In genere il mio approccio nei confronti delle fanfiction è abbastanza diffidente, lo ammetto: scrivere una storia è qualcosa di estremamente complesso anche nel caso della trama più semplice, in quanto entrano in gioco una serie infinita di fattori quali la grammatica, il lessico, la logica, le conoscenze personali, tutti quei fattori, per dirla breve, che rendono scorrevole e consequenziale la lettura, in poche parole, piacevole.
Se c'è qualcosa che salta subito all'occhio leggendo la tua storia, è proprio l'incontestabile bravura nel mantenere il lettore avvinto alla narrazione: il risultato è che ho comiciato quasi per caso con il leggere il primo capitolo, e quasi senza accorgermene mi son ritrovata all'ultimo. Al di là quindi di tutto quel che si può dire sui pro e i contro, il primo fattore che segna il successo del tuo lavoro è proprio questo.
Entrando più nel dettaglio, ho trovato ammirevole il modo in cui pur mantenendo sempre uno stile e un linguaggio estremamente semplici, hai saputo descrivere gli stati d'animo dei personaggi, in particolar modo di Harry: il suo avvilimento, rimorso, forse anche vergogna, ma soprattutto stanchezza, sono palpabili e lasciano sfinito anche chi legge: il pensatoio è al centro di un conflitto interiore non indifferente, bramato e aborrito allo stesso tempo, non strumento per creare ordine dal caos, come ce l'aveva mostrato Silente, ma mezzo sacrilego, disdicevole e biasimevole, abisso oscuro della dimenticanza, unico custode della verità, unico vero amico e unico vero nemico. E' un Harry diverso da quello della Rowling, un Harry che lotta di meno e pensa di più, ma neppure così dissimile: semplicemente hai esasperato una tendenza che già era presente nel romanzo, ma che lì appariva sempre oscurata dall'idea che vi fosse un piano superiore, più geniale di quello che poteva pensare Harry. Qui lui è solo, non ha più nulla per cui lottare, la sua vita è svuotata ancora prima di iniziare davvero: e senza un vero obiettivo, il passato incombe sul presente.
Più vicini all'originale i personaggi di Ron e Hermione, forse anche un po' troppo stereotipati, ma senza infastidire: continuano a fare da spalla al protagonista, e i tuoi dialoghi sono molto ben costruiti.
L'idea di creare una realtà parallela che metta in dubbio quella che noi conosciamo e che mai avremmo messo in discussione, è geniale: questo ambiente asettico, appena abbozzato, che sa di ospedale e manicomio senza mai confermarlo o darlo per scontato, questo pallido luogo biancastro, così concettualmente oscuro, risveglia l'attenzione e il gusto del mistero, perfino del proibito: che sia davvero un mondo babbano? Questa realtà acquattata nel sogno, in agguato, sovverte la logica e scatena il dubbio: che sia la nostra logica ad essere sbagliata?
E intanto le incognite si sollevano, l'una dietro l'altra, alcune anche apparentemente contraddittorie: come può un babbano insegnare ad Hogwarts? Che ne è della Legge sulla Segretezza e delle Protezioni Anti-Babbani? Cosa ci fa un Runespoor a Diagon Alley e perchè i tre non ne discutono nè mostrano sorpresa quanto meno per il fatto che non si tratti di un comune serpente? Cosa significa che "da esso volavano non lingue di fuoco, ma migliaia di ciocche rosse, simili a quelle di Ginny"? Come mai il taglio sulla mano che avrebbe dovuto mostrarsi nuovamente al suo ritorno nella realtà dell'ospedale compare invece in quella di Hogwarts? E in ogni caso in che modo avrebbe dimostrato che Silente era nel giusto se la realtà di Hogwarts continuava ad essere considerata un sogno indipendente da quella realtà, e viceversa? Come hanno potuto mischiarsi i due mondi? Come e quando Hermione ha imparato la Legilimanzia? Come mai se Piton pensa che la realtà magica di Harry sia un sogno, afferma che Harry dovrebbe recuperare i suoi ricordi lasciati lì nel Pensatoio? Che valore dovrebbe avere per lui? Queste sono alcune delle domande che mi sono posta, ma dato che la storia si presenta assai complessa, attendo il resto per vedere come le risposte saranno sviscerate, poichè da come hai impostato la faccenda son certa non lascerai nulla in sospeso ^^ E in fondo, son proprio queste incognite che spingono il lettore ad andare sempre più avanti, in cerca di una spiegazione, di una logica, trovandosi invece innanzi sempre più elementi da incastrare. Perfetto XD
Anche alcuni incantesimi risultatano diversi, lo Stupeficium che non fa perdere i sensi, il Somnium Cruciatus, la trasfigurazione di un animale in un uomo (per lo meno nella forma): un'ottima inventiva, e variazioni che non disturbano e funzionali al racconto. Forse per l'ultimo vi avrei visto qualche implicazione etica più da Ufficio Misteri, ma è pur sempre il tuo mondo, non il mio nè quello della Rowling.
La figura del Tassorosso è un nuovo superbo elemento: pare essere un mix di più personaggi, e certamente avrà una storia interessante. Attenderò anche gli sviluppi su quel fronte ^^
Come Marge ti consiglio anch'io di revisionare i tuoi capitoli per via dei numerosi errori di battitura, e da qualche parte che non ricordo, anche un congiuntivo poco appropriato XD Ma nulla che un'attenta rilettura non possa risolvere.
Il tuo stile è effettivamente simile per certi versi a quello della Rowling, ma allo stesso tempo più slegato: forse qualche passaggio andrebbe approfondito di più prima di "cambiare argomento" XD Ma questo rientra nel gusto personale ^^
Complimenti ;)
Angela |