Recensioni di Nimrodel_

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Recensione alla storia Sniper's soul - 31/12/15, ore 00:08
Capitolo 4: Capitolo 3. 1901. L'allievo venuto da lontano
Aaaaw light of my eyes *^*
La mia anima RoyAi ha esultato tanto tanto forte, leggendo questo inizio un po' tirato del loro rapporto *^*
All'inizio del capitolo vediamo una Riza già più matura, lontana dalla terra dei sogni, orgoglio della signorina Elliot. Se prima stava scomparendo, dissolvendosi, vivendo in quel suo involucro, adesso si è trascinata, e un po' strattonata, fuori, dove l'aria è più difficile da respirare e lei, uccellino abituato a vegliare sui rami degli alberi, è stata tirata giù nel fango. Si inizia dunque con l'immagine finale del primo grande cambiamento che ha dovuto subire questa creatura, e subito dopo conosciamo il nuovo intruso nella vita di quella vecchia casa silenziosa. Signori e signore.. Rooooy Mustang! owo
Già pupillo di Afrodite, nonostante la giovane età, a me, sinceramente, ha scaldato il cuore.
Ce lo presenti così adorabilmente, così posato, discreto e garbato, che non puoi fare a meno di volerlo strapazzare per un po'. Un ragazzino che ancora non sa come sarà il suo futuro, ma che è già convinto di riuscire a essere qualcuno, prima o poi. Tristissimo, ora che rileggo qualche frase, rendersi conto di cosa alla fine diventerà e associare quell'immagine a questo patuffolo con naso rosso dai modi gentili.
Ma torniamo a noi, a quando la guerra è ancora lontana e l'alchimia del fuoco è ancora imprigionata nell'inchiostro.
Riza è ovviamente disorientata dall'arrivo di un ragazzo a casa sua, qualcuno che ha intenzione di starci per un po', ma di cui ha già intuito la partenza, che sembra aver conquistato un briciolo della luce che MrLovelyDaddy aveva sempre e solo riservato all'alchimia.
Non c'è da stupirsi, d'altronde, che questi abbia ceduto al carisma di Roy e alla sua maestria nel parlare, dopo aver realizzato di aver trovato l'individuo più simile a lui dopo anni di solitudine. Qualcuno cui affidare la sua protetta, la sua luce, colei cui ha votato praticamente l'intera sua vita, qualcuno che avrebbe portato avanti i suoi studi, avrebbe fatto crescere la sua creatura, perché ormai questo è diventata l'alchimia, in quella casa. Penso sia stato uno dei giorni più lieti della sua vita, quelli. Qualcuno che ti considera per quel che sei, che vuole che tu gli parli della cosa che sai meglio.. Davvero, non oso immaginare le sincopi che sono prese a quell'uomo.
Mentre Roy e Riza erano in cucina a studiarsi vicendevolmente, allungandosi gentilezze, e facendo a patti con i silenzi imbarazzanti, lui stava facendo festa, soffocando gridolini da fangirl nei cuscini e accarezzando i libri sussurrando loro quanto bene si sarebbero trovati con il loro nuovo uomo, con i lacrimoni degni di una madre al matrimonio di sua figlia. Cosa molto probabile e assolutamente realistica, nevvero? ewe
Quindi era da aspettarsi che un po' Riza invidiasse il posto d'onore che era toccato a questo sconosciuto nella vita di suo padre. Sconfitta dall'alchimia e perfino da un tizio parecchio puccioso che nessuno aveva mai visto (e di cui già tutto il paese spettegola) (vai così nonnina Berth). Abbastanza frustrante, si può capire. Se si era abituata alla presenza soffocante della prima, etichettandola come qualcosa di inevitabile, che mai nessuno sarebbe stato in grado di superare, che l'aveva preceduta di anni nell'esistenza del suo daddy, la sottospecie di affetto cui è stato fatto oggetto Roy la lascia disorientata, facendo apparire lei la sconosciuta della situazione. La delusione deve essere stata immane.
Ma piccola dolce Riza, don't worry, alla fine ti rifarai e diventerai una delle donne più rispettate del tuo universo. Pure la Armstrong ti rispetta, pulcino. [è stata l'orgoglio della mia vita, in quell'episodio :”)].
E avrai un CiccioBreda da strapazzare e un MiniFury da trattare come un figlio.
Non ce la faccio a rimanere nel passato, sorry xD
Anyways, Riza non odia affatto Roy, anzi. Oltre a stimarlo come persona, distinguendosi per intelligenza e educazione, penso nutra già un certo affetto nei suoi confronti. È un dispensatore quotidiano di piccoli gesti di gentilezza, la inizia alla normalità. Penso che questo sia stato l'unico periodo in cui Riza possa dire di aver conosciuto la normalità, almeno in parte. Dal giorno in cui il suo vecchio ha avuto la brillante idea di iniziare una nuova corrente artistica, al periodo Squadra Mustang, con l'aggiunta dello scandalo delle pietre filosofali, dopo la leva militare e Ishval, e quindi ciao ciao felicità e vita tranquilla, non penso abbia vissuto tanto nella normalità.
Anche solo trovare qualcuno che ti ringrazia per quel che fai, che si offre di aiutarti nei tuoi lavori casalinghi, ce mangia con te, che si interessa a te, che ti saluta non appena ti vede, che ti dona un sorriso al giorno e che ti fa sentire almeno un po' amata, non penso sia cosa tanto sottovalutabile.
Quindi, se da una parte Roy è causa di un piccolo male, dall'altra le assicura una più duratura serenità.
Penso un po' si sia reso conto dell'aria che si doveva respirare quotidianamente in quella casa, la solitudine cui era obbligata Riza, ed è così carino come si limiti a agire normalmente, senza forzare sulla timidezza e la rigorosa educazione di lei.
Adesso posso evaporare :D
 
Recensione alla storia Sniper's soul - 31/12/15, ore 00:04
Capitolo 3: Capitolo 2. 1899 - 1900. Chi si perde e chi no
Visto che brava che scrivo obbrobri pure il 31 dicembre? ù-ù
Scusa il ritardo qwq
Finalmente iniziamo a vedere un po' di più il nostro adoratissimo padre, l'esempio di genitore che tutti vorrebbero. L'equilibrio che si era creato, in cui due vivevano per conto loro e poi c'era l'eremita che poteva morire senza che nessuno se ne rendesse conto, è stato spezzato. Il rapporto tra lui e Riza è stato quindi obbligato a cambiare dopo la morte di Elizabeth che, se da una parte ha devastato la bambina, dall'altra ha privato la casa di qualcuno che si prendesse cura dei suoi componenti.
Ma Berthold, da padre saggio e affettuoso, ha preso molto bene la cosa.
Ignorando sua figlia, lasciandola morire e andare dietro a sua moglie, continuando a vivere come se niente fosse successo, per me già si merita di esser squartato da un falco bianco :D
Ammetto che in questo capitolo, per quanto possa essere detestato, da una parte può fare pietà. Non nel mio caso, io voglio solo vederlo morto uwu
Da una parte mi dico che dovrei compatirlo, che è solo un uomo perso, che un po' si sta impegnando per non far morire sua figlia sotto il suo tetto, ma poi mi arrabbio perché è inconcepibile che una bambina sia lasciata in mano a persone come lui che nemmeno hanno realizzato cosa significhi avere un figlio e trattarlo come tale. Berthold è uno dei pochi personaggi che non riesco a digerire, sorry.
La cosa più bella è che siamo solo all'inizio e che, come hai detto tu, il modo in cui si pone nei confronti della figlia è denotato da un grande imbarazzo.
Ma vediamo di partire dall'inizio e con la bambina estremamente fragile che quasi sembra strano rivederla nella donna che tutti siamo abituati a vedere. Ma ovviamente se “oggi” è così, è anche perché tante volte è stata costretta a cadere, esser lasciata a terra e rialzarsi da sola, crescendo con sé stessa e l'allievo venuto da lontano.
Abitudine che non ha perso è quella di rifugiarsi nel suo mondo quando le cose si fanno troppo grandi per lei nel mondo reale, costruendosi una realtà parallela certo molto più serena, una specie di ricovero autoimposto che però non fa altro che degradarle corpo e animo, a lungo andare. D'altronde lasciata a se stessa, in quella casa che risuonava ancora della voce di sua madre, ma che ne era di fatto priva, con l'arduo compito di fare a patti con il lutto, la sua reazione non è affatto inaspettata. Cresciuta con poesie, in mondi illusori, pieni di cose belle, che dipingevano tutto di colori pastello, non era abituata a affrontare un mondo decisamente meno colorato.
La signora Berth è la salvezza di Riza, in quel periodo, anche se magari a fare una capatina prima sarebbe stato meglio. Ma che non dia peso alle sottigliezze ce ne eravamo resi conto.
E a questo punto sentiamo la soave voce di Berthold, nella sua prima apparizione in questo capitolo. Quel che dice è di indubbia profondità: si lava le mani di aiutare sua figlia. Ma data la sua incapacità, fin qui lo posso capire. Non ha mai nemmeno interagito con Riza, figuriamoci se sarebbe in grado di accudirla nelle condizioni in cui è. Tenterebbe una trasmutazione umana, piuttosto.
In compenso, dal dialogo con il dottore e la signora, ha deciso di rendersi utile nei suoi limiti e provvedere all'istruzione di Riza, unica cosa buona uscita da quella testa.
La preparazione scolastica della bambina, di molto inferiore a quella dei bambini della sua età, dovrebbe già esser un segnale allarmante riguardo le condizioni in cui è cresciuta. La madre, per quanto buona e amorevole, certamente non era proprio la madre perfetta. Sì, aveva cercato alla meglio di fare da insegnante alla figlia, e non l'avrei biasimata se Riza fosse ancora piccola, ma a nove anni saper solo leggere è assurdo. Stava involontariamente precludendo la sua felicità, rendendo sempre più difficile l'interagire con il mondo al di fuori della casa e un ipotetico inserimento in un grado di istruzione un po' più alto. È semplicemente terribile.
Ma tornando indietro, Riza torna con i piedi per terra con le prime piogge di settembre, in grado a quanto pare di metter in chiaro i suoi pensieri e pulirli dalla polvere estiva, e subito si ha un primo confronto con Berthold, il quale riesce a rientrare nei parametri di “padre”.
Avrà tutto il tempo di degenerare, comunque, quindi non c'è da disperarsi. [si vede proprio che lo amo, vero?]
Riesce a portare avanti i rapporti con sua figlia, inoltre, arrivando a stringere un patto di reciproca sopportazione e sopravvivenza e infondendole un certo timore e forse odio per l'alchimia, da lei stessa definita sua sorellastra.
Non poteva trovare termine più azzeccato. Lui ama l'alchimia, la asseconda, la studia, se ne prende cura e cerca di aiutarla a splendere sempre di più, ci perde ogni sua giornata dietro, arrivando a trascurare persino sua figlia e il lutto per la perdita di sua moglie, tanto è assorbito, intrappolato, all'interno di tale materia.
Sia lui che sua moglie, come Riza ha genialmente realizzato, si erano persi. Si fossero persi tenendosi per mano sarebbe stato, in qualche misura, danno minore, ma niente, loro due hanno proprio deciso di tuffarsi e lasciarsi annegare nei loro interessi. L'una aspirando all'impossibile, l'altro aspirando a una soluzione per l'impossibile. Sognatori malati, traditi dalle loro stesse fantasie, di cui avevano fatto unica ragione di vivere e esistere, loro casa e dimora dei loro cuori.
Infine, finalmente, un personaggio che perso proprio non è, ma che, al limite, aiuta a recuperare i perduti e impedire a chiunque di perdersi.
Madga Elliot.
Nome che veste a perfezione il carattere. Mi ricorda tanta gente, sinceramente, sia proveniente dai libri sia dalla realtà :3
Signora adorabile, tra l'altro, che è riuscita a far recuperare quasi quattro anni di scuola a Riza, insegnandole anche a organizzarsi la giornata e maturare complessivamente, influenzando senz'altro quel che sarebbe diventata.
Questa signora mi piace, yay uwu
Stavolta non evaporo, ho un'altra recensione da fare c:
(Recensione modificata il 31/12/2015 - 12:06 am)
Recensione alla storia Sniper's soul - 08/12/15, ore 15:34
Capitolo 2: Capitolo 1. 1899. Sola
[Sono diventata brava, nevvero?uwu]
Ow povera piccola Riza T^T
Ottimo inizio, insomma. Lei è morente su un pavimento che ha le peggio schifezze sopra, con tizi armati e indemoniati intorno e va a pensare alla dipartita di sua madre. Una valida ragione per restare in vita, mi pare.
Ma stacchiamoci dalla situazione nel presente per parlare di questo bellissimo e macabro flashback che ci hai donato.
Wow. Approvo senza ombra di dubbio la scelta di mostrare a chiari termini la situazione, senza cercar di alleggerirla, riflettendo a pieno lo spirito di Riza che in quel momento, mostrando grande forza sceglie di non crearsi un mondo suo, ma affrontare la cosa.
Introduzione all'infanzia di Riza fatta magistralmente, my dear. Tutto il capitolo ha come sfondo il fantasma di una pseudo serenità creata a quattro mani, due di madre e due di figlia, che poggiava su estremamente fragili sostegni. La madre malata, il padre che poteva essere uno straniero arrivato anni prima da oltre oceano. E davanti, in primo piano, quel che ora sarà di Riza, la vita che la aspetta, da sola con un uomo che non la conosce, incapace persino di sembrare una persona.
In compenso questo suo nascere e vivere in una situazione piena di amore e dolcezza, l'ha resa parecchio realista, elemento che l'ha aiutata, almeno in parte, ad affrontare questa perdita. Certo, è sempre la perdita dell'unica persona che davvero aveva a cuore la sua esistenza, l'unica in grado di farla sentire amata o comunque non da sola, e l'attesa dell'inevitabile dipartita certo non è stata una passeggiata, così come anche vedere il cadavere del genitore ridotto in quel modo.
Il mal sottile dell'Ottocento che si portò via la Silvia di Leopardi, le borghesi di Tolstoj, e tantissimi artisti, ha colpito anche Elizabeth, dunque. Tra l'altro mi sembra un'opzione estremamente probabile che questa sia stata la causa di morte di moglie e marito, in quella famiglia.
Una cosa che mi ha fatto stringere il cuore è stata leggere il primo “incontro” di Riza con l'odore della morte. Non ha ancora idea di quante volte dovrà sentirlo.
Estremamente realistica e lugubre la descrizione della donna, inoltre, e la consapevolezza che una bambina abbia dovuto assistere a un tale pietoso spettacolo mi fa stare fisicamente male.
La vicina, poi, santo Alexand, cos'ha in testa di lasciar entrare Riza nella stanza della madre senza prima dare una sistemata alla defunta? Tranquilla bambina cara, se stai male perché è morta tua madre ora potrai stare meglio vedendo come è ridotta, giusto perché ti rimanga una sola immagine radiosa di questa donna e perché non ti traumatizzi a vita. Ah, in questo modo potrai anche ricordarti ogni singolo dettaglio per sempre. Enjoy your life, proprio.
Breda necessitiamo di un tuo intervento, qua.
Brutto vedere come affronta il lutto, ti riduce il cuore a una poltiglia, così come anche la fine del capitolo, estremamente nostalgica. Ogni singola cosa diventata grigia, priva di importanza, dato che nessuno potrà mai apprezzarla, ma con ancora tracce del valore che aveva prima, prima che Riza rimanesse sola.
Allenata fin da piccola a percorrere sentieri cupi e privi di illusioni, dunque. È una cosa estremamente triste a pensarci; i bambini soprattutto possono avere il diritto di fingere che qualcosa non sia com'è davvero, possono godersi quel tempo in cui è possibile rifiutare la realtà e non rimanere troppo feriti dopo. In compenso spiega benissimo com'è arrivata a esser quel che è, e le dà ancora più prestigio. Non è diventata come suo padre, ha mantenuto la capacità di sognare, ma sempre con i piedi per terra, ha avuto la forza di affrontare esperienze spaventose e non lasciarsi spezzare, di essere dolcissima nonostante tutto quel che ha vissuto.
Non ho idea di come tu ci stia riuscendo, ma sto apprezzando ancora di più questo personaggio nella tua fic çwç
Io ho sempre immaginato, infine, per quanto riguarda il rapporto tra Elizabeth e Berthold, che lui in fondo le volesse bene. Non si spiegherebbe altrimenti perché lei avesse deciso di rimanere con quest'uomo. Solo che poi la cosa è andata a degenerare e il carattere dell'uomo non ha fatto altro che chiuderlo in sé stesso, isolarlo dal mondo, renderlo sempre più indifferente. O forse le faceva solo tanta pena.
Questo capitolo mi ha messo particolarmente a disagio, sinceramente. Mi è rimasta appiccicata addosso quella sensazione di nausea mista a compassione per un po', ma in fondo me lo aspettavo che sarebbe andata a finire così. E mancano ancora i capitoli incentrati sull'amore che prova il nostro signorotto per sua figlia, cosa che penso sarà il tema del prossimo capitolo (yay, non ho ancora voluto leggerlo, il Santo Signore dello Studio se la sarebbe presa, you know) e quelli su Ishval. Avrai un gatto sulla coscienza, cara uwu
Adieu, evaporo~
Recensione alla storia Inside - 05/12/15, ore 23:23
Capitolo 11: Il sorriso più bello
Sì, lo so, sono una persona molto crudele a recensire solo ora un capitolo di questa raccolta qwq
Ma mi sarei sentita in colpa a non lasciare nemmeno una parolina su questa flash, è così dolciosa *^*
Fury e Riza, cosa vuoi di più dalla vita?
L'ometto cuccioloso è di natura portato a guardare le persone in un modo totalmente diverso da quello comune, ma qua è costretto dal suo lavoro a prestare attenzione a altri piccoli riflessi della persona, donando straordinaria importanza a cose che magari, nell'ambiente militare soprattutto, uno tende a non valutare molto. In pratica è un allenamento quotidiano a notare quel che le persone non dicono, quel che c'è dietro le loro parole. In questo caso l'attenzione di Fury va sulle labbra, per esigenze ovvie, in particolare sulle labbra del tenente, che devono essere effettivamente molto interessanti. Per prima cosa perché appartengono a una donna e poi perché questa donna è estremamente riservata, ligia al dovere, ma anche in grado di aprirsi in semplici e piccoli gesti di dolcezza, doni rari, e per questo anche più preziosi, che di tanto in tanto elargisce, soprattutto al suo adorato sergente.
E lui, bè, non è una novità che sia la tenerezza fatta persona e pertanto non è da stupirsi se mette da parte quel che sta facendo non appena vede il tenente entrare nel suo mondo, la mente intrappolata in pensieri cupi. Non gli pesa tanto che non voglia condividere quel che la affligge, a Fury basta farle tornare il sorriso, uno di quei sorrisi veri che tanto devono piacergli.
Aw questi due :”)
Comunque raccolta stupenda, con un capitolo meglio dell'altro ^^
[due recensioni in un giorno, segna pure la data sul calendario uwu]

Evaporo nuovamentee~
Recensione alla storia Sniper's soul - 05/12/15, ore 19:58
Capitolo 1: Prologo. Ad occhi chiusi
Appena ho visto il titolo di questa fanfiction sotto il tuo nome nella lista degli autori preferiti il mio cuoricino ha stappato lo champagne.
La aspettavo da una decina di mesi, ossia da quando mi sono imbattuta per la prima volta in una tua storia, dato che, come avrai avuto modo di capire, adoro Riza Hawkeye a livelli dannosi per la salute mentale e non vedevo l'ora di vederla centro di gravità di una storia scritta dai tuoi splendori di manine *^*
Perdonami se non recensisco subito il primo capitolo, ma me lo lascio per quando sarò tranquilla a casuccia con il mio sventurato gatto uwu
Anyways, veniamo a noi.
Ho notato con sommo piacere e una non indifferente ansia che hai deciso di partire con una delle mie scene preferite, soprattutto se guardata con gli occhi di una RoyAi shipper totalmente persa. Sinceramente la prima volta che ho visto l'anime, prima di aver letto il manga, mi aspettavo che Riza terminasse là la sua vita, dato che ormai sembravano morire in massa i bracci destri e tutto stava gradualmente incasinandosi. Sorvolando sulla quantità industriale di feels che mi assalivano come se non ci fosse un domani ogni volta che si presentava lo sguardo straziato del Colonnello, che chiamava disperato il suo Tenente. Mai riferendosi a lei con il suo vero nome, vincolandola stessa all'ordine che aveva dato, quello di non morire, e cercando così di rimanere concentrato sui gradi militari, che facevano trapelare Riza solo in parte, impedendogli di perdere completamente la testa. [Da una parte sono stata felice di vederlo ridotto così, devo ammetterlo u-u]
Quindi, mentre il nostro alchimista sta pensando ai diversi modi per rosolare un essere umano e vendicare l'amat- il suo più fidato sottoposto, la fonte di tante angustie sta pensando di lasciare l'uomo al suo destino e scomparire. La soluzione più semplice e immediata, se posti davanti a tutti gli aspetti negativi che dipingono la realtà, messi quanto mai in evidenza dalle flebili luci che ogni tanto si accendono su questo panorama. La progressiva perdita di conoscenza, unita allo stress accumulato nel corso della giornata, per non dire dell'anno, ha facilmente condotto i suoi pensieri su quella strada. Immersa in quel limbo, dove può semplicemente dimenticarsi di esistere, svanire, opzione quanto mai rafforzata dagli spettri di Ishval, seppur non razionalmente riconosciuti, ovvio che le pare scomodo dover tornare in quel posto che ha richiesto e assorbito tutta la sua forza d'animo. Un po' come d'inverno quando sei raggomitolata nel piumone e ciao vita, io non mi muovo di qua.
Non ci sono persone, in quella sua dimensione che si è creata, c'è solo lei e le calza a pennello. Non ha bisogno di correre dietro uomini che potrebbero morire da un giorno all'altro, lasciandola sola e debole, non ha bisogno di convivere ancora con il suo passato, certamente non in grado di creare un futuro anche solo vivibile, non ha bisogno di costruirsi giorno dopo giorno, di mantenere in piedi la sua dignità. È tutto estremamente semplice. Dopo tutto quel che le è successo sembra anche un po' dovuto, quindi perché non prendersi una pausa? [non intendo dire che è il personaggio che più ha sofferto in questo universo, ovb]
Sia ringraziato Roy che continua a trovare inconcepibile l'idea di vederla morire, e che quindi si lascia scappare quelle parole che mi hanno masticato che è una bellezza, che costringono Riza a uscire dal limbo per avvicinarsi di un passo alla realtà, a quel che è stata e che, in fondo, è, la pace ormai turbata, la bolla in cui era scivolata irrimediabilmente deformata.
La cosa carina è che se il colonnello ha messo la voce, quella che sta provvedendo alla distruzione della pace è lei stessa.
E via con un bellissimo e straziante flashback sul passato di questa bellissima e fortissima donna, parendo proprio da un istante in cui si è mostrata vulnerabile, terrorizzata dalla solitudine, proprio mentre sta per lasciare solo qualcun altro nel presente.
Inutile dire che già adoro questo tuo lavoro, anche se qualcosa mi dice che mi ridurrà molto male, vero? ç-ç

~Evaporo per non stressarti ulteriormente.