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Autore: NekoShadi    01/04/2012    1 recensioni
Noel e Imizu sono due adolescenti qualunque che un giorno si trovano coinvolte in una missione incredibile.
Il destino le ha scelte come Poker Protettrici, e il loro compito sarà quello di difendere lo Shaku Kessho, un gioiello dotato di straordinario potere e quattro ragazzi, principi di un mondo favoloso, Kizuna.
La storia vede l'intreccio di 3 racconti diversi; due amori contrastanti dai mille problemi della vita che seguono la storia principale e cioè la missione delle due ragazze.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-Oggi Keiichi deve andare alla biblioteca a fare il svolgere il suo impiego saltuario, lo accompagni?- chiese Himitsu.
-Veramente sarei dovuta andare con Imizu a comprare i regali di Natale..-
-Oh beh ci andrai domani.. mancano ancora cinque giorni dopotutto, no?-
-D'accordo..-
Non era che mi desse fastidio accompagnare Keiichi, anzi, però avevo promesso a Imizu di uscire per comprare i regali, quindi ci sarebbe rimasta male, ma il dovere prima di tutto, non potevo certo lasciare il principe di picche senza protezione.
La chiamai e lei senza il minimo rimpianto mi disse che stava per telefonarmi per rinviare la commissione, dato che anche lei aveva appena ricevuto l'incarico di badare a Kairi, che doveva andare ad animare una festa.
Aspettai che Keiichi raccolse tutti i suoi libri per poi dirigerci alla biblioteca; gli era stato chiesto di fare due orette lì per sistemare tutti i volumi sparsi qua e là, prima che essa chiudesse per le vacanze e lui aveva accettato senza problemi.
C'era pochissima gente, probabilmente molti erano partiti oppure non avevano intenzione di passare il loro tempo libero in mezzo ai libri; Keiichi, invece, sembrava che si trovasse a suo agio tra enciclopedie, romanzi e best sellers da riordinare.
Forse quello era solo un pretesto per chiudersi nel suo abituale silenzio; io mi sedetti e mi misi a guardarlo mentre con abilità si muoveva tra i grossi mobili, prendeva la scaletta e senza esitazione inseriva un libro tra altri due.
Stavo quasi per addormentarmi in tutto quel silenzio continuo, quando mi cadde tra le braccia un libro che mi fece sobbalzare.
-Scusa Noel, mi è caduto!- disse Keiichi.
-Non fa nulla, tranquillo!- sorrisi.
Mi alzai per ridare il volume all'asso di picche, quando da esso uscì una foto che svolazzò sotto la sedia. Appoggiai il libro per terra e la recuperai: era una foto di classe, in bianco e nero con alunni vestiti con il modello vecchio della divisa della mia scuola media. Cominciai a sospettare cosa fosse quel grosso volume.
-No, non ci credo!- aprii il libro curiosa.
I miei sospetti erano fondati; quello era un album che racchiudeva tutti gli scatti fatti dai fotografi durante tutta la vita della mia vecchia scuola, da quando era stata inaugurata fino a chissà che data; mi misi a sfogliarlo.
-Che fai?- disse Keiichi.
-Oh scusa! No è che ho scoperto che è un album della mia scuola media e son curiosa di vedere tutte le foto, magari c'è anche la classe di mia madre!- risposi entusiasta.
-Davvero?- il principe scese dalla scala e si mise a guardare quell'album con me.
Anno 1974. L'avevo trovata! La foto di mia madre nella sua classe quando aveva dodici anni.
-Haha guarda! Aveva già la faccia di una che vuole dettar legge! Proprio come ora! Però stava bene con la divisa!-
Lui mi guardò: -Ti assomiglia..- e poi si mise a girare le pagine in fretta: -Dovrebbe esserci anche mio padre..-
-Davvero?!- domandai.
-Si.. ha fatto sulla Terra la terza media e quattro anni delle superiori-
-Wow, in confronto a lui siete arrivati tardi!-
-No, siamo arrivati nello stesso periodo.. solo che lui era più giovane di tre anni degli altri principi; eccolo, anno 1979. La terza media.-
-Ma qui avevano cominciato a fare le foto di gruppo oltre alle canoniche di classe!- dissi sorpresa.
C'erano quattro pagine dedicate a quell'anno. Gli scatti di gruppo erano i migliori: ragazzi che facevano smorfie, ragazze che si mettevano in posa, gruppi mentre saltavano da una panchina, insomma, proprio di tutto.
-Eccolo, Shion Yuryoku- disse. Io guardai la foto, più che foto un ritratto, lo stesso che avevo visto nel mio sogno.
-Siete proprio uguali! L'unica differenza è il fatto che tu sei biondo e lui è moro!-
-Me lo dicono tutti; io sono lo “Shion biondo”.. tuttavia sono uguale a lui solo nell'aspetto fisico..-
Continuammo a sfogliare l'album, arrivando sino all'anno 2007, la mia terza media.
Rivedere quegli scatti fu come un'accoltellata al cuore. Li avevamo fatti prima che succedesse tutta la storia di Joes, infatti ero felice e sorridente, circondata da un mondo di amici nelle foto di gruppo.
Cercai di trattenere le lacrime, ma quando Keiichi arrivò all'ultima pagina di quell'anno il mio cuore non resse lo sconforto e la sofferenza. In quella pagina, l'ultima, quella dedicata alle foto fatte con gli alunni di anni diversi, c'era quel maledetto scatto che avevo cancellato dal mio cuore e che, dopo averlo rivisto, aveva riaperto ferite profonde e infette dentro di me.
-Noel Nikamura 3F e Joes Kirazuki 2G..- lesse Keiichi.
Si voltò verso di me e quando vide che stavo piangendo chiuse immediatamente quella fonte di dolore e lo risistemò al suo posto.
-Maledetto quel giorno.. che razza di ingenua! Ma perché diavolo sto piangendo?- dissi.
Il principe di picche mi mise una mano sulla spalla: -Scusa.. non avrei dovuto leggere quel nome..-
-Non è colpa tua, non preoccuparti, è solo che ogni volta che ricordo quel ragazzo mi succede così, non vorrei, ma succede comunque e non so come dimenticare quel maledetto passato!-
-Non puoi rinnegare il tuo passato.. è parte di te.. purtroppo.. anche se fa male, non rinunciarci, perché nel futuro ti potrebbe insegnare a come affrontare la sofferenza..-
-Come fai a saperlo?-
-Perché non ne sono capace.. e questo perché il mio passato è stato cancellato..-
-C-come?- chiesi sorpresa.
-Qualcuno mi ha cancellato la memoria quando ero ancora quasi un bambino..-
-S-scusami, io..- mi pentii di quello che gli avevo chiesto, perché la sua risposta mi aveva trafitto nello stesso modo in cui faceva il ricordo di Joes. Lui non conosceva il suo passato ed era triste e sofferente. Per quale motivo? Avrei voluto chiederglielo, ma quello che avevo appena sentito mi aveva sconvolto a tal punto da proibirmi di fare altre domande, che avrebbero potuto ferirlo, cosa che non volevo assolutamente che accadesse.
-Non fa nulla.. tanto non ha nemmeno senso che te l'abbia detto.. perché non posso aggiungere altro..-
-Tranquillo, non ho intenzione di farti soffrire, adesso cercherò di scordarmi quella stupida foto.. tu non preoccuparti!-
-Noel.. io.. io non voglio più vederti piangere per quel tipo.. anche se non so cosa ti sia accaduto non importa, per favore non piangere più..-
La sua tenerezza mi stupiva; era come se cercasse di proteggermi dal ricordo di Joes, che spesso riaffiorava nella mia mente generando solo un'immensa sofferenza e un eterno rancore nei suoi confronti, che potevo esprimere solo con le lacrime. Da quando era successo tutto, l'unica a conoscere l'intera verità era Imizu, che finora era stata l'unica a starmi vicino, l'unica che non mi aveva deriso per essere cascata in tutta questa grande presa in giro, l'unica che non mi aveva mai abbandonato. In quel momento, tuttavia, sentivo di dover dire tutto a Keiichi, sentivo che lui mi avrebbe capito, poiché la nostra sofferenza era molto simile, era una cupo miscuglio di odi e amori, la stessa maledetta sensazione di chi ricorda e vuole dimenticare e di chi ha dimenticato e vuole ricordare.
-Non te lo posso promettere Keiichi, non sono io a volere questa reazione, ma è il mio cuore che la genera. Non posso fare a meno di piangere se solo penso a quanto mi ha fatto male..-
-Mi dispiace..-
Mi sedetti e lo guardai negli occhi: probabilmente in quel momento avevamo la stessa espressione di compassione reciproca. I suoi occhi erano bellissimi, più di quanto lo fossero stati fino a quel momento, c'era una flebile luce in essi, una luce nuova, mai vista.
Strinsi i pugni e raccolsi tutte le forze che avevo in me, dovevo raccontaglielo, non lo dicevano le sue parole, ma sapevo che il suo cuore era uguale al mio, pronto a dare tutto per gli altri, rimettendoci sempre per sé stessi.
In fondo anche io volevo sapere cosa gli fosse accaduto, ma sentivo di dovergli concedere ancora un po' di tempo, per ricordare almeno qualcosa di quel passato che gli era stato rubato.
   
 
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