Recensioni per
L'altra vita
di Aroldo di Poe
Positive : 3
Neutre o critiche: 0
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Ciao, eccomi anche qui! Carina anche questa poesia... ho notato un filo conduttore in tutti i tuoi componimenti; percepisco un grande senso di impotenza, ma forse è solo un'impressione! A me è piaciuta molto anche questa, le trovo tutte molto sentite e, nonostante trattino di argomenti sempre diversi, appartengono ad un denominatore comune. Mi è piaciuta la tua capacità di partire da un qualcosa a cui, forse, quotidianamanete, non si presta attenzione, le foto dei turisti. E' un esperimento ben riuscito. Da qui sei riuscito a cogliere un sentimento più grande. Qui il lessico è più forte rispetto a quello letto nella precedente poesia; è interessante come sembri, e come traspare dagli ultimi versi, la vitalità dell'uomo solo presente in uno scatto fotografico. E' un modo per cogliere in un'istantanea un attimo di vita, documentare la possibilità di aver vissuto, ma solo per un fragile momento. Sei stato bravo anche qui a dipingere un'immagine forte e allo stesso tempo, se vogliamo, diversa dal solito! Un abbraccio, |
Ciao! Son tornato a recensire anche questa poesia... mi dispiace che tu non abbia commenti, positivi o negativi che siano, perchè questa raccolta è sicuramente valida. Se l'altra volta la mia scelta era ricaduta su ''Petalo'', stavolta ricade su ''A me sa d'Africa'', un componimento che mi ha colpito fin dal titolo. Un componimento che sa di ricordi, di passato, di giovani volti, di amicizie o, forse, amori, che oramai non vivono più, che non abitano più la vita di colui che scrive. Il ricordo è vivo nella mente del poeta e sembra ardere. Mi è piaciuta particolarmente l'astrattezza del lessico e del risultato finale ottenuto, vago, che realizza ancora meglio il sapore dell'Africa, una terra sicuramente geograficamente e culturalmente lontana da quella occidentale che qui sembra proprio forgiarsi di questa distanza per paragonarsi a quelle persone che mai abbiamo incontrato o, meglio, abbiamo dimenticato nel nostro cammino. Ho gradito la semplice forma ossimorica, se così si può definire, ''vedere i suoni''... immagine che, nonostante l'estrema semplicità, si insinua bene nella mente del lettore, che non può non notare questo gioco di parole, che apre la porta al finale, in cui il ricordo si affaccia nuovamente tra i nebulosi pensieri. Tra l'altro il corpo centrale, ''dopo il mezzodì'' rientra bene nel progetto del componimento in cui il tempo sembra sospeso e la memoria protesa verso pensieri fluttuanti e ancorata al passato. Queste sono le impressioni che mi hanno catturato durante la lettura della poesia. Un altro bel lavoro. Un abbraccio, |
Ciao! Sono fervens_gelu_, piacere di conoscerti. Ho preso una poesia a caso (tra le trenta!) e ho deciso di recensirla... è davvero una bella poesia, ti sei destreggiato molto bene con i versi, che sono molto delicati e leggiadri come un petalo. Inoltre la patina di cui hai ricoperto il componimento è classicheggiante; lo trovo un ottimo esperimento! Attraverso questo lessico buono, scelto con cura, limato, noto quasi il voler nascondere, celare qualcosa di più intimo! La nascita di un fiore, l'aprirsi dei suoi petali sei riuscito a mimarlo con grazia, eleganza e tenuta stilistica mentre, poi, nella seconda parte del componimento, percepisco quasi un tono più sommesso che fa da sfondo ad un'immagine più sensuale e ad un contatto umano. C'è un grande distacco... non vuole essere una critica, ma mi dà l'impressione che questa ricerca formale cancelli (in questo caso ovviamente) l'emozione che al lettore, se arriva, giunge mitigata. Mi è parso, dunque, più un esercizio di stile che altro. Voglio spiegarmi meglio... c'è poca sincerità emotiva... per questo i tuoi versi (ripeto, opinione personale) non mi sono arrivati pienamente. Forse starò delirando, chissà ahah - o forse è anche l'orario. Comunque, nel complesso, è un buon lavoro. Bravo - presumo tu sia un maschio ahah. Un saluto e Buon Natale! Fervens_gelu_ |