H^o^la Ache!
Sì, sono ancora viva. E' che sto seguendo troppe cose contemporaneamente, e non riesco a recensirle tutte come vorrei... ç_ç Anyway, le mizu hanno la priorità su tutto e dunque eccomi qua. Impegolata, perché stavolta le suggestioni sono davvero troppe... Mi proverò in uno sforzo di sintesi per selezionare quelle più sensate e ordinarle in modo logico.
Ordunque: silenzio, parla Kisara.
Già la presenza di un dialogo è una novità rispetto alle altre drabble, ma è appropriato che dei due sia proprio lei a parlare. Quella più aperta e comunicativa, che con le sue parole riesce sempre a far uscire Seth dalla ristrettezza delle sue vedute. E non solo gli apre gli occhi, ma ci dice anche qualcosa di sé. Si sa così poco di lei, delle sue origini, però è certo che nella sua vita abbia peregrinato a lungo, ed è più che probabile che si sia spinta fino alle coste del Mediterraneo, e lì sia venuta a contatto con le varie culture di cui è la culla. Ce la vedo, attirata dalla diversità multietnica nei porti e nei mercati, incuriosita dagli stranieri tra cui, verosimilmente, si trova più a suo agio che con i propri connazionali. In questo caso Kisara rievoca la cultura greca (quella oltre il mare blu e nelle casette bianche, i colori che le appartengono) e in particolare Espero. Per i latini Lucifero, portatore di luce. Dunque, parafrasando, sta parlando di se stessa (giusto?). Che al calare delle tenebre sprigiona la sua vera essenza e dissipa l'oscurità... Seth, però, ora è un po' confuso. Riconosce la forza della sua luce, eppure è indeciso sulla sua vera identità. Perché, in effetti, lo capisce solo troppo tardi che la luce di Kisara è nella sua anima, anziché nel suo spirito come la sua cultura gli ha insegnato a credere. E quando si chiede “Chi di loro è Espero? E perché brilla così tanto più delle altre? Chi sta guardando?” riassume tutti gli interrogativi che ha avuto su di lei, quando è andato in mezzo alla gente alla ricerca di un Ka pari a quello di un dio, quando l'ha trovato e non riusciva a capire il perché della sua forza, e a chi spettasse beneficiarne. Queste domande, se le pone ma, per come le hai scritte, non le esterna a voce. Mi piace credere che quel “Shh... basta con le domande” Kisara l'abbia detto per sedare il tumulto dei suoi pensieri, notando l'espressione scettica ma rannuvolata dai dubbi che alle sue parole il sacerdote deve aver assunto. E che il dito sulle labbra gliel'abbia premuto non per zittire, ma per prevenire le sue domande. D'altronde neppure lei possiede le risposte che cerca, è ignara del suo potere. E non conosce la verità, ossia che Espero non è affatto una stella. E' un pianeta. Brilla di luce riflessa, è illuminata e scaldata dal Sole che, per riprendere le metafore della scorsa volta, ovviamente è Seth. Il suo drago, appare quando lui è in pericolo. E poi, in realtà quel pianeta si chiama Venere. Che simboleggia l'amore per eccellenza, ed è proprio questa la sua bellezza intrinseca, quella che può essere apprezzata senza troppi perché... e infatti lui l'apprezza da subito, anche se non lo capisce appieno. Chissà se dopo la sua morte, quando guarderà quella stella l'identificherà con lei?
Bon, fine. Nella mia testa aveva un senso, ma ammetto che scritto è più delirante di Joyce... Chiedo perdono. Anyway, volevo aggiungere che io questa drabble ce la vedevo bene ambientata nell'animeverse, in particolare nella notte in cui, da ragazzi, Seth libera Kisara dalla sua prigionia e fuggono a cavallo. So che tu ti attieni al manga, però lo stesso Takahashi ha ammesso che lì è stato costretto a “tagliare” la loro storia, per cui tutto ciò che alla loro storyline ha aggiunto nell'anime (ovviamente mi riferisco a quello jappo, non l'obrobbrio mutilato dalla 4kids) per me si può considerare altrettanto canon. Magari potresti trarne ispirazione per qualche drabble, se ti trovi a corto di idee... ^_-
Ok, ora passo e chiudo, giuro. Ma se finisco per fare 'sti sproloqui è solo per colpa tua e della tua bravura, accidenti a te... :P Complimentissimissimi e alla prossima,
XOXO
Evee
P.s. dimentico sempre di dirtelo: non sai quanto ti ammiro per la pazienza di scrivere tutte le drabble “pure”, io impazzisco quando bisogna contare le parole...!!! |