Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: whiteskin    05/04/2012    12 recensioni
Non sapeva il suo nome, nè tantomeno dove abitasse, ma a Justin piaceva restare lì, seduto sul davanzale della finestra, a vederla camminare davanti casa sua per raggiungere una meta a lui conosciuta.
Era qualcosa più forte di lui, più forte del suo silenzio.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Old pictures

 

 

Non mi piace il freddo, non mi piacciono le persone false, non mi piacciono le bugie, non mi piace la pasta senza parmigiano, non mi piacciono i vestitini troppo corti.
Non mi piace il fumo, ma nonostante questo, sono una fumatrice. Non mi piace la mia famiglia, è schifosamente perfetta.
E perfezione è sinonimo di finzione.
Non mi piace la musica house, non mi piace essere criticata, non mi piace vivere in una città dimenticata dal mondo.
Non mi piace avere qualche chilo di troppo, non mi piacciono gli specchi, non mi piace il trucco.
Non mi piace avere graffi sul mio polso, non mi piace piangere, non mi piace nascondermi, non mi piace mentire.

Semplicemente, non mi piaccio.
[Olivia]



 

Olivia si avvicina al divano in pelle bianca, dove suo cugino dorme da ormai qualche ora.
Si siede sul tavolino adiacente al sofà e passa una mano tra i suoi capelli scoprendogli la fronte. Non ha intenzione di svegliarlo, anche se vorrebbe, non finisce nemmeno di pensarci che Justin si volta e lentamente apre gli occhi.
"Mi fa male la testa" dice con voce rauca, Olivia sorride.
"Ti ricordi cosa è successo?" domanda, continuando a passare una mano tra quella soffice e folta chioma bionda. Justin annuisce, lui si ricorda tutto, ogni singolo dettaglio.
Ma non fa domande, per il momento, chiede solo un bicchiere d'acqua e quando lo ottiene si alza dal divano e si siede composto per bere. 
Si trova faccia a faccia verso la cugina, beve un sorso e poi apre la bocca senza schiarirsi la voce.
"Ma quella ragazza?" Olivia corruga la fronte senza capire, e Justin abbassa lo sguardo.
"Quella ragazza…quella al parco..quella per cui.." Olivia lo zittisce, si alza e prima di lasciare la stanza sibilla "Non è nessuno, lasciala perdere" e lo lascia così, solo sul divano di una casa non sua, con un bicchiere mezzo pieno di acqua.

 

**


Olivia sale frettolosamente le scale diretta verso camera sua, la raggiunge e si chiude a chiave. 
Ha paura di essere scoperta, essere vista, dal vicino, dal gatto, o peggio, da Justin. 
Così guardandosi intorno apre l'armadio e da esso ne estrae uno scatolone, lo apre leggermente e soddisfatta sorride perché ha trovato ciò che cercava. 
Siede sul letto ad una piazza e mezzo dal materasso morbido ed apre lo scatolone.
Prende in mano la prima foto, questa con rabbia, vorrebbe alzarsi e prendere l'accendino che nasconde nel cassetto e dare fuoco a quel pezzo di carta, ma non lo fa.
Lo ripone, e ne prende un altro. Questo con una scena e dei protagonisti ben differenti, differenti come i sentimenti che suscita quella foto verso Olivia.
Ripone anche questo, e senza curanza sfoglia le altre foto, una dopo l'altra, senza fare un commento, senza cambiare l'espressione in viso.
Si sofferma su una di esse, scattata nel 2009 la tocca con il palmo della mano per rivivere il momento, anche se sa benissimo che dietro non si può tornare.
Improvvisamente squilla il cellulare, così raccoglie tutte le foto e posa lo scatolone sotto al letto, in modo che nessuno possa trovarlo, di questo ne è certa.
Prende il telefonino e risponde, è Christine, la sua migliore amica. 
Lascia che i pezzi di carta, che fino a qualche minuto prima la rendevano tanto felice e triste, prendano polvere.
Si siede sulla sedia e continua la sua conversazione spensierata.
Senza dar conto che al piano di sotto c'è suo cugino, solo, con un bicchiere in mano.Senza dar conto che Justin aveva parlato.

 

**
 

Justin torna a casa, soddisfatto.
Prende il suo Iphone e si connette, vorrebbe urlare al mondo di quanto lui sia felice, felice per così poco poi. 
Felice per aver conosciuto un semplice nome, ma a lui basta così. Per lui è già tanto.
Ma rimane in silenzio, gli sembrava di aver parlato già abbastanza.
Sale anche lui in camera sua e si affaccia alla finestra, si siede e fissa la panchina.
Ha una strana sensazione, come se l'indomani succederà qualcos altro, ma scuote la testa, sta pensando troppo.










 

give little time to me, or burn this out..
salve ragazzuole.
vi prego non odiatemi se ho postato tardi, ma è un periodo piuttosto di merda
e sono successe tante di quelle cose che non ho torvato il tempo di scrivere.
Primo fra tutti la scuola , sto facendo i salti mortali per prendere voti alti, devo passare senza debito #neversaynever
ANYWAYS spero mi perdoniate, anche perchè dato che ci sono le vacanze
scriverò molto e avrò i capitoli preparati e di conseguenza pubblicherò più spesso! 
E poi in verità speravo fino infondo ad arrivare a 10 recensioni ma nulla çç
però ora ci spero sempre anche se come accennato questo capitolo fa cagare i piccioni çç
perdonatiemi, il prossimo sarà bello giuro.

martins
@xbieberspancake on twiddah

  
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