*..un piccolo segreto..* di piccolaluce (/viewuser.php?uid=140307)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *..prologo..* ***
Capitolo 2: *** *..c'è qualcosa che devi sapere..* ***
Capitolo 3: *** *..serenità..* ***
Capitolo 4: *** *..Rob..* ***
Capitolo 5: *** *..ricordare il passato..* ***
Capitolo 6: *** *..i Cullen..* ***
Capitolo 7: *** *..invito..* ***
Capitolo 8: *** *..Cullen?..* ***
Capitolo 9: *** *..delusione..* ***
Capitolo 10: *** *..amica mia..* ***
Capitolo 11: *** *..spiegazioni..* ***
Capitolo 12: *** *..abbiamo ospiti..* ***
Capitolo 13: *** *..i gemelli..* ***
Capitolo 14: *** *..quante complicazioni..* ***
Capitolo 15: *** *..un amore passato..* ***
Capitolo 16: *** *..messaggio..* ***
Capitolo 17: *** *..strana amicizia..* ***
Capitolo 18: *** *..shopping..* ***
Capitolo 19: *** *..la prima cosa bella..* ***
Capitolo 20: *** *..sii sincera con me..* ***
Capitolo 21: *** *..andare in bicicletta..* ***
Capitolo 22: *** *..ti conosco ancora..* ***
Capitolo 23: *** *..come un papà..* ***
Capitolo 24: *** *..primi addii..* ***
Capitolo 25: *** *..pensieri..* ***
Capitolo 26: *** *..come fosse mio..* ***
Capitolo 27: *** *..quando sembra andare tutto bene..* ***
Capitolo 28: *** *..quando qualcosa non la vuoi..* ***
Capitolo 29: *** *..respirare..* ***
Capitolo 30: *** *..papà..* ***
Capitolo 31: *** *..momenti per noi..* ***
Capitolo 32: *** *..la verità..* ***
Capitolo 33: *** *..ora come allora..* ***
Capitolo 34: *** *..una famiglia..* ***
Capitolo 35: *** *..non si può sempre scappare..* ***
Capitolo 36: *** *..crederci..* ***
Capitolo 37: *** *..non si chiede il permesso..* ***
Capitolo 38: *** *..allontanamenti..* ***
Capitolo 1 *** *..prologo..* ***
*..prologo..*
Può un semplice incontro sconvolgerti la vita? Può un incontro avvenuto
per caso , far tornare a galla tutto il tuo passato? Può un incontro cambiare i
tuoi piani? Cambiare completamente la tua vita? Quella stessa vita che a causa
di quel passato che cercavi di nascondere era cambiata , e stava procedendo
finalmente nella felicità? Può un incontro che non ti aspettavi mai di fare
distruggere quella felicità finalmente raggiunta??
Mi bastò guardare il suo viso, pochi secondi , il tempo di riconoscerlo
e capire che non potevo scappare.. che ormai non potevo più.. sapevo la
risposta , si poteva cambiare tutto e sarebbe successo.
Non avrei mai creduto di arrivare a questo , solo perché in passato non
avevo avuto il coraggio di impormi e di fare quelle domande che sicuramente mi
avrebbero impedito di ritrovarmi in questa situazione..
Tenere un segreto dento e già di per se difficile , lo diventa ancora di
più se non puoi condividerlo con nessuno.. ed io non potevo davvero confidarmi
con nessuno, non potevo permettere che qualcuno lo sapesse , dovevo farlo , lo
dovevo fare per lui , dovevo proteggerlo e lo avrei fatto.. ma tenere a lungo
un segreto costa tanto , oltre il fatto che dovevo tenere tutti lontani dalla
mia vita , altrimenti l’avrebbero scoperto presto , cominciavo e sentirmi sola,
e in lei avevo trovato una persona fantastica , l’unica di cui potessi fidarmi
, e forse l’unica con cui avrei potuto condividere un tale segreto…
* beh , eccomi qui con una nuova storia , so che ne ho già una
in corso , ma se non l'avessi fatto , avrei interrotto l'ispirazione..
vii prego fatemi sapere che ne pensate.. ho bosogno di in vostro
commento... grazie e un bacio , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** *..c'è qualcosa che devi sapere..* ***
CAPITOLO 1 *..c'è qualcosa che devi sapere..*
Beh io sono Bella , ho 23 anni ,compiuti da un mese , il 13 settembre,
vivo a Phoenix da 5 anni , abitavo a Forx con i miei genitori ma sono dovuta
scappare da li, e loro sono rimasti invece , perché la mia non è stata solo una
fuga da tutto , ma anche da loro..
Non credevo che mai avrei lasciato i miei , ma non credevo neanche che
loro potessero mai voltarmi le spalle..
E invece era successo , adesso la situazione era leggermente diversa ,
dopo il primo anno ci eravamo un po’ riconciliati , ma non ero tornata da loro
, mi sarei comunque trasferita , ma non a Phoenix , avrei scelto certamente
qualcosa di più vicino a casa , invece mi ero convinta che le distanze non
avrebbero fatto altro che bene. Adesso sono al terzo anno di università, studio
medicina , perché nonostante le tante difficoltà non ho mai abbondonato i miei
sogni , anche se ho dovuto adeguarli alla mia nuova vita , infatti ho perso un
anno, sarei dovuta essere al quarto anno , ma a neanche 19 anni avevo qualcosa
di più importante da fare, perciò avevo dovuto rinviare di un anno , anche se
era presto, menomale che c’era la signora Clearwater Leah , altrimenti sarei
stata persa e avrei dovuto rinunciare a tutto, ma c’era lei , la mia vicina ,
che non sapeva niente , ma in un certo senso sapeva più di chiunque altro..
In questo momento della mia vita , potevo dire si essere un po’ serena ,
potevo dire di aver conquistato un po’ di tranquillità, il passato finalmente
aveva cominciato a lasciarmi in pace , c’erano giorni in cui totalmente non me
ne ricordavo.. in cui ero totalmente serena , ma portavo sempre con me quel
messaggio, quel messaggio che mi aveva stravolto la vita , uno stupido
messaggio..
Avrei dovuto cancellarlo ma non potevo , lo portavo con me perché doveva
ricordarmi sempre perché mi trovavo qui , sola , e avevo lasciato tutto alle
spalle , quello stupido messaggio rappresentava la causa delle mie decisioni e
mi ricordava il perché non potessi condividere quel passato con nessuno , il
perché non potessi avere una vita come tutti , e il perché non dovevo mollare ,
perché era stato quel messaggio, quello stupidissimo messaggio a darmi la forza
di rialzarmi , quando tutto il mondo crollava , e lottare , lottare per lui.
Ma adesso le cose erano cambiate , avevo incontrato lei:
Erano le 5 , ero al bar dell’università con Alice , Alice Cullen , la
mia migliore amica..
Lo era da tanto tempo ormai , avevamo cominciato insieme l’università,
lei aveva 22 anni , perciò eravamo proprio alla pari, frequentavamo tutte le
lezioni insieme..
Non mi ero mai fidata tanto di qualcuno , non potevo davvero
permettermelo , ma con lei era stato inevitabile , avevamo legato dal primo
istante , ero sempre stata fredda e distante con tutti..
Ma con lei non ci ero riuscita , dal primo momento in cui avevo visto i
suoi occhi verdi , quegli occhi che tanto mi ricordavano il mio passato , ma
che mi trasmettevano fiducia , come allora , ma quelli erano belli ed enigmatici
, questi belli e sinceri..
Avevo sempre pensato di poter reggere tutto da sola , di farcela, e
quando sentivo tutto crollare , leggevo quel messaggio , e la rabbia che ne
veniva fuori mi dava la forza necessaria a resistere..
Ma da quando l’avevo incontrata mi ero trovata subito bene con lei.. e
ogni giorno sentivo il bisogno di confidarmi totalmente , ma non trovavo mai il
coraggio , avevo paura che andasse male , ma dopo tre anni , tre anni in cui
c’era sempre stata , anche in silenzio , quando piangevo perché andava tutto
male e non potevo spiegarle il perché , lei c’era , senza fare domande.. c’era
e perciò mi ero convinta.. avevo trovato il coraggio di condividere con lei il
mio piccolo grande segreto..
“Ali , che devi fare adesso?” le chiesi all’improvviso mentre
sorseggiava il caffè.
“Beh niente veramente.. dovevo uscire con Jazz ma non sta bene quindi
niente credo che andrò a casa..” disse sorridendo. Jasper era il suo adorabile
fidanzato , credo che fossero fidanzati dalle elementari, o comunque da
un’infinità , ma il loro rapporto non cedeva , anzi diventava sempre più solido
, li invidiavo davvero.
“Ti va di venire da me?? Mangi con me e poi vediamo un film..” dissi
come se niente fosse , ma non mi sfuggii il suo sguardo stralunato , non l’avevo
mai invitata , lei una volta , ma non ero andata rifiutando con una scusa ,
allora aveva capito che non volevo per qualche motivo , ma non aveva fatto
domande ed io non potevo certo dirle che avevo paura di affezionarmi davvero a
lei, e poi non potevo andare davvero , mancavo già troppo da casa.
“Certo Bella” disse entusiasta , sorprendendomi , ma del resto lei era
così.
Arrivate a casa aprì la porta e prima di entrare le dissi. “ti ho fatta
venire perché ti voglio bene e c’è qualcosa che devi sapere , che voglio
dirti..” avevo paura che rimanesse delusa per averglielo nascosto per tanto
tempo.
“Bella sai che puoi dirmi tutto..”
“si lo so, ma non vorrei deluderti per non averlo fatto prima..” dissi
timorosa.
“Bella non potresti mai deludermi..” disse sincera , lo vedevo dallo
sguardo e dal sorriso di incoraggiamento che mi lanciava.
“lo spero tanto amica mia.. vieni!” e andai verso la mia camera da
letto. Tremavo dalla paura , ma di che poi? Lei era la mia amica , non mi
avrebbe ne giudicata ne abbandonata.
Le luci del corridoio erano aperte , segno che lui era a casa, e poi la
porta della mia camera da letto era socchiusa con la luce spenta , segno che lui
dormiva, lui.
“vieni entra..” le dissi aprendo la porta e mostrandole nella leggera
oscurità il mio piccolo segreto..
*beh che dire... cosa nasconderà Bella?? fatemi sapere cosa ne pensate o cosa vi aspettate... un bacio , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** *..serenità..* ***
CAPITOLO 2 ..serenità..
Uscite dalla stanza andammo a sederci sul divano, Alice non parlava ,
era ancora scossa.. ma di certo non era arrabbiata, ne pronta a scappare,
perché poi? Ed io finalmente mi ero tolta un peso e mi sentivo serena..
Aveva visto lui, che era semplicemente il senso della mia esistenza , il
mio bimbo…
Si un bimbo , il mio bellissimo bimbo di 4 anni..
Ecco perché dovevo stare lontana da tutti non potendolo raccontare a
nessuno , non potevo permettere che si affezionasse , che conoscesse qualcuno
che l’avrebbe abbandonato , lui non doveva soffrire.. non potevo permetterlo.
Chiunque si sarebbe avvicinato , sarebbe dovuto restare , ed Alice era la
persona adatta. Io non gli bastavo sempre , me ne accorgevo , ma finché avrebbe
avuto solo me si sarebbe accontentato , scoprendo altri oltre la propria mamma
, avrebbe cominciato a desiderarli.. e non potevo deluderlo.
“Bella perché non me lo hai detto?.. ti.. avrei.. aiutata.. non so..
perché?” disse piena di domande.
“scusami Ali.. lo so , è che non potevo , non voglio ferirti , ma io
dovevo essere sicura , non posso avvicinarlo a persone che non si sarebbero
fermate.. scusa ma ha bisogno di un po’ si stabilità ed io sono già troppo
instabile di mio..” ero sincera , non volevo ferirla davvero..
“ma non scherzare neanche Bella, non puoi ferirmi ne deludermi , solo
non me lo aspettavo.. non potevo minimamente immaginarlo , ma ti capisco..
pensandoci hai fatto bene , avrei fatto lo stesso..” e mi abbracciò , di un
abbraccio sincero , quello che solo le amiche sanno regalarti..
“grazie amica mia sei unica..” dissi sincera
“grazie a te per aver trovato il coraggio di condividerlo con me.. ma
raccontami di lui , ti prego…dimmi tutto, di chi è??” chiese sinceramente
interessata, ma aveva scelto la domanda sbagliata..
“Mio!! È mio figlio e di nessun altro..” dissi e mai parole mi
sembrarono più vere..
“mi racconterai mai la tua storia??sai che puoi fidarti vero??”disse e
non potei non credergli..
“certo.. e lo farò ,promesso, ma non oggi , non voglio se è in casa..
non vorrei sentisse, e sarebbe un’ulteriore delusione per lui..” dissi ma poi
vedendo che mi incitava continuai.
“ha 4 anni , è nato il 22 aprile quando avevo solo 19 anni come puoi
immaginare , ecco perché ho cominciato un anno dopo , ma meglio così ,
altrimenti forse non ci saremmo conosciute..
Puoi notare che ho cominciato subito l’uni , aveva solo sei mesi , ma se
non lo avessi fatto non avrei mai più cominciato.. per fortuna c’è la mia
vicina, Leah Clearwater, è una signora simpatica ,e dolcissima , sola , e lo
adora.. mi è stata accanto dal momento in cui mi trasferii qui incinta di un
mese , sa che sono una ragazza madre , non sa come stanno le cose , ma non fa
domande , gli vuole bene e mi sta accanto e questo mi basta..
Lui è andato subito all’asilo nido , ma non riuscivo a far coincidere
gli orari ed ero costretta ad abbandonare le lezioni come vedevi , così si è
offerta di prenderlo lei all’uscita , gli prepara il pranzo quando io non posso
, e si occupa di lui.. lui la adora ma non volevo che fraintendesse chi fosse
la madre, e quale fosse la casa, io sono presente nella sua vita nonostante lo
studio , lo porto io la mattina e quando posso vado a riprenderlo e pranziamo
quasi sempre insieme.. lei se ne occupa quando ho lezione per tante ore o
quando ho qualche impegno , ma lui preferisce molto stare a casa , e nonostante
sia piccolo ci sta volentieri anche solo , tanto col microfono che ha Leah a
casa , menomale che abita accanto altrimenti il segnale non avrebbe preso, sto
tranquilla , lei lo sente e corre da lui se ci sono problemi.. ma del resto io
sono sempre a casa a parte la mattina e raramente il pomeriggio , come oggi..
beh credo sia tutto” dissi prendendo aria , dopo il mio discorso detto tutto
d’un fiato..
“ma non credo proprio.. mi devi raccontare esattamente 4 anni di vita..
e poi non ti sembra di dimenticare qualcosa di importante??come si chiama , per
esempio?? “ disse prendendomi in giro
“ah ah ah , hai ragione è vero.. beh il suo nome completo te lo
spiegherò un’altra volta.. ti basti sapere che lo chiamo Rob , Roberto. E per
recuperare ci sono gli album tranquilla, non ho perso un attimo della sua
vita..” lo dissi soddisfatta perché davvero ero stata sempre una mamma presente
, ma del resto aveva solo me..
“bellissimo nome , e non vedo l’ora di vederlo per bene , già mentre
dorme sembra un angioletto, ma spiegami solo una cosa.. lui.. cioè suo padre ,
come ha fatto a lasciarlo? È un amore..” disse ingenuamente , oh quante cose
che avrei dovuto raccontarle..
“oh Alice.. lui.. beh non sa neanche che esiste..”
altra mia storia : nothing is impossible http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911858&i=1
*beh che ne dite del capitolettooo?? spero vi sia piaciuto... fatemi
sapere che ne pensate , se vi ho incuriosito fatemelo sapere e
aggiornerò presto.... recencite!! grazieeee...un bacio ,
piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** *..Rob..* ***
CAPITOLO 3 ..Rob..
Rimase a bocca aperta e stava per rispondermi e probabilmente
tempestarmi di domande, tipo , come?, perché?, come hai potuto? Ma soprattutto
perché? Ma non era il momento di rispondere e per fortuna fui salvata dal mio
angelo..
“mammaaaaaaaaa…….?” Che voce meravigliosa..
“amore sono in salotto.. vieni che ti devo presentare qualcuno” gli
dissi e in un attimo fu da me. Non conosceva mai nessuno , non portavo mai
nessuno in casa , ed insieme non andavamo mai lontano.. perciò era una novità e
si sa quanto i bambini siano predisposti ad accoglierle..
Quando arrivò era ancora tutto assonnato , si stropicciò gli occhi che
successivamente spalancò non appena vide Alice..
“Oh.. ciao” le disse sorridendo, era confuso , ma di certo non era
timido, qualche altro minuto per entrare in confidenza e l’avrebbe tempestata
di domande.
“ciao piccolo.. io sono Alice” gli disse un po’ incerta..
“allora io ho già 4 anni , quindi non sono piccolo.. io sono Roberto, ma
ti chiami solo Alice??” era troppo curioso mio figlio.. non era certamente
riservato come me.
“oh no certo.. Alice Cullen, ma perché tu ti chiami solo Roberto??” gli
chiese con aria di sfida.. sapevo che gli sarebbe piaciuta , infatti le sfoderò
il suo sorriso stupendo , che non aveva niente del mio e le disse
“beh io neanche , sono Roberto Swan , ma puoi chiamarmi Rob , sai mi
stai simpatica..”
“oh anche tu Rob.. vieni , ti va se ti tengo un po’ in braccio??tu puoi
chiamarmi zia..”
“ok.. zia” le disse e andò a sedersi sulle sue braccia.
Io la guardai sconvolta…con un’aria molto interrogativa.
“che c’è??”mi chiese come se niente fosse.. “sei o non sei mia
sorella??.. beh se fai due conti allora lui è mio nipote, perciò si, zia mi
deve chiamare..” lo disse seria lasciandomi di stucco e facendomi capire che
non avrei potuto oppormi.. ma del resto non volevo farlo , lei era diventata la
mia famiglia , la consideravo davvero una sorella , ed ora era il momento che
diventasse anche la sua..
Il mio ometto si sentiva a proprio agio con lei.. non era sceso un
attimo dalle sue braccia.. la guardava e non faceva altro che sorriderle..
Avevano gli occhi molto simili.. ora che li guardavo meglio erano
proprio della stessa tonalità.. ma lo sguardo era diverso..
In effetti avevo sempre rivisto negli occhi di Alice il mio passato ,
perché gli occhi verdi di Rob non erano certo i miei , che invece erano color
ciocc…beh castani!! Meglio non pensarci..
Ma quelli di Rob erano i più belli che avessi mai visto.. erano di un
verde brillante , forse perché era un bambino sereno , non lo so.. ma
nonostante avessi il suo sguardo, trasmettevano una dolcezza infinita..
I suoi capelli erano scompigliati.. non riuscivo a sistemarglieli con
niente.. riuscivo ad ottenere qualche risultato solo dopo svuotando mezzo
tubetto di gel.. quindi preferivo lasciarli al naturale.. erano uguali ai miei,
castani, ma non chiari, molto scuri invece.. delle volte apparivano neri ma al
sole erano tutta un’altra cosa.. gli apparivano dei riflessi ramati che di
sicuro non erano miei, e se era possibile diventava ancora più bello..
Era bellissimo e so che le madri lo dicono sempre dei proprio figli , ma
a me lo dicevano tutti perché era certa non fosse solo un giudizio di parte..
era stupendo..
Purtroppo non potevo vantarmi che fosse tutto merito mio.. forse perché
era un maschietto e certo non poteva essere identico a me.. ma poteva
assomigliare a mio padre no?? NO!! Era identico al suo di padre , in modo da
ricordarmelo ogni volta.. ma del resto era anche per questo se era così bello e
quindi meglio così..
Fortuna che avesse i capelli così diversi e il nasino un miscuglio dei
due , altrimenti sarebbe stato la fotocopia identica.. non che non lo fosse..
ma quei capelli erano così particolari che facevano in modo che tu tutti
fossero convinti che fosse identico a me, mi assomigliava si , ma non così
tanto.. o forse un occhio esterno coglieva più dettagli di me , di me che lo
ricordavo troppo bene e avevo il suo volto impresso nella mente, di me che
quando Rob cresceva controllavo minuziosamente ogni suo cambiamento sperando
che appartenesse a me , invece riuscivo anche in un minuscolo dettaglio a
vedere qualcosa di lui.. anche quella voglia.. una piccola macchietta più scura
posizionata proprio sotto una fossetta di venere, a forma di cuore.. era così
piccola che ero certa l’avessi notata solo io ad entrambi.. ero sempre stata
troppo attenta a tutto..
e più avevo sperato che fosse diverso, per non doverlo rivedere ogni
giorno e poter finalmente andare avanti.. più ero costretta a rivederlo ogni
giorno , in ogni più piccolo dettaglio..
adesso aggiorno *..nothing is impossible..* : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911858&i=1
*ragazze alloraaaaaa?? ke mi dite?? non vi piace molto vero?? fatemi sapre.. un bacioooo piccolaluce..*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** *..ricordare il passato..* ***
CAPITOLO 4 ..ricordare il passato..
*ragazze come va?? ho creato un gruppo dove inserirò le mie
storie e metterò anche spoiler se graditi... se vi va
iscrivetevi.. vi lascio il link.. a dopo*
http://www.facebook.com/groups/369948026364749/
Avevamo cenato e il mio ometto non aveva mollato un attimo Alice.. le si
era persino addormentato in braccio..
Ma a lei non dispiaceva.. era come se volesse recuperare il tempo
perduto.. se lo avessi saputo prima , e di certo non potevo.. ma se anche lo
avessi solo immaginato, che sarebbe andata così bene li avrei fatti incontrare
prima..
“è così bello.. ti somiglia molto sai?” disse in un momento in cui
finalmente aveva distolto lo sguardo dal viso del mio angelo..
“oh ciao Alice.. lieta che tu ti sia ricordata di me..” dissi
prendendola in giro..
“grazie , ma comunque somiglia molto di più a suo padre..” Bella non ti
prendere in giro sola , è la fotocopia.
“ti va di parlarne? solo se ti va però..” disse incerta , ma non potevo
negarglielo.
“certo.. e poi nessuno sa la verità.. sarai la prima.. però prima lo
mettiamo a letto..”
“sono contenta che tu abbia finalmente scelto di fidarti , e non ce l’ho
con te probabilmente mi sarei comportata nello stesso modo.. ma posso farlo
io??” oh che tenera..
“sisi..” gli mise il pigiamino e lo sistemo nel mio letto ,
rimboccandogli le coperte , gli stampò un bacio in fronte seguita da me ed
andammo insieme a sederci in salotto.. accesi il babymonitor in modo da poterlo
sentire e chiusi la porta.
“allora cosa vuoi sapere?” ero pronta a qualsiasi domanda e a darle
qualsiasi risposta e soprattutto ero pronta finalmente a raccontare la verità..
“TUTTO! Dimmi di lui.. di prima .. parti da quello che vuoi , ma dimmi
tutto..” ok era chiaro : Tutto!
“Beh , avevo diciassette anni quando lo incontrai la prima volta ad una
festa.. ero con il mio fidanzato di allora.. ci stavo da qualche mese , un
cinque , sei.. era una storia seria , ma non eravamo mai andati oltre il
bacio.. la verità è che io non ero innamorata di lui.. mi piaceva e mi faceva
stare bene.. lui era pazzo di me.. mi adorava ed io provavo un bene immenso per
lui, ma non era amore.. delle volte avevo creduto di essere stata innamorata ma
mi ero ricreduta dopo aver scoperto cosa realmente fosse l’amore..” qui mi
fermai per prendere fiato.. ricordare faceva male.. tremendamente male..
“Bella non ti giudico.. anche se l’hai tradito di me ti puoi fidare..”
che vera amica..
“no non l’ho tradito.. non gli avrei mai fatto una cosa del genere.. non
sono così.. ma l’ho lasciato.. l’ho lasciato per un altro.. e lui lo sa e non me
lo perdonerà mai.. ed io probabilmente non perdonerò me stessa di averlo fatto
soffrire..” era un peso che portavo ancora dentro..
“Amica, ma l’amore non si comanda, e quando arriva non si può evitare..”
era vero.
“lo so.. ma non l’ha capito.. non riusciva a capire come avessi fatto ad
innamorami di un altro se ero davvero innamorata di lui.. ed è qui che ha
capito che non lo ero realmente.. si è sentito usato e preso in giro, e non si
è sbagliato poi molto.. ma la cosa peggiore è che mi ha chiesto un’altra
possibilità , mi ha chiesto di riprovarci , di dargli la possibilità di farmi
innamorare.. ma non potevo certamente accettare, l’avevo già fatto soffrire
abbastanza e sarei stata l’ennesima delusione.. ma lui non la pensava come me..
la prese malissimo, specialmente quando seppe che stavo già con l’altro dopo
due mesi.. non gli avevo detto tutta la verità subito.. l’avevo lasciato
dicendogli che c’era un altro.. ma lui la credeva una scusa.. dopo due mesi ci
incontrammo e notando che nutriva ancora delle speranze su di noi gli dissi la
verità.. che stavo con un altro.. e non era una scusa.. c’era davvero.. gli si
spezzò il cuore.. e non ci parlammo per un anno..
Come ti dicevo.. lo incontrai ad una festa.. appena lo vidi rimasi
letteralmente folgorata.. era il ragazzo più bello che avessi mai visto.. non
lo puoi notare , ma è uguale a Rob.. io lo rivedo in lui.. in ogni cosa anche
nei gesti.. vorrei tanto che mi emulasse , che assomigliasse a me.. ed invece
più passa il tempo più gli assomiglia..
Non che no ne sia contenta , come dicevo era bellissimo.. e credo lo sia
ancora.. ma non mi aspettavo di doverlo ricordare ogni giorno della mia vita..
come se già non fosse difficile..” mi interruppe un attimo.
“perché credi, non l’hai più visto?” Alice non aveva la minima idea di
quello che ancora doveva accadere..
“no certo che no.. non gli avrei nascosto Roberto se lo avessi
rincontrato.. ma vuoi che arrivo direttamente al dunque??” dissi ridendo.
“assolutamente.. voglio sapere tutto.. quindi l’hai conosciuto ad una
festa.. si poi??” troppo curiosa la mia amica.
“anche se ero col mio ragazzo non mi ero lasciata impressionare tanto
era una festa di amici di entrambi e lui passava sempre il tempo giocando alla
play.. ed io stavo nel salone.. ma quella sera c’era qualcosa di diverso.. non
mi andava di stare li , come sempre.. così uscii fuori in giardino.. e fu
allora che lo incontrai..
Te lo giuro.. passai una serata fantastica.. mi ero divertita
tantissimo, mi piaceva un sacco quel ragazzo.. era simpatico e si vedeva che
era lo stesso per lui.. cercava sempre di coinvolgermi di attirare la mia
attenzione.. e non sapevo niente di lui.. era un perfetto sconosciuto che
passava per caso davanti la villa della mia amica.. rimasi fuori tutto il tempo
con questo sconosciuto.. e tornado a casa riuscivo a pensare solo una cosa, la
sua ultima frase.. *ci vediamo Bella, credo che mi vedrai spesso..*.. non avevo
idea di quanto potesse avere ragione.. lo trovavo dappertutto.. fuori scuola ,
quando uscivo.. era come se mi seguisse.. ma non me sentivo perseguitata bensì
lusingata.. te l’ho detto mi piaceva.. in poco tempo diventammo amici.. ma per
me era qualcosa di più, così lasciai il mio ragazzo.. non mi andava, non la
vedevo una cosa giusta.. quando lo dissi a lui mi sorrise ed era felicissimo,
mi prese in braccio e mi baciò.. fu qualcosa di unico.. davvero..
E in breve cominciammo la nostra storia..
Fu una storia stupenda.. durò un anno.. ma fu un anno pieno di gioia..
vivevamo la nostra storia intensamente senza pensare al futuro ma solo al
presente.. allora la vedevo come qualcosa di bellissimo che ci permetteva di
viverci spensieratamente ma solo dopo mi resi conto di quanto avevamo
sbagliato..
Ero innamorata.. per la prima volta.. ed ero felice.. felice felice
felice..
Non stavamo insieme da tantissimo tempo ma mi sentivo pronta.. mi fidavo
di lui.. mi amava e me lo aveva sempre dimostrato.. così decisi di dimostrargli
quanto lo amavo nel modo più bello possibile: facendo l’amore..
Mi desiderava da tanto.. ma era disposto ad aspettare che fossi pronta..
inutile dirti che ne era valsa la pena.. qualcosa di unico e meraviglioso..
quando mi fece sua e lo sentii dentro di me era come se fossimo diventati
davvero una cosa sola.. era tutto meraviglioso.. ma vivevamo troppo alla
giornata..” Alice era insaziabile.
“Ah no no Bella , non pensare minimamente di evitare i dettagli della
tua prima volta.. voglio sapere tutto!” ahah che scema..
“beh un’altra volta sicuramente.. adesso devo dirti altro.. promesso
però” le dissi. Non poteva interrompermi sempre..
“va bene” si lasciò convincere..
“dopo un po’ di tempo mi accorsi di avere un ritardo.. non ci potevo
credere.. e non ci volvevo credere.. ero troppo giovane.. troppo bambina, avevo
bisogno che qualcuno si prendesse cura di me , non potevo certo prendermi io
cura di qualcuno.. ma mi bastò fare un test per comprendere la realtà.. ero
incinta! All’inizio fu un duro colpo , ma poi mi toccai la pancia e immaginai
un piccolo lui dentro di me e ciò mi diede la forza di alzarmi dal pavimento
dove mie ro appoggiata e farmi capire che non poteva andare poi tutto male se
eravamo insieme.. fu allora che mi resi
conto di quanto avessimo vissuto la nostra storia in modo troppo anomalo..
avevamo pensato solo a noi.. io non conoscevo i suoi e lui non conosceva i
miei.. i miei.. i miei che non sapevano neanche che fossi fidanzata.. non osavo
immaginare come l’avrebbero presa sapendo che aspettavo un bambino.. mi presi
qualche giorno per esserne certa e poi decisi di dirlo a lui.. avevo una paura
, una fottutissima paura che la prendesse male.. avevo bisogno di confidarmi
con qualcuno ma non potevo.. volevo che fosse il primo.. dovevo dirglielo
quella sera.. era il 22 agosto.. poi scoprii che era esattamente un mese che
dentro me cresceva il frutto del nostro amore.. ma lui questo non lo saprà
mai..
Il pomeriggio per strada incontrai il mio ex ragazzo.. non lo vedevo da
tanto tempo.. provava ancora tanto rancore per me.. glielo si leggeva in
faccia.. mi chiese se era tutto ok e se stessi ancora con lui.. glielo
confermai.. fra qualche mese lo avrebbero saputo tutti, non avevo senso
mentire.. non ne rimase felice.. mi voleva ancora si vedeva.. poi non so se
abbia mai intuito qualcosa o se chissà cosa volesse.. ma mi disse : -hai scelto
lui, tra me e lui ha scelto lui, ora gli apparterrai per sempre- , non so
davvero che volesse dire.. ma ci salutammo e non lo rividi più..
Quella sera non stavo più nella pelle.. volevo dirglielo.. volevo dirgli
del mio piccolo segreto.. sapeva che avevo una sorpresa per lui.. ma non
riuscii a trovarlo.. non rispondeva alle mie telefonate ed inutile dirti che mi
preoccupai da morire.. non sapevo dove cercarlo.. verso le 23:00 mi mandò un
messaggio , un messaggio per lasciarmi.. un messaggio triste e squallido..”
“stai scherzando vero?? Non ti ha lasciata con un messaggio vero??dimmi
di no..”
“oh vorrei tanto ma è proprio così.. non feci in tempo a chiamarlo per
chiedergli spiegazioni , perché non aveva senso , che mi resi conto che il
numero era inesistente.. probabilmente aveva spezzato la scheda.. ed in quel
momento capì di averlo perso per sempre.. io non sapevo niente di lui..
niente!! Non sapevo neanche dove abitasse , non conoscevo i suoi , un parente ,
nessuno.. sapevo solo che aveva una casa al mare dove stavamo sempre insieme..
ma non ci tornò mai.. tutte le volte che ci andavo , la trovata immutata.. ti
stupirà e mi darai della stupida.. ma io non conoscevo neanche il suo cognome..
sapevo solo il suo nome.. ed infatti non lo rividi più.. ho provato a cercarlo
, ma quando non sai niente non si può fare molto.. e non sai quanto mi sono
maledetta per non essermi mai imposta e non aver mai insistito.. per non aver
mai chiesto niente della sua vita.. ma del resto lui non lo aveva neanche mai
fatto con me..
Quando lo dissi ai miei fu traumatico.. non ci potevano credere.. mi
dissero le parole peggiori che gli passarono per la testa.. non mi
rassicurarono, non mi incoraggiarono e soprattutto non mi sostennero.. l’unica
cosa che gli interessava era sapere chi fosse stato , ma non potevo certo
dirglielo.. non lo sapevo neanche io.. così mi cacciarono di casa dicendo che
era giusto che imparassi a prendermi cura di me se volevo farlo di qualcun
altro , nella loro mente non esisteva l’idea di crescere una bambino da sola..
ma se c’era qual cosa di cui non dubitai mai era lui.. lo volevo.. nonostante
tutto lo volevo.. ed andai a stare da mia cugina Kate per un po’.. lei non
sapeva niente del bambino.. rimasi un po’ , finché non capì che non lo avrei
più incontrato.. così me ne andai e venni qui.. dove per fortuna incontrai
Leah.. ma c’è una cosa che ricordo sempre.. *gli apparterrai per sempre*”
E sapevo sarebbe stato sempre così..
*ma ciaoooo...allora?? che ve ne pare della storia di Bella?' certo non
si può dire che non abbia passato una vita difficile... non so
che ne dite?? lasciatemi i vostri commenti se vi va....=) un bacio
piccolaluce* ah qualcuno di voi sa spiegarmi come inserire le
immaginiiii?? grazieeee:*:*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** *..i Cullen..* ***
CAPITOLO 5 ..i Cullen..
Ma faceva freddo??
No che non faceva freddo.. anzi era una giornata abbastanza calda..
E allora perché tremavo??
Perché avevo paura??
Paura di non essere accettata?? Ma perché poi?? Semplice Bella stai entrando
a scombussolare la vita di alcune persone che neanche ti conoscono.. per giunta
porti anche un bambino con te.. ovvio!!
Non ce la facevo ad entrare.. e adesso mi pentivo di aver accettato.. ma
come avevo potuto.. senza considerare gli altri?
“Ali.. forse è stato un errore..” dissi incerta. Volevo tornare
indietro..
“Bella finiscila.. e te lo dico adesso.. fatti passare le paranoie.. che
ti conosco bene.. non sarai un problema.. vogliono conoscerti tutti da
tantissimo.. e fidati , sono entusiasti..” disse e un po’ mi tranquillizzò , ma
non del tutto..
“ e Rob?” certo non potevo ignorarlo..
“Bella saranno felicissimi.. adorano i bambini.. vorrebbero tanto avere
dei nipotini, ma il più grande di noi ha 28 anni.. e oltre ad essere piccolo..”
lo mimò con le virgolette delle mani,” non ha proprio intenzione di mettere su
famiglia.. quindi.. fai conto che si innamoreranno tutti di lui subito..” disse
con un enorme sorriso…
“speriamo..” ma ormai l’ansia era andata via..
“stai tranquilla amica mia..” e mi prese per mano mentre ancora teneva
Rob in braccio.
Aprì la porta di casa ed entrammo.. sistemò Rob sul divano dell’entrata
mettendo una sedia per evitare che cadesse.. lo coprì con la coperta che avevo
portato e mi riprese per mano..
“vieni.. andiamo..” e ci dirigemmo insiemi verso il salone, la villa era
bellissima ed enorme.. ma ne avrei avuto di tempo per badare ai dettagli..
“mamma??papà?? c’è Bella..” disse piano per non svegliare il bimbo..
Entrammo e trovammo due figure, e non avrei mai immaginato fossero i
suoi genitori.. dimostravano appena 30 anni.. erano bellissimi..
“oh ciao Bella.. io sono Esme, piacere” e la abbracciai.. era una donna
bellissima.. capelli lunghi caramello con riflessi neri ,come Alice.. e occhi
neri..
“piacere mio.. finalmente..” le dissi sincera..
“ed io sono Carlisle.. è un piacere incontrarti finalmente.. Alice non
fa che parlare di te..” lui era altrettanto bello.. capelli biondo ramati ed
occhi verdi , come Alice..
“oh grazie.. piacere mio..” e gli sorrisi.. erano splendidi..
“scusate se mi sono fatta desiderare , so che avreste voluto incontrarmi
da tempo , ma non potevo.. sapete ho un bimbo piccolo.. non l’ho fatto per
lui..” dissi , sentivo di dovermi giustificare in qualche modo..
“ma non preoccuparti cara.. ma non l’avrai lasciato solo spero??” mi
chiese Esme allarmata..
“oh no certo.. è di la.. stava dormendo..” le sorrisi vedendo che si
stava rilassando..
“posso vederlo??” mi chiese , come era dolce..
“ oh certo.. e poi staremo qui un bel po’, quindi..” ed andammo tutti
insieme verso l’entrata..
Quando si svegliò glielo presentai e lui si dimostrò entusiasta.. li
adorava..
Inutile dire che Alice aveva ragione.. li aveva conquistati in soli
cinque minuti.. era letteralmente a suo agio.. ma era ovvia a tutti la sua
adorazione per Alice..
Ad un certo punto sentii suonare il campanello.. e certamente non avevo
idea di chi potesse essere.. non conoscevo nessuno.. sapevo solo che avesse due
fratelli Alice , ma immaginavo avessero le chiavi..
“Bella vai tu..” mi disse come se fossi davvero a casa mia..
“ma non penso proprio.. non so neanche chi sia..” dissi, no che non
sarei andata.
“Bella via sarà uno dei miei fratelli.. dai ho tolto le chiavi da fuori
e le ho messe dentro per impedirgli di entrare.. dai voglio vedere la loro
faccia , sanno che avremo ospiti.. dai fallo per me!!” e fece la faccia da
cucciolo a cui non potevo resistere..
“oh va bene..” ed andai verso la porta quando la sentii urlare..
“chi sei?? Il mio fratello bello e dannato e quello bello e gigante??”
oddio , era tutta scema e scoppiai a ridere , soprattutto sentendo la
risposta..
“sbagliato! Quello bello e sexy , Ali muoviti se non vuoi essere la mia
sorella bella e disintegrata..”
“ beh chiunque tu sia stai attento a non innamorati della mia amica..”
ma non fece in tempo a rispondere che aprii la porta e mi ritrovai davanti un
ragazzone bello , capelli neri e ricci , occhi neri , come quelli di Esme ,
mentre i capelli erano come quelli di Ali.. immaginai subito che lui dovesse essere
sicuramente quello gigante , perciò non
vedevo l’ora di conoscere quello dannato..
Quando finì di spogliarmi con gli occhi si ricompose e mi diede la
mano..
“ciao io sono Emmett , piacere..” mi disse.
“ed io Bella.. piacere mio..” era simpatico , aveva sempre mantenuto un
sorriso brillante..
“nome azzeccatissimo..” e mi face l’occhiolino , “ ma sono
fidanzatissimo..”
“ah grazie comunque..” ahah era proprio strano..
“si ciao piacere , ci sono anche io , sono Roberto..” e il mio ometto
diede la mano ad Emmett che nel frattempo chiuse la porta..
“ciao.. io sono Emmett..” e il mio bimbo gli sorrise.. adorava quando
non veniva chiamato bimbo o piccolo..
“ beh allora per te sono Rob..” e gli regalò lo stesso sorriso che aveva
regalato ad Alice a ai suoi.. fortuna che adorava tutti altrimenti non so come
avremmo fatto..
Il mio ometto passò tutto il pomeriggio a giocare alla play con Emmett
che era letteralmente un bambinone , non lo aveva mai lasciato vincere , era
peggio di un bimbo , almeno il mio piccolo sapeva perdere a differenza sua..
Ma almeno si erano divertiti un mondo.. dopo cena aveva continuato
finché Rob non era crollato sul divano.. del bello e dannato nessuna traccia..
stavamo guardando la tv chiacchierando cercando di conoscerci meglio.. quando
suonò il campanello.. e come al solito..
“Bella lo sai ti tocca.. su vai.. è adorabile quando vuole, ma purtroppo
è sempre incazzato.. ” inutile rifiutare , non me lo avrebbe permesso..
Mentre andavo Alice ricominciò ad urlare le sue raccomandazioni..
“Ehi tu, attento.. non innamorati della mia amica.. è troppo bella e
sexy per te.. e non spaventarla con la tua solita cupezza..” oddio che
vergogna..
“Alice smettila la imbarazzi.. sono convinta che andrete d’accordo.. sai
avete quasi la stessa età..” mi incitò sorridendo Esme..
Nel frattempo dall’altra parte quel qualcuno rideva delle parole di
Alice.. una risata bella , spontanea , rilassata.. qualcosa mi diceva che non
avrei dovuto aprire la porta.. ma lo feci lo stesso.. quella stessa cosa mi
portava verso quella risata così familiare.. così aprì la porta..
Quando vidi la persona sorridente che mi si trovava di fronte
istintivamente chiusi gli occhi scuotendo lievemente la testa , mi capitava
spesso di avere delle allucinazioni.. soprattutto aprendo le porte..
Ma quando li riaprii era tutto come prima , non era cambiato niente..
non poteva essere.. poteva una scelta cambiare la mia vita? Poteva farlo un
incontro? Sarei voluta sparire quando compresi la risposta..
Mi bastò guardare il suo viso, pochi secondi , il tempo di riconoscerlo
e capire che non potevo scappare.. che ormai non potevo più.. sapevo la
risposta , si poteva cambiare tutto e sarebbe successo.
Non avrei mai creduto di arrivare a questo , solo perché in passato non
avevo avuto il coraggio di impormi e di fare quelle domande che sicuramente mi
avrebbero impedito di ritrovarmi in questa situazione..
Ma adesso ero qui.. faccia a faccia col mio passato e non sapevo neanche
cosa dire..
*ma chi sarà?? e che ci farà qui?? e cosa nasconde?? beh
vi lasco alle vostre domande.. per qualsiasi cosa chiedete..
aggiungetemi su facebook, iscrivetevi al gruppo.. quello che volete=)
spero vi sia piaciuto.. ringrazio tutte le ragazze che mi hanno
inserita tra le seguite e preferite e chi recensisce.. mi fa molto
piacere sapere che ne pensate e spero lo facciate anche ora.. un bacio
alla prossima , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** *..invito..* ***
CAPITOLO 5 ..invito..
Alice passò la notte da noi.. dormimmo tutti nel mio lettone col mio
ometto nel mezzo.. e lui fu felicissimo di ritrovarla la mattina e di fare
colazione insieme.. le saltò addosso che ancora dormiva.. certamente non poteva
immaginare che avessimo passato la notte a parlare..
“Bella ma hai mai fatto una vacanza??” mi chiese lei di punto in bianco.
“come scusa? Ma ti sembro in condizioni di fare una vacanza??” certo con
un bambino non si può girare il mondo..
“ma non intendo chissà che.. dico.. siete sempre stati qui.. non uscite
mai da Phoenix??”
“beh veramente no.. cioè siamo andati due volte a trovare i miei ma no..
oltre quelle volte no.. perché? “ non capivo..
“cioè neanche per natale?” Alice ma dove vuoi arrivare??
“no.. lo passiamo soli io e lui.. come sempre.. anzi tra qualche tempo
staremo un po’ da Leah forse, perché dobbiamo ingrandire una parte della casa
ed anche se verrà ben separata non voglio che stia nella polvere.. così questo
è l’unico modo..”
“ah l’unico proprio non credo.. sai visto che i prossimi esami sono a
marzo.. che ne dici di una piccola vacanza da me?? Ti fermi anche per il
Natale?? Da non puoi dirmi di no.. vorrei presentarti alla mia famiglia.. sono
anni che sentono parlare di te e gli farebbe piacere..” ero sconvolta.
“ah scusa Bella non voglio forzarti.. scusami..” aveva frainteso..
“oh no no Alice.. mi va mi va mi va mi va!!! Grazie grazie grazie!! È
triste passare il natale soli, ma non mi va di passarlo con i miei.. per Rob
sarebbe bellissimo… e poi vorrei tanto conoscere i tuoi.. “ dissi entusiasta..
“si si si si si!! Una vacanza.. che bello.. quando partiamo??” il mio
amore..
“ ma amore ancora è presto.. su non esagerare..”
“va bene mamma..” disse triste il mio amore..
“ e perché mai? Possiamo trasferirci oggi stesso.. il tempo di fare una
telefonata e le valige.. abbiamo un sacco di camere perciò non sarà necessario
chissà quale preavviso perciò non cominciare con le tue paranoie.. ok Bella??”
mi conosceva bene..
“ok.. agli ordini capitano!!” ahah era una pazza.
Passammo la giornata a fare le valige.. ero entusiasta.. Ali aveva
portato tante novità nella mia vita.. e questa era l’ennesima.. era una persona
fantastica.. non vedevo l’ora di partire..
Volevo far vivere bene Rob e non costringerlo sempre alla routine..
Ma non sapevo mai dove portarlo..
Noi non avevamo nessuno..
Non avevamo.. perché adesso c’era Ali e non ci avrebbe abbandonato..
Conoscere la famiglia di Alice era qualcosa che avevo sempre voluto fare
, ma il pensiero di Rob mi bloccava.. ma adesso era diverso.. li vedevo già
come qualcuno su cui contare.. un appoggio.. per aver cresciuto una figlia in
un modo così perfetto dovevano sicuramente essere dei genitori fantastici..
Alice veniva tutte le mattine con la metro.. casa sua distava circa
un’ora di viaggio.. prendemmo la mia macchina e partimmo.. Rob nel frattempo si
ero addormentato sulle braccia di Alice..
“Ali ma sei sicura non sia un problema?” ci avevo pensato solo adesso..
“Bella non dire scemenze.. per me sei come una sorella e da quanto ti
conoscono attraverso me sono sicura che diventerai per loro come una figlia..”
disse
“beh sarebbe bellissimo..”
“lo sarà tranquilla…” mi disse rassicurandomi.
“eh.. Rob?”.. beh certo sarebbe stato un colpo..
“ovviamente non sanno di lui.. visto che l’ho saputo io appena ieri.. ma
non faranno domande tranquilla.. non sono invadenti e saranno discreti.. gli
dirò quello che vorrai quando mi chiederanno.. ma stai certa che non ti
giudicheranno.. vi accetteranno tranquillamente..”
“ mi sembra perfetto.. comunque dì loro la verità, non voglio più tenere
segreti..”
“beh non ce ne sarà bisogno..” mi disse allegramente..
Guidavo tranquillamente mancava poco e mi passò di chiederle qualcosa ,
visto che sapevo poco e niente..
“Alice.. ma chi saremo? Io te e i tuoi??”
“ah no di certo.. beh Jazz e come se vivesse con noi.. ci saranno i miei
due fratelli e la fidanzata di uno di loro.. sai abita lontano e allora passa
le vacanze con noi.. spero non sia un problema.. comunque per ora in casa ci
dovrebbero essere solo i miei genitori , i miei fratelli rientrano stasera..”
ed io che pensavo fossimo state sole quasi.. ma non importava..
“no non è un problema assolutamente.. è la tua famiglia.. sarà anche la
mia..” lo dissi con tutta sincerità che avevo , perché era vero..
Indicò la strada e parcheggia nel vialetto di un enorme villa.. scesi
dalla macchina presi un grosso respiro e mi preparai ad incontrare questa nuova
famiglia..
*ragazze come state?? spero beno... e spero tanto che il capitolo sia
di vostro gradimento.. fatemi sapere che ne pensate!! secondo voi che
succederà?? vi aspetto in tante.. un bacio... piccolaluce*
ho creato una pagina per le miei storie : http://www.facebook.com/pages/-piccolaluce-Efp-/297329113648092?sk=wall ed anche un gruppo :http://www.facebook.com/groups/369948026364749/
passate se vi va.. mi farebbe piacere.. per chi segue anche "nothing is impossible" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=911858&i=1 la sto per aggiornare..
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** *..Cullen?..* ***
CAPITOLO 7 ..Cullen?..
Non so per quanto tempo rimasi a fissarlo, forse un’eternità..
Speravo non fosse da troppo.. mi sarei dovuta sentire a disagio, ma
invece no.. ero terrorizzata!!
Avevo di fronte a me l’ultima persona che mai avrei immaginato di
vedere.. di poter rivedere..
Erano cinque anni cavolo.. cinque anni.. ma ero certa di chi fosse colui
che mi fissava da un pezzo , come del resto facevo io senza dire niente..
“ehilà ragazzi.. vi siete incantati??” cercò di risvegliarci Alice.. ma
credo che in questo momento niente e nessuno avrebbero mai potuto
risvegliarci..
Fu lui a parlare, forse io non avrei mai avuto il coraggio di farlo..
“Bella..” la sua non era una domanda.. ne era certo , come lo ero io..
So che non avrei dovuto , ma fu inevitabile accennargli un sorriso..
“Edward..” lo dissi come una certezza.. perché ero certa fosse lui , ma
ebbi per un attimo il sospetto che quello non fosse il suo vero nome.. del
resto non sapevo niente di lui..
Ma mi sbagliavo.. probabilmente era l’unica cosa su cui era stato
sincero.. fu Ali a darmene la conferma..
“Edward , Bella.. vi conoscete??”
Automaticamente indietreggia per farlo entrare , ma non riuscii a
togliergli gli occhi di dosso , come se improvvisamente potesse sparire così
come era arrivato.. feci solo un cenno d’assenso ad Ali..
“ma sul serio?? E perché non me lo hai mai detto scusa Bella??” lei non
si era accorta che l’atmosfera era abbastanza strana.. forse neanche gli altri
così decisi di rispondere.. Edward non dava segni di vita..
“io non sapevo fosse tuo fratello.. davvero.. non ne avevo idea..” io
non sapevo niente di lui..
“ma che sciocca che sei.. quanti Cullen credi ci siano a Phoenix? Ci
siamo solo noi.. dai potevi fare due conti.. che bello però così non sono tutti
estranei..” Cullen? Cullen?.. Edward Cullen?.. così si chiamava.. Alice mi
fissava ma perché? Ah dovevo darle una risposta.. oddio non avevo capito niente
, solo adesso mi rendevo conto di quanto la mia amica fosse logorroica..
“Ali io non ho conosciuto.. io.. non l’ho conosciuto a Phoenix.. ma a Forx..”
dire il suo nome era ancora troppo difficile.. faceva male..
“ah Bella e tu sei di Forx??non mi dire.. noi abitavamo li.. ma ci siamo
dovuti trasferire per vari motivi..” lo disse Emmett guardando Edward.. ma che
intendeva?? Che motivi??
“sisi sono di li.. vivo qui da 5 anni ormai..” che situazione..
“ ah beh che bello , allora vrete tante cose di cui parlare.. noi
andiamo a letto ragazzi vi lasciamo alle vostre chiacchiere.. buonanotte”
dissero Esme e Carlisle..
“buonanotte” rispondemmo tutti insieme..
“Emm aiutami a chiudere il tavolo.. vieni..” e si diressero in cucina..
non so se lo fece perché realmente doveva o solo per lasciarci un attimo dopo
tanto tempo.. poteva aver capito?? Ma cosa poi? Non c’era niente..
Mi voltai per andarmene in camera.. non sapevo che fare..
Improvvisamente mi ricordai di Rob.. oddio e adesso?? Non doveva
vederlo.. potevo nasconderlo??NO!! mentre riflettevo su cosa fare una mano mi
prese per il polso e mi costrinse a voltarmi..
Quegli occhi verdi come smeraldi.. in cui mi ero sempre persa.. era
ancora più bello se possibile..
Mi accarezzò una guancia con la mano destra.. e quel contatto bastò a
farmi elettrizzare.. mi era mancato terribilmente..
Non so chi mi desse il coraggio ma mi avvicinai a lui e lo abbracciai..
un abbraccio sincero e necessario.. potevo permettermelo solo adesso.. perché
se avessimo parlato , se solo avessimo affrontato la realtà sarebbe divenuto
tutto vero e sarei dovuta scappare da lui, non stargli accanto..
Ricambiò il mio abbraccio , forse cinque anni erano sufficienti per non
odiarmi più tanto.. forse dopotutto gli ero mancata anche io..
Si sedette sulla poltrona e con la mano mi trascinò vicino a sé.. ma mi
sedetti sul bracciolo.. la troppa vicinanza mi avrebbe fatto male..
“come stai?” ero così bello sentire di nuovo la sua voce..
“bene.. e tu?” mi interessava davvero.. ma la mia voce era spezzata..
troppa confusione per poter rispondere tranquillamente..
“anche.. non sei cambiata molto sai?? Ti avrei riconosciuta tra mille..
stesso sguardo.. sei più bella però..” probabilmente era il discorso più lungo
che avesse mai fatto..
“oh neanche tu sei cambiato molto.. sempre stesso sguardo furbo..”
accennai un sorriso che ricambiò.. ma era tutto così difficile.. continuava a
tenermi la mano.. quel contatto mi mandava in una confusione tremenda.. non
riuscivo a ragionare.. e poi la nostra bolla personale fu rotta da un rumore..
un rumore dolce , che mi aveva sempre intenerito.. uno sbadiglio.. che adesso
mi terrorizzava..
Si girò all’istante verso il divano , come se solo ora si fosse accorto
della presenza di quel fagottino..
No a giudicare dalla faccia che fece ne ero certa.. non lo aveva proprio
notato..
“ma che cav…” cominciò a dire , ma quando lo osservò meglio restò
impalato a fissarlo senza riuscire a proseguire..
*allora che ne dite? com'è come primo incontro dopo tanto?? e
adesso che farà Edward quando vede il bambino?? che
penserà?? un bacio... grazie a tutte per le recensioni.. per chi
mi mette tra le seguite le preferite ecc... GRAZIE!!.. ho creato un
gruppo per le mie storie..e se seguite *nothing is impossible..*
è aggiornata! =)
un bacio piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** *..delusione..* ***
CAPITOLO 8 ..delusione..
“che cos’è??” mi chiese..
Ovviamente non aveva minimamente pensato che potesse non essere mio..
“un bambino Edward..” sussultai nel dire il suo nome..
“ oh Bella credo di averlo notato questo.. che ci fa qua??” e sussultai
di nuovo nel sentirgli pronunciare il mio.. ma davvero ancora non aveva
capito?? Sapevo che dopo la mia risposta tutto sarebbe cambiato.. ma era il
momento..
“E’.. ecco.. lui è.. come dire..” non riuscivo a trovare le parole
adatte e forse non ce ne erano..
“Bella è che cosa? Mi vuoi dire??” aveva alzato il tono di voce.. per
fortuna Rob continuava a dormire, aveva sempre avuto il sonno pesante.. ma
Alice lo sentì perché comparve sulla porta assieme ad Emmett..
“Edward è mio figlio..” nel momento il cui lo dissi il suo viso passò da
varie sfumature di colore.. l’ultima che raggiunse fu quella nera.. era
incazzatissimo.. ma che voleva?
“Alice portalo su per favore..” non volevo potesse assistere , si
sarebbe spaventato..
“certo Bella..” e lo prese per salire su seguita da Emmett senza che
glielo chiedessi..
“si fai pure.. e l’hai portato in casa mia??” aveva cominciato ad
urlare..
“ io non sapevo fosse casa tua.. non ci avrei mai messo piede
altrimenti..” non so dove trovai tutta quella calma per rispondergli senza
aggredirlo..
“eh certo non te lo avrebbe permesso vero??” ah??
“eh?? Ma che stai dicendo??” non capivo..
“Bella hai capito benissimo.. il tuo amichetto.. avrebbe avuto paura che
ti portassi via da lui?? Per questo non mi hai mai cercato?? Beh glielo puoi
dire di stare tranquillo , la tua scelta è stata decisiva..” ok adesso mi ero
incazzata..
“allora.. uno , non ti sei mai degnato di darmi alcuna informazione su
di te , ho scoperto solo oggi il tuo cognome , Cullen giusto??come avrei mai
potuto cercarti?.. due chi cavolo sarebbe il mio amichetto? E terzo, di che
cazzo di scelta stai parlando? Io non ho fatto niente..”
“ah non hai fatto niente? Non hai scelto lui?? Non mi hai lasciato per
lui? Non l’hai fatto?? Forse dovrei rinfrescarti la memoria..”
“ io non ti ho lasciato..” ma non mi lasciò finire..
“ ah non l’hai fatto?? Le tue scelte parlano da sole invece..” la mia
calma iniziale era andata a farsi un giro..
“ma di che cazzo di scelta stai parlando??” non ne potevo più..
“che scelta? Tu mi hai lasciato , per lui.. tra me e lui hai scelto
lui.. senza neanche avvisarmi.. ci hai fatto un figlio.. sei una delusione
Bella.. ma non preoccuparti.. adesso è tutto chiaro.. non ti fare problemi..
stai pure qui.. se prima avevo creduto che avremmo potuto avere un minimo
rapporto di amicizia adesso ho realizzato che è impossibile.. mi sei totalmente
indifferente.. ciao Bella”
e se ne andò su senza lasciarmi il tempo di dire niente..
senza farmi spiegare..
senza darmi la possibilità di rispondere.. perché di ciò che pensavo non
gli importava mai niente , non gli era mai importato e continuava a
dimostrarlo..
mentre delle lacrime cominciavano a scendere dai miei occhi alzai lo
sguardo per vederlo andare via.. ancora..
e mentre lui spariva comparve Alice..
non vedevo l’ora arrivasse da me per poterla abbracciare e sfogarmi..
ma quando la guardai negli occhi non vidi lo sguardo dolce che mi aveva
sempre riservato..
era uno sguardo nuovo.. che non avrei voluto vedere.. era chiaro che
aveva sentito tutto..
e come il fratello non mi dava neanche il tempo di parlare..
mi guardava con quel suo sguardo di delusione, e nulla avrebbe potuto
ferirmi di più in quel momento..
la oltrepassai senza dire niente , perché non c’era niente da dire.. ma
lei non provò neanche a fermarmi.. anzi si spostò per farmi spazio.. e nel
momento in cui mi voltai per guardarla negli occhi le si girò abbassando lo
sguardo..
andai nella mia camera a piangere stringendo l’unica persona importante
nella mia vita : mio figlio..
al mattino ce ne saremmo andati da qui..
*ciaoooo... eccomi qui con questo capitolo molto strano.. che prende ad
Edward? e perchè ha detto quelle cose?..mmm chissà..
forse non è tutto come sembra.. non so ihih.. grazie
perchè ci siete sempre.. grazie a tutte.. =) GioRoby, Nadia1992
, paride , IlaC e antonella64 che hanno recensito lo scorso cap..
GRAZIE!! le seguite 1 - alice91 [Contatta]
2 - alicecullen04 [Contatta]
3 - alice_cullen_95 [Contatta]
4 - ampollina91 [Contatta]
5 - antonella64 [Contatta]
6 - arrolice [Contatta]
7 - BennySmolder [Contatta]
8 - CheyenneB [Contatta]
9 - chiarigrr [Contatta]
10 - concetta cullen [Contatta]
11 - Cullenuzza [Contatta]
12 - dream Black Moon [Contatta]
13 - emabel [Contatta]
14 - ep1988 [Contatta]
15 - erini83 [Contatta]
16 - Fantasy_Mary88 [Contatta]
17 - federobi [Contatta]
18 - gaia98 [Contatta]
19 - Giada is owned by Edward [Contatta]
20 - green eyes [Contatta]
21 - heidi81_love [Contatta]
22 - IlaC [Contatta]
23 - karman [Contatta]
24 - ketax [Contatta]
25 - Kika412 [Contatta]
26 - Lau8910 [Contatta]
27 - litflo [Contatta]
28 - Lorekai [Contatta]
29 - luluCullen91 [Contatta]
30 - lulusmiley [Contatta]
31 - lulu_t [Contatta]
32 - malyegiro [Contatta]
33 - marcella [Contatta]
34 - Melody Potter [Contatta]
35 - Melucchia [Contatta]
36 - mucci [Contatta]
37 - ornella [Contatta]
38 - prettyvitto [Contatta]
39 - sabryepenny [Contatta]
40 - shary83 [Contatta]
41 - slytherine_in love [Contatta]
42 - UAUI84 [Contatta]
43 - vannuccini [Contatta]
44 - xeniab90 [Contatta]
e le preferite 1 - Dodo94 [Contatta]
2 - everlasting [Contatta]
3 - Lapam8842 [Contatta]
4 - robsten 4 ever [Contatta]
e le ricordate bellad93.... grazie <3... ho creato un gruppo se
volete avere qualche infor,azione sulla storia.. spero di sentirvi
presto... un bacio , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** *..amica mia..* ***
CAPITOLO 9 ..amica mia..
Non riuscii a chiudere occhio tutta la notte..
Continuavo a fissare la sveglia.. sperando si facesse finalmente un’ora
decente per potercene andare.. non volevo svegliare nessuno.. ma allo stesso
tempo volevo che quella porta si aprisse rivelando la mia amica..
L’unica persona che avrei voluto vedere..
Non ci potevo credere che un’amicizia così forte si potesse spezzare
senza neanche parlare.. ma ero troppo orgogliosa per andare da lei..
Dopotutto non mi aveva fatto neanche una domanda.. non sapevo neanche il
perché di quello sguardo..
Una cosa la sapevo.. l’avevo delusa.. ma per cosa poi??
Ricontrollai la sveglia.. 6:00 oh no.. ancora troppo presto..
Rob era sicuramente stanco , non si sarebbe svegliato prima delle 9..
Ed eccolo.. quel suono.. Toc-Toc alla porta.. avrei voluto dire ‘avanti’..
ma onestamente non mi andava.. non ero certa di chi fosse.. ma per fortuna
entrò lo stesso..
Era Alice..
Un viso stravolto e delle occhiaie terribili.. non aveva dormito neanche
lei..
Si coricò dietro di me e mi abbracciò.. io tentavo di trattenere le
lacrime..
“ti va di parlare un po’..??”
Annuii solamente.. sapevo che mi avrebbe vista..
“andiamo in camera mia..” mi prese per mano e mi portò nella sua
stanza.. io non avevo la forza di parlare..
Ci sedemmo sul letto e prese un plaid per avvolgerci..
“scusami Bella.. scusami.. per come ho reagito.. scusa!” era sincera ma
non mi bastava..
“ok.. tranquilla..” io non riuscivo a credere che ce l’avesse con me per
qualcosa di cui non mi aveva neanche chiesto conferma..
“non è ok un cavolo Bella.. parliamone.. io non voglio perderti, ma ho
avuto i miei motivi per allontanarmi in quel momento..” ah e quale??
“e potrei sapere quali..? sai nessuno mi avrebbe giudicata senza sapere
come stanno le cose.. ma di certo non mi aspettavo lo facessi tu..” lo dissi
con rabbia.. odiavo essere giudicata da chi non sapeva niente!
“ti va di sentire la mia storia..? a quanto ho capito abbiamo un passato
comune di cui non sapevo l’esistenza.. ma la mia vita non è stata facile.. né
la mia né quella della mia famiglia.. ti va di sentire la storia??” che cosa
non sapevo??
“certo..” e la incitai a continuare..
“ avevo diciassette anni.. ero innamoratissima di Jasper già da tanto
ormai.. andavo bene a scuola e avevo un sacco di amici e amiche.. la mia
famiglia ho sempre creduto fosse perfetta ma proprio allora non avevo alcun dubbio..
avevo due fratelli più grandi che mi adoravano.. ed io avevo un rapporto
stupendo con Edward.. è sempre stato tutto per me.. il mio punto di
riferimento..
Mi ha sempre raccontato tutto.. tranne le cose tristi.. cercava di
proteggermi non rendendomi partecipe di qualsiasi suo dolore.. ma a me andava
bene , lo vedevo sempre allegro e contento e non potevo desiderare di meglio
per lui..
Amavo tutto della mia vita.. anche se abitavo in un piccolo paesino come
Forx..
Poi un giorno tutto cambiò..
Mio fratello tornò a casa e si chiuse in camera sua.. non so quanto
tempo ci rimase.. so solo che non voleva vedere nessuno.. nemmeno me che ero
sempre stata la sua preferita..
E quando uscì , beh non era più lui.. la sua vivacità era sparita.. non
riusciva a sorridere nemmeno se lo si forzava.. niente!
La cosa peggiore era che non mi dava spiegazioni.. ma poi dovette
farlo..” e si interruppe.. io dovevo sapere..
“perché..? se posso sempre..” non erano affari miei..
“si che puoi.. dovette farlo perché non voleva più uscire di casa.. non
voleva andare da nessuna parte e dovevamo sapere perché.. cercai di prenderlo
con le buone ma era sempre incazzato..
Poi un giorno me lo disse.. la sua ragazza lo aveva lasciato per un
altro.. e lui la amava troppo per vederli insieme.. per questo non voleva
uscire..
E non voleva parlarne perché faceva troppo male e rendeva tutto troppo
vero..”
Edward era stato lasciato?? Beh di certo potevo capirlo..
“ lei lo aveva tradito diceva.. ma non so se fosse vero.. una cosa era
certa..
La odiavo!
Aveva distrutto mio fratello..
E la cosa peggiore fu che decidemmo di partire.. lui non poteva andare
avanti così..
E ci trasferimmo a Phoenix.. io dovetti lasciare tutto.. tutto! Ho
passato un anno di inferno.. mi mancavano le miei amiche..
E mi mancava terribilmente Jazz.. fortuna che si trasferì qui da me..
altrimenti non so cosa avrei fatto..
Ho sempre dato tutta la colpa a quella ragazza.. ha rovinato tutta la
nostra vita..
Ma andarcene non ha migliorato subito le cose.. la voglia di vivere di
mio fratello era andata a farsi un giro.. ci volle un bel po’ di tempo.. adesso
è tranquillo.. sorride anche spesso.. è quasi normale sai.. ma è sempre
incazzato.. ce l’ha con il mondo.. con lei..
E poi ho incontrato te.. la persona migliore che mi potesse mai
capitare.. sono legata a te come una sorella..
Ti voglio un bene immenso e questo non cambierà mai.. ma devi capirmi..
io non potevo.. adesso posso perché forse ho capito che avrei fatto lo stesso
ma è stato difficile accettarlo…”
“Ali anche io ti voglio bene e vorrei fosse tutto come ieri sera.. ma
davvero non ti seguo..” ok mi dispiaceva per loro , ma cosa accomuna questo col
suo atteggiamento di ieri??
“cercherò di esprimermi meglio allora.. mi hai raccontato la tua
storia.. mi sono sentita colpita e ferita come se si fosse trattato di me.. ho
odiato il padre di tuo figlio per averti abbandonata così , con un messaggio..
Ho gioito con te per la vostra storia e per quanto ne fossi innamorata..
ero felice che avessi lasciato l’altro se non lo amavi.. ed ero convinta che
non ci fosse niente di male ad innamorarsi di qualcun altro.. ed è anche per
questo che ho deciso di parlarti.. non potevo certo rimangiarmi qualcosa che
pensavo davvero.. ma è stata dura accettarlo..” ok mi ero persa..
“Alice ma accettare che??” o ero diventata scema io o lei non sapeva
spiegarsi..
“ho cercato in tutti i modi di pensare che le cose potessero essere in
un altro modo.. ma non vedevo come.. ho sperato con tutto il cuore per non
credere all’evidenza.. ma alla fine ho capito! Ma è stato comunque difficile
accettarlo.. accettare che fossi tu la causa dei nostri problemi.. accettare
che mio fratello fosse l’altro.. quello che non hai mai amato..” eh??
“oh Alice tu non hai capito un cavolo..” avevo alzato il tono di voce e
stavo per continuare ma fui distratta dal cigolio della porta che si apriva..
Il mio ometto comparve sulla porta.. “mamma non si urla..” aveva il
nasino arricciato all’insù.. era bellissimo..
“scusa amore hai ragione.. ti ho svegliato?? Scusa ora torniamo a
dormire..” povero bimbo..
“no avevo caldo.. sono tutto appiccicaticcio.. volevo il bagnetto.. me
lo fai?? Tanto non ho più sonno”
“oh certo.. amore..” il mio ometto.. avevo sempre paura che si prendesse
l’influenza e così cercavo di coprirlo il più possibile.. il risultato?? Moriva
di caldo tutte le notti..
“posso venire anche io??” chiese la mia amica.. mi guardava con uno
sguardo carico d’affetto..
E poi nonostante tutto era qui e voleva chiarirsi.. le volevo troppo
bene..
“certo andiamo tutti e tre.. poi noi due continuiamo..” e le feci
l’occhiolino.. c’erano ancora troppe cose da chiarire ma il mio ometto aveva la
precedenza..
Andammo nel bagno e cominciammo a preparare la vasca.. era enorme.. alta
e grande di forma circolare.. bellissima.. aveva anche l’idromassaggio..
Cominciai a spogliare il piccolo..
Non era un bambino timido.. a quell’età non aveva problemi a farsi
vedere nudo.. e con Alice era proprio a suo agio..
Io ed Alice eravamo di fronte inginocchiate a terra che sistemavamo
tutto…
Rob si girò a darle un bacio sulla guancia e poi fece lo stesso con me
dandole le spalle..
“OH MIO DIO!!....”
*e cosa sarà successo?nn lo so.. ma vedremo nel prossimo...=)
che ne dite, Bella fa bene a fidarsi? o secondo voi non dovrebbe darle
una econda chance? dopotutto ha avuto dei motivi belli e buoni ed
è comunque tornata da lei.. non so ma secondo m la merita..
Bella non ha nessuno oltre Rob.. vedremo.. grazie a tuttu quelle
che hanno recensito lo scorso capitolo..vi adoro:*:* e chi ha inserito
la storia tra le seguite , preferite ecc.. grazie! un bacio , alla
prossima , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** *..spiegazioni..* ***
CAPITOLO 10 ..spiegazioni..
*ciao ragazze , eccomi qui! come state? spero bene... scusate l'assenza
, so di avervi deluse, l'ho natoto dal diminuire delle recensione e da
quelle precedenti e mi dispiace... spero che questo capitolo non sia
un'ennesima delusione e se così non fosse sappiate che mi dispiace e
cercherò di migliorare e postare con regolarità... ma cercate di
capirmi , tutto questo mi ha un pò abbattuta e non avevo proprio nè la
forza nè la voglia per portarle avanti... scusate se vi annoio=) vi
lascio al capitolo, e per chi seguisse anche l'altra storia , beh l'ho
aggiornata! un bacione e grazie a tutte voi che continuate a
seguirmi...GRAZIE!, piccolaluce*
“AHH.. BELLA BELLA BELLA…” ma che aveva da urlare??
“Alice che c’è? Dimmi… ma non urlare si spaventa…” che avesse visto
qualche animale??
“hei tu.. io non mi sono spaventato..” no poco ancora mi stringeva la
maglia..
“ah no certo.. scusa sono io che mi sono spaventata amore..” era troppo
forte.. ma Alice era ancora paralizzata..
“CHE DIAVOLO E’??” eh??
“allora Ali adesso la devi smettere di urlare.. che c’è? Che hai
visto??” e nel frattempo misi il mio bimbo dentro la vasca che si stava
congelando dal freddo..
“BELLAAAAA…ODDIO…BELLA…” si era inceppato il disco..
“ALICE!!” ora era il mio turno di urlare.. per mia sfortuna le urla non
erano rimaste all’interno del bagno ma evidentemente erano arrivate alle
orecchie di tutti.. la porta si spalancò rivelando Esme ed.. Edward?? Si
Edward.. in pigiama.. cioè lei in pigiama.. lui indossava solo un paio di
boxer.. ma non aveva freddo??.. che fisico che aveva.. ma era meglio
concentrarmi su altro..
“che è successo??” chiesero insieme spaventati..
Edward mi guardò solo un attimo sgranando gli occhi.. e solo in quel
momento mi resi conto di cosa indossavo.. una semplice canottiera blu e azzurra
con degli slip blu.. probabilmente diventai rossa così cercai di concentrarmi
su qualcos’altro.. cosa rispondere per esempio..
io non sapevo neanche che rispondere.. ma per fortuna Alice si risvegliò
dalla sua trance..
“niente niente scusate.. solo un’ape… mamma lo sai quanto mi spavento..”
un’ape?? Ad ottobre??
“Alice sei una stupida.. pensavo fosse successo qualcosa al piccolo..
vabbè vado a preparare la colazione ci vediamo di sotto..”
Edward fissava Roberto che lo guardava incantato.. avevano lo stesso
sguardo..
volevo interrompere quel momento di tensione ma non sapevo come fare..
sorprendendomi ci riuscì Alice..
“e tu che fai sveglio?? Non senti mai niente..” che aveva il sonno
pesante lo sapevo bene… perciò non mi aspettavo di vederlo qui..
“oggi ho sentito invece..” mi guardò con uno sguardo pieno di odio.. e
si voltò per andarsene così come era arrivato.. ma prima si sciacquò il viso..
mostrando il suo lato B in tutto il suo splendore..
Alice commentò fra se e se guardando il culo del fratello..
“identiche..” senza farsi sentire da lui.. ma cosa??
“secondo me non ha dormito..” disse con sguardo furbo quando se ne andò..
ma non mi andava di parlarne adesso.. dovevo ancora chiarire la questione
dell’ape..
“Ali si può sapere che è successo?? Non c’era nessuna ape..” questa me
l’avrebbe spiegata..
“Bella non sapevo che dire… “
“mamma chi era quello??” oh c’era anche il mio piccolo.. mi ero
dimenticata di lui..
“un altro fratello di Alice.. poi te lo presento..” forse non lo avrei
fatto ma non era il caso di dirlo..
“ e posso dormire anche io vestito come lui?? Col pigiama fa caldo..”
che andava a pensare..
“si amore quando sarai più grande..” e si mise a giocare col le bolle..
gioco che chiedeva tutta la sua concentrazione e mi permetteva di parlare
tranquillamente con Alice..
“Ali.. allora??credo che dobbiamo parlare..” non poteva evitare il
discorso a lungo..
“che dobbiamo parlare è certo.. Bella che cos’è questa??” spostò la
schiuma per sfiorare la voglia di Rob.. la piccolissima voglia di Rob..
“una voglia Alice.. non ne hai mai viste??” cercavo di scherzare ma
tremavo dalla paura..
“Bella so benissimo cos’è.. ma è identica a quella di mio fratello.. mio
fratello Edward..”
“Edward? Così si chiama zia?? Ma si chiama come me??” mannaggia al mio
ometto.. ma non stava giocando??
“si amore si chiama così.. ma io non so il tuo nome completo.. qual è??”
amore non rispondere ti prego..
“Edward Roberto Swan” disse fiero di se.. ma io non lo chiamavo mai
Edward.. Edrob delle volte.. ma non in pubblico certamente..
“Bella… non mi fare illudere di qualcosa se non è così.. sto capendo
male?.. dimmelo ora perché non sopporterei la delusione..” fui felice di
sentirglielo dire.. quindi voleva fosse così.. e non me la sentii di negare..
del resto stavo già cercando di dirglielo prima..
“no amica mia.. hai capito benissimo.. è suo..” mi saltò letteralmente
addosso..
“si si si… sono zia.. si si si..” non era il caso di urlare..
“Alice non urlare ti prego.. ti potrebbero sentire..” cercai i tapparle
la bocca con una mano..
“ok ok.. aspetta che lo sappiano tutti.. saranno felicissimi.. e mio
fratello.. impazzirà e tutto si sistemerà..”
Oh no no no.. era andata troppo avanti con la fantasia..
“No Ali.. NO!! noi non lo diremo a nessuno.. tantomeno a tuo fratello..
vero??” la guardai in cagnesco..
Dopo quello che mi aveva detto non avrei potuto dirglielo.. poi io
sapevo come stavano le cose..
“ma perché? Io non riesco a seguirvi.. non riesco a conciliare le vostre
storie..” infatti era anche di questo che parlavo..
“non puoi.. ci sono tante cose che non sai.. io non mi ritrovo nella sua
storia.. se ti va di sapere come sono andate le cose dovrai ascoltare la mia
storia per bene.. senza omissioni..” doveva sapere che non era come credeva..
“sono pronta..” che amica..
“bene credo sia il caso di partire da un messaggio..”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** *..abbiamo ospiti..* ***
capitolo 11 ..abbiamo ospiti..
Finito il bagnetto scendemmo a fare colazione.. fame non ne avevo.. né
tantomeno avevo voglia di incontrare tutti.. specialmente qualcuno.. ma Rob me
lo impedì.. mi trascinò letteralmente sotto senza neanche darmi il tempo di
cambiarmi.. cioè ero ancora indecente.. ma almeno c’era Ali che indossava una
leggerissima vestaglia di pizzo nero che non copriva per niente le coulotte
coordinate.. lei e la moda.. una fissazione!!
Il mio bimbo era troppo piccolo per trovarvici qualcosa di strano.. per
fortuna!!
Arrivati al piano di sotto si fiondò come un razzo su Emmett e si
irrigidì vedendo la presenza al suo fianco.. Edward!
“ciao ometto.. già in piedi??” chiese Emmett al mio piccolo.. che a
quanto pare non aveva intenzione di rispondere.. continuava ad osservare il suo
papà.. non era certo questo il modo in cui avevo immaginato il loro primo
incontro.. ma forse non lo avevo mai immaginato.. sapendo l’impossibilità che
tale evento si avverasse..
Dai amore smettila di fissarlo e rispondi ad Emmett su..
“ciao..” MA CHE FA?? CI PARLA?? IL MIO OMETTO RIVOLGEVA PAROLA AD UNO
SCONOSCIUTO??
“ciao..” cercò di sorridergli ma era chiaro quanto gli costasse..
“io sono Roberto.. piacere” e gli avvicinò la manina.. ma da quando era
diventato così intraprendente?? Non rivolgeva mai la parola agli estranei se
non c’ero io a presentarli..
Per fortuna non lo respinse.. almeno provava a non essere del tutto
ostile verso di lui.. solo con me.. ma potevo sopportarlo..
“ed io sono Edward.. piacere” gli disse stringendogli la manina.. e
tutti si concentrarono sulla propria colazione.. il mio bimbo prendeva il latte
sulle gambe di Emmett.. e solo ora mi accorgevo di quanto tutti in questa casa
avessero le mie stesse abitudini.. fare colazione in ‘pigiama’.. certo Emmett
ed Edward indossavano solo dei boxer.. ma dai potevano vestirsi per gli ospiti
no?? Ma del resto non lo avevo fatto neanche io…
Eravamo nella sala pranzo e spuntò Esme dalla cucina con un vassoio
carico di cornetti , sfoglie , tazze fumanti..
mmm.. peccato solo che la mia fame era andata a farsi un giro..
“Bella cara buongiorno.. scusa ma stamattina questa scema mi ha fatto
prendere un colpo..” e diede un dolce buffetto ad Alice.. ed un bacio a me e
Rob.. Edward la guardava male o era la mia impressione??
“tranquilla ha fatto spaventare anche me.. comunque grazie , è tutto
buonissimo.. non dovevi..” faceva troppo!
“ e di che.. lo faccio con amore.. se hai bisogno di qualcosa chiedi
pure..” che tenera..
“tranquilla.. lo so!” e le diedi un bacio sulla guancia..
“io sistemo in cucina e vado a lavoro ci vediamo stasera… Bella ti
saluta Carlaisle.. scusalo ma è dovuto andare presto..” ma era troppo dolce
anche lui!!
“grazie.. troppo gentili!” decisi di prendere un cappuccino giusto per
non rifiutare proprio tutto..
Mentre eravamo tutti intenti ognuno nella propria colazione i ragazzi
avevano finito ed andarono a giocare alla play.. almeno così il mio ometto
stava tranquillo… Emmett era un ottimo baby-sitter..
Ero rimasta sola con Alice.. la vedevo che moriva dalla voglia di sapere
ma non era il momento e soprattutto non era il luogo adatto..
Poi improvvisamente qualcuno suonò al campanello..
Si era creata la fila.. si come no.. nessuno si affrettava ad aprire..
Beh questa volta non sarei andata io..
Uno , erano finiti i parenti quindi molto probabilmente era uno
sconosciuto, anzi sicuramente..
Due, non ero proprio in condizioni.. stavo invece calcolando le
possibilità che avessi avuto di andarmene in camera senza farmi vedere..
E tre, no ne avevo proprio voglia.. l’ultima volta che avevo aperto
quella porta mi era crollato il mondo addosso.. certo non poteva andare
peggio.. ma meglio non rischiare!
Per fortuna Alice si decise ad aprire quella porta.. e stranamente trovò
anche qualcuno nonostante l’attesa.. io me ne sarei andata da un pezzo..
“buongiorno..” cantilenò una ragazza sulla porta..
“ciao.. giorno anche a te..” e la abbracciò Alice..
“ma quanto è bella la mia cognatina preferita??” uh??
“tantissimo.. ma le tue coccole non valgono.. hai solo me!” rispose
Alice..
“non è vero! Ho.. ho.. beh.. si ok ho solo te.. ma questo non vuol dire
niente! Saresti comunque la mia cognata preferita..” ecco di nuovo la
conferma.. allora non avevo sentito male..
Forse continuarono a parlare.. o forse la fece entrare e basta..
probabilmente si tolse il cappotto.. o forse no..
E quasi sicuramente mi fissava.. non saprei dire cose stesse facendo
perché in quel momento ero furori dal mondo..
Ricordavo solo una bellissima ragazza bionda che era entrata in casa
Cullen.. e che aveva chiamato Alice cognata.. C-O-G-N-A-T-A!!
*oh oh abbiamo visite!!=) scusate la
lunghezza.. spero non vi abbia deluso.. ormai so che non sto dando il
meglio e mi dispiace, spero solo continute a seguirmi... ci saranno
momenyi migliori , questo sicuramente è un dei peggiori.. e beh
niente,, spero vi sia piaciuto , fatemi sapere che ne pensate, ho
aggiornato nothing is impossible...e spero di aggiornare questa presto
per farmi perdonare... un bacione, piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** *..i gemelli..* ***
CAPITOLO 12 ..i gemelli..
*PICCOLO AVVISO!! ciao! eccomi qui.. so che non vi aspettavate un
aggiornamento così presto e a dire la verità nemmeno
io... eppure avevo bisogno di sfogarmi ed eccomi qui.. sono molto
cambattuta... non so se portare avanti la storia o meno.. per adesso ci
proverò.. so che non piace più come prima e mi dispiace..
ma non posso cambiare la trama solo per farla piacere.. è nata
così , e si scrive da sola.. quindi se non vi piace mi dispiace!
non so quante di voi realmente la seguono, ma se a qualcuna di voi
dovesse interessare vi chiedo di avere un pò di tolleranza nei
ritardi perchè proprio non ce la faccio... è un periodo
pessimo , non ho molta ispirazione e quindi scrivo solo quando lo sento
davvero.. cercherò di portarla a termine ma non posso
prometterlo.. ma mi impegnerò questo lo posso promettere
invece... per il resto, se qualcuna di voi avesse qualcunche domanda mi
può contattare privatamente o su facebook... risponderò a
tutto.. mi dispiace.. spero continuerete a seguirmi... un bacio,
piccolaluce*
Oddio ma che avevo fatto di male al mondo?? Non poteva andarmi sempre
tutto storto..
Era pure fidanzato.. non che mi interessasse.. no come no! Bella
prenditi in giro sola..
Ma in famiglia.. cioè qualcosa di serio..
Ma ero gelosa?? Mi aspettavo che avesse passato cinque anni a pensarmi??
Forse mi aveva lasciata per lei..
No non ero gelosa.. non di lui almeno.. ma della sua capacità di andare
avanti.. si si ecco.. ero gelosa di questo!
È vero.. se ti ripeti spesso una cosa alla fine te ne convinci..
Ma io non convincevo nessuno..
La ragazza mi guardava intimidita.. forse pensava già fossi pazza.. beh
tanto non avremmo avuto alcun rapporto..
Ma avrebbe vissuto con noi?? No vero??
Si invece! Aveva un’enorme valigia con se.. era chiaro.. avrei dovuto
assistere alle smancerie dei piccioncini per tre mesi.. non potevo!
Ma decisi comunque di accennarle un sorriso e probabilmente ne uscì una
smorfia.. anzi ero certa fosse tale dall’espressione di Alice..
Le si fiondò su di me..
“oh ciao tu devi essere Bella.. Alice mi parla continuamente di te.. è
un piacere finalmente..” e mi abbracciò..
Mai abbracciare il nemico… ma nemico di che poi? Purtroppo sembrava
troppo socievole.. non mi sarei liberata di lei..
“emm ciao.. piacere mio.. ma tu sei…?” Alice potevi dirmi che tuo
fratello, mio ex fidanzato , padre di mio figlio, aveva una fidanzata.. magari
non con queste parole ma avresti potuto parlarmi di lei.. visto che sapeva
benissimo chi io fossi.. così la guardai cercando un aiuto.. e per fortuna
intervenne..
“Bella davvero non sai chi è?? Osservala bene..” eh??
Beh.. bella ragazza.. bellissima direi.. fisico mozzafiato.. alta,
bionda, occhi azzurri.. ma perché mi obbligava a questa tortura?? Per vedere
quanto fossi insignificante?
Poi la ragazza mi sorrise per incoraggiarmi…e fu allora che notai
tutto!!
Bionda , boccoli, occhi azzurri e quel sorriso così uguale..
“oh ma certo.. tu sei la gemella.. la gemella di Jasper! Sei Rosalie..”
e sorrisi fiera di me.. ah quindi non era la fidanzata di Edward.. mmm beh
speravo tanto che il mio sorriso passasse inosservato.. o che apparisse sincero
verso di lei anche se avevo tutt’altro per la testa..
“ si si sono io.. ma chiamami Rose..” era pure simpatica.. menomale..
“ma certo.. la somiglianza è molto evidente.. scusami.. è che vi ho
sentito dire cognate e non avevo collegato..” lasciai la frase in sospeso senza
far capire realmente cosa avevo intuito.. meglio così!
Rise di gusto.. “beh se è per questo.. non ti sei sbagliata lo stesso..
siamo cognate due volte.. come saprai Alice è fidanzata con mio fratello ma
anche io sono fidanzata con suo fratello..” continuava a sorridere.. e che
sorrideva?? Tra poco le avrei spaccato quel bel faccino.. avevo capito
benissimo allora..
Brutta.. approfittatrice.. distruggi-famiglie.. e.. e.. basta!
ok stavo esagerando.. non aveva distrutto un bel niente perché non c’era
NIENTE!
Alice notò il mio broncio e intervenne..
“Emmett..” disse solo..
“che??” neanche c’era.. mi affacciai nel salone ed era ancora li.. e non
aveva neanche sentito nulla quindi non capivo..
“Emmett..” ed io che avevo sempre creduto che fosse una persona
intelligente..
“Ali ho capito.. Emmett! Ma Emmett cosa?? Che vuoi?” o forse ero io
quella poco intelligente..
“Emmett.. cioè è la fidanzata di mio fratello.. ma mio fratello Emmett”
ok adesso era stata chiarissima.. forse troppo.. ma il mio umore cambiò
letteralmente..
“oh ma certo.. io lo avevo capito.. era ovvio” e tirai un bel respiro di
sollievo..
“mm certo..” disse Alice inarcando le sopracciglia alquanto scettica..
in risposta le feci una linguaccia..
“credevi stessi con Edward??” mi chiese curiosa.. ma io non lo avrei mai
ammesso!!
“no assolutamente.. l’avevo capito..” dai credimi!
“ahah.. no sto Emm.. e poi Edward è troppo piccolo..” perché lei era
vecchia?? Non mi sembrava..
“scusa perché quanti anni hai??” 25 al massimo..
“28 come Emm.. siamo coetanei..” e mi sorrise..
“oh.. non lo avrei mai detto.. te ne davo molto di meno.. complimenti!”
ero sincera.. mi piaceva Rose!
“grazie.. tu sei piccolina me l’ha detto Ali.. ma si vede..” non capivo
se fosse un complimento.. ma non ero ‘piccolina’!
“mamma mamma ho vinto!!” e il mio ometto si tuffò fra le mie braccia..
“bravo campione..” sentivo Emmett imprecare dall’altra parte preso in
giro da Edward per essersi fatto battere da un bimbo..
Mi voltai per presentarlo a Rose.. ma lei mi fissava sconvolta..
“mamma? È tuo?” no , mi chiamava mamma perché gli piaceva! Oddio..
“si è mio.. il mio ometto.. Rob lei è Rose la fidanzata di Emmett.. Rose
lui è il mio Rob, Roberto..” subito le sorrise.. ormai gli piacevano tutti.. e
lei gli chiese il permesso per prenderlo e non se lo fece ripetere due volte..
“già mamma.. sei troppo giovane.. allora io sono in un ritardo
madornale.. EMM TOCCA A NOI” gli urlò per farsi sentire..
“SI TRANQUILLA TRA UN PO’..” era ovvio non fosse fra i suoi pensieri..
“si lo so.. ma diciamo che non è stato proprio programmato..” per niente
in effetti..
Nel frattempo Emmett aveva fatto la sua comparsa sedendosi sul divano
della camera seguito da Edward..
“Beh le cose non programmate sono le più belle..” speravo solo gli altri
non stessero capendo di che parlava.. non mi andava di affrontare altre liti!
“sei bellissimo lo sai vero??” gli chiese..
“si.. me lo dicono tutti..” disse come se niente fosse.. che sfacciato
il mio piccolo.. e scoppiarono tutti a ridere.. anche Edward.. era bello
vederlo sereno.. forse la vacanza non era del tutto rovinata.. forse potevamo
andare d’accordo.. forse..
Forse se Rose non avesse deciso di rovinare tutto..
“senza offesa Bella.. ti assomiglia , e molto anche.. ma è tutto il
papà..” Ah? Ma era impazzita??
“COME SCUSA?” era Edward ad urlare.. era fuori di se..
“che c’è da urlare è ovv..”Alice tirò prontamente una gomitata
interrompendola.. SANTA ALICE! Stava forse per dire ‘è ovvio che sia tuo?’
speravo solo si zittisse.. e non so cosa capì.. ma cercò di recuperare quando
Emm le chiese..
“ma perché amore tu conosci il padre?” non avrebbe dovuto conoscerlo
nessuno in teoria..
“nono certo.. è che si vede che non assomiglia a Bella.. non del tutto
almeno.. davo per scontato fossero i tratti del padre..” il suo tentativo
sarebbe potuto bastare se qualcuno non avesse provato puro odio verso di me..
“adesso è tutto perfetto! Mi mancava proprio che qualcuno venisse in
casa mia a dirmi quanto è bello il figlio di Bella perché è tutto suo padre.. e
per la cronaca.. sei stata fortunata che non abbia preso neanche un pelo da
quello li..” e se ne andò su..
Senza aggiungere altro..
senza degnarmi di uno sguardo..
senza una spiegazione…
ancora..
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** *..quante complicazioni..* ***
CAPITOLO 16 *..quante complicazioni..*
“vieni campione.. mi devi dare la rivincita..” ed Emmett si portò via il
mio piccolo.. non so quanto avesse intuito.. e non volevo saperlo.. speravo non
facesse troppe domande.. odiavo mentirgli e avevo sempre cercato di evitare di
farlo.. ma delle volte era proprio impossibile..
“Bella io scusa.. non.. cioè..” cercò di scusarsi Rosalie ma la
interruppi subito..
“ehi tranquilla.. non è successo niente.. non potevi sapere..” per un
occhio esterno era molto più semplice capire le cose che per chi vi era a
stretto contatto..
“mi dispiace.. io vorrei rimediare.. se posso fare qualcosa..” era
davvero dispiaciuta ma davvero non poteva fare niente..
“tranquilla è tutto ok davvero..” e cominciai a salire su..
“ vi va di salire?? Mi faccio una doccia mi vesto e parliamo un po’..”
annuirono e mi seguirono su..
Entrai subito in doccia..
Avevo bisogno di sciogliere questi nervi tesi.. tesi da troppo tempo..
Questa ‘vacanza’ mi stava uccidendo.. forse era meglio per tutti tornare
a casa.. ma sapevo che Ali non me lo avrebbe permesso.. e poi non volevo
deludere Rob..
Si stava affezionando a tutti.. beh non proprio a tutti..
Ma era meglio così..
Gli altri ci sarebbero stati, oramai sapevo sarebbero divenuti un punti
fermo nella mia vita..
Edward no!
Non lo era mai stato.. non mi aveva mai dato neanche il tempo di
spiegare.. niente! E non era cambiato..
Era saltato subito alle conclusioni sbagliate..
La cosa più ovvia sarebbe stata per tutti chiedere.. si chiedere..
No lui no.. aveva dato per scontato che quel figlio non fosse suo.. che
fosse di un altro.. non so neanche se sapesse quanti anni aveva.. non gli
importava.. solo di una cosa era certo.. che lo avevo tradito.. io? Che non era
più stata con nessuno.. io che avevo fatto l’ultima volta l’amore con lui..
Io che avevo fatto l’amore solo con lui..
Lui.. che era stato l’ultima persona che avevo baciato..
Come avrei mai potuto tradirlo allora se mi sentivo legata a lui dopo
cinque anni?? Non avrei mai potuto..
Nel momento in cui avevo deciso di tenere Rob sapevo che mi sarei sempre
sentita legata a lui..
C’era un figlio tra noi.. ma non era solo questo.. io non lo avevo mai
dimenticato.. non ero mai riuscita ad andare avanti.. sperando sempre di
poterlo rivedere.. ed ora eccolo qui..
Poi è subentrato l’odio.. sempre che sia così.. e il rancore.. perché
non ci si lascia con un messaggio
Non si sparisce dalla vita della persona che dici di amare senza neanche
parlarle..
Ma forse stava qui l’errore..
Lui non mi aveva mai amata..
Ma ormai era questa la mia vita e io l’avevo sempre saputo..
Anche quando avevo fatto quel tatuaggio..
Dopo la nascita di Rob.. aveva due anni.. eravamo soli..
Lui aveva solo me.. ed io solo lui..
Avevo deciso di incidere sulla pelle quello che non sarebbe mai
cambiato.. quello che saremmo sempre stati.. NOI!
Era una farfalla.. una piccola farfalla sul piede destro.. avevo preso
da allora l’abitudine di dormire coi calzini sempre.. perché non mi andava di
mostrarla.. era qualcosa di mio.. ma il senso non lo poteva capire nessuno..
quindi l’unico motivo e che non mi andava di farla vedere perché ciò avrebbe
comportato ricordare.. e ricordare fa male..
Vi erano incise due lettere.. una ‘E’ ed una ‘R’.. le uniche persone
della mia vita.. le uniche due.. solo loro.. per sempre loro..
Ma non erano troppo evidenti.. anzi neanche Ali che sapeva del tatuaggio
aveva mai notato le due Iniziali.. erano ben nascoste nel disegno..
Avevo scelto una farfalla perché mi hanno sempre affascinato..
Volano via libere.. senza problemi..
Hanno vita breve.. ma possono volare.. e sono bellissime..
Tutti cercano di catturarle di frenare la loro già breve vita.. perché
sono stupende e le cose belle si tende sempre a distruggerle..
La mia vita era così.. bella spensierata.. volavo via libera senza mai
farmi troppi pensieri… e poi qualcuno fermò il mio volo.. ma la farfalla non si
è mai arresa, è li pronta a riprendere il volo.. aspetta solo una spinta..
La doccia non era riuscita a rilassarmi poi molto..
Avevo troppi pensieri.. tutto mi sfuggiva di mano..
E se Rose avesse detto tutto ad Emmett?? Perché lei aveva capito ne ero
quasi certa..
No , non poteva farlo.. non doveva saperlo..
Ma per impedirglielo avrei dovuto raccontarle la mia storia..
Mi andava?? No per niente.. ma dovevo..
Mi asciugai i capelli e li lasciai sciolti mossi sulle spalle.. andai in
camera a vestirmi.. era una giornata molto calda..
Indossai un pantalone stretto nero e una maglietta azzurra con le Superga
azzurre..
Andai in camera di Ali dove trovai lei e Rose intente a guardare un
album di foto di Ali.. ecco qualcosa che mi sarebbe servito.. ma adesso c’era
qualcosa di più importante da fare.. chiusi la porta a chiave per evitare
intrusioni e cominciai a parlare piano per far loro capire che non potevamo
alzare la voce.. troppo pericoloso.. avrebbero tranquillamente potuto
sentirci..
“ragazze vi va di parlare un po’?? credo che ci siano cose che Rose
debba sapere..”
Potevo fidarmi?? Non lo sapevo ma era l’unico modo..
*ciao ragazzeeee!! allora questo è un capitolo di passaggio ma
serve a capire alcune cose... spero vi piaccia.. solo che non è
molto lungo ma mi andava di postare lo stesso visto che ho postato
pochi giorni fa.. il prossimo arriverà presto , promesso!!=) un
bacione , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** *..un amore passato..* ***
CAPITOLO 14 ..un amore passato..
“Bella ti puoi fidare di lei.. la conosco praticamente da quando sono
nata..” cercò di incoraggiarmi Alice..
“Rose sai tenere un piccolo segreto?” dovevo tentare di fidarmi..
“certo..” leggevo nei suoi occhi la sincerità.. ma dovevo averne la
certezza..
“anche con Emmett??” non poteva sapere..
“si tranquilla.. sarà un segreto tra noi..” ok era il momento..
“vedi Rob è il mio piccolo segreto.. nessuno sa la verità su di lui..
solo Alice da ieri.. ma ancora non sa neanche tutto.. ecco perché è successo
tutto quel che è successo di sotto..” incominciai.. e come avevo intuito lei
aveva capito tutto..
“non mi vorai dire che è di un altro?? Non può essere.. e non potrei
crederci.. è identico ad Edward.. e te lo dico io che non sapevo niente.. cioè
io sapevo solo che eri una grande amica di Ali, punto! Non sapevo se stai o
stavi con lui.. ma vedendoti li con il piccolo che , lasciatelo dire è la copia
esatta, beh mi è sembrato tutto fin troppo ovvio.. non ho capito perché abbia
reagito così.. cioè lui non sa?” come può un’estranea capire tutto e la persona
che più ho amato nella mia vita non capire niente??
“no lui non lo sa.. crede sia di un altro.. e lo credono tutti!” mi ero
stupita anche io , la somiglianza come aveva fatto notare Rose era evidente..
“ma come hanno fatto a crederci?? E anche lui..? a me sorgerebbe
spontaneo il dubbio..” e invece..
“anche per me è stato così.. non lo avevo minimamente immaginato..”
disse Ali..
“ma come hai fatto scusa? Non capisco.. mi sorprendi..” era troppo
stupita..
“adesso me lo chiedo anche io come ho fatto a non accorgermene.. ma vedi
l’abbiamo conosciuto senza sapere niente.. non potevamo neanche minimamente
associarlo a mio fratello quando eravamo totalmente all’oscuro che si
conoscessero..” e le raccontò un po’ della mia storia.. del mio amore..
Quell’amore che mi aveva lasciata con un messaggio..
Le raccontò che l’avevo rincontrato solo dopo cinque anni.. che dopo
quel cavolo di messaggio non lo avevo più sentito..
Dopo quel messaggio avevo perso il mio amore..
Perciò non avevo potuto dirgli di Rob..
Le disse che non sapevo fossero fratelli perché non sapevo neanche il
suo cognome..
Le raccontò della mia vita.. del mio unico amore..
Le raccontò di suo fratello.. della sua versione.. del perché prima
anche loro avessero creduto fosse di un altro.. perché era stato lui ad
accusarmi di averlo tradito.. quando nella mia vita aveva amato solo lui.. il
mio unico amore..
“vedi se ci fossi stata anche tu avresti pensato la stessa cosa.. ma
adesso mi stupisco di tutti.. e soprattutto di mio fratello.. io non potevo
fare alcun conto.. ma lui credo proprio di si..!” anche io mi ero stupita di
questo.. ma Edward forse neanche si ricordava bene la nostra storia per farsi
due conti..
“è incredibile..” fu tutto ciò che uscì dalle labbra di Rose..
“già..” anche io ero ormai senza parole.. ricordare mi stancava.. mi
feriva..
“ma chi aspetti a dirglielo??” eh? Eh no non era così che andava..
“niente! Non aspetto niente..” infatti non stavo aspettando niente..
“non capisco.. allora perché non lo sa?” forse non ero stata chiara..
“perché non lo saprà.. io non glielo dirò..” non lo avrei fatto..
“come scusa? No non sono d’accordo… per niente!” ah??
“non ho chiesto il permesso..” chi era per dirmi cosa fare? Nessuno..
non aveva alcun diritto.. non sapeva niente di me e della mia vita.. di tutto
il mio dolore..
“ma Bella.. perché no?” questa volta fu Alice a parlare.. forse avevo
esagerato con Rose.. ma non si poteva permettere d giudicare.. odiavo chi lo
faceva e onestamente non ne potevo più..
“perché non avrebbe senso farlo..” no non ne avrebbe avuto..
“ma come puoi dirlo.. certo che lo avrebbe.. per tutti..” nessuno poteva
capire..
“no che non lo avrebbe..!! non capisci.. ti rendi conto che se non ti
avessi conosciuta.. se non mi avessi invitata qui.. io probabilmente non lo
avrei più rivisto??no sicuramente non lo avrei più visto.. non mi ha mai
cercata, mai, niente di niente.. perché dovrei tornare ora nella sua vita come
un tornado??” possibile che nessuno capisse?? Si lo era..
“perché avete un figlio insieme.. e sono sicuro che lo accetterebbe..”
come era ingenua..
“no invece! La prima cosa che ha fatto è stata pensare che fosse di un
altro.. cosa lo dovrebbe mai portare a credere che sia suo.. la mia parola? Non
credo.. non si fida di me.. un test? Beh non glielo permetterei mai.. sarebbe
troppo umiliante.. io so chi sono e so di chi è Rob…” era stata sempre la mia
unica certezza..
“ma ne sarebbe felice… ne sarebbero tutti felici.. pensa ad Esme e
Carlisle.. nonni.. non ci crederebbero.. ma ne sarebbero entusiasti.. ne sono
certa.. e anche mio fratello ne sono più che sicura..” no!
“no! Non è così.. non lo accetterebbe.. io so che per i tuoi sarebbe
diverso.. ma non posso perché ciò comporterebbe dirlo anche a lui.. e non
posso.. non voglio farlo” no no e no!
“si invece ne sono certa..” ok dovevo dirglielo..
“ no non puoi perché io sono certa del fatto che non lo vorrebbe..” si
purtroppo lo ero..
“ma come puoi esserlo davvero??” si potevo.. presi un grosso respiro
prima di rispondere..
“Bella se non ci provi non saprai mai.. anche io sono certa lo
accetterebbe..” questa era Rose, ma ora basta!
“no non lo farebbe… è stato lui a dirmelo.. non avrebbe voluto un figlio
da me..”
* ahi ahi ahi le cose si complicano...=) mm vediamo un pò...
tutti cercano di convincere Bella e lei non ne vuole sapere... beh
secondo voi sbaglia? dovrebbe dirglielo? ma in fondo i suoi dubbi sono
frutto di tanto dolore... e la sua ultima frase a cosa vi fa pensare?
ditemi un pò...=) un bacione e grazie a tutte, come promesso il
capitolo è arrivato presto no?.... a presto , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** *..messaggio..* ***
CAPITOLO 15 ..messaggio..
Mi guardavano sconvolte..
Ma cosa si aspettavano?? Che la mia vita fosse sempre stata tutta rose e
fiori?? NO PER NIENTE!
Credevano davvero che io ed Edward avessimo una relazione normale , che
lui desiderasse un figlio e che fossi stata io a portaglielo via?
Ma forse il punto fondamentale era questo : cosa credevano?
Decisi di chiederglielo..
“allora?” fu tutto ciò che dissi..
“no non può essere..” Ali era li.. ma col corpo.. con la mente, lo
sapevo bene era in un altro mondo.. un mondo in cui probabilmente odiava il
fratello.. un mondo in cui non riusciva a credere a quello che aveva sentito e
per lo stesso motivo forse odiava anche me che ero la causa di tutto..
“Bella ma che dici.. davvero ti ha detto così? Ma sai forse intendeva
qualcos’altro..” tentò invano Rose di giustificarlo..
“no non è come credi.. sono certa di quello che disse..” si lo ero..
“ma perché scusa? Come ha potuto? Io non capisco.. è per questo che ti
ha lasciata? Perché tu volevi un figlio? È per questo?” ecco le milioni di
domande che affollavano la sua mente..
“no Ali.. non credo.. cioè io non volevo un figlio.. ero troppo
giovane.. non ne avevo mai parlato con lui.. stavamo insieme da un anno..
troppo presto per pensare di mettere su famiglia.. e poi eravamo così giovani..
due bambini che hanno sempre dato tutto per scontato..”
“Bella che vuoi dire?” fu Alice a chiedermelo..
“Ali io mi sono trovata in questa situazione perché non ho mai fatto
domande… non ho mai chiesto il suo cognome.. non mi sono mai opposta quando non
mi portava a casa.. non ho mai chiesto nulla.. sempre pensando che ci sarebbe
stato il tempo, che era presto.. e guardami adesso.. il tempo mi è volato.. non
dico che adesso staremmo insieme e che sarebbe tutto perfetto.. lui non lo
avrebbe accettato comunque.. ma lo avrebbe saputo al momento giusto.. lo
avrebbero saputo i tuoi.. e so che non mi avrebbero abbandonata.. lo avresti
saputo tu.. chissà se la nostra amicizia sarebbe nata da li.. non lo so come
sarebbe andata.. ma so come non sarebbe andata : non mi sarei trovata sola e
abbandonata senza nessuno.. ho tenuto segreti per cinque anni.. ho cresciuto un
figlio da sola quando siamo stati in due a farlo..” lo sfogo che non avevo mai
potuto fare.. perché nessuno sapeva..
Mi si lanciò letteralmente di sopra.. e cominciò a singhiozzare.. “
scusami.. è tutto vero.. e non sai quanto mi faccia male.. perché io ci sarei
stata..” lo sapevo..
“ehi sh.. non piangere.. è tutto ok davvero ormai è andata così.. è
stato solo un sfogo.. davvero..” come mi ero ritrovata a tranquillizzare io
lei? Non lo so.. ma in questo momento ne aveva bisogno.. le stava crollando il
mondo addosso.. tutto ciò in cui aveva sempre creduto stava crollando e ancora
non le avevo detto tutto..
“ok.. ma allora se non ne avete mai parlato come fai ad esserne certa?”
domanda più che lecita..
“me lo scrisse.. quando mi lasciò con un messaggio..” ora crollava il
suo di mondo.. ma allora era stato il mio a crollare.. e io a differenza sua
ero sola.. non c’era nessuno a raccogliere i pezzi..
“che? Ma che stai dicendo?” era incredula al massimo..
“non può essere! Dici sul serio?” e non era la sola..
“si.. aspettate qui.. torno subito..” andai nella camera che
probabilmente sarebbe stata la mia per un po’..
Andai dritta al sodo perché sapevo cosa cercare..
Presi il cellulare e lo aprii.. e mentre attendevo il caricamento tornai
dalle ragazze.. aprii la porta e me la richiusi alle spalle..
“e quello? A che ti serve?” fu Rose a chiedermelo.. Ali era tornata nel
suo mondo..
“il messaggio.. forse grazie a questo capirete tutto..” e lo cercai..
“lo hai ancora?” Ali era incredula..
“si certo.. rileggerlo spesso mi ha fatto capire , mi ha dato la forza
di rialzarmi e andare avanti.. mi ha fatto reagire e capire perché mi trovassi
qui e in questa situazione..” anche se faceva male.. molto male..
“leggilo ti prego.. devo sapere” speravo di non ferirla troppo..
Era il momento..
“la nostra è stata una bella storia , bellissima.. sei stata la persona
più importante per me.. ma adesso basta! Con che coraggio mi guardi e mi dici
che mi ami? Dove lo trovi? Sei una delusione.. certe cose da te non me le sarei
mai aspettate.. ma adesso che lo so.. cosa ti aspettavi? Vuoi un applauso? È
tutto per te.. più ti fidi di una persona , più ti doni a lei più sarà il
dolore che ti causerà.. e questo è quello che tu hai fatto con me.. mi hai
ferito e deluso.. ma adesso è finita.. tra noi è finita.. non voglio più
vederti , sentirti.. nulla! voglio solo dimenticarti.. non cercarmi non ti
risponderei.. lascia perdere tutte le tue scuse non crederei a niente.. non ti
inventare che sei incinta.. sarebbe il colmo.. e non me ne importerebbe
niente.. addio Bella”
“IO LO AMMAZZO!” Ali si alzò in piedi urlando come una matta.. ma le fui
subito addosso..
“ehi ehi ehi.. non urlare.. non ci provare.. non ho bisogno di altre
complicazioni..” no assolutamente!
“ma ti rendi conto? Ti rendi conto di cosa ha detto? Che non gliene
importerebbe? Gli faccio vedere io..” oh no!
“no no no! Tu non gli farai vedere un bel niente.. e adesso TI CALMI!”
il mio era un ordine e cercò di obbedirmi..
“Bella ma come può non fare nulla? Ha detto cose pensanti e.. e.. e..”
pure Rose no..
“e infondate… non so cosa gli sia preso.. non l’ho mai scoperto..” avrei
tanto voluto sapere cosa gli fosse passato per la testa..
“però ti capisco.. dopo quello che ti ha scritto io non gli avrei detto
niente.. sarei scappata via , portando mio figlio lontano da lui.. avrei fatto
lo stesso..” è qui che si sbagliava..
“ ma io non l’ho fatto per questo.. no.. io avrei voluto dirglielo
nonostante tutto.. non me ne sarei mai andata senza dirgli niente.. ma in breve
realizzai che non avrei mai potuto dirglielo.. MAI! Dove lo avrei cercato? Non
ne avevo idea.. lo cercai per un po’.. ma realizzato che non lo avrei più
incontrato me ne andai.. non avevo più niente che mi trattenesse..”
Era così.. il mio tutto girava intorno ad Edward e sparito lui non avevo
più niente.. NIENTE!
“hai avuto un grande coraggio.. e mio fratello è un bastardo..” Ali si
risvegliò dal suo coma..
“lo penso anche io.. ma è tuo fratello e non voglio sentirti dire certe
cose.. avrà avuto i suoi motivi che non potrei mai capire.. ma non credo sia
impazzito improvvisamente..” non era pazzo ne ero certa..
“e perché non gli parli? Potreste chiarirvi..” ma era scema Rosalie?
Forse si..
“ e cosa dovrei dirgli? Sai Edward lui è tuo figlio.. io non ti ho mai
tradito.. quindi potresti dirmi il perché di quel messaggio di cinque anni fa?
Sempre se ti ricordi..?? mmm non credo proprio..” e conclusi la mia arringa..
“no certo non così.. ma non so.. potresti..” non la lascia finire..
“non potrei niente punto! Se è destino un giorno lo saprà.. io ci
credo.. altrimenti non mi sarei ritrovata qui.. nella sua stessa città e in
casa sua.. il destino progetta qualcosa per me.. forse non per me , per Rob ,ma
mi basta così.. questa è pur sempre la sua famiglia..” e mi alzai.. era ora di
vedere che facesse il mio piccolo..
“oh come mi rendi felice.. ma perché non dirglielo.. magari farebbe pace
con te.. vi parlereste..” certo per lei era facile..
“NO! Farebbe pace con me solo per lui.. e non voglio.. se non dimostrerà
di essere affidabile io non gli permetterò di entrare nella vita di mio
figlio.. lui mi ha lasciata senza darmi neanche la possibilità di spiegarmi..
senza lasciarmi la possibilità di cercarlo.. mi ha abbandonata, non ho
intenzione di recuperare un rapporto con lui.. potrebbe fare lo stesso con
Robert, abbandonarlo, e allora che farei? Non si scherza con un bimbo di mezzo
che non capirebbe.. ha perso ogni
diritto quindi no , discorso chiuso..” annuirono entrambe , non avrei concesso
repliche.. e scendemmo sotto..
Era giusto quello che avevo scelto di fare? Non lo so.. e forse non lo
avrei mai saputo..
* ciaoooo=) come state? è così che vi aspettavate il
messaggio?? pensate che Bella sbagli.? beh è vero che lui
dovrebbe saperlo, un padre deve sempresaerlo , ma credo anche che
sparire , abbandonrla senza cercarla mia sia una cosa orribile. lei non
lo conosce , non sa coe reagirebbe adesso, se davvero scappasse ancora?
Rob non ha colpa , non deve essere messo in mezzo. che ne dite? spero
vi sia piaciuto... un bacione, piccolaluce. ps. sapete dirmi come
inserire i banner? grazieeee :*:**
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** *..strana amicizia..* ***
CAPITOLO 16 ..strana amicizia..
Ero a letto accoccolata al mio bimbo..
Erano passati tre giorni dal nostro arrivo.. e le cose non erano molto
cambiate.. cioè non c’era tensione ma forse era dovuto al fatto che Edward mi
evitava quindi era improbabile che ce ne fosse.
Alice e Rose non avevano più aperto l’argomento.. forse erano ormai
consce del fatto che per me questa sarebbe dovuta essere una vacanza e che era
già cominciata male, quindi meglio evitare..
Approfittavo della mattina per passare del tempo con Rob.. mi sentivo in
colpa.. era come se non lo vedessi mai.. la mattina veniva rapito da Emmett per
giocare alla play.. lo stesso dopo pranzo fino all’ora di cena dopo la quale
dire che fosse stanco sarebbe stato un eufemismo.. era distrutto..
Avevo totalmente rivoluzionato i suoi ritmi senza rendermene realmente
conto.. non era abituato e dovevo ridimensionarli.. non poteva passare tutto il
giorno davanti alla tivù.. ne avrei parlato con Emmett.. c’erano tante attività
che potevano fare no? Si certo.. mi illudevo da sola che mi desse ascolto..
avrei fatto in modo che lo facesse..
Doveva anche imparare qualcosa.. non andava all’asilo.. ovviamente non
per questi mesi.. ma non aveva l’obbligo.. almeno fino ai cinque anni.. poi
sarebbe dovuto andare regolarmente per prepararsi alla scuola..
“ciao mamma..” mi disse stropicciandosi gli occhi.. appena sveglio era
una favola : BELLISSIMO!
“ciao amore.. dormito bene?” e gli bacia la guancia..
“si si benissimo.. ora mi vesto e vado da zio Emm..” e saltò giù dal
letto in un attimo..
“hei hei hei tu.. dove credi di andare?” e lo fermai prendendolo per il
braccio..
“da zio Emmett.. cioè da Emmett!” disse un po’ in imbarazzo.. ma non era
certo per quello che lo avevo fermato..
“zio?” gli domandai comunque..
“si.. ma se non vuoi lo chiamo solo Emmett” com’era dolce , si
preoccupava di una mia possibile obiezione..
“non importa amore.. mi chiedevo solo come mai” era vero.. ormai ero
certa di Emmett, si prendeva cura di lui come avrebbe dovuto fare suo padre..
ero certa anche del fatto che ci sarebbe stato.. e poi ‘zio’ lo era davvero
anche se questo loro non potevano saperlo..
“me l’ha detto lui.. mi dice sempre vieni da zio , dai un bacio a zio..
e basta con Emm sono lo zio.. e poi è il fratello di zia.. quindi zio , zia …
lui, lei.. hai capito vero?” mm come no..
“certo amore.. se te l’ha detto lui va bene..” ero felice che avessero
un rapporto.. davvero felice..
“ok allora vado..” eh no!
“ma amore non pensi più a me? Pensi solo a giocare?” e feci la faccia da
cucciolo..
“no certo che no.. io ti amo lo sai..” che amore..
“anche io.. allora stai con me!” non volevo davvero ma lo mettevo alla
prova.. sapevo avrebbe scelto me e una volta ottenuta la soddisfazione di
essere il centro della sua vita , anche se ero infantile, l’avrei lasciato
andare.. ma lui disse quelle parole che mai mi sarei aspettata e che mi
stupirono..
“ma mamma.. oggi c’è Edward!” Edward? E cosa c’entrava Edward?
“ e quindi? Stai scegliendo lui a me?” eh no.. non era possibile.. era
la prima volta che mi diceva di no!
“no.. mai! Non è vero.. si mamma! Oggi si!” ma chi è questo bambino?
“cuore di mamma cosa hai detto? Edward è più bello della mamma?” sarei
dovuta essere delusa, ma perché non lo ero? Perché è suo padre Bella ecco
perché! Ovvio che era per questo..
“no tu sei la più bella del mondo.. ma non sai giocare a pro.. e lui è
bravissimo.. e oggi resta per me! Non va a lezione per me..” Edward stava forse
facendo inconsciamente qualcosa per suo figlio? No non poteva essere..
“che vuol dire che non va a lezione per te? E poi non c’è Emmett?” ero
abbastanza confusa..
“si ma io e zio Emm giochiamo contro.. e non mi fa mai vincere.. stiamo
nove a uno e se arriva a dieci ha vinto tutto.. così Edward oggi gioca con me e
mi aiuta a batterlo..” il discorso filava.. ma perché saltare la lezione?
Potevano benissimo giocare pomeriggio.. ma forse aveva capito male e la lezione
oggi non c’era..
“ ma allora perché non gioca pomeriggio invece di perdere la lezione?”
ecco questa era una domanda sensata..
“ma mamma non capisci! Gli manca solo un punto.. e oggi mi batte sicuro
senza Edward.. pomeriggio è tardi.. così adesso mi aiuta e lo battiamo insieme”
ma non aveva detto ‘insieme’ con una certa enfasi? No Bella è la tua mente che
va troppo lontano..
“certo che ho capito.. e quindi Edward ti aiuta?” lo stavo stressando ,
presto mi avrebbe mandata a quel paese.
“si certo , lui è mio amico..” ah? Rob amico di Edward? Cioè mio figlio
amico di suo padre? E chi se lo sarebbe mai immaginato? Non era Edward che lo
odiava? No Bella lui odia solo te.. che bello! ormai la mia coscienza
rispondeva a tutte le mie domande..
“amico tuo?” ero abbastanza scettica di fronte questa strana amicizia..
“si! Mi piace Edward.. mi da ragione sempre.. Emmett non mi fa mai
vincere, invece io lo capisco che Edward certe volte lo fa apposta a farmi
vincere.. ma non importa.. lo fa per me.. e poi anche tu lo fai a tombola e non
mi importa mica.. i bambini devono vincere!” ad Edward gli importava di farlo
vincere? Incredibile..
“ma io non ti faccio vincere sei tu che mi batti..” cercai di mentire..
“si certo come no.. comunque sono già le nove e cinque e ho cinque
minuti di ritardo..” era troppo intelligente.. ero ancora intenzionata a
tartassarlo a domande ma poi mi si insinuò un pensiero nella mente : ‘questo è
il tempo padre-figlio che non hanno mai avuto non portarglielo via’ come se
qualcuno me lo stesse dicendo e non riuscii ad oppormi.. dopotutto la voce
nella mia testa aveva ragione.. era il loro tempo e glielo stavo portando via..
“ hai ragione amore.. vai” lo vestii in un attimo e lo feci scendere
sotto.. lui mi ringraziò dandomi un bacio a fior di labbra come faceva solo
quando era emozionato.. e lo vidi correre sotto.. da suo padre
Scesi anche io per non perdermi la scena.. gli saltò letteralmente
addosso..
Edward era sul divano che lo aspettava coi telecomandi in mano.. ed
Emmett era dalla parte opposta col viso già affranto come chi sa già che
perderà.. e non riuscii ad evitare di sorridere..
“ciao campione vieni qui..” Era stato Edward? Si proprio lui.. aveva il
mio piccolo tra le braccia e gli baciava la testa.. poi quando mi notò lo fece
scendere senza essere troppo brusco usando la scusa :
“allora li vogliamo fare questi dieci punti?” io rovinavo sempre tutto..
“certo! Subito” disse il piccolo..
“buongiorno.. io vado a fare colazione” li salutai..
“giorno Bella.. questa è una coalizione!” ma non mi avrebbe avuta dalla
sua parte.. se potevo evitavo di rivolgere parola ad Edward.. stava avendo un
comportamento troppo prevenuto verso di me..
“Emm non fare il bambino dai.. state nove a uno..” cercai di calmarlo..
“ma è un due contro uno..” continuò a lamentarsi.. così cambiai argomento..
“volete qualcosa dalla cucina?” e risposero tutti insieme..
“latte e Plasmon”
“cornetto”
“caffè e Plasmon”
“ehi ehi la mia era una domanda di cortesia.. comunque arrivo subito”
“giorno ragazze.. Esme e Carlisle?” chiesi non vedendoli..
“sono già usciti.. tornano per pranzo però.. giorno anche a te” mi
rispose Alice , mentre Rose mi mandava un bacio..
Mi misi a cercare tutto quello che mi avevano chiesto.. e mi resi conto
di avere tre ordinazioni : latte a Plasmon , cornetto , caffè e Plasmon.. caffè
e Plasmon? Solo una persona poteva volere una cosa del genere : Edward! Li
voleva sempre e comunque quando faceva colazione..
E quindi mi aveva rivolto la parola? Si.. ma solo per la colazione..
probabilmente non aveva vogli di andare lui e di conseguenza sfruttava me.. ma
non importava era un passo avanti..
Presi un vassoio dal bancone.. poi un piatto e ci misi dentro il
cornetto per poi riscaldarlo nel fornetto..
Poi presi un bicchiere che riempii col latte del frigo e per questo poi
lo riscaldai al microonde e per ultimo versai il caffè dalla caffettiera
elettronica che lo manteneva caldo , in un tazza..
Uscii il latte dal microonde e lo misi nel vassoio.. e poi presi anche
il cornetto..
“Ali i Plasmon?” di solito Esme li lasciava di fuori..
“in alto a sinistra.. si ecco li” mi disse mentre indicavo..
Presi alcuni di questi e li feci a pezzetti nel latte e nel caffè.. poi
ne misi cinque nel piattino del latte e cinque in quello del caffè interi.. e
mi avviai verso il salotto..
“ma non mangerai tutta quella roba vero?” mi richiamò Rose..
“no certo che no.. questo è per l’esercito!” le dissi e scoppiammo a
ridere seguite da Alice che rischiava di strozzarsi col latte..
“ecco qua..” e poggiai il vassoio sul tavolino..
“grazieeeeee!” risposero tutti e tre.. tuti e tre? Si tutti e tre.. e si
lanciarono verso il tavolino..
“ehi come mai li hai fatti a pezzetti dentro?” mi chiese Edward.. e solo
in quel momento mi resi conto di quello che avevo fatto senza pensarci.. e
dissi la prima cosa che mi venne in mente.. eco di un ricordo passato..
“i Plasmon vanno messi qualche minuto prima nel caffè caldo così si
ammorbidiscono.. e lo stesso nel latte perché sono più buoni.. ma pochi sennò
diventano troppo molli e gli altri si lasciano di fuori.. meglio se sono
cinque..” dissi le stesse parole che aveva usato lui qualche anno fa.. le sue
parole.. e lui mi sorrise.. il primo vero sorriso.. forse lo ricordava anche
lui quel giorno..
“esattamente” mi rispose dandomene conferma.. e non potei fare a meno di
ricambiare il sorriso.. e mi allontanai un po’ per osservarli mentre ricordavo
quel giorno..
“Ed ma perché prepari tutto questo per un po’
di caffè?” gli chiesi mentre lo osservano disporre i biscotti nel piattino..
alcuni spezzettati all’interno e cinque di fuori..
“amore perché così si fa con i Plasmon..”
disse come se fosse stata la cosa più naturale del mondo..
“e perché scusa?” chiesi io ancora in dubbio
mentre mi avvicinavo per osservarlo meglio..
“i Plasmon vanno messi qualche minuto prima
nel caffè caldo così si ammorbidiscono.. e lo stesso nel latte perché sono più
buoni.. ma pochi sennò diventano troppo molli e gli altri si lasciano di
fuori.. meglio se sono cinque..” e mi avvicinò a se..
“non lo capirò mai il perché.. io credo sia la
stessa cosa..” provai a dire..
“vuoi assaggiare?” mi chiese facendo quel
sorriso sghembo che amavo.. era bellissimo..
“no amore per questa volta passo..” e gli bacia
la mascella.. ma lui mi mise una mano sulla nuca per approfondire il bacio..
“Ti amo Bella..”
“Ti amo Edward..”
Ricordare faceva male e cercai di concentrarmi su altro..
Edward e Roberto mangiavano allo stesso modo , nella stessa posizione e
compivano gli stessi gesti..
Incredibile.. era ovvio fossero fatti della stessa pasta.. li osservano
e pensavo.. poi decisi di tornare nella cucina ma non riuscii a togliermi un
pensiero dalla testa : *Edward è mio amico!*
*allora che dite? come vi sembra Ed con Rob? a me moltoooo *.*... vhe
dolci? vi sembra un passo avanti la colazione? potrebbe essere.. fatemi
sapee cosa ne pensate... =) un bcaione e grazie a tutte... piccolaluce,
ah oh pubblicato un'altra storia se vi va ateci un salto=)*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** *..shopping..* ***
CAPITOLO 17 ..shopping..
Mi ero preparata una tazza di caffè..
“Bella domani arriva Jazz..” mi disse Alice entusiasta.. e chi non lo
sarebbe stato?
“davvero? Che bello.. è un sacco che non lo vedo..” dissi sincera.. non
lo vedevo da tanto.
“si si.. quindi dopo pranzo usciamo.. si va a fare shopping!” non volevo
deluderla.. ma Rob?
“e Rob? Come faccio? Non posso..” provai a dire..
“ma dai Bella.. non usciamo mai..” mi disse lei..
“tranquilla lo terrà Emmett..” mi tranquillizzò Rose..
“d’accordo..” dissi rassegnata..
Così andai in camera , feci una doccia e cominciai a vestirmi.. misi un
Jeans stretto chiaro.. ed una camicetta bianca a maniche corte.. per il momento
indossai le Converse bianche, poi per uscire avrei messo i tacchi bianchi..
Pranzammo molto velocemente.. Alice non vedeva l’ora di uscire..
Esme e Carlisle erano splendidi.. si preoccupavano che tutto fosse ok..
“Bella tu hai stai facendo medicina vero?” mi domandò Carlisle..
“sisi.. sono al terzo anno come Ali..” gli risposi..
“sai che io sono pediatra vero? Per qualsiasi cosa chiedi pure..”
com’era premuroso..
“grazie..” ero commossa dal loro affetto, non era abituata..
In breve si fecero le quattro e Ali non stava più sulla pelle perciò
andai a cambiarmi.. misi i tacchi , presi la borsa bianca e la giacchetta
sempre bianca.. scesi giù e chiamai Rob..
“amore vieni un attimo?” e mi diressi in cucina..
“dimmi mamma.. sei bellissima!” e mi abbracciò..
“grazie piccolo.. io esco con zia Ali e Rose.. ma posso restare se
vuoi..” lui prima di tutto!
“no no vai.. tanto io devo giocare..” che angelo..
“ok allora vado.. stai con Emm e non farlo impazzire.. fai il bravo..
promesso?” quando voleva era una peste..
“sisi promesso!” e tornò a giocare..
“pronta? Andiamo..” comparve Ali sulla porta..
“certo.. CIAO! Emm te lo affido non giocate troppo..” urlai per farmi
sentire..
“tranquilla è in buone mani..” mi rispose.. Edward era in camera sua..
Ed uscimmo..
Penso che girammo come minimo venti negozi..
Il bello era che non si stancava mai… poi messe insieme lei e Rose erano
una tortura.. erano fissate su cose totalmente diverse..
Rosa adorava i trucchi.. matite ombretti , mascara, fard, cipria
rossetti e chi più ne ha più ne metta.. passava ore a confrontare le tonalità..
la lucentezza ,la durata.. non ne potevo più!
Per non parlare dei profumi.. i primi ero stata in grado di sentirli..
ma dopo i primi cinque sentivo solo odore di alcool.. erano tutti uguali..
avevo anche una leggera nausea.. basta!
E Alice? Avevo dimenticato la parte migliore..
Il suo interesse preferito era provare intimo..
Da semplici completini a vestaglie vedo non vedo a roba in pizzo.. e
dovevo anche provarli.. non ce l’avrei fatta ancora per molto.. sarei crollata
presto.. a cosa mi serviva tutto questo? A niente.. chi li avrebbe mai visti?
Mio figlio? Non era il caso..
“Ali basta sono stanca.. no ne posso più!” erano le sei dai.. due ore
sono sempre due ore..
“come fai ad essere stanca? Hai cresciuto un figlio da sola e ti
sfinisci per un po’ di sano shopping?” sano eh?
“grazie eh..” riferito al crescere mio figlio sola..
“scusa.. sai che intendevo..” infatti..
“lo so tranquilla..” la rassicurai..
“ok dai andiamo..” disse sconfitta..
“nono ti prego.. l’ultimo.. entriamo li per favore!” e Rose indicò un
negozio per bambini.. non provai neanche ad oppormi..
Comprammo regalini a Rob.. io gli presi il sotto di una tuta , Ali una
magliettina e Rose un cappellino.. tutto bellissimo! Avevo sempre adorato i
vestitini da bambino..
In breve fummo a casa..
Appena misi piede dentro la prima cosa che feci fu togliermi i tacchi..
non ero abituata e avevo i piedi che mi facevano un male cane..
La seconda cosa fu chiamare il mio piccolo..
“Robbbbb! La mamma è tornata..” e rimasi di sasso nel vedere il salotto
vuoto..
Non c’era nessuno.. chiamai e richiamai.. ma niente.. il panico si
impossessò di me..
“Bella tranquilla sarà con Emmett..” provò a tranquillizzarmi Rose.. ma
niente poteva farlo in questo momento..
Corsi a toccare la play.. era fredda!
“ma è tanto che sono usciti.. è fredda..” mi lamentai..
“Bella davvero.. tranquilla.. quella cosa dopo dieci minuti è già
fredda.. presto saranno di ritorno..” ci riprovò ma non mi sarei
tranquillizzata finché non lo avrei rivisto..
“Rose ha ragione.. tranquilla Bella ora arrivano..” ci provò anche
Alice..
“anzi ora lo chiamo..” stava per farlo Rosalie ma la fermai..
“nono aspetta.. ho sentito la macchina” e mi avvicinai alla porta..
appena vidi entrare Emmett il mio battito riprese regolare e cominciai a
rilassarmi mentre ogni muscolo del mio corpo si distendeva..
Ma fu solo per un attimo..
Dov’era Rob?
“dov’è?” chiesi soltanto..
“chi?” ma come chi?
“ma chi sto cercando secondo te?” ma era scemo?
“davvero non ho capito..” si decisamente.. lo era eccome..
“ROB! Dov’è’?” ero fuori di me..
“e che ne so io..” disse con naturalezza..
“come che ne sai tu?” lo stavo per aggredire e capendo la situazione
Alice e Rose si misero in mezzo..
“non era con me..” era ancora tranquillo? Gli avrei fatto vedere io..
“non solo lascio mio figlio a te e non lo ritrovo.. non solo te lo
affido e non sai neanche dove sia.. ma ti permetti anche il lusso di non
preoccuparti per niente?” ed eccolo.. il panico che piano piano tornava ad
impossessarsi di me..
*oh oh oh... beh non vi dico niente..alcune di voi potrebbero arrivarci
tranquillamente altre beh non so.. magari fatemi sapere.. =) scusatemi
per il ritardo ma ho avuto un piccolo incidente e non ho potuto
aggiornare.. beh perdonatemiiii in fondo è solo un giorno=)...
spero vi sia piaciuto... anche se è solo di passaggio quindi non
c'è molto.. dal prossimo entreremo nel vivo della storia.. credo
proprio che arriveranno capitoli che vi piaceranno davvero tanto...
almeno lo spero...=) e niente.. per chi la segue ho aggiornato Nothing
is impossible e ho pubblicato un'altra storia , magari fateci un salto
se vi va... =) grazie a tutte! un mega bacio , piccolaluce *
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** *..la prima cosa bella..* ***
CAPITOLO 18 ..la prima cosa bella..
*ciaooooo!! ecco
il nuovo capitolo! oggi le note ve le lascio solo qui... sotto non
inserisco niente. beh spero vi piaccia questo capitolo... ci sono tanti
dettagli importanti... beh magari fatemi sapere se vi piace! non vi
disturbo oltre... grazie , a tutte! un bacio, piccolaluce*
Lo avrei ammazzato se solo non ci fossero state Rose e Ali di mezzo..
levatevi!
“scusami.. ma non pensavo fosse un problema..” si limitò a dire
“non pensavi fosse un problema perdere mio figlio?” gli urlai in
faccia..
“ma io non l’ho perso.. “ ah no?
“ e dov’è allora?” basta, al mio tre gli sarei saltata addosso! Uno ,
due…
“è con Edward!” come come?
“con Edward? E perché non me lo hai detto subito?” era scemo forte!
“ti mi hai chiesto dov’è.. e non lo so.. ecco perché non te l’ho detto..
io ero in bagno.. mio fratello mi ha urlato dalla porta che uscivano.. ma non
mi ha detto dove sarebbero andati e così sono uscito anche io.. non credevo
fosse un problema..” non lo era infatti..
“scusami.. mi hai fatta spaventare.. avresti potuto dirmelo.. mettiti
nei miei panni.. lo lascio a te , torno e non lo trovo.. e tu non ci sei e fin
qui potrebbe anche essere tutto ok, poi torni tu e non è con te, non solo ma
non sai dov’è.. che dovrei pensare?” il mio discorso filava perfettamente.. ma
la mia ansia perché era sparita?
“è vero.. è che credevo fosse ovvio , la prossima volta sarò più
esplicito.. scusami Bella” ma quale prossima volta? Se lo poteva sognare.. ma
questo non glielo avrei detto..
“ok tranquillo..” e mi sedetti finalmente sul divano.. mi stavo
rilassando..
“Bella chiamo Edward?” mi chiese Alice
“no no credo che presto saranno di ritorno..” perché non avevo permesso
che lo chiamasse? Per poter stare più tranquilla? Perché?
Perché io ero tranquilla.. lo ero davvero..
Ma come potevo esserlo? Gli stavo affidando mio figlio.. certo era anche
suo , ma lui non lo sapeva e poi chi mi garantiva che se ne sarebbe saputo
occupare? E soprattutto chi mi garantiva che gli sarebbe importato?
Nessuno.. ma ero su questo divano tranquilla..
E poi non volevo dargli lo spunto per litigare se lo avessi fatto
chiamare..
E poi sentii un rumore.. non ero certa di cosa fosse ma ero certa che
sarebbe rimasto come il rumore più bello del mondo..
Erano tornati.. sentii dei passi.. ma era sola una persona a camminare..
quindi il panico non tardò ad arrivare, ma solo per qualche attimo, finché dopo
vari armeggi con le chiavi Edward non aprì la porta rivelandosi con in braccio
mio figlio , nostro figlio.
Gli saltai addosso e glielo strappai dalle braccia..
“amore mio.. mi sei mancato!” e lo spupazzai di baci..
“ma mamma ci siamo visti qualche ora fa..” era vero? No sicuramente
aveva perso la cognizione del tempo..
“non importa mi sei mancato.. dove siete stati?” lo chiesi al mio bimbo
ma fu Edward a rispondere..
“siamo andati al centro commerciale..” come se fosse naturale..
“a quest’ora?” domanda scema , infatti…
“perché c’è un’ora per andare al centro commerciale?” mi stava prendendo
in giro, ovviamente se la rideva..
“no certo.. mi chiedevo come mai..” cercai di mascherare l’imbarazzo..
“non sa palleggiare..” uh?
“che cosa non sa fare chi?” chiesi non capendo cosa volesse dire..
“lui non sa palleggiare..” e indicò Rob.. gli costava dire ‘tuo figlio ’
, si vedeva..
“ e quindi?” continuavo a non capire..
“ho comprato un pallone..” e come avrebbe imparato?
“non c’era bisogno.. tanto io non saprei insegnargli..” dissi
sinceramente..
“ah non avevo dubbi.. sarò io a farlo” COSA?
“davvero?” lui annuii semplicemente..
“beh grazie..” solo all’ora notai che eravamo rimasti soli..
Potevo sentire le voci degli altri ridere e scherzare al piano di
sopra.. erano tutti li..
Noi eravamo rimasti soli..
Mi sorrise e si sedette con me sul divano ma alla debita distanza..
“perché siete soli?” mi chiese di punto in bianco rompendo il silenzio
che si era creato..
“che vuoi dire?” sapevo che gli costava farmi certe domande ma a me
costava rispondere..
“perché non c’è lui? Perché non è con voi?” ma ancora! chi era questo
lui?
“Edward tu mi confondi.. non sai.. lui..” ma mi interruppe..
“non ti ho chiesto chi è , anche se lo so.. ti ho chiesto perché non è
con voi” ero intenzionata a fargli dire a chi si riferisse.. ma poi avrei
dovuto negare e dirgli di chi era realmente e non volevo farlo.. quindi
tralasciai.. ce ne sarebbe stato di tempo..
“non l’ha voluto” sputai. Volevo farlo riflettere..
“ma che dici è impossibile..” beh aveva fatto lo stesso..
“perché ti riesce impossibile crederlo?” gli chiesi , ero curiosa di
sentire la risposta..
“perché è un bambino.. nessuno avrebbe potuto rifiutarlo” si certo come
no..
“invece è andata così..” purtroppo era la verità
“lui che sa?” chiese
“lui chi?” domandai io incerta sul soggetto a cui si stesse riferendo..
“Rob..” disse solo questo..
“niente.. ha me.. io sono la mamma.. sa che dovrebbe esserci un padre e
sa che non c’è.. non sa perché e non me lo ha mai chiesto ed è meglio così.. mi
ha evitato di dargli una delusione..” lui annuii semplicemente..
“è splendido.. ti somiglia un sacco..” avrei tanto voluto dirgli
‘assomiglia tutto a te ‘ ,ma non lo feci..
“grazie..” fu tutto quello che riuscii a dire..
“non so come abbia fatto a conquistarmi.. in pochissimi giorni.. mi ha
stregato.. forse perché mi ricorda così tanto te.. nessuno era mai riuscito a
conquistarmi così in fretta.. neanche tu..” e mi sorrise.. e quindi stava
ammettendo che io lo avevo conquistato? Si in un passato ormai lontano..
“beh veramente io ti ho conquistato subito.. direi che è stato un colpo
di fulmine..” decisi di essere sincera come lo era stato lui con me..
“è vero..” e si mise a guardare i suoi piedi..
“dovremmo parlarne.. di quello che ci è successo intendo..” volevo
sapere cosa gli fosse passato per la testa un giorno di cinque anni fa..
“non credo.. il passato è passato.. sto cercando di ignorarlo e di avere
un rapporto civile.. quantomeno da persone che si conoscono.. ma non chiedermi
di più.. se lo tiri fuori , se tutto torna a galla.. allora io non dovrei
essere qui a parlare con te.. quindi no , non ne parleremo..” mi feriva
terribilmente, mi feriva, ancora..
“ma che stai dicendo? Dovrei essere io a scappare via.. e non voler
niente da te.. non il contrario.. te ne rendi conto? Tu mi hai mollata con un
messaggio.. tu!” ormai ero partita..
“Bella lo stai facendo.. sta attenta.. se tiri fuori il passato non si
potrà più tornare indietro..” mi avvisò..
Ero disposta a farlo solo per avere delle risposte? No..
Ma non per me.. io volevo ma dovevo sacrificarmi per il mio amore :
Rob.. non se lo meritava..
“grazie.. per quello che fai per Rob.. è felice.. lui ha solo me!”
cercai di recuperare la situazione..
“non lo faccio per te.. mi sto legando a lui.. anche se non vorrei.. è
inevitabile.. in un modo o nell’altro riesci a sconvolgermi la vita.. ma questa
volta mi va che accada.. è la prima cosa bella che mi accade dopo tanto tempo ,
troppo..” cercavo di trattenere le lacrime , dovute anche al fatto che quelle
parole mi riportavano alla mente una canzone , una canzone che mi cantava
sempre.. e mi sfuggii dalla bocca , senza che lo volessi..
“la prima cosa bella..” canticchiai..
Lui mi guardò poi cercò di accennare un sorriso.. e mi sorprese
continuando..
“che ho avuto dalla vita..” e qui cominciarono a sgorgare lacrime dai
miei occhi..
“è il tuo sorriso giovane..” il suo sorriso sghembo..
“e sei tu..” disse lui.. ormai le lacrime scendevano.. si avvicinò e mi
accarezzò una guancia asciugando una parte di queste.. e poi fece per andarsene..
“ciao Bella..” mi disse pronto a salire su..
“ciao Ed.. non potrai scappare per sempre dal passato.. ritorna sempre!”
lo chiamai Ed, come non facevo da cinque anni.. era l’abbreviativo che gli
avevo dato io.. ma fece finta di non aver sentito o probabilmente non sentii
davvero.. e continuò a salire le scale scomparendo presto dietro la parete..
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** *..sii sincera con me..* ***
CAPITOLO 19 ..sii sincera con me..
*ciao ragazze
come va?? eccoci al nuovo capitolo anche se questo è solo un
capitolo di passaggio... non so.. che dite avrà fatto bene?
secondo me si... anche se ancora non potete capire di chi stia
parlando.. lo scoprirete presto! adesso vi lascio al capitolo. oggi
sono in vena di spoilerare... se vi interessa chiedete pure...=) ho
pubblicato una nuova storia " l'odore dell'addio" se vi va fateci un
salto... bacioni :*:*, piccolaluce*
Rimasi un po’ imbambolata non sapendo cosa fare.. ero abbastanza
scossa.. poi la porta si aprii rivelando Esme..
“oh ciao cara.. che fai tutta sola?” le andai incontro aiutandola a
sistemare la buste che trasportava probabilmente della spesa..
“ciao Esme.. mi rilassavo un po’.. gli altri sono tutti su.. Carlaisle?”
non era mai a casa , pover’uomo..
“al lavoro.. sempre li è.. lavora troppo.. rientra per le nove.. mi aiuti?”
sicuramente per la cena.. ma erano ancora le sette..
“certamente.. che faccio?” domandai non sapendo da dove cominciare..
“fai queste a cubetti che io riempio l’arrosto..” e mi passò le patate..
ecco perché si metteva da ora.. certo l’arrosto richiedeva tempo..
Feci come mi aveva detto.. mettemmo tutto nella teglia e poi in forno..
Esme era adorabile..
Speravo che il nostro rapporto potesse diventare più forte.. la vedevo
come la madre che mi era mancata.. perché non si era mai occupata di me..
Ma come potevo sperare di rafforzare il nostro rapporto quando
quest’ultimo era fondato su bugie?
Non potevo, tutto qui.. ma lei sembrò leggermi nel pensiero..
“ti va di fare quattro chiacchiere? Qui ce ne vorrà per un bel po’..”
indicò l’arrosto.. io annuii..
Ero spaventata.. ma di cosa? Sicuramente voleva solo che ci conoscessimo
meglio..
La seguii fuori..
“parleremo più tranquille senza spettatori indesiderati..” mi sorrise e
non potei fare a meno di contraccambiare ma ero terrorizzata.. perché uscire se
non voleva parlare di nulla di strano? Forse era solo per mettermi a mio agio..
sicuramente era per questo..
“ho scoperto di essere incinta di Emmett che avevo solo 16 anni.. ero
una bambina..” la potevo capire benissimo.. ma quindi aveva quarantaquattro
anni? Non gliene avrei mai dati più di trentacinque.. ma se Emmett ne aveva 28
non lo aveva potuto di certo avere a sette anni.. lei continuò , non aspettava
una mia risposta..
“ho avuto paura certo.. ero troppo giovane.. ma una cosa l’ho sempre
saputa : io lo volevo.. era il frutto dell’amore mio e di Carlisle.. e lo
sarebbe stato anche se lui non lo avesse voluto.. quel bimbo era noi.. lo
sarebbe stato.. e qualsiasi cosa avesse detto io non potevo rinunciarci e non
volevo..” inaspettatamente mi accorsi di aver cominciato a piangere.. la potevo
capire fin troppo bene.. mi rivedevo in lei..
“oh ti capisco Esme..” ma perché mi raccontava tutto questo?
“piccola non volevo ferirti.. volevo solo farti capire che so cosa hai
passato.. anche se io ho avuto accanto persone che mi hanno amata.. c’è stato
un momento in cui non lo sapevo.. ma avrei fatto come ti ho detto.. avrei fatto
come hai fatto tu..” si io non avevo avuto scelta..
“ l’ho dovuto fare.. non avrei potuto fare altrimenti..” ma lei non
voleva dirmi solo questo.. c’era dell’altro..
“Bella io sono una mamma come te.. e proteggerei i miei figli da
chiunque.. anche da Carlisle se fosse necessario.. se non fosse stato in grado
non gli avrei detto di Emm.. ma sapevo ce l’avrebbe fatta.. io ti capisco.. hai
dovuto farlo allora.. ma adesso puoi cambiare le cose.. puoi permettere al
padre di far parte della vostra vita.. della sua” avevo mai accennato a lei il
fatto che il padre di mio figlio non sapesse di lui? Ne ero certa : NO.
Non riuscii a risponderle.. che avrei dovuto dirle?
“come le avevi detto Alice mi ha raccontato la tua storia.. la versione
ufficiale.. ho fatto finta di crederci.. ci ho provato davvero.. ma so che non
è così.. l’ho sempre pensato.. dal primo momento che vi ho visto.. che ho visto
LUI.. e poi me ne avete dato la conferma la sera stessa.. ma mia figlia era
così convinta che non ho voluto insinuarle il dubbio.. poi l’ho vista
cambiata.. verso te , verso mio figlio , verso il piccolo.. e ho capito che
sapeva.. ma non mi ha detto niente e ho capito fosse stata una tua scelta..
così non l’ho voluta mettere in difficoltà.. ed ho chiesto a te..” poteva aver
capito tutto? No non poteva.. si riferiva sicuramente ad altro..
“ma no Esme.. non è così..” ma non mi lasciò finire.. era determinata..
“Bella..” mi ammonì
“non sono scema.. vedo le cose molto lontano.. conosco mio figlio e
soprattutto so com’era da piccolo.. so che si grattava la testa quando era
nervoso , che si pizzicava la base del naso.. che si leccava l’angolo della
bocca quando era soprappensiero .. per altro sono tutte cose che fa tutt’ora e
che fa anche tuo figlio..” aveva perfettamente ragione.. l’avevo notato anche
io.. ma non avevo ancora la forza per confermarglielo.. stava accadendo tutto
così in fretta..
“sii sincera con me.. non te ne pentirai.. io sarò qui..” glielo
dovevo..
Ma non riuscii a dirlo.. mi lanciai tra le sue braccia.. e piansi..
dovevo sfogarmi.. in pochi giorni il passato mi stava soffocando..
“scusami.. scusami.. ma io non potevo dirlo..” come avrei dovuto fare?
“ma puoi adesso..” ma se lo stavo facendo adesso perché insistere?
“io davvero non sapevo foste la sua famiglia.. non sarei mai venuta qui
come a prendervi in giro.. non lo avrei mai fatto.. me ne sarei voluta andare
ma allora si sarebbero creati più dubbi.. e avrei tanto voluto parlarvene.. ma
ciò avrebbe comportato dirlo ad Edward e non posso.. non voglio farlo..” non
era quello che si aspettava..
“tu non vuoi dirglielo? Perché.. permetti a tuo figlio di crescere col
padre..” e pure lei ora no!
“no Esme.. tu non sai tutto.. e non è il momento.. Alice ti racconterà
tutto.. dille che sono io a volerlo e capirai.. capirai perché non posso.. ma
non chiedermelo perché dovrei dirti di no.. e se non lo accetterai dovrei
andarmene.. e forse non sono pronta a farlo.. questa è anche la sua famiglia..
ma non chiedermelo” non avrei mai potuto dirlo ad Edward..
“no ti prego.. ho già perso quattro anni della sua vita.. permettimi di
conoscerlo.. è pur sempre mio nipote.. il mio unico nipote” potevo portarglielo
via? No.. per ora no..
“io non voglio andare.. ma non costringermi a dirglielo.. perché non lo
farei , ha sbagliato con me e questo ha comportato la perdita di ogni suo
diritto.. tu non puoi saperlo ed è giusto che creda a tuo figlio.. ma io so
come sono andate realmente le cose e non merita la mia fiducia.. mi ha trattata
come se non contassi nulla e non posso permettergli di fare lo stesso con
Rob..” oh che discorso che le avevo fatto..
“non ti costringerò a fare nulla che non vorrai.. ma spero cambierai
idea..” era ancora scossa dalle mie parole..
“non credo.. dopo cinque anni dimostra ancora di non riuscire ad avere
un dialogo con me.. di non volermi ascoltare e trae le sue stupide conclusioni
senza neanche sentire le mie spiegazioni.. non è cambiato e probabilmente non
cambierà mai.. non lo saprà.. non finché sarà sempre lo stesso.. dovrà essere
affidabile.. altrimenti niente..” perché mi stavo esponendo così tanto? Con
qualcuno che era ancora un’estranea per me?
“un figlio lo potrebbe fare maturare.. è stato il dolore a portarlo a
chiudersi in se stesso..” e avrei dovuto usare mio figlio come cavia per vedere
se sarebbe stato in grado di cambiare e maturare? No..
“un dolore che si è inferto da solo.. non saprò mai cosa gli sia passato
nella testa.. ma forse non mi interessa neanche..” mi illudevo sola..
“non dire così.. se non ti importasse te ne saresti andata.. non saresti
rimasta.. credo tu lo abbia fatto perché hai paura di perderlo ancora dopo
averlo ritrovato..” perché le sue parole mi colpivano? Che avesse colto nel
segno? E così risposi senza riflettere , di getto :
“no assolutamente.. io lo odio.. mi ha umiliata e continua a farlo..”
basta Bella.. è pur sempre sua madre..
“non ci credo..” non si lasciava scalfire.. forse vedeva molto più
lontano.. ma dubitavo fosse così..
“non lo so.. ma non glielo dirò.. non è pronto” ma non lo sarebbe mai
stato..
“forse hai ragione non è pronto..” io di rimando annuii semplicemente..
“accetto le tue scelte.. ma se cambiassi idea io ti appoggerei.. io
sarei qui.. sarò sempre qui..” a questo non riuscii a resistere e la
abbracciai..
“grazie Esme.. per tutto!” non mi aveva dato ultimatum , non mi aveva
imposto di dirglielo , non mi aveva minacciata che lo avrebbe fatto lei.. mi
aveva appoggiata.. certo aveva cercato di persuadermi ma alla fine mi aveva
appoggiata.. ed era qui e qui sarebbe rimasta..
“su andiamo dentro adesso..” mi incitò a muovermi..
“certo..” mi asciugai le ultime lacrime e la seguii
“ c’è un arrosto che ci aspetta.. e un bel nipotino tutto mio” mi
sorrise , dolcemente e teneramente.. come solo una mamma sa fare.. o una nonna
in questo caso..
“ah Esme aspetta..” mi fermai..
“dimmi..” e indietreggiò verso di me fino a raggiungermi..
“e Carlisle..?” domandai incerta..
“se non vuoi non gli dirò niente..” lo avrebbe fatto per me? Si.. ma non
potevo permetterlo..
“no dillo anche a lui.. voglio che lo conosca, che ci si affezioni
sapendo che è anche suo..” era il nonno dopotutto..
“oh grazie.. ne sarebbe felice.. ha avuto qualche dubbio , l’ho notato
ma non è riuscito neanche a manifestarlo completamente, non sapendo niente
tutto gli sarà sembrato troppo assurdo..” anche lui quindi?
Solo Edward non riusciva a vedere ciò che per tutti era chiaro ed
evidente?
Si..
Ma meglio così..
Se se ne fosse accorto avrei dovuto dirgli la verità e non mi andava ,
non prima di aver scoperto cosa nascondeva.. cosa lo aveva spinto cinque anni
fa ad agire in quel modo..
“Esme però dovrà tenere il segreto anche lui..” anche se era ovvio che
fosse così..
“tranquilla.. sarà all’altezza..” lo sapevo..
“ne sono certa..” e la abbracciai..
“aspetta che sappia che è nonno.. morirà dall’emozione..” ed insieme
versammo lacrime di gioia..
E insieme ci avviamo dentro casa..
Insieme
Si insieme.. perché non ero più sola.. avevo una famiglia adesso…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** *..andare in bicicletta..* ***
CAPITOLO 20 ..andare in bicicletta..
*ciao ragazze come stateeeeee?? beh che ne pensate del piccolo? anche
per lui non è sempre stato tutto facile come respirare... vi
avviso che finalmente il prossimo capitolo sarà Pov Edward..
cosa scopriremooo?? beh fatemi sapere... =) un bacione... ho pubblicato
una nuova storia "l'odore dell'addio" fateci un salto se vi va...=) eh
niente dai... questo è il link della nostra pagina.. siamo in
quattro e pubblicheremo le nostre storie...=) http://www.facebook.com/EfpFanficStoriesTwilight , un bacione, piccolaluce*
Appena entrai in casa ciò che vidi mi lasciò di sasso!
Edward che giocava a calcio con Rob..
E se per un attimo il mio cuore si era riempito di emozione l’attimo
dopo avevo cominciato a pensare razionalmente e mi lasciavano sconvolta :
giocavano dentro casa? Ma erano matti?
“ehi.. Rob quante volte devo dirti che non si gioca con la palla in
casa?” era meglio non prendermela direttamente con Edward.. anche se la casa
era sua , quindi lui avrebbe dovuto evitarlo..
“scusa mamma..” e gettò subito a terra la palla.. non aveva neanche
provato ad accusare Edward..
“ehi gliel’ho detto io che può..” mi rispose il diretto interessato.. ma
non feci in tempo a rispondere..
“oh Bella non stanno appiccando un incendio.. Rob comanda qui..” ok ,
funzione nonnachelepassatuttealnipotino ON.. non avevo speranze..
“però se vi mettete tutti contro.. almeno non distruggere niente” lo
ammonii
“promesso.. e grazie Esme..” si gettò tra le sue braccia schioccandole
un bacio sulla guancia e probabilmente lei avrebbe tanto voluto rispondere ma
era troppo intenta ad asciugarsi le lacrime..
Oh mio dio..
Tutta questa situazione non sarebbe passata di certo inosservata per
molto..
Se poi ci si metteva pure lui. :Carlisle ,era appena rientrato..
“Edward che fai con un pallone in casa nel salotto? Oh ciao Bella..” e
mi sorrise , finalmente qualcuno che ragionava..
“oh ciao Carlisle.. dillo tuo che non si può dentro..” oh come ero
felice che qualcuno mi capisse..
“Edward.. certo che non si può , che ti passa per la testa?” e vai..
santo Carlisle..
“papà stavo giocando col piccolo.. e fuori potrebbe cadere e farsi
male..” che giustificazione stupida, perché se fosse caduto dentro sarebbe
caduto sul morbido? Decisamente il prato era più soffice del parquet..
Ma sicuramente Carlisle non mi avrebbe deluso..
“ah allora giocate pure.. Rob può fare quello che vuole” e la ramanzina?
No Carlisle non cedere anche tu..
“e io che avevo riposto tutte le mie speranze in te..” dissi ormai
sconsolata..
Ma perché Rob non aveva reagito nel sentirsi chiamare ‘piccolo ‘ da
Edward? Sicuro non se ne era accorto..
“eh no Bella.. non si può dire di no..” e ridendo se ne andò in cucina
seguito da Esme.. li seguii anche io per apparecchiare..
Aveva proprio ragione lei.. avrei dovuto aspettare che lo scoprisse..
Poi ce ne sarebbero state delle belle..
Già se lo difendeva tutto e ancora non sapeva niente.. figuriamoci
quando avrebbe scoperto la verità..
“allora domani ho organizzato una cosa stupenda!” dovevo preoccuparmi?
Era un’idea di Alice , quindi si!
“cosa?” chiese Emmett con finto entusiasmo , onestamente non ingannava
nessuno.
“Beh come sapete domani arriva Jazz, e io ho organizzato una bella gita
in bicicletta” ah?
“ma perché non stai col tuo fidanzatino invece di stressare noi?” bravo
Emmett!
“perché voi siete apatici e non fate mai niente. Tanto ormai è deciso ,
rassegnatevi, ci sarete tutti e con tutti intendo tutti” ecco questo era
riferito a me.
“Ali non ti preoccupare per me, ovviamente non avrete un’altra bici,
quindi starò a casa , davvero” io la scusa l’avevo.
“non ci provare Bella! Ho detto tutti! E poi ne abbiamo più che a
sufficienza” e allora guardai Rob che mangiava le patate, mi fece un piccolo
cenno con la testa, l’ultima parola spettava a lui, ma a quanto pare era
d’accordo , molto probabilmente lo faceva solo per non dare un dispiacere alla
zia , in altre situazioni ero sicura che non avrebbe mai accettato.
Il nostro silenzioso scambio di sguardi bastò a far saltare i programmi
, almeno così credevo.
“Oh no! Non ho una bici piccola…” si lamentò Alice. Oh che peccato.
“la compriamo mentre andiamo, il negozio è di strada” disse Edward come
se niente fosse, ma che faceva? Avevamo la scusa per non andare e lui la
buttava via?
Avrei dovuto dirgli che non ci sarebbe stato bisogno , che non sarebbe
salito mai sulla bici ,ma evitai per non turbare Rob, glielo avrei detto la
mattina quando non ci sarebbe stato.
Mangiammo e dopo aver lavato i piatti andai dritta a letto, ero troppo
stanca , era stata una giornata pesante.
Mentre mettevo il pigiamino a Rob decisi di tastare il terreno…
“Amore che ne dici se domani stiamo a casa? Magari giochiamo alla Play
tutta la giornata…” ero sicura avrebbe accettato…
Invece..
“No.. io ci voglio andare!” come ,come?
“Cosa? Amore ma hai capito? È una gita in bici…” forse non aveva
sentito..
“Si zia l’ha detto… ma Edward ha detto che me la compra” ecco la prolina
magica : Edward.
“Ok… ma allora devo dirgli di prenderla con le rotelle?” questo era il
nostro segreto : non sapeva andare in bici…
“NO! No no no.. ti prego no mami!” mi urlò..
“D’accordo amore… shh… non dirò niente, ma come farai?” tanto valeva non
comprarla..
“Non voglio dirgli di prenderla con le rotelle perché non ci so andare..
ma non sono tutte con le rotelle?” capivo cosa intendeva, se l’avesse presa con
le rotelle non gli avrebbe detto niente e ci sarebbe salito , ma dirlo era
un’umiliazione per lui.. per quanto a quell’età nessuno la sapesse portare ,
per lui era qualcosa di più grande , legata ad altri problemi , ad altre
sofferenze..
“No amore , bisogna chiederla apposta!” odiavo deluderlo ma non potevo
illuderlo…
“Ok… allora non fa niente…” cioè?
“Che vuoi dire? Non ci andiamo? A me va bene…” tutto per il mio piccolo…
“No! Ci andiamo.. ma potrei imparare no?” oh finalmente.. era un anno
che aspettavo questo momento.
“Certo amore! Me lo permetterai?” non aveva mai voluto..
“No! Scusa mamma…” ma allora?
“Non fa niente.. ma allora?” non capivo dove volesse arrivare..
“Potrebbe farlo Edward..” il suo fu solo un sussurro, temeva di
ferirmi..
Ma tra tutti i dubbi e le incertezze della mia vita ,avevo poche certezze,
e questa era una di quelle, qualsiasi cosa avesse mai potuto fare mio figlio,
non mi avrebbe mai deluso, mai!
“E perché non posso farlo io?” sapevo il perché ovviamente, ma adesso le
cose erano diverse..
“Mm lo sai il perché…” si lamentò..
Certe volte era come parlare ad un adulto , facevamo discorsi sensati ,
potrei definirli anche seri e maturi come questi e anche se non si addicevano
ad un bimbo di quattro noi, beh noi eravamo così e lui era cresciuto molto in
fretta.
“Si amore lo so… ma perché Edward si?” sapevo che non dovevo continuare
quel discorso ma dovevo sapere cosa gli passava per la testa, nel giro di una
settimana si era trasformato.
“Perché si!” lo vidi triste, l’argomento era un Tabù, lo sapevo bene ,
così decisi di chiuderlo qui, conscia del fatto che non glielo avrebbe mai
chiesto , non avrebbe trovato il coraggio e avrebbe dovuto spiegare troppe
cose…
“Ok piccolo ok… dormiamo adesso” non se lo fece ripetere due volte… mi
schioccò un bacio sulla guancia e poggiò la testa sul cuscino, addormentandosi
nel giro di pochi minuti…
Era bellissimo, ma il suo sonno non era tranquillo , era parecchio
turbato…
Avevo sempre cercato di proteggerlo , di rendergli una vita felice e
serena… ma chi volevo prendere in giro? Gli mancava qualcosa e per quanto
sperassi di bastargli io , sapevo che non era così.. non potevo bastargli e gli
sarebbe sempre mancato qualcosa…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** *..ti conosco ancora..* ***
CAPITOLO 21 ..ti conosco ancora..
*Ciao! eccoci
finalmente con il Pov Edward! vedremo cosa ne pensa... sorprese? Mah
che dite? questo capitolo mi piace molto.. ma credo proproi che il
prossimo sarà...*.* mmm non dico altro! =) volete uno
spoilerino? chiedetelo... ihih =) un bacione ragazze! spero vi
piaccia... eh beh scopriremo cos'ha il piccolo... per chi stesse
aspettando "nothing is impossible" prometto che arriverà entro
la prossima settimana.. ma ho perso parecchi capitolo per colpa ci
Word.. due di questa, quello di Nothing che finalmente avevo scritto..
e sentite un pò.. 18.. 18 capitoli della nuova storia =( mi
tocca riscrivere tutto se mai ce la farò.. se vi va passate
dalla nuova "l'odore dell'addio" e beh non vi stresso oltre! un bacione
e grazie , a tutte!...., piccolaluce*
Pov Edward
Mi svegliai disturbato dal suono della sveglia… le odiavo , le avevo
sempre odiate… eppure senza una sveglia al massimo volume non avrei sentito
nemmeno una bomba… ed oggi mi serviva proprio!
Erano le sei del mattino… saremmo partiti alle otto eppure mi ero
svegliato molto prima del previsto perché avevo un impegno, dovevo comprare la
bicicletta.
Lo so che avrei potuto comprarla per strada ma non sarebbe stato lo
stesso…
Dovevo controllarla, verificare che fosse perfetta, che non avesse
qualche difetto, e se l’avessi comprata dopo non avrei potuto farlo e
soprattutto non avrei potuto comprarla io , sapevo già che non me lo avrebbero
permesso, invece volevo farlo.
Poi avevo come l’impressione che avrei dovuto prenderla con le rotelle…
Non potevo esserne certo eppure quel discorso silenzioso scambiato a
cena con Bella per me aveva detto tanto..
Lei aveva chiesto il permesso a lui , che glielo aveva concesso solo per
non deludere tutti mi era sembrato , quindi c’era qualcosa sotto. Il mio primo
pensiero era stato che non sapesse andare e me ne stavo convincendo… ma se così
non fosse stato beh avrei detto che c’era solo quella con le rotelle…
Avevo mandato un messaggio a Demetri ieri sera , era il proprietario del
negozio da cui ci servivamo sempre, per chiedergli di aprirmi presto.
Ovviamente non si era opposto , eravamo clienti da anni e si era ormai
instaurata una certa amicizia…
Così mi ritrovavo alle sei e venti del mattino in giro per le strade di
Seattle per comprare una bici ad un bambino…
Avrei voluto odiarlo, dovrei odiarlo.
Eppure non ci riuscivo…
Sarebbe dovuto essere semplice…
Il solo guardarlo mi ricordava Bella, che mi aveva spezzato il cuore , e
se non bastasse mi ricordava anche il perché.. sarebbe dovuto essere facile
odiarlo… eppure quando lo guardavo vedevo tutt’altro.
Vedevo un bambino che era cresciuto senza un padre, un bambino che
assomigliava terribilmente all’amore della mia vita , della mia vita… e non riuscivo ad odiarlo.
Mi aveva conquistato… e se me lo avessero detto nel momento stesso in
cui seppi che lei aveva un figlio , un figlio da un altro , dall’altro, beh avrei
riso in faccia a chiunque ci avesse provato.
Eppure lui era li , a cercare di stabilire un rapporto con me, con me
che avevo cercato di tenerlo alla larga, rappresentava troppo dolore per me ,
un dolore non ancora superato…
E io non potevo rifiutarlo , perché di una sola cosa ero certo : non
aveva alcuna colpa.
Ed io per quanto avessi imposto a me stesso di non farlo, mi stavo
affezionando… troppo!
“Ehi Edward, mi hai fatto fare un alzataccia… ti servono ruote?” in
effetti le bici erano nuove quindi era ovvio che credesse mi servisse solo
qualche pezzo di sostituzione…
“Ehi Dim, scusami lo so… nono non mi servono ruote, veramente mi serve
una bici , con le rotelle” speravo solo che ce l’avesse, avrei anche potuto
chiedergli prima di passare.
“Si certo. Quanti anni?” quanti anni? Eh che ne so…
Quanti anni aveva? Possibile che non lo sapessi? Certo non mi era
interessato niente.
“Eh… veramente non lo so… è piccolo. Tre, quattro, cinque? No no cinque
no sicuro…” se avesse avuto cinque anni avrei saputo della sua esistenza e
soprattutto sarebbe stato mio , ma scacciai subito quel pensiero, prima di
farmi venire strane idee sul fatto che avrebbe anche potuto essere in dubbio
allora , e mi concentrai sulla bici.
“E lo chiedi a me? Mi dispiace ma non posso aiutarti , rischierebbe di
non toccare a terra o di sbattere con le ginocchia… “ e adesso? Probabilmente
mi vide perplesso e cercò di aiutarmi
“forse potresti prenderla più alta tanto con le rotelle non è necessario
che tocchi a terra…” eh no. Primo il mio scopo era proprio quello di toglierle,
secondo se fosse stato capace di andarci che avrei fatto? Cominciavo a
rimpiangere il non essere andati tutti insieme..
“no no non va bene…” e adesso?
“ma scusa Edward l’hai mai visto questo bambino?” ma che razza di domanda
era?
“certo! Perché?” non capivo cosa importasse..
“ah allora se mi sapessi dire quanto è alto andrebbe bene..” e perché
non me lo aveva detto subito?
“certo! È alto così..” e indicai un punto della mia gamba, sapevo
perfettamente quanto fosse alto, ormai conoscevo ogni più piccolo dettaglio di
lui…
“perfetto! Quanto vuoi spendere?” quanto volevo spendere? Veramente non ci
avevo pensato.
“non so , l’importante è che sia bella e sicura” me ne fece vedere un
paio, poi scelsi la più bella senza badare al prezzo.
“sono 800$, te la posso fare 700$” una bici da bambino? Beh non
importava.
“ok perfetto!” pagai e stavo per andarmene.
“ma scusa per chi è? È la prima volta che prendete una bici da bambino”
ma da quando la gente non si fa gli affari suoi?
“per un bambino è… grazie Demitri ti devo un favore!” e chiusi
l’argomento. Anche perché non sapevo che rispondere, chi era? Il figlio che la
mia ex aveva avuto con un altro? Chi era per me? Nessuno…
Ed era meglio non pensarci.
Arrivato scaricai la bici e mi misi a controllare che fosse tutto ok e
dopo mille controlli ne uscì il responso : perfetta!
Guardai l’ora, erano le sette e mezza, quindi presto saremmo partiti, di
conseguenza entrai dentro a cercare Bella e Rob.
Bella era sola in cucina…
“ciao.. gli altri?” le chiesi cogliendola di sorpresa…
“Ehi.. Ehm, sono tutti di sopra a prepararsi..” non mi allettava l’idea
di stare solo con lei , finivamo troppo spesso col parlare proprio delle cose
che più temevo , ma ero troppo euforico per tenermi tutto per me.
“OK… mentre li aspettiamo vieni fuori , devo farti vedere una cosa” non
le diedi il tempo di fare alcuna domanda e mi avviai alla porta ma non prima di
aver visto la sua espressione perplessa.
Nonostante tutto mi seguì…
Mi avviai alla bici senza perdere tempo, mi voltai facendomi da parte
per permettergli di vederla…
“Allora che te ne pare?” io ero felicissimo , lei invece era abbastanza
sconvolta.
“Edward ma sei pazzo? Perché c’è già la bici? Quando l’hai presa?” oddio
quante domande..
“Poco fa…” mi limitai a dire e lei subito guardò l’ora.
“Ma non aprono a quest’ora i negozi” infatti…
“mi hanno fatto un favore…” le sorrisi ma lei ancora non cedeva…
“Ma sei pazzo? Perché? Potevamo prenderla dopo…” ma non poteva solo dire
se era bella?
“Dovevo farlo ora , dimmi solo se ti piace…” ero troppo agitato , come
se dicendo di no, si sarebbe distrutto tutto ciò che avevo cercato di
costruire.
“Si è bellissima , scusami , mi hai preso alla sprovvista. Quanto ti
devo?” cosa?
“Niente..” era ovvio che non mi avrebbe dato un centesimo.
“Non te l’hanno regalata ne sono certa.. quindi dimmi quanto!” ma non
credo proprio.
“No , è un mio regalo e non insistere proprio, non cederò…” questo era
sicuro.
“si.. ok.. ma non dovevi… beh grazie!” finalmente.
Notavo che la fissava con attenzione e le piaceva davvero , si vedeva..
poi qualcosa attirò la sua attenzione.
“Ha le rotelle?” oh no, sicuramente ci sapeva andare.
“Perché non ne ha bisogno vero? Io credevo di si…” ma mi interruppe…
“No , cioè si. no… beh nel senso… Uff aspetta!” prese un grosso respiro
e ricominciò… “si ne ha bisogno , non ci sa andare , ma come hai fatto a
capirlo?” ecco e ora? Beh potevo anche essere sincero..
“Vi ho visti ieri sera , ho capito che qualcosa non andava e ho
immaginato che il problema fosse qui.. poi ti conosco ancora Bella.. non gli
hai insegnato per paura , perché potrebbe cadere e fasi male ecc ecc ecc…” mi
guardava sconvolta..
“ma non è vero! Sa fare un sacco di cose pericolose…” mm si e quali?
“Mm si e cosa? Bella non sa palleggiare! Non sa andare in bici e sono
sicuro che non sappia neanche nuotare…” il suo consenso mi diede conferma.
“Non sa nuotare, è così!” ecco lo sapevo.
“Si ok… ma non conta! Io non so palleggiare! Per questo non gli ho
insegnato…” stava solo deviando il discorso.
“Quindi vuoi dirmi che non sai andare in bici, per questo non gli hai
insegnato?” e dai, era una scusa bella e buona.
“No, ci so andare! Ok forse per il nuoto hai ragione ma la bici è lui
che non me lo ha permesso” cosa?
“che vuoi dire?” perché non avrebbe voluto?
“non lo so , si è fissato! Credo che glielo abbia messo in testa qualche
compagno. Dice che dovrebbe essere il papà ad insegnarglielo e quindi non me lo
permette , si rifiuta proprio , va solo sulle rotelle” anche se pensavo che
niente avrebbe potuto spegnere la mia euforia , bastarono quelle parole a farla
scemare…
“Ah.. beh allora niente! Avevo pensato di insegnargli , ma visto come
stanno le cose…” lasciai la frase in sospeso pronto ad accogliere la delusione…
tutt’un tratto non volevo più andare..
“Sarebbe bello, ti vuole bene.. ma non te lo chiederebbe mai, non credo
sia pronto!” aveva ragione , se voleva che fosse il padre a farlo io non potevo
, non ne avevo il diritto.
“Si ma non lo farebbe, non è un compito che spetta a me…” forse lei voleva
aggiungere qualcosa ma non lo fece. Improvvisamente mi sentii stringere le
gambe. Un piccolo uomo mi stritolava all’altezza del ginocchio.
“Eddy, me l’hai comprata!” mi aveva chiamato Eddy ed io lo odiavo , ma
quella parola dalla sua bocca aveva un suono splendido.
“Si piccolo te l’avevo detto” continuava a stringermi emozionato. Ma non
sapeva ancora che Edward Cullen mantiene sempre le sue promesse.
“Grazie. È bellissima…” mi abbassai al suo orecchio come se dovessi dire
qualcosa solo a lui , ma sapevo che Bella poteva sentirmi.
“L’ho presa con le rotelle” e gli feci l’occhiolino sperando che non la
prendesse male.
Lui annuì “come facevi a saperlo?” mi chiese.
“Neanche io ci sapevo andare quando ero piccolo come te. Ho imparato che
avevo sette anni” ok adesso stavo mentendo , ma era meglio non dirgli della
scarsa fiducia che avevo nelle capacità di Bella da insegnante, ma onestamente
a quell’età erano pochi i bambini a saper andare in bici.
Ma quale età? Io non sapevo quanti anni avesse, glielo avrei chiesto più
tardi.
“Però poi hai imparato…” lasciò la frase in sospeso.
“Si certo” sapevo dove volesse andare a parare , ma speravo tanto che
cambiasse idea, perché in caso contrario non gli avrei mentito.
“Ti ha insegnato Carlisle vero?” potevo sempre dire che era stata Esme
no? No…
“Si…”
“Perché è il tuo papà…” la sua non era una domanda , ma un’affermazione
, sapeva che era così perché così andavano queste cose. Non ebbi il coraggio di
dire più niente, perché non sapeva quanto avessi voluto insegnargli, prima di
scoprire cosa significasse per lui…
Ora non potevo più, non contavo niente io…
Poi disse qualcosa che mai mi sarei aspettato.
“Ed mi insegni?”
Cosa?...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** *..come un papà..* ***
CAPITOLO 22 ..come un papà..
*ciaoooo=) eccoci qui con questo nuovo capitlo che a me piace
particolarmene..=) spero sia lo stesso per voi... ecco arrivata la
tanto attesa gita. come sarà andata tra Rob e Edward? e Bella?
sarà utto ok? aspetto i vostri commenti.... e beh il prossimo
capitolo sarà decisamente molto importante , succederà
qualcosa di particolare... cosa secondo voi? provate ad indovinare... e
se volete uno spoilerino chiedete pure=) un bacione, a presto!
piccolaluce*
finalemente sono riuscita ad inserire l'immagine... *.* (almeno spero
ihih) non è bellissima? un applauso al mio tesoro LuluCullen91
che ha fatto un capolavoro.... grazie Cuò... <3
Pov Bella.
Ah? Cosa aveva detto?
‘Ed mi insegni?’
Ma cosa avevo messo al mondo? Avevamo…
“Io?” chiese Edward forse più sconvolto di me se era possibile. Il
piccolo annuì semplicemente.
“Io? Vuoi che sia io a farlo?” sembrava un disco rotto.
“SI” diciamo che era un po’ stufo , già gli costava chiederglielo ,
figuriamoci ripeterlo. Decisi di intervenire.
“Amore sai che significa vero?” non volevo restasse deluso.
“Si. Lo. So” se Edward non gli avesse detto si subito forse sarebbe
scoppiato a piangere e lui odiava farsi vedere debole.
“Io lo so che non sei il papà, ma io non ce l’ho. E puoi fare tu il
papà, mi puoi insegnare tu. Puoi?” Oddio. Stavo già piangendo, ma non
importava. L’importante era che gli dicesse di si.
“Certo, certo piccolo che voglio insegnarti. Adesso , quando arriviamo,
quando vuoi” il mio piccolo gli saltò addosso abbracciandolo. Avevo sempre
desiderato di poter assistere ad un momento simile. E anche se non era tutto
perfetto , non era tutto come sarebbe dovuto essere , il mio bimbo era li , tra
le braccia del suo papà ed erano bellissimi.
“Quando arriviamo ok?” gli chiese Edward risvegliandomi dai miei
pensieri riportandomi alla realtà. Rob annuì contento come non mai.
“vuoi venire sulla mia Jeep?” ovviamente non saremmo entrati tutti con
Emmett ma io ci sarei andata volentieri con loro piuttosto che con Edward.
“Siii potto? Ma viene anche mami?” potto? Aveva due anni e parlava
perfettamente ma ancora gli capitava di dire qualche parola un po’ confusa ,
come adesso. Ma perché mi voleva? Mm…
“Si ok…” no ti prego Edward, se usi tutto quest’entusiasmo potrei
morire.
Ovviamente io stavo avanti e Rob dietro… erano anni che non andavo in
macchina con lui e tutto sembrava così strano. Sentii il cellulare vibrare e
presi per controllare chi fosse : Alice, ma che voleva?
*ma lo sai che siete proprio carini? <3* si metteva pure a mandare i
cuori…
*Tu lo sai che sei stupida? Neanche ci vedi…* noi eravamo partiti prima.
Rispose subito.
*Giusto. Ma posso immaginarvi…=)* oddio , non ce la feci e scoppiai a
ridere.
“Ti faccio ridere?” mi chiese Edward con acidità…
“No scusa , leggevo un messaggio…” ma poi perché era sempre così
scontroso?
“Ah allora scusa se ti ho interrotto!” un po’ di tranquillità no vero?
Decisi di ignorarlo.
“Mami chi era?” al mio bimbo non avrei mai mentito.
“Zia Alice…” mi pentii all’istante di averla chiamata così, ancor prima
che lui si voltasse a guardarmi incazzato nero. Non avevo la minima intenzione
di litigare di fronte a mio figlio , ma forse lui non era della stessa idea.
“Zia? ZIA? E spiegami la parentela Bella perché davvero a me sfugge…” oh
si ti sfugge , non sai quanto.
“per me è come una sorella… dovresti saperlo” del resto si era fatta
chiamare zia prima di sapere che la parentela fosse reale.
“Quindi un giorno mio figlio chiamerà mia sorella come adesso fa il tuo?
Come se fosse la stessa cosa?” ma perché doveva essere così stronzo? Non si
rendeva conto che Rob era qui e sentiva tutto? Non feci in tempo a rispondere ,
il mio bimbo mi precedette.
“Ehi se non ci vuoi ce ne andiamo…” nemmeno io avrei mai pensato di
dirgli quelle parole.
Edward era come se si fosse ricordato solo adesso della sua presenza e
da una parte fui felice di pensare che non avrebbe detto quelle parole se si
fosse ricordato di lui, ma dall’altra ero ancora irritata e volevo proprio
vedere cosa avrebbe risposto.
“Ehi piccolo no, no, certo che ti voglio…” ovviamente voleva lui non me…
“scusami , non volevo dire quello che ho detto…” mm magari non voleva dirlo in
sua presenza.
“Lei mi ha detto di chiamarla così, Alice me l’ha detto” non ci potevo
credere ,il mio bambino di quattro anni mi stava difendendo e si stava
giustificando con Edward per qualcosa di cui non aveva colpa.
“Si scusa… tu puoi chiamarla come vuoi… scusami piccolo” accostò e gli
porse il mignolo “Pace?” come faceva a saperlo? Era l’unico modo per
riconquistarlo.
“Si pace, ma non farlo più” e gli strinse il dito con sul mignolino per
suggellare la promessa.
“promesso” fu tutto ciò che disse. Poi scese dalla macchina , aprii lo
sportello e tirò fuori il mio bimbo abbracciandolo forte.
“Bella guida tu… noi dobbiamo fare cose da uomini” e venne dal mio lato
aprendo lo sportello.
Io mi alzai come un automa ma per fortuna mi resi conto di cosa stavo
per fare prima di partire.
Io. Stavo. Per. Guidare. Il. Range. Rover. Nuovo. Di. Edward.
Era pazzo?
“Ma sei scemo?” le parole mi uscirono spontanee…
“Per niente. Guidi tu, io devo recuperare qui” e indicò il piccolo
intento a giocherellare coi bottoni della sua camicia.
“puoi farlo quando arriveremo e di questo passo non arriveremo fidati”
io non sarei partita era sicuro.
“Non farla lunga. È automatica , c’è il navigatore e io sono qui. Parti
o non arriveremo più…” se non ci fosse stato Rob sarei partita solo per fargli
un bel graffio.
Sistemai il sedile adattandolo alla mia statura e partii e dopotutto non
era poi così difficile.
Era proprio comoda , ma questo l’avevo già notato stando dal lato del
passeggero.
Per fortuna il percorso fu breve e arrivammo dopo una ventina di minuti.
Ad attenderci c’erano già gli altri che probabilmente avevano approfittato
della nostra breve sosta per sorpassarci. Con loro c’era anche Jazz.
Parcheggiai e scesi subito , tanto Rob sarebbe arrivato con Edward.
“Ma che fai non saluti?” lanciai la mia frecciatina a Jazz tutto intento
ad abbracciare Alice.
“Bella? Oddio e tu che fai qui?” Alice non gli aveva detto niente?
“Le idee della tua fidanzata pazza…” rise con me.
“Allora come va? Hai conosciuto Rose?” si anche bene direi.
“Si si quando è arrivata…” tralasciai i guai che aveva combinato e
infatti anche lei dovette pensarlo perché mi guardò mortificata ma io le
sorrisi subito , ormai era passata.
“Eccoci qua…” Edward comparve con in braccio Rob ed in quel momento
maledii la mia amica che l’unica volta in cui avrebbe potuto raccontare tutto
non lo avesse fatto…
Già immaginavo il momento in cui anche lui avesse notato la somiglianza.
“Ciao Edward. E questo qui chi è?” ovviamente si riferiva a mio figlio ,
così risposi prima che saltasse alle conclusioni.
“Mio figlio, Jazz lui è Rob, amore lui è il fidanzato di Alice” evitai
di dire zia per evitare di confonderlo ancora. Il mio piccolo sorrise mentre
Jasper sconvolto alternava lo sguardo da me a Rob , da Edward a Rob,
me-Rob-Edward-Rob, poi infine anche Alice.
“Amora fammi capire , Bella , la tua amica Bella sta con tuo fratello,
hanno un figlio , abbastanza cresciutello devo dire… e io… io… che sono il tuo
fidanzato non so niente?” perché gli Hale dovevano complicarmi l’esistenza più
di quanto già fosse complicata?
“Non è mio figlio Jazz… l’avresti saputo in tal caso” mi sorpresi che
fosse Edward a rispondere in modo così calmo.
“Scusa amico… è che vi ho visto arrivare insieme…” e lasciò la frase in
sospeso , forse dopo un ‘ti spiego dopo ‘ di Ali.
Ringraziai il cielo che per una volta avesse deciso di non farmi
litigare con Edward, per oggi avevamo già dato.
“Si va in pista… “ urlò Ali dopo che i ragazzi ebbero scaricato le bici.
“Andate intanto , vi raggiungiamo dopo” disse Edward facendo
l’occhiolino agli altri indicando le rotelle della bici. Tutti cominciarono ad
avviarsi , immaginai che avessi dovuto farlo anche io.
“No aspetta , è giusto che tu ci sia” menomale , non me lo sarei perso
per niente al mondo. Sorrisi e basta. le parole tra noi rovinavano tutto, era
meglio il silenzio.
Poi mi ricordai di una cosa , e mi chiesi come avessi fatto a non accorgermene
prima.
“I tuoi dove sono?” non li vedevo dalla sera prima.
“Hanno pensato che ci saremmo divertiti di più , soli tra noi ragazzi e
loro penseranno alla cena” cena?
“pranziamo qui?” ma quando volevano dirmelo?
“Si… non faremmo in tempo altrimenti” Edward si mise a smontare le
rotelle e decisi che c’era qualcosa da dire, che non avrebbe dovuto fare più ,
ma Robert non doveva esserci, così inventai una scusa.
“Amore mi prendi un fazzoletto in macchina?” era vicinissima e lontana
dalla strada altrimenti non l’avrei mai mandato , ma l’avrebbe tenuto impegnato
il tempo necessario. Lui corse subito.
“Edward , quello che è successo in macchina…” ma mi interruppe subito.
“Si lo so scusa!” eh no , questa volta mi ascoltava.
“No ora mi fai parlare , non mi sono intromessa in niente , ti ho
permesso di fare ciò che preferisci con Rob , ma non dire più certe cose se c’è
lui , non ha colpe , non farlo soffrire, è solo un bambino , l’hai detto anche
tu” mio figlio non si tocca!
“lo so… credi che non me ne sia accorto? Che non mi sia pentito? L’avevo
annullato per un attimo , sai quanto mi costi chiedere scusa e se l’ho fatto è
perché lo sento davvero , quindi basta , non accadrà più , io non lo farò mai
soffrire” quanto avrei voluto che quelle parole fossero vere… e quanto avrei
voluto potergli dire la verità, ma non potevo. Così accennai un sorriso.
“Ecco mami” e mi porse il fazzoletto.
“grazie amore” e lo spinsi verso Edward prima che cambiasse idea.
“Su piccolo è ora di guidare” e lo posizionò sul sellino.
Li vide ridere, sbuffare, ridere , urlare, ridere, imprecare, ma
soprattutto ridere.
Erano felici insieme ed era così che sarebbe dovuto essere. Così per una
volta feci finta di nulla , come se quella fosse la mia vita. presi la macchina
fotografica e scattai qualche foto , non potevo perdermi quel momento , il loro
primo momento padre e figlio.
Edward non fece storie , sembrava contento di essere immortalato con
Rob, magari non avrebbe pensato lo stesso se ci fossi stata anche io. Però mi
andava bene.
Vidi Rob quasi cadere , ma dopo la prima volta in cui Edward lo aveva
preso subito , prima che si spiaccicasse al suolo , smisi di preoccuparmi ,
conscia del fatto che lo avrebbe sempre preso.
Vidi il mio piccolo infastidirsi perché non riusciva , lo vidi scendere
pronto a mollare
“Batta! Non ce la farò mai…” e vidi Edward che correva a convincerlo ,
“Si invece! Ce la farai… ci sono io qui” che lo avrebbe sempre preso ,
che non avrebbe mai smesso finché non fosse stato in equilibrio solo , che lo
avrebbe aiutato, e che insieme ce l’avrebbero fatta.
Come un papà…
Piansi, tanto. E ancora di più quando lo vidi finalmente solo. Sempre
con Edward affianco pronto a prenderlo , ma solo , pedalava senza alcun
sostegno. E urlarono e si abbracciarono e io mi unii a loro. Piangevamo tutti
di gioia.
Dovevo immortalare questo momento. Presi la macchina ma Edward mi
bloccò.
“Ce l’ha l’autoscatto?” e perché?
“Si perché?” non capivo.
“Mettilo, la facciamo tutti e tre” cosa? Non potevo crederci… davvero?
Non glielo chiesi per paura che cambiasse idea , lo misi e mi unii a loro.
“cinque , quattro, tre…” cominciai il conto alla rovescia.
Edward mi stringeva leggermente mentre avevamo il bimbo tra le braccia.
Click.
Ormai era immortalato.
Il nostro momento.
Il nostro primo momento tutti e tre insieme…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** *..primi addii..* ***
CAPITOLO 23 ..primi addii..
*Ciao ragazze
come state?? beh eccoci qui con un capitolo molto importante... davvero
molto.. questo è un Pov Edward , perchè ci serev
capire cosa pensa lui...e beh alla fine cercate di non saltare a
conclusioni affrettate ma guardate ogni cosa da ogni punto di vista e
magari proprio da quello positivo... beh sono in anticipo di un
giorno... ringraziate Lulucullen91 che voleva proprio leggere=) grazie
mille a tutte , di tutto! so che volete che si arrivi al dunque.. ma
non è così semplice.. ci sono cose che i miei personaggi
si devono dire e affinché avvenga , devo accadere determinate
cose , determinate situazioni. perciò non posso mettere
fretta... vi ricordo che i capitoli aumentano ma nella storia il tempo
non va così velocemente.. quindi non sta proprio passando molto
tempo... tutto presto avrà un suo perché... per qualsiasi
cosa chiedete pure. e se volete uno spoiler anche visto che ho i
capitoli pronti per un pò.. niente vi ricordo di stare attente
alle parole tra Edward e Bella.. soprattutto cosa pensa lui e fatemi
sapere =) un bacione e a presto! piccolaluce*
Pov Edward.
Andava in bici. Andava davvero in bici da solo. La cosa sorprendente era
che fossi stato io ad insegnargli… come avrebbe dovuto fare suo padre e come
invece avevo fatto io , come se fossi il suo di padre.
Perché per tutti era così semplice scambiarci per una famiglia? Persino
a Jazz era successo e lui era sempre in casa nostra, non avrebbe potuto
sfuggirgli. Eppure era così. Ma non per me , mi rifiutavo di considerare la
cosa. Non potevamo essere una famiglia. Per quanto mi stessi legando a lui non
era mio figlio e lei non avrebbe dovuto più rappresentare niente per me.
Eppure ero così felice di vederlo sulla bici , di vedere lei così
emozionata. Avevo anche accettato di fare una foto tutti insieme. Io e Bella
rovinavamo sempre tutto , ma quel momento mi sarebbe rimasto nel cuore, per
sempre.
Maledii me stesso per ciò che avevo detto in macchina. Fino ad un attimo
prima che Rob parlasse tutto aveva per me un senso. Davvero ero dell’idea che
non avrebbe potuto chiamarla zia , lo stesso nome che un giorno avrebbe dato
mio figlio a mia sorella. Mio figlio era mio , sangue del mio sangue e di
quello di mia sorella , lui no , non faceva parte dei Cullen. Questo era quello
che pensavo… si ,finché non parlò… mai me lo sarei aspettato. Mi resi subito
conto dell’errore, della cazzata. Sperai con tutto me stesso che non fosse
tardi e per fortuna non lo era. Lo avevamo accolto in casa, come fosse di
famiglia, quindi poteva chiamarla come meglio credeva , del resto io mi
comportavo da padre per quanto non lo fossi.
Il resto del pomeriggio trascorse felice e sereno insieme agli altri.
Prendemmo degli hot-dog alla bancarella e dopo un’altra corsa con le bici ci
avviammo a casa ormai stanchi…
Il piccolo dormiva tra le braccia di Bella, evitammo perciò di parlare
per non svegliarlo. Cosa che fece comunque lei prima che arrivassimo. Doveva
fargli una doccia.
Io continuavo a fissarlo e a chiedermi quanti anni avesse…
Preferivo non pensarci , perché ovviamente non poteva avere tre anni,
quindi qualsiasi età mi avesse detto mi avrebbe ferito , ma forse poteva averne
tre e mezzo? Ah non ne sapevo niente di bambini, lo avrei chiesto e basta! del
resto un’idea me l’ero già fatta. Sapevo perfettamente come stavano le cose…
Sapevo cosa aspettarmi…
Cosa mi preoccupava??
Quando glielo avrei chiesto?
Dopo cena…
No adesso!
Non me ne era importato niente per mesi eppure adesso sembrava come se
fosse di vitale importanza saperlo subito.
Lo dovevo sapere , lo volevo sapere…
“Patato ti fa il bagnetto zia?” chiese mia sorella come se mi leggesse
nel pensiero.
“Si! si si si… posso mami?” chiese a Bella che annuii ringraziando mia
sorella. Evidentemente era stanca.
Dopodiché si avviarono tutti di sopra, solo i miei erano in casa…
“stanca eh?” esordii per attirare la sua attenzione.
“Eh abbastanza. Andrò a letto presto!” anche io ero stanco in effetti…
“possiamo parlare un po’?” tanto tutte le docce erano occupate e avrebbe
dovuto comunque aspettare.
“S-si certo!” sembrò illuminarsi… ma non intendevo parlare di ciò che
importava a lei… oggi c’era qualcosa che importava a me.
“Vieni andiamo in giardino…” mi avviai fuori… non mi voltai , sapevo che
mi avrebbe seguito. Sulla destra c’era un sentiero ciottolato che conduceva ad
un piccolo gazebo con all’interno un dondolo, era quella la mia meta.
Arrivati mi accomodai e lei mi seguì poco dopo. Era un dondolo biposto ,
ci costringeva a stare vicine e sentivo nell’aria l’imbarazzo. Era tanto tempo
che non stavamo così vicini…
Nonostante avessi provato odio verso di lei , mi fossi imposto di
provarlo…
Negli anni mi era mancata…
Ero passato dal vivere di lei al vivere solo col mio dolore e non era
stato per niente facile.
Appoggiai un braccio sullo schienale sfiorandole le spalle e non perché volessi
fare chissà che ma perché volevo capire cosa avrei provato , se avessi avuto
voglia di abbracciarla , di stringerla a me – cosa a cui avevo spesso pensato
da quando era arrivata , ma ero troppo impegnato a litigarci - se era come
tornare a vivere , perché la mia vita non era più stata come prima, come era
con lei.
Lei che stava arrossendo sotto i miei occhi per l’improvvisa vicinanza…
Volevo parlarle, volevo farlo davvero , ma sapevo che nel momento in cui
avessimo cominciato a parlare, si sarebbe rovinato tutto e volevo godermi
quella tranquillità per un po’…
“Grazie… per oggi, per Rob!” ultimamente mi ringraziava spesso.
“E di che? Te l’ho detto , non avrei voluto , ma ormai mi sono
affezionato” non so perché tendessi sempre a sottolineare che non avrei voluto
farlo, ma era così!
“Si lo so.. ma per lui era importante. Quindi, niente, grazie…” era
sincera ma forse cercava solo di alleggerire l’atmosfera.
“Si lo so…” fu tutto ciò che dissi in cerca delle parole adatte per dire
ciò che realmente mi interessava , ma alla fine decisi di andare direttamente
al sodo , senza girarci tondo : “quanti anni ha?” e mi voltai a guardarla per
leggere nel suo viso qualsiasi emozione.
“Cosa?” mi chiese ma molto probabilmente voleva solo esser certa di aver
capito bene.
“Il bambino…” per un attimo sgranò gli occhi sorpresa.
“Quale bambino?” mi stava forse prendendo in giro?
“Quello che gioca in mezzo alla strada” risposi stizzito. Ma lei si alzò
dal dondolo pronta ad andare verso il vialetto tutta preoccupata. Fortuna che
la fermai in tempo…
Le presi per un braccio e la riportai a sedere…
“Bella calma scherzavo, Rob , chi altrimenti?” le sorrisi ma lei non era
della mia stessa idea.
“Sei un cretino!” e provò a tirarmi un colpo sul braccio , ma la bloccai
in tempo fermandole la sua manina nella mia.
“Allora?” le chiesi una volta che si fu calmata , volevo lasciarle la
mano , ma non le feci , forse sperando che il suo contatto mi avrebbe tenuto in
piedi dopo la notizia…
Ma fu lei a sciogliere l’intreccio.
“Perché?” perché cosa?
“Perché voglio saperlo?” lei annuii e basta! Perché volevo saperlo? Non
so, ma ne sentivo la necessità…
“lo voglio sapere…” lei guardò in basso e dopo un profondo respiro mi
rispose.
“Cosa cambierebbe?” sarebbe cambiato qualcosa? No. Io la sapevo già la
risposta, ma se fosse stata diversa –era quello che in fondo speravo- , se non
fosse tutto come avevo sempre creduto , allora si , sarebbe cambiato!
“Cambierebbe invece!” sperai di essere convincente.
“Quattro…” quattro, si quattro.. eravamo a novembre… ciò voleva dire che
era stato concep.. si vabbè a febbraio. Noi ci eravamo lasciati ad agosto… lo
ricordavo perfettamente. Sei mesi dopo lei era già incinta?
“Sei rimasta incinta dopo sei mesi?” le chiesi.
“Sei mesi? Che vuoi dire?” eppure a me sembrava così ovvio.
“Sei mesi da quando ci siamo lasciati…” le chiarii ciò che intendevo.
“No… non è di novembre Rob…” mm?
“E di quando?” lo volevo sapere davvero?
“Li fa con l’anno nuovo, in primavera…” e tornò ad abbassare la testa.
Ma non capivo perché… non era stata molto precisa col mese.
Stavo per chiederlo, ma poi ebbi un flash. Robert doveva fare cinque
anni… non quattro , li aveva compiuti.
“Ne deve fare cinque?” chiesi per conferma , ma oramai ne ero certo.
“Si… ” mi rispose e ricominciai a fare calcoli mentalmente. Lei dovette
intuirlo perché mi rispose anticipando la domanda.
“È di Aprile… ” nel momento in cui lo disse, mi sembrò come se il mondo
mi stesso crollando addosso. Ma il mio mondo era già crollato , adesso si stava
sgretolando quella parte che avevo provato a costruire in questi cinque anni…Ritrassi
il braccio che avevo riappoggiato dietro lei e non riuscii a trattenermi
dall’urlarle contro.
“TU! COME FAI A DIRLO COSI’ COME SE NON FOSSE NIENTE?” lei mi guardò
spaventata , ma non poteva importarmene niente.
“EDWARD CHE COSA VUOI? SE STATO TU A CHIDERMELO! CHE CAVOLO VUOI
ADESSO?” lei urlava a me?
“CHE COSA VOGLIO? MA LO SAI COSA HAI DETTO? TU TE NE RENDI CONTO? TI
ASPETTI DAVVERO CHE ME NE RESTI ZITTO E TI FACCIA I COMPLIMENTI? CI SIAMO LASCIATI
AD AGOSTO!AGOSTO! PENSI CHE NON LO RICORDI COME FOSSE STATO IERI? IL BAMBINO È DI
LUGLIO! MA DI COSA MI STUPISCO? In fondo l’ho sempre saputo…” dopo averle
sbraitato contro , cominciai a calmarmi , del resto , come avevo detto a lei ,
l’avevo sempre saputo!
“MA HAI SAPUTO COSA EDWARD? SEI UNO STUPIDO! TU NON HAI CAPITO UN CAZZO!
PROPRIO UN CAZZO! TU HAI I PROSCIUTTI SUGLI OCCHI! TE LO SEI CHIESTO SE PER
CASO IL BAMBINO È SETTIMINO? TE LO SEI CHIESTO? EH? CI SAREBBERO MILLE COSE CHE
TU POTRESTI CHIEDERMI MA NON L’HAI FATTO! NON L’HAI MAI FATTO!” non sapevo se
avesse finito di urlare , ma sentii il bisogno di interromperla.
“Lo è?” ovviamente mi riferivo al fatto che fosse settimino.
“LO È? SE LO È? E TU ADESSO ME LO CHIEDI? SI , NO, FORSE! PERCHÉ DOVREI
DIRTELO? TU NON LA VUOI VEDERE LA REALTA’ , PERFERISCI NASCONDERTI NELLA TUA
BOLLA! PERCHÉ LI’ MI PUOI ACCUSARE DI TUTTO! MA SAI CHE TI DICO EDWARD? NON ME
NE FREGA UN CAZZO! TU NON MERITI DI SAPERE COME SONO ANDATE LE COSE , PERCHÉ
OGNI VOLTA CHE POTRESTI SAPERLO FAI DI TUTTO PER EVITARE CHE ACCADA! A TE NON
IMPORTA NINETE DI ME…” le vidi gli occhi arrossarsi e qualche lacrima scappare
al suo controllo. Ma che cazzo avevo fatto? Avrei voluto raccoglierle e
chiederle scusa , perché sapevo di avere esagerato… ma lei mi scansò e si voltò…
“Adesso scusami ma mio figlio mi aspetta!” e se ne andò senza dire
altro, non un parola , niente. Il fatto era che io non volevo sentire la verità
, mi feriva…
Avevo paura che qualsiasi cosa potesse dirmi, facesse crollare il mio
mondo , la barriera che avevo costruito , se le cose non fossero andate come
credevo , voleva dire che avevo sbagliato tutta la mia vita!
Non rientrai dentro , non sopportavo di vederla. Presi la macchina
–fortuna che le chiavi le avevo ancora in tasca- e decisi di fare un giro.
Mandai un messaggio ad Ali per dirle di non aspettarmi per cena , poi lo spensi
, non volevo essere cercato.
Dovevo fare una doccia, ma non mi importava.
Arrivai davanti una villetta che conoscevo bene e lei era li ,
affacciata al balcone. Mi sorrise e corse sotto ad aprirmi la porta.
“Ed! Che bello vederti! È una settimana che non ti fai vivo…” mi buttò
le braccia al collo baciandomi. In effetti non avevo in mente di tornare qui.
“Ciao Irina…Edward! Lo sai che non voglio essere chiamato in quel modo…
comunque ero in montagna con mia sorella…” in fondo era una mezza verità…
“Ok l’importante è che tu sia qui… ti va di entrare non c’è nessuno?”
annuii e basta! non avevo molta voglia di parlare , tutte le mie parole erano
rimaste a casa , su quel dondolo…
Rientrai a casa che era notte fonda, inciampai in qualcosa ma non mi
preoccupai di controllare cosa fosse…
Mi diressi in camera ma arrivato sulla porta mi bloccai. Tornai indietro
e andai verso la camera di Bella, sperai fosse chiusa , se lo fosse stata non
sarei potuto entrare , si sarebbe svegliata!
Il destino aveva deciso di andarmi contro: Era socchiusa.
La aprii piano ed entrai…
Dormivano tutti e due, abbracciati, erano bellissimi!
Feci una carezza a lei , sulla guancia , quella stessa guancia che per
colpa mia si era bagnata di calde lacrime. Poi diedi un bacio sulla fronte a
Rob e me ne andai a dormire , era stata una giornata pesante!
la mattina mi alzai nervoso. Come se dovesse succedere qualcosa. Ma non capivo
cosa…
Scesi a fare colazione e c’erano solo Bella, Rob e Alice! Ma che ore erano?
Controllai l’orologio : le due. Le due? Ma quanto avevo dormito?
“Giorno..” dissi con la voce ancora impastata dal sonno.
“pomeriggio direi io… “ mi rispose Ali leggermente infastidita.
“Ciao Eddy…” eh questo era il mio ometto, gli diedi un bacio prima di
sedermi.
“Tieni…” mi disse Bella porgendomi una tazza col caffe e i Plasmon. Mi
ero stupito ,ma piacevolmente , che se lo ricordasse ancora la prima volta che
me li aveva preparati!
“ehi ehi uno alla volta! Grazie…” ero ancora un po’ confuso.
“vieni amore andiamo a caricare le cose” disse mia sorella prendendo
Rob. Non mi preoccupai di chiedere cosa dovessero fare , era il mio momento per
scusarmi.
“Bella scusa… io…” ma mi interruppe.
“Ok!” ma se non aveva nemmeno sentito.
“No aspetta! Io voglio spiegarmi..” provai a dire ma fui nuovamente
interrotto.
“No va bene così…” ma come poteva andarle bene?
“lo voglio fare!” ma non era intenzionata a perdonarmela…
“Pensi che mi importi? A te non è importato nulla se avessi qualcosa da
spiegarti , perché adesso dovrebbe importare a me?” colpito e affondato! Non
potevo dirle niente!
“Ciao Ed…”era l’unica che mi poteva chiamare così , l’unica che l’avesse
ma fatto! Ma ciao di che? Ci eravamo salutai nemmeno cinque minuti fa… la
seguii con lo sguardo e notai che stava raccogliendo qualcosa da terra, era ciò
in cui ero inciampato stanotte : un borsone.
Mi alzai e andai da lei.
“Di chi è quello?” chiesi, non mi aspettavo rispondesse , invece mi
stupii…
“Mio…” e ma va..
“E che ci fai con quello?” poi guardai fuori dalla porta aperta, c’era
la sua auto col bagagliaio aperto e dentro vi erano già altre cose. Uno più uno
purtroppo fa sempre due.
“Bella che succede?” le chiesi.
“Niente , ce ne stiamo andando…” COSA?
“perché? No aspetta per quello che ho detto..” la presi per il braccio
per fermarla , ma lei prontamente mi scansò.
“Edward sto cercando di metterci una pietra sopra , ma se non la smetti
allora non serve a niente! Ora fammi uscire” ero sulla porta ad impedirle il
passaggio.
“NO! Bella , io… mi dispiace. Ma non te ne andare..” l’avrei pregata se
fosse servito.
“Edward fammi uscire, non è per te davvero! Ma devo andare a casa!” mi
spinse ma io non mi spostai di un millimetro.
“Si che è colpa mia invece. Ti prego… ti prego , TI PREGO! non
portarmelo via…” non potevo separarmi da lui…
Ero sempre stato sicuro di me stesso , fin troppo! Ero certo che mai ,
mai e poi mai sarei arrivato a pregare qualcuno , a pregare lei…
“Ciao Eddy…” il piccolo si lanciò su di me, davanti a lui non potevo più
dire niente, o forse qualcosa ancora si.
“Ciao ometto! Ma perché adesso? Cioè aspettate è presto!” potevano
sempre partire nel pomeriggio, in tal caso forse sarei riuscito a fermarli.
“veramente è tardi , dovevamo partire stamattina, ma ti voleva
salutare…” disse Bella prima di prendere l’ultimo borsone e caricarlo in auto.
Il mio ometto aveva rimandato la partenza per me.
Approfittai dell’assenza di Bella per parlargli. Ma mia sorella dov’era?
Mah…
“Piccolo fai il bravo! Stai attento alla mamma… io verrò a trovarti”
sperai di poterlo fare davvero…
“Promesso?” capiva perfettamente quanto tutto fosse difficile.
“Si promesso” dopo un abbraccio e qualche bacio lo lasciai andare…
Corsi a salutare Bella…
La abbracciai e le diedi un bacio sulla guancia, anche per potermi
avvicinare al suo orecchio.
“Riportalo da me…” lei mi annuii e poi salì in macchina e partì…
Li guardai finché l’auto non sparì dietro la curva e con lei , loro…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** *..pensieri..* ***
CAPITOLO 24 ..pensieri..
*Ciao come va?? =) scusate il ritardo (qualche ora) ma ultimamente
perdo spesso la cognizione del tempo.... non credevo fosse domenica.
chi mi segue sa che aggiorno sempre al mattino , credo non l'abbia mai
fatto di sera. in teoria non potrei nemmeno aggiornare , ma l'avevo
promesso e il capitolo era pronto. credo che potrebbero esserci alcuni
ritardi , sapete ho la maturità e quindi non so quando
potrò aggiornare anche se gli esami dureranno poco... anche se
non so realmente quante di voi lo notino...=) beh spero continuerete a
seguirmi...e che mi aspetterete... lo scorso capitolo secondo me era
importante e particolare. non ho idea di cosa pensiate e se questo vi
faccia capire qualcosa , spero di si , anche se il prossimo è
quello davvero importante... ma secondo voi... chi sarà? ah
questa volta non anticipo nulla e non vi annoio oltre... per qualsiasi
cosa non esitate a chiedere... un bacione enorme , grazie a tutte , il
vostro sostegno è la mia forza , senza non potrei andare
avanti... piccolaluce*
*
*
*
*
*
Pov Bella
Eravamo partiti da pochi minuti e Rob non aveva ancora aperto bocca.
Probabilmente era molto stanco… per il momento non vi era nulla di cui
preoccuparsi. Certo eccetto Edward… il suo non era di certo un comportamento
normale. Ma che gli era preso? Perché quella scenata?
Fino a pochi mesi fa non vedeva l’ora che ce ne andassimo e proprio
adesso che eravamo in macchina si metteva a fare storie? Non l’ avevo mai visto
così , spaventato come se stessimo sparendo dalla sua vita , come se non lo
volesse , come se fossimo la cosa più importante della sua vita…
Sapevo che quest’ultima eventualità era da escludere. Ma cosa gli
passava per la testa? Avrei tanto voluto continuare a pensarci per ore e ore
fino a trovare qualcosa che potesse spiegare il suo comportamento , ma fui
distratta da un suono -che mi
terrorizzava- , un tirare sul col naso.
Guardai nello specchietto allarmata , sperando di sbagliarmi , ma non fu
così…
Il mio piccolo aveva il viso rigato dalle lacrime e sbatteva gli occhi
cercando di fermare la loro discesa , era una scena straziante , quando e cosa
era successo senza che me ne accorgessi?
“Amore?” lo chiamai , ma lui abbassò il capo.
“Ehi guardami… “ ma niente ,nemmeno mi rispondeva.
Accostai perché non potevo continuare a guardare dietro. Scesi dalla
macchina e corsi da lui…
“Ehi piccolo… che succede?” e avrei tanto preferito non chiederglielo
perché lanciò un urlo straziante prima di scoppiare a piangere tra le mie
braccia.
“Ehi! Ti sei fatto male? Amore che succede? Dimmi! “ provò a dire
qualcosa ma era scosso dai singhiozzi e gli fu impossibile.
“Amore qualsiasi cosa la puoi dire a mamma! Qualsiasi cosa… ma ti prego
, ti prego dimmi che succede” e lo strinsi a me , come solo una mamma può fare.
“Io… io… io…” provò a dire ma non disse null’altro.
“Shh va tutto bene. Tutto bene. C’è la mamma qui…” come avevo fatto a
non accorgermi che qualcosa non andava? Come?
“No-oi… i.. to-to-nniam—mo ,vero?” cosa?
“Amore non ho capito…” non riuscivo
davvero a capire…
“Io li li li.. vo-voglio rivedere… voglio
to-tonnare…” oh mio Dio… cosa avevo fatto?
“Amore certo che torniamo… certo!” come
avrei mai potuto negarglielo?
“Promesso?” ma come pensava che avrei mai
potuto dirgli di no?
“Promesso!” povero piccolo. Tutta colpa
mia…
“Voglio gioca-care ancora con Eddy…” con
Eddy…
“certo giocherai tutte le volte che
vorrai…” e dopo questa promessa lo cullai, perché era esausto e quando
finalmente mollò la presa sulla maglia e il respiro si fece regolare , lo
sistemai meglio sul seggiolino , gli asciugai le guance bagnate e tornai alla
guida. Come avevo fatto a non pensarci? Come? Che madre che ero…
Ovvio che si fosse affezionato.
Eppure non credevo così tanto…
Leah faceva parte della nostra vita da
quando era nato , eppure in questi mesi non mi aveva mai chiesto di lei. Ma
erano bastati pochi minuti di lontananza dai Cullen per farlo esplodere.
Come ero stata stupida!
Come avevo potuto anche solo lontanamente
pensare di passare le vacanze li e andarmene come se niente fosse? Non potevo
più…
Ma in realtà non avrei più potuto dal
primo momento in cui avevamo messo piede in quella casa…
Credevo che arrivati a casa si sarebbe
abituato all’idea. Certo li avrebbe rivisti… magari nelle vacanze.
E poi contavo di fargli vedere Alice
quasi tutti giorni…
Mi stavo illudendo sola…
Non gli sarebbe basta Alice…
Voleva Edward, necessitava di Edward. Non
so come avesse fatto a crearsi quel legame… non riuscivo davvero a spiegarmelo…
Edward lo aveva evitato , però tutt’un
tratto era cambiato. Non potevo che esserne felice… ma adesso cambiava tutto.
Se Edward si fosse mostrato ostile , non
avrei potuto dire la verità… perché un giorno Rob ne avrebbe sofferto vedendo
l’odio che nutriva verso di lui…
Ma adesso , adesso era tutto diverso.
Come potevo nascondere la verità? Avrei dovuto dire tutto.
Pian piano avrei dovuto dire tutto…
Perché non potevo più farne a meno
nemmeno io. Erano la mia famiglia adesso!
Arrivammo a casa. Scesi dalla macchina ,
presi Rob ed entrammo che ancora dormiva.
Avevo fatto pulire casa per preparala al
nostro arrivo. Lo misi sul mio letto. Non restava molto della casa. Avrei
voluto vedere come precedevano i lavori , ma non c’era molto tempo.
Mandai un messaggio ad Alice per
avvisarla del nostro arrivo.
Scaricai la macchina e misi su qualche
lavatrice. Cercai di occuparmi un po’ della casa per ciò che potevo , o per ciò
a cui potevo accedere. Pulii il bagno e la camera di Rob in cui avrebbe dormito
stanotte.
Restavano dall’altra parte uno dei due bagni
, la cucina e le stanze nuove. Di qua avevo solo due camere da letto , un bagno
e una piccola parte dell’entrata.
Dopo una bella sistemata ai vestiti e
preparato il cambio per quelli un po’ più pesanti guardai l’ora , erano le sei.
Dovevo svegliare Rob altrimenti non avrebbe dormito stanotte.
“Amore…” gli accarezzai la guanciotta e
lui subito cominciò a stiracchiarsi.
“hai fame?” mi annuì semplicemente , non
aveva voglia di rispondere. Probabilmente era ancora un po’ scosso.
Lo presi in braccio e dopo averlo avvolto
in una coperta uscimmo di casa. Ovviamente non avevo niente in frigo… e poi la
nostra meta oggi era un’altra.
Din-don. Suonai alla porta.
“Bella!Rob! Disgraziati!” ci assalì Leah
come un tornado.
“Come state? Mannaggia a voi due… mi
siete mancati un sacco. E tu piccolo mio?” non ci diede nemmeno il tempo di
rispondere che se lo prese in braccio e cominciò a stritolarlo.
“Ciao Le-le” le disse Rob , subito prima
di sbadigliare. Era felice di vederla , era come una nonna per lui , anche se
non l’aveva mai chiamata così…
“Ciao Leah. Allora come va?” la
abbracciai quando posò Rob a terra.
“Eh bene , non sono certo io che me ne
sono andata…” era un suo modo per rimproverarmi e non perché fosse arrabbiata ,
ma perché le eravamo realmente mancati.
“Siamo qui adesso. No?” le diedi un bacio
sulla guancia, era mancata anche a me…
“Si siete qui. E allora Robert come è la
famiglia di Alice?” chissà cosa le avrebbe detto.
“Bella. Tanto bella…” era un po’
intimidito , non riuscivo a capire perché…
“Ti va il latte? “ gli chiese leggendomi
nel pensiero. Lui annuì , del resto eravamo qui anche per questo.
“E dimmi ci sono bambini li?” gli chiese
mentre prendeva il latte dal frigo.
“No no…” mi sedetti al tavolo , ero
esausta.
“Come no? Ti sarai annoiato un sacco
allora…” certo , era quello che avrebbe pensato chiunque.
“NO! C’erano lo zio Emm e poi c’era
Edward…” le disse ancora triste , mentre prendeva il latte dalla tazza.
“Zio?” guardò me questa volta…
“Poi ti spiego… le dissi senza farmi
vedere da Rob…” ma a lei interessava altro. C’era qualcosa che aveva notato.
“Come hai detto che si chiama l’altro?
Edward?” Rob annuì e basta. era un bambino , non poteva prestare attenzione sia
a lei che al latte che ai cartoni che erano appena cominciati.
“Edward? E chi è?” questa volta la
domanda era per me.
“Il fratello di Alice…” cercai di restare
vaga. Ma lei non avrebbe mai detto nulla in presenza di Rob.
“Ah… che coincidenza!” ovvio che non le
fosse sfuggito.
“Tao Bella. Tao Ro…” oh Laurent. Era il
figlio della nipote di Leah, Victoria. Erano francesi e quindi non venivano qui
spesso.
“Ciao piccolo. Ma come sei cresciuto, sei
diventato un ometto” non aveva ancora tre anni , ma da quando l’avevo visto
l’ultima volta era cresciuto un sacco.
“Gioiamo?” chiese a Rob. Non si vedevano
spesso a dire il vero , ma si sa come sono fatti i bambini e in questo momento
Rob aveva bisogno di distrarsi. Così andarono nel salotto a concentrarsi sui
Lego.
“Edward quindi…” ruppe il silenzio Leah.
“Già…” le dissi.
“È lui?” ovviamente intendeva se fosse il
padre di Rob…
“Si è lui!” era proprio lui, mai avuto alcun
dubbio.
“Perché non me l’hai detto?” cosa? Non
aveva capito…
“No no. Aspetta. Io non lo sapevo… me lo
sono ritrovato li! Sono davvero andata perché mi aveva invitata Alice , ma non
conoscevo i suoi fratelli…” era stato un trauma quel giorno.
“Davvero? Il destino è stato Bella…” eh
il destino , si.
“Lo so…” era dura per me parlarne perché
sapevo dove avrebbe portato la conversazione.
“Come l’ha presa?” eh bella domanda.
“Non l’ha presa…” le risposi
sinceramente.
“Che vuoi dire?” non poteva di certo
capire.
“Non gliel’ho detto!” ecco l’ennesima
ramanzina.
“Come non glielo hai detto? Sono passati
cinque anni…” lo sapevo che si sarebbe messa pure lei a fare la predica.
“Cinque anni appunto. Cinque anni… se non
mi fossi trovata li , probabilmente non l’avrei più visto!” questo pensiero
bloccava sempre ogni mio buon proposito di dire la verità…
“E ora che si sono incontrati che vuoi
fare?” eh non lo so.
“Non lo so. Ho detto che non gliel’ho
ancora detto , ma non ho detto che non lo farò mai. Glielo dirò… sto solo
aspettando che sia pronto , non voglio deludere Rob se così non fosse. Glielo
dirò… mi serve tempo. Lui non ha fiducia in me , crede che lo abbia tradito ,
che non sia suo. Non so come potrebbe prendere la notizia… quando e se
dimostrerà di meritare la mia di fiducia, beh allora glielo dirò…” sperai le
bastasse , perché non avevo intenzione di continuare oltre questa discussione.
“Ok. Come vuoi tu bambina mia… io sono
con te!” la abbracciai , perché da cinque anni a questa parte era lei la mia
famiglia e avevo bisogno del suo appoggio.
Cenammo li… aveva preparato la pasta al
forno per il nostro arrivò. Certo, menomale che sua nipote era arrivata a farle
una sorpresa per pranzo. Aveva preparato un sacco di roba e non eravamo potuti
andare. Rob si era fissato a voler salutare Edward…
Che si era svegliato alle due… alle due.
Proprio oggi che dovevamo partire.
E proprio oggi si era deciso a parlare ,
a chiedermi scusa. Ma ormai non me ne importava niente delle sue scuse… a lui
non importava niente di me! Doveva smetterla di accusarmi senza avere il
coraggio di chiedere… se solo avesse fatto qualche domanda in più avrebbe avuto
tutte le risposte che cercava…
Ma lui non era pronto per quelle
risposte.
Ecco perché mi aggrediva , era più
facile, più semplice…
Ma adesso basta! Avrei preferito non
parlargli più , ma purtroppo ero diversa da lui…
E quindi la mattina non ero più
arrabbiata… non come il giorno prima almeno.
Forse perché in fondo speravo che mi
facesse quelle domande , che si interessasse , perché in fondo speravo che ci volesse
davvero con lui , che ci fermasse , che ci impedissi di uscire dalla sua vita…
Invece noi eravamo qui…
E lui continuava a non fare niente per me
, per noi…
Nemmeno per Robert.
Avevo promesso che glielo avrei riportato
, perché l’avrei fatto in ogni caso, e perché avevo visto nel suo sguardo
qualcosa che non avevo mai visto…
Avevo vista la paura di perdere qualcosa
, qualcuno , per sempre…
Allora forse gli importava davvero.
Verso le nove ritornammo a casa. Dovevamo
stare un po’ tranquilli , anche perché al mattino ci saremmo dovuti alzare
presto.
Lo lavai , gli misi il pigiamino e lo
coricai nel suo letto , non volevo perdesse l’abitudine.
Poi mi andai a fare una doccia…
Avevo lavato i pigiami, quindi erano
ancora bagnati e gli altri li avevo messi in valigia. Non avevo proprio voglia
di mettermi a cercarli. Guardai l’ora, le dieci. Chi sarebbe mai venuto a
quest’ora?
Così indossai una canottiera azzurra e
uno slip blu, preparai i vestiti per l’indomani –sia miei che di Rob- sul comò
e mi misi a letto…
Non riuscivo a prendere sonno. Rimasi per
ore a rigirarmi tra le coperte , in cerca della posizione adatta che mi
permettesse di dormire un po’…
Poi ad un certo punto…
Toc-toc. Cos’era? Qualcuno stava
bussando?
Toc-toc. Ancora. Cominciai a preoccuparmi
, mi alzai dal letto e guardai verso il portone, la luce era aperta.
Era una luce automatica , si accendeva al
passaggio , si chiudeva entro dieci secondi se non vi era nessuno , o se accesa
per sbaglio da un gatto che passava, ad esempio.
Quattro , tre, due, uno.
Niente la luce era ancora aperta.
Il cuore cominciò a battermi forte ma
presi un grosso respiro e mi avvicinai.
Toc-toc. C’era davvero qualcuno là fuori…
Tremante come una foglia arrivai alla
porta. Alzai lo spioncino sperando con tutto il cuore di vedere Leah.
Mi sbagliavo , non era lei.
Ma improvvisamente la paura era sparita.
Conoscevo benissimo la persona che si trovava fuori dalla porta.
La conoscevo fin troppo bene…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** *..come fosse mio..* ***
CAPITOLO 25 ..come fosse mio..
*Ciaooooo!
emm sono tornata! =) lo so è un pò che non aggiorno , ma
vi ricordo che sono sotto esami... ancora mi manca l'orale... ma da
mercoledì riprenderò gli aggiornamenti regolari per
quanto pissibile di tutte le stoie... e sarò tutta
vostra...quindi qualche giorno di tolleranza... inoltre il mio computer
era stato rapito e quindi non ho potuto aggiornare prima... beh ci
tengo particolarmente a questo capitolo , davvero.... credo che sia uno
dei più belli e dolci che abbia scritto fin ora... ah, alcuni
capitoli sono già scritti , quindi la storia seguirà il
suo corso , andrà come avevo deciso che andasse , anche se vi
aspettate determinate cose , anche se non vi piace, ciò che
accadrà non è in base a ciò che credo che vi
piaccia... ma in base a ciò che credo sia giusto per questi due
=) tutto accadrà col suo tempo , ma accadrà... e non lo
so , forse nel prossimo qualcuno deciderà qualcosa? mm....
magari fatemi sapere cosa ne pensate di questo visto che siete in poche
a perdere 5 minuti...=) grazie comunque a tutte , di tutto! un bacione
, piccolaluce*
*
*
*
*
*
Aprii la porta non badando a niente , né a come fossi vestita, né ad altro, ma solo con la
voglia di scoprire cosa ci facesse qui…
“Ciao…” accennò un sorriso quando mi vide comparire alla porta.
“Che fai qui?” avrei voluto sembrare arrabbiata , ma traspariva solo
la mia sorpresa.
“Non mi fai entrare?” oddio , eravamo ancora sulla porta.
“Si-si entra!” e mi scansai per farlo entrare.
Accesi la luce per poterlo osservare bene , che faceva qui?
Lui mi guardò , forse troppo a lungo…
“Scusa. Dormivi?” arrossii in un attimo , quando passammo davanti lo
specchio del corridoio e notai che ero praticamente mezza nuda.
“Si… No… cioè ero a letto , ma non dormivo…” ma che faceva qua?
Lui non accennava a dire niente… mi diressi nella mia stanza –l’unica
accessibile- e lui mi seguì.
“Siediti pure… “ gli indicai il letto , aspettando che si decidesse a
parlare.
“Vivete qui? “ sembrava abbastanza confuso…
“Si perché?” non capivo che intendesse.
“No niente. Non è un po’ piccolo?” ovviamente aveva visto che oltre la
camera da letto vi erano solo altre due porte.
Toc-toc. Bussai sul muro in cartongesso.
“Working in progress” gli dissi , ma poi specificai.
“Ci sono un altro bagno , il salotto e la cucina ovviamente , ma
rientrano dall’altra parte… ci stiamo allargando…” si limitò ad annuire.
“Dov’è?” sapevo che stava cercando Rob. Così gli indicai la cameretta…
Si alzò e andò da lui. Rimase sulla porta a guardarlo e gli spuntò un
sorriso stupendo sul viso…
“È bellissimo!” si lo era eccome…
“Si lo è…” ma non era questo ciò di cui volevo parlare… lo presi per
il braccio e molto delicatamente lo scostai dalla porta. La chiusi perché non
volevo che si svegliasse.
“Edward che fai qui?” gli chiesi guardandolo negli occhi e lui per la
prima volta da quando era entrato puntò il suo sguardo sul mio.
“Vengo a prendervi…” ah? Avevo sentito bene?
“Cosa?” gli chiesi troppo sconvolta per dire altro…
“Io… mi dispiace , per tutto , per quello che ho detto , per quello
che ho fatto! Io non… “ sentii il bisogno di fermarlo.
“Ed ok…” passavamo troppo tempo a litigare e chiedere scusa.
“No aspetta. Io so di aver detto cose pesanti, però io… cioè mi
dispiace, non dovete andarvene per questo!” cosa?
“Non ho capito. Tu che fai qui?” ci tenevo particolarmente a
scoprirlo.
“Vi riporto a casa…” Cosa? Era venuto per riportarci a… come aveva
detto? Casa…
“Scusa?” potevo sembrare scema , ma ero sotto shock.
“Vi riporto a casa…” no no avevo capito benissimo.
“A quest’ora?” era un po’ tardi , non era il caso di mettersi alla
guida adesso.
“Eh a quest’ora! Perché che ora è?” ma non aveva nemmeno guardato
l’ora prima di piombare in casa mia?
“l’una? Come puoi vedere è notte fonda… “ sembrava come se , se ne
fosse accorto solo ora.
“Ma ormai sono qui… “ ecco a proposito.
“Ma non potevi aspettare domani? Cioè un paio d’ore che avrebbero
cambiato? Non che non mi faccia piacere ma…” mi faceva piacere eccome , ma
perché non aspettare?
“Non sapevo dove fosse stati domani , ero quasi certo però che a
quest’ora foste in casa… “ e domani saremmo stati a casa sua.
“Si… dico… domani saremmo tornati noi , non in mattinata , ma nel
pomeriggio” il tempo di risistemare tutto.
“Cosa? Sareste tornati?” Eh? Certo!
“Perché non avremmo veduto? Ali ci ha invitato per le vacanze di
Natale…” se ce ne fossimo andati proprio prima di Natale non avrebbe avuto
senso…
“E allora che fate qui?” Incominciava ad accendersi una lampadina
nella mia mente.
“Perché gli operai hanno sospeso i lavori fino a dopo capodanno ,
quindi era il momento adatto ,non vedevamo la mia vicina da mesi e le mancava
il bimbo… poi sai bollette , bucati… ecc!” cosa credeva?
“Ero convinto che ve ne foste andati per me , per quello che era
successo tra noi… “ Noi. Sembrava come se un noi potesse esistere ancora.
“No. Siamo qui di passaggio , saremmo tornati domani… “ se per qualche
minuto tutto mi era sembrato fin troppo bello , da quando aveva tirato fuori
l’argomento mi stavo innervosendo , ricordando le sue parole.
“Mi sento uno stupido… beh allora saluto Rob e vado. Ti spiace se lo
sveglio?” cosa?
“Certo che mi dispiace! E dovrebbe dispiacere anche a te! Sei pazzo? “
decisamente lo era…
“Ma lo volevo salutare… “ ecco adesso con questo broncio sembrava
proprio un bambino.
“Lo saluterai domani mattina. Se lo svegliassi non capirebbe e chissà
che penserebbe… domani. Quando ti sveglierai sarà tutto tuo…” non volevo certo
buttarlo fuori all’una passata , in piena notte.
“Domani mattina?” ovviamente non aveva capito.
“Non vorrai certo metterti a guidare adesso…” era escluso.
“Non è un problema guarda… davvero!” si lo sapevo , ma non volevo. Era
venuto per Rob e non volevo che se lo perdesse. Ormai doveva stare qui.
“Si ma ormai ce ne andiamo domani insieme dai , pensa quanto sarà
felice Rob…” sperai di convincerlo.
“Ok… ma non vorrei disturbare” certo non sarebbe stato tutto ok , ma
ci saremmo arrangiati.
“NO. Vuoi fare una doccia? Quello è il bagno…” lui annuì e si avviò
direttamente all’interno. Nel frattempo maledivo me stessa. Dove cavolo, avrebbe dormito? Non avevo
stanze! Oh no.
“LE TOVAGLIE SONO NEL MOBILETTO BIANCO” gli urlai dalla camera da
letto.
“Trovate…” comparve in camera , con indosso… veramente dire che stesse
indossando qualcosa era un parolone. Portava una tovaglia legata sui fianchi ed
una appoggiata alla base del collo , con cui si frizionava i capelli… sperai
che non fosse nudo. Aveva ancora il corpo ricoperto di goccioline, potevo
vedere perfettamente quelle che dal petto scendevano seguendo la linea dei suoi
addominali. Non avrei resistito. Col tempo non era cambiato molto , ma era più
muscoloso , più sodo , più eccitante , ed era un duro colpo per i miei ormoni
fermi da anni.
“Non ho niente con me… “ si giustificò. Ma in effetti nemmeno io mi
sarei portata il pigiama dietro.
“Beh… “ stavo pensando come risolvere la situazione.
“Se stai per darmi una maglietta sappi che non la indosserò…” ecco
tornare il ragazzo acido che stavo imparando a conoscere.
“Pensi che potrebbe entrarti una mia maglietta?” non aveva certo la
mia taglia.
“No tua no…” cosa stava insinuando?
“Senti Edward… Ora basta! sono stufa delle tue insinuazione , la devi
smettere. O le vuoi sapere le cose o no. O le fai le domande o stai zitto. Non
puoi avere entrambe le cose. Con mio figlio non si gioca… o lo accetti o ci
rinunci. Non puoi farci ciò che vuoi. Sei qui? Avresti dovuto mettere tutto da
parte… cinque anni , quattro, sei mesi dopo… sette , otto. Settimino ecc… ti
importa o no?” avrei voluto urlare , ma non avrei mai svegliato Rob.
Mi aspettavo una risposta , che non arrivò e per l’ennesima volta
decisi di passarci sopra…
“Va bene così. Ora dormiamo, ne riparleremo…” era sicuro.
“Io non sto giocando con lui , non lo farei mai. Solo… dove dormo?”
stava per dire qualcos’altro ma deviò la conversazione e forse era meglio così.
“Eh beh ci sto ragionando. Credo qui…” battei la mano sul letto per
fargli capire.
“Non hai un divano?” non sembrava disturbato dalla cosa.
“Si certo… dall’altra parte! Ho solo due stanze qui…” rimpiansi questa
divisione come non mai.
“Si ma non voglio invadere il tuo spazio… posso dormire a terra!” ma
non esiste.
“Ma che dici… c’è il letto , è grande” anche se in questo momento
sembrava piccolissimo.
“Posso andare da Rob…” Uh?
“Certo così quando ti vede gli prende un colpo e poi è un lettino…”
non sarebbero entrati , se fosse stato possibile ci sarei andata io.
“Ah…” ma che aveva? A me l’idea non allettava certo , ma non facevo
tutto queste storie.
“Mi dispiace ma non ho davvero un altro posto. Se è il tuo cuore che
parla e preferisci stare a terra stacci , se è il tuo ego invece , sappi che
saresti il primo uomo a dormire in questo letto se è questo che ti preoccupa…”
lo vidi sgranare gli occhi.
Colpito e
affondato.
“Davvero?” ecco , come credevo…
“Si davvero. Ed se proprio uno stupido…” lo era eccome.
“Non mi chiama più nessuno Ed… non lo permetto!” Ah…
“Non lo sapevo… mi dispiace” non ne avevo idea.
“No tu puoi… sei tu che mi hai sempre chiamato così…” io… si era vero.
Prese il cellulare e cominciò a trafficarci un po’. “Avviso Alice che non torno
, anche se credo l’abbia capito!” certo così domani mi avrebbe fatto il terzo
grado…
Finì di frizionarsi i capelli riportò le tovaglie in bagno , fece la
sua comparsa con solo uno slip nero aderente , aderente , molto aderente.
Mi voleva morta…
Non riuscivo a smettere di guardarlo e lui faceva lo stesso ,
soffermandosi sulle mie gambe nude…
“Ma tu apri sempre così?” e indicò il mio abbigliamento.
“No, non aspetto visite dopo le nove di solito… e poi ho visto che eri
tu dallo spioncino…” Perché mi esponevo così tanto? Dimostrandogli quanto mi
fidassi di lui… in un certo senso.
“E pensi che io non reagisca a niente? Cioè se tu che mi stai
invitando nel tuo letto… “ mi sorrideva malizioso. Ma che aveva in testa? Mi stava
forse provocando?
“Cullen che stai dicendo?” non potei fare a meno di sorridergli.
“Niente , ma fossi in te mi vestirei…” sghignazzava mentre si
inumidiva il labbro superiore. Si era forse dimenticato che c’era un bambino a
pochi metri da noi?
“Io sono vestita!” ok forse non molto , ma anche in casa sua andavo
spesso in giro così…
“Si quanto me… “ ecco l’ennesima frecciatina. Eh no. Lui era
praticamente nudo… ed io anche. Non potevo ribattere.
“Buonanotte Ed…” e chiusi la luce sperando non vedesse il mio viso
arrossato.
“Buonanotte Bella…” rispose dolcemente. Mi coricai sulla destra , gli
lasciai la sinistra , la sua parte.
Che non avevo mai occupato , come se gliel’avessi lasciata. E lui fece lo
stesso… gli diedi le spalle e sperai di addormentarmi. Ma sentivo la forte
elettricità che c’era fra noi… non potevo prendere sonno…
Mi era mancato così tanto in questi anni che averlo qui adesso e
rinunciarvi era qualcosa che non potevo fare , che non volevo fare. Ma che purtroppo dovevo…
Lo sentii muoversi e il cuore prese a battermi forte ma cercai di
restare calma. Si avvicinò a me e cominciai a sentire il suo calore… era a
pochi centimetri da me…
Improvvisamente appoggiò una mano sul mio fianco attirandomi a sé…
Mi strinse sul suo petto e appoggiò la testa nell’incavo del mio
collo, come se non volesse farsi sentire , come se quello che stava per dirmi
fosse qualcosa di nostro…
“Non m’importa come stanno le cose… non importa. Voglio recuperare…”
cosa mi stava dicendo? Sapeva che ero sveglia…
Istintivamente presi la sua mano sinistra nella mia destra… e la
strinsi forte non preparata a quello che stava per dire.
“Amo quel bambino e non m’importa nulla di tutto il resto… perché lo
amo come se fosse mio…” e mi lasciò un bacio sulla spalla sinistra, continuando
a tenermi tra le sue braccia forti , al
sicuro…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** *..quando sembra andare tutto bene..* ***
CAPITOLO 26 ..quando sembra andare tutto bene..
*
Oh , ciao =) per questo capitolo non dirò niente... solo non
disperate se voete assistere al confronto del prossimo... secondo voi
che sta succedendo? mm io non dirò nulla , se volete uno spoiler
beh chiedetelo u.u.... alla prossima, un bacio , piccolaluce*
*
*
*
*
*
Mi svegliai disturbata dalla luce del sole che filtrava dalla finestra…
e nonostante questo mi svegliai serena, felice e tranquilla. Felice… come non accadeva da anni ormai…
E questa consapevolezza mi fece aprire gli occhi di scatto.
Non ero preparata a ciò che mi trovai davanti…
Un Adone , in tutta la sua bellezza , dormiva placidamente di fronte a
me, nel mio letto.
La cosa più sconvolgente era che io,
mi trovavo fra le sue braccia. Ma la
cosa ancora più sconvolgente era che mi andava di starci , mi andava eccome…
non ci avrei rinunciato , per niente al mondo. Avevo le gambe intrecciate alle
sue mentre mi avvolgeva con le braccia… sperai che non si svegliasse , era
tutto già imbarazzante senza il suo sguardo fisso su di me…
Chissà cosa pensava , come avrebbe reagito. Forse si sarebbe
arrabbiato , probabilmente non era in se ieri notte… non riusciva nemmeno a
tollerarmi negli ultimi mesi , lo irritavo a pochi metri di distanza , eppure ,
per chissà quale ragione adesso eravamo insieme , abbracciati , vicinissimi ,
come a formare un corpo solo. O quasi…
Era assurdo , non potevo crederci , ma non potevo nemmeno permettere
che si svegliasse e mi trovasse qui…
Come non detto…
Era praticamente impossibile muovermi senza svegliarlo , eravamo
praticamente intrecciati.
Cercai di sciogliere l’abbraccio e scendere dal letto, ma lo vidi
agitarsi.
“Giorno…” biascicò con la voce impastata dal sonno mentre aveva ancora
gli occhi chiusi.
“Giorno… dormi” lo ammonii. Del resto, era presto.
“Mm , che… che ore sono?” disse schioccandomi un bacio all’angolo
della bocca…
Qualcosa a cui non ero preparata…
Guardai l’ora per esserne
certa.
“le otto…” per l’ora in cui ci eravamo addormentati era parecchio
presto.
“Buonanotte…” disse mettendo la testa sotto al cuscino. Si , era
decisamente troppo presto. Mi alzai cercando di non disturbarlo e uscii da quel
letto , che sapeva troppo di noi , troppo per il mio cuore.
Andai a farmi una doccia e mi vestii… Rob non si sarebbe svegliato
prima delle nove, dieci.
“Dove vai?” mi chiese Edward con la testa ancora sotto al cuscino.
“Torno presto , tu dormi!” e obbedì, come se fosse la cosa più
naturale del mondo. Cosa stava succedendo?
Presi portafoglio e chiavi e uscii di casa. Non presi la macchina , la
mia destinazione distava pochi metri, avrei fatto due passi. Infatti arrivai in
nemmeno due minuti…
“Ciao Bella, come va? È un po’ che non ti vedo…” Mike Newton ,
lavorava nel bar di fronte casa…
“Ciao Mike… eh si sono da un’amica per adesso…” non mi soffermi a dare
altri dettagli.
“Ah ecco… il solito?” e si mise a prepararlo, come se già sapesse che
la risposta fosse stata affermativa.
“No oggi no…” il solito prevedeva una tazza di latte ed una di caffè.
“ Mi fai una tazza di latte al cioccolato, due cappuccini, e tre cornetti alla
nutella, due grandi e uno piccolo…” Rob non avrebbe mai mangiato un cornetto
intero e poi quando non c’erano i Plasmon entrambi volevano uno il latte al
cioccolato , l’altro il cappuccino. Sperai solo che i gusti di qualcuno fossero tali e quali ad allora…
“Visite?” come?
“Scusa?” non capivo cosa volesse Mike.
“Vedo che hai tutto per tre, beh hai visite?” e da quando al bar ti
chiedono per chi è ciò che prendi?
“No , sono per la vicina” mentii , non mi andava di dare spiegazioni.
“E allora , quando sei libera , potremmo magari uscire?” Ma era forse
impazzito?
“Eh , Mike, magari un’altra volta. Sai sono parecchio impegnata” Ma
guarda tu…
“Ci conto…” si conterai all’infinito.
“Si certo. Ciao Mike…” presi il vassoietto con la colazione , pagai e
rientrai in casa.
Edward dormiva…
Sereno, come se fosse in casa sua… dormiva a pancia in giù, con un
braccio sotto di essa e l’altro sotto il cuscino. Aveva caldo… potevo capirlo
perché era scoperto fino alla base della schiena , schiena che , tra l’altro
era nuda, per rendermi tutto più complicato di quanto già non fosse…
Era bellissimo, certo non avevo mai avuto dubbi al riguardo , ma
passare cinque anni ad odiarlo avevano deformato la sua splendida immagine ,
anche se Rob me lo ricordava tutti i giorni e poi ci pensava Edward stesso a
farmi visita la notte o nei periodi di allucinazioni…
Appoggiai il vassoietto sul letto , nella mia parte, ormai vuota.
“Mamiiiiiiii!” comparve il mio angioletto dalla porta.
“Oh ca…voletto. Amore di mamma!” lo salutai cercando di far finta di
niente. Ma ovviamente se ne sarebbe accorto , mannaggia a me.
Infatti…
Lo vidi sporgere il collo in avanti, piegandosi verso destra. Si
bloccò sul posto. Per un attimo mi guardò impaurito sgranando gli occhi , come
se fosse terrorizzato , ma solo per un attimo e prima che potessi intervenire,
dovette riconoscerlo , perché lo osservò bene e pian piano la sua smorfia di
odio si trasformò in una di gioia , di felicità , di amore…
“Mm, mm , mm, ,mm” saltellava sul posto come un matto.
“Amore , shh, zitto! Non vedi che dorme?” non volevo si svegliasse ,
non erano nemmeno le nove. E Rob? Che faceva in piedi?
“Si! Ma, mami! Eddy! È qui. È qui… da quando è qui?” oh cavolo e
adesso?
“Ehm, da un po’…” sperai non fosse interessato all’ora esatta.
Mi regalò un sorriso meraviglioso , come se fosse merito mio. Salì
piano nel letto e si posizionò di lato ad Edward.
“Perché è qui?” ma quanto era curioso?
“È venuto a prenderti…” decisi di essere totalmente sincera. Del resto
, era stato un bellissimo gesto , certo all’ora sbagliata , ma ciò non bastava
a sminuirlo.
“Siiii…. E non mi hai svellato?” che cosa?
“Non ti ho che?” ah svegliato.
“Svegliato , svegliato… si” ecco era emozionato.
“Perché amore , era presto e poi lo sai , tra poco ce ne andiamo… “
“ma lui viene con noi vero?” ovviamente!
“Certo tesoro… “ma non gli interessava nulla, era tutto concentrato su
Edward.
Era incantato…
Presi la macchina fotografica , ti prego , fa che sia carica , ti
prego! Si , evviva!
Robert era dove lo avevo lasciato. Immobile ad osservarlo in ogni
minimo dettaglio.
Mi avvicinai e scattai la foto. Dannazione il flash!
“Mm… che è?” ecco , si era svegliato.
“Eddyyyyy!” cantilenò il mio piccolo abbracciandolo.
“Ciao piccolo…” si alzò di scatto appena sentì la sua voce. Ed io beh
, non potevo che esserne felice e sempre più certa e convinta di una cosa : gli
avrei detto la verità.
Non sapevo se fosse pronto , ma non avrebbe potuto dimostrarlo in
altro modo , era qui e doveva sapere la verità. Certo quando non ci fosse stato
Rob , per lui avrei dovuto affrontare diversi argomenti prima…
Ma lo avrebbe saputo , non sapevo ancora quando , ma lo avrebbe
saputo. Se fossimo stati soli , anche arrivati a casa.
“Colazione?” chiesi ai due uomini –unici due uomini- della mia vita
che annuirono. Il mio bimbo si mise sotto le coperte tra le gambe di Edward e
mangiarono insieme.
Come faceva a trovare normale che vi fosse un uomo mezzo nudo nel mio
letto?
Semplice , non era un uomo qualunque , era Edward, il suo Edward.
Finii di sistemare il borsone , lasciai i soldi per le bollette a Leah
e vestii Rob.
“Andiamo?” chiesi una volta che fu tutto pronto.
“Certo ,andiamo con la mia…” ma che…
“E perché? No, andiamo con due macchine…” beh non che mi servisse poi
molto lì.
“Perché si! Andiamo con la mia… poi vi riaccompagnerò io…” era forse
un modo per controllarci?
“Guarda che non scappiamo eh…” immaginai fosse per questo.
“Meglio prevenire…” Oddio era davvero per questo. Scoppiammo a ridere
entrambi.
Rob corse fuori ed io mi fermai un attimo sulla porta, non mi sarei
mai aspettata ciò che accadde…
Edward mi abbracciò da dietro appoggiando la testa sulla mia spalla…
dovevo dirglielo.
“Ed… dobbiamo parlare” gli dissi con dolcezza e gli lasciai un piccolo
bacio sulla guancia…
“Si dobbiamo parlare…” era d’accordo con me , dovevamo farlo.
Sistemammo i borsoni in macchina e poco prima di andarcene ricordai
una cosa a Rob.
“Amore non devi salutare nessuno?”
“Si… LEAAAAAH” quante volte gli avrò detto di non urlare? Ma per sua
fortuna Leah uscì subito.
“Tesoro già via?” mi disse triste.
“Eh si, così pranziamo li…” in effetti le avevo detto che saremmo
partiti nel pomeriggio.
“Va bene.. tornate presto. Oh… e questo bel ragazzo chi è?” mi ero
scordata di Edward. E non avevo idea di come presentarglielo.
“Salve signora , piacere… Edward Cullen” bene , Leah avrebbe presto
avuto bisogno di un respiratore.
“Ah… mm , ok… tu ti chiami Edward?” Leah smettila! Smettila subito.
“Sissignora!” sembrava proprio un cadetto.
“Oh no caro , chiamami Leah…” oddio, caro.
“Ok Leah… è stato un piacere…” non c’era più niente da fare, l’avevamo
persa.
“Piacere mio, te li affido e torna presto , sei il benvenuto…” mi
mancava solo questa in effetti.
“Certo con piacere e… non si preoccupi, sono in buone mani.” Ecco di
questo non ero proprio certa…
Eravamo in macchina da dieci minuti e decisi che era il caso di
avvisare.
“Ali sa niente del nostro arrivo? Ci aspettava dopo pranzo…” presi il
telefono per mandarle un messaggio.
“No non lo sa… avvisala. È forte la tua vicina , davvero” si lo era.
“Eh lo so… è mia” e ridemmo come due scemi.
*Tesò siamo in viaggio. Per le undici e qualcosa saremo lì… bacio* e
inviai. Ripose dopo nemmeno due minuti.
*Vi aspetto , già mi mancate! Piaciuta la sorpresa? =P* mm lo sapeva?
*Certo! Appena arrivo ti ammazzo…* poteva almeno avvisarmi , mi sarei
preparata psicologicamente.
Mi voltai ad osservare Rob notando che se ne stava in silenzio :
dormiva. Per lui la macchina era un ottimo conciliante del sonno , ma come
faceva?
Tra me ed Edward andava sempre meglio , parlammo per tutto il tempo
del più e del meno , come non facevamo da anni ormai e per la prima volta , non
rovinammo nulla. Chissà come avrebbe preso la notizia… sperai con tutto il
cuore che le prendesse bene , che mi capisse e che mi spiegasse per una buona
volta cosa gli fosse passato per la testa.
“Siamo a casa” casa… si lo
eravamo davvero.
“Eh già, prendo Rob…” dissi mentre entravamo nel vialetto.
“No lascia lo salgo io… eh che cav… mm!” ah? Cosa?
“Che è successo? “ chiesi preoccupata mentre parcheggiava davanti
casa.
“Niente tranquilla , scendi. Io porto Rob su e arrivo subito”
Bene , qualcosa stava accadendo. Scendemmo insieme , lui prese un
borsone e il bimbo e sia avviò dentro , seguito da me con le altre borse, ma
dovette fermarsi affinché gli aprissi la porta.
Provammo a varcarla contemporaneamente , sbattemmo l’uno contro
l’altra e tornammo indietro entrambi… mi fermai per farlo passare , ma visto
che non accennava a muoversi decisi di entrare io , proprio nello stesso
momento in cui si era deciso a farlo , sbattemmo di nuovo e scoppiammo a
ridere, ci fermammo solo quando vedemmo Rob agitarsi. Per fortuna non si era
svegliato.
Stavamo cercando di ridere silenziosamente , mi era mancata quella
complicità…
Alice ci accolse a braccia aperte, “Ciao ragazzi! Come è andata la
vacanza?” eh? Ma che aveva da urlare, voleva che lo sapessero tutti?
“Alice!” la rimproverai.
“Sh , non c’è nessuno… o quasi” e indicò qualcuno alle sue spalle.
“Ciao Eddy…” Eddy? Osservai l’ospite. Era una ragazza.
“Io salgo a metterlo a letto…” mi disse Edward e mi concentrai sul
bambino.
“Grazie Ed , poso le borse e salgo , sto io con lui…” ma volevo
proprio vedere chi fosse quella ragazza.
Mai vista!
Era carina , capelli lunghissimi, biondi e lisci. Gli occhi erano
chiari , castano chiaro. Se ne stava seduta sul divano troppo tesa , come se
fosse indispettita , irritava. Guardava Edward e il bambino ,quest’ultimo con
disgusto e… odio?
Ma proprio adesso che dovevo dire una cosa così importante veniva
questa ragazza?
Chissà, forse le era successo qualcosa… poverina , aveva l’aria
triste.
Ma non mi avrebbe fermata. Volevo che lo sapesse , era già passato
troppo tempo.
Le accennai un sorriso che non ricambiò. Guardai Alice che si limitò a
fare spallucce.
“Ciao…” dissi alla ragazza , del resto , era un’ospite. Mi guardò con
sufficienza , come se contassi meno di niente.
“Ciao… guarda che non vuole essere chiamato Ed…” come?
“Come scusa?” cosa c’entrava adesso?
“Edward , sai quello che è salito sopra, non gradisce di essere
chiamato Ed!” ma come si permetteva? Alice partì alla carina.
“Senti Irina , falla finita , ti ricordo che questa è casa mia ,
quindi modera i toni” ma non avevo bisogno del suo intervento.
“E comunque … Irina giusto? Forse tu non hai il permesso , io lo
chiamo come voglio” azzardai , ma me l’aveva detto lui , perché farmi mettere i
piedi in testa?
“Ah si? non credo… chi saresti tu?” ma guarda un po’ questa
psicopatica.
“Bella…” non finii nemmeno la presentazione che la vidi sbiancare
all’istante. Guardare verso le scale e tornare a me. Alternava lo sguardo , poi
improvvisamente si portò le mani alla pancia come se si fosse ricordata
qualcosa…
“Irina che vuoi? Mi sembrava di aver capito che non ti avrei più vista
, quindi che fai qui?” non doveva esserle molto simpatica , forse per niente.
“Mm ne sei sicura?” la stava forse sfidando? Ed io? Ero passata in
secondo piano?
“Sicurissima!” rispose la mia amica alzando il mento a mo’ di sfida,
rispondendole a tono.
“Beh dovresti informarti meglio. Dove credi che abbia passato la notte
il tuo caro fratellino due giorni fa?” COOOOOSA? Se prima era stata lei a
sbiancare al sentire solo due parole , adesso era successo a me, per una
piccola frase.
Tuo. Caro. Fratellino. Passato. Notte.
Perché tutto doveva sempre andare storto? Perché? Proprio quando
sarebbe potuto andare tutto bene…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** *..quando qualcosa non la vuoi..* ***
CAPITOLO 25 ..quando qualcosa non la vuoi..
*Ciao... beh ci si legge sotto se vi va... *
*
*
*
*
*
Ecco avevo decisamente bisogno di sedermi un attimo…
Lasciai cadere a terra tutto ciò che avevo in mano e onestamente non
me ne importava niente.
Mi appoggiai esausta sul divano , senza forze , senza parole.
Alice era sotto shock, quasi quanto me. Ma io non ero solo sotto shock
, da quello mi sarei ripresa, ero delusa , ecco.
Sentii passi svelti scendere le scale , ero certa fosse Edward ma non
mi voltai, non volevo guardarlo.
<< Eddy! >> squittì la stronza. Si era una stronza, perché non avrebbe mai dovuto
dirmi certe cose , io non volevo saperle. Non che non mi aspettassi che si
fosse rifatto una vita , ovvio , ma saperlo , beh era tutta un’altra storia…
<< Che vuoi? >> chiese sgarbatamente lui. Non era
esattamente felice di vederla.
<< Devo dirti una cosa… >>che aveva da sorridere mentre
continuava ad accarezzarsi il ventre?
<< Dimmi… >> era piuttosto seccato.
<< Dobbiamo parlare! >> quanto mi dava fastidio la sua
voce?
<< Stiamo parlando e poi mi sembra che ci fossimo detti tutto
l’altro giorno no? Non dovresti essere qui… sai che quando dico basta è basta!
che vuoi? >> ma perché non andavano a fare i loro discorsi da un’altra
parte?
<< Lo so.. so che non stiamo più insieme… ma tu mi hai lasciata
perché hai paura.. ed io ho un ottima notizia per te. Una notizia che ti farà
tornare subito da me… >> Ah? Non avevo capito niente di quel discorso , o
quasi. Una cosa l’avevo capita –anche se non avevo idea del rapporto che
avessero- si erano lasciati. Mm non avrei dovuto esserne felice , eppure lo
ero.
<< Paura? Io avrei paura? Ma che hai in testa? Lo sai che non
siamo mai stati insieme vero? Tu lo sai come stavano le cose… sai che mi sono
semplicemente stancato. Non tirare fuori cose che non esistono… >> ma era
proprio stronzo! Cioè se lo meritava eccome , ma era alquanto stronzetto.
<< Ma non possiamo parlare soli? >> chiese ma ero sicura
che invece voleva la mia presenza , la voleva eccome.
<< Siamo soli. Non c’è niente da dire… >> non era
intenzionato a cedere
<< Eddy su smettila. Sai che tutto è cambiato per entrambi… e
poi la cosa che devo dirti è davvero importante >> no non poteva essere. Solo
una cosa ti porta e tenere le mani sul ventre , in segno di protezione , solo
una cosa. Ed io ne ero certa , ci ero passata.
<< E SMETTILA DI CHIAMARMI EDDY! Non è cambiato niente, NIENTE!
Che. Cavolo. Vuoi? >> se solo lo avesse saputo , forse non avrebbe
insistito. Io mi alzai , tirando Alice con me, non volevo assistere…
<< Sono incinta Edward! Sono incinta... >>
Ecco. Si adesso era proprio tutto perfetto…
Fu l’ultima cosa che sentimmo prima che chiudessi la porta alle mie
spalle.
<< MA CHE CAV… >> misi una mano in bocca ad Alice per
tappargliela.
<< Zitta! >> le intimai.
<< COSA? Ma tu hai sentito? >> eccome se avevo sentito.
<< Ho sentito certo che si >> le dissi continuando a
tenerla per il braccio.
<< E te ne stai qui? Ad assistere? >> mi stava
rimproverando che cosa esattamente?
<< E cosa dovrei fare? No spiegamelo perché mi sfugge… >>
non ci ero ancora arrivata.
<< Dovresti lottare e non fartelo portare via… >>
<< Ma sei impazzita? Che dovrei fare oltre? Cosa? Ero venuta qui
con l’idea di dirglielo… volevo dirgli tutto. Invece sono proprio quella che
viene a scoprire le cose! È stato a letto con quella e il giorno dopo è entrato
nel mio letto! Nel MIO! Dirti che sono delusa è poco…
>> non era qualcosa a cui sarei passata sopra.
<< Io… no… tu , tu volevi dirglielo? >> domandò
stupefatta.
<< Certo che volevo… avevo bisogno di un piccolo gesto ,
piccolissimo e quando me lo sono ritrovata in casa a quell’ora della notte non
ci potevo credere e anche se sapevo che la causa era Rob , non potevo esserne
più felice , l’unica cosa che avrei potuto fare era dirgli la verità… >>
ero stata sicura di questo.
<< Certo. Ma aspetta… io lo ammazzo con le mie mani, giuro! Che
è successo fra voi? >> mm?
<< Cosa? Che vuoi dire? >> mi ero persa.
<< Sei stata con mio fratello? >> come faceva anche solo a
pensarlo?
<< Ma sei scema? Certo che no! >>
<< Ehi. Sei stata tua a dire che è finito nel tuo letto…
>> tatto zero eh?
<< Uno , zitta. Due , non credo di essermi espressa così. E tre,
abbiamo solo dormito. Ma questo non cambia nulla, non sarebbe dovuto venire…
>> e aveva fatto tutte quelle scenate per la maglietta e per il letto.
Lui!
<< Ma che vuoi fare adesso? Lascerai che te lo porti via?
>> non aveva capito niente.
<< No. Ma cosa dovrei fare? Portare via un padre al figlio?
Dovrei fare in modo che quel bambino passi quello cha ha passato il mio? Non
potrei mai farlo ed è giusto che si assuma le sue responsabilità , entrambe…
>> Si , non potevo più tornare indietro.
<< Che intendi con entrambe? >> era più sconvolta di prima
se possibile.
<< Rob. Glielo dirò, ormai ho deciso… è giusto che lo sappia!
>> glielo avrei detto , perché doveva saperlo…
<< QUESTA NON TE LA PERDONO. CHI CREDI DI ESSERE? >>
urlava come un matto , ma non potevamo sentire lei che forse non riusciva
nemmeno a rispondere.
<< ORA BASTA! FUORI! FUORI! VAI VIA… >> potevo addirittura
sentirlo dalla cucina. Interruppe con le sue urla il breve momento di gioia tra
me ed Alice.
Era proprio arrabbiato , chissà cos’era successo fra i due.
Sentimmo la porta di casa sbattere e mi preparai a sentire l’ennesima
sfuriata. Mi accomodai sulla sedia , sarebbe stata una lunga litigata e
cominciai a pensare a cosa gli avrei detto. Non l’avrebbe passata liscia.
Persa com’ero nei miei pensieri non mi accorsi di Edward , fin quando
non sbucò alle mie spalle dandomi un bacio sulla guancia. Mi lasciò di stucco.
Ma che stava facendo?
Mi voltai all’istante indecisa se prenderlo a calci o a schiaffi, per
fortuna intervenne Alice.
<< Dov’è Irina? >>
<< A casa sua. Dove sarebbe dovuta essere… perché l’hai fatta
entrare? >> domandò come se la causa di tutti i suoi problemi fosse sua
sorella.
<< Perché sono educata? Mm? >> tono ironico.
<< Non conta l’educazione , sai che non la voglio in casa…
>> sentenziò ed io mi sentivo sempre più fuori luogo.
<< Tu non la vorrai , ma lei ha qualcosa che ti appartiene…
>>dissi , mi irritava e non poco.
<< Non ha niente di mio quella! >> mm?
<< Ma che stai dicendo? Credi che non abbia sentito eh? EH?
>> mi aveva forse preso per scema?
<< Non ho detto questo. Non le credo… >> Cosa? Non doveva
trattarsi di fiducia.
<< Beh credo sia il caso di darle il beneficio del dubbio no?
>> non sarebbe mai cresciuto.
<< Bella andate su… stanno arrivando i miei. Sopra non c’è
nessuno >> ovviamente non dovevano sapere niente.
<< Non fa niente , abbiamo finito , non dobbiamo dirci niente
>> ma evidentemente Edward non era d’accordo.
<< Invece dobbiamo parlare… vieni! >> mi prese per un
braccio e provai a sfuggirgli , non doveva toccarmi.
Ma lui prontamente mi issò sulle sue spalle ed io cercai invano di
aggrapparmi a qualsiasi cosa.
<< Ali! AIUTO! >> strillai.
<< Ah no. Vedetevela tra voi… >> da ricordare , se mai
avesse avuto bisogno di me le avrei detto di fare da sola.
<< Edward fammi scendere! >> ma ormai eravamo al piano di
sopra.
<< Subito! >> entrò in una stanza –la sua- e mi depositò
con paca grazia sul letto, sul suo letto.
<< Che vuoi? >> forse avevo messo troppa acidità.
<< Spiegarti… io non le credo! >> okay , ora basta.
<< Ma sei stupido? Non si tratta di fiducia… si tratta di
accettare le responsabilità e come vedo non sei cambiato. Si tratta di un
bambino Edward! Che cazzo hai in testa? Non ci puoi giocare… >> stavo
esagerando? No , stavo però tirando fuori il risentimento di cinque anni.
<< Ma chi sta giocando? Non esiste nessun bambino >> mm ,
che nervi.
<< Ma come puoi esserne certo? Come? Solo il tempo te lo dirà ,
ma tu non puoi abbandonarla per questo. >> era come se stessi parlando di
me.
<< Si certo , quella sarebbe capace di farsi mettere incinta
solo per farsi sposare… >> che bell’opinione che aveva.
<< Smettila! Non mi importa che rapporto hai con lei! Non mi
importa… ma la devi smettere! È una cosa troppo importante per essere trattata
con così tanta leggerezza, Edward, è un bambino! >> come potevo farlo
ragionare?
<< Ma perché ti importa tanto? Che ti frega? Andava tutto bene…
>> si andava…<< Se sapessi cosa ha fatto non saresti così gentile…
>>
<< Che mi frega? Edward noi siamo stati abbandonati! Ti dice
niente? Vuoi che faccia la mia fine? Da sola e crescere un figlio che il padre
non ha voluto? >> sperai che la realtà lo facesse riflettere.
<< Non è incinta. Come. Cazzo. Te. Lo. Devo. Dire? >> la
sua sicurezza mi mandava in bestia.
<< NO! tu mi devi dire come cazzo fai ad esserne sicuro se fino
a due giorni fa eri nel suo letto
>> ecco mi era scappato.
Per un attimo lo presi alla sprovvista ma si riprese in fretta.
<< Perché sono sempre stato attento. Sempre! E poi prende la
pillola… >>
<< Stare attenti non basta… e la pillola può fallire, non sembra
una ragazza molto responsabile >> probabilmente si era dimenticata di
prenderla.
<< Io sono sicuro. Non è incinta e se anche lo fosse non è mio.
Non potrebbe esserlo nemmeno se non avesse preso la pillola… >> mm?
<< Perché sei sterile? >> oh io sapevo per certo che era
il contrario.
<< Non lo so. Ma so quello che faccio! >> ma che…
<< Ma sai che cosa? Che cosa? Non puoi esserne certo , un
preservativo rotto? Bucato? E se non te ne fossi accorto? E se te ne fossi
dimenticato? >> potevano essere diverse la cause.
<< Ma che stai dicendo? Non dire cavolate. Dimenticarmene? Ma
stai scherzando? Credo sia evidente che non era nulla di serio, non ho un
contatto così diretto, così intimo da
cinque anni… >> Cosa? Cinque anni?
<< Beh , non vuol dire niente Edward. Il preservativo è sicuro
al novantanove per cento. Ma non puoi dare per scontato quell’un per cento, non
puoi! >> basta , non avrei aggiunto altro , avevo perso la mia causa ,
non dovevo lottare per quella di un’altra.
<< Si che posso! Sono sempre uscito in tempo. Non le sono mai
nemmeno venuto dentro se proprio lo vuoi sapere… lei lo sa. Perché credi che
non sia qui? Perché credi che se ne sia andata senza combattere? Perché? Lo fai
tu , che non ne hai motivo e lei? Dov’è lei? >> troppe notizie, troppe
informazioni…
<< Perché? >> domanda stupida.
<< Perché io non voglio un figlio… >>
*
*
*
*
*
*Oh, ciao... mm e allora? intanto abbiamo chiarito che Ed non è
proprio passato di letto in letto... e se davvero consideriamo che poi
è andato da lei , ha davvero importanza cosa ha fatto prima?
anche se è scappato da lei? beh io lo perdonerei u.u .. ma
adesso concentriamoci sul suo discorso? è sincero? merita
fiducia? buuu... e poi per ciò che ha detto adesso? se volete
sapere la fine non uccidetemi... un bacione , a presto... se volete lo
spoiler lo chiedete, piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** *..respirare..* ***
CAPITOLO 26 ..respirare..
*...
mmm ciao! =) ecco questo nuovo capitolo... e non lo so se era quello
che vi aspettavate.. so che volete solo sentir dire una frase... ma
quella arriverà presto... e non lo so che dite? è stato
affrettato? non credo... merita fiducia? non lo so... lascio a voi.. ma
forse dopo aver scoperto cosa realmente intendeva con quel "io non
voglio un figlio" qualche idea ve la siete fatta! e spero che vi sia
piaciuto... e alla fine , cosa sta succedendo? un bacione immenso e
grazie a tutte del sostegno , piccolaluce*
*
*
*
*
*
<< Perché io non voglio un figlio… >> prese fiato e prima
che potessi prenderlo a calci ricominciò.
<< Io non voglio un figlio… non ho mai voluto un figlio… se non
da te >> Da me? Me?
<< Cosa? >> chiesi come la stupida.
<< Si è così. Ho sempre visto te e solo te nel mio futuro. Ecco
perché non mi sono mai legato a nessuna. Mai. Il mio inconscio ha sempre
rifiutato tutto ciò che ho sempre desiderato avere con te… e di conseguenza ho
sempre evitato tutte quelle situazione che mi avrebbero potuto portare a quel
destino che desideravo condividere insieme.. in un modo , o nell’altro!
Matrimonio, famiglia ,figli.. tutto! >> Figli? Lui si permetteva di dire
che voleva un figlio da me?
<< Ah… >> fu tutto ciò che riuscii a dire. Lui
inaspettatamente mi prese per mano.
<< Io lo so che abbiamo tante cose da dirci , ma vorrei
riprovarci… cioè io vorrei vedere se quel futuro è ancora possibile per noi…
>> Noi?
<< Edward… io… >> ero senza parole. Fino a due giorni fa
mi odiava o mi sbagliavo?
<< Aspetta. Ci andremo piano. So che c’è tanto da mettere in ordine.
E poi io amo quel bambino , farei di tutto per lui… >> istintivamente gli
mollai un ceffone che risuonò in tutta la stanza. Mi guardava confuso ma non
proferì parola.
<< Tu. Brutto stronzo… sei stato con quella e poi sei venuto nel
mio letto, nel mio! Mio dannazione. Ti ho accolto in casa
mia… mentre tu , fino a qualche ora prima ti scopavi un’altra… >> non era
qualcosa alla quale sarei passata sopra.
<< Ma io… non è vero! E tu come lo sai…? >> ma che gli
importava?
<< Mi prendi per il culo Ed? L’ha detto quella… lei me l’ha
detto. L’ho dovuto sentire da un’altra che hai passato la notte lì. E poi che
fai? Ti presenti a casa mia? Da mio figlio? >> non potevo capirlo.
<< Non è vero! Cioè è vero che ho passato la notte lì, si. Ma
non c’è stato niente… te lo giuro. Volevo solo scappare , scappare da te e da
quello che avevi da dire. Non ho fatto altro che pensarci , tutto il tempo. Ero
esausto e mi sono subito addormentato sul divano. Non mi sono nemmeno
spogliato. Non ci sono andato per stare con lei , ci sono andato per fuggire da
te , ma è davvero così importante se consideri che sono tornato da te? >>
Eh , è così importante?
Mi alzai spaventata da ciò che mi stava rivelando e senza volerlo
cominciai a piangere.
Inaspettatamente si alzò prendendomi tra le braccia…
<< Ehi no. Non piangere ti prego… shhh! >> cercò di
cullarmi ma io cominciai a prenderlo a pugni , non ci misi nemmeno tutta la
forza che avevo , non volevo ferirlo , volevo sfogarmi.
<< Sei uno stupido! Uno stupido… mi fai del male , sempre… >>
la persona che mi aveva ferito di più nella mia vita. Parlavo e continuavo a
dargli colpi sulle braccia , sulle spalle , sul petto…
Poi , qualcosa cambiò ,smisi di colpirlo e alzai lo sguardo per
riflettermi nelle sue iridi verdi , sincere e dolci come non lo erano da tempo.
Mi ritrovai indietro , nel passato e non come se stessi vivendo un flashback ma come se fosse un continuo ,
la mia vita se tutto fosse andato bene, la mia vita con lui , la nostra vita
insieme , con nostro figlio se lui non mi avesse lasciato…
<< Sei uno stup… >> ma non riuscii a finire , trovò un
modo per zittirmi , un ottimo modo per farlo…
E fu come tornare a respirare , fu come vedere il sole dopo anni di
buio , fu come tornare alla vita…
Bastò un attimo a realizzare tutto questo.
Nell’esatto momento in cui le sue labbra toccarono le mie il mondo si
fermò in un istante…
Non poteva essere vero…
Io e lui , noi. Insieme ,
come se niente fosse mai cambiato. E avrei continuare così all’infinito. Perché
finché mi limitavo a stargli lontana potevo farcela , ma adesso… adesso che mi
stringeva tra le sue braccia , di una cosa era sicura : lui era la mia vita , era sempre stato la mia vita.
E per quanto sbagliato fosse , per quanto sapessi che non doveva
succedere , per quanto sapessi che c’erano troppe cose da dire , da chiarire,
mi lasciai andare. Per una volta dopo cinque anni permisi a me stessa di essere
la ragazza di ventitré anni che in fondo ero… mi lasciai andare , totalmente , forse troppo…
Un attimo , un secondo , un brevissimo istante e mi ritrovai con le
mani fra i suoi capelli. Poterne risentire la morbidezza era qualcosa di
indescrivibile. E lo stesso istante che io impiegai per accarezzarlo lui lo
impiegò per trascinarmi per i fianchi sul letto , adagiandomi a cavalcioni su
di lui.
La porta era chiusa ma non a chiave , sarebbe potuto entrare chiunque.
Mio figlio era a qualche metro di distanza che dormiva… e se fosse entrato
cercando me o Edward? Gli sarebbe preso un colpo. E nonostante il pericolo che
correvamo non mi allontanai ma ciò contribuì solo ad aumentare l’adrenalina e
la voglia. Per una volta , per la prima
volta mio figlio passò in secondo piano. Non andava bene , non andava bene per
niente…
Continuammo a baciarci , sfioramenti di labbra e piccoli morsi. Ma
quando mi sfiorò le labbra con la lingua fu la fine. Troppo tutto in una volta.
Ma non dovette nemmeno chiedere il permesso , dischiusi subito le labbra per
far si che le nostre lingue si incontrassero , desideravano incontrarsi e
quando avvenne fu come se non avessimo mai smesso.
Mi era mancato , mi era mancato da morire ed ora era qui. Sotto di me
e mi teneva stretta e sé.
Se anche fosse entrato qualcuno , non me ne sarebbe importato nulla.
Niente avrebbe potuto interromperci, interrompere quel nostro ritrovarci.
Questo era quello che pensavo…
<<
PAPÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀ!
>> un urlo straziante squarciò l’aria.
Un urlo di dolore…
E non saprei dire quanto tempo impiegai a comprendere quello che stava
succedendo. Probabilmente non avrei mai potuto capirlo non facendo nulla.
Continuando a stare ferma. Ma era come se fossi congelata , non potevo
muovermi. Avevo le gambe paralizzate ed Edward mi fissava altrettanto
terrorizzato e confuso.
Mi sembrò che fossero passate ore ma in realtà erano solo pochi
secondi. Pochissimi secondi…
Edward fu più lucido di me e per fortuna gli bastò un attimo, il tempo
di sentire un altro rumore – un nuovo urlo – per catapultarsi al piano di sotto
seguito da me.
<< PA-PAPÀÀÀÀ… >> non erano più urla , era un pianto
disperato.
Incominciai a tremare , non essendo preparata a quello che mi trovai
davanti…
Mi si gelò il sangue nelle vene…
Se non fosse stato per Edward , se non fosse arrivato prima di me e si
fosse messo in mezzo probabilmente domani avremmo tutti assistito ad un
funerale…
Presi fiato per urlare a mia volta e poi tutto accadde molto
velocemente. Troppo velocemente.
Così di fretta che non serviva più che io urlassi, ma ciò non avrebbe
placato la mia ira…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** *..papà..* ***
CAPITOLO 28 ..papà..
*Ciao.... eccomi qui due giorni prima... contente? =) eh niente , questa volta ci si legge sotto, un bacio*
*
*
*
*
*
Ancora non capivo cosa realmente fosse successo , ma soprattutto come?
Emmett era a terra , steso da un pugno –in piena faccia- di Edward.
Tutti gli altri erano intorno , Carlisle , Esme ed Alice. Nessuno si azzardava
a dire niente e nessuno muoveva un solo muscolo , in un’altra circostanza tutti
sarebbero andati addosso ad Edward , ma questa volta no.
Non se l’attenzione veniva posata su Robert, no , perché se lo facevi
e vedevi quel bambino , quell’angioletto attaccato ad un gamba di Edward ,
tremante e scosso in preda ai singhiozzi , non potevi che voler dare anche tu
la tua parte.
Il tempo di riprendere lucidità, le varie voci concitate si
mischiarono ma io non riuscii nemmeno a distinguerle , troppo frastornata.
Mi gettai in ginocchio tra le gambe di Edward per prendere il mio
piccolo e cullarlo.
Non voleva e si teneva attaccato ai Jeans ma lo forzai , dovevo
portarlo via , non volevo assistesse e dovevo sapere che diamine succedeva.
Non feci nemmeno un passo che Esme mi comparve alle spalle.
<< Lasciamelo, gli faccio un bagno e lo calmo… >> non
volevo separarmi da lui ma accettai lo stesso.
<< Grazie >> scosso com’era non si oppose nemmeno.
Probabilmente non le diedi nemmeno il tempo di raggiungere il piano
superiore che mi fiondai su quel cretino seduto a terra, solo che non ci arrivai.
<< LASCAMI! Io lo ammazzo! Lo ammazzo! Lasciami… >> urlavo
ma Edward non accennava a mollarmi ed ogni mio sforzo era inutile, era come se
fossi legata.
<< Lasciala Edward , lasciala così lo ammazza… >> lo
incitava Alice , ma lui non cedeva.
<< Basta! calmati… basta, ho già dato io… >> mi avvolse con
le sue braccia e mi sussurrò all’orecchio.
<< Hai dato che? Non vedi che è ancora vivo? >>
piagnucolai. << Che cazzo hai in testa eh? >> questa volta mi
rivolsi a quel cretino che mi trovavo come cognato e a cui purtroppo avevo
imparato a volere bene. Non rispondeva…
<< Come hai potuto? È un bambino, solo un bambino… >> non
riuscivo a comprenderlo.
Carlisle si avvicinò al figlio , forse per vedere cosa avesse.
Fu un attimo , il suo primo movimento, si girò verso la porta e
riversò tutto ciò che aveva nello stomaco sul pavimento. Mi voltai anch’io. Non
potevo guardare.
<< Hai bevuto? Emmett hai bevuto? Ma che cavolo hai in testa?
Quanti anni, hai quindici? >> era parecchio arrabbiato. Ancora silenzio,
si leggeva in faccia che capiva… e forse lo voleva, voleva che lo
disprezzassimo , come se si rendesse conto di meritarlo , e lo meritava eccome…
<< Papà portalo in ospedale. Puzza di alcool e fumo , non che
non si meriti di stare male ma almeno eviteremo questo scempio… >> parlò
Edward per la seconda volta.
<< Si okay. Alzati… >> prese il figlio per un braccio e lo
condusse fuori.
<< Perché mi hai fermata? Lo volevo ammazzare! >> mi
lamentai una volta libera dalla morsa di Edward.
<< Perché ho già fatto io , non vedi che non si regge in piedi? È
completamente ubriaco , non credo si sia reso conto di cosa ha fatto. >>
cosa?
<< Non si è reso conto? Lo stai giustificando? >>
<< Ma secondo te se volevo giustificarlo lo prendevo a pugni?
Non l’ho mai visto così… Ali , che è successo? Sai niente? E… Che cavolo hai al
braccio? >> e per la prima volta da quando ero scesa puntai il mio
sguardo su di lei.
<< Ah niente… >> sminuì.
<< Ali che hai? Ti ha fatto del male? >> chiesi allarmata
notando l’arrossamento al braccio destro che evidentemente aveva attirato l’attenzione
di Edward.
<< No. Non l’ha fatto apposta. Mi sono messa in mezzo e con una
spintarella sono finita contro il muro… >> perché se un secondo fa tutti
volevano picchiarlo adesso sembravano compatirlo?
<< Ma perché? Perché l’ha fatto? >> l’unica cosa che mi
interessasse.
<< Ieri sera ha litigato con Rose, si sono lasciati. L’ha vista
alla casetta con un altro… >> Oh. Edward si irrigidì un attimo prima che
lei riprendesse il discorso. << Non che questo lo giustifichi , ma… Non è
tornato ieri notte. Veramente è arrivato poco fa… non so cosa abbia fatto tutta
la notte e la mattinata in giro ma onestamente non lo voglio sapere. Credevo
fosse da lei a chiarire, evidentemente mi sbagliavo… >> ma in tutto
questo , di cui forse un po’ mi dispiaceva, cosa centrava Rob?
<< Perché se l’è presa con lui? Ho fatto solo in tempo a vedere
che lo teneva per un braccio mentre urlava >> rabbrividii al ricordo ed
Edward con me.
<< Non so. Non glia ha fatto niente. Deve essersi svegliato e
quando l’ha sentito e corso sotto per giocare. Forse ha insistito e Emm non era
in vena. Mi aveva già detto che aveva un forte mal di testa… >> si prese
il viso fra le mani e poi continuò << Non ragionava… gli ha detto di
lasciarlo stare , di non insistere. Lo sai no? il piccolo non era abituato ,
poi io ero con lui cercavo di convincere Emm a giocarci. Poi Rob gli ha detto
che sarebbe andato da Edward… beh lì non c’ha più visto. Si è messo a urlare
che tutti scelgono sempre un altro… che non era giusto che non lo chiamasse zio
, che doveva smetterla di dire Eddy -come se fosse speciale , più importante,
come se avessero un legame tutto loro, qualcosa che lui non comprendeva e di
cui non poteva farne parte- ma doveva chiamarlo zio Eddy… oh sono stupidaggini.
Non ragionava… sai che lo adora. È geloso
che lui adori Edward ed era un momento delicato… il tuo ometto ha un bel
coraggio, gli ha detto che è il suo
Edward e lo chiama come vuole… qui mi sono messa in mezzo , perché l’ho visto
scattare, poi si è imbestialito e l’ha preso per un braccio… i miei erano in cucina,
si sono avvicinati sentendo le urla , ma Edward è stato più veloce… >>
gli accarezzai l’avambraccio.
<< Non oso immaginare se non fossi arrivato in tempo. >>
lo ringrazia con lo sguardo.
<< Ma sono arrivato quindi ora calmati… non è successo niente
>>
<< Non avrebbe dovuto farlo. È un bambino… anche se sta
soffrendo non dovrebbe arrivare a un punto di non ritorno , dovrebbe sapersi
fermare. Questo non è mio fratello >> disse mortificata ed arrabbiata
Alice, nel frattempo si mise a pulire il disastro dell’entrata. Io non ce
l’avrei fatta se l’avessi aiutata.
<< Adesso è tutto okay… sistemiamo tutto >> mi cullava
tenendomi tra le braccia , sapeva che se mi avesse mollata sarei crollata.
<< Grazie… >> fu tutto ciò che dissi.
Edward teneva le mani sul mio ventre abbracciandomi da dietro col
mento appoggiato sulla mia spalla destra.
<< Tu… tu… >> ma non continuò.
<< Io? >>
<< Tu… tu hai detto che Rob non sa chi è il padre vero? >>
mi chiese un po’ imbarazzato.
<< No, non lo sa… >> non capivo dove volesse arrivare , ma
non era il momento adatto per chiarirgli le idee.
<< Allora perché l’ha chiamato? >> Ah? Cosa?
<< Come scusa? Ma che dici… >> Rob , non sapeva nemmeno
quale fosse il nome , era impossibile che l’avesse chiamato.
<< Quando ha urlato , ha detto “papà”. Ha chiamato lui… >>
Era vero. L’avevo dimenticato. Troppo sconvolta dall’accaduto non vi avevo
prestato la giusta attenzione. Mi era sembrato così strano, così impossibile.
Non aveva mai chiamato nessuno così…
<< No, io credo che stesse chiamando te… >> gli dissi la
verità , nonostante avessi paura. Paura che non fosse qualcosa di bello come
invece lo era per me. Lui era il papà ed era giusto che lo dicesse a lui la
prima volta e la cosa più bella era che non l’aveva detto perché ero stata io a
spingerlo o perché sapeva che era Edward il papà, ma perché lo sentiva , perché
nel momento del bisogno aveva capito di poter contare su di lui. Sorprendendomi
mi sorrise , un sorriso vero e sincero e prima che potesse aggiungere anche una
piccola cosa fummo interrotti , come
sempre.
<< BELLA! >> era Esme, mi affaccia alla scala preoccupata.
<< Che succede? >> chiedemmo entrambi all’unisono.
<< Sali per favore… non vuole uscire >>
Ci precipitammo al piano superiore e in un attimo arrivammo mano nella
mano al bagno.
<< Se hai bisogno chiama, ma credo voglia te >> si congedò
Esme.
<< Certo e grazie >> mi fece una carezza e se ne andò ,
lasciandoci soli.
<< Forse è meglio se resto fuori… >>
<< Ma che dici? Perché? >> perché doveva sempre farsi
mille paranoie?
<< Credo che voglia solo te… tu sei la mamma >> Oh.
<< Veramente non ha chiamato me prima, ha chiamato il papà,
quindi ‘sta zitto ed entra con me >> gli strinsi la mano e lo trascinai
con forza all’interno.
Il piccolo era dentro la vasca immobile a fissare un punto indefinito.
Povero bimbo. Corsi da lui per portarlo fuori.
<< Amore… usciamo? >> non rispose. Scosse la testa in
senso di diniego.
<< Dai. Ci mettiamo nel lettone e guardiamo la tivù… >> gli
accarezzavo dolcemente la schiena nel vano tentativo di calmarlo , ma, ancora
niente, non ne voleva sapere. Nemmeno mi guardava.
<< Ti giuro che non scendiamo nemmeno sotto se non vuoi. Ce ne
stiamo nel lettone… mangiamo su se non vuoi scendere >> forse temeva di
incontrare Emmett. Ma niente… ed io mi stavo preoccupando.
<< Non vuoi venire con la mamma? Stiamo soli soletti… >> e
per la prima volta alzò il suo sguardo triste per puntarlo su Edward. Non
voleva che stessimo soli , voleva che stessimo tutti e tre insieme. E forse non
era solo di Emmett che aveva paura , ma anche di Edward , della sua reazione.
<< Ehi… piccolo. Vengo anche io con voi e ci guardiamo la tivù.
Ti va? >> ma non rispondeva nemmeno a lui , ma almeno lo fissava. Edward
sembrava aver capito subito quale fosse almeno una parte del problema.
<< Non ci vieni con Eddy? Vado a prendere le pizze e ci
guardiamo un bel cartone… >> si vedeva che non stava nella pelle all’idea
di passare del tempo tutti e tre insieme , ma aveva paura , paura di ciò che
aveva detto in un momento di puro terrore. Non poteva sapere che Edward invece
ne era felice…
<< Piccolo… vieni con papà?
>> Cosa? Con papà…
L’aveva detto davvero? Lo sentiva?
Quella parola tanto temuta bastò a risvegliarlo dal suo stato di
catatonia. Si riaccese a sentirglielo dire. Annuì energicamente , felice e
parlò per la prima volta << Si >> ed io ero sconcertata e invece
loro si erano improvvisamente ritrovati.
Non so nemmeno come ci fossi arrivata , ma eravamo nella nostra stanza…
Tutti e tre. Edward stava facendo indossare il sotto del pigiamino al
mio bimbo che sembrava aver ritrovato un equilibrio ed io li guardavo
innamorata…
<< E questa? >> oh cavolo…
Guardava parecchio interessato la voglia. Uff , non era così che
avrebbe dovuto saperlo. Dovevo essere io a dirglielo… volevo essere io a farlo. Oltretutto c’era Rob , non potevo adesso.
<< Mm ecco… si è una voglia… >> ti prego Ed non dire nulla
in sua presenza.
<< Lo vedo. È bella… è a forma di cuore. È la prima volta che ne
vedo una così… >> ah?
<< Ma sei scemo? >> le parole uscirono dalla mia bocca
involontariamente.
<< Perché? Non è colpa mia… ehi! Non è qualcosa che si vede
tutti i giorni… >> ma che… ?
<< No hai ragione. Ricordami di spiegartelo un giorno , davvero…
>> mi guardava sconcertato e non capiva davvero. Mah. Si concentrò su
altro , finendo di sistemare il mio angioletto.
<< Pronti! Vado a prendere le pizze e torno… ciao >> baciò me e Rob sulla testa e si
avviò alla porta.
Ma mentre camminava con un’eleganza degna di un modello si ritrovò col
sedere per terra… bastarono due paroline a farlo crollare. O forse fu solo
l’ultima.
<< Ciao… papà >>
papà…
*
*
*
*
*
*Oh... ciao! =) come va? grazie per essere arrivate fin qui... vi piace
questo capitolo? io lo adoro letteralmente... *.*... è uno dei
miei preferiti.. e anche se c'è ancora molto da dire mi commuovo
sola... u.u so che non vi aspettavate ciò che è
successo... i colpi di scena non mancheranno ma come potete
vedere si risolveranno in fretta... e poi non rallenteranno lo
svelamento della verità ma ne dimezzeranno i tempi... se non
fosse uccesso questo spiacevole episodio Rob probabilmente a mente
lucida non l'avrebbe chiamato papà tanto presto... e niente
dai... =) grazie di tutto.... se vi va lasciatemi una recensione... =)
a presto... anche se ritorneremo con gli aggiornamenti della domenica ,
eccetto dopodomani che non ci sarà visto che è
venerdì... un bacione.. godetevi l'estate=) vi adoro...
piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** *..momenti per noi..* ***
CAPITOLO 30 ..momenti per noi..
*Ciaooooo.... ci leggiamo sotto questa volta =P*
*
*
*
*
*
Cercavo di non ridere ma mi risultava impossibile. Sapevo che forse mi
sarei dovuta commuovere e poi scoppiare a piangere , ma la scena era troppo
divertente.
Edward si alzò di scatto e mi fissò come se cercasse conferma in
quello che aveva sentito. Bastò un cenno –il mio annuire impercettibilmente-
per convincerlo a muoversi. Aveva gli occhi lucidi…
E sembrava… felice? In poco tempo anche i miei occhi si velarono di
lacrime…
Corse da lui , lo sollevò in piedi sul letto e lo strinse a sé. Incominciarono
a girare in tondo mentre gli baciava la testa e Rob rideva di gusto.
Non smettevano. Si sarebbero sentiti male…
<< Ehi e la pizza? >> cercai di distrarlo.
Si fermarono di colpo. << Giusto! Uff tu si che sai come
rovinare un momento… >> Ma cosa mi toccava sentire…
<< Si certo. Muoviti che si è fatta sera >> lo schernii un
po’.
<< Ah ah ah… toro subito >> posò il mio bambolotto sul
letto e si fiondò al piano di sotto.
Dovevo approfittare di questi attimi da soli. Non per le verità , sia
perché prima avrei voluto dirlo ad Edward e sia perché prima volevo tastare il
terreno , anche se ero certa ne sarebbe stato felice , ma ero preoccupata
all’idea che se la prendesse con me per averglielo taciuto e con lui per averlo
abbandonato…
Ma avevo anche qualche altra questione da affrontare, non potevamo
certo stare chiusi in camera fino a Natale. Anche se soli soletti noi tre…
<< Amore… Emmett non è cattivo lo sai vero? >> per quanto
lo odiassi in questo momento non potevo permettere che fosse lo stesso per Rob.
Era lo zio , sul serio, e in un modo o nell’altro se Rob fosse riuscito a perdonarlo
, beh , forse avrei potuto farlo anche io e un giorno forse mi sarebbe passata.
<< Si… >> rispose troppo in fretta.
<< Davvero? >>
<< Mm… Ha fatto male a zia. >> Mai toccare Alice davanti a
lui.
<< Sai non l’ha vista… non le avrebbe mai fatto del male
>> tentai di convincerlo.
<< Si ma… mamma ha detto cose bruttissime. M-mi ha fatto paura…
e io lo guardavo e non era Emmett… non era… non era lo z-zio. >> e come
biasimarlo? Un giorno avrebbe capito.
<< Sai sta male… ha litigato con Rosalie. Quando sarai grande
capirai… >> e sperai con tutto il cuore che non dovesse mai affrontare
nulla di simile.
<< Si ma… io quando sono arrabbiato non me la prendo con gli
altri… >> mi spuntò un timido sorriso. Quando mai era arrabbiato il mio
angelo?
<< Hai ragione. Ma tutti possono sbagliare… e poi è arrivato Edward , hai visto? >>
eccolo balzare in piedi sul letto.
<< Ma hai visto? È stato velocissimo e l’ha buttato a tella… a
te-terra >> si corresse da solo.
<< Si… ma non c’era bisogno. Lo sai che le mani non si alzano…
>> volevo che questo fosse chiaro.
<< Veramente ha cominciato zio… >> eravamo ritornati a zio quindi forse non era tutto perso.
<< Ma , mamy… L’ha steso, e zio è davvero grosso… >> modalità orgoglio infinito verso il padre :
ON.
<< Si amore ho visto… e tu sei contento che Edward ti ha difeso?
>> bene , ora bisogna affrontare delicatamente l’argomento papà.
<< Certo! L’ho chiamato io… >> l’ultima frase la sussurrò
appena.
Lo presi e lo feci accomodare sulla mia pancia. << Si amore… ho
sentito sai? >>
<< Mamma… a te non importa vero? >>
<< Cosa? >> anche se qualche idea l’avevo.
<< Che lo chiamo papà… >> mai avrei creduto che si
preoccupasse di questo.
<< Ma amore… lui è il tuo
Edward. Lo puoi chiamare come vuoi >>
<< Ma… lui… Ed-dwar… ti ha det-to niente? >> ecco che
ritornava la paura , nonostante l’avesse rassicurato lui stesso.
<< Si. Mi ha detto che è contento… >> ok non me l’aveva
detto ma era come se l’avesse fatto.
<< Davvero? >>
<< Certo amore… lui ci sarà per te. Sempre! Quando lo vorrai ti
basterà chiamare… >>
<< A chi basterà chiamare chi? >> e da dove era spuntato?
<< A nessuno… >> sorrisi falsamente
<< Si certo come no. Beh dove metto tutto? >> Aveva tra le
mani , tre Dvd e sei confezioni di pizze. Ma aveva qualche disturbo? Era
decisamente megalomane. Decisi
comunque di accertarmene.
<< Edward soffri per cosa di Megalomania?
>> e nel dirlo scoppiai a ridere.
<< Di Mega… che cosa? >> chiese seriamente interessato.
<< Megalomania. Edward
è ovvio… >> e lui capì che lo stavo prendendo per i fondelli.
<< Bella mi prendi per il cu… >> il mio sguardo omicida lo
fece desistere dal continuare. << In giro? Non sai nemmeno cosa significa
>>
<< Certo che lo so. È la malattia di chi non riesce a
controllarsi , fa tutto in grande, appunto : Megalomane >> dissi
orgogliosa di me stessa.
<< Sei sicura che si chiami così? >>
<< Mm… certo! >> per niente in realtà.
<< Vado a prendere l’enciclopedia medica? >> Uff.
<< NO! Non fa niente… quante pizze hai preso? Io e Rob ne
mangiamo si e no una insieme >> cercai di deconcentrarlo.
<< Infatti tre sono le mie >> Megalomane e ingordo.
<< O-okay. E tutti quei film? >>
<< Il re leone
>> Oh erano vent’anni che non lo vedevo.
<< Io non l’ho mai visto! >> intervenne entusiasta il mio
bimbo.
<< Io mi chiedo come sia cresciuto su così bene… piccolo questo
non può mancare , è il mio preferito ed alla base della crescita di tutti i
Cullen >> beh il mio amore era un vero Cullen, ma fui felice del fatto che lo ritenesse tale anche senza
averne la certezza.
<< E hai preso solo il re leone? >> ne mancavano ancora
due.
<< Si. Cioè no… il re
leone uno , il re leone due e il re
leone tre >> Megalomane.
<< Okay. Vado a prendere una tovaglia per mangiare. Vai mettendo
il Dvd nel lettore… >>
<< Sissignora >> rispose il cadetto.
Uscì dalla stanza e mi sentii subito strattonare per un braccio.
<< Alice! >> ma che… << Che fai mi spii? >>
<< Ma che sei scema? No , ti aspettavo. E… glielo dirai?
>> chiese emozionata.
<< Mm… SI! >> e mi saltò addosso.
<< Adesso? >> oh non si accontentava mai.
<< Mi piacerebbe ma c’è Robert. Appena troveremo un attimo per
noi. Ormai non vedo l’ora… >> non stavo nella pelle. Volevo dirglielo.
<< Siiiii! Ah , trova il modo ti prego. Emmett è in ospedale con
papà… lo dimettono tra due giorni , per
controllo hanno detto ma sono certa che papà abbia insistito affinché stia
lontano da casa qualche giorno e si schiarisca le idee… noi domani mattina
usciamo a fare compere e potremmo portare Rob con noi. >> mm poteva
andare.
<< Okay. Poi vediamo. Mi dai una tovaglia? >> sicuramente
Edward le aveva detto che avremmo pranzato in camera e infatti non fece alcuna
domanda e mi diede ciò che le avevo chiesto. << Grazie my dwarf >>
<< My… che? >> mia nana?
<< Niente. Grazie mia cara… >> e me ne andai , non prima
però di averle schioccato un bacio sulla guancia e averle fatto la linguaccia.
Era la mia migliore amica e se non fosse stato per lei –involontariamente
ovviamente- non sarei qui. Qui a ricostruire –se possibile- la mia famiglia.
Ma quando arrivai alla porta non entrai : stavano parlando. Sapevo che
non avrei dovuto origliare , ma non potei farne a meno. Riuscivo a sentire
perfettamente grazie alla porta che avevo lasciata socchiusa.
<< Rob metti la custodia sul tavolino per favore? Ma quanto
vuole la mamma? >> oh, la mamma.
<< Okay. Ed… ? >> lo chiamò e potevo immaginarlo grattarsi
la nuca imbarazzato.
<< Dimmi piccolo >> rispose troppo in fretta. Non aveva
ancora capito che stava per affrontare un argomento delicato e che un po’ lo
preoccupava, io invece, lo sapevo bene.
<< Po-posso chiamarti… papà?
>> inevitabilmente calde lacrime scesero dai miei occhi , quanto avrei voluto
essere lì con loro , ma era il loro momento.
E se prima potevo immaginare Robert grattarsi
la nuca in imbarazzo adesso potevo immaginare lo stesso di Edward.
<< Ma certo. Tu sei il mio
bambino >> e parole più belle e più dolci non avrebbe potuto dirgli.
Non c’era stato per tanto tempo , era vero. Ma non potevo certo dire
che non stesse recuperando in modo impeccabile… tutto il contrario , era perfetto.
Rientrai in tempo per vederli insieme sul letto , stretti in uno di
quegli abbracci che solo padre e figlio sono capace di donare l’uno all’altro.
Uno di quegli abbracci che per tanto tempo aveva potuto scambiare solo con me.
Ma non potevo esserne gelosa. Quello era il suo posto…
<< Oh chi si vede… >> mi schernì il Megalomane.
<< Ah ah. Su mangiamo va’… >> guardai l’ora ed erano le
tre del pomeriggio. << Mm diciamo che questa è ormai una colazione…
>>
<< Ancora dopo cinque anni tu non sai la differenza tra
colazione e merenda , Bella? >> mi chiese sconvolto. Oh cavolo!
<< Certo che lo so… mi sono solo confusa >> mm, bugia!
<< Non è vero si confonde sempre… >> disse il mio ometto
nell’orecchio ad Edward che scoppiò a ridere.
<< Hei tu , guarda che ti ho sentito. >> Traditore.
<< Mamma, lo sai che Simba ha uno zio cattivo? >> cambiò
argomento e lo lasciai fare. Ma un attimo… come diavolo faceva a saperlo?
<< Ehi ehi , che gli hai raccontato il cartone? >>
<< NO! Gli stavo spiegando una cosa… >> mm e cosa?
<< Si , sai mamma, Scar è cattivo ma perché è geloso del
fratello, Mula Mufala… >> tentennò.
<< Mufasa >>
<< Ecco si… poi torna buono però… >> veramente non mi
sembrava proprio.
<< Ma chi te l’ha detto? >> la mia domanda non era rivolta
a lui ovviamente , ma a qualcuno la cui memoria perdeva qualche colpo.
<< Me l’ha detto papà… >> Me l’ha detto papà. Feci mentalmente il verso , ma in realtà ne ero
più che felice. Mi bastò guardarlo e vederlo sollevare la spalle per capire.
La sua memoria non aveva alcun problema. Il suo era un modo per
rendergli tutto più semplice.
Scar era Emmett. Lo zio cattivo che feriva il nipotino , ma che in
realtà era buono. Ma quanto era dolce?
<< Si amore scusa è vero. Anche se non lo fanno vedere , si sa
che poi è Scar a sistemare tutto >> azzardai e per fortuna annuì felice.
Mimai un grazie ad Edward
che mi sorrise complice e mangiammo davanti alla tivù.
Prima di passare al secondo film dovemmo riguardare il primo tre
volte. Non si stancava mai , sapeva quasi le battute a memoria. Forse se lo
avessimo visto da soli sarebbe andata diversamente , anzi , sicuramente.
Avrebbe associato la morte di Mufasa all’assenza del padre. Si sarebbe
identificato nel povero cucciolo , Simba, solo. Invece non faceva altro che
guardare Edward orgoglioso ed entusiasta di averlo accanto. Io non facevo che
piangere , ma riuscivo ad ingannare Rob col dispiacere per il cucciolo. Non
riuscivo ad ingannare Edward invece…
Non faceva altro che accarezzarmi e sorridermi.
Verso le otto , stavamo guardando il secondo ed Edward si assentò per
portare la cena –McDonalds , ma da domani saremmo tornati a cibo normale e
salutare- e inutile dire che dovemmo fare pausa e aspettare il suo ritorno ,
come se non lo conoscesse a memoria. Ma Rob voleva condividere ogni istate con
lui.
Alle undici non avevamo ancora visto il terzo. La storia del primo si
era ripetuta anche per il secondo.
<< Beh questo lo vedremo domani… >> non si opposero, stanchi morti.
<< Allora campione , qual è il tuo personaggio preferito?
>> io ormai dormivo in piedi e andai a fare una doccia veloce e mettere
un top e un pantaloncino , ma li sentivo perfettamente.
<< Beh… Zazu. Però anche Timon… e Pumbaa e Kovu… >> cercai
di trattenermi dal ridere al contrario di Edward che scoppiò in una fragorosa
risata.
<< Ma ti piacciono tutti >>
<< Si però… >> il resto mi risultò ovattato e disturbato
dallo scroscio dell’acqua , ma non mi preoccupai , ero tranquilla.
Quando ebbi finito li ritrovai docciati sul letto , pronti per
dormire. Edward aveva fatto indossare l’altro sotto del pigiama a Rob –visto
che aveva passato la giornata in pigiama- e lo stesso aveva fatto lui. Mm a
petto nudo…
<< Va bene… domani porto la colazione… >> Edward stava per
salutarci e non potei evitare al mio cuore di intristirsi.
<< No , aspetta. Mami… papà, può dormire con noi? Solo per oggi…
dai… >> Ma anche tutti i giorni amore mio. Come avrei mai potuto –se
anche il mio cuore non si fosse rianimato a quelle parole- negare una tale
gioia a quegli occhioni da cucciolo? Non avrei mai potuto.
<< Ma certo… se lui è d’accordo >> non volevo che
prendesse l’abitudine di decidere per tutti senza chiedere.
<< Papà? >> ogni volta che entrambi sentivamo quella
parola , ci si illuminavano gli occhi.
<< Certo… però ora tutti
a nanna , buonanotte >> Oh quanta fretta, doveva essere stanchissimo.
<< Buonanotte >> rispondemmo all’unisono io e Robert.
Ci mettemmo nel lettone, col piccolo nel mezzo ovviamente, che in un
attimo si addormentò, sfinito.
Edward mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Il ricongiungersi
delle nostre labbra era qualcosa a cui non avrei saputo mai rinunciare, e capii
per avesse insistito per andare subito a letto , per concederci qualche attimo
da soli… ma non adesso!
<< Ehi… mi sei mancato , ma… >> bastò che guardassi tra di
noi perché capisse.
<< Lo so. Ma… mi mancavi anche tu. >> era strano
pronunciare e sentire determinate cose , eppure era così spontaneo.
<< Buonanotte Bella… >> e chiuse la luce accendendo quella
baby.
Poi mi prese la mano e la pose su nostro
figlio.
<< Buonanotte Ed… >> e mi schioccò un bacio sulle labbra
prima di accasciarsi sul divano.
Ci guardammo al chiarore della fioca lucina azzurra finché ormai
esausto non chiuse gli occhi.
<< Grazie Ed… >>
<< Mm, mm >> non ero nemmeno certa che capisse.
<< Dormi? >> del resto , continuava a tenermi per mano.
<< Mm, mm >> mi scappò una risatina e sapevo che avrei
dovuto lasciarlo dormire , ma una cosa glielo volevo dire.
<< Ed… sei pronto a diventare papà? >>
*
*
*
*
*
*Ciaoooo! come state?? tutto bene? ecco il nuovo capitolo.... e mi sa
che ci siamo =). è stato davvero un parto... so che non accade
molto ma dovevano pur passare un momento tutti e tre insieme , no?
eccolo qui. spero vi sia piaciuto. che ne dite del nuovo Edward? a me
piace tantissimo.... e niente ci vediamo al prossimo con la
verità.... chissà chissà... un bacione ,
piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** *..la verità..* ***
CAPITOLO 31 ..la verità..
*.... ci leggiamo sotto...*
*
*
*
*
*
Ero sveglia da un po’ , ma non avevo la minima intenzione di muovermi.
Sia perché era troppo presto –mancava qualche minuto alle otto- sia perché non
avevo nessuna intenzione di far scoppiare la mia bolla personale. Stavo troppo
bene , con l’amore della mia vita a stringermi per mano , mentre accoglievamo
in un unico abbraccio il frutto del nostro amore , forse non troppo lontano.
Poi , Edward era un sogno mentre dormiva…
I capelli scompigliati –come sempre, del resto- adagiati sul cuscino
soffice schiacciato sotto il peso del suo viso. L’azzurrino del cotone faceva
risaltare il rame dei capelli e quei riflessi biondi che si potevano vedere
grazie alla leggera luce che filtrava dalla tenda oltre alla sua pelle chiara.
Aveva il volto rilassato , avvolto in un’aura di pace e mistero. Cosa
dirai Edward , quando saprai?
La bocca leggermente socchiusa , mi permetteva di sentire il rumore
del suo respiro regolare.
Gli passai una mano sul viso in una dolce carezza e potei sentire un
accenno di barba. Sapevo che non si sarebbe svegliato , sia lui che Rob avevano
un sonno pesantissimo.
Sembrava così sereno , così rilassato , così… felice? E forse lo era
davvero. Ma… lo sarebbe stato anche dopo?
<< BUONGIORNO! >> Ma che… ?Balzammo tutti e tre a sedere
sul letto. I miei due uomini leggermente spaesati. Oh Alice , Alice… non arriverai
a sposare quel povero ragazzo che ti trovi accanto che ci guarda con aria
mortificata.
<< Ma che cazzo ti urli? >> Mr educazione non era proprio
di ottimo umore. E non si riscosse nemmeno dopo il mio colpo al braccio.
<< Non sapevo fossi qui… >> Oddio che vergogna, solo ora
mi rendevo conto di quanto tutto potesse sembrare equivocabile agli occhi di
chi non sapeva , come Jasper. Mi coprii il volto con il lenzuolo mortificata ,
desiderando di sparire.
<< Che vuoi? >> mm , eravamo passati da Mr educazione a Mr
gentilezza , anche se quella nana non ne meritava di certo. Erano le otto del
mattino , per la miseria! Uscii dal mio nascondiglio, decisa a calmare e acque.
Il mio piccolo aveva gli occhi spalancati e alternava lo sguardo stralunato da
un ospite all’altro, ci sarebbero voluti un dieci minuti prima che si
risvegliasse completamente.
<< Niente , usciamo a fare spese… >>
<< E pensi che io voglia fare shopping? >> Da annotare ,
mai svegliare Edward Cullen prima delle undici del mattino.
<< No. Non ti vorrei nemmeno per reggermi le borse. Volevamo
portare Rob con noi. >> e guardò me , che in quel momento ricordai…
cavolo! Avrei dovuto preparalo , rendergli tutto più bello e emozionante e non
noioso come lo stava facendo sembrare Alice , non avrebbe mai accettato.
Mi voltai per osservare la sua espressione e più che essere emozionato
era come preoccupato di riservare una delusione alla zia. Per fortuna Jazz
salvò la situazione.
<< Ehi Rob , ci vieni? Io e te lasciamo la pazza a fare compere
e ce ne andiamo a giocare al minigolf? >> ecco forse così…
<< Mm… >> ci stava pensando , ma avrebbe detto di si.
<< E poi quando avrete finito ce ne andiamo al Luna Park e ci
prendiamo la stanza nell’albergo interno? Mm? Ti va? >> ecco Alice doveva
sempre esagerare e il mio sguardo inceneritore non la intimorì per niente. Ma
perché? La Megalomania doveva essere una malattia congenita o forse una
prerogativa dei fratelli Cullen , non ne ero certa.
<< Si! si si si… posso? Posso? >> guardò alternativamente
Edward e me, il papà e la mamma, ed entrambi ci trovammo in accordo perfetto.
<< Si , certo >> fu la nostra risposta all’unisono.
E in nemmeno cinque minuti il mio bimbo era pronto , con tanto di
borsone col cambio per la notte. Lo abbraccia forte prima di lasciarlo andare,
sarebbe stata la prima notte che non avremmo trascorso insieme e mi sarebbe
mancato da morire , ma c’era qualcun altro che meritava la mia attenzione in
questo momento.
Non fecero nemmeno in tempo ad uscire dalla stanza che Edward si
fiondò sulle mie labbra con urgenza , con passione e… amore?
Non riuscivo a resistergli. Intreccia le mie dita ai suoi capelli
mentre lui si intrufolò sotto le coperte fra le mie gambe schiacciandomi sul
letto. Ma non dovevamo parlare?
<< Ed? >> cercai di distrarlo quando si staccò per
riprendere aria.
<< Mm? >> non mi prestava l’attenzione che cercavo , non a
quella parte del mio corpo almeno.
<< Dobbiamo parlare… >> solitamente erano queste le
paroline che attiravano l’attenzione di ogni ragazzo , no?
<< Adesso? Dopo no , eh? >> come se non volessi stare qui
con lui a rilassarmi anche io.
<< Adesso , si! Su alzati e vestiti! >> non avrei
resistito un altro minuto ad averlo nel mio letto a petto nudo.
<< Vestirmi? Perché? Dobbiamo uscire per parlare? >> Ecco
a voi , Mr Pigrizia.
<< Veramente non lo so… portami da qualche parte >>
proposi. E… non l’avessi mai fatto.
<< Soli? >>
<< SI! >> sbuffai e potei vedere il suo sguardo accendersi
maliziosamente. << Preferirei che
fossimo da soli a parlare… >>
<< Ah… ok , cinque minuti e sono qui >>
Mi precipitai anche io in bagno , una doccia veloce e mi diressi
direttamente nella cabina armadio. Indossai un topo arancione con degli inserti
bianchi , degli shorts di jeans e le mie adorate Nike Blazer arancioni e quando
uscii di lì , lo trovai sdraiato sul letto ad attendermi.
<< Cosa non avevi capito di “cinque minuti” ? >> chiese
fintamente annoiato ma non riuscì a nascondere il suo solito sorriso sghembo.
<< Il “cinque” , sai per me significa sempre dieci >> e
gli feci una bella linguaccia , conscia della stupidità della mia risposta.
<< Ah dieci eh? Non si direbbe… dai sei pronta? >> mi
squadrò completamente << E quelle cose orrende dove le hai prese?
>>
Guardai istintivamente nella direzione del suo sguardo : i miei piedi.
<< Ehi non criticare la mie scarpe. >>
<< Quelle sono un insulto a tutte le scarpe… >> stavo per
replicare quando notai il suo di abbigliamento. Indossava una t-shirt blu su
dei jeans bianchi e anche lui aveva ai piedi le Nike Blazer , dovette
accorgersene perché mi precedette nel rispondere.
<< Mi riferisco al colore… >> le sue erano blu.
<< Non è colpa mia. Non le ho trovate… >> mi lagnai.
<< Eh… chi cerca trova Bella >> mi prendeva in giro?
<< Dove mi porti? >> cambiai argomento.
<< Mm… al mare? Ti va? >> certo , mi andava eccome.
<< Devo prendere il costume? >> anche se con lui in
costume non avrei di certo resistito e addio bel discorso , ma al momento non
m’importava.
<< Se ti vuoi prendere un malanno. Bella è inverno. Anche se
l’aria è calda , l’acqua sarà comunque congelata >> Giusto!
<< Ok… >>
Mi prese per mano – resistendo ai miei vani tentativi di fargli
mollare la presa- e ci dirigemmo al piano di sotto. Per fortuna non c’era
nessuno , non ero pronta a dare spiegazioni su ciò che eravamo , quando ancora
non lo sapevo nemmeno io.
<< Ma… di cosa dobbiamo parlare? >> ecco che ritornava
prepotente il bambino che era in lui con le sue domande.
<< Eh… quando arriviamo capirai >> avevo messo in borsa
tutto l’occorrente per la verità , c’erano tante cose che avrei voluto
mostrargli.
<< Ma… è importante? >> ma che domanda era?
<< Certo! >> e se per tutto il tempo da quando gli avevo
detto che dovevamo parlare era stato tranquillo adesso sembrava agitatissimo.
Non fece nemmeno il suo rituale con i Plasmon e si accontentò di un semplice
caffè come il mio.
Tutto il viaggio in macchina fu silenzioso , non parlammo quasi per
niente. Cercava di restare concentrato , ma lo vedevo con la coda dell’occhio
fissarmi e aprire la bocca per dire qualcosa , qualcosa a cui decideva sempre
di rinunciarvi.
Non intervenni a rompere il silenzio , forse riflettere gli avrebbe
fatto bene. Possibile che avesse capito? No… me ne avrebbe parlato altrimenti
<< Ed quanto manca? >> chiesi mentre eravamo fermi ad un
semaforo.
<< Per cosa? >> chiese senza prestarmi la minima
attenzione.
<< Per il night club >> probabilmente se non fossimo stati
fermi avrebbe inchiodato.
<< COSA? >> chiese sconvolto.
<< Edward , dove stiamo andando? >>
<< Al mare? >>
<< Esatto! E allora quanto manca per cosa secondo te? >>
ma che cavolo succede?
<< Scusa… sono distratto >> Eh , ma va’…
<< Lo vedo. Che succede? >> chiesi con dolcezza , nella
speranza che si confidasse.
<< Sono solo nervoso… >> mm, già.
<< Si ma… perché? Cos’è cambiato? >>
<< Tu… quello che hai detto >> feci mente locale nella
speranza di ricordare ma dovette intuire che ciò stava avvenendo con scarsi
risultati << Hai detto che dobbiamo parlare >>
<< E , lo so. E qual è il problema? Ho detto solo parlare…
>> lo sapevo che l’aveva presa troppo bene.
<< Bella lo sanno tutti che parlare con una donna vuol dire
tutto tranne parlare >> e provai , ci provai davvero a non ridere ma la
mia risata risuonò in tutto l’abitacolo e lui frenò parcheggiando irritato e
poi scese. Gli corsi dietro preoccupata che potesse lasciarmi lì.
<< Dove vai? >> lo presi dolcemente per il polso.
<< Siamo arrivati >> ed estrasse delle chiavi dalla tasca
destra. Così incuriosita alzai lo sguardo : una bellissima villetta ad un piano
si ergeva in tutto il suo splendore.
<< Oh. È bellissima Ed… è vostra? >> chiesi ancora
concentrata ad osservarne ogni dettaglio.
<< È mia >> Sua? Del resto , amava il mare. Ne aveva una anche
a Forks. L’unica cosa che sapevo di lui. Un velo di malinconia cercò di
scacciare via la mia euforia , ma non glielo avrei permesso , non oggi.
<< Già. Avrei dovuto immaginarlo >> dissi in un soffio.
<< Mi fa pensare a te. Sei la prima che ci mette piede. Ci sono
sempre venuto solo… >> e non potei impedire al mio cuore di perdere un
battito.
Non so nemmeno come ma ci trovammo sul divano. Era un divanetto blu
con una grande isola davanti. Si tolse la scarpe e si sdraiò su di esso
invitandomi a fare lo stesso e feci come mi aveva consigliato.
<< Nemmeno quella… Irina è mai venuta? >> la domanda mi
sfuggì involontariamente , ma era la giornata della verità , no? Della verità
di entrambi.
<< No , nemmeno lei. Ho detto nessuno. E poi lei non è nessuno…
>> non era nessuno.
<< E quindi niente bambino eh? Siamo sicuri? >> chiesi
sperando in una risposta affermativa. Lui aveva già il suo bambino.
<< No, no e no! Quante altre volte me lo chiederai? >> eh
, quante?
<< Finché non ne sarò certa. Perché l’ha fatto? >> ecco
momento verità.
<< Ricordi che ti avevo detto che non l’avresti difesa se avessi
saputo cosa aveva fatto? >> eccome se lo ricordavo , ma volevo davvero
sapere? Annuii e lui continuò. << Ti ha seguita… >>
<< Cosa ha fatto? E perché? >> scattai senza riuscire a
controllarmi.
<< Teneva d’occhio me , da quando le avevo detto che era finita.
Poi quella mattina, quando siete andati via lei era appostata fuori. Ci ha
visto , ha visto me e Rob e ha cominciato a ideare un piano. Ti ha seguita , ma
quando ha visto che ti stavi allontanando troppo è tornata indietro , dopotutto
ti aveva vista coi borsoni , non credeva saresti tornata. Quella mattina non ha
visto la mia auto ed è entrata ad aspettarmi , credeva che ora che te ne fossi
andata sarei tornato da lei , ma io non sono mai stato con lei e lo sai. Non
immaginava che saremmo tornati insieme e non immaginava di vedere il bambino…
credeva che un figlio mio avrebbe cambiato tutto ecco perché l’ha inventato ,
le sembrava l’unico modo. Sa di te , sai chi sei , o meglio cosa sei per me…
>>
Avevo notato che sapesse chi ero. Appena aveva sentito il mio nome era
sbiancata, ma come?
<< Come fa a saperlo? >>
<< Mia sorella e la sua boccaccia. Quando cominciai a
frequentarla, mia sorella per tenerla lontana le disse che amavo un’altra , che
sarebbe sempre stato così… non le diedi nessuna spiegazione solo quando me lo
chiese le dissi che ti chiamavi Bella per non starla a sentire. E niente,
quando ti ha vista si è inventata tutto , convinta che fossi tornata per
portarmi via. Non ha mai capito che lei non è mai stata nessuno per me… e poi
adesso ci sei tu >> concluse e se non fosse stato per le sue ultime
parole probabilmente niente avrebbe placato la mia ira. Ma… era il mio momento
e non sarebbe stata nuovamente lei a interrompere tutto.
<< Ed, sto così bene adesso che non vorrei rovinare tut…
>> mi interruppe senza nemmeno sapere cosa stessi per dire.
<< Allora non lo fare… >> mi pregò quasi, lasciandomi un
bacio a stampo che mi fece quasi piangere , era tutto troppo bello per
distruggerlo a breve
<< Lo devo fare , c’è troppo da chiarire , troppo da sapere
>> non me lo sarei mai perdonata se avessi continuato a tenermi tutto
dentro , se avessi continuato a tenergli nascosta la verità , il mio piccolo segreto.
<< Se lo fai , cambierà tutto… il passato , il nostro passato porta con sé un peso
troppo grande… troppo grande per entrambi… >>
<< Ed… io , devo dirti tante cose, anche se alla fine è una, ma
non so da dove cominciare… >> tutta la sicurezza mostrata in questi mesi
vacillava. Ma… ti sembra il momento di abbandonarmi?
<< Proviamo dall’inizio? >> mm , giusto!
Frugai nella borsa alla ricerca di quel piccolo aggettino che aveva
cambiato la mia vita e che inevitabilmente avrebbe continuato a farlo.
<< Ecco, questo è l’inizio , l’inizio di tutto , o la fine,
dipende da come la vedi… >>
Sbiancò al vedere quel bastoncino ma si riscosse in fretta. <<
Un test di gravidanza? >>
<< Si… >> l’avevo conservato , avevo conservato tutto, non
potendo avere nessuno con cui condividere gioie e dolori mi ero attaccata agli
oggetti o forse inconsciamente speravo di potergli mostrare tutto un giorno ,
come stavo facendo adesso.
<< Questo… è quello del piccolo? È di Rob? >> e di chi
altrimenti? Annuii per dargli conferma.
Lo prese tra le mani quasi intimorito, come se avesse paura di
quell’oggettino.
<< Perché partiamo da questo? >> ecco, mm come dirlo?
<< Ed… sei pronto a diventare papà? >> feci la stessa domanda della sera precedente , ma
non sembrò capire.
<< Vuoi fare un figlio, adesso? >> Eh?
<< No scemo… >> istintivamente mi colpii la fronte con la
mano , sarebbe stata una lunga giornata.
<< Quando ho detto a Rob di si , è stato perché lo credevo
davvero… quando ti ho detto che lo amo come se fosse mio , non mentivo. Quel
bambino è parte di me e se è questo che ti spaventa , non c’è pericolo, so cosa
sto facendo , ne sono consapevole , ma lo voglio
fare. Io voglio lui , è il mio
bambino >> le sue dolci parole rendevano tutto più difficile,
cominciarono a sgorgare calde lacrime dai miei occhi , lacrime di gioia.
<< Io ti mostro questo test perché è dal momento che ho visto
quelle lineette che la mia vita è cambiata. >> presi una boccata d’aria e
ricominciai << Ricordi quel giorno? Quando ti dissi che dovevo parlarti ,
che avevo una sorpresa? >> lo vidi irrigidirsi , ma mi rispose comunque.
<< Certo, non potrei dimenticarlo… quel giorno è finito tutto
>> ecco perché avevo detto che poteva rappresentare l’inizio e la fine.
<< Si. Io dovevo mostrarti questo… >> e presi le sue mani
tra le mie dove teneva stretto il test. Mi osservava perplesso e prima che
potesse andarmi contro o che perdessi il coraggio , continuai…
<< Quando ti ho chiesto se fossi pronto a diventare papà… io non
intendevo se fossi pronto a diventare il padre di mio figlio, so che sei pronto
a farlo, lo vedo e lo dimostri ogni giorno… non avrei mai avuto bisogno di
conferma, sarei pronta ad affidartelo anche adesso… >> mi sorrise
complice e per quanto tutto fosse stupendo così , andai comunque avanti ,
perché ciò che era stupendo ora , sarebbe potuto diventare perfetto.
<< Io intendevo se fossi pronto a diventare papà , si. Ma…
intendevo il papà di nostro figlio
>>
*
*
*
*
*
* ciao... eccoci con la verità... una parte almeno... beh
gliel'ha detto. so che forse non è quello che vi aspettavate e
mi dispiace se non è così... ma dovevo tagliarlo... c'era
troppo da dire in un solo capitolo... spero comunque sia stato
piacevole... le ultime frasi per me lo sono molto... =) eh niente, se
avete qualche domanda chiedete pure, ci tengo a questo capitolo... =)
secondo voi che dirà? un bacione , piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** *..ora come allora..* ***
*..ora come allora..*
*Ciaooo....
scusate il ritardo, ho avuto un problemino=) eccomi qui con la seconda
parte. spero vi piaccia e riesca a emozionarvi almeno un pò....
=) non so se vi aspettavate quello che accadrà ma spero sia di
nostro gradimento... un bcaione a tutte e grazie... piccolaluce*
*
*
*
*
*
<< Io intendevo se
fossi pronto a diventare papà , si. Ma… intendevo il papà di nostro figlio >>
e a questo punto mi aspettavo qualcosa , non sapevo nemmeno cosa ma… qualcosa!
Di certo non mi aspettavo il nulla totale. Era immobile e mi fissava
come se non avesse capito e avrei voluto intervenire , cercare di spiegargli ,
ma poi immaginai che stesse riflettendo se urlarmi contro o andare via,
scappare da me… e l’istinto mi consigliò di aspettare.
Ad un certo punto lui non accennava a dire nulla e decisi di
intervenire.
<< Ed, ti prego dì qualcosa , qualsiasi cosa >> avrei fatto di tutto pur di porre fine a
quel silenzio. E se non l’avesse presa bene? Io mi sarei arrabbiata nonostante
tutto , quindi perché lui non avrebbe dovuto? Fortunatamente decise di
interrompere i miei pensieri.
<< Bella io non so che dire. Io non ho capito… all’inizio
pensavo che tu volessi avere un bambino adesso e mi dici di no. Okay , va bene,
credo anche io che sia presto e poi abbiamo tanto di cui parlare, ma ora mi
chiedi se sono pronto a diventare il papà di nostro figlio… e allora non ti
seguo più… quale figlio? >> davvero non capiva?
<< Ed… Robert è il tuo bambino
, il nostro bambino >> e nel
momento in cui lo dissi la sua bocca si aprì talmente tanto che mi sorpresi di
non udire il tonfo a terra.
<< Con nostro tu… tu
in-intendi… >> era decisamente agitato.
<< Mio e tuo… >> cominciò a grattarsi la nuca a disagio ,
forse in cerca delle parole adatte da dire , ma ce ne erano davvero di parole
adatte ? Forse no… decisi comunque di dargli una mano, perché io al suo posto
l’avrei voluta.
<< Quando ho scoperto di essere incinta la mia vita è cambiata.
A chi non sarebbe cambiata? Ma per me è stato diverso… ero sconvolta! Non
potevo crederci, eravamo stati sempre attenti, ma io lo sapevo… quel test che
tu hai in mano è il primo che ho fatto, il primo di dieci. Ma… tutte e nove le
volte dopo il primo io sapevo che sarebbe stato positivo, lo sentivo , non
avevo bisogno di conferme. Mi prenderai per pazza sentendo che ne ho fatti
dieci, ma non avevo nessuno con me e sapevo che tutto sarebbe stato, fuorché
facile. I miei non sapevano che avessi un fidanzato , come gli avrei detto che
ero incinta? E i tuoi? Nemmeno li conoscevo… però avevo te. E questo mi ha dato
la forza , sapevo che insieme avremmo affrontato qualsiasi cosa e poi lo volevo >> mi fissava commosso
senza la forze di dire nulla , ma mi incitò a continuare.
<< Non ho mai avuto dubbi al riguardo. E poi la mia sorpresa…
volevo dirtelo quella sera ma… beh sai come è andata… >> gli lasciai un
attimo per riflettere mentre cercavo quel qualcosa che mi emozionava ancora a
distanza di anni : la prima ecografia.
<< Ecco… lui è qui >> e indicai il puntino microscopico
che non si riusciva a vedere.
<< L’ennesima conferma… >> lui era tutto intento ad
osservarla e non prestava molta attenzione alle miei parole.
<< È stata una sorpresa scoprire che fosse maschio? >> mi
chiese distrattamente mentre lo contemplava.
<< Ti dirò… dal primo momento sapevo che sarebbe stato un
piccolo te. E nonostante per anni lo abbia negato anche a me stessa , lo
speravo. Volevo che fosse come te , che mi ricordasse quello che avevo vissuto
, che avevo avuto , nonostante facesse male >> mi fermai un attimo in
cerca di un’altra ecografia.
<< E poi beh… ogni mio dubbio è stato confermato. Io non ne
capisco ma il dottore allora mi disse che si vedeva perfettamente che era un
maschietto >>
<< Un piccolo me? >> mi chiese con le lacrime agli occhi.
<< Si un piccolo te… >>
Presi la prima foto scatta con la mia Polaroid. << L’ho comprata
per non perdermi nulla… per immortalare tutto e questa è la prima >> gli
mostrai , era il mio bimbo, appena nato.
Osservò la foto per un tempo indefinito , poi qualcosa attirò la sua
attenzione.
<< Il mio EdRob?
>> stava leggendo la didascalia. << Ma che nome è? >> e vidi
il primo sorriso comparire sul suo viso, il mio sorriso sghembo.
<< Tu non sai come si chiama… >> lo presi in giro mentre
cercavo il braccialetto ospedaliero. Quando trovai il minuscolo cerchietto
azzurro glielo depositai nella mano.
<< Edward Robert Swan ?
>> mi chiese sconvolto ed io annuii. << L’hai chiamato… tu l’hai
chiamato come… come me? >> a
questa domanda non avrei risposto , ma gli sorrisi complice. Come avrei mai
dovuto chiamarlo se non come l’uomo che amavo?
Non so come , mi ritrovai a girare per la stanza ad un metro da terra.
Mi teneva stretta a sé per i fianchi ed io involontariamente avevo stretto i
suoi con le mie gambe.
<< C’è un specchio? Portami >> mi portò davanti a ciò che
gli avevo chiesto e gli sollevai la maglietta. Scesi dalle sue braccia mal
volentieri , ma dovevo mostrargli una cosa , l’ennesima conferma.
Lo feci voltare e gli indicai la piccola voglia , ma dovette torcersi
non poco per poterla vedere.
<< Ma che è? >> la posizione immaginai dovesse essere
alquanto scomoda.
<< Una voglia… la voglia
>> e sgranò gli occhi osservandola attentamente quella piccola macchia
attraverso lo specchio.
<< È a forma di cuore >> e non era una domanda la sua,
adesso sapeva.
Mi prese nuovamente tra le braccia e torno a farmi volare. <<
Grazie , grazie , grazie >> mi ripeteva nell’orecchio.
<< Non mi sto illudendo vero? >> ma non ci credeva nemmeno
lui a quello che diceva.
<< No , non ti stai illudendo. È tuo, è nostro >> e
interruppe ogni mia parola con le sue labbra. Un bacio casto ma che sapeva d’amore
e che ben presto si trasformò in altro. Le nostre lingue che si cercavano , che
si rincorrevano , che si volevano e danzavano insieme. Mi ritrovai con le
spalle al muro adiacente una camera, che immaginai essere la camera da letto.
<< Ed… dobbiamo parlare >> cercai di distrarlo , ma
evidentemente il mio collo era più interessante e nemmeno io avevo molta forza
per resistergli.
<< Mm… dopo >> ma chi ero io per rovinare tutto adesso?
Adesso che finalmente ogni cosa tornava al suo posto? Ed il mio posto era con
lui…
<< Ed… ? >> tentai per l’ennesima volta.
<< Quello che sto vivendo adesso , è troppo bello , troppo
forte, troppo incredibile e ho bisogno di dividerlo con te, di sentirlo con te
>>
Era lo stesso bisogno che avevo io…
Non avrei potuto fermarlo, ma ci provai.
<< Ed… >>
<< Piccola… ti voglio >> piccola ti voglio. Se prima volevo resistergli adesso non più e mi
ritrovai a baciarlo e a togliergli quel che restava della maglietta ormai
alzata mentre mi accarezzava le gambe nude.
Le nostre labbra tornarono ad unirsi perché avevamo fatto una scelta ,
sapevamo cosa volevamo : l’altro.
·
Fine Pov.
I due ragazzi
non seppero nemmeno come fecero ad arrivare al letto , ma si trovarono lì. Si
osservano innamorati pronti a tornare una cosa sola…
E
dimenticarono di pranzare e dimenticarono di cenare , dimenticarono tutto ciò
che non fossero loro due.
Si dimenticarono
gli anni passati , i rancori e i dolori. Pensarono solo a sanare quella
frattura che c’era nei loro cuori.
Pensarono a
tutto ciò che riguardasse quel letto sul quale stavano abbracciati a rotolarsi
far le lenzuola.
Pensarono ad
unirsi , ad amarsi.
Come a voler
recuperare cinque anni in cinque minuti…
Forse
avrebbero dovuto parlare , forse avrebbero dovuto aspettare. Non c’erano forse
troppo cose ancora lasciate in sospeso?
Non c’erano
forse sentimenti da chiarire? Incomprensioni?
Non ci pensarono
e non ci badarono.
Troppo impegnati
ad amare l’altro. Perché , anche se non lo dicevano , anche se non lo
ammettevano , avevano entrambi bisogno dell’altro.
Bisogno di
ritrovarsi, di amarsi ancora.
…Ora come allora…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** *..una famiglia..* ***
CAPITOLO 33 ..una famiglia..
*ci leggiamo sotto... *
*
*
*
*
*
I due ragazzi
si svegliarono in tarda mattinata. Bella fu la prima , sapeva che Edward aveva
il sonno pesante. Sapeva che avrebbero dovuto affrontare diverse cose , ma al
momento non le interessava.
Tutto ciò che
era degno di ricevere la sua attenzione era quel ragazzo che dormiva con lei.
Erano nudi ,
avvolti l’uno nella braccia dell’altra, in un groviglio di lenzuola, ma questo
non li disturbava, perché per la prima volta dopo cinque anni erano felici.
Eppure
qualcosa non andava…
Quando anche
Edward aprii gli occhi, non dissero nulla , continuarono a guardarsi e ad
accennare qualche sorriso.
Cosa avrebbero
potuto dire?
Le loro parole
rovinavano sempre tutto e al momento non ne avevano la minima intenzione.
Forse era
dovuto anche al fatto che entrambi provano sentimenti contrastanti? Chi più ,
chi meno. Forse…
Ma poi
qualcosa li riportò alla realtà : << ROBERT! >> fu l’urlo
all’unisono dei due.
Quel pensiero
, quel piccolo angioletto , bastò a rompere la pace del risveglio e ripotarli
difronte alle conseguenze.
Eravamo in macchina da diversi minuti ormai.
Ognuno perso nei proprio pensieri.
Non avevamo parlato molto di quello che era successo. Erano le undici
passate , Rob era sicuramente rientrato e non trovandomi sarebbe andato in
escandescenza.
Avrei inventato che eravamo usciti in mattinata, anche se vedendomi
con Edward non avrebbe fatto domande , ne ero certa. Ma per quanto ancora avrei
potuto nascondere tutto?
Ah , che situazione!
Sembrava molto concentrato e non solo sulla strada. Cosa gli frullava
in testa?
Edward non aveva detto nulla , come me del resto. Però continuava a
tenere le nostre mani intrecciate sul cambio , non era un brutto segno, no?
E continuamente si voltava a guardarmi per regalarmi il suo adorato
sorriso sghembo. Nemmeno questo era un brutto segno , no? Ah , era solo la
paranoia.
Stavo per inventare una qualsiasi cosa che rompesse quel silenzio.
Poteva essere assordante? Si lo era…
Ma fu lui a rompere il silenzio. E prima ancora che dicesse qualcosa
di senso compiuto lo ringrazia mentalmente.
<< Voglio dirglielo >> Eh?
<< Cosa? A chi? >> chiesi mentre il cuore cominciava a
battermi all’impazzata nel petto.
<< Al piccolo… >>
<< Mm, vuoi dirgli che? >> mi stavo perdendo qualcosa.
<< Di me , di noi… >> e non potei dire null’altro perché
eravamo arrivati e un piccolo tornado era corso fuori , come se fosse alla
finestra –probabilmente lo era davvero-.
Ma poi… perché mi preoccupavo? Quella che mi porgeva in un piatto
d’argento , non era la soluzione che tanto avevo cercato?
Edward strinse la mia mano nella sua prima di scendere dall’auto e mi
regalò un sorriso in incoraggiamento. Ma che incoraggiamento!
Se mio figlio non l’avesse presa bene avrei dovuto rinunciare a tutto
, non gli sarei mai andato contro.
Ma lui adorava Edward… no?
Chiusi la portiera tremante ed Edward fu al mio fianco prima del
piccolo. Mi prese per mano –nonostante io non volessi , ne avevo bisogno- e si
voltò verso quel piccolo uomo che stava percorrendo l’intero vialetto correndo
all’impazzata.
<< AHW! SIETE TORNATI! >> strillava come se avesse vinto
non so cosa.
<< Si amore… >>
<< MAMY! PAPY! CHE BELLO! PAPY! MAMY! >> piccolo amore , mi sei mancato tantissimo ,
ma per la mia sanità mentale , smetti di strillate, ti prego.
<< Amore della mamma… quanto mi sei mancato >> lo
abbracciavo spasmodica singhiozzando per l’emozione , mi era mancato davvero e
avevo bisogno del suo abbraccio , di quel piccolo corpicino che era sempre
stato tutto per me.
<< Campione, vieni da papà… >> se lo prese su un fianco,
nonostante continuasse a tenere me per mano. << Ti sei divertito con zia?
>> anche lui era passato a zia,
niente sarebbe potuto andare meglio.
<< SI! BELLISSIMO! SIAMO ANDATI… >> e raccontò per filo e
per segno tutto ciò che avevano fatto , quanto gli eravamo mancati e quanto
avrebbe voluto che ci fossimo anche noi e ovviamente mentre io piangevo
emozionata per tutta quella gioia , Edward prometteva che ci saremmo andati
presto e avremmo dormito lì solo noi tre. Potevo mai smettere di piangere se
sentivo queste cose?
Avevamo evitato tutti quanti con dei gesti di scuse , non potevamo
assolutamente interrompere il piccolo.
Così ci eravamo ritrovati in camera mia tutti sul lettone. Io sdraiata
accanto ad Edward che teneva la mia mano tra la sua –come fosse un appiglio- e
il mio bimbo , il nostro bimbo
comodamente seduto sulla sua pancia. Ascoltavamo estasiati la fine del
racconto.
<< …e ho vinto , ho vinto io papà >>
<< Ma certo che hai vinto campione! >> com’era orgoglioso
di lui, quanto l’avevo sognato?
E poi fece un gesto sbagliato.
Con la mano destra teneva Robert per il fianco e allora alzò la
sinistra per potergli fare una carezza sulla testa.
Ma quella era la mano con la quale teneva la mia. Robert , che prima
non ci aveva fatto caso preso dal racconto , la natò appena gliela posò
accidentalmente davanti al viso.
Notò la nostra stretta.
Lo vidi sgranare gli occhi e alternare il suo sguardo da me a lui ,
dalla mamma al papà.
Uno… due…
<< Che cos’è? >> non sembrava predisposto all’ascolto.
Provo inutilmente
a strattonare la mia mano dalla sua ma, quel cretino che mi ritrovo come... che
cosa siamo io e lui? Comunque quel cretino me lo impedisce!
Se mio figlio
avrà una qualche tipo di crisi io lo ammazzo!
<< Campione… tu mi vuoi bene? >> e distolse lentamente le
mani dal suo punto di vista , intrecciandole dietro la schiena di Rob. Con
quelle parole avrà tutta la sua attenzione.
Complimenti
Edward, sai come giocare sporco.
<< Certo! Tantissimissimissimissimissimo! >> eh , quanti
issimo!
<< E lo sai che sei il mio bimbo? >> lui annuì , stanco di
parlare. Ma… adesso toccava a me.
<< Amore… Edward è tanto felice di poter essere il tuo papà…
>> cominciai a tracciare il terreno.
<< Anche io… >> avrebbe compreso? Ma certo , il mio amore
era un genio. Tutto la mamma… e anche il papà dai.
<< E vorresti che fosse davvero il tuo papà? >>
<< Vorresti? >> si intromise Edward, ma il suo intervento
era più che gradito. Avevo bisogno di lui ed era qualcosa che dovevamo fare
insieme.
<< Io… io… tu non mi vuoi? >> deviò improvvisamente la sua
risposta , trasformandola in una domanda per Edward. Girava sempre tutto su di
lui , sulla paura di non essere accettato , voluto.
<< Certo che ti voglio piccolo, te l’ho detto >> lo
tranquillizzò e tanto bastò a convincerlo a continuare.
<< Io… voglio te. Non lo sei e si lo so, ma lo so che lo sei ,
perché sei , se non sei, sei per me >> mi picchiai mentalmente. Ma che
cavolo aveva detto? Tra tutti quei sei mi
ero persa. Edward di rimando scoppiò a ridere alleggerendo la situazione.
<< Va bene campione , anche se non ho capito bene cosa sono >> ah , allora non ero
l’unica.
<< Uff! Siete stupidi! >> e io che c’entravo che non mi
ero nemmeno espressa?
Sapevo che questo per lui era un argomento delicato ed era già stato
difficile esprimersi una volta , beh odiava ripetersi.
<< Io ti voglio. Voglio te. Se sei o non sei il mio papà. Io
voglio te lo stesso. Sei tu il mio papà >> sbuffò.
<< Si si piccolo lo so. Tu sei il mio bimbo >> si
abbracciarono mentre io piangevo emozionata. Ma perché mi escludevano adesso?
Uff!
<< Amore mio… Edward è davvero il papà… >> sganciai la
bomba preparata a mille reazioni –ovviamente tutte drastiche-.
<< Davvero? >> chiese confuso.
<< Davvero , davvero >> fu la risposta all’unisono mia e
di Edward.
<< Quello vero? Lui è il mio papà? >> ma quanto è bello mio figlio? Non voleva davvero una risposta, lui
lo sentiva , lo sapeva.
Bastò il nostro annuire insieme per convincerlo. Si tuffò su di noi in
un abbraccio stritolatore. Beh mai avrei immaginato una reazione simile, meglio
di qualsiasi mia aspettative.
Ma non potevo esserne contenta , conoscevo mio figlio , era troppo
intelligente per lasciarsi abbindolare , presto gli sarebbero sorsi i dubbi.
Sperai il più tardi possibile , per avere il tempo di prepararmi. Ma come
immaginavo…
<< Un attimo! Perché non sei venuto prima? Non mi volevi?
>> chiese triste ed io dovetti intervenire. Non potevo lasciare che
nascesse un sentimento del genere. Dovevo stroncarlo prima che si insediasse in
lui.
<< Amore… guardami >> gli presi il visino con le mani e lo
voltai , ma continuava a cercare lo sguardo di Edward –che in quel momento
cominciava a pentirsi si aver iniziato un argomento così delicato senza
prepararlo prima- << vedi… Edward non sapeva di essere il tuo papà
>> come potevo spiegare tutto ad un bimbo così piccolo senza mentirgli o
traumatizzarlo?
<< Ma tu… tu lo sapevi. Perché non gliel’hai detto? >> mm bene. Ragiona Bella. Crede ancora alla
cicogna , no? Usala. Ma no… non mi ha ancora chiesto come nascono i bambini e
sa che è stato nove mesi nella mia pancia.
<< Vedi piccolo io glielo volevo dire… ma si doveva trasferire e
io non sapevo che saresti arrivato tu. Poi ci siamo trasferiti anche noi e ho
perso il suo indirizzo >>
<< E non l’hai cercato? >> vidi Edward irrigidirsi al
sentire quelle parole.
<< SI CERTO! Ma non l’ho trovato >> involontariamente
stava tirando fuori un argomento difficile per me.
<< Ma mamma! Non hai cercato bene allora… >> stavo per
scoppiare a piangere.
<< Campione… si mi ha cercato, ma vedi… questa casa è difficile
da raggiungere, no? >> il piccolo annuì , mentre io cercavo di riprendere
a respirare regolarmente. << E non mi ha trovato , ma adesso sono qui.
Siamo insieme. Non vado da nessuna parte >> non vado da nessuna parte. Quelle parole avrebbero sciolto
chiunque.
<< Si sei qui… >> sorrise ed Edward fece lo stesso. Era
come se si stessero guardando allo specchio. Sorriso sghembo su sorriso
sghembo. Occhi verdi su occhi verdi. E come se fossero la stessa persona – ed effettivamente
era così- si voltarono contemporaneamente entusiasti verso di me.
Edward istintivamente si avvicinò a me per baciarmi , immaginai. Ma era stupido?
Non fu il mio sguardo impaurito a fermarlo ma un urlo.
<< AWH! >> si fermò spaventato.
<< Che succede piccolo? >> io sapevo cosa stava
succedendo.
<< Che fate? Ma… ma… >> cominciò a lamentarsi, anzi,
credevo peggio. << non volete fare come a zia e zio vero? >>
scoppiai a ridere capendolo ma mi fermai quando vidi il suo sguardo triste.
<< No amore… niente che tu non voglia >> Edward mi
guardava come se fossi impazzita. Ma che
credeva?
<< Perché che fanno zia e zio? >> chiese irritato.
<< Si baciano , si baciano , si baciano… si baciano >> non
è vero non si baciavano , loro cercavano di raggiungere la gola dell’altro con
la lingua. Povero il mio amore.
<< Ah… >> ora faceva il geloso? Alice e Jasper erano
fidanzati da moltissimo , mi sorpresi che non avesse mai assistito alla loro
attività preferita.
<< Lei… >> disse Rob indicandomi. << Lei… è mia!
>> oh, quanto amo mio figlio?
<< Certo… e non possiamo fare a metà? >> lo guardai
divertita e irritata allo stesso tempo. Ero per caso merce?
<< Mm… >> ci stava riflettendo! << si a metà…
>> e si diedero il cinque. Inutile far presente la mia finta
indignazione.
<< Siamo una famiglia adesso >> proruppi alla fine della
mia vendita.
<< SIIIIIIII! SIIIIIII! >> saltellava sul letto felice.
<< BACIO! >> ah?
<< COSA? >> chiedemmo all’unisono.
<< BACIO. TU… >> e indicò me. << … E TU >>
indicò Edward questa volta mentre non la smetteva di urlare.
<< Ma non avevi det… >> non riuscii a finire la frase che
mi anticipò.
<< Prima… ora abbiamo fatto a metà… >> lo disse come se
fosse la cosa più naturale del mondo.
<< Posso baciare la mamma quando voglio? >> era già ad un
centimetro dalle mie labbra.
<< Ma non penso proprio. >> non lo avrei baciato davanti
mio figlio!
<< MAMMA! BACIA PAPÀ! >> Eh? Non riuscii a protestare che
le sue labbra si incollarono alle mie.
<< SIIIIII! >> mi staccai , non ero ancora preparata a
questo. << ANCORA! >>
E nuovamente le sue labbra tornarono su di me.
Per il bambino
quello era diventato un gioco. << Ancora >> e << Bacio
>> diventarono le parole d’ordine per quella giornata. Adorava vederli
compiere quel gesto. Credeva potessero farlo solo gli innamorati…
E lo era
innamorati, no? Questo pensava.
Come due
giorni fa , passarono la giornata in quella camera a festeggiare quella
famiglia ritrovata.
Il più felice
di tutti era il piccolo Robert.
Quanto aveva
desiderato tutto ciò?
Troppo…
Adesso aveva
tutto quello che desiderava e anche di più.
Se anche non
fossero mai usciti da quella stanza a lui sarebbe bastato.
Aveva la sua
mamma.
Aveva
finalmente anche il suo papà.
Aveva una
famiglia, una vera famiglia.
Per i due genitori
tutto era più complicato. Loro sapevano la verità, sapevano quanta sofferenza
c’era dietro quei sorrisi , sapevano quanta strada c’era ancora da fare.
Sapevano che
c’era ancora troppo da chiarire e le parole del piccolo involontariamente
avevano portato tutto a galla.
Si
addormentarono abbracciati come la prima volta che avevano dormito tutti e tre
insieme.
Due di loro
dormirono poco quella notte. Passarono il tempo a pensare , a riflettere.
E se uno di
loro credeva che niente sarebbe potuto andare meglio, che era solo questione di
tempo… l’altro credeva che c’era troppo da chiarire e che forse era tutto un
errore.
Perché a
volte, non si può semplicemente mettere una pietra sopra…
*
*
*
*
*
* Ciao... chi pensa cosa? ah non ve lo dirò... accetto scommesse
però! Oggi non dirò nulla semplicemente perchè mi
rendo conto che le parole spesso non servono a niente... oggi è
uno di quei momenti e quindi spero vi piaccia il capitolo. Per chi
segue le altre storie prometto che arriveranno presto gli aggiornamenti
ma potrebbe esserci qualche ritardo. non è un bel periodo,
dovrei scegliere l'università, dovrei studiare e stanno
accadendo troppe cose , troppo in frettae non mi va di fare nulla. beh
alla prossima... piccolaluce*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** *..non si può sempre scappare..* ***
CAPITOLO 35 ..non si può sempre scappare..
*Ciao...
vi chiederete cosa ci faccio qui... e beh l'avevo detto non avrei
abbandonato la storia. non l'avrei fatto per nulla al mondo. Scusate,
per l'assenza , per il tremendo ritardo e per quelli che ancora ci
saranno. Mi dispiace. Ho cominciato l'Univeristà e non riesco a
concilire le due cose. Credetemi se vi dico che non ho un attimo, esco
alle sei del mattino e rientro alle sette di sera. Non ho nemmeno la
forze di scrivere. La mia isprirazione è ancora qui, ma davvero
non ho un attimo. Adesso mi sto organazzando meglio, come vedete ho
buttato giù un capitolo. spero non faccia proprio schifo...
adesso ogni attimo libero lo dedicherò a scrivere. Spero di
poter ggiornare presto e mi scuso con tutte voi che continuate a
leggere. Se non vorrete più farlo vi capirei senz'altro... ma
sappiate che siete la mia forza, vi amo. Un bacio e un abbraccio,
picolaluce*
A svegliarmi fu un insopportabile ticchettio alla spalla. Qualcuno
premeva il suo dito sulla mia pelle nel tentativo di strapparmi dalle braccia
di Morfeo. Beh, ci stava riuscendo alla grande. Aprii prima un occhio, pessima
idea! La luce accecante filtrante dalla finestra mi investii in pieno,
impedendomi di vedere alcunché. Ma che ore erano?
<< Mamma! >> Robert sembrava impaziente. Mi sforzai ad
aprire gli occhi per lui. C’era troppa luce! Doveva essere tardissimo. Infatti
fissai il mio sguardo alla sveglia sul comodino , nell’attesa di vederci
chiaro. Quando la mia vista si normalizzò restai di sasso. Le undici e mezza?
<< Mamma! Finalmente… >>
<< Ehi amore… da quanto sei sveglio? >> osservai la stanza
completamente illuminata, c’era qualcosa che non andava.
<< Poco. Ho fame… >> Oddio! Certo che aveva fame. Di corsa
e ancora mezza addormentata lavai e vestii entrambi e poi ci precipitammo di
sotto. Ma un attimo… Edward? Mi fermai di colpo ai piedi delle scale. Perché
non mi aveva svegliata?
<< Buongiorno, che fate lì impalati? >> Esme mi risvegliò dai miei pensieri.
<< Ciao, Esme! No , niente. Mi chiedevo dove fossero tutti…
>> sembrava ci fosse solo lei in casa.
<< Sono usciti tutti presto. Carlisle lavora, rientra stasera.
Edward aveva lezione dovrebbe tornare per pranzo insieme ad Alice >>
Okay. Edward era a lezione? Ma perché non svegliarmi?
<< Jazz è con Alice? >> Altrimenti lei mi avrebbe chiesto
di accompagnarla, no?
<< Oh no, cara. Jasper torna a casa sua per un po’. È venuto a
prendere le cose di Rose, ieri… >> Già , tutto quel casino! Avrei dovuto
chiamarla. Volevo sentirla. Non per farmi i fatti suoi ma solo per sapere come
stesse.
<< Ah… Alice allora dov’è? >> nel frattempo ci dirigemmo
in cucina, dove cominciai a versare il latte nella tazza di Rob , anche se
ormai era quasi ora di pranzo.
<< Mi ha detto di dirti che andava alla sede dell’Università per
prendere il nuovo orario visto che il sito non funziona da un po’… >>
L’Università! Ma non dovevo tipo… studiare? Mi ero completamente dimenticata di
tutto.
<< Non mangi niente? >> mi chiese dolcemente.
<< Oh no, ormai aspetto gli altri per pranzare >>
<< Ah, Bella… stasera… >> sembrava in difficoltà. Non
seppi bene cosa fare , se incitarla a continuare o aspettare che lo facesse
lei.
<< Carl… rientra con qualcuno… >> Qualcuno? Poteva portare
a casa chi voleva , era casa sua dopotutto. Perché dirlo a me? Ovviamente non
c’erano problemi. Esme mi vide confusa e continuò.
<< Ecco, sono… sono passati due giorni… >> io continuavo a
non capire , ma poi il suo sguardo si puntò su Robert e allora capii. Non
veniva qualcuno, o almeno nessuno di sconosciuto. Veniva quel qualcuno. Emmett. Emmett sarebbe
tornato.
<< Okay. Grazie per avermelo detto, devo solo prepararlo, non ci
saranno problemi >> avevo già chiarito tutto col piccolo, no? sperai solo
che non fosse traumatico per lui rivederlo.
Esattamente, quando parlava di “rientrare per pranzo”, cosa intendeva?
Okay che volevo aspettare, ma avevo una certa fame. Guardai nuovamente l’ora :
le dodici e un quarto. Uff… fame!
<< Potto guaddare i catt-ttoni? >> mi chiese mentre
cercava di ingozzarsi per poter finire subito.
Scoppiai a ridere di fronte alla sua impazienza , ma cercai comunque
di mostrarmi ferma.
<< Si puoi andare, ma finisci di mangiare e solo finché non
tornano gli altri >>
<< Si ,si. >> ma neanche il tempo di dirlo che si
volatilizzò fuori dalla cucina. Tolsi la tazza coi cereali e la tovaglietta
sulla quale Rob aveva fatto colazione e mi accinsi a preparare la tavola per
tutti.
<< Per quanti preparo, Esme? >> chiesi cominciando a
contare mentalmente: tre noi, Edward quattro…
<< Cinque >> ecco infatti. Allora… bicchieri, posate,
acqua… e proprio mentre ero sul più bello fui distratta da un armeggiare dietro
la porta. Dovetti posare ciò che avevo in mano , non riuscivo a stare ferma.
Volevo correre ad aprire ma, avevo paura di risultare stupida agli occhi di
Esme. Ma poi… aveva le chiavi, no?
Din-don. Ecco… forse non aveva le chiavi?
Din-don. Din-don. Din-don.
Okay , non aveva le chiavi. << Bella , tesoro, puoi aprire?
Prima che ammazzi qualcuno dei miei figli! >>
Corsi –forse troppo agitata- alla porta. Che potevo farci? Mi mancava.
Non lo vedevo dalla sera prima. Spalancai la porta con un sorriso ebete sulla
faccia. Però ben presto –troppo presto- si trasformò in una smorfia. <<
Ciao, Bella! >>
<< Ciao, Alice >> continuai a guardarmi intorno , nella
speranza di vederlo ma… non c’era!
<< Mi fai entrare? >> Ah? Oddio!
<< Oh, si certo, scusa! >> mi scansai all’istante.
<< Non mi chiedi nulla? >> e cosa avrei dovuto chiederle?
<< Oh, si certo! Ti sei divertita? >> si chiede questo
quando qualcuno esce, no? Ma la sua faccia mi fece desistere subito dall’insistere.
Ovviamente non ci si diverte quando si va all’università. Ci avviammo insieme
verso il salone , dove un’allegra melodia che conoscevo bene ci invase :
Conan , super
detective con gli occhiali,
che dà la
caccia ai criminali,
ogni segreto
svelerà, indagando ancora…
Ormai le conoscevo a memoria.
<< Bello di zia. Dammi un bacio >> veramente, durante i
cartoni Robert non gradiva essere disturbato , quindi le prestò attenzione per
lo stretto necessario e successivamente con i suoi sbuffi ci invitò gentilmente
ad andare a chiacchierare da un’altra parte.
<< Ma non è ancora piccolo per vedere certe cose? >> certe
cose, cosa?
<< Alice, è un detective ritornato bambino… >> l’avevo già
sentita questa storia!
<< Mi riferivo ai frequenti omicidi… >> disse vaga e per
nulla convinta.
<< Senti, ci ha già provato Leah. Non ho che fare, lo adora. Lei
ogni volta gli rifila L’Albero azzurro o
nel migliore dei casi i Puffi. Ti
risparmio la lagna. E io stessa li guarderei volentieri. Poi… dorme tranquillo
e al solo sentire la canzone è felice, quindi… >> il mio bambino sapeva
già cosa voleva, inutile rimuginarci sopra. Ah, Leah! Dovrei chiamarla…
<< Ciao mamma! >> baciò Esme sulla guancia e subito si
accomodò sulla sedia di fronte alla madre.
<< Tesoro ben tornata, tuo fratello? >> ecco, tuo
fratello? Eh? Dov’è?
<< Non lo so >> come , non lo sai? Come fai a non saperlo?
<< Ha detto solo si prendermi un taxi >> Taxi? Non so bene cosa le
fece capire che ero confusa, se le miei sopracciglia corrucciate o
semplicemente il mio sguardo smarrito, fatto sta che mi diede una spiegazione
senza che glielo chiedessi.
<< Stamane, siamo usciti con la sua. La sua facoltà è a cinque
minuti dalla sede della nostra, quindi il tragitto quello è… >> okay, ah…
ma Edward, che frequentava? Mm l’avrei chiesto in un altro momento.
<< Okay, perché non è rientrato con te? Pranza fuori? >>
chiese la madre. Bah! Perché mai l’avrebbe fatto?
<< Non lo so! >> sbuffò la mia amica. Ehi, calma ragazza.
<< Mi ha solo mandato un mess dicendomi che avrei dovuto prendere un taxi
>> ah, così nervosa solo per un taxi? Comunque decisi di distrarla.
<< E allora? Che sei andata a fare? Mi ero addirittura
dimenticata dell’Università. Dimmi che non ho perso troppe lezioni… >>
Come avevo fatto a dimenticarmi di tutto? Eh,
già come mai!
<< Ma no. Tranquilla… avevo pensato a tutto. Qui se ne parla per
Marzo di tornare. >> Marzo?
<< Impossibile. Ali, è Dicembre >>
<< Si lo so. Ma i primi appelli sono a Febbraio. A gennaio
sospendono le lezione e noi prima di trasferirti avevamo dato due esoneri,
quindi valgono come scritto! >> Ah, vero! Mi ero programmata tutto per
essere libera durante i lavori, menomale.
<< Ma… c’era una materia o sbaglio? >> qualcosa mi diceva
che non era proprio tutto perfetto.
<< Ehm, si! Chimica
organica >> potevo capire il suo disgusto, la odiavo!
<< Ah, lo sapevo! >> dissi sconsolata. << Quand’è
l’appello? >> sicuramente a Gennaio.
<< Ah Gennaio! >>
ma prima che potessi lamentarmi come solo io ero in grado… << Ma… non lo
faremo. Perché ho parlato in segreteria e guarda caso c’era la prof, ha detto
che se abbiamo superato lo scritto con almeno venticinque , lo tiene per
l’orale sicuro fino a Settembre. Quindi abbiamo due appelli a Giugno e due a
Settembre. >> Era bellissima mentre sbatteva le mani come una bimba.
<< Oh, fantastico
>>
<< Quindi non so tu, ma io la rimanderò fino a Settembre
>> e mi fece una bella linguaccia , sempre per far presente quanto ancora
dentro fosse bimba.
<< Ah poi vedrò, sicuramente non ne voglio sentir parlare prima
di Giugno >> e ci battemmo il cinque.
<< Bene , se avete finito è pronto. È l’una e mezza e quello
screanzato non si è fatto sentire, mangiamo? >> mm?
<< Si ,si, non verrà, altrimenti avrebbe chiamato. >>
Come?!
<< Ma… >> provai a dire , ma le parole mi morino in bocca.
Era meglio non dire nulla.
<< Rob! >> chiamai dalla cucina.
<< Eccomi… mm, che si mangia? >> amavo decisamente la sua
curiosità, ma a tavola no! Doveva mangiare tutto.
<< Pasta e fagioli! >> risposi osservando la pentola. Mise
un broncio che avrebbe intenerito chiunque, ma non me. Se… come no! Non la davo a bere nemmeno a me stessa.
<< Ma… >> lo fermai prima del tempo , altrimenti –lo
sapevo , accadeva ogni volta- mi avrebbe intenerita.
<< Amore niente ma… lo sai che fanno bene >> ma evidentemente
, non tutti erano della stessa idea.
<< Macché! Tesoro, ti ho fatto la cotoletta e le patatine
>>
<< SIIIIII! >> Chi. Aveva. Osato. Contraddirmi? Mi voltai
adirata verso la mia nemica. Uff, come ci si può arrabbiare con un viso così
dolce e materno? Tutta colpa della mia di madre, che mi aveva resa impreparata
ad uno sguardo simile.
<< Niente ma, Bella! Non mangerà i fagioli! >> ma se non
avevo detto nulla?!
<< Però… >>
<< Nessun però! È mio ospite, su… bisogna accontentarli >>
Si certo , poi quando saremmo tornati a casa però non sarei riuscita più a
fargli mangiare nemmeno un fagiolo.
<< Ma è un partito preso! Potrebbero anche essere il suo piatto
preferito… >> mi lamentai mentre però tagliavo la cotoletta di Rob in
piccoli pezzetti. Non le aveva certo fatto una lista. O forse, si?
<< Ecco… Edward li odia >>mi disse in imbarazzo. Edward li odia. La scimmiottai nella mia
mente. Uff, partita persa. Edward era Edward, inutile insistere. Il mio bimbo
era tentato dal farmi una linguaccia di vittoria ma rinunciò in partenza. Adesso
che aveva sentito di Edward non sarei riuscita nemmeno a calarglieli
direttamente in gola. Addio fagioli!
Mangiammo tranquillamente, poi io ed Alice ci occupammo dei piatti mentre
Esme si concedeva un’oretta di riposo.
<< Oggi torna Emmett… >> la buttai lì, ma probabilmente lo
sapeva.
<< Davvero? Oggi esco con Jazz, magari mi spiegherà qualcosa. È
tutto così assurdo… >> lo era eccome.
<< Già. Oggi se ho un attimo la chiamo. Giusto per sapere come
sta… >> Non volevo prendere la parti di nessuno, ma… dovevo chiamarla.
<< Io domani volevo passare, se ti va ci andiamo insieme… te lo
avrei detto comunque >>
<< Si okay. Magari lascio Robert ad Edward >>
…Più tardi…
Ero accoccolata al mio piccolo sul divano. Guardavamo un qualche
cartone ,con un protagonista dai capelli arancioni, del quale adesso mi
sfuggiva il nome. La mia mente era occupata da altri pensieri.
<< Amore… oggi arriva un orso >> la presi per le larghe.
<< Che orso? >> lo sapevo che non si sarebbe spaventato,
era attirato dall’idea.
<< Uno… zio orso >> ecco, il suo entusiasmo non era
proprio alle stelle. Ma era scemato leggermente, meglio di quanto potessi
aspettarmi.
<< Sarà arrabbiato con me? >>
<< No, certo che non lo sarà. Tu potresti essere arrabbiato con
lui >> doveva capire che non aveva fatto niente.
<< Io sono arrabbiato con lui? >> non seppi dire se la sua
fosse davvero una domanda.
<< Non lo so io. Me lo devi dire tu… sei arrabbiato? Non devi
esserlo per forza… >> Non mi aspettavo certo che gli fosse passato tutto
in attimo , ma non aveva paura e questa era già una gran cosa. Era un vero
ometto.
<< No, non sono arrabbiato >>
probabilmente non lo era davvero. Stava facendo i conti troppo presto con un
altro tipo di sentimento : la delusione.
<< Vedrai, sarà tutto come prima >> più o meno. E mi riaccucciai stringendo
fra la braccia il mio angelo.
Per il resto non accadde nulla. Niente di niente.
Certo, fatta esclusione dell’ansia che mi attanagliava lo stomaco. Ma che fine
aveva fatto? Possibile che non fosse ancora tornato?
Alice era andata da Jasper. Esme dopo aver
riposato era uscita per comperare qualcosa visto che a cena saremmo stati in
tanti. Ero sola in casa con Robert. Non potevo nemmeno chiedere il numero di Edward!
Perché non ce l’avevo? Perché?
E soprattutto, perché non tornava? Nessuno che mi
desse notizie.
Erano le sette e il mio piccolo dormiva. Mi alzai
delicatamente facendo attenzione a non svegliarlo. Misi una sedia per bloccare
un’eventuale caduta.
Decisi di andare alla finestra ma il suono del
cellulare mi fece distrarre. Era Alice :
Tesò, sono con
Edward. È passato a prendermi lui.
Cinque minuti e
siamo a casa… :*
Oh, finalmente. Quasi non ci speravo più di
ricevere notizie. Stava bene.
Ah, ma una volta entrato le avrebbe sentite. Non poteva andarsene senza dirmi
nulla… se certo, lo sapevo io stessa che
una volta che fosse entrato e avessi visto i suoi splendidi occhi ne avrebbe
sentite, si. Ma di rumore di baci stavamo parlando.
Quanto era passato? Un’ora? Mm forse solo
trenta secondi.
Quanto fosse passato non importava, perché
quando sentii il rumore di un’auto –la sua
auto- entrare nel vialetto, fu come se il pavimento scottasse e non
riuscissi ad appoggiarci i piedi. Non potevo stare ferma , dovevo rivederlo,
adesso!
Mi catapultai alla porta come poche ore
prima , con la consapevolezza però , di non restare delusa. Avrei trovato
Alice, si. Ma se avessi aspettato avrei rivisto lui : Il mio uomo.
Aprii la porta prima che fossero loro a
farlo. Un’entusiasta Alice mi comparve davanti.
<< Ehi! Che accoglienza… >> non
dovetti nemmeno risponderle, sapeva che avevo occhi solo per lui, infatti dopo
avermi schioccato un bacio sulla guancia , mi oltrepassò lasciandomi a lui.
Appena uscito da un servizio fotografico,
con i suoi RayBan sulla testa e la giacca sottobraccio. Bello e perfetto come
era solo lui ai miei occhi.
<< Ciao… >> lo salutai
dolcemente, pronta ad incollare le mie labbra alle sue. Mi era mancato
terribilmente.
Sentii come una pugnalata quando ciò non
avvenne. Era sbagliato, io anelavo quel contatto.
<< Ciao >> Involontariamente
avevo chiuso gli occhi e quando li riaprii lui non era dove avrebbe dovuto
essere –ad un soffio dalle mie labbra- ma mi stava oltrepassando.
<< Ehi! >> lo fermai sulla
porta.
<< Che c’è? >> mi chiese come
se tutto fosse normale. Come se lui fosse
normale. E non lo era, no.
<< Che succede? >> gli presi la
mano per avere un contatto con lui.
<< Niente , sono solo stanco >>
sciolse la mia debole presa e andò sul divano. Lasciò un bacio a nostro figlio e si dileguò al piano di
sopra.
Per l’ennesima volta mi lasciò sola, per
l’ennesima volta andò via da me, per l’ennesima volta scappò via. Mi chiusi la
porta alle spalle lasciando dietro di me, un pezzo del mio cuore, del mio
amore, un pezzo di me, un pezzo di noi…
Ma una cosa era certa, io avevo smesso di scappare…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** *..crederci..* ***
CAPITOLO 35 .. crederci.....
*Ma
ciao. Ma vi ricordate ancora di me? Eh? Io mi ricordo di voi. Molto
bene in verità, però certo fossi in voi mi sarei
dimenticata da un pezzo. Dove eravamo rimasti? Edward che sfugge da
Bella, la evita, perchè? e poi... ah già, doveva tornare
qualcuno,no? vi avviso che è il momento della verità. Ci
sono tante cose che i due devono dirsi, forse non molto piacevoli. Ma
non ve lo siete sempre chieste tutte cosa cavolo è passato nella
testa di Edward 5 anni fa? bene adesso lo saprete. Chissà se ve
lo aspettavate. So che i miei ritardi stanno abbassando le letture e me
ne dispiace tantissimo. Per ora è il massimo che riesco a fare,
cercherò comunque di dimezzare i tempi. Questo è uno dei
capitoli più lunghi che io abbia mai scritto, e fosse stato poco
tempo fa, l'avrei diviso in due, in modo da averlo pronto per la
prossima volta e non farvi attendere troppo. Ma ve lo meritavate... per
questo non mi andava di lascirvi sospese con le cose a metà.
spero vi piaccia. E... grazie, è ciò che di meglio posso
dirvi , un bacio, piccolaluce*
*
*
*
Quando comprendi di esser sola a lottare con il mondo , tutto è più
difficile , più complicato. Perdi l’importanza anche delle piccole cose. Sai
solo che ciò che di più bello hai , fugge da te, scappa per l’ennesima volta. E
quando fa così, tu , infondo che puoi fare? Si può davvero fare qualcosa quando
quel qualcuno non vuole che tu la faccia? Non vuole essere cercato? Non vuole
far parte di quel mondo che tu troppo presto avevi immaginato di condividere
insieme?
Edward stava facendo questo , stava scappando. Scappava come era
sempre scappato da me. Ma stavo capendo una cosa. Nel bene e nel male tutto ciò
che avevo, lo avevo per il semplice fatto di aver lottato per averlo. E se può
sembrare qualcosa di bellissimo, se ci si ragiona bene , se si presta davvero
attenzione , non lo è affatto.
Edward mi aveva fatto riflettere…
Ho lottato per il mio bambino. Lo volevo, dal primo momento e l’ho
avuto. Ma quando ho smesso di lottare io per qualcosa, come Edward, anche se è
stata colpa sua, io l’ho perso. Nessuno ha mai lottato per me, nessuno. Ho
tutto ciò che mi ritrovo, perché sono stata io a volerlo. Le persone che mi
sono accanto son quello a cui ho impedito di andar via, quello per cui ho
lottato. Quando ho smesso di farlo, potrei partire dai miei genitori e finire
con Edward, loro non l’hanno fatto per me, sono sola a combattere. Sono sempre
stata sola. E mi rendo conto che forse lo sarò sempre e vorrei tanto
rinunciare, non correre dietro a qualcuno che non vuole essere rincorso. Ma poi
ecco i dubbi: e se solo non fosse pronto ad essere rincorso? Se avesse solo
bisogno di tempo? Potrei aspettarlo? Ma forse la domanda è un’altra : potrei
mai , adesso, dopo esserci ritrovati, lasciarlo andare?
La risposta è una sola, è sempre stata una : no, non potrei mai.
Ecco perché sono sul divano, aspettando che si decida a scendere.
Dovrà farlo prima o poi, no?
Si dovrà farlo, e allora ne sentirà.
<< Ali, mi dai il tuo cell un attimo? >> mi serviva una
cosa e per quanto banale fosse, mi andava di essere infantile. Quando si ha a
che fare con qualcuno che si comporta da immaturo, come un ragazzino, che senso
ha fare le persone mature? Tanto vale abbassarsi al suo livello. Non voleva
vedermi? Bene. Non voleva sentirmi? Più che bene. Mi avrebbe letta allora.
<< Certo tieni… >> me lo diede senza nemmeno guardarmi o
farmi anche la minima domanda al riguardo. Si fidava troppo. Ma poi, io non
avrei fatto lo stesso con lei? Certo.
Mm, è un Nokia. È tanto che non ne posseggo uno, ma credo che
nonostante l’evoluzione e gli aggiornamenti, il sistema operativo sia quasi
uguale. Okay… bene, ovviamente i tasti non esistono più, no? Parlo proprio io
che ho un telefono con un unico tasto. Bene… menù. Cerco l’icona dei messaggi, eccola. Opzioni. Crea messaggio. A : mm, vediamo un po’. Rubrica. Ecco l’elenco.
Amorino mio.
Amorino mio 2. Amorino mio 3. Oh, Jazz, ma quanti numeri hai? Cavolo!
Amorino mio
casa. Amorino mio mare. Ada. Finalmente un nome normale. Ma nel dubbio decido
di scorrere fino alla E… Emily. Eric. Fanny. Ma come? E… e…
Edward dov’è? Può non esserci? Per un attimo –ma solo uno- penso di lasciar
perdere, ma per fortuna Alice non aveva molti contatti con la F e ciò mi permise di scorgere
immediatamente due nomi. Fratello e fratellino. Okay… ero quasi giunta alla
meta. Ora mi toccava scegliere. Testa o
croce? Tre scimmiette sul comò? Chiedere no , eh? No. Allora andando ad
intuito –perché ovviamente non volevo sbagliare- sicuramente era fratellino quello giusto , visto che era
il più piccolo. Selezionai il contatto e andai a scrivere il messaggio. Breve e
concisa.
-Eri solo
stanco. Non credi di esserti riposato abbastanza?-
Opzioni.
Invia. Una piccola attesta di pochi secondi e poi : messaggio inviato. Bene, ecco l’ansia. Avrei forse dovuto dirgli
che ero io? No , non avrebbe mai risposto. Una leggera vibrazione mi fece
saltare sul posto, ma per fortuna nessuno si accorse di me, tutti ormai
seguivano il pirata Rubber, costretti
da Rob ovviamente.
Un nuovo
messaggio. Apri.
-Ma sei scema?
Da quando mi mandi messaggi invece
di saltellare come una bambina per rompermi le palle? – sicuramente dopo
questo messaggio avrei saputo come rinominarlo nella rubrica : mr finezza.
-Da quando anche tu fai il
bambino. Perché non scendi?- forse non era giusto fingermi Alice ,non lo
era affatto, e inizialmente la mia idea era quella di prendere il numero e
scrivere da me, ma poi la voglia di sapere aveva preso il sopravvento.
-Perché non ti fai i cazzi
tuoi?- come avevo detto? Ah si, mr finezza.
<< Ali, tu mi vuoi bene, vero? >> le chiesi facendo gli
occhi più dolci che potessi, sperando assomigliassero almeno un po’ a quelli
del gatto con gli stivali.
<< Si si, ti amo. Non hai bisogno del mio permesso. Fa ciò che
devi… >> e dopo la sua linguaccia non avevo bisogno di altre conferme.
-Ma qui ti voglio tutti. Ti
cerca la mamma…- sapevo che non era il caso di mettere in mezzo anche Esme,
ma non avevo chance.
-Si certo, lei mi cerca, come
no. Dì a “mamma” che sto dormendo e non rompere- ma guarda questo stronzo!
Ops.
Mi rimproverai mentalmente solo per aver pensato una parolaccia di
fronte a mio figlio. Eh, ma allora il padre? Altro che scuse, ne aveva dette
–cioè scritte- più lui in un minuto che un grande parolacciere. Ecco parolacciere, se mi avesse sentita Alice
l’avrebbe sicuramente inserita nel dizionario Bella-Italiano , Italiano-Bella. E quindi Edward sapeva che ero io
a volerlo, bene tocchiamo l’istinto paterno allora.
-Anche Rob chiede di te… - troppo
patetico? Non mi importava.
-Durante One piece? Non credo
proprio. Non prendermi per il culo Alice, non ci sei mai riuscita, fallo salire
con una scusa allora…- ma guarda questo qui. Ero tentata dal scrivergli che
forse la sorella non ci era mai riuscita, ma lui adesso parlava con me, ma un rumore
nel vialetto mi disturbò : una macchina. Sarà Carlisle, già di ritorno? Mm ,
potrebbe anche essere. Robert sembra tranquillo, ma vorrei Edward qui se
qualcosa dovesse andare male.
La porta si aprì rivelando Carlisle per primo. << Eccoci a casa
>> il suo plurale probabilmente inquietò un po’ tutti. E ci aspettavamo
tutti di vedere comparire un omone dalla porta, ma tutto ciò che vedemmo fu un
grandissimo cartellone. Pes 2013.
L’unico indizio e tanti calciatori raffigurati.
<< Ah! Mamma! >> ecco, un timpano è scoppiato. <<
Mamma, mamma. Pes! Peeeeeees! >>
<< Si amore ho capito! >> bugia. Non avevo idea di cosa
fosse.
<< Ehi… ciao Rob >> una voce che conoscevo e avevo odiato
forse troppo. Ma cercava di farsi perdonare. L’attenzione era tutta per il
piccolo.
<< Ehm… ho delle cose da sistemare, mi aiutate? >> il capo
famiglia cercò di portare tutti in cucina in modo da lasciarci soli.
<< Ciao, Bella. >> era imbarazzato e non sapeva nemmeno
come comportarsi. Volevo fargli capire che era tutto okay, ma non sapevo
nemmeno come fare. << Ciao Emm! >> e forse avrei aggiunto
qualcos’altro se mr finezza non avesse deciso di far la sua comparsa proprio
ora.
<< Sei tornato eh? >> non era affatto cordiale, anzi, gli
parlò proprio con astio.
Arrivò diretto sul divano senza degnare il fratello di uno sguardo e
prese il piccolo tra le braccia. Forse pensava che se avesse tenuto Rob, con le
mani occupate, si sarebbe trattenuto dal picchiarlo ancora. Con questo pensiero
guardai Emmett in viso per la prima volta da quando era entrato. Una gran bella
macchia violacea faceva bella mostra di sé sull’occhio sinistro. Edward doveva
star pensando la stessa cosa. << Ti dona il viola, anche se credo che il
nero avrebbe fatto un effetto diverso. >> cioè, a me era passata, perché
a lui ancora no? Mi guardò un attimo e istintivamente nascosi tra le gambe il
cellulare di Alice che era ancora tra le mie mani, sperando non se ne
accorgesse. Mi sentii avvampare al pensiero della pessima figura che stavo per
fare : beccata in flagrante, ma Edward per fortuna era concentrato sul fratello
e non se ne accorse.
<< Scusate >> fu tutto ciò che disse Emmett in risposta ad
Edward. Che poteva dire altro?
<< Non bastano le scuse, se non fossi arrivato in tempo?
>> questo me l’ero chiesto anche io, ma non avevo voluto soffermarmici
molto.
<< Pensi davvero che gli avrei fatto del male? Mi credi capace?
È solo che non c’ho visto più, quando… >>
<< Non mi interessa >> lo interruppe Edward senza
permettergli di spiegarsi. Pensai che stesse per finire male, specialmente
quando appoggiai una mano sull’avambraccio di Edward e lui mi scansò via, ma
invece mi sorprese. << Dai, che hai portato qui? >>
Si mise a controllare, per rendere partecipe anche il piccolo, ciò che
aveva portato Emm.
<< Pes tredici. Finalmente possiamo fare una partita decente… >>
<< Ah ah ah
>>. Edward scoppiò a ridere. Cosa c’era di così divertente adesso? <<
Dillo che è tutta una scusa per annullare il punteggio. Crede di vincere, no
Rob? >> ah, cominciavo a capire.
<< Si ma lo battiamo >> era bellissimo vedere collaborare
padre e figlio. Erano perfetti.
<< Giochi ancora con zio, eh? >> ecco la domanda da un
milione di dollari.
<< Si! >> non ci pensò nemmeno un attimo. Nel suo cuore
l’aveva perdonato subito e lo stesso era per Edward. Solo ora capivo, davanti a
Rob voleva far vedere che le brutte azioni vanno punite, ma sapendo la strana
percezione del tempo dei bambini, era subito passato a far pace.
Gli altri vedendo le acque calmarsi rientrarono in salotto e vidi
Edward alzarsi.
Prima che mi scappasse ancora mi alzai anche io per parlargli, magari
avremmo fatto una passeggiata per vedere che cavolo gli succedeva. Lasciai Rob
al sicuro che giocava alla play. Sentii Edward sbruffare al solo rendersi conto
che mi stavo alzando anche io. Cominciavamo proprio male…
<< Edward… >> lo chiamai.
<< Devo andare >> si dileguò come sempre per le scale, ma
questa volta non lo lasciai, lo seguii. Ma lui imperterrito fece finta di
niente e continuò la sua fuga. Lo bloccai arrivati alla sua stanza. Eravamo
parecchio lontani, non ci avrebbero sentiti, ma non si sapeva. Avrei preferito
entrare dentro.
<< Edward! >> mi esasperai al suo ennesimo rifiuto.
<< Che c’è? >> come?
<< Si può sapere che ti prende? Non dire che sei stanco, so che
mi stai evitando >> era evidente.
<< Che mi prende? Mi chiedi che mi prende? Lo vuoi sapere?
>> era il momento perfetto. Finalmente ci saremmo detti tutto.
<< Si certo che lo voglio sapere >> ma forse mi pentii
subito di volerlo sapere, non sapendo cosa mi aspettava.
<< L’hai voluto tu >> ecco, appunto. << Me l’hai
tenuto nascosto. E non parlo dei cinque anni, no. So già che troveresti mille
scuse. Parlo di questi mesi. Tu lo sapevi, dici che sono io il padre, no? Allora
l’hai sempre saputo. Dimmi perché cazzo non me l’hai detto subito. Dal momento
in cui hai messo piede qui. Perché. Cazzo. Non. Me. Lo. Hai. Detto. >>
sputò tutto ciò che aveva dentro, con rabbia e odio.
<< Ma sei forse impazzito? >> lo trascinai a forza dentro
la stanza, incurante del suo rifiuto, e senza potermici soffermare molto, visto
che era la prima volta che vi entravo e desideravo farlo da tanto. <<
Perché non te l’ho detto? Perché? Mi hai lasciata con un messaggio, te lo sei
forse dimenticato? Eh , certo. Ricordiamo solo quello che ha fatto Bella, no?
Certo, così è più facile. Così sono solo io a sbagliare. Certo, avrei potuto
dirtelo, subito. È vero, ma mi hai aggredita dal primo istante. Da quando ho
messo piede qui. No anzi, appena hai visto quell’angelo di sotto mi hai sputato
addosso cattiverie e accuse infondate, mentre mi accusavi, avrei dovuto dirti
la verità? >> lui aveva le sue accuse ma anche io non ero da meno.
<< Non sapevo fosse mio figlio… >> oh caro, questa non è
una scusa.
<< E credi che ti giustifichi? Pensi che, solo perché non sapevi
che fosse tuo figlio, ciò ti autorizzava a spruzzare veleno addosso a me? Dopo
cinque anni di silenzio? Dopo cinque anni di vuoto? L’ignoto ti dava il diritto
di accusarmi? >> questa volta non
avrei sorvolato, avrei chiarito ogni dubbio. Approfittai del suo silenzio per
fargli le famose domande. << Perché sei andato via? Perché non mi hai mai
cercata? >>
<< Perché tu mi hai tradito… >> tradito. Quante volte avevo dovuto sentire quella parola prima di
oggi? Proprio da lui. La persona che più avevo amato nella mia vita.
<< E sulle basi di cosa, dici questa stronzata? >>
<< Ti ho vista, sai? Quel pomeriggio ti ho vista con Black…
>> rimasi paralizzata dalla sua affermazione. << Non l’avevi
capito, davvero credevi che mi fosse sfuggito? Che non lo sapessi? >>
<< Ma che stai dicendo? Quale pomeriggio? Sai che non l’ho più
visto… >> ero molto confusa. Non l’avevo più visto. Eccetto…
<< Il giorno che me ne sono andato. Il giorno in cui avremmo
dovuto parlare … tu eri lì, ai
giardini, con lui. Vi ho visto. Ho visto mentre ti accarezzavi il ventre, ma
non potevo sapere. Mi sono avvicinato, sue queste parole , mi apparterrai per sempre, no? Credi davvero che volessi altre
conferme? Che volessi sentirtelo dire? Ti ho tolto il peso… >> come
immaginavo, si riferiva a quella sera, ma della verità, di come erano andate
realmente le cose, aveva capito ben poco. << Me lo sono chiesto in questi
giorni. Quando hai saputo che era mio? Al parto? È stato allora che vi siete
lasciati? O col tempo ha visto la somiglianza, il povero stronzo? >> stava
esagerando e la mia mano volò, senza che potessi impedirlo, sulla sua guancia.
Non si scompose più di tanto, forse se lo aspettava dopo ciò che aveva detto
,ma ne approfittai per chiarire le cose una volta per tutte.
<< Sei solo un cretino. E non hai capito un bel niente. Lo sai
cosa mi ha detto? Lo sai? Lo vuoi sapere davvero? Adesso gli apparterrai per sempre. Queste sono state le sue parole
e non quelle che hai interpretato tu. Queste. E sai perché? Eh no. No, che non
lo sai, perché non me l’hai mai chiesto. Mi ha vista, mi ha vista felice,
felice perché stavo ancora con te. Non mi ha mai perdonata per averti scelto,
ma ha capito che non c’erano speranze per lui, ha capito che non mi ero mai
pentita. Mai. Non so se lo intuì, non l’ho mai saputo, perché non l’ho più
visto. Forse come dici tu, mi accarezzavo il ventre, un gesto involontario. Lo
sapevo da così poco tempo. Non l’avevo detto a nessuno, tu dovevi essere il
primo. Non avevo dubbi che fosse tuo, mai avuti. Era di questo che dovevamo parlare, questa era la mia sorpresa…
>> non potei evitare alle mie lacrime di sgorgare. Le avevo trattenute
per troppo tempo.
<< No. Io… non può essere. No! lui… >> non sapeva più come
continuare. Aveva creduto davvero in ciò che aveva visto?
<< Lui che cosa? È bastato così poco a farti cedere? Per farti
perdere fiducia in me? Così poco per smettere di credere in noi? >> anche
se aveva frainteso, non bastava. Non era sufficiente per sparire. Non poteva
essere sparito per questo.
Si gettò sconfitto sul letto. I gomiti sulle ginocchia, le mani tra i
capelli a torturarli.
<< No. Lui me l’ha detto. >> ah? << Quel pomeriggio
andai da lui. Volevo spaccargli la faccia. In verità lo feci anche. Non sapevo
ancora nemmeno perché, ma dovevo farlo. Volevo che mi giurasse che non era
successo, che tu non volevi. Qualsiasi cosa, pur di non credere che tu mi
avessi tradito, che io ti stessi per perdere. Ma… >> cosa mi stava
raccontando? Quando era successo tutto ciò?
<< Ma…? >> lo incitai a continuare.
<< Ma non me lo negò, mai. Mi diede conferme, conferme che
nemmeno avevo chiesto e nemmeno volevo sentire. Ogni conferma un pugno. Ne
ricevette davvero tanti. Mi disse che stavate insieme già da un po’. Che
eravate tornati insieme, che mi tradivi, che ti eri pentita, che hai sempre
voluto lui. Io ero stato solo una sbandata. Avrei accettato anche questo. Avrei
accettato tutto pur di non perderti. Ti amavo e sapevo che per te era lo
stesso. Non potevi aver finto, qualcosa doveva esser successa e l’avremmo
risolta. O forse lo credevo solo per non accettare che fossi tornata da lui. Non
so, e non so nemmeno se lo capì lui. Più picchiavo, più volevo picchiere. E più
ne prendeva, più continuava. Forse credeva fosse l’unico modo per convincermi,
l’ultima speranza che avesse con te. Ma io non mollavo, non cedevo. >> si
fermò un attimo perso nei ricordi di quella sera. << La goccia fu quando
mi disse che eri incinta. Aspetta un
bambino, lo sai? No! Perché è mio! Pestami, uccidimi, fai quel che vuoi, ma lei
sarà sempre mia. Sue parole, non potrei mai dimenticarle. Unite a ciò che
avevo visto solo poche ore prima mi fecero capire che era una partita persa.
Non c’era più niente per cui lottare. Continuai a picchiare, finché non mi
riempii le mani di sangue e lo resi irriconoscibile. Mi accertai che respirasse
ancora e forse inconsciamente smisi per non lasciare un bambino senza padre, il
tuo bambino, ma forse non so nemmeno
io perché smisi. Ma mi alzai e me ne andai. Tornai a casa e ti mandai quel
messaggio, il mio ultimo contatto con te. Nella mia mente ti stavo facendo un
favore, nella realtà avevo perso tutto… >> ormai piangevo singhiozzando.
Non era potuto succedere. Non a me, non al mio bambino, non a noi. Durante il
suo discorso avevo provato diversi sentimenti contrastanti. Rabbia per quell’infame,
dolore per Edward ma tutto era stato sostituito dalla delusione. Come aveva
potuto credergli?
<< Tu avevi qualcosa per lottare. Avevi il tuo bambino… >>
dissi tra i singhiozzi.
<< Io… io non potevo saperlo, dannazione! >> mi urlò
contro.
<< Potevi invece, eccome se potevi. Dovevi venire da me. Saresti
dovuto venire da me. A chiedere. Saresti dovuto venire a chiedermelo, a
guardarmi in faccia. Non avrei potuto mentirti. Avresti capito che era un
errore. Non ti saresti perso nulla… che cazzo ti costava parlarne con me, ero
il tuo amore, no? >> non avevo più voce, usciva un suono rauco e
disturbato, non riuscii nemmeno a capire se per il pianto o per le urla. Ormai
erano un tutt’uno.
<< Non potevo, proprio perché eri il mio amore. Non avrei
sopportato di sentirmelo dire da te. Sarebbe stato troppo per me, per il mio
cuore. Se tu non l’avessi incontrato, se non vi avessi visti, non sarei mai
andato da lui. Non mia avrebbe mai detto nulla e non mi sarei perso la vita di
mio figlio… >>
<< Non darmi colpe che non ho. Non ho scelto di incontrarlo no,
che non l’ho scelto. Non cercare di scaricarmi la colpa, perché non sono io ad
aver sbagliato, o comunque non lo sola. Abbiamo sbagliato entrambi, accettalo…
dovrai farlo >> erano errori commessi insieme.
<< Non posso accettare di essere io ad aver sbagliato. Non posso
anche solo pensare di aver perso mio figlio per un mio errore… >>
<< Credi che io possa invece? Credi che sia facile accettare che
mio figlio non ha avuto un padre anche per colpa mia? Ma possiamo cambiare le
cose. Tu non hai perso un figlio. L’hai trovato. È vero, hai perso cinque anni,
ma adesso è qui, sei qui… >> non avrei accettato che rinunciasse a lui.
<< Si è qui. Ma perché? Perché mia sorella ti ha invitata qui?
Per un caso? >> no , non per un caso.
<< No, certo che no, non
è stato un caso. Il destino ci ha riuniti… >> era tutto troppo
impossibile altrimenti.
<< Il destino un cazzo! Che destino separa un padre e un figlio?
Eh? Me lo dici? Quale destino avrebbe separato due persone che si amavano?
>> mi ferii molto il suo amavano.
Ma erano passati troppi anni, ovvio che non fosse più così.
<< Un destino un po’ bastardo. Ma è sempre lo stesso destino che
ci ha fatto incontrare una volta e ci ha riportato qui… >>
<< Non mettere in mezzo discorsi che non c’entrano, mi fai
incazzare. Tutto si sarebbe potuto evitare. Se tu… se lui. Se solo… >>
doveva smetterla di accusarmi.
<< Basta con i se, Edward, non abbiamo più tempo per pensare
come sarebbe potuta andare. Anche tu avresti potuto lasciarmi una traccia, un
numero, qualsiasi cosa e io avrei messo da parte tutto. Io sarei tornata da te…
>>
<< Stai dando la colpa a me? Io non volevo vederti, non volevo
che mi cercassi, io quella notte ho perso tutto… >>
<< E pensi di essere stato il solo? Anche io ho perso tutto…
>>
<< Tu hai Rob >> ma che cazzo di discorsi faceva?
<< Io ho Rob è vero. Ma ero sola. Avevo solo il mio bambino. Io
e lui contro il mondo. E adesso anche tu hai lui… >> dovevo averne la
certezza e non capii se non voleva più o se lo desse per scontato, ma non
proferì più parola. Si alzò come se fosse tutto concluso e chiarito e arrivò
alla porta.
<< Edward, spiegami. Che cos’è cambiato? Cosa? Andava tutto
bene… >>
<< Tutto bene? Per te questo è bene? Tutto è costruito su delle
cazzate e va bene? Eh no, a me non va bene. Non va bene per niente… >> ma
cosa era scattato? Cosa ? Cominciò ad andarsene ma lo seguii, mi doveva delle
risposte. Arrivati al bagno tornò indietro sperando che l’avvicinarci agli
altri mi impaurisse, ma si sbagliava, lo bloccai a metà strada.
<< Qual è il problema? Paura di responsabilità? È troppo per te,
tutto in una volta? >> in breve ripercorse i pochi metri di distanza che
aveva creato e arrivò ad un soffio dal mio viso.
<< Non. Dire. Cazzate. >>
<< Dico quello che vedo… ci stai lasciando >>
<< No, non è vero. Io non lo lascerei mai… >> lui, lui non
lascerebbe mai. Stava lasciando me…
<< Dimmi, perché? Perché ora? >>
<< Perché ci sono tante cose che non riesco a dimenticare, che
non posso perdonare. >>
<< Perché ho aspettato, per dirtelo, è per questo? Lo sapevi
anche prima. Io avrei chiarito subito, tu non hai voluto. Tu. Mi. Hai. Detto
che. Che c’era tempo… che avremmo parlato >> la crisi isterica stava
arrivando, la sentivo. Cominciavo a percepire tutto da un altro punto di vista,
mi sentivo usata.
<< No. Io… credevo che l’avrei accettato. Ero così felice che
pensavo non mi sarebbe importato dopo. Dovevo provare, sapere se mi stavo
legando a te solo per il bambino o perché mi mancavi… >>
<< E cosa hai concluso? >> non ero sicura di voler sapere
la risposta, non ero pronta.
<< Non lo so… tu, non me l’hai detto >>
<< Ma Vaffanculo Edward… >> ormai non mi importava nemmeno
che mi sentissero arrivati a questo punto. << Avresti dovuto pensarci
prima >>
<< Stanno accadendo troppe cose, io non riesco a non pensare che
avrei potuto vivere ciò che ho perso >> perché non capiva che non era
colpa mia?
<< Ti stai arrampicando… che cazzo ti succede? Quando hai smesso
di credere in noi? Quando hai smesso di crederci? >> ormai avevo il viso
rigato dalle lacrime e urlavo a squarciagola. Sentii dei passi, sicuramente
Alice, ma non m’importava.
<< Cosa vuoi da me? Forse non c’ho mai creduto… è stato un errore >> e quella fu l’ultima pugnalata. Un errore. Ecco cos’ero per lui.
<< Cosa voglio? Voglio che avresti dovuto dirlo prima, prima di
portarmi a letto >> e ci voltammo verso le scale contemporaneamente,
impreparati a ciò che vi trovammo : Carlisle mortificato e Alice alle sue
spalle. Combattuta dall’abbracciare me o uccidere il fratello, lo sapevo.
Forse anche lui adesso era combattuto, forse non sapeva davvero ciò
che voleva , ma nella sua ricerca una cosa l’aveva fatta.
Aveva smesso di crederci, aveva smesso di credere in noi…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** *..non si chiede il permesso..* ***
CAPITOLO 38 ..non si chiede il permesso..
*
Ma ciaoooo! scusate, so che avrei dovuto postare ieri, ma causa
"ispirazione" non ho potuto. Era già scritto, ma ogni volta che
lo rileggevo per la correzione finale ecco che mi venivano in mente
mille cose da aggiuungere. Alle fine si è fatto troppo tardi e
ho rimandato ad oggi. spero di non aver fatto un casino. Grazie mille a
tutte vuoi. Buon natale e buon vacanze. Aggiornerò presto,
promesso. un bacio, piccolaluce*
*
*
*
Non sapevo cosa fare , cosa dire. Forse non c’era nulla da dire. Non
potevo aspettarmelo. Da quanto tempo era lì? Da quanto assisteva al nostro
addio?
Forse ne ero felice, forse era giusto che sapesse. Perché se ancora
non lo sapeva, quando avrebbe saputo chi era Robert, mi avrebbe odiato e allora
era giusto che sapesse che ne avevo di cope, ma suo figlio non era da meno.
<< Scusate >> si dileguò Edward sfuggendo allo sguardo
indagatore del padre. Rientrò in camera sua, io invece avevo bisogno di aria.
<< Bella… >> tentò Alice, ma la liquidai con un gesto
della mano. Non mi curai di Carlisle, il quale era alla ricerca di qualche
spiegazione, ma per oggi avevo discusso abbastanza con un Cullen, e poi non ero
ancora nella confidenze tali da poter parlarne con lui.
Per una volta, per una sola volta pensai a me stessa. Mi accertai solo
che Rob fosse tranquillo, che non si fosse accorto di nulla. Lui era sul divano
, tra le braccia del ritrovato zio, che giocava al nuovo gioco.
In un altro momento- e in uno stato d’animo diverso- mi sarei unita a
loro, ma non adesso.
Uscii fuori, il freddo mi investii, il vento forte quasi non mi
permetteva di respirare. Ma… volevo aria, no? Eppure non era questo che
cercavo. Forse ciò che realmente cercavo era irraggiungibile. Inutile sprecare
tempo, non ci sarei mai arrivata.
Di aria adesso, ne avevo eccome, ma c’era qualcosa che mi opprimeva,
un peso, un peso all’altezza del cuore. Un dolore, un male incurabile, perché
quando è il tuo cuore ad essere ferito non puoi semplicemente mettere una
benda.
La mia era una ferita della quale, troppo presto, avevo sperato di
poter guarire, avevo tolto quel cerotto troppo in fretta. Cinque anni erano
tanti, no? Eppure non erano bastati affinché si rimarginasse, era lì e
sanguinava ancora, forse più di prima.
Perché per me era stato così semplice eliminare quel cerotto? Da
bambina avevo sempre avuto paura. Paura che non si fosse formata la crosta,
paura che sanguinasse ancora, la ferita. E alla fine, dopo vari giorni avevo
timore di levarlo via, il cerotto. Perché fa stare bene, fa da tappo a qualcosa che non vuoi vedere,
che non vuoi ricordare. E se lo togli, resterà un segno, qualcosa a ricordarti
ciò che è successo e fa male. Fa male levare quel piccolo rettangolo , anche
fisicamente, ecco perché da piccola ne ho avuto sempre timore.
Perché adesso l’avevo tolto, con un colpo secco? Perché avevo
eliminato ogni barriera con lui? Come
avevo potuto permettere che aprisse quella gabbia in cui tenevo rinchiuso il
mio cuore da tanti anni ormai? Forse anche troppi.
In tanti avevano provato, ma quando un portone è chiuso, è chiuso e
basta. ulteriori tentativi non potrebbero far altro che rompere la serratura
per sempre.
Ma io la risposta la sapevo bene, era conscia del perché avessi
permesso ad Edward di rientrare nel mio cuore : lui non aveva forzato, non
aveva inventato alcun arnese speciale, in verità non aveva chiesto nemmeno il
permesso.
Per entrare in casa vostra, chiedereste il permesso?
Bussereste mai?
Suonereste mai?
Dareste un avviso del vostro arrivo? No, non lo fareste e nemmeno io
lo farei.
Perché hai le chiavi e non hai bisogno di far nulla se non entrare : è tua.
Edward aveva le miei chiavi, quelle del mio cuore, era ritornato in
quel posto che in fondo era sempre stato suo e che –adesso lo sapevo- sarebbe
sempre stato tale.
Riusciva a entrarmi dentro con una tale semplicità che mi sorpresi
della velocità con la quale tutto era avvenuto.
Era colpa mia, mi ero fidata, avevo ceduto alle sue labbra, al suo
profumo, al suo corpo, alle sue parole.
Si era preso tutto di me, tutto ciò che avrei potuto dargli. Ed ora
era andato via…
Era sparito, senza avvisare, così come era entrato, come se non
meritassi una spiegazione.
<< un errore >>
, così mi aveva liquidata. E forse… era vero…
Inconsapevolmente –o forse era il mio cuore a volersi fare ancora
male- mi ritrovai su quel dondolo, quel dondolo che ci aveva visti in qualche
modo ritrovarci e poi discutere e che , probabilmente, se potesse parlare, me
ne direbbe quattro e mi prenderebbe a schiaffi, o semplicemente se ne andrebbe
per non sentire le mie lamentele. Perché tutto mi era chiaro fin da subito : non
c’era futuro per me ed Edward, avrei dovuto dare ascolto ai segnali.
Il vento mi disturbava, il freddo anche, persino il cigolio del
dondolo che ero io stessa a provocare e non avevo intenzione di far smettere era
fonte , in questo momento, di disturbo.
Ma forse, quando si è arrabbiati , dà fastidio un po’ tutto, no?
Quando comprendi di volerti sfogare solo con una persona e poi capisci
che è assolutamente impossibile, che fai?
Piccoli passi mi richiamarono alla realtà. Troppo silenziosi e
delicati per essere i suoi. Mi
aspettavo davvero di vederlo comparire? Era stato molto chiaro. E poi, io,
volevo vederlo dopo ciò che aveva detto? Sperai con tutto il cuore che la
risposta non sarebbe sempre stata un sì
incondizionato come lo era adesso.
Un profumo alla pesca, infatti, mi colpii. Anche lui riusciva ad
infastidirmi, ma non lo dissi, non ora, perché domani, quando tornerò a
sorridere –cercai di autoconvincermi- ,tornerebbe ad essere uno dei miei
preferiti.
<< Ehi >> proruppe interrompendo le mie elucubrazioni. Si
accomodò al mio fianco senza chiedere se lo volessi, non lo faceva mai nessuno.
Ma il dondolo è il suo, no? E come avevo appena detto, non si chiede
il permesso.
E il mio cuore è di Edward, no? Non doveva chiedere il permesso.
Delle proprie cose, si fa ciò che si vuole.
Alice mi abbracciò , per infondermi quel coraggio e quella forza che
non avevo e dei quali avevo un immenso bisogno.
<< Ti va di dirmi che è successo? >> Domandò. Ne aveva il
diritto? Non lo sapevo, ma sapevo che forse era meglio che abbassassi l’ascia
di guerra contro il mondo, soprattutto verso la mia migliore amica,
praticamente da sempre.
<< Hai sentito. È quello che è successo >>
<< Ma quando è… successo? Cioè, io credevo che… che
essendoci Rob. Cioè, boh. Non lo so… io pen- >>
<< Non ieri. Non qui >>
<< Eh ma allor- >>
<< Al mare >> le anticipai la domanda.
<< Ah >> senza parole, eh? << Io… cioè forse in un
altro momento ne sarei stata felice, ma ora lui mi rende difficile accettarlo,
mi turba un po’ la cosa >>
<< Ali… io, non… io >> mi bloccai non sapendo bene come
continuare. Non volevo deluderla.
<< Non volevi? No? Dimmelo. Ti prego parla, perché se è così lo
ammazzo con le mie mani. Sembravate davvero così felici che io davv- >>
si stava agitando e arrabbiando, forse ingiustamente.
<< Ehi, ehi, frena! Non c’è nessuno da ammazzare. Io lo volevo…
>> le sentii tirare un sospiro di sollievo e vedendola rilassarsi
continuai << L’ho sempre voluto. Ma non me l’aspettavo. Non credevo
prendesse bene la notizia di Rob. Ti giuro non pensavo. Niente urla, niente
domande, niente di niente. Mi sono ritrovata tra le sue braccia e sapevo quanto
tutto fosse complicato, quando ci fosse ancora da dire, ma mi sono lasciata
convincere che ce ne sarebbe stato di tempo, che non sarebbe andato via. Che mi
desiderasse quanto io desideravo lui. Avevo bisogno di lui, di quella
silenziosa promessa che ci sarebbe sempre stato. Sentirlo dentro di me mi
sembrava che pot- >>
<< Alt! >> mi urlò come impazzita. << Parliamo
sempre di mio fratello, eh >>
<< Okay, scusami. Quando eravamo a letto, lui >> mi
interruppe nuovamente.
<< Ti prego! Ti prego, ti prego. Non scendere nei dettagli, non
scherzavo prima… >> involontariamente riuscii a strapparmi un sorriso.
<< Okay, ho capito, non dirò niente al riguardo, ma se mi
interrompi ancora, farò scena muta, chiaro? >> il suo annuire deciso mi
bastò come conferma che non mi avrebbe interrotta ancora. << Io credevo
davvero che fra noi fosse tutto okay. Non hai visto anche tu, mm? Mano nella
mano, sempre appiccicati, dormire insieme… stavamo superando ogni ostacolo.
L’ha anche detto a Rob, di noi intendo >> le confessai con rammarico.
<< Che. Cosa. Ha. Fatto. Quel. Deficiente? >>
<< Eh, già… >>
<< E adesso? >> era questa la domanda a cui non avrei mai
voluto rispondere.
<< Bella domanda. Gran bella domanda. Non so proprio che fare.
Se dirgli io qualcosa, se anticiparlo. Se far finta di nulla. Se lasciare che
sia lui a chiedermi. Perché so che lo farà, so che se ne accorgerà sicuramente
>> e se fosse venuto a chiedermi spiegazioni?
<< Non è detto che lo faccia. I bimbi sono un po’ nel loro
mondo, lo sai… >> cercò di consolarmi.
<< Macché! Lui bada a tutto. È troppo intelligente. Da quando sa
che è il papà poi… non sta nella pelle >>
<< Ma forse qualcosa gliela puoi dire. Che avete litigato?
>>
<< Come si fa a spiegare ad un bambino di cinque anni che il
papà e la mamma non stanno insieme? Come? Come si fa? Come spieghi? Che lo stare insieme , non implica necessariamente
il per sempre? Come fai, quando tu stessa gli hai detto il contrario?
>>
<< Lui lo sa? >> annuii semplicemente. << Scusami
Bella, ma, non ti sembra un po’ troppo affrettato? Capisco tutto davvero, ma
che motivo c’era… >> mi preparai a spiegarle ogni cosa.
<< Fosse stato per me avrei aspettato. Ed, ha voluto dirgli
tutto subito, mettere tutto in chiaro. Come spiegherò adesso a mio figlio, che
non potrà più chiedere un bacio, per gioire nel vedere unire le labbra del suo
papà e della sua mamma? Come spiegherò che non vedrà più i suoi dormire
insieme? Che le cose fatte in tre, tra
noi tre, saranno rare se non inesistenti? Che tutto ciò che ha appena
acquistato, lo perderà, senza rendersene conto? Come potrò spiegargli che non
siamo più una famiglia? >> come
avrei fatto a superarla? E lui? Il mio bimbo, ce l’avrebbe fatta?
<< Ma non dovrai farlo! Continuerete ad esserlo, ad essere una
famiglia. Lo siete… tutto si sistemerà, si chiarirà, non può finire così perc-
>> la fermai subito.
<< Ah, ho saltato la parte migliore. Quando Rob capirà, perchè
lo farà, te lo assicuro, non ci metterà molto a chiedere perché per un momento,
tutto è stato perfetto? Perché siamo stati una famiglia, per un breve momento?
Perché siamo tornati insieme, per poi lasciarci? Perché? E allora si che lo
ferirò, che lo deluderò. Sai amore, io e
papà siamo tornati insieme perché ci mancavamo, e io credevo che ci saremmo
sempre amati come un tempo, nonostante tutto, ma… mi sbagliavo. Per lui sono
stata solo una scopata. Mentre io costruivo qualcosa, lui la distruggeva. Ecco
perché mamma e papà si sono lasciati >> mi abbandonai allo schienale
del dondolo, sconfitta, delusa e senza forze. Fissai il mio sguardo nel cielo,
alla ricerca di qualche stella a illuminare un po’ la mia vita. ma anche le
stelle, none erano dalla mia parte, nessuna che si facesse vedere.
Come potevo continuare a lottare? Come?
<< Bella non devi vederla così. Non può essere così. Non lo è,
io lo so. C’è tanto da chiarire e verrà chiarito. Tanto da capire… gli parlerò
io, non lo permetterò io e non puoi permettere tu che finisca così >>
<< No! Non lo permetterò. Non andrò via. Resterò qui com’era
deciso. Lo faccio solo per Rob, perché non capirebbe se domani ci vedesse
partire. Voglio che stia tranquillo, al momento ha già troppo da affrontare. Ma
per lui, resto per lui, per il mio bambino. Tra me ed Edward non ci saranno più
contatti. Non gli permetterò di farmi ancora del male. Imparerà, imparerò,
impareremo dai suoi errori, dai miei, dai nostri >>
Alice non era d’accordo, così le raccontai, per filo e per segno cosa
era successo. Alla fine della mia storia cosa avrebbe mai potuto dire?
Nessuna parola sarebbe stata di conforto, nessuna frase di
consolazione. Solo un abbraccio silenzioso mi avrebbe aiutato –e in parte fu
così- anche se non era il suo che anelavo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** *..allontanamenti..* ***
CAPITOLO 37 cn imm ..allontanamenti..
*Ciao,
spero stiate tutte bene. Mi scuso per i ritardi, perdonatemi, è
ciò che i meglio riesco a fare per ora. Il prossimo non si
farà attendere. a giorni l'aggiornamento di "l'odore dell'addio"
e "Why? Why me? Why us?". ATTENZIONE ALLO SPOILER SOTTO! E Rose? Che ne
pensate? un bacio, piccolaluce*
Si dovrebbe, e lo spero, vedere finalmente il mio banner! Beh se si
vede è tutta opera del mio amore LuluCullen91 che ha fatto
questa meraviglia. ha una pagina di Grafica. Passate da lei, ha indetto
un contest molto carino, particolare e divertente. Provateci! un bacio
ecco il link : http://www.facebook.com/pages/%E1%83%A6Graphics-Heart%E1%83%A6/364723800290389
Rientrare in casa fu più facile di quanto avrei mai creduto possibile.
Non
ci voleva poi molto. Un bel pianto era quello di cui avevo bisogno per
poter tirare tutto fuori, per potermi sfogare. Non sarebbe stato
facile, d’ora in poi, ma ce l’avrei fatta.
Rob era il mio problema. Odiavo definire mio figlio un problema, la realtà era che non lo era lui, ma lo era dirgli ciò che stava accadendo.
Con lui non avrei saputo mentire…
Mi
alzai da quel dondolo come se non ci fossi mai stata, forse non ci ero
stata davvero, non con la mente almeno. Come se volessi che venisse a
cercarmi. Ma in realtà sapevo dall’inizio che non sarebbe
mai venuto nessuno a vedere come stavo. Alice teneva davvero a me,
nessun altro.
Rientrare in casa fu piacevole. Era calda, anche se dentro gelavo.
Ma non era la temperatura, non era nemmeno lo sbalzo da fuori a dentro. Era il mio cuore ad essere freddo, congelato.
Ma lui, lui non si sarebbe più scaldato.
Aveva deciso. Aveva preso una decisione cosi importante da solo : non avrebbe più sofferto.
Ne ora, ne mai.
<< Mamma! Eccoti! Ti avevo persa… >> l’unico uomo della mia vita.
<<
Amore di mamma. Ero fuori con zia. Non dovevi preoccuparti. Tu…
tu non mi perderai mai >> forse la mia non era una semplice
esclamazione. Era una frecciatina. Rivolta a qualcuno in particolare, e proprio quel qualcuno sembrava averla recepita.
<< Ragazzi è pronto! Si mangia! >> ci richiamò Esme dalla cucina.
Aspettai
che anche Alice facesse la sua comparsa e dopo aver accompagnato il mio
bimbo al bagno per lavare le mani raggiunsi tutti al tavolo. Ci
affrettammo prima che Esme si mettesse ad urlare. Ne dubitavo
fortemente comunque. Sapeva urlare? Non ne era certa.
Due erano i posti liberi…
Per
fortuna Rob scelse quello vicino al padre, frapponendosi così
fra di noi, ma comunque troppo vicini fisicamente, anche se decisamente
lontani.
Mi concessi un’occhiata veloce verso di lui. Sembrava turbato. Dopotutto era anche normale che lo fosse. Non era un mostro insensibile.
Era solo un egoista, ipocrita, falso, approfittatore, presuntuoso, immaturo, contraddittorio e e e e e… e basta!
Era soprattutto il padre di mio figlio. Di nostro figlio.
<< Papà, stasera guardiamo il re leone? >> ecco che incombevano i problemi.
<< Certo piccolo. Guarderemo ciò che vorrai >>
<< Si! Mamma? È bello, no? Piace anche a te… >> eh, certo!
<<
Si amore è bello ma… io ho da afre con zia. Ti dispiace
se non lo vedo? Vengo dopo però, promesso >>
<< Mm, va bene! >> Edward mi lanciò un’occhiata strana, ma ancora non aveva capito?
Alice ignara di tutto resse comunque il mio gioco senza dire nulla.
<< Bella, mi passi l’insalata? >> mi chiese Emm e feci come richiesto.
<<
La passeresti anche a me? >> e da quando Edward mangiava
l’insalata? Ma certo che la passo anche a te, se proprio la vuoi,
no? No!
<< Mamma, papà vuole l’insalata >> Rob, non ti ci mettere anche tu!
<< Emm, stanno parlando a te >> mi sbrigai a precisare per evitare di fare qualcosa per lui.
Sentii lui sbruffare ma non disse null’altro.
<< Caro, come stai? >> si rivolse Esme al primogenito.
<<
Bene mamma, adesso sto bene… >> era chiaro a tutti che
stesse mentendo, ma appoggiamo comunque il suo tentativo. Il che, mi
ricordava che avrei dovuto telefonare ad una certa persona. Rose, rose,
che hai combinato?
<< -ella? >> mm, come? Dicevano a me?
<< Bella? Bella? Bella, l’acqua. Me la passi? >> lo ignorai bellamente come se non avesse detto nulla.
<<
Eh, bella , l’acqua! >> ma non demordeva? Ma solo io potevo
passargliela? Effettivamente la bottiglia era proprio di lato a me.
Guardai quest’ultima. C’era solo un fondo. Avrebbe riempito
si e no mezzo bicchiere. La presi e me la versai.
Ops!
Oh, non l’ho fatto apposta! Mi dispiace. Mi giustificai
mentalmente. Ma di cosa poi? Non mi dispiaceva affatto e non ero per
nulla pentita. Ero certa che non avesse poi così sete. Altrimenti gli sarebbe bastato allungare un braccio.
Il
frigo era lontano dalla postazione di entrambi, sarebbe toccato ad
Alice andare a prenderne un’altra. Al momento non mi interessava.
Sorprendendomi,
fu proprio Edward ad alzarsi rabbioso. La prese e se la versò un
secondo dopo con troppa irruenza. Non ne bevve nemmeno un sorso. Come
avevo detto? Ah si certo, stava morendo di sete.
Non sarebbe finita bene. No, assolutamente.
La
cena sembrò essere la più lunga della mia vita. Per
fortuna, anche questa, come tutte le altre, volse al suo termine.
Per
evitare Edward , mi fiondai prima sui piatti , -mai fare i doveri di
casa mi aveva entusiasmato come adesso, e mai l’avrei creduto
possibile- e successivamente scappai nella camera di Alice incurante di
dove fossero loro. Se fossero stati in camera di Edward non ci sarei
andata dopo, avrei dovuto trovare un escamotage per non infrangere la
promessa fatta al mio piccolo.
Ma fortunatamente, conoscendo Rob –molto, molto, molto abitudinario- sapevo che l’avrebbe condotto in camera mia.
Era
lì che dormivamo sempre tutti e tre. Era lì che era
cominciata la nostra quotidianità, la nostra famiglia.
Era lì che mi avrebbe aspettata. Era lì che non avrebbe visto più altro che me e lui…
<<
Ehi! Per quanto vuoi andare avanti così? Vi farete solo del
male… >> lo sapevo bene, ma era ciò che di meglio
sapevo, ed ero in grado, di fare al momento.
<<
Anche se, se ne sono accorti tutti sai? Non ha mai mangiato una foglia
di insalata! Ed è la prima volta che lo vedo alzarsi per
prendere una bottiglia! Credo abbia sempre scelto quel posto proprio
perché lontano da frigo… >> mi lascia contagiare e
mi concessi di sorridere un po’. Ma poi deviai i miei pensieri
verso qualcosa di un po’ più urgente.
<<
Ali, che ne dici di chiamare Rose? >> in questo modo deviai anche
ogni suo tentativo di riaprire l’argomento Edward. Non ce l’avrei fatta al momento
<<
Beh, non ti nego che ci stavo pensando. Ma forse è meglio che tu
lo faccia sola. Non credo voglia sentire me. Credo cerchi il mio
appoggio e onestamente non so se saprei darglielo… >>
confessò sincera.
<< No, non credo. È tuo fratello. Non ti chiederà di appoggiarla contro lui… >>
<< Io… non lo so. Non credo sia la cosa giusta. Non so se sarei in grado di schierarmi… >>
<<
Credo che dovresti esserci invece. La conosco da poco e da poco conosco
tuo fratello. Forse questo mi permette di essere neutrale. Mi sono
legata ad entrambi. Non so cosa sia successo e non mi sento di prendere
le parti di nessuno, ma… voglio sentire la sua versione. Voglio
sapere come sta. Lei mi chiederà di te, vorrà sapere e
voglio che sia tu a risponderle, a fare l’amica, ad essere
sincera, a dire ciò che pensi senza rimuginarci sopra.
Perché questo ti chiederà, di fare l’amica…
>> non aspettai che rispondesse e prima ancora che lei annuisse
io avevo già fatto partire la chiamata , posando il mio sguardo
su quello di una bellissima ragazza bionda dagli occhi azzurri.
<< Ehi, Bella! >>
sembrava entusiasta di sentirmi. Anche se aveva un tono abbastanza alto
volevo che anche Alice sentisse, così misi il vivavoce.
<< Ciao Rose! Come stai? >>
<< Eh, come vuoi che stia? E tu? Tu che fai? >> eh, io? Io, come stavo?
<<
Io vado avanti. Poi ti racconterò. Ero… ero qui con
Alice! >> la buttai lì, ignorando le smorfie e la
disapprovazione di quest’ultima.
<< Oh, Alice! Ciao… >> tutto era imbarazzante, tutto sembrava troppo difficile. Si poteva perdonare il tradimento? Forse…
Ma si poteva perdonare quando ad essere tradito era tuo fratello? Io, io l’avrei fatto?
Ma infondo la mia domanda non aveva senso. Dipendeva da persona a persona.
C’era chi perdonava il proprio amore, un tradimento alla propria persona, quindi…
E
poi, non avevo detto che non avrei preso parti? Che avrei ascoltato
entrambe le versioni? In un modo o nell’altro era come se mi
stessi schierando. Perché sembrava impossibile che Emmett avesse
frainteso. E poi, se fosse stato tutto vero, se fosse stato tradito,
ciò dava una qualche giustificazione al suo comportamento nei
confronti di Rob. Come l’avrei giustificato se fosse stato tutto
un errore?
<< Ciao Rose! >> Alice si mostrò più dolce di quanto mi potessi aspettare.
<< Okay,
lo sento da qui quant’imbarazzo c’è nell’aria.
Ne siete sature. E prima che possiate dire qualsiasi cosa, ci terrei a
dire che Emmett è un cretino. So che dopo non en avrò
più occasione, e ci terrei davvero a dirlo adesso! >> non potei evitare che Alice partisse in quarta in difesa del fratello e nemmeno avrei voluto in realtà.
<<
Ah, lui sarebbe un cretino? E tu? Tu, cosa sei? Ti senti pulita?
Sei… sei… ah! Ma lo sai cosa abbiamo passato? No, non lo
sai! Bella te l’avevo detto che non avrei dovuto esserci…
>> prima che si alzasse e che io le rispondessi, Rose la
richiamò.
<< Sai che c’è? C’è che lo sapevo che non mi avresti fatta parlare >> Alice fece retromarcia e si accomodò sul suo letto.
<<
No, sai tu che c’è? Te lo dico io. C’è che si
è creato un sacco di casino. C’è che mi fidavo.
C’è che mio fratello è impazzito. C’è
che Rob è andato di mezzo. C’è che ha pianto. Ha
ferito lui, ecco che c’è! >> sembrava impazzita e
niente e nessuno avrebbe potuto fermarla. Ma Rose al sentir nominare il
mio bimbo abbassò l’ascia di guerra e chiese di sapere di
più, di essere informata.
Le raccontammo ogni cosa. Dell’aggressione e
di ciò che era accaduto mentre lei non c’era. Io per
renderla partecipe, Alice per ferirla e farla sentire in colpa.
Non
sapeva nulla di Emmett, del ricovero. Si capiva quanto fosse
dispiaciuta e mortificata per quanto successo. Si sentiva la causa, la
causa di tutto, soprattutto per ciò che era avvenuto al mio
piccolo. Io la rassicurai subito, ma Alice non fu d’accordo. Come
se, se lo meritasse. Solo dopo che anche lei si fu sfogata
cominciò a rilassarsi e a voler sentire tutta la storia.
<<
Io non ci posso credere… >> furono le ultime parole dopo
la telefonata appena conclusa e prima che ci salutassimo per la notte.
Chi l’avrebbe mai detto?
Era
incredibile. Ma questo dava manforte alla mia idea di voler ascoltare
sempre entrambe le parti. Senza, chissà che sarebbe successo.
Ancora non era finita, non era finito nulla.
Arrivai
alla mia camera, conscia che fosse troppo tardi. Sicuramente Rob
dormiva solo nel lettone. Entrai in punta di piedi per non svegliarlo.
La prima cosa che vidi fu la televisione accesa, stranamente la luce
no. Rob non dormiva ancora al buoi senza qualcuno accanto.
Chiusi la tivù e mi andai velocemente a lavare e mettere il pigiama.
Al ritorno mi accorsi di ciò che prima mi era sfuggito : Rob non era solo. Dormiva con Edward.
Quella
scena mi intenerii, troppo. Più di quanto avrei voluto. Presi il
mio iPhone e scattai una foto. Assicurandomi di aver spento il flash.
La fioca luce della lampada bastava.
Volevo immortalare quel momento. Un momento dolcissimo che mi sarebbe mancato e che sicuramente non mi sarebbe ricapitato.
Mi misi ai piedi del letto, indecisa sul da farsi.
Li
guardai, bellissimi nei loro dolci lineamenti, uno un po’
bambino, l’altro già uomo, ma comunque stupendi, allo
stesso modo.
La
stessa espressione rilassata e un po’ corrucciata. Una frutto dei
pensieri di bambino –i problemi di un gioco- l’altra dei
pensieri di un uomo –dei problemi della vita-.
La bocca semi-aperta, la stessa bocca. Certe volte ancora mi chiedevo come avesse fatto a non capre…
Erano due gocce.
E
fu guardando queste due gocce d’acqua che Morfeo decise di
venirmi a trovare per portarmi con sé. Forse non era il momento
adatto, non lo era sicramente il posto, e senz’altro non lo era
la compagnia, ma senza poterlo impedire, tra i miei amori mi
addormentai.
Spoiler :
<< Papi, mami, ve lo date un bacio, mm? >>
<< Mami, dallo un bacio a papà… >>
<< Mamma. Perché non vuoi baciare papà? >> come lo spieghi? Come?
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=917922
|