*..un piccolo segreto..*

di piccolaluce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *..prologo..* ***
Capitolo 2: *** *..c'è qualcosa che devi sapere..* ***
Capitolo 3: *** *..serenità..* ***
Capitolo 4: *** *..Rob..* ***
Capitolo 5: *** *..ricordare il passato..* ***
Capitolo 6: *** *..i Cullen..* ***
Capitolo 7: *** *..invito..* ***
Capitolo 8: *** *..Cullen?..* ***
Capitolo 9: *** *..delusione..* ***
Capitolo 10: *** *..amica mia..* ***
Capitolo 11: *** *..spiegazioni..* ***
Capitolo 12: *** *..abbiamo ospiti..* ***
Capitolo 13: *** *..i gemelli..* ***
Capitolo 14: *** *..quante complicazioni..* ***
Capitolo 15: *** *..un amore passato..* ***
Capitolo 16: *** *..messaggio..* ***
Capitolo 17: *** *..strana amicizia..* ***
Capitolo 18: *** *..shopping..* ***
Capitolo 19: *** *..la prima cosa bella..* ***
Capitolo 20: *** *..sii sincera con me..* ***
Capitolo 21: *** *..andare in bicicletta..* ***
Capitolo 22: *** *..ti conosco ancora..* ***
Capitolo 23: *** *..come un papà..* ***
Capitolo 24: *** *..primi addii..* ***
Capitolo 25: *** *..pensieri..* ***
Capitolo 26: *** *..come fosse mio..* ***
Capitolo 27: *** *..quando sembra andare tutto bene..* ***
Capitolo 28: *** *..quando qualcosa non la vuoi..* ***
Capitolo 29: *** *..respirare..* ***
Capitolo 30: *** *..papà..* ***
Capitolo 31: *** *..momenti per noi..* ***
Capitolo 32: *** *..la verità..* ***
Capitolo 33: *** *..ora come allora..* ***
Capitolo 34: *** *..una famiglia..* ***
Capitolo 35: *** *..non si può sempre scappare..* ***
Capitolo 36: *** *..crederci..* ***
Capitolo 37: *** *..non si chiede il permesso..* ***
Capitolo 38: *** *..allontanamenti..* ***



Capitolo 1
*** *..prologo..* ***


*..prologo..*

Può un semplice incontro sconvolgerti la vita? Può un incontro avvenuto per caso , far tornare a galla tutto il tuo passato? Può un incontro cambiare i tuoi piani? Cambiare completamente la tua vita? Quella stessa vita che a causa di quel passato che cercavi di nascondere era cambiata , e stava procedendo finalmente nella felicità? Può un incontro che non ti aspettavi mai di fare distruggere quella felicità finalmente raggiunta??

Mi bastò guardare il suo viso, pochi secondi , il tempo di riconoscerlo e capire che non potevo scappare.. che ormai non potevo più.. sapevo la risposta , si poteva cambiare tutto e sarebbe successo.

Non avrei mai creduto di arrivare a questo , solo perché in passato non avevo avuto il coraggio di impormi e di fare quelle domande che sicuramente mi avrebbero impedito di ritrovarmi in questa situazione..

Tenere un segreto dento e già di per se difficile , lo diventa ancora di più se non puoi condividerlo con nessuno.. ed io non potevo davvero confidarmi con nessuno, non potevo permettere che qualcuno lo sapesse , dovevo farlo , lo dovevo fare per lui , dovevo proteggerlo e lo avrei fatto.. ma tenere a lungo un segreto costa tanto , oltre il fatto che dovevo tenere tutti lontani dalla mia vita , altrimenti l’avrebbero scoperto presto , cominciavo e sentirmi sola, e in lei avevo trovato una persona fantastica , l’unica di cui potessi fidarmi , e forse l’unica con cui avrei potuto condividere un tale segreto…






* beh , eccomi qui con una nuova storia , so che ne ho già una in corso , ma se non l'avessi fatto , avrei interrotto l'ispirazione.. vii prego fatemi sapere che ne pensate.. ho bosogno di in vostro commento... grazie e un bacio , piccolaluce*

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Capitolo 2
*** *..c'è qualcosa che devi sapere..* ***


CAPITOLO 1 *..c'è qualcosa che devi sapere..*

Beh io sono Bella , ho 23 anni ,compiuti da un mese , il 13 settembre, vivo a Phoenix da 5 anni , abitavo a Forx con i miei genitori ma sono dovuta scappare da li, e loro sono rimasti invece , perché la mia non è stata solo una fuga da tutto , ma anche da loro..

Non credevo che mai avrei lasciato i miei , ma non credevo neanche che loro potessero mai voltarmi le spalle..

E invece era successo , adesso la situazione era leggermente diversa , dopo il primo anno ci eravamo un po’ riconciliati , ma non ero tornata da loro , mi sarei comunque trasferita , ma non a Phoenix , avrei scelto certamente qualcosa di più vicino a casa , invece mi ero convinta che le distanze non avrebbero fatto altro che bene. Adesso sono al terzo anno di università, studio medicina , perché nonostante le tante difficoltà non ho mai abbondonato i miei sogni , anche se ho dovuto adeguarli alla mia nuova vita , infatti ho perso un anno, sarei dovuta essere al quarto anno , ma a neanche 19 anni avevo qualcosa di più importante da fare, perciò avevo dovuto rinviare di un anno , anche se era presto, menomale che c’era la signora Clearwater Leah , altrimenti sarei stata persa e avrei dovuto rinunciare a tutto, ma c’era lei , la mia vicina , che non sapeva niente , ma in un certo senso sapeva più di chiunque altro..

In questo momento della mia vita , potevo dire si essere un po’ serena , potevo dire di aver conquistato un po’ di tranquillità, il passato finalmente aveva cominciato a lasciarmi in pace , c’erano giorni in cui totalmente non me ne ricordavo.. in cui ero totalmente serena , ma portavo sempre con me quel messaggio, quel messaggio che mi aveva stravolto la vita , uno stupido messaggio..

Avrei dovuto cancellarlo ma non potevo , lo portavo con me perché doveva ricordarmi sempre perché mi trovavo qui , sola , e avevo lasciato tutto alle spalle , quello stupido messaggio rappresentava la causa delle mie decisioni e mi ricordava il perché non potessi condividere quel passato con nessuno , il perché non potessi avere una vita come tutti , e il perché non dovevo mollare , perché era stato quel messaggio, quello stupidissimo messaggio a darmi la forza di rialzarmi , quando tutto il mondo crollava , e lottare , lottare per lui.

Ma adesso le cose erano cambiate , avevo incontrato lei:

Erano le 5 , ero al bar dell’università con Alice , Alice Cullen , la mia migliore amica..

Lo era da tanto tempo ormai , avevamo cominciato insieme l’università, lei aveva 22 anni , perciò eravamo proprio alla pari, frequentavamo tutte le lezioni insieme..

Non mi ero mai fidata tanto di qualcuno , non potevo davvero permettermelo , ma con lei era stato inevitabile , avevamo legato dal primo istante , ero sempre stata fredda e distante con tutti..

Ma con lei non ci ero riuscita , dal primo momento in cui avevo visto i suoi occhi verdi , quegli occhi che tanto mi ricordavano il mio passato , ma che mi trasmettevano fiducia , come allora , ma quelli erano belli ed enigmatici , questi belli e sinceri..

Avevo sempre pensato di poter reggere tutto da sola , di farcela, e quando sentivo tutto crollare , leggevo quel messaggio , e la rabbia che ne veniva fuori mi dava la forza necessaria a resistere..

Ma da quando l’avevo incontrata mi ero trovata subito bene con lei.. e ogni giorno sentivo il bisogno di confidarmi totalmente , ma non trovavo mai il coraggio , avevo paura che andasse male , ma dopo tre anni , tre anni in cui c’era sempre stata , anche in silenzio , quando piangevo perché andava tutto male e non potevo spiegarle il perché , lei c’era , senza fare domande.. c’era e perciò mi ero convinta.. avevo trovato il coraggio di condividere con lei il mio piccolo grande segreto..

“Ali , che devi fare adesso?” le chiesi all’improvviso mentre sorseggiava il caffè.

“Beh niente veramente.. dovevo uscire con Jazz ma non sta bene quindi niente credo che andrò a casa..” disse sorridendo. Jasper era il suo adorabile fidanzato , credo che fossero fidanzati dalle elementari, o comunque da un’infinità , ma il loro rapporto non cedeva , anzi diventava sempre più solido , li invidiavo davvero.

“Ti va di venire da me?? Mangi con me e poi vediamo un film..” dissi come se niente fosse , ma non mi sfuggii il suo sguardo stralunato , non l’avevo mai invitata , lei una volta , ma non ero andata rifiutando con una scusa , allora aveva capito che non volevo per qualche motivo , ma non aveva fatto domande ed io non potevo certo dirle che avevo paura di affezionarmi davvero a lei, e poi non potevo andare davvero , mancavo già troppo da casa.

“Certo Bella” disse entusiasta , sorprendendomi , ma del resto lei era così.

Arrivate a casa aprì la porta e prima di entrare le dissi. “ti ho fatta venire perché ti voglio bene e c’è qualcosa che devi sapere , che voglio dirti..” avevo paura che rimanesse delusa per averglielo nascosto per tanto tempo.

“Bella sai che puoi dirmi tutto..”

“si lo so, ma non vorrei deluderti per non averlo fatto prima..” dissi timorosa.

“Bella non potresti mai deludermi..” disse sincera , lo vedevo dallo sguardo e dal sorriso di incoraggiamento che mi lanciava.

“lo spero tanto amica mia.. vieni!” e andai verso la mia camera da letto. Tremavo dalla paura , ma di che poi? Lei era la mia amica , non mi avrebbe ne giudicata ne abbandonata.

Le luci del corridoio erano aperte , segno che lui era a casa, e poi la porta della mia camera da letto era socchiusa con la luce spenta , segno che lui dormiva, lui.

“vieni entra..” le dissi aprendo la porta e mostrandole nella leggera oscurità il mio piccolo segreto..

*beh che dire... cosa nasconderà Bella?? fatemi sapere cosa ne pensate o cosa vi aspettate... un bacio , piccolaluce*

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Capitolo 3
*** *..serenità..* ***


CAPITOLO 2 ..serenità..

Uscite dalla stanza andammo a sederci sul divano, Alice non parlava , era ancora scossa.. ma di certo non era arrabbiata, ne pronta a scappare, perché poi? Ed io finalmente mi ero tolta un peso e mi sentivo serena..

Aveva visto lui, che era semplicemente il senso della mia esistenza , il mio bimbo

Si un bimbo , il mio bellissimo bimbo di 4 anni..

Ecco perché dovevo stare lontana da tutti non potendolo raccontare a nessuno , non potevo permettere che si affezionasse , che conoscesse qualcuno che l’avrebbe abbandonato , lui non doveva soffrire.. non potevo permetterlo. Chiunque si sarebbe avvicinato , sarebbe dovuto restare , ed Alice era la persona adatta. Io non gli bastavo sempre , me ne accorgevo , ma finché avrebbe avuto solo me si sarebbe accontentato , scoprendo altri oltre la propria mamma , avrebbe cominciato a desiderarli.. e non potevo deluderlo.

“Bella perché non me lo hai detto?.. ti.. avrei.. aiutata.. non so.. perché?” disse piena di domande.

“scusami Ali.. lo so , è che non potevo , non voglio ferirti , ma io dovevo essere sicura , non posso avvicinarlo a persone che non si sarebbero fermate.. scusa ma ha bisogno di un po’ si stabilità ed io sono già troppo instabile di mio..” ero sincera , non volevo ferirla davvero..

“ma non scherzare neanche Bella, non puoi ferirmi ne deludermi , solo non me lo aspettavo.. non potevo minimamente immaginarlo , ma ti capisco.. pensandoci hai fatto bene , avrei fatto lo stesso..” e mi abbracciò , di un abbraccio sincero , quello che solo le amiche sanno regalarti..

“grazie amica mia sei unica..” dissi sincera

“grazie a te per aver trovato il coraggio di condividerlo con me.. ma raccontami di lui , ti prego…dimmi tutto, di chi è??” chiese sinceramente interessata, ma aveva scelto la domanda sbagliata..

“Mio!! È mio figlio e di nessun altro..” dissi e mai parole mi sembrarono più vere..

“mi racconterai mai la tua storia??sai che puoi fidarti vero??”disse e non potei non credergli..

“certo.. e lo farò ,promesso, ma non oggi , non voglio se è in casa.. non vorrei sentisse, e sarebbe un’ulteriore delusione per lui..” dissi ma poi vedendo che mi incitava continuai.

“ha 4 anni , è nato il 22 aprile quando avevo solo 19 anni come puoi immaginare , ecco perché ho cominciato un anno dopo , ma meglio così , altrimenti forse non ci saremmo conosciute..

Puoi notare che ho cominciato subito l’uni , aveva solo sei mesi , ma se non lo avessi fatto non avrei mai più cominciato.. per fortuna c’è la mia vicina, Leah Clearwater, è una signora simpatica ,e dolcissima , sola , e lo adora.. mi è stata accanto dal momento in cui mi trasferii qui incinta di un mese , sa che sono una ragazza madre , non sa come stanno le cose , ma non fa domande , gli vuole bene e mi sta accanto e questo mi basta..

Lui è andato subito all’asilo nido , ma non riuscivo a far coincidere gli orari ed ero costretta ad abbandonare le lezioni come vedevi , così si è offerta di prenderlo lei all’uscita , gli prepara il pranzo quando io non posso , e si occupa di lui.. lui la adora ma non volevo che fraintendesse chi fosse la madre, e quale fosse la casa, io sono presente nella sua vita nonostante lo studio , lo porto io la mattina e quando posso vado a riprenderlo e pranziamo quasi sempre insieme.. lei se ne occupa quando ho lezione per tante ore o quando ho qualche impegno , ma lui preferisce molto stare a casa , e nonostante sia piccolo ci sta volentieri anche solo , tanto col microfono che ha Leah a casa , menomale che abita accanto altrimenti il segnale non avrebbe preso, sto tranquilla , lei lo sente e corre da lui se ci sono problemi.. ma del resto io sono sempre a casa a parte la mattina e raramente il pomeriggio , come oggi.. beh credo sia tutto” dissi prendendo aria , dopo il mio discorso detto tutto d’un fiato..

“ma non credo proprio.. mi devi raccontare esattamente 4 anni di vita.. e poi non ti sembra di dimenticare qualcosa di importante??come si chiama , per esempio?? “ disse prendendomi in giro

“ah ah ah , hai ragione è vero.. beh il suo nome completo te lo spiegherò un’altra volta.. ti basti sapere che lo chiamo Rob , Roberto. E per recuperare ci sono gli album tranquilla, non ho perso un attimo della sua vita..” lo dissi soddisfatta perché davvero ero stata sempre una mamma presente , ma del resto aveva solo me..

“bellissimo nome , e non vedo l’ora di vederlo per bene , già mentre dorme sembra un angioletto, ma spiegami solo una cosa.. lui.. cioè suo padre , come ha fatto a lasciarlo? È un amore..” disse ingenuamente , oh quante cose che avrei dovuto raccontarle..

“oh Alice.. lui.. beh non sa neanche che esiste..”






altra mia storia : nothing is impossible http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911858&i=1

*beh che ne dite del capitolettooo?? spero vi sia piaciuto... fatemi sapere che ne pensate , se vi ho incuriosito fatemelo sapere e aggiornerò presto.... recencite!! grazieeee...un bacio , piccolaluce*

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Capitolo 4
*** *..Rob..* ***


CAPITOLO 3 ..Rob..

Rimase a bocca aperta e stava per rispondermi e probabilmente tempestarmi di domande, tipo , come?, perché?, come hai potuto? Ma soprattutto perché? Ma non era il momento di rispondere e per fortuna fui salvata dal mio angelo..

“mammaaaaaaaaa…….?” Che voce meravigliosa..

“amore sono in salotto.. vieni che ti devo presentare qualcuno” gli dissi e in un attimo fu da me. Non conosceva mai nessuno , non portavo mai nessuno in casa , ed insieme non andavamo mai lontano.. perciò era una novità e si sa quanto i bambini siano predisposti ad accoglierle..

Quando arrivò era ancora tutto assonnato , si stropicciò gli occhi che successivamente spalancò non appena vide Alice..

“Oh.. ciao” le disse sorridendo, era confuso , ma di certo non era timido, qualche altro minuto per entrare in confidenza e l’avrebbe tempestata di domande.

“ciao piccolo.. io sono Alice” gli disse un po’ incerta..

“allora io ho già 4 anni , quindi non sono piccolo.. io sono Roberto, ma ti chiami solo Alice??” era troppo curioso mio figlio.. non era certamente riservato come me.

“oh no certo.. Alice Cullen, ma perché tu ti chiami solo Roberto??” gli chiese con aria di sfida.. sapevo che gli sarebbe piaciuta , infatti le sfoderò il suo sorriso stupendo , che non aveva niente del mio e le disse

“beh io neanche , sono Roberto Swan , ma puoi chiamarmi Rob , sai mi stai simpatica..”

“oh anche tu Rob.. vieni , ti va se ti tengo un po’ in braccio??tu puoi chiamarmi zia..”

“ok.. zia” le disse e andò a sedersi sulle sue braccia.

Io la guardai sconvolta…con un’aria molto interrogativa.

“che c’è??”mi chiese come se niente fosse.. “sei o non sei mia sorella??.. beh se fai due conti allora lui è mio nipote, perciò si, zia mi deve chiamare..” lo disse seria lasciandomi di stucco e facendomi capire che non avrei potuto oppormi.. ma del resto non volevo farlo , lei era diventata la mia famiglia , la consideravo davvero una sorella , ed ora era il momento che diventasse anche la sua..

Il mio ometto si sentiva a proprio agio con lei.. non era sceso un attimo dalle sue braccia.. la guardava e non faceva altro che sorriderle..

Avevano gli occhi molto simili.. ora che li guardavo meglio erano proprio della stessa tonalità.. ma lo sguardo era diverso..

In effetti avevo sempre rivisto negli occhi di Alice il mio passato , perché gli occhi verdi di Rob non erano certo i miei , che invece erano color ciocc…beh castani!! Meglio non pensarci..

Ma quelli di Rob erano i più belli che avessi mai visto.. erano di un verde brillante , forse perché era un bambino sereno , non lo so.. ma nonostante avessi il suo sguardo, trasmettevano una dolcezza infinita..

I suoi capelli erano scompigliati.. non riuscivo a sistemarglieli con niente.. riuscivo ad ottenere qualche risultato solo dopo svuotando mezzo tubetto di gel.. quindi preferivo lasciarli al naturale.. erano uguali ai miei, castani, ma non chiari, molto scuri invece.. delle volte apparivano neri ma al sole erano tutta un’altra cosa.. gli apparivano dei riflessi ramati che di sicuro non erano miei, e se era possibile diventava ancora più bello..

Era bellissimo e so che le madri lo dicono sempre dei proprio figli , ma a me lo dicevano tutti perché era certa non fosse solo un giudizio di parte.. era stupendo..

Purtroppo non potevo vantarmi che fosse tutto merito mio.. forse perché era un maschietto e certo non poteva essere identico a me.. ma poteva assomigliare a mio padre no?? NO!! Era identico al suo di padre , in modo da ricordarmelo ogni volta.. ma del resto era anche per questo se era così bello e quindi meglio così..

Fortuna che avesse i capelli così diversi e il nasino un miscuglio dei due , altrimenti sarebbe stato la fotocopia identica.. non che non lo fosse.. ma quei capelli erano così particolari che facevano in modo che tu tutti fossero convinti che fosse identico a me, mi assomigliava si , ma non così tanto.. o forse un occhio esterno coglieva più dettagli di me , di me che lo ricordavo troppo bene e avevo il suo volto impresso nella mente, di me che quando Rob cresceva controllavo minuziosamente ogni suo cambiamento sperando che appartenesse a me , invece riuscivo anche in un minuscolo dettaglio a vedere qualcosa di lui.. anche quella voglia.. una piccola macchietta più scura posizionata proprio sotto una fossetta di venere, a forma di cuore.. era così piccola che ero certa l’avessi notata solo io ad entrambi.. ero sempre stata troppo attenta a tutto..

e più avevo sperato che fosse diverso, per non doverlo rivedere ogni giorno e poter finalmente andare avanti.. più ero costretta a rivederlo ogni giorno , in ogni più piccolo dettaglio..






adesso aggiorno *..nothing is impossible..* : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911858&i=1

*ragazze alloraaaaaa?? ke mi dite?? non vi piace molto vero?? fatemi sapre.. un bacioooo piccolaluce..*

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Capitolo 5
*** *..ricordare il passato..* ***


CAPITOLO 4 ..ricordare il passato.. *ragazze come va?? ho creato un gruppo dove inserirò le mie storie e metterò anche spoiler se graditi... se vi va iscrivetevi.. vi lascio il link.. a dopo*
http://www.facebook.com/groups/369948026364749/


Avevamo cenato e il mio ometto non aveva mollato un attimo Alice.. le si era persino addormentato in braccio..

Ma a lei non dispiaceva.. era come se volesse recuperare il tempo perduto.. se lo avessi saputo prima , e di certo non potevo.. ma se anche lo avessi solo immaginato, che sarebbe andata così bene li avrei fatti incontrare prima..

“è così bello.. ti somiglia molto sai?” disse in un momento in cui finalmente aveva distolto lo sguardo dal viso del mio angelo..

“oh ciao Alice.. lieta che tu ti sia ricordata di me..” dissi prendendola in giro..

“grazie , ma comunque somiglia molto di più a suo padre..” Bella non ti prendere in giro sola , è la fotocopia.

“ti va di parlarne? solo se ti va però..” disse incerta , ma non potevo negarglielo.

“certo.. e poi nessuno sa la verità.. sarai la prima.. però prima lo mettiamo a letto..”

“sono contenta che tu abbia finalmente scelto di fidarti , e non ce l’ho con te probabilmente mi sarei comportata nello stesso modo.. ma posso farlo io??” oh che tenera..

“sisi..” gli mise il pigiamino e lo sistemo nel mio letto , rimboccandogli le coperte , gli stampò un bacio in fronte seguita da me ed andammo insieme a sederci in salotto.. accesi il babymonitor in modo da poterlo sentire e chiusi la porta.

“allora cosa vuoi sapere?” ero pronta a qualsiasi domanda e a darle qualsiasi risposta e soprattutto ero pronta finalmente a raccontare la verità..

“TUTTO! Dimmi di lui.. di prima .. parti da quello che vuoi , ma dimmi tutto..” ok era chiaro : Tutto!

“Beh , avevo diciassette anni quando lo incontrai la prima volta ad una festa.. ero con il mio fidanzato di allora.. ci stavo da qualche mese , un cinque , sei.. era una storia seria , ma non eravamo mai andati oltre il bacio.. la verità è che io non ero innamorata di lui.. mi piaceva e mi faceva stare bene.. lui era pazzo di me.. mi adorava ed io provavo un bene immenso per lui, ma non era amore.. delle volte avevo creduto di essere stata innamorata ma mi ero ricreduta dopo aver scoperto cosa realmente fosse l’amore..” qui mi fermai per prendere fiato.. ricordare faceva male.. tremendamente male..

“Bella non ti giudico.. anche se l’hai tradito di me ti puoi fidare..” che vera amica..

“no non l’ho tradito.. non gli avrei mai fatto una cosa del genere.. non sono così.. ma l’ho lasciato.. l’ho lasciato per un altro.. e lui lo sa e non me lo perdonerà mai.. ed io probabilmente non perdonerò me stessa di averlo fatto soffrire..” era un peso che portavo ancora dentro..

“Amica, ma l’amore non si comanda, e quando arriva non si può evitare..” era vero.

“lo so.. ma non l’ha capito.. non riusciva a capire come avessi fatto ad innamorami di un altro se ero davvero innamorata di lui.. ed è qui che ha capito che non lo ero realmente.. si è sentito usato e preso in giro, e non si è sbagliato poi molto.. ma la cosa peggiore è che mi ha chiesto un’altra possibilità , mi ha chiesto di riprovarci , di dargli la possibilità di farmi innamorare.. ma non potevo certamente accettare, l’avevo già fatto soffrire abbastanza e sarei stata l’ennesima delusione.. ma lui non la pensava come me.. la prese malissimo, specialmente quando seppe che stavo già con l’altro dopo due mesi.. non gli avevo detto tutta la verità subito.. l’avevo lasciato dicendogli che c’era un altro.. ma lui la credeva una scusa.. dopo due mesi ci incontrammo e notando che nutriva ancora delle speranze su di noi gli dissi la verità.. che stavo con un altro.. e non era una scusa.. c’era davvero.. gli si spezzò il cuore.. e non ci parlammo per un anno..

Come ti dicevo.. lo incontrai ad una festa.. appena lo vidi rimasi letteralmente folgorata.. era il ragazzo più bello che avessi mai visto.. non lo puoi notare , ma è uguale a Rob.. io lo rivedo in lui.. in ogni cosa anche nei gesti.. vorrei tanto che mi emulasse , che assomigliasse a me.. ed invece più passa il tempo più gli assomiglia..

Non che no ne sia contenta , come dicevo era bellissimo.. e credo lo sia ancora.. ma non mi aspettavo di doverlo ricordare ogni giorno della mia vita.. come se già non fosse difficile..” mi interruppe un attimo.

“perché credi, non l’hai più visto?” Alice non aveva la minima idea di quello che ancora doveva accadere..

“no certo che no.. non gli avrei nascosto Roberto se lo avessi rincontrato.. ma vuoi che arrivo direttamente al dunque??” dissi ridendo.

“assolutamente.. voglio sapere tutto.. quindi l’hai conosciuto ad una festa.. si poi??” troppo curiosa la mia amica.

“anche se ero col mio ragazzo non mi ero lasciata impressionare tanto era una festa di amici di entrambi e lui passava sempre il tempo giocando alla play.. ed io stavo nel salone.. ma quella sera c’era qualcosa di diverso.. non mi andava di stare li , come sempre.. così uscii fuori in giardino.. e fu allora che lo incontrai..

Te lo giuro.. passai una serata fantastica.. mi ero divertita tantissimo, mi piaceva un sacco quel ragazzo.. era simpatico e si vedeva che era lo stesso per lui.. cercava sempre di coinvolgermi di attirare la mia attenzione.. e non sapevo niente di lui.. era un perfetto sconosciuto che passava per caso davanti la villa della mia amica.. rimasi fuori tutto il tempo con questo sconosciuto.. e tornado a casa riuscivo a pensare solo una cosa, la sua ultima frase.. *ci vediamo Bella, credo che mi vedrai spesso..*.. non avevo idea di quanto potesse avere ragione.. lo trovavo dappertutto.. fuori scuola , quando uscivo.. era come se mi seguisse.. ma non me sentivo perseguitata bensì lusingata.. te l’ho detto mi piaceva.. in poco tempo diventammo amici.. ma per me era qualcosa di più, così lasciai il mio ragazzo.. non mi andava, non la vedevo una cosa giusta.. quando lo dissi a lui mi sorrise ed era felicissimo, mi prese in braccio e mi baciò.. fu qualcosa di unico.. davvero..

E in breve cominciammo la nostra storia..

Fu una storia stupenda.. durò un anno.. ma fu un anno pieno di gioia.. vivevamo la nostra storia intensamente senza pensare al futuro ma solo al presente.. allora la vedevo come qualcosa di bellissimo che ci permetteva di viverci spensieratamente ma solo dopo mi resi conto di quanto avevamo sbagliato..

Ero innamorata.. per la prima volta.. ed ero felice.. felice felice felice..

Non stavamo insieme da tantissimo tempo ma mi sentivo pronta.. mi fidavo di lui.. mi amava e me lo aveva sempre dimostrato.. così decisi di dimostrargli quanto lo amavo nel modo più bello possibile: facendo l’amore..

Mi desiderava da tanto.. ma era disposto ad aspettare che fossi pronta.. inutile dirti che ne era valsa la pena.. qualcosa di unico e meraviglioso.. quando mi fece sua e lo sentii dentro di me era come se fossimo diventati davvero una cosa sola.. era tutto meraviglioso.. ma vivevamo troppo alla giornata..” Alice era insaziabile.

“Ah no no Bella , non pensare minimamente di evitare i dettagli della tua prima volta.. voglio sapere tutto!” ahah che scema..

“beh un’altra volta sicuramente.. adesso devo dirti altro.. promesso però” le dissi. Non poteva interrompermi sempre..

“va bene” si lasciò convincere..

“dopo un po’ di tempo mi accorsi di avere un ritardo.. non ci potevo credere.. e non ci volvevo credere.. ero troppo giovane.. troppo bambina, avevo bisogno che qualcuno si prendesse cura di me , non potevo certo prendermi io cura di qualcuno.. ma mi bastò fare un test per comprendere la realtà.. ero incinta! All’inizio fu un duro colpo , ma poi mi toccai la pancia e immaginai un piccolo lui dentro di me e ciò mi diede la forza di alzarmi dal pavimento dove mie ro appoggiata e farmi capire che non poteva andare poi tutto male se eravamo insieme..  fu allora che mi resi conto di quanto avessimo vissuto la nostra storia in modo troppo anomalo.. avevamo pensato solo a noi.. io non conoscevo i suoi e lui non conosceva i miei.. i miei.. i miei che non sapevano neanche che fossi fidanzata.. non osavo immaginare come l’avrebbero presa sapendo che aspettavo un bambino.. mi presi qualche giorno per esserne certa e poi decisi di dirlo a lui.. avevo una paura , una fottutissima paura che la prendesse male.. avevo bisogno di confidarmi con qualcuno ma non potevo.. volevo che fosse il primo.. dovevo dirglielo quella sera.. era il 22 agosto.. poi scoprii che era esattamente un mese che dentro me cresceva il frutto del nostro amore.. ma lui questo non lo saprà mai..

Il pomeriggio per strada incontrai il mio ex ragazzo.. non lo vedevo da tanto tempo.. provava ancora tanto rancore per me.. glielo si leggeva in faccia.. mi chiese se era tutto ok e se stessi ancora con lui.. glielo confermai.. fra qualche mese lo avrebbero saputo tutti, non avevo senso mentire.. non ne rimase felice.. mi voleva ancora si vedeva.. poi non so se abbia mai intuito qualcosa o se chissà cosa volesse.. ma mi disse : -hai scelto lui, tra me e lui ha scelto lui, ora gli apparterrai per sempre- , non so davvero che volesse dire.. ma ci salutammo e non lo rividi più..

Quella sera non stavo più nella pelle.. volevo dirglielo.. volevo dirgli del mio piccolo segreto.. sapeva che avevo una sorpresa per lui.. ma non riuscii a trovarlo.. non rispondeva alle mie telefonate ed inutile dirti che mi preoccupai da morire.. non sapevo dove cercarlo.. verso le 23:00 mi mandò un messaggio , un messaggio per lasciarmi.. un messaggio triste e squallido..”

“stai scherzando vero?? Non ti ha lasciata con un messaggio vero??dimmi di no..”

“oh vorrei tanto ma è proprio così.. non feci in tempo a chiamarlo per chiedergli spiegazioni , perché non aveva senso , che mi resi conto che il numero era inesistente.. probabilmente aveva spezzato la scheda.. ed in quel momento capì di averlo perso per sempre.. io non sapevo niente di lui.. niente!! Non sapevo neanche dove abitasse , non conoscevo i suoi , un parente , nessuno.. sapevo solo che aveva una casa al mare dove stavamo sempre insieme.. ma non ci tornò mai.. tutte le volte che ci andavo , la trovata immutata.. ti stupirà e mi darai della stupida.. ma io non conoscevo neanche il suo cognome.. sapevo solo il suo nome.. ed infatti non lo rividi più.. ho provato a cercarlo , ma quando non sai niente non si può fare molto.. e non sai quanto mi sono maledetta per non essermi mai imposta e non aver mai insistito.. per non aver mai chiesto niente della sua vita.. ma del resto lui non lo aveva neanche mai fatto con me..

Quando lo dissi ai miei fu traumatico.. non ci potevano credere.. mi dissero le parole peggiori che gli passarono per la testa.. non mi rassicurarono, non mi incoraggiarono e soprattutto non mi sostennero.. l’unica cosa che gli interessava era sapere chi fosse stato , ma non potevo certo dirglielo.. non lo sapevo neanche io.. così mi cacciarono di casa dicendo che era giusto che imparassi a prendermi cura di me se volevo farlo di qualcun altro , nella loro mente non esisteva l’idea di crescere una bambino da sola.. ma se c’era qual cosa di cui non dubitai mai era lui.. lo volevo.. nonostante tutto lo volevo.. ed andai a stare da mia cugina Kate per un po’.. lei non sapeva niente del bambino.. rimasi un po’ , finché non capì che non lo avrei più incontrato.. così me ne andai e venni qui.. dove per fortuna incontrai Leah.. ma c’è una cosa che ricordo sempre.. *gli apparterrai per sempre*”

E sapevo sarebbe stato sempre così..






*ma ciaoooo...allora?? che ve ne pare della storia di Bella?' certo non si può dire che non abbia passato una vita difficile... non so che ne dite?? lasciatemi i vostri commenti se vi va....=) un bacio piccolaluce* ah qualcuno di voi sa spiegarmi come inserire le immaginiiii?? grazieeee:*:*

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Capitolo 6
*** *..i Cullen..* ***


CAPITOLO 5 ..i Cullen..

Ma faceva freddo??

No che non faceva freddo.. anzi era una giornata abbastanza calda..

E allora perché tremavo??

Perché avevo paura??

Paura di non essere accettata?? Ma perché poi?? Semplice Bella stai entrando a scombussolare la vita di alcune persone che neanche ti conoscono.. per giunta porti anche un bambino con te.. ovvio!!

Non ce la facevo ad entrare.. e adesso mi pentivo di aver accettato.. ma come avevo potuto.. senza considerare gli altri?

“Ali.. forse è stato un errore..” dissi incerta. Volevo tornare indietro..

“Bella finiscila.. e te lo dico adesso.. fatti passare le paranoie.. che ti conosco bene.. non sarai un problema.. vogliono conoscerti tutti da tantissimo.. e fidati , sono entusiasti..” disse e un po’ mi tranquillizzò , ma non del tutto..

“ e Rob?” certo non potevo ignorarlo..

“Bella saranno felicissimi.. adorano i bambini.. vorrebbero tanto avere dei nipotini, ma il più grande di noi ha 28 anni.. e oltre ad essere piccolo..” lo mimò con le virgolette delle mani,” non ha proprio intenzione di mettere su famiglia.. quindi.. fai conto che si innamoreranno tutti di lui subito..” disse con un enorme sorriso…

“speriamo..” ma ormai l’ansia era andata via..

“stai tranquilla amica mia..” e mi prese per mano mentre ancora teneva Rob in braccio.

Aprì la porta di casa ed entrammo.. sistemò Rob sul divano dell’entrata mettendo una sedia per evitare che cadesse.. lo coprì con la coperta che avevo portato e mi riprese per mano..

“vieni.. andiamo..” e ci dirigemmo insiemi verso il salone, la villa era bellissima ed enorme.. ma ne avrei avuto di tempo per badare ai dettagli.. “mamma??papà?? c’è Bella..” disse piano per non svegliare il bimbo..

Entrammo e trovammo due figure, e non avrei mai immaginato fossero i suoi genitori.. dimostravano appena 30 anni.. erano bellissimi..

“oh ciao Bella.. io sono Esme, piacere” e la abbracciai.. era una donna bellissima.. capelli lunghi caramello con riflessi neri ,come Alice.. e occhi neri..

“piacere mio.. finalmente..” le dissi sincera..

“ed io sono Carlisle.. è un piacere incontrarti finalmente.. Alice non fa che parlare di te..” lui era altrettanto bello.. capelli biondo ramati ed occhi verdi , come Alice..

“oh grazie.. piacere mio..” e gli sorrisi.. erano splendidi..

“scusate se mi sono fatta desiderare , so che avreste voluto incontrarmi da tempo , ma non potevo.. sapete ho un bimbo piccolo.. non l’ho fatto per lui..” dissi , sentivo di dovermi giustificare in qualche modo..

“ma non preoccuparti cara.. ma non l’avrai lasciato solo spero??” mi chiese Esme allarmata..

“oh no certo.. è di la.. stava dormendo..” le sorrisi vedendo che si stava rilassando..

“posso vederlo??” mi chiese , come era dolce..

“ oh certo.. e poi staremo qui un bel po’, quindi..” ed andammo tutti insieme verso l’entrata..

Quando si svegliò glielo presentai e lui si dimostrò entusiasta.. li adorava..

Inutile dire che Alice aveva ragione.. li aveva conquistati in soli cinque minuti.. era letteralmente a suo agio.. ma era ovvia a tutti la sua adorazione per Alice..

Ad un certo punto sentii suonare il campanello.. e certamente non avevo idea di chi potesse essere.. non conoscevo nessuno.. sapevo solo che avesse due fratelli Alice , ma immaginavo avessero le chiavi..

“Bella vai tu..” mi disse come se fossi davvero a casa mia..

“ma non penso proprio.. non so neanche chi sia..” dissi, no che non sarei andata.

“Bella via sarà uno dei miei fratelli.. dai ho tolto le chiavi da fuori e le ho messe dentro per impedirgli di entrare.. dai voglio vedere la loro faccia , sanno che avremo ospiti.. dai fallo per me!!” e fece la faccia da cucciolo a cui non potevo resistere..

“oh va bene..” ed andai verso la porta quando la sentii urlare..

“chi sei?? Il mio fratello bello e dannato e quello bello e gigante??” oddio , era tutta scema e scoppiai a ridere , soprattutto sentendo la risposta..

“sbagliato! Quello bello e sexy , Ali muoviti se non vuoi essere la mia sorella bella e disintegrata..”

“ beh chiunque tu sia stai attento a non innamorati della mia amica..” ma non fece in tempo a rispondere che aprii la porta e mi ritrovai davanti un ragazzone bello , capelli neri e ricci , occhi neri , come quelli di Esme , mentre i capelli erano come quelli di Ali.. immaginai subito che lui dovesse essere sicuramente quello gigante  , perciò non vedevo l’ora di conoscere quello dannato..

Quando finì di spogliarmi con gli occhi si ricompose e mi diede la mano..

“ciao io sono Emmett , piacere..” mi disse.

“ed io Bella.. piacere mio..” era simpatico , aveva sempre mantenuto un sorriso brillante..

“nome azzeccatissimo..” e mi face l’occhiolino , “ ma sono fidanzatissimo..”

“ah grazie comunque..” ahah era proprio strano..

“si ciao piacere , ci sono anche io , sono Roberto..” e il mio ometto diede la mano ad Emmett che nel frattempo chiuse la porta..

“ciao.. io sono Emmett..” e il mio bimbo gli sorrise.. adorava quando non veniva chiamato bimbo o piccolo..

“ beh allora per te sono Rob..” e gli regalò lo stesso sorriso che aveva regalato ad Alice a ai suoi.. fortuna che adorava tutti altrimenti non so come avremmo fatto..

Il mio ometto passò tutto il pomeriggio a giocare alla play con Emmett che era letteralmente un bambinone , non lo aveva mai lasciato vincere , era peggio di un bimbo , almeno il mio piccolo sapeva perdere a differenza sua..

Ma almeno si erano divertiti un mondo.. dopo cena aveva continuato finché Rob non era crollato sul divano.. del bello e dannato nessuna traccia.. stavamo guardando la tv chiacchierando cercando di conoscerci meglio.. quando suonò il campanello.. e come al solito..

“Bella lo sai ti tocca.. su vai.. è adorabile quando vuole, ma purtroppo è sempre incazzato.. ” inutile rifiutare , non me lo avrebbe permesso..

Mentre andavo Alice ricominciò ad urlare le sue raccomandazioni..

“Ehi tu, attento.. non innamorati della mia amica.. è troppo bella e sexy per te.. e non spaventarla con la tua solita cupezza..” oddio che vergogna..

“Alice smettila la imbarazzi.. sono convinta che andrete d’accordo.. sai avete quasi la stessa età..” mi incitò sorridendo Esme..

Nel frattempo dall’altra parte quel qualcuno rideva delle parole di Alice.. una risata bella , spontanea , rilassata.. qualcosa mi diceva che non avrei dovuto aprire la porta.. ma lo feci lo stesso.. quella stessa cosa mi portava verso quella risata così familiare.. così aprì la porta..

Quando vidi la persona sorridente che mi si trovava di fronte istintivamente chiusi gli occhi scuotendo lievemente la testa , mi capitava spesso di avere delle allucinazioni.. soprattutto aprendo le porte..

Ma quando li riaprii era tutto come prima , non era cambiato niente.. non poteva essere.. poteva una scelta cambiare la mia vita? Poteva farlo un incontro? Sarei voluta sparire quando compresi la risposta..

Mi bastò guardare il suo viso, pochi secondi , il tempo di riconoscerlo e capire che non potevo scappare.. che ormai non potevo più.. sapevo la risposta , si poteva cambiare tutto e sarebbe successo.

Non avrei mai creduto di arrivare a questo , solo perché in passato non avevo avuto il coraggio di impormi e di fare quelle domande che sicuramente mi avrebbero impedito di ritrovarmi in questa situazione..

Ma adesso ero qui.. faccia a faccia col mio passato e non sapevo neanche cosa dire..





*ma chi sarà?? e che ci farà qui?? e cosa nasconde?? beh vi lasco alle vostre domande.. per qualsiasi cosa chiedete.. aggiungetemi su facebook, iscrivetevi al gruppo.. quello che volete=) spero vi sia piaciuto.. ringrazio tutte le ragazze che mi hanno inserita tra le seguite e preferite e chi recensisce.. mi fa molto piacere sapere che ne pensate e spero lo facciate anche ora.. un bacio alla prossima , piccolaluce*

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Capitolo 7
*** *..invito..* ***


CAPITOLO 5 ..invito..

Alice passò la notte da noi.. dormimmo tutti nel mio lettone col mio ometto nel mezzo.. e lui fu felicissimo di ritrovarla la mattina e di fare colazione insieme.. le saltò addosso che ancora dormiva.. certamente non poteva immaginare che avessimo passato la notte a parlare..

“Bella ma hai mai fatto una vacanza??” mi chiese lei di punto in bianco.

“come scusa? Ma ti sembro in condizioni di fare una vacanza??” certo con un bambino non si può girare il mondo..

“ma non intendo chissà che.. dico.. siete sempre stati qui.. non uscite mai da Phoenix??”

“beh veramente no.. cioè siamo andati due volte a trovare i miei ma no.. oltre quelle volte no.. perché? “ non capivo..

“cioè neanche per natale?” Alice ma dove vuoi arrivare??

“no.. lo passiamo soli io e lui.. come sempre.. anzi tra qualche tempo staremo un po’ da Leah forse, perché dobbiamo ingrandire una parte della casa ed anche se verrà ben separata non voglio che stia nella polvere.. così questo è l’unico modo..”

“ah l’unico proprio non credo.. sai visto che i prossimi esami sono a marzo.. che ne dici di una piccola vacanza da me?? Ti fermi anche per il Natale?? Da non puoi dirmi di no.. vorrei presentarti alla mia famiglia.. sono anni che sentono parlare di te e gli farebbe piacere..” ero sconvolta.

“ah scusa Bella non voglio forzarti.. scusami..” aveva frainteso..

“oh no no Alice.. mi va mi va mi va mi va!!! Grazie grazie grazie!! È triste passare il natale soli, ma non mi va di passarlo con i miei.. per Rob sarebbe bellissimo… e poi vorrei tanto conoscere i tuoi.. “ dissi entusiasta..

“si si si si si!! Una vacanza.. che bello.. quando partiamo??” il mio amore..

“ ma amore ancora è presto.. su non esagerare..”

“va bene mamma..” disse triste il mio amore..

“ e perché mai? Possiamo trasferirci oggi stesso.. il tempo di fare una telefonata e le valige.. abbiamo un sacco di camere perciò non sarà necessario chissà quale preavviso perciò non cominciare con le tue paranoie.. ok Bella??” mi conosceva bene..

“ok.. agli ordini capitano!!” ahah era una pazza.

Passammo la giornata a fare le valige.. ero entusiasta.. Ali aveva portato tante novità nella mia vita.. e questa era l’ennesima.. era una persona fantastica.. non vedevo l’ora di partire..

Volevo far vivere bene Rob e non costringerlo sempre alla routine..

Ma non sapevo mai dove portarlo..

Noi non avevamo nessuno..

Non avevamo.. perché adesso c’era Ali e non ci avrebbe abbandonato..

Conoscere la famiglia di Alice era qualcosa che avevo sempre voluto fare , ma il pensiero di Rob mi bloccava.. ma adesso era diverso.. li vedevo già come qualcuno su cui contare.. un appoggio.. per aver cresciuto una figlia in un modo così perfetto dovevano sicuramente essere dei genitori fantastici..

Alice veniva tutte le mattine con la metro.. casa sua distava circa un’ora di viaggio.. prendemmo la mia macchina e partimmo.. Rob nel frattempo si ero addormentato sulle braccia di Alice..

“Ali ma sei sicura non sia un problema?” ci avevo pensato solo adesso..

“Bella non dire scemenze.. per me sei come una sorella e da quanto ti conoscono attraverso me sono sicura che diventerai per loro come una figlia..” disse

“beh sarebbe bellissimo..”

“lo sarà tranquilla…” mi disse rassicurandomi.

“eh.. Rob?”.. beh certo sarebbe stato un colpo..

“ovviamente non sanno di lui.. visto che l’ho saputo io appena ieri.. ma non faranno domande tranquilla.. non sono invadenti e saranno discreti.. gli dirò quello che vorrai quando mi chiederanno.. ma stai certa che non ti giudicheranno.. vi accetteranno tranquillamente..”

“ mi sembra perfetto.. comunque dì loro la verità, non voglio più tenere segreti..”

“beh non ce ne sarà bisogno..” mi disse allegramente..

Guidavo tranquillamente mancava poco e mi passò di chiederle qualcosa , visto che sapevo poco e niente..

“Alice.. ma chi saremo? Io te e i tuoi??”

“ah no di certo.. beh Jazz e come se vivesse con noi.. ci saranno i miei due fratelli e la fidanzata di uno di loro.. sai abita lontano e allora passa le vacanze con noi.. spero non sia un problema.. comunque per ora in casa ci dovrebbero essere solo i miei genitori , i miei fratelli rientrano stasera..” ed io che pensavo fossimo state sole quasi.. ma non importava..

“no non è un problema assolutamente.. è la tua famiglia.. sarà anche la mia..” lo dissi con tutta sincerità che avevo , perché era vero..

Indicò la strada e parcheggia nel vialetto di un enorme villa.. scesi dalla macchina presi un grosso respiro e mi preparai ad incontrare questa nuova famiglia..




*ragazze come state?? spero beno... e spero tanto che il capitolo sia di vostro gradimento.. fatemi sapere che ne pensate!! secondo voi che succederà?? vi aspetto in tante.. un bacio... piccolaluce*


ho creato una pagina per le miei storie : http://www.facebook.com/pages/-piccolaluce-Efp-/297329113648092?sk=wall ed anche un gruppo :http://www.facebook.com/groups/369948026364749/
passate se vi va.. mi farebbe piacere.. per chi segue anche "nothing is impossible" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911858&i=1 la sto per aggiornare..


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Capitolo 8
*** *..Cullen?..* ***


CAPITOLO 7 ..Cullen?..

Non so per quanto tempo rimasi a fissarlo, forse un’eternità..

Speravo non fosse da troppo.. mi sarei dovuta sentire a disagio, ma invece no.. ero terrorizzata!!

Avevo di fronte a me l’ultima persona che mai avrei immaginato di vedere.. di poter rivedere..

Erano cinque anni cavolo.. cinque anni.. ma ero certa di chi fosse colui che mi fissava da un pezzo , come del resto facevo io senza dire niente..

“ehilà ragazzi.. vi siete incantati??” cercò di risvegliarci Alice.. ma credo che in questo momento niente e nessuno avrebbero mai potuto risvegliarci..

Fu lui a parlare, forse io non avrei mai avuto il coraggio di farlo..

“Bella..” la sua non era una domanda.. ne era certo , come lo ero io..

So che non avrei dovuto , ma fu inevitabile accennargli un sorriso..

“Edward..” lo dissi come una certezza.. perché ero certa fosse lui , ma ebbi per un attimo il sospetto che quello non fosse il suo vero nome.. del resto non sapevo niente di lui..

Ma mi sbagliavo.. probabilmente era l’unica cosa su cui era stato sincero.. fu Ali a darmene la conferma..

“Edward , Bella.. vi conoscete??”

Automaticamente indietreggia per farlo entrare , ma non riuscii a togliergli gli occhi di dosso , come se improvvisamente potesse sparire così come era arrivato.. feci solo un cenno d’assenso ad Ali..

“ma sul serio?? E perché non me lo hai mai detto scusa Bella??” lei non si era accorta che l’atmosfera era abbastanza strana.. forse neanche gli altri così decisi di rispondere.. Edward non dava segni di vita..

“io non sapevo fosse tuo fratello.. davvero.. non ne avevo idea..” io non sapevo niente di lui..

“ma che sciocca che sei.. quanti Cullen credi ci siano a Phoenix? Ci siamo solo noi.. dai potevi fare due conti.. che bello però così non sono tutti estranei..” Cullen? Cullen?.. Edward Cullen?.. così si chiamava.. Alice mi fissava ma perché? Ah dovevo darle una risposta.. oddio non avevo capito niente , solo adesso mi rendevo conto di quanto la mia amica fosse logorroica..

“Ali io non ho conosciuto.. io.. non l’ho conosciuto a Phoenix.. ma a Forx..” dire il suo nome era ancora troppo difficile.. faceva male..

“ah Bella e tu sei di Forx??non mi dire.. noi abitavamo li.. ma ci siamo dovuti trasferire per vari motivi..” lo disse Emmett guardando Edward.. ma che intendeva?? Che motivi??

“sisi sono di li.. vivo qui da 5 anni ormai..” che situazione..

“ ah beh che bello , allora vrete tante cose di cui parlare.. noi andiamo a letto ragazzi vi lasciamo alle vostre chiacchiere.. buonanotte” dissero Esme e Carlisle..

“buonanotte” rispondemmo tutti insieme..

“Emm aiutami a chiudere il tavolo.. vieni..” e si diressero in cucina.. non so se lo fece perché realmente doveva o solo per lasciarci un attimo dopo tanto tempo.. poteva aver capito?? Ma cosa poi? Non c’era niente..

Mi voltai per andarmene in camera.. non sapevo che fare..

Improvvisamente mi ricordai di Rob.. oddio e adesso?? Non doveva vederlo.. potevo nasconderlo??NO!! mentre riflettevo su cosa fare una mano mi prese per il polso e mi costrinse a voltarmi..

Quegli occhi verdi come smeraldi.. in cui mi ero sempre persa.. era ancora più bello se possibile..

Mi accarezzò una guancia con la mano destra.. e quel contatto bastò a farmi elettrizzare.. mi era mancato terribilmente..

Non so chi mi desse il coraggio ma mi avvicinai a lui e lo abbracciai.. un abbraccio sincero e necessario.. potevo permettermelo solo adesso.. perché se avessimo parlato , se solo avessimo affrontato la realtà sarebbe divenuto tutto vero e sarei dovuta scappare da lui, non stargli accanto..

Ricambiò il mio abbraccio , forse cinque anni erano sufficienti per non odiarmi più tanto.. forse dopotutto gli ero mancata anche io..

Si sedette sulla poltrona e con la mano mi trascinò vicino a sé.. ma mi sedetti sul bracciolo.. la troppa vicinanza mi avrebbe fatto male..

“come stai?” ero così bello sentire di nuovo la sua voce..

“bene.. e tu?” mi interessava davvero.. ma la mia voce era spezzata.. troppa confusione per poter rispondere tranquillamente..

“anche.. non sei cambiata molto sai?? Ti avrei riconosciuta tra mille.. stesso sguardo.. sei più bella però..” probabilmente era il discorso più lungo che avesse mai fatto..

“oh neanche tu sei cambiato molto.. sempre stesso sguardo furbo..” accennai un sorriso che ricambiò.. ma era tutto così difficile.. continuava a tenermi la mano.. quel contatto mi mandava in una confusione tremenda.. non riuscivo a ragionare.. e poi la nostra bolla personale fu rotta da un rumore.. un rumore dolce , che mi aveva sempre intenerito.. uno sbadiglio.. che adesso mi terrorizzava..

Si girò all’istante verso il divano , come se solo ora si fosse accorto della presenza di quel fagottino..

No a giudicare dalla faccia che fece ne ero certa.. non lo aveva proprio notato..

“ma che cav…” cominciò a dire , ma quando lo osservò meglio restò impalato a fissarlo senza riuscire a proseguire..




*allora che ne dite? com'è come primo incontro dopo tanto?? e adesso che farà Edward quando vede il bambino?? che penserà?? un bacio... grazie a tutte per le recensioni.. per chi mi mette tra le seguite le preferite ecc... GRAZIE!!.. ho creato un gruppo per le mie storie..e se seguite *nothing is impossible..* è aggiornata! =)
un bacio piccolaluce*

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Capitolo 9
*** *..delusione..* ***


CAPITOLO 8 ..delusione..

“che cos’è??” mi chiese..

Ovviamente non aveva minimamente pensato che potesse non essere mio..

“un bambino Edward..” sussultai nel dire il suo nome..

“ oh Bella credo di averlo notato questo.. che ci fa qua??” e sussultai di nuovo nel sentirgli pronunciare il mio.. ma davvero ancora non aveva capito?? Sapevo che dopo la mia risposta tutto sarebbe cambiato.. ma era il momento..

“E’.. ecco.. lui è.. come dire..” non riuscivo a trovare le parole adatte e forse non ce ne erano..

“Bella è che cosa? Mi vuoi dire??” aveva alzato il tono di voce.. per fortuna Rob continuava a dormire, aveva sempre avuto il sonno pesante.. ma Alice lo sentì perché comparve sulla porta assieme ad Emmett..

“Edward è mio figlio..” nel momento il cui lo dissi il suo viso passò da varie sfumature di colore.. l’ultima che raggiunse fu quella nera.. era incazzatissimo.. ma che voleva?

“Alice portalo su per favore..” non volevo potesse assistere , si sarebbe spaventato..

“certo Bella..” e lo prese per salire su seguita da Emmett senza che glielo chiedessi..

“si fai pure.. e l’hai portato in casa mia??” aveva cominciato ad urlare..

“ io non sapevo fosse casa tua.. non ci avrei mai messo piede altrimenti..” non so dove trovai tutta quella calma per rispondergli senza aggredirlo..

“eh certo non te lo avrebbe permesso vero??” ah??

“eh?? Ma che stai dicendo??” non capivo..

“Bella hai capito benissimo.. il tuo amichetto.. avrebbe avuto paura che ti portassi via da lui?? Per questo non mi hai mai cercato?? Beh glielo puoi dire di stare tranquillo , la tua scelta è stata decisiva..” ok adesso mi ero incazzata..

“allora.. uno , non ti sei mai degnato di darmi alcuna informazione su di te , ho scoperto solo oggi il tuo cognome , Cullen giusto??come avrei mai potuto cercarti?.. due chi cavolo sarebbe il mio amichetto? E terzo, di che cazzo di scelta stai parlando? Io non ho fatto niente..”

“ah non hai fatto niente? Non hai scelto lui?? Non mi hai lasciato per lui? Non l’hai fatto?? Forse dovrei rinfrescarti la memoria..”

“ io non ti ho lasciato..” ma non mi lasciò finire..

“ ah non l’hai fatto?? Le tue scelte parlano da sole invece..” la mia calma iniziale era andata a farsi un giro..

“ma di che cazzo di scelta stai parlando??” non ne potevo più..

“che scelta? Tu mi hai lasciato , per lui.. tra me e lui hai scelto lui.. senza neanche avvisarmi.. ci hai fatto un figlio.. sei una delusione Bella.. ma non preoccuparti.. adesso è tutto chiaro.. non ti fare problemi.. stai pure qui.. se prima avevo creduto che avremmo potuto avere un minimo rapporto di amicizia adesso ho realizzato che è impossibile.. mi sei totalmente indifferente.. ciao Bella”

e se ne andò su senza lasciarmi il tempo di dire niente..

senza farmi spiegare..

senza darmi la possibilità di rispondere.. perché di ciò che pensavo non gli importava mai niente , non gli era mai importato e continuava a dimostrarlo..

mentre delle lacrime cominciavano a scendere dai miei occhi alzai lo sguardo per vederlo andare via.. ancora..

e mentre lui spariva comparve Alice..

non vedevo l’ora arrivasse da me per poterla abbracciare e sfogarmi..

ma quando la guardai negli occhi non vidi lo sguardo dolce che mi aveva sempre riservato..

era uno sguardo nuovo.. che non avrei voluto vedere.. era chiaro che aveva sentito tutto..

e come il fratello non mi dava neanche il tempo di parlare..

mi guardava con quel suo sguardo di delusione, e nulla avrebbe potuto ferirmi di più in quel momento..

la oltrepassai senza dire niente , perché non c’era niente da dire.. ma lei non provò neanche a fermarmi.. anzi si spostò per farmi spazio.. e nel momento in cui mi voltai per guardarla negli occhi le si girò abbassando lo sguardo..

andai nella mia camera a piangere stringendo l’unica persona importante nella mia vita : mio figlio..

al mattino ce ne saremmo andati da qui..





*ciaoooo... eccomi qui con questo capitolo molto strano.. che prende ad Edward? e perchè ha detto quelle cose?..mmm chissà.. forse non è tutto come sembra.. non so ihih.. grazie perchè ci siete sempre.. grazie a tutte.. =) GioRoby, Nadia1992 , paride , IlaC e antonella64 che hanno recensito lo scorso cap.. GRAZIE!! le seguite 1 - alice91 [Contatta]
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e le ricordate bellad93.... grazie <3... ho creato un gruppo se volete avere qualche infor,azione sulla storia.. spero di sentirvi presto... un bacio , piccolaluce*

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Capitolo 10
*** *..amica mia..* ***


CAPITOLO 9 ..amica mia..

Non riuscii a chiudere occhio tutta la notte..

Continuavo a fissare la sveglia.. sperando si facesse finalmente un’ora decente per potercene andare.. non volevo svegliare nessuno.. ma allo stesso tempo volevo che quella porta si aprisse rivelando la mia amica..

L’unica persona che avrei voluto vedere..

Non ci potevo credere che un’amicizia così forte si potesse spezzare senza neanche parlare.. ma ero troppo orgogliosa per andare da lei..

Dopotutto non mi aveva fatto neanche una domanda.. non sapevo neanche il perché di quello sguardo..

Una cosa la sapevo.. l’avevo delusa.. ma per cosa poi??

Ricontrollai la sveglia.. 6:00 oh no.. ancora troppo presto..

Rob era sicuramente stanco , non si sarebbe svegliato prima delle 9..

Ed eccolo.. quel suono.. Toc-Toc alla porta.. avrei voluto dire ‘avanti’.. ma onestamente non mi andava.. non ero certa di chi fosse.. ma per fortuna entrò lo stesso..

Era Alice..

Un viso stravolto e delle occhiaie terribili.. non aveva dormito neanche lei..

Si coricò dietro di me e mi abbracciò.. io tentavo di trattenere le lacrime..

“ti va di parlare un po’..??”

Annuii solamente.. sapevo che mi avrebbe vista..

“andiamo in camera mia..” mi prese per mano e mi portò nella sua stanza.. io non avevo la forza di parlare..

Ci sedemmo sul letto e prese un plaid per avvolgerci..

“scusami Bella.. scusami.. per come ho reagito.. scusa!” era sincera ma non mi bastava..

“ok.. tranquilla..” io non riuscivo a credere che ce l’avesse con me per qualcosa di cui non mi aveva neanche chiesto conferma..

“non è ok un cavolo Bella.. parliamone.. io non voglio perderti, ma ho avuto i miei motivi per allontanarmi in quel momento..” ah e quale??

“e potrei sapere quali..? sai nessuno mi avrebbe giudicata senza sapere come stanno le cose.. ma di certo non mi aspettavo lo facessi tu..” lo dissi con rabbia.. odiavo essere giudicata da chi non sapeva niente!

“ti va di sentire la mia storia..? a quanto ho capito abbiamo un passato comune di cui non sapevo l’esistenza.. ma la mia vita non è stata facile.. né la mia né quella della mia famiglia.. ti va di sentire la storia??” che cosa non sapevo??

“certo..” e la incitai a continuare..

“ avevo diciassette anni.. ero innamoratissima di Jasper già da tanto ormai.. andavo bene a scuola e avevo un sacco di amici e amiche.. la mia famiglia ho sempre creduto fosse perfetta ma proprio allora non avevo alcun dubbio.. avevo due fratelli più grandi che mi adoravano.. ed io avevo un rapporto stupendo con Edward.. è sempre stato tutto per me.. il mio punto di riferimento..

Mi ha sempre raccontato tutto.. tranne le cose tristi.. cercava di proteggermi non rendendomi partecipe di qualsiasi suo dolore.. ma a me andava bene , lo vedevo sempre allegro e contento e non potevo desiderare di meglio per lui..

Amavo tutto della mia vita.. anche se abitavo in un piccolo paesino come Forx..

Poi un giorno tutto cambiò..

Mio fratello tornò a casa e si chiuse in camera sua.. non so quanto tempo ci rimase.. so solo che non voleva vedere nessuno.. nemmeno me che ero sempre stata la sua preferita..

E quando uscì , beh non era più lui.. la sua vivacità era sparita.. non riusciva a sorridere nemmeno se lo si forzava.. niente!

La cosa peggiore era che non mi dava spiegazioni.. ma poi dovette farlo..” e si interruppe.. io dovevo sapere..

“perché..? se posso sempre..” non erano affari miei..

“si che puoi.. dovette farlo perché non voleva più uscire di casa.. non voleva andare da nessuna parte e dovevamo sapere perché.. cercai di prenderlo con le buone ma era sempre incazzato..

Poi un giorno me lo disse.. la sua ragazza lo aveva lasciato per un altro.. e lui la amava troppo per vederli insieme.. per questo non voleva uscire..

E non voleva parlarne perché faceva troppo male e rendeva tutto troppo vero..”

Edward era stato lasciato?? Beh di certo potevo capirlo..

“ lei lo aveva tradito diceva.. ma non so se fosse vero.. una cosa era certa..

La odiavo!

Aveva distrutto mio fratello..

E la cosa peggiore fu che decidemmo di partire.. lui non poteva andare avanti così..

E ci trasferimmo a Phoenix.. io dovetti lasciare tutto.. tutto! Ho passato un anno di inferno.. mi mancavano le miei amiche..

E mi mancava terribilmente Jazz.. fortuna che si trasferì qui da me.. altrimenti non so cosa avrei fatto..

Ho sempre dato tutta la colpa a quella ragazza.. ha rovinato tutta la nostra vita..

Ma andarcene non ha migliorato subito le cose.. la voglia di vivere di mio fratello era andata a farsi un giro.. ci volle un bel po’ di tempo.. adesso è tranquillo.. sorride anche spesso.. è quasi normale sai.. ma è sempre incazzato.. ce l’ha con il mondo.. con lei..

E poi ho incontrato te.. la persona migliore che mi potesse mai capitare.. sono legata a te come una sorella..

Ti voglio un bene immenso e questo non cambierà mai.. ma devi capirmi.. io non potevo.. adesso posso perché forse ho capito che avrei fatto lo stesso ma è stato difficile accettarlo…”

“Ali anche io ti voglio bene e vorrei fosse tutto come ieri sera.. ma davvero non ti seguo..” ok mi dispiaceva per loro , ma cosa accomuna questo col suo atteggiamento di ieri??

“cercherò di esprimermi meglio allora.. mi hai raccontato la tua storia.. mi sono sentita colpita e ferita come se si fosse trattato di me.. ho odiato il padre di tuo figlio per averti abbandonata così , con un messaggio..

Ho gioito con te per la vostra storia e per quanto ne fossi innamorata.. ero felice che avessi lasciato l’altro se non lo amavi.. ed ero convinta che non ci fosse niente di male ad innamorarsi di qualcun altro.. ed è anche per questo che ho deciso di parlarti.. non potevo certo rimangiarmi qualcosa che pensavo davvero.. ma è stata dura accettarlo..” ok mi ero persa..

“Alice ma accettare che??” o ero diventata scema io o lei non sapeva spiegarsi..

“ho cercato in tutti i modi di pensare che le cose potessero essere in un altro modo.. ma non vedevo come.. ho sperato con tutto il cuore per non credere all’evidenza.. ma alla fine ho capito! Ma è stato comunque difficile accettarlo.. accettare che fossi tu la causa dei nostri problemi.. accettare che mio fratello fosse l’altro.. quello che non hai mai amato..” eh??

“oh Alice tu non hai capito un cavolo..” avevo alzato il tono di voce e stavo per continuare ma fui distratta dal cigolio della porta che si apriva..

Il mio ometto comparve sulla porta.. “mamma non si urla..” aveva il nasino arricciato all’insù.. era bellissimo..

“scusa amore hai ragione.. ti ho svegliato?? Scusa ora torniamo a dormire..” povero bimbo..

“no avevo caldo.. sono tutto appiccicaticcio.. volevo il bagnetto.. me lo fai?? Tanto non ho più sonno”

“oh certo.. amore..” il mio ometto.. avevo sempre paura che si prendesse l’influenza e così cercavo di coprirlo il più possibile.. il risultato?? Moriva di caldo tutte le notti..

“posso venire anche io??” chiese la mia amica.. mi guardava con uno sguardo carico d’affetto..

E poi nonostante tutto era qui e voleva chiarirsi.. le volevo troppo bene..

“certo andiamo tutti e tre.. poi noi due continuiamo..” e le feci l’occhiolino.. c’erano ancora troppe cose da chiarire ma il mio ometto aveva la precedenza..

Andammo nel bagno e cominciammo a preparare la vasca.. era enorme.. alta e grande di forma circolare.. bellissima.. aveva anche l’idromassaggio..

Cominciai a spogliare il piccolo..

Non era un bambino timido.. a quell’età non aveva problemi a farsi vedere nudo.. e con Alice era proprio a suo agio..

Io ed Alice eravamo di fronte inginocchiate a terra che sistemavamo tutto…

Rob si girò a darle un bacio sulla guancia e poi fece lo stesso con me dandole le spalle..

“OH MIO DIO!!....”





*e cosa sarà successo?nn lo so.. ma vedremo nel prossimo...=) che ne dite, Bella fa bene a fidarsi? o secondo voi non dovrebbe darle una econda chance? dopotutto ha avuto dei motivi belli e buoni ed è comunque tornata da lei.. non so ma secondo m la merita.. Bella non ha nessuno oltre Rob..  vedremo.. grazie a tuttu quelle che hanno recensito lo scorso capitolo..vi adoro:*:* e chi ha inserito la storia tra le seguite , preferite ecc.. grazie! un bacio , alla prossima , piccolaluce*

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Capitolo 11
*** *..spiegazioni..* ***


CAPITOLO 10 ..spiegazioni.. *ciao ragazze , eccomi qui! come state? spero bene... scusate l'assenza , so di avervi deluse, l'ho natoto dal diminuire delle recensione e da quelle precedenti e mi dispiace... spero che questo capitolo non sia un'ennesima delusione e se così non fosse sappiate che mi dispiace e cercherò di migliorare e postare con regolarità... ma cercate di capirmi , tutto questo mi ha un pò abbattuta e non avevo proprio nè la forza nè la voglia per portarle avanti... scusate se vi annoio=) vi lascio al capitolo, e per chi seguisse anche l'altra storia , beh l'ho aggiornata! un bacione e grazie a tutte voi che continuate a seguirmi...GRAZIE!, piccolaluce*




“AHH.. BELLA BELLA BELLA…” ma che aveva da urlare??

“Alice che c’è? Dimmi… ma non urlare si spaventa…” che avesse visto qualche animale??

“hei tu.. io non mi sono spaventato..” no poco ancora mi stringeva la maglia..

“ah no certo.. scusa sono io che mi sono spaventata amore..” era troppo forte.. ma Alice era ancora paralizzata..

“CHE DIAVOLO E’??” eh??

“allora Ali adesso la devi smettere di urlare.. che c’è? Che hai visto??” e nel frattempo misi il mio bimbo dentro la vasca che si stava congelando dal freddo..

“BELLAAAAA…ODDIO…BELLA…” si era inceppato il disco..

“ALICE!!” ora era il mio turno di urlare.. per mia sfortuna le urla non erano rimaste all’interno del bagno ma evidentemente erano arrivate alle orecchie di tutti.. la porta si spalancò rivelando Esme ed.. Edward?? Si Edward.. in pigiama.. cioè lei in pigiama.. lui indossava solo un paio di boxer.. ma non aveva freddo??.. che fisico che aveva.. ma era meglio concentrarmi su altro..

“che è successo??” chiesero insieme spaventati..

Edward mi guardò solo un attimo sgranando gli occhi.. e solo in quel momento mi resi conto di cosa indossavo.. una semplice canottiera blu e azzurra con degli slip blu.. probabilmente diventai rossa così cercai di concentrarmi su qualcos’altro.. cosa rispondere per esempio..

io non sapevo neanche che rispondere.. ma per fortuna Alice si risvegliò dalla sua trance..

“niente niente scusate.. solo un’ape… mamma lo sai quanto mi spavento..” un’ape?? Ad ottobre??

“Alice sei una stupida.. pensavo fosse successo qualcosa al piccolo.. vabbè vado a preparare la colazione ci vediamo di sotto..”

Edward fissava Roberto che lo guardava incantato.. avevano lo stesso sguardo..

volevo interrompere quel momento di tensione ma non sapevo come fare.. sorprendendomi ci riuscì Alice..

“e tu che fai sveglio?? Non senti mai niente..” che aveva il sonno pesante lo sapevo bene… perciò non mi aspettavo di vederlo qui..

“oggi ho sentito invece..” mi guardò con uno sguardo pieno di odio.. e si voltò per andarsene così come era arrivato.. ma prima si sciacquò il viso.. mostrando il suo lato B in tutto il suo splendore..

Alice commentò fra se e se guardando il culo del fratello.. “identiche..” senza farsi sentire da lui.. ma cosa??

“secondo me non ha dormito..” disse con sguardo furbo quando se ne andò.. ma non mi andava di parlarne adesso.. dovevo ancora chiarire la questione dell’ape..

“Ali si può sapere che è successo?? Non c’era nessuna ape..” questa me l’avrebbe spiegata..

“Bella non sapevo che dire… “

“mamma chi era quello??” oh c’era anche il mio piccolo.. mi ero dimenticata di lui..

“un altro fratello di Alice.. poi te lo presento..” forse non lo avrei fatto ma non era il caso di dirlo..

“ e posso dormire anche io vestito come lui?? Col pigiama fa caldo..” che andava a pensare..

“si amore quando sarai più grande..” e si mise a giocare col le bolle.. gioco che chiedeva tutta la sua concentrazione e mi permetteva di parlare tranquillamente con Alice..

“Ali.. allora??credo che dobbiamo parlare..” non poteva evitare il discorso a lungo..

“che dobbiamo parlare è certo.. Bella che cos’è questa??” spostò la schiuma per sfiorare la voglia di Rob.. la piccolissima voglia di Rob..

“una voglia Alice.. non ne hai mai viste??” cercavo di scherzare ma tremavo dalla paura..

“Bella so benissimo cos’è.. ma è identica a quella di mio fratello.. mio fratello Edward..”

“Edward? Così si chiama zia?? Ma si chiama come me??” mannaggia al mio ometto.. ma non stava giocando??

“si amore si chiama così.. ma io non so il tuo nome completo.. qual è??” amore non rispondere ti prego..

“Edward Roberto Swan” disse fiero di se.. ma io non lo chiamavo mai Edward.. Edrob delle volte.. ma non in pubblico certamente..

“Bella… non mi fare illudere di qualcosa se non è così.. sto capendo male?.. dimmelo ora perché non sopporterei la delusione..” fui felice di sentirglielo dire.. quindi voleva fosse così.. e non me la sentii di negare.. del resto stavo già cercando di dirglielo prima..

“no amica mia.. hai capito benissimo.. è suo..” mi saltò letteralmente addosso..

“si si si… sono zia.. si si si..” non era il caso di urlare..

“Alice non urlare ti prego.. ti potrebbero sentire..” cercai i tapparle la bocca con una mano..

“ok ok.. aspetta che lo sappiano tutti.. saranno felicissimi.. e mio fratello.. impazzirà e tutto si sistemerà..”

Oh no no no.. era andata troppo avanti con la fantasia..

“No Ali.. NO!! noi non lo diremo a nessuno.. tantomeno a tuo fratello.. vero??” la guardai in cagnesco..

Dopo quello che mi aveva detto non avrei potuto dirglielo.. poi io sapevo come stavano le cose..

“ma perché? Io non riesco a seguirvi.. non riesco a conciliare le vostre storie..” infatti era anche di questo che parlavo..

“non puoi.. ci sono tante cose che non sai.. io non mi ritrovo nella sua storia.. se ti va di sapere come sono andate le cose dovrai ascoltare la mia storia per bene.. senza omissioni..” doveva sapere che non era come credeva..

“sono pronta..” che amica..

“bene credo sia il caso di partire da un messaggio..”

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Capitolo 12
*** *..abbiamo ospiti..* ***


capitolo 11 ..abbiamo ospiti..

Finito il bagnetto scendemmo a fare colazione.. fame non ne avevo.. né tantomeno avevo voglia di incontrare tutti.. specialmente qualcuno.. ma Rob me lo impedì.. mi trascinò letteralmente sotto senza neanche darmi il tempo di cambiarmi.. cioè ero ancora indecente.. ma almeno c’era Ali che indossava una leggerissima vestaglia di pizzo nero che non copriva per niente le coulotte coordinate.. lei e la moda.. una fissazione!!

Il mio bimbo era troppo piccolo per trovarvici qualcosa di strano.. per fortuna!!

Arrivati al piano di sotto si fiondò come un razzo su Emmett e si irrigidì vedendo la presenza al suo fianco.. Edward!

“ciao ometto.. già in piedi??” chiese Emmett al mio piccolo.. che a quanto pare non aveva intenzione di rispondere.. continuava ad osservare il suo papà.. non era certo questo il modo in cui avevo immaginato il loro primo incontro.. ma forse non lo avevo mai immaginato.. sapendo l’impossibilità che tale evento si avverasse..

Dai amore smettila di fissarlo e rispondi ad Emmett su..

“ciao..” MA CHE FA?? CI PARLA?? IL MIO OMETTO RIVOLGEVA PAROLA AD UNO SCONOSCIUTO??

“ciao..” cercò di sorridergli ma era chiaro quanto gli costasse..

“io sono Roberto.. piacere” e gli avvicinò la manina.. ma da quando era diventato così intraprendente?? Non rivolgeva mai la parola agli estranei se non c’ero io a presentarli..

Per fortuna non lo respinse.. almeno provava a non essere del tutto ostile verso di lui.. solo con me.. ma potevo sopportarlo..

“ed io sono Edward.. piacere” gli disse stringendogli la manina.. e tutti si concentrarono sulla propria colazione.. il mio bimbo prendeva il latte sulle gambe di Emmett.. e solo ora mi accorgevo di quanto tutti in questa casa avessero le mie stesse abitudini.. fare colazione in ‘pigiama’.. certo Emmett ed Edward indossavano solo dei boxer.. ma dai potevano vestirsi per gli ospiti no?? Ma del resto non lo avevo fatto neanche io…  

Eravamo nella sala pranzo e spuntò Esme dalla cucina con un vassoio carico di cornetti , sfoglie , tazze fumanti..

mmm.. peccato solo che la mia fame era andata a farsi un giro..

“Bella cara buongiorno.. scusa ma stamattina questa scema mi ha fatto prendere un colpo..” e diede un dolce buffetto ad Alice.. ed un bacio a me e Rob.. Edward la guardava male o era la mia impressione??

“tranquilla ha fatto spaventare anche me.. comunque grazie , è tutto buonissimo.. non dovevi..” faceva troppo!

“ e di che.. lo faccio con amore.. se hai bisogno di qualcosa chiedi pure..” che tenera..

“tranquilla.. lo so!” e le diedi un bacio sulla guancia..

“io sistemo in cucina e vado a lavoro ci vediamo stasera… Bella ti saluta Carlaisle.. scusalo ma è dovuto andare presto..” ma era troppo dolce anche lui!!

“grazie.. troppo gentili!” decisi di prendere un cappuccino giusto per non rifiutare proprio tutto..

Mentre eravamo tutti intenti ognuno nella propria colazione i ragazzi avevano finito ed andarono a giocare alla play.. almeno così il mio ometto stava tranquillo… Emmett era un ottimo baby-sitter..

Ero rimasta sola con Alice.. la vedevo che moriva dalla voglia di sapere ma non era il momento e soprattutto non era il luogo adatto..

Poi improvvisamente qualcuno suonò al campanello..

Si era creata la fila.. si come no.. nessuno si affrettava ad aprire..

Beh questa volta non sarei andata io..

Uno , erano finiti i parenti quindi molto probabilmente era uno sconosciuto, anzi sicuramente..

Due, non ero proprio in condizioni.. stavo invece calcolando le possibilità che avessi avuto di andarmene in camera senza farmi vedere..

E tre, no ne avevo proprio voglia.. l’ultima volta che avevo aperto quella porta mi era crollato il mondo addosso.. certo non poteva andare peggio.. ma meglio non rischiare!

Per fortuna Alice si decise ad aprire quella porta.. e stranamente trovò anche qualcuno nonostante l’attesa.. io me ne sarei andata da un pezzo..

“buongiorno..” cantilenò una ragazza sulla porta..

“ciao.. giorno anche a te..” e la abbracciò Alice..

“ma quanto è bella la mia cognatina preferita??” uh??

“tantissimo.. ma le tue coccole non valgono.. hai solo me!” rispose Alice..

“non è vero! Ho.. ho.. beh.. si ok ho solo te.. ma questo non vuol dire niente! Saresti comunque la mia cognata preferita..” ecco di nuovo la conferma.. allora non avevo sentito male..

Forse continuarono a parlare.. o forse la fece entrare e basta.. probabilmente si tolse il cappotto.. o forse no..

E quasi sicuramente mi fissava.. non saprei dire cose stesse facendo perché in quel momento ero furori dal mondo..

Ricordavo solo una bellissima ragazza bionda che era entrata in casa Cullen.. e che aveva chiamato Alice cognata.. C-O-G-N-A-T-A!!

*oh oh abbiamo visite!!=) scusate la lunghezza.. spero non vi abbia deluso.. ormai so che non sto dando il meglio e mi dispiace, spero solo continute a seguirmi... ci saranno momenyi migliori , questo sicuramente è un dei peggiori.. e beh niente,, spero vi sia piaciuto , fatemi sapere che ne pensate, ho aggiornato nothing is impossible...e spero di aggiornare questa presto per farmi perdonare... un bacione, piccolaluce*

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Capitolo 13
*** *..i gemelli..* ***


CAPITOLO 12 ..i gemelli.. *PICCOLO AVVISO!! ciao! eccomi qui.. so che non vi aspettavate un aggiornamento così presto e a dire la verità nemmeno io... eppure avevo bisogno di sfogarmi ed eccomi qui.. sono molto cambattuta... non so se portare avanti la storia o meno.. per adesso ci proverò.. so che non piace più come prima e mi dispiace.. ma non posso cambiare la trama solo per farla piacere.. è nata così , e si scrive da sola.. quindi se non vi piace mi dispiace! non so quante di voi realmente la seguono, ma se a qualcuna di voi dovesse interessare vi chiedo di avere un pò di tolleranza nei ritardi perchè proprio non ce la faccio... è un periodo pessimo , non ho molta ispirazione e quindi scrivo solo quando lo sento davvero.. cercherò di portarla a termine ma non posso prometterlo.. ma mi impegnerò questo lo posso promettere invece... per il resto, se qualcuna di voi avesse qualcunche domanda mi può contattare privatamente o su facebook... risponderò a tutto.. mi dispiace.. spero continuerete a seguirmi... un bacio, piccolaluce*



Oddio ma che avevo fatto di male al mondo?? Non poteva andarmi sempre tutto storto..

Era pure fidanzato.. non che mi interessasse.. no come no! Bella prenditi in giro sola..

Ma in famiglia.. cioè qualcosa di serio..

Ma ero gelosa?? Mi aspettavo che avesse passato cinque anni a pensarmi?? Forse mi aveva lasciata per lei..

No non ero gelosa.. non di lui almeno.. ma della sua capacità di andare avanti.. si si ecco.. ero gelosa di questo!

È vero.. se ti ripeti spesso una cosa alla fine te ne convinci..

Ma io non convincevo nessuno..

La ragazza mi guardava intimidita.. forse pensava già fossi pazza.. beh tanto non avremmo avuto alcun rapporto..

Ma avrebbe vissuto con noi?? No vero??

Si invece! Aveva un’enorme valigia con se.. era chiaro.. avrei dovuto assistere alle smancerie dei piccioncini per tre mesi.. non potevo!

Ma decisi comunque di accennarle un sorriso e probabilmente ne uscì una smorfia.. anzi ero certa fosse tale dall’espressione di Alice..

Le si fiondò su di me..

“oh ciao tu devi essere Bella.. Alice mi parla continuamente di te.. è un piacere finalmente..” e mi abbracciò..

Mai abbracciare il nemico… ma nemico di che poi? Purtroppo sembrava troppo socievole.. non mi sarei liberata di lei..

“emm ciao.. piacere mio.. ma tu sei…?” Alice potevi dirmi che tuo fratello, mio ex fidanzato , padre di mio figlio, aveva una fidanzata.. magari non con queste parole ma avresti potuto parlarmi di lei.. visto che sapeva benissimo chi io fossi.. così la guardai cercando un aiuto.. e per fortuna intervenne..

“Bella davvero non sai chi è?? Osservala bene..” eh??

Beh.. bella ragazza.. bellissima direi.. fisico mozzafiato.. alta, bionda, occhi azzurri.. ma perché mi obbligava a questa tortura?? Per vedere quanto fossi insignificante?

Poi la ragazza mi sorrise per incoraggiarmi…e fu allora che notai tutto!!

Bionda , boccoli, occhi azzurri e quel sorriso così uguale..

“oh ma certo.. tu sei la gemella.. la gemella di Jasper! Sei Rosalie..” e sorrisi fiera di me.. ah quindi non era la fidanzata di Edward.. mmm beh speravo tanto che il mio sorriso passasse inosservato.. o che apparisse sincero verso di lei anche se avevo tutt’altro per la testa..

“ si si sono io.. ma chiamami Rose..” era pure simpatica.. menomale..

“ma certo.. la somiglianza è molto evidente.. scusami.. è che vi ho sentito dire cognate e non avevo collegato..” lasciai la frase in sospeso senza far capire realmente cosa avevo intuito.. meglio così!

Rise di gusto.. “beh se è per questo.. non ti sei sbagliata lo stesso.. siamo cognate due volte.. come saprai Alice è fidanzata con mio fratello ma anche io sono fidanzata con suo fratello..” continuava a sorridere.. e che sorrideva?? Tra poco le avrei spaccato quel bel faccino.. avevo capito benissimo allora..

Brutta.. approfittatrice.. distruggi-famiglie.. e.. e.. basta!

ok stavo esagerando.. non aveva distrutto un bel niente perché non c’era NIENTE!

Alice notò il mio broncio e intervenne..

“Emmett..” disse solo..

“che??” neanche c’era.. mi affacciai nel salone ed era ancora li.. e non aveva neanche sentito nulla quindi non capivo..

“Emmett..” ed io che avevo sempre creduto che fosse una persona intelligente..

“Ali ho capito.. Emmett! Ma Emmett cosa?? Che vuoi?” o forse ero io quella poco intelligente..

“Emmett.. cioè è la fidanzata di mio fratello.. ma mio fratello Emmett” ok adesso era stata chiarissima.. forse troppo.. ma il mio umore cambiò letteralmente..

“oh ma certo.. io lo avevo capito.. era ovvio” e tirai un bel respiro di sollievo..

“mm certo..” disse Alice inarcando le sopracciglia alquanto scettica.. in risposta le feci una linguaccia..

“credevi stessi con Edward??” mi chiese curiosa.. ma io non lo avrei mai ammesso!!

“no assolutamente.. l’avevo capito..” dai credimi!

“ahah.. no sto Emm.. e poi Edward è troppo piccolo..” perché lei era vecchia?? Non mi sembrava..

“scusa perché quanti anni hai??” 25 al massimo..

“28 come Emm.. siamo coetanei..” e mi sorrise..

“oh.. non lo avrei mai detto.. te ne davo molto di meno.. complimenti!” ero sincera.. mi piaceva Rose!

“grazie.. tu sei piccolina me l’ha detto Ali.. ma si vede..” non capivo se fosse un complimento.. ma non ero ‘piccolina’!

“mamma mamma ho vinto!!” e il mio ometto si tuffò fra le mie braccia..

“bravo campione..” sentivo Emmett imprecare dall’altra parte preso in giro da Edward per essersi fatto battere da un bimbo..

Mi voltai per presentarlo a Rose.. ma lei mi fissava sconvolta..

“mamma? È tuo?” no , mi chiamava mamma perché gli piaceva! Oddio..

“si è mio.. il mio ometto.. Rob lei è Rose la fidanzata di Emmett.. Rose lui è il mio Rob, Roberto..” subito le sorrise.. ormai gli piacevano tutti.. e lei gli chiese il permesso per prenderlo e non se lo fece ripetere due volte..

“già mamma.. sei troppo giovane.. allora io sono in un ritardo madornale.. EMM TOCCA A NOI” gli urlò per farsi sentire..

“SI TRANQUILLA TRA UN PO’..” era ovvio non fosse fra i suoi pensieri..

“si lo so.. ma diciamo che non è stato proprio programmato..” per niente in effetti..

Nel frattempo Emmett aveva fatto la sua comparsa sedendosi sul divano della camera seguito da Edward..

“Beh le cose non programmate sono le più belle..” speravo solo gli altri non stessero capendo di che parlava.. non mi andava di affrontare altre liti!

“sei bellissimo lo sai vero??” gli chiese..

“si.. me lo dicono tutti..” disse come se niente fosse.. che sfacciato il mio piccolo.. e scoppiarono tutti a ridere.. anche Edward.. era bello vederlo sereno.. forse la vacanza non era del tutto rovinata.. forse potevamo andare d’accordo.. forse..

Forse se Rose non avesse deciso di rovinare tutto..

“senza offesa Bella.. ti assomiglia , e molto anche.. ma è tutto il papà..” Ah? Ma era impazzita??

“COME SCUSA?” era Edward ad urlare.. era fuori di se..

“che c’è da urlare è ovv..”Alice tirò prontamente una gomitata interrompendola.. SANTA ALICE! Stava forse per dire ‘è ovvio che sia tuo?’ speravo solo si zittisse.. e non so cosa capì.. ma cercò di recuperare quando Emm le chiese..

“ma perché amore tu conosci il padre?” non avrebbe dovuto conoscerlo nessuno in teoria..

“nono certo.. è che si vede che non assomiglia a Bella.. non del tutto almeno.. davo per scontato fossero i tratti del padre..” il suo tentativo sarebbe potuto bastare se qualcuno non avesse provato puro odio verso di me..

“adesso è tutto perfetto! Mi mancava proprio che qualcuno venisse in casa mia a dirmi quanto è bello il figlio di Bella perché è tutto suo padre.. e per la cronaca.. sei stata fortunata che non abbia preso neanche un pelo da quello li..” e se ne andò su..

Senza aggiungere altro..

senza degnarmi di uno sguardo..

senza una spiegazione…

 ancora..

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Capitolo 14
*** *..quante complicazioni..* ***


CAPITOLO 16 *..quante complicazioni..*

“vieni campione.. mi devi dare la rivincita..” ed Emmett si portò via il mio piccolo.. non so quanto avesse intuito.. e non volevo saperlo.. speravo non facesse troppe domande.. odiavo mentirgli e avevo sempre cercato di evitare di farlo.. ma delle volte era proprio impossibile..

“Bella io scusa.. non.. cioè..” cercò di scusarsi Rosalie ma la interruppi subito..

“ehi tranquilla.. non è successo niente.. non potevi sapere..” per un occhio esterno era molto più semplice capire le cose che per chi vi era a stretto contatto..

“mi dispiace.. io vorrei rimediare.. se posso fare qualcosa..” era davvero dispiaciuta ma davvero non poteva fare niente..

“tranquilla è tutto ok davvero..” e cominciai a salire su..

“ vi va di salire?? Mi faccio una doccia mi vesto e parliamo un po’..” annuirono e mi seguirono su..

Entrai subito in doccia..

Avevo bisogno di sciogliere questi nervi tesi.. tesi da troppo tempo..

Questa ‘vacanza’ mi stava uccidendo.. forse era meglio per tutti tornare a casa.. ma sapevo che Ali non me lo avrebbe permesso.. e poi non volevo deludere Rob..

Si stava affezionando a tutti.. beh non proprio a tutti..

Ma era meglio così..

Gli altri ci sarebbero stati, oramai sapevo sarebbero divenuti un punti fermo nella mia vita..

Edward no!

Non lo era mai stato.. non mi aveva mai dato neanche il tempo di spiegare.. niente! E non era cambiato..

Era saltato subito alle conclusioni sbagliate..

La cosa più ovvia sarebbe stata per tutti chiedere.. si chiedere..

No lui no.. aveva dato per scontato che quel figlio non fosse suo.. che fosse di un altro.. non so neanche se sapesse quanti anni aveva.. non gli importava.. solo di una cosa era certo.. che lo avevo tradito.. io? Che non era più stata con nessuno.. io che avevo fatto l’ultima volta l’amore con lui..

Io che avevo fatto l’amore solo con lui..

Lui.. che era stato l’ultima persona che avevo baciato..

Come avrei mai potuto tradirlo allora se mi sentivo legata a lui dopo cinque anni?? Non avrei mai potuto..

Nel momento in cui avevo deciso di tenere Rob sapevo che mi sarei sempre sentita legata a lui..

C’era un figlio tra noi.. ma non era solo questo.. io non lo avevo mai dimenticato.. non ero mai riuscita ad andare avanti.. sperando sempre di poterlo rivedere.. ed ora eccolo qui..

Poi è subentrato l’odio.. sempre che sia così.. e il rancore.. perché non ci si lascia con un messaggio

Non si sparisce dalla vita della persona che dici di amare senza neanche parlarle..

Ma forse stava qui l’errore..

Lui non mi aveva mai amata..

Ma ormai era questa la mia vita e io l’avevo sempre saputo..

Anche quando avevo fatto quel tatuaggio..

Dopo la nascita di Rob.. aveva due anni.. eravamo soli..

Lui aveva solo me.. ed io solo lui..

Avevo deciso di incidere sulla pelle quello che non sarebbe mai cambiato.. quello che saremmo sempre stati.. NOI!

Era una farfalla.. una piccola farfalla sul piede destro.. avevo preso da allora l’abitudine di dormire coi calzini sempre.. perché non mi andava di mostrarla.. era qualcosa di mio.. ma il senso non lo poteva capire nessuno.. quindi l’unico motivo e che non mi andava di farla vedere perché ciò avrebbe comportato ricordare.. e ricordare fa male..

Vi erano incise due lettere.. una ‘E’ ed una ‘R’.. le uniche persone della mia vita.. le uniche due.. solo loro.. per sempre loro..

Ma non erano troppo evidenti.. anzi neanche Ali che sapeva del tatuaggio aveva mai notato le due Iniziali.. erano ben nascoste nel disegno..

Avevo scelto una farfalla perché mi hanno sempre affascinato..

Volano via libere.. senza problemi..

Hanno vita breve.. ma possono volare.. e sono bellissime..

Tutti cercano di catturarle di frenare la loro già breve vita.. perché sono stupende e le cose belle si tende sempre a distruggerle..

La mia vita era così.. bella spensierata.. volavo via libera senza mai farmi troppi pensieri… e poi qualcuno fermò il mio volo.. ma la farfalla non si è mai arresa, è li pronta a riprendere il volo.. aspetta solo una spinta..

La doccia non era riuscita a rilassarmi poi molto..

Avevo troppi pensieri.. tutto mi sfuggiva di mano..

E se Rose avesse detto tutto ad Emmett?? Perché lei aveva capito ne ero quasi certa..

No , non poteva farlo.. non doveva saperlo..

Ma per impedirglielo avrei dovuto raccontarle la mia storia..

Mi andava?? No per niente.. ma dovevo..

Mi asciugai i capelli e li lasciai sciolti mossi sulle spalle.. andai in camera a vestirmi.. era una giornata molto calda..

Indossai un pantalone stretto nero e una maglietta azzurra con le Superga azzurre..

Andai in camera di Ali dove trovai lei e Rose intente a guardare un album di foto di Ali.. ecco qualcosa che mi sarebbe servito.. ma adesso c’era qualcosa di più importante da fare.. chiusi la porta a chiave per evitare intrusioni e cominciai a parlare piano per far loro capire che non potevamo alzare la voce.. troppo pericoloso.. avrebbero tranquillamente potuto sentirci..

“ragazze vi va di parlare un po’?? credo che ci siano cose che Rose debba sapere..”

Potevo fidarmi?? Non lo sapevo ma era l’unico modo..



*ciao ragazzeeee!! allora questo è un capitolo di passaggio ma serve a capire alcune cose... spero vi piaccia.. solo che non è molto lungo ma mi andava di postare lo stesso visto che ho postato pochi giorni fa.. il prossimo arriverà presto , promesso!!=) un bacione , piccolaluce*

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Capitolo 15
*** *..un amore passato..* ***


CAPITOLO 14 ..un amore passato..

“Bella ti puoi fidare di lei.. la conosco praticamente da quando sono nata..” cercò di incoraggiarmi Alice..

“Rose sai tenere un piccolo segreto?” dovevo tentare di fidarmi..

“certo..” leggevo nei suoi occhi la sincerità.. ma dovevo averne la certezza..

“anche con Emmett??” non poteva sapere..

“si tranquilla.. sarà un segreto tra noi..” ok era il momento..

“vedi Rob è il mio piccolo segreto.. nessuno sa la verità su di lui.. solo Alice da ieri.. ma ancora non sa neanche tutto.. ecco perché è successo tutto quel che è successo di sotto..” incominciai.. e come avevo intuito lei aveva capito tutto..

“non mi vorai dire che è di un altro?? Non può essere.. e non potrei crederci.. è identico ad Edward.. e te lo dico io che non sapevo niente.. cioè io sapevo solo che eri una grande amica di Ali, punto! Non sapevo se stai o stavi con lui.. ma vedendoti li con il piccolo che , lasciatelo dire è la copia esatta, beh mi è sembrato tutto fin troppo ovvio.. non ho capito perché abbia reagito così.. cioè lui non sa?” come può un’estranea capire tutto e la persona che più ho amato nella mia vita non capire niente??

“no lui non lo sa.. crede sia di un altro.. e lo credono tutti!” mi ero stupita anche io , la somiglianza come aveva fatto notare Rose era evidente..

“ma come hanno fatto a crederci?? E anche lui..? a me sorgerebbe spontaneo il dubbio..” e invece..

“anche per me è stato così.. non lo avevo minimamente immaginato..” disse Ali..

“ma come hai fatto scusa? Non capisco.. mi sorprendi..” era troppo stupita..

“adesso me lo chiedo anche io come ho fatto a non accorgermene.. ma vedi l’abbiamo conosciuto senza sapere niente.. non potevamo neanche minimamente associarlo a mio fratello quando eravamo totalmente all’oscuro che si conoscessero..” e le raccontò un po’ della mia storia.. del mio amore..

Quell’amore che mi aveva lasciata con un messaggio..

Le raccontò che l’avevo rincontrato solo dopo cinque anni.. che dopo quel cavolo di messaggio non lo avevo più sentito..

Dopo quel messaggio avevo perso il mio amore..

Perciò non avevo potuto dirgli di Rob..

Le disse che non sapevo fossero fratelli perché non sapevo neanche il suo cognome..

Le raccontò della mia vita.. del mio unico amore..

Le raccontò di suo fratello.. della sua versione.. del perché prima anche loro avessero creduto fosse di un altro.. perché era stato lui ad accusarmi di averlo tradito.. quando nella mia vita aveva amato solo lui.. il mio unico amore..

“vedi se ci fossi stata anche tu avresti pensato la stessa cosa.. ma adesso mi stupisco di tutti.. e soprattutto di mio fratello.. io non potevo fare alcun conto.. ma lui credo proprio di si..!” anche io mi ero stupita di questo.. ma Edward forse neanche si ricordava bene la nostra storia per farsi due conti..

“è incredibile..” fu tutto ciò che uscì dalle labbra di Rose..

“già..” anche io ero ormai senza parole.. ricordare mi stancava.. mi feriva..

“ma chi aspetti a dirglielo??” eh? Eh no non era così che andava..

“niente! Non aspetto niente..” infatti non stavo aspettando niente..

“non capisco.. allora perché non lo sa?” forse non ero stata chiara..

“perché non lo saprà.. io non glielo dirò..” non lo avrei fatto..

“come scusa? No non sono d’accordo… per niente!” ah??

“non ho chiesto il permesso..” chi era per dirmi cosa fare? Nessuno.. non aveva alcun diritto.. non sapeva niente di me e della mia vita.. di tutto il mio dolore..

“ma Bella.. perché no?” questa volta fu Alice a parlare.. forse avevo esagerato con Rose.. ma non si poteva permettere d giudicare.. odiavo chi lo faceva e onestamente non ne potevo più..

“perché non avrebbe senso farlo..” no non ne avrebbe avuto..

“ma come puoi dirlo.. certo che lo avrebbe.. per tutti..” nessuno poteva capire..

“no che non lo avrebbe..!! non capisci.. ti rendi conto che se non ti avessi conosciuta.. se non mi avessi invitata qui.. io probabilmente non lo avrei più rivisto??no sicuramente non lo avrei più visto.. non mi ha mai cercata, mai, niente di niente.. perché dovrei tornare ora nella sua vita come un tornado??” possibile che nessuno capisse?? Si lo era..

“perché avete un figlio insieme.. e sono sicuro che lo accetterebbe..” come era ingenua..

“no invece! La prima cosa che ha fatto è stata pensare che fosse di un altro.. cosa lo dovrebbe mai portare a credere che sia suo.. la mia parola? Non credo.. non si fida di me.. un test? Beh non glielo permetterei mai.. sarebbe troppo umiliante.. io so chi sono e so di chi è Rob…” era stata sempre la mia unica certezza..

“ma ne sarebbe felice… ne sarebbero tutti felici.. pensa ad Esme e Carlisle.. nonni.. non ci crederebbero.. ma ne sarebbero entusiasti.. ne sono certa.. e anche mio fratello ne sono più che sicura..” no!

“no! Non è così.. non lo accetterebbe.. io so che per i tuoi sarebbe diverso.. ma non posso perché ciò comporterebbe dirlo anche a lui.. e non posso.. non voglio farlo” no no e no!

“si invece ne sono certa..” ok dovevo dirglielo..

“ no non puoi perché io sono certa del fatto che non lo vorrebbe..” si purtroppo lo ero..

“ma come puoi esserlo davvero??” si potevo.. presi un grosso respiro prima di rispondere..

“Bella se non ci provi non saprai mai.. anche io sono certa lo accetterebbe..” questa era Rose, ma ora basta!

“no non lo farebbe… è stato lui a dirmelo.. non avrebbe voluto un figlio da me..”





* ahi ahi ahi le cose si complicano...=) mm vediamo un pò... tutti cercano di convincere Bella e lei non ne vuole sapere... beh secondo voi sbaglia? dovrebbe dirglielo? ma in fondo i suoi dubbi sono frutto di tanto dolore... e la sua ultima frase a cosa vi fa pensare? ditemi un pò...=) un bacione e grazie a tutte, come promesso il capitolo è arrivato presto no?.... a presto , piccolaluce*

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Capitolo 16
*** *..messaggio..* ***


CAPITOLO 15 ..messaggio..

Mi guardavano sconvolte..

Ma cosa si aspettavano?? Che la mia vita fosse sempre stata tutta rose e fiori?? NO PER NIENTE!

Credevano davvero che io ed Edward avessimo una relazione normale , che lui desiderasse un figlio e che fossi stata io a portaglielo via?

Ma forse il punto fondamentale era questo : cosa credevano?

Decisi di chiederglielo..

“allora?” fu tutto ciò che dissi..

“no non può essere..” Ali era li.. ma col corpo.. con la mente, lo sapevo bene era in un altro mondo.. un mondo in cui probabilmente odiava il fratello.. un mondo in cui non riusciva a credere a quello che aveva sentito e per lo stesso motivo forse odiava anche me che ero la causa di tutto..

“Bella ma che dici.. davvero ti ha detto così? Ma sai forse intendeva qualcos’altro..” tentò invano Rose di giustificarlo..

“no non è come credi.. sono certa di quello che disse..” si lo ero..

“ma perché scusa? Come ha potuto? Io non capisco.. è per questo che ti ha lasciata? Perché tu volevi un figlio? È per questo?” ecco le milioni di domande che affollavano la sua mente..

“no Ali.. non credo.. cioè io non volevo un figlio.. ero troppo giovane.. non ne avevo mai parlato con lui.. stavamo insieme da un anno.. troppo presto per pensare di mettere su famiglia.. e poi eravamo così giovani.. due bambini che hanno sempre dato tutto per scontato..”

“Bella che vuoi dire?” fu Alice a chiedermelo..

“Ali io mi sono trovata in questa situazione perché non ho mai fatto domande… non ho mai chiesto il suo cognome.. non mi sono mai opposta quando non mi portava a casa.. non ho mai chiesto nulla.. sempre pensando che ci sarebbe stato il tempo, che era presto.. e guardami adesso.. il tempo mi è volato.. non dico che adesso staremmo insieme e che sarebbe tutto perfetto.. lui non lo avrebbe accettato comunque.. ma lo avrebbe saputo al momento giusto.. lo avrebbero saputo i tuoi.. e so che non mi avrebbero abbandonata.. lo avresti saputo tu.. chissà se la nostra amicizia sarebbe nata da li.. non lo so come sarebbe andata.. ma so come non sarebbe andata : non mi sarei trovata sola e abbandonata senza nessuno.. ho tenuto segreti per cinque anni.. ho cresciuto un figlio da sola quando siamo stati in due a farlo..” lo sfogo che non avevo mai potuto fare.. perché nessuno sapeva..

Mi si lanciò letteralmente di sopra.. e cominciò a singhiozzare.. “ scusami.. è tutto vero.. e non sai quanto mi faccia male.. perché io ci sarei stata..” lo sapevo..

“ehi sh.. non piangere.. è tutto ok davvero ormai è andata così.. è stato solo un sfogo.. davvero..” come mi ero ritrovata a tranquillizzare io lei? Non lo so.. ma in questo momento ne aveva bisogno.. le stava crollando il mondo addosso.. tutto ciò in cui aveva sempre creduto stava crollando e ancora non le avevo detto tutto..

“ok.. ma allora se non ne avete mai parlato come fai ad esserne certa?” domanda più che lecita..

“me lo scrisse.. quando mi lasciò con un messaggio..” ora crollava il suo di mondo.. ma allora era stato il mio a crollare.. e io a differenza sua ero sola.. non c’era nessuno a raccogliere i pezzi..

“che? Ma che stai dicendo?” era incredula al massimo..

“non può essere! Dici sul serio?” e non era la sola..

“si.. aspettate qui.. torno subito..” andai nella camera che probabilmente sarebbe stata la mia per un po’..

Andai dritta al sodo perché sapevo cosa cercare..

Presi il cellulare e lo aprii.. e mentre attendevo il caricamento tornai dalle ragazze.. aprii la porta e me la richiusi alle spalle..

“e quello? A che ti serve?” fu Rose a chiedermelo.. Ali era tornata nel suo mondo..

“il messaggio.. forse grazie a questo capirete tutto..” e lo cercai..

“lo hai ancora?” Ali era incredula..

“si certo.. rileggerlo spesso mi ha fatto capire , mi ha dato la forza di rialzarmi e andare avanti.. mi ha fatto reagire e capire perché mi trovassi qui e in questa situazione..” anche se faceva male.. molto male..

“leggilo ti prego.. devo sapere” speravo di non ferirla troppo..

Era il momento..

“la nostra è stata una bella storia , bellissima.. sei stata la persona più importante per me.. ma adesso basta! Con che coraggio mi guardi e mi dici che mi ami? Dove lo trovi? Sei una delusione.. certe cose da te non me le sarei mai aspettate.. ma adesso che lo so.. cosa ti aspettavi? Vuoi un applauso? È tutto per te.. più ti fidi di una persona , più ti doni a lei più sarà il dolore che ti causerà.. e questo è quello che tu hai fatto con me.. mi hai ferito e deluso.. ma adesso è finita.. tra noi è finita.. non voglio più vederti , sentirti.. nulla! voglio solo dimenticarti.. non cercarmi non ti risponderei.. lascia perdere tutte le tue scuse non crederei a niente.. non ti inventare che sei incinta.. sarebbe il colmo.. e non me ne importerebbe niente.. addio Bella”

“IO LO AMMAZZO!” Ali si alzò in piedi urlando come una matta.. ma le fui subito addosso..

“ehi ehi ehi.. non urlare.. non ci provare.. non ho bisogno di altre complicazioni..” no assolutamente!

“ma ti rendi conto? Ti rendi conto di cosa ha detto? Che non gliene importerebbe? Gli faccio vedere io..” oh no!

“no no no! Tu non gli farai vedere un bel niente.. e adesso TI CALMI!” il mio era un ordine e cercò di obbedirmi..

“Bella ma come può non fare nulla? Ha detto cose pensanti e.. e.. e..” pure Rose no..

“e infondate… non so cosa gli sia preso.. non l’ho mai scoperto..” avrei tanto voluto sapere cosa gli fosse passato per la testa..

“però ti capisco.. dopo quello che ti ha scritto io non gli avrei detto niente.. sarei scappata via , portando mio figlio lontano da lui.. avrei fatto lo stesso..” è qui che si sbagliava..

“ ma io non l’ho fatto per questo.. no.. io avrei voluto dirglielo nonostante tutto.. non me ne sarei mai andata senza dirgli niente.. ma in breve realizzai che non avrei mai potuto dirglielo.. MAI! Dove lo avrei cercato? Non ne avevo idea.. lo cercai per un po’.. ma realizzato che non lo avrei più incontrato me ne andai.. non avevo più niente che mi trattenesse..”

Era così.. il mio tutto girava intorno ad Edward e sparito lui non avevo più niente.. NIENTE!

“hai avuto un grande coraggio.. e mio fratello è un bastardo..” Ali si risvegliò dal suo coma..

“lo penso anche io.. ma è tuo fratello e non voglio sentirti dire certe cose.. avrà avuto i suoi motivi che non potrei mai capire.. ma non credo sia impazzito improvvisamente..” non era pazzo ne ero certa..

“e perché non gli parli? Potreste chiarirvi..” ma era scema Rosalie? Forse si..

“ e cosa dovrei dirgli? Sai Edward lui è tuo figlio.. io non ti ho mai tradito.. quindi potresti dirmi il perché di quel messaggio di cinque anni fa? Sempre se ti ricordi..?? mmm non credo proprio..” e conclusi la mia arringa..

“no certo non così.. ma non so.. potresti..” non la lascia finire..

“non potrei niente punto! Se è destino un giorno lo saprà.. io ci credo.. altrimenti non mi sarei ritrovata qui.. nella sua stessa città e in casa sua.. il destino progetta qualcosa per me.. forse non per me , per Rob ,ma mi basta così.. questa è pur sempre la sua famiglia..” e mi alzai.. era ora di vedere che facesse il mio piccolo..

“oh come mi rendi felice.. ma perché non dirglielo.. magari farebbe pace con te.. vi parlereste..” certo per lei era facile..

“NO! Farebbe pace con me solo per lui.. e non voglio.. se non dimostrerà di essere affidabile io non gli permetterò di entrare nella vita di mio figlio.. lui mi ha lasciata senza darmi neanche la possibilità di spiegarmi.. senza lasciarmi la possibilità di cercarlo.. mi ha abbandonata, non ho intenzione di recuperare un rapporto con lui.. potrebbe fare lo stesso con Robert, abbandonarlo, e allora che farei? Non si scherza con un bimbo di mezzo che non capirebbe..  ha perso ogni diritto quindi no , discorso chiuso..” annuirono entrambe , non avrei concesso repliche.. e scendemmo sotto..

Era giusto quello che avevo scelto di fare? Non lo so.. e forse non lo avrei mai saputo..



* ciaoooo=) come state? è così che vi aspettavate il messaggio?? pensate che Bella sbagli.? beh è vero che lui dovrebbe saperlo, un padre deve sempresaerlo , ma credo anche che sparire , abbandonrla senza cercarla mia sia una cosa orribile. lei non lo conosce , non sa coe reagirebbe adesso, se davvero scappasse ancora? Rob non ha colpa , non deve essere messo in mezzo. che ne dite? spero vi sia piaciuto... un bacione, piccolaluce. ps. sapete dirmi come inserire i banner? grazieeee :*:**

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Capitolo 17
*** *..strana amicizia..* ***


CAPITOLO 16 ..strana amicizia..

Ero a letto accoccolata al mio bimbo..

Erano passati tre giorni dal nostro arrivo.. e le cose non erano molto cambiate.. cioè non c’era tensione ma forse era dovuto al fatto che Edward mi evitava quindi era improbabile che ce ne fosse.

Alice e Rose non avevano più aperto l’argomento.. forse erano ormai consce del fatto che per me questa sarebbe dovuta essere una vacanza e che era già cominciata male, quindi meglio evitare..

Approfittavo della mattina per passare del tempo con Rob.. mi sentivo in colpa.. era come se non lo vedessi mai.. la mattina veniva rapito da Emmett per giocare alla play.. lo stesso dopo pranzo fino all’ora di cena dopo la quale dire che fosse stanco sarebbe stato un eufemismo.. era distrutto..

Avevo totalmente rivoluzionato i suoi ritmi senza rendermene realmente conto.. non era abituato e dovevo ridimensionarli.. non poteva passare tutto il giorno davanti alla tivù.. ne avrei parlato con Emmett.. c’erano tante attività che potevano fare no? Si certo.. mi illudevo da sola che mi desse ascolto.. avrei fatto in modo che lo facesse..

Doveva anche imparare qualcosa.. non andava all’asilo.. ovviamente non per questi mesi.. ma non aveva l’obbligo.. almeno fino ai cinque anni.. poi sarebbe dovuto andare regolarmente per prepararsi alla scuola..

“ciao mamma..” mi disse stropicciandosi gli occhi.. appena sveglio era una favola : BELLISSIMO!

“ciao amore.. dormito bene?” e gli bacia la guancia..

“si si benissimo.. ora mi vesto e vado da zio Emm..” e saltò giù dal letto in un attimo..

“hei hei hei tu.. dove credi di andare?” e lo fermai prendendolo per il braccio..

“da zio Emmett.. cioè da Emmett!” disse un po’ in imbarazzo.. ma non era certo per quello che lo avevo fermato..

“zio?” gli domandai comunque..

“si.. ma se non vuoi lo chiamo solo Emmett” com’era dolce , si preoccupava di una mia possibile obiezione..

“non importa amore.. mi chiedevo solo come mai” era vero.. ormai ero certa di Emmett, si prendeva cura di lui come avrebbe dovuto fare suo padre.. ero certa anche del fatto che ci sarebbe stato.. e poi ‘zio’ lo era davvero anche se questo loro non potevano saperlo..

“me l’ha detto lui.. mi dice sempre vieni da zio , dai un bacio a zio.. e basta con Emm sono lo zio.. e poi è il fratello di zia.. quindi zio , zia … lui, lei.. hai capito vero?” mm come no..

“certo amore.. se te l’ha detto lui va bene..” ero felice che avessero un rapporto.. davvero felice..

“ok allora vado..” eh no!

“ma amore non pensi più a me? Pensi solo a giocare?” e feci la faccia da cucciolo..

“no certo che no.. io ti amo lo sai..” che amore..

“anche io.. allora stai con me!” non volevo davvero ma lo mettevo alla prova.. sapevo avrebbe scelto me e una volta ottenuta la soddisfazione di essere il centro della sua vita , anche se ero infantile, l’avrei lasciato andare.. ma lui disse quelle parole che mai mi sarei aspettata e che mi stupirono..

“ma mamma.. oggi c’è Edward!” Edward? E cosa c’entrava Edward?

“ e quindi? Stai scegliendo lui a me?” eh no.. non era possibile.. era la prima volta che mi diceva di no!

“no.. mai! Non è vero.. si mamma! Oggi si!” ma chi è questo bambino?

“cuore di mamma cosa hai detto? Edward è più bello della mamma?” sarei dovuta essere delusa, ma perché non lo ero? Perché è suo padre Bella ecco perché! Ovvio che era per questo..

“no tu sei la più bella del mondo.. ma non sai giocare a pro.. e lui è bravissimo.. e oggi resta per me! Non va a lezione per me..” Edward stava forse facendo inconsciamente qualcosa per suo figlio? No non poteva essere..

“che vuol dire che non va a lezione per te? E poi non c’è Emmett?” ero abbastanza confusa..

“si ma io e zio Emm giochiamo contro.. e non mi fa mai vincere.. stiamo nove a uno e se arriva a dieci ha vinto tutto.. così Edward oggi gioca con me e mi aiuta a batterlo..” il discorso filava.. ma perché saltare la lezione? Potevano benissimo giocare pomeriggio.. ma forse aveva capito male e la lezione oggi non c’era..

“ ma allora perché non gioca pomeriggio invece di perdere la lezione?” ecco questa era una domanda sensata..

“ma mamma non capisci! Gli manca solo un punto.. e oggi mi batte sicuro senza Edward.. pomeriggio è tardi.. così adesso mi aiuta e lo battiamo insieme” ma non aveva detto ‘insieme’ con una certa enfasi? No Bella è la tua mente che va troppo lontano..

“certo che ho capito.. e quindi Edward ti aiuta?” lo stavo stressando , presto mi avrebbe mandata a quel paese.

“si certo , lui è mio amico..” ah? Rob amico di Edward? Cioè mio figlio amico di suo padre? E chi se lo sarebbe mai immaginato? Non era Edward che lo odiava? No Bella lui odia solo te.. che bello! ormai la mia coscienza rispondeva a tutte le mie domande..

“amico tuo?” ero abbastanza scettica di fronte questa strana amicizia..

“si! Mi piace Edward.. mi da ragione sempre.. Emmett non mi fa mai vincere, invece io lo capisco che Edward certe volte lo fa apposta a farmi vincere.. ma non importa.. lo fa per me.. e poi anche tu lo fai a tombola e non mi importa mica.. i bambini devono vincere!” ad Edward gli importava di farlo vincere? Incredibile..

“ma io non ti faccio vincere sei tu che mi batti..” cercai di mentire..

“si certo come no.. comunque sono già le nove e cinque e ho cinque minuti di ritardo..” era troppo intelligente.. ero ancora intenzionata a tartassarlo a domande ma poi mi si insinuò un pensiero nella mente : ‘questo è il tempo padre-figlio che non hanno mai avuto non portarglielo via’ come se qualcuno me lo stesse dicendo e non riuscii ad oppormi.. dopotutto la voce nella mia testa aveva ragione.. era il loro tempo e glielo stavo portando via..

“ hai ragione amore.. vai” lo vestii in un attimo e lo feci scendere sotto.. lui mi ringraziò dandomi un bacio a fior di labbra come faceva solo quando era emozionato.. e lo vidi correre sotto.. da suo padre

Scesi anche io per non perdermi la scena.. gli saltò letteralmente addosso..

Edward era sul divano che lo aspettava coi telecomandi in mano.. ed Emmett era dalla parte opposta col viso già affranto come chi sa già che perderà.. e non riuscii ad evitare di sorridere..

“ciao campione vieni qui..” Era stato Edward? Si proprio lui.. aveva il mio piccolo tra le braccia e gli baciava la testa.. poi quando mi notò lo fece scendere senza essere troppo brusco usando la scusa :

“allora li vogliamo fare questi dieci punti?” io rovinavo sempre tutto..

“certo! Subito” disse il piccolo..

“buongiorno.. io vado a fare colazione” li salutai..

“giorno Bella.. questa è una coalizione!” ma non mi avrebbe avuta dalla sua parte.. se potevo evitavo di rivolgere parola ad Edward.. stava avendo un comportamento troppo prevenuto verso di me..

“Emm non fare il bambino dai.. state nove a uno..” cercai di calmarlo..

“ma è un due contro uno..” continuò a lamentarsi.. così cambiai argomento..

“volete qualcosa dalla cucina?” e risposero tutti insieme..

“latte e Plasmon”

“cornetto”

“caffè e Plasmon”

“ehi ehi la mia era una domanda di cortesia.. comunque arrivo subito”  

“giorno ragazze.. Esme e Carlisle?” chiesi non vedendoli..

“sono già usciti.. tornano per pranzo però.. giorno anche a te” mi rispose Alice , mentre Rose mi mandava un bacio..

Mi misi a cercare tutto quello che mi avevano chiesto.. e mi resi conto di avere tre ordinazioni : latte a Plasmon , cornetto , caffè e Plasmon.. caffè e Plasmon? Solo una persona poteva volere una cosa del genere : Edward! Li voleva sempre e comunque quando faceva colazione..

E quindi mi aveva rivolto la parola? Si.. ma solo per la colazione.. probabilmente non aveva vogli di andare lui e di conseguenza sfruttava me.. ma non importava era un passo avanti..

Presi un vassoio dal bancone.. poi un piatto e ci misi dentro il cornetto per poi riscaldarlo nel fornetto..

Poi presi un bicchiere che riempii col latte del frigo e per questo poi lo riscaldai al microonde e per ultimo versai il caffè dalla caffettiera elettronica che lo manteneva caldo , in un tazza..

Uscii il latte dal microonde e lo misi nel vassoio.. e poi presi anche il cornetto..

“Ali i Plasmon?” di solito Esme li lasciava di fuori..

“in alto a sinistra.. si ecco li” mi disse mentre indicavo..

Presi alcuni di questi e li feci a pezzetti nel latte e nel caffè.. poi ne misi cinque nel piattino del latte e cinque in quello del caffè interi.. e mi avviai verso il salotto..

“ma non mangerai tutta quella roba vero?” mi richiamò Rose..

“no certo che no.. questo è per l’esercito!” le dissi e scoppiammo a ridere seguite da Alice che rischiava di strozzarsi col latte..

“ecco qua..” e poggiai il vassoio sul tavolino..

“grazieeeeee!” risposero tutti e tre.. tuti e tre? Si tutti e tre.. e si lanciarono verso il tavolino..

“ehi come mai li hai fatti a pezzetti dentro?” mi chiese Edward.. e solo in quel momento mi resi conto di quello che avevo fatto senza pensarci.. e dissi la prima cosa che mi venne in mente.. eco di un ricordo passato..

“i Plasmon vanno messi qualche minuto prima nel caffè caldo così si ammorbidiscono.. e lo stesso nel latte perché sono più buoni.. ma pochi sennò diventano troppo molli e gli altri si lasciano di fuori.. meglio se sono cinque..” dissi le stesse parole che aveva usato lui qualche anno fa.. le sue parole.. e lui mi sorrise.. il primo vero sorriso.. forse lo ricordava anche lui quel giorno..

“esattamente” mi rispose dandomene conferma.. e non potei fare a meno di ricambiare il sorriso.. e mi allontanai un po’ per osservarli mentre ricordavo quel giorno..

 

“Ed ma perché prepari tutto questo per un po’ di caffè?” gli chiesi mentre lo osservano disporre i biscotti nel piattino.. alcuni spezzettati all’interno e cinque di fuori..

“amore perché così si fa con i Plasmon..” disse come se fosse stata la cosa più naturale del mondo..

“e perché scusa?” chiesi io ancora in dubbio mentre mi avvicinavo per osservarlo meglio..

“i Plasmon vanno messi qualche minuto prima nel caffè caldo così si ammorbidiscono.. e lo stesso nel latte perché sono più buoni.. ma pochi sennò diventano troppo molli e gli altri si lasciano di fuori.. meglio se sono cinque..” e mi avvicinò a se..

“non lo capirò mai il perché.. io credo sia la stessa cosa..” provai a dire..

“vuoi assaggiare?” mi chiese facendo quel sorriso sghembo che amavo.. era bellissimo..

“no amore per questa volta passo..” e gli bacia la mascella.. ma lui mi mise una mano sulla nuca per approfondire il bacio..

“Ti amo Bella..”

“Ti amo Edward..”

 

Ricordare faceva male e cercai di concentrarmi su altro..

Edward e Roberto mangiavano allo stesso modo , nella stessa posizione e compivano gli stessi gesti..

Incredibile.. era ovvio fossero fatti della stessa pasta.. li osservano e pensavo.. poi decisi di tornare nella cucina ma non riuscii a togliermi un pensiero dalla testa : *Edward è mio amico!*





*allora che dite? come vi sembra Ed con Rob? a me moltoooo *.*... vhe dolci? vi sembra un passo avanti la colazione? potrebbe essere.. fatemi sapee cosa ne pensate... =) un bcaione e grazie a tutte... piccolaluce, ah oh pubblicato un'altra storia se vi va ateci un salto=)*

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Capitolo 18
*** *..shopping..* ***


CAPITOLO 17 ..shopping..

Mi ero preparata una tazza di caffè..

“Bella domani arriva Jazz..” mi disse Alice entusiasta.. e chi non lo sarebbe stato?

“davvero? Che bello.. è un sacco che non lo vedo..” dissi sincera.. non lo vedevo da tanto.

“si si.. quindi dopo pranzo usciamo.. si va a fare shopping!” non volevo deluderla.. ma Rob?

“e Rob? Come faccio? Non posso..” provai a dire..

“ma dai Bella.. non usciamo mai..” mi disse lei..

“tranquilla lo terrà Emmett..” mi tranquillizzò Rose..

“d’accordo..” dissi rassegnata..

Così andai in camera , feci una doccia e cominciai a vestirmi.. misi un Jeans stretto chiaro.. ed una camicetta bianca a maniche corte.. per il momento indossai le Converse bianche, poi per uscire avrei messo i tacchi bianchi..

Pranzammo molto velocemente.. Alice non vedeva l’ora di uscire..

Esme e Carlisle erano splendidi.. si preoccupavano che tutto fosse ok..

“Bella tu hai stai facendo medicina vero?” mi domandò Carlisle..

“sisi.. sono al terzo anno come Ali..” gli risposi..

“sai che io sono pediatra vero? Per qualsiasi cosa chiedi pure..” com’era premuroso..

“grazie..” ero commossa dal loro affetto, non era abituata..

In breve si fecero le quattro e Ali non stava più sulla pelle perciò andai a cambiarmi.. misi i tacchi , presi la borsa bianca e la giacchetta sempre bianca.. scesi giù e chiamai Rob..

“amore vieni un attimo?” e mi diressi in cucina..

“dimmi mamma.. sei bellissima!” e mi abbracciò..

“grazie piccolo.. io esco con zia Ali e Rose.. ma posso restare se vuoi..” lui prima di tutto!

“no no vai.. tanto io devo giocare..” che angelo..

“ok allora vado.. stai con Emm e non farlo impazzire.. fai il bravo.. promesso?” quando voleva era una peste..

“sisi promesso!” e tornò a giocare..

“pronta? Andiamo..” comparve Ali sulla porta..

“certo.. CIAO! Emm te lo affido non giocate troppo..” urlai per farmi sentire..

“tranquilla è in buone mani..” mi rispose.. Edward era in camera sua..

Ed uscimmo..

Penso che girammo come minimo venti negozi..

Il bello era che non si stancava mai… poi messe insieme lei e Rose erano una tortura.. erano fissate su cose totalmente diverse..

Rosa adorava i trucchi.. matite ombretti , mascara, fard, cipria rossetti e chi più ne ha più ne metta.. passava ore a confrontare le tonalità.. la lucentezza ,la durata.. non ne potevo più!

Per non parlare dei profumi.. i primi ero stata in grado di sentirli.. ma dopo i primi cinque sentivo solo odore di alcool.. erano tutti uguali.. avevo anche una leggera nausea.. basta!

E Alice? Avevo dimenticato la parte migliore..

Il suo interesse preferito era provare intimo..

Da semplici completini a vestaglie vedo non vedo a roba in pizzo.. e dovevo anche provarli.. non ce l’avrei fatta ancora per molto.. sarei crollata presto.. a cosa mi serviva tutto questo? A niente.. chi li avrebbe mai visti? Mio figlio? Non era il caso..

“Ali basta sono stanca.. no ne posso più!” erano le sei dai.. due ore sono sempre due ore..

“come fai ad essere stanca? Hai cresciuto un figlio da sola e ti sfinisci per un po’ di sano shopping?” sano eh?

“grazie eh..” riferito al crescere mio figlio sola..

“scusa.. sai che intendevo..” infatti..

“lo so tranquilla..” la rassicurai..

“ok dai andiamo..” disse sconfitta..

“nono ti prego.. l’ultimo.. entriamo li per favore!” e Rose indicò un negozio per bambini.. non provai neanche ad oppormi..

Comprammo regalini a Rob.. io gli presi il sotto di una tuta , Ali una magliettina e Rose un cappellino.. tutto bellissimo! Avevo sempre adorato i vestitini da bambino..

In breve fummo a casa..

Appena misi piede dentro la prima cosa che feci fu togliermi i tacchi.. non ero abituata e avevo i piedi che mi facevano un male cane..

La seconda cosa fu chiamare il mio piccolo..

“Robbbbb! La mamma è tornata..” e rimasi di sasso nel vedere il salotto vuoto..

Non c’era nessuno.. chiamai e richiamai.. ma niente.. il panico si impossessò di me..

“Bella tranquilla sarà con Emmett..” provò a tranquillizzarmi Rose.. ma niente poteva farlo in questo momento..

Corsi a toccare la play.. era fredda!

“ma è tanto che sono usciti.. è fredda..” mi lamentai..

“Bella davvero.. tranquilla.. quella cosa dopo dieci minuti è già fredda.. presto saranno di ritorno..” ci riprovò ma non mi sarei tranquillizzata finché non lo avrei rivisto..

“Rose ha ragione.. tranquilla Bella ora arrivano..” ci provò anche Alice..

“anzi ora lo chiamo..” stava per farlo Rosalie ma la fermai..

“nono aspetta.. ho sentito la macchina” e mi avvicinai alla porta.. appena vidi entrare Emmett il mio battito riprese regolare e cominciai a rilassarmi mentre ogni muscolo del mio corpo si distendeva..

Ma fu solo per un attimo.. 

Dov’era Rob?

“dov’è?” chiesi soltanto..

“chi?” ma come chi?

“ma chi sto cercando secondo te?” ma era scemo?

“davvero non ho capito..” si decisamente.. lo era eccome..

“ROB! Dov’è’?” ero fuori di me..

“e che ne so io..” disse con naturalezza..

“come che ne sai tu?” lo stavo per aggredire e capendo la situazione Alice e Rose si misero in mezzo..

“non era con me..” era ancora tranquillo? Gli avrei fatto vedere io..

“non solo lascio mio figlio a te e non lo ritrovo.. non solo te lo affido e non sai neanche dove sia.. ma ti permetti anche il lusso di non preoccuparti per niente?” ed eccolo.. il panico che piano piano tornava ad impossessarsi di me..





*oh oh oh... beh non vi dico niente..alcune di voi potrebbero arrivarci tranquillamente altre beh non so.. magari fatemi sapere.. =) scusatemi per il ritardo ma ho avuto un piccolo incidente e non ho potuto aggiornare.. beh perdonatemiiii in fondo è solo un giorno=)... spero vi sia piaciuto... anche se è solo di passaggio quindi non c'è molto.. dal prossimo entreremo nel vivo della storia.. credo proprio che arriveranno capitoli che vi piaceranno davvero tanto... almeno lo spero...=) e niente.. per chi la segue ho aggiornato Nothing is impossible e ho pubblicato un'altra storia , magari fateci un salto se vi va... =) grazie a tutte! un mega bacio , piccolaluce *

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Capitolo 19
*** *..la prima cosa bella..* ***


CAPITOLO 18 ..la prima cosa bella..

*ciaooooo!! ecco il nuovo capitolo! oggi le note ve le lascio solo qui... sotto non inserisco niente. beh spero vi piaccia questo capitolo... ci sono tanti dettagli importanti... beh magari fatemi sapere se vi piace! non vi disturbo oltre... grazie , a tutte! un bacio, piccolaluce*

Lo avrei ammazzato se solo non ci fossero state Rose e Ali di mezzo.. levatevi!

“scusami.. ma non pensavo fosse un problema..” si limitò a dire

“non pensavi fosse un problema perdere mio figlio?” gli urlai in faccia..

“ma io non l’ho perso.. “ ah no?

“ e dov’è allora?” basta, al mio tre gli sarei saltata addosso! Uno , due…

“è con Edward!” come come?

“con Edward? E perché non me lo hai detto subito?” era scemo forte!

“ti mi hai chiesto dov’è.. e non lo so.. ecco perché non te l’ho detto.. io ero in bagno.. mio fratello mi ha urlato dalla porta che uscivano.. ma non mi ha detto dove sarebbero andati e così sono uscito anche io.. non credevo fosse un problema..” non lo era infatti..

“scusami.. mi hai fatta spaventare.. avresti potuto dirmelo.. mettiti nei miei panni.. lo lascio a te , torno e non lo trovo.. e tu non ci sei e fin qui potrebbe anche essere tutto ok, poi torni tu e non è con te, non solo ma non sai dov’è.. che dovrei pensare?” il mio discorso filava perfettamente.. ma la mia ansia perché era sparita?

“è vero.. è che credevo fosse ovvio , la prossima volta sarò più esplicito.. scusami Bella” ma quale prossima volta? Se lo poteva sognare.. ma questo non glielo avrei detto..

“ok tranquillo..” e mi sedetti finalmente sul divano.. mi stavo rilassando..

“Bella chiamo Edward?” mi chiese Alice

“no no credo che presto saranno di ritorno..” perché non avevo permesso che lo chiamasse? Per poter stare più tranquilla? Perché?

Perché io ero tranquilla.. lo ero davvero..

Ma come potevo esserlo? Gli stavo affidando mio figlio.. certo era anche suo , ma lui non lo sapeva e poi chi mi garantiva che se ne sarebbe saputo occupare? E soprattutto chi mi garantiva che gli sarebbe importato?

Nessuno.. ma ero su questo divano tranquilla..

E poi non volevo dargli lo spunto per litigare se lo avessi fatto chiamare..

E poi sentii un rumore.. non ero certa di cosa fosse ma ero certa che sarebbe rimasto come il rumore più bello del mondo..

Erano tornati.. sentii dei passi.. ma era sola una persona a camminare.. quindi il panico non tardò ad arrivare, ma solo per qualche attimo, finché dopo vari armeggi con le chiavi Edward non aprì la porta rivelandosi con in braccio mio figlio , nostro figlio.

Gli saltai addosso e glielo strappai dalle braccia..

“amore mio.. mi sei mancato!” e lo spupazzai di baci..

“ma mamma ci siamo visti qualche ora fa..” era vero? No sicuramente aveva perso la cognizione del tempo..

“non importa mi sei mancato.. dove siete stati?” lo chiesi al mio bimbo ma fu Edward a rispondere..

“siamo andati al centro commerciale..” come se fosse naturale..

“a quest’ora?” domanda scema , infatti…

“perché c’è un’ora per andare al centro commerciale?” mi stava prendendo in giro, ovviamente se la rideva..

“no certo.. mi chiedevo come mai..” cercai di mascherare l’imbarazzo..

“non sa palleggiare..” uh?

“che cosa non sa fare chi?” chiesi non capendo cosa volesse dire..

“lui non sa palleggiare..” e indicò Rob.. gli costava dire ‘tuo figlio ’ , si vedeva..

“ e quindi?” continuavo a non capire..

“ho comprato un pallone..” e come avrebbe imparato?

“non c’era bisogno.. tanto io non saprei insegnargli..” dissi sinceramente..

“ah non avevo dubbi.. sarò io a farlo” COSA?

“davvero?” lui annuii semplicemente..

“beh grazie..” solo all’ora notai che eravamo rimasti soli..

Potevo sentire le voci degli altri ridere e scherzare al piano di sopra.. erano tutti li..

Noi eravamo rimasti soli..

Mi sorrise e si sedette con me sul divano ma alla debita distanza..

“perché siete soli?” mi chiese di punto in bianco rompendo il silenzio che si era creato..

“che vuoi dire?” sapevo che gli costava farmi certe domande ma a me costava rispondere..

“perché non c’è lui? Perché non è con voi?” ma ancora! chi era questo lui?

“Edward tu mi confondi.. non sai.. lui..” ma mi interruppe..

“non ti ho chiesto chi è , anche se lo so.. ti ho chiesto perché non è con voi” ero intenzionata a fargli dire a chi si riferisse.. ma poi avrei dovuto negare e dirgli di chi era realmente e non volevo farlo.. quindi tralasciai.. ce ne sarebbe stato di tempo..

“non l’ha voluto” sputai. Volevo farlo riflettere..

“ma che dici è impossibile..” beh aveva fatto lo stesso..

“perché ti riesce impossibile crederlo?” gli chiesi , ero curiosa di sentire la risposta..

“perché è un bambino.. nessuno avrebbe potuto rifiutarlo” si certo come no..

“invece è andata così..” purtroppo era la verità

“lui che sa?” chiese

“lui chi?” domandai io incerta sul soggetto a cui si stesse riferendo..

“Rob..” disse solo questo..

“niente.. ha me.. io sono la mamma.. sa che dovrebbe esserci un padre e sa che non c’è.. non sa perché e non me lo ha mai chiesto ed è meglio così.. mi ha evitato di dargli una delusione..” lui annuii semplicemente..

“è splendido.. ti somiglia un sacco..” avrei tanto voluto dirgli ‘assomiglia tutto a te ‘ ,ma non lo feci..

“grazie..” fu tutto quello che riuscii a dire..

“non so come abbia fatto a conquistarmi.. in pochissimi giorni.. mi ha stregato.. forse perché mi ricorda così tanto te.. nessuno era mai riuscito a conquistarmi così in fretta.. neanche tu..” e mi sorrise.. e quindi stava ammettendo che io lo avevo conquistato? Si in un passato ormai lontano..

“beh veramente io ti ho conquistato subito.. direi che è stato un colpo di fulmine..” decisi di essere sincera come lo era stato lui con me..

“è vero..” e si mise a guardare i suoi piedi..

“dovremmo parlarne.. di quello che ci è successo intendo..” volevo sapere cosa gli fosse passato per la testa un giorno di cinque anni fa..

“non credo.. il passato è passato.. sto cercando di ignorarlo e di avere un rapporto civile.. quantomeno da persone che si conoscono.. ma non chiedermi di più.. se lo tiri fuori , se tutto torna a galla.. allora io non dovrei essere qui a parlare con te.. quindi no , non ne parleremo..” mi feriva terribilmente, mi feriva, ancora..

“ma che stai dicendo? Dovrei essere io a scappare via.. e non voler niente da te.. non il contrario.. te ne rendi conto? Tu mi hai mollata con un messaggio.. tu!” ormai ero partita..

“Bella lo stai facendo.. sta attenta.. se tiri fuori il passato non si potrà più tornare indietro..” mi avvisò..

Ero disposta a farlo solo per avere delle risposte? No..

Ma non per me.. io volevo ma dovevo sacrificarmi per il mio amore : Rob.. non se lo meritava..

“grazie.. per quello che fai per Rob.. è felice.. lui ha solo me!” cercai di recuperare la situazione..

“non lo faccio per te.. mi sto legando a lui.. anche se non vorrei.. è inevitabile.. in un modo o nell’altro riesci a sconvolgermi la vita.. ma questa volta mi va che accada.. è la prima cosa bella che mi accade dopo tanto tempo , troppo..” cercavo di trattenere le lacrime , dovute anche al fatto che quelle parole mi riportavano alla mente una canzone , una canzone che mi cantava sempre.. e mi sfuggii dalla bocca , senza che lo volessi..

“la prima cosa bella..” canticchiai..

Lui mi guardò poi cercò di accennare un sorriso.. e mi sorprese continuando..

“che ho avuto dalla vita..” e qui cominciarono a sgorgare lacrime dai miei occhi..

“è il tuo sorriso giovane..” il suo sorriso sghembo..

“e sei tu..” disse lui.. ormai le lacrime scendevano.. si avvicinò e mi accarezzò una guancia asciugando una parte di queste.. e poi fece per andarsene..

“ciao Bella..” mi disse pronto a salire su..

“ciao Ed.. non potrai scappare per sempre dal passato.. ritorna sempre!” lo chiamai Ed, come non facevo da cinque anni.. era l’abbreviativo che gli avevo dato io.. ma fece finta di non aver sentito o probabilmente non sentii davvero.. e continuò a salire le scale scomparendo presto dietro la parete..

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Capitolo 20
*** *..sii sincera con me..* ***


CAPITOLO 19 ..sii sincera con me..

*ciao ragazze come va?? eccoci al nuovo capitolo anche se questo è solo un capitolo di passaggio... non so.. che dite avrà fatto bene? secondo me si... anche se ancora non potete capire di chi stia parlando.. lo scoprirete presto! adesso vi lascio al capitolo. oggi sono in vena di spoilerare... se vi interessa chiedete pure...=) ho pubblicato una nuova storia " l'odore dell'addio" se vi va fateci un salto... bacioni :*:*, piccolaluce*

Rimasi un po’ imbambolata non sapendo cosa fare.. ero abbastanza scossa.. poi la porta si aprii rivelando Esme..

“oh ciao cara.. che fai tutta sola?” le andai incontro aiutandola a sistemare la buste che trasportava probabilmente della spesa..

“ciao Esme.. mi rilassavo un po’.. gli altri sono tutti su.. Carlaisle?” non era mai a casa , pover’uomo..

“al lavoro.. sempre li è.. lavora troppo.. rientra per le nove.. mi aiuti?” sicuramente per la cena.. ma erano ancora le sette..

“certamente.. che faccio?” domandai non sapendo da dove cominciare..

“fai queste a cubetti che io riempio l’arrosto..” e mi passò le patate.. ecco perché si metteva da ora.. certo l’arrosto richiedeva tempo..

Feci come mi aveva detto.. mettemmo tutto nella teglia e poi in forno.. Esme era adorabile..

Speravo che il nostro rapporto potesse diventare più forte.. la vedevo come la madre che mi era mancata.. perché non si era mai occupata di me..

Ma come potevo sperare di rafforzare il nostro rapporto quando quest’ultimo era fondato su bugie?

Non potevo, tutto qui.. ma lei sembrò leggermi nel pensiero..

“ti va di fare quattro chiacchiere? Qui ce ne vorrà per un bel po’..” indicò l’arrosto.. io annuii..

Ero spaventata.. ma di cosa? Sicuramente voleva solo che ci conoscessimo meglio..

La seguii fuori..

“parleremo più tranquille senza spettatori indesiderati..” mi sorrise e non potei fare a meno di contraccambiare ma ero terrorizzata.. perché uscire se non voleva parlare di nulla di strano? Forse era solo per mettermi a mio agio.. sicuramente era per questo..

“ho scoperto di essere incinta di Emmett che avevo solo 16 anni.. ero una bambina..” la potevo capire benissimo.. ma quindi aveva quarantaquattro anni? Non gliene avrei mai dati più di trentacinque.. ma se Emmett ne aveva 28 non lo aveva potuto di certo avere a sette anni.. lei continuò , non aspettava una mia risposta..

“ho avuto paura certo.. ero troppo giovane.. ma una cosa l’ho sempre saputa : io lo volevo.. era il frutto dell’amore mio e di Carlisle.. e lo sarebbe stato anche se lui non lo avesse voluto.. quel bimbo era noi.. lo sarebbe stato.. e qualsiasi cosa avesse detto io non potevo rinunciarci e non volevo..” inaspettatamente mi accorsi di aver cominciato a piangere.. la potevo capire fin troppo bene.. mi rivedevo in lei..

“oh ti capisco Esme..” ma perché mi raccontava tutto questo?

“piccola non volevo ferirti.. volevo solo farti capire che so cosa hai passato.. anche se io ho avuto accanto persone che mi hanno amata.. c’è stato un momento in cui non lo sapevo.. ma avrei fatto come ti ho detto.. avrei fatto come hai fatto tu..” si io non avevo avuto scelta..

“ l’ho dovuto fare.. non avrei potuto fare altrimenti..” ma lei non voleva dirmi solo questo.. c’era dell’altro..

“Bella io sono una mamma come te.. e proteggerei i miei figli da chiunque.. anche da Carlisle se fosse necessario.. se non fosse stato in grado non gli avrei detto di Emm.. ma sapevo ce l’avrebbe fatta.. io ti capisco.. hai dovuto farlo allora.. ma adesso puoi cambiare le cose.. puoi permettere al padre di far parte della vostra vita.. della sua” avevo mai accennato a lei il fatto che il padre di mio figlio non sapesse di lui? Ne ero certa : NO.

Non riuscii a risponderle.. che avrei dovuto dirle?

“come le avevi detto Alice mi ha raccontato la tua storia.. la versione ufficiale.. ho fatto finta di crederci.. ci ho provato davvero.. ma so che non è così.. l’ho sempre pensato.. dal primo momento che vi ho visto.. che ho visto LUI.. e poi me ne avete dato la conferma la sera stessa.. ma mia figlia era così convinta che non ho voluto insinuarle il dubbio.. poi l’ho vista cambiata.. verso te , verso mio figlio , verso il piccolo.. e ho capito che sapeva.. ma non mi ha detto niente e ho capito fosse stata una tua scelta.. così non l’ho voluta mettere in difficoltà.. ed ho chiesto a te..” poteva aver capito tutto? No non poteva.. si riferiva sicuramente ad altro..

“ma no Esme.. non è così..” ma non mi lasciò finire.. era determinata..

“Bella..” mi ammonì

“non sono scema.. vedo le cose molto lontano.. conosco mio figlio e soprattutto so com’era da piccolo.. so che si grattava la testa quando era nervoso , che si pizzicava la base del naso.. che si leccava l’angolo della bocca quando era soprappensiero .. per altro sono tutte cose che fa tutt’ora e che fa anche tuo figlio..” aveva perfettamente ragione.. l’avevo notato anche io.. ma non avevo ancora la forza per confermarglielo.. stava accadendo tutto così in fretta..

“sii sincera con me.. non te ne pentirai.. io sarò qui..” glielo dovevo..

Ma non riuscii a dirlo.. mi lanciai tra le sue braccia.. e piansi.. dovevo sfogarmi.. in pochi giorni il passato mi stava soffocando..

“scusami.. scusami.. ma io non potevo dirlo..” come avrei dovuto fare?

“ma puoi adesso..” ma se lo stavo facendo adesso perché insistere?

“io davvero non sapevo foste la sua famiglia.. non sarei mai venuta qui come a prendervi in giro.. non lo avrei mai fatto.. me ne sarei voluta andare ma allora si sarebbero creati più dubbi.. e avrei tanto voluto parlarvene.. ma ciò avrebbe comportato dirlo ad Edward e non posso.. non voglio farlo..” non era quello che si aspettava..

“tu non vuoi dirglielo? Perché.. permetti a tuo figlio di crescere col padre..” e pure lei ora no!

“no Esme.. tu non sai tutto.. e non è il momento.. Alice ti racconterà tutto.. dille che sono io a volerlo e capirai.. capirai perché non posso.. ma non chiedermelo perché dovrei dirti di no.. e se non lo accetterai dovrei andarmene.. e forse non sono pronta a farlo.. questa è anche la sua famiglia.. ma non chiedermelo” non avrei mai potuto dirlo ad Edward..

“no ti prego.. ho già perso quattro anni della sua vita.. permettimi di conoscerlo.. è pur sempre mio nipote.. il mio unico nipote” potevo portarglielo via? No.. per ora no..

“io non voglio andare.. ma non costringermi a dirglielo.. perché non lo farei , ha sbagliato con me e questo ha comportato la perdita di ogni suo diritto.. tu non puoi saperlo ed è giusto che creda a tuo figlio.. ma io so come sono andate realmente le cose e non merita la mia fiducia.. mi ha trattata come se non contassi nulla e non posso permettergli di fare lo stesso con Rob..” oh che discorso che le avevo fatto..

“non ti costringerò a fare nulla che non vorrai.. ma spero cambierai idea..” era ancora scossa dalle mie parole..

“non credo.. dopo cinque anni dimostra ancora di non riuscire ad avere un dialogo con me.. di non volermi ascoltare e trae le sue stupide conclusioni senza neanche sentire le mie spiegazioni.. non è cambiato e probabilmente non cambierà mai.. non lo saprà.. non finché sarà sempre lo stesso.. dovrà essere affidabile.. altrimenti niente..” perché mi stavo esponendo così tanto? Con qualcuno che era ancora un’estranea per me?

“un figlio lo potrebbe fare maturare.. è stato il dolore a portarlo a chiudersi in se stesso..” e avrei dovuto usare mio figlio come cavia per vedere se sarebbe stato in grado di cambiare e maturare? No..

“un dolore che si è inferto da solo.. non saprò mai cosa gli sia passato nella testa.. ma forse non mi interessa neanche..” mi illudevo sola..

“non dire così.. se non ti importasse te ne saresti andata.. non saresti rimasta.. credo tu lo abbia fatto perché hai paura di perderlo ancora dopo averlo ritrovato..” perché le sue parole mi colpivano? Che avesse colto nel segno? E così risposi senza riflettere , di getto :

“no assolutamente.. io lo odio.. mi ha umiliata e continua a farlo..” basta Bella.. è pur sempre sua madre..

“non ci credo..” non si lasciava scalfire.. forse vedeva molto più lontano.. ma dubitavo fosse così..

“non lo so.. ma non glielo dirò.. non è pronto” ma non lo sarebbe mai stato..

“forse hai ragione non è pronto..” io di rimando annuii semplicemente..

“accetto le tue scelte.. ma se cambiassi idea io ti appoggerei.. io sarei qui.. sarò sempre qui..” a questo non riuscii a resistere e la abbracciai..

“grazie Esme.. per tutto!” non mi aveva dato ultimatum , non mi aveva imposto di dirglielo , non mi aveva minacciata che lo avrebbe fatto lei.. mi aveva appoggiata.. certo aveva cercato di persuadermi ma alla fine mi aveva appoggiata.. ed era qui e qui sarebbe rimasta..

“su andiamo dentro adesso..” mi incitò a muovermi..

“certo..” mi asciugai le ultime lacrime e la seguii

“ c’è un arrosto che ci aspetta.. e un bel nipotino tutto mio” mi sorrise , dolcemente e teneramente.. come solo una mamma sa fare.. o una nonna in questo caso..

“ah Esme aspetta..” mi fermai..

“dimmi..” e indietreggiò verso di me fino a raggiungermi..

“e Carlisle..?” domandai incerta..

“se non vuoi non gli dirò niente..” lo avrebbe fatto per me? Si.. ma non potevo permetterlo..

“no dillo anche a lui.. voglio che lo conosca, che ci si affezioni sapendo che è anche suo..” era il nonno dopotutto..

“oh grazie.. ne sarebbe felice.. ha avuto qualche dubbio , l’ho notato ma non è riuscito neanche a manifestarlo completamente, non sapendo niente tutto gli sarà sembrato troppo assurdo..” anche lui quindi?

Solo Edward non riusciva a vedere ciò che per tutti era chiaro ed evidente?

Si..

Ma meglio così..

Se se ne fosse accorto avrei dovuto dirgli la verità e non mi andava , non prima di aver scoperto cosa nascondeva.. cosa lo aveva spinto cinque anni fa ad agire in quel modo..

“Esme però dovrà tenere il segreto anche lui..” anche se era ovvio che fosse così..

“tranquilla.. sarà all’altezza..” lo sapevo..

“ne sono certa..” e la abbracciai..

“aspetta che sappia che è nonno.. morirà dall’emozione..” ed insieme versammo lacrime di gioia..

E insieme ci avviamo dentro casa..

Insieme

Si insieme.. perché non ero più sola.. avevo una famiglia adesso…

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Capitolo 21
*** *..andare in bicicletta..* ***


CAPITOLO 20 ..andare in bicicletta.. *ciao ragazze come stateeeeee?? beh che ne pensate del piccolo? anche per lui non è sempre stato tutto facile come respirare... vi avviso che finalmente il prossimo capitolo sarà Pov Edward.. cosa scopriremooo?? beh fatemi sapere... =) un bacione... ho pubblicato una nuova storia "l'odore dell'addio" fateci un salto se vi va...=) eh niente dai... questo è il link della nostra pagina.. siamo in quattro e pubblicheremo le nostre storie...=) http://www.facebook.com/EfpFanficStoriesTwilight , un bacione, piccolaluce*





Appena entrai in casa ciò che vidi mi lasciò di sasso!

Edward che giocava a calcio con Rob..

E se per un attimo il mio cuore si era riempito di emozione l’attimo dopo avevo cominciato a pensare razionalmente e mi lasciavano sconvolta : giocavano dentro casa? Ma erano matti?

“ehi.. Rob quante volte devo dirti che non si gioca con la palla in casa?” era meglio non prendermela direttamente con Edward.. anche se la casa era sua , quindi lui avrebbe dovuto evitarlo..

“scusa mamma..” e gettò subito a terra la palla.. non aveva neanche provato ad accusare Edward..

“ehi gliel’ho detto io che può..” mi rispose il diretto interessato.. ma non feci in tempo a rispondere..

“oh Bella non stanno appiccando un incendio.. Rob comanda qui..” ok , funzione nonnachelepassatuttealnipotino ON.. non avevo speranze..

“però se vi mettete tutti contro.. almeno non distruggere niente” lo ammonii

“promesso.. e grazie Esme..” si gettò tra le sue braccia schioccandole un bacio sulla guancia e probabilmente lei avrebbe tanto voluto rispondere ma era troppo intenta ad asciugarsi le lacrime..

Oh mio dio..

Tutta questa situazione non sarebbe passata di certo inosservata per molto..

Se poi ci si metteva pure lui. :Carlisle ,era appena rientrato..

“Edward che fai con un pallone in casa nel salotto? Oh ciao Bella..” e mi sorrise , finalmente qualcuno che ragionava..

“oh ciao Carlisle.. dillo tuo che non si può dentro..” oh come ero felice che qualcuno mi capisse..

“Edward.. certo che non si può , che ti passa per la testa?” e vai.. santo Carlisle..

“papà stavo giocando col piccolo.. e fuori potrebbe cadere e farsi male..” che giustificazione stupida, perché se fosse caduto dentro sarebbe caduto sul morbido? Decisamente il prato era più soffice del parquet..

Ma sicuramente Carlisle non mi avrebbe deluso..

“ah allora giocate pure.. Rob può fare quello che vuole” e la ramanzina? No Carlisle non cedere anche tu..

“e io che avevo riposto tutte le mie speranze in te..” dissi ormai sconsolata..

Ma perché Rob non aveva reagito nel sentirsi chiamare ‘piccolo ‘ da Edward? Sicuro non se ne era accorto..

“eh no Bella.. non si può dire di no..” e ridendo se ne andò in cucina seguito da Esme.. li seguii anche io per apparecchiare..

Aveva proprio ragione lei.. avrei dovuto aspettare che lo scoprisse..

Poi ce ne sarebbero state delle belle..

Già se lo difendeva tutto e ancora non sapeva niente.. figuriamoci quando avrebbe scoperto la verità..

“allora domani ho organizzato una cosa stupenda!” dovevo preoccuparmi? Era un’idea di Alice , quindi si!

“cosa?” chiese Emmett con finto entusiasmo , onestamente non ingannava nessuno.

“Beh come sapete domani arriva Jazz, e io ho organizzato una bella gita in bicicletta” ah?

“ma perché non stai col tuo fidanzatino invece di stressare noi?” bravo Emmett!

“perché voi siete apatici e non fate mai niente. Tanto ormai è deciso , rassegnatevi, ci sarete tutti e con tutti intendo tutti” ecco questo era riferito a me.

“Ali non ti preoccupare per me, ovviamente non avrete un’altra bici, quindi starò a casa , davvero” io la scusa l’avevo.

“non ci provare Bella! Ho detto tutti! E poi ne abbiamo più che a sufficienza” e allora guardai Rob che mangiava le patate, mi fece un piccolo cenno con la testa, l’ultima parola spettava a lui, ma a quanto pare era d’accordo , molto probabilmente lo faceva solo per non dare un dispiacere alla zia , in altre situazioni ero sicura che non avrebbe mai accettato.

Il nostro silenzioso scambio di sguardi bastò a far saltare i programmi , almeno così credevo.

“Oh no! Non ho una bici piccola…” si lamentò Alice. Oh che peccato.

“la compriamo mentre andiamo, il negozio è di strada” disse Edward come se niente fosse, ma che faceva? Avevamo la scusa per non andare e lui la buttava via?

Avrei dovuto dirgli che non ci sarebbe stato bisogno , che non sarebbe salito mai sulla bici ,ma evitai per non turbare Rob, glielo avrei detto la mattina quando non ci sarebbe stato.

Mangiammo e dopo aver lavato i piatti andai dritta a letto, ero troppo stanca , era stata una giornata pesante.

Mentre mettevo il pigiamino a Rob decisi di tastare il terreno…

“Amore che ne dici se domani stiamo a casa? Magari giochiamo alla Play tutta la giornata…” ero sicura avrebbe accettato…

Invece..

“No.. io ci voglio andare!” come ,come?

“Cosa? Amore ma hai capito? È una gita in bici…” forse non aveva sentito..

“Si zia l’ha detto… ma Edward ha detto che me la compra” ecco la prolina magica : Edward.

“Ok… ma allora devo dirgli di prenderla con le rotelle?” questo era il nostro segreto : non sapeva andare in bici…

“NO! No no no.. ti prego no mami!” mi urlò..

“D’accordo amore… shh… non dirò niente, ma come farai?” tanto valeva non comprarla..

“Non voglio dirgli di prenderla con le rotelle perché non ci so andare.. ma non sono tutte con le rotelle?” capivo cosa intendeva, se l’avesse presa con le rotelle non gli avrebbe detto niente e ci sarebbe salito , ma dirlo era un’umiliazione per lui.. per quanto a quell’età nessuno la sapesse portare , per lui era qualcosa di più grande , legata ad altri problemi , ad altre sofferenze..

“No amore , bisogna chiederla apposta!” odiavo deluderlo ma non potevo illuderlo…

“Ok… allora non fa niente…” cioè?

“Che vuoi dire? Non ci andiamo? A me va bene…” tutto per il mio piccolo…

“No! Ci andiamo.. ma potrei imparare no?” oh finalmente.. era un anno che aspettavo questo momento.

“Certo amore! Me lo permetterai?” non aveva mai voluto..

“No! Scusa mamma…” ma allora?

“Non fa niente.. ma allora?” non capivo dove volesse arrivare..

“Potrebbe farlo Edward..” il suo fu solo un sussurro, temeva di ferirmi..

Ma tra tutti i dubbi e le incertezze della mia vita ,avevo poche certezze, e questa era una di quelle, qualsiasi cosa avesse mai potuto fare mio figlio, non mi avrebbe mai deluso, mai!

“E perché non posso farlo io?” sapevo il perché ovviamente, ma adesso le cose erano diverse..

“Mm lo sai il perché…” si lamentò..

Certe volte era come parlare ad un adulto , facevamo discorsi sensati , potrei definirli anche seri e maturi come questi e anche se non si addicevano ad un bimbo di quattro noi, beh noi eravamo così e lui era cresciuto molto in fretta.

“Si amore lo so… ma perché Edward si?” sapevo che non dovevo continuare quel discorso ma dovevo sapere cosa gli passava per la testa, nel giro di una settimana si era trasformato.

“Perché si!” lo vidi triste, l’argomento era un Tabù, lo sapevo bene , così decisi di chiuderlo qui, conscia del fatto che non glielo avrebbe mai chiesto , non avrebbe trovato il coraggio e avrebbe dovuto spiegare troppe cose…

“Ok piccolo ok… dormiamo adesso” non se lo fece ripetere due volte… mi schioccò un bacio sulla guancia e poggiò la testa sul cuscino, addormentandosi nel giro di pochi minuti…

Era bellissimo, ma il suo sonno non era tranquillo , era parecchio turbato…

Avevo sempre cercato di proteggerlo , di rendergli una vita felice e serena… ma chi volevo prendere in giro? Gli mancava qualcosa e per quanto sperassi di bastargli io , sapevo che non era così.. non potevo bastargli e gli sarebbe sempre mancato qualcosa…

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Capitolo 22
*** *..ti conosco ancora..* ***


CAPITOLO 21 ..ti conosco ancora..

*Ciao! eccoci finalmente con il Pov Edward! vedremo cosa ne pensa... sorprese? Mah che dite? questo capitolo mi piace molto.. ma credo proproi che il prossimo sarà...*.* mmm non dico altro! =) volete uno spoilerino? chiedetelo... ihih =) un bacione ragazze! spero vi piaccia... eh beh scopriremo cos'ha il piccolo... per chi stesse aspettando "nothing is impossible" prometto che arriverà entro la prossima settimana.. ma ho perso parecchi capitolo per colpa ci Word.. due di questa, quello di Nothing che finalmente avevo scritto.. e sentite un pò.. 18.. 18 capitoli della nuova storia =( mi tocca riscrivere tutto se mai ce la farò.. se vi va passate dalla nuova "l'odore dell'addio" e beh non vi stresso oltre! un bacione e grazie , a tutte!...., piccolaluce*

Pov Edward

Mi svegliai disturbato dal suono della sveglia… le odiavo , le avevo sempre odiate… eppure senza una sveglia al massimo volume non avrei sentito nemmeno una bomba… ed oggi mi serviva proprio!

Erano le sei del mattino… saremmo partiti alle otto eppure mi ero svegliato molto prima del previsto perché avevo un impegno, dovevo comprare la bicicletta.

Lo so che avrei potuto comprarla per strada ma non sarebbe stato lo stesso…

Dovevo controllarla, verificare che fosse perfetta, che non avesse qualche difetto, e se l’avessi comprata dopo non avrei potuto farlo e soprattutto non avrei potuto comprarla io , sapevo già che non me lo avrebbero permesso, invece volevo farlo.

Poi avevo come l’impressione che avrei dovuto prenderla con le rotelle…

Non potevo esserne certo eppure quel discorso silenzioso scambiato a cena con Bella per me aveva detto tanto..

Lei aveva chiesto il permesso a lui , che glielo aveva concesso solo per non deludere tutti mi era sembrato , quindi c’era qualcosa sotto. Il mio primo pensiero era stato che non sapesse andare e me ne stavo convincendo… ma se così non fosse stato beh avrei detto che c’era solo quella con le rotelle…

Avevo mandato un messaggio a Demetri ieri sera , era il proprietario del negozio da cui ci servivamo sempre, per chiedergli di aprirmi presto. Ovviamente non si era opposto , eravamo clienti da anni e si era ormai instaurata una certa amicizia…

Così mi ritrovavo alle sei e venti del mattino in giro per le strade di Seattle per comprare una bici ad un bambino…

Avrei voluto odiarlo, dovrei odiarlo.

Eppure non ci riuscivo…

Sarebbe dovuto essere semplice…

Il solo guardarlo mi ricordava Bella, che mi aveva spezzato il cuore , e se non bastasse mi ricordava anche il perché.. sarebbe dovuto essere facile odiarlo… eppure quando lo guardavo vedevo tutt’altro.

Vedevo un bambino che era cresciuto senza un padre, un bambino che assomigliava terribilmente all’amore della mia vita , della mia vita… e non riuscivo ad odiarlo.

Mi aveva conquistato… e se me lo avessero detto nel momento stesso in cui seppi che lei aveva un figlio , un figlio da un altro , dall’altro, beh avrei riso in faccia a chiunque ci avesse provato.

Eppure lui era li , a cercare di stabilire un rapporto con me, con me che avevo cercato di tenerlo alla larga, rappresentava troppo dolore per me , un dolore non ancora superato…

E io non potevo rifiutarlo , perché di una sola cosa ero certo : non aveva alcuna colpa.

Ed io per quanto avessi imposto a me stesso di non farlo, mi stavo affezionando… troppo!

“Ehi Edward, mi hai fatto fare un alzataccia… ti servono ruote?” in effetti le bici erano nuove quindi era ovvio che credesse mi servisse solo qualche pezzo di sostituzione…

“Ehi Dim, scusami lo so… nono non mi servono ruote, veramente mi serve una bici , con le rotelle” speravo solo che ce l’avesse, avrei anche potuto chiedergli prima di passare.

“Si certo. Quanti anni?” quanti anni? Eh che ne so…

Quanti anni aveva? Possibile che non lo sapessi? Certo non mi era interessato niente.

“Eh… veramente non lo so… è piccolo. Tre, quattro, cinque? No no cinque no sicuro…” se avesse avuto cinque anni avrei saputo della sua esistenza e soprattutto sarebbe stato mio , ma scacciai subito quel pensiero, prima di farmi venire strane idee sul fatto che avrebbe anche potuto essere in dubbio allora , e mi concentrai sulla bici.

“E lo chiedi a me? Mi dispiace ma non posso aiutarti , rischierebbe di non toccare a terra o di sbattere con le ginocchia… “ e adesso? Probabilmente mi vide perplesso e cercò di aiutarmi

“forse potresti prenderla più alta tanto con le rotelle non è necessario che tocchi a terra…” eh no. Primo il mio scopo era proprio quello di toglierle, secondo se fosse stato capace di andarci che avrei fatto? Cominciavo a rimpiangere il non essere andati tutti insieme..

“no no non va bene…” e adesso?

“ma scusa Edward l’hai mai visto questo bambino?” ma che razza di domanda era?

“certo! Perché?” non capivo cosa importasse..

“ah allora se mi sapessi dire quanto è alto andrebbe bene..” e perché non me lo aveva detto subito?

“certo! È alto così..” e indicai un punto della mia gamba, sapevo perfettamente quanto fosse alto, ormai conoscevo ogni più piccolo dettaglio di lui…

“perfetto! Quanto vuoi spendere?” quanto volevo spendere? Veramente non ci avevo pensato.

“non so , l’importante è che sia bella e sicura” me ne fece vedere un paio, poi scelsi la più bella senza badare al prezzo.

“sono 800$, te la posso fare 700$” una bici da bambino? Beh non importava.

“ok perfetto!” pagai e stavo per andarmene.

“ma scusa per chi è? È la prima volta che prendete una bici da bambino” ma da quando la gente non si fa gli affari suoi?

“per un bambino è… grazie Demitri ti devo un favore!” e chiusi l’argomento. Anche perché non sapevo che rispondere, chi era? Il figlio che la mia ex aveva avuto con un altro? Chi era per me? Nessuno…

Ed era meglio non pensarci.

Arrivato scaricai la bici e mi misi a controllare che fosse tutto ok e dopo mille controlli ne uscì il responso : perfetta!

Guardai l’ora, erano le sette e mezza, quindi presto saremmo partiti, di conseguenza entrai dentro a cercare Bella e Rob.

Bella era sola in cucina…

“ciao.. gli altri?” le chiesi cogliendola di sorpresa…

“Ehi.. Ehm, sono tutti di sopra a prepararsi..” non mi allettava l’idea di stare solo con lei , finivamo troppo spesso col parlare proprio delle cose che più temevo , ma ero troppo euforico per tenermi tutto per me.

“OK… mentre li aspettiamo vieni fuori , devo farti vedere una cosa” non le diedi il tempo di fare alcuna domanda e mi avviai alla porta ma non prima di aver visto la sua espressione perplessa.

Nonostante tutto mi seguì…

Mi avviai alla bici senza perdere tempo, mi voltai facendomi da parte per permettergli di vederla…

“Allora che te ne pare?” io ero felicissimo , lei invece era abbastanza sconvolta.

“Edward ma sei pazzo? Perché c’è già la bici? Quando l’hai presa?” oddio quante domande..

“Poco fa…” mi limitai a dire e lei subito guardò l’ora.

“Ma non aprono a quest’ora i negozi” infatti…

“mi hanno fatto un favore…” le sorrisi ma lei ancora non cedeva…

“Ma sei pazzo? Perché? Potevamo prenderla dopo…” ma non poteva solo dire se era bella?

“Dovevo farlo ora , dimmi solo se ti piace…” ero troppo agitato , come se dicendo di no, si sarebbe distrutto tutto ciò che avevo cercato di costruire.

“Si è bellissima , scusami , mi hai preso alla sprovvista. Quanto ti devo?” cosa?

“Niente..” era ovvio che non mi avrebbe dato un centesimo.

“Non te l’hanno regalata ne sono certa.. quindi dimmi quanto!” ma non credo proprio.

“No , è un mio regalo e non insistere proprio, non cederò…” questo era sicuro.

“si.. ok.. ma non dovevi… beh grazie!” finalmente.

Notavo che la fissava con attenzione e le piaceva davvero , si vedeva.. poi qualcosa attirò la sua attenzione.

“Ha le rotelle?” oh no, sicuramente ci sapeva andare.

“Perché non ne ha bisogno vero? Io credevo di si…” ma mi interruppe…

“No , cioè si. no… beh nel senso… Uff aspetta!” prese un grosso respiro e ricominciò… “si ne ha bisogno , non ci sa andare , ma come hai fatto a capirlo?” ecco e ora? Beh potevo anche essere sincero..

“Vi ho visti ieri sera , ho capito che qualcosa non andava e ho immaginato che il problema fosse qui.. poi ti conosco ancora Bella.. non gli hai insegnato per paura , perché potrebbe cadere e fasi male ecc ecc ecc…” mi guardava sconvolta..

“ma non è vero! Sa fare un sacco di cose pericolose…” mm si e quali?

“Mm si e cosa? Bella non sa palleggiare! Non sa andare in bici e sono sicuro che non sappia neanche nuotare…” il suo consenso mi diede conferma.

“Non sa nuotare, è così!” ecco lo sapevo.

“Si ok… ma non conta! Io non so palleggiare! Per questo non gli ho insegnato…” stava solo deviando il discorso.

“Quindi vuoi dirmi che non sai andare in bici, per questo non gli hai insegnato?” e dai, era una scusa bella e buona.

“No, ci so andare! Ok forse per il nuoto hai ragione ma la bici è lui che non me lo ha permesso” cosa?

“che vuoi dire?” perché non avrebbe voluto?

“non lo so , si è fissato! Credo che glielo abbia messo in testa qualche compagno. Dice che dovrebbe essere il papà ad insegnarglielo e quindi non me lo permette , si rifiuta proprio , va solo sulle rotelle” anche se pensavo che niente avrebbe potuto spegnere la mia euforia , bastarono quelle parole a farla scemare…

“Ah.. beh allora niente! Avevo pensato di insegnargli , ma visto come stanno le cose…” lasciai la frase in sospeso pronto ad accogliere la delusione… tutt’un tratto non volevo più andare..

“Sarebbe bello, ti vuole bene.. ma non te lo chiederebbe mai, non credo sia pronto!” aveva ragione , se voleva che fosse il padre a farlo io non potevo , non ne avevo il diritto.

“Si ma non lo farebbe, non è un compito che spetta a me…” forse lei voleva aggiungere qualcosa ma non lo fece. Improvvisamente mi sentii stringere le gambe. Un piccolo uomo mi stritolava all’altezza del ginocchio.

“Eddy, me l’hai comprata!” mi aveva chiamato Eddy ed io lo odiavo , ma quella parola dalla sua bocca aveva un suono splendido.

“Si piccolo te l’avevo detto” continuava a stringermi emozionato. Ma non sapeva ancora che Edward Cullen mantiene sempre le sue promesse.

“Grazie. È bellissima…” mi abbassai al suo orecchio come se dovessi dire qualcosa solo a lui , ma sapevo che Bella poteva sentirmi.

“L’ho presa con le rotelle” e gli feci l’occhiolino sperando che non la prendesse male.

Lui annuì “come facevi a saperlo?” mi chiese.

“Neanche io ci sapevo andare quando ero piccolo come te. Ho imparato che avevo sette anni” ok adesso stavo mentendo , ma era meglio non dirgli della scarsa fiducia che avevo nelle capacità di Bella da insegnante, ma onestamente a quell’età erano pochi i bambini a saper andare in bici.

Ma quale età? Io non sapevo quanti anni avesse, glielo avrei chiesto più tardi.

“Però poi hai imparato…” lasciò la frase in sospeso.

“Si certo” sapevo dove volesse andare a parare , ma speravo tanto che cambiasse idea, perché in caso contrario non gli avrei mentito.

“Ti ha insegnato Carlisle vero?” potevo sempre dire che era stata Esme no? No…

“Si…”

“Perché è il tuo papà…” la sua non era una domanda , ma un’affermazione , sapeva che era così perché così andavano queste cose. Non ebbi il coraggio di dire più niente, perché non sapeva quanto avessi voluto insegnargli, prima di scoprire cosa significasse per lui…

Ora non potevo più, non contavo niente io…

Poi disse qualcosa che mai mi sarei aspettato.

“Ed mi insegni?”

Cosa?...

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Capitolo 23
*** *..come un papà..* ***


CAPITOLO 22 ..come un papà.. *ciaoooo=) eccoci qui con questo nuovo capitlo che a me piace particolarmene..=) spero sia lo stesso per voi... ecco arrivata la tanto attesa gita. come sarà andata tra Rob e Edward? e Bella? sarà utto ok? aspetto i vostri commenti.... e beh il prossimo capitolo sarà decisamente molto importante , succederà qualcosa di particolare... cosa secondo voi? provate ad indovinare... e se volete uno spoilerino chiedete pure=) un bacione, a presto! piccolaluce*
a
 
finalemente sono riuscita ad inserire l'immagine... *.* (almeno spero ihih) non è bellissima? un applauso al mio tesoro LuluCullen91 che ha fatto un capolavoro.... grazie Cuò... <3

Pov Bella.

Ah? Cosa aveva detto?

‘Ed mi insegni?’

Ma cosa avevo messo al mondo? Avevamo…

“Io?” chiese Edward forse più sconvolto di me se era possibile. Il piccolo annuì semplicemente.

“Io? Vuoi che sia io a farlo?” sembrava un disco rotto.

“SI” diciamo che era un po’ stufo , già gli costava chiederglielo , figuriamoci ripeterlo. Decisi di intervenire.

“Amore sai che significa vero?” non volevo restasse deluso.

“Si. Lo. So” se Edward non gli avesse detto si subito forse sarebbe scoppiato a piangere e lui odiava farsi vedere debole.

“Io lo so che non sei il papà, ma io non ce l’ho. E puoi fare tu il papà, mi puoi insegnare tu. Puoi?” Oddio. Stavo già piangendo, ma non importava. L’importante era che gli dicesse di si.

“Certo, certo piccolo che voglio insegnarti. Adesso , quando arriviamo, quando vuoi” il mio piccolo gli saltò addosso abbracciandolo. Avevo sempre desiderato di poter assistere ad un momento simile. E anche se non era tutto perfetto , non era tutto come sarebbe dovuto essere , il mio bimbo era li , tra le braccia del suo papà ed erano bellissimi.

“Quando arriviamo ok?” gli chiese Edward risvegliandomi dai miei pensieri riportandomi alla realtà. Rob annuì contento come non mai.

“vuoi venire sulla mia Jeep?” ovviamente non saremmo entrati tutti con Emmett ma io ci sarei andata volentieri con loro piuttosto che con Edward.

“Siii potto? Ma viene anche mami?” potto? Aveva due anni e parlava perfettamente ma ancora gli capitava di dire qualche parola un po’ confusa , come adesso. Ma perché mi voleva? Mm…

“Si ok…” no ti prego Edward, se usi tutto quest’entusiasmo potrei morire.

Ovviamente io stavo avanti e Rob dietro… erano anni che non andavo in macchina con lui e tutto sembrava così strano. Sentii il cellulare vibrare e presi per controllare chi fosse : Alice, ma che voleva?

*ma lo sai che siete proprio carini? <3* si metteva pure a mandare i cuori…

*Tu lo sai che sei stupida? Neanche ci vedi…* noi eravamo partiti prima. Rispose subito.

*Giusto. Ma posso immaginarvi…=)* oddio , non ce la feci e scoppiai a ridere.

“Ti faccio ridere?” mi chiese Edward con acidità…

“No scusa , leggevo un messaggio…” ma poi perché era sempre così scontroso?

“Ah allora scusa se ti ho interrotto!” un po’ di tranquillità no vero? Decisi di ignorarlo.

“Mami chi era?” al mio bimbo non avrei mai mentito.

“Zia Alice…” mi pentii all’istante di averla chiamata così, ancor prima che lui si voltasse a guardarmi incazzato nero. Non avevo la minima intenzione di litigare di fronte a mio figlio , ma forse lui non era della stessa idea.

“Zia? ZIA? E spiegami la parentela Bella perché davvero a me sfugge…” oh si ti sfugge , non sai quanto.

“per me è come una sorella… dovresti saperlo” del resto si era fatta chiamare zia prima di sapere che la parentela fosse reale.

“Quindi un giorno mio figlio chiamerà mia sorella come adesso fa il tuo? Come se fosse la stessa cosa?” ma perché doveva essere così stronzo? Non si rendeva conto che Rob era qui e sentiva tutto? Non feci in tempo a rispondere , il mio bimbo mi precedette.

“Ehi se non ci vuoi ce ne andiamo…” nemmeno io avrei mai pensato di dirgli quelle parole.

Edward era come se si fosse ricordato solo adesso della sua presenza e da una parte fui felice di pensare che non avrebbe detto quelle parole se si fosse ricordato di lui, ma dall’altra ero ancora irritata e volevo proprio vedere cosa avrebbe risposto.

“Ehi piccolo no, no, certo che ti voglio…” ovviamente voleva lui non me… “scusami , non volevo dire quello che ho detto…” mm magari non voleva dirlo in sua presenza.

“Lei mi ha detto di chiamarla così, Alice me l’ha detto” non ci potevo credere ,il mio bambino di quattro anni mi stava difendendo e si stava giustificando con Edward per qualcosa di cui non aveva colpa.

“Si scusa… tu puoi chiamarla come vuoi… scusami piccolo” accostò e gli porse il mignolo “Pace?” come faceva a saperlo? Era l’unico modo per riconquistarlo.

“Si pace, ma non farlo più” e gli strinse il dito con sul mignolino per suggellare la promessa.

“promesso” fu tutto ciò che disse. Poi scese dalla macchina , aprii lo sportello e tirò fuori il mio bimbo abbracciandolo forte.

“Bella guida tu… noi dobbiamo fare cose da uomini” e venne dal mio lato aprendo lo sportello.

Io mi alzai come un automa ma per fortuna mi resi conto di cosa stavo per fare prima di partire.

Io. Stavo. Per. Guidare. Il. Range. Rover. Nuovo. Di. Edward.

Era pazzo?

“Ma sei scemo?” le parole mi uscirono spontanee…

“Per niente. Guidi tu, io devo recuperare qui” e indicò il piccolo intento a giocherellare coi bottoni della sua camicia.

“puoi farlo quando arriveremo e di questo passo non arriveremo fidati” io non sarei partita era sicuro.

“Non farla lunga. È automatica , c’è il navigatore e io sono qui. Parti o non arriveremo più…” se non ci fosse stato Rob sarei partita solo per fargli un bel graffio.

Sistemai il sedile adattandolo alla mia statura e partii e dopotutto non era poi così difficile.

Era proprio comoda , ma questo l’avevo già notato stando dal lato del passeggero.

Per fortuna il percorso fu breve e arrivammo dopo una ventina di minuti. Ad attenderci c’erano già gli altri che probabilmente avevano approfittato della nostra breve sosta per sorpassarci. Con loro c’era anche Jazz.

Parcheggiai e scesi subito , tanto Rob sarebbe arrivato con Edward.

“Ma che fai non saluti?” lanciai la mia frecciatina a Jazz tutto intento ad abbracciare Alice.

“Bella? Oddio e tu che fai qui?” Alice non gli aveva detto niente?

“Le idee della tua fidanzata pazza…” rise con me.

“Allora come va? Hai conosciuto Rose?” si anche bene direi.

“Si si quando è arrivata…” tralasciai i guai che aveva combinato e infatti anche lei dovette pensarlo perché mi guardò mortificata ma io le sorrisi subito , ormai era passata.

“Eccoci qua…” Edward comparve con in braccio Rob ed in quel momento maledii la mia amica che l’unica volta in cui avrebbe potuto raccontare tutto non lo avesse fatto…

Già immaginavo il momento in cui anche lui avesse notato la somiglianza.

“Ciao Edward. E questo qui chi è?” ovviamente si riferiva a mio figlio , così risposi prima che saltasse alle conclusioni.

“Mio figlio, Jazz lui è Rob, amore lui è il fidanzato di Alice” evitai di dire zia per evitare di confonderlo ancora. Il mio piccolo sorrise mentre Jasper sconvolto alternava lo sguardo da me a Rob , da Edward a Rob, me-Rob-Edward-Rob, poi infine anche Alice.

“Amora fammi capire , Bella , la tua amica Bella sta con tuo fratello, hanno un figlio , abbastanza cresciutello devo dire… e io… io… che sono il tuo fidanzato non so niente?” perché gli Hale dovevano complicarmi l’esistenza più di quanto già fosse complicata?

“Non è mio figlio Jazz… l’avresti saputo in tal caso” mi sorpresi che fosse Edward a rispondere in modo così calmo.

“Scusa amico… è che vi ho visto arrivare insieme…” e lasciò la frase in sospeso , forse dopo un ‘ti spiego dopo ‘ di Ali.

Ringraziai il cielo che per una volta avesse deciso di non farmi litigare con Edward, per oggi avevamo già dato.

“Si va in pista… “ urlò Ali dopo che i ragazzi ebbero scaricato le bici.

“Andate intanto , vi raggiungiamo dopo” disse Edward facendo l’occhiolino agli altri indicando le rotelle della bici. Tutti cominciarono ad avviarsi , immaginai che avessi dovuto farlo anche io.

“No aspetta , è giusto che tu ci sia” menomale , non me lo sarei perso per niente al mondo. Sorrisi e basta. le parole tra noi rovinavano tutto, era meglio il silenzio.

Poi mi ricordai di una cosa , e mi chiesi come avessi fatto a non accorgermene prima.

“I tuoi dove sono?” non li vedevo dalla sera prima.

“Hanno pensato che ci saremmo divertiti di più , soli tra noi ragazzi e loro penseranno alla cena” cena?

“pranziamo qui?” ma quando volevano dirmelo?

“Si… non faremmo in tempo altrimenti” Edward si mise a smontare le rotelle e decisi che c’era qualcosa da dire, che non avrebbe dovuto fare più , ma Robert non doveva esserci, così inventai una scusa.

“Amore mi prendi un fazzoletto in macchina?” era vicinissima e lontana dalla strada altrimenti non l’avrei mai mandato , ma l’avrebbe tenuto impegnato il tempo necessario. Lui corse subito.

“Edward , quello che è successo in macchina…” ma mi interruppe subito.

“Si lo so scusa!” eh no , questa volta mi ascoltava.

“No ora mi fai parlare , non mi sono intromessa in niente , ti ho permesso di fare ciò che preferisci con Rob , ma non dire più certe cose se c’è lui , non ha colpe , non farlo soffrire, è solo un bambino , l’hai detto anche tu” mio figlio non si tocca!

“lo so… credi che non me ne sia accorto? Che non mi sia pentito? L’avevo annullato per un attimo , sai quanto mi costi chiedere scusa e se l’ho fatto è perché lo sento davvero , quindi basta , non accadrà più , io non lo farò mai soffrire” quanto avrei voluto che quelle parole fossero vere… e quanto avrei voluto potergli dire la verità, ma non potevo. Così accennai un sorriso.

“Ecco mami” e mi porse il fazzoletto.

“grazie amore” e lo spinsi verso Edward prima che cambiasse idea.

“Su piccolo è ora di guidare” e lo posizionò sul sellino.

Li vide ridere, sbuffare, ridere , urlare, ridere, imprecare, ma soprattutto ridere.

Erano felici insieme ed era così che sarebbe dovuto essere. Così per una volta feci finta di nulla , come se quella fosse la mia vita. presi la macchina fotografica e scattai qualche foto , non potevo perdermi quel momento , il loro primo momento padre e figlio.

Edward non fece storie , sembrava contento di essere immortalato con Rob, magari non avrebbe pensato lo stesso se ci fossi stata anche io. Però mi andava bene.

Vidi Rob quasi cadere , ma dopo la prima volta in cui Edward lo aveva preso subito , prima che si spiaccicasse al suolo , smisi di preoccuparmi , conscia del fatto che lo avrebbe sempre preso.

Vidi il mio piccolo infastidirsi perché non riusciva , lo vidi scendere pronto a mollare

“Batta! Non ce la farò mai…” e vidi Edward che correva a convincerlo ,

“Si invece! Ce la farai… ci sono io qui” che lo avrebbe sempre preso , che non avrebbe mai smesso finché non fosse stato in equilibrio solo , che lo avrebbe aiutato, e che insieme ce l’avrebbero fatta.

Come un papà…

Piansi, tanto. E ancora di più quando lo vidi finalmente solo. Sempre con Edward affianco pronto a prenderlo , ma solo , pedalava senza alcun sostegno. E urlarono e si abbracciarono e io mi unii a loro. Piangevamo tutti di gioia.

Dovevo immortalare questo momento. Presi la macchina ma Edward mi bloccò.

“Ce l’ha l’autoscatto?” e perché?

“Si perché?” non capivo.

“Mettilo, la facciamo tutti e tre” cosa? Non potevo crederci… davvero? Non glielo chiesi per paura che cambiasse idea , lo misi e mi unii a loro.

“cinque , quattro, tre…” cominciai il conto alla rovescia.

Edward mi stringeva leggermente mentre avevamo il bimbo tra le braccia.

Click.

Ormai era immortalato.

Il nostro momento.

Il nostro primo momento tutti e tre insieme…

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Capitolo 24
*** *..primi addii..* ***


CAPITOLO 23 ..primi addii..

*Ciao ragazze come state?? beh eccoci qui con un capitolo molto importante... davvero molto..  questo è un Pov Edward , perchè ci serev capire cosa pensa lui...e beh alla fine cercate di non saltare a conclusioni affrettate ma guardate ogni cosa da ogni punto di vista e magari proprio da quello positivo... beh sono in anticipo di un giorno... ringraziate Lulucullen91 che voleva proprio leggere=) grazie mille a tutte , di tutto! so che volete che si arrivi al dunque.. ma non è così semplice.. ci sono cose che i miei personaggi si devono dire e affinché avvenga , devo accadere determinate cose , determinate situazioni. perciò non posso mettere fretta... vi ricordo che i capitoli aumentano ma nella storia il tempo non va così velocemente.. quindi non sta proprio passando molto tempo... tutto presto avrà un suo perché... per qualsiasi cosa chiedete pure. e se volete uno spoiler anche visto che ho i capitoli pronti per un pò.. niente vi ricordo di stare attente alle parole tra Edward e Bella.. soprattutto cosa pensa lui e fatemi sapere =) un bacione e a presto! piccolaluce*

Pov Edward.

Andava in bici. Andava davvero in bici da solo. La cosa sorprendente era che fossi stato io ad insegnargli… come avrebbe dovuto fare suo padre e come invece avevo fatto io , come se fossi il suo di padre.

Perché per tutti era così semplice scambiarci per una famiglia? Persino a Jazz era successo e lui era sempre in casa nostra, non avrebbe potuto sfuggirgli. Eppure era così. Ma non per me , mi rifiutavo di considerare la cosa. Non potevamo essere una famiglia. Per quanto mi stessi legando a lui non era mio figlio e lei non avrebbe dovuto più rappresentare niente per me.

Eppure ero così felice di vederlo sulla bici , di vedere lei così emozionata. Avevo anche accettato di fare una foto tutti insieme. Io e Bella rovinavamo sempre tutto , ma quel momento mi sarebbe rimasto nel cuore, per sempre.

Maledii me stesso per ciò che avevo detto in macchina. Fino ad un attimo prima che Rob parlasse tutto aveva per me un senso. Davvero ero dell’idea che non avrebbe potuto chiamarla zia , lo stesso nome che un giorno avrebbe dato mio figlio a mia sorella. Mio figlio era mio , sangue del mio sangue e di quello di mia sorella , lui no , non faceva parte dei Cullen. Questo era quello che pensavo… si ,finché non parlò… mai me lo sarei aspettato. Mi resi subito conto dell’errore, della cazzata. Sperai con tutto me stesso che non fosse tardi e per fortuna non lo era. Lo avevamo accolto in casa, come fosse di famiglia, quindi poteva chiamarla come meglio credeva , del resto io mi comportavo da padre per quanto non lo fossi.

Il resto del pomeriggio trascorse felice e sereno insieme agli altri. Prendemmo degli hot-dog alla bancarella e dopo un’altra corsa con le bici ci avviammo a casa ormai stanchi…

Il piccolo dormiva tra le braccia di Bella, evitammo perciò di parlare per non svegliarlo. Cosa che fece comunque lei prima che arrivassimo. Doveva fargli una doccia.

Io continuavo a fissarlo e a chiedermi quanti anni avesse…

Preferivo non pensarci , perché ovviamente non poteva avere tre anni, quindi qualsiasi età mi avesse detto mi avrebbe ferito , ma forse poteva averne tre e mezzo? Ah non ne sapevo niente di bambini, lo avrei chiesto e basta! del resto un’idea me l’ero già fatta. Sapevo perfettamente come stavano le cose…

Sapevo cosa aspettarmi…

Cosa mi preoccupava??

Quando glielo avrei chiesto?

Dopo cena…

No adesso!

Non me ne era importato niente per mesi eppure adesso sembrava come se fosse di vitale importanza saperlo subito.

Lo dovevo sapere , lo volevo sapere…

“Patato ti fa il bagnetto zia?” chiese mia sorella come se mi leggesse nel pensiero.

“Si! si si si… posso mami?” chiese a Bella che annuii ringraziando mia sorella. Evidentemente era stanca.

Dopodiché si avviarono tutti di sopra, solo i miei erano in casa…

“stanca eh?” esordii per attirare la sua attenzione.

“Eh abbastanza. Andrò a letto presto!” anche io ero stanco in effetti…

“possiamo parlare un po’?” tanto tutte le docce erano occupate e avrebbe dovuto comunque aspettare.

“S-si certo!” sembrò illuminarsi… ma non intendevo parlare di ciò che importava a lei… oggi c’era qualcosa che importava a me.

“Vieni andiamo in giardino…” mi avviai fuori… non mi voltai , sapevo che mi avrebbe seguito. Sulla destra c’era un sentiero ciottolato che conduceva ad un piccolo gazebo con all’interno un dondolo, era quella la mia meta.

Arrivati mi accomodai e lei mi seguì poco dopo. Era un dondolo biposto , ci costringeva a stare vicine e sentivo nell’aria l’imbarazzo. Era tanto tempo che non stavamo così vicini…

Nonostante avessi provato odio verso di lei , mi fossi imposto di provarlo…

Negli anni mi era mancata…

Ero passato dal vivere di lei al vivere solo col mio dolore e non era stato per niente facile.

Appoggiai un braccio sullo schienale sfiorandole le spalle e non perché volessi fare chissà che ma perché volevo capire cosa avrei provato , se avessi avuto voglia di abbracciarla , di stringerla a me – cosa a cui avevo spesso pensato da quando era arrivata , ma ero troppo impegnato a litigarci - se era come tornare a vivere , perché la mia vita non era più stata come prima, come era con lei.

Lei che stava arrossendo sotto i miei occhi per l’improvvisa vicinanza…

Volevo parlarle, volevo farlo davvero , ma sapevo che nel momento in cui avessimo cominciato a parlare, si sarebbe rovinato tutto e volevo godermi quella tranquillità per un po’…

“Grazie… per oggi, per Rob!” ultimamente mi ringraziava spesso.

“E di che? Te l’ho detto , non avrei voluto , ma ormai mi sono affezionato” non so perché tendessi sempre a sottolineare che non avrei voluto farlo, ma era così!

“Si lo so.. ma per lui era importante. Quindi, niente, grazie…” era sincera ma forse cercava solo di alleggerire l’atmosfera.

“Si lo so…” fu tutto ciò che dissi in cerca delle parole adatte per dire ciò che realmente mi interessava , ma alla fine decisi di andare direttamente al sodo , senza girarci tondo : “quanti anni ha?” e mi voltai a guardarla per leggere nel suo viso qualsiasi emozione.

“Cosa?” mi chiese ma molto probabilmente voleva solo esser certa di aver capito bene.

“Il bambino…” per un attimo sgranò gli occhi sorpresa.

“Quale bambino?” mi stava forse prendendo in giro?

“Quello che gioca in mezzo alla strada” risposi stizzito. Ma lei si alzò dal dondolo pronta ad andare verso il vialetto tutta preoccupata. Fortuna che la fermai in tempo…

Le presi per un braccio e la riportai a sedere…

“Bella calma scherzavo, Rob , chi altrimenti?” le sorrisi ma lei non era della mia stessa idea.

“Sei un cretino!” e provò a tirarmi un colpo sul braccio , ma la bloccai in tempo fermandole la sua manina nella mia.

“Allora?” le chiesi una volta che si fu calmata , volevo lasciarle la mano , ma non le feci , forse sperando che il suo contatto mi avrebbe tenuto in piedi dopo la notizia…

Ma fu lei a sciogliere l’intreccio.

“Perché?” perché cosa?

“Perché voglio saperlo?” lei annuii e basta! Perché volevo saperlo? Non so, ma ne sentivo la necessità…

“lo voglio sapere…” lei guardò in basso e dopo un profondo respiro mi rispose.

“Cosa cambierebbe?” sarebbe cambiato qualcosa? No. Io la sapevo già la risposta, ma se fosse stata diversa –era quello che in fondo speravo- , se non fosse tutto come avevo sempre creduto , allora si , sarebbe cambiato!

“Cambierebbe invece!” sperai di essere convincente.

“Quattro…” quattro, si quattro.. eravamo a novembre… ciò voleva dire che era stato concep.. si vabbè a febbraio. Noi ci eravamo lasciati ad agosto… lo ricordavo perfettamente. Sei mesi dopo lei era già incinta?

“Sei rimasta incinta dopo sei mesi?” le chiesi.

“Sei mesi? Che vuoi dire?” eppure a me sembrava così ovvio.

“Sei mesi da quando ci siamo lasciati…” le chiarii ciò che intendevo.

“No… non è di novembre Rob…” mm?

“E di quando?” lo volevo sapere davvero?

“Li fa con l’anno nuovo, in primavera…” e tornò ad abbassare la testa. Ma non capivo perché… non era stata molto precisa col mese.

Stavo per chiederlo, ma poi ebbi un flash. Robert doveva fare cinque anni… non quattro , li aveva compiuti.

“Ne deve fare cinque?” chiesi per conferma , ma oramai ne ero certo.

“Si… ” mi rispose e ricominciai a fare calcoli mentalmente. Lei dovette intuirlo perché mi rispose anticipando la domanda.

“È di Aprile… ” nel momento in cui lo disse, mi sembrò come se il mondo mi stesso crollando addosso. Ma il mio mondo era già crollato , adesso si stava sgretolando quella parte che avevo provato a costruire in questi cinque anni…Ritrassi il braccio che avevo riappoggiato dietro lei e non riuscii a trattenermi dall’urlarle contro.

“TU! COME FAI A DIRLO COSI’ COME SE NON FOSSE NIENTE?” lei mi guardò spaventata , ma non poteva importarmene niente.

“EDWARD CHE COSA VUOI? SE STATO TU A CHIDERMELO! CHE CAVOLO VUOI ADESSO?” lei urlava a me?

“CHE COSA VOGLIO? MA LO SAI COSA HAI DETTO? TU TE NE RENDI CONTO? TI ASPETTI DAVVERO CHE ME NE RESTI ZITTO E TI FACCIA I COMPLIMENTI? CI SIAMO LASCIATI AD AGOSTO!AGOSTO! PENSI CHE NON LO RICORDI COME FOSSE STATO IERI? IL BAMBINO È DI LUGLIO! MA DI COSA MI STUPISCO? In fondo l’ho sempre saputo…” dopo averle sbraitato contro , cominciai a calmarmi , del resto , come avevo detto a lei , l’avevo sempre saputo!

“MA HAI SAPUTO COSA EDWARD? SEI UNO STUPIDO! TU NON HAI CAPITO UN CAZZO! PROPRIO UN CAZZO! TU HAI I PROSCIUTTI SUGLI OCCHI! TE LO SEI CHIESTO SE PER CASO IL BAMBINO È SETTIMINO? TE LO SEI CHIESTO? EH? CI SAREBBERO MILLE COSE CHE TU POTRESTI CHIEDERMI MA NON L’HAI FATTO! NON L’HAI MAI FATTO!” non sapevo se avesse finito di urlare , ma sentii il bisogno di interromperla.

“Lo è?” ovviamente mi riferivo al fatto che fosse settimino.

“LO È? SE LO È? E TU ADESSO ME LO CHIEDI? SI , NO, FORSE! PERCHÉ DOVREI DIRTELO? TU NON LA VUOI VEDERE LA REALTA’ , PERFERISCI NASCONDERTI NELLA TUA BOLLA! PERCHÉ LI’ MI PUOI ACCUSARE DI TUTTO! MA SAI CHE TI DICO EDWARD? NON ME NE FREGA UN CAZZO! TU NON MERITI DI SAPERE COME SONO ANDATE LE COSE , PERCHÉ OGNI VOLTA CHE POTRESTI SAPERLO FAI DI TUTTO PER EVITARE CHE ACCADA! A TE NON IMPORTA NINETE DI ME…” le vidi gli occhi arrossarsi e qualche lacrima scappare al suo controllo. Ma che cazzo avevo fatto? Avrei voluto raccoglierle e chiederle scusa , perché sapevo di avere esagerato… ma lei mi scansò e si voltò…

“Adesso scusami ma mio figlio mi aspetta!” e se ne andò senza dire altro, non un parola , niente. Il fatto era che io non volevo sentire la verità , mi feriva…

Avevo paura che qualsiasi cosa potesse dirmi, facesse crollare il mio mondo , la barriera che avevo costruito , se le cose non fossero andate come credevo , voleva dire che avevo sbagliato tutta la mia vita!

Non rientrai dentro , non sopportavo di vederla. Presi la macchina –fortuna che le chiavi le avevo ancora in tasca- e decisi di fare un giro. Mandai un messaggio ad Ali per dirle di non aspettarmi per cena , poi lo spensi , non volevo essere cercato.

Dovevo fare una doccia, ma non mi importava.

Arrivai davanti una villetta che conoscevo bene e lei era li , affacciata al balcone. Mi sorrise e corse sotto ad aprirmi la porta.

“Ed! Che bello vederti! È una settimana che non ti fai vivo…” mi buttò le braccia al collo baciandomi. In effetti non avevo in mente di tornare qui.

“Ciao Irina…Edward! Lo sai che non voglio essere chiamato in quel modo… comunque ero in montagna con mia sorella…” in fondo era una mezza verità…

“Ok l’importante è che tu sia qui… ti va di entrare non c’è nessuno?” annuii e basta! non avevo molta voglia di parlare , tutte le mie parole erano rimaste a casa , su quel dondolo…

Rientrai a casa che era notte fonda, inciampai in qualcosa ma non mi preoccupai di controllare cosa fosse…

Mi diressi in camera ma arrivato sulla porta mi bloccai. Tornai indietro e andai verso la camera di Bella, sperai fosse chiusa , se lo fosse stata non sarei potuto entrare , si sarebbe svegliata!

Il destino aveva deciso di andarmi contro: Era socchiusa.

La aprii piano ed entrai…

Dormivano tutti e due, abbracciati, erano bellissimi!

Feci una carezza a lei , sulla guancia , quella stessa guancia che per colpa mia si era bagnata di calde lacrime. Poi diedi un bacio sulla fronte a Rob e me ne andai a dormire , era stata una giornata pesante!
la mattina mi alzai nervoso. Come se dovesse succedere qualcosa. Ma non capivo cosa…

Scesi a fare colazione e c’erano solo Bella, Rob e Alice! Ma che ore erano?

Controllai l’orologio : le due. Le due? Ma quanto avevo dormito?

“Giorno..” dissi con la voce ancora impastata dal sonno.

“pomeriggio direi io… “ mi rispose Ali leggermente infastidita.

“Ciao Eddy…” eh questo era il mio ometto, gli diedi un bacio prima di sedermi.

“Tieni…” mi disse Bella porgendomi una tazza col caffe e i Plasmon. Mi ero stupito ,ma piacevolmente , che se lo ricordasse ancora la prima volta che me li aveva preparati!

“ehi ehi uno alla volta! Grazie…” ero ancora un po’ confuso.

“vieni amore andiamo a caricare le cose” disse mia sorella prendendo Rob. Non mi preoccupai di chiedere cosa dovessero fare , era il mio momento per scusarmi.

“Bella scusa… io…” ma mi interruppe.

“Ok!” ma se non aveva nemmeno sentito.

“No aspetta! Io voglio spiegarmi..” provai a dire ma fui nuovamente interrotto.

“No va bene così…” ma come poteva andarle bene?

“lo voglio fare!” ma non era intenzionata a perdonarmela…

“Pensi che mi importi? A te non è importato nulla se avessi qualcosa da spiegarti , perché adesso dovrebbe importare a me?” colpito e affondato! Non potevo dirle niente!

“Ciao Ed…”era l’unica che mi poteva chiamare così , l’unica che l’avesse ma fatto! Ma ciao di che? Ci eravamo salutai nemmeno cinque minuti fa… la seguii con lo sguardo e notai che stava raccogliendo qualcosa da terra, era ciò in cui ero inciampato stanotte : un borsone.

Mi alzai e andai da lei.

“Di chi è quello?” chiesi, non mi aspettavo rispondesse , invece mi stupii…

“Mio…” e ma va..

“E che ci fai con quello?” poi guardai fuori dalla porta aperta, c’era la sua auto col bagagliaio aperto e dentro vi erano già altre cose. Uno più uno purtroppo fa sempre due.

“Bella che succede?” le chiesi.

“Niente , ce ne stiamo andando…” COSA?

“perché? No aspetta per quello che ho detto..” la presi per il braccio per fermarla , ma lei prontamente mi scansò.

“Edward sto cercando di metterci una pietra sopra , ma se non la smetti allora non serve a niente! Ora fammi uscire” ero sulla porta ad impedirle il passaggio.

“NO! Bella , io… mi dispiace. Ma non te ne andare..” l’avrei pregata se fosse servito.

“Edward fammi uscire, non è per te davvero! Ma devo andare a casa!” mi spinse ma io non mi spostai di un millimetro.

“Si che è colpa mia invece. Ti prego… ti prego , TI PREGO! non portarmelo via…” non potevo separarmi da lui…

Ero sempre stato sicuro di me stesso , fin troppo! Ero certo che mai , mai e poi mai sarei arrivato a pregare qualcuno , a pregare lei…

“Ciao Eddy…” il piccolo si lanciò su di me, davanti a lui non potevo più dire niente, o forse qualcosa ancora si.

“Ciao ometto! Ma perché adesso? Cioè aspettate è presto!” potevano sempre partire nel pomeriggio, in tal caso forse sarei riuscito a fermarli.

“veramente è tardi , dovevamo partire stamattina, ma ti voleva salutare…” disse Bella prima di prendere l’ultimo borsone e caricarlo in auto. Il mio ometto aveva rimandato la partenza per me.

Approfittai dell’assenza di Bella per parlargli. Ma mia sorella dov’era? Mah…

“Piccolo fai il bravo! Stai attento alla mamma… io verrò a trovarti” sperai di poterlo fare davvero…

“Promesso?” capiva perfettamente quanto tutto fosse difficile.

“Si promesso” dopo un abbraccio e qualche bacio lo lasciai andare…

Corsi a salutare Bella…

La abbracciai e le diedi un bacio sulla guancia, anche per potermi avvicinare al suo orecchio.

“Riportalo da me…” lei mi annuii e poi salì in macchina e partì…

Li guardai finché l’auto non sparì dietro la curva e con lei , loro…

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Capitolo 25
*** *..pensieri..* ***


CAPITOLO 24 ..pensieri.. *Ciao come va?? =) scusate il ritardo (qualche ora) ma ultimamente perdo spesso la cognizione del tempo.... non credevo fosse domenica. chi mi segue sa che aggiorno sempre al mattino , credo non l'abbia mai fatto di sera. in teoria non potrei nemmeno aggiornare , ma l'avevo promesso e il capitolo era pronto. credo che potrebbero esserci alcuni ritardi , sapete ho la maturità e quindi non so quando potrò aggiornare anche se gli esami dureranno poco... anche se non so realmente quante di voi lo notino...=) beh spero continuerete a seguirmi...e che mi aspetterete... lo scorso capitolo secondo me era importante e particolare. non ho idea di cosa pensiate e se questo vi faccia capire qualcosa , spero di si , anche se il prossimo è quello davvero importante... ma secondo voi... chi sarà? ah questa volta non anticipo nulla e non vi annoio oltre... per qualsiasi cosa non esitate a chiedere... un bacione enorme , grazie a tutte , il vostro sostegno è la mia forza , senza non potrei andare avanti... piccolaluce*
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Pov Bella

Eravamo partiti da pochi minuti e Rob non aveva ancora aperto bocca. Probabilmente era molto stanco… per il momento non vi era nulla di cui preoccuparsi. Certo eccetto Edward… il suo non era di certo un comportamento normale. Ma che gli era preso? Perché quella scenata?

Fino a pochi mesi fa non vedeva l’ora che ce ne andassimo e proprio adesso che eravamo in macchina si metteva a fare storie? Non l’ avevo mai visto così , spaventato come se stessimo sparendo dalla sua vita , come se non lo volesse , come se fossimo la cosa più importante della sua vita…

Sapevo che quest’ultima eventualità era da escludere. Ma cosa gli passava per la testa? Avrei tanto voluto continuare a pensarci per ore e ore fino a trovare qualcosa che potesse spiegare il suo comportamento , ma fui distratta da un suono  -che mi terrorizzava- , un tirare sul col naso.

Guardai nello specchietto allarmata , sperando di sbagliarmi , ma non fu così…

Il mio piccolo aveva il viso rigato dalle lacrime e sbatteva gli occhi cercando di fermare la loro discesa , era una scena straziante , quando e cosa era successo senza che me ne accorgessi?

“Amore?” lo chiamai , ma lui abbassò il capo.

“Ehi guardami… “ ma niente ,nemmeno mi rispondeva.

Accostai perché non potevo continuare a guardare dietro. Scesi dalla macchina e corsi da lui…

“Ehi piccolo… che succede?” e avrei tanto preferito non chiederglielo perché lanciò un urlo straziante prima di scoppiare a piangere tra le mie braccia.

“Ehi! Ti sei fatto male? Amore che succede? Dimmi! “ provò a dire qualcosa ma era scosso dai singhiozzi e gli fu impossibile.

“Amore qualsiasi cosa la puoi dire a mamma! Qualsiasi cosa… ma ti prego , ti prego dimmi che succede” e lo strinsi a me , come solo una mamma può fare.

“Io… io… io…” provò a dire ma non disse null’altro.

“Shh va tutto bene. Tutto bene. C’è la mamma qui…” come avevo fatto a non accorgermi che qualcosa non andava? Come?

“No-oi… i.. to-to-nniam—mo ,vero?” cosa?

“Amore non ho capito…” non riuscivo davvero a capire…

“Io li li li.. vo-voglio rivedere… voglio to-tonnare…” oh mio Dio… cosa avevo fatto?

“Amore certo che torniamo… certo!” come avrei mai potuto negarglielo?

“Promesso?” ma come pensava che avrei mai potuto dirgli di no?

“Promesso!” povero piccolo. Tutta colpa mia…

“Voglio gioca-care ancora con Eddy…” con Eddy…

“certo giocherai tutte le volte che vorrai…” e dopo questa promessa lo cullai, perché era esausto e quando finalmente mollò la presa sulla maglia e il respiro si fece regolare , lo sistemai meglio sul seggiolino , gli asciugai le guance bagnate e tornai alla guida. Come avevo fatto a non pensarci? Come? Che madre che ero…

Ovvio che si fosse affezionato.

Eppure non credevo così tanto…

Leah faceva parte della nostra vita da quando era nato , eppure in questi mesi non mi aveva mai chiesto di lei. Ma erano bastati pochi minuti di lontananza dai Cullen per farlo esplodere.

Come ero stata stupida!

Come avevo potuto anche solo lontanamente pensare di passare le vacanze li e andarmene come se niente fosse? Non potevo più…

Ma in realtà non avrei più potuto dal primo momento in cui avevamo messo piede in quella casa…

Credevo che arrivati a casa si sarebbe abituato all’idea. Certo li avrebbe rivisti… magari nelle vacanze.

E poi contavo di fargli vedere Alice quasi tutti giorni…

Mi stavo illudendo sola…

Non gli sarebbe basta Alice…

Voleva Edward, necessitava di Edward. Non so come avesse fatto a crearsi quel legame… non riuscivo davvero a spiegarmelo…

Edward lo aveva evitato , però tutt’un tratto era cambiato. Non potevo che esserne felice… ma adesso cambiava tutto.

Se Edward si fosse mostrato ostile , non avrei potuto dire la verità… perché un giorno Rob ne avrebbe sofferto vedendo l’odio che nutriva verso di lui…

Ma adesso , adesso era tutto diverso. Come potevo nascondere la verità? Avrei dovuto dire tutto.

Pian piano avrei dovuto dire tutto…

Perché non potevo più farne a meno nemmeno io. Erano la mia famiglia adesso!

Arrivammo a casa. Scesi dalla macchina , presi Rob ed entrammo che ancora dormiva.

Avevo fatto pulire casa per preparala al nostro arrivo. Lo misi sul mio letto. Non restava molto della casa. Avrei voluto vedere come precedevano i lavori , ma non c’era molto tempo.

Mandai un messaggio ad Alice per avvisarla del nostro arrivo.

Scaricai la macchina e misi su qualche lavatrice. Cercai di occuparmi un po’ della casa per ciò che potevo , o per ciò a cui potevo accedere. Pulii il bagno e la camera di Rob in cui avrebbe dormito stanotte.

Restavano dall’altra parte uno dei due bagni , la cucina e le stanze nuove. Di qua avevo solo due camere da letto , un bagno e una piccola parte dell’entrata.

Dopo una bella sistemata ai vestiti e preparato il cambio per quelli un po’ più pesanti guardai l’ora , erano le sei. Dovevo svegliare Rob altrimenti non avrebbe dormito stanotte.

“Amore…” gli accarezzai la guanciotta e lui subito cominciò a stiracchiarsi.

“hai fame?” mi annuì semplicemente , non aveva voglia di rispondere. Probabilmente era ancora un po’ scosso.

Lo presi in braccio e dopo averlo avvolto in una coperta uscimmo di casa. Ovviamente non avevo niente in frigo… e poi la nostra meta oggi era un’altra.

Din-don. Suonai alla porta.

“Bella!Rob! Disgraziati!” ci assalì Leah come un tornado.

“Come state? Mannaggia a voi due… mi siete mancati un sacco. E tu piccolo mio?” non ci diede nemmeno il tempo di rispondere che se lo prese in braccio e cominciò a stritolarlo.

“Ciao Le-le” le disse Rob , subito prima di sbadigliare. Era felice di vederla , era come una nonna per lui , anche se non l’aveva mai chiamata così…

“Ciao Leah. Allora come va?” la abbracciai quando posò Rob a terra.

“Eh bene , non sono certo io che me ne sono andata…” era un suo modo per rimproverarmi e non perché fosse arrabbiata , ma perché le eravamo realmente mancati.

“Siamo qui adesso. No?” le diedi un bacio sulla guancia, era mancata anche a me…

“Si siete qui. E allora Robert come è la famiglia di Alice?” chissà cosa le avrebbe detto.

“Bella. Tanto bella…” era un po’ intimidito , non riuscivo a capire perché…

“Ti va il latte? “ gli chiese leggendomi nel pensiero. Lui annuì , del resto eravamo qui anche per questo.

“E dimmi ci sono bambini li?” gli chiese mentre prendeva il latte dal frigo.

“No no…” mi sedetti al tavolo , ero esausta.

“Come no? Ti sarai annoiato un sacco allora…” certo , era quello che avrebbe pensato chiunque.

“NO! C’erano lo zio Emm e poi c’era Edward…” le disse ancora triste , mentre prendeva il latte dalla tazza.

“Zio?” guardò me questa volta…

“Poi ti spiego… le dissi senza farmi vedere da Rob…” ma a lei interessava altro. C’era qualcosa che aveva notato.

“Come hai detto che si chiama l’altro? Edward?” Rob annuì e basta. era un bambino , non poteva prestare attenzione sia a lei che al latte che ai cartoni che erano appena cominciati.

“Edward? E chi è?” questa volta la domanda era per me.

“Il fratello di Alice…” cercai di restare vaga. Ma lei non avrebbe mai detto nulla in presenza di Rob.

“Ah… che coincidenza!” ovvio che non le fosse sfuggito.

“Tao Bella. Tao Ro…” oh Laurent. Era il figlio della nipote di Leah, Victoria. Erano francesi e quindi non venivano qui spesso.

“Ciao piccolo. Ma come sei cresciuto, sei diventato un ometto” non aveva ancora tre anni , ma da quando l’avevo visto l’ultima volta era cresciuto un sacco.

“Gioiamo?” chiese a Rob. Non si vedevano spesso a dire il vero , ma si sa come sono fatti i bambini e in questo momento Rob aveva bisogno di distrarsi. Così andarono nel salotto a concentrarsi sui Lego.

“Edward quindi…” ruppe il silenzio Leah.

“Già…” le dissi.

“È lui?” ovviamente intendeva se fosse il padre di Rob…

“Si è lui!” era proprio lui, mai avuto alcun dubbio.

“Perché non me l’hai detto?” cosa? Non aveva capito…

“No no. Aspetta. Io non lo sapevo… me lo sono ritrovato li! Sono davvero andata perché mi aveva invitata Alice , ma non conoscevo i suoi fratelli…” era stato un trauma quel giorno.

“Davvero? Il destino è stato Bella…” eh il destino , si.

“Lo so…” era dura per me parlarne perché sapevo dove avrebbe portato la conversazione.

“Come l’ha presa?” eh bella domanda.

“Non l’ha presa…” le risposi sinceramente.

“Che vuoi dire?” non poteva di certo capire.

“Non gliel’ho detto!” ecco l’ennesima ramanzina.

“Come non glielo hai detto? Sono passati cinque anni…” lo sapevo che si sarebbe messa pure lei a fare la predica.

“Cinque anni appunto. Cinque anni… se non mi fossi trovata li , probabilmente non l’avrei più visto!” questo pensiero bloccava sempre ogni mio buon proposito di dire la verità…

“E ora che si sono incontrati che vuoi fare?” eh non lo so.

“Non lo so. Ho detto che non gliel’ho ancora detto , ma non ho detto che non lo farò mai. Glielo dirò… sto solo aspettando che sia pronto , non voglio deludere Rob se così non fosse. Glielo dirò… mi serve tempo. Lui non ha fiducia in me , crede che lo abbia tradito , che non sia suo. Non so come potrebbe prendere la notizia… quando e se dimostrerà di meritare la mia di fiducia, beh allora glielo dirò…” sperai le bastasse , perché non avevo intenzione di continuare oltre questa discussione.

“Ok. Come vuoi tu bambina mia… io sono con te!” la abbracciai , perché da cinque anni a questa parte era lei la mia famiglia e avevo bisogno del suo appoggio.

Cenammo li… aveva preparato la pasta al forno per il nostro arrivò. Certo, menomale che sua nipote era arrivata a farle una sorpresa per pranzo. Aveva preparato un sacco di roba e non eravamo potuti andare. Rob si era fissato a voler salutare Edward…

Che si era svegliato alle due… alle due. Proprio oggi che dovevamo partire.

E proprio oggi si era deciso a parlare , a chiedermi scusa. Ma ormai non me ne importava niente delle sue scuse… a lui non importava niente di me! Doveva smetterla di accusarmi senza avere il coraggio di chiedere… se solo avesse fatto qualche domanda in più avrebbe avuto tutte le risposte che cercava…

Ma lui non era pronto per quelle risposte.

Ecco perché mi aggrediva , era più facile, più semplice…

Ma adesso basta! Avrei preferito non parlargli più , ma purtroppo ero diversa da lui…

E quindi la mattina non ero più arrabbiata… non come il giorno prima almeno.

Forse perché in fondo speravo che mi facesse quelle domande , che si interessasse , perché in fondo speravo che ci volesse davvero con lui , che ci fermasse , che ci impedissi di uscire dalla sua vita…

Invece noi eravamo qui…

E lui continuava a non fare niente per me , per noi…

Nemmeno per Robert.

Avevo promesso che glielo avrei riportato , perché l’avrei fatto in ogni caso, e perché avevo visto nel suo sguardo qualcosa che non avevo mai visto…

Avevo vista la paura di perdere qualcosa , qualcuno , per sempre…

Allora forse gli importava davvero.

Verso le nove ritornammo a casa. Dovevamo stare un po’ tranquilli , anche perché al mattino ci saremmo dovuti alzare presto.

Lo lavai , gli misi il pigiamino e lo coricai nel suo letto , non volevo perdesse l’abitudine.

Poi mi andai a fare una doccia…

Avevo lavato i pigiami, quindi erano ancora bagnati e gli altri li avevo messi in valigia. Non avevo proprio voglia di mettermi a cercarli. Guardai l’ora, le dieci. Chi sarebbe mai venuto a quest’ora?

Così indossai una canottiera azzurra e uno slip blu, preparai i vestiti per l’indomani –sia miei che di Rob- sul comò e mi misi a letto…

Non riuscivo a prendere sonno. Rimasi per ore a rigirarmi tra le coperte , in cerca della posizione adatta che mi permettesse di dormire un po’…

Poi ad un certo punto…

Toc-toc. Cos’era? Qualcuno stava bussando?

Toc-toc. Ancora. Cominciai a preoccuparmi , mi alzai dal letto e guardai verso il portone, la luce era aperta.

Era una luce automatica , si accendeva al passaggio , si chiudeva entro dieci secondi se non vi era nessuno , o se accesa per sbaglio da un gatto che passava, ad esempio.

Quattro , tre, due, uno.

Niente la luce era ancora aperta.

Il cuore cominciò a battermi forte ma presi un grosso respiro e mi avvicinai.

Toc-toc. C’era davvero qualcuno là fuori…

Tremante come una foglia arrivai alla porta. Alzai lo spioncino sperando con tutto il cuore di vedere Leah.

Mi sbagliavo , non era lei.

Ma improvvisamente la paura era sparita. Conoscevo benissimo la persona che si trovava fuori dalla porta.

La conoscevo fin troppo bene…

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Capitolo 26
*** *..come fosse mio..* ***


CAPITOLO 25 ..come fosse mio..

*Ciaooooo! emm sono tornata! =) lo so è un pò che non aggiorno , ma vi ricordo che sono sotto esami... ancora mi manca l'orale... ma da mercoledì riprenderò gli aggiornamenti regolari per quanto pissibile di tutte le stoie... e sarò tutta vostra...quindi qualche giorno di tolleranza... inoltre il mio computer era stato rapito e quindi non ho potuto aggiornare prima... beh ci tengo particolarmente a questo capitolo , davvero.... credo che sia uno dei più belli e dolci che abbia scritto fin ora... ah, alcuni capitoli sono già scritti , quindi la storia seguirà il suo corso , andrà come avevo deciso che andasse , anche se vi aspettate determinate cose , anche se non vi piace, ciò che accadrà non è in base a ciò che credo che vi piaccia... ma in base a ciò che credo sia giusto per questi due =) tutto accadrà col suo tempo , ma accadrà... e non lo so , forse nel prossimo qualcuno deciderà qualcosa? mm.... magari fatemi sapere cosa ne pensate di questo visto che siete in poche a perdere 5 minuti...=) grazie comunque a tutte , di tutto! un bacione , piccolaluce*

*

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*

*

*
Aprii la porta non badando a niente , né a come fossi vestita, né ad altro, ma solo con la voglia di scoprire cosa ci facesse qui…

“Ciao…” accennò un sorriso quando mi vide comparire alla porta.

“Che fai qui?” avrei voluto sembrare arrabbiata , ma traspariva solo la mia sorpresa.

“Non mi fai entrare?” oddio , eravamo ancora sulla porta.

“Si-si entra!” e mi scansai per farlo entrare.

Accesi la luce per poterlo osservare bene , che faceva qui?

Lui mi guardò , forse troppo a lungo…

“Scusa. Dormivi?” arrossii in un attimo , quando passammo davanti lo specchio del corridoio e notai che ero praticamente mezza nuda.

“Si… No… cioè ero a letto , ma non dormivo…” ma che faceva qua?

Lui non accennava a dire niente… mi diressi nella mia stanza –l’unica accessibile- e lui mi seguì.

“Siediti pure… “ gli indicai il letto , aspettando che si decidesse a parlare.

“Vivete qui? “ sembrava abbastanza confuso…

“Si perché?” non capivo che intendesse.

“No niente. Non è un po’ piccolo?” ovviamente aveva visto che oltre la camera da letto vi erano solo altre due porte.

Toc-toc. Bussai sul muro in cartongesso.

“Working in progress” gli dissi , ma poi specificai.

“Ci sono un altro bagno , il salotto e la cucina ovviamente , ma rientrano dall’altra parte… ci stiamo allargando…” si limitò ad annuire.

“Dov’è?” sapevo che stava cercando Rob. Così gli indicai la cameretta…

Si alzò e andò da lui. Rimase sulla porta a guardarlo e gli spuntò un sorriso stupendo sul viso…

“È bellissimo!” si lo era eccome…

“Si lo è…” ma non era questo ciò di cui volevo parlare… lo presi per il braccio e molto delicatamente lo scostai dalla porta. La chiusi perché non volevo che si svegliasse.

“Edward che fai qui?” gli chiesi guardandolo negli occhi e lui per la prima volta da quando era entrato puntò il suo sguardo sul mio.

“Vengo a prendervi…” ah? Avevo sentito bene?

“Cosa?” gli chiesi troppo sconvolta per dire altro…

“Io… mi dispiace , per tutto , per quello che ho detto , per quello che ho fatto! Io non… “ sentii il bisogno di fermarlo.

“Ed ok…” passavamo troppo tempo a litigare e chiedere scusa.

“No aspetta. Io so di aver detto cose pesanti, però io… cioè mi dispiace, non dovete andarvene per questo!” cosa?

“Non ho capito. Tu che fai qui?” ci tenevo particolarmente a scoprirlo.

“Vi riporto a casa…” Cosa? Era venuto per riportarci a… come aveva detto? Casa

“Scusa?” potevo sembrare scema , ma ero sotto shock.

“Vi riporto a casa…” no no avevo capito benissimo.

“A quest’ora?” era un po’ tardi , non era il caso di mettersi alla guida adesso.

“Eh a quest’ora! Perché che ora è?” ma non aveva nemmeno guardato l’ora prima di piombare in casa mia?

“l’una? Come puoi vedere è notte fonda… “ sembrava come se , se ne fosse accorto solo ora.

“Ma ormai sono qui… “ ecco a proposito.

“Ma non potevi aspettare domani? Cioè un paio d’ore che avrebbero cambiato? Non che non mi faccia piacere ma…” mi faceva piacere eccome , ma perché non aspettare?

“Non sapevo dove fosse stati domani , ero quasi certo però che a quest’ora foste in casa… “ e domani saremmo stati a casa sua.

“Si… dico… domani saremmo tornati noi , non in mattinata , ma nel pomeriggio” il tempo di risistemare tutto.

“Cosa? Sareste tornati?” Eh? Certo!

“Perché non avremmo veduto? Ali ci ha invitato per le vacanze di Natale…” se ce ne fossimo andati proprio prima di Natale non avrebbe avuto senso…

“E allora che fate qui?” Incominciava ad accendersi una lampadina nella mia mente.

“Perché gli operai hanno sospeso i lavori fino a dopo capodanno , quindi era il momento adatto ,non vedevamo la mia vicina da mesi e le mancava il bimbo… poi sai bollette , bucati… ecc!” cosa credeva?

“Ero convinto che ve ne foste andati per me , per quello che era successo tra noi… “ Noi. Sembrava come se un noi potesse esistere ancora.

“No. Siamo qui di passaggio , saremmo tornati domani… “ se per qualche minuto tutto mi era sembrato fin troppo bello , da quando aveva tirato fuori l’argomento mi stavo innervosendo , ricordando le sue parole.

“Mi sento uno stupido… beh allora saluto Rob e vado. Ti spiace se lo sveglio?” cosa?

“Certo che mi dispiace! E dovrebbe dispiacere anche a te! Sei pazzo? “ decisamente lo era…

“Ma lo volevo salutare… “ ecco adesso con questo broncio sembrava proprio un bambino.

“Lo saluterai domani mattina. Se lo svegliassi non capirebbe e chissà che penserebbe… domani. Quando ti sveglierai sarà tutto tuo…” non volevo certo buttarlo fuori all’una passata , in piena notte.

“Domani mattina?” ovviamente non aveva capito.

“Non vorrai certo metterti a guidare adesso…” era escluso.

“Non è un problema guarda… davvero!” si lo sapevo , ma non volevo. Era venuto per Rob e non volevo che se lo perdesse. Ormai doveva stare qui.

“Si ma ormai ce ne andiamo domani insieme dai , pensa quanto sarà felice Rob…” sperai di convincerlo.

“Ok… ma non vorrei disturbare” certo non sarebbe stato tutto ok , ma ci saremmo arrangiati.

“NO. Vuoi fare una doccia? Quello è il bagno…” lui annuì e si avviò direttamente all’interno. Nel frattempo maledivo me stessa. Dove cavolo, avrebbe dormito? Non avevo stanze! Oh no.

“LE TOVAGLIE SONO NEL MOBILETTO BIANCO” gli urlai dalla camera da letto.

“Trovate…” comparve in camera , con indosso… veramente dire che stesse indossando qualcosa era un parolone. Portava una tovaglia legata sui fianchi ed una appoggiata alla base del collo , con cui si frizionava i capelli… sperai che non fosse nudo. Aveva ancora il corpo ricoperto di goccioline, potevo vedere perfettamente quelle che dal petto scendevano seguendo la linea dei suoi addominali. Non avrei resistito. Col tempo non era cambiato molto , ma era più muscoloso , più sodo , più eccitante , ed era un duro colpo per i miei ormoni fermi da anni.

“Non ho niente con me… “ si giustificò. Ma in effetti nemmeno io mi sarei portata il pigiama dietro.

“Beh… “ stavo pensando come risolvere la situazione.

“Se stai per darmi una maglietta sappi che non la indosserò…” ecco tornare il ragazzo acido che stavo imparando a conoscere.

“Pensi che potrebbe entrarti una mia maglietta?” non aveva certo la mia taglia.

“No tua no…” cosa stava insinuando?

“Senti Edward… Ora basta! sono stufa delle tue insinuazione , la devi smettere. O le vuoi sapere le cose o no. O le fai le domande o stai zitto. Non puoi avere entrambe le cose. Con mio figlio non si gioca… o lo accetti o ci rinunci. Non puoi farci ciò che vuoi. Sei qui? Avresti dovuto mettere tutto da parte… cinque anni , quattro, sei mesi dopo… sette , otto. Settimino ecc… ti importa o no?” avrei voluto urlare , ma non avrei mai svegliato Rob.

Mi aspettavo una risposta , che non arrivò e per l’ennesima volta decisi di passarci sopra…

“Va bene così. Ora dormiamo, ne riparleremo…” era sicuro.

“Io non sto giocando con lui , non lo farei mai. Solo… dove dormo?” stava per dire qualcos’altro ma deviò la conversazione e forse era meglio così.

“Eh beh ci sto ragionando. Credo qui…” battei la mano sul letto per fargli capire.

“Non hai un divano?” non sembrava disturbato dalla cosa.

“Si certo… dall’altra parte! Ho solo due stanze qui…” rimpiansi questa divisione come non mai.

“Si ma non voglio invadere il tuo spazio… posso dormire a terra!” ma non esiste.

“Ma che dici… c’è il letto , è grande” anche se in questo momento sembrava piccolissimo.

“Posso andare da Rob…” Uh?

“Certo così quando ti vede gli prende un colpo e poi è un lettino…” non sarebbero entrati , se fosse stato possibile ci sarei andata io.

“Ah…” ma che aveva? A me l’idea non allettava certo , ma non facevo tutto queste storie.

“Mi dispiace ma non ho davvero un altro posto. Se è il tuo cuore che parla e preferisci stare a terra stacci , se è il tuo ego invece , sappi che saresti il primo uomo a dormire in questo letto se è questo che ti preoccupa…” lo vidi sgranare gli occhi.

Colpito e affondato.

“Davvero?” ecco , come credevo…

“Si davvero. Ed se proprio uno stupido…” lo era eccome.

“Non mi chiama più nessuno Ed… non lo permetto!” Ah…

“Non lo sapevo… mi dispiace” non ne avevo idea.

“No tu puoi… sei tu che mi hai sempre chiamato così…” io… si era vero. Prese il cellulare e cominciò a trafficarci un po’. “Avviso Alice che non torno , anche se credo l’abbia capito!” certo così domani mi avrebbe fatto il terzo grado…

Finì di frizionarsi i capelli riportò le tovaglie in bagno , fece la sua comparsa con solo uno slip nero aderente , aderente , molto aderente.

Mi voleva morta…

Non riuscivo a smettere di guardarlo e lui faceva lo stesso , soffermandosi sulle mie gambe nude…

“Ma tu apri sempre così?” e indicò il mio abbigliamento.

“No, non aspetto visite dopo le nove di solito… e poi ho visto che eri tu dallo spioncino…” Perché mi esponevo così tanto? Dimostrandogli quanto mi fidassi di lui… in un certo senso.

“E pensi che io non reagisca a niente? Cioè se tu che mi stai invitando nel tuo letto… “ mi sorrideva malizioso. Ma che aveva in testa? Mi stava forse provocando?

“Cullen che stai dicendo?” non potei fare a meno di sorridergli.

“Niente , ma fossi in te mi vestirei…” sghignazzava mentre si inumidiva il labbro superiore. Si era forse dimenticato che c’era un bambino a pochi metri da noi?

“Io sono vestita!” ok forse non molto , ma anche in casa sua andavo spesso in giro così…

“Si quanto me… “ ecco l’ennesima frecciatina. Eh no. Lui era praticamente nudo… ed io anche. Non potevo ribattere.

“Buonanotte Ed…” e chiusi la luce sperando non vedesse il mio viso arrossato.

“Buonanotte Bella…” rispose dolcemente. Mi coricai sulla destra , gli lasciai la sinistra , la sua parte. Che non avevo mai occupato , come se gliel’avessi lasciata. E lui fece lo stesso… gli diedi le spalle e sperai di addormentarmi. Ma sentivo la forte elettricità che c’era fra noi… non potevo prendere sonno…

Mi era mancato così tanto in questi anni che averlo qui adesso e rinunciarvi era qualcosa che non potevo fare , che non volevo fare. Ma che purtroppo dovevo…

Lo sentii muoversi e il cuore prese a battermi forte ma cercai di restare calma. Si avvicinò a me e cominciai a sentire il suo calore… era a pochi centimetri da me…

Improvvisamente appoggiò una mano sul mio fianco attirandomi a sé…

Mi strinse sul suo petto e appoggiò la testa nell’incavo del mio collo, come se non volesse farsi sentire , come se quello che stava per dirmi fosse qualcosa di nostro

“Non m’importa come stanno le cose… non importa. Voglio recuperare…” cosa mi stava dicendo? Sapeva che ero sveglia…

Istintivamente presi la sua mano sinistra nella mia destra… e la strinsi forte non preparata a quello che stava per dire.

“Amo quel bambino e non m’importa nulla di tutto il resto… perché lo amo come se fosse mio…” e mi lasciò un bacio sulla spalla sinistra, continuando a tenermi tra le sue braccia forti , al sicuro…

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Capitolo 27
*** *..quando sembra andare tutto bene..* ***


CAPITOLO 26 ..quando sembra andare tutto bene..

* Oh , ciao =) per questo capitolo non dirò niente... solo non disperate se voete assistere al confronto del prossimo... secondo voi che sta succedendo? mm io non dirò nulla , se volete uno spoiler beh chiedetelo u.u.... alla prossima, un bacio , piccolaluce*

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Mi svegliai disturbata dalla luce del sole che filtrava dalla finestra… e nonostante questo mi svegliai serena, felice e tranquilla. Felice… come non accadeva da anni ormai…

E questa consapevolezza mi fece aprire gli occhi di scatto.

Non ero preparata a ciò che mi trovai davanti…

Un Adone , in tutta la sua bellezza , dormiva placidamente di fronte a me, nel mio letto.

La cosa più sconvolgente era che io, mi trovavo fra le sue braccia. Ma la cosa ancora più sconvolgente era che mi andava di starci , mi andava eccome… non ci avrei rinunciato , per niente al mondo. Avevo le gambe intrecciate alle sue mentre mi avvolgeva con le braccia… sperai che non si svegliasse , era tutto già imbarazzante senza il suo sguardo fisso su di me…

Chissà cosa pensava , come avrebbe reagito. Forse si sarebbe arrabbiato , probabilmente non era in se ieri notte… non riusciva nemmeno a tollerarmi negli ultimi mesi , lo irritavo a pochi metri di distanza , eppure , per chissà quale ragione adesso eravamo insieme , abbracciati , vicinissimi , come a formare un corpo solo. O quasi…

Era assurdo , non potevo crederci , ma non potevo nemmeno permettere che si svegliasse e mi trovasse qui…

Come non detto…

Era praticamente impossibile muovermi senza svegliarlo , eravamo praticamente intrecciati.

Cercai di sciogliere l’abbraccio e scendere dal letto, ma lo vidi agitarsi.

“Giorno…” biascicò con la voce impastata dal sonno mentre aveva ancora gli occhi chiusi.

“Giorno… dormi” lo ammonii. Del resto, era presto.

“Mm , che… che ore sono?” disse schioccandomi un bacio all’angolo della bocca…

Qualcosa a cui non ero preparata…

 Guardai l’ora per esserne certa.

“le otto…” per l’ora in cui ci eravamo addormentati era parecchio presto.

“Buonanotte…” disse mettendo la testa sotto al cuscino. Si , era decisamente troppo presto. Mi alzai cercando di non disturbarlo e uscii da quel letto , che sapeva troppo di noi , troppo per il mio cuore.

Andai a farmi una doccia e mi vestii… Rob non si sarebbe svegliato prima delle nove, dieci.

“Dove vai?” mi chiese Edward con la testa ancora sotto al cuscino.

“Torno presto , tu dormi!” e obbedì, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cosa stava succedendo?

Presi portafoglio e chiavi e uscii di casa. Non presi la macchina , la mia destinazione distava pochi metri, avrei fatto due passi. Infatti arrivai in nemmeno due minuti…

“Ciao Bella, come va? È un po’ che non ti vedo…” Mike Newton , lavorava nel bar di fronte casa…

“Ciao Mike… eh si sono da un’amica per adesso…” non mi soffermi a dare altri dettagli.

“Ah ecco… il solito?” e si mise a prepararlo, come se già sapesse che la risposta fosse stata affermativa.

“No oggi no…” il solito prevedeva una tazza di latte ed una di caffè. “ Mi fai una tazza di latte al cioccolato, due cappuccini, e tre cornetti alla nutella, due grandi e uno piccolo…” Rob non avrebbe mai mangiato un cornetto intero e poi quando non c’erano i Plasmon entrambi volevano uno il latte al cioccolato , l’altro il cappuccino. Sperai solo che i gusti di qualcuno fossero tali e quali ad allora…

“Visite?” come?

“Scusa?” non capivo cosa volesse Mike.

“Vedo che hai tutto per tre, beh hai visite?” e da quando al bar ti chiedono per chi è ciò che prendi?

“No , sono per la vicina” mentii , non mi andava di dare spiegazioni.

“E allora , quando sei libera , potremmo magari uscire?” Ma era forse impazzito?

“Eh , Mike, magari un’altra volta. Sai sono parecchio impegnata” Ma guarda tu…

“Ci conto…” si conterai all’infinito.

“Si certo. Ciao Mike…” presi il vassoietto con la colazione , pagai e rientrai in casa.

Edward dormiva…

Sereno, come se fosse in casa sua… dormiva a pancia in giù, con un braccio sotto di essa e l’altro sotto il cuscino. Aveva caldo… potevo capirlo perché era scoperto fino alla base della schiena , schiena che , tra l’altro era nuda, per rendermi tutto più complicato di quanto già non fosse…

Era bellissimo, certo non avevo mai avuto dubbi al riguardo , ma passare cinque anni ad odiarlo avevano deformato la sua splendida immagine , anche se Rob me lo ricordava tutti i giorni e poi ci pensava Edward stesso a farmi visita la notte o nei periodi di allucinazioni…

Appoggiai il vassoietto sul letto , nella mia parte, ormai vuota.

“Mamiiiiiiii!” comparve il mio angioletto dalla porta.

“Oh ca…voletto. Amore di mamma!” lo salutai cercando di far finta di niente. Ma ovviamente se ne sarebbe accorto , mannaggia a me.

Infatti…

Lo vidi sporgere il collo in avanti, piegandosi verso destra. Si bloccò sul posto. Per un attimo mi guardò impaurito sgranando gli occhi , come se fosse terrorizzato , ma solo per un attimo e prima che potessi intervenire, dovette riconoscerlo , perché lo osservò bene e pian piano la sua smorfia di odio si trasformò in una di gioia , di felicità , di amore…

“Mm, mm , mm, ,mm” saltellava sul posto come un matto.

“Amore , shh, zitto! Non vedi che dorme?” non volevo si svegliasse , non erano nemmeno le nove. E Rob? Che faceva in piedi?

“Si! Ma, mami! Eddy! È qui. È qui… da quando è qui?” oh cavolo e adesso?

“Ehm, da un po’…” sperai non fosse interessato all’ora esatta.

Mi regalò un sorriso meraviglioso , come se fosse merito mio. Salì piano nel letto e si posizionò di lato ad Edward.

“Perché è qui?” ma quanto era curioso?

“È venuto a prenderti…” decisi di essere totalmente sincera. Del resto , era stato un bellissimo gesto , certo all’ora sbagliata , ma ciò non bastava a sminuirlo.

“Siiii…. E non mi hai svellato?” che cosa?

“Non ti ho che?” ah svegliato.

“Svegliato , svegliato… si” ecco era emozionato.

“Perché amore , era presto e poi lo sai , tra poco ce ne andiamo… “

“ma lui viene con noi vero?” ovviamente!

“Certo tesoro… “ma non gli interessava nulla, era tutto concentrato su Edward.

Era incantato…

Presi la macchina fotografica , ti prego , fa che sia carica , ti prego! Si , evviva!

Robert era dove lo avevo lasciato. Immobile ad osservarlo in ogni minimo dettaglio.

Mi avvicinai e scattai la foto. Dannazione il flash!

“Mm… che è?” ecco , si era svegliato.

“Eddyyyyy!” cantilenò il mio piccolo abbracciandolo.

“Ciao piccolo…” si alzò di scatto appena sentì la sua voce. Ed io beh , non potevo che esserne felice e sempre più certa e convinta di una cosa : gli avrei detto la verità.

Non sapevo se fosse pronto , ma non avrebbe potuto dimostrarlo in altro modo , era qui e doveva sapere la verità. Certo quando non ci fosse stato Rob , per lui avrei dovuto affrontare diversi argomenti prima…

Ma lo avrebbe saputo , non sapevo ancora quando , ma lo avrebbe saputo. Se fossimo stati soli , anche arrivati a casa.

“Colazione?” chiesi ai due uomini –unici due uomini- della mia vita che annuirono. Il mio bimbo si mise sotto le coperte tra le gambe di Edward e mangiarono insieme.

Come faceva a trovare normale che vi fosse un uomo mezzo nudo nel mio letto?

Semplice , non era un uomo qualunque , era Edward, il suo Edward.

Finii di sistemare il borsone , lasciai i soldi per le bollette a Leah e vestii Rob.

“Andiamo?” chiesi una volta che fu tutto pronto.

“Certo ,andiamo con la mia…” ma che…

“E perché? No, andiamo con due macchine…” beh non che mi servisse poi molto lì.

“Perché si! Andiamo con la mia… poi vi riaccompagnerò io…” era forse un modo per controllarci?

“Guarda che non scappiamo eh…” immaginai fosse per questo.

“Meglio prevenire…” Oddio era davvero per questo. Scoppiammo a ridere entrambi.

Rob corse fuori ed io mi fermai un attimo sulla porta, non mi sarei mai aspettata ciò che accadde…

Edward mi abbracciò da dietro appoggiando la testa sulla mia spalla… dovevo dirglielo.

“Ed… dobbiamo parlare” gli dissi con dolcezza e gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia…

“Si dobbiamo parlare…” era d’accordo con me , dovevamo farlo.

Sistemammo i borsoni in macchina e poco prima di andarcene ricordai una cosa a Rob.

“Amore non devi salutare nessuno?”

“Si… LEAAAAAH” quante volte gli avrò detto di non urlare? Ma per sua fortuna Leah uscì subito.

“Tesoro già via?” mi disse triste.

“Eh si, così pranziamo li…” in effetti le avevo detto che saremmo partiti nel pomeriggio.

“Va bene.. tornate presto. Oh… e questo bel ragazzo chi è?” mi ero scordata di Edward. E non avevo idea di come presentarglielo.

“Salve signora , piacere… Edward Cullen” bene , Leah avrebbe presto avuto bisogno di un respiratore.

“Ah… mm , ok… tu ti chiami Edward?” Leah smettila! Smettila subito.

“Sissignora!” sembrava proprio un cadetto.

“Oh no caro , chiamami Leah…” oddio, caro.

“Ok Leah… è stato un piacere…” non c’era più niente da fare, l’avevamo persa.

“Piacere mio, te li affido e torna presto , sei il benvenuto…” mi mancava solo questa in effetti.

“Certo con piacere e… non si preoccupi, sono in buone mani.” Ecco di questo non ero proprio certa…

Eravamo in macchina da dieci minuti e decisi che era il caso di avvisare.

“Ali sa niente del nostro arrivo? Ci aspettava dopo pranzo…” presi il telefono per mandarle un messaggio.

“No non lo sa… avvisala. È forte la tua vicina , davvero” si lo era.

“Eh lo so… è mia” e ridemmo come due scemi.

*Tesò siamo in viaggio. Per le undici e qualcosa saremo lì… bacio* e inviai. Ripose dopo nemmeno due minuti.

*Vi aspetto , già mi mancate! Piaciuta la sorpresa? =P* mm lo sapeva?

*Certo! Appena arrivo ti ammazzo…* poteva almeno avvisarmi , mi sarei preparata psicologicamente.

Mi voltai ad osservare Rob notando che se ne stava in silenzio : dormiva. Per lui la macchina era un ottimo conciliante del sonno , ma come faceva?

Tra me ed Edward andava sempre meglio , parlammo per tutto il tempo del più e del meno , come non facevamo da anni ormai e per la prima volta , non rovinammo nulla. Chissà come avrebbe preso la notizia… sperai con tutto il cuore che le prendesse bene , che mi capisse e che mi spiegasse per una buona volta cosa gli fosse passato per la testa.

“Siamo a casa” casa… si lo eravamo davvero.

“Eh già, prendo Rob…” dissi mentre entravamo nel vialetto.

“No lascia lo salgo io… eh che cav… mm!” ah? Cosa?

“Che è successo? “ chiesi preoccupata mentre parcheggiava davanti casa.

“Niente tranquilla , scendi. Io porto Rob su e arrivo subito”

Bene , qualcosa stava accadendo. Scendemmo insieme , lui prese un borsone e il bimbo e sia avviò dentro , seguito da me con le altre borse, ma dovette fermarsi affinché gli aprissi la porta.

Provammo a varcarla contemporaneamente , sbattemmo l’uno contro l’altra e tornammo indietro entrambi… mi fermai per farlo passare , ma visto che non accennava a muoversi decisi di entrare io , proprio nello stesso momento in cui si era deciso a farlo , sbattemmo di nuovo e scoppiammo a ridere, ci fermammo solo quando vedemmo Rob agitarsi. Per fortuna non si era svegliato.

Stavamo cercando di ridere silenziosamente , mi era mancata quella complicità…

Alice ci accolse a braccia aperte, “Ciao ragazzi! Come è andata la vacanza?” eh? Ma che aveva da urlare, voleva che lo sapessero tutti?

“Alice!” la rimproverai.

“Sh , non c’è nessuno… o quasi” e indicò qualcuno alle sue spalle.

“Ciao Eddy…” Eddy? Osservai l’ospite. Era una ragazza.

“Io salgo a metterlo a letto…” mi disse Edward e mi concentrai sul bambino.

“Grazie Ed , poso le borse e salgo , sto io con lui…” ma volevo proprio vedere chi fosse quella ragazza.

Mai vista!

Era carina , capelli lunghissimi, biondi e lisci. Gli occhi erano chiari , castano chiaro. Se ne stava seduta sul divano troppo tesa , come se fosse indispettita , irritava. Guardava Edward e il bambino ,quest’ultimo con disgusto e… odio?

Ma proprio adesso che dovevo dire una cosa così importante veniva questa ragazza?

Chissà, forse le era successo qualcosa… poverina , aveva l’aria triste.

Ma non mi avrebbe fermata. Volevo che lo sapesse , era già passato troppo tempo.

Le accennai un sorriso che non ricambiò. Guardai Alice che si limitò a fare spallucce.

“Ciao…” dissi alla ragazza , del resto , era un’ospite. Mi guardò con sufficienza , come se contassi meno di niente.

“Ciao… guarda che non vuole essere chiamato Ed…” come?

“Come scusa?” cosa c’entrava adesso?

“Edward , sai quello che è salito sopra, non gradisce di essere chiamato Ed!” ma come si permetteva? Alice partì alla carina.

“Senti Irina , falla finita , ti ricordo che questa è casa mia , quindi modera i toni” ma non avevo bisogno del suo intervento.

“E comunque … Irina giusto? Forse tu non hai il permesso , io lo chiamo come voglio” azzardai , ma me l’aveva detto lui , perché farmi mettere i piedi in testa?

“Ah si? non credo… chi saresti tu?” ma guarda un po’ questa psicopatica.

“Bella…” non finii nemmeno la presentazione che la vidi sbiancare all’istante. Guardare verso le scale e tornare a me. Alternava lo sguardo , poi improvvisamente si portò le mani alla pancia come se si fosse ricordata qualcosa…

“Irina che vuoi? Mi sembrava di aver capito che non ti avrei più vista , quindi che fai qui?” non doveva esserle molto simpatica , forse per niente.

“Mm ne sei sicura?” la stava forse sfidando? Ed io? Ero passata in secondo piano?

“Sicurissima!” rispose la mia amica alzando il mento a mo’ di sfida, rispondendole a tono.

“Beh dovresti informarti meglio. Dove credi che abbia passato la notte il tuo caro fratellino due giorni fa?” COOOOOSA? Se prima era stata lei a sbiancare al sentire solo due parole , adesso era successo a me, per una piccola frase.

Tuo. Caro. Fratellino. Passato. Notte.

Perché tutto doveva sempre andare storto? Perché? Proprio quando sarebbe potuto andare tutto bene…

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Capitolo 28
*** *..quando qualcosa non la vuoi..* ***


CAPITOLO 25 ..quando qualcosa non la vuoi..

*Ciao... beh ci si legge sotto se vi va... *

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*
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Ecco avevo decisamente bisogno di sedermi un attimo…

Lasciai cadere a terra tutto ciò che avevo in mano e onestamente non me ne importava niente.

Mi appoggiai esausta sul divano , senza forze , senza parole.

Alice era sotto shock, quasi quanto me. Ma io non ero solo sotto shock , da quello mi sarei ripresa, ero delusa , ecco.

Sentii passi svelti scendere le scale , ero certa fosse Edward ma non mi voltai, non volevo guardarlo.

<< Eddy! >> squittì la stronza. Si era una stronza, perché non avrebbe mai dovuto dirmi certe cose , io non volevo saperle. Non che non mi aspettassi che si fosse rifatto una vita , ovvio , ma saperlo , beh era tutta un’altra storia…

<< Che vuoi? >> chiese sgarbatamente lui. Non era esattamente felice di vederla.

<< Devo dirti una cosa… >>che aveva da sorridere mentre continuava ad accarezzarsi il ventre?

<< Dimmi… >> era piuttosto seccato.

<< Dobbiamo parlare! >> quanto mi dava fastidio la sua voce?

<< Stiamo parlando e poi mi sembra che ci fossimo detti tutto l’altro giorno no? Non dovresti essere qui… sai che quando dico basta è basta! che vuoi? >> ma perché non andavano a fare i loro discorsi da un’altra parte?

<< Lo so.. so che non stiamo più insieme… ma tu mi hai lasciata perché hai paura.. ed io ho un ottima notizia per te. Una notizia che ti farà tornare subito da me… >> Ah? Non avevo capito niente di quel discorso , o quasi. Una cosa l’avevo capita –anche se non avevo idea del rapporto che avessero- si erano lasciati. Mm non avrei dovuto esserne felice , eppure lo ero.

<< Paura? Io avrei paura? Ma che hai in testa? Lo sai che non siamo mai stati insieme vero? Tu lo sai come stavano le cose… sai che mi sono semplicemente stancato. Non tirare fuori cose che non esistono… >> ma era proprio stronzo! Cioè se lo meritava eccome , ma era alquanto stronzetto.

<< Ma non possiamo parlare soli? >> chiese ma ero sicura che invece voleva la mia presenza , la voleva eccome.

<< Siamo soli. Non c’è niente da dire… >> non era intenzionato a cedere

<< Eddy su smettila. Sai che tutto è cambiato per entrambi… e poi la cosa che devo dirti è davvero importante >> no non poteva essere. Solo una cosa ti porta e tenere le mani sul ventre , in segno di protezione , solo una cosa. Ed io ne ero certa , ci ero passata.

<< E SMETTILA DI CHIAMARMI EDDY! Non è cambiato niente, NIENTE! Che. Cavolo. Vuoi? >> se solo lo avesse saputo , forse non avrebbe insistito. Io mi alzai , tirando Alice con me, non volevo assistere…

<< Sono incinta Edward! Sono incinta... >>

Ecco. Si adesso era proprio tutto perfetto…

Fu l’ultima cosa che sentimmo prima che chiudessi la porta alle mie spalle.

<< MA CHE CAV… >> misi una mano in bocca ad Alice per tappargliela.

<< Zitta! >> le intimai.

<< COSA? Ma tu hai sentito? >> eccome se avevo sentito.

<< Ho sentito certo che si >> le dissi continuando a tenerla per il braccio.

<< E te ne stai qui? Ad assistere? >> mi stava rimproverando che cosa esattamente?

<< E cosa dovrei fare? No spiegamelo perché mi sfugge… >> non ci ero ancora arrivata.                      

<< Dovresti lottare e non fartelo portare via… >>

<< Ma sei impazzita? Che dovrei fare oltre? Cosa? Ero venuta qui con l’idea di dirglielo… volevo dirgli tutto. Invece sono proprio quella che viene a scoprire le cose! È stato a letto con quella e il giorno dopo è entrato nel mio letto! Nel MIO! Dirti che sono delusa è poco… >> non era qualcosa a cui sarei passata sopra.

<< Io… no… tu , tu volevi dirglielo? >> domandò stupefatta.

<< Certo che volevo… avevo bisogno di un piccolo gesto , piccolissimo e quando me lo sono ritrovata in casa a quell’ora della notte non ci potevo credere e anche se sapevo che la causa era Rob , non potevo esserne più felice , l’unica cosa che avrei potuto fare era dirgli la verità… >> ero stata sicura di questo.

<< Certo. Ma aspetta… io lo ammazzo con le mie mani, giuro! Che è successo fra voi? >> mm?

<< Cosa? Che vuoi dire? >> mi ero persa.

<< Sei stata con mio fratello? >> come faceva anche solo a pensarlo?

<< Ma sei scema? Certo che no! >>

<< Ehi. Sei stata tua a dire che è finito nel tuo letto… >> tatto zero eh?

<< Uno , zitta. Due , non credo di essermi espressa così. E tre, abbiamo solo dormito. Ma questo non cambia nulla, non sarebbe dovuto venire… >> e aveva fatto tutte quelle scenate per la maglietta e per il letto. Lui!

<< Ma che vuoi fare adesso? Lascerai che te lo porti via? >> non aveva capito niente.

<< No. Ma cosa dovrei fare? Portare via un padre al figlio? Dovrei fare in modo che quel bambino passi quello cha ha passato il mio? Non potrei mai farlo ed è giusto che si assuma le sue responsabilità , entrambe… >> Si , non potevo più tornare indietro.

<< Che intendi con entrambe? >> era più sconvolta di prima se possibile.

<< Rob. Glielo dirò, ormai ho deciso… è giusto che lo sappia! >> glielo avrei detto , perché doveva saperlo…

<< QUESTA NON TE LA PERDONO. CHI CREDI DI ESSERE? >> urlava come un matto , ma non potevamo sentire lei che forse non riusciva nemmeno a rispondere.

<< ORA BASTA! FUORI! FUORI! VAI VIA… >> potevo addirittura sentirlo dalla cucina. Interruppe con le sue urla il breve momento di gioia tra me ed Alice.

Era proprio arrabbiato , chissà cos’era successo fra i due.

Sentimmo la porta di casa sbattere e mi preparai a sentire l’ennesima sfuriata. Mi accomodai sulla sedia , sarebbe stata una lunga litigata e cominciai a pensare a cosa gli avrei detto. Non l’avrebbe passata liscia.

Persa com’ero nei miei pensieri non mi accorsi di Edward , fin quando non sbucò alle mie spalle dandomi un bacio sulla guancia. Mi lasciò di stucco. Ma che stava facendo?

Mi voltai all’istante indecisa se prenderlo a calci o a schiaffi, per fortuna intervenne Alice.

<< Dov’è Irina? >>

<< A casa sua. Dove sarebbe dovuta essere… perché l’hai fatta entrare? >> domandò come se la causa di tutti i suoi problemi fosse sua sorella.

<< Perché sono educata? Mm? >> tono ironico.

<< Non conta l’educazione , sai che non la voglio in casa… >> sentenziò ed io mi sentivo sempre più fuori luogo.

<< Tu non la vorrai , ma lei ha qualcosa che ti appartiene… >>dissi , mi irritava e non poco.

<< Non ha niente di mio quella! >> mm?

<< Ma che stai dicendo? Credi che non abbia sentito eh? EH? >> mi aveva forse preso per scema?

<< Non ho detto questo. Non le credo… >> Cosa? Non doveva trattarsi di fiducia.

<< Beh credo sia il caso di darle il beneficio del dubbio no? >> non sarebbe mai cresciuto.

<< Bella andate su… stanno arrivando i miei. Sopra non c’è nessuno >> ovviamente non dovevano sapere niente.

<< Non fa niente , abbiamo finito , non dobbiamo dirci niente >> ma evidentemente Edward non era d’accordo.

<< Invece dobbiamo parlare… vieni! >> mi prese per un braccio e provai a sfuggirgli , non doveva toccarmi.

Ma lui prontamente mi issò sulle sue spalle ed io cercai invano di aggrapparmi a qualsiasi cosa.

<< Ali! AIUTO! >> strillai.

<< Ah no. Vedetevela tra voi… >> da ricordare , se mai avesse avuto bisogno di me le avrei detto di fare da sola.

<< Edward fammi scendere! >> ma ormai eravamo al piano di sopra.

<< Subito! >> entrò in una stanza –la sua- e mi depositò con paca grazia sul letto, sul suo letto.

<< Che vuoi? >> forse avevo messo troppa acidità.

<< Spiegarti… io non le credo! >> okay , ora basta.

<< Ma sei stupido? Non si tratta di fiducia… si tratta di accettare le responsabilità e come vedo non sei cambiato. Si tratta di un bambino Edward! Che cazzo hai in testa? Non ci puoi giocare… >> stavo esagerando? No , stavo però tirando fuori il risentimento di cinque anni.

<< Ma chi sta giocando? Non esiste nessun bambino >> mm , che nervi.

<< Ma come puoi esserne certo? Come? Solo il tempo te lo dirà , ma tu non puoi abbandonarla per questo. >> era come se stessi parlando di me.

<< Si certo , quella sarebbe capace di farsi mettere incinta solo per farsi sposare… >> che bell’opinione che aveva.

<< Smettila! Non mi importa che rapporto hai con lei! Non mi importa… ma la devi smettere! È una cosa troppo importante per essere trattata con così tanta leggerezza, Edward, è un bambino! >> come potevo farlo ragionare?

<< Ma perché ti importa tanto? Che ti frega? Andava tutto bene… >> si andava…<< Se sapessi cosa ha fatto non saresti così gentile… >>

<< Che mi frega? Edward noi siamo stati abbandonati! Ti dice niente? Vuoi che faccia la mia fine? Da sola e crescere un figlio che il padre non ha voluto? >> sperai che la realtà lo facesse riflettere.

<< Non è incinta. Come. Cazzo. Te. Lo. Devo. Dire? >> la sua sicurezza mi mandava in bestia.

<< NO! tu mi devi dire come cazzo fai ad esserne sicuro se fino a due giorni fa eri nel suo letto >> ecco mi era scappato.

Per un attimo lo presi alla sprovvista ma si riprese in fretta.

<< Perché sono sempre stato attento. Sempre! E poi prende la pillola… >>

<< Stare attenti non basta… e la pillola può fallire, non sembra una ragazza molto responsabile >> probabilmente si era dimenticata di prenderla.

<< Io sono sicuro. Non è incinta e se anche lo fosse non è mio. Non potrebbe esserlo nemmeno se non avesse preso la pillola… >> mm?

<< Perché sei sterile? >> oh io sapevo per certo che era il contrario.

<< Non lo so. Ma so quello che faccio! >> ma che…

<< Ma sai che cosa? Che cosa? Non puoi esserne certo , un preservativo rotto? Bucato? E se non te ne fossi accorto? E se te ne fossi dimenticato? >> potevano essere diverse la cause.

<< Ma che stai dicendo? Non dire cavolate. Dimenticarmene? Ma stai scherzando? Credo sia evidente che non era nulla di serio, non ho un contatto così diretto, così intimo da cinque anni… >> Cosa? Cinque anni?

<< Beh , non vuol dire niente Edward. Il preservativo è sicuro al novantanove per cento. Ma non puoi dare per scontato quell’un per cento, non puoi! >> basta , non avrei aggiunto altro , avevo perso la mia causa , non dovevo lottare per quella di un’altra.

<< Si che posso! Sono sempre uscito in tempo. Non le sono mai nemmeno venuto dentro se proprio lo vuoi sapere… lei lo sa. Perché credi che non sia qui? Perché credi che se ne sia andata senza combattere? Perché? Lo fai tu , che non ne hai motivo e lei? Dov’è lei? >> troppe notizie, troppe informazioni…

<< Perché? >> domanda stupida.

<< Perché io non voglio un figlio… >>

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*
*Oh, ciao... mm e allora? intanto abbiamo chiarito che Ed non è proprio passato di letto in letto... e se davvero consideriamo che poi è andato da lei , ha davvero importanza cosa ha fatto prima? anche se è scappato da lei? beh io lo perdonerei u.u .. ma adesso concentriamoci sul suo discorso? è sincero? merita fiducia? buuu... e poi per ciò che ha detto adesso? se volete sapere la fine non uccidetemi... un bacione , a presto... se volete lo spoiler lo chiedete, piccolaluce*

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Capitolo 29
*** *..respirare..* ***


CAPITOLO 26 ..respirare..

*... mmm ciao! =) ecco questo nuovo capitolo... e non lo so se era quello che vi aspettavate.. so che volete solo sentir dire una frase... ma quella arriverà presto... e non lo so che dite? è stato affrettato? non credo... merita fiducia? non lo so... lascio a voi.. ma forse dopo aver scoperto cosa realmente intendeva con quel "io non voglio un figlio" qualche idea ve la siete fatta! e spero che vi sia piaciuto... e alla fine , cosa sta succedendo? un bacione immenso e grazie a tutte del sostegno , piccolaluce*

*
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<< Perché io non voglio un figlio… >> prese fiato e prima che potessi prenderlo a calci ricominciò.

<< Io non voglio un figlio… non ho mai voluto un figlio… se non da te >> Da me? Me?

<< Cosa? >> chiesi come la stupida.

<< Si è così. Ho sempre visto te e solo te nel mio futuro. Ecco perché non mi sono mai legato a nessuna. Mai. Il mio inconscio ha sempre rifiutato tutto ciò che ho sempre desiderato avere con te… e di conseguenza ho sempre evitato tutte quelle situazione che mi avrebbero potuto portare a quel destino che desideravo condividere insieme.. in un modo , o nell’altro! Matrimonio, famiglia ,figli.. tutto! >> Figli? Lui si permetteva di dire che voleva un figlio da me?

<< Ah… >> fu tutto ciò che riuscii a dire. Lui inaspettatamente mi prese per mano.

<< Io lo so che abbiamo tante cose da dirci , ma vorrei riprovarci… cioè io vorrei vedere se quel futuro è ancora possibile per noi… >> Noi?

<< Edward… io… >> ero senza parole. Fino a due giorni fa mi odiava o mi sbagliavo?

<< Aspetta. Ci andremo piano. So che c’è tanto da mettere in ordine. E poi io amo quel bambino , farei di tutto per lui… >> istintivamente gli mollai un ceffone che risuonò in tutta la stanza. Mi guardava confuso ma non proferì parola.

<< Tu. Brutto stronzo… sei stato con quella e poi sei venuto nel mio letto, nel mio! Mio dannazione. Ti ho accolto in casa mia… mentre tu , fino a qualche ora prima ti scopavi un’altra… >> non era qualcosa alla quale sarei passata sopra.

<< Ma io… non è vero! E tu come lo sai…? >> ma che gli importava?

<< Mi prendi per il culo Ed? L’ha detto quella… lei me l’ha detto. L’ho dovuto sentire da un’altra che hai passato la notte lì. E poi che fai? Ti presenti a casa mia? Da mio figlio? >> non potevo capirlo.

<< Non è vero! Cioè è vero che ho passato la notte lì, si. Ma non c’è stato niente… te lo giuro. Volevo solo scappare , scappare da te e da quello che avevi da dire. Non ho fatto altro che pensarci , tutto il tempo. Ero esausto e mi sono subito addormentato sul divano. Non mi sono nemmeno spogliato. Non ci sono andato per stare con lei , ci sono andato per fuggire da te , ma è davvero così importante se consideri che sono tornato da te? >> Eh , è così importante?

Mi alzai spaventata da ciò che mi stava rivelando e senza volerlo cominciai a piangere.

Inaspettatamente si alzò prendendomi tra le braccia…

<< Ehi no. Non piangere ti prego… shhh! >> cercò di cullarmi ma io cominciai a prenderlo a pugni , non ci misi nemmeno tutta la forza che avevo , non volevo ferirlo , volevo sfogarmi.

<< Sei uno stupido! Uno stupido… mi fai del male , sempre… >> la persona che mi aveva ferito di più nella mia vita. Parlavo e continuavo a dargli colpi sulle braccia , sulle spalle , sul petto…

Poi , qualcosa cambiò ,smisi di colpirlo e alzai lo sguardo per riflettermi nelle sue iridi verdi , sincere e dolci come non lo erano da tempo. Mi ritrovai indietro , nel passato e non come se stessi vivendo un flashback ma come se fosse un continuo , la mia vita se tutto fosse andato bene, la mia vita con lui , la nostra vita insieme , con nostro figlio se lui non mi avesse lasciato…

<< Sei uno stup… >> ma non riuscii a finire , trovò un modo per zittirmi , un ottimo modo per farlo…

E fu come tornare a respirare , fu come vedere il sole dopo anni di buio , fu come tornare alla vita…

Bastò un attimo a realizzare tutto questo.

Nell’esatto momento in cui le sue labbra toccarono le mie il mondo si fermò in un istante…

Non poteva essere vero…

Io e lui , noi. Insieme , come se niente fosse mai cambiato. E avrei continuare così all’infinito. Perché finché mi limitavo a stargli lontana potevo farcela , ma adesso… adesso che mi stringeva tra le sue braccia , di una cosa era sicura : lui era la mia vita , era sempre stato la mia vita.

E per quanto sbagliato fosse , per quanto sapessi che non doveva succedere , per quanto sapessi che c’erano troppe cose da dire , da chiarire, mi lasciai andare. Per una volta dopo cinque anni permisi a me stessa di essere la ragazza di ventitré anni che in fondo ero… mi lasciai andare , totalmente , forse troppo…

Un attimo , un secondo , un brevissimo istante e mi ritrovai con le mani fra i suoi capelli. Poterne risentire la morbidezza era qualcosa di indescrivibile. E lo stesso istante che io impiegai per accarezzarlo lui lo impiegò per trascinarmi per i fianchi sul letto , adagiandomi a cavalcioni su di lui.

La porta era chiusa ma non a chiave , sarebbe potuto entrare chiunque. Mio figlio era a qualche metro di distanza che dormiva… e se fosse entrato cercando me o Edward? Gli sarebbe preso un colpo. E nonostante il pericolo che correvamo non mi allontanai ma ciò contribuì solo ad aumentare l’adrenalina e la voglia. Per una volta , per la prima volta mio figlio passò in secondo piano. Non andava bene , non andava bene per niente…

Continuammo a baciarci , sfioramenti di labbra e piccoli morsi. Ma quando mi sfiorò le labbra con la lingua fu la fine. Troppo tutto in una volta. Ma non dovette nemmeno chiedere il permesso , dischiusi subito le labbra per far si che le nostre lingue si incontrassero , desideravano incontrarsi e quando avvenne fu come se non avessimo mai smesso.

Mi era mancato , mi era mancato da morire ed ora era qui. Sotto di me e mi teneva stretta e sé.

Se anche fosse entrato qualcuno , non me ne sarebbe importato nulla. Niente avrebbe potuto interromperci, interrompere quel nostro ritrovarci.

Questo era quello che pensavo… 

<< PAPÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀ! >> un urlo straziante squarciò l’aria. Un urlo di dolore…

E non saprei dire quanto tempo impiegai a comprendere quello che stava succedendo. Probabilmente non avrei mai potuto capirlo non facendo nulla. Continuando a stare ferma. Ma era come se fossi congelata , non potevo muovermi. Avevo le gambe paralizzate ed Edward mi fissava altrettanto terrorizzato e confuso.

Mi sembrò che fossero passate ore ma in realtà erano solo pochi secondi. Pochissimi secondi…

Edward fu più lucido di me e per fortuna gli bastò un attimo, il tempo di sentire un altro rumore – un nuovo urlo – per catapultarsi al piano di sotto seguito da me.

<< PA-PAPÀÀÀÀ… >> non erano più urla , era un pianto disperato.

Incominciai a tremare , non essendo preparata a quello che mi trovai davanti…

Mi si gelò il sangue nelle vene…

Se non fosse stato per Edward , se non fosse arrivato prima di me e si fosse messo in mezzo probabilmente domani avremmo tutti assistito ad un funerale…

Presi fiato per urlare a mia volta e poi tutto accadde molto velocemente. Troppo velocemente.

Così di fretta che non serviva più che io urlassi, ma ciò non avrebbe placato la mia ira…

 

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Capitolo 30
*** *..papà..* ***


CAPITOLO 28 ..papà..

*Ciao.... eccomi qui due giorni prima... contente? =) eh niente , questa volta ci si legge sotto, un bacio*

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Ancora non capivo cosa realmente fosse successo , ma soprattutto come?

Emmett era a terra , steso da un pugno –in piena faccia- di Edward. Tutti gli altri erano intorno , Carlisle , Esme ed Alice. Nessuno si azzardava a dire niente e nessuno muoveva un solo muscolo , in un’altra circostanza tutti sarebbero andati addosso ad Edward , ma questa volta no.

Non se l’attenzione veniva posata su Robert, no , perché se lo facevi e vedevi quel bambino , quell’angioletto attaccato ad un gamba di Edward , tremante e scosso in preda ai singhiozzi , non potevi che voler dare anche tu la tua parte.

Il tempo di riprendere lucidità, le varie voci concitate si mischiarono ma io non riuscii nemmeno a distinguerle , troppo frastornata.

Mi gettai in ginocchio tra le gambe di Edward per prendere il mio piccolo e cullarlo.

Non voleva e si teneva attaccato ai Jeans ma lo forzai , dovevo portarlo via , non volevo assistesse e dovevo sapere che diamine succedeva.

Non feci nemmeno un passo che Esme mi comparve alle spalle.

<< Lasciamelo, gli faccio un bagno e lo calmo… >> non volevo separarmi da lui ma accettai lo stesso.

<< Grazie >> scosso com’era non si oppose nemmeno.

Probabilmente non le diedi nemmeno il tempo di raggiungere il piano superiore che mi fiondai su quel cretino seduto a terra, solo che non ci arrivai.

<< LASCAMI! Io lo ammazzo! Lo ammazzo! Lasciami… >> urlavo ma Edward non accennava a mollarmi ed ogni mio sforzo era inutile, era come se fossi legata.

<< Lasciala Edward , lasciala così lo ammazza… >> lo incitava Alice , ma lui non cedeva.

<< Basta! calmati… basta, ho già dato io… >> mi avvolse con le sue braccia e mi sussurrò all’orecchio.

<< Hai dato che? Non vedi che è ancora vivo? >> piagnucolai. << Che cazzo hai in testa eh? >> questa volta mi rivolsi a quel cretino che mi trovavo come cognato e a cui purtroppo avevo imparato a volere bene. Non rispondeva…

<< Come hai potuto? È un bambino, solo un bambino… >> non riuscivo a comprenderlo.

Carlisle si avvicinò al figlio , forse per vedere cosa avesse.

Fu un attimo , il suo primo movimento, si girò verso la porta e riversò tutto ciò che aveva nello stomaco sul pavimento. Mi voltai anch’io. Non potevo guardare.

<< Hai bevuto? Emmett hai bevuto? Ma che cavolo hai in testa? Quanti anni, hai quindici? >> era parecchio arrabbiato. Ancora silenzio, si leggeva in faccia che capiva… e forse lo voleva, voleva che lo disprezzassimo , come se si rendesse conto di meritarlo , e lo meritava eccome…

<< Papà portalo in ospedale. Puzza di alcool e fumo , non che non si meriti di stare male ma almeno eviteremo questo scempio… >> parlò Edward per la seconda volta.

<< Si okay. Alzati… >> prese il figlio per un braccio e lo condusse fuori.

<< Perché mi hai fermata? Lo volevo ammazzare! >> mi lamentai una volta libera dalla morsa di Edward.

<< Perché ho già fatto io , non vedi che non si regge in piedi? È completamente ubriaco , non credo si sia reso conto di cosa ha fatto. >> cosa?

<< Non si è reso conto? Lo stai giustificando? >>

<< Ma secondo te se volevo giustificarlo lo prendevo a pugni? Non l’ho mai visto così… Ali , che è successo? Sai niente? E… Che cavolo hai al braccio? >> e per la prima volta da quando ero scesa puntai il mio sguardo su di lei.

<< Ah niente… >> sminuì.

<< Ali che hai? Ti ha fatto del male? >> chiesi allarmata notando l’arrossamento al braccio destro che evidentemente aveva attirato l’attenzione di Edward.

<< No. Non l’ha fatto apposta. Mi sono messa in mezzo e con una spintarella sono finita contro il muro… >> perché se un secondo fa tutti volevano picchiarlo adesso sembravano compatirlo?

<< Ma perché? Perché l’ha fatto? >> l’unica cosa che mi interessasse.

<< Ieri sera ha litigato con Rose, si sono lasciati. L’ha vista alla casetta con un altro… >> Oh. Edward si irrigidì un attimo prima che lei riprendesse il discorso. << Non che questo lo giustifichi , ma… Non è tornato ieri notte. Veramente è arrivato poco fa… non so cosa abbia fatto tutta la notte e la mattinata in giro ma onestamente non lo voglio sapere. Credevo fosse da lei a chiarire, evidentemente mi sbagliavo… >> ma in tutto questo , di cui forse un po’ mi dispiaceva, cosa centrava Rob?

<< Perché se l’è presa con lui? Ho fatto solo in tempo a vedere che lo teneva per un braccio mentre urlava >> rabbrividii al ricordo ed Edward con me.

<< Non so. Non glia ha fatto niente. Deve essersi svegliato e quando l’ha sentito e corso sotto per giocare. Forse ha insistito e Emm non era in vena. Mi aveva già detto che aveva un forte mal di testa… >> si prese il viso fra le mani e poi continuò << Non ragionava… gli ha detto di lasciarlo stare , di non insistere. Lo sai no? il piccolo non era abituato , poi io ero con lui cercavo di convincere Emm a giocarci. Poi Rob gli ha detto che sarebbe andato da Edward… beh lì non c’ha più visto. Si è messo a urlare che tutti scelgono sempre un altro… che non era giusto che non lo chiamasse zio , che doveva smetterla di dire Eddy -come se fosse speciale , più importante, come se avessero un legame tutto loro, qualcosa che lui non comprendeva e di cui non poteva farne parte- ma doveva chiamarlo zio Eddy… oh sono stupidaggini. Non ragionava…  sai che lo adora. È geloso che lui adori Edward ed era un momento delicato… il tuo ometto ha un bel coraggio, gli ha detto che è il suo Edward e lo chiama come vuole… qui mi sono messa in mezzo , perché l’ho visto scattare, poi si è imbestialito e l’ha preso per un braccio… i miei erano in cucina, si sono avvicinati sentendo le urla , ma Edward è stato più veloce… >> gli accarezzai l’avambraccio.

<< Non oso immaginare se non fossi arrivato in tempo. >> lo ringrazia con lo sguardo.

<< Ma sono arrivato quindi ora calmati… non è successo niente >>

<< Non avrebbe dovuto farlo. È un bambino… anche se sta soffrendo non dovrebbe arrivare a un punto di non ritorno , dovrebbe sapersi fermare. Questo non è mio fratello >> disse mortificata ed arrabbiata Alice, nel frattempo si mise a pulire il disastro dell’entrata. Io non ce l’avrei fatta se l’avessi aiutata.

<< Adesso è tutto okay… sistemiamo tutto >> mi cullava tenendomi tra le braccia , sapeva che se mi avesse mollata sarei crollata.

<< Grazie… >> fu tutto ciò che dissi.

Edward teneva le mani sul mio ventre abbracciandomi da dietro col mento appoggiato sulla mia spalla destra.

<< Tu… tu… >> ma non continuò.

<< Io? >>

<< Tu… tu hai detto che Rob non sa chi è il padre vero? >> mi chiese un po’ imbarazzato.

<< No, non lo sa… >> non capivo dove volesse arrivare , ma non era il momento adatto per chiarirgli le idee.

<< Allora perché l’ha chiamato? >> Ah? Cosa?

<< Come scusa? Ma che dici… >> Rob , non sapeva nemmeno quale fosse il nome , era impossibile che l’avesse chiamato.

<< Quando ha urlato , ha detto “papà”. Ha chiamato lui… >> Era vero. L’avevo dimenticato. Troppo sconvolta dall’accaduto non vi avevo prestato la giusta attenzione. Mi era sembrato così strano, così impossibile. Non aveva mai chiamato nessuno così…

<< No, io credo che stesse chiamando te… >> gli dissi la verità , nonostante avessi paura. Paura che non fosse qualcosa di bello come invece lo era per me. Lui era il papà ed era giusto che lo dicesse a lui la prima volta e la cosa più bella era che non l’aveva detto perché ero stata io a spingerlo o perché sapeva che era Edward il papà, ma perché lo sentiva , perché nel momento del bisogno aveva capito di poter contare su di lui. Sorprendendomi mi sorrise , un sorriso vero e sincero e prima che potesse aggiungere anche una piccola cosa fummo interrotti , come sempre.

<< BELLA! >> era Esme, mi affaccia alla scala preoccupata.

<< Che succede? >> chiedemmo entrambi all’unisono.

<< Sali per favore… non vuole uscire >>

Ci precipitammo al piano superiore e in un attimo arrivammo mano nella mano al bagno.

<< Se hai bisogno chiama, ma credo voglia te >> si congedò Esme.

<< Certo e grazie >> mi fece una carezza e se ne andò , lasciandoci soli.

<< Forse è meglio se resto fuori… >>

<< Ma che dici? Perché? >> perché doveva sempre farsi mille paranoie?

<< Credo che voglia solo te… tu sei la mamma >> Oh.

<< Veramente non ha chiamato me prima, ha chiamato il papà, quindi ‘sta zitto ed entra con me >> gli strinsi la mano e lo trascinai con forza all’interno.

Il piccolo era dentro la vasca immobile a fissare un punto indefinito. Povero bimbo. Corsi da lui per portarlo fuori.

<< Amore… usciamo? >> non rispose. Scosse la testa in senso di diniego.

<< Dai. Ci mettiamo nel lettone e guardiamo la tivù… >> gli accarezzavo dolcemente la schiena nel vano tentativo di calmarlo , ma, ancora niente, non ne voleva sapere. Nemmeno mi guardava.

<< Ti giuro che non scendiamo nemmeno sotto se non vuoi. Ce ne stiamo nel lettone… mangiamo su se non vuoi scendere >> forse temeva di incontrare Emmett. Ma niente… ed io mi stavo preoccupando.

<< Non vuoi venire con la mamma? Stiamo soli soletti… >> e per la prima volta alzò il suo sguardo triste per puntarlo su Edward. Non voleva che stessimo soli , voleva che stessimo tutti e tre insieme. E forse non era solo di Emmett che aveva paura , ma anche di Edward , della sua reazione.

<< Ehi… piccolo. Vengo anche io con voi e ci guardiamo la tivù. Ti va? >> ma non rispondeva nemmeno a lui , ma almeno lo fissava. Edward sembrava aver capito subito quale fosse almeno una parte del problema.

<< Non ci vieni con Eddy? Vado a prendere le pizze e ci guardiamo un bel cartone… >> si vedeva che non stava nella pelle all’idea di passare del tempo tutti e tre insieme , ma aveva paura , paura di ciò che aveva detto in un momento di puro terrore. Non poteva sapere che Edward invece ne era felice…

<< Piccolo… vieni con papà? >> Cosa? Con papà

L’aveva detto davvero? Lo sentiva?

Quella parola tanto temuta bastò a risvegliarlo dal suo stato di catatonia. Si riaccese a sentirglielo dire. Annuì energicamente , felice e parlò per la prima volta << Si >> ed io ero sconcertata e invece loro si erano improvvisamente ritrovati. Non so nemmeno come ci fossi arrivata , ma eravamo nella nostra stanza…

Tutti e tre. Edward stava facendo indossare il sotto del pigiamino al mio bimbo che sembrava aver ritrovato un equilibrio ed io li guardavo innamorata…

<< E questa? >> oh cavolo…

Guardava parecchio interessato la voglia. Uff , non era così che avrebbe dovuto saperlo. Dovevo essere io a dirglielo… volevo essere io a farlo. Oltretutto c’era Rob , non potevo adesso.

<< Mm ecco… si è una voglia… >> ti prego Ed non dire nulla in sua presenza.

<< Lo vedo. È bella… è a forma di cuore. È la prima volta che ne vedo una così… >> ah?

<< Ma sei scemo? >> le parole uscirono dalla mia bocca involontariamente.

<< Perché? Non è colpa mia… ehi! Non è qualcosa che si vede tutti i giorni… >> ma che… ?

<< No hai ragione. Ricordami di spiegartelo un giorno , davvero… >> mi guardava sconcertato e non capiva davvero. Mah. Si concentrò su altro , finendo di sistemare il mio angioletto.

<< Pronti! Vado a prendere le pizze e torno…  ciao >> baciò me e Rob sulla testa e si avviò alla porta.

Ma mentre camminava con un’eleganza degna di un modello si ritrovò col sedere per terra… bastarono due paroline a farlo crollare. O forse fu solo l’ultima.

<< Ciao… papà >> papà

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*Oh... ciao! =) come va? grazie per essere arrivate fin qui... vi piace questo capitolo? io lo adoro letteralmente... *.*... è uno dei miei preferiti.. e anche se c'è ancora molto da dire mi commuovo sola... u.u so che non vi aspettavate ciò che è successo...  i colpi di scena non mancheranno ma come potete vedere si risolveranno in fretta... e poi non rallenteranno lo svelamento della verità ma ne dimezzeranno i tempi... se non fosse uccesso questo spiacevole episodio Rob probabilmente a mente lucida non l'avrebbe chiamato papà tanto presto... e niente dai... =) grazie di tutto.... se vi va lasciatemi una recensione... =) a presto... anche se ritorneremo con gli aggiornamenti della domenica , eccetto dopodomani che non ci sarà visto che è venerdì... un bacione.. godetevi l'estate=) vi adoro... piccolaluce*

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Capitolo 31
*** *..momenti per noi..* ***


CAPITOLO 30 ..momenti per noi..

*Ciaooooo.... ci leggiamo sotto questa volta =P*

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Cercavo di non ridere ma mi risultava impossibile. Sapevo che forse mi sarei dovuta commuovere e poi scoppiare a piangere , ma la scena era troppo divertente.

Edward si alzò di scatto e mi fissò come se cercasse conferma in quello che aveva sentito. Bastò un cenno –il mio annuire impercettibilmente- per convincerlo a muoversi. Aveva gli occhi lucidi…

E sembrava… felice? In poco tempo anche i miei occhi si velarono di lacrime…

Corse da lui , lo sollevò in piedi sul letto e lo strinse a sé. Incominciarono a girare in tondo mentre gli baciava la testa e Rob rideva di gusto.

Non smettevano. Si sarebbero sentiti male…

<< Ehi e la pizza? >> cercai di distrarlo.

Si fermarono di colpo. << Giusto! Uff tu si che sai come rovinare un momento… >> Ma cosa mi toccava sentire…

<< Si certo. Muoviti che si è fatta sera >> lo schernii un po’.

<< Ah ah ah… toro subito >> posò il mio bambolotto sul letto e si fiondò al piano di sotto.

Dovevo approfittare di questi attimi da soli. Non per le verità , sia perché prima avrei voluto dirlo ad Edward e sia perché prima volevo tastare il terreno , anche se ero certa ne sarebbe stato felice , ma ero preoccupata all’idea che se la prendesse con me per averglielo taciuto e con lui per averlo abbandonato…

Ma avevo anche qualche altra questione da affrontare, non potevamo certo stare chiusi in camera fino a Natale. Anche se soli soletti noi tre…

<< Amore… Emmett non è cattivo lo sai vero? >> per quanto lo odiassi in questo momento non potevo permettere che fosse lo stesso per Rob. Era lo zio , sul serio, e in un modo o nell’altro se Rob fosse riuscito a perdonarlo , beh , forse avrei potuto farlo anche io e un giorno forse mi sarebbe passata.

<< Si… >> rispose troppo in fretta.

<< Davvero? >>

<< Mm… Ha fatto male a zia. >> Mai toccare Alice davanti a lui.

<< Sai non l’ha vista… non le avrebbe mai fatto del male >> tentai di convincerlo.

<< Si ma… mamma ha detto cose bruttissime. M-mi ha fatto paura… e io lo guardavo e non era Emmett… non era… non era lo z-zio. >> e come biasimarlo? Un giorno avrebbe capito.

<< Sai sta male… ha litigato con Rosalie. Quando sarai grande capirai… >> e sperai con tutto il cuore che non dovesse mai affrontare nulla di simile.

<< Si ma… io quando sono arrabbiato non me la prendo con gli altri… >> mi spuntò un timido sorriso. Quando mai era arrabbiato il mio angelo?

<< Hai ragione. Ma tutti possono sbagliare…  e poi è arrivato Edward , hai visto? >> eccolo balzare in piedi sul letto.

<< Ma hai visto? È stato velocissimo e l’ha buttato a tella… a te-terra >> si corresse da solo.

<< Si… ma non c’era bisogno. Lo sai che le mani non si alzano… >> volevo che questo fosse chiaro.

<< Veramente ha cominciato zio… >> eravamo ritornati a zio quindi forse non era tutto perso. << Ma , mamy… L’ha steso, e zio è davvero grosso… >> modalità orgoglio infinito verso il padre : ON.

<< Si amore ho visto… e tu sei contento che Edward ti ha difeso? >> bene , ora bisogna affrontare delicatamente l’argomento papà.

<< Certo! L’ho chiamato io… >> l’ultima frase la sussurrò appena.

Lo presi e lo feci accomodare sulla mia pancia. << Si amore… ho sentito sai? >>

<< Mamma… a te non importa vero? >>

<< Cosa? >> anche se qualche idea l’avevo.

<< Che lo chiamo papà… >> mai avrei creduto che si preoccupasse di questo.

<< Ma amore… lui è il tuo Edward. Lo puoi chiamare come vuoi >>

<< Ma… lui… Ed-dwar… ti ha det-to niente? >> ecco che ritornava la paura , nonostante l’avesse rassicurato lui stesso.

<< Si. Mi ha detto che è contento… >> ok non me l’aveva detto ma era come se l’avesse fatto.

<< Davvero? >>

<< Certo amore… lui ci sarà per te. Sempre! Quando lo vorrai ti basterà chiamare… >>

<< A chi basterà chiamare chi? >>  e da dove era spuntato?

<< A nessuno… >> sorrisi falsamente

<< Si certo come no. Beh dove metto tutto? >> Aveva tra le mani , tre Dvd e sei confezioni di pizze. Ma aveva qualche disturbo? Era decisamente megalomane. Decisi comunque di accertarmene.

<< Edward soffri per cosa di Megalomania? >>  e nel dirlo scoppiai a ridere.

<< Di Mega… che cosa? >> chiese seriamente interessato.

<< Megalomania. Edward è ovvio… >> e lui capì che lo stavo prendendo per i fondelli.

<< Bella mi prendi per il cu… >> il mio sguardo omicida lo fece desistere dal continuare. << In giro? Non sai nemmeno cosa significa >>

<< Certo che lo so. È la malattia di chi non riesce a controllarsi , fa tutto in grande, appunto : Megalomane  >> dissi orgogliosa di me stessa.

<< Sei sicura che si chiami così? >>

<< Mm… certo! >> per niente in realtà.

<< Vado a prendere l’enciclopedia medica? >> Uff.

<< NO! Non fa niente… quante pizze hai preso? Io e Rob ne mangiamo si e no una insieme >> cercai di deconcentrarlo.

<< Infatti tre sono le mie >> Megalomane  e ingordo.

<< O-okay. E tutti quei film? >>

<< Il re leone >> Oh erano vent’anni che non lo vedevo.

<< Io non l’ho mai visto! >> intervenne entusiasta il mio bimbo.

<< Io mi chiedo come sia cresciuto su così bene… piccolo questo non può mancare , è il mio preferito ed alla base della crescita di tutti i Cullen >> beh il mio amore era un vero Cullen, ma fui felice del fatto che lo ritenesse tale anche senza averne la certezza.

<< E hai preso solo il re leone? >> ne mancavano ancora due.

<< Si. Cioè no… il re leone uno , il re leone due e il re leone tre >> Megalomane.

<< Okay. Vado a prendere una tovaglia per mangiare. Vai mettendo il Dvd nel lettore… >>

<< Sissignora >> rispose il cadetto.

Uscì dalla stanza e mi sentii subito strattonare per un braccio. << Alice! >> ma che… << Che fai mi spii? >>

<< Ma che sei scema? No , ti aspettavo. E… glielo dirai? >> chiese emozionata.

<< Mm… SI! >> e mi saltò addosso.

<< Adesso? >> oh non si accontentava mai.

<< Mi piacerebbe ma c’è Robert. Appena troveremo un attimo per noi. Ormai non vedo l’ora… >> non stavo nella pelle. Volevo dirglielo.

<< Siiiii! Ah , trova il modo ti prego. Emmett è in ospedale con papà…  lo dimettono tra due giorni , per controllo hanno detto ma sono certa che papà abbia insistito affinché stia lontano da casa qualche giorno e si schiarisca le idee… noi domani mattina usciamo a fare compere e potremmo portare Rob con noi. >> mm poteva andare.

<< Okay. Poi vediamo. Mi dai una tovaglia? >> sicuramente Edward le aveva detto che avremmo pranzato in camera e infatti non fece alcuna domanda e mi diede ciò che le avevo chiesto.        << Grazie my dwarf >>

<< My… che? >> mia nana?

<< Niente. Grazie mia cara… >> e me ne andai , non prima però di averle schioccato un bacio sulla guancia e averle fatto la linguaccia. Era la mia migliore amica e se non fosse stato per lei –involontariamente ovviamente- non sarei qui. Qui a ricostruire –se possibile- la mia famiglia.

Ma quando arrivai alla porta non entrai : stavano parlando. Sapevo che non avrei dovuto origliare , ma non potei farne a meno. Riuscivo a sentire perfettamente grazie alla porta che avevo lasciata socchiusa.

<< Rob metti la custodia sul tavolino per favore? Ma quanto vuole la mamma? >> oh, la mamma.

<< Okay. Ed… ? >> lo chiamò e potevo immaginarlo grattarsi la nuca imbarazzato.

<< Dimmi piccolo >> rispose troppo in fretta. Non aveva ancora capito che stava per affrontare un argomento delicato e che un po’ lo preoccupava, io invece, lo sapevo bene.

<< Po-posso chiamarti… papà? >> inevitabilmente calde lacrime scesero dai miei occhi , quanto avrei voluto essere lì con loro , ma era il loro momento. E se prima potevo immaginare Robert grattarsi  la nuca in imbarazzo adesso potevo immaginare lo stesso di Edward.

<< Ma certo. Tu sei il mio bambino >> e parole più belle e più dolci non avrebbe potuto dirgli.

Non c’era stato per tanto tempo , era vero. Ma non potevo certo dire che non stesse recuperando in modo impeccabile… tutto il contrario , era perfetto.

Rientrai in tempo per vederli insieme sul letto , stretti in uno di quegli abbracci che solo padre e figlio sono capace di donare l’uno all’altro. Uno di quegli abbracci che per tanto tempo aveva potuto scambiare solo con me. Ma non potevo esserne gelosa. Quello era il suo posto…

<< Oh chi si vede… >> mi schernì il Megalomane.

<< Ah ah. Su mangiamo va’… >> guardai l’ora ed erano le tre del pomeriggio. << Mm diciamo che questa è ormai una colazione… >>

<< Ancora dopo cinque anni tu non sai la differenza tra colazione e merenda , Bella? >> mi chiese sconvolto. Oh cavolo!

<< Certo che lo so… mi sono solo confusa >> mm, bugia!

<< Non è vero si confonde sempre… >> disse il mio ometto nell’orecchio ad Edward che scoppiò a ridere.

<< Hei tu , guarda che ti ho sentito. >> Traditore.

<< Mamma, lo sai che Simba ha uno zio cattivo? >> cambiò argomento e lo lasciai fare. Ma un attimo… come diavolo faceva a saperlo?

<< Ehi ehi , che gli hai raccontato il cartone? >>

<< NO! Gli stavo spiegando una cosa… >> mm e cosa?

<< Si , sai mamma, Scar è cattivo ma perché è geloso del fratello, Mula Mufala… >> tentennò.

<< Mufasa >>

<< Ecco si… poi torna buono però… >> veramente non mi sembrava proprio.

<< Ma chi te l’ha detto? >> la mia domanda non era rivolta a lui ovviamente , ma a qualcuno la cui memoria perdeva qualche colpo.

<< Me l’ha detto papà… >> Me l’ha detto papà. Feci mentalmente il verso , ma in realtà ne ero più che felice. Mi bastò guardarlo e vederlo sollevare la spalle per capire.

La sua memoria non aveva alcun problema. Il suo era un modo per rendergli tutto più semplice.

Scar era Emmett. Lo zio cattivo che feriva il nipotino , ma che in realtà era buono. Ma quanto era dolce?

<< Si amore scusa è vero. Anche se non lo fanno vedere , si sa che poi è Scar a sistemare tutto >> azzardai e per fortuna annuì felice.

Mimai un grazie ad Edward che mi sorrise complice e mangiammo davanti alla tivù.

Prima di passare al secondo film dovemmo riguardare il primo tre volte. Non si stancava mai , sapeva quasi le battute a memoria. Forse se lo avessimo visto da soli sarebbe andata diversamente , anzi , sicuramente. Avrebbe associato la morte di Mufasa all’assenza del padre. Si sarebbe identificato nel povero cucciolo , Simba, solo. Invece non faceva altro che guardare Edward orgoglioso ed entusiasta di averlo accanto. Io non facevo che piangere , ma riuscivo ad ingannare Rob col dispiacere per il cucciolo. Non riuscivo ad ingannare Edward invece…

Non faceva altro che accarezzarmi e sorridermi.

Verso le otto , stavamo guardando il secondo ed Edward si assentò per portare la cena –McDonalds , ma da domani saremmo tornati a cibo normale e salutare- e inutile dire che dovemmo fare pausa e aspettare il suo ritorno , come se non lo conoscesse a memoria. Ma Rob voleva condividere ogni istate con lui.

Alle undici non avevamo ancora visto il terzo. La storia del primo si era ripetuta anche per il secondo.

<< Beh questo lo vedremo domani… >>  non si opposero, stanchi morti.

<< Allora campione , qual è il tuo personaggio preferito? >> io ormai dormivo in piedi e andai a fare una doccia veloce e mettere un top e un pantaloncino , ma li sentivo perfettamente.

<< Beh… Zazu. Però anche Timon… e Pumbaa e Kovu… >> cercai di trattenermi dal ridere al contrario di Edward che scoppiò in una fragorosa risata.

<< Ma ti piacciono tutti >>

<< Si però… >> il resto mi risultò ovattato e disturbato dallo scroscio dell’acqua , ma non mi preoccupai , ero tranquilla.

Quando ebbi finito li ritrovai docciati sul letto , pronti per dormire. Edward aveva fatto indossare l’altro sotto del pigiama a Rob –visto che aveva passato la giornata in pigiama- e lo stesso aveva fatto lui. Mm a petto nudo…

<< Va bene… domani porto la colazione… >> Edward stava per salutarci e non potei evitare al mio cuore di intristirsi.

<< No , aspetta. Mami… papà, può dormire con noi? Solo per oggi… dai… >> Ma anche tutti i giorni amore mio. Come avrei mai potuto –se anche il mio cuore non si fosse rianimato a quelle parole- negare una tale gioia a quegli occhioni da cucciolo? Non avrei mai potuto.

<< Ma certo… se lui è d’accordo >> non volevo che prendesse l’abitudine di decidere per tutti senza chiedere.

<< Papà? >> ogni volta che entrambi sentivamo quella parola , ci si illuminavano gli occhi.

<< Certo…  però ora tutti a nanna , buonanotte >> Oh quanta fretta, doveva essere stanchissimo.

<< Buonanotte >> rispondemmo all’unisono io e Robert.

Ci mettemmo nel lettone, col piccolo nel mezzo ovviamente, che in un attimo si addormentò, sfinito.

Edward mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Il ricongiungersi delle nostre labbra era qualcosa a cui non avrei saputo mai rinunciare, e capii per avesse insistito per andare subito a letto , per concederci qualche attimo da soli… ma non adesso!

<< Ehi… mi sei mancato , ma… >> bastò che guardassi tra di noi perché capisse.

<< Lo so. Ma… mi mancavi anche tu. >> era strano pronunciare e sentire determinate cose , eppure era così spontaneo.

<< Buonanotte Bella… >> e chiuse la luce accendendo quella baby.

Poi mi prese la mano e la pose su nostro figlio.

<< Buonanotte Ed… >> e mi schioccò un bacio sulle labbra prima di accasciarsi sul divano.

Ci guardammo al chiarore della fioca lucina azzurra finché ormai esausto non chiuse gli occhi.

<< Grazie Ed… >>

<< Mm, mm >> non ero nemmeno certa che capisse.

<< Dormi? >> del resto , continuava a tenermi per mano.

<< Mm, mm >> mi scappò una risatina e sapevo che avrei dovuto lasciarlo dormire , ma una cosa glielo volevo dire.

<< Ed… sei pronto a diventare papà? >>

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*Ciaoooo! come state?? tutto bene? ecco il nuovo capitolo.... e mi sa che ci siamo =). è stato davvero un parto... so che non accade molto ma dovevano pur passare un momento tutti e tre insieme , no? eccolo qui. spero vi sia piaciuto. che ne dite del nuovo Edward? a me piace tantissimo.... e niente ci vediamo al prossimo con la verità.... chissà chissà... un bacione , piccolaluce*



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Capitolo 32
*** *..la verità..* ***


CAPITOLO 31 ..la verità..

*.... ci leggiamo sotto...*

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Ero sveglia da un po’ , ma non avevo la minima intenzione di muovermi. Sia perché era troppo presto –mancava qualche minuto alle otto- sia perché non avevo nessuna intenzione di far scoppiare la mia bolla personale. Stavo troppo bene , con l’amore della mia vita a stringermi per mano , mentre accoglievamo in un unico abbraccio il frutto del nostro amore , forse non troppo lontano.

Poi , Edward era un sogno mentre dormiva…

I capelli scompigliati –come sempre, del resto- adagiati sul cuscino soffice schiacciato sotto il peso del suo viso. L’azzurrino del cotone faceva risaltare il rame dei capelli e quei riflessi biondi che si potevano vedere grazie alla leggera luce che filtrava dalla tenda oltre alla sua pelle chiara.

Aveva il volto rilassato , avvolto in un’aura di pace e mistero. Cosa dirai Edward , quando saprai?

La bocca leggermente socchiusa , mi permetteva di sentire il rumore del suo respiro regolare.

Gli passai una mano sul viso in una dolce carezza e potei sentire un accenno di barba. Sapevo che non si sarebbe svegliato , sia lui che Rob avevano un sonno pesantissimo.

Sembrava così sereno , così rilassato , così… felice? E forse lo era davvero. Ma… lo sarebbe stato anche dopo?

<< BUONGIORNO! >> Ma che… ?Balzammo tutti e tre a sedere sul letto. I miei due uomini leggermente spaesati. Oh Alice , Alice… non arriverai a sposare quel povero ragazzo che ti trovi accanto che ci guarda con aria mortificata.

<< Ma che cazzo ti urli? >> Mr educazione non era proprio di ottimo umore. E non si riscosse nemmeno dopo il mio colpo al braccio.

<< Non sapevo fossi qui… >> Oddio che vergogna, solo ora mi rendevo conto di quanto tutto potesse sembrare equivocabile agli occhi di chi non sapeva , come Jasper. Mi coprii il volto con il lenzuolo mortificata , desiderando di sparire.

<< Che vuoi? >> mm , eravamo passati da Mr educazione a Mr gentilezza , anche se quella nana non ne meritava di certo. Erano le otto del mattino , per la miseria! Uscii dal mio nascondiglio, decisa a calmare e acque. Il mio piccolo aveva gli occhi spalancati e alternava lo sguardo stralunato da un ospite all’altro, ci sarebbero voluti un dieci minuti prima che si risvegliasse completamente.

<< Niente , usciamo a fare spese… >>

<< E pensi che io voglia fare shopping? >> Da annotare , mai svegliare Edward Cullen prima delle undici del mattino.

<< No. Non ti vorrei nemmeno per reggermi le borse. Volevamo portare Rob con noi. >> e guardò me , che in quel momento ricordai… cavolo! Avrei dovuto preparalo , rendergli tutto più bello e emozionante e non noioso come lo stava facendo sembrare Alice , non avrebbe mai accettato.

Mi voltai per osservare la sua espressione e più che essere emozionato era come preoccupato di riservare una delusione alla zia. Per fortuna Jazz salvò la situazione.

<< Ehi Rob , ci vieni? Io e te lasciamo la pazza a fare compere e ce ne andiamo a giocare al minigolf? >> ecco forse così…

<< Mm… >> ci stava pensando , ma avrebbe detto di si.

<< E poi quando avrete finito ce ne andiamo al Luna Park e ci prendiamo la stanza nell’albergo interno? Mm? Ti va? >> ecco Alice doveva sempre esagerare e il mio sguardo inceneritore non la intimorì per niente. Ma perché? La Megalomania doveva essere una malattia congenita o forse una prerogativa dei fratelli Cullen , non ne ero certa.

<< Si! si si si… posso? Posso? >> guardò alternativamente Edward e me, il papà e la mamma, ed entrambi ci trovammo in accordo perfetto.

<< Si , certo >> fu la nostra risposta all’unisono.

E in nemmeno cinque minuti il mio bimbo era pronto , con tanto di borsone col cambio per la notte. Lo abbraccia forte prima di lasciarlo andare, sarebbe stata la prima notte che non avremmo trascorso insieme e mi sarebbe mancato da morire , ma c’era qualcun altro che meritava la mia attenzione in questo momento.

Non fecero nemmeno in tempo ad uscire dalla stanza che Edward si fiondò sulle mie labbra con urgenza , con passione e… amore?

Non riuscivo a resistergli. Intreccia le mie dita ai suoi capelli mentre lui si intrufolò sotto le coperte fra le mie gambe schiacciandomi sul letto. Ma non dovevamo parlare?

<< Ed? >> cercai di distrarlo quando si staccò per riprendere aria.

<< Mm? >> non mi prestava l’attenzione che cercavo , non a quella parte del mio corpo almeno.

<< Dobbiamo parlare… >> solitamente erano queste le paroline che attiravano l’attenzione di ogni ragazzo , no?

<< Adesso? Dopo no , eh? >> come se non volessi stare qui con lui a rilassarmi anche io.

<< Adesso , si! Su alzati e vestiti! >> non avrei resistito un altro minuto ad averlo nel mio letto a petto nudo.

<< Vestirmi? Perché? Dobbiamo uscire per parlare? >> Ecco a voi , Mr Pigrizia.

<< Veramente non lo so… portami da qualche parte >> proposi. E… non l’avessi mai fatto.

<< Soli? >>

<< SI! >> sbuffai e potei vedere il suo sguardo accendersi maliziosamente.  << Preferirei che fossimo da soli a parlare… >>

<< Ah… ok , cinque minuti e sono qui >>

Mi precipitai anche io in bagno , una doccia veloce e mi diressi direttamente nella cabina armadio. Indossai un topo arancione con degli inserti bianchi , degli shorts di jeans e le mie adorate Nike Blazer arancioni e quando uscii di lì , lo trovai sdraiato sul letto ad attendermi.

<< Cosa non avevi capito di “cinque minuti” ? >> chiese fintamente annoiato ma non riuscì a nascondere il suo solito sorriso sghembo.

<< Il “cinque” , sai per me significa sempre dieci >> e gli feci una bella linguaccia , conscia della stupidità della mia risposta.

<< Ah dieci eh? Non si direbbe… dai sei pronta? >> mi squadrò completamente << E quelle cose orrende dove le hai prese? >>

Guardai istintivamente nella direzione del suo sguardo : i miei piedi.

<< Ehi non criticare la mie scarpe. >>

<< Quelle sono un insulto a tutte le scarpe… >> stavo per replicare quando notai il suo di abbigliamento. Indossava una t-shirt blu su dei jeans bianchi e anche lui aveva ai piedi le Nike Blazer , dovette accorgersene perché mi precedette nel rispondere.

<< Mi riferisco al colore… >> le sue erano blu.

<< Non è colpa mia. Non le ho trovate… >> mi lagnai.

<< Eh… chi cerca trova Bella >> mi prendeva in giro?

<< Dove mi porti? >> cambiai argomento.

<< Mm… al mare? Ti va? >> certo , mi andava eccome.

<< Devo prendere il costume? >> anche se con lui in costume non avrei di certo resistito e addio bel discorso , ma al momento non m’importava.

<< Se ti vuoi prendere un malanno. Bella è inverno. Anche se l’aria è calda , l’acqua sarà comunque congelata >> Giusto!

<< Ok… >>

Mi prese per mano – resistendo ai miei vani tentativi di fargli mollare la presa- e ci dirigemmo al piano di sotto. Per fortuna non c’era nessuno , non ero pronta a dare spiegazioni su ciò che eravamo , quando ancora non lo sapevo nemmeno io.

<< Ma… di cosa dobbiamo parlare? >> ecco che ritornava prepotente il bambino che era in lui con le sue domande.

<< Eh… quando arriviamo capirai >> avevo messo in borsa tutto l’occorrente per la verità , c’erano tante cose che avrei voluto mostrargli.

<< Ma… è importante? >> ma che domanda era?

<< Certo! >> e se per tutto il tempo da quando gli avevo detto che dovevamo parlare era stato tranquillo adesso sembrava agitatissimo. Non fece nemmeno il suo rituale con i Plasmon e si accontentò di un semplice caffè come il mio.

Tutto il viaggio in macchina fu silenzioso , non parlammo quasi per niente. Cercava di restare concentrato , ma lo vedevo con la coda dell’occhio fissarmi e aprire la bocca per dire qualcosa , qualcosa a cui decideva sempre di rinunciarvi.

Non intervenni a rompere il silenzio , forse riflettere gli avrebbe fatto bene. Possibile che avesse capito? No… me ne avrebbe parlato altrimenti

<< Ed quanto manca? >> chiesi mentre eravamo fermi ad un semaforo.

<< Per cosa? >> chiese senza prestarmi la minima attenzione.

<< Per il night club >> probabilmente se non fossimo stati fermi avrebbe inchiodato.

<< COSA? >> chiese sconvolto.

<< Edward , dove stiamo andando? >>

<< Al mare? >>

<< Esatto! E allora quanto manca per cosa secondo te? >> ma che cavolo succede?

<< Scusa… sono distratto >> Eh , ma va’…

<< Lo vedo. Che succede? >> chiesi con dolcezza , nella speranza che si confidasse.

<< Sono solo nervoso… >> mm, già.

<< Si ma… perché? Cos’è cambiato? >>

<< Tu… quello che hai detto >> feci mente locale nella speranza di ricordare ma dovette intuire che ciò stava avvenendo con scarsi risultati << Hai detto che dobbiamo parlare >>

<< E , lo so. E qual è il problema? Ho detto solo parlare… >> lo sapevo che l’aveva presa troppo bene.

<< Bella lo sanno tutti che parlare con una donna vuol dire tutto tranne parlare >> e provai , ci provai davvero a non ridere ma la mia risata risuonò in tutto l’abitacolo e lui frenò parcheggiando irritato e poi scese. Gli corsi dietro preoccupata che potesse lasciarmi lì.

<< Dove vai? >> lo presi dolcemente per il polso.

<< Siamo arrivati >> ed estrasse delle chiavi dalla tasca destra. Così incuriosita alzai lo sguardo : una bellissima villetta ad un piano si ergeva in tutto il suo splendore.

<< Oh. È bellissima Ed… è vostra? >> chiesi ancora concentrata ad osservarne ogni dettaglio.

<< È mia >> Sua? Del resto , amava il mare. Ne aveva una anche a Forks. L’unica cosa che sapevo di lui. Un velo di malinconia cercò di scacciare via la mia euforia , ma non glielo avrei permesso , non oggi.

<< Già. Avrei dovuto immaginarlo >> dissi in un soffio.

<< Mi fa pensare a te. Sei la prima che ci mette piede. Ci sono sempre venuto solo… >> e non potei impedire al mio cuore di perdere un battito.

Non so nemmeno come ma ci trovammo sul divano. Era un divanetto blu con una grande isola davanti. Si tolse la scarpe e si sdraiò su di esso invitandomi a fare lo stesso e feci come mi aveva consigliato.

<< Nemmeno quella… Irina è mai venuta? >> la domanda mi sfuggì involontariamente , ma era la giornata della verità , no? Della verità di entrambi.

<< No , nemmeno lei. Ho detto nessuno. E poi lei non è nessuno… >> non era nessuno.

<< E quindi niente bambino eh? Siamo sicuri? >> chiesi sperando in una risposta affermativa. Lui aveva già il suo bambino.

<< No, no e no! Quante altre volte me lo chiederai? >> eh , quante?

<< Finché non ne sarò certa. Perché l’ha fatto? >> ecco momento verità.

<< Ricordi che ti avevo detto che non l’avresti difesa se avessi saputo cosa aveva fatto? >> eccome se lo ricordavo , ma volevo davvero sapere? Annuii e lui continuò. << Ti ha seguita… >>

<< Cosa ha fatto? E perché? >> scattai senza riuscire a controllarmi.

<< Teneva d’occhio me , da quando le avevo detto che era finita. Poi quella mattina, quando siete andati via lei era appostata fuori. Ci ha visto , ha visto me e Rob e ha cominciato a ideare un piano. Ti ha seguita , ma quando ha visto che ti stavi allontanando troppo è tornata indietro , dopotutto ti aveva vista coi borsoni , non credeva saresti tornata. Quella mattina non ha visto la mia auto ed è entrata ad aspettarmi , credeva che ora che te ne fossi andata sarei tornato da lei , ma io non sono mai stato con lei e lo sai. Non immaginava che saremmo tornati insieme e non immaginava di vedere il bambino… credeva che un figlio mio avrebbe cambiato tutto ecco perché l’ha inventato , le sembrava l’unico modo. Sa di te , sai chi sei , o meglio cosa sei per me… >>

Avevo notato che sapesse chi ero. Appena aveva sentito il mio nome era sbiancata, ma come?

<< Come fa a saperlo? >>

<< Mia sorella e la sua boccaccia. Quando cominciai a frequentarla, mia sorella per tenerla lontana le disse che amavo un’altra , che sarebbe sempre stato così… non le diedi nessuna spiegazione solo quando me lo chiese le dissi che ti chiamavi Bella per non starla a sentire. E niente, quando ti ha vista si è inventata tutto , convinta che fossi tornata per portarmi via. Non ha mai capito che lei non è mai stata nessuno per me… e poi adesso ci sei tu >> concluse e se non fosse stato per le sue ultime parole probabilmente niente avrebbe placato la mia ira. Ma… era il mio momento e non sarebbe stata nuovamente lei a interrompere tutto.

<< Ed, sto così bene adesso che non vorrei rovinare tut… >> mi interruppe senza nemmeno sapere cosa stessi per dire.

<< Allora non lo fare… >> mi pregò quasi, lasciandomi un bacio a stampo che mi fece quasi piangere , era tutto troppo bello per distruggerlo a breve

<< Lo devo fare , c’è troppo da chiarire , troppo da sapere >> non me lo sarei mai perdonata se avessi continuato a tenermi tutto dentro , se avessi continuato a tenergli nascosta la verità , il mio piccolo segreto.

<< Se lo fai , cambierà tutto… il passato , il nostro passato porta con sé un peso troppo grande… troppo grande per entrambi… >>

<< Ed… io , devo dirti tante cose, anche se alla fine è una, ma non so da dove cominciare… >> tutta la sicurezza mostrata in questi mesi vacillava. Ma… ti sembra il momento di abbandonarmi?

<< Proviamo dall’inizio? >> mm , giusto!

Frugai nella borsa alla ricerca di quel piccolo aggettino che aveva cambiato la mia vita e che inevitabilmente avrebbe continuato a farlo.

<< Ecco, questo è l’inizio , l’inizio di tutto , o la fine, dipende da come la vedi… >>

Sbiancò al vedere quel bastoncino ma si riscosse in fretta. << Un test di gravidanza? >>

<< Si… >> l’avevo conservato , avevo conservato tutto, non potendo avere nessuno con cui condividere gioie e dolori mi ero attaccata agli oggetti o forse inconsciamente speravo di potergli mostrare tutto un giorno , come stavo facendo adesso.

<< Questo… è quello del piccolo? È di Rob? >> e di chi altrimenti? Annuii per dargli conferma.

Lo prese tra le mani quasi intimorito, come se avesse paura di quell’oggettino.

<< Perché partiamo da questo? >> ecco, mm come dirlo?

<< Ed… sei pronto a diventare papà? >> feci la stessa domanda della sera precedente , ma non sembrò capire.

<< Vuoi fare un figlio, adesso? >> Eh?

<< No scemo… >> istintivamente mi colpii la fronte con la mano , sarebbe stata una lunga giornata.

<< Quando ho detto a Rob di si , è stato perché lo credevo davvero… quando ti ho detto che lo amo come se fosse mio , non mentivo. Quel bambino è parte di me e se è questo che ti spaventa , non c’è pericolo, so cosa sto facendo , ne sono consapevole , ma lo voglio fare. Io voglio lui , è il mio bambino >> le sue dolci parole rendevano tutto più difficile, cominciarono a sgorgare calde lacrime dai miei occhi , lacrime di gioia.

<< Io ti mostro questo test perché è dal momento che ho visto quelle lineette che la mia vita è cambiata. >> presi una boccata d’aria e ricominciai << Ricordi quel giorno? Quando ti dissi che dovevo parlarti , che avevo una sorpresa? >> lo vidi irrigidirsi , ma mi rispose comunque.

<< Certo, non potrei dimenticarlo… quel giorno è finito tutto >> ecco perché avevo detto che poteva rappresentare l’inizio e la fine.

<< Si. Io dovevo mostrarti questo… >> e presi le sue mani tra le mie dove teneva stretto il test. Mi osservava perplesso e prima che potesse andarmi contro o che perdessi il coraggio , continuai…

<< Quando ti ho chiesto se fossi pronto a diventare papà… io non intendevo se fossi pronto a diventare il padre di mio figlio, so che sei pronto a farlo, lo vedo e lo dimostri ogni giorno… non avrei mai avuto bisogno di conferma, sarei pronta ad affidartelo anche adesso… >> mi sorrise complice e per quanto tutto fosse stupendo così , andai comunque avanti , perché ciò che era stupendo ora , sarebbe potuto diventare perfetto.

<< Io intendevo se fossi pronto a diventare papà , si. Ma… intendevo il papà di nostro figlio >>
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* ciao... eccoci con la verità... una parte almeno... beh gliel'ha detto. so che forse non è quello che vi aspettavate e mi dispiace se non è così... ma dovevo tagliarlo... c'era troppo da dire in un solo capitolo... spero comunque sia stato piacevole... le ultime frasi per me lo sono molto... =) eh niente, se avete qualche domanda chiedete pure, ci tengo a questo capitolo... =) secondo voi che dirà? un bacione , piccolaluce*

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Capitolo 33
*** *..ora come allora..* ***


*..ora come allora..*

*Ciaooo.... scusate il ritardo, ho avuto un problemino=) eccomi qui con la seconda parte. spero vi piaccia e riesca a emozionarvi almeno un pò.... =) non so se vi aspettavate quello che accadrà ma spero sia di nostro gradimento... un bcaione a tutte e grazie... piccolaluce*

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<< Io intendevo se fossi pronto a diventare papà , si. Ma… intendevo il papà di nostro figlio >> 

e a questo punto mi aspettavo qualcosa , non sapevo nemmeno cosa ma… qualcosa!  

Di certo non mi aspettavo il nulla totale. Era immobile e mi fissava come se non avesse capito e avrei voluto intervenire , cercare di spiegargli , ma poi immaginai che stesse riflettendo se urlarmi contro o andare via, scappare da me… e l’istinto mi consigliò di aspettare.

Ad un certo punto lui non accennava a dire nulla e decisi di intervenire.

<< Ed, ti prego dì qualcosa , qualsiasi cosa >> avrei fatto di tutto pur di porre fine a quel silenzio. E se non l’avesse presa bene? Io mi sarei arrabbiata nonostante tutto , quindi perché lui non avrebbe dovuto? Fortunatamente decise di interrompere i miei pensieri.

<< Bella io non so che dire. Io non ho capito… all’inizio pensavo che tu volessi avere un bambino adesso e mi dici di no. Okay , va bene, credo anche io che sia presto e poi abbiamo tanto di cui parlare, ma ora mi chiedi se sono pronto a diventare il papà di nostro figlio… e allora non ti seguo più… quale figlio? >> davvero non capiva?

<< Ed… Robert è il tuo bambino , il nostro bambino >> e nel momento in cui lo dissi la sua bocca si aprì talmente tanto che mi sorpresi di non udire il tonfo a terra.

<< Con nostro tu… tu in-intendi… >> era decisamente agitato.

<< Mio e tuo… >> cominciò a grattarsi la nuca a disagio , forse in cerca delle parole adatte da dire , ma ce ne erano davvero di parole adatte ? Forse no… decisi comunque di dargli una mano, perché io al suo posto l’avrei voluta.

<< Quando ho scoperto di essere incinta la mia vita è cambiata. A chi non sarebbe cambiata? Ma per me è stato diverso… ero sconvolta! Non potevo crederci, eravamo stati sempre attenti, ma io lo sapevo… quel test che tu hai in mano è il primo che ho fatto, il primo di dieci. Ma… tutte e nove le volte dopo il primo io sapevo che sarebbe stato positivo, lo sentivo , non avevo bisogno di conferme. Mi prenderai per pazza sentendo che ne ho fatti dieci, ma non avevo nessuno con me e sapevo che tutto sarebbe stato, fuorché facile. I miei non sapevano che avessi un fidanzato , come gli avrei detto che ero incinta? E i tuoi? Nemmeno li conoscevo… però avevo te. E questo mi ha dato la forza , sapevo che insieme avremmo affrontato qualsiasi cosa e poi lo volevo >> mi fissava commosso senza la forze di dire nulla , ma mi incitò a continuare.

<< Non ho mai avuto dubbi al riguardo. E poi la mia sorpresa… volevo dirtelo quella sera ma… beh sai come è andata… >> gli lasciai un attimo per riflettere mentre cercavo quel qualcosa che mi emozionava ancora a distanza di anni : la prima ecografia.

<< Ecco… lui è qui >> e indicai il puntino microscopico che non si riusciva a vedere.

<< L’ennesima conferma… >> lui era tutto intento ad osservarla e non prestava molta attenzione alle miei parole.

<< È stata una sorpresa scoprire che fosse maschio? >> mi chiese distrattamente mentre lo contemplava.

<< Ti dirò… dal primo momento sapevo che sarebbe stato un piccolo te. E nonostante per anni lo abbia negato anche a me stessa , lo speravo. Volevo che fosse come te , che mi ricordasse quello che avevo vissuto , che avevo avuto , nonostante facesse male >> mi fermai un attimo in cerca di un’altra ecografia.

<< E poi beh… ogni mio dubbio è stato confermato. Io non ne capisco ma il dottore allora mi disse che si vedeva perfettamente che era un maschietto >>

<< Un piccolo me? >> mi chiese con le lacrime agli occhi.

<< Si un piccolo te… >>

Presi la prima foto scatta con la mia Polaroid. << L’ho comprata per non perdermi nulla… per immortalare tutto e questa è la prima >> gli mostrai , era il mio bimbo, appena nato.

Osservò la foto per un tempo indefinito , poi qualcosa attirò la sua attenzione.

<< Il mio EdRob? >> stava leggendo la didascalia. << Ma che nome è? >> e vidi il primo sorriso comparire sul suo viso, il mio sorriso sghembo.

<< Tu non sai come si chiama… >> lo presi in giro mentre cercavo il braccialetto ospedaliero. Quando trovai il minuscolo cerchietto azzurro glielo depositai nella mano.

<< Edward Robert Swan ? >> mi chiese sconvolto ed io annuii. << L’hai chiamato… tu l’hai chiamato come… come me? >> a questa domanda non avrei risposto , ma gli sorrisi complice. Come avrei mai dovuto chiamarlo se non come l’uomo che amavo?

Non so come , mi ritrovai a girare per la stanza ad un metro da terra. Mi teneva stretta a sé per i fianchi ed io involontariamente avevo stretto i suoi con le mie gambe.

<< C’è un specchio? Portami >> mi portò davanti a ciò che gli avevo chiesto e gli sollevai la maglietta. Scesi dalle sue braccia mal volentieri , ma dovevo mostrargli una cosa , l’ennesima conferma.

Lo feci voltare e gli indicai la piccola voglia , ma dovette torcersi non poco per poterla vedere.

<< Ma che è? >> la posizione immaginai dovesse essere alquanto scomoda.

<< Una voglia… la voglia >> e sgranò gli occhi osservandola attentamente quella piccola macchia attraverso lo specchio.

<< È a forma di cuore >> e non era una domanda la sua, adesso sapeva.

Mi prese nuovamente tra le braccia e torno a farmi volare. << Grazie , grazie , grazie >> mi ripeteva nell’orecchio.

<< Non mi sto illudendo vero? >> ma non ci credeva nemmeno lui a quello che diceva.

<< No , non ti stai illudendo. È tuo, è nostro >> e interruppe ogni mia parola con le sue labbra. Un bacio casto ma che sapeva d’amore e che ben presto si trasformò in altro. Le nostre lingue che si cercavano , che si rincorrevano , che si volevano e danzavano insieme. Mi ritrovai con le spalle al muro adiacente una camera, che immaginai essere la camera da letto.

<< Ed… dobbiamo parlare >> cercai di distrarlo , ma evidentemente il mio collo era più interessante e nemmeno io avevo molta forza per resistergli.

<< Mm… dopo >> ma chi ero io per rovinare tutto adesso? Adesso che finalmente ogni cosa tornava al suo posto? Ed il mio posto era con lui…

<< Ed… ? >> tentai per l’ennesima volta.

<< Quello che sto vivendo adesso , è troppo bello , troppo forte, troppo incredibile e ho bisogno di dividerlo con te, di sentirlo con te >>

Era lo stesso bisogno che avevo io…

Non avrei potuto fermarlo, ma ci provai.

<< Ed… >>

<< Piccola… ti voglio >> piccola ti voglio. Se prima volevo resistergli adesso non più e mi ritrovai a baciarlo e a togliergli quel che restava della maglietta ormai alzata mentre mi accarezzava le gambe nude.

Le nostre labbra tornarono ad unirsi perché avevamo fatto una scelta , sapevamo cosa volevamo : l’altro. 

·         Fine Pov.

I due ragazzi non seppero nemmeno come fecero ad arrivare al letto , ma si trovarono lì. Si osservano innamorati pronti a tornare una cosa sola…

E dimenticarono di pranzare e dimenticarono di cenare , dimenticarono tutto ciò che non fossero loro due.

Si dimenticarono gli anni passati , i rancori e i dolori. Pensarono solo a sanare quella frattura che c’era nei loro cuori.

Pensarono a tutto ciò che riguardasse quel letto sul quale stavano abbracciati a rotolarsi far le lenzuola.

Pensarono ad unirsi , ad amarsi.

Come a voler recuperare cinque anni in cinque minuti…

Forse avrebbero dovuto parlare , forse avrebbero dovuto aspettare. Non c’erano forse troppo cose ancora lasciate in sospeso?

Non c’erano forse sentimenti da chiarire? Incomprensioni?

Non ci pensarono e non ci badarono.

Troppo impegnati ad amare l’altro. Perché , anche se non lo dicevano , anche se non lo ammettevano , avevano entrambi bisogno dell’altro.

Bisogno di ritrovarsi, di amarsi ancora.

Ora come allora…

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Capitolo 34
*** *..una famiglia..* ***


CAPITOLO 33 ..una famiglia..

*ci leggiamo sotto... *

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I due ragazzi si svegliarono in tarda mattinata. Bella fu la prima , sapeva che Edward aveva il sonno pesante. Sapeva che avrebbero dovuto affrontare diverse cose , ma al momento non le interessava.

Tutto ciò che era degno di ricevere la sua attenzione era quel ragazzo che dormiva con lei.

Erano nudi , avvolti l’uno nella braccia dell’altra, in un groviglio di lenzuola, ma questo non li disturbava, perché per la prima volta dopo cinque anni erano felici.

Eppure qualcosa non andava…

Quando anche Edward aprii gli occhi, non dissero nulla , continuarono a guardarsi e ad accennare qualche sorriso.

Cosa avrebbero potuto dire?

Le loro parole rovinavano sempre tutto e al momento non ne avevano la minima intenzione.

Forse era dovuto anche al fatto che entrambi provano sentimenti contrastanti? Chi più , chi meno. Forse…

Ma poi qualcosa li riportò alla realtà : << ROBERT! >> fu l’urlo all’unisono dei due.

Quel pensiero , quel piccolo angioletto , bastò a rompere la pace del risveglio e ripotarli difronte alle conseguenze.

  • POV Bella.

Eravamo in macchina da diversi minuti ormai.

Ognuno perso nei proprio pensieri.

Non avevamo parlato molto di quello che era successo. Erano le undici passate , Rob era sicuramente rientrato e non trovandomi sarebbe andato in escandescenza.

Avrei inventato che eravamo usciti in mattinata, anche se vedendomi con Edward non avrebbe fatto domande , ne ero certa. Ma per quanto ancora avrei potuto nascondere tutto?

Ah , che situazione!

Sembrava molto concentrato e non solo sulla strada. Cosa gli frullava in testa?

Edward non aveva detto nulla , come me del resto. Però continuava a tenere le nostre mani intrecciate sul cambio , non era un brutto segno, no?

E continuamente si voltava a guardarmi per regalarmi il suo adorato sorriso sghembo. Nemmeno questo era un brutto segno , no? Ah , era solo la paranoia.

Stavo per inventare una qualsiasi cosa che rompesse quel silenzio. Poteva essere assordante? Si lo era…

Ma fu lui a rompere il silenzio. E prima ancora che dicesse qualcosa di senso compiuto lo ringrazia mentalmente.

<< Voglio dirglielo >> Eh?

<< Cosa? A chi? >> chiesi mentre il cuore cominciava a battermi all’impazzata nel petto.

<< Al piccolo… >>

<< Mm, vuoi dirgli che? >> mi stavo perdendo qualcosa.

<< Di me , di noi… >> e non potei dire null’altro perché eravamo arrivati e un piccolo tornado era corso fuori , come se fosse alla finestra –probabilmente lo era davvero-.

Ma poi… perché mi preoccupavo? Quella che mi porgeva in un piatto d’argento , non era la soluzione che tanto avevo cercato?

Edward strinse la mia mano nella sua prima di scendere dall’auto e mi regalò un sorriso in incoraggiamento. Ma che incoraggiamento!

Se mio figlio non l’avesse presa bene avrei dovuto rinunciare a tutto , non gli sarei mai andato contro.

Ma lui adorava Edward… no?

Chiusi la portiera tremante ed Edward fu al mio fianco prima del piccolo. Mi prese per mano –nonostante io non volessi , ne avevo bisogno- e si voltò verso quel piccolo uomo che stava percorrendo l’intero vialetto correndo all’impazzata.

<< AHW! SIETE TORNATI! >> strillava come se avesse vinto non so cosa.

<< Si amore… >>

<< MAMY! PAPY! CHE BELLO! PAPY! MAMY! >> piccolo amore , mi sei mancato tantissimo , ma per la mia sanità mentale , smetti di strillate, ti prego.

<< Amore della mamma… quanto mi sei mancato >> lo abbracciavo spasmodica singhiozzando per l’emozione , mi era mancato davvero e avevo bisogno del suo abbraccio , di quel piccolo corpicino che era sempre stato tutto per me.

<< Campione, vieni da papà… >> se lo prese su un fianco, nonostante continuasse a tenere me per mano. << Ti sei divertito con zia? >> anche lui era passato a zia, niente sarebbe potuto andare meglio.

<< SI! BELLISSIMO! SIAMO ANDATI… >> e raccontò per filo e per segno tutto ciò che avevano fatto , quanto gli eravamo mancati e quanto avrebbe voluto che ci fossimo anche noi e ovviamente mentre io piangevo emozionata per tutta quella gioia , Edward prometteva che ci saremmo andati presto e avremmo dormito lì solo noi tre. Potevo mai smettere di piangere se sentivo queste cose?

Avevamo evitato tutti quanti con dei gesti di scuse , non potevamo assolutamente interrompere il piccolo.

Così ci eravamo ritrovati in camera mia tutti sul lettone. Io sdraiata accanto ad Edward che teneva la mia mano tra la sua –come fosse un appiglio- e il mio bimbo , il nostro bimbo comodamente seduto sulla sua pancia. Ascoltavamo estasiati la fine del racconto.

<< …e ho vinto , ho vinto io papà >>

<< Ma certo che hai vinto campione! >> com’era orgoglioso di lui, quanto l’avevo sognato?

E poi fece un gesto sbagliato.

Con la mano destra teneva Robert per il fianco e allora alzò la sinistra per potergli fare una carezza sulla testa.

Ma quella era la mano con la quale teneva la mia. Robert , che prima non ci aveva fatto caso preso dal racconto , la natò appena gliela posò accidentalmente davanti al viso.

Notò la nostra stretta.

Lo vidi sgranare gli occhi e alternare il suo sguardo da me a lui , dalla mamma al papà.

Uno… due…

<< Che cos’è? >> non sembrava predisposto all’ascolto.

Provo inutilmente a strattonare la mia mano dalla sua ma, quel cretino che mi ritrovo come... che cosa siamo io e lui? Comunque quel cretino me lo impedisce!

Se mio figlio avrà una qualche tipo di crisi io lo ammazzo!

<< Campione… tu mi vuoi bene? >> e distolse lentamente le mani dal suo punto di vista , intrecciandole dietro la schiena di Rob. Con quelle parole avrà tutta la sua attenzione.

Complimenti Edward, sai come giocare sporco.

<< Certo! Tantissimissimissimissimissimo! >> eh , quanti issimo!

<< E lo sai che sei il mio bimbo? >> lui annuì , stanco di parlare. Ma… adesso toccava a me.

<< Amore… Edward è tanto felice di poter essere il tuo papà… >> cominciai a tracciare il terreno.

<< Anche io… >> avrebbe compreso? Ma certo , il mio amore era un genio. Tutto la mamma… e anche il papà dai.

<< E vorresti che fosse davvero il tuo papà? >>

<< Vorresti? >> si intromise Edward, ma il suo intervento era più che gradito. Avevo bisogno di lui ed era qualcosa che dovevamo fare insieme.

<< Io… io… tu non mi vuoi? >> deviò improvvisamente la sua risposta , trasformandola in una domanda per Edward. Girava sempre tutto su di lui , sulla paura di non essere accettato , voluto.

<< Certo che ti voglio piccolo, te l’ho detto >> lo tranquillizzò e tanto bastò a convincerlo a continuare.

<< Io… voglio te. Non lo sei e si lo so, ma lo so che lo sei , perché sei , se non sei, sei per me >> mi picchiai mentalmente. Ma che cavolo aveva detto? Tra tutti quei sei mi ero persa. Edward di rimando scoppiò a ridere alleggerendo la situazione.

<< Va bene campione , anche se non ho capito bene cosa sono >> ah , allora non ero l’unica.

<< Uff! Siete stupidi! >> e io che c’entravo che non mi ero nemmeno espressa?

Sapevo che questo per lui era un argomento delicato ed era già stato difficile esprimersi una volta , beh odiava ripetersi.

<< Io ti voglio. Voglio te. Se sei o non sei il mio papà. Io voglio te lo stesso. Sei tu il mio papà >> sbuffò.

<< Si si piccolo lo so. Tu sei il mio bimbo >> si abbracciarono mentre io piangevo emozionata. Ma perché mi escludevano adesso? Uff!

<< Amore mio… Edward è davvero il papà… >> sganciai la bomba preparata a mille reazioni –ovviamente tutte drastiche-.

<< Davvero? >> chiese confuso.

<< Davvero , davvero >> fu la risposta all’unisono mia e di Edward.

<< Quello vero? Lui è il mio papà? >> ma quanto è bello mio figlio? Non voleva davvero una risposta, lui lo sentiva , lo sapeva.

Bastò il nostro annuire insieme per convincerlo. Si tuffò su di noi in un abbraccio stritolatore. Beh mai avrei immaginato una reazione simile, meglio di qualsiasi mia aspettative.

Ma non potevo esserne contenta , conoscevo mio figlio , era troppo intelligente per lasciarsi abbindolare , presto gli sarebbero sorsi i dubbi. Sperai il più tardi possibile , per avere il tempo di prepararmi. Ma come immaginavo…

<< Un attimo! Perché non sei venuto prima? Non mi volevi? >> chiese triste ed io dovetti intervenire. Non potevo lasciare che nascesse un sentimento del genere. Dovevo stroncarlo prima che si insediasse in lui.

<< Amore… guardami >> gli presi il visino con le mani e lo voltai , ma continuava a cercare lo sguardo di Edward –che in quel momento cominciava a pentirsi si aver iniziato un argomento così delicato senza prepararlo prima- << vedi… Edward non sapeva di essere il tuo papà >> come potevo spiegare tutto ad un bimbo così piccolo senza mentirgli o traumatizzarlo?

<< Ma tu… tu lo sapevi. Perché non gliel’hai detto? >> mm bene. Ragiona Bella. Crede ancora alla cicogna , no? Usala. Ma no… non mi ha ancora chiesto come nascono i bambini e sa che è stato nove mesi nella mia pancia.

<< Vedi piccolo io glielo volevo dire… ma si doveva trasferire e io non sapevo che saresti arrivato tu. Poi ci siamo trasferiti anche noi e ho perso il suo indirizzo >>

<< E non l’hai cercato? >> vidi Edward irrigidirsi al sentire quelle parole.

<< SI CERTO! Ma non l’ho trovato >> involontariamente stava tirando fuori un argomento difficile per me.

<< Ma mamma! Non hai cercato bene allora… >> stavo per scoppiare a piangere.

<< Campione… si mi ha cercato, ma vedi… questa casa è difficile da raggiungere, no? >> il piccolo annuì , mentre io cercavo di riprendere a respirare regolarmente. << E non mi ha trovato , ma adesso sono qui. Siamo insieme. Non vado da nessuna parte >> non vado da nessuna parte. Quelle parole avrebbero sciolto chiunque.

<< Si sei qui… >> sorrise ed Edward fece lo stesso. Era come se si stessero guardando allo specchio. Sorriso sghembo su sorriso sghembo. Occhi verdi su occhi verdi. E come se fossero la stessa persona – ed effettivamente era così- si voltarono contemporaneamente entusiasti verso di me.

Edward istintivamente si avvicinò a me per baciarmi , immaginai. Ma era stupido?

Non fu il mio sguardo impaurito a fermarlo ma un urlo.

<< AWH! >> si fermò spaventato.

<< Che succede piccolo? >> io sapevo cosa stava succedendo.

<< Che fate? Ma… ma… >> cominciò a lamentarsi, anzi, credevo peggio. << non volete fare come a zia e zio vero? >> scoppiai a ridere capendolo ma mi fermai quando vidi il suo sguardo triste.

<< No amore… niente che tu non voglia >> Edward mi guardava come se fossi impazzita. Ma che credeva?

<< Perché che fanno zia e zio? >> chiese irritato.

<< Si baciano , si baciano , si baciano… si baciano >> non è vero non si baciavano , loro cercavano di raggiungere la gola dell’altro con la lingua. Povero il mio amore.

<< Ah… >> ora faceva il geloso? Alice e Jasper erano fidanzati da moltissimo , mi sorpresi che non avesse mai assistito alla loro attività preferita.

<< Lei… >> disse Rob indicandomi. << Lei… è mia! >> oh, quanto amo mio figlio?

<< Certo… e non possiamo fare a metà? >> lo guardai divertita e irritata allo stesso tempo. Ero per caso merce?

<< Mm… >> ci stava riflettendo! << si a metà… >> e si diedero il cinque. Inutile far presente la mia finta indignazione.

<< Siamo una famiglia adesso >> proruppi alla fine della mia vendita.

<< SIIIIIIII! SIIIIIII! >> saltellava sul letto felice. << BACIO! >> ah?

<< COSA? >> chiedemmo all’unisono.

<< BACIO. TU… >> e indicò me. << … E TU >> indicò Edward questa volta mentre non la smetteva di urlare.

<< Ma non avevi det… >> non riuscii a finire la frase che mi anticipò.

<< Prima… ora abbiamo fatto a metà… >> lo disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.

<< Posso baciare la mamma quando voglio? >> era già ad un centimetro dalle mie labbra.

<< Ma non penso proprio. >> non lo avrei baciato davanti mio figlio!

<< MAMMA! BACIA PAPÀ! >> Eh? Non riuscii a protestare che le sue labbra si incollarono alle mie.

<< SIIIIII! >> mi staccai , non ero ancora preparata a questo. << ANCORA! >>

E nuovamente le sue labbra tornarono su di me.

  • Fine Pov

Per il bambino quello era diventato un gioco. << Ancora >> e << Bacio >> diventarono le parole d’ordine per quella giornata. Adorava vederli compiere quel gesto. Credeva potessero farlo solo gli innamorati…

E lo era innamorati, no? Questo pensava.

Come due giorni fa , passarono la giornata in quella camera a festeggiare quella famiglia ritrovata.

Il più felice di tutti era il piccolo Robert.

Quanto aveva desiderato tutto ciò?

Troppo…

Adesso aveva tutto quello che desiderava e anche di più.

Se anche non fossero mai usciti da quella stanza a lui sarebbe bastato.

Aveva la sua mamma.

Aveva finalmente anche il suo papà.

Aveva una famiglia, una vera famiglia.

Per i due genitori tutto era più complicato. Loro sapevano la verità, sapevano quanta sofferenza c’era dietro quei sorrisi , sapevano quanta strada c’era ancora da fare.

Sapevano che c’era ancora troppo da chiarire e le parole del piccolo involontariamente avevano portato tutto a galla.

Si addormentarono abbracciati come la prima volta che avevano dormito tutti e tre insieme.

Due di loro dormirono poco quella notte. Passarono il tempo a pensare , a riflettere.

E se uno di loro credeva che niente sarebbe potuto andare meglio, che era solo questione di tempo… l’altro credeva che c’era troppo da chiarire e che forse era tutto un errore.

Perché a volte, non si può semplicemente mettere una pietra sopra…

*
*
*
*
*
* Ciao... chi pensa cosa? ah non ve lo dirò... accetto scommesse però! Oggi non dirò nulla semplicemente perchè mi rendo conto che le parole spesso non servono a niente... oggi è uno di quei momenti e quindi spero vi piaccia il capitolo. Per chi segue le altre storie prometto che arriveranno presto gli aggiornamenti ma potrebbe esserci qualche ritardo. non è un bel periodo, dovrei scegliere l'università, dovrei studiare e stanno accadendo troppe cose , troppo in frettae non mi va di fare nulla. beh alla prossima... piccolaluce* 

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Capitolo 35
*** *..non si può sempre scappare..* ***


CAPITOLO 35 ..non si può sempre scappare..

*Ciao... vi chiederete cosa ci faccio qui... e beh l'avevo detto non avrei abbandonato la storia. non l'avrei fatto per nulla al mondo. Scusate, per l'assenza , per il tremendo ritardo e per quelli che ancora ci saranno. Mi dispiace. Ho cominciato l'Univeristà e non riesco a concilire le due cose. Credetemi se vi dico che non ho un attimo, esco alle sei del mattino e rientro alle sette di sera. Non ho nemmeno la forze di scrivere. La mia isprirazione è ancora qui, ma davvero non ho un attimo. Adesso mi sto organazzando meglio, come vedete ho buttato giù un capitolo. spero non faccia proprio schifo... adesso ogni attimo libero lo dedicherò a scrivere. Spero di poter ggiornare presto e mi scuso con tutte voi che continuate a leggere. Se non vorrete più farlo vi capirei senz'altro... ma sappiate che siete la mia forza, vi amo. Un bacio e un abbraccio, picolaluce* 

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  • Pov Bella

 

A svegliarmi fu un insopportabile ticchettio alla spalla. Qualcuno premeva il suo dito sulla mia pelle nel tentativo di strapparmi dalle braccia di Morfeo. Beh, ci stava riuscendo alla grande. Aprii prima un occhio, pessima idea! La luce accecante filtrante dalla finestra mi investii in pieno, impedendomi di vedere alcunché. Ma che ore erano?

<< Mamma! >> Robert sembrava impaziente. Mi sforzai ad aprire gli occhi per lui. C’era troppa luce! Doveva essere tardissimo. Infatti fissai il mio sguardo alla sveglia sul comodino , nell’attesa di vederci chiaro. Quando la mia vista si normalizzò restai di sasso. Le undici e mezza?

<< Mamma! Finalmente… >>

<< Ehi amore… da quanto sei sveglio? >> osservai la stanza completamente illuminata, c’era qualcosa che non andava.

<< Poco. Ho fame… >> Oddio! Certo che aveva fame. Di corsa e ancora mezza addormentata lavai e vestii entrambi e poi ci precipitammo di sotto. Ma un attimo… Edward? Mi fermai di colpo ai piedi delle scale. Perché non mi aveva svegliata?

<< Buongiorno, che fate lì impalati? >>  Esme mi risvegliò dai miei pensieri.

<< Ciao, Esme! No , niente. Mi chiedevo dove fossero tutti… >> sembrava ci fosse solo lei in casa.

<< Sono usciti tutti presto. Carlisle lavora, rientra stasera. Edward aveva lezione dovrebbe tornare per pranzo insieme ad Alice >> Okay. Edward era a lezione? Ma perché non svegliarmi?

<< Jazz è con Alice? >> Altrimenti lei mi avrebbe chiesto di accompagnarla, no?

<< Oh no, cara. Jasper torna a casa sua per un po’. È venuto a prendere le cose di Rose, ieri… >> Già , tutto quel casino! Avrei dovuto chiamarla. Volevo sentirla. Non per farmi i fatti suoi ma solo per sapere come stesse.

<< Ah… Alice allora dov’è? >> nel frattempo ci dirigemmo in cucina, dove cominciai a versare il latte nella tazza di Rob , anche se ormai era quasi ora di pranzo.

<< Mi ha detto di dirti che andava alla sede dell’Università per prendere il nuovo orario visto che il sito non funziona da un po’… >> L’Università! Ma non dovevo tipo… studiare? Mi ero completamente dimenticata di tutto.

<< Non mangi niente? >> mi chiese dolcemente.

<< Oh no, ormai aspetto gli altri per pranzare >>

<< Ah, Bella… stasera… >> sembrava in difficoltà. Non seppi bene cosa fare , se incitarla a continuare o aspettare che lo facesse lei.

<< Carl… rientra con qualcuno… >> Qualcuno? Poteva portare a casa chi voleva , era casa sua dopotutto. Perché dirlo a me? Ovviamente non c’erano problemi. Esme mi vide confusa e continuò.

<< Ecco, sono… sono passati due giorni… >> io continuavo a non capire , ma poi il suo sguardo si puntò su Robert e allora capii. Non veniva qualcuno, o almeno nessuno di sconosciuto. Veniva quel qualcuno. Emmett. Emmett sarebbe tornato.

<< Okay. Grazie per avermelo detto, devo solo prepararlo, non ci saranno problemi >> avevo già chiarito tutto col piccolo, no? sperai solo che non fosse traumatico per lui rivederlo.

Esattamente, quando parlava di “rientrare per pranzo”, cosa intendeva? Okay che volevo aspettare, ma avevo una certa fame. Guardai nuovamente l’ora : le dodici e un quarto. Uff… fame!

<< Potto guaddare i catt-ttoni? >> mi chiese mentre cercava di ingozzarsi per poter finire subito.

Scoppiai a ridere di fronte alla sua impazienza , ma cercai comunque di mostrarmi ferma.

<< Si puoi andare, ma finisci di mangiare e solo finché non tornano gli altri >>

<< Si ,si. >> ma neanche il tempo di dirlo che si volatilizzò fuori dalla cucina. Tolsi la tazza coi cereali e la tovaglietta sulla quale Rob aveva fatto colazione e mi accinsi a preparare la tavola per tutti.

<< Per quanti preparo, Esme? >> chiesi cominciando a contare mentalmente: tre noi, Edward quattro…

<< Cinque >> ecco infatti. Allora… bicchieri, posate, acqua… e proprio mentre ero sul più bello fui distratta da un armeggiare dietro la porta. Dovetti posare ciò che avevo in mano , non riuscivo a stare ferma. Volevo correre ad aprire ma, avevo paura di risultare stupida agli occhi di Esme. Ma poi… aveva le chiavi, no?

Din-don. Ecco… forse non aveva le chiavi?

Din-don. Din-don. Din-don.

Okay , non aveva le chiavi. << Bella , tesoro, puoi aprire? Prima che ammazzi qualcuno dei miei figli! >>

Corsi –forse troppo agitata- alla porta. Che potevo farci? Mi mancava. Non lo vedevo dalla sera prima. Spalancai la porta con un sorriso ebete sulla faccia. Però ben presto –troppo presto- si trasformò in una smorfia. << Ciao, Bella! >>

<< Ciao, Alice >> continuai a guardarmi intorno , nella speranza di vederlo ma… non c’era!

<< Mi fai entrare? >> Ah? Oddio!

<< Oh, si certo, scusa! >> mi scansai all’istante.

<< Non mi chiedi nulla? >> e cosa avrei dovuto chiederle?

<< Oh, si certo! Ti sei divertita? >> si chiede questo quando qualcuno esce, no? Ma la sua faccia mi fece desistere subito dall’insistere. Ovviamente non ci si diverte quando si va all’università. Ci avviammo insieme verso il salone , dove un’allegra melodia che conoscevo bene ci invase :

Conan , super detective con gli occhiali,

che dà la caccia ai criminali,

ogni segreto svelerà, indagando ancora…

Ormai le conoscevo a memoria.

<< Bello di zia. Dammi un bacio >> veramente, durante i cartoni Robert non gradiva essere disturbato , quindi le prestò attenzione per lo stretto necessario e successivamente con i suoi sbuffi ci invitò gentilmente ad andare a chiacchierare da un’altra parte.

<< Ma non è ancora piccolo per vedere certe cose? >> certe cose, cosa?

<< Alice, è un detective ritornato bambino… >> l’avevo già sentita questa storia!

<< Mi riferivo ai frequenti omicidi… >> disse vaga e per nulla convinta.

<< Senti, ci ha già provato Leah. Non ho che fare, lo adora. Lei ogni volta gli rifila L’Albero azzurro o nel migliore dei casi i Puffi. Ti risparmio la lagna. E io stessa li guarderei volentieri. Poi… dorme tranquillo e al solo sentire la canzone è felice, quindi… >> il mio bambino sapeva già cosa voleva, inutile rimuginarci sopra. Ah, Leah! Dovrei chiamarla…

<< Ciao mamma! >> baciò Esme sulla guancia e subito si accomodò sulla sedia di fronte alla madre.

<< Tesoro ben tornata, tuo fratello? >> ecco, tuo fratello? Eh? Dov’è?

<< Non lo so >> come , non lo sai? Come fai a non saperlo? << Ha detto solo si prendermi un taxi >> Taxi? Non so bene cosa le fece capire che ero confusa, se le miei sopracciglia corrucciate o semplicemente il mio sguardo smarrito, fatto sta che mi diede una spiegazione senza che glielo chiedessi.

<< Stamane, siamo usciti con la sua. La sua facoltà è a cinque minuti dalla sede della nostra, quindi il tragitto quello è… >> okay, ah… ma Edward, che frequentava? Mm l’avrei chiesto in un altro momento.

<< Okay, perché non è rientrato con te? Pranza fuori? >> chiese la madre. Bah! Perché mai l’avrebbe fatto?

<< Non lo so! >> sbuffò la mia amica. Ehi, calma ragazza. << Mi ha solo mandato un mess dicendomi che avrei dovuto prendere un taxi >> ah, così nervosa solo per un taxi? Comunque decisi di distrarla.

<< E allora? Che sei andata a fare? Mi ero addirittura dimenticata dell’Università. Dimmi che non ho perso troppe lezioni… >> Come avevo fatto a dimenticarmi di tutto? Eh, già come mai!   

<< Ma no. Tranquilla… avevo pensato a tutto. Qui se ne parla per Marzo di tornare. >> Marzo?

<< Impossibile. Ali, è Dicembre >>

<< Si lo so. Ma i primi appelli sono a Febbraio. A gennaio sospendono le lezione e noi prima di trasferirti avevamo dato due esoneri, quindi valgono come scritto! >> Ah, vero! Mi ero programmata tutto per essere libera durante i lavori, menomale.

<< Ma… c’era una materia o sbaglio? >> qualcosa mi diceva che non era proprio tutto perfetto.

<< Ehm, si! Chimica organica >> potevo capire il suo disgusto, la odiavo!

<< Ah, lo sapevo! >> dissi sconsolata. << Quand’è l’appello? >> sicuramente a Gennaio.

 << Ah Gennaio! >> ma prima che potessi lamentarmi come solo io ero in grado… << Ma… non lo faremo. Perché ho parlato in segreteria e guarda caso c’era la prof, ha detto che se abbiamo superato lo scritto con almeno venticinque , lo tiene per l’orale sicuro fino a Settembre. Quindi abbiamo due appelli a Giugno e due a Settembre. >> Era bellissima mentre sbatteva le mani come una bimba.

 << Oh, fantastico >>

<< Quindi non so tu, ma io la rimanderò fino a Settembre >> e mi fece una bella linguaccia , sempre per far presente quanto ancora dentro fosse bimba.

<< Ah poi vedrò, sicuramente non ne voglio sentir parlare prima di Giugno >> e ci battemmo il cinque.

<< Bene , se avete finito è pronto. È l’una e mezza e quello screanzato non si è fatto sentire, mangiamo? >> mm?

<< Si ,si, non verrà, altrimenti avrebbe chiamato. >> Come?!

<< Ma… >> provai a dire , ma le parole mi morino in bocca. Era meglio non dire nulla.

<< Rob! >> chiamai dalla cucina.

<< Eccomi… mm, che si mangia? >> amavo decisamente la sua curiosità, ma a tavola no! Doveva mangiare tutto.

<< Pasta e fagioli! >> risposi osservando la pentola. Mise un broncio che avrebbe intenerito chiunque, ma non me. Se… come no! Non la davo a bere nemmeno a me stessa.  

<< Ma… >> lo fermai prima del tempo , altrimenti –lo sapevo , accadeva ogni volta- mi avrebbe intenerita.

<< Amore niente ma… lo sai che fanno bene >> ma evidentemente , non tutti erano della stessa idea.

<< Macché! Tesoro, ti ho fatto la cotoletta e le patatine >>

<< SIIIIII! >> Chi. Aveva. Osato. Contraddirmi? Mi voltai adirata verso la mia nemica. Uff, come ci si può arrabbiare con un viso così dolce e materno? Tutta colpa della mia di madre, che mi aveva resa impreparata ad uno sguardo simile.

<< Niente ma, Bella! Non mangerà i fagioli! >> ma se non avevo detto nulla?!

<< Però… >>

<< Nessun però! È mio ospite, su… bisogna accontentarli >> Si certo , poi quando saremmo tornati a casa però non sarei riuscita più a fargli mangiare nemmeno un fagiolo.

<< Ma è un partito preso! Potrebbero anche essere il suo piatto preferito… >> mi lamentai mentre però tagliavo la cotoletta di Rob in piccoli pezzetti. Non le aveva certo fatto una lista. O forse, si?

<< Ecco… Edward li odia >>mi disse in imbarazzo. Edward li odia. La scimmiottai nella mia mente. Uff, partita persa. Edward era Edward, inutile insistere. Il mio bimbo era tentato dal farmi una linguaccia di vittoria ma rinunciò in partenza. Adesso che aveva sentito di Edward non sarei riuscita nemmeno a calarglieli direttamente in gola. Addio fagioli!

Mangiammo tranquillamente, poi io ed Alice ci occupammo dei piatti mentre Esme si concedeva un’oretta di riposo.

<< Oggi torna Emmett… >> la buttai lì, ma probabilmente lo sapeva.

<< Davvero? Oggi esco con Jazz, magari mi spiegherà qualcosa. È tutto così assurdo… >> lo era eccome.

<< Già. Oggi se ho un attimo la chiamo. Giusto per sapere come sta… >> Non volevo prendere la parti di nessuno, ma… dovevo chiamarla.

<< Io domani volevo passare, se ti va ci andiamo insieme… te lo avrei detto comunque >>

<< Si okay. Magari lascio Robert ad Edward >>

 

                                       Più tardi…

 

Ero accoccolata al mio piccolo sul divano. Guardavamo un qualche cartone ,con un protagonista dai capelli arancioni, del quale adesso mi sfuggiva il nome. La mia mente era occupata da altri pensieri.

<< Amore… oggi arriva un orso >> la presi per le larghe.

<< Che orso? >> lo sapevo che non si sarebbe spaventato, era attirato dall’idea.

<< Uno… zio orso >> ecco, il suo entusiasmo non era proprio alle stelle. Ma era scemato leggermente, meglio di quanto potessi aspettarmi.

<< Sarà arrabbiato con me? >>

<< No, certo che non lo sarà. Tu potresti essere arrabbiato con lui >> doveva capire che non aveva fatto niente.

<< Io sono arrabbiato con lui? >> non seppi dire se la sua fosse davvero una domanda.

<< Non lo so io. Me lo devi dire tu… sei arrabbiato? Non devi esserlo per forza… >> Non mi aspettavo certo che gli fosse passato tutto in attimo , ma non aveva paura e questa era già una gran cosa. Era un vero ometto.

<< No, non sono arrabbiato >> probabilmente non lo era davvero. Stava facendo i conti troppo presto con un altro tipo di sentimento : la delusione.

<< Vedrai, sarà tutto come prima >> più o meno. E mi riaccucciai stringendo fra la braccia il mio angelo.

Per il resto non accadde nulla. Niente di niente. Certo, fatta esclusione dell’ansia che mi attanagliava lo stomaco. Ma che fine aveva fatto? Possibile che non fosse ancora tornato?

Alice era andata da Jasper. Esme dopo aver riposato era uscita per comperare qualcosa visto che a cena saremmo stati in tanti. Ero sola in casa con Robert. Non potevo nemmeno chiedere il numero di Edward! Perché non ce l’avevo? Perché?

E soprattutto, perché non tornava? Nessuno che mi desse notizie.

Erano le sette e il mio piccolo dormiva. Mi alzai delicatamente facendo attenzione a non svegliarlo. Misi una sedia per bloccare un’eventuale caduta.

Decisi di andare alla finestra ma il suono del cellulare mi fece distrarre. Era Alice :

 

 

Tesò, sono con Edward. È passato a prendermi lui.

Cinque minuti e siamo a casa… :*  

 

 

Oh, finalmente. Quasi non ci speravo più di ricevere notizie. Stava bene.
Ah, ma una volta entrato le avrebbe sentite. Non poteva andarsene senza dirmi nulla… se certo, lo sapevo io stessa che una volta che fosse entrato e avessi visto i suoi splendidi occhi ne avrebbe sentite, si. Ma di rumore di baci stavamo parlando.

Quanto era passato? Un’ora? Mm forse solo trenta secondi.

Quanto fosse passato non importava, perché quando sentii il rumore di un’auto –la sua auto- entrare nel vialetto, fu come se il pavimento scottasse e non riuscissi ad appoggiarci i piedi. Non potevo stare ferma , dovevo rivederlo, adesso!

Mi catapultai alla porta come poche ore prima , con la consapevolezza però , di non restare delusa. Avrei trovato Alice, si. Ma se avessi aspettato avrei rivisto lui : Il mio uomo.

Aprii la porta prima che fossero loro a farlo. Un’entusiasta Alice mi comparve davanti.

<< Ehi! Che accoglienza… >> non dovetti nemmeno risponderle, sapeva che avevo occhi solo per lui, infatti dopo avermi schioccato un bacio sulla guancia , mi oltrepassò lasciandomi a lui.

Appena uscito da un servizio fotografico, con i suoi RayBan sulla testa e la giacca sottobraccio. Bello e perfetto come era solo lui ai miei occhi.

<< Ciao… >> lo salutai dolcemente, pronta ad incollare le mie labbra alle sue. Mi era mancato terribilmente.

Sentii come una pugnalata quando ciò non avvenne. Era sbagliato, io anelavo quel contatto.

<< Ciao >> Involontariamente avevo chiuso gli occhi e quando li riaprii lui non era dove avrebbe dovuto essere –ad un soffio dalle mie labbra- ma mi stava oltrepassando.

<< Ehi! >> lo fermai sulla porta.

<< Che c’è? >> mi chiese come se tutto fosse normale. Come se lui fosse normale. E non lo era, no.

<< Che succede? >> gli presi la mano per avere un contatto con lui.

<< Niente , sono solo stanco >> sciolse la mia debole presa e andò sul divano. Lasciò un bacio a nostro figlio e si dileguò al piano di sopra.

Per l’ennesima volta mi lasciò sola, per l’ennesima volta andò via da me, per l’ennesima volta scappò via. Mi chiusi la porta alle spalle lasciando dietro di me, un pezzo del mio cuore, del mio amore, un pezzo di me, un pezzo di noi…

Ma una cosa era certa, io avevo smesso di scappare…

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Capitolo 36
*** *..crederci..* ***


CAPITOLO 35 .. crederci.....

*Ma ciao. Ma vi ricordate ancora di me? Eh? Io mi ricordo di voi. Molto bene in verità, però certo fossi in voi mi sarei dimenticata da un pezzo. Dove eravamo rimasti? Edward che sfugge da Bella, la evita, perchè? e poi... ah già, doveva tornare qualcuno,no? vi avviso che è il momento della verità. Ci sono tante cose che i due devono dirsi, forse non molto piacevoli. Ma non ve lo siete sempre chieste tutte cosa cavolo è passato nella testa di Edward 5 anni fa? bene adesso lo saprete. Chissà se ve lo aspettavate. So che i miei ritardi stanno abbassando le letture e me ne dispiace tantissimo. Per ora è il massimo che riesco a fare, cercherò comunque di dimezzare i tempi. Questo è uno dei capitoli più lunghi che io abbia mai scritto, e fosse stato poco tempo fa, l'avrei diviso in due, in modo da averlo pronto per la prossima volta e non farvi attendere troppo. Ma ve lo meritavate... per questo non mi andava di lascirvi sospese con le cose a metà. spero vi piaccia. E... grazie, è ciò che di meglio posso dirvi , un bacio, piccolaluce*


*
*
*
Quando comprendi di esser sola a lottare con il mondo , tutto è più difficile , più complicato. Perdi l’importanza anche delle piccole cose. Sai solo che ciò che di più bello hai , fugge da te, scappa per l’ennesima volta. E quando fa così, tu , infondo che puoi fare? Si può davvero fare qualcosa quando quel qualcuno non vuole che tu la faccia? Non vuole essere cercato? Non vuole far parte di quel mondo che tu troppo presto avevi immaginato di condividere insieme?

Edward stava facendo questo , stava scappando. Scappava come era sempre scappato da me. Ma stavo capendo una cosa. Nel bene e nel male tutto ciò che avevo, lo avevo per il semplice fatto di aver lottato per averlo. E se può sembrare qualcosa di bellissimo, se ci si ragiona bene , se si presta davvero attenzione , non lo è affatto.

Edward mi aveva fatto riflettere…

Ho lottato per il mio bambino. Lo volevo, dal primo momento e l’ho avuto. Ma quando ho smesso di lottare io per qualcosa, come Edward, anche se è stata colpa sua, io l’ho perso. Nessuno ha mai lottato per me, nessuno. Ho tutto ciò che mi ritrovo, perché sono stata io a volerlo. Le persone che mi sono accanto son quello a cui ho impedito di andar via, quello per cui ho lottato. Quando ho smesso di farlo, potrei partire dai miei genitori e finire con Edward, loro non l’hanno fatto per me, sono sola a combattere. Sono sempre stata sola. E mi rendo conto che forse lo sarò sempre e vorrei tanto rinunciare, non correre dietro a qualcuno che non vuole essere rincorso. Ma poi ecco i dubbi: e se solo non fosse pronto ad essere rincorso? Se avesse solo bisogno di tempo? Potrei aspettarlo? Ma forse la domanda è un’altra : potrei mai , adesso, dopo esserci ritrovati, lasciarlo andare?

La risposta è una sola, è sempre stata una : no, non potrei mai.

Ecco perché sono sul divano, aspettando che si decida a scendere. Dovrà farlo prima o poi, no?

Si dovrà farlo, e allora ne sentirà.

<< Ali, mi dai il tuo cell un attimo? >> mi serviva una cosa e per quanto banale fosse, mi andava di essere infantile. Quando si ha a che fare con qualcuno che si comporta da immaturo, come un ragazzino, che senso ha fare le persone mature? Tanto vale abbassarsi al suo livello. Non voleva vedermi? Bene. Non voleva sentirmi? Più che bene. Mi avrebbe letta allora.

<< Certo tieni… >> me lo diede senza nemmeno guardarmi o farmi anche la minima domanda al riguardo. Si fidava troppo. Ma poi, io non avrei fatto lo stesso con lei? Certo.

Mm, è un Nokia. È tanto che non ne posseggo uno, ma credo che nonostante l’evoluzione e gli aggiornamenti, il sistema operativo sia quasi uguale. Okay… bene, ovviamente i tasti non esistono più, no? Parlo proprio io che ho un telefono con un unico tasto. Bene… menù. Cerco l’icona dei messaggi, eccola. Opzioni. Crea messaggio. A : mm, vediamo un po’. Rubrica. Ecco l’elenco.

Amorino mio. Amorino mio 2. Amorino mio 3. Oh, Jazz, ma quanti numeri hai? Cavolo!

Amorino mio casa. Amorino mio mare. Ada. Finalmente un nome normale. Ma nel dubbio decido di scorrere fino alla EEmily. Eric. Fanny. Ma come? E… e… Edward dov’è? Può non esserci? Per un attimo –ma solo uno- penso di lasciar perdere, ma per fortuna Alice non aveva molti contatti con la F e ciò mi permise di scorgere immediatamente due nomi. Fratello e fratellino. Okay… ero quasi giunta alla meta. Ora mi toccava scegliere. Testa o croce? Tre scimmiette sul comò? Chiedere no , eh? No. Allora andando ad intuito –perché ovviamente non volevo sbagliare- sicuramente era fratellino quello giusto , visto che era il più piccolo. Selezionai il contatto e andai a scrivere il messaggio. Breve e concisa.

-Eri solo stanco. Non credi di esserti riposato abbastanza?-

Opzioni. Invia. Una piccola attesta di pochi secondi e poi : messaggio inviato. Bene, ecco l’ansia. Avrei forse dovuto dirgli che ero io? No , non avrebbe mai risposto. Una leggera vibrazione mi fece saltare sul posto, ma per fortuna nessuno si accorse di me, tutti ormai seguivano il pirata Rubber, costretti da Rob ovviamente.

Un nuovo messaggio. Apri.

-Ma sei scema? Da quando mi mandi messaggi invece di saltellare come una bambina per rompermi le palle? – sicuramente dopo questo messaggio avrei saputo come rinominarlo nella rubrica : mr finezza.

-Da quando anche tu fai il bambino. Perché non scendi?- forse non era giusto fingermi Alice ,non lo era affatto, e inizialmente la mia idea era quella di prendere il numero e scrivere da me, ma poi la voglia di sapere aveva preso il sopravvento.

-Perché non ti fai i cazzi tuoi?- come avevo detto? Ah si, mr finezza.

<< Ali, tu mi vuoi bene, vero? >> le chiesi facendo gli occhi più dolci che potessi, sperando assomigliassero almeno un po’ a quelli del gatto con gli stivali.

<< Si si, ti amo. Non hai bisogno del mio permesso. Fa ciò che devi… >> e dopo la sua linguaccia non avevo bisogno di altre conferme.

-Ma qui ti voglio tutti. Ti cerca la mamma…- sapevo che non era il caso di mettere in mezzo anche Esme, ma non avevo chance.

-Si certo, lei mi cerca, come no. Dì a “mamma” che sto dormendo e non rompere- ma guarda questo stronzo! Ops.

Mi rimproverai mentalmente solo per aver pensato una parolaccia di fronte a mio figlio. Eh, ma allora il padre? Altro che scuse, ne aveva dette –cioè scritte- più lui in un minuto che un grande parolacciere. Ecco parolacciere, se mi avesse sentita Alice l’avrebbe sicuramente inserita nel dizionario Bella-Italiano , Italiano-Bella. E quindi Edward sapeva che ero io a volerlo, bene tocchiamo l’istinto paterno allora.

-Anche Rob chiede di te… - troppo patetico? Non mi importava.

-Durante One piece? Non credo proprio. Non prendermi per il culo Alice, non ci sei mai riuscita, fallo salire con una scusa allora…- ma guarda questo qui. Ero tentata dal scrivergli che forse la sorella non ci era mai riuscita, ma lui adesso parlava con me, ma un rumore nel vialetto mi disturbò : una macchina. Sarà Carlisle, già di ritorno? Mm , potrebbe anche essere. Robert sembra tranquillo, ma vorrei Edward qui se qualcosa dovesse andare male.

La porta si aprì rivelando Carlisle per primo. << Eccoci a casa >> il suo plurale probabilmente inquietò un po’ tutti. E ci aspettavamo tutti di vedere comparire un omone dalla porta, ma tutto ciò che vedemmo fu un grandissimo cartellone. Pes 2013. L’unico indizio e tanti calciatori raffigurati.

<< Ah! Mamma! >> ecco, un timpano è scoppiato. << Mamma, mamma. Pes! Peeeeeees! >>

<< Si amore ho capito! >> bugia. Non avevo idea di cosa fosse.

<< Ehi… ciao Rob >> una voce che conoscevo e avevo odiato forse troppo. Ma cercava di farsi perdonare. L’attenzione era tutta per il piccolo.

<< Ehm… ho delle cose da sistemare, mi aiutate? >> il capo famiglia cercò di portare tutti in cucina in modo da lasciarci soli.

<< Ciao, Bella. >> era imbarazzato e non sapeva nemmeno come comportarsi. Volevo fargli capire che era tutto okay, ma non sapevo nemmeno come fare. << Ciao Emm! >> e forse avrei aggiunto qualcos’altro se mr finezza non avesse deciso di far la sua comparsa proprio ora.

<< Sei tornato eh? >> non era affatto cordiale, anzi, gli parlò proprio con astio.

Arrivò diretto sul divano senza degnare il fratello di uno sguardo e prese il piccolo tra le braccia. Forse pensava che se avesse tenuto Rob, con le mani occupate, si sarebbe trattenuto dal picchiarlo ancora. Con questo pensiero guardai Emmett in viso per la prima volta da quando era entrato. Una gran bella macchia violacea faceva bella mostra di sé sull’occhio sinistro. Edward doveva star pensando la stessa cosa. << Ti dona il viola, anche se credo che il nero avrebbe fatto un effetto diverso. >> cioè, a me era passata, perché a lui ancora no? Mi guardò un attimo e istintivamente nascosi tra le gambe il cellulare di Alice che era ancora tra le mie mani, sperando non se ne accorgesse. Mi sentii avvampare al pensiero della pessima figura che stavo per fare : beccata in flagrante, ma Edward per fortuna era concentrato sul fratello e non se ne accorse.

<< Scusate >> fu tutto ciò che disse Emmett in risposta ad Edward. Che poteva dire altro?

<< Non bastano le scuse, se non fossi arrivato in tempo? >> questo me l’ero chiesto anche io, ma non avevo voluto soffermarmici molto.

<< Pensi davvero che gli avrei fatto del male? Mi credi capace? È solo che non c’ho visto più, quando… >>

<< Non mi interessa >> lo interruppe Edward senza permettergli di spiegarsi. Pensai che stesse per finire male, specialmente quando appoggiai una mano sull’avambraccio di Edward e lui mi scansò via, ma invece mi sorprese. << Dai, che hai portato qui? >>

Si mise a controllare, per rendere partecipe anche il piccolo, ciò che aveva portato Emm.

<< Pes tredici. Finalmente possiamo fare una partita decente… >>

<< Ah ah ah >>. Edward scoppiò a ridere. Cosa c’era di così divertente adesso? << Dillo che è tutta una scusa per annullare il punteggio. Crede di vincere, no Rob? >> ah, cominciavo a capire.

<< Si ma lo battiamo >> era bellissimo vedere collaborare padre e figlio. Erano perfetti.

<< Giochi ancora con zio, eh? >> ecco la domanda da un milione di dollari.

<< Si! >> non ci pensò nemmeno un attimo. Nel suo cuore l’aveva perdonato subito e lo stesso era per Edward. Solo ora capivo, davanti a Rob voleva far vedere che le brutte azioni vanno punite, ma sapendo la strana percezione del tempo dei bambini, era subito passato a far pace.

Gli altri vedendo le acque calmarsi rientrarono in salotto e vidi Edward alzarsi.

Prima che mi scappasse ancora mi alzai anche io per parlargli, magari avremmo fatto una passeggiata per vedere che cavolo gli succedeva. Lasciai Rob al sicuro che giocava alla play. Sentii Edward sbruffare al solo rendersi conto che mi stavo alzando anche io. Cominciavamo proprio male…

<< Edward… >> lo chiamai.

<< Devo andare >> si dileguò come sempre per le scale, ma questa volta non lo lasciai, lo seguii. Ma lui imperterrito fece finta di niente e continuò la sua fuga. Lo bloccai arrivati alla sua stanza. Eravamo parecchio lontani, non ci avrebbero sentiti, ma non si sapeva. Avrei preferito entrare dentro.

<< Edward! >> mi esasperai al suo ennesimo rifiuto.

<< Che c’è? >> come?

<< Si può sapere che ti prende? Non dire che sei stanco, so che mi stai evitando >> era evidente.

<< Che mi prende? Mi chiedi che mi prende? Lo vuoi sapere? >> era il momento perfetto. Finalmente ci saremmo detti tutto.

<< Si certo che lo voglio sapere >> ma forse mi pentii subito di volerlo sapere, non sapendo cosa mi aspettava.

<< L’hai voluto tu >> ecco, appunto. << Me l’hai tenuto nascosto. E non parlo dei cinque anni, no. So già che troveresti mille scuse. Parlo di questi mesi. Tu lo sapevi, dici che sono io il padre, no? Allora l’hai sempre saputo. Dimmi perché cazzo non me l’hai detto subito. Dal momento in cui hai messo piede qui. Perché. Cazzo. Non. Me. Lo. Hai. Detto. >> sputò tutto ciò che aveva dentro, con rabbia e odio.

<< Ma sei forse impazzito? >> lo trascinai a forza dentro la stanza, incurante del suo rifiuto, e senza potermici soffermare molto, visto che era la prima volta che vi entravo e desideravo farlo da tanto. << Perché non te l’ho detto? Perché? Mi hai lasciata con un messaggio, te lo sei forse dimenticato? Eh , certo. Ricordiamo solo quello che ha fatto Bella, no? Certo, così è più facile. Così sono solo io a sbagliare. Certo, avrei potuto dirtelo, subito. È vero, ma mi hai aggredita dal primo istante. Da quando ho messo piede qui. No anzi, appena hai visto quell’angelo di sotto mi hai sputato addosso cattiverie e accuse infondate, mentre mi accusavi, avrei dovuto dirti la verità? >> lui aveva le sue accuse ma anche io non ero da meno.

<< Non sapevo fosse mio figlio… >> oh caro, questa non è una scusa.

<< E credi che ti giustifichi? Pensi che, solo perché non sapevi che fosse tuo figlio, ciò ti autorizzava a spruzzare veleno addosso a me? Dopo cinque anni di silenzio? Dopo cinque anni di vuoto? L’ignoto ti dava il diritto di accusarmi? >>  questa volta non avrei sorvolato, avrei chiarito ogni dubbio. Approfittai del suo silenzio per fargli le famose domande. << Perché sei andato via? Perché non mi hai mai cercata? >>

<< Perché tu mi hai tradito… >> tradito. Quante volte avevo dovuto sentire quella parola prima di oggi? Proprio da lui. La persona che più avevo amato nella mia vita.

<< E sulle basi di cosa, dici questa stronzata? >>

<< Ti ho vista, sai? Quel pomeriggio ti ho vista con Black… >> rimasi paralizzata dalla sua affermazione. << Non l’avevi capito, davvero credevi che mi fosse sfuggito? Che non lo sapessi? >>

<< Ma che stai dicendo? Quale pomeriggio? Sai che non l’ho più visto… >> ero molto confusa. Non l’avevo più visto. Eccetto…

<< Il giorno che me ne sono andato. Il giorno in cui avremmo dovuto parlare … tu eri lì, ai giardini, con lui. Vi ho visto. Ho visto mentre ti accarezzavi il ventre, ma non potevo sapere. Mi sono avvicinato, sue queste parole , mi apparterrai per sempre, no? Credi davvero che volessi altre conferme? Che volessi sentirtelo dire? Ti ho tolto il peso… >> come immaginavo, si riferiva a quella sera, ma della verità, di come erano andate realmente le cose, aveva capito ben poco. << Me lo sono chiesto in questi giorni. Quando hai saputo che era mio? Al parto? È stato allora che vi siete lasciati? O col tempo ha visto la somiglianza, il povero stronzo? >> stava esagerando e la mia mano volò, senza che potessi impedirlo, sulla sua guancia. Non si scompose più di tanto, forse se lo aspettava dopo ciò che aveva detto ,ma ne approfittai per chiarire le cose una volta per tutte.

<< Sei solo un cretino. E non hai capito un bel niente. Lo sai cosa mi ha detto? Lo sai? Lo vuoi sapere davvero? Adesso gli apparterrai per sempre. Queste sono state le sue parole e non quelle che hai interpretato tu. Queste. E sai perché? Eh no. No, che non lo sai, perché non me l’hai mai chiesto. Mi ha vista, mi ha vista felice, felice perché stavo ancora con te. Non mi ha mai perdonata per averti scelto, ma ha capito che non c’erano speranze per lui, ha capito che non mi ero mai pentita. Mai. Non so se lo intuì, non l’ho mai saputo, perché non l’ho più visto. Forse come dici tu, mi accarezzavo il ventre, un gesto involontario. Lo sapevo da così poco tempo. Non l’avevo detto a nessuno, tu dovevi essere il primo. Non avevo dubbi che fosse tuo, mai avuti. Era di questo che dovevamo parlare, questa era la mia sorpresa… >> non potei evitare alle mie lacrime di sgorgare. Le avevo trattenute per troppo tempo.

<< No. Io… non può essere. No! lui… >> non sapeva più come continuare. Aveva creduto davvero in ciò che aveva visto?

<< Lui che cosa? È bastato così poco a farti cedere? Per farti perdere fiducia in me? Così poco per smettere di credere in noi? >> anche se aveva frainteso, non bastava. Non era sufficiente per sparire. Non poteva essere sparito per questo.

Si gettò sconfitto sul letto. I gomiti sulle ginocchia, le mani tra i capelli a torturarli.

<< No. Lui me l’ha detto. >> ah? << Quel pomeriggio andai da lui. Volevo spaccargli la faccia. In verità lo feci anche. Non sapevo ancora nemmeno perché, ma dovevo farlo. Volevo che mi giurasse che non era successo, che tu non volevi. Qualsiasi cosa, pur di non credere che tu mi avessi tradito, che io ti stessi per perdere. Ma… >> cosa mi stava raccontando? Quando era successo tutto ciò?

<< Ma…? >> lo incitai a continuare.

<< Ma non me lo negò, mai. Mi diede conferme, conferme che nemmeno avevo chiesto e nemmeno volevo sentire. Ogni conferma un pugno. Ne ricevette davvero tanti. Mi disse che stavate insieme già da un po’. Che eravate tornati insieme, che mi tradivi, che ti eri pentita, che hai sempre voluto lui. Io ero stato solo una sbandata. Avrei accettato anche questo. Avrei accettato tutto pur di non perderti. Ti amavo e sapevo che per te era lo stesso. Non potevi aver finto, qualcosa doveva esser successa e l’avremmo risolta. O forse lo credevo solo per non accettare che fossi tornata da lui. Non so, e non so nemmeno se lo capì lui. Più picchiavo, più volevo picchiere. E più ne prendeva, più continuava. Forse credeva fosse l’unico modo per convincermi, l’ultima speranza che avesse con te. Ma io non mollavo, non cedevo. >> si fermò un attimo perso nei ricordi di quella sera. << La goccia fu quando mi disse che eri incinta. Aspetta un bambino, lo sai? No! Perché è mio! Pestami, uccidimi, fai quel che vuoi, ma lei sarà sempre mia. Sue parole, non potrei mai dimenticarle. Unite a ciò che avevo visto solo poche ore prima mi fecero capire che era una partita persa. Non c’era più niente per cui lottare. Continuai a picchiare, finché non mi riempii le mani di sangue e lo resi irriconoscibile. Mi accertai che respirasse ancora e forse inconsciamente smisi per non lasciare un bambino senza padre, il tuo bambino, ma forse non so nemmeno io perché smisi. Ma mi alzai e me ne andai. Tornai a casa e ti mandai quel messaggio, il mio ultimo contatto con te. Nella mia mente ti stavo facendo un favore, nella realtà avevo perso tutto… >> ormai piangevo singhiozzando. Non era potuto succedere. Non a me, non al mio bambino, non a noi. Durante il suo discorso avevo provato diversi sentimenti contrastanti. Rabbia per quell’infame, dolore per Edward ma tutto era stato sostituito dalla delusione. Come aveva potuto credergli?

<< Tu avevi qualcosa per lottare. Avevi il tuo bambino… >> dissi tra i singhiozzi.

<< Io… io non potevo saperlo, dannazione! >> mi urlò contro.

<< Potevi invece, eccome se potevi. Dovevi venire da me. Saresti dovuto venire da me. A chiedere. Saresti dovuto venire a chiedermelo, a guardarmi in faccia. Non avrei potuto mentirti. Avresti capito che era un errore. Non ti saresti perso nulla… che cazzo ti costava parlarne con me, ero il tuo amore, no? >> non avevo più voce, usciva un suono rauco e disturbato, non riuscii nemmeno a capire se per il pianto o per le urla. Ormai erano un tutt’uno.

<< Non potevo, proprio perché eri il mio amore. Non avrei sopportato di sentirmelo dire da te. Sarebbe stato troppo per me, per il mio cuore. Se tu non l’avessi incontrato, se non vi avessi visti, non sarei mai andato da lui. Non mia avrebbe mai detto nulla e non mi sarei perso la vita di mio figlio… >>

<< Non darmi colpe che non ho. Non ho scelto di incontrarlo no, che non l’ho scelto. Non cercare di scaricarmi la colpa, perché non sono io ad aver sbagliato, o comunque non lo sola. Abbiamo sbagliato entrambi, accettalo… dovrai farlo >> erano errori commessi insieme.

<< Non posso accettare di essere io ad aver sbagliato. Non posso anche solo pensare di aver perso mio figlio per un mio errore… >>

<< Credi che io possa invece? Credi che sia facile accettare che mio figlio non ha avuto un padre anche per colpa mia? Ma possiamo cambiare le cose. Tu non hai perso un figlio. L’hai trovato. È vero, hai perso cinque anni, ma adesso è qui, sei qui… >> non avrei accettato che rinunciasse a lui.

<< Si è qui. Ma perché? Perché mia sorella ti ha invitata qui? Per un caso? >> no , non per un caso.

<< No,  certo che no, non è stato un caso. Il destino ci ha riuniti… >> era tutto troppo impossibile altrimenti.

<< Il destino un cazzo! Che destino separa un padre e un figlio? Eh? Me lo dici? Quale destino avrebbe separato due persone che si amavano? >> mi ferii molto il suo amavano. Ma erano passati troppi anni, ovvio che non fosse più così.

<< Un destino un po’ bastardo. Ma è sempre lo stesso destino che ci ha fatto incontrare una volta e ci ha riportato qui… >>

<< Non mettere in mezzo discorsi che non c’entrano, mi fai incazzare. Tutto si sarebbe potuto evitare. Se tu… se lui. Se solo… >> doveva smetterla di accusarmi.

<< Basta con i se, Edward, non abbiamo più tempo per pensare come sarebbe potuta andare. Anche tu avresti potuto lasciarmi una traccia, un numero, qualsiasi cosa e io avrei messo da parte tutto. Io sarei tornata da te… >>

<< Stai dando la colpa a me? Io non volevo vederti, non volevo che mi cercassi, io quella notte ho perso tutto… >>

<< E pensi di essere stato il solo? Anche io ho perso tutto… >>

<< Tu hai Rob >> ma che cazzo di discorsi faceva?

<< Io ho Rob è vero. Ma ero sola. Avevo solo il mio bambino. Io e lui contro il mondo. E adesso anche tu hai lui… >> dovevo averne la certezza e non capii se non voleva più o se lo desse per scontato, ma non proferì più parola. Si alzò come se fosse tutto concluso e chiarito e arrivò alla porta.

<< Edward, spiegami. Che cos’è cambiato? Cosa? Andava tutto bene… >>

<< Tutto bene? Per te questo è bene? Tutto è costruito su delle cazzate e va bene? Eh no, a me non va bene. Non va bene per niente… >> ma cosa era scattato? Cosa ? Cominciò ad andarsene ma lo seguii, mi doveva delle risposte. Arrivati al bagno tornò indietro sperando che l’avvicinarci agli altri mi impaurisse, ma si sbagliava, lo bloccai a metà strada.

<< Qual è il problema? Paura di responsabilità? È troppo per te, tutto in una volta? >> in breve ripercorse i pochi metri di distanza che aveva creato e arrivò ad un soffio dal mio viso.

<< Non. Dire. Cazzate. >>

<< Dico quello che vedo… ci stai lasciando >>

<< No, non è vero. Io non lo lascerei mai… >> lui, lui non lascerebbe mai. Stava lasciando me…

<< Dimmi, perché? Perché ora? >>

<< Perché ci sono tante cose che non riesco a dimenticare, che non posso perdonare. >>

<< Perché ho aspettato, per dirtelo, è per questo? Lo sapevi anche prima. Io avrei chiarito subito, tu non hai voluto. Tu. Mi. Hai. Detto che. Che c’era tempo… che avremmo parlato >> la crisi isterica stava arrivando, la sentivo. Cominciavo a percepire tutto da un altro punto di vista, mi sentivo usata.

<< No. Io… credevo che l’avrei accettato. Ero così felice che pensavo non mi sarebbe importato dopo. Dovevo provare, sapere se mi stavo legando a te solo per il bambino o perché mi mancavi… >>

<< E cosa hai concluso? >> non ero sicura di voler sapere la risposta, non ero pronta.

<< Non lo so… tu, non me l’hai detto >>

<< Ma Vaffanculo Edward… >> ormai non mi importava nemmeno che mi sentissero arrivati a questo punto. << Avresti dovuto pensarci prima >>

<< Stanno accadendo troppe cose, io non riesco a non pensare che avrei potuto vivere ciò che ho perso >> perché non capiva che non era colpa mia?

<< Ti stai arrampicando… che cazzo ti succede? Quando hai smesso di credere in noi? Quando hai smesso di crederci? >> ormai avevo il viso rigato dalle lacrime e urlavo a squarciagola. Sentii dei passi, sicuramente Alice, ma non m’importava.

<< Cosa vuoi da me? Forse non c’ho mai creduto… è stato un errore >> e quella fu l’ultima pugnalata. Un errore. Ecco cos’ero per lui.

<< Cosa voglio? Voglio che avresti dovuto dirlo prima, prima di portarmi a letto >> e ci voltammo verso le scale contemporaneamente, impreparati a ciò che vi trovammo : Carlisle mortificato e Alice alle sue spalle. Combattuta dall’abbracciare me o uccidere il fratello, lo sapevo.

Forse anche lui adesso era combattuto, forse non sapeva davvero ciò che voleva , ma nella sua ricerca una cosa l’aveva fatta.

Aveva smesso di crederci, aveva smesso di credere in noi…

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Capitolo 37
*** *..non si chiede il permesso..* ***


CAPITOLO 38 ..non si chiede il permesso..

* Ma ciaoooo! scusate, so che avrei dovuto postare ieri, ma causa "ispirazione" non ho potuto. Era già scritto, ma ogni volta che lo rileggevo per la correzione finale ecco che mi venivano in mente mille cose da aggiuungere. Alle fine si è fatto troppo tardi e ho rimandato ad oggi. spero di non aver fatto un casino. Grazie mille a tutte vuoi. Buon natale e buon vacanze. Aggiornerò presto, promesso. un bacio, piccolaluce*

*
*
*
Non sapevo cosa fare , cosa dire. Forse non c’era nulla da dire. Non potevo aspettarmelo. Da quanto tempo era lì? Da quanto assisteva al nostro addio?

Forse ne ero felice, forse era giusto che sapesse. Perché se ancora non lo sapeva, quando avrebbe saputo chi era Robert, mi avrebbe odiato e allora era giusto che sapesse che ne avevo di cope, ma suo figlio non era da meno.

<< Scusate >> si dileguò Edward sfuggendo allo sguardo indagatore del padre. Rientrò in camera sua, io invece avevo bisogno di aria.

<< Bella… >> tentò Alice, ma la liquidai con un gesto della mano. Non mi curai di Carlisle, il quale era alla ricerca di qualche spiegazione, ma per oggi avevo discusso abbastanza con un Cullen, e poi non ero ancora nella confidenze tali da poter parlarne con lui.

Per una volta, per una sola volta pensai a me stessa. Mi accertai solo che Rob fosse tranquillo, che non si fosse accorto di nulla. Lui era sul divano , tra le braccia del ritrovato zio, che giocava al nuovo gioco.

In un altro momento- e in uno stato d’animo diverso- mi sarei unita a loro, ma non adesso.

Uscii fuori, il freddo mi investii, il vento forte quasi non mi permetteva di respirare. Ma… volevo aria, no? Eppure non era questo che cercavo. Forse ciò che realmente cercavo era irraggiungibile. Inutile sprecare tempo, non ci sarei mai arrivata.

Di aria adesso, ne avevo eccome, ma c’era qualcosa che mi opprimeva, un peso, un peso all’altezza del cuore. Un dolore, un male incurabile, perché quando è il tuo cuore ad essere ferito non puoi semplicemente mettere una benda.

La mia era una ferita della quale, troppo presto, avevo sperato di poter guarire, avevo tolto quel cerotto troppo in fretta. Cinque anni erano tanti, no? Eppure non erano bastati affinché si rimarginasse, era lì e sanguinava ancora, forse più di prima.

Perché per me era stato così semplice eliminare quel cerotto? Da bambina avevo sempre avuto paura. Paura che non si fosse formata la crosta, paura che sanguinasse ancora, la ferita. E alla fine, dopo vari giorni avevo timore di levarlo via, il cerotto. Perché fa stare bene, fa da tappo a qualcosa che non vuoi vedere, che non vuoi ricordare. E se lo togli, resterà un segno, qualcosa a ricordarti ciò che è successo e fa male. Fa male levare quel piccolo rettangolo , anche fisicamente, ecco perché da piccola ne ho avuto sempre timore.

Perché adesso l’avevo tolto, con un colpo secco? Perché avevo eliminato ogni barriera con lui? Come avevo potuto permettere che aprisse quella gabbia in cui tenevo rinchiuso il mio cuore da tanti anni ormai? Forse anche troppi.

In tanti avevano provato, ma quando un portone è chiuso, è chiuso e basta. ulteriori tentativi non potrebbero far altro che rompere la serratura per sempre.

Ma io la risposta la sapevo bene, era conscia del perché avessi permesso ad Edward di rientrare nel mio cuore : lui non aveva forzato, non aveva inventato alcun arnese speciale, in verità non aveva chiesto nemmeno il permesso.

Per entrare in casa vostra, chiedereste il permesso?

Bussereste mai?

Suonereste mai?

Dareste un avviso del vostro arrivo? No, non lo fareste e nemmeno io lo farei.

Perché hai le chiavi e non hai bisogno di far nulla se non entrare : è tua.

Edward aveva le miei chiavi, quelle del mio cuore, era ritornato in quel posto che in fondo era sempre stato suo e che –adesso lo sapevo- sarebbe sempre stato tale.

Riusciva a entrarmi dentro con una tale semplicità che mi sorpresi della velocità con la quale tutto era avvenuto.

Era colpa mia, mi ero fidata, avevo ceduto alle sue labbra, al suo profumo, al suo corpo, alle sue parole.

Si era preso tutto di me, tutto ciò che avrei potuto dargli. Ed ora era andato via…

Era sparito, senza avvisare, così come era entrato, come se non meritassi una spiegazione.

<< un errore >> , così mi aveva liquidata. E forse… era vero…

Inconsapevolmente –o forse era il mio cuore a volersi fare ancora male- mi ritrovai su quel dondolo, quel dondolo che ci aveva visti in qualche modo ritrovarci e poi discutere e che , probabilmente, se potesse parlare, me ne direbbe quattro e mi prenderebbe a schiaffi, o semplicemente se ne andrebbe per non sentire le mie lamentele. Perché tutto mi era chiaro fin da subito : non c’era futuro per me ed Edward, avrei dovuto dare ascolto ai segnali.

Il vento mi disturbava, il freddo anche, persino il cigolio del dondolo che ero io stessa a provocare e non avevo intenzione di far smettere era fonte , in questo momento, di disturbo.

Ma forse, quando si è arrabbiati , dà fastidio un po’ tutto, no?

Quando comprendi di volerti sfogare solo con una persona e poi capisci che è assolutamente impossibile, che fai?

Piccoli passi mi richiamarono alla realtà. Troppo silenziosi e delicati per essere i suoi. Mi aspettavo davvero di vederlo comparire? Era stato molto chiaro. E poi, io, volevo vederlo dopo ciò che aveva detto? Sperai con tutto il cuore che la risposta non sarebbe sempre stata un incondizionato come lo era adesso.

Un profumo alla pesca, infatti, mi colpii. Anche lui riusciva ad infastidirmi, ma non lo dissi, non ora, perché domani, quando tornerò a sorridere –cercai di autoconvincermi- ,tornerebbe ad essere uno dei miei preferiti.

<< Ehi >> proruppe interrompendo le mie elucubrazioni. Si accomodò al mio fianco senza chiedere se lo volessi, non lo faceva mai nessuno.

Ma il dondolo è il suo, no? E come avevo appena detto, non si chiede il permesso.

E il mio cuore è di Edward, no? Non doveva chiedere il permesso.

Delle proprie cose, si fa ciò che si vuole.

Alice mi abbracciò , per infondermi quel coraggio e quella forza che non avevo e dei quali avevo un immenso bisogno.

<< Ti va di dirmi che è successo? >> Domandò. Ne aveva il diritto? Non lo sapevo, ma sapevo che forse era meglio che abbassassi l’ascia di guerra contro il mondo, soprattutto verso la mia migliore amica, praticamente da sempre.

<< Hai sentito. È quello che è successo >>

<< Ma quando è… successo? Cioè, io credevo che… che essendoci Rob. Cioè, boh. Non lo so… io pen- >>

<< Non ieri. Non qui >>

<< Eh ma allor- >>

<< Al mare >> le anticipai la domanda.

<< Ah >> senza parole, eh? << Io… cioè forse in un altro momento ne sarei stata felice, ma ora lui mi rende difficile accettarlo, mi turba un po’ la cosa >>

<< Ali… io, non… io >> mi bloccai non sapendo bene come continuare. Non volevo deluderla.

<< Non volevi? No? Dimmelo. Ti prego parla, perché se è così lo ammazzo con le mie mani. Sembravate davvero così felici che io davv- >> si stava agitando e arrabbiando, forse ingiustamente.

<< Ehi, ehi, frena! Non c’è nessuno da ammazzare. Io lo volevo… >> le sentii tirare un sospiro di sollievo e vedendola rilassarsi continuai << L’ho sempre voluto. Ma non me l’aspettavo. Non credevo prendesse bene la notizia di Rob. Ti giuro non pensavo. Niente urla, niente domande, niente di niente. Mi sono ritrovata tra le sue braccia e sapevo quanto tutto fosse complicato, quando ci fosse ancora da dire, ma mi sono lasciata convincere che ce ne sarebbe stato di tempo, che non sarebbe andato via. Che mi desiderasse quanto io desideravo lui. Avevo bisogno di lui, di quella silenziosa promessa che ci sarebbe sempre stato. Sentirlo dentro di me mi sembrava che pot- >>

<< Alt! >> mi urlò come impazzita. << Parliamo sempre di mio fratello, eh >>

<< Okay, scusami. Quando eravamo a letto, lui >> mi interruppe nuovamente.

<< Ti prego! Ti prego, ti prego. Non scendere nei dettagli, non scherzavo prima… >> involontariamente riuscii a strapparmi un sorriso.

<< Okay, ho capito, non dirò niente al riguardo, ma se mi interrompi ancora, farò scena muta, chiaro? >> il suo annuire deciso mi bastò come conferma che non mi avrebbe interrotta ancora. << Io credevo davvero che fra noi fosse tutto okay. Non hai visto anche tu, mm? Mano nella mano, sempre appiccicati, dormire insieme… stavamo superando ogni ostacolo. L’ha anche detto a Rob, di noi intendo >> le confessai con rammarico.

<< Che. Cosa. Ha. Fatto. Quel. Deficiente? >>

<< Eh, già… >>

<< E adesso? >> era questa la domanda a cui non avrei mai voluto rispondere.

<< Bella domanda. Gran bella domanda. Non so proprio che fare. Se dirgli io qualcosa, se anticiparlo. Se far finta di nulla. Se lasciare che sia lui a chiedermi. Perché so che lo farà, so che se ne accorgerà sicuramente >> e se fosse venuto a chiedermi spiegazioni?

<< Non è detto che lo faccia. I bimbi sono un po’ nel loro mondo, lo sai… >> cercò di consolarmi.

<< Macché! Lui bada a tutto. È troppo intelligente. Da quando sa che è il papà poi… non sta nella pelle >>

<< Ma forse qualcosa gliela puoi dire. Che avete litigato? >>

<< Come si fa a spiegare ad un bambino di cinque anni che il papà e la mamma non stanno insieme? Come? Come si fa? Come spieghi? Che lo stare insieme , non implica necessariamente il per sempre? Come fai,  quando tu stessa gli hai detto il contrario? >>

<< Lui lo sa? >> annuii semplicemente. << Scusami Bella, ma, non ti sembra un po’ troppo affrettato? Capisco tutto davvero, ma che motivo c’era… >> mi preparai a spiegarle ogni cosa.

<< Fosse stato per me avrei aspettato. Ed, ha voluto dirgli tutto subito, mettere tutto in chiaro. Come spiegherò adesso a mio figlio, che non potrà più chiedere un bacio, per gioire nel vedere unire le labbra del suo papà e della sua mamma? Come spiegherò che non vedrà più i suoi dormire insieme? Che le cose fatte in tre, tra noi tre, saranno rare se non inesistenti? Che tutto ciò che ha appena acquistato, lo perderà, senza rendersene conto? Come potrò spiegargli che non siamo più una famiglia? >> come avrei fatto a superarla? E lui? Il mio bimbo, ce l’avrebbe fatta?

<< Ma non dovrai farlo! Continuerete ad esserlo, ad essere una famiglia. Lo siete… tutto si sistemerà, si chiarirà, non può finire così perc- >> la fermai subito.

<< Ah, ho saltato la parte migliore. Quando Rob capirà, perchè lo farà, te lo assicuro, non ci metterà molto a chiedere perché per un momento, tutto è stato perfetto? Perché siamo stati una famiglia, per un breve momento? Perché siamo tornati insieme, per poi lasciarci? Perché? E allora si che lo ferirò, che lo deluderò. Sai amore, io e papà siamo tornati insieme perché ci mancavamo, e io credevo che ci saremmo sempre amati come un tempo, nonostante tutto, ma… mi sbagliavo. Per lui sono stata solo una scopata. Mentre io costruivo qualcosa, lui la distruggeva. Ecco perché mamma e papà si sono lasciati >> mi abbandonai allo schienale del dondolo, sconfitta, delusa e senza forze. Fissai il mio sguardo nel cielo, alla ricerca di qualche stella a illuminare un po’ la mia vita. ma anche le stelle, none erano dalla mia parte, nessuna che si facesse vedere.

Come potevo continuare a lottare? Come?

<< Bella non devi vederla così. Non può essere così. Non lo è, io lo so. C’è tanto da chiarire e verrà chiarito. Tanto da capire… gli parlerò io, non lo permetterò io e non puoi permettere tu che finisca così >>

<< No! Non lo permetterò. Non andrò via. Resterò qui com’era deciso. Lo faccio solo per Rob, perché non capirebbe se domani ci vedesse partire. Voglio che stia tranquillo, al momento ha già troppo da affrontare. Ma per lui, resto per lui, per il mio bambino. Tra me ed Edward non ci saranno più contatti. Non gli permetterò di farmi ancora del male. Imparerà, imparerò, impareremo dai suoi errori, dai miei, dai nostri >>

Alice non era d’accordo, così le raccontai, per filo e per segno cosa era successo. Alla fine della mia storia cosa avrebbe mai potuto dire?

Nessuna parola sarebbe stata di conforto, nessuna frase di consolazione. Solo un abbraccio silenzioso mi avrebbe aiutato –e in parte fu così- anche se non era il suo che anelavo.

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Capitolo 38
*** *..allontanamenti..* ***


CAPITOLO 37 cn imm ..allontanamenti.. *Ciao, spero stiate tutte bene. Mi scuso per i ritardi, perdonatemi, è ciò che i meglio riesco a fare per ora. Il prossimo non si farà attendere. a giorni l'aggiornamento di "l'odore dell'addio" e "Why? Why me? Why us?". ATTENZIONE ALLO SPOILER SOTTO! E Rose? Che ne pensate? un bacio, piccolaluce*

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Rientrare in casa fu più facile di quanto avrei mai creduto possibile.

Non ci voleva poi molto. Un bel pianto era quello di cui avevo bisogno per poter tirare tutto fuori, per potermi sfogare. Non sarebbe stato facile, d’ora in poi, ma ce l’avrei fatta.

Rob era il mio problema. Odiavo definire mio figlio un problema, la realtà era che non lo era lui, ma lo era dirgli ciò che stava accadendo.

Con lui non avrei saputo mentire…

Mi alzai da quel dondolo come se non ci fossi mai stata, forse non ci ero stata davvero, non con la mente almeno. Come se volessi che venisse a cercarmi. Ma in realtà sapevo dall’inizio che non sarebbe mai venuto nessuno a vedere come stavo. Alice teneva davvero a me, nessun altro.

Rientrare in casa fu piacevole. Era calda, anche se dentro gelavo.

Ma non era la temperatura, non era nemmeno lo sbalzo da fuori a dentro. Era il mio cuore ad essere freddo, congelato.

Ma lui, lui non si sarebbe più scaldato.

Aveva deciso. Aveva preso una decisione cosi importante da solo : non avrebbe più sofferto.

Ne ora, ne mai.

<< Mamma! Eccoti! Ti avevo persa… >> l’unico uomo della mia vita.

<< Amore di mamma. Ero fuori con zia. Non dovevi preoccuparti. Tu… tu non mi perderai mai >> forse la mia non era una semplice esclamazione. Era una frecciatina. Rivolta a qualcuno in particolare, e proprio quel qualcuno sembrava averla recepita.

<< Ragazzi è pronto! Si mangia! >> ci richiamò Esme dalla cucina.

Aspettai che anche Alice facesse la sua comparsa e dopo aver accompagnato il mio bimbo al bagno per lavare le mani raggiunsi tutti al tavolo. Ci affrettammo prima che Esme si mettesse ad urlare. Ne dubitavo fortemente comunque. Sapeva urlare? Non ne era certa.

Due erano i posti liberi…

Per fortuna Rob scelse quello vicino al padre, frapponendosi così fra di noi, ma comunque troppo vicini fisicamente, anche se decisamente lontani.

Mi concessi un’occhiata veloce verso di lui. Sembrava turbato. Dopotutto era anche normale che lo fosse. Non era un mostro insensibile.

Era solo un egoista, ipocrita, falso, approfittatore, presuntuoso, immaturo, contraddittorio e e e e e… e basta!

Era soprattutto il padre di mio figlio. Di nostro figlio.

<< Papà, stasera guardiamo il re leone? >> ecco che incombevano i problemi.

<< Certo piccolo. Guarderemo ciò che vorrai >>

<< Si! Mamma? È bello, no? Piace anche a te… >> eh, certo!

<< Si amore è bello ma… io ho da afre con zia. Ti dispiace se non lo vedo? Vengo dopo però, promesso >>

<< Mm, va bene! >> Edward mi lanciò un’occhiata strana, ma ancora non aveva capito?

Alice ignara di tutto resse comunque il mio gioco senza dire nulla.

<< Bella, mi passi l’insalata? >> mi chiese Emm e feci come richiesto.

<< La passeresti anche a me? >> e da quando Edward mangiava l’insalata? Ma certo che la passo anche a te, se proprio la vuoi, no? No!

<< Mamma, papà vuole l’insalata >> Rob, non ti ci mettere anche tu!

<< Emm, stanno parlando a te >> mi sbrigai a precisare per evitare di fare qualcosa per lui.

Sentii lui sbruffare ma non disse null’altro.

<< Caro, come stai? >> si rivolse Esme al primogenito.

<< Bene mamma, adesso sto bene… >> era chiaro a tutti che stesse mentendo, ma appoggiamo comunque il suo tentativo. Il che, mi ricordava che avrei dovuto telefonare ad una certa persona. Rose, rose, che hai combinato?

<< -ella? >> mm, come? Dicevano a me?

<< Bella? Bella? Bella, l’acqua. Me la passi? >> lo ignorai bellamente come se non avesse detto nulla.

<< Eh, bella , l’acqua! >> ma non demordeva? Ma solo io potevo passargliela? Effettivamente la bottiglia era proprio di lato a me. Guardai quest’ultima. C’era solo un fondo. Avrebbe riempito si e no mezzo bicchiere. La presi e me la versai.

Ops! Oh, non l’ho fatto apposta! Mi dispiace. Mi giustificai mentalmente. Ma di cosa poi? Non mi dispiaceva affatto e non ero per nulla pentita. Ero certa che non avesse poi così sete.  Altrimenti gli sarebbe bastato allungare un braccio.

Il frigo era lontano dalla postazione di entrambi, sarebbe toccato ad Alice andare a prenderne un’altra. Al momento non mi interessava.

Sorprendendomi, fu proprio Edward ad alzarsi rabbioso. La prese e se la versò un secondo dopo con troppa irruenza. Non ne bevve nemmeno un sorso. Come avevo detto? Ah si certo, stava morendo di sete.

Non sarebbe finita bene. No, assolutamente.

La cena sembrò essere la più lunga della mia vita. Per fortuna, anche questa, come tutte le altre, volse al suo termine.

Per evitare Edward , mi fiondai prima sui piatti , -mai fare i doveri di casa mi aveva entusiasmato come adesso, e mai l’avrei creduto possibile- e successivamente scappai nella camera di Alice incurante di dove fossero loro. Se fossero stati in camera di Edward non ci sarei andata dopo, avrei dovuto trovare un escamotage per non infrangere la promessa fatta al mio piccolo.

Ma fortunatamente, conoscendo Rob –molto, molto, molto abitudinario- sapevo che l’avrebbe condotto in camera mia.

Era lì che dormivamo sempre tutti e tre. Era lì che era cominciata la nostra quotidianità, la nostra famiglia.

Era lì che mi avrebbe aspettata. Era lì che non avrebbe visto più altro che me e lui…

<< Ehi! Per quanto vuoi andare avanti così? Vi farete solo del male… >> lo sapevo bene, ma era ciò che di meglio sapevo, ed ero in grado, di fare al momento.

<< Anche se, se ne sono accorti tutti sai? Non ha mai mangiato una foglia di insalata! Ed è la prima volta che lo vedo alzarsi per prendere una bottiglia! Credo abbia sempre scelto quel posto proprio perché lontano da frigo… >> mi lascia contagiare e mi concessi di sorridere un po’. Ma poi deviai i miei pensieri verso qualcosa di un po’ più urgente.

<< Ali, che ne dici di chiamare Rose? >> in questo modo deviai anche ogni suo tentativo di riaprire l’argomento Edward. Non ce l’avrei fatta al momento

<< Beh, non ti nego che ci stavo pensando. Ma forse è meglio che tu lo faccia sola. Non credo voglia sentire me. Credo cerchi il mio appoggio e onestamente non so se saprei darglielo… >> confessò sincera.

<< No, non credo. È tuo fratello. Non ti chiederà di appoggiarla contro lui… >>

<< Io… non lo so. Non credo sia la cosa giusta. Non so se sarei in grado di schierarmi… >>

<< Credo che dovresti esserci invece. La conosco da poco e da poco conosco tuo fratello. Forse questo mi permette di essere neutrale. Mi sono legata ad entrambi. Non so cosa sia successo e non mi sento di prendere le parti di nessuno, ma… voglio sentire la sua versione. Voglio sapere come sta. Lei mi chiederà di te, vorrà sapere e voglio che sia tu a risponderle, a fare l’amica, ad essere sincera, a dire ciò che pensi senza rimuginarci sopra. Perché questo ti chiederà, di fare l’amica… >> non aspettai che rispondesse e prima ancora che lei annuisse io avevo già fatto partire la chiamata , posando il mio sguardo su quello di una bellissima ragazza bionda dagli occhi azzurri.

<< Ehi, Bella! >> sembrava entusiasta di sentirmi. Anche se aveva un tono abbastanza alto volevo che anche Alice sentisse, così misi il vivavoce.

<< Ciao Rose! Come stai? >>

<< Eh, come vuoi che stia? E tu? Tu che fai? >> eh, io? Io, come stavo?

<< Io vado avanti. Poi ti racconterò. Ero… ero qui con Alice! >> la buttai lì, ignorando le smorfie e la disapprovazione di quest’ultima.

<< Oh, Alice! Ciao… >> tutto era imbarazzante, tutto sembrava troppo difficile. Si poteva perdonare il tradimento? Forse…

Ma si poteva perdonare quando ad essere tradito era tuo fratello? Io, io l’avrei fatto?

Ma infondo la mia domanda non aveva senso. Dipendeva da persona a persona.

C’era chi perdonava il proprio amore, un tradimento alla propria persona, quindi…

E poi, non avevo detto che non avrei preso parti? Che avrei ascoltato entrambe le versioni? In un modo o nell’altro era come se mi stessi schierando. Perché sembrava impossibile che Emmett avesse frainteso. E poi, se fosse stato tutto vero, se fosse stato tradito, ciò dava una qualche giustificazione al suo comportamento nei confronti di Rob. Come l’avrei giustificato se fosse stato tutto un errore?

<< Ciao Rose! >> Alice si mostrò più dolce di quanto mi potessi aspettare.

<< Okay, lo sento da qui quant’imbarazzo c’è nell’aria. Ne siete sature. E prima che possiate dire qualsiasi cosa, ci terrei a dire che Emmett è un cretino. So che dopo non en avrò più occasione, e ci terrei davvero a dirlo adesso! >> non potei evitare che Alice partisse in quarta in difesa del fratello e nemmeno avrei voluto in realtà.

<< Ah, lui sarebbe un cretino? E tu? Tu, cosa sei? Ti senti pulita? Sei… sei… ah! Ma lo sai cosa abbiamo passato? No, non lo sai! Bella te l’avevo detto che non avrei dovuto esserci… >> prima che si alzasse e che io le rispondessi, Rose la richiamò.

<< Sai che c’è? C’è che lo sapevo che non mi avresti fatta parlare >> Alice fece retromarcia e si accomodò sul suo letto.

<< No, sai tu che c’è? Te lo dico io. C’è che si è creato un sacco di casino. C’è che mi fidavo. C’è che mio fratello è impazzito. C’è che Rob è andato di mezzo. C’è che ha pianto. Ha ferito lui, ecco che c’è! >> sembrava impazzita e niente e nessuno avrebbe potuto fermarla. Ma Rose al sentir nominare il mio bimbo abbassò l’ascia di guerra e chiese di sapere di più, di essere informata.

Le raccontammo ogni cosa. Dell’aggressione e di ciò che era accaduto mentre lei non c’era. Io per renderla partecipe, Alice per ferirla e farla sentire in colpa.

Non sapeva nulla di Emmett, del ricovero. Si capiva quanto fosse dispiaciuta e mortificata per quanto successo. Si sentiva la causa, la causa di tutto, soprattutto per ciò che era avvenuto al mio piccolo. Io la rassicurai subito, ma Alice non fu d’accordo. Come se, se lo meritasse. Solo dopo che anche lei si fu sfogata cominciò a rilassarsi e a voler sentire tutta la storia.

<< Io non ci posso credere… >> furono le ultime parole dopo la telefonata appena conclusa e prima che ci salutassimo per la notte. Chi l’avrebbe mai detto?

Era incredibile. Ma questo dava manforte alla mia idea di voler ascoltare sempre entrambe le parti. Senza, chissà che sarebbe successo. Ancora non era finita, non era finito nulla.

Arrivai alla mia camera, conscia che fosse troppo tardi. Sicuramente Rob dormiva solo nel lettone. Entrai in punta di piedi per non svegliarlo. La prima cosa che vidi fu la televisione accesa, stranamente la luce no. Rob non dormiva ancora al buoi senza qualcuno accanto.

Chiusi la tivù e mi andai velocemente a lavare e mettere il pigiama.

Al ritorno mi accorsi di ciò che prima mi era sfuggito : Rob non era solo. Dormiva con Edward.

Quella scena mi intenerii, troppo. Più di quanto avrei voluto. Presi il mio iPhone e scattai una foto. Assicurandomi di aver spento il flash. La fioca luce della lampada bastava.

Volevo immortalare quel momento. Un momento dolcissimo che mi sarebbe mancato e che sicuramente non mi sarebbe ricapitato.

Mi misi ai piedi del letto, indecisa sul da farsi.

Li guardai, bellissimi nei loro dolci lineamenti, uno un po’ bambino, l’altro già uomo, ma comunque stupendi, allo stesso modo.

La stessa espressione rilassata e un po’ corrucciata. Una frutto dei pensieri di bambino –i problemi di un gioco- l’altra dei pensieri di un uomo –dei problemi della vita-.

La bocca semi-aperta, la stessa bocca. Certe volte ancora mi chiedevo come avesse fatto a non capre…

Erano due gocce.

E fu guardando queste due gocce d’acqua che Morfeo decise di venirmi a trovare per portarmi con sé. Forse non era il momento adatto, non lo era sicramente il posto, e senz’altro non lo era la compagnia, ma senza poterlo impedire, tra i miei amori mi addormentai.

 

Spoiler :

<< Papi, mami, ve lo date un bacio, mm? >>

<< Mami, dallo un bacio a papà… >>

<< Mamma. Perché non vuoi baciare papà? >> come lo spieghi? Come?



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