Recensioni per
Under my skin
di SusanButterfly

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/12/16, ore 21:59

[Valutazione del contest Percy/Nico e il lieto fine che avrebbero meritato]

Titolo:

Il titolo è molto carino ed evocativo, semplice ma ad effetto.
L’unica pecca, per me, sta nella scelta dell’inglese: è solo un parere personale, ovvio, ma – a meno che non ci sia una ragione particolare diversa dal “mi piace come suona” – preferisco che i titoli delle storie siano nella lingua in cui sono scritte; in questo caso, appunto, l’italiano.
In ogni caso è solo un gusto mio personale, e – a parte questo – il titolo comunque mi è piaciuto molto.


Utilizzo del prompt:
Di base, il prompt è stato ben utilizzato.
Mi è piaciuto lo stratagemma che hai adottato per arrivare allo scambio di corpi (anche se ho trovato un po’ frettolosa la spiegazione di Mister D, ma su questo punto ci torno dopo), e ho molto apprezzato le scene con Annabeth e Nico nel corpo di Percy: le ho trovate naturali e verosimili.
Nell’ultima parte, poi, troviamo finalmente il tanto atteso momento Pernico, e devo dire che l’ho apprezzato moltissimo: molto ben strutturata la scena dell’aggressione del segugio e anche di come alla fine i due, grazie a Percy che in qualche modo riesce a utilizzare i poteri di Nico, riescono a cavarsela.

Non mi è invece piaciuto il salto temporale che hai fatto, da quei primi giorni direttamente al termine della punizione: avrei preferito che ti soffermassi un po’ di più sul rapporto Percy/Nico mentre erano l’uno nel corpo dell’altro (come hai fatto proprio con Nico-Percy e Annabeth), anche soltanto con un paio di brevi scene per scandire il tempo in maniera meno drastica, saltando magari di settimana in settimana anziché di giorno in giorno – o quasi – all’inizio e poi di tre settimane tutte insieme; inoltre, mi è sembrato che tu abbia dato poco spazio allo scambio dei poteri semidivini (a parte l’ultima scena col segugio), e magari non sarebbe guastata qualche spiegazione in più.



Caratterizzazione dei personaggi:
Partiamo subito da Nico, il protagonista.
La storia si apre su una caratteristica di Nico molto diffusa tra le fanfic, ma di cui Riordan non ci ha mai parlato e con la quale mi trovo in assoluto disaccordo: la tendenza di Nico a dormire molto.

Lo vediamo in particolare all’inizio, quando il figlio di Ermes va a chiamarlo, e anche circa a metà, quando Annabeth si presenta da lui alle otto del mattino. Però, mentre su questo secondo punto potrei tranquillamente soprassedere (visto che la sera prima era veramente molto stanco e anche provato dalla punizione di Mister D), questa prima scena mi ha fatto storcere il naso.
Tanto più che, quando Nico scopre che Chirone lo sta cercando, gli fai dire con tono stizzito “Chirone sa perfettamente che a quest’ora dormo”: il messaggio che passa è che il “sonnellino” è una cosa abituale per lui (e anche piuttosto importante, vista l’irritazione che lo ha colto quando è stato svegliato).

Ecco, questo dettaglio secondo me è molto inadeguato al personaggio di Nico, che al contrario ci viene descritto come un ragazzo con le occhiaie perenni che dorme pochissimo e male (a causa prevalentemente degli incubi sul Tartaro). Ora, ammettendo che nel periodo in cui tu ambienti la storia lui sia molto più tranquillo e, anche grazie agli amici, abbia trovato la serenità necessaria a riposare come si deve… proprio non riesco a vederlo diventare un “sonnellino-dipendente”, mi spiace.

A parte questo piccolo neo, però, devo farti i miei complimenti, perché nonostante abbia una personalità molto complessa tu l’hai descritto magnificamente!

Nella storia, infatti, troviamo tutti i tratti distintivi di Nico.

È un ragazzo sensibile ma molto orgoglioso, che cerca di convincersi che le opinioni di un branco di mocciosi come quello a cui deve fare da insegnante non devono toccarlo minimamente e quindi si dimostra impassibile… mentre invece, dentro, soffre per la differenza di atteggiamento che quei ragazzini hanno con lui e con Percy.

Un’altra cosa che ho molto apprezzato è stata proprio l’aver sottolineato come Nico sia rimasto ferito dall’atteggiamento diffidente degli altri nei suoi confronti: nella sfuriata che fa a Percy qui nella tua storia ci sono molti elementi che si ritrovano proprio nei libri e che hanno reso la scena molto realistica – e Nico stesso con lei.

Uno su tutti: Sembra proprio che non sia cambiato nulla da quando è finita quella dannata guerra... sì, ci sono stati i falò, le canzoni e i marshmallows, tutti quei “Oh, Nico, adesso sei uno di noi, hai anche tu una casa”... ma alla fine è rimasto tutto uguale a prima!
Queste frasi riprendono fedelmente lo stato d’animo di Nico all’inizio della seconda saga: dopo che, grazie al suo intervento, sono riusciti a sconfiggere Crono, tutti i semidei gli hanno fatto un sacco di feste, ma a distanza di poco tempo iniziavano di nuovo a guardarlo con sospetto, a sobbalzare quando lo vedevano “spuntare dal nulla all’improvviso”, come se si stessero domandando come mai fosse ancora tra loro e non se ne andasse una volta per tutte.
Certo, questi ovviamente erano i pensieri di Nico e non quelli reali dei ragazzi del campo, ma noi stiamo parlando proprio di lui, e per questo ti dico che è molto verosimile che in questa situazione abbia pensato e poi detto una frase del genere.

Mi ha invece stonato molto leggere che a Nico “Annabeth non era mai piaciuta.”
Non è assolutamente vero: sì, Nico era geloso marcio di Annabeth, la invidiava perché lei aveva ciò che lui desiderava e vederla lo faceva star male perché agli occhi si presentavano in automatico le scene di lei con Percy (cosa che tu poi sottolinei e che io ho apprezzato)… ma Nico dice chiaro e tondo che, anche se avrebbe tanto voluto detestarla, non ci riusciva perché Annabeth era sempre buona e gentile con lui.
Per questo non mi piace leggere di storie in cui Nico “non sopporta” Annabeth.

Ho però apprezzato quando, alla fine della prima scena con Annabeth, dici che “Nico provò per la prima volta un moto di simpatia nei confronti di Annabeth, come se prima avesse temuto ancora la sua concorrenza”: in questo modo dai una buona spiegazione al cambiamento che hai scelto di effettuare dal canon.

Mi è anche piaciuto l’aver sottolineato quanto Nico è stato male per la storia tra lei e Percy, e soprattutto il suo modo di rapportarsi con lei: premessa quest’antipatia iniziale di Nico (che io non condivido ma che tu hai sottolineato, quindi prendiamola per buona), hai sviluppato il loro rapporto molto bene, unendo l’ovvia confidenza che Annabeth gli riserva – credendolo Percy – ai modi impacciati di Nico che cerca disperatamente di essere Naturale come crede che si comporterebbe Percy… col risultato di sembrare ancora più impacciato e artificioso!

Mi ha fatto un po’ storcere il naso leggere che Nico considera Reyna la sua migliore amica (non perché il rapporto tra i due non possa essere forte, intendiamoci, ma solo perché mi risulta difficile che il nostro figlio di Ade preferito usi una classificazione così stucchevole e sentimentale come “migliore amica”) e anche che gliene “avrebbe dette quattro” per avergli nascosto la sua storia con Annabeth.

Invece, un punto che mi ha colpita favorevolmente è stato quello della reazione di Nico alle parole di Annabeth: ho trovato molto azzeccato che – dopo lo shock iniziale dato dall’aver scoperto che Percy, a quanto pare, lo ricambia – Nico si sia soffermato a chiedere spiegazioni sul perché, secondo Annabeth, è evidente che lui, Nico, provi qualcosa per Percy.
Oltre al fatto che chiedere ulteriori chiarimenti dell’altro punto sarebbe stato troppo sospetto (e non doveva assolutamente far insospettire Annabeth), è anche naturale che si sia chiesto come fosse possibile che la sua cotta fosse tanto evidente, quando lui stesso ha fatto di tutto e di più per cercare di nasconderla.
Ah, e l’imbarazzo con cui accoglie la spiegazione è davvero adorabile!

Molto dolce e verosimile la scena di Nico che corre immediatamente da Percy quando scopre che è in pericolo, e realistica anche la scena della battaglia contro il segugio infernale.

L’ultima scena in infermeria è all’insegna del fluff, ma anche qui Nico rimane fedele a se stesso: timido, orgoglioso e innamorato di quel tontolone di Percy Jackson!


E arriviamo proprio a lui, a Percy.
Nonostante sia descritto soltanto attraverso gli occhi di Nico, anche Percy è caratterizzato molto bene.

Molto bello il contrasto nella prima scena, quando Percy va a cercare Nico tutto sorridente e rimane di pietra nel sentire la sua sfuriata… ma poi ribatte, oh, se ribatte, perché sia mai che Percy Jackson non risponda a una provocazione!
In particolare, oltre a tutto il resto, mi è piaciuto quel “Ma sai perché sono venuto? Perché sono un perfetto idiota, proprio come tu pensi, e in questa settimana lontano dal Campo mi eri mancato!”: una confessione in piena regola, buttata fuori nell’enfasi del momento senza neanche accorgersene… tipico di lui, insomma.

Appropriato anche il suo esitare quando Mister D gli chiede se lui pensa che la vita di Nico sia più semplice della sua: Percy non ha mai pensato una cosa del genere, perché anche se tutti lo descrivono come un tontolone – e un po’ lo è – non è uno stupido e sa bene quanti ostacoli Nico abbia dovuto superare in passato e quanti se ne trovi davanti ancora oggi.

Anche per lui l’ultima scena è carica di fluff, e vediamo sia la sua versione impacciata (“Cioè... non che il tuo [corpo] fosse male, però...”) che quella dolce e romantica che viene fuori di rado, ma che comunque è innegabile sia sempre ben presente, dentro di lui.


Ci sono altri due personaggi che, pur non essendo protagonisti, sono degni di nota: Annabeth e Mister D.

Mister D mi è piaciuto, in generale, perché trovo che punire i due ragazzuoli in questo modo originale “perché stasera mi sento creativo” sia proprio da lui, come sono da lui espressioni del tipo “Visto che siete così arroganti, forse per non disonorare il nome dei vostri cari papà” e “Oh, in fondo non m'interessa la tua opinione.”

Mi è stonato invece sia quel “signorino Di Angelo” (assolutamente non da Mister D) che il modo che ha avuto di spiegare questa sua punizione: un dialogo artificioso e ricco di dettagli che il vero Mister D avrebbe considerato superflui, preferendo lasciare che i due scoprissero da soli cose come “poteri semidivini compresi” (che tra l’altro è un’espressione che poco si adatta a un dio); trovo sadico e quindi realistico che “Non pensate di divertirvi andandolo a dire ai vostri amichetti, la pena è un altro mese per ogni persona che verrà a sapere, anche non direttamente da voi, del vostro scambio.”, ma anche in questo caso l’avrei inserito in un altro modo, più semplice e con meno dettagli. (Del tipo “E bocca chiusa sullo scambio, o la punizione durerà più a lungo. Diciamo… sì, un mese per ogni persona che viene a saperlo.”)

Di Annabeth ti ho già un po’ parlato, quindi mi soffermo soltanto a dirti che mi è piaciuta la delicatezza con cui le hai fatto affrontare il tema “cotta di Percy per Nico”, e anche il modo in cui lei sprona Percy (che in realtà è Nico, ma lei non lo sa) a farsi avanti.


In conclusione, tutti i personaggi, dal protagonista fino alla più piccola comparsa, sono ben delineati e caratterizzati, e hanno tutti dato il loro contributo alla fluidità di questa storia.



Stile e trama:
Prima di iniziare, vorrei farti notare alcuni piccoli errori che ho riscontrato nella storia per quanto riguarda il Canon:
- Ti chiedo scusa per averti svegliato, Di Angelo […] --> Chirone chiama tutti i ragazzi del Campo Mezzosangue per nome, non per cognome.
- Per la notte aveva deciso di occupare uno dei letti inutilizzati della Casa di Poseidone […] --> Nella Casa di Poseidone ci sono soltanto due letti: quello di Percy e quello di Tyson.
- Un gruppetto di semidei era tornato da un'impresa , e tra di essi vi era anche Annabeth Chase. --> Salvo rare eccezioni (la più eclatante è quella legata alla Grande Profezia dei sette), le Imprese sono svolte da un massimo di tre semidei alla volta perché una concentrazione troppo elevata di semidei attirerebbe troppo l’attenzione dei mostri, rendendo l’Impresa ancora più pericolosa.
- Jason era pretore, e Percy lo era stato […] --> Quando Percy è arrivato al Campo Giove i Pretori erano Reyna e Jason, vero, ed è vero anche che Percy stesso è diventato Pretore a furor di popolo per poi lasciare di nuovo il posto a Jason quando questi è tornato a Nuova Roma. Tuttavia, nella Casa di Ade Riordan dice chiaramente che gli spiriti dei soldati romani non accettano l’autorità di Jason in quanto egli stesso non è più un vero romano, e quindi Jason dà le dimissioni e nomina Pretore Frank “d’emergenza sul campo”, carica che poi nessuno (né Percy né Reyna né lo stesso Jason) gli sottrae. Per questo, dopo la guerra, i Pretori sono Reyna e Frank, non Reyna e Jason.

Ho trovato inoltre poco verosimile che gli allenamenti con la scherma dei ragazzini vengano effettuati dopo cena: proprio perché gli alunni sono anche molto piccoli (parli di un gruppo dai sei agli undici anni) è altamente improbabile che Chirone abbia scelto per loro un orario in cui sono certamente stanchi dalla giornata, stanchezza che altrettanto sicuramente influirebbe sull’efficacia delle lezioni stesse.

Un altro particolare che mi ha stonato è la frase: […] che lui avrebbe solo potuto continuare a guardarlo da lontano, irraggiungibile e splendido come un dio.
Sì, è vero che è un modo di dire comune, ma parlando di Percy Jackson – dove gli dei sono cose di ordinaria amministrazione e, sebbene siano effettivamente “irraggiungibili”, non tutti sono precisamente “splendidi” – lo trovo piuttosto fuori luogo.

Solo altri due appunti:
- Io volevo solo dormire in santa pace dopo aver sgobbato tutto il pomeriggio al posto tuo, Jackson […] -->Prima hai detto che gli allenamenti di scherma (quelli in cui Nico sostituisce Percy) sono dopo cena, non nel pomeriggio, e lo ribadisci anche dopo.
- […] un tizio in un pigiama leopardato si materializzò proprio fra i due litiganti.
[…] Indossava un completo da casa leopardato, ma nessuno dei due ragazzi si azzardò a ridere.
--> Nell’arco di poche righe ribadisci due volte cosa indossa Mister D. Fossi in te eliminerei la prima, perché – al contrario della seconda – è un’informazione a sé stante.


Ok, tolti questi dettagli antipatici passiamo alle cose belle!

Allora, il tuo stile è semplice e lineare, con una sintassi chiara e ben curata: le proposizioni sono perlopiù brevi e anche quelle più articolate difficilmente raggiungono il secondo grado di subordinata, il che lascia la lettura sempre scorrevole e veloce.

A questo proposito, ti faccio un altro piccolo appunto: le “d” eufoniche andrebbero utilizzate – salvo rare eccezioni come “ad esempio”, “ad eccezione” e poche altre – solo quando la parola successiva comincia per la stessa vocale (ad attenderlo, ed ecco, ecc.), perché tendono a rallentare la lettura e a renderla pesante.


Il lessico usato si mantiene un po’ “a metà”: né troppo colloquiale, né troppo elevato; perfetto per adattarsi allo stile della tua storia.


Lo sviluppo della trama è ben strutturato: mi è piaciuto il fatto che tu non abbia catapultato la storia direttamente allo scambio dei corpi, ma ti sia soffermata a descrivere com’era la situazione prima e tutte le dinamiche che poi hanno portato a quella punizione, e mi è piaciuto anche l’escamotage che hai trovato per arrivare allo scambio (salvo i piccoli appunti che ti ho fatto prima).


Molto belle anche le scene con Annabeth, e il modo che Nico ha di relazionarsi con lei mentre si sforza di “essere Percy”, e mi è piaciuto molto che tu abbia inserito la Annabeth/Reyna, perché apprezzo sempre quando in una storia non c’è solo slash o solo het, ma un po’ di varietà. Dopotutto la vita stessa è così, no?


Invece trovo che tu non abbia affrontato in maniera adeguata cosa passa nella testa e nel cuore di Nico dopo questo “scambio”.
Sì, hai accennato al fatto che non si sarebbe mai abituato a vedere il viso di Percy nello specchio la mattina, ma a parte questo nulla di più. E dato che Nico è – letteralmente – nei panni della sua cotta storica, questa diventa una pecca piuttosto evidente, lasciando come una sensazione di vuoto nella caratterizzazione di Nico (che invece per il resto, come ti ho abbondantemente detto, è molto accurata).

Altro grande vuoto si avverte in quel salto temporale che va dal secondo incontro con Annabeth, circa una settimana dopo l’inizio della prova, all’ultimo giorno prima del termine della stessa: il lettore rimane inizialmente stordito da questo salto di tre intere settimane e poi deluso nelle sue aspettative, perché – paradossalmente – in una storia Percy/Nico Annabeth ha avuto il suo confronto con Nico nei panni di Percy… e Percy no.

Inoltre, in storie con lo scambio di corpi (o di genere), una delle cose più interessanti da leggere (e anche da scrivere) è appunto il confronto tra i due “sventurati”: cosa provano nel sentirsi addosso un corpo diverso dal proprio, cosa nel parlare con qualcuno con la loro stessa faccia, come riescono a gestire tutto questo, se si sentono in imbarazzo per quei gesti intimi e quotidiani (il vestirsi, il lavarsi ecc.) o se invece non ci fanno proprio caso e altro ancora.


Mi sarebbe anche piaciuto che tu avessi approfondito un po’ di più anche il discorso sui poteri semidivini, senza spiegare tutto con “In quei giorni aveva più volte tentato di usare i poteri semidivini di Percy, con scarso successo.”, ma anche questo immagino sia dovuto a quel “salto” di cui ti parlavo prima, che ti ha tolto la possibilità di inserire scene in cui mostrare questi tentativi.

Di contro, ho apprezzato davvero moltissimo il fatto che tu abbia citato i pegasi, e il loro non ubbidire a Nico perché è come se avvertissero che, dentro al corpo di Percy, c’è l’anima di un figlio degli Inferi: lo trovo, oltre che originale, anche molto plausibile.

Stesso discorso per la – piccola – spiegazione che hai dato sul perché l’acqua non risponde ai comandi di Nico, nonostante adesso sia un figlio di Poseidone (almeno nel corpo).


Arrivando all’ultima parte, torna l’accuratezza e la linearità con cui si è sviluppata tutta la storia: il modo in cui Nico si precipita da Percy quando scopre che è in pericolo, la battaglia contro il segugio infernale (a proposito: ho apprezzato la scelta, perché richiama l’avversione che i pegasi hanno per Nico) e il modo in cui Percy riesce ad evocare lo scheletro e a salvare Nico, cadendo stremato subito dopo. Quest’ultimo particolare è estremamente azzeccato, perché anche Nico, le prime volte che utilizzava i suoi poteri, veniva prosciugato di ogni energia.


Il finale è molto dolce e tenero, con quel chiarimento anticipato dal discorso con Annabeth che finalmente prende forma.
Ho trovato molto verosimile come si è svolta tutta la scena, in un crescendo naturale di complicità che sfocia in quel bacio desiderato ma inaspettato, e la battuta finale di Will contribuisce a terminare la storia con un bel sorriso sulle labbra.



Gradimento personale:
La tua storia mi è piaciuta davvero molto: originale ma verosimile, con una grande cura dei personaggi e dello sviluppo della trama.
Sì, ci sono delle pecche, ma nel complesso è stata una lettura estremamente piacevole, che mi ha coinvolta dall’inizio alla fine e mi ha fatto sorridere con la tenerezza del suo finale. Il che, diciamocela tutta, non guasta mai!