Recensioni per
Scent of us
di skinplease
Ciao, allora... Aspettavo l'aggiornamento di questo capitolo, perché avendo letto i primi venti praticamente tutti di fila, non vedevo l'ora di sapere come sarebbe andata avanti la faccenda. |
L'ultimo capitolo è geniale e drammatico. Mi sono piaciute tantissime cose e spero di riuscire a riassumere il tutto in una recensione senza troppi sbrodolamenti. |
Questo penultimo capitolo, sostanzialmente si divide in due parti che tu intervalli saggiamente, perché che aiutano a stemperare la tensione e la drammaticità del momento. John che tenta di salvare un Mycroft morente e Sherlock che è rapito da Moran. Per quanto riguarda Sherlock, trovo che il suo sviluppo in questa storia sia straordinario. Indubbiamente è provato, fisicamente ed emotivamente distrutto, anoressico debole, però la mente c'è. Regge. Ed in questo momento il cervello di Sherlock è l'arma peggiore, è quello che li farà saltare tutti quanti e che porterà lui e John alla vittoria. Il modo in cui deduce, mentre è bendato e pestato, trovo che sia tipico di lui. Lo vediamo in 'The empty hearse' che credo sia il paragone migliore in questa situazione, perché nonostante tutto Sherlock c'è ed è lì, ed è migliore di Moriarty. Perché, beh, è facile essere geniali quando sei perfetto e calmo, quando non sei stato picchiato e malmenato. Avrei, sinceramente, voluto vedere lui ecco. |
Ciao (per la milionesima volta), finalmente sono riuscita a terminare di leggere questa storia e ora a mente un po' più fresca mi sbrigo a recensirti i capitoli che mancano, che mi sono piaciuti da matti. |
Ciao di nuovo... allora eccomi con l'ultima recensione per oggi pomeriggio. Ho letto fino al capitolo 19, ma per ora mi fermo qui perché mi fonde un pochino il cervello XD prima però ci tenevo a recensire anche questo, perché molte cose mi hanno stupito di questo capitolo. |
Questo ritengo sia il capitolo più difficile, duro e complesso che hai scritto fino ad ora in questa storia. Basterebbe già la particolarità del caso o la portata della posta in gioco, che si è pericolosamente alzata, a rendere tutto estremamente complicato. Ma ritengo il vero rischio che ti sei assunta, è quello di inserire in una trama già di per sé ricca di tantissimi dettagli, anche il tema dell'anoressia legato al non mangiare di Sherlock. I miei complimenti vanno per il coraggio, ma non mi stupisce che tu abbia deciso di parlare di un tema del genere conoscendo le altre tue storie so quanto sei abile a trattare argomenti delicati. Qui lo fai in modo brutale e totalmente incline a quello che è il linguaggio che hai usato fin da quel primo capitolo, ovvero: brutale e rude. Sherlock non è dolce, non lo è per niente. Anzi, io credo che sia incazzato da morire con Irene. Per questo il modo in cui si spoglia e poi il racconto drammatico di come e quando ha iniziato a smettere di mangiare, sono passaggi duri da accettare. Tosto, ma stupendo al tempo stesso, il fatto che lo abbia fatto perché: mangiare era una delle cose che faceva con John e senza di lui... Questo è totalmente irrazionale e sembra fuori dal mondo, perché è di Sherlock che si parla. Eppure è giustissimo perché Holmes è un uomo in grado di provare affetti profondi e sentimenti drastici. Anche se terribile, ho amato il concetto e ti ringrazio per averlo inserito. Poi questo gioco di potere tra lui e Irene... il desiderio di lei di dominare Sherlock per averlo ai suoi piedi (e per sé), non fanno che renderla quasi ridicola e decisamente patetica. Lo sbaglio più grande di Irene è stato sottovalutare Sherlock (di nuovo) e il poter credere di avercelo in pugno usando un dildo e qualche parolina... insomma... Sherlock non è una persona comune e di certo non si fa intimorire da Irene Adler, non se l'ha fatta venire ben sapendo che lei era una delle pedine. Per questo l'avevo paragonata a Mary. Anche se in modi diversi, i loro ruoli all'interno dell'organizzazione sono complementari. Sembrano protagoniste, ma si ritrovano essere soltanto dei mezzi sfruttati da Moriarty e in fondo credo che anche coloro che hanno voluto allontanare Sherlock e John siano delle pedine in mano a Moriarty che è, e per me rimarrà fino alla fine, il centro di tutto quanto. |
La presenza di Irene Adler era, sinceramente, una delle cose che non mi aspettavo da questa storia. Data più che altro l'ambientazione post-terza stagione e soprattutto, visto che io do Irene per finita fin da "Scandal in Belgravia". La sorpresa è stata ovviamente piacevole, perché amo il suo personaggio e ho amato anche il modo ambiguo - eppure tipico di lei - con cui ce l'hai proposta. Di sicuro sono donne non facili quelle che ci presenti nella tua storia e a cominciare da Mary, per poi proseguire con Irene. Sono due tipi di donne estremamente diverse, e innanzitutto per intelligenza criminale (Irene è a tutt'altro livello), ma sono avvicinate da quel comune denominatore che è Moriarty che è, assieme a Sherlock, uno dei due perni attorno al quale ruota l'intera storia. Entrambe inizialmente sembrano vittime, io la Irene della serie non riesco a non vederla sempre e comunque come tale. In questo caso però c'è qualcosa di diverso perché forzi ulteriormente la mano e da vittima si trasforma in carnefice, o almeno ci prova ad esserlo. La Irene di questo capitolo, è una Irene che inganna il lettore. Ce la fai apparire per qualcosa che dopo si rivelerà falso e costruito e che, personalmente, trovo sia un'immagine fedele alla serie. Questo giocare sul potere e il suo modo provocatorio di affrontare John, di scatenare in lui la gelosia - e il riuscirci anche questa volta. L'intera scena con lei, è molto sottile e lo è persino negli intenti di Sherlock che in un primo momento sono poco chiari. Ma è straordinario il modo in cui lui usa la gelosia di John per cambiare le carte in tavola e mettere Irene in soggezione. Una mossa fatta con freddezza e astuzia, ma al contrario di quel che può sembrare, non vuole andare a ferire i sentimenti di John, anzi, lui vuole usare tutte le carte disponibili così da uscirne vittorioso. Ho trovato Sherlock astuto, duro e quasi eccessivamente severo con questo John che, nonostante continui a sbandierare chiarezza, si ritrova ad inseguire senza capire fino in fondo quali sono i piani. Credo che questo gap che c'è tra John e Sherlock sia incolmabile e che il dottore debba semplicemente arrendersi e fidarsi di lui. Cosa che, in fondo al capitolo, fa anche se per me non completamente o come Sherlock vorrebbe. |
Altro capitoletto di passaggio più che altro, in cui affronti in minima parte (e ancora senza soffermarti a spigare) il tema del non mangiare legato a Sherlock. Ma ancora non ne voglio parlare, perché la scena che ci sarà spiegherà tutto quanto specificatamente e non vorrei ripetermi dicendoti sempre le stesse cose. |
Un'isola felice. Ecco come riassumerei questo capitolo, in cui finalmente tiriamo un po' il sollievo e ci permetti dopo tanta sofferenza (e prima di trovarne altra) di rilassarci un pochino e lasciarci andare all'ebbrezza dell'amore. Il loro ritrovarsi è dolce, non smielato e stucchevole, ma vero e reale. I sentimenti positivi vengono fuori dopo un tempo infinito e lasciano da parte, almeno per ora, dubbi e paure. Adesso ci sono soltanto loro due che si ritrovano. Parlerò più avanti del non mangiare di Sherlock perché a questo proposito so che ci sarà una scena molto forte fra qualche capitolo, per il momento ti ringrazio per averci regalato una pausa in tutta questa tensione emotiva e non. Il "ti amo" di Sherlock è un bellissimo regalo, ed è forse l'espressione finale di quello che sappiamo da sempre. Sentirlo dire fa un effetto bellissimo. |
Rieccomi! Allora, recensione un po' più breve, ma più che altro perché in questo capitolo non accade molto se non l'incontro tanto atteso da entrambi i nostri protagonisti. Il resto è praticamente una sparatoria e nelle scene di azione pura, non mai molto da dire. |
Quello che ci troviamo di fronte in questo capitolo è un John straordinario, uscito completamente da quello stato di sofferenza e apatia che lo ha contraddistinto fino ad ora, e spinto dal desiderio di venir fuori da questa orrenda situazione, si ritrova a rapportarsi, magnificamente, contro Mycroft che, da perfetto Holmes, non è un soggetto facile da trattare. La scena in cui lo tiene per le palle, letteralmente, l'ho trovata straordinaria perché non è facile prendere in contropiede un uomo come Mycroft Holmes, eppure John era assolutamente determinato nel mettere ben in chiaro un concetto che gli premeva far sapere: ovvero che ama Sherlock oltre ogni dire e che gli possono fargli di tutto, tranne che mettere in dubbio il suo sentimento, soprattutto dopo esser stato costretto a stargli lontano e a vivere accanto a una donna che odiava. |
Ciao, rieccomi a recensire dopo aver praticamente letto tutta la storia ieri sera (mi mancano un paio di capitoli). Tuttavia torno indietro a recensire perché mi pare doveroso, vista la mole di cose che ho da dirti e che mi dimenticherei di certo in un'unica recensione. E poi è decisamente meglio per me commentare non a caldo, vista la quantità eccessiva di sbrodolamenti verbali che riesco a produrre. |
“…Chiudi il becco, John!...": di nuovo l’intramontabile, buon Lestrade che si affanna dietro ai guai dei nostri due. E’ un personaggio che, nella serie BBC, sembra sullo sfondo ma è, invece, insostituibile nello svolgersi delle vicende e tu l’hai, come sempre correttamente IC, trasportato in questa tua FF a smaniare e ad agitarsi perché anche lui è innamorato, però non di una persona, ma di John e Sh, di quel loro unico e meraviglioso legame. Piacevole la descrizione della carretta con cui Siger intende sia riportato a casa il figlio minore e del viaggio allucinante: il divertimento puro che suscita serve a stemperare un po’ la tensione che scorre a temperatura altissima sotto il racconto. Ma ecco che non si sorride più (“…Dove… devo andare John?... -Al St. Bart's-…": l’angoscia di quel posto (“…precipitare spaventoso…”) ritorna alla nostra memoria perché è difficile che si possa separarlo dal terribile ricordo della “caduta”. Niente di bello può succedere lì…Infatti ecco che riemergono i nomi più scomodi come Mary, Moriarty, M16…Si capisce che il divertimento è finito, con la morte non si scherza. |
Oddio bellissimo non riesco a staccarmi dal cellulare, è una storia assurdamente complessa, la adoro, aspetto solo il prossimo agiornamento. Incrociamo le dita :D |
O mio Dio!!! No, dico, o mio Dio. O santissimo... |