Recensioni per
Notte e Nebbia (Nacht und Nebel)
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 34
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/12/17, ore 13:02

Un capitolo in cui la vera protagonista è la nuova dimora, seguita dal rapporto che Hansi ha con lei. Fatiscente, antica e grande. Isolata e lontana da tutto, circondata da un grande giardino misterioso, piena di spifferi.

Questa casa è sia un luogo fisico che un luogo metaforico. Potrebbe benissimo rappresentare l'anima di Hansi e il bisogno che ha di aiuto, rifugio, conforto, per poter crescere e diventare l'uomo che è destinato ad essere.

Ma la strada davanti è impervia, difficile e piena di riparazioni.
Riusciranno i Drusiani?

A prestissimo
morgengabe

Recensore Master
17/11/17, ore 16:24

Che bellissimo capitolo. Hansi è un bambino con un vero e proprio mondo dentro e ha trovato in Arrigo, quest'uomo segnato dalla grande guerra ma dai lineamenti che posseggono una notevole nobiltà, qualcosa che lo ispira nel profondo e a cui non riesce davvero, ancora, a dare un nome.

La dolcezza di Iolanda da una parte, le spiegazioni affettate e in pessimo tedesco di Arrigo dall'altra, aiutano Hansi a superare lo shock dei primi giorni estivi nella casa di questi signori. Ho trovato particolarmente dolce il fatto che Arrigo abbia combattuto contro le armate delle potenze centrali e ora si occupi di un bambino che è il figlio del suo nemico di ieri.

La prosa scorre veloce, e la tua storia è sempre più bella.

A presto.
Morgengabe

Recensore Master
17/11/17, ore 10:03

Ciao^^
eccomi qui finalmente a commentare. Scusa se ci ho messo tempo, ma tra corsi di aggiornamento e altre rotture ho veramente poco tempo.
Ci mostri un altro aspetto della guerra, quello della pietas nei confronti dei caduti. Si dice che la civiltà di un popolo si misuri fra le altre cose dal culto che essa ha per i propri morti. Se questo è vero, allora vediamo emergere in questo capitolo la parte migliore, più etica dei due schieramenti.
Su suggerimento di Arrigo, viene stabilita una tregua, così che ognuna delle parti possa occuparsi dei propri morti, possa esercitare quella pietas che sempre fa seguito alle battaglie.
Molto bella la comparsa dell'austriaco di nome Halle: i due che si scontrano sul ferito, ma che poi sono uniti nella celebrazione della liturgia funebre. Il fatto che entrambi la recitino in latino dimostra come essi in realtà siano uniti da una cultura comune che va al di là e al di sopra del mero conflitto delle nazioni. Anzi, come eroi classici, pur non dimenticando lo stato di guerra tra i rispettivi schieramenti, rinunciano per qualche istante alla rivalità e si uniscono nella celebrazione.
Come sempre, scrivi in modo eccellente, con un tono antico e ricercato che ogni volta è un piacere leggere.
Complimenti e alla prossima!^^

Recensore Master
16/11/17, ore 14:17

Ciao!

Siamo finiti qui girando tra contatti dei nostri contatti e siamo molto contenti di averti trovata. Hai una prosa davvero scorrevole e racconti in maniera interessantissima e impressionistica i tratti di quel mondo anni '20 che si trascina sulle ferite di una guerra troppo grande.

Abbiamo il piccolo Hansi, un ragazzino il cui padre è disperso in guerra e quasi sicuramente morto, e la signora Iolanda, che deve occuparsi di lui per un'estate in uno dei primi scambi umanitari del secolo. Il ragazzino è riottoso, vorrebbe tornare a casa e non si rende conto di essere stato fortunato a finire lì, la signora invece sembra un personaggio buono e molto positivo.

Non vedo l'ora di andare oltre e di scoprire il futuro di Hans, anche se ci racconti già di come finirà nelle SS tra qualche anno e di come, probabilmente, la sua giovinezza e la sua età adulta saranno segnate da quei terribili anni.

Continueremo presto questa storia
morgengabe

Recensore Master
14/11/17, ore 14:29

Ciao! :)
Prima di partire col commento vero e proprio, ti segnalo che il testo del capitolo ti è venuto copiato due volte. 

Testo peraltro bellissimo, che mi ha lasciato una sensazione di dolcezza e di malinconia al tempo stesso, come del resto anche gli altri tuoi capitoli precedenti. 
Dovrei citare quasi tutto il capitolo per dire cosa mi ha colpito, ma cercherò di riassumere^^
Si inizia con un'atmosfera angosciante, opprimente, logorante, così tipica delle guerre di trincea: giornate tutte uguali, condizioni igieniche pietose, morti accatastati nelle fosse comuni, coi visceri squarciati dai proiettili, fame, incertezza...
Penso che l'immagine di Ungaretti "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" calzi alla perfezione con questa sensazione di straniamento che si andava a creare nelle trincee al fronte.
Un'atmosfera resa benissimo: si ha come la netta sensazione che sui capi dei soldati gravi una cortina plumbea, pesante e densa, un dolore che li segnerà forse per sempre.
Poi c'è un piccolo stacco comico, quando i soldati scherzano sulle mutande della recluta, il guazzabuglio di dialetti, il "cimitero di croci peggio della Certosa". Tra quegli italiani al fronte ci ho rivisto un po' anche i miei bisnonni, che non ho mai conosciuto: come si può non provare empatia per loro?
E poi, la tregua. Come ho già detto in altri commenti, mi piace il fatto che qui i soldati, austriaci o italiani che siano, appaiano come semplici uomini posti da caso e necessità, e non da odio personale, su due schieramenti opposti.
Questa frase lo riassume alla perfezione: "Arrigo non poté fare a meno di pensare che gli Austriaci, il nemico per eccellenza, si erano dimostrati alla fine più comprensivi di sua sorella."
Ed è umano, profondamente umano, l'episodio in cui Arrigo e lo Standschutzen si trovano a vegliare l'austriaco moribondo, per poi ritrovarsi a pregare insieme, in latino, a una voce. Veramente bellissimo, forse uno degli episodi più belli che io abbia mai letto in tutta questa tua storia. E mi piace credere che sia successa davvero una cosa del genere, durante la Grande Guerra, tra un italiano e un austriaco. Perché io ormai ho iniziato a vedere questa tua storia come una storia vera, come se la leggessi raccontata da un reduce che l'ha davvero vissuta.
Tanto che Arrigo rischia grosso, solo per aver messo da parte le ostilità durante un momento di tregua... chissà che ne è stato, poi, di quell'austriaco...

P.S.: i fiorellini bianchi sono stelle alpine? ;)
(Recensione modificata il 14/11/2017 - 02:30 pm)

Recensore Master
09/11/17, ore 21:57

Cara amica di nefandezze, scrivi talmente bene che non mi staccherei mai da qui. ^^
Mi piace molto Arrigo, anche Iolanda, sono persone favolose, incontrarli per Hansi è stata una vera fortuna.

Ti è sfuggito questo.
**Hansi fece appena in tempo [ad] stupirsi,**

***la guerra aveva sortito nel suo spirito l’effetto di spegnere gli ideali, e sostituirli con gli incubi.***
Le guerre smetterebbero di esistere se tutti le considerassero a prescindere come degli incubi invece che come qualcosa a cui associare degli ideali.

***Decisero che due giorni di viaggio accidentato non potevano cancellarsi con il riposo di qualche ora. Per questo era opportuno che il bambino recuperasse: smaltito il sonno, l’appetito sarebbe seguito naturalmente.***
Secondo me ci vorrà più di qualche giorno anche se forse i bambini recuperano prima perché sono più distraibili degli adulti.

***E così lo trovarono al mattino tra loro, coperto dalle trecce sciolte della Iolanda, col viso abbandonato sulla spalla di Arrigo. Arrigo e la Iolanda non si dissero niente, destandosi quasi insieme, col bambino nel mezzo: e intrecciando le dita sopra di lui rimasero a contemplarlo a lungo, di nuovo provando la netta sensazione che Hansi fosse nato proprio in quella casa, e da un giorno soltanto.***
*__* difficile commentare qualcosa, specialmente la frase finale. Dopo questa lettura stanotte farò bei sogni.

Recensore Master
09/11/17, ore 13:19

Ciao^^
Una famiglia gradevolissima, non c'è che dire.
Detto questo, riesci a rendere molto bene il senso di straniamento e di incomunicabilità che si instaura tra i combattenti e chi rimane a casa. La situazione che citi, ovvero Arrigo che rientra prima dalla licenza, non era affatto un caso isolato, anzi capitava spesso. I soldati erano così abituati al fronte che una volta rientrati a casa non ci si trovavano più.
Mi è piaciuta l'immagine simbolica di lui che cerca la tomba del padre e non la trova, come se tra lui e il mondo dei civili ormai ci fosse una barriera. La tomba è lontana, così lontana che fai meglio a tornare un'altra volta. Più chiaro di così.
Sempre molto bella e struggente questa storia, complimenti!^^

Recensore Master
09/11/17, ore 01:09

Ciao!^^
Capitolo breve, anche questo, ma molto bello.
Come sempre, ammiro profondamente la tua capacità di evocare immagini, remote ma al tempo stesso nitide, mentre parli di affetti e sentimenti.
La descrizione del fronte ti porta, con poche immagini, a fraternizzare col dolore dei soldati, a condividere con loro fame, fatica, e lutto per i commilitoni rimasti uccisi. Ogni giorno, una nuova vittima. Giorni infiniti, sotto lo stesso cielo, insieme agli stessi soldati che ti trovavi a considerare quasi membri della tua stessa famiglia, e piangere la loro morte come quella di un fratello.
Molto suggestiva anche la scena del cimitero, in cui Arrigo si accorge di aver trovato suo padre dentro di sé, e decide di tornare al fronte perché ha perso l'unico affetto familiare per cui valeva la pena abbandonare i suoi commilitoni.
Ancora una volta, complimenti. Continuerò a seguirti con interesse!^^

Recensore Master
07/11/17, ore 12:26

Ciao! Finalmente ho cominciato a leggere i tuoi capitoli evviva!

Ho una curiosità: Hans è il nome e Hansi il vezzeggiativo? Oppure il bambino si chiama proprio Hansi ma Iolanda lo chiama con la versione molto più conosciuta del nome?

Oggi non riesco a leggerlo tutto ma sappi che mi hai conquistata fin dalla prima riga e mezzo. Non conosco quasi nessuno che sappia che differenza c'è tra un orologio a pendolo e una pendola,quindi già per questo dettaglio hai tutta la mia stima. ^^ Mi piacciono moltissimo le descrizioni dei luoghi e dei contesti, nonché l'adorabilità dei tuoi personaggi. Quando finirò il primo capitolo aggiornerò questo commento. A prestissimo! ;)

edit:

Finalmente ho finito di leggere questo primo capitolo. Sapessi quanto ammiro la tua capacità di descrivere i luoghi! La Jolanda sembra una brava persona. Pensa se i ruoli delle donne fossero stati invertiti! Se la Jolanda fosse stata la suora ed avesse portato Hansi da una persona come Suor Vincenzina!

Ho visto che oggi hai aggiornato, spero di leggerli presto tutti! :)
(Recensione modificata il 09/11/2017 - 07:31 pm)

Recensore Master
29/10/17, ore 14:59

Ciao^^
Un episodio molto umano, come se ne saranno stati decine nella Grande Guerra (il più celebre è sicuramente la "tregua di Natale", su cui fecero anche un film).
Erano episodi che, come anche tu ricordi, portavano alla corte marziale e alla fucilazione, e immagino che il tenente Drusiani avrà rischiato molto per tutto il corso della guerra, con quel tipo di condotta. Gli è andata bene che i suoi uomini la pensassero tutti come lui.
Come sempre, gli episodi che descrivi sono immagini in bianco e nero d'altri tempi, fotografie trovate in un cassetto, cariche di sentimenti e ricordi.
Come sempre complimenti!^^

Recensore Master
29/10/17, ore 00:35

Ciao!
Che bello questo capitolo, molto profondo e commovente.
Hai deciso di narrare un episodio carico di speranza, eppure flebile e fugace, il Natale alla frontiera: era usanza comune durante la Grande Guerra stipulare tregue durante le festività, un'usanza che ha del cavalleresco. Forse inutile, perché la guerra continuava, ma di sicuro significativa. Mi viene in mente l'episodio in cui i soldati inglesi e tedeschi si trovarono a condividere il desco natalizio e a farsi gli auguri. Penso che tu lo conosca, vista la tua profonda conoscenza del periodo^^
Bella e pregna di significato anche la presentazione degli uomini al fronte, che ci appaiono senza volto e senza nome (tranne il sergente, che dal modo di parlare suppongo sia veneto), ma non per questo privi di umanità. E anche gli austriaci ci appaiono diversi, umanizzati, sofferenti. Solo soldati, uomini qualunque buttati al fronte, che il destino e non l'odio reciproco ha posto su due schieramenti opposti.
Eppure sappiamo già che la tregua di Natale finirà molto presto...
(Recensione modificata il 29/10/2017 - 12:38 am)

Recensore Master
29/10/17, ore 00:19

Ciao!^^
Wow, che capitolo suggestivo! I flashback hanno un carattere quasi onirico, evocativo, che riportano a un passato fatto di nebbie e ricordi confusi.
Apprendiamo qualcosa in più sulla Iolanda, la donna di città, e il suo talento di riparare le cose. È un po' un leitmotiv che si ripete: è questo il carattere della Iolanda, premuroso e sempre pronto a soccorrere, ad aiutare, ad arrecare conforto. Una figura materna, che anche per Hansi inizia ad assumere un significato sempre più profondo. Molto bella la descrizione del laboratorio, mi ha fatto venire un po' in mente una Wunderkammer, cioè una di quelle stanze in cui i collezionisti stipavano gli oggetti più strani e pittoreschi.
Sai evocare immagini potenti, che si impongono con forza e familiarità agli occhi di chi legge, ma non perdono quell'alone di mistero tipico del mondo onirico.
Ti rinnovo i miei complimenti e passo al prossimo capitolo!

Recensore Master
26/10/17, ore 20:43

Ciao!^^
Che bell'atmosfera, questo capitolo. Antichi ricordi polverosi, racconti dal sapore "gotico" (a questo proposito, mi vengono in mente molte ville abbandonate del mio paese^^), cimeli "dell'altro secolo".
Io ho un debole per queste cose, sappilo.
Un capitolo breve ma suggestivo, dedicato alla storia di Arrigo e della Iolanda, e a quella casa dotata di un'anima. Interessante la storia dell'anziana prozia, dalle manie stravaganti, l'amore immortale per quell'austriaco, le leggende che giravano intorno alla sua enigmatica figura... Molto delicato, con quella vena dolceamara e misteriosa, da romanzo gotico appunto.
Ah, e mi è piaciuta molto anche la citazione dialettale, che io personalmente non conoscevo. Ma io sono un caso un po' perso, dato che adoro le citazioni "in lingua", che secondo me danno quel "qualcosa di più" a una storia scritta bene e aiutano a calarsi meglio nel contesto.
E così, grazie a te ho imparato un'altra parola in dialetto emiliano ^^
Tornerò presto a leggere la quarta parte. A presto, e continua così!

Recensore Master
26/10/17, ore 16:06


Ciao, stavo recensendo questo bellissimo capitolo, e mi era venuto un commento piuttosto lungo, ma un crash improvviso di questa pagina ha "vanificato" tutto.
Non so perché ti sto dicendo questo, ma forse lo faccio per "scusarmi" del fatto che questo secondo commento sarà più breve, e forse non dirò tutto quello che avevo pensato poco fa.
Allora, innanzitutto lasciami ripetere quanto io adori il tuo modo di scrivere. Hai la capacità di evocare immagini potenti, facendo sembrare anche le cose più semplici un quadro dalle tinte pittoresche. Mi è piaciuta particolarmente l'immagine degli orologi sconclusionati, forse perché mi ricorda un po' il salotto di casa mia. Ma tutto, in quella casa, sembra essere vivo, tanto che la casa stessa sembra dotata di vita propria.
Poi scopriamo qualcosa in più sulla vita di Hansi, una vita semplice, che rievoca gli scenari montani di cui parlavamo in alcune nostre precedenti conversazioni (a proposito, mi è piaciuto molto il personaggio dell'Herr Doktor che sa curare "bestie e cristiani"!), e il suo senso di smarrimento una volta catapultato nel mondo cittadino ci risulta più profondo e comprensibile.
Mi ha fatto molto ridere il tentativo - peraltro lodevole! - della Iolanda di farsi capire dal bambino, con quel "zu fressen!" pronunciato ad alta voce.
E facciamo la conoscenza, seppur indiretta, di Richard Wallemberg, che Hansi riesce a ritrovare nei racconti della Grande Guerra di Arrigo. Non so perché, ma quando Arrigo parlava, mi prefiguravo davanti agli occhi gli scenari di Caporetto (che tra l'altro "festeggia" il suo centenario in questi giorni), e considerando che per gli italiani quella guerra logorante e di trincea fu molto dura, non mi stupisco che la sua visione sia priva di ogni idealismo. Hansi invece ha un modo diverso di vedere la guerra, quasi eroico per così dire, ma non di quell'eroismo "cinematografico" che va tanto di moda adesso: è un eroismo genuino, quasi ingenuo, commisurato alla sua età e alla sua visione del mondo.
La scena finale, poi, è particolarmente toccante, e segna ufficialmente l'ingresso di Hansi in quella famiglia. Davvero bello!

Sono contenta di averti trovato qui su EFP, anche se forse dovrei ringraziare te per aver trovato me!^^
 

Recensore Master
24/10/17, ore 21:58

Ciao!^^
Finalmente riesco a passare anche da te.
Ho letto questo capitolo tutto d'un fiato.
Il tuo stile è elegante, ricercato, immaginifico, ma fila veloce, con una cadenza quasi musicale e mai pedante. Giochi con metafore ardite ed espressioni quasi "folkloristiche", passami il termine, dando alla tua prosa un tenore generale che ricorda gli scrittori d'altri tempi. Me lo sono goduto davvero.
E che dire della parte della trama?
Mi piace questo Hansi, tenace e caparbio, un piccolo uomo - eppure sempre ingenuamente bambino - che impara a muoversi in quel mondo sconosciuto.
E mi piacciono la Iolanda e la Vincenzina, donne d'altri tempi, forti e al tempo stesso votate al sacrificio e all'assistenza dei più bisognosi.
Tornerò presto a leggere i capitoli successivi, la tua storia mi incuriosisce.
Intanto, ti rinnovo i miei complimenti, e a presto!^^