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Autore: overthinkgeo    05/04/2012    4 recensioni
Osservo il suo profilo immobile che si nasconde tra le ombre della stanza. La sua espressione è indecifrabile. Ora pacifica, ora turbata. La contrazione della sua bocca non trasmette altro che tensione e irritazione, mentre i suoi occhi serrati lo presentano come una persona senza pensieri.. o meglio, disinteressata.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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*ok, questa è la mia prima fanfiction in assoluto.. non ne ho mai scritte e mi sento un po' in imbarazzo lol
Ho deciso di trattare il caso "The yellow face", ovviamente rimaneggiato ai giorni nostri e raccontato da John. La storia sarà assolutamente diversa, ma mi baserò su alcune cose che accadono durante il racconto.

So che in questa prima parte non ci sono molti atteggiamenti "romantici" o segnali d'amore tra i due lol ma preferisco partire in modo cauto perché voglio che la cosa si sviluppi pian piano e non tutta in un colpo. Già dal prossimo capitolo i sentimenti di John verso Sherlock saranno più espliciti.
Detto questo, buona lettura e accetto con piacere ogni tipo di consiglio*


Osservo con attenzione la polvere che rivela la sua presenza al chiarore del sole. La finestra che da sulla strada sta filtrando un piccolo ma denso raggio di luce che, attraversando metà della stanza, si spinge fino al piede del mio più fidato amico Sherlock, il quale è completamente disteso sulla poltrona in cui, solitamente, mi siedo io. Deve essere davvero turbato per aver commesso un errore del genere; passa ore a riordinare le sue calze per avere un completo ordine visivo e mentale e finisce per sedersi sulla mia poltrona.. Può sembrare un'osservazione stupida, ma se ci si pensa un po' ognuno di noi ha il proprio posto preferito dove stare o dove passare del tempo. Sherlock ,spesso, ha bisogno di numerose condizioni per pensare in modo appropriato e la maggior parte di queste sono minuzie o dettagli che al mio occhio sembrano solo irrilevanti. Il fatto che si sia seduto sulla mia poltrona e non sulla sua mi suggerisce che si trovi in un momento di confusione che non gli permette nemmeno di seguire i suoi soliti rituali che lo accompagnano nelle sue tecniche di investigazione.
Appoggio la giacca sulla sedia della scrivania e mi avvio verso la cucina facendo finta di non averlo notato, quando lo trovo in stati del genere ho quasi paura a rivolgergli la parola. Accendo la luce e il rumore dell'interruttore spezza il denso silenzio che ricopriva l'intera stanza. Mi avvicino al frigorifero e ne estraggo l'unica cosa che contiene: una bottiglia d'acqua. Bevo osservando con attenzione il comportamento di Sherlock, il quale rimane statico nella stessa posizione fino a che non mi decido a parlare.

-Dunque?-

aspetto con ansia una sua risposta, anche se sono a conoscenza del fatto che potrebbe non aprire bocca lasciandomi nel mio imbarazzo. Percepisco un piccolo movimento compiuto dalla sua mano destra che pende dal bracciolo della poltrona e che poco prima pareva spenta e inanimata.

Sherlock: -Dunque?-

A questo punto avrei preferito che non mi avesse risposto. Avevo facilmente notato che qualcosa non andava, anche se non lo conosco da una vita ho già capito il suo carattere, dal momento in cui sa essere molto esplicito la maggior parte delle volte. Ma ho quasi paura a chiedergli cosa sia successo.. anche se sono capace di immaginarmelo.. il problema sono le sue risposte. Mi imbarazzano.

-Brutto periodo?- azzardo con voce insicura

Non so cosa sia successo nell'ultima settimana, siccome per 7 giorni sono stato fuori città per passare un po' di tempo con mia sorella.

-Speravo le tue capacità deduttive fossero migliorate dall'ultima volta che ci siamo visti, John. Tutte le mie fiducie sono appena scomparse. Se avessi prestato veramente attenzione avresti notato che le mie scarpe si trovano nello stesso luogo in cui le misi l'ultima volta, senza alcuna traccia di fango, e con al loro interno ancora le mie calze del mercoledì. Oggi è mercoledì e come puoi esplicitamente vedere sono in vestaglia, cosa che ti suggerisce che non sono uscito di casa nell'arco di questa mattinata. Dunque.. le scarpe non sono sporche di fango, questa settimana è piovuto tutti i giorni tranne il lunedì, hanno al loro interno le calze del mercoledì e dal momento in cui oggi non mi sono mosso da qui puoi velocemente arrivare alla conclusione che è da una settimana e 11 ore che non esco da questo appartamento. Sai quanto ritengo inutili le attività sportive, ma il mio lavoro mi obbliga sempre a uscire di casa almeno 4 o 5 volte a settimana. Quella porta non si è aperta per 7 giorni consecutivi e questo significa che non sto lavorando. -

Sì, si trova chiaramente in uno stato confusionario anche se la sua intelligenza era sempre impatta, viva e vegeta. Ovviamente non avevo notato i particolari che mi aveva appena elencato, ma non sono così stupido da non accorgermi del suo stato di depressione. Mi preoccupo molto per Sherlock.. quando mi trovavo da mia sorella ero continuamente tentato dal mandargli un messaggio per sapere se andava tutto bene, ma non ne trovai il coraggio.
Osservo il suo profilo immobile che si nasconde tra le ombre della stanza. La sua espressione è indecifrabile. Ora pacifica, ora turbata. La contrazione della sua bocca non trasmette altro che tensione e irritazione, mentre i suoi occhi serrati lo presentano come una persona senza pensieri.. o meglio, disinteressata.

-Sherlock, credo che una boccata d'aria ti farebbe più che bene-

Si è appena girato verso di me e il suo sguardo si è allacciato al mio. E' incredibile come possa dimenticarmi della sua arrabbiatura solo grazie all'effetto travolgente che mi trasmettono quei suoi piccoli occhi vispi. Rimango immobile.

-John, non credo sia il momento adatto...-


-Sherlock..- lo interrompo, deglutisco rumorosamente, fisso il pavimento e alzo nuovamente lo sguardo verso di lui-.. nonostante mi sia sentito dire più volte di essere una persona stupida, sono quasi certo che per una volta dovresti stare ad ascoltarmi. Non avrò capacità deduttive o di osservazione, ma posso assicurarti che se stai chiuso qui dentro ancora per poco finirai per impazzire-

Sono sorpreso dal tono di voce che è appena uscito dalla mia bocca, ma a quanto pare, ha funzionato. Sherlock si è alzato, a rilento e svogliatamente, ma è già un grande passo. La sua vestaglia è piena di pieghe e il cordone che dovrebbe circondare la sua vita sta penzolando vorticosamente e ormai tocca terra. I ricci che prendono vita sulla sua testa sembrano non aver visto una spazzola da parecchio tempo e la mia espressione non è una delle migliori.

-Regent's park?-
-Regent's park- rispose con un filo di voce
  
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