Recensioni per
Protect me from what I want
di allonsy_sk

Questa storia ha ottenuto 64 recensioni.
Positive : 64
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/02/15, ore 13:12

Più leggo e più mi piace. No davvero. Più leggo e più amo questa storia. Questo viaggio nella psiche e nei sentimenti di Sherlock Holmes, è appassionante, avvincente e lascia fino alla fine col fiato sospeso. Quello che mi è piaciuto di più è come sei riuscita a rendere i sentimenti e le emozioni di Sherlock palpabili, e sembrava quasi di poterli toccare con mano. Ad un certo punto si ha proprio questa sensazione, ed è stupendo perché la sintonia col personaggio diventa assoluta. Il dolore che prova Sherlock è vivo, il suo rendersi conto dell'amore che nutre per John è un misto di sollievo e tortura, e poi l'eccitazione che sente quando si immagina un ipotetico bacio e si chiede come sarebbe essere toccato ancora da lui quelle dita, il ricercare nelle coperte sensazioni che non può avere da della stoffa, è tutto fantastico! Quella parte suscita sorpresa nel lettore, perché Sherlock si eccita sorprendo persino sé stesso e si viene a creare uno strano groviglio di emozioni che lascia senza fiato. Insomma, come dicevo, è un viaggio interiore in Sherlock Holmes e io l'ho trovato stupendo.

Un capitolo che è diverso dal precedente, ma che ne è per molti aspetti la diretta conseguenza. Alla fine del secondo capitolo la diga si crepa, ma qui divampa e non è solo colpa della stanchezza di Sherlock (a proposito, delizioso lo scoppio del microonde con Sherlock che è troppo distratto per ricordarsi che cosa abbia fatto nemmeno pochi istanti prima), ma è colpa anche del fatto che, oggettivamente, non ce la fa più a negare a sé stesso. E ora? Beh, è quello che mi domando... perché abbiamo un John ancora distrutto emotivamente ed uno Sherlock nuovo di consapevolezza e conscio del proprio sentimento. La situazione, per quanto uno possa essere felice per lui, continua ad essere precaria e delicata. John si è spaventato molto quando è esploso il forno e il suo attaccamento nei confronti di Sherlock è evidente, ma può essere già pronto ad accettare uno Sherlock Holmes innamorato di lui? Temo... anzi no... mi auguro che prima della fine si arrivi ad un confronto duro tra di loro e magari anche molto netto. Cioè, mi piacerebbe leggere qualcosa di bello tosto ecco.

Chiamalo masochismo. Ma anche no :)
Alla prossima
Koa

Recensore Junior
23/02/15, ore 13:17

Ciao!
Ho letto il primo capitolo e poi il secondo ed entrambi mi sono piaciute molto. Sei estremamente brava a dipingere l'introspezione di Sherlock, il suo tenero ed impacciato modo di prendersi cura di John e il suo approcciarsi a sensazioni fino ad ora sconosciute. Il ritmo stesso della storia è molto coinvolgente, lento, dolce ed avvolgente...veramente brava, tanto di cappello :)
Non vedo l"ora di leggere che altro hai in serbo per noi (e per loro)! A presto.
Baci. Thil.

Recensore Master
22/02/15, ore 20:53

Eh già... la diga si è crepata e Sherlock è fregato! XD Un capitolo avvincente, bellissimo e coinvolgente specie per chi ama Doctor Who fino in fondo all'anima come la sottoscritta. Un capitolo scritto da una whovian (un termine - come dice Sherlock - che ci sarebbe da ricercarne il senso perché per lui non ne ha) e se non conoscessi la tua passione per la serie, sono certa che l'avrei intuita lo stesso. Questo è un capitolo che esprime una passione smodata per DW e lo si intuisce da diversi dettagli. Come descrivi il dottore, ad esempio, come ne tratteggi ogni singolo difetto. Ma anche il modo che hai di raccontare la trama di un episodio che, cavolo, tra tanti che esistono proprio quello lì devono vedere, proprio "la figlia del dottore" devono andare a pescare. E non casserei il tutto con: "i casi della vita" perché a John e Sherlock è capitato quell'episodio perché per quanti sforzi Sherlock faccia di farlo stare bene, la realtà è che non può prendere il dolore di John e infilarlo in uno sgabuzzino del suo Mind Palace e relegarlo lì, non potrebbe fare una cosa del genere nemmeno se si trattasse del proprio di dolore. Il pensiero è irrazionale e non da Sherlock ed è per questo che l'ho adorato, perché esprime alla perfezione la portata del sentimento che nutre per John. Un amore che lo spinge a pensare in modo illogico, perché l'amore è fatto di queste cose, e che lo porta - e qui è canon da far paura - a sacrificarsi. Sherlock si sacrificherebbe all'infinito per John e sono certa che se potesse prenderebbe il suo dolore e se lo prenderebbe in carico lui. Vorrei davvero vedere il momento in cui si rende conto che non è possibile e che John dovrà sempre conviverci.

Ma insomma, stavo parlando di DW e mi sono persa per strada... dicevo: il modo che hai di farci vedere Doctor Who viene visto dagli occhi sia di chi lo ama, John, sia di chi invece lo detesta ovvero Sherlock. Soltanto chi ama una serie profondamente riuscirebbe a descriverla dal punto di vista di chi la detesta facendolo in modo razionale come hai fatto tu. Sherlock non dice che non gli piace la serie: perché no, ma ha una serie di motivazioni ben precise. Chi odia Doctor Who potrebbe non avere il distacco necessario, e lo dico perché ce li ho in casa quelli che la odiano questa serie, per vederne i difetti. Ma chi la ama, li conosce tutti alla perfezione e la ama nonostante questi. Qui (ad adorarla) è il caso di John e il caso del padre di Sherlock, un wovian affezionato e di vecchia data, felice quando hanno deciso di riportarla in auge nel 2005, cosa che mi ricorda tremendamente Capaldi e le sue interviste. In questo capitolo, dicevo, ci sono John e Sherlock che stanno tentando di ritornare alla normalità. Tentando, appunto, perché sul riuscirci... siccome non sono "alla normalità" si danno un appuntamento giornaliero con una serie tv, per tentare di crearla, ma penso che ad un certo punto la corda si spezzerà e nemmeno la routine servirà a qualche cosa.

Il mio sentore di uno Sherlock molto più dolce e patatoso si sta rivelando corretta, perché addirittura rifiuta dei casi potenzialmente buoni per poter stare accanto a John. Questo Sherlock che sta facendo di tutto purché John stia meglio, è fantastico! E quindi prepara il tè, e la cena, e si guarda tutti i giorni una puntata di una serie che detesta, si ripromette di far sparire tutte le puntate a tema "figli" e soprattutto, si cerca in internet la partitura per violino della sigla, così da poterla tirare fuori per fargli una sorpresa in uno dei momenti peggiori (e, sappi, che a questo non scappi, bella mia... io quella scena la voglio leggere). Tremendamente dolce non c'è che dire. Dolce, ovviamente, ma anche bisognoso che qualcuno gli ricordi che cosa sta passando John. Trovo che tu abbia scelto con cura la persona che ha rimproverato Sherlock e chi meglio di Mrs Hudson? Lei ha la sensibilità necessaria per comprendere gli stati d'animo di John e la fermezza sufficiente affinché lo capisca anche Sherlock. Ecco, in questo non ci sarebbe stato personaggio migliore.

E così arriviamo all'ultima parte. Una parte introspettiva molto accurata e descritta tenendo conto del carattere complesso di Sherlock, dei pensieri macchinosi che fa e del suo processo alla scoperta dei propri sentimenti. Indubbiamente è sempre rischioso avventurarsi nel suo pov, ma tu lo gestisci alla grande, muovi il personaggio con grande naturalezza e l'introspezione, l'arricchimento psicologico è fatto molto bene e con cura. Ogni pensiero è consequenziale a quell'altro, il che è doveroso in una storia introspettiva, più è fluida la narrazione e più lo saranno i pensieri del personaggio e quindi la lettura. L'ultima parte è la migliore dell'intero capitolo perché racconti di un delicatissimo momento: la presa di coscienza. Sherlock ha capito. Lo sa e in quel momento smette di mentire a sé stesso. E come fai notare tu nell'ultima frase, la diga si è crepata. Il che potrebbe essere un niente, ma se al di là della diga ci sono le emozioni di Sherlock Holmes allora saranno piuttosto intense. Sherlock, in questo, è perfettamente identico a Mycroft: una crepa è già un mondo a sé.

Complimenti insomma, un capitolo che ho amato tantissimo.
Alla prossima
Koa

Recensore Master
19/02/15, ore 22:41

Questa storia è solo al primo capitolo, ma si preannuncia come una delle tue migliori. E non è solo per gli avvisi: angst e malinconico, sui quali la sottoscritta è particolarmente versata ultimamente, ma perché è complessa e articolata da leggere, macchinosa per certi aspetti e non per lo stile, quanto per i concetti che esprimi che spingono il lettore ad una riflessione, portano a ricordare quello che si è già letto. Come ho forse già detto, e se non l'ho fatto lo dico qui, "Come Home" è una storia bellissima e merita di essere letta, ma non può assolutamente venir presa da sola. Cioè lo si può fare certo che sì, ma è un peccato perdersi tutto il resto. Questa serie va vista tutta, è come dire di essere fan accaniti di Doctor Who e non aver mai visto neanche una puntata della serie classica! Se non avessi letto le precedenti non avrei mai potuto comprendere lo stato d'animo di John che è... straziante quasi. Si ha la sensazione che: per fortuna che c'è Sherlock, ecco. Altrimenti sarebbe forse caduto in una depressione senza fine. E non penso sia tanto il perdere Mary, ma è che già considerava Billie come sua figlia e poco importa se la genetica sostiene il contrario. E poi abbiamo Sherlock che è un tesoro. Davvero. Ora è come se John fosse il centro del suo mondo più che mai e non è solo una questione di dipendenza di: mi passi la penna? O di vai a prendere il latte, adesso è una questione di: come sta John? E quindi lo osserva e lo studia, ma non lo deduce, non si azzarda a farlo, si limita a cercare di capire se sta bene. Gioca con lui e gli prepara addirittura il tè e ovvio che poi John si commuove quasi, o si sorprende almeno. Sherlock ama con piccoli gesti, ma ama profondamente. E il suo occuparsi e preoccuparsi è senza dubbio l'ultimo di una serie di sintomi su quanto lo ami.

Come ho detto, si prospetta una storia molto più che bella. Introspettiva e molto razionale, psicologica, per come è affrontata. Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo.
Koa

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