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Autore: Equilibrista    02/04/2012    2 recensioni
[titolo vecchio della storia "tra sogno e realtà"]
Emma è un adolescente di 17 anni che ha sempre vissuto una vita tranquilla fatta di sogni e realtà.
A scoinvolgerle la vita, sono due ragazzi: il rispettivo ragazzo della sua prima cotta, che dopo un anno vissuta per lui in anonimato, incomincia a notarla ed il nuovo ragazzo di 4A scientifico, provolone Don Giovanni bello e affascinante che non passa di certo inosservato...un fulmine a ciel sereno per Emma!
La storia si snoderà tra decisioni ed indecisioni, pianti, risate e momenti di passione...Chi sceglierà tra i due Emma? Chi riuscirà a rubargli il suo cuore?
Dal capitolo 7
"-Ciao Emma.- mi girai e vidi lui, il centro della mia confusione, Andrea. E poi, vidi lui, l'altro centro della mia confusione, Francesco.
Merda!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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  7.Sciolto un nodo...se ne formano due!

 


Era mattina ed ero più agitata del solito...
Dovevo vedere sia Francesco che Andrea e non sapevo proprio come comportarmi.
Ma la domanda che più mi rimbombava nella testa continuamente era: Perchè mi aveva baciata? Quella della scusa era proprio....una scusa!
No, non ci credevo affatto che mi aveva baciata per scusarsi del suo comportamento. Dovevo sentirmi arrabbiata, ma non lo ero, mi era piaciuto quel bacio, mi aveva provocato brividi.
Comunque sia, avevo intenzione di chiederglielo oggi a scuola del perché di quel bacio.
-Emmaaaaa!!!- a risvegliarmi dai miei pensieri fu la voce di mio fratello che bussava alla porta del bagno dove io stavo rinchiusa da un quarto d'ora a...lavarmi i denti?
-Cazzo, l'acqua!- dissi.
-Emma, porca vacca, apri, mi sto pisciando addosso e tu con quell'acqua non aiuti affatto nel riuscire a trattenerla, ma che caspita stai facendo?- mi chiese mio fratello sbraitando.
Mi venne da sorridere ad immaginare mio  fratello al di la della porta che saltellava con le mani sul "pacco".
-Si...scusa...entra...- dissi trattenendo una risata con la mano sulla bocca, nel vedere mio fratello proprio come me l'ero immaginato.
-Ma che cacchio ridi? Non vedi che me la sto facendo addosso per colpa tua? Ed ora esci e fammi passare!- disse Marco irritato.
-Ok, signor "me la sto facendo addosso" - dissi scoppiando in una fragorosa risata.
-Ma vattene, antipatica!- disse mio fratello lanciandomi la spugna della doccia, che beccò la porta che io prontamente chiusi.
 
-Si può sapere a che stavi pensando?- mi chiese mio fratello irrompendo nella mia camera mentre io mi stavo vestendo.
-E che cavolo, Marco...pure tu, non vedi che mi sto vestendo?- dissi abbassando subito la maglia.
-E che sarà mai...sei mia sorella e poi sai quanti corpi ho visto di donne nude...non mi scandalizzerei affatto, anche perchè quando tu eri piccola facevamo il bagno insieme!- mi disse gesticolando.
-Marco!- urlai diventando rossa.
Marco si mise a ridere di gusto per poi ripetermi la domanda che mi aveva fatto qualche minuto fa, deciso a non andarsene dalla mia stanza.
-Mmmmm...che palle...a niente, secondo te a che stavo pensando?- gli chiesi.
-Mmmm...vediamo un po'...forse ad un certo Andrea?- mi disse con il dito sul mento con fare pensieroso.
-No!- dissi -Ed ora vattene! Mi devo vestire!- gli dissi lanciandogli un cuscino.
-Va bene...e comunque si, stavi pensando a lui...eeee la nostra Emma è innamorata...- disse Andrea con sguardo trasognante.
-Ma fammi il piacere.- gli dissi - E poi, vattene.-
-Si, va bene...mi arrendo...- disse uscendo finalmente dalla mia camera.
Sbuffai, scuotendo la testa. Aspetta, che aveva detto quel rincoglionito? Innamorata. La parola chiave. Ma no, no. Lo conoscevo solo da una settimana...come facevo ad esserne innamorata...
Emma, basta. La voce della coscienza mi diceva di smetterla, quindi, davvero basta pensare. Avrei chiarito tutto a scuola.
Si...come no...
 
-Ciao Emma.- mi girai e vidi lui, il centro della mia confusione, Andrea. E poi, vidi lui, l'altro centro della mia confusione, Francesco.
Merda!
Due piccioni con una fava, direbbe mia nonna.
-Andrea, Francesco.- dissi sorridendo debolmente.
-Emmaaaaaa!!!- grazie a te angelo caduto del cielo, Sofia! Mi girai sorridente e raggiante più che mai.
-Sofia!- dissi, poi mi avvicinai di più a lei e le sussurrai nell'orecchio- Ti prego inventati qualcosa portami via da qui, più precisamente da quei due.  mi guardò con perplessità- Sofia, ti spiego dopo.- la incitai.
-Ragazzi, ciao, mi scusate vero se ve la porto via...e che...dobbiamo ripassare la lezione di diritto...ci capite vero?- gli chiese.
-Si certo.- disse Francesco, seguito da Andrea che annuì.
-Bene...allora...ciao...-disse Sofia incerta accennando un sorriso.
Mi prese per mano e corremmo, letteralmente, verso il bar della scuola.
-Ora tu, mi dici che sta succedendo.- mi disse Sofia puntandomi il dito contro.
Annuii e le raccontai tutto.
-merda, proprio in un bel casino, ed ora che farai?- mi chiese - Bella domanda Sofi, vuoi la risposta? Non lo so!- le dissi.
-Sei proprio in alto mare ed io non so proprio che dirti.- mi disse dispiaciuta Sofi.
-Guarda, non fa niente, troverò una via d'uscita per questo labirinto...- dissi -Ma, caterina?- chiesi.
-è a casa ammalata. Febbre e tosse...poveretta...- disse.
-Gia...-risposi.
Le tre ore che precedevano l'intervallo passarono velocemente, troppo velocemente. Avevo due opzioni: o rinchiudermi in classe, oppure uscire ed affrontare il problema. Sofia mi lesse nel pensiero. -Se stai pensando di rinchiuderti in classe, scordatelo, perchè ti faccio uscire a calci in culo, vai da Andrea e parlaci.- mi disse guardandomi minacciosa.
Sbuffai.-Ok, che palle...- dissi -Che palle un corno! Tirale fuori tu le palle una santa volta!- mi disse spronandomi.
Non mi restò, quindi di uscire e morire.
Andai alle macchinette, e non vidi  ne l'ombra di Andrea,  ne l'ombra di Francesco. Meglio così, mi dissi. Poi mi ricordai delle parole di Sofia Tira fuori le palle.
Già, dovevo raccogliere un po' di quel coraggio che avevo nel mio corpo, e partire verso la morte. Quanto ero catastrofica.
 
-Emma!- non è possibile! Francesco! Da questa storia non ne sarei uscita viva.
-Ciao Francesco!- dissi con un falsissimo sorriso. In quel momento provavo un certo irritamento verso di lui.
-Come va?- mi chiese -Abbastanza bene grazie...ascolta, devo fare una commissione adesso, possiamo riparlarne più tardi?- chiesi.
-emmm...si certo. Ah, ascolta, allora per oggi?- mi chiese.
Per oggi? Pensai un attimo e poi...o cavolo è vero il gelato!
-Ah, si va bene. Alle tre avevamo detto.- dissi -Si...- rispose.
-Ok, allora ci vediamo al parco.- dissi -Va bene, ciao.- mi disse Francesco.
Risposi e mi avviai verso l'altro problema.
Eccolo li, mani in tasca, sorriso sornione mentre parla con i suoi amici.
Che? Amici? No, no, non ce la posso fare. Addio coraggio! Troppo tardi...
-Emma!- mi girai come colta nelle mani nel sacco. -Andrea! Che coincidenza!- dissi mimando e sorridendo forzatamente.
-Scusatemi un secondo.- sentii dire ad Andrea ai suoi amici.
-Che ci fai qua?- mi chiese Andrea -be...- coraggio Emma, coraggio -Ero venuta...- coraggio, ma lo sguardo di Andrea che mi incitava ad andare avanti non mi aiutava affatto-a farmi un giro...ecco...- dissi rigirandomi le mani con lo sguardo basso.
-a ok...disse. fai qualcosa oggi pomeriggio?- mi chiese.
Cavolo e me lo chiedeva così, con quello sguardo da infarto e con quelle labbra che io continuavo a guardare ipnotizzata.
-Emma, tutto bene?-mi chiese.
Mi riscossi un attimo e risposi-Ehm...si certo...-dissi sorridendo-dicevi?- chiesi.
-Se oggi pomeriggio avevi impegni...- mi chiese.
-No, no, niente impegni, perchè?- chiesi ignara del pasticcio che mi ero cacciata.
-Volevo chiederti se potevi uscire per una passeggiata.- mi chiese.
-Si certo.- dissi. No, no, aspetta un attimo, che cosa? Oggi pomeriggio, passeggiata? No, no, dovevo gia uscire con Francesco!
Volevo scusarmi e rispondergli che avevo gia un altro appuntamento, ma come facevo? I suoi occhi brillavano!
-A che ora?- mi chiese -Ehm...alle cinque va bene?- chiesi. Mi guardò un po' stranito.-Alle cinque non è troppo tardi?- mi chiese.
-ehm..no, sai devo fare una marea di compiti e prima delle cinque non penso di aver finito. Però se vuoi facciamo alle quattro e mezza.- chiesi gesticolando.
-Si, forse è meglio.- mi disse.
-Ok, dove ci incontriamo?- gli chiesi.
-Ti vengo a prendere io.- mi disse -Ok, allora ci vediamo.-dissi.
-Ok...ciao.- mi disse lui di rimando.
 
-Che cosa?- mi chiese Sofia appena rientrai in classe.
-Non ce l'ho fatta Sofi! E poi non ho capito più niente...è bastato un ricordo delle sue labbra e il mio cervello...puff...è andato in tilt.- tentai di giustificarmi.
-Carina, non è una giustificazione! Ora dimmi cosa farai?- mi chiese inarcando il sopracciglio.
-Cosa farò, cosa farò...farò...prima andrò con uno e poi andrò con l'altro.- dissi gesticolando.
-Poi non lamentarti se la tua vita è incasinata, perchè sei tu che la incasini!- disse Sofia.
-Ragazzi, a posto...- la nostra discussione (fortunatamente) fu interrotta dall'arrivo della professoressa di inglese.
 
Finalmente la scuola finì, corsi a casa, mangiai e mi preparai psicologicamente al pomeriggio che mi aspettava.
La lancetta dell'orologio, segnava le 2 meno un quarto, forse era meglio si mi avviavo verso il parco.
Arrivai alle tre spaccate, manco fossi un orologio svizzero, e trovai Francesco seduto su un'altalena che si dondolava con il cellulare in mano.
Appena alzò il viso da terra gli feci un cenno con la mano, che lui ricambiò, dopodiché mi raggiunse.
-Ehi, ciao!- mi disse - Ciao-risposi sorridendo.
 -Andiamo verso di qua?-chiesi indicando la strada.
-Va bene.- rispose lui seguendomi.
Arrivammo alla gelateria, dove prendemmo due coni giganti, per poi accomodarci alle panchine del parco. Sfortunatamente e ripeto, sfortunatamente, trovò un posto appartato, nessuna persona e nessun cagnaccio che ci disturbasse. Quella era la panchina degli innamorati, benchè era in un posto appartato, dove le tenere coppiette potevano dare sfogo alla loro attività orale, senza gli sguardi curiosi della gente.
Questo pomeriggio, me lo sentivo, non sarebbe andato a buon fine.
-Allora, come va la scuola?- mi chiese Francesco.
-Piuttosto bene...- risposi -Tu?- chiesi.
-Abbastanza bene...-disse.
Ci fu un momento di silenzio che fu spezzato dal mio -Mio dio, che pasticcio!- come mio solito, il gelato, dalla "troppa fretta" di mangiarlo, si era sciolto e mi stava colando lungo tutto il braccio.
-Tieni.- mi disse Francesco porgendomi un fazzoletto.
-Grazie!- risposi, piena di gratitudine per quel gesto.
Mi pulii del gelato alla vaniglia che mi era colato sulle mani e braccia, con l'effetto di essere diventata appiccicosa tanto quanto uno schotc.
-Mio dio che schifo, sono tutta appiccicosa.- dissi guardandomi le mani.
Francesco rise. -Che c'è? Non c'è tanto da ridere, c'è da piangere!- dissi inarcando il sopracciglio, anche un po' innervosita.
-No, non prenderla male, è che hai del gelato sul naso!- mi disse ridacchiando.
-Dove?-dissi incominciando a toccarmi il naso.
-Qui.- disse Francesco indicando il punto sul suo naso. Mi toccai il punto indicato da Francesco.-Pulito?-chiesi.
-No. È qui!-mi disse Francesco indicando di nuovo il punto di prima ed io, copiai il suo gesto.
-Aspetta.-mi disse avvicinandosi.
Mi posò la mano sul mio viso mentre con il dito toglieva il gelato dal mio naso, mentre io guardavo i suoi occhi scuri a bocca semi aperta.
Poi si allontanò di qualche millimetro, quanto bastava per guardarmi negli occhi.
Poi si riavvicinò e le nostre labbra si sfiorarono.
Poi abbassai lo sguardo schiarendomi la voce per poi posargli una mano sul petto per allontanarlo da me.
-Ehm...scusa ma..no...-dissi in imbarazzo.
 -Figurati scusami tu e che...non ti resisto più...sei così bella e dolce...-mi disse posandomi la mano sul viso mentre mi guardava negli occhi -Ehm, Francesco...io...non...- gli dissi abbassando lo sguardo diventando rossa.
-Ok, ti capisco...- mi disse allontana dosi da me -Mi dispiace...davvero...- gli dissi.
-Niente  dispiaceri...ti capisco...hai aspettato fin troppo...Ora scusami, ma devo andare...ci si vede...- mi disse alzandosi e andandosene.
-Francesco!-dissi alzandomi, prendendolo per un braccio -Scusami, davvero, è che io non so bene cosa provo per te e non voglio affrettare le cose...mi capisci...è passato molto tempo da quanto ho superato la mia cotta per te e per me è difficile riniziare  tutto da capo...- dissi dispiaciuta a testa china.
-Ok, immaginavo, non fa niente, ti lascio tutto il tempo che vuoi, però pensaci.- mi disse.
-Lo farò.- gli dissi accennando ad un sorriso.
Dopodichè, mi fece un cenno col capo e se ne andò.
Non poteva trattarmi così, proprio no! Ma cosa si aspettava? Che ricadessi ai suoi piedi in  uno schiocchi di dita? E no e...
Ed ora, me ne rimanevo li impalata a fissare il vuoto con le lacrime che bussavano per uscire.
 

NOTE
Ciao ragazze! questa storia più vado avanti più mille idee scorrono nella testa...mi spiace di avere pochi lettori, ma è iniziata maluccio ma ora sta procedendo bene ed in più mi sta entusiasmando tantissimo! spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...vi lascio il link del mio gruppo dove metterò anche spoiler, quindi aggiungetevi!!!!
https://www.facebook.com/#!/groups/245858695508286/ 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
   
 
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