,
sorridendogli: la donna era rimasta al fianco del suo superiore sin da
quando
erano arrivati nell'infermeria.
<<
E lei, Capitano? >> chiese May. << Ha
qualche ferita? >>
<<
No, sto bene. Nemmeno un graffio >> gli
rispose la bionda, sempre con un leggero sorriso di cortesia.
<<
Bene. Allora noi andiamo… >> disse Al per
congedarsi.
<<
Alphonse, puoi dire ai ragazzi lì fuori che
adesso li raggiungo? >>
<<
Certamente, Capitano! >> le rispose il
minore degli Elric, poi continuò:<< Lei si
riposi, Generale, ha perso del
sangue… non molto, però…
>> e subito dopo lasciò la stanza, seguito da
May.
Fuori,
Al riportò il messaggio della bionda e chiese dove fosse finito il
fratello.
<<
Ha detto che se ne andava… >> gli rispose
Debora.
<<
E' sempre solito… >> disse il minore degli
Elric pensieroso. << Ragazze, vi saluto. Arrivederci!
>>
<<
Ciao ciao! >> lo salutarono insieme le
sorelle, Luana sempre con occhi sognanti.
<<
Io vado ad occuparmi di
quel militare con un brutto taglio alla gamba… dopo mi
raggiungi? >>
chiese Al a May, molto probabilmente perché, pensarono le
ragazze, dovevano per
un attimo separarsi.
<<
Certo! >> rispose lei tutta allegra.
Al
stava per avviarsi,
quando la
ragazzina lo fermò: << Aspetta!
Prima… >> ma non finì la frase. Si
avvicinò al ragazzo, si mise sulle punte e gli diede un
leggero bacio sulle
labbra. Quando si staccarono,
lui le sorrise
dolcemente, ricambiato, e poi s'allontanarono.
"Ed
ecco un'altra delusione…" pensò Debora
all'idea di come poteva sentirsi la gemella. Questa, infatti, aveva
avuto una
reazione molto simile a quella della sorella minore. "Tre delusioni
nello
stesso giorno, una
ciascuno… complimenti, siamo
proprio delle sfigate!" pensò l'Alchimista delle Piante, un
po' depressa,
un po' stizzita.
Mentre
fuori dalla stanza andava in atto la consolazione
n.2, all'interno Roy guardò per un attimo il suo Capitano,
quasi studiandola,
poi le disse: << Vieni qui >>, indicando il
bordo del letto dov'era
sdraiato. Ogni tanto quando erano da soli
le dava del
"tu", facendolo con naturalezza.
<<
Ma…
>> provò a
controbattere lei.
<<
Per favore. >> disse lui sorridendole
dolcemente, uno di quei sorrisi che rivolgeva solo a lei.
<<
Va bene… >> disse la donna facendo un
sospiro e sorridendo. Appena si sedette, Roy posò il braccio
sano sulle gambe di lei,
in uno strano tentativo di abbracciarla e di
trattenerla.
<<
Sicura di stare bene? >> chiese Roy
preoccupato, ripensando alla domanda rivolta dal ragazzo alla donna, e
alla sua
risposta.
<<
Sì signore, stia tranquillo
>> gli rispose Riza, continuando a sorridere. Poi
continuò: << Dopo
quello che mi
è accaduto il giorno della promessa, non
può succedermi di peggio… non deve
preoccuparsi… >>, cercando di
scherzarci su.
<<
Invece no. >> disse lui serio. << Da
quel giorno io sono ancora più in pensiero per te.
>>
Lei
non poté fare a meno di stupirsi e di rimanere
leggermente imbarazzata, ma cercò di non darlo a vedere,
sviando il discorso:
<< Ha tutti i capelli fuori posto, signore. Aspetti che
glieli ordino un
po'… >>, infilando le dita sottili tra le
ciocche nere.
Il
moro sorrise dolcemente: aveva capito di averla messa
in imbarazzo, ma non l'aveva fatto apposta. Poi spostò la
mano dalle gambe al girovita
della donna, in uno strano abbraccio, e chiuse gli occhi, lasciandosi
coccolare
dalle carezze di Riza.
Nel
frattempo, fuori le tre sorelle aspettavano il
Capitano (sì, Giulia si era già ripresa... un po'
meno Luana, che però si
sentiva già un meglio). L'Alchimista d'Acqua chiese:
<< Come mai non
esce? >>
<<
Aspetta >> disse Debora. << Provo a
vedere… >>
Aprì
silenziosamente la porta, quel poco che bastava per
vedere all'interno della stanza. E vide una scena che non si aspettava:
Roy sdraiato
sul letto, Riza seduta al suo fianco sul bordo; lui le teneva un
braccio sulle
gambe, gli occhi chiusi e un leggero sorriso, mentre lei, con
un'espressione
dolcissima, guardava l'uomo e gli accarezzava con delicatezza i capelli
neri.
Immediatamente
la ragazza richiuse la
porta, facendo sempre attenzione a non fare rumore, per poi girarsi
verso le
sorelle con un sorriso dipinto
sul volto e un leggero
rossore.
<<
Allora? >> chiese la gemella.
<<
Cos'hai da sorridere?
>>
chiese Giulia, notando il viso di Debora.
<<
E' che… vabbè, venite qui
>>, inizialmente non sicura se dovesse dirlo.
Le
sorelle si avvicinarono all'Alchimista delle Piante, e
questa raccontò
loro la scena, sussurrando per non
farsi sentire da orecchie indiscrete.
<<
COSA?! >>
urlarono le altre due Alchimiste, stupite da ciò che aveva
raccontato la
sorella.
<<
Non urlate… >> disse Debora a bassa voce,
cercando di calmarle.
<<
Che cosa potrebbe significare? >>
chiese Giulia, adesso ricominciando a parlare a bassa
voce.
<<
Forse >> cominciò Luana con occhi sognanti
<< che quei due sono innamorati! >>
<<
Non dire cavolate! >> disse la minore
delle sorelle. << Ti pare che un tipo come il Capitano
possa innamorarsi
di uno stupido piromane come il Generale? >>
<<
Ci saranno sicuramente lati del loro rapporto
che non conosciamo… in fondo siamo appena
arrivate… >> disse Debora
sovrappensiero: anche lei era della stessa idea di Luana.
<<
Sicuramente >> annuì la gemella.
<< E
anche dei lati del loro carattere… >>
<<
Mah… io continuo a pensare che sia impossibile…
>> disse scettica Giulia, alzando un sopracciglio.
Non
riuscirono a dirsi più nulla, perché la porta
della
stanza si aprì, non silenziosamente come aveva fatto
l'Alchimista delle Piante.
La donna le guardava stupite, perché vide che sui loro volti
c'era
un'espressione imbarazzata.
<<
Qualcosa non va, ragazze? >> chiese Riza
preoccupata.
<<
No, niente Capitano! Tutto a posto! Eh, eh…
>> rispose Giulia, sorridendo imbarazzata.
<<
Come sta il Generale? >>
chiese Debora, indicando la porta alle spalle della bionda.
<<
Sta bene, si è addormentato… >>
rispose
Riza, sorridendo.
"Che
carini!" pensò Luana, immaginandosi la
romantica scena che purtroppo si era persa.
<<
Di cosa parlavate? >>
chiese con un sorriso gentile la donna.
<<
Di cotte… >> rispose Debora.
<<
… e di delusioni… >>
completò la frase la
gemella, con tono un po' triste. Non era proprio l'argomento di cui
stavano
parlando, ma era quello che stavano
per mettere in
mezzo.
<<
Appena arrivate abbiamo
già avuto delle cotte, >> spiegò
Giulia << ma con un'immediata
delusione… >> finendo la frase anche lei con
un tono un po' triste.
<<
E… posso conoscere gli interessati, se non sono
indiscreta? >> chiese la donna. Riza, per chi la
conosceva un po', era
stranamente disposta a parlare, ma questo semplicemente
perché voleva fare
amicizia con le tre sorelle: aveva visto che erano ragazze semplici e
simpatiche, e poi c'erano finalmente anche delle altre donne nella
squadra.
<<
Lasciamo perdere…
>>
disse Debora, pensando anche alla scena che aveva visto prima.
<<
Edward Elric… >> disse Giulia con tono a dir poco depresso.
<<
Alphonse Elric… >> disse Luana con un tono
identico a quello della sorellina.
<<
Oh… mi dispiace… purtroppo i due fratelli sono
già fidanzati… >> disse la donna
con un tono leggermente dispiaciuto.
<<
Lo sappiamo… >> disse l'Alchimista
d'Acqua.
<<
E' proprio questa notizia la causa della nostra
delusione… >> spiegò la minore
delle sorelle.
<<
Però anche tu
devi dire
chi è "l'interessato"! >> disse Luana,
punzecchiando la
gemella.
<<
Ma sei pazza?!
>>
rispose immediatamente Debora, innervosita, pensando che davanti aveva
la donna
presente alla scena di prima.
Riza
le rivolse uno sguardo interrogativo, chiedendosi
perché si comportasse così. L'Alchimista delle
Piante vide quello sguardo, e
sospirò: tanto aveva capito che l'uomo non faceva per lei,
cosa sarebbe
cambiato tra lui e Riza se le avesse detto
la verità?
<<
Il fatto è che… >>
cominciò Debora tutta
rossa in viso << … che…
ecco… io… mi sono presa una cotta…
per… per… >>.
Si fermò, prese un profondo respiro e finì la
frase: << … per il
Generale. Ecco, l'ho detto. >> finì Debora,
effettivamente più sollevata.
<<
E perché saresti stata delusa da lui? Non è
fidanzato… >> chiese la bionda, incuriosita.
<<
No, però… è tremendamente infantile!
Troppo! E a
me non piacciono le persone troppo infantili! >> rispose
la ragazza.
Riza
rise leggermente: in effetti, Roy lo era eccome.
<< Ma
questo è solo un lato del suo carattere! >>
disse, continuando a sorridere. << Ne ha molti altri che tiene nascosti…
>>
<<
Davvero? >> chiesero in coro le tre
sorelle, le gemelle più stupite, la minore più
scettica.
Notando
di aver richiamato la loro attenzione, propose
loro un'idea: << Che ne dite di venire a casa
mia e di parlarne davanti a una calda e rilassante tazza di the?
Così saremo
più tranquille… >>
<<
Ma non vorremmo
disturbare… >> disse imbarazzata Debora.
<<
Certo! >> disse raggiante Luana.
<<
Grazie mille! >> ringraziò Giulia, anche
lei allegra.
"A
volte mi chiedo se siano davvero le mie sorelle…"
pensò l'Alchimista delle Piante, pensando
alla
differenza di risposte tra lei e le altre due sorelle.
<<
Bene! Allora seguitemi! >> disse Riza
avviandosi, seguita subito
dietro dalle tre ragazze.
Finalmente
un po’ di Royai! *w* Verrà sviluppata questa
coppia durante la fan fiction, ma non sarà
l’unica…
Quando
Al e May operano Roy, ho scritto "diminuire
la gravità della ferita" perché non penso che
l'Alkahestri possa proprio
richiudere le ferite: negli ultimi episodi May usa l'Alkahestri su
Riza, che
riesce sì a rialzarsi, ma poi ha una fasciatura al collo
nell'episodio 64…
Forse
avrete notato che la maggior parte delle
volte il punto di vista è soprattutto di Debora
(in
realtà non tanto in questo capitolo, quanto in quelli che ci
saranno in seguito):
il fatto è che, essendo io l’Alchimista delle
Piante, mi viene automatico far
esprimere pensieri su una certa situazione soprattutto al mio
personaggio! Bè,
in verità nel capitolo precedente, il punto di vista era
soprattutto di Giulia…
E’
voluto
il
fatto che sia il mio personaggio a vedere Roy e Riza insieme,
perché tra noi
tre sono io la fissata del Royai! XD Lua mi supporta perché
è una romanticona e
adora le storie d’amore in generale… A Giulia.
Invece, Roy sta un po’
antipatico anche nella realtà! XD (però le piace
il personaggio di Riza ^^)
Ed
eccomi tornata con un nuovo capitolo della mia folle
fan fiction! In realtà sono stata obbligata,
perché la mia amica Lua (alias
l’Alchimista d’Acqua nella fan fiction) mi ha detto
che se non lo facevo rubava
i guanti a Mustang e li usava per darmi fuoco…
o_O’’’ … E siccome sono troppo
giovane per morire, ho
preferito accontentarla… XD
Questo
sarà un capitolo tranquillo, una piccola
chiacchierata tra donne…
Ah,
anche se l’ho controllato con Word, chiedo (come
sempre… sono ripetitiva, lo so… XD)
anticipatamente perdono per eventuali
errori di battitura o altro… e, come sempre, segnalatemeli,
così li correggo!
^_^
L'appartamento
di Riza era piccolo e arredato in modo
molto semplice, ma
grazioso proprio per la sua
semplicità. In qualche modo, si respirava proprio un'aria di
"casa",
calda e accogliente… molto probabilmente grazie anche alla
gentilezza della
padrona.
Le
quattro donne si sedettero al tavolo della cucina,
ognuna con davanti una
tazza di the caldo preparato da
una premurosa Riza. Sotto al tavolo,
Black Hayate si
stava facendo un pisolino.
Le
tre sorelle erano in silenzio, poiché si sentivano un po' in imbarazzo,
così fu la bionda a
cominciare a parlare: << Allora… tornando al
discorso che ci ha portate
qui… quindi, Debora, sei rimasta delusa dal Generale per il
suo comportamento
infantile… >>
<<
Sì… >> rispose la ragazza,
sospirando.
<< Appena visto, mi sembrava un uomo serio e
affascinante… invece… rimane
affascinante, su questo
non c'è dubbio, ma un po' meno
serio… >>, finendo la frase per prendersi un
sorso di the.
<<
In effetti, >> s'intromise Luana, mentre
si rigirava la calda tazza tra le mani << mi ha sconvolta
con i soprannomi… >>
Riza
non poté fare a meno di ridere sommessamente: sapeva
che avevano ragione, ma sentirselo dire da altre persone le faceva
sembrare la
cosa divertente. << Purtroppo me ne sono accorta
perfettamente del suo
fare infantile… ho sempre sperato in un miglioramento, ma
niente da fare…
>>, e si fermò per assaporare un po' di the.
Le
tre sorelle risero leggermente alla piccola battuta
sul "miglioramento".
La
cecchina riprese, con la sua solita tranquillità:
<< Comunque non è solo infantile…
>>
<<
Cos'altro c'è
di lui
che non sappiamo? >> chiese Giulia.
<<
Allora… >> cominciò la donna,
pensierosa.
<< Il Generale è anche pigro, testardo,
narcisista, donnaiolo… >>
<<
Pure? >> chiese retoricamente Debora,
riferendosi al "donnaiolo".
Riza
semplicemente annuì, mentre sorseggiava ancora un
po' di the.
Intervenne
Luana, con un tono scherzoso: << Ma ce l'ha qualche pregio?
>> (Ehi,
smettetela di prendere in giro chi non è presente!
è_é ndRoy)
Le
quattro donne risero divertite. Appena si calmarono,
la bionda ricominciò a parlare, sorridendo gentile:
<< Sì che ha qualche
pregio… >>
<<
Wow, che notizia sconvolgente! >> disse
l'Alchimista delle Piante, scherzandoci su.
Un'altra
risata si levò dal gruppetto. Da sotto il
tavolo, Black Hayate si alzò e se ne andò in
un'altra stanza: insomma, perché
non lo lasciavano riposare in santa pace?
<<
Sì, >> riprese la cecchina appena si
calmò
<< ha dei pregi, ma li tiene nascosti… >>
<<
Ad esempio? >> chiese curiosa l'Alchimista
d'Acqua.
<<
E' coraggioso… e poi si preoccupa
sempre per tutte le persone a lui care, comprese quelle della sua
squadra… >>
spiegò la donna guardando nella tazza, mentre un leggero
sorriso le si era
dipinto sul volto. << Sapete, considera la sua squadra
come una famiglia…
>>
<<
Da come ne parla, Capitano, sembra che lei lo
conosca da molto tempo… >> disse l'Alchimista
del Fulmine, incuriosita.
<<
In effetti, è così >> rispose la
donna
sospirando, guardando il suo riflesso nella bevanda calda.
<< Prima di
tutto, datemi pure del tu,
ragazze… in fondo, siamo
tutte donne… >> disse lei sorridendo gentile.
(perché io non posso darti
del tu e chiamarti per nome, Riza-chan?! ç_ç
ndRoy)(Generale,
la smetta di intervenire! E' un capitolo al femminile, lei non c'entra
niente! è_é
*lo caccia via* ndA) << Comunque…
sì, ci conosciamo
da moltissimo tempo… per la precisione da quando eravamo
bambini… >>. Per
la prima volta, si ritrovò a raccontare della sua infanzia insieme
a Roy: nessuno, a parte lei e il moro, ne erano a
conoscenza… almeno
fino a quel momento. Le veniva stranamente naturale chiacchierare con
quelle
ragazze.
<<
Davvero?!
>>
chiesero stupite e in coro le sorelle.
La
donna annuì con un sorriso, ma con un po' di
malinconia negli occhi. << Il Generale fu l'apprendista
di mio padre per
imparare l'Alchimia di Fuoco… poi lasciò gli
studi per entrare nell'esercito…
>> senza spiegare il motivo del gesto: era una cosa
troppo personale.
Le
ragazze ascoltavano in silenzio, ogni tanto
prendendosi un sorso di the.
<<
E poi? >> chiese Debora. La donna alzò lo
sguardo su di lei, e la ragazza si sentì in imbarazzo:
<< Scusa, non sono
affari che mi riguardano… >>, abbassando lo
sguardo.
<<
No, non fa niente… >> disse la bionda
sorridendo, per tranquillizzarla. << Comunque,
>> continuando il
racconto << dopo un paio di anni ci siamo rivisti, quando
mio padre morì…
>>, passando un dito sul bordo della tazza.
Le
tre sorelle abbassarono lo sguardo: non doveva essere
facile per la donna parlare di quest’argomento.
<< Ci dispiace… >>
disse Luana, parlando anche a
nome delle sue sorelle.
La
donna fece un sospiro, poi continuò ancora: <<
Poi
per un po' non ci siamo
visti… fino alla guerra di
Ishval… >>
Debora,
che stava bevendo un altro sorso di the, fece un
rapido calcolo e disse: << Aspetta un attimo…
ma quanti anni avevi? >>
<<
19… ero tra i soldati più giovani…
>>
<<
Accidenti… la nostra stessa età…
>>
"E stavi già partecipando ad
una guerra…"
finì mentalmente la frase l'Alchimista delle Piante, mentre
si scambiava uno
sguardo pensieroso con la gemella.
<<
Dopo la fine della guerra >> continuò
imperterrita Riza << non ci siamo più visti
per non so quanto tempo… fino
a quando non sono entrata nella sua squadra, diventando la sua
assistente
personale… o meglio, la sua baby-sitter…
>> disse sospirando, ripensando
a tutte le volte che Roy non aveva voglia di lavorare.
Le
tre sorelle risero per la piccola battuta della
cecchina. Poi fu Luana a parlare, pensierosa: <<
Però… dobbiamo ammettere
che il Generale ha fatto un ottimo lavoro con il colpo di
stato… >>
Nel
sentire questa frase, la bionda trasalì, senza
però
darlo a vedere, e cominciò a fissare il fondo della propria
tazza, ormai vuota:
<< Già… il colpo di
stato… >>
Giulia
s'intromise: << Sapete che ho
sentito strane voci riguardo quel giorno? >>
Le
altre due sorelle si girarono nella sua direzione,
mentre Riza alzò lo sguardo, leggermente allarmata.
<<
Che tipo di voci, sorellina? >> chiese
Debora alzando un sopracciglio.
<<
Mah, robe assurde… >> disse la minore
delle sorelle con un gesto di noncuranza. << Tipo che in
realtà quel
giorno ci fu una lotta contro delle
strane creature
quasi immortali e contro un'altra creatura che li guidava…
>>
<<
Sicuri che i tipi che hanno raccontato queste
cose non avessero bevuto un po' troppo? >> chiese
retoricamente Luana.
Le
sue sorelle si fecero un'altra risata.
<<
Non sono assurdità… >>
sussurrò la
cecchina, sovrappensiero.
Debora
si girò verso di lei: << Come?
>>
La
bionda si rese conto di aver pensato ad alta voce e
cercò di aggiustare la situazione: << No,
niente… >>
Ma
l'Alchimista delle Piante la fissò accigliata:
<< Hai detto che queste voci non sono
assurdità… >>
<<
Cosa?!Ma allora dicono il vero?
>> disse Luana con stupore.
Riza
si sentì in trappola: la storia del giorno della
promessa, degli Homunculus e del Padre dovevano rimanere
segrete… Però erano
militari, ragazze che facevano parte della sua stessa squadra: prima o poi lo avrebbero comunque
scoperto.
La
bionda fece un sospiro d'arresa: << Va bene…
vi
racconterò tutto… ma sarà una storia
molto lunga… >>
Le
tre sorelle annuirono convinte.
<<
E soprattutto >> continuò la donna
<< queste informazioni non dovranno assolutamente uscire
da queste mura: dovranno
rimanere tra di noi e tra le persone che conoscono
già questa storia. >>
<<
Certo! >> annuì Luana, seria.
<<
Ti diamo la nostra parola >> aggiunse
Giulia.
Fu
così che le nuove Alchimiste conobbero tutte le
vicende antecedenti il
loro arrivo: dall'inizio del
viaggio dei fratelli Elric (senza molti particolari, poiché
Riza non li
conosceva) fino al giorno della promessa. Vennero così a
sapere dell'esistenza
degli Homunculus e del Padre, della morte di Hughes per mano di
Envy, del tentativo di far incolpare Maria Ross, di Scar, di May Chang
e delle
altre persone provenienti da Xing per venire in possesso della pietra
filosofale, del fatto che in realtà King Bradley fosse un
Homunculus… Insomma,
tutto, a parte alcuni particolari, perché insignificanti per
il senso della
storia, o troppo personali, come la sua disperazione quando Lust le
fece
credere che Roy era morto.
Le
sorelle Frid ascoltarono tutto il racconto in
silenzio, senza mai intervenire: durante il racconto, spesso le loro
espressioni cambiavano, esprimendo in qualche modo i loro pensieri. Nel
frattempo, tutte finirono il proprio the.
Riza
raccontò tutto imperterrita, con la sua solita
serietà, ma le sorelle si resero conto del fatto che la
donna parlasse del
Generale diversamente di come faceva degli altri, con più
particolari… in poche
parole, si capiva che teneva enormemente a lui.
<<
… e questo è tutto. >> concluse
la cecchina.
Le
tre nuove Alchimiste rimasero senza parole: non
sapevano proprio che dire.
<<
E'… >> provò a dire Debora, ma
subito dopo
si zittì.
<<
Assurdo… >> riuscì a malapena a
dire
Giulia.
Luana
non provò nemmeno a spiccicare parola.
La
bionda non poté non notare le loro reazioni:
<< So
che è… piuttosto sconvolgente… ma
è semplicemente la verità… >>
<<
Non… non riesco a concepire l'idea che dietro al
colpo di stato ci fosse tutto questo… >> disse
l'Alchimista d'Acqua, lo
sguardo basso e pensieroso.
<<
Forse non avrei dovuto dirvi nulla… >>
<<
No >> disse Giulia. << Anzi, grazie
per averlo fatto… almeno così in futuro non ci
troveremo con dubbi o strane
idee per la testa… >>
<<
Infatti >> la interruppe Riza <<
è
stato proprio per questo motivo che ho parlato: prima
o poi
ne sareste venute a conoscenza comunque… >>.
Poi un leggero sorriso
comparve sulle sue labbra: << E poi si vede che siete
ragazze di cui ci
si può fidare… >>
<<
Grazie… >> disse Debora.
Dopo
quella lunga chiacchierata, le tre sorelle
salutarono la bionda e la ringraziarono per la gentilezza e per
l'ospitalità,
per poi tornare a casa, stanche per la giornata faticosa. Si fecero
una doccia, cenarono e si fiondarono a letto a riposarsi, dove subito
si
addormentarono.
Come
vi avevo detto, un piccolo capitolo tranquillo, che
serviva praticamente
solo per fare in modo che le
nuove arrivate conoscessero la storia dei personaggi
dell’Arakawa prima del
loro arrivo…
Secondo
me, qui Riza non è OOC: si vede bene, soprattutto
quando Ed va a casa sua, che è una donna molto gentile
dietro quella maschera
fredda che ha in servizio… proprio per questo è
un personaggio che mi piace
molto! ^_^ … Ah, per chi non lo sapesse, un personaggio OOC
significa che ha un
carattere diverso da quello originale… (l’ho
scritto per coloro
che sono ancora “inesperti” del mondo
delle fan fiction!)
Mi
dispiace per i commenti di Roy, mi è andato fuori
controllo e si è intrufolato nel capitolo… u.u‘’ XD
Ok,
vi saluto! (e magari
lasciate un commentino!) Al prossimo capitolo! ^_^
Finalmente
un altro capitolo! In realtà questo l’ho scritto un paio di mesi fa,
poco dopo che mi è morto il
computer… l’ho scritto su un quadernetto, e adesso
l’ho solo dovuto ricopiare.
Non mi piaceva l’idea di scrivere a mano, ma almeno
così potevo portarmi
avanti…
Allora,
parlando di questo capitolo… come il precedente,
un altro in cui non succede più di tanto. Un’altra
chiacchierata, per la
precisione. E pure questa mi serviva, per spiegare anche qui un paio di
cose.
Ah, un avvertimento: un certo Flame Alchemist qui potrebbe risultare
un po’ OOC… appena l’ho scritto, non mi
sembrava, ma mentre lo rileggevo per
ricopiarlo, mi è sembrato di sì… Boh,
ditemi voi! XD
Come
i precedenti capitoli, anche questo l’ho scritto con
Word e non dovrebbero esserci errori di battitura… Ma, come
sempre, “dovrebbero”…
quindi chiedo perdono nel caso ce ne fossero!
Erano
passate ormai due settimane dall'arrivo delle tre
nuove Alchimiste nella squadra del Generale Mustang. Ormai le tre
sorelle
conoscevano piuttosto bene, oltre al Capitano Hawkeye, anche gli
altri… ma allo
stesso modo, Roy aveva capito i "punti deboli" delle nuove arrivate.
Giulia,
simpatica e un po' pazza (perché aveva la passione
dei maialini), era un tipo che s'innervosiva facilmente, proprio come
Ed… ed
ecco che il Flame Alchemist la mandava insieme al biondino a fare
missioni
assurde, aspettando il loro burrascoso ritorno per divertirsi un po'.
Una volta
li aveva mandati a ispezionare un paese: non solo era sperduto, ma i
due
ragazzi non lo trovavano perché si aspettavano
un
insieme di almeno una ventina di case… in realtà
erano tre case ammucchiate su
una collinetta, per di più disabitate da anni.
Luana,
invece, simpatica e amichevole con tutti, aveva il
difetto di essere, a volte, un po' pigra. E ovviamente, il moro le
faceva
percorrere l'intero Quartier Generale. Fu addirittura capace di farla
uscire
dall'ufficio appena arrivata e farla tornare (col fiatone) poco prima
della
fine dell'orario di
lavoro, riuscendo a far incontrare
a malapena le due gemelle (solo loro perché Giulia era
occupata con la suddetta
"missione") durante la pausa pranzo.
Debora,
gentile e, al contrario della gemella, più ligia
al dovere, aveva come difetto l'imbarazzarsi
molto
facilmente. Così Roy, che aveva notato lo sguardo sognante
che la ragazza gli
aveva rivolto, appena poteva la prendeva da parte e la imbarazzava con
le sue
doti da latin-lover, divertendosi a vederla diventare rossa come un
peperone e
fuggire letteralmente via da lui col cuore in gola.
Una
volta, Roy aveva mandato l'Alchimista delle Piante a
portare alcuni documenti nell'ufficio di un Colonnello. La ragazza
bussò, e non
ricevendo risposta, aprì con cautela la porta:
trovò l'ufficio deserto, cosa
che la fece rimanere perplessa.
“Ma sarà questo
l’ufficio
giusto?” si chiese Debora, entrando e avviandosi verso la
scrivania più grande.
Sopra ci trovò un biglietto, firmato da questo Colonnello,
che diceva che lui e
la sua squadra erano in missione.
“I
nomi coincidono…” pensò, controllando
sulle scartoffie
che doveva consegnare, e subito dopo le posò su un angolo
della scrivania.
<<
Ehi… >> le sussurrò in un orecchio
una
calda voce maschile, che la fece spaventare e imbarazzare
contemporaneamente.
<<
WAAAAAAH!!!
>>
urlò Debora, in preda al panico, mentre si girava per vedere
chi diavolo fosse,
anche se una mezza idea già ce l’aveva…
Come
previsto, si ritrovò faccia
a
faccia con Roy, che la guardava con uno di quei suoi
sorrisi maliziosi
stampato in volto.
<<
Non pensavo che ti spaventassi così facilmente…
scusa… >> le sussurrò sensuale il
moro, mentre le sfiorava una guancia
con le dita.
Ovviamente
Debora arrossì subito, poi lo spinse per
allontanarlo da sé urlando: << La smetta!
>>
Il
Flame Alchemist non se la prese, anzi, si mise a
ridere: la cosa lo divertiva da impazzire!
L’Alchimista
delle Piante stavolta non fuggì, ma
s’innervosì e lo affrontò.
<<
Generale, lei è un cretino! >> gli disse
con stizza la ragazza, senza troppi giri di parole.
Lui
smise immediatamente di ridere e la guardò serio:
<< Ehi, Piantina, sono
sempre un tuo superiore! >>
<<
Non importa, >> disse la ragazza, nervosa
<< lei è un cretino lo stesso! >>
L’espressione
del moro da seria
divenne corrucciata: << E sentiamo…
perché sarei un cretino? >>
<<
Perché rivolge queste attenzioni a me invece che
a Riza! >> gli rispose lei, un po’ meno
arrabbiata.
<<
RIZA?! >>
esclamò
lui stupito. << Perché la chiami
“Riza”? E’ il Capitano Hawkeye, un tuo
superiore >> le disse serio.
<<
Ha dato il permesso a
me e alle mie sorelle di chiamarla per nome >>
annunciò lei con
sicurezza.
<<
COSA?! >>
urlò
lui, stupito. Mandando sempre le tre ragazze in giro, non se ne era
minimamente
accorto. << Non è giusto! >>
continuò Roy. << Io e lei ci
conosciamo da anni, ma non mi ha mai dato
il permesso
di chiamarla per nome, nemmeno fuori servizio! A voi, invece, che vi
conosce
appena… >>
<<
Per la precisione >> lo interruppe lei
<< ci ha dato
il permesso il giorno stesso che
ci siamo conosciuti… >>. Non aveva motivo di
precisarlo, ma qualcosa le
aveva detto di farlo.
<<
COME?!?!
>>. Era
la terza volta che urlava stupito in cinque minuti: Debora
pensò che la cosa
stesse diventando noiosa.
<<
Non è giusto… >> ripeté
il moro. << Devo
assolutamente chiederle spiegazioni… >> disse
pensieroso.
<<
Insomma! Ha capito quello che le ho detto? >>
gli chiese Debora, di nuovo con stizza.
Lui
la guardò stupito, distolto dai suoi pensieri.
<<
Sembra che lei non si sia reso
conto che il Capitano è una donna! >>
continuò la ragazza. Aveva capito,
insieme alle sorelle, che la bionda, con molta probabilità,
era innamorata
dell’uomo: non solo grazie al romantico quadretto visto
nell’infermeria, ma
anche grazie al modo con cui parlava del Flame Alchemist mentre
raccontava le
vicende antecedenti l’arrivo
delle tre sorelle, e
grazie anche a piccoli indizi visti in ufficio, come gli sguardi che la
donna
gli rivolgeva.
Roy,
nel sentire la frase della ragazza, abbassò lo
sguardo e con un sorriso triste disse: << Invece me ne sono
accorto perfettamente che è una donna…
>>
Debora
lo guardò stupita: non s’immaginava una reazione
del genere…
Il
moro, non sentendosi controbattere, alzò gli occhi e
incrociò lo sguardo confuso della ragazza: forse le doveva
qualche spiegazione…
e anche lui aveva bisogno di parlarne con qualcuno e di sentirsi dare
qualche
consiglio. Il caro amico Maes sicuramente lo ascoltava, ma di consigli
non ne
poteva dare…
L’uomo
sospirò e si appoggiò alla scrivania, quasi
stancamente, e le disse: << Conviene metterti
comoda… >>
La
ragazza, allora, si sedette sul bordo della scrivania
in silenzio, aspettando che lui cominciasse a parlare.
<<
Io… >> cominciò Roy, ma si
fermò, non
convinto. Poi fece un respiro profondo e riprese: <<
Io… mi sono accorto
di… provare qualcosa per Riza… ma non so se
è l’amore di cui parlano tutti…
>>
<<
Per prima cosa >> lo interruppe la
ragazza, che adesso era calma << cosa prova di preciso
per il Capitano?
Insomma, le sensazioni, se per lei è importante…
>> gli chiese, per
cercare di capire meglio.
<<
Riza per me non è semplicemente importante…
>> le rispose Roy, senza incrociare gli occhi della
giovane Alchimista. <<
Io… sento che non potrei vivere senza di lei…
>>, mentre gli tornavano in
mente i ricordi del giorno
della promessa e il terrore
che lo invase per paura di perderla per sempre.
L’Alchimista
delle Piante annuì, per fargli capire che lo
stava ascoltando.
<<
Io >> continuò l’uomo
<< voglio che
non le capiti
nulla… gliene sono già successe
troppe… >>
finendo con un sorriso amaro in volto. Poi riprese
serio:
<< Insomma, voglio proteggerla, anche a costo della
vita… anche dagli
altri uomini che le ronzano troppo intorno! >>,
pronunciando le ultime
parole con estrema sicurezza.
Debora
sorrise: quell’uomo doveva essere un gran
gelosone!
Subito
il Generale continuò: << Poi, quando sono
con lei, sento dentro di me un miscuglio di tanti
sentimenti… >> (gli
faccio affermare questo perché il loro è un rapporto
troppo particolare e profondo per “rinchiuderlo” in
queste poche frasi! ^_^ ndA).
La
ragazza incrociò le braccia,
pensierosa: << Allora, ricapitoliamo: estrema importanza,
senso di
protezione, gelosia… se non è amore, ci si
avvicina molto… ma non posso dirlo
con sicurezza, perché non mi sono mai veramente
innamorata… >>, finendo
con un sospiro sconsolato.
<<
Davvero? >> chiese l’uomo, curioso.
<<
Non cambi discorso! >> gli rispose nervosa
la ragazza. Poi, più calma, continuò:
<< Piuttosto… perché non prova a
parlarne direttamente con Riza? Magari sembrerà tutto
più chiaro, oppure
scoprirà che prova lo stesso… >>
<<
E se invece non ricambia? >> chiese lui in
tono triste. << E se invece… come
dire… la “spaventassi” e si
allontanasse da me? Non potrei sopportarlo… >>
disse, passandosi una mano
tra i capelli, disperato alla sola idea di questa
possibilità.
<<
Non credo proprio >> gli rispose Debora,
seria e decisa.
Roy
la guardò con stupore: come poteva esserne così
sicura?
<<
Vede… >> cominciò lei per cercare
di
spiegarsi << io e le mie sorelle abbiamo parlato a lungo
con Riza… ci ha
raccontato velocemente cos’è accaduto prima del
nostro arrivo, in particolare
gli avvenimenti legati al… come si chiamava? Ah,
“giorno della promessa”…
>>
Il
moro ascoltava in silenzio, chiedendosi quando le
quattro donne avessero fatto questa “riunione al
femminile” senza che lui se ne
accorgesse.
<<
Da come parlava >> continuò la castana
<< abbiamo capito che Riza è molto legata a
lei, Generale… anche se non
ricambiasse i suoi sentimenti, non potrebbe mai allontanarsi di sua
spontanea
volontà… ma questa è soltanto la mia
idea… >>
Il
Flame Alchemist fece l’ennesimo sospiro triste,
ripensando alle parole appena ascoltate. << Anche se Riza
provasse per me
gli stessi sentimenti, c’è sempre quella legge
anti-fraternizzazione… >>
<<
MA CHISSENEFREGA!
>>
quasi urlò l’Alchimista delle Piante,
più nervosa che mai.
Roy
la guardò stupito, non aspettandosi una reazione del
genere.
<<
Insomma, il nonno di Riza è il Comandante
Supremo… secondo lei, non chiuderà un occhio per
sua nipote?!
>> cercò di spiegarsi la ragazza.
<<
Ti ha detto anche questo? >> chiese il
moro, un po’ perplesso, un po’ ancora intimorito
dallo scatto improvviso,
riferendosi al legame di parentela.
<<
Sì, mi ha detto anche questo! >>
ripeté lei.
<< Insomma >> continuò
più calma << secondo me, dovrebbe
almeno provare! Come fa ad
essere sicuro che andrà
male se non fa almeno un tentativo? >>
<<
Forse hai ragione… >> le rispose
pensieroso.
<<
Certo! Io ho sempre ragione! >> disse la
ragazza con sicurezza, per poi ritrovarsi a pensare, perplessa:
“Questa è una
frase da Lua, non da me…” (la
dice spesso quando fa la
scema! XD ndA)
<<
Allora >> cominciò lui staccandosi dalla
scrivania << proverò a seguire il tuo
consiglio…>> rivolgendole
finalmente un sorriso più sereno, anche se ancora un
po’ triste.
<<
Bene… >> disse Debora, sorridendogli a sua
volta.
Il
moro si avvicinò alla porta e mise una mano sulla
maniglia per uscire, quando la ragazza lo chiamò.
<<
Ah, e un’altra cosa… >> disse lei,
facendolo fermare, ma lui non si voltò. << Se
vuole dichiararsi a Riza,
lo faccia con modi gentili, e non facendo il cretino con i suoi metodi
da
latin-lover… >>. “Anche
perché” pensò “se con quella
donna funzionassero,
lei sarebbe già capitolata e noi non avremmo fatto questo
discorso…”
<<
Certo, lo so… eh, eh…
>>
rise nervoso lui, ricordandosi di quando, all’inizio che Riza
era diventata la
sua assistente, ci aveva provato, e come risultato si era ritrovato il
freddo
metallo di una calibro 9 sotto il mento…
<<
Bene! Ho detto tutto! >> sorrise la
castana.
Roy
aprì la porta, buttò un’occhiata nel
corridoio per
controllare che non ci fosse nessuno, disse un << Grazie
>> senza
voltarsi, e subito dopo uscì.
Quando
la porta si richiuse, Debora poté
finalmente fare un sospiro, sentendosi in qualche modo più
sollevata.
<<
Assurdo… >> disse lei, pensando ad alta
voce. << Adesso vengono pure a chiedere consigli per i
problemi di cuore
A ME che non mi sono mai
innamorata… >>, mentre
scendeva dalla scrivania e s’avvicinava alla porta
dell’ufficio. << Ma in
che razza di mondo sono finita?!
>> si chiese
incredula, mentre andava in corridoio e lasciava
quell’ufficio nuovamente
deserto.
E
un altro capitolo è andato! Perdonatemi per questi
primi capitoli non interessantissimi, anche se cerco almeno di farli un
po’
divertenti, qui con le “cattiverie” Roy e i miei
attacchi di stizza (che ho
davvero)! XD Oddio, forse molte ragazze avrebbero voluto essere al mio
posto e
ricevere le “cattiverie” del Generale…
XD Scusatemi, ma il fatto è che per me
non avevo idea e mi sono inventata ‘sta roba… ^_^’’ Comunque,
è vero che odio essere messa in imbarazzo… e sono
vere anche la pigrizia di Lua
e la di Giulia per i maialini! XD
Tornando
seri, direte voi: perché questo capitolo
serviva? Semplice: per spiegare il motivo per cui il nostro caro
piromane,
anche se è passato molto tempo dal giorno della promessa,
non si è ancora
dichiarato a Riza… e, ovviamente, per fargli capire che deve
darsi una mossa!
XD Ah, una cosa sul grado di Riza: in realtà sarebbe
inferiore a quello delle
sorelle, ma la definisco una loro “superiore”
essendo l’assistente personale
del Flame Alchemist… ^_^’’ (a dirla
tutta: solo dopo aver scritto il capitolo
ho scoperto che il grado di Capitano è inferiore a
quello di Maggiore… _ _|||)
Riguardo
all’episodio su Roy che ci prova con Riza poco
dopo che lei era diventata la sua assistente: è una roba che
mi sono inventata
quando ho scritto la mia prima fan fic “Fumo e
Cenere” (se volete leggerla, la
trovate nella mia pagina personale… non so fare i link…
^_^’’)… era una cosa simpatica che mi
piaceva, e quindi l’ho rimessa pure qui…
^_^
Ringrazio
ancora tutti coloro
che seguono questa follia… e vi prego, commentate,
perché voglio sapere cosa ne
pensate! (tutti:
l’hai già detto…
-.-‘’)(Io:
lo so, ma è sempre meglio dirlo di nuovo… u.u XD)
Il
nuovo capitolo è arrivato! In teoria avrei dovuto
metterci poco tempo perché l'avevo già scritto su
un quadernetto mentre il
computer era morto (sono arrivata fino al capitolo 9!) ma con Natale e
le varie
festività in mezzo, non sempre riuscivo ad accendere il
computer per
ricopiarlo… e quindi lo metto solo ora. Perdonatemi!
Questo
sarà un capitolo, anche se non dall’inizio,
DECISAMENTE Royai… eh, sì, prima
o poi sarebbe
arrivato… ^_^
Spero
di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo… ho
paura che Lua mi ucciderà per un commento sul suo
gatto… XD Se volete
continuare a leggere la fan fic, cercate di fermare la mia amica! XD
Non
voglio anticiparvi nulla, quindi vi auguro una buona
lettura! ^_^ (sempre che
non ci siano stupidi errori
di battitura che Word non mi segnala! XD)
Capitolo
6: Passeggiata (con
ricordi e follia canina)
<<
E finalmente… giorno libero! >>
Era
stata una pimpante Luana a pronunciare queste parole,
mentre usciva dal portone del palazzo dove si trovava
l’appartamento delle
sorelle Frid.
Era
una domenica piacevolmente soleggiata, né troppo
calda né troppo fredda, tipica d'inizio autunno.
Debora,
dietro alla gemella, si stiracchiò quando i raggi
del sole le sfiorarono la pelle, mentre sorridente esclamava:
<< Che
splendida giornata! >>
Dietro
di lei, Giulia chiudeva la porta. Voleva approfittare
del bel tempo per portare a spasso Maya, seguita dal compagno di giochi
Furby.
Maya
era la cagnolina delle tre sorelle: era giovane e di
taglia media, aveva un morbidissimo pelo lungo di colore bianco con due
macchie
marroncine intorno agli occhi e sulle morbide orecchie abbassate. I
grandi
occhi neri esprimevano tutta la dolcezza e la voglia di giocare tipici
del suo
carattere.
Furby
era il gatto che avevano le tre sorelle, per la
precisione voluto con
insistenza da Luana. Infatti
era l’Alchimista d’Acqua ad occuparsi del felino
dal
pelo marroncino e tigrato di nero, con pancia e muso bianchi. Ed era
sempre
stata lei a scegliergli quel nome che la gemella trovava un
po’ assurdo… che
non lo rappresentava nemmeno, visto che tanto furbo non lo era: infatti era perfettamente capace
di schiantarsi contro le
porte chiuse. Ma sapeva
anche essere un coccolone con
tanta voglia di giocare.
Entrambi
gli animali erano stati presi all’incirca nello
stesso periodo quando erano ancora cuccioli, per questo erano diventati
compagni
di giochi.
<<
Dove andiamo? >> chiese Giulia, curiosa di
sapere se le sorelle avevano pensato ad
una
destinazione.
<<
Che ne dite di una granita? >> propose
allegramente Luana.
La
sorellina la guardò perplessa: non era una
destinazione, ma meglio di niente…
<<
Buona idea! >> rispose Debora, sorridendo.
<< Dovrebbe esserci un bar con gelateria vicino al Parco
Amestris… >>
<<
Ottimo! Andiamo, allora! >> disse Giulia,
seguita da un abbaio di Maya e da un miagolio di Furby.
Mentre
il gruppetto si avviava, Debora notò il micio, che
stava tranquillamente camminando fianco
a fianco con
la cagnolina: fino ad un attimo prima non l’aveva visto.
<<
Perché c’è anche Furby?
>> chiese
l’Alchimista delle Piante alla gemella.
<<
Non potevo mica lasciarlo a casa da solo!
>> rispose Luana come se fosse una cosa ovvia.
<<
Ma non è un
animale che
di solito si porta a passeggio… >>
provò a replicare Debora.
<<
Ma dopo si sarebbe
sentito solo e abbandonato! >> disse la gemella con una
drammaticità da
teatro.
<<
Ho capito, ho capito,
lasciamo stare… >> si arrese la sorella
coetanea.
La
sorellina non aveva assolutamente provato a mettersi
in mezzo al discorso, perché sapeva che quando si trattava
del micio, alla fine
avrebbe vinto Luana… anche la gemella lo sapeva, ma, come
sempre, aveva provato
ugualmente a controbattere.
Le
tre sorelle, in abiti civili, continuarono a camminare
per un po’, e quando arrivarono nei pressi del parco, Debora
si bloccò con
un’espressione perplessa sul volto.
<<
Che ti prende? >> le chiese Giulia.
<<
E’ che… mi è sembrato di vedere Black
Hayate…
>>
La
sorellina si guardò intorno sussurrando: << Io
non vedo niente… >>
Luana
ne approfittò per punzecchiare la gemella: <<
Non è che la
passione per gli husky te li fa vedere
ovunque? >>
<<
Spiritosa… >> le rispose contrariata
l’Alchimista delle Piante.
In
realtà la ragazza non si era sbagliata: poco lontano
da loro c’era il cane che veniva
portato a spasso da
una Riza in abiti civili e con un sacchetto della spesa che stringeva a
sé.
La
donna stava tranquillamente passeggiando, quando
l’husky, attratto da qualcosa, la strattonò.
<<
Che ti prende, Hayate?
>> chiese la bionda, vedendo lo strano comportamento del
cane.
Per
tutta risposta, questo si mise a correre, portandosi
dietro la povera padrona.
<<
Che fai, Hayate?!
Fermati! >> provò ad
urlargli Riza, ma senza
successo.
Il
cane aggirò un albero e la bionda, nel seguirlo,
inciampò in una radice e cadde in avanti, mentre le
sfuggivano di mano sia il
sacchetto che il
guinzaglio. Ma
il suo corpo non incontrò il prato, bensì delle
forti braccia.
La
donna, per capire bene cosa fosse successo, si girò
per vedere chi l’avesse presa e…
<<
Generale?!
>>
<<
Riza?! >>
La
bionda era stata “salvata” proprio da Roy:
l’uomo, in
camicia bianca e pantaloni neri, era seduto con la schiena contro al tronco, con lei seduta sulle
sue gambe, mentre le teneva
una braccio intorno alle spalle e l’altro intorno alla vita.
La spesa era
sparsa per terra, mentre Black Hayate, lì di fianco,
scodinzolava allegro:
doveva essere stato attirato proprio dal moro.
<<
Cosa ci fa qui,
Generale? >> chiese Riza, ripresa la sua solita
serietà. Lanciò anche
un’occhiata quasi assassina al cane, che, spaventato, si
allontanò e si mise a
correre nel prato.
<<
A parte il fatto che io mi stavo
semplicemente rilassando e tu mi sei caduta addosso, perché
devi continuarmi a
dare del “lei” anche fuori dall’orario di
lavoro? Ormai ci conosciamo da anni…
>> disse lui, leggermente imbronciato.
<<
Le regole sono regole,
signore… >> rispose tranquillamente la donna.
<<
Sì, ma tu e quelle ragazze vi chiamate per nome
e vi date del “tu”… perché
loro sì, che le conosci appena, e
io no, che mi conosci da sempre? Non è giusto…
>> si lamentò lui, con
quella sua tipica espressione da bambino imbronciato.
Riza,
in effetti, non poteva negare l’evidenza, né
replicare in alcun modo. Si ritrovò a fare un sospiro
d’arresa e a dirgli:
<< Va bene… >>
A
Roy si fermò il respiro per un attimo: non poteva
essere vero…
<<
… Roy… >> finì lei con
un leggero sorriso.
Il
moro non poté fare a meno di sorridere: ce l’aveva fatta!
<<
Evviva! >> esclamò lui felicissimo.
Riza
lo guardò rallegrarsi e sospirò:
quell’uomo era
proprio infantile… ma in alcuni casi questo suo lato lo
trovava adorabile…
Appena
Roy concluse i
“festeggiamenti”, guardò la bionda e
rimase per una attimo spaesato: quella
posizione, i capelli sciolti… nella sua mente
tornò un’immagine del giorno
della promessa: lei in fin di vita, il taglio sulla gola, la giacca e
le punte
di quei capelli dorati tinti di rosso… istintivamente,
strinse forte a sé la
donna, facendola stupire.
<<
Roy... ? >>
chiese lei, quasi sussurrandolo.
Al
suono della sua voce, il Flame Alchemist si riprese e
allentò l’abbraccio.
<<
Scusa >> sussurrò lui <<
è che… mi è
tornato il mente il
giorno della promessa… e tu
ferita… >> guardando la bionda con una leggera
preoccupazione negli
occhi.
Lei
gli sorrise dolcemente:
si
era proprio fissato…
<<
Te l’ho detto… non ti devi preoccupare…
>>
gli disse, mentre gli
accarezzava una guancia.
Quel
tocco leggero lo tranquillizzò e sulle labbra
comparve un dolce sorriso.
“Oggi
è proprio carina…” si
ritrovò a pensare Roy: notò
che Riza indossava una camicetta panna, una gonna beige fin sopra al
ginocchio
con un leggero spacco sulla gamba destra e delle scarpe nere col tacco
non
troppo alto. Semplice, ma
adorabile.
“Forse…
questo è il momento giusto…”
pensò l’uomo. Le
prese delicatamente la mano con cui la donna lo stava accarezzando, ne baciò il palmo e
gliela strinse.
Riza
non poté fare a meno di sbattere
più volte le palpebre, perplessa.
Roy
la guardò negli occhi con serietà e disse:
<<
Riza, io… volevo dirti che ti…
>>
<<
Grrrrrrrr…
>>
I
due si guardarono perplessi, chiedendosi chi stesse
ringhiando. Si girarono verso la fonte del suono e videro che era Black
Hayate,
che stava tirando un lembo del pantalone di Roy.
“Stupido
geloso d’un
cane…”
pensò il moro, nervoso per essere stato interrotto in un
momento così
importante.
<<
Hayate, ma che fai? >> lo sgridò la
bionda, ma l’husky non accennò a fermarsi.
Così Riza si spostò dalle gambe del
Flame Alchemist (con estremo dispiacere di quest’ultimo),
alzò un lembo della
gonna e impugnò la pistola che teneva in una fondina.
<<
Hayate… >> lo rimproverò la donna,
togliendo la sicura e rivolgendo al cane uno sguardo ancora
più omicida di
quello di prima.
Black
Hayate, al solo rumore della sicura, lasciò la
presa e si allontanò il più possibile dalla
padrona.
Riza
lo guardò correre via e sospirò: <<
Mi chiedo cosa gli
prende oggi… si comporta in modo strano…
>>
<<
Eh, eh…
>> rise
nervosamente l’uomo: era un evento incredibile se la bionda
non portava almeno
una pistola con sé anche fuori servizio...
Nel
frattempo, Riza mise a
posto
l’arma e cominciò a raccogliere la spesa.
<<
Aspetta che ti aiuto… >> disse lui,
cominciando anche lui a prendere su gli oggetti sparsi sul prato. Si
bloccò
quando raccolse una mela di colore rosso vivo, per poi sorridere perso
in
chissà quali pensieri.
Riza
lo vide e chiese curiosa: << Che succede, Roy?
>>
<<
Uh? >> esclamò lui, distolto dai suoi
pensieri. << Niente >> le sorrise
<< semplicemente mi sono
ricordato del melo che c’era a casa tua… aveva
frutti rossi simili a questo…
>> disse mentre gliela porgeva.
Anche
la bionda sorrise, mentre
scene dell’infanzia a Villa Hawkeye tornavano alla mente.
<< Però
>> cominciò lei << ce ne voleva
per
convincerti a mangiare la frutta! >>
<<
Hai proprio ragione! >> disse lui, ridendo
divertito.
<<
Puoi tenerla se vuoi… >> gli sorrise lei, indicando la
mela.
<<
No, no, riprenditela… >> rifiutò
garbatamente il moro.
<<
Avanti, insisto! >>
Il
Flame Alchemist fissò per un attimo il frutto, poi
comparve sul volto un sorrisetto malizioso.
<<
Va bene… ma solo se ne prendi un morso…
>>
quasi ricattandola.
<<
Non fare il bambino! >> lo rimproverò, ma
sempre sorridendo. << Prendila e basta! >>
<<
Eddai… >>
<<
Non mi va! >>
<<
Allora non la voglio! >> disse lui, di
nuovo con un’espressione da bambino imbronciato.
La
bionda sospirò: il suo lato infantile era sì a
volte
adorabile, ma altre volte era
stressante. << Va
bene, va
bene… >> capitolò lei, mentre
prendeva
la mela, per poi darle un piccolo morso.
<<
Contento? >> chiese Riza, mentre gli
porgeva il frutto.
<<
Eccome! >> rispose lui allegramente.
Riza
sospirò e sorrise, e mentre ricontrollava il
contenuto del sacchetto, Roy diede un morso alla mela, proprio di
fianco al punto
toccato dalla bocca della bionda, mentre la guardava.
“Chissà
che sapore hanno le labbra di Riza…” si chiese.
“Adesso sapranno sicuramente di mela, ma chissà le
altre volte…” mentre fissava
quelle labbra rosee.
<<
WAAAAH! >>
“E
chissà perché i miei pensieri romantici devono
sempre
essere interrotti da qualcuno?” pensò nervoso il
moro.
Ad
urlare era stata la
povera Debora, travolta da Black Hayate… letteralmente. La
ragazza, infatti,
era con la schiena a terra e l’husky proprio sopra.
<<
Oh, mamma! Debby! >> urlò Luana,
preoccupata, mentre s’inginocchiava di fianco
all’“investita”.
<<
Quante stelle… >> rispose la gemella,
confusa.
<<
Hayate! Spostati immediatamente da lì! >>
lo sgridò (di nuovo) Riza, mentre prendeva il sacchetto e si
avvicinava alle
gemelle, seguita da Roy, che continuava a mangiare la mela.
Nel
frattempo Giulia, che era rimasta indietro, stava
raggiungendo le sorelle insieme a Maya e Furby. Black Hayate, attirato dai “suoi
simili”, si spostò dallo stomaco
dell’Alchimista delle Piante e si avvicinò ai
nuovi arrivati, curioso.
<<
Ci sei, sorellona? >> chiese Luana alla
gemella, mentre la scuoteva per farla riprendere.
<<
Ma se è giorno, perché vedo
tutte queste stelle? >> le rispose Debora, ancora confusa.
<<
Accidenti, stupida, riprenditi! >> urlò
l’Alchimista d’Acqua, mentre tirava uno schiaffo
alla gemella.
La
ragazza rimase per un attimo
frastornata, e appena si rese conto di ciò che
aveva fatto la sorella (e
del conseguente dolore), le urlò contro, arrabbiata:
<< Idiota, mi hai
fatto male! >>
<<
Ma ti sei ripresa!
>> le disse Luana sorridendo come una bambina, felice del
successo.
<<
Sì, ma mi hai fatto comunque male! >> le
urlò nuovamente l’Alchimista delle Piante.
Roy
e Riza rimasero perplessi a guardare la scena: ma
come si rivolgevano tra di loro le maggiori delle Frid? E fortuna che erano gemelle…
Finalmente
anche Giulia, che era stata trattenuta dai tre
animali (perché Black Hayate era riuscito a convincere Maya
a inseguire Furby),
raggiunse il gruppo.
<<
Ma che succede?
>> chiese affannata la minore delle Frid.
<<
Ma niente!
>> le
rispose tranquillamente Luana mentre si rialzava. <<
Debby è stata
travolta da Black Hayate, ed io l’ho fatta rinvenire!
>>
<<
Con un doloroso schiaffo! >> completò con
stizza la gemella.
<<
Capisco… >> disse un po’ perplessa
Giulia.
<< Oh, buongiorno Generale, buongiorno
Riza!
>> salutò, notata la presenza dei suoi
superiori.
Le
due gemelle non avevano assolutamente visto il moro e
la bionda, e immediatamente seguirono la sorellina: <<
Buongiorno Generale,
buongiorno Riza! >>. Anche Debora, sorridendo come se
nulla fosse
successo.
<<
Buongiorno ragazze! >> rispose Riza con un
sorriso cortese, anche se ancora un po’ perplessa.
<<
Buongiorno signorine… >> rispose annoiato
Roy, dopo aver dato l’ultimo morso al frutto e aver buttato
il torsolo in un
cestino poco lontano.
<<
Tieni >> disse Giulia porgendo a Riza il
guinzaglio dell’husky << sono riuscita a
riprenderti Hayate! >>
<<
Grazie tante! >> la ringraziò la bionda.
Mentre prendeva il guinzaglio, il moro contemporaneamente le prese il
sacchetto
della spesa.
La
donna lo guardò sorpresa.
<<
Ti accompagno a casa >> disse il moro per
rispondere a quello sguardo << così non rischi
di cadere di nuovo…
>> “e soprattutto, di finire tra le braccia di
un altro uomo…” pensò il
gelosone.
La
bionda lo ringraziò con un leggero sorriso, mentre le
tre sorelle li guardavano. Anche Giulia dovette ammettere che i due
formavano
una bella coppia con indosso abiti civili. Adesso poi che il moro
portava quel
sacchetto, sembravano proprio una coppia di sposati o di fidanzati che
facevano
una passeggiata insieme.
<<
Posso chiedervi cosa stavate facendo? >>
chiese Luana, curiosa.
<<
Io sono andata a fare un po’ di spesa, poi sono
venuta al parco… >> rispose Riza.
<<
… E mentre mi stavo rilassando, mi è finita
addosso a causa di Hayate… fortuna che c’ero
io… >> completò Roy,
spiegando la frase che aveva pronunciato prima.
<<
E voi, ragazze? >> chiese la bionda.
<<
Stavamo portando a spasso Maya e Furby… >>
rispose Giulia indicando i due animali.
<<
E poi saremmo andate a prendere una deliziosa
granita! >> finì allegramente la frase Luana.
<<
Volete unirvi a noi? >> propose Debora.
<<
No, grazie >> rifiutò garbatamente la
bionda. << Devo assolutamente tornare a casa…
>>
I
due militari di grado più alto salutarono le ragazze e
si avviarono, mentre le sorelle Frid li guardavano allontanarsi.
<<
Sono proprio carini! >> commentò Luana.
<<
Devo ammettere che avete ragione… quei due
formano una bella coppia… >> disse Giulia,
pensierosa.
<<
Dobbiamo aiutarli a dichiararsi! >> disse
convinta Debora.
<<
Forse non ce ne sarà bisogno… >>
disse la
minore delle sorelle.
<<
Hai ragione! >> esclamò l'Alchimista delle
Piante.
<<
E perché? >> chiese la gemella.
<<
Semplice: lui… che va a casa di lei… DA
SOLI…
>> rispose Debora. La sorellina annuì, mentre
Luana arrossì leggermente,
capendo tutto.
<<
Adesso andiamo a prendere questa benedetta
granita? >> chiese l'Alchimista del Fulmine.
<<
Certo! >> risposero le gemelle in coro.
Mentre
s'incamminavano verso la destinazione, le tre
sorelle non notarono che adesso Furby, ancora
spaventato,
aveva aumentato la distanza da Maya.
Eh,
bisogna ammettere che i veri protagonisti di questo
capitolo sono Roy e Riza… ma ve l'avevo detto sin
dall'inizio che questa fan
fiction, in fondo, era una Royai! ^_^
In
seguito, comunque, ci saranno altri capitoli
incentrati sia su questa coppia sia su altre coppie che
compariranno nella storia… *l'animo romantico dell'autrice
è felicissimo* XD
Se
all'inizio vi chiedevate il significato della parte
del titolo tra parentesi (cioè "con ricordi e follia
canina") mi sa
che adesso l'avete capito! XD E' che ero indecisa tra "passeggiata"
(il primo che avevo pensato), "ricordi" (visto
che
compaiono i ricordi del giorno della promessa e dell'infanzia vissuta
insieme)
e "follia canina", che mi è venuto in mente mentre lo
rileggevo.
Direi che è chiaro il perché dell'ultima
idea… Hayate è totalmente pazzo in
questo capitolo! XD Ma mentre pensavo a questo capitolo, volevo
realizzare
delle situazioni create "dal caso", e così ho sfruttato il
cane…
facendolo sembrare però un po' fuori
di testa! XD
Povero Hayate…
Parlando
di animali: Maya e Furby sono davvero gli
animali delle mie amiche. La cagnolina è di Giulia, il gatto
è di Luana.
Ammetto che all'inizio volevo mettere solo Maya, ma parlandone con Lua,
quest'ultima mi ha obbligato a mettere anche il suo gatto…
ah, e davvero una
volta si è schiantato contro una porta chiusa! XD E ho
messo la granita perché tutte e tre la adoriamo! u.u
XD
Il
nome del parco… ecco, ehm… ok, scusate, ma non
avevo
un briciolo di fantasia in quel momento…
-.-‘’
Ah,
e quando alla fine le tre sorelle parlano tra di loro
di Roy e Riza, c'è un motivo perché è
proprio Debora (alias me) che mette in
mezzo l'idea di aiutarli a dichiararsi, così come il fatto
che nel capitolo
precedente sia lei a parlare con il Flame Alchemist: perché
tra le tre, sono io
la fissata con il Royai! Alle mie amiche piace FMA in
generale…
Oddio, 'ste note finali tra un
po' sono più lunghe di tutto il capitolo! XD Meglio che vi
lasci!
Prima
però… VI
PREGO, VI
SUPPLICO, LASCIATE UN COMMENTO! Mi fa piacere sapere cosa ne pensate!
^_^
Un
altro capitolo... è qui! Ah, ah,
ah! *risata stile Raffaella Carrà*
Ehm...
scusate, un'interferenza... XD
Allora!
Sono riuscita a mettere il nuovo capitolo perché
sono sopravvissuta alle ire di Lua… questo perché
sono da mia nonna e ci sono
molti chilometri che ci separano! XD No, scherzo… in
realtà, è anche perché sta
aspettando con ansia questo capitolo per un motivo particolare
(capirete nelle
note finali)… poi potrà uccidermi! XD
In
questo capitolo arriverà una new entry… ma non vi
anticipo nulla… lo scoprirete solo leggendo! *sulle note di
"lo scopriremo
solo vivendo!"*
Ok,
stasera sono impazzita… meglio che mi fermi con le
cavolate! XD
Come
sempre, scusate l'eventuale presenza di errori di
battitura o altro e… buona lettura! ^_^
Il
lunedì dopo il giorno libero caratterizzato dallo
strano comportamento di Black Hayate, sembrava una giornata di lavoro
come
tante: Roy a firmare scartoffie, Riza a tenerlo d'occhio, Havoc, Breda
e Falman
a controllare dei rapporti, Fuery alla radio a sentire se arrivavano
nuovi
allarmi, Hayate a sonnecchiare, Luana in qualche angolo sperduto del
Quartier
Generale, Ed e Giulia chissà dove per Amestris e Debora a
fare altri servizi
ordinati dal Capitano (in modo che potesse tenere sempre il Generale
sotto controllo).
Ma
le tre sorelle
sapevano che le cose tra il Flame Alchemist e la cecchina potevano
essere
cambiate… e loro dovevano assolutamente esserne sicure.
L'incaricata scelta fu
Debora, che era più spesso nell'ufficio del moro rispetto
alle sue sorelle.
L'Alchimista
delle Piante, però, non sapeva come fare:
optò così per le domande dirette. Riza non le
avrebbe detto nulla: anche se
ormai erano amiche, era sempre una donna riservata; scelse di chiedere
a Roy, visto che si era
già "confidato" con la ragazza.
Per
attuare il suo piano, Debora approfittò di un momento
in cui tutti gli altri componenti
della squadra si
erano allontanati per vari motivi. La castana così si
avvicinò lentamente alla
scrivania del suo superiore guardandosi intorno con circospezione.
Roy,
di sottecchi, la vide.
<<
Qualcosa non va, Piantina? >> chiese con
naturalezza.
Evitando
di replicare sulla storia del soprannome, gli
rispose con un'altra domanda: << Posso parlarle in
privato, Generale?
>>
Il
moro appoggiò la stilografica e, come sempre quando si
preparava a dire qualche sua battutina, intrecciò le dita e
ci appoggiò il
mento, mentre le labbra s'incresparono in un sorrisetto malizioso.
<<
Ti sei decisa a cedere alle mie avances?
>> chiese lui, riferendosi ai modi con cui si divertiva a
far imbarazzare
la ragazza.
<<
Ah, ah, molto
divertente… >> gli rispose atona lei.
Il
sorriso sparì dal volto dell'uomo: peccato, non era
riuscito a divertirsi. << Allora, cosa vuoi?
>>
L'Alchimista
delle Piante si appoggiò con le mani alla
scrivania, e chiese sorridendo: << Bè,
com'è andata ieri? >>. C'era
voluto un miracolo perché riuscisse a pronunciare quella
domanda: Debora era il
classico tipo che si faceva
i fatti suoi… ma le era
toccato questo "compito", e non poteva deludere le sorelle.
<<
A cosa ti riferisci,
Piantina? >> chiese lui, alzando un sopracciglio.
<<
Ieri… a casa di Riza… >> rispose
vaga.
Siccome il moro non fiatò, fece la domanda più
diretta: << Insomma, si è
dichiarato? >>
<<
Non mi pare che siano affari che ti riguardino…
>> disse lui con estrema calma.
<<
Ma io e le mie sorelle
vogliamo sapere! >> disse la ragazza, un po' dispiaciuta.
<< Per
aiutarla… >>
<<
Aiutarmi? >> chiese ancora il moro, poco
convinto.
<<
Sì, a dichiararsi! >> gli rispose decisa.
Cercò di spiegarsi: << Insomma, abbiamo visto
(e capito) che lei e Riza siete fatti
l'uno per l'altra! Vi manca solo… come dire, l'ultimo passo! E noi
sorelle Frid vogliamo aiutarvi,
sempre che non abbiate fatto tutto da soli… >>
finendo senza malizia.
Il
Flame Alchemist sospirò: forse la ragazza aveva
ragione… di nuovo. Era passato qualche anno dal giorno della
promessa, e lui
non le aveva ancora detto niente. E nemmeno lei aveva fatto il primo
passo.
"Bè, era comunque impossibile che Riza si facesse avanti per
prima…" rifletté
l'uomo.
Roy
decise di arrendersi: << Comunque non è
successo niente… >>
<<
COSA?! >>
urlò
incredula Debora. << Ma…
era un'occasione d'oro!
Eravate completamente da soli a casa di lei… >>
<<
Sì, insieme ad
un cane
molto geloso… >> completò la frase
il moro.
<<
In effetti… >> dovette ammettere la
castana. << Ma
non si preoccupi! >>
continuò lei, decisa. <l'aiuteranno!
>> "Visto che
da soli non riuscite a fare
niente…" pensò.
<<
Sono sinceramente preoccupato da quello che
potreste combinare… >> ammise lui, non
convinto della scelta che aveva
fatto.
<<
Ma quanta poca
fiducia…
>> disse Debora incrociando le braccia, come se fosse
offesa.
<<
Esatto, non mi fido molto… infatti, voglio che,
qualunque cosa vi venga in mente, non mi diciate assolutamente
nulla… >>
dichiarò serio.
<<
Signorsì! >> disse lei facendo il saluto
militare, ma sorridendo: le sembrava incredibile di avercela fatta!
Proprio
in quel momento Riza rientrò.
"Appena
in tempo!" pensarono i due Alchimisti.
<<
Piuttosto >> sviò lui il discorso
<<
riporta questo libro in biblioteca a nome mio >>, mentre
porgeva un tomo
alla castana.
Debora
lo prese e lesse il titolo: <<
"Interazioni fra Alchimie"? >>
<<
Volevo sapere qualcosa di più sulle tue
possibilità e su quelle delle tue sorelle >>
spiegò Roy.
<<
Poteva chiedere direttamente a noi… >>
<<
Appunto>> disse lui molto serio. << Cos'altro sapete fare, oltre
quello che avete dimostrato
nella vostra prima missione? >>
<<
Ecco… >> cominciò la ragazza.
<<
Aspetta >> la interruppe il moro. <<
Capitano, può prendere appunti? >>
<<
Certo, signore >> rispose la donna, seria
e precisa come sempre.
Roy
fece poi segno all'Alchimista delle Piante di
riprendere.
Debora
cominciò così a spiegarsi: << Io,
oltre a
dei rampicanti, posso far crescere qualunque tipo di pianta, anche
carnivore o
velenose. Ma non alberi:
per quelli ho bisogno
dell'aiuto dell'Alchimia d'Acqua di Luana. Inoltre, posso intrecciare i
rami
delle piante che faccio crescere a mio piacimento.
<<
La mia gemella può assorbire l'acqua da
qualunque cosa, non solo dal terreno. Può spostarla come
vuole, e anche
cambiarne la pressione: ad esempio, può colpire un nemico
con una massa d'acqua
con la stessa forza di una cannonata.
<<
Giulia, oltre che lanciare fulmini in qualunque
direzione e con qualunque voltaggio, può anche elettrizzare
oggetti di metallo,
creando così, per esempio, un bastone che rilascia scariche
elettriche. Oppure
può creare campi magnetici, facendo passare
l'elettricità in qualunque oggetto
metallico che abbia una forma chiusa. >>
Il
Flame Alchemist ascoltò il discorso in silenzio,
memorizzando le parole della ragazza, mentre Riza prendeva appunti su
un foglio
appoggiato su una cartelletta.
<<
Altro? >> chiese Roy.
<<
No, Generale >> rispose Debora.
<<
Bene. Ha preso nota di tutto, Capitano? >>
<<
Sì, signore >> rispose Riza.
In
quel momento qualcun altro rientrò nell'ufficio: era
Luana con un'espressione sfinita sul volto… ed era solo
mattina.
<<
Generale, ho fatto tutto quello che mi ha
chiesto >> disse l'Alchimista d'Acqua mettendosi
stancamente
sull'attenti.
<<
Bene, allora… >>
<<
Signore >> lo interruppe Debora <<
Luana può accompagnarmi in biblioteca? Ho paura di
perdermi… >> mentì
lei. Infatti sapeva
perfettamente dove si trovava la
biblioteca: era solo un modo per salvare la gemella.
Il
Flame Alchemist si accigliò leggermente: aveva capito
il giochetto dell'Alchimista delle Piante, ma gliela diede buona, per
stavolta.
<< Va
bene, va bene, andate… >>
<<
Grazie! >> disse sorridente la ragazza,
che prese subito a braccetto la gemella (che non aveva capito molto
bene la
situazione) e uscì dall'ufficio.
Mentre
le due sorelle si avviavano (con MOLTA calma)
verso la biblioteca, Luana rivolse uno sguardo interrogativo alla
gemella.
Questa, notandolo, decise di spiegarle tutto.
<<
L'ho fatto per "salvarti" da qualche
altro ordine assurdo del Generale >> concluse
Debora dopo l'intera spiegazione.
<<
Quindi... tu sai perfettamente
dove si trova la biblioteca? >> chiese Luana.
<<
Certo! >> rispose la gemella. << Ci
sono stata molte volte: non ci sono molti romanzi, ma alcuni sono
appassionanti… e poi se hai problemi, c'è Sheska
che è molto gentile… >>
<<
Sheska? >>
<<
Sì, colei che si occupa sia della biblioteca che dell'archivio…
è vero che è un tipo particolare,
perché
ricorda a memoria qualunque libro o documento che legge…
>>
<<
Sì… ammetto che anch'io sono rimasta sorpresa
appena l'ho saputo… però è simpatica!
>> concluse
Debora sorridendo.
Finalmente
le due ragazze arrivarono davanti alla grande
porta di legno ed entrarono: rimasero sorprese nel vedere che dietro
alla
scrivania di fianco all'entrata non c'era nessuno.
<<
Sheska? C'è nessuno? >> urlò Debora.
<<
Arrivo! >> rispose una voce maschile
dietro ad alcuni scaffali.
Luana
lanciò un'occhiata interrogativa alla gemella e
chiese: << Ma Sheska non è una donna?
>>
<<
Certo che è una donna! >> rispose Debora.
Da
dietro gli scaffali finalmente uscì il proprietario
della voce e si avvicinò alle ragazze: era un bel giovane
sui 25 anni, i capelli
corti di colore castano scuro e gli occhi
azzurri. Portava un paio di occhiali e indossava i pantaloni della
divisa e una
camicia bianca, le cui maniche erano arrotolate fin sopra il gomito.
Chissà
dove aveva lasciato la giacchetta…
<<
Buongiorno, ragazze! >> salutò il ragazzo.
<<
Buongiorno! >> salutarono le gemelle,
Luana stranamente quasi sussurrando, notò la sorella.
<<
Non c'è Sheska? >> chiese Debora.
<<
No, quando non c'è
la
sostituisco io. >>
<<
Capisco… è che tutte le volte che sono venuta
c'era lei… >> disse pensierosa l'Alchimista
delle Piante.
<<
Sarà stato un caso: io e lei facciamo a turno…
>> le spiegò il ragazzo, sorridendo gentile.
<< Ma
come sono maleducato, non mi sono presentato! Piacere, mi chiamo Daniel
Shanks!
>> disse lui tendendo la mano destra.
<<
Molto piacere! >> disse l'Alchimista delle
Piante stringendogli la mano. << Io sono Debora Frid, e
lei >>
indicando la sorella << è la mia gemella
Luana! >>
<<
Piacere! >> disse lui stringendole la
mano, continuando a sorridere gentile.
<<
Il piacere è tutto mio… >> disse
Luana con
aria sognante. Debora la
guardò: un leggero rossore sulle
guance, occhi luccicanti… Non c'era alcun dubbio: la gemella
si era presa una
cotta pazzesca per il ragazzo.
<<
In cosa posso esservi utile? >> chiese
gentilmente Daniel.
Fu
Debora a rispondere, visto che Luana era totalmente
fusa: << Dobbiamo restituire questo libro per conto del
Generale Mustang.
>>
<<
Perfetto! Ci penso io! >> disse lui,
prendendo il tomo dalle mani dell'Alchimista delle Piante e avviandosi
verso la
scrivania. Qui si sedette e segnò la restituzione.
<<
Ecco fatto! Altro? >> chiese il ragazzo.
<<
No, solo questo >> rispose Debora.
<<
Posso farti una domanda? >> chiese Luana,
prima che la gemella potesse dire altro. Debora la guardò:
sicuramente voleva
allungare il tempo in compagnia del bel ragazzo.
<<
Certo! >> rispose lui, con un sorriso
sulle labbra che lo rendeva ancora più affascinante.
Luana
rimase un attimo incantata,
poi si riprese: << Ecco, sì…
>> cominciò imbarazzata. <<
Insomma, che stavi facendo lì dietro? >>
indicando gli scaffali da cui
era arrivato.
<<
In effetti, me lo stavo chiedendo anch'io, vedendo
le maniche arrotolate… >> disse la gemella.
<<
Stavo semplicemente mettendo in ordine alcuni
nuovi libri che sono arrivati >> rispose gentilmente
Daniel.
<<
Possiamo darti una mano? >> chiese
l'Alchimista d'Acqua. Di nuovo la sorella la guardò
sottecchi: questa era la
conferma del pensiero di prima.
<<
Grazie mille, ma ormai ho finito… >>
<<
Ah, certo… >> disse la ragazza infatuata
in leggero imbarazzo.
<<
Avanti, Lua, dobbiamo andare >> le disse
la gemella per farle capire che non potevano rimanere lì in
eterno. <<
Altrimenti, chi le sopporta le angherie extra del Generale?
>>
<<
Io no di certo! >> rispose Luana, già
preoccupata alla sola idea.
<<
Allora noi andiamo! Arrivederci! >> salutò
Debora.
<<
Ciao Daniel! >> lo salutò l'Alchimista
d'Acqua.
<<
Arrivederci ragazze! >> ricambiò lui il
saluto.
Appena
uscite dalla biblioteca e chiusa la porta, Luana fece
un sospiro, sognando ad occhi aperti e leggermente rossa in viso.
<<
Qualcosa mi dice che Daniel ti piace… giusto?
>> chiese Debora, un po' per punzecchiare la gemella, un
po' per essere sicura di aver capito bene.
<<
A me, invece, qualcosa dice che d'ora in poi
andrò molto più spesso in biblioteca!
>> rispose la gemella, con uno
sguardo ancora più trasognato di prima.
La
sorella ridacchiò per il comportamento di Luana: ormai
le mancavano solo i cuoricini che le svolazzavano intorno per
completare l'opera.
<<
Perché ridi? >> chiese accigliata Luana.
<< Pensi che non potrei piacergli? >>
continuò, stavolta con
un'espressione triste.
<<
No, no, no, non è questo! >> si difese
immediatamente Debora, circondando con un braccio le spalle della
gemella, per
consolarla. << E' solo che sei un po' buffa con quello
sguardo sognante…
>>
L'Alchimista
d'Acqua incrociò le braccia e sul viso si
dipinse un'espressione offesa, ma che subito dopo scomparì,
mentre la sua mente
ricominciava a vagare, immaginandosi chissà quali scene
d'amore con
protagonisti lei e Daniel.
La
gemella sospirò, ma sorridendo: dopo la delusione
avuta con Alphonse, un nuovo "obiettivo" ci voleva…
"Speriamo
solo che anche Daniel non sia già
fidanzato…" pensò l'Alchimista delle Piante, un
po' preoccupata.
Allora,
cominciamo con le spiegazioni riguardo la
new entry: Daniel è ispirato al personaggio di un
telefilm, per la precisione Daniel Jackson di Stargate SG-1, che Lua
adora. C'è
un motivo per cui gli ho cambiato il cognome: mi ricorda troppo Michael
Jackson
(non perché non mi piaccia, però…),
così gli ho messo il cognome dell'attore
che lo interpreta, che si chiama Michael Shanks (comincio a pensare che
abbia
un legame indissolubile con Michael Jackson, visti il suo vero nome e
il
cognome del personaggio… o_O''). E l'ho
pure ringiovanito,
perché in realtà il Daniel del telefilm ha
all'incirca 30-35 anni, ma Lua mi ha
detto che non gli piace molto l'idea di un rapporto con un ragazzo
molto più
grande di lei, e quindi non ci proverebbe nemmeno.
Perché
fa il bibliotecario? Semplice: nel telefilm è un
archeologo e uno studioso… e visto il suo legame con i
libri, mi è passata per
la testa questa idea. E il lavoro di Daniel è davvero una
sorpresa per Lua, che
sapeva soltanto che c'era e che sarebbe comparso in questo
capitolo… speriamo
che non rimanga delusa, altrimenti mi ucciderà e non vedrete
la fine della fan
fiction… u.u
… O forse no, perché vuole vedere come
finisce la storia tra lei e Daniel… e allora
sopravvivrò! XD
Ah,
un'altra cosa: quando Debora (alias me) spiega le
possibilità delle Alchimie delle tre sorelle, è
fatto apposta che quando vado a
capo non ho messo le "virgolette" alla fine se non in fondo a tutto
il discorso. E' una cosa che ho trovato più volte in alcuni
libri che ho letto
quando un personaggio fa un discorso lungo. Volevo spiegare e farvi
capire (per
chi non lo sapesse) che non è un errore.
E
riguardo ai poteri di Giulia, davvero si crea un campo
magnetico se passa energia elettrica in un filo metallico: l'ho
studiato in
Fisica e ho deciso di sfruttare l'idea. E così, ho scoperto
a cosa serve questa
materia: a scrivere fan fiction! XD
Uhm…
continuo a scrivere note infinite che tra un po'
sono più lunghe del capitolo… meglio che vi lasci! XD
Prima
di lasciarvi, però, voglio dire una cosa… VI PREGO, VI SUPPLICO IN
GINOCCHIO, LASCIATE DELLE
RECENSIONI! Insomma, voglio solo sapere il vostro parere, non vi chiedo
un
papiro… anche solo una riga per dire se vi è
piaciuto, se no, consigli,
suggerimenti o qualunque altra cosa vi venga in mente (basta che non
siano cosa
senza senso non legate
alla storia! XD)… ve lo dico di
nuovo: VI PREGO!
Bene,
adesso ho detto proprio tutto! Al prossimo
capitolo! ^_^
Grazie
al cielo Lua non mi ha trucidato,
quindi posso continuare a scrivere la fan fiction. (almeno
per il momento… anche perché potrebbe sempre
uccidermi Giuly se non lo fa Lua!
XD)
Per
stavolta non vi anticipo nulla (anche se
il titolo dice un po' qualcosa), quindi…
Scusatemi
come sempre per errori di battitura
o altro (so' pallosa, lo
so… sopportatemi! XD E so'
pallosa pure perché è la centesima volta che
scrivo che mi dovete sopportare!
XD) e buona lettura! ^_^
Era
dalla sera prima che pioveva incessantemente,
distruggendo quella poteva essere una bella domenica come quella
precedente.
Luana,
con un'espressione depressa sul volto, teneva la
fronte appoggiata al vetro della finestra, mentre fissava il grigio
cielo
pomeridiano. Sospirò: << Odio la
pioggia… >>
<<
Lo sappiamo, Lua >> rispose annoiata
Debora, che, seduta sul divanetto lì vicino, sfogliava
svogliatamente una
rivista. << E' la centesima volta che lo dici…
Puoi farlo anche un
milione di volte, ma il tempo non cambierà…
>>. Poi si ritrovò davanti
alla pagina del gossip, e con un'espressione disgustata,
sfogliò velocemente la
rivista arrivando alle pagine degli spettacoli: decisamente
più interessante.
<<
Comunque mi sembra strano che l'Alchimista
d'Acqua odi la pioggia… >> disse pensierosa
Giulia, mentre raggiungeva le
sorelle nel salottino, passando davanti a Maya e Furby, che dormivano
beati
davanti al caminetto acceso. << Insomma, capisco il
piromane… >>
riferendosi a Roy: le tre sorelle avevano saputo dell'inefficacia della
sua
Alchimia sotto la pioggia.
<<
Io preferisco venire in contatto con l'acqua
facendo il bagno al mare, al lago o in piscina in una bella giornata di
sole…
>> rispose Luana, concludendo
con l'ennesimo
sospiro.
Nel
frattempo la sorellina si era seduta di fianco
all'Alchimista delle Piante, mentre buttava un'occhiata alla rivista
aperta.
<<
Waaah! Non ci posso credere! >> urlò in
preda alla gioia l'Alchimista del Fulmine e rubando il giornale a
Debora.
Quest'ultima, che prima stava leggendo un articolo, si
ritrovò a fissare le sue
gambe comodamente accavallate.
<<
Incredibile! >> esclamò Giulia.
<<
Il mio gruppo preferito, i Finley, suoneranno
tra due
settimane proprio qui a East City! >>
Debora
la guardò contrariata: non solo le aveva preso il
giornale, ma stava pure cominciando con la sua fissa delle band
musicali.
Luana,
troppo depressa, rispose semplicemente con un
altro sospiro: non aveva nemmeno voglia di leggere l'ultimo libro che
aveva
preso in biblioteca durante la settimana (sì,
perché, come si era ripromessa,
aveva cominciato ad andarci molto spesso). Ed
era strano, pensò la gemella mentre la guardava,
perché finirlo
significava avere la possibilità di incontrare ancora il suo
amato Daniel.
Non
capendo il comportamento della sorella, Debora alzò
le spalle e prese un romanzo che aveva già cominciato a
leggere, visto che la
rivista era ormai diventata proprietà di
Giulia… e non l'avrebbe mollata in tempi brevi.
Un
minuto dopo suonò il campanello.
<<
Andate voi? >> chiese Luana, che era
ancora nella posizione di prima.
<<
Guarda che sei tu quella che non sta facendo
niente… >> le rispose Debora,
poiché sia lei che
la sorellina erano intente a leggere.
La
gemella sbuffò e si trascinò stancamente alla
porta
d'entrata. Quando la aprì, si ritrovò davanti ad
un ragazzo sconosciuto: aveva
dei vestiti orientaleggianti, gli occhi a mandorla sotto un ciuffo
ribelle di
capelli mori e un lungo codino che gli scendeva lungo la schiena. Era
totalmente fradicio e aveva un leggero rossore sulle guance.
<<
Buonasera… >> disse Luana, perplessa.
<<
Buonasera, signorina >> salutò il ragazzo
<< volevo chiederle se sapeva dove…
>>, ma non riuscì a finire la
domanda, perché cadde lentamente in avanti, svenuto.
<<
WAAAAAH!!! MI E' CADUTO
ADDOSSO IL TIPO!!! >> urlò l'Alchimista
d'Acqua in preda al panico, che
però era riuscita a rimanere in piedi e a sostenere lo
sconosciuto.
Le
altre due sorelle, nel sentire l'urlo, si scambiarono
un lungo sguardo interrogativo, per poi alzarsi dal divanetto per
raggiungere
Luana.
<<
Santo cielo! Principe!
>> disse una voce femminile fuori dalla porta d'entrata.
Luana
alzò lo sguardo e vide che sotto la porta c'era
un'altra persona sconosciuta: indossava un vestito nero da
combattimento
totalmente bagnato, la testa incappucciata e il volto coperto da una
strana
maschera bianca e rossa.
Sul
volto di Luana comparve un'espressione terrorizzata,
pensando di trovarsi davanti ad un serial killer o qualcosa del
genere… e
soprattutto all'idea di non potersi difendere, visto che stava
sostenendo il
ragazzo.
Il
secondo sconosciuto, notando il cambiamento
d'espressione e capendo che era per colpa della maschera, si tolse la
causa del
problema, infilandola in una grossa borsa che portava a tracolla e
mostrando il
volto di una ragazza con grandi occhi neri dal taglio orientale e i
capelli
mori. Poi si avvicinò a Luana, togliendole dalle braccia il
peso del ragazzo.
Nel
frattempo, l'Alchimista d'Acqua era stata raggiunta dalle
sue sorelle.
<<
Ma che succede?
>> chiese Giulia.
<<
Perdonate il disturbo… ora ce ne andiamo…
>> disse la ragazza sconosciuta.
<<
Ma siete totalmente
fradici! E piove a dirotto! >> esclamò Debora.
<<
In più, credo che lui abbia la febbre…
>>
disse Luana indicando il ragazzo. << Prima ho sentito che
era molto
caldo… >>
<<
Allora dovete assolutamente rimanere qui!
>> affermò Giulia con decisione, mentre si
avvicinava alla porta
d'entrata per chiuderla.
<<
Ma… non vorremmo disturbarvi… >>
disse
imbarazzata la giovane ninja.
<<
Ma quale disturbo!
Avanti, mentre io lo prendo per le gambe, tu tienilo per le spalle e
portiamolo
di là! >> disse Debora sorridendo, nel
tentativo di rassicurare la nuova
arrivata, e indicando con un cenno della testa una stanza in fondo al
corridoio.
Poco
dopo le ragazze erano riuscite ad asciugare alla
meglio il ragazzo moro e a sistemarlo in uno dei due letti nella stanza
degli
ospiti (che fortunatamente le tre sorelle avevano tenuto per le
emergenze) e
gli misurarono la febbre.
<<
Però… 39 e mezzo… >> constatò
Giulia guardando il termometro.
La
ragazza sconosciuta sospirò preoccupata.
Mentre
Luana portava una medicina da somministrare al malato,
Debora chiese: << Allora… possiamo sapere chi
siete? >>
<<
Oh, giusto… perdonatemi… >> rispose
la
ragazza sconosciuta. << Il mio nome è Lan Fan
e sono la guardia del corpo
personale del principe Ling Yao >>, disse indicando il
ragazzo.
<<
Principe? >> chiese Giulia.
<<
Sì: lui è il principe di Xing e il futuro
imperatore >> rispose la
giovane ninja come se
fosse la cosa più ovvia del mondo.
<<
COSA?! >>
esclamarono incredule le tre sorelle.
<<
E che cavolo ci fa qui il principe di Xing?
>> aggiunse Luana.
<<
Ha detto che voleva incontrare di nuovo i suoi
"amici di Amestris"… >> rispose Lan Fan. Poi
fece un sospiro
sconsolato e continuò: << In realtà
è una delle sue ultime fughe prima di
diventare imperatore… Ho tentato di fermarlo, ma senza
riuscirci, quindi l'ho
dovuto seguire… >>
<<
"Amici di Amestris"? >> chiese
Debora, curiosa.
<<
Sì, siamo già stati qui prima del…
colpo di
stato… >> spiegò la mora, pensando
che le sorelle non sapessero niente
degli Homunculus.
<<
Ah, sì… il giorno della promessa…
>>
sussurrò Luana pensierosa.
Lan
Fan sbarrò gli occhi, incredula:
<< Voi sapete del giorno della promessa? >>
<<
Sì, ci ha raccontato tutto il Capitano Hawkeye…
>> spiegò Giulia.
<<
Hawkeye? >> ripeté la
ninja, con l'impressione di averlo già sentito.
<<
In pratica, l'assistente personale del Generale
Mustang… >> specificò Debora.
<<
Ora ricordo! >> esclamò Luana.
<<
Riza aveva detto che durante la battaglia finale c'erano, oltre a May
Chang,
altre persone provenienti da Xing! >>
<<
Conoscete May Chang? >> chiese radiosa la
ragazza mora.
<<
Sì, la conosciamo… >> rispose
Debora, che fu
interrotta da uno starnuto di Lan Fan.
<<
Continueremo dopo le spiegazioni >>
intervenne Luana. Poi continuò rivolgendosi alla giovane
ninja: << Tu hai bisogno di una bella doccia
calda e d'indossare
qualcosa di asciutto prima che ti venga un malanno! >>
<<
Ma…
>> provò a
replicare Lan Fan.
<<
Niente "ma"! >> disse categorica
Debora. << Lua ha ragione! >>
<<
Vado a prendere un asciugamano e dei vestiti
puliti! >> si propose Giulia. << Dovresti
avere più
o meno la mia stessa taglia… >>
aggiunse studiando il corpo della
mora, per poi uscire subito fuori dalla stanza.
Nel
frattempo le due gemelle accompagnarono Lan Fan
davanti alla porta del bagno.
<<
Voi siete troppo gentili… >> disse la ninja. <<
Davvero, non ce n'è biso… etciù!
>>
<<
Sì, certo, non ce n'è PROPRIO bisogno…
>>
disse l'Alchimista delle Piante con tono serio,
ma
scherzoso.
In
quel momento l'Alchimista del Fulmine tornò con tutto
l'occorrente, porgendolo a Lan Fan, che lo prese.
<<
Grazie… >> sussurrò lei,
imbarazzata.
<<
Figurati! >> disse Giulia sorridendo.
<<
Mettici pure tutto il tempo che vuoi! >>
aggiunse l'Alchimista d'Acqua.
Prima
di entrare, la ragazza di Xing ringraziò
nuovamente, facendo un profondo inchino, per poi chiudersi la porta
dietro le
spalle.
<<
Sembra simpatica! >> commentò Luana.
Debora
alzò lo sguardo sull'orologio da parete in
corridoio: segnava le 19:00. << Non dovremmo cominciare a
preparare qualcosa
per la cena? >>
<<
E' vero! >> esclamò Giulia seguendo lo
sguardo della sorella. << Mettiamoci all'opera!
>>
Si
divisero i compiti e in poco tempo la cena fu messa a
cuocere. Mentre aspettavano, le tre sorelle si affacciarono alla stanza
degli
ospiti: Ling dormiva profondamente. Poi passarono davanti alla porta
del bagno,
e non sentendo il rumore dell'acqua, Debora bussò.
<<
Tutto bene, Lan Fan? >>
<<
Sì, certo! >> rispose la voce della ninja, attutita dal legno
della porta. << Ho
quasi finito! >>
<<
Non preoccuparti, fai con calma! >>
rispose la minore delle Frid.
Le
tre sorelle si girarono per allontanarsi e si
ritrovarono di fronte Ling, in piedi, ma visibilmente confuso dalla
febbre e
dal sonno.
<<
AAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!
>> urlarono le tre ragazze nel panico più
totale, indietreggiando fino al
muro di fianco alla porta del bagno.
<<
Che succede? >> chiese una voce femminile
di fianco a loro: era Lan Fan, che sentendo le urla, aveva aperto la
porta.
Aveva un piccolo pugnale in mano, pronta a combattere, ma era ancora
mezza
bagnata, coi capelli
sciolti e indosso solo
l'asciugamano, mostrando sia le gambe che l'automail al braccio
sinistro.
Ling
la guardò e arrossì: non aveva mai visto Lan Fan
così…
La
ninja, intanto, ci
mise qualche secondo a rendersi conto che c'era anche il ragazzo:
divenne tutta
rossa e, urlando dall'imbarazzo, si fiondò nuovamente in
bagno.
Le
tre sorelle, che avevano seguito la reazione della
mora, sentirono un tonfo: si girarono e videro Ling per terra, che era
caduto
all'indietro.
<<
E' svenuto di nuovo… >> constatò
Luana con un tono annoiato.
<<
Per la febbre o per lo "spettacolo"?
>> chiese Debora.
<<
Molto probabilmente entrambi… >> rispose
Giulia.
Le
sorelle non poterono far altro che
prenderlo e rimetterlo a letto.
Poco
dopo tornarono in cucina: la minore a controllare la
cena (che per poco non andava a fuoco), Luana ad apparecchiare e la
gemella a
preparare l'altro letto per Lan Fan. Poi arrivò in cucina la
mora, vestita e
asciutta, seguita poco dopo dall'Alchimista delle Piante.
<<
Questi dove li metto? >> chiese lei,
indicando gli abiti bagnati.
<<
Dà qua >> rispose Debora avvicinandosi
<< ci penso io! >>, e tornò nel
corridoio.
<<
Posso aiutarvi? >> chiese la
ninja, sentendosi in debito.
<<
Ormai abbiamo fatto… >> rispose Luana.
<<
Una cosa che dopo puoi fare >> disse
Giulia dal cucinotto << è portare la minestra
a Ling! >>
Il
viso della mora s'intristì: <<
Già… come sta?
>>
<<
Prima che ci spaventasse a morte >>
rispose l'Alchimista d'Acqua << dormiva profondamente, e
anche adesso…
>>
Finalmente
arrivò la cena: pollo arrosto con patate. Le
quattro ragazze si misero a tavola e per tutto il tempo
chiacchierarono. Così,
Lan Fan scoprì la storia delle tre sorelle e del fatto che
conoscessero tutti
gli "amici di Amestris", come li aveva definiti Ling. Allo stesso
modo, le sorelle conobbero la storia dei due ragazzi di Xing e il loro
ruolo nella
battaglia contro il Padre e gli Homunculus, venendo così a
sapere del fatto che
il ragazzo divenne per un periodo Greed, della morte del nonno della
ragazza e
del perché dell'automail, visto
che Lan Fan aveva
sacrificato il braccio per confondere i nemici e salvare il principe.
<<
Accidenti… >> fu l'unico commento di
Debora, con un ultimo pezzo di pollo a metà strada tra il
piatto e la sua
bocca.
<<
Certo che ne avete passate davvero di tutti i
colori… >> aggiunse Luana.
<<
Già… >> disse Lan Fan, il tono
triste e lo
sguardo fisso nel piatto, ora vuoto.
<<
Ormai il passato è passato! >>
esclamò
allegramente Giulia, per cercare di risollevare il morale.
<<
L'importante è che tutto sia finito bene! >>
<<
A parte per mio nonno… >> aggiunse la ninja con un sorriso triste.
<<
Ascoltami >> cominciò Debora seria
<< avresti preferito vederlo soffrire per le gravi ferite
ricevute?
>>
<<
No, certo che no! >> rispose con foga la
mora.
L'Alchimista
delle Piante sorrise in modo rassicurante e
riprese: << Allora, devi pensare che ora si trovi in un
posto migliore e
che da lì ti protegge… >>
Le
labbra di Lan Fan s'incresparono in un sorriso più
tranquillo, ma Luana s'intromise, rivolgendosi alla gemella con stizza:
<< Tu e le tue paranoie sulla religione! >>
(in realtà Lua non la
pensa così, era solo per fare una cosa
divertente… ndA)
<<
Non sono paranoie… >> disse Debora,
scandendo bene le parole mentre cercava di calmarsi.
<<
Io avevo sentito dire che gli Alchimisti non
credevano in Dio… >> commentò la
mora.
<<
Io sono un caso a parte! >> le spiegò
l'Alchimista delle Piante in leggero imbarazzo.
Giulia,
per fare in modo che si cambiasse discorso (ed
evitare così una stupida discussione tra le sue sorelle),
andò nel cucinotto e
portò sul tavolo un piatto fumante di minestra.
<<
Penso sia meglio che te ne occupi tu… >>
disse lei porgendo il piatto a Lan Fan.
La
mora annuì, prese il piatto e andò dal ragazzo,
mentre
le tre sorelle riordinavano la cucina.
Una
mezz'oretta dopo, Lan Fan tornò: aveva perso un
quarto d'ora solo a convincere Ling (trovato sveglio) a farsi
imboccare… e
soprattutto a non mostrarsi imbarazzata, dopo quello che era successo.
<<
Ti ho preparato il letto nella stessa stanza di
Ling… >> disse Debora alla
giovane ninja. <<
Purtroppo non abbiamo altri posti… >>
<<
Non penso che dormirò… >> rispose
lei, lo
sguardo basso per l'imbarazzo. << E poi non volevo darvi
tutto questo
disturbo… >>
<<
Ancora? >> disse Giulia. Poi aggiunse
scherzosa: << Cominci ad
essere ripetitiva!
>>
<<
Se non foste rimasti qui, dove avreste dormito?
>> chiese Luana.
<<
In qualche locanda… o dai fratelli Elric, se avessimo
trovato la loro casa… >> rispose la mora.
<< A proposito! Sapete
dove abitano? >>
Fu
la minore delle sorelle a rispondere,
con un tono quasi da maestrina: << Stanno in una casa
bifamiliare, appena
fuori East City: Edward abita con Winry, mentre Alphonse con May!
>>
"E
ti pareva che non indagava su un ragazzo che le
piace…" pensò l'Alchimista delle Piante.
"Come
sempre, meglio di un ufficio informazioni!"
pensò la gemella.
Quest'ultima,
prima che la sorellina sparasse altre
informazioni (che alla
ninja non sarebbero
interessate), s'intromise: << Comunque, tu DEVI dormire:
si vede che sei
molto stanca! >>
<<
Ma… se succede
qualcosa
al principe… >> provò a replicare
Lan Fan.
<<
Se gli succede qualcosa, siamo qui a fianco!
>> disse Giulia indicando la camera di fianco alla stanza
degli ospiti.
<<
Mi raccomando: svegliaci senza esitare! >>
sorrise Debora.
Si
augurarono la buonanotte
e si
misero tutte a letto: un'altra giornata particolare era
passata… e chissà quante
altre ce ne sarebbero state…
Caspita,
questo è più lunghetto rispetto ad altri
precedenti… o_O'' Non finivo
più di ricopiarlo! XD
Eh
già, ho fatto
tornare Ling e
Lan Fan da Xing… perché questa è
un'altra coppia che mi piacerebbe approfondire
(cosa non fatta dall'Arakawa-sensei... -.-'').
Mi sono
inventata che Ling non è ancora diventato imperatore (cosa
che ho potuto fare perché
nell'episodio 64 di
Brotherhood si vede la foto del
ragazzo col vestito da imperatore, ma non dice quanto tempo dopo il
giorno
della promessa lo diventa), così poteva lasciare il suo
paese per venire ad
Amestris… ovviamente insieme a Lan Fan! ^_^
Per
quanto riguarda il gruppo musicale dei Finley… per
chi non lo sapesse, è un gruppo che esiste realmente (una
volta hanno anche
partecipato a Sanremo con la canzone “Ricordi”), ed
è realmente il gruppo preferito
di Giulia! Li adora, e se continua così
ci farà pure
un tempietto o roba simile… -.-‘’ XD
Quando
ho scritto che Giulia “indaga” su un ragazzo che
le piace, bè… riesce davvero a sapere di tutto e
di più sui ragazzi che gli
piacciono, quindi ho immaginato che lo facesse anche nella fan fiction
con Ed!
XD Il bello è che io e Lua non capiamo ancora come faccia! o_O''
Vabbè, qui nella fan fiction, a forza di fare missioni con
Ed, avrà raccolto
informazioni… ma nella realtà la sua
abilità rimane ancora un mistero! XD
Ah,
per quanto riguarda la storia della religione… nella storia dell'Arakawa sapete tutti
che gli Alchimisti non
credono in Dio perché sono scienziati… ma a me
sembra una mezza cavolata, per
questo ho scritto che io (alias Debora) credo in Dio… anche
perché è vero che
sono l'unica credente tra le tre! E inoltre, Lua non ha mai detto che
le mie
sono paranoie (ha sempre rispettato
il fatto che io
fossi credente)… era, come ho scritto, solo per fare una
scenetta divertente.
Uff, 'ste note che scrivo sono
sempre infinite… meglio che mi fermi! XD
I
giorni seguenti l'arrivo dei ragazzi di Xing, tornò
finalmente il sole, con temperature quasi primaverili. In quel periodo
non
accadde nulla di particolare, tranne il trasferimento di Ling a casa
dei
fratelli Elric (ovviamente seguito da Lan Fan) per essere curato
dall'Alkahestri di Alphonse e May, visto
che la febbre
non accennava a scendere.
Il
venerdì fu una giornata diversa: il tempo era rimasto
invariato (quindi non c'entrava il meteo), ma grazie ad
una perfetta organizzazione del Capitano Hawkeye, tutta la squadra
aveva finito
in anticipo ogni lavoro riguardante i documenti provenienti dalle alte
sfere.
Così, a parte le prime ore del mattino, fu praticamente
una giornata di riposo: Roy sfogliava il giornale seduto su uno dei
divanetti
presenti nell'ufficio (ma in realtà era una scusa per
studiare la bionda
cecchina… infatti si era messo in una posizione
"strategica", cioè di
fronte alla donna); Riza era intenta a leggere un romanzo rosa, una
lettura
abituale da quando aveva cominciato con i libri della madre scomparsa;
Breda e
Falman stavano facendo un'avvincente partita a scacchi, mentre Havoc e
Fuery
facevano da "spettatori"; sull'altro divanetto, Ed si rilassava un
po' dalle tremende missioni che gli affibbiava il Generale; al centro
della
stanza, Hayate, Maya e Furby (le sorelle avevano chiesto il permesso di
portarli perché non volevano lasciarli a casa da soli)
giocherellavano
tranquilli, fortunatamente senza che il micio diventasse l'obiettivo
dei due
cani; le tre sorelle Frid, invece, erano in giro per il Quartier
Generale. In
realtà, Giulia sarebbe rimasta volentieri in ufficio a
chiacchierare con Ed
(anche se aveva avuto una delusione, non si era arresa), ma venne
letteralmente trascinata in biblioteca da Luana, che ancora si
vergognava ad
incontrare Daniel da sola. Debora, invece, camminava per i corridoi per
consegnare al reparto investigativo l'ultimo rapporto completato.
Ad
un certo punto,
mentre l'Alchimista delle Piante passeggiava tranquilla, qualche metro
davanti
a lei si spalancò la porta di un ufficio e uscì
un ragazzo con la divisa,
visibilmente nervoso, che si avviò con passo svelto nella
stessa direzione di
Debora, dicendo ad alta voce: << Chi si è
permesso di entrare nel mio
ufficio in mia assenza e rovinarmi la scrivania?! >>
(sì, lo so, è una
cosa assurda… poi vedrete… ndA)
"La
scrivania?" pensò Debora perplessa, mentre
si fermava poco lontano dalla suddetta porta. Istintivamente
alzò lo sguardo
verso la targhetta con il nome.
"Colonnello
Leonard Blizzard…" lesse
mentalmente. "Blizzard? Dove ho
già sentito questo cogno-", ma nella sua testa la frase
rimase a metà.
Per forza l'aveva già sentito: era l'ufficio che lei e il
Generale avevano
usato come "confessionale"! E lei si era seduta sulla scrivania!
Presa
dal senso di colpa (anche se non sapeva bene il
perché, visto che
non era successo nulla di così
grave), Debora cominciò a inseguire il ragazzo:
<< Colonnello!
Colonnello, la prego, si fermi! >>
Ma
il ragazzo continuò
a camminare, così la castana provò a pronunciare
il cognome: <<
Colonnello Blizzard! >>
Finalmente
il ragazzo si fermò e si girò nella direzione
da cui proveniva la voce. Nel frattempo, Debora lo raggiunse,
ansimante. Quando
lo guardò negli occhi di colore castano scurissimo, quasi
nero, si sentì in
soggezione: non era semplicemente nervoso… era a dir poco
incazzato.
Per
prima cosa, la ragazza si presentò facendo il saluto
militare: << Buongiorno, Colonnello! Sono il
Maggiore Debora Frid! >>
<<
Ebbene? >>
disse
lui con tono serio.
<<
Ecco… >> cominciò Debora, ancora
più a
disagio: quella parola da lui pronunciata era intrisa di gelo puro.
<<
Ho… sentito del problema della scrivania… e
credo… >>. Abbassò lo
sguardo, troppo imbarazzata: << Credo di essere io la
colpevole… >>
Il
giovane Colonnello rimase in silenzio, così la ragazza
continuò, sempre con gli occhi bassi, mentre le dita delle
mani cominciavano ad
intrecciarsi nervosamente: << Ero venuta nel suo
ufficio a consegnare alcuni documenti, e mentre ero lì, una
collega mi ha
raggiunto e abbiamo usato il suo ufficio… bè,
come una specie di
"confessionale"… >>. Aveva detto apposta "una
collega", altrimenti chissà che strani pensieri poteva
farsi… e quanti
pettegolezzi sarebbero cominciati a girare per il Quartier Generale.
<<
Insomma, >> continuò lei << io
mi sono seduta sulla scrivania… mi
dispiace… >>. Non solo era in imbarazzo, ma si
sentiva pure un po'
stupida, visto il motivo per cui doveva scusarsi.
Nessuna
parola uscì dalla bocca del ragazzo, così
l'Alchimista delle Piante alzò lo sguardo e rimase stupita:
ora era tranquillo
e un leggero sorriso gli era comparso sulle labbra.
Debora
sbatté più volte le palpebre, pensando di aver
avuto una qualche allucinazione. Solo in quel momento si accorse di
quanto quel
Colonnello fosse carino, visto che
prima la sua
attenzione era concentrata su quegli occhi dallo sguardo gelido, che
ora,
invece, erano sereni. Avevi i capelli di colore biondo scuro, che gli
scendevano sulla fronte in una frangetta un po' ribelle, ed erano
corti, tranne
che per un lungo codino che gli arrivava a metà schiena. Le
iridi, prima quasi
nere, ora erano color castano chiaro: cambiavano tonalità a
seconda della luce. Poteva avere sì e non un
paio d'anni più di Debora.
<<
Va bene, nessun problema >> disse lui,
continuando a sorridere.
<<
M-ma… come? >> balbettò la castana,
incredula.
<<
Sei stata sincera e corretta, e per questo sei
perdonata! >> spiegò lui, con tono amichevole
e con un sorriso ancora più
aperto.
Debora
pensò che fosse un ragazzo davvero strano, ma nel
vederlo così diverso e così gentile,
cominciò a sentire una tempesta di
sentimenti all'altezza dello stomaco, una tempesta che le
arrivò al viso e le accaldò
le guance, imporporandole.
<<
G-grazie… >> fu l'unica cosa che
riuscì a
dire lei, balbettando e nuovamente con lo sguardo abbassato.
Dopo
un secondo di silenzio tra i due, fu di nuovo la
castana a parlare: << O-ora devo
andare…
Arrivederci, Colonnello! >>. Fece un veloce saluto
militare e si
allontanò a passo veloce, riprendendo la direzione per
raggiungere il reparto
investigativo.
Intanto
il biondo la guardò andare via, continuando a
sorridere: << Che strana ragazza…
>> (senti
chi parla, quello che s'incazza per la scrivania! XD No, scherzo:
questa
situazione tra un po' sarà spiegata in modo da avere un
minimo di senso,
tranquilli… ndA)
Contemporaneamente
Debora, appena trovò un corridoio
sulla destra, ci s'infilò e si appoggiò al muro
dietro l'angolo, in modo da non
essere vista dal ragazzo. Qui cercò di riprendere fiato e di
far calmare il suo
cuore che batteva all'impazzata, non tanto per la corsa quanto per il
turbinio
di emozioni.
"Ma che cavolo mi è
preso?" si chiese. Un'immagine del sorridente ragazzo tornò
nella sua
mente: "Certo che è proprio carino…". Resasi
conto del pensiero,
scosse la testa per scacciarlo: "Ma che diavolo sto pensando?! E' un militare, per di
più di grado superiore al mio! Non
posso pensare a lui!". Poi si fermò,
lo sguardo basso e un'espressione triste: "Non posso…"
Con
una tristezza che le avvolse il cuore all'idea di un
altro amore impossibile, si avviò con lentezza verso la sua
destinazione.
-
-
-
Quando
tornò dal reparto investigativo, Debora si avviò
in ufficio, pensando che potevano essere arrivati nuovi documenti.
Quando aprì
la porta, invece, vide che erano tutti a rilassarsi. Le sue sorelle non
c'erano: dovevano essere ancora in biblioteca. Decise allora di leggere
l'ultimo libro preso in prestito, sedendosi sotto un albero nel cortile
antistante al Quartier Generale, approfittando del bel tempo.
Preferì non
andare in biblioteca, visto che
non sarebbe riuscita a
concentrarsi a causa delle sue sorelle (in particolare di Luana per la
presenza
di Daniel).
Appena
Debora si sedette, alzò lo sguardo verso i rami
che la sovrastavano: le foglie erano ormai tutte tinte di colori caldi,
dal
rosso fuoco all'arancione chiaro, tanto che sembrava quasi in fiamme.
Sorrise:
le piacevano le foglie di quei colori così vivaci.
Abbassò nuovamente lo
sguardo, posandolo sulla splendida illustrazione della copertina, che
l'aveva
ispirata quasi più del titolo: una ragazza guerriera, coi
capelli blu e gli occhi viola.
Dopo
un po', quando ormai la ragazza era immersa nella
lettura, sentì una voce al suo fianco: << Che
ci fai
qui? >>
Lei
interruppe la lettura e alzò gli occhi: era di nuovo
il ragazzo di prima, il Colonello Blizzard, che le rivolgeva uno
sguardo
incuriosito.
Debora
ebbe un attimo di panico, pensando che, come
regola, avrebbe dovuto fare il saluto militare. Appoggiò il
libro e fece per
alzarsi, ma lui la fermò, sorridendo: <<
Tranquilla, non c'è bisogno che
ti alzi! >>. Anzi, fu il biondo a sedersi di fianco alla
castana.
Debora
fu di nuovo travolta da quella tempesta di
sentimenti, riuscendo così a malapena a rispondergli:
<< Come vuole,
signore… >>
<<
No, no, non chiamarmi "signore"! E
nemmeno "Colonnello"! >> disse il biondo, sorridendo.
La
castana lo guardò confusa, così lui si
spiegò, in
evidente imbarazzo: << E' che mi fa sentire
vecchio… soprattutto se a
darmi del "lei"
è un mio coetaneo o quasi…
>>
<<
Quindi >>
cominciò
lei con lo sguardo basso << come…
>> lasciando la frase a metà, non
sapendo come rivolgersi a lui.
<<
Dammi del "tu" e chiamami
"Leo": nient'altro >> rispose il ragazzo a quella domanda
non
pronunciata, con un rassicurante sorriso sulle labbra.
La
ragazza sorrise di rimando, un po' meno nervosa, per
poi dire: << Allora… anche tu puoi chiamarmi
semplicemente
"Debby"… >>
<<
Perfetto! >> esclamò il biondo, le iridi
rossicce (a causa del riflesso delle foglie autunnali) fisse negli
occhi
castani di lei.
Debora
si sentì in imbarazzo di fronte a quello sguardo
intenso, così abbassò gli occhi per l'ennesima
volta. Nel frattempo, il ragazzo
si mise in una posizione più comoda, in modo da avere la
castana davanti a sé.
Fu
lui a rompere il silenzio: <<
Torniamo alla domanda iniziale: che ci fai qui?
Non
dovresti essere in ufficio o da qualche parte di Amestris in missione?
>>
<<
Sì… >> cominciò lei poco
convinta. Poi
continuò con più sicurezza: << E'
che grazie all'organizzazione del
Capitano Hawkeye, l'assistente personale del Generale Mustang,
cioè il mio
superiore, abbiamo finito prima… così ci stiamo
rilassando tutti! >> concluse
lei con un sorriso imbarazzato.
<<
Davvero?!
>>
esclamò Leonard, incredulo. << Vorrei avere io
un assistente così
efficiente! >> aggiunse in tono scherzoso.
La
castana rise leggermente: << Sì, in effetti molti la
vorrebbero… ma il Generale è
estremamente geloso! >>
<<
E' una donna? >> chiese il biondo,
sentendo il "la" usato dalla ragazza.
<<
Sì, sicuramente avrai sentito parlare di lei: è
la miglior cecchina di Amestris… >>
<<
Ma certo!
>>
esclamò il ragazzo, mentre il viso s'illuminava.
<< E il Generale Mustang
è il famoso Flame Alchemist! >>
Debora
annuì: << Esattamente! >>
Un
altro momento di silenzio scese tra i due ragazzi. In
quel momento Debora odiò come non mai la sua timidezza. Dopo
un attimo
d'incertezza, prese coraggio e chiese:
<< Posso…
farti una domanda… Leo? >>
<<
Certo, Debby… >>
<<
Ecco… sì, insomma… Come mai te la sei
presa così tanto…
per la scrivania? >> chiese la castana
evidentemente nervosa: le sembrava di dirgli "non sei normale se ti
comporti così per una cosa del genere"… ma la
curiosità era troppa.
Leonard
abbassò lo sguardo, per la prima volta
leggermente intristito: << Scusami, immagino che
sarò sembrato un
cretino… >>
L'Alchimista
delle Piante rimase in silenzio, aspettando
che lui continuasse.
<<
Per me quella scrivania è molto importante…
>> riprese lui <<
perché… era di mio padre… >>
<<
"Era"? >> chiese Debora curiosa,
ma provò subito a correggersi: << Scusa, non
sono affari miei… fai finta
che non abbia detto niente… >>
Leonard
la guardò, un sorriso tirato sul volto: <<
Tranquilla… >>. Poi continuò il
racconto, lo sguardo fisso chissà dove
sugli alberi poco distanti: << Mio padre era un
militare… un Generale per
la precisione… >>
La
ragazza continuò ad ascoltarlo, ma si sentiva
dispiaciuta per averlo intristito
con quella domanda.
Il
biondo fece un sospiro e continuò: <<
Purtroppo
morì in missione… era di alto grado, ma si
metteva sempre e lo stesso in prima
fila… >>. Un altro sorriso tirato:
<< Era fatto così… >>
<<
Ti prego, perdonami. >> lo interruppe
Debora. Il ragazzo la guardò: aveva un'espressione
terribilmente dispiaciuta.
<<
E' colpa mia se ti ho fatto tornare in mente dei
tristi ricordi. >> disse la castana, mordendosi il labbro
per il
dispiacere. Poi lo guardò dritto negli occhi:
<< Scusa… >>
Leonard
rimase sorpreso: decisamente
non se lo aspettava. Poi cercò di calmarla, sorridendo
più sereno: <<
Dai, non fa niente! >>
Ma
la ragazza non
accennò a rilassarsi, rimanendo con lo sguardo basso. Decise
così di cambiare
tattica: << Debby? >>
Lei
alzò lo sguardo e… si ritrovò davanti il viso del biondo con
un'espressione buffissima. In un
primo momento lei cercò di trattenersi, poi
scoppiò a ridere.
Il
ragazzo si sentì meglio nel vederla allegra, poi venne trascinato anche lui dalle
risate.
Quando
si calmarono, il giovane Colonnello intervenne per
evitare che calasse di nuovo il silenzio tra di loro: <<
Cambiando
argomento… che leggevi d'interessante? >>
chiese mentre indicava il tomo
dall'altra parte della castana rispetto a lui.
Debora,
imbarazzata, guardò il libro mentre ci appoggiava
una mano sopra. Leonard lo notò: << Scusa,
forse adesso sono io quello
indiscreto… >>
<<
No >> lo rassicurò lei <<
è che…
forse lo troverai infantile… >>
<<
Posso? >> chiese lui porgendo la mano.
Dopo
un secondo di esitazione, l'Alchimista delle Piante
gli passò il romanzo. Appena lo prese,
il biondo lo
studiò: << "Cronache del Mondo
Emerso"… un fantasy. >>
La
castana annuì. Il giovane Colonnello spostò lo
sguardo
dalla copertina al viso di Debora: << E… cosa
ci sarebbe d'infantile?
>>
<<
So… che molti pensano che il genere fantasy lo
sia… >>
<<
Bè, io non sono certamente uno di questi
>> disse il ragazzo con serietà, mentre
restituiva il libro. Aggiunse poi
con tono divertito: << Anzi, è il mio genere
preferito! >>
<<
Davvero? >> chiese la ragazza, il volto
illuminato.
Il
giovane Colonnello annuì, divertito dalla sua
reazione: << Non sto
scherzando! >>. Continuò
più convinto: << Adoro le storie coi draghi!
Sono creature affascinanti! >>
Il
viso dell'Alchimista delle Piante s'illuminò ancora di
più: sembrava proprio che lui fosse la sua anima gemella!
L'idillio
venne però interrotto da una voce proveniente da
una finestra del Quartier Generale: << Colonnello!
>>
I
due militari seduti sotto l'albero alzarono lo sguardo:
un ragazzo alto coi
capelli rossicci e riccioluti era
affacciato ad una finestra. << Colonnello, la stavamo
cercando! Ci sono nuovi
documenti da firmare! >> disse rivolgendosi al biondo.
<<
Arrivo, arrivo…
>> rispose Leonard con tono annoiato, e il rosso
tornò nel corridoio. Poi
si rivolse a Debora: << Purtroppo devo andare…
Sempre perché non ho un
assistente efficiente come il Capitano Hawkeye! >>
La
ragazza rise leggermente: << Mi dispiace…
>>
<<
Vabbè… >> disse lui alzando le
spalle. Poi
le rivolse di nuovo uno sguardo intenso, mentre un dolce sorriso
(almeno per la
mente di Debora) gli increspava le labbra: << Mi ha fatto
molto piacere
parlare con te… >>
L'Alchimista
delle Piante sentì ancora quella tempesta di
sentimenti che, come prima, la fece arrossire. Abbassò lo
sguardo sulla
copertina del libro, mentre con l'indice ripassava le lettere
leggermente
rialzate del titolo: << A-anche a me ha fatto
piacere… >>
<<
Bene! Ora vado! >> disse il biondo
alzandosi. << Ci vediamo,
Debby! >>, poi
si avviò verso l'entrata del Quartier Generale.
<<
Ciao… Leo… >> disse la castana, gli
occhi
fissi sulla schiena di lui.
Quando la figura del ragazzo
scomparve dalla sua visuale, raccolse le ginocchia al petto e ci
appoggiò il
mento mentre sorrideva, crogiolandosi in quel turbinio di sentimenti
che prima
le aveva dato fastidio. Forse era un amore impossibile, ma nessuno le
impediva
di parlare con lui… e la sua sola presenza la faceva
già sentire bene…
Allora,
avete capito perché all'inizio facevo una faccina
semi-pervertita? .///.
*adesso si sente schifosamente
in imbarazzo*
Parlando
appunto della new entry: Leonard, a differenza
di Daniel, è un personaggio del tutto inventato, anche se
ispirato ad un ragazzo
che ho sognato un paio di volte… l'unica cosa
è che gli ho aggiunto il codino e gli ho cambiato il colore
degli occhi, che
nel sogno erano azzurri… insomma, non possiamo mica fare
tutti i ragazzi con
gli occhi chiari, no? XD E poi a me piacciono
anche
quando sono molto scuri… ^///^
Il
titolo ha un doppio significato: non solo indica il
cognome del ragazzo, ma anche la "tempesta di sentimenti" che sente
Debora
(una versione personale delle classiche "farfalle nello stomaco" XD).
Infatti "blizzard", tradotto, significa "tempesta di neve".
In realtà, all'inizio il cognome Blizzard era momentaneo,
perché non avevo
idee… poi mi è venuta in mente questa
"sensazione" che Debora poteva
provare, e così l'ho reso definitivo… Ah, se
qualcuno ha letto la mia
precedente fan fiction "Fumo e Cenere" in cui una comparsa aveva lo
stesso cognome… bè, non c'entra niente! XD Non so
per quale motivo in entrambi
i casi la prima parola
che ho pensato sia stata
"blizzard"… Boh, forse mi piace! XD
A
differenza del capitolo con Daniel, in cui Luana
conosce solo il ragazzo, qui ho deciso di aggiungere il pezzo in cui
Debora e
Leonard cominciano a conoscersi di più perché senza sarebbe
stato un capitolo davvero misero… -.-'' XD
La
storia della scrivania… non so perché mi
è venuta in
mente 'sta cosa, volevo che si conoscessero casualmente… e
casualmente è nata
'sta roba! XD Davvero: all'inizio non
era nemmeno mia
intenzione "collegare" questo capitolo con il 5°,
"Sentimenti"… Le mie strane paranoie prima di addormentarmi:
non
fateci caso! XD
Riflettendoci,
mi sono resa conto solo adesso che è
strano che nella biblioteca del Quartier Generale ci siano dei
romanzi… più
avanti vedrò di spiegare questa cosa! ^_^
Cos'altro…
bè, davvero adoro "Le Cronache del Mondo Emerso" di Licia
Troisi! Se
vi piace il fantasy, vi consiglio con tutto il cuore di leggerlo! ^_^ (Bene, mi ritrovo pure a fare
pubblicità occulta… prima
Stargate, poi i Finley, adesso le "Cronache"! XD)
VI
PREGO, COMMENTATE! MI FA
PIACERE SAPERE COSA NE PENSATE (ANCHE CHE VI FA
SCHIFO! XD), RICEVERE CONSIGLI… E SE CI SONO ERRORI,
SEGNALATEMELI PURE, COSI'
LI CORREGGO!
Bene
credo di aver finito… mannaggia a me e alle mie note
finali infinite! XD
Al
prossimo capitolo… che, sinceramente, non so quando
metterò, visto che
questo era l'ultimo da ricopiare…
in pratica, da qui in poi dovrò ricominciare a scriverli del
tutto, in più devo
pure controllare gli errori (visto che Word mi è morto),
quindi non so quanto
tempo ci metterò… Vedrò di fare il
prima possibile! ^_^
Uhm…
stavolta non voglio anticiparvi niente…
spero solo di farvi ridere un po’! ^_^
Buona
lettura! Ah, una cosa: ho di nuovo
Word! :D Quindi, in
teoria, non dovrebbero esserci
errori… ma mi sono accorta che non me li segnala tutti,
quindi… -.-‘’
La
confusione, un misto di chiacchiere e risate, regnava
sovrana nell'appartamento dove
abitavano Ed e Winry.
Era
il giorno del compleanno della giovane meccanica e
lei aveva deciso di festeggiarlo, anche se ormai non era più
una bambina. L'idea
l'era venuta in mente pensando che era da qualche tempo che non si
organizzava
qualcosa per stare tutti insieme
a divertirsi,
approfittando anche della presenza di Ling e Lan Fan. E aveva invitato
tutti,
pure le tre sorelle Frid, anche se non le conosceva. Sicuramente questa
era
un'occasione per farlo.
Tra
una chiacchiera e l'altra, si ritrovarono casualmente
divisi in due gruppi: gli uomini da una parte e le donne dall'altra.
Tra gli
uomini c'erano Ed, Al, Roy, Ling, Havoc, Breda, Falman e Fuery; tra le
donne
Winry, May, Riza, Lan Fan, Sheska, Debora, Luana e Giulia.
E
proprio l'Alchimista del Fulmine cercava di nascondere
uno sguardo omicida verso la giovane meccanica: non le piaceva
perché, per
colpa sua, non poteva provarci con Ed… ma ciò che
più le dava fastidio era che
(dovette ammetterlo) quella ragazza era simpatica. Cosa che la faceva
innervosire ancora di più.
Altri
sguardi strani erano puntati su delle persone:
primo fra tutti quello del Generale Mustang. Ogni due secondi puntava gli occhi verso la figura
slanciata della sua Riza,
che per la serata indossava un tailleur con pantalone interamente di
colore
panna. Una volta la donna incrociò quello sguardo e il Flame
Alchemist,
imbarazzato, sorrise e si rivolse nuovamente agli altri uomini.
Il
secondo sguardo era quello di
Ling: si stava letteralmente mangiando con gli occhi il corpo di Lan
Fan. Era
rimasto totalmente incantato: la
giovane ninja (che,
per fortuna, essendo girata di spalle non si accorse di nulla)
indossava una
casacca orientaleggiante di colore rosso con ricamati piccoli fiori
bianchi
sparsi, e sotto un pantalone bianco stretto attorno alle caviglie da un
elastico. Era la prima volta che Ling le vedeva addosso
qualcosa di diverso dal vestito nero da combattimento.
Bè,
riflettendoci, forse non era la prima volta… ma era comunque
un'occasione molto
rara. Comunque, un paio di volte i fratelli Elric (prima Ed, poi Al) provarono a richiamarlo, ma senza
successo, così il maggiore
disse al fratello: << Lascia perdere,
fratellino… prima o poi la sua
mente tornerà da sola sul pianeta Terra…
>>. La battuta accese l'ilarità
del gruppetto, senza però riuscire a far riprendere Ling.
Sì, era decisamente meglio lasciar perdere.
Ma
Riza e Lan Fan non
erano le uniche persone che avevano deciso di vestirsi in modo un po'
più
elegante per la serata. La festeggiata indossava un vestitino rosa con
la gonna
che le arrivava fin sopra le ginocchia, e un coprispalle color panna;
May aveva
deciso anche lei per un vestitino, ma di colore turchese e un
po’ diverso;
Sheska indossava un delizioso maglioncino verde pastello sopra una
gonna verde scuro. Le
sorelle Frid avevano preferito qualcosa di
più sportivo: Debora indossava una maglietta color grigio
chiaro con una stampa
riflettente verde rappresentante un lupo, con un cardigan di colore
nero e un
jeans; Luana aveva scelto un abitino di colore celeste su cui
risaltavano le
stampe blu notte di alcune farfalle, in vita una grande cintura nera e
sotto
dei pantacollant; Giulia decise di mettersi una maglietta lunga di
colore viola
a righe lilla, un jeans nero e al collo una lunga collana argentata.
Tra
i "maschietti" c'era meno varietà nei
vestiti, ma erano comunque eleganti: Ed
sopra
indossava una camicia con una giacca rosso scuro e sotto un pantalone
nero; Al
aveva una camicia color pesca e sopra un pullover, abbinato a dei
pantaloni scuri;
Havoc indossava un dolcevita azzurro con giacca e pantaloni marrone
scuro;
Breda una camicia bianca con giacca beige e pantaloni marroni; Fuery un
maglione arancione su pantaloni marroni; Falman un completo grigio
scuro con
una camicia bianca; Roy una camicia blu con gilet e pantaloni neri.
Nell'altro
gruppetto, intanto, Winry voleva conoscere
meglio le tre nuove arrivate: << Allora
ragazze… com'è la vostra nuova
vita nella squadra del Generale Mustang? >>
<<
Un incubo… >> rispose Debora con un tono
un po' depresso.
<<
Un inferno… >> la imitò Giulia, il
tono
però più nervoso che depresso.
Le
altre le guardarono confuse.
<<
Però
>>
s'intromise Luana, con un enorme sorriso sulle labbra <<
ci sono anche
dei lati positivi! >>, finendo la frase con gli occhi
sognanti.
La
gemella alzò gli occhi al cielo: << Oh no,
ecco
che ricomincia… >>
Sguardi
perplessi si puntarono sulle tre nuove
Alchimiste, così la minore delle sorelle decise di
spiegarsi: << Non
fateci caso: semplicemente mia sorella ha preso una cotta pazzesca per
uno che
lavora al Quartier Generale… >>
<<
Spero non un militare… >> s'intromise
Riza, ricordando la legge anti-fraternizzazione.
<<
No, no! >> rispose Luana, sorridendo
felice al solo pensiero del bel ragazzo. << E' un
impiegato… per la
precisione il bibliotecario, Daniel! >>
<<
DANIEL?! >>
I
volti si girarono verso il punto da cui provenne quella
parola colma di stupore: era stata Sheska. La ragazza, notando gli
sguardi,
arrossì e abbassò gli occhi, imbarazzata.
<<
Perché? >> azzardò May.
<< Qualche
problema? >>
<<
No, no, no! >> rispose immediatamente
Sheska, mentre un sorriso imbarazzato le increspava le labbra.
<< Solo
che… non me l'aspettavo,
ecco tutto! >>
<<
Siete arrivate da poco e avete già adocchiato
qualcuno! >> disse Winry sorridendo con una punta di
malizia, cercando di
riprendere il discorso.
"Se
per questo, abbiamo già avuto anche delle
delusioni…" pensò Giulia, mentre reprimeva ancora
l'istinto di fulminare
(non solo con gli occhi) la giovane meccanica.
<<
Certo! >> disse L'Alchimista d'Acqua,
sempre sorridendo. << Infatti
anche la mia cara
gemella ha una cotta… >> continuò,
mentre cingeva con un braccio le
spalle dell'Alchimista delle Piante e le rivolgeva uno sguardo
malizioso.
Debora,
sentendosi al centro
dell'attenzione, arrossì violentemente e
abbassò lo sguardo.
<<
E chi è? Lo conosciamo? >> chiese May,
smaniosa di sapere.
Lo
sguardo di Debora, fisso nel succo di frutta che
riempiva il bicchiere che aveva in mano, da imbarazzato divenne un po'
triste:
<< Ecco… si chiama Leonard… ed
è un Colonnello… >>
Riza
s'intromise: << Ma le relazioni tra militari…
>> e istintivamente lanciò un'occhiata
rapidissima a Roy.
<<
So cosa stai per dire: che sono vietate.
>> disse la ragazza alzando gli occhi castani per vedere
in viso la
cecchina. Fece un sospiro: << Ma che ci posso fare se
è un ragazzo
carino, gentile e con cui ho degli interessi in comune? >>
Gli
sguardi di tutte le donne s'intristirono: non era una
bella atmosfera per una festa di compleanno. Ci pensò May,
con gli occhi
fiammeggianti e sorridendo convinta: << Stai tranquilla!
L'amore
trionferà! >> disse, mettendosi poi in una
posizione plastica molto alla
"Maggiore Armstrong", imitata dalla
piccola panda
Xiao Mei.
Il
gruppetto rise per la buffa scenetta e anche Debora si
sentì risollevata: << Lo spero proprio!
>> disse tra una risata e
l'altra.
<<
Adesso abbiamo messo in mezzo l'argomento
"amori e cotte" e voglio sapere! >> disse
May piena di
convinzione: il suo animo romantico aveva preso il sopravvento.
<< Tu,
Giulia? >>
Ecco.
L'Alchimista del Fulmine sperava che questo momento
non arrivasse mai. << Penso sia una pessima idea dirvi il
nome
dell'interessato… >> disse
semplicemente lei,
sperando che la lasciassero in pace. Ma
si sbagliava.
<<
E perché? >> chiese timidamente Lan Fan.
Giulia
fece un sospiro: era stata messa con le spalle al
muro. Le sue sorelle e Riza (che sapevano chi le piacesse) la
guardarono,
chiedendosi se avesse sì o no deciso di rispondere. E la
minore delle Frid
decise di parlare: tanto aveva l'Alchimia del Fulmine dalla sua parte.
<<
Ho una cotta per Ed. >> disse lapidaria, distogliendo gli
occhi castani
da quelli blu di Winry.
Quest'ultima
urlò dalla sorpresa: << COSA?! >>
L'urlo
era stato talmente alto che pure gli uomini
(tranne Ling) si girarono dalla sua parte. La giovane meccanica li vide
e disse
sorridendo imbarazzata: << Niente, niente…
>>
L'altro
gruppetto ricominciò a parlare come se non fosse
successo nulla.
La
festeggiata si rivolse verso Giulia con uno sguardo
fiammeggiante. Poiché la situazione stava degenerando, le
altre donne decisero
di fare un passo indietro per allontanarsi dalle due ragazze: le due
gemelle
sapevano che Giulia era pericolosa quando si arrabbiava, e le altre
potevano
dire la stessa cosa di Winry.
La
giovane meccanica ricominciò a parlare, tornando ad un tono di voce basso in modo
da non essere sentita dai
"maschietti": << Come Ed?! Non provarci,
altrimenti… >>
<<
Altrimenti un bel niente, mia cara >> disse
l'Alchimista del Fulmine guardandola dritto negli occhi blu.
<< E'
inutile che io ci provi con lui, perché è
totalmente innamorato di TE! >>
e finì puntandole il dito al petto.
<<
E tu che ne sai? >> le chiese Winry, accigliata.
<<
Il piromane fino ad adesso non ha fatto altro
che accoppiare me e Ed per andare a fare delle (assurde) missioni:
è ovvio che stando
quasi sempre insieme, abbiamo cominciato a parlare
l'uno della vita dell'altra, e lui non fa altro che dirmi di quanto
è
innamorato di te, raccontandomi addirittura il modo orrendo con cui si
è
dichiarato! >> disse Giulia tutto d'un
fiato.
Dall'espressione
di Winry si capì che si era
tranquillizzata. << Davvero? >>
<<
Sì… >> le rispose la minore delle
Frid con
tono annoiato.
<<
Ma che amore che
è il
mio adorato Ed! >> esclamò
la giovane meccanica,
gli occhi che le brillavano. Adesso l'istinto omicida di Giulia era
aumentato a
dismisura.
La
voce di Al fece riprendere tutti: << Winry, non
è ora di tagliare la torta? >>
La
bionda meccanica guardò l'orario sul piccolo orologio
da polso: << Sì, altrimenti si farà
troppo tardi! >>
Tutti
si alzarono… tutti tranne Ling, che continuava a
fissare imperterrito Lan Fan.
<<
Questo ragazzo si è totalmente incantato…
>> constatò
Breda.
Havoc
sventolò una mano davanti agli occhi socchiusi del
giovane principe, non avendo alcun risultato. << Niente
da fare… >
<<
Tranquilli, >> disse Ed con sicurezza
<< so perfettamente come farlo riprendere
>>. Il biondino andò in
cucina e tornò portando la torta. Ma
invece di
avvicinarsi al tavolo dove doveva essere tagliata, si
avvicinò alla sedia dove
Ling era seduto. Qui mise la torta proprio sotto il naso del ragazzo
moro.
La
mossa parve fare effetto: il giovane principe spostò
lentamente lo sguardo sul dolce. Dopo un attimo di silenzio,
esclamò: << Yum!
Una torta! Cominciavo proprio ad avere fame! >>
e provò a fiondarsi sul dolce.
Ma
Ed fu più veloce e
la spostò in modo da non essere raggiungibile da Ling:
<< Eh, no, mio caro!
Dovrai aspettare che sia tagliata dalla festeggiata! >> e
detto questo si
avvicinò al tavolo.
Qui
lo aspettava già Winry: << Qualcosa non va?
>> chiese puntando gli occhi su Ling, che guardava il
biondino (ma
soprattutto la torta) con gli occhi tristi. Né lei,
né le altre donne si erano
accorte di nulla.
<<
No, niente >> rispose semplicemente
l'Alchimista d'Acciaio con un sorriso.
Dopo
il taglio della torta, ci fu l'apertura dei regali.
Le sorelle Frid, non conoscendo Winry, chiesero consiglio a Ed, per poi
ritrovarsi a parlare casualmente dell'argomento con Daniel: il ragazzo
consigliò loro un libro appena uscito sugli automail.
Fortunatamente
azzeccarono il regalo: Winry ne fu a dir poco entusiasta.
Seguirono
poi altre chiacchiere e risate varie: c'era una
piacevole atmosfera di leggerezza.
Sul
tardi, Riza guardò l'orologio, per poi avvicinarsi
alla giovane meccanica: << Scusami Winry, ma io devo
andare… >>
<<
Come? Di già?
>>
chiese la ragazza tra lo stupore e il dispiacere.
<<
Perdonami, ma domani mattina presto ho un
appuntamento con un'amica… >>
<<
Allora ti lascio andare, altrimenti domattina
non ti svegli! >> disse Winry con un sorriso.
Le
ragazze risero divertite… pure Giulia, anche se in
parte controvoglia.
La
cecchina prese la sua roba e prima di indossare il
cappotto salutò tutti: << Arrivederci a tutti!
>>
Falman
chiese stupito: << Ma come, Capitano! Già se
ne va? >>
<<
Mi dispiace molto, ma domattina ho un impegno…
>> rispose la bionda con un leggero sorriso.
<<
Allora, arrivederci Capitano! >> salutò
Fuery.
<<
Arrivederci! >> salutarono gli altri in
coro.
Roy
osservò la bionda donna mentre si avvicinava alla
porta e si fermava per infilarsi il cappotto. Sott’occhio
vide che le tre
sorelle lo stavano guardando. Il moro si girò verso di loro
e Luana gli fece
cenno con la testa verso Riza, come per dire: “Si muova, la
segua!”
Dopo
un attimo in cui il Flame Alchemist non seppe che
fare, si alzò dal divanetto e disse: <<
Ehm… anch’io mi sono ricordato di
avere un impegno domattina! Arrivederci a
lunedì!
>> e immediatamente prese la sua giacca e raggiunse la
cecchina.
<<
Anche lei va via? >> chiese quest’ultima.
<<
Ehm… sì! >> rispose il moro
cercando di
nascondere l’imbarazzo, per poi uscire
dall’appartamento dietro Riza.
Appena
la porta si chiuse, Giulia fece un sospiro: <<
Quell’uomo è un vero disastro… >>
<<
E’ incredibile come sappia perfettamente come
comportarsi con tutte le donne di Amestris, ma non con Riza…
>> aggiunse
Debora sottovoce, mentre fuori dalla finestra vedeva i due allontanarsi
dal
palazzo mentre chiacchieravano liberamente.
Nel
frattempo, anche May si era avvicinata alla finestra,
e quando vide Roy e Riza che camminavano vicini, disse:
<< Non formano una bella coppia? >>
<<
C-come? >> chiese Debora imbarazzata: che
l’avesse sentita?
La
ragazzina di Xing ripeté la domanda, riformulandola:
<< Non pensate che il Generale Mustang e il Capitano
Hawkeye insieme
formino una bella coppia? >>
Delle
risate provennero dalle sue spalle: erano Ed,
Havoc, Falman e Breda.
<<
Cosa? Il piromane insieme al Capitano? >>
riuscì a malapena a dire Ed tra una risata e
l’altra.
Le
risate degli altri tre uomini divennero ancora più
forti.
<<
E’ la cosa più assurda che abbia mai sentito!
>> disse Breda con le lacrime agli occhi, mentre cercava
inutilmente di
calmarsi.
May
li fulminò con lo sguardo, ma nessuno dei quattro ci
fece caso. Anche Winry guardava accigliata Ed: questo era uno dei
momenti in
cui non lo sopportava per la sua stupidità. Gli altri li
guardavano chi
perplessi, chi imbarazzati.
<<
Io sono d’accordo con te, May >> disse
Luana.
Di
nuovo le risate continuarono con più forza.
Winry
decise che non ne poteva
più: uscì dalla stanza per tornare poco dopo, ma
con in mano un’enorme chiave
inglese e uno sguardo assassino.
Le
tre sorelle sobbalzarono leggermente nel vedere la
scena.
<<
VOLETE FINIRLA???
>> urlò la giovane meccanica.
Immediatamente
i quattro uomini smisero di ridere, mentre
sul volto si dipingeva un’espressione terrorizzata: sapevano
(soprattutto Ed)
quanto quella ragazza potesse essere pericolosa.
Ci
fu un attimo di silenzio, interrotto coraggiosamente
da un sorridente Al: << Anch’io ho sempre
pensato che il Generale e il
Capitano formassero una bella coppia! >>
<<
In effetti >> disse Winry, che finalmente
si era calmata e aveva deciso di abbassare l’enorme chiave
inglese <<
anch’io ho sempre pensato che stessero bene
insieme… >>
Le
tre sorelle si scambiarono degli sguardi un po’
sconvolti: c’era gente che la pensava davvero come loro?
<<
Non penso durerebbe molto! >> disse Havoc,
divertito. << Il giorno dopo il Generale si ritroverebbe
sicuramente la
pallottola di una calibro 9 nella testa! >>
Breda
cercò di trattenere una risata: <<
Infatti…
>>
<<
Ma io li ho visti.
>> disse May, seria. Tutti gli sguardi si rivolsero verso
di lei.
<< Io li visti il giorno della promessa: si proteggevano
a vicenda,
incuranti della propria vita ma preoccupatissimi per quella
dell’altro.
>>
<<
Anch’io >> s’intromise il minore
degli Elric
<< una volta ho visto il Capitano disperato
all’idea di perdere il
Generale… >>
<<
Quindi… forse
non è una
cosa del tutto impossibile… >>
rifletté Ling ad alta voce (che si era
momentaneamente ripreso), anche se non conosceva bene la situazione.
<<
Riflettendoci… >> cominciò Ed,
pensieroso.
<< Il giorno della promessa, quando il piromane ha
cercato di uccidere
Envy, il Capitano gli ha puntato la pistola… diceva in
pratica che non doveva
comportarsi così, e che se avesse continuato, avrebbe
sparato… >>
<<
E poi? >> chiese Sheska, curiosa: anche
lei, essendo una persona di fiducia, era stata messa
al
corrente di come erano andati veramente gli avvenimenti.
<<
Il Capitano disse che avrebbe usato la
pallottola seguente su di sé… >>
Gli
occhi di tutti si spalancarono dallo stupore.
Il
maggiore degli Elric continuò: << Quando il
Generale sentì questo, si calmò immediatamente.
>> Improvvisamente si
fermò e spalancò gli occhi, rivolgendo lo sguardo
verso le sorelle Frid.
<< Oh, cavolo… >>
<<
Che ti prende, Acciaio?
>> chiese Falman.
<<
Voi >> rispose Ed rivolgendosi alla tre
nuove Alchimiste << non dovevate sapere
niente… >>
Luana
lo guardò accigliato: << Ed, sii chiaro. Di
che diavolo stai parlando? >>
<<
Del… ehm… giorno della promessa…
>>
<<
Ma loro già lo
sanno…
>> s’intromise Lan Fan.
<<
COME?! >>
Fu
Debora, dopo un sospiro a spiegargli: << Ci ha
raccontato tutto Riza. >>
<<
Qu-quando? >> balbettò il maggiore degli
Elric, confuso.
<<
Il giorno stesso che ci siamo conosciuti.
>>
L’Alchimista
d’Acciaio sbatté un paio di volte le
palpebre, ancora confuso.
<<
Dopo che tu te ne sei andato dall’infermeria
>> spiegò Giulia << Riza ci ha invitate a
casa sua… ci siamo ritrovate a parlare di quel
giorno… e lei ci ha raccontato
tutto. >>
Ed
balbettò, ancora
confuso: << Ah… ehm, sì,
ho… capito… >>
<<
Tornando al discorso di prima, >> disse
Falman << è solo che… a me sembra
che quei due formino una coppia…
“strana”. >>
<<
E perché, scusa? >> chiese Debora.
<<
Sono così diversi… >>
<<
Totalmente opposti >> precisò Fuery.
<<
Un detto dice “gli opposti si attraggono”
>> disse
Sheska con un tono da maestrina.
Giulia
fece un sospiro: << Basta, che noia! Va
bene, vi diciamo tutto. >>
Le
sue sorelle le rivolsero uno sguardo tra il confuso e
il preoccupato.
“Quasi
tutto” precisò mentalmente la minore delle Frid. << Io e le
mie sorelle non solo pensiamo che il
piromane e Riza formino una bella coppia, ma anche che in fondo siano
innamorati l’uno dell’altra >>
Ed,
Havoc, Breda e
Falman si scambiarono uno sguardo, per poi scoppiare nuovamente a
ridere.
<<
Non mi pare di aver raccontato una barzelletta…
>> sibilò irritata l’Alchimista del
Fulmine, mentre si sistemava
nervosamente i bracciali.
I
quattro si fermarono improvvisamente: il tono della
ragazza non prometteva nulla di buono.
<<
Sarò sincero… >> intervenne
coraggiosamente Breda. << Mi sembra assurda
l’idea del Generale…
innamorato… >> e riuscì a stento a
trattenere un’altra risata.
<<
Anche se fosse (ma è praticamente
impossibile) esiste la legge anti-fraternizzazione. >>
precisò Ed.
<<
Ma come? Non sai quante
relazioni tra militari vengono
tenute nascoste?
>> disse Sheska.
<<
E tu che ne sai? >> chiese Winry, curiosa.
<<
Semplice: in molti vengono a nascondersi in
biblioteca. >>
<<
COSA? >> urlò stupita Luana. Anche gli
altri guardarono la giovane bibliotecaria un po’ sconvolti.
<<
Non… non pensate male! >> cercò di
spiegare Sheska, rossa dall’imbarazzo. <<
Vengono solo per avere un attimo
di tranquillità in cui poter stare insieme…
>>
<<
Non stavamo parlando di tutt’altro? >>
chiese Al.
<<
Infatti. >>
disse
lapidaria Debora. << Lasciando stare quella stupida
legge, io e le mie
sorelle abbiamo deciso di aiutarli a dichiararsi. >>
<<
Adesso sì che l’hai detta grossa! >>
disse
Havoc, riprendendo a ridere.
<<
Ragazze, sto con voi! >>
Tutti
gli sguardi si rivolsero verso colei che aveva
parlato: era stata May.
Debora
la guardò stupita: << Davvero? >>
<<
Certo! >> rispose la moretta,
convintissima. << Come ho già detto, l’amore
deve sempre trionfare! >>
<<
Giusto! >> s’intromise Winry <<
Anch’io voglio aiutarvi! >>. Poi si rivolse
verso le timide Sheska e Lan
Fan: << Anche voi ci darete una mano, vero?
>>
La
giovane ninja
cominciò a balbettare: << Ecco…
sì… ma noi… >>
<<
Perfetto! >> disse May. << Più siamo, meglio è!
>>
<<
Voi siete totalmente pazze… >> disse
Havoc.
Al
era
l’unico degli
uomini ad essere d’accordo: anche secondo lui c’era
qualcosa di più del
semplice rapporto lavorativo tra Roy e Riza. Ling non era né
contrario né
favorevole, non sapeva bene quale fosse la situazione tra i due
militari.
Luana,
con un’espressione convinta molto simile a quella
di May, si alzò dalla sedia e disse: <<
Ottimo! Adesso che abbiamo
formato la squadra, dobbiamo trovarle un nome! >>
<<
E perché? >> chiese timidamente Lan Fan.
<<
Ma perché
così è più
figo >> rispose l’Alchimista d’Acqua
come se fosse una cosa ovvia.
La
giovane ninja
le
rivolse uno sguardo confuso, mentre le altre due sorelle la guardavano
perplesse: era tipico di Luana fare queste cose… ma ancora
non se ne
capacitavano.
<<
Ho un’idea! >> saltò su May.
<< Che
ne dite di “Cupid Girls”? >>
Sul
volto di Giulia si formò un’espressione
pensierosa:
<< Forse non è molto fantasioso… ma
mi piace! >>
“Per
la verità saremmo prima noi ad avere bisogno
d’aiuto…” pensò
l’Alchimista delle Piante, riflettendo sulla sua situazione e
su quella delle sue sorelle. “Ma
va bene lo stesso! Mi sa
che ci divertiremo!”
Mentre
le ragazze erano entusiaste, Ed, Havoc, Falman,
Breda e Fuery le guardavano decisamente
poco convinti:
come potevano mettere insieme la freddezza di Riza e la
passionalità di Roy?
Ammetto
che appena avevo cominciato la fan fiction
pensavo di dare la “missione” solo alle tre
sorelle… ma poi ho pensato che
sarebbe stato molto più divertente con anche le altre
ragazze! In particolare
con una mega romanticona
come May… XD E poi dovevo
mettere assolutamente la scenetta con Giulia che fulmina Winry con lo
sguardo!
XD
La
storia del compleanno di Winry… Sarò sincera: era solo una scusa per fare in
modo che si conoscessero più
o meno tutti. Non mi ricordo se da qualche parte è
specificato il giorno del
compleanno della ragazza. Visto il periodo in cui è
ambientato, l’ho messo in
autunno… Bè, pazienza se
l’Arakawa-sensei aveva precisato da qualche parte
(magari sul manga) il giorno.
Notato
più all’inizio lo stupore di Sheska? Poi
più
avanti vi spiegherò il perché…
Muhuhuhu…
Non
ho fatto parlare molto Lan Fan e Fuery vista la loro
timidezza… e nemmeno Ling, visto
che il suo cervello
era in black out totale! XD
Ammetto
di essere andata un po’ crisi con i vestiti degli
uomini… Voi direte che potevo anche evitare quelle
descrizioni, ma volevo
mettere, oltre a quelle di Riza e Lan Fan, anche quelle dei vestiti
delle tre
sorelle… e non mi sembrava giusto non descrivere anche i
“maschietti”!
Quando
alla fine ho scritto “la passionalità di
Roy”,
intendevo il suo comportamento da latin lover… volevo solo
precisare.
Ed
ora… un po’ di
ringraziamenti! Ci vogliono ogni tanto, no? u.u
Prima
di tutto, un ringraziamento alle mie migliori amiche Lua e Giuly
(rispettivamente su DeviantArt come Lulumoon91 e VioletJuliet), che
sono
totalmente impazzite per questa fan fic! XD Siete le migliori amiche
che avessi
mai potuto trovare (anche se mi avete fatto arrabbiare XP). E adesso
per chi mi
segue su EFP: Lupoz91, Kahei_chan, Hanako_Hanako, funeral e astrea91. Siete davvero gentili nel seguire
questa strana storia! XD
Un particolare ringraziamento a Lupoz91, Piwy e Hanako_Hanako, che
hanno pure
commentato alcuni capitoli! ^_^
VI
PREGO COMMENTATE!
Non vi preoccupate di scrivere cose serie, potete anche scherzarci
sopra!
Insomma, non siete mica dei critici letterari! XD Ed io non me la
prendo se ci
scherzate su! (sono la
prima a farlo, quindi…)
Vabbè…
meglio che non mi
dilunghi troppo… anche se l’ho già
fatto! XD
Come
vedete sono tornata con un nuovo
capitolo! :D
Allora…
non ho impiegato moltissimo tempo
perché praticamente
già sapevo cosa sarebbe successo…
per la precisione, buona parte l’abbiamo pensato io e Lua
insieme, mentre
aspettavamo (al freddo) l’autobus che Lua avrebbe dovuto
prendere per tornare a
casa…
Vabbè,
tornando al capitolo… ci sarà un’altra
new entry! Non è difficile immaginare chi possa
essere… Ma di preciso non vi
anticipo nulla!
Buona
lettura! ^_^ … Sperando che Word mi
abbia segnalato tutti gli errori… -.-‘’
XD
La
settimana stava cominciando davvero bene. Con uno
sbuffo di Giulia. Ma le
sue sorelle non ci fecero caso
più di tanto: ormai era una cosa abituale da quando erano
entrate nella squadra
del Flame Alchemist.
<<
Un’altra giornata insieme al piromane…
>>
continuò la minore delle sorelle, sempre con un tono decisamente
annoiato.
<<
Giuly, è inutile che ti lamenti… è
così da più
di un mese ormai… >> disse Luana.
Mentre
s’avvicinavano
all’entrata del Quartier Generale, un vento freddo le fece
rabbrividire: le
temperature erano notevolmente calate… sembrava
l’addio definitivo alle belle
giornate soleggiate.
Le
tre sorelle, come sempre, entrarono e si avviarono
verso l’ufficio della loro squadra. Mentre camminavano,
però, una figura
presente in uno dei corridoi secondari attirò
l’attenzione di Luana.
<<
Aspettate ragazze! >> chiamò
l’Alchimista d’Acqua.
Poi indicò la figura: << Ma quello non
è… >>
<<
E’ il Generale Mustang >> disse Debora.
<<
Che diavolo ci fa lì?!
>> chiese Giulia, alzando un sopracciglio.
In
effetti
sembrava alquanto depresso: appoggiato con la fronte sul vetro di una
finestra,
fissava un punto indefinito del prato.
Le
sorelle Frid s’avvicinarono.
<< Che sta facendo qui,
Generale? >>
chiese Luana.
<<
Non dovrebbe essere già in ufficio? >>
chiese Debora.
Come
risposta, ebbero un sospiro: << Non ce l’ho
fatta… >> disse lui con tono davvero depresso.
Le ragazze ci avevano preso.
Queste
si guardarono alzando un sopracciglio: che cavolo
significava?
<<
Ma di che sta parlando?
>> chiese l’Alchimista d’Acqua.
Un
altro sospiro. << Di Riza… >>
<<
Potrebbe essere più chiaro, per favore?!
>> disse Giulia stizzita: adesso si stava davvero
innervosendo.
Il
moro si girò verso di loro e si appoggiò con la
schiena contro il muro, incrociando le braccia sul petto:
<< Dopo la
festa di Winry… non sono riuscito a dichiararmi a Riza.
>>
“Finalmente!”
pensò l’Alchimista del Fulmine.
Debora
chiese: << Come mai? >>
Roy
fece l’ennesimo sospiro, poi spiegò:
<< Ho
accompagnato Riza fino a casa… eravamo davanti alla porta
del suo appartamento,
e mentre ci salutavamo, lei aveva cominciato ad aprire la porta. Prima
che
entrasse, volevo dichiararmi… >>
<<
E cosa l’ha bloccato? >> chiese curiosa
Luana.
<<
Black Hayate >>. Poi si spiegò meglio,
sempre con tono depresso: << Non ho
nemmeno
cominciato, che è uscito dalla porta e mi è
letteralmente saltato addosso…
>>, finendo con un altro sospiro.
L’Alchimista
delle Piante rise nervosamente: <<
Comincio a pensare che quel cane sia davvero geloso… >>
<<
Bè, comunque un’altra occasione è
andata in
fumo… >> disse il Flame Alchemist, sempre con
lo stesso tono, mentre
abbassava lo sguardo.
Ci
fu un attimo di silenzio, rotto dalla voce di Luana:
<< Forse è stato meglio così.
>>
Il
moro alzò lo sguardo su di lei: come “era meglio
così”? Ma
non erano loro che avevano affermato che
volevano aiutarlo?
La
ragazza si chiarì: << Vede… visto
il carattere
di Riza, forse è meglio se non si dichiara a lei
così, di punto in bianco… >>
<<
In effetti… >> sussurrò Debora,
capendo al
volo la gemella.
L’uomo
alzò un sopracciglio: << Continuo a non
capire… >>
<<
Ma allora è
proprio
tonto! >> disse Giulia. Il Generale la guardò
accigliato, ma la ragazza
non ci fece caso e continuò: << Molto
probabilmente, se provasse a
dichiararsi, anche se Riza fosse innamorata di lei, tra il suo lato di
soldato
e quello di donna vincerebbe quello di soldato >>. La
ragazza percepì dall’espressione
che il moro non aveva capito un tubo. Si massaggiò
un
attimo le tempie cercando di calmarsi e di non fulminarlo.
<< Insomma, lo
allontanerebbe! Sarebbe rifiutato! Non accetterebbe il suo amore!
E’ chiaro il
concetto adesso?!
>> disse lei, adesso visibilmente
nervosa: non riusciva proprio a stare calma quando parlava con lui.
<<
Dite che… preferirebbe non infrangere la regola
anti-fraternizzazione… >> cominciò
il moro.
<<
… per paura di mettere a repentaglio la sua
carriera militare? Sì, esattamente >>
completò la frase Debora.
L’uomo
si accigliò: << E quindi?
>>
<<
Semplice >> cominciò Luana. <<
Deve
cercare di avvicinarsi a lei lentamente, un passo alla
volta… >>
<<
Ma non avevate detto
che “ci mancava solo l’ultimo passo”?
>> replicò Roy, decisamente
poco convinto.
<<
Sì, ma… è più sicuro che
vada tutto a buon fine
se… >> disse l’Alchimista del
Fulmine (adesso più calma), prendendo una
pausa per trovare le parole giuste << … ecco,
invece di fare un unico
grande passo, faccia dei passi
piccoli. >>
<<
Ma… che
vorreste dire
con “avvicinarsi lentamente”? >>
chiese ancora il moro: non ci stava
capendo molto.
Giulia
sbuffò: << Allora ho
ragione a dire che è tonto! >>
Luana
appoggiò una mano sulla spalla della sorellina:
<< Avanti calmati >>, anche se in
realtà la pensava come lei.
<<
In pratica >> cominciò l’Alchimista
delle
Piante << deve cercare di starle vicino il più
possibile… e poi, per
uscire con lei, non la inviti subito a cena, ma cominci con una
passeggiata…
per poi “approfondire” il rapporto…
>>
Il
moro annuì: << Credo… di aver
capito… >>. Si
rese conto che le tre sorelle avevano ragione: anche se durante il
giorno della
promessa le distanze tra lui e Riza erano notevolmente diminuite, quasi
scomparse, dopo la riabilitazione in ospedale la donna s'allontanò
nuovamente. E l’aveva fatto, anche se lui non lo sapeva,
proprio per non
compromettere la sua scalata verso il grado di Comandante Supremo.
<<
Bene! >> disse sorridendo Luana. Poi prese
l’orologio da Alchimista e guardò
l’orario: << Adesso sarà meglio
andare
in ufficio, se non vogliamo essere usati come bersagli da Riza!
>>
Gli
altri fecero una faccia terrorizzata, e insieme i
quattro si fiondarono in ufficio. Poco
dopo arrivò la bionda
cecchina: fortunatamente erano entrati nel Quartier Generale in
anticipo
(stranamente anche il Flame Alchemist: forse la depressione stessa non
l’aveva
fatto dormire), quindi avevano fatto in tempo per l’inizio
dell’orario di
lavoro. Infatti, la donna non si lamentò, ma
quando aprì la porta,
rimase meravigliata nel vedere che il Generale era arrivato in
anticipo… ed era
anche lunedì mattina!
Quando
cominciarono a lavorare, Roy pensava a tutto
fuorché al documento che aveva in mano: lo sguardo era fisso
sul foglio, ma la
mente era da tutt’altra parte.
“Avvicinarmi
lentamente…” pensò l’uomo.
“Ma come faccio
ad avvicinarmi lentamente?!
La fanno facile quelle
tre!” e disperato, appoggiò la fronte sulla
scrivania.
<<
Generale, si sente bene? >> chiese
l’inconfondibile voce di del Capitano Hawkeye.
Immediatamente
il Flame Alchemist alzò la testa,
sorridendo per cercare di nascondere i suoi pensieri: <<
Nessun problema,
Capitano! Solo che non ho dormito molto… >>
mentì lui.
<<
Vuole un caffè? >> chiese la donna.
<<
Già, non sarebbe una cattiva idea! >> rispose
il moro. << Può chiamare al bar qui vicino:
è ottimo! >>
Riza
allora prese la cornetta del telefono, ma prima che
cominciasse a comporre il numero, fu interrotta da Roy:
<< Se anche lei
vuole prendere qualcosa… >>
<<
Oh… grazie… >> sussurrò
la bionda.
<<
Si figuri… offro io… >> disse
l’uomo,
aggiustandosi il colletto della giacchetta.
<<
Anch’io voglio un caffè! >>
<<
Io un cappuccino! >>
<<
Io un thè al limone! >>
<<
Io lo voglio alla pesca! >>
<<
Io un bicchiere di latte caldo! >> (questo
di certo non è Ed… -.-‘’ XD
ndA)
In
pratica, appena sentirono che offriva il loro
superiore, immediatamente anche gli altri della squadra fecero
ordinazioni:
meglio approfittarne, no?
Il
Generale s’innervosì, ma non poté
replicare: si
sarebbe esposto troppo se avesse offerto qualcosa solo a
Riza… quindi dovette
tacere.
Fatte
le ordinazioni, il moro si rivolse a Luana: <<
Ehi, Rubinetto, apri la
porta. Altrimenti come fa quel
poveretto del cameriere a bussare e a entrare, vista TUTTA LA ROBA CHE
DEVE
PORTARE? >>, disse sottolineando
bene queste
ultime parole e lanciando occhiatacce ai vari componenti della squadra
che
avevano approfittato della situazione.
L’Alchimista
d’Acqua, che aveva capito da
tempo che era inutile controbattere sulla storia del
soprannome (a
differenza di Giulia, che ancora si arrabbiava), non poté
far altro che
lanciargli un’occhiata assassina e aprire la porta
dell’ufficio.
Dopo
un bel po’ di tempo, si sentì la voce di un
ragazzo
che chiedeva: << E’ questo l’ufficio
del Generale Mustang? >>
Tutti
alzarono lo sguardo verso il punto da cui provenne
il suono, e videro un ragazzo giovane, sui vent’anni circa, i
capelli lisci e neri
portati con un taglio corto e un po’ ribelle, e gli occhi
verdi. Era vestito da
cameriere e portava un grosso vassoio pieno di roba.
<<
Sì, è questo >> rispose Roy,
facendogli
segno di entrare.
Riza
immediatamente gli fece appoggiare il vassoio sulla
scrivania più vicina all’entrata. Nel frattempo,
da quando era comparso sulla
porta, Giulia gli aveva letteralmente puntato lo sguardo addosso:
“Caspita, se
è carino!”
Il
ragazzo, per prima cosa, portò il caffè al Flame
Alchemist: << Mi dispiace, signore, le ordinazioni erano
tante e il suo
caffè si è raffreddato… >>
<<
Figurati. Non è colpa tua… >> e
lanciò
un’altra occhiataccia ai suoi sottoposti (tranne che a Riza,
ovviamente). Poi
fissò il caffè, gli venne un’idea e
s’infilò i guanti: << Bè,
sono o non
sono il Flame Alchemist? >>
Ed
lo guardò
terrorizzato: << Non… non
vorrà… >>
<<
Mi sa di sì… >> sussurrò
Falman con voce
tremante. Non era difficile capire cosa volesse fare il loro superiore:
riscaldare
il caffè con la sua Alchimia. (*parte
la musichetta di
“Psycho”* XD ndA)
Riza
non fece in tempo a fermarlo, che Roy schioccò le
dita… e ovviamente accadde il peggio:
la scrivania
prese fuoco, insieme ai documenti, ai vari oggetti infiammabili
presenti sopra
e, non si sa come, anche insieme alla coda del povero Hayate!
Terrorizzati,
tutti indietreggiarono, e nel farlo Giulia
si scontrò col cameriere: << Oh,
scusa… >>
<<
No, scusami tu… >> disse il ragazzo.
L’Alchimista
del Fulmine da vicino
lo guardò bene: non era semplicemente carino… era
proprio figo! Ovviamente non
riuscì a tenere a freno la sua smania di sapere tutto il
possibile su di lui:
<< Come… come ti chiami? >>
Il
ragazzo le sorrise cortesemente: << Mi chiamo
Romeo Kiryu… e tu? >>
<<
Hai detto Romeo? >> chiese Giulia stupita,
totalmente incurante dell’ufficio che stava andando a fuoco.
Lui
la guardò confuso: << Sì,
perché? >>
“Ma allora…
è la mia anima
gemella!” pensò Giulia. <<
Vedi… io mi chiamo Giulia… Giulia Frid, per la
precisione… >>
<<
Ma dai! Che
casualità! Come
i protagonisti della famosa opera di Shakespeare! >>
disse il ragazzo
sorpreso.
I
due si misero tranquillamente a
chiacchierare, fregandosene altamente dell’incendio.
Debora,
che di sottecchi li vide, pensò che fosse un comportamento
normale da parte
della sorellina: quando vedeva un ragazzo che le piaceva, non vedeva
altro.
Rimase sconvolta nel vedere che anche il cameriere si comportava allo
stesso
modo. Che fossero davvero anime gemelle?
Riza
urlò verso l’Alchimista d’Acqua:
<< Luana! Usa
l’Alchimia per spegnere l’incendio! >>
<<
S-sì… >> rispose la ragazza, appena
si
riprese dallo spavento iniziale. Immediatamente unì le mani,
e un’enorme
quantità d’acqua spense le fiamme.
Tutti
tirarono finalmente un sospiro di
sollievo, ma l’Alchimia colpì anche
Roy, bagnandolo fino alle ossa.
Ovviamente guardò male la castana.
Luana
non poté non notarlo: << E’ inutile
che mi
guardi male, Generale!
E’ stato
lei la causa di tutto questo! >>
Nel
frattempo, Giulia e Romeo non si erano minimamente
scomposti, come se stessero tranquillamente parlando seduti sulla
panchina di
un parco. Tutti gli altri presenti li guardarono sconvolti: come
potevano aver
fatto finta di niente mentre divampava un incendio a pochi centimetri
di distanza
da loro?
I
pensieri di tutti (tranne quelli dei due ragazzi che
chiacchieravano tranquillamente) furono interrotti da un guaito: la
coda del
povero Hayate stava ancora andando a fuoco.
<<
Oh, povero Hayate! >> disse Debora.
<<
Tranquilla! Ci penso io! >> disse la
gemella.
La
ragazza unì le mani e usò l’Alchimia,
ma non riuscì a
centrare l’obiettivo: il povero husky era terrorizzato e
correva da una parte
all’altra dell’ufficio.
<<
Fermo! Vieni qui!
>> urlò Luana mentre continuava ad usare la sua
Alchimia senza riuscire a spegnere la coda di Hayate… in
compenso, fece docce
fuori programma a tutti i presenti.
<<
Ehi! >>
<<
Ma cosa…
>>
<<
Aaaaah! >>
<<
Lua, ma che fai?!
>> urlò la gemella.
<<
Non riesco a prendere Hayate! >>
<<
Che cavolo combini, Lua?!
>> sbraitò Giulia quando fu colpita. Ma un
secondo dopo aveva già
dimenticato di essere fradicia: insieme a
lei era
stato bagnato anche Romeo, che adesso aveva la camicia attillata al
corpo,
mettendo così in risalto i pettorali. In pratica, Giulia si
disconnesse
totalmente dal resto del mondo, tanto che ormai le mancava solo il filo
di
bava.
Quando
anche il Capitano Hawkeye venne
bagnata, la donna, innervosita, impugnò una delle sue fidate
pistole,
puntandola verso il cane, e sibilò: << Hayate,
fermo… >>
L’husky,
terrorizzato (e non solo lui) si bloccò di
colpo, e Luana finalmente poté spegnergli la coda.
<<
Ah, finalmente! >> disse Luana sospirando.
Nel
frattempo, Romeo si guardò gli abiti totalmente
bagnati: << Accidenti, adesso dovrò
cambiarmi…
>>
“No,
no, resta così!” pensò Giulia.
<<
Meglio che me ne vada… >>
<<
Ah, te ne vai? >> chiese l’Alchimista del
Fulmine, dispiaciuta.
Il
ragazzo moro avvicinò il proprio viso a quello della
ragazza e disse con un sorriso suadente: << Tranquilla,
ci rivedremo
presto… >>
Giulia,
imbarazzatissima dalla vicinanza, arrossì
violentemente. Subito dopo il ragazzo allontanò il viso e
salutò, sorridendo
come se nulla fosse successo: << Arrivederci!
>>. Detto questo, se
ne andò.
Ci
fu un attimo di silenzio nell’ufficio: tutti avevano
lo sguardo rivolto verso Giulia, visto
che non s'era
affatto interessata dell’incendio, mentre la ragazza fissava
stranita il punto
in cui era scomparso il ragazzo, senza accorgersi nemmeno di essere al
centro
dell’attenzione. Il silenzio fu rotto proprio dalla voce di
Giulia: <<
Faremo fuoco e fiamme! >> disse lei convintissima e con
occhi sognanti.
Nel
sentire questo, tutti la guardarono sconvolti:
l’ufficio stava davvero andando a fuoco fino a cinque minuti
prima…
Sentendo
il silenzio intorno a sé, l’Alchimista del
Fulmine si girò verso gli altri: <<
Bè, che c’è? >> chiese
con aria
innocente. Finalmente notò la scrivania mezza bruciata:
<< Ma che è
successo? >>. All’inizio aveva visto la causa
dell’incendio, ma dopo la
sua attenzione si era rivolta tutta al ragazzo, quindi si
dimenticò di tutto il
resto.
<<
Non ci posso credere… >> disse Ed.
<<
Ma… non si
è accorta di
niente? >> chiese Breda.
<<
Tranquilli >> disse Debora. << E’
tutto nella norma… >>
Nel
frattempo, Riza s’avvicinò
a
quel che restava della scrivania del suo superiore.
<<
Come immaginavo… >> sussurrò la
donna.
<<
C-cosa, Capitano? >> chiese Roy con voce
tremante: sapeva di averla fatta DAVVERO grossa.
<<
Tutti i documenti sono andati bruciati. >>
<<
E… quindi? >> chiese ancora il moro.
<<
Semplice >> disse lei col solito tono
serio. << Dovrò farli ristampare tutti, anche
quelli già controllati… e
dovrà firmarli nuovamente. >>
Il
Flame Alchemist non capì subito: in fondo era inizio
settimana, non c’erano molti documenti. Poi si
ricordò che sulla scrivania
c’erano ancora quelli che erano stati controllati e firmati
durante l’intera
giornata di sabato. Resosi finalmente conto, prima
boccheggiò sconvolto per
qualche secondo, poi svenne.
Riza
sospirò: quell’uomo sapeva essere un vero
disastro…
Gli
altri rimasero in silenzio: il Generale aveva fatto
un gran casino… e tutto da solo.
Fu
Havoc a rompere il silenzio, indicando il suo
superiore: << E adesso chi lo alza da lì?
>>
Bene,
è entrato in scena anche Romeo! ^_^ Quando ho
scritto il suo nome ho
pensato che avrei voluto vedere
la faccia di Giulia, e adesso vi spiego il perché…
In
pratica, non avevo idea per chi mettere per Giulia.
Per Lua è stato più facile, perché lei
è fissata solo con Daniel (le piacciono
anche altri attori/personaggi/ecc., ma è lui quello con cui
è più fissata). Giuly,
invece, va in fissa per più attori/personaggi/ecc. contemporaneamente,
in più cambia spesso idea. Ho chiesto consiglio a Lua,
così è saltato
fuori Romeo, un misto di personaggi che piacciono a
Giuly. Infatti:
-
ha i capelli neri e gli occhi verdi: lei va matta per i
ragazzi con queste caratteristiche;
-
il nome Romeo: è il nome del protagonista maschile dell’anime
“Romeo x Juliet”, e Giuly va matta sia per il
personaggio che per l’anime;
-
il cognome Kiryu: è il cognome di Zero, uno dei
personaggi principali dell’anime
“Vampire Knight”, e
anche qui lei adora sia il personaggio che l’intera serie;
-
i capelli un po’ ribelli, il lavoro da cameriere e il
sorriso ammiccante: questi sono un misto di particolari che ci sono
venuti in
mente pensando all’anime
“Kaichou Wa Maid-Sama!”.
Giuly ama questa serie (collegato col mondo delle maid, le cameriere) e
il
protagonista maschile Usui Takumi,
un ragazzo figo
che sa essere (parole di Giuly) “sia dolce che
pervertito” (pervertito perché
mette sempre in imbarazzo Misaki, la protagonista femminile). Nel
sentire questo,
la mia reazione è stata questa ---> -.-‘’ XD
E
alla fine, questo è quello che è saltato fuori
dalle
nostre menti, molto probabilmente complice anche il freddo gelido! XD
Insieme
non abbiamo pensato solo al ragazzo, ma a tutta
la scena (anche se solo a grandi linee) da quando Roy riceve il
caffè fino alla
fine. Vi dico semplicemente che ridevamo
come delle
deficienti alla fermata dell’autobus
u.u’’ XD
Il
pezzo iniziale: l’ho messo perché altrimenti il
capitolo sarebbe stato troppo corto. E poi mi sono resa conto che
forse, visto
il carattere di Riza, sarebbe meglio che, come ho scritto, Roy s’avvicinasse un
po’ alla volta. Ammetto che per questo sono
stata un po’ ispirata anche dalla fan fiction di Olivier92,
“Untill the hell”,
in cui, appunto, Riza rinuncia a Roy per la carriera militare di
quest’ultimo. (facciamo
un po’ di pubblicità! XD E giustamente devo dirvi
che non finisce così, è solo un pezzo...
altrimenti non gli faccio una bella
pubblicità! XD)
Ah,
un’altra cosa: il comportamento di
Giulia con Romeo.
Ad essere sincera
non so se si comporti così, però ce la vedo,
visto come va in fissa per certi
ragazzi… XD Anzi! Adesso ve la dico tutta: ieri ho letto il
capitolo insieme
alle mie due amiche (per
la precisione l’hanno fatto
leggere a me… che imbarazzo! >///<) Giuly
è rimasta sconvolta da come
l’ho rappresentata, poi
però ha detto: “in effetti, se
mi ritrovassi davanti uno come Romeo Kiryu, molto probabilmente mi
comporterei
davvero così!” XD
Vabbè,
vi lascio che è meglio… queste note finali sono
sempre infinite… XD
Prima,
però, altre due cose. Primo, ringrazio
infinitamente tutti coloro
che seguono questa stramba
fan fiction, sia su DeviantArt che su EFP, anche i cosiddetti
“lettori
silenziosi” (che, se ogni tanto si facessero sentire,
farebbero molto felice
l’autrice XD). In particolare, ringrazio coloro che
commentano sempre i capitoli: le mie amiche Lua e Giuly
(tramite
DeviantArt con i rispettivi nomi di LuluMoon91 e VioletJuliet) e
Lupoz91
tramite EFP. Grazie mille! (_ _)
Secondo,
un appello: VI PREGO, VI
SUPPLICO (per l’ennesima volta, lo so, abbiate pazienza)
COMMENTATE! (soprattutto
i suddetti “lettori silenziosi”) IO VOGLIO
DAVVERO SAPERE COSA NE PENSATE!
Bene,
adesso ho detto tutto! Al prossimo capitolo! ^_^
Scusatemi
per il tremendo ritardo! >_<
Il fatto è che si sono messe tante cose insieme: prima non
avevo idee per
questo capitolo, poi ho avuto alcuni impegni tra aiutare Lua a studiare
per la patente
e preparare le valigie (visto che
sono andata da mia
nonna), le guide con l’istruttore quasi ogni mattina, il
viaggio, vari impegni
legati al 18° compleanno di mio cugino… risultato:
uno sfacelo. Mi sa che
questa le care Lua e Giuly se la segneranno e mi uccideranno appena
finirà la
fan fiction… per questo sarà MOOOOOOOOOOOOOOOLTO
lunga! XD
Vabbè,
comunque sono
tornata! ^_^’’ Non vi anticipo niente, e vi auguro
una buona lettura! ^_^
Dopo
l’incendio in ufficio, tutto tornò alla
normalità.
Ovviamente Roy ne pagò le conseguenze: non solo dovette
controllare e firmare
nuovamente i vari documenti “perduti” (per non dire
inceneriti) e comprarsi una
nuova scrivania, ma dovette sorbirsi anche una bella ramanzina da parte
di Riza
(giustamente). Le tre sorelle si divertirono molto in quel momento:
sembravano
davvero una baby-sitter che sgridava un bambino per aver combinato un
guaio.
Riuscirono per miracolo a trattenere le risate (per paura sia delle
fiamme di
Roy che delle pistole di
Riza).
Qualche
giorno dopo, quando finalmente tutto si ristabilì,
le sorelle Frid riuscirono (anche se non con poche
difficoltà) a prendere da
parte il loro superiore.
<<
Allora? Novità? >> chiese Debora al Flame
Alchemist.
Roy
la guardò confuso.
<<
E ti pareva che non capiva! >> sbottò
Giulia.
<<
Parliamo di lei e Riza! >> spiegò Luana.
<< Ha fatto come le avevamo detto? L’ha
invitata ad
uscire? >>
Giulia
lo guardò incredula: << Non mi dica
che…
>>
<<
Non ho fatto… passi avanti… >>
disse
finalmente lui con un sorriso imbarazzato.
<<
Come pretende di conquistare Riza facendo così?
>> lo rimproverò Debora.
Luana
fece un sospiro: << E si vanta pure di essere
un latin lover… >>
Il
Generale venne punto
nell’orgoglio con quella frase: << Certo che
sono un latin lover!
>> disse accigliato. << Il 90% delle donne
di Amestris è uscito con
me almeno una volta! >> continuò con fierezza.
<<
Sì certo… >> disse
l’Alchimista d’Acqua
<< Tranne noi tre, e soprattutto, la donna che ama!
>>
<<
Ma volete capire che non è facile?!
>> replicò l’uomo, accigliato.
<<
Sì, ma lei non ci prova nemmeno! >>
replicò a sua volta l’Alchimista del Fulmine,
più accigliata dell’uomo.
L’Alchimista
delle Piante s’intromise: << Calmatevi
voi due! >>. Poi si rivolse al suo superiore:
<< Vedremo
d’inventarci qualcosa noi. >>
<<
E cosa? >> chiese la gemella, poco
convinta.
<<
Non lo so, qualcosa ci
verrà in mente! >>
La
sorellina s’intromise: << Lo sai che a volte al
mio lato malvagio vengono in mente idee geniali! >>
<<
E non solo al tuo se per questo… >>
aggiunse Debora. << Anche quello di Lua a volte non
scherza… >>
L’interessata
s’accigliò:
<< Ehi! Guarda che io sono qui! >>
<<
Lua, era una specie di complimento! >> si
spiegò la gemella.
Mentre
le sorelle parlottavano fra loro e Roy le guardava
poco convinto, il gruppetto sentì una voce perfettamente
riconoscibile
provenire da poco lontano: << E voi che ci fate qui?
>>
Il
gruppetto s’irrigidì nel sentire la voce della
bionda
cecchina. “Adesso c’ammazza!”
pensarono all’unisono.
Si
girarono verso Riza con un sorriso imbarazzato, per
poi filarsela immediatamente in ufficio.
La
donna sospirò: << La compagnia del Generale
non
sta facendo molto bene a quelle ragazze… >>.
Poi li raggiunse in ufficio:
li ritrovò che stavano lavorando intensamente. Sapevano che
non bisognava farla
arrabbiare.
La
mattinata passò, e nel pomeriggio ebbero finalmente in
un attimo di tregua dal lavoro. Luana decise che poteva essere un buon
momento
per andare in biblioteca a riportare l’ultimo libro preso in
prestito… anche se
in realtà, la sua priorità era quella di vedere
Daniel.
Senza
dire niente,
l’Alchimista
d’Acqua uscì dall’ufficio. Roy, di
sottecchi, la vide e si chiese
dove diavolo stesse andando. Qualche minuto dopo,
uscì anche lui, senza
che Riza lo sapesse: la donna si era momentaneamente allontanata.
Inconsapevole
di essere seguita, Luana s’avviò
verso la biblioteca, felicissima all’idea di vedere
finalmente Daniel. Poco ci
mancava che rilasciasse dietro di sé una scia di cuoricini.
Arrivata
alla grande porta di legno, entrò e, come
sempre, s’avvicinò
immediatamente alla scrivania dove
c’era il giovane bibliotecario, intento a leggere.
<<
Buongiorno Daniel! >> salutò lei sorridendo.
Il
ragazzo alzò lo sguardo dal libro, e appena vide la
ragazza, s’aprì
in uno dei suoi sorrisi gentili:
<< Oh, buongiorno Lua! >>. Da non molto la
ragazza gli aveva dato
il permesso di chiamarla per nome: doveva pur
cominciare in qualche modo ad avvicinarsi a lui, no? E poi trovava
che il suo nome, pronunciato da quella voce, avesse un suono
meraviglioso.
<<
Scusami >> continuò lui << non
ti ho
sentita arrivare!
>>
<<
Non fa niente! >> disse lei sorridendo, un
po’ in imbarazzo. << Ho visto che eri immerso
nella lettura! >>
Una
voce interruppe il momento: << A-ah! Ecco dove
stavi andando! >>
I
due ragazzi si voltarono, e videro che era il Flame
Alchemist.
<<
Generale! >> esclamò Luana. <<
Che
ci fa qui? >> “E soprattutto”
aggiunse mentalmente “perché è venuto a
rovinare un momento con il mio Daniel?!”
Nel
frattempo, il ragazzo guardava la scena, confuso.
Di sottecchi l’Alchimista d’Acqua lo vide:
<<
Ehm... Daniel, lui è il mio superiore, il Generale
Mustang… >> spiegò
lei, leggermente imbarazzata dal momento.
<<
Non cambiare discorso,
Rubinetto! >> disse il moro.
<<
Rubinetto? >> chiese Daniel, ancora più
confuso: non ci stava capendo molto.
<<
Lascia perdere…
>> gli disse Luana.
<<
Mi dispiace >> continuò Roy, con in volto un sorriso poco
rassicurante << ma dovrò
punirti! >>. Subito dopo schioccò le dita e
una scintilla partì in
direzione della ragazza. I due giovani si spaventarono, ma la scintilla
si
fermò a metà strada, bloccata da una specie di
pioggerellina proveniente dal
soffitto. Non era stata Luana, ma il sistema antincendio: aveva
rilevato l’improvviso
aumento di temperatura e si era immediatamente
attivato.
Dopo
un attimo in cui i tre rimasero bloccati dalla
sorpresa, Luana tirò un sospiro
di sollievo, mentre
sul viso del suo superiore compariva un’espressione
imbronciata, conseguenza
del suo odio verso l’acqua.
In
quel momento, comparve il Capitano Hawkeye dietro a Roy.
<<
Finalmente l’ho trovata,
Generale! >>. Poi si rese conto che l’intera
biblioteca era totalmente
bagnata, persone presenti comprese. << Ma… che è
successo? >>
Nel
sentire la voce di Riza, il moro si voltò di scatto,
con un sorriso imbarazzato ma senza dire nulla: sapeva di averla fatta
grossa…
di nuovo.
La
bionda gli rivolse uno sguardo gelido: quando l’uomo
faceva quel sorrisetto significava che era stato lui la causa di tutto.
<< Allora, Generale? >>
<<
Ehm... ecco… >> cominciò lui.
<<
Volevo punire Rubinetto >> e indicò i suoi
guanti << per essere
andata via dall’ufficio senza permesso… >>
Riza
in quel momento lo guardò davvero male: <<
Certo che ha chiesto il permesso! >>
<<
C-come? >> chiese lui stupito.
<<
L’ha chiesto a me, per non disturbarla! >>
gli spiegò la cecchina. << Piuttosto,
è lei che è uscito
dall’ufficio sapendo che ha del lavoro da fare!
>>
<<
Ma… era un
momento di
pausa! >> provò a replicare lui.
<<
Il momento della “pausa” è finito da un
pezzo.
>> disse gelida.
Sul
viso di Roy comparve un’espressione terrorizzata:
sentiva che quella era la sua fine.
Riza,
però, non impugnò una delle pistole, ma s’avvicinò
all’uomo e lo prese per la giacca, trascinandolo
letteralmente: << Andiamo Generale, deve tornare al
lavoro… >>
Il
Flame Alchemist fece un sospiro.
<<
… e la metterò sotto torchio. >>
completò,
sempre con tono gelido.
L’espressione
del moro cambiò da rassegnata ad
una che era un misto tra il depresso e il terrorizzato:
la donna non voleva ucciderlo con le pistole… ma con il
lavoro. Un metodo più lento
e doloroso.
Quando
i due militari se ne andarono, Luana sentì Daniel
che diceva qualcosa: << Accidenti… >>
La
castana si voltò verso il giovane, che guardava alcuni
scaffali: << Come?
>>
Il
bibliotecario si girò verso di lei, mentre
un’espressione disperata gli si dipingeva in volto:
<< I libri… si sono
bagnati… si rovineranno… >>
<<
E allora perché hanno messo il sistema antincendio,
sapendo di salvarli da un lato e di rovinarli dall’altro?
>>
<<
Non lo so… >> e fece un sospiro.
<<
Ma… molto probabilmente mi riterranno la causa di
tutto… e mi licenzieranno…
>>
L’Alchimista
d’Acqua lo guardò sorpresa: come licenziato?
Non era stato lui la causa! Poi rifletté: la parola di un
impiegato contro quella
di un Generale… di certo non avrebbe avuto la meglio
il bibliotecario. Ma lei
non poteva perdere Daniel,
per niente al mondo. Rivolse lo sguardo verso i vari scaffali, poi
disse seria:
<< Forse… posso fare qualcosa…
>>
<<
Davvero? >> disse Daniel, mentre il volto
s’illuminava.
<<
Con la mia Alchimia posso assorbire l’acqua
dagli oggetti… >>
Le
labbra del giovane s’incresparono in un sorriso.
<<
… ma non
l’ho mai fatto
con quantità così grandi. Non so se ci
riesco… >>
Il
ragazzo s’avvicinò
e le
appoggiò le mani sulle spalle: << Puoi almeno
provarci? >>
La
castana, al contatto, arrossì leggermente, ma
riuscì
comunque ad annuire.
Quando
Daniel interruppe il contatto, la ragazza osservò
i dintorni, cercando il punto adatto per usare la sua Alchimia. Alla
fine trovò
un corridoio centrale, in cui in fondo c’era una finestra.
<<
Posso… aprire la finestra? >> chiese lei,
leggermente imbarazzata.
Daniel
la guardò confuso, ma annuì: <<
Certo… >>
Dopo
averla aperta, la
ragazza
si posizionò la centro del corridoio. Prese un profondo
respiro, unì le mani e
le appoggiò a terra, provocando il lampo rosso tipico di
un’Alchimia che si
attivava.
E
poi nulla. Almeno per gli occhi del
giovane bibliotecario. Poi, poco alla volta,
notò che lentamente
l’acqua, goccia dopo goccia, stava uscendo dai libri: come
attratta da una
calamita, si stava raccogliendo sotto le mani della giovane Alchimista,
andando
a formare una specie di bolla, prima piccola, poi sempre più
grande. Quando
anche la più piccola goccia d’acqua era finita
nella “bolla”, la ragazza si
alzò in piedi, fece un altro profondo respiro e con passi
lenti s’avvicinò
alla finestra, riuscendo a fare galleggiare tutta
quell’acqua a pochi centimetri dal pavimento. Quando
arrivò finalmente alla
finestra, fece uscire la bolla fuori
dall’edificio,
per poi farla “scoppiare” in tante piccole gocce,
che andarono a bagnare le
aiuole presenti sotto. Tutta l’operazione si fece nel
silenzio più totale: ci
voleva un’enorme concentrazione per riuscire ad assorbire
tutta quell’acqua.
Fatto
tutto, la ragazza s’appoggiò
alla finestra e tirò un sospiro di sollievo, mentre Daniel
s’avvicinò agli
scaffali, prendendo alcuni libri e sfogliandoli.
<<
Non ci posso credere… >> sussurrò
il
ragazzo.
“Accidenti…”
pensò Luana, senza girarsi “ho il brutto
presentimento di non esserci riuscita…”
<<
Ogni libro… è tornato perfettamente come prima!
>>
<<
Come? >> esclamò lei, totalmente sorpresa.
Si girò e vide il giovane bibliotecario che le rivolgeva un
sorriso. Poi mise a
posto l’ultimo libro preso, s’avvicinò e
infine
l’abbracciò.
Luana
arrossì violentemente, del tutto sorpresa dal
gesto. Rimase imbambolata e immobile, senza riuscire a reagire in alcun
modo.
Pochi
secondi dopo, Daniel si staccò dall’abbraccio, ma
continuò il contatto, appoggiandole le mani sulle spalle.
<< Grazie Lua!
Grazie mille davvero! Mi hai salvato dal licenziamento!
>> le disse,
sorridendo.
La
castana, ancora con le guance arrossate, riuscì
chissà
come a rispondere, balbettando: << P-prego…
>>
Poco
dopo, qualcuno entrò dalla porta, interrompendo il
momento. Luana non seppe se era una cosa positiva (perché
così veniva
salvata da una situazione piuttosto imbarazzante)
oppure negativa (perché era stato interrotto un momento con
il suo Daniel).
<<
Cos’è successo?
>> chiese una trafelata Sheska. Appena si era attivato il
sistema
antincendio, la ragazza era stata avvertita, visto che lavorava anche
lei nella
biblioteca… e che anche lei con molta probabilità
rischiava il licenziamento.
Daniel
si voltò verso la ragazza appena arrivata:
<< Luana ci ha salvato dal licenziamento! >>
<<
Come?! >>
chiese
la giovane bibliotecaria, confusa.
Il
collega le spiegò velocemente cos’era successo,
mentre
l’Alchimista d’Acqua arrossiva nel sentire tutti
quegli elogi.
<<
Davvero? >> chiese Sheska.
<<
Guarda tu stessa! >> disse Daniel.
La
ragazza s’avvicinò
verso uno
scaffale, prese un libro e lo sfogliò velocemente, mentre le
labbra s’aprivano
in un sorriso. Daniel la raggiunse.
<<
Visto? >> chiese il giovane bibliotecario.
La
collega rimise al suo posto il libro, per poi girarsi
e buttargli le braccia al collo: << Siamo salvi!
>>
Daniel,
senza esitare, ricambiò l’abbraccio:
<< Sì,
siamo salvi! >>
Luana,
nel frattempo, guardò la scena da lontano. Rimase
totalmente sconvolta: dovevano essere proprio in rapporti intimi se
quei due s’abbracciavano
così, senza troppo problemi. Un’idea che era
riuscita a mettere da tempo
in un angolino, si stava
di nuovo facendo largo nella sua testa…
Lo
so, lo so… la
fine è… come
dire, un po’ amara. Ma
deve dare un po’ di suspense,
no? *estremamente
cattiva* XD
Bè,
in realtà sono stata molto cattiva pure con Roy…
XD
Poverello, gliene ho fatte
combinare di tutti i colori…
Posso
essere sincera? Quando ho scritto che Lua veniva
abbracciata da Daniel (facendo finalmente felice la
ragazza), mi sono immaginata lei in versione chibi che prima arrossiva,
poi le
uscivano litri di sangue dal naso e infine moriva per lo shock! XD
Perché
il titolo “acqua complice”?
Perché è l’acqua che ha provocato
tutto: prima il disastro in biblioteca, poi
l’abbraccio che Lua riceve. In parte, poi, anche per legarlo
al capitolo
precedente, “Fuoco e fiamme”: i due elementi sono
opposti, ma è grazie a loro
che le ragazze conoscono (Giuly) o s’avvicinano
(Lua)
al ragazzo dei loro sogni! Lo so, non è un
granché come titolo, ma non avevo
molte idee! XD
Un
paio di cose sul sistema antincendio: non so se
esistono ad Amestris, e, in generale, non penso nemmeno che funzionino
in
questo modo, ma se non avessi scritto che si attivava rilevando lo
sbalzo di
temperatura, avrei fatto arrostire la povera Lua! XD Un’altra
cosa: quando ho
scritto che Lua era concentrata mentre usava l’Alchimia per
assorbire l’acqua…
bè, ad essere
sincera, tutta questa concentrazione
dove l’ha trovata non lo so, visto che durante le lezioni a
scuola, dopo solo
10 minuti si perdeva nel suo mondo… XP
Uhm…
non so cos’altro scrivere (stranamente!
XD), per cui vi lascio. Prima però, voglio dirvi che sulla
mia pagina di
DeviantArt www.silverylugia.deviantart.com
ci sono alcuni miei disegni legati alla questa storia, che trovate
nella mia
gallery nella cartella “fan fiction” (insieme ai
capitoli che metto su quel
sito). Tra cui (mi sono dimenticata
negli scorsi
capitoli):
-
e infine http://silverylugia.deviantart.com/art/Sotto-torchio-200538597
, con un’altra stupida scenetta, stavolta di questo capitolo.
(come mi diverto a fare
questo tipo di disegnini! XD).
Un po’ alla volta comunque, dovrei aggiornare,
aggiungendo altri disegni… quindi, se volete rimanere
aggiornati, ogni tanto
dategli un’occhiata! ^_^
Ringrazio
tutti coloro che
leggono/seguono/commentano/sopportano questa fan fiction: grazie a
tutti, anche
a coloro che non si fanno vedere né sentire! (_ _)
Allora…
Lua mi ha detto che è stata MOLTO
felice di essere abbracciata (anche se solo in un racconto) dal suo
amato
Daniel… ma vuole sapere subito che rapporto
c’è tra Sheska e il suo amato! XD
Voleva che lo scrivessi in questo capitolo, ma devo dare spazio anche
alle
altre coppie, no? ;)
Gliel’ho detto e lei (come al
solito) mi ha minacciato dicendomi che mi ucciderà, ma io le
ho risposto che so
che non lo farà fino alla fine della fan fiction, e lei mi
ha detto “ti stai
giocando questa carta troppe volte: adesso ti uccido e scrivo io il
finale
della fan fiction!” Insomma, sono messa male! XD Ma per
fortuna mi difenderà
Giuly… spero. XD
Basta,
basta, passiamo
al capitolo, sennò mi uccidete pure voi! XD Buona lettura!
^_^
Il
giorno dopo il disastro in biblioteca, Roy venne
davvero messo sotto torchio da Riza. In ufficio tutti
erano indaffarati, con scartoffie da ogni parte.
Anche
Luana era in ufficio, ma i suoi pensieri erano da
tutt’altra parte. Sul viso aveva un’espressione
che… bè, depressa
era a dir poco. Le sorelle sapevano perfettamente il motivo:
l’Alchimista
d’Acqua aveva raccontato tutto la sera prima. Ma i
colleghi non sapevano assolutamente nulla. Così Ed (anche
lui in ufficio, suo
malgrado), la vide e s’avvicinò
alle sue sorelle:
<< Ma che ha? >>
<<
Problemi di cuore… >> rispose Debora.
<<
Problemi di cuore? >>
chiese Havoc (anche lui interessato), facendo dondolare la solita
sigaretta
spenta.
Luana,
sentendo che parlavano di lei, disse con tono
disperato: << Sì, sono in crisi!
>>
<<
E perché? >>
chiese Roy,
continuando a firmare dei documenti.
<<
Sono sicura… >> cominciò
l’Alchimista
d’Acqua con tono depresso. Poi fece un sospiro e riprese:
<< Sono sicura
che Daniel e Sheska sono fidanzati! >>
La
sorellina s’intromise: << Ancora con questa
storia?
Te l’abbiamo detto, che ne sai che è
così? >>
<<
Lo so! Me lo sento e basta! >> rispose
l’interessata.
<<
Ma non è
sicuro!
>> provò a convincerla la gemella.
<< Chi l’ha detto, magari sono
parenti! >>
La
sorellina si rivolse agli altri colleghi: << Voi
ne sapete qualcosa? >>
Fu
Ed a rispondere, facendo segno di diniego con la
testa: << Io non sapevo nemmeno che fossero in rapporti
stretti. Sapevo
solo che erano colleghi, poiché lavorano entrambi in
biblioteca. >>
<<
Visto?! >>
disse
Luana. << Ho ragione io! >>
<<
Magari sono semplicemente amici d’infanzia…
>> provò a dire Fuery.
<<
Così è anche peggio! >>
replicò disperata
l’Alchimista d’Acqua. << E’
più probabile che siano fidanzati! >>
<<
Mamma mia, Lua, ma allora sei proprio testarda!
>> disse l’Alchimista del Fulmine.
La
discussione venne
interrotta
dalla voce seria del Capitano Hawkeye: << Smettetela di
fare salotto e
tornate al lavoro! >>
Terrorizzati,
si rimisero tutti all’opera.
<<
Mai scherzare con lei, vero, Capitano? >>
disse il Flame Alchemist, facendo un sorriso malizioso.
Come
risposta, ebbe lo sguardo gelido della sua fidata
assistente: << Lei pensi a lavorare, Generale.
>>
L’uomo
nascose la paura dietro un sorriso imbarazzato:
<< Certamente! Eh, eh… >>
Il
resto della giornata passò senza altre interruzioni.
Ovviamente, visto che
nessuno voleva diventare un
bersaglio per gli allenamenti di Riza.
Verso
la fine dell’orario di lavoro, suonò il telefono,
spaventando
tutti per il forte rumore improvviso.
<<
Pronto? >> rispose il Flame Alchemist.
<<
Una chiamata per il Generale Mustang proveniente
da una linea esterna >> rispose la centralinista
dall’altra parte della
cornetta.
Il
moro si chiese chi potesse essere, ma disse ugualmente
di farsi passare la telefonata.
<<
Pronto? Sei tu, Roy? >> chiese timidamente
una voce femminile.
L’uomo
riconobbe subito il suo interlocutore: <<
Jennifer! Certo che sono io! Come mai mi hai chiamato? >>
rispose
allegramente.
I
suoi sottoposti lo guardarono sconvolti: solo
quell’uomo poteva parlare tranquillamente al telefono con una
ragazza mentre
era in ufficio. Breda pensò che il suo superiore volesse
essere SERIAMENTE
ucciso dal Capitano Hawkeye, mentre Havoc si disse:
“Ma… credevo che lo facesse
per finta solo durante alcune missioni…”
<<
Ah, Roy caro! >> esclamò la voce femminile.
<< Ti ricordi del nostro appuntamento, vero?
>>
<<
Ma certo che mi ricordo
della cena di stasera! >> rispose il moro, sorridendo e
lanciando
un’occhiata velocissima alla sua bionda assistente, che
annuì leggermente.
Debora
gli rivolse uno sguardo assassino: non solo
quell’uomo voleva essere sparato dal Capitano Hawkeye (visto
che stava parlando con una ragazza in pieno orario
lavorativo), ma
voleva essere ucciso anche dalle tre sorelle (poiché erano
state chiare sul
fatto che dovesse concentrarsi sulla conquista di Riza, e quindi doveva
lasciar
perdere le altre donne).
<<
Perfetto! >> disse allegramente quella
ragazza di nome Jennifer. << Allora a stasera, caro!
>>
<<
A stasera, Jennifer! >> salutò lui, per
poi posare la cornetta. Senza guardare i suoi sottoposti (che erano
ancora
sconvolti), prese l’orologio da Alchimista e
guardò l’orario: << Oh,
bene! Me ne posso tornare a casa! >> Si alzò,
prese il suo soprabito nero
e se ne andò: << Arrivederci a lunedì!
>>
<<
Arrivederci, Generale >> salutarono gli
altri.
Appena
il moro se ne andò, gli uomini della sua squadra
cominciarono
a parlottare tra di loro, peggio di un gruppo di comari pettegole.
<<
Incredibile… >>
<<
Quell’uomo non cambierà mai…
>>
<<
Strano che il Capitano non gli abbia puntato la
pistola… >>
<<
Eh, già… è strano…
>> e tutti puntarono lo
sguardo sulla donna. Questa stava tranquillamente seduta alla sua
scrivania e
stava controllando le sue pistole. Uno strano comportamento,
poiché era tipico
di chi si stava preparando ad andare in missione. Le tre sorelle s’avvicinarono
interessate.
<<
Che stai facendo, Riza?
>> chiese incuriosita Giulia.
<<
E’ finito l’orario di lavoro…
>> precisò
Debora.
La
bionda rispose senza alzare lo sguardo da ciò che
stava facendo: << Lo so. Ma
stasera sono in missione.
>>
<<
Devo proteggere il Generale mentre è
all’appuntamento >> disse la donna mentre
faceva scattare un meccanismo
della sua calibro 9.
Giulia
sbatté più volte le palpebre, confusa:
<< E perché? >>
Riza
posò la pistola che aveva in mano e prese l’altra:
<< Sapete quante persone vorrebbero toglierlo di mezzo?
>>
“Anche
la sottoscritta” pensò l’Alchimista
delle Piante
“se continua a
non seguire i nostri consigli!”
<<
Ma… come farai
a
tenerlo sotto controllo? >> chiese Giulia.
La
cecchina pensò che queste ragazze fossero un po’
troppo curiose, ma rispose ugualmente: <<
Starò appostata fuori dal
ristorante. >>
Debora
espose le sue perplessità: << Sicura di
riuscire a proteggerlo in questo modo? >>
<<
Non ho molta scelta >> rispose la donna,
mentre si alzava e rimetteva le pistole dentro le fondine.
<< Non posso
certo stare all’interno vestita da militare. >>
La
mente diabolica di Luana si mise in moto, e vedendo
Havoc di sottecchi, ebbe un lampo di genio: << Io
un’idea ce l’avrei…
>> disse con un sorriso poco rassicurante.
La
gemella la guardò stupita: << Wow, non credevo
potessi avere un’idea mentre sei depressa… >>
La
povera Alchimista d’Acqua, che era momentaneamente
riuscita a dimenticare i suoi problemi di cuore, tornò di
nuovo con l’umore praticamente
sotto terra, e si mise in un angolo a tracciare
cerchi con un bastoncino: << Il mio Daniel…
>>
L’Alchimista
del Fulmine prese l’altra sorella maggiore
per la giacca e cominciò a scuoterla avanti e indietro:
<< Perché
gliel’hai ricordato?!?!
>>
Debora
rispose, totalmente confusa: << Ma che ne
sapevo-o-o-o-o… >>
Gli
altri le guardarono senza parole.
L’Alchimista
delle Piante fermò con le mani la sorellina
e le disse: << Invece di frullarmi il cervello, che ne
dici di far
riprendere Lua? Sennò Riza farà tardi!
>>
<<
Va bene, va
bene…
>>
Le
due ragazze s’avvicinarono
alla sorella e, chissà come, riuscirono a farla riprendere
velocemente. E così,
Luana si mise al centro della stanza ed espose la sua
“geniale idea” (parole
sue): << Allora, il piano è questo…
>>
-
-
-
Roy
trattene a stento uno sbuffo.
Era
arrivato solo da pochi minuti al ristorante e adesso
sedeva ad un tavolo,
vestito di tutto punto con
camicia bianca e completo nero con cravatta abbinata, e di fronte
sedeva Jennifer.
Il
problema era la compagnia. Non che questa Jennifer
fosse brutta, anzi: occhi verde mare, capelli rossi con un taglio a
caschetto,
un viso grazioso… carina, ma… era una ragazza
come tante, che non aveva nulla
di particolare, mentre a lui piacevano le ragazze
“diverse”, che si
distinguevano dalla massa… insomma, in poche parole, non era
Riza.
Mentre
la ragazza chiacchierava tranquilla, Roy provò ad immaginarsi come sarebbe stato
piacevole avere la bionda
cecchina al posto di quella ragazza: i capelli sciolti, un leggero
sorriso
sulle labbra, il vestito… e il vestito? Non
l’aveva mai vista in abiti
eleganti…
La
rossa, nel frattempo, notò che l’uomo la guardava
con
occhi spenti, come se stesse pensando ad altro: << Roy,
tutto bene?
>>
<<
Come? >> esclamò lui, mentre veniva distolto dai suoi pensieri.
La
ragazza s’accigliò,
sentendosi leggermente offesa: << Ti ho chiesto se va
tutto bene… si
vedeva che avevi la mente da tutt’altra parte…
>>
Roy
cercò di riaggiustare la serata e si stampò un
sorriso sulle labbra: << Scusami… E’
che al lavoro ho molti problemi, e a
volte mi ritrovo a rifletterci su anche durante il mio tempo
libero… perdonami…
>>
<<
E’ solo questo? >> chiese Jennifer poco
convinta. << Non
è che… stai pensando a
un’altra
donna? >>
“Colpito
e affondato” pensò il Flame Alchemist.
<<
Ma che dici?! Non mi
permetterei mai! >> disse
lui come se fosse offeso.
La
rossa sorrise più tranquilla:
<< Va bene, allora ti credo… >>
Il
moro decise che era meglio cambiare discorso: <<
Senti… che ne dici di cominciare con un aperitivo?
>>
<<
Sì, ottima idea! >> rispose allegra
Jennifer.
Poco
dopo si ritrovarono sul tavolo due piccoli calici
con un limpido liquido rosso.
Mentre
la ragazza continuò tranquillamente a parlare (di
cose non molto interessati per Roy), l’uomo
cominciò a sorseggiare l’aperitivo,
pensando nuovamente a come sarebbe stato bello avere Riza di fronte a
sé.
Intanto,
essendo rivolto con il viso verso la porta
d’entrata, di sottecchi vide che entrava nel ristorante una
figura che attirò
la sua attenzione.
Provò
a riconoscerla, ma in quel momento era di spalle,
mentre consegnava il
capotto all’inserviente vicino all’entrata.
Era una donna, con un bel corpo, un lungo vestito nero che le copriva
la
schiena e uno spacco che mostrava le belle gambe, lunghi capelli
biondi. Subito
dopo si voltò e…
“RIZA?!”
Al
moro, totalmente sorpreso, andò di traverso un sorso
di aperitivo, e cominciò a tossire violentemente, alla
ricerca di aria.
<<
Oh mio dio, Roy! >> urlò spaventata
Jennifer.
Subito
dopo si riprese: << Tranquilla…
>> e
fece un altro colpo di tosse, << è
passato… >>
Nel
frattempo Riza, che non si era accorta di nulla, si
sedette ad un tavolo
poco lontano da quello del Flame
Alchemist, in modo da poter vedere il moro… e allo stesso
modo quest’ultimo
poteva vedere lei.
<<
Sicuro che sia tutto a posto? >> gli
chiese la rossa, ancora preoccupata.
La
ragazza riprese così a parlare, ma Roy (come prima)
non le diede per nulla ascolto: la sua attenzione era rivolta a Riza.
La bionda
per la serata aveva scelto un vestito che (ovviamente) nascondesse il
grande tatuaggio
dietro la schiena, ma che, in compenso, faceva notare il
decolté. I lunghi
capelli biondi erano sciolti, e sul volto aveva un trucco molto leggero
e
naturale, che però riusciva a far risaltare la sua bellezza.
Roy riuscì
solamente a pensare che era stupenda. Un attimo dopo si rese conto di
una cosa:
era sola. Molto probabilmente Riza aveva fatto tutto questo per poterlo
tenere
meglio sotto controllo, ma… non era una gran copertura
venire a cena in un
ristorante senza una compagnia.
Mentre
il Flame Alchemist rifletteva, Jennifer si rese nuovamente
conto di non avere l’attenzione del moro, che non aveva di
certo gli occhi
puntati su di lei. Seguì il suo sguardo, e vide che era
rivolto ad una donna
bionda, piuttosto bella. Si girò verso di lui
con un’espressione offesa: << Roy, ma che fai?
Guardi le altre donne?
>>
“Urgh!
Adesso sì che sono nei
guai!” << Ma no, ma no!
>> disse lui, tentando (di nuovo) di aggiustare la
situazione. <<
E’ solo che… la conosco…
>>. L’ennesima bugia della serata: se, col
cavolo che la stava guardando solo perché la conosceva. Era
perché era rimasto
incantato.
<<
La conosci?!
>>
chiese lei, ancora più accigliata.
<<
Calma, calma! >> esclamò lui, con un
sorriso imbarazzato sulle labbra. << La conosco
perché è una mia collega!
>> “Purtroppo…” aggiunse
col pensiero.
<<
Ah… >> disse la rossa, un
po’ più calma. <<
E’ solo per questo che la stai osservando?
>>
<<
Sì, sì! E’ che non l’avevo
mai vista in abiti
eleganti, e mi fa strano vederla così…
>>. Bè, almeno questo era vero.
Prima
che la rossa ricominciasse a parlare, lui la bloccò:
<< Puoi… scusarmi un attimo? >>
<<
Ce-certo… >> annuì lei, non molto
convinta.
Appena
ebbe il “via libera”, il Flame Alchemist s’avvicinò
al tavolo della sua bionda assistente: <<
Riza! Che ci fai qui? >>
La
donna gli rispose senza scomporsi: << Buonasera
Generale >>. In quel momento arrivò il
cameriere che le portò un aperitivo:
<< Grazie >> disse lei mentre prendeva il
calice. Bevve un piccolo
sorso mentre il cameriere se ne andava, poi rispose finalmente al moro:
<< Sono qui per proteggerla, com'eravamo
d’accordo. >>
<<
Ma… >> disse lui confuso, un po’
dalla
situazione, un po’ dalla bellezza della bionda
<< di solito sei sempre
stata fuori… >>
Lo
guardò negli occhi: << E’ stata
un’idea delle
sorelle Frid.
>>
“Le…
tre sorelle?
Che diavolo hanno in mente?”
Decise di sedersi: voleva spiegazioni.
<< Che c’entrano le tre sorelle?
>>
<<
Per la precisione >> rispose Riza <<
è stata un’idea di Luana. >>
“Rubinetto?”
Le
tre suddette, insieme a
May e
Winry, nel frattempo, erano appostate sul lato opposto della strada
rispetto al
ristorante, mentre controllavano la situazione con un binocolo
ciascuno,
persino la piccola panda Xiao Mei. Tutte
vestite di nero per
mimetizzarsi, in vero e proprio stile 007.
<<
Missione compiuta! >> esultò Luana.
<<
E’ ancora presto per parlare. >> la
bloccò
Giulia.
<<
Giuly ha ragione >> disse May con tono
serio. << Quella ragazza coi
capelli rossi è
ancora nel ristorante… >>
Debora
cambiò discorso: << Piuttosto…
sapete come
mai Sheska e Lan Fan non sono venute? >>
Fu
Winry a rispondere: << Sheska aveva già un
impegno, mentre Lan Fan non voleva lasciare solo Ling.
>>
<<
Come sempre: il dovere prima di tutto >>
disse May, che sapeva com’era fatta la
giovane ninja.
Intanto,
all’interno del ristorante, Riza continuò la sua
spiegazione: << Ho detto loro che stasera
l’avrei dovuta proteggere, e
che per farlo sarei rimasta all’esterno del ristorante, come al
solito… >>
<<
Ebbene? >>
disse
Roy, incitandola a continuare.
<<
A Luana è venuta in mente l’idea di una
copertura: una finta cena con Havoc. >>
Il
moro si guardò intorno: << E Havoc
dov’è?
>>
La
bionda fece un sospiro: << E’
questo il punto: non lo so.
>>
Il
Flame Alchemist la guardò confuso.
<<
Ci saremmo dovuti incontrare qui al ristorante,
ma, come vede, non c’è… >>
Contemporaneamente,
il biondo tenente soprannominato era
all’interno di un altro ristorante… anzi, in
un’altra città: << Etciù!
>>
<<
Che succede? >> chiese Rebecca.
<<
Uno starnuto improvviso >> sorrise
imbarazzato Havoc. << Forse qualcuno starà
parlando di me… >>
<<
Ehi, attento: se è una donna, potrei essere
gelosa! >> esclamò la donna castana,
scherzandoci su.
<<
Ma no, ma che dici!
>> esclamò il biondo, leggermente preoccupato.
<< Tu sei l’unica
donna a cui io pensi!
>>
<<
Davvero? >> disse Rebecca, sorridendogli
dolcemente.
Jean
ricambiò il sorriso, prendendole la mano: <<
Davvero. >>
In
pratica, Havoc non era nemmeno a East City, ma a
Central: aveva già organizzato una cena con Rebecca. Quando
Luana gli disse che
doveva andare ad aiutare Riza nella sua copertura, il ragazzo
andò nel panico. Ma
appena la bionda cecchina se ne andò, le tre sorelle gli
dissero che in qualunque modo lui doveva andare
all’appuntamento a Central City:
era una mossa perfettamente calcolata. Tutto questo per riuscire a far
cenare
insieme i loro superiori, visto che
il moro non aveva
molta intenzione di fare il primo passo con Riza. Bisognava solo
sperare che il
Generale approfittasse dell’occasione.
<<
Ah >> disse Roy dopo aver sentito la breve
spiegazione della sua fedele sottoposta. << Avevo
immaginato che fosse
una copertura, ma non capivo come mai tu fossi da sola…
>>
<<
Avrà avuto qualche impegno improvviso per non
essere venuto… >> disse Riza, pensierosa.
<<
Sì, probabile… >> disse il moro.
Dopo
un attimo di silenzio tra i due, fu il Flame
Alchemist a parlare, sorridendo dolcemente: <<
Comunque… Sei molto bella
questa se… OUCH! >>
Il
moro era stato colpito in testa da una perfetta
“borsettata”
di Jennifer. Riza guardò la scena perplessa.
<<
Roy, sei uno schifoso! >> urlò la rossa.
<< Come puoi, mentre sei a cena con me, andartene
tranquillamente con
un’altra donna?!
>>
<<
Ehm… ecco… >> balbettò
il moro,
imbarazzato, mentre si teneva la testa nel punto in cui era stato
colpito.
<<
Addio! >> urlò lei, e con
un’espressione
offesa in volto, girò le spalle e s’allontanò.
Prese
il suo cappotto e uscì dal ristorante.
<<
Adesso sì che sta andando bene! >>
commentò
Debora vedendo che Jennifer se ne stava andando. Ma il sorriso le
morì sulle
labbra, visto che la
rossa rimase sulla porta.
<<
Ma… non stava
andando
via? >> si chiese Winry.
La
rossa aveva un motivo per non farlo: “Roy non è
stupido… di sicuro adesso lascerà
perdere quella tipa
bionda e verrà da me, chiedendomi perdono in ginocchio. Capirà
che io sono meglio di quella!”. Era molto sicura
di sé.
Jennifer
si preparò per fare la sua recita: si voltò
e…
vide che Roy non si era minimamente scomposto.
<<
Non la segue? >> chiese stupita Riza,
mentre indicava la rossa.
<<
Naaa, è solo una ragazza come tante…
>>
rispose il moro, facendo un gesto di noncuranza. Poi guardò
dolcemente la donna
di fronte a sé: << Perché scegliere
lei quando ci sei tu? >>. Lo
disse senza malizia.
Proprio
in quel momento ricevette un’altra
“borsettata”
da Jennifer: vedendo che l’uomo non l’aveva
seguita, era rientrata nel
ristorante, con un’espressione che diceva che era decisamente
incazzata. << SEI UN BASTARDO!!!
>> gli
urlò, per poi allontanarsi definitivamente.
Sia
Roy che Riza che le
ragazze
all’esterno la guardarono leggermente sconvolti:
<< Ma… non se ne stava
già andando? >> chiese May.
<<
Secondo me, non è molto normale… >>
rifletté Luana.
Nel
frattempo, il moro si rivolse alla bionda con un
sorriso imbarazzato: << Ehm… allora, cosa
stavamo dicendo? >>
Ma
Riza non lo ascoltò: si alzò
all’improvviso, cercando
di nascondere l’imbarazzo per le frasi precedentemente
pronunciate dall’uomo. << Arrivederci,
Generale. >>
<<
Eh? >> disse Roy, guardandola confuso.
<<
Visto che la sua cena
è
saltata, non c’è motivo per cui io rimanga qui
>> e detto questo s’avviò
verso l’uscita.
Le
ragazze all’esterno andarono nel panico. <<
Cavolo, Riza se ne sta andando! >> esclamò
Giulia.
<<
Diamine, che facciamo? >> chiese Winry.
<<
Aspettate! >> disse Debora, mentre
guardava con il binocolo. << Forse non dovremo fare
niente… >>
Infatti,
all’interno Roy, dopo un attimo di smarrimento,
aveva seguito la bionda e l’aveva fermata, prendendola
per mano: << Aspetta, Riza! >>
Al
contatto, la cecchina rimase per un
attimo bloccata di spalle, per poi girarsi verso di lui
con occhi pieni
di stupore.
Il
moro le rivolse uno sguardo confuso: <<
Pe-perché mi guardi… così?
>>
<<
Mi ha fermato… >> sussurrò lei.
L’uomo
alzò un sopracciglio: << … Ebbene? >>
Riza
distolse lo sguardo, cercando di nascondere il suo
imbarazzo: << Con la ragazza di prima… non
l’ha fatto… >>
Roy
sorrise dolcemente, per poi fare un
passo e avvicinarsi di più alla donna: << Ma
Riza, te l’ho detto: lei è
lei, e tu sei tu.
Ecco, vedi, lei è una ragazza come tante,
mentre tu… >> “Sei fantastica,
stupenda, speciale… No Roy, frena, non
puoi dirle questo”. Balbettò per un attimo,
imbarazzato: << Bè, ecco… Insomma,
è impossibile paragonarvi, siete su due livelli totalmente
diversi! >>
La
cecchina lo guardò, con un misto di stupore e
d'imbarazzo.
Resosi
conto di aver praticamente
messo su un piedistallo la donna che amava, il moro abbassò
lo sguardo,
imbarazzato.
I
due rimasero per un attimo in silenzio, fermi in quella
posizione. Fu il Flame Alchemist a farsi coraggio e a parlare:
<< Allora…
resti? Insomma, tanto io non ho niente da fare,
tu
nemmeno… >>
Riza
provò a replicare: << Ma…
>>
Il
moro la bloccò: << Tanto, che hai da perdere?
>> Poi aggiunse con orgoglio, ma con fare scherzoso:
<< Hai solo da
guadagnare una cena con l’uomo più desiderato di
Amestris! >>
La
bionda sorrise:
<< Lei è sempre il solito, eh? >>
<<
Certamente! >> disse lui, con fierezza.
Lei
rise leggermente, per poi arrendersi: << Va
bene. >>
<<
Va… bene? >> ripeté lui.
<<
Non aveva detto che voleva che cenassimo
insieme? >>
Il
moro sorrise gioioso: << Eccome! >>
Si
sedettero al tavolo di Roy, poi l’uomo disse al cameriere
di mettere l’aperitivo preso precedentemente
da Riza
nel suo conto.
<<
Ma no, Generale… >> provò a
controbattere
Riza, mentre il cameriere s’allontanava.
<<
Niente ma!
>>
disse il moro. << E poi smettila di darmi del
“lei”: ci siamo solo noi!
>>
La
bionda si guardò intorno: << Io non
direi… >>
Lui
sorrise imbarazzato: << Ehm… sì,
però… Eddai,
tanto parliamo a bassa voce in modo che nessuno ci senta…
>>
Riza
lo guardò seria, trattenendosi dal ridere.
<<
Ti
pregoooooooo…
>> la implorò l’uomo con occhioni da
cucciolo smarrito.
Il
suo tono era talmente supplichevole che era
impossibile resistere: Riza scoppiò a ridere. Lui la
guardò confuso.
<<
D’accordo, hai vinto! >> disse Riza,
cercando di calmarsi.
Dopo
un attimo si silenzio, anche Roy si mise a ridere:
<< Che figura da imbecille che ho fatto! >>
<<
Non avrei voluto dirtelo, ma… sì!
>> e lei
riprese a ridere.
Poco
dopo, cominciarono a ordinare. Come Roy sperava, la
serata fu decisamente
piacevole insieme a Riza.
Parlarono di vari argomenti: delle tre sorelle, dei vicini, di
Hayate… di
tutto, tranne che di lavoro. E così la cena
passò, tra chiacchiere, risate,
attimi di silenzio e sguardi intensi, come solo loro se li scambiavano.
<<
Adesso sì che possiamo dire “missione
compiuta”!
>> disse May, mentre con le dita faceva il segno di
vittoria, imitata
perfettamente da Xiao Mei.
Luana
si pavoneggiò: << Tutto grazie alla mia mente
geniale! >>
<<
“Malefica” vorrai
dire…
>> replicò la gemella. L’Alchimista
d’Acqua la guardò male. << In
senso buono, intendo >> precisò.
<<
Sentite… visto che
finalmente stanno cenando insieme… che ne dite di andare a
mangiare qualcosa
anche noi? >> propose Winry.
<<
Sì, dai, venite a casa nostra! >>
invitò
May.
<<
Non vorremmo disturbare… >> disse Debora.
<<
Niente disturbo! Andiamo! >>
<<
In effetti >> sussurrò Giulia tra
sé e sé <<
ho un certo languorino… >>
Winry
s’avviò,
indicando la
strada alle tre sorelle: << Vedrete, vi piaceranno i
nostri manicaretti!
>> e s’allontanarono
dal ristorante.
Poco
dopo, Roy e Riza finirono di cenare. L’uomo pagò
il
conto e all’uscita, da vero gentiluomo, aiutò la
bionda a infilare il cappotto.
Fuori, si guardò intorno alla ricerca dell’auto di
Riza, per accompagnarla fino
alle vicinanze.
<<
Riza… dov’è la tua auto?
>>
<<
Non c’è: sono venuta a piedi…
>>
<<
Ah, capito… >>
Detto
questo, la donna si girò per tornare a casa e
salutò il moro: << Ci vediamo
lunedì, Roy. >>
<<
Bè… torno a casa… >>
spiegò lei, indicando
la strada di fronte.
<<
Non pensarci nemmeno! >> replicò
l’uomo.
<< Ti accompagno io! >>
La
bionda lo guardò, leggermente stupita: << Ma
no,
figurati… >>
<<
Non mi dai alcun disturbo, stai tranquilla…
>> la anticipò lui, sorridendo.
La
cecchina rimase bloccata, indecisa.
Il
Flame Alchemist, nel vederla, fece un sospiro:
<< Ho capito… >>. S’avvicinò e
la prese
per mano, la portò vicino all’auto e, sempre da
vero gentleman qual era, le
aprì la portiera.
<<
Prego,
mademoiselle…
>>
La
bionda rimase per un attimo
interdetta, poi sorrise e fu allo scherzo:
<< Grazie, mio
maggiordomo. >> Entrambi risero.
Dopo
il breve giro in auto, Roy accompagnò la bionda fino
alla porta dell’appartamento.
<<
Non c’era bisogno che tu mi accompagnassi fin
qui… >> disse Riza sorridendo.
<<
Che galantuomo sarei?
>> replicò il moro con orgoglio.
Lei
sorrise divertita. << Grazie… per la piacevole
serata… >> disse dolcemente.
L’uomo
rimase interdetto, poi ricambiò il sorriso:
<< Grazie a te… >>. Poi le prese
con delicatezza la mano e le posò
un leggero bacio sulla guancia.
Riza
sgranò gli occhi dalla sorpresa, e quando il moro
fissò le sue iridi d’ebano in quelli color
cioccolato di lei, non poté non
imbarazzarsi, ma riuscì a nasconderlo abilmente e sorrise.
<<
Allora… buonanotte… >> disse Roy.
<<
Buonanotte… >>
Il
moro le lasciò la mano e s’allontanò,
felice come non mai. Si appuntò mentalmente di ringraziare
quelle pazze delle
sorelle Frid.
Eh,
la mente malefica di Lua è capace di avere improvvise
idee geniali… XD
Mi
sono divertita molto a rappresentare le “Cupid
Girls”
in stile 007! XD Immagino anche Xiao
Mei col binocolo… XD
Povero
Roy, lo sto trattando DAVVERO male… prima i
disastri sul lavoro, poi lo stavo facendo affogare, infine gli ho pure fatto dare delle
“borsettate” da parte di Jennifer! XD Ma
secondo me, adesso non se ne frega più di tanto, visto che
è riuscito a cenare con Riza… XD
Uhm…
mi rendo conto che forse, dall’inizio della cena in
poi, Roy e Riza siano un po’ OOC… Accidenti, non
è facile farli rimanere IC,
soprattutto Riza! >_< Boh, ditemi voi se sono OOC o no!
Per
il vestito di Riza, visto che non avevo molte idee,
mi sono ispirata a questa immagine: http://i40.tinypic.com/309jwcz.jpg
. Non avevo idee perché non è facile pensare a
dei vestiti eleganti che coprano
la schiena! >_< (visto
come Roy si fa il figo in
quest’immagine? XD)
Se
qualcuno si chiede perché ho accoppiato Havoc con
Rebecca, è perché l’ho letto in alcune
fan fiction. In effetti, loro potrebbero
stare insieme senza problemi, visto
che abitano un due
città diverse… o almeno, io sapevo che
funzionasse così! XD
Piccole
novità non del tutto legate alla fan fic: allora,
vi dico che quelle pazze delle mie due amiche dicono che IO mi sono
fissata con
la fan fiction… loro non sono fissate, no, no: Luana ha
creato un gruppo solo per
noi su Facebook chiamato “Le 3
sorry Alchimiste”
(“sorry” sarebbe il diminutivo di
“sorelle”) e ha realizzato dei braccialetti
con le perline che ricalcano (più o meno) i bracciali
alchemici della storia,
mentre Giuly ha comprato in una fumetteria un ciondolo con la forma del
simbolo
degli Alchimisti (la croce col serpente, le ali e la corona) e ha messo
i vari
personaggi della fan fic (anche quelli classici di FMA) nel suo gioco
di The
Sims (ha detto che per Havoc non ci sono stati problemi,
perché c’era la sua
stessa pettinatura o_O’’ XD)… e poi
sarei io la fissata! XD Vi voglio
bene!
Ringrazio
infinitamente coloro che
commentano sempre sia su EFP che su DeviantArt:
Lulumoon91,
VioletJuliet, Lupoz91 e Hanako_Hanako (tornata dopo un periodo di
assenza
grazie la computer tornato in vita! XD)… e anche Piwy, anche
se non commenta
sempre. Ma ringrazio infinitamente anche tutti quelli che seguono e
leggono
senza farsi sentire: grazie mille, anche solo per
il fatto
che avete scelto di leggere questa follia! XD
Visto
il grande (ma
dove? XD) successo dell’idea del gruppo su Facebook con me e
le mie pazze
amiche, vi dico che, se volete, adesso abbiamo creato un apposito
gruppo (perché quello chiamato “Le 3 Sorry
Alchimiste” l’abbiamo creato per
parlare delle nostre cose personali) dove possiamo parlare di manga, di
anime,
di Full Metal Alchemist, di fan fiction (e mica solo la mia!), di
stupidaggini
e di tutto ciò che vi passa per la testa! XD Il gruppo si
chiama “Manga, Anime
e Alchimia”: lo trovate facilmente, perché
è l’unico gruppo con questo nome! XD
Ah,
mi sono pure accorta che la volta scorsa
ho fatto male gli “abbinamenti” con ciò
che avevo scritto sui disegni e i link…
Scusate, ho fatto un macello! ^_^’’ Comunque, come
vi
ho già detto, i miei disegni legati alla fan fic sono tutti
sulla mia pagina di
DeviantArt www.silverylugia.deviantart.com
: aprite la gallery e tra le cartelle a sinistra cercate “fan
fiction”. Se poi
volete vedere pure gli altri disegni, fate pure! XD
Va
bene, dopo queste notizie (se
si possono chiamare notizie… Vabbè! XD), passiamo
al
capitolo, altrimenti mi uccidete (in particolare le due pazze amiche di
cui vi
ho parlato sopra XD).
<<
O almeno, abbiamo preso tutto quello che era
segnato sulla lista… >>
Erano
le tre sorelle Frid che discutevano tra di loro.
Avevano deciso di approfittare del nuovo giorno di
riposo per girare il mercato e fare un po’ di
spesa… altrimenti si sarebbero
dovute mangiare le crocchette di Maya.
La
suddetta cagnolina precedeva le ragazze mentre
giravano per le bancarelle. Furby era rimasto a casa, anche se Lua
protestò. Ma
le sorelle avevano paura di perderlo in mezzo alla
confusione del mercato: mica potevano mettergli un guinzaglio come alla
cagnolina! Fortunatamente, dopo molte insistenze, riuscirono a
convincerla.
Mentre
percorrevano la strada per tornare a casa, lo
sguardo di Giulia si posò sulla vetrina di una libreria, su
cui era appeso il
poster di un concerto. Immediatamente le
si illuminarono
gli occhi, e senza dire nulla ci si fiondò davanti, quasi
spiaccicandosi alla
vetrina e bloccando la visuale alle altre persone che lo stavano
guardando.
<<
Waaaaah!!! Evviva!!!
>> esultò la ragazza.
Le
due gemelle si guardarono: << Ok, nostra sorella
è impazzita >> disse Debora.
<<
Concordo >> annuì l’altra.
Si
avvicinarono alla sorellina, e Luana le chiese:
<< Si può sapere cos’hai da urlare
tanto? >>
<<
Non lo sapevate? >> disse Giulia guardando
le sorelle con occhi pieni di felicità. << I
Finley avevano annullato il
concerto qui a East City, ma, come scritto qua >>
indicando il poster
<< adesso hanno deciso di farlo, tra una settimana!
>>
<<
Aaaaah, ecco perché ti comporti così! Essendo il
tuo gruppo preferito… >> sospirò
Debora, più tranquilla nel sapere che
Giulia non era da manicomio.
La
sorellina annuì, mentre continuava a fissare la foto
sul poster, rappresentante i quattro componenti
del
gruppo. Un attimo dopo, però, il suo sguardo si
spostò all’interno della
libreria. La sua espressione da sorridente divenne improvvisamente
pensierosa,
facendo sì che le sorelle maggiori si scambiassero uno
sguardo preoccupato.
<<
Aspettate un attimo >> disse
semplicemente, passando il guinzaglio a una e la busta della spesa
all’altra,
per poi entrare nella libreria.
<<
Quella ragazza mi preoccupa… >>
sussurrò
tra sé e sé Debora, ricominciando a prendere in
considerazione l’idea del
manicomio prima accantonata.
<<
Chissà che cavolo avrà visto…
>> disse
Luana, cercando di vedere
all’interno del negozio.
Poco
dopo, l’Alchimista del Fulmine uscì, con, tra le
mani, una busta di carta con dentro un libro, di cui non si riusciva a
leggere
il titolo.
<<
Che cos’hai preso? >> chiese
l’Alchimista
delle Piante, curiosa.
La
sorellina strinse a sé il pacchetto e disse:
<< Se-gre-to.
>>
Luana
la guardò sconcertata: << Cosa?!Ma
non abbiamo segreti tra di
noi! >>
<<
Mi dispiace >> disse Giulia, sicura di sé
<<
ma questa è una cosa di cui non vi posso parlare!
>>
Debora
sospirò: << Ok, allora è davvero da
manicomio… >>
<<
Come? >> chiese la sorellina. <<
Manicomio? >>
<<
Niente, niente, lascia perdere…
>> rispose la ragazza, facendo un gesto di non curanza.
Mentre
le due gemelle pensavano che dovevano
ASSOLUTAMENTE scoprire che diamine di libro nascondesse in
quel
sacchetto e, soprattutto, COME scoprirlo, le tre sorelle ripresero la
strada di
casa, attraversando banchi di folla e tratti senza anima viva, tranne i
rivenditori.
Poco
dopo, passarono in un incrocio. Istintivamente, Debora
buttò lo sguardo verso la strada alla sua sinistra, per poi
bloccarsi di colpo:
qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
Le
sue sorelle, che camminavano appena davanti a lei, non
sentendo più i suoi passi si fermarono e si girarono a
guardarla.
<<
Debby? >> chiese Giulia.
Senza
muoversi di un millimetro, rispose: <<
A-andate avanti… ci vediamo
poi a casa… >> e si
avviò verso la direzione del suo stesso sguardo.
<<
Come “ci vediamo a casa”? Ma dove vai?! >> chiese Luana.
Ma ormai
la gemella si era allontanata.
Giulia,
incuriosita, guardò nella strada, cercando di
capire cosa l’aveva attirata. Ma
l’unica cosa
particolare, degna d’attenzione, fu l’entrata per
il cimitero.
Alzò
un sopracciglio: << Il cimitero? >>
<<
Fantastico, adesso è lei da manicomio…
>>
sospirò l’Alchimista d’Acqua.
L’Alchimista
del Fulmine s’accigliò:
<< Mi spieghi questa storia del manicomio?
>>
Ma
la sorella non le diede ascolto e riprese a camminare:
<< Torniamo a casa, dai… >>
<<
Perché non mi ascolti?!?!
>> urlò la ragazza, mentre inseguiva la
sorella.
Nel
frattempo, Debora arrivò in fondo alla strada. Si
fermò un attimo davanti all’entrata del cimitero,
alzando lo sguardo sull’alta
cancellata, aperta.
“Bè…
ormai è tardi per ripensamenti…” ed
entrò.
Poco
più avanti, vide qualcosa che tolse i dubbi che le
erano venuti: Leonard, girato di spalle. Infatti, le era sembrato di
averlo
visto entrare nel cimitero. Qualcosa le aveva detto di seguirlo, e
così, senza
pensarci due volte, lo fece. Strano, per lei che solitamente non
seguiva l’istinto,
ma era più riflessiva. Era Giulia quella un po’
più istintiva tra le tre.
Quando
vide la figura del ragazzo, si bloccò: e adesso
che doveva fare? Andò un attimo nel panico, poi decise
semplicemente di
avvicinarsi senza dire nulla.
Il
giovane Colonnello, però, non poté fare a meno di
sentire un rumore di passi che si avvicinavano, smuovendo leggermente
la ghiaia
del vialetto. Si girò, e rimase sorpreso nel vedere
l’Alchimista delle Piante:
<< Debby… >>
<<
Ciao… Leo… >> salutò
lei, fermandosi.
<<
Che ci fai qui? >> chiese lui,
l’espressione sempre stupita. Ma
la ragazza vide la
tristezza nel profondo di quegli occhi, ora di colore castano
scurissimo.
Fece
un sospiro e rispose: << Ti ho visto… e
qualcosa mi ha detto di seguirti… >>. Disse
semplicemente la verità.
Il
biondo rispose rivolgendole un sorriso triste, per poi
voltarsi nuovamente verso la lapide.
La
castana non si mosse, rimanendo a qualche metro di
distanza: non voleva essere invadente e lasciargli invece un
po’ di privacy.
Anche se, si rese conto, il fatto di seguirlo non era molto coerente
col
concetto di privacy. “Pazienza, ormai quel
che è
fatto, è fatto” pensò.
Il
ragazzo, non sentendo il rumore dei passi della
ragazza, le disse, senza voltarsi: << Avvicinati
pure… >>
L’Alchimista
delle Piante si mise al suo fianco, senza
proferir parola. Guardò la lapide e lesse il nome:
“Josh Blizzard”. Poi guardò
la foto al suo fianco, raffigurante un uomo sulla cinquantina ma ancora
nel pieno
delle forze. Aveva un’espressione severa, ma che riusciva
comunque a rivelare
in qualche modo il suo buon cuore. Aveva i capelli scuri, ma
ciò che più colpì
Debora furono gli occhi. Non c’era alcun dubbio: quelli erano
gli stessi occhi
di Leonard. Doveva essere la tomba del padre del ragazzo.
Gli
occhi della ragazza s’intristirono: dopo la prima
volta che si erano conosciuti, quando finalmente riuscì a
mettere da parte
l’imbarazzo iniziale, avevano parlato molte altre volte,
diventando qualcosa che
forse poteva definire “amici”. L’uno
sapeva dell’altra le passioni, le
abitudini, e si era accorta che lui evitava, ovviamente, il discorso
del padre.
E lei, in modo altrettanto ovvio, non aveva mai provato a mettere in
mezzo il
discorso. Guardò nuovamente la lapide, chiedendosi se
quell’uomo fosse davvero
il padre o un altro parente, ma non fece la domanda. Comunque, dopo
qualche
attimo di silenzio, fu lui a toglierle ogni dubbio: <<
E’ mio padre… >>
<<
Immaginavo… >> rispose semplicemente, per
poi non dire più nulla. Se il ragazzo avesse voluto parlare,
l’avrebbe fatto di
sua spontanea volontà.
Il
biondo continuò, senza distogliere lo sguardo dalla
lapide: << Come ti ho già detto, è
morto in guerra… >>
La
castana annuì, facendo capire che lo stava ascoltando.
<<
E’ successo
qualche
anno fa… >> riprese lui. <<
Nella guerra che c’era a Sud, prima del
colpo di stato… >>
La
castana sapeva perfettamente di quella guerra: Riza
aveva detto che quando lei e gli altri furono mandati via dalla squadra
di
Mustang, Fuery era finito proprio a Sud, nel bel mezzo di quella
guerra. A
quanto pare, tra le vittime di quella carneficina organizzata dagli
Homunculus
e dai militari corrotti, c’era anche il padre di Leonard.
<<
Capito… >> rispose lei.
Tra
i due scese di nuovo il silenzio, interrotto sempre
dal ragazzo: << Anche se aveva un lavoro impegnativo,
riusciva sempre a
essere presente e a occuparsi di me… >>
raccontò lui sorridendo
tristemente. Sospirò, e abbassò la testa,
nascondendo gli occhi lucidi dietro
la frangetta ribelle. Il sorriso scomparve dalle labbra:
<< Mi manca così
tanto… >>
Debora
si sentì straziare il cuore da quelle parole. La
mano, muovendosi prima del pensiero, si alzò e s’appoggiò
sul braccio del biondo. << Leo…
>>
Il
ragazzo non disse nulla. A quel tocco, però si mosse:
si girò velocemente verso la castana e l’abbracciò
stretta, affondando il viso tra la spalla e il collo.
L’Alchimista
delle Piante sgranò gli occhi, totalmente
sorpresa dal gesto improvviso. Arrossì violentemente e
rimase paralizzata, non
sapendo che fare. Ripresasi un po’, ricambiò
l’abbraccio, cercando in qualche
modo di confortarlo e di fargli capire che gli era vicina. E mentre gli
circondava la vita e rivolgeva lo sguardo triste al cielo limpido, si
accorse
che piccole gocce di pioggia cominciarono a bagnarle il cappotto.
-
-
-
Nel
frattempo, Luana e Giulia continuavano a camminare,
mentre la seconda cercava di convincere la prima a raccontargli la
storia del
“manicomio”.
<<
Perché non me lo vuoi dire? >> chiese
l’Alchimista del Fulmine, accigliata.
<<
E’ una cosa lunga, non mi va… >>
rispose
la sorella, stringendosi nelle spalle.
Sul
viso di Giulia, allora, comparve un sorriso poco
rassicurante: << E se ti minacciassi? >>
disse lei, sistemandosi i
bracciali.
Luana,
sempre molto tranquilla, ribatté: << Tanto
lo so che non lo faresti mai… >>
In
quel momento un rumore interruppe il discorso:
<< Grooooooooowl…. >>. Erano gli
stomaci delle due ragazze, che
pregavano di essere riempiti.
Le
due sorelle si guardarono un po’ imbarazzate per il
rumore, in po’ sconvolte perché era successo ad
entrambe contemporaneamente.
Sul
viso di Luana comparve improvvisamente un sorriso:
<< Che ne dici
di andare prima a mangiare
qualcosa? >>
<<
Credo che sia meglio…
>> rispose la sorellina, ancora un po’
imbarazzata. Si guardò intorno e
chiese: << Sai dove
possiamo trovare un bar?
>>
<<
No… e tu? >>
<<
Idem… >> rispose Giulia, pensierosa.
<<
Allora giriamo un po’ nei dintorni: prima
o poi ne troveremo uno, no? >> propose
Luana,
sorridendo.
<<
Va bene, va
bene…
>> accettò la sorellina, non molto convinta.
<< Speriamo solo di
non perderci… >> aggiunse tra sé e
sé, sconsolata all’idea di non
riuscire a tornare a casa.
<<
Hai detto qualcosa? >> chiese l’Alchimista
d’Acqua, sentendo la sorella sussurrare.
<<
No, niente… andiamo… >>
Le
due ragazze percorsero le strade nei dintorni, ma non
riuscivano a trovare un benedetto bar.
<<
Accidenti, niente da fare nemmeno qui… >>
disse Luana un po’ scoraggiata, dopo aver attraversato per
intero l’ennesima
strada.
Mentre
Giulia girava
l’angolo disse:
<< Possibile che non ci siano bar in questa zona della
città? E’ assurd-
Ouch! >> esclamò, andando a sbattere contro
qualcosa.
<<
Ehi, stai attenta, potresti farti male… >>
disse una calda voce maschile, mentre una forte presa la teneva per
evitare di
farla cadere.
Alla
minore delle Frid parve di aver già sentito quella
voce. Alzò lo sguardo e vide due grandi e stupendi occhi
color verde smeraldo
che la fissavano.
<< Romeo! >> esclamò.
<< Che ci fai qui?!
>>
Il
ragazzo moro alzò un sopracciglio: <<
Bè, ci
lavoro >> disse semplicemente lui, indicando qualcosa in
alto dietro di
lui.
Giulia
seguì la direzione con lo sguardo e vide una
grande insegna con scritto “Rose Cafè”.
Abbassando poi gli occhi, vide dei
tavolini sotto a una specie di veranda.
<<
Ah… quindi lavori qui… >> disse
Giulia.
<<
Eh, già… >> affermò lui.
Poi aggiunse con
tono malizioso: << So che ti piace stare così,
e, a dir
la verità, anche a me, ma dovrei tornare al
lavoro… >>
La
ragazza lo guardò confusa, poi si rese conto: era
talmente sovrappensiero, che non si era accorta di essere ancora
addosso a
Romeo. Arrossì e s’allontanò
immediatamente: << Aaaaah!!!
>>
“Che
disastro…” pensò Luana, sospirando.
Mentre
Giulia cercava di riprendersi, il ragazzo notò la
piccola Maya, che, da quando l’aveva visto, lo stava
osservando attentamente.
Si abbassò alla sua altezza e la accarezzò:
<< Ciao, piccolina… >>
Alla
cagnolina fece piacere ricevere quelle coccole. Per
accarezzarla, significava che doveva essere buono… allora,
perché la sua
padrona si era allontanata da lui così? A volte non riusciva
proprio a capirla.
Romeo
si rimise in piedi e disse: << Se volete,
potete rimanere… ci sono dei tavolini liberi…
>>
<<
Ecco… >> balbettò Giulia, ancora un
po’
confusa. Se fosse stata un po’ più lucida, avrebbe
immediatamente accettato,
senza pensarci troppo.
<<
Ma certo!
>>
esclamò Luana, felice di poter finalmente mangiare qualcosa.
<<
Bene! Appena mi libero, vengo a servirvi
>> disse lui, sorridendo cortese.
Mentre
il ragazzo se ne andava, Giulia provò a ribattere:
<< Ma… >>, per poi bloccarsi
immediatamente, nel vedere che la
sorella si era già accomodata. << Ehi!
>>
<<
Cercavamo un bar, no? Allora siediti! >>
disse Luana, con molta tranquillità.
La
sorellina non poté far altro che accomodarsi anche lei.
Poco
dopo, Romeo tornò con due menù: << Cosa posso servirvi, signorine?
>>
L’Alchimista
d’Acqua studiò attentamente la lista,
finché
un nome non le illuminò gli occhi: << Un
frappè al cioccolato! >>.
Era da bere e non da mangiare, ma vedendo il nome scritto sul
menù, non era riuscita
a resistere.
<<
E a lei, signorina Giulia? >> chiese
cortese il moro, rivolgendosi all’Alchimista del Fulmine.
La
ragazza, con le guance leggermente rosse, era di nuovo
confusa, stavolta dal fatto che il moro si ricordava il suo nome, anche
se si
erano visti una volta sola. Le faceva piacere, ma cominciò a
balbettare,
imbarazzata: << Ehm… ecco… non
saprei… >>
Il
cameriere s’abbassò,
avvicinando il proprio viso a quello di Giulia: << Io le
consiglierei
questo… >>, indicando un nome sul
menù: torta alle fragole.
La
ragazza, a causa della forte
vicinanza del moro, non poté fare a meno di arrossire ancora
di più.
Romeo,
notato il cambiamento di colore del viso della
ragazza, le rivolse un sorriso malizioso: << Sei ancora
più carina quando
arrossisci… sai, mi ecciti… >>
Mentre
Giulia avvampava così tanto
che in confronto un pomodoro era pallido, Luana rimase pietrificata nel
sentire
quella frase. Non pensava tanto che fossero parole perverse, quanto al
fatto
che, facendo così, il ragazzo si era condannato a morte da
solo. E lui non lo
sapeva.
L’Alchimista
del Fulmine sbottò: << BRUTTO
PERVERTITO!!!
>> urlò, attirando l’attenzione di
tutti i presenti (ma lei non se ne interessò), mentre
provò a tirare un pugno
al moro, abilmente evitato.
Romeo,
sorridendo divertito alla reazione di Giulia, se
ne andò all’interno del bar.
<<
Quel tipo… è davvero perverso…
>> commentò
Luana tra sé e sé. Poi si rivolse alla sorellina:
<< Tutto bene? >>
<<
S-sì… credo… >> rispose
Giulia, ancora con
le guance arrossate. Rimase un attimo in silenzio, per poi sussurrare:
<<
A dir la
verità…non mi è dispiaciuto poi
tanto…
>>
<<
CHE COSA?!?!
>>
urlò la sorella, sconcertata.
La
sorellina aggiunse, stringendo una mano a pugno dalla
rabbia: << Però poteva evitare di farlo in
pubblico! >>
L’Alchimista
d’Acqua sospirò sconvolta: “Solo a mia
sorella poteva piacere un ragazzo perverso…”
Quando
il ragazzo tornò con le ordinazioni, Giulia evitò
d’incrociare il suo sguardo… anzi, per essere
precisi, lo ignorò totalmente.
Anche se si capiva dal rossore sulle guance che, in realtà,
si era accorta del suo
arrivo.
<<
Ecco a lei >> disse Romeo, porgendo il
frappè davanti a Luana, che lo ringraziò. Poi
posò la fetta di torta alle
fragole davanti alla minore delle Frid: << E questo
è per lei. >>
Vedendo
che la ragazza non reagì in alcun modo, disse:
<< Mi dispiace per prima, volevo solo
scherzare… >>
L’Alchimista
del Fulmine, sempre senza guardarlo,
replicò: << La prossima volta evita di
“scherzare” con frasi del genere,
soprattutto in pubblico… >>
Sul
volto del ragazzo comparve nuovamente un sorrisetto
malizioso: << Allora posso
farlo se siamo da
soli? >>
<<
CRETINO! >> gli urlò Giulia, nuovamente
rossa.
Il
moro se la rise e rientrò nuovamente nel bar. Subito
dopo uscì, dicendo: << Per farmi perdonare,
offro io da mangiare alla
vostra cagnolina… >> e posò una
ciotolina piena per metà con delle
crocchette e per metà
con dell’acqua fresca.
Maya,
per ringraziarlo, abbaiò, per poi fiondarsi sulla
ciotola.
Le
due sorelle, intanto, lo guardavano con stupore: non
se lo aspettavano proprio.
<<
G-grazie… >> balbettò Giulia.
<<
Per te, questo e altro >> le sorrise
il moro, per poi occuparsi degli altri clienti.
L’Alchimista
del Fulmine non poté non arrossire per
l’ennesima volta da quando erano arrivate in quel bar, e
cercò di pensare ad
altro, concentrandosi sulla fetta di torta.
Dopo
un attimo di silenzio, fu la maggiore delle due
sorelle a parlare: << Forse l’abbiamo giudicato
male… >>
<<
Forse… >> sussurrò
l’altra, pensando che
Romeo aveva ragione: quella torta era davvero buona.
-
-
-
Poco
dopo, Debora e Leonard uscirono dal cimitero.
La
ragazza sorrise nel vedere che il biondo era più
sereno. Posò lo sguardo sulle piccole macchie di bagnato che
si erano formate
sulla spalla: “Aveva semplicemente bisogno di
sfogarsi…”
Leonard
vide che la ragazza aveva notato le macchie:
<< Scusa… >>
<<
E perché mi chiedi scusa? >> disse lei,
sempre sorridendo. Gli occhi del ragazzo si riempirono di stupore, e la
ragazza
continuò: << Non sei stato tu… non
ti sei accorto che è caduta qualche
goccia di pioggia? >>
Il
giovane Colonnello alzò lo sguardo al cielo: era
limpido e non c’era ombra di una nuvola. Sorrise, continuando
a guardare
l’azzurro che lo sovrastava: <<
Grazie… >>
<<
Figurati… >> sussurrò la castana.
In
fondo, le faceva piacere che fosse stata la sua la spalla su cui il
ragazzo era
venuto a piangere: significava che le voleva bene e che la riteneva
abbastanza
importante per fare quel
gesto. Al pensiero, arrossì
appena.
Leonard
interruppe i suoi pensieri: << E adesso,
andiamo in un bar! >>
<<
Eh? >> esclamò Debora, rivolgendogli uno
sguardo confuso.
Lui
sorrise divertito: sapeva che era una cosa che non
tutti conoscevano. << E’ una tradizione del
paese da cui arrivo: quando
uno torna dal cimitero o da un funerale, bisogna fermarsi prima in un
bar per
non portare la sfortuna a casa! >> (superstizione vera di
un paese del
Molise ndA)
<<
Che strana credenza… >> commentò
l’Alchimista delle Piante, pensierosa. Poi gli
sorrise: << Va bene, andiamo! >>
<<
Perfetto! >>
Si
fermarono in un bar che il biondo conosceva, ma non
era quello dove lavorava Romeo.
Si
sedettero ad uno dei
tavolini
e dopo aver ordinato, cominciarono, come loro solito, a chiacchierare.
Debora
vide che la tristezza che prima avvolgeva il cuore del biondo, ora non
c’era
più.
Le
loro risate furono improvvisamente interrotte da una
voce femminile: << LEOOOOOOOOOOO!!!
>>
La
castana vide che il ragazzo di fronte s’irrigidì,
poi
si guardò intorno, cercando la persona da cui proveniva la
voce. E finalmente,
vide una ragazza che s’avvicinava:
era molto carina,
con un caschetto di capelli biondi, e indosso vestiti molto femminili e
alla
moda. Il contrario di Debora, visto
che lei aveva i
capelli lunghi e castani e preferiva vestirsi in modo sportivo, sempre
cercando
di seguire un po’ la moda, anche se non ne era affatto
esperta.
La
bionda s’avvicinò
al
tavolino, sorridente. Lanciò un’occhiata veloce
all’Alchimista delle Piante,
poi disse, con tono molto smielato: << Leo, che bello
rivederti! >>
<<
C-ciao… >> rispose Leonard: si vedeva che
si sentiva decisamente a
disagio.
Subito
dopo la bionda, come se la castana non ci fosse,
prese il viso del ragazzo tra le mani e lo baciò trasporto.
Il
cuore di Debora perse un battito.
Quando
si staccarono, la nuova arrivata lo guardava con
un misto di dolcezza e malizia e gli circondò il collo,
mentre lui era
arrossito e continuava a essere rigido. Guardò la castana:
aveva gli occhi
colmi di stupore. E adesso come poteva risolvere la situazione? Si
diede del
cretino.
<<
D-Debby, lei… >> cominciò il
giovane
Colonnello indicando la ragazza appena arrivata. Deglutì,
nervoso, poi
continuò: << Lei… è
Mary-Ann… >>
<<
La sua FIDANZATA… >> completò la
bionda, sottolineando
per bene l’ultima parola e guardando la
castana con superiorità, come a dire “quindi stai
alla larga, lui è mio”.
Il
cuore di Debora perse un altro battito. Gli occhi
adesso si riempirono di delusione: perché non
gliel’aveva detto? Almeno non
avrebbe fantasticato su di lui!
Leonard
la guardava con tristezza: non voleva che si
sentisse così… ma si rese conto che era stato lui
a creare tutto questo casino.
La
castana abbassò lo sguardo, cercando di trattenere le
lacrime. Prese la borsa, lasciò sul tavolino i soldi per la
sua ordinazione e
si alzò: << Devo… devo
andare… >> disse con voce tremante. Si
voltò, dando le spalle alla coppia: <<
Arrivederci… >>
Il
biondo, dopo un attimo d’indecisione, provò a
fermarla: << Aspe- >>
Ma
Mary-Ann lo bloccò, stringendolo: << Oh, Leo,
da
quanto tempo non ci vediamo!
>>
<<
S-sì, ma… >> disse il biondo,
cercando di
liberarsi dalla presa per fermare la castana. Ma
quando alzò lo sguardo sulla strada, l’Alchimista
delle Piante era scomparsa
dalla sua vista. Sospirò, dispiaciuto.
<<
Che ti prende? >> chiese la bionda,
facendo la finta tonta. In realtà, dentro di sé
festeggiava per aver
allontanato quella sconosciuta.
<<
Niente… >>. Si liberò
dall’abbraccio:
<< Scusa Mary-Ann, ma mi sono ricordato che ho delle cose
importanti da
fare… >>. Lasciò i soldi sul
tavolino e s’allontanò
nella stessa direzione presa da Debora.
<<
Ma… >> provò a replicare la bionda,
ma il
ragazzo venne
inghiottito dalla folla. Si sedette e posò
pesantemente il viso su una mano, sbuffando.
Intanto,
il ragazzo provò a cercare l’Alchimista delle
Piante, ma senza successo. Arresosi, s’appoggiò
a al
muro, sentendosi uno schifo.
Contemporaneamente,
Debora aveva preso la strada di casa.
Si diede della stupida, perché si era nuovamente sbagliata
su di lui, ma adesso
in peggio. E mentre continuava a camminare, grandi gocce di pioggia le
rigavano
il viso, scivolando giù una dietro l’altra, senza
riuscire a fermarle.
Maledizione,
mi sento uno schifo! Faccio
andar male la mia stessa storia d’amore! Ma allora mi
voglio proprio del male! çAç
Spieghiamo:
il fatto è che… dopo sembrava troppo facile.
Insomma, a parte il problema dell’essere colleghi (in fondo,
non troppo
grande), non c’erano altre difficoltà…
insomma, l’ho fatto per mettere un po’
di pepe alla storia! (ma
che pepe, disperazione al
massimo… -.-‘’ ndTutti)(Era
un modo di dire! ç_ç ndMe).
Pensateci: Lua ha il problema di Sheska (che, anticipo,
tra qualche capitolo si risolverà… u.u), Giuly ha il
problema del carattere enigmatico e perverso di Romeo... ^_^
Comunque…
in fin dei conti, devo ammettere che mi sento
abbastanza soddisfatta del capitolo, sia della parte con Romeo che di quella con Leo.
Sì, è un capitolo triste, soprattutto
per il finale, ma sono soddisfatta di come sono riuscita a scriverlo.
Anche
perché così ho cambiato un po’ il ritmo
della storia… insomma, mica potevo far
sempre andare tutto bene! E proprio per cambiare un po’ il
ritmo, ho deciso che
ci saranno altri capitoli con delle battaglie (non so quando, ma ci
saranno).
Altre
spiegazioni riguardanti il capitolo.
Prima
di tutto, lo “spiaccicamento” di Giuly vicino alla
vetrina con il poster… XD Mi sono
ispirata ad una cosa
che è successa davvero: eravamo andate a Bologna a vedere
proprio i Finley, che
facevano un incontro coi fan in un negozio d’abbigliamento.
Non ve la spiego,
ma vi faccio vedere il disegnino che ho realizzato, ispirata da quello
che era
successo XD (sotto ci sono le spiegazioni): http://silverylugia.deviantart.com/art/Finley-a-Bologna-194601670?q=gallery%3Asilverylugia%2F24612583&qo=1
. E sempre parlando del gruppo musicale, ci vuole una spiegazione sul
concerto
posticipato: pensavo in qualche modo di metterlo, ma mi sono poi resa
conto che
erano passate
più delle due settimane di cui ho
accennato nel capitolo 8, “Xing”, dove ne parlavo!
D: Così mi sono dovuta
inventare ‘sta roba! XD
Il
segreto del libro si scoprirà più avanti, ma
forse Lua
avrà capito di cosa sto parlando, visto che è
un’altra idea che ci è venuta
insieme a quella del
capitolo “Fuoco e fiamme”… XD
*ridono solo Lua e Debby*
L’idea
del nome del bar, cioè “Rose Cafè" (la
cui pronuncia
è inglese): ho scelto un collegamento con Vampire Knight
perché è
l’anime con cui ho fatto meno collegamenti. Insomma,
c’è
solo il cognome di Romeo, mentre con Romeo x Juliet
c’è il nome e ci saranno
altre cose più avanti, e con Maid Sama
c’è… bè, praticamente
l’intero personaggio di Romeo! XD
Parlando
proprio di Romeo: la frase che dice “quando
arrossisci mi ecciti” la pronuncia proprio Usui nell’anime!
Qui è leggermente diversa, ma il concetto è lo
stesso! XD Forse però, per altre
cose, non è proprio uguale al personaggio di
Usui… io non lo so, perché non ho
visto l’intera serie, per il momento sono solo
all’inizio! ^_^’’
L’idea
del titolo, che forse non tutti potrebbero capire:
ho scelto “pregiudizi” perché in fondo
le due ragazze si fanno delle idee sui
ragazzi, ma che poi si rivelano sbagliate
o imprecise.
Giuly pensa che Romeo sia solo un pervertito, ma poi dal piccolo gesto
(mooolto
piccolo, ma per il momento non potevo far di più visto che
erano nel bar) si capisce che in fondo è un ragazzo gentile.
E Debby è rimasta
delusa da Leo, pensando che il ragazzo si fidasse ormai di lei e
viceversa. Più o meno
questa è l’idea. E il punto di domanda?
Bè,
perché… bisogna vedere se le impressioni che fino
ad ora hanno avuto sono
corrette. La prossima volta potrebbero
cambiare
ancora. Chi lo sa…
Ovviamente,
tutti coloro che
hanno visto anche una sola delle due serie di FMA, avranno capito che
l’idea di
chiamare le lacrime “gocce di pioggia” deriva
proprio dalla serie, di preciso
dall’episodio del funerale di Hughes….
HUUUUUUUUUUUUUUGHES!!!!!!!
çAç *piange disperata al ricordo*
Basta,
basta, ripigliamoci. Vi faccio tornare il sorriso con
alcuni miei disegni! ^_^ (vi
avverto, sono tanti! o_O’’).
Alcuni
di voi (intendo le ragazze già iscritte al gruppo
“Manga, Anime e Alchimia”) ne
hanno già visti alcuni, ma altri sono nuovi! ^_^
Bene,
fatto questo (argh, ma quant’ho scritto???
D: ), prima di lasciarvi voglio ringraziare le mie
amiche Lua e Giuly, che commentano sempre su DeviantArt, che si
divertono come
sceme con questa fan fic e che mi stressano per avere i nuovi capitoli!
XD Vi voglio bene,
donne! :3
Passando
a coloro che mi seguono su EFP: ringrazio
Lupoz91, Hanako_Hanako e la nuova arrivata NeutralDarkSide. Grazie
mille per le
vostre recensioni e per il vostro sostegno! ^_^
E
poi, un ringraziamento anche a tutti i lettori
silenziosi, a coloro che hanno
messo la storia tra le
seguite/preferite e compagnia bella: grazie, anche se non vi fate
sentire! ^_^
Dopo
il blocco per il capitolo scorso (chiedo
ancora umilmente perdono! ç_ç),
non ho impiegato molto tempo nello scrivere questo, visto che avevo
già in
mente a grandi linee cosa sarebbe capitato! ^_^
A
quanto pare lo scorso capitolo ha avuto un
grande successo! :D
Perché, non lo so… spero che
riguardi il modo in cui l’ho scritto! Vabbè, Giuly
lo so il perché… -.-‘’
XD
Vi
ricordo che, se volete, su Facebook abbiamo
creato il gruppo “Manga, Anime e Alchimia”, dove ci
siamo io, le mie due amiche
e altre ragazze che seguono la fan fic! Se volete, iscrivetevi pure,
anche se
non avete la nostra amicizia! Parliamo non solo di FMA, ma anche di
altri manga
e anime… e poi ci facciamo un sacco di risate! XD
L’inizio
di quella nuova settimana di lavoro fu pessimo.
Almeno, per le tre sorelle Frid.
Quella
messa meglio era Giuly.
E’ vero, aveva scoperto che Romeo, il ragazzo che le piaceva,
era un pervertito
di prima categoria. Ma,
in fondo, nulla di grave: alla
fine le aveva fatto comunque un complimento.
E
poi c’era Luana, ancora in crisi a causa del mistero
sul tipo di rapporto tra Daniel e Sheska. Voleva sapere che
cos’erano l’uno per
l’altra, ma non poteva mica andare da uno dei due e chiederlo
esplicitamente! E
così, non sapeva che fare.
Infine,
quella messa peggio di tutte era Debora. Scoprire
così, di punto in bianco, che il ragazzo
che le
piaceva era già fidanzato, era orribile. Soprattutto il modo
in cui la notizia le era
stata letteralmente sbattuta in faccia, anche
se questo, doveva ammetterlo, non era colpa di Leonard. La sua colpa
era stata
quella di non averle detto nulla, di averla fatta illudere di essere
importante
per lui, soprattutto dopo quello
che era successo appena
prima al cimitero.
La
tristezza dell’Alchimista delle Piante, poi,
influenzava ovviamente anche quella delle sorelle. Si spezzò
loro il cuore quando tornarono a casa e la trovarono in lacrime.
Avevano
cercato di consolarla, Luana dicendole che avrebbe trovato ragazzi
migliori di
lui, mentre Giulia cercava di farla sorridere, dicendo che, se voleva,
sarebbe
andata volentieri a fulminare quella bionda da strapazzo, facendole una
fantastica permanente e trasformando il suo liscio caschetto in
un’enorme
pettinatura afro. Fortunatamente, la battuta riuscì,
perché sul viso di Debora
era comparso un debole sorriso.
Insomma,
sul piano dell’umore, le tre sorelle erano messe
male. E di certo il cielo, completamente coperto da una coltre grigia,
non
aiutava.
Arrivate
nel corridoio dove
c’era l’entrata del loro ufficio, videro che il
Generale Mustang era fermo
davanti alla porta e si guardava intorno, come appostato.
<<
Che diavolo starà facendo? >> si chiese
Giulia.
<<
Ogni mattina ha una stramberia diversa… >>
commentò Luana. La gemella
sorrise alle battute delle sue
sorelle.
Quando
il moro le vide arrivare, un enorme sorriso s’aprì
sulle sue labbra (strano che sorridesse quando
c’erano nuvole che cariche di pioggia), mentre andava verso
di loro a braccia
aperte, urlando: << Sorelle Friiiiiiiiiiiid!
>>, facendo comparire
fiori da non si sa dove e prendendo pure in prestito qualche stellina
dal
Maggiore Armstrong.
Le
tre sorelle, sconvolte e terrorizzate come non mai
dallo strano comportamento del Flame Alchemist, ebbero le reazioni
più
svariate. Luana urlò spaventata, abbassandosi e tenendosi le
mani sulla testa
come a proteggersi. Debora formò una croce con gli indici
delle mani e, tentando
di ripararsi dietro di essa, urlò: << Vade
retro, Satana! >>. Giulia,
invece, si mise in posizione d’attacco, urlando, anche lei
terrorizzata:
<< Se prova ad avvicinarsi, la incenerisco con un
fulmine! >>
Roy
si fermò a un metro da loro, guardandole per un
attimo confuso. Mettendo da parte il perché di quella
reazione, sorrise e
disse: << Vi ringrazio infinitamente! >>
<<
Eh? >> dissero in coro le tre sorelle,
confuse. Che avevano fatto per essere state ringraziate?
<<
Per aver fatto in modo che riuscissi a cenare
con Riza sabato sera! >> sussurrò lui, per non
farsi sentire dalla
bionda, che si trovava all’interno dell’ufficio.
Le
ragazze sbatterono più volte le palpebre, perplesse,
mentre i loro cervelli elaboravano la frase.
<<
Ah, è vero… >> disse Luana
<<
l’avevo dimenticato… >>
<<
Stupido piromane! >> urlò Giulia, adesso
incazzata. << Ci ha fatto venire un infarto!
>>
<<
Mi dispiace, volevo solo ringraziarvi… >>
disse lui, continuando a sorridere.
<<
Comunque >> cominciò Debora <<
non è
che abbiamo fatto in modo che lei cenasse con Riza… >>
Il
moro la guardò confuso.
<<
Noi abbiamo solo creato la situazione, era
compito suo riuscire a prenderla al volo >>
completò lei.
Un
altro sorriso comparve sul volto dell’uomo: <<
Bè,
grazie lo stesso! >>. Poi chiese, con espressione
pensierosa: <<
Perché non mi avete detto niente? >>
Fu
Luana a rispondere: << Guardi che è stato lei stesso a dirci che non
dovevamo parlarle dei
nostri piani… >>
<<
Ah, è vero! >> esclamò il moro,
sorridendo
imbarazzato.
<<
Che sfacelo… >> sospirò Debora.
<<
Non si ricorda nemmeno
le cose che dice lui stesso…
>>
Le
sopracciglia di Roy s’aggrottarono:
ecco che quelle tre cominciavano di nuovo a criticarlo.
In
quel mentre, Riza spalancò la porta dell’ufficio,
con
un’espressione che non prometteva nulla di buono:
<< Avete finito di fare
salotto? L’orario di lavoro è cominciato da un
pezzo. >>
Il
gruppetto s’irrigidì, per poi fiondarsi
immediatamente
nell’ufficio.
Poco
dopo, Giulia, insieme a Ed, dovette uscire
nuovamente: Roy aveva affidato loro il compito di catturare un ladro.
Nulla di
che, ma stava provocando non pochi fastidi.
<<
Che razza di missione… >> commentò
l’Alchimista d’Acciaio.
Giulia
sospirò: << Bè, meglio che andare a
perlustrare un paesino sperduto formato da tre case diroccate e
disabitate da
anni… >>
Un’enorme
vena pulsante comparve sulla fronte del ragazzo
al ricordo di quel “bidone”. << Hai
ragione… >>. Detto questo, s’avviarono verso la
zona della città dove il ladruncolo
aveva colpito di più.
Nel
frattempo, tutti nell’ufficio lavoravano di gran
lena. Havoc, Breda, Falman e Fuery rimasero sorpresi nel vedere che
anche Roy
lavorava… soprattutto, senza lamentarsi e, cosa ancora
più sconvolgente,
sorridendo. Mentre il cielo che si vedeva dalla finestra alle sue
spalle diceva
che, con molta probabilità, avrebbe piovuto da un momento
all’altro. Queste
scene tutte insieme erano incompatibili tra loro. Già,
qualcosa non andava.
Dopo
che i quattro uomini ebbero parlottato tra di loro,
fu Havoc che dovette chiedere come stavano le cose. Deglutì
terrorizzato un paio
di volte, mentre guardava i candidi guanti, tranquillamente appoggiati
sul
legno scuro della scrivania. Sapeva che non sempre era una grande idea
impicciarsi degli affari del suo superiore.
<<
G-Generale… >> balbettò il biondo,
facendo
dondolare la sigaretta spenta.
Il
moro alzò lo sguardo su di lui, fermando la mano che
stava firmando una delle tante scartoffie.
<<
Le… ehm, le è successo qualcosa di bello questo fine settimana?
>>
<<
Cose te lo fa pensare,
Havoc?
>> chiese Roy, alzando un sopracciglio.
Il
biondo sudò freddo, mentre guardava le calibro 9 di
Riza dentro le fondine. Sapeva che non doveva perdere altro tempo,
sennò gli
sarebbe arrivata una bella pallottola in fronte.
Deglutì
e continuò, cercando di sorridere: << La vedo allegro
stamattina… >>
<<
Sì >> rispose Roy, riprendendo a firmare
<< in effetti, la cena di sabato sera è stata
fantastica… >>,
mentre rivolgeva una velocissima occhiata alla sua bionda assistente.
Riza
s’irrigidì, imbarazzata. Ma
nessuno lo notò, grazie al fatto che era rivolta verso gli
scaffali dell’archivio
personale della squadra.
<<
Ah… allora… ha passato una bella serata con
quella… come si chiamava… Jennifer?
>>
Calò
un attimo di silenzio, mentre Roy rifletteva sul
fatto di dire o meno la
verità. << A dire il
vero… non ho cenato con Jennifer… >>
<<
Ah, no? >> Gli occhi dei quattro uomini si
sgranarono per la sorpresa: possibile che…?
<<
No, ho cenato col Capitano Hawkeye >>
rispose il moro con molta tranquillità.
Mentre
Fuery sorrideva, gli altri tre, anzi, quattro, visto
che anche Ed e Giulia avevano sentito il discorso
poiché
la comunicazione radio era aperta, non potevano credere alle loro
orecchie:
lui, Roy Mustang, era davvero riuscito a cenare con Riza Hawkeye? E
tutto
grazie un semplicissimo espediente pensato da Luana?!?
<<
Piuttosto… >> cominciò Roy,
guardando il
biondo << si può sapere che fine hai fatto
sabato sera? Stavi per far saltare la copertura al Capitano…
>>. Sapeva
che era stato tutto organizzato dalle tre sorelle, ma voleva sentire la
cavolata che il suo sottoposto si sarebbe inventato.
Il
povero Havoc si sentì morire. Disse la prima scusa (troppo
ovvia e stupida) che gli venne in mente: << Poco prima di
venire al
ristorante mi sono sentito mooolto male… >>
<<
Oh. Doveva essere grave
se non hai nemmeno avvertito il Capitano… >>
lo punzecchiò il Flame
Alchemist, ma con espressione seria.
<<
S-sì, taaaanto male… non riuscivo a
muovermi…
>>. Deglutì a vuoto, poi continuò:
<< Ma è stata una cosa
passeggera! Infatti
già ieri mi sentivo bene! >>
<<
Bene, meglio per te… >> disse il moro,
riprendendo a firmare. Intanto, le due gemelle se la ridevano sotto i
baffi:
sapevano che il Generale aveva fatto tutto solo per divertirsi un
po’.
<<
Davvero è stata una bella serata? >>
chiese ingenuamente Fuery, pentendosi subito dopo di ciò che
aveva fatto.
Ma
il Flame Alchemist
non si arrabbiò. Anzi, gli comparve un sorriso involontario
sulle labbra:
<< Sì, molto piacevole…
>> sussurrò con tono quasi sognante.
<<
Finalmente si è accorto che il Capitano è una
donna… >> sussurrò Breda a Havoc,
al suo fianco.
Ma
Roy sentì
perfettamente quella frase. Mentre gli compariva un’enorme
vena pulsante sulla
fronte, s’alzò
e s’avvicinò alla scrivania di Breda,
appoggiandosi pesantemente con entrambe le mani e guardando il rosso
con occhi
fiammeggianti degni del Flame Alchemist, e rivolgendo la schiena alla
figura
della donna, ancora occupata all’archivio.
<<
Io so PERFETTAMENTE che il Capitano è una donna…
e MOLTO BELLA, per giunta! >> disse il moro a voce alta.
Sui
volti di tutti, compresi quelli di Ed e Giulia che
avevano ascoltato tutto, comparvero espressioni stupite, e su quelle
delle due
gemelle, pure imbarazzate. Ma
mai come quella di Riza,
che era avvampata al complimento esplicito, detto davanti a tutti, ma
fortunatamente
non fu vista. Tutti avevano capito che il Generale aveva dimenticato
che la
bionda era presente.
Se
ne rese conto nel vedere le espressioni stupite dei
suoi uomini. Avvampò e disse: <<
Ah… >>. Nella
sua testa, nel frattempo, era disperato: “Oddio, che ho fatto!
Sono
morto, me lo sento! Anche se in realtà le ho fatto un
complimento, ma… sono
morto lo stesso!”
Calò
un attimo di silenzio imbarazzante, interrotto da
Riza, che fece partire uno sparo verso l’alto, rimanendo
sempre girata verso
l’archivio: << Allora, avete finito di fare
salotto? >>
<<
Sissignora! >> dissero tutti in coro
mettendosi sull’attenti, pure il Flame Alchemist, che era il
suo superiore.
Addirittura anche Ed e Giulia, con uno scatto istintivo.
Tutti
ripresero a lavorare per evitare di diventare più
bucati di un formaggio Emmenthal. Poco dopo Luana, che era uscita a
portare
alcuni documenti, tornò con una busta indirizzata al Flame
Alchemist. <<
E’ per lei, signore >> disse mentre gliela
porgeva. << Credo… che
sia una nuova missione… >>
Senza
dire nulla, il moro prese la busta, e nell’aprirla trovò
all’interno altre due buste, poco più piccole: una
indirizzata a lui, l’altra ad un altro militare. Prese quella
col suo nome, l’aprì
e lesse con attenzione. A un certo punto, qualcosa lo
stupì per un attimo, perché sgranò gli
occhi, poi s’accigliò
nuovamente, facendosi ancora più attento.
<<
Qualcosa non va, Generale? >>
chiese Falman, notando i vari cambiamenti di espressione.
<<
No, tutto a posto >> rispose il moro con
molta tranquillità. Prese l’altra lettera e
cercò qualcuno per consegnarla.
Vide che Luana (la sua vittima
preferita in caso di
giri per il Quartier Generale) era occupata ad aiutare Riza,
così chiamò la
gemella.
<<
Vieni qua, Piantina >> la chiamò lui.
La
ragazza s’avvicinò
senza
alcuna reazione, cosa che fece stupire l’uomo. Ormai le tre
sorelle non
dicevano più niente su quei soprannomi, però gli
lanciavano comunque delle
occhiatacce. Ma lui non
poteva sapere come stava
l’animo della ragazza.
Il
Flame Alchemist lasciò correre la questione, e si
concentrò nuovamente sulle cose importanti: <<
Consegna questa lettera al
militare il cui nome è scritto sopra, fagliela leggere e
portalo qui. >>
L’Alchimista
delle Piante lesse il nome e gli occhi si
riempirono di stupore: << Colonnello Blizzard?!
>>
Luana,
alla voce della gemella che pronunciava quel nome,
si voltò a guardarla.
<<
Già… >> confermò
l’uomo. << A quanto
pare hanno deciso di far collaborare le nostre squadre… ma
ti spiegherò meglio
dopo. >> Poi si rivolse a Fuery: <<
Dì a Lampadina e Acciaio di
muoversi, altrimenti dovranno
sentirsi la spiegazione
della missione via radio. >>
Gli
occhi di Debora si riempirono di tristezza: avrebbe
preferito evitare d’incontrare il biondo Colonnello, e
invece…
A
Roy quella tristezza non poté sfuggire: <<
Qualcosa non va? >>
La
ragazza fece segno di diniego: << No, tutto
bene. >> Detto questo, uscì
dall’ufficio.
Luana
avrebbe voluto seguirla, per farle da supporto,
ma Riza la stava involontariamente bloccando.
Sospirò, sperando che andasse tutto bene.
Poco
dopo, l’Alchimista delle Piante raggiunse l’ufficio
di Leonard. Quello stesso ufficio che li aveva fatti conoscere. Dopo un
attimo
d’indecisione, prese un profondo respiro e bussò.
<<
Avanti! >> rispose una voce all’interno.
Aprì
la porta e vide che tutti i componenti
di quella squadra erano occupati. Quando Leonard alzò lo
sguardo, rimase
sorpreso nel vedere la castana. << Debby…
>> sussurrò
involontariamente.
La
ragazza, con passo marziale, si diresse di fronte al
biondo e si mise sull’attenti: << Colonnello
Blizzard, ho questa lettera
per lei da parte del Generale Mustang. Mi ha detto che deve leggerla,
poi la devo portare nel
suo ufficio. >>
Il
ragazzo rimase confuso dalla freddezza della castana, a cui non era abituato. Prese la
lettera sussurrando un
<< Grazie >>, la lesse velocemente e si
alzò. << Bene, fammi
strada. >>
Mentre
percorrevano i corridoi del Quartier Generale, il
silenzio scese tra i due. Leonard sapeva di aver fatto un casino il
giorno
prima, e voleva (almeno in minima parte) risolvere la cosa. Decise di
provare a
spiegarle tutto, approfittando del fatto di essere da soli.
<<
Debby, io… ti devo una spiegazione…
>>
La
ragazza lo guardò con occhi colmi di tristezza.
Il
biondo, spaesato da quello sguardo, prese un profondo respiro
e continuò: << Mi… mi dispiace di
non averti detto nulla di Mary-Ann…
>>
Debora
sospirò, provando poi a fare un leggero sorriso:
<< In fondo non eri
obbligato a farlo… >>
Il
giovane Colonnello la guardò confuso.
<<
Non mi pare che esista una legge che dice che
quando un ragazzo e una ragazza si conoscono, bisogna dire se si
è già
fidanzati o meno…
>> si spiegò lei.
<<
Sì, questo è vero… >>
disse lui <<
ma… non è giusto nei tuoi confronti,
perché così hai sofferto… e hai perso
la
fiducia in me… >>
“Bingo…”
pensò Debora. Ma
almeno
aveva visto che il ragazzo era davvero dispiaciuto.
Scese
nuovamente il silenzio. Erano quasi arrivati
all’ufficio del Generale Mustang, che il biondo disse:
<< Io non te l’ho
detto solo perché… >>
Ma
non riuscì a
completare la frase, che la porta del suddetto ufficio si
spalancò, mostrando
la figura di Riza: << Bene, siete arrivati. Il Generale
vi stava
aspettando. >>
Entrati,
Debora vide che erano tornati
anche Ed e Giulia. Quest’ultima, nel vedere Leonard, fu
aiutata dalla mano di
Luana che si appoggiava sulla sua spalla per reprimere
l’istinto di fulminarlo.
Intanto,
Leonard arrivò davanti alla scrivania e fece il
saluto militare: << Colonnello Blizzard al suo servizio,
Generale
Mustang. >>
<<
Riposo, riposo…
>> disse il moro con tranquillità.
<< E si sieda pure >>
aggiunse, indicando uno dei due divanetti. Si guardò un
attimo intorno, per poi
chiedere: << Dov’è la sua squadra,
Colonnello? >>
<<
Signore >> s’intromise Debora <<
lei
non mi ha detto di far venire anche la sua squadra… >>
Fantastico.
Il famoso Flame Alchemist aveva già fatto la
sua prima figuraccia con quel giovane che aveva appena conosciuto.
Cominciava
proprio bene. “Che deficiente…”
commentò mentalmente Ed.
Dopo
un secondo di stupore, il moro si riprese immediatamente:
<< Fa niente, fa niente, li farò
chiamare!
>> e detto questo, alzò la cornetta.
Poco
dopo, anche la squadra di Leonard arrivò
nell’ufficio. Debora riconobbe il ragazzo alto coi
capelli rossi e ricci, quello che aveva chiamato il giovane Colonnello
quando
stavano parlando sotto l’albero in cortile. Insieme a
lui, altri due militari, anche loro piuttosto giovani: uno aveva i
capelli di
colore castano chiaro, l’altro di uno strano colore di grigio.
<<
Bene, signori. >> cominciò il Generale
Mustang. << Gli alti gradi dell’Esercito hanno
deciso di affidarci una
missione, facendo collaborare le nostre squadre. A quanto pare, per poter dare consigli alla
squadra del Colonnello
Blizzard. >>
I
componenti di entrambe le
squadre si osservarono, curiosi.
Roy
continuò: << Vi spiego
velocemente la situazione: nella zona nord-ovest della città
ci sono stati
strani avvistamenti.
>>
<<
Strani? >> chiese confuso
Breda.
<<
Già >> rispose il moro. << Pare
abbiano visto una specie di grosso mostro… >>
I
sottoposti di Roy sgranarono gli occhi, nella paura di
ritrovarsi nuovamente in una situazione come quella del giorno della
promessa.
<<
… come se fosse formato da tanti esseri diversi:
c’è chi ha detto che aveva una coda di serpente,
chi delle zampe di orso… chi
anche una criniera di leone e altre svariate cose… >>
I
militari della squadra del Flame Alchemist tirarono un sospiro di sollievo:
fortunatamente era solo…
<<
… insomma, hanno visto una chimera. >>
completò Roy. Dopo il giorno della promessa, erano state
fatte delle
perlustrazioni nei sotterranei per uccidere quelle chimere di cui
avevano
parlato Scar, May e gli altri che si erano ritrovati davanti quei
mostri. Molto
probabilmente, qualcuna di queste creature era riuscita a sfuggire ai
soldati.
Anche se era strano che comparisse solo ora: doveva essersi nascosta
molto
bene.
Il
Generale riprese la spiegazione: << Il nostro
compito è quello di
abbatterla. Non solo terrorizza i cittadini,
ma pare stia facendo anche un po’ di…
confusione.
>>
<<
In che senso “confusione”?
>> chiese Havoc.
<<
Hanno trovato case, magazzini, negozi e edifici
vari semidistrutti in quella stessa zona. >>
spiegò Roy. << Quando
hanno fatto in seguito il sopralluogo, hanno trovato orme di orso
e… delle scaglie
di serpente. Capite bene
che qui né siamo sui monti
Briggs, né c’è un circo nei
dintorni… >>
“E
nemmeno il Generale Maggiore Armostrong…”
completò
mentalmente la frase Ed, ripensando a quanto quella donna potesse
essere
terribile e, difatti, a come aveva saputo distruggere la villa di
famiglia.
<<
Però, pare che
non
abbia ucciso nessuno fino ad adesso, solo feriti. E con questo
è tutto.
>> concluse
il Flame Alchemist.
<<
Bene! >> annuì Leonard.
Poi
Roy osservò l’altra squadra, e chiese:
<<
Colonnello Blizzard, può dirmi le sue abilità e
quelle dei suoi uomini? In modo
da poter pensare a una buona strategia… >>
<<
Certamente >>. Il biondo cominciò
indicando il ragazzo dai capelli grigi: << Sottotenente
Louis Harrow.
Esperto nell’utilizzo di pugnali. >>
<<
Pugnali? >> chiese Roy, non capendo bene.
Per
essere chiaro, il giovane Sottotenente ne prese fuori
uno per mostrarlo. Al moro gli si fermò un attimo il cuore
nel vederli: erano
uguali a quelli che usava Hughes, identici. Cercò di
nascondere la tristezza causata
da quei ricordi, ma a Riza la cosa non sfuggì: conosceva
troppo bene
quell’uomo.
Leonard
proseguì, indicando adesso il ragazzo dai capelli
rossi: << Maresciallo David Adams, bravo con le armi da
fuoco, ma la sua
specialità è la ricerca. Infatti
in precedenza
lavorava al reparto investigativo. >> Il rosso si mise
sull’attenti.
“Mi
ricorda terribilmente Falman…” osservò
Luana.
<<
E infine >> continuò Leonard <<
il Sergente
Jim Bale, anche lui piuttosto bravo con le armi da fuoco, ma
solitamente si occupa
dei contatti radio. >>
“Ma
cos’è?
“Fuery 2-la vendetta”?!”
pensò Giulia. (scusate, non
avevo molte idee… ndA)
<<
E lei, Colonnello? >> chiese il Flame
Alchemist.
<<
Sono… solo un buon cecchino. Uso armi da fuoco.
>>
<<
Come il Capitano Hawkeye. Capisco… >>
Presa
una cartina della città e dei suoi sotterranei, Roy
e Leonard cominciarono a
ragionare su una possibile
strategia, mentre ogni tanto Riza dava consigli, che ovviamente il moro
accettava senza problemi. Nel frattempo Ed, incuriosito, s’avvicinò
al Sottotenente Harrow, quello con i capelli grigi. <<
Piacere, Edward
Elric, detto l’Alchimista d’Acciaio
>> disse il biondino, tendendo la
mano destra.
Come
risposta, ebbe solo una gelida occhiata da parte del
ragazzo.
“Mamma
mia che freddezza…” commentò
mentalmente Debora,
sentendo degli strani brividi addosso.
“Accidenti,
almeno un minimo di rispetto per uno che ha
un grado maggiore del tuo!” pensò Ed, mentre
cercava di nascondere il
nervosismo. << Visto quello strano colore di
capelli… >>. Il Sottotenente
Harrow s’accigliò.
<< … hai del sangue
ishvaliano? >> completò il biondino.
Dopo
un momento di pausa, rispose freddamente: <<
Sì, perché? Problemi? >>. Agli
uomini di Roy e alle tre sorelle sembrava di
essere appena arrivati sulla cima più alta dei monti Briggs.
<<
No, semplice curiosità >> rispose
tranquillamente Ed, non prima di essersi ripreso
dall’improvviso gelo polare
che aveva sentito dentro e fuori di sé.
Fuery
s’avvicinò
lentamente a
Ed: << Perché gli hai fatto quella domanda?
>> sussurrò, ancora
intimorito da quella freddezza. Anche Riza sapeva essere fredda durante
il
lavoro, ma in confronto a quel giovane, la bionda trasmetteva lo stesso
calore
del sole ai tropici.
<<
L’ho detto: semplice curiosità, tutto qui
>> rispose l’Alchimista d’Acciaio,
sempre sussurrando.
<<
Salve, gente! >> li interruppe una voce.
Tutti
i presenti, tranne Roy e Leonard, si voltarono per
vedere chi fosse: era Ling, seguito come sempre da Lan Fan.
<<
Ling?! >>
esclamò
sorpresa Luana.
<<
Che ci fai qui? >> chiese Debora.
Il
ragazzo di Xing, tranquillo come sempre, rispose:
<< Bè, sono venuto a farvi una visita!
Perché, non si può? >>. Lan
Fan, dietro di lui, sospirò: aveva provato a fermarlo,
dicendogli che tutti
stavano lavorando e che non era il caso di disturbarli, ma Ling era
stato il solito
testardo e non le aveva dato ascolto.
Fu
Roy a interrompere quella chiacchierata (se così
poteva chiamarsi): << Bene, abbiamo deciso come muoverci.
>>
Tutti
si misero attentamente all’ascolto.
<<
Sergente Bale, lei si occuperà dei contatti
radio insieme al Sergente maggiore Fuery. >>
<<
Sissignore! >> dissero in coro i due
interessati.
Il
moro aggiunse, rivolgendosi al suo sottoposto:
<< Approfittane per insegnare qualche “trucco
del mestiere” al ragazzo.
>>
<<
Certamente! >> annuì Fuery.
<<
Falman e Adams >> continuò
Roy << andate a cercare altre informazioni su questa
chimera. Quelli del
reparto investigativo sono stati un po’ restii nel
rilasciarci qualche informazione
in più. E se avete novità importanti,
trasmettetecele via radio. >>
<<
Sissignore! >> risposero i due, mettendosi
sull’attenti.
<<
Tutti gli altri, con me e il Colonnello nei
sotterranei >> completò il Generale.
<<
Sissignore! >>. Anche Ling, che non
c’entrava assolutamente nulla, aveva risposto e si era messo
sull’attenti.
Solo
in quel momento, Roy si accorse dei due ragazzi di Xing. << E voi che
ci fate qui?! >>
Ling
sorrise: << Siamo venuti a vedere come ve la
passavate! >>. Lan Fan arrossì nel sentirsi al centro
dell’attenzione.
<<
Bè, siete venuti in un brutto momento: stiamo
andando in missione… >> disse il Flame
Alchemist.
<<
Potremmo venire anche noi! >> propose
tranquillamente il ragazzo di Xing.
Lan Fan si girò a
guardarlo con stupore: ma che diamine stava dicendo?!
Anche
gli altri presenti li guardarono stupiti, in
particolare Leonard e la sua squadra, che non lo conoscevano.
Gli altri erano più o meno
abituati alle strane
sparate del giovane principe.
<<
Potremmo esservi utili… >> continuò
il
ragazzo, ovviamente mettendo in mezzo anche la
giovane ninja.
Roy
sapeva che era vero, poiché sia lui che
Lan Fan potevano percepire quello che chiamavano
“ki”,
cioè l’anima degli esseri viventi. E sarebbe stato
davvero utile in quella
missione, in modo da non perdere troppo tempo nel cercare quel mostro.
Fece un
sospiro e disse: << Va bene, venite con noi
>>. Mentre s’alzava
aggiunse, rivolgendosi a tutti : << Vediamo
di muoverci. Fino ad adesso quella chimera non ha ucciso nessuno, ma
potrebbe
farlo molto presto >>. Detto questo, prese il suo
soprabito nero e uscì
dall’ufficio, seguito dagli altri militari e dai due ragazzi
di Xing.
Mentre
camminavano, Luana sospirò.
<<
Bè, che ti prende? >> chiese Giulia.
<<
A causa di questa missione… >>
cominciò
l’Alchimista d’Acqua, mentre anche la gemella l’ascoltava
<< … oggi non potrò andare dal mio
Daniel! >>
Le
sue sorelle la guardarono prima sconvolte, poi
sospirarono: quella ragazza era davvero incorreggibile.
A
dir la verità,
all’inizio
volevo fare un unico capitolo con questa parte e la missione vera a
propria, ma
in questo modo il capitolo sarebbe stato a dir poco infinito. ._. Così, ho deciso di
fare due cose separate! ^_^ Mi
dispiace solo per Lua, che deve aspettare ancora un capitolo per avere
la
soluzione del mistero su Daniel e Sheska! XD
E’
venuto fuori un capitolo piuttosto serio, col fatto
che viene data questa
nuova missione. Però
ho cercato di farlo comunque più allegro del precedente
(con le mie solite piccole scenette sceme, come l’ultima con
Lua XD) e anche
con un pizzico di romanticismo (col discorso sulla cena di sabato sera
^///^).
E soprattutto per la vostra felicità, ho impiegato poco
tempo! :D Bè,
per forza: mentre non sapevo come fare la parte con
Romeo nella scorso capitolo, nel frattempo sapevo già
perfettamente cosa
sarebbe successo in questo! (a
parte il pezzo dal
momento in cui i militari notano Roy allegro fino a quando il Flame
Alchemist
fa il complimento a Riza: quello l’ho pensato mentre
scrivevo! ^_^)
Perché
questa missione con la squadra di Leonard? Non lo
so bene nemmeno io! XD Direi soprattutto per rendere il personaggio un
po’ più
attivo, cosa che farò anche con Daniel. Ma la cosa difficile
sarà farlo con
Romeo: con Leonard e Daniel è più facile, visto che
lavorano entrambi nel Quartier Generale… vabbè,
qualcosa me lo inventerò! XD
Come
avete visto, ho approfittato di questa missione per
far entrare in scena anche Ling e Lan Fan, che, poveretti, dopo un
sacco di
capitoli, erano praticamente
scomparsi. ._. Molto
probabilmente, qualcuno di voi avrà messo un
annuncio sul giornale o avrà chiamato “Chi
l’ha visto”! XD Tornando seri, non
li avevo più messi in mezzo perché non avevo idee
su cosa far fare loro.
Così, ho pensato che questa missione potesse
essere un modo per metterli un po’ in movimento! ^_^ (sapete,
avevano smesso pure di fare ginnastica! u.u
XD)
Il
titolo. Anche se poco fantasioso, la scelta mi sembra
abbastanza chiara: non solo la collaborazione tra le due squadre, ma
anche con
Ling e Lan Fan, letteralmente “infiltrati” XD
Cos’altro…
ah, riguardo i sottoposti di Leonard. Ammetto che non avevo grandi idee
(per
ogni loro particolare), infatti, come si è capito, mi sono
un po’ ispirata ai
sottoposti di Roy e, soprattutto, sono pochi! XD Per nomi e cognomi,
ringrazio
il mio dizionario italiano/inglese, che ha una lista di nomi e cognomi
inglesi/americani (perché anche su questo fronte le mie idee
erano pari a zero
XD)
Bene,
ho finito! ^_^ Come al
solito, metto i link dei miei disegni! Prima di tutto, alcune scene da
questo
capitolo e da quello precedente:
Come
al solito, ringrazio
coloro
che hanno commentato l’ultimo capitolo: Lulumoon91 e
VioletJuliet su DeviantArt
(che, per chi non lo sapesse, sono rispettivamente le mie amiche Lua e
Giuly),
poi su EFP Lupoz91, Hanako_Hanako, NeutralDarkSide e la nuova arrivata
Celest93, che altri non è che un’amica di Giuly,
obbligata da questa a leggere
la fan fic anche se non ha seguito FMA XD (ecco perché nel
commento aveva
scritto “ce la vedo Giuly spiaccicata alla vetrina per vedere
il poster dei
Finley”! XD).
Ovviamente,
ringrazio anche tutti i cosiddetti lettori
silenziosi: grazie di aver avuto il coraggio di cominciare a leggere
questa folle
fan fic! (_ _) XD
Il
gruppo formato dai militari e dai due ragazzi di Xing
arrivò presto nei sotterranei, fortunatamente per Roy appena
prima che fuori si
scatenasse un vero e proprio temporale. Non sarebbe stato piacevole
sentirsi
inutile durante una missione insieme a dei militari più
giovani: ci sarebbero
andati di mezzo sia la sua dignità che il suo
orgoglio.
Arrivati
nei sotterranei, seguirono le indicazioni dei
due giovani di Xing, finché non arrivarono ad un
bivio, dove si bloccarono.
<<
Che succede? >> chiese Roy: fino a quel
momento, ad ogni
incrocio sapevano perfettamente dove
andare.
<<
C’è un problema >> rispose Ling. << Sentiamo
del “ki” provenire da entrambe le
strade. >>
<<
Quindi… le
chimere
devono essere due… almeno… >>
rifletté Ed.
<<
Fantastico… >> sospirò il Flame
Alchemist.
Rimase un attimo a riflettere, poi disse: << Significa
che ci divideremo.
>>
<<
Dividerci? >> chiese Luana.
Il
moro annuì, poi continuò: <<
Formeremo due
gruppi, in modo da perlustrare contemporaneamente i due corridoi. In
uno ci
sarà Ling, nell’altro Lan Fan. >>
La
giovane ninja
si
fece avanti: << No, mi dispiace >>.Tutti si
girarono verso di lei e
la ragazza continuò, seria: << Il mio compito
è proteggere il principe,
non aiutarvi nella vostra missione. >>
Roy
sospirò: << Lo so Lan Fan, ma…
>>
Ling
si avvicinò alla sua guardia del corpo,
interrompendo l’uomo: << Per favore.
>>
Lan
Fan si girò a guardarlo, stupita, mentre il giovane
principe continuò: << Sicuramente il Generale
l’ha proposto in modo da
finire prima questa missione. >>
<<
Lo so, ma… >> provò a ribattere.
<<
E sai anche che sono capace di difendermi…
>> disse lui con appena un po’ di dolcezza in
più. Capiva la sua
preoccupazione: non lo proteggeva solo perché le era stato
ordinato, ma anche
perché gli voleva bene, così come lui ne voleva a lei.
Anche
con la maschera, si sentì la
giovane ninja sospirare: << Va bene. Ma
lo faccio solo perché me lo chiede lei >>.
Ling, per tutta risposta,
sorrise.
<<
Ti ringrazio Lan Fan >> disse il Flame
Alchemist. Poi continuò:
<< Bene, ci divideremo in
questo modo: io, Ling, Hawkeye, Acciaio, Breda e Harrow prenderemo la
strada di
sinistra. Havoc, Lan Fan e le sorelle Frid col Colonnello
Blizzard.
>>
<<
Sissignore! >> disse Leonard, mettendosi
sull’attenti, seguito dagli altri militari presenti. Tranne
Ed, che si lamentò
ad alta voce: << Perché devo sempre seguire
lei, stupido di un piromane?!
>>
Sulla
fronte di Roy comparve un’enorme vena pulsante, ma
cercò di dimostrarsi calmo: <<
Perché, come sai perfettamente anche tu,
le tre sorelle >> e indicò le interessate
<< sono molto più forti
insieme, e in più cercavo di formare due
squadre abbastanza
equilibrate, con due Alchimisti in una squadra e tre
nell’altra. >>
Il
biondino odiava quando il suo superiore aveva ragione.
Non poté far altro che sbuffare.
<<
Bene >> s’intromise Riza, interrompendo la
piccola discussione. << Mi raccomando, teniamoci sempre
in contatto via
radio >>. I militari della squadra di Leonard annuirono
con decisione.
Lan Fan, nel frattempo, pregò che andasse tutto bene: il suo
cuore non avrebbe
retto se avesse perso Ling.
Mentre
le due squadre presero ognuna una strada, Roy
buttò istintivamente un’occhiata triste al
Sottotenente Harrow: gli faceva male
vedere qualcuno usare quei particolari pugnali che gli ricordavano
inesorabilmente
Hughes, ma non gli sembrava prudente formare una squadra formata solo
da
persone senza molta esperienza. Per questo aveva preso con
sé il giovane dai
capelli grigi e aveva mandato Havoc con il Colonello Blizzard, a favore
della
missione ma a discapito del suo cuore. Riza vide la tristezza nelle
iridi
oscure del suo superiore: come sempre, le bastò
un’occhiata per capire.
Contemporaneamente,
nell’altro gruppo era sceso il
silenzio, mentre Lan Fan si bloccava ad
un altro
bivio. Le tre sorelle s’avvicinarono,
preoccupate.
<<
Qualcosa non va, Lan Fan? >> chiese
Debora.
<<
No, niente… >> rispose lei. In
realtà un
problema l‘aveva: la sua attenzione si era distolta dal
“ki” della chimera per
controllare quello di Ling. Aveva veramente paura: era vero che il
principe se
la sapeva cavare perfettamente, ma non si sentiva al sicuro se non era
sotto il
suo sguardo. Abbassò gli occhi, leggermente imbarazzata.
Le
tre sorelle capirono perfettamente: ormai la
conoscevano piuttosto bene. << Stai tranquilla,
>> le sussurrò Lua
<< andrà tutto bene. >>
La
ragazza mora alzò gli occhi sulle tre sorelle, che le
sorridevano per tranquillizzarla.
<<
Avanti Lan Fan, >> provò a spronarla Giuly
<< abbiamo fiducia in te! >>
La
giovane ninja
annuì: << Sì…
scusatemi… >>. Si concentrò per un
attimo e prese con
sicurezza la strada di sinistra.
Nel
frattempo, Leonard e Havoc avevano guardato la scena
in silenzio. Il biondo Tenente aveva intuito da un pezzo che
c’era qualcosa in
più del semplice rapporto principe-guardia del corpo a
legare Lan Fan a Ling.
Il giovane Colonnello, invece, era rimasto come affascinato dalla
preoccupazione della
ninja.
Entrambi
i gruppi continuarono a camminare, finché una
grossa ombra non passò davanti al Generale Mustang, uscendo
da un corridoio e
prendendone un altro, a gran velocità.
<<
Eccola! E’ quella la chimera! >>
urlò
Ling.
<<
Avanti, inseguiamola! >> ordinò Roy.
Mentre
il gruppo del Flame Alchemist correva dietro a
quell’ombra, quello di Leonard si bloccò,
ritrovandosi il passaggio chiuso
dalla chimera che stavano cercando. Era poco più grande di
un leone, con cui
condivideva non solo la grandezza, ma anche il muso, contratto in un
ringhio, e
l’ispida criniera che gli circondava la testa e gli copriva
parte della schiena
e della pancia. Le zampe erano grosse e pesanti come quelle di un orso,
e la
coda era squamata come quella dei serpenti. A quanto pare,
l’insieme di
segnalazioni aveva creato un identikit perfetto della creatura.
<<
Caspita… >> borbottò Giulia
<< è
piuttosto disgustosa… >>
Si
misero tutti in posizione, pronti a combattere, ma il
mostro non li attaccò. Anzi, fuggì prendendo la
direzione opposta.
<<
Ma…
>> disse
Havoc, sorpreso dallo strano comportamento.
<<
Presto, non dobbiamo perderla di vista! >>
urlò Leonard, mentre si precipitava
all’inseguimento, seguito subito dopo dagli
altri militari e dalla ragazza di Xing.
Quando
i due gruppi finirono la corsa, si ritrovarono
insieme ai due lati opposti di una grande stanza circolare. Al centro,
le due
chimere ringhiavano rabbiose verso gli “invasori”.
Appena
la giovane ninja vide
Ling, con uno scatto felino lo raggiunse, attraversando la stanza in
modo da
rimanere al di fuori della portata dei due mostri.
<<
Principe, state bene? >> chiese lei
immediatamente.
<<
Sì, non ti- >>
<<
Attenti!!!
>> li
avvertì una voce. Ma
non fece in tempo: un colpo di
coda di uno dei due mostri lanciò letteralmente i due
giovani di Xing contro un
muro. Nel volo, la maschera di Lan Fan si tolse e finì
chissà dove.
<<
Oh, mio dio! >> urlò Debora, mentre li
raggiungeva, per innalzare subito dopo una barriera di rampicanti per
proteggerli da un altro possibile attacco.
Ling
si puntellò su un gomito, dolorante, per poi
occuparsi immediatamente della situazione della
giovane ninja:
<< Lan Fan, stai bene? >> chiese il
principe, decisamente
preoccupato, mentre le appoggiava una mano sulla spalla.
<<
S-sì, non si preoccupi… >> rispose
la
mora, anche lei dolorante: il colpo era stato molto forte.
Il
giovane principe riuscì a rialzarsi, anche se a
fatica, per poi aiutare Lan Fan a fare lo stesso. Ma
nel tentativo, la ragazza rischiò di cadere nuovamente. Per
fortuna, Ling la
prese in tempo.
<<
Sei sicura? >> chiese ancora il ragazzo:
era proprio in ansia.
Quando
finalmente riuscì a rimettersi in piedi,
la giovane ninja rispose: << Certo… e lei?
Come
sta? >> chiese a sua volta la ragazza: gli occhi erano
pieni di
preoccupazione.
Il
giovane le rispose con uno dei suoi sorrisi, cercando
di tranquillizzarla: << Sto benissimo! Ce ne vuole per
mettere fuori
gioco il principe Ling Yao! >>
Lan
Fan sorrise appena: aveva capito che stava cercando
di calmarla.
Debora
s’avvicinò:
fino a quel
momento era stata a leggera distanza, perché le sarebbe
sembrato di essere
invadente. << State bene? >>
<<
Sì >> rispose il giovane principe
<<
niente di rotto. >>
La
castana sorrise,
quando delle grida attirarono la sua attenzione.
<<
Debby! >> urlò la voce di Luana.
<<
Sorellona! >> urlò subito dopo Giulia.
L’Alchimista
delle Piante si girò, e vide con orrore che
una chimera stava distruggendo a zampate e con molta
facilità la sua barriera
di rampicanti. Rimase bloccata dalla paura.
Venne
salvata da uno sparo, che colpì la creatura precisamente in
un occhio.
L’Alchimista si voltò verso il punto da cui
proveniva la pallottola,
aspettandosi la figura di Riza, rinomata per la sua precisione che alla
fine le
aveva dato il soprannome di Occhio di Falco. E invece era Leonard.
Mentre
il mostro indietreggiava urlando dal dolore, il
giovane Colonnello si rivolse alla castana: << Tutto ok?
>>
Debora
annuì, per poi sussurrare un <<
Grazie… >>
Nel
frattempo, Roy, su consiglio di Breda, aveva deciso
di mettere al muro le due chimere. Cominciò a lanciare delle
fiammate per farle
indietreggiare, poiché le pallottole non avevano
granché effetto, se non in
punti molto delicati.
Quando
ormai i due mostri erano senza via di
scampo, una voce risuonò negli auricolari dei
militari:
<< Generale Mustang! Colonnello Blizzard! >>
Il
Flame Alchemist rimase ammutolito, non riconoscendo la
voce, al contrario di Leonard, che chiese: << Che succede,
Maresciallo Adams? >>
<<
Abbiamo novità sulla chimera >> rispose il
militare.
<<
LE chimere… >> precisò Giulia.
<<
Sono… più di una? >> chiese il
rosso
dall’altra parte.
Adesso
fu il Generale Mustang a rispondere: << Sì,
sono due. Allora, quali sono le novità? >>
chiese sbrigativo.
<<
A quanto pare queste chimere, anche se hanno
zampe d’orso, sanno essere molto agili e veloci,
probabilmente grazie al sangue
felino che scorre nelle loro vene. Almeno questo è
ciò che abbiamo dedotto dalle
varie segnalazioni che l’Esercito ha ricevuto…
Fate attenzione, potrebbero
cogliervi alla sprovvista. >>
<<
Grazie mille, Mar- >>
La
voce del Flame Alchemist si bloccò, quando vide che
uno dei due mostri, quello non ferito, spiccò un balzo con
l’agilità tipica dei
felini, passando sopra le teste dei militari e raggiungendo
l’altra parte della
stanza. Adesso erano i soldati ad
essere in trappola.
<<
Maledizione! >> ringhiò Ed.
<<
Adesso sì che siamo nei guai… >>
commentò
Luana.
<<
Che succede? >> chiese Fuery attraverso
gli auricolari.
<<
Siamo stati circondati >> rispose
freddamente il Sottotenente Harrow.
Fecero
l’unica cosa in quel momento possibile: combattere
per cercare sia di difendersi, sia di abbattere le chimere.
Le
tre sorelle, a un certo punto, nel mezzo della
battaglia, rimasero come incantate. Si ritrovarono a fissare due
coppie: Ling e
Lan Fan da una parte, Roy e Riza dall’altra.
I
due ragazzi di Xing combattevano con forza, ma senza
perdere l’eleganza, grazie agli agili movimenti tipici delle
arti marziali. Le
sorelle si resero conto che non era solo la
giovane ninja
a proteggere il principe, ma anche viceversa. Emanavano come
un’aura di fascino,
causata anche da quei movimenti fluidi che le tre sorelle vedevano per
la prima
volta.
Allo
stesso modo facevano il Capitano Hawkeye e il
Generale Mustang. Combattevano, ma riuscivano a muoversi con eleganza.
E’ vero
che lo facevano anche i due ragazzi di Xing, ma a loro era a causa
delle arti
marziali. A Roy e Riza, invece, la cosa sembrava quasi naturale, mentre
si proteggevano
l’un l’altra. Ogni tanto si guardavano,
scambiandosi sguardi di complicità che li rendevano
stupendi, e confermava
sempre più l’idea che quei due, insieme, fossero
semplicemente perfetti. Luana
si ritrovò a pensare che se erano
così belli mentre
combattevano, figurarsi se ballavano insieme un romantico valzer.
C’era
solo un problema in tutto questo: nel guardare le
due coppie, le tre sorelle erano rimaste immobili in un lato della
stanza. Si
ripresero quando Ed urlò
loro: << Sorelle Frid!
Attente! >>
Solo
in quel momento si resero
conto che una delle due chimere stava per saltare loro addosso da un
lato. Ma,
fortunatamente, Havoc arrivò in tempo, spostandole
dall’altra parte, mentre
contemporaneamente il movimento della mostruosa creatura fu bloccato a
mezz’aria da un pugnale che le
si conficcò in mezzo
agli occhi.
Il
ragazzo dai capelli grigi, che aveva lanciato il
pugnale, s’avvicinò
alle tre castane: << Non mi
sembra proprio il momento di rimanere imbambolate >>
disse loro con la
freddezza che ormai conoscevano già. Per tutta risposta, la
minore delle Frid
gli lanciò un’occhiataccia.
Il
biondo Tenente, invece, si rivolse
loro con più gentilezza: << State bene?
>>
Debora
annuì, mentre Luana e Giulia erano un po’
più
concentrate sui muscoli del cecchino, messi in evidenza dalla maglietta
nera a
mezze maniche che usava in battaglia. “Complimenti per il
fisico, Havoc…”
pensarono contemporaneamente l’Alchimista d’Acqua e
la sorella minore.
Nel
frattempo, gli altri militari non riuscivano a
mettere KO quelle chimere: Roy cercava di colpirle con le sue fiammate
micidiali, ma i due mostri si muovevano velocemente, facendo
sì di evitarle o
di prenderle solo di striscio.
<<
Bisogna bloccarle >> disse l’Alchimista
delle Piante con decisione.
<<
Facciamo vedere a quell’Harrow come combattono
le sorelle Frid >> disse Giulia: quella frase pronunciata
dal
Sottotenente l’aveva ferita nell’orgoglio.
Fu
proprio l’Alchimista del Fulmine a intervenire per
prima: << TUTTI GIU’!!!
>> urlò la
ragazza.
Il
Flame Alchemist la guardò stranito, ma nel vedere lo
sguardo letteralmente fulminante della castana, decise di fare come
diceva.
Quando
tutti si abbassarono, Giulia lanciò due potenti
fulmini, uno verso ogni
chimera. Come sospettava, i
due mostri non s’accasciarono
tramortiti, ma rimasero
solo paralizzati per un attimo: non sapendo come regolarsi, aveva
deciso per un
voltaggio micidiale per un essere umano, ma non per delle chimere
grandi come
quelle.
Comunque,
le due gemelle approfittarono immediatamente di
quel momento di paralisi: usando insieme le loro Alchimie, fecero
crescere
delle enormi piante… anzi, per la precisione, erano dei veri
e proprio tronchi,
che si avvolsero con vigore attorno ai corpi dei mezzi leoni. Quello
era il
risultato dell’Alchimia delle Piante potenziata da quella
d’Acqua.
Gli
altri rimasero meravigliati: l’altra volta avevano visto
l’abilità delle tre sorelle, ma non a questo
livello di forza.
Le
due chimere, intanto, erano rimaste totalmente
bloccate: si dimenavano nel tentativo di liberarsi, cercando di
distruggere
quei grossi rami a morsi e a zampate, ma senza successo.
Le
tre sorelle si sorrisero: adoravano quando le loro Alchimie
avevano successo e meravigliavano gli altri presenti.
<<
Generale Mustang >> lo chiamò Luana,
attirando la sua attenzione << adesso può
usare la sua Alchimia per
abbattere le chimere. >>
<<
Sì... certo... >> rispose il moro, ancora
un po’ confuso. Subito dopo si riprese,
ordinando agli
altri: << Andate via da questa stanza! >>
<<
Andare via? >> chiese Leonard, alzando un
sopracciglio.
<<
Vede, Colonnello >> cominciò Roy
<<
può essere pericoloso, anche se la mia Alchimia è
molto precisa… >> Poi
distolse lo sguardo dal biondo, guardando le chimere quasi con
tristezza:
<< Inoltre non è un bello
spettacolo… >>
Riza
lo guardò: capì che gli erano tornati alla mente
i
ricordi dell’orribile guerra di Ishval.
<<
Come vuole… >> disse il giovane
Colonnello, notando la nota di malinconia che c’era nelle
ultime parole. Detto
questo, s’avvicinò
agli altri: << Usciamo. Il
Generale ci raggiungerà fra poco. >>
<<
Cosa? E perché non possiamo rimanere? >>
chiese Ling.
<<
Dice che potrebbe essere pericoloso >>
rispose semplicemente Leonard.
Il
giovane principe guardò Roy: sapeva che la sua
Alchimia era precisa… si chiese per quale motivo stesse
mentendo. << Mah,
chi lo capisce… >> borbottò il
ragazzo tra sé e sé.
L’Alchimista
d’Acciaio, invece, aveva perfettamente
capito: voleva evitare agli altri la vista dei corpi bruciati e il loro
terribile odore, anche se le vittime erano mostri e non esseri umani.
“Stupido
piromane…” pensò Ed: quel comportamento
gli dava sui nervi. Sembrava quasi che
volesse accollarsi tutti i dolori e le sofferenze del mondo per
evitarle agli
altri.
Mentre
il gruppetto s’avviava,
Leonard notò un’oggetto luccicante. Quando lo
prese, si ritrovò in mano un
orologio d’argento, quello che serviva come riconoscimento
per gli Alchimisti
di Stato. Si accorse che era il punto dove il Tenente Havoc aveva
spostato le
tre sorelle per evitare l’attacco di una chimera. S’avvicinò
così alle tre castane.
<<
Sorelle Frid… >>. Le tre ragazze si
girarono a guardarlo, e lui continuò: << Ad
una di voi deve essere caduto
questo… >> e mostrò il prezioso
orologio da taschino.
<<
Non è il mio… >> disse Giulia,
mentre
controllava che avesse ancora il suo.
<<
Il mio nemmeno >> costatò Luana alla vista
del proprio.
<<
Allora… >> cominciò Debora, mentre
con
foga guardava dove di solito portava l’orologio. E, infatti,
non c’era: il
gancio che teneva la catenina ai pantaloni della divisa si era rotto.
<<
E’ il mio! >>
Leonard
glielo porse sorridendo: << Tieni, allora…
>>
La
ragazza prese il piccolo orologio, e lo strinse a sé
come se fosse un tesoro d’inestimabile valore. Poi
guardò il giovane
Colonnello, imbarazzata: << Grazie… >>
<<
Figurati… >> disse lui. Dopo un attimo di
pausa riprese, sorridendo malinconico: << E’ un
gesto talmente piccolo
che non credo proprio che possa essere utile per farmi perdonare per
ciò che ho
fatto… >>
Le
altre due sorelle ebbero reazioni diverse: Luana lo
guardò con stupore, Giulia aggrottando le sopracciglia.
“Allora sai di aver
fatto una cavolata!” pensò
l’Alchimista d’Acqua.
Dopo
un attimo di silenzio, Debora gli rispose, senza
guardarlo direttamente: << E’ vero,
ma… è un primo passo… >>
Tutti
e tre la guardarono stupiti, mentre la minore
avrebbe voluto dirle: << Ma sei impazzita?!
>>
Fu
lui a interrompere quel nuovo momento di silenzio:
<< Allora… vedrò di continuare in
questo modo… >> e detto questo, s’avviò
verso l’uscita.
<<
A casa dovremo parlare MOOOOLTO a lungo…
>> sussurrò la minore delle sorelle a Debora.
Nello
stesso gruppetto, Ling si rese conto dello sguardo
un po’ triste della sua giovane guardia del corpo.
<< Che succede, Lan
Fan? >>
La
ragazza sgranò leggermente gli occhi, distolta dai
suoi pensieri, poi rispose al principe, cercando di sorridere:
<< Nella
lotta… ho perso la mia maschera… ed è
andata distrutta… >>. Se n’era
accorta prima, quando stavano imboccando il corridoio per uscire: aveva
visto
un paio di frammenti bianchi e rossi, che riconobbe immediatamente.
Ling
subito non disse niente e guardò dritto davanti a
sé, imitato poco dopo dalla
giovane ninja. Poi, di
punto in bianco disse: << A dir
la verità… io…
ti preferisco senza quella maschera… perché
così riesco a vedere il tuo viso…
>>. Mentre pronunciava la frase, continuando a guardare
dritto davanti a
sé, le sue guance diventarono leggermente rosse.
Lan
Fan ovviamente avvampò, e tentò inutilmente di
nascondere quell’acceso colorito dietro all’alto
colletto del suo vestito da
ninja. Da quel momento non si dissero più nulla, entrambi
troppo imbarazzati.
Nel
frattempo, nella grande stanza circolare Roy pensava
di essere rimasto da solo. Quando si rese conto di una presenza: si
voltò e
vide Riza.
<<
Che ci fa qui,
Capitano? Avevo detto che dovevano andare via tutti…
>> chiese il moro,
con la precedente tristezza che non lo aveva ancora lasciato.
<<
Sono la sua guardia del corpo, quindi la
proteggo >> rispose semplicemente lei. Subito dopo
aggiunse, abbozzando
un sorriso: << E poi io non sono
“tutti”… >>
<<
Accidenti, quanto sei testarda… >>
sospirò
il Flame Alchemist, passando automaticamente al
“tu”. << Può essere
pericoloso… >> aggiunse guardandola nei grandi
occhi color cioccolato.
La
bionda gli rispose lanciandogli un’occhiataccia che
significava “non dire stupidaggini: conosco perfettamente sia
te che la tua
Alchimia”.
Lui,
come al solito, la
capì al
volo: << Sì, decisamente testarda…
>>
<<
Io non posso lasciarti da solo >> replicò
seria
Riza, passando anche lei al “tu”. Roy la
guardò stupito, mentre la cecchina
continuava: << Ho deciso di seguirti non solo per
proteggerti, ma anche
per sostenerti, sia nella tua scalata verso il grado di Comandante
Supremo, sia
in qualunque tipo di difficoltà, sul lavoro o nella vita di
tutti i giorni.
>>
<<
Nella vita… di tutti i giorni? >>
ripeté
lui. In realtà si vedevano a malapena fuori
dall’orario di lavoro.
La
bionda si rese conto solo in quel momento di quello
che aveva detto, che le era uscito dalla bocca con naturalezza.
Arrossì appena
e distolse lo sguardo: << Non ne abbiamo
ancora
avuto occasione, ma… >>. Si bloccò
un attimo, poi riprese: tanto ormai la
frittata era fatta. << Nel caso ce ne fosse bisogno, io
ci sono, sempre.
E continuerò a esserci. >>
Roy
rimase stupito da quelle parole: sentite da una
persona qualunque, potevano sembrare pronunciate con la tipica
freddezza di un
soldato, ma il moro invece era riuscito a percepire
quell’affetto dedicato
solamente a lui. Un affetto non del tutto inaspettato, a dir
la verità, ma ogni volta che veniva a galla non riusciva a
fare a meno di
stupirsi. Il suo sguardo s’addolcì
e le sorrise:
<< Grazie, Riza… >>
La
donna gli sorrise di
rimando.
Poi il Flame Alchemist si voltò, dandole le spalle per
lanciare la fiammata che
avrebbe dato fine alla vita di quei mostri, che finalmente si erano
arresi dai
loro tentativi di liberarsi. Ma
il braccio si bloccò a
mezz’aria e le disse con serietà, senza voltarsi:
<< Senti Riza… voglio
dirti che… anch’io ci sono e ci sarò.
Sia per motivi importanti che
per cose futili. Sempre. >>
Riza
sgranò gli occhi, sorpresa da quelle parole, mentre
Roy lanciava la sua Alchimia di Fuoco.
Il
moro si voltò e ordinò: << Andiamo.
Ormai
possiamo definire conclusa la missione >>. Poi, prima
d’imboccare il corridoio, sorrise nuovamente verso la bionda.
Lei
ricambiò il sorriso, un po’ in imbarazzo, ma
fortunatamente il leggero rossore
era nascosto dalla luce del fuoco.
Subito
dopo se ne andarono, mentre quella grande stanza
circolare si riempiva sempre più della calda luce delle
fiamme.
Siiiiiii,
finito!!!!:D *saltella con dei pon-pon in
mano*
Ammetto
che, mentre lo scrivevo, sono andata un paio di
volte in crisi, non sapendo cosa far accadere di preciso durante la
battaglia. ._. Infatti,
vi sarete resi conto che non ho precisato
troppo… u.u’’ E, proprio per questo, il
capitolo è venuto un po’ più corto
degli altri. (ma non di
molto, direi)
Evviva,
finalmente sono riuscita
a parlare un po’ della coppia Ling x Lan Fan! :D Su di
loro sì che stavo andando veramente in crisi esistenziale:
non avevo proprio
idea su cosa fargli fare! >.<
Poveretti, e pensare
che sono una coppia così bella…
^_^’’
E
poi c’è anche un po’ di Royai! ^///^
Credo abbiate
capito qual è il momento rappresentato dal
disegno/anticipazione che vi ho
fatto vedere nel capitolo scorso, cioè il momento in cui le
tre sorelle
rimangono incantate. Ammetto che facendo questo abbiamo fatto la figura
delle
deficienti… u.u’’
Ma come avrebbero potuto vedere per
bene le due coppie se nel frattempo combattevano? E così, ne
ho approfittato
anche per “mostrare” l’apprezzamento che
Lua e Giuly (e, a dir
la verità, anche la sottoscritta u///u) provano per Havoc! XD
Ehm,
lo so che il titolo fa schifo, ma le mie idee erano
pari a zero… ._. Accontentatevi! XD
Quel
piccolo pezzo con l’orologio serve ad anticipare una
piccola cosa del prossimo capitolo… poi vedrete! ^_^
L’ultimo
pezzo con Roy e Riza… bè, in teoria
l’avevo
pensato come un momento malinconico… ma il mio lato
romantico ha preso decisamente
il sopravvento. ._. E
così è venuta fuori una cosa romantica
più che malinconica. Vabbè,
non importa! XD
Prima
di passare ai disegni (che stavolta sono pochi),
voglio avvertirvi che i disegni che vi farò vedere nei
prossimi capitoli
avranno una qualità un po’ orrida. Vi spiego il
perché: parto e starò per
l’intera estate da mia nonna, dove non ho lo scanner, e mi
posso arrangiare
solo con la macchina fotografica. Purtroppo non avrò altro a
mia disposizione. ._.Quindi per un po’ vi
dovrete
accontentare! ^_^’’
Bene,
passiamo ai disegni! :D
-Dallo
scorso capitolo, una scena con Romeo e Giuly (per
grande felicità di quest’ultima u.u): http://silverylugia.deviantart.com/art/Piacevole-scontro-210661429
Ero indecisa se fare questa scena oppure quella un cui Romeo dice che
“si
eccita”, ma poi ho pensato che in quest’ultima
avrei dovuto disegnare anche
Lua, mentre negli altri disegni delle due gemelle con i loro
“amati” non ci
sono “terzi incomodi” u.u E poi voglio annunciare
una cosa… IO ODIO A MORTE I
CAPELLI DI USUI E, DI CONSEGUENZA, QUELLI DI ROMEO!!!!! Sono
impossibili da
fare! è_é XD
Un
enorme ringraziamento a tutti coloro
che commentano la mia fan fic: ovviamente, su DeviantArt LuluMoon91
(cioè Lua)
e VioletJuliet (cioè Giuly). Mentre su EFP ci sono
Hanako_Hanako, Lupoz91, NeutralDarkSide, Celest93 (alias la povera
Rajae,
obbligata da Giuly a leggere la storia anche se non conosce FMA XD) e
Piwy. E
un altro enorme ringraziamento a tutti i lettori silenziosi, che, anche
se non
si fanno sentire, non li ritengo meno importanti. Grazie di cuore a
tutti voi! (_ _)
Lo
so che aspettavate con ansia questo
capitolo (in particolare una mia certa amica di nome Lua…
XD) e (chiedo umilmente
perdono! çAç) l’avete anche dovuto
aspettare più del previsto (MOLTO più del previsto… _
_ |||), anche se è un po’ più corto, a
causa di vari problemi… non solo l’inizio
di un’altra mia fan fic per il Royai Day, cioè
“A thing to say”, ma anche
perché non mi veniva la giusta ispirazione e, soprattutto,
ho avuto anche vari
giorni totalmente impegnati e quindi non mi sono potuta mettere al
lavoro sul
capitolo.
Va
bene, basta con le chiacchiere, sennò
cercate l’indirizzo della casa di mia nonna e venite ad
uccidermi D: XD
Erano
passati un paio di giorni dall’ultima missione. Giorni in
cui, notarono le
sorelle, Luana era stranamente pensierosa. Cominciarono a credere che
fosse
successo qualcosa con Daniel (oltre al mistero sul rapporto con
Sheska), così
glielo chiesero direttamente.
<<
No, non è successo nulla… >> disse
con un
sorriso, tentando di rassicurare le sue sorelle. Poi aggiunse con una
punta di
tristezza: << Bè, a parte quello che
già sapete… >>
Debora
e Giulia non potevano sapere che per la testa di
Luana c’era tutt’altra cosa. Non pensava ai suoi
problemi sentimentali, ma alla
battaglia. A differenza della loro prima missione, qui non si era
sentita
“utilissima”. Aveva provato a colpire quelle
chimere con un getto d’acqua ad
alta pressione, ma non aveva avuto alcun effetto. Certo, se la sua
Alchimia e
quella della sua gemella non si fossero combinate, molto probabilmente
non
sarebbero riusciti ad averla vinta contro quei mostri, ma…
per il resto non
aveva fatto altro. E non le piaceva molto era solo un
“supporto”.
Decise
che doveva fare qualcosa. Magari riuscire a
“potenziare” in qualche modo la sua
Alchimia… e di certo i libri che aveva
a casa, usati così tanto per studiare che ormai li
sapeva a memoria, non le potevano di certoessere d’aiuto.
Decise
di andare in biblioteca, stavolta seriamente, e non
per vedere solo Daniel… anche perché quel giorno
era di turno Sheska. Chiese
così il permesso al Capitano Hawkeye e al Generale Mustang,
e spiegato loro il
motivo (tranquillizzando così anche le sorelle, a cui
non aveva detto nulla), s’avviò.
Quando
la ragazza arrivò a destinazione e aprì la porta,
rimase bloccata, presa totalmente alla sprovvista.
<<
Daniel?! Che ci fai
qui? >>
Il
ragazzo, intento a mettere a posto alcuni libri, si
girò verso l’Alchimista d’Acqua,
sorridendole cortese: << Ciao, Lua!
>>
A
quel sorriso, come al
solito,
la castana arrossì, imbarazzata e incantata allo stesso
tempo. Mentre cercava
di calmarsi almeno un pochino, s’avvicinò:
<<
Oggi non doveva esserci Sheska? >>
Il
giovane bibliotecario riprese il suo lavoro, mentre le
rispondeva: << Sì, ma è a casa
ammalata, così l’ho dovuta sostituire.
>>
<<
Ah… capisco… >> disse Luana. Se da
una
parte avere Daniel in biblioteca le faceva piacere (MOLTO piacere),
dall’altra aveva paura di essere distratta dalla sua
presenza: una volta tanto era
venuta lì per lavorare seriamente!
Fu
il castano a interrompere il filo dei suoi pensieri:
<< Vuoi vedere gli ultimi romanzi arrivati?
>> chiese con i suoi
soliti modi gentili.
La
ragazza rispose, leggermente imbarazzata: << No,
veramente… sono venuta per tutt’altro
motivo… >>
<<
Dimmi pure >> la incitò lui.
<<
Ecco… volevo dei libri sull’Alchimia
d’Acqua e sulle
altre Alchimie ad essa
collegate… >> rispose
lei, le guance appena imporporate per la sola presenza del giovane
bibliotecario.
<<
Certo. Ti faccio vedere dove
sono. >> Finì di mettere a posto gli ultimi
libri, e mentre s’avviava attraverso gli scaffali, disse:
<< Se posso
chiedere… a cosa ti servono? >>.
Guardò la ragazza con gli occhi pieni di
confusione e di curiosità, creando un’espressione
che Luana trovò a dir poco
adorabile.
La
castana arrossì, per poi rispondere: <<
Vorrei…
un modo per potenziare la mia Alchimia… per essere
più utile in battaglia… >>
Daniel
la guardò ancora più confuso: <<
Credevo che la tua
Alchimia fosse già molto forte… >>
La
ragazza sospirò: << Non sempre. In alcuni casi
è
totalmente inutile. >> Poi rivolse al giovane uno sguardo
deciso:
<< Voglio fare in modo di avere un’Alchimia
completa, utile in qualunque
occasione. Non voglio
essere un peso, né per le mie
sorelle, né per i miei compagni di squadra. >>
Il
giovane bibliotecario sgranò appena gli occhi, stupito
da quella determinazione, solitamente nascosta dietro alla timidezza e
all’allegria della ragazza. Sorrise, per poi guardare di
fronte a sé: <<
Capisco… >>
Subito
dopo arrivarono a destinazione. << Ecco,
sono qui i libri che cerchi. >> disse Daniel, indicando
uno scaffale.
<<
Bene. Grazie mille >> disse Luana, per poi
mettersi subito a cercare i volumi adatti. Ma
quando
non sentì i passi del giovane allontanarsi, alzò
lo sguardo e lo vide di fianco
a sé con un libro aperto in mano.
<<
Ma... che…
>>
balbettò lei, confusa.
Lui
notò l’espressione della castana e sorrise,
divertito: << Ti aiuto, così fai prima!
>>
Lei
arrossì appena, sorpresa dal gesto. << Ma… se hai da
fare… >>
<<
No, ho già fatto tutto! >> rispose lui
tranquillo.
<<
Grazie… >> sussurrò Luana,
abbassando lo
sguardo sul volume che aveva in mano per nascondere il rossore che le
invadeva
il volto.
Dopo
un po’, uno dei tavoli presenti per la lettura era
quasi coperto da cinque pile, formate da libri di tutti i generi: da
quelli
piccoli di poche pagine a tomi enormi.
<<
Bene! >> sospirò Luana. << Ce l’abbiamo fatta...
>>
<<
Questo però è solo l’inizio…
>> precisò
Daniel.
La
ragazza guardò le pile di libri e fece un altro
sospiro: << Già… mi sa che
impiegherò un sacco di tempo… >>
<<
Tranquilla, ti do una mano… >>
Luana
fece segno di diniego con la testa: <<
Grazie, ma… non so nemmeno io di preciso
cosa sto
cercando… purtroppo è una cosa che devo vedere da
sola… >>. Poi gli
rivolse un sorriso, ugualmente grata
della gentilezza
del ragazzo.
<<
Ah… va bene… >> disse Daniel. Fece
per
andarsene, ma poi si voltò verso la ragazza:
<< Comunque… sei hai bisogno
di aiuto, chiamami senza esitazione! >> le disse
sorridendo.
L’Alchimista
d’Acqua arrossì appena, di nuovo: non
riusciva a controllarsi ogni volta che lo vedeva sorridere.
<< C-certo…
>>
Mentre
Daniel faceva qualche passo per raggiungere la sua
scrivania, Luana si sedette. Ma
un rumore metallico
attirò l’attenzione di entrambi. Mentre la ragazza
guardava sul tavolo,
pensando che provenisse da lì, il giovane si
voltò nuovamente verso di lei e
vide che a terra, vicino alla sedia dov’era seduta,
c’era un orologio da
Alchimista. Era ancora legato con una catenella al pantalone della
divisa della
castana, ma nel sedersi doveva esserle scivolato dalla tasca.
Il
ragazzo le si avvicinò
e
s’abbassò a prendere il piccolo orologio
d’argento. L’Alchimista d’Acqua lo
guardò, confusa, poi capì quando lui le porse
l’oggetto di metallo.
<<
Ti è caduto questo… >> disse il
giovane
bibliotecario con un sorriso.
Luana
avvampò, imbarazzata dalla situazione: Daniel era
letteralmente inginocchiato davanti a lei. Ok, non le porgeva un
anello, ma il
suo stesso orologio da taschino, ma la situazione non poté
fare a meno di
ricordarle una scena simile.
Il
ragazzo la guardò un po’ preoccupato, notando il
cambiamento di colore: << Tutto bene? >>
<<
C-che?! >>
esclamò la ragazza, mentre veniva
distolta dai suoi
strani pensieri. << S-Sì! Tutto…
tutto bene… >>. Nel vedere il suo
orologio nelle mani del giovane bibliotecario, tornò
nuovamente con i piedi per
terra. << Il mio orologio! Grazie, grazie!
>> disse lei, mentre
prendeva il piccolo oggetto metallico, per poi stringerlo tra le mani.
Daniel,
nel frattempo, era di nuovo in piedi e guardava
un po’ stranito la scena: << Allora aveva
ragione… >> sussurrò tra
sé e sé, sovrappensiero.
<<
Come? >> chiese la castana, confusa.
Il
giovane sorrise imbarazzato:
<<< Stavo dicendo che… il Colonnello
Blizzard aveva ragione… >>
Luana
sgranò gli occhi: << Il Colonnello Blizzard?! Lo conosci? >>
<<
Bè, sì… viene spesso in biblioteca,
così ogni
tanto parliamo…
>>
<<
Ah… >> riuscì semplicemente a dire
la
castana. Doveva capire che i due ragazzi si vedevano: Debora aveva
detto alle
sue sorelle che Leonard era appassionato di romanzi fantasy.
<< E… su
cosa aveva ragione? >> chiese accigliandosi appena.
<<
Sul fatto che… voi sorelle Frid trattate il
vostro orologio d’argento come se fosse una cosa di vitale
importanza… >>
La
ragazza sorrise, per poi guardare l’orologio con aria
malinconica: << In effetti, è vero…
Questo perché… è il motivo per cui
siamo qui >> rispose lei vaga. Poi alzò
nuovamente gli occhi sul giovane
bibliotecario, che le rivolgeva uno sguardo sempre più
confuso. Sospirò: forse
era meglio raccontargli tutto… tanto, non c’era
nulla di male. Fino a quel
momento nessuna delle tre sorelle l’aveva fatto
perché l’argomento non era stato
mai messo in mezzo.
Senza
dire nulla, Luana sganciò l’orologio dalla
catenella e lo porse a Daniel: << Forse è
meglio se ti spiego tutto… >>
Il
ragazzo, allora, si sedette, per poi allungare la mano
sull’orologio, bloccandola però a pochi
centimetri. << Posso? >>
chiese insicuro.
L’Alchimista
d’Acqua semplicemente annuì, così lui
prese
il piccolo oggetto metallico. << Aprilo pure
>> disse,
sorridendogli per tranquillizzarlo.
Il
giovane guardò prima la ragazza, ancora un po’
incerto, poi lo aprì l’orologio. Mentre sul lato
destro c’era il quadrante con
le lancette, a sinistra, all’interno del coperchio,
c’era una piccola
fotografia, ritagliata in modo da incastrarsi appena. Era una foto di
famiglia:
su una panchina erano
seduti a sinistra un uomo e a
destra una donna, entrambi che potevano avere circa 45 anni. Lui aveva
i
capelli corti e lisci di colore castano scuro, che cominciavano ad
avere
qualche riflesso argentato, e gli occhi, seminascosti da un paio di
eleganti
occhiali da vista, dello stesso colore dei capelli. La donna aveva i
capelli
lunghi e ricci, color castano ramato, e gli occhi erano due pozzi neri
che trasmettevano
dolcezza. Dietro la panchina, in piedi, c’erano tre persone
che, anche se di
qualche anno più giovane, erano perfettamente riconoscibili:
le tre sorelle Frid.
Giulia era al centro, Luana a destra, dietro la donna,
e Debora a sinistra, dietro l’uomo. In pratica, quella foto
rappresentava la
famiglia Frid.
Lo
sguardo di Daniel, da confuso divenne prima
incuriosito, mentre osservava la foto, poi dispiaciuto.
Alzò gli occhi verso la ragazza di fronte: <<
Mi dispiace… >>
Fu
lei adesso a guardarlo confusa: << Dispiaciuto
per cosa? >>
Il
giovane bibliotecario alzò un sopracciglio: <<
Bè,
non sono… morti? >>
<<
Oddio, no! >> saltò su Luana. <<
Per
fortuna, sono ancora vivi! >>
Daniel,
imbarazzato per la figuraccia, arrossì: <<
Cavolo, scusa… ho fatto una gaffe… >>
Ma
la ragazza non lo
ascoltò più di tanto, poiché era
rimasta incantata dall’espressione del
giovane: pensò che fosse ancora più carino quando
arrossiva!
<<
Non… non fa niente… >>
riuscì a rispondere
l’Alchimista d’Acqua, con aria sognante.
Daniel
guardò nuovamente la foto, per poi chiedere:
<< Mi hai
detto che questo è il motivo per cui
siete qui… ma che significa? >>
La
castana sospirò: << E’ una storia un
po’ lunga…
>>. Rimase un attimo in silenzio, pensando da dove
cominciare, poi prese
a raccontare: << Bè, prima di tutto, quella
>> e indicò la foto
<< è la mia famiglia. Le mie sorelle
ovviamente già le conosci. L’uomo è
mio padre, Richard Frid, mentre la donna è mia madre,
Samantha Frid.
>>
Il
ragazzo annuì, facendole capire che la stava seguendo.
La
castana continuò: << Abitavamo insieme ai
nostri
genitori in un piccolo paesino nella zona est. Vivevamo tranquilli,
senza
problemi… >>
<<
E poi? >> chiese il giovane. Luana si rese
conto con piacere che stava scoprendo un altro lato del carattere di
Daniel: la
sua incredibile curiosità.
L’Alchimista
d’Acqua fece un sospiro prima di riprendere
a parlare: << E poi… il nostro paesino fu
attaccato. >>
Il
giovane alzò un sopracciglio: << Attaccato?
>>
<<
Sì, da un gruppo di malviventi… o qualcosa del
genere… ero più piccola, e i miei ricordi sono
molto confusi… >>
Daniel
annuì: << Certo, capisco… Ma per
quale
motivo l’avrebbero fatto? >>
Luana
rispose vaga: << Controllo della zona o roba
del genere… sai a volte come fanno certi gruppi
malavitosi… >>. Doveva
essere per forza una cosa del genere: dopo il racconto di Riza, le tre
sorelle
si erano informate, cercando di sapere se l’episodio fosse
collegato in qualche
modo con il giorno della promessa. Ma
scoprirono che
non c’entrava assolutamente niente.
La
castana alzò un attimo lo sguardo e arrossì,
incrociando gli occhi azzurri di Daniel fissi su di lei.
Cominciò ad
osservare con interesse le venature del legno del tavolo,
per poi proseguire appena si calmò: << Non mi
ricordo gli avvenimenti
precisi, ma… >>. Lo sguardo
s’intristì: << Una cosa…
me la ricordo
molto bene… >>
<<
Lua. >>
L’Alchimista
d’Acqua, nel sentire quel tono grave, alzò
lo sguardo sul ragazzo e lui, con espressione seria,
proseguì: << Se non
vuoi parlarne, lo capisco, tranquilla. Anzi, perdonami se…
>>
<<
No, no! >> disse Luana, sorridendo
imbarazzata. << Solo che… in quel momento ho
avuto molto paura… ma te
l’ho detto, è finita bene… >>
<<
Lo so >> continuò lui con tono serio
<< ma so anche quanto possa far male far
riaffiorare ricordi dolorosi. >>
Luana
s’imbarazzò, rendendosi conto che lo stava facendo
per lei. Quindi un
po’ si preoccupava… bè, era un buon
passo avanti.
Quando
la sua mente tornò lucida, la ragazza riprese:
<< Invece… forse è meglio
parlarne… fino ad adesso, ne ho sempre discusso
solo con le mie sorelle… farlo con altre persone mi farà
bene! >> disse sorridendo per cercare di calmarlo.
Anche
Daniel sorrise, più tranquillo, così Luana
riprese,
anche lei più serena: << Continuando il mio
racconto… in pratica i miei
genitori furono presi come ostaggi e feriti… soprattutto mio
padre, era molto
grave. Credo… che rischiasse anche di morire.
>>
<<
E… come si risolse la situazione? >>
chiese lui.
Luana
sorrise, come per confermargli ancora una volta che
era finita bene: << Arrivò una squadra
dell’Esercito, e tutto fu risolto.
Tutte le persone ferite furono immediatamente portate in ospedale, e
mio padre
si salvò. >>
Il
giovane sorrise,
per poi chiedere: << Ma… continuo a non capire
cosa c’entra tutto questo
col fatto che voi sorelle Frid siete diventate Alchimiste e siete
entrate nell’Esercito.
>>
<<
Hai ragione, non ho ancora finito >> disse
Luana. << Come ti ho già detto,
noi… abbiamo avuto molta paura… e non abbiamo potuto fare niente per
evitare che facessero del
male ai nostri genitori >>. Guardò Daniel
dritto negli occhi, di nuovo
con quella decisione: << Insieme, decidemmo che dovevamo
fare qualcosa
per proteggerli. E’ stata per pura fortuna che
arrivò l’Esercito… ma se non
fosse intervenuto? Noi volevamo essere capaci di difenderli.
>>
Anche
stavolta il ragazzo si stupì davanti a quella
decisione. Sorrise: << E così… vi
è venuta in mente l’idea di diventare
Alchimiste. >>
Luana
annuì: << Sì. Ne parlammo con i
nostri
genitori, che non erano del tutto convinti. Ma
poi ci
aiutarono comunque a trovare dei maestri. >>
<<
Come mai vi aiutarono ugualmente? >>
<<
Ci dissero che avevano visto una profonda
decisione nei nostri occhi e capirono che, anche se loro non ci
avessero
aiutato, noi avremmo trovato comunque un modo per mettere in atto la
nostra scelta.
>>
<<
Ora è tutto più chiaro! >> disse il
ragazzo, capendo così che quella determinazione letta negli
occhi della ragazza
non era una sua impressione.
<<
Sì, ma non è stato per niente facile trovare dei
maestri per noi >>. Daniel la guardò di nuovo
confuso, così Luana
continuò: << Noi volevamo rimanere insieme, e volevamo
delle Alchimie che non uccidessero. >>
<<
Perché questa scelta? >> chiese ancora il
ragazzo, incitandola ancora a parlare. Luana pensò che non si
era sbagliata nel definire Daniel una persona molto
curiosa, che voleva
chiarimenti.
<<
Noi volevamo, e vogliamo tutt’ora,
proteggere i nostri genitori, e di conseguenza tutti gli altri abitanti
di
Amestris… NON ucciderli >>. Il giovane
annuì, e lei continuò: <<
Fortunatamente, dopo molte ricerche, trovammo
tre
professori che lavoravano insieme per creare delle Alchimie che
potessero
interagire tra loro… e in seguito puoi capire
com’è andata a finire! >>
finì lei con un sorriso.
<<
Cioè siete arrivate qui!
>> disse Daniel, sorridendo di rimando. Chiuse
l’orologio d’argento che aveva
ancora in mano, lo porse alla ragazza e disse: << Posso
capire come ci si
sente quando si vuole proteggere a tutti i costi
una
persona cara… Anch’io farei lo stesso per
Sheska… >>
Nel
sentire quelle parole, Luana sentì come una
stilettata al cuore. << Ci tieni… davvero
molto a lei… >> disse la
castana, cercando di mostrarsi tranquilla, ma col risultato che fece un
sorriso
tirato.
Lui
le rispose tranquillissimo: << Bè, mi pare
ovvio visto che è mia sorella! >>
L’Alchimista
d’Acqua ci mise qualche secondo a capire la
frase. Quando la comprese, sgranò gli occhi: che cavolo
aveva detto, scusa?!
<<
S-Sheska… è t-tua… sorella?!
>> balbettò Luana, totalmente incredula.
<<
Non lo sapevi? Mi dispiace, deve essermi
sfuggito… >> disse lui, sorridendo imbarazzato.
Luana
in quel momento si sentì la ragazza più felice
del
mondo! “Ecco
perché il rapporto tra loro due era così
profondo! Sono fratello
e sorella!” pensò lei, mentre
nella sua testa una se stessa in versione chibi stava saltellando
felice con
dei pon-pon in mano.
La
voce del giovane bibliotecario la distolse dai suoi
pensieri: << Che strana reazione! Sembra quasi che ti
abbia detto la cosa
più assurda del mondo! >> disse lui, divertito.
<<
Ehm… ecco… no… solo che…
non me l’aspettavo…
>> balbettò la castana.
<<
Credevi che fossimo fidanzati? >> chiese
il ragazzo con tono scherzoso, e non con malizia.
L’Alchimista
s’Acqua, di conseguenza, avvampò,
poiché il
ragazzo ci aveva beccato in pieno.
Daniel
notò il cambiamento di colore, e disse,
imbarazzato: << Oh, cavolo, mi…
mi dispiace… io
stavo semplicemente scherzando… >>. Scese il
silenzio tra i due,
interrotto poco dopo dal giovane: <<
Perché… hai pensato questo? >>
Luana,
che non si era ancora ripresa, rispose
balbettando: << Ecco… io… ho visto
il rapporto profondo tra voi due… e la
passione dei libri in comune… >>.
Deglutì, per poi riprendere: <<
E… parlando con Ed, un Alchimista della mia stessa squadra
che già conosceva
Sheska, mi ha detto che non sapeva nulla dei suoi parenti, tranne che
della
madre… >>
<<
E non ti è passato minimamente per la testa che
potessimo essere fratello e sorella… >>
Lei
fece segno di diniego con la testa, mentre il rossore
le invadeva ancora il volto: << N-no,
perché… a parte gli occhiali… non
ho notato altre somiglianze fisiche… >>
Daniel
continuò, un po’ imbarazzato dalla situazione:
<< Hai ragione… in effetti, fisicamente non ci
somigliamo molto… e a dir
la verità, non sei la prima che ci scambia per fidanzati
e non per fratello e sorella… >>
<<
Ah… >> esclamò Luana, mentre si
sentiva
più sollevata.
<<
Ehi, c’è nessuno? >>
chiamò una voce
dall’entrata della biblioteca.
<<
Arrivo! >> gli rispose Daniel. Poi si
rivolse alla ragazza: << Scusa, ma devo
andare… >>
<<
Certo… >>. Si salutarono e il giovane s’allontanò.
Luana
prese il primo libro per mettersi al lavoro, ma non
riusciva a concentrarsi: non poteva non ripensare alla meravigliosa
notizia!
Sheska era semplicemente la sorella, e sapeva che il ragazzo non aveva
rapporti
profondi con nessun altro… quindi era sicuramente single!
“Evviva, evviva!”
continuava e pensare la ragazza. “Non sto più
nella
pelle: devo dirlo assolutamente a Debby e Giuly!”
Senza
ripensarci due volte, uscì dalla biblioteca,
salutando velocemente Daniel e dicendogli che di lì a poco
sarebbe tornata, per
poi avviarsi verso l’ufficio.
Arrivata,
entrò senza bussare, sorbendosi un
Roy che, senza guardare chi fosse entrato,
urlò: <<
NON SI ENTRA SENZA BUSSARE!!! >>
<<
Generale, sono io, Luana Frid! >> provò a
spiegarsi la ragazza.
Finalmente
il Flame Alchemist alzò lo sguardo: <<
Ah, sei tu, Rubinetto… Hai già finito?
>>
La
ragazza rispose imbarazzata: << No, ma… devo
dire una cosa importantissima alle mie sorelle! >> disse,
finendo con più
certezza.
Nel
sentire questo, le Alchimiste del Fulmine e delle
Piante si rivolsero uno sguardo confuso, per poi girarsi verso la
sorella.
<<
Proprio adesso? In pieno orario lavorativo?
>> chiese il moro con tono annoiato. Stavolta, le teste
che si voltarono
furono quelli degli altri uomini e di Riza: da quando il Flame
Alchemist era
così preoccupato di del lavoro?
<<
Sì! >> rispose Luana con sicurezza.
<< E’… una cosa che riguarda la mia
ricerca! >> mentì lei.
Il
Generale sbuffò: << Va bene, va bene, ma che
sia
una cosa veloce… >>
<<
Grazie mille! >> disse raggiante
l’Alchimista d’Acqua.
Subito
dopo, Giulia e Debora seguirono la sorella fuori
dall’ufficio, chiedendosi cosa doveva dire loro di
così importante che aveva
addirittura cambiato il suo umore.
Sìììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!!!Ce l’ho fatta
finalmente!!!! :D
Vi
chiedo ancora umilmente perdono per lo schifoso e
incredibile ritardo! çAç *si mette in ginocchio*
Vabbè,
parliamo del capitolo… per la felicità di Lua,
ecco la risoluzione al mistero di Sheska! … Che tanto
mistero poi non era,
visto che un paio di voi avevano già indovinato
(cioè la mia amica Giuly e Hanako_Hanako
^_^). Non so se Lua si era già fatta un mezzo pensiero che
fosse tutta una
finta… ve lo farò sapere u.u
XD
Sempre
parlando di Daniel… non so se quello che adora Lua
(cioè il personaggio del telefilm) si comporterebbe in
questo modo. Ammetto che
mi sono inventata i suoi comportamenti di sana pianta, ispirandomi al
modo in
cui Lua me ne parlava e un po’ a vari personaggi degli shojo,
anche se per la
curiosità mi sono ispirata al fatto che il Daniel
“originale” è uno studioso. Boh,
speriamo che l’interessata sia soddisfatta
comunque… ^_^’’
Avete
anche scoperto la storia delle tre sorelle (anche
se in modo vago)! Ovviamente per la storia dell’orologio mi
sono ispirata a
quello di Ed, in cui è incisa la scritta, ma anche (ammetto)
ad
una fan fic Royai (non mi ricordo di chi, né il
titolo… ç_ç Comunque l’ho
trovata su EFP, ed è una one-shot, se può
interessarvi ^_^), dove Roy teneva
nel coperchio una foto scattata a Villa Hawkeye insieme a Riza e al
padre di
lei. ^_^
Per
i nomi dei genitori… non avevo idee! D: E per il cognome
della madre, ovvio che ne abbia tutto suo… ma non avevo idee
per i nomi, figuriamoci
per i cognomi! XD
Mi
sono divertita a fare, verso la fine, Roy semi-interessato
al lavoro! XD
Il
capitolo è finito un po’ “a
metà” perché… il seguito
c’è nel prossimo capitolo! Lo so che facendo
così questo è venuto appena un po’
più corto, ma lo faccio per non creare un macello con i
futuri avvenimenti ^_^
Ammetto
che… disegni nuovi non ce ne sono. -.-‘’
Però ho lavorato un po’ con Photoshop! ^_^ Alcuni
di voi
questi lavori già li sanno:
Che
altro? Bè, ovviamente ringrazio tutti coloro
che commentano la storia, sia su DeviantArt che su
EFP: nel primo sito, le mia fantastiche amiche LuluMoon91 e
VioletJuliet (che,
mentre la sottoscritta si squagliava sulla tastiera, loro stavano al
mare…
-.-‘’), e nel secondo sito, NeutralDarkSide,
Hanako_Hanako, Lupoz91 (sono
felice di avervi conosciuto anche su Facebook! :D),
Celest93 e Piwy… uhm, credo di non essermi dimenticata di
nessuno di quelli che
recensiscono… Comunque, un ringraziamento anche a tutti
quello che seguono la
storia su entrambi i siti senza commentare! (_ _)
Sono
in ritardo bestiale, lo so!!!!!
çAç Ma le ultime tre settimane di Luglio sono stata da mia zia ed
è stata una cosa da panico: sempre
cose nuove da fare (soprattutto questo -.-‘’), non
avevo un posto
dove poter stare tranquilla a scrivere (è
già un miracolo che sia
riuscita ad aggiornare l’altra mia fan fic “A thing
to say”), giorni in cui
l’ispirazione è meno di zero, un disegno che ho
deciso di fare a un’altra mia
zia per incorniciarlo, in più altri 5 giorni senza computer
per portarlo ad
aggiustare (non che fosse rotto, ma andava così lento che in
confronto una
lumaca era più veloce -.-‘’)… insomma, una
tragedia.
ç_ç
Che
altro… bè, meglio non mi dilunghi ancora,
oppure è la fine per la sottoscritta!
çAç
Dopo
l’intrusione improvvisa di Luana nell’ufficio del
Flame Alchemist, Debora e Giulia seguirono la sorella nel corridoio.
Erano
davvero preoccupate: l’Alchimista d’Acqua era
andata in biblioteca con aria seria e pensierosa… e adesso
tornava da lì (senza
aver finito questa sua ricerca) tutta allegra e raggiante.
Già.
Doveva essere successo qualcosa di davvero
clamoroso.
<<
Allora, Lua, che cosa dovevi dirci? >>
chiese Giulia, tra il curioso e il preoccupato.
<<
Ho una notizia meravigliosa da darvi! >>
esclamò raggiante l’Alchimista d’Acqua.
<<
Avanti, non tenerci sulle spine! >> disse
la gemella.
<<
Ecco a voi la fantastica novità che sono venuta
raccontarvi! >> disse Luana con tono da presentatore,
allungando il brodo
e facendo venire a Giulia l’istinto di fulminare la sua
stessa sorella.
<< Ta-ta-ta-taaaan!!!
Daniel… è… single!!!
>> esclamò gioiosa, tanto che per poco non si
metteva a saltare felice.
<< Perché lui e Sheska sono semplicemente
fratelli! >>
Le
sorelle rimasero praticamente
impassibili.
<<
Bene >> disse Debora, annuendo.
Giulia
si rivolse direttamente all’Alchimista delle
Piante: << Ok, possiamo tornare al lavoro.
>>
<<
Ehi! >> disse Luana, richiamando
l’attenzione delle sorelle. Le altre due ragazze la
guardarono e lei continuò:
<< Insomma, è una notizia favolosa! Non siete
felici per me? >>
chiese, accigliandosi.
Fu
Giulia a rispondere, dopo aver sospirato: <<
Lua, guarda che noi te l’avevamo detto sin
dall’inizio che questa era una
possibilità da prendere in considerazione. >>
<<
Ma tu non ci hai voluto
ascoltare. >> completò l’altra
sorella.
L’Alchimista
d’Acqua s’imbarazzò: non avevano tutti i
torti. << Bè, sì, ma…
>> balbettò lei, per poi sviare il discorso,
più allegra:
<< Ma che fa, l’importante è che
Daniel sia single! >>
Le
altre due sorelle sospirarono all’unisono: quella
ragazza sapeva essere davvero incredibile.
<<
Avete ragione. >> aggiunse Luana, più
calma. << Sono stata una stupida, perché sono
stata io a farmi tutti
questi film senza sapere la verità… è
stata solo una mia illusione, un mio
pensiero senza senso… Ma sono felice di aver avuto torto,
alla fine! >>
Mentre
L’Alchimista del Fulmine diceva che le dava
ragione su tutto (sia che era stupida, sia che,
in
fondo, l’importante era che le cose andassero per il verso
giusto), Debora rifletté
su quello che la sorella aveva detto: “Sono stata una
stupida, perché mi sono
fatta tutti quei film… è stata solo una mia
illusione…”. L’Alchimista delle
Piante ebbe un’illuminazione. E decise cosa fare appena
sarebbe finito l’orario
di lavoro.
Subito
dopo le tre ragazze si separarono: l’Alchimista
d’Acqua tornò in biblioteca, mentre le altre due
sorelle rientrarono in
ufficio.
Nel
sentire il rumore della porta, il Flame Alchemist
alzò lo sguardo: << Avete finito?
>>
Fu
Giulia a rispondere, ovviamente con tono nervoso:
<< Sì, sì, abbiamo finito!
Maledetto di un piromane… >>,
sussurrando l’ultima frase in modo che non la sentisse nessun
altro.
Tornarono
tutti al lavoro, ognuno alla propria scrivania,
e, a un certo punto, le due sorelle notarono
che il
loro superiore era stranamente concentrato… TROPPO
concentrato. Mentre Riza rimaneva
seduta a controllare dei documenti, Debora e Giulia si scambiarono
uno sguardo d’intesa. Silenziosamente, si alzarono e, sempre
senza far rumore,
arrivarono alle spalle del moro senza che lui se ne accorgesse. Si
allungarono
per vedere cosa stava facendo, e le due ebbero reazioni diverse: Debora
rimase
sconvolta e Giulia… non ci vide più.
<<
E questo che significa? >> chiese
l’Alchimista del Fulmine con un tono di voce che non
prometteva nulla di buono,
mentre con un movimento brusco prendeva il foglio che Roy stava usando.
Sul
viso dell’uomo, intanto, si era disegnata prima
un’espressione stupita, poi terrorizzata… molto
terrorizzata. La sua faccia
somigliava in modo impressionante a
“L’urlo” di Munch.
<<
Che succede? >> chiese Riza, mentre le due
sorelle osservavano attentamente il foglio preso.
<<
QUESTO! >> disse Giulia, mentre girava il
foglio verso gli altri, mostrando un disegno super-stilizzato della
squadra.
Roy era al centro, più grande degli altri, Riza subito
affianco, e gli altri ai
lati, a parte Ed, in un angolo in alto appeso per una gamba, ovviamente
arrabbiato. Ora era chiaro come mai fosse così concentrato.
<<
Ma…
ecco… bè… no…
io…
loro… >> balbettò Roy, nel vano
tentativo di creare una frase di senso
compiuto che potesse essere usata come scusa, mentre Ed sbraitava che
voleva
uccidere il piromane, fortunatamente trattenuto da Havoc e da Breda.
Riza
sospirò: come doveva fare con quell’uomo? Mentre
Roy
la guardava sempre più terrorizzato, la donna, con
tranquillità, si alzò, si
avvicinò alla scrivania del suo superiore, con un gesto
chiese a Giulia di
darle il foglio, lo prese, lo appoggiò sulla propria
scrivania e si riavvicinò
al suo superiore, sempre con un’espressione molto calma. Qui
la bionda, con un
movimento della testa fece capire alle due sorelle di ritornare ai loro
posti,
e le due ragazze, tenendoci alla propria pelle, lo fecero senza
discutere.
Intanto,
Roy guardava stupito il volto della donna. Era
stranamente tranquilla, cosa che lo fece rimanere interdetto.
Ma
il moro non ebbe il tempo di pensare ad altro che sentì il freddo
metallo della calibro 9 del suo Capitano
contro la tempia.
<<
Credo non ci sia bisogno di dire altro, giusto?
>> disse la cecchina, con una voce terribilmente calma.
<<
S-sissignora! >> disse il moro,
spaventatissimo e mettendosi sull’attenti, rimanendo
però seduto e portando
solo la mano alla fronte.
Tutti
gli altri presenti, alla vista dell’arma da fuoco,
rimasero in un silenzio di tomba, tornando immediatamente al lavoro.
Loro
avevano capito già da molto che non era una buona idea far
arrabbiare il
Capitano Hawkeye… a dir
la verità, lo sapeva anche il
moro, ma sembrava non riuscire a capire che certe cavolate mettevano a
rischio
la sua stessa vita.
Quando
Riza si accertò che il suo superiore si era
finalmente rimesso al lavoro, la donna tornò finalmente alla
sua scrivania.
Riprese in mano quel disegno che aveva creato tutto quel caos. Si rese
conto
che le varie persone disegnate erano sì stilizzate, ma decisamente
riconoscibili, cosa che le strappò un leggero sorriso. E,
cosa più importante,
si accorse che lei era stata disegnata con la stessa grandezza di Roy.
Senza
farsi vedere dagli altri, la bionda arrossì
leggermente: che significava? Sapeva che Roy le voleva molto bene, che
avevano
un legame profondo, a causa soprattutto dell’Alchimia di
Fuoco e di quel
tatuaggio che le era
impresso sulla schiena, però…
Scosse
la testa, scacciando gli strani pensieri che le
stavano venendo in mente, e mise il disegno in uno dei cassetti della
sua
scrivania. “E’ il momento di lavorare, non di
pensare a queste cose” si disse,
prendendo un documento da controllare e cercando di concentrarsi.
-
-
-
Il
resto della giornata lavorativa nell’ufficio del
Generale Mustang passò in silenzio quasi totale, se non per
motivi strettamente
necessari. Nessuno voleva diventare il nuovo bersaglio per gli
allenamenti di
Riza al poligono di tiro. Ma
Ed non aveva intenzione
di non fare la sua solita sbraitata contro il piromane (a causa di quel
disegno
soprattutto), decidendo così di tenersela per la fine
dell’orario di lavoro.
E
il biondino, infatti, appena giornata lavorativa
terminò, subito fuori dall’ufficio si
fiondò contro il Flame Alchemist, per
lamentarsi sia di quanto fosse stupido a fare certe cose mentre
lavoravano, sia
per averlo rappresentato appeso per una gamba.
Per
fortuna le tre sorelle riuscirono a svignarsela
appena le urla cominciarono, sospirando sollevate appena uscirono dal
Quartier
Generale.
Arrivate
qui, Debora decise di
fare davvero ciò che aveva pensato prima, quando Luana aveva
dato loro la
notizia su Daniel.
<<
Ragazze, voi avviatevi, io vi raggiungo
tra un po’. >>
<<
Come mai? >> chiese Luana.
<<
Devo… fare una cosa >> rispose vaga la
gemella.
<<
“Una cosa”? E non potevi farla prima?
>>
disse la sorella minore, alzando un sopracciglio.
<<
Rischiando di beccarmi una pallottola da Riza?
>> rispose candidamente l’Alchimista delle
Piante.
Luana
rise nervosamente: << Hai ragione… >>
Così,
mentre Luana e Giulia si avviarono verso casa,
Debora si mise vicino al cancello d’entrata, appoggiata al
muro, in attesa.
E
quando finalmente vide la persona che aspettava uscire
dal grande edificio, si avvicinò in modo da farsi vedere.
Questo
si bloccò, sorpreso nel vederla lì che l’aspettava.
<<
… Debby? >>
<<
Ciao, Leo >> disse la castana, sorridendo
leggermente.
<<
Mi stavi… aspettando? >> chiese il giovane
Colonnello.
<<
Sì… volevo parlarti >>.
L’unica risposta
del ragazzo a questa frase fu uno sguardo confuso.
Poco
dopo raggiunsero un parco non molto lontano, e si
sedettero su una panchina.
Passò
un momento di silenzio, interrotto dal biondo:
<< Allora… cosa volevi dirmi? >>
La
castana fece un sospiro, e infine parlò: <<
Volevo… chiederti scusa. >>
Leonard
sbatté più volte le palpebre, ancora
più confuso.
<< Eh? >>
<<
Per quello che è successo tra di noi! >>
disse Debora, mentre un leggero rossore cominciava a invaderle le
guance.
<< Perché, in fondo, sono stata io a farmi
degli strani pensieri, da
sola! Sono stata io a pensare che fossi importante per te, dopo quello che è successo
al cimitero, e… ehm… ecco…
>>
cominciò a balbettare lei, imbarazzata, rendendosi conto di
quello che aveva
detto.
Dopo
un momento di silenzio, il ragazzo parlò: <<
Sei impazzita o cosa? >>
<<
Che? >>
Il
giovane Colonello cercò di spiegarsi meglio:
<<
Insomma, sono io che devo chiederti scusa, invece sei tu che lo fai con
me?
Non… non ha senso! E’ mia la colpa di quello che
successo, perché non ti ho
detto di Mary-Ann, e ti ho illusa…
La colpa è del mio
comportamento, non della tua testa! >>
Debora
rimase sorpresa. Mentre parlava, aveva visto che
il ragazzo era davvero dispiaciuto per averla fatta soffrire.
Arrossì appena a
quella reazione, ma cercò di fargli capire: <<
Sì, ma almeno parte della
colpa è mia! >>
<<
No, perché non hai frainteso! Tu sei davvero
importante per me! >>
Solo
un attimo dopo, il biondo si rese conto di ciò che
aveva detto, e ovviamente la cosa non sfuggì alla ragazza.
Entrambi abbassarono
lo sguardo, imbarazzati, mentre il volto
di lei
diventava più rosso di un pomodoro.
Il
giovane Colonello, cercando di spiegarsi, prese un
profondo respiro e disse: << Debby, io… dico sul
serio. Non ho mai avuto con nessuno lo stesso rapporto che ho con te.
>>
Sorrise e continuò più tranquillo:
<< Non solo per le passioni in comune.
Sto bene in tua compagnia e… non voglio perdere il rapporto
che ho con te.
>>
Debora
rimase colpita. Non si aspettava tutto quest'affetto
dal biondo. E adesso che lo sapeva, era rimasta senza parole.
Fu
sempre il ragazzo a riempire quell’attimo di silenzio:
<< Non so se potrai perdonarmi per quello che ti ho
fatto, ma… te lo
chiedo lo stesso. >>
La
ragazza sorrise e arrossì: << E secondo te,
perché… volevo chiederti scusa? >>
Leonard
la guardò, senza capire.
<<
Bè, perché… anch’io non
voglio perdere il…
rapporto che ho con te. >>
Gli
occhi del biondo s’illuminarono: << Davvero?
>>
La
castana semplicemente annuì, con gli occhi bassi e
sempre più in imbarazzo.
Il
giovane Colonnello, d’impulso, l’abbracciò:
<< Grazie… grazie davvero…
>>
<<
F-figurati… >> riuscì
miracolosamente a
rispondere lei a causa dell’imbarazzo. Dopo lo smarrimento
iniziale, ricambiò
l’abbraccio, felice del fatto che la situazione si era in
qualche modo risolta.
E’
vero. Leonard era già fidanzato. Ma già sapere
che lui
provasse tutto questo
affetto per lei, l’aveva fatta
sentire la ragazza più felice del mondo.
Poco
dopo si salutarono, e ognuno s’avviò
verso la propria casa. E Debora si rese conto di non essersi sentita
mai il
cuore così leggero e, contemporaneamente, così
colmo di felicità.
-
-
-
Giulia
sapeva che la storia si ripeteva, ma non credeva
in così breve tempo.
La
mattina aveva visto l’improvviso cambiamento
d’umore
di Luana. E adesso, di sera, stava succedendo la stessa cosa, solo che
l’interessata era Debora.
Era
tornata a casa addirittura canticchiando. Cosa che
non faceva da quando aveva scoperto che Leonard era fidanzato.
Era
impossibile sbagliarsi. Anche a lei era successo
qualcosa.
Anche
a Luana la cosa non sfuggì. Infatti
le fu subito addosso, cominciando una specie di interrogatorio di terzo
grado.
<<
Perché sei così felice? Con chi sei stata? E
dove? E che cos'era che dovevi fare? >>
<<
Ehm… ecco, bè… >>
cominciò a balbettare
l’Alchimista della Piante, non sapendo a quale domanda
rispondere per prima.
Fu
la sorella minore a calmarla, prendendola per la
giacchetta della divisa e staccandola letteralmente
dall’altra sorella. <<
Lua, se le fai una domanda alla volta, forse Debby riesce a
risponderti… >>
L’Alchimista
d’Acqua sbuffò: << Uff…
va bene… >>
<<
G-grazie… >> disse Debora, sentendosi
nuovamente libera.
<<
Però devi
comunque
rispondermi! >> disse la gemella. Infatti
prese
la ragazza per il braccio, la fece sedere al tavolo in cucina, e poco
dopo di
sedettero anche le altre due sorelle.
<<
Allora… >> cominciò Luana, subito
fermata
dall’Alchimista del Fulmine.
<<
Meglio che faccia io le domande, sennò fai come prima! >>
<<
Uffiiiiiiiiiiiiii!!!!!!
>>
<<
E’ successo qualcosa di bello? >> chiese
Giulia, prima che Luana cominciasse a lamentarsi in qualche modo.
<<
Cosa… te lo fa credere? >> chiese Debora,
in leggero imbarazzo: si sentiva davvero un criminale cui si stesse
facendo un
interrogatorio. La posizione delle tre ragazze, poi (Debora da una
parte del
tavolo e Giulia e Luana dall’altro) glielo faceva credere
ancora di più.
La
sorellina strinse gli occhi: << Sono tua
sorella, me ne accorgo quando il tuo umore cambia improvvisamente.
>>
Luana
aggiunse: << Ti conviene parlare, o la
Commissario Giulia Frid, per punizione, ti fulminerà!
>>
<<
Eh? >> chiesero Giulia e Debora insieme.
L’Alchimista
d’Acqua alzò le spalle, sorridendo:
<<
Bè, sembrava davvero la scena di un telefilm poliziesco!
>>
Debora
rise leggermente: era proprio vero che a volte lei
e Luana pensavano la stessa cosa.
Giulia
sospirò, poi si rivolse
all’“interrogata”:
<< Avanti, spiegaci che è successo.
>>
Debora,
un po’ in imbarazzo, spiegò velocemente del suo
incontro con Leonard e di quello che si erano
detti.
<<
Cooooooosa?!?!?!
>> esclamarono insieme Luana e Giulia alla fine del
racconto.
Debora
le guardò, confusa: non capiva se erano felici o
meno di quello che le era successo.
<<
Quindi… in
pratica
avete fatto pace… >> commentò la
sorella minore.
<<
Non è giusto! >> disse la gemella.
<< Tu sembravi quella messa peggio, invece sei
l’unica che ha saputo che
il ragazzo che le piace le vuole molto bene! >>
<<
Non… siete felici per me? >> provò
a
chiedere Debora.
<<
Ma sì!
>> rispose
Luana. << Solo che… voglio che succeda la
stessa cosa col mio Daniel!
>>
La
gemella cercò di consolarla: << Vedrai che prima o poi succederà
anche a te! Devi solo avere pazienza!
>>
<<
E io che devo dire,
scusa? >> disse Giulia, rivolgendosi
all’Alchimista d’Acqua. << Tu
almeno conosci Daniel abbastanza bene, io Romeo lo conosco solo di
vista,
giusto perché, adesso che ho scoperto dove lavora, vado
sempre al Rose Cafè!
>>
<<
Sì, ma adesso siamo
messe tutte abbastanza bene! >> disse
l’Alchimista delle Piante. <<
Insomma, io ho fatto pace con Leo, Lua sa che Daniel è
single, e a te, Giuly,
Romeo è gentile e continua a farti dei complimenti!
>>
<<
Sì, ma sempre un po’ perversi…
>> commentò
Luana.
Le
tre sorelle risero insieme.
Subito
dopo, Giulia si alzò in piedi: <<
Continueremo a combattere per il nostro amore! Avanti sorelle, ce la
faremo!
>> disse, mettendo una mano in mezzo.
<<
Sì! >> dissero insieme le altre due
sorelle poggiando la propria mano destra su quella della sorellina.
Ok,
mi rendo conto che il finale fa un po’ schifo…
vabbè…
-.-‘’
Il
pezzo finale con le tre sorelle insieme all’inizio non
era previsto. Poi, appena avevo finito il pezzo con Debora e Leonard,
non solo
mi ero resa conto che il capitolo era cortissimo (e comunque,
è lo stesso più
corto di altri capitoli), ma mi è anche venuta
l’illuminazione, con il modo di
dire “la storia si ripete” XD
Anche
il pezzo in ufficio col disegnino di Roy non era
previsto, così come quello di Riza che osserva il disegno.
Ma qualche giorno prima
di scriverlo ho fatto su Facebook un discorso con un Roy
Mustang e una Riza Hawkeye, e in qualche modo era saltato fuori che io
mi
immaginavo i disegnini di Roy in stile super-stilizzato XD
Su
questo capitolo non so che altro scrivere… u///u
*evita commenti sul pezzo con Leonard*
Piccola
anticipazione! Nel prossimo capitolo, per la
felicità di Giuly, ci saranno… i Finley! :D *immagina
Giuly saltellare per casa felicissima* XD
Questa
volta… nessun disegno, per i motivi citati nelle
note iniziali. Chiedo scusa a tutti quelli che erano interessati! (_ _)
Ringrazio,
come sempre, tutti i miei lettori, sia su EFP che
su DeviantArt, e quelle lettrici più pazze che si sono
iscritte al gruppo su Facebook “Manga, Anime e
Alchimia” (lo ripeto: potete
chiedervi di iscrivervi senza problemi!) che mi sostengono e con cui mi
faccio
un sacco di risate! XD
E,
soprattutto, ringrazio le mie fantastiche amiche Lua e
Giuly. Non so se è una mia impressione, ma mi sembra che
questa mia folle fan
fic abbia addirittura rafforzato la nostra amicizia. Vi voglio un mondo
di bene,
mie sorelle adottive! :) XD
Al
prossimo capitolo! ^_^ (che
cercherò di aggiornare in tempi più brevi
rispetto a questo e a quello prima…
-.-‘’ Chiedo ancora umilmente perdono!
ç_ç).
*L’autrice
è un angolino depressa a tracciare
cerchi per terra* Non ho parole… ho detto che avrei
aggiornato in tempi brevi…
e invece… ho fatto un altro ritardo mostruoso… _
_ |||
Mi
sento schifosamente in colpa… meglio
che vi lasci, così almeno non perdete altro tempo con
me… *continua a tracciare cerchi per terra*
O
almeno, questo era quello che pensavano le due gemelle
Frid. La minore delle sorelle, invece, aveva un parere totalmente
opposto. Per
lei quel giorno tanto atteso sembrava non arrivare mai.
<<
Waaaaah, che bello! Finalmente è sabato!
>> disse Giulia, mentre usciva dal portone di casa per
andare al lavoro,
con tono stranamente gioioso, se non fosse stato per l’evento
che si sarebbe
tenuto quella sera.
<<
Magari così la smetti di stressarci…
>>
disse Debora, che chiuse la porta appena uscì anche la
gemella.
<<
Impossibile! >> disse Luana.
L’Alchimista
delle Piante la guardò confusa, alzando un
sopracciglio: << Perché? >>
La
ragazza rispose con sicurezza: << Perché per
almeno un mese continuerà a dire che il concerto dei suoi
“Finlucci” è stato
favoloso o roba simile… >>
<<
Hai ragione… >> disse la sorella, annuendo
con tono depresso. Giulia nel frattempo, non stava ascoltando: qualche
passo
più avanti a loro, canticchiava felice una canzone del
gruppo. Le mancava solo
di essere contornata da fiori… viola, ovviamente.
<<
E questo non è niente… >>
continuò il discorso
l’Alchimista d’Acqua. <<
Il problema vero
comincerà quando saranno stampate le foto che scatterà
stasera… >> disse come se stesse raccontando
un film dell’orrore.
<<
Urgh… >> si lamentò la gemella,
ancora più
depressa. L’Alchimista del Fulmine sapeva essere stressante
con un nuovo disco,
figurarsi con un concerto.
<<
Cambiando argomento… >> disse Debora,
continuando
a camminare per raggiungere il Quartier Generale. << Per
caso ti è venuta
in mente qualche altra idea per aiutare Riza e il Generale ad
avvicinarsi?
>>
<<
No, purtroppo… >> rispose Luana,
leggermente dispiaciuta. << E le altre? Non so,
magari May, o Winry… >>
<<
Avevano detto che ci avrebbero avvisato, nel
caso fosse venuto loro in mente qualcosa… >>
Le
due gemelle sospirarono. Non era facile avere un’idea
giusta, soprattutto per quei due militari dai modi e dai caratteri
letteralmente
opposti.
<<
E questo cos’è?
>> chiese Giulia.
Le
altre due ragazze alzarono lo sguardo, per capire di
che cosa stesse parlando la sorellina. E rimasero sorprese nel trovarsi
davanti
la soluzione del loro
problema.
-
- -
<<
Che roba è? >> chiese Ed, confuso, osservando
il volantino che aveva tra le mani.
<<
E’ la pubblicità della Festa d’Autunno
che si
terrà questa sera >> rispose Giulia con
sufficienza. La risposta di Ed fu
uno sguardo ancora più confuso.
<<
E’ una festa che si è sempre tenuta qui a East
City, non è una novità…
>> spiegò velocemente il Generale, mentre
firmava
l’ennesima scartoffia.
<<
Ma per noi sì,
>>
disse Luana << siccome non siamo del posto!
>>
<<
E’ un vero peccato… >>
sospirò Debora.
<< Una volta tanto che c’è qualcosa
d’interessante, noi non possiamo
andarci… >>
<<
Ehi, non farti venire in mente strane idee!!!
Questa sera abbiamo il concerto! >> saltò su
Giulia, subito preoccupata di un qualche cambiamento di programma.
<<
Giuly, sto appunto dicendo questo! Che non
possiamo andarci perché c’è il
concerto! >> rispose prontamente l’altra.
Subito dopo, guardò il Flame Alchemist, rimasto impassibile,
per poi scambiarsi
uno sguardo con la gemella: a quanto pare il moro non aveva capito che
gli
stavano dando un suggerimento per cercare di conquistare Riza.
Quando
le tre sorelle si erano trovate davanti al
manifesto colorato, pensarono che potesse essere una buona idea. Subito
dopo si
erano fermate un attimo a casa di Winry e May, per
“consultarsi” con almeno
altre due Cupid Girls. Le due ragazze, pensando che fosse una buona
idea,
diedero immediatamente alle tre Alchimiste un volantino che avevano
preso in un
bar: anche loro avevano notato l’evento, e forse ci sarebbero
andate con i due
fratelli Elric (solo che non avevano ancora avvisato i due biondini) e
avrebbero cercato di “portarsi dietro” anche Ling e
Lan Fan.
Era
un’occasione perfetta per i due militari: un’uscita
insieme, quasi da amici, ma non un appuntamento romantico vero e
proprio, e
nemmeno una cena. L’altra volta l’invito al
ristorante era stato “un caso”
(anche se, in realtà, perfettamente calcolato), e ormai non
potevano più usare
un’idea del genere, o le Cupid Girls sarebbero state
scoperte. La prossima
volta l’invito a cena doveva essere ufficiale!
Comunque,
le sorelle Frid non si arresero. Approfittarono
subito di un momento in cui Riza era proprio di fronte alla scrivania,
rivolta
verso il suo superiore.
Immediatamente,
Luana si collocò alle spalle della
bionda, e appena ricevette l’attenzione del moro, disse,
muovendo solo le
labbra, “stasera porti Riza alla Festa!”
Roy
non riuscì a leggere il labiale e la guardò
confuso,
e Giulia pensò che fosse ovvio: ormai non si aspettava nulla
di diverso dal
piromane, se non che non
capiva mai un tubo.
Subito
ci riprovò Debora, ripetendo la frase e scandendo
bene le parole… ma non cambiò assolutamente
nulla. Entrambe le gemelle si
ritrovano così a gesticolare come delle forsennate e a
ripetere di continuo la
frase, provocando l’ilarità tra gli altri della
squadra, trattenuta a stento.
Il tutto mentre Riza, impegnata, non si accorgeva di nulla.
Al
centesimo tentativo, l’istinto omicida di Debora si
risvegliò, che provò a saltare addosso al suo
superiore. Per fortuna, Luana la
fermò il tempo.
Giulia,
dopo aver visto gli sforzi infruttuosi delle sue
sorelle, si avvicinò a loro con tutta calma. Fece loro cenno
di aspettare, si
avvicinò alla propria scrivania, scrisse qualcosa su un
foglio e mostrò al
piromane la scritta a caratteri cubitali “STASERA PORTI RIZA
ALLA FESTA!!!”
Gli
occhi del Flame Alchemist s’illuminarono, mentre
pensava che fosse un’idea davvero geniale, e subito fece un
velocissimo cenno
d’assenso per dire che aveva capito. Anche se bisognava
ammettere che era
impossibile non capire.
Le
due gemelle guardarono sconvolte la sorellina, e
subito si avvicinarono.
<<
Perché quest’idea non ti è venuta in
mente prima?!
>> disse Debora a bassa voce, ma si sentiva
ugualmente il tono nervoso.
L’Alchimista
del Fulmine rispose con calma sorprendente:
<< Ma… ecco… era troppo divertente
vedervi fare tutte quelle mosse
strane… >>
L’Alchimista
delle Piante, ora come non mai, ebbe un
profondo istinto di saltare al collo della sorellina, ma venne
nuovamente bloccata dalla gemella, che la trattene.
<<
Calmati, Debby! >> la supplicò
l’Alchimista d’Acqua.
Proprio
in quel momento, Riza si voltò. La bionda notò
che le sorelle stavano… bè, non capì
cosa stessero
facendo, ma di sicuro non lavorando.
<<
Che state combinando? >> chiese la
cecchina, accigliandosi appena.
Subito
le tre ragazze si fermarono, terrorizzate, per
mettersi poi subito sull’attenti. << Ci scusi,
Capitano! >> disse Luana a
nome di tutte.
<< Ci rimettiamo subito al lavoro! >>
La
donna sospirò, poi guardò accigliata il Flame
Alchemist. Era di sicuro colpa di quell’uomo se le tre
ragazze si stavano
comportando male in ufficio: ormai era chiaro che lui era un pessimo
esempio
per le Alchimiste.
Roy
non poté non notare quegli occhi puntati addosso.
<< Che c’è? >> chiese
il moro, confuso.
<<
E’ colpa sua se le sorelle Frid si comportano in
questo modo! >> lo rimproverò Riza.
<<
Ma che ho fatto?!?
>> si lamentò lui, stupito.
<<
Avanti, si sbrighi a firmare quei fogli!
>>
E
il moro, non capendo il comportamento di Riza, si mise,
seppur depresso, di buona lena su quei documenti: quel giorno doveva
comportarsi bene, se la sera voleva avere qualche
possibilità di invitare la
donna a uscire.
Per
fortuna, le ore di lavoro passarono in fretta.
Mentre
si preparavano per
andare
ognuno a casa propria, Breda, Havoc, Falman e Fuery si stavano mettendo
d’accordo sulla serata: avevano deciso di andare a quella
Festa d’Autunno.
Per
Riza fu impossibile non sentire il discorso, e subito
lo sguardo si posò istintivamente sul volantino portato
dalle tre sorelle. E
decise che non poteva poi essere una cattiva idea quella che le stava
passando
per la mente.
<<
Ragazze, vi va di venire stasera con me alla
Festa d’Autunno? >> chiese sorridente la bionda
verso le sorelle Frid.
Delle
espressioni dispiaciute si dipinsero immediatamente
sui loro volti.
<<
Ah, forse non ci hai sentito… >> disse
Debora.
<<
Sentito cosa? >> chiese la donna.
<<
Stasera… andiamo ad
un
concerto… e non alla Festa… >>
spiegò Giulia: era dispiaciuta anche lei
nel sentire Riza proporre l’uscita insieme, lei che era una
donna riservata e
che aveva poche amicizie.
<<
Ah, va bene… probabilmente ero concentrata e non
ho fatto caso a quello che stavate dicendo… >>
disse
la donna. Cercò di nascondere quel po’ di
tristezza che l’aveva invasa dietro
ad un leggero sorriso: << Allora sarà per
un’altra volta! >>
<<
Scusaci… >> sussurrò Luana.
<<
Non preoccupatevi. E divertitevi! >>
Mentre
le tre Alchimiste si allontanavano, Riza si diede
mentalmente della stupida. Si voltò per avviarsi verso casa,
ma Roy le si avvicinò.
<<
Se vuoi, ti accompagno io >> disse
semplicemente il moro, prendendo la donna alla sprovvista.
<<
Come? >>
Il
Flame Alchemist cercò di spiegarsi, in leggero
imbarazzo: << Ho… sentito quello che vi siete
dette e… insomma, se vuoi
andare alla Festa, ti accompagno io… >>
La
bionda arrossì appena: << Ma… le
regole… >>
<<
No, no, no! Che hai capito! Una specie di uscita
tra amici, non un appuntamento romantico! >> si difese
immediatamente il
moro, sempre in leggero imbarazzo: e pensare che era
sempre
così sicuro di sé con le altre
donne…
<<
Ah… >> riuscì semplicemente a dire
la
cecchina, stupita. Non si aspettava una proposta del genere.
<< Bè,
allora… se la mette così... >>
Il
Flame Alchemist la guardò speranzoso.
<<
… penso che si possa fare >> disse lei,
sfoggiando uno dei suoi sorrisi gentili.
Anche
le labbra di Roy s’incresparono in un sorriso, un
gesto involontario dovuto alla felicità che in quel momento
gli riempì il
petto.
<<
Perfetto! >> disse lui, gioioso. <<
Vengo a prenderti verso le 8:00? Ci saranno di sicuro delle bancarelle
e
potremmo mangiare qualcosa lì… >>
<<
Va bene. Allora ci vediamo alle 8:00… >>
<<
Sì! A stasera… >> la
salutò lui,
rivolgendole uno sguardo colmo d’affetto, prima di
allontanarsi verso la sua
auto.
Riza
rimase per un attimo immobile. Aveva visto davvero
quella dolcezza negli occhi del suo superiore o era stata solo
un’impressione?
Scosse la testa per scacciare quel pensiero da ragazzina, dovuto
sicuramente
alla stanchezza, e s’incamminò verso casa: doveva
farsi una doccia e prepararsi
prima dell’arrivo del Flame Alchemist.
-
-
-
Quella
sera, davanti al locale dove si sarebbe tenuto il
concerto dei Finley, il caos era incredibile.
La
quantità di ragazzi e ragazze (in particolare le
seconde) era spaventosa.
Tutti a fare la fila per il
biglietto.
Ma
le tre sorelle non se ne
preoccuparono affatto: previdenti (e soprattutto,
stressate da Giulia
per paura di non trovare più posto) avevano già
comprato i biglietti giorni
prima. E proprio per questo, non dovettero fare quella
fila chilometrica: chi aveva già comprato i biglietti,
entrava da un’altra
parte.
All’interno,
però, la folla le assalì ugualmente. Grazie
alla determinazione dell’Alchimista del Fulmine, riuscirono
ad arrivare
abbastanza vicino al palco.
<<
Waaaaah, non vedo l’ora di vedere
i miei Finlucci sul palco! >> disse la minore delle
sorelle.
Luana
ridacchiò: le era quasi sembrato di vedere dei
cuori dentro gli occhi della sorellina.
<<
Che hai da ridere? >> disse l’Alchimista
delle Fulmine, leggermente accigliata.
La
sorella fermò immediatamente le risate, ma non smise
di sorridere: << No, niente… >>
Giulia
strinse ancora di più gli occhi: << Non me
la racconti giusta… >>
<<
Ma dai, lascia stare!
>> disse Debora. << Pensa ai tuoi Finley!
>>
Come
se avesse detto una parola magica,
la sorellina si mise di nuovo a guardare con occhi sognanti il palco:
<<
Ah, i miei Finlucci… >>
<<
Grazie per avermi salvato… >>
sospirò
Luana.
<<
Di niente! >> disse la gemella, ridendo
leggermente.
Ma
il sorriso sulle
labbra delle Alchimiste si spense immediatamente: i fan che erano alle
loro
spalle cominciarono a spingere come dei forsennati. Subito le tre
ragazze si presero per
mano, evitando così di essere divise.
<<
Ma che cavolo spingete a fare?!
>> si lamentò Giulia.
Fu
una ragazza mora a risponderle, proprio quella che si
trovava alle sue spalle, con tono dispiaciuto: <<
Scusami, ma sono quelli
dietro di me che spingono… >>
<<
Figurati… anzi, scusami tu… >>
disse la
minore delle Frid, cercando di vedere chi erano gli idioti che
premevano alle
loro spalle.
Proprio
in quel momento, qualcuno diede uno spintone così
forte alla ragazza mora, che cadde addosso alla povera Giulia.
<<
Giuly! >> urlarono all’unisono le due
gemelle.
<<
Ahi… >> si lamentò la mora. Subito
dopo si
rese conto di essere sopra l’Alchimista del Fulmine.
<< Oddio! Stai bene?
>>
<<
Insomma… >> disse Giulia, dolorante,
tenendosi la testa.
Quella
caduta, però fu la goccia che fece traboccare il
vaso. La minore delle Frid si rimise immediatamente in piedi, urlando:
<<
E’ tutta colpa di quegli idioti lì dietro!
>>
<<
Fatti gli affari tuoi! >> urlò una voce.
<<
Adesso ti faccio vedere io! Ti fulminerò per
bene! >> rispose alla voce, provando a lanciarsi
all’attacco, ma le sue
sorelle, prontamente, la bloccarono.
<<
Ferma! Sei impazzita? >> disse Debora.
Giulia
la guardò malissimo, incavolata come non mai:
<< Devo fargli vedere di che pasta sono
fatta!
>>
<<
Ma non puoi usare
l’Alchimia! >> urlò Luana, cercando
di farsi sentire nella confusione.
<<
E perché?!?
>>
<<
Lo sai, è tra le regole! >> cercò
di
spiegarsi l’Alchimista delle Piante. << Non
possiamo usare l’Alchimia sui
civili per motivi futili! E lo sai bene! >>
Eccome
se lo sapeva. Ma in quel
momento la rabbia l’aveva accecata e non ci aveva pensato.
L’unica cosa che
Giulia poté fare è sbuffare rumorosamente.
<<
Forse non c’è bisogno di usare
l’Alchimia
>> disse qualcuno alle spalle delle ragazze.
“Questa
voce mi sembra di averla già sentita…”
pensò
l’Alchimista del Fulmine. Subito dopo si voltò per
vederne il proprietario.
<<
ROMEO?!? >>
urlò
Giulia, sconcertata. << Ma che diavolo ci fai qui?!
Che fai, mi segui?!
>>
Il
ragazzo rispose con estrema tranquillità: <<
Veramente sono solo
venuto a vedere il concerto. Non
sapevo di trovarti qui… >>
<<
Quindi…
piacciono anche
a te i Finley? >> chiese lei, alzando un sopracciglio.
<<
Sì, non sono male… >> rispose lui
con
sufficienza, stringendosi nelle spalle.
“Ora
sono convinta più che mai: è la mia anima
gemella!”
pensò Giulia, dimenticandosi immediatamente della caduta e
del conseguente
dolore.
Fu
Luana a interrompere i suoi pensieri, rivolgendosi a
Romeo: << Che intendevi
con “non c’è bisogno di
usare l’Alchimia”? >>
<<
Semplice: basta dire quello che sta succedendo ad
uno degli agenti di sicurezza. >>
<<
E come pensi di trovarlo, in mezzo a tutta
questa confusione? >> chiese Debora, decisamente
poco convinta.
Il
giovane cameriere rispose sempre con molta calma:
<< Semplice. Ce n’è uno qui
>>, indicando dietro di sé.
Le
due gemelle lo guardarono sconvolte. “Ma come diavolo
fa ad avere sempre la risposta pronta?”
si chiesero
contemporaneamente.
Nel
frattempo, il giovane cameriere si era rivolto
all’agente di sicurezza. << Andrò
immediatamente a calmare la situazione
>> disse l’uomo, che chiamò tramite
la radio altri agenti, per poi
scomparire in mezzo alla folla.
Poco
dopo, infatti, si videro i risultati: le tre sorelle
si sentirono meno pressate e, seppur limitata, avevano un po’
più di libertà di
movimento.
<<
Adesso sì che va meglio! >> esclamò
Luana.
<<
Voi come vi sentite? >> chiese Debora
verso la sorellina e la sconosciuta ragazza mora.
Quest’ultima
sorrise, in leggero imbarazzo: <<
Meglio, grazie… >>
<<
Sì, sì, sto bene! >> rispose Giulia
con sufficienza:
ormai la sua attenzione era totalmente occupata, metà dal
concerto e metà
da Romeo.
Mentre
l’Alchimista del Fulmine rifletteva su come cominciare
il discorso con il giovane cameriere, spostò lo sguardo sul
palco, nella
speranza di veder comparire anche i suoi beniamini. Ma non
riuscì nemmeno a
pensare ad una mezza
idea, che una preoccupante voce
femminile attirò la sua attenzione.
<<
Romeo? Sì, sei proprio Romeo Kiryu, quello che
lavora al Rose Cafè! >> esclamò una
voce femminile.
Immediatamente
gli sguardi delle tre sorelle si
spostarono sulla figura della ragazza appena arrivata:
dall’aspetto grazioso e
con i capelli lisci di colore castano chiaro.
Il
moro la guardò con aria di sufficienza: <<
Sì,
sono io… >>. Gli occhi di Giulia, invece,
s’infiammarono: le due gemelle,
nel vederla, capirono che non si stava prospettando nulla di buono.
Gli
occhi della giovane s’illuminarono: <<
Io… mi
chiamo Katy… >>. Abbassò lo
sguardo, imbarazzata: << Ti ho visto al
Rose Cafè e… ecco… mi sei piaciuto
subito… >>
L’Alchimista
del Fulmine la guardò malissimo: quella
tipa, arrivata dal nulla, ci stava provando col SUO Romeo?!
Il
giovane cameriere non si scompose minimamente, mentre
la ragazza continuava: << Sì…
insomma… ti va di uscire con me? >>
chiese infine, riuscendo a farsi coraggio.
La
minore delle Frid decise che quello poteva essere il
momento giusto per usare l’Alchimia. Ma
non ce ne fu
bisogno. Ci pensò Romeo, che rispose semplicemente:
<< No. >>
<<
N-no? >> balbettò la sconosciuta,
sorpresa.
<<
No >> ripeté lui, lapidario. <<
Non
m’interessi >> e subito si voltò
dall’altra parte verso il palco, come se
avesse già dimenticato quella
“dichiarazione”.
<<
Non… non t’immaginavo così…
Sei crudele!!!
>> urlò la ragazza, in lacrime, per poi
fuggire in
mezzo alla folla e scomparire alla vista delle tre sorelle.
“Non
poteva essere un po’ più delicato?”
pensò Debora, a cui
non era affatto piaciuto questo comportamento, per una
questione di principio.
Giulia,
invece, si sentì in qualche modo sollevata, ma un
po’ anche preoccupata: e se lui avesse fatto lo stesso con
lei?
Però…
però Giulia aveva visto più volte la sua
gentilezza. Aveva capito che quella
che lui le dimostrava sempre al Rose Cafè non era solo
quella che doveva mostrare
obbligatoriamente per il suo lavoro da cameriere, ma era proprio il suo
modo di
fare. “Forse cambia il suo comportamento a seconda della
persona che ha davanti…” pensò lei.
Ancora
una volta, i suoi pensieri furono interrotti da
una voce proveniente dalle casse: << Buonasera, East
City! >>
Subito
come risposta arrivò un urlo dai vari fan.
Finalmente in Finley erano sul palco.
<<
Evviva, sono arrivati i miei Finlucci! >>
disse Giulia, in preda alla gioia. Con un rapido movimento prese in
mano la
piccola macchina fotografica, ancora integra anche dopo la caduta.
“Speravo si
fosse rotta…” pensò
l’Alchimista delle Piante, ricordando ciò che
aveva detto
la gemella quella mattina.
<<
Perdonate l’attesa! >> disse Pedro, il
cantante. << Una LUNGA
attesa, durata anche una
settimana in più! Ma
vedremo subito di farci
perdonare! >>
Un
altro urlo raggiunse il gruppo musicale. E ovviamente anche
le tre sorelle si unirono al coro.
Durante
il concerto, però, Giulia non si accorse di due
occhi verde smeraldo che la fissarono
più volte.
-
-
-
<<
Grazie mille per il sostegno, East City!
>> disse il cantante del gruppo dal microfono.
Grida
di gioia partirono dalle gole dei fan, già
affaticate dal cantare continuo.
<<
Siete stati fantastici! Non vediamo l’ora di
tornare a fare qui un altro concerto! Ciao! >>
salutò Pedro anche con un
cenno della mano, imitato anche dagli altri componenti.
I
fan lanciarono un altro urlo come saluto.
<<
Sono stati mitici! >> disse Giulia, felice
come non mai.
<<
Ma loro sono sempre
mitici! >> disse Luana, sorridendo.
Per
una seconda volta durante la serata, però, la
felicità si trasformò in pochi secondi in panico,
quando uno dei grandi pali di
metallo che sostenevano le luci cominciò a cadere verso i
fan. Anzi, per essere precisi,
proprio verso le sorelle Frid.
Le
due gemelle si fecero immediatamente da parte, ma
nella confusione non riuscirono ad afferrare per mano Giulia, che
scomparve
dalla loro vista.
Se
l’Alchimista delle Piante avesse avuto un secondo in
più per riflettere, avrebbe potuto usare i suoi rampicanti
per fermare il palo,
ma la paura ebbe il sopravvento.
Le
grida di Luana e Debora, che chiamavano continuamente
la sorellina, furono coperte dalle urla di terrore degli altri presenti
e dal
pesante tonfo metallico del palo, che cadde definitivamente.
Un
gran polverone si alzò da terra, mentre le urla, a
poco a poco, si placarono, tranne quelle delle due gemelle.
<<
Giulia! GIULIAAAAAAAAA!!!
>>
<<
Sono… sono qui… >>
Quando
dalla nube di polvere le due gemelle videro la
figura della sorellina, che stava bene e si trovava
dall’altra parte del grande
palo, tirarono un sospiro di sollievo,
mentre gli
occhi divennero lucidi, per la paura e anche per la gioia. Mentre
Giulia le
stava raggiungendo, non si accorsero nemmeno che al suo fianco
c’era Romeo, e
appena lei s’avvicinò,
le due gemelle andarono subito
ad abbracciarla.
<<
Sorellone! State bene? >> chiese
l’Alchimista del Fulmine.
<<
Sì, sì! E tu? Tutto a posto? >>
chiese
Luana.
<<
Sì, ma… >> e Giulia si
voltò verso il
giovane cameriere, senza però incrociare il suo sguardo
<< … è stato
Romeo… a salvarmi… >>
<<
Romeo?! >>
ripeterono in coro le due gemelle, sorprese.
<<
Sì… lui >> e la minore delle Frid
abbassò
lo sguardo, in imbarazzo << ha visto che mi ero bloccata
a causa del
panico, così mi ha preso e mi ha spostato dalla traiettoria
del palo… >>
Così
come Luana si era sbagliata sul lato perverso del
giovane cameriere (scoprendo cioè che non era SOLO perverso,
ma sapeva anche
essere cortese), adesso Debora si era sbagliata su quello che sembrava
essere il
suo lato insensibile. << Allora…
grazie… anche se questo non basterebbe
di certo per ciò che hai fatto… >>
<<
Di niente >> rispose lui con tranquillità,
sorridendo appena. Poi riprese, dopo un attimo di silenzio:
<< Veramente…
un modo per ringraziarmi ci sarebbe… >>
<<
Cioè? >> chiese Luana, alzando un
sopracciglio.
<<
Bè… prima di tutto, bisognerebbe prenotare una
camera in un albergo… >> cominciò
il moro.
Giulia
lo guardò confusa: “E che ci deve fare?”
“Non
promette nulla di buono…” pensò
l’Alchimista
d’Acqua.
Romeo
continuò imperterrito, rivolgendosi direttamente a
colei che aveva salvato: << … e poi noi due ci
andiamo
per passare insieme una notte di passione… >>
<<
MA CHE CACCHIO DICI, BRUTTO IDIOTA PERVERTITO?!?!
>> sbraitò Giulia, il volto più
rosso di un
peperone.
Un’espressione
imbarazzata comparve anche sul volto di
Debora, che conosceva la perversione del ragazzo solo da quello che le
sue
sorelle le avevano raccontato… ma non si aspettava una cosa
del genere.
<<
Ma è fuori?!
>>
disse l’Alchimista delle Piante verso la gemella.
<<
E’ fatto così, non possiamo farci
niente… mi
aspettavo anche di peggio… >> rispose con
calma l’altra.
<<
Non lui! >> sussurrò Debora. << Ma nostra sorella! Come fa a
piacergli uno così?!
>>
<<
Mah… >> rispose Luana, stringendosi nelle
spalle.
Nel
frattempo, Romeo disse: << Va bene, come non
detto… speriamo in seguito… >>
<<
SMETTILA DI DIRE QUESTE COSE!!!
>>
Notando
che la cosa continuava, Debora si avvicinò alla
sorellina, cambiando discorso: << Piuttosto…
meglio andare a controllare
la situazione. >>
<<
Eh? Ah, sì, hai ragione >> rispose
l’Alchimista del Fulmine, più calma.
<<
Come “controllare”? >> chiese Luana.
<<
Per capire perché è caduto quel palo
>> si
spiegò la gemella. << Potrebbe essere stato un
attentato… >>
<<
Ma no, sono cose che
possono capitare… >> disse
L’Alchimista d’Acqua.
<<
Secondo me, non è stato un caso. >> disse
Giulia, dimenticandosi momentaneamente (per il bene della sua pressione
sanguigna) di Romeo. << Mi è sembrato proprio
che quel palo ci venisse
addosso. >>
<<
Può darsi: persone contrarie ai militari o al
nuovo governo che stanno preparando ce ne sono a bizzeffe, per di
più ora siamo
nella squadra del Generale Mustang, e non pochi vogliono farlo fuori,
è una
cosa risaputa >> aggiunse l’Alchimista delle
Piante.
<<
Ma è stato un
incidente! >> riprovò la gemella: non aveva
voglia di “lavorare” anche il
sabato sera.
<<
Lua, siamo militari, ed è nostro dovere
controllare! >> disse la sorellina, cercando di
convincerla.
<<
Va bene… >> sospirò infine Luana,
sconfitta.
Facendosi
largo in mezzo alle persone rimaste (molte
erano fuggite), passarono di fianco all’enorme oggetto
metallico, vedendo con
sollievo che nessuno si era fatto male. Quando arrivarono nel punto
dove c’era
la base del palo, trovarono gli agenti di sicurezza, e anche i Finley, allarmati. Le tre ragazze non si
accorsero che Romeo le
aveva seguite.
<<
Buonasera, siamo Alchimisti dell’Esercito
>> disse Giulia, mostrando l’orologio
d’argento, imitata dalle sorelle.
<<
Wow, già qui? Li abbiamo appena chiamati!
>> disse stupito uno degli uomini della sicurezza.
<<
Veramente eravamo venute a vedere il concerto…
>> spiegò Debora.
Senza
dare altre spiegazioni, le tre ragazze si misero
all’opera, esaminando il punto di rottura.
<<
Guardate qua! >> esclamò Luana. Le sorelle
s’avvicinarono,
guardando il punto indicato, e lei
continuò: << Pare che sia stata usata
l’Alchimia. >> Quel segno
indelebile, riconoscibile solo dagli Alchimisti, era per loro ben
visibile.
Controllando anche il resto del palo, trovarono altri segni simili nei
punti
che avrebbero dovuto sostenere la struttura metallica.
<<
Come sospettavo… >> sussurrò
Giulia.
<< Qualcuno ha tentato di farci fuori. >>
<<
Ma è
impossibile!
>> disse con decisione uno degli agenti. <<
Qui possono venire solo
i tecnici e gli addetti alle luci… >>
<<
Se sa usare l’Alchimia, di sicuro sarà stato
anche abbastanza intelligente da travestirsi e infiltrarsi
>> intervenne
Ka, il chitarrista del gruppo.
<<
Già… ma solo da questo non possiamo capire chi
è
stato… >> disse Debora, pensierosa.
<< Possiamo solamente fare
rapporto. >>
<<
E stare sempre con gli occhi ben aperti >>
aggiunse la gemella.
Giulia
sospirò: << Ci mancava solo che qualcuno ci
perseguitasse… >>
Romeo
disse tra sé e sé: << Non posso
permettermi di avere un avversario… >>
<<
Eh, sì… ASPETTA,
CHE
HAI DETTO?!? >> urlò la minore delle Frid.
<< Quindi ammetti di avermi di seguito!!! >>
<<
Io non ho detto nulla… >> replicò
il moro,
facendo finta di niente.
<<
Smettila di fare il finto tonto!!!
>> gli urlò nuovamente lei.
Non
le diede ascolto e disse, prima di avviarsi: <<
Bene, visto che il
concerto è finito, io vado.
Arrivederci! >>
<<
STUPIDO STALKER PERVERTITO!!!
>>
<<
Lua, credo che dovremmo cominciare ad abituarci
a scene del genere… >> disse Debora verso la
gemella.
<<
Già… >> sospirò Luana.
<<
Fortuna che non ci sono
stati feriti! >> commentò Dani, il batterista,
riferendosi al disastro.
In
risposta, Ste, il
bassista, annuì: << E’ stata davvero
una fortuna: spesso, in casi del
genere, ci sono feriti solo a causa della gente che fugge e travolge
altre
persone… >>
<<
Ora che ci penso… >> rifletté
Pedro,
rivolgendosi alle tre sorelle << avete detto che eravate
già qui… siete
nostre fan? >>
<<
S-sì… >> rispose Debora,
imbarazzata.
Nel
sentire la domanda, Giulia lasciò
perdere Romeo, ormai scomparso dalla sua vista, e si
fiondò con occhi
luccicanti davanti ai Finley. << Sì, siete il
nostro gruppo preferito!
>>
<< Forte!
>> esclamò Ka. << Abbiamo degli
Alchimisti di Stato tra i nostri
fan! >>
<<
Visto che siamo
qui…
che ne dite di farci una foto insieme? >> propose la
minore delle Frid,
approfittando immediatamente della situazione.
<<
Ma sì,
perché no?
>> rispose il cantante con tono allegro.
Nella
foto, tutti sorrisero. Ma
gli animi delle tre sorelle erano inquieti: forse i veri problemi erano
appena
cominciati.
Ce
l’ho
fatta! Ancora non ci credo! çAç *piange disperata*
Però
ho appena notato che il capitolo è un po’
più lungo
degli altri… bè, non di molto, ma forse
così un pochettino-ino-ino-ino mi perdonate…
^_^’’
Vi
spiego velocemente il motivo del mio ritardo:
all’inizio, quando ero ancora da mia nonna, non sapevo bene
di preciso come
iniziare. Poi, giorno per giorno
sono andata avanti,
ma ho avuto anche qualche giorno impegnato (i motivi non me li
ricordo).
Infine, verso la penultima settimana di Settembre, sono partita per
tornare a
casa, e quella stessa sera mia madre si è rotta il mignolo
del piede.
Risultato: per farla stare a
riposo, adesso (e
soprattutto appena tornate) la maggior parte dei servizi in casa li
faccio io
(a parte cucinare), quindi ho meno tempo per mettermi a computer. Ad essere precisi, il capitolo
l’ho finito l’inizio della
settimana scorsa, ma poi non ho avuto il tempo per metterlo online. Con
Lua e
Giuly mi sono fatta perdonare leggendoglielo ad alta voce, ma con gli
altri
lettori non saprei come farmi perdonare…
scusateeeeeeeeee… ç_________ç
Comunque,
ammetto che all’inizio avevo ben in mente la
parte iniziale (a parte il modo in cui le sorelle scoprivano la
“Festa”) e la
“comparsa a sorpresa” di Romeo (mi è
venuto in mente vedendo proprio Usui nell’anime
di Kaichou Wa Maid Sama, che compare spesso
all’improvviso e dal nulla XD), ma non la parte finale,
cioè dalla caduta del
palo in poi. Non ci crederete mai se vi
dico che
l’idea mi è venuta alle 5 del mattino ._. Io
stessa mi sono detta “ma che razza
di ora è per avere delle idee? -.-‘’”
XD Vabbè, almeno
così ho saputo come concludere il capitolo! XD E, a dirla
tutta, sono felice
che l’idea mi sia venuta: così metto un
po’ più d’azione nella storia (cosa che
avevo già intenzione di fare, a dire il vero, ma non sapevo
bene come).
Povero
Roy, anche qui l’ho
trattato un pochino male con Riza che lo rimprovera…
Però, in compenso, è
riuscito ad ottenere un’uscita con lei! *w*
So
che il nome della festa fa veramente schifo, ma ho
preferito un nome più semplice e anonimo invece di un nome
troppo particolare
da risultare ancora
più disgustoso di questo! XD
Per
chi non lo sapesse, Giuly chiama davvero i Finley
“Finlucci”… -.-‘’
XD Parlando del gruppo: so che ora
Ste, il bassista, non ne fa più parte, ma ho voluto
metterlo, visto che a Giuly
piacciono tutti e quattro i componenti! ^_^
Il
titolo di questo capitolo è uno strano gioco di
parole: “sconcertante”
è un sinonimo di
“sconvolgente”, un aggettivo adatto per tutti gli
avvenimenti che ci sono (la
comparsa improvvisa di Romeo, il comportamento insensibile di questo
verso la
ragazza che si è dichiarata, l’attentato), e
l’ho scelto proprio per la
somiglianza con la parola “concerto”! E pensare che
a volte non
ho proprio idee per i titoli (come con lo scorso
capitolo), mentre
stavolta l’ho addirittura pensato prima di scrivere
definitivamente il
capitolo! XD
Spero
come sempre di avervi fatto ridere (o almeno divertire)
con le piccole scenette comiche sparse qua e là, cominciando
da quella con Lua
e Debby che gesticolano come delle sceme XD (che cacchio ridi,
Debby sei tu! -.-‘’
ndVocina nella testa)(Ma lo so!
L’ho fatto apposta per prendermi un po’ in giro!
Non sono
mica COSI’ scema! ç_ç ndA)
Piccola
anticipazione anche qui (visto
che so cosa succederà a grandi
linee)… anzi, no, ho cambiato idea! XD Bè,
ma forse lo avrete capito da soli, quindi…
Sono
tornata con qualche disegnino! Non molti, ma ci
sono! ^_^
E,
come sempre, passiamo ai ringraziamenti! :D
Su DeviantArt: Lulumoon91 e VioletJuliet (se non la
leggono loro la fan fic che sono le mie migliore amiche e, con me, le
protagoniste della storia, allora sarei messa male
-.-‘’ XD).
Su EFP (e qui la lista è lunga): Lupoz91, Hanako_Hanako,
NeutralDarkSide,
Celest93 (che sicuramente commenterà il capitolo visto che
c’è la sua amica Giuly XD), Piwy (anche se non ha
commentato tutti i capitoli),
e infine le nuove arrivate Bloody Nihal (che, a dire il vero, conosco
già da
quasi un anno XD) e Haisa. Grazie a tutti! ^_^
E
ovviamente ringrazio anche tutti i lettori silenziosi
di entrambi i siti! ^_^ (anche un certo Roy Mustang conosciuto su
Facebook che
mi ha ispirato una certa scena con un disegnino stilizzato… u.u
XD)
Era
lì, davanti a quella porta. Terribilmente nervoso e
con il cuore in gola.
Roy
si diede dello stupido, perché si sentiva emozionato
come un ragazzino al primo appuntamento. Bè, a dire il vero,
poco ci mancava…
“No,
no, no!
Frena Roy! Che diavolo stai pensando?!E’ un’uscita tra
amici, non appuntamento!” si disse, scuotendo
vigorosamente la testa per scacciare quel pensiero.
Per
evitare che la sua mente si facesse altre strane
idee, decise di muoversi, suonando il campanello.
Subito
si sentì Hayate abbaiare dietro la porta.
“Speriamo che non mi salti di nuovo
addosso…” pensò Roy.
<<
Stai buono, Hayate! >> disse la voce di
Riza, attutita dalla porta. Poco dopo, la donna aprì la
porta.
<<
Buonasera, Generale >> salutò lei con uno
dei suoi sorrisi cortesi.
<<
Buonasera >> ricambiò l’uomo. Poi
continuò, imbronciato come un bambino: << Mi
era sembrato di essere stato
chiaro sul darmi del “tu” quando non eravamo al
lavoro… >>
<<
Ah, sì… Scusa, mi è
sfuggito… >> disse
lei, sorridendo imbarazzata.
Il
moro si strinse nelle spalle, con un sorrisetto
divertito sulle labbra: << Per questa volta, sei
perdonata! >>
<<
Scusami, devo farci l’abitudine… >>
<<
Bè, allora stasera ne puoi approfittare per fare
pratica! >> disse lui con tono divertito. Nel frattempo,
aveva osservato
la bionda, mentre lei rideva leggermente: aveva i capelli raccolti in
un
morbido chignon su un lato, e indossava un maglioncino lungo di colore
panna,
con un paio di pantaloni marroni
infilati dentro a
degli stivali neri. Come sempre, la bellezza di Riza risiedeva nella
sua
semplicità.
<<
Sei pronta? >> chiese Roy.
<<
Prendo la giacca e vengo >> disse lei,
mentre tornava all’interno dell’appartamento.
Mentre
s’infilava la giacca, anche la bionda aveva notato
il look di Roy: un paio di jeans, scarpe nere, un lupetto di colore
turchese,
di cui s’intravedeva solo il collo, e un giaccone dal taglio
sportivo. Lo trovò
insolito, abituata com’era ad abiti più eleganti e
di classe. Ma non significava affatto
che le dispiacesse, anzi.
<<
Andiamo! >> disse Riza appena prese anche
la borsa. Stava per prendere anche il guinzaglio del cane, quando lo
vide sbadigliare.
Si abbassò e gli fece una carezza: << Sei
stanco? Allora, ti lascio qui,
così riposi… >>
“E
così io non rischio di essere improvvisamente
investito da lui…” aggiunse mentalmente il moro.
Usciti
dal portone principale, il cuore di Roy batteva ancora
forte. Ma non si diede dello stupido: era troppo occupato ad
essere felice per farlo.
-
-
-
<<
Non ci posso credere… >>
<<
Incredibile… >>
A
fare questi commenti colmi di stupore erano Havoc,
Breda e Falman. Con loro c’era anche Fuery, ma, diversamente
dagli altri, stava
sorridendo.
I
quattro militari stavano facendo un giro per la Festa,
come s’erano
messi d’accordo, e, causalmente, avevano
visto una cosa che aveva attirato la loro attenzione: il Generale e il
Capitano
che stavano cenando e chiacchierando tranquillamente ad un tavolino. E
adesso i
quattro uomini erano letteralmente appostati dietro l’angolo
di un edificio.
<<
Il Generale e il Capitano… che escono insieme?! >>
esclamò incredulo Falman.
<<
Domani ci sarà la fine del mondo, statene certi…
>> disse Breda, tra un morso e l’altro ad un
panino che aveva prontamente messo fuori.
<<
Secondo me siete un po’ esagerati…
>>
disse timidamente Fuery.
<<
Che diavolo state facendo? >> chiese una
voce femminile alle loro spalle.
I
quattro militari si voltarono e si ritrovarono
davanti Winry (che aveva posto la domanda), Ed, Al, May, Ling e Lan
Fan, che li
guardavano confusi. Anzi, Ed più scocciato che confuso,
visto che era stato
letteralmente trascinato alla Festa dalla bionda meccanica.
May
si spostò appena, vedendo in lontananza Roy e Riza.
<< Li stavate spiando? >> chiese, indicando
il moro e la bionda.
<<
Ma no, li abbiamo visti
per caso… >> disse Havoc sorridendo
imbarazzato, facendo dondolare la
sigaretta.
<<
Sì, certo, come no… >> disse la
ragazzina
di Xing guardandoli male.
Winry
sospirò: << Non capisco
perché siate contrari ad un loro rapporto…
>>
<<
Non abbiamo mai detto di essere contrari!
>> si difese immediatamente Falman. << Solo
che… ci sembrano una
coppia troppo strana… >>
<<
E invece non è così strana! Non vedete come
vanno d’accordo? >> disse la moretta, indicando
il tavolino… ora vuoto.
<<
Se ne devono essere andati mentre parlavamo…
>> sussurrò tra sé e sé
Al.
<<
Meglio così! >> disse il maggiore degli
Elric. << Già non avevo voglia di venire qui,
figurati di seguire il piromane… >>
La
giovane meccanica lo fulminò con lo sguardo:
<<
Non era mia intenzione seguirli… >>
Ed
sorrise impaurito:
<< Ok, ok, ho capito… >>
Ling
interruppe la scena prima che
degenerasse: << Io direi di imitare Mustang: ho una certa
fame… >>,
quasi leccandosi i baffi.
“Principe,
lei ha sempre fame…” avrebbe voluto dire Lan
Fan, ma si limitò a fare un sospiro.
<<
Buona idea! Andiamo! >> disse Ed, per
evitare di litigare con la sua fidanzata. Salutò velocemente
i quattro militari
e si avviò, seguito dagli altri ragazzi.
Nel
frattempo, il principe di Xing notò l’espressione
pensierosa sul volto della sua guardia del corpo: <<
Qualcosa non va?
>>
<<
N-no… >> balbettò lei, presa alla
sprovvista.
Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui la giovane pensò
di finire lì il
discorso, ma poi prese coraggio e continuò: <<
E’ che… mi sento come… un
“terzo incomodo” ad
uscire… con queste due coppie…
>>
Ling
disse con ingenuità: << Perché, noi
non siamo
un’altra coppia? >>
La
giovane ninja
avvampò e rischiò un collasso. <<
Ma che sta dicendo,
principe?! >>
<<
Perché? >> chiese lui, confuso. Quando si
rese conto di ciò che aveva detto, arrossì appena
e cercò di spiegare cosa
intendesse: << Ma… anche se non siamo una
coppia di… fidanzati… siamo
comunque due persone… e due persone formano una coppia,
anche se queste hanno
lo stesso sesso… >>
La
giovane ninja,
dopo un attimo, riuscì a riprendersi. “In
effetti… il suo ragionamento non fa
una piega…” pensò, leggermente
sconvolta dalla semplicità della frase.
Il
discorso finì definitivamente, poiché dovevano
ormai
ordinare da mangiare. Preso ciò che aveva scelto, il giovane
principe si
sedette al tavolo preso da Al e May mentre aspettavano gli altri.
<<
Ho sentito il vostro discorso >> disse May
di punto in bianco.
<<
Che?! >>
esclamò
il fratellastro, un po’ imbarazzato.
La
ragazzina continuò, appena si accertò che la giovane ninja non li stesse
raggiungendo: << A te
piace Lan Fan, vero? >>
Ling
arrossì appena e cominciò a balbettare:
<<
Cosa?! Ecco…
io… bè… insomma… un
po’… >> riuscì
a malapena ad affermare. Si sentiva
in imbarazzo nel
rendere espliciti quei sentimenti che fino a quel momento non aveva
reso chiari
nemmeno a sé stesso.
<<
Come “un po’”?!
>> esclamò la moretta. <<
Vabbè lasciamo perdere…
>> sospirò lei.
<<
Non hai mai pensato di provarci con lei?
>> disse Al, capendo dove voleva arrivare la sua
fidanzata.
<<
Ma io… non
so… non
vorrei… insomma… >>
balbettò il moro, mentre lo sguardo s’intristiva
poco
alla volta.
Il
minore degli Elric rimase per un attimo pensieroso,
per poi dire: << Hai paura di non piacerle?
>>
Il
giovane principe annuì: <<
Sì… e poi… >>
<<
Fermo! >> esclamò May, leggermente
accigliata. << Adesso non dire stupidaggini come
“io sono un nobile e lei
no, quindi non ci possiamo sposare”, perché questa
scusa non regge! >>
Ling
la guardò stupito e rimase senza parole: l’aveva
anticipato. << C-come “la scusa non
regge”? >> chiese lui, appena
riuscì a muovere di nuovo la lingua.
<<
Sei il principe ereditario, no? >>. Il
giovane principe continuò a guardarla senza capire. La
moretta sospirò, per poi
continuare: << Diventerai imperatore, e potrai cambiare
le leggi come ti
pare! … Bè, non proprio come ti pare, bisogna
avere una buona giustificazione,
ma lo puoi fare… >>
Gli
occhi del principe di Xing s’illuminarono: <<
Già… >>
“Bene,
ha capito” pensò la moretta. Poi si rivolse al
biondo al suo fianco: << Al, ti prego, abbracciami!
>> disse con
voce quasi disperata.
Il
biondino, pur non comprendendone il motivo, l’abbracciò,
poi sentì la voce di May contro il suo petto
dire, con tono esasperato: << Perché devo far
capire la cose al mio
fratellastro col cucchiaino?! >>
-
-
-
Contemporaneamente,
da un’altra parte, Roy e Riza stavano
passeggiando tra le bancarelle. Per la precisione, erano a braccetto,
dopo
molte insistenze del moro e la minaccia di rimanere corrucciato per il
resto
della serata.
Si
erano ritrovati a parlare del più e del meno, e
più
chiacchieravano, più Riza si sentiva libera di conversare
tranquillamente. E
Roy non poteva non essere felice di tutto questo.
Ad
un certo punto,
mentre camminavano, l’attenzione della bionda fu attratta da
qualcosa, e
istintivamente sorrise divertita.
<<
Che c’è? >> chiese il moro, notata
quell’espressione.
<<
No, niente… >> rispose lei.
Ma
l’uomo, curioso, si voltò nella direzione
dove prima la donna stava guardando, e notò una
bancarella con il tiro
al bersaglio.
<<
C’è qualcosa che t’interessa?
>> chiese
ancora lui, indicando il banchetto.
Lei
abbassò lo sguardo, un po’ imbarazzata:
<< Ma…
ecco… vabbè, ti faccio vedere… >>
Si
avvicinarono e Riza continuò: <<
Ecco… tra i
premi in palio ho visto… quello >> e comparve
nuovamente quel sorriso
divertito sulle labbra. Indicò un piccolo peluche a forma di
gatto nero, con le
ali da diavoletto e un’espressione imbronciata.
Roy,
nel vederlo, alzò un sopracciglio: << E cosa
c’è di tanto divertente in quel gatto?
>>
La
bionda rise leggermente: << E’ che…
quando sei
imbronciato, fai quella stessa faccia! >>
Sul
viso del moro si dipinse la suddetta espressione:
<< Non è vero! >>
Riza,
come al solito,
cercò di
tenere un po’ di contegno e ti trattenere le risate, anche
se, in quel momento,
le stava costando non poca fatica: << Invece
sì! Adesso siete proprio
uguali! >>
<<
Bè, comunque se ti piace, posso
prendertelo! >> disse lui, fintamente offeso.
<<
Ma no… e poi, se volessi, potrei prenderlo da
sola… >>
<<
Ma non sarebbe la
stessa cosa se ci provassi tu! >> esclamò Roy.
<< Sei il più bravo
cecchino di Amestris e lo prenderesti sicuramente! >>
Aggiunse poi, con
un sorriso divertito: << Faresti fallire il povero
proprietario! >>
La
donna rise leggermente: << Esagerato! >>.
Doveva ammetterlo: si stava divertendo davvero molto con lui. Aveva
fatto
proprio bene ad accettare il suo invito…
Nel
frattempo, Roy si era avvicinato al proprietario del
banco e stava pagando per fare un tentativo.
<<
Non starai… facendo sul serio?!
>> esclamò Riza.
<<
Certo che sto facendo sul serio! >> disse
il moro con già il fucile giocattolo in mano, e sulle labbra
uno di quei
sorrisi decisi che facevano squagliare tutte le donne di Amestris (a
parte
Riza, ovviamente). Cosa che, infatti, avvenne
ad un
paio ragazze che si trovavano alle spalle della bionda cecchina.
Ma
non finì qui. Mentre
il moro si metteva in posizione, le suddette ragazze si avvicinarono a
Riza:
<< Scusa… >>
<<
Sì? >> Riza le osservò: erano ben
vestite
e con abiti alla moda… forse anche in modo maniacale.
<<
Sei con lui? >> chiese una delle due,
quella coi capelli rosso
cupo, indicando Roy.
La
bionda rispose, poco convinta: <<
Sì… >>,
mentre si chiedeva che cosa volessero.
<<
Assurdo >> disse con superiorità
l’altra
ragazza, coi capelli
color biondo platino, <<
come può uno come lui uscire con una come… te?!
>>, finendo con un tono
quasi indignato.
La
cecchina s’accigliò:
<<
Cosa avrei di così assurdo? >>
La
rossa la guardò dalla testa ai piedi e rispose:
<< Sei bella, sì, ma
così… sempliciotta… >>
L’altra
ragazza intervenne: << No, no! E’
SCIATTA…
>>
Gli
occhi color cioccolato di Riza s’intristirono: lei
non poteva farci niente, era fatta così. Amava la
semplicità… ma non per questo
si trascurava, anzi. Ma
probabilmente per quelle due
ragazze “trascuratezza” e
“semplicità” erano la stessa
cosa…
<<
Scusate… >> disse la voce del Flame
Alchemist alle spalle della cecchina. Questa alzò lo
sguardo, e vide che era
accigliato.
La
rossa e la platinata, nel vederlo, si esaltarono. Lo
salutarono con un tono a dir poco smielato, in modo totalmente opposto
rispetto
a come avevano fatto con la cecchina.
<<
Perché non la
lasci
perdere >> disse la ragazza bionda, riferendosi a Riza
<< e vieni
con noi? >>
<<
Di sicuro ti divertiresti di più…
>> disse
l’altra con tono malizioso.
Il
moro s’accigliò
maggiormente:
<< Siete disgustose… >> disse
con tono lapidario.
<<
Cosa?! >>
esclamarono le due. Anche Riza si era stupita: non lo aveva mai sentito
usare
un tono del genere con una donna.
Roy
continuò: << Come vi permettete di dire queste
cose? Prima la offendete, >> disse circondando le spalle
di Riza con un
braccio, << e poi ci provate sfacciatamente con
me… >>
<<
Ma… in che
rapporti sei
con lei? >> chiese spudoratamente la platinata, offesa.
Dopo
un paio di secondi di silenzio, l’uomo abbracciò
la
sua accompagnatrice e rispose, rivolgendo alle due sconosciute uno
sguardo
quasi assassino: << E’ la mia fidanzata.
>>
Riza
sgranò gli occhi, colma di stupore. Se non avesse
avuto il suo solito autocontrollo, sarebbe avvampata.
Negli
occhi delle ragazze si lesse lo stupore e,
soprattutto, la paura. Intanto Roy continuò:
<< E adesso andatevene,
prima che mi arrabbi sul serio… >>
Le
due sconosciute presero il consiglio al volo e se la
diedero a gambe levate.
<<
Ma guarda un
po’ che
razza di gente s’incontra oggigiorno…
>> sussurrò il moro tra sé e
sé,
mentre lasciava la presa.
Riza,
intanto, si sentiva ancora un po’ intontita dal
ciò
che era successo poco prima. << Grazie…
>> disse lei a bassa voce.
Lui
la guardò confuso: << Per cosa?
>>
<<
Per avermi… difesa… >>
<<
Bè, non potevo certamente stare lì senza far
niente e permettere loro di continuare ad
insultarti!
>>. Era di nuovo irritato al solo pensiero di quelle due
sfacciate.
La
bionda si sentì lusingata a queste parole. Certo che
per comportarsi in quel modo doveva proprio essersi arrabbiato:
solitamente, in quanto
gentiluomo, quando c’era un problema con delle
donne cercava sempre di risolverli con calma, diplomazia e
gentilezza… cosa che
ora non aveva fatto. << Come… ti è
venuta in mente l’idea della…
fidanzata? >> chiese imbarazzata.
L’uomo
deglutì a vuoto e rispose, un po’ a disagio:
<< B-bè, così… avrebbero
capito meglio che dovevano lasciarci in pace…
>> “Non posso certo dirti che l’ho
pensato perché lo vorrei!” aggiunse
mentalmente.
<<
Piuttosto… >> cominciò Roy
più calmo,
cercando di cambiare argomento << … sono
riuscito a prenderlo! >> e
mostrò divertito il piccolo peluche a forma di gatto.
<<
L’hai preso davvero… >>
<<
Sì! >> rispose lui in leggero imbarazzo.
<< Non è stato facile per me che non uso praticamente
mai le armi da fuoco… avevo solo tre tentativi e coi primi
due non ho concluso
niente… ammetto di essere andato un po’ nel
panico! >>. Si passò una mano
tra i capelli, poi, arrossendo appena e porgendo il pupazzo alla donna,
balbettò: << E’…
è per te… >>
<<
Oh… bè… grazie…
>> disse lei, prendendo il
regalo e mostrando uno dei suoi sorrisi più belli. Non solo
l’aveva difesa, ma
si era pure messo d’impegno per cercare di prenderle quello
stupido peluche.
Il
moro rimase incantato davanti a quel sorriso. Per un
attimo, gli sembrò che la donna risplendesse di luce
propria. Ci mise un po’ a
riprendersi, e quando ci riuscì, distolse lo sguardo e
farfugliò: <<
P-prima devo…
prendere a-anch’io una cosa… qui…
>>
La
bionda lo guardò confusa: << Va
bene… allora
aspetto… >>
Riza
lo osservò mentre si metteva in posizione: prima,
distratta, non l’aveva visto, e adesso era curiosa. Vide che
i primi due colpi
andarono a vuoto.
<<
Uff… di nuovo… >>
borbottò Roy. Sul suo
viso si formò ancora una volta l’espressione da
bambino imbronciato. La
cecchina si trattene dal ridere: era proprio buffo con quella faccia.
Si
rese conto di una cosa: da quando era cominciata la
serata, si sentiva stranamente… leggera. Come se non ci
fosse nessun problema
che potesse darle fastidio. A parte delle stupide che volevano provarci
con
Roy, ma questo era un altro discorso. Si accorse che quella sensazione ce l’aveva ogni volta
che era con il Flame Alchemist fuori
dall’orario di lavoro, perché l’aveva
avuta anche a quella “cena a sorpresa”.
Forse, sarebbe dovuta andare fuori più spesso con
lui… in fondo, cosa c’era di
male in un’uscita tra amici?
Nel
frattempo, Roy era riuscito a fare centro con
l’ultimo colpo. << Ce
l’ho fatta! >>
esultò il moro, e il suo grido distolse Riza dai suoi
pensieri.
Mentre
l’uomo ritirava il premio scelto, la bionda lo
raggiunse: << Che hai
preso? >>
<<
Ehm… >> disse il moro, guardandola con
leggero imbarazzo. << Ecco… questo
>>. Mostrò un piccolo peluche da
appendere, di quelli che andavano di moda tra i ragazzi, appesi alle
borse o
alle chiavi. Nella forma somigliava a quello di Riza, ma rappresentava
un
coniglietto bianco, con le ali da angioletto e un sorriso dolce.
<<
Tu, Roy Mustang, hai preso questo?!
>> esclamò la bionda, alzando un sopracciglio.
Il
moro arrossì: << S-sì, lo so,
ma… come tu
ti sei ricordata di me vendendo quel peluche a forma di
gatto, questo… mi ha ricordato te…
>>. In quel momento il Flame Alchemist
si sentì l’uomo più imbecille sulla
faccia della Terra. “Maledizione, perché
l’ho preso?!”
Lei
sbatté un paio di volte le palpebre, un po’
confusa,
per poi dire: << Ed io… sarei un coniglietto?
>>. Roy si sentiva
imbecille, ma anche Riza si sentiva
un po’ stupida.
<<
Perché no? >> disse lui. <<
Insomma,
sei una donna molto gentile, anche se sul lavoro quasi tutti gli altri
pensano
che tu sia fredda, ma è solo perché non ti
conoscono… e, a modo tuo, sai essere
affettuosa con chi ti sta a cuore… >>. Aveva
detto tutto senza
rifletterci troppo.
Infatti,
dopo un momento di silenzio in cui Riza si sentì
in enorme imbarazzo per quelle parole, il moro si rese DAVVERO conto di
ciò che
aveva detto. “Oh, cavolo! Ma che diamine mi è
saltato in mente?!”
<<
Sì, insomma… non solo l’unico a
pensarlo…
>> balbettò lui, cercando di riempire quel
silenzio.
<<
Davvero? >> chiese timidamente lei.
<<
Ma certo!
>>
rispose Roy. << Se ne sono accorti
anche le
sorelle Frid, Acciaio, Alphonse, May, Ling… anche quegli
altri quattro dei miei
sottoposti, solo che non lo vogliono ammettere! >> disse
finendo con un
tono leggermente esasperato. << Ed io posso confermarlo,
perché sono la
persona che ti conosce di più… >>
aggiunse infine, guardandola con
dolcezza e ringraziando mentalmente il destino di averla fatta entrare
nella
sua vita. Anche se, fino ad adesso, la loro storia era stata un vero e
proprio
caos, a causa del tatuaggio, della guerra di Ishval, della delusione
che le
aveva fatto provare vedendo che l’Alchimia di Fuoco non
aiutava la gente ma la
uccideva, e poi la lotta contro il Padre e gli Homunculus…
Ma, in fondo, non
gliene importava: erano insieme nei momenti difficili, incoraggiandosi
a
vicenda, e lui voleva continuare ad averla al suo fianco, riuscendo
però ad aggiungere anche
momenti di gioia e di tranquillità.
<<
Grazie… per queste parole… >> disse
la
bionda ricambiando il sorriso. Nell’ascoltarlo, aveva sentito
un calore
all’altezza del petto.
<<
Di nulla… >> sorrise lui. <<
Continuiamo il giro? >>
<<
Certo! >>
<<
Aspetta solo un secondo… >>. Il moro
aprì
leggermente la giacca, infilò il piccolo coniglietto in una
delle tasche
interne e la chiuse attentamente con il bottone. << Non
voglio rischiare
di perderlo! >> spiegò lui.
Continuarono
a camminare per un po’, finché, arrivando
alle ultime bancarelle di uno dei tanti viali, si ritrovarono davanti
ad uno
strano cartello.
<<
“La Ruota delle Stelle”? E che diavolo sarebbe?
>> si chiese Roy, alzando un sopracciglio.
<<
Il cartello dice che bisogna andare di qua….
>> disse Riza, indicando un sentiero che
s’inoltrava in un piccolo
boschetto. Erano alla periferia della città.
La
bionda continuò, sorridendo al suo accompagnatore e
rispondendo alla sua domanda: << L’unico modo
per scoprirlo è andare a
vedere… ti va?
>>
Il
moro, ovviamente, ricambiò il sorriso: << Ma
sì,
sono piuttosto curioso! >>
E
così i due s’inoltrarono nel boschetto. Il viale
non
era molto illuminato: c’erano solo alcune fiaccole ai lati, e
non troppo
ravvicinate tra loro. In certi momenti sembravano soli, ma poi
compariva una
coppietta che andava nel senso opposto.
<<
Ci stiamo allontanando sempre più dalla Festa…
>> osservò Riza.
<<
E chissà quanta altra strada dovremmo
fare… davanti a noi non vedo niente…
>>
Riuscì
a malapena a finire la frase che si ritrovarono
in una specie di grossa radura. Anche se
l’illuminazione era minima, come quella del viale, fu loro
chiaro che erano
arrivati: una ruota panoramica, in funzione ma non
illuminata, li sovrastava. Gli occhi di entrambi si colmarono di
stupore. Non se
l’aspettavano affatto: avendo le luci spente, da
lontano la struttura metallica non si vedeva per niente.
<<
Prego signori. Volete fare un giro? >> li
accolse calorosamente un signore baffuto.
<<
Ma…
è questa “La Ruota
delle Stelle”? >> chiese poco convinto Roy,
indicando la ruota
panoramica.
<<
Esattamente! >>
<<
Perché questo nome? E poi non è
illuminata…
>> disse Riza.
Il
signore rispose gentilmente: << Semplice,
signorina. La ruota, lontana dalle luci della città e, come
lei ha notato, non
illuminata, permette di vedere molto bene le stelle… ecco il
perché del nome!
>>
<<
Oh… capito… >> rispose la bionda,
che da
quando era arrivata nella radura non aveva quasi mai staccato gli occhi
dalla
grande attrazione.
Il
moro osservò la donna e sorrise: la trovò
terribilmente carina con quegli occhi pieni di curiosità.
<< Facciamo un
giro! >> disse rivolto al proprietario.
<<
Cosa?! >>
esclamò
Riza: non voleva fargli spendere altri soldi.
<<
Siamo arrivati fin qui, adesso fare un giro è il
minimo! >>
La
bionda non riuscì a replicare in alcun modo, che si
ritrovò già sopra alla ruota panoramica, con la
città alle spalle. Fortunatamente,
soprattutto per il proprietario, la serata era limpida: il venticello
frizzante
che stava soffiando aveva spazzato via ogni nuvola che avrebbe potuto
disturbare quello spettacolo della natura. Non c’era nemmeno
la luna, oscurata
dalla Terra stessa.
Lentamente,
i due si avvicinarono sempre più alla cima.
Ogni tanto la ruota si fermava, permettendo di osservare meglio il
cielo che li
sovrastava. Milioni di piccole luci brillavano su uno sfondo nero come
il
petrolio.
<<
Che meraviglia… >> sussurrò Riza,
mentre
guardava sopra di sé con occhi meravigliati. Ma una
specie di giramento le fece abbassare la testa.
<<
Tutto bene? >> chiese immediatamente Roy,
preoccupato.
Lei
sorrise per rincuorarlo: << Sì, certo, solo
che… nel fissare le stelle mi sento come se… non
so, fossi nel vuoto e
rischiassi di cadere… >>
<<
Capito… una cosa una po’ strana…
>>
Dopo
un attimo di esitazione, la bionda chiese: <<
Posso… appoggiarmi a te? Così forse non sento
più quel giramento… >>
<<
C-certo! >> rispose lui, un po’ sorpreso.
La
donna si avvicinò al moro, e gli appoggiò anche
la
testa sulla spalla. Riza si sentì un po’ in
imbarazzo stando in quella
posizione: adesso sembravano davvero una coppietta.
Roy,
con il cuore che gli scoppiava di gioia, decise in
qualche modo di approfittarne e, con un movimento leggero, le
circondò la vita.
Subito
la bionda sgranò gli occhi e si voltò verso di
lui, incrociando il suo viso su cui si era dipinto un tenero sorriso.
Nel
vederlo, non riuscì a non ricambiarlo: si sentiva
così bene, e in qualche modo
sapeva che quel momento non avrebbe potuto rovinarlo niente e nessuno.
Erano
ormai arrivati sul punto più alto della ruota, e
qui la struttura si fermò nuovamente. Insieme,
ricominciarono a guardare le
stelle, finché Riza non riconobbe una costellazione.
<< Guarda,
quella è la costellazione del Cigno! >>
<<
Quale? >> chiese Roy. << Io non ne
so nulla di queste cose… >>
La
bionda affiancò il proprio viso a quello del moro e
cercò di indicargli la costellazione: << Da
quella parte… vedi quelle
stelle che formano una specie di croce? >>
<<
S-sì… >> rispose lui, confuso
dall’inaspettata vicinanza.
Lei
sorrise, non notando il palese imbarazzo sul volto
dell’uomo: << Bene, quella è la
costellazione del Cigno! >>
<<
Capito… >> disse lui, decisamente
più tranquillo. << Aspetta un attimo, da
quand’è che tu conosci le
costellazioni? >>
<<
Ecco… a dire il vero, è sempre stata una cosa
che mi ha affascinato… >> rispose la donna,
con un leggero rossore in
volto, appoggiando nuovamente la testa sulla spalla del moro.
Lui
sorrise: << In effetti, anche se si conosce la
vera natura delle stelle, il panorama che creano
nel
cielo notturno resta ugualmente meraviglioso…
>>
Riza
ricambiò il sorriso guardandolo negli occhi:
<< Non pensavo
fossi così poetico… >>
<<
Uno dei miei tanti lati nascosti… >> disse
semplicemente Roy, osservandola. Era così bella, con le
stelle che si riflettevano
nei suoi grandi occhi color cioccolato, e le
sue morbide labbra erano così vicine… Senza
neanche rendersene conto, si
ritrovò ad avvicinare la proprie labbra a quelle della
bionda.
Ma
lo scatto improvviso
della ruota che riprendeva a muoversi interruppe quel bacio non dato.
Entrambi
sgranarono gli occhi, spaventati: le altre volte che la ruota era
ripartita non
c’erano stati
scossoni del genere.
<<
Che spavento… >> sussurrò Riza tra
sé e
sé.
<<
Già… >>. Il
moro era
rimasto un po’ di dispiaciuto nel non essere riuscito a
baciarla, ma nel
vederla così serena mentre riprendeva a guardare le stelle,
pensò: “Forse è
stato meglio così… avrei rischiato di rovinare
questa splendida serata... E
poi, a rifletterci, è ancora presto: devo prima farle capire
che non c’è niente
di male in un nostro rapporto, anche se c’è la
legge anti-fraternizzazione, che
basterà stare attenti… e che, soprattutto, quella
legge sarà tra le prime cose
che modificherò appena diventerò Comandante
Supremo. E’
una promessa.”
Quando
il girò finì, salutarono il proprietario della
ruota panoramica e tornarono tra le bancarelle della Festa
d’Autunno. Lì
camminarono e chiacchierarono ancora, finché la stanchezza
non ebbe il
sopravvento.
-
-
-
Roy,
ovviamente, così com'era andato a prendere Riza, la
riaccompagnò anche a casa.
<<
Grazie Roy. Sono stata
molto bene in tua compagnia… >> disse la
bionda davanti alla porta del
proprio appartamento.
<<
Anch’io sono stato molto bene con te…
>>
disse il moro, sorridendo.
Lei
abbassò lo sguardò, un po’ imbarazzata
da ciò che
stava per dire: << Ho pensato… che dovrei
uscire più spesso… tu… mi faresti
compagnia? >>
L’uomo
sgranò gli occhi dalla sorpresa, e dopo un attimo
di smarrimento, rispose: << Certamente! >>.
Colmo di gioia,
istintivamente l’abbracciò.
Riza
rimase per un attimo interdetta,
per poi ritrovarsi a ricambiare il gesto, circondandogli la vita.
Affondò parte
del viso nel giaccone e chiuse gli occhi, come se così
potesse assaporare
meglio il calore e l’affetto che l’uomo le stava
trasmettendo.
La
bionda capì che dirgli semplicemente
“grazie” non
bastava per tutto ciò che aveva fatto in
quell’unica serata. Così, mentre
stavano sciogliendo quell’abbraccio, lei gli posò
un tenero bacio sulla
guancia.
Roy
sgranò nuovamente gli occhi, mentre la donna,
imbarazzata, lo salutò con un veloce <<
Buonanotte >> e s’infilò
immediatamente dentro casa, chiudendosi la porta alle spalle.
“Ma
che mi è preso?!”
si chiese
lei. “Mi è venuto così naturale
farlo… però… se lo
meritava…” pensò lei,
sorridendo dolcemente e stringendo al petto il peluche a forma di gatto.
La
testa di Roy, nel frattempo, non riusciva a pensare
assolutamente a niente. L’unica cosa che riuscì a
fare fu muovere la mano e
sfiorare il punto su cui si erano poggiate le labbra della bionda.
“Mi ha… dato
un bacio…” riuscì finalmente a pensare.
“Mi ha dato un bacio!” si ripeté,
felicissimo. E mentre tornava a casa, continuò a ripetersi
quella frase per
centinaia di volte.
Mi
sento piuttosto soddisfatta di questo capitolo! Era da tempo che volevo scriverlo!
*w* E proprio perché mi sento
soddisfatta, anche se sono in ritardo madornale, non mi sento triste e
depressa
XD
Da
che doveva essere un capitolo solamente Royai, ho
fatto comparire anche un po’ di altre coppie, in particolare
Ling e Lan Fan ^_^
Forse Ling può sembrare un po’ OOC, ma lo descrivo
in quel modo perché ciò che
più mi piace di lui è il suo lato un
po’ scemo e ingenuo… perdonami, Ling! E
poi, l’ho fatto anche perché così May
poteva parlargli, come in precedenza
Debby ha fatto con Roy! XD
Che
ne dite, vi piace l’idea dei peluche? Ammetto che
l’ho ripresa da due manga, dove avevo letto una cosa simile:
sia in “Karin
piccola dea” di Koge Donbo che in “The
Gentlemen’s Alliance Cross” di Arina
Tanemura (in pratica, ho fatto altra pubblicità occulta
._.’’ XD). Sempre
riguardo a quelle scene, altre due cose. Primo: quando Roy abbraccia
Riza
dicendo alle due ragazze che è la sua fidanzata, non è che
il peluche a forma di gatto sia scomparso! XD In teoria Roy ce
l’avrebbe in mano (me lo immagino piccolo questo
peluche, alto al
massimo 15 cm ^_^’’), solo che non essendo
importante in quel momento, non l’ho
precisato. Secondo: quando Roy dice
di sentirsi “l’uomo più
imbecille sulla faccia della Terra”, mi sono immaginata Giuly
che diceva: “Embè?
Che c’è di strano? Lo è! -.-” XD
Non
chiedetemi come mi sia venuta l’idea della ruota
panoramica senza luci, perché non lo so ._. Però,
penso che sarebbe una bella
idea anche nella realtà! ^_^
La
sensazione che prova Riza (quella del “sentirsi nel vuoto
e rischiare di cadere”) è, sinceramente, quella
che provo io quando guardo a
lungo le stelle: se non mi tengo a qualcosa, mi sento proprio di
cadere. Così,
ho preso ispirazione da questa cosa e ne ho approfittato per far
appoggiare
Riza a Roy ;3
Come
costellazione che Riza vede, ho
scelto quella del Cigno non a caso: in autunno (periodo in cui
è ambientato il
capitolo) è visibile (anche se il periodo migliore
è l’estate), in più è una
delle più semplici da riconoscere ^_^ A parte il Grande
Carro, ovviamente.
Lo
so, lo so: vorreste uccidermi perché Roy e Riza non si
sono baciati u.u Ma,
come pensa Roy stesso, per il
momento è ancora presto. Un po’ alla volta ;)
Bè,
non si baciano, ma Riza gli dà comunque un bacio
sulla guancia! ^///^ *immagina le Royaier che esultano…
soprattutto perché lei
lo farebbe*
Per
colpa della fan fic scritta da Giuly, mi è venuto in
mente un pezzo molto spassoso dopo che Roy ha preso il peluche a forma
di
coniglietto, che non ho potuto mettere (vi spiego poi il
perché) ma che qui vi
riporto:
Lei
guardò il piccolo ciondolo, un po’ confusa, per
poi
dire: << Ed io… sarei una coniglietta?
>>
<<
Sì, magari una coniglietta vogliosa…
>>
disse perversamente un ragazzo di passaggio, coi
capelli neri e gli occhi verdi.
<<
Cosa?! >>
esclamò
Roy. Poi lo guardò meglio,
mentre se ne andava: “Ma dov’è che
l’ho già visto? Ah, sì,
è quel cameriere che è venuto quando ho
incendiato l’ufficio… e, se non sbaglio,
è il ragazzo che piace a Lampadina,
almeno da come hanno detto le sue sorelle…
…
…
Ma come fa a piacerle un tipo così perverso?!” si chiese infine
sconvolto.
Riza,
invece, disse con tono gelido: << E’
fortunato che siamo in pubblico, altrimenti gli avrei
già sparato addosso un intero caricatore…
>>
Il
moro sorrise intimorito: << Immagino… eh,
eh…
>>
Bè,
il pezzo non l’ho potuto mettere perché Romeo non
è
capace di sdoppiarsi e di essere in due posti contemporaneamente XD
…almeno
credo. ._.’’
XD
Come
sempre, prima di lasciarvi,
i ringraziamenti! ^_^ (ormai è diventato un rito u.u)
Prima, a chi ha commentato fino ad adesso, anche se non tutti i
capitoli (la
lista si è allungata O.O’’): su
DeviantArt Lulumoon91 e VioletJuliet, su EFP
Hanako_Hanako, NeutralDarkSide, Lupoz91, Bloody Honey, Piwy, Celest93,
Haisa,
Melanita, MartaAka97… uhm, credo di aver scritto
tutti… scusate se me ne sono
persa qualcuno! ^_^’’ Tanto, anche se non vi ho nominato,
i ringraziamenti valgono comunque! ^_^
Ovviamente,
ringrazio anche tutti i cosiddetti “lettori
silenziosi”! (_ _)
Incredibile
ma vero. Per la seconda volta nella sua vita,
quel lunedì mattina il Generale di Brigata Roy Mustang stava
andando al lavoro
canticchiando. Chi non sapeva della sua uscita avvenuta il sabato sera,
pensò
che durante quel fine settimana
doveva essersela
passata proprio bene, con chissà quale donna, se non anche
più di una. Senza
sapere che ce n’era una sola che potesse creare in lui
quell’effetto: Riza
Hawkeye.
Forse
anche il cielo era felice insieme a
lui: seppur autunno inoltrato, quella mattina l’azzurro e
la luce del sole la facevano da padroni sopra le teste delle persone.
Il
sorriso di Roy si aprì ancora di più quando,
appena
entrato nell’edificio del Quartier Generale, vide il suo
biondo Capitano,
intenta a parlare con un’altra soldatessa.
Subito
il moro attraversò la stanza e si avvicinò.
<< Buongiorno >> disse lui, senza riuscire
a togliere quel sorriso
dalle labbra.
<<
Buongiorno Generale! >> dissero entrambe
le donne, mettendosi sull’attenti. Seria e precisa come
sempre: ora che era al
lavoro, non era più la dolce Riza di sabato sera.
Mentre
si avviavano fianco a fianco
verso l’ufficio dell’uomo, la bionda disse:
<< La vedo allegro questa
mattina… >>
<<
Già! >> confermò lui, sorridendo
come un
bambino.
<<
E come mai? >>
Il
moro rispose vago: << Chissà…
>>
La
donna non fece caso più di tanto a quella risposta
approssimativa, perché un solo pensiero le assillava la
mente. Per la
precisione, era ormai un chiodo fisso da sabato sera. Come diavolo le
era
venuto in mente di dargli un bacio sulla guancia?!
Al
pensiero di ciò che aveva fatto e all’idea che
l’uomo interessato fosse al suo
fianco, le guance s’imporporarono appena, senza che il Flame
Alchemist se ne
accorgesse.
Riza
si sentiva confusa. Era stato tutto così diverso
quella sera alla Festa d’Autunno: era come se in quelle ore
fosse uscita la sua
parte più femminile e nascosta. E dare a Roy quel piccolo
segno di
riconoscimento le era venuto del tutto naturale. Come poteva essere
stata così
diversa quella sera? Era solo andata a fare un giro con Roy! E lei era praticamente SEMPRE con lui!
L’unica differenza era… che non
era lavoro. Forse era stato proprio questo a renderla così
diversa: non era più
obbligata ad essere un
soldato e, inconsapevolmente,
voleva solo essere una donna.
Arrossì
di nuovo: perché le stavano venendo in mente
quegli stupidi pensieri proprio ora?!
Per evitare che
il moro vedesse quel rossore, buttò lì una scusa
per allontanarsi
momentaneamente: << Generale, vado a prendere i documenti
che dobbiamo
controllare oggi. >>
<<
Va bene, ci vediamo in ufficio! >> disse
lui, continuando a sorridere.
Mentre
la bionda s’allontanava,
Roy continuò a camminare. Si rese conto che non riusciva
proprio a togliersi
quel sorriso dalle labbra. Perché per alcuni quel piccolo
bacio poteva essere
una sciocchezza, ma per lui significava che la strategia pensata dalle
sorelle
Frid stava cominciando a dare i primi frutti.
Continuando
a dirigersi verso il proprio ufficio, il
Flame Alchemist sentì casualmente un discorso tra due
militari.
<<
Non ci crederai mai! Sai chi ho visto alla Festa
d’Autunno? Riza Hawkeye! >> disse uno,
leggermente euforico.
<<
QUELLA Riza Hawkeye?!
>> esclamò l’altro. Erano entrambi
giovani: il primo aveva i capelli
corti e biondi, l’altro era castano.
<<
Sì! Accidenti, dovevi vedere com’era
bella… >>
Roy
si bloccò poco distante, con la scusa di guardare
fuori dalla finestra. I due non dovevano averlo nemmeno notato,
perché
continuarono tranquillamente.
<<
Era con qualcuno? >> chiese il castano.
Il
biondo si strinse nelle spalle: << Non lo so, non
ci ho fatto molto caso… Ma dovevi vederla! Aveva un sorriso
che la rendeva
meravigliosa! >>
L’altro
sembrava decisamente
poco convinto: << Non ce la vedo a sorridere…
è sempre così fredda e seria…
>>
“E
non sai cosa ti perdi!” pensò Roy, ricordandosi
quei
sorrisi che rivolgeva
solo a lui.
<<
Ma è vero!
>>
disse l’amico. << E nel vederla sai cosa ho
deciso? >>
<<
Cosa? >>
<<
Che ci voglio provare con lei! >> disse il
biondo, euforico. Dentro la testa di Roy, ovviamente, si accese un
campanello
d’allarme.
<<
Ma tu sei pazzo! Quella
prende le sue pistole e
ti bucherella come un
formaggio emmenthal! >> lo avvertì il castano.
<<
Hai poca fiducia in me! Vedrai che riuscirò a
portarmela a letto! Se fosse necessario, anche con la forza!
>> disse
convinto il biondo.
Mentre
l’altro soldato stava pensando che il suo amico
fosse un suicida, il Flame Alchemist non poté rimanere fermo
ad ascoltare. Si
avvicinò ai due, tranquillo: <<
Buongiorno… >>
I
due soldati si misero subito sull’attenti: <<
Buongiorno Generale! >>
Il
moro continuò, sorridendo: << Ho sentito il
discorso che stavate facendo… >>
I
due cominciarono ad
essere
preoccupati: tutti sapevano quanto il Generale Mustang tenesse ai suoi
sottoposti, e quanto odiasse sentir sparlare di loro.
Roy
continuò, voltandosi verso il biondo. Gli mise
davanti al volto la mano guantata, pronto
a schioccare
le dita. La cosa più inquietante era che lo stava facendo
col sorriso sulle
labbra, anche se negli occhi neri si vedeva una luce che non prometteva
nulla
di buono: << Dì nuovamente una cosa del genere
sulla mia assistente, e ti posso giurare che ti arrostisco il sedere,
chiaro?
>>. Per farglielo entrare meglio in testa,
sfregò appena le dita, quel
poco che bastò a far scaturire delle piccole scintille.
Il
soldato biondo, impaurito come non mai, si mise
sull’attenti: << S-sissignore! >>
<<
Bene! >> disse il moro per poi riavviarsi
nuovamente verso l’ufficio, sicuro che quel tipo non avrebbe
più fatto pensieri
del genere sulla SUA Riza.
Quando
finalmente i due giovani soldati si ripresero
dallo spavento, non si accorsero della bionda cecchina, che si stava
avvicinando.
<<
Te l’ho detto che sei un pazzo! >> disse
il giovane castano, con tono accusatorio per il mezzo infarto che gli
aveva
fatto venire.
<<
Non sarà una stupida minaccia come quella a
fermarmi! >> disse convinto il biondo. <<
Te l’ho detto: riuscirò a
portarmi Riza Hawkeye a letto! >>
Proprio
in quel momento, l’interessata gli stava passando
davanti. Questa si voltò verso di lui e in un secondo gli
puntò la sua fidata
calibro 9 al collo. << Dillo chiaramente se vuoi una
pallottola nella
giugulare… >> disse lei con tono gelido. Il
suo sguardo lanciava saette,
mentre spingeva con forza la canna della pistola sulla pelle del
soldato.
I
due gridarono terrorizzati, e subito il castano si
diede alla fuga urlando al compagno biondo: << Non
rivolgermi mai più la
parola! >>
Il
soldato biondo chiese pietà alla cecchina, pregandola con
le mani congiunte e con gli occhi lucidi.
<<
Giusto perché sei un soldato… >>
sibilò
lei, per poi riavviarsi verso l’ufficio del Flame Alchemist.
Arrivata,
vide che il moro la stava aspettando davanti
alla porta, preoccupato. << Tutto bene? Ho sentito delle
urla… >>
chiese lui.
<<
Sì, >> rispose lei nervosa, <<
solo
un soldato idiota incontrato per il corridoio… >>
<<
Non dirmi… che era un militare biondo che
parlava di te? >>
<<
L’ha incontrato anche lei? >> chiese Riza,
un po’ più calma.
Il
moro s’accigliò:
quel tipo
non gli aveva dato retta. << Sì! Gli ho anche
detto di smetterla, sennò
gli avrei arrostito il sedere! >>
Lei
rispose con calma, mentre abbassava la maniglia della
porta: << Io gli ho direttamente puntato una pistola al
collo. >>
Roy
fece un sorriso preoccupato: diretta come sempre.
“Ecco spiegate le urla…”
Le
espressioni dei due militari si trasformarono,
diventando colme di stupore: davanti alla scrivania, dando loro spalle,
erano
già presenti le tre sorelle Frid, in posizione di riposo.
Il
moro e la bionda si scambiarono uno sguardo confuso:
che ci facevano già lì?
Entrambi
si avviarono verso la scrivania, sempre con
quello sguardo confuso. Appena entrarono nel campo visivo delle
ragazze, le tre
fecero un perfetto saluto militare: << Buongiorno
Generale, buongiorno
Capitano! >>
<<
Buon… giorno… >> rispose confuso il
Flame Alchemist
mentre si sedeva. Stava per chiedere cosa stessero facendo, quando il
suo sguardo
venne attirato da un
documento già presente sulla
scrivania. << Un rapporto? >>.
Alzò lo sguardo sulle tre giovani
Alchimiste, leggermente accigliato: << Si può
sapere che significa tutto
questo? >>
Luana
fece un sospiro e rispose: << E’ il rapporto
di quello che è successo sabato sera. >>
Roy
e Riza si scambiarono un altro sguardo confuso.
<< E da quando si fanno rapporti sui concerti?
>> disse il moro con
un leggero tono scherzoso.
<<
Stupido piromane! >> sbottò Giulia.
<< Riguarda l’incidente che è
accaduto! Ma lo legge il giornale?!
>>
Il
Generale la guardò leggermene scocciato: << Mi
dispiace, ma ieri non sono uscito di
casa, ok?
>>
<<
Un attentato >> rispose Debora. <<
Ed è sicuramente opera di un Alchimista. >>
Due
paia di occhi, uno color
ebano e l’altro color cioccolato, si colmarono nuovamente di
stupore.
-
-
-
Le
tre sorelle spiegarono l’accaduto solo quando
arrivarono anche tutti gli altri. << In questo modo
basterà raccontarlo
una volta sola >> aveva detto il Flame Alchemist.
<<
Ci sono altri indizi? >> chiese Ed,
pensieroso, quando le tre ragazze finirono di parlare.
<<
No, >> rispose l’Alchimista delle Piante,
<< non è stato rinvenuto altro nemmeno ieri,
con l’aiuto del reparto
investigativo. >>
<<
Insomma, ci è
totalmente sconosciuta l’identità
dell’attentatore >> disse Falman.
Luana
fece un sospiro: << Tranne
per il fatto che è un Alchimista.
>>
<<
E che si è mimetizzato per bene tra i tecnici.
>> concluse
timidamente Fuery.
Scese
un momento di silenzio nell’ufficio, interrotto da
Roy: << Purtroppo non possiamo
fare niente. Non
abbiamo nemmeno una pista da seguire: sono stati interrogati tutti, dai
microfonisti agli addetti alle luci e persino le truccatrici, ma
nessuno ha visto
nulla di strano >> disse, dopo aver letto il rapporto.
Riza
si accigliò: << Possibile che nessuno abbia
notato una faccia nuova? >>
<<
I vari addetti ci hanno spiegato che non si
conoscono tutti, tra di loro. >> disse Giulia.
<< E poi, nel
trambusto, non ci avranno fatto caso… >>
<<
E’ inutile, >> disse il Generale dopo aver
fatto un sospiro, << abbiamo le mani legate. Possiamo
solo sperare che vengano
trovati nuovi indizi che ci facciano chiudere il
caso. >>
Ci
fu un momento di silenzio, in cui i vari militari
stavano per riprendere le loro mansioni, ma furono bloccati dalla voce
del
moro. << Vi chiedo scusa. >>
Gli
occhi di tutti si colmarono di stupore. <<
Come? >> chiese Debora.
<<
E’ solo per colpa mia se è successo questo
>> disse Roy, con lo sguardo fisso sulla scrivania.
<< Siete nella
mia squadra, ed io ho un’infinità di nemici che mi
vogliono morto… e tentano di
farmi fuori cominciando dai miei sottoposti… >>
<<
Questo comportamento da colpevole non
le si addice affatto!!! >> dissero
all’unisono Ed
e Giulia. Il secondo dopo si guardarono:
erano davvero
troppo simili.
<?! >>
esclamò
Roy, sorpreso. Anche se, conoscendo i loro caratteri, si sarebbe dovuto
aspettare una reazione simile.
<<
La deve smettere di dire idiozie >> sbottò
la minore delle Frid.
<< Sapevamo perfettamente
dei rischi che correvamo, ci avevano avvertito. Ma
noi
abbiamo accettato comunque di entrare nella sua squadra!
>>
<<
Perché? >> chiese il Generale, leggermente
accigliato.
<<
Bè, perché… i nostri sogni quasi
coincidono.
>> rispose Debora con un sorriso. Lo sguardo del moro si
fece ancora più
confuso.
<<
Noi, come lei, >> intervenne Luana,
<< vogliamo proteggere gli abitati di Amestris e le
persone a noi care.
Ecco perché abbiamo accettato. >>
<<
Solo che non sapevamo quanto il nostro nuovo
superiore fosse idiota… >> sospirò
l’Alchimista del Fulmine.
Roy
le lanciò un’occhiataccia. << Ehi!
>>
<<
Le ragazze hanno ragione, Generale. >>
disse Breda, serio.
<< Insomma, si sa che c’è la
possibilità di correre dei rischi sin da quando si decide di
entrare
nell’Esercito. Non è una cosa che capita solo
avendo lei come superiore.
>>
Havoc
aggiunse, con un sorriso e facendo dondolare la
solita sigaretta spenta: << Io l’ho provato
sulla mia pelle, e dopo
essere guarito, sono di nuovo qua! >>
<<
Io invece me ne sarei voluto andare. >>
disse Ed, imbronciato. << Ma non sapendo fare altro non
ho avuto scelta…
>>
Tutti
risero divertiti. Sapevano che, in realtà, il
biondino voleva dare il suo contributo per la protezione di Amestris,
oltre al
fatto che era un modo tutto particolare di ringraziare Roy per avergli
dato la
possibilità (avvenuta per davvero) di recuperare il corpo
del fratello. Ma non
l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura.
<<
Generale. >> disse la voce gentile di
Riza. Il Flame Alchemist si voltò per guardarla e lei
continuò, sorridendo con
dolcezza: << Ciò che vogliamo dire
è che non importa quanti rischi
corriamo, e quanti ancora ne correremo.
Abbiamo un
sogno, abbiamo fiducia in lei, e noi continueremo a seguirla.
>> Gli
altri sorrisero, d’accordo con la bionda, tranne Ed e Giulia,
che non avrebbero
mai ammesso che Riza aveva ragione.
Il
moro abbassò lo sguardo sulla scrivania, nascondendo
gli occhi dietro la folta frangia. Era sinceramente commosso. Si
aspettava
tanta fiducia in lui da Riza, più
o meno dai suoi
soliti quattro sottoposti e da Ed rimaneva sempre
un’incognita. Ma
da quelle tre sorelle, che erano entrate nella sua
squadra da così poco tempo, era una cosa del tutto
inaspettata. E, a dire il
vero, non si aspettava da nessuno che glielo dicessero così
chiaramente. Li
ringraziò uno a uno mentalmente, ricacciò
indietro quella commozione e fece la
sua solita parte: << Va bene, va bene, adesso basta
chiacchiere. >>
disse lui facendo un gesto di noncuranza, alzando di nuovo lo sguardo.
<<
Non fate gli scansafatiche e cercate altri indizi. >>
<<
Da che pulpito viene la predica! >>
dissero in coro tutti i presenti, che si misero subito
all’opera.
Riza
guardò il moro: era l’unica ad aver notato la
commozione e la gratitudine nei suoi occhi. Ma,
come
sempre, non aveva voluto mostrare la sua
“debolezza”. Sorrise: non sarebbe
cambiato mai.
-
-
-
Passarono
i giorni, e neanche giovedì ci furono
novità. Nemmeno per Luana e la sua ricerca: da quando
era avvenuto l’attentato, si era convinta ancora di
più di voler “potenziare”
la sua Alchimia. Cominciò ad andare in biblioteca tutti i
giorni, usando tutte
le ore lavorative che aveva
a disposizione, ma non ci
fu nulla da fare. Il giovedì pomeriggio si rese conto di non
poter fare altro:
aveva controllato tutti i libri di Alchimia presenti, anche quelli che
all’inizio aveva
scartato, ma, a parte le cose che
aveva già imparato dal suo maestro, non aveva trovato nulla
di nuovo.
Stanca,
incrociò le braccia sul tavolo e ci appoggiò la
testa. Cosa poteva fare?
Andare dal suo maestro
sarebbe stato inutile: prima di andarsene, le aveva detto di averle
insegnato
tutto ciò che conosceva sull’Alchimia
d’Acqua, ma sapeva di avere anche altre
possibilità. Ne aveva avuto
conferma da un racconto di
Ed: poco dopo la sua entrata nell’esercito, il biondino e il
Flame Alchemist si
erano dovuti scontrare a Central City con Isaac McDougal *. Conosciuto
come
“l’Alchimista di Ghiaccio”, era
più una specie di Alchimista d’Acqua come lei,
capace di cambiare repentinamente la temperatura dell’acqua,
facendola sia
congelare che andare in
ebollizione. Seppur aiutato da
una piccola pietra filosofale (falsa o vera non si seppe mai),
conosceva pur
sempre le basi. Anzi, aveva conoscenze maggiori della ragazza, viste
tutte le
cose che era capace di
fare, sia secondo i racconti di
Ed sia come scritto su un documento che parlava di lui e della sua
cattura, che
lei aveva cercato appositamente.
Peccato
solo che quest’uomo fosse un criminale (anche se,
a detta di Mustang, poiché continuava a dire che gli alti
gradi dell’Esercito
erano corrotti, forse voleva aiutare lo Stato… forse) e che,
soprattutto, fosse…
morto.
Luana
si sentì ancora più abbattuta: la sua Alchimia
aveva grandi possibilità, ma non sapeva come usarle.
Immersa
nei suoi pensieri, non si accorse che Daniel si
era avvicinato. << Ehi Lua, tutto bene? >>
chiese, leggermente
preoccupato.
<<
Che?! >>
esclamò
confusa, mentre con uno scatto si rimetteva seduta composta, rischiando
pure di
cadere dalla sedia. Appena vide il giovane bibliotecario, divenne color
porpora
per la scena che gli aveva appena mostrato.
Lui
continuò a sorridere: << Scusa, non volevo
spaventarti… >>
<<
Non… non fa niente… >>
balbettò lei.
<<
Mi sono preoccupato: ho visto che avevi la testa
appoggiata e credevo che ti sentissi male… >>
La
ragazza arrossì di nuovo, stavolta più
leggermente: che
tenero, si era preoccupato per lei! << No, tranquillo,
ero solo…
pensierosa. >> riuscì a spiegare.
Daniel
indicò i libri sul tavolo e chiese: <<
Riguarda la tua ricerca? >>
L’Alchimista
d’Acqua fece un sospiro. << Già. Ho
guardato tutti i libri di Alchimia qui presenti, ma non ho trovato
niente di
niente. Eppure so che la mia Alchimia può fare molto di
più! >>
<<
Capisco… >> disse il giovane pensieroso,
mentre
si sedeva.
Dopo
un minuto di silenzio sceso tra i due, il viso del
giovane bibliotecario s’illuminò: <<
Forse ho avuto un’idea! >>
-
-
-
Alla
fine dell’orario lavorativo, Debora e Giulia
tornarono subito a casa, mentre Luana si dilungò a
chiacchierare con Daniel.
Dopo
una mezz’oretta, anche l’Alchimista
d’Acqua tornò a
casa.
<<
Sono tornata! >> disse aprendo la porta.
<< E devo dirvi una novità! >>
aggiunse con tono gioioso.
Le
rispose la voce di Debora, che si trovava nella camera
da letto: << Se lo vuoi dire sia a me che a
Giuly, dovrai aspettare! E’ uscita con Maya! >>
Luana
la raggiunse, e vide che stava mettendo a posto
alcune magliette. << E dov’è andata?
>> chiese, confusa.
La
gemella le rivolse uno sguardo malizioso. <<
Secondo te? >>
<<
Al Rose Cafè da Romeo… >> rispose,
leggermente sconvolta: la sorellina era davvero prevedibile.
<<
Brava Lua, hai indovinato! Ma
non hai vinto niente, mi dispiace… >> disse
l’altra in tono scherzoso.
La
gemella alzò le spalle e sorrise allegra: <<
Va
bene, allora vorrà dire che per il momento lo di-
>>, ma si bloccò,
attirata da qualcosa.
Debora
le rivolse uno sguardo preoccupato: << Tutto
bene? >>
<<
Guarda un po’ qui… >> disse Luana,
affiancandosi alla sorella, che aveva appena aperto il cassetto del
comodino di
Giulia, per mettere a posto alcuni vestiti.
Debora
seguì il dito della gemella, e vide una specie di
bustina di carta che sbucava da sotto gli abiti. L’Alchimista
d’Acqua, senza
dire niente, la prese.
<<
Non ti ricordi di questa? >> disse Luana.
<<
Ma certo!
>>
rispose la sorella. << E’ quel libro che Giuly
ha comprato e non ci ha
voluto dire cosa fosse… >>.
Intercettò lo sguardo malizioso dell’altra e s’accigliò:
<< Lua, ho capito cosa stai pensando, ma
ha detto che era un segreto, quindi non possiamo guardare!
>>
<<
Ci eravamo fatte una
promessa da bambine: che non ci sarebbero stati segreti tra noi! Quindi, posso guardare eccome!
>> disse Luana con
sicurezza. La gemella non fece in tempo a bloccarla, che aveva
già messo fuori
il contenuto della busta.
L’espressione
di Luana si trasformò da convinta a
stupita. << Mi aspettavo di tutto… ma non
questo!
>>
<<
Che cos’è? >> chiese Debora,
avvicinandosi
per poter vedere il
titolo del libro. Anche lei sgranò
gli occhi dallo stupore: << “ROMEO E
GIULIETTA”?!
>>
<<
Oddio… sapevo che era andata in fissa per Romeo…
>>
<<
Come tu per
Daniel…
>> aggiunse maliziosamente la gemella.
<<
… ma non
credevo fino a
questo punto… >> finì Luana,
facendo finta di non aver sentito. Stava per
rimetterlo nella busta di carta, quando notò alcuni
foglietti che spuntavano
tra le pagine del libro, in particolare verso la parte finale.
<<
E questi? >> chiese indicandoli.
L’Alchimista
delle Piante si girò: << Io non ne
voglio sapere niente! Se scopre che abbiamo guardato il suo
“segreto”, ci
odierà a vita! >>
La
gemella non l’ascoltò
minimamente e aprì il libro, dove si trovavano i foglietti.
Erano post-it
colorati con degli appunti sopra, che Luana non lesse, sfogliando le
pagine e
andando direttamente dove c’era un foglio più
grande infilato. Metà della
pagina precedente era stata sbarrata con un segno a matita.
<< Ma che
diavolo starà combinando? >>
Debora
stava per andarsene, ma Luana l’afferrò
per la maglietta e la fece avvicinare. << Guarda,
>> disse, senza
far caso allo sguardo contrariato della gemella, << tutte
le ultime
pagine sono sbarrate… >>
L’Alchimista
delle Piante fece un sospiro: ormai c’era in
mezzo e non poteva fare altro. Pensò che, al massimo, se
Giuly le avesse
scoperte, per farsi perdonare le avrebbe regalato tutti i futuri album
dei
Finley, per il resto della vita. << E’
strano… >> disse pensierosa,
osservando le pagine. Tornò indietro, al foglio
più grande, e lesse le prime
righe. Un’espressione sconcertata si dipinse sul suo volto.
<<
Non ci crederai mai… >> sussurrò
Debora,
<< ma… >>
<<
Ma? >> la
incalzò
la sorella.
Dopo
un momento di esitazione, disse tutto d’un
fiato: << Giuly sta cambiando il finale della
storia. >>
<<
CHE?!?! >>
urlò
sconcertata l’Alchimista d’Acqua. Ma come diavolo
era saltata
in mente quest’idea alla sorellina?! << Ma
perché dovrebbe farlo?!
>>
La
gemella sorrise imbarazzata: << Non so, forse spera che facendo
andare bene la famosa storia di
Shakespeare, andrà bene anche la sua con il Romeo
cameriere… >>
Scese
un momento di silenzio, interrotto da Luana, che
chiese, leggermente sconvolta:
<< Secondo te,
quando ha avuto il tempo di farlo? >>
<<
Non so, >> rispose la gemella con lo
stesso tono, << forse la notte… >>
<<
Probabile… >>
Altro
momento di silenzio.
<<
Senti, mettiamolo via prima che Giuly torni. Non
voglio essere la sua
prossima vittima. >> disse
l’Alchimista delle Piante, prendendo il libro dalle mani
della sorella e
rimettendo tutto a posto, come se nulla fosse successo.
<< Piuttosto, non
mi stavi dicendo qualcosa? >>
<<
Ah, sì! >> esclamò la gemella.
Aggiunse
con tono allegro: << E’ una cosa fantastica!
>>
<<
Ebbene? >>
<<
Ecco… >> abbassò un attimo lo
sguardo, in
leggero imbarazzo. Poi, sentendosi più sicura,
guardò la sorella negli occhi e
disse, con un sorriso felice stampato sul volto: << Io
e Daniel partiremo per Central City! >>
*
Isaac McDougal: non so se ve lo ricordate, ma compariva
nel primo episodio di FMA Brotherhood. Io non me lo ricordavo quando ho
avuto
l’idea di Lua come Alchimista d’Acqua, e
l’ho scoperto solo dopo perché mi sono
riguardata gli episodi ^_^’’
Note
finali
Finito!
:D
Direte
che il finale è un po’ schifoso (come il titolo
del resto), vero? Bè, ho deciso che il seguito del discorso
ci sarà nel
prossimo capitolo! u.u
*si ficca in testa uno
scolapasta a mo’ di elmo per difendersi dall’ira di
Lua*
Spero
vi siano piaciute le scene con Roy e Riza che
minacciano quel soldato e quella con il libro di “Romeo e
Giulietta” XD Questa
idea del libro, a dire il vero, l’abbiamo avuta io e Lua
insieme tantissimo
tempo fa, lo stesso giorno che abbiamo pensato alla scena
dell’ufficio di Roy
che andava a fuoco XD (quella del capitolo 11 “Fuoco e
fiamme”, per intenderci)
Sono contenta di essere riuscita a metterla, così
è stata spiegata la storia
del libro misterioso XD
Spero
di non aver fatto Roy e Riza OOC… non so perché,
ma
ho qualche dubbio… (ti
fai i dubbi su questo capitolo
e non sullo scorso? -.-
ndVocina nella testa)(sì,
perché quello scorso doveva essere un bel capitolo
gelatinoso, quindi me n’è
importato fino ad un certo punto u.u ndMe)
E
adesso, qualche disegno! ^_^ A dire il vero, non sono
veri e proprio disegni nuovi (tranne uno), ma
“esperimenti” con Photoshop su
schizzi fatti precedentemente
^_^’’:
Ringraziamenti,
come sempre! :D
A chi ha commentato fino ad adesso (anche se non sempre) e mi fa sapere
che ne
pensa, sia su DeviantArt che su EFP: Lulumoon91, VioletJuliet,
Hanako_Hanako,
NeutralDarkSide, Lupoz91, Bloody Honey, Piwy, Celest93, Haisa,
Melanita,
MartaAka97 e l’ultima arrivata Federica97 (spero di averli
scritti tutti…). E,
ovviamente, un ringraziamento anche a tutti quelli che leggono
solamente (tra
cui, per come mi ha detto, anche Hummingbird
Royaifan, e soprattutto un certo Roy Mustang conosciuto su Facebook
XD).
Grazie! (_ _)
<<
Ecco… >> abbassò un attimo lo
sguardo, in
leggero imbarazzo. Poi, sentendosi più sicura,
guardò la sorella negli occhi e
disse, con un sorriso felice stampato sul volto: << Io
e Daniel partiremo per Central City! >>
<<
COSA?!?! >>
<<
Già! >> continuò gioiosa Luana.
<<
Non è una notizia fantastica? >>
Debora
rimase per un attimo senza parole, con gli occhi
sbarrati per lo stupore. << Ma cosa vi salta in mente?!
>> urlò la ragazza.
<<
Eh? >> esclamò confusa l’Alchimista
d’Acqua.
La
gemella, nel frattempo, cominciò a camminare avanti e
indietro per la stanza: << Perché ve ne andate?!
Perché una fuga d’amore?!
Non ne avreste il motivo! E’
vero che lavorate entrambi al Quartier Generale, ma lui non
è un soldato!
Potete avere tranquillamente una relazione! >>
<<
Cosa?! Come?! >>
esclamò Luana, dopo aver sentito la sorella
straparlare, dicendo cose senza senso.
Debora
si fermò e disse: << Ma… se fate
una fuga
d’amore… vuole dire che vi siete dichiarati!
>>
<<
Ma che diavolo stai dicendo?!?!
>> urlò la gemella, rossa in volto.
L’Alchimista delle Piante si fermò e
la guardò con gli occhi colmi di confusione.
<< Io non ho detto niente di
tutto ciò! >>
<<
Ah. >> fu
l’unica
cosa che riuscì a dire Debora.
Nella
confusione, le due gemelle non si accorsero del
ritorno di Giulia. Proprio in quel momento, la sorellina le raggiunse.
<<
Ma che succede?
>>
Luana
si voltò verso di lei, sorridendo: << Ah,
Giuly! Voglio dare anche a te la fantastica notizia! >>
<<
Cioè? >> la incalzò
l’Alchimista del
Fulmine.
<<
Io e Daniel andremo a
Central City! >>
Giulia
non disse niente. Alzò prima un sopracciglio, poi
aggrottò
la fronte: << E tu… te ne vai in vacanza senza
di noi? >>
<<
Che?! >>
esclamò
l’Alchimista d’Acqua.
<<
Brava, complimenti! Te ne vai in vacanza senza
dirci nulla! Non eri tu che dicevi “non devono esserci
segreti tra noi”?!
>> disse la minore delle sorelle, arrabbiata.
<<
TI CI METTI ANCHE
TU?!?! >> urlò Luana, stavolta davvero al limite.
<< Tutte e due non avete
capito NIENTE! >>
<<
ALLORA SPIEGATI!!!
>> urlarono in coro le altre due sorelle, con
un’enorme vena pulsante
sulla testa.
L’Alchimista
d’Acqua mise il broncio: le sue sorelle
erano idiote, ma alla fine aveva preso lei la colpa. Fece un sospiro e
cominciò
a spiegare: << Visto che la ricerca sul potenziamento
della mia Alchimia
non ha dato alcun risultato, Daniel si è proposto di
accompagnarmi a Central
per aiutarmi, visto che lui conosce bene sia la città, sia,
soprattutto, la
biblioteca. >>
Debora
s’incuriosì: << E… come
fa a conoscerla così
bene? >>
<<
Prima di venire a East City, lui e Sheska
lavoravano a Central. >>
<<
E’ vero, ce l’aveva
detto anche Riza quando ci ha raccontato cos’è
successo prima del nostro
arrivo… >> si ricordò Giulia.
<<
E quando partite? >> chiese l’Alchimista
delle Piante.
Luana
rispose: << Ancora non lo sappiamo, ma direi
dopo la festa di Halloween. >>
<<
Ma… Halloween
non è
domenica? >> chiese Giulia, pensierosa. <<
Se non sbaglio c’è una
festa in città, a cui
partecipa anche l’Esercito…
>>
<<
Dobbiamo pensare ai nostri costumi... >>
disse l’Alchimista d’Acqua.
<<
… e di certo obbligare Riza e Lan Fan a venire…
>> completò la frase la gemella.
<<
Non ci sono problemi. >> cominciò la
minore delle sorelle con tono tranquillo. <<
Vorrà dire che sabato
pomeriggio, quando avremmo finito di lavorare e andremo a vedere cosa
prendere
per noi, ce le
trascineremo dietro. >>
<<
Detto con questo tono calmo è un po’
spaventoso…
>> osservò Luana.
L’altra
sorella, intanto, notò qualcosa guardando la
sorellina. << Giuly, che fine ha fatto il tuo orecchino
destro? >>
<<
Come? >> esclamò l’Alchimista del
Fulmine,
portando entrambe le mani ai lobi. Peccato che sotto le dita della mano
destra non sentì
il metallo dell’orecchino. << AAAAAAAAAARGH!!! L’HO PERSO!!!
>>
Le
sue sorelle rimasero rintronate dal terribile urlo.
<< G-Giuly, non è nulla di grave…
è solo un orecchino… >>
azzardò
l’Alchimista d’Acqua.
<<
NON E’ SOLO UN ORECCHINO!!!
Ho dovuto fare i salti mortali per trovare questo paio a forma di
fulmine!
Accidenti! >>
<<
Pensaci, >> iniziò Debora <<
dove
avresti potuto perderlo? >>
La
sorellina si calmò improvvisamente. Abbassò lo
sguardo
e disse sommessamente: << Non so…
c’è stato…un
po’ di trambusto al Rose Cafè…
>>
<<
Che tipo di trambusto?!
>> chiesero in coro le gemelle, preoccupate. Era vero che
Romeo si era
rivelato essere anche una persona gentile, ma avevano capito che da lui
ci si
poteva aspettare davvero di tutto.
<<
Tranquille, è finito tutto bene! >> disse
Giulia per tranquillizzarle. << Adesso vi
racconto… >>
Quel
pomeriggio, come tutte le volte che poteva,
Giulia era
andata al Rose Cafè con la scusa di portare Maya a fare una
passeggiata. Seduta
ad uno dei tavolini posti
all’esterno e con la
cagnolina al fianco, aspettava che Romeo s’avvicinasse per
servirla. Nel
frattempo l’aveva osservato: c’erano molti clienti,
tutte persone che, uscite
dagli uffici, si fermavano lì prima di tornare a casa, e il
moro stava
lavorando sodo. Era davvero serio quando si trattava del suo lavoro.
Spostò
lo sguardo sul menù, per vedere se c’era qualcosa
di nuovo, quando sentì una
calda voce maschile al suo fianco. << Mi hai osservato
per bene? >>
<<
R-Romeo! >> esclamò la ragazza,
imbarazzatissima: se n’era accorto!
<< N-non dire idiozie! >> disse lei,
cercando di riprendere un po’
di contegno. << Non ti
stavo affatto osservando!
>>
Il
moro alzò un sopracciglio: << Ah, no?
>> disse sorridendo. Ma
non era un sorriso perverso: era un sorriso leggermente
divertito, da cui sembrava trasparire anche un po’ di
tenerezza. Giulia arrossì
ancora nel vedere quel nuovo sorriso del ragazzo, e subito
riabbassò lo sguardo
sul menù: << Ehm… vabbè,
portami… portami… >>
Mentre
la ragazza pensava a far andare via il rossore sulle guance e,
contemporaneamente, a qualcosa da farsi portare, vide di sottecchi
avvicinarsi
una persona che le sembrava di conoscere: un ragazzo alto, capelli
biondo scuro, un lungo codino, e al suo fianco una ragazza
col caschetto
biondo… Leonard! E l’altra doveva essere Mary-Ann,
visto che
coincideva con la descrizione della sorella… e stavano
venendo proprio in quel
bar!
Senza
pensarci troppo, s’infilò sotto al tavolino e si
nascose grazie alla lunga tovaglia. Pensò che potesse essere
una buona
occasione per scoprire qualcosa in più su di loro, aiutando
così Debora.
Peccato solo che si fosse scordata di Romeo e di Maya. I due, infatti,
rivolsero uno sguardo confuso al punto in cui la ragazza era scomparsa.
L’Alchimista
del Fulmine, intanto, osservò di nascosto il giovane
Colonnello e la ragazza sedersi
lì vicino. Fece una smorfia quando vide meglio
Mary-Ann: non solo era bionda (e Giulia odiava il 90% delle bionde,
infatti
erano poche quelle che si salvavano, tra cui Riza, e non certo Winry),
era pure
una fighetta, una di quelle che indossavano sempre vestiti
all’ultima moda e
che si credevano di essere chissà chi. Insomma,
l’opposto di Debora.
Immersa
nei suoi pensieri, non prestò molta attenzione a Romeo, che
la raggiunse.
<< Ah, ho capito: vuoi fare qualcosa qui, vero?
>> disse lui, con
il suo solito sorriso malizioso stampato in volto.
Giulia
era così concentrata che non diede molto peso alla frase.
Gli rispose, facendo
un gesto di noncuranza e continuando ad
osservare Leonard
e Mary-Ann: << Non dire scemenze… voglio solo
sapere qualcosa in più su
quella bionda da strapazzo e sul rapporto che ha con lui,
Leonard… >>
disse indicandoli con un cenno della testa.
<<
Lei? >> chiese il giovane cameriere. << Si
chiama Mary-Ann Rowe, ed
è la figlia di Jason Rowe, proprietario di…
bè, un po’ di tutto: fabbriche,
supermercati, negozi di abbigliamento e molto altro… >>
<<
Insomma, una riccona… >>
<<
Sì, potremmo dire così >> rispose
lui, stringendosi nelle spalle.
<<
Ok… Aspetta un attimo! >> esclamò
lei, voltandosi verso il ragazzo.
<< Come diavolo fai
a sapere tutte queste cose?!
>>
Sulle
labbra del moro spuntò un altro dei suoi sorrisetti sghembi,
che, come sempre,
fecero arrossire l’Alchimista del Fulmine: <<
E… se non volessi dirtelo?
>>
Giulia
mise il broncio e si voltò di nuovo verso
l’“essere biondo” che stava
studiando: << Antipatico… >>
“Così, però, mi fa
venire tanti di quei pensieri assurdi su come lo
sappia…”
<<
Scherzavo >> riprese Romeo, sempre sorridendo.
<< Semplicemente,
viene spesso in questo bar, e si sa come possono essere pettegoli i
clienti…
insomma, so queste cose per puro caso. >>
<<
Mmh… >> mugolò lei in risposta. Non lo dava a
vedere, ma si sentiva più tranquilla, anche se, senza sapere
il perché, non del
tutto. Continuò a guardare Leonard e “caschetto
biondo”, come l’aveva appena
soprannominata, tentando di capire com’era il loro rapporto.
Sembravano andare
abbastanza d’accordo, ma… non sembravano una
coppia di fidanzati. Apparivano
più come due amici, o parenti, non di certo
fidanzati…
Mentre
Giulia rifletteva, non si accorse di quello che Romeo stava facendo. La
stava
osservando, e si era accorto che la ragazza era rimasta prima
infastidita e poi
rassicurata da quello che lui aveva detto. Uno dei suoi soliti
sorrisetti
perversi gli comparve in volto, e subito dopo s’avvicinò
silenziosamente alla ragazza: << Per caso prima ti sei
ingelosita?
>> sussurrò con voce calda, sfiorandole
l’orecchio con le labbra.
<<
KYAAAAAAAH!!!
>> gridò la ragazza,
imbarazzatissima e un po’ terrorizzata allo stesso tempo,
mentre con uno scatto
s’allontanava dal giovane cameriere. Senza rendersene conto,
però, era anche uscita
dal suo nascondiglio.
<<
Giulia?! >>
esclamò Leonard quando la vide.
Ma
l’attenzione dell’Alchimista del Fulmine
non fu attirata dalla voce del giovane Colonnello, ma dal suono di
alcuni
clacson: guardò verso la strada e vide la povera Maya,
terrorizzata, ferma in
mezzo alla strada. Nel sentire l’urlo della padrona, era
scappata, ma si era
poi bloccata a causa delle automobili.
<<
MAYA! >> urlò Giulia, nel panico
più totale. L’attimo dopo vide Romeo
lanciarsi verso la cagnolina e scomparire dietro un camioncino.
<<
ROMEO! MAYA! >> urlò nuovamente la ragazza, a
squarciagola. Le auto si
fermarono, e riuscì ad arrivare sull’altro lato
della strada. Lì, a terra,
seduto sul marciapiede, trovò il giovane cameriere, che
teneva in braccio la
cagnolina, accarezzandola per farla calmare.
<<
Tranquilla, è tutto finito… >>
sussurrò il moro alla cagnolina. Non si
era accorto dell’arrivo di Giulia.
<<
Romeo… >> disse lei con un filo di voce. Il
ragazzo alzò lo sguardo e la
vide in piedi, dritta davanti a lui, e, cosa che lo fece stupire, aveva
gli
occhi lucidi. Non poteva sapere quanta a paura avesse provato non
vedendo più
la sua amata cagnolina e il ragazzo che le piaceva.
<<
Sei… SEI UN’IDIOTA!!!
>> gli urlò Giulia. <<
Perché ti comporti così?!
>> Lui provò a
ribattere, sorpreso, ma la ragazza continuò.
<< Perché devi rischiare la
tua vita per aiutarmi?!
Prima al concerto per salvare
me, e adesso per salvare
Maya! >>
Il
giovane cameriere rimase fermo: non credeva di averla fatta stare
così male, ma
capì che aveva bisogno di sfogarsi. L’Alchimista
del Fulmine, intanto,
continuò: << IDIOTA! Non devi rischiare la tua
vita per me! >>
Detto questo, prese la cagnolina e s’allontanò
senza
dire altro.
<<
Oh. >>
commentò
Debora dopo aver sentito tutto.
<<
Mi sono comportata male con lui… >> disse
sommessamente Giulia, abbassando lo sguardo. << Non
dovevo trattarlo così…
>>
Luana
si sedette sul letto al fianco della sorellina e le
cinse le spalle: << Forse avrà capito che il
tuo era solo uno sfogo
momentaneo… >>. La sorellina non rispose.
<<
Comunque… >> cominciò Debora
<<
potresti aver perso l’orecchino al Rose
Cafè… e potresti andare a vedere se
l’hanno trovato, approfittandone per chiedere scusa a Romeo
>> disse, concludendo
con un sorriso.
Anche
Giulia sorrise: << Sì, mi sembra una buona
idea… >>
<<
Bene! >> esultò Luana. << Ora
mangiamo, facciamo una doccia e andiamo a dormire: dopo una giornata
stancante,
è quello che ci vuole! >>
Le
sorelle, in risposta,
annuirono.
Giulia,
però, non sapeva che era successo dell’altro dopo
che se n’era andata…
Romeo,
ancora seduto a terra, vide la figura dell’Alchimista del
Fulmine allontanarsi.
Sospirò e sorrise:
“E’ sempre la solita… cerca di
nascondere
i suoi sentimenti dietro la rabbia. Comunque…”
e
infilò una mano in tasca.
“… complimenti per il souvenir, Romeo”
si
disse, mentre osservava compiaciuto il suo
“bottino”: uno degli orecchini a
forma di fulmine di
Giulia.
Infilò
nuovamente il piccolo oggetto in tasca e, proprio in quel momento, vide
una
mano allungarsi verso di lui. << Tutto bene?
>> chiese una voce
maschile.
Il
moro alzò lo sguardo e vide un ragazzo, quasi suo coetaneo,
con i capelli
biondo scuro e un lungo codino. Dietro di lui, la ragazza col caschetto
biondo,
Mary-Ann.
<<
Tutto bene, grazie >> disse il giovane cameriere,
afferrando la mano di
Leonard e facendosi aiutare per alzarsi.
<<
Sei sicuro? >> chiese il giovane Colonnello.
<< Hai fatto un bel
capitombolo per prendere Maya… >>
<<
Sono abituato di pegg-
>> Si bloccò, rendendosi
conto che quel ragazzo biondo conosceva il nome della cagnolina.
E’ vero che
Giulia l’aveva urlato più volte, ma ne aveva
parlato come se la conoscesse
bene. << Conosci… Giulia? >>
chiese il moro, leggermente
insospettito.
Leonard
annuì: << Sì, è una mia
collega, insieme a
Debora e Luana… e, da quel che sembra, la conosci bene anche
tu… >>
Il
giovane cameriere, stupito, rispose: << Sì,
viene spesso al bar… ma
conosco di vista anche le sue sorelle… >>
<<
Leonard! Su, andiamo! >> disse Mary-Ann con un tono un
po’ da bambina,
quasi aggrappata al braccio del biondo.
<<
Aspetta un attimo… >> disse il giovane
Colonnello. Si rivolse di nuovo
verso il moro: << Anche tu… conosci le sorelle
Frid? >>
Proprio
in quel momento, li raggiunse Daniel, che stava passando lì
per caso e aveva
visto Leonard da lontano: << Che c’entrano le
sorelle Frid?!
>>
I
due ragazzi e la ragazza si voltarono verso il bibliotecario. Romeo
chiese:
<< Non dirmi che le conosci anche tu?!
>>.
Adesso erano davvero troppe le coincidenze.
<<
Certo! >> rispose il castano, sistemandosi gli occhiali.
<<
Leonard! >> disse di nuovo la bionda, con tono annoiato.
<< Avanti,
dobbiamo andare! >>
Il
biondo la guardò leggermente accigliato e la riprese:
<< Smettila di fare
la bambina, Mary-Ann! >>
<<
Accidenti! >> urlò lei, lasciandogli il
braccio. << Quando si parla
di quelle tre stupide
non capisci più niente! >>
<<
Non parlare male di chi non è presente! >>
ribatté il biondo.
<<
E le difendi pure! >> disse,
arrabbiata.
<< Sono stufa, me ne vado! >> e, detto
questo, scomparve in una
stradina.
Scese
un momento di silenzio, interrotto da Leonard, che si voltò
verso il moro e il
castano: << Scusate… spesso ha un
comportamento davvero infantile… >>
<<
Non... fa
niente… >> disse Daniel, sorridendo
leggermente imbarazzato.
<<
Piuttosto… >> cominciò Romeo,
serio, << direi di riprendere il
discorso di prima. Dobbiamo parlarne, ma… con calma.
>> Fece uno dei suoi
sorrisi cortesi da cameriere e propose: << Venite, vi
offro un caffè.
>>
-
-
-
Il
giorno dopo, Giulia si allungò un attimo al Rose
Cafè
prima di andare al lavoro. Cercò Romeo con lo sguardo, e lo
trovò dietro al
bancone a preparare dei caffè. S’avvicinò
e lo chiamò:
<< Romeo? >>
Il
moro si voltò, e, appena la vide, sorrise: <<
Oh, buongiorno Giulietta! >>
Ma
la ragazza non reagì arrossendo come al
solito, e chiese: << Posso… parlarti in
privato?
>>
Il
giovane cameriere si stupì, notando una punta di
tristezza nella domanda e negli occhi castani della ragazza.
<< Sì, solo
un attimo… >> Si fece dare momentaneamente il
cambio da un collega, per
poi portare la ragazza in una stanza sul retro.
<<
Grazie… >> disse l’Alchimista del
Fulmine,
riferendosi al fatto di aver accettato di darle ascolto.
<<
Non potevo di dirti di no… e poi è sempre una
visione stupenda vederti… >> disse il moro con
un sorrisetto sghembo.
Stavolta
Giulia reagì, arrossendo imbarazzata e urlandogli:
<< Non dire cose perverse di prima mattina!
>>. Si fermò un attimo
e disse con più calma: << Ascoltami
seriamente. >>. Lui si fece
attento e aspettò in silenzio.
La
ragazza fece un respiro profondo e cominciò, tenendo
lo sguardo basso: << Mi… dispiace per ieri. Tu
hai salvato la mia
cagnolina ed io, invece di ringraziarti, ti ho urlato
contro… Scusami. >>
Romeo,
semplicemente, sorrise. Ma
era un sorriso dolce, sincero, senza secondi fini. <<
Tranquilla,
>> disse lui, avvicinando la mano al suo viso e facendole
una leggera
carezza << avevo capito che avevi solo bisogno di
sfogarti. >>
Giulia
arrossì, sia per quel sorriso così diverso dai
soliti, che per la sensazione delle dita del ragazzo sulla pelle. Fece
istintivamente un passo indietro, sfuggendo a quella carezza.
<< B-bene…
sono contenta che… tu abbia… capito…
>>. Fece un altro respiro profondo
per calmarsi e chiese: << Piuttosto… per caso
ieri hai trovato un
orecchino a forma di fulmine? >> e indicò
quello rimastole al lobo
sinistro.
<<
No, mi dispiace… non abbiamo trovato niente…
>> rispose lui, mentre, di nascosto, stringeva il piccolo
oggetto
argentato che aveva in tasca.
<<
Mmh… va bene… >>
sussurrò lei, pensierosa.
Sospirò: << Non ho
altra scelta… >>.
Infilò una mano nella tasca dei pantaloni e mise fuori un
orecchino che infilò al
lobo destro. Era, ovviamente, diverso dall’altro: aveva un
cerchio di plastica
di colore giallo, in cui era incastonata una stella argentata, e da cui
scendevano due catenelle con, in fondo a ciascuna, un’altra
stella argentata.
<< Dovrò arrangiarmi così
finché non troverò un altro paio di orecchini a
forma di fulmine… >>
Il
giovane cameriere disse: << Comunque… nel caso
lo trovassi, ti farò sapere. >>
<<
Ok… grazie… >> rispose lei. Scese
un
momento d’imbarazzante silenzio tra i due, interrotto da
Giulia: << Devo…
andare la lavoro prima che faccia tardi… ciao!
>>. Salutò velocemente e
si dileguò.
<<
Ciao… >> salutò lui, osservandola
andare
via con i suoi penetranti occhi verde smeraldo.
Appena
uscì dal bar, la ragazza tirò un sospiro di sollievo. Si era
sentita terribilmente in
imbarazzo, forse più del solito. I pensieri vennero
interrotti dal suono delle campane di una chiesa vicina.
Guardò l’ora e
spalancò gli occhi: << Oddio, adesso faccio
davvero tardi! >> e
corse immediatamente verso il Quartier Generale.
-
-
-
Quando
Giulia arrivò in ufficio, tutti gli altri erano
già presenti. Ovviamente, il Flame Alchemist ne
approfittò per prenderla in
giro: << Lampadina, sei arrivata in ritardo! Non si fa!
>>
La
minore delle Frid, altrettanto ovviamente, gli lanciò
un’occhiataccia: << Da che pulpito viene la
predica! Piuttosto, è un
miracolo che lei, stupido di un piromane, sia arrivato in orario!
>>
Un’enorme
vena pulsante comparve sulla testa del
Generale: << Come ti permetti?!
Sono un tuo
superiore! >>
I
due cominciarono una discussione, in cui s’infilò
in
qualche modo anche Ed. Riza
sospirò: << Come al
solito… >>
<<
No, >> disse Luana << una novità
c’è, e non è quella che riguarda solo
me! >>
Tutti
si voltarono verso di lei, anche la sorellina, Ed e
Roy. << Non guardatemi in modo così strano!
>> disse l’Alchimista
d’Acqua. << Sto semplicemente parlando della
festa di Halloween di
domenica sera! >>
<<
E’ vero! >> disse Havoc, stranamente senza
sigaretta spenta in bocca. << Io ho già
pensato al mio costume… e poi ci
sarà anche Rebecca… >> aggiunse con
un tono quasi sognante.
<<
Anch’io ho già pensato al mio travestimento!
>> disse con una punta d’orgoglio il Generale.
<<
Io non verrò… non è una cosa adatta
per una
persona della mia età… >> disse
Falman, in leggero imbarazzo.
Tutti
cominciarono a parlarne, tranne Riza. Giulia le
si avvicinò e la guardò negli occhi:
<< Tu. Domani.
Alla fine dell’orario di lavoro. Con noi. Senza
controbattere. >>
La
cecchina alzò un sopracciglio per lo stupore:
<<
E… per quale motivo, di grazia? >>
Giulia,
rapidamente, aggiunse: << E senza fare domande!
>>
Debora,
nel frattempo, aveva guardato la scena. Si passò
una mano sugli occhi e si chiese leggermente sconvolta: “Ma
che razza di modo
dirglielo è quello?!”
Mi
dispiace aver impiegato tanto tempo… purtroppo mi sono
impegnata con la colorazione a computer di un disegno (non collegato
con fan
fiction ^_^’’), una cosa che dovevo fare
già da moooooooolto
tempo… e se non l’avessi fatto, avrei rischiato di
essere uccisa dalle mie
amiche Lua e Giuly, visto che
erano loro che lo
stavano aspettando… poi, come sempre, ci sono messe altre
cose, che non ricordo
neanche… bè, una sì! Ogni tanto faccio
da amministratrice ad
una pagina di Facebook di nome “Royai love”! ^w^
Se, chi non l’ha già vista,
vuole dargli un’occhiata, mi farebbe piacere! Io sono
l’amministratrice -silvery-! ^_^
(della serie
“facciamo pubblicità occulta” XD)
Avevo
già deciso il pezzo che va dall’inizio fino
all’incontro tra Romeo, Leonard e Daniel. Doveva finire con
Romeo che diceva
“vi offro un caffè”, ma… mi
sono accorta che così il capitolo era cortissimo. ._. Così mi sono
inventata di sana pianta tutto il pezzo
dopo (compresa la carezza di Romeo, che mi è venuto
praticamente automatico da
scrivere)… e infatti mi fa schifo come ho finito il
capitolo, ma non avevo idee
-.-‘’
La
perdita dell’orecchino è dovuta ad
un problema… reale. Vi spiego: Lua, prima di Natale, ha
regalato a Giuly un
orecchino a forma di fulmine… ma uno solo. Perché
non ne ha trovati due. E
Giuly ha cominciato a dire che non le piaceva avere nella
realtà un solo
orecchino a forma di fulmine e nella fan fic tutti
e due.
Così ne abbiamo parlato e abbiamo pensato all’idea
che lei lo perdesse e lo
sostituisse con un altro orecchino che mi ha detto lei stessa
(cioè quello con
il cerchio giallo e le stelle). Ma
solo poco prima di
scrivere il capitolo ho pensato che, invece di perderlo, sarebbe stato
divertente (e perverso) se fosse stato Romeo a rubarglielo! XD
La
festa di Halloween, per quanto fuori periodo (nella
realtà), ho pensato di metterla nel prossimo capitolo,
altrimenti non lo
metterò MAI. E poi nella storia il momento è più o meno
quello giusto! ^^
Per
il titolo mi sono fatta consigliare da Lua e Giuly, e
alla fine ho scelto questo perché
“rappresenta” tutto il capitolo, essendo
tutto una confusione XD Perché ci sono: il caos
all’inizio con le tre sorelle,
la confusione al Rose Cafè, e infine in ufficio, con il
litigio tra Giulia, Ed
e Roy XD Non ne siamo
convinte, ma… va bene così. A
dire il vero, Lua aveva proposto “un fulmine
caduto”, peccato… che l’orecchino
non sia caduto, ma sia stato rubato XD E quando ho detto che non
sceglievo il
suo titolo, mi ha lanciato un’occhiataccia ^_^’’
Ci
sarebbe anche un altro disegno (che quelli che fanno
parte del gruppo “Manga, Anime e Alchimia” su
Facebook già conoscono), ma…
sarebbe uno spoiler esagerato, quindi lo metterò
più avanti… Scusate!
Finché
mi ricordo, voglio dire un’altra cosa. Solo adesso
(che testa!) ho pensato di pubblicizzare una fan fiction in qualche
modo
collegata con la mia: “Quando i sogni si
realizzano” di VioletJuliet (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=781142&i=1).
Perché è collegata con questa? Perché
Giulia, autrice di questa storia (anche
se, in seguito, si è aggiunta pure Luana), ha provato ad
immaginare cosa potrebbe succedere se… Romeo, Leonard e
Daniel uscissero dalla
mia storia e noi 3 ce li ritrovassimo davanti! XD Vi avverto:
i suoi personaggi sono leggermente diversi dai miei. Per esempio, il
suo Romeo
è molto più perverso u///u XD Se volete, dategli
un’occhiata! ^^ (altra
pubblicità occulta XD)
I
ringraziamenti! :D
Chi
finora ha commentato (anche se non sempre), sia su
DeviantArt che su EFP:
Lulumoon91, VioletJuliet,
NeutralDarkSide, Hanako_Hanako, Lupoz91, Ashtart
(ex
Bloody Honey XD), Piwy, Celest93, Haisa, Melanita, MartaAka97 e
GajeelxLevy997
(ex Federica97, se non sbaglio XD) e Hummingbird Royaifan (sperando di
averli
scritti tutti… ^_^’’ Al massimo, il
ringraziamento vale comunque! :D)
Ma
il ringraziamento è, come sempre, anche per chi segue
e legge solamente, tra cui un Roy
Mustang di Facebook
(ultimamente super-impegnato con la scuola)! Grazie infinite a tutti
voi, che
leggete e sopportate questa storia scema! (_
_) (spero
anche di farvi divertire ogni tanto! XD)
Maledetto
caldo, maledetta ispirazione,
maledetto… AAAAARGH!!! *sbatte ripetutamente la testa contro
il muro* (per chi
non avesse capito, sono le cause dell’ORRIPILANTE ritardo)
*si
rivolge verso i lettori con la fronte
sanguinante* Ehm… ok… insomma…
u.u’’…………
*si
schiarisce la voce continuando a
sanguinare* Vi chiedo scusa in anticipo per il capitolo, visto che
è un po’ più
descrittivo degli altri… ho fatto del mio meglio per cercare
di rendere le
descrizioni leggibili e chiare senza esagerare con le
parole… Comunque, è molto
più lungo degli altri capitoli (anche per gli avvenimenti,
che sono tanti), ma
non so se questo vi farà piacere o meno…
<<
RIZZZZZA!!! >> ringhiò Luana, storpiando
il nome della cecchina. << Se non ti muovi, ti butto
addosso dell’acqua
ghiacciata e ti faccio venire una broncopolmonite! >> Nel
vedere
l’espressione della castana, la bionda non replicò
in alcun modo.
Debora
le guardò: sapeva che la gemella era veramente
arrabbiata quando storpiava il nome di qualcuno (ormai si era abituata
ai suoi
“Debbbora”). Sospirò: in effetti, aveva
ragione. Era da quel pomeriggio che
stavano facendo una lotta continua.
Alla
fine dell’orario di lavoro, le tre sorelle volevano
portare Riza a scegliere il costume per la festa di Halloween. La
bionda era
decisa come non mai a non venire, e non c’era verso di farle
cambiare idea.
Così, anche se la cosa non piacque loro affatto, le tre
giovani Alchimiste
dovettero sfruttare la superiorità del loro grado e
ordinarglielo letteralmente.
E Riza, essendo una che eseguiva sempre gli ordini, le
seguì, seppur a
malincuore. Poco dopo, come d’accordo, incontrarono Winry e
May, che si erano
occupate di Lan Fan. Alla fine si portarono appresso anche Sheska, che
incontrarono per strada, poiché diceva che non sarebbe
andata alla festa… ma
Luana non era del tutto d’accordo. L’Alchimista
d’Acqua, infatti, era in
qualche modo leggermente arrabbiata con la bibliotecaria per il
malinteso sul
rapporto con Daniel (anche se sarebbe dovuto essere il giovane a
dirglielo
prima).
Al
negozio ci fu un’altra lotta. Le tre sorelle scelsero
immediatamente i loro costumi, mentre May e Winry li avevano
già presi in
precedenza insieme ai fratelli Elric. Scegliere un costume per Lan Fan,
sorprendentemente, fu abbastanza facile, selezionando per lei un
costume sì
grazioso, ma che la facesse sentire abbastanza a proprio agio. Con
Sheska ci fu
qualche problema in più, ma, alla fine, guardandosi allo
specchio (e dicendole
centinaia di volte che quel costume le donava) cambiò idea.
Il
problema fu Riza. L’Alchimista delle Piante vide un
costume che trovava perfetto per la cecchina, pensando che
l’avrebbe resa
bellissima. Ma la donna non era minimamente d’accordo:
avrebbe voluto qualcosa
di più comodo e meno vistoso. Per tutte le Cupid Girls
(sì, anche Lan Fan e
Sheska) fu un vero incubo cercare di persuaderla. Rimasero
lì per moltissimo
tempo, tanto che le commesse cominciarono pure a guardarle male. Alla
fine fu
Giulia a convincerla, che disse, con tono nervoso: << Non
vuoi che ti
obblighiamo a indossarlo ordinandotelo, VERO??? >>
E
adesso, ormai giunta la sera, dovevano incontrarsi con
gli altri della squadra e i fratelli Elric davanti al Quartier
Generale. Tutte
nascoste dietro all’angolo di una palazzina, volevano
realizzare un “effetto
sorpresa”. Peccato che Riza, ancora una volta, non volesse
saperne.
Mentre
Luana, Giulia, May e Winry tentavano di farla
muovere, Debora si affacciò da dietro l’angolo,
mantenendosi il cappello nero
per evitare di farlo cadere. Guardò i costumi degli altri,
che nell’attesa
stavano chiacchierando tra di loro.
Ed
e Al erano vestiti rispettivamente da diavolo e da
angelo, in pendant con le relative fidanzate. Mentre il primo aveva un
look
sportivo, con jeans neri, maglietta rossa, catene decorative e ali da
demone,
il fratellino indossava abiti più eleganti, con giacca e
cravatta, di colore
bianco e azzurro, il tutto completato da un paio di piccole ali piumate.
Anche
Havoc doveva aver scelto il proprio costume insieme
a Rebecca (che era venuta appositamente ad East City per stare con il
fidanzato), visto che entrambi erano vestiti da zombie: abiti
leggermente
strappati, finte macchie di sangue, e un trucco un po’
cadaverico. Debora
guardò il biondo tenente: doveva ammetterlo, anche come
zombie aveva il suo
fascino. Rise tra sé e sé: le sue sorelle
avrebbero detto esplicitamente che
era un gran figo.
Lo
sguardo dell’Alchimista delle Piante si spostò poi
su
Breda e Fuery: i due avevano casualmente scelto il travestimento dello
stesso
“mostro”, cioè da mummia. Dalle loro
espressioni si leggeva che c’erano rimasti
male, anche se era successo tutto per caso. Ad ogni modo, la ragazza
dovette
fare non poca fatica per trattenere una risata nel vedere il rosso
vestito
praticamente da mummia sovrappeso.
La
ragazza, poi, osservò Ling. Indossava un costume
“peloso” da lupo mannaro, che lo faceva quasi
sembrare un pupazzo gigante. Il
viso del principe di Xing fuoriusciva dalle fauci della creatura.
Debora lo
trovò strano ma simpatico, adatto al lato più
pazzo e divertente del carattere
di Ling.
Infine,
guardò il suo superiore. Si era vestito da
vampiro: un paio di eleganti pantaloni neri, una camicia candida, un
grande
mantello che gli ricadeva dalle spalle, dei finti canini, un trucco per
farlo
sembrare un po’ più pallido e, per
l’occasione, i capelli portati all’indietro
e fissati con della gelatina. Nel vederlo, le guance di Debora
s’imporporarono
appena. Doveva ammetterlo: per quanto lui fosse in certi momenti un
vero
idiota, per quanto volesse che stesse con Riza, per quanto avesse
incontrato
Leonard, doveva riconoscere che il moro, con quel costume, emanava un
enorme
fascino.
In
quel momento, l’Alchimista delle Piante sentì Riza
sospirare: << Va bene, va bene… tanto,
ormai… >>, così si
voltò.
<< Allora, ci siete? >> domandò
la castana.
<<
Sì, ce l’abbiamo fatta…
>> sospirò
esasperata May, come sempre perfettamente imitata da Xiao Mei, che,
anche lei
vestita per Halloween, aveva sulla schiena un paio di microscopiche ali
da
angioletto.
Contemporaneamente,
Ed commentava il ritardo delle
ragazze: << Ma che staranno facendo per perdere tutto
questo tempo?
>>
Il
fratellino si strinse nelle spalle, sorridendo in
leggero imbarazzo: << Chissà…
>>
Solo
allora videro del movimento. Le prime ad uscire
furono Winry e May: indossavano lo stesso modello di abitino, ma per il
resto
erano del tutto opposti: da diavoletta per la bionda e da angioletto
per la
mora. La prima si schiarì la voce: << Scusate
il ritardo, abbiamo avuto
qualche… qualche… >> e si
bloccò, non trovando le parole giuste.
<<
Qualche problema tecnico! >> disse
velocemente la ragazza di Xing per trarre d’impaccio
l’amica. La reazione di
tutti i ragazzi fu la stessa: guardarle con occhi colmi di confusione.
Nel
vederli, la moretta sorrise imbarazzata, per poi
annunciare: << Ehm… comunque…
cominciamo! Ecco a voi Lan Fan! >>
La
giovane ninja, timidamente, sbucò dal nascondiglio,
imbarazzata sia dal costume che da quello strano
“gioco”. Indossava una tutina
nera e attillata, tranne per le maniche larghe, la cui forma ricordava
delle
ali, con in vita una gonnellina di stoffa e pizzo, sempre nero. Il
costume era
completato da un paio di stivaletti bassi, da un fiocchetto al collo e
da un
cerchietto con delle orecchie a punta. Insomma, per quella sera Lan Fan
era
diventata un grazioso pipistrello.
<<
Peccato solo che quel costume nasconda il
meraviglioso automail che le ho installato… >>
commentò la giovane
meccanica, sospirando leggermente intristita. Il fidanzato
pensò: “Ecco che la
fanatica di meccanica comincia…”
Subito
dopo l’attenzione delle due ragazze e delle tre
sorelle (sbucando leggermente da dietro la palazzina, visto che
dovevano anche
accertarsi che Riza non scappasse) si rivolse verso Ling, per vederne
la
reazione. Lui rimase sorpreso, e osservò la sua guardia del
corpo rimanendone
ammaliato. Le si avvicinò, dicendo: <<
Stai… molto bene così, Lan Fan…
>>
“Aww,
che carini…” pensò Giulia mentre li
guardava.
<<
G-grazie… >> balbettò lei in
risposta. La
giovane ninja, che fino a quel momento aveva tenuto il volto abbassato
per
cercare di nascondere almeno un po’ il rossore,
alzò gli occhi sul ragazzo.
Prima li sgranò per lo stupore, poi cominciò a
ridere sommessamente.
<<
Che c’è? >> chiese Ling, confuso.
<<
Niente… è che… è molto
divertente con quel
costume… >> rispose lei tra una risata e
l’altra.
Come
prima reazione, Ling si sentì offeso: pensava che
quel costume fosse bello. Lo trovava sì simpatico, ma non
divertente. Poi però,
nel vedere il sorriso sul volto di Lan Fan, l’affetto che
provava per lei prese
il sopravvento sull’orgoglio. Pensò che fosse
davvero bella quando rideva, e
anche lui sorrise divertito.
May
e Winry ripresero quelle strane presentazioni.
<< E ora… le sorelle Frid! >>
disse Winry, per poi ritornare con
May dietro alla palazzina: visto il carattere di Riza, bisognava
tenerla
d’occhio per evitare che la svignasse!
<<
Ta-dah, eccoci qui! >> esclamò
l’Alchimista d’Acqua. Le tre sorelle indossavano lo
stesso costume da
streghetta, tranne che per alcune differenze: i colori dei nastri che
li
decoravano (ognuna aveva quello del cappotto che indossavano sopra la
divisa) e
per la parte inferiore. Debora indossava dei pantaloni, Luana una gonna
a balze
e Giulia una gonna dritta.
Havoc
alzò un sopracciglio e disse alla fidanzata:
<< Dici che si stanno divertendo? >>
<<
Sì, di sicuro! >> disse con entusiasmo la
castana. << Accidenti, avrei partecipato
anch’io se non fossi stata a
Central fino a stamattina! >>. L’unica risposta
da parte del biondo fu
un’occhiata sconvolta.
<<
E adesso >> proruppe Debora << è
il
turno di Riza! >>
Spinta
letteralmente dalle fidanzate dei fratelli Elric,
finalmente sbucò la figura del biondo Capitano. Nel vederla,
gli occhi di tutti
si colmarono di stupore, in particolare quelli di Roy.
La
cecchina era a dir poco meravigliosa: indossava un
abito lungo con la gonna larga, di stoffa bianca con riflessi
argentati. Il
corpetto aveva lo scollo a cuore, ma braccia, spalle e schiena erano
coperte da
un pizzo dalla trama fitta, sempre bianco. Tra i capelli, portati
sciolti,
aveva un piccolo diadema argentato. Sembrava una sposa, se non fosse
stato per
delle fantasiose rune ricamate di colore blu elettrico, che decoravano
l’abito.
Era vestita da strega bianca.
L’Alchimista
delle Piante guardò il volto del Generale:
con occhi colmi di meraviglia, guardava rapito la sua adorata
sottoposta.
Debora nascose un sorriso soddisfatto: aveva fatto la scelta giusta!
Anche
Ed, intanto, aveva notato l’espressione del Flame
Alchemist. Immediatamente comparve un sorrisetto poco rassicurante.
<<
Guarda il piromane che faccia da pesce lesso che
c’ha… a pensarci bene, ce l’ha
sempre quella faccia… >>
La
reazione del moro fu immediata: << Come ti
permetti, piccoletto?! Porta rispetto a un tuo superiore!
>>
<<
Superiore un corno! >> sbraitò
l’Alchimista d’Acciaio. << E POI CHI
SAREBBE QUELLO TALMENTE PICCOLO CHE
IN CONFRONTO UN ATOMO E’ PIU’ GRANDE, EH?!?!?
>>
Mentre
i due continuavano a rimbeccarsi, May guardò male
il maggiore degli Elric. << Ed…
>> cominciò con una voce che
sembrava provenire dall’oltretomba. << Come hai
potuto distruggere
l’atmosfera che avevamo creato con tanta fatica…
>>
Quel
tono era così spaventoso (quasi a tema con la
serata, ma non col costume che indossava), che Ed e Roy rabbrividirono
di
terrore e smisero di litigare. << S-scusami…
>> balbettò il
biondino. May ne approfittò, e gli fece una bella ramanzina.
Giulia
proruppe per evitare di perdere altro tempo:
<< Non sarebbe meglio cominciare ad andare? Altrimenti
rimarremo qui fino
al prossimo Halloween. >>
Mentre
gli altri si avviavano, Roy s’avvicinò alla
cecchina. << Riza, stasera sei… davvero molto
bella… >> sussurrò
lui, per evitare di essere sentito dagli altri.
La
donna arrossì appena: << Grazie…
anche tu stai
molto bene vestito così… >>
Mentre
camminavano fianco a fianco, tra i due scese un
momento di silenzio. Fu l’uomo a interromperlo, sorridendole
gentile e
porgendole il braccio: << Vorresti essere la mia dama
questa sera?
>>
Riza
rimase per un attimo sorpresa, poi guardò dritta
davanti a sé: << Non credo… che sia
il caso… >>. La voce voleva
sembrava dura e seria, ma traspariva un po’ di dispiacere.
<<
Ah… ok… >> disse il moro,
evidentemente
deluso. Il secondo dopo, la cecchina inciampò nel vestito e
rischiò di cadere
se Roy non l’avesse afferrata in tempo, circondandole la vita.
<<
Sì, sto bene, tranquilla… >>
rispose la
bionda, sorridendole.
Il
Flame Alchemist la guardò allarmato: <<
Sicura?
>>
<<
Sì… >> disse lei, sistemandosi il
vestito.
<< Anche se… >> aggiunse
<< forse mi conviene accettare…
>> e porse il braccio verso l’uomo, senza
guardarlo in viso.
Roy
la guardò prima stupito, poi le labbra
s’allargarono
in un sorriso gioioso, e la prese infine sottobraccio. Mentre
camminavano, notò
che molti occhi erano puntati su di loro.
Poco
alla volta, il gruppo s’avvicinò sempre
più alla
piazza centrale. Ciò si capiva dalla strada: festoni neri e
arancioni erano
appesi qua e là, e zucche intagliate con ghigni divertiti o
espressioni
spaventose decoravano le porte delle case, le finestre e le vetrine.
Alcune
attività commerciali erano aperte, in particolare bar e
ristoranti.
Ad
Alphonse venne in mente una cosa: << Ma…
dov’è
Sheska? May mi aveva detto che c’era anche lei quando siete
andate a prendere i
costumi… >>
Debora
si voltò verso di lui, cominciando a camminare
all’indietro: << Sì, ma ci siamo
date appuntamento in piazza… lei verrà
con… >>
<<
Con Daniel! >> disse Luana con tono
sognante, interrompendo la gemella.
L’Alchimista
delle Piante sospirò: << Sì, con
Dan-
Ah! >> esclamò lei, andando a sbattere contro
qualcuno.
<<
Ehi, attenta! >> disse la persona contro
cui aveva sbattuto, che la prese per le spalle per non farla cadere.
<< …
Debby? >>
La
castana si voltò, e gli occhi si colmarono di stupore.
Tra centinaia (se non migliaia) di persone che c’erano per
strada, era andata a
sbattere proprio contro Leonard.
<<
Ciao! Che bello vederti! >> salutò il
giovane Colonnello, sorridendo allegro e lasciando la presa.
<< Non ti
avevo riconosciuta con questo costume e con i capelli
sciolti… ti stanno molto
bene… >>
<<
G-grazie… >> balbettò
l’Alchimista delle
Piante, giocherellando involontariamente con le ciocche castane. Rossa
in viso,
era imbarazzata non solo dal complimento, ma anche
dall’aspetto del biondo: era
vestito da affascinante pirata, con una casacca bianca con sopra una
giacca
rossa dai bordi dorati, una cintura di pelle in vita, calzoni beige
infilati in
un paio di stivali neri, e in testa un capello da corsaro.
<<
Buonasera, Colonnello Blizzard! >> salutò
il minore dei fratelli Elric, seguito immediatamente dalla moretta al
suo
fianco, traendo così d’impaccio Debora. La ragazza
li ringraziò mentalmente.
La
castana non riuscì nemmeno ad aprire la bocca per
chiedergli se era venuto da solo, che dalla folla sbucò
Mary-Ann, che si
avvinghiò letteralmente al braccio del giovane Colonnello,
quasi sbattendogli
contro. << Leonard! Ti avevo perso di vista in mezzo a
tutta questa
gente! >> disse la ragazza dal caschetto biondo. Era
vestita da gatto
nero, con una tutina aderente e delle orecchie e una coda da gatto.
Giulia, nel
vederla, ebbe l’istinto di fulminarla.
<<
Fa attenzione, Mary-Ann! >> disse il
biondo, massaggiandosi con la mano libera il punto contro cui la
ragazza aveva
sbattuto. << A volte hai la delicatezza di un
rinoceronte… >>
A
Debora venne istintivo ridere alla battuta, mettendosi
una mano davanti alla bocca. Mary-Ann prima mise il broncio per
ciò che aveva
detto il fidanzato, poi notò l’Alchimista delle
Piante. Un’espressione di
superiorità le comparve in volto: << Ah, tu
sei la ragazza dell’altra
volta… Diana, mi pare… >>
<<
No, mi chiamo Debora >> la corresse la
castana, sorridendole gentile per non darle alcuna soddisfazione.
La
bionda, infatti, fece una leggerissima smorfia di
disappunto, poi si rivolse al fidanzato: << Leonard, non
mi hai ancora
spiegato come mai vi conoscete! >>
<<
E’ una mia collega >> rispose il biondo.
<< Un’Alchimista, per la precisione.
>>
<<
Ah, quindi… è anche lei un militare…
>>
disse sorridendo compiaciuta. Debora si disse che doveva conoscere bene
la
legge anti-fraternizzazione.
<<
Già! >> annuì
l’Alchimista delle Piante,
continuando a sorridere. << Noi stiamo andando nella
piazza centrale… vi
va di unirvi a noi? >>
<<
Certo, perché no? Più siamo, meglio è!
>>
rispose il biondo per entrambi, anche se la ragazza al suo fianco parve
leggermente contrariata.
Il
gruppo, che così si era ingrandito, continuò a
camminare, finché non arrivò a destinazione. La
piazza era gremita di gente, ed
era ancora più decorata delle strade. Metà del
perimetro era occupata da
bancarelle di vario tipo, mentre dall’altra parte era stata
allestita una
specie di pista da ballo.
<<
Finalmente siamo arrivati! >> disse
allegramente Luana. << Chissà dove
sarà Daniel… sarà difficile trovarlo
in questa confusione… >> aggiunse, guardandosi
intorno impaziente. I suoi
occhi si puntarono quasi automaticamente verso un gruppetto di ragazze
poco
distante. L’attenzione di queste era rivolta a qualcosa che
si trovava al loro
centro, e le loro grida le facevano sembrare delle oche starnazzanti.
<<
Che ci sia qualcuno famoso? >> chiese
Winry, incuriosita.
<<
Chissà… >> rispose il ragazzo al
suo
fianco, con un’espressione simile a quello della fidanzata.
Giulia
doveva scoprire chi c’era. E se fossero stati i
Finley? Non poteva certo perderseli con indosso dei costumi da
Halloween! Come
fan sfegatata del gruppo, NON POTEVA.
L’Alchimista
del Fulmine si avvicinò ad Havoc, che era il
più alto di tutti. << Havoc, riesci a vedere
chi c’è in mezzo a quel
gruppo di oche? >>
<<
Da qui no… >> rispose il biondo Tenente.
<< Forse avvicinandomi… >>
<<
Allora andiamo! >> disse immediatamente
Rebecca, con tono allegro, per poi quasi trascinarsi dietro il
fidanzato.
<<
Sì, adesso vedo meglio… >> disse
Havoc.
<<
E quanti sono? >> chiese la minore delle
sorelle Frid. Era ansiosa di sapere.
<<
Bè… un solo. >> disse il biondo,
per poi
abbassare il volto per accendersi una sigaretta.
<<
Come “uno solo”?! >>
ripeté Giulia
sconcertata. << Potresti descrivermelo? … per
favore. >>
L’alto
Tenente alzò nuovamente lo sguardo. << Mmh,
vediamo… ha delle ali nere da angelo sulle spalle, e ha i
capelli neri… e ho
anche l’impressione di averlo già
visto… >>
“Neri?
Possibile che…” pensò
l’Alchimista del Fulmine, ma
lasciò in sospeso la frase nella sua testa, e
cercò invece di intrufolarsi nel
gruppo di ragazze, per arrivare al centro. Sorprendentemente, la cosa
le fu
facile. << Fortuna che non sono molto
grande……… Accidenti, mi sono detta
da sola che sono piccola!!! >> sbraitò contro
sé stessa, proprio mentre
arrivava alle spalle del ragazzo con le ali nere.
<<
Ma tu non sei piccola! Tu sei graziosamente
minuta, mia cara Giulietta! >> disse il ragazzo.
<<
Romeo… >> sospirò
L’Alchimista del Fulmine.
<< Perché me lo sentivo che eri tu?
>> disse, leggermente
infastidita da quel “graziosamente”.
Il
moro fece uno di quei sorrisetti perversi. <<
Non so… forse perché mi ami così tanto
che percepisci la mia presenza? >>
Giulia
avvampò. << Ma tu non la smetti mai di dire
cose perverse?! >> disse incavolata. Il moro rise,
divertito da quella
reazione, mentre la ragazza guardava per bene il travestimento del
giovane
cameriere: da angelo nero. Oltre alle ali piumate viste da Havoc,
indossava
anche dei pantaloni scuri e una camicia nera, per buona parte
sbottonata.
Arrossì nuovamente: era veramente sexy…
bè, buon per lei.
Mentre
Giulia cominciava a litigare con quelle ragazze
perché non la lasciavano andare via con Romeo, Luana la
contemplava da lontano.
<< Ecco, e ti pareva che non cominciava a sbraitare per
qualcosa…
>> disse sospirando.
<<
Certo che Giulia e Ed sono veramente simili…
>> osservò Fuery, che si trovava accanto
all’Alchimista d’Acqua.
<<
Già… tra un po’ sembrano più
loro gemelli che io
e Debby… >> osservò la castana
sorridendo imbarazzata. Si voltò verso
l’occhialuto Sergente Maggiore, quando… non lo
vide più. << Ma cos…
>> riuscì a malapena a dire, per poi abbassare
lo sguardo: il povero
Fuery era a terra, travolto letteralmente da una ragazza che, dopo
un’attenta
osservazione, riconobbe. Era Sheska.
<<
Oddio, mi dispiace, sono inciampata! >> si
scusò la bibliotecaria, mentre tentoni cercava gli occhiali
che le erano volati
via. Lo stesso stava facendo Fuery con i propri.
<<
Non… non fa niente… >> disse il
ragazzo
moro. Finalmente entrambi trovarono una montatura sotto le mani.
<<
Waah! Troppo forti! >> commentò Sheska, e
simultaneamente Fuery disse: << Ma con questi non vedo
niente! >>
Luana,
che li stava osservando, alzò un sopracciglio:
<< Forse perché ve li siete scambiati?
>>
Quando
finalmente ognuno ebbe riavuto i propri occhiali,
i due ragazzi poterono finalmente guardarsi.
<<
S-Sergente Fuery! >> balbettò la giovane
bibliotecaria, con le guance arrossate. << M-mi dispiace,
non volevo!
>>
<<
Non… non fa niente… >> disse il
giovane,
un po’ più imbarazzato del solito, notò
l’Alchimista d’Acqua.
In
quel momento, Daniel li raggiunse. << Sheska,
che ci fai a terra? >> disse il castano, mentre aiutava
la sorella a
rialzarsi.
<<
Scusami fratellone, sono inciampata… >>
disse lei con un sorriso imbarazzato. In piedi, si poteva finalmente
vedere
meglio com’era vestita la ragazza. Aveva un costume da
bambola assassina, con
un vestitino in stile gotico, ricco di pizzi e merletti, il tutto
completato da
macchie rosse che imitavano il sangue e un finto coltello sporco
infilato nella
cintura in vita. Quella sera era piuttosto graziosa, anche
perché May, Winry e
le sorelle Frid riuscirono a convincerla ad andare da un parrucchiere,
facendosi così sistemare quello strano caschetto
scompigliato che portava di
solito. Inoltre, anche gli occhiali erano diversi, più
eleganti e meno “a fondo
di bottiglia”.
Fuery
doveva in qualche modo essersi accorto delle
differenze, visto che rimase un momento a terra con gli occhi fissi
sulla
ragazza. Quando finalmente si alzò, disse: <<
Bè, l’importante e che
nessuno si sia fatto male… >>. La giovane
bibliotecaria annuì e lui
continuò, imbarazzato: << Posso offrirti
qualcosa da bere? >>
Sheska
arrossì visibilmente, e abbassando lo sguardo
rispose: << O-ok… grazie…
>>
Mentre
Luana e Daniel li guardavano allontanarsi,
quest’ultimo disse: << Per un attimo che mi
sono distratto… non vedendola
più mi sono preoccupato da morire…
>>
L’Alchimista
d’Acqua finalmente si voltò verso di lui e
l’osservò per bene. In un primo momento quasi si
disconnesse, mentre nella sua
testa una sé stessa in versione chibi* sbavava copiosamente,
allagando il
cervello. Il giovane bibliotecario era travestito da Dott.
Frankenstein:
indossava pantalone, maglioncino e camice bianco pieni di vistose
cuciture, e
si era disegnato un motivo simile anche sul volto. In più,
una grossa finta
vite era messa in modo da sembrare di passargli la testa da parte a
parte.**
Il
giovane bibliotecario continuò: << Inoltre,
non
capisco perché Sheska si comporti sempre in modo strano
quando c’è il Sergente
Maggiore Fuery… >>
Al
suono della sua voce Luana si riprese. << Sarà
perché ne è cotta? >>
Daniel
alzò un sopracciglio: << Come? >>
<<
Ma sì! >> disse sorridente
l’Alchimista
d’Acqua. << A Sheska piacerà Fuery!
Più semplice di così… >>
<<
Tu dici? >>. Il giovane non sembrava molto
convinto.
<<
Qualcosa non va? >> chiese lei, notando
una leggera perplessità nel tono di voce.
<<
No… insomma, non credo… non lo so…
>>
Luana
capì: era ovviamente preoccupato per la sorella.
<< Stai tranquillo: Fuery è un bravo ragazzo,
con la testa a posto…
>> disse lei, sorridendogli con dolcezza.
Daniel
parve tranquillizzarsi e ricambiò il sorriso:
<< Va bene, mi fido… >>.
Aggiunse poi con decisione: << Ma se
la farà soffrire, dovrà vedersela con me!
>>
Luana
rimase sorpresa da quella sicurezza, facendole
piacere ancora di più il castano. Già se lo
immaginava mentre la difendeva
dagli altri ragazzi, ingelosito…
I
suoi sogni ad occhi aperti vennero interrotti dalla
voce di Giulia: << Finalmente quelle stupide oche ci
hanno lasciato
andare! >> disse nervosa.
<<
Vedo che sei tornata tra noi! >> disse
sorridente Debora, che si avvicinò per vedere come stava la
sorellina, insieme
a tutto il resto del gruppo.
<<
Ciao Romeo! Anche tu qui? >> salutò
Daniel.
<<
Ehi, ciao ragazzo occhialuto. To’, c’è
anche il
Colonello col codino >> disse il cameriere moro, alzando
una mano in
segno di saluto verso Leonard.
<<
Buonasera, Romeo! >> disse il biondo,
sorridendo gentile.
Le
sorelle Frid si guardarono sbigottite, per poi dire
all’unisono: << VI CONOSCETE?! >>
Sapevano di Daniel e Leonard, e
con molta probabilità quest’ultimo e Romeo si
erano visti al Rose Cafè… ma che
si salutassero come se fossero amici da sempre era assurdo!
<<
Sì, >> disse il giovane bibliotecario con
la solita cortesia << è stato qualche giorno
fa, per caso… >>
Un
sorrisetto sghembo increspò le labbra di Romeo:
<< Già, quando ho salvato la cagnolina della
cara Giulietta…>>.
Ovviamente, l’interessata arrossì violentemente.
Leonard
continuò: << Ci siamo conosciuti proprio
parlando casualmente di voi sorelle Frid >>. A questo
punto anche le
gemelle arrossirono. Contemporaneamente, senza che nessuno la vedesse,
Mary-Ann
le guardò accigliata.
<<
Un vero colpo di scena! >> disse
sorridendo Riza, divertita dalla situazione.
Rebecca
rise: << Sembra il programma “Carramba che
sorpresa” in diretta! >>
Tutti
risero di gusto, tranne la ragazza col caschetto
biondo. Li raggiunsero anche Sheska e Fuery, e ne approfittarono per
fare tutte
le presentazioni.
All’improvviso,
una voce proveniente da un megafono (o da
un microfono, non si capiva bene) esordì, sovrastando la
confusione. <<
Avanti gente, diamo inizio alle danze! Prendete la vostra dama o il
vostro
cavaliere e scatenatevi! >>
Subito
alcune coppie cominciarono a prendere posto sulla
pista. Anche il folto gruppo si divise in coppie, e pure Breda, che era
venuto
da solo, trovò una simpatica ragazza un po’
robusta con cui ballare.
Mary-Ann
venne invitata da un altro ragazzo a danzare,
così Leonard lo chiese a Debora.
<<
Ma io… non so ballare… >> disse
l’Alchimista delle Piante, sorridendo imbarazzata.
<<
Tranquilla, non è difficile! T’insegno io!
>> disse il giovane Colonello, prendendola per mano.
La
castana arrossì, e il momento dopo si trovò in
posizione. Il biondo le fece vedere i primi passi, poi, poco alla
volta, la
ragazza cominciò a prenderci la mano.
Leonard
sorrise: << Visto che non era così
complicato? >>
<<
Già… >> disse lei, non riuscendo a
guardarlo negli occhi per l’imbarazzo. Felice sì,
ma col cuore che le batteva
all’impazzata. Spostò lo sguardo sulle coppie che
volteggiavano intorno a loro,
e riuscì così a vedere Luana. Sorrise: negli
occhi della gemella si leggeva la
gioia più pura.
Per
l’Alchimista d’Acqua, infatti, era sempre stato un
sogno ad occhi aperti quello di poter ballare con un ragazzo che le
piacesse. E
da quando aveva incontrato Daniel, era una scena che si ripeteva spesso
nella
sua mente. Ed ora che lui l’aveva invitata, usando i suoi
soliti modi gentili,
il sogno si era trasformato in realtà. E’ vero che
lei se lo immaginava
diverso, in una raffinata sala ballo, mentre loro indossavano abiti
elegantissimi… ma meglio di niente.
Nello
stesso momento, Giulia stava dicendo a Romeo per
l’ennesima volta di finirla con le battutine e le frasi
perverse.
<<
Ma che ci posso fare se mi piace quando le tue
guance diventano rosse? >> disse lui, come se fosse una
cosa ovvia.
L’Alchimista
del Fulmine sbuffò: << Vabbè, ho
capito, è inutile insistere con te…
>>
Si
voltò un attimo e vide che c’erano anche Ling e
Lan
Fan. Certo, il principe di Xing era a dir poco buffo con quel costume,
ma… li
trovava lo stesso terribilmente teneri. Involontariamente, un gioioso
sorriso
le si dipinse sulla labbra.
A
quel sorriso, gli occhi smeraldini del giovane
cameriere si riempirono di stupore, e si fermò.
Giulia
si stupì e alzò lo sguardo su di lui, leggermente
accigliata: << Che succede? >>. Notando la
sorpresa negli occhi del
moro, chiese, in leggero imbarazzo: <<
Pe-perché mi guardi così? >>
Romeo
sorrise, ma, per la seconda volta da quando la
ragazza lo conosceva, fu un sorriso gentile. << A quanto
pare, non sei
solo seria… sai, dovresti sorridere più
spesso… diventi più bella…
>>
L’Alchimista
del Fulmine avvampò e abbassò lo sguardo,
urlandogli contro: << Ti ho detto che la devi smettere
con queste frasi
perverse! >>. Le facevano piacere quei complimenti, ma
allo stesso tempo
la imbarazzavano, così celava i suoi veri sentimenti con la
rabbia.
Il
moro, divertito, rise. Poi notò un movimento alla sua
sinistra: << Che succede? >>
Altre
coppie si fermarono insieme a loro, tra cui anche
le gemelle Frid, e rimasero meravigliati dalla scena. In mezzo al
pubblico si
formato uno spazio libero, in cui stavano ballando Roy e Riza,
guardandosi
intensamente. La gente intorno a loro si era fermata e aveva lasciato
loro più
spazio, incantata dal loro modo di ballare e dal sentimento che il moro
e la
bionda ci stavano mettendo. I due ballerini, intanto, sembravano non
essersi
resi conto di essere al centro dell’attenzione.
<<
Quanto sono belli… >> commentò
Debora,
anche lei incantata.
<<
Bisogna ammettere che formano una bella coppia…
>> disse Leonard. Aggiunse poi, più serio:
<< Peccato che esista la
legge anti-fraternizzazione… >>
Lo
sguardo dell’Alchimista delle Piante
s’intristì:
<< Già… è un vero
peccato… >>. Rimase per un attimo in silenzio,
poi aggiunse: << Io, però, credo che sia una
legge senza senso. >>
Il Giovane Colonnello la guardò confuso, e lei
continuò: << Insomma, la
trovo una cosa stupida! Se due persone s’innamorano, che ci
possono fare? Come
dice il detto, “al cuore non si comanda”, giusto?
>> Lei vide ancora la
confusione negli occhi nocciola del biondo, così disse:
<< O-ok… sono io
che ho detto una cosa stupida… >>
Lo
sguardo del ragazzo s’addolcì: <<
No, al
contrario. >> La castana la guardò stupita, e
lui riprese: << E’ un
pensiero molto tenero… >>
La
castana arrossì, riprendendo a guardare il Flame
Alchemist e la cecchina, che continuavano a ballare: <<
Grazie… >>
<<
Purtroppo, però >> s’intromise
Luana, di
fianco alla gemella << quella legge continua ad
esserci… >>
<<
Oh, ma questo non è un problema! >> disse
la voce di un vecchietto alle loro spalle.
Le
tre sorelle e i tre ragazzi si voltarono, e i militari
riconobbero subito quella persona. << Comand-!
>>
<<
Shhh! >> disse Grumman.<< Sono in
incognito! >>. I sei ragazzi si guardarono confusi.
In
quel momento, Ed, Al, May e Winry li raggiunsero.
<< Ehi, avete visto Riza e il Gen- >>
cominciò la giovane
meccanica, ma si bloccò nel vedere il vecchio Comandante
Supremo, che quella
sera indossava un costume da mago. << Ah! Ma lei
è… >>, ma si
fermò, vedendolo mettersi un dito sulle labbra.
<<
Che ci fa qui? >> chiese Ed, alzando un
sopracciglio.
<<
Perché, non potevo venire a East City? >>
rispose Grumman, con un sorriso furbo.
<<
N-no, non intendevo questo… >>
balbettò
l’Alchimista d’Acciaio, spiazzato da quella
risposta.
Il
vecchio Comandante si schiarì la voce e riprese:
<< Comunque… stavo dicendo che non
è un problema… Anche perché, pur
essendoci la legge anti-fraternizzazione, voi >> disse
rivolgendosi alle
ragazze << state comunque provando in tutti i modi di
avvicinarli…
>> e fece cenno con la testa verso la nipote e il Flame
Alchemist.
Sui
volti di tutti si dipinse un’espressione stupita.
Soprattutto Leonard, che, non sapendo nulla di tutto ciò, si
voltò di scatto
verso l’Alchimista delle Piante. << Cosa?
>> chiese lui.
<<
Ehm… poi con calma ti spiego… >>
disse
Debora, sorridendo in imbarazzo.
Giulia
s’accigliò: << E lei come cavolo fa
a
saperlo? >>
Un
sorriso da vecchia volpe comparve sul volto del
Comandante: << Ho i miei informatori >>. Le
Cupid Girls si
guardarono preoccupate, pensando di aver fatto un grande impiccio.
<< Ma
non dovete preoccuparvi! >> disse allegramente
l’anziano militare.
Grumman
si sistemò gli occhiali, per poi continuare con
naturalezza: << Ho sempre voluto che Roy sposasse mia
nipote Riza.
>>
<<
CHE COSA?! >> urlarono tutti all’unisono.
Il
vecchio militare rise sornione a quella reazione.
<< Certo! >> disse lui, giocherellando con
i baffi. <<
Ricordo perfettamente di averlo detto spesso a Roy, durante le nostre
partite a
scacchi! >>
<<
E… quindi? >> provò a chiedere a
Luana,
quasi timorosa.
Il
Comandante Supremo sorrise: << Voi fateli
avvicinare… poi si vedrà…
>>
La
musica si fermò e un applauso esplose spontaneamente
dalla folla. Il gruppo si voltò verso Roy e Riza: li videro
che si erano
fermati, e che si guardavano intorno confusi e imbarazzati.
<<
M-ma che succede? >> balbettò la bionda
cecchina.
Il
Flame Alchemist si grattò la nuca, imbarazzato:
<< Mi sa… che abbiamo attirato un
po’ l’attenzione… >>
Alphonse
sorrise divertito: << Non si erano accorti
di nulla! >>
Giulia
si rivolse di nuovo a Grumman: << Ci spiega
di preciso cosa intendeva… >>
<<
Nonno! Che ci fai qui? >> disse Riza
mentre s’avvicinava insieme a Roy, spezzando il discorso
dell’Alchimista del
Fulmine. Quest’ultima sbuffò: “Odio
essere interrotta…”
Un
sorriso allegro comparve sotto i baffi dell’anziano
militare: << Oh, Riza! Nulla, ero venuto a fare un giro!
>> e
concluse con una fragorosa risata.
<<
Signore, si sta facendo tardi. Sarebbe meglio
andare. >> disse un omone alle sue spalle, con una lunga
tunica nera, da
cui sbucava appena il colletto della divisa militare. Doveva essere una
delle
guardie del corpo del Comandante Supremo.
<<
Ma come, di già? >> disse il vecchio
Comandante con un tono leggermente triste. Sospirò:
<< Vabbè pazienza…
>>. Subito dopo sorrise e continuò:
<< Va bene, allora ci vediamo
la prossima volta! Ciao a tutti e… Roy? >>
<<
Sì? >> disse il Flame Alchemist,
chiedendosi cosa volesse mai dirgli l’anziano militare.
<<
Mi raccomando. >> disse semplicemente, per
poi voltare le spalle al gruppo e scomparire in mezzo alla folla,
seguito dalla
guardia del corpo. Roy rimase interdetto: non capiva il senso di quelle
parole.
<<
Certo che è un vecchietto proprio strano…
>> commentò Romeo, alzando un sopracciglio.
Era davvero quel signore
anziano l’attuale Comandante Supremo?
Daniel
sorrise imbarazzato: << E’ sicuramente una
persona particolare… >>
<<
Ma che intendeva con “mi raccomando”?
>>
chiese la bionda cecchina, rivolgendosi a Roy.
L’uomo
si strinse nelle spalle: << Non ne ho la più
pallida idea… >>
Il
gruppo, riunitosi del tutto con l’arrivo di Sheska,
Fuery, Breda, Havoc, Rebecca e Mary-Ann, rimase ancora un po’
alla festa,
finché la stanchezza non prese il sopravvento.
Quando
tornarono a casa, tutti erano un po’ confusi, e
per motivi diversi: chi si chiedeva quali erano i propri veri
sentimenti, chi
si chiedeva cosa si volesse intendere con certe frasi, e chi si
chiedeva, dopo
gli avvenimenti della serata, cosa si sarebbe successo in futuro.
Finish!
:°D *nel frattempo si è messa un cerotto sulla
fronte*
‘Sto
finale è una schifezza bestiale -.-‘’ Mi
dispiace…
Per non parlare del titolo… viva la fantasia!
è_é
Mamma
mia, quanto ho scritto! D: Di solito sono arrivata
al massimo a 10 pagine di Word… ma adesso sono a 17! D:
(comprese le note, però
u.u)
Era
da tempo che avevo in mente questo capitolo (solo
alcun pezzi però)… inizialmente pensavo di
dividerlo in due parti (uno con la
scelta dei costumi ed uno con la festa)… poi ho pensato che
quello con la
scelta dei costumi poteva risultare noioso, così ho fanno un
unico capitolo, ma
più lungo.
Luana
storpia veramente i nomi. In particolare il mio,
trasformandolo in “Debbbora”, come ho
scritto… in un piccolo (anzi,
microscopico XD) momento d’ispirazione, ho pensato che
potesse farlo anche con
Riza! XD
Spero
che i costumi piacciano! Sono stata un sacco di
tempo a pensarci! Spero li troviate azzeccati per tutti i personaggi!
;D E
sempre parlando di costumi… ho deciso che li voglio
disegnare. In versione
chibi, è vero, ma ho intenzione di farlo. ^_^ Più
sotto, con i disegni,
troverete i primi due: quello con le sorelle Frid e quello con Roy e
Riza ^_^
Alcune
cose riguardo Giulia. Quando vede Ling e Lan Fan,
pensa che siano carini perché, nella realtà,
è questa la sua coppia preferita
^_^ E Quando si dice da sola che è piccola…
bè, ovvio che il riferimento è a
Ed, quando cercava di entrare nel laboratorio n.5 XD Quindi,
è fatto apposta :D
Poi, quando Romeo la chiama “Giulietta”: per alcuni
motivi so che non le fa
proprio piacere… ma mi piace troppo l’idea che la
chiami così! X3
Che
ne pensate di Sheska e Fuery? Ce li vedete insieme?
Io sì, sono così simili in quanto a timidezza e
cortesia ^_^ Se “l’accoppiata”
non vi piace, mi dispiace…
Il
riferimento al vecchio programma “Carramba che
sorpresa”… mi è venuto automatico, lo
ammetto XD (della serie “mettiamo
un'altra cosa del mondo reale nel mondo di FMA”… e
non è pubblicità occulta
perché il programma non lo fanno più da un sacco
di tempo u.u XD)
Quando
ho scritto che Luana aveva sempre sognato di
ballare con Daniel… bè, di sicuro è
una cosa che desidera nella sua testa, ma…
a dire il vero sono io che ho fatto il sogno vero e proprio .///. Ho
sognato di
ballare un valzer in un’elegante sala da ballo, con un
ragazzo… che poi mi ha
ispirato il personaggio di Leonard. Le differenze infatti sono solo il
codino,
che non aveva, e il colore degli occhi, che erano invece azzurri .///.
E’
imbarazzante parlarne, ma ve lo volevo dire…
Chi
ha commentato (anche se non sempre), sia su
DeviantArt che su EFP: Lulumoon91, VioletJuliet, NeutralDarkSide,
Hanako_Hanako, Lupoz91, Ashtart, Piwy, Celest93, Haisa, Melanita,
MartaAka97 e
GajeelxLevy997, Hummingbird Royaifan e la nuova arrivata
GabbaFMA… Grazie! (_
_) (spero di averli scritti tutti… siete così
tanti! XD)
Ovviamente,
ringrazio anche chi segue solamente la storia
senza commentare, tra cui un Roy Mustang di Facebook (chissà
se è riuscito a
rimettersi in pari con i capitoli che non aveva letto!), che se non
cito
s’arrabbia! XD
Comunque,
un grazie sincero a tutti. Mi chiedo come
caspita possa piacervi una storia così fuori di
testa… mah, ci sarà qualcosa
che attira voi lettori, no? XD
Era
lunedì, e una nuova settimana era iniziata ad
Amestris…
<<
Addio Halloween. Ricomincia il lavoro… >>
disse Giulia, con tono nervoso. Come sempre, del resto.
<<
Già… >> sospirò
semplicemente Debora,
mentre continuavano a camminare per recarsi al Quartier Generale.
Luana
intanto, dietro si loro, non spiccicò una parola.
Passò qualche minuto e continuò a rimanere in
silenzio.
La
gemella e la sorellina si guardarono: qualcosa non
andava.
<<
Strano, Lua, che tu non abbia detto nulla...
nemmeno sul tuo “amato” Daniel…
>> cominciò l’Alchimista del
Fulmine,
spingendola a parlare.
<<
Che?! >> esclamò Luana, distolta dai suoi
pensieri. Vide che gli sguardi delle sorelle erano puntati su di lei, e
sorrise
imbarazzata: << Scusate, ero sovrappensiero…
>>
Lo
sguardo di Debora si fece preoccupato: <<
Qualcosa non va? >>
La
gemella prima la raggiunse, infilandosi tra le due
sorelle e mettendosi a braccetto con entrambe. <<
Ecco… spero solo che il
Generale mi dia i giorni di ferie… >>
<<
“Giorni di ferie”? >> chiese la
minore
delle Frid, alzando un sopracciglio. << E per fare cosa?
>>
<<
Ma per andare con Daniel a Central City, per la
mia ricerca! >> disse Luana come se fosse una cosa ovvia,
ma con una
percepibile punta di gioia.
L’Alchimista
delle Piante sorrise: << Ah, allora
avete scelto il giorno della partenza? >>
<<
Sì! >> annuì la gemella, con un
enorme
sorriso sulle labbra. << Partiamo tra due giorni!
>>
<<
TRA DUE GIORNI?! >> esclamarono sorprese
le due sorelle.
<<
E quando caspita avevi intenzione di dircelo,
eh?! >> aggiunse Giulia.
<<
Ma soprattutto >> s’intromise Debora
<< quando l’avete deciso? Fino a ieri era
ancora tutto indefinito…
>>
Luana
non rimase per nulla offesa dalla reazione delle
sorelle: era troppo contenta per esserlo. Così, continuando
a sorridere,
rispose: << Infatti l’abbiamo deciso ieri!
>>
La
gemella sbatté un paio di volte le palpebre, confusa.
<< Ehm… e quando? >>
<<
Durante la festa di ieri sera! >> rispose
allegramente. << Per la precisione, mentre stavamo
ballando! >>
<<
Ma che razza di momento è per parlare di una
cosa simile? >> esclamò l’Alchimista
del Fulmine.
Luana
si strinse nelle spalle: << Bè, che ci posso
fare se ci siamo ritrovati a parlare dell’argomento?
>> Poi continuò,
dando voce alle sue preoccupazioni: << Comunque possiamo
stare dopodomani
e i seguenti cinque o sei giorni… dopo non potremo
più andare perché ci saranno
dei lavori da fare nella biblioteca, e Daniel sarà
occupato… spero solo che il
Generale mi dia questi giorni... insomma, non vorrei che facesse storie
dicendo
che è troppo tardi o roba simile… >>
<<
Scusami un attimo, >> la interruppe la
sorellina << ma, essendo noi degli Alchimisti di Stato,
non dovrebbe
essere un nostro diritto avere dei giorni per fare delle ricerche?
>>
<<
Sì, è così >> disse
Debora, annuendo con
decisione. << O almeno, >> aggiunse
<< lo dovrebbe essere in
teoria… però non penso che il Generale possa
farsi dei problemi… >>
Le
sorelle la guardarono quasi in malo modo: <<
Dici? >> dissero all’unisono, poco convinte.
L’Alchimista
delle Piante sorrise imbarazzata: <<
Ok, ok… non è detto che non si faccia dei
problemi… >>
Nel
frattempo, erano arrivate al Quartier Generale.
Quando entrarono nel loro ufficio, rimasero a dir poco stupite nel
vedere che
il Flame Alchemist era già presente, seduto alla sua
scrivania che aspettava
l’inizio dell’orario di lavoro per cominciare a
firmare le solite scartoffie.
<<
Buongiorno, sorelle Frid! >> salutò
allegramente il moro. Era la terza volta che succedeva, e ormai
l’avevano
capito: farlo avvicinare a Riza e fargli passare del tempo con lei
aveva ottime
ripercussioni sia sull’umore che sul lavoro. Solo che
sembrava una cosa straordinaria
agli occhi di chi non era a conoscenza del “piano”
delle sorelle e delle altre
“Cupid Girls”. Militari che passavano davanti a
quell’ufficio non potevano fare
a meno di guardare il Flame Alchemist strabuzzando gli occhi.
A
dirla tutta, anche a certe persone che erano a
conoscenza del “piano” sembrava una cosa assurda.
Riferendosi ovviamente agli
altri “ometti” della squadra del Flame Alchemist:
Ed, Havoc, Breda, Falman e
Fuery.
<<
Buongiorno, Generale! >> salutarono
contemporaneamente le tre sorelle Frid, mettendosi perfettamente
sull’attenti.
Dopo
un momento d’indecisione, Luana
s’avvicinò alla
scrivania del moro. << Generale, dovrei…
chiederle una cosa. >>
<<
Dimmi pure! >> disse lui sorridendo,
mentre giocherellava con la penna stilografica.
Rimase
un attimo interdetta da quel tono raggiante, poi
continuò: << Ecco… dopodomani io e
Daniel vorremmo partire per Central
per la mia ricerca su come potenziare l’Alchimia
d’Acqua, quindi mi
servirebbero delle ferie… >>
<<
Ma certo! Non ci sono problemi! >> rispose
lui, sempre sorridendo. << Ma non saranno giorni di
ferie. >>
aggiunse con un tono da maestrina, agitando la penna come una
bacchetta.
<< E’ un tuo diritto avere quei giorni, essendo
tu un’Alchimista. E…
quanti giorni sarebbero? >>
<<
Bè… cinque o sei… sperando che
bastino… >>
<<
Ok, no problem! >> disse il moro, facendo
un gesto di noncuranza. << Vedi se ti bastano, altrimenti
mi fai una
semplice chiamata e ti darò altri giorni! >>
<<
Veramente… il problema l’avrebbe
Daniel… alla
fine di quei giorni dovrebbero cominciare dei lavori in biblioteca, e
sia lui
che Sheska devono essere assolutamente presenti…
>>
Il
Flame Alchemist si strinse nelle spalle: <<
Bè,
in quel caso troverò io una soluzione…
>>
Intanto,
tutti i presenti lo guardarono sbalorditi:
assurdo, quando era di buonumore gli potevi chiedere anche la luna!
Il
moro continuò: << … non so, magari
mando Falman
a sostituirlo… >>
<<
Perché io? >> chiese l’interessato,
ripresosi dalla sorpresa.
<<
Perché sei un’enciclopedia vivente, Maresciallo.
I libri sono il tuo pane quotidiano… Tra un po’ te
li mangerai pure a colazione
inzuppandoli nel latte al posto dei biscotti…
>>
Allegre
risate si levarono dall’ufficio per la battuta.
Contemporaneamente, a Ed venne un’idea. Con un sorrisetto
poco rassicurante
s’avvicinò alla scrivania del suo superiore:
<< Anch’io vorrei dei giorni
di ferie per andare con Win- >>
<<
No. >> fu la risposta secca del moro,
accompagnata da uno sguardo accigliato.
<<
Cosa?! >> urlò il biondino, innervosito.
<< Perché a Luana sì,
>> disse indicando la ragazza << e a me
no, stupido piromane?! >>
Roy
rispose con tutta calma: << Perché a lei
servono per una ricerca, non per una vacanza. Mi pare che anche a te e
ad Al
abbia dato tutti i giorni che volevate per la ricerca su come riavere i
vostri
corpi, quindi siete pari, giusto? >>
Ed
divenne rosso dall’imbarazzo e dalla rabbia: il Flame
Alchemist gli aveva appena rinfacciato una cosa che, purtroppo per lui,
era
giusta. Esplose definitivamente: << Maledetto bast-
>>
Le
urla furono fortunatamente interrotte dal rumore di
qualcuno che bussava sullo stipite della porta. <<
E’ permesso? >>
I
vari presenti si voltarono: era Leonard, con alcuni
fogli in mano. Debora notò nei suoi occhi una leggera
preoccupazione.
Il
biondo raggiunse la scrivania a passi veloci, ma
quando passò di fianco all’Alchimista delle
Piante, le rivolse un fugace sorriso.
Fu un attimo, ma le bastò per farla irrigidire e arrossire
lievemente.
Fatto
il saluto militare, il giovane Colonnello iniziò a
parlare: << Generale, ci sono novità
sull’attentato avvenuto durante il
concerto. >>
Il
moro si fece immediatamente più serio: <<
Ottimo. >> Sotto sotto, sia lui che gli altri della
squadra avevano perso
la speranza di trovare qualche indizio.
Il
biondo continuò: << E’ stato trovato
questo
>>, e appoggiò sulla scrivania alcune foto in
cui era rappresentato una
specie piccolo cerchio alchemico, con due linee ondulate che
s’intrecciavano,
incisa sul metallo. La foto era un po’ sgranata, segno che
doveva essere il
particolare di una foto molto più grande.
Anche
gli altri militari s’avvicinarono alla scrivania.
<< Dov’è stato trovato?
>> chiese Giulia: era strano che lei e le
sorelle non l’avessero visto.
<<
Sulla base del pilastro che è stato abbattuto.
>> rispose Leonard.
<<
Ma com’è possibile?! >> disse Luana,
incredula. << Io e le mie sorelle abbiamo
controllato… >>
<<
Era in una parte piuttosto nascosta, e per di
più quel simbolo è davvero
piccolissimo… un paio di centimetri di diametro al
massimo… >>
<<
Ecco perché è stato notato solo ora
>>
aggiunse il moro.
<<
Sembra un cerchio alchemico… >> disse
Riza, pur non conoscendo l’argomento.
<<
Ma non lo è. >> intervenne Ed, finalmente
calmo. Tutti si voltarono verso di lui, e il biondino
continuò: << Così
non è completo, e quindi non ha alcun effetto…
è come se fosse solo una parte
di un cerchio molto più grande… >>.
Nessuno replicò: sapevano che Ed, in
particolare dopo aver viaggiato verso ovest, era diventato uno degli
Alchimisti
più esperti in materia. << …
purtroppo, però, non conosco il cerchio
alchemico completo… >> aggiunse infine con un
tono leggermente dispiaciuto.
Scese
un momento di silenzio, interrotto da Havoc:
<< Io non so niente di Alchimia, ma… se questo
“cerchio” non funziona, a
che scopo metterlo? >>
<<
Bella domanda… >> borbottò il
Generale.
Era infastidito dall’idea di avere un indizio che
però non lo portava da nessuna
parte.
Dopo
un attimo d’indecisione, Debora diede voce alla sua
idea: << E… se fosse una specie di firma?
>>
Tutti
la guardarono sbalorditi: una firma?!
L’Alchimista
delle Piante arrossì e cercò di spiegarsi:
<< Bè, per esempio, io nei miei
disegni… >>
<<
Tu… disegni? >> chiese Roy, incuriosito.
<<
Sì, disegna, ma non mi pare il momento di
parlarne! >> disse Giulia, con i suoi soliti modi
sbrigativi. La risposta
del moro fu un semplice viso imbronciato.
<<
Ehm… dicevo… >> riprese Debora
<<
nei miei disegni, insieme alla mia firma, metto anche un simbolo, una
piccola
ape, poiché è il significato del mio
nome… >>
<<
Sarebbe un po’ stupido mettere la propria firma
in un attentato… così si può
rintracciare in qualche modo il colpevole…
>> palesò i suoi dubbi Breda.
<<
Non è detto. >> disse Leonard.
<<
Alcuni criminali megalomani hanno l’abitudine di firmare i
propri misfatti…
>>
<<
Ah, come il Ladro Gentiluomo che lasciava le
rose rosse! >> intervenne sorridente
l’Alchimista d’Acqua.
La
sorellina la guardò sconvolta: << Ma che
c’entra?! Quello era il personaggio di un romanzo…
>>
<<
Ma era pur sempre un esempio di firma! >>
disse Luana, convinta più che mai.
<<
Va bene, va bene, abbiamo capito il concetto…
>> disse il Flame Alchemist prima che la situazione
degenerasse. Subito
dopo tornò serio: << L’idea della
“firma” non è da scartare…
soprattutto
perché finora è l’unica.
>> e concluse con un sospiro. Chiuse per un
secondo gli occhi, come ad ordinare le varie ipotesi che gli erano
passate per
la testa, poi li riaprì e riprese, prendendo una copia della
foto e porgendola
a Luana: << Rubinetto, cerca questo simbolo tra i libri
della biblioteca.
E se non lo trovi qui, cercalo anche a Central City. >>
L’Alchimista
d’Acqua prese a malavoglia la foto e disse,
un po’ scocciata: << Non potrebbe evitare
questi soprannomi idioti almeno
nei momenti seri? >>
Il
Flame Alchemist la ignorò totalmente, prese
un’altra
foto e si rivolse verso Ed e Giulia: << Lampadina,
Acciaio, andate in
città e cercate questo simbolo OVUNQUE. >>
La
reazione dell’Alchimista del Fulmine fu un sonoro
sbuffo, mentre il maggiore degli Elric volle mostrare il suo
disappunto:
<< Perché siamo sempre io e Giulia a dover
andare in giro per la città?!
>>
<<
Proprio perché ci siete sempre andati, ormai la conoscete
perfettamente >> fu la semplicissima risposta del moro.
<<
Ma Generale… la città è troppo grande,
e due
persone non bastano per cercare questo
“simbolo”… >> intervenne
Leonard.
<< Manderò con loro due dei miei uomini, se
per lei non è problema. >>
<<
No, no… anzi, è un’ottima idea
>> approvò
Roy. << Potresti mandare… ehm… il
ragazzo con i capelli grigi e quello
castano… >>
<<
Il Sottotenente Harrow e il Sergente Bale.
>>
<<
Esatto. >> annuì il moro. << Mi
sembrano i più adatti per fare queste cose…
Havoc, Breda, andrete anche voi ad
aiutarli. >>
I
due militari, in risposta, annuirono: <<
Certamente, Generale. >>
Il
Flame Alchemist riprese: << Il rosso voglio
mandarlo con Falman negli archivi. >> Subito dopo rivolse
lo sguardo
verso il Maresciallo: << Voglio che cerchiate tra i
documenti se ci sono
stati altri episodi simili in precedenza, e soprattutto se questo
simbolo è già
comparso in altre occasioni. >>
<<
Sissignore! >> disse il canuto militare.
I
vari militari finora chiamati uscirono ad eseguire gli
ordini, Falman andando anche ad avvertire i sottoposti del giovane
Colonnello.
<<
E… noi? >> chiese Debora, indicando se
stessa e Leonard.
<<
Voi restate qui: mi serve una mano con tutti
questi maledetti documenti… >> rispose il
moro, finendo con un tono un
po’ spazientito.
Si
misero all’opera, e poco dopo a Roy venne in mente una
cosa: << Capitano? >>
<<
Sì, Generale? >> rispose Riza.
<<
Dici che… è stata una buona idea questa
“ricerca” su larga scala? >>
<<
Certo, signore >> rispose la bionda, sorridendo
appena. << Non poteva fare altro… per me ha
deciso la cosa giusta.
>>
Il
moro sorrise e riprese a controllare le carte: non
sapeva il perché, ma si sentiva sempre più sicuro
quando aveva l’approvazione
della donna.
-
-
-
Passò
quel giorno, e anche quello successivo, ma non ci
furono risultati di alcun tipo.
Arrivò
così la mattina della partenza di Luana e Daniel.
L’inizio di quel viaggio sarebbe stato accompagnato dal
maltempo: dense nuvole
nere coprivano tutto il cielo di East City.
<<
Accidenti, che brutte nuvole… non promettono
nulla di buono… >> disse Debora, mentre lei e
le sorelle, dopo aver
parcheggiato l’auto, raggiungevano la stazione a piedi.
Luana
seguì lo sguardo della gemella: << Speriamo
che a Central non si metta a piovere… >>
<<
Ti sei portata un ombrello, per sicurezza?
>> chiese la sorellina.
<<
Sì, sì! >> rispose Luana.
<< Non era
troppo grande, così sono riuscita a metterlo in valigia!
>>
Mentre
Giulia approvava annuendo, nella mente di Debora
si formò un’idea, semplice ma geniale.
<< Ragazze, ho un’idea per aiutare
il Generale e Riza! >>
L’Alchimista
del Fulmine sbuffò: << Ancora?
>>
<<
A me sembra che un po’ si siano avvicinati…
>> disse Luana.
<<
Sì, ma… conoscendo il Generale, credo sia meglio
dargli sempre un aiuto… >> spiegò
la gemella.
<<
Hai ragione… e quindi? >>
<<
Ora vi spiego… >>
Mentre
raggiungevano il binario dove il treno per Central
city sarebbe partito, Debora finì di spiegare.
<< Allora? … Che ne
pensate? >>
Giulia
si strinse nelle spalle: << Non è una
cattiva idea… speriamo solo che Riza capisca…
>>
<<
Allora, quando torniamo in ufficio la mettiamo
in atto! >> disse allegramene l’Alchimista
delle Piante.
Luana,
intanto, si guardava intorno: << Dove sarà
Daniel? … Ah, eccolo! >> disse con un largo
sorriso sulle labbra. S’avviò
in quella direzione, ma una presa ferrea al braccio al
bloccò.
<<
Aspetta un attimo! >> Era stata la
sorellina a bloccarla. << Voglio dirti una cosa.
>>
L’Alchimista
d’Acqua sbatté più volte le palpebre,
confusa,
e Giulia continuò, con estrema serietà:
<< Mi raccomando. Mentre lavori,
non farti distrarre dalla presenza di Daniel. E… fa
attenzione. E’ pur sempre
un uomo. >>
<<
… eh? >> esclamò Luana, ancora
più
confusa.
Debora,
al contrario, capì al volo: << Guarda che
Daniel non è mica come Romeo… >>
disse, alzando un sopracciglio.
Adesso
per la gemella fu impossibile non comprendere il
significato della frase, e il suo volto divenne addirittura
bordò. <<
G-Giuly, ma che cavolo dici!?!? Certo che Daniel non è come
Romeo! >>
<<
Lo so, lo so, >> rispose Giulia con calma,
<< ma ripeto: un uomo rimane SEMPRE un uomo.
>>
<<
Va bene, va bene… >> disse Debora, visto
che la gemella sembrava andata un po’ in tilt per quei
“pensieri”, <<
raggiungiamo Daniel prima che il loro treno parta… E
intanto, Lua, cerca di
riprenderti. >>
Quando
s’avvicinarono il giovane bibliotecario, questo
salutò le tre sorelle: << Buongiorno!
>>
<<
Buongiorno! >>
<<
Allora, tutto a posto? Hai dimenticato niente?
>> chiese Daniel.
Luana
arrossì appena: << N-no, no,
tranquillo… ho
preso tutto, ho controllato più volte… ce li hai
tu i biglietti, vero? >>
<<
Certo! Eccoli qui! >> disse, mentre
infilava una mano nella tasca della giacca per mettere fuori i due
foglietti di
carta.
In
quel momento, una voce leggermente meccanica lì
avvertì dell’imminente arrivo del treno.
<<
Ah, eccolo! >> disse Giulia, vedendo
arrivare la locomotiva. Dalla ciminiera fuoriusciva un fumo nero, che
quasi si
confondeva col cielo cupo.
Pochi
secondi, e il treno si fermò in un assordante
stridore che riempì l’aria della stazione, insieme
al denso fumo.
<<
Bene, noi andiamo! >> disse Luana, mentre
stava per prendere la sua valigia. Ma il giovane bibliotecario fece
prima di
lei.
<<
Tranquilla, ci penso io >> disse Daniel,
sorridendo cortese. L’Alchimista d’Acqua ovviamente
arrossì a questa
gentilezza.
<<
Avanti, Lua, muoviti! Non restare imbambolata, o
prederai il treno! >> disse Giulia, dandole una leggera
spinta.
<<
Ah, sì, certo! >> balbettò mentre
saliva
sul vagone. Raggiunse i posti prenotati e
s’affacciò dal finestrino. <<
Ciao! Mi raccomando, fate attenzione! >> disse
riferendosi alle possibili
missioni.
Il
fischio del treno che stava per partire assordì per un
attimo tutti i presenti, sia sulla banchina che nei vagoni. Quando il
frastuono
si smorzò, il treno cominciò poco alla volta a
muoversi. Finalmente Debora
riuscì a salutare la gemella: << Stai attenta
anche tu! >>. Giulia,
invece, alzò semplicemente una mano.
<<
Ciaoooo!!! >> urlò Luana, agitando un braccio,
subito dopo imitata da Daniel, che s’affacciò al
suo fianco. Tempo di un
minuto, e il treno s’allontanò.
La
minore delle Frid sospirò: << Bene, e una
è
andata… >>
<<
Giulia! >> urlò sconcertata la sorella.
<<
Adesso devo vedere come mandare via l’altra…
>> borbottò l’Alchimista del
Fulmine, come se stesse parlando da sola.
<<
Ah, ah, certe volte sei davvero simpatica…
>> disse atona Debora.
<<
Sto scherzando… è solo che…
>>
<<
E’ solo che? >>
<<
… Che finalmente per un po’ non sentiremo
più
Luana dire “che bello, parto con Daniel”
>> disse Giulia, facendo una
vocina come se stesse imitando la sorella. << In questi
due ultimi giorni
lo diceva ogni cinque minuti! >> concluse, spazientita.
Debora
rise di gusto. << Bè, adesso non
potrà certo
lamentarsi: starà per qualche giorno sola soletta con il suo
“amato
bibliotecario”! >>
<<
E ci mancherebbe… >>. Giulia prese
l’orologio d’argento e lo aprì:
<< Piuttosto… muoviamoci, o faremo
tardi…
e chi lo sente quel rompi del piromane… >>
L’Alchimista
delle Piante sorrise: quella reazione di
Giulia la divertiva sempre. << Sì, andiamo.
>>
Finito!
^_^ *intanto ha buttato l’acqua a secchiate*
Ta-dah!
Novità con l’attentato! :D Ve lo aspettavate? Non
credo, ormai non ne parlavo più da un po’! XD
Mi
sono divertita molto a fare Roy tutto felice che
“accontentava” Luana! XD
Parlando
di Luana, finalmente è partita! :D Così non mi
stressa! :D XD No, dai, scherzo: se non succedeva in questo capitolo,
sarebbe
successo nel prossimo, da ma da alcuni appunti che avevo preso mi sono
resa
conto che dopo questo veniva microscopico e quello dopo infinitamente
lungo! D:
Così ho messo qui la partenza! XD
L’idea
di Debora (mi fa strano parlare del mio
personaggio in terza persona XD) la scoprirete nel prossimo capitolo,
non vi
preoccupate! ^_^
Ah,
quando Giulia dice “finalmente una è
andata”… bè,
l’ha detto davvero quando le ho accennato della partenza di
Lua in questo
capitolo! XD Mi ha fatto troppo ridere, così l’ho
messo davvero! XD
Ci
sarebbe anche un altro disegno, ma è ancora in
corso…
volevo mettere il “work in progress”, ma il mio
fantastico scanner ha deciso di
uccidere i colori che ci sono ._.’’ Quindi
vedrò di finirlo e di fotografarlo
^_^
Passiamo
ai ringraziamenti! :3
A
chi ha commentato (anche se non sempre), sia su
DeviantArt che su EFP:
Lulumoon91, VioletJuliet, NeutralDarkSide, Hanako_Hanako,
Lupoz91, Ashtart, Piwy,
Celest93, Haisa, Melanita,
MartaAka97 e GajeelxLevy997,Hummingbird Royaifan e
GabbaFMA e le
ultime arrivate Racheluccia (Anna296 su DeviantArt) e DramaTaisa (che
ha
cambiato nickname un sacco di volte XD)… Grazie! (_ _)
(spero di averli scritti
tutti… siete così tanti! XD)
Ovviamente,
ringrazio anche chi segue solamente la storia
senza commentare, tra cui due Roy conosciuti su Facebook: un Roy
Mustang (che
si era bloccato a causa degli impegni… non so se
è riuscito ad andare avanti
^_^’’) e Flame Roy Mustang! Forse c’era
anche qualche Riza, ma non mi ricordo
più… X/ Perdonatemi, tanto il ringraziamento vale
comunque! ^w^
Debora
e Giulia arrivarono in ufficio appena in tempo,
evitando così che il Generale ne approfittasse per
richiamarle e prenderle in
giro.
Le
due sorelle aspettarono l’occasione giusta per mettere
in atto il loro piano. Un momento prima che Ed e Giulia cominciassero
la
perlustrazione della città, s’avvicinarono alla
finestra, osservando il cielo
plumbeo.
<<
Le nuvole non promettono nulla di buono…
>> cominciò Debora.
<<
Già… mi sa che ha proprio intenzione di fare un
bel temporale… vero, piromane? >> disse
l’Alchimista del Fulmine,
rivolgendosi verso il suo superiore con un sorriso sadico sulle labbra.
Lui,
imbronciato, le lanciò un’occhiataccia come
risposta: << Non ti permetto di prendermi in giro,
Lampadina… >>
<<
E invece lo faccio! >> annunciò Giulia con
fierezza. << Perché si preannuncia il trionfo
del mio elemento: tuoni,
fulmini e saette! >> continuò, sempre
più esaltata. Ci mancava solo una
risata malefica e avrebbe concluso in bellezza.
Debora
la guardò sconvolta: “Mia sorella sta
impazzendo.”
Decise di riprendere in mano la situazione: <<
C’è poco da scherzare, Giuly.
Se farà veramente un acquazzone, può essere molto
pericoloso per il Generale. I
suoi nemici potrebbero approfittarne, anche quando è a casa.
>> Incrociò
le dita e sperò che funzionasse. Guardò Riza:
stava osservando con aria
preoccupata il cielo cupo. Debora trattene un sorriso: forse ce
l’aveva fatta…
forse.
<<
Oddio, non essere così esagerata! >>
esclamò Roy. << A casa sono
all’asciutto, posso difendermi! >>
<<
Ah, sì? >> disse l’Alchimista delle
Piante, alzando un sopracciglio. << E se decidessero di
distruggere il
tetto? Sarebbe come stare all’aperto! >> Forse
adesso aveva DAVVERO
esagerato, ma non voleva far fallire il suo piano.
Il
Flame Alchemist la guardò stupito: <<
Ma… solo
ad un pazzo omicida verrebbe in mente di fare una cosa simile!
>>
Sulle
labbra di Ed si dipinse un sorriso malvagio:
<< A me verrebbe in mente… >>
<<
Anche a me… >> disse Giulia, con lo stesso
sorriso del ragazzo.
Il
moro aggrottò le sopracciglia: <<
Bè, ovvio! Voi
due SIETE pazzi! E soprattutto, ce l’avete sempre con me!
>>
<<
E certo! >> dissero in coro i due giovani
Alchimisti. Ovviamente, cominciò una delle solite
discussioni.
Debora
sospirò: “Non era questa la mia
intenzione…”
Rivolse nuovamente lo sguardo verso Riza: era piuttosto pensierosa.
“Chissà se
il mio piano ha avuto ugualmente effetto…” Adesso
poteva solo sperare.
-
-
-
Roy
osservò con aria sconsolata il cielo nero. Enormi
gocce di pioggia sbattevano con violenza su strade e marciapiedi,
visibili solo
grazie ai lampioni e ai fari delle auto. I pochi pedoni rimasti per
strada
correvano alla ricerca di un riparo.
“Accidenti…
le due sorelle ci hanno beccato in pieno…”
pensò il moro.
Un
lampo squarciò il cielo, seguito poco dopo dal tuono.
Quel fulmine non doveva essere caduto molto lontano.
La
sua espressione si fece ancora più imbronciata.
“Speriamo che a Lampadina e Acciaio non venga in mente di
farmi qualche
scherzo…” pensò, visto ciò
che i due avevano detto quella stessa mattina.
Sospirò,
allontanandosi dalla finestra. Era inutile
continuare a guardare fuori, gli faceva solo aumentare il malumore.
“E adesso?
Come cavolo passo la serata?” pensò, sbuffando
rumorosamente.
Si
guardò intorno, alla ricerca di un qualunque
passatempo. Stava per afferrare (anche se a malavoglia) un libro,
quando suonò
il campanello.
Roy
rimase per un attimo interdetto: chi diamine poteva
essere a quell’ora e con questo tempaccio?
Si
avvicinò alla porta e, dopo un momento
d’indecisione,
l’aprì. Ciò che si trovò
davanti gli fece sgranare gli occhi. << RIZA?!
>>
La
donna era davanti alla porta, fradicia dalla testa
piedi. Aveva portato con sé Hayate, facendo inzuppare anche
lui. <<
Buonasera Generale, so- >>
L’uomo
non la fece neanche parlare, che l’afferrò per il
polso e la trascinò dentro. << Ma come diavolo
ti è saltato in mente di
uscire con questo diluvio?! >> Si fermò vicino
al caminetto, liberandola
dalla presa e togliendole subito la giacca bagnata. << Ti
è andato di
volta il cervello?! >> disse lui, per poi allontanarsi un
momento.
La
donna, intanto, era rimasta così sorpresa dai modi e
dal tono di rimprovero di quelle frasi, che non era riuscita a
spiccicare una
sola parola.
Subito
dopo, Roy tornò con un paio di asciugamani. Con
uno asciugò velocemente il pelo del cane, dandogli poi una
leggera spinta per
farlo andare verso il focolare a riscaldarsi. Avvicinatosi nuovamente a
Riza,
le tolse il fermaglio e iniziò a strofinarle
l’altro asciugamano sui capelli.
<<
Generale, posso fare da sola! >> protestò
lei.
Roy,
in tutta risposta, disse: << Non avevamo
deciso di chiamarci per nome quando eravamo soli? >>
<<
E questo che c’entra? >> ribatté
lei,
lasciandosi asciugare i capelli. Sapeva che quando l’uomo
cambiava argomento,
voleva dire che doveva semplicemente arrendersi: non ci sarebbe stato
modo di
fargli cambiare idea.
<<
C’entra ogni volta che il nostro “patto”
non
viene rispettato >> rispose lui come se fosse la cosa
più ovvia del
mondo.
Riza
sospirò: certo che si era proprio fissato su questa
cosa…
Lui
l’aveva osservata e, più calmo, le prese con
gentilezza il viso tra le mani e glielo alzò:
<< Scusami per il tono di
prima… ma perché sei uscita con questo tempo?
>>
Lei
s’imbarazzò un po’ per il gesto e la
vicinanza, ma
nella risposta cercò di non darlo troppo a vedere:
<< Ecco… le parole
delle sorelle Frid mi hanno messo un tarlo in testa… ero
preoccupata, così sono
venuta a controllare… >>
Roy
sgranò gli occhi scuri. Si sentì
contemporaneamente
stupito, onorato e imbarazzato. Subito dopo si diede
dell’idiota: ma che cavolo
s’imbarazzava a fare?! Cos’era, un adolescente alla
prima cotta?!
<<
Ho… capito… >> riuscì
solamente a
rispondere. Quando il cervello si connesse nuovamente, chiese:
<< Ora che
ci penso… non potevi semplicemente chiamare? >>
<<
Ci ho provato, ma il telefono era muto… forse
qualche problema a causa del temporale… >>, e
un tuono rimbombò
nell’aria, come a sottolineare il concetto.
L’uomo
si accigliò e, incuriosito, andò a controllare:
in
effetti, dalla cornetta non usciva alcun suono. <<
Già, non va… >>
sospirò lui. Quando si voltò, le
osservò i vestiti. << Mi sa che hai
bisogno di una bella doccia calda, altrimenti ti prendi un
malanno… >>
<<
Ma no, non- >>
<<
ALT! >> disse lui poggiandole un dito
sulle labbra. << Niente obiezioni! >>
aggiunse, per poi prenderla
per mano e portarla davanti alla porta del bagno. Subito le diede un
asciugamano e un pigiama (che, ovviamente, le sarebbe andato grande).
Riza lo
ringraziò un centinaio di volte, in leggero imbarazzo, per
poi chiudersi in
bagno.
Roy
tornò in salotto e in quel momento il telefono
squillò. Alzò la cornetta, e la voce registrata
di una ragazza disse: <<
La sua linea telefonica è stata ripristinata. Ci scusiamo
per l’inconveniente!
>>
Sorridente,
posò la cornetta. “Scusarsi? Ma è
grazie a
questo che Riza è venuta qui!” pensò
allegramente. Quella di andare da lui,
visto il tempaccio, era stato da incoscienti, ma non poteva non
renderlo
felice. “Se non fosse stato per quel discorso di
stamatt-” Si bloccò,
perplesso. Possibile che quel dialogo (senza senso in molti punti) di
quella
mattina fosse un piano delle sorelle Frid? “Ma dai, ma che
idiozie vado a
pensare…” si disse passandosi una mano tra i
capelli. Anche se, in effetti,
fino a quel momento le nuove arrivate ne avevano pensate di tutti i
colori per
farli avvicinare. Guardò il telefono, pensieroso.
“Possibile che abbiano
addirittura manomesso la linea? … Mah, da loro ormai mi
aspetto di tutto…”
Decise
di lasciar perdere: l’unico modo per saperlo era
chiedere direttamente alle due nuove Alchimiste. Andò a
mettersi il pigiama, e
prese anche una coperta per far stare ancora più al caldo
Riza.
Quando
tornò nel salotto, la donna era uscita dal bagno.
Misero ad asciugare gli abiti e si sedettero sul divano. Roy,
sorprendendola,
prese la coperta e l’appoggiò sulle spalle di
entrambi. A dirla tutta, le cinse
anche la vita, tenendola vicino a sé.
<<
Così stiamo più al caldo! >> si
giustificò
lui tutto sorridente.
Lei,
semplicemente, mugugnò in segno d’assenso. La
situazione la imbarazzava un po’, ma cercava di non darlo a
vedere, come suo
solito. Insomma, sembrava la scena di uno di quei romanzi che le
piacevano
tanto: un uomo e una donna accoccolati vicini, davanti al caminetto,
sotto la
stessa coperta. E soli (a parte un cane, che stava dormendo
beatamente).
Assurdo, semplicemente assurdo. E, soprattutto, stavano infrangendo le
regole
anti-fraternizzazione.
Rimasero
per qualche minuto in silenzio. Riza dovette
ammettere che, sotto sotto, la cosa non le dispiaceva poi
più di tanto: non
sentiva più freddo, e il calore dell’uomo era
piacevole. Sorrise timidamente e
cercò di rilassarsi: in fondo, non stavano facendo nulla di
male. Si stavano
riscaldando a vicenda a causa del freddo. Più tranquilla, si
mise ad osservare
la danza ipnotica delle fiamme, e poco dopo si mise a ridere
sommessamente.
<<
Che c’è? >> chiese Roy, confuso.
<<
Mi è venuto in mente che facevamo una cosa
simile quando eri l’apprendista di mio padre...
>> rispose lei. <<
Ricordi? La sera, quando faceva freddo, ci sedevamo davanti al
caminetto e… >>
<<
… e ci raccontavamo delle storie >>
concluse lui, sorridendo a quei piacevoli ricordi
dell’infanzia.
<<
Già. Per la maggior parte, erano fiabe prese dai
libri che mi aveva comprato mia madre… >>
concluse con un impercettibile
tono di tristezza. Impercettibile, ma non per Roy.
Cercò
di risollevarle il morale, dicendo con fierezza,
scherzosamente: << Io facevo sempre la parte
dell’eroe, e tu della bella
da salvare! >>
Riza
si mise a ridere: << Però, visti alcuni
avvenimenti recenti, direi che adesso i ruoli sono spesso invertiti!
>>,
riferendosi a tutte le volte che aveva dovuto salvare il suo superiore.
Lui
mise il broncio: non gli piaceva l’idea di fare la
parte della “principessa in pericolo”.
<< Ah, ah, molto divertente.
>> disse atono. Lei, in tutta risposta, rise ancora
più forte.
L’uomo
allora, per “vendicarsi”, le diede una spinta per
farla cadere sul divano. Ma Riza, cercando di rimanere seduta, gli
afferrò il
braccio, col risultato che lo trascinò con sé e
caddero insieme.
Chiusero
istintivamente gli occhi, e quado li riaprirono,
in un attimo si colmarono di stupore. In pratica erano l’uno
sopra l’altra,
faccia a faccia. Pochissimi centimetri separavano le loro labbra.
Ecco.
Per Roy la frittata era fatta. Finora era riuscito
a resistere, ma adesso sarebbe stato impossibile. Si bloccò
per qualche
secondo, dicendosi di allontanarsi dal viso della donna, per poi fare
l’esatto
contrario. Lentamente, annullò quella poca distanza che
c’era tra loro e,
dolcemente, poggiò le labbra su quelle di Riza. Per lui fu
una sensazione tanto
bella quanto strana: gli sembrava che le loro labbra avessero un
incastro
perfetto.
Lei,
intanto, non era riuscita a muoversi di un
millimetro. Non stava nemmeno respirando: un misto di stupore, emozione
e paura
l’aveva bloccata completamente.
Rimasero
in quella posizione per qualche secondo. Quando
le loro labbra si separarono, fu come se la magia che si era creata si
spezzasse. Riza si svincolò, e si avvicinò ai
suoi vestiti ancora umidi, stesi
su una sedia vicino al camino. Sentiva che doveva andarsene: adesso
sì che
avevano infranto definitivamente il regolamento.
<<
Meglio… che torni a casa… >>
Con
un rapido scatto, l’uomo si alzò e la
afferrò per il
polso: << Aspetta! Io- >>
<<
Generale, non dica niente. >> disse
freddamente lei, senza voltarsi a guardarlo. << Devo
tornare a casa,
punto. >>
<<
… Ma sta ancora diluviando! >>
buttò lì
Roy. Fu la prima cosa che gli venne in mente per farla rimanere.
<<
Non… non fa niente. >> ribatté lei
cercando di divincolarsi.
Lui,
in tutta risposta, strinse di più la presa, senza
però farle del male. << Ti prego, Riza,
aspetta… >>. Il tono fu
così supplichevole, che Riza non riuscì a dire
niente.
<<
Hai… hai ragione. Mi sono lasciato andare… e non
dovevo. >> disse lui per scusarsi, anche se non avrebbe
per nulla voluto
pronunciare queste parole, perché significava fare un passo
indietro. <<
Dimentichiamo tutto, ok? Facciamo finta… che non sia
successo nulla… >>
Riza
non rispose, lasciando l’uomo col fiato sospeso.
Certo, si poteva fare così, però… in
un angolino del suo cuore desiderava non
dimenticare quel piccolo bacio, anche se era stato leggermente
impacciato.
Mai
come in quel momento Roy avrebbe voluto capire cosa
stesse pensando la donna. Notando che il silenzio continuava,
pensò che volesse
essere un silenzioso “sì”,
così provò a tirarla delicatamente verso di
sé. E
lei, senza sottrarsi, si lasciò portare nuovamente sul
divano, sotto la
coperta. Questa volta, però, decise di non abbracciarla per
evitare altri
problemi.
Un pesante silenzio scese nel salotto, interrotto solo dallo scrosciare
della
pioggia e da qualche tuono. Gli sguardi di entrambi erano inchiodati
sulle
fiamme. E le palpebre di entrambi, lentamente, si chiusero da sole.
-
-
-
Il
cinguettio di un uccellino fu la prima cosa che Riza
udì. Poi si rese conto di non essere sdraiata, sentendosi
così piuttosto
indolenzita, e di quanto non fosse propriamente morbido il cuscino su
cui aveva
poggiato la testa.
Aprì
gli occhi e, illuminato dalla luce del mattino, vide
un caminetto che non era di certo quello di casa sua. Ancora intontita
dal
sonno, si volse verso il suo “appoggio”. E in quel
momento, nel vedere Roy,
ricordò.
La
preoccupazione a causa del temporale, la corsa a casa
sua, l’obbligo di farla rimanere lì, la doccia, il
divano, e…
Al
solo pensiero, le venne una fitta al petto. Quel bacio
non ci sarebbe mai dovuto essere. Sarebbero incappati in guai seri con
le leggi
militari.
Le
leggi militari… già, se non ci fossero state, non
si
sarebbe posta nessun problema, anzi: sarebbe stata la donna
più felice del
mondo. Ormai era inutile nasconderlo a se stessa: amava Roy sin dal
periodo
dell’apprendistato, ed erano stati quei sentimenti, insieme
ai sogni
dell’allora giovane militare, a farle decidere di seguirlo in
Accademia.
Comunque,
ormai quel bacio c’era stato… cancellarlo dai
ricordi era a dir poco impossibile. Al massimo, poteva…
“metterlo
momentaneamente da parte”. E
“riprenderlo” ogni tanto, nella solitudine del suo
appartamento.
Sovrappensiero, riappoggiò la testa sulla spalla di Roy,
senza nemmeno
rendersene conto, e il movimento leggero lo fece svegliare.
Mugugnò qualcosa
d’incomprensibile e si stropicciò gli occhi prima
rendersi conto di essere (più
o meno) sveglio. Si voltò poi verso il leggero peso che
sentiva al suo fianco,
scontrandosi con i grandi occhi di Riza. Un sorriso gli
increspò le labbra:
<< Buongiorno… >>
<<
B-buongiorno… >> rispose lei con un tono
incerto.
Pur
mezzo assonnato, per Roy fu strano sentire quel tono
nella voce di Riza. Poi gli ritornò in mente la sera prima.
Adesso era tutto
più chiaro.
Decise
di non dire nulla. Dovevano fare finta che non
fosse mai successo… praticamente, una missione impossibile.
<< Dormito
bene? >> chiese mentre si stiracchiava.
<<
A parte… la posizione non proprio confortevole,
sì… almeno sono stata al caldo >>
rispose lei con tenue sorriso, mentre
la tensione era diminuita.
<<
Mi dispiace, se non mi fossi addormentato…
>> disse con un sorriso imbarazzato.
Riza
scosse la testa: << Non importa, ve bene lo
stesso. >>
Lui
rispose con uno sbadiglio, poi riavvolse entrambi
nella coperta: << Non ho proprio voglia di
alzarmi… io direi di restare
qui al calduccio… >>
<<
Ma che dici?! Dobbiamo andare al lavoro!
>>
<<
Non mi va… dai, possiamo dire di essere
ammalati… >> disse lui con tono supplichevole,
cercando di convincerla.
Alla
donna venne un dubbio: << Non è che usi questa
scusa anche in altre occasioni? >>
Roy
sgranò gli occhi: << No, assolutamente!
>> Poi, accigliato, avvicinò il proprio viso a
quello di lei: << E
tu dovresti saperlo bene, visto che sei la prima che mi viene a trovare
quando
sono in malattia… e hai sempre visto che ero veramente
ammalato. >>
La
tensione di Riza ormai scomparve del tutto, tant’è
che
lo stuzzicò: << E che ne so se non hai usato
il vecchio trucchetto di
riscaldare il termometro dentro a una bevanda calda? >>
<<
Non sono mica un bambino che non vuole andare a
scuola! >> disse lui, fintamente offeso, visto che aveva
capito lo
scherzo. Vedendo poi che Riza stava ridendo, gli venne spontaneo
seguirla a
ruota.
Quando
smisero di ridere, fu quasi come la sera prima: di
nuovo faccia a faccia, pochi centimetri a separarli. Lo sguardo di Roy
si posò
involontariamente sulla bocca di Riza. Come dimenticare il bacio dato a
quelle
labbra così morbide, e non desiderarne altri?
Involontariamente,
cominciò ad avvicinarsi, ma, a
differenza della sera prima, anche lei si stava avvicinando,
trasportata da
quei sentimenti così forti da non farla ragionare
lucidamente.
In
quel momento, il campanello suonò. Roy
s’allontanò di
scatto, rendendosi conto che stava facendo nuovamente lo stesso errore.
Il
campanello suonò ancora, e Riza si alzò
velocemente, come se volesse
allontanarsi: << Vado ad aprire io…
>>
<<
Sì… >> sussurrò lui,
leggermente stordito.
Solo dopo pensò che sarebbe stato strano (e sospettoso)
vedere la donna a casa
sua. << Riza, aspetta! >> provò
a fermarla lui, ma fu troppo tardi,
ormai aveva aperto.
<<
Buongiorno, Gene- RIZA?! >> urlarono in
coro le voci di Debora e Giulia. Roy tirò un sospiro di
sollievo: per fortuna
erano solo le due sorelle… di sicuro in quel momento si
stavano mostrando
stupite per non destare sospetti.
L’uomo
si avvicinò alla porta: << Su, su, entrate
>> disse in modo sbrigativo. Poteva comunque passare
qualcuno per caso e
vedere Riza.
<<
Che ci fai qui? >> chiese Debora rivolta
alla donna.
Lei
aprì la bocca per rispondere, ma lo fece l’uomo al
suo posto: << Storia lunga, ma nulla
d’importante. Piuttosto, che ci fate
VOI qui? >>
Fu
Giulia a rispondergli, col suo solito tono nervoso
causato dalla sola vista del suo superiore: << A parte il
fatto che ci
chiedevamo che fine aveste fatto… soprattutto il Capitano,
vista la sua
puntualità… >>
Roy
e Riza guardarono entrambi l’orologio da parete nel
salotto: erano le undici. << Bè, mi sono
dimenticato di mettere la
sveglia… >> si scusò
l’uomo, con il viso imbronciato per nascondere
l’imbarazzo.
Giulia
continuò: << Comunque,
c’è anche una novità.
>> I due adulti si fecero attenti. << Havoc
e Breda hanno trovato
un simbolo simile a quello collegato all’attentatore.
>>
Roy
annuì: << Ottimo. Forse abbiamo finalmente una
pista. >> Poi chiese: << Ma non potevate
chiamarmi al telefono? Per
un po’ non ha funzionato a causa del temporale, ma adesso
dovrebbe andare…
>>
<<
Ci abbiamo provato >> rispose Debora.
<< Prima a casa del Capitano, ma nessuno rispondeva, e
adesso sappiamo il
perché… poi qui, ma il telefono restava
muto… >>
L’uomo
si accigliò leggermente: << Possibile che
non vada di nuovo bene? >> Si voltò verso il
telefono per provare ad
alzare la cornetta, come la sera prima. Ma si bloccò
immediatamente.
Di
fianco al telefono c’era Black Hayate, che
scodinzolava allegro, e dietro di lui il filo del telefono spezzato. O
meglio,
mangiucchiato, visto che era visibilmente coperto di saliva di cane.
<<
Hayate! Che ti è saltato in mente?! >> lo
sgridò Riza.
Roy
pensò sconsolato: “E’ definitivo, quel
cane ce l’ha
con me…” Sospirò pesantemente, per poi
dire: << Va bene, non importa.
Prepariamoci, passiamo velocemente a casa del Capitano per farla
cambiare, e
poi andiamo a controllare. >>
Salve
a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
…
pur essendo un capitolo molto “dolcioso”, so che
non mi
scuserà per il mio mezzo abbandono di questa storia. Ma non
era assolutamente
una mia intenzione! La mancanza d’ispirazione mi aveva
bloccato. Sapevo cosa
doveva succedere, come l’avevo pensato mi piaceva, poi scrivo
le scene che
avevo in mente… e non mi piaceva per niente. Il bacio veniva
troppo presto. E
mi sono bloccata completamente, perché non mi venivano idee
per cambiare le
cose.
Quindi!
Fate una statua d’oro alla mia amica Giulia, che
ha cominciato a sparare suggerimenti random (pur non piacendole la
coppia Roy x
Riza XD) e che così mi ha aiutato a sbloccarmi! :D (poi sono
tornata in crisi
per il titolo del capitolo… maledetta ispirazione! Se mai
scriverò altre
storie, in un qualunque fandom o originali, non metterò MAI
PIU’ i titoli ai
capitoli! >__<)
Parliamo
della storia! Avete presente il pezzo iniziale i
cui Giulia si esalta? Ebbene, sappiate che io non volevo farlo, ma il
personaggio ha preso vita propria nella mia mente! D:
Finalmente
si baciano! Yeeeeh! *lancia coriandoli e
biscottini (?)* (Ah, il titolo si riferisce proprio al
bacio… anche questo
suggeritomi da Giulia e consigliatomi anche da Lua XD)
Comunque…
mi diverto troppo a fare Hayate che fa i
dispetti a Roy :3
Disegni!
:D (e siccome non aggiorno da secoli, sono UNA
MAREA!)
-Passiamo
ai disegni finiti! Non so se vi ricordate (non
penso, visto quanto tempo è passato) ma nel capitolo scorso
accennavo ad un
“work in progress” che non ho potuto postare per
colpa dello scanner… ebbene,
vi faccio vedere direttamente il disegno finito!: http://silverylugia.deviantart.com/art/Roy-Mustang-Hot-flames-337564078
Nel
mio profilo, poi, ho postato anche altre cose non riguardanti
FMA e la fan fiction… se volete darci un’occhiata,
fate pure! :D Anzi, vi do i
link di tutti i siti su cui potete seguirmi (se volete, mica vi
obbligo! XD)
Come
al solito, ringrazio INFINITAMENTE tutte le persone
che seguono la storia, che la commentano, che l’hanno messa
tra le ricordate o
le preferite (sia su DeviantART che su EFP), che mi mandano tenerosi
messaggi
privati alla mia pagina Facebook çwç (la persona
che me l’ha mandato sa che mi
riferisco a lei :3)... GRAZIE! (scusate se non vi cito più
uno per uno, ma… è
da così tanto tempo che non aggiorno e non entro su EFP che
non ho più la lista
aggiornata! D: Sappiate però che vi addddoro tutti!)(si
è montata la testa…
-.-‘’ ndTutti)