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Autore: NevillePupp    30/03/2012    2 recensioni
Una fanfiction sulla coppia Neville/Hannah che spero sia di vostro gradimento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hannah/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Un tonfo di baule buttato a terra.
Neville aveva appena sistemato le sue cose nella stanza da letto per gli ospiti nella casa di Han.
"Suo padre.....non credo proprio di andargli a genio,credo...." mormorò un po' tristemente e prese e trafficare con il suo bagaglio,guardandosi intorno per cercare il posto migliore dove sistemare le sue cose.
La stanza era piuttosto spaziosa e abbastanza luminosa. L'arredamento di una normale casa di maghi: un paio di comodini,ornamenti magici vari,quadri in movimento e un grande letto,abbastanza esagerato per una sola persona.
< Chissà......dormire insieme su questo letto sarebbe bello....> pensò facendo volare la sua fantasia su qualche romanticheria che vagava nella sua testolina.
Sistemò i suoi abiti con cura,ripose con ordine le sue cose e si sdraiò con le mani dietro la testa sul letto. Han era al piano di sotto con suo padre; di sicuro stavano discutendo su di lui e sul cosa e non poteva fare in quel luogo e con la ragazza.In pratica era vietato il 99% delle comuni azioni che facevano ogni volta che stavano insieme.
Sospirò e si sistemò meglio sul letto con lo sguardo perso sul soffitto.
"Chissà perchè la sfortuna becca solo e soltanto me..." borbottò poggiandosi una mano sulla fronte "Beh pazienza...se non altro ho lei..." cercò di auto consolarsi pensando positivamente.
Si fece forza e con un piccolo slancio si mise a sedere e si alzò successivamente per scendere al piano sottostante.
Già dalle scale si potevano udire le voci delle altre due persone presenti in casa e una di queste sembrava un po' scocciata.
"Ma papà! Perchè non ti piace Nev! Cos'ha che non va? E' cosi gentile e dolce e bravo e paziente e...." la piccola Tassorosso continuò a descrivere il suo amato con una sfilza di aggettivi valorizzanti.
< Non ostinarti a difendermi cosi,Han...ma grazie...> pensò lui mentre udiva la conversazione fermo su un gradino delle scale.
"Semplicemente penso che tu staresti bene con un ragazzo della tua stessa casata o un tizio normale! Insomma non puoi stare con quello lì che pensa solo alle piante,se le sposerebbe epoi pare un tonto!" sbottò il signor Abbott visibilemente scocciato e testardo.
"Non è vero! Neville mi pensa! Sempre!" ribattè decisa la figlia.
"Ti pensa certo...quello pensa solo a slinguazzarsi le mandragole!" 
"Non le slinguazza bene come slinguazza me allora!" lo provocò lei con uno sguardo furente.
Il signor Abbott scattò in piedi, sbattendo una mano sul tavolo.
"LUI COSA?! Da questo momento niente più baci in questa casa,niente più abbracci qui dentro! Voglio che stiate a debita distanza!Ora vai in camera tua!" urlò indicando la porta.
Senza un fiato,Han imboccò l'uscita e corse verso la rampa di scale. Neville sentendola arrivare si sbrigò a tornare su a fingere di essere appena uscito dalla sua stanza;quella discussione lo aveva fatto sentire in colpa,per colpa sua Han e suo padre stavano litigando...
Incrociò il suo sguardo uscendo dalla stanza di nuovo e le chiese con l'aria più vaga possibile cosa fosse successo.Lei si limitò a sorridergli e ad accarezzarle il viso,rassicurandolo mentendo che andasse tutto bene e si diresse verso la sua stanza.
Un lampo di tristezza si dipinse sul suo volto e rientrando si lasciò cadere sul letto,preso dai sensi di colpa.
< E' colpa mia,non sarei dovuto venire....> pensò tristemente < ho creato un pasticcio....> 
Nervosamente si agitò sul letto fino a sera tarda quando scese per la cena.
Arrivò in cucina con gli altri che lo stavano aspettando e cenarono in un'atmosfera silenziosa e inquieta;si sentivà come un babbano tra due maghi: estraneo.
Lui era la causa dela rottura dell'armonia in quella casa e le occhiatacce del signor Abbott ne erano la prova più che sufficiente.
Finito di mangiare si congedò e tornò nella sua camera in silenzio,senza guardare Han.
Quella notte aveva previsto un sonno molto agitato.
 
Ormai era notte fonda quando Neville si ritrovò ad occhi aperti nel letto.Non riusciva a dormire,il pensiero del dolore che stava provando Han lo tormentava. Guardò fuori la finestra e vide solo il buio.Una pallida luna rischiarava il giardino che circondava la casa.Tutto taceva,nessun rumore tanto che sentì chiudersi lentamente gli occhi. All'improvviso un rumore di passi nel corridoio lo fece sussultare.Si dirigevano verso la sua stanza velocemente.Impugnò la bacchetta dal comodino temendo l'intrusione di un estraneo e sentì girare la maniglia della porta della sua stanza.
< Oggi sta succedendo proprio di tutto....> 
Deglutì e tenne la bacchetta puntata contro la porta.Questa si aprì e ne emerse dall'ombra la figura di Han che svelata gli fece segno di stare zitto e chiuse la porta,bloccandola.
Rimase a bocca aperta e la osservò avvicinarsi a lui.
"Che ci fai qui!?" bisbigliò con una voce preoccupata. "Se ci bacca tuo padre,mi ammazza!" Cominciò a bisbigliare agitato e lei scosse la testa sorridente e lo baciò per farlo stare zitto.
Ricambiò il bacio un po' impacciatamente non aspettandoselo e si ammutolì.
"Bene,cosi va meglio!" Ridacchiò lei infilandosi accanto a lui nel letto e poggiando la testa sul suo petto.
Lui sospirò e le cinse le spalle,abbracciandola e tenendola a se cominciando a farle un po' di coccole.
"Lontana dai guai mai vero?" sorrise tra se e se.
"Mai,dovresti saperlo.." rispose lei con un sorriso beato dalla felicità di quel momento.
Le baciò le guancie e le accarezzò i capelli,indilandoci le dita.Una mano scese sul suo fianco mentre i baci andavano man mano avviciandosi sempre più alle sue labbra.
"Male che vada so che le mandragole con pronte ad attendermi....." ridacchiò lui,continuando-
"Male che vada quelle mandragole andranno a fuoco sai se non la smetti di dire idiozie!" gli tirò una guancia per dispetto.
"Non essere cattiva su,scherzavo!" Le baciò velocemente le labbra e la guardò negli occhi.
"Non sono cattiva,sono giusta!" annuì convinta prendendogli il viso tra le mani.
"La sai che ti amo,tizia spericolata...!" Le disse  ridendo,strofinando i naso al suo.
"Ti amo anche io,amante delle mandragole!" rispose lei scoppiando in una risata.
Risero di gusto per dieci minuti buoni e ripresero fiato poi rimanendo abbracciati.
"Dormirò con te ogni singola notte di questa estate...." disse lei sistemandosi bene con la testa su di lui.
"Non posso chiedere di meglio...!" sorrise lui cullandole la testa " Staremo sempre insieme finchè mandragola non ci separi!" rise ancora.
"Quanto sei scemo!" gli diede una cuscinata in faccia.
"Hey,senti chi parla!" e ridendo fece in modo di trovarsi su di lei e,guardondola un secondo in volto, la baciò dolcemente sulle labbra.
"Malgrado tutto questa sarà un'estate stupenda..." commentò lui.
"La migliore..." rispose lei,sorridente.
E ripresero a baciarsi tenendosi l'uno stretto all'altra finchè non caddero addormentati e stanchi,con il sorriso sulle labbra, alla fine di una giornata abbastanza movimentata.
Sul comodino della stanza,in una scatoletta di velluto,brillava alla luce della luna la fiala di Amortentia che era stata l'origine di tutto.
  
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