Recensioni per
Aforismi
di Clockwise

Questa storia ha ottenuto 45 recensioni.
Positive : 45
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
17/06/17, ore 20:18
Cap. 4:

Questa fanfiction è una delle più belle che abbia letto. Seriamente. È ben scritta, con una sua trama, i personaggi maledettamente IC (e per Sherlock è un enorme problema, perché qui si lascia andare ai sentimenti e nessuno sa come reagisce di fronte all'amore, nelle FF si ipotizza), e poi come hai paragonato la piccola Watson al Diapason, come un punto di riferimento universale, dove tutti sono d'accordo... I brividi. Perché è questo quello che i bambini fanno: appena nascono mettono d'accordo tutti, e sono tutti felici. Davvero bella!

Recensore Master
17/05/15, ore 13:23
Cap. 9:

Ogni volta che rileggo questa storia non posso fare a meno di pensare "Che bella". E l'ho riletta un po' di volte, eh.
Non scrivo una recensione da un bel po' di tempo, probabilmente un annetto, ma rileggendo la tua storia mi sono detta che qui è decisamente il caso; l'ho seguita un po' mentre la scrivevi, mi sembra, ma vista "da fuori" ci sono un bel po' di valori aggiunti che spuntano fuori.
Innanzi tutto voglio farti i complimenti per la tua capacità anche mentale di strutturare la storia: non ho letto nient'altro di tuo (rimedierò presto) e non so esattamente come sia il tuo stile, ma scrivere per salti temporali non è tanto facile, e lo è ancor meno se non sono salti schematici (ogni capitolo costruito su sherlock ai giorni nostri e alle elementari). Malgrado ciò non è affatto difficile collocare temporalmente ogni scena, e anzi il risultato è decisamente unitario, brava!
Complimenti anche per esserti cimentata a parlare in modo non banale e superficiale della musica: è tutto decisamente calzante, e dimostri un'abilità rara ad inserire quello che sai di un ambiente specifico nel corso di una narrazione in modo assolutamente fluido, coerente ed equilibrato. Non ci sono punti in cui la metafora sembra diventare lezione della maestrina, e tutto quello che dici è perfettamente funzionale alla storia. Non so se tu suoni o meno e se e quanto sia pratica del gergo, ma l'hai maneggiato abbastanza bene, ci sono solo un paio di imprecisioni (nel primo capitolo hai scritto "Sherlock si accorge di aver stretto i pugni sugli strumenti, rischiando di rovinarli", ma tecnicamente è uno strumento di cui sia il violino stesso che l'arco fanno parte) ma nulla di che.
Che dire, è decisamente ammirevole: negli ultimi capitoli (quelli in cui non ti poggi sulle sceneggiature di moffat) hai costruito una trama estremamente complessa (almeno secondo me). O meglio, non è neanche tanto complessa, ma l'hai coperta di metafore, pensieri di sherlock e sentimenti in modo talmente stratificato che quel che ne è uscito è un lavoro che di banale non ha proprio nulla, anzi.
La storia è perfetta praticamente sotto ogni punto di vista: ci sono poche storie su efp che mi ritrovo a rileggere, ogni tanto, ma la tua è senz'altro fra queste. E' come un buon libro che ogni tanto si tira giù dallo scaffale con piacere, e che in modo ancora più piacevole si fa leggere.
Ancora complimenti!
Bia

Recensore Master
07/04/15, ore 16:14
Cap. 9:

".. La bambina rotea gli occhi...": come Sh, quasi una figlia biologica ma Amanda è di più, è il ponte ideale tra il vecchio ed il nuovo, avvincente creazione di un nuovo personaggio, la tua. "..Ceniamo insieme?..": il fulmine a ciel sereno che paralizza Holmes e lo precipita nell'incertezza, dopo tanta sofferenza; perché mai John vuole questa cosa?! Hai raffigurato credibilmente quella che possiamo considerare la "convalescenza" di una persona che, ormai, non si aspetta altro dalla vita che di stare un po' sereno. Crei, poi, un intermezzo con poche righe per farci supporre la fine di Mary e per svelarci la sua vera personalità e ciò mi è piaciuto perché tante spiegazioni, come in questo caso, appesantiscono la narrazione, meglio vedere la realtà attraverso gli occhi di Amanda che ascolta la fiaba che le racconta Sh. In tutto ciò riesci a recuperare un personaggio strano che ci aveva colpito e cioè il fidanzato di Molly, così grottescamente somigliante, in brutto, al consulting e gli dai, addirittura, una parte importante nello svolgimento delle drammatiche vicende. "..Gli occhi di John sono come il sole, fanno male, eppure non riesce a separarsene...": mi sono veramente gustato il momento della cena, con quell'atmosfera di attesa che hai saputo creare, anche solo con la fiamma guizzante di una candela. Ma più luce, lì, non serve: è tornato veramente il sole.
".. in un abbraccio che sa di disperazione, perdono e attesa...": sappi che, tutte le volte che descrivi un abbraccio tra John e Sh, dopo tanto dolore e vicende drammatiche, io sono lì in mezzo, povero piccolo meteorite in cerca di pace. Veramente grazie per la tua storia.

Recensore Master
07/04/15, ore 00:27
Cap. 8:

I gigli sulla tomba, probabilmente di Mary, richiamano un’altra scena, quella in cui la piccola Amanda usa fiori di quella specie per giocare con il suo padrino. E la memoria fa un altro balzo all’indietro, torniamo al clima teso dei sospetti su Mary, del ferimento di Sh, dell’ambiguità del comportamento di Watson sia nei confronti della donna che, soprattutto, verso Holmes. “…Mary volta gli occhi su di lui e coglie il suo sguardo e non le piace troppo ciò che legge…”: quella donna non ci piace nel suo mistero ma, dopotutto, è una vittima impotente di quello che lega suo marito ed il consulting. Lei è una persona intelligente e comprende perfettamente che non riuscirà mai ad avere John tutto per sé. Addirittura tu hai posto delle riserve anche sulla piccola, pure Amanda è attratta dalla luce abbagliante dello sguardo di Holmes. E’ credibile, è un balzo in avanti nell’inventare nuovi possibili scenari sulle tracce di quello che potrebbe succedere nella Season 4 (se ci sarà…). “…poi torna da John, che l’aspetta…”: la mèta è quella, indubbiamente, cocciutamente, sempre. Che bello…..

Recensore Master
07/04/15, ore 00:03
Cap. 7:

In questo capitolo il tuo stile narrativo è cambiato, le frasi si sono fatte più dense, non hanno il ritmo svelto e di ampia struttura come nel precedente. E si comprende il perché: soprattutto nella descrizione del sogno di Sh c'era la necessità di rendere il più possibile l'atmosfera rarefatta dello scontro tra due intelligenze, quella di Holmes e quella di Moriarty, che dominano le altre dall'alto di inarrivabili scambi sia comunicativi che di vera e propria guerra silenziosa ma terribile. Il cambio di scena con John che osserva, ignaro, il suo ex coinquilino che dorme e sogna (!), è come una necessaria boccata d'ossigeno in una corsa affannosa a cogliere il senso dello scambio mortale sul tetto del Bart's, efficace simbolo di quella lontananza. Con Watson si scende sulla terra, nella semplicità ma anche ci si sente infastiditi dalla sua incapacità di cogliere il dramma che si sta svolgendo sotto i suoi occhi e dietro a quelli chiusi di Sh.

Recensore Master
06/04/15, ore 23:39
Cap. 6:

Che la trama su cui hai tessuto questo episodio sia Shakespeare è un'invenzione narrativa originale e significativa: culturalmente anche la serie BBC , pur non arrivando, ovviamente, a vette culturali eccelse come il Bardo, però è pervenuta ad un livello di notorietà che non dipende solo dagli occhioni di Cumberbatch ma, soprattutto, da una "sceneggiatura" (Doyle) preesistente riletta in modo geniale. Quindi l'accostamento mi è piaciuto, senza comunque osare il parallelismo tra quello che ha lasciato uno dei più grandi scrittori di tutte le epoche e le vicende del detective più famoso del mondo. Le varie citazioni letterarie che fai, sono come dei punti -luce sistemati in modo da rendere più chiaro il percorso verso la comprensione di ciò che sta succedendo e di ciò che, soprattutto Holmes, nasconde nel suo animo. Nel nostro procedere di lettori, frasi celebri fanno balzare agli occhi, per esempio, la devozione del consulting per John, la verità sui suoi sentimenti, l'amore non corrisposto di Irene per Sh, l'ambiguità che emana dalla figura dell'ex di Molly, l'inquietante Mary....Insomma: brava.
(Recensione modificata il 06/04/2015 - 11:40 pm)

Recensore Master
05/04/15, ore 23:16
Cap. 5:

Ho gustato la scena in cui Mrs Hudson dialoga con Sh, hai ritratto efficacemente l'importanza di questo personaggio femminile che sembra di sfondo, ma non lo è perché fa parte di quello che è l'humus in cui è vissuto e vive Holmes. Non fa una piega di fronte a chi è in casa con una mascherina da sub ma si preoccupa di quello che può farlo star male, dal lavandino sporco a..John che non c'è più ("..Da quando ti sei arreso?.."). Hai reso con tratti precisi la tenerezza, mascherata dal comportamento di signora anziana un po' svampita con cui lei sa trattare Sh e la conoscenza che ha delle sue emozioni. Hai "cementificato" le fondamenta di questo capitolo con riferimenti culturali precisi, sollevandolo dal pericolo di scivolare nella soap. Ma, già, tu e le storie melense siete distanti anni luce... "..Camminare da soli è così faticoso...": ecco ciò che cuce la trama degli episodi della vita del consulting apparentemente lontani l'uno dall'altro, in cui Trevor, Molly e Greg indipendentemente l'uno dall'altro ma attratti dalla stessa abbagliante luce, tentano di trovare una strada che li guidi nella sconfinata solitudine di Holmes.
(Recensione modificata il 05/04/2015 - 11:17 pm)

Recensore Master
05/04/15, ore 22:50
Cap. 4:

"...Adesso sì che niente sarà come prima...": capitolo, questo, che gioca sul contrasto stridente tra la situazione felice della nascita della bambina e la disperazione che Sh si porta dentro e che viene ancora più acuita dal nuovo avvenimento. La distanza tra il consulting ed il suo blogger è resa più tangibile, ora, dalla "conferma" che la coppia John/Mary ha nella nuova creatura. "...Sherlock sorride di riflesso...": Holmes si ritrova annientato in un angolo, cercando, per il momento, di sopravvivere specchiandosi nelle emozioni altrui. Ma hai inserito, magicamente, un elemento spiazzante in tutta questa tristezza ed è l'empatia che fluisce improvvisa tra la neonata e Sh: ".. Brillano, quei due, per la miseria...". La constatazione di ciò fa emergere l'ambiguità della reazione di John che, ancora, non sa bene se è emozionato per la moglie che è diventata madre o per il vedere il grande Holmes trasfigurato dal contatto con la piccola: cosa pensa realmente il medico?! Sono quei due che lui ama più di tutto al mondo? La strana sensazione alla bocca dello stomaco ce l'ho anch'io.

Recensore Master
03/04/15, ore 00:28
Cap. 3:

"...Un meraviglioso color ardesia, una pregiata stoffa lucente...": indubbiamente Mycroft, l'ingresso così elegantemente preparato è il suo. Holmes senior è sempre circondato da un'atmosfera di classe ("..Con dei volteggi raffinati..."), lucidamente controllato e così asettico. Hai sviluppato, poi, il capitolo partendo da quel particolare scenico, apparentemente così insignificante, come una cravatta, che diventa una ponte verso i ricordi più belli. Toccante l'incontrarsi di noi lettori con quello Sh bambino, piccolo ma vitale, in grado di sorridere serenamente e di credere in qualcosa di appagante come i suoi sogni. Ci dispiace, in effetti, confrontarlo con l'adulto che non ha altra ragione di vita se non il suo lavoro. E, ultimamente, John. Disperato e solo. L'inserimento efficace di Wiggins nella vicenda non fa che acuire quel senso di malinconia che emana il 221b senza "loro due"; c'è sì un altro coinquilino, ma non è e non sarà mai al posto di John (infatti Sh l'ha sistemato al 221c!). L'attuale situazione stride con il ricordo di "quei due contro il resto del mondo". Povero, grande Holmes ridotto ad organizzare una festa di compleanno per chi gli ha portato via la sua ragione di vita. Un muoversi superficialmente, in una grottesca commedia, senza avere il coraggio o la forza di affacciarsi sul precipizio del suo animo per trovarvi un motivo per vivere o per morire. "... un finto ampio sorriso...": bellissima, terribile immagine conclusiva di un capitolo che lascia un gusto amaro di vuoto.

Recensore Master
02/04/15, ore 23:55
Cap. 2:

"...Il ristorante è raffinato, con una vista mozzafiato sulla baia...": ed altra apertura non poteva esserci, brava, con quella coppia, così fuori dal comune. Si sviluppa un bel duello tra i due che, in quanto ad arguzia ed intelligenza, non sono inferiori l'uno all'altro (".. nascondono i rispettivi sorrisi, accordati alla stessa frequenza..."). Ma, di fronte al posto che John ha nel cuore di Sh, sono solo due "ombre scolorite", il sole, per Holmes, è altrove. Mi è piaciuto molto quell'alternarsi che hai usato per intrecciare due momenti così diversi, come la festa di fine anno e il ritorno di Irene; due atmosfere completamente opposte, l'una così ovvia e, quasi, familiare, l'altra più formale ma non meno incisiva. In effetti, in entrambe, c'è un elemento comune: l'insopprimibile sentimento che Sh ha per John e quel senso di "destino" che serpeggia nella storia. E la carica, che il consulting avrà per andare avanti, sarà quell'abbraccio "mezzo impacciato" che Watson gli regala inaspettatamente.

Recensore Master
02/04/15, ore 15:51
Cap. 1:

Arrivo qui alla “rovescia”, dopo aver letto gustato e recensito “Trio”. Colte le informazioni sul fatto che è stata preceduta da “Aforismi”, allora…eccomi. “…Sherlock sbatte le palpebre un paio di volte…Speravo in una tazza di tè…John scuote la testa…Sherlock sorride…”: la musica è l’atmosfera e il duetto è l’alternarsi di cenni e brevi frasi tra i due, con un denso sottointeso che scorre tra le parole apparentemente banali. E’ l’inizio quasi “pizzicato” di questa tua storia, leggero ed elegante. Poi il quadro cambia ed è dominato dallo scambio teso, ma elegantemente ridotto a cenni, tra Sh e Mycroft. Se tu suoni così bene come scrivi, Clockwise, decisamente il piacere di leggerti è triplicato nell’immaginare anche come tu possa costruire gli sfondi musicali alle tue parole… ”…Dondola il piede a tempo, preciso e puntuale come un metronomo…Gli occhi di Sherlock guizzano sul pentagramma…impetuoso e inflessibile e fatalmente elegante…”: potrei aggiungerne altri di esempi come questi per confermare l’accuratezza della scelta lessicale, l’efficacia nel ritrarre, con pochi tocchi, i personaggi. Perfettamente IC, e anche questa è efficacia, almeno per me che non amo molto gli sconfinamenti in altre caratterizzazioni rispetto al modello di partenza. “…impetuoso e inflessibile e fatalmente elegante…”: l’ultima descrizione, poi, già citata, è una delle più calzanti che si possa attribuire sì ad un violino ma, e sicuramente è quello che intendevi, soprattutto al consulting. E non ti sei limitata solo a quella pennellata:”… superbo, elegante e malinconico e struggente e orgoglioso e superbo e infinitamente distante…”. Qui chi vuol bene alla lingua italiana ti fa decisamente un applauso a scena aperta…Oltre a questo, ovviamente, si va via via delineando la disperata caduta di Sh verso una pesante sconfitta umana, Myc lo sa, che potrebbe costargli la vita. Scena seguente: l’animo di Holmes junior è devastato ma, di fronte a John, sempre così “in superficie” e leggero, tenta di assumere un tono indifferente, ironicamente amichevole (“…Non dirmi che stai scappando dalla tua dolce consorte…”). Ma il risultato è stridente e patetico, anche se, per un attimo la chiamata di Greg lo distrae dall’abisso che ha di fronte (“…Sherlock nasconde un sorriso…”). Consolante, però, la conclusione di questo capitolo: John è sempre la mèta, nulla sembra perduto.

Nuovo recensore
25/01/15, ore 19:21
Cap. 5:

OH! Quante cose che adoro in questo capitolo? Mrs. Hudson e la sua indulgenza e tutte le sue premure che nascondono una tempra d'acciaio e una perspicacia soltanto in parte annacquata da tutte quelle chiacchiere. Chi si sarebbe rivolto ad un ragazzo inquietante come Sherlock per farsi aiutare a disfarsi del marito? Certo non una donna qualsiasi. Senza Mrs. Hudson l'Inghilterra cadrebbe...

E Greg! Quel buon vecchio bastardo di Greg Lestrade, ma io lo amo e nelle tue mani risplende. E' così buono e senza la benché minima complicazione. I suoi umori sono trasparenti, la sua risata sincera quanto la sua rabbia o la sua confusione.

E su tutti trionfa Sherlock ragazzo, quasi irrimediabilmente rovinato, un intelletto supremo che brucia e arde troppo forte in un 'mezzo di trasporto' troppo debole e già quasi perduto. Meno male che c'era Greg in quel momento. Hai scritto la scena come l'ho immaginata più volte.

Una sola piccola annotazione: menzioni lo sguardo 'ostico' di Sherlock, ma 'ostico' sta per difficile e fastidioso. Forse sarebbe meglio 'ostile'? Scusami se mi permetto, ma dovevo perforza segnalarti quella minuscola nota stonata (come se avessi infilato un bequadro al posto di un bemolle, sai... XD)
(Recensione modificata il 25/01/2015 - 07:24 pm)

Nuovo recensore
25/01/15, ore 19:09
Cap. 4:

E tu non sai che io ho un racconto in cui Sherlock ha una sorella (mezza sorella, a dire il vero, e mezza giapponese per giunta) che si chiama proprio Sheridan. Quindi tutto torna ;)

In questo capitolo tutti si muovono in punta di piedi anche quando i loro passi 'fanno un rumore d'inferno sul metallo'.

Sherlock si muove in punta di piedi anche se vorrebbe urlare. Tutto sta cambiando col suo John... certo... ma allo stesso tempo non appena prende in braccio la bambina il suo mondo cambia di nuovo.

E John, beh, guardalo! Il prototipo del padre novello nervoso e incredulo. Felice? Sì, felice, immagino, non mi lasci tanto spazio per l'angst e quello spazio è di Sherlock, e per i suoi pensieri e sentimenti delicati come crochi che sbucano sotto l'ultima neve.

Bellissima l'immagine del polverone che si solleva nel suo Mind Palace alla sola idea che Sherlock possa innamorarsi.

Nuovo recensore
25/01/15, ore 18:59
Cap. 3:

Ah, ultimamente mi ritrovo un sacco di storie che affrontano il rapporto tra i due fratelli. Li ho visti declinati in ogni modo possibile, ma non c'è niente che mi piaccia quanto l'accenno anche un po' malinconico a giorni infantili felici. Si detestano ma alla fine si vogliono bene. Mycroft poi, caro lui, con tutto quel peso sulle spalle e l'impossibilità di gestire l'argento vivo che è Sherlock.

E Wiggins, bello lui, lo adoro XD è completamente sfatto ma così percettivo. Mi piace un sacco come lo fai parlare, si capisce che parla in un modo diverso rispetto ai due fratelli (e ci mancherebbe) e anche se la storia è in italiano io ho sentito la sua voce quando ho letto le parole.

Nuovo recensore
25/01/15, ore 18:15
Cap. 2:

Il sole cala, le ombre scolorite si concedono un’ultima cena.

Soltanto questa frase vale tutto il pezzo. Mi piace come scrivi, c'è una scelta precisa per ogni parola e niente è lasciato al caso. E' tutto molto ordinato, ma non ordinato in senso sterile e noioso, no. Ordinato nel senso che ogni parola e ogni immagine cade nel posto giusto e con il suono giusto.

E' una cosa a cui tengo moltissimo anche io, e quindi se mi passi la presunzione trovare qualcosa che si lascia leggere esattamente come mi prefiggo di scrivere è bello e lusinghiero sia per me che per te.

Ho aspettato prima di proseguire a leggere proprio perché normalmente divoro tutto subito senza prestare attenzione ai dettagli e invece i tuoi 'Aforismi' devono essere centellinati con calma.

Bellissima la tua Irene, e bellissimi anche i dialoghi con Sherlock. E Molly, e il piccolo scambio con Mary (sospettosa? infida? O soltanto gioviale? Chi lo sa mai con lei...).

Grazie ;)

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