Recensioni per
Non ho più paura
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 47 recensioni.
Positive : 47
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/11/23, ore 09:58
Cap. 10:

Bene bene bene, ci stiamo avvicinando sempre di più alla resa dei conti. Era inevitabile. Ed è pure una situazione bella complicata. Perchè se da un lato è comprensibilissima la voglia di Porter di trovare Iskander e restituirgli con gli interessi quello che hanno subito i suoi defunti commilitoni, dall'altro lui è un soldato regolare e ha delle regole da rispettare. Però, sinceramente...fanculo le regole! Iskander merita tutto quello che Porter gli farà, fosse anche solo un proiettile tra le chiappe. Non vedo l'ora che arrivi quel momento.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
14/11/23, ore 06:56
Cap. 9:

Ti dirò, quando è comparso lo sciamano per un attimo ho pensato che fosse Mauro Corona. È uguale uguale: barba lunga e grigia, aria selvatica, perfino un lupo da compagnia.

Comunque, è proprio vero che a volte bisogna rischiare per ottenere dei risultati. Porter si è letteralmente buttato nel buio, con questo sciamano. Non sapeva né chi era né cosa avrebbe fatto e se sarebbe effettivamente servito a qualcosa. Eppure l'ha fatto lo stesso, anche perché non aveva molto da perdere. E a quanto pare, è servito a qualcosa. Mi sembra che sia messo un po' meglio di prima, psicologicamente parlando. Non resta che sperare che il suo ritorno in Afghanistan abbia risultati altrettanto positivi.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
13/11/23, ore 10:24
Cap. 3:

Eccomi! Scusa se sono sparita ma un po' sono incasinata e un po', te lo confesso, leggere questa storia mia fa male, quindi devo farlo quando sono in vena e soprattutto rilassata. Non vorrei essere fraintesa, è una storia (per ora) davvero interessante, piena di verità e dolore e scritta da dio, ma è l'argomento che mi fa star male.
Ti dico solo che conosco benissimo che cosa sia un attacco di panico, no, non nesoffro più da anni luce per fortuna, ma la tua descrizone così dannatamente calzante, mi ha fatto riaffiorare cose che non ricordo volentieri.
Detto questo, cosa devo dirti? Sembra a tratti di vedere (sì vedere, perché le immagini che costruisci sono nitide) addittura un documentario sull'argomento. Sei bravissimo e non so più in che lingua dirtelo. Per carità non smetere mai di scrivere che sarebbe un gran perdita per noi lettori.
Quondi ti salutp e aggiungo che proseguirò la lettura, ma se sarò forse lenta sai il perché.
Buon inizio settimana e alla prossima :)

Recensore Master
10/11/23, ore 12:21
Cap. 8:

Eh, me lo immaginavo che prima o poi si sarebbe arrivato a questo. Era solo questione di tempo prima che Porter entrasse in contatto col magico mondo delle sostanze stupefacenti. Pillole simpatiche, farina colombiana...tutte che danno un aiuto. O meglio, che ti danno l'illusione di aiutarti, quando in realtà è tutto solo un'illusione di cui diventi subito dipendente.

Un risvolto positivo, però, c'è stato: Porter ha avuto una sorta di epifania, e ha capito che non concluderà mai nulla se non sarà lui per primo a voler guarire. E speriamo bene per lo sciamano!

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
09/11/23, ore 09:18
Cap. 7:

Una cosa che mi è sempre piaciuta è quel bel senso di cameratismo che si viene a creare tra compagni di bevute. Una roba tipicamente maschile, qui amplificata dal fatto che si tratta di veterani. In teoria, dovrebbe servire a qualcosa, ad aiutare il nostro povero Axel. In teoria. In pratica, non ne sono tanto sicuro. Eppure, una parte di me continua a sperare che il poveretto trovi la strada per una piena guarigione. Direi che se lo merita, con tutto quello che ha passato.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
08/11/23, ore 09:14
Cap. 6:

Ecco, questa è un'ottima mossa da parte di Porter. Unirsi a un gruppo formato da veterani, che in quanto tali sanno cosa si passa in certe situazioni e quindi sono più capaci di dare aiuti concreti rispetto a un dottore che magari si è formato solo sui libri.

O almeno questa è la teoria. La realtà, temo, è un altro paio di maniche. Soprattutto considerando che Porter ha ancora gli incubi, e che ora ha pure delle allucinazioni live action. L'alcol aiuta solo fino a un certo punto, purtroppo. La vedo molto brutta per il nostro povero soldato.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
07/11/23, ore 09:18
Cap. 5:

La vita del povero Porter prosegue, stavolta con un trasferimento in un'altra città. Una decisione complessa da giudicare. Se da un lato trovarsi in un ambiente nuovo potrebbe fargli bene, soprattutto visto che ora ha a che fare con una dottoressa che sembra sapere di cosa sta parlando, dall'altro lato non ne sono tanto sicuro. Proprio perchè è un luogo nuovo, dove nessuno lo conosce, Porter potrebbe sentirsi perso e ritrovarsi senza nessuno a cui chiedere aiuto. Ma potrei anche sbagliarmi. Chi vivrà vedrà.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
06/11/23, ore 12:16
Cap. 2:

Un capitolo agghiacciante, scritto con una lucidità spaventosa. Mi sono sentita addosso tutte le sensazioni che hai fatto provare ai protagoniti.
Ho il mal di stomaco, non ti dico altro.
Scusa ma sono rimasta a corto di parole, la violenza mi annichilisce e piuttosto che sciorinare frasi retoriche preferisco tacere.
Questo te la dovrebbe dire lunga su quanto tu sia stato bravo a decrivere questo spaccato così terribile.
Guarda viene quasi da chiedersi se tu non l'abbia vissuto in prima ersona da quanto è vivido.
Dirti bravo è quasi riduttivo, ma lo sei e tanto.
Ci si becca nei prossimi capitoli per ora uncaro saluto e buon inizio settimana.
 

Recensore Master
05/11/23, ore 11:58
Cap. 4:

Eh, fratello eroe. Semmai un poveraccio traumatizzato che fa fatica a riadattarsi ad una vita normale. Con quello che ha passato, del resto, è parecchio difficile. Almeno fosse circondato da persone in grado di dargli un aiuto efficace, concreto. Invece chi c'è? Una dottoressa che starebbe meglio in un salotto televisivo, e un padre che, seppur ben intenzionato, fa danni (è vero che anche lui ha fatto il militare, ma erano tempi diversi. Un'altra guerra, per certi aspetti meno cruenta). Almeno però c'è il gatto, che con la sua presenza coccolosa e morbidosa forse riesce a fare qualcosa per lui.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
04/11/23, ore 10:07
Cap. 2:

Ti dirò, caro Old. Anche se questa storia non è un horror, è comunque parecchio agghiacciante. Immaginare questi poveracci che stanno solo facendo il loro lavoro venire squartati come dei quarti di bue...e soprattutto sapere che robe simili accadono davvero...vengono i brividi solo al pensiero.

Ciò nonostante, leggerò comunque con piacere il resto della storia, visto che rimane sempre una bella lettura e soprattutto una delle tue opere migliori.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
03/11/23, ore 16:17
Cap. 1:

Quello che salta subito all'occhio è la tua naturale e innata capacità di descrizione. Sei così bravo che prendi il lettore e lo infili direttamente dentro la storia. Un'altra cosa è palese, i racconti di guerra sono quelli in cui si metti il cuore, mi spiego, sei bravissimo in tutti contesti che affronti e che io ho letto, ma nelle storie di guerra secondo me hai una marcia in più, perché credo, ma magari mi sbaglio, che come autore siano proprio il tuo pane.
Ovviamente la storia si dipana chiara agli occhi del lettore come se fosse un film e le immagini si susseguono una dietro l'altra, fino mostrarci all'orrore della scena della mattanza e scritta con lucida maestria.
Credo che questa frase : Dabrovski era in ginocchio, stava piangendo convulsamente. Sul viso sporco le lacrime lasciavano tracce bianche come cicatrici. sia semplicemente perfetta e molto evocativa, dice tutto in tre parole.
L'ossessione di Porter di non riuscire ad aiutare i commilitoni, sebbene in sogno la dice lunga sull'angoscia terrificante che certe situazioni e certi traumi possono causare in un essere umano, perché uno crede quando si arruola di essere pronto a scenari raccapriccianti, ma realtà finisce per essere più cruda di qualsiasi immaginazione. Così il PTSD regna sovrano e devasta i soldati.
Un capitolo molto amaro, ma molto vero.
Mi spiace che il sito vada in down in continuazione e mi è toccato leggerlo a rate sperando che mi prenda la recensione, perché davvero è da ieri sera che EFP fa i capricci.
Appena poi tutto si normalizza leggo anche l'altro.
Complimenti come sempre, leggerti è un piacere e sei davvero una garanzia!

Recensore Veterano
21/10/23, ore 17:59
Cap. 1:

Prima classificata [Parimerito] - "Ora non ho più paura" di Old Fashioned 

Grammatica 9/10
Il racconto è corposo, non c’è che dire, e ho avuto bisogno di leggerlo con calma per apprezzarne tutte le sfumature. Del tutto coeso e coerente, stile scorrevole, si legge volentieri. Ho trovato degli errori di per sé minimi ma piuttosto frequenti, nella fattispecie due categorie: l’uso delle maiuscole e le virgole. Dopo i congiuntivi testuali (tuttavia, infine, nel frattempo, alla fine, ecc.) vuole sempre la virgola e, nelle subordinate, avresti dovuto mettere degli incisi. Per esempio: “Ditegli che, se non è un vigliacco schifoso, è meglio che si faccia vedere”. Le maiuscole riguardano, invece, i nomi propri di popoli, sostanze e corpi militari: Afghani, Sami, Terzo Battaglione, Prima Divisione, Alprazolam, Paroxetina, ma anche Pronto Soccorso, per esempio. Un altro problema è l’uso del corsivo: va bene se vuoi mettere in evidenza una parola, un termine in lingua straniera, ma per le citazioni servono le virgolette. Non è, rispetto al corpo del testo, incisivo come in altri casi, ma ha comunque inciso sulla valutazione. Comunque, per quanto è fitto e complesso il testo, si tratta in realtà di minuzie.

Sintomi 5/5 +3
Su questo, ho veramente poco da dire: hai tratteggiato un quadro davvero completo e preciso della patologia. Non solo, anche il contesto della terapia è reso con grande cura. Avendo inserito tutti i sintomi, sei il secondo che si aggiudica tre punti bonus nella valutazione finale. Complimenti!

Gradimento personale 3/3
Se anche lo psichiatra il cui saggio sto attualmente preparando per un esame scrivesse così studierei molto più volentieri. Sei riuscito a riassumere in meno di 40.000 parole decenni di dibattiti sul PTSD e sulle forme di terapia. Le scene di tortura e i flashback sono stati duri da digerire, lo ammetto, ma hanno il pregio di rendere in modo concreto e, comunque, non privo di delicatezza, quegli aspetti della guerra che un civile non sempre ha presente. Mi è piaciuto molto il ragionamento del protagonista: “Pensano che non abbiamo sentimenti.” Ma anche il confronto finale con Iskander non è da meno. Entrambi hanno punti di vista validi, bisogna ammetterlo, il terrorista sta a propria volta effettuando una specie di contrappasso per quello che fanno gli Americani sul suo territorio. Molto interessante il fatto che anche la sua brutalità ha delle ragioni di fondo. Parte del dibattito sul PTSD, infatti, riguarda anche l’identità culturale e come le varie popolazioni incanalino e gestiscano esperienze e ricordi. E’ una cosa che rendi molto bene nelle varie reazioni che le persone hanno al problema di Porter: dal padre che riduce tutto a un pragmatismo devastante, agli psichiatri con i loro test diagnostici ed i farmaci, allo sciamano che, in un modo poco ortodosso, riesce a sbloccare finalmente la situazione. Anche il finale è molto interessante, da questo punto di vista: certo, non ha seguito un percorso di cura ortodosso ma sembra che il nostro abbia trovato una quadra alla propria situazione. Conoscendo la persona del suo antenato Job Porter – sì, ho notato la citazione – sono sicura che anche la degna progenie cadrà in piedi nonostante l’inchiesta e le difficoltà. Complimenti, un lavoro davvero eccellente!

Totale 17/18 + 3 = 20

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Recensore Junior
30/09/23, ore 15:23
Cap. 1:

Caro Old, eccomi qui! Come ti avevo anticipato, mi son segnata questa storia, molto curiosa di leggerla, e finalmente l'ho fatto, quindi adesso mi devi sopportare coi miei commenti xD
In realtà prometto di non blaterare, anche perché certi argomenti, nella loro complessità, non richiedono ciance, anzi. E ho apprezzato di questa lunga os proprio l'asciuttezza e la misura con cui hai reso la guerra e l'effetto devastante che ha su un ragazzino. La storia di Axel ci mostra quanto a poco servano le parole o tutti "metodi di contenimento" molto razionali, tipici della mentalità dell'Occidente, nell'affrontare i traumi, metodi che non si confrontano con l'orrore insito nella vita, non ne hanno le capacità, forse proprio il coraggio.
Il passaggio che mi ha colpito di più, come potrai forse immaginare, è proprio quando il giovane Porter pensa al confronto con l'orrore e a come Iskander e molti della sua razza ne abbiano fatto uno strumento. Lo capisce anche lui, a un certo punto, dopo tanto travaglio, che l'unico modo per avere un po' di pace è confrontarsi con l'orrore, "guardare il buio ad occhi aperti" per citare una bellissima frase di Carrère che mi è sempre rimasta impressa. Tutte le soluzioni per curare il suo disturbo, quando rientra in patria, si sono rivelate fallimentari, tanto da spingerlo quasi al suicidio, buttando via quella vita miracolosamente "graziata" ancorché maledetta dal peso di essere sopravvissuto; ed è particolare come trovi il modo di uscire da quella spirale non grazie ai metodi appunto razionali, scientifici, burocratici che gli offrono i suoi simili, ma in una visione più vasta e ancestrale, mi sembra il termine giusto (a te molto caro, lo so!) che lo porta non a un mero disegno di vendetta ma di giustizia, anche per sé, per acquietare il senso di colpa che prova.
Interessante poi anche il confronto con il padre, che è della parrocchia di stringere i denti e andare avanti, un'altra generazione che non riesce a capire il turbamento del figlio. In realtà lui e Axel sono più simili di quel che si pensa,  solo che Axel per me fa un "passo in più", più spirituale, ecco. Dall'esterno può sembrare una pazzia la sua decisione di ritornare in Afghanistan, letteralmente nell'inferno, ma si vede che era quello di cui la sua anima aveva bisogno: doveva chiudere il cerchio, in barba a qualsiasi possibile ripercussione, altrimenti non avrebbe mai smesso di tormentarsi per tutta la vita. È qualcosa che un tribunale o la società non potrà mai capire, ma d'altronde si parla di guerra e in guerra le leggi degli uomini scompaiono, se ne impongono altre. Questa storia mostra molto bene tutto ciò.

Ecco, come vedi mi è venuto un commento un po' pseudo-filosofico delirante, spero che si sia capito qualcosa ^^' È che questa storia mi ha ispirato una lettura, come dire, a diversi livelli. Ovviamente, non c'è bisogno che lo dico, è ottimamente scritta, sempre tanti complimenti per il tuo stile lineare eppure risonante, per la precisione delle dinamiche belliche e gli slanci suggestivi qua e là, quando descrivi certi paesaggi, che arrichiscono il testo e fanno avere la sensazione di essere proprio lì, tra le montagne, in un paese di guerra, in un buio così denso da non avere nessuna luce.
Chapeau, dunque, e tantissimi auguri per il contest! 
Prim

Recensore Master
10/09/23, ore 11:55
Cap. 1:

Carissimo, sprezzante del pericolo e ignorando i tuoi avvertimenti a stare lontano da questa storia a causa della sua lunghezza, eccomi a commentare la vicenda di Axel; una vicenda umana e personale sullo sfondo tragico della guerra in Afganistan.
Sapere, col senno di poi, com'è finita la permanenza degli americani in quella regione rende ancora più drammatico il sacrificio di moltissime giovani vite.
Dicevo vicenda personale, quasi intima, perché nonostante i continui pattugliamnti, gli scontri e gli agguati, fin dall'inizio c'è il soldato in primo piano e tutto quello che gli accade intorno viene filtrato attraverso il suo punto di vista. Axel non sta bene, s'intuisce subito, ma riesce a reggere alla pressione fintanto che può contare sul supporto della sua squadra, quando questo precario equilibrio va in frantumi comincia la sua discesa all'inferno.
Un trauma del genere ti segna a vita e non c'è terapia o supporto che tengano, lo vediamo quindi peregrinare da uno psicologo all'altro, cadere nella dipendenza da alcol e psicofarmaci, nella quasi totale incomprensione della sua famiglia.
Il padre soprattutto, che appartiene ad un'altra generazione, altri valori, altre esperienze e non vede le ferite dell'anima liquidandole come debolezze di carattere.
Il gruppo di supporto rappresenta il punto di svolta e anche il punto più basso a cui arriva Axel, che tenta il suicidio (e la cosa non mi stupisce!).
L'incontro provvidenziale con lo sciamano è, a mio parere, la parte più bella della storia: il momento della rinascita e della consapevolezza. 
Non è un miracolo, non ha guarito Axel, ma lo ha rimesso in piedi e gli ha ridato uno scopo.
La parte finale è la chiusura del cerchio, il giovane soldato va a completare la sua missione, per dare pace a sé stesso, anche se non è la pace in senso religioso, quanto piuttosto un venire a patti con le proprie paure e riuscire a dominarle.
Per concludere: menzione d'onore non solo al protagonista, che hai delineato così bene, ma anche ai molti personaggi secondari come appunto lo sciamano, la seconda psicologa militare, i veterani del gruppo di supporto.
Ovviamente ti faccio un grosso in bocca al mannaro (o allo spirito lupo dello sciamano ^^) per il contest!

Recensore Master
06/09/23, ore 14:15
Cap. 1:

Carissimo,
ho letto tutta la storia con molta attenzione e i passaggi vissuti da Axel, resi nei vari blocchi narratologici sino alla conclusione, sono svolti con giusta misura e notevole capacità argomantativa. Mi riservo di commentare quando pubblicherai per capitoli, ma volevo comunque lasciare un pensiero. ^^
Un bacio!