Ciao, mi sono fermata subito a leggere anche il secondo, e ora ti lascio un paio di impressioni. Anzitutto grazie per averci detto dove si colloca questa storia, io l'avevo messa dopo il finale, ma invece non hai tenuto in considerazione degli episodi due e tre della quarta stagione. Insomma, ora è tutto più chiaro (e non preoccuparti perché sulle prime, usare il codice html non è facilissimo). Ma a parte questo, che dire? Beh, indubbiamente è stato un bel colpo di scena. Non soltanto la vittima era ancora viva, ma era addirittura Sherlock! Devo ammettere che Lestrade che non capisce nulla di quello che sta succedendo mi ha fatta un po' sorridere... è stato davvero lento, al contrario di John, a collegare i fili. Ma trovare il cappotto e il cellulare in un cassonetto lì accanto, non poteva che condurre a una sola risposta e John, che è un uomo molto intelligente, lo ha capito subito.

E così, ecco che assistiamo a un vero e proprio cambiamento in John Watson. Ancora sappiamo che non è sceso a patti con se stesso e con l'idea che Sherlock sia in realtà innocente, ma di fronte a un pericolo mortale, davanti a quella persona che non vede più da oltre un anno e che ora giace su una barella in fin di vita, ecco che tutto viene per un attimo messo da parte. E John torna a essere quello di un tempo. Interessante notare come John appaia quasi arrabbiato con Sherlock e con il fatto che sia praticamente quasi morto. Non sappiamo come sia possibile che sia finito in simili condizioni, magari qualcuno lo ha preso di mira (potrebbe essere successo di tutto), ma John dà per scontato che sia anche qui colpa di Sherlock, il quale si getta a capofitto nel pericolo senza pensare a chi gli vuole bene. Beh, diciamo che John ha la tendenza a colpevolizzare Sherlock a prescindere, ma anche qui credo che i sentimenti di rabbia che tira fuori siano un po' la scorciatoia che usa, perché farsi delle domande e accettare quello che prova davvero per lui, accettare di amare il pericolo e di volere Sherlock nella propria vita, anche per come è fatto, è uno dei nodi che anche il John della serie ha sempre faticato a sciogliere. Insomma, è una di quelle cose che ha sempre trovato difficile ammettere a se stesso. E qui non è da meno.

Vedremo come si evolverà la faccenda... Intanto il finale del capitolo ci lascia col fiato sospeso e tanta curiosità, almeno a me. Questa storia è molto interessante e anche ben scritta. Riprendere la scrittura dopo tanto tempo non dev'essere affatto facile ed è un po' come per le macchine nuove, occorre un tempo di rodaggio per ingranare bene, ma tu te la stai cavando alla grande. E sono curiosissima per il nuovo aggiornamento.
Alla prossima!
Koa

Ciao, avevo adocchiato questa storia già da qualche giorno e finalmente riesco a fermarmi per leggerla. Già da questo primo capitolo, la tua storia si prospetta come molto interessante, a inizare dal contesto (il post quarta stagione, è uno dei miei preferiti!) che trovo esser sempre ricco di spunti che per Sherlock e John potrebbero essere perfetti per costruire una bella storia (anche d'amore perché no!).

Le premesse che hai messo giù, oltre a trovarle coerenti con i personaggi, che infatti ho trovato molto IC, mi piacciono davvero tanto. Sappiamo che non è andata esattamente in questo modo, che dopo Eurus John è tornato a Baker Street e che ha perdonato Sherlock già da prima di scoprire la sorella pazza, ma questa alternativa non è fuori dalla realtà. Insomma, sappiamo comunque che John ha trascorso parecchio tempo a dare la colpa a Sherlock, il suo volersene allontanare e il suo tormentarsi riguardo ciò che sia giusto o meno pensare su di lui, è perfettamente nel personaggio. Soprattutto perché John non lo incolpa a prescindere e basta, al contrario il suo è un continuo passare da ciò che è razionale pensare e ciò che invece è lui a voler credere. Da un lato infatti è perfettamente consapevole che quello era il caso di Mary e non l'ennesima follia di Sherlock, ma invece il caso della vita e del passato di sua moglie, se così possiamo dire. E Sherlock non soltanto ha fatto di tutto pur di aiutarla, ma non ha nessuna colpa se lei si è messa in mezzo per salvargli la vita. Da un punto di vista razionale, Sherlock non ha alcuna responsabilità perché ha sempre fatto di tutto pur di aiutarli e naturalmente è soltanto un essere umano... Ma dall'altro lato, quello inconscio e che c'entra con l'accettazione emotiva, John non riesce a non dare la colpa a Sherlock. Lo colpevolizza anche perché è più facile dire che è stato lui, usarlo come una sorta di capro espiatorio, che accettare come è andata davvero. E qui non sembra essere ancora pronto a rendersi conto di aver sbagliato a dargli la colpa, al contrario nei primi passaggi vediamo molto questo accentuarsi non soltanto del suo tormento interiore, ma anche della sua convinzione che è meglio stare da solo. Ci mostri come persino Rosie non è stata bene, un dettaglio che ho apprezzato trovare perché è molto verosimile che una bambina senta la mancanza della madre morta. Mancanza che ha pesato anche sul padre al quale ci dici che ancora non è tornata la fame. Come dicevo, la costruzione dei personaggi è credibile.

Uno dei punti più interessanti è che sembra proprio che la vecchia vita non sia del tutto stata cancellata dalla vita di John e se Sherlock non lo sente da mesi, Lestrade invece ogni tanto gli telefona. Non sappiamo per quale motivo, Greg non sa fa più sentire da Sherlock, ma è interessante che domandi l'aiuto del dottore. E qui arriva la parte più stupefacente... Perché quel morto, non è morto affatto! Ed è assurdo che nessuno della polizia se ne sia reso conto. Al contrario dal breve scambio di battute tra Lestrade e John è evidente che l'indagine di Scotland Yard sia stata molto superficiale, il che, come direbbe anche Sherlock, non mi stupisce affatto...

E ora sono davvero curiosa di leggere il prossimo capitolo, intanto inserisco la storia tra le seguite.
Alla prossima!
Koa

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Ciao!ho letto la volta scorsa il primo capitolo e anche se non ho recensito l'ho trovato interessante Soprattutto quando John non aveva capito chi aveva davanti.Ora ho letto il secondo capitolo, al buon dottore gli si è accesa la proverbiale lampadina ,quando l'ha capito… Seguirò senz'altro la storia perché mi incuriosisce . Alla prossima.

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