Ciao, mia carissima e bravissima Kary ♥
Non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ti ho lasciato una recensione. Non so quantificarlo esattamente, ma so per certo che è troppo. Non hai idea di quanto mi sia mancato recensire una delle tue storie, e commentare su Efp in generale: il blocco spiacevole provato per ogni volta che tentavo di farlo, poi, è stato ancora più brutto, perché mi faceva desistere da ogni proposito di farlo in futuro. Non credo che fosse motivato da una causa precisa, né tanto meno dalle tue fanfiction originali e meravigliose, che, nonostante tutto, ho continuato a leggere e ad ammirare profondamente, anche se da lontano. Ma adesso, complice la necessità di qualche momento di pausa, la mia rinnovata passione per Hunger Games e... naturalmente, questa splendida storia che mi ha catturato completamente, eccomi qui, ancora a gironzolare fra le tue storie, pronta a rimboccarmi le mani e a scriverti un commento come si deve. ♥
Prima di iniziare, una piccola precisazione. Sto pubblicando la recensione soltanto oggi, ma la verità è che l’avevo già scritta venerdì scorso, quando ancora non avevi aggiornato la storia e non avevo ancora avuto modo di leggere il terzo capitolo. Mi sembrava doveroso dirtelo, non vorrei che pensassi che discriminassi in qualche modo il povero ultimo capitolo! :P So anche che, nonostante questo, ho iniziato l'opera di commento in un modo un po’…strano, partendo dal secondo capitolo e bypassando il primo: non sapevo esattamente quale scegliere, fra i due, ma, alla fine, ho deciso per quello che avevo letto più di recente e che, proprio come il primo, mi aveva emozionato tantissimo. Ma, nonostante questo, durante la stesura del testo è probabile che la corrente di pensieri e di riflessioni sulla storia mi trascini indietro anche alla prima parte dell' Atto I... Ti chiedo scusa in anticipo, perché temo che non ci capirai più nulla! Ahahaha Ma cercherò anche di essere più organica e meno confusa possibile, o, per lo meno, ci provo! ♥
"Il figlio di Peter Pan" è una fanfiction che mi ha attirato sin da subito. Ricordo che, quando l'avevo trovata per la prima volta su Efp, ero corsa subito ad aprire il collegamento, perché ero davvero curiosa di esplorarne il contenuto: beh, cara, sappi che non sono rimasta assolutamente delusa! So bene, poi, quanto tu sia affezionata a questa fanfiction, e leggere del background in cui è nata non ha fatto che accrescere il valore che, automaticamente, le avevo attribuito. Credimi, si vede che ci tieni: il modo in cui l'hai scritta, la cura che hai dedicato, come sempre, ad ogni suo aspetto che la caratterizza lo testimonia in modo inequivocabile. E penso non ci sia nulla di più bello del constatare proprio durante la lettura, proprio tramite essa, quanto un autore è legato alla propria creatura, al proprio lavoro, frutto della collaborazione coordinata di mente, "mano", ma, soprattutto, cuore. Non potrò mai smettere di ammirarti, per questo (e molto altro, ma va beh! :D) ♥
Bene, dopo questo assaggio di poema omerico (?) ancora prima di iniziare, giusto per scaldarci un po' ;), posso immergermi completamente nell'analisi del testo.
Ho amato il titolo, o meglio i titoli che hai assegnato hai capitoli: sia "Chi è Peter Pan?", sia "Solo Sebastian" sono incredibilmente attinenti al contenuto del capitolo, perché lo sintetizzano benissimo, in una sola espressione. E poi, catturano irrimediabilmente l'attenzione del lettore "Chi è Peter Pan?", in particolare, trionfa incontrastato, da questo punto di vista. Quando ho iniziato a leggere, ero veramente curiosa di vedere come avresti intrecciato i personaggi e il background di Hunger Games con la favola di Peter Pan, e trovarmi a inizio capitolo una domanda a cui volevo rispondere anch'io... beh, è stata una strategia vincente! ;) Ottima scelta, cara ♥ Ti faccio i complimenti anche per la presenza delle citazioni accanto ai sottotitoli, perché... sono delle citazioni splendide, e credo che tu non abbia potuto optare su nulla di meglio! Le conoscevo entrambe ed entrambe occupavano già un posto speciale nel mio cuoricino! Ritrovarle in questa fic non ha potuto che farmi un grande, grandissimo piacere! :D (Sono innamorata in modo particolare della prima, quindi... ti lascio immaginare quanto stavo fangirlando non appena ho aperto e mi sono trovata tutta quella bellezza messa insieme! :D)
... Giuro che ora la smetto di parlare di aspetti non direttamente correlati alla trama del racconto, ma... l'immagine *______* Mi è piaciuta un sacco! Amo quelle sfumature di colori, amo l'immagine del bambino sulla sinistra (è adorabileeee! So che non ti aspettavi per niente che l'avrei detto! :P ) e le due figure di spalle, immortalate nel guardare il mare... Favolosa! *_____* Complimenti davvero, cara!
La scena con cui si apre il secondo capitolo mi ha strappato, sin da subito, un sincero sorriso, dolce e commosso: hai descritto un momento "delicato" quale il "ritorno" di Annie dal suo mondo personale in modo... delicato, appunto. Hai tratteggiato alcuni elementi essenziali: il tocco di Sebastian, lo sguardo della madre che, lentamente, sembra mutare e i due sorrisi luminosi di entrambi, e già vedevo tutta la scena, la sequenza di movimenti e la serie di sguardi, concretizzarsi di fronte ai miei occhi: meraviglioso. In particolare, il riferimento al sorriso raggiante di Sebastian mi ha sciolto il cuore: grazie a te, sono riuscita a calarmi benissimo nella sua prospettiva e a cogliere totalmente tutta la sua contentezza per esser riuscito a "riportare indietro" la madre. Un successo di cui può solo andare fiero.
Hai raccontato in modo magistrale "l'evento" cardine del racconto, il flashback di Annie e il parallelismo con il racconto che Annie fa al proprio bambino. Non appena ho letto che la storia di Peter Pan era amata tanto da Finnick, mi è venuto un nodo allo stomaco, immaginando il carico di feels che questo avrebbe comportato: è stato proprio così! Però, ammetto che non mi aspettavo di trovare il riferimento a Killian, il ragazzo a cui aveva fatto da mentore Finnick, benché ci avevi avvertiti della sua presenza nella fic nelle note dello scorso capitolo. E'stata una sorpresa che mi ha fatto molto piacere, e ha reso ancora più interessante tutta la lettura. Più che interessante, però, dovrei definirla... davvero commovente. Sei riuscita a dipingere benissimo tutto il dolore di Finnick per quella morte ingiusta a cui ha dovuto assistere, completamente impotente, come anche la stessa impotenza di Annie, che, in quel momento, non sa come fare per consolare il proprio amato. E'dolcissima la descrizione delle loro carezze, delle parole che si sussurrano a vicenda: ne "Il canto della Rivolta", la Collins ci ha offerto qualche spezzone - troppo breve, per la verità! - per conoscere il magico rapporto che caratterizzava questi due Vincitori. Personalmente, li ho sempre adorati come coppia, proprio perché li ho sempre trovati affiatati, uniti come non mai, fermamente convinti del loro amore, armati di piccole "strategie" note solo a loro due per sorreggersi l'un l'altro nei momenti di difficoltà. E penso che i dettagli che hai inserito in questo stralcio si inseriscano perfettamente nel mio "quadro personale" che mi sono creata della coppia. Ti adoro *___*
Molto bella anche la versione della storia che Annie presenta al figlio: focalizzandosi sugli aspetti più affascinanti della favola, di quelle informazioni mirate che sapeva avrebbero ammaliato il figlio, riesce nell'intento di incatenare a sé l'attenzione e lo sguardo di Sebastian. La "rivelazione" del segreto per volare, poi, mi ha proprio emozionato e fatto rivivere, per un attimo, alcuni frammenti felici, ricordi sopiti della mia infanzia: è stata una sensazione bellissima, e rievocarla in questo contesto, leggendo delle righe così ben scritte e relative ad un momento tanto colmo di tenerezza, mi ha fatto veramente piacere. Quanto è dolce Annie che fa il solletico al figlio! *____* Ho apprezzato molto l'allusione al "sorriso timido" di Sebastian che riflette una sorta di incredulità per quel comportamento quasi anomalo della madre. Ma la parte migliore è stata sicuramente la constatazione del piccolo, che apprezza quel gesto così traboccante di gioia, perché, purtroppo, consapevole di quanto siano rari momenti simili... anche se, in realtà, per un bambino di sei anni dovrebbero essere routine... :( Ho trovato questo pezzo estremamente realistico, associato anche al desiderio - con chiaro riferimento a Peter e alla sua storia - di "voler restare piccolo per sempre".
La scena successiva mi ha fatto venire davvero il magone, forse perché Sebastian - che tanto piccolo poi non è... - "precipita" bruscamente dal mondo di favole, dove regna, scintillante e piena di speranza, l'ipotesi che suo padre sia “un secondo Peter Pan”, alla schiacciante realtà, un macigno che gli cade addosso e lo rabbuia improvvisamente. L'occhio del lettore ha modo di esplorare, ancora una volta, tutta la sua solitudine, la sua profonda tristezza per la mancanza di una figura stabile, onnipresente e costante che possa vegliare su di lui, che lo possa proteggere. Un desiderio legittimo per un bambino della sua età, anzi, quasi un "obbligo" che, tuttavia, nessuno pare poter veramente adempiere per lui :( Anche dopo aver letto i libri della saga, ho sempre cercato di immaginarmi quale vita difficile avrebbe condotto questo figlio sfortunato, privato di alcuni elementi essenziali per la vita di un bambino... E tu, cara, con un realismo impressionante, sei riuscita a descrivere la sua condizione scavando a fondo nel suo animo segretamente tormentato, lasciando il lettore disarmato e carico di una profonda malinconia: ti posso fare tutti i miei più sentiti complimenti *____*
Ok, io ho scritto che mi stavo già commovendo nella scena precedente, ma... cara, quella che segue ha messo a dura prova la mia emotività! :( Leggere, o meglio... vedere, grazie alla potenza del tuo stile e delle tue parole, entrambi i personaggi sul punto di piangere è stato... struggente, veramente. Per quanto diversi siano i fardelli che entrambi portano sulle spalle, perché diversa è la loro età, la loro condizione... Annie e Sebastian conoscono bene cosa significhi vivere senza una figura fondamentale, sostegno e nutrimento al tempo stesso, che sia un padre o un marito. E vederli immortalati così, in un abbraccio che cerchi di arginare tutto il dolore che portano dentro... è stato drammatico e molto, molto commovente.
Infine, la sequenza conclusiva, ancora una volta focalizzata sul confronto Sebastian/Peter Pan. Ho apprezzato questa scena finale, sia perché si riallaccia direttamente al capitolo precedente, sia perché si configura come prosecuzione della riflessione di Sebastian relativa all'essere "piccoli per sempre". Se, prima, si notava quasi un desiderio vago ed imprecisato di aspirare a quella condizione ed essere, dunque, come Peter Pan, ora il distacco da questa enigmatica figura delle favole (e, perciò, il distacco anche da suo padre), è chiaro ed evidente. E' come se, ora, Sebastian fosse quasi "geloso" della vita speciale di Peter, del suo privilegio di accedere all'Isola che non c'è, restando sempre "al di fuori" del caotico mondo degli adulti. E'come se sapesse che, per lui, la vita è ben diversa: l'Isola che non c'è un posto irraggiungibile e l'universo degli adulti un mondo troppo, troppo vicino per un bambino come lui - un bambino costretto a crescere troppo presto.
Sai già quanto mi fosse piaciuto il titolo che avevi scelto per questo capitolo, dunque... non ho potuto non apprezzare la frase "Sono solo Sebastian. Sebastian e basta.", che rispecchia completamente il punto di vista del bambino e che si presenta, da parte di Sebastian, come un'auto-affermazione di sé e della propria identità, in un mondo in cui tutti, invece, sono soliti paragonarlo a qualcun'altro.
Carissima Kary, arrivata alla fine di questo capitolo, non mi resta che dirti che questo lavoro ha tutta l'aria di diventare magnifico. L'idea che hai avuto originariamente, di trovare dei punti di contatto fra il mondo di Hunger Games e quello di Peter Pan, è in sé davvero originale, ma anche il modo in cui la stai portando avanti rivela, ancora una volta, la tua bravura ormai affermata. Al solito, ti faccio i complimenti per la maestria con cui ti destreggi con i personaggi e li caratterizzi, perché, leggendoti, sembra davvero che tu li conosca da una vita: pur essendo la storia narrata in terza persona, ci si riesce a calare direttamente, immediatamente nella mente e nel mondo di ognuno a cui, di volta in volta, affidi la "voce" per parlare. Per quanto riguarda lo stile... cara, anche qui devo dire che sei bravissima e che, anzi, mi sembra proprio che tu sia in costante crescita anche da questo punto di vista. Il tuo modo di scrivere è sempre limpido, scorrevole... riesci a divorare letteralmente il lettore, fagocitandolo nelle tue parole e immergendolo in un mondo da cui quasi non viene voglia di riemergere. In più, usi sempre delle immagini bellissime. L'espressione "distendere lo sguardo sul mare", riferita a Finnick nel flashback, mi ha veramente ammaliata *_____* E'una frase suggestiva, e credo che evochi bene l'atto di contemplare una sconfinata distesa d'acqua come può essere quella del mare. Ed amo la tua attenzione per i dettagli: ho adorato, ad esempio, come, per indicare il gesto di sfiorare il nasino del piccolo Sebastian, tu abbia esplicitato "facendo scorrere il polpastrello sulla punta del naso del figlio". Non so, forse è una "cosa mia", che amo i dettagli e questi momenti che sembrano fotografati con una lente di ingrandimento o, da un punto di vista più temporale, analizzati, fotogramma per fotogramma, a rallentatore, ma... l'effetto che ne è derivato, secondo me, è stato stupendo. Tutto questo, tutti questi aspetti messi insieme, contribuiscono a creare un'atmosfera magica, che avvolge lettore e personaggi, anche quelli più "lontani" come Finnick, Peter e Killian, creando un unicum temporale che ha il potere di conquistare ed emozionare, dalla prima parola all'ultima. Credo davvero che sia tu, mia dolcissima Kary, a detenere questo "magico potere": sei davvero fantastica, sempre, e un giorno dovrai rivelarmi il segreto della tua bravura... anche se scommetto che tutto l'amore, la passione che riversi in quello che fai e crei, siano già una chiave vincente che ti permette di brillare e spiccare, qualunque cosa tu stia scrivendo. Posso solo dirti... bravissima. E continua così, perché le tue parole, le tue storie regalano emozioni sempre nuove e storie che non si vorrebbero mai terminare.
Mi fa ridere pensare a quante righe fa ho digitato la parola "infine", apprestandomi ad una conclusione che non è ancora arrivata, ma penso proprio che, adesso, sia il caso di farla :) Non so quando potrò lasciarti ancora una recensione, visto la mia eterna lotta con il blocco e gli impegni di routine e dell’Università, ma... appena ce ne sarà occasione, cercherò ancora di ricordarti quanto amo ciò che scrivi e come lo fai ♥ So anche che ho ancora commenti in arretrato, commenti estremamente importanti che devo ancora concludere, e... non mi sento di fare previsioni precise, ma spero davvero davvero tanto di riuscire il prima possibile a ultimarli. Ti chiedo infinitamente scusa, perché ci tenevo tantissimo e ancora, però, non sono stata capace di farteli leggere completi... :( Spero di rimediare al più presto! :'(
E ora ti saluto davvero, carissima. Ti faccio i complimenti per la centesima volta, anche se non saranno mai abbastanza. E grazie, per emozionarci sempre con le tue storie fantastiche.
Un abbraccione,
Fede ♥ |