Carissima <3
Senti, io te lo devo proprio dire, credo che questa sia fra le OS più belle che tu abbia scritto. Leggerti è come sempre un piacere, ma questa volta davvero non sono riuscita a staccare gli occhi dal testo fino a quando non sono arrivata alla fine. Ormai hai una padronanza tale di questi due personaggi che ciò che scrivi può essere tranquillamente considerato come una componente aggiuntiva e assolutamente canonica del film che tutti conosciamo e amiamo.
Ovviamente, noi veniamo proiettati nella vita di Isabeau e Navarre nel momento in cui la loro triste vicenda si avvia verso la sua conclusione, e quindi possiamo solo immaginare cosa sia loro accaduto nei due anni che intercorrono tra la maledizione e il ritorno ad Aguillon: tuttavia, questo spaccato che ci mostri è indubbiamente verosimile. Se per Navarre, in quanto uomo e Cavaliere, e pur nelle condizioni terribili in cui si viene a trovare, sopravvivere non rappresenta un ostacolo insormontabile, per Isabeau il discorso è completamente diverso: lei è una fanciulla che si ritrova da sola a vagare per i boschi di notte, senza altra compagnia oltre a Goliath e al suo amato trasformato in lupo. È una ragazza intelligentissima ma abituata ad un certo tipo di vita, e ritrovarsi d’un tratto braccata e tagliata fuori da ogni contatto umano deve aver avuto su di lei un impatto devastante, anche se, da donna forte quale è, non se ne lascia certo abbattere. Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ti sei soffermata sull’aspetto pratico del concetto di “sopravvivenza”: il vestito che la ragazza indossa è splendido e pregiato, la fa sembrare una vera principessa, o una fata, ma non è adatto ad una vita in fuga, tra i boschi; persino accendere un fuoco non è certo un’impresa semplice, soprattutto se non si ha mai avuto l’occasione di farlo all’aperto (c’erano i servitori, per questo, ad Aguillon). Struggenti i ricordi dei giorni felici in cui Isabeau non era altro che una ragazza follemente innamorata, che sognava di coronare il suo amore in un giorno di festa, sotto il sole splendente.
Amo il modo in cui hai fatto interagire Isabeau e Navarre: è vero, entrambi non hanno ricordi della loro semi vita animale, eppure il loro legame è talmente intenso che, in qualche modo, riescono a comunicare lo stesso: e così Navarre porta alla dolce contessa ciò di cui può aver bisogno, e lei ricambia con un dono ancora più prezioso. Poche lettere in cui è però racchiuso tutto l’amore che Isabeau prova per il suo capitano e una treccia bionda e bellissima, carezzando la quale Navarre potrà trovare la forza di proteggere sempre la sua amata e di combattere il destino incerto e avverso che sta venendo loro incontro. Anche a costo di estirpare il male alla radice, uccidendo il responsabile di tutto, il Vescovo di Aguillon.
In questi giorni in cui temo di crollare a terra da un momento all’altro, da quanto sono stanca, leggerti è sempre un balsamo tonificante.
Non smettere mai di scrivere di loro <3
Un bacio enorme :***
padme |