Recensioni per
Destino Scritto, Ma sulla sabbia
di amelia_6

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Master
12/07/16, ore 15:15

Ciao sono qui per lo scambio!
Che dire, ho fatto non poca fatica ad arrivare in fondo, non tanto per la trama, su cui non discuto perché è comunque l'inizio, ed è una favola dopotutto, la difficoltà maggiore me l'hanno data sia l'impaginazione che lo stile.
Sull'impaginazione, io avrei separato meglio i dialoghi dal resto delle descrizioni, perché altrimenti sembra tutto appiccicato come fosse un unico flusso di pensieri.
Sullo stile credo che tu abbia da rivedere alcune cose, iniziando dalla punteggiatura, a volte è carente, altre volte è di troppo.
Ci sono inoltre molti errori di battitura o sviste, alcune anche piuttosto gravi, come ad esempio: apposto invece di "a posto", oppure ha senza "h"...
Sono sicura che con una rilettura potresti sistemare tutto.
Ma passiamo alle cose positive. La storia è molto semplice, ma comunque promette bene... I personaggi sono appena abbozzati, ma già distinguibili.
Tutto sommato guardando i pro e contro dell'inizio di questa storia non mi sento di Darti bandierina verde, né tantomeno bandierina rossa. Propendo per una bianca, perché apprezzo lo sforzo e credo tu possa migliorare o sia già migliorata, dato che le storia è un po' datata.
Spero tu non la prenda male, ma che sia uno stimolo per migliorare!
A presto
Ladyhawke83

Recensore Junior
08/07/16, ore 15:24

Ciao!
Sono qui per lo scambio recensioni :)
Parliamo della storia, dove purtroppo c'è molta roba da sistemare...
 
Numero uno, la punteggiatura.
Tendi ad abusare dei due punti e a trascurare i punti e le virgole. Con così pochi punti fermi, finisci con il creare dei periodi estremamente lunghi in cui il lettore si perde perché non riesce a seguire la concatenzaione delle frasi a causa della mancanza di virgole. Prendiamo ad esempio l'ultimo paragrafo, da "la carrozza" alla fine. Non c'è un solo punto fermo a eccezione di quello conclusivo, mentre nei dialoghi sarebbe opportuno separare il più possibile ciò che dice un personaggio da ciò che gli risponde un altro. Per esempio il primo scambio di battute nel paragrafo risulterebbe molto più scorrevole se scritto così:
"<<Altezza, ma chi sono questi due ragazzi? Dove siete stato? Vostra madre mi farà tagliare la testa se avete solo un graffio!>> disse il secondo servitore.
<<Non ti preoccupare Alen, caro amico, nemmeno oggi pederete la testa per mano di mia madre! Hahahaahah>> disse Louis, che ormai aveva molto (in realtà qui sarebbe "molta") confidenza con l'uomo."
Così eviti la confusione tra le due battute dei personaggi.
Per quanto riguarda le virgole, invece, ti consiglio di leggere ad alta voce ciò che scrivi per controllare di averle messe al posto giusto. Nello scritto, infatti, si mettono per segnalare le pause o i cambi di intonazione che si farebbero se si stesse leggendo. Ci sono diverse frasi nel capitolo che sono completamente prive di virgole: lette ad alta voce, ti farebbero rimanere senza fiato.
Ad esempio: "La strada sporca e mal ridotta faceva inciampare chiunque non stesse attento,​ così la giovane,​ prestando molta attenzione, iniziò a camminare. Andò, come suggeritole dal padre, dal panettiere, che rifiutò, dalla sarta, che rifiutò anche lei, e infine in un negozietto, ma anche qui non vi era lavoro per la bella Amelia."
Leggendo ad alta voce, dovresti ritrovarti le pause giuste. In linea di massima, controlla almeno che gli incisi siano sempre tra due virgole e che il ma sia preceduto dalla virgola.
Un'alta cosa: cerca, se possibile, di evitare i punti esclamativi nella narrazione. Il narratore, anche se narra la storia dal punto di vista di Amelia, dovrebbe comunque rimanere il più possibile estraneo dal punto di vista emotivo, mentre i punti esclamativi esprimono una partecipazione anche abbastanza importante.
 
Numero due, ortografia e typos.
A chi non capitano degli errori di battitura? Succede sempre qualcosa che ti sfugge anche rileggendo mille volte, non dico di no, ma questi errori sono un po' troppi per essere soltanto distrazioni.
Le maiuscole non dovrebbero essere messe in questo modo: perché regno, determinati, madre e blu (per fare qualche esempio) hanno la maiuscola? Non essendo il nome proprio di niente, dovrebbero avere la minuscola come tutti gli altri.
Accenti, apostrofi e simili: il verbo andare alla seconda singolare dell'imperativo presente ha l'apostrofo (va'); "sì" nel senso di risposta affermativa ha sempre l'accento; "non c'è molta gente"; "gl'occhi" è tecnicamente accettabile dal punto di vista grammaticale, ma è caduto completamente in disuso e suona poetico e arcaico, fuori luogo rispetto al resto dello stile che stai usando; "di lavoro non ce n'è"; "ribattè", invece di "riabbatte"; "sé", quando indica il pronome riflessivo ha l'accento, a meno che non sia accompagnato da stesso/a; il verbo stare non prende mai l'accento (non "stà", ma "sta")
Hai fatto due errori simili (che mi fanno pensare che non sia distrazione): "apposto" invece di "a posto" e "approposito" invece di "a proposito".
Non scrivere i numeri in cifra, ti prego! Le date ovviamente sì (come 1712), ma non scrivere "2 fratelli".
"Mia figlia HA fatto", non so se sia un errore di battitura, comunque è terribile a vedersi.
Non si è cortesi "a qualcuno", bensì "nei confronti di qualcuno", perciò non bisogna scrivere "non vi è stata cortese", ma "non è stata cortese nei vostri confronti".
 
Numero tre, lo stile.
Fai attenzione perché molto spesso salti da uno stile molto formale (usi "ella" e parole quasi obsolete) a uno meno ricercato. Trattandosi di una favola, sarebbe più consono restare sul primo, ma se non riesci a mantenerlo è meglio rimanere sempre informali piuttosto che fare avanti e indietro.
La presentazione dei personaggi è al contrario del normale, che andrebbe bene se tu poi la spiegassi alla fine, ma visto che non lo fai risulta molto confusionario. Esempio: "chiese un uomo vicino alla finestra, era alto capelli brizzolati sguardo dolce e severo, aveva le braccia robuste e vestiva sempre con una camicia bianca e dei pantaloni mezzi rotti marroni;"
Il lettore, dopo aver letto questo, per prima cosa si chiede chi diavolo sia questa persona, perché stia parlando con la protagonista e come faccia Amelia (perché stai raccontando la storia dal suo punto di vista) a sapere come si veste abitualmente. Solo dopo, facendo il collegamento con la sua risposta, si riesce a capire che si tratta di suo padre. Se ci tieni a mantenere la descrizione fisica del personaggio prima di dire chi sia (scelta stilistica anche piuttosto riuscita), dovresti specificarlo comunque alla fine della frase. Basterebbe, per esempio, aggiungere "si trattava di suo padre" prima del punto e virgola.
Rimanendo su questa stessa descrizione, è un'evidentissima trascrizione del parlato "alto capelli brizzolati sguardo dolce e severo": è una cosa che si potrebbe dire tranquillamente in una conversazione (con le opportune pause, anche qui mancano le virgole), ma che non va scritta o almeno non così. Nello scritto devi segnalare ogni diverso tipo di complemento, in particolare questi sono di unione oppure di qualità, che potresti rendere indifferentemente come "con i capelli brizzolati e uno sguardo dolce e severo" oppure "dai capelli brizzolati e lo sguardo dolce e severo".
 
Numero quattro, le figure retoriche.
Io adoro gli ossimori (=mettere assieme due parole di significato opposto), credo che accoppiare due parole opposte, soprattutto descrivendo qualcosa, aiuti a dare l'idea di quanto la cosa descritta non sia piatta, ma abbia molte sfaccettature. Quello "sguardo dolce e severo", infatti, mi è piaciuto molto perché caratterizza subito in modo piuttosto netto la personalità del padre. Non mi ha convinta, invece, il "fare calmo e piccato (suppongo intendessi quello)" di Amelia: dalla sua affermazione traspare chiaramente che è molto più piccata che calma (vedi anche il punto esclamativo) e mi sembra soltanto una contraddizione.
Gli anacoluti (=dare due funzioni sintattiche allo stesso elemento, come ad es. "il libro non me l'hai dato", dove prima il libro è soggetto, ma poi quel "lo" lo rende complemento oggetto) andrebbero evitati nello scritto, sono ancora passabili nei dialoghi ("di lavoro non ce N'è" e anche altre volte), ma nella narrazione dovresti farci attenzione ("la ragazza, che di fegato NE aveva anche troppo").
 
Numero cinque, le ripetizioni.
Il lessico è troppo poco vario e a volte tendi a ripetere parole dalla stessa radice linguistica (attento-attenzione, rifiutò-rifiutò) a poche parole di distanza. Un altro problema è che tendi a far dire al narratore la stessa cosa che poi ripete un personaggio ("disse la ragazza, che di fegato ne aveva anche troppo <<devo dire che hai del fegato>>") e il risultato è estremamente didascalico, come se dovessi spiegare ai lettori ciò che sta succedendo.
 
Numero sei, le contraddizioni.
Ci sono molte contraddizioni all'interno della storia che rendono le cose un po' nebbiose. Per esempio, perché dovrebbe essere pericoloso per il padre di Amelia badare agli animali o pagare le tasse? All'inizio Alexander si prende cura degli animali, ma dopo parla di sé come di un umile agricoltore, tra l'altro pagato da qualcuno, quindi anche dipendente. In un regno così povero, una famiglia di un agricoltore che ha anche degli animali da allevare mi sembra già benestante...
Le formule di rispetto: si danno del tu, del lei o del voi? Louis e Amelia quando parlano saltano dal tu al voi senza soluzione di continuità e senza spiegazione, mentre nel dialogo con il padre si altalena tra il lei e il voi. Scegline una e usala fino alla fine!
 
La trama è buona, i personaggi sono un po' stereotipati, ma trattandosi di una favola è anche comprensibile. Siccome hai scelto di introdurre il lettore alla storia, avrei prolungato un po' di più la descrizione, magari spiegando meglio la situazione del regno o integrando con qualche descrizione del pase, ma comunque non funziona male. Il momento in cui i due incontrano Luca è raccontato un po' al contrario, forse andrebbero sistemati i tempi verbali e alcune subordinate temporali per far capire meglio la successione delle azioni.
La storia ha delle qualità, che però vengono purtroppo nascoste dalla forma che mi ha disturbata davvero molto. Capisco che sia una storia vecchia di tre anni e tu non abbia voglia di riprenderla in mano, ma secondo me ne varrebbe davvero la pena.
Ah, e non ti preoccupare per i nomi, se scrivi di un paese inesistente, puoi dare più o meno il nome che vuoi ai personaggi!
 
Che gli dèi siano con te!
-Magic

Recensore Master
16/08/13, ore 17:42

Cara, non dirò nulla sulla trama perchè può o meno piacere. A me no, onestamente, ma è una cosa marginale ed opinabile nel contesto.
Ho letto fino a qua e posso solo dirti che ho perso almeno cinque decimi di vista...
I colori tienili per le note ed i titoli, ma il testo in sè per amor del cielo lascialo in nero!
Inoltre alcuni altri piccoli appunti. La grammatica non è un'opzione e se sorvolo sui typos non posso sorvolare sulla tua collezione di errori.
Altro appunto, la consecutio temporum, per gli amici concordanza dei tempi. Ecco il link a wiki che spiega molto meglio di me: http://it.wikipedia.org/wiki/Concordanza_dei_tempi
Esempio... Tu scrivi:
"l’aveva trovata nella neve, aveva chiesto in giro ma non era di nessuno e così la tenne" -> la aveva tenuta.
I numeri vanno sempre scritti in lettera in un testo di prosa.
"regno a origine" HA, il verbo cara. Spero con tutto il cuore che sia un typos, come altri del suo tipo ma dubito vista la frequenza.
Fa più attenzione all'impaginazione, alla punteggiatura, e cerca di dare un po' di spessore ai personaggi se riesci... la storia potrà solo che trarne giovamento.
(Recensione modificata il 16/08/2013 - 05:46 pm)