Salve,cara!
Avevo promesso di recensire questa storia capitolo per capitolo,ed eccomi qui a mantenere la parola data;
il Fato capriccioso sembra divertirsi a sconvolgere le vite degli abitanti di Puente Viejo proprio nel periodo
natalizio : Pepa e Tristán passarono questi giorni solitamente portatori di gioia e felicità in sola compagnia
della tristezza,in quanto convinti di essere fratelli,e la stessa Maria,se la memoria non mi inganna,trascorse il Natale del 1920 reclusa in convento,in attesa della piccola Esperanza e lontana dai suoi familiari,lontana da Martin; un anno dopo,le cose non sono cambiate : Martin è improvvisamente scomparso e Maria torna a lottare per lui e per la sopravvivenza del loro amore,ora rappresentato da Esperanza.
Non posso impedire alla rabbia di assalirmi quando leggo delle terribili immagini che scorrono dinanzi agli occhi di una bambina di pochi mesi per mano della persona che causò anche le disgrazie citate in precedenza; forse,come sostiene Martin,non vale la pena di uccidere la megera e pagarne,di nuovo,le terribili conseguenze,ma la scena che vede Maria protagonista,la pistola puntata contro Francisca e lo sguardo fermo,mantiene comunque il suo pathos e la sua grandissima importanza : finalmente,la bambina affettuosa e,a volte,cieca anche di fronte all'evidenza,è cresciuta;
e non sono stati gli incontri clandestini con Martin,la gravidanza o il parto di Esperanza a concorrere a
questo,bensì la consapevolezza,il riconoscimento della responsabilità dell'adorata madrina in ogni suo
dramma,e la conseguente ribellione.
Sin dai primi mesi di vita,Maria è vincolata a Francisca da un ambiguo rapporto di amore ed affetto di cui sua madre Emilia,che non ha esitato ad accogliere e permettere,avrebbe dovuto impedire la nascita;
la donna aveva già causato eterne sofferenze alla sua famiglia distruggendo la vita di suo padre,che si è
successivamente rivelato essere un ipocrita,portando alla rovina suo fratello e annientando Pepa,la sua
migliore amica,costringendo l'amata figlioletta Aurora a vivere senza una madre.
Non c'è dubbio che la convivenza con la donna abbia giovato diverse volte alla giovane Maria quanto all'istruzione e ai piccoli capricci che ogni adolescente vorrebbe permettersi,ma dubito che la sua vita sarebbe stata tanto travagliata se lei non avesse mai messo piede alla Villa.
Credo che Emilia non sia stata la madre migliore per Maria.
Perdona la recensione,come sempre,chilometrica,ma la tua scelta di focalizzare l'attenzione su una scena di tale importanza accende il mio interesse e nascono le considerazioni che vedi qui trascritte;
ancora,nonostante le tue siano le semplici narrazioni di vicende più o meno drammatiche,sei impeccabile e bravissima nel rappresentarle;
non c'è dubbio che tu sia riuscita ad appassionarmi,e ti assicuro che non è una impresa facile.
Anzi, - per citare Pepa - è praticamente impossibile.
A prestissimo,
Alfa Leo.
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