Recensioni per
Non ho più paura
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 47 recensioni.
Positive : 47
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/02/24, ore 20:02
Cap. 3:

Buonasera, e rieccomi finalmente in questa storia così interessante:)
Questo racconto ha una bellezza speciale, ti scava dentro e mette a nudo sensazione assopite. Ho letto spesso e volentieri storie cupe, con situazioni alquanto disturbanti ed esperienze abbastanza drammatiche, dark, sono abituata. Dovrei essere abituata, ma ogni volta rimango sempre scombussolata perché in realtà non ci si può fare l'abitudine e ogni racconto è unico e speciale e vissuto in modo diverso in base al periodo. Quindi sono felice di aver scelto questa storia, il mio istinto mi ha guidata bene. Porter è spezzato e come avevo predetto avrebbe preferito di gran lunga perdere la vita come gli altri suoi compagni. Un minuto e sarebbe finito tutto, ma la sua pena si rivela d'essere ben peggiore. Si è trovato in un ospedale, incredibilmente sano e salvo, con il cuore pieno di dolore e un passato che sembra un demone pronto a di divorarlo. I momenti con l'infermiera sarebbero anche stati dolci se lui non fosse talmente scosso. Non riesce nemmeno a passaggiare, a godersi un momento con un'altra persona senza pensare a ciò che è successo.E quei sogni lo tormentano sempre perché non può scordare. L'esperienza è stata orribile e come hai detto tu, il fatto di essersi trovato bendato, ha quadruplicato quell'orrore.
Il momento con lo psicologo è stato quello più drammatico. Sapevo che sarebbe stato abbastanza sconvolgente perché Porter
avrebbe dovuto parlate del suo passato, dei massacri che ha visto e delle vite che si sono spezzate senza che lui potesse fare nulla. Però non mi aspettavo io di viverlo come l'ho vissuto. Appena ha parlato della sua squadra mi sono commossa. Ho percepito quel legame unico che è difficile da trovare, un tesoro in mezzo a tutto quello schifo. C'è affetto reale, si percepisce tantissimo. Non sembra nemmeno un personaggio di una storia, sembra la testimonianza di un ragazzo che ha vissuto quell'inferno... quando ha iniziato a dire che da bendato ha sentito solo il suo amico che piangeva piangeva e piangeva... Ho pianto anch'io. Ho cercato anche di trattenermi ma questa sofferenza è veramente autentica quindi io sto empatizzando moltissimo.
Continuo a farti i complimenti perché sei un fenomeno con grande talento e capacità. Questa si sta rivelando una delle mie storie preferite. È triste ma profonda. Spero di vedere Porter guarito, di vederlo migliorato. Anche se niente potrà tornare come prima.
Sei bravo, continuerò a ripeterlo con piacere perché lo penso sul serio.
Un abbraccio, corro al prossimo capitolo!

Recensore Master
20/02/24, ore 16:15
Cap. 4:

Per oggi mi fermo qui con la lettura.
Anche questo capitolo mi è piaciuto moltissimo, perché sei andato proprio a mostrare l'impossibilità di riadattarsi alla vita precedente: quello che prima era tutto, ora sembra vacuo se non proprio parte di un altro mondo sconosciuto.
Gli attacchi d'ira sono descritti molto bene, ovviamente. Si nota tanto il carattere momentaneo e irrazionale, basta un niente a farli venire ma anche a farli terminare. Ed è giustamente una cosa che agli altri appare strana. A questo punto è già tanto che non abbia usato direttamente il padre come bersaglio per il tiro a segno.
Perché effettivamente è proprio il padre la persona che può capirlo di più. Magari non ha vissuto una scena così cruda come quella del secondo capitolo, ma la guerra l'ha fatta, ha visto persone morire e ha rischiato sicuramente la vita a sua volta. Eppure il suo modo di mostrare supporto risulta fuori luogo agli occhi del protagonista, completamente estraneo al suo modo di vivere e pensare la situazione. Da figlio con percorso simile a quello del padre, un po' ci mi sono rivisto.
Allo stesso tempo anche l'approccio estremamente comprensivo della psicologa pare inutile e fino a se stesso. Nemmeno gli altri militari del volo sembrano capire davvero cosa passi per la mente di Axel, nonostante le loro ferite fisiche siano magari molto più evidenti e invalidanti.
La chiusura in sé e nell'alcool del protagonista pare una logica conseguenza, forse l'unica possibile. Forse solo il gatto, che non prova a capirlo e per questo non sbaglia, riesce a dargli una vaga sensazione di equilibrio.
Non vedo l'ora di continuare con la lettura! Ovviamente ho già inserito la storia tra le preferite, già so che è impossibile restare delusi dalla tua scrittura. A presto!!
mystery_koopa

Recensore Master
20/02/24, ore 15:50
Cap. 3:

Rieccomi.
Fortunatamente, Porter non è stato trattenuto in Afghanistan se non per le prime cure. Non ero a conoscenza dell'esistenza del LMRC, per cui andrò sicuramente a informarmi a riguardo!
La descrizione dell'attacco di panico mi è piaciuta molto, perché hai mostrato come la sua mente, pur completamente offuscata, cerchi fino all'ultimo di aggrapparsi alla razionalità (ad es. "mi rendo conto di essere a terra, girato sul fianco, solo per il cambio di prospettiva") prima di cedere.
Il primo colloquio con lo psicologo è andato esattamente come me lo sarei aspettato, diciamo. Mi ha colpito moltissimo una frase: "sembrava a un concerto, in attesa del suo brano preferito".
E avendo frequentato una terapia, è verissimo, è esattamente quella l'impressione. Come se già sapessero cosa il paziente sta per dire loro.
E in caso di uno psicologo specializzato in guerra (pur non essendoci mai stato) e ptsd, il racconto del più grande trauma è sempre la prima frase ad emergere, fatta eccezione per i casi di rimozione, suppongo.
Penso sia per la naturale tendenza della nostra mente a volersi liberare di un peso, anche quando è impossibile liberarsene come in questo caso. Ma il cervello fa comunque di tutto per allontanarsi da lì, per non sentirlo più (come nel caso dell'attacco di panico) o per buttarlo fuori.
Ti rinnovo ancora una volta i miei complimenti. Contrariamente ai precedenti questo capitolo è ovviamente statico e "soft", ma il racconto non perde mai, neanche per una frase, la sua intensità.
Di pagine come queste, se non fosse per alcune tematiche, ne leggerei senza fatica a centinaia.
Continuo ancora un po' con la lettura :)

Recensore Master
20/02/24, ore 15:35
Cap. 2:

Ciao Old!
Come promesso sono passato a continuare la lettura, ma ancor peggio che col capitolo precedente potrai capire che ho fatto veramente fatica ad arrivare alla fine. Descrizioni di questo tipo lasciano senza parole soprattutto perché non si tratta di un horror incentrato su chissà quale serial killer psicopatico, ma della realtà.
Sulla parte di violenza grafica non ho proprio modo di esprimermi, a parte complimentarmi per l'estrema validità della tua scrittura: riesci a rendere perfettamente evidente la parte emotiva oltre all'orrore mostrato. Il fatto che Porter non veda direttamente nulla, ma che viva la situazione chiuso in un sacco e immobilizzato aiuta sicuramente ad aumentare il senso di angoscia nel lettore. Ancor di più, essendo sottolineata a più riprese la durata temporale delle torture che vengono inflitte prima alla giornalista e poi ai commilitoni, uno per volta.
Ti dirò che non mi sarei aspettato che già al secondo capitolo la storia prendesse questa piega, vista anche la prima parte molto lenta e incentrata su una situazione relativamente poco pericolosa, visto che erano state appositamente evitate le zone solitamente frequentate dagli uomini di Iskander.
Ma alla fine è una storia di guerra, e fatti improvvisi e stranianti non possono che essere il naturale contenuto del racconto.
Tra ptsd e sindrome del sopravvissuto, ci sarà molto di cui parlare, sempre che Porter non si ritrovi di nuovo al centro del fronte.
Al posto suo non sarei in grado di sopportarlo, come credo nessuno. Ma onestamente faccio già fatica veramente fatica a leggere questo racconto, pur essendone preso e interessato.
Leggo subito il prossimo capitolo :)

Recensore Veterano
20/02/24, ore 10:14
Cap. 2:

Ciao caro Old:D
Tu mi spiazzi. Io non so nemmeno se quello che ho scritto o scriverò riuscirà a farti percepire tutto ciò che ho sentito. Perché ho tante cose da dire, ma come Porter sono rimasta ammutolita davanti a tanto odio e a tanta violenza. È una lettura decisamente disturbante e moooolto interessante. C’è grande studio e ricerca dietro e le spiegazioni non risultano mai pesanti. Per non parlare dei colpi di scena che hai inserito cogliendomi di sorpresa. Comunque, io sono una sciocchina, Porter è un fumatore incallito, niente di più, magari ieri ero stordita. Cerco sempre di indagare sui personaggi ed è estremamente bello invece vedere come ce li presenti. Con Tess ho provato per tutto il tempo un sentimento di Odio-amore, ma più che amore ho provato solo grande pena e dispiacere per la fine che ha fatto, fine che lei stessa si è cercata. Questa donna, come avevano già intuito alcuni soldati, è giunta sul posto solo per spavalderia. È stata arrogante e irrispettosa con gente che ne sa più di lei e vive una realtà che di certo non le appartiene e nemmeno rispetta. Mi sono chiesta come mai il soldato non l’avesse presa a schiaffi quando si è vantata di essere più grande di lui e quindi, secondo la sua logica più… saggia? Invece, ho trovato il soldato che l’ha seguita estremamente educato e tollerante. Diciamo che, nonostante sia stato più piccolo di lei, ha dimostrato di avere molta più maturità e saggezza. La tipa, ha preteso anche di andare in prima linea non comprendendo proprio la gravità della situazione. C’è gente malfidata che se non tocca con il dito e si punge non comprende affatto la gravità dei propri comportamenti.
La scena del bambino e il terrore di Porter ha fatto suonare tutti i campanelli d’allarme dentro di me. Quando leggo sono nella sua testa quindi anch’io ho ipotizzato scenari apocalittici e massacri su massacri. Sinceramente, non mi aspettavo di leggere ciò che è successo in avanti.
I soldati stessi che si mostrano ormai arresi a una realtà inconcepibile stanno a guardare il paesaggio quando succede l’inimmaginabile. Porter crolla e quando lo ritroviamo scopriamo che è stato catturato. Onestamente ero qua a speculare. Ho pensato che fosse rimasto ferito che, nel momento del risveglio si sarebbe trovato privo di arti, paralizzato… con una ferita grave… non questo. Secondo me ciò che ha vissuto è stato mooolto peggio: legato con un sacco in testa in cerca di qualche indizio, immobile davanti le grida di terrore di Tessa.
Mi è dispiaciuto molto per la fine che ha fatto lei, è vero se l’è cercata, però è stato brutto uguale. Specie per il povero Porter che è stato vicino a un infarto. Questa gente è palesemente pazza, priva di umanità e tu li hai dipinti alla perfezione.
Porter rimanere in vita dopo questo momento. Non è per sé una condanna ancora ben peggiore della morte che hanno incontrato i suoi compagni? Ci siamo trovati di fronte a un cimitero a cielo aperto, con gente che si trova senza arti, che è stata privata anche di una degna sepoltura. Zero rispetto, zero empatia. Sembra davvero di essere in una macelleria. Inoltre, è stato anche turbante vedere questi soldati che, senza alcun nervosismo, comunicano tra loro. Come se quella fosse la normalità.
Ed i pensieri di Porter sono stato tanto terribili quanto tristi e angoscianti. Non pensa più a nulla, ad un certo punto come l’amico che è morto, si aspetta di andare incontro a una fine terribile e medita sulle parole che riceveranno i suoi parenti. Santiddio! È stato così umano, così reale. Quando il cervello va in pappa infatti succede questo: corri avanti kilometri, ti inventi ogni tipo di scenario e ti focalizzi su situazioni che non sono importanti quanto quella che stai vivendo. Porter è vicinissimo alla morte e comprende adesso tutti coloro che se ne sono andati. Il primo pensiero vola alla famiglia e alle menzogne che riceveranno senza sapere se sarà stato tagliuzzato come un kebab o gettato direttamente nella fosse dei leoni.
Affacciarsi a questo tipo di realtà è un’esperienza molto intensa che lascia perplessi e fa riflettere.
L’unica cosa che mi sento di dire, è che gli esseri umani sono gli esseri più disumani che esistono sulla faccia della terra. E se c’è un messaggio tra tutto questo bagno di sangue e che ognuno di noi dovrebbe meditare molto di più prima di giudicare o puntare il dito. Il rispetto è fondamentale, senza quello si arriva a questo punto.
Sei bravissimo. Se vuoi che non te lo dica più bloccami, altrimenti lo ripeterò come se fossi una bambola rotta!
Un abbraccio a presto.

Recensore Veterano
20/02/24, ore 00:26
Cap. 1:

Buonasera caro Old:)
Ho deciso di leggere un tuo lavoro recente, una long, nonostante abbia anche dato un'occhiata anche ad altro, os nello specifico. Con calma, passerò con piacere a dirti la mia anche lì.
Quando ho posato gli occhi su questo capitolo, li ho rialzati appena sono arrivata allo spazio delle recensioni. Non so nemmeno cosa dire perché mi hai lasciata così... Scombussolata. Ci sono quelle storie che tengono il cuore in ostaggio per tutto il tempo e questa mi sembra proprio quel genere di storia. Onestamente, quando percepisco queste realtà che purtroppo esistono, mi sento così strana, non sembra reale, mi comprendi? Meglio dire, non è qualcosa che si vede tutti i giorni. Noi magari sentiamo le notizie in TV ma i soldati non la vivono proprio in questo modo. Ed è tutto fin troppo reale, purtroppo. Porter, è proprio una vittima di questa spietata guerra. Mi ha fatto così tanta pena, è evidente che stia soffrendo, è al limite e siamo già all'inizio. Questa storia parla di disturbo post traumatico da stress, io ci ho visto anche il disturbo ossessivo compulsivo(ovviamente è solo un giudizio veloce diciamo, vedrò più avanti se ci ho azzeccato). Non sono un'esperta, le mie "esperienze" si basano esclusivamente sulle letture che ho affrontato. In una situazione del genere c'è da dire che ogni cosa è possibile. Ti dicevo, appena Porter vede qualcosa di brutto, insuperabile, inizia a fumare in modo compulsivo come se la sigaretta potesse anestetizzate il suo grande dolore. Più che dolore io l'ho percepito proprio vuoto o troppo carico. È un rebus ora come ora. Sicuramente è terrorizzato, ma essendo un soldato deve rimanere imperturbabile. È possibile davanti a un tale macello? I soldati hanno dei sentimenti, anche se messi allo stremo. Il paragone che ha fatto il suo compagno con la cucina è stato calzante e anche Porter sembra rifletterci. Inoltre, il paesaggio che hai presentato è sempre ben descritto, mi sono sentita anch'io in mezzo a quella specie di valle, con quella gente e ho avvertito tutto il nervosismo di questa squadra quando hanno visto il massacro. Qualcosa di estremamente crudele e indimenticabile. Porter infatti sembra avere degli incubi continui che non lo lasciano mai in pace e, nel cuore della notte si ritrova fuori a cercare la sigaretta ma non c'è e in un momento di forte tensione lancia tutto il pacchetto. Mi si è stretto il cuore anche alle parole più semplici come "va tutto bene, cazzo" quando si nota che è solo una formula che è ormai abituato a recitare a memoria, un mantra, o come una specie di muro che serve per dividerlo da chi vuole sapere di lui. Sono anch'io curiosa di scoprire chi sia (o meglio di vedere)l'autore di questa carneficina, perché temo che ne combinerà di schifezze!
Come sempre i dialoghi sono la parte che più amo delle tue storie: semplicemente veri, privi di quella "patinatura " che rovinerebbe la vicenda. Sono di certo battute che ti lasciano un po' spiazzata ma li adoro tantissimo. Per esempio, nella parte in cui i ragazzi hanno commentato l'arrivo della reporter mi sono sentita sul serio a loro fianco, come quando sei in un punto e ti trovi ad origliare cose che non sono destinati a te. Questi ragazzi sono proprio ben descritti! Io adoro il punto di vista maschile, tu ovviamente sei bravissimo a raccontarlo e ti viene spontaneo perché sei un uomo, quindi ho solo da imparare e grazie anche per essere d'insegnamento oltre che ad intrattenermi con i tuoi bei racconti. (Divago sempre, lo so, sono nata così e non sono riuscita a trovare una soluzione xD) le battutine a sfondo sessuale nell'ultima parte hanno decisamente attenuato la tensione. Non so se questa donna sia lì perché vuole farsi notare e passare per la donna cazzuta che va in Afghanistan con la pistola e l'elmetto, ma l'immagine calza a pennello in effetti. Chissà, è tutto da scoprire. Lasci delle informazioni qua e là ma sono sicurissima che approfondirai al meglio nei prossimi capitoli (che non vedo l'ora di leggere sappilo)
A Porter infine viene detto di andare da un dottore e già lui sbotta male. Chiaro segno del suo stato d'animo. Ci andrà o dovrà ancora vedere altro prima di cedere? Non è più in America e non c'è nessuna luce né nelle strade né dentro di sé. Lui è come una bomba, anzi una bolla di sapone pronta a scoppiare. Lo percepisco, ha toccato il fondo. Ma chissà quale sorprese hai un serbo.
I miei sinceri complimenti. Bravo è riduttivo ma te lo dico con sincerità: sei bravissimo!
Un abbraccio e buonanotte:)

Recensore Master
16/02/24, ore 16:35
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Emozioni Incrociate" - 3/3

Carissimo, come promesso tempo fa eccomi finalmente qui a leggere questa storia grazie alla divisione in capitoli. Le recensioni premio sono finite, ma ovviamente proseguirò nella lettura.
Questo primo capitolo è perfetto nella sua funzione introduttiva: la prima parte ha più il sapore di un prologo, ma presto si inizia già ad entrare nella trama vera e propria, con il racconto della marcia attraverso il villaggio e poi con il ritrovamento dei commilitoni massacrati. La scena, anche solo descritta a parole, fa venire i brividi. Nemmeno provo a immaginarmela, mi risulta impossibile come se il mio cervello avesse impostato un blocco a riguardo.
E un po' è così anche per il protagonista, visto il suo immediato crollo. è anche strano che solo la sua reazione sia stata così evidente: sì, sono soldati e sono probabilmente abituati alla violenza, ma ritrovare un proprio commilitone in quelle condizioni insieme alla sua divisione aggiunge sicuramente una parte in più allo shock di vedere il massacro di uno sconosciuto, anche solo per immedesimazione.
Il tema di questo racconto sarà il ptsd, e già qui se ne possono vedere i sintomi: ho trovato molto interessante la tua scelta di non farli emergere soltanto dopo questo trauma, ma di farli notare anche in precedenza, per esempio quando gli si avvicina il bambino... lo stato di paranoia è persistente lungo l'intera storia, fino al punto di esplosione.
Mi ha stupito inoltre anche l'analisi psicologica di Porter, che è molto approfondita anche nei suoi momenti di non lucidità, facendo proprio percepire la sensazione di straniamento che lui stesso prova nei propri confronti.
Non vedo l'ora di andare avanti, a prestissimo!
mystery_koopa

Recensore Master
15/12/23, ore 17:13
Cap. 11:

Eccomi!
Finalmente oggi ce l'ho fatta finire la storia anche perché ero davvero curiosa. 
Ma no non che non mi hai deluso! Come si può rimanere delusi da un lavoro di questo pregio?
Te l'ho già detto ma lo ripeto, secondo me avresti le carte in regola per scrivere un ottimo film di guerra.
Come sempre nella tua narrazione ho trovato degli spunti davvero interessanti, nel capitolo precedente mi ha davvero colpito cosa dice Iskander a proposito della "protezioni" dai traumi, un argomento secondo me verissimo che crea non grossi problemi, in quanto che piaccia o no, l'orrore fa parte del mondo e sapere che esiste, fa parte di una maturazione, almeno io la vedo così. Le descrizioni dei villaggi e dei paesaggi sono vive come sempre, ormai leggerti è quasi come guardare una serie.
Ho temuto fino alla fine che il nostro Porter facesse una finaccia, invece è riuscito ad affrontare il demone e a rendere giustizia, anche se sommaria, ai suoi commilitoni, ma si può biasimarlo? La giustizia umana è sempre fallace e sempre più blanda ahimè, certo la vendetta non serve a niente, se non nel suo caso a placare dei demoni che forse (e glielo auguro) è riuscito a scacciare (il futuro non lo conosceremo purtroppo). L'unica cosa che ci è chiara è che è pronto ad accettare le conseguenze del suo gesto, serenamente.
Quel "Non ho più paura" è un vero colo da maestro, perché una liberazione nella sua anima, c'è stata davvero!
Intanto mi scuso per la lentezza con cui ho letto e commentato, me ne rincresce, ma dire che ho un periodo agitato è un gentile eufemismo, quindi tutto si dilata e si rallenta meno le incombenze è chiaro. Ma così è la vita e per tutti. 
Non posso non farti i miei e più sentiti complimenti per la solidità narrativa, per l'argomento delicato trattato con rara maestria e per avermi tenuta sulle spine fino alla fine.
Come sempre e mi ripeto, ma non posso farne a meno, leggerti è un piacere oltre che una garanzia di qualità
Un caro saluto e alla prossima!

Recensore Master
15/12/23, ore 12:33
Cap. 9:

Sei stato molto bravo all'inizio del capitolo a tenerci sulla corda riguardo l'incontro tra Porter e lo sciamano, è stato un crescendo che mi ha tenuta incollata e curiosa.
Allora premetto che personalmente ho un'antipatia atavica per sciamani, stregoni, santoni, guru e azzeccagarbugli, ma ho molto apprezzato la tua versione dei fatti. Il primo plauso ti va tributato per non aver usato la stereotipata figura del (citandoti)  Il pellerossa saggio, in comunione col mondo degli spiriti.
Questi sono particolari che personalmente, in seno ad una storia, apprezzo un casino!
Così il nostro Alex grazie alle pratiche sciamane, forse ha trovato la chiave di volta per liberarsi dai suoi demoni? Chissà , vedremo, non sono ancora del tuto convinta che questa storia finisca bene.
Bella la cosa del sasso, per me ha un che di poetico questo passamano tra anime in pena afflitte da una disperazione senza fine.
Confesso che la dottoressa Kaufman  mi  ha molto stupita con il suo voler aiutare un reduce afflitto da PTSD rimandandolo al fronte, o forse è solo una tattica? Non lo so, ma credo che lo scopriro solo leggendo.
Ora dato che ho un po' di tempo libero inatteso (eureka!!!!) corro a leggere il resto!
(Recensione modificata il 15/12/2023 - 12:35 pm)

Recensore Master
14/12/23, ore 10:15
Cap. 8:

Porter ha raschiato il barile, ma proprio fino in fondo senza lesinare.
Forse era l'unica maniera per cominciare a capire che dive risalire la china.  Un'altima spiaggia mi verrebbe da dire.
Non so neanche se sia stato più fortunato o sfortunato nel suo infruttuoso tentativo di suicidio, ma voglio essere ottimista, probabilmnete è stato lo switch che gli ha fatto capire che fin ora ha fatto buchi nell'acqua, una cosa è certa: droga e alcool non sono la soluzione ottimale, sembra che il fato voglia suggerigli altre strade.
Sono curiosa di scoprire che accadrà dalla sciamano.
Come sempre ti rinnovo i miei complimenti per la scrittura è fluida e la narrazione molto credibile e coinvolgente.
CI si sente resto, spero!

Recensore Master
04/12/23, ore 18:52
Cap. 7:

Per fortuna mi son sbagliata. Insomma per come ci avevi presentato la cosa, in modo quasi losco, temevo che il nostro ragazzo finisse in brutti giri, invece era veramente un bar per reduci, èper questa volta l'abbiamo scampata. Mi è molto piaciuto come li hai descritti, si nota la cura che un autore mette in ciò che scrive anche per come tratta personaggi secondari, o le semplici comparse. Hai tratteggiato molto bene il loro modo di porsi e l'atteggiamento di fratellanza del dolore che hanno nei confronti di Porter. Il problema però è uno solo: non si può essere aiutati se non si vuole essere aiutati e questo mi pare il problema principale di questo ragazzo che sembra quasi sguazzare in un liquame a cui ormai si è come rassegnato. Spero di cuore che riesca a darsi una scrollata, perché l'immagine che vede riflessa nello specchio è quello di un uomo che si è arreso. Ora c'è il luogo del sasso tra i monti, che sia la volta buona? Vedremo!
Come sempre, sei molto bravo e coinvolgente, alla prossima!

Recensore Master
27/11/23, ore 11:54
Cap. 6:

La situazione che sembrava poter aver uno spiraglio, mi sembra invece peggiorata. Quel bar e quel fogliettino non mi fanno prefasigire nulla di buono. Mi sbaglio? Vedemo.
La tua scrittura come sempre risulta molto cinematografica, una sequenza d'immagini in cui il lettore riesce a vedere le situazioni che risultano nitide e coinvolgenti. Stai davvero approfondendo il problema in modo molto compiuto e molto specifico, questo non può che essere un ottimo motivo per continuare ad apprezzare tantissimo questa lunga, tortuosa e inesorabile discesa nell'inferno più buio di questo giovane reduce, che sembra non trovare alcuna via di sbocco per ritrovare una parvenza di pace interiore.
Come sempre leggerti è un vero piacere alla prossima!

Recensore Master
25/11/23, ore 08:59
Cap. 5:

La prima parte in cui Porter interagisce con la dottoressa mi ha molto colpita perché hai tratti di una seduta, vera, per esperienza so che i terapeuti non commentano mai, ma caso mai ti fanno domande per portarti a fare una serie di ragionamenti.
E poi lo "schiaffo" (metaforico) per reagire. Direi descrizione perfetta!
Questo ragazzo reduce è come se fosse entrato in un loop da cui non riesce più a uscire. Vive nella normalità, ma nonostante ciò viene riportato da qualsiasi cosa, anche dalla più sciocca, dentro quell'inferno piena di ricordi strazianti. Dal commilitone sventrato al ragazzino ucciso.
La discesa nel suonuovo inferno sembra sempre più corta e sempre più costellata di angosce insormontabili. Davvero non c'è più nessuna speranza per Porter? Farà una brutta fine?
Non so cosa pensare, ma di certo i racconti  sui reduci che ho sentiti e visto non inducono molto all'ottimismo.
Un altro bel capitolo, denso e corposo, ma per qualche ragione, per me, un po' meno indigesto, l'ho letto con più distacco e me lo sono anche goduto di più!
Bravissimo come sempre (non si sa più che aggettivi usare) e ci rivediamo presto!
Buon week end!

Recensore Master
20/11/23, ore 10:40
Cap. 4:

Ci sarebbero molte cose da dire su questo capitolo perché è davvero reso bene, insomma riesci perfettamete a trattare un argomento molto delicato e molto sottovalutato come quello dei reduci di guerra. Sappiamo che molti di loro sono finiti male perché non sono mai riusciti a reintigrarsi nella società una volta tornati da quell'orrore. Credo che tu abbia fatto un lavoro magistrale, molto accurato e molto vero, come vedi coninuo a leggere ma a piccole dosi, perché l'empatia non l'ho richiesta ma purtroppo ce l'ho e mi fa vivere le cose anche quelle che leggo, o guardo in tv, o al cinema, in modo molto intimo, quindi sento tutta l'angoscia di questo ragazzo e un po' mi fa male.
Ho amato i momenti con il gatto li ho trovati come un modo da parte sua di attaccarsi a quel poco di positivo che poteva trovare anche in un'interazione così banale con un animaletto.
Un saluto e alla prossima, arrivo, mi ci vuole solo il mio tempo!
 

Recensore Master
19/11/23, ore 10:34
Cap. 11:

Ed ecco che, dopo molte peripezie, dopo moltissimo sangue e tantissima sofferenza, soprattutto psicologica, il viaggio del povero soldato Axel Porter giunge alla fine. Fine sanguinosa, così come è iniziata. E in un certo senso, è anche la fine giusta, quella che più di tutte avrebbe potuto dare al nostro eroe una buona possibilità di tornare ad essere sereno. Con la speranza che la corte marziale non gli dia l'ergastolo, però.

Complimenti vivissimi per aver sfornato un altro capolavoro, caro Old. Alla prossima!