Ehilà, di nuovo.
Well, well, well... All’inizio ho notato un piccolo tentativo di introspezione e la cosa mi ha fatto piacere; ho dato uno sguardo alle altre recensioni che ti sono state lasciate nel corso del tempo ed ho notato che la velocità del ritmo narrativo è stato un punto dolente per molti, ma il fatto che tu ne abbia preso atto ti fa onore, senza dubbio.
A questo giro c’è stato qualche errore grammaticale in più, i due che risaltano maggiormente sono: l’assenza quasi totale di virgole - che servono per far riprendere fiato a chi legge ed anche per rallentare un po’ il processo della lettura, che è già fulmineo per il taglio narrativo adottato - e, poi, il passaggio dal presente all’imperfetto quando non serve. Quest’ultima cosa confonde un po’, perché resti col dubbio che quanto hai letto possa essere un flashback.
Nel passaggio in cui Kirsten ha la telefonata con July e successivamente lo scambio di battute con Marissa, invece, non si capisce bene il salto; per come è strutturata la parte, dopo che Kiki e July chiudono, sembra che a riprendere la parola sia quest’ultima.
Per il resto, le varie interazioni tra i personaggi sono molto tenere.
Un abbraccio,
-S.

Eccomi di nuovo!
Sono contenta di essere stata accontenta nell’immediato ed aver trovato la mia bellissima famiglia Cohen intenta a godersi un piccolo momento di vita quotidiana.
Rinnovo quanto detto nella recensione precedente: la mancanza di contesto rende i fatti troppo rapidi e del tutto asettici. Ti faccio un esempio: “E subito dopo si ritrova in cucina con i suoi pensieri.. Lascia tutto in disordine ed esce di casa, non può aspettare ancora, deve andare.”
Capisco il tentativo di voler creare suspense e pathos, ma il risultato non è quello sperato. Cosa è successo in precedenza? Quali erano i pensieri di Kirsten? Esce di casa e nessuno se ne accorge? Sta per incontrare una persona che si supponeva fosse morta, un minimo di introspezione ci deve essere perché la scena venga goduta dal lettore e interiorizzata a dovere.
Sul ritorno di Marissa, invece, devo purtroppo parlare di flop. Nella serie si vede chiaramente che lei muore ed un ritorno così improvviso ed immediato stride con la trama originale, perciò entrebbe messa la nota “What If...” . L’avvertenza “triangolo” solo nel caso tu sia intenzionata a crearne uno tra Marissa, Ryan e Taylor, ma penso proprio che l’intento sia quello, altrimenti perché farla tornare, giusto?
Ora vediamo che farà il giovane Kid Cino.
Un saluto,
- S.

Ciao!
Arrivo sicuramente molto tardi su questa long, me ne rendo conto, ma la sinossi con cui l’hai presentata mi ha subito incuriosita.
Inizierei con le note dolenti, se me lo concedi, così “tolto il dente, tolto il dolore”.
Il primo aspetto che salta all’occhio - e che rende difficoltosa la lettura - è la totale assenza del contesto in cui i personaggi si muovono: niente descrizioni dei luoghi in cui si svolgono le scene né introduzioni ai vari dialoghi, con i dettagli dei movimenti e dei pensieri dei protagonisti. Tutto viene rovesciato sul foglio e sta al lettore cercare di figurarsi le varie situazioni; anche nel passaggio da uno scenario all’altro c’è un taglio netto che risulta fastidioso a chi legge e fa risultare lo scritto, nel complesso, poco coinvolgente.
Per il resto, la grammatica è buona e la caratterizzazione dei personaggi risulta IC; l’idea di base è interessante e spero che nei prossimi capitoli venga articolata a dovere, rendendo giustizia ad una bellissima serie come “The O.C.”. Inoltre, incrocio le dita per trovare qualche spezzone di storia dedicato a Sandy e Kirsten – ma a parlare, adesso, è solo il mio cuoricino di fangirl, che è sempre (troppo) desideroso di vedere la sua coppia preferita.
Penso che ora rimarrò un po’ ad osservare le tre bandierine per decidere quale assegnare a questa storia, sarà una scelta difficile e combattuta.
Intanto, ti saluto e ti abbraccio.