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Autore: gm19961    31/03/2012    12 recensioni
"Seguire il tuo cuore, certe volte, ti fa fare delle scelte a cui non si può più tornare indietro."
Tornare alla sua realtà le era impossibile ora. Avrebbe potuto ricominciare da capo, da sola, e senza Goku. Lo sguardo della bruna iniziò a farsi confuso, la testa iniziò a girare, si sentì accasciare al suolo: la sua guancia calda era a contatto con quella del marciapiede fresco, quel marciapiede che aveva trattenuto la pioggia il giorno precedente al Torneo, quando Goku era tornato dopo tre anni di allenamento. Una fugace lacrime uscì dagli splendido occhi sinistro di Chichi, e da lì in poi, la sua vita, la vita di Goku e perfino il destino della Terra non sarebbero più stati gli stessi. 
E Chichi non poteva esserne più contenta.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo finale: He will not come back anymore, isn't he?

 

Goku tornò di fretta alla Capsule Corporation con in mano le sfere del Drago che potevano essere nuovamente riutilizzate. Qualcosa di brutto stava per accadere, e non si riferiva ai Cyborg che ben presto avrebbero sterminato la città, ma si riferiva alla sua distruzione. Alla distruzione del suo cuore. Aveva preso la sua nobile decisione: far tornare tutto alla normalità, quella normalità che il nuovo Goku avrebbe dovuto costruire. Perché il Goku che aveva fatto soffrire Chichi, era solo un'idiota che non aveva capito nulla. Che anteponeva sua moglie e la sua famiglia al mondo. E lui non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno al suo sosia, di far soffrire la sua donna.
Rientrò affranto nel salotto di casa, e ad accoglierlo fu Hope, che con gli occhi celesti come il cielo limpido dopo una tempesta, stava bruciando il suo viso con le lacrime di disperazione. Goku la prese tra le braccia e la strinse forte a sé. Sentì il profumo dei capelli della sua bambina e la cullò disperato. Ma non poteva farsi veder triste davanti a lei, non alla sua Speranza. No, lui doveva restare lì e sorridere. La cullò un po' e poi, con un sorrisetto tirato, le asciugò le lacrime e le fece l'occhiolino. Quella bambina era una delizia, ed era sua, completamente sua. Nessuno mai avrebbe potuto amare Hope come aveva fatto lui. Bulma guardava rattristita la scena tra padre e figlia, e si passò una mano fra i capelli: gli occhi si Bulma erano completamente struccati, tanto che le lacrime per Chichi erano scese giù per il suo bel viso. Goku si avvicinò alla moglie, le baciò la fronte e stringendola a sé, le sussurrò delle parole dolci.
 
- Mi dispiace solo che tra me e te non abbia funzionato. Ma ti voglio comunque bene, come una sorella, Bulma. Non scordartelo.
 
La turchina annuì e si strinse al petto di Goku, che era pur sempre il suo miglior amico. Vegeta con le braccia conserte, guardava adirato la scena, ma era cosciente che qualcosa di terribile sarebbe successo. Sì, ma cosa? Che cos'era quella strana sensazione che stava alleggiando nell'aria? Quel 10 Maggio che cosa rappresentava per loro?
L'inizio o la fine?
Jupiter era seduto sulla poltrona, e stava sfogliando un giornale, taciturno, con gli occhi rossi e gonfi. Aveva capito che Chichi era morta, e il suo papà non sarebbe più tornato. Era solo, ora. A Goku l'espressione addolorata di Jupiter ricordò vagamente quella del piccolo saiyan biondo che aveva incontrato prima. Gohan e Jupiter avevano molte caratteristiche in comune. Tra cui, la stessa madre, che con le sue stesse mani aveva fatto scappare.
 
- Mi dispiace Hope. Mi dispiace Jupiter. Ma io devo andare.
 
Loro non capirono. E Hope non volle lasciarlo andare. Corse verso di lui, e con il suo fiocco rosso tra i capelli turchesi, abbracciò nuovamente il papà tanto adorato.
 
- Dove devi andare, papà?
- Via. Lontano. Ma tornerò, te lo prometto, Hope.
- Ma che stai farneticando, Kakaroth? Dicci qual è il tuo stupido piano.
- No, Vegeta. E' una cosa che devo fare da solo. 
 
Bulma accarezzò la testolina di Hope e con l'altra prese il polso di Goku, guardandolo negli occhi tristemente, ma allo stesso tempo, adirata. L'idea del tradimento non le era ancora andata giù del tutto, ma non era il momento di fare i sentimentali. Era una situazione disperata.
 
- Non ho idea di cosa tu abbia in mente. Ma se è per uscire da questa situazione, fallo. Anche a costo della vita, Son Goku.
- Ce la farò, Bulma.
 
Goku annuì e baciò la guancia di Hope, sorridendo amaramente. Riguardò quel paesaggio e poi, con il cuore in gola, uscì dalla porta, portandosi nel cuore l'immagine di sua figlia e di Jupiter. Gli unici che ci avrebbero davvero rimesso. Glu unici che erano nati per mano di un destino sbagliato. Gli unici che avrebbero davvero pagato per questo errore voluto dal cuore. Ma non poteva restare, doveva tornare indietro, prima che fosse realmente troppo tardi.
 
- No papà!
 
Hope urlò ma Bulma la prese per le spalle, conscia che Goku doveva avere una ragione più che valida per fare quello che stava facendo. Lo vide andarsene per sempre, e il suo cuore si spezzò definitivamente. L'ultima volta in cui rivide il suo papà. L'ultima volta in cui Hope e Jupiter avrebbero potuto vivere.
Goku dispose nuovamente le sfere del Drago nel giardino ed evocò nuovamente Shenron, che non sorpreso della sua nuova evocazione, fece la solita quanto inutile domanda.
 
- Qual è il vostro desiderio? Io lo esaudirò.
- Shenron, ti prego, riportami da Chichi. Quel giorno in cui era seduta sul quel masso, prima che compiesse quell'errore.
- Ti dirò le stesse parole che ho detto a lei, quel giorno di dieci anni fa: Preparati, perché non potrai più tornare indietro. Nelcaso tu cambiassi l'ordine naturale delle cose, tu perderai la memoria e quest’universo smetterebbe d'esistere.
 
Goku annuì e vide la porta aperta della Capsule Corporation. Hope corse di fuori e si lanciò verso la figura del padre, che la accolse subito tra le braccia. Le stampò un bacio sulla nuca.
 
- Perdonami, Hope. Non meritavi tutto questo.
- Papà, non andartene!
 
Un'esplosione. La figura di Goku diventò ben presto più trasparente, e Hope cercò di fermarla invano. La bimba cadde a terra, non c’era più nessuno ad ospitarla tra le braccia. Iniziò a piangere, a urlare: Bulma non l’aveva mai vista così. E ormai era troppo tardi, Goku non c'era più. Gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Lui non sarebbe più tornato, se lo sentiva. Senza suo padre, il mondo le sarebbe crollato addosso.
 
-Hope, non piangere.
 
Un bambino aveva parlato. Quel bambino che tanto adorava, che neanche un’ora prima aveva perso, esattamente coe lei, una parte della sua famiglia. Avevano entrambi gli occhi stanchi, addolorati. Jupiter si accasciò al suolo con lei e l’abbracciò, cercando di darle un minimo di conforto. Ma Hope era troppo demoralizzata, non era forte come Jupiter: lei non si tratteneva alle emozioni, scatenava la sua ira quando c’era qualcosa che non andava: era forte, orgogliosa, impulsiva. Era la copia esatta di Bulma, ma con del sangue di saiyan nelle vene.
 
-Senti, ragazzina. Forse non lo sai, ma anche io ho perso tutto. Ho perso tutto per colpa di uno sbaglio, uno stupido e schifoso sbaglio. Ma tu… non devi piangere per questa sciocchezza. Quell’idiota di Kakaroth tornerà, e io lo so.
 
Bulma deglutì e senza dire nulla annuì: conosceva Goku. Non li avrebbe abbandonati così, alla sorte. Sfiorò la spalla di Vegeta e sospirò lentamente. Sì, il suo migliore amico sarebbe tornato.
 
La bambina scosse la testa e con un sorriso amaro in viso, cercò rifugio tra le candide braccia della madre. No che non sarebbe tornato. Le aveva detto addio. Glielo aveva detto chiaramente. Erano solo delle illusioni. E di sicuro, non s’aspettava che il finale della storia fosse così amaro.
 
- Mamma lui non tornerà più, vero?
 

***

 
Goku aprì gli occhi e si ritrovò nuovamente in quella radura verde, buia. Era sera, ma lui non era invisibile. A passo lento raggiunse Chichi, appoggiandole le mani sulle spalle. La sentì tremare sotto i palmi delle sue forti mani. 
 
- Vai via.
 
Disse lei, acidamente, non voltandosi verso di lui. Goku roteò gli occhi e camminò davanti al masso sul quale era seduta, rannicchiata come una bambina piccola. Le prese il viso tra le mani, e notò che il suo viso era meno teso, più dolce. Le era bastato un così semplice contatto per essere felice?
 
- No che non me ne vado. Chichi, ascoltami attentamente.
- Per dirmi cosa? Che domani con l’incontro con Cell non farai più ritorno? No grazie, vattene se me lo devi dire, Goku.
 
Goku scosse la testa e ancora con le mani sulle guance di Chichi, si avvicinò a lei e stampò un bacio sulle labbra, carico di tutti quei sentimenti che non avrebbe mai più riavuto indietro.
 
- Chichi, lo so che non ci crederai. Ma io non sono tuo marito. Io provengo da un futuro in cui, per colpa di uno stupido errore,io e te non saremmo mai potuti stare insieme. E per colpa nostra, i nostri figli scompariranno. Anch’io scomparirò tra poco. Ma non devi odiare Goku. Lo so che ti ha fatto soffrire. Ma sappi che dopotutto io sono lui. E che lui… ti ama con tutto se stesso. Esattamente come ti amo io.
 
Chichi scosse la testa confusa e scese dal masso, abbracciandolo forte. Non aveva idea di quello che le stesse dicendo, ma le sue parole non potevano essere più vere. Lui l’aveva fatta soffrire, sì, e lei aveva già pensato di farla finita cambiando la sua sorte. Stava per caso parlando con la sua coscienza?
 
- Chichi. Io sono la conseguenza dell’azione che avevi in progetto di fare stasera. Tu… tu morirai. Tuo figlio non sarà più se stesso, io sarò sposato con Bulma e avrò una figlia che adesso, in questo instante mi rivuole indietro. Ma io sono tornato qui per fermarti, per dirti che non ho mai amato nessuno come ho amato te. E che Goku, tuo marito, forse è troppo preso dal salvare la terra, sicuro. Ma ti ama. Ti ama tanto. Devi credermi…
 
Chichi ridacchiò e mise una mano sulla fronte del suo saiyan. Aveva per caso la febbre? Perché stava dicendo tutte quelle… cose? Quelle cose che sembravano essere delle vere e amare verità.
 
- Chichi, girati.
 
Le disse Goku, incitandola a voltarsi. Dalla finestra si poteva scorgere suo marito, Goku, dormire sul divano con un’espressione beata in viso. Chichi sgranò gli occhi e si voltò con stupore, toccando il viso del Goku che aveva davanti.
 
- Tu… ma come..?
- Chichi, vai da lui. Ti ama più di qualsiasi altra cosa.
- Ne sei sicuro?
- Sono io, dopotutto. So cosa mi passa per la testa. Magari ti avrò abbandonato spesso, ma in un’altra vita, in questo caso la mia vita, saresti solo la cosa più bella che mi sia mai capitata. Non scordartelo amore mio.
 
Chichi scoppiò in lacrime e si rifugiò tra le braccia di Goku, piangendo, pentendosi di aver fatto quei pensieri così stupidi, e che avrebbe perfino avuto il coraggio di compiere. Come aveva fatto a essere così egoista? Come? 
 
- E ora cosa ti succederà, Goku?
 
Chiese Chichi prendendogli il volto tra le mani, preoccupata come non mai. Non si era mai sentita così triste, così conscia di aver spezzato delle vite a causa sua. Si sentiva in debito con questo Goku, con il Goku che le aveva chiaramente aperto gli occhi. 
 
- Lo sai già.
 
Goku sorrise e le prese il mento delicatamente, stampandole un altro bacio. L’ultimo in questo caso. La sua forma, la sua figura, i suoi occhi si fecero sempre più trasparenti. Chichi capì che era tutto cambiato, che il Goku che aveva davanti aveva sacrificato la sua vita, la sua famiglia e tutto per lei. La amava, sì. Come aveva fatto a dubitarne? Era davvero arrivata a fare una cosa simile? Adesso, guardando quella scena, si pentì di aver fatto davvero una cosa del genere. 
 
- Addio, Chichi. 
- Addio, amore mio.
 
Goku le fece l’occhiolino e la sua figura scomparve, lasciando spazio alla sua solitudine e un venticello leggerissimo, che le scompigliò la sua pettinatura corvina. Si voltò e corse verso casa, spalancando la porta con vigore gettandosi di peso sul suo saiyan, che ancora con quei bei capelli biondi, stava beatamente riposando sul divano verdognolo del salotto. Sdraiata sopra di lui lo risvegliò con dei pizzicotti in viso.
 
- Eh? Oh! Che cosa c’è, cara?
- Scusami. Scusami per tutto. 
- Ma di che parli?
 
Chiese Goku ridendo e attorcigliando con un dito una ciocca di capelli della moglie. Chichi arrossì, e sorridente, sprofondò nel suo petto, lasciandosi cullare dalle carezze di Goku.
 
- Nulla, Goku.
- Sicura?
- Sì…
 
Goku prese il viso della moglie tra le mani, e arrossì vistosamente in viso. Quella sua Chichi, quella donna che aveva amato, l’avrebbe rivista per l’ultima volta. Ma non gli importava più di tanto, perché al contrario di quanto lei pensava, Goku l’avrebbe sempre portata nel cuore. L’avrebbe amata con tutto se stesso anche da lontano. Perché la amava, anche se spesso non glielo dimostrava.  
 
- Chichi, sai, io provo un sentimento strano in questo momento…
 
La brunetta gli accarezzò il viso e sorrise serena. Era come se quella scena l’avesse già vissuta da qualche parte…
 
- Mi ami, non è così?
 
Goku chiuse gli occhi e dopo un attimo di esitazione, premette le sue labbra contro quelle della donna, per poi staccarsi subito dopo.
 
- … Da morire.

 

*

 

“ Ti avevo promesso che sarei tornato...”
 
Una voce dolce e forte squarciò il silenzio del nuovo mondo della bambina dagli occhi cerulei. Scosse la testa a destra  e a sinistra: ma nulla sembrava esistere, solo una massa di spazio bianco, quasi inesistente se ci pensava bene. I capelli turchesi appiccicati alla fronte bagnata dal sudore peggiorava solo la situazione. Non capiva dove era, perché era sola. Dove era la sua mamma? Un attimo prima era a pregare prima dell'arrivo dei cyborg e poi, un bagliore, le oscurò la vista, cercando di uscire da quel limbo in cui sembrava essere cascata.
 
“.. Papà?”
“ Te lo avevo promesso. Ora staremo insieme per sempre.”
 
La bimba con le lacrime agli occhi vide in lontananza, in quella distesa e ammassata luce bianca, un puntino arancione, così sperato, così amato: si alzò da quel pavimento e corse verso di lui, protendendo le braccia verso l'orizzonte. E poi, a qualche metro di distanza, si lanciò, certa che lui sarebbe stato lì a prenderla. E così fece. L'uomo dai capelli disordinati la prese in braccio e raccolse le sue lacrime con la mano destra. Le baciò la nuca e la strinse con una presa forte quanto delicata.
 
“ Nessuno ci separerà più.”
 
Hope sorrise e si sfregò il viso con il braccio. Padre e figlia si guardarono, e le due figure piano piano scomparvero, lasciando nel limbo solo lo spazio bianco luccicante. Mai si riuscì a trovare un amore più potente del loro.
 
… E ci sarebbe da raccontare cosa successe dopo quel fatidico incontro, ma questa, come si suol dire, è un'altra storia!


 

 

 

–--

THE END.
Non so come ringraziarvi, davvero.
Ora è finita, la mia prima storia su Dragon Ball, cavolo, e chi se l’aspettava che a qualcuno fosse entrata nel cuore così facilmente?
Io no di certo.
Ringrazio solamente … tutti.
 I lettori.
I miei fidati recensori.
La persona che mi ha incitato a pubblicare questa storia.
E tanti altri. Grazie di cuore, davvero. <3
Baci,
gm19961

   
 
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