Il principe ed io di BluechanXD (/viewuser.php?uid=137690)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un patto col principe ***
Capitolo 2: *** Mia carissima, adorata principessa White ***
Capitolo 3: *** L'amore non dovrebbe fare così male ***
Capitolo 4: *** Oh, che ironia! ***
Capitolo 5: *** Sogno di un bambino ***
Capitolo 6: *** E poi rimasero in due ***
Capitolo 7: *** Senza titolo ***
Capitolo 8: *** Felicità estiva ***
Capitolo 9: *** Il dono della conoscenza ***
Capitolo 10: *** Ballando per le stelle ***
Capitolo 11: *** Il fratello di Harmonia ***
Capitolo 12: *** Piselli odorosi e gigli rossi ***
Capitolo 13: *** Ciao, ragazzina ***
Capitolo 14: *** Chiaro di luna ***
Capitolo 15: *** Spero tu sia felice ***
Capitolo 16: *** Abisso amaro ***
Capitolo 17: *** Una bugia confortante ***
Capitolo 18: *** La tua fiducia è il mio amore ***
Capitolo 1 *** Un patto col principe ***
The Prince and I
Il Principe ed Io
The Prince
and I
(Parte
Uno: Emanio Gaudium)
(POV White)
Capitolo 1: Un
patto col principe
~ A Pact With the Prince
~
Eravamo entrambi rimasti
con un unico Pokémon; il mio
Serperior e il suo Zoroark. Anche se erano stati sconfitti tutti e due,
Reshiram e Zekrom stavano osservando ogni nostra mossa. Uno scontro tra
un'Incrofiamma e un Incrotuono aveva messo fine al loro turno in
battaglia, ma la loro battaglia era anche la nostra, e non sarebbe
finita finchè una delle due squadre non avesse ceduto.
Serperior
ansimò, sfiancato dai colpi ricevuti da Zoroark.
"Tieni
duro, amico!" Le mie parole di incoraggiamento stavano
cominciando a suonare come un disco rotto. Durante l'intera battaglia,
il mio supporto morale era l'unica cosa che aveva sostenuto i miei
Pokémon. I loro corpi dolevano, i loro occhi erano
annebbiati, ma avevano comunque continuato la lotta. Nessuno avrebbe
smesso finchè lui non fosse stato sconfitto.
"Zoroark.
Focalcolpo." Gli occhi di N brillavano di determinazione.
N
aveva un animo gentile, ma era quasi spietato in battaglia. Certo,
amava molto i suoi amici Pokémon, ma non avrebbe
permesso a nessuno di rovinare il suo sogno di creare un illusorio
mondo "in bianco e nero".
Il
Focalcolpo si stava avvicinando ad una velocità
impressionante. Dovevo escogitare in fretta qualcosa! "Serperior!
Protezione!"
La mia voce era rauca, e la gola mi divenne
secca. Questo
è l'unico modo per salvare il mondo da N!
Una
barriera di luce verde avvolse Serperior all'istante, proprio
mentre il Focalcolpo esplodeva davanti a lui.
N
scosse la testa. "Perché non capisci che le mie ambizioni
sono giuste? Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro, White."
Non
potevo sopportare il mio nome pronunciato da quelle labbra.
"Non
sei mia amica, White?"
Lo detestavo.
"Zitto!
Serperior! Erbapatto, adesso!" Gridai con l'ultimo briciolo
delle mie forze, prima che le mie gambe crollassero a terra.
"Non
farlo, White! Zoroark! Focalcolpo!" N agitò le braccia
in uno scatto d'ira.
Le mie
palpebre si fecero più pesanti del solito, ma
riuscivo ancora a vedere la tempesta di foglie correre ad incontrare il
Focalcolpo in attesa.
I due
attacchi cozzarono uno contro l'altro, e un'enorme onda di luce
si propagò in tutte le direzioni. La polvere mi
finì nei polmoni, provocandomi un accesso di tosse. Non
riuscivo a vedere Serperior o N e Zoroark. La nuvola di polvere aveva
coperto l'intero campo, nascondendo alla mia vista l'esito della
battaglia.
Il
suono dell'esplosione cessò, lasciando nelle mie orecchie
solo una brezza gentile. L'oscurità si stava assottigliando
e ora potevo individuare i due Pokémon. Rimasi a bocca
aperta dall'orrore.
Sia
Serperior che Zoroark non erano più in grado di
combattere. Un pareggio.
Pochi
secondi dopo, tenevo Serperior stretto tra le braccia.
"Ehi."
I miei occhi si velarono di lacrime.
Serperior
tirò su la testa lentamente e mi rivolse un lieve
sorriso. "Sssss."
"Sei
stato grande, amico!" Gli accarezzai una guancia provando un'amara
felicità. "Buon riposo."
In un
lampo rosso, Serperior ritornò pacificamente nella sua
pokéball. Tenevo la testa abbassata, ma potevo ancora
sentire i passi di N che si avvicinava finché non si
fermò dritto davanti a me.
"Hai
lottato molto bene, White! Sono orgoglioso di te!" La voce di N
grondava spensieratezza.
Strinsi
i denti, nella speranza di calmarmi. "Non sono riuscita a
sconfiggerti... "
"Non
preoccuparti di questo! Ma dal momento che siamo pari, facciamo le
cose in modo equo così siamo entrambi felici!"
Potevo quasi
vedere quel sorriso infantile, nauseante, formarsi sulla sua faccia.
"Come
fa ad andarti bene così, N? Ti comporti come se questo
fosse tutto un gioco, ma non lo è! Non c'è un
compromesso! Non nella realtà!" Scoppiai in un pianto
isterico.
N era
uno stupido. Non capiva nulla! Ma allora perché
continuavo a provare questi strani sentimenti per lui? Non potevo amare
qualcuno che non sapeva niente su come funzionava la
società! Non era giusto...
Mentre
piangevo, N fece scivolare le braccia attorno a me in un
abbraccio gentile. "Shhh... Non piangere, White... Shhh..."
Mi
odiavo perché amavo N. Il mio stupido cuore batteva
selvaggiamente contro la mia gabbia
toracica come se volesse liberarsi per poi unirsi a lui.
N
rimase così per un po', finché non
udì le voci dei miei amici provenire dalle scale del
castello.
"White!"
Komor si fiondò verso di me preso dal panico. "Stai
bene? Ti fa male qualcosa?"
Scossi
la testa. "No, sto bene. Grazie, Komor."
Sospirò
di sollievo. Tese le braccia verso di me e mi
aiutò ad alzarmi dal pavimento.
"Abbiamo
arrestato Ghecis," mi informò Nardo, tirandomi un
po' su di morale.
"Assieme
a tutti i Saggi del Team Plasma," aggiunse Komor, conducendomi
verso il Campione. "E dal momento che tu hai battuto N, Unima
è stata salvata!"
Le
parole di Komor mi trafissero. "E-era un pareggio."
"Non
importa se era un pareggio o no. Quello che conta è che
N non ha nient'altro da usare contro di noi." Un insolito sorriso
balenò sulla sua faccia.
Sentendo
arrivare un'altra ondata di lacrime, abbracciai il mio amico,
grata per la sua gentilezza e la sua compassione. "Grazie... "
"Oh
basta con la smielata riunione dei migliori amici!" Nardo rise.
"Sembra che N abbia ancora qualcosa da dirti, White!"
Giusto!
Mi ritrassi dal mio amico d'infanzia e notai che N mi stava fissando.
"White!
Facciamo un patto! Dato che la nostra battaglia è
finita in parità, dettiamo noi le nostre condizioni! In
quanto
gentiluomo, ti lascio decidere per prima!"
Non me
lo feci ripetere due volte.
"Voglio
che tu la smetta con queste tue ridicole ambizioni; lascerai
che gli allenatori e i Pokémon vivano insieme per sempre!"
N
annuì, ma sapevo che era riluttante. "D'accordo... Non ho
ancora un'idea, ma quando mi verrà in mente qualcosa ti
troverò. Aspettami presto."
"Va
bene," concordai.
"E non
si torna indietro, capito?"
Io
annuii semplicemente. Dio, non avevo idea del guaio in cui mi stavo
cacciando.
"Oh White! Tesoro, sei a casa!"
"M-mamma... P-puoi smettere... Di soffocarmi?" Potevo sentire il mio
viso diventare viola.
"Scusami, cara! È da tanto che non ti vedo! Mi
sono lasciata
trasportare!" La mamma si sedette sul divano. "Dunque, come state tu,
Komor e Belle?"
"Abbastanza
bene. Komor ha raggiunto la Lega Pokémon e
sfiderà presto il Campione."
Gli
occhi della mamma brillarono. Voleva bene a Komor almeno quanto ne
voleva a me; come se fosse suo figlio. Sembrava quasi che, se fosse
stata una sua decisione, mi avrebbe combinato un matrimonio con lui!
Certo, avevo avuto una piccola cotta per lui quand'ero piccola, ma era
finita lì. Forse se quello stupido di N non fosse entrato
nella mia vita, l'idea mi sarebbe anche piaciuta.
"E il
padre di Belle l'ha lasciata finalmente libera di diventare
un'allenatrice di Pokémon! È molto felice per
questo."
"Ah!
Quindi alla fine si è ammorbidito, eh?" Mamma
sogghignò. Lei, il padre di Belle e la mamma di Komor erano
stati migliori amici come noi. Lei e la mamma di Komor erano state
probabilmente le due più grandi migliori amiche in tutta
Unima. Magari era per quello che le piaceva così tanto
Komor...
"Allora,
ti sei fatta dei nuovi amici?" - inquisì speranzosa.
"Be'...
ho incontrato un po'di persone come Dirk, Austin,
Aurora e Martin," elencai, ricordando gli allenatori con cui ero
stata sulla ruota panoramica a Sciroccopoli.
La
ruota panoramica. N...
"È
fantastico! Qualcun'altro?" Incalzò lei con impazienza.
Non
volevo nominare N. Voglio dire, doveva aver sentito parlare di
quel maniaco
ai telegiornali o qualcosa del genere. Non è
tutti giorni che un castello gigante spunta da sotto terra proprio
dietro la Lega Pokémon!
Per
fortuna suonò il campanello a rimandare la conversazione.
"Oh!
Mi chiedo chi possa essere?" La mamma si alzò in piedi.
Così
tardi? Chi avrebbe... No! Non
poteva essere!
Prima
che la mia gola potesse emettere alcun suono, la mamma girò
il pomello e aprì la porta. Era esattamente chi mi aspettavo
che fosse.
N.
Il
viso di mamma sbiancò per lo shock. "Il Team Plasma!"
N
sogghignò, facendole un inchino. "Buonasera, signora. Le
dispiace se entriamo?"
La mamma
si voltò verso di me con espressione terrorizzata. Non
era mai stata un'allenatrice combattiva. Non sarebbe stata in grado di
cavarsela, ora come ora. Sospirai,
cedendo. "È okay, mamma. Facciamoli entrare."
"Sei
sicura?" Mi guardò a bocca aperta come se fossi stata
pazza.
Mi
morsi un labbro prima di rispondere. "Sì. E' tutto a
posto."
Riluttante,
mamma fece entrare i tre, lanciando ad ognuno un'occhiata
guardinga. N e i suoi tirapiedi si sedettero con noncuranza al tavolo e
ci fecero un cenno quando notarono che non avevamo intenzione di
muoverci.
"Per
favore, sedetevi. Non mordo. Tu dovresti saperlo meglio di
chiunque altro, White,"
miagolò N.
La mamma
boccheggiò senza fiato. "Lo conosci? Il capo del Team
Plasma?"
Io non
dissi nulla e mi sedetti di fronte a lui. Mamma prese una sedia
accanto a me, non sapendo cos'altro fare.
"Adesso,
passiamo ai veri affari." N congiunse le dita. "Ho preso una
decisione riguardo il nostro accordo."
"Che
accordo?" Mi sussurrò mamma all'orecchio.
"Ehi,
donna! Lord N sta parlando!" Ringhiò una delle reclute
dall'altra parte del tavolo.
N
sollevò una mano per zittirlo. "Tu desideri che io lasci
vivere gli allenatori e i Pokémon insieme, giusto?"
"Sì,
il patto era questo."
"Ho
deciso quale sarà la mia condizione." Io e
mia madre fremevamo d'impazienza. Anche le reclute si protesero in
avanti, desiderosi di scoprire cos'avrebbe detto il loro capo.
N
inspirò bruscamente. "Io rimarrò il principe
del Team Plasma, ma cambierò i nostri metodi."
Sbattei
le palpebre. Rispetto alle aspettative, non era una cosa
granché sorprendente. Almeno ciò che voleva non
era una cosa così estrema!
"E tu
sarai la mia principessa."
Eh... ?
Il
silenzio riempì l'intera casa. Sgranai gli occhi a
dismisura mentre rimanevo lì a guardarlo interdetta.
Dovevo
essere rimasta a fissarlo per un po' perché N prese
ad agitare la sua mano davanti alla mia faccia. Mi riscossi bruscamente
dal mio vuoto mentale.
"Ehi,
ehi, ehi, N! Stai scherzando, vero?" Non potevo essere la
principessa di N! Non avevo nemmeno ancora chiarito i miei sentimenti
per lui!
N si
accigliò, così simile ad un bambino che
è appena stato sgridato. "Ma io non..."
A quel
punto, iniziai davvero a provar pena per lui. Sotto il
suo aspetto da adulto, N era ancora un bambino.
"Non
potresti farti venire in mente qualcos'altro?" Trasalii davanti al
mio stesso egoismo.
"Solo
se tu cambi la tua condizione," N si imbronciò,
incrociando le braccia.
Non
potevo cambiare idea! Nessuno avrebbe mai separato uomini e
Pokémon! Ma questa si stava rivelando una decisione
difficile da prendere. Stare con N o lasciare che separasse umani e
Pokémon. Non c'era altra scelta...
Serrai
forte gli occhi. "Okay... Sarò la tua...
Principessa..."
Pensala
così, White. Almeno avrai il tempo di capire i tuoi
veri sentimenti per N. Sarai in grado di vedere se lo ami o no.
N
saltò letteralmente giù dalla sedia e mi
sollevò, facendomi volteggiare in aria. "E' fantastico,
White! Ci divertiremo così taaaaanto~! Non vedo l'ora!"
Sentii
subito le vertigini e le mie parole uscirono farfugliate. "Okay,
N! Baaaasta coooosì!"
N mi
posò a terra, sorreggendomi così che non
cadessi per le vertigini. Mamma e le reclute ci guardarono in tralice.
Sentii una delle reclute bisbigliare all'altra che non riusciva a
credere che N fosse il capo. Non potevo biasimarlo.
"Okay,
allora siamo d'accordo! Partiremo stanotte!" N
cominciò a trascinarmi fuori dalla porta allegramente.
"Ehi
N! Aspetta un minuto! Non posso partire adesso! Voglio dire, mamma
e la mia roba!" Gemetti mentre continuavo i miei inutili tentativi di
liberarmi dalla sua presa.
"Oh
non preoccuparti! Ordinerò alle reclute di portare le
tue cose al castello!"
Mi
feci piccola piccola al pensiero di qualche recluta pervertita che
frugava nei miei cassetti.
N
mollò la presa sulla mia mano. "E ti lascerò
venire a trovare tua madre se la cosa ti rende felice."
Io
sorrisi e annuii. "Grazie, N."
Mi
voltai, dando a mia madre un ultimo abbraccio prima di partire alla
volta del castello di N. "Ci vediamo presto, mamma."
La mamma
mi strinse forte. "Sei sicura della tua scelta, cara? Non voglio
che tu parta con gente come il Team Plasma."
Annuii
contro di lei. "Mh. Fidati di me, mamma. Starò bene.
Conosco N. Non mi farà del male. E questo è
l'unico modo per impedirgli di liberare i nostri Pokémon."
"Se
fossi ancora un'allenatrice, non lascerei che ti portassero via."
Potevo sentire le sue lacrime colare sulla mia testa. "Solo, stai
attenta, cara."
Dopo
un lieve bacio sulla guancia, tornai al fianco di N e lui chiuse
la porta dietro di noi. Le due
reclute fecero uscire dalle pokéball un paio di
Unfezant mentre N scelse Zekrom. Mi aiutò a salire sopra
Zekrom e saltò in groppa dietro di me. Arrossii quando il
suo petto premette contro la mia schiena e le sue braccia mi
circondarono per aggrapparsi a Zekrom.
"Così
nessuno dei due cadrà giù."
Potevo sentire il ghigno nella sua voce.
"Mh!"
Deglutii, sperando che il volo su Zekrom da Soffiolieve verso il
castello di N non fosse troppo lungo.
Anche
se Zekrom volava ad una veocità incredibile, il
tragitto fu abbastanza confortevole. C'era
qualcosa di rilassante nel volare sopra Unima di notte.
"White,"
sussurrò N, rompendo il lungo silenzio che era
calato da tempo tra noi.
"Sì?"
"Penso
che diventerai una meravigliosa principessa."
Il
calore mi invase nuovamente il viso. Essere una principessa era il
sogno di ogni ragazzina ad un certo punto. Ma essere la "principessa"
di un ex organizzazione malvagia rendeva l'idea molto meno allettante.
E poi
lo vidi; il castello di N; il posto dove avrei trascorso gli anni
a venire assieme a lui; il posto dove si sarebbe compiuto il mio
definitivo destino.
Note della traduttrice
(translator's notes): ho così tante
cose da dire che non so nemmeno da dove cominciare. Dunque, questa
fanfiction innanzitutto appartiene all'autrice statunitense BluechanXD,
e l'ho scoperta girovagando nel fandom
anglofono dei Pokèmon
- che consiglio a chiunque capisca un minimo di inglese. Insomma,
l'idea di tradurla mi ronzava in testa già da un po' e
adesso che ho finalmente concluso gli esami di maturità ho
deciso di intraprendere questa titanica impresa, che spero di portare a
termine. La storia non è finita nemmeno sul sito
Fanfiction.net, ma prima di mettermi in pari coi capitoli ne
passerà di tempo, e per allora credo che l'autrice
riuscirà a completarla. Spero che anche voi riusciate ad
apprezzarla come l'ho apprezzata io, se non altro per la fantasia che
BluechanXD ha dimostrato di possedere a vagonate. Due paroline sulla
traduzione: non è certo la prima volta che mi cimento in una
traduzione, ma è la prima di cui pubblico l'esito, per cui
non so come possiate accogliere la cosa. Ho utilizzato una traduzione
molto libera, come sono abituata a fare per il latino e per il greco
(deformazione professionale). Non ho tuttavia alterato in alcun modo il
significato delle frasi, e anzi mi sono mantenuta abbastanza letterale,
chiaramente nei limiti della "coincidenza" con il parlato italiano. Per
intenderci, ho apportato modifiche di sintassi nei casi dei modi di
dire, o nelle frasi che risultavano troppo pesanti a causa di tutte
quelle particelle che in italiano siamo abituati a mettere, ma, ripeto,
il significato è rimasto intatto. Il mio intento, insomma,
è di rendere la versione italiana il più fluida
possibile. Ho mantenuto persino i corsivi.
Ho anche cambiato i nomi, dalla versione inglese a quella italiana, in
modo da facilitare la comprensione. Dirk, Austin, Aurora e Martin sono
i tizi che ogni stagione fanno salire il
giocatore sulla ruota panoramica, e avranno un ruolo nella storia. Di
loro quattro ho mantenuto i nomi inglesi per coerenza con i futuri
personaggi della storia, che hanno tutti nomi inglesi.
Spero che eventuali errori di interpretazione e/o traduzione
non pregiudichino i vostri pareri sulla storia in sé, e
chiunque
volesse darmi consigli o critiche sulla traduzione è libero
di farlo anche nel mio account personale. Sappiate che, se lascerete
una recensione, qualsiasi essa sia, la tradurrò in inglese
per riferirla a Bluechan, che apprezzerà sicuramente :)
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Capitolo 2 *** Mia carissima, adorata principessa White ***
autrice:
BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale:
qui
Capitolo 2:
Mia carissima, adorata principessa White
~ My Dearest,
Darling
Princess White ~
"Benvenuta, principessa
White!"
Il
Team Plasma al completo, esclusi Ghecis e i Saggi, era disposto due
file, in attesa del mio arrivo. Era parecchio scioccante vedere
persone che
un tempo erano miei nemici elogiarmi e idolatrare la mia persona.
Alcune reclute addirittura si avvicinarono a stringermi la mano! La
cosa andò avanti per un po' finché N non giunse
al
mio fianco.
"Vedo
che la nostra principessa ha ricevuto un piacevole e caloroso
benvenuto!"
La
folla esultò e applaudì. N fece scivolare il
suo braccio attorno alle mie spalle, avvicinandomi a lui. Oh,
perché a me?
Si
fece strada attraverso la folla, facendo cenni a tutti allegramente.
Arrivammo davanti ad una porta talmente grande che probabilmente
avrebbe fatto passare persino tre Kyurem! Con un solo schiocco di dita,
la porta si aprì in un elegante movimento.
Ai miei occhi si presentò la familiare vista dell'interno
del
castello; lo stesso pavimento di marmo blu, colonne dorate e cascate
fluttuanti. E pensare che d'ora in poi avrei chiamato casa tutto
questo. N mi condusse su per le scale, oltrepassò svariate
stanze che anche io dovevo aver passato quando ero venuta qui la prima
volta. Dopo esser saliti per un bel po', N si fermò davanti
ad una stanza al centro del corridoio.
"Ehi
N? Perché questa stanza ha delle porte?" Nessuna delle
altre stanze le aveva. N
ridacchiò. "Perché questa stanza è
speciale."
Un altro
schiocco e, lentamente, una sorprendente camera da letto
apparve davanti ai miei occhi. Non avevo mai visto niente del genere!
Nemmeno nei miei sogni! Una stanza degna di un re in sfarzoso stile
rinascimentale si estendeva davanti a me; sul soffitto erano
raffigurati dei piccoli angeli che suonavano corni e fluttuavano sopra
le nuvole. Un armadio era collocato nell'angolo nord-ovest della stanza
di fronte ad un maestoso pianoforte. Due divani stavano su entrambi i
lati di un love seat nell'angolo a sud-ovest.
Ma
ciò che mi interessava veramente
era il
letto
matrimoniale a baldacchino blu scuro e oro. Sembrava intatto, come in
attesa di qualcuno che si sdraiasse sulle sue lenzuola, leggere come
piume, e i suoi morbidi cuscini.
"Oh N,
è stupendo!" Feci una giravolta, sollevando le
braccia. "È la cosa più bella che io abbia mai
visto!"
N mi afferrò un braccio e mi fermò. Mi
tirò più vicina a sé finché
il suo naso sfiorò il mio.
"Sono
lieto che ti piaccia." Sentii il suo respiro sulle labbra. "Mi
rende felice."
Quella
strana delicata sensazione mi riempì completamente il
corpo. Stava cercando di convincermi che amavo N, ma io non le avrei
creduto. Ci voleva molto più che pochi momenti per farmi
dire di essere innamorata.
N
sogghignò. "Ecco
perché dividerò
la stanza con te!"
...Dividere?...
Silenzio...
"COSA? DIVIDERE?" Non poteva essere serio!
"Non
ti piace dividere le cose? Diamine, White, ti credevo
molto più altruista!" N incrociò le braccia,
aggrottando le sopracciglia con disapprovazione.
Mi passai una mano sulla fronte. "Stupido! Non posso
condividere il letto con te! È sconveniente!"
Non
avrei MAI dormito nello stesso letto con lui. MAI.
N
inclinò la testa di lato. "Perché no? Tutti i
principi e le principesse dormono insieme nello stesso letto."
"Dove hai sentito una cosa del genere?" Quel ragazzo era fuori di testa!
"L'ho
letto in un libro una volta!" Sorrise innocentemente.
Un altro colpo sulla fronte. "Non puoi credere ad ogni cosa che leggi,
N!
Che libro era poi?"
"Favole Moderne per
Ragazzi!"
Giuro,
stavo per provocarmi da sola una commozione cerebrale a forza di
colpirmi in fronte. "Quella è finzione! Non è
reale,
N!"
"Davvero?
Ho sempre pensato che lo fosse. In alcune storie
c'è scritto 'basato su una storia vera'."
"N.
C'è differenza fra 'basato su una storia vera' e una
'storia vera'. Controlla!" Incrociai le braccia.
Abituarsi
ad essere la 'principessa' di N avrebbe richiesto
decisamente
molto
tempo.
"Be',
è meglio che ci abituiamo adesso! Un giorno
ci sposeremo!" Annunciò allegramente prima di prendermi per
la vita e sollevarmi da terra.
"Mettimi
giù, N! E noi NON ci sposeremo!" Mi dimenai penzolante al
fianco di N, con la faccia che quasi sfiorava il pavimento.
"Certo
che sì! È quello che fanno tutti i principi e le
principesse!" Dopo avermi posata sul materasso, suonò una
piccola campanella appesa vicino al
letto.
Perché
avevo acconsentito a tutto questo?
"Sei
così stupido, N! Smettila di credere a qualsiasi cosa tu
legga nei libri!" Mi aggrappai alle lenzuola.
"Oh,
andiamo, White! Sarà divertente! Dormire con me non
può essere così male!"
Dormire
con lui... Oh alla mia mente basta davvero poco per pensare a
cose sconce."
Persi
il controllo. "NON
DORMIRO' CON TE!"
La mia
voce echeggiò attraverso la stanza. Passò un
lungo
momento prima che l'eco si spegnesse. Allora notai che N stava
guardando qualcosa dietro di
me. Lentamente, voltai la testa in direzione della porta.
Una
recluta del Team Plasma stava sulla soglia con un'espressione
terrorizzata come se ci avesse sorpresi a... Be'...
"Ehm...
Lord N? Ho sentito la vostra chiamata, ma... Sono arrivato in un
brutto momento, vero?" Incrociò le gambe, arrossendo e
distogliendo lo sguardo imbarazzato.
"No,
sei arrivato al momento giusto!" disse N entusiasta, come se niente
fosse accaduto. "Potresti per favore accompagnare la mia carissima
White a fare un bagno?"
N NON
aveva appena detto ad una recluta UOMO di portarmi a fare un
bagno!
La
recluta deglutì. "Certo, mio signore. Dirò ad
alcune delle nostre ragazze di scortarla."
Fiuuu.
Almeno ci sarebbero state delle donne.
"Oh, siete così bella, principessa White!"
"Sì!
Adoro
i vostri capelli setosi!"
"Ehm... Grazie..." Faceva un effetto alquanto strano sentirsi definire
carina dalle reclute del Team Plasma, tutti i contrasti che c'erano
stati tra di noi.
Le due reclute stesse avevano insistito per lavarmi e
agghindarmi; avevano accennato di aver studiato cosmetologia prima di
entrare nel Team Plasma. Una mi strofinava i piedi con una spugna
mentre l'altra muoveva delicatamente le sue mani piene di balsamo tra i
miei capelli.
"Odio
dovervelo dire, principessa White, ma tutte le ragazze
del Team
Plasma hanno una cotta per Lord N!" Mi informò la ragazza
del Balsamo.
La
ragazza della Spugna ridacchiò. "Almeno la maggior parte
di noi! Gli unici immuni al suo fascino sono il Trio Oscuro e le Dee!
Quelle vecchie bigotte!"
"Chissà! È
davvero
molto giovane e bello! Ha solo
diciotto anni!"
Entrambe
ridacchiarono rumorosamente mentre continuavano a lavarmi. La
mia coscienza rideva di loro per il loro debole per N. Era
talmente maldestro con le persone e imbarazzante che mi dava sui nervi!
Come loro l'avessero sopportato tanto a lungo andava oltre la mia
comprensione.
Eppure
un sibilo di gelosia mi attraversò il cuore come per
dire "State indietro! Lui è solo mio!". Non sapevo a chi
dare ascolto. Volevo credere a ciò che diceva la mia
coscienza, ma il mio cuore mi stava trascinando giù con
lui.
"È
tutto a posto. Non mi dà fastidio la vostra franchezza."
Arrossii, spostando l'attenzione sulle bolle che coprivano la vasca.
La
ragazza della Spugna sospirò. "Siete
così fortunata, principessa White! Di tutti i giovani uomini
che ho visto ad Unima, Lord N è di gran lunga il
più bello!"
Arrossii ancora di più. A pensarci bene, N era decisamente
figo. Anche più figo di Austin e Martin! Non che
loro mi piacessero
per davvero o cose simili. Erano carini, ma penso
che io piacessi a loro molto
più di quanto loro piacessero
a me.
La
ragazza del Balsamo mi sciacquava mentre la ragazza della
Spugna svuotava la vasca. Mi porsero un asciugamano e mi aiutarono ad
uscire dalla vasca, facendomi sedere ad un piccolo tavolo da toeletta.
Passarono un pettine tra i miei capelli bagnati e mi accarezzarono il
viso con una salvietta.
"Vi
faremo diventare tanto carina per Lord N!" La ragazza
del Balsamo sogghignò, mostrando i suoi bianchi denti
perlacei.
La
ragazza della Spugna mi avvicinò uno spazzolino alla bocca.
"Dobbiamo strofinare quei vostri bianchi dentini di perla! A Lord N sicuramente
piaceranno i vostri bacini al sapore di menta!"
Ridacchiarono
in risposta al rossore sulle mie guance. Seriamente, è
davvero necessario sottolineare quanto N sia incredibilmente
figo,
e poi tentare di convincermi che ha un debole per me?
Perché? A che pro?
Mi
alzai in piedi quando ebbero finito di sistemarmi. "Grazie a tutte e
due."
"Nessun
problema!" Replicarono entrambe all'unisono.
Adesso
tutto ciò che mi serviva erano dei vestiti...
"Come
sta la mia carissima White?" La porta del bagno ruotò e si
spalancò.
Era N.
Abbassai
lo sguardo sul mio corpo. Ero in asciugamano.
Ci fu
un minuto di silenzio tra di noi; la ragazza della Spugna e la
ragazza del Balsamo erano arrossite vistosamente davanti ad N, che mi
aveva sorpreso in tenuta indecente; lui dal canto suo si limitava a
guardarmi con
soggezione. Passò un altro minuto. E un altro.
Potevo
solo immaginare come dovesse sembrare la mia faccia in quel momento.
Presi
un respiro profondo.
"KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!"
"Te lo
chiederò un'altra volta." Mi sedetti sul "nostro"
letto, vestita adesso in camicia da notte; avevo acconsentito con
riluttanza a dividerlo con lui. "Perché
sei entrato prima che fossi pronta?"
"Volevo
solo vedere come stavi," rispose N innocentemente,
giocherellando con le dita.
"E
allora perché
mi stavi guardando
imbambolato mentre ero in
asciugamano?" Ero assolutamente furiosa.
N
distolse lo sguardo, arrossendo. "I-io non ho mai visto una ragazza
in quel modo prima d'ora..."
Avvertii una fitta di rimorso al petto. Mi vergognai di essermela presa
con N. Ricordo il giorno in cui incontrai le "Dee" del Team
Plasma; mi dissero come N fosse innocente e ingenuo quanto un bambino.
È come se il tempo per lui si fosse fermato, e avesse
conservato
il suo comportamento infantile. Non era giusto da parte mia adirarmi
con lui. Dovevo scusarmi.
"N,
io-"
N si
scostò da me e scivolò sotto le coperte.
"Vai a
dormire," borbottò duramente.
Rimasi sorpresa dall'improvvisa freddezza del suo atteggiamento. Mi
propone di
sposarlo di punto in bianco, e adesso mi odia?
"N. Mi
dispiace!"
Lui
rimase in silenzio.
"Senti.
Non pensavo davvero quello che ho detto. È solo che... I
ragazzi non dovrebbero cogliere di sorpresa le ragazze quando non sono
presentabili. Ho dimenticato che tu non sei come gli altri ragazzi!"
Singhiozzai.
N si
mise seduto a fronteggiarmi. Scivolò sopra di me, le
sue mani mi circondarono i polsi e li sollevarono al di sopra la mia
testa. Ero davvero spaventata in quel momento. Non mi avrebbe fatto
del male... Vero?
"Oh? E
cosa mi rende così diverso dalla maggior parte dei
ragazzi, mh?" Ringhiò.
La mia
mente si svuotò. Cosa dovevo dire?
"Ebbene?"
"Sei
diverso... Perché sei N!" Mi sentivo stupida per aver
tirato fuori una risposta così ridicola.
N
sbuffò. "E questo cosa dovrebbe voler dire?"
Deglutii
a vuoto. "Che tu sei... Dolce, amichevole, e innocente?"
Non
andava molto meglio rispetto alla risposta precedente.
N
sogghignò. "Mpf. Questo
non me l'aveva ancora detto nessuno."
Le sue
labbra si avvicinarono pericolosamente alle mie, surriscaldando
le mie guance ancora più del solito. "Sì. Sarai
una brava principessa, senza dubbio."
Si
scostò da me e scivolò di nuovo sotto le
coperte. "Buonanotte, White. Sogni d'oro~."
Attesi
un po' finché non sentii dei piccoli sbuffi provenire
dalla sua bocca; si era addormentato.
Gli scostai i ciuffi ribelli dal viso, prima di sdraiarmi io stessa.
"Anche
a te, N."
Il capitolo è
finito,
ma...
C'è una piccola storia "alternativa", una specie di spin-off
dell'autrice che parodizza la stessa "The Prince and I".
BluechanXD
presenta:
The Troll and I - Il troll ed io
Il campanello
suonò, posticipando la nostra conversazione.
"Oh! Mi chiedo chi possa
essere." La mamma si alzò in piedi.
A quest'ora? Chi
avrebbe... No! Non poteva essere!
Prima che la mia gola
potesse emettere alcun suono, la mamma girò
il pomello e aprì la porta. Era esattamente chi mi aspettavo
che fosse.
N.
Se ne stava sulla soglia
con due reclute del Team Plasma al suo fianco.
N si inchinò.
"Buonasera, signora. Le dispiace se en-"
BAM!
La mamma sbatté la
porta
e il rumore mi fece sobbalzare. D'accordo, era il
Team Plasma, ma chiudere loro la porta in faccia? Sul serio?
La mamma
sospirò. "Ah! Quelle noiose Girl Scout! Provano a
venderci ancora i loro biscotti!"
Improvvisamente, la
porta si spalancò e un furioso N
marciò dentro casa con le sue reclute.
"NON SONO UNA RAGAZZA!"
"Ugh. Adesso anche i Boy
Scout provano a venderci i biscotti? Devono
proprio essere a corto di fondi."
"Signora, noi NON siamo
Scout!" Gridò una delle reclute, la
sua faccia che diventava di un rosso acceso. "Noi siamo il Team Plasma!"
La mamma trattenne il
fiato. "Questo è anche PEGGIO!"
N scosse la testa e si
sedette al tavolo. "Prendete pure una sedia, per
favore."
Tutti e quattro, la mamma,
le due reclute ed io, prendemmo una sedia e
aspettammo pazientemente che N parlasse.
"Adesso, passiamo ai
veri affari." N congiunse le dita. "Ho preso una
decisione riguardo al nostro accordo."
"Cha accordo?" Mi
sussurrò mamma all'orecchio.
"Ehi, donna! Lord N sta
parlando!" Ringhiò una delle reclute
dall'altra parte del tavolo.
N si alzò in
piedi, sbattendo i pugni sul tavolo. Un
cipiglio da squilibrato gli storse le labbra mentre voltava
la testa verso la recluta.
"Ehi! Non parlare in
quel modo alla mia futura suocera!"
Ringhiò serio.
Futura SUOCERA?
"Ehi, ehi, ehi, N!
Chi ha detto che ti SPOSERO'?" Gemetti, sconvolta
da un patto tanto estremo.
"Proprio così! Questo
è lo scopo del nostro accordo! Prendere o
lasciare!" Sorrise.
La mamma era furiosa. "Tu
non sarai MAI il mio futuro genero! Quel diritto
appartiene solamente al migliore amico di mia figlia, Komor!"
Guardai mia mamma,
incredula. "MAMMA! Che vergogna!" Non avrei mai
sposato KOMOR!
"Oh NON avrà
appena detto che quel ragazzino sarebbe un
genero migliore di me!" Esclamò N con rabbia.
"E se anche FOSSE? EH?"
Replicò la mamma.
Mi battei il palmo della
mano sul viso. Quei due erano decisamente le
persone più imbarazzanti che conoscessi!
La lite durò
per un po', finendo in qualche modo con N che
cominciava a trascinarmi fuori dalla porta.
"Andiamo, White! Non mi
importa COSA dice tua madre! Ci sposeremo
STANOTTE!" Annunciò N trionfante.
Sgranai gli occhi.
"Stai scherzando, vero, N?" Speravo veramente che
stesse scherzando.
"Certo che no! Ci
sposeremo e avremo cinque bambini! L'ho
già programmato!" N sogghignò, entusiasta del
'nostro' futuro assieme.
"CINQUE BAMBINI? E hai
programmato tutto? Hai pianificato di avere
cinque bambini con me prima ancora di farmi la proposta di matrimonio?"
Questo ragazzo non poteva essere vero!
N annuì in
modo infantile. "Sì! Non è
fantastico? Ho anche già trovato loro i nomi! Ci saranno tre
maschi e due femmine; il nostro primo figlio si chiamerà
Gray, poi avremo un secondo figlio chiamato N Jr.! Dopo avremo due
figlie gemelle; Ofelia e Cecilia! Ed ultimo, ma non meno importante, il
nostro figlio più piccolo sarà ALEJANDRO!"
Sbottai: "N! Prima di
tutto, noi NON CI SPOSEREMO! Secondo, noi NON
AVREMO CINQUE BAMBINI! E terzo, NON chiamerò i miei figli
Gray, N Jr., Ofelia, Cecilia, O ALEJANDRO!"
N tirò su col
naso, mentre le lacrime si formavano agli
angoli dei suoi occhi. "Ma-ma Alejandro era il mio preferito..."
"Non mi importa! Non ti
sposerò! Nemmeno se ne andasse delle
sorti del mondo!"
Ci fu un
momento di silenzio e una ruga si formò
sul viso di N. "Bene allora! Dovrò prenderti con la FORZA!"
N mi afferrò
e mi issò sulla sua spalla con
veemenza, facendosi di nuovo strada verso la porta.
"METTIMI GIUUUUUU'!"
gridai, agitandomi nella sua presa.
"Arriverderci, mamma di
White! Le manderò a breve le foto
della luna di miele!" Le fece un cenno prima di chiudere la porta
dietro di noi.
Mentre stavamo per
andarcene, udii una voce smorzata oltre la porta.
"Credo che Lord N si sia
dimenticato di noi..."
Note della traduttrice
(translator's notes):
- Questo
è un love seat, di cui non ho trovato una
traduzione precisa che non fosse "divano", ma in tal caso sarebbe stato
troppo ripetitivo.
Per qualsiasi suggerimento o
chiarimento lasciate una recensione o un MP. Prima che mi dimentichi,
vi ringrazio enormemente per le vostre recensioni al primo capitolo.
Purtroppo non posso rispondere personalmente, perchè non
sono io l'autrice, ma vi assicuro che ho tradotto tutti i vostri pareri
e li ho riferiti uno per uno a Bluechan, che è stata molto
contenta. Per cui, se vi va di commentare anche qui, fate pure ;)
Il
terzo capitolo all'incirca martedì prossimo. Buona
estate!
|
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Capitolo 3 *** L'amore non dovrebbe fare così male ***
Capitolo 3: Love
Shouldn't Hurt This Much
~ L'amore non dovrebbe fare
così male ~
Non so come
fosse successo, ma quando mi svegliai, trovai tutto il mio
corpo disteso scompostamente. Avevo forse fatto un sogno strano la
scorsa notte o qualcosa del genere? O magari mi ero girata e rigirata?
Sentivo qualcosa di diverso nel mio letto. Non mi ero mai sentita
così scomoda al risveglio. Per qualche ragione mi sentivo
fuori posto. Tirandomi su a sedere, scossi la testa per scacciare quei
ridicoli pensieri. E allora, qualcosa attirò la mia
attenzione. Le lenzuola erano blu scuro. Le mie lenzuola avrebbero
dovuto avere i Munna ricamati su uno sfondo rosa a fiori viola. Mi
guardai in giro, vedendo il familiare panorama della camera da letto di
N. Mi lasciai cadere pigramente all'indietro sui cuscini. Giusto. Non
vivevo più a casa mia. Il castello di N era la mia nuova
casa. A proposito di N, non si vedeva da nessuna parte. Scrutai la
stanza e attorno al letto, ma non c'era nessun segno della sua
presenza. Per un momento, andai nel panico.
"N?"
Sussurrai cauta, controllando se si fosse in qualche modo nascosto
sotto le lenzuola.
"N?"
Chiamai a voce un po' più alta, timorosa che qualcun
altro potesse sentire. Ancora nulla. Piegando un po' indietro la testa,
un suono tintinnante giunse al mio orecchio sinistro; era la campanella
che N aveva usato per chiamare il 'servizio in camera'. Esitante,
afferrai la cordicella, incerta se tirarla o meno. Be', che
avevo da perdere?
Dalla
campanella giunse un piccolo rintocco, sommesso, come il suono di
una Calmanella.
Poco
dopo, il rumore di passi si fece più intenso
finchè la porta si aprì, rivelando una giovane
recluta; a giudicare dalla sua irrequietezza, sembrava un
nuovo arrivato.
"A-Avete
chiamato, signora?" Le sue gambe tremavano violentemente e la
sua faccia era rossa come la pelle di un Darumaka.
"Uhm...
Sai dov'è N? Non l'ho visto per niente stamattina, "
Parlai lentamente per non spaventarlo.
"Oh,
uhm... intendete L-Lord N?" Era così nervoso che batteva i
denti!
No,
intendo Ghecis. Be'... Di chi altri avrei potuto parlare?
Ma non avevo intenzione di dirglielo. Era un novellino!
"Sì.
Sai dov'è?"
"È
nella sala del t-trono. Volete che vi p-porti da lui?" Stava
leggermente
meglio.
Scossi
la testa. "No, va bene così. Volevo solo sapere
dov'era. Grazie, comunque."
"O-oh!
Okay... Signorina... ?" Gli mancarono le parole; era ovvio che non
conosceva il mio nome.
"Sono
White." Sorrisi cordiale. "A proposito, sei una nuova recluta?"
"Principessa White!"
La recluta si coprì la bocca sconvolto
come se avesse visto un fantasma. "M-Mi d-dispiace tanto di a-avervi
offesa!"
"No,
no! Va tutto bene."
La
recluta sospirò di sollievo. "M-Meno male. Oh, e
sì. Sono più o meno nuovo di qui."
Aspetta.
Se lui era nuovo, allora per che cosa poteva essere stato
assunto? Avevo quasi dimenticato la parte del contratto di N! Stava
davvero mantenendo la sua promessa?
"E
allora perchè, se posso chiedertelo, ti sei unito al Team
Plasma? Che cosa ti ha detto N?" Dovevo sapere in che modo le cose
stavano cambiando per l'organizzazione.
"Lord
N mi ha d-detto che lo scopo del Team Plasma è quello di
avvicinare
i P-P-Pokémon agli umani. L-lui vuole che noi siamo i
p-primi esempi per i nuovi allenatori; per mostrare loro come trattare
i Pokémon. H-ha anche spedito alcuni di noi ad aiutare al
laboratorio di S-soffiolieve."
Erano
queste le reali intenzioni di N? Stava mantenendo la sua
promessa? E aiutando a Soffiolieve? Li aveva trasferiti lì
solo per me?
Sorrisi.
"Grazie, ragazzo."
"P-Prego,
p-principessa White!" Corse fuori dalla porta in un lampo.
Sbattei
le palpebre. Wow. Il primo giorno di lavoro è sempre
il più duro, eh? Forse ci si sarebbe abituato dopo una
settimana o due.
Per un
momento, rimasi seduta sul bordo del letto, chiedendomi
cos'avrei fatto oggi. Seriamente, cosa c'era da fare al castello di N?
Bè, lui aveva
detto che avrebbe mandato alcune reclute a
portare qui le mie cose. Forse erano già qua.
Mi
alzai in piedi e mi feci strada attraverso la stanza fino
all'armadio. I miei vestiti sarebbero stati lì se
le reclute avevano portato tutto. Con mia grande sorpresa, quelli non
erano i miei soliti vestiti; abiti degni di una principessa erano
appesi davanti a me come se stessero solo aspettando di essere
indossati.
"Alla
mia adorata White piacciono gli abiti che ho fatto confezionare
apposta per lei?"
Sobbalzai
voltandomi al suono della sua inconfondibile voce.
"Oh!
N! Pensavo che fossi nella sala del trono." Come aveva fatto a
sapere che lo stavo cercando?
"Una
nuova recluta mi ha detto che volevi sapere dov’ero,
quindi sono venuto qui."
La
nuova recluta! Era stato carino da parte sua. Non c'era bisogno.
N
avvolse le sue braccia attorno a me in un abbraccio improvviso.
"Inoltre, preferirei molto di più passare del tempo con te
piuttosto che fare un mucchio di lavoro noioso! Ho tutto il tempo del
mondo per finirlo!"
La mia
faccia era in fiamme. Oh N, perché mi fai questo?
"Allora
quale ti piacerebbe indossare oggi? Se non te ne piace nessuno
posso fartene fare di nuovi."
Scossi
la testa, sorpresa che N potesse anche solo pensare che non mi
piacesse nessuno di quei vestiti eleganti. "No! Sono perfetti! Li adoro
tutti!"
N
ridacchiò. "Mh... Okay! Vediamo! Quale dovresti indossare?"
Scorse
uno ad uno tutti i vestiti, gettando occasionalmente un'occhiata
verso di me, come se mi stesse immaginando in ognuno di essi. Sporse la
lingua tra le labbra, ad indicare con quanto impegno ci
stesse pensando. Era così tenero che mi venne da ridacchiare.
"Aha!
Che ne dici di questo!"
N
tirò fuori un incredibile vestito medioevale rosso cremisi
dall'aspetto costoso, che aveva delle increspature in vita, le maniche
che si aprivano a ventaglio, e una fascia dorata; non avrei potuto
scegliere un vestito migliore!
"E'
perfetto, N!" Lo strappai alla sua presa e lo tenni sospeso di
fronte a me, guardando in uno specchio lì vicino per vedere
come mi sarebbe stato.
N
arrossì, voltandosi come per lasciare la stanza.
"N?
Dove stai andando?" Chiesi improvvisamente angosciata. Non volevo
essere lasciata sola di nuovo.
"Hai
detto che non volevi che ti guardassi quando non sei
presentabile."
Mimò delle piccole virgolette con le dita.
Perché
N doveva sempre trovare il modo per farmi sentire in
colpa? Certo, sarebbe stato inopportuno per lui rimanere nella stanza
mentre io mi cambiavo, ma volevo che restasse, lo volevo tanto.
"Puoi
restare. Solo... girati mentre mi cambio." Non mi ero mai vestita
nella stessa stanza con un ragazzo prima. Mamma mi aveva sempre fatto
il discorso dei "Pidgey e Beedrill", come si usava chiamarlo. Le
ragazze non si sarebbero dovute spogliare di fronte ai ragazzi
finché non fossero stati sposati, e viceversa.
"Okay!"
Disse N allegramente. "Prometto che stavolta non
guarderò!"
Mi
dava la schiena. Non ci sarebbe stato niente di male in questo,
giusto? Lentamente mi feci scivolare di dosso la mia camicia da notte,
rimanendo in biancheria intima; anche se sapevo che N era un uomo di
parola, non potei scacciare il pensiero che lui si girasse e mi vedesse
in questo stato.
Inspirando
profondamente, mi infilai nel vestito e lasciai scivolare le
braccia attraverso le maniche. L'abito era sorprendentemente caldo e mi
diede una piacevole, indistinta sensazione. N di certo aveva buon gusto
nel vestire! Il vestito non era solo bello, ma era anche comodo! Doveva
aver fatto in modo che io fossi il più felice possibile
durante la mia permanenza.
"Adesso
posso girarmi, White?" N si dondolò sulle punte con
impazienza.
Dopo
tirato su tutta la cerniera, sorrisi. "Okay! Ho finito! Puoi
girarti adesso."
N fece
una piroetta, rivelando la sua espressione oltremodo curiosa.
“Oh White, sei così bella! Sapevo che questi
vestiti erano perfetti!”
N di
sicuro sapeva come far arrossire una ragazza, anche quando non lo
faceva apposta. Forse, solo forse, da qualche parte sotto tutto questo
rifiuto, c’era un posto nel mio cuore solo per lui.
“Quindi…
“ mi fissai nervosamente le
punte dei piedi, sentendomi come una timida ragazza al primo
appuntamento. “Che cosa si fa oggi?”
“Be',
è quasi ora di cena.” N
alzò lo sguardo al soffitto, assorto. “Sono sicuro
che hai fame e molti dei miei sudditi devono ancora
incontrarti.”
Aspetta.
Ora di cena?
“N,
correggimi se sbaglio, ma hai per caso detto
‘ora di cena’?” Era davvero
così tardi?
“Oh
sì! Scordavo. Ti ho lasciato dormire tutto il
giorno dal momento che eri molto stanca da ieri.”
Oh no!
I miei ritmi di sonno erano stati di sicuro sfasati! Quando la
notte fosse giunta sarei stata stanca di dormire.
“Non
preoccuparti di niente, White! Ti farò
preparare della camomilla così potrai dormire profondamente
come un Musharna!” Sembrava quasi che N riuscisse a leggermi
nel pensiero! “Adesso andiamo a cercarti qualcosa di buono da
mangiare!”
Annuii
timidamente. “Grazie, N.”
“È
un piacere!”
Due
reclute scostarono una sedia dal tavolo per me, con sorrisi che
quasi raggiungevano le tempie come un allenatore principiante che
avesse visto un Pokémon leggendario per la prima volta.
Rassegnandomi
al fatto che questo sarebbe stato il mio nuovo stile di
vita, sospirai e mi sedetti. Le reclute spinsero in avanti la sedia, a
tal punto che il mio stomaco fu schiacciato dal bordo del tavolo.
“Adesso
non soffocate la mia povera principessa!”
N fece loro un cenno. “Tirate un po’ indietro la
sedia. Vogliamo che lei stia il più comoda
possibile!”
Quelli
assecondarono la sua richiesta e io fui di nuovo libera di
respirare. Riguadagnando compostezza, notai che il tavolo aveva circa
dodici sedie vuote; N ed io eravamo gli unici due al tavolo.
“Ehm,
N?” Mi agitai sulla sedia.
“Sì,
cosa c’è, mia
adorata?” Mi lanciò un’occhiata
perplessa eppure interessata.
Ripeto,
perché
deve farmi questo!
“È
solo che… Mangeremo solo noi due
qui?”
N si
animò e sghignazzò. “Certo che no!
Le Dee e il Trio Oscuro ci raggiungeranno a momenti.”
Non
appena finì di parlare, tre tipi dalle sembianze di
ninja si materializzarono al tavolo; il Trio Oscuro. Nessuno di loro
disse una singola parola. Due dalla bellezza sovraumana con
i capelli leggermente arricciati, la pelle luminosa e dal salutare
colorito, le unghie dipinte di colori pastello, occhi brillanti, e
vivaci labbra piene apparvero sulla soglia per la prima volta dalla mia
prima visita qui; le riconobbi come le Dee.
“Buona
sera, Lord N.” Tutti e cinque loro parlarono
sorprendentemente all’unisono come se fosse una routine
quotidiana.
Quando
le donne presero posto a sedere, N fece un luminoso sorriso.
“Vi prego, tutti voi, celebriamo ancora una volta
l’arrivo della mia carissima White!”
I
cinque levarono i loro bicchieri in un brindisi. “Alla
principessa White.”
Parvero
ignorarmi per la maggior parte del pasto, con la sola eccezione
di pochi “mi ricordo di te da…” .
Ovvio
che si ricordavano di me! Era passato, quanto, un giorno? Avevo
lottato con N solo ieri! Non erano mica passati mesi!
Dopo
di che, sull’intero tavolo calò il silenzio.
Sapevo che non mi sarei mai potuta abituare a questo. A casa,
be', la mia vecchia casa, mamma ed io avevamo delle
bellissime discussioni sui Pokémon di regioni lontane; lei
mi raccontava anche le storie dei grandi leggendari che vagavano sulla
Terra dalla notte dei tempi!
Naturalmente,
quando pranzavo con Belle, non c’era mai un momento di
silenzio! Anche quando non avevo molto da dire, Belle trovava sempre
qualcosa di
interessante di cui parlare, sia che si trattasse dei suoi
nuovi vestiti, di un problema di famiglia, o del suo amore morboso per
Black. Non c’era mai
un momento di
silenzio in sua
presenza!
Diamine,
anche una cena con Komor
era più loquace di questa,
e lui non era esattamente Mr. Chiacchierone! Di solito commentava i
libri che aveva letto nella biblioteca di Soffiolieve, quasi come se
volesse che
li leggessi io! Be', io li avevo letti comunque,
e sorprendentemente, avevo scoperto che avevamo gli stessi gusti in
fatto di libri; tutti quelli che lui aveva giudicato brutti erano
brutti, e
tutti quelli che lui riteneva belli erano belli.
Naturalmente, eravamo anche in grado di avere altre discussioni con lui
durante i
pasti, che ci davano più motivi per parlare.
Tutto
sommato, chiunque altro
sarebbe stato una compagnia migliore
delle persone con cui mi trovavo adesso.
Dovevo
sembrare veramente scontenta perché N
sollevò una mano e mi afferrò il mento,
accarezzandolo con il pollice. Quell’ insopportabile
sensazione di formicolio avvolse tutti i pensieri coerenti che avevo al
momento. Tutti tranne uno.
‘Per favore… lasciami
andare…’
La sua
mano ricadde lungo il fianco e io annaspai in cerca di aria. Non
potevo amare N, vero? Voglio dire, l’amore non faceva
così male.
O
sì?
Rinfrescata
da un altro bagno da parte di Ragazza Spugna e di Ragazza
Balsamo, che avevano anche portato il mio vestito a lavare, giacevo
comodamente sul letto mio e di N. N era andato a prendermi un
tè e io sedevo annoiata, in attesa. Per qualche ragione,
anche se avevo dormito per più di metà giornata,
ero più stanca che mai. Forse non avevo bisogno del
tè dopotutto…
RRRRRING!
Di
sicuro questo suono mi svegliò del tutto! Era il mio
Interpoké che suonava. Chi poteva chiamare a
quest’ora?
Premetti
il tasto per rispondere alla chiamata. Fu uno shock scoprire
chi fosse.
“White!
Cosa significa di tutto ciò! Tua madre mi
ha detto che non vivi più a Soffiolieve! Spiegati!”
“Mi
dispiace, Komor.” Gli occhi mi bruciavano, ma
non potevo farmi vedere da lui in questo stato. “È
una storia molto lunga.”
Komor
sbuffò, ovviamente offeso da una scusa così
stupida. “Ho un sacco di tempo a disposizione per
sentirla.”
Troppo
nervosa per dirgli la verità, rimasi lì
seduta coi denti che battevano.
“White.”
Mi lanciò un’occhiata
severa, di disapprovazione; una di quelle che sapevano tirarmi fuori
tutto.
“Be',
io-” La mia voce fu interrotta
dallo scricchiolio della porta. “Senti, te lo dico domani.
Incontriamoci a Sciroccopoli di fronte al Centro
Pokémon.”
Komor
roteò gli occhi. “D’accordo. Ma
farai meglio a farti trovare lì! Alle dieci
spaccate!”
L’Interpoké
si spense quando riattaccò.
N
entrò a passo leggero nella stanza sorridendo allegro
mentre reggeva la mia tazza di camomilla.
“E
chi era quello, mia dolce White?” Mi porse la
tazza e io bevvi un sorso.
“Komor.”
Risposi semplicemente prima di congiungere
le mani in preghiera.“Oh ti prego, N, posso andare ad
incontrarlo a Sciroccopoli domani! È davvero
urgente!”
N mi
lanciò un’occhiata disgustata.
“Quel tipo? Dimmi, cara. Che tipo di rapporto
c’è tra voi?”
Lo
fissai shockata. Come poteva non
capire! “È mio
amico! Lo sai!”
“Sai
che non mi piace.” Mi
schernì N.
“Be',
sì, ma ho bisogno di parlare con
lui. Devo esserci per lui in quanto sua migliore amica!”
Avevo tirato fuori un discorso del tutto senza senso, ma era
l’unico
modo per parlare con Komor. Non potevo mentire al mio migliore amico.
C’era qualcosa dentro di me che aveva bisogno di raccontargli
tutto.
N
sospirò. “Va bene. Ma solo per un giorno! Dopo
di che, ti avrò tutta per me!” Gli era ritornato
il buonumore. Sorrisi, bevendo un altro sorso di tè.
Note della traduttrice
(translator's notes): Giusto due chiarimenti per facilitare
l'interpretazione: la Calmanella
(Soothe Bell), come i giocatori più accaniti *coughiocough*
sapranno, è questa
qui. Invece "Pidgey e Beedrill" è una metafora
dell'autrice
per indicare il discorso dell'ape col fiore.
Prima
che mi dimentichi, l'aggiornamento di martedì prossimo
salta, perchè devo partire a Vienna in vacanza.
Aggiornerò appena torno, non linciatemi :)
Grazie
ancora una volta a chiunque abbia lasciato una recensione, le ho
tradotte una per una a Bluechan, che è molto contenta di
ricevere pareri dai lettori italiani. Per cui fatevi avanti anche in
questo capitolo... xD
Auguro
a tutti una buona estate ♥
|
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Capitolo 4 *** Oh, che ironia! ***
Capitolo 4: Oh, The
Irony!
- Oh, che ironia! -
“Siete
insolitamente mattiniera, signorina
White,” Scherzò Komor, sorridendo.
“Ehi, cos’è questa storia della
‘signorina White’?” misi il broncio.
Parlava come una recluta del Team Plasma.
Mi squadrò dall’alto in basso. “A
giudicare dal tuo abbigliamento, devi essere stata segretamente
adottata da qualche famiglia ricca
nelle ultime quarantotto ore.
Cos’è, la nostra città non era
abbastanza bella per te? Mi dispiace di non esser stati
all’altezza delle tue aspettative.”
“Stai zitto, idiota! Ti faccio vedere io se sono stata
adottata da una ricca famiglia!”
Ma poi abbassai lo sguardo sui miei vestiti; N aveva insistito
perché indossassi in qualche modo un abbigliamento formale
che si addicesse ad una principessa moderna. Sfoggiavo un cappotto rosa
chiaro con una gonna pastello coordinata assieme a dei tacchi
alti bianchi e dei pantacollant; era autunno e il tempo stava
rinfrescando.
“Dovresti ringraziarmi per averti notato, perché
quasi non ti riconoscevo con i capelli sciolti. Sul serio, a che cosa
stavano pensando i tuoi genitori adottivi?” Il sarcasmo di
Komor è infinito, vero?
Scossi i capelli. “Mi fanno sembrare più carina,
no?” Gli feci la linguaccia.
“Lo sai che non fa bene essere
egocentrici,” mi prese in giro prima di darmi un colpetto
alla fronte.
“Argh! Tu, vieni qui!” Gli bloccai il collo con un
braccio, arruffandogli i capelli giocosamente con l’altra
mano come ai vecchi tempi. Aspetta, cosa stavo dicendo? Erano
passati solo due giorni da che ero diventata una
‘principessa’. Come poteva un periodo
così breve sembrare tanto lungo?
Lui si liberò velocemente dalla mia presa e si
sistemò i capelli com’erano prima.
“Okay, basta così. Facciamo le persone
serie.” I suoi occhi divennero improvvisamente freddi e
ostili.
“Komor?” Ero preoccupata per il mio caro amico.
Perché tutto a un tratto era così arrabbiato?
“Raccontami. A proposito di ieri,”
iniziò,
incrociando le braccia come un adulto sul punto di punire un bambino.
“Cos’è successo? Un momento prima
finisci la tua battaglia con N, e l’attimo dopo vengo a
sapere che te ne sei andata da Soffiolieve senza lasciare
traccia!”
Spostai la mia attenzione sul terreno.
“Be'…”
“Ebbene?” Picchiettò con il piede con
impazienza.
Mi ricordai di quella volta che avevo incontrato N qui a Sciroccopoli;
mi aveva offerto un giro sulla ruota panoramica per confessarmi di
essere il capo del Team Plasma. Sarebbe stato più
confortante e facile raccontare a Komor della mia nuova vita nello
stesso luogo.
“Posso… dirtelo sulla ruota panoramica?”
Komor inarcò un sopracciglio. “La ruota
panoramica? Perché? Cosa ti impedisce di dirmelo
qui?”
Strinsi i pugni. “Mi sentirei meglio se fossimo
lì. Per favore?”
Calmati, White. Tutto ciò che devi dire sono poche parole.
Dì solo qual è la condizione del contratto di
N. È
così semplice.
Komor sospirò, arrendendosi.
“D’accordo.”
Grata per la sua decisione, gli presi un braccio e lo strinsi forte.
“Grazie.”
“Okay.” Inspirai profondamente.
“Cominciamo.”
Komor si sedette di fronte a me nella cabina, fissandomi intensamente
come se stessi per rivelargli la cura per il cancro.
“Non odiarmi per questo, okay?” Mi sentivo
così vulnerabile sotto il suo sguardo.
“Non preoccuparti, non succederà.”
“Ricordi quando N ha detto che avremmo stretto un
patto?”
Komor boccheggiò. "Lui deve rinunciare alle sue ambizioni.
Ma tu-!"
Io annuii, vergognandomi delle parole che imploravano di sgorgare dalle
mie labbra.
"Io sono la sua principessa."
Non si sentiva alcun vento, lo scricchiolìo della cabina
cessò, e i Pidove smisero di cinguettare. C'era solo Komor
con gli occhi sgranati che sedeva
di fronte a me inorridito, con un pensiero che ovviamente non riusciva
a processare per bene. La sua espressione lentamente si sciolse in una
di rancore.
"E tu hai acconsentito a tutto questo?" Le sue parole erano intrise di
veleno.
"Tu non capisci! Se non gli avessi obbedito, lui avrebbe separato umani
e Pokémon!"
Lui schizzò in piedi dal suo sedile. "Oh io capisco
perfettamente! Sei solo troppo convinta per accorgertene! Come avrebbe
fatto N a cambiare il mondo da solo? Il Team Plasma è debole
come abbiamo dimostrato molte volte."
"Ma la nostra lotta... è finita in un pareggio!"
"Precisamente! Lui non ha il potere di sconfiggerti del tutto! Non gli
sarebbe rimasto più niente alla fine se tutti noi gli
avessimo opposto resistenza! Ecco perché dovresti andartene
e tornare a casa ad allenarti con me e Belle! Alla fine potresti avere
la tua vittoria! 'Cadi sette volte e rialzati otto!' "
"Ma-" Aveva ragione lui. Non dovevo dare ascolto ad N. Non aveva
abbastanza potere. Potevo tornare a casa e allenarmi, e poi tornare
indietro e affrontarlo di nuovo quando sarei stata abbastanza forte. E
allora perché non volevo ascoltare Komor? Cos'era che mi
tratteneva? Non potevo essere innamorata di N!
"Oh, ho capito," gemette.
"Cosa?"
"Ti piace, vero? Tanto."
Mi coprii parte della faccia per nascondere il rossore. Adesso Komor
era diventato la mia coscienza?
"Ammettilo." Strinse i pugni. "E' ovvio."
Non si poteva mentire a Komor. Sapeva leggerti dentro come un libro.
"Sì." In parte era vero; non era facile capire i propri
sentimenti per qualcuno. Mi piaceva, ma non poteva essere amore.
"Sei così sciocca, White! Come puoi lasciare che N ti faccia
questo? Davvero, cosa ti è preso ultimamente? Sei cambiata
fin da quando l'hai incontrato. Ancora di più dopo la tua
ultima battaglia con lui. Quel tipo è un maniaco;
è praticamente un bambino. Non dovresti permettergli di
controllarti così."
Mi sentivo orribile. Sapevo che N mi stava cambiando, ma
perché mi piaceva? Poteva non essere amore, ma sapevo di
provare sentimenti autentici per lui. Andavano oltre l'amicizia, eppure
qualcosa li tratteneva dall'essere vero amore.
"Senti, tu sei la mia migliore amica, White. Ti conosco da praticamente
sempre, quindi so cosa è meglio per te."
Ridacchiai. "Parli come se fossi mio fratello maggiore."
Lui scosse la testa, sorridendo. "Ehi, gli amici esistono per questo,
giusto? Per essere come fratelli."
La ruota panoramica si fermò e giunse il nostro turno di
scendere.
"Bene, ho un'intera giornata da passare qui, e voglio trascorrerla al
meglio!" Feci una giravolta sulla strada asfaltata con le braccia
spalancate.
"Accidenti, parli come se non dovessi lasciare mai più quel
castello. Cos'è, ti tiene rinchiusa in una torre e non ti
dà da mangiare altro che pane e acqua?" Era sorprendente
come il suo umore potesse cambiare tanto in fretta.
Ridacchiai. Il mio stomaco cominciò a brontolare. Sorrisi
imbarazzata. "A proposito di pane e acqua, mi sta venendo un po' di
fame. Ti va di fermarci in un bar?"
Avevo a malapena toccato la mia colazione stamattina, facendo
preoccupare N da morire; ero dispiaciuta di averlo spaventato in quel
modo. La cena della sera prima mi aveva riempita
sorprendentemente, ma
adesso il mio stomaco implorava calorie.
"Certo, se vuoi."
"Quindi, com'è andato il tuo allenamento nei giorni scorsi?
Avevi detto di voler sfidare la lega di nuovo il giorno dopo l'ultima
battaglia."
Komor ed io sedevamo ad un piccolo tavolo accanto alla finestra del
bar. Mi lanciò un'occhiata da sopra il menù e si
aggiustò gli occhiali.
"Sono riuscito ad allenarmi un po' nella Via Vittoria, ma nient'altro.
Sono abbastanza sicuro di riuscire a battere i Superquattro di nuovo.
Sarà una passeggiata. Quel che mi preoccupa è
lottare contro Nardo. Non l'ho ancora sfidato perché conosce
già il mio stile di combattimento. Dovrò provare
a trovarne uno nuovo per coglierlo di sorpresa.
Ridacchiai. "Sei proprio deciso a vincere vero?"
Lui sogghignò. "Certo! Ma anche se non vinco, Nardo ha detto
che mi avrebbe preso come apprendista. Praticamente otteniamo entrambi
quello che vogliamo."
Sorrisi. Nardo era come un secondo padre per Komor. Tra noi quattro,
Black, Belle, Komor, ed io, non avevo dubbi che Komor fosse il suo
preferito.
"Come va oggi signori?" Disse un'allegra cameriera mentre trotterellava
verso il nostro tavolo, tirando fuori il suo bloc-notes. "Cosa gradite
lei e suo figlio da bere?"
Riuscii a contenere a fatica una risata quando vidi l'espressione
scioccata di Komor. La sua faccia era rossa come una Baccaliegia e non
sembrava per niente contento.
La cameriera mi lanciò un'occhiata perplessa e confusa ma io
scossi semplicemente la testa. "Due frullati di Baccabana, per favore."
"NON lo racconterai mai a nessuno per niente al mondo, hai capito?"
Mi strinsi nelle spalle, sogghignando per questa rara
opportunità di ricatto. "E a chi dovrei dirlo? A parte
Belle?"
Komor mugugnò qualcosa e incrociò le braccia come
un bambino, prendendo lunghi sorsi del suo frullato attraverso la
cannuccia.
"Non è nemmeno biologicamente possibile! Non ti assomiglio
nemmeno lontanamente! Senza contare che sono più grande di
te!"
"Accidenti, Komor. Tu prendi le cose troppo sul
personale. È stato
solo un errore."
"Mi ha insultato. Non mi farò trattare come un bambino! Ho
sedici anni e vorrei essere trattato come tale!" Si
imbronciò.
Sapete, la cosa era ironica perché lamentandosi
dell'accaduto, sembrava ancora di più un bambino.
Ma io mi limitai a riderci su. Forse Komor poteva anche provare a
sforzarsi di sopportare di essere visto come un bambino.
Sospirai. Forse io avrei dovuto fare lo stesso per mia situazione;
sopportare il mio accordo con N. Dovevo anche essere in grado di
resistergli verbalmente.
Più facile a dirsi che a farsi.
Dopo aver chiacchierato un altro po' e dopo che Komor ebbe rivolto
altri sguardi feroci alla cameriera, uscimmo dal bar. Gettando uno
sguardo al mio
Interpoké, vidi che avevo all'incirca altre tre ore libere!
Ugh. Ecco che ci ricascavo, dando retta ad N.
Ma qualcosa mi diceva che non era giusto rimanere qui.
"Komor?" È vero
che non avevo trascorso molto tempo con lui, ma
qualcosa mi stava richiamando verso il castello. Era come se avessi
avuto bisogno di convincere N che sapevo ragionare di testa mia e non
dovevo ascoltare ogni cosa che diceva. Ironicamente, tornando al
castello, avrei ancora
obbedito ad N. Non c'era proprio una via
d'uscita!
"L'unico e il solo."
"Ahah. Senti, devo andare."
Lui emise un sospiro forzato. "Torni già dal re del PETA?"
Non riuscii a non ridacchiare. "Accidenti, mi piacerebbe proprio sapere
cosa ci trovi in quel tipo."
"Sì, sì, non ho bisogno dei tuoi consigli da due
soldi. Sei pazzo tanto quanto lui."
"Eppure tutti voi mi volete ancora bene. A cosa stavate pensando tu e
Belle quando avete deciso di diventare mie amiche? Black deve aver
corretto i vostri drink o qualcosa del genere."
"Komor, sei cosciente del fatto che siamo amici da quando eravamo
bambini, vero?" Giuro, diceva sempre le cose più assurde.
"Questo è quello che pensi
tu."
"Be', meglio che vada!" Lo cinsi con un braccio.
"Ricorda, White: Predominio!" Strinse scherzosamente un pugno, poi mi
puntò l'indice contro. "A meno che essere sottomessa non sia
quello che vuoi. Ricorda, non sono ancora d'accordo con questa cosa.
Quindi se alla fine ti senti infelice, non venire a piangere da me,
perché ti sto dicendo da adesso che questa è una
cattiva idea."
Gli diedi una pacca sulla spalla. "Sì, certo. Ti chiamo
all'Interpoké ogni tanto, 'kay?"
"'Kay, qualsiasi cosa tu dica," replicò, facendomi un cenno
di saluto prima che prendessimo direzioni diverse.
N alzò lo sguardo dal suo libro mentre se ne stava
comodamente sdraiato sul love seat. "Oh, tesoro! Sei tornata
presto. Ti sei resa conto di quanto sia un mascalzone quel ragazzo?"
Mascalzone? A dirla tutta, N parlava come uno del sedicesimo secolo!
"È mio
amico. Per favore non insultarlo." Feci del mio meglio per
suonare superiore. 'Predominio!'
"Scusa... non lo insulterò se non vuoi." Adesso era lui ad
essere sottomesso! Era come un bambino dopotutto, ma la maggior parte
dei bambini non erano forse ribelli? Forse gli era stato insegnato come
comportarsi. Forse Ghecis aveva
davvero qualche buona capacità come genitore, per quanto
minuscola.
"E a proposito di amici, mi piacerebbe vederli spesso durante la mia
permanenza qui. Mi rifiuto di avvisarti ogni volta che mi va di
vederli. Ho diritto alla privacy."
N posò il suo libro e si alzò in piedi. "Cosa ti
è successo, cara? Quel ragazzo ti ha riempito la testa di
cose insensate?"
"Quel ragazzo ha un nome, sai." Incrociai le braccia e lo guardai
torva. "E ti ho detto di non insultarlo."
"E tu lasci che lui insulti me? Mia adorata, io potrei darti molto di
più di quanto potrebbero mai darti i tuoi amici. In che cosa
ho sbagliato?"
"N, tu sei mio amico-"
"E futuro marito," aggiunse lui.
Sospirai. "Non parliamo di questo. Comunque, tu sei mio amico e anche
loro. Non posso passare tutto il mio tempo con te."
"Perché no? Un principe ha bisogno di una principessa al suo
fianco tutto il tempo." N distolse lo sguardo, vinto.
"Perché è una cosa egoista."
N doveva davvero smetterla con questa legge del 'Ma i principi e le
principesse fanno sempre così'. Erano passati solo due
giorni e stava già
diventando noiosa.
Ci fu un momento di pausa tra noi. Sperai che stesse assimilando il
concetto.
N inspirò profondamente.
"White, ti amo."
Come accade a tutte le ragazze, queste parole mi colpirono dritte
dritte al petto.
Il cuore di una ragazza era qualcosa di incomprensibile; i nostri cuori
palpitavano al suono della voce di ogni uomo che dicesse di amarci,
anche
se sapevamo che non era vero. Forse perché era una cosa che
ci faceva sentire speciali, come se qualcuno tenesse a noi. Ma io la
sapevo
lunga.
"No che non mi ami, N." Parlai sopra il battito del mio cuore.
"Perché me lo diresti altrimenti?"
"Ho sentito che se dici a una ragazza che la ami, la rendi felice. Sei
ancora arrabbiata? Se no, posso dirtelo di nuovo," replicò N
con innocenza.
Per quanto fosse ingenuo N, non riuscivo a credere che conoscesse
così poco dell'amore da credere che solo dichiarandolo le
persone sarebbero diventate felici. Era troppo assurdo.
"N, non puoi semplicemente dire 'ti amo' a chiunque. Dirlo
così non significa niente. Potresti dirlo e le persone
potrebbero interpretarlo nel modo sbagliato. Puoi dirlo solo quando lo
senti."
"Ma allora quando lo dico?"
Non avrei mai pensato che un giorno avrei dovuto spiegare l'amore a
qualcuno. Ma come potevo spiegare ad N cos'era l'amore?
"Be', puoi dirlo quando sai di amare qualcuno." Questa frase
non ci avrebbe portato da nessuna parte. "Ami qualcuno quando non vuoi
altro che la sua felicità assoluta. Provi una sensazione
tipo i Volcarona nello stomaco."
N mi guardò ad occhi sgranati. "Ma i Volcarona sono troppo
grandi per entrare nello stomaco! Non fa male?"
Mi coprii la bocca con una mano per non scoppiare a ridere.
"È un
modo di dire, N!" Dissi ridacchiando.
"Guarda! Sei felice adesso! Non so cosa ho fatto, ma ti ho reso
felice!" N applaudì, prendendomi le mani.
N aveva un animo molto buono. Aveva uno strano modo di esprimere
gentilezza, ma chi poteva biasimarlo? Non aveva chiesto lui di essere
il figlio del tiranno che l'aveva rinchiuso in una stanza. N era
proprio una di quelle persone a cui non si poteva tenere il broncio.
N sorrise. "Molto bene, tesoro. Ti lascerò vedere i
tuoi amici ogni volta che vuoi. Basta che conservi i tuoi sorrisi
migliori per me!"
Io risi. "Ahah! Certo, N!"
Forse, avrei imparato ad apprezzare questo posto. Sarei stata in grado
di dimostrare a Komor quanto ero cresciuta dal giorno in cui eravamo
partiti per il nostro viaggio. Certo, avrei provato ad impormi come mi
aveva detto, ma questo poteva essere un modo per mettere alla prova la
mia sopportazione. Anche lui poteva imparare un paio di cose da me.
Aspetta... Komor voleva che io smettessi di dar troppa retta ad N.
Voleva che pensassi di testa mia. Ma io non stavo forse ascoltando
tutto ciò che lui
mi aveva detto, adesso?
Merda.
Note della traduttrice
(translator's notes): ecco il quarto capitolo (in ritardo). Il quinto
la prossima settimana, se riesco anche martedì.
- "Fall seven times and
stand up eight!" ("Cadi sette volte e rialzati otto!"):
proverbio giapponese.
- PETA ( People
for the Ethical Treatment of Animals): è
un'organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali. Per
ulteriori informazioni, vi rimando alla pagina
di Wikipedia. È un
riferimento ironico all'ideologia di N sui Pokémon.
Ringrazio i tre recensori
dell'ultimo capitolo, e appena pubblico tradurrò le tre
recensioni e le invierò all'autrice. Alla prossima, e buone
vacanze!
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Capitolo 5 *** Sogno di un bambino ***
Capitolo 5: A
Child's Dream
~ Sogno di un bambino
~
"Oh,
principessa White, diteci dove siete stata ieri mattina!" La ragazza
della Spugna mi strinse la mano in aspettativa.
"Sì,
ditecelo, principessa White," trillò la ragazza del Balsamo
subito dopo, afferrandomi l'altra mano allo stesso
modo. "Lord N sembrava così turbato finché non
siete tornata!"
Sia
Ragazza Balsamo che Ragazza Spugna, che mi avevano finalmente
detto che i loro nomi erano Mildred e Shirley, mi stavano trascinando
giù per i corridoi del castello per vedere N. Pareva che
avesse qualcosa di importante da dirmi. Avevo deciso che avere un solo
'amico' al castello non mi avrebbe portato a niente; certo,
sempre che a questo punto
N
fosse da considerarsi ancora mio 'amico'. Se tutto andava bene non mi
avrebbe definita la sua 'fidanzata' ancora per un bel po'.
Comunque,
dal momento che Mildred e Shirley erano così
gentili e ammaliate
da me, supponevo che sarebbero state delle
buone amiche. Erano buone con me e la loro indole ottimista sembrava
aver contagiato un po' anche me. Forse mi avrebbero persino potuto
aiutare a
scaricare un po' dello stress per tutta la faccenda della
'principessa'. Certo, potevo lasciare il castello ogni volta che volevo
adesso, ma non potevo uscire ogni
giorno. Avere un po' di amici qui al
castello sarebbe stata una cosa positiva.
'Ebbene,
sono andata a trovare una mia conoscenza a Sciroccopoli,"
risposi piano.
Mildred
battè le palpebre. "Una conoscenza? E, se posso
chiedere, chi era questa vostra conoscenza?" La loro
curiosità mi ricordava Belle. Se non altro avevo qualcosa
che mi ricordasse i miei
amici mentre ero via, anche se non nel modo migliore.
Era
molto imbarazzante raccontare loro che ero stata in compagnia di un
ragazzo che non fosse N. Non volevo che il Team Plasma pensasse che lo
stavo 'tradendo'. Avrei semplicemente dovuto convincerli che Komor
era solo un amico.
"Il
mio amico Komor. Siamo amici d'infanzia." Ero nei guai.
Entrambe
trattennero il fiato. "Amico?
Avete detto 'amico'?"
Sospirai,
abbassando il capo. "Sentite, è solo un amico,
niente di più. N lo sa già e non gli importa."
Diciamo che sopportava la cosa.
Mi
aspettavo che corressero via e lo raccontassero alle altre reclute,
ma rimasero al loro posto. Immediatamente, entrambe proruppero in uno
scoppio di risatine.
"Ohoh!
Ero quasi certa che Lord N non sapesse siete stata con un
ragazzo!"
La faccia di Shirley era completamente rossa. "A pensarci bene, credo
di ricordare questo 'Komor' di cui parlate!"
"Anche
io!" Interruppe Mildred. "Era quello con i capelli corti e
marroni e il cappello?"
Scossi
la testa. "Quello è Black."
"Oooh~
Black." L'interesse nella sua voce era palpabile. "Che nome
misterioso."
Sì,
certo. Salvo il fatto che era la persona più
energica che conoscessi. Conoscevo Black da quando avevo più
o meno sette anni, e posso dirvi che il suo nome non rispecchiava
AFFATTO le aspettative di Mildred. A pensarci bene, dal
momento che Mildred e Shirley erano come Belle, anche loro si sarebbero
potute prendere una cotta per lui.
"Credimi,
Black è tutto
tranne che misterioso. È piuttosto
spensierato, se proprio lo vuoi sapere."
Si
accigliò leggermente. "Che peccato. Dev'essere un nome
difficile con cui convivere."
O no.
"COMUNQUE,"
si intromise Shirley. "Riguardo a questo signor 'Komor';
com'è? Diteci della vostra piccola uscita con lui! Muoio dalla
voglia di saperlo!"
Sarcastico. Lunatico.
Schietto. Nerd. Uno stronzo. E a volte non
desideravo altro che radergli quella sua ahoge quando mi faceva
incazzare. Ma soprattutto, migliore amico? Okay, in modo scherzoso,
forse,
ma non avevo intenzione di descriverlo così! Ahah, mi
avrebbe ucciso!
"È
molto intelligente ma parecchio lunatico. Può sembrare
un idiota a volte, ma una volta che lo conosci meglio è un
ragazzo fantastico. Non si riesce a non volergli bene. È come il
fratello che non hai mai avuto."
Wow.
Stavo descrivendo un ragazzo che non fosse N alle sue stesse
reclute. "Riguardo a ieri, abbiamo girato un po', parlato, e bevuto dei
frullati."
Non
era di certo il modo migliore per descrivere una giornata
altrimenti interessante,
ricca di divertimento
passata a discutere di come
avrei probabilmente trascorso il resto della mia vita in un castello,
ma tanto bastava.
Shirley
emise un sospiro drammatico e si imbronciò. "Ero
davvero sicura di conoscere questo Komor. Che aspetto ha?"
"Capelli
neri, occhiali, una giacca blu, pantaloni neri, aderenti."
Afferrai una ciocca di capelli in cima alla testa e la sollevai. "Ha un
po' di capelli che vanno su così?"
Increspando
le labbra, sollevò lo sguardo al soffitto
assorta. "Mh... Credo di averlo visto qui al castello qualche giorno
fa. Era con un uomo dai capelli rossi; il Campione, credo?"
"Sì.
Era lui, senza dubbio."
"Dev'essere
un allenatore forte, considerando che il Campione sembrava
così legato a lui!"
Feci
un mezzo sorriso. "Be', se volete, possiamo andare a
trovarlo qualche volta. Anche Black e l'altra mia amica, Belle."
Sui
loro visi si dipinsero lentamente degli ampi sorrisi. "Oh,
sarebbe
magnifico,
principessa White!"
E
forse, saremmo potuti essere tutti amici un giorno.
Shirley
e Mildred cessarono di trascinarmi quando raggiungemmo un
largo, portone ad arco che mi era già familiare anche se era
solo la seconda volta che lo vedevo; l'entrata della sala del trono di
N. Fu allora che realizzai, non era questo il luogo in cui N avrebbe
dovuto trascorrere la maggior parte del tempo durante il suo 'regno'?
Sono abbastanza sicura che, quando non era in viaggio, doveva aver
passato un sacco di tempo nella sala del trono a dare ordini alle
reclute. Quindi, immagino che Mildred e Shirley mi stessero portando
qui per 'fargli visita'? Scaricare un po' di stress dovuto ad una lunga
giornata di lavoro; lavoro che consisteva in N che faceva prediche e
mandava altri a predicare. Molto moralizzante.
Sorprendentemente
quando giungemmo al vero trono, N era impegnato a
esaminare il rapporto di una recluta che evidentemente era stata di
stanza a Soffiolieve. Gli 'abiti da lavoro' di N erano, a quanto
pareva,
una lunga tunica bianca che gli faceva sembrare la vita robusta anzi
che lo stecchino che era, e una lucida corona dorata che determinava il
suo
rango. Dietro le quinte, un gruppo di reclute, che indossavano tute da
lavoro al posto dell'uniforme del Team Plasma, stavano intonacando il
buco che Zekrom aveva fatto nel muro durante la battaglia finale. A
proposito del buco, diedi un'occhiata allo spazio sottostante; le
colonne distrutte dall'entrata di Zekrom erano sparite e l'acqua era
stata ripristinata. Wow, certo che quelle reclute lavoravano
velocemente!
"Oh
White, tesoro, sei qui!" N dal
trono agitò
la mano in modo infantile nonostante ci trovassimo a pochi passi di
distanza l'uno dall'altra.
Non
appena ebbe pronunciato il mio nome, le reclute nella sala smisero di
fare ciò che stavano facendo e si inchinarono in segno di
rispetto. Timidamente, risposi con un piccolo cenno, ed essi tornarono
al lavoro.
La mia
attenzione tornò ad N. "Allora N, avevi bisogno di
qualcosa? Mildred e Shirley hanno detto che hai chiesto di me."
Porgendo
il rapporto alla recluta, N si alzò in piedi con un
movimento aggraziato. Non ci avevo mai pensato granché, ma a
parte il
pallore, i capelli scarmigliati, il corpo alto e dinoccolato, N aveva
un portamento regale come pochi. Il modo in cui parlava, il modo in cui
si
muoveva, il modo in cui gesticolava, il modo in cui faceva ogni cosa;
erano strani, e tuttavia maestosi e regali. In qualche modo, quel suo
abbigliamento, per quanto inadatto, lo faceva sembrare ancora
più nobile. Se non fosse stato per i miei sentimenti
contrastanti per lui o se non l'avessi conosciuto affatto,
probabilmente mi sarei innamorata di lui all'istante.
"A
dire il vero sì. Ti dispiacerebbe venire con me? Volevo di
parlarti di una cosa." Le dita lunghe e sottili di N si
tesero verso di me.
Lanciai
un'occhiata a Mildred e Shirley che mi liberarono le
braccia. Potei sentire le loro lievi risatine quando posai la mano
sulla sua. Tentando di impedire al rossore di espandersi sul mio viso,
lasciai che N mi trascinasse fuori dalla sala del trono.
"Di
che cosa volevi parlare, N?"
Ancora
una volta, eravamo seduti vicini sul nostro letto, proprio come durante
la mia prima notte. N si era cambiato con i suoi vestiti da viaggio,
ad eccezione della camicia bianca, del cappello, e degli altri suoi
accessori. Anche io indossavo un abbigliamento informale; una semplice
maglietta e dei pantaloncini. L'ora dei pasti era ancora lontana ed N
aveva finito il suo lavoro per oggi, quindi non c'era motivo di
indossare vestiti formali e sontuosi al momento.
"Be',
volevo informarti che ho rispettato la mia parte
dell'accordo."
Questa
era la prima volta che il discorso del patto saltava fuori tra
noi dal giorno in cui l'avevamo stretto. Erano passati solo quattro
giorni, ma sembrava che N stesse facendo rapidi progressi.
"Proprio
oggi ho ricevuto un rapporto che diceva che la
probabilità che gli allenatori liberino i loro
Pokèmon è calata del 2%! E la
probabilità di abusi sui Pokémon è
già scesa del 2,5%! È un enorme
progresso per
così pochi giorni!" Sembrava veramente orgoglioso del suo
operato.
"È
fantastico, N! Sono fiera di te!" Strinsi le mie mani sulle sue.
"Grazie,
White! E una volta che avremo finito con Unima, ci
trasferiremo a Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh; tutte le regioni del mondo!
Spero che un giorno, tutti i miei amici potranno vivere in un mondo
pacifico; un mondo perfetto affinché gli uomini e i
Pokémon vivano in armonia."
Niente
poteva essere paragonabile allo splendore sul viso di N in quel
momento. La bella innocenza che lo pervadeva mi portò
quasi sull'orlo delle lacrime. Lo stesso sogno, un sogno di pace, una
volta
infantile, sembrava adesso essere possibile. N una volta aveva
dimostrato l'impossibile, provando che i Pokémon e gli
uomini potevano combattere insieme senza l'uso delle
pokéball. Forse, solo forse, N poteva farlo di nuovo;
provare a tutti quanti che potevamo vivere in pace e in armonia.
Le
dita di N si allacciarono alle mie mentre avvicinava il suo viso verso
di me. I suoi ammalianti occhi verde chiaro mi tenevano sotto
controllo.
"Adesso...
è tempo che tu mantenga la tua parte
dell'accordo."
Cosa!
Che intendeva dire con questo?
"Che
intendi, N? Sono la tua principessa, proprio come mi hai chiesto." Non
poteva certo volermi sposare adesso, vero?
Lasciandomi
una mano, lui mi circondò con un braccio. Le
sue palpebre si abbassarono un tantino e sembrò che fosse
sul punto di baciarmi. Le mie guance avvamparono e formicolarono senza
controllo. Non ero mai stata baciata prima e trovarmi in una
situazione del genere mi rendeva talmente nervosa che mi sentivo
svenire.
"Ho
fatto tutto questo per te, White." Il suo respiro mi
solleticò il naso e le labbra. "Non chiedo molto, ma... per
favore. Lascia che... ti stringa."
N
strofinò il naso contro la mia guancia accaldata e
accarezzò l'altra con la sua mano fresca. Tutto qui. Stavo
di sicuro per perdere i sensi. Potevo sentire il mio stesso respiro
irregolare e ogni volta che battevo le palpebre, un guizzo rosso
lampeggiava davanti a me, come quando batti le palpebre dopo aver
guardato una luce abbagliante troppo a lungo.
Cercai
di afferrare qualcosa, qualsiasi cosa intorno a me, solo per
sentire qualcosa di tangibile oltre ad N. Non ci fu alcun punto del
nostro letto che non tastai, disperata com'ero.
I miei
occhi si schiusero e notai il profondo rossore che adornava il
viso di N. C'era sorpresa nei suoi occhi, uno sguardo che si addiceva
ad un ragazzo innocente che avesse appena sperimentato il suo primo
bacio.
Ma non
c'era stato nessun bacio. Solo un lieve tocco innocente. Niente
di più. Se io ero stata sul punto di svenire, N sembrava
stare molto peggio di me. Solo per una
carezza? Per N, probabilmente era stata intensa come un bacio. Eppure,
non potei evitare di chiedermi perché si stesse comportando
in questo modo. N non aveva ovviamente avuto esperienze simili con le
ragazze, ma qualcosa nel suo atteggiamento sembrava stranamente
familiare.
Le sue
dimostrazioni d'affetto... erano quasi simili a quelle dei
Pokémon...
"Lord
N, avete chia-"
Trattenni
il fiato, girando lentamente la testa verso la porta. Una
recluta stava in piedi davanti alla porta aperta, guardandoci incredulo
con gli occhi
spalancati. E pensare che ci aveva colti in
una situazione equivoca come questa; il suo capo con le braccia
romanticamente avvolte attorno ad una ragazza, abbastanza vicini da
poterci baciare, ed entrambi vistosamente rossi in viso. E anche io
rimasi sconvolta nello scoprire quale recluta ci aveva visti
così.
Era la
stessa recluta di prima.
Era la
stessa recluta che mi aveva sorpreso a chiamare N il primo
giorno. Sembrava che fosse destinato a sorprenderci nel momento
sbagliato!
"Avevate
bisogno di qualcosa, signore..." Suonava più come
un'affermazione che come una domanda. La povera recluta rimase
lì, serrando i palmi mentre perle di sudore gli scivolavano
lungo la faccia arrossata. Le sue sopracciglia erano aggrottate.
Doveva
essere successo quando stavo cercando di afferrare qualcosa! Dovevo
aver afferrato per errore la campanella
del servizio in camera! Oh,
White! Komor aveva ragione! Sei proprio stupida!
"No.
La mia principessa ed io stiamo bene. Non abbiamo bisogno di
nulla." N si era già tirato su a sedere, imperturbabile. Era
come se nulla fosse accaduto. Wow. Certo che N sapeva riprendersi in
fretta!
"È
proprio
come pensavo," sospirò la recluta, chiudendo la
porta dietro di sè. "Sto lavorando troppo..."
La
recluta se n'era andata, ma N ed io rimanemmo lì seduti in
imbarazzo. Non dissi una parola. Non c'era niente da dire in
realtà su quanto era appena accaduto.
"Cambiamoci
per la cena," parlò N dopo un po'.
Mancava
ancora un sacco di tempo all'ora di cena, ma mi arresi. Qualsiasi
cosa per spezzare quel silenzio impacciato.
"C-C-Certo.
Buona idea."
Un'altra
cena trascorse silenziosamente in compagnia del Trio Oscuro e delle
Dee. Ognuno mangiò la propria minestra in silenzio,
senza nemmeno un rumore. Così in silenzio che potei
sentire N sussurrare lievemente tra sé e sé.
"Sento i Volcarona nello
stomaco."
Note della traduttrice
(translator's notes): sì, avete il mio permesso di
linciarmi. Chiedo scusa a chi si aspettava questo capitolo ieri,
purtroppo ho avuto degli impegni. Dalla settimana prossima gli
aggiornamenti riprenderanno puntuali ogni martedì (salvo
test per l'università). Mi dileguo, ma vi lascio alcune
note.
-
Shirley e Mildred probabilmente sono i nomi inglesi di qualche
recluta del Team Plasma presente nel videogioco, ma di cui non sono
riuscita a trovare le controparti italiane come è stato
invece per i quattro ragazzi della ruota panoramica. Probabilmente vale
lo stesso anche per... Be', lo vedrete (uhuh).
-
L'ahoge, nominata in
«E
qualche volta non
desideravo altro che radergli quella sua ahoge»
(«And
sometimes I just wanted to shave off that ahoge of his»)
era così anche in inglese, perchè è un
termine giapponese che sta
ad indicare quelle ciocche all'insù presenti sulla testa di
personaggi solitamente buffi o infantili negli anime. Qui
per ulteriori
informazioni.
Credo
sia tutto, ma ancora una volta vi invito ad esprimere qualsiasi
perplessità, o a farmi notare eventuali punti poco chiari.
Ringrazio i cinque (*^*) recensori dell'ultimo capitolo, e come sempre,
non appena pubblico questo, tradurrò le loro recensioni per
Bluechan. Parole sue, è molto contenta di star ricevendo
tutti questi pareri dai lettori italiani, e detto da una che sul sito
inglese ha qualcosa come 976 recensioni non è poco.
Alla
prossima!
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Capitolo 6 *** E poi rimasero in due ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale:
qui
Capitolo 6:
And Then There Were Two
~ E poi
rimasero in due ~
"Dimmi com'è
vivere in un castello, White! Dimmelo, dimmelo,
dimmelo!"
Questo dimostra all'incirca che io tra i miei amici sono quella
neutrale; Komor non sopporta l'idea di me che vivo con N, mentre
Belle ne è assolutamente entusiasta. Come farebbero quei due
senza di me?
"Be', dentro è molto grande..." La mia voce
tremò appena. Accidenti. Belle e la sua
curiosità. I suoi occhi ansiosi scintillarono alla luce del
sole di Sciroccopoli mentre si sporgeva sul nostro tavolo con
impazienza. Eravamo seduti fuori da un piccolo bar; diverso da quello
della mia ultima uscita con Komor.
"No, no! Dimmi come sono tutti quanti! Le reclute ti trattano come la
regina di tutto?"
"Ma non mi dire!" Mi chinai in avanti, trafiggendo con una forchetta la
mia focaccina da
tè ridotta in poltiglia. "E mi
lasciano a stento da sola. È piuttosto
carino che si preoccupino per me e sto facendo
nuove amicizie, ma non mi sento come a casa, capisci?"
Belle sospirò. "Sì, immagino... Dunque che mi
dici di N? Riesco PROPRIO a immaginare voi due che uscite assieme!"
"Belle!"
Lei ridacchiò, intrecciando le mani con aria sognante. "È vero!
Riesco proprio
a immaginarlo!
Ricordo quanto lo incontrai per la
prima volta, pensai che fosse FIGO!
SUPER figo! Non quanto il mio
Blacky Muffin, però, ma pur sempre bello. Ma quando vi ho
sentiti parlare nella Cava Pietraelettrica, mi è venuto
spontaneo pensare che voi due foste così carini insieme! E
lui che ti chiede di diventare la sua principessa! È
cosììì romantico!"
"BELLE!"
"Allora~!" Sogghignò, emettendo un lieve sussurro. "Ti ha
già baciata?"
Picchiai forte la faccia contro il tavolo e la battei ripetutamente.
PERCHÈ!
"Sei un'amica orribile, Belle," mormorai sul piatto della focaccia
che già si stava appiccicando sul mio viso.
"Ahahah-eh?" La sua risata si spense e la vidi fissare qualcosa oltre
me, nonostante tenessi la testa in quella strana posizione.
Sollevando la testa dalla focaccia appiccicosa, mi voltai, sorpresa nel
vedere un viso tanto familiare. Pure in questo periodo
dell'anno?
Martin mi fissava con occhi sgranati, stringendo goffamente una grande
busta in una mano e una scatola bianca nell'altra. "Signorina White?"
Belle si fece più vicina a me. "Ooh, conosci questo tizio
ricco? È carino e
scommetto che ha un
sacco di soldi!"
Mi sporsi verso di lei. "Continua a dire certe cose, e dirò
a Black che ci stavi 'provando' con altri ragazzi."
Lei ridacchiò. "Dillo a Blacky, e io dirò ad N
che un certo qualcuno
ti ha chiesto di uscire e tu hai accettato."
"Eh? Che cosa inten-"
Sentii Martin sfiorarmi mentre mi oltrepassava e cercava di raggiungere
qualcosa sul
tavolo. Si tirò su e mi premette un tovagliolo sulla
guancia. "La tua faccia è sporca, signorina White! Ecco,
lascia che te pulisca io!"
"È tutto a
posto, Martin, davvero." Provai ad allontanarmi, ma lui persisteva.
"Non dire assurdità!" Strofinò il tovagliolo qua
e là, poi
quando ebbe finito lo rimise di nuovo sul tavolo. "Ecco!"
"Allora, Martin. Che cosa ci fai qui oggi? Pensavo che tu venissi solo
durante l'inverno?"
"È una lunga
storia," sospirò, raccogliendo la scatola che
aveva poggiato sul tavolo prima di prendere il tovagliolo.
"Abbiamo tempo per sentirla!" Gli disse Belle dolcemente. "Tra
l'altro, White ha un sacco di tempo prima di tornare a casa dal suo
futuro maritino!"
"Zitta!" Le mie guance arrossirono furiosamente. Come aveva
potuto dirlo davanti a Martin!
Martin fu preso alla sprovvista. "Sei fidanzata?"
Cercando di ignorare la risatina di Belle, strinsi i denti. "Non
proprio."
"Certo che sì!" Belle si avventò su di me,
stringendo le mie spalle in una presa ferrea. "Lei è l'unico
vero amore del grande principe
N!"
Ogni tanto mi chiedo seriamente come faccio ad avere certi amici.
Martin batté le palpebre. "Il principe N? L'uomo che sta
cercando di fermare gli abusi e la liberazione
dei Pokémon?"
Gemetti. "Sì. Quel
N."
"Capisco." Sospirò. Credo ci fosse rimasto un po' male.
"Purtroppo, mi trovo nella stessa situazione. Mia madre
e mio padre mi hanno combinato un matrimonio. Ho provato a convincerli
che nessuna donna ricca vorrebbe avere figli da un marito debole come
me. Verrebbero fuori anche loro malati come il padre."
"Martin." Poverino.
"E... Voglio dire loro che c'è già una ragazza
nella mia vita, ma..." La sua voce si affievolì.
"Ma cosa?" Belle aveva le lacrime agli occhi come se stesse guardando
la sua soap opera preferita.
Martin sollevò la testa verso di me, il suo viso torvo e
pallido. "Ha già qualcun altro..."
Mi dispiace, Martin. Ma non sei mai stato realmente il mio tipo. Sei un
buon amico... ma niente di più...
"Non preoccuparti, Martin! Sono sicura che lei ti ama!" Le lacrime
colarono lungo il viso di Belle mentre sollevava trionfalmente un pugno
verso il cielo. Ovviamente non aveva capito che si riferiva a
me. "Andremo noi a convincere i tuoi genitori che questa ragazza ricca
non fa per te!"
"Ehi, Belle? Non credo che sia una buona id-"
"Certo che lo è, White!" Mi strattonò il braccio
con la mano libera. "Facci strada, Martin!"
"Ahh, Martin! Sei a casa! E chi sono queste due incantevoli
giovani donne?" Un uomo alto, massiccio, che indossava uno smoking
dall'aria incredibilmente costosa ci salutò quando entrammo
nella tenuta ultra lussuosa di Martin. "E vedo che hai portato lo
champagne e le decorazioni per la torta!"
"Sì padre." Martin consegnò riluttante i suoi
averi all'uomo. "Loro sono White e la sua amica, Belle."
L'uomo fece un largo sorriso, tirandosi leggermente i baffi. "Quindi
è questa la ragazza di cui mio figlio si stava vantando
ultimamente! È un piacere
incontrarti!" Mi porse la mano.
"È un piacere
incontrarla anche per me, signore." Gli strinsi la mano
e lui passò a stringere quella di Belle.
"E voi belle fanciulle rimarrete qui per la cerimonia di fidanzamento?
La famiglia della fidanzata dovrebbe arrivare presto."
Gettai uno sguardo a Martin che mi lanciò un'occhiata
implorante, poi a Belle che era senza dubbio impaziente di trovsarsi
fianco
a fianco con dei ricchi. Mi voltai di nuovo verso il padre di Martin e
annuii in segno d'approvazione.
"Ne saremmo onorate, signore!"
Prima che avessi finito di dare il mio consenso, il citofono
riecheggiò per tutta la
tenuta con un
suono da orologio a pendolo.
"Eccoli qui! Avanti, figliolo! Diamo il benvenuto
alla tua futura sposa!" Rimbombò la voce del padre di Martin
mentre egli si dirigeva verso l'atrio.
Quando Martin si apprestò a seguire il padre, la sua mano
sfiorò la mia. Mi lanciò uno sguardo che gridava
'Aiutami!' ma sapevo di non esserne in grado. In momenti come questi,
desideravo che N fosse con me. Lui avrebbe saputo cosa fare.
Le doppie porte si spalancarono e la luce del sole di Sciroccopoli
filtrò dentro il salone. Sulla soglia stavano due
aristocratici accanto ad una piccola ragazza dalla pelle di pesca
vestita di un abito autunnale rosa chiaro. I suoi riccioli biondi le
ricadevano
elegantemente sulle spalle come una principessa. La sua bellezza
superava di gran lunga la mia e scommetto che lei avrebbe saputo
gestire il ruolo della principessa di N meglio di me. Era quel
tipo di ragazza che vedresti bene probabilmente come Miss Unima.
Ma Martin alla sua vista fece una smorfia. Il padre non se ne accorse
e quindi salutò gli
ospiti.
"Benvenuti, miei cari amici! Entrate e fatevi ristorare dal rinfresco.
Mettetevi comodi mentre attendiamo l'arrivo dei nostri ospiti!" Suo
padre condusse i due aristocratici, senza dubbio i genitori della
ragazza, verso la sala da pranzo.
In questo modo rimanemmo solo io, la ragazza, Martin e
Belle nel salone ora silenzioso.
La ragazza inclinò di lato la testa con fare curioso. "Chi
siete voi? Siete le cugine del mio fidanzato? Mia madre e mio padre mi
hanno detto che è figlio unico."
Scossi la testa. "No, siamo amici di Martin. Desiderava che ci unissimo
alla cerimonia."
Martin stava sudando copiosamente e sapevo che non si sentiva per
niente bene. Senza dubbio
non voleva essere qui.
"Capisco. E qual è il suo titolo, signorina? Io sono la
contessa di Spiraria." Si piegò in una riverenza.
"Eh- Io sono... Ehm..." La principessa del Team Plasma? Oh Tornadus, NO!
"Lei è la fidanzata del principe N!" Si intromise Belle con
fare altezzoso. Oh, grazie, Belle! Per una volta era una scusa utile,
anche se non del tutto vera!
"Il principe N?" Dal modo in cui lo disse potei capire che era
impressionata. "Non ho mai incontrato una principessa prima d'ora."
Scrollai timidamente le spalle. "Be', adesso sì!"
Si portò un dito al mento, come se stesse riflettendo su
qualcosa. "Quindi tu sei fidanzata con quell'uomo che sta cercando di
fermare la liberazione e l'abuso dei Pokémon, giusto? Devo
ammetterlo, sono molto colpita dal fatto che sia stato in grado di
arrivare a tanto in poche settimane di lavoro."
"Sì, mi racconta ogni giorno i progressi che fa. Al momento,
entrambe le cose sono diminuite del 5%."
Lei annuì. "Mh. Capisco. Davvero impressionante. Dev'essere
bello
essere amata da un uomo del genere." Poi si sporse un po'
più vicina per sussurrare, "In tutta sincerità,
sono molto gelosa."
Oh, Martin. Mi dispiace così tanto per te. Di certo non
sarai
felice con una ragazza del genere. Ha una vita
sentimentale troppo movimentata. Desidera avere ancora altri ragazzi.
Oh, vorrei che ci fosse
qualcosa che potrei fare... Mh... Forse c'è!
Lanciai un'occhiata a Belle che era impegnata a distrarre Martin.
Perfetto.
"A dire il vero, non è una cosa così
affascinante. È pittosto
noioso vivere in un castello così grande.
Davvero, penso che ti piacerà sicuramente di più
una vita assieme a Martin!" Già. Il Super Ultra Sorprendente
Piano di White: Convincere La Contessa Che Martin Sia Un Ragazzo
Fantastico!
La contessa si accigliò leggermente. "Ne dubito. Non lo
conosco abbastanza bene da gradire una vita assieme a lui, figuriamoci
sposarlo. Non sono fatta per i matrimoni combinati."
"Aspetta. Se lui non ti piace, perché non lo dici ai tuoi
genitori?"
Lei scosse la testa. "Ci ho provato. Non vogliono sentire ragioni."
"Be', che ne dici di questo? A Martin piace salire sulla
ruota panoramica d'inverno. Gli piace anche lottare." Magari questo
l'avrebbe convinta.
La contessa sogghignò. "Soffro il mal d'aria. E le lotte
sono incivili."
"Gli piace la neve. Qualche volta io e lui passeggiamo per Sciroccopoli
quando vengo a trovarlo d'inverno."
"Camminare mi sfinisce." Affermò lei senza mezzi termini.
Argh! Quella ragazza era impossibile!
"Martin!" Chiamò il padre dalla sala da pranzo.
"Porta qui la tua fidanzata e i tuoi amici! I nostri ospiti stanno
arrivando!"
La sala da ballo era gremita a perdita d'occhio di
persone vestite elegantemente.
Chiacchieravano, danzavano sulle note della
piccola orchestra, e sorseggiavano piacevolmente lo champagne. Era
strano come tutti fossero così felici quando i due
festeggiati erano tristi e avviliti; sedevano dandosi le spalle.
"Oh! Vorrei che il mio Blacky fosse qui a ballare con me!" Belle si
dondolava avanti e indietro sui tacchi, tenendo le mani intrecciate su
una guancia. "La musica è così romantica!"
Un pensiero involontario mi attraversò la mente: desiderai
che N fosse qui per ballare con me...
"Ehi, White? Non pensi che dovremmo convincerli a ballare?"
Domandò Belle da sopra la mia spalla. "Voglio dire, stanno
rovinando il significato di questa festa, stando seduti
così!"
Sì, ma come? Avevo provato a convincere la contessa prima,
ma non aveva funzionato. Sarebbe stato diverso con Martin?
"Ho già provato a renderlo appetibile alla contessa; non ha
funzionato."
"Ho provato la stessa cosa con Martin!
È
così testardo!" Si
imbronciò Belle.
Anche lui? Ugh!
Irritata, marciai verso i riluttanti futuri coniugi.
"Andiamo, tutti e due! State rovinando la festa! Alzatevi e ballate!"
Ordinai.
Nessuno dei due mi rivolse altro che uno sguardo.
Serrai i denti, riluttante a dire ciò che stava implorando
di uscire dalla mia bocca. Ma sapevo cosa dovevo fare.
"Sentite, io so che cosa state passando voi due. La verità
è che io non sono molto contenta di essere la principessa
di N."
Entrambi si girarono di scatto sulle loro sedie e mi rivolsero occhiate
sconvolte; quelle di Martin erano sicuramente di inutile rinnovata
speranza, mentre quelle della contessa erano probabilmente di
incredulità che io fossi infelice per qualcosa di cui lei
era invidiosa.
"Ad essere onesta, lo conosco solo da circa un anno, e ancora non ho
chiarito ciò che provo per lui," ammisi. "Mi piace molto, ma
non mi piace il fatto di essere costretta in una decisione contro la
mia volontà.
I due rimasero seduti in silenzio, guardandomi con stupore.
Io inspirai, continuando. "Non ho mai avuto scelta, proprio come voi
due. Tuttavia, ho capito che devo accettarlo. Magari la mia situazione
è diversa dalla vostra, ma sto ancora cercando di scendere a
patti con quello che mi succede. Dovreste provare a fare lo stesso. Non
è sempre facile, ma se provate, sono certa che entrambi
sarete felici alla fine."
Accidenti, White. Prova a seguire i tuoi stessi consigli per una volta!
I due si guardarono esitanti. Rimasero seduti per un momento,
discutendo
se accettare il mio consiglio o meno. Per fortuna, Martin tese la mano
verso di lei.
"Ti andrebbe di provare?"
La contessa scrollò le spalle e poi mi sorrise. "Immagino
che potremmo."
Posò la sua mano su quella di lui e Martin la condusse verso
la pista
da ballo.
L'orchestra smise di suonare la canzone e gli ospiti si
ritrassero
dal centro per fare spazio alla contessa e Martin. Rimasero insieme al
centro della pista e si misero in posizione per il ballo. Anche se
erano molto distanti da noi, potevo ancora vedere il sudore scivolare
lungo la faccia di Martin.
Avanti, Martin. Puoi farcela. I violoncelli diedero avvio ad una dolce
melodia. I violini si unirono vibrando dopo di loro. Fu solo questione
di tempo prima che l'intera orchestra suonasse e invitasse i ballerini
ad unirsi. Lentamente, i due iniziarono ad ondeggiare al ritmo della
melodia.
Nonostante lo spettacolo patetico degli inizi,
poiché Martin
e la contessa si muovevano rigidamente lungo la pista da ballo, la loro
danza divenne un po' più vivace man mano che il tempo
passava. Continuò a modellarsi finché i loro
movimenti
divennero complessi e perfetti come se entrambi avessero ballato per
anni. Sorrisi luminosi ornavano le loro facce; era il momento
più bello delle loro vite!
"Oh, White! Non so che cosa hai detto loro, ma deve aver funzionato!"
Belle mi strinse in un forte abbraccio. "Sei la migliore! Se mai avessi
problemi con Blacky, saprò proprio a chi rivolgermi!"
"Ahah! Grazie, Belle!" Risi. Cavolo, se Martin e la contessa potevano
sopportarsi l'un l'altro e divertirsi come stavano facendo adesso,
forse potevo anch'io.
La canzone presto terminò e la folla di invitati
ruggì d'entusiasmo. Le coppie danzarono verso il centro
mentre Martin e la contessa si facevano strada verso di noi.
"Grazie, signorina White. Sono molto lieto che tu mi abbia dato questo
consiglio." Martin strinse forte la mia mano tra le sue.
"Vale anche per me, principessa White. Non siamo in grado di
ringraziarla abbastanza. Saremo per sempre in debito con lei." La
contessa fece un profondo inchino in segno di grande rispetto.
"Possiamo non essere innamorati... ma è un inizio. Forse col
passare dei giorni, dei mesi, degli anni, potremo infine imparare ad
amarci l'un l'altro."
"Ma per adesso, siamo amici."
Martin si portò la mia mano alle labbra e la
baciò. "Spero che anche la ragazza di cui una volta ero
innamorato sarà felice con il suo fidanzato."
Tirai su col naso mentre le lacrime scorrevano lungo le mie guance.
"Martin."
La contessa si fece lentamente più vicina a me e mi
baciò entrambe le guance con affetto come avrebbe fatto una
sorella.
"La prego, ci inviti al suo matrimonio!"
Martin si inchinò. "Sarebbe un onore potervi prender parte."
Il matrimonio era ancora molto lontano per me, ma che importava?
"Certo."
Il padre di Martin irruppe nella sala da ballo con i genitori della
contessa e un'altra donna, probabilmente la madre di Martin. Un largo,
gioioso sorriso si allargò sul suo viso mentre sollevava un
bicchiere di champagne verso gli ospiti.
"La cena è servita! Facciamo un brindisi a mio figlio e alla
sua fidanzata!"
"Ad un meraviglioso
matrimonio!"
Note della traduttrice
(translator's notes): Scusate per l'attesa prolungata, oggi
ho tradotto prima le (SETTE *-*) recensioni per l'autrice.
- "marriage meeting"
è quello che io ho tradotto come la
'cerimonia di fidanzamento'. In realtà non sono riuscita a
trovare nessuna traduzione letterale, e penso quindi che sia una
tradizione totalmente inglese, ma continuerò a fare delle
ricerche, perchè comunque i conti non mi tornano. In
effetti, Martin e la ragazza qui vengono descritti come già
fidanzati. Chiedo scusa per l'ignoranza, e se qualcuno conosce
l'argomento è invitatissimo a suggerire.
Alla fine ho deciso di lasciare invariati i nomi dei quattro ragazzi
che ogni stagione portano il giocatore sulla ruota panoramica al posto
di N (sigh!), ovvero Martin, Dirk, Aurora e Austin. E' stata una mia
scelta stilistica, perché trovavo brutto il loro
accostamento accanto a quelli inglesi e intraducibili di Shirley e
Mildred, che sicuramente saranno tratti dal videogioco anch'essi ma di
cui non ho trovato il corrispettivo. Ho comunque lasciato inalterati i
nomi dei protagonisti principali, perchè altrimenti la
situazione diventerebbe incomprensibile. Vi lascio lo schema
con i nomi italiani.
Aurora = Miriana (autunno)
Martin = Valentino (inverno)
Dirk = Primo (primavera)
Austin = Rodolfo (estate)
Ovviamente il fatto che io abbia deciso così non vi
impedisce di dire la vostra, per cui se invece preferivate avere tutti
i nomi in italiano fatemelo pure sapere e vedrò se cambiare
:)
Ringrazio immensamente i sette recensori dell'ultimo capitolo, e vi
chiedo ancora scusa per il ritardo: abbiate pietà, sono in
vacanza anch'io xD
Alla prossima <3
|
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Capitolo 7 *** Senza titolo ***
Untitled
Capitolo 7: Untitled
- Senza Titolo -
Non desideravo altro che
una giornata calma e tranquilla al
castello; solo un giorno tutto per me. Ma NO. Qualcosa tipo questo
doveva rovinarlo.
"Signorina White! Signorina White! Non ci crederete!"
Mildred e Shirley avevano fatto irruzione nella stanza, i visi
completamente pallidi come se avessero visto un fantasma. Mi alzai dal
letto, allisciando le piccole pieghe dell'abito color mirto che avevo
pescato dall'armadio.
"Cosa succede?"
"È
orribile! Semplicemente orribile!" Shirley si portò un
braccio sopra la fronte.
"Senza dubbio. Una cosa orribile a vedersi." Mildred emise un sospiro
esagerato.
Che drammatiche.
Sempre più impaziente, mi morsi un labbro. "Cosa
c'è di così orribile?"
Mildred mi afferrò per le spalle, strattonandomi in avanti.
"C'è una nuova recluta che sta avendo un colloquio con
Lord N in questo preciso momento!"
"Ed è una ragazza!"
Gridò Shirley, enfatizzando il
'ragazza'.
Una ragazza? E allora?
"Cosa c'è di male se N ha un colloquio con una ragazza?"
Domandai, non capendo quale fosse il problema se N parlava con una
donna che non fossi io.
"Oh, signorina White! Voi non capite!"
No. Non capisco. Per favore illuminatemi.
L'espressione addolorata di Shirley mutò velocemente in una
di rabbia, e forse persino di gelosia. "Quella ragazza sta flirtando
con lui, signorina White!"
EH? Okay, questo
era un buon motivo per essere arrabbiate con la nuova ragazza. Non
sapeva che ero io la sua 'futura'
moglie? Eh... Da quando avevo cominciato a riferirmi a me stessa in
questo modo? Oh beh. Non importa. Ciò che
importava adesso era mettere
in riga questa ragazza.
Quella ragazza mi stava facendo incazzare VERAMENTE tanto. Non
solo gli
stava tubando paroline dolci, ma lo stava toccando! Si era
addirittura
permessa di fargli scorrere la mano tra i capelli! N! Perché
le stai lasciando fare questo? E proprio davanti ad un gruppo di
reclute del Team Plasma, per giunta.
Mildred e Shirley si trascinavano dietro di me mentre camminavo
a passi pesanti verso il trono, furiosa al punto che avrei strappato la
chioma rossa di
quella sgualdrina, ciocca per ciocca. Me l'avrebbe pagata.
Ma quando fummo a poca distanza dal trono, qualcosa catturò
la mia attenzione.
N stava ridendo.
Stava ridendo per qualche stupida, banale storiella che lei gli stava
raccontando. E quella risata; era quella risata dolce, gentile che N
faceva solo con me nei paraggi. Sembrava così felice... N.
Perché?
Certo, molto probabilmente un giorno l'avrei
sposato, ma questa ragazza
mi stava facendo venire dei dubbi in proposito.
"White, mia cara! Che piacevole sorpresa! Non sapevo saresti venuta
a trovarmi." Diamine, dal modo in cui lo disse sembrava quasi che io
non vivessi affatto lì!
Tutte le reclute del Team Plasma, che stavano ridecorando la sala del
trono adesso che il muro era stato riparato, mi fecero il solito
rispettoso inchino prima di ritornare al lavoro. La nuova ragazza,
invece, mi lanciò un'occhiata veramente cattiva come se
fossi io
quella che interferiva nella sua
cosiddetta 'relazione'
con N.
Oh Reshiram, che stronza.
"Lasciate che vi presenti. White, questa è Bailey, la nostra
nuovissima recluta." E tu sei già così in
confidenza con lei da chiamarla per nome? "E Bailey, lei è
la mia
futura sposa, White."
Il suo sguardo divenne più cattivo di prima, grondava
odio. Potevo quasi sentirla digrignare i denti dietro le sue labbra
rosa protese. Caspita, il suo carattere era focoso come i suoi
capelli. Era disgustosa. Almeno adesso sapeva con chi aveva a che fare.
Magari, si sarebbe se non altro fatta un po' da parte.
Lo sguardo furioso di Bailey si sciolse non appena i suoi occhi
ritornarono su N, rimpiazzato da un sorriso mellifluo.
"Lord N, caro, mi piacerebbe sapere quali sono i miei compiti oggi."
Caro. Quella
parola pronunciata
dalle sue
labbra suonava orribile. Spero che la spedisca in qualche
luogo remoto di Unima, così che non la debba più
vedere.
"Lavorerai principalmente qui al castello.
Da ciò che ho visto nelle tue credenziali, hai grande
abilità con i computer. Lavorerai con la nostra
unità
tecnologica specializzata nel prendere nota dei nostri progressi. Sono
sicuro che ti piacerà!"
Evviva.
Bailey fece un inchino piuttosto profondo, quasi toccandosi il
ginocchio con il naso. "Sarà un grande onore, mio
signore."
N sollevò una mano, facendole cenno di rilassarsi. "Il tuo
primo giorno di lavoro comincerà domani,
quindi sentiti libera di metterti comoda. Visita il nostro castello a
tuo piacimento."
"Come desiderate, Lord N." Mi oltrepassò. sbuffando verso di
me e le mie
amiche del Team Plasma. Che stronza.
"Vi lasciamo soli," mi sussurrò Mildred all'orecchio,
lanciando uno sguardo ostile a Bailey.
Fecero un inchino ad N prima di andarsene.
N si sporse verso il bordo del sedile, sporgendosi più in
avanti per vedermi meglio.
"Allora White, avevi bisogno di qualcosa? Vestiti nuovi per il
guardaroba? Mi procurerò i migliori sarti di Unima. O
più libri? Posso farti scrivere un libro di qualsiasi genere
da alcuni dei nostri aspiranti
autori del Team Plasma. O avevi bisogno di me per ridecorare la nostra
stanza? Forse gradiresti cambiare aria. Stai nella stessa stanza
già da tre mesi."
A volte, N era proprio carino con tutte le sue domande. La sua
personalità dolce sapeva attenuare pressoché
tutte le situazioni, compresa questa. Non mi importava nemmeno
più di Bailey.
"No, no. Va tutto bene. Ero solo venuta a trovarti." Rimasi in piedi
accanto al trono di N, posando le mani sul bracciolo.
Lui sospirò, lasciandosi cadere all'indietro sul trono.
"Molto bene. Oh White, tutto questo lavoro mi sfianca. È
così rigenerante vedere il tuo sorriso luminoso
e scintillante. Mi rende felice."
"Zi-zitto," balbettai, tentando di nascondergli il rossore. "Sembri
molto più felice di me. Tra l'altro, tu stai vivendo il tuo
sogno e fai la differenza nelle vite sia delle persone che dei
Pokémon. Tutto ciò che io faccio è
rimanere al castello ed essere una figura di rappresentanza per il Team
Plasma."
"Ma tu hai fatto la differenza nella mia vita. Se la
nostra battaglia
non fosse finita in parità, non avremmo stretto il patto. E
se non avessimo stretto il patto, io sarei-" Si interruppe, ma
reagì a scoppio ritardato. "Ora ricordo!"
N si alzò dal suo trono e corse fuori dall'ingresso della
sala del trono più veloce di un iper Cinccino.
"N! Aspetta!" Lo seguii, a malapena capace di non perderlo di vista.
N finì per andare nella nostra stanza e quando lo raggiunsi,
completamente senza fiato, lo trovai seduto al pianoforte che
avevo notato
di rado nei tre mesi che avevo trascorso al castello. Non
stava
suonando, ma la piuma di una di quelle penne d'oca d'altri tempi
catturò il mio sguardo; stava scrivendo.
Facendo attenzione a non disturbarlo, mi portai al suo fianco in punta
di piedi, chinandomi leggermente sulla sua spalla. Stava scrivendo
quelle che sembravano note musicali su un foglio di carta a righe. Ogni
cosa che scriveva era come una lingua straniera per me; non ero
ovviamente un'intenditrice di musica. O almeno, non se si trattava di
leggerla.
"Grazie per avermelo ricordato, cara. Era da un po' che avevo smesso di
scriverla." N faceva scattare la penna avanti e indietro sul foglio.
"Mi hai dato una grande ispirazione!"
Mai nei miei sedici anni di vita qualcuno mi aveva detto di esser stato
ispirato da me a fare qualcosa. N mi faceva sentire davvero speciale.
"Quindi tu scrivi musica?" N annuì, i suoi occhi incollati
al foglio. "Questo significa che suoni anche il pianoforte?"
"Sì." Si prese un secondo per intingere la penna in un
calamaio. "Ghecis mi ha insegnato da piccolo. Era una delle poche cose
che avevo quando ero confinato in questo castello."
Il suo tono era piatto, come se stesse ricordando che la sua infanzia
non era qualcosa di cui vantarsi, considerate le conseguenze che aveva
arrecato alla sua adolescenza.
"Era un passatempo molto rilassante, assieme a leggere e giocare con i
miei amici." Strinse più forte la penna. "La mia vita deve
sembrare così noiosa rispetto alla tua."
Era difficile da immaginare; mentre io vivevo una vita perfettamente
normale da bambina; uscivo nel giardino sul retro solo per sporcarmi,
facevo i
pigiama party con Komor e Belle, facevo scherzi a Black e vivevo
semplicemente come una bambina, N già stava perfezionando
formule
matematiche nonostante le loro pecche fossero state accettate dalla
società per gran parte del tempo. Davvero.
Mai avrei pensato che un ragazzo, un principe, rinchiuso lontano
dalla società; costretto a diventare un bambino prodigio sia
nelle materie accademiche che nelle belle arti; colui che avrebbe
fondato un'organizzazione influente ad Unima, potesse trovare la vita
di una ragazza normale più interessante della propria. Ma
cosa più importante, mai avrei pensato che un principe come
lui
potesse volere una ragazza normale come moglie.
"Non dire così, N. Mi fai sentire in colpa!" Risi
svogliatamente. "Allora, puoi suonare la tua canzone per me?"
N coprì la musica con le braccia come un bambino che
nasconde i dolci rubati prima di cena, ma prestando attenzione a non
sbavare l'inchiostro ancora bagnato. "Non è ancora finita!"
Per un attimo fui presa in contropiede. "Scusa."
Lui sollevò le braccia dal foglio e ritornò a
scrivere. "Ma la suonerò per te un giorno. La
suonerò per te il giorno in cui la finisco."
Lo guardai scrivere un altro po' di righe prima di chiedere, "Come si
intitola?"
Lui scosse la testa. "Non posso dirtelo."
Il mio cuore perse un battito.
"Perché no?" Che cosa stava cercando di nascondere?
"Non posso perché... non ho ancora trovato un titolo."
Oh, be' così aveva senso.
"Ma lo troverò un giorno." N capovolse la pagina su cui
stava lavorando prima e ricominciò su un nuovo foglio. "Alla
fine mi verrà in mente."
Sentii le doppie porte della nostra stanza spalancarsi dietro di noi.
Doveva essere ora di cena. Ora di cena o no, non fui sorpresa nel
vedere
chi c'era ad attenderci: la stronza.
Bailey finse di trattenere il fiato. "Oh, Lord N! Vi stavo cercando
dappertutto!" Si prese un momento per osservarsi attorno. "Quindi
questa è la vostra stanza! Oh, cosa non darei per dormire in
un
letto come quello!"
Mi oltrepassò con estrema indifferenza e saltò
sul mio
lato del letto. Chi si credeva di essere? ME?
N le sorrise, senza curarsi del fatto che stava violando la privacy
della nostra camera da letto. "Ah, Bailey! Cosa ti porta qui a
quest'ora?"
La piccola troia si rannicchiò meglio tra le coperte,
inspirando
profondamente. "Mi è stato chiesto di condurvi a cena."
Nei recessi della mia mente, la stavo facendo a brandelli e stavo
lanciando i suoi
organi in una pentola da servire a dei Mandibuzz assetati di sangue.
"D'accordo. Scommetto che sei affamata, tesoro." Mi
posò una mano sulla spalla.
E proprio quando pensavo che le cose non potessero peggiorare, quella
sgualdrina sussurrò qualcosa tra sè e
sè.
"Certo che sì."
Con che FACCIA TOSTA diceva una cosa del genere! Spero che il computer
con
cui lavora si surriscaldi e esploda e la uccida all'istante!
N, che ovviamente non l'aveva sentita, sorrise. "Ti prego unisciti a
noi, Bailey."
Bailey saltò leggiadramente giù dal nostro letto
e si mise al suo fianco. "Sì, certamente, mio
signore. Vi scorterò personalmente."
Caro Reshiram, ti prego aiutami.
"E poi prende la sua forchetta e prova a imboccarlo!"
Strinsi il mio Interpoké come una pallina antistress mentre
Komor e Belle assimilavano tutto ciò che avevo detto. Avevo
bisogno di raccontare a qualcuno
della mia stupida esperienza a cena
con Bailey. La cena non era nemmeno più tale con lei
intorno. Belle cominciò a ridacchiare e Komor
alzò gli occhi al cielo.
"Stai
zitta, Belle." Ringhiò Komor.
"Ma è
divertente!"
Lui sospirò, strofinanosi le tempie. "Senti White,
non vedo
quale sia il problema. Hai detto tu stessa che piace a tutte le ragazze
del Team Plasma. In che cosa è diversa questa qui?"
"È
una stronza allucinante e sa che io sono 'fidanzata' con lui, ma ancora
insiste."
Lui fece una smorfia e Belle rise ancora più forte. "Ma lui
non ti piace nemmeno. Ed è ancora un principe, giusto? Sai
bene che molti re medievali avevano sia una moglie che delle concubine.
Forse ad N piace quel genere di roba antiquata."
"Komor, è disgustoso."
Lui si strinse nelle spalle. "È vero."
"Sai, White, se N ha
un'altra ragazza oltre te, forse anche tu dovresti
trovarti qualcun altro!" Continuò a ridere.
"BELLE!"
"Basta
così, Belle."
"Che c'è di
male? Sono sicura che anche a te piacerebbe l'idea!"
"Ho detto basta
così."
Perché avevo gli amici più strani del mondo?
Sospirai. "Ragazzi, si sta facendo tardi e N sarà qui a
momenti. Devo riattaccare."
"Okay, White!
C'è qualcosa di cui voglio discutere
con Komor in privato, in ogni caso."
Komor le lanciò uno sguardo feroce. "Buonanotte,
White.
Speriamo che tu riesca a risolvere i tuoi contrasti con la ragazza del
Team Plasma."
"Stella stellina, il
Venipede si avvicina! Ehi, fa rima! Stellina e
avvicina!"
"Belle."
"Ahah! Buonanotte,
White. Sogni d'oro."
"Anche a voi." Premetti 'fine' e lo schermo si oscurò.
Note della traduttrice
(translator's notes): l'avevo detto che i casini
sarebbero cominciati da questo capitolo. Ho visto che molti di voi non
hanno
capito chi fosse il Martin nominato nello scorso capitolo. Credevo di
averlo specificato, in ogni caso lui è uno dei quattro
allenatori che nel
videogioco
accompagnano il giocatore sulla ruota panoramica al posto di N. In
italiano si chiama Valentino, ma per i
motivi
che ho spiegato nello scorso capitolo, ho lasciato il nome inglese.
Detto ciò, passiamo alle note:
- "Nighty night, White! Don't let the Venipedes bite! Hey,
that rhymes! White and bite!" La mia croce, la
frase che mi ha sottratto ore di sonno in attesa di una soluzione
convincente. Si tratta infatti di una canzoncina inglese per la
buonanotte, che tradotta letteralmente sarebbe "Notte notte, White! Non
lasciarti mordere dai Venipede", alla quale poi fa seguito Belle che
nota la rima tra 'White' e 'bite' [= mordere]. La versione originale,
quella conosciuta dai bambini, è invece: "Nighty night,
sleep tight, don't let the bedbugs bite", dove 'sleep tight' significa
'dormi profondamente' e 'bedbugs' sta per 'cimici', sostituito da
Bluechan con
il Pokémon Venipede. In ogni caso, rimaneva la rima
tra
'tight' e 'bite'. Ovviamente questa rima si perdeva in italiano, per
cui tradurla letteralmente avrebbe significato tagliare metà
della battuta di Belle, sorvolando sulla rima. Il male minore
perciò mi è sembrato sostituire la canzoncina
inglese con una comune usata in Italia, ovvero "Stella stellina / La notte si
avvicina..." che sì, perderà la rima
col nome della protagonista, che ho dovuto togliere, ma per lo meno
lascia intatta la rima e la metà della frase di Belle.
L'alternativa che ho contemplato per un po' di
tempo era di propinarvela in inglese, con traduzione allegata sotto, e
ho ancora il dubbio che forse sarebbe stata la soluzione migliore.
Risolvetemi voi il dilemma con consigli, critiche, o rassicurazioni
varie.
Chiudo ringraziando di cuore i sei recensori dell'ultimo
capitolo, che saranno come sempre segnalati all'autrice, e mando un
grazie anche a chi ha messo questa fanfiction tra i preferiti e le
seguite. Con questo capitolo, il rating si alza ad Arancione, a causa
del meritato linguaggio colorito di White
verso Bailey. Inoltre, il
capitolo non è veramente senza titolo, ma c'è una
ragione per cui Bluechan l'ha
chiamato così anche nella versione originale. Ultima cosa:
l'aggiornamento di
martedì prossimo potrebbe,
e dico potrebbe,
essere anticipato o posticipato, causa partenza della
sottoscritta. Bye e buona estate!
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Capitolo 8 *** Felicità estiva ***
8. summertime bliss
Capitolo 8:
Summertime Bliss
- Felicità estiva -
Il sole fiammeggiante
gettava i suoi raggi su me e Komor mentre
passeggiavamo per le vie di Sciroccopoli. Era già estate e
il mio compleanno si stava avvicinando. Oltrepassammo l'infame bar di
quella volta che la cameriera aveva pensato che Komor fosse mio figlio.
Komor guardò con aria feroce l’edificio.
“Non andremo mai
più lì.”
Ridacchiai. Aveva già diciassette anni e ci stava ancora
pensando!
“Amico, hai diciassette anni. E sembri più grande
adesso.” Gli diedi una pacca sulla schiena.
Lui scrollò via la mia mano. “Non me ne frega un
cazzo. Non ci torniamo.”
Sospirai, scrollando le spalle. “Come vuoi tu.”
Continuammo la nostra passeggiata lungo il fiume e ci fermammo al
ponte. Sudore freddo gocciolava dalla mia fronte lungo tutto il corpo
fino alle cosce. Anche con i miei vecchi abiti da viaggio faceva
decisamente caldo. Komor aveva lasciato cadere la giacca leggermente
all'indietro e se l’era allacciata attorno alla
vita.
“Cosa non darei per saltare in quel fiume.” Komor
distese le braccia oltre il parapetto.
Komor non era il tipo da fare una cosa spericolata come quella, ma con
questo caldo non l’avrei biasimato se l’avesse
fatto.
“Ehi, ci prendiamo un gelato?” Suggerì.
“Offro io.”
Mi strinsi nelle spalle. “Perchè no?”
“White, rallenta. Ti verrà la ganglioneuralgia
sfenopalatina se continui così.”
“Cosa diavolo è?” La palla gigante di
gelato che avevo in bocca attutì appena le mie parole.
Lui sospirò. “Cervello ghiacciato.”
Avevo già trangugiato metà del mio gelato alla
vaniglia in meno di dieci secondi. Non doveva rimproverarmi. Stavo
morendo di caldo!
Ingoiai con fatica, forzando il gelato freddo a scendere giù
per la mia gola. “Non mi interessa. Fa caldo qui
fuori!”
Komor scosse la testa e tornò al suo cono al limone.
“Allora come stanno tutti a Soffiolieve? Si tira
avanti?” Domandai, leccando un po’ di gelato sparso
sul mio labbro.
“A parte per il PETA Plasma che ha preso residenza permanente
lì, sì, va tutto bene.”
N mi aveva recentemente detto che il suo lavoro ad Unima era quasi
finito e che presto sarebbe partito per Hoenn. Già
più di sei mesi da quando avevo iniziato a vivere al
castello. Wow. Com’era passato in fretta il tempo in questi
giorni!
In tutto quel tempo, avevo già fatto un sacco di cose: avevo
fatto amicizia con Mildred e Shirley; le avevo finalmente portate a
conoscere i miei tre migliori amici; ingaggiato numerose lotte di
sguardi con Bailey; ero stata sorpresa in posizione imbarazzante
con N dalla stessa recluta diciotto volte. Sì, le avevo
contate; avevo indossato tutti i vestiti che N aveva comprato per me
almeno due volte l'uno; e letto più libri di quanti ne
avessi letti prima dei sedici anni, inclusi quelli che Mamma e
Papà mi leggevano da bambina. Si può fare
veramente tanto quando si è bloccati a vivere in un castello.
Infilando in bocca l’ultimo pezzo di cono, mi appoggiai
all’indietro sulla sedia, ancora sfinita dal caldo. Lanciai
un’occhiata alle persone in strada che erano tutte
più o meno dimentiche del sole abbagliante. Come facevano
queste persone a vivere così?
Mi sollevai di nuovo a sedere, allungandomi verso Komor attraverso il
tavolo. Lui sollevò lo sguardo dalla gassosa che aveva
comprato assieme al gelato. Dopo un altro sorso dalla cannuccia, la
passò a me con consapevolezza. Non appena l’ebbi
tra le mani, aspirai disperatamente parecchi sorsi.
Io e Komor ci conoscevamo da sempre, quindi non era insolito per noi
condividere cose tipo le bibite. Tutti dicevano sempre che non era sano
per le persone bere dallo stesso bicchiere, anche meno dalla stessa
cannuccia; dicevano che ti saresti ammalato se l’avessi
fatto. Ma non avete mai visto me e Komor all’ospedale, giusto?
“Ehi, non berla tutta. L’ho presa per me,
sai.”
Smisi di bere rumorosamente solo per fargli la linguaccia prima di
tornare all’opera.
Lui roteò gli occhi e si alzò dalla sedia.
“Andiamo. Sono stanco di stare seduto.”
“Di già?” Piagnucolai. “Ma
sono cooosì stanca!”
"Disse la ragazza che ha camminato per tutta Unima sui suoi due
piedi.” Mi schernì.
“Sì ma sto invecchiando.” Mi curvai in
avanti e mossi lentamente le braccia come se fossero fragili per
dimostrare la mia tesi.
Ignorandomi, Komor mi prese un polso e mi strattonò
giù dalla sedia.
“Va bene! Va bene! Vengo. Contento adesso?” Mi misi
in piedi, ficcandogli la gassosa tra le mani.
Komor fece un sorrisetto soddisfatto, portandosi la gassosa alle labbra.
“Ehi White! Da quanto non ci vediamo!” Una voce
familiare chiamò da davanti a noi.
Oh! Non riuscivo a credere di essermene dimenticata! Era estate,
dopotutto.
Austin aveva il fiatone quando ci raggiunse. Stava sudando come un
matto; doveva aver corso per un po’.
“Ehi Austin,” salutai.
Austin si passò una mano tra i fradici capelli blu,
prendendo respiri profondi. “Come va, White. E-?”
“Questo è Komor.” Mi voltai verso Komor
che lo stava guardando in modo strano. “Komor, questo
è Austin. E’ un mio buon amico.”
“Piacere…” Non sembrava per niente
felice.
Austin fece un sorriso forzato, ma capii che era leggermente deluso.
“Scusa. Non sapevo che uscissi con qualcuno.”
Riuscii a sentire l’ansito quasi silenzioso di Komor.
Ridendo, scossi la testa. “No, Komor è solo un
amico. E’ come un fratello maggiore per me.”
Komor mi diede una gomitata e fece un sorrisetto. “Vorresti
che ti chiedessi un appuntamento.”
Ringhiando, lo spinsi scherzosamente di lato. “Sì
certo. Comunque, Austin, come va?”
Austin sospirò di sollievo prima di rispondere.
“Ho sentito in giro che eri in città, quindi sono
venuto a cercarti.” Fece una pausa per asciugarsi il sudore
dalla fronte. “Cosa ti porta a Sciroccopoli oggi?”
“Solo uscire un po’ e passare del tempo con questo
‘Quattrocchi’ qui.” Feci un cenno verso
Komor che mi lanciò un’occhiata furiosa.
“Bene, vi dispiace se mi aggrego a voi per un po’?
Mi sto decisamente annoiando.” Si grattò la nuca.
“Certo. Nessun problema. E per te, Komor?”
Komor si sistemò gli occhiali, una cosa che normalmente
faceva quando cercava di sembrare intelligente o era irritato. Ero
più propensa per l’irritato. Non sembrava
minimamente felice per Austin. “Immagino di no.”
Austin sollevò il pollice su.
“D’accordo! Allora dimmi. Come ti vanno le cose
ultimamente? Ti piace ancora la tua piccola Soffiolieve?”
Merda. Avevo dimenticato che Austin non sapeva.
“Oh, non hai saputo?” Cominciò Komor, il
divertimento evidente nella sua voce. “Lei non vive
più a Soffiolieve.”
Austin inclinò la testa da un lato. “No? E allora
dove abiti?”
Suppongo che Komor avesse deciso di essere il mio portavoce per oggi
perché stava rispondendo ad ogni cosa al posto mio. Non che
mi importasse. Non volevo realmente essere io a dirlo, comunque.
“Vive nel castello del Team Plasma dietro la Lega
Pokèmon.” Komor sembrava veramente infastidito.
“Vive lì con il suo fidanzato.”
C’era molta enfasi nella parola
‘fidanzato’. Non sapevo che la cosa infastidisse
Komor così
tanto.
“Ti stai per SPOSARE?”
Austin quasi
gridò, facendomi sussultare e facendo girare le persone
intorno a noi.
“Non hanno un giorno prestabilito, ma sì, si
sposeranno.” Komor trovò improvvisamente
interessanti le sue unghie e prese a raschiarsele.
Austin fece una smorfia, arrestando la sua serie continua di domande.
Potevo vedere con la coda dell'occhio che Komor stava sorridendo
realizzato. Che cosa stava cercando di fare? Perché voleva
ferire i sentimenti di Austin?
"E chi è il tuo lui?" Chiese dopo un po'.
"Il grande Lord N,"
affermò Komor sarcasticamente e senza
mezzi termini.
"N? Quel tipo che fa un sacco di discorsi in TV?" Austin mi
guardò
con curiosità.
"Già. Stesso N." Komor scheggiò un grosso
pezzo della sua già corta unghia del pollice.
"Amico, è fighissimo!" Wow! Questa non me l'aspettavo. E
nemmeno Komor, apparentemente. "E' tipo un re o qualcosa del genere!"
"Principe," corressi, ma era praticamente lo stesso.
Il suo sorriso andava da un orecchio all'altro. E io invece pensavo che
sarebbe stato sconvolto come Martin.
"Yeah! Wow White, hai veramente vinto il jackpot!"
Afferrò l'aria e flettè il braccio come avrebbe
fatto una persona con una slot machine. "Cha-Ching!"
Komor incrociò le braccia, roteando gli occhi.
"Allora come sono andate le cose? Vi siete incontrati e da
lì è scattata la scintilla?"
Arrossii. Non sapeva di tutto l'incidente con il Team Plasma?
Bè, suppongo che se Mamma non sapeva che conoscevo N,
nemmeno Austin.
"Diciamo di sì."
Komor sbuffò. Non potevo biasimarlo. 'Scintilla' non
riusciva certo a spiegare tutte le pazzie che avevo passato con N.
Komor più di tutti avrebbe dovuto saperlo.
"E' fantastico! Devi portarlo qui un giorno! Voglio incontrare un tipo
famoso!"
"Tsk. Più infame che famoso," sentii Komor sussurrare tra
sè.
Gli pestai un piede, facendolo ululare. "Certo Austin. Magari questa
settimana."
Austin sferzò l'aria con il pugno allegramente. "Grande!
Organizzerò un picnic e tutto! Oh, e gli
procurerò qualcosa da autografare..."
Wow, incredibile come N avesse così tanti fan adesso che era
diventato ambasciatore di pace. Si stava decisamente creando un nome,
questo è certo.
"Allora Austin," interruppi il suo piccolo discorso. "Io e Komor
abbiamo già fatto ciò che volevamo a
Sciroccopoli. Hai qualche suggerimento per divertirci?"
Lui si leccò le labbra e si fissò i piedi. "La
ruota panoramica è fuori discussione; due persone per
cabina... La metro non consente le lotte in triplo... Um..."
Austin tornò a guardarci con espressione incerta. "Non so,
che ne dite di un musical? Lo so che sembra da femmine per me e Komor,
ma che ne pensate?"
Komor si strinse nelle spalle. "White? A te la scelta."
"Sì. Andiamo a vederne uno."
"Ragazzi, mi dispiace COSI' tanto per quell'Excadrill. Sembrava super
imbarazzato."
"Già. Quel fiocco arcobaleno era umiliante."
"E credo che abbiano detto che era un maschio."
"Ohi..."
Austin, Komor, ed io uscimmo dall'edificio dei Musical trasportando un
carrello carico di souvenir in larghe buste, rosa e arancioni. Speravo
che a Mildred e Shirley sarebbero piaciuti i due peluche di Emolga e le
magliette del musical che avevo comprato per loro. E magari N non mi
sarebbe saltato addosso per avergli comprato un peluche di Zorua; si
sarebbe probabilmente lamentato che i musical costringevano i
Pokèmon a recitare contro la loro volontà, o
qualcosa di simile. Ma volevo fare qualcosa di carino per lui. Era il
mio fidanzato,
dopo tutto.
"Però mi è piaciuta quella parodia di 'Wicked'.
Quel Gothitelle era perfetto per interpretare Elphaba!"
Komor si ritrasse. "Ma il Bisharp per Fiyero? Non sapevo nemmeno che
Bisharp e Gothitelle fossero compatibili."
Austin sembrava pensarla allo stesso modo di Komor. "Già...
e quel Lilligant che intrerpretava Glinda era una stronza. Mi
è piaciuta di più la parodia di 'Into the Woods'.
Golurk nei panni del gigante era divertente!"
"Glinda dovrebbe
essere una stronza. Io ho preferito la parodia di
'Jekyll & Hyde'." Komor si aggiustò gli occhiali.
"L'idea di un Ditto per interpretare il Dottor Jekyll era geniale. La
sequenza della trasformazione da un uomo normale in un tiranno lascivo,
assetato di sangue mi ha tenuto incollato alla sedia."
"Ma quel povero Leavanny! Perchè Lucy doveva- Oh dolce
Zekrom! E' già ora?" Mi irrigidii nell'istante in cui vidi
l'ora: 6:32. "Sarei dovuta tornare al castello mezz'ora fa! Devo
correre!"
Ebbi a malapena il tempo di salutare prima di correre verso un luogo
appartato per mandar fuori Reshiram.
Ero DECISAMENTE morta.
Sgattaiolai attraverso i corridoi, provando a passare inosservata
davanti alle tante reclute di guardia. Magari N non sapeva
che ero in ritardo.
Quando raggiunsi la porta della nostra camera, udii una conversazione
in corso. Attenta a non fare rumore, premetti lentamente un orecchio
contro la porta.
"Oh sì, Lord N! Lo so
che la sta tradendo! L'ho vista con
due ragazzi a Sciroccopoli!"
LA STRONZA MI STAVA PEDINANDO? Ma quale diavolo era il suo problema!
Senza nemmeno bussare, spalancai la doppia porta, rivelando Bailey
aggrappata ai vestiti da lavoro di N. Lo lasciò andare per
indicarmi con fare accusatorio.
"Vede? E' in ritardo, per giunta! Come se lo spiega?"
"Sono abbastanza sicura che lo stalking sia illegale." Le rivolsi lo
sguardo più cattivo che riuscii a evocare.
Lei ritorse con uno di quei suoi sguardi. "Bè non
è colpa MIA se ho deciso di andare a Sciroccopoli nel mio
tempo libero. Tu e i tuoi stupidi toy boy siete così
rumorosi!"
Il sangue mi stava ribollendo ed ero sul punto di strangolare questa
puttana con i suoi intestini. Poteva insultarmi quanto voleva, ma
quando si trattava dei miei amici, quella stronza aveva proprio passato
il limite! L'avrei davvero voluto fare, ma N si mise tra
noi.
"Silenzio, tutte e due." N si voltò verso di me serio in
viso. "Allora White, cos'è successo?"
"Ero in giro con Komor e ho incontrato uno dei miei amici di
Sciroccopoli. Abbiamo semplicemente trascorso la giornata insieme."
Bailey sbuffò e sussurrò, "Una cosa a tre."
Mi avventai quasi su di lei in collera, ma N mi trattenne ancora una
volta. Alzai lo sguardo su N, implorante. Lui scosse la testa e mi
accarezzò i capelli all'indietro. Adesso era il turno di
Bailey di essere furiosa. N si chinò, sfiorandomi la guancia
come in passato, eccetto che questa volta fu meno impacciato. Forse N
pensava davvero che questo fosse un bacio.
"Va tutto bene. Ne abbiamo già discusso prima."
Bailey sbuffò e avanzò impettita verso la porta.
"Me ne sto andando, mio carissimo
Lord N."
Quando N non replicò, lei sbuffò e se ne
andò. Così impara.
La guancia di N bruciava contro la mia, molto più di quanto
mi aspettassi.
"White..."
Tentando di impedire che un altro imbarazzante momento accadesse di
nuovo fra noi, tirai fuori dalla busta il peluche di Zorua e lo
premetti contro di lui. Lo guardò leggermente incuriosito e
io sorrisi timidamente.
"Ti ho portato un peluche dal musical."
Note della traduttrice
(translator's notes): il tanto sospirato [?]
ottavo capitolo è qui. Chiedo scusa per aver saltato
l'aggiornamento di martedì scorso, ma, come ho detto, ero
fuori
città per l'ultima dose di vacanze estive. In
realtà il
mio progetto era di aggiornare nel week end e pubblicare oggi il nono,
ma già che martedì era vicino ho preferito
attendere per
riprendere il normale calendario degli aggiornamenti. Non vogliatemene,
eh. Detto questo, passiamo all'odierna carrellata di note:
- «Lui
sospirò. “Cervello
ghiacciato.”» ( «He sighed. "Brain
freeze."»). La
ganglioneuralgia sfenopalatina (in inglese 'sphenopalatine
ganglioneuralgia') è quella sensazione di mal di testa
provocata
dal mangiare o bere qualcosa di molto freddo, ed è
più
comunemente chiamata 'emicrania da gelato'. Qui
per ulteriori
informazioni. Avrei voluto tradurla così ma, dato che tra i
nomi
di questa patologia figurava anche quello di 'cervello ghiacciato', che
praticamente ricalcava il suo omonimo inglese, ho lasciato stare.
- «“A
parte per il PETA
Plasma che ha preso
residenza permanente
lì, sì, va tutto bene.”»
( «"Aside from
PETA Plasma taking up permanent residency
there, yeah,
it's been good."»)
Rimando al
capitolo
4 o a Wikipedia
per la definizione di PETA.
- «Com’era
passato in
fretta il tempo in questi
giorni!»
( «Where did
time go these days?») Questa l'ho dovuta
rimaneggiare, trattandosi di un
modo di dire
inglese che corrisponde più o meno al nostro
"com'è volato il tempo!"
- Ricordo che Austin è uno dei ragazzi che nel videogioco
accompagnano il giocatore sulla ruota panoramica dopo l'evento con N,
ed in italiano si chiama Rodolfo (adesso capite perchè ho
preferito mantenere i nomi inglesi? xD); un po' come il Martin
(Valentino) di un paio di capitoli fa. Austin è presente
solo in estate, così come Martin loera solo in inverno.
- Essere fidanzati, in certi Paesi tra cui appunto anche l'America e la
Gran Bretagna, significa essere prossimi al matrimonio. Una coppia,
tradizionalmente, è fidanzata quando l'uomo ha
già fatto la proposta alla donna con anello e tutto, mentre
le relazioni tra ragazzi si definiscono semplicemente con frasi del
tipo 'get together' o 'be his/her girl/boyfriend'. Nel caso di N per
ora la proposta è rimasta informale, ma lui insiste nel
considerare White la sua 'fiancee'. La parola 'fidanzato' ha quindi
un'accezione diversa da quella che le diamo noi in italiano, e in
effetti l'espressione 'to be engaged' dovrebbe rendersi con 'essere
promessi'. Ma essendo a mio parere una forma un po' fuori uso ho
preferito usare il più comune 'fidanzati', tenendo conto
però del significato inglese della situazione. Ecco
perchè, quando Komor afferma che White è
fidanzata, Austin capisce che è in pricinto di
sposarsi in un futuro prossimo.
- "Cha-Ching!" è un'espressione onomatopeica che
riproduce il suono delle monete quando cadono giù da una
slot machine. E' di uso comune nel linguaggio colloquiale americano ed
è praticamente intraducibile, ma penso che comunque
si capisca che è riferita alla precedente frase di Austin
sulla vittoria al jackpot. Credo che tutti sappiate cos'è un
jackpot, o perlomeno, per chi ha giocato alle vecchie versioni di
Pokèmon Oro/Argento o Pokèmon
Zaffiro/Rubino/Smeraldo, che è un premio speciale correlato
al casinò e alle slot machines (vedi Fiordoropoli,
Azzurropoli o Ciclamipoli).
- «"[...]
Voglio incontrare un tipo
famoso!" / "Tsk. Più infame che famoso," sentii Komor
sussurrare tra
sè.» ( «"[...] I wanna meet a
famous guy!" / "Tch. More like infamous," I heard Cheren whisper to
himself.») Leggendo l'originale si capisce
meglio la battuta di Komor, così come il gioco di parole
famous-infamous, di cui ho scelto i significati letterali.
- 'Wicked', 'Into the Woods' e 'Jekyll & Hyde' sono tutti e tre
musical famosi. 'Wicked' è tratto dall'omonimo libro
(conosciuto in Italia col titolo 'Strega: Cronache dal Regno di Oz in
rivolta'), una sorta di prequel agli eventi narrati ne 'Il meraviglioso
Mago di Oz' di Lyman Frank Baum. Il musical è
attualmente disponibile solo in inglese, ma ne consiglio comunque la
visione perchè a mio parere è stupendo. Elphaba,
Fiyero e Glinda sono alcuni personaggi dell'opera. Qui
per ulteriori
informazioni.
'Into the Woods' è un musical basato sul libro 'Il mondo
incantato' di Bruno Bettelheim, ed è esso stesso una sorta
di parodia delle più famose fiabe classiche. Non vi so dire
di più, ma altre informazioni potete trovarle qui.
'Jekyll & Hyde', penso sia superfluo dirlo, è il
musical tratto dall'opera "Lo strano caso del dottor Jekyll e del
signor Hyde", di Robert Louis Stevenson. Qui
per altre informazioni,
anche se credo che più o meno tutti conoscano a grandi linee
la storia del dottore dalla doppia personalità che si
trasforma in Hyde, l'alter ego malvagio.
Il tutto sfrutta la possibilità, nel videogioco, di far
recitare i Pokèmon al Teatro Musical di Sciroccopoli
- «"Ma il
Bisharp per Fiyero? Non
sapevo nemmeno che
Bisharp e Gothitelle fossero compatibili."» ( «"But the Bisharp as
Fiyero? I didn't even know Bisharp and
Gothitelle
were compatible."») La frase di
Komor si
riferisce al fatto che nel libro e nel musical di Wicked Elphaba e
Fiyero sono innamorati, ma evidentemente i Pokèmon che li
interpretano, Gothitelle e Bisharp, non sono compatibili tra loro per
la produzione di Uova nei videogiochi. Per la storia dei gruppi uovo vi
rimando a Pokèmon
Central Wiki.
- «"Tu e i
tuoi stupidi toy boy siete così
rumorosi!"» ( «"You
and your silly boy toys are so loud!"»). I toy
boy letteralmente sono i 'ragazzi giocattolo', ovvero uomini che stanno
assieme a donne più grandi di loro. Siccome il termine
è usato spesso anche nel gossip italiano l'ho lasciato
invariato.
Anche per oggi il papiro è finito, ma sono disponibile per
qualsiasi chiarimento. Ringrazio come sempre chi recensisce, e lo
stesso fa BluechanXD. A martedì prossimo.
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Capitolo 9 *** Il dono della conoscenza ***
Capitolo 9: The Gift
of Knowledge
- Il dono della conoscenza
-
Fissavo con
stupore l'imponente fontana che le reclute stavano
posizionando al centro della sala da ballo.
"Un
po' più a sinistra! No così è
troppo lontana!"
Un
altro gruppo di reclute stava appendendo al soffitto dei cesti
intrecciati a mano che contenevano mazzi di fiori rosati le cui foglie
scendevano lungo i lati come delle cascate.
Altre
reclute stavano sistemando dei tavoli apparecchiati lungo la
stanza. Astratte statuette di vetro erano collocate al centro di
ognuno, per trattenere la tovaglia.
I
preparativi non erano neanche lontanamente vicini alla fine, ma il
tutto stava già assumendo una splendida forma.
"Ti
piace, mia adorata?" N arrivò dietro di me e fece
scivolare le braccia attorno alla mia vita. Era un qualcosa a cui mi
ero abituata nei mesi, così fui in grado di reprimere il
rossore.
"Mi
piace, ma il mio compleanno è tra una settimana.
Perché stai facendo decorare adesso?" Mi rilassai nel suo
abbraccio.
N
strofinò il naso tra i miei capelli. "Ho organizzato un
sacco di cose per il tuo compleanno. Dobbiamo iniziare a lavorare il
prima possibile. Sto pianificando tutto da circa due mesi."
Wow,
certo che N stava prendendo il mio compleanno seriamente. Non
aveva badato a spese per tutte le decorazioni. Tutta questa roba doveva
essergli costata una fortuna!
"Davvero
non dovevi, N. Mi stai viziando," ridacchiai quando il suo
respiro mi solleticò la testa.
"Ma
è il tuo compleanno. Voglio che ti senta speciale. Tu
sei davvero importante per me." Mi strinse più forte.
Il suo
tocco non mi faceva arrossire più di tanto, ma le sue
parole di certo sì. Credo che nemmeno sentire cose come
quelle dette da N per anni avrebbe cessato di farmi sentire in
imbarazzo. Il mio rossore aumentò quando le reclute
interruppero ciò che stavano facendo e presero a fissarci.
Caro Reshiram, questo era molto peggio del PDA.
N
sembrò ignorarli dal momento che essi non lo frenarono dal
dire entusiasticamente, "E ti sentirai molto più speciale il
giorno del nostro matrimonio! Ho già pianificato anche
quello."
Quasi
svenni davanti a tutto il Team Plasma e N dovette afferrarmi
prima che cadessi a terra.
"Oh
White, mia adorata! Stai bene?" Gridò preoccupato mentre
le guardie trasalivano. "Perché non avevo finito di
raccontarti di come sto ristrutturando la mia vecchia stanza dei giochi
per il nostro primo figlio."
E fu
lì che svenni veramente.
Sbadigliando,
mi svegliai cullata tra le braccia di N sul nostro letto.
"Mia
adorata, ti sei svegliata! Ero così preoccupato. Sei
svenuta proprio nel bel mezzo della sala da ballo." N mi
avvicinò di più al suo petto.
Chiusi
gli occhi e chinai la testa all'indietro. "Non farlo
più, per favore."
"Fare
cosa?" Chiese con la sua voce infantile.
"Dire
cose come quelle davanti a tutti." Mi sforzai di tirarmi su in
posizione seduta.
"Come
cosa?"
Sospirai.
"Riguardo il nostro matrimonio e... l'avere figli."
Quando
aprii gli occhi, l'espressione di N era triste. "Non vuoi
sposarmi o avere dei bambini?"
Mi si
spezzò il cuore in due al sentire il suo tono
malinconico.
"Certo
che sì!" sbottai, ma mi coprii la bocca, desiderando
di non averlo detto. "E' solo che... è piuttosto strano
parlarne adesso. Sono troppo giovane per sposarmi."
N
sembrò pensieroso, portandosi un dito alle labbra. Si
mordicchiò l'unghia, rimanendo in silenzio per un momento,
assorto.
"Ti
piacciono i bambini, White?" Chiese dopo un po'.
Se N
fosse stato una qualsiasi altra persona, avrei capito dove stava
andando a parare. Ma non si sa mani.
"Sì,
mi piacciono i bambini. Perchè?" Chiesi
cautamente.
N
sospirò di sollievo. "Menomale. Anche a me piacciono i
bambini. Ne vedevo tantissimi correre nel parco ad Austropoli. Si
rincorrevano l'un l'altro in quel gioco che loro chiamano 'peste'. Mi
incuriosiva quanta energia avevano quei bambini. Le loro facce erano
sempre piene di felicità e qualche volta desideravo poter
giocare anch’io con loro."
Fece
una pausa per sorridere, come se stesse ricordando quei momenti.
"Mi sedevo sempre nel parco e li osservavo. E qualche volta, pensavo
anche a te."
Mi
ritrassi. Stava pensando ad avere bambini con me prima che
diventassi la sua principessa? Raccapricciante...
"La
loro vivacità mi ricordava te. Le loro anime erano
così rigeneranti, proprio come la tua."
Ma N
non sapeva niente di più. Non credo nemmeno che Ghecis
gli abbia mai fatto 'il discorso’. A Ghecis non importava
affatto di N. Tutto ciò che voleva era uno strumento per i
suoi piani malvagi per dominare il mondo. Perché mai avrebbe
voluto informare in alcun modo N sul sesso?
"White.
Voglio sapere. Vuoi un maschio o-"
Gli
piazzai una mano sulla bocca prima che potesse continuare. "Ti
prego non dirlo! Non sono pronta per quello!"
N mi
afferrò il polso e lo tirò via dalla sua
bocca. "Okay. Possiamo aspettare a parlarne dopo. A proposito, non stai
male, vero? Sono ancora curioso di sapere perché sei svenuta
prima."
Nella
mia mente, stavo sbattendo la testa contro la colonna del letto.
Non aveva ancora capito, vero?
"Sto
bene. Cambiamo proprio argomento. Allora, ti piace il peluche di
Zorua che ti ho comprato?"
N si
illuminò. "Certo che si, dolcezza. Ci sto lasciando
giocare il mio amico Zoroark proprio adesso. Sembrava molto divertito
dal suo nuovo amico."
Ridacchiai.
N e i suoi Pokèmon erano così
ridicoli certe volte. Mai avrei pensato che un Pokèmon
potente come Zoroark, colui che aveva sconfitto Serperior, avrebbe
trovato divertente una semplice bambola.
"Haha.
Almeno qualcuno si sta divertendo con quello." Scesi dal suo
grembo e mi sedetti davanti a lui. "Allora raccontami un po' della
festa."
"Bè
stiamo aggiungendo una tua scultura di ghiaccio in cima
alla fontana." Diamine, come se non avessero già fatto
abbastanza. “E ci saranno alcuni dei nostri migliori artisti
per dipingere tuoi ritratti da mettere all’entrata della sala
da ballo. I nostri fornai ti prepareranno una torta di diciassette
strati dal momento che compi diciassette anni.”
Mi
afferrai i fianchi ridendo. “N, stai facendo troppo per
me! E’ solo un compleanno.”
“Oh,
non è nulla.” N agitò la
mano. “Mio padre organizzava sempre grandi feste per ogni
occasione, sia che fosse il suo compleanno, il mio, o un giorno
festivo.”
E
pensare che a Ghecis era
importato davvero di lui ad un certo punto
della sua vita. Aveva probabilmente dimenticato cosa volesse dire
‘amare’ anni prima.
“Personalmente,
penso che questa sarà la nostra
festa migliore finora!”
Io
sorrisi, ma il sorriso divenne presto un ghigno. “Dunque~
Riceverò dei regali?”
“Ma
certo che si. Tanti, tanti reali da ognuna delle nostre
reclute. Tutti i membri devono farti un regalo,”
affermò N orgogliosamente.
C’erano
tipo… centinaia
di membri nel Team Plasma.
Il che vuol dire… centinaia
di regali! Oh Zekrom.
Ugh.
Ma anche quella stupida stronza me ne avrebbe fatto uno.
Probabilmente mi avrebbe dato un Purrloin con la rabbia o qualcosa di
simile.
“E
io ti farò una sorpresa veramente
speciale!” Sembrava che N riuscisse a stento a contenere il
suo entusiasmo. “Ma ancora non posso dirti
cos’è.”
Mi
sembra giusto. E’ una sorpresa.
La
doppia porta si aprì.
“Oh,
signorina White!”
Mildred
e Shirley fecero irruzione, i visi pallidi dal terrore.
“Sta bene? Abbiamo sentito che è collassata nella
sala da ballo!”
N
sorrise cordialmente. “Non è niente di cui vi
dobbiate preoccupare, signore. La mia adorata sta bene. E’
solo esausta.”
Loro
sospirarono di sollievo. “Per fortuna. Eravamo molto
preoccupate.”
“Informerò
il resto del Team Plasma.”
Shirley girò sui tacchi solo per trovarsi di fronte Bailey.
“Ho
sentito che la ragazzina è svenuta.”
Incrociò le braccia, indispettita.
“La
signorina White,”
corresse Shirley,
“si sente molto meglio. Adesso se volete scusarmi.”
Mildred
fece un passo verso di me come una madre protettiva quando
Bailey ci raggiunse.
Quella
si morse il labbro, fingendo innocenza. “Oh, ma Lord
N. Non si è fatto male, vero? Ho sentito che è
caduta sopra di lei. Scommetto che l’ha schiacciata con il
suo peso.”
Se N
non fosse stato nella stanza, avrei tirato un pugno a quella
piccola puttana.
N
scosse la testa. “No, a dire il vero White è
molto leggera. L’ho trasportata qui molto
facilmente.”
Sbuffai
mentalmente davanti al viso arrossato di Bailey. Ragazzi, era
incazzata. Così impari a prendere in giro i miei amici e il
mio peso, stronza dal culo grasso.
“Lord
N, non capisco cosa ci veda in questa ragazza. Voglio
dire è una troia assurda.”
Mildred
trattenne il fiato insieme a me. NON aveva appena detto una
cosa del genere davanti ad N. Lui si girò verso di me, la
confusione che adornava il suo viso innocente. “Mia adorata,
cos’è una troia?”
“Non
lo sa?” Bailey era genuinamente shockata. Non
era a conoscenza dell’infanzia di N?
N
scosse di nuovo la testa. “No, mi piacerebbe
saperlo.”
Io gli
coprii la bocca. “No, non occorre che tu lo sappia, N.
Non è una parola molto carina.”
“Non
lo è?” Le sue parole suonarono
ovattate.
“No,
N. E’ una parola davvero cattiva.”
N
lanciò a Bailey uno sguardo ferito.
“Perché dovresti chiamare White con una parola
cattiva, Bailey?”
Bailey
era enormemente mortificata. “C-che cosa avete tutti
quanti?”
“Non
lo sai, Bailey?” Scattai. “Ti ha mai
detto nessuno che cosa N ha dovuto passare da bambino?”
La sua
testa si piegò lievemente da una parte
all’altra. “Non voglio saperlo.”
Senza
preavviso, Bailey corse fuori dalla porta. Wow, credo di aver
esagerato. Ma se lo merita. Voglio dire, credeva davvero che N fosse il
classico tipo figo? Sì lei era nuova e tutto, ma davvero non
era a conoscenza della storia del Team Plasma?
Incerta
su cos’altro fare, Mildred andò verso la
porta. “Andrò ad aiutare Shirley.”
Le
porte si chiusero e noi fummo di nuovo soli. Sospirando, lasciai
cadere la mano dalla bocca di N.
“Non
sapevo che Bailey ti avrebbe detto una cosa cattiva come
quella.” N strinse forte i pugni. “Mi dispiace che
abbia ferito i tuoi sentimenti.”
Posai
la mia mano sopra uno dei suoi pugni chiusi. “No, non
ha ferito i miei sentimenti. Ma sono felice che tu ti
preoccupi.”
Non so
che cosa mi sia preso, ma mi avvicinai ad N e gli posai un
veloce bacio sulla guancia. Quando realizzai ciò che avevo
fatto, le mie guance bruciavano di più di quando mi ero
scottata il dito sul fornello mentre aiutavo mamma a cucinare la cena.
N si
toccò la guancia cautamente, gli occhi spalancati e il
rossore che si stava diffondendo sul suo viso.
“E’
così che gli umani dimostrano
affetto?”
Timidamente,
io annuii. “Mhm.”
N
rimase così per un momento, sbattendo rapidamente le
palpebre. Si leccò le labbra, sembrando molto insicuro. Dopo
un po’, si sporse cautamente verso di me, inclinando molto
lievemente la testa. Le sue labbra entrarono in contatto con la mia
guancia, causandone l’aumento di temperatura.
Si
allontanò. “E’ questo quello che voi
chiamate un ‘bacio’?”
“Sì.”
La
porta scricchiolò e si chiuse. Qualcuno ci aveva
osservati?
Note della traduttrice
(translator's notes): ragazzi, anche stavolta
sono in ritardo, e purtroppo non è stata una fase in cui ero
particolarmente pigra. Ho iniziato l'università, per cui
adesso gli aggiornamenti non avranno più una cadenza
regolare, o un calendario preciso, ma saranno piuttosto a random, anche
per me, dal momento che nemmeno io so quanto e quando avrò
il tempo di mettermi a tradurre. Non conto comunque di lasciare
incompleto questo progetto, assolutamente; prima di tutto
perchè penso sia una storia che merita, e secondariamente
perchè sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti vostri
e di BluechanXD. Non scriverò più nulla sulla mia
pagina autore, ma per qualsiasi comunicazione scriverò in
fondo alle mie note nell'ultimo capitolo pubblicato, sotto la dicitura
'EDIT'.
Detto
questo, un paio di chiarimenti:
- «Caro Reshiram, questo
era molto peggio del PDA.»
(«Dear
Reshiram, this was far worse than PDA.»):
PDA, abbreviazione per 'Public Displays of Affection', o 'Pubbliche
Dimostrazioni d'Affetto'. Nel linguaggio colloquiale si indicano
così le effusioni 'spinte' in luoghi pubblici, e la frase di
White è quindi ironica.
- «"Si
rincorrevano l'un l'altro in quel gioco che loro chiamano
'peste'"» («They
would chase each other in this
game they called 'tag'.»): io personalmente
conoscevo il
gioco 'peste' con la variante del nome 'muffa', mentre in inglese lo
chiamano 'tag'. Ho lasciato comunque il nome che gli dava il sito
ufficiale inglese. Consiste in breve nel rincorrersi toccandosi a
vicenda in modo da 'attaccare' la peste/muffa alla persona toccata,
alla quale spetterà quindi il compito di rincorrere gli
altri per toccarli e liberarsi dalla 'malattia'. 'Tag' in inglese
significa 'contrassegnare'.
Vi
lascio con un indovinello che anche BluechanXD aveva proposto ai
suoi lettori: nel capitolo 8 (Felicità Estiva), è
successo qualcosa che sembra insignificante, ma che più
avanti si rivelerà significativo ai fini della storia. Si
tratta di un'azione che alcuni (un qualsiasi numero di persone)
personaggi hanno fatto. Chi erano le persone e qual era l'azione?
Indizio:
il significato di quell'azione mostra una relazione crescente
con un significato più profondo.
Potete
indovinare solo UNA VOLTA.
[ In
realtà il gioco di BluechanXD era più
complesso, ma lei ha un sacco di lettori e recensioni, quindi ora come
ora qua non è fattibile. ]
Buona
caccia! xD
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Capitolo 10 *** Ballando per le stelle ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo originale:
qui
Capitolo 10:
Dancing for the Stars
- Ballando per le stelle
-
"Ehi White! Non ti ho
più visto in giro in questo periodo
dell'anno!"
Vagai con lo sguardo dalla mia posizione vicino alla Metropolitana per
vedere Dirk che si grattava dietro la nuca.
"Beh per forza! Ti ho visto soltanto in primavera." Il sole
spuntò da dietro una nuvola, perciò mi avvicinai
all'entrata.
"Sì, ma sono qui per un motivo. Mi sto esercitando nel ballo
per il Summerfest di Sciroccopoli. Si tiene solo per un giorno, quindi
devo essere preparato. Il ballo è la mia vita, lo sai."
"Quand'è?" Gettai uno sguardo all'entrata per vedere se
qualcuno stava uscendo. Ancora nessuno.
"Questo venerdì. Puoi venire?" Chiese lui speranzoso. Temo
che avrei dovuto declinare.
"Vorrei davvero poterci venire, ma il mio compleanno è quel
giorno e..." Dovevo dirgli di N? Immagino di non aver altra scelta.
Avrebbe continuato a fare domande se non gliel'avessi detto. "...e il
mio... ragazzo
mi sta organizzando una grande festa."
Okay, magari N non era proprio il mio ragazzo, ma fidanzato suonava
fuori luogo.
"Ragazzo? Credevo che le cose fossero già ufficiali con N."
Black entrò nel mio campo visivo quando scese la piccola
scalinata. Tu sì che rendi le cose più facili,
Black.
"White, chi è il tuo amico?" Black mi si accostò,
abbassandosi il cappello per ripararsi dal sole.
"Come va fratello. Mi chiamo Dirk."
"Io sono Black. Piacere di conoscerti."
Si sfiorarono i pugni come se si conoscessero da anni.
"Allora Black, amico. Cos'è che stavi dicendo a White? Hai
detto che si sta già per sposare?" Dirk fece una smorfia.
Era come Martin e Austin, anche lui?
"Già. Con una celebrità, tra l'altro." Black fece
un largo sorriso. Potevo quasi vedere il simbolo dei poke yen
nei suoi occhi. "E senti questa, Dirk. Lui era completamente cotto
di
lei prima ancora che a lei piacesse!"
Gli diedi una violenta gomitata nello stomaco. "Zitto!"
Black indietreggiò ma scoppiò a ridere. La
smorfia di Dirk crebbe.
"Chi è? E' in TV?" Dirk attorcigliò uno dei suoi
dread attorno al dito.
Mi morsi un labbro in imbarazzo. "Sì. Si chiama N."
Mi fissò mentre Black continuava a ridere. "Intendi quel
principe sorella? Lo fanno vedere sempre al telegiornale. Quel tipo
è veramente figo."
Dirk era tra due fuochi. Se anche lui era esattamente come Austin o
Martin, come scommetto fosse, aveva una gigantesca cotta per
me ma era comunque un fan del ragazzo che stavo per sposare.
"Ha detto che sarebbe partito presto per Hoenn. Ti sposi prima?"
"No. Non ha detto quando sarà. Credo che voglia sposarsi
subito dopo che rientra da Hoenn."
Lui incrociò le braccia e si piegò all'indietro,
sorridendo. "Ehi, hai detto che farai una festa di compleanno, giusto?
Ti servono dei ballerini professionisti per l'intrattenimento?"
Feci un mezzo sorriso. "Magari, ma N vuole che siano presenti solo i
membri del Team Plasma. Proverò a supplicarlo per
lasciarvi
venire al matrimonio. Sono sicura che dirà di sì."
"Accidenti, dovrebbe proprio. Dirk battè un colpo secco con
i talloni. "Se quello che ha detto Black Meister è vero, lui
farebbe qualsiasi cosa per te. Nessun uomo sano di mente rifiuterebbe
qualcosa alla ragazza che ama."
"Sento i Volcarona nello
stomaco."
N mi amava davvero? Tuttavia, lui era troppo bambino per innamorarsi di
qualcuno.
"Scusate se interrompo la vostra piacevole piccola discussione sulla
vita amorosa", si intromise Black, asciugandosi una lacrima rimasta
dalla sua risata, "ma ho una cosa da dirti, White. Due cose in
realtà."
"Sì, Black. Di che si tratta?"
"La prima ti lascerà a bocca aperta! Indovina? Ho battuto
Andy appena prima che tu arrivassi qui!" Black sollevò il
cappello in segno di vittoria.
"Wow, Black! E' fantastico!" Lo abbracciai. "E non potevi dirmelo prima
di decidere di parlare di N?"
Black ridacchiò. "Nah. E' stato molto divertente vedere la
tua faccia in quel modo! Eri super
rossa!"
Gli diedi di nuovo una gomitata nello stomaco, mozzandogli il respiro.
"Piantala!"
Lui tossì per un momento ma presto riguadagnò
compostezza. "Haha! Già, dunque ho battuto Andy. Ho
guadagnato dieci Punti Lotta. Adesso ne ho cinquantaquattro e sto
ancora risparmiando. Li ho usati soltanto per piccole cose come
Carburanti e Ferro. Però potrei comprare una Caramella
Rara..."
"Hai intenzione di sfidare Torn adesso?" Domandai.
Black annuì con un sogghigno. "Proprio così! E
poi tornerò per la rivincita."
Dirk gli diede una pacca sulla schiena. "Amico, sei un grande! E' una
cosa fantastica!"
"E la seconda cosa?"
Black si appoggiò alla metropolitana, intrecciando le mani
dietro la testa. "Non hai parlato con Belle ultimamente, vero?"
Dirk mi diede di gomito e sussurrò, "Belle?"
"Una nostra amica," gli sussurrai di rimando prima di riportare la mia
attenzione di nuovo su Black. "No. Perchè?"
Lui si sfregò sotto il naso, facendo un largo sorriso.
"Stiamo uscendo insieme adesso!"
Il silenzio durò solo per un secondo prima che io
cominciassi a ridacchiare. "Mi stavo giusto chiedendo quando sarebbe
successo."
Black sembrava genuinamente confuso. "Davvero? Stiamo bene io e lei
insieme?"
Gli posai una mano sulla spalla. "Black, tesoro, ti ha mai detto
nessuno quanto sei ottuso?"
Lui sbuffò. "No, ma ho sentito dire da tutti quanto lo sei
tu."
"Che?"
Black scosse la testa. "Niente. Niente. Allora cosa stavi dicendo?"
Lo colpii dritto al petto. "Senti, io non sono ottusa. Almeno non
quanto te o Belle, perché ha una cotta per te da
sempre."
Lui si portò una mano alle labbra. "Davvero? E tu come lo
sai?"
Io lo guardai a bocca aperta. Ma quanto era stupido? "Seriamente,
Black? Io e lei siamo migliori amiche. Mi racconta tutto. Tu non hai
idea di quante volte ti abbia adulato all'Interpokè."
"Ti dice tutto, eh? Lo pensi davvero?" Sembrava che sapesse qualcosa.
"'kay Black, che cosa c'è? Sputa il rospo. Lo so che mi stai
nascondendo qualcosa."
Belle mi dice tutto. Non è così?
Lui scosse la testa. "No. Non te lo dico. A proposito, adesso che io e
Belle stiamo insieme come te ed N, Komor è l'unico single."
Io sbuffai. "Non spostare l'argomento su di me!"
Lui si strinse nelle spalle. "Chi ha detto che lo stavo facendo?"
Uh?
"Amico, cosa diavolo sta succedendo? Mi stai confondendo."
Che cosa non mi aveva detto Belle che aveva a che fare con il fatto che
Komor era l'unico single nel nostro gruppo?
"Quello che sto dicendo è-"
RING! RING!
Black sollevò il suo Interpokè. "Aspetta
però. Mi stanno chiamando."
Diede un colpetto al suo Interpokè poi rispose. "Ehi, come
va Komor? Stavo giusto parlando di te a... uh? ...sì?...
stai scherzando... sì, con White... vuoi fare una chiamata a
tre? ...nah... okay... okay, okay, accidenti. Non c'è
bisogno di fare così... certo... sì, okay ciao."
Riattaccò e si voltò verso di me. "Komor dice di
aver visto un leggendario nella Via Vittoria! Non è
fantastico?"
"Quale?"
Black si grattò la nuca. "Non l'ha detto. Ma è
giusto così, però, no?"
C'era una vecchia leggenda a Soffiolieve. Si diceva che se una persona
avesse visto un leggendario, sarebbe stata fortunata per quell'anno. Ma
se ne avesse detto a qualcuno il nome, avrebbe avuto sfortuna... o
qualcosa del genere. Non riuscivo a ricordare se era proprio il nome o
soltanto il raccontarlo a qualcuno. E credo che dicesse qualcosa come
che se si desiderava una cosa, come un oggetto o qualsiasi cosa, non si
poteva guardarlo per ventiquattro ore dopo aver visto il leggedario.
Sì, non saprei. Anche se era molto strano per Komor non
avercelo detto. Lui non era decisamente un tipo da leggende. Ma se era
la fortuna ciò che voleva, allora era meglio non chiedergli
nulla a riguardo.
"Beh Black? Hai intenzione di finire ciò che stavi dicendo?"
Incrociai le braccia con impazienza.
"Già, riguardo a quello..."
RING! RING!
Un'altra
chiamata? Qualcuno proprio non voleva che scoprissi
ciò che Black stava per dirmi.
"Ehi Belle!"
Sospirai, voltandomi verso Dirk. "Già, non me lo
dirà mai, vero?"
Lui rise. "Immagino di no."
"Ehi Dirk? Dimmi, di che cosa parla N al telegiornale?" N non mi aveva
mai realmente parlato dei suoi nuovi programmi. Infatti, non mi aveva
chiesto nemmeno una volta di guardarlo in TV. A proposito di questo,
noi non avevamo
nemmeno una TV.
"Parla di cose come trattare i nostri Pokèmon nel modo
giusto e non liberarli." Si interruppe un momento per riflettere.
Poi qualcosa sembrò scattare in lui. Schioccò le
dita. "Adesso che l'hai detto, credo che ti abbia menzionato."
N aveva parlato di me al notiziario?
"Già. Posso quasi giurare che fossi tu. Gli avevano chiesto
qual era la sua ispirazione e lui ha detto 'la ragazza che ho
incontrato durante il mio viaggio'. Ha detto anche che si sarebbero
sposati. Ha detto che lei era l'unica che lo capiva."
N pensava questo di me? Credo di aver imparato come capire il suo modo
di pensare.. Sapevo cose che lui non conosceva e avevo imparato ad
accettarlo. Immagino che fosse per questo che Bailey era
così confusa da noi. Forse aveva già chiesto a
qualcuno di lui...
"Ehi White. Devo scappare. Belle mi vuole a Soffiolieve
immediatamente!" Chiamò Black, togliendo una
Pokèball dalla cintura.
Gli feci un sorrisetto. "Cerca di non divertirti troppo nella sua
stanza."
Il rossore gli salì alle guance. "Andiamo! Lo sai che non
siamo così! Diamine, White, smettila di pensare sempre a
cose sporche."
"Wow, per una volta non sei ottuso. Mi aspettavo quasi che dicessi
qualcosa tipo 'Certo che
no. Lo sai che lei ha solo giochi da femmine
nella Wii!'"
Black roteò gli occhi. "Tsk. Sì, come vuoi. Ci
vediamo. Ci becchiamo un'altra volta, anche con te, Dirk."
Dirk sollevò la mano in un gesto di pace. "Stesso per me,
fratello."
Braviary fu spedito fuori dalla Pokèball e Black gli
salì sopra. "Torniamo a Soffiolieve, War!"
Se ne andarono in un lampo.
Dirk si asciugò la fronte. "Beh, ci vediamo, White. Devo
andare ad allenarmi. Il torneo di danza del Summerfest di Sciroccopoli
è basato sui voti, quindi dovrò esibirmi al
meglio."
Sui voti? Ecco!
"Aspetta un attimo! Hai detto voti, giusto? Risolverò il
problema dal momento che non posso andarci. Seguimi."
I denti di Dirk stavano battendo sonoramente. "P-perchè
siamo i-in una te-n-n-uta così grande?"
Io sorrisi, suonando il campanello. "Lo vedrai!"
Non passò molto prima che qualcuno rispondesse alla porta
per noi; era una cameriera.
"Sì, posso aiutarvi?" Chiese piano.
"Posso per favore vedere Martin? Ditegli che è White."
La cameriera annuì. "Solo un momento, cara."
La porta si chiuse e ci fu un suono di passi leggeri.
"I-i-io davvero non capisco cosa sta succedendo, m-m-ma mi
fider-r-rò di te questa volta."
La porta si aprì di nuovo e Martin uscì. "Oh,
signorina White! Che piacevole sorpresa. Di che cosa hai bisogno?"
"Andrai al Summerfest di venerdì?"
I suoi occhi si accesero. "Oh sì, certo. La mia famiglia ci
va ogni anno per mostrare gli ultimi modelli dei vestiti di mia madre.
Ci andrai, perchè in tal caso mi piacerebbe molto
accompagnarti. Anche la contessa ha chiesto di te."
Io sorrisi timidamente. "No, non ci andrò. Mi dispiace."
Martin divenne leggermente abbattuto. "Ma vorrei che tu facessi
qualcosa per me."
Lui annuì con curiosità. "Qualsiasi cosa per te,
Signorina White. Di che cosa hai bisogno?"
Passai un braccio attorno alle spalle tremanti di Dirk. "Questo
è Dirk. Si esibirà al torneo di danza. Mi stavo
chiedendo se tu avresti potuto convincere alcuni dei tuoi amici
aristocratici a votare per lui."
Martin gli lanciò uno sguardo. "Certamente. Ma prima, non le
andrebbe di ballare per noi adesso solo per vedere per chi voteremo,
signor Dirk?"
Dirk arrossì imbarazzato. Ovviamente lui non era abituato ad
essere trattato come un gentiluomo dalla nobiltà.
"S-sì. Certo."
Tirò fuori un piccolo lettore CD dalla tasca della felpa che
teneva attorno alla vita. Lo posizionò sul pavimento accanto
a lui.
"Aspetti un minuto, signor Dirk. Mi lasci chiamare gli altri." Martin
corse all'interno della casa.
Dirk rimase a guardare con orrore mentre la famiglia di Martin,
compresa la contessa, le cameriere, e i maggiordomi uscivano a frotte
dalla casa.
"Splendido! Una piacevole esibizione in un'adorabile giornata estiva!"
Urlò il padre di Martin sopra la folla di persone.
La contessa mi salutò con un abbraccio cordiale. "Cara,
signorina White. Non ci vediamo da troppo tempo."
Io risi. "Sono passati solo pochi mesi."
"Pochi mesi sono una lunga attesa per me." Sorrise. "Martin ci ha
chiamato qui fuori per qualche ragione. Sai perchè?"
"Sì. Il mio amico Dirk," lo indicai mentre posizionava un CD
nel lettore, "eseguirà un ballo al Summerfest. Vi sta per
mostrare il suo ballo così che possiate votare per lui."
Lei annuì e lo guardò con curiosità.
Dirk si raddrizzò quando la canzone cominciò.
Stava sudando come una fontana e aveva il respiro pesante. Distese le
braccia all'infuori, aspettando che la canzone lo guidasse. Quando la
canzone raggiunse una nota alta, Dirk cominciò a ballare.
Dirk si abbassò a terra e fece una giravolta, usando le mani
come supporto. I suoi movimenti erano veloci ed emozionanti, mi
mandavano i brividi su per la spina dorsale. Era davvero bravo!
Era molto strano vedere una folla di nobili così interessata
alla break dance. Si sarebbe detto che fossero più
appassionati a cose come la musica classica. Ma erano tutti in
soggezione davanti alle abilità di Dirk.
La canzone finì in poco tempo e Dirk si alzò per
fare un inchino.
L'intera folla di nobili applaudì con entusiasmo. Dirk si
grattò dietro la testa, arrossendo violentemente. Il padre
di Martin gli si avvicinò per stringergli la mano.
"Signor Dirk, lei ci ha mostrato un'esibizione eccezionale!
Ascoltatemi, o membri della mia famiglia! Dobbiamo votare tutti per il
signor Dirk al torneo di danza del Summerfest di quest'anno!"
I loro applausi divennero più forti, ovviamente d'accordo
con la sua affermazione.
Martin mi si avvicinò e mi strinse la mano. "E' stata
un'esibizione affascinante, signorina White. Il tuo amico mi ha
sorpreso."
Lanciai uno sguardo in direzione di Dirk che era impegnato ad essere
elogiato dagli altri membri della famiglia. Mi lanciò uno
dei suoi sguardi e alzò il pollice. Sembrava molto
più sicuro di sè di prima.
Risi forte, sollevando anch'io il pollice. Potevo anche non essere
lì venerdì, ma almeno una parte di me sarebbe
stata con lui.
Note della traduttrice
(translator's notes): ecco il famoso 'Blacky
Muffin' che appare per la prima volta. Qualcun'altro - anzi, altrA -
non è stata per niente nominata in questo capitolo, vediamo
se capite di chi parlo ;)
Oggi vi chiedo partecipazione attiva all'andamento di questa fanfic -
senz'altro molto più attiva dell'indovinello dello scorso
capitolo (che è ancora valido, eh!) xD Come forse qualcuno
di voi avrà notato, ho cambiato i nomi dei capitoli,
sostituendoli con gli originali, ma aggiungendo ad ognuno la
traduzione; questo perchè ho mantenuto il titolo originale
dell'intera storia, essendo io una tradizionalista xD In
realtà ero molto indecisa anche su questo, per cui, se
preferite avere ogni titolo - storia e capitoli - 'italianizzato'
fatemelo pure sapere e io provvederò ad avvisare BluechanXD
(per formalità più che altro) e a modificare
tutto. Accetto qualsiasi tipo di suggerimento. Stesso discorso vale
anche per i nomi dei personaggi: li ho tradotti pressochè
tutti, tranne Shirley, Mildred, Bailey e i quattro della ruota
panoramica. Delle ragazze del Team Plasma non conoscevo il
corrispondente italiano, mentre per i quattro ragazzi di Sciroccopoli
l'ho fatto per una questione di assonanze e di gusti personali. Ma se
preferite che io traduca anche i loro nomi in italiano, così
da renderli uguali a quelli del videogioco - tenendo conto che essi
sono Primo, Rodolfo, Valentino e Miriana - fatemelo sapere. E' che io
sono una tipa da 'o tutto, o niente', per cui, avendo tradotto nel
capitolo di oggi i nomi dei Capometrò, mi sembrava opportuno
applicare lo stesso discorso a tutti. Non so, la parola in questo caso
va a voi.
Seconda cosetta: fintanto che ho del tempo libero, sottopongo a
periodica revisione ogni capitolo, per cui, se qualcuno dovesse trovare
alcune differenze, non si preoccupi, che è sempre opera mia.
Passo velocemente alle note:
- Dirk (Primo) è il ragazzo che porta il giocatore sulla
ruota panoramica in primavera. E' un ballerino di break dance, se vi
ricordate il suo aspetto (altrimenti cliccate qui),
e pertanto
BluechanXD, e suppongo anche la versione inglese del videogioco, lo fa
parlare con un linguaggio molto colloquiale e parecchi modi di dire.
Per questo ho usato termini quali 'fratello', 'sorella', 'amico', lo
scambio di 'pugni' fra lui e Black e il segno di 'pace' con cui si
salutano - che non è quello di chiesa eh xD
- «"Mi sto
esercitando nel ballo
per il Summerfest di Sciroccopoli".» ( «"I'm
practicing my dancin' skills
for the Nimbasa Summerfest."»). Ho tenuto
invariata la parola
'summerfest' perchè è molto usata anche italiano
per indicare concerti, festival e altri eventi simili. La traduzione
letterale sarebbe, immagino, 'festival estivo'.
- Per chi non si ricordasse chi sono Martin (Valentino) e Austin
(Rodolfo), veda i capitoli 6
e 8.
- «"Già,
dunque ho battuto Andy"» ( «"Yeah, so I beat
Ingo."») /
«"Hai
intenzione di
sfidare Torn adesso?"» («"Are you planning on
fighting Emmet next?"»): Andy
(Ingo) e Torn (Emmet) sono i capi del
Metrò
Lotta, detti anche Boss. Potete trovare alcune info qui.
Per chi non
l'avesse capito, è da lì che è uscito
Black. In effetti il giocatore maschile nelle versioni Bianca e Nera di
Pokèmon non compare come parte attiva della trama, tipo in
Pokèmon Platino o Heart Gold & Soul Silver. Per
incontrarlo bisogna andare al Metrò Lotta di Sciroccopoli e
selezionare l'opzione 'Lotta in Doppio' (mi pare xD).
E' tutto, direi; come sempre sono disponibile per chiarimenti e errori
vari. Potrebbe anche essere che modifichi il capitolo in questione per
alcune cose che devo verificare con l'autrice, ma niente di che.
Ringrazio infinitamente le 9 persone che, mettendo nei preferiti questa
storia, l'hanno portata ad essere inserita tra le storie più
popolari della sezione Pokèmon; grazie anche ai 18 che la
seguono, e un GRAZIE
in maiuscolo a _Kirakishou_,
julia28
e Sad
Little
Chrona che hanno recensito costantemente ben due capitoli di
seguito.
Io e BluechanXD siamo contentissime :) Alla prossima!
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Capitolo 11 *** Il fratello di Harmonia ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale:
qui
Capitolo 11:
Brother of Harmonia
- Il fratello di Harmonia
-
"Dove stiamo andando, tesoro?" Chiese N incuriosito mentre lo
trascinavo per le vie di Sciroccopoli. Molti passanti trasalirono,
bisbigliando tra sè e gli uni con gli altri. Non c'era da
meravigliarsi. N era una celebrità, dopo tutto.
"Vedrai."
Lo portai sopra una piccola collina di fronte alla ruota panoramica la
quale era ombreggiata da grossi alberi. Mh. Lui non era ancora
arrivato. Probabilmente si stava prendendo tutto il tempo per fare le
cose alla perfezione.
"Ehi, White! E-e-e-"
Era un miracolo che Austin non avesse lasciato cadere il cesto da
picnic. Era così estasiato dalla presenza di N che io fui in
grado di prendergli il cestino senza che lui se ne accorgesse.
"Lascia che lo tenga io per te, Austin."
Austin fece lentamente cenno di sì con il capo senza una
parola. Io avevo già finito di sistemare la tovaglia e lui
stava ancora
guardando N a bocca aperta. N sollevò la mano
per stringere quella di Austin.
"Ciao. Sei uno degli amici di White?" Sorrise.
La mano di Austin stava tremando quando afferrò quella di N.
"S-sì. Sono A-a-austin."
"E' un piacere conoscerti, Austin. Il mio nome è N."
Non sapeva N che quasi tutti ad Unima sapevano chi fosse?
"L-l-lo so. Appari sem-mpre in TV. S-sei davvero grande."
Il sorriso di N crebbe. "Beh, grazie per avermi guardato. E' bello
sapere che tanti allenatori sono influenzati positivamente dai miei
insegnamenti."
Quando N lasciò la sua mano, Austin tirò fuori un
bloc-notes e una penna dalla sua tasca e glieli porse.
"P-posso avere il tuo autografo p-p-per favore?"
N fece scivolare abilmente la penna sopra il bloc-notes, come un vero
artista. Le sue lettere erano perfette e sembrava che fossero stampate.
Sulla carta, aveva scritto N
Harmonia. White Harmonia. Suonava davvero
molto bene.
"G-grazie!" Austin cautamente ripose il bloc-notes e la penna in tasca.
Frugò nel cestino da picnic e tirò fuori una
vaschetta di panini e una torta. "Spero che v-vi piaccia. Mi sono
alzato alle cinque di mattina per preparare tutto."
Povero Austin! Non c'era bisogno che sgobbasse sopra i fornelli per ore
per farci piacere. Io e N ci saremmo senz'altro accontentati di un
semplice spuntino.
"Non dovevi davvero, Austin. Mi sarebbe andato bene qualcosa di
semplice."
Austin scosse la testa. "No. Oggi è un giorno speciale. Sono
riuscito ad incontrare uno dei miei idoli. Dovevo fare
qualcosa che
fosse degno di lui."
N ridacchiò. "Il mio piccolo angelo ha ragione, Austin. Non
c'era bisogno."
Lui tirò fuori un termos e poi una ciotola d'insalata. "Ma
te lo meriti. Voglio rendere questo giorno memorabile."
N posò una mano sul cestino. "E' più che
sufficiente. Apprezzo davvero tutto quello che hai fatto, Austin."
Reggendo piatti, ciotole, e utensili, Austin si inchinò.
"E'-è un onore, signor N."
"Vediamo cosa abbiamo qui," dissi io, esaminando ogni oggetto che era
stato tirato fuori dal cestino; c'erano i panini e la torta, il termos
e l'insalata, una lunga baguette, acqua in bottiglia, e una grande
varietà di frutta.
Il mio stomacò brontolò rumorosamente. "Dio,
sembra tutto così buono!"
Austin sorrise. "Diamoci dentro!"
Impilai tre panini su un mucchio di insalata, presi una grossa fetta di
torta, un grande pezzo di baguette, e una matura, succosa mela rossa.
La mia tazza fu riempita fino all'orlo con zuppa di noodle.
"Wow, White, ne hai preso abbastanza?" Chiese Austin con sarcasmo.
N rise, afferrando un panino dalla vaschetta. "Va bene così.
Ci ha fatto saltare la colazione, quindi dev'essere affamata."
Non persi tempo ad infilzare l'insalata e a ficcarmi quelle delizie dal
sapore stupendo in bocca.
Il mio stomaco era in paradiso. Saltare la colazione era la cosa
peggiore che avessi fatto oggi. Mi ficcai in bocca due dei miei panini,
ingoiandoli in pochi secondi.
"Calmati, White!" Austin sollevò la mano verso di me. "Ti
verrà il bruciore di stomaco!"
"Noun mi intrssha", borbottai da dietro la montagna di cibo accumulato
nella mia bocca.
N rise soltanto e diede un morso al suo panino.
"Allora dimmi, N. Che cosa ti attira in particolare di Hoenn per farti
decidere di andare per prima cosa fin lì?" Austin raccolse i
piatti e le ciotole vuote.
"Non si è parlato molto di abusi laggiù, quindi
volevo iniziare da lì. Voglio cominciare in piccolo prima di
partire per regioni come Kanto dal momento che il Team Rocket
è un gruppo pericoloso con molti membri. Stiamo progettando
di avvalerci dei nostri seguaci così potremo aiutare Kanto
con maggior facilità."
N diede un morso alla sua Baccabana. "Ho anche sentito che Hoenn
produce degli strumenti per Pokèmon chiamati
'pokèmelle'. E' l'unica regione che sembra averle e si dice
che abbiano proprietà che aumentano le buone
qualità nei Pokèmon. Mi piacerebbe davvero
vederne una."
"Pokèmelle?" Austin lo guardò di traverso. "Che
strano nome che hanno."
"Sono un mix di bacche a forma di cubetto. Si fanno in un 'mixer
bacche'."
"Sembra difficile."
La mia mente stava vagando in qualche luogo e non stavo prestando molta
attenzione alla loro conversazione. Ragazzi, ero piena! Accidenti,
certo che Austin era un bravo cuoco. Qualcosa mi fece guardare verso la
ruota panoramica e sorprendentemente, vicino alla porta c'era
nient'altri che Aurora. Che cosa ci faceva qui in questo periodo
dell'anno? Lei andava sulla ruota panoramica in autunno.
Mi alzai in piedi, attirando l'attenzione di N. "Tesoro, dove stai
andando?"
"Solo ad incontrare un'amica. L'ho appena vista. Prego, continuate la
vostra conversazione."
N annuì. "D'accordo. Non metterci troppo, cara."
"'Kay!" Scattai verso la ruota panoramica dove Aurora aspettava
sbalordita.
"Aurora!" Chiamai, facendole dei cenni.
Lei girò su sé stessa e il suo viso si
illuminò. "White! E' bello vederti!"
Ci abbracciammo per un momento prima che chiedesse, "Che cosa ci fai
qui oggi?"
"Sono qui con un mio amico e il mio fidanzato," dissi prontamente prima
di realizzare che avevo appena definito N il mio fidanzato. "V-voglio
dire-"
Gli occhi di Aurora brillarono, avidi di questa grande
opportunità per fare conversazione. "Il tuo fidanzato? Ooh,
fammelo vedere!"
Io indicai N che era preso dalla sua conversazione con Austin. "Quello
con i capelli verdi."
Lei strizzò gli occhi, cercando di metterne a fuoco i
lineamenti. Gli occhi di Aurora improvvisamente si spalancarono e lei
trattenne il fiato.
"Ti sposi con N? Oh mio Dio, io sono la sua più grande fan!
Come l'hai conquistato?"
Io arrossii, spostando lo sguardo sui piedi. "N ed io ci conosciamo da
tanto."
"Raccontami tutto!" Lei si sporse in avanti come se le avessi dovuto
raccontare un segreto.
"Stavamo litigando per i nostri ideali da un po' di tempo, ma io ero
abbastanza convinta di essere nel giusto." Questo più o meno
riassumeva tutto. Aggiungete il dramma e l'azione e avrete il quadro
completo.
"Quindi era di te
che stava parlando quando ha detto di aver preso
ispirazione da una ragazza!" Strillò deliziata come una
fangirl. "Sei così fortunata. Hai trovato qualcuno che ti
protegga, a differenza di me..."
"Cos'è successo?" Le posai una mano sulla spalla. Non aveva
di nuovo problemi con gli uomini, vero?
Aurora sospirò, la sua espressione che diventava triste.
"Ricordi quel ragazzo di cui ti ho parlato sulla ruota panoramica,
sì?"
Io annuii. Era quello a cui mi aveva raccontato di piacere. Non gli
credeva per niente, da quel che ricordavo.
"Bene, continuava a dirmi quanto gli piacessi e tutto, così
io ho ceduto e sono uscita con lui." Aveva un'aria ancora
più truce adesso. "Ma l'ho visto il mese scorso con un'altra
ragazza nel ristorante in cui lavoro. Lui... l'ha baciata..."
Aurora non riuscì più a trattenere le lacrime e
cominciò a piangere rumorosamente sulla mia spalla. Le diedi
delle pacche gentili sulla schiena cercando di consolarla il
più possibile.
Lei tirò su col naso. "Mi dispiace, White. Non dovrei
piangere. E' già passato un mese, quindi avrei dovuto
superare la cosa molto tempo fa. Non so che cosa mi sia preso."
"Va tutto bene. Ehi. So che cosa ti tirerà su di morale.
Perchè non ti presenti ad N? Mh? Che te ne pare?"
Lei si strofinò gli occhi e annuì. "Grazie,
White."
"Ehi N!"
N si voltò con un luminoso sorriso. "White, mia adorata, sei
tornata! E' una tua amica?"
Aurora arrossì, resa nervosa dal vedere N così
vicino dal vivo.
"Proprio così. Questa è Aurora. E' una tua grande
fan." La spinsi verso di lui.
Lui le porse la mano. "E' così bello incontrare
così tanti amici di White. Come stai?"
Lei gli strinse la mano nervosamente. "Sto bene, grazie."
Feci un cenno in direzione di Austin. "E lui è Austin."
Austin fece un lieve cenno. "Ehi."
Aurora sorrise e fece un cenno di risposta.
"Abbiamo appena finito di fare un picnic." La informai, guardando
ciò che ne rimaneva. Raccolsi l'ultimo panino e glielo
porsi. "Hai fame?"
Aurora lo prese delicatamente e ne morse un pezzo. Lo
masticò per un momento prima di trattenere il fiato. "E'...
è incredibile! Non ho mai assaggiato un panino dal sapore
più buono in vita mia! Nemmeno nel ristorante in cui lavoro!"
Ne prese ancora più morsi, assaporandone il gusto. "E'
così buono! Lo adoro! Grazie, White!"
Io ridacchiai. "Non ringraziare me. Ringrazia Austin. E' stato lui a
prepararlo."
I suoi occhi luccicarono più di prima. "Austin, la tua
cucina è sbalorditiva! Dovresti venire a lavorare per il
nostro ristorante. Stiamo cercando nuovi cuochi."
Le guance di Austin si fecero rosse e lui si grattò dietro
la nuca timidamente. "Andiamo. Non sono così
bravo."
"Invece sì!" Girò sui tacchi. "Devo andare a
raccontarlo al mio capo. Non vedo l'ora di vederti lì! Si
chiama Le
Cafè Ensoleillée! Ciao, White! Ciao,
N!"
Saltellò via, molto più allegra.
La mascella di Austin era spalancata. "Non mi darà scelta,
vero?"
Lo circondai con un braccio. "No. Ma è fatta
così."
"Le Café En-che?"
"Lo scoprirai."
Austin si avvicinò in modo che nessuno fosse a portata
d'orecchio. "Sai, era piuttosto carina."
Ahah! Il tuo giorno fortunato è diventato ancora
più fortunato, Aurora!
Gli diedi una pacca sulla schiena. "Magari puoi dirglielo. Ma non
adesso. Si sta ancora riprendendo dalla sua ultima storia. L'ha
scoperto mentre la tradiva."
Austin sussultò. "Ahia."
"Ma andrà bene. Tu vai avanti. Scommetto che ti stanno
già preparando i documenti."
Lui si strinse nelle spalle. "Suppongo che un lavoretto estivo non
sarebbe poi così
male. Beh, ci vediamo, White." Austin fece
un cenno ad N. "Ciao, N."
Austin raccolse il suo cestino e se ne andò, lasciando me ed
N soli sulla collina. N passò il braccio attorno alla mia
vita e mi strinse più vicina a sé.
"Di che cosa stavate confabulando tu e Austin?" Chiese incuriosito.
Io ridacchiai. "Stavamo solo prendendo in giro Antea, tutto qui."
N era sconcertato. "Prendendo in giro Antea? Ma noi siamo fermi qui.
Come si fa a prendere in giro una persona se si è fermi? Lei
non è nemmeno qui."
Io sbuffai. N non cambia mai, vero?
Antea; la Dea dell'Amore del Team Plasma.
"Sento i Volcarona nello
stomaco."
Quella stessa frase continuava a risuonare nella mia testa. Forse N
sapeva
qualcosa sull'amore.
Dopotutto, il fratello di Harmonia era Cupido.
Note della traduttrice
(translator's notes): sono abbastanza
soddisfatta di com'è venuto questo capitolo; tra l'altro
è uno dei miei preferiti. Ahah, la persona che mancava nello
scorso capitolo era Bailey! E manca anche in questo, quindi
rallegratevi! :D L'indovinello di due capitoli fa è ancora
aperto, per chi avesse voglia di provarci. Via alle note!
- La zuppa di noodle è una minestra composta da un tipo di
pasta in uso nei Paesi orientali - i noodles, appunto -
simili per aspetto alle nostre tagliatelle ma diversi per composizione.
Gli ingredienti variano a discrezione di chi cucina, ma
generalmente è un piatto ricco di verdure, integrate da
carne di pollo o di maiale.
- Chi ha giocato alle versioni Pokèmon Rubino, Zaffiro o
Smeraldo ricorderà cosa sono le pokèmelle
(soprattutto chi come me ne ha prodotto a quintalate per far evolvere
Feebas -.-); altrimenti, se la spiegazione di N non è
sufficiente, cliccate qui.
- Aurora, in italiano Miriana, è la ragazza che accompagna
il giocatore sulla ruota panoramica in autunno.
- "Le Cafè Ensoleillée" in francese vuol dire "il
caffè soleggiato".
- La battuta originale di N era «I
giggled. "Just playing
Anthea, that's
all." / N was baffled. "Playing Anthea? But Anthea is a woman. How can
you play a person? She's not a game."» ( «Io
ridacchiai. "Stavamo solo
prendendo in giro Antea, tutto qui." / N era sconcertato. "Prendere in
gito Antea? Ma Antea è una donna. Come si fa a giocare una
persona? Non è un gioco."») Il
fraintendimento si
basa sul
fatto che in inglese il verbo 'to play' significa sia 'prendere in
giro' che 'giocare' (oltre a tanti altri significati). Ho dovuto
riadattare totalmente il dialogo, perchè in italiano non
esiste questa corrispondenza, e l'espressione 'giocare qualcuno' nel
senso di fare uno scherzo è antiquata. Come battuta
è triste, lo so; vi chiedo scusa se non son riuscita a fare
di meglio. Pensate che non è nemmeno opera mia, ma ho avuto
l'illuminazione quando ho sentito mio zio che la diceva a mia sorella!
xD
- «Dopotutto,
il fratello di Harmonia era Cupido.»
( «After all,
Harmonia's
brother was Cupid.») Nella mitologia greca, il
dio Cupido (o
Eros),
figlio di Venere/Afrodite, è davvero fratello di
Armònia. Il gioco di parole si basa qui sul cognome di N,
Harmonia; e perciò ho dovuto lasciare il nome della dea
scritto allo stesso modo e non senza la 'h'.
La prossima volta:
il compleanno di White è finalmente
arrivato!
Ringrazio ancora una volta chiunque segua questa fanfiction, e
doppiamente chi si prende anche la briga di recensire. Al solito, per
qualsiasi problema contattatemi pure via MP attraverso il mio account.
A presto!
EDIT:
ragazzi, ho cambiato nickname! D'ora in poi mi troverete sotto il nome
'Lacie', non più 'S h i okaze', ma sono sempre io.
Provvederò a modificarlo anche negli altri capitoli.
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Capitolo 12 *** Piselli odorosi e gigli rossi ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale: qui
Capitolo 12:
Sweet Pea and the Tiger Lily
- Pisello
Odoroso e Giglio Rosso -
"Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri, cara White!"
Sbadigliai, agitandomi nel mio stato di semi coscienza. Il letto si
muoveva su e giù in un modo discretamente irritante e mi
stava facendo venire il mal di testa. Premetti un cuscino sulla testa
per impedire al canto di entrare nelle mie orecchie.
"Svegliati, White! E' il tuo compleanno!" Qualcosa mi stava scuotendo
con veemenza.
Intontita, lanciai da parte il cuscino e strofinai i miei occhi
stanchi. N stava saltellando su e giù come un fagiolo
messicano impazzito. Cantava con entusiasmo, battendo rumorosamente le
mani.
Le mie palpebre si abbassarono nuovamente. "N. Per favore smettila. Ho
sonno."
Gli scossoni cessarono ed io sentii il naso di N contro la mia guancia.
Prese un profondo respiro.
"BUON COMPLEANNO, WHITE!"
Sobbalzai dallo spavento. La mia schiena colpì il pavimento
con un tonfo sordo.
N mi tirò su. "White, cara, stai bene?"
Con un gemito ancora più forte, mi sollevai riluttante dal
pavimento. "Sì..."
Le sue mani si allacciarono alle mie e un sorriso gli si
allargò velocemente sul volto. "Oggi è il tuo
compleanno, White!"
Mi sfregai la testa dolorante; c'era un piccolo bernoccolo dovuto
all'impatto. "Sì, N. Credo che tu l'abbia già
dimostrato."
Lui ridacchiò, danzando attorno alla stanza con il suo
pigiama che svolazzava dappertutto. "Non vedo l'ora di festeggiare! Ti
divertirai così tanto!"
Mi risedetti sul letto. "Ci scommetto..."
La doppia porta si spalancò.
"Buon compleanno, signorina White!"
Oh no... Me lo dicevano anche i miei amici del Team Plasma, adesso?
Mildred e Shirley mi abbracciarono affettuosamente. "Dobbiamo
prepararla per la festa."
"Di già?" La festa non sarebbe iniziata prima di stanotte.
"E' troppo presto."
Entrambe mi afferrarono per le braccia. "Lo sappiamo! Ma ci vorranno
ore per completare il trucco, signorina White."
ORE? Che cosa avevano intenzione di farmi, la chirurgia plastica?
"State scherzando."
Shirley sorrise. "Prima di tutto, dobbiamo lavarla, signorina White.
Dovrà essere scintillante per quello che accadrà."
Mildred rivolse un inchino ad N. "Manderemo altri membri a preparare
anche lei, Lord N."
N sorrise. "Vi ringrazio. Per favore fate tutto ciò che
è in vostro potere per renderla bellissima."
"Lo faremo, Lord N!"
Mildred fece scorrere lo shampoo al profumo di pisello odoroso
attraverso i miei capelli, imbevendovi ogni ciocca. Shampoo al pisello
odoroso; il castello aveva sempre avuto questo dolce, confortevole
profumo. Immagino che al Team Plasma piacessero i piselli odorosi.
Shirley mi strofinò i piedi con la sua spugna. "La signorina
White sarà assolutamente stupenda quando
avremo finito di
sistemarla!"
Un secchio d'acqua mi fu svuotato sulla testa. "Così
stupenda che Bailey sarà ancora più gelosa di
quanto non è già."
Entrambe le ragazze ridacchiarono. "Non è d'accordo,
signorina White?"
Stupida Bailey. Un regalo da parte sua sarebbe stato anche peggio che
non riceverne affatto.
Shirley svuotò la vasca e Mildred mi avvolse in un
asciugamano. Ero seduta al tavolo da toeletta quando dell'aria bollente
mi colpì dietro la testa. Il ronzio di un asciugacapelli si
avvicinò alle mie orecchie.
Un limpido strato base di smalto mi fu steso sapientemente su ognuna
delle mie unghie. Una volta asciugato, vi furono applicati due strati
di smalto argentato. Poi fu la volta dei piedi.
L'asciugacapelli fu spento e fu riposto sul tavolo da toeletta. Mildred
prese una ciocca dei miei capelli e la posò su un
arricciacapelli.
Le ore per me sembravano trascorrere lentamente. Ciocca dopo ciocca,
unghia dopo unghia, sembrava che non sarebbe mai finito. La polvere
quasi mi soffocò quando Shirley tamponò il mio
viso con il piumino da cipria. Starnutii una tempesta di polveri dopo.
Uno spesso strato di ombretto fu spalmato sulle mie palpebre. Mildred
fece scivolare delicatamente il rossetto sulle mie labbra dopo avermi
spazzolato a fondo i denti.
"Tutto fatto!" Strillò Shirley, posandomi le mani sulle
spalle.
Sbattei le ciglia, fissando il mio riflesso. Si sarebbe detto che fosse
il giorno del mio matrimonio.
Mildred mi aiutò ad alzarmi dalla sedia. "Adesso
è ora di vestirsi!"
Rabbrividii, congelata dall'aria condizionata contro le mie gambe nude.
Volevo scegliere il mio vestito adesso
così che non sarei
dovuta rimanere un minuto di più vestita di un succinto
accappatoio.
Mildred e Shirley mi avevano portato da uno dei migliori stilisti del
Team Plasma. Stava in equilibrio altissima sui suoi tacchi a spillo
rosa, pescando nell'armadio alle sue spalle. Tirò fuori un
abito color pervinca senza maniche che si increspava sulla gonna.
Aprì la zip al lato del vestito e mi fece cenno di
avvicinarmi. "Lord N ha ordinato questo vestito per lei, Lady White."
Esitante, mi infilai il vestito, cercando di non strapparlo o
raggrinzirlo. Lei tirò su la zip; mi stava alla perfezione.
La donna tornò verso l'armadio e tirò fuori un
paio di tacchi dai lacci bianchi. Si chinò, infilando
cautamente il mio piede in ognuno. Si voltò, raccogliendo
qualcosa dallo sgabello dietro di lei.
Quando si girò di nuovo verso di me, vidi che era una tiara;
non era una tiara normale, ma una piccola con dei cristalli a forma di
fiore incastonati su contorte decorazioni a forma di vite.
"Una corona degna di una principessa", disse lei, posizionando con
attenzione la tiara sulla mia testa.
Oh, morivo
dalla voglia di vedere come dovevo sembrare ora!
"Madame White, la prego stia ferma."
Ero agitata; ero rimasta seduta lì per le ultime, quante?,
TRE ORE,
senza potermi muovere per niente. Questo tizio mi stava
facendo perdere la pazienza.
La recluta, il miglior artista del Team Plasma, accarezzò la
sua tela con il pennello bagnato di un color pervinca. Stava ancora
facendo il mio vestito? Aveva fatto il mio vestito tutta l'ora!
"Ti manca molto?" Non mi importava di quanto potessi suonare maleducata
a questo tipo. Volevo muovermi adesso.
"La mia arte richiede tempo e pazienza, Madame White. Lord N farebbe
servire la mia testa per cena se facessi un solo minuscolo errore."
Tsk. Magari Ghecis, ma non N.
"Ah... Finito!"
Scattai in piedi, stiracchiando tutti i muscoli che nemmeno sapevo di
avere. Ero libera da quella maledetta posa da statua!
"Bene, bene, Madame. Abbiamo solo un altro ritratto da fare."
Santo RESHIRAM.
"Oh, White, mia adorata! Sei magnifica!"
Il mio intero corpo era così indolenzito che non mi
importava nemmeno di quel che aveva detto N. Feci scrocchiare la
schiena, provando immediato sollievo.
"Stai bene, tesoro? Sembri stanca." N posò preoccupato la
sua mano sulla mia spalla.
"A dir poco. Il tuo artista mi ha tenuto in questa strana posizione per
ore! Credo che le mie ossa siano permanentemente dislocate." Spinsi le
spalle all'indietro, facendo schioccare anche loro.
N sogghignò. "Ahah, tesoro, vedrai che starai bene!
Comunque, la tua festa inizia fra pochi minuti. Ti piacerebbe invitare
i tuoi amici Pokèmon? Io porterò i miei."
Allungò il braccio verso la tasca posteriore dei suoi
pantaloni neri, tirando fuori cinque pokèball.
Ingrandendole, le lanciò in aria tutte in una volta; ne
uscirono Zoroark, Vanilluxe, Klingklang, Carracosta, e Archeops.
Naturalmente avrebbe tenuto Zekrom nella sua pokèball;
Zekrom e Reshiram erano troppo grandi per la sala da ballo.
I Pokèmon di N si guardarono attorno, confusi. Tutti e
cinque si voltarono verso N, chiedendosi per cosa erano stati chiamati.
"Oggi è il compleanno di White," spiegò loro N.
"Andate ad augurarle un buon compleanno."
Loro mi osservarono, sbattendo le palpebre ancora più
confusi. Immagino che fosse piuttosto strano augurare buon compleanno a
qualcuno che una volta consideravano un nemico. Ma decisero tra di loro
di ignorare questo fatto e vennero ad affollarsi attorno a me,
emettendo versi allegri. Li accarezzai uno per uno come ringraziamento.
Adesso era il mio turno. Sollevai l'orlo del mio vestito, staccando le
pokèball dalla cintura allacciata alla mia gamba; non andavo
mai da nessuna parte senza i miei Pokèmon. Nemmeno alla mia
festa di compleanno.
"Venite fuori, tutti quanti!"
Serperior, Musharna, Excadrill, Swanna, e Cofagrigus atterrarono sul
pavimento. Erano confusi quanto i Pokèmon di N; quando li
notarono, ringhiarono loro contro, pronti a combattere.
Feci un passo tra loro, facendo cenno di fermarsi. "Calmatevi, ragazzi.
Siamo tutti amici adesso."
I miei Pokèmon smisero di ringhiare e fissarono esitanti
quelli di N. Serperior annusò Zoroark e viceversa.
Cautamente, Serperior parlò, dicendogli qualcosa nella
lingua dei Pokèmon. Zoroark rispose, stringendo la coda di
Serperior come se fosse una mano. Entrambi sorrisero e risero.
N accarezzò Zoroark, sollevando lo sguardo verso di me. "Sei
fantastica con i Pokèmon, tesoro."
Arrossii. "T-tu sei molto meglio di me. Che cosa hanno detto?"
"Serperior voleva appianare le loro divergenze per te. Zoroark era
d'accordo e ha detto che voleva fossero amici."
Il resto dei nostri Pokèmon fece un passo avanti, iniziando
una piccola conversazione.
"La festa sta per cominciare, ragazzi," annunciò N ai
Pokèmon.
Io sorrisi, serrando il pugno con determinazione. "Facciamo vedere al
Team Plasma come si festeggia! Che cosa ne dite?"
I nostri Pokèmon saltarono gioiosamente, gridando versi di
incoraggiamento.
"Fanno il loro ingresso; Lord N e Lady White!"
La folla di reclute del Team Plasma ruggì con entusiasmo
quando N ed io entrammo nella sala da ballo con i nostri
Pokèmon subito dietro. Oltrepassammo i miei due ritratti che
erano stati dipinti prima, e adesso che li osservavo, la loro bellezza
era valsa il mio mal di schiena.
La sala da ballo era zeppa sia di persone che di Pokèmon; i
Patrat, gli Watchog, i Purrloin, i Liepard, i Sandile, i Krokorok, i
Krookodile, gli Scraggy, gli Scrafty, i Trubbish, e i Garbodor si erano
riuniti attorno alla fontana che zampillava; una scultura di ghiaccio
dalle mie sembianze sedeva in cima alla fontana proprio come N aveva
detto. Nell'angolo della stanza, dietro l'orchestra, il pianoforte, una
pila di regali, e il tavolo del buffet stava la mia torta a diciassette
piani.
Ogni cosa era perfetta! Era tutto assolutamente perfetto! Non avevo mai
visto una festa più bella e vivace di questa.
N sollevò un braccio e la sala si fece completamente
silenziosa; persino i Pokèmon cessarono il loro piccolo
chiacchierio.
"Amici miei, vi do il benvenuto a questa meravigliosa festa in onore
della mia cara futura moglie, White!" Sollevò il braccio
ancora più in alto. "Che i festeggiamenti abbiano inizio!"
Tutto il Team Plasma applaudì e tornò a fare
ciò che aveva interrotto.
"Signorina White!" Le familiari grida delle mie amiche del Team Plasma
giunsero alle mie spalle.
Mildred e Shirley mi abbracciarono stretta. "Speriamo che le piacciano
i nostri regali!"
"Ma certo," risposi soffocata, notando di sfuggita i loro abiti gialli
coordinati che le facevano sembrare gemelle.
N rise. "Vuoi qualcosa da bere, cara? Vado a prenderti qualcosa."
Si allontanò dal buffet senza darmi il tempo di rispondere.
"E' assolutamente stupenda, signorina White!" Si complimentò
Mildred, prendendomi una mano tra le sue.
Io sorrisi timidamente. "Dovreste prendervi voi il merito. Siete state
voi a fare tutto il lavoro per me."
La loro risata ebbe breve durata perché Shirley
ringhiò in direzione del buffet. "Guardate chi ha deciso di
rovinare la festa."
Curiosa, mi voltai nella direzione del suo sguardo. Che FACCIA TOSTA.
Al tavolo del buffet, Bailey era impegnata a flirtare con N mentre lui
versava del punch in un bicchiere per me. Quella piccola stronza! Sta
flirtando con lui il giorno del mio
compleanno. Pensa cosa farebbe il
giorno del mio matrimonio!
"Non mi interessa se anche mi ha fatto il regalo più grande
di tutti. Ridurrò comunque
quella ragazza a pezzetti!"
Ringhiai, affondando le mie unghie appuntite nei palmi.
Mildred mi trattenne dal fiondarmi lì. "Stia qui, signorina
White. Non c'è niente di cui preoccuparsi."
Shirley la guardò in tralice. "Di che stai parlando,
Mildred?" C'era qualcosa di cui era a conoscenza solo Mildred?
Mildred sorrise dolcemente. "Lord N ha in programma qualcosa di carino
per la signorina White più tardi. Terrà
sicuramente
Bailey alla larga da lui per un po'."
Inclinai la testa di lato. "Di che si tratta?"
Lei ammiccò. "Non posso dirlo!"
Un altro segreto? Ugh. Cos'hanno tutti da nascondere sulla mia stessa
festa?
"Eccoti qui, tesoro."
Spaventata, sobbalzai, quasi facendo cadere la bevanda dalla mano di N.
Quando era arrivato?
N mi porse il bicchiere. "Bailey ti augura un felice compleanno."
"Piuttosto mi augura la morte così può uscire con
te," borbottai, rovesciando metà del mio drink con rabbia.
"Mh? Che ti prende, tesoro?"
"Niente."
Spostai la mia attenzione sui nostri Pokèmon vicini alla
fontana; Zoroark stava mostrando orgoglioso la bambola Zorua di N
mentre Serperior, Carracosta e Excadrill lo fissavano con timore.
Vanilluxe e Musharna si stavano rincorrendo, fluttuando in circolo
attorno alla fontana. Cofagrigus diede un colpo a Klingklang poi
scomparve all'improvviso, solo per spostarsi dall'altro lato per
colpirlo di nuovo quando l'altro non guardava. Ciò
irritò Klinklang finchè questi non usò
Fulmine su Cofagrigus, fermando il suo giochetto.
Ciò che veramente mi colpì fu che Archeops stava
strofinando il muso su Swanna, ma lei gracchiò e
volò dall'altro lato della fontana. Erano esattamente come
me ed N nei primi tempi dopo che ero venuta a vivere qui; non mi
piacevano per niente le piccole avances di N, ma col tempo, avevo
più o meno imparato ad apprezzarle.
"Ehi, N. Non ti dispiace se vado a parlare con Swanna per un po', vero?"
N scosse la testa. "Affatto. Lascia che prenda il tuo bicchiere e ti
porti qualcos'altro da bere e un po' di cibo."
Dopo aver restituito il bicchiere ad N, avanzai lentamente verso Swanna
che stava bevendo dalla fontana.
"Ciao, Swanna." Mi sedetti accanto a lei sul bordo della fontana.
Swanna smise di bere e sollevò la testa felice. Le
accarezzai il capo e lei si appoggiò al mio tocco.
"Ho visto te e Archeops."
Lei si allontanò, ad occhi sbarrati.
Io annuii. "Già." Mi piegai all'indietro, alzando lo sguardo
al soffitto. "Voi due mi ricordate me ed N."
"Swa?"
"Mmh. Prima non volevo essere la principessa di N, proprio come tu non
vuoi essere amica di Archeops." Lanciai uno sguardo al depresso
Archeops che stava muovendo triste la sua ala lungo l'acqua.
"Swanna!" Swanna fece un verso sprezzante, girando la testa dall'altra
parte.
Feci un mezzo sorriso. "Senti, so che può essere difficile
all'inizio, ma dagli un po' di tempo. So che era tuo nemico in
battaglia, ma penso che dovresti dargli una possibilità."
Lei fece scorrere lo sguardo da me ad Archeops. "Swa? Nna?"
La spinsi verso di lui. "Vai. Credo che voglia diventare tuo amico."
Lei sospirò, ma volò comunque verso di lui.
Archeops era spaventato dal suo improvviso cambiamento e
sbatté rapidamente le palpebre. Swanna sorrise, battendo le
ali. Suppongo che fosse un segno d'amicizia perché Archeops
sembrò entusiasta e batté anche lui le sue ali.
"Ecco a te, cara." N mi porse un piatto e il mio drink e si sedette al
mio fianco.
"Swanna sta andando d'accordo con Archeops, adesso," dissi, prendendo
un chicco d'uva dal piatto e lasciandolo cadere in bocca.
N morse una Baccarancia. "E' un buon segno. Tutti i Pokèmon
dovrebbero essere amici."
Tutti i nostri Pokèmon erano adesso riuniti attorno a
Zoroark e al peluche. N ridacchiò.
Sollevai lo sguardo verso di lui. "Cosa c'è di
così divertente?"
N bevve il suo drink. "Il mio amico Zoroark stava inscenando una
piccola storia sulla bambola Zorua per gli altri."
"E' carino da parte sua."
Rimanemmo entrambi a guardare divertiti, sgranocchiando il nostro cibo
proprio come se fossimo ad un musical.
Il suono dei violini e di un pianoforte risuonò attraverso
la sala da ballo e le reclute si divisero in coppie per ballare. Cercai
con lo sguardo i miei amici e trovai Mildred e Shirley con due reclute
uomo; Shirley stava ridacchiando con il suo partner mentre Mildred si
muoveva goffamente assieme al compagno, arrossendo pesantemente.
Io risi, guardandomi attorno per cercare altre reclute che conoscevo;
trovai la recluta che sembrava sempre cogliere me ed N in momenti
imbarazzanti, e la timida nuova recluta dei miei primi giorni al
castello.
Sembrava che tutti loro si stessero divertendo un sacco a ballare con
il proprio partner. Tutte le reclute erano eccezionalmente vestite in
abito da cerimonia e si muovevano attraverso la pista da ballo in una
schiera di colori che si mescolavano come in un quadro. Sospirai. Sarei
potuta rimanere a guardarli per ore.
Li osservai ancora e ancora, la loro danza era come un sogno ad occhi
aperti per me. Mi ricordai improvvisamente del fidanzamento di Martin
con la contessa. La sua orchestra aveva suonato e io avrei voluto
ballare con N. L'impulso di ballare con lui crebbe dentro di me e gli
diedi un colpetto sulla spalla.
N si voltò verso di me con un sorriso. "Cosa c'è,
tesoro?"
Arrossendo, distolsi lo sguardo dai suoi occhi. "Voglio... ballare."
"Dopo questa canzone, okay?" Suonava come se stesse cercando di
contenere l'entusiasmo.
Io annuii e tornai a guardare ballare le reclute. Mi sembrava che la
canzone rallentasse e che non sarebbe mai finita. Una nota divenne
dieci note e l'attesa sembrava ancora più lunga. Il mio
cuore batteva più forte della musica. La mia aspettativa
crebbe al punto da divenire quasi incontrollabile.
Con il vibrare di una corda, la canzone finalmente terminò e
N mi tirò su dalla fontana. Tutti, anche i
Pokèmon, sembravano sapere cosa stava succedendo e si
spostarono dal nostro cammino verso la pista da ballo finché
io ed N fummo gli unici al centro.
Nervosamente, i miei occhi guizzarono da una parte all'altra
finché non vidi Mildred sorridermi. Era di questo che stava
parlando?
La mia attenzione tornò ad N che mi stava porgendo la mano.
"Non preoccuparti. Mi è stato insegnato a ballare quando ero
piccolo."
Arti accademiche, belle arti, e adesso il ballo? C'era qualcosa che N
non aveva
imparato nella sua infanzia?
Inspirai a fondo, posando la mia mano sulla sua. L'altro suo braccio
scese sulla mia vita ed io strinsi la sua spalla come sostegno. Rimasi
a fissarlo, troppo nervosa per guardare da qualsiasi altra parte.
N sorrise rassicurante. "Non ti preoccupare. Andrai bene."
Il pianista suonò un breve accordo e N mi
avvicinò a sè.
"Fidati di me."
Fece un passo di lato, trascinandomi in una dolce piccola danza
attraverso la stanza. Ondeggiammo in cerchio e quando il pianoforte
trillava, lui mi faceva volteggiare in una piroetta. N si
allontanò da me, tenendo una mano ancora stretta nella sua.
Continuammo un ritmico movimento di allontanamento e riavvicinamento
finché lui mi tirò ancora a sé, questa
volta con una giravolta che mi fece finire con la schiena contro il suo
petto.
Fui presa dalla tensione quando vidi la folla di reclute del Team
Plasma che fissava intensamente la nostra danza. Mi sarei dimenticata
del ballo se non fosse stato per N che mi stava sussurrando
qualcosa.
"Fidati di me, White."
Sospirando, mi appoggiai più vicina al suo petto in cerca di
conforto. N mi fece volteggiare via dal suo abbraccio, lasciando andare
la mia mano. Mi afferrò l'altra e passò la sua
dietro la schiena. Ci condusse in una lenta camminata in circolo.
Un'altra piroetta ed eravamo tornati alla nostra posizione iniziale.
Ondeggiammo attorno alla fontana una seconda volta con una giravolta
qui e là.
N si fermò improvvisamente nel bel mezzo del nostro
oscillare e mi trascinò giù in un inchino
finché i miei piedi non furono quasi completamente staccati
dal pavimento. I suoi occhi tennero sotto controllo i miei. In quel
momento, non c'era nessuno nella stanza con noi. C'eravamo solo N ed
io. Ci saremmo stati solo noi finché la canzone fosse finita.
Lui mi fissò per un momento. E un altro. N si
inchinò assieme a me e le sue labbra entrarono in contatto
con la mia guancia e con un piccolo angolo della mia bocca.
Trattenni il fiato, ma il momento ebbe vita breve quando N
tornò a trascinarmi nella danza. Un altro po' di giravolte e
lui era giù in ginocchio. La canzone iniziò a
rallentare, ma N rimase nella sua posizione sul pavimento.
Frugò nella sua tasca, tirandone fuori una piccola scatola e
aprendola con uno scatto. La tenne sollevata verso di me e tutto il
Team Plasma trattenne il fiato simultaneamente.
Nella scatola c'era un anello. Un anello di fidanzamento. Il mio regalo
di compleanno.
Il mio cuore batteva selvaggiamente contro la mia gabbia toracica,
probabilmente abbastanza forte da farsi sentire dal Team Plasma. Rimasi
paralizzata mentre N tirava fuori l'anello dalla scatola e lo faceva
scivolare dolcemente lungo il mio anulare sinistro.
"Sposami, White?" Chiese N intensamente con sguardo innocente.
Ero stata già praticamente obbligata ad impegnarmi in tal
senso quando ero diventata la sua principessa, ma non avrebbe fatto
male confermarlo ad alta voce.
"Sì."
"E' fantastico, White!"
"Sì ma la torta mi è quasi caduta addosso. E
Bailey non ha smesso un attimo di crocifiggermi con lo sguardo per il
resto della festa." Sbadigliai, aprendo una scatola con dentro un altro
paio di tacchi. Non avevo detto tutto a Komor e Belle, come del mio
ballo con N o dell'anello. Non volevo che lo sapessero.
"Di
che si tratta stavolta, White?"
Li posai sulla pila di scatole di scarpe accumulate. "Altre scarpe."
Komor sospirò. "Immagino."
La scatola seguente conteneva un profumo. "Profumo."
"Di che cosa sa?"
Belle si premette più vicina allo schermo
dell'Interpokè.
Spruzzandolo, annusai l'aria. "Pisello odoroso."
Come se il castello non profumasse abbastanza di pisello odoroso;
un'altra scatola per la pila dei profumi. I miei regali consistevano in
scarpe, profumo, vestiti, ancora scarpe, trucchi, altro profumo, libri
appena scritti, magliette, gonne, ancora altre scarpe, gioielli, altri
trucchi, dolci come cioccolatini e caramelle dure, cesti, ancora
vestiti, e altre scarpe. Avevo scarpe in numero sufficiente per altre
cinque vite.
Mildred mi aveva comprato una bella collana con una coroncina e Shirley
mi aveva regalato un braccialetto abbinato. Avrei dovuto ringraziarle
più tardi.
Solo una scatola era stata lasciata chiusa; quella di Bailey. Ero
titubante ad aprirla così tirai via il coperchio lentamente.
"Che
cosa ti ha preso la stronza?"
"Zitto, Komor!"
"Non
stavo chiedendo a te."
"Sei proprio un
maleducato!"
Il coperchio era quasi del tutto sollevato quando Belle
gridò, "Oh!
Papà mi sta chiamando da sotto! Devo
andare. Dopo ditemi cos'era!"
"Non
sento tuo padre."
"Nemmeno io."
"E' lui! Devo andare. E
Komor, non dimenticarti di chiedere quella cosa
a White! TANTI AUGURI, WHITE!" Sbraitò Belle
prima che il
suo schermo si spegnesse.
Sbattei le ciglia mentre Komor si massaggiava le tempie, irritato."Che
cosa dovevi chiedermi?"
Komor sospirò. "Ti va di
vederci domani per una festa di
compleanno in ritardo? Offro io."
"Davvero? Certo. Chi altri viene?"
"Solo
io. Black ha detto che deve andare ad un incontro con i ragazzi
della metro, quel piccolo bugiardo. E Belle dice che è
impegnata quindi saremo solo noi due."
"Per me va bene."
Sbirciai all'interno della scatola, vedendo un mazzo di fiori arancioni
avvolti in un involucro bianco. Li tirai fuori dalla scatola e li
mostrai a Komor.
"Wow. La stronza mi ha davvero preso un regalo carino."
Komor fece una smorfia. "Non lo
penserei se fossi in te."
Lo guardai interdetta. "Perché?"
"Quelli
sono Lilium bulbiferum," spiegò.
"In italiano, prego?"
Sospirò. "Giglio rosso."
"Che cos'hanno che non va i gigli rossi?"
Prima che potesse rispondermi, notai un cartellino che sporgeva da uno
dei fiori. Lo tirai fuori, scorrendone il contenuto. Tornai a guardare
Komor che annuiva con consapevolezza. Lo lessi ad alta voce per lui.
"Ti odio."
(Fine
della Prima Parte)
Note della traduttrice
(translator's notes): prima di tutto, un avviso:
non pensate male, leggendo il titolo e tutto ciò che
concerne il 'pisello odoroso' - che, per inciso, è questo
qua - perchè in inglese quel doppio senso non
esiste, non con
questa parola, e 'pea' non ha nessun altro significato.
Quindi, censuratevi i pensieri strani, proprio come a suo tempo ho
fatto io xD Spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno quanto
è piaciuto a me; non ho incontrato grosse
difficoltà a tradurlo e personalmente sono abbastanza
soddisfatta del risultato, ma naturalmente sta a voi giudicare. Mi
scuso per il ritardo con cui sto pubblicando, ma ho iniziato
l'università e questa settimana l'ho passata a fare la spola
tra le Facoltà, nelle librerie, e ad ambientarmi. Comunque,
ora che inizio ad organizzarmi vedrò di essere
più puntuale. Vi lascio giusto due noticine:
- «N
stava saltellando su e giù come un fagiolo
messicano impazzito.» («N was jumping around like a
crazed jumping bean.») In breve, il fagiolo
messicano, o 'jumping bean', è un tipo di fagiolo in cui
risiede la larva di una falena che, quando il fagiolo viene riscaldato,
si muove per cercare un luogo più fresco, dando
così l'effetto di un fagiolo che salta. Ecco
perchè il nome 'jumping', che vuol dire appunto 'saltare'.
Per ulteriori informazioni, qui.
- La squadra di N è ovviamente basata sull'originale, mentre
quella di White è basata su quella dell'autrice, tranne che
adesso ha scambiato Reshiram con Volcarona, e il suo Swanna (chiamato
'Cheren', in italiano 'Komor', perchè nell'episodio di Best
Wishes in cui compaiono i Ducklett la colonna sonora è la
stessa che nel videogioco è associata al rivale)
è maschio mentre il Cofagrigus (che ha chiamato 'Teana')
è femmina.
- Il punch è una bevanda tipica delle feste inglesi e
americane.
- «"In
italiano, prego?"» : naturalmente,
nell'originale White dice «"In
English, please?"», ma ho preferito adattarlo.
- Nel linguaggio dei fiori, il significato dei gigli rossi (o 'gigli di
San Giovanni')
è
"Ti odio".
Nient'altro stavolta, perchè come ho detto era un capitolo
abbastanza facile; come sempre sono disponibile per
eventuali chiarimenti. In ultimo ringrazio veramente tanto e veramente
dal cuore le persone che ogni volta dedicano cinque minuti del proprio
tempo a lasciare una recensione, e le 12 anime che hanno aggiunto
questa storia tra i preferiti, facendola salire sempre di
più nella graduatoria delle storie più popolari.
Come numeri forse non sono tanti, e non è nemmeno per questo
che mi sono presa la briga di tradurre questa storia, ma io e l'autrice
ne siamo veramente felicissime. Quindi grazie ♥ Alla
prossima.
EDIT:
ho scordato una cosa importantissima!
Cliccate QUI
per ascoltare la canzone che suona durante il ballo di N e White.
Scusate per il disagio!
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Capitolo 13 *** Ciao, ragazzina ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale: qui
(Parte
Due: Moeror Suscipio)
Capitolo 13:
Hello, Little Girl
- Ciao, Ragazzina
-
Ero in piedi sotto un
lampione sul ponte accanto al fiume. Sciroccopoli
di notte era vivace quanto di giorno con i suoi night club, i
ristoranti di lusso, e le coppiette notturne nel parco. Era incredibile
che si riuscisse ancora a vedere le stelle con tutto l'inquinamento
luminoso della città.
Nervosa, mi dondolai avanti e indietro sui talloni. I tacchi alti
schioccavano ogni volta che ricadevano sul marciapiede. Dov'era?
Abbassai lo sguardo sul mio anulare spoglio. La mia mano
andò al petto; avevo infilato l'anello nella collana di
Mildred così che lui non l'avrebbe visto sotto i vestiti.
Era
piuttosto suscettibile sull'argomento.
"Ehi," sussurrò una voce alle mie spalle.
Velocemente, feci una giravolta su me stessa. Il tizio che mi aveva
chiamato era vestito con uno smoking e delle scarpe fresche di lucido.
Aveva un'espressione sconcertata. Chi era questo tipo?
"Posso aiutarti?"
"Non mi riconosci? Nemmeno la mia voce? Accidenti White, come amica fai
schifo." Mi lanciò uno sguardo furioso.
Aspetta. La sua voce sembrava familiare...
Lui sospirò. "Non sai riconoscere il vecchio 'Quattrocchi'
nemmeno se lo vedi, eh?"
Quello era KOMOR?
"Komor?" Doveva essere uno scherzo. Il mio migliore amico nerd NON
aveva questo aspetto.
"E' per colpa degli occhiali e dei capelli, vero?" Si
pettinò all'indietro i suoi lisci, lucidi capelli nel punto
in cui normalmente si trovava la sua solita ahoge. "E' l'unico giorno
in cui
ho deciso di mettere le lenti a contatto e di allisciarmi i capelli
all'indietro. Ti piace?"
Avevo visto Komor senza occhiali solo una volta, ed era quando eravamo
bambini. Black aveva deciso di vendicarsi per il suo essere
'più intelligente' di lui rubandogli gli occhiali e
lanciandoli oltre il cancello di Belle. Ma anche allora, non mi era mai
realmente interessato prestare attenzione ai suoi lineamenti.
"Accidenti, sì. Dovresti farlo più spesso. Hai
un'aria raffinata." Gli diedi una gomitata, ammiccando. "Come un vero
gentiluomo."
"Sai, se non fossi qui per festeggiare il tuo compleanno, ti butterei
nel fiume." Mimò il gesto di una spinta con le mani.
"Sinceramente non mi piace. Mamma mi ha praticamente costretto."
"Aw~ prendi ancora ordini da mammina?" Tubai, pizzicandogli una guancia.
Lui scacciò la mia mano e si sfregò la guancia.
"Fottiti. Andiamo subito al musical. Il programma della serata
è fitto d'impegni."
"Andiamo a vedere di nuovo 'Into the Woods', giusto?" Mi era veramente
piaciuto l'ultima volta che ci eravamo stati. Magari non quanto
'Wicked', ma era molto carino.
"Sì, e faremo tardi se non ti muovi," mi chiamò,
già un bel po' avanti a me. Come ci era arrivato
così in fretta?
"Aspetta, Komor!"
Andammo via subito dopo l'ultima nota della canzone finale dal momento
che Komor non voleva fare tardi alla mia cena di compleanno. Eravamo
ancora nel bel mezzo di quel suo programma fitto, e apparentemente,
aveva fatto in modo che il cibo ci stesse aspettando già
pronto al nostro tavolo riservato.
"Ha già una prenotazione, signore?" domandò
l'uomo dietro al bancone con una sorta di accento artificioso che
pareva dire "sono troppo elegante per voi gente comune". Bè
ovviamente lui non sapeva che io ero ufficialmente un reale dal giorno
in cui mi ero trasferita da N.
Komor diede un colpetto di tosse coprendosi la bocca con il pugno
chiuso prima di parlare. "Sì, a nome Cheren."
L'uomo parve rianimarsi al cognome di Komor e agitò un
braccio in modo esagerato in segno di saluto. "Le mie scuse, signor
Cheren. Da questa parte."
Ci condusse in un angolo separato del ristorante in cui la nostra cena
fumante era rimasta pazientemente ad aspettarci.
"Wow, Komor. Davvero non dovevi fare tutto questo per me," dissi,
sedendomi sula sedia in legno di quercia, facendo attenzione a non
sgualcire il mio lindo abito da cocktail rosso mela
caramellata.
" E' il tuo
regalo di compleanno in ritardo, dopotutto. Sto solo facendo
ciò che farebbe qualsiasi buon amico." Bevve un sorso dal
suo bicchiere. "Adesso mettiti comoda. Come antipasti, abbiamo insalata
fresca della casa. Il primo è composto da asparagi saltati e
tritati con un pizzico di petali di carciofo sopra della glassa di
pinoli. E come dolce, torta "dulce de leche" spruzzata di linfa rossa
di banana. E per finire, un bicchiere pieno fino all'orlo di saffron
tea."
Io sbuffai. "Parli proprio come Spighetto e i suoi fratelli di
Levantopoli."
Lui sospirò, tirando fuori un contenitore pieno di liquido
rosso.
"Ti sto semplicemente dando un'idea di ciò che mangerai.
Adesso serviti. Non posso lasciare che sprechi i soldi che ho
faticosamente guadagnato con le lotte." Aprì il tappo del
contenitore con uno schiocco e ingoiò tutto il contenuto.
"Che cos'è quella roba?" domandai.
Komor si asciugò le labbra con un tovagliolo. "Medicina per
l'allergia."
Inarcai un sopracciglio. Komor non aveva allergie. O sì?
"C'è qualcosa a cui sei allergico?"
"Sì, al profumo. Lo indossano tantissime donne qui e la mia
gola sta inziando a pizzicare." Si rimise in tasca il contenitore.
La mamma di Komor aveva sempre addosso del profumo tutte le volte che
l'avevo vista, e lui non ne era mai sembrato disturbato.
Le mie sopracciglia si sollevarono ancora. "Non ti fa male berla tutta?
Ti sentirai peggio."
Lui scosse la testa. "E' mischiata con del succo. Da sola ha un sapore
cattivo."
Rabbrividì un poco, cosa che faceva soprattutto quando
mangiava qualcosa di amaro.
Non so. Ma Komor non mi avrebbe mai mentito. Decisi di passarci sopra.
Sollevando la forchetta, la affondai dritta tra gli asparagi e ne presi
un boccone enorme.
"Wow! E' buonissimo!" Risi, con il cibo ancora infilato in bocca.
Komor sollevò il suo bicchiere, sorridendo. "Bon appetit."
"Allora, cosa ne pensi del musical questa volta?"
Feci una pausa prima di dare un morso alla mia fetta di dulce de leche.
"E me lo chiedi solo adesso? Ottimo cambio d'argomento, Komor."
Lui scrollò le spalle. "Ho pensato che fosse l'unica cosa di
cui potevamo parlare in questo momento. Sei orribilmente silenziosa."
Komor rabbrividì ancora. Era stato scosso dai brividi per
tutto il pasto. Forse era l'effetto della medicina. Lo ignorai.
Ingoiai la torta e sollevai il bicchiere. "Era molto meglio dell'ultima
volta. Non posso credere che abbiano fatto davvero interpretare ad un
Mightyena la parte del lupo!"
Komor si rannicchiò sulla sedia. "Non so. Non mi
è piaciuta quella parte del musical."
"Perchè no?" Sospirai dopo aver tracannato gran parte del
mio saffron tea.
Lanciò uno sguardo torvo agli avanzi nel suo piatto. "Il
lupo... mi ricorda qualcuno..."
"Chi?"
Komor rimase in silenzio, ma un basso mormorio gli sfuggì
dalle labbra. "Povera piccola Cappuccetto Rosso..."
Mh? Questo era strano.
Una strana sensazione si propagò attraverso il mio corpo. La
mia vista si stava leggermente annebbiando e il mio addome pizzicava.
Non ero in quei giorni, no? No. La mia vista non si era mai annebbiata
in questo modo. Forse mi stavo ammalando?
"White, sei un po' rossa. Ti senti bene?" La voce di Komor era
stranamente attutita. Non sembrava particolarmente preoccupato. Forse
mi stavo semplicemente immaginando tutto. "Vuoi andare via?"
"Mi gira solo un po'... la testa..." Posai il capo sul palmo della
mano. C'era qualcosa che non andava.
Sentii Komor che mi tirava su dalla sedia e mi passava un braccio
attorno alla vita. Mi prese un braccio e se lo portò sopra
la spalla. "Andiamo. Ti porto al Centro Pokèmon."
"Ma il conto..." Dalla mia bocca non venne fuori quasi nulla. Il cuore
batteva furiosamente e il mio respiro si stava facendo incerto.
L'ho pagato quando ho prenotato il tavolo. Bisogna che ti riposi."
"Oh mio Dio! Ha un aspetto orribile!" Riconobbi la voce come quella
dell'Infermiera Joy. "Ti prego, portala subito in una stanza."
Un suono sferragliante di chiavi mi colpì le orecchie.
"Sissignora." Komor dovette quasi trascinarmi fino alla fine del
corridoio delle camere da letto. Armeggiò per un momento con
la chiave, fallendo miseramente nel tentativo di aprire la porta.
"Sei proprio un imbranato, Komor," gemetti. Non potevo esser stata
male. Mi sentivo completamente bene adesso, eccetto per il mio cuore
che batteva velocemente e per quella strana sensazione di formicolio.
Lui sorrise, senza distogliere gli occhi dalla serratura. "Tsk.
Bè, forse se non ti avessi dovuto praticamente trasportare,
non avrei così tanti problemi."
A malapena notai che mi stava tenendo in modo discretamente sgraziato.
Pigramente, avvolsi entrambe le braccia attorno al suo collo come
sostegno. "Ecco. Puoi mollarmi adesso."
Ci fu un lieve scatto della chiave nella porta. Finalmente, un letto
dove dormire e aspettare che questa cosa strana che avevo passasse.
Ma Komor non aprì la porta. Invece, lasciò cadere
la chiave nella tasca e mi spinse contro il muro. Che cosa? Cosa stava
succedendo?
E scoprii cosa stava accadendo, certo. Quando sentii le labbra di Komor
sulle mie, ecco quando. Non riuscivo più a controllare il
mio corpo. Le mie braccia furono pervase dal languore e tutto
ciò che riuscii a sentire era il formicolio. Le mie labbra
erano troppo deboli per impedirgli di spingere a forza la sua lingua
nella mia bocca. Esplorò tutto attorno, su e giù
per tutti i miei punti sensibili. Avvertii un leggero gusto amaro.
Oh abbi pietà di me, santissimo Reshiram, ma baciava
veramente bene. Ma non importava quanto bravo fosse, non potevo
sopportarlo. Ti prego
White... reagisci... pensa ad N...
Ci vollero tutte le forze che ancora mi restavano per spingerlo via. La
sua faccia era rossa e madida di sudore.
"Che cosa DIAVOLO era quello?" Tremai contro il muro.
Mi guardò con aria feroce come se LUI fosse la vittima. "Sai
perfettamente cos'era quello. White, sono innamorato di te."
No. NO! Non tu, Komor. Ti prego dimmi che è una bugia.
"Tu non puoi essere... tu proprio... non puoi..." Ero sul punto di
scoppiare in lacrime.
"Non posso controllare ciò che provo, White. E so che anche
tu vuoi questo." La sua voce era malferma come se ciò che
stava dicendo fosse forzato. Che cosa ti prende, Komor?
Komor mi trascinò con sè dentro la stanza e
sbattè la porta alle nostre spalle. Diventavo sempre
più debole ogni secondo che passava e le mie gambe
sembravano fatte di gelatina. Lui non ebbe pietà e mi spinse
a forza su uno dei letti, strisciando sopra di me.
" NO!" urlai,
sperando che qualcuno sentisse le mie grida di aiuto.
"SMETTILA!"
Komor tirò su col naso, le lacrime che spuntavano anche dai
suoi occhi. "White... ero geloso di N quando mi hai detto che eri la
sua fidanzata..."
Le sue mani tremanti mi afferrarono i polsi. "Volevo dirtelo prima,
ma... era troppo tardi. Se tu non avessi mai incontrato N, allora io..."
Scosse violentemente la testa da un lato all'altro, cercando di
scacciare le sue stesse lacrime, con il solo risultato di farne
spuntare ancora di più e di scompigliarsi i capelli. "Ho
bisogno di averti prima di N. Ho bisogno di averti prima di qualsiasi
uomo. White, apparterrai a me e SOLO
a me."
Komor mi obbligò a baciarlo ancora e affondò le
sue labbra sulle mie. La sensazione di formicolio divenne sempre
più insopportabile, ma perchè? Non mi piaceva
Komor in quel senso!
" Komor..."
La mia voce era quasi impercettibile. " Komor... non..."
N...
Le sue mani scivolarono sotto il mio vestito, strofinando avanti e
indietro contro la mia pelle.
"No... no, no, no..." Per favore non farmi questo!
"Oh White,"
ansimò, premendo più forte sul mio
bacino. "Non hai idea di cosa mi fai. Potrei darti molto più
amore di quanto mai potrebbe fare N."
Questo non era amore. Questo non era Komor. Questo non era il mio
fratellone. Questo non era il mio adorato migliore amico che conoscevo
da tutta la vita. Non era lo stesso ragazzo dolce, un po' nerd che
avevo imparato ad amare come uno di famiglia; lo stesso ragazzo che mi
aveva aiutato durante il mio viaggio; lo stesso ragazzo che c'era
sempre per me quando ne avevo più bisogno.
No.
Questo era un mostro. Un estraneo. Un uomo orribile che stava
avidamente inginocchiato su di me con occhi lascivi. Questo era un uomo
che odiavo.
Mi contorsi, cercando di liberarmi dalla sua presa. Nulla sembrava
funzionare. Ma dovevo farlo. Agivo sull'onda dell'adrenalina,
scalciando, graffiando, e mordendo tutto ciò che riuscivo.
Il sangue inondò la mia bocca e non seppi dire se fosse mio
o di Komor. Komor emise un sibilo e si ritrasse. Non era molto, ma mi
bastava per liberarmi e fuggire dalla stanza il più
velocemente possibile.
Le luci erano ancora accese nel Centro Pokèmon e oltrepassai
di corsa quella che sembrava una folla di allenatori che
chiacchieravano. Ma non mi importava. Dovevo scappare. Lontano, lontano
da qui.
Le porte automatiche si spalancarono e sentii la fresca aria notturna
contro la mia pelle bollente. Ero libera. I miei piedi sanguinavano
sulla ghiaia della strada. Dovevo aver perso le scarpe durante la fuga.
Ma non mi importava. Ero libera. Libera. Non potevo fare molto nelle
mie deboli condizioni. Ma feci ciò che potevo.
Urlai.
The Troll and I - Parte due
Il Troll ed Io
(ambientato verso la fine del settimo
capitolo, contiene riferimenti alla parte
uno)
"E poi prende la sua
forchetta e prova a imboccarlo!"
Strinsi il mio
Interpokè come una pallina antistress mentre
Komor e Belle assimilavano tutto ciò che avevo detto. Avevo
bisogno di raccontare a qualcuno della mia stupida esperienza a cena
con Bailey. La cena non era nemmeno più una cena con lei
intorno. Belle cominciò a ridacchiare e Komor
roteò gli occhi verso di lei.
"Stai zitta, Belle."
Ringhiò Komor.
"Ma è
divertente!"
Lui sospirò,
strofinanosi le tempie. "Senti
White, non vedo
quale sia il problema. Hai detto tu stessa che piace a tutte le ragazze
del Team Plasma. In che cosa è diversa questa qui?"
"E' una stronza assurda
e sa che io sono 'promessa' a lui, ma ancora
insiste."
Lui fece una smorfia e
Belle rise ancora più forte. "Ma lui
non ti piace nemmeno. Ed è ancora un principe, giusto? Sai
bene che molti re medievali avevano una moglie oltre alle concubine.
Forse ad N piace quel genere di roba vecchia."
"Komor, è
disgustoso."
Lui si strinse nelle
spalle. "E' vero."
"Sai, White, se N ha
un'altra ragazza oltre te, forse anche tu dovresti
trovarti qualcun altro!" Continuò a ridere.
"BELLE!"
"Basta così,
Belle."
"Che c'è di
male? Sono sicura che l'idea piace anche a te!"
"Ho detto basta
così."
Perchè avevo
gli amici più strani del mondo?
Sospirai. "Ragazzi, si
sta facendo tardi e N sarà qui a
momenti. Devo riattaccare."
La doppia porta si
spalancò. "NON RIATTACCARE."
Sobbalzai al suono della
voce rimbombante di N quando a grandi passi
venne a pararsi davanti a me.
Komor si
colpì la fronte con il palmo. "Ugh. Ma guarda un po'? Il Re
del PETA è qui?"
N sogghignò.
"MA SEI MATTO? Inchinati davanti al futuro re
di UNIMA!"
Komor si
mordicchiò un unghia, per niente divertito. "Come
desidera, PRINCIPESSA N."
N era furioso. "Per
l'ULTIMA VOLTA, non sono una RAGAZZA. Non sono una
Girl Scout o una principessa!"
Gli occhi di Belle
brillarono. "Ooh! Ooh! Hai le Thin Mints? Sono le
mie preferite!"
"Piantala, Belle!"
Abbaiò N allo schermo
dell'Interpokè.
Belle si
accigliò. "Niente Thin Mints, eh? E le Samoas
allora? No, aspetta, si chiamano Caramel Delights adesso, vero?"
N sembrava sul punto di
andare in autocombustione.
Mentre Belle frugava
nella sua borsa in cerca di soldi, Komor
sospirò.
"'Kay, è
stato davvero divertente e tutto, ma sto chiudendo."
Belle pescò
un portafogli dalla sua borsa. "Aspetta Komor!
Prima di andare, non dimenticare di confessare il tuo eterno amore a
White nel capitolo tredici!"
N, Komor ed io gelammo.
"Aha! Ci sono tre dollari e cinquanta!"
Guardai lo schermo di
Komor e lui mi fissò di rimando.
"Komor, tu-"
Lui sospirò.
"Fantastico. Belle ha
appena rovinato il
capitolo tredici a tutti. Fanculo. Ti amo, White. Bla, bla, bla.
Sdolcinata dichiarazione d'amore. Bla, bla, bla. Sesso consensuale.
Bla-"
"CONSENSUALE COSA,
SCUSA?" Di cosa diavolo stava parlando?
"N-niente."
Ci fu una pausa
imbarazzata. "Sette dollari! N, hai le Trefoils? No,
volevo dire gli Shortbread."
"Bè questo
è imbarazzante," disse Komor dopo un
po'.
"G-già."
"Allora... ancora amici?"
"... forse..."
Click.
Dannazione, Komor mi ha
chiuso il telefono in faccia!
Belle
ridacchiò, agitando i soldi davanti allo schermo.
"White~! Incontriamoci a Sciroccopoli così posso pagare i
biscotti!"
A proposito di biscotti,
mi voltai verso N che era ancora sotto shock.
Posai una mano sulla sua spalla.
"E' tutto okay, N. Non
mi piace Komor in quei termini."
Lui rimase in silenzio.
Lo scossi leggermente.
"N?"
Improvvisamente, lui
scattò in piedi, afferrandosi la testa
con entrambe le mani. "INCREDIBILE!"
Indietreggiai. "Davvero,
N! Non mi piace in quel senso!"
N mi afferrò
le braccia, stringendole forte. "Tu non
capisci, White!"
Inarcai un sopracciglio.
"Cosa non capisco?"
"ABBIAMO INFRANTO IL
QUARTO MURO!"
Note della traduttrice
(translator's notes): credo sia superfluo dire
quanto mi vergogni per lo spaventoso ritardo. Chiedo scusa a tutti, ma
non garantisco puntualità per il prossimo capitolo,
perchè ho veramente tanto da studiare per
l'università. Farò il possibile.
- «[...] nel punto
in cui normalmente si trovava la sua solita ahoge.»
( «[...] where his
usual ahoge normally was.»):
per la definizione di 'ahoge' controllate
le note del capitolo 5.
- Cheren è il nome di Komor nelle versioni giapponesi e in
inglesi, ed è qui usato come cognome. Ovviamente in inglese
avviene il viceversa, e Komor è il cognome. Significa 'nero'
in bulgaro.
- Se vi sembra che nel menù di Komor manchino delle portate,
è perchè in Inghilterra e in America
non usano 'primo piatto' e 'secondo piatto'. Una cena formale
è normalmente composta da un antipasto (starter), una
portata principale (main dish) e un dolce (dessert).
- Per la definizione di PETA controllate i capitoli 4
e 8.
- Thin Mints, Samoas, Caramel Delights, Trefoils e Shortbreads sono
tutti nomi di biscotti che le Girl Scout sono solite vendere per
racimolare soldi.
- «"ABBIAMO
INFRANTO IL QUARTO MURO!"» ( «"WE BROKE THE FOURTH
WALL!»)
è un'espressione che si usa in teatro per indicare quando un
personaggio interagisce con il pubblico, entrando a contatto
così con il mondo reale e "rompendo" il muro ideale tra il
palco e la platea; esce in pratica dalla sua parte e si rende conto di
non essere altro che un personaggio inventato. Ho preferito tradurre la
frase letteralmente, in quanto tradurre con un "White, siamo finti!"
avrebbe secondo me banalizzato la battuta.
Grazie a chi ha recensito e chi continua ad aggiungere questa storia
alle preferite, mi strappate sempre più di un sorriso.
EDIT:
Sailor
Marty TD fan mi fa giustamente notare che non ho spiegato
cos'è il saffron tea. E' semplicemente un tipo di
tè, letteralmente 'tè allo zafferano', che
contiene appunto dello zafferano disciolto; cosa che gli dà
un sapore leggermente frizzante. Non l'ho tradotto perchè io
l'ho sempre sentito nominare in lingua originale, un po' come per il ginseng.
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Capitolo 14 *** Chiaro di luna ***
Moonlight definitiva
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale: qui
Capitolo 14: Moonlight
- Chiaro di Luna
-
"Avete dieci minuti. E
fate
attenzione. Può essere
violento," ci avvisò la guardia mentre teneva aperta la
porta per me ed N.
N posò gentilmente la sua
mano sulla mia spalla e
mi guidò
attraverso il corridoio, oltre svariate celle di detenuti. Il pensiero
di trovarmi in una prigione mi faceva sentire parecchio a disagio, per
non
parlare degli sguardi che quei prigionieri pervertiti mi lanciavano. E
ogni
volta che mi tiravo giù la gonna, quegli uomini orribili
ridevano e
fischiavano suggestivamente. Il pensiero di Komor indugiava
ancora
nella mia
mente. Mi acquattai. Perché ero andata con N?
Perché ieri notte
ti ha chiesto, dopo
che sei rientrata di nascosto, così che
nessuno vedesse i tuoi piedi sanguinanti, se volevi andare con lui.
Perchè stamattina hai detto ad N che volevi andarci.
Perchè se tu avessi rifiutato, N avrebbe potuto pensare che
non
ci volessi andare a causa di Komor. Perchè tu vuoi
dimenticarti
di Komor. Perchè stai cercando di convicere te stessa che
stai
bene. Stupida.
Arrivammo ad una piccola cella alla
fine del
corridoio; il pavimento era incrostato di fango secco e goccioline
d'acqua fuoriuscivano da una crepa nel muro. Nell'angolo, un uomo
massiccio emergeva dall'ombra dietro la piccola branda sporca.
"Che cosa vuoi, abominio? E a che
serve portarti
dietro la troia?" Sputò l'uomo mentre arrancava verso le
barre
di ferro della sua prigione simile ad una gabbia.
Se gli sguardi potessero uccidere, il
mio l'avrebbe trafitto e spedito nella tomba e poi
giù all'inferno.
"Ghecis," sospirò N,
aumentando la stretta con cui mi teneva.
L'ex saggio del Team Plasma
sbuffò. "Tu eri
un inutile strumento fin dall'inizio, ma guardati adesso! Quell'aborto
di donna ti fa cadere più in basso della polvere che
già
sei!"
Guardai N rimanere impassibile e
incassare il
colpo. Come faceva? Quest'uomo che non meritava nemmeno un figlio
meraviglioso come N lo stava insultando! Stava disonorando il nome di
N, eppure lui non diceva niente!
"Basta così, Ghecis." La
voce di N assunse
un tono più serio. "Sono venuto solo per informarti di cosa
ne
è stato del Team Plasma."
"Risparmia il fiato."
Sbuffò Ghecis,
volgendoci le spalle. "Il Trio Oscuro è venuto in visita
parecchie volte per informarmi delle tue sciocche idee per un 'mondo
pacifico e amorevole'. Il fatto è che, nulla di
ciò che
fai potrà mai fermare gli abusi e le liberazioni dei
Pokèmon. L'oscurità vivrà sempre nei
cuori degli
uomini."
"Ti sbagli," intervenni io. "N
ha dimostrato l'impossibile in passato. Può farlo
di nuovo."
"Non ho bisogno di sentire cosa il
mio sciocco figlio può o non può fare da
una puttana!"
No, no, no. Pensa a cose felici,
White. Non è accaduto nulla di male. Non ieri. Mai. N non
deve vederti debole.
" PADRE!" N
respirava a fondo,
abbastanza forte da
far sì che ogni respiro echeggiasse tra le pareti della
cella.
"Non sfogare la tua rabbia su di lei. Se devi prendertela con qualcuno,
prenditela con me!"
"N! Che cosa stai dicendo!" Come
poteva sopportare ancora tutto questo?
"Calmati, White," disse N duramente,
senza alcuna gentilezza.
N...
N chiuse per un momento gli occhi.
Ghecis era tornato a rivolgersi verso di noi e ora aveva le braccia
incrociate.
"Sfogare
la mia rabbia su di te anzi che su di lei? Oh, che questo sia amore? Ma
tu non puoi amarla. Pensa al pericolo a cui la stai esponendo. Amavi la
tua cara, dolce madre, ma guarda cos'è accaduto; la tua
nascita ha
causato la sua MORTE!"
"Ho sentito abbastanza!" Abbaiò N, la
collera che bruciava furiosamente attraverso i suoi occhi. Oh, N. Che
cosa ti sta facendo Ghecis?
"Oh, ma io non ho affatto finito! Dimmi,
N. Perchè hai portato questa ragazza con te?" Il sorriso di
Ghecis si
modellò in un perfido ghigno mentre faceva schioccare le
nocche.
N
si avvicinò di un passo alle sbarre, senza che il suo
sguardo
abbandonasse quello di Ghecis. "White è la principessa del
Team Plasma
adesso. E sarà la mia futura moglie."
Ci vollero tutta la mia forza
e il mio orgoglio per non permettere a Ghecis di vedermi arrossire.
Avrebbe potuto usarlo contro N e ferirlo in qualche modo.
Quando
capì, Ghecis scoppiò in una risata fragorosa,
stringendo saldamente i
pugni lungo i fianchi. N ed io rimanemmo in silenzio durante il suo
accesso di risa, senza nemmeno muovere un muscolo. Quell'uomo era
orribile.
"La tua futura moglie! AHAHAHAHAH!
Stai scherzando! Uno
senza cuore non può sposarsi! Si può a malapena
immaginare come sarebbe
la prole di un mostro e di una troia: insensibile; crudele; ritardata;
deforme con sei braccia, tre occhi, e senza bocca! Davvero, un abominio
per la razza umana!" La risata di Ghecis per una tale malsana
descrizione mi disgustava; potevo sentire il mio viso impallidire al
suono della sua stessa voce. Stavo cedendo alla nausea.
" STAI
ZITTO!" Il mio urlo uscì gorgogliato attraverso
la nausea.
Com'era
possibile che io fossi stata in grado di affrontarlo in passato e
adesso non più? Era a causa di Komor? Ero forse ancora
vulnerabile come
ieri?
" ZITTA, PUTTANA!"
Una grande mano callosa circondò
la mia gola, soffocandomi e mozzandomi il fiato. Unghie appuntite
affondarono nella mia pelle. Volevo urlare, ma tutto ciò che
riuscii a
emettere fu un silenzioso gemito. Ogni cosa si stava oscurando. Oh, N!
Dove sei? Pensieri felici... pensieri felici...
"Guardie!"
Non sapevo dire a chi
appartenesse quella voce. A N? A
Ghecis? Non ero più in grado di pensare. Niente di coerente
attraversava la mia mente.
Le
braccia
di qualcuno erano avvolte attorno alla mia vita. N? Sei tu?
"Trattenetelo!"
Chi era?
"I suoni mi
giungevano offuscati. Non riuscivo a vedere più niente.
Sonno... Il sonno stava per sopraffarmi...
"WHITE!"
Pensa... cose belle...
Nuvole...
angeli... musica... dappertutto... La mia schiena era premuta su
qualcosa di morbido; qualcosa di
familiare. Una traccia
di pisello odoroso mi solleticò il naso.
Così familiare... Un pianoforte che suona in sottofondo? E'
così? Non ebbi bisogno di aprire gli occhi; erano
già spalancati come
se fossi
stata sveglia tutto il tempo. Quei dolci piccoli angeli che volavano
sopra le nuvole, suonando i loro piccoli corni... così
confortanti...
Aspetta. Nuvole? Angeli? Letto morbido? Era la camera mia e di N.
Lentamente, mi sollevai dal letto. Un dolore acuto salì
lungo la mia
gola. Sollevai
la mano, solo per sentire una fasciatura che mi avvolgeva tutta.
Ghecis!
Girando velocemente la testa intorno, scrutai la stanza in cerca di
quell'uomo
maledetto. Ma lui non c'era. C'era solo N nel mio campo visivo, seduto
al piano a suonare una dolce, familiare melodia.
"N?"
Gracchiai. Cos'era successo alla mia voce?
"Shhh... White. Non parlare troppo. Non voglio che ti faccia male alla
gola
parlando," sussurrò dolcemente, continuando a suonare il
pianoforte.
Mi alzai dal letto, trascinando con me alcune delle
lenzuola. A passi
piccoli, mi feci strada verso il pianoforte al fianco di N.
"Stai suonando il piano, di nuovo?" La mia voce era più
rauca di prima.
Senza
preavviso, N smise di suonare e si voltò verso di me, con
uno sguardo
inorridito ad adornare il suo dolce viso infantile. "White! Per favore
non parlare! La tua gola ha bisogno di guarire!"
Scossi
la testa. "Non mi importa."
Lui
si alzò con un rapido movimento. "Ma a me sì."
Le mie guance si riscaldarono. Ma
ciò non mi impedì di ribellarmi.
"Starò zitta, solo se tu continui a suonare."
I suoi occhi si spalancarono, ma
sospirò e cedette. "D'accordo. Se ti fa sentire meglio..."
N si sedette ancora una volta e riprese da dove aveva interrotto la
canzone. Le sue dita danzavano delicatamente su ogni tasto. Tasti
bianchi e neri. Come il suo sogno in bianco e nero; il suo vecchio
sogno.
"A pap- Ghecis non
è mai piaciuta questa canzone, ma a me sì,"
dichiarò N mentre girava uno spartito sul leggìo.
Ghecis. Quel
nome.
Quell'orribile nome! Un'onda
di angoscia e di impotenza mi travolse, e prima che me ne rendessi
conto, ero scoppiata in lacrime. Perchè? Perchè
mi avevi portato lì, N?
Perchè mi avevi portato lì quando ero in
condizioni così deboli? Ma
perchè ero così debole? Era realmente a causa di
Komor? Stupido Komor!
VAFFANCULO! VAI
ALL'INFERNO!
La
musica del pianoforte cessò quando N si precipitò
giù dallo sgabello
per avvolgermi nel suo abbraccio affettuoso. Mi aggrappai al suo
dolcevita nero, trovando conforto nella sua morbidezza.
"...e-eh...
N!" Singhiozzai, tossendo nel farlo.
"White..."
La voce lieve di N si fece strada nelle mie orecchie. Le sue morbide,
ingenue dita massaggiarono teneramente la parte inferiore
della mia
schiena. "Non piangere... lo metteranno in isolamento e lo terranno
sotto controllo ventiquattr'ore su ventiquattro. Lo prometto... non ti
farà più del male. Non finchè io
sarò in vita..."
Il
cuore mi batteva furiosamente contro il petto, come se volesse
liberarsi e fondersi con quello di N. Voleva vivere in equilibrio con
il cuore ingenuo e innocente di N. Battendo come uno solo. Per sempre.
Uniti, così forti che nemmeno quel maledetto di Ghecis o
Komor
avrebbero potuto spezzarli!
"N...
Per favore finisci la canzone per me..."
N mi tirò su dal pavimento assieme a lui e mi
posò sullo sgabello.
"Ogni cosa per rendere felice la mia principessa."
La
canzone risuonò ancora una volta. Quella calma, familiare
melodia portò
via con sè tutte le mie preoccupazioni. Posai la testa
contro la spalla
di N che si irrigidì leggermente sorpreso. Il modo di
suonare di N era
divino.
"Questa canzone si chiama Clair
de Lune. Non è
meravigliosa?" N chiese infantilmente, senza sapere che io
già la
conoscevo. Sembrava che non sapesse che era famosa.
Io annuii semplicemente contro la sua spalla, d'accordo con lui.
Sulle note di chiusura della canzone, N affermò sottovoce,
"Significa 'chiaro di luna'."
La canzone era finita, ma io la sentivo ancora ripetersi nel mio cuore.
"Ritorniamo a letto. Hai bisogno di un sacco di riposo dopo oggi. Non
lascerai il castello finchè non lo dirò io."
Era così carino il modo in cui l'aveva detto; era sembrato
proprio come un bambino.
N
mi riportò al nostro letto e mi adagiò sul suo
soffice materasso. Avevo
le lenzuola ancora avvolte attorno al corpo. Per un momento, N si
sedette e mi cullò tra le sue braccia, canticchiandomi
sottovoce Clair
de Lune come una ninna nanna. Le mie palpebre si
abbassarono un poco.
Dimentica... Dimenticati di entrambi...
Un rumoroso colpo mi svegliò dal mio stato semi-cosciente.
"Lord N~!" Oh, Reshiram, no. Ti prego, tutti ma non
lei. "Ho una cosa da dirti riguardo la ragazzina!"
Note
della traduttrice: A mia discolpa posso dire che non
credevo che l'università mi avrebbe impegnato
così tanto. Cercherò di ridurre i tempi. Immagino
che tutti,
vuoi per interesse, vuoi per Twilight, conosciate "Clair de Lune", ma
se così non fosse eccola qui.
Per qualsiasi chiarimento sul capitolo mi trovate sempre via
recensione, via MP, oppure via Twitter,
e anche sul mio blog,
giusto per fare un po' di pubblicità occulta. Grazie allo
"schiaffo virtuale" di _LoveCottonCandy,
che ha dato voce a tutte
quelle povere anime che seguono questa fanfiction e mi ha spronato a
trovare il ritaglio di tempo necessario a riprenderla. Chiedo scusa per
l'attesa.
|
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Capitolo 15 *** Spero tu sia felice ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lupa
Malandrina (prima parte) e Lacie
(seconda parte)
capitolo
originale: qui
Capitolo 15:
I Hope You're Happy
- Spero tu sia felice -
"Si, cosa
c'è, Bailey?" N mi teneva stretta tra le braccia.
Bailey
camminò verso di noi, i suoi fianchi che ondeggiavano
lentamente da un lato all'altro, come a farlo apposta. Giunse al bordo
del letto, protendendosi sul posto in una posa provocante.
"Ho
visto la ragazzina ieri..." Fece una pausa per sorridermi
diabolicamente, "...con il suo ragazzo".
Mi
stava di nuovo pedinando? Quale diavolo era il suo problema?
N la
guardò in modo strano. "Certo che era con lui. Komor
è suo amico."
COSA?
NON poteva aver detto una cosa del genere dopo quello che era
successo tra me e Komor.
"Di
che cosa stai parlando, N?" Non intendeva quello, no?
Batté
le palpebre. "Intendevo proprio quello che ho detto.
C'è qualcosa di sbagliato in questo? Komor è un
ragazzo ed è suo amico".
Per un
attimo, mi ero completamente dimenticata di Bailey.
Mi
passai una mano sul volto."N, razza di testone, un ragazzo non
è la stessa cosa di un amico".
Mi
sentivo a disagio a definire ancora Komor mio amico. Era ancora
mio
amico? ...
no ... non lo volevo più come amico... Lo
odiavo...
"Ah
no?" N piegò la testa di lato. "Qual è la
differenza?"
Sospirai.
"Un ragazzo è uno che ha appuntamenti con una
ragazza. Si piacciono più che come amici."
N, che
sembrava aver capito, si girò di nuovo verso Bailey.
"Bailey, Komor non è il ragazzo del mio tesoro. Lei e io ci
stiamo per sposare."
Il suo
sorriso si allargò. "Oh, davvero?"
Aspetta...
NO. Lei non poteva saperlo, vero? No. No, assolutamente.
Lei
ridacchiò. "N, sai baciare, non è vero?"
"Lascia
stare." Le parole uscirono improvvisamente dalla mia bocca
prima che potessi fermarle.
N
sbatté rapidamente le palpebre. "Sì,
perchè? Baciare è un segno di affetto tra due
esseri umani".
Le
false risate di Bailey erano veramente nauseanti. "Sì, ma
sai cosa vogliono dire i baci sulle labbra, giusto?"
Avrei
voluto che il terreno si aprisse e che venissero fuori dei demoni
per trascinarla giù all'inferno.
"Bailey
..." mormorai, ringhiando. N ci pensò per un attimo
finchè non fu interrotto da Bailey. "Beh, significa che ami
molto quella persona. Ma proprio tanto."
Lui
annuì, assimilando tutto. "Capisco. Ma cosa hanno a che
fare con l'amico del mio tesoro?"
Lei
sorrise, mostrando i denti. "Quando ero a Sciroccopoli-"
"NO!"
Le mie mani volarono a coprire le orecchie di N. Non doveva
sentire!
N mi
prese i polsi, tirando via le mie mani dalle sue orecchie. "Cosa
c'è che non va, cara? Ti stai comportando in modo alquanto
strano."
"Io-io-io-"
"Lascia
che Bailey finisca." N sorrise a Bailey. "Continua, per favore."
Serrai
gli occhi. Non stava accadendo davvero.
Bailey
fece schioccare la lingua prima di rispondere. "La ragazzina
stava baciando il suo piccolo amico proprio qui."
I miei
occhi si aprirono leggermente, quanto bastava per vedere il suo
dito puntato verso le sue labbra. Per favore, N. Non le credere.
N
rimase in silenzio per un momento, poi scoppiò a ridere.
"Oh, Miss Bailey, questo è davvero stupido! La mia preziosa
White non farebbe mai una cosa del genere!"
Oh,
Zekrom, grazie al cielo. C'era solo qualcosa di strano nella sua
risata: vi era una leggera esitazione in essa, come se non fosse sicuro
se stesse dicendo la verità oppure no.
Bailey
iniziò a tirare fuori quella che sembrava una
macchina fotografica. CHE COSA? Prima che potessi strappargliela, la
tese a N, che gentilmente la prese. Oh, Zekrom, non riuscivo a guardare.
N
inspirò bruscamente. Il suo respiro divenne irregolare e
il suo corpo tremava violentemente. La macchina fotografica gli cadde
di mano, rimbalzando sul letto, per poi fermarsi di botto. Io guardai
la foto, inorridita dal suo contenuto.
Il mio
primo bacio.
Fui
travolta da un'ondata di nausea. Cosa poteva esserci peggio di
questo? Perché? Perché Bailey mi odiava
così tanto? Certo, aveva una gran cotta per N, ma non c'era
motivo fare una cosa simile.
Il
corpo di N tremò, le lacrime scivolavano dal suo viso
affranto sulle lenzuola ormai bagnate. La forza di gravità
mi opprimeva il petto. Sentii il mio cuore, preso dal rimorso,
scivolare giù in fondo al mio stomaco. Sapevo di non aver
fatto Komor.
"White..."
La voce di N era acuta e noncurante.
Senza
preavviso, N balzò giù dal letto e corse
fuori dalla porta, lasciando una scia di singhiozzi e lacrime. Non
rimasi ad ascoltare il "discorso trionfale" di Bailey, invece mi
lanciai all'inseguimento di N lungo il corridoio.
Seguii
macchie di verde giù per i numerosi corridoi identici
finché arrivai davanti ad una delle poche stanze dotate di
porta nel castello. Il suono dei singhiozzi di N penetrava attraverso
le crepe nella porta.
Titubante,
tirai lentamente la maniglia di metallo. Una visione
stranamente familiare riempì tutto il mio campo visivo: la
vecchia stanza dei giochi di N.
Secchi
di vernice aperti e della nuova carta da parati erano
disseminati lungo lo sporco tappeto decorato di nuvole. Nessun
giocattolo sembrava aver cambiato posizione dall'ultima volta che ero
stata lì. Era una camera strana eppure accogliente, anche se
il pensiero di N che vi giocava all'età di diciotto anni
indugiava ancora nella mia mente.
Per
quanto riguarda N, giaceva rannicchiato su sé stesso di
fronte al suo piccolo trenino. I suoi occhi seguivano la locomotiva che
viaggiava da un'estremità all'altra dei binari in un ciclo
infinito. Tirò su col naso, strofinandosi gli occhi come un
bambino sgridato.
Lo
raggiunsi in punta di piedi, e mi accomodai accanto a lui. N si
irrigidì, voltando la testa finché la sua faccia
sfiorò il pavimento.
"N?
Per favore ascoltami." Posai una mano sulla sua schiena, ma lui la
scrollò via, scuotendo la testa di lato contro il pavimento.
"Vai
via," piagnucolò con voce attutita seguita da un
singhiozzo.
Lasciai
ricadere la mano lungo il fianco. "Per favore, N. Non
è come pensi."
N si
sollevò dal pavimento, rivolgendomi il suo viso
macchiato. "Perchè mi hai mentito, White?"
Mi
prese alla sprovvista. "Mentire? Io non ti ho mai mentito."
Lui
annuì. "Sì invece. Hai detto che avresti
festeggiato il tuo compleanno con Komor. Ma hai mentito e l'hai baciato
sulla bocca anche se sapevi che non avresti dovuto baciare un ragazzo
che non è il tuo fidanzato. Hai mentito! Hai mentito! Hai
mentito!"
N
scoppiò nuovamente in lacrime, affondando le dita nel
tappeto nuvoloso. Provavo fitte lancinanti al cuore. Se solo Celebi si
fosse trovato nella regione di Unima, sarei potuta tornare indietro e
impedirmi di andare con Komor. Avrei potuto rifiutare il suo invito a
Sciroccopoli. In questo momento, mi sarei ritrovata a casa a
pianificare il mio matrimonio con N, o ad ascoltare i pettegolezzi di
Mildred e Shirley, o persino a scambiare i soliti sguardi feroci con
Bailey.
Ma non
l'avevo fatto. Ero andata con Komor a Sciroccopoli e adesso mi
trovavo qui; una ragazza in procinto di perdere il suo fidanzato.
Spero
che tu sia felice, Bailey.
"Non
ho mentito, N! E' stato Komor! Mi ha costretto! Non so che cosa
avesse, ma non siamo più amici."
Per
favore, N. Per favore ascolta.
Le
lacrime gocciolavano dal naso di N sul pavimento. Tirò su
col naso. "Non siete più amici?"
Scossi
la testa, sorridendo appena."No. Non più."
N
sembrava ancora più infelice di prima. "White?"
"Sì?"
Mi
fissò con fare supplichevole, prendendo le mie mani e
portandosele sul suo cuore dal battito irregolare. "Non siete
più amici?" Ripetè. "White, anche se Komor
è il tuo ragazzo adesso, ami comunque me di più?"
Non
riuscii a trattenere l'improvvisa ondata di lacrime che
cominciarono a sgorgare di propria volontà. Arrabbiata, i
miei pugni si abbatterono sul suo petto.
"Stupido,
stupido, stupido! Lui NON
è il mio ragazzo!
Perchè non te lo ficchi in quella grossa, stupida testa!"
Lui
rimase in silenzio mentre colpivo il suo petto sempre
più forte fino a farmi male alle mani.
"Un
'ragazzo', come hai detto tu, è colui che a una ragazza
piace più che come un amico. E baciarlo sulle labbra, come
ha detto Bailey, significa che lo ami più di quanto si ama
un amico. Se hai dato a Komor un bacio del genere, allora lui
dev'essere il tuo ragazzo."
"NO! Non è
il mio ragazzo! Non lo amo! Lo odio! LO ODIO!"
La mia
voce riecheggiò attraverso la stanza. N mi
fissò, completamente scioccato. Aveva smesso di piangere e
tutto ciò che rimaneva delle sue lacrime erano striature
asciutte sotto i suoi occhi. Lentamente, mi attirò a
sé in un abbraccio gentile.
Non
era un abbraccio caldo e affettuoso, ma piuttosto pieno di
esitazione e confusione. Le sue braccia mi sfioravano appena in questa
goffa stretta. Rimasi seduta a fissarlo per un bel po', chiedendomi
cosa mai avesse in mente.
Lui si
ritrasse e si alzò in piedi, trascinandosi poi a
fatica verso il muro. Passò una mano sulla parete e quella
si spalancò leggermente, rivelando un contenitore di vetro
che copriva un grande bottone rosso. N sollevò la scatola di
vetro e premette il pulsante. Dopo pochi secondi, si sentì
una voce.
"Sì? Chi è?"
Chiese la voce.
"Sono
il tuo signore, N." La sua voce era tornata normale.
"Le mie scuse, Lord N. Come posso
esservi d'aiuto?"
N
lanciò uno sguardo nella mia direzione. "Disponete i
preparativi per la partenza."
"Come desiderate, mio signore."
Il
pulsante rientrò nel muro e N prese a camminare verso la
porta.
Mi
alzai in piedi velocemente. "Partenza? Che cosa vuoi dire?"
Avevo
un brutto presentimento.
N si
fermò davanti alla porta, senza voltarsi a guardarmi.
"Partirò per Hoenn fra un'ora."
No.
NO, non poteva lasciarmi! Non così!
Corsi
verso di lui, gettandogli le braccia attorno alla vita. Affondai
il viso contro la sua schiena.
"No,
no, no, no, no. Ti prego non andare! Mi dispiace! Non volevo
baciarlo, N! Per favore cerca di capire! Non andare!"
N
staccò le mie braccia dalla sua vita. "Avevo intenzione di
partire a breve, in ogni caso. Prima arrivo ad Hoenn, meglio
è."
Varcò
la porta e cominciò a chiudersela alle
spalle. "Addio, White."
La
porta si chiuse completamente. Non riuscivo a sentire alcun rumore
di passi. Volevo impedirgli di partire, ma il mio corpo non riusciva a
muoversi. Mi stava abbandonando e stava cadendo invece sul pavimento. N
se n'era andato. Chi poteva sapere quando sarebbe tornato?
Il mio
corpo tremava, mentre mi trascinavo lungo il pavimento disegnato
di nuvole, prendendo il posto di N davanti al trenino. Rimasi
lì, a gemere per ore, un'infinita canzone di infelice
depressione. Ero stata tradita dal mio migliore amico, quasi uccisa da
un pazzo, e abbandonata dal mio fidanzata.
Per
che cosa ero stata punita? Avevo bisogno di sapere
perchè meritassi di soffrire in questo modo.
I
miei lamenti cessarono quando fui interrotta da un'accesso
di tosse. Mi facevano male i polmoni e il sangue trovò la
via per la mia bocca. Tossii, stringendomi la gola. Le mie guance
scottavano come in preda alla febbre.
Pensa
a cose belle, White. Cose belle.
Pensai
a tutti i miei amici di Sciroccopoli. Ma quando mi
tornò alla mente Austin, arrivarono anche Komor e N. No.
Dovevo pensare positivo. Pensa ai musical. Pensa a Wicked.
La mia
mente tornò a Wicked. Io ed Elphaba eravamo uguali
adesso. Nessuna buona azione rimane mai impunita. Nemmeno se la mia
intenzione era stata far del bene agli altri. La vita era ingiusta.
Niente è mai giusto. No, White. Pensieri felici.
Passai
in rassegna tutte le canzoni nella mia testa, ma ne ripetei una
più e più volte, immaginandomi le parole. Era la
mia canzone preferita tra tutte quelle di Wicked. Faceva pressappoco
così:
Why
couldn't you just stay calm for once, instead of flying off the
handle. I hope you're happy. I hope you're happy now. I hope you're
happy how you hurt your cause forever. I hope you think you're clever.
So
though I can't imagine how, I hope you're happy right now.
Sì,
Bailey. Spero tu sia felice adesso.
Note della traduttrice
(translator's notes): Metà del capitolo la devo, tutti la
dobbiamo, a
Lupa_Malandrina,
che mi ha dato un considerevole aiuto, per giunta di
sua spontanea volontà. Non so davvero come ringraziarti.
Due
parole:
- La
prima parte del capitolo si basa su un fraintendimento di N della
parola "boyfriend", che vuol dire sì fidanzato, ma che lui
intende come "boy friend", ovvero "amico maschio". Indi per cui ho
preferito tradurre con il termine "ragazzo" nel senso di fidanzato per
mantenere quanto più possibile il misunderstanding.
- Vi
rimando al capitolo
8 per Wicked, e qui
per la canzone con testo
e
traduzione.
E'
probabile che i vecchi capitoli saranno soggetti a revisione della
traduzione, poichè mi accorgo sempre troppo tardi di quanto
faccia schifo. Per cui, se avete dubbi, obiezioni o critiche,
segnalatemele pure. Grazie anche per le numerose recensioni, vorrei
rispondere a tutti voi ma mi limito invece a tradurre le vostre parole
per l'autrice, che come me vi ringrazia tanto anche se non
può dirvelo uno per uno. Menzione speciale stavolta a
_LoveCottonCandy
e Lisa_Chan
per i virtual kick; non abbiate paura di
intasarmi la casella o Twitter per darmi una svegliata, non me la
prendo mica e me le merito tutte.
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Capitolo 16 *** Abisso amaro ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale:
qui
Capitolo 16:
Abisso amaro
~ Bitter Abyss
~
"Siete stata bravissima,
Lady White. Avremo i risultati delle analisi
fra poche ore. La prego di riposare dopo mangiato."
Il medico del Team Plasma poggiò le due provette contenenti
il mio sangue sul carrello, accanto al tampone faringeo con cui mi
aveva quasi strozzata. Erano passate quattro settimane da quando N se
n'era andato, e avevo cominciato a sentirmi piuttosto male dal giorno
della sua partenza. All'inizio avevo pensato ad un comune raffreddore,
ma i sintomi non accennavano a diminuire.
"Signorina White, cosa vi ha detto la dottoressa?"
Benché non riuscissi a vederle, avvertivo la presenza di
Mildred e Shirley accanto al mio letto.
"Spegnete la luce!" Dalla mia gola dolorante scaturì un
basso gemito.
"Oh, le mie scuse, signorina White!" Le luci si spensero e i miei occhi
tornarono alla normalità. Mi accorsi adesso che entrambe
indossavano delle mascherine.
"Signorina White, ha saputo nulla dalla dottoressa?", ripeté
Shirley, sistemando la sua maschera.
Feci cenno di no con la testa, coprendomi la bocca per tossire. "Mh. Mi
ha fatto un prelievo ed è andata via."
Mildred posò una mano guantata sulla mia spalla. "Oh cielo.
Sembra che stiate peggiorando: avete un aspetto terribile."
"Ecco, signorina White." Shirley prese una scodella di fumante zuppa di
verdure dal vassoio che il medico mi aveva lasciato sul comodino.
"Dovete mangiare qualcosa. Vi sentirete subito meglio."
Voltai la testa quando mi avvicinò il cucchiaio alla bocca.
"Non lo voglio."
Lei si accigliò, e rimise il cucchiaio nella ciotola.
"Perché mai, signorina White?"
Mi morsi un labbro. "Non ho fame."
Ed era vero. Non che amassi comunque la zuppa di verdure, ma non avevo
affatto fame al momento. Non avevo nemmeno fatto colazione. Mi sentivo
lo stomaco debole, ero certa che non avrebbe mantenuto nulla che avessi
ingerito, nemmeno se fossi stata affamata.
Mildred prese la ciotola dalle mani di Shirley, e riempì un
altro cucchiaio di brodo. "Avete bisogno di sostanze nutritive, dopo il
prelievo, signorina White. Il vostro corpo lo richiede."
"No. Non ne ho voglia."
Mildred sospirò, e rimise la scodella sul tavolo.
Aprì un pacchetto di cracker e me ne porse uno. "Mangiate
almeno questo."
Esitai, ma afferrai il cracker e stetti a osservarlo. Strinsi le
labbra, chiedendomi se sarei stata in grado di mandarlo giù.
Lentamente, ne presi un morso, masticandolo fino a ridurlo in
poltiglia. Inghiottii con decisione e la poltiglia grumosa
scivolò dolorosamente giù per la gola. Avvertii
il mio stomaco agitarsi minacciosamente, aumentando la già
insopportabile sensazione di nausea.
Stavo già per metter via il cracker, ma lo sguardo di
Mildred mi bloccò. Riuscii a finirlo dopo parecchi minuti.
La gola mi faceva molto più male.
"Adesso posso dormire?", domandai a voce rauca.
Mildred sospirò di nuovo. "D'accordo, signorina White. Se vi
farà sentire meglio. Riposate, vi prego."
Le mie amiche sorrisero dolcemente, e mi lasciarono sola nella stanza
buia e silenziosa. Mi rannicchiai sotto le coperte, tremando, non tanto
per i brividi della febbre, quanto per l'improvvisa sensazione di
solitudine. Mi mancava avere il calore di N al mio fianco e vedere il
suo viso dolce, sereno e infantile al mio risveglio. Mi mancava la sua
risata, i suoi sorrisi, il suo affetto. Quel giorno, quattro settimane
prima, tutto ciò era stato sostituito da lacrime, ringhi e
un dolore straziante. Sarebbe mai tornato quello di un tempo?
Gettai lo sguardo al pianoforte, e mi accorsi che gli spartiti non
c'erano più. Mancava persino la canzone senza titolo. Le
lacrime minacciavano di scendere. Li aveva forse bruciati
perché aveva scoperto... l'accaduto?
E poi mi venne in mente. Qualcuno si era preso la briga di dire ad N
che stavo male? Certamente qualche recluta doveva già
avergli spedito un messaggio fino ad Hoenn. Ma che differenza avrebbe
fatto ormai, se anche ne fosse stato informato? Sarebbe tornato a darmi
conforto, o sarebbe rimasto ad Hoenn per finire il lavoro? Forse non
voleva nemmeno tornare a casa. Cosa stava facendo? Pensava a me o al
suo lavoro? Anzi, pensava mai a me?
Sbadigliai, malgrado il dolore alla gola. Mi addormentai chiedendomi se
anche N stesse facendo lo stesso.
Al mio risveglio mi sentivo leggermente meglio, e mi accorsi di avere
una flebo attaccata al braccio. Ero legata a due cavi, che conducevano
a due buste di plastica; una conteneva acqua e l'altra un liquido opaco
e marrone.
"Bene, Lady White. Vi siete svegliata. Ho gli esiti degli esami."
Mi voltai sul cuscino in direzione della dottoressa, che reggeva in
mano una cartellina. La parola "esiti" mi spinse a sollevarmi dal letto
per cercare di sbirciare. Ma il mio corpo era troppo debole e riuscii a
malapena ad alzare la testa.
Il dottore mi posò una mano sulla spalla. "Vi prego di non
sforzarvi, Lady White."
Feci un debole cenno d'assenso e aspettai pazientemente.
La dottoressa strinse le labbra. "Ebbene, Lady White. Vi chiedo scusa,
ma ho bisogno di porle alcune domande prima di poterle comunicare la
diagnosi. Mi rendo conto che la gola deve farle molto male, ma devo
sapere esattamente come curarvi. Ne siete consapevole?"
Annuii. Andava bene tutto, pur di scoprire cosa avessi.
La dottoressa stappò la penna. "Ditemi, riscontrate
affaticamento, mal di testa, perdita dell'appetito?"
"Sì, tranne il mal di testa."
Lei annuì, e scrisse qualcosa sulla cartella.
"Fotosensibilità?"
Inarcai un sopracciglio. "Di che si tratta?"
"I vostri occhi, sono diventati più sensibili alla luce,
ultimamente?"
"Ah-ha." Ricordavo quando Mildred e Shirley avevano acceso la luce
prima che andassi a dormire.
Un altro scatto della penna. "Aprite bene la bocca, per favore."
Spalancai subito la bocca, ma strizzai gli occhi non appena la
dottoressa mi puntò contro una torcia.
"Mh... Arrossamento della faringe e macchie bianche,"
mormorò tra sé e sé.
Aprii gli occhi solo quando sentii lo scatto della torcia che veniva
spenta. Premette con le dita guantate contro la mia gola.
"I linfonodi non sono gonfi. Bene." Scrisse di nuovo qualcosa sulla
cartella.
"Bene, sappiamo che avete la tosse. Per quanto riguarda febbre,
brividi, o dolori?"
Soffocai l'impulso di tossire. "Solo febbre e brividi."
"Nausea?"
"Sì. Non ho mangiato praticamente niente nell'ultima
settimana."
Premette una mano poco al di sotto del mio torace. "Vi fa male qui?"
Scossi lentamente il capo. "No."
"Quando sono iniziati i sintomi?"
"All'incirca quando N è partito."
La dottoressa annuì, grattando con la penna il bordo della
cartellina. Un attimo dopo, la sua espressione neutrale si
incrinò in un lieve cipiglio. Posò la cartella
sul comodino e prese posto su una sedia accanto al letto.
"Lady White, vi dispiace se vi faccio una domanda un po' personale?" Si
morse il labbro, distolse lo sguardo esitante.
"No. Chiedete pure." Ormai mi conosceva bene, dopo tutte quelle analisi.
"Avete per caso avuto... uhm... come posso dire... rapporti sessuali?"
La stanza piombò nel più assoluto silenzio. Ehi,
cosa diavolo... ? Pensava forse che avessi contratto qualche strana
malattia venerea?
"Ehi, ehi, ehi. Assolutamente no!" Mi venne da tossire. "Pensa davvero
che io abbia l'Aids o qualcosa del genere?"
Lei batté rapidamente le palpebre, agitando le braccia. "No,
no, no! Non ha niente a che fare con i risultati delle analisi. Ero
solo... curiosa."
Sospirai, improvvisamente sollevata al pensiero di non aver magicamente
contratto alcuna malattia sessuale senza aver ancora fatto niente con
nessuno. "Okay, bene. Perché lo voleva sapere?"
La dottoressa giocherellò con il lembo della sua gonna.
"È solo che... Ci sono delle voci che girano su di lei al
castello, Lady White. Mi rifiuto di crederci, ma volevo esserne sicura."
Voci? Che tipo di voci... Oh, quella piccola stronza. Se ne stava forse
andando in giro a raccontare i miei affari a tutto il Team Plasma?
L'avrei UCCISA,
quando mi fossi liberata della flebo.
"Chi le ha detto una cosa simile?" Ringhiai nonostante il bruciore alla
gola.
"Beh, una delle nostre infermiere. L'ha sentito dire da alcuni altri
membri. Provvederò a informare le infermiere che si tratta
di una menzogna."
"La ringrazio." Se non altro, tutti avrebbero capito che quella piccola
sgualdrina non era altro che un'enorme bugiarda.
"Tuttavia non sono del tutto convinta. Lord N ha detto che siete uscita
con un amico, la sera dopo il vostro compleanno. Ha detto che si
trattava di un ragazzo. Non... Non è accaduto nulla tra voi,
vero?"
Era naturale che saltasse fuori il discorso Komor. E proprio quando
stavo iniziando a superare il trauma, sempre che sforzarsi di
dimenticare potesse essere considerato "superare un trauma".
"Non è successo nulla, giusto, Lady White?"
Ripeté.
Mi sentivo in colpa verso la dottoressa. Era stata gentile con me per
tutto il tempo e mentirle mi avrebbe solo fatto star peggio. Magari
dire la verità sarebbe stato più saggio, per
quanto più doloroso. Tra l'altro, far finta di niente
avrebbe semplicemente aggravato i suoi sospetti verso di me, e allora
addio ai miei piani di scoprire la verità sul Team Plasma.
Sospirai. "Le va di sentire la storia?"
"Sì, Lady White, se non vi è di troppo disturbo."
"Bene, sono andata a Sciroccopoli per raggiungere un amico," cominciai.
"Era tutto normale all'inizio; siamo andati a vedere un musical e si
è comportato come al solito."
Feci una pausa per asciugare un'unica lacrima. "E poi mi ha portato a
cena; aveva già ordinato in precedenza anche per me. Il cibo
era delizioso e io stavo bene. Ma poi, ho iniziato a sentirmi parecchio
stordita."
La dottoressa inclinò il capo. "In che senso?"
Tirai su col naso. "Come se i miei occhi fossero annebbiati e avessi un
formicolio all'altezza dell'addome."
Spalancò gli occhi. "Avete perso conoscenza, Lady White?
Avevate le vertigini, la nausea o vi sentivate debole?"
"No. Solo vista annebbiata e formicolio." Tossii attraverso la mano.
"Cosa avete mangiato al ristorante?" Chiese, tirando fuori dalla sua
borsa qualcosa che somigliava a un piccolo computer.
"Uhm... Dell'insalata, asparagi, una torta, e del tè,"
risposi. Era forse colpa del cibo?
"Cosa c'era nell'insalata?" Chiese mentre digitava sul computer.
"Oh, solo la classica lattuga, pomodori, cipolle e olive. C'era anche
della salsa ranch sopra."
"Capisco." Ancora tasti premuti. "E la torta?"
"Era una "dulce de leche". E aveva una salsa rossa sopra. Credo che
fosse... Sciroppo? No, succo di banana? Sì, succo rosso di
banana."
"Bene, e il tè?"
"Tè allo zafferano."
"D'accordo, un'ultima domanda." Mise giù il computer. "Vi
siete baciati?"
Cominciai a tremare, la gola chiusa ad impedirmi di emettere alcun
suono. Non volevo ammetterlo. Me ne vergognavo troppo. Altre lacrime
scivolarono giù sul mio viso.
"Lady White, state bene?" Mi diede dei colpetti rassicuranti sulla
schiena.
"Sì," tossii infine, in risposta alla domanda precedente.
"Ma è stata opera sua! Io non volevo! La prego, mi creda!"
Scoppiai a piangere di fronte alla dottoressa. Era testimone della mia
vergogna. Come avevo potuto permettergli di farmi questo? Come?
La dottoressa mi avvolse in un abbraccio caldo, materno. "Lo capisco,
Lady White. Ma non c'è bisogno di piangere. Non dovete
stressarvi. Vi sentirete solo peggio."
Piansi per molto tempo. Le mie lacrime cadevano come una cascata senza
fine. "Che cosa non va in me, dottoressa? Cosa ho sbagliato quella
notte?"
Mi accarezzò la schiena. "Non preoccupatevi. Non eravate in
voi, Lady White. Il vostro amico... Diciamo... In un certo senso vi ha
drogato."
Drogato?
"Non del tutto. Vedete, alcuni cibi hanno delle proprietà
naturali per cui sono in grado di cambiare la condizione psichica di
una persona. Tutte le cose che mi avete descritto sono afrodisiaci
naturali."
Oh no, per carità. Afrodisiaci? Doveva essere per forza uno
scherzo di cattivo gusto.
"Credetemi, Lady White. Non è stata colpa vostra. Nelle
vostre analisi non risulta traccia di afrodisiaci. Di solito di
sciolgono nel sangue dopo un paio di giorni. Non avranno più
effetti su di voi", mi rassicurò.
Odiavo Komor, ma sapevo che non poteva essere così
stupido.
Certo, per conoscere a fondo i cibi ci voleva una certa intelligenza,
ma farne addirittura uso era roba da disperati.
"Dottoressa?" Mi scostai dal suo abbraccio.
"Sì, Lady White?"
"Può dirmi i risultati dei test?"
Posò una mano sulla cartellina. "Non preferireste aspettare?
Dovreste recuperare un po' di forze, prima di sapere tutto. Dopo aver
scoperto che siete anche stata drogata, potreste solo sentirvi peggio."
Erano tanto gravi, gli esiti? Eppure niente adesso sembrava
più grave che scoprire di esser stata drogata dal mio amico.
Be', a parte una malattia terminale o qualcosa come l'HIV o il cancro.
Ma era altamente improbabile che si trattasse di ciò.
"Voglio sapere, davvero."
La dottoressa si mordicchiò nervosamente il labbro. "Siete
sicura, Lady White?"
Debolmente, incrociai le braccia. "Assolutamente."
Lei sospirò e si alzò dalla sedia. "La vostra
malattia è conosciuta con diversi nomi. Alcuni sono sindrome
di Pfeiffer, sindrome di Filatov, febbre ghiandolare."
Non suonavano troppo bene.
Tossii, e la guardai dritto negli occhi. Il cuore mi batteva
furiosamente. "D-di che si tratta?"
Inspirò pesantemente. "È comunemente conosciuta
come mononucleosi."
Note della traduttrice
(translator's notes): Sono una pessima traduttrice. Ho smesso di
aggiornare questa storia per motivi legati all'università e
nel frattempo ho fatto anche in tempo a laurearmi. Sto proseguendo con
gli studi quindi non garantisco puntualità nell'aggiornare,
ma voglio assolutamente portarla a termine, per i vecchi lettori, per
quelli che mi hanno mandato messaggi supplichevoli nel frattempo, per
chi ha recensito, per chi ha inserito questa storia tra le seguite,
ricordate o addirittura preferite, e per chi ha imparato l'inglese per
non dover aspettare una ritardataria come me. Grazie a tutti per il
sostegno che avete riservato a quest'opera, continuerò a
tradurre le vostre opinioni per l'autrice e spero anche di riuscire a
rispondervi personalmente. In questi due anni il mio inglese
è migliorato, pertanto, anche se non è molto,
posso garantirvi una traduzione migliore e penso che pian piano
revisionerò i precedenti capitoli. Un abbraccio a tutti, e
un benvenuto a eventuali nuovi lettori.
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Capitolo 17 *** Una bugia confortante ***
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale:
qui
Capitolo 17:
Una bugia confortante
~ A Comforting Lie
~
Caro N,
Come vanno le cose a Hoenn? Hai già fatto progressi? Non ho
saputo niente dalle reclute nelle ultime settimane.
Comunque, arrivo dritta
al punto di questa lettera. Sto male. Molto
male. Ho una cosa chiamata mononuclesi e devo stare a letto per giorni.
Non ti preoccupare. La dottoressa ha detto che passerà
subito. Ahah, mi è quasi venuto un infarto quando l'ho
saputo. A volte mi chiedo se provi ancora simpatia per me dopo quell'
"incidente". Per favore, ascolta le mie ragioni, N. Non è
stata colpa mia. La tua brava dottoressa mi ha assicurato che non
è stata colpa mia. Se non credi a me, credi almeno al tuo
stesso team? Spero che capirai, N.
Proprio adesso sono
seduta fuori e guardo i miei Pokémon.
Giocano così allegramente ora. L'atmosfera è
piuttosto serena qui a Unima. Spero che le cose vadano bene anche
lì ad Hoenn.
Mi manchi, N. Per
favore, torna presto a casa.
White.
Scrissi il mio nome in fondo alla lettera. Se tutto andava
bene, presto
avrebbe raggiunto N. Hoenn era piuttosto distante e ci sarebbe voluto
un po' perché arrivasse, anche via aereo. Ma era questo
l'unico modo che avevo per comunicare con N. Gli Interpoké
non funzionavano nelle altre regioni. Accidenti, N non aveva nemmeno un
Interpoké! Le lettere erano dunque la mia unica opzione al
momento.
Una volta che la lettera fu ripiegata in un involucro e
accuratamente sigillata, controllai la sessione di allenamento dei miei
Pokémon. Musharna fece vorticare uno Psicoshock verso
Serperior che contraccambiò agilmente con la sua Codadrago.
"Basta così, ragazzi," ansimai. La dottoressa aveva detto
che l'aria fresca avrebbe aiutato la mia guarigione ma i sintomi
progredivano.
Musharna, Serperior e gli altri si strinsero attorno a
me. Emisero lievi versi di conforto, strofinando gentilmente i loro
nasi contro di me. Diedi a ognuno una carezza e mi rilassai sulla sedia
da giardino. Sistemai gli occhiali da sole; era metà
pomeriggio e il sole non era poi così abbagliante ma non
volevo incendiarmi gli occhi con questa stupida storia della
"fotosensibilità".
"Signorina White, vi ho portato la
limonata che avete chiesto." Mildred posò il vassoio con la
bevanda sul tavolo pieghevole accanto a me.
Sollevai la lettera verso
di lei. "Potresti spedire questa ad N da parte mia, per favore?"
Lei sorrise raggiante, afferrando la lettera. "Certo, signorina White.
Oggi gli invieranno un rapporto, perciò tempismo perfetto!"
Mildred rimase un momento al mio fianco in silenzio. "Vi sentite
meglio, signorina White?"
"A malapena." Mi chinai ancora di più sulla sedia. "E come,
con tutti i casini che stanno succedendo."
Lei rise, ma smise poco dopo. "Bailey è davvero crudele. Non
posso credere che abbia messo in giro voci tanto orribili su di voi. So
che il medico l'ha smentita, ma alcune reclute le credono ancora."
Non
ero più legata alla flebo per il momento, ma non ero
abbastanza in forma da dirne quattro a Bailey. Oh, come desideravo che
arrivasse in fretta il giorno in cui avrei potuto alzarmi e urlarle
addosso.
"Signorina White, se non sono indiscreta, cosa vi ha detto il dottore
quando vi siete svegliata? Ha già effettuato la diagnosi?"
Mildred era mia amica, ma volevo davvero dirle cosa avevo?
Bevvi un lungo sorso di limonata, come scusa per non
rispondere. Il liquido freddo e dolceamaro pizzicò la gola e
io trasalii.
"Signorina White. So che lo sapete." Mildred mi scoccò uno
sguardo preoccupato.
Un altro sorso.
"Signorina White, vi prego, ditemelo. Shirley ed io ci siamo
preoccupate da morire e vogliamo aiutarvi in tutti i modi, ma non
possiamo se non sappiamo cosa avete."
Un groppo mi strinse la gola. "La dottoressa si prende abbastanza cura
di me."
Mildred mi fissava ostinatamente. "Sapete cosa intendo, signorina
White."
"Ho la mononucleosi! Sei contenta adesso?"
Affondai le unghie nella sedia di legno, scheggiando la vernice bianca.
Avvertii la presenza dei miei Pokémon scivolare lentamente
via mentre indietreggiavano. Lo sforzo del grido mi aveva provocato un
accesso di tosse, e ogni colpo di tosse si aggiungeva al mal di testa
lacerante. La testa mi pulsava e faceva un male atroce e lasciai
sfuggire un urlo raccapricciante che echeggiò attraverso il
giardino.
"Signorina White! Oh, signorina White! Qualcuno chiami il
dottore!" Sentii Mildred strillare mentre mi strattonava tra le sue
braccia.
Nel giro di un attimo, sentii una mano calda strofinarmi ai lati del
collo. Un altro paio di dita mi massaggiava le tempie con un movimento
rilassante. Le urla e i dolori si placarono, ma rimaneva un leggero mal
di testa. Presi dei respiri profondi, ricadendo all'indietro sulla
sedia come un peso morto.
"Va bene così. Vi sentite meglio, Lady White?" Il mio medico
spinse via dal mio viso le ciocche madide di sudore, sorridendo
dolcemente.
Inspirai, annuendo. Mildred le lanciò
un'occhiata preoccupata.
"Starà bene, dottoressa?"
La mia dottoressa tolse la mano, facendo cenno ad una delle infermiere
che portava una sedia a rotelle. "Sì. Ha solo bisogno di un
po' di riposo. Dobbiamo tenerla il più possibile lontana
dallo stress o la mononucleosi degenererà in una polmonite."
Non avevo la forza di reagire alla parola "polmonite". Non riuscivo
addirittura a provare alcunché.
L'infermiera spinse la sedia
a rotelle verso di me e la dottoressa mi aiutò a salirvi. Mi
guidò su per il portico e attraverso le porte a vetri che
conducevano al castello, lasciandosi alle spalle Mildred e
l'infermiera. Gli occhi delle numerose reclute seguirono il mio corpo
quasi senza vita, alcuni con sguardi afflitti, altri come se avessero
un "Malosguardo". Ma io non vi prestavo attenzione. La mia mente era
troppo annebbiata e intorpidita per badare a quello che le reclute
pensavano di me.
Il mio letto morbido mi accolse nell'amorevole abbraccio delle sue
lenzuola quando la dottoressa mi adagiò sopra. Mi
infilò sotto le soffici coperte e rimboccò i
cuscini. "Riposatevi, Lady White. Ne avete bisogno." La sua voce
materna mi cullò nel sonno come una ninnananna.
Mi svegliai al suono di un pianoforte. Il mio corpo sembrava
rinvigorito dal riposo, ma avevo di nuovo la flebo conficcata
nel braccio. Un attimo. Pianoforte? Era davvero N? Aveva
ricevuto la mia
lettera! Era tornato per me! Mi sollevai sulle braccia deboli per
vedere il mio fidanzato ex fuggiasco.
"Oh, p-principessa White! Sono
felice che vi sentiate meglio!"
Non era lui.
Mi sarei messa a piangere se non fosse stato per il fatto
che sapevo chi era la recluta; era la recluta timida di qualche tempo
fa.
"P-principessa, s-state piangendo! C'è q-qualcosa che vi
turba? H-ho fatto qualcosa di sbagliato?" I suoi occhi erano sgranati
come quelli di un Emboar.
Mi strofinai gli occhi. Avevo
pianto.
"No. È solo che...
pensavo fossi N."
Le sua guance si tinsero di un rosso scarlatto e
indietreggiò imbarazzato. "P-perdonatemi, principessa, m-ma
nessuno mi ha m-mai paragonato al p-principe. È-è
un onore!"
Non era stata mia intenzione fargli un complimento, ma il suo sorriso
mi fece sentire soddisfatta.
"Suoni molto bene."
Il rossore della recluta si accentuò. "S-sono felice che lo
pensiate, principessa. Mi hanno mandato qui per calmarvi e aiutarvi a
riposare meglio."
"Sono felice che l'abbiano fatto. Grazie."
Sì alzò dalla sedia e si inchinò.
"Be', sarà m-meglio che vada. Vostra Altezza ha
c-compagnia."
Avevo visite? Doveva trattarsi con tutta probabilità di
Mildred e Shirley venute a controllare, o qualcosa del genere. Qualcuno
bussò e la recluta si affaccendò alla porta. La
tenne graziosamente aperta per il mio ospite, che entrò
cautamente. Impossibile!
"Mamma?" Mi strofinai gli occhi, pregando che non fosse un sogno.
"Oh, la mia bambina, White!" La mamma si precipitò al mio
capezzale per stringermi in un abbraccio forte. Era reale.
Mi aggrappai
saldamente a lei, per accertarmi definitivamente che fosse reale e non
un prodotto della mia immaginazione. "Mamma, ti hanno lasciato
entrare?"
Lei annuì contro di me. "Il membro del Team Plasma di stanza
al laboratorio mi ha detto che eri molto malata. Tutta Soffiolieve era
così in pensiero per te. La professoressa Aralia, la
famiglia di Belle e quella di Komor erano distrutte. Continuavano a
chiedermi se stessi bene."
Deglutii al suono del nome di Komor.
La mamma frugò nella sua borsa, tirando fuori tutto un
assortimento di regali, che spaziava da cartoline di buona guarigione a
pacchetti incartati. Posò i regali sul mio grembo, ma io mi
limitai a fissarli, senza alcuna voglia di scoprirne il contenuto.
"Dai, tesoro!" Tentò lei, spingendo i regali ancora
più verso di me. "Sono da parte di persone che ti amano."
Inspirai aspramente, mordendomi un labbro per impedirmi di scoppiare in
lacrime. Madre. Qual era la tua definizione di amore?
"Ti aiuteranno a stare meglio!"
Nessun tipo di regalo avrebbe potuto riempire il vuoto che sentivo nel
cuore.
"Se ti può far stare meglio, cara, Belle ha detto che le
manchi. E Komor, povero, non ha pronunciato neanche una parola quando
mi ha dato il tuo regalo. C'era un tale dolore, un tale vuoto nel suo
sguardo. Sono sicura che gli manchi moltissimo."
Volevo urlare. Dirle di stare semplicemente zitta e lasciarmi sola.
Come faceva a non capire che non volevo parlare di lui? Era mia madre,
per tutti i santi!
"Mamma, puoi lasciarmi dormire? Ho capogiro." Non avrei voluto mentire,
ma mi sarei sentita meglio senza di lei.
"White, tesoro, vuoi che chiami la dottoressa?" Posò
ansiosamente la sua mano sulla mia.
Scossi la testa. "No, è tutto a posto. Ho solo sonno."
La mamma sospirò e si alzò in piedi. "Sono
preoccupata per te, cara. Il medico mi ha detto che hai dormito fino a
poco fa. Deve essere la malattia. Porterò i tuoi saluti."
"Sì, grazie mamma." Annuii, poggiando la testa sul cuscino.
La mamma si fece strada fino alla porta. "Buonanotte, tesoro mio. Avrei
voluto rimanere più a lungo. Spero che ti rimetta presto."
Chiuse la porta dietro di sé, lasciandomi sola nella mia
stanza buia. Mi sentivo sola, ma era sempre meglio che dover sentir
parlare di... lui...
A tal proposito, scorsi tra i miei regali, alla ricerca proprio del
suo. Strizzai gli occhi, cercando il suo nome su uno di essi.
E infine lo trovai; una semplice cartolina bianca con la sua firma
familiare nell'angolo in fondo. L'impulso di ridurla a pezzettini sorse
in me, ma una morbosa curiosità ebbe la meglio e decisi di
dare un'occhiata al contenuto. Dovetti strizzare ancor più
gli occhi per leggere la sua grafia minuta.
White,
Mi ricordo quando eravamo solo dei bambini, tua madre mi invitava a
casa vostra così che potessimo giocare insieme. Una volta,
ci fece sedere a tavola, ci portò del latte con i biscotti e
ci raccontò la leggenda di Soffiolieve. Ci disse che se
avessimo mai visto un leggendario, avremmo potuto esprimere un
desiderio che poi sarebbe diventato realtà.
Ma c'era un
prezzo. Se ciò che desideravi era qualcosa di fisico, non
avresti potuto guardarlo per ventiquattro ore. Se avessi desiderato
qualcosa di immateriale, non avresti dovuto dire il nome del
leggendario a nessuno per ventiquattro ore.
Ma io ricordo, che tu mi
dissi che se avessi mai visto un leggendario,
avresti desiderato la pace nel mondo. Io fui d'accordo e dissi che
avrei espresso lo stesso desiderio, ma ora mi guardo indietro e penso a
quanto sia stato stupido a pensare che il mondo potesse mai raggiungere
un simile risultato. Crescendo cominciai a pensare che la leggenda
fosse solo una bugia.
Circa un mese fa, io
vidi il Pokémon leggendario, Terrakion,
nella Via Vittoria. Non so cosa mi sia preso quel giorno, ma cominciai
a desiderare. Sai che cosa chiesi? Chiesi sicurezza in me stesso.
Desiderai cose per cui mi era sempre mancato il coraggio.
Sai che cosa
è successo dopo? Un giorno, i miei genitori mi
avevano lasciato solo a casa. Decisi di cercare nella dispensa e trovai
qualcosa che vorrei non aver mai trovato. Cabernet. Credevo che il mio
desiderio fosse maturo, ma ora che ci penso, era più
infantile del primo. Non puoi desiderare la pace nel mondo. Non puoi
desiderare il coraggio.
Se non altro, ho
imparato una cosa.
Se una bugia ti consola, tanto più la verità ti
farà male.
Mi
dispiace.
Chiusi debolmente la cartolina, e mi accinsi a farla a pezzi. Non aveva
il diritto di sentirsi in colpa! Né la mamma né
Komor potevano capire come mi sentivo adesso. Nessuno poteva capire! Le
mia dita afferrarono con fermezza la carta, tirando in direzioni
opposte. Era giunta l'ora di scacciare Komor dalla mia mente una volta
per tutte.
Per un attimo, rimasi lì seduta, senza muovere un muscolo.
Le mia dita rifiutavano di muoversi. Il mio respiro cominciò
a vacillare. Dovevo farlo. Era l'unico modo per poter dimenticare. Era
la mia rivalsa.
All'improvviso, la carta scivolò dalla mia presa e mi cadde
in grembo. Le mani rimasero nella stessa posizione mentre io guardavo
il nulla. Tremavo, lacrime silenziose scivolavano dai miei occhi.
Le braccia ricaddero ai miei fianchi, senza vita. Cominciai a piangere
nell'oscurità del mio abisso solitario.
Non ci riuscivo.
Note della traduttrice
(translator's notes):
- Il Cabernet è un tipo di vino rosso.
Grazie come sempre a tutti coloro che hanno seguito e continuano a
seguire la presente storia, e a quanti la aggiungono alle loro liste
facendola arrivare sempre più in alto nella lista delle
popolari.
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Capitolo 18 *** La tua fiducia è il mio amore ***
Your trust is my love
autrice: BluechanXD
traduttrice:
Lacie
capitolo
originale: qui
Capitolo 18:
La tua fiducia è il mio amore
~ Your Trust is My Love ~
Caro N,
Volevo farti gli auguri
di compleanno, ma probabilmente li riceverai un
po' tardi dato che il tuo compleanno è oggi.
Anche se non
sei qui, daremo comunque una festa.
Hai già ricevuto le mie lettere? Te ne ho già
mandate quattro, ma non hai ancora risposto. Le ricevi? Le leggi, o le
ignori del tutto? Va tutto bene? Non sei malato come me, vero? Io mi
sento un pochino meglio, ma i sintomi persistono.
Vorrei che mi dicessi
almeno dei tuoi progressi. Hai già
fatto passi avanti ad Hoenn? L'unità informativa non mi ha
ancora detto nulla.
Per favore rispondi
presto.
White
Porsi
la lettera sigillata a Mildred che piegò la testa
preoccupata. "Signorina White, la festa comincia fra un'ora e voi siete
ancora in camicia da notte."
Affondai
di nuovo la testa nel cuscino. Non avevo alcuna intenzione di
andare ad una festa di compleanno, specialmente se era in onore del mio
fidanzato fuggiasco. Senza contare che metà del Team Plasma
mi odiava ancora.
"Oh,
non fate così, signorina White. Io e Shirley abbiamo
già fatto preparare il vostro vestito!" Esortò
Mildred invano. Quando capì che non avrebbe funzionato,
smise.
Sospirando,
mi tirai su a sedere. "Cosa devo fare, Mildred? Tutti mi
odiano e nessuno vorrà sentire ragioni. Probabilmente mi
butteranno fuori a calci dalla sala da ballo prima ancora che metta
piede dentro."
Lei
ridacchiò fiaccamente. "Non lo faranno, signorina White.
Inoltre, questa potrebbe essere la vostra occasione per affrontarli e
dimostrare che le voci di Bailey sul vostro conto sono false."
Io
soffocai un colpo di tosse. "Ma non posso mettermi a fare un gran
discorso. Non mi serve altro stress."
"È
vero, ma andando alla festa dimostrerete a tutti che
tenete ancora
a Lord N. Se gli altri membri del Team Plasma sono ragionevoli,
realizzeranno il malinteso."
La
tosse che avevo trattenuto si fece strada fuori dalla mia gola.
Afferrando un fazzoletto dal mio comodino, sputai il flusso di catarro
che mi era salito alla bocca. Era la cosa migliore da fare, ma nelle
mie attuali condizioni, come potevo riuscirci? Immaginavo di dover
provare e basta. Che avevo da perdere?
Sospirai,
arrendendomi. "Dov'è il mio vestito?"
"Ecco
a voi sua Altezza Reale, Lady White!"
Le
trombe squillarono attraverso la sala da ballo. La stanza era in
penombra in segno di rispetto per la mia fotosensibilità.
Perlomeno alcuni membri si preoccupavano abbastanza della mia malattia.
Nessuno disse una parola mentre Mildred mi spingeva attraverso la sala
da ballo verso la fontana al centro. Alcuni occhi mi lanciavano sguardi
sospettosi mentre altri sembravano sconvolti dal solo fatto che fossi
presente. Volevo solo sedermi lì vicino alla fontana e
provare a mimetizzarmi. Se tutto andava bene nessuna recluta avrebbe
cercato di far conversazione con me.
I miei
Pokémon stavano chiacchierando con i
Pokémon delle reclute attorno alla fontana proprio come il
giorno del mio compleanno. Mi appoggiai all'indietro sulla sedia a
rotelle, sorseggiando il tè caldo che Mildred aveva
generosamente ordinato per me. Il dolore alla gola cominciò
a placarsi ad ogni sorso. Forse sarei stata in grado di tirar fuori un
discorso per la fine della festa. Ma, conoscendo la stronza, mi avrebbe
probabilmente strappato le corde vocali prima che fossi in grado di
attirare l'attenzione del Team Plasma.
Parli
del diavolo, la gonna color kaki piuttosto corta di Bailey
attirò la mia attenzione verso il buffet. I suoi occhi
guizzavano di continuo nella mia direzione e poi verso un gruppo di
reclute donna con cui stava spettegolando. Quando i loro sguardi
incrociarono il mio, li distolsero velocemente, ridacchiando tra di
loro, alcune sbuffando. Proprio ciò di cui avevo bisogno.
Altre reclute dalla sua parte.
La
punta di un becco mi sfiorò delicatamente. Swanna
cinguettò, strofinandosi su di me con le sue morbide piume.
Con un sorriso cupo, le accarezzai affettuosamente la schiena.
"Ehi
ciao. Perché non stai giocando con gli altri?"
Swanna
scosse il capo, rivolgendomi uno sguardo triste. "Swa."
Piegai
la testa di lato. "Cosa c'è?"
"Swa,
Swanna." Batté le ali come per gesticolare. C'era
qualcosa di familiare.
Infine
realizzai. "Ti manca Archeops, non è vero?"
"Swa."
Lei annuì, beccando il mio anello di fidanzamento.
Sospirai,
guardandolo con nostalgia. "Pensi che tornerà
mai?"
Posò
un'ala sulla mia schiena, con un sorriso materno.
"Nna!"
"Dici
davvero? Anche dopo questo malinteso?"
Swanna
ripiegò le sue ali e si protese su una zampa, come
avrebbe fatto una persona imbronciata con le mani sui fianchi. "Swa,
Swa, Swanna."
Le sue
ali corsero al petto mentre continuava a strepitare nella lingua
dei Pokémon. A volte desideravo davvero poterla capire come
sapeva fare N. Ma N non era qui ad aiutarmi. Si trovava a molte miglia
di distanza da casa, lontano da me.
"Signorina
White, vi ho portato un po' di torta." Shirley mi tese un
piatto, che afferrai delicatamente. "Io e Mildred siamo molto
preoccupate per voi. La festa vi ha forse fatto sentire peggio?"
Scossi
lentamente il capo. "No. Sto bene. Voi andate a divertirvi."
Swanna
parve sbuffare e cominciò a beccarmi sul braccio.
"Ehi,
smettila." La spinsi delicatamente via.
Shirley
ridacchiò. "Credo che Swanna desideri che vi
divertiate. Provate almeno a sorridere un po'."
Mi ci
volle parecchia energia per costringere le mie labbra a piegarsi
all'insù. Shirley si accigliò con
disapprovazione. Nel tentativo di sembrare un po' più
convincente, staccai un pezzo piuttosto grande della torta coperta di
glassa alla vaniglia di N e me lo infilai in bocca. Il suo gusto dolce
mi fece dimenticare le mie preoccupazioni per una frazione di secondo,
il tempo necessario per evocare un sorriso più genuino.
"Così
va meglio!" Shirley ricambiò il mio gesto.
Prima
che potesse girare i tacchi e andarsene, la chiamai. "Shirley."
"Sì,
signorina White?" Il suo sorriso non accennava a
svanire.
Inspirai
a fondo. Il cuore mi batteva così forte che le mie
orecchie pulsavano. Ero davvero in grado di affrontare il Team Plasma e
riguadagnare la loro fiducia? Ero pronta a fronteggiarli?
"P-Potresti...
Attirare l'attenzione di tutti su di me... Per favore?"
Non potevo più tirarmi indietro.
"Certo,
signorina White. Solo un momento." Shirley si fece strada verso
l'ingresso da dove la recluta aveva annunciato il mio arrivo.
Dopo
un breve scambio di parole, la recluta annuì,
tossicchiando prima di annunciare, "Signore e signori! Abbiamo un
annuncio da parte di sua Altezza, Lady White!"
Il chiacchiericcio si interruppe. Ogni membro, persino i
Pokémon, rimase in silenzio ad ascoltare ciò che
avevo da dire. Deglutii, conscia delle centinaia di occhi puntati su di
me. Il minimo errore nel mio discorso o nella mia postura, e avrei
definitivamente perso l'occasione di riguadagnar la loro fiducia.
Rimasi
seduta immobile sulla mia sedia, cercando le parole giuste.
Quando pronunciai a forza la prima frase, il mio respiro tremava.
"Voglio
ringraziare tutti per essere venuti al compleanno del nostro
principe, nonostante lui non sia qui con noi in questo momento."
Dopo
un momento di silenzio imbarazzato, proseguii. "Per tutti i suoi
diciannove anni, il principe ha consacrato la sua vita intera all'amore
e la protezione dei Pokémon di tutto il mondo."
Molti
occhi inespressivi erano rivolti nella mia direzione, ma andai
avanti. "Non ho ancora avuto notizie dei suoi progressi a Hoenn, ma..."
Che
cosa dovevo dire? Che Bailey era una stronza per non avermi dato
informazioni su N? Non quando metà Team Plasma stava dalla
sua parte. Forse lamentarsi di lei non era il modo migliore per
convincerli. Dovevo provare qualcosa di diverso.
"Io...
Lo conosco da un po' di tempo ormai, e... E sono arrivata a
comprenderlo meglio. Quando io... Quando ho percorso per la prima volta
le scale del castello, ho sentito di capire ciò che mi aveva
detto. N... Mi aveva detto che eravamo uguali. E ora che ci penso,
credo che lui si fidasse di me più di quanto io mi fidassi
di lui."
Alcuni sussurri corsero qua e là attraverso la sala da
ballo. Stavano assimilando ciò che avevo detto?
"Ma
ora, mi sento come se avessi perso tale fiducia. Penso di aver
perso anche la vostra."
Dio,
mi sentivo una stronza per averlo ammesso tanto in fretta. Avrei
dovuto aspettare.
"N
credeva in me, ma ho perso la sua fiducia quando è
partito pochi mesi fa. E proprio perché se n'è
andato, ho cominciato a capire una cosa."
Nessuno
sussurrava più. Tutti gli occhi mi fissavano con
intensità.
"Ho
realizzato... Che la sua fiducia significa tutto per me."
Mi
fermai un secondo per schiarirmi la gola. La tosse
echeggiò attraverso il silenzio immobile del Team Plasma.
Non si sentiva nemmeno un alito.
"Quello
che sto cercando di dire è che..."
Feci
una pausa. Lo pensavo davvero? Lo stavo ammettendo a me stessa?
Questo sentimento che avevo negato fin da quando avevo messo piede nel
castello come principessa. Era reale? Non riuscii più a
trattenere le parole.
"Io...
lo amo... con tutto il cuore."
"Buonanotte,
signorina White. Vi auguro un buon riposo. Dovete essere
esausta dopo quel discorso."
Mildred
fece scivolare le coperte sul mio corpo tremante. Nessuno aveva
pronunciato una parola dopo il mio discorso. Il resto della festa si
era consumato tra chiacchiere prive di importanza e tutto era finito in
modo piuttosto deludente. Non che avesse importanza. Per quanto mi
riguardava era perfetto.
La
luce già fioca guizzò e si spense quando
Mildred uscì dalla stanza. Pur stanca com'ero, non riuscivo
ad addormentarmi. C'era qualcosa che mi teneva sveglia.
Allungai il braccio attraverso il comodino, accendendo la lampada
tenue. Dopo aver aperto il cassetto, mi allungai alla ricerca di una
penna e dei fogli. Avevo bisogno di scrivere a N. Premetti la penna e
cominciai a scrivere.
Caro N
Lo
sbattere delle doppie porte mi fece quasi scivolare la penna sul
foglio. Quale diavolo era il loro problema!
"Complimenti
per avermi messo contro metà dei miei amici,
ragazzina." La luce invase la stanza da dietro la figura, rivelandomi
solo la sua sagoma. Ma non avevo bisogno di vederne i lineamenti per
capire chi fosse.
"Posso
chiederti perché disturbi il mio riposo, Bailey?"
Sbottai, riparandomi gli occhi dalla luce accecante del corridoio.
Lei
sbuffò. "Vi ho già dato un motivo
sufficientemente valido, principessa.
Davvero, non capisco cosa ci
trovi N in te. Sei solo una sgualdrina che ottiene sempre quello che
vuole. Non vali il suo tempo. Com'é che una stronzetta vive
una vita piacevole mentre la gente che lavora per ottenerla
riceve
merda?"
Quella
fu l'ultima goccia.
"Tu
pensi che la mia vita sia PIACEVOLE?
Ti rendi conto di tutto lo
schifo che ho dovuto passare? IO ho sofferto a causa del TUO svago!
Credi che ammalarsi sia DIVERTENTE?
Credi che perdere un amico sia
DIVERTENTE? Beh, senti un po' qua! Sono stata quasi uccisa dal padre di
N, quasi stuprata dal mio migliore amico, e abbandonata dal mio
fidanzato! E come se non bastasse, ho la MONONUCLEOSI! Ne ho abbastanza
di te! Vattene! Vattene! Vattene!"
Fui
scossa da un violento attacco di tosse; il catarro
fuoriuscì come una cascata dalla mia bocca. Muco e lacrime
si fusero assieme e scivolarono rapidamente lungo il mio viso. Quando
sarebbe finito tutto ciò? Quando avrei ottenuto giustizia?
Dov'era N quando avevo bisogno di lui?
"Mpf.
Non è colpa mia
se ti sei ammalata. Te la sei cercata
quando hai deciso di spezzare il cuore del povero N scaricandolo per
quel tuo piccolo toy boy. Komor, giusto?"
"STAI ZITTA!"
La tosse non accennava a smettere. Come poteva essere
così crudele? Perché?
"Mi
ricordo di avervi visto entrambi al Centro Pokémon di
Sciroccopoli. Stavi flirtando
con lui. Ho sempre pensato che gli amici
di infanzia non potessero mai uscire dalla friendzone, ma mi hai
smentito, ragazzina."
Procedette
ad allungarsi sul bordo del letto in modo provocante. "Non
avresti potuto pronunciare il suo nome più forte. Tesoro,
c'era gente che cercava di dormire
lì accanto. Oh
Komor! Sei
molto meglio di quello schifoso del mio fidanzato!"
"CHIUDI
QUELLA CAVOLO DI BOCCA!" Gridai tra i colpi di tosse.
"Ti desidero così tanto, Komor,"
gemette lei nella sua beffarda
imitazione.
"Perché?!
Perché mi odi così tanto?!"
I miei occhi bruciavano e pulsavano nelle orbite. "Perché
non puoi lasciare in pace me ed N una volta per tutte?!"
Riuscii
appena a vedere il ghigno sinistro che le increspava la faccia.
"Devo prima ottenere ciò che voglio."
"Non
sai proprio accettare il fatto che non lo sposerai mai? Cosa ci
vuole per fartelo capire?"
Il
ghigno di Bailey si corrugò in un cipiglio.
"Credimi,
ragazzina, la cosa è molto più complessa."
"Come?
Hai già reso chiaro il fatto che lo vuoi
assolutamente."
Lei
incrociò le braccia, volgendomi la schiena.
"È qui che
ti sbagli, ragazzina. Non è N che voglio."
Note della traduttrice
(translator's notes): Dan dan daaan, cliffhanger! Nel
prossimo capitolo Bailey sputerà il rospo.
Al
solito, grazie a chi continua a seguire questa storia, chi continua
a metterla tra i preferiti o le ricordate, e un grazie ancora
più grande a MoonBlack e La Potta che hanno anche recensito
♥ Come sempre riferirò ogni vostra parola - e
grazie mille per i complimenti che mi avete rivolto. A presto!
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