A/N:
- Esattamente, direi che l’idea di maturare per “riflesso” rende abbastanza bene il concetto. Se deve avere a che fare con gente che è maturata, non può restare indietro, no? Nyah! [Sasuke non conta, dopotutto. Mica matura lui, ecco. Speriamo di riuscirlo a farlo maturare un poco…]
- La Sakura è quella del Post-timeskip, l’avevi presa bene XD
- La dea della fortuna di Konoha? Oddio… Perché, ne hanno mai avuta una? X°°D Mi limito a quotare Sasuke: Quando la vita ci si mette… Mai insultare la vita. Mai. Potrebbe offendersi XD
- Più che complesso, direi che Sasuke Uchiha è complessato, ecco. [La bambola gonfiabile di Itachi la prenoto io o.ò” Insieme ai gatti marci.]
- Per Miyu ed Ery… Erica vince un esemplare della bambola gonfiabile di Itachi X°°D O punchingball stile Sasuke. A sua scelta XD
Uhm.
Allora, tengo a precisare che questo capitolo è abbastanza crudo. Molto crudo.
E’ nominato Orochimaru, il che mi sembra [solo questo dovrebbe essere un warning,
a parere mio. Brr…].
Quindi, tanto sangue e pochi pensieri carucci. Piace? Non piace? Vabbeh, pace.
Possiamo dare il via alla seconda parte del festival del macabro! Si aprano le
danze! [Nessuno ti batterà mai in questo campo, L.A.D.L+ASJSDJETCET
Song: “ Nightmare – M.S.G. ”
E già il titolo della canzone usata… Gh. Diamo il libero sfogo alla pazzia!
Mi scuso per la scena d’azione, che avrebbe potuto essere migliore. Ma non rientra esattamente nelle mie abilità.
Nella scena di botte ci sono parti mancanti, causa il punto di vista di Sakura. Verranno implementate nel prossimo capitolo [purtroppo.] XD
Era tutto ciò di cui aveva
bisogno. Un punto debole.
[Se non ce l’ha, crealo tu.]
Itachi non aveva un punto
debole, non lo aveva mai avuto. Itachi era stato il Dio attorno al quale la sua
vita, da piccolo e fino a quel momento, aveva orbitato.
Itachi, ai suoi occhi, era sempre stato perfetto. Immutabile e perfetto.
Una costante nella sua vita, una costante di cui voleva liberarsi, in qualunque
modo.
Ma Itachi era come Dio…
[Allora perché sanguini?]
… un Dio che, ora, aveva un punto debole.
[La tua spalla sanguina, la
tua spalla brucia. Concentrati su quella spalla Uchiha, staccagli il braccio se
è necessario: è un punto aperto. Puoi fargli male.
Perché lui non è un dio. Non lo è mai stato.]
Si rialzò, spostando lo
sguardo dalla Kusanagi a terra fino alla spalla di lui. Il polso destro, come
prevedibile, era slogato. La mano la muoveva appena.
Ma che importava?
Gli Sharingan bruciavano negli
occhi. Il segno bruciava sul collo.
Era vivo. Questo bastava.
[Spalla. Obiettivo. Bersaglio.
Sei mio, oggi.
Oggi sei mio, Itachi.
E sei morto]
Ancora una volta, il chakra si andò a concentrare in uno sfrigolio nella mano sinistra. Ancora una volta, il ragazzo partì alla carica, chino in avanti, volto contratto.
Non pensava. Non pensava mai in questi casi.
Era l’odio, a pensare per lui.
[L’odio? Davvero?]
“Chidori!”
IX – Nightmare.
Nightmare,
lying here in the dark.
… Scared, like my dreams made their mark…
I wonder…
Sasuke-kun le dava le spalle, come aveva sempre fatto fin da quando erano bambini.
Le
dava le spalle, e lei lo chiamava. Lei, a gran voce, gridava, nell’aria che non
esisteva.
Perché lui era coperto di lacrime nere, lui le dava le spalle e non la sentiva.
C’è qualcosa di sbagliato.
Sentì
mancarle il respiro, sentì la paura, il panico di quel giorno. Sentì il cuore
accelerare il battito, il respiro affannarsi.
”Perché quello non può essere Sasuke-kun…”
Gli corse incontro, e l’aria era rarefatta, i suoni ovattati e rifranti da
un’eco invisibile.
A qualche passo di distanza, Sasuke-kun si voltò verso di lei. Come se, dopo tutte quelle grida, l’avesse sentita solo adesso. “Sasu…”…ke-kun?
Si fermò. Si zittì. La ragazza si zittì, affondando le unghie nel palmo della mano, stringendo quel pugno vicino alle labbra, occhi sbarrati, labbra tremanti. Sasuke-kun?
Due
occhi dorati la fissavano, dietro il viso di Sasuke-kun. Viso che si stava
sciogliendo, come una maschera di cera, su occhi dorati. Occhi dorati da
serpente, che per mesi avevano occupato i suoi incubi. Che recentemente erano
tornati ad occuparli.
Non…
Non può…
La pelle cadeva a pezzi sul volto scheletrico, contratto in quel sorriso folle che aveva avuto quel giorno. Quando per la prima volta si era svegliato, dopo che Orochimaru…
C’è qualcosa di sbagliato… C’è…
C’è…
Sasuke-kun…? Sasuke-kun?
“Sorpresa, Sakura-chan.”
La voce di Orochimaru, la voce del serpente, una voce che non apparteneva a
Sasuke-kun era appena uscita dalle labbra di cera di Sasuke-kun.
Sentì gli occhi gonfiarsi di lacrime, l’aria inesistente non arrivare più ai
polmoni. Era paralizzata, respirava a fatica, le sue gambe, l’intero corpo
tremava.
Come quel giorno, dopo averlo guardato negli occhi…
Un
singhiozzo, due, mentre quella… quella cosa si avvicinava a lei.
Due passi lontana. Un passo.
Era lì.
Non riuscì ad emettere un suono, sentendo le dita fredde di Sasuke-kun – non è Sasuke-kun! – sulla gola, nel vedere quel sorriso così sbagliato sulle sue labbra che stavano perdendo forma, quella luce di follia nella pupille da serpente.
Le dita della mano le si serrarono sulla gola, tagliandole via la poca aria che era riuscita a respirare in quell’atmosfera malsana. Boccheggiò, senza emettere alcun suono, le lacrime mute che solcavano il viso.
Le gambe cedettero, e non riusciva a respirare, stava affogando…
Affogo, e non sono le lacrime, è Sasuke-kun…
… non è Sasuke-kun!
Ed io soffoco perché lui non è lui e mi ha ingannata e non respiro e mi dispiace
perché era troppo tardi Sasuke-kun mi sono lasciata ingannare e mi dispiace
perché ormai tu non ci sei più ed io non ci sono più non ci siamo più ed è tutta
colpa mia mia mia miamiamia
Midispiacemidispiacemidispiace
Lui
era sopra di lei, e lei era in ginocchio. Verde nell’oro, le pupille di lei
dilatate, ed i polmoni reclamavano disperatamente aria che non poteva più
arrivare.
Lui continuava a sorridere, mentre la faccia di Sasuke-kun ormai cadeva a
brandelli, a pezzi. Lentamente, si scioglieva e colava su di lei.
E’ tutto sbagliato…
La stretta si strinse, ed il collo si spezzò con un rumore innaturale.
Lei continuava a piangere.
Ma era già morta…
…Sasuke-kun le dava le spalle, come aveva sempre fatto fin da quando erano bambini.
Le dava le spalle, e lei lo chiamava. Lei, a gran voce, gridava, nell’aria che non esisteva.
Non esisteva. Non esisteva.
E lei era morta.
Sasuke-kun le dava le spalle, come aveva sempre fatto fin da quando erano bambini.
Le dava le spalle, e lei lo chiamava. Lei, a gran voce, gridava, nell’aria che non esisteva…
… Non…
E’ tutto sbagliato! Lui è… lui è…
Dreamer… always alone.
Dopo
aver sentito la voce maschile, si era fermata e si era voltata. A quell’unico
richiamo per la sua attenzione: la volpe a nove code.
Istintivamente, nel voltarsi, aveva estratto il kunai dalla cintura dove lo
aveva tenuto stretto fino a quel momento.
Davanti a lei, la prima cosa che aveva notato fu quell’ombra di Sasuke, così
simile ed eppure così diversa. Altrettanto, però, malridotta.
Aveva visto troppe foto nella casa di Sasuke-kun, per non poterlo riconoscere.
“Itachi Uchiha.” Aveva mormorato a quel punto, affondando il canino nelle labbra, posa sulla difensiva.
… deve essere la fine, mh.
Il
giovane uomo non la stava degnando di uno sguardo – tipico degli Uchiha,
apparentemente – piuttosto gli occhi seccati, neri come la pece, erano fissi
sull’altra persona accanto a lui.
Persona che aveva una carnagione malsana, come se fosse stata immersa
nell’acqua, e lì dimenticata.
“Ne, Sakura-chan, poi c’era
questo tipo che, giuro, sembrava un pesce! Ti dico che è così!”
”Ma smettila…”
Ma
ora, c’era solo silenzio.
”E’ lei, no?” aveva ripetuto l’uomo, mano stretta sull’elsa dello spadone che
portava sulla schiena.
Pesce fuor d’acqua. Cosa
vogliono?
Volpe a nove code… Non possono…
La ragazza aveva stretto la presa sull’arma a lama corta, ed aveva schiuso le labbra per parlare. Ma l’Uchiha, l’altro Uchiha l’aveva preceduta, con tono tranquillo. Forse con un fondo di irritazione – impossibile dirlo.
“… Non importa. Non siamo qui per lei, Kisame. Non abbiamo tempo da perdere.”
“Il kyuubi, certo. Sono sicuro che lei lo sa, dov’è. Non è vero?”
“Non
abbiamo certo bisogno di chiederlo a qualcuno come lei. Non
avresti nemmeno dovuto parlare.”
L’Uchiha maggiore aveva a quel punto voltato loro le spalle, con serafica
tranquillità, calandosi appena il copricapo sulla fronte, ad oscurare il viso.
Solo allora Sakura si era accorta della mano. La mano che, dal colorito,
sembrava una cosa morta, pallida, quasi lasciata lì a marcire. Da medico, o
apprendista tale, si era data una sola risposta.
Il sangue non circola bene.
“Non ce l’ho fatta.”
E’ così che ha detto Sasuke-kun. Quello lì il braccio non dovrebbe riuscire a
muoverlo.
Perché ci riesce?
“Ora
l’Hokage saprà di noi. Sempre che non ne sia già a conoscenza.” Un sussurro,
vagamente minaccioso. Sakura era rabbrividita, ma l’altro uomo – Kisame, lui era
scoppiato in una risata. E le aveva donato il profilo grottesco di creatura
marina, mentre con lo sguardo aveva seguito il compagno.
”Tanto vale chiederlo a lei, no? Certamente lo saprà.”
L’altro aveva continuato a camminare, Sakura aveva notato, strascicando appena
la gamba sinistra. Così fieramente, che lei non se n’era quasi accorta.
La ragazza aveva serrato le labbra, nell’osservare quella schiena voltata
allontanarsi.
Come sempre. Basta. Basta!
Lo
sguardo fisso sul punto in cui avrebbe dovuto essere quel braccio, sotto la
cappa nera e rossa.
”Fermi! Credete per caso che vi lascerò vagare così per Konoha? Siete
ricercati.”
L’uomo che le aveva donato il profilo scoppiò a ridere, di nuovo. “E cosa credi
di fare, contro di noi? Scappa via, oggi che puoi.” Aveva accennato a girarsi, a
seguire l’altro.
Sakura aveva sentito il panico mischiarsi ora con la rabbia, con un assurdo
istinto di proteggere il suo compagno di squadra, che sicuramente era più forte
di quando non lo fosse lei.
Le mani le tremavano. L’intero corpo le tremava. Era irritata, era…
Basta, basta, basta! Perché
li tormentate sempre?
Perché ce l’avete con noi, dannazione?!?
Sta tutto tornando come
prima, ora…
Stiamo tornando a tre anni fa, ora…
Dovete smetterla, smetterla…
… perché Kakashi-sensei ha detto che sono io, a tenere unita la squadra…
… voi dovete smetterla…
Basta!
”Non voltatemi le spalle!” aveva gridato, ed aveva attaccato Itachi Uchiha.
Nel momento in cui lo aveva visto evitare quell’attacco con un semplice movimento distaccato, nel momento in cui aveva visto quegli occhi rossi… aveva saputo di aver commesso un errore.
Un grosso errore.
Da sola. Forse, uno contro uno, avrei potuto sperare di farcela – senza riuscirci.
Non era solo progredita nel campo medico – Naruto le aveva fatto gentilmente notare che era diventata fin troppo fisicamente forte per i suoi gusti- poteva farcela, e doveva farcela. Ma Itachi Uchiha, pur in svantaggio, aveva evitato ogni colpo diretto. Con il kunai era riuscita a sfiorargli il viso, il braccio malato.
Non c’è alcun onore, in tutto questo.
Aveva tratto sangue, ma non l’aveva colpito.
Perché per chi vede ogni mio movimento, tutto questo è nulla…
Poi,
alle spalle, era stata colpita violentemente alla schiena, un rumore
agghiacciante di ossa che si storcevano. La vista le era mancata, si era
ritrovata a terra prima di sapere come.
Perché lei era sola, loro erano in due. Perché lei si era fatta prendere dal
panico…
… e loro non hanno bisogno di me che li proteggo.
Si era
sentita sollevare dalla collottola del vestito, aveva sentito qualche parola da
parte dell’uomo simile ad uno squalo, ma non aveva capito nulla. Aveva sentito
la sua risata, ma era ovattata dal rumore sordo del dolore, sulla schiena.
Poi, aveva visto degli occhi rossi in quella foschia di sensi.
Ed era
annegata in quel sangue.
Lost in a part
of myself I can't find anymore.
I wonder… if it's gonna end tonight…?
Ed
ora, aveva la vista sfocata dalle lacrime, la gola le faceva male come se avesse
gridato per ore.
Quando non era neppure riuscita ad emettere un suono.
A chiamarlo per nome – Con che nome? Con che nome? Non era lui, non era lui,
era…
Sasuke-kun, mi dispiace,
Sasuke-kun, era troppo tardi e non eri più tu…
Tutto questo tempo, e non eri più tu…
Sasuke-kun… Mi… mi…
Mi dispiace, mi dispiace…
M i d i s p i a c e . . .
Sapeva di essere morta, ma non riusciva a frenare le lacrime. Il suo corpo – morto? – era scosso dai singhiozzi irrazionali, dai singhiozzi spaventati, dai singhiozzi disperati. La schiena le bruciava, le faceva male. Sanguinava, anche se il cuore non batteva più. Sapeva che non batteva più.
Non è giusto, non è giusto, io… Sasuke-kun… io…
Non si
era neppure accorta di essere ancora in piedi, quando si sentì cadere a terra,
erba fresca di rugiada sulla pelle scoperta. Profumo di natura nelle narici,
premute contro la terra umida.
Ma lei doveva essere morta, lo era, ed ignorò tutto.
E’ colpa mia, troppo tardi
io… Noi… troppo tardi, era tutto troppo tardi…
Io… io…
Sentiva il corpo tremare, e non era normale. Aveva gli occhi aperti, e vedeva sfocati i fili d’erba muoversi sotto il filo di vento, e nulla aveva senso. Scossa dai singhiozzi, vide la luce oscurarsi davanti a sé. Un ombra nera e rossa ondeggiarle davanti, quasi irridendola.
Un piede le spinse la guancia contro la terra umida, graffiando la pelle. Ancora una volta, sentì l’aria mancarle
Quando ho ripreso a respirare? Come posso riprendere a respirare?
Nel suo campo visivo comparvero quei due piedi dalla carnagione malsana, livida.
“Ne, Sakura-chan, poi c’era
questo tipo che, giuro, sembrava un pesce! Ti dico che è così!”
”Ma smettila…”
Li ho già visti, io…
Era morta, eppure continuava a sentire le voci, a vedere l’erba, a sentire il profumo di terra bagnata. Quante volte era morta? Quante volte? Si muore una volta sola…
Sasuke-kun…
“Smettila. Andiamo via.”
”Itachi, non sei di buon umore, oggi.”
”…”
”Ma quando mai. Che crudeltà, l’avevo già sistemata io. Andiamo, si.” Sospirò la
voce più usata delle due.
E lei, per terra, in un tumulto di singhiozzi, tremava.
Perché le era piaciuto, per un attimo, essersi sentita utile.
… ma lui non c’è ed è tutta colpa mia…
Il volto venne premuto più forte contro la terra del parco e lei, nonostante fosse morta, non riuscì più a respirare. La vista si oscurò fra le lacrime di stizza e di dolore, di disperazione. Serrò gli occhi.
Sono morta, perché non posso andar via?
I can't sleep
alone anymore…
I need you here with me.
Even though I
closed all the doors,
there's somethin' holdin' me.
“Sakura-chan? Sakura-chan, rispondimi. Per favore, Sakura…”
Affioro.
Affioro.
Affioro.
A
malapena riuscì a socchiudere gli occhi di quel corpo che si rifiutava di
obbedirle. Ma non vide nulla, se non l’azzurro cielo. L’azzurro cielo batté le
palpebre, e disse qualcosa.
Voleva dire che non capiva, ma dalle labbra non uscì un suono. Le stesse labbra
non si muovevano.
“Sakura-chan? Ti sei svegliata? Cosa…”
Ma lo sguardo era ricaduto più in basso, assieme al viso, a sfiorare l’erba umida di rugiada. Respirava.
Affioro e respiro.
Sentì qualcuno scuoterla, ma non riuscì a dire che stava bene, che non c’era bisogno di fare così, che così le faceva male. Qualche ciocca le ricadde davanti al viso, ma non riuscì a sollevare la mano per scostarla.
Muoviti. Muoviti! Parla…
Devi dire che Sasuke-kun…
Che lui…
Poi, gli occhi fissi scorsero per un attimo la figura di Kakashi-sensei, che più in là era appena stato colpito al petto da una spada fasciata
L’ho già vista…
… e si
sarebbe lasciata sfuggire un richiamo all’attenzione, lo spavento per il sangue
che sarebbe dovuto scorrere, ma Kakashi-sensei non c’era più. Legno caduto per
terra, al posto del sangue, e lontano dal suo campo visivo.
La voce, vicino a lei, continuava a parlarle.
“Sakura-chan, cazzo, rispondi!”
Ma lui era lì. Lui le dava le spalle, inginocchiato per terra, lontano. Riusciva a scorgerne il profilo contratto, lo sguardo quasi folle negli occhi rossi. La sua mano di lacrime nere teneva stretta quella dell’altro Uchiha
Ma Sasuke-kun non è…
… ed entrambe formavano un segno che, da quella distanza, lei non riusciva a scorgere.
… il serpente ha morso Sasuke-kun. Lui non è Sasuke-kun, ma…
“ E
cosa vorresti fare?”
”… ucciderti, questa volta.”
” Come ogni volta, del resto.”
“ Non
c’è possibilità d’errore, questa volta…”
” E’ difficile crederti, dopo questi anni.”
” … Sōjasōsai no
Ju…”
Il discorso, fatto di sibili soffocati fra i due, venne coperto da un’esplosione
fuori dal suo campo visivo, vampata di fiamme e di calore, la voce indistinta di
Kakashi-sensei, la risata dell’uomo marino.
Naruto le si parò davanti,
e la sua vista fu coperta dalla giacca arancione di lui, che la sollevò per
allontanarla.
Spostati.
Spostati.
SpostatispostatiperchèSasuke-kun…
… stupido, stupido, stupido, perché non vai ad aiutare Sasuke-kun?
Non un suono uscì dalle sue labbra, nell’aria bollente, che ora era stantia dell’odore soffocante di foglie bruciate. Voleva tossire, voleva alzarsi, voleva vedere Sasuke-kun,
che non era Sasuke-kun
aiutarlo, ma non riusciva a muovere un muscolo. Il suo corpo, paralizzato dal
colpo violento dietro la schiena, indebolito da tutte le volte che era
morta, si rifiutava di obbedirle.
Poi, sentì l’urlo di Sasuke-kun, di dolore, di stizza, di rabbia.
Un’imprecazione soffocata.
Never Ending
Nightmare…
Always there instead of you.
Never Ending Nightmare,
no escape this time from you.
Naruto, a
quel grido, e si era
voltato.
Ma ancora, ancora le stava davanti, ancora le impediva di vedere…
Spostati Naruto,
Sasuke-kun, lui…
gridò, ma non uscì un suono
dalle sue labbra, il respiro si fece più affannato nel vedere gli occhi azzurro
cielo di Naruto sbarrati, occhi che vedevano qualcosa che le era negato.
Va’ ad aiutare Sasuke-kun…
Vide Naruto boccheggiare, sillabare qualcosa di tremendamente simile al nome del loro ex-compagno di squadra, che avrebbe dovuto ancora esserlo, lo vide voltarsi verso di lei, con quegli occhi sgranati.
Così,
voltato, vide la schiena di Sasuke più vicina a loro, quasi fosse stato respinto
via, col capo chino, le mani serrate sul viso. Sottili imprecazioni, mentre,
instabilmente, si stava rialzando.
Non lo vedeva in viso. Ma Naruto lo aveva visto.
E lei lo vide schiudere le labbra, esordire “Sakura-chan, qui stai al sicuro, io
vado da…”
”St… Stanne fuori, Naruto. N-non ti allontanare da lei!” arrivò mordace la
risposta dell’altro ragazzo, ansimante, tremante, che le donava la schiena.
Smettila di essere così stupido, Sasuke-kun… cosa… cosa…?
Naruto non rispose, ma Sakura vide i suoi pugni stretti, vicino a lei, tremare.
“Merda, Sas’ke…”
”E’… è la mia battaglia... e tu, tu non c’entri niente, lei non c’entra
niente, voi non c’entrate niente, Konoha non c’entra niente. E’ mia. E
basta.”
”Sono… sono anni che lo ripeti. Eri arrivato al suicidio? La conosco
quella tecnica.”
”Sta’ zitto. Sta’ zitto e muori. Cazzo, stai zitto e muori!”
Abbassò le mani, e Sakura vide il sangue
troppo
gocciolare copioso dal palmo macchiato dal segno nero, dal palmo che aveva
tenuto premuto contro il viso.
Ma non si mosse nessuno. Vicinissima, ma ormai ridotta ad un semplice
sottofondo, sentì distrattamente la voce di Kakashi-sensei chiamare il suo
Chidori.
Lo
sfregare dell’elettricità cadde in orecchie sorde. Perché il marchio, quelle
piccole gocce di inchiostro nero, stavano bruciando. Bruciando si espandevano,
come quel giorno, peggio di quel giorno, e voleva alzarsi e corrergli incontro,
ed aiutarlo, perché Naruto le stava accanto e non si muoveva.
Voleva chiamarlo
S a s u k e – k u n . . .
… ma
non mosse un muscolo.
Perché, bruciando, si univano fra di loro, a ricoprire la pelle graffiata, la
pelle chiara, quel braccio inumano – per colpa mia. E Sasuke-kun
ansimava, i pugni stretti ai fianchi. Quando la pelle fu quasi totalmente
adombrata, lo vide chinarsi appena, richiamare il chidori con quel braccio che
avrebbe dovuto essere a riposo.
E i miei occhi non funzionano perché Sasuke-kun…
Sotto gli occhi dei suoi due ex-compagni di squadra, Sasuke venne ancora una volta respinto, bloccato da un colpo dritto allo stomaco, che gli fece tossire sangue. Ormai sembrava non pensare più, sembrava affrontare suo fratello come Naruto aveva affrontato i suoi primi nemici: senza pensare. Guidato dalla rabbia, e senza pensare.
Non come Sasuke-kun…
E quando cadde a terra, rivolgendole l’espressione serrata, Sakura ne comprese il motivo.
Dov’è… l’altro occhio?
Il
cuore saltò un battito. Due. Tre, di assoluta paralisi mentale.
Poi, affannato per quella pausa forzata, riprese a battere violentemente,
velocemente, quasi si rifiutasse di rimanere immobile in quel corpo paralizzato,
mentre lui…
Sasuke-kun…
Mentre nell’altro Sharingan di lui – l’unico – il nero del marchio si stava estendendo a tutto l’occhio, infettandolo con il suo veleno.
Sasuke-kun…
Ed il respiro di lui era irregolare, troppo veloce, e le mani si contraevano
Come gli artigli di un
rapace, non come Sasuke-kun…
lui non è più Sasuke-kun, ma io lo sapevo, ed era colpa mia…
[ Lately been
around someone new.
Needed to fill in the space
that once sheltered you. ]
Still I worry, if you're gonna be alright…
Le mani di Naruto tremavano, e lo sentiva mormorare qualcosa. Non di sorpresa – come avrebbe dovuto essere.
Sasuke-kun, cosa non mi
avete…
… detto, voi…
Smettila, smettila, lasciati aiutare…
Naruto le stringeva la mano, ed insieme tremavano, per motivi del tutto diversi.
“Davvero,
Sakura-chan. Loro non sembravano neanche umani.”
”Lo dici solo per
spaventarmi, Naruto.”
”Prova
a chiederlo a Rock Lee, allora, e vedrai!”
”Ma piantala!”
Neanche umani.
Neanche…
… smettila Sasuke-kun…
L’occhio nero, con la pupilla rosso sangue, non era umano. Le unghie che il
ragazzo aveva affondato nel polso del fratello, la cui mano era serrata sul suo
collo… quelle unghie non erano umane.
Graffiavano la carne, affondavano nella carne, traevano sangue. Così come quella
mano fraterna gli traeva il respiro.
E’ colpa miamiamia, se non
l’avessi curato, ora lui sarebbe a casa…
[ S a s u k e - k u n… ]
“… guardati,
cosa sei diventato.”
Il marchio ormai era
sfumato su tutta la pelle, pelle grigia
non umana
ed il ragazzo aveva quell’occhio spalancato fisso sul fratello, quella cavità vuota fissa sul nulla, e non emetteva un suono se non il respiro affannato.
Ora lui sarebbe a casa, ed
io sarei con lui…
[S a s u k e – k u n…]
E poi
quel grido, frustrato, quando affondò le unghie nel braccio dell’altro Uchiha,
quel braccio dove il sangue sembrava non circolare affatto, un braccio
attaccato lì – ricucito lì - alla meno peggio…
Dopo qualche attimo, Itachi ritrasse la mano. Lì per lì, sembrò per quelle dita
affondate nel suo braccio – dita che nonostante tutto non lasciavano la presa.
Ma le labbra di Sasuke erano livide, la pelle di Sasuke era livida, infettata
dal Segno.
I capelli di Sasuke-kun non erano i capelli di Sasuke-kun.
Io sarei con lui, e lui
probabilmente sarebbe distrutto, ma io…
[ q u e l l o n o n è S a s u k e – k u n ]
E quelle… quelle cose che si stavano gonfiando sulla schiena di Sasuke-kun… non potevano essere sulla schiena di Sasuke-kun.
Rumore sordo di pelle squarciata, rumore sordo di tessuto strappato.
Mentre, prima una, poi l’altra, quelle grottesche imitazioni di ali rapaci si facevano strada nella pelle,
[ a r t i g l i s u a r t i g l i ]
… ma io gli starei vicino, e lui prima o poi si sarebbe ripreso…
[ q u e l l o n o n è S a s u k e – k u n ]
e Sakura non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stava accadendo, perché ormai non vedeva più Sasuke-kun, ma ciò che Orochimaru aveva plasmato con il tempo. Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto che quello era stato Sasuke-kun minuti – secoli - prima
[I pugni stretti di Naruto tremavano]
[Quanti anni sono passati?]
ed Itachi Uchiha non ebbe
nemmeno il tempo di accorgersi dove aveva portato suo fratello, in tutti questi
anni, che quella cosa rafforzò la stretta sul braccio
malamente attaccato
e tirò con quanto vigore aveva in corpo, spiegando quelle ali di pelle sbiadita.
Ed ancora una volta rumore di carne strappata.
[Di quell’uomo a cui quasi
mancava un braccio, di quell’uomo che aveva lo squarcio sulla spalla,
di quell’uomo che non aveva avuto il tempo di guarire davvero]
Non un suono sfuggì dalle labbra dell’Uchiha maggiore, che pareva per la prima volta più colpito da ciò che i suoi occhi vedevano, piuttosto che da ciò che il suo corpo sentiva.
Il respiro dei due era irregolare, ma Sakura non riusciva a decifrare l’espressione di nessuno dei due.
…
si sarebbe ripreso, e
saremmo stati insieme…
... per sempre noi…
[ B a s t a ]
“Muori. Per una buona volta, muori, e va’ all’inferno!”
Sakura vedeva il chakra concentrarsi nella mano di Sasuke-kun, con quello sfrigolio elettrico familiare…
[Mille falchi prendono il volo, via, lontani da me.]
[ S m e t t i l a ]
[ B a s t a ]
[ q u e l l o n o n è S a s u k e – k u n ]
… ma come poteva quella cosa conoscere quella tecnica, quando soltanto lui e Kakashi, sapevano…?
…
per sempre noi… ma ora…
... lui non c’è…
”Neanche umani, Sakura-chan…”
“Neanche umani, Sakura-chan…”
Neanche…
Il
Chidori impattò con furia cieca contro la spalla già squarciata dell’altro
Uchiha, e muta Sakura vide quel braccio malsano sbilanciarsi, quasi stesse per
cadere da un momento all’altro.
Quel colpo parve scuotere Itachi dal silenzioso, malcelato ribrezzo di fronte a
quella creatura - suo fratello minore – e strinse i denti, unica ruga sul volto
placido.
“… non
è per questo, che ti ho lasciato vivere quel giorno.”
Poco più d’un
sussurro. “Non perché tu ti riducessi a questo. Non sei degno del nome degli
Uchiha, tu. Loro non ne erano degni.”
L’occhio sbarrato di
Sasuke era fisso sulla sua stessa mano, affondata nella spalla di suo fratello,
macchiata del suo sangue
che è anche il suo.
“Loro
non ne erano degni, e tu non lo sei. Tu non vuoi uccidermi, l’hai già
dimostrato. La tua è l’ostinazione di un bambino a cui è stato dato un compito a
casa che non riesce a compiere.”
L’occhio infettato di nero si mosse, freneticamente, dal volto di Itachi alla
sua spalla.
Ancora. Ed
ancora.
Furioso. Confuso. Spaventato?
… non avrei dovuto curarlo,
io…
... volevo farlo per lui…
”Neanche umani…”
… ma ho rovinato tutto, proprio io, alla fine.
La ragazza soffocò in un singhiozzo silenzioso, senza riuscire a chiamarlo, riuscendo solo a guardarlo da dietro la foschia delle lacrime.
Se solo potessi
raggiungerlo, io…
I can't sleep
alone anymore;
need someone here with me.
All I ever wanted and more...
My dreams are fighting for.
“Ti ho chiesto di uccidermi, e tu lo fai perchè lo voglio io. Non tu. Il cuore…” l’Uchiha maggiore tossì appena, unico segno di debolezza, rivolo di sangue dalle labbra serafiche “ … il cuore è un po’ più in basso, fratellino.”
Le mani livide del ragazzo si contrassero, scatto nervoso, prima che sul viso si delineasse un’espressione meno sperduta, quasi più rincuorata. Un sorriso malsano...
“Sono felice quando
sorridi”
N o n c o s ì . . .
[quel sorriso così sbagliato sulle sue labbra che stavano perdendo forma ]
… ed un unico sibilo. “Grazie...”
Una
ruga solitaria si formò sulla fronte dell’altro. Un bagliore fugace negli occhi
di sangue.
” ... per l’indicazione.”
“Non ti servirà.”
Basta…
Fosse
stata più vicina, Sakura avrebbe visto lo Sharingan di Itachi mutare. Ma da
quella distanza, non capì quel che stava succedendo.
Sentì solo un
sibilo da parte dell’altro Uchiha “... Amaterasu.”
Vide quell’ombra di
Sasuke-kun serrare gli artigli all’interno di quello squarcio nella
spalla, affondare le unghie, e graffiare giù…
[un po’ più in basso
perché il cuore è li.]
[Bruci così,
Itachi? Sanguini così?
Allora muori. Muori!
L a s c i a m i i n p a c e e m u o r i! ]
Never Ending
Nightmare...
Always there instead of you.
Fiamme nere si levarono attorno ai due, ma questa volta Naruto non tentò di proteggerla, o di portarla via. Lei non ci fece caso, occhi sbarrati fissi su quell’inferno.
Niente più Sasuke niente più Sakura
Lui non c’è più io non ci sono più, noi non ci siamo più…
Per sempre, io e lui, avremmo potuto…
“…
neanche umani,
Sakura-chan!”
basta...
”Neanche umani!”
Quella era la voce di Sasuke, roca, irriconoscibile
Ma è la sua.
Tra le fiamme nere, ne vedeva l’ombra confusa, con quelle ali grottesche.
Il demone che si erge dalle fiamme dell’inferno. Non è Sasuke-kun.
Inginocchiata per terra, china, sporta in avanti.
Immobile.
N o n è l u i.
Sentì
la voce di quell’uomo che dava di mare gridare qualcosa. Sentì la voce di
Kakashi-sensei gridare qualcosa. Parole affrettate di fronte a quelle fiamme.
Rumore di carta di pergamena…
”Fuuinjutsu Fuukahouin!”
Ogni parola cadde in orecchie sorde, per Sakura. Che con occhi sbarrati, osservava quel fuoco innaturale venire risucchiato via, e tra le fiamme quell’ombra di Sasuke immobile.
Se solo non l’avessi curato, noi…
Il
fumo delle foglie bruciate si levava attorno di loro, all’interno del parco,
ormai rovinato. Rumori di passi, lì attorno.
La intossicava, ma non trovava la forza di tossire. Gli occhi lacrimavano, e non
solo per il fumo.
Io non ho fatto nulla.
Naruto,
tu potevi. Perché non hai fatto nulla?
Lui non voleva. Che importa?!
Lui... da solo lui non
pensa.
Non deve stare da solo! Non deve!
Lo
vide, piano, estrarre la mano dal corpo di Itachi Uchiha.
Lo vide guardare con distacco il sangue su quella mano.
Nel fumo, vide quel volto grottesco distendersi in un’espressione perplessa.
Poi
incredula. Poi, confusa.
Sgomento. Smarrimento.
Rabbia. Tanta.
Vide dei canini troppo lunghi affondare nel labbro.
Basta Sasuke-kun.
Lo vide affondare quegli artigli nel palmo stesso della mano.
Smettila.
E, come un rapace si fionda sulla preda, lo vide rifondarsi su quel corpo esanime, graffiando la pelle, artigliando la carne. Incurante del sangue, espressione disperata sul viso. Furiosa. Smarrita.
Basta…
Le unghie strappavano la carne, e come predatore dilaniava la preda.
[Perché tutto di lui deve
scomparire, vai via, vai via… ]
[Viaviaviavia…]
Il braccio malconcio, mantenuto appena a quello squarcio sulla spalla, venne via. Apparentemente, davvero cucito malamente, affinché potesse guarire.
Sasuke-kun, basta, basta…
Immobile, Sakura osservava quell’inferno privo di fiamme. Osservava quelle cose piano ridimensionarsi sulla schiena di lui, il Segno ritirarsi lentamente, la pupilla diventare più chiara, priva di Sharingan, priva di tutto.
Ma lui, nonostante tutto, continuava ad infierire su quel cadavere, con la disperazione di un bambino.
Lei avrebbe voluto corrergli vicino. Fermarlo.
Nessuno lo stava facendo. Tutti stavano osservando.
E’ un dolore privato.
Le lacrime le impedivano di vedere quelle sul volto di lui. Ma lei sapeva che erano lì.
Non lo senti il sollievo?
Non è
cambiato niente?
Smettila.
Sasuke-kun, smettila.
Ma
nessuno muoveva un muscolo. Nessuno lo mosse quando Sasuke, di nuovo vagamente
umano, si chinò sul cadavere insanguinato, ed affondò il viso contro la spalla
buona del fratello.
Itachi Uchiha aveva ancora gli occhi spalancati.
Ma il suo cuore giaceva poco più in là, sull’erba bruciata.
Basta, Sasuke-kun.
B a s t a.
Io... non ti riconosco più.
Sakura soffocò un singhiozzo, e sentì la mano di Naruto stringersi sulla sua.
Never Ending Nightmare
Punishing me for the things I do.
Never ending Nightmare...
No escape this time from you.
A/N : che parto ò_ò Cristo santo, che parto! La prima scena d’azione della mia vita, con tocco macabro. Spero non sia troppo… confondente. Alla fine, non ne sono pienamente soddisfatta. Ma oh, serviva. La prima parte della battaglia starà probabilmente nell’incipit del prossimo capitolo. Scuso per il ritardo, ma è stata davvero una pena. Non voleva scriversi. Dal prossimo, tolto Itachi di mezzo ~ SakuSasu al pieno. Olè. ^_^ a bientot! Solarial, mi fanno piacerissimo i tuoi commentoni, mettono di buonumore e spronano a dare il meglio, sai? X°D Anche se mi spaventano, comunque u.u.