Ciao! :)
Prima di partire col commento vero e proprio, ti segnalo che il testo del capitolo ti è venuto copiato due volte.
Testo peraltro bellissimo, che mi ha lasciato una sensazione di dolcezza e di malinconia al tempo stesso, come del resto anche gli altri tuoi capitoli precedenti.
Dovrei citare quasi tutto il capitolo per dire cosa mi ha colpito, ma cercherò di riassumere^^
Si inizia con un'atmosfera angosciante, opprimente, logorante, così tipica delle guerre di trincea: giornate tutte uguali, condizioni igieniche pietose, morti accatastati nelle fosse comuni, coi visceri squarciati dai proiettili, fame, incertezza...
Penso che l'immagine di Ungaretti "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" calzi alla perfezione con questa sensazione di straniamento che si andava a creare nelle trincee al fronte.
Un'atmosfera resa benissimo: si ha come la netta sensazione che sui capi dei soldati gravi una cortina plumbea, pesante e densa, un dolore che li segnerà forse per sempre.
Poi c'è un piccolo stacco comico, quando i soldati scherzano sulle mutande della recluta, il guazzabuglio di dialetti, il "cimitero di croci peggio della Certosa". Tra quegli italiani al fronte ci ho rivisto un po' anche i miei bisnonni, che non ho mai conosciuto: come si può non provare empatia per loro?
E poi, la tregua. Come ho già detto in altri commenti, mi piace il fatto che qui i soldati, austriaci o italiani che siano, appaiano come semplici uomini posti da caso e necessità, e non da odio personale, su due schieramenti opposti.
Questa frase lo riassume alla perfezione: "Arrigo non poté fare a meno di pensare che gli Austriaci, il nemico per eccellenza, si erano dimostrati alla fine più comprensivi di sua sorella."
Ed è umano, profondamente umano, l'episodio in cui Arrigo e lo Standschutzen si trovano a vegliare l'austriaco moribondo, per poi ritrovarsi a pregare insieme, in latino, a una voce. Veramente bellissimo, forse uno degli episodi più belli che io abbia mai letto in tutta questa tua storia. E mi piace credere che sia successa davvero una cosa del genere, durante la Grande Guerra, tra un italiano e un austriaco. Perché io ormai ho iniziato a vedere questa tua storia come una storia vera, come se la leggessi raccontata da un reduce che l'ha davvero vissuta.
Tanto che Arrigo rischia grosso, solo per aver messo da parte le ostilità durante un momento di tregua... chissà che ne è stato, poi, di quell'austriaco...
P.S.: i fiorellini bianchi sono stelle alpine? ;) (Recensione modificata il 14/11/2017 - 02:30 pm) |