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Autore: Amyechelon    05/04/2012    1 recensioni
Ragazze unite dalla passione del cinema, due cantanti famosi che si incontrano nello stesso albergo, qualche rugbista e mille equivoci. Questo è il Grand Hotel di Londra
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nei corridoi del nostro piano si sentiva qualcuno saltellare, urlare, correre di qua e di là e altri lamentarsi del frastuono. Afferrai il secondo cuscino e me lo misi sull’orecchio scoperto. Stavo per riprendere sonno quando le due porte della camera si aprirono, Riccardo, a torso nudo, se ne stava addossato allo stipite. << Ha appena bussato Daniela, ti vogliono in camera loro non appena ti è possibile >>
Il giorno prima non avevo lanciato il cuscino lo feci in quel momento. << Mi rifiuto di farmi tagliare, colorare i capelli o dipingere la faccia >>
Si sedette nella parte vuota del letto e appoggiò il cuscino, << Ti vogliono rendere bellissima, hanno detto che c’è una meravigliosa sorpresa che arriva a pranzo >>
<< Me lo dicono ogni volta prima di farmi un agguato e tenermi per ore sotto il loro controllo, poi non c’è mai una vera sorpresa, è giusto perché si divertono su di me >>
Mi accarezzò i capelli. << Ma stavolta è vero >>
<< Scommetto che però non ti hanno detto di che sorpresa si tratta >>
Tossì. << Nooo, tranquilla >>
Gli diedi un pizzicotto sul fianco. << Non sei bravo con le bugie. Dov’è Francesco? >>
<< E’ andato a chiedere la colazione in camera. Quindi noi due siamo soli e senza rotture di scatole >> Si avvicinò al mio viso.
Lo allontanai con il dito. << Il mio cuore appartiene solo al canto e alla recitazione >>
Sbuffò. << Nemmeno un bacio del buongiorno? >> Sbatté le palpebre.
<< Buongiorno >> Lo baciai sulla guancia. << E adesso smamma >>
<< Che cattiveria. Io che avevo scacciato apposta il ragazzino e non ho niente in cambio. Non è giusto >> Finì di brontolare nell’altra stanza.
Controllai i messaggi nel cellulare, i colleghi dell’ultimo film mi auguravano di passare una bella vacanza e di riposarmi.
Minerva venne a darmi il buongiorno, aveva al telefono il suo fidanzato Chad Kroeger, me lo passò: << Chiede se volete fare un duetto insieme >>, gironzolai per le stanze mentre parlavo dei prossimi progetti con Chad. Lo salutai e diedi il telefono alla proprietaria.
Francesco era sparito del tutto, chissà che gli aveva detto esattamente Riccardo che se ne stava in balcone, sempre a torso nudo. Lo abbracciai da dietro. << Lo sai che fai svenire tutte con questo fisico? >>
<< Tutte tranne quella che voglio io >>Si girò verso di me.
<< Per me sei sempre il mio fratellone adottivo >>Gli baciai il naso. << Il mio fratellone che vuole fare un incesto >>
<< Fratellone molto geloso anche >>Mi abbracciò. << Nessuno ti deve fare del male >>
<< Sei qui apposta. Ma quando trovi la persona giusta vedi che ti dimentichi di me >>
Sorrise. << Sono sicuro che sarà il contrario >>
<< Tsé, non sono pronta ad avere una relazione >>
<< Sì, sì, dicono tutti così, poi “sbam” ecco che arriva la persona che ti cambia tutti i tuoi piani >>
<< Non ti credevo così profondo >>
Francesco rientrò tutto sudato con il fiatone, ci salutò e capì che Riccardo lo aveva preso in giro, dietro di lui arrivò il cameriere con la colazione. Minerva rubò un bombolone e se ne tornò in camera.
Mangiai e mi vestii in fretta prima che mi venissero a cercare le truccatrici. Avvertii le guardie del corpo: << Voi non sapete dove sono, chiaro? >>
Fecero il segno dell’okay con le dita.
Fuggi dall’albergo, inforcai gli occhiali da sole e andai in giro per la città. Mi sentivo davvero libera finalmente.
Una libreria era murata di gente, soprattutto di adolescenti che urlavano e alzavano le mani, ci sarà stato uno di quei gruppetti commerciali che non sanno fare musica neanche se si impegnassero al massimo. Passai per Kessington Gardens e mi sedetti su una panchina di fronte alla statua di Peter Pan, ricordai quando ci venivo con mia madre e la mia madrina. Porca miseria! La mia madrina! Dimenticavo che abita a Londra, un giorno sarei andata a trovarla. Ma intanto restavo ad osservare la gente che si affrettava o giocava con i figli e i cani. Sospirai, mi era mancata parecchio Londra. Sentii delle voci familiari, sbarrai gli occhi: erano Linda e Carlotta. Abbandonai mal volentieri la panchina e corsi fuori dal parco, mi rifugiai in un Top Shop lì vicino, delle commesse mi riconobbero: << Miranda, oh my God. Can I help you? >>
<< Ehm… Oh, yes, I would like to see some summer dresses >>
<< Sure, follow me please >>
 
Riuscii a seminare del tutto le ragazze, così potevo farmi i miei giri anche se ad ogni angolo qualche persona mi fermava e rimaneva senza parole.
 
Tornai in hotel per l’ora di pranzo. Le ragazze stavano fuori dalla suite ed erano furiose. << Adesso come facciamo? >> Sbraitava Daniela.
<< Non c’è più tempo per far nulla >> Carlotta si mise le mani nei capelli.
Linda mi indicò. << Se solo tu non fossi sparita da questa mattina a quest’ora saresti perfetta per l’incontro >>
<< Vi voglio bene anche io ragazze, ora se non vi dispiace vi saluto. Ciao >> Mi chiusi in camera.
Riccardo era seduto sulla poltrona. << Immagino che si sono arrabbiate molto con te >>
<< Giusto perché volevano rendermi perfetta per una sorpresa che non c’è >>
<< Guarda che la sorpresa c’è davvero, sei tu che pensi il contrario >>
Mi sedetti sulle sue ginocchia. << Smettila di difenderle, non ci credo affatto >>
<< Che testarda che sei >>
 
Dall’altra parte della sala da pranzo gli schiamazzi delle ragazzine continuavano.
<< Chi c’è di tanto importante? >>
Tutto il gruppo fece finta di tossire.
<< Qualcuno mi deve dire qualcosa per caso? >>
Daniela prese la parola. << Fino a stasera non potrai sapere della sorprese che è arrivata perché non ti sei fatta vedere stamattina, quindi non ti diciamo niente >>
 
Senza farmi notare da nessuno salii in camera e mi infilai il costume per andare in piscina. Mi rilassai nell’acqua calda, c’era anche l’idromassaggio, ma il momento di paradiso terminò verso le cinque e mezza, quando arrivarono le mie care amiche truccatrici che volevano a tutti i costi farmi bella; afferrai l’accappatoio e tornai in camera, chiusi a chiave, feci la doccia e non appena fui pronta me ne andai di nuovo via. Salii al centro commerciale finché le mie amiche non vennero anche lì. Incontrai un uomo calvo, robusto e con gli occhiali; insieme a lui presi un ascensore, ma era quello sbagliato: dopo aver premuto un pulsante il soffittò cominciò ad abbassarsi finché non ci dovemmo sedere; lui stava per soffocare, io non respiravo bene. Con la forza che aveva ancora l’uomo premette un altro tasto, le porte dell’ascensore si aprirono e il soffitto si allontanò, ci buttammo fuori ed io mi scontrai con un ragazzo; alzai lo sguardo per scusarmi e rimasi ipnotizzata dagli occhi azzurro ghiaccio che mi fissavano, quegli occhi li conoscevo perfettamente, guardai il naso, i capelli castani tenuti su come nei manga, guance senza un filo di barba. Sì, era proprio lui: << Jared! Che ci fai qui? >>
Si allontanò un pochino, << Dovrei farti la stessa domanda, Miranda >>
<< Jared, finalmente ti abbiamo trovato >>
<< Miranda, ecco dov’eri finita >>
Guardai dietro la spalla del cantante, Shannon e Tomo erano lì, sarei potuta svenire, ma il fatto che dall’altra parte c’era tutto il mio team mi tenne in piedi.
I due gruppi si avvicinarono a noi, << Ecco, adesso hai scoperto la sorpresa e non eri neanche pronta! >>Borbottarono Linda, Carlotta e Daniela.
<< Speravamo che l’avresti incontrata stasera, non scontrata adesso >>Disse Tomo.
<< Beh, almeno si sono visti >>Sorrise Shannon.
  
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