Recensioni per
Non ho più paura
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 47 recensioni.
Positive : 47
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/09/23, ore 12:16
Cap. 1:

Questo è sicuramente il oneshot più lungo che hai scritto, e sono assolutamente sicuro che sia anche il più bello tra le tue opere a tema bellico. Innanzitutto per la scelta di trattare la guerra in Afghanistan, tema relativamente recente e poco affrontato nelle storie. Poi, l'eccellente caratterizzazione dei personaggi, in particolare il povero Porter. Lui arriva lì, con la sua divisa pulita pulita, bello allegro e pieno di ideali, e deve subito scontrarsi con gli orrori della guerra. Orrori abbastanza particolari, che traumatizzerebbero anche uno come Rambo. Lasciatelo dire, certe scene mi hanno fatto venire i brividi. Per fortuna, anche se con molte difficoltà, alla fine il povero Porter si riprende. E speriamo bene per il suo futuro!

Di nuovo complimenti per la storia, caro Old. Alla prossima!

Recensore Master
02/09/23, ore 17:13
Cap. 1:

Amico carissimo, quando si sa scrivere, come nel tuo caso, non esistono mappazzoni che tengano.
Mi sono immersa nella lettura di questo splendido racconto, e mi hai fatto partecipe della vita di un ragazzino che della guerra ha conosciuto l'unico vero aspetto.
Un ragazzino di 17 anni, che si è arruolato volontario, pompato all'inverosimile dal padre ex militare (che non si capisce se sia del tutto normale oppure no, da quanto ci appare completamente senza empatia ed indifferente alle sofferenze interiori del figlio reduce dall'inferno: una forma di difesa per non impazzire pure lui?). Sotto l'egida di Zio Sam, Axel voleva dare il suo contributo di americano in un paese dimenticato da Dio e financo da Satana. Un non-paese fatto di sassi e di persone che sembra che siano fatti di sassi pure loro, con una civiltà ferma ai tempi delle caverne o forse peggio ancora. Perché è questo che succede, no? Tu ci credi, nella democrazia, nella civiltà, nei diritti umani: da occidentale, non puoi che pensarla come Axel. Vai volentieri insieme a lui, col pensiero, in quel posto maledetto dall'umanità, per portare un po' di speranza. Non ti nascondo, che, da donna, il  mio pensiero sia andato, una volta di più e grazie al tuo racconto, alle condizioni di vita miserande delle donne afghane.
Ecco: mi dico, il bravo marine che amiamo tanto, perché va ad aiutare i civili, le donne, i bambini. Va a proteggerli dai maledetti talebani.
Poi ti ritrovi un bimbetto sui dieci anni che ti viene incontro sorridente tutto ricoperto di tritolo, per farti saltare in aria insieme a lui.
Poi ti ritrovi, incaprettato, al reparto macelleria dove si fanno a pezzi gli esseri umani e ti chiedi se sei ancora vivo e cosciente,  mentre sei costretto ad assistere all'agonia dei tuoi compagni, o se stai solo annaspando in una specie di mondo alternativo e parallelo. 
Ed Axel ritorna a casa, distrutto nell'animo. Soffre pure della sindrome dell'impostore: lui è colpevole di essere vivo, di avere arti e faccia perfettamente integri. E' ancora il bel ragazzo wasp, alto, biondo e con gli occhi azzurri, di quelli che le ragazze guardano ben volentieri.
Ma è un impostore, dicevo, perché lui è vivo e sano nel corpo. Niente protesi, gli funziona tutto perfettamente: braccia, mani, gambe e piedi. Tutto si muove per bene.
Ma la sua mente no. Lui vive, gli amici del battaglione ora sono solo frattaglie.
Ma perché? Cos'ha di speciale Axel Porter per aver riportato il culo a casa, mentre gli altri no?
Per questo vuole sparire, pure da se stesso. Neppure l'oblio del sonno lo vuole. Sta sempre cosciente, pure negli incubi.
Mi ha commosso vedere questo ventenne, che potrebbe essere mio nipote, che cerca in tutti i modi di stare meglio. Mi sono scese le lacrime quando l'ho accompagnato dalla psichiatra, al bar dei reduci, dallo sciamano lappone. 
Ho esultato nel vederlo tornare in quello schifo di posto, per dare un senso al suo immenso dolore. Vuole riscattarsi, vuole perdonarsi, e può farlo solo chiudendo il cerchio. E ci riesce, grazie al cielo. 
Che arrivino pure l'inchiesta e la Corte Marziale: Axel si è perdonato.
Grazie, amico carissimo, mi sei mancato.

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