Recensioni per
Frammenti dello specchio.
di Clementine Kruczynski

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/02/15, ore 19:54
Cap. 5:

In questi giorni non trovo le parole per parlare, figuriamoci per commentare qualcosa di così grande e forte. E' per questo che stasera ho deciso di abbandonarmi alle parole altrui, di lasciarmi cullare da loro nella speranza che dicessero qualcosa di simile a quello che provo. Ricordarmi di te è stato prezioso, insomma, questa poesia è... complessa, molto complessa. Noto in te una tendenza alla ripetizione e al continuo cambio di prospettiva. E' come se tu prendessi un oggetto e lo fotografassi prima nella posizione piuttosto usuale (le grida mute mi fanno pensare ad una prigione, vera o figurata), poi inizi a girare attorno a quell'oggetto e lo analizzi in ogni sua sfaccettatura. Mentre leggevo la poesia mi venivano in mente tante di quelle immagini diverse, tante di quelle idee, tanti di quei ricordi, che sarebbe impossibile e insensato esprimere, perchè non avrebbero alcun collegamento logico, se non per me. Ma la forza di questa poesia è indubbia. Hai affrontato un tema molto dibattuto, quasi il tema filosofico per eccellenza, ed è come se avessi aperto un dibattito dentro te stessa, come se libertà significasse proprio non aver definizione e forma precise.
Ho amato l'ultima immagine, forse perchè è quello che libertà significherebbe per me adesso.
Molto bella anche quella dei muri costruiti senza fare rumore, penso ovviamente al muro di Berlino e, per estensione, a tutte le stupide guerre, fredde o calde che siano, combattute in nome di una qualche stupida, finta, ipocrita libertà.
E' un piacere trovare poesie così.

Recensore Veterano
19/11/14, ore 12:28
Cap. 13:

Okay, ho scelto di recensire questa poesia tra le ultime tre perché amo le poesie tragiche e, qui, in queste parole, di tragicità ce n'è molta.
Devo dire la verità: il titolo è interessante e, appena letto, mi aspettavo un ode al cielo, quindi brava per aver scelto questo titolo dalla doppia faccia.
Sempre complimenti per l'impostazione a causa dello stesso motivo di prima - in questi tipi di poesia, c'è bisogno di concentrazione per capire e cogliere ogni sfumatura di ogni parola e, quindi, un'impostazione colorata avrebbe solo distratto.
Riguardo al testo, non ho visto né errori di ortografia né errori di grammatica.
Passando al contenuto, ho visto che gli argomenti tristi ritornano spesso nelle tue poesie, ed è una cosa che apprezzo poiché io, da persona sadica quale sono, amo leggere la cruda verità.
Anche in questo caso, l'argomento della guerra è presente e io l'ho trovato ancora più importante rispetto al cielo, o, comunque, questo è ciò che ho percepito, il che è molto soggettivo considerando le mille sfumature che una poesia può avere.
Sinceramente non ho il tempo di scrivere una recensione troppo lunga, perciò mi limito a dire che l'ho trovata la più bella tra quelle che hai scritto, forse seconda solo a "prigionia", quindi complimenti.
Bandierina verde, alla prossima.

Recensore Veterano
19/11/14, ore 12:12
Cap. 10:

Ok, credo di essermi perso un po' di pezzi, ma sono stato molto occupato nel cercare idee per scrivere, finendo con l'averne ben zero!
Passiamo alla recensione, mi sono soffermato su questo capitolo perché l'ho trovato piuttosto interessante.
Innanzitutto, quando si parla di poesie con termini poetici e non di poesie più concrete, come quelle che scrivo io, preferisco un'impostazione semplice perché c'è bisogno di maggiore concentrazione sul testo, quindi brava.
Parlando di ortografia, come sempre, non ci sono errori e nemmeno a livello grammaticale, o, comunque, io non ne ho visti.
Errare... E' un titolo veramente interessante? Chi può decidere cos'è sbagliato e cosa è giusto? Chi può dire che rubare sia veramente un peccato? Per carità, lo è; ma bisognerebbe risalire a chi l'ha deciso per capirlo veramente, oppure bisognerebbe scavare nella mente di un ladro; purtroppo io lo giustifico perché, poverino, quando non sa più cosa fare, si getta sul lavoro più semplice per cercare di sopravvivere, quindi, se ruba a gente ricca, non credo faccia poi così del male.
Tralasciando la parte incitante al rubare, ho apprezzato la brevità di questa poesia; è una caratteristica che ho visto spesso nelle tue poesie: poche parole, ma efficaci ed è una cosa che apprezzo e che credo dovrò imparare a usare, piuttosto che scrivere tre strofe e tre ponti come in una canzone.
Quindi ti ringrazio, mi hai fatto capire che la brevità è una cosa da saper sfruttare, perciò bandierina verde.
Alla prossima,
America_MyDream

Recensore Veterano
17/11/14, ore 13:03
Cap. 10:

Bella questa tua poesia, belle anche le altre, bello il tuo modo di far poesia (e ho detto bello, non carino, perché altrimenti avresti potuto irritarti, visto che non scriviamo poesie perché è carino, eh?). In realtà non avrei usato carino ugualmente, con carino avrei dato l'impressione di definire riduttivamente queste tue poesie che invece stamattina ho scoperto essere così delicate, così intense e così equilibrate.
Ho letto questa ma, come dicevo, ne ho lette anche altre - credo di averle lette tutte a dire il vero. Era come un continuo provare, un continuo scoprire e caprie se anche la prossima mi sarebbe piaciuta. Sì, mi piace come scrivi. Le commenterei tutte se ne avessi il tempo, ma per adesso devo soffermarmi su questa.
Mi piaceva l'inizio; mi piaceva quel parallelismo iniziale, l'ape rabbiosa che mi ha fatto pensare all'ape furibonda della Merini, poi mi sono lasciato prendere dai tuoi versi e li ho seguiti sino alla fine. Vero che gli errori ci perseguitano, vero che ciascuno di noi ne porta il peso - e le punture addosso, sono segni che non vanno via facilmente. Quegli errori, come api pungenti, ci rincorrono ovunque, disturbano il sonno e gli attimi di silenzio, il loro ronzio furente sconvolge ogni barlume di quiete.
Lo capisco perché hai paragonato quegli errori a delle api rabbiose, lo capisco davvero.
Capisco anche come mutino, come diventino rimpianti e, quindi, silenziose preghiere rivolte al nulla, sono preghiere destinate a restare inascoltate e poco importa se rivolte al cielo o sigillate nel nostro intimo.
Quel cielo ti ha riportato alla Luna, a quel bagliore pallido e minuscolo, quel simbolo di speranza in un'oscurità avvolgente, quell'astro celeste dalle dimensioni incommensurabili per una mente umana, eppure così minuscolo dalla nostra prospettiva. E la sua luce riflessa immerge la città, come una luce che indica la provenienza d'ogni rimpianto e la direzione verso dove poter sfogare ogni proprio passo falso, è una luce pallida che illumina e a cui noi possiamo vanamente attribuire significati, valori, simbolismi e interpretazioni. Cerchiamo d'arricchire questa vita, che nasconde soltanto una massa di vagabondi, dai cuori affranti e dalle menti sedotte, illuse d'avere uno scopo. Ma nel profondo temiamo che una verità più malinconica e desolante possa farsi avanti, d'ssere girovaghi erranti, solo dei passanti e destinati a passare solo una volta e poi il nulla più.

Complimenti, conto di rileggerti presto.

Recensore Veterano
15/11/14, ore 21:47
Cap. 9:

"anime fatte di spettri:
le più difficili da salvare."

Quanto hai dannatamente ragione! Quando l'anima vivente non compie il suo ciclo, quando è insoddisfatta della sua vita, perché incompleta, irrealizzata, si materializza nel suo spettro. Nella parte di se che non è mai riuscita ad evocare e a rendere concreta.
Tutti i sogni più cupi, i desideri irrealizzati.
Una vittima degli eventi.
Come sempre i frammenti dello specchio si ripercuotono in tutte le loro forme, dalle più umane alle più trascendenti.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:48

Mi piace come sei riuscita a ricreare l'assenza di suono nelle tue strofe.
Di solito l'accostamento suono-vista sono fondamentali.
Ma tu hai voluto creare quasi un mondo senza rumori che possano distrarci, e farci fissare direttamente sul contenuto delle tue parole.

"Brucia la città di carta
bruciano le persone sottili come
fogli"

Una frase che arriva dritta come un siluro all'anima di chi legge. E se non arriva è perché senz'anima.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:45

Se mai pubblicassi una raccolta di poesia mandami un mp e avvertimi.
Voglio averlo un libro così nella mia libreria.
Se mai un giorno mio figlio mi chiedesse come capire il dolore glielo farei leggere tutto d'un fiato.
Cercare redenzione tra le righe scolpite da inchiostro su pagine immortali.
Mi hai lasciato tantissimo in nemmeno 10 minuti.
Mi sembro un di questi ragazzini scalmanati davanti ai loro pop-idol.
Queste poesie sono bellissime.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:42

E' possibile creare un escalation di emozioni contrastanti? Tu ci sei riuscita e mi hai dato una bella botta.
Non sono un esperto, non capisco molto di tutto ciò che conta della poesia, ma so che lasci sentimenti, so che lasci ferite livide e aperte.
"Ridenti stelle" è uno squarcio, uno strappo alla regola.
E' qualcosa che va oltre la poesia, è una vita ritagliata in parole.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:39
Cap. 5:

"Libertà-
il pallore del giorno che muore,
libertà-
troppi muri costruiti
senza un rumore."

Sei riuscita a creare qualcosa di magico, qualcosa di sublime.
Questa strofa l'ho adorata, anche se a rigor di logica, se avessi dovuto trascrivere tutte le strofe che mi sono piaciute l'avrei riscritta completamente.
Ogni strofa è un pugno diretto all'anima.
Vorrei non scrivere più niente e contemplare e rileggerla. Alla fine la rileggerò almeno un'altra volta.
Non basta una lettura sola. Non serve scrivere un commento. Basta leggerla e inglobarla dentro.
Se mai volessi una raccolta di poesie di efp, questa la vorrei sicuramente nella mia lista.
Non ho mai letto così tante poesie di seguito con un riflesso alla disperazione e al dolore.
Il dolore in tutte le sue forme migliori. Bravissima, anche se probabilmente già lo sai.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:35
Cap. 4:

Fin ora la mia preferita, anche se devo ammettere che mi hai lasciato sorpreso. Come il tuo ordine sia diverso da un ordine prestabilito. Come scegliere di seguire tempi e spazi solo tuoi, i tempi del tuo gusto.
La morte perseguita le tue strofe, e il tempo tiranneggia sovrano.
Bellissima, davvero bellissima. Credo le leggerò tutte.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:33
Cap. 3:

Bologna: come non esserci mai stato ma viverla sulla pelle.
Come una città diventa anatomicamente figura di donna/uomo qualsivoglia, figura di uno strazio e del tormento.
Sei un'anima ricca di violenza e bontà al contempo. Riesci a esprimere il dolore come pochi, efp regala anche scrittori così. Regala anime al prezzo di un click.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:30
Cap. 2:

Aspettativa superata.
Dopo l'inverno la foglia, non più su un continuum spaziale, ma un continuum del dolore.
Quanto dolore sei riuscita a tirare fuori con queste righe?
Poesia toccante, e straziante. Dopo ti viene voglia di strapparti i capelli, non è colpevole? è colpevole? Davvero è questo ciò che conta?
Fantastica poesia, superba nell'incarnazione dei dolori dell'uomo.
Davvero continuo a credere che hai trovato il nome giusto per la tua raccolta.

Recensore Veterano
14/11/14, ore 20:26

Frammenti dallo specchio
lasciami dire, cerchi una serie di poesie, e ho grandi attese per le altre 7.
Sei riuscita a creare un'aspettativa. Non ti conosco, ma in qualche modo sono empaticamente entrato in contatto con te attraverso la tua poesia.
Bellissima. Non ho parole.
Scorrevole, delicata, profonda, un tuffo al cuore e un viaggio dell'anima. dall'inizio alla fine.
Frammenti dallo specchio, già solo per aver scritto un titolo così chiaro, così pulito e preciso. Hai lasciato qualcosa dentro, almeno in questa sera.

Recensore Veterano
12/11/14, ore 22:06
Cap. 5:

Ciao, eccomi a recensire questo capitolo che ho particolarmente gradito, ma seguiamo i quattro punti principali della recensione: impostazione, ortografia, grammatica e contesto.

Impostazione: ho gradito il fatto che tu continui a cambiarla, cosicché si differenzi da capitolo a capitolo e ognuno acquisti un qualcosa di speciale; non so se l'ho già detto, ma apprezzo il carattere col quale scrivi, oltre che la misura che usi, quindi complimenti.
Complimenti inoltre per le rime, sono utili per "alleggerire" il significato di questa poesia.

Ortografia: amo questo punto perché non ho mai molto da dire; anche in questo caso non ho niente da chiarire o meglio specificare: nessun errore, ottimo direi.

Grammatica: come abbiamo constatato, abbiamo due punti di vista differenti, quindi è inutile specificare il mio perché abbiamo due stili diversi; ed è anche questo il bello della poesia: l'avere tanti stili a disposizione per arrivare allo stesso risultato: lo scrivere qualche parola su quel foglio bianco.
Quindi, niente da dire.

Contesto: la libertà è un argomento che mi sta molto a cuore: sarà perché, purtroppo, soffrendo in parte di empatia, mi viene come una brutta sensazione sulla pelle se solo penso alla reclusione; sarà che amo i neri d'america, in particolar modo la loro musica, e odio sapere che dei geni così grandi abbiano subito tutte quelle ingiustizie, resta il fatto che amo quando qualcuno affronta un argomento sociale con parole semplici, ma taglienti allo stesso tempo. Parole efficaci che fanno male a leggere, soprattutto quando parli di gente reclusa ingiustamente, cosa che, purtroppo, ai giorni nostri, accade fin troppo spesso, mentre la gente che meriterebbe di non vedere più la luce del sole - vedasi Berlusconi - è a piede libero.
Complimenti per la poesia, bandierina verde. Alla prossima.
America_MyDream

Recensore Master
11/11/14, ore 19:38

Ho letto i primi due versi e ho strabuzzato gli occhi.
Mi è sembrato di essere ricatapultata (esiste?) negli scritti in cui sguazzavo ormai quattro-cinque anni fa.
Ed è stato emozionante, tanto emozionante da farmi fermare.
Le immagini che hai scelto, al di là del messaggio che vuoi comunicare, che è piuttosto evidente e in cui facilmente possiamo immedesimarci, ecco, al di là di quello, le immagini sono interessanti e catturano l'attenzione. Alcune sono davvero forti e comunicative, la mia preferita è sicuramente questa, quando l'ho letta mi sono fermata una seconda volta: Sono la sedia vuota / accanto al telefono. Secondo me ha tante, tante sfaccettature possibili. Tu non sei la persona che aspetta seduta sulla sedia, quindi non sei quella che non riceva la chiamata, quindi quella presumibilmente dimenticata, no, tu sei la sedia di cui nessuno si ricorda perchè nessuno ci si siede se non per stare al telefono. Quindi sì, possiamo immaginare uno scenario desolante, di abbandono, una casa triste in cui qualcuno piange, ma soprattutto noi ci possiamo immedesimare con quella sedia (e secondo me è proprio lì che tu vuoi andare a parare) che sta lì e non serve a niente. E' forte, davvero forte. C'è da sperare in una qualunque notizia, purchè qualcuno si sieda. Vogliamo sfociare nel cinismo? Ancora meglio se quella che arriva è una brutta notizia, così chi la riceve proverà l'istinto di sedersi.
Amo quest'immagine.
Ma, a parte alcuni luoghi piuttosto comuni (mi riferisco all'urlo soffocato e alle ali parlate), sono tutte immagini interessanti e tutte veicolano lo stesso significato (domani do un esame di semiotica, quindi forse hai idea di quanto questa poesia sembri ancora più bella per me!): l'inutilità. Lo sguardo che non guarda, gli occhi che non vedono. Perchè le mani sporche di sangue?
Benchè tutta la poesia sia connotata da un forte giudizio negativo verso chi nemmeno vede, verso chi ignora, sono gli ultimi tre versi quelli più carichi di astio: continua a pestarmi / nemmeno mi vedi.
In realtà io darei un'altra ulteriore interpretazione alla poesia, l'accenno alla coperta che non è sufficiente mi sa di denuncia alle persone che passano e non vedono che c'è davvero chi dorme all'addiaccio, senza un tetto sopra la testa, senza niente più che una coperta.
Non so, questa poesia ha davvero tanto da comunicare e mi piace moltissimo.

Ps: Inserirei la raccolta nei preferiti, ma le due successive non mi hanno convinto molto. Per ora va tra le seguite (spero di ricordarmi di guardare ogni tanto quella cartella, ma credo che le tue poesie possano essere un incentivo).

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