Stavolta non mi perdo in preamboli. Ho tanto da dire e voglio quindi cominciare subito con la recensione. La recensione poi di un capitolo cruciale della tua fan fiction in cui vanno finalmente a convergere i turbamenti interiori che man mano sono evoluti nei due protagonisti, e che hanno lasciato sempre una traccia di se fin dalle primissime pagine della storia. Quel turbine di contrastanti, spesso inspiegabili, emozioni interiori, è venuto fuori…in un’unica esplosione cruda, tuttavia inevitabile rappresentando il contesto e…..che stiamo parlando di resident evil e di Albert Wesker!
Una prima resa dei conti che fa quel passaggio decisivo tra mondo interiore ed esteriore, accennato prima attraverso i fugaci pensieri, poi i sogni….
Quindi le mie aspettative per questo capitolo erano molto alte. Perché è qui che la fan fiction dimostra di essere un grande opera o meno.
Non è facile trattare certi temi, non è facile farlo con Wesker e Jill. Non è facile per le conseguenze, che comportano ineluttabilmente ad un crollo psicologico. Ma anche a nuove consapevolezze in verità.
Rendendomi comunque conto del coraggio che hai avuto nell’intraprendere questa strada, quella di andare “fino in fondo”, di trattare una WeskerxJill nella sua completezza, comprendendovi deviazioni e sesso, dimostra la tua grande capacità di scrittura e piena comprensione dei personaggi. Cosa di cui mi congratulo, sia da fan che da scrittrice, che da stra-amante di questo pairing….e proprio perchè a me piace l’IC e la credibilità di certe scene, temevo in una scena cruda, angustiante, disturbante…ma confidavo nelle tue capacità di saper trattare certi temi, e posso dire con assoluta sincerità:
ci sei riuscita.
Il confine che c’è tra disturbante-in senso antiestetico e volgare, e disturbante- in senso fine e horror….spesso è solo ne dettagli…..
Dettagli che tuttavia sono importanti e fondamentali.
E tu, mia cara Astarte…..sei stata capace di fare quella differenza!
Ovvero di trattare un tema violento e disturbante, in modo sì crudo….ma fine e lineare col tema dell’horror psicologico.
Il tutto poi arricchito con le meravigliose descrizioni iniziali (che poi iniziali non sono dato che vi hai dedicato più di dieci pagine xD), che contraddistinguono il tuo stile articolato.
Adesso passo all’azione^^
Ovvero nel riportare alcuni dei passaggi fondamentali del capitolo. Non tutti, ovviamente. Ma voglio almeno analizzare con te i vari passaggi in quanto come ben sai, è nel mio stile recensire così.^^
Già l’inizio, con quel: “Come un' ombra letale Jill si insediò nel corridoio principale dell' appartamento di Wesker.”, con il silenzio che è suo complice, col parquet morbido che attenua i passi….sembra riprendere un po’ il cap3, in cui la villa sembrava accogliere Jill e Chris….sembrava attenderli appositamente per il loro destino.
Ho avvertito un rimando a quel tipo di sensazione, il che mi ha subito coinvolta a livello emotivo. E rimanda anche alla frase che più avanti scriverai “l’uomo è fautore del suo destino”. Perché Jill è con i suoi piedi che sta avanzando consapevole nella “tana dello sciacallo”.
Puoi muoverti passo passo con la Valentine mentre saggia l’arredo cercando quasi con ossessione e disperazione quel lato umano che lei un tempo credeva reale. Il vedere Jill immersa in quell’arredo, che studia la sua libreria e ne rimane incantata, quasi potendo immaginare il suo “amato nemico” immerso in quelle preziose letture, in un’immagine che la turba.
In quanto:
“Forse dalla possibilità di conoscere un lato inedito del proprio nemico. O forse semplicemente per toccare ciò che mai nessuno aveva neppure sfiorato.”
Quel “toccare ciò che nessuno aveva mai neppure sfiorato” è sublime.
Perché è questa la frase chiave che caratterizza una buona WeskerxJill.
Jill arriverà a sfiorare quello che nessuno ha mai neppure visto….Jill arriverà persino a toccare con mano ciò che nessuno ha mai osato neppure sfiorare….
Questo in un gioco di attrazione fatale che la inquieta e l’ammalia allo stesso tempo.
Turbata, comunque, torna sui suoi passi e questa frase mi è piaciuta moltissimo:
“Quasi meccanicamente la mora si voltò ad est e mosse i suoi primi passi verso l' ignoto.”
Senso letterale e senso astratto.
Senso letterale: è fin troppo ovvio, Jill sta esaminando una parte in esplorata della vita di Wesker, nonché del luogo in cui si trova.
Senso astratto: esaspera il senso letterario espresso prima. Ovvero…quel marciare verso l’ignoto, verso una strada buia mai percorsa, verso quel qualcosa che non è mai stato sfiorato.
Questa frase completa il concetto espresso poche righe fa. Quel passo decisivo nel buio che non sa a cosa la porterà. Ma è qualcosa che nessun folle ha mai fatto, quello di arrivare ad Albert Wesker.
Per questo quei “primi passi verso l’ignoto”, e sottolineo “primi passi”, sono davvero densi di significato.
Poi ecco quel dettaglio che è impossibile non notare. Gli occhiali, in realtà lasciati lì per un evento assolutamente impensabile. Non a caso essi riflettono l’immagine di Wesker.
“Era il simbolo di un uomo dai pensieri impenetrabili e dalle altrettanto sfuggenti mire.
Era lo spirito di un enigma, racchiuso in due vetri riflettenti, confusi e fusi con le tenebre circostanti.
Quegli occhiali diversi dal paio utilizzato dall' uomo ai tempi della S.T.A.R.S..
Quegli occhiali intimanti, della cui protezione difficilmente egli si sbarazzava.
Quegli occhiali elusivi che non permettevano a nessuno di scorgere lo specchio della sua anima.
Quei sempre fottuti occhiali che avevano fuorviato Jill dal sospettare minimamente della verità, dal riconoscerla.”
Direi che questo pezzo dice tutto. Non avrei potuto trovare parole migliori….
Ma qualcosa ancora la ferma. Quel sentirsi di nuovo inquieta, agitata…
Quei passi verso l’ignoto che lentamente la fanno vacillare, fanno emergere quel “lato oscuro” di cui l’inconscio di Jill è a conoscenza…ma che non può ammettere ancora…
Dunque si sente confusa, spaesata, agitata….
Perchè dentro di se è consapevole del fascino del Male, come hai abilmente scritto. Verso quei “lidi” a cui l’avrebbe potuta condurre se lei avesse mai provato ad abbandonarsi anche solo di poco a quel contatto…
Seppur adesso non c’entra con la scena che verrà in seguito, ho un’esternazione di compiacimento da farti.
Perché questa frase:
“ Per un verso aveva subìto il fascino oscuro del simbolo del Male e se ne era pienamente resa conto. Stava per essere catturata da un boa letale di cui non conosceva le spire. Cedere sarebbe stato un deleterio errore.
Chissà verso quali lidi l' avrebbe portata la propria indole riflessiva se avesse prolungato di poco il contatto...”
E’ questa una delle frasi chiavi che non rende una scena di violenza quella che avverrà tra Wesker e Jill. E’ questa frase che mostra quel “si” appena sussurrato ne finale, rivolto al voler in realtà accogliere dentro di se Wesker. Il suo voler essere sua, in quello spazio remoto ed esente dalla ragione della sua coscienza.
Perché Jill sa di volerlo, ma non è pronta ad ammetterlo, non ha ancora il coraggio di farlo, non ha la forza per sostenerne il peso…
E dunque questa era una frase fondamentale per fare la “differenza”. Quella differenza di cui parlavo prima e che rende la scena che seguirà certamente cruda e violenta…ma non antiestetica e immorale.
Perchè è questa frase, che fin da adesso, ti mostra il desiderio intimo di Jill nei confronti di Wesker. Che nega, rifugge, vuole uccidere con le sue mani (sia lui materialmente, che il desiderio di averlo), eppure scruta la sua stanza cercandovi disperatamente tracce di lui, luoghi inesplorati, traccie di umanità e vita…e stesso lei sa di essere nella tana del disperatamente amato capitano, e di volerlo dopotutto, solo che non è ancora pronta ad ammetterlo.
Passiamo adesso a quando vede l’organo in fondo alla stanza e parte un sentito flashback che hai articolato in modo perfetto, mostrando aspetti dell’adolescenza di Jill assolutamente credibili e condivisibili.
L’amore che Jill ha per la musica, per esempio, rimanda perfettamente al fatto che ella sa suonare il piano. E infatti le viene regalato un pianoforte. Dunque lei può ben comprendere la difficoltà di suonare un organo, collegando poi la cosa al suono sentito quella volta con Frayn….scena di cui ora possiamo comprendere ancora più fortemente il suo significato, in quanto va a coincidere con un aspetto fondamentale della vita di Jill, quando perse fiducia nelle istituzioni ecclesiastiche.
Risentire dunque quel melanconico suono, amato e odiato, e ricollegarlo a Wesker, fa un certo effetto sia in lei che nel lettore.
Un uomo con questa capacità, immerso nella produzione di quei suoni melodici e complessi….
Una presa di coscienza che la spiazza nell’intimo. Una frase ben comprensibile adesso.
Wesker era davvero capace di quest’arte? Un uomo come lui disumano e crudele, privo d’arte e capacità i esternare amore? Distruttore di speranze e fautore del male, potava invece comunicare al mondo tanta soavità e bellezza?
Ovvio che sia spiazzata…
Tuttavia non può negare l’evidenza. Se l’organo è lì, Wesker era l’unico che avrebbe potuto suonarlo quella notte…
E qui saggia una seconda volta i residui dell’umanità di Wesker…
Riguardo la delusione di Jill riguardo la chiesa, ho trovato il pezzo molto credibile. Dunque ti confermo tutto quello che hai scritto nelle note. Inoltre condivido la visione che hai di Jill da questo punto di vista. Ne ha vissute troppo per credere in queste cose…ha conosciuto troppa malvagità e corruzione….ma anche io la immagino fiduciosa verso un qualcosa di esterno. Che non è rappresentabile con un’istituzione. Ma con quel qualcosa di spirituale che esiste nel mondo.
La scena in cui lei abbandona la chiesa è molto suggestiva, in cui sullo sfondo c’è l’organo, strumento amato e simbolo di delusione allo stesso tempo…
Un po’ come fosse il simbolo dello stesso Wesker, in un certo senso. Quest’organo rimanda a Wesker in un certo senso..!
Inoltre ho trovato molto credibili anche le parole di Dick, suo padre. Consone al suo tipo di personaggio.
Così come ho apprezzato il riferimento alla vita di strada e malfamata di Jill, che caratterizzò la sua infanzia e adolescenza. Dettagli che mi piacciono e che fanno comprendere sempre meglio un personaggio, arricchendolo di sfumature. E a me questo dettaglio della vita da ladruncola di Jill piace molto perché spiega molto psicologicamente questo personaggio, quindi sono stata contenta di questo flashback da te costruito.
Ps: quel prete è uno str***o, povera Jill….. il concetto che possa essere condannata una categoria per l’atteggiamento di uno solo, è una realtà, e purtroppo una realtà anche comprensibile se aggiungiamo anche le circostanze…
Un concetto molto adulto e complesso che meriterebbe un discorso a parte molto approfondito.
Torniamo ora alla realtà assieme alla Valentine.
Rapita e distratta ancora una volta dal suo obbiettivo, da un frammento di vita di Wesker….
Jill comincia sempre più a prendere consapevolezza della doppia personalità di Wesker. Di quel lato umano che persino lui credeva di non possedere più.
E’ come se questa stanza racchiudesse il mondo di Wesker, in cui combaciano e lottano fra di loro il dio e l’uomo.
Una lotta e una simbiosi allo stesso tempo di cui persino Jill sta avvertendo la disturbante e affascinate presenza.
Bello quando riesamina il vecchio arredamento rievocando la vecchia disposizione delle stanze! *-*
Che nostalgia per me che gioco e rigioco a questo gioco e quindi mi piace immaginare quel che descrivi attraverso gli occhi di Jill che esamina quel posto che io stessa ricordo*_*
“Quantunque fosse trascorso quasi un decennio, erano vivi in lei i trascorsi dell' episodio ed un brivido di orrore le solcò puntualmente la schiena.”
Inoltre quando cerca di immaginare dove sia la stanza di Wesker: “Avrebbe preferito servirsi di luoghi più umili, di certo meno appariscenti, o si sarebbe lasciato abbagliare dalla maestosità e dal fascino decadente di quello che doveva essere il più splendido tra gli ambienti della magione?”
Ammetto che m’è venuto un sorrisetto! La risposta si sa xDDD
Wesker fa le cose in grande, ehehe..
Improvvisamente c’è poi quel tuono che irrompe nella stanza e con la sua luce illumina temporaneamente quel buio. Mi fa quasi pensare a “è il momento di svegliarsi”, al suo avvicinarsi al pericolo, alla luce che farà su di lui, che però sarà dolorosa e irruenta.
Mi ha comunicato un po’ questo, questo tuono improvviso.
Un temporale che però Jill vede in modo utilitario, per far sparire le tracce una volta fuggita.
Si ritrova così in un archivio, ma non ha tempo per perlustrare quei segreti agognati. Come lei stessa riflette, in quelle circostanze in cui anche un secondo avrebbe fatto la differenza, sarebbe stato un grave errore.
“Comunque ella avrebbe avuto tempo sufficiente per mettere a soqquadro tale pozzo di dati inediti ad omicidio consumato. In questo modo avrebbe fornito alla B.S.A.A. più di quanto essa aveva calcolato
Lo doveva a sè stessa. Lo doveva a Chris.”
Questo pensiero le ridà la carica. Quella carica che l’ha sempre accompagnata e che adesso tuttavia le serve in tutta la sua potenza.
Sbircia tuttavia una carta sbiadita. Quella sul progetto Wesker ove c’è sia il nome Albert che Alex….
Tuttavia al momento non vi vede nulla di significativo.
Si sarebbe ricreduta in seguito, ma al momento lo spirito di vendetta e la brama di sangue avevano il sopravvento.
Una citazione meravigliosa questa e che mi fa pensare a quando tratterai il tema del progetto-AW.
Mentre gira l’ennesimo pomello…qualcosa la turba. Si sente male, ma stavolta è diverso. È l’adrenalina come ben tu dici. Perché è un passo decisivo questo.
I sentimenti ovviamente combattuti di Jill. Da una parte determinata a perseguire finalmente il suo scopo dopo anni di lotta sofferta che l’hanno trasformata in una donna diversa, che ha fatto della sua vita la guerra contro il male…
Dall’altra il timore, la paura….per aver raggiunto quasi quello scopo…di non essere all’altezza.
Un momento di pathos credibile ed intenso che potevo sentire nitidamente.
Infine quel sorriso agro, che comunica tutta la sua angoscia, ma anche determinazione e risolutezza, in cui sa cosa sta per fare e il rischio, nonché la pressione psicologica e la possibilità di fallire. Ma è pronta a combattere.
Ad aprire le danze.
A compiere il passo decisivo verso l’ignoto.
Così, mentre stringe il pugnale e sbircia oltre la porta, perdendosi nelle ombre di quella stanza, ecco che fra esse…lentamente prende forma quella di Albert Wesker.
La descrizione della stanza, sublime in tutti suoi dettagli, ti accompagna con pieno coinvolgimento emotivo per poi posarsi lentamente sulla figura dell’uomo del destino di Jill.
L’entrata di scena di Wesker è stata discreta, quasi avvolta nell’ombra. Sia letteralmente che figurativamente dato che lentamente la sua immagine si figura agli occhi della ragazza.
Il che crea un’atmosfera di suspance e mistero.
Inoltre stupendi i pensieri, le riflessioni e tutta la parte riflessiva che hai dedicato a Jill in questo tratto. Dove passa dalla curiosità del vedere il “dio”- “demone” davanti ai suoi occhi seminudo (*ç*), che suscita in lei non solo fascino, odio o amore….no…
Quello strano “nervosismo” è ben altro. E’ un desidero di puro istinto, di puro desiderio primordiale…
In verità nemmeno tanto diverso da quello che nutre Wesker verso di lei.
Almeno è questo ciò che ho avvertito fin da quando ella è entrata nella sua stanza.
Con atteggiamenti diversi, ma nutrono lo stesso desiderio…sono in realtà guidati dallo stesso istinto di desiderio, e morte.
Tant’è che ella stessa cerca di evitare di guardarlo, quel corpo “conturbante”.
Perché “sospetta – sente – ne è certa” che la porterà alla rovina approfondire quei “libidi oscuri”.
Da notare infatti l’evoluzione di queste tre parole: prima sospetta, poi sente, poi ne è addirittura certa.
Si alternano così magistralmente sia l’uno che l’altro desiderio, di annientazione e di possessione.
Così ho interpretato quel “istinto arcano” da te nominato e poi quella Jill che serra le sue mani sul pugnale e fa per compiere la sua vendetta.
Una scena da brividi, dato che immaginare questa Jill che alza le braccia e serra il pugnale STARS fra le mani, completamente avvolta nell’ombra…comunica un’immagine inquietante e brutale, che in questo contesto risulta veramente suggestiva! Bellissima!
Ma prima di passare alla scena successiva io devo ASSOLUTAMENTE complimentarmi con te per la descrizione che hai fatto del viso di Wesker.
Sono incantata dalle parole che hai usato, dall’armonia, dalla poesia che hai creato…. Sei una scrittrice formidabile. Proprio dal punto di vista descrittivo, riuscire a fare una descrizione pittoresca simile è… l’unica parola che mi viene in mente è una: sono incantata!
Lo dico sul serio.
Un flusso di descrizioni che, mamma mia.
Dire che sei stata fantastica è dire poco. Una descrizione che ha un’impostazione classica, articolata, quasi da narrazioni antiche, ricche di parole, simboli, descrizioni articolate ed eleganti…
Una poesia.
Quando descrivi gli occhi poi: “le ciglia degli occhi, le cui palpebre beatamente sbarrate nascondevano le due fiamme ardenti, terribili e terrificanti di demone sanguinario.”
Incanto puro….
Puoi assolutamente essere fiera di questo brano, di questo capitolo, di questa descrizione in particolar modo.
E’ un capolavoro.
Ma tutto questo capitolo è un capolavoro descrittivo.
Sei ad un livello altissimo per quanto mi riguarda.
Ad un certo, mentre contempla quell’uomo beato dal sonno, torna la Jill vendicativa, e si infuria di fronte quella visione. Il demone che le ha tolto tutto, che ha rovinato non solo la sua vita, ma quella del pianeta…come può dormire sonni tranquilli? (nuovamente la contrapposizione amore-morte).
Questa presa di coscienza fa rinsavire la sua determinazione, che la trasforma nell’angelo della morte (che espressione magnifica *_*).
E così diventa un mietitore pronto a vendicare un mondo distrutto.
Quell’uomo che è stato solo l’inizio:
“L' inizio di tutto.
L' inizio del niente.”
Perché è così, hai detto perfettamente…
Quel giorno in cui fu distrutta Raccoon City che fu l’inizio di tutto…quel “tutto” che altro non è che l’inizio del niente…
Perfetto gioco di parole….perfetto.
Ma avrebbe mai potuto Jill consumare la sua vendetta?
Beh, direi che fosse scontato^^
Sorpresa, paura, terrore…..il tutto mentre due sguardi si guardano fugacemente, il tempo di un respiro, e il Demonio si desta dal sonno e ha già bloccato la sua vittima.
Jill da angelo della morte, diventa subito vittima….
Cosa ha sbagliato?
L’ombra che avrebbe dovuto proteggerla, invece è stata causa della sua rovina. Tanto più c’è oscurità, quanto più l’ombra si riflette in quei pochi barlumi di luce….
Povera Jill…
Il corpo marmoreo e possente di Wesker, in queste tenebre, e con il suo viso beffardo e crudele…comunicano fascino e smarrimento, potenza e sgomento…
Immaginandomi questa scena, ha un che di epico, di divino e demoniaco…la bellezza di un David sanguinario, mi viene da pensare.
Poi quel :" Trovato nulla di interessante, Jill? ". Ha un che di tanto evocativo xD
La colluttazione è inevitabile, è quello che stavo aspettando.
Tuttavia, nonostante Jill non abbia alcuna possibilità di batterlo o scappare in qualche modo, ella ha la lucidità per sfruttare il coltello…
Un coltello che tuttavia rende vulnerabile Wesker, anche se solo per un istante.
La coincidenza della “visita della sua coscienza umana” e quel coltello, simbolo di quegli anni, lo turbano. Ovviamente non tanto da poter portare alla ribalta Jill. Fatto sta che egli rimane più impressionato di quanto sembri, catapultato nuovamente nell’epoca della sua umanità.
“Se ne era sbarazzato come per chiudere i conti con un passato che non gli apparteneva più.
O meglio, che non gli doveva appartenere più.”
Invece già sappiamo che così non sarà mai possibile….come appreso dal suo inconscio umano, che sarà sempre una parte di lui, che lo voglia o meno…
L’ulteriore ribellione di Jill fa ovviamente reagire Wesker. Che così la blocca con tutto il suo corpo e la porta a stare a stretto contatto con quello che lei “sospetta – sente – ne è certa –“ che la porterà alla rovina. Quell’ approfondire i “libidi oscuri”, odiati e desiderati…
“Petto contro petto. Ventre contro ventre. Le loro facce si potevano nuovamente sfiorare.”
Da qui in avanti, seguono una serie di parole, frasi, descrizioni, che tolgo il fiato.
Vi è sentimento, suspance, erotismo, azione….ed è questa alternanza di descrizioni che rendono la scena tutt’altro che cruda.
Cruda ovviamente per ciò che accade, cruda perché Wesker piega Jill al suo volere. Cruda perché, soprattutto lei, non è ancora pronta ad ammettere questo sentimento, a compiere quel famoso “passo verso l’ignoto”.
Per me è questa la frase chiave di questo capitolo *-*
Comunque è qui che mi ricollego all’inizio della recensione, in cui ti dicevo che non è disturbante leggere questo capitolo. In quanto vi è un magistrale gioco di emozioni e descrizioni che non rendono brutale questa scena, anzi…
Attraverso questa scena hai analizzato ancora più la mente, ossessioni e complessi di entrambi, aprendoti un terreno verso una intima conoscenza dei due.
Seppur l’atto forzato, in una parte di Jill c’è l’accettazione, il desiderio inconscio e conscio allo stesso tempo. Vi è un desiderio di entrambi.
Dunque hai saputo creare un testo erotico, certamente da rating rosso, crudo, ma tutto con estrema raffinatezza e che non lascia alcun amaro in bocca. Al contrario…è una scena che induce a valutare sempre più approfonditamente questa coppia.
Quindi ribadisco quanto detto a inizio recensione: hai centrato l’obbiettivo di creare una scena di sesso sì violenta…ma non strana o amara….
Ma un qualcosa di fine, consono alla coppia, e che alterna abilmente passione, violenza, desiderio, repulsione ed introspezione.
Perché seppur quel “non lo fare” detto da Jill faccia pensare a una violenza che sta per subire…in realtà io non ho percepito questo.
Perchè subito dopo la coscienza di Jill ammette un “sì”. Un sì sofferto, un sì sincero….e si abbandona nell’oblio…
Voglio esaminare giusto qualche scena^^ In quanto molti passaggi di questa scena sono veramente particolari. Poi termino la recensione, giuro! xD
Wesker ad esempio che finge di non curare il pugnale, anzi. Finge di apprezzare che Jill glielo abbia riportato, con quella “sottile e velenosa ironia” che veramente caratterizza il pg di Wesker.
Termini perfettamente scelti da te e che mandano Jill su tutte le furie, che urla in faccia e vomita il veleno che ha in corpo, concludendo il suo brutale sfogo con “tu non meriti di vivere!”.
Una frase concettuale, molto alta. Perché è così….Wesker e Jill sono gli ultimi superstiti, nella tua fic, di quell’abominio…
E non è giusta la sua esistenza…
Una frase apparentemente facile, ma che esaminata nel suo più denso significato, è forte…e io adoro questo genere di frasi veramente pesate.
Tant’è che persino Wesker, a questo discorso, si ammutolisce.
Non certo perché ha i rimorsi di coscienza, ovvio.
Ma più di qualcosa si smuove in lui in quanto, come abbiamo avuto prova un paio di capitoli fa, quel periodo del “passato” gli è tutt’altro che indifferente, e continua a tormentarlo nelle sue notti…
Ma questo Jill non può saperlo, ed è infatti qui che lentamente apre i presupposti alla sua “rovina”.
Ma una frase che sarà detta più avanti mi ha particolarmente colpita:
Wesker:" Lo sai che la curiosità uccide, Jill? ".
Questa frase mi ha fatto molto riflettere in quanto, molte righe più avanti, quando Wesker sarà preso dall’eros irrefrenabile ed istintivo….sarà paradossalmente LUI ad essere guidato da suddetta “curiosità”. Una curiosità che egli ha appena detto che “uccide”.
E questo mi fa riflettere appunto sulle conseguenze che avrà questo episodio su Wesker, stavolta! E non su Jill…
Perchè ora che ha raggiunto quell’isola da sogno, il suo paradiso irraggiungibile…cosa accadrà a livello inconscio?
Ci sarà da analizzare….uhuhuh..!
Comunque Jill che provoca Wesker, quando gli dice “Fallo. O vuoi per caso il mio permesso?” , lui le fa scorrere il coltello sul corpo e le asciuga la lacrima con la lama…
Mamma mia, delle scene di effetto veramente incredibili *_*
Mi sembra quasi una metafora questa scena.
Una lacrima asciugata da quel pugnale… il paradosso delle sofferenze di Jill, che possono essere lenite da colui che l’ha ferita…
Ma il passaggio in cui descrivi come Wesker si accorge del ciondolo di Chris….
Wow…non ho parole. Suspance all’ennesima potenza.
Lui che fa scorrere quel pugnale, e si ferma proprio prima di pronunciare la parola “cuore”.
Hai creato un contesto da pelle d’oca davvero…
Ed è qui il famoso punto in cui “la curiosità prende il sopravvento” anche in Wesker.
E scopre quel fantasma che non se n’è mai andato, nonostante avesse annientato tutto di lui…
Chris Redfield, che troneggia sul cuore di Jill, figurativamente e concretamente ( attraverso il ciondolo).
Qui vi è la suggestiva ed emozionante fusione fra sogno e realtà.
Il sogno di Jill visto nel cap13 (Primitivo scontro tra antitesi collimanti - giochi perversi di paradossali coscienze -)….
La “miccia di un’ossessione mai accettata, mai appagata….” La ferocia si alimenta e poi… l’essere indifeso.
La paradossale immagine di un Wesker indifeso e ferito….
“Per la prima volta il biondo si sentì indifeso e insopportabilmente leso. […]
L' "essere ferito" era un concetto lontano ed astratto. […]
Fu troppo, persino per Wesker. […]
L' acqua inciampò nel fuoco, il nero di un disco perfetto in quello di una fessura verticale. […]
Dovevi... devi dimenticarlo. ".[…]
" Tu sei mia!
Mia e di nessun altro!
SOLO MIA! ".[…]
L' incubo che supera la realtà.
La realtà che supera l' incubo.
In una frazione tutto divenne chiaro come una spianata sotto il sole. […]”
Ti ho scritto l’evolvere della situazione, le frasi che fanno crescere la sua rabbia e la sua ferita…
Quel “fu troppo persino per Wesker” è un capolavoro, scritto in un contesto e con una coscienza di causa meravigliosa… un male che lui non ha mai provato, un’ossessione mai appagata, che fa scoppiare una situazione e trasforma l’uomo in bestia….
E il sogno fatto da Jill si materializza davanti ai suoi occhi, quella frase che dannò la sua mente:
“Tu sei mia!”
Un applauso..! Sono letteralmente incantata. E valorizzano ancor più questa scena dalla simile valenza per entrambi.
Quelle sue labbra che:
“Premettero alla ricerca di una sensazione mai provata.
Premettero per cancellare uno spettro ingombrante.
Premettero per sentire finalmente una bocca tanto desiderata.”
Che più in avanti richiameranno anche l’atto sessuale… quel volere approfondire questo lido mai conosciuto…approfondirlo fino alla fine…
Perchè dopo 10 anni è questo che ha trasformato il sentimento da desiderio a ossessione… in un bacio che sconvolge Jill.
Un bacio che è lascivo, indecente, ardente, immorale, selvaggio, irrazionale…..
Jill viola quel limite che si era posta. Quel “di evitare di guardare quel corpo conturbante.” Perché “sospetta – sente – ne è certa –“ che la porterà alla rovina approfondire quei “libidi oscuri”.
Non vuole cedere, tuttavia ciò significa rinnegare quello che l' ha spinta a vivere.
L’odio e anche l’inconscio desiderio verso Wesker, anche sessuale.
Così si alternano repulsione e desiderio ardente, verso un' intimità che le incuteva paura.
Un’intimità mai avuta con alcuno, e che tu hai giustificato psicologicamente in modo perfetto e altamente condivisibile ancora una volta.
Un luogo che non vuole conoscere, un luogo che ha evitato, un luogo che l’ha macchiata solo quando conobbe lui…colui che invece l’ha tradita e ha fatto dunque serrare ancora di più il suo cuore.
E che ora per lo stesso uomo si sta per ri-mostrare.
Il caos tra bianco e nero, tra luce e tenebre, tra amore ed odio, si mostra nel suo peso più tangibile e forte. Alternando questa frustrazione, paura, demonizzazione…al desiderio inconscio…
Il resto…credo di averlo scritto sopra.
Quel finale intimo piacere, quel trepido di emozioni che stavolta…sono di piacere….
Un tocco di grazia che ci voleva e che ha capovolto il senso di tutto il capitolo, portando Jill ad accettare l’amore che nutre verso Wesker, prima attraverso il suo corpo, e poi la sua mente.
Perché può anche negarlo…ma il suo corpo ha parlato da se.
Per questo quel “sì”, quel sì alla sua inconscia domanda…
ULTIMISSIMA COSA DAVVERO!!!
xD
Volevo solo aggiungere che ho trovato credibile il fatto che Wesker abbia “marchiato” Jill.
E’ coerente con questo suo aspetto bestiale, con il fatto che la agogna, che la desidera, che lei sia un’ossessione per lui….
è un gesto col quale lui dichiara di possederla, e possederla in un modo assolutamente decisivo e concreto.
Come se questo gesto volesse rimandare al ciondolo di Chris, all’unico simbolo rimasto del suo amore…
Un simbolo che però può essere materialmente distrutto…
Lui invece le “dona” qualcosa che non può essere distrutto.
La marchia con la sua stessa bocca e ne assapora il sangue, stabilendo un perverso e intimo contatto che non potrà mai essere cancellato o distrutto. A differenza del ciondolo.
Caspita, non so quanto è uscita lunga questa recensione!
In realtà avrei ancora tanto da scrivere, mi piacerebbe analizzare veramente rigo per rigo…ma devo fermarmi se no esce una fanfic a se stante qua! xD
Bravissima come sempre Astarte! Sei stata grandiosa e questo capitolo è stata un’ulteriore prova della tua abilità di scrittrice. Una scrittura complessa, articolata, quasi da romanzo antico, mista a un livello di introspezione, psicologia, padronanza con gli argomenti…che è fenomenale!
Meraviglioso, profondo, angst, crudo ma raffinato.
I miei più vivi complimenti.
A presto!! (Recensione modificata il 17/06/2013 - 05:11 pm) |