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Autore: tonight    05/04/2012    2 recensioni
Salve a tutti! Questa è la prima volta che realizzo una fanfiction e, soprattutto, è la prima volta che rendo pubblico qualcosa che ho scritto io. Sto cercando di fare una storia simpatica e non troppo sdolcinata, con nuovi personaggi oltre a Niall, Harry, Zayn, Louis e Liam. Nel racconto infatti troverete anche delle ragazze, praticamente le protagoniste, che non sono Directioners. Quindi non vi dovrete stupire troppo delle cose, che hanno fatto e che faranno nel corso della storia, che noi fans non approveremmo mai. Spero che la storia vi piaccia...buona lettura!!!
*dal testo*
Eravamo in quelle condizioni già da troppo quando qualcosa, o meglio qualcuno, mi vanne addosso talmente forte da farmi cadere a terra. Sbattei un gomito sull'asfalto e mi caddero anche gli ochiali da sole. Un'automobile, evidentemente non soddisfatta della mia già abbondante sfortuna, ci passò sopra, frantumandoli.
Guardai verso l'alto per capire chi fosse stato a venirmi contro, pronta per dirgliene quattro e vendicare i miei occhiali.
Le parole mi si bloccarono in gola.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tuuuuutti !!! Ecco pronto il terzo capitolo!!! Torniamo a parlare delle nostre protagoniste, che hanno appena fatto un'incontro moooooolto speciale!! Spero che vi piaccia.

tonight

PS: vorrei sapere cosa ne pensate quindi...recensiteeee!! Pleaseeee *labbrino tremolante*

 

Quando finalmente riuscii a distinguere qualcosa oltre la luce abbagliante del sole, rimasi a bocca aperta.
La prima cosa che vidi fu una massa di capelli ricci, poi mi concentrai sul volto. Sugli occhi, degli occhi bellissimi. Davanti a me si ergeva un ragazzo piuttosto alto, e decisamente carino, che mi fissava stupito, neanche fossi un alieno.
Dietro di lui vedevo spuntare le teste di altri quattro ragazzi. Anche loro mi guardavano con aria interrogativa.
Invece io ero, più che sbalordita, terribilmente imbarazzata. Sentivo le guance avampare.
Dopotutto però non era certo colpa mia se ci eravamo scontrati, anzi si sarebbe dovuto scusare lui per primo, dato che ero io quella finita in terra. Così mi alzai a fatica e, di nuovo, rimasi bloccata dallo stupore. Intorno a noi si era radunato un numero incredibile di persone, per la maggior parte ragazze, che continuavano a spostare gli occhi curiosi da me ai ragazzi, e dai ragazzi a me. Avevano sguardi invidiosi (nda. chi non li avrebbe avuti?!?).
Marti a An si scambiavano bisbigli e, ogni tanto, osservandomi, ridacchiavano. Belle amiche! Alzai gli occhi al cielo. Mi girai per prendere la borsa che era caduta insieme a me. Allora ebbi come un'illuminazione, mi si accase una lampadina e, ancora oggi, non so ben spiegare per quale motivo capii solo in quel momento chi fossero quegli strani ragazzi. Mi ricordai di una band che avevo ascoltato fino a due anni prima. A me e marti piacevano molto. Dopo un po' però avevamo smesso di seguirli, non ricordavo bene il perchè, e ci eravamo dedicate ad altri generi musicali e ad altri artisti. Ora quella band era, al completo, davanti ai miei occhi.
Stavo per raccogliere la borsa quando vidi uno degli altri quattro ragazzi che me la porgeva con un sorriso. Mormorai un << Grazie >>, ma poi mi ricordai che erano inglesi e cercai di trasformare quel ringraziamento impacciato in un << Thank you >> deciso. Ovviamente non ci riuscii.
Sentivo gli sguardi della folla che mi pugnalavano alle spalle come lame. Fortunatamente An e Marti vennero in mio soccorso.
Ci stavamo finalmente allontanando tra scuse, complimenti e sorrisi confusionari, ma prima di riuscire a girare l'angolo, i ragazzi si avvicinarono. Quello che mi aveva letteralmente investita, indicando ciò che restava dei miei occhiali, una poltiglia di vetro, si scusò. Parlava in inglese con qualche accenno di italiano assolutamente fuori luogo. Sorrisi e gli dissi di non preoccuparsi, poi mi allontanai sempre più impacciata e sempre più colpita dalle occhiate affilate della gente.
Solo quando svoltammo in una via laterale riuscii di nuovo a respirare.
Già di mio ero un tipo piuttosto timido e insicuro, in una situazione del genere era da considerarsi un miracolo il fatto che non fossi collassata!
Camminammo ancora per qualche minuto nel silenzio più totale. Raggiunta la fermata dell'autobus, dopo esserci assicurate che non ci fosse nessuno troppo vicino, iniziammo a...urlare. Precisamente: urlavamo. Lanciavamo delle grida tanto forti che un uomo, affacciatosi alla finestra, ci lanciò contro insulti irripetibili. Non so perchè lo stavamo facendo, forse per sfogare la tensione di quei momenti o magari per le troppe emozioni che avevamo accumulato in un solo poeriggio o, più probabilmente, per entrambe le cose.
Quando finalmente l'autobus arrivò, ci lasciammo cadere esauste sui sedili semidistrutti, troppo distratte per dare importanza alla puzza di sudore che aleggiava all'interno.
Arrivata a casa, mia madre, dopo avermi osservata attentamente, scuotendo la testa, affermò decisa : << Tu e le tue amiche vi stancate troppo, dovrò prepararti come minimo tre frullati al pomodoro per far tornare la tua faccia di un colore normale >>. Mia madre era convinta che qualsiasi cosa, in qualunque momento, potesse essere risolta con dei pomodori.
<< Grazie mamma, ma penso che me ne andrò a studiare, i frullati me li gusterò la prossima volta >>.
Già, perchè il giorno dopo avevo anche l'interrogazione di chimica.

  
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