Seconda classificata (pari merito) al contest "Ode ai caduti - Il contest dei personaggi morti" indetto da Stratovella sul forum di EFP
Grammatica: 10/10
Non ho riscontrato nessun errore. C’è solo una frase che ho trovato un po’ difficile da leggere:
“fin dall'inizio aveva saputo con certezza che non avrebbe mai visto la fine di tutto quello per cui aveva combattuto, sperato, per quello a cui aveva rinunciato alle cose importanti e, prima di ogni altra cosa, a se stesso” a “per quello” sento il bisogno di una pausa più lunga della virgola, in modo da avere più chiaro quanto segue.
Forse proverei così: “fin dall’inizio aveva sempre saputo con certezza che non avrebbe mai visto la fine di tutto quello per cui aveva combattuto e sperato; ciò per cui aveva rinunciato alle cose importanti e, prima di tutto, a se stesso”, ma ci sono tante soluzioni che puoi trovare.
Stile: 9/10
A parte il periodo che ho citato nella grammatica, per il resto lo stile è molto chiaro. Usi delle pause ben studiate, che mirano a dare peso a determinate parole e concetti. Alterni diversi tipi di punteggiatura – virgole, punto e virgola, punto fermo – e anche l’uso dei trattini, a volte opinabile come scelta, non risulta fastidioso alla lettura.
Per il resto, la narrazione non è particolarmente elaborata, ma mi piace. Parli della morte di questo personaggio senza descrivere la scena: è come se non avesse importanza il come, quanto ciò che Erwin sente nel momento in cui muore, i suoi pensieri e il suo modo di dire addio alla vita.
In generale, non impazzisco per l’uso del corsivo. Anche se in alcuni casi l’ho trovato sensato, in altri avresti potuto tranquillamente ometterlo.
Titolo e introduzione: 9/10
Non amo molto le “frasi fatte”, più che altro perché, il più delle volte, sembrano buttate lì perché non si sa cosa dire/scrivere. Ma la tua non è affatto casuale: è una citazione shakespeariana, le ultime parole pronunciate da Amleto, che si accostano benissimo al personaggio di Erwin e ai pensieri di cui ci rendi partecipi nella tua storia. Non mi sento di darti un punteggio pieno semplicemente perché non è farina del tuo sacco; per quanto ci stia bene, è una citazione che è già stata usata tante volte, per cui alla fin fine non mi trasmette niente di nuovo.
La frase scelta per l’introduzione è molto d’effetto; mi dispiace solo che non sia una citazione presa dalla storia, ma non si può avere tutto dalla vita! (oops! Era una frase fatta?)
IC: 10/10
No, Erwin non è un personaggio semplice da capire. Molti lo valutano in maniera fin troppo superficiale, additandolo come un assassino senza scrupoli, un uomo egoista che non si è fatto problemi a sacrificare decine di migliaia di vite per trovare la sua tanto agognata verità. Forse, in parte questo è anche vero. Non stiamo parlando di un santo, ma neanche di un “demone”, per citare l’opera originale. Per quanto possa aver sfruttato le forze militari di cui disponeva per raggiungere un obiettivo personale, parte del suo scopo coincide con i sogni di chi vive all’interno delle Mura: i cadetti scelgono autonomamente a quale corpo unirsi, e Erwin è sempre stato molto onesto sulla percentuale delle morti che avvengono nel corpo di ricognizione. È vero, ha coperto un desiderio di rivalsa usando la tanto agognata libertà che il popolo delle Mura brama da un secolo, ma questo non fa di lui un mostro, anzi: lo rende solo più umano. Per quanto possa ergersi sulla pila di cadaveri che lui stesso ha fomentato, la responsabilità di tante perdite è sua solo in parte. E proprio perché non parliamo di un mostro, abbiamo modo di vedere quanto sia grande il suo senso di colpa; il capitolo 81 traccia un quadro molto chiaro di ciò che questo personaggio ha dentro, facendolo emergere come non era mai successo prima d’ora. Ciò che tu hai espresso nel tuo racconto, coincide alla perfezione con quanto abbiamo appreso nell’opera originale: Erwin Smith è un uomo dilaniato da rimpianti e rimorsi, e forse quello più grande è stato illudersi di potersi annullare del tutto come essere umano.
“Era il pensiero di averlo segnato per sempre con la sua perdita, quello che non poteva sopportare. L'idea di saperlo immobile, fermo nel punto in cui l'aveva perso, per sempre in attesa di qualcosa che non avrebbero avuto mai.” Mi è piaciuta moltissimo questa frase: mi fa pensare a come debba essersi sentito Erwin quando ha scoperto che suo padre era morto; è come se vedesse una sofferenza molto simile in Levi.
Attinenza al tema: 10/10
Ho poco da dire su questo punto: la storia è perfettamente attinente al tema del contest e rende onore al personaggio scelto. Se non sapessi chi sia Erwin, probabilmente mi piacerebbe lo stesso.
Originalità: 8/10
Rispetto ad altre storie che ho ricevuto, la tua, seppur ambientata anch’essa durante la morte del personaggio, ha la particolarità di ignorare completamente le dinamiche della scena, concentrandosi esclusivamente sulla psicologia del protagonista. Non hai perso tempo a descriverci dove si trovi o per quale motivo stia morendo: hai sfruttato al massimo le poche parole a disposizione a favore di un’analisi attenta e completa.
Totale: 56/60 |