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Autore: asyouwishmilady    28/03/2012    6 recensioni
Ero totalmente innamorata del mio sexy capo omosessuale da ormai 4 anni, ed ero perfettamente consapevole del fatto che lui non avrebbe di certo cambiato orientamento sessuale. Non per me.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«So che sei stata ferita prima d'ora ma mai dire mai, piccola.
Rallenta e non chiudere la porta:

hai aspettato tanto.

So che il tuo cuore è stato messo sotto pressione
ma sei arrivata così lontano,
quindi non correre via.
So che stai per arrenderti.
Voglio solo darti amore
e cercare di farti sorridere.
»


Tenevo gli occhi fissi sul quadrante del mio orologio preferito, quello che mi aveva regalato mia nonna per la cresima. Mancava meno di un minuto alla scadenza dei quindici minuti, eppure non avevo la forza di entrare. Durante il tragitto non avevo fatto che abbassarmi la gonna – rischiando di strapparla – temendo che il richiamo fosse proprio per quello: “abbigliamento non decoroso per la fama della rivista”.
 
«Prego» la porta dell’ufficio si spalancò e lui fece capolino, invitandomi ad entrare. Ero così tesa che, sedendomi, quasi ribaltai la sedia traballante.
 
Dopo aver tirato un sospiro di sollievo per essermi salvata da un’irrimediabile figuraccia, accavallai le gambe e cominciai a concentrarmi su di lui.
 
 «Ti chiederai per quale motivo ti ho convocata qui, beh…» si perse in un risolino divertito e malvagio al contempo.
 
«Dunque» proseguì prendendosi tutto il tempo di cui aveva bisogno «Sono rimasto particolarmente sbalordito dalle recensioni sulla tua, ehm, piccola rubrica»
 
«Spero che…» lo interruppi quasi involontariamente, presa dall’ansia. Lui ringhiò, infastidito.
 
«Voglio darti una bella promozione, te la meriti» si allungò da dietro la scrivania abbastanza da appoggiare la sua mano calda alla mia gelida.
 
Non sapevo cosa dire, né cosa fare. Mi limitai ad alzare lo sguardo in cerca dei suoi occhi, anche se sapevo che era una mossa pericolosa.
 
«Sono molto orgoglioso di te» continuò, senza scostare la mano «Sei incredibilmente migliorata in questi anni. Hai reso appassionante una rubrica di scarto».
 
Feci spallucce ed abbassai gli occhi. Sapevo di essermi impegnata e sapevo di averlo fatto per lui (ma questo sarebbe stato un mio segreto).
 
Aspettavo questa gratificazione dal primo giorno e, ora che l’avevo ottenuta, la scoprii ancora più appagante di quanto mi fossi mai immaginata.
 
Respirai profondamente e mi decisi a riportare i miei occhi a suoi. Qualcosa mi diceva che lui non li aveva mai staccati.
 
«Celine…» mormorò in tono impercettibile.
 
«Boss, io…» accennai appena, prima che lui infilasse le sue dita tra le mie.
 
«Nicholas, chiamami, Nicholas» annuii con un sorriso nervoso in volto: la visione di lui così inverosimilmente umano mi metteva in soggezione.
 
Aprii lievemente la bocca per parlare, ma ogni frase mi sembrava inopportuna in quel momento.
 
«Allora… Che mi dici?» chiese lui, con lo sguardo immobile fisso su di me.
 
Il battito cardiaco mi aumentò. Ogni mossa mi sembrava sbagliata. Rimasi per qualche istante a squadrarlo, con espressione frustrata. Da vicino non era solo bello: era caldo, protettivo.
 
«Perché non vieni qui?» si picchiettò ripetutamente sulla gamba, per indicarmi di sedermi in braccio a lui.
 
Lasciai la presa della sua mano e mi accorsi, con grande sorpresa, che mi sentivo come se mi fosse stato tolto un pezzo di corpo.
 
Mi avvicinai a lui a grandi passi, con i tacchi che rimbombavano sul pavimento. Immaginavo che avrebbe voluto che mi mettessi a cavalcioni su di lui – o almeno io lo desideravo terribilmente – ma fui costretta dalla gonna troppo stretta ad accomodarmi di lato sulle sue gambe confortevoli.
 
Mi afferrò all’improvviso dal retro delle ginocchia e mi avvicinò ulteriormente a sé, per sfilarmi le scarpe con un gesto secco.
 
«Non voglio che rischi di romperti una caviglia» disse serio, proponendo però quella frase come battuta. Gli sorrisi più ampiamente del dovuto per poi lasciare cadere la testa sulla sua spalla.
 
Lui appoggiò le labbra sul al mio orecchio, provocandomi lunghi brividi lungo la schiena. Mi voltai di scatto verso il suo viso e, evitando il suo sguardo, gli posai un leggero baciò all’angolo della bocca. Mi cinse con forza i fianchi e premette le sue labbra sulle mie, fino a farle aderire perfettamente. Poco dopo iniziò a muoverle lentamente, ma così appassionatamente da farmi sussultare.
 
«Che c’è?» biascicò senza smettere di baciarmi. Io, quasi senza fiato, lo tranquillizzai con una carezza sulla guancia. Sorrise, staccandosi per pochi secondi da me.
 
Mi affrettai ad incollarmi di nuovo a lui, spaventata all’idea che, improvvisamente, mi sarei potuta svegliare da questo sogno meraviglioso.
 
Lui si avvicinò ulteriormente a me e, finalmente, insinuò la lingua nella mia bocca e prese a giocherellare con la mia.
 
Mi scoprii del tutto rapita da quella sua mossa: non ero più in grado neppure di coordinare i pensieri.
 
Lo sentii eccitarsi sotto di me, mentre mi stringeva sempre più forte. All’improvviso allentò la presa e mi invitò ad alzarmi in piedi. Lui fece lo stesso e corse tra mie braccia a baciarmi di nuovo.
 
Accarezzò pressoché tutta la mia gonna, in cerca della cerniera per togliermi da quel fastidioso impiccio.
 
Guidai la sua mano sulla zip e lui la abbassò con frenesia per poi sfilarmela e lanciarla a terra, insieme ai collant.
 
Come una leonessa mi buttai sulla sua giacca e gliela tolsi in fretta, per passare poi a slacciare – uno ad uno – i bottoni della sua camicia, sotto il suo sguardo eccitato. Man mano che scoprivo il suo petto mi sentivo sempre meno consapevole.
 
Lui, come per vendetta, sbottonò la mia camicia e, incapace di fermarsi, mi strappo letteralmente anche la canottiera.
 
Non mi sentivo in imbarazzo, nelle mie imperfezioni, a restare semi nuda si fronte a lui, a dire la verità non mi ero mai sentita così disinibita.
 
Gli sfilai i pantaloni e rimasi fissarlo per qualche istante. Lui voleva me – non importava il motivo – e io volevo lui, non c’era altro in quel momento.
 
Indietreggiò di qualche passo e tornò a sedersi sulla sua salda sedia e io, finalmente, mi misi a cavalcioni su di lui.
 
Sentii immediatamente la sua erezione premere contro di me e mi ci strofinai contro per qualche momento, mossa dalla sua espressione seria e vogliosa.
 
Preso dalla foga mi slacciò il reggiseno per poi baciarmi delicatamente i capezzoli. Buttai la testa all’indietro, più per farlo impazzire che per altro. Quando appoggiai i seni contro il suo petto, per baciarlo di nuovo, lo sentii eccitarsi ulteriormente.
 
Con un balzo mi rimisi in piedi e mi chinai sui suoi boxer grigi, baciando ed accarezzando il suo sesso.
 
Tornai in posizione eretta e mi permisi di fare un piccolo strip tease, sotto il suo sguardo selvaggio.
 
Mi sfilai le mutandine con un gesto agile, poi mi voltai e mi chinai lievemente, giusto per provocarlo.
 
Dopo pochissimi istanti lo sentii entrare in me. Io stessa non capivo come avesse potuto essere stato tanto svelto, ma in pochi secondi mi concentrai su tutt’altro.
 
Il piacere mi squarciava e l’idea che lui provasse lo stesso mi appagava ancora di più.
 
All’improvviso mi afferrò dalle spalle mi voltò verso di lui «Prima di continuare, voglio confessarti che sei la prima»
 
Sorrisi «Non si direbbe» dissi poi, con il respiro mozzato.
 
«Volevo solo che tu lo sapessi» terminò tutto d’un fiato.
 
Mi spinse contro il muro e, dopo aver sollevato con delicatezza e decisione la mia gamba destra, mi penetrò.
 
Ogni tanto si avvicinava per baciarmi dolcemente, più spesso io affondavo le mani nei suoi capelli, finché non finimmo in un vortice di piacere così intenso da portarci, in pochi secondi, entrambi al culmine del piacere.
 
Mi prese tra le dita una ciocca di capelli e ci giocherellò mentre riprendeva fiato. Io crollai tra le sue braccia, bisognosa di sentirlo vicino come lo era stato fino a pochi minuti prima.

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Che dire? Spero vi sia piaciuto il capitolo. Nel prossimo ci sarà una bella svolta. Del resto non può essere tutto così semplice per Celine... 
Grazie di aver letto! Un
bacio.

   
 
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