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Autore: GreenStripes    31/03/2012    1 recensioni
Cinque, le volte in cui lei è stata abbandonata.
Quattro, gli amici stupidi di lui.
Tre, le ore di seduta alla settimana.
Due, i passati differenti che li tormentano.
Uno, il luogo che li unisce.
Questa non è una storia d’amore.

[Storia scritta a quattro mani]
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER TWO


Cinque, le volte in cui lei è stata abbandonata.
Quattro, gli amici stupidi di lui.
Tre, le ore di seduta alla settimana.
Due, i passati differenti che li tormentano.
Uno, il luogo che li unisce.

Questa non è una storia d'amore





 

 
2.THE BEGINNING OF THE END- BluePumpkin


Sorpreso spalancai gli occhi di scatto, con il dubbio di aver sbagliato classe;
cosa impossibile date le solite pareti verdastre forse solo più illuminate, la solita scrivania in legno con la targhetta dorata con su scritto “Miss Lee” e la solita psicologa sulla ventina con le solite onde castane a contornarle il viso  che mi guardava stupita, rivolgendomi un dolce sorriso, come ad invitarmi ad entrare.
Provai ad aprire ancor di più la porta non notando immediatamente una ragazza dinanzi a me che mi rivolse un’occhiata sorpresa.
Che ci faceva lei qui?
La misteriosa ragazza continuava a guardarmi così decisi di osservarla più attentamente: era poco più bassa di me, aveva capelli a caschetto ramati  che le contornavano il viso con una lunga frangia che le arrivava poco sopra degli incredibili occhi nocciola, spalancati dallo stupore.
Mi scrutava attentamente, a pochi centimetri dal mio viso. Oh mamma!
Non osai immaginare come potessi apparirle: un ragazzo goffo, con i capelli scompigliati dovuti alla corsa e delle occhiaie da far invidia al più spaventoso dei vampiri. In una parola, patetico.
La vidi arrossire, quasi fosse davvero a disagio per me.
Non sarei dovuto essere io quello a disagio dei due?! Dopotutto era lei quella che mi stava fissando!
Oh, la stavo osservando fin troppo accuratamente, ecco perché era così rossa. Merda.
Abbassai lo sguardo di scatto e immediatamente le guance mi si colorarono di un leggero rossore. Si trovava ancora davanti alla porta, a pochi centimetri dal mio viso mentre l’imbarazzo tra noi era palpabile.
Scattò velocemente verso l'uscita, ancora più vicino a me e, cercando di non fare la figura dell’imbecille, seguii il suo esempio e ci trovammo, per un solo istante, nello stesso punto al confine tra l’aula e il corridoio.
Le nostre mani si sfiorarono quasi impercettibilmente e le nostre spalle ebbero un lieve sussulto. Sentii tutto e nulla a quel tocco. Le sue mani fredde, più delle mie, erano lisce e vellutate, più morbide di quel che potessi aver pensato.
Sentii un brivido percorrermi la schiena; quel famelico contatto durò circa una frazione di secondi, decisamente troppo poco.
Qualche istante dopo –giusto il tempo per riprendermi- lei era già nel corridoio deserto mentre io mi richiudevo la porta alle spalle, con uno strano sorrisino sulle labbra.
«Louis, cos’è quel sorrisone che ti vedo addosso?»
«Ehm... Niente Adrienne... Come stai oggi?» Le chiesi, cercando di cambiare discorso. Quella ragazza mi aveva… Folgorato?
Scossi la testa velocemente e rivolsi un più che tirato sorriso alla donna posta di fronte a me.
«Non dovrei essere io tra i due a fare le domande? Ad esempio perché sei venuto solo adesso? Il nostro appuntamento era segnato un'ora fa!»
«Lo so, perdonami Lee... Sai, dovevo accompagnare Lottie a scuola e...»
«…E ti sei fermato in ospedale da tua madre, non è vero?» Mi anticipò.
Visibilmente a disagio mi spostai una ciocca di capelli; odiavo rivelare dove mi precipitassi ogni mattina cioè da mia madre, in ospedale.
«Sai vero che così comprometterai il tuo rendimento scolastico?! Cosa direbbe tua madre vedendoti in queste condizioni? Devi finire la scuola, devi farlo per lei!»
Si tolse gli occhiali neri per rivelare dei bellissimi occhi azzurri che raramente mostrava agli sconosciuti ma, come sempre, con me faceva un’eccezione.
«Adrienne, il fatto è che... Non credo di voler far più l’avvocato! E', era la vocazione di Josh, non la mia. Io… Credo di voler fare l’insegnante teatrale, sì!» Un sorriso amaro mi apparse sulle labbra; seppure fossero passati tre mesi dall’incidente non mi piaceva parlare di Josh e della situazione di mia madre.
Mia madre poi, colei che aveva abbandonato me e mia sorella al destino completamente soli!
Una lacrima mi percorse velocemente il viso; l’asciugai in fretta sperando con tutto me stesso che Adrienne non l’avesse vista ma invano.
«Ehi, Louis...» Iniziò lei, addolcendo zuccherosamente il tono della voce.
«Ricordati che ci sono qui io ad aiutarti! Mica ti abbandono in questa situazione tutto solo!» Mi regalò un bellissimo sorriso e, dolcemente, mi fece una carezza. Sapeva che in quel momento avevo bisogno d’affetto più di ogni altra cosa.

L’ora di seduta passò in fretta: mi sfogai, piansi, urlai, l’abbracciai e sorrisi alle sue battutine che non facevano ridere; sapevo che lei si sforzava per aiutarmi, perciò facevo di tutto per accontentarla.
Mi accompagnò alla porta e poi, dopo un tenero abbraccio, mi spinse fuori, ricostruendo la maschera da dura che tanto la caratterizzava.
Guardai l’orologio distrattattamente: mancava poco alle undici. Decisi quindi di incamminarmi verso il bar, dove sapevo sicuramente di poter incontrare i miei amici.
Sentii qualcuno chiamarmi a squarciagola così mi girai di scatto e, ad aspettarmi, trovai una massa di ricci che mi circondarono allegri.
«LOUUUUUUIIISSSSS!!!» Esclamò il proprietario di essi, nonché Harry, il mio migliore amico.
Abbracciai di slancio il piccoletto ormai euforico.
«Ehi Harry, vacci piano che lo sciupi!» Disse Zayn, scoppiando a ridere insieme agli altri.
«ABBRACCIO DI GRUPPOOOOOO!!!» Urlò il mio irlandese preferito, scatenando un’orda di braccia dappertutto, provocando in me una naturale risata.
«Calma ragazzi! Non mi vedete da quanto... dodici ore al massimo?»
Sorrisi ai miei migliori amici, pensando a cosa avessi fatto senza di loro. Dopotutto erano loro che mi avevano aiutato a “superare” l’incidente…
Peccato che nessuno di loro, ad eccezione di Liam, sapesse che soffrivo ancora,che passavo le notti insonne a causa della moltitudine d’incubi che la popolavano, che Lottie piangeva tutte le sere, che io la consolavo trovando la forza di non piangere insieme a lei e che andavo tutti i giorni all’ospedale a trovare mia madre, in coma per un trauma cranico causato da quel fottuto incidente. Quel fottuto incidente che aveva portato via le persone a me più care, lasciandomi solo e pieno di responsabilità.
«Nottata brava, non è vero?» Chiese Harry sorridendo ingenuamente, risvegliandomi dai ricordi.
«Cosa te lo fa pensare?»
“Stupido stupido stupido! E’ il tuo migliore amico, porca vacca, non dovresti mentirgli così!”
“Ma non gli sto mentendo...”
Rispose l’altra vocina nella mia testa.
“No, gli stai solo omettendo la tua sofferenza! Hai ragione, che vuoi che sia!”
Bene, ora parlavo pure da solo, perfetto, ero da ricovero!
«Si vede dalle tue occhiaie e dai tuoi occhi rossi!» Mi fece notare, ammiccando, Zayn.
«Cos..? Ah sì, certo certo, sì, era carina…» Mi inventai io, balbettando.
«Chi era? Chi era?» Chiese un Niall entusiasta. E ora cosa gli rispondevo? Merda!
«Sì…… Marghareth!» Dissi titubante, quasi sotto forma di domanda.
«Certo… “Marghareth”!» Insinuò un Liam furioso.
Anche lui, come me, odiava dover mentire agli altri ma per me, in quel momento, era inevitabile: sapevo che se avessi confessato tutto ai miei amici sarebbero stati male per me e non volevo che si preoccupassero. No, era meglio che ce ne restassimo zitti.
«Molly… Marghereth, fa lo stesso! L’importante è che abbiano delle belle tette.» Mentii, provocando nei miei amici una fragorosa risata.
Menzogne, bugie su bugie, ormai non dicevo altro.
“Ci sarà mai una fine a tutte queste menzogne? A tutto questo dolore? Rivedrò mia sorella sorridere? E io, ritornerò mai il ragazzo allegro e solare che ero una volta?
Tutto questo nella prossima puntata di: La vita è tutta una fottuta presa per il culo, regista e protagonista: Louis Tomlinson, sfigato cronico: sempre Louis Tomlinson.”

E rieccoci con le voci che provenivano dai meandri della mia testa.
Ero un’imbecille che stava impazzendo.... Benissimo, di male in peggio!
Sentii la campanella suonare ininterrottamente, simbolo di una cosa sola: la fine dell’intervallo, o meglio, l’inizio dell’ora di matematica con la Powell, mia adorata insegnante o, come tutti la chiamavano, “El Diablo”.

«Louis?»
«Mmm… sì?»
«Sei un idiota»
«Fidati Liam, lo so perfettamente».





Ed ecco a voi il personaggio misterioso!!
(misterioso che?! E' famoso in tutto il mondo!)
Va beh, Comunque... Essendo che la volta scorsa vi ha scritto
la MERAVIGLIOSA (abituatevi, io dico spesso questo aggettivo!)
autrice di questo capitolo BluePumpkin, questa volta vi scrivo io!
(YellowArt -o meglio, essendo che ho cambiato nome- EnglisBordeaux)
Allora, cosa si può dire?! Che complessa di storia eh?!
Beh, magari vi fa attaccare di più al pc! (felicità per i vostri genitori! ahahha)
Ci abbiamo messo una vita a pubblicare questo capitolo perchè abbimo
avuto delle, diciamo così, incomprensioni...
E, per di più, la nostra cara BluePumpkin ha pensato bene
di prendersi l'appendicite!
(però io sono sana come un pesce palla! ;))
Ok, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto!
Cosa ne pensate della "vista di Tommo"? (si, sono molto curiosa!)
Ciaaao :D
(faccina del trans con le labbrone, quanto è adorabile?!)

P.S. Per favore, per favore... (che cosa da disperata!)
Avete un minimo di compassione per queste due cretine
che vi spinge a recensire?? *occhi da cucciolo ON*
Ah! Non vedo l'ora di poter vedere i ragazzi ai KCA!
(ma noi italiane siamo solo delle sfigate che non potranno vederli in diretta -.-)

Se vi interessa, su Twitter siamo:
BluePumpkin -> @ArancioCarota
YellowArt/EnglishBordeaux -> @BordeauxBoobs
(si, io AMO il Bordeaux!)

Ancora CIAAO ;)
#TantoLove



 

  
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