Se quella volta, durante Aritmanzia,
non si erano per nulla
incrociati i loro sguardi, Hermione non poteva dire la stessa cosa per
le lezioni
seguenti.
Ormai la scuola era iniziata da due settimane e la giovane
Grifondoro aveva avuto modo di notare che il Serpeverde frequentava
ogni suo
corso.
Ginny le ripeteva ogni qualvolta ne aveva l’occasione che
Draco era interessato a lei, ma Hermione non voleva ascoltarla, anche
se
sperava fosse vero.
«Smettila, Hermione!
Apri gli occhi! Ha smesso di
insultarti…ti fissa ogni volta…e frequenta tutti
i tuoi corsi! Più esplicito di
così…Te lo sta praticamente sbattendo in faccia!», sbottò la
piccola Weasley.
Hermione arrossì mentre l’amica ridacchiava.
«Intendevo che
è interessato a te…»
«L’avevo
capito.»
bofonchiò Hermione.
«Usciamo un
po’? Ho bisogno di un po’ di sole…»,
chiese Ginny, tentando di cambiare argomento. L’amica si
limitò ad annuire.
«Sai, Ginny, quando
hai ricevuto l’invito per la festa di
Halloween?»
le domandò mentre passeggiavano in riva al lago.
«Beh?»
«La stessa sera ne
ho ricevuto anche io uno.»
«Seriamente?» chiese sorpresa la giovane
Weasley, prestandole
più attenzione.
«Sì…ma
non riesco a capire chi me l’abbia inviato…».
«A me sembra
piuttosto ovvio, invece.»
Il cuore di Hermione iniziò ad accelerare. «Dici?..
Beh, non ci avevo mai pensato.»
Un grido interruppe la loro
conversazione. Si voltarono
entrambe, per cercare la fonte di quel suono e scorsero in lontananza
altre due
persone che avevano avuto la loro stessa idea di prendere un
po’ di sole. Draco
Malfoy rincorreva una Pansy Parkinson che rideva e gridava.
Il cuore di Hermione, stavolta, sprofondò.
«Oh, andiamo cara.
Non fermarti alle apparenze…magari non è
ciò che sembra. Guarda come tiene le braccia strette al
petto…secondo me gli ha
rubato qualcosa e lui vuole riprenderselo.».
«Sarà…» borbottò la
Prefetta girandosi e riprendendo a camminare.
Ginny, che era rimasta indietro, la raggiunse con passi veloci.
«Torniamo dentro?» le sussurrò
dolcemente, stringendole
la mano e
rivolgendole un sorriso che
avrebbe scaldato il cuore a chiunque. Hermione ricambiò e
s’incamminarono verso
il castello, dirette verso la Sala Grande per il pranzo.
***
Passò
una settimana dalla passeggiata con Ginny in riva al
lago e Hermione aveva avuto molto tempo per riflettere.
Quel lunedì mattina, quando stava per entrare
nell’aula di
Pozioni, incontrò sulla porta un Draco Malfoy che andava
molto di fretta e,
infatti, non notandola, la centrò in pieno.
«Fai più
attenzione, Mezzosangue!»
ringhiò, sprezzante, lasciando una Hermione confusa.
La Grifondoro andò a sedersi silenziosa tra Harry e Ron.
«Bene, ragazzi,
mentre attendiamo che il signor Malfoy
torni con un ingrediente speciale, potete accendere il fuoco…»
esclamò compiaciuto il professor Lumacorno.
Una decina di minuti dopo, Draco tornò con dei barattoli
contenenti delle squame.
Gli studenti si guardarono perplessi.
«Oggi, ragazzi,
prepareremo l’Elisir dell’Euforia.
Signorina Granger, sono certo che lei sappia di cosa si tratta!»,
disse il professore, mentre osservava da vicino il contenuto dei
recipienti.
«L’Elisir
dell’Euforia serve a mettere di
buon umore chi lo beve. Va assunto con
cautela, perché in dosi eccessive può provocare
pizzicore al naso, canto
esagerato e riso incontrollabile.»
«Cinque punti a
Grifondoro!»
esclamò soddisfatto e
raggiante. «Ora,
tirate fuori gli ingredienti. Allora…vi servirà
la polpa di una zucca, una
Ruta, un Cumino dei Prati e la squama di una Sirena che il signor
Malfoy ci ha
gentilmente portato dalle scorte del professor Piton. Inoltre, vi
concedo il
permesso di assumere, badate bene, un cucchiaino della pozione per
rendere la
vostra giornata più allegra!».
Un mormorio seguitò alle parole del professore e i ragazzi
si
misero a lavoro.
Quando la campanella segnò la fine della lezione, Ron era
particolarmente su di giri.
«Ronald, il professor Lumacorno ha detto un cucchiaino! Non
mezzo
calderone!», sbuffò Hermione, trascinandolo fuori
dall’aula.
«Infatti io ne ho preso
uno…all’inizio…ma poi ne ho preso un
altro
e…non lo so, Hermione, aveva un buon odore.» disse
ridacchiando e grattandosi
il naso.
La Grifondoro alzò gli occhi al cielo e poi si
girò rivolta a
Harry.
«Ehi, puoi darmi una mano, qui? Il tuo migliore amico pesa un
tantino…».
Ma il Prescelto era distratto e osservava Draco Malfoy che si
allontanava dall’aula velocemente.
«Harry!» lo chiamò e lui, finalmente, si
girò e le venne in
soccorso.
«Scusa... mi sono dimenticata di chiedere una cosa al
professor
Lumacorno…voi andate avanti.» disse pochi secondi
dopo, scaricando Ron sulla
spalla di Harry.
«Oh, dannazione, Hermione…»
borbottò.
Ma lei si era già girata e correva diretta verso Draco.
“Ora o mai più”,
si disse.
«Dra…ehm,
ehm, cioè…Malfoy! MALFOY!», gridò.
Svoltò a destra e finalmente lo trovò, solo,
in un corridoio secondario.
«Oh, la Mezzosangue Granger mi sta cercando.
Chissà cosa vuole…»,
esclamò lui, provocatorio.
«Non usare quel tono con me o mi costringerai a togliere
qualche
punto alla tua preziosa Casa…» disse Hermione,
cancellando il ghigno dalla sua
faccia.
La Grifondoro lo scrutò: il suo volto era impassibile, dal
suo
sguardo traspariva durezza, che non era adatta per la sua
età, e il muro che
aveva eretto le rendeva difficile individuare una qualsiasi emozione.
La prese bruscamente per un braccio e la trascinò dietro ad
una
statua inquietante. Ciò fece capire a Hermione che
nonostante fossero in un
corridoio deserto dei sotterranei, per di più secondario,
lui non ci teneva
minimamente a farsi vedere con lei.
«Sputa il rospo, Mezzosangue.
E spero per te che tu abbia qualcosa di importante da dirmi. Sai, Granger, non ho tempo da perdere, io.» esclamò,
sottolineando “io” con una
certa importanza.
Ma per Hermione, trovarsi in quella situazione, così vicina
a lui,
non era facile.
Sentì il cuore accelerare e la vocina di Ginny nella testa
che le
ripeteva “Lui è
interessato a te…”.
«Granger, non amo ripetermi.» disse annoiato, due
minuti dopo.
«Malfoy, ti devo chiedere una cosa.»
«E che aspetti?» chiese scocciato.
«Sai della festa nella Stanza delle
Necessità?».
«Beh?» borbottò, più attento.
«Ecco…io…ho ricevuto
l’invito.»
Lui non parve sorpreso, anzi, nei suoi occhi qualcosa sembrò
cambiare. Udirono un fruscio vicino, ma non vi badarono.
«Sei stato tu a spedirmelo?» proseguì
lei, sentendo
improvvisamente il bisogno di bere.
«E dimmi, cosa te lo fa pensare?» le
domandò, con una nota di
ironia. «E anche se fosse? A te che importa?»,
continuò.
“A me importa, invece,
dannato d’un Serpeverde!”
esclamò la vocina nella testa di Hermione.
«Rispondimi.» esclamò Draco quello che
sembrava un ordine.
«Sai, Malfoy»
disse
Hermione, con lo stesso tono con il quale l’aveva pronunciato
lui prima, «mi
sembrava di averti fatto prima io una domanda.».
Gli occhi grigi, che avevano accuratamente evitato di incrociare
quelli marrone cioccolato della Grifondoro, ora li fissavano.
«Beccati!» gracchiò una voce vicina.
Gazza spuntò improvvisamente
facendo sussultare Hermione.
«Cosa ci facevate voi due qui, eh? Soli soletti? Per fortuna
la
mia cara Mrs. Purr mi ha avvertito…altrimenti
chissà in cosa si sarebbe
trasformato questo incontro.».
La Grifondoro tossicchiò, mentre le sue guance si
imporporavano.
Draco sembrava impassibile.
«Allora?» li incitò il custode.
«Signor Gazza, temo non siano affari suoi. Sono abbastanza
responsabile da essere nominata Prefetta e quindi non vedo il motivo di
questo
suo intervento. La pregherei di pattugliare i corridoi al piano di
sopra. Non
vorrà mica perdersi una battaglia di Caccabombe?»,
disse lei, tutto d’un fiato.
Quello, alla parola “Caccabombe” aveva sgranato gli
occhi e aveva
girato i tacchi, correndo goffamente verso le scale più
vicine. Mrs. Purr era
rimasta indietro e Hermione l’aveva scacciata con un calcio.
«Dove eravamo rimasti?», gli chiese, voltandosi
verso di lui con
un sospiro.
«Temo, Granger, che il tempo a tua disposizione sia finito.
Risponderò alla tua domanda un’altra
volta.», rispose lui, annoiato, e fece per
andarsene. La ragazza, però, lo bloccò,
afferrandolo per il braccio.
«Come hai osato toccarmi, sporc…», ma
aveva incrociato il suo
sguardo e qualcosa, nei suoi occhi, gli aveva impedito di completare
l’insulto.
Tacque e attese che lei dicesse qualcosa. La Grifondoro sostenne il suo
sguardo
duro per quelle che sembravano ore, poi lo abbassò notando
che i suoi piedi
erano diventati improvvisamente più interessanti di
qualunque altra cosa, in
quel momento.
«Mezzosangue…» la appellò
lui, con un tono di voce strano, che non
gli apparteneva, per quel che ne sapeva Hermione. Ciò,
infatti, le aveva fatto
alzare lo sguardo. Notò un bagliore strano nei suoi occhi,
qualcosa che non
riusciva a spiegare.
«Vorrei che questa conversazione non sia andata sprecata,
perciò,
risponderò alla tua domanda.» disse infine,
l’ombra di un ghigno sul volto.
Gli occhi grigi, stavolta, videro speranza dentro di quelli
marroni, e ciò gli diede un motivo in più per
risponderle.
Dopo attimi carichi di tensione, Draco sussurrò:
«Sì, sono stato
io.».
Poi, pensò che la cosa migliore da fare fosse andarsene ma
giurò
di aver visto un bagliore di genuina felicità negli occhi della
giovane, prima che
avesse abbassato lo sguardo per nascondere il suo volto, che aveva
acquistato
una tonalità decisamente più rosea.
.: Note
:.
Ma
come sono stata brava? :D
Visto? Avete avuto il terzo capitolo solo dopo un giorno! :3
Spero che il groviglio delle mie idee inizino ad assumere una
forma, ormai.
E sappiate che Hermione è nella fase “piace/non
piace”, nel senso
che non lo sa manco lei cosa significhi quell’interesse.
Draco invece è un po' enigmatico.
Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo.
Ma ora ditemi, volete che continui?
Ditelo in una recensione! *-*
A presto, piccoli Nargilli!
Kisses,
Yuls. ♥