Recensioni per
Senza Anima*
di elleclaire

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
26/10/09, ore 18:49

Prima una domanda logistica: come hai fatto a fissarti nello specchio con intensità, e contemporaneamente a guardare i secondi scorrere su un orologio? ma questa è più una battuta che una curiosità.
Parli della rabbia oggi, ma questo si era capito...ma a differenza di molti, forse troppi, non parli di un motivo, di una rabbia particolare, ma del concetto stesso di rabbia, cosa alquanto complessa, come tutta questa raccolta, e che merita, quanto meno, molta attenzione, se non un pò d'ammirazione. Ripeti spesso che la rabbia è luminosa, e forse ho capito di cosa stai parlando, ovviamente con un pò d'azzardo; quest'affermazione equivale in un certo qual modo a dire che la rabbia è fonte di una certa energia, e l'energia letterariamente intesa è spesso fonte di luce. Ed è quindi per questo che si impone, come quel piccolo demone bugiardo - bugiardo perché acceca, e ti può far credere quello che vuole - e anche se sembri attratta da questo fenomeno, vuoi fuggirne disperatamente, nonostante ogni volta "ci caschi". "Non mi guardate come se fossi pazza./Pazza??/Pazza?/Pazza." Perché quei punti interrogativi? cosa significano? Perché ripetere una parola di un concetto completo, che sussiste da sé? Mi sembra una scelta non azzeccata (non dirmi che è perché sei fatta, tutto può essere ricollegato a un pensiero, e anche se può sembrare strano, anche e soprattutto nell'incoscenza si riesce a dare un senso alle proprie parole, però queste proprio non ce l'hanno). Ultima riflessione, appena accennata (per caso ti era venuto sonno?) è sulla tristezza, derivato diretto della rabbia. Ma proprio perché appena accennato, non si può dire nulla ancora, ma solo che può sembrare evocativo, in un certo senso...alla prossima. Leo

Recensore Junior
05/10/09, ore 16:06

Oh, ma a me le cose personali interessano eccome: ma non posso dire che questi siano solo pensieri unicamente rivolti a te stessa; alcune delle cose che hai detto sembrano essere proprio imposizioni generiche, qualcosa che è universalmente accettato, e che tale non è, per nulla, proprio perché, come hai detto, il mondo è vario, forse non troppo bello, ma sicuramente vario. Soprattutto, prima di comiciare la vera recensione, vorrei porre ai tuoi occhi la seguente frase: "Il riferimento alla bibbia è puramente casuale, visto che la considero un mucchio di cazzate da leggere solo come racconto mitologico." Vedi, non sarò certo io a dire che questa frase è "sbagliata" o "blasfema" che sono parole che non mi appartengono. Posso però dire che questa è una frase offensiva, e non tanto neppure per chi ci crede a quelle che tu definisci cazzate, ma per tutti quelli che a quel libro hanno dedicato la loro vita. Credo che tu sicuramente intuisca che esso è più un reperto storico di elevatissima importanza, piuttosto che una fede accettabile. E su questo reperto c'hanno perso l'esistenza persone come te e me, quindi scriverei a cuor leggero una cosa del genere. Ma non fossiliziamoci, ognuno, per me, può dire ciò che vuole! Questa volta hai toccato numerosi argomenti, alcuni delicati, come l'amore e la pazzia, altri molto più brutali, come il razzismo, l'odio, il classismo. Mi trovi quasi completamente d'accordo con te, in tutto quello che hai detto. Ma quando parli di questi "illuminati", beh, io davvero non capisco...nel senso che per te queste persone diciamo che "sanno", ovvero persone che accettano e condividono tutto quello che tu hai detto in questo nuovo flusso. Ma, io penso che il pensiero delle persone si formi a poco a poco, a seconda dell'ambiente, delle esperienze, dei pensieri con cui entra a contatto. Per cui è anche ovvio che chi non entra in contatto con de andré (esempio preso solo perché lo conosco meglio di John Lennon) non può certo pensare come de andré, no?! E quindi come fai a dire che una persona è illuminata e un'altra no, se non può esistere la parità delle esperienze? Spero che mi risponderai presto. Alla prossima. Leo

Recensore Junior
03/10/09, ore 14:38
Cap. 3:

Penso che questo capitolo sarà presto eliminato, ma non sarò io a dare "l'allarme"...penso sia inutile...Ma voglio ugualmente rispondere finché sono in tempo; forse non è a te che l'ho detto, non ricordo, e comunque ripetermi è quello che so fare meglio: Non possiamo sapere cos'è "giusto" e cosa è "sbagliato", ma forse possiamo dire cosa è "utile" a noi. Ad esempio, io posso domandarmi: "è giusto adeguarsi?". A questa domanda però non troverò mai risposta, perché esistono innumerevoli giustizie, completamente diverse tra di loro. Se invece io mi domando "è utile adeguarsi?" io so rispondermi! No, non è utile, perché l'adeguamento mi rende incapace di discutere (discutere con chi la pensa come te non è certo divertente, ne tantomeno utile). Così anche per l'argomento che poni tu: possiamo domandarci "è giusto che l'uomo cerchi di prevalere?". E io, bellamente e nella mia totale ignoranza risponderò: Boh?! Ma se invece ci chiediamo: "è utile che l'uomo cerchi di prevalere?" allora tutto cambia...perché, si, per l'uomo è sicuramente utile prevalere, in nome della sopravvivenza. Qualunque altra specie lo fa, anche se forse solo l'uomo c'è riuscito seriamente. Ma la domanda precedente è solo una domanda in generale, e non mi da nulla di diverso dalla semplice ricerca di uno scopo per vivere. Invece, nel particolare, ci sono innumerevoli domande, che possono avere altrettante risposte: "è utile modificare le abitudini naturali per prevalere?". Questa sicuramente ha bisogno di una riflessione in più, perché, nonostante sia comunque una domanda abbastanza generica, tocca un argomento delicato. La sopravvivenza dell'uomo vale la morte di un'altra specie? difficile a dirsi; e non perché io voglia essere egoista o quant'altro, ma è una domanda lecita da farsi. Se io ti dico "o muori tu o muore una cimice" tu che mi rispondi? sei pronta a sacrificarti per una cimice? E se lo chiedessi alla cimice, secondo te cosa risponderebbe? Io non voglio certo proteggere il genere umano, che, dal mio punto di vista, ha fatto parecchie scelte disutili in questo senso, ma ammetto che anch'io sono figlio di queste scelte, e se non le condivido è solo perché anch'io ho scelto; quindi rispetto quello che c'è al di la di me, sperando che di ritorno ci sia lo stesso rispetto che, in un certo senso, io regalo in questo modo, e di solito spero che gli stessi pensieri che io affronto davanti a un'idea diversa dalla mia siano affrontati anche da chi guarda la mia idea dall'esterno. Sono sempre pronto a mettermi in gioco! Detto questo vorrei anche scusarmi, perché forse nella precedente discussione mi sono espresso male: secondo me il flusso di pensieri (quello inconcepibile) è un qualcosa che va al di la delle parole e delle immagini; è ovvio che è sempre lui a dominare i nostri sentimenti, le nostre parole, i nostri pensieri (quelli che invece sono razionali e che ci fanno dire cose sensate piu o meno) ma che se fosse davvero preso da solo, non sarebbe nulla. Non potrebbe essere nemmeno l'insieme di parole, perché nel flusso di pensiero vorticano immagini, suoni, parole, emozioni, idee, anche qualcosa di cui noi non siamo neppure a conoscenza, in maniera continua e ininterrotta (i sogni sono un modo per esternare per un momento il flusso) e in un istante solo riusciamo a pensare a miliardi e miliardi di cose, che spesso, spessissimo, non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro. Perciò penso sarebbe riduttivo dire che questo è tutto il tuo flusso di coscienza di quel determinato momento! Penso tra l'altro che tu sia una persona intelligente, quindi non posso neanche dire che sia possibile. Infine concludo ringraziandoti per la recensione che anche tu hai lasciato a quella mia poesia, a cui, in un certo qual senso, tengo molto. Alla prossima. Leo

Recensore Junior
02/10/09, ore 22:50

Forse non riuscirò a rispondere, anzi, certamente è così! Ma posso provare a porre le mie riflessioni in uno spazio virtuale, qualcosa che è completamente sotto il dominio dell'uomo, un'insieme di bit e di collegamenti strategici fatti da quegli elementi naturali che l'uomo non è riuscito a distruggere, forse perché non ne aveva bisogno! Forse perché quegli elementi sono "utili". Utili, è una parola bella, e psicologicamente parlando, è proprio la più giusta per cercare di ragionare. L'uomo cerca la perfezione; la perfezione è fatta di elementi accatastati che sono utili a ogni occasione. O forse chissà, la perfezione è un limite illimitato che l'uomo ha creato per far finta di avere uno scopo, e quindi vivere l'intera vita all'insegna del "perfezionamento", elemento utile per non impazzire. Pensiamo: se non ci fosse questo limite, se l'uomo fosse condizionato solo dagli istinti, o peggio, se fosse guidato da una ragione assoluta, l'uomo non esisterebbe, perché non ne avrebbe voglia! D'altro canto la miscela di questi due elementi, istinto e ragione, ha una chimica difficile da gestire. Conseguenza vuole che l'uomo sia divenuto un essere incontrollabile, in quanto il migliore di questo mondo. Vediamo però, per esempio, in questi giorni come la casualità, la natura che abbiamo modificato nel tempo (a dispetto di quanto hai detto sul fatto che l'uomo non sia riuscito a cambiare La terra, l'acqua, l'aria...) ha perso l'equilibrio di cui era dotata, equilibrio dettato dalle sue leggi, la sua fisica, che noi uomini abbiamo deciso di sfruttare a nostro vantaggio, perché utile alla nostra vita. Ma gli stessi studi umani hanno dimostrato che una specie che sta prevalendo troppo su altre, viene naturalmente selezionata per scemare velocemente e riequilibrare la natura stessa. L'uomo non fa eccezione! Il primo capitolo mi è piaciuto molto meno, e ti spiego il perché: il perché non è sempre una domanda utile; chiederci continuamente perché siamo al mondo senza trovare nessuna risposta soddisfacente a parte il "niente" non ci aiuterà certo. Non abbiamo scopo? Lo si crea! E poi diciamocela tutta: siamo tutti bravi a lamentarci di questa vita, ma sembra che mai nessuno, nessuno faccia nulla per migliorare anche solo la vita di quelli che gli stanno più vicini (una famiglia, un paese, una città!). Non dico che ognuno di noi dovrebbe cambiare il mondo (sarebbe solo un inutile caos) anche perché per il singolo diventa abbastanza complesso, e sicuramente è più un lavoro da fare in "collettività" (che è una parola bellissima secondo me) ma dico almeno di adottare quelle attenzioni che potrebbero migliorarci, e far riflettere! E chissà se il mondo non cambierà davvero dopo un pò...Infine volevo fare un'ultimissima osservazione: se riesci davvero a tenere a bada il tuo flusso di pensieri, e a renderlo tale da poter scrivere qualcosa che abbia un senso (e perciò in contraddizione con la categoria in cui è inserita) penso di doverti fare i miei più grandi complimenti! Ma io penso che questo sia solo quello che riesci a cogliere in un particolare momento e che il flusso di pensieri sia qualcosa di talmente complesso da poter capire solo in parte. Freud non c'è riuscito...Comunque aspetterò un seguito, per altri eventuali spunti di riflessione!^__^ Leo

Nuovo recensore
01/10/09, ore 22:48

Wow, è davvero un flusso di pensieri inarrestabili e maledettamente veri. Questa fic mi ha offerto vari argomenti sui quali pensare, in primo sulla perfezione. E' vero, noi umani cerchiamo sempre di raggiungerla in tutto quello che facciamo; cambiamo, variamo e distruggiamo per averla e alla fine non ci arriviamo mai. E' come correre dietro ad una luce che rimane in lontananza. Invece i fenomeni naturali non si variano, e durano per ere ed ere. Forse dovremmo cercare di capire cosa voglia dire.
I miei complimenti, in ogni caso.