Recensioni per
Scent of us
di skinplease

Questa storia ha ottenuto 98 recensioni.
Positive : 98
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
25/03/20, ore 09:26

Mamma mia...in alcuni capitoli mi è venuta la pelle d'oca. Sai coinvolgere i lettori in maniera pazzesca, riuscendo sempre a non dare nulla per scontato o per sicuro. Complimenti veramente

Nuovo recensore
09/05/16, ore 23:28
Cap. 20:

Ciao!
Volevo aspettare di arrivare all'ultimo capitolo per lasciarti una gran bella recensione, ma non ho resistito!
È quando leggo storie come questa che la mia autostima da scrittrice in erba (se così mi posso definire) cala a picco.
È semplicemente fantastica, e coinvolgente come poche. Mentre la leggo sono completamente immersa nelle emozioni che provano i personaggi. Riesco perfettanente a figurarmeli mentre si muovono come dei pazzi in azione, mentre si gridano addosso, si baciano, si ammazzano!
Ti faccio i miei sincerissimi complimenti, sei una scrittrice in gamba! :)

Nuovo recensore

Secondo me Lestrade, la signora Hudson e Irene sono i più accaniti Johnlock shippers dell'universo.

Nuovo recensore
22/02/16, ore 23:40

Adoro questa storia, l'ho praticamente divorata, secondome è una delle migliori Ff su Sherlock. Ecco, solo una critica inerente a questo capitolo: nessuno tocca i riccioli di Sherlock. Nessuno, e se scopro chi è stato, giuro sull'Angelo che non risponderò delle mie azioni.

Nuovo recensore
09/01/16, ore 12:56

Okay, premetto che scrivere una recensione prima di aver finito tutti i capitoli è una cosa che non faccio mai, ma non ho saputo proprio trattenermi: che dire, brava!
Premetto di essere rimasta un po' confusa quando ho letto di Moriarty e Sherlock perchè, essendo la storia ambientata dopo Reichenbach, mi immaginavo la nemesi del detective con il cervello sparso sul tetto dell'ospedale (scusa per l'immagine anche se, dopo il prologo, non credo di aver turbato il tuo stomaco di ferro hahaha). In ogni caso la storia scorre davvero bene e, anche se a volte vorrei prendere a schiaffi sia l'uno che l'altro per la loro cecità, vengo completamente trasportata nel loro mondo ad ogni parola (parole, tra l'altro, scelte con estrema cura e precisione!).
Ho persino gioito alla fine di questo capitolo nonostante io adori Mary nella serie originale (sì, beh, compatibilmente a quanto io sia follemente innamorata di Johnlock).
Non vedo l'ora di proseguire, davvero brava! :D

Nuovo recensore
26/12/15, ore 14:01

Molto molto bella e ben scritta,mai noiosa, unico appunto ma per un mio gusto personale, non riesco proprio ad immaginare sherlock e Moriarty come partner (più che altro sessuali), anche se percepisco l'intesa intellettuale. Forse è perché Johnlock è una otp perfetta.
Complimenti!

Recensore Master
15/12/15, ore 13:52

Ed eccoci finalmente all'ultimo capitolo di una storia che ho amato tantissimo, anche e soprattutto nei momenti di sofferenza. Il finale prosegue sull'onda di spensieratezza che abbiamo trovato nel capitolo precedete, e che qui culmina anche in scene divertenti come quella della culla blindata. Eppure, nonostante l'atmosfera più leggera e il loro riavvicinamento, c'è comunque un'ombra scura che cala su di loro. Perché, naturalmente, Sherlock Holmes è pur sempre Sherlock Holmes e ora come se non bastasse tanta sofferenza in passato e i sensi di colpa che ancora si porta addosso, sta anche per diventare padre. La reazione che ha, il costruire una culla blindata, trovo che sia straordinariamente IC. Sherlock reagirebbe proprio in questo esatto modo. In una maniera che in inglese viene descritta con un termine che in italiano non esiste e che rende magnificamente l'idea, ovvero: overreact. La reazione che ha è esagerata, strampalata e fuori luogo e così terribilmente da Sherlock che fa spavento il fatto che sia stato un altro autore a scriverla e non Moffat e Gatiss. Infatti non c'è da dimenticare che Holmes è pur sempre un uomo che ha avuto poche relazioni con altre persone nell'arco della sua vita e che probabilmente John è il primo in tante cose. Ora è terrorizzato all'idea di diventare padre e di avere la vita di due neonati tra le mani. Com'è ovvio e plausibile che sia ha paura di fallire o di sbagliare in qualcosa. Ed infatti il suo primo approccio con i piccoli è freddino. Pare che più che viverci insieme, li stia studiando per vedere se mordono... XD come si fa con gli animali selvatici. Beh, in questo John è stato straordinario. Utilizza un istinto quasi materno e molto femminile, nel capire che Sherlock aveva bisogno soltanto di un incoraggiamento e di farsi passare la paura. Bellissimo insomma. Con il finale romantico e l'idea di questo matrimonio celebrato in una maniera molto semplice. C'è l'idea che si siano sposati perché sì, perché c'era da farlo e basta. E che niente servisse loro.

Insomma, questo finale è la degna conclusione di questa storia. Mi mancherà leggerla o aspettare gli aggiornamenti, ma dall'altra parte potrò leggermela per intero e non vedo l'ora di farlo.
Un bacio e grazie di nuovo per averla conclusa... ah e per la citazione ovviamente ;)
Koa

Recensore Master
15/12/15, ore 13:36
Cap. 23:

Questo capitolo ha in sé lo spettro di Jim Moriarty. Certo parla di altro, e vede il definitivo riavvicinamento di Sherlock e John. Sono momenti felici. Eppure, io ho avuto la sensazione che Moriarty e che quella notte che lui e Sherlock hanno trascorso insieme, pesasse al punto da essere una presenza quasi ingombrante. Ad un certo punto viene anche citata, quella notte di sesso (non la definisco "notte d'amore" perché di amore proprio non ce n'era) che io penso sia maledetta e che ai tempi era servita ad allontanare John e Sherlock ancora di più. Sherlock Holmes non è uomo da chiedere perdono per qualcosa che reputa giusto. Cioè, se va a letto con Moriarty perché è quello che deve fare e non c'è altro mezzo, non domanda perdono a John (anche se lo ha tradito). Eppure, in questo caso, ritengo che Sherlock sia stato profondamente diviso. Non domanda perdono a John, non come ha fatto dopo il suo ritorno, ma ho la sensazione che un po' si punisca per quello che fatto. Odia sé stesso, anche se sa di essere dalla parte del giusto e della ragione, è come questo non gli bastasse. Insomma, ho avuto la sensazione che in parte abbia allontanato John non solo per quella questione della fiducia, ma anche perché voleva punirsi per quanto gli aveva fatto. Come se sentisse di meritare una punizione. E quale punizione peggiore c'è se non lo stare lontano dall'uomo che ama?

In ogni caso, questo capitolo racconta anche del loro riavvicinamento. Avviene in un modo che trovo speciale. Penso sia molto da John il concedersi in questo modo, come segno di un nuovo inizio insieme. Voglio dire, John capisce che non sono gli stessi di un tempo, lo sa perfettamente e proprio per questo sente che questa volta funzionerà. Perché sono diversi da quelli che erano una volta, forse sono ancora più consapevoli di quello che provano, del legame che li unisce... e che qui viene espresso in un modo stupendo e in una lemon per niente banale. Sì, io ho un problema serio con le lemon, tanto che spesso mi capita di saltarle. Beh, questa l'ho letta e mi è piaciuta molto la delicatezza e le sensazioni leggere che suscita. Non so... è come se tutta la pesantezza provata fino adesso dai personaggi e che traspariva sino al lettore, scemasse proprio in quella scena bellissima. Proprio per questo, il finale è leggero e divertente e dà un'idea di spensieratezza. Complimenti.
Koa

Recensore Master
15/12/15, ore 13:27
Cap. 22:

Ciao, allora, finalmente riesco a mettermi sulle recensioni per questa storia. Ammetto che in un primo momento tornare a leggere è stato lievemente estraniante. Mi sono dovuta fermare un attimo per ricapitolare mentalmente ogni fatto avvenuto fino a questo capitolo 23, per riprendere un po' il filo della trama che mi ero persa per strada. Sono davvero contenta che tu abbia deciso di portarla a termine e di non lasciarla in sospeso. Davvero. Soprattutto perché mi è parso d'aver capito che non ti trovi tanto bene a scrivere in questo fandom di recente. Quindi lo sforzo che hai fatto per finire una trama così articolata e complessa, a mio avviso vale doppio.

Detto questo. Questo capitolo è stata più che altro una continua altalena emotiva. Si arriva da dei momenti di tensione piuttosto elevata, in cui non si era capito bene come se la sarebbero potuta cavare John e Sherlock in un palazzo lì lì per crollare. E alla fine ce li fai ritrovare sul famoso tetto, con tutto ciò che questo comporta a livello emozionale. C'è, su tutto, la sensazione che siano tornati entrambi al punto di partenza. Ovvero dove tutte le loro sofferenze hanno avuto inizio. Mi è piaciuto molto come hai trattato i sentimenti e le emozioni differenti di John. In particolar modo mi è piaciuto il fatto che ciò che prova nel susseguirsi dei svariati momenti, fosse totalmente contraddittorio. Io amo quando un autore dà la sensazione che il personaggio sia emotivamente compromesso, che sia profondamente dibattuto tra ciò che vorrebbe e ciò che invece riesce a fare perché sono solo uomini e ciò che sentono dev'essere realistico, non favolistico. John su quel tetto è bloccato tra il volersi fidare ciecamente di Sherlock e il non riuscire a farlo fino in fondo. Non è questione soltanto di buttarsi dal tetto, anche se la metafora è azzeccata in questo caso, la fiducia di cui si parla si riferisce a ben altro. E c'entra, secondo me, con l'affidare il proprio cuore a qualcuno che in passato lo ha già spezzato, e che lo ha fatto nel peggiore di modi. Capisco benissimo John. Davvero. E mi fa davvero molta pena il modo in cui ad un certo punto rinuncia a Sherlock, come se lo lascia scappare dalle mani. Lascia che Sherlock lo lasci, letteralmente e glielo permette perché sa che Holmes ha ragione e che fino a che John non capirà da solo se può o meno fidarsi di lui, Sherlock non può far finta che tutto vada bene. Questo ritengo sia uno dei casi in cui amarsi non basta. Perché si baciano e si cercano, ma ciò non è sufficiente affinché due persone stiano insieme. Soprattutto dopo quello che hanno passato.

L'ultima parte è quella che intitolerei "liberazione". John che finalmente scende a patti con sé stesso e con il proprio dolore, con quello che prova e ha provato in passato per Sherlock, ho trovato che fosse un momento introspettivo molto forte. Mi è piaciuta la delicatezza con cui lo hai tratto e come, alla fine, John capisce e riesce a superare tutto. Proprio bello.
Vado a recensire il prossimo capitolo.
Koa

Recensore Junior
14/12/15, ore 18:41

Woooow! storia bellissima *=* mi ha appassionato dall'inizio alla fine! ti faccio i miei complimenti sia per come é scritta sia per la trama molto coinvolgente :D
Adoro Sherlock e John e i loro battibecchi che sfociano in risate ahahaha
Finale bellissimo :3
Bravissima! :*
Ps: Adoro anche Jim é un tenerino a modo suo xD

Recensore Master
13/12/15, ore 16:51

La culla corazzata! Immagine divertente in cui hai fatto esprimere tutta la razionale genialità di Sh e la sua lucida follia. Confesso che mi sono trovata a ridere da sola… Ma è perfettamente IC, non stonerebbe in una scena BBC, tanto è perfettamente coerente con il personaggio di Holmes. Per fortuna che, ad addolcire le sue paure, c’è l’umanità smisurata di John pronto ad accoglierlo e a rassicurarlo. La scena che segue dei due neonati piangenti, di un John devastato e di uno Sh sempre pronto a misurare tutto con la sua intelligenza, è degna di un set di una commedia, tanto è ben costruita ed efficace. Con un epilogo dolcissimo, poi, che è la bella immagine del consulting che ricorre al suo cuore, cioè al suo violino, per risolvere la stressante situazione. Ben costruiti anche la parte del matrimonio e l’epilogo.
Chiudo con queste tue parole che mi lasciano nel cuore una delle più belle immagini di Sh: “…Sherlock alzò lo sguardo verso di lui, le iridi azzurre lo fissarono, serene…”. A presto, spero.

Recensore Master
13/12/15, ore 16:30
Cap. 23:

E' questo un capitolo che ha la stessa intensità di quello che i nostri due devono esprimersi: il loro legame unico e irripetibile, le loro paure , i loro desideri, tutto ciò che hanno sofferto e atteso. Spariscono tutte le figure che li hanno affiancati fino ad ora, non c'è più alcuna interferenza nel loro estremo messaggio d'amore. Sono loro due e basta. Riporto una frase, per me, significativa ed originale che rappresenta l'emozione di John nel constatare che la sua vita è e può essere solo Sh:“…il cuore finalmente libero di veleggiare in quel salotto come se fosse il cielo infinito…”. Bello.

Recensore Master
13/12/15, ore 16:11
Cap. 22:

Eccomi! Scusa il mio vuoto negli ultimi capitoli, ma non è che non voglia più occuparmi di te, anzi, desidero farlo con calma, senza scrivere cose scontate, anche perché tu non ci regali mai l’ovvio. “…I minuti successivi furono frenetici..”: inizio questo che ci porta in un’atmosfera rumorosa, concitata, in cui il pericolo è mortale e vicinissimo. Tu ci rendi il tutto con una scelta di vocaboli che dà veramente il senso della follia del male e della strenua difesa di chi sta dall’altra parte. “…Non persero tempo a dire una sola altra parola, agirono sincroni e basta…”: eccoli, loro due contro il resto del mondo, in queste semplici parole c’è tutta la loro profonda intesa, non servirebbe altro per far capire quanto siano l’uno complementare e necessario all’altro. La lettura di quello che segue, il salto, mi ha tenuta con il fiato sospeso e anch’io, quasi quasi, sentivo il sapore di bruciato e la paura scivolarmi addosso. In tutta la tensione della scena fai emergere, gigantesca e bellissima, la figura di Sh, il sociopatico, che dimostra, in situazione di estremo pericolo, quanto grande sia il suo cuore e, soprattutto chi ne sia il destinatario: è un John che sta rivivendo drammaticamente il dolore e lo strazio della “Caduta”e teme che si ripeta ancora il sacrificio del suo “migliore amico”: “…credi che non capisca che vuoi sacrificarti sotto di me per farmi vivere?..". Nella seconda parte del capitolo sei stata grande anche nel variare il registro linguistico: tanto era contrassegnato da frasi veloci e spezzate nella prima parte per sottolineare la concitazione del momento, tanto qui si “calma”, dai più spazio alla riflessione, alla presa di coscienza di chi, John, ha più cicatrici nell’anima che nel corpo. Più che una riflessione diventa una lotta con se stesso, con le sue paure, con il suo piccolo mondo. Concludo dicendoti che la definizione che dai di “amore” (“…Forse è questo l’amore vero?..”) è qualcosa di veramente grande. Bentornata.

Nuovo recensore
10/12/15, ore 22:13

Ed eccoci qui dopo tanto tempo, con un'altra bellissima sorpresa!!!
Che meraviglia vedere questa fic finalmente finita, dopo due partenze e tanti problemi per arrivare alla fine... altro che parto!!
Tanto di cappello per la costanza nel volerla vedere completa :-)
Ed ora, con un po' di tempo a disposizione per Natale, finalmente me la gusterò dalla prima all'ultima parola , grazie a te!
Buone Feste!
Annamaria

Recensore Master
30/07/15, ore 22:49

La tensione e la dimensione superba del precedente capitolo, con lo scontro tra i due giganti, Sh e Moriarty, ritornano anche qui, le hai saputa bene conservare e completare. "..Jim trasalì nel sentire di nuovo la sua voce profonda...": si conferma ulteriormente il legame tra i due "consulting", anzi, si può proprio affermare che Jim è la faccia in ombra del pianeta Sh, che ruota incessantemente intorno alla sua luce, John. Ciò anche se il medico dimostra di non riuscire a raggiungere le altezze in cui si muove e respira Holmes, al di sopra di tutto, trasfigurato dal sacrificio immane che è stato firmato dalla "Caduta". E' difficile rendere la complessità di un personaggio folle e geniale come Moriarty, ma tu ci sei riuscita benissimo, mantenendolo perfettamente IC, completandolo con il tocco di classe di uno Sherlock gigantesco in quel duello agghiacciante. Inserisci ad arte la figura repellente di Magnussen ("..una scia di reale disgusto..."), nettamente inferiore alla carica emotiva che si è accesa tra Holmes e Jim, che, sinceramente, in confronto a Charles, appare quasi accettabile nella sua folle, ma coerente, grandezza criminale. Non giustificabile, s’intende, come bene fai capire tu, ma meno viscida e vomitevole dell’agire ributtante di Magnussen (“…le mani sudaticce che scivolavano sulle manette divennero famose in tutto il Dipartimento…”). Però, la figura di Mary, è ancora più fonte di repulsione, nella sua fredda, criminale lontananza perfino dai suoi stessi figli. Ce la rappresenti, e io l’ho sempre intuita così, quasi contro natura, subdola, malefica. Fa da sponda consolatoria il buon Lestrade, con la sua paziente vicinanza e la sua generosa condivisione di momenti terribilmente pericolosi e difficili. Fa tenerezza immaginarlo carico di neonati che porta in salvo, lontano dal male e dalla rovina. E la scena si ferma, ancora, sul tetto del Bart…

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