Recensioni per
Protect me from what I want
di allonsy_sk

Questa storia ha ottenuto 64 recensioni.
Positive : 64
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
13/03/15, ore 12:17

Scrivo stamattina, anche se il capitolo l'ho letto ieri quasi all'una prima di andare a dormire...
Scrivo adesso perché se lo facevo ieri, la recensione era scritta di "pancia"...
perché il cuore era in lacrime e il cervello era già andato nell'arsenale a equipaggiarsi in modo molto pensate... praticamente ero in tilt!
Stamattina invece, sono più calma, ma ho ancora emozioni contrastanti in me e spero che questa recensione sia più o meno capita...

A tutti noi ci è capitato di essere in questa situazione chi più chi meno, chi è uscito alla meglio chi invece in peggio... Sherlock è uscito devastato...da mesi rimuginava, cercava di capire, cercava ogni singola virgola messa in modo sbagliato per dire "ok no è la mia fantasia..." ma i suoi ragionamenti, no, sentimenti, gli han fatto capire che quella era la via e non c'era modo di uscire...quel bacio, mix di tenerezza e paura, quella dichiarazione, ha messo sul tavolo tutto il suo cuore per John,l'ha detta in una maniera che mi sono liberata con lui da quel macigno che lo attanagliava...
Ma c'era qualcosa nel capitolo, ma anche negli altri capitoli che, boh, mi faceva stare in guardia alta, di non abbandonarmi in scenari romantici di cuoricini svolazzanti qua e la, di quel passo in avanti tanto sperato; c'era quel qualcosa, la tensione, quel nodo in gola, che si, si è spezzato ma che non voleva andarsene e oplà, un modo c'è stato.
Ho odiato John. E lo odio ancora. Per quanto mi piace, quando si parla di sentimenti, capisco Sherlock che non le ha mai vissuti e se anche aprivano uno spiraglio, li chiudeva a chiave e le faceva affondare verso un mare profondo, - fino a John -, ma visto che l'altro di conquiste ne ha fatte, non mi capacito come cavolo ha fatto a dire, no, a comportarsi così! sono anche io d'accordo che poteva usare una scusa già fatta e riscaldata, ma no, quella cosa, quell'assurdità che ha detto non riesco a digerirla, mi dispiace!
Oppure, la paura ha fatto da padrone e lui che si è nascosto dietro ad una "scusa"...
Non saprei che pensare... e non riesco neanche ad immaginarmi il continuo... sarà struggente? John cercherà di scusarsi e anche di capirsi?! Perché quello ha più domande e non ha risposte è proprio lui...

"Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, oh è una vergogna per noi dividerci."

Vorrei correre da Sherlock, abbracciarlo e piangere con lui.
Vorrei correre da John e dirgli le peggior cose!

A presto!
(Recensione modificata il 13/03/2015 - 12:30 pm)

Recensore Master
13/03/15, ore 09:24

Oh God, sto soffrendo come una bestia. ç___ç [disegna l'impiccato con l'omino vagamente somigliante a John Waston col bastone infilato su per nontidicodove]
Ci sarebbe un sacco da dire sull'introspezione CRUDELMENTE accurata che hai fatto su Sherlock, ma non ce la faccio. In questo momento mi sento molto come lui, sono distrutta. Non c'è dolore peggiore di quello causato da un sogno infranto, da un rifiuto che segue anni di fantasie ben diverse, sbriciolate in un istante dalle parole più sbagliate del mondo.
Perché, dentro, Sherlock sente che John è il suo compagno di vita; lo sa, ogni sua cellula glielo suggerisce, eppure John lo rifiuta. ATROCE.
Ora, tralasciando l'emotività che mi porterebbe a schiaffeggiare il Capitano e gridargli contro di correre subito da Sherlock e chiedergli perdono in ginocchio, la fredda logica mi porta a pensare che sia dovuta andare così. John non era pronto ad una cosa del genere e, se Sherlock l'ha lentamente e dolorosamente elaborata negli anni fino ad arrivare ad accettarla, per John non è stato così. Questi sentimenti li ha già, li ha sempre avuti, ma non si è mai fermato un attimo a starli a sentire. Ci sta che gli abbia detto quattro cazzate per non dover affrontare la portata enorme di conseguenze che uno Sherlock Holmes innamorato di lui scatenerebbe. Diamo a John del tempo e sono cerca che ci arriverà, sempre che nel frattempo Sherlock non si autodistrugga o non eregga un muro troppo alto a protezione del dolore che sta sentendo. [dita incrociate]
Il semi-bacio sull'angolo delle labbra di John è stato struggente e dolcissimo, mi ha distrutta. Te lo giuro. Mi è sembrato di sentirne la paura, il tremore di ogni singola terminazione nervosa di Sherlock, l'aspettativa, la vergogna, l'incertezza, la voglia, tutto.
Sei bravissima, questo capitolo è IL DRAMMA puro.
So che i miei commenti sono un delirio pieno d'errori di battitura, ma è l'unico modo in cui riesco a farlo: se sto a pensarci troppo finisco come Sherlock XD
Spero comunque di averti trasmesso la passione che sta crescendo per questa tua storia, al termine della quale leggerò le altre della serie, che mi pare di aver capito siano successive a questa.
Baci

Recensore Junior
12/03/15, ore 23:10

Povero Sherlock. Mi sono messa a piangere per lui, questo capitolo è davvero straziante. Bellissimo e crudele, non so come diamine ho fatto ad arrivare in fondo senza annegare in un mare di lacrime.
John è un beota, un enorme beota. Come può rifiutare Sherlock?! tanto lo sappiamo tutti che è gay! Traumatizzato o no l'ha fatta grossa! se fosse qui gli darei una testata dritta sul setto nasale!
E ora il mio povero Sherl è perso per Londra con la febbre e il cuore spezzato Vergogna Johnny! Non si fa!
stupidate a parte, questo capitolo mi ha toccato profondamente e adoro sempre di più la storia. Mi stai facendo amare questo Sherlock innamorato e confuso come non mai, (dici che se mi lascio crescere i baffi e dico di chiamarmi John mi prende al posto di quello vero?) e non vedo l'ora di vedere come le cose si evolveranno, come riusciranno a complicare e incasinare le cose ancora di più, ma soprattutto come si risolverá!
A presto!
Baci, Thil.

Recensore Master
12/03/15, ore 22:18

John Watson è un emerito coglione.

E la recensione potrebbe anche chiudersi qua e avrei già detto tutto. No, ok, ho un paio di robe da aggiungere :) Devo dire che sono contenta che la storia sia arrivata ad un punto più angst, più doloroso e non perché io sia masochista di mio (oddio forse un pochino lo sono anche) ma perché come ho già detto più di una volta, sapendo già come andrà a finire questo tuo verse, è un angst che sai già quali risvolti avrà e quindi più sopportabile. Questo però non toglie il fatto che faccia davvero male vedere Sherlock in queste condizioni. Mi ci sono immedesimata molto, e sarà perché ci sono passata una volta, ma ho sentito tutto quanto sulla mia pelle. Tutte le sensazioni e i sentimenti che hai descritto di Sherlock, erano molto reali e tanto veri. Quando li passi sulla tua pelle è diverso che leggerlo in una storia, e proprio per questo mi è tornato alla memoria tutto quello che ho vissuto. A cominciare dal sentimento che nasce dopo mesi di ponderazione, mesi di pensieri e di presa di coscienza del sentimento che provi, per poi renderti conto - quasi d'improvviso - che non ce la fai più ad andare avanti e che lo devi dire, vada come vada. Straordinario il frangente in cui Sherlock pensa che è giunto ad un limite tale, che ha bisogno di dirlo e quindi si dice che non gli importa. Quel pezzo è verissimo. In realtà non è affatto vero che non gli interessa, gli importa eccome di quello che pensa John, ma il dire "ti amo" non ha a che fare tanto con John, è più che altro una cosa personale. Oddio non so se riesco a spiegarmi... voglio dire. Prendiamo Sherlock, un uomo non abituato a gestire le emozioni, che fa della logica e della razionalità il proprio strumento di lavoro (come dice lui stesso), un uomo che non dice ai propri familiari che gli vuole bene. E non che non li ami, è che è molto chiuso in sé stesso e non è necessario dirglielo o almeno è quello che pensa lui. Il sentimento che matura per John, nasce lentamente e molto piano ed è vero che solo negli ultimi mesi è diventato un bisogno che sfocia nel fisico, ma è quel sentimento è da sempre una cosa solo sua. Dire "ti amo" è un fatto quasi privato, è personale al punto che non importa poi molto che dall'altra parte ci sia John, lo dice perché è un suo bisogno, una sua necessità e in un frangente è davvero sicuro del fatto che non gli interessa se John lo ricambia o meno, l'importante è che lo dica e che si liberi di quello che ormai è diventato un vero e proprio peso da portare. (Ovviamente) John gli risponde che non lo ricambia e, tra l'altro, usa le parole peggiori che possa usare perché non dice: non è il momento adatto o: in questo periodo non voglio legarmi a nessuno... che sono frasi fatte, è vero, ma perlomeno sarebbero state migliori per Sherlock. No, lui dice: "non sono gay" ed è terribile. Un po' lo giustifico, John, per tutto quello che ha passato ed è chiaro che sia ancora scombussolato dalla fine della relazione con Mary e dalla scomparsa di Billie. Ma dall'altra parte non lo giustifico per niente e ho goduto, sì perché sono cattiva e quando John si rende conto del dolore di Sherlock e sta male nel vederlo così, io ho goduto del dolore di John. Non è un male il non amare, si può non amare qualcuno e non ricambiare. Ma è il modo che mi fa incazzare da morire, sono le parole che ha usato... Sherlock non se le merita, non se le merita per niente e il Mycroft che è in me vorrebbe prendere John Watson e farlo a pezzettini. Adesso starà male? Meglio così, lo voglio vedere soffrire.

(Povero Sherlock!)
Koa

Recensore Junior
11/03/15, ore 23:37

Ciao!
Allora, AMO gli imbranatissimi fratello Holmes, li adoro. E mi è piaciuto moltissimo questo capitolo in cui si confrontano.
La situazione sta diventando sempre più aggrovigliata per il caro e spaventatissimo Sherlock. ancora un pò e infarterá, me lo sento.
Devo ammettere che mi piacerebbe vedere il magico duo alle prese con una bambina piccola, non oso pensare cosa combinerebbe il detective e le crisi isteriche di mamma-chioccia-John.
Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli e che JOHN SI SVEGLI!
A presto!
Baci, Thil.

Recensore Master
11/03/15, ore 15:03

Allora.
Hai una scrittura molto complessa. Componi frasi lunghe e ricche di concetti importanti. Il primo complimento va a come riesci a mantenerne il controllo, perché non è affatto semplice ma tu lo fai sembrare tale.
Io sono una lettrice spesso distratta, che necessita di seconde letture o addirittura abbandona un testo se si rende conto di doverci pensare troppo su. Il motivo è semplice: leggo di fretta e ho sempre poco tempo.
Eppure.
Eppure non ho smesso di leggere la tua storia, nonostante non si possa proprio dire che sia 'immediata', 'leggera'.
No. Continuerò a seguirla, non solo perché il contesto che hai scelto mi piace in modo particolare e lo stai rendendo interessante, ma anche perché fino ad ora stai facendo un ottimo lavoro di caratterizzazione.
In particolare, quest'ultimo capito mette a confronto un Mycroft e uno Sherlock che sono spaventosamente IC. Sembra di toccarli. E' come se la rigidità che li caratterizza sia densa, talmente tirata da stare per spezzarsi. I sentimenti possono incrinare le menti forti, perché comportano fragilità.
Sherlock è stoico e infantile, assieme. Proprio come l'originale. Combatte contro i propri sentimenti, ma non lo fa solo per paura di viverli, lo fa per paura di distruggere John, ed è l'ultima cosa che vuole. Tutto quello che Sherlock fa, lo fa per lui, penso lo sappiano anche i sassi.
Insomma, i miei più sinceri complimenti!
Ottimo stile, bella storia, personaggi dolorosamente ben caratterizzati, angst a secchiate e nei punti giusti.
Bravissima ;)
(Recensione modificata il 11/03/2015 - 05:49 pm)

Recensore Master
11/03/15, ore 11:28

Altro capitolo straordinario con la comparsa di Mycroft che non fa che rendere la storia ancora più magistrale. Mi è piaciuta tantissimo l'immagine che dai di lui ovvero di raziocinio e staticità. Mycroft deve essere statico, deve essere fisicamente fermo, ma cerebralmente attivo (più di chiunque altro, persino più di Sherlock) e tu l'hai ritratto benissimo. Il che è esattamente ciò che mi è arrivato leggendo il Mycroft che ci presenti tu qui. Lo metti nelle vesti del fratello maggiore che, come al solito, si deve prendere cura di quel fratellino che gli dà un sacco di problemi (alcuni talmente incomprensibili che gli fanno ammettere di non essere onnisciente, il che è eccezionale di per sé). Mycroft intuisce dal minuto zero che Sherlock non è lì per Billie, perché è ovvio che se avesse avuto novità gliele avrebbe comunicate immediatamente, e sa che Sherlock lo sa, e che in realtà è lì per altro. E alla fine lo ammette pure, ma si tratta di un'area che non compete tanto a Mycroft che è costretto ad usare frasi un po' fatte per tentare di capire, di aiutarlo, ed infatti al primo 'no' di Sherlock (che sottolinea il fatto che non può dire a John cosa prova), si arrende. Però Mycroft è servito anche ad uno scopo ben preciso, oltre a far ammettere certe cose a Sherlock, qui ha il ruolo del buon senso. E solleva dubbi e questioni che sono logici e che preoccuperebbero chiunque ovvero il: che succede se la ritrovo? E Sherlock, giustamente e come ci si aspetta da questo Sherlock, va in panico all'idea che John se ne possa andare, è un fatto che rifiuta categoricamente. Mi piace come hai delineato il suo sviluppo emotivo che è sempre più tirato, che è tanto empatico ed emotivo che ci si chiede come faccia John a non vedere, a non capire. Ma forse è perché troppo preso dal proprio dolore e poi Sherlock sappiamo che sa fingere piuttosto bene.

Insomma, un capitolo che non delude le aspettative e che mette un altro tassello in questo 'arco temporale'.
Complimenti e alla prossima.
Koa

PS. Belle le citazioni da 'Doctor Who' così come il fatto che, arrivato alla fine Sherlock ne senta la mancanza. E, naturalmente, Missy è il suo personaggio preferito. ;)

Recensore Master
09/03/15, ore 13:04

Questa è una storia che provoca un forte senso di inferiorità in chi la legge (in me per essere precisi), giuro. Innanzitutto perché è scritta in maniera eccelsa, e poi perché ci sono evidenti lampi di genio (la lega dei capelli rossi... ma come ti è venuta?). Quest'ultimo capitolo è l'ennesima riprova, la conferma di cui non avevo certo bisogno, di quanto questa storia mi piaccia e di quanto io ami il tuo stile. Ho tipo un milione di cose da dire e spero di ricordarmele tutte quante.

Prima di tutto: il caso. Dovresti seriamente prendere in considerazione di dargliene di più, di casi a Sherlock, perché ti vengono benissimo. In particolare il fatto che tu abbia attinto direttamente da Conan Doyle, con 'La lega dei capelli rossi' rende il tutto ancora più geniale. Mi è piaciuto tutto di quello che hai scritto in proposito, a cominciare dalla maniera molto narrativa - molto alla ACD - con cui hai descritto l'entrata in scena del cliente e la descrizione dei fatti che, come sottolinea Holmes stesso, che sia il più possibile non banale e che non parli di cose che già sa. Lui in quel frangente è straordinario come al solito, e le deduzioni che ci offri sono una ventata d'aria fresca in un modo di banalità ed ovvietà e di storie in cui Holmes deduce cose assurde. Questo Sherlock guarda, osserva e trae conclusioni esattamente come farebbe non solo l'originale di Doyle, ma anche quello della BBC. In una parola: IC. In particolare, era molto visivo il tuo modo di scrivere, mi sono vista ogni singola scena. E successivamente anche il modo con cui fai arrivare Sherlock alla soluzione, ma più in generale tutta la caratterizzazione di Sherlock in questo capitolo, è fantastica. Prima di tutto abbiamo la frenesia per un nuovo cliente, l'agitazione per un caso che si combina in maniera perfetta con la staticità dei movimenti di John e delle convenzioni sociali che mette in atto mentre aspetta che il cliente salga le scale. Sono tutti dettagli ovvi e banali di cui a Holmes niente importa, cose come il mettere in ordine, l'offrire un bicchiere d'acqua... ovvietà che se non ci fosse Watson secondo me a Sherlock mancherebbero molto. Anche il modo con cui si approccia al cliente: duro e molto "da stronzo" ma tipicamente da lui in ogni singola parola. Come apprezza tutto ciò che fa John, che anche se è noioso e banale è importante che lo faccia, perché se non ci fosse John a scavare nell'ovvio toccherebbe farlo a lui. Mi piace questa pigrizia mentale che ci mostri di lui, il suo essere al di sopra di tutti quanti e il non potersi abbassare ai livelli dei comuni mortali nemmeno in quei momenti in cui la noia è ingestibile. A mio avviso Sherlock fino a questo momento si era detto che avere un caso per le mani non era poi così importante in questo periodo, però quando gli arriva - anche se semplicissimo - la si sente perfettamente: la frenesia e quella sorta di febbre che gli prende quando sa di avere un mistero da svelare. Ebbene, io ho sentito tutto questo. Hai contrapposto benissimo questo Sherlock in parte ritrovato, ma in parte ancora sconvolto e preso da quei pensieri su John. Questo Sherlock che viene attirato da un caso semplicissimo perché nonostante tutto ha qualche cosa che gli sfugge in un primo momento e che lo attira inesorabilmente. Tutto questo si contrappone benissimo al modo di fare molto pacato di John. John lo rimprovera, lo ammonisce con lo sguardo, però gli sta vicino e per certi versi lo sostiene. Non parla un granché John in questo capitolo, ma la sua presenza accanto è la staticità di cui Sherlock necessita. Il che sottolinea questa fase di stasi nella quale si sono trincerati tutti e due e che probabilmente fa comodo ad entrambi.

Mi soffermo un momento anche per parlare della musica. Amo il fatto che Sherlock abbia bisogno di Bach in questo momento. E l'immagine iniziale è impagabile: i fogli che gli volano via e a lui che non importa perché tanto conosce tutto a memoria, e il bisogno di suonare che diventa quasi un'urgenza fisica, un bisogno di cui non può fare a meno. Il fatto che solo Bach riesca a dargli ciò di cui ha bisogno, perché sì, l'ho letteralmente adorato. E deriverà sicuramente dal fatto che amo la musica classica, ma anche perché tu rendi perfettamente l'idea.

Insomma, un capitolo meraviglioso e che mostra benissimo tutta la tua capacità di scrivere. Trovo che si una storia di tutto un altro livello rispetto a quelle di cui questo fandom ci abitua. Credo sia la tua migliore fino adesso.
Alla prossima.
Koa

Recensore Junior
08/03/15, ore 23:27

Ciao!
Bello questo capitolo. Davvero. Il povero Sherlock mi fa tanta tenerezza. Mentre leggo mi viene da pensare: "Sherl ti prendo io se Jawn non ti vuole" ;)
seriamente mi piace molto come scrivi e vedere come John migliora sempre di più, sempre una patata lessa, ma almeno è una patata un pò più felice capitolo dopo capitolo. Sono curiosa di vedere quanto ancora resisterà Sherlock prima del "vai e prenditelo" :P
A presto!
Baci, Thil.

Recensore Master
08/03/15, ore 14:50

Adesso il quadro è perfetto, sembra tornare l'atmosfera calda ed animata della loro vita in comune, quando il non detto non pesava così tanto perché c'era sempre un domani per continuare assieme. Reichenbach ha scavato un fiume di sofferenza e di incomprensione, in cui naviga, sinistra, l'immagine di Mary, che si è rivelata come qualcosa di negativo ed oscuro. Ecco un caso! Un momento forte in cui tutto sembra ricomporsi, in cui riaffiora "noi due contro il resto del mondo". "Una scintilla di ottimismo" si riaccende nelle loro vite. Come sempre caratteri perfettamente IC anche negli sviluppi che mancano nella serie BBC e modo di scrivere che coglie il bersaglio di farci stare in ansia vicini a Sh.

Recensore Junior
07/03/15, ore 20:41

Stupendo.
Devo ammettere che durante la lettura del primo capitolo e di parte del secondo ho creduto che la storia fosse un po' lenta, ma poi - non ho capito bene come - ad un tratto le cose si sono smosse e seguirne la lettura mi è diventato molto più semplice. Trovo l'impronta iniziale che hai dato alla fiction ottima, mi piace come, anche solo in tre capitoli, hai fatto evolvere le cose e specialmente questo terzo è stato da me molto apprezzato. Sono anche curiosa di vedere come poi svilupperai tutta la parte che riguarda l'effettiva sessualità (passata, per lo più) di Sherlock; in tutte le fanfiction che ho letto ho potuto assistere alle idee più disparate, che andavano dal suo essere vergine e totalmente inesperto al suo invece essere anche fin troppo attivo.
Personalmente sostengo il filone che ritiene Sherlock perfettemente conscio e consapevole delle esperienze carnali che la vita ha da offrire - avendole provate effettivamente sulla sua pelle -, seppur egli preferisca non cedere a bisogni primordiali di questo genere poiché ritiene la cosa infruttuosa. Dunque uno Sherlock non vergine ma semplicemente distaccato.
Ecco, sono curiosa di sapere come tu svilupperai questo punto, lol.
Detto ciò, ti saluto con la promessa di recensire anche il prossimo capitolo, non appena questo arriverà, e dunque mi auguro di ri sentirci a breve :)
Un saluto,

- mischief

Recensore Master
05/03/15, ore 23:03

L'atmosfera "stagnante" del 221b è dilaniata (finalmente) dall'esplosione del microonde che, però, non è solo una pioggia di cocci e di frammenti non ben identificati, ma è la diga dell'animo di Sh che si è rotta, come dici nel capitolo precedente. Si è disintegrato l'argine che teneva chiuso quel fiume, ora inarrestabile, di sentimenti e sensazioni sempre resi muti ed inespressi dal rigido controllo razionale. E' uno Sh devastato, irriconoscibile, quello che si riesce ad intravvedere dopo lo schianto: "..Non sa neanche da dove iniziare, schiantato a faccia in giù nel letto..Ha perso l'ultimo brandello di controllo...". Si sente perso e impotente, o meglio, travolto dalla piena di ciò che John ha causato in lui. Usi parole scelte con cura anche per descrivere l'umana ovvietà di quello che, praticamente, gli succede ("...l'amore declinato in ogni sua sfumatura...), bello anche quel ricadere su di sè dei ricordi più brucianti come un mazzo di istantanee. "...l'urgenza che lo spinge contro se stesso..": una descrizione coinvolgente, non volgare, di un gesto umano che è l'atto di nascita di un nuovo Sh. Un uomo innamorato in modo totale.
(Recensione modificata il 05/03/2015 - 11:06 pm)

Recensore Master
05/03/15, ore 22:38

...mi riaffaccio al 221b per vedere com'è la situazione ("..Il tè è già pronto, i biscotti ci sono e il tavolino da caffè è stato sgombrato...") e vi ritrovo quel clima di attesa angosciante che ha caratterizzato il capitolo precedente.
".. Ma a John piace, e quindi va bene...": tenero, grande, folle Sh che mette la sua genialità e la sua vita in stand by per rimanere accanto a John nell'intento di sostenerlo e di aiutarlo a risolvere il nodo del suo presente. Non solo, il consulting comprime tutto il suo essere in un qualcosa, come la visione di un episodio di una serie televisiva che a noi può anche piacere, ma che, ad un cervello come il suo, risulta devastante e nullo.
"..superficie capricciosa e ridicola che fa prudere il cervello di Sherlock per il fastidio...": e qui voglio spendere due parole per il modo con cui scrivi, sciolto, senza il prolungamento noioso di inutili spiegazioni e divagazioni. Nelle tue parole c'è la vita, nè più nè meno, con i suoi carichi di sofferenza e di spasmodica attesa di ciò che, forse, avverrà.

Recensore Master
05/03/15, ore 22:14

Eccomi, eccomi...E inizio la recensione entrando e cogliendo con sincero dispiacere l'atmosfera pesante della "mia" 221b, in cui non ritrovo la spensierata confusione di "prima". Loro due ci sono, sì, ma sembrano due marionette intente a recitare una commedia che, però, non riesce.
"..La sua attenzione non è sul gioco e il suo pensiero è molto lontano...risponde con un minuscolo sorriso...": uno Sh in punta di piedi, inusuale, lontano dai canoni del pre-Reichenbach, tutto concentrato a non provocare in John altra sofferenza, a non imbarazzarlo con il suo incontenibile spirito indagatore. E' difficile per lui, genio puro, non usare il suo acume, ma ora è necessario fermarsi ad aspettare con discrezione che si risolva il problema che tormenta Watson. Che, diciamolo, non è costituito "solo" da una moglie (anche se difficile da definire tale) e da una figlia, ma anche dalla presa di coscienza che esiste, mostruosamente presente, il classico "elefante nella stanza", e cioè il grande, ormai insopprimibile legame tra Sh ed il suo "amico". "..di come tutto sia come prima, quando non lo è affatto...": e questo è un altro grande problema, il riproporre un percorso che aveva un suo senso "prima", ma che ora rischia di diventare patetico se non si sciolgono nodi e grovigli esistenziali importanti. Il silenzio di Watson riempie la storia, la preoccupazione ed il tatto di Sh risultano commoventi. Contenuto avvincente, stile adeguato. Molto promettente.

Recensore Junior
26/02/15, ore 17:14

Ciao!
Trovo che questo capitolo sia meraviglioso :) veramente intenso. Se fosse per me direi a Sherlock di andare da John e prenderselo (?) In barba a tutte le Mary di questo mondo...ma Jawn è troppo ferito, fragile...non so proprio come farà O.o
Per cui...pubblica presto, più presto che puoi! Non vedo l'ora di leggere il continuo!!!
Baci, Thil.